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IL MONDO
CHE MANGIAMO
EDIZIONE
ITALIANA
L’OPUSCOLO E LA MOSTRA
L’opuscolo «Il mondo che mangiamo» traduce i contenuti della mostra «Wir essen die Welt» ideata da HELVETAS Swiss Intercooperation. La mostra, in esposizione nelle maggiori città svizzere negli
anni 2014/2015, è in tedesco; questo libretto è stato realizzato per
accompagnare i visitatori italofoni.
L’opuscolo presenta spunti interessanti per i docenti di scuole medie
e medie superiori interessati ad introdurre i temi dell’alimentazione,
della globalizzazione e del consumo responsabile ai propri allievi. Le
informazioni, domande e riflessioni di seguito riportate possono essere riadattate dai docenti per creare percorsi ed attività didattiche
che diano agli studenti la possibilità di riflettere su queste importantissime ed attuali tematiche.
La mostra e l’opuscolo si sviluppano attorno ad un viaggio in otto paesi del mondo, ognuno con le sue problematiche e peculiarità. Ogni
paese è presentato da un personaggio di riferimento, con il quale gli
studenti possono entrare in contatto ed identificarsi grazie alle informazioni contenute nelle pagine seguenti. Ogni personaggio affronta
tematiche diverse, ma tra loro collegate, legate all’alimentazione.
HELVETAS Swiss Intercooperation è una
organizzazione di cooperazione allo sviluppo in Svizzera. Il punto focale dell’attività di
Helvetas è il lavoro all’estero. In Africa, Asia,
America Latina ed Europa dell’Est l’organizzazione si impegna affinché migliorino le condizioni di vita delle popolazioni svantaggiate.
In Svizzera, Helvetas vuole rendere attenta
la popolazione alle situazioni di vita e alle richieste delle popolazioni dei paesi in sviluppo. L’attività di sensibilizzazione nelle scuole
riveste una particolare importanza.
L’ufficio della Svizzera italiana offre ai docenti
materiali didattici sui temi dell’alimentazione,
dell’acqua e delle relazioni Nord/Sud, e animazioni per le scuole – da quelle elementari
alle scuole superiori.
Per maggiori informazioni
Attività scolastiche di Helvetas:
www.helvetas.ch/it/scuola
Mostra «Wir essen die Welt»:
www.helvetas.ch/it/attivita/il_mondo_che_
mangiamo
HELVETAS Swiss Intercooperation
Ufficio Svizzera italiana
Via San Gottardo 67, 6828 Balerna, Svizzera
Tel. +41 91 820 09 00
www.helvetas.ch/it
[email protected]
Nelle ultime pagine di questo libretto sono presentati alcuni scenari
futuri, allo scopo di riflettere sulle conseguenze delle nostre azioni di
tutti i giorni, e di fornire dei suggerimenti su comportamenti responsabili dei quali possiamo beneficiare non solo noi stessi ma anche
coloro che vivono a molta distanza da noi.
s. Verassung
Front
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17.04.2013
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CUCINARE: DOMANDE E RISPOSTE
600 mm
300 mm
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600 mm
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600 mm
653 mm
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7
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2
10
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16
500 mm
20
1 L’ACQUA: NE USIAMO TROPPA?
In Svizzera ogni persona consuma al giorno
160 litri d’acqua per lavare, cucinare, fare la
doccia e usare i servizi igienici. Per la produzione degli alimenti (soprattutto nell’irrigazione) vengono inoltre utilizzati 4 000 litri di
«acqua virtuale».
mente severe e così molti prodotti finiscono
inutilmente nella spazzatura.
CONSIGLIO: Usate naso e occhi invece di
fare attenzione soltanto alla data!
4 DA DOVE PROVENGONO I BASTONCINI
DI PESCE?
2 UN TERZO DEGLI ALIMENTI VA
SPRECATO
Un terzo dei prodotti alimentari finisce nella
spazzatura. Questo dato equivale a 290 chili
a persona all’anno.
Il 20% nell’agricoltura: frutta e verdura
considerate troppo grandi, troppo piccole o
«deformi».
Il pesce preferito per i bastoncini è il merluzzo del Nord Atlantico e del Nord Pacifico. Oggi, a causa della pesca eccessiva, la
maggior parte dei banchi di merluzzi è fortemente minacciata.
CONSIGLIO: Comprate pesce proveniente
dalla Svizzera e controllate che sui pesci di
mare sia riportato il marchio MSC.
Il 30% nella fase di trasformazione e nel commercio: avanzi, sottoprodotti; avaria durante il
trasporto, data di vendita scaduta.
5 CHI DEDICA PIÙ TEMPO ALLA CUCINA?
La donna (e a volte anche l’uomo) passa diverse ore al giorno ai fornelli.
Il 50% a casa dai consumatori o nel settore
della ristorazione: avanzi, data di scadenza
passata.
Svizzera: 1 ora
Honduras: 5 ore
India: 4 ore
3 PIÙ A LUNGO DI QUANTO PENSIATE!
Di solito i prodotti alimentari possono essere consumati anche (molto) dopo la data di
scadenza.
In Svizzera le prescrizioni sono particolar-
Etiopia: 5 ore
Nei Paesi in via di sviluppo viene calcolato anche il tempo impiegato per procurarsi l’acqua
o la legna da ardere.
6 CUCINARE GIOCANDO – GIOCARE A
CUCINARE > GIOCARE È PERMESSO!
7 GUSTOSO E VELOCE? PREGO!
Invece di buttare via gli avanzi del giorno,
create in un batter d’occhio un piatto appetitoso da portare in tavola il giorno successivo!
CONSIGLIO: gratin coi fiocchi preparato
con gli avanzi della settimana
Patate: avanzate dalla raclette di sabato
Broccoli: avanzati dal pranzo di domenica
Formaggio da grattugiare e panna: non
possono mai mancare in frigo
Speck a dadini: devono essere consumati
perché domani scadono
E inoltre: un’insalata fresca che deve essere ancora comprata.
8 IN COSA LA SVIZZERA È LA NUMERO
UNO?
Nei sussidi all’agricoltura!
I pagamenti statali coprono oltre la metà dei
redditi agricoli. In Svizzera ve ne sono oltre
40 tipi differenti. È da notare l’elevata quota di sussidi «verdi» rispetto ad altri Paesi. I
contadini svizzeri ricevono per esempio sovvenzioni per la produzione ecologica, l’allevamento adatto alla specie o la salvaguardia
del paesaggio.*
9 ATTENZIONE…
... alle conseguenze che i piatti pronti e i
prodotti a basso costo hanno sulla salute e
sull’ambiente: additivi (E 100-1521), scarti
degli imballaggi.
CONSIGLIO: utilizzate ingredienti freschi,
cucinare diventerà un’esperienza unica!
10 CHI LAVA I PATTI?
Quantità d’acqua consumata nel lavare i
piatti (risultato del test effettuato su un pasto abbondante in un nucleo familiare di più
persone):
A mano: Ø 88 litri, 25-30 litri, se si fa attenzione al consumo
In lavastoviglie (vecchio modello): Ø 25 litri
(nuovo modello): Ø 7–14 litri
CONSIGLIO: fate partire la lavastoviglie
soltanto quando è piena.
11 PERCHÉ LE PATATINE SANNO DI
ORANGO?
In Asia grandi superfici di foreste vergini
vengono disboscate per creare piantagioni
di olio di palma. Tutto ciò che vi vive, oranghi
compresi, perde lo spazio vitale e rischia di
estinguersi.
CONSIGLIO: acquistate prodotti biologici
che contengono olio di palma di produzione
sostenibile.
Questi prodotti contengono olio di palma:
12 DA DOVE PROVIENE IL CIBO CHE
MANGIAMO?
Dalle aziende agricole in Svizzera:
verdura, frutta, latte, carne, patate.
Dalle aziende agricole nei Paesi in via
di sviluppo: riso, frutta esotica, piante d’olio,
cacao, caffè, tè, zucchero.
A seconda dei costi di produzione, i contadini ottengono spesso solo un modesto guadagno dai loro prodotti. Mentre in Svizzera
ricevono in aggiunta i contributi statali (sussidi), nei Paesi in via di sviluppo i proventi
sono per molti appena sufficienti per vivere.
13 CHI TRAE VANTAGGIO DA QUESTA
SITUAZIONE?
Molte materie prime per la produzione di
alimenti provengono dai Paesi in via di sviluppo. I contadini certamente non ne traggono vantaggio. I grandi affari si fanno con
la lavorazione, il commercio e la vendita dei
prodotti alimentari. Poche imprese europee
e americane controllano il mercato globale;
possiedono terra, riserve d’acqua e fabbriche e investono molto denaro nella pubblicità. Fortunatamente la pressione dei consumatori ha fatto in modo che anche i più
potenti muovessero i primi passi nel commercio equo.
14 IL PANE QUOTIDIANO
Quello che per noi è ovvio possedere, manca a oltre 800 milioni di persone nel mondo
che ogni sera vanno a letto affamate. Dopo
alcuni successi nella lotta alla fame degli ultimi decenni, dalla crisi alimentare e finanziaria del 2008 sempre più persone soffrono la
fame.
15 COLORATO E DELIZIOSO!
Frutta e verdura sono salutari e quelle di stagione piacciono ancora di più. Fuori stagione devono essere trasportate da lontano e
questo grava sull’ambiente.
Le stagioni della frutta e verdura:
fragole: maggio – agosto
uva: settembre – ottobre
20 SALVADANAIO
La parte del reddito che una famiglia media
spende per i prodotti alimentari:
Svizzera: 15%, Paesi in via di sviluppo: 70%
21 PETROLIO E ACQUA: QUAL È IL NESSO?
Il processo di imbottigliamento, trasporto e
raffreddamento di acqua minerale comporta
un determinato consumo di energia (convertita nell’equivalente in petrolio).
Confronto con l’ecobilancio
1 litro di acqua minerale importata:
2,5 decilitri di petrolio
1 litro di acqua minerale svizzera:
1,1 decilitri di petrolio
1 litro di acqua del rubinetto:
0,003 decilitri di petrolio.
pomodori: giugno – ottobre
fagioli: luglio – settembre.
22 PAGAMENTI DIRETTI IN MILIARDI DI
FRANCHI
16 FACCIAMO UN PO’ DI PIÙ?
Il signor Schweizer e sua moglie consumano
ogni giorno (a scelta):
290 g di latte e formaggio / 221 g di verdure
/ 185 g di frutta / 141 g di pane e prodotti
cereali / 95 g di carne / 13 g di pesce / 25
g di caffè / 10 cl di birra e vino.
Sono i pagamenti che nel 2011 sono stati
trasmessi direttamente alle aziende.
17 HELVETAS
Helvetas è una delle organizzazioni di cooperazione allo sviluppo con maggiore esperienza e più grandi della Svizzera. Opera in
Africa, Asia, Sudamerica ed Europa orientale con l’obiettivo di migliorare le condizioni
di vita delle persone in difficoltà nelle regioni
rurali. Al centro dei progetti vi sono diversi
temi: l’acqua, l’agricoltura (in particolare l’alimentazione, la bioagricoltura e il commercio
equo), l’ambiente e il clima, l’educazione, la
democrazia e la pace.
In Svizzera Helvetas mira a sensibilizzare l’opinione pubblica alle esigenze degli abitanti
dei Paesi in via di sviluppo attraverso esposizioni, manifestazioni e offerte educative e
formative.
18 MANGIATE L’ALTRA METÀ!
Ogni maiale macellato in Svizzera viene mangiato solo per metà. L’altra metà finisce nella
spazzatura. Oltre alle ossa e al grasso anche
le interiora, che una volta erano consumate
con piacere, oggi non vengono quasi più richieste.
19 TROPPO O NIENTE?
• In Svizzera il 37% della popolazione è in
sovrappeso (donne: 28%, uomini: 46%).
• Il 3,5% della popolazione è sottopeso
(donne: 6%, uomini: 1%)
I libri sui consigli per la dieta sono tra i testi
divulgativi più venduti.
23 IN COSA LA SVIZZERA È LA NUMERO
UNO?
(Fonte: Amministrazione federale delle finanze) Pagamenti diretti ecologici; pagamenti
diretti generali, dal 1999 connessi alla certificazione di prestazioni ecologiche; sussidi ai
prodotti animali; sussidi ai prodotti vegetali.
Per le didascalie delle immagini di frutta e
verdura e per i testi dell’esposizione «Geschichte der Ernährung» (storia dell’alimentazione) non è disponibile alcuna traduzione in italiano. Neanche per le tre parti
«Ländervergleich» (confronto tra Paesi),
«Teller» (piatti) e «Weltkarten/Produkte»
(mappamondo/prodotti)
3.1
DOGANA: DISTRIBUTORE DI PASSAPORTI
ZoLL
Titel Eingang
Format DrucKFLäche
Version
s. Vermassung
s. Ansicht
masse
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text
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Helvetas ausstellung
Wir essen die Welt
Datum
EV
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11.03.2013
3000 mm
Datei
3.1_zoll_pass3_1100x312_400p.pdf
312 mm
Datei
3.1_zoll_sujet_95x211_400p.pdf
DOGANA: LETTORE DEL CODICE A BARRE
(ACCOGLIENZA DEI FUNZIONARI):
0
25
m
m
Hier beginnt eine Reise,
die Ihnen
Einblick
gibt
Hier
beginnt
eine Reise,
in die Hintergründe
der gibt
die Ihnen Einblick
Nahrungsmittelproduktion
in die Hintergründe der
und in die
Welt des Essens.
Nahrungsmittelproduktion
und in die Welt des Essens.
Beziehen
Sie Ihren
Reisepass, bevor
Beziehen Sie Ihren
Reisepass,
bevor
Sie sich zum Zolldurchgang
begeben.
Sie sich zum Zolldurchgang
begeben.
Die Ausgabe
erfolgt
nach dem Zufallsprinzip.
Die Ausgabe erfolgt
nach dem
Zufallsprinzip.
Siebesondere
«Ihrem Land» besondere
Schenken Sie Schenken
«Ihrem Land»
Aufmerksamkeit.
Alle acht Destinationen
Aufmerksamkeit.
Alle acht Destinationen
aber Wert.
einen Besuch wert.
sind aber einensind
Besuch
Passaporto del Brasile:
Passautomat
PassBüro
Bom dia – Buongiorno! Arriva dal Brasile!
Un Paese gigantesco. Mandrie di bovini,
soia, fin dove può giungere lo sguardo. E la
foresta vergine. O quello che ancora ne resta. Con il passaporto le si apre un mondo:
Africa, Asia, America. E ogni Paese ha qualcosa da offrire. Bene, è arrivato il momento
di augurarle buon viaggio – Bon viajem!
2
Halten Sie den
geschlossenen
Pass mit dem
Strichcode
nach vorne
gerichtet in den
Barcodeleser.
Datei
3.1_zoll_pass1_1100x1798_400p.pdf
Holen Sie sich überall den Visumsstempel.
Datei
2110 mm
3.1_zoll_pass2_298x498_400p.pdf
3
Wir
EssEn
EinE ausstEllung von HElvEtas
DiE
HINWEIs
Bitte führen Sie an allen
Barcodeleser-Stationen in
der Ausstellung den Pass
geschlossen mit dem
Strichcode nach vorne ein.
WElt
ÜbEr gEnuss, gEscHäft unD globalisiErung
1798 mm
1
Passaporto del Perù:
Perù! Buenos dias – Buongiorno! Ci sono
stato una volta. Macchu Picchu, il lago Titicaca, le montagne. Le patate crescono ad
alta quota, lì dove da noi ci sono i ghiacciai
– Buen viaje!
Passaporto dell’Honduras:
950 mm
950 mm
1 IL MONDO CHE MANGIAMO.
Un’esposizione di Helvetas sul piacere del
mangiare, sugli affari e sulla globalizzazione.
2 Qui comincia il viaggio che vi porterà nei
retroscena della produzione alimentare e alla
scoperta del mondo del cibo. Prima di varcare la dogana, riceverete un passaporto. La
distribuzione dei passaporti non segue un
ordine prestabilito. Fate particolare attenzione a quello che compare sotto la voce «Paese». Vale la pena visitare tutti gli otto Paesi di
destinazione. Ricordatevi di apporre sempre
il timbro sul visto.
3 Tenete il passaporto chiuso con il codice
a barre rivolto verso il lettore.
1100 mm
Honduras – questa è l’America Latina! Buenos dias – Buongiorno! Poco tempo fa ho
mangiato il cioccolato dell’Honduras. E sa
perché? Perché vi cresce il cacao migliore
del mondo! – Buen viaje!
Passaporto degli USA:
Arriva dagli USA! Hi! È il Paese dei re del
commercio mondiale. Comprano e vendono
grano, zucchero, riso, a migliaia di tonnellate! E non sanno neanche come sia fatto
un chicco di cereali! Il passaporto prego..–
Have a nice trip!
Passaporto del Burkina Faso:
Burkina Faso – è in Africa Occidentale?
Bonjour! Mi ricordo di un documentario, dei
mercati di paese in cui si vendevano arachidi
e verdura di ogni genere. Esistono ancora o
sono ormai tutti scomparsi? Il passaporto..–
Bon voyage!
Passaporto dell’Etiopia:
AL MOMENTO DELL’ACCOGLIENZA AL
PRIMO PIANO RICEVERETE IL PASSAPORTO NELLA VOSTRA LINGUA.
Viene dall’Etiopia? Ten ... Un attimo, prego
... Tenaystillin! [tenaistijin] – Buongiorno. La
vita qui non è affatto facile. Lunghi periodi di siccità. L’acqua scarseggia. La gente
però non si arrende. Il passaporto prego –
Melkam guzo!
Passaporto dell’India:
Namaste – Buongiorno! Arriva dall’India –
un Paese immenso: dall’Oceano all’Himalaya. E nonostante questo non tutti possiedono terra a sufficienza per coltivare il riso. Il
passaporto... – shubh yatra!
Passaporto del Bangladesh:
È del Bangladesh. Assala mu alaikum! –
Buongiorno. I fiumi qui devono essere davvero meravigliosi, soprattutto quelli che sfociano nel mare. E poi le foreste di mangrovie
lungo il litorale. Khoda hafez!
120 mm
960 mm
ZOLL
AUF WIEDERSEHEN
CARTELLI PUBBLICITARI
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2835 mm
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3.2_zoll_goodbye_945x1000_400p.pdf
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Film und Kultur .
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und religionen .
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1000 mm
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Wir Wünschen eine gute reise
945 mm
945 mm
945 mm
USA – Il Paese dalle possibilità illimitate
PERÙ – Incas e altre civiltà evolute
BRASILE – Rio delle Amazzoni, Pan di zucchero e Carnevale
HONDURAS – Spiagge uniche e pittoresche
BURKINA FASO – Meta per eccellenza di cinema e cultura nel cuore dell’Africa Occidentale
ETIOPIA – Il Paese sacro della regina di Saba
INDIA – Vivace molteplicità di culture e religioni
BANGLADESH – Paesaggi fluviali incontaminati
PAESI
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5.2_back_honduras_1220x2110_400p.pdf
5.2_rechts_1110x2110_400p.pdf
Bessere Preise für den Kakao –
Schulgeld für die Kinder. »
Leonor Gomez (42 Jahre)
Kakaobäuerin
Nationalität
Liebstes/wichtigstes Objekt
Honduras
Meine Kakao-Pflanzungen
Familie
Liebste Freizeitbeschäftigung
Sprache
Verwandte besuchen,
mit den Kindern spielen
Spanisch
Witwe, 4 Kinder
Grösster Wunsch
Religion
Olancho (150 km entfernt)
Dass meine Kinder die
Mittelschule besuchen
und sie meine Liebe zum
Kakao ansteckt
Wichtigste Bezugsperson
Typisches Essen
Katholisch
Weiteste Reise
Meine Freundin, die jung starb
Idol, Vorbild
Die Leiterin der
Kakao-Kooperative
1
6
Wo Macht
schoKolade
GlücKlich?
Datei
«
5.2_ausziehtafeln_565x545_100p.pdf
Datei
5.2_links_1110x2110_400p.pdf
Mais-Tortillas, braune Bohnen,
Kochbananen, Schafkäse, Chili
Typisches Getränk
Wasser, Cola, Bier
Vom Glück der Schokolade
und des Fairen Handels
Kakao stammt aus Mittelamerika. Gefässfunde in Honduras belegen, dass
die Pflanze schon vor 3000 Jahren genutzt wurde. Die Bohnen galten bei den
Anständiges einkommen
dAnk fAirem HAndel
Azteken in Mexiko als heilig und wurden als Gewürzgetränk, Opfergabe für
Götter und sogar als Zahlungsmittel genutzt. Die spanischen Kolonialherren
brachten den Kakao nach Europa.
2
3
4
5
Schokolade ist nicht nur süss, sie macht die Konsumenten auch glücklich. Das
Glücksgefühl beginnt im Kopf. Das Theobromin im Kakao regt das Gehirn
9
Die Arbeitsteilung ist die gleiche wie schon seit hundert Jahren: Der Süden liefert die Rohstoffe, der Norden verarbeitet
sie zu Industrieprodukten. Hier fallen die grossen Gewinne an
– bei der Verarbeitung, beim Zwischenhandel und beim Verkauf. Ganz unten im globalen Geschäft stehen die Kleinbauern
und Arbeiterinnen in den Entwicklungsländern. Sie erhalten
den kleinsten Anteil an der Wertschöpfung. Obwohl sie hart
arbeiten und grosse Risiken tragen: Ungeziefer, Krankheiten
und Wetterereignisse können Kleinbauern in den Ruin treiben.
Ein Preiszerfall am Weltmarkt kann bedeuten, dass der Anbau
mehr kostet, als er einbringt. Auch Arbeit auf den Plantagen ist
meistens schlecht bezahlt und reicht nicht aus, um die Familie
über die Runden zu bringen.
8
an, das Glückshormon Serotonin zu produzieren. Vermutlich ein Grund dafür,
dass immer mehr Menschen Schokolade konsumieren. Dies schlägt sich auch
auf den Preis nieder. Kakao wird – mit Schwankungen – immer teurer.
Bauernberater haben lange Zeit betont, im heissen und feuchten Klima von
Honduras brauche es Pestizide, um gute Erträge zu erzielen. Doch diese sind
teuer. Deshalb unterstützt Helvetas die Bauernfamilien, Kakao im biologischen Anbau zu produzieren. Neben dem Kakao werden auch Mais, Bohnen
und Bananen für den Eigengebrauch angepflanzt, die auch als Bodendecker
und Schattenspender dienen.
Kakao wird in Honduras mehrheitlich auf kleinen und kleinsten Betrieben
150
angebaut. Bisher waren die Kleinbäuerinnen und Kleinbauern dem Preisdiktat
der «Coyotes», der Zwischenhändler, schutzlos ausgeliefert. Jetzt sind sie in
150
Holen Sie SicH Hier
Den ViSumSStempel
die Infrastruktur zu investieren. Zum Beispiel in Fermentierungsanlagen für
eine fachgerechte Trocknung und Gärung. So können sie einen hochwertigen
Biokakao produzieren.
Schokoladekonsum Schweiz: 12 Kilogramm
pro Kopf und Jahr Schweiz:
Schokoladekonsum
12 Kilogramm pro Kopf und Jahr
HonDurAS
Die Bauernfamilien in den Helvetasprojekten können ihren Kakao im
Fairen Handel direkt an die Schweizer Chocolats Halba (Coop) verkaufen.
Sie erhalten einen höheren Preis, Qualitätsberatung und die sogenannte
Fairtrade-Prämie. Diese wird zum Beispiel für Schuleinrichtungen verwendet.
In 20 bis 30 Jahren wird sich das Einkommen der Bauernfamilien nochmals
erhöhen. Dann können sie nämlich die ersten Edelhölzer ernten, die sie
Der Welthandel erfolgt hauptsächlich zwischen Europa, Nordamerika und Schwellenländern wie Brasilien,
Indien und China. Die 50 ärmsten Länder haben nur einen Anteil von 0.5%.
zwischen den Kakao gepflanzt haben.
7
Max havelaar: Garantiert fairtrade
In der Schweiz erteilt Max Havelaar seit 1992 das Gütesiegel für
Güter, die nach Fairtrade-Standards produziert und gehandelt
werden. Und die Stiftung überprüft regelmässig die Einhaltung
dieser Standards. Helvetas ist Mitbegründerin und -trägerin
von Max Havelaar und mit dem eigenen FairShop Pionierin des
Fairen Handels in der Schweiz.
Hierzulande führen heute über 3000 Fachgeschäfte, Supermärkte und Online-Shops Fairtrade-Produkte in ihrem Sortiment.
Obwohl die Schweiz weltweit zu den Spitzenreitern gehört, ist
der Umsatz für fair gehandelte Produkte noch bescheiden und
liegt bei jährlich rund 50 Franken pro Kopf.
Anteil Fairtrade
knapp 2%
produktionsgemeinschaften organisiert. Das stärkt ihre Stellung auf
dem Markt. Ausserdem lohnt es sich für diese Gemeinschaften, mehr Geld in
Das Projekt für biologischen und fair gehandelten Kakao aus Honduras wird
auch vom Staatssekretariat für Wirtschaft SECO unterstützt.
Datei
270 mm
136
136
270 mm
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5.2_inszen_honduras_270x270_100p.pdf
DOVE HA EFFETTI BENEFICI IL CIOCCOLATO?
264 mm
1
Das in der Schokolade enthaltene
Theobromin (die Speise der
Götter) aktiviert das Gehirn,
das Glückshormon Serotonin
auszuschütten.
Im biologischen
Anbau
In Produktionsgemeinschaften
Im Fairen Handel
Biologische Kakopflanzer
kommen ohne Kunstdünger
und ohne Pestizide aus.
Sie müssen weniger investieren,
und sie leben gesünder.
Wenn Kleinbauern sich
zusammenschliessen,
können sie besseren Kakao
produzieren und den
Zwischenhändlern die Stirn
bieten.
Die Kleinbauern erhalten
für ihre Produkte höhere Preise,
und mit den Fairtrade-Prämien
werden Schulhäuser oder
Krankenstationen finanziert.
7
264 mm
270 mm
Kopf
2 Nella mente
La teobromina contenuta nel cioccolato («il cibo degli dei») stimola il
cervello a distribuire la serotonina, l’ormone della felicità.
3 Nella coltivazione biologica
I coltivatori di cacao biologico riescono a lavorare senza concimi artificiali e pesticidi. Investono meno e vivono in modo più sano.
4 Nelle comunità di produzione
Se i piccoli agricoltori si riuniscono, possono produrre cacao di migliore qualità e tenere testa agli intermediari.
5 Nel commercio equo
I piccoli agricoltori ricevono prezzi più elevati per i loro prodotti e con
i premi del commercio equo vengono finanziati scuole e ospedali.
6
272 mm
LEONOR GOMEZ (42 anni)
Coltivatrice di cacao
«Prezzi migliori per il cacao – riserve finanziarie per pagare la scuola dei bambini».
Paese: Honduras
Famiglia: vedova con quattro figli
Lingua: spagnolo
Religione: cattolica
Il viaggio più lontano: a Olancho (distante 150 km)
La figura di riferimento più importante: la mia amica morta giovane
Idolo: la responsabile della cooperativa
La cosa più prezioso: le mie piantagioni di cacao
Il passatempo preferito: fare visita ai parenti, giocare con i miei figli
Il desiderio più grande: che i miei figli possano frequentare la
scuola media ed ereditare il mio amore per il cacao
Piatto preferito: tortillas di mais, fagioli marroni, banane da cuocere, pecorino, chili
Bevanda preferita: acqua, coca-cola, birra
270 mm
Kaffee war das erste zertifizierte Fairtrade-Produkt und
ist heute in der Schweiz in über 100 Sorten erhältlich.
272 mm
Datei
5.2_klappe_honduras_264x264_100p.pdf
112
40
112
AUDIO RACCONTI
«Non puoi smettere di coltivare il cacao! Mai!» mi ha detto mio marito
quando era sul punto di morire. Diceva che sarebbero arrivati tempi
migliori e io gli ho promesso che sarei rimasta fedele al cacao. Dimenticavo: mi chiamo Leonora Gomez e sono coltivatrice di cacao.
Dopo la morte di mio marito sono andata avanti da sola. Ho imparato
sbagliando, devo ammettere oggi. I raccolti erano magri, poiché a
quel tempo ne sapevamo molto poco su quello di cui ha bisogno
una pianta di cacao o di come si combattono la muffa e altri parassiti, proprio tutto quello che è necessario per un buon raccolto. E
poi c’erano ancora i «Coyotes». Chiamiamo così gli intermediari che
abbassano i prezzi fino all’inverosimile. Canaglie! A quel tempo non
ci era rimasto quasi più niente. C’era davvero da disperarsi!
Fino a quando arrivò Cristóbal. O Christoph, come dite voi. Cristóbal
era stato mandato dalla Svizzera da una fabbrica di cioccolato. Ci
proponeva prezzi corretti, ma chiedeva un livello di qualità elevato.
Poco dopo sono arrivati i consulenti agricoli di Helvetas. Ci hanno
insegnato come possiamo coltivare biologicamente il nostro cacao.
Biologicamente e con profitti migliori. Ci hanno mostrato anche
come proteggere dal sole cocente le piante di cacao accostandole
ad alberi di legno pregiato. Oggi siamo in grado di produrre cacao
di eccellente qualità e di avere in compenso un buon prezzo. Siamo
davvero contenti. Prezzi migliori significano soldi a sufficienza per
la scuola dei bambini, medicinali, olio, zucchero, sapone. «Cacao –
nuestra pasión!» («Cacao – la nostra passione!»), diciamo oggi con
gioia. A proposito, lo slogan pubblicitario l’ho inventato io. Pensate
un po’, una semplice coltivatrice di cacao che inventa uno slogan
pubblicitario!
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20 40
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Die «Bananenfrauen» haben in den 1970er
Jahren den Fairen Handel initiiert, heute sind
über 50% der Bananen in der Schweiz zertifiziert.
www.maxhavelaar.ch, www.fairshop.helvetas.ch
1265 mm
1000 mm
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Stabile abnahmepreise und eigene Projekte
Der Faire Handel garantiert demgegenüber existenzsichernde
Löhne und faire Preise für die Menschen, die unseren Morgenkaffee, die Zutaten für den Riz Casimir oder die Baumwolle für
unsere Kleider produzieren. Langfristige, stabile und partnerschaftliche Handelsbeziehungen verschaffen den Produzenten
im Süden einen fairen Zugang zum Weltmarkt und garantieren
ihnen stabile Abnahmepreise. Zu Fairtrade gehört auch die
mögliche Vorfinanzierung der Ernte sowie eine Fairtrade-Prämie. Damit werden zum Beispiel eigene Entwicklungsprojekte geplant und umgesetzt, was die Eigenverantwortung der
Bauern und Arbeiterinnen stärkt. Der Bau eines Schulhauses
oder einer Wasserversorgung kommt nicht nur den Einzelnen,
sondern der ganzen Gemeinschaft zu Gute. Viele nutzen die
Fairtrade-Prämie, um ihre Produktion auf Bio umzustellen. Wer
Fairtrade-Produkte einkauft, fördert also auch eine soziale und
umweltverträgliche Produktion.
5.2_links_headphones_400p.pdf
270 mm
7
I BENEFICI DEL CIOCCOLATO E DEL
COMMERCIO EQUO
8
Il cacao proviene dall’America centrale. I ritrovamenti di vasi in Honduras dimostrano che la pianta del cacao veniva utilizzata già 3 000
anni fa. I chicchi avevano un valore sacro per gli Aztechi in Messico e
venivano usati come bevanda speziata, come offerta agli dei e addirittura come mezzi di pagamento. Furono i padroni coloniali spagnoli
a portare il cacao in Europa.
Il cioccolato non è solo dolce, ma rende anche felice chi lo mangia.
La sensazione di felicità comincia nella testa. La teobromina contenuta nel cacao stimola il cervello a produrre la serotonina, l’ormone
della felicità. Probabilmente è uno dei motivi per cui sempre più persone consumano cioccolato. Questo si riflette anche sul prezzo: il
cioccolato diventa, nonostante le oscillazioni, sempre più caro.
Per molto tempo i consulenti agricoli hanno sottolineato che in Honduras, visto il clima caldo e umido, è necessario utilizzare pesticidi
per ottenere buoni profitti. Ma i pesticidi sono molto costosi. Per
questo Helvetas sostiene le famiglie di agricoltori nel produrre cacao
con coltivazione biologica. Oltre al cacao vengono coltivati anche
mais, fagioli e banane per consumo proprio, ma anche per riparare il
terreno e creare zone d’ombra.
In Honduras il cacao viene coltivato soprattutto nelle aziende piccole
o piccolissime. Finora i piccoli agricoltori subivano l’imposizione dei
prezzi degli intermediari, i «Coyotes», senza potersi difendere. Ora
invece sono organizzati in comunità di produzione e questo rafforza
la loro posizione sul mercato. A queste comunità conviene investire
più denaro nelle infrastrutture, come per esempio negli impianti di
fermentazione per ottenere un’asciugatura e una fermentazione corrette. In questo modo i piccoli agricoltori possono produrre un cacao
biologico di eccellente qualità.
Le famiglie di agricoltori coinvolte nei progetti di Helvetas possono
immettere in commercio equo il proprio cacao vendendolo direttamente alla Chocolats Halba svizzera (Coop). Ricevono un prezzo più
elevato, una consulenza sulla qualità e il cosiddetto premio del commercio equo. Quest’ultimo viene destinato per esempio alle strutture
scolastiche. Tra 20-30 anni il reddito delle famiglie di agricoltori tornerà a crescere perché potranno tagliare i primi alberi pregiati che
hanno piantato con il cacao.
Il progetto per il cacao biologico proveniente dall’Honduras e venduto secondo principi di equità viene finanziato anche dalla Segreteria
di Stato dell’economia SECO.
REDDITO DIGNITOSO GRAZIE AL COMMERCIO EQUO
9
La suddivisione del lavoro è la stessa di cento anni fa: il sud fornisce
le materie prime, il nord le trasforma in prodotti industriali. Il grande
guadagno arriva dalla trasformazione, dal commercio intermedio e
dalla vendita. Alla base del commercio mondiale ci sono i piccoli
agricoltori e le lavoratrici dei Paesi in via di sviluppo, che pur lavorando duramente e assumendosi grandi rischi ricevono la minor parte
del plusvalore: parassiti, malattie e condizioni climatiche difficili possono infatti mandare in rovina un piccolo agricoltore. Un crollo dei
prezzi sul mercato mondiale può significare che la coltivazione costa
più di quanto rende. In genere anche il lavoro presso le piantagioni è
mal pagato e non è sufficiente per sostenere una famiglia.
PREZZI DI VENDITA COSTANTI E PROGETTI PROPRI
Invece il commercio equo garantisce stipendi che permettono di vivere e prezzi onesti per le persone che producono il caffè che beviamo il mattino, gli ingredienti per preparare il riso casimiro oppure il
cotone dei nostri vestiti. I rapporti commerciali a lungo termine, costanti e di partecipazione procurano ai produttori un accesso equo
al mercato mondiale e garantiscono loro prezzi stabili. Il commercio
equo comprende anche la possibilità di un finanziamento anticipato
del raccolto, nonché di un premio del commercio equo. In questo
modo è per esempio possibile pianificare e realizzare progetti di sviluppo propri, il che rafforza la responsabilità individuale di agricoltori
e lavoratrici. Costruire una scuola oppure un impianto idrico non va
solo a beneficio dei singoli, bensì dell’intera comunità. Molte persone
usano il premio del commercio equo per passare alla produzione
biologica. Chi acquista prodotti del commercio equo promuove anche la produzione sociale ed ecosostenibile.
MAX HAVELAAR GARANTISCE IL COMMERCIO EQUO
In Svizzera Max Havelaar assegna dal 1992 il marchio di qualità
per i beni che vengono prodotti e trattati secondo gli standard del
commercio equo. L’associazione verifica anche regolarmente che si
mantenga questo standard. Helvetas è cofondatrice e responsabile
di Max Havelaar ed è pioniera con il proprio FairShop del commercio
equo in Svizzera.
Oggi nel nostro Paese più di 3 000 rivenditori specializzati, supermercati e shop online hanno prodotti fairtrade nel proprio assortimento. Anche se a livello mondiale la Svizzera si situa ai primi posti,
il fatturato ottenuto dalla vendita di questi prodotti è ancora modesto
ed arriva a circa 50 franchi all’anno per persona.
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5.2_back_peru_1220x2110_400p.pdf
5.2_rechts_1110x2110_400p.pdf
Zwei oder drei Monate Regen
ist zu wenig für ein ganzes Jahr. »
Phuyu Colque (63 Jahre)
Bäuerin im Hochland
Nationalität
Liebstes/wichtigstes Objekt
Peruanerin
Die Schöpfung als Ganzes
Familie
Liebste Freizeitbeschäftigung
Mein Mann, unser Sohn
mit seiner Familie
Grösster Wunsch
Plaudern, spinnen
Religion
Wieder genug Kraft
zu haben, um das Feld
zu bestellen
Katholisch
Typisches Essen
Weiteste Reise
Mein Sohn
Kartoffeln, Quinoa, getrocketes
Alpaca Fleisch, Gemüse,
gerösteter Mais, Eier,
Kochbananen.
Idol, Vorbild
Typisches Getränk
Meine Grossmutter selig
Tee, Wasser, Maisbier
Sprache
Quechua
Cusco
Wichtigste Bezugsperson
1
6
Welche
Knolle
für Welches
KliMa?
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«
5.2_ausziehtafeln_565x545_100p.pdf
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Kartoffelbauern spüren
den Klimawandel
Die Kartoffel gedeiht in fast allen Klimastufen der Welt. Sie kann ohne Maschinen gesetzt werden, liefert gute Erträge, und sie enthält Nährstoffe wie
VieLfaLt Sichert
unsere ernäHrung
Eiweiss und Vitamin C. Ursprünglich stammt die Kartoffel aus Lateinamerika.
Peru ist das Kartoffelland schlechthin, dort deckt sie 60 Prozent des Nah-
270 mm
7
rungsbedarfs.
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3
4
5
Die Bauernfamilien in den Anden pflanzen traditionellerweise mehrere Sorten
gleichzeitig auf verschiedenen Parzellen an. Je nach Wetter gedeiht die
9
In seiner gesamten Kulturgeschichte hat der Mensch Nutzpflanzen ausgewählt und gezüchtet, um eine optimale Anpassung an
die Umweltbedingungen und damit höhere Erträge zu erzielen.
Diese Entwicklung war nur dank der grossen genetischen Vielfalt möglich. Seit dem 20. Jahrhundert wurden immer weniger
Pflanzensorten angebaut. Die industrielle Landwirtschaft setzte zunehmend auf Monokulturen von besonders ertragreichen
Sorten, und die Nahrungsmittelindustrie verlangte nach normierten Produkten bezüglich Grösse, Form und Reifung. Viele
alte Kultursorten gingen dabei verloren, und das System wurde
anfälliger für Krankheiten oder Insektenbefall.
8
eine oder andere Sorte besser. Seit einiger Zeit bekommen sie aber den
Klimawandel zu spüren: Es ist trockener, denn es regnet später und weniger,
mal fällt die Temperatur auf minus 30 Grad, mal ist es zu warm, was zu
Ertragsverlusten führt. Helvetas unterstützt die Bauernfamilien dabei, ihre
Produktionsmethoden an die widrigen Bedingungen anzupassen.
Dazu gehört auch, dass die Bauernfamilien die Sortenvielfalt gezielt einsetzen.
So kann das Risiko trockener oder nasser Sommer oder von Frostperioden
und von Schädlingen und Krankheiten vermindert werden. Forscher untersuchen,
welche Sorte in welcher Höhe und bei welchen Temperaturen am besten
wächst. Wettervorhersagen, die Beobachtung von Anzeichen in der Natur und
auch die Bewässerung gewinnen an Bedeutung.
150
Mit einem geografischen Informationssystem prüft das Internationale Kartoffel-
150
zentrum CIP in Peru den Einfluss der verschiedenen Klima-Szenarien auf
den Kartoffelanbau. Traditionelles Wissen wird so mit naturwissenschaftlichen
Holen Sie SicH Hier
Den ViSumSStempel
Erkenntnissen kombiniert.
Das CIP, das von der schweizerischen Direktion für Entwicklungszusammenarbeit (DEZA) unterstützt wird, lagert 3000 verschiedene Kartoffelarten.
Diese grosse Vielfalt ist der Schlüssel für die Zucht von neuen Sorten, die
75 Prozent der Nutzpflanzen verschwunden
Die Kartoffel zeigt, wie wichtig die Biodiversität ist und was
passiert, wenn sie verlorengeht. Im 19. Jahrhundert vernichtete eine Pilzkrankheit die Kartoffelernte in Irland. Über eine
Million Menschen starben, eine weitere Million wanderten aus.
Das Land hatte sich auf eine einzige Kartoffelsorte verlassen,
die auf eben diese Pilzkrankheit anfällig war. Selbst die später
entwickelten Pestizide konnten Missernten wie 1997 in Idaho
(USA) nicht verhindern, als die Kraut- und Knollenfäule die
Kartoffeläcker befiel.
Die Ausbreitung von neuen Krankheiten und Schädlingen
und der Klimawandel haben die Bedeutung der Arten- und
Sortenvielfalt für die Ernährungssicherheit ins Bewusstsein gerückt. Sie ist die Grundlage für die Züchtung neuer Sorten, die
unter veränderten Bedingungen gedeihen. Doch bis heute sind
weltweit bereits 75 Prozent der einst bekannten Nutzpflanzen
ausgestorben. Damit fehlen auch Sorten oder Wildarten mit
besonderen Eigenschaften, die vielleicht eines Tages gebraucht
werden.
Kein Leben ohne Vielfalt
In der Schweiz engagiert sich die Stiftung Pro Specie Rara
dafür, alte und gefährdete Sorten vor dem Verschwinden zu
retten und die verbleibende Vielfalt zu erhalten. Sie sucht nach
vergessenen Kulturpflanzen und Nutztierrassen, fördert deren
Anbau und Züchtung sowie den Verkauf – Nahrungsmittel mit
dem Gütesiegel von Pro Specie Rara sind heute auf Märkten
und bei Grossverteilern erhältlich. Wer diese Sorten im eigenen Garten anbaut oder einkauft, leistet nicht nur einen Beitrag
zur Erhaltung der Sortenvielfalt. Gezahnte Tomaten oder blaue
Kartoffeln sind auch ein besonderer Genuss für Augen und
Gaumen.
Die Sorge um die Biodiversität als Voraussetzung für eine
nachhaltige Sicherung unserer Ernährungsgrundlagen muss
aber weit über landwirtschaftlich genutzte Arten hinausgehen.
Von der Artenvielfalt hängt das Überleben ganzer Ökosysteme
(wie Wälder oder Meere) und damit das Leben auf der Erde
überhaupt ab. Durch die immense Nachfrage der Menschen
nach Wasser, Nahrung und Brennstoffen sind heute viele dieser
Systeme und die darin lebenden Arten ernsthaft bedroht.
peru
dem veränderten Klima angepasst sind. Zum Beispiel Kartoffeln mit kurzer
Anbauzeit, damit die Bauern den Trocken-, Hitze- oder Kälteperioden besser
ausweichen können.
Die Andenbewohner machen die Kartoffel seit über tausend Jahren durch
Gefriertrocknung haltbar: «Chuño» heisst die Chips-ähnliche, konzentrierte
Vollnahrung. Die Kartoffeln sind für die Bauern unterdessen aber auch eine
7
Eine Viruserkrankung gefährdete in den 1970er Jahren asiatische
Reissorten. Ein Wildreis, der nur in einem bestimmten Tal auf
den Philippinen vorkam, widerstand dem Virus. Das Resistenzgen
konnte mit dem Kulturreis gekreuzt werden.
wichtige Einnahmequelle. Die Entwicklungszusammenarbeit fördert die
Erschliessung regionaler Verkaufskanäle. In den Städten werden einheimische
Pro Specie Rara fördert den Erhalt von gefährdeten Nutztierrassen
wie der Stiefelgeiss …
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Kälte
Nässe
«Yuraq Suytu Siri»
«Maria Bonita»
«Azul Llumchuy Waqachi»
«Duraznillo»
Eine Kartoffel mit kurzer Wachstumszeit, speziell
für warme Gebiete und bei Trockenheit. Sie wurde
vom internationalen Kartoffelinstitut (CIP) in Peru
gezüchtet und ist seit 1995 auf dem Markt. Zum
Braten und für die Herstellung von Chips geeignet.
Traditionelle Kartoffel, resistent gegen Kälte und
diverse Krankheiten. Ideal für «Gschwellti». Früher
mussten Mädchen diese Sorte zur Probe schälen,
um ihre Heiratsfähigkeit unter Beweis zu stellen.
Und sie wurden jungen Männern bei rituellen Wettrennen als Kraftnahrung serviert.
Robuste Sorte, gedeiht auch in schlechten Jahren
mit viel Regen und Kälteperioden. Den Namen,
«Durazno» heisst Pfirsich auf Spanisch, erhielt sie
wegen ihrer Farbe und Form. Die Kartoffel wird
zu «Chuños» verarbeitet und in der Küche für Suppen
und «Gschwellti» verwendet.
200 mm
136
270 mm
272 mm
264 mm
6
2 Altopiano
«Yuraq Suytu Siri». Varietà tardiva, cresce fino a 4 000 metri sopra
il livello del mare. Ideale per preparare zuppe e «chuños» (snack di
patate liofilizzate) e come farina per dolci. La «Yuraq Suytu Siri» è
anche usata come medicina tradizionale contro le infezioni agli occhi
e il mal di testa.
3 Siccità
«Maria Bonita»: una patata con un breve periodo di crescita, si trova
specialmente in ambienti caldi o molto secchi. Questo tubero è stato
selezionato dal Centro internazionale della patata (CIP) in Perù ed è
presente sul mercato dal 1995. La «Maria Bonita» è particolarmente
indicata per preparare le patate al forno o per le patatine chips.
4 Freddo
«Azul Llumchuy Waqachi»: è una patata tradizionale, resiste al freddo
e a diverse malattie. È adatta per preparare gli «Gschwellti», patate
cotte e servite con la buccia. In passato le donne dovevano sbucciarle per dimostrare la propria attitudine al matrimonio; agli uomini
veniva invece servita come alimento energetico durante le gare.
5 Umidità
«Duraznillo»: varietà robusta, cresce anche in annate cattive caratterizzate da molte piogge e periodi di freddo intenso. In spagnolo
«Duraznillo» significa pesca, nome che le è stato attribuito per la
sua forma e colore. Questa patata viene consumata come «chuños»
oppure è usata per preparare zuppe o «Gschwellti».
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PHUYU COLQUE (63 anni)
Contadina sull’altopiano
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QUALE TUBERO PER
QUALE CLIMA?
Trockenheit
Späte Sorte, gedeiht bis 4000 Meter über Meer.
Für Suppe und «Chuños» (gefriergetrocknete
Kartoffelsnacks) und als Mehl für Süssspeisen.
Die Kartoffel wird zudem als traditionelle Medizin
gegen Augeninfektionen und Kopfweh verwendet.
136
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Hochland
140 mm
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«Due o tre mesi di pioggia sono troppo pochi
per un anno intero».
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1
…und alten Gemüsesorten wie der «Chioggia Rande».
www.prospecierara.org
Kartoffeln als Chips, Suppen, Kartoffelstock und farbige Gourmetkartoffeln
konsumiert. Für Bauernfamilien bedeutet das mehr Einkommen, und es macht
sie auch stolz.
Paese: Perù
Famiglia: mio marito e nostro figlio con la sua famiglia
Lingua: quechua
Religione: cattolica
Il viaggio più lontano: a Cusco
La figura di riferimento più importante: mio figlio
Idolo: la buonanima di mia nonna
La cosa più amata di tutte: il creato nel suo insieme
Il passatempo preferito: chiacchierare, tessere
Il desiderio più grande: avere ancora abbastanza forza per coltivare i campi
Piatti tipici: patate, quinoa, carne di Alpaca essiccata, verdure,
mais tostato, uova, banane da cuocere
Bevande tipiche: tè, acqua, birra di mais
7
AUDIO RACCONTI
«Phuyu!», grida la gente quando dopo un lungo periodo di siccità
compare finalmente una nuvola in cielo. «Una nuvola! Guarda lì, una
nuvola!». Ed è proprio questo il mio nome: Phuyu. Il mio cognome
invece è Colque. Significa argento. Credo che nuvola d’argento sia
un nome bellissimo. Forse però dovrebbero chiamarmi «Nuvola anziana», dato che ho già 63 anni! Quando ero giovane, la pioggia
arrivava ad ottobre e la stagione delle piogge durava più di sei mesi.
Oggi comincia a piovere solo a dicembre. A volte piove così forte
che le acque trascinano via il terreno fertile. Dopo due o tre mesi la
stagione delle piogge è già finita. È troppo poco per un anno intero.
Con l’aiuto di Helvetas abbiamo costruito una diga che frena l’acqua che defluisce. Lo chiamiamo racogliere l’acqua. Con la raccolta
dell’acqua dietro la diga possiamo irrigare i campi di patate e gli orti.
Quando le patate sono abbastanza grandi, andiamo tutti nei campi,
anche i bambini. E quando a fine giornata le patate vengono ammassate in grandi mucchi nel campo, sono tutti soddisfatti. Vengono
raccolte insieme patate piccole e grandi, rotonde e allungate, rosse,
gialle, viola e a righe rosse e gialle. In Perù esistono circa tremila varietà di patate, ci ha spiegato un consulente agricolo. Noi, nel nostro
villaggio, non ne abbiamo ovviamente così tante. Cerchiamo però di
avere se possibile diverse varietà. Alcune che resistono al caldo o al
freddo, altre che crescono meglio in un clima secco e altre ancora
che preferiscono la pioggia. Avere tante varietà ci dà sicurezza. E al
giorno d’oggi, dato che non possiamo più contare così tanto sulla
pioggia, abbiamo bisogno ancora più di prima di questa sicurezza.
CHI COLTIVA LE PATATE AVVERTE IL
CAMBIAMENTO CLIMATICO
8
La patata cresce quasi in qualsiasi clima, può essere piantata senza
l’ausilio di macchine, fornisce un buon raccolto e contiene sostanze
nutritive come le proteine e la vitamina C. Originariamente questo tubero proviene dall’America latina. Il Perù rappresenta infatti il Paese
per eccellenza dove trovare le patate, lì coprono il 60 % del bisogno
alimentare.
Per tradizione, le famiglie di agricoltori delle Ande piantano diverse varietà contemporaneamente e lo fanno su parcelle diverse. A
seconda del tempo, una varietà di patata potrà crescere meglio di
un’altra. Tuttavia, da qualche tempo anche le patate subiscono l’influenza del cambiamento climatico: l’ambiente è più secco perché
piove più tardi e meno di prima, a volte la temperatura arriva a toccare i -30°C oppure ad essere troppo elevata e questo porta a perdere
il raccolto. Helvetas aiuta le famiglie di agricoltori ad adattare i propri
metodi di produzione alle condizioni climatiche più avverse.
Fra le altre cose gli agricoltori devono piantare le diverse varietà in
modo mirato, così si riduce il rischio causato da estati secche o
piovose oppure da periodi di gelo, nonché il rischio di parassiti o malattie. I ricercatori stanno svolgendo studi per scoprire quale varietà
cresca meglio a quale altitudine e a quali temperature. Prevedere il
tempo, osservare gli indizi che ci dà la natura e anche irrigare diventa
importante.
Grazie a un sistema d’informazione geografico il Centro internazionale della patata (CIP) in Perù verifica l’influenza dei diversi climi
sulla coltivazione delle patate. Il sapere tradizionale si unisce così a
quello scientifico.
Nel CIP, che è sostenuto dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), si trovano 3 000 varietà di patate, questa grande
scelta è la chiave per coltivarne nuove, che a loro volta si adattano
al clima che cambia. Un esempio sono le patate a breve ciclo di
cultura, grazie alle quali gli agricoltori riescono ad evitare i periodi di
siccità, grande caldo oppure freddo.
Da oltre mille anni gli abitanti delle Ande producono patate che si
mantengono grazie al processo di liofilizzazione: «chuño» è il nome
di un alimento completo, concentrato e simile alle patatine chips.
Per gli agricoltori le patate sono però diventate anche un’importante
risorsa. L’aiuto allo sviluppo promuove l’apertura di canali regionali
per la vendita. Nelle città le patate locali sono consumate sotto forma
di patatine chips, zuppe, purea di patate e patate gourmet colorate.
Questo per le famiglie di agricoltori significa avere maggiori entrate,
fatto che li rende fieri.
LA VARIETÀ GARANTISCE LA NOSTRA
ALIMENTAZIONE
9
In tutta la sua storia culturale, l’uomo ha scelto e coltivato piante utili
per adattarsi alle condizioni ambientali in maniera ottimale e quindi
ottenere raccolti migliori. Questa evoluzione è stata possibile solo
grazie alla grande varietà genetica. Dal XX secolo sono state coltivate sempre meno varietà di piante. L’agricoltura industriale si è
concentrata sempre più sulla monocultura di varietà particolarmente
fruttifere, mentre l’industria ha richiesto prodotti standardizzati per
quanto concerne dimensione, forma e grado di maturazione. In questo modo si sono perse molte varietà culturali del passato e il sistema è diventato vulnerabile a malattie e insetti.
IL 75% DELLE PIANTE UTILI È ANDATO PERSO
Le patate sono l’esempio di quanto la biodiversità sia importante e di
cosa succede se la si perde. Nel XIX secolo una malattia fungina ha
distrutto il raccolto di patate in Irlanda. Sono morte oltre un milione
di persone e un altro milione ha dovuto emigrare. Il Paese aveva fatto
affidamento su una sola varietà di patate, che era appunto sensibile
a questa malattia fungina. Nemmeno i pesticidi sviluppati in seguito hanno potuto impedire annate cattive, come nel 1997 a Idaho
(USA), quando la peronospora della patata ha colpito i campi.
La propagazione di nuove malattie e parassiti e il cambiamento climatico hanno richiamato l’attenzione sull’importanza della diversità
delle specie e delle varietà per garantire l’alimentazione. La sicurezza
alimentare è il fine della coltivazione di nuove varietà che crescono in
condizioni mutate. Ciononostante, ad oggi nel mondo si sono estinte
già il 75% delle piante utili che una volta erano conosciute. Sono
scomparse anche varietà o specie con particolari caratteristiche, che
forse un giorno avrebbero potuto essere utili.
SENZA VARIETÀ NON C’È VITA
In Svizzera la Fondazione Pro Specie Rara si impegna per salvare
dall’estinzione le varietà in pericolo e per mantenere le specie rimanenti. Cerca piante coltivate e razze di animali utili dimenticate, ne
promuove la coltivazione, rispettivamente l’allevamento e la vendita.
Oggi i prodotti alimentari di Pro Specie Rara sono dotati del marchio
di qualità e si possono acquistare nei mercati o presso i grandi distributori. Chi coltiva queste varietà nel proprio giardino o le acquista
non fornisce solo un contributo alla salvaguardia della diversità varietale: prodotti come i pomodori dentati o le patate blu sono infatti
anche un piacere particolare sia per gli occhi che per il palato.
La preoccupazione per la biodiversità quale condizione necessaria
per assicurare la sostenibilità delle nostre basi nutritive deve tuttavia
andare ben oltre le specie utilizzate in agricoltura. La sopravvivenza
di interi ecosistemi (come foreste o mari) e con essi soprattutto la
vita sulla Terra dipende dalla diversità delle specie. Oggi molti di
questi sistemi e delle specie che vi vivono sono seriamente minacciati dall’immensa domanda di acqua, cibo e combustibili da parte
dell’uomo.
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5.2_back_brasilien_1220x2110_400p.pdf
5.2_rechts_1110x2110_400p.pdf
Monokulturen, Futtermittel und Agrotreibstoffe
haben in Europa einen schlechten Ruf. »
João Felipe Maria Carneiro
(29 Jahre)
Soja-Bauer (Grossgrundbesitzer)
Nationalität
Liebstes/wichtigstes Objekt
Brasilien
Familie
Mein Pferd «Ventania»
Liebste Freizeitbeschäftigung
Vater und Mutter
Samba tanzen
Sprache
Grösster Wunsch
Portugiesisch
Eine eigene Familie gründen
Religion
Typisches Essen
Katholisch
Mein Vater
Feijoada: schwarze Bohnen
Reis, Würste, Zunge,
Schweinsohren und -füsse,
geröstetes Maniokmehl, Kohl,
Pfeffersauce
Idol, Vorbild
Typisches Getränk
Mein ehemaliger
Wirtschaftsprofessor
Guaranà-Limonade, Wasser,
Caipirinha
Weiteste Reise
Lissabon, Portugal
Wichtigste Bezugsperson
1
6
Was
stecKt
in ihreM
steaK?
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5.2_ausziehtafeln_565x545_100p.pdf
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Getreide für tiere statt für menschen
Soja ist ein hochwertiges Nahrungsmittel. Es enthält 18 Prozent Öl und mit
28 Prozent ähnlich viel Eiweiss wie Fleisch. Heute wird drei Viertel der Ernte
tiere Als nAHrungsmittel
zu Mastfutter für Hühner, Schweine und Rinder verarbeitet und zu Eiern,
Milch und Fleisch veredelt. Die Ernährungs- und Landwirtschaftsorganisation
270 mm
7
2
3
4
der UNO (FAO) sagt voraus, dass sich der Fleischkonsum bis zum Jahr 2050
verdoppeln wird. Im Landwirtschaftsjahr 2012/13 produzierte Brasilien
5
Rund 300 Millionen Tonnen Fleisch werden weltweit pro Jahr
produziert. Die Armen essen nur einen kleinen Teil dieser Menge, die Wohlhabenden den Löwenanteil: In den USA liegt der
jährliche Konsum pro Kopf bei 115 Kilogramm, in Westafrika
sind es 4 bis 10 Kilogramm. Doch die Entwicklungs- und vor
allem Schwellenländer holen auf. Je höher das Einkommen, desto mehr Fleisch wird gegessen. In den neuen Mittelschichten
Chinas, Indiens und Brasiliens steigt der Konsum von Fleisch
dramatisch an. Bis ins Jahr 2050 wird sich der weltweite Fleischkonsum gemäss Schätzungen verdoppeln.
75 Millionen Tonnen Soja. Im Jahr 2021/22 dürften es 90 Millionen Tonnen
sein.
9
8
Beim Anbau von Soja in Monokulturen werden viel chemische Unkraut- und
Schädlingsbekämpfungsmittel (pestizide) eingesetzt, sowie Kunstdünger
und Wasser, das oft von weit hergeleitet wird. Für die Böden im tropischen
Klima ist das verheerend. Sie verlieren in wenigen Jahren ihre Fruchtbarkeit,
laugen aus und bleiben als Halbwüste zurück. Weil ein grosser Anteil
der Pestizide nicht zu den Pflanzen gelangt, sondern aus den Böden ausgewaschen wird, werden Flüsse, Fische und Menschen vergiftet.
Die Sojafelder in Brasilien belegen 24 Millionen Hektar Land. Das Landwirtschaftsministerium schätzt, dass bis 2021/22 noch einmal 4,7 Millionen
Hektar dazukommen, nochmals etwas mehr als die Fläche der Schweiz also.
150
Schweizer fleischeslust
Auch die Schweiz ist ein Land von Fleischessern: Über 50 Kilogramm isst jeder Schweizer, jede Schweizerin pro Jahr. Doch
die Felder und Weiden der Schweizer Bauern geben nicht genug her, um all das Fleisch zu produzieren. Jedes Jahr müssen
eine Million Tonnen Futtermittel
importiert werden.
Skandale um falsch deGetreideverschwendung
klariertes oder vergammeltes
durch Fleischproduktion
Fleisch, um grausame TierhalDirekte
Nahrung:
1
1
tung oder Krankheiten lassen
hingegen immer mehr MenIndirekte
schen zu Vegetariern oder sogar
Nahrung:
7
1
Veganerinnen werden. Andere
reduzieren ihren Fleischkonsum
und beschliessen, nur noch ein
Kalorienumsatz von Weizen
bei Verwendung für:
Mal pro Woche Fleisch zu es1:1
3:1
sen – und dann aus nachhaltiger Produktion statt billige
10:1
5:1
Massenware.
Dafür werden transnationale Konzerne zusätzlichen tropischen urwald roden
– mit beträchtlichen Auswirkungen für die Umwelt. Zum einen verschwinden
150
bedrohte Tier- und Pflanzenarten, weil sie ihren Lebensraum verlieren. Zum
anderen wird mit dem Urwald die natürliche Lunge des Kontinents zer-
Holen Sie SicH Hier
Den ViSumSStempel
stört. 75 Prozent der Treibhausgas-Emissionen Brasiliens gehen auf Waldrodungen zurück. Der Hunger nach Anbauflächen für Soja hat auch soziale
Folgen: Kleinbauern werden von ihrem Land vertrieben oder gedrängt,
es zu verkaufen. Damit verschärft sich die ungleiche Verteilung des Bodens
in Brasilien weiter.
1:7 gegen das fleisch
Die zunehmende Lust auf Fleisch ist verheerend für die Umwelt
und für die Ernährung der Weltbevölkerung. Für die Umwelt, weil
Nutztiere das Klima belasten – sie verursachen 18 Prozent der
Treibhausgase. Diese Treibhausgase entstehen im Tier selbst
(bei der Verdauung), bei der Futterproduktion (Waldrodung,
Maschinen), beim Transport, im Schlachthaus, beim Kochen und
bei der Abfallbeseitigung. Der Verzehr von einem Kilogramm
Rindfleisch belastet die Atmosphäre ungefähr gleich stark wie
eine Autofahrt von 200 Kilometern.
Die Lust auf Fleisch verschärft auch die weltweite Hungerkrise, denn das Getreide und die Ölsaaten (vor allem Soja), die
in den Mägen der Tiere landen, fehlen auf den Tellern der Menschen. Fleisch ist ineffizient: Um eine tierische Kalorie (Fleisch,
Eier, Milch) zu produzieren, braucht es durchschnittlich sieben
Kalorien Getreide. In einem Rumpsteak von 200 Gramm zum
Beispiel stecken 1,3 Kilogramm Getreide und Ölsaaten. Weltweit werden 40 Prozent der Getreideernte an die Tiere verfüttert.
Kraftfutter aus brasilianischem Soja in einem Schweizer Stall
BrASilien
Kalorie in Getreide
pflanzliche Kalorien
(Getreide)
Der Anbau von Soja als Futtermittel ist pure Verschwendung. Die weltweit
an Tiere verfütterte Menge Soja, Mais und Weizen würde reichen, um
3 Milliarden Menschen zu ernähren. Damit wäre das globale Problem des
Hungers bis in die Zukunft hinein gelöst – wenigstens von der Menge her.
Zerteilung am Fliessband in einem Schlachthof in den USA
Kalorie in Brot
tierische Kalorie
(Fleisch, Eier, Milch)
Brot, direkte
Nahrung
Schweinefleisch
Milch
Rindfleisch
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QUANTO COSTA LA NOSTRA BISTECCA DI CARNE?
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Soja ist ein hochwertiges
Nahrungsmittel. Doch
80 Prozent der Weltproduktion
wird an Masttiere verfüttert
oder landet als Agrotreibstoff
in den Autotanks.
Pestizide
Mit mehr als 800‘000 Tonnen
pro Jahr ist Brasilien der grösste
Pestizidverbraucher der Welt.
Ein grosser Teil dieser Pestizide
wird ausgespült und vergiftet
Flüsse, Fische und Menschen.
Urwald
In Brasilien wird auf 24 Millionen
Hektar Land Soja angebaut –
fast sechs Mal die Fläche der
Schweiz. Ein beträchtlicher Teil
davon war einst Urwald; jährlich
wird ein zusätzlicher Hektar
für die Sojaproduktion gerodet.
7
Hunger
Mit dem Soja und Getreide,
das weltweit in den Mägen
von Masttieren landet, könnte
man drei Milliarden Menschen
ernähren.
264 mm
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Soja
2 La soia
La soia è un alimento ad alto valore nutrizionale. Ma l‘80% della produzione mondiale viene utilizzato come foraggio per gli animali da
ingrasso o come carburante biologico nelle autocisterne.
3 I pesticidi
Con più di 800 000 tonnellate all’anno, il Brasile è il più grande consumatore di pesticidi al mondo. Una gran parte di questi si disperde
nel terreno insieme all’acqua e avvelena fiumi, pesci e persone.
4 La terra coltivata
Nel 2013 in Brasile sono stati destinati alla coltivazione della soia 24
milioni di ettari (sei volte la superficie della Svizzera). Ogni anno la
superficie coltivata aumenta del 10%.
5 La fame
Con la soia e i cereali che in tutto il mondo fungono da cibo per gli
animali da ingrasso si potrebbero nutrire tre miliardi di persone.
6
272 mm
JOÃO FELIPE MARIA CARNEIRO (29 anni)
Coltivatore di soia (latifondista)
«Monocolture e agrocarburanti hanno in
Europa una cattiva reputazione».
Paese: Brasile
Famiglia: i miei genitori
Lingua: portoghese
Religione: cattolica
Il viaggio più lontano: a Lisbona, Portogallo
La figura di riferimento più importante mio padre
Idolo: il mio ex professore di economia
La cosa più amata: il mio cavallo Ventania
Passatempo preferito: ballare samba
Il desiderio più grande: formare una famiglia
Piatti tipici: feijoada: fagioli neri, riso, salsiccia, lingua, orecchie e
piedi di maiale, cavolo, salsa piccante
Bevande tipiche: limonata di guaranà, acqua, caipirinha
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AUDIO RACCONTI
Mi chiamo João Felipe Maria Carneiro e sono il proprietario della
fazenda Jardim das orquideas – il giardino delle orchidee. Il nome
risale al periodo in cui dietro la fattoria c’era ancora la foresta vergine. Oggi per arrivarci bisogna attraversare per un’ora i campi di soia.
Mio padre non ha mai apprezzato la soia. Era un fazendeiro della
vecchia scuola: un uomo a cavallo con 50 000 ettari di terra e 35
000 bovini intorno a lui. Un’immagine romantica, molto macho, ma
terribilmente inefficiente.
A quei tempi studiavo economia a São Paulo, il boom della soia era
appena cominciato e io proposi a mio padre di passare alla coltivazione di questa pianta. Mi affidò 100 ettari per i miei esperimenti,
come li chiamava lui prendendomi in giro. Smise di ridere quando
dopo tre anni gli mostrai le cifre dei guadagni.
Dal 2008 sono io il proprietario della fazenda. Non ho fatto macellare
tutti i bovini, questo no. Ne abbiamo ancora all’incirca 1 000. Un po’
di romanticismo ci deve essere, soprattutto per mio padre.
La maggior parte della terra è destinata alla soia. 100 000 tonnellate
di soia vengono esportate come foraggio in Europa, 40 000 vengono usate per produrre agrocarburanti. A grandi linee. Da quando
tutti reclamano gli agrocarburanti, i prezzi della soia sono saliti alla
stelle e noi guadagniamo davvero bene. Sì, lo so, la monocoltura, il
foraggio e gli agrocarburanti hanno una cattiva reputazione da voi in
Europa. Ma chi può portare avanti il Brasile se non noi? L’acqua è
l’unico problema. Il governo si sta certamente impegnando per deviare verso di noi una parte del fiume. Naturalmente ci sono Indiani e
pescatori che si oppongono. A loro dico: fatevi da parte e spostatevi
nella foresta vergine. Di questa, qui in Brasile, ce n’è ancora più che
a sufficienza.
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CEREALI PER ANIMALI INVECE CHE PER
PERSONE
8
La soia è un alimento ad alto valore nutrizionale. Contiene il 18% di
olio e il 28/ di proteine, le stesse quantità presenti nella carne. Oggi
i tre quarti del raccolto vengono utilizzati come mangime da ingrasso
per polli, maiali e bovini e trasformati in uova, latte e carne. L‘Organizzazione dell’ONU per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) prevede
che entro il 2050 il consumo di carne raddoppierà. Nell’anno dell’agricoltura 2012/13 il Brasile ha prodotto 75 milioni di tonnellate di
soia. Nel 2021/22 potrebbe raggiungere gli 89 milioni di tonnellate.
Nella coltivazione di soia nelle monocolture vengono impiegati in
gran quantità diserbanti e antiparassitari chimici (pesticidi), nonché
concimi artificiali e acqua che spesso arriva da lontano. Per i campi nelle zone dal clima tropicale questo ha un effetto devastante:
perdono in pochi anni la loro fertilità, si impoveriscono e tornano ad
essere quasi deserti. Poiché una gran quantità di pesticidi non raggiunge le piante ma si disperde nel terreno, fiumi, pesci e persone
vengono avvelenati.
I campi di soia in Brasile coprono 24 milioni di ettari di terra. Il ministero per l’agricoltura ritiene che fino al 2021/22 aumenteranno ancora di 4,7 milioni di ettari, quindi quasi più dell’intera superficie della
Svizzera. I colossi transnazionali perciò renderanno ulteriormente
coltivabile la foresta vergine tropicale con notevoli ripercussioni
sull’ambiente: da una parte le specie di piante e animali minacciate
scompaiono, poiché perdono il loro spazio vitale; dall’altra, insieme
alla foresta vergine, viene distrutto il polmone verde del continente.
Il 75% delle emissioni di gas serra in Brasile è causato dal disboscamento. La ricerca forsennata di superfici coltivabili per la soia
ha anche conseguenze sociali: i piccoli agricoltori vengono cacciati
dai propri terreni o sono costretti a venderli, aggravando ancor più il
problema della ripartizione ineguale della terra.
La coltivazione di soia come foraggio è puro sperpero. Le quantità
di soia, mais e grano mangiate dagli animali a livello mondiale basterebbero a nutrire circa tre miliardi di persone. In questo modo il
problema della fame nel mondo potrebbe essere risolto – perlomeno
per quanto riguarda la quantità di cibo.
9
ANIMALI COME FONTE DI NUTRIMENTO
Ogni anno nel mondo vengono prodotti circa 300 milioni di tonnellate di carne. I poveri ne mangiano solo una piccola parte, mentre i
benestanti fanno la parte del leone: negli Stati Uniti si consumano
annualmente 115 chili di carne per persona, nell’Africa dell’ovest si
parla di 4-10 chili. I Paesi in via di sviluppo e quelli di recente industrializzazione, però, stanno recuperando terreno. Maggiori sono le
entrate, più carne si mangia. Nelle nuove classi medie di Cina, India
e Brasile il consumo di carne aumenta a vista d’occhio. Entro il 2050
si prevede un raddoppio del consumo di carne a livello mondiale.
1:7 CONTRO IL CONSUMO DI CARNE
Il crescente desiderio di carne è dannoso per l’ambiente e per l’alimentazione della popolazione mondiale. Infatti gli animali utili inquinano l’ambiente poiché provocano il 18% di gas serra. Questi gas
derivano dall’animale stesso (digestione), dalla produzione di mangime (dissodamento, macchine), dal trasporto, dal mattatoio, dalla
cucina e dallo smaltimento dei rifiuti. Consumare 1 chilo di carne di
manzo inquina l’ambiente più o meno tanto quanto un viaggio in auto
di 200 chilometri.
La voglia di carne aggrava inoltre la crisi alimentare in tutto il mondo,
poiché i cereali e i semi oleosi (in particolare la soia) che finiscono
nelle pance degli animali verranno a mancare nei piatti dell’uomo. La
carne è inefficiente: per produrre una caloria animale (carne, uova,
latte) sono necessarie, mediamente, 7 calorie di cereali. In una costata di manzo di 200 grammi, per esempio, si nascondono 1,3 chili
di cereali e semi oleosi. In tutto il mondo circa il 40% del raccolto di
cereali è usato per nutrire gli animali.
GLI SVIZZERI AMANO LA CARNE
Anche la Svizzera è un Paese di carnivori: ogni anno mangiamo oltre
50 chili di carne ciascuno. Eppure, i campi e i pascoli degli agricoltori svizzeri non si prestano abbastanza per produrre tutta questa carne, ecco perché ogni anno occorre importare un milione di tonnellate
di alimenti per animali.
Gli scandali che riguardano carne dichiarata erroneamente o avariata, detenzione di animali crudele o malattie fanno sì che sempre
più persone scelgano di diventare vegetariane oppure vegane. Altri,
invece, riducono il proprio consumo di carne, decidono di mangiarne
solo una volta alla settimana e scelgono prodotti di produzione sostenibile piuttosto che carne venduta a buon mercato.
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5.2_back_usa_1220x2110_400p.pdf
5.2_rechts_1110x2110_400p.pdf
Die Börse ist nicht verantwortlich
für die Armen in Mexiko. »
John Shriver (50 Jahre)
Börsenhändler
Nationalität
Liebstes/wichtigstes Objekt
USA
Mein Mobiltelefon
Familie
Liebste Freizeitbeschäftigung
Ehefrau, 3 Kinder
Hochseeangeln
Sprache
Grösster Wunsch
Englisch
Protestantisch
Ist erfüllt: bin vom
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zum Millionär geworden
Religion
Weiteste Reise
Typisches Essen
St. Moritz (Skiferien)
Meine Frau
Rinds-Steak, Pommes Frites,
Eisbergsalat, Tomaten,
Donut
Idol, Vorbild
Typisches Getränk
Bill Gates
Cola, Kaffee, Orangensaft
Wichtigste Bezugsperson
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Wer
Macht
die Getreidepreise?
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«
5.2_ausziehtafeln_565x545_100p.pdf
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preise, markt und macht
die Preise steigen. Auch die Produktion von Agrotreibstoffen und die Tiermast
verschärfen die Nachfrage und sorgen damit für höhere Preise.
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3
4
Landwirtschaftliche Grossbetriebe produzieren die Hälfte der
globalen Getreidemenge, beschäftigen aber nur ein Prozent der
landwirtschaftlichen Bevölkerung. Die grössten Betriebe finden
sich in Nord- und Südamerika sowie in Europa. Sie betreiben
eine industrielle Landwirtschaft, die enorme Mengen an Energie, Chemie und Wasser verschlingt. Monokulturen (der Anbau
nur einer Pflanzensorte) auf riesigen Flächen ermöglichen eine
effiziente maschinelle Bewirtschaftung. Um die hohen Erträge
zu erzielen, werden auf Hochleistung gezüchtete Pflanzen und
Kunstdünger eingesetzt. Monokulturen sind besonders anfällig
für Schädlingsbefall, der Einsatz von Insektenvernichtungsmittel
ist daher hoch. Unkraut und Pilzkrankheiten werden ebenfalls
chemisch bekämpft. Die Anwendung dieser Pestizide schädigt
die Umwelt: Rückstände gelangen über den Boden ins Grundwasser und belasten die Ökosysteme. Selbst Auswirkungen auf
den Menschen sind nachgewiesen. In Gebieten Argentiniens
zum Beispiel, wo Felder per Flugzeug besprüht werden und
sich die Giftstoffe weit ausbreiten, wurden deutlich erhöhte
Krebsraten festgestellt.
Die Spekulanten versuchen, die Preisentwicklung vorauszusehen und mit dem
5
Kauf oder Verkauf von Zukunftskontrakten, sogenannten «Futures», möglichst
viel Geld zu verdienen. Gesetze, die diesen Handel regelten, wurden im
9
Zug der wirtschaftlichen Liberalisierung aufgehoben, und nach der Jahrtausendwende entdeckten auch Banken Rohstoffe als Anlagemöglichkeit. Sie verkaufen ihren Anlegerinnen und Anlegern Indexfonds auf Nahrungsmittel,
8
das Geld wird dabei auf den Futures-Märkten investiert. Der Markt hat sich
dadurch von der Realwirtschaft abgekoppelt, Herdenreaktionen der Händler
verschärfen Preisausschläge auf Nahrungsmitteln zusätzlich.
Das Nachsehen haben Länder, die auf Importe angewiesen sind, und dort
vor allem die ärmere Bevölkerung. Bei der sogenannten Tortilla-Krise im Jahr
2007 zum Beispiel verdoppelte bis verdreifachte sich der Preis für Mais.
Vor allem für die Stadtbevölkerung Mittelamerikas, die immer noch die Hälfte
ihres Kalorienbedarfs mit Mais abdeckt, war das eine Bedrohung der Existenz.
Massendemonstrationen waren die Folge.
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Einige grosse Konzerne, die über Silos, Schiffe, Hafenanlagen, Futtermittelfabriken, Mastbetriebe, Schlachthöfe, Düngerfabriken und Supermärkte
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Den ViSumSStempel
verfügen, können Ware zurückbehalten und so zur Preissteigerung beitragen.
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Auch die Politik kann die Preisschwankungen verschärfen. Wenn ein wichtiges
Produktionsland einen Exportstopp verfügt, um die eigene Bevölkerung zu
versorgen oder um später zu höheren Preisen zu verkaufen, heizt das die
uSA
Preisspirale an. Der Run geht los: Alle Händler wollen kaufen. Die gesamte
Kette spekuliert, sowohl in den Export- als auch den Importländern. Mit einer
Giftige Spritzmittel für Gentech-Pflanzen
Mit der Gentechnologie ist der Absatz von chemischen Spritzmitteln weiter gestiegen. Insbesondere in Nord- und Südamerika
werden heute für die Getreide- und Sojaproduktion mehrheitlich
Gentech-Pflanzen verwendet – der Anteil liegt zum Beispiel bei
Soja weltweit bei 60, in den USA bei über 80 Prozent. Diese
Pflanzen sind resistent gegen Unkrautvertilgungsmittel (Herbizide) und können ohne Schaden zu nehmen damit bespritzt
werden, während alle Unkräuter auf dem Acker abgetötet werden. Doch weil Unkraut und Insekten in den letzten 20 Jahren
immun geworden sind gegen bestimmte Mittel, müssen immer
neue und mehr Pestizide eingesetzt werden.
Das grosse Geschäft in der Landwirtschaft machen Agrarkonzerne, die den Bauernbetrieben Gesamtpakete anbieten
aus Dünger, Pestiziden und dagegen resistentem gentechnisch
verändertem Saatgut.
wirklichen Verknappung hat das aber nichts zu tun. So geschehen bei der
Reiskrise 2008: Der nötige Reis war vorhanden, aber der Preis stieg wegen
Den Welthunger nachhaltig besiegen
Die Hoffnung, die industrielle Landwirtschaft könne den Welthunger besiegen, ist einer grossen Skepsis gewichen. Die Ernährungs- und Landwirtschaftsorganisation der UNO (FAO)
etwa warnt vor den ökologischen, aber auch sozialen Folgen.
Sie sieht stattdessen die kleinbäuerliche und nachhaltige Landwirtschaft als Schlüssel zur Ernährungssicherung. Denn wo
Kleinbauern genügend Land, Wasser, Saatgut und Know-how
zur Verfügung stehen, produzieren sie einen deutlich höheren
Nährwert pro Hektar als die industrielle Landwirtschaft.
In der industriellen Landwirtschaft werden grosse Mengen an Pestiziden eingesetzt.
Die Mittel der Bauern in Entwicklungsländern sind beschränkt, schonen aber die Umwelt.
Exportstopps und Spekulation auf das Dreifache.
Bauern und Bäuerinnen können zwar von steigenden Weltmarktpreisen
136
136
Die Autofahrer
Die Fleischesser
Die Spekulanten
Die Preise steigen auch, weil
immer mehr Soja oder Mais
zu Treibstoff für Autos verarbeitet
wird. Diese Zweckentfremdung
wird von den USA und der
EU unterstützt.
Immer mehr Menschen essen
immer mehr Fleisch, und so
landet immer mehr Getreide in
den Mägen von Masttieren.
Die Preise für Mais, Soja und
Weizen ziehen an.
Börsenhändler wetten auf
die Preisentwicklung.
Sie jagen die Preise kurzfristig
in den Himmel oder lassen
sie ins Bodenlose fallen.
7
2 Il tempo
La siccità e le tempeste catastrofiche tipiche delle grandi Corn Belt
nordamericane e russe riducono l’offerta e di conseguenza fanno
aumentare i prezzi.
3 Gli automobilisti
I prezzi aumentano anche perché soia e mais vengono sempre più
utilizzati per il carburante delle automobili. Stati Uniti ed Europa sostengono questo uso di cereali che potrebbero essere destinati ad
altro scopo.
4 Gli amanti della carne
Sulla terra ci sono sempre più carnivori, di conseguenza sempre più
cereali vanno a finire nelle pance degli animali da ingrasso. I prezzi
per mais, soia e frumento salgono.
5 Gli speculatori
Gli agenti di borsa scommettono sulla crescita dei prezzi. Speculano
all’ultimo momento sui prezzi al rialzo o al ribasso.
6
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264 mm
264 mm
CHI DETERMINA IL
PREZZO DEI CEREALI?
Dürren oder verheerende Stürme
in den grossen nordamerikanischen
oder russischen Getreidegürteln
verknappen das Angebot, und die
Preise steigen.
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5.2_inszen_usa_270x270_100p.pdf
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JOHN SHRIVER (50 anni)
Agente di borsa
«La borsa non è responsabile dei poveri in
Messico».
Paese: USA
Famiglia: moglie e tre figli
Lingua: inglese
Religione: protestante
Il viaggio più lontano: a San Moritz (vacanze sulla neve)
La figura di riferimento più importante: mia moglie
Idolo: Bill Gates
La cosa più amata: il mio cellulare
Passatempo preferito: pescare in alto mare
Il desiderio più grande: è stato esaudito: da lavapiatti sono diventato miliardario
Piatti tipici: bistecca di manzo, patate fritte, insalata iceberg e pomodori, donut
Bevande tipiche: coca-cola, caffè, succo d’arancia
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AUDIO RACCONTI
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Non è divertente essere agenti di Borsa, non è affatto divertente.
La gente ci insulta dandoci degli strozzini e ci ritiene responsabili
della fame nel mondo. In Senegal i poveri non possono permettersi
più neanche il riso. In Perù lo zucchero comincia a scarseggiare. In
Egitto il prezzo del pane sta raddoppiando. E chi sono i colpevoli di
tutto questo? Gli agenti di Borsa. Sempre gli agenti di Borsa. By the
way, I am John Shriver, agente di Borsa alla Mercantile Exchange di
Chicago, la Borsa delle materie prime. Sposato. Three kids.
A Chicago siamo i migliori. In nessun altro luogo vengono commercializzati così tanti prodotti come da noi. Frumento, mais, soia e zucchero. Commercializzo tutto, ma il mais è il prodotto che conosco
meglio. Non la pianta o i chicchi. Il mio lavoro è quello di osservare il
mercato. So come reagisce e so come io devo reagire. Se reagisco
correttamente, ossia velocemente, posso stipulare contratti vantaggiosi. In questo sono bravo.
Analizziamo la situazione un po’ più nel dettaglio. Estate 2012. Il Nordamerica soffriva di una siccità secolare e ci si aspettava un raccolto
di mais scarso. Gli esperti avevano predetto un deficit mondiale. Il
prezzo del mais salì alle stelle. Io lo avevo previsto. Avevo puntato
sull’aumento dei prezzi quando ancora nessuno lo sospettava. Sono
riuscito così a stipulare contratti redditizi e ho guadagnato parecchio
per i miei investitori. Non posso determinare i prezzi di mercato, ma
posso approfittare delle oscillazioni dei prezzi.
Cosa c’è di sbagliato in questo? Sono io responsabile del fatto che
i poveri in Messico non possono più permettersi le tortilla? No. Non
sono io a stabilire il prezzo del mais e quindi delle tortilla. È il mercato. E la politica. Questo deve essere detto in modo chiaro e univoco.
That’s it.
20 40
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1Das Wetter
und Spekulanten abgeschöpft werden.
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profitieren, allerdings nur dann, wenn die höheren Erträge an der Börse von
Chicago auch wirklich bis zu ihnen gelangen und nicht von Händlern, Banken
273 mm
545 mm
Auf HocHleistung getrimmte
lAndwirtscHAft
Das Wetter ist ein wichtiger Faktor dafür, wie die Ernten ausfallen. Stürme
und Trockenheiten sind für schlechte Ernten verantwortlich und lassen
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PREZZI, MERCATO E POTERE
Il clima gioca un ruolo importante nella riuscita di un raccolto. Le
tempeste e la siccità sono responsabili di un cattivo raccolto e fanno
aumentare i prezzi. Lo stesso vale per la produzione di agrocarburanti e di mangime per animali da ingrasso, che fanno aumentare la
domanda e causano quindi un rialzo dei prezzi.
Gli speculatori cercano di prevedere l’aumento dei prezzi e di guadagnare più denaro possibile grazie all’acquisto o alla vendita dei cosiddetti «futures», contratti a termine che prevedono la consegna di
un bene a una data stabilita. Le leggi che regolavano questo tipo di
commercio sono state annullate con il liberalismo economico; dopo
il passaggio al nuovo millennio anche le banche hanno scoperto che
le materie prime hanno un potenziale di investimento. Dunque vendono ai propri investitori fondi indicizzati e i soldi che ricavano sono
poi investiti nei mercati dei futures. Il mercato si è staccato dall’economia reale, le reazioni di massa dei commercianti hanno contribuito
ulteriormente all’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari.
I Paesi che dipendono dalle importazioni, specialmente gli strati più
poveri della popolazione, restano a bocca asciutta. Quando c’è stata
la cosiddetta crisi della tortilla nel 2007, ad esempio, il prezzo del
mais è raddoppiato, se non triplicato. Questo avvenimento ha rappresentato una minaccia per l’esistenza, specialmente per la popolazione urbana dell’America Centrale, Paese che tutt’oggi soddisfa
ancora la metà del proprio fabbisogno di calorie grazie al mais. Le
dimostrazioni di massa non sono mancate.
Alcuni grandi gruppi industriali, che dispongono di sili, navi, strutture portuali, fabbriche di alimenti per animali, aziende da ingrasso,
macelli, fabbriche di concimi e supermercati possono trattenere la
merce e quindi contribuire all’aumento dei prezzi.
Anche la politica può contribuire al cambiamento dei prezzi. Quando
un Paese di produzione importante ordina uno stop all’esportazione
per sostentare la propria popolazione o per vendere in un secondo
tempo la propria merce a un prezzo più alto, la spirale dei prezzi si
acuisce. La gara ha inizio: tutti i commercianti vogliono acquistare.
Tutti speculano, sia nei Paesi esportatori che in quelli importatori.
Questo non ha tuttavia nulla a che vedere con una vera e propria
penuria. Come è successo durante la crisi del riso nel 2008: il riso di
cui si aveva bisogno c’era, ma il prezzo è triplicato a causa degli stop
all’esportazione e delle speculazioni.
È vero che gli agricoltori possono approfittare dell’aumento dei prezzi del mercato mondiale, tuttavia possono farlo solo quando i proventi più alti nella Borsa di Chicago arrivano veramente fino da loro e
non sono prelevati da commercianti, banche e speculatori.
9
AGRICOLTURA AD ALTA RESA
Le grandi aziende agricole producono la metà della quantità di cereali mondiale, e danno impiego solo all’1% della popolazione agricola.
Le aziende più grandi si trovano in Nordamerica, Sudamerica e in
Europa: la loro è un’agricoltura industriale che costa grandi quantità
di energia, prodotti chimici ed acqua. Le monocolture (coltivazione di
una sola varietà di piante) su superfici enormi permettono una lavorazione con mezzi meccanici efficace. Per ottenere una maggiore resa
vengono impiegati tipi di piante e fertilizzanti artificiali che rendono
molto. Le monocolture sono particolarmente vulnerabili quando c’è
un’infestazione parassitaria, ecco perché si usano frequentemente
insetticidi. Anche le erbacce e le malattie fungine vengono combattute chimicamente. A causa della resistenza è inoltre necessario
usare dosi sempre maggiori. Impiegare questi pesticidi danneggia
l’ambiente: i residui vanno a finire nell’acqua freatica passando attraverso il terreno e inquinano gli ecosistemi. È dimostrato che questi
prodotti hanno ripercussioni anche sull’uomo. In alcune zone dell’Argentina ad esempio, dove le superfici di atterraggio per gli aerei
sono spruzzate con pesticidi e le sostanze velenose si diffondono su
vaste zone, si è registrato un notevole aumento dei casi di cancro.
PRODOTTI TOSSICI PER LE PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE
Con l’ingegneria genetica la vendita di spray chimici è cresciuta
ulteriormente. In particolare in Nordamerica e in Sudamerica, oggi
per produrre cereali e soia si usano prevalentemente piante geneticamente modificate. La quota mondiale di soia geneticamente
modificata, per esempio, è del 60%, negli Stati Uniti invece supera
l’80%. Le piante geneticamente modificate sono resistenti agli erbicidi e possono essere spruzzate con questi prodotti senza subire
conseguenze, ma tutte le altre piante vengono annientate. Tuttavia
occorre impiegare sempre nuovi pesticidi poiché negli ultimi vent’anni molte piante ed insetti sono diventati immuni ad alcuni particolari prodotti. Nell’agricoltura sono i grandi gruppi industriali a fare
gli affari maggiori offrendo alle aziende agricole interi pacchetti di
fertilizzanti, pesticidi e sementi geneticamente modificate resistenti
a questi prodotti.
SCONFIGGERE LA FAME NEL MONDO IN MODO SOSTENIBILE
La speranza che l’agricoltura industriale potesse sconfiggere la fame
nel mondo ha lasciato il posto ad un grande scetticismo. L’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura dell’ONU (FAO), per
esempio, mette in guardia dalle conseguenze ecologiche e sociali.
Ritiene che la soluzione atta a garantire il sostentamento sia piuttosto l’attività di piccoli agricoltori e l’agricoltura sostenibile. Infatti
dove i piccoli agricoltori hanno terra, acqua, semenza, strumenti di
lavoro e conoscenze a sufficienza, hanno un rendimento per ettaro
chiaramente superiore rispetto a quello dell’agricoltura industriale.
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5.2_links_1110x2110_400p.pdf
Das europäische Tomatenpurée
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und dass die Kinder gesund
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1
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selBer
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Die Dorfmärkte und der Weltmarkt
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In Burkina Faso leben drei Viertel der Menschen von der Landwirtschaft. Viele
sind zugleich Selbstversorger und Produzenten für den lokalen oder regio-
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BioLoGiScher LaNDBau
für ein gesundes Ökosystem
nalen Markt. Dort werden auch immer mehr importierte Nahrungsmittel aus
Industrieländern angeboten. Diese sind oft subventioniert und daher billiger
als die einheimischen Produkte – obwohl letztere eigentlich günstiger erzeugt
werden.
Beim Grundnahrungsmittel Hirse kommt vom Weltmarkt wenig Konkurrenz,
Der biologische Landbau verzichtet auf umweltbelastende
Techniken, Kunstdünger und chemische Pflanzenschutzmittel
(Pestizide). Stattdessen nutzen die Bäuerinnen und Bauern
die lokal vorhandenen Ressourcen optimal, um die Leistungen
des gesamten Ökosystems zu verbessern. Das schont Boden,
Wasser, Luft und die Gesundheit der Menschen. Wichtig sind
geschlossene Kreisläufe von Nährstoffen: Nichts ist Unkraut
oder Abfall, alles wird «rezykliert». Bio-Betriebe sind oft Mischbetriebe, wo neben Ackerbau auch Tiere gehalten werden, deren Mist und Gülle als Dünger für Pflanzen und Böden dienen.
Arten- und Sortenvielfalt sind zentral im Bio-Anbau. Die
Bauern bauen zum einen verschiedene Pflanzen gleichzeitig
an: damit die eine Pflanze der anderen Schatten spendet oder
auch solche, die Nützlinge anlocken oder Schädlinge vertreiben.
Zum anderen säen sie verschiedene Feldfrüchte nacheinander
aus, damit die Bodenfruchtbarkeit erhalten bleibt.
doch hier machen den Bauern die veränderten Nahrungsgewohnheiten
zu schaffen. Vor allem die Menschen in den Städten wenden sich zunehmend
von der «altmodischen» Hirse ab und konsumieren das «modernere» Brot.
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tomaten sind auch in der Küche der Burkinabé wichtig. Doch die Frischtomaten erhalten Konkurrenz. durch das praktische und gut haltbare Tomatenpurée aus Europa. Weil die europäischen Staaten ihre Landwirtschaft hoch
subventionieren, ist das Tomatenpurée unrealistisch billig. Die Regierung
hätte zwar die Möglichkeit, importierte Nahrungsmittel mit Zöllen zu belegen.
Doch die Handelspolitik ist geprägt von der Liberalisierungswelle der 90erJahre und die Länder Afrikas stehen unter dem Druck der Industrieländer, ihre
Märkte zu öffnen. Ausserdem will die Regierung die städtische Bevölkerung
mit tiefen Nahrungsmittelpreisen besänftigen. Für die einheimischen Bauernfamilien ist das verheerend.
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Den ViSumSStempel
erdnüsse sind für westafrikanische Länder ein wichtiges Exportgut. Sie
kommen in Europa als Speiseöl oder in Form von Salznüsschen auf den Tisch.
Falls die Exporterlöse nicht direkt in den Taschen der Herrschenden landen,
ermöglichen sie Investitionen für die wirtschaftliche Entwicklung. Doch weil
die Preise für die landwirtschaftlichen Erzeugnisse schwanken und die Preise
für die Maschinen aus dem Ausland hoch blieben, müssen sich Entwicklungs-
Langfristig kostengünstiger
Würden alle Umweltkosten eingerechnet, wäre der biologische Anbau die billigste Produktionsart. Noch sind Kunstdünger
aus Erdöl und Elektrizität aber zu günstig, und die Verursacher
müssen für die Folgen der Umweltschäden aus konventioneller Landwirtschaft nicht geradestehen. Die Kosten werden die
kommenden Generationen zu tragen haben.
ernährungssicherheit dank Bio
Beim Bio-Landbau bleibt das Ökosystem langfristig gesund
und die natürlichen Ressourcen bleiben erhalten. Dank Intensivierung und Diversifizierung kann er auch in Zukunft einen entscheidenden Beitrag zur globalen Ernährungssicherheit leisten.
Hier setzt die Arbeit des Forschungsinstituts für biologischen Landbau (FiBL) und Helvetas an. Sie unterstützen Bäuerinnen und Bauern in Westafrika dabei, eine ökologische Landwirtschaft zu betreiben, die an den Klimawandel angepasst ist.
Die Bauern bilden dabei Lerngemeinschaften, tauschen Wissen und Erfahrungen aus und werden aktiv in die Entwicklung
angepasster Anbausysteme einbezogen. Das stärkt auch die
Anerkennung der Bauern und ihrer Arbeit in der Gesellschaft.
BurKinA FASo
länder verschulden, um ihre Investitionen zu tätigen.
Aus einer Ausbildungsbroschüre für Biolandbau in Afrika
Der Bio-Landbau hat Zukunft. Wenn traditionelles Wissen mit
Erkenntnissen wissenschaftlicher Forschung kombiniert wird,
ermöglicht Bio den Bauernfamilien in Entwicklungsländern auf
relativ einfache und kostengünstige Art, ihre Erträge im Vergleich
zur traditionellen Selbstversorgungswirtschaft zu erhöhen. Unter dem Strich bringt der Bio-Landbau den Bäuerinnen und
Bauern sogar ein besseres Einkommen als der konventionelle
Anbau. Er bewahrt sie auch vor der Schuldenfalle. Denn viele
verarmen, wenn sie Darlehen für chemische Dünger, Pestizide
und patentiertes Saatgut aufnehmen müssen, die sie bei Missernten nicht zurückzahlen können.
In der Hochsaison sind die einheimischen Märkte von mangos überschwemmt.
Die Preise fallen in sich zusammen und die Früchte verfaulen. Eine Nahrungsmittelindustrie könnte die süsse Frucht in der Hochsaison zu Fruchtsaft
oder Konserven verarbeiten und später auf den internationalen Markt bringen.
Doch eine solche Industrie, die auch Arbeitsplätze böte, gibt es heute noch nicht.
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Tomaten
werden auch
in Burkina Faso angebaut. Sie
werden jedoch durch billiges
Tomatenpurée aus der staatlich
unterstützten europäischen
Landwirtschaft konkurrenziert.
Erdnüsse
sind ein
typischer Bestandteil der
afrikanischen Küche, aber
auch wichtiges Exportprodukt,
das im Ausland zu Speiseöl
verarbeitet wird.
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Mangos
wachsen je
nach Saison in grossen Mengen.
Die süssen Früchte sind jedoch
schwierig zu lagern und zu transportieren. Eine verarbeitende
Industrie existiert kaum.
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ist ein klassisches
afrikanisches Grundnahrungsmittel,
das von den Kleinbauern für den
Eigenbedarf angebaut wird. Überschüsse werden auf dem lokalen
Markt verkauft.
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2 Il miglio
È un tipico alimento di base africano coltivato dalle famiglie di agricoltori per il proprio fabbisogno interno. La quantità eccedente viene
venduta sul mercato locale.
3 I pomodori
Coltivati anch’essi in Burkina Faso, devono però competere con la
passata di pomodori a buon mercato dell’agricoltura europea sovvenzionata con fondi statali.
4 Le arachidi
Sono una componente tipica della cucina africana, ma anche un importante prodotto d’esportazione che all’estero viene trasformato in
olio commestibile.
5 Il mango
Cresce in grandi quantità a seconda della stagione. I frutti dolci sono
però difficili da conservare e trasportare. Non esiste un’industria di
trasformazione.
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SAFIATOU DAYAMBA (35 anni)
Venditrice al mercato
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CONSUMARE TUTTO O
VENDERE?
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«La passata di pomodori proveniente
dall’Europa è molto più conveniente dei
nostri pomodori».
Paese: Burkina Faso
Famiglia: genitori e quattro figli
Lingua: francese e dioula
Religione: musulmana
Il viaggio più lontano: a Ouagadougou (la capitale)
La figura di riferimento più importante: mia madre
Idolo: Améty Meria (cantante)
L’oggetto più amato: la mia borsa
Passatempo preferito: ascoltare la radio, allevare le galline
Il desiderio più grande: avere un negozio tutto mio e che i miei figli
continuino a stare bene
Piatti tipici: pappa di miglio, salsa di arachidi, okra, pomodori, spinaci, mango
Bevande tipiche: sciroppo di ibisco, bevanda allo zenzero, succo
di tamarindi
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AUDIO RACCONTI
Ieri ero a Diapaga al mercato e sono passata in drogheria per comprare il sapone. Indovinate cosa ho visto! Non lo indovinereste mai…
Ho visto carne di pollo proveniente dall’Europa. Fresche ali di pollo
bianche dall’Europa! Erano lì, sul tavolo, e non erano affatto care. In
ogni caso meno care dei polli magri che sono appesi fuori al mercato, legati insieme per le zampe. «Safi», diceva il venditore – il mio
nome è Safiatou Dayamba, ma tutti mi chiamano Safi. «Safi», diceva
il venditore, «la gente in Europa è ricca. Mangia soltanto le parti più
belle del pollo, le zampe e il petto. Il resto lo vende a noi».
Ogni martedì vado al mercato. Vendo okra – è un tubero che ha
radici profonde nel terreno – e pomodori. Non guadagno molto, ma
quello che ricavo è tutto mio e posso comprare ciò che voglio. Prima
dell’inizio dell’anno scolastico, il materiale per la scuola e l’uniforme
per i bambini. Altrimenti compro cose per la casa e medicinali. I pomodori, li riunisco in piccole piramidi e li vendo a 60 franchi CFA.
Però da alcuni anni al mercato si vende anche la passata di pomodori. Dalla Francia! E costa così poco che alcune donne hanno iniziato
a cucinare con questa anziché con la verdura fresca. Chissà come si
andrà avanti se per la gente il sapore non è più così importante. E se
la passata di pomodori della Francia diventa ancora più conveniente.
Finora ho sempre pensato che in Europa è tutto caro. Perché allora
la passata di pomodori costa così poco? Non capisco. Ho solo paura di non riuscire più a vendere i miei pomodori se i Francesi continuano a esportare la loro passata a un prezzo così basso.
I MERCATI LOCALI E IL MERCATO MONDIALE
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In Burkina Faso i tre quarti della popolazione vive di agricoltura. Molti
contadini sono allo stesso tempo consumatori degli alimenti di propria produzione e produttori per il mercato locale e regionale che
però offre sempre più beni importati dai Paesi industrializzati. Questi
vengono spesso sovvenzionati e costano perciò meno di quelli locali,
prodotti tuttavia a condizioni effettivamente più vantaggiose.
Tra gli alimenti di base, il miglio ha meno concorrenza sul mercato
mondiale, ma le mutate abitudini alimentari creano non poche difficoltà ai contadini. In particolare nelle città ci si allontana sempre più
dal “vecchio” miglio e si consuma il “più moderno” pane.
I pomodori sono un alimento importante anche nella cucina dei burkinabé. I pomodori freschi competono con la passata di pomodori
dell’Europa, pratica e facilmente conservabile. Poiché i Paesi europei sostengono fortemente l’agricoltura, la passata di pomodori è
incredibilmente a buon mercato. Il governo avrebbe la possibilità di
imporre dazi sui beni importati, ma la politica commerciale è influenzata dalla tendenza alla liberalizzazione degli anni Novanta e i Paesi
africani sono sottoposti alle pressioni degli Stati industrializzati ad
aprire i propri mercati. Inoltre il Governo vuole tranquillizzare la popolazione urbana mantenendo bassi i prezzi degli alimenti. Per le
famiglie degli agricoltori locali tutto questo è devastante.
Le arachidi rappresentano un importante bene di esportazione per
i Paesi dell’Africa occidentale. In Europa arrivano in tavola sotto forma di olio commestibile o di noccioline salate. Quando i ricavi delle esportazioni non finiscono direttamente nelle tasche dei potenti,
consentono investimenti per la crescita economica. Poiché i prezzi
dei prodotti agricoli oscillano e quelli delle macchine provenienti
dall’estero restano elevati, i Paesi in via di sviluppo sono costretti a
indebitarsi per fare investimenti.
Durante l’alta stagione i mercati locali sono inondati di mango. I
prezzi crollano e la frutta marcisce. Un’industria alimentare potrebbe
trasformare il frutto dolce in succhi di frutta o conserve durante l’alta
stagione e in seguito portare i prodotti sul mercato internazionale.
Oggi un’industria del genere, che offrirebbe anche posti di lavoro,
non esiste ancora.
AGRICOLTURA BIOLOGICA PER UN ECOSISTEMA SANO
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L’agricoltura biologica rinuncia a utilizzare tecniche, concimi chimici
e prodotti fitosanitari (pesticidi) dannosi per l’ambiente. Invece gli
agricoltori usano in maniera ottimale le risorse locali disponibili per
migliorare le prestazioni dell’intero ecosistema. Questo risparmia
terreno, acqua, aria e la salute delle persone. I circuiti chiusi delle
sostanze nutritive sono importanti: non ci sono malerbe o rifiuti, tutto
viene riciclato. Le aziende biologiche sono spesso aziende miste;
oltre ad occuparsi di campicoltura tengono anche animali. Il loro letame e liquame serve poi come concime per piante e terreni.
Nella coltivazione biologica la diversità delle specie e delle varietà è
essenziale. Gli agricoltori piantano molte piante allo stesso tempo
affinché si facciano ombra l’un l’altra, oppure ne piantano alcune che
attirano organismi utili o allontanano organismi nocivi. Inoltre seminano numerosi frutti di terra uno accanto all’altro, in modo che il suolo
rimanga fertile.
A LUNGO TERMINE CONVIENE
Se si tenesse conto di tutti i costi ambientali, la coltivazione biologica
sarebbe il metodo di produzione più economico. I concimi artificiali
ricavati da petrolio ed elettricità sono però ancora troppo convenienti. Infatti chi provoca danni ambientali all’agricoltura convenzionale
non deve rispondere alle conseguenze. Saranno le generazioni future a doversene assumere i costi.
La coltivazione biologica ha futuro. Combinando il sapere tradizionale e i risultati di ricerche scientifiche, il biologico permette alle famiglie di agricoltori nei Paesi in via di sviluppo di migliorare facilmente il proprio raccolto senza far fronte a costi elevati. In definitiva, la
coltura biologica porta agli agricoltori maggiori entrate rispetto alla
coltivazione convenzionale e li protegge anche dall’indebitamento.
Difatti, molti di loro si impoveriscono se devono fare dei prestiti per
acquistare concimi chimici, pesticidi e semenze brevettate, che poi
non possono pagare in caso di raccolti cattivi.
SICUREZZA ALIMENTARE GRAZIE AL BIOLOGICO
Nell’agricoltura biologica l’ecosistema rimane in buona salute a lungo termine e le risorse naturali restano invariate. Grazie a principi
come l’intensificazione e la diversificazione, questo tipo di agricoltura
potrà dare anche in futuro un contributo determinante alla sicurezza
alimentare mondiale.
Qui inizia il lavoro dell’Istituto di ricerche dell’agricoltura biologica
(FiBL) e di Helvetas, che aiutano gli agricoltori dell’Africa dell’ovest
ad avvalersi di un’agricoltura ecologica che si adatti al cambiamento
climatico. Gli agricoltori formano così gruppi di studio, si scambiano
sapere ed esperienze e sono coinvolti attivamente nello sviluppo di
sistemi di coltivazione. Questo rafforza anche il riconoscimento degli
agricoltori e del loro lavoro nella società.
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Ich will den Bauernfamilien zeigen,
wie sie sich wehren können. »
Liebstes/wichtigstes Objekt
Indien
Mein Kurszentrum für Bäuerinnen
Familie
Liebste Freizeitbeschäftigung
Mit Familie und Verwandten plaudern
Sprache
Grösster Wunsch
Hindu
Dass der ursprüngliche Basmati-Reis
wieder geschätzt wird statt der
teuren Zuchtsorten der Konzerne
Weiteste Reise
Typisches Essen
Religion
Chennai (2500 km entfernt)
Vandana Shiva (Aktivistin)
Reis, Linsen, Gemüsecurry,
Chilisauce, Essigfrüchte, Fladenbrot,
Gurken, Tomaten.
Idol, Vorbild
Typisches Getränk
Mahatma Gandhi
Wasser, Joghurtdrink, Gewürztee
Wichtigste Bezugsperson
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Ehemann, 3 Kinder
Hindi
Wenn es nicht reicht:
BleiBen
oder
WeGGehen?
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Nationalität
Reis ist das Grundnahrungsmittel für jeden zweiten Erdenbewohner. In Indien,
dem Reisland schlechthin, kultivieren Kleinbauernfamilien den Reis zur Selbst-
DaS LuKratiVe GeSchäft
mit dem lAnd
versorgung oder für den Verkauf. Meist wird er im Nassanbau gepflanzt –
es braucht 3000 bis 5000 Liter Wasser, um ein Kilogramm Reis zu produzieren. Landesweit fördern 21 Millionen Pumpen Wasser für die Landwirtschaft,
der Grundwasserpegel sinkt bedrohlich.
Fruchtbarer Boden ist ein begehrtes Gut. Bevölkerungswachstum, veränderte Ernährungsgewohnheiten, die Verstädterung und das Aufkommen von
Agrotreibstoffen verstärken die weilweite Nachfrage
nach landwirtschaftlich nutzbarem Land und darunter
liegenden Wasserquellen. In den vergangenen Jahren
haben immer mehr staatliche und private Investoren
damit begonnen, in anderen Staaten grosse Landflächen zu pachten oder zu kaufen. Solche transnationalen Landgeschäfte werden als «Land Grabbing» («An-sich-Reissen von Land») bezeichnet.
Viele indische Kleinbauernfamilien besitzen kein eigenes Land. Sie bezahlen
einen Pachtzins und müssen teures Saatgut, Kunstdünger und Pestizide
kaufen. Viele Bauern bleiben und nehmen Kredite auf. So sind die meisten
schon vor der Aussaat verschuldet. Um die Schulden auf den Termin zurück-
9
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zuzahlen, müssen sie die schlechten Preise akzeptieren, die ihnen von den
Aufkäufern bezahlt werden. So deckt der Erlös die Ausgaben nicht. – In
4
Indien sind die Selbstmorde von hoch verschuldeten Bauern zu einem landesweiten Problem geworden.
rücksichtslose Deals
Sei es für die Produktion von Nahrungsmitteln,
schnellwachsenden Hölzern und Agrotreibstoffen
oder als reines Anlageobjekt: Im Rahmen grosser
Deals wurden seit dem Jahr 2000 weltweit über
70 Millionen Hektar Ackerland verpachtet oder verkauft – eine
Fläche fast 17 Mal so gross wie die Schweiz. Rund die Hälfte
davon entfällt auf Afrika. Und das sind nur die gesicherten Zahlen. Manche Schätzungen gehen von einer drei Mal so grossen
Fläche aus.
Die Investoren kommen dabei aus aller Welt. Wichtigste Akteure sind die USA, Malaysia, Grossbritannien, China
und die Arabischen Emirate. In Ostafrika finden sich allerdings auch Investoren aus der Schweiz, aus Deutschland und
Österreich.
Das grosse Problem dabei: Die Deals zwischen ausländischen Investoren und nationalen Regierungen werden oft über
die Köpfe der lokalen Bevölkerung hinweg abgeschlossen, ohne
Rücksicht auf bestehende Eigentums- und Nutzungsrechte.
Kleinbauern und Nomaden verlieren so den Zugang zu Ackerund Weideland und damit ihre Lebensgrundlage.
Andere Bäuerinnen und Bauern, die ihr Land verloren haben, gehen und
arbeiten als tagelöhner. Sie verdingen sich als Erntehelfer oder Wanderarbeiterinnen, sind dabei viele Stunden unterwegs, arbeiten mal hier mal
dort und finden an vielen Tagen keine Arbeit. Die Löhne genügen nicht,
um eine Familie zu ernähren, und so müssen auch die Kinder mitverdienen.
Wer krank ist oder wer einen Unfall hat, verdient nichts.
In den Städten Indiens findet ein wirtschaftlicher Aufschwung statt. Es ist dort
eine Mittelschicht enstanden, die gut ausgebildet und sehr wohlhabend ist.
Auf dem Land bleiben die Leute arm. Deshalb gehen viele Bauernfamilien
und suchen das Glück in der Stadt. Doch die meisten müssen sich dort ins
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Heer der Arbeitslosen einreihen. Andere suchen im Ausland nach Arbeit,
z.B. als Bauhandlanger oder als Haushaltshilfe.
inDien
Für innovative Bauern- oder Landlosenfamilien gibt es eine Alternative:
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bleiben und ideen entwickeln. Mit «Riverbed farming», mit gemeinschaftlichen Saatgutbanken oder mit der Umstellung auf Bioproduktion. Beim
«Riverbed farming» werden während der Trockenzeit die freiliegenden,
opfer und täter zugleich
Für Indien etwa sind gegenwärtig Landverkäufe und -verpachtungen an ausländische Investoren von über 200‘000 Hektar
dokumentiert. Davon entfallen allein 194‘000 Hektar auf eine
aber feuchten Teile eines Flussbetts genutzt, um Gemüse anzupflanzen.
Gemeinschaftliche Saatgutbanken geben Kleinbauern kostenlos traditionelle
Reissamen ab. Im Norden des Landes unterstützt Helvetas die Umstellung
auf Bioproduktion und Trockenanbau. Die in Genossenschaften organisierten
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Kredite
aufnehmen
Gehen und
als Tagelöhner
arbeiten
Gehen und
das Glück in der
Stadt suchen
Bleiben und
Ideen entwickeln
Viele Kleinstbauern kaufen
Saatgut, Dünger und Pestizide
auf Kredit und geraten in eine
hoffnungslose Schuldenspirale.
Die Grossgrundbesitzer brauchen
Tagelöhner, doch sie zahlen so
wenig, dass kaum die Reisekosten
gedeckt sind.
Wer auf dem Land keinen Ausweg
mehr sieht, zieht auf der Suche
nach Arbeit in eine Stadt oder ins
Ausland – meist ohne Erfolg.
In der Trockenzeit geben die Flüsse
weite Teile des Flussbetts frei.
Mit «Riverbed farming» können
Landlose die Restfeuchtigkeit des
Untergrunds nutzen und Gemüse
anpflanzen.
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SE IL DENARO NON BASTA:
RESTARE O ANDARE VIA?
1Bleiben und
2 Restare e contrarre prestiti
Molti piccoli agricoltori comprano a credito sementi, fertilizzanti e
pesticidi e finiscono in una spirale di debiti senza speranza.
3 Andare via e lavorare come braccianti
I latifondisti hanno bisogno di braccianti, ma pagano così poco che i
lavoratori riescono appena a coprire le spese di viaggio.
4 Andare via e cercare fortuna in città
Chi in campagna non vede più via d’uscita, si sposta in cerca di
lavoro in città o all’estero, in genere senza successo.
5 Restare e sviluppare nuove idee
Nella stagione secca vengono liberate lunghe parti dei letti dei fiumi.
Con il progetto «Riverbed farming» (coltivare nel letto del fiume) i
senza terra possono sfruttare l’umidità residua nel sottosuolo e coltivare verdura.
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SUDHA RAO (55 anni)
Agronoma
«Voglio mostrare alle famiglie di agricoltori
come possono difendersi».
Paese: India
Famiglia: marito e tre figli
Lingua: hindi
Religione: indù
Il viaggio più lontano: a Chennai (distante 2 500 km)
La figura di riferimento più importante: Vandana Shiva (attivista)
Idolo: Mahatma Gandhi
L’oggetto più amato: il corso di formazione per contadine
Passatempo preferito: chiacchierare con la mia famiglia e i miei parenti
Il desiderio più grande: che il riso basmati originario venga di
nuovo apprezzato al posto delle costose varietà di coltivazione dei
complessi industriali
Piatti tipici: riso, lenticchie, curry alle verdure, salsa al chili, frutta
sott’aceto, focaccia, cetrioli, pomodori
Bevande tipiche: acqua, bibita allo yogurt, tè alle spezie
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AUDIO RACCONTI
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Hi, mi chiamo Sudha Rao e sono agronoma nello Stato federale
indiano di Andhra Pradesh. Qui vivono molte famiglie di agricoltori
povere. Si possono permettere appena il pasto quotidiano e in più
forse una camicia nuova o un nuovo sari. Anche i miei genitori sono
contadini e se qualcuno avesse predetto che la loro figlia un giorno
avrebbe studiato all’università non ci avrebbero creduto. Sono stata
fortunata, una professoressa mi ha aiutata ad avere una borsa di
studio.
All’inizio degli studi tutti dicono di voler lavorare in campagna, formare i contadini e aiutarli a lottare per i loro diritti. Poi però la maggior
parte degli studenti rimane in città, trova un posto di lavoro sicuro
nell’amministrazione e gode di tutte le comodità che la città può offrire.
Io invece lavoro lì da dove provengo, dai piccoli agricoltori. Mostro
loro come migliorare la produzione di riso e commercializzare meglio
questo prodotto. E li incoraggio a difendersi contro gli usurai, i latifondisti e i politici corrotti.
Non diventerò ricca facendo questo. Al contrario. Ho i potenti contro
e una volta – nell’occupazione di un terreno – sono stata arrestata e
trattenuta in carcere per due settimane.
Quello che mi aiuta nel mio lavoro è il pensare al mio grande esempio Mahatma Ghandi, il quale ha portato l’India all’indipendenza attraverso la resistenza non violenta. Non sono come lui, no, questo
non lo pretendo. E non confronto i miei successi con i suoi. Ma con
l’occupazione della terra abbiamo perlomeno ottenuto che tutte le
piccole aziende agricole hanno adesso un contratto di proprietà.
Ora sui loro appezzamenti di terra coltivano biologicamente il riso
basmati tradizionale. Una parte va al fabbisogno personale, l’altra al
commercio equo in Europa.
20 40
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australische Jatropha-Plantage für die Produktion von Agrotreibstoffen. Kritiker werfen der indischen Regierung vor, die Rechte
der Einheimischen ungenügend zu schützen und sprechen von
einem regelrechten Krieg gegen die Bauern. Tatsächlich ermächtigt ein Gesetz aus dem Jahr
1894 den indischen Staat,
private Landbesitzer zu enteignen und die Landrechte
neu zu vergeben. Dabei fällt
den Behörden nicht selten
ein satter Gewinn zu.
Bedeutender ist allerdings die eigene aktive Rolle
Indiens beim Land Grabbing.
Das aufstrebende Schwellenland gehört mit knapp
zwei Millionen Hektar in Afrika und Südostasien mittlerweile zu den zehn grössten
Landkäufern und -pächtern
Bauern und Bäuerinnen in Nordindien protestieren
gegen die Enteignung ihres Landes.
weltweit.
Kleinbauern können ihren hochwertigen Basmatireis zu fairen Preisen in die
Schweiz liefern, wo er bei Coop verkauft wird.
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ohne Boden kein einkommen
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Sudha Rao (55 Jahre)
Agronomin
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«
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SENZA TERRA NESSUNA ENTRATA
Il riso è l’alimento di base per una persona su due. In India, il Paese
del riso per eccellenza, le famiglie di piccoli agricoltori coltivano il
riso per il proprio approvvigionamento o per la vendita. Di solito viene
piantato in coltivazione allagata – per produrre un chilo di riso servono 3 000 – 5 000 litri d’acqua. In tutto il Paese sono necessarie
21 milioni di pompe d’acqua per l’agricoltura e il livello dell’acqua
freatica scende minacciosamente.
Molte famiglie indiane di piccoli agricoltori non possiedono alcun
appezzamento di terra. Pagano un canone d’affitto e sono costrette
a comprare a caro prezzo sementi, concimi e pesticidi. Molti contadini restano e contraggono prestiti. Così la maggior parte di loro
è indebitata già prima della semina. Per pagare in tempo i debiti,
devono accettare i prezzi svantaggiosi che vengono pagati loro dagli
accaparratori. Il ricavo perciò non copre le spese. Oggi in India i
suicidi dei contadini fortemente indebitati rappresentano un grave
problema diffuso in tutto il Paese.
Altri contadini che invece hanno perso il proprio terreno lasciano il
luogo d’origine e lavorano come braccianti. Donne e uomini prestano servizio come braccianti, sono in viaggio per molte ore, sono una
volta qua e una volta là e spesso non trovano neanche lavoro. Gli
stipendi non sono sufficienti per mantenere una famiglia e perciò
anche i bambini devono contribuire al sostentamento. Chi si ammala
o chi ha un infortunio non guadagna e non riceve niente.
Nelle città indiane si sta verificando un progresso economico. Qui è
nato un ceto medio che ha una buona formazione ed è molto benestante. In campagna invece la gente resta povera. Molte famiglie di
agricoltori perciò si spostano e cercano fortuna in città. La maggior
parte deve farsi largo fra la moltitudine di disoccupati. Altri cercano
lavoro all’estero, per esempio come manovali gli uomini o come collaboratrici domestiche le donne.
Per le famiglie di agricoltori e di senza terra più innovative vi è un’alternativa: restare in India e sviluppare nuove idee attraverso il «Riverbed farming», il banco collettivo di sementi o la produzione biologica.
Nel «Riverbed farming» durante la stagione secca vengono utilizzate
le parti libere e umide del letto del fiume per coltivare le verdure.
Nei banchi collettivi di sementi invece i piccoli agricoltori ricevono
gratuitamente i tradizionali semi di riso. Nel nord del Paese Helvetas
sostiene il passaggio alla coltivazione biologica e con minor spreco
d’acqua. I piccoli agricoltori organizzati in cooperative possono fornire alle Coop svizzere il loro eccellente riso basmati a prezzi equi.
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OTTIMI AFFARI CON I TERRENI
I terreni fertili sono un bene molto richiesto. La crescita demografica,
le cambiate abitudini alimentari, l’urbanizzazione e la nascita degli
agrocarburanti rafforzano la domanda mondiale di terreni a uso agricolo con le sottostanti fonti idriche. Negli anni passati sempre più
investitori statali e privati hanno iniziato a prendere in affitto o ad
acquistare grandi terreni in altri Stati. Questo modo di fare affari a
livello internazionale è chiamato «Land Grabbing» («appropriarsi un
terreno»).
FARE AFFARI SENZA SCRUPOLI
Che sia per la produzione di prodotti alimentari, per alberi a crescita rapida e agrocarburanti oppure come bene d’investimento: dal
2000, nel quadro di questi grandi investimenti (o deal) sono stati
affittati o venduti oltre 70 milioni di ettari di terreno coltivato, ossia
una superficie di quasi 17 volte più grande della Svizzera, quasi la
metà in Africa. E queste sono solo le cifre conosciute e sicure. Alcuni
stimano che la superficie sia tre volte superiore a quella comprovata.
Per questo tipo di commercio gli investitori arrivano da tutte le parti
del mondo. Fra gli attori principali ci sono gli USA, la Malesia, la Gran
Bretagna, la Cina e gli Emirati Arabi. Nell’Africa dell’ovest ci sono
però anche investitori svizzeri, tedeschi o austriaci.
Il problema sta nel fatto che i deal fra gli investitori esteri e i governi
nazionali sono spesso conclusi senza tener conto della popolazione
locale, senza riguardo dei diritti di proprietà e d’uso esistenti. I piccoli
agricoltori e i nomadi perdono l’accesso a terreni arabili e pascoli e
quindi una base vitale.
VITTIMA E AUTORE DEL REATO ALLO STESSO TEMPO
In India sono documentati oltre 200 000 ettari di terreno finora venduti oppure affittati a investitori esteri. Di questi 194 000 ettari fanno
parte di una piantagione australiana di jatropha per la produzione di
agrocarburanti. I critici rimproverano al Governo indiano di non tutelare a sufficienza i diritti dei locali e parlano di una vera guerra contro
gli agricoltori. Infatti una legge del 1894 dà allo Stato indiano il diritto
di espropriare proprietari terrieri privati e di assegnare nuovamente
i diritti agrari. Non di rado le autorità traggono vantaggio da queste
transazioni.
Più importante è però il ruolo attivo dell’India nel Land Grabbing.
Questo Paese di recente industrializzazione, con i suoi quasi due milioni di ettari in Africa e nel Sud-est asiatico, fa infatti parte dei dieci
maggiori acquirenti e affittuari di terreni al mondo.
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5.2_rechts_1110x2110_400p.pdf
Wassertragen ist
meine wichtigste Arbeit. »
Hadega Gebrehiwut (10 Jahre)
Schülerin
Nationalität
Liebstes/wichtigstes Objekt
Äthiopien
Unser kleines Geisslein
Familie
Liebste Freizeitbeschäftigung
Grosseltern, Eltern, 5 Geschwister
Sprache
Geissen hüten
Grösster Wunsch
Amharisch
Heiraten und Kinder haben
Religion
Typisches Essen
Christlich-orthodox
Meine Mama
Fladenbrot, Kartoffeln
und Karotten, Linsen,
Kohl, Fleisch, scharfe
Sauce aus Bohnen,
Zwiebeln und Tomaten
Idol, Vorbild
Typisches Getränk
Meine grosse Schwester
Wasser, Kaffee
Weiteste Reise
Nachbardorf
Wichtigste Bezugsperson
Welche
6
1
Gesichter
hat das Wasser?
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«
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Wasser verfügbar machen
270 mm
Der Norden Äthiopiens wird immer wieder von Hungersnöten heimgesucht.
Die Region ist heiss und trocken, es regnet lediglich 300 bis 500 mm
2
3
Äthiopien
VerStecKteS WaSSer
pro Jahr. Oft sind die Regenfälle kurz und heftig. Das Wasser kann nicht
versickern, sondern fliesst auf der Oberfläche ab und reisst fruchtbare Erde
4
mit sich. Jedes Jahr verlieren die äthiopischen Bauern deshalb eine halbe
Million Hektar Land. Das entspricht etwa der Fläche des Kantons Wallis.
5
Bei der Produktion von Nahrungsmitteln (und anderen Konsumgütern) wird Wasser verwendet, das dem fertigen Produkt
nicht mehr anzusehen ist. Die Wissenschafter sprechen von
verstecktem oder virtuellem Wasser. In der Schweiz konsumiert
jede Person allein mit der Nahrung 4000 Liter verstecktes Wasser pro Tag. Rund die Hälfte davon ist auf den Fleischkonsum
zurückzuführen. Denn der Anbau von Futtermitteln wie Getreide
und Soja ist sehr bewässerungsintensiv. Wer auf Fleisch verzichtet, konsumiert nur etwa 2000 Liter verstecktes Wasser.
Quellen trocknen zu schnell aus, Felder verdorren. Tiere müssen geschlachtet
werden, weil das Futter fehlt.
9
8
Mit einer Reihe von einfachen Massnahmen hilft Helvetas, die knappen Niederschläge besser zu nutzen und die Ernährungssicherheit der Bauernfamilien
zu erhöhen:
Wenn in der Regenzeit eine erste Regendusche den Staub weggeschwemmt
hat, fliesst von den Dächern sauberes Wasser zum trinken. Familien
bauen Zisternen, um das Wasser aufzufangen und bis weit in die Trockenzeit
hinein aufzubewahren. Für Frauen und Mädchen ist das eine Erleichterung.
200 Millionen Stunden, so wird geschätzt, wenden sie weltweit jeden Tag auf,
um Wasser aus weit entfernten Wasserlöchern zu holen.
150
In der Umgebung der Häuser wird das abfliessende Wasser in Gräben geleitet. Die Familien bauen einfache Becken und Teiche, auf denen ein Algen-
150
teppich verhindert, dass zu viel Wasser verdunstet. Das ergibt in jeder
Regenzeit bis zu 80 Kubikmeter Wasser für Gärten und kleine Felder.
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Den ViSumSStempel
Dort wachsen Tomaten, Sonnenblumen für das Öl, Knoblauch, Kohl und
Zwiebeln.
Bei heftigen Regenfällen reisst zerstörerisches Wasser fruchtbare Erde
mit sich. Entlang den Hängen werden kleine Mauern und Gräben gebaut,
Versiegte flüsse, sinkende Wasserspiegel
70 Prozent des globalen Wasserverbrauchs geht aufs Konto
der Landwirtschaft. Die intensive Bewässerung in der industriellen Landwirtschaft hat dazu geführt, dass in vielen Regionen
die Grundwasserspiegel sinken, wie z.B. in Nordafrika und im
nahen Osten, und Flüsse versiegen wie der gelbe Fluss in China oder der Rio Bravo in Mexiko/USA. Die Auswirkungen sind
bedrohlich: Ökosysteme werden zerstört und die Selbstversorgung der Menschen mit Trinkwasser und Nahrungsmitteln
ist gefährdet.
ÄtHiopien
die den Lauf des Wassers bremsen. Die fruchtbare Erde bleibt auf den Feldern.
Das Wasser versickert und die Quellen in der Ebene führen länger Wasser.
An den Hangmauern ausserhalb des Dorfes pflanzen die Bäuerinnen und
Bauern Hecken mit widerstandsfähigen Pflanzen in die Steinwüste:
Feigenkaktus, Salzbusch und Elefantengras. Mit ihren Wurzeln halten sie
die fruchtbare Erde zusammen. Im Boden und in den Pflanzen gespeicher-
7
art und herkunft des Produkts entscheidend
Die Menge des versteckten Wassers variiert nicht nur nach
Produkt, sondern auch nach Anbauregion. Tomaten in holländischen Treibhäusern mit Tröpfchenbewässerung brauchen 10
Liter, in Spaniens heissem Süden sind es 85 und in Ägypten
gar 230 Liter – pro Kilo. Auch bei Fleisch und Milch variiert die
Menge an verstecktem Wasser je nachdem, ob die Kuh mit bewässertem Soja oder Mais aus heissen Ländern gefüttert wird,
wo Wasserknappheit herrscht, oder ob die Kuh Gras von einer
vom Regen bewässerten Wiese frisst. Es gibt beim Wasserverbrauch «harmlose Riesen» wie Kakao oder Vanille, die zwar
viel Wasser brauchen, aber nur aus Niederschlägen. Es gibt
«gefährliche Zwerge», die an sich wenig Wasser benötigen,
Erdbeeren aus Südspanien etwa, die aber mit immer knapperem Grundwasser bewässert werden. Zum virtuellen Wasser
gehört auch all das Wasser, das im Produktionsprozess verunreinigt wird. Deshalb hat der biologische Anbau eine bessere
Wasserbilanz: Hier werden keine Pestizide verwendet, die das
Grundwasser belasten.
tes Wasser bleibt länger verfügbar. Die Pflanzen dienen als Futter für die
Tiere. Der Feigenkaktus, der auch als Umzäunung für Weiden und Höfe
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1000 mm
270 mm
270 mm
Gespeichertes
Wasser
7
2 L’acqua da bere
Se vi è una cisterna che raccoglie l’acqua piovana, le donne, più
e meno giovani, possono risparmiarsi la marcia lunga ore verso la
sorgente.
Wo eine Zisterne das Dachwasser
sammelt, können sich Frauen
und Mädchen den stundenlangen
Marsch zu einer Wasserstelle
sparen.
Wer abfliessendes Wasser in
grossen Becken sammelt,
kann während der Trockenzeit
seine Gärten bewässern.
Bei Gewittern brechen Gräben
und Mauern die Wucht des
abfliessenden Wassers und
verhindern, dass es den frucht­
baren Boden wegschwemmt.
Durch Bepflanzung der Böden
kann er besser Wasser speichern
und wird nicht erodiert.
Der Feigenkaktus liefert Futter für die Tiere sowie
Früchte für die Menschen; vor allem festigt den
Boden mit seinem Wurzelwerk, sodass dieser mehr
Wasser speichern kann.
3 L’acqua per irrigare campi e orti
Chi raccoglie l’acqua corrente in grandi bacini, può irrigare il proprio
orto durante i periodi di siccità.
4 L’acqua che defluisce
Durante i temporali i fossati e i muri di sostegno attenuano la violenza dell’acqua che defluisce, impedendole di trascinare via il terreno
fertile.
5 L’acqua immagazzinata
Alcune piante come il fico d’India, che ha bisogno di poche risorse,
rafforzano il terreno con le loro radici. Inoltre immagazzinano acqua e
nei periodi di siccità fungono da cibo per gli animali.
6
270 mm
264 mm
I MILLE VOLTI DELL’ACQUA
Zerstörerisches
Wasser
80
HADEGA GEBREHIWUT (10 anni)
Scolara
«Portare l’acqua è il mio compito fondamentale».
Paese: Etiopia
Famiglia: nonni, genitori e cinque fratelli
Lingua: amharisch
Religione: cristiano-ortodossa
Il viaggio più lontano: villaggio vicino
La figura di riferimento più importante: la mia mamma
Idolo: mia sorella maggiore
La cosa più importante: il nostro caprettino
Passatempo preferito: sorvegliare le capre
Il desiderio più grande: sposarmi e avere figli
Piatti tipici: focaccia, patate e carote, lenticchie, cavoli, carne, salsa piccante di fagioli, cipolle e pomodori
Bevande tipiche: acqua, caffè
80
270 mm
15’000
1’300
3’000
liter/kg
liter/kg
225
5’000
250
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liter/stück
liter/kg
liter/kg
Liter/tasse
liter/kg
80
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5.2_klappe_aethiopien_264x264_100p.pdf
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40
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AUDIO RACCONTI
«Alzati Hadega! Dobbiamo andare». La voce di mia madre mi sveglia
dai sogni. Non voglio alzarmi. Mi giro dall’altro lato. La mamma mi
prende per le spalle e mi scuote. «Alzati Hadega. Avanti, vieni!».
Il mio nome è Hadega Gebrehiwut, ma tutti mi chiamano soltanto
«la piccola». Non mi piace. Ho dieci anni e non voglio essere «la
piccola». Mia madre mi consola: «non sei piccola, sei grande», dice.
«Cosa farei senza di te?». E questo è vero, cosa farebbe senza di me
e senza Seti. Seti è la mia sorella maggiore. È una testa più alta di
me, ma sono forte tanto quanto lei.
Solo chi è forte può portare per due ore una tanica d’acqua sulla
testa. Questo è il mio compito fondamentale durante il periodo di
siccità. Una volta che le sorgenti si sono prosciugate sull’altopiano,
dobbiamo andare a prendere l’acqua dalla valle.
Quando partiamo da casa è notte. La mamma va avanti, poi ci sono
io. Seti è l’ultima. È freddino. Ho i brividi. Camminiamo velocemente per riscaldarci. Quando dopo due ore arriviamo alla sorgente, è
quasi giorno. Ci sono già molte donne e ragazze di cinque villaggi diversi. Tutte donne e ragazze. Nessun uomo. Nessun ragazzo. A volte
vorrei essere un ragazzo. Di solito dobbiamo aspettare molto tempo.
Le donne hanno disposto le taniche in fila. Le taniche grandi per le
mamme, le piccole e le medie per le ragazze. Dico sempre alla mamma che riuscirei a portare una tanica media, ma mi dà soltanto una
piccola. «Dieci litri sono abbastanza», mi risponde.
La via del ritorno è ovviamente più faticosa dell’andata. Camminiamo
in salita e fa caldo. Quando arriviamo a casa verso le dieci, è tardi e
io sono troppo stanca per andare a scuola.
204
170
264 mm
270 mm
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Wasser für Gärten
und Felder
70
liter/stück
www.wasserfussabdruck.org
1265 mm
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Wasser
zum Trinken
Schweizer Verbrauch an virtuellem Wasser,
das in Nahrungsmitteln steckt
4000 Liter pro Person und Jahr,
davon 82% importiert
dient, liefert süsse Früchte. In Kursen lernen die Frauen, die Kaktusfeigen
zu Konfitüre zu kochen, die sie in die Hauptstadt verkaufen.
200
1
Der Konsum von Nahrungsmitteln, die aus wasserarmen Weltgegenden importiert werden, kann ärmere Bevölkerungsschichten
ihrer Lebensgrundlage entziehen. Trotz entsprechender Bemühungen gibt es aber noch keine Gütesiegel für eine wasserschonende Produktion.
5.2_links_headphones_400p.pdf
7
hol dir hier
den iMMiGrationsteMpel
8
RENDERE L’ACQUA ACCESSIBILE A TUTTI
La zona settentrionale dell’Etiopia viene continuamente colpita da
periodi di carestia. Il clima è molto caldo e secco, piove soltanto
300-500 mm all’anno. Spesso le piogge sono brevi e violente. L’acqua non riesce a penetrare nel terreno, ma defluisce sulla superficie e porta via con sé il terreno fertile. Ogni anno i contadini etiopi
perdono perciò mezzo milione di ettari di terra. Questo corrisponde
circa alla superficie del Cantone del Vallese. Le sorgenti si prosciugano troppo velocemente e i campi inaridiscono. Gli animali devono
essere macellati a causa della mancanza di mangime.
Con una serie di semplici misure, Helvetas aiuta a sfruttare meglio
le poche precipitazioni e ad aumentare la sicurezza alimentare delle
famiglie di agricoltori.
Durante la stagione delle piogge, dopo che un primo scroscio ha trascinato via la polvere, dai tetti cola acqua pulita da bere. Le famiglie
costruiscono le cisterne per raccogliere l’acqua e conservarla nel
periodo di siccità. Per le donne e le ragazze è un sollievo. Si calcola
che ogni giorno in tutto il mondo vengano impiegate 200 milioni di
ore per andare a prendere l’acqua dalle sorgenti molto distanti.
Nei dintorni delle case l’acqua corrente viene incanalata nei fossati.
Le famiglie costruiscono bacini e stagni sui quali un tappeto di alghe
impedisce che evapori troppa acqua. Questo sistema restituisce durante ogni stagione delle piogge fino a 80 metri cubi di acqua per
orti e piccoli campi. Qui crescono pomodori, girasoli per l’olio, aglio,
cavoli e cipolle.
Durante i temporali violenti la potenza dell’acqua distruttrice trascina
via con sé il terreno fertile. Lungo i pendii vengono costruiti muretti
e fossati che frenano la corsa dell’acqua e il terreno fertile resta così
nei campi. L’acqua penetra nel terreno e in pianura le sorgenti forniscono acqua per più tempo.
Sui versanti, al di fuori del paese, i contadini piantano nei deserti
rocciosi piante resistenti come il fico d’India, la salvadora persica e
l’erba elefantina. Con le loro radici queste piante tengono insieme il
terreno fertile. L’acqua immagazzinata nel suolo e nelle piante resta
a lungo accessibile. Le piante fungono da cibo per gli animali. Il fico
d‘India, che serve anche da recinzione per i pascoli e le fattorie, produce frutti dolci. Nei corsi di cucina le donne imparano a preparare
marmellate di fichi d‘India che poi vendono nella capitale.
9
L’ACQUA NASCOSTA
Nella produzione di prodotti alimentari (e altri beni di consumo) si utilizzata l’acqua, che però non si vede nel prodotto finito. I ricercatori
parlano di acqua nascosta oppure virtuale. In Svizzera ogni persona
alimentandosi consuma ogni giorno 4 000 litri d’acqua nascosta.
Circa la metà di questa acqua è dovuta al consumo di carne, poiché
coltivare foraggio per gli animali, come cereali e soia, necessita di
molta acqua. Chi rinuncia alla carne consuma solamente circa 2 000
litri d’acqua nascosta.
TIPO E ORIGINE DEL PRODOTTO SONO DETERMINANTI
La quantità di acqua nascosta non varia solo da prodotto a prodotto,
ma anche a seconda della regione in cui viene coltivato. I pomodori
che crescono nelle serre olandesi secondo il sistema di irrigazione
a goccia hanno bisogno di 10 litri d’acqua, quelli nel caldo sud della
Spagna di 85 litri e in Egitto addirittura di 230 litri – al chilo. Anche
per carne e latte la quantità di acqua nascosta varia. Infatti può cambiare a seconda se la mucca è nutrita con soia o mais provenienti da
Paesi caldi in cui l’acqua scarseggia, oppure se mangia l’erba di un
prato che è stato bagnato abbondantemente dalle piogge.
Nel consumo d’acqua ci sono «giganti buoni» come il cacao e la
vaniglia, che consumano molta acqua, ma che lo fanno attingendo
solo dall’acqua piovana. Ci sono anche dei «piccoletti pericolosi»
che invece necessitano di poca acqua per sé stessi, come le fragole
della Spagna del sud, ma che sono annaffiati con acqua freatica che
diventa sempre più scarsa. Anche tutta l’acqua inquinata durante il
processo di produzione è considerata acqua virtuale. La produzione
biologica ha un bilancio migliore per quanto riguarda l’acqua: infatti
non si usano pesticidi, che inquinano l’acqua freatica.
FIUMI CHE SI PROSCIUGANO E LIVELLO DELL’ACQUA CHE SI
ABBASSA
Il 70% del consumo d’acqua mondiale va a finire nell’agricoltura. L’irrigazione intensiva dell’agricoltura industriale ha causato l’abbassamento del livello dell’acqua freatica in molte regioni, come in Africa
del Nord e nel Vicino Oriente: i fiumi si prosciugano come il Fiume
Giallo in Cina o il Rio Grande in Messico/USA. Le conseguenze
sono minacciose: gli ecosistemi vengono distrutti e l’autoapprovigionamento degli esseri umani con acqua potabile e prodotti alimentari
è messo in pericolo.
Il consumo di prodotti alimentari importati da zone del pianeta in cui
l’acqua scarseggia può sottrarre risorse vitali alle fasce più povere
della popolazione. Nonostante gli sforzi, non esiste ancora un marchio di qualità per una produzione acqua-friendly.
CONSUMO D’ACQUA PER PRODOTTO ALIMENTARE:
1 mela 70 l, patate 250 l/kg, mais 900 l/kg, pane 1 300 l/kg, riso
3 000 l/kg, formaggio 5 000 l/kg, 1 uovo di gallina 225 l, carne di
manzo 15 000 l/kg, 1 tazza di caffè 140 l, www.impronta-idrica.org
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5.2_rechts_1110x2110_400p.pdf
Die Crevetten werden als
Delikatesse verkauft.
Und was haben wir davon? »
Nationalität
1
6
crevetten schÄdlich?
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Refat Jahangir (18 Jahre)
Fischer
Wo sind
Liebstes/wichtigstes Objekt
Bangladesch
Familie
Mein Fahrrad
Liebste Freizeitbeschäftigung
Eltern, 6 Geschwister
Plaudern mit Freunden am Marktplatz
Sprache
Grösster Wunsch
Bengali
Moslem
Ich gehe zur Mittelschule und
möchte eines Tages eine besser
bezahlte Arbeit
Weiteste Reise
Typisches Essen
Nächste Küstenstadt
Mein Vater
Reis, Fisch, Kürbis, Spinat,
Curry mit Kartoffeln und grünen
Bohnen, Tomaten
Idol, Vorbild
Getränk
Mein älterer Cousin
Wasser
Religion
Wichtigste Bezugsperson
Kurzsichtiges Gewinnstreben
schädigt die umwelt
Mit 250 Flüssen und 80’000 km2 Fanggründen, was zweimal der Fläche der
Schweiz entspricht, ist Bangladesch ein Wasserland. Fisch deckt 70 Prozent
dAs meer Als
SeLBStBeDieNuNGSLaDeN
des Eiweissbedarfs der Menschen. Seit einigen Jahren ist Bangladesh auch
einer der weltweit grössten Erzeuger von Crevetten. Mit einer Produktion
270 mm
7
2
3
4
von 30‘000 Tonnen und Exporteinnahmen von über 300 Millionen Franken ist
die Produktion dieser Delikatesse ein wichtiger Wirtschaftsfaktor geworden,
5
der einer Million Menschen Arbeit verschafft.
9
Die Meere werden wie Niemandsland behandelt, das verschmutzt und ausgebeutet werden kann. Abfälle, Überdüngung,
der unkontrollierte Abbau von Bodenschätzen und Tankerunglücke beeinträchtigen das Ökosystem Meer. Und das Meer
wird immer leerer. Fast überall werden mehr Fische gefangen,
als durch natürliche Vermehrung nachwachsen.
8
Die Crevettenzucht belastet aber die umwelt. 190’000 Hektar wertvolle
Mangroven und fruchtbares Land wurden für die Crevettenbecken geopfert.
Ohne den Schutz der Mangrovenwälder vor den Küsten steigt Meerwasser
weit in die Flussmündungen hinauf. Die Erträge aus dem Flussfischfang
sind um 80 Prozent zurückgegangen. Auch die Erträge der Reisfelder gehen
wegen der Versalzung zurück.
Boden ist im dicht besiedelten Bangladesch ein knappes Gut. Im Südwesten
sorgten einflussreiche Leute dafür, dass Deiche geöffnet und die Felder
von Salzwasser überflutet wurden. Wegen der Versalzung der Böden gingen
die Erträge der Reisfelder zurück. Das hat die Bauern vertrieben und es
den Grossinvestoren ermöglicht, Becken für die Crevettenzucht zu bauen.
150
Mit Crevetten ist kurzfristig viel Geld zu verdienen. Dank Kraftfutter wachsen
150
die Tiere in 40 Tagen zu beachtlicher Grösse heran und erzielen hohe Preise.
Damit sich in den dicht besetzten Becken keine Krankheiten verbreiten, werden
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Den ViSumSStempel
pestizide oder Antibiotika eingesetzt. Teile dieses starken Cocktails
gelangen in die Flüsse, Fischarten sterben aus, die Fischzucht wird ebenfalls
beeinträchtigt.
BAnGlADeScH
Auch in der Crevettenzucht regiert der markt. Weil auch andere Länder auf
Crevetten setzen, sind die Preise gefallen. In Bangladesch könnte man
heute mit Reis mehr verdienen als mit Crevetten, und viele Arbeiter in der
Schwimmende fabriken auf Grossfang
Fisch ist zu billig, weil er «gratis» gefangen werden kann. Früher setzte die Technik dem Hochseefischfang Grenzen, man
blieb in Küstennähe. Mittlerweile werden Satelliten eingesetzt,
um Fischschwärme aufzuspüren. Und die Schiffe der Fischereinationen sind zu schwimmenden Fabriken ausgebaut worden,
die den Fisch tonnenweise fangen und verarbeiten. «Unbrauchbare» Fische werden als sogenannter Beifang tot ins Meer
zurückgeworfen. In den Netzen verheddern sich auch Delfine
und Schildkröten, die darin kläglich verenden.
Die Hochseeschiffe drängen immer häufiger auch in küstennahe Gewässer, wo die Holzboote der afrikanischen und
asiatischen Kleinfischer nicht mit ihnen konkurrieren können.
Für Letztere bleiben vielerorts nicht mehr genug Fische übrig,
um davon leben zu können.
Mit der modernen Hochseefischerei stieg die Entnahme
enorm: 1950 wurden 20 Megatonnen (20 Milliarden Kilo) Fisch
gefangen, im Jahr 2000 waren es 100 Megatonnen. Der Ertrag
der industriellen Fischerei wird übrigens nur zum kleinen Teil
direkt von Menschen konsumiert. Fischöl und Fischmehl werden
zu Tierfutter verarbeitet und in der industriellen Hühner- und
Schweinezucht eingesetzt.
100’0000
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1900
1000 mm
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270 mm
270 mm
PERCHÉ ALLEVARE GAMBERETTI CAUSA PROBLEMI?
Markt
In der Crevettenzucht werden
Chemikalien eingesetzt.
Das Kraftfutter für die
Crevetten ist teuer geworden.
Die Rückstände bleiben im
Boden und vergiften Fische
ebenso wie Menschen.
Der Crevettenpreis fällt,
weil auch andere Länder die
Produktion forcieren.
264 mm
270 mm
Pestizide und.
Antibiotika
2 Per l’ambiente
Per allevare i gamberetti sulle coste vengono disboscate preziose
foreste di mangrovie; di conseguenza il terreno retrostante non è più
al riparo dalle inondazioni.
3 Per il terreno
I terreni inondati dall’acqua di mare si rovinano e diventano sterili.
L’aumento della salinità fa allontanare dai fiumi anche i pesci.
4 Per gli esseri umani e gli animali
Per allevare i gamberetti si usano pesticidi e antibiotici. I residui rimangono nel terreno e avvelenano sia i pesci che gli esseri umani.
5 Per il mercato
Il foraggio è diventato costoso; allo stesso tempo il costo dei gamberetti diminuisce perché anche altri Paesi ne forzano la produzione.
6
REFAT JAHANGIR (18 anni)
Pescatore
«I gamberetti vengono venduti come leccornie. E quale vantaggio ne ricaviamo noi?».
Paese: Bangladesh
Famiglia: genitori e sei fratelli
Lingua: bengali
Religione: musulmana
Il viaggio più lontano: nella città costiera vicina
La figura di riferimento più importante: mio padre
Idolo: mio cugino maggiore
La cosa più importante: la mia bicicletta
Passatempo preferito: chiacchierare con gli amici alla piazza del mercato
Il desiderio più grande: frequentare la scuola media e avere un
giorno un lavoro meglio retribuito
Piatti tipici: riso, pesce, zucca, spinaci, curry con patate e fagiolini,
pomodori
Bevande tipiche: acqua
272 mm
264 mm
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1910
1920
1930
1940
1950
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1970
1980
1990
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272 mm
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AUDIO RACCONTI
Una bella giornata è una giornata in cui ho male alle braccia per aver
sollevato pesi, quando i due cestini da pesca sono pieni. Una volta
era quasi sempre così, dicono gli anziani. Una volta qui si catturavano i pesci a mani nude tra le mangrovie. A questo non ci credo
proprio. Ma che il pescato diminuisce l’ho notato anch’io. Quando
ho cominciato con la pesca, ero ancora un ragazzo. Io e mio nonno
andavamo a pesca nei canali stretti attraverso le mangrovie. Ah sì, dimenticavo, mi chiamo Refat Jahangir, 18 anni, pescatore. Andavamo
a pesca nei canali stretti attraverso la foresta di mangrovie. Ovunque
nell’acqua vedevamo i piccoli anelli che compaiono quando un pesce sale un attimo in superficie. Era un paradiso.
Poi sono arrivati gli allevamenti e le vasche di gamberetti. All’inizio
tutti esultavano. Finalmente nascevano posti di lavoro. Finalmente
anche il nostro villaggio poteva trarre vantaggio dal progresso. Poi
hanno creato 50, 100 allevamenti e ciascuno con numerose vasche.
Brulicano di gamberetti. E dato che sono così tanti, si ammalano
facilmente. Per evitarlo, si somministrano loro vari antibiotici.
Le mangrovie che ci avevano protetti dal mare sono state disboscate. I pesci sono scomparsi. Questa è la prima cosa che abbiamo
notato. In seguito i contadini si sono lamentati che con l’alta marea
l’acqua salata saliva sempre più contro corrente e rovinava i campi.
E ora durante le burrasche le grandi onde colpiscono la campagna
e strappano via il terreno.
I gamberetti, così ho sentito, vengono venduti all’Europa come leccornie. E quale vantaggio ne ricaviamo noi? Nessuno. Noi perdiamo
le risorse fondamentali per la nostra vita. I contadini perdono il terreno e i pescatori perdono i pesci. Ho anche riflettuto se abbandonare
la pesca, se cercare lavoro in un allevamento di gamberetti. Non è
più così facile come una volta. I primi allevamenti sono stati già chiusi. Le vasche sono contaminate dai medicinali in modo così pesante
che i gamberetti ne muoiono. Mi chiedo dove sono adesso tutti quegli allevamenti di gamberetti.
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270 mm
20 40
272 mm
1
Die Versalzung vertreibt auch
die Fische aus den Flüssen.
500’0000
400’0000
200’0000
1265 mm
270 mm
Datei
Von Meerwasser überflutete
Böden versalzen und werden
dadurch unfruchtbar.
700’0000
600’0000
behandelt werden. Der Fang bringt gesunde Crevetten für den Verkauf und
dazu kleine Fische für die eigene Küche.
5.2_inszen_bangladesch_270x270_100p.pdf
Damit fehlen auch die Puffer,
die das dahinter liegende Land
vor Überflutung schützen.
800’0000
der Gewinn ist bescheidener, dafür aber dauerhafter. Die Crevetten werden
weniger intensiv gefüttert und dürfen nicht mit Pestiziden oder Antibiotika
272 mm
Für die Crevettenzucht an
den Küsten werden wertvolle
Mangrovenwälder abgeholzt.
900’0000
Wegen Überfischung wurden die Bestände so stark dezimiert,
dass ab den 1990er Jahren kaum mehr Kabeljau gefangen wird.
Die nachhaltige Produktion von Crevetten braucht etwas mehr Zeit, und
7
Boden
fangmenge von Kabeljau, in tonnen
300’0000
Crevettenindustrie wären gerne wieder Reisbauern. Doch die Mangroven
sind für immer verloren, und die Böden werden Jahre brauchen, um sich zu
regenerieren.
Umwelt
fischbestände sind massiv bedroht
Ein Viertel der Meerfische ist heute gefährdet, die Hälfte der Bestände ist so dezimiert, dass sich die Populationen nur schwer
erholen. Dazu zählen Hai-Arten, Kabeljau, Heilbutt, Blauflossen-Thunfisch und Granatbarsch. Zum Schutz und zur Erholung
der Bestände werden zwar internationale Fischereiabkommen
ausgehandelt. Die festgelegten Fangquoten überschreiten aber
regelmässig die Empfehlungen des Internationalen Rats für
Meeresforschung. Ohne eine Ausweitung der Meeresschutzgebiete und Fischerei-Schutzzonen werden sich die Fischbestände nicht mehr erholen können.
In der Schweiz werden jährlich 17 kg Fisch pro Kopf verzehrt.
Davon werden 95 Prozent importiert. Nur 5 Prozent stammen
aus einheimischen Gewässern. Organisationen wie Fair Fish
empfehlen, Schweizer Fisch zu bevorzugen und bei Meeresfischen auf das MSC-Label zu achten.
5.2_links_headphones_400p.pdf
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5.2_ausziehtafeln_565x545_100p.pdf
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5.2_links_1110x2110_400p.pdf
IL PROFITTO A BREVE TERMINE
DANNEGGIA L’AMBIENTE
8
Con i suoi 360 fiumi e 80 000 km2 di fondali, che corrispondono a
due volte la superficie della Svizzera, il Bangladesh è un Paese d’acqua. Il pesce copre il 70% del fabbisogno proteico delle persone.
Da alcuni anni, il Bangladesh è anche uno dei maggiori produttori di
gamberetti al mondo. Infatti con una produzione di 30 000 tonnellate e un utile di oltre 300 milioni di franchi dovuto all’esportazione,
il commercio di questa leccornia è diventato un importante fattore
economico che procura lavoro a un milione di persone.
Tuttavia allevare gamberetti inquina l’ambiente. 190 000 ettari di
preziose mangrovie e terre fertili sono state sacrificate per fare posto alle vasche di gamberetti. Senza la protezione delle mangrovie
davanti alle coste, l’acqua di mare sale lungo le foci dei fiumi. Così il
ricavato dalla pesca di fiume è diminuito dell’80% e quello dei campi
di riso diminuisce a causa dell’aumento della salinità.
Lo Stato del Bangladesh è densamente popolato, di conseguenza
il suo terreno rappresenta purtroppo un bene limitato. A sud-ovest
alcune persone più influenti hanno aperto gli argini e fatto sì che i
campi fossero inondati dall’acqua marina. L’aumento della salinità ha
causato una diminuzione del profitto dei campi di riso, gli agricoltori
sono stati cacciati e i grandi investitori hanno potuto costruire vasche per allevare i gamberetti.
Con i gamberetti si può guadagnare molto e in breve tempo. Infatti
grazie al foraggio, in 40 giorni gli animali crescono considerevolmente e possono quindi essere venduti a un prezzo alto. Per contrastare
le malattie nelle vasche sovraccariche di gamberetti, si usano pesticidi o antibiotici. Parte di questo cocktail letale va a finire nei fiumi,
causa la morte di molte specie di pesce e allo stesso tempo ne
danneggia l’allevamento.
Anche nell’allevamento di gamberetti governa il mercato. Siccome
anche altri Paesi puntano sul mercato dei gamberetti, i prezzi sono
diminuiti. Oggi in Bangladesh con il riso si potrebbe guadagnare
più che con i gamberetti e fra coloro che lavorano nell’industria dei
gamberetti, molti tornerebbero volentieri alla coltivazione del riso.
Purtroppo le mangrovie sono perse per sempre e i terreni avranno
bisogno di anni per rigenerarsi.
La produzione sostenibile di gamberetti ha bisogno di più tempo; il
profitto è modesto, in compenso però duraturo. I gamberetti sono
nutriti con minore intensità e non sono più curati con pesticidi o antibiotici. La pesca porta gamberetti sani destinati alla vendita e anche
piccoli pesciolini per la propria cucina.
9
IL MARE È COME UN SUPERMERCATO
I mari sono trattati come la terra di nessuno: tutti possono inquinarli
e sfruttarli. Rifiuti, eutrofizzazione, estrazione incontrollata di minerali
e catastrofi petrolifere pregiudicano l’ecosistema marino. Di conseguenza il mare è sempre più vuoto: quasi ovunque la pesca supera
la capacità di riproduzione dei pesci.
FABBRICHE GALLEGGIANTI E GRANDE PESCA
Il pesce è troppo conveniente: può essere catturato «gratuitamente».
In passato la tecnica fissava dei limiti alla pesca in alto mare, si restava piuttosto vicino alla costa; oggi invece si usano dei satelliti per
rintracciare i banchi di pesce. I pescherecci sono stati trasformati in
fabbriche galleggianti in cui si cattura o lavora il pesce a tonnellate.
Il pesce «inutilizzabile» viene scartato e rigettato in mare senza vita.
Purtroppo nelle reti restano intrappolati anche delfini e tartarughe
che vanno così incontro ad una morte terribile.
Le navi d’alto mare si spingono sempre più spesso verso acque vicine alla costa, dove le imbarcazioni di legno di piccoli pescatori
africani e asiatici non posso certo competere con loro. Per questi,
poi, in molti posti non resta più pesce a sufficienza per poter vivere.
Con la pesca d’alto mare moderna la quantità di pescato è aumentata notevolmente: nel 1950 sono stati catturati 20 megaton di pesce
(20 miliardi di chili), nel 2000 erano 100 megaton. Solo una piccola
parte del raccolto della pesca industriale è consumato direttamente
dagli esseri umani. Olio e farina di pesce vanno a finire nel cibo degli
animali e sono usati per l’allevamento industriale di polli e maiali.
LE RISERVE DI PESCE SONO SERIAMENTE MINACCIATE
Oggi un quarto dei pesci di mare è in via di estinzione, la metà delle riserve di pesce è talmente decimata che le popolazioni ittiche
possono riprendersi solo con difficoltà. Fra le varietà in pericolo ci
sono diverse specie di squali, merluzzi, ippoglossi, tonni pinna blu e il
pesce specchio atlantico. Per proteggere e recuperare queste riserve si negoziano accordi internazionali sulla pesca. Le percentuali di
pesca stabilite oltrepassano però regolarmente le raccomandazioni
del Consiglio internazionale per l’esplorazione del mare (CIEM). Se
non vengono allargate le aree di protezione, le riserve di pesce non
si riprenderanno mai più.
In Svizzera ogni anno si consumano circa 17 chili di pesce per persona, il 95% è pesce importato, mentre solo il 5% proviene dalle
nostre acque. Le organizzazioni come Fair Fish raccomandano di
consumare preferibilmente pesce svizzero e di fare attenzione all’etichetta MSC quando si decide di comprare pesce di acqua salata.
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VIAGGIO NEL FUTURO
Lindsay Breed, (LB):
Ricercatrice e capo dell’istituto «Innovation
in Agriculture» presso la Corn University
(USA)
Materre
B äuerin
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205 0»
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(Senegal)
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ch e r h e i t . »
Fritz Ackermann, (FA):
Agricoltore a Schleitheim SH, consigliere
nazionale
Claudine Materre, (CM):
Politologa, agricoltrice e presidente dell’iniziativa «Sicurezza Alimentare 2050» per i
piccoli agricoltori africani con sede a Dakar
(Senegal)
FC: C’è un mediatore, per caso?
LB: Magari prima di cominciare presentiamoci brevemente. Allora, io sono Lindsay
Breed, alcuni di voi forse conoscono il mio
nuovo libro «Come sfamare 9 miliardi di
persone». Nel 2050 saremo in 9 miliardi e
non vogliamo certo che qualcuno patisca la
fame.
FA: A noi interessa parlare degli 8 milioni
di abitanti in Svizzera. E del mantenimento
delle aziende contadine. Ma permettetemi di
presentarmi: Fritz Ackermann, agricoltore e
consigliere nazionale. Arrivo adesso da una
sessione della Commissione che si occupa
di agricoltura del Consiglio nazionale in cui
abbiamo...
FC: Per favore, solo una breve presentazione! Mi chiamo François Commercier. La
Agrotrading SA, la nostra ditta commerciale,
fornisce prodotti alimentari a chi ne ha bisogno. Questo è il nostro contributo all’alimentazione mondiale.
CM: Di quali prodotti alimentari si tratta?
FA: Cereali, frutta, verdura, foraggio per animali e carne.
CM: Ali di pollo e orecchie di maiale. La carne che nessuno vuol mangiare in Europa.
FA: C’è qualcosa di sbagliato?
CM: Certo. I nostri agricoltori ...
LB: Per favore si presenti!
CM: Sì, scusate. Claudine Materre. La nostra associazione «Sicurezza Alimentare
2050» vuole sostenere i milioni di piccoli
agricoltori in Africa. Saranno loro a nutrire il
nostro continente.
FC: Al momento queste piccole aziende
producono alimenti soltanto per la propria
famiglia. Quando ci riescono. Però, mi chiedo, chi deve sfamare tutti gli abitanti delle
città? Carri bovini trainati da buoi e falci non
sono certo sufficienti! Per farlo sono neces-
1150 mm
François Commercier, (FC):
CEO Agrotrading SA, Ginevra, Segretario
del gruppo di interesse «Grain, Brain and
Freetrade» (GBFT)
sarie grandi aziende, impianti di irrigazione,
prodotti chimici. E l’ingegneria genetica.
CM: Le vostre grandi aziende rubano terra
e acqua alle aziende più piccole. Producono per dieci, forse vent’anni, costi quel che
costi. E poi i terreni si impoveriscono. Duri
come la pietra. Un semideserto.
FA: Nella nostra fattoria ci occupiamo di
agricoltura da 300 anni e ancora oggi abbiamo un gran bel raccolto.
FC: Più che altro un raccolto che costa! In
Svizzera per i prodotti alimentari pago di più
di qualsiasi altro posto in Europa. Noi possiamo fornirvi gli stessi prodotti a un prezzo
molto più vantaggioso. Ovunque.
CM: Per le piccole aziende agricole è disastroso. Mais dagli USA. Pomodori dall’Europa. E noi sovvenzioniamo tutto ciò. I nostri
piccoli agricoltori non possono certo competere con prezzi del genere.
FC: Cosa c’è di sbagliato se una mamma
africana desidera acquistare per la propria
famiglia alimenti che siano il più economici
possibile e se questi vengono da un altro
Paese?
François Commerci
CEO Agrotrading SA, Genf
Sekretär der Interessensgruppe
«Grain, Brain and Free Trade»
«Der globale Handel schafft
günstige Preise für alle.»
1150 mm
Discussione: come possiamo sfamare
9 miliardi di persone entro il 2050?
LB: Economici. Giusto. Però abbiamo già visto tutti come possono esplodere i prezzi del
mercato mondiale e poi restare alti per mesi.
Lì la mamma africana non ha scampo. Per
sicurezza alimentare s’intende un’altra cosa.
FC: Con il commercio si generano incassi.
Questi soldi vengono investiti. La produzione aumenta. Si produce di più, in genere anche per il mercato locale.
FA: La sicurezza alimentare esiste dove le
aziende agricole producono per il mercato
regionale. Come è il caso per la Svizzera.
Possiamo farlo perché il prezzo delle importazioni viene aumentato in dogana. Senza
questa protezione doganale anche la Svizzera sarebbe inondata da prodotti alimentari
sovvenzionati e a buon mercato.
FC: Però questo costa miliardi a contribuenti e consumatori. Nella ricca Svizzera possiamo permetterci questo lusso. Gli agricoltori
che producono per il mercato locale sono
destinati a fallire!
CM: Le nostre aziende agricole spariscono
a causa della concorrenza da parte dei Paesi industrializzati dove l’agricoltura è sovvenzionata. Questo è un fatto. Dobbiamo proteggere la nostra agricoltura. Solo in questo
modo è possibile combattere la fame.
FA: L’agricoltura non può essere semplicemente lasciata al mercato libero. L’alimentazione non è un lusso, ma un diritto dell’uomo.
E la produzione alimentare necessita di protezione e linee guida da parte dello Stato.
CM: La politica internazionale non lo vuole.
I Paesi ricchi pensano solo a se stessi. Ma
noi cosa vogliamo per il futuro? Una grande
agricoltura che funzioni con il minor numero
possibile di lavoratori? O piuttosto una rete
di aziende familiari che garantisca un reddito
a molte persone?
FC: Per l’amor del cielo! Dove vive? Il mondo è diventato un grande paese. La concorrenza crea novità ben gradite. E lei vuole di
nuovo alzare muri e proteggere artificialmente i piccoli agricoltori. Così non progrediremo mai.
FA: Finora ce la siamo cavata.
FC: E allora da dove arriva la soia che il signor Ackermann dà ai suoi manzi da ingrasso? Dal Brasile o dall’Argentina. E chi la porta in Svizzera? Il commercio mondiale libero!
FA: Erba e fieno da soli non bastano. Ecco
perché acquistiamo foraggio per animali.
Che alternativa abbiamo? Dobbiamo mangiare meno carne?
FC: A casa mia mangiamo carne solo una
volta a settimana. Mia moglie è vegetariana.
LB: Le statistiche mostrano che il consumo
di carne mondiale non diminuisce, anzi aumenta. Tutte le persone che in India, Cina
e Brasile riescono ad uscire dalla povertà
vogliono più carne. Dobbiamo proibirglielo?
CM: Proibire no, però si può vendere a un
prezzo più alto. Per 1 chilo di carne di manzo ci vogliono 10 chili di mangime. Quindi la
carne è un prodotto alimentare lavorato. È
davvero troppo a buon mercato.
FC: (Con Peter W.) Non in Svizzera!
FA: L’allevamento moderno di animali in
Svizzera ha il suo prezzo.
LB: Mi sembra più importante sapere di
quanta ricerca abbia bisogno l’agricoltura
per nutrire il mondo anche in futuro. Abbiamo bisogno dell’ingegneria genetica? Abbiamo bisogno di pesticidi più efficaci? È
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Claudine
M a t e r r e Claudine Materre
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Kleinbauern-Initiative
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Sitz
in
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(Senegal)
Politologin und Bäuerin
Präsidentin der afrikanischen
Kleinbauern-Initiative
«Sécurité Alimentaire 2050»
mit Sitz in Dakar (Senegal)
«Ohne
Kleinbauern
ke i n e
E r n ä h r u n g s s i ch e r h e i t . »
«Ohne Kleinbauern keine
Ernährungssicherheit.»
Fritz Ackermann
Lindsay Breed
Forscherin
Leiterin des Instituts für
«Innovation in Agriculture»
an der Corn University (USA)
Bauer in Schleitheim SH
Schweizer Nationalrat
«Lokale Nahrungsproduktion
braucht staatlichen Schutz.»
«Innovation garantiert gute
Ernten überall auf der Welt.»
necessaria un’irrigazione ad alta tecnologia?
FA: Per me l’ingegneria genetica in ambito
agricolo è una cosa impensabile.
LB: Che cos’ha contro le varietà di cereali
che sfidano il riscaldamento climatico e che
hanno bisogno di meno acqua? In futuro di
acqua ce ne sarà sempre meno. Perché l’ingegneria genetica non dovrebbe provvedere
a produrre ortaggi con vitamine aggiuntive?
FA: Tutto ciò si può ottenere anche con la
coltivazione.
LB: Non tutto, qui la devo contraddire.
CM: Ma finora cosa ha portato l’ingegneria
genetica? Un nuovo tipo di pianta sviluppata
grazie a una multinazionale, resistente al pesticida della stessa multinazionale.
LB: E cosa mi dice delle verdure vitaminiche?
CM: Per gli agricoltori africani non è importante perché non possono permettersi la
semenza.
LB: Non è la ricerca ad esserne responsabile!
CM: Qui dovrebbe appunto intervenire la
politica internazionale e regolamentare le
cose.
FA: La politica però non può regolamentare
tutto …
CM: Ad esempio può promuovere la ricerca che è orientata specialmente a piccole
aziende agricole. In questo ambito infatti c’è
ancora molto da migliorare.
FC: Qui per la prima volta ci troviamo d’accordo!
FA: Ciò che mi dà più da pensare in tutta la
faccenda dell’alimentazione sono gli sprechi.
LB: Un terzo dei prodotti viene buttato op-
pure marcisce nel passaggio fra terreno e
consumatore. Si tratta di 1,3 miliardi di tonnellate di prodotti alimentari. Senza queste
perdite già oggi si produrrebbe a sufficienza
per poter nutrire tutti gli abitanti della Terra
nel 2050.
CM: Sprechi. Non in Africa.
FA: Ogni volta che vedo cosa butta la gente
nell’immondizia mi viene male. Se penso che
noi durante la guerra abbiamo addirittura
coltivato patate sulla piazza del Sechseläuten a Zurigo! Come contributo alla sicurezza
alimentare.
CM: Lo scorso autunno ho visitato il suo Paese. La frutta non viene raccolta, sui campi
giacciono le carote che non rispettano gli
standard. Anche questi sono sprechi.
FC: Anche gli standard fanno parte della
produzione razionale di prodotti alimentari.
Per i bellissimi vecchi alberi che producono
tipi di mele non più richiesti e per l’idillio biologico non c’è posto.
LB: Sicuro di non sbagliarsi? Uno studio ha
mostrato che gli agricoltori biologici chirghisi
raccolgono, per ettaro, quasi tanto cotone
quanto le aziende intensive australiane.
FA: Anch’io sono stato educato a liberare
ogni albero fino all’ultima mela. Oggi però
dobbiamo lavorare in maniera razionale.
FC: Vuole tornare indietro ai vecchi tempi?
LB: Non si tratta di tornare indietro.
FA: Dobbiamo preservare quello che c’è di
buono!
CM: Non tornare indietro, bensì proseguire
verso nuovi valori!
LB: La mentalità dell’avarizia non ci fa progredire.
FA: Chi vuole continuare a mangiare con
poco, rovina gli agricoltori.
CM: Abbiamo bisogno di prezzi che coprano i costi per i prodotti alimentari. Non solo
nell’ambito del commercio equo, in tutto il
commercio.
LB: Possiamo concludere dicendo che per
sfamare il mondo abbiamo bisogno di agricoltori e che gli agricoltori necessitano di
metodi di produzione migliori, risorse più
sicure e prezzi onesti per i propri prodotti?
LETTORE DEI CODICI A BARRE
A FIANCO DELLA TESTA DEL PROFESSORE (PREVISIONI DEL FUTURO)
Leonora Gomez, Honduras
Che futuro si prospetta per Leonora Gomez? Secondo la prima ipotesi, il processo di concentrazione mondiale nel settore alimentare
continuerà, con grandi piantagioni e grandi gruppi. I piccoli agricoltori non potranno effettuare gli investimenti necessari per il trattamento dei grani di cacao e saranno esclusi. In altre parole: escono
dal gioco. Leonora Gomez ad esempio venderà la sua piccola piantagione a un grande proprietario terriero e i suoi figli un giorno si
dovranno spostare in una baraccopoli della capitale.
Fortunatamente però, è possibile osservare anche delle controtendenze, che costituiscono la base della nostra seconda ipotesi. Si
parte dal presupposto che la domanda di prodotti del commercio
equo e biologici aumenti così tanto che i grandi distributori dovranno reagire a questa tendenza. Per quanto riguarda il cacao per
esempio, in cinquant’anni metà di tutta la merce passerà per i canali
del commercio equo. Questo rafforzerà la posizione delle piccole
aziende agricole: in questo modo i successori di Leonora Gomez
gestiranno una piccola e redditizia piantagione di cacao e i loro figli
avranno accesso a una formazione scolastica superiore.
Refat Jahangir, Bangladesh
Volete sapere cosa aspetta i giovani pescatori in Bangladesh? I calcoli sui modelli tracciano un’immagine negativa. Al momento nulla fa
pensare che il disboscamento delle mangrovie potrà cessare. Non
sono nemmeno previsti accordi vincolanti contro lo sfruttamento ittico (pesca eccessiva). In quest’ottica Refat Jahangir, così si chiama
questo giovane, non ha nessun futuro come pescatore. Questa sarebbe la peggiore delle ipotesi.
Tuttavia non sarebbe la prima volta nella storia dell’umanità in cui la
politica reagisce a catastrofi incombenti all’ultimo momento. La comunità internazionale potrebbe giungere ad accordi vincolanti sulla
protezione delle foreste e della pesca già verso la metà dei prossimi
anni Venti. Se così fosse il patrimonio forestale e quello ittico si potrebbero facilmente riprendere – lo dimostrano le esperienze raccolte in Costa Rica e con la pirateria mercantile al Corno d’Africa. Se
questa seconda ipotesi si verificasse, i pescatori avrebbero di nuovo
una prospettiva per il futuro.
Hadega Gebrehiwut, Etiopia
Nel 2050 Hadega sarà nonna e potrà attingere l’acqua da una fontana nel suo paese. Solo se il Governo etiope continuerà ad interessarsi delle persone e non del proprio arricchimento personale,
questo Paese caratterizzato dalla grande siccità potrà fare dei progressi. Nei prossimi decenni in Etiopia si costruirà una fitta rete di
fontane e pozzi, inizialmente grazie all’aiuto di fondi dall’estero, poi
con le proprie forze. Le difficoltà saranno sicuramente enormi. La
popolazione crescerà ancora per alcuni decenni, tuttavia avrà sempre meno acqua a disposizione a causa del cambiamento climatico
e dell’esaurimento delle riserve di acqua freatica. Se non si farà nulla
per combattere il cambiamento climatico anche in Etiopia, altre parti
del Paese diventeranno inabitabili.
João Felipe Maria Carneiro, Brasile
Che futuro si prospetta per il grande proprietario terriero brasiliano
João Felipe? Manterrà la propria ricchezza e potrà accrescerla ulteriormente. I migliori esperti di agricoltura pronosticano entro il 2050
un raddoppio del consumo di carne a livello mondiale e allo stesso
tempo un aumento del prezzo della carne e un bisogno crescente di
alimenti per animali. Questo sviluppo è positivo per persone come
João Felipe e negativo per la natura. Il dissodamento della foresta
amazzonica progredisce. Il Brasile potrebbe diventare sterile. I sociologi, invece, vedono un futuro meno drammatico grazie al mutamento dei valori nelle società occidentali. Via dalla quantità, spazio
alla qualità. Le persone mangiano meno, in compenso però mangiano carne di produzione ecologica; oppure diventano completamente
vegetariane. Non per questo João Felipe diventerà povero: resterà
una persona benestante, ma non conterà più sull’espansione della
propria proprietà a scapito della foresta.
John Shriver, USA
Utili di speculazione nel commercio dei prodotti alimentari. Carburante dai prodotti alimentari. In futuro la politica dovrà reagire a sviluppi
negativi di questo tipo. Nuove leggi regolamenteranno il commercio
delle materie prime. Una minuscola tassa per ogni transazione rallenterà la negoziazione in borsa. Lo Stato non favorirà ulteriormente la
promozione di agrocarburanti e il mais non finirà più nei serbatoi della benzina, bensì nei piatti della gente (a prezzo accettabile). Cosa
succederebbe però se la Borsa aumentasse ulteriormente i ritmi e
il potere? E se l’economia energetica dovesse puntare ancora sugli
agrocarburanti? E se i grandi gruppi usando il proprio potere sul
mercato alzassero i prezzi ancora di più? A quel punto tutto crollerebbe, come succede quando una giostra gira troppo velocemente.
Per noi che stiamo svolgendo delle ricerche sulle tendenze future
questo sarebbe un contesto interessante. Per la gente, anche per i
commercianti come John Shriver, invece, sarebbe devastante.
Phuyu Colque, Perù
Se volessimo prevedere il futuro di Phuyu Colque, sarebbe sufficiente guardare indietro nella storia Svizzera. In passato la Svizzera
contava 500 varietà di mele. Oggi in commercio se ne trovano solo
circa una ventina. Le altre varietà sono sparite. Alcune si sono estinte, altre spesso sopravvivono solo grazie all’aiuto di piccole nicchie
di agricoltori innovativi.
Un destino simile minaccia le patate gialle, rosse e rigate di Phuyu
Colque. Nei supermercati non è più possibile trovarne, in compenso c’è sempre più merce importata, e con la crescente supremazia
dell’agricoltura industriale scompariranno definitivamente.
Tuttavia sembra che anche il Perù stia cambiando ottica. Nei media
si discute la straordinaria diversità varietale e i centri di ricerca statali
e le associazioni dello sviluppo promuovono la coltivazione di vecchie varietà. Quando vogliono coltivare nuove varietà di patate che
resistono al caldo, i coltivatori ricorrono a questa ricchezza. Forse un
giorno i campi di Phuyu Colque potrebbero essere considerati una
sorta di Arca di Noè.
Sudha Rao, India
Il riso è un alimento di base per tre miliardi di persone e continuerà
ad esserlo anche in futuro, così dicono i dati attualmente disponibili.
Inoltre una grande parte del riso sarà prodotta dai piccoli produttori
di riso. Al momento sono circa il 90%. Non è però sicuro che anche
in futuro i raccolti miglioreranno. Il cambiamento climatico e la scarsità d’acqua potrebbero infatti ridurre le aree coltivabili, ma ancora
più delicata è la questione sociale.
È un segno allarmante che in India, come succede al giorno d’oggi,
ogni anno migliaia di agricoltori preferiscono suicidarsi perché non
sono più in grado di pagare i debiti. Se però si riesce a dare una prospettiva futura ai piccoli agricoltori, questi potranno ancora svolgere
il proprio compito nell’alimentazione mondiale. Hanno bisogno di
terreni propri, di contratti di smercio equi, di consulenza e di piccoli
crediti. Per Sudha Rao il lavoro non mancherà. Questo ve lo posso
garantire al 100%.
Safiatou Dayamba, Burkina Faso
Cosa può o deve aspettarsi Safiatou Dayamba dal futuro? Dipende
dal significato che avranno i mercati locali in futuro. E le ricerche non
prevedono un futuro troppo roseo, ad ogni modo fino a quando i Paesi industrializzati continueranno ad investire miliardi di dollari per ridurre il costo dei propri prodotti agricoli in eccesso da immettere poi
sul mercato mondiale. In questo mercato distorto le opportunità dei
piccoli agricoltori, siano essi africani, asiatici o dell’America latina,
svaniscono. Nessuno vorrà più acquistare i prodotti delle rivenditrici
al mercato, che perderanno i propri mezzi di sostentamento.
Se la globalizzazione dovesse prendere un’altra direzione, invece,
la situazione che si presenterebbe sarebbe completamente diversa.
Allora banane, caffè, cacao e altri prodotti continuerebbero ad essere imbarcati, per il piacere dei Paesi industrializzati e a vantaggio
di quelli in via di sviluppo. Tuttavia, al fine di rispettare l’ambiente, gli
alimenti di base come i pomodori, le patate o i cereali saranno prodotti lì dove vengono consumati. Si aprirebbero nuove prospettive
alle piccole aziende agricole e ai mercati locali, sia nei Paesi in via di
sviluppo che nel mondo industrializzato.
ESPOSIZIONE – TESTO E IMMAGINI
POCO MA BUONO!
Quanto cibo vorresti? Un intero salmone tutto per te? Una ciotola di crema al cioccolato
con panna?
Gustando una torta di carote riesci a capire
che forma avevano prima di cucinarle? Ha
importanza se sono cresciute in un terreno
sano?
Il formaggio ha un sapore diverso quando
conosci il pastore che ha fornito la materia prima? Pensi che un pastore guadagni
quanto te? Quanto vale il suo lavoro?
Se fossi a conoscenza delle terribili condizioni in cui vivono molte famiglie di coltivatori
di caffè, ne berresti di meno? Oppure berresti solo caffè Fairtrade (commercio equo e
solidale, n.d.t.)?
Quanta scelta vuoi avere? Cinque varietà di
pesce locali sono sufficienti? In quanti modi
diversi sai preparare le patate o i cavoli per
variare la tua alimentazione anche in inverno?
Conosci la gioia dell’attesa di cogliere direttamente dal terreno le prime fragole dell’anno? Hai già preparato un risotto con i funghi
che avevi raccolto personalmente?
Hai già scaldato per tre volte la stessa sostanziosa zuppa? L’hai già arricchita con
crostini di pane? Finisci sempre quello che
hai nel piatto?
La carne che mangi deve per forza essere
filetto? Se sì, quanto e con che frequenza
è sufficiente mangiarne? Mangi anche parti
meno pregiate?
Durante i pasti e in cucina quanto è importante il tempo? Dedichi molto tempo alla
preparazione dei tuoi piatti? Ti capita di lasciare a mollo i fagiolini durante la notte?
Perché mangiamo sempre più spesso fuori
casa?
Cucinare per la persona amata rende felici?
Quando è stata l’ultima volta in cui ti sei sentito/a euforico/a mentre stavi mangiando?
Eri da solo/a? Mangiare in compagnia è importante quanto il sale nella zuppa?
L’alimentazione potrebbe essere definita
il campo di battaglia della società? È sufficiente seguire principi etici solo nella vita
privata? Cosa ne facciamo dei nostri principi
al ristorante o al supermercato?
Il movimento Slow Food si occupa di curare
l’interazione sociale, il piacere del cibo e la
moderazione con cui si mangia. Perché non
partecipare?
L’AGRICOLTURA URBANA
La popolazione nelle città cresce a vista
d’occhio.
Procurarle i prodotti alimentari causa molto
traffico, la merce arriva da sempre più lontano e non diventa più fresca, ma più cara.
L’agricoltura urbana promette rimedi perché
nelle città le superfici, in particolare tetti e
facciate, rimangono inutilizzate. Nascono
aree industriali dismesse, le chiese sono in
disuso. C’è molto calore residuo.
Le città hanno più varietà di specie rispetto all’agricoltura industriale. Le api di Parigi
raccolgono nettare da piante ornamentali,
selvatiche e utili e producono un miele eccellente per gli apicoltori.
Durante la crisi immobiliare, scoppiata negli
Stati Uniti nel 2008, interi quartieri cittadini si sono impoveriti. Disperati, i cittadini di
molte regioni hanno creato dei giardini comuni: cibo economico, fresco e salutare,
scambi sulla preparazione, movimento all’aria aperta.
Al 12° piano insalata bio sterilizzata, coltivata con concime sterilizzato proveniente dal
6° piano.
È poco probabile che le «vertical farms» riusciranno a conseguire utili molto alti.
Da poco nell’area Dreispitz di Basilea è stata aperta una peschiera e viene coltivato un
orto su un tetto. I cicli chiusi delle sostanze
costituiscono un elemento importante, l’alimentazione vegetariana dei pesci proviene
dalla produzione locale.
Oggi il termine tedesco «Gartenrestaurant»
ha un doppio significato: oltre al conosciuto
«ristorante con giardino» questo termine può
significare «ristorante con orto». Infatti come
fanno anche alla Ziegelhütte di Zurigo, sempre più cuochi tengono un orto in cui coltivano i propri ortaggi, l’orto di erbe aromatiche
è una scelta naturale.
Un nuovo movimento botanico ha conquistato le città, anche in Svizzera nascono progetti di questo tipo: a Grand-Saconnex, alla
periferia di Ginevra, gli abitanti del quartiere
coltivano un orto in comune.
Un cestino, una borsa di generi alimentari
freschi direttamente dal contadino. L’agricoltura a contratto e il commercio equo sono
alla pari: consumatori e produttori si mettono d’accordo e contrattano direttamente sul
prezzo.
I migranti mettono radici nei giardini interculturali. Svolgere insieme attività semplici e
manuali permette di socializzare. Quando si
mangia e si festeggia in compagnia, locali e
immigrati si scambiano le proprie esperienze
e culture.
La città si trasforma continuamente. Soluzioni provvisorie sono il luogo adatto per creare campi di ortaggi temporanei. Qui i futuri
abitanti di un centro residenziale di Zurigo
imparano a conoscersi.
Qualche giorno di servizio agricolo e divertimento invece del trattore: la banda della vanga della cooperativa ortofrutticola Ortoloco
si occupa di vangare i campi. 200 case di
Zurigo si riforniscono di verdura fresca proveniente dal campo di Dietikon.
Anche nel proprio appartamento di città c’è
chi dedica un piccolo spazio agli alimenti
di propria produzione. Ma avete un’idea di
quanto sono buoni nell’insalata i germogli
coltivati personalmente? Avete un posticino
sul terrazzo per far crescere i pomodori?
Per le due parti «Wanzen zum Pausenkaffee» e «Wer gewinnt bei Lebensmitteln
aus dem Labor» non è disponibile alcuna
traduzione in italiano.
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11.04.2013
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PARETE DELLE CARTOLINE
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200 mm
1910 mm
2400 mm
India
Brasile
Ciao Michela, dovresti vedere queste enormi pianure per le mandrie, Cara mamma, qui non sei mai solo, c’è un sacco di gente ovunque.
oppure i chilometrici campi di soia! Nella nostra piccola Svizzera non Non mi sorprende che abbiano quasi troppa poca acqua e terra per
possiamo nemmeno immaginarceli, anche se molto di quello che vie- avere cibo a sufficienza. Anche di mucche ce ne sono a bizzeffe,
1200 mm
1200 mm
ne prodotto qui arriva anche da noi, da ciò che ho sentito dire. Ciao idem per concime e carburante. A presto! Adrian
e a presto, Susanne
Bangladesh
Ciao Sonja, il Bangladesh è davvero un Paese d’acqua. Nei posti in
Perù
Caro Peter, qui ho scoperto come cambia il clima e quanto è impor- cui fino a due settimane fa andavo in macchina, adesso c’è un lago
tante avere diverse varietà di patate – qui ce ne sono di tutti i colori enorme, è tutto allagato. In compenso però c’è anche il pesce e qui
coltivano addirittura tappeti di verdure! Cheers Rolf
e forme! Ciao Andrea
Honduras
Cara nonna, finalmente ho visto come cresce il cacao! Ha un sapore
un po’ amaro, non è ancora come il cioccolato. E ho imparato che le
famiglie di agricoltori del posto guadagnano di più se noi compriamo
il cioccolato con il marchio Fair Trade. Cari saluti, il tuo Samuele
USA
Caro fratellone, qui a Chicago ho visitato la Borsa per le materie
prime, dove i commercianti danno i numeri quando il prezzo sale alle
stelle o scende. Dovresti venirci una volta! Qui si gestisce il commercio mondiale … cari saluti a tutta la famiglia, Sabine
Burkina Faso
Caro Georges, dopo il festival del film sono andato in campagna per
seguire un progetto. Qui piantano diverse cose una accanto all’altra
senza concimi o macchine e tutto cresce a meraviglia! Cari saluti,
Christoph.
Etiopia
Caro papà, l’Etiopia è veramente meravigliosa! È molto più verde
di quanto pensassi. Le persone del posto sono riuscite a risolvere
bene il problema di come estrarre l’acqua nonostante la siccità! Ti
dirò di più al mio ritorno. Baci Barbara
DOGANA – BENTORNATI IN SVIZZERA
Dogana: lettore del codice a barre
(saluto dei funzionari):
Passaporto del Brasile:
Bemvindo em casa – Bentornato/a! Che bello rivederla! Immagino
abbia provato migliaia di sensazioni ed emozioni diverse. I campi di
soia del Brasile, la montagna di carne nei piatti – e tanto altro ancora. Racconti questa esperienza anche ad altre persone. E dica cosa
noi possiamo fare per permettere alla Terra di sfamare tutti quanti.
O ancora meglio: ci dica quello che lei intende fare. Nella cabina
accanto può registrare un videomessaggio.
Passaporto dell’Honduras:
Bienvenido a casa – Bentornato/a! Che bello rivederla! Immagino
abbia provato migliaia di sensazioni ed emozioni diverse. Il cacao
dell’Honduras, il commercio equo con la Svizzera – e tanto altro
ancora. Racconti questa esperienza anche ad altre persone …
Passaporto del Perù:
Bienvenido a casa – Bentornato/a! Che bello rivederla! Immagino
abbia provato migliaia di sensazioni ed emozioni diverse. Le patate
rosse e il cambiamento climatico dell’altopiano del Perù – e tanto
altro ancora. Racconti...
Passaporto degli USA:
Welcome back – Bentornato/a! Che bello rivederla! Immagino abbia
provato migliaia di sensazioni ed emozioni diverse. La speculazione
nelle borse americane e la carestia nel Sud – e tanto altro ancora. Racconti questa esperienza anche ad altre persone … E ci dica
quello che possiamo fare affinché il mondo possa sfamare tutti quanti. O ancora meglio: ci dica quello che lei intende fare. Nella cabina
accanto può registrare un videomessaggio.
Passaporto del Burkina Faso:
Bienvenu de retour – Bentornato/a! Che bello rivederla! Immagino
abbia vissuto tantissime nuove esperienze. I mercati del Burkina
Faso e i pomodori francesi a un prezzo davvero conveniente – e
tanto altro ancora. Racconti …
Passaporto dell’Etiopia:
Inquan dehna met’a – Bentornato/a! Che bello rivederla! Immagino
abbia vissuto tantissime nuove esperienze. Il problema della siccità
e dell’acqua dell’Etiopia, che sfinisce la popolazione – e tanto altro
ancora. Racconti …
Passaporto dell’India:
Swagat – Bentornato/a! Che bello rivederla! Immagino abbia vissuto
tantissime nuove esperienze. Il riso indiano e la terra preziosa – e
tanto altro ancora. Racconti …
Passaporto del Bangladesh:
Shagotum – Bentornato/a! Che bello rivederla! Immagino abbia vissuto tantissime nuove esperienze. I gamberetti del Bangladesh e la
pesca eccessiva – e tanto altro ancora. Racconti ...
CABINA VIDEO
Per la guida all’utilizzo della cabina e per gli esempi di video proiettati
sullo schermo non sono disponibili traduzioni. Ma è possibile registrare un videomessaggio in un’altra lingua, purché siate in grado di
capire la guida in lingua tedesco.
Anche per i messaggi scritti (concorso incluso) sono disponibili solo
cartoline in lingua tedesca.
MA NOI COSA POSSIAMO FARE?
• Acquistare prodotti alimentari regionali
• prediligere prodotti di coltivazione biologica e del
commercio equo
• mangiare meno carne e pesce, anche il cibo vegetariano
è buono e sazia
• cercare di acquistare frutta e verdura stagionali
• evitare gli sprechi, comprare solo ciò di cui si ha davvero
bisogno e mangiare anche gli avanzi
• cucinare usando prodotti freschi
• mangiare con piacere e fermarsi prima di essere troppo
sazio/a
• bere molta acqua, direttamente dai rubinetti, la qualità
migliore
• informare e motivare amici a scegliere prodotti provenienti
dal commercio ecquo
• impegnarsi per un mondo sostenibile e giusto all’interno
di un’associazione dello sviluppo o di un’organizzazione
ambientalista