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MERCOLEDÌ 21 MAGGIO 2014 ANNO 139 - N. 119
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L’attentato a Sarajevo
di Gianni Santucci a pagina 21
commento di Mario Garofalo a pagina 34
di Giangiacomo Schiavi
e Luca Mattiucci a pagina 22
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più il prezzo del quotidiano
LITI DA CORTILE, EUROPA DIMENTICATA
Verso le urne Accuse tra i leader sempre più pesanti. Renzi: nessuna ricaduta sul governo
UNA CAMPAGNA
VERGOGNOSA
«Votate, rischio populismi»
di LUIGI OFFEDDU e DANILO TAINO
Appello di Napolitano. Scontro durissimo Berlusconi-Grillo
L’
«Andare a votare merita il nostro
tempo e il nostro sforzo»: appello contro
l’assenteismo e i «populismi» del presidente Napolitano per le Europee. Scontro tra Berlusconi e Grillo. Renzi: nessuna ricaduta sul governo dopo le elezioni.
essere in Europa, non per
disinteressarsene: per
modificare ciò che non
funziona, per ritrovare
un ruolo. E — ce lo dobbiamo dire — per non finire con l’essere agenti
distruttivi su scala continentale.
Anche in passato —
dagli Anni Ottanta —
l’Italia ha sottovalutato i
benefici dell’avere una
presenza attiva nell’Unione Europea. La gestione
dei fondi comunitari ne è
il caso più noto ed eclatante. Paesi come la Spagna, l’Irlanda, la Polonia
ne hanno fatto un uso
migliore, con benefici
per le loro economie e infrastrutture. Ma ora stiamo facendo di peggio. I
salvataggi di Grecia, Irlanda, Portogallo, Cipro e
delle banche spagnole ci
sono costati 58 miliardi,
quattro punti di Pil, in
termini di aumento del
debito pubblico — ha
calcolato Roberto Perotti
dell’Università Bocconi
— : ma i frutti di questo
sforzo gigantesco (e giusto) saranno pari a zero
se prevarrà il disinteresse
europeo, l’autoemarginazione che si registra in
queste elezioni. Oggi, dopo la Grande Crisi, tutto è
più difficile. Non solo
perché, in una situazione
di risorse scarse, aggiudicarsi fondi europei richiede sempre più attenzione e presenza. Non solo perché per difendere
gli interessi dell’economia italiana servono volontà, coerenza e determinazione. Soprattutto
perché nelle ore più buie
e rischiose degli scorsi
tre anni, quando la moneta unica è stata a un
minuto dal frantumarsi,
è sembrato che l’Italia,
vacillante e confusa, non
fosse capace di reagire: e
lì ha perso un cospicuo
patrimonio di credibilità,
in Europa e nel mondo.
Possiamo ricostruirla?
CONTINUA A PAGINA 34
Giannelli
SPIONAGGIO
CON I VACCINI
IL PASSO FALSO
DELLA CIA
di GUIDO OLIMPIO
Il premier
E
n Italia condannato, in Europa
candidato!». Dicono che quando
ha visto lo striscione steso contro di
lui dai giovani di Forza Nuova, lunedì
sera a Lamezia Terme, Giuseppe
Scopelliti sia sbottato: «È molto
cambiata, la mia destra!».
o e Filippo l’abbiamo chiamata
operazione Argo, come il film», racconta
al telefono Matteo Renzi. Filippo sarebbe Sensi,
portavoce, spin-doctor (e molto altro) del
presidente del Consiglio. Una vera macchina da
guerra, insomma. E l’iniziativa che prende il
nome dalla pellicola diretta e interpretata da
Ben Affleck è consistita nel mandare al Sud e in
Sicilia «tre ministri che fanno presa: Maria
Elena Boschi, Giuliano Poletti, titolare del
dicastero del Lavoro, e Graziano Delrio che si
occupa dei Fondi europei».
ra un programma
segreto della Cia. Usare
una finta campagna di
vaccinazione per spiare i
terroristi in Pakistan. Un
piano concepito per
arrivare a Osama Bin
Laden ma che poi è andato
oltre. Con conseguenze
drammatiche. Decine di
persone innocenti sono
state eliminate dai
talebani perché sospettate
di essere complici
dell’operazione
americana. Ora la Casa
Bianca ha annunciato che
questa tattica non sarà più
usata e lo ha fatto con una
lettera pubblica.
CONTINUA A PAGINA 7
CONTINUA A PAGINA 3
CONTINUA A PAGINA 13
«Operazione Argo:
riprendo gli elettori pd»
DA PAGINA 2 A PAGINA 7
di MARIA TERESA MELI
LA CORSA A OSTACOLI
DI SCOPELLITI
«I
di GIAN ANTONIO STELLA
«I
La moglie di Matacena dalla Francia all’Italia
Nell’archivio documenti su Tangentopoli
Scajola sapeva
che Biagi era in pericolo
Ecco le carte segrete
di FIORENZA
SARZANINI
Il Vaticano indaga
T
ANSA / LUCA ZENNARO
Italia non è uscita dall’Unione
Europea. Se le
forze politiche,
in queste ore al culmine
di una campagna elettorale nominalmente per il
Parlamento di Strasburgo, continueranno a eludere le questioni che riguardano la Ue, finiranno
con il mettere il Paese definitivamente ai margini
di quella Europa che ci vide membri fondatori. Le
elezioni di domenica
prossima sono le prime
dopo la Grande Crisi dell’euro scoppiata nel 2010,
uno sconvolgimento che
ha cambiato la faccia del
Vecchio Continente, ne
ha modificato la prospettiva, ha ridisegnato la
mappa e le gerarchie dei
Paesi che stanno al cuore
o alla periferia della costruzione europea. Da esse verranno le indicazioni sulla strada che una
n u ova E u ro p a d ov r à
prendere negli anni a venire. Concentrare, come
stanno facendo i partiti
italiani, le discussioni (si
fa per dire), i battibecchi,
le contumelie o le banalità solo a finalità neanche
nazionali ma di Palazzo è
da irresponsabili: significa rinunciare a esserci e
abdicare a ogni cultura
politica a favore della ricerca di un potere secondario in provincia.
È vero che negli anni
recenti, trascorsi in buona parte nell’emergenza
per evitare la catastrofe
della rottura della moneta unica, la Ue non si è
fatta amare per le incertezze, le divisioni, le politiche di rigore, le confusioni di sovranità, la troppa eurocrazia. Ed è vero
che in poco tempo gli italiani, fino a cinque anni
fa gli europeisti più entusiasti, secondo i sondaggi oggi sono i più scettici:
il 51% di loro si dice «totalmente pessimista» sul
futuro della Ue. Ma queste sono ragioni forti per
Scuse pubbliche
hiara Rizzo, moglie «in via di separazione»
Il ritorno di Chiara Rizzo:
dell’ex deputato Amedeo Matacena, arriva
Cin manette
scortata dai gendarmi francesi al
per favore, toglietemi le manette confine
di Ventimiglia e scoppia in lacrime:
«Toglietemi quest’armatura». E i poliziotti
di MARCO IMARISIO
italiani subito acconsentono.
A PAGINA 9
Il ministro Giannini: via da luglio, ingresso libero e selezioni al primo o secondo anno
A Medicina finisce l’era dei test
Occupate tv e radio
In Thailandia
legge marziale
e carri armati
nelle strade
di GUIDO SANTEVECCHI
A PAGINA 12
di LEONARD BERBERI
T
est d’ammissione a Medicina,
addio. Dopo polemiche, proteste, ricorsi al Tar e appelli da Nord a
Sud, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini scopre le carte e annuncia: entro luglio arriverà il nuovo sistema di selezione per gli aspiranti camici bianchi. Niente più
quiz. Nessun esame in primavera, a
poche settimane dalla maturità. Il
vero banco di prova arriverà alla fine del primo o del secondo anno di
università.
A PAGINA 20
Decisione del giudice
Caso Telecom,
archiviazione
per Tronchetti
sul Brasile
di LUIGI FERRARELLA
A PAGINA 19
ra le centinaia di carte
trovate dalla Finanza
nell’archivio di Claudio
Scajola, affidato al suo segretario e a uno 007 del
servizio segreto militare,
non c’erano solo documenti classificati, atti riservati, appunti manoscritti sulle vicende che
hanno segnato il suo incarico di ministro dell’Interno, ma anche la storia
giudiziaria degli ultimi
anni, da Tangentopoli ai
più recenti attentati delle
Brigate Rosse. In particolare, c’erano anche scritti
che svelerebbero un ruolo ben diverso da quello
finora emerso nelle indagini sulla mancata scorta
al professor Marco Biagi.
A PAGINA 9
«Bertone prese
15 milioni
dallo Ior»
Nei conti dello Ior c’è un
buco da 15 milioni. Soldi che
sarebbero stati utilizzati dal
cardinale Tarcisio Bertone,
quando era segretario di
Stato vaticano, per finanziare
un affare del suo amico
Ettore Bernabei, giornalista e
produttore televisivo
presidente della «Lux Vide».
L’accusa per l’alto prelato,
mossa dal Vaticano, è quella
di malversazione. L’indagine
si intreccia con quella dei pm
di Roma sulla società di
Bernabei.
A PAGINA 17 Calabrò
2
Primo Piano
Mercoledì 21 Maggio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Verso il voto Le scelte
La Nota
A Berna
Il capo dello Stato Giorgio
Napolitano e il presidente
della Confederazione Svizzera
Didier Burkhalter (Ansa)
di Massimo Franco
I 5 Stelle all’attacco
cercano di forzare
il senso del voto
P
arla come se avesse già vinto. La spavalderia di
Beppe Grillo probabilmente fa parte della sua
strategia elettorale per le Europee di domenica
prossima. Ma il concetto di vittoria va tarato e interpretato. L’impressione è che il capo del Movimento 5 Stelle voglia tallonare il più possibile il Pd anche
senza superarlo, nella speranza di destabilizzare Matteo
Renzi. Martella dunque su palazzo Chigi profetizzando «gli
ultimi giorni di Pompei» per il premier. E continua con una
campagna di insulti e di intimidazioni che gli servono per
incorniciare la propria identità di unico oppositore del sistema. Può darsi che l’operazione gli porti più voti. Meno
verosimile è che riesca a mettere in crisi un governo privo
di alternative.
Che sia in questo momento il leader politico più avvantaggiato si intuisce dalla proposta di sfidarlo in un dibattito
televisivo, che Silvio Berlusconi gli fa: un tempo sarebbe
stato il contrario. D’altronde, elezioni interpretate a torto
come una sorta di mega-sondaggio degli umori dell’opinione pubblica rischiano di essere il terreno ideale per sfogare i malumori: non solo contro l’Europa ma contro i partiti
tradizionali e contro l’esecutivo. E il sistema proporzionale
consente a ogni forza di misuParlando come rare i propri consensi senza
dover discutere di alleanze.
se avessero
Per questo Grillo cerca di
già vinto mirano additare «gli altri» come un insieme indistinto e complice:
a far crollare
punta a calamitare tutti i voti
il sistema
antisistema. Renzi lo contrasta, senza però ricambiare gli
insulti. E continua a definirsi
ottimista. Nega che il voto europeo sia un referendum tra
lui, Grillo e Silvio Berlusconi. «Altrimenti anche il Pd
avrebbe messo il mio nome sulla scheda». Si tratta di
«cambiare l’Ue, non il governo», precisa. E con lui lo dicono
i fedelissimi, con un’insistenza perfino singolare: forse parlando anche all’interno del Pd. Il sottosegretario a palazzo
Chigi, Graziano Delrio, avverte che se si dovessero bloccare
le riforme, le elezioni anticipate si avvicinerebbero.
«Non siamo incollati alla sedia: non ci faremo ricattare»,
aggiunge. Un filo di inquietudine, però, si avverte. E non
tanto perché in ottanta giorni Renzi ammette di avere compiuto «un percorso non perfetto». I timori sono legati ad
una situazione economica che il governo può arginare ma
non rovesciare in poco tempo; al tentativo del grillismo di
sfruttare una delusione e un malcontento che sono figli di
una crisi prolungata; e alle oscillazioni continue di un Berlusconi che per motivi elettorali un giorno dice che l’asse
istituzionale con Renzi regge, un altro no.
«Lo aspettiamo dopo il 26 maggio», si cautela il premier.
Ma a seminare incertezza è anche lo spread, la differenza di
rendimento tra titoli di Stato italiani e tedeschi. Ieri è risalito a 191 punti, a conferma di una ripresa precaria, in bilico.
Ma «se l’economia deve riprendere a tirare», sottolinea
Renzi, «bisogna che il governo vada avanti». Mentre «c’è
chi scommette sulla rovina dell’Italia». Il riferimento è a
Grillo che minaccia di mandare a casa governo, Parlamento. E capo dello Stato. E invece, fa notare Renzi, a Giorgio
Napolitano «si dovrebbe dire solo grazie perché ha accettato l’invito di Berlusconi e Bersani di restare lì»: in una delle
fasi più convulse dell’Italia.
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© RIPRODUZIONE RISERVATA
Napolitano condanna i populismi
L’invito ad andare alle urne
«L’impegno nella Ue continua». E su Grillo: c’è libertà di parola
DAL NOSTRO INVIATO
BERNA — Lo riconosce in
premessa: l’Europa che sta per
votare è percorsa «da pulsioni e
populismi che mettono in discussione struttura e obiettivi
della costruzione comune». E
questo vale pure, e forse soprattutto, per l’Italia. Dove qualcuno, oltre a voler minare la stessa
idea fondante dell’Ue, pretenderebbe di trasformare l’esito delle urne in un referendum sul governo e sulle stesse istituzioni.
Tuttavia, lui se ne dichiara convinto: «L’asprezza del confronto
politico, e in questo momento
dello scontro elettorale, non ci
farà deviare dallo sviluppo dei
rapporti e della collaborazione
con i Paesi amici e non ci priverà dell’energia per proseguire
nel progetto di unità europea
nel senso più ampio e comprensivo dell’espressione». Il nostro
impegno, insomma, non si interromperà. Almeno su questo
«bisogna mantenere l’unità», se
non altro perché a Roma si «attraversa una fase complessa e
cruciale di rinnovato impegno
per il rilancio dell’economia e
dell’occupazione, per la definizione di riforme strutturali, anche in senso costituzionale, da
tempo mature» e questa prova è
fondamentale «per gettare le
basi di un futuro degno della
nostra storia e delle nostre potenzialità».
Giorgio Napolitano comincia
una visita di Stato in Svizzera,
ed è scontato che qualche sua
riflessione tocchi i temi dell’Europa. Del resto, tra populismi e
certi «sterili nazionalismi», sono troppe le incognite che pesano sul voto. La più inquietante
delle quali, profetizzata da diversi sondaggi incrociati, riguarda l’astensionismo, dato
per massiccio in molte nazioni,
Italia compresa. Una prospettiva che, se si materializzasse
davvero, oltre ad aggravare il distacco tra politica e gente comune, finirebbe per falsare lo stes-
so risultato della consultazione.
Ecco perché il presidente della Repubblica, dopo il summit
con il presidente della Confederazione, nell’incontro con alcuni rappresentanti della comunità italiana ricorda e rilancia un
appello per un voto meditato
che ha sottoscritto nei giorni
scorsi con il collega tedesco Joachim Gauck e con quello polacco Bronislaw Komorowski. «Libertà e prosperità, pace e diritti
umani: questo è l’Europa... ed è
perciò che andare a votare merita il nostro tempo e il nostro
sforzo», avevano avvertito, con
toni quasi accorati, i tre capi di
Stato.
Oggi, spiega Napolitano,
La visita a Berna
In viaggio in Svizzera:
all’Italia un ruolo più
incisivo per cambiare le
istituzioni europee
«non dico una parola in merito
alle scelte, che spettano alla libertà di ciascuno… Dico solo
che bisogna tenere presente lo
straordinario progresso che
l’Europa ha rappresentato per
noi e per centinaia di milioni di
cittadini». Infatti, insiste, è grazie al nostro stare insieme, al
nostro progressivo integrarci,
che «è fortemente cresciuta
l’economia, abbiamo conquistato diritti e consolidato la pace. Ora si tratta di darle un nuovo slancio, di ridare all’Italia un
nuovo ruolo, forse più assertivo
e incisivo per cambiare le istituzioni europee». Più «forza all’Italia, più fiducia in noi stessi e
nelle nostre istituzioni, sapendo bene tutti noi da tempo quali
sono i problemi da affrontare».
Più «forza e fiducia», ancora,
per riformare anche l’Unione
Europea. Un obiettivo che è comunque cosa molto «diversa
dal negare quello che si è fatto,
dal negare le grandi scelte compiute».
A tarda sera, incalzato dai
cronisti che gli chiedono un parere sul valore politico del voto,
prima si schermisce con un «voi
sapete come la penso». Per poi
aggiungere, quando gli viene
fatto notare come Grillo ripeta
che, nel caso di una vittoria del
Movimento 5 Stelle, lui dovrebbe sciogliere le Camere e indire
subito nuove elezioni: «C’è libertà di parola». E si congeda
con un sospiro estenuato, per
scrollarsi di dosso le polemiche
più strumentali nelle quali si
vorrebbe coinvolgerlo. A ben
guardare, quelle pretese di cambiamenti in corsa sugli esecutivi
dovrebbero contagiare mezzo
continente, dato che ci si aspettano risultati choc alle urne un
po’ ovunque.
Marzio Breda
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’APPELLO
di Napolitano, Gauck, Komorowski
nelle Idee&opinioni
Corriere della Sera Mercoledì 21 Maggio 2014
Primo Piano
italia: 51575551575557
Palazzo Chigi Verso la nomina del successore di Befera all’Agenzia delle entrate: in pista il pm Greco
3
I 28 alle urne
Europee, il premier blinda il governo
Escluse ricadute: non c’è nessun nesso con il risultato del 25 maggio
DAL NOSTRO INVIATO
BARI — Qualcuno dice sei
punti, altri soltanto due, il distacco fra Renzi e Grillo si accorcia e si allunga a seconda dei
sondaggi, ma lui fa spallucce, «la
sondaggite non mi piace, sono
sicuro che vinceremo», e poi comunque «non c’è mai stato, in
nessuno Paese europeo, un collegamento fra elezioni europee e
futuro del governo».
Renzi è un flipper, si sposta da
Milano a Bergamo, da uno studio tv all’altro, da La7 a Mediaset, conclude la sua giornata in
Puglia, prima di Bari fa tappa a
Modugno e a Monopoli, poi alle
sette e trenta è in piazza, a fianco
del teatro Petruzzelli, eppure si
porta dietro uno spettro, la rincorsa di Grillo: fa anche un para-
gone con Hollande, «i socialisti
francesi saranno al terzo o al
quarto posto ma nessuno pensa
che in Francia cadrà il governo».
Nella categoria dei messaggi
nuovi, ad effetto, ritorna il fisco,
la futura riforma del governo:
non dice come Grillo che vuole
abolire Equitalia, ma per tutto il
giorno si rincorrono anticipazioni dei contenuti della delega
fiscale, complici gli indizi che lui
stesso comunica. La dichiarazione dei redditi potrebbe arrivare a
casa, precompilata, ha già detto,
ora aggiunge che in teoria «anche con un sms» si potrebbe
concludere il rapporto con il fisco. Di sicuro «non dico che bisogna pagare con un sorriso, ma
con maggiore semplicità sì». Fra
le novità possibili, confermano
nel governo, un'Agenzia unica
del fisco, che ingloberebbe alcune funzioni della Guardia di finanza nell’Agenzia delle entrate.
Agenzia che venerdì potrebbe
avere un nuovo direttore, al posto di Attilio Befera, forse il magistrato Francesco Greco, della
Procura di Milano.
Sul resto si vedrà dopo le elezioni, così come per le riforme:
«Il 26 maggio vedremo se Berlusconi mantiene le promesse»,
aggiunge Renzi, anche perché
«domenica non si gioca un der-
by fra Milan e Inter, ma solo fra
chi prova a cambiare le cose e chi
pensa che sia meglio evocare
terrore». Insomma la speranza è
che il Cavaliere non faccia come
Grillo, che alla fine non si sfili
dal processo riformatore.
La caccia agli ultimi voti è come sempre una caccia agli indecisi: la scommessa di Renzi è ridurre la quota di astensione, ai
suoi dice che gli indecisi sono
soprattutto elettori del centrodestra, ed è bene che il Pd «si
Nel campo avverso
La scommessa:
«andare a recuperare a
uno ad uno» gli elettori
di centrodestra indecisi
La serenata
Su Grillo e le minacce al
Colle: va sotto il terrazzo
di Napolitano? Può solo
fargli una serenata
tolga un po’ di puzza sotto il naso e li vada a recuperare uno per
uno». Lui ci sta provando, da
Bergamo a Bari, da Milano a Palermo, dove potrebbe tornare
prima di domenica, cercando di
evitare che la campagna elettorale diventi soltanto «un ping
pong di insulti e di slogan». Magari sterili, come nel caso delle
minacce di Grillo dirette al Colle:
«Se Grillo va sotto il terrazzo di
Napolitano, gli andrà a fare una
serenata, perché altro non può
fare».
Il ragionamento sui voti del
centrodestra lo fa a Bergamo,
dove sostiene la candidatura di
Giorgio Gori: quando «dicevo
che andavo a cercare i voti nel
centrodestra, mi prendevano in
giro, ma se tengo solo i miei voti
perdo le elezioni. Io voglio vin-
cere le elezioni». Nel pomeriggio, a Monopoli, negli stabilimenti dell’azienda Blackshape,
fa un test di altro tipo, entrando
nell’abitacolo di un aereo ultraleggero da turismo, in fibra di
carbonio, utilizzato per l’addestramento nelle scuole militari.
A Modugno, nella zona industriale di Bari, partecipa invece a
una conferenza stampa dell’azienda farmaceutica Merck
Serono, che ha annunciato un
investimento di 50 milioni di
euro nello stabilimento pugliese. È motivo di soddisfazione,
«vorrei abituarmi a pensare che
l’investimento tedesco non sia
un investimento straniero in Italia, né che un investimento italiano sia straniero in Germania».
Marco Galluzzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le elezioni
in Italia
Sono 49,3 milioni gli
elettori iscritti nelle
liste per le elezioni
europee, la
maggioranza sono
donne. Gli elettori
italiani iscritti
all’estero sono 3,7
milioni. In Italia
vengono eletti 73
deputati per il
prossimo Parlamento
di Strasburgo: 20
nella circoscrizione
Nordovest, 14 nella
circoscrizione
Nordest, 14 al Centro,
17 al Sud, 8 nella
circoscrizione delle
Isole. Si vota solo
domenica 25 maggio
dalle 7 alle 23 in
61.588 sezioni
distribuite su tutto il
territorio nazionale
Il colloquio La strategia del capo del governo sul modello delle campagne elettorali americane per recuperare gli indecisi
La giornata
Matteo Renzi
a Bergamo,
ieri alle 13, in
piazza Vittorio
Veneto è
intervenuto a
sostegno del
candidato
sindaco Giorgio
Gori (a destra).
Prima a
Cologno
Monzese aveva
registrato
l’intervista a
Pomeriggio 5
(nella foto
con Fedele
Confalonieri
e Barbara
D’Urso). Poi è
andato a Bari
(a sinistra), per il
candidato
sindaco Antonio Decaro: in
piazza non è
mancato
il momento dei
selfie (PhotoMasi,
Mediaset, Arcieri)
SEGUE DALLA PRIMA
E poi? «E poi ci sono io che mi sto
sbattendo come un pazzo, mi stanco, ma mi diverto e sono convinto
che ne usciremo bene». Dunque, la
missione che si è prefisso il presidente del Consiglio è quella di riportare a votare gli indecisi, sul modello
delle campagne elettorali americane. O, per usare un linguaggio più
consono ad «Argo», di riportare a
casa i Democratici che non ci stavano più.
Ce la farà? L’altra sera, ospite di
Bruno Vespa a Porta a Porta Beppe
Grillo ha sbancato l’auditel. «Secondo me non ha preso voti né li ha persi. Magari chi ha visto solo uno
spezzone di quella trasmissione può
averlo trovato convincente, ma tutto
sommato la sua è stata una prestazione senza infamia e senza lode».
Tranquillo, quindi, nonostante sui
sondaggi impazzino le voci più disparate? «Io non sono preoccupato,
so che non ci sarà nessun sorpasso
del Movimento 5 Stelle, anzi il sorpasso lo faremo noi, visto che alle
Politiche erano loro il primo partito.
Poi è chiaro che mi piacerebbe vedere il numero 3 davanti alla percentuale del risultato del Partito democratico, io sono fatto così, non mi accontento mai. Però l’importante è
vincere, perché se vinciamo noi diamo stabilità al Paese, che è proprio
ciò che serve per far ripartire l’Italia». È per questa ragione che quasi
ogni giorno il presidente del Consiglio ripete ai suoi: «Guai a chi di voi
insulta, non cadete nelle provocazioni dei grillini». Il timore è che
«una campagna aggressiva, i toni
populistici, gli insulti», possano
spaventare l’Europa e i mercati.
«Per noi — ripete l’inquilino di
Palazzo Chigi — è importante non
essere inglobati nel solito copione
dello scontro all’ultimo sangue, anche perché così la gente non capisce
quello che succede e non si riesce
nemmeno a far comprendere quello
che sta facendo il governo». Come la
storia degli 80 euro, per esempio,
che sembra aver avuto una valenza
elettorale minore di quanto ci si potesse aspettare. «Certo avremmo potuto raccontare meglio quello che
abbiamo fatto, ma, diciamo la verità,
non ce n’è stato modo, con le urla e
gli insulti. Comunque in questa
campagna elettorale ho potuto toccare con mano che c’è grande attenzione per questo governo. E c’è molta speranza per quello che potrà fa-
Renzi, operazione «Argo»:
riporto a casa i nostri elettori
«Non ci sarà sorpasso, anzi lo faremo noi»
re». Non sempre le piazze piene corrispondono a urne piene di voti...
«So bene che le piazze non equivalgono ai voti, ma rivedo la gente che
si interessa, il partito che si muove, i
dirigenti del Pd che si danno da fare.
Sento una nuova vitalità intorno a
me».
«Felice ma stanco», il presidente
del Consiglio snocciola i dati degli
ultimi sondaggi riservatissimi, che
non possono essere più pubblicati e
vorrebbe riprendere a raccontare
quanto lo esaltino «il contatto con la
gente», «i discorsi in piazza», anche
quando «le piazze sono difficili». Del
resto, lui lo ha sempre detto «mi
sento veramente me stesso quando
sono fuori dal palazzo» e in questi
giorni di campagna forsennata è
tornato il sindaco di Firenze che viveva perennemente a contatto con i
cittadini. Gli piace stringere mani,
ma anche risolvere problemi, come
ha fatto ieri con la Merck a Modugno, in provincia di Bari, portando
investimenti in Italia, e come ha fatto nei giorni scorsi con l’Electrolux.
Si sente nel suo elemento e si vede. «Anche se lavoro come un matto,
perché mi devo occupare del partito,
del governo, della campagna elettorale...». E allora, questa storia che
pure continua a girare di possibili
elezioni dopo le Europee? C’è chi le
minaccia, chi se le augura. «Stupi-
Piazze e voti
«So bene che le piazze non
equivalgono ai voti, ma rivedo
la gente che si interessa,
il partito che si muove»
La missione al Sud
Boschi, Poletti e Delrio inviati
al Sud. «E poi ci sono io che
mi sto sbattendo come
un pazzo, ma mi diverto»
daggini, noi abbiamo sempre detto
che auspichiamo la stabilità. C’è la
possibilità reale di portare fino in
fondo le riforme e non è più il tempo
di scherzare: abbiamo sempre detto
che siamo qui per cambiare il Paese
e che il governo si afferma con i fatti.
E io ci sto provando».
Quel che il premier non dice è
perché alcuni degli esponenti del
Partito democratico a lui più vicini
in questi giorni, in più di un’intervista, non escludano lo scioglimento
anticipato della legislatura nel caso
in cui le riforme non vadano in porto. Ma quelli, in realtà, sono segnali
indirizzati all’interno del partito. Rivolti a quanti pensano o sperano che
in caso di una mancata clamorosa
affermazione del Pd, di un successo
di misura e di un tracollo di Berlusconi, si possa riprendere il giochino
iniziato prima della campagna elettorale. Cioè, quello di frenare le riforme del presidente del Consiglio,
di tentare di far impantanare Renzi
nella palude parlamentare. Ecco,
Domani Olanda
e Gran Bretagna
Britannici e olandesi
saranno i primi a
votare, giovedì 22, tra
i 28 Paesi dell’Unione
Europea. Il 23 maggio
si vota in Irlanda e in
Repubblica Ceca
(quest’ultimo è l’unico
Paese in cui si vota in
due giorni anche il
24). Sempre il 24
urne aperte in
Lettonia, Slovacchia e
a Malta. In tutti gli altri
Paesi dell’Unione si
vota solo domenica
25 con orari di
chiusura dei seggi
differenziati (l’Italia
finirà più tardi di tutti,
alle 23). Gli ultimi
sondaggi in Europa
davano un testa a
testa tra il Ppe e i
socialisti del Pse
l’inquilino di Palazzo Chigi non è assolutamente intenzionato a farsi fermare: «La nostra sulle riforme —
spiega ai fedelissimi — sarà una
marcia inarrestabile. Dobbiamo andare avanti sulle revisioni istituzionali, sul lavoro, sul fisco, sulla burocrazia».
Insomma, niente elezioni. Non
perché Renzi ne abbia «paura», ma
perché non se le vuole proprio «andare a cercare», dal momento che è
«convinto», come ha avuto modo di
spiegare più volte ai propri collaboratori, che «vi siano tutte le condizioni per fare di questa una legislatura costituente».
Sono progetti ambiziosi, quelli
del presidente del Consiglio, il quale
è deciso a «fare sul serio». Un’unica
cosa non si può chiedere a Matteo
Renzi. Quella non è disposta a concederla a nessuno, non agli avversari
interni del Partito democratico, non
agli alleati del governo e nemmeno
agli oppositori con i quali vuole fare
le riforme: tirare a campare. «Noi —
è il suo ritornello — non vivacchieremo, perché, come ho detto mille
volte, non siamo attaccati alla poltrona. Ma questo con il risultato delle Europee non c’entra niente, perché quel risultato sul governo non
ha nessuna influenza».
Maria Teresa Meli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Domenica notte
i risultati
I risultati ufficiali della
consultazione, a cui
sono chiamati quasi
400 milioni di aventi
diritto per scegliere i
751 deputati
dell’Europarlamento,
saranno resi noti nella
tarda serata di
domenica. Una volta
stabilita la
composizione del
Parlamento, entro
giugno i parlamentari
dovranno formare i
diversi gruppi politici:
la convocazione
dell’Europarlamento è
fissata per il primo
luglio a Strasburgo: in
quella sede sarà
eletto il nuovo
presidente della
Commissione
europea
4
Primo Piano
Mercoledì 21 Maggio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Verso il voto Le scelte
«È un assassino». «Pover’uomo»
Berlusconi-Grillo, scontro a distanza
Per il capo dei 5 Stelle a «Porta a Porta» oltre 4 milioni di telespettatori
I botta e risposta
I democratici nel mirino
del Movimento
È Renzi l’obiettivo
principale degli affondi
di Beppe Grillo nella
campagna per le
Europee. Il leader del
Movimento attacca fin
dalla presentazione
delle liste pd, tutte
guidate da donne:
«Quattro veline e un
gabibbo». E ancora: «I
democratici? La peste
rossa». La replica di
Renzi: Grillo è uno
«sciacallo» che lucra sul
malessere del Paese e le
Europee sono «un derby
tra rabbia e speranza»
La polemica su Dudù
e la vivisezione
Anche se Grillo considera
il Pd il suo avversario
principale, in una sfida a
due per la vittoria, non
mancano gli affondi
contro Forza Italia:
«Berlusconi è impazzito
per questo cane, ma
Dudù deve essere
affidato alla vivisezione»
dice a un comizio a
Napoli. Proteste da FI e
dalle associazioni
animaliste. Il leader
cinquestelle si corregge
ma rincara: «Noi non
vogliamo vivisezionare
Dudù, ma il proprietario»
«Io sono oltre Hitler»
E si alzano i toni
I toni di Grillo si alzano
sempre di più durante
la campagna. Il
candidato del Pse
Schulz lo paragona a
Stalin. Berlusconi a
Hitler. La replica:
«Senza Stalin oggi
Schulz avrebbe la
svastica»,dice Grillo. E
ancora: «Io non sono
Hitler... sono oltre
Hitler». Le reazioni degli
avversari non si fanno
attendere: «Hitler non
va citato neppure per
scherzo» è il commento
di Renzi
Contro il segretario pd
cita la lupara bianca
Tra Grillo e Renzi si
consuma la sfida delle
piazze. Il leader del M5S
contesta i numeri del Pd
sulle presenze ai comizi
e affonda: se vinciamo
noi a casa Napolitano e il
governo. «Votate per
tutti, ma non per i
buffoni» risponde Renzi.
E Grillo lo attacca sul
blog: «La lupara bianca
attende Renzie», che
sparirà (politicamente)
dopo che «perderà le
Europee». Il premier: «I
morti di lupara bianca
esigono rispetto»
ROMA — «Grillo è un assassino che ha ucciso tre amici».
«Berlusconi è un pover’uomo,
che non crede nemmeno più in
quello che dice». Il giorno dopo
la partecipazione, salutata da
un grande successo di pubblico,
a Porta a Porta, il leader del Movimento 5 Stelle viene attaccato
a testa bassa dal leader di Forza
Italia. E risponde per le rime.
La campagna elettorale dimentica sempre più spesso i
grandi temi — il lavoro, l’economia, l’Europa e i diritti — e
finisce per deviare verso insulti
e iperboli, accuse e battute che
condiscono show televisivi e
agenzie di stampa. La partecipazione di Grillo al programma
di Raiuno ha ottenuto pareri
contrastanti. A qualcuno il leader dei 5 Stelle è parso fiacco, in
difficoltà per il contraddittorio
serrato di Vespa, ma ad altri
(come Carlo Freccero) è piaciuto il piglio meno ruvido di Grillo, che ieri era più che soddisfatto della partecipazione.
L’addetto stampa Rocco Casalino esaltava il dato degli ascolti
— 4 milioni 276 mila spettatori
— e dello share, 26,88: «Vespa,
parlando con me, ha usato pa-
I soldi in nero
L’accusa dell’ex Cavaliere:
questo signore è
conosciuto come uno che
non faceva lo spettacolo
se non era pagato in nero
La protesta
Il fondatore del M5S:
dopo il voto andremo al
Quirinale a protestare
A Pescara l’attacco a
Equitalia: va chiusa
role come “botto”, “impressionante” e “miglior puntata dell’anno”». Tanto che lo stesso
Grillo avrebbe preferito una
prima serata: e scherzando con i
suoi, ha dato la colpa dell’orario
tardivo a Roberto Fico, presidente della Vigilanza Rai.
Ma ancora non si erano
spenti gli echi del duello con
Vespa, che Grillo ne ingaggiava
un altro con Silvio Berlusconi. Il
primo a colpire è proprio il leader di Forza Italia che, all’Aria
che tira, riferendosi a un vecchio incidente stradale nel quale fu condannato per omicidio
colposo, spiega che «Grillo è un
esperto nel non entrare in pri-
26,9
per cento lo share della prima
parte di «Porta a porta» di
lunedì che aveva come ospite
Beppe Grillo: 4 milioni e 276
mila gli spettatori. Nel complesso gli spettatori di tutta la
puntata sono stati 3 milioni e
165 mila, per il 23,8 di share
gione: è scampato alla galera
nonostante sia un assassino».
Ma Berlusconi va oltre: «Le persone che lo votano cercano la
vendetta e vogliono il sangue.
Lui dice le stesse cose che diceva Hitler in campagna elettorale. Questo signore è conosciuto
come uno che non faceva lo
spettacolo se non era pagato in
gran parte in nero: vederlo fare
il moralista in tv mi disturba».
Pronta la replica di Grillo: «Sono voci dall’aldilà, non replico
neanche. Uno dei più grandi
evasori della storia che dà dell’evasore a me? È fantastico. Pover’uomo, zampetta da una tv
all’altra per salvare le sue aziende».
Ma Grillo pensa ad altro. Arrivato alla Camera, dice: «Quando veniamo qui, ne licenziamo
un po’ di queste persone», riferendosi ai commessi («battute
di cattivo gusto», secondo la
presidente della Camera Laura
Boldrini). Attacca ancora una
volta il capo dello Stato: «È illegittimo, si goda la vita. Dopo le
elezioni andremo sotto il Quirinale a protestare». Definisce il
Movimento 5 Stelle «il piano b,
tra un comunismo che ha fallito
e il capitalismo che ha distrutto
il sistema economico». Se per
Renzi «sono gli ultimi giorni di
Pompei», non è previsto alcun
compromesso con le altre forze
politiche: «La parola alleanza è
terribile». Raccapriccio anche
per l’espressione «moderati»:
«Da Vespa ho conquistato il voto dei moderati? Ma che vuol
dire, è una parola che fa paura,
stiamo andando verso una ban-
carotta moderata».
Ieri Grillo era a Pescara, per
un comizio e per testimoniare la
sua solidarietà a un imprenditore costretto a mettere la sua
casa all’asta. «Un caso simbolo
— ha detto —. La sua casa me la
compro io, me la intesto a mia
insaputa, come Scajola. Le case
non vanno espropriate e messe
all’asta». Poi l’attacco a Equitalia: «Un baraccone da chiudere,
L’intervista Il conduttore: dietro le quinte scherzava, ha imitato il nostro vecchio direttore generale Biagio Agnes
Vespa entusiasta: Beppe cercava i voti del Pd
«È stato un evento, quasi un replay
di Berlusconi da Santoro
L’età media di ascolto più bassa di 5 anni»
ROMA — Beppe Grillo sarebbe stato «vespizzato», lunedì notte durante
«Porta a Porta». Lei che ne pensa,
Bruno Vespa?
«Per i “malevoli”, “vespizzare” sta per
“anestetizzare”. Grillo mi è parso tutt’altro che anestetizzato. Anzi, il contrario».
Grillo ha però subito abbassato i toni, nel suo salotto...
«Aveva già rilasciato due interviste,
una a Enrico Mentana e l’altra a Sky. Entrambe tradizionali, con domande e risposte. La nostra — la prima in uno studio — è stata una vivace conversazione
tra due persone che non si vedevano da
trentuno anni».
Modalità anomala per i riti di «Porta a Porta».
«Beh, è stata l’intervista più anomala
della mia carriera. Non uso mai il “tu”
lavorando. Grillo ha cominciato, io ho
proseguito. L’informalità ha assicurato
il successo al tutto».
Anche Renzi ha ammesso: «Due
professionisti straordinari, due attori
dello show televisivo».
«Forse ha apprezzato il rispetto dei
ruoli, la correttezza del confronto. Era
indispensabile procedere così».
Perché, alla fine, Grillo è venuto a
«Porta a Porta»?
«Per raggiungere un elettorato che
non frequenta la rete né le piazze. Se
Grillo si trovasse al 20% non sarebbe venuto perché gli sarebbe stato inutile. Invece vuole avvicinarsi il più possibile al
Pd con l’ambizione di superarlo. Aveva
bisogno del nostro pubblico per completare il mercato potenziale. Gente che
non ha mai assistito a un suo comizio:
età in larga parte sopra ai 50-55 anni,
tranquillo, politicamente, culturalmente trasversale. Attenzione: è stata quella
fascia a decidere, in tempi di bipolarismo, alle Politiche per due volte la vittoria di Prodi e per due quella di Berlusconi. È vero che le Europee sono elezioni
diverse ma se le elezioni si vincono negli ultimi giorni puntando sugli indeci-
si…».
Mentana sostiene che Grillo lunedì
notte ha guadagnato «centinaia di migliaia di voti». Lei che ne pensa?
«Non lo so, francamente. Teoricamente tutto è possibile, quando ti vedo-
no in 5 milioni. Abbiamo avuto una media di 4,3 milioni con punte di 4,8. Abbiamo abbassato di 5 anni l’età media
della fascia di ascolto. Ha assistito un
laureato maschio su due. Il pubblico
giovanile, che in genere ci guarda poco,
era molto presente, così come quello
maturo»
È stata la puntata record stagionale
di «Porta a Porta».
«È stato un evento. Quasi un replay di
Berlusconi da Santoro»
Come ha trovato Grillo dopo trentu-
no anni?
«Identico. Solo con i capelli e la barba
bianchi. Sempre disposto all’ironia.
Dietro alle quinte ha scherzato, ha riproposto l’imitazione del nostro vecchio direttore generale Biagio Agnes
quando gli raccomandava di non combinare guai (“Beppe, io ti ho sempre stimato...”), è tornato sulla famosa puntata di Fantastico del 1986, condotta da
Baudo, in cui attaccò Craxi e il Psi e poi
venne cacciato dalla Rai. E poi Pippo che
si dissociò…».
Il «cinque»
Il leader
del Movimento
5 Stelle Beppe
Grillo dà il cinque
a Bruno Vespa
alla fine della
puntata di «Porta
a Porta» andata
in onda in diretta
lunedì sera. Per
tutta la durata
dell’intervista i
due si sono dati
del tu. Grillo era
assente dalla Rai
da oltre 20 anni,
da quando fu
allontanato per
una battuta sui
socialisti
«ladri» (Liverani)
Dopo 13 anni
«La nostra è stata una vivace
conversazione tra due
persone che non si vedevano
da tredici anni»
L’imprenditrice è anche presidente delle Poste
Luisa Todini
ci ripensa:
in autunno
lascio il cda Rai
Ma perché non è entrato in studio il
plastico portato da Grillo con il castello di Lerici, con quel carcere pronto a
«ospitare» politici e giornalisti, tra
cui anche lei?
«Nessuna censura. Avevamo patteggiato un format della durata di un’ora.
Col direttore di Raiuno, Giancarlo Leone, abbiamo capito che introdurre elementi estranei avrebbe snaturato l’operazione. Ora il plastico, che Grillo ci ha
regalato, farà parte del nostro prezioso
patrimonio storico. Lo potremo prestare, forse, per qualche manifestazione
del Movimento 5 Stelle. Però poi deve
tornare»
Su Twitter «Porta a Porta» è stata
seguitissima...
«Perché ci hanno seguito tanti giovani: 34.000 cinguettii».
Qualche utente ha scritto: Grillo si è
sottoposto al plotone di esecuzione di
Bruno Vespa.
«Il vero rischio era che Vespa si ritrovasse davanti al plotone di Grillo. È an-
Dopo le polemiche sul doppio incarico, il consigliere della Rai e presidente delle
Poste, Luisa Todini, ha deciso che lascerà il cda di Viale Mazzini: «Probabilmente in
autunno». Neanche una settimana fa, sull’opportunità di restare su due poltrone,
Todini aveva risposto al Corriere: «Sono multitasking, riesco a fare tutto e bene». Ieri
invece l’imprenditrice ha spiegato: «In autunno sarò ben felice di lasciare il mio
incarico nel cda». E ha aggiunto di aver «già preso all’atto della nomina a presidente»
la decisione «di lasciare l’incarico nel cda al momento opportuno». Cioè dopo aver
finito con i dossier a cui lavora, da Raiway alla spending review. E alle polemiche sul
doppio stipendio, ha risposto: «Non è il compenso la mia motivazione, metà finisce
© RIPRODUZIONE RISERVATA
al fisco e l’altra metà è devoluta in beneficenza».
data bene per entrambi. Ieri mattina
Beppe mi ha chiamato. Era contentissimo e sincero».
Vi siete scattati persino un selfie insieme...
«Non ero sicuro che Grillo accettasse. Mentre lo scattavamo, sono stati i
suoi a fotografarci e a mandare su Rete».
Come ha reagito il popolo Rai a via
Teulada?
«Una grande curiosità. Abbiamo dovuto blindare i corridoi all’arrivo di
Grillo. Avessimo registrato alle 17 o alle
18, avremmo dovuto chiedere i cordoni
della polizia».
Dopo questo lunedì con Grillo,
«Porta a Porta» si conferma la Terza
Camera della Repubblica.
«Lasciamo perdere. Oggi, le Camere
le aboliscono...».
Paolo Conti
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Corriere della Sera Mercoledì 21 Maggio 2014
Primo Piano
italia: 51575551575557
5
Il retroscena Il leader convinto che sopra il 18% il risultato è buono
La scelta dell’ex Cavaliere,
pieno controllo sul partito
Rossi al posto di Bondi
«Mariarosaria sarà il braccio operativo»
un’usura dell’anima e dei sentimenti».
Infine, il bagno di folla del
comizio, cominciato intonando
un blues. E proseguito con un
florilegio di battute. Su Craxi:
«A lui tirarono le monetine, noi
quando vinceremo, tireremo il
Maalox». Su Vespa: «Questa è
una rivoluzione felice, vado addirittura da Vespa senza vomitare». Su Berlusconi: «È un po-
vero pensionato avvilito. Quando vinceremo, o va in prigione
o fuori dai coglioni». Su se stesso: «Mi rottamerete, come Iva
Zanicchi». Ma il leader che secondo Berlusconi ormai si sente
«onnipotente», guarda avanti e
pensa in grande: «Alle Politiche
ci presenteremo con una squadra di governo già pronta».
Alessandro Trocino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
A Montecitorio
Di fronte alla
Camera Beppe
Grillo firma, con
deputati e senatori
5 Stelle, l’assegno
gigante da oltre 5
milioni di euro: la
cifra restituita dai
parlamentari. È il
terzo «Restitution
day»
(Inside)
A Pomezia
Il sindaco M5S e il caso dei menù distinti:
dolce solo ai bimbi che pagano di più
5 Stelle Il sindaco
di Pomezia Fabio Fucci
ROMA — Stessa scuola, due menu diversi. Uno con dolce, l’altro senza.
Chi paga prende la merenda, gli altri no. Succederà per i prossimi tre anni
a Pomezia, dove il Comune guidato dal grillino Fabio Fucci ha deciso di
fornire due tipi di pasti negli asili e nelle elementari: 460 mila pasti
all’anno, di cui la metà a prezzo più alto. Il bando per la gara d’appalto
lanciata un mese fa ipotizza una base di 4,40 euro a pasto, 4 se senza
dessert. «Cultura discriminatoria dei 5 Stelle — attaccano i senatori pd
Valeria Fedeli e Raffaele Ranucci —: si nascondono dietro al governo
partecipato ma fanno subire ai bambini l’esperienza più terribile, la
disuguaglianza sociale». Tutto falso, replica il sindaco che parla piuttosto
di «tempismo elettorale». E poi spiega: «La scorsa estate, alcuni
rappresentanti dei genitori ci hanno chiesto un menu più corposo e uno
più leggero, volevano spendere di meno. A me è sembrata una grande
discriminazione: vogliamo che tutti abbiano gli stessi piatti». Così l’idea
del pasto con o senza dessert: «A pranzo tutti i i bambini mangiano la
stessa cosa». È a merenda che qualcuno più fortunato riceverà il dolce.
«Ma gli altri — sostiene Fucci — avranno già la merenda da casa, dove è la
discriminazione?». Scelta «inaccettabile e incredibile — attacca ancora il
Pd — per chi si candida a rappresentare i cittadini in Europa e invece vuole
minare la convivenza democratica del Paese». E Sel: «Il sindaco ci ripensi».
Claudia Voltattorni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ROMA — Giurano che è stato lui, Sandro
Bondi, a costringere Berlusconi ad accelerare i
tempi: «Presidente, non voglio continuare a
fare l’amministratore del partito. Ti chiedo di
sollevarmi dall’incarico» ha ripetuto insistentemente anche nei giorni scorsi, «ferito» come
si è detto dall’atteggiamento di tanti colleghi
di partito che l’hanno accusato di voltare le
spalle a Forza Italia proprio nel momento del
bisogno. Lui, che ribadisce che a Berlusconi e
al movimento che ha guidato per anni resterà
fedele per sempre, le sue dimissioni le aveva
presentate da settimane, ma il Cavaliere gli
aveva chiesto di tenere duro ancora per un po’:
«Aspettiamo la fine della campagna elettorale,
meglio non creare tensioni...». Non è stato
possibile, giurano. E Berlusconi ha convocato
in tutta fretta un ufficio di presidenza (molte le
assenze) per nominare un nuovo amministratore, ruolo essenziale per il partito visto che
racchiude le funzioni di tesoriere nonché di
depositario del simbolo e di firmatario di ogni
decisione, a partire dalle liste.
Un ruolo che nel Pdl dividevano Bondi e
Rocco Crimi e che da ieri è nelle mani di Mariarosaria Rossi, la fedelissima, colei che per molti è la più vicina al capo del ristretto gruppo del
«cerchio magico». Praticamente sua ombra,
costantemente ad Arcore e già nominata mesi
fa capo dello staff, la Rossi, con la sua nomina,
ha fatto sobbalzare mezzo partito. Nonostante
Berlusconi abbia tentato di spiegare la scelta
come qualcosa di assolutamente normale:
«L’incarico di amministratore lo prendo io,
Mariarosaria che è sempre con me mi aiuterà a
gestire le cose e mi affiancherà come braccio
operativo». Una questione di comodità, insomma, e poi si tratta di «un incarico a commissario straordinario, di fatto», magari «tra
qualche mese» potrebbe ritornare Rocco
Crimi, che oggi da liquidatore del Pdl non aveva la possibilità di rivestire la doppia carica.
E però, non c’è dubbio che il segnale mandato da Berlusconi sia dei più forti. Anche se
costretto dalla richiesta di Bondi, anche se la
Rossi è in fondo davvero una sua «estensione»
operativa, il messaggio a quattro giorni dalle
elezioni è uno solo: il partito è mio e resta nelle
mie mani, è inattaccabile, nessuno pensi di
scalarlo se i risultati del voto saranno negativi
come pare e nessuno immagini un ritorno all’«ancien régime». È d’altronde questo il discorso che ha fatto — ovviamente in termini
più soft — ai suoi. Ha detto che non bisognerà
farsi abbattere da quello che è solo «un passaggio elettorale intermedio», che si dovrà
«proseguire sulla strada che abbiamo intrapreso, quella del rinnovamento e se i Club non
hanno ancora dato abbastanza ci lavoreremo
con più convinzione, non torneremo indietro». Ha dato incarico a Toti (che potrebbe pre-
sto essere nominato portavoce unico) e Cattaneo di scovare durante l’estate, attraverso uno
«scouting» ad hoc, «facce nuove tra i nostri
amministratori, i sindaci, i giovani» per fare
un’operazione «alla Renzi: serve un grande
rinnovamento, non possiamo tornare indietro, è l’unica strada che possiamo percorrere».
In tutte le direzioni, se è vero che anche sul
fund-raising gli sforzi di Daniela Santanchè
«non hanno prodotto quello che ci si aspettava» e bisognerà inventarsi altro.
Appare chiaro insomma come i big della
Forza Italia «tradizionale» siano oggi molto ai
margini delle leve del potere e del partito futu-
ro per come se lo immagina Berlusconi. Sia in
caso di un risultato onorevole (dal 18% in su si
parlerebbe di dato positivo e, comunque, ha
ripetuto ieri, «anche sotto il 20% io resto» ) sia
in caso di tracollo. Ma, se le urne consegnassero a Berlusconi un partito molto indebolito, la
resa dei conti interna sarebbe inevitabile. Tanto più se davvero Raffaele Fitto uscisse, come
tanti prevedono, da trionfatore della campagna elettorale azzurra in termini di preferenze,
a fronte di performance molto più contenute
di fedelissimi come Toti, ma anche Ronzulli o
Comi, tanto che c’è chi parla insistentemente
di telefonate che starebbero partendo da Arco-
Palazzo Grazioli I senatori Sandro Bondi e Manuela Repetti, sua compagna (Benvegnù-Guaitoli)
L’incarico
La nomina
Il 24 marzo, istituito il comitato di
presidenza di Forza Italia, Sandro Bondi è
nominato amministratore. Il mese scorso si
dice deluso dal partito: «Ha fallito, nessuna
strategia per il futuro»
La successione
Ieri il comitato di presidenza ha ratificato le
dimissioni di Bondi dall’incarico, indicando
per quel ruolo Mariarosaria Rossi (sopra)
re e dintorni «per chiedere di non votare Fitto», a vantaggio di Matera e Martusciello.
È vero che il gioco delle preferenze tra Nord
e Sud è anche ingeneroso da fare, ma è altrettanto vero che la partita di chi comanda e
quanto e per andare dove, in Forza Italia, è tutta da giocare. In un clima di grandissima preoccupazione. Raccontano che Berlusconi sia
sempre più convinto che l’abbraccio con Renzi
abbia «fatto male a noi come a lui, premiando
solo Grillo» e tutto — dalle riforme alla legge
elettorale — potrebbe tornare in discussione.
Nella consapevolezza che «si voterà massimo
nella prossima primavera» e il cammino per il
centrodestra sarà tutto in salita, che scenda in
campo o meno l’erede Marina. Tanto che a tarda sera avverte: «Io spero di non doverci passare, ma se la grande operazione che stiamo
facendo non dovesse avere successo potremmo farne una di mera convenienza elettorale»
con Alfano e la Lega.
Paola Di Caro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
6
Primo Piano
Mercoledì 21 Maggio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Verso il voto Le scelte
Napoli, arrestato un candidato Ncd
Alfano alle toghe: era meglio aspettare
Tentata concussione per Romano, presidente del consiglio campano
La vicenda
Tentata concussione
e domiciliari
1
Ieri la Guardia di Finanza
ha arrestato ai
domiciliari a Capua Paolo
Romano, con l’accusa di
tentata concussione per
costrizione ai danni di
Paolo Menduni, direttore
della Asl di Caserta
La denuncia nel 2012
e il via all’inchiesta
2
L’inchiesta della Procura
di Santa Maria Capua
Vetere è partita dopo
una denuncia di Menduni
nel luglio 2012: ai pm il
direttore dell’Asl disse
che i politici volevano i
dire la loro sulle nomine
DAL NOSTRO INVIATO
SANTA MARIA CAPUA VETERE (Caserta) — Candidato con il
Nuovo centrodestra alle Europee di domenica, e attivissimo
in campagna elettorale, il presidente del consiglio regionale
della Campania Paolo Romano
è stato arrestato ieri mattina
con l’accusa di aver cercato di
imporre al direttore generale
della Asl di Caserta i nomi di
persone a lui vicine per le cariche dirigenziali di più alto livello (direttore sanitario e direttore amministrativo). Inoltre
avrebbe anche provato a fargli
annullare altre nomine in quanto a lui sgradite. La Procura del-
la Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere, titolare dell’inchiesta condotta dagli uomini
del nucleo di Polizia tributaria
della Guardia di Finanza di Caserta, aveva chiesto per Romano l’accusa di indebita induzione, ma il giudice per le indagini
preliminari che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare,
concedendo a Romano gli arresti domiciliari, ha ritenuto più
grave la sua azione, accusandolo di tentata concussione.
Lo scenario in cui si consuma
la vicenda è quello della sanità
pubblica casertana, che come
sottolinea il procuratore di Santa Maria Capua Vetere Corrado
Lembo, rappresenta un «settore
L’indagine
La denuncia partita
dal direttore
generale della Asl
di Caserta
La fiducia
Il titolare dell’Interno
si dice comunque
fiducioso sull’azione
dei magistrati
fondamentale e strategico, anche sul piano elettorale, dell’organizzazione amministrativa
regionale». Secondo quanto
emerge dalle indagini, Romano
avrebbe esercitato ogni genere
di pressione sul direttore generale della Asl Paolo Menduni
nel tentativo di imporgli la scelta dei più importanti manager.
Su quelle nomine il rapporto tra
i due, che in origine era di assoluta sintonia, si è incrinato fino
a rompersi del tutto. E più volte
Romano avrebbe addirittura
minacciato di tartassare la Asl
casertana con controlli e ispezioni se Menduni non lo avesse
accontentato sulla questione
dei dirigenti. L’inchiesta si basa
Chi è
Con il partito di Berlusconi
Paolo Romano, 49 anni, nato a
Quarto Flegreo (Napoli),
imprenditore edile, presidente
del consiglio regionale della
Campania, è stato arrestato
ieri dalla Guardia di Finanza.
La sua carriera politica inizia a
Capua (Caserta) alla fine degli
Anni 90 come consigliere
comunale e poi come
presidente dell’assemblea. Nel
2000 è eletto al consiglio
regionale della Campania con
Forza Italia. Rieletto nel 2005.
Nel 2009 è capogruppo del
Pdl in consiglio regionale, nel
2010 è rieletto consigliere con
18 mila preferenze e nominato
presidente
Con il partito di Alfano
Romano si era autosospeso
dall’incarico di presidente del
consiglio regionale perché
candidato alle prossime
Europee con il Nuovo
centrodestra nella
circoscrizione Sud
sulle dichiarazioni dello stesso
direttore generale, confermate
da altri dirigenti, che ai magistrati hanno dichiarato di non
aver mai assistito a così tante
pressioni da parte della politica.
All’imbarazzo per l’arresto di
un proprio candidato proprio
alla vigilia del voto, il segretario
dell’Ncd Angelino Alfano reagisce dicendo che «chi ha sbagliato deve pagare», ma anche che
«la nostra impostazione resta
garantista». Quindi «fiducia
nella magistratura», ma anche
la speranza che Romano «riesca
a dimostrare che non merita il
provvedimento che gli è piovuto addosso». In ogni caso, conclude Alfano se l’arresto fosse
avvenuto «prima della presentazione delle liste o dopo le elezioni avremmo evitato il sospetto di un intervento a tre
giorni dal voto».
F. B.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le carte
Dirigenti e nomine
al vaglio dei pm
3
Le carte raccontano di
presunte pressioni che
Romano avrebbe
esercitato sul dirigente
della Asl per ottenere le
nomine di persone da lui
indicate come direttore
sanitario e amministrativo
Il direttore della Asl
e il «deciso rifiuto»
4
Le presunte pressioni
sarebbero andate a
vuoto, per i pm, dopo il
deciso rifiuto di
Menduni. Vane anche le
insistenze sulla nomina
del dirigente del distretto
sanitario di Capua
Il distretto di Capua
e la frase incriminata
5
Nel capo di imputazione
della Procura è riportata
una frase che Romano
avrebbe detto a Menduni
proprio sulla guida
dell’Asl di Capua: «Come
ti sei permesso di mettere
quella nel mio distretto?»
Il coinvolgimento
della stampa locale
6
Nell’inchiesta, oltre ad altri
politici, sarebbero convolti
alcuni cronisti per servizi e
interviste «pilotati» sulla
gestione della Asl di
Caserta che, per i pm,
dovevano contribuire a
«pressare» Menduni
Le minacce: sms
e intimidazioni
7
Menduni denunciò pure
minacce anonime, tra le
quali un sms: «Abbiamo
decretato la tua fine».
Altre furono denunciate
da un dirigente dell’Asl di
Caserta: «Fui avvicinato e
intimidito su una gara di
appalto da due estranei»
DAL NOSTRO INVIATO
SANTA MARIA CAPUA VETERE (Caserta) — Era il 31 luglio del 2013 quando il
direttore generale della Asl di Caserta Paolo Menduni si presentò in Procura a Santa
Maria Capua Vetere per mettere a verbale
di aver subito pressioni da parte del presidente del consiglio regionale della Campania Paolo Romano sulla scelta dei dirigenti dell’azienda.
Da quella denuncia all’ordinanza di custodia cautelare che il gip Sergio Enea ha
firmato ieri è passato circa un anno e mezzo. La richiesta della Procura è giunta sul
tavolo del giudice delle indagini preliminari il 3 febbraio scorso. E dopo averla letta il magistrato ha ritenuto non solo di accogliere la richiesta di arresto concedendo
a Romano i domiciliari, ma ha scelto anche di aggravare la sua posizione, accusandolo di tentata concussione.
Ma che cosa raccontò Menduni quel 31
luglio 2012 e nella deposizione successiva,
quella del 6 novembre dello stesso anno? Il
gip dapprima sintetizza quanto denunciato dal manager. A proposito dei rapporti
tra Menduni e Romano, il magistrato scrive che questi «gli ha in più occasioni manifestato la propria irritazione per la mancata nomina di un direttore sanitario di fiducia del Romano stesso, e ha esercitato
pressanti richieste di revoca dell’incarico
di rettore sanitario di Capua conferito dal
Menduni alla dottoressa Nicoletta Tessitore, al fine di sostituirla con un medico politicamente vicina al medesimo Romano».
Ancora più dettagliata la deposizione
del Menduni a proposito del verbale redatto a novembre: «Subito dopo la nomina ho avuto la necessità di nominare il direttore amministrativo e il direttore sanita r i o ( … ) . N e l l e p re d e t te
occasioni il dott. Paolo Romano
riferiva che essendo il presidente
del consiglio a lui spettava l’indicazione del direttore sanitario.
Tutte queste pressioni a cui ho
fatto riferimento sono state fatte
presso la sede del consiglio regionale di Napoli e nelle predette occasioni mi veniva fatto vagamente
cenno a una sorta di accordo politico per l’individuazione di cariche
di responsabilità nel settore sanitario».
Secondo quanto riferisce Menduni, Romano non si sarebbe mai
sbilanciato nei toni: «Non ci sono
mai state minacce esplicite ma vaghi riferimenti al fatto che, se non
avessi ottemperato all’invito, sarei
stato sottoposto a delle pressanti attività di verifiche e controlli sulla gestione della mia azienda: cosa poi
Sui cartelloni I manifesti elettorali per le prossime Europee del presidente del consiglio regionale della Campania Paolo Romano, in corsa con Ncd (Ansa)
La ricostruzione del giudice
Quelle pressioni sulla Asl
per avere vantaggi elettorali
L’ordinanza
del gip
Ecco il testo
dell’ordinanza
che dispone il
provvedimento
cautelare per
Paolo Romani e
per altre tre
persone firmato
dal gip di Santa
Maria Capua
Vetere
puntualmente verificatasi».
Secondo quanto racconta il manager
della Asl casertana, Romano perse le staffe
in occasione della nomina delle dirigente
sanitaria di Capua: «Subito dopo la nomina della predetta dottoressa, scelta di consueto quale persona di fiducia, ricevevo
una telefonata furiosa del predetto Romano, il quale, non avendo gradito tale nomina, mi diceva cose del tipo come ti sei
permesso nel mio distretto di mettere tale
persona».
Il gip ritiene attendibile la deposizione
di Menduni in quanto, scrive, «appare assolutamente inverosimile che un dirigente di un ente pubblico, la cui nomina discende proprio da quegli ambienti politici, denunci fatti non veri, accusando uno
dei più alti esponenti politici regionali di
gravi delitti mai commessi, atteso che da
ciò gli deriverebbe un insanabile discredito, oltre che la verosimile esclusione da
ulteriori incarichi dirigenziali».
Particolarmente pesanti, poi, le parole
che il giudice usa a proposito di Romano:
«L’indagato non ha esitato a strumentaliz-
zare il ruolo ricoperto e l’esercizio delle relative prerogative al precipuo fine di influenzare le scelte fondamentali relative
all’ente pubblico in questione e di determinare la costituzione di un organigramma ricoperto da persone di fiducia e compiacenti, così da poter ingerirsi nelle determinazioni inerenti un settore strategico, anche da un punto di vista elettorale,
della vita pubblica regionale».
Nessuna giustificazione, quindi, per
l’esponente politico, responsabile di aver
creato, secondo il gip, una «situazione naturalmente del tutto incompatibile con
l’interesse pubblico all’efficienza ed efficacia del servizio pubblico sanitario e al
contrario incline a una logica meramente
spartitoria e personalistica dell’esercizio
di rilevanti funzioni pubbliche».
E anche nessun dubbio circa gli obiettivi di Romano: «In quest’ottica il Romano
si è servito impropriamente della qualità
ricoperta soltanto come mezzo per generare nell’interlocutore, all’atto delle richieste indebite, il necessario atteggiamento di riverenza e compiacenza, onde
orientarne le scelte oppure determinarlo a
scelte compiacenti e consone agli obiettivi
individuali conseguiti, così da sopprimere
completamente la capacità di autodeterminazione dello stesso interlocutore e garantirsi risultati illeciti. Ebbene, ad avviso
del giudicante, l’aver posto in essere una
simile condotta (…) connota la personalità del Romano in termini assolutamente
negativi».
Fulvio Bufi
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Corriere della Sera Mercoledì 21 Maggio 2014
Primo Piano
italia: 51575551575557
7
Da luglio la presidenza di turno della Ue
Verso il voto Le scelte
La campagna a ostacoli
di «pennellone» Scopelliti
per restare in campo
Tagliato fuori dalla Regione dopo la condanna:
enti locali svuotati, l’Europa è fonte di ricchezza
SEGUE DALLA PRIMA
«Quello cambiato sei tu!», gli avrebbe risposto uno dei manifestanti. Certo
l’ex governatore calabrese non avrebbe
potuto liquidare i contestatori come «i
soliti fascisti». Perché quella dei ragazzi che gli urlavano «il tuo partito ti ha
offerto come premio per la condanna il
salvacondotto dell’immunità parlamentare», è anche la «sua» storia. È da
lì che viene, quello che gli amici (affettuosamente) e nemici (meno affettuosamente) chiamano per la statura e la
camminata «Pennellone». E mai e poi
mai, almeno fino ad oggi, è venuto meno alla coerenza di difendere fino in
fondo il suo percorso nero.
Nato nel 1966, aveva quattro anni
quando scoppiarono i «moti di Reggio» contro la scelta di Catanzaro come
Chi è
In Calabria
Laureato in Economia e
Commercio, 47 anni,
Giuseppe Scopelliti è
stato governatore della
Calabria per il
centrodestra fino alle
dimissioni dello scorso
28 marzo. È stato
sindaco di Reggio
Calabria dal 2002 al
2010 e, dal ‘95 al
2000, presidente del
Consiglio regionale
corso per Giuseppe Scopelliti è la campagna elettorale più difficile di sempre.
Un po’ perché, lui che intimava ad Angelino Alfano di non essere «troppo
democristiano», si ritrova a correre
sotto le insegne dello scudo crociato.
Ma soprattutto perché, certo, sono in
tanti a riconoscergli la presunzione di
innocenza fino alla Cassazione. La sentenza di fine marzo con la quale i giudici di Reggio Calabria l’hanno condannato per abuso d’ufficio a sei anni di
carcere e all’interdizione perpetua dai
pubblici uffici, però, pesa. Pesa maledettamente.
E pesa ancor di più la storia che c’è
dietro. Cioè l’oscura vicenda, conclusa
col suicidio, di Orsola Fallara, da sempre amica e poi braccio destro burocratico del sindaco al Comune reggino dove lasciò un buco di 87 milioni di euro,
Una rondine stilizzata
per il semestre a guida italiana
Una rondine stilizzata con il becco verde rivolto verso
l’alto, la testa rossa e ali e coda dell’azzurro europeo. È il
logo del semestre europeo a guida italiana presentato dal
sottosegretario alla presidenza Sandro Gozi, dal ministro
dell’Istruzione Stefania Giannini e dall’astronauta Luca
Parmitano, ambasciatore della presidenza (foto Agf). Il
logo è stato realizzato dai ragazzi del liceo artistico
Meroni di Lissone (foto Omnimilano)
Le «procedimentalità»
Per evitare il taglio degli eletti, la
sua ex maggioranza cerca di
tenere in piedi il consiglio: vanno
rispettate le «procedimentalità»
capoluogo regionale. Gli anni dell’adolescenza, però, furono marcati dal
basket e da un mito: il capopopolo dei
«boia chi molla» Ciccio Franco. Al quale, appena ha potuto, avrebbe dedicato
l’Arena dello Stretto. Votarono per lui,
forse, alle Regionali del 2010, alcuni di
quei giovani neri della traumatica contestazione lametina. Del resto, tra
quanti sostenevano l’ex sindaco reggino in corsa per diventare governatore,
c’erano allora anche i militanti della
Fiamma Tricolore-Destra Sociale. Figli
di quella tradizione missina durissima
nei confronti della politica corrotta,
della politica spregiudicata, della politica degli affari. Una storia in cui lo
stesso «Peppe» si riconosceva ai tempi
delle invettive di Gianfranco Fini prima della svolta moderata: «Basta col
garantismo, basta con questa larva di
Stato impotente, basta con la legge che
premia i delinquenti e abbandona i cittadini onesti». Sia come sia, quella in
Le inchieste
Il 27 marzo è stato
condannato a 6 anni di
reclusione per abuso
d’ufficio e falso durante
il mandato da sindaco a
Reggio Calabria, con
l’interdizione perpetua
dai pubblici uffici.
È candidato alle
Europee per il Nuovo
centrodestra (nella foto
Fotogramma è a un
comizio con l’assessore
regionale Pino Gentile e
il fratello Antonio Gentile,
ex sottosegretario)
oltre la metà di quello accertato dagli
ispettori dell’Economia. Una montagna di soldi finiti in parte, sotto forma
di consulenze, anche nelle tasche della
donna e del fidanzato architetto. «Firmavo decine di carte al giorno e firmavo sulla fiducia», sostiene Scopelliti,
«senza neanche leggere cosa c’era
scritto».
Gli amici del Nuovo Centrodestra,
come Francesco Cascio, parlano di un
accanimento: «Se si regolassero allo
stesso modo, i giudici dovrebbero perseguire tutti i sindaci italiani». Fatto sta
che la condanna ha messo nei guai non
solo «Pennellone», costretto a lasciare
il suo ufficio di presidente della Regione, ma l’intero centrodestra calabrese.
Che da settimane, come hanno raccontato sul Quotidiano della Calabria
Adriano Mollo e Giovanni Verduci, sta
cercando di tenere in piedi la giunta e
compatta la maggioranza intorno a un
quesito pelosetto: se Scopelliti è stato
sospeso come poteva dimettersi dopo
la sospensione? Della serie: vien prima
l’uovo o la gallina? Conclusione: fermi
tutti ed elezioni rinviate finché non sarà chiarito il pasticcio.
È una questione, ha spiegato il presi-
dente del parlamento regionale Franco
Talarico di «rispetto delle procedimentalità». Testuale: «procedimentalità».
Un turbo-burocratese che serve a guadagnare tempo, ridono i maliziosi, per
arrivare a votare il 3 giugno in seconda
lettura una modifica dello statuto che,
creando i «consiglieri supplenti», proverà a arginare gli effetti della riforma
Monti che ha costretto la Calabria a ridurre da 50 a 30 i seggi dell’assemblea.
Certo è che in mezzo a tutto questo
facce
da Europee
bordello, mentre divampa la guerra intestina con Forza Italia, il tentativo dell’ex governatore di acchiappare uno
spazio in Europa per non essere travolto dagli eventi e dal «calcio dell’asino»
che la politica riserva da sempre a chi è
nei guai, è sempre più in salita. Ultima
batosta, ieri: l’arresto di Paolo Romano
col quale faceva asse, con una reciproca
indicazione di voto campano-calabrese.
Non è tipo, però, «Pennellone», da
piangersi addosso. E così, dopo alcune
settimane di campagna in sordina, di
cene riservate, di appuntamenti ristretti, ha deciso di sfidare i possibili
contestatori con qualche iniziativa
pubblica. Come a Cosenza, dove in un
albergone di Rende ha riunito i sostenitori del Ncd con Renato Schifani e i
potenti fratelli Gentile (ricordate? Tonino doveva fare il sottosegretario con
Renzi e fu costretto a dimettersi per le
polemiche intorno alle pressioni esercitate sull’Ora della Calabria) esordendo con la grinta di un rugbista: «È dal
2009 che la nostra squadra vince tutte
le elezioni in questa regione e vinceremo anche stavolta».
Ammonisce a «non considerare
Bruxelles qualcosa di distante» perché
con l’aria che tira «i comuni non sono
più una grande azienda sul territorio,
le regioni sono state svuotate, le province cancellate» e insomma la grande
mammella degli aiuti pubblici è lì:
«l’Europa rappresenta una fonte di ricchezza straordinaria per i nostri territori». Attacca l’antipolitica, infischiandosene delle ironie, perché «la politica
non è un teatrino, non è una barzellet-
ta, è una cosa seria». Spiega che lassù, a
Bruxelles, c’è un forziere con dentro
«360 miliardi di euro di fondi strutturali, di risorse dirette, e altri 900 miliardi di risorse indirette» ai quali «bisogna attingere». Ammette che ci sono
delle difficoltà dovute alla «farraginosità delle procedure» europee ma anche a una «classe burocratica del Mezzogiorno che in parte non è adeguata».
E spiega, come scendesse dalla luna,
che bisogna dire basta all’andazzo di
«disperdere quelle risorse in mille rivoli».
Vabbè, ma la condanna? Nessun
cenno alla condanna che fa di lui
un’anatra zoppa? Eccolo: «Noi siamo
una classe dirigente che giocando la
partita sul campo, 11 contro 11, non c’è
storia: per i prossimi 15 anni il centrosinistra con noi è perdente». Ma, purtroppo, «non è che abbiamo avuto l’arbitro contro. No: abbiamo avuto un’invasione di campo di migliaia di persone che hanno deciso di interrompere
questa legislatura…» Peccato, sospira,
proprio adesso che stava cambiando la
Calabria…
Gian Antonio Stella
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L’intervista La scrittrice e saggista: Berlusconi lo fa solo per convenienza elettorale, ma ha capito che sul tema c’è grande sensibilità
Padoan, l’animalista di Tsipras: il Dudù act è positivo
MILANO — «Quella di Berlusconi
sugli animali è strategia elettorale
dell’ultimo minuto, tuttavia — da
abile comunicatore— prende Dudù
perché sa che sul tema esiste una
grande sensibilità».
Per Daniela Padoan, scrittrice e
saggista, candidata nella lista Tsipras per le Europee ( e due gatti in
casa) il rapporto tra «umani e animali» è «certamente un argomento
da campagna elettorale». «L’animalismo — spiega— non è una questione per signore che hanno tanto
tempo a disposizione, ma una battaglia culturale: il rispetto dei viventi,
uomini o animali, è, o dovrebbe essere, a fondamento della politica».
Quindi per lei è positivo che Forza Italia abbia proposto quel «Dudù Act» su cui si è molto ironizzato?
«Ma sì, è positivo. Berlusconi è
un animalista dell’ultimo minuto,
per convenienza elettorale. Ma nel
suo partito c’è chi su questi temi lavora da tempo come Michela Vittoria Brambilla».
Ma che animalismo è quello di
Forza Italia?
«Diciamo che loro hanno un’idea
degli animali un po’ da salotto, restringono il discorso sull’animale
domestico, li fanno sembrare tutti
dei pelouche. Propongono misure
sensate — poter portare il cane in
albergo o al ristorante — ma lasciano, come dire, intatto il resto del
mondo. E invece non possiamo fingere che attorno a noi non ci sia una
realtà terribile. Per non pensarci, distogliamo lo sguardo dagli allevamenti industriali, lasciamo che si riducano gli animali a cose e i nostri
figli, che non li conoscono più, si
commuovono per il maialino dei
Scrittrice
Daniela Padoan, 55 anni,
saggista. Il suo ultimo libro,
scritto con il genetista Luca
Cavalli Sforza, è «Razzismo e
noismo: le declinazioni del noi
e l’esclusione dell’altro»
cartoni animati. Ragionare sugli
animali, invece, significa ripensare
l’etica».
Cosa vuole dire?
Che una persona — cioè il soggetto di un diritto — è chi sente, chi
è capace di affetto, chi con il suo
sguardo ci interpella. Quindi anche
gli animali, e non solo gli umani.
Schopenhauer parlava dell’ “essenziale legame tra tutti gli occhi che
guardano il sole”. Insomma, cambiando il nostro sguardo sugli animali, cambia — e migliora — la
qualità della nostra convivenza. Come è successo in Uruguay.
Cosa è successo in Uruguay?
Il presidente della Repubblica Pepe Mujica, che ha un passato da
guerrigliero ai tempi della dittatura,
ha proposto una legge magnifica:
definisce per gli animali cinque libertà basilari: libertà dalla fame e
dalla sete, libertà dal dolore, dalla
paura, dalla costrizione e dalla sofferenza. È una legge che insegna a
rispettarne la dignità — e infatti gli
animali non possono essere usati
nei circhi — e che stabilisce, giusto
per fare un esempio, che gli asini
non debbano portare carichi eccessivi o che impedisce di lasciare i cavalli legati sotto il sole per troppo
❜❜
Una battaglia culturale
Il rispetto per gli animali
non è una questione per
signore, ma una battaglia
culturale. Il mio modello?
L’Uruguay di Mujica
tempo senza protezione. Un mio
amico, uno scrittore uruguaiano,
dice che per il Paese è stata una svolta: si guardano gli esseri viventi, tutti, da un’altra prospettiva. Migliore.
Deve averle fatto male quella
battutaccia di Grillo su Dudù e la
vivisezione.
Se è per questo Grillo ha usato anche la Shoah: è una strategia comunicativa, basta fare notizia e far parlare di sé. Ciò che mi preme è altro:
io arrivo a queste posizioni sugli
animali proprio perché mi sono occupata molto di razzismo e genocidi. I regimi costruiscono i propri nemici privandoli della loro umanità,
definendoli “sottouomini” o animali. Se invece noi mettiamo il rispetto
per tutti i viventi al centro della
agenda politica costruiamo una società senza violenza: e sarebbe una
rivoluzione».
Massimo Rebotti
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8
Primo Piano
Mercoledì 21 Maggio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Il caso Expo L’inchiesta
Le intercettazioni
L’analisi
«Società arabe per le tangenti»
Il consiglio dell’imprenditore
MILANO — Tangenti in salsa araba. Arriva il momento in cui anche il
corruttore che ha sborsato mazzette
per circa 350/400.000 euro in contanti, e sa che dovrà sborsarne altre per
accaparrarsi i lavori pubblici, ha paura
di essere scoperto. E allora che fa?
pensa di creare una società off-shore
da cui far passare le bustarelle, meglio
se in uno dei «Paesi del Golfo». Era
questa l’idea di Enrico Maltauro per
«smaltire» le maxitangenti destinate
al «centro servizi» politico-affaristico
degli appalti milionari di Expo e della
sanità lombarda.
È l’11 marzo scorso. Maltauro, titolare dell’impresa vicentina arrestato
poi l’8 maggio con Gianstefano Frigerio, è al telefono con l’ex parlamentare
di Forza Italia. Maltauro si trasforma
in consulente dell’associazione a delinquere di cui fanno per i pm parte
anche l’altro ex parlamentare di Fi
Luigi Grillo, Primo Greganti, cioè il
«Compagno G» già arrestato durante
Mani pulite nel filone delle tangenti
rosse, e l’ex Udc ligure e ora esponente
Ncd Sergio Cattozzo (il cui lungo interrogatorio ieri è stato segretato).
«Bisogna che vi facciate una formula
che ci metta nella condizione di essere
sereni nella gestione finanziaria ed
economica», quasi implora l’imprenditore. Pagare sempre in contanti, infatti, «diventa un problema gigantesco» specialmente quando, «come io
spero, portiamo a casa un’altra cosa
grossa come la Città della Salute»,
l’appalto da 350 milioni per il polo sanitario nell’area ex Falck di Sesto San
Giovanni (le offerte della gara sono
ora state sequestrate dai pm). In banca gli hanno spiegato che per evitare
sospetti non deve prelevare più di 900
euro la settimana, «sennò lo segnaliamo alla Banca d’Italia» gli hanno det-
to. Per drammatizzare, e convincere
l’interlocutore, racconta che «tutti i
prelevamenti e tutte le robe che ha
fatto Berlusconi, parlo di Berlusconi,
per pagare le sue amiche gliel’hanno
tracciati tutti, uno per uno» e che «se
c’è una visita della Finanza...sei finito!
Tirano la catena e ci sono tutti i pesci
attaccati (...) è garanzia assoluta di disastro futuro».
E siccome «i condoni non li fanno
più», la soluzione neanche può essere
«una consulenza con mio figlio e con
mia nuora», come prova a suggerire
Frigerio per «distribuire in tanti rivoli» le mazzette. «È una cazzata», «bisogna inventarsi qualcosa», sentenzia
Maltauro, che vuole
«dare una mano» perché «il sistema di qui
non è praticabile». Come? Con una società,
f dove
«ottimi sono i Paesi del Golfo,
(...) uno la chiama Gast Arab Trading,
gli dà il nome anche arabo. In quei paesi si fa quello che si vuole». Frigerio
sa come gira, un suo «amico generale
della Guardia di finanza che lavora ai
servizi ed è quello che (...) controlla
da palazzo Chigi i flussi finanziari»,
gli ha detto che «il mondo è questo
qui, non quello che immaginiamo
noi».
La risposta del procuratore Bruti al
In hotel
Sergio Cattozzo
ed Enrico Maltauro a Roma, il
18 dicembre
2013. Nel documento sopra:
Maltauro parla di
società off-shore dove far passare le tangenti
presidente Grasso conferma che la pg
non ha mai controllato gli ingressi del
Parlamento, ma ha intercettato Greganti («sto uscendo dal Senato»)
mentre in cui il suo cellulare agganciava in effetti la cella di Palazzo Madama.
Per il grande affare sanitario, Frigerio cerca protezioni anche per la Manutencoop, la coop rossa partner della
Maltauro. Il 26 novembre Frigerio
parla con Danilo Bernardi, braccio destro del numero uno di Manutencoop
(Claudio Levorato, di cui il gip ha negato l’arresto, ma i pm hanno fatto ricorso): «Bisogna cominciare a lavorare sui collegamenti» e «in modo riservato», e gli assicura di poter contare
su Antonio Rognoni, il poi arrestato
direttore generale di Infrastrutture
Lombarde. Ma Rognoni non basta, c’è
anche «il mondo ciellino. Lì voi avete
un buon rapporto, però ce l’ho buono
anch’io», e poi «c’è il grande problema della Lega». Lui ha «un buon rapporto con Maroni», e qualcosa può fare anche Maltauro «in buoni rapporti
con Tosi (sindaco di Verona, ndr.).
Cominciamo a ragionare con Tosi e
pian piano arriviamo a Maroni». «Mi
sembra una buona idea. Noi stiamo
dialoghicchiando con il suo entourage», risponde Bernardi.
Frigerio: «Col suo entourage
meridionale?». Bernardi «Bravo». Frigerio: «Aiello» (per la
GdF è l’avvocato Domenico Aiello, penalista della Lega), ma è anche «importante» la «signora Votino», Isabella, portavoce del Governatore lombardo. Aiello e Votino, interpellati dal Corriere,
dichiarano però di non aver mai
avuto rapporti né con Frigerio né
con Bernardi, e anche Maroni e Tosi
avevano già smentito, al pari del
ministro Lupi. Di certo Frigerio con i
propri interlocutori non lesinava riferimenti a Silvio Berlusconi: «Sono
uno dei suoi principali consiglieri politici dal ’94, quindi qualche dritta
gliela posso dare...».
Luigi Ferrarella
[email protected]
Giuseppe Guastella
[email protected]
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Roma Tensioni nell’organo di autogoverno della magistratura. L’ipotesi della proposta di archiviazione
Lite Robledo-Bruti, si dimette un consigliere
Il laico Albertoni voleva riascoltare l’aggiunto, la decisione è rinviata
ROMA — E ora è scontro al Csm.
Chiamata a dirimere la guerra del
procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, contro il capo Edmondo Bruti Liberati, la settima
commissione del Consiglio superiore
della magistratura diventa teatro, a
sua volta, di uno confronto serratissimo. Il consigliere laico Ettore Adalberto Albertoni si è dimesso in polemica con la linea adottata dalla presidenza di chiudere al più presto i lavori, senza altre audizioni. L’ex
consigliere Rai, al Csm in quota Lega,
aveva chiesto che la commissione
sentisse ancora Robledo che, con un
esposto contro le «anomalie» dell’assegnazione delle indagini operata, a
suo dire, da Bruti Liberati, aveva dato
origine alla doppia pratica del Csm:
ce n’è una anche nella prima commissione per verificare un’eventuale
incompatibilità ambientale.
Dopo ripetuti appelli a fare presto,
per salvaguardare le indagini delicate
in corso a Milano, uno lanciato anche
dallo stesso vicepresidente del Csm,
Michele Vietti, la maggioranza era decisa ad evitare altri atti. Ma Albertoni
non ha gradito la bocciatura e lo ha
scritto a Vietti e agli altri componenti.
Nella missiva, secondo Panorama.it,
sostiene di avere ricevuto garanzie che
la seduta del 15 maggio scorso sarebbe durata circa mezz’ora e le decisioni
sarebbero state prese successivamente. Così non è stato. Da qui le dimissioni: perché «è venuto meno il leale e
doveroso rispetto che deve essere garantito a tutti i consiglieri in qualsiasi
sede del Csm». «C’è stato un fraintendimento a cui penso si rimedierà» minimizza Vittorio Borraccetti. E lo stesso Vietti, ieri ha glissato: «C’è stato
uno slittamento tecnico a giovedì che
non pregiudica la sollecita definizione
che ho più volte auspicato e che continuo a invocare per il bene dell’ufficio
intero e del Csm».
L’ipotesi più accreditata sull’esito
delle due istruttorie ieri, a Palazzo dei
Marescialli, era che ci si avviasse verso
una proposta di archiviazione di entrambi i fascicoli. E, in analogia con
casi precedenti, si cedesse il passo al
pg della Cassazione che valuta eventuali profili disciplinari. Tra le contestazioni di Robledo a Bruti Liberati, lo
«scippo» di alcune indagini, a partire
dal Rubygate. E l’anomalia di alcune
direttive, come temporeggiare sul caso San Raffaele e sull’iscrizione tra gli
Protagonisti
Edmondo Bruti Liberati
Procuratore capo di Milano
ha accusato l’aggiunto
Alfredo Robledo di aver
intralciato le indagini del pool
Alfredo Robleto
Procuratore aggiunto, si è
rivolto al Csm contro Bruti
Liberati. A suo dire sarebbe
stato lui a turbare «l’Ufficio»
Ilda Boccassini
Capo della Dda di Milano ha
dichiarato di non aver fatto
interferenze nelle inchieste
sul caso Ruby e l’Expo
indagati di Roberto Formigoni.
A difendere con veemenza Bruti Liberati, in audizione, era stato l’aggiunto Francesco Greco. «Le procure
sono gli uffici dove la flessibilità, l’informalità e la delega orale sono l’Abc»,
aveva spiegato e rivendicando l’esperienza di Mani pulite. Su Formigoni
era insufficiente, aveva detto, la deposizione di un testimone con «problemi mentali» che lo chiamava in causa
come referente di Daccò. E contrattaccando sul processo Oil for food, istruito da Robledo senza iscrivere Formigoni, aveva rimarcato: «Lo sapevano
anche i sassi che Daccò era il referente
di Formigoni, così come sapevano che
Mazzarino De Petro in Oil for food era
il referente di Formigoni, suo braccio
destro, ma non basta questo per iscrivere Formigoni». Greco ha anche ricordato l’indagine sulle sim fittizie Telecom: «Non riuscivamo a trovare un
coordinamento. Gli chiediamo “fattelo tu”. Robledo dice, “No, io faccio solo la mia parte”. Risultato? Il processo
è finito a Roma, poi credo siano stati
assolti». Severe invece le accuse dell’aggiunto Nunzia Gatto sulle direttive
per non arrestare Alessandro Sallusti:
«Bruti Liberati ci chiese di fare un unicum violando il principio costituzionale della parità di tutti davanti alla
legge. Lo stesso Pomarici gli disse in
assemblea: “Edmondo tu prendi il testimone di grandi procuratori, Borrelli, D’Ambrosio, Minale, devi continuare con quello stile”».
Virginia Piccolillo
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Il Csm inquieto
vota sul «pacchetto»
delle tre Procure
di GIOVANNI BIANCONI
L
e tessere dovrebbero andare a posto oggi
stesso, se il plenum del Consiglio della magistratura rispetterà gli orientamenti già
espressi nell’apposita commissione. Un
mosaico di tre nomine per la guida di tre
Procure importanti: Torino, Firenze e Bari, che aspettano da mesi i nuovi capi. Gli schieramenti interni si
sono già palesati, e se non ci saranno sorprese tutto
dovrebbe andare secondo accordi non ufficiali ma
abbastanza chiari tra le due maggiori componenti
«togate» dell’organo di autogoverno: il cartello di
Area, che riunisce le correnti di sinistra dei giudici, e i
centristi di Unità per la costituzione. Tuttavia a palazzo dei Marescialli, sede del Csm, si vivono giorni agitati; per via del «caso Milano» — nel quale c’è chi
intravede una ritorsione dei «moderati» di Magistratura indipendente rimasti esclusi dal valzer delle investiture — e per la tribolata scelta del segretario generale avvenuta la settimana scorsa, dove l’alleanza tra
Area e Unicost è saltata all’ultimo minuto. Anzi all’ultimo voto, giacché la diversa opzione di un consigliere
ha scombussolato i piani. Dunque i giochi restano
aperti (tra i timori e le speranze di molti, a cominciare
dai diretti interessati) fino al fischio finale.
Stando alle scelte espresse nella commissione incarichi direttivi, il gioco a incastro delle Procure prevede
che a Torino vada Armando Spataro, inquirente di
grande esperienza e già procuratore aggiunto a Milano; a Firenze Giuseppe Creazzo, attuale procuratore di
Palmi dopo una lunga permanenza a Reggio Calabria
e un periodo trascorso all’ufficio legislativo del ministero della Giustizia; a Bari Giuseppe Volpe, ora in
forza alla Procura generale della Cassazione e in passato sostituto pg presso la corte d’appello del capoluogo pugliese. Spataro e Volpe sono catalogati come
appartenenti ad Area,
Creazzo a Unicost; nella
selezione preliminare i
due schieramenti hanno votato insieme facendo uscire la terna
Tra accordi e
che deve afmalumori, oggi le favorita
frontare l’esame del
nomine dei capi plenum.
Dal momento delle
dei pm a Torino, scelte
ratificate in comFirenze e Bari
missione si è parlato in
maniera piuttosto esplicita, nei corridoi del
palazzo e non solo, di un accordo tra Unicost e Area.
Che comprendeva anche una quarta nomina: quella
del segretario generale, per la quale Unicost aveva
individuato il procuratore di Trento Giuseppe Amato.
Sul suo nome è confluita anche Area, ma al momento
del voto, giovedì scorso, è andato in scena il colpo di
teatro: la consigliera di Unicost Giovanna Di Rosa s’è
espressa per la candidata alternativa, Paola Piraccini,
fino a quel momento segretario generale della Scuola
superiore della magistratura. Anche lei è considerata
vicina a Unicost, e in suo favore si sono schierati i
«moderati» di Magistratura indipendente (due su tre,
uno si è astenuto), un paio di «togati» fuori dalle correnti e la maggioranza dei «laici», di destra e di sinistra; gli altri si sono astenuti. È finita 10 a 10, con
conseguente elezione della Piraccini per maggiore
anzianità di ruolo. «Un voto trasversale ha battuto
l’accordo negoziato dai due gruppi maggiori», ha
commentato un consigliere dello schieramento avverso. Denunciando ad un tempo sia il presunto patto
che la manovra per farlo saltare.
Questi sussulti contrapposti mettono a rischio il
voto sulle tre Procure fissato per oggi? A palazzo dei
Marescialli tutti assicurano di no, però i malumori per
quello che è accaduto e potrà ancora accadere in questo scorcio di consiliatura (il Csm scade tra un mese e
mezzo, poi si voterà per quello nuovo) sono sempre
più espliciti. Anche all’interno di Area, dove c’è chi si
lamenta del «pacchetto» precostituito: un magistrato
come Armando Spataro (che in commissione è prevalso sull’attuale procuratore di Novara, Enrico Saluzzo, sostenuto da Mi) merita di andare a Torino per le
sue qualità, non in ossequio a un patto che comprende la terna per i tre uffici. Discorsi analoghi si sentono, dalle parti di Unicost, a sostegno di Creazzo per
Firenze; qualcuno ha ipotizzato uno spostamento di
qualche voto di Area dal suo nome a quello di Alfredo
Morvillo (procuratore di Termini Imerese, battuto in
commissione), ma — riferiscono a palazzo dei Marescialli — sarebbe un azzardo: oggi si voterà prima per
Firenze, e se non passasse Creazzo il sostegno di Unicost per Spataro a Torino non sarebbe più certo. Accordi o no, insomma, dovrebbero valere quantomeno
i condizionamenti reciproci.
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Corriere della Sera Mercoledì 21 Maggio 2014
Primo Piano
italia: 51575551575557
9
Il caso dell’ex ministro Le carte
Fascicoli su Tangentopoli e le Br
nell’archivio segreto di Scajola
In Lombardia
E una lettera smentisce la sua versione sulle minacce a Biagi
La vicenda
L’arresto e le accuse
all’ex ministro
L’8 maggio Claudio
Scajola viene arrestato: è
accusato di aver favorito
la latitanza di Amedeo
Matacena, condannato
per concorso esterno in
associazione mafiosa
La perquisizione
e l’inchiesta
Il 9 luglio 2013 i finanzieri
perquisiscono la casa di
Luciano Zocchi (ai tempi
capo della segreteria di
Scajola) nell’ambito di
un’altra inchiesta
Il materiale riservato
uscito dal Viminale
Nella casa di Zocchi
vengono trovati
documenti classificati,
atti riservati, appunti
usciti dal Viminale e parte
dell’archivio di Scajola
ROMA — Documenti classificati, atti riservati, appunti
manoscritti sulle vicende che
hanno segnato il suo incarico
di ministro dell’Interno, ma
anche la storia giudiziaria degli ultimi anni da Tangentopoli ai più recenti attentati firmati dalle Brigate Rosse. Tra le
centinaia di carte trovate dalla
Guardia di Finanza nell’archivio di Claudio Scajola, affidato
al suo segretario Luciano Zocchi e a uno 007 del servizio segreto militare, c’erano anche
scritti che svelerebbero un
ruolo ben diverso da quello finora emerso nelle indagini
sulla mancata scorta al professor Marco Biagi.
Nel fascicolo trasmesso dalla Procura di Roma ai colleghi
di Bologna ci sarebbe infatti la
lettera di un politico vicino allo stesso Biagi, spedita al Viminale pochi giorni prima
dell’attentato delle Brigate
Rosse del 19 marzo 2002 per
caldeggiare l’assegnazione del
dispositivo di protezione evidenziando la serietà della minaccia. La missiva risulterebbe
«vistata» da Scajola che invece
ha sempre sostenuto di non
essere mai stato informato del
reale pericolo per il giuslavori-
sta bolognese. Non solo.
Nell’archivio erano conservate due cartelline riguardanti
le vicende giudiziarie di Alberto Grotti, l’ex presidente
dell’Eni finito in carcere per le
tangenti Enimont nel 1993. E
tanto basta per comprendere
come la scoperta di faldoni e
cartelline, buste di carta e di
plastica che il segretario e
l’agente segreto hanno custodito nei loro appartamenti,
apra nuovi e inediti scenari investigativi.
I finanzieri ci sono arrivati
per caso, nel corso delle verifiche sul ruolo avuto dallo stesso Zocchi nella disputa per
l’eredità lasciata del marchese
Gerini ai Salesiani. Il 9 luglio
2013, durante una perquisizione nel suo appartamento,
trovano numerosi raccoglitori
con i documenti dell’ex ministro e un «quaderno rosso»
dove è annotato l’elenco delle
altre carte portate a casa dello
007. Zocchi racconta di avergli
chiesto aiuto «perché era una
persona che conoscevo bene,
un poliziotto che avevo fatto
assumere al Sismi di Pollari e
io a casa non avevo spazio per
tenerli».
Una versione che non appare affatto credibile per gli in-
Il documento
Il decreto della
perquisizione avvenuta
il 9 luglio dell’anno
scorso nell’abitazione di
Luciano Zocchi, ai tempi
capo della segreteria di
Claudio Scajola
quirenti. Anche perché lo stesso Zocchi aggiunge: «Al momento delle dimissioni dal Viminale sono state le segretarie
a fare gli scatoloni mandando
le carte alla sede di Forza Italia.
Poi io sono stato chiamato dal
responsabile organizzativo
Alessandro Graziani e ho deciso di mandarli a prendere».
Scajola si dimise da ministro
dell’Interno nel maggio del
2002 dopo aver definito Marco
Biagi «un rompicoglioni» e
dunque gli scatoloni dovrebbero contenere atti fino a
quella data. Tra i documenti
affidati al segretario e allo 007
ce ne sono svariati che hanno
invece una data successiva, alcuni risalgono addirittura al
2012. Quanto basta per dimostrare che in realtà la raccolta è
stata alimentata in tutti questi
anni, ma anche per far sorgere
nuovi e più inquietanti dubbi.
Il 9 luglio 2013 i finanzieri
vanno subito a casa dello 007 e
quando arrivano, lui consegna
alcune buste «contenenti documenti» tutti numerati, alcuni con un codice alfanumerico. Poi specifica: «Le borse che
vi ho consegnato mi sono state date dal signor Zocchi di recente, ma non ricordo precisamente il giorno, il quale a titolo di cortesia mi ha chiesto di
custodirle in attesa di un suo
trasferimento ad altro domicilio. Le buste, a quanto detto
dal signor Zocchi, contengono
suoi effetti o carte personali di
cui non conosco la fattispecie,
provenienza e contenuto. Le
buste sono imballate e sigillate così come mi sono state
consegnate».
L’ipotesi è che in realtà il
materiale sia stato visionato
da entrambi e adesso si sta
cercando di scoprire se anche
altri ne fossero a conoscenza,
soprattutto si vuole sapere se
possa essere stato utilizzato a
fini illeciti.
Fiorenza Sarzanini
[email protected]
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Il viaggio Uomini della gendarmeria con i mitra spianati e dipendenti degli uffici comunali di Ventimiglia che fanno le foto con il telefonino
Rimossi
i manager
della Sanità
indagati
MILANO — Lo scandalo sulle
mazzette di Expo ha pesanti
ripercussioni anche sulla
Sanità. La Cupola truccaappalti guidata dall’ex politico
dc Gianstefano Frigerio era
parecchio attiva anche negli
ospedali della Lombardia. Così
ieri sotto i colpi dell’inchiesta
giudiziaria sono cadute le
(prime) teste dei manager,
accusati di avere assegnato
appalti per le pulizie e le
forniture ospedaliere a
imprese amiche. La rimozione
dagli incarichi l’ha decisa il
governatore Roberto Maroni.
Il provvedimento riguarda i
direttori generali Mauro
Lovisari (ospedale di Lecco, in
quota Lega) e Paolo Moroni
(Melegnano, in quota ex Pdl),
insieme con la direttrice
amministrativa Patrizia
Pedrotti. Per tutti e tre era
stato chiesto l’arresto (poi
respinto dal gip). Nelle
prossime settimane il
Tribunale del riesame
deciderà se continuare a
lasciarli a piede libero. Ma,
in attesa degli sviluppi
giudiziari, i vertici della
Regione hanno preferito
commissariare i due ospedali.
È una decisione con
pochissimi precedenti, che
segnala il tentativo di arginare
il pericoloso intreccio tra la
Sanità e gli affari sporchi
emerso dalle indagini della
Procura.
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DAL NOSTRO INVIATO
VENTIMIGLIA (Imperia) — «Ogni
volta questo cinema». Salvatore Giambro
asciuga le tazzine appena lavate e rivolge
un’occhiata distratta all’esercitazione militare che si svolge fuori dal suo bar. «La settimana scorsa hanno fatto la stessa cosa,
credo fosse un pregiudicato napoletano
accusato di omicidio. Oggi c’è solo più baraonda».
Il cinema comincia alle 10.40 quando
dal primo tornante italiano dell’Aurelia
spuntano tre motociclette con tanto di
bandierina francese. Bloccano la strada alla fine della salita. Un agente comunica il
via libera e solo allora arriva il resto del
corteo. Dalla prima auto scendono quattro
gendarmi con giubbotto antiproiettile e
mitra spianati. Dalla seconda, un’altra
gendarme che tiene sottobraccio una donna vestita con jeans, giacca bianca, felpa, e
soprattutto due vistose manette ai polsi.
La piccola folla che si è radunata a Ponte
San Luigi, il confine storico sul Mar ligure
tra Italia e Francia è qui per lei. Si chiama
Chiara Rizzo, è la moglie dell’ex parlamentare indagato per mafia e latitante Amedeo
Matacena. «In via di separazione», ha tenuto a precisare ai dirigenti della Direzione investigativa antimafia che poi la prenderanno in consegna. Nell’ultima settimana, trascorsa in cella nel carcere di
Marsiglia, è diventata a sua insaputa l’elemento di colore dell’inchiesta su Claudio Scajola, accusato di aver favorito la latitanza
del suo quasi ex marito.
La sequenza girata in questo
sperduto e bellissimo avamposto
d’Italia fa impressione. Chiara
Rizzo è indagata per riciclaggio,
con le sue parole al telefono ha
dato un notevole contributo ai guai giudiziari dell’ex ministro dell’Interno ai tempi
del G8 di Genova. In questi giorni c’è stata
abbondanza di racconti e dettagli sulla sua
vita agiata in quel di Montecarlo e le illazioni sui rapporti con l’ormai ex ministro,
come lo continuano a chiamare nel feudo
di Imperia, poco distante da qui. Davanti
alla ressa di fotografi e telecamere, Chiara
Rizzo tenta un sorriso che si spezza subito.
Comincia a piangere, gli occhiali neri nascondono le lacrime, ma i singhiozzi si
sentono forte e non bastano a fermare gli
Il progetto
È fallita
la società
del porto
di Imperia
L’arrivo Chiara Rizzo ieri
all’uscita degli uffici della
polizia dopo l’estradizione
(foto Cavicchi)
«Toglietemi le manette per favore»
La consegna di Chiara Rizzo al confine francese: spero nei domiciliari
Il marito
Il personaggio
Chiara Rizzo è la moglie
dell’armatore ed ex
parlamentare di Forza
Italia, Amedeo
Matacena (foto sopra)
Le accuse
Chiara Rizzo —
estradata ieri dalla
Francia — è accusata di
aver favorito la latitanza
del marito con Scajola
scatti dei telefonini di alcuni dipendenti
degli uffici comunali di Ventimiglia, usciti
dall’ufficio per la foto ricordo non si capisce bene quanto preziosa di una donna in
ceppi.
L’abnormità di quelle manette fissate al
corpo da un cinturone di pelle salta subito
agli occhi dei funzionari italiani che la attendono al posto di frontiera. La procedura
francese le impone, ma non è comunque
un bel vedere. Gli agenti della Dia fanno
scudo con i loro corpi. Portano la detenuta
in un piccolo ufficio, un tavolo di formica,
tre sedie di plastica. «Sono contenta di essere qui con voi, levatemi questa armatura
per favore». La legge italiana, ci spiegheranno dopo, prevede un ampio margine di
discrezionalità rispetto a quella d’Oltralpe,
molto più severa nelle norme che regolano
il trasporto di persone agli arresti. «Togliete pure» dice Pier Paolo Fanzone, dirigente
della Polizia di frontiera. Non è pericolosa,
come potrebbe esserlo, tra quell’assembramento di uomini in divisa. All’uscita,
dopo mezz’ora trascorsa a regolare ogni
formalità burocratica tra i due Paesi, Chia-
ra Rizzo pare più sollevata, non solo per la
restituzione della valigia sequestrata al
momento del fermo all’aeroporto di Nizza
e degli effetti personali. Per i feticisti del
dettaglio: trolley Louis Vuitton più un iPhone, due Sim, una monegasca e un’altra
italiana, tre carte di credito e 300 euro. «I
francesi su queste cose non vanno molto
per il sottile...» chiosa il dottor Fanzone.
All’interno del posto di polizia, Chiara
Rizzo ha effettuato l’unica telefonata alla
quale aveva diritto, chiamando i figli, in
attesa nella casa di Montecarlo. Il resto della mattinata passa nel tentativo di ricostruire quanto avrebbe detto agli agenti
che l’hanno poi trasportata all’aeroporto di
Genova, dove l’attendeva un volo per Ro-
Ai poliziotti italiani
«Cos’altro potevo fare? Mio
figlio è senza padre e io senza
soldi, ho chiesto una mano
Non sapevo fosse così grave»
ma, poi un altro per Reggio Calabria, e infine il carcere italiano, in attesa dell’interrogatorio di garanzia. «Voglio chiarire tutto.
Spero di ottenere i domiciliari per vedere i
miei familiari». Durante il viaggio avrebbe
continuato a difendere il suo operato, senza negare nulla delle contestazioni, che ha
mostrato di conoscere. «Cos’altro potevo
fare? Non avevo scelta. Mio figlio è senza
un padre, io senza soldi. Ero obbligata ad
aiutare mio marito, ho chiesto una mano a
tutti quelli a cui potevo chiederla. Non
pensavo di fare una cosa sbagliata, non sapevo che fosse così grave». Alle 11.30 in
punto il cinema finisce con due auto italiane che filano verso l’imbocco dell’autostrada. Gli uffici della Polizia di frontiera di
Ponte San Luigi, ultima frazione di Ventimiglia e d’Italia, tornano alla normale attività quotidiana, che in gran parte consiste
nella «riammissione», questo il termine
tecnico, dei migranti fermati in Francia
senza permesso di soggiorno. Anche loro
sempre e rigorosamente in manette.
Marco Imarisio
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L’avventura della società
Porto di Imperia, costituita
da Francesco Bellavista
Caltagirone insieme con
imprenditori locali per la
costruzione di un megaporto
turistico nella cittadina ligure,
è arrivata al capolinea: il
Tribunale ha emesso ieri una
sentenza di fallimento della
società. Il porticciolo
imperiese era stato definito da
Claudio Scajola «il mio grande
sogno». L’ex ministro aveva
sostenuto con tutto il suo
peso politico il progetto, che
doveva essere un po’ la sua
«eredità» alla città; Scajola
aveva interessato alla
realizzazione Bellavista
Caltagirone ma presto erano
iniziati i guai giudiziari. La
Procura di Imperia ha
indagato (e ottenuto l’arresto)
dell’imprenditore romano con
l’accusa di turbativa d’asta
contestandogli di aver
ottenuto l’appalto per la
costruzione del porto senza
che il Comune indicesse
alcuna gara pubblica. Scajola
inizialmente indagato è stato
prosciolto da ogni accusa
mentre il processo a
Caltagirone è in corso a
Torino. L’attività della Porto
di Imperia si è incagliata, chi
aveva versato congrui anticipi
per acquistare posti barca di
fatto non più disponibili ha
costituito un’associazione per
tutelare i propri interessi.
E.D.
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10 Primo Piano
Mercoledì 21 Maggio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Il governo Le tasse
Il conto della Tasi potrebbe slittare ancora
Spunta l’ipotesi di rinviare fino al 30 settembre. Bonus mobili e cedolare secca, c’è la legge
✒
L’associazione dei banchieri
ROMA — Riprende a ballare
la data per il rinvio della prima
rata della Tasi, la nuova tassa
sulla casa, che scade il 16 giugno. Due giorni fa, per i soli
Comuni che non fisseranno
aliquote e detrazioni entro venerdì, il ministero dell’Economia aveva annunciato in una
nota lo slittamento a settembre. E la scelta sembrava già
fatta per il 16 del mese. Ma
nelle ultime ore ha preso quota l’ipotesi di un rinvio più
lungo, al 30 settembre o addirittura a ottobre. E questo perché il 16 settembre sarebbe
troppo vicino al rientro dalle
vacanze, sovrapposto alla riapertura delle scuole: insomma, a serio rischio di code agli
sportelli e di arrabbiatura del
contribuente. L’osservazione è
partita dai Caf, i Centri di assistenza fiscale, che non a caso
ieri hanno chiesto di far slitta-
re anche un’altra scadenza,
quella per la presentazione del
730.
La decisione finale, si spera,
arriverà con il decreto legge
che il Consiglio dei ministri
potrebbe approvare già domani. Nello stesso testo si dovrà
chiudere anche la parte economica della questione: dopo
le frenate degli ultimi giorni il
governo ha deciso di anticipare i soldi ai Comuni che a giugno non incasseranno la Tasi.
Lo scontro si è spostato sugli
interessi passivi da pagare sulle stesse anticipazioni, che il
Anticipi
Il governo ha deciso
di anticipare i soldi
ai Comuni che a giugno
non incasseranno la Tasi
governo vorrebbe mettere in
conto ai Comuni ma che i sindaci respingono verso Roma.
Una soluzione si troverà, in
gioco ci sono «appena» 3 milioni di euro. Nel frattempo
aumentano i Comuni che hanno fissato aliquote e detrazioni, e pubblicato le relative delibere sul portale del federalismo fiscale, condizione richiesta dalla legge per confermare
al 16 giugno la scadenza della
prima rata. A ieri sera erano
1.200, più altri 112 in dirittura
d’arrivo. Segno che il braccio
di ferro degli ultimi giorni sui
soldi da anticipare ha dato i
suoi frutti. Ieri sono arrivate le
delibere di Genova, Venezia e
Alessandria, oggi dovrebbe
essere la volta di Napoli, mentre Trieste e Ravenna hanno
alzato bandiera bianca annunciando il rinvio a settembre.
Varese si chiama fuori e chie-
«Mutui casa +20% in tre mesi»
Tra gennaio e marzo, secondo l’Abi, le nuove erogazioni di
mutui casa sono cresciute di oltre il 20%. Per i consumatori
però non c’è ripresa. Un «dato illusorio» per il Codacons: tra il
2007 e il 2013 l’erogazione di mutui è crollata di oltre il 70%.
derà alla Consulta di pronunciarsi sulla costituzionalità
dell’intera tassa. Mentre i consumatori del Codacons giudicano illegittimo il rinvio solo
per i Comuni ritardatari perché creerebbe disparità di
trattamento tra contribuenti.
Un discreto caos, insomma.
Proprio ieri il presidente del
Consiglio Matteo Renzi ha
confermato di voler semplificare il Fisco: «Sono convinto
che se ci impegniamo le tasse
possiamo pagarle con un
sms». Un annuncio apprezzato
dal sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti che però
chiede di «archiviare già dal
2015 l’obbrobrioso pasticcio
Tasi-Imu che il governo ha
ereditato». Sempre ieri è diventato legge il decreto casa,
con il voto finale della Camera
dopo la fiducia incassata il
giorno precedente e con nuove proteste davanti a Montecitorio dei movimenti per la casa. Tra le tante misure contenute nella legge c’è il rifinanziamento del fondo per i
cosiddetti morosi incolpevoli,
chi non paga l’affitto perché
ha perso il lavoro; la riduzione
dal 15 al 10% della cedolare
secca, il prelievo fisso sul reddito per chi dà in affitto una
casa a canone concordato;
l’espulsione per cinque anni
dalle liste per le case popolari
di chi occupa abusivamente
un immobile.
Lorenzo Salvia
@lorenzosalvia
Dagli statali
44 risposte (+1)
di ENRICO MARRO
I
sindacati del pubblico impiego
di Cgil, Cisl e Uil hanno
risposto ieri, punto per punto,
alle 44 proposte di riforma della
Pubblica amministrazione sulle
quali il governo Renzi ha aperto
una consultazione pubblica che
si chiuderà alla fine del mese,
per poi preparare i testi di legge
che saranno varati il 13 giugno.
La mossa dei sindacati è una
novità. Per la prima volta
accettano di misurarsi con un
metodo diverso dalle vecchie ed
estenuanti trattative attorno al
tavolo ministeriale. Ma si tratta
di una novità di facciata. A
leggere infatti le poche righe che
Cgil, Cisl e Uil dedicano a
ciascuno dei 44 punti, il
documento sembra più una
scusa per arrivare al 45esimo e
più importante punto per il
sindacato, quello che manca
nelle proposte del governo: il
rinnovo dei contratti. Richiesta
legittima, visto che sono bloccati
dal 2010. Ma se il governo
trovasse tra le 20mila email
collezionate nella consultazione
idee e contributi più utili per la
riforma, lo stesso sindacato non
dovrebbe stupirsene.
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L’ipotesi
Bonus di 80 euro
ai redditi fino a 31 mila euro
per chi ha tre figli
ROMA — La novità è di quelle dal sapore elettoralistico: l’
ampliamento della platea dei beneficiari del bonus di 80 euro,
tenendo conto del nucleo familiare. Ad anticiparlo, ieri, è stata
Cecilia Guerra, relatrice del Pd sul decreto Irpef: «Il governo sta
ragionando per capire se ci sono spazi. Il tema — ha aggiunto — è
quello delle coperture, quindi la prima parola è del governo».
L’ipotesi più accreditata prevede di estendere il bonus ai nuclei
monoreddito con almeno tre figli. Il tetto di reddito passerebbe in
questo caso da 26 a 31 mila euro. Un’indicazione che in base ai primi
calcoli effettuati non comporta oneri eccessivi e, quindi, sostenibile
sul versante delle coperture. La misura, oltre che cara all’alleato Ncd,
da giorni impegnato a introdurre il cosiddetto quoziente familiare
nel decreto, si presterebbe come cartuccia nel rush finale di una
campagna elettorale in cui il bonus, voluto da Renzi, ha ottenuto
un’indiscussa centralità.
Tutto questo però non trova per ora riscontro nel pacchetto delle 19
modifiche sul decreto Irpef presentato
ieri dal governo e dai relatori in
Coperture
commissione Bilancio e Finanze al
La rimodulazione Senato. Tra le proposte già depositate
figurano invece tre deleghe per
del bonus costa
riformare e riordinare la struttura del
100 milioni di euro bilancio, oltre che predisporre alcune
misure in materia di contabilità e
tesoreria dello Stato.
Tornando all’estensione del bonus, le mosse del governo saranno
ufficializzate da martedì 27 maggio, giorno in cui governo e relatori
riprenderanno la discussione sul decreto in vista del voto. In attesa
di tali decisioni, il nodo resta legato alle eventuali coperture che nel
frattempo verranno approfondite. Nei giorni scorsi Ncd ha
specificato che la rimodulazione dei beneficiari del bonus in base al
numero dei figli (soglia di reddito a 1.800 euro per chi ha due figli, a
2.200 per chi ne ha tre e a 2.600 per chi ne ha quattro) richiede circa
100 milioni di euro, che potrebbero essere coperti dalla spending
review.
Tra gli emendamenti del governo c’è quello che riporta il pagamento
dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione dei beni d’impresa in tre
rate, eliminando il versamento unico previsto dal decreto. Inoltre è
previsto che gli stanziamenti iscritti nel bilancio 2014 per le spese di
funzionamento di Corte dei conti, Consiglio di Stato e Tar, Csm e
Consiglio di Giustizia amministrativa della Sicilia siano ridotti,
complessivamente, di 5,3 milioni di euro. Sempre quest’anno entro
il 15 giugno il Cnel dovrà risparmiare ulteriori 195 mila euro.
A. Duc.
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Corriere della Sera Mercoledì 21 Maggio 2014
Come funziona la tassa sulla casa
È il tributo sui servizi indivisibili (illuminazione
pubblica, manutenzione strade, verde pubblico,
servizi per la sicurezza…)
COS’È
LA TASI
IL
CALENDARIO
16
L’IPOTESI
PROROGA
CHI
PAGA
COME SI
CALCOLA
LE
DETRAZIONI
Seconde case: prima rata 16 giugno, seconda
rata entro il 16 dicembre. Prime case: versamento unico 16 dicembre (a meno che il
Comune non deliberi le aliquote entro maggio)
Casa A3 70 metri quadrati
Il confronto
con l’Imu
2012
Tasi 2014
Imu 2012
Differenza
Nei Comuni che non hanno ancora deciso
si pagherebbe la prima rata
il 16 settembre
Il proprietario dell’immobile:
minimo 70%, massimo 90%.
L’inquilino:
minimo 10% massimo 30%
Tra l’1 e il 3,3 per mille del valore catastale,
pari alla rendita catastale rivalutata del 5%
e moltiplicata per un coefficiente
I Comuni che arrivano alla soglia massima
del 3,3 per mille devono destinare una quota
pari allo 0,8 per mille alle detrazioni
per categorie svantaggiate
Fonte: Elaborazione
Corriere della Sera
su dati Agenzia
Entrate
58
33
Aosta
136
76
Ferrara
Genova
204
231
Milano
230
165
IMU
Nessuna proroga per i proprietari
di immobili che sono ancora soggetti
all’Imu. La normativa prevede che
qualora non sia avvenuta in tempo
utile la pubblicazione della delibera si
dovrà versare il 50% di quanto si pagherebbe con le regole in vigore per
l’anno precedente. In pratica nei Comuni che non hanno ancora deciso se
nel 2013 si è tenuta una casa a disposizione per tutti e 12 i mesi basta pagare
la metà di quanto complessivamente
versato lo scorso dicembre. Se invece
sono cambiate le condizioni di possesso o di utilizzo bisogna invece effettuare il calcolo tenendo conto della
situazione del 2014. Se ad esempio nel
2013 la casa è stata affittata per sei mesi e per sei è rimasta vuota e quest’anno è ancora libera bisogna applicare
l’aliquota prevista per le case a disposizione e pagare sulla base di questa.
TARI
Minori problemi di calcolo per i
contribuenti presenta la Tari, il nuovo
nome della tassa sui rifiuti. Non esiste
una specifica scadenza, le norme dicono solo che i Comuni devono prevedere almeno due rate e che entro il 16
giugno deve essere possibile saldare
per l’intero anno, ipotesi del tutto teorica almeno nei Comuni che non hanno ancora effettuato la delibera.
Il Comune deve farsi carico di calcolare la cifra dovuta e mandare il bollettino precompilato o il modello F24
al domicilio di chi deve pagare, che
per questo tributo è sempre l’occupante a qualsiasi titolo dell’immobile.
Nel caso la delibera tardasse non si
potranno applicare sanzioni al contribuente. Di norma i Comuni che non
hanno ancora deciso le tariffe mandano i primi bollettini d’acconto (da uno
a tre, a seconda del numero di rate)
304
256
60
305
281
Modena
Novara
129
58
71
Pordenone
18
16
Reggio Emilia
0
0
0
199
338
-43
15
-139
232
265
248
326
-77
951
-290
Bologna allo 0,33%, Novara senza detrazioni
Verifica sul sito del ministero delle Finanze
serà a settembre.
Nei molti Comuni che non invieranno i bollettini a casa i contribuenti
possono rivolgersi al Caf ma chi ha
una minima pratica di Internet nella
maggior parte dei casi potrà effettuare i calcoli sul sito amministrazionicomunali.it, che predispone anche il
modello F24. La base imponibile della
Tasi è la medesima dell’Imu; le ali-
quote possono arrivare allo 0,25% per
l’abitazione principale mentre sommate a quelle dell’Imu non possono
superare l’aliquota massima dell’Imu
(0,6% per le case di lusso, 1,06% per il
non residenziale). I Comuni possono
prevedere detrazioni sull’abitazione
principale e finanziarle con un’addizionale dello 0,08% da applicare o sull’abitazione principale o sugli altri
immobili (ma non a entrambe le tipologie). Per cui sulla prima casa vi sono
Comuni che prevedono un’aliquota
massima fino allo 0,33%, altri che invece sul non residenziale arrivano a
una somma Imu -Tasi pari all’1,14%
Tra le città che hanno deciso di
portare al massimo il prelievo sul-
Le abitazioni
Un’abitazione A/3 di 70 metri
paga 208 euro, una A/2
da 110 metri versa 547 euro
l’abitazione principale c’è Bologna,
che in compenso ha modulato le detrazioni sulla rendita catastale in modo che gli immobili di livello medio e
basso pagassero la stessa cifra versata
per l’Imu nel 2012. Così un’abitazione
A/3 di 70 metri comporta un esborso
di 208 euro, una A/2 da 110 metri versa 547 euro e infine una villetta A7 di
150 metro ha un tributo da 724 euro.
Novara invece ha scelto l’aliquota
senza addizionale e nessuna detrazione. Il pagamento è direttamente proporzionale alla rendita; per i tre immobili del nostro precedente esempio l’esborso è rispettivamente di
129, di 243 e di 252 euro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Si parte pagando il 50% dello scorso anno
A Milano esborso tra 1.149 e 2.645 euro
L’Imu è dovuta per tutte le abitazioni principali di categoria A/1, A/8 e A/9
e per tutti gli immobili non residenziali. Sulle pertinenze delle abitazioni
principali è dovuta quando ve ne sia
una oltre alla prima: se una casa ha
due box, il primo è esente da Imu il secondo (ovviamente quello con minore
rendita catastale) è soggetto al tributo.
Il Comune può decidere se far pagare
l’Imu o esentare il contribuente in tre
casi: 1) se l’abitazione è data in comodato a un figlio o a un genitore, ma solo se l’immobile ha rendita catastale
inferiore a 500 euro o se il comodatario ha Isee inferiore a 15 mila euro;
2)se la casa non è locata ed è di persona ricoverata in casa di riposo; 3) se la
casa è di un italiano residente all’estero e iscritto all’Aire. Nelle grandi città
gli immobili a disposizione già nel
2013 erano tassati al massimo. A Milano per un’abitazione in classe A/2 di
rendita uguale a quello della media
catastale l’esborso è 2.645 euro, per
una classe A/3 sempre di valore medio
si scende a 1.149 euro. Nella Capitale i
due valori sono 2.072 e 1.575 euro.
Pertinenze
Le abitazioni principali
pagano l’Imu sulle pertinenze
ma solo se sono più di una
La delibera va letta con particolare
attenzione se l’immobile è dato in affitto, sia perché vi potrebbero essere
aliquote differenziate rispetto a quelle
delle case sfitte (molti Comuni ad
esempio abbassano l’imposta a chi loca a canone concordato) sia perché
possono esserci obblighi di comunicazione da rispettare per ottenere
l’agevolazione (così ad esempio succede a Milano). I proprietari di immobili residenziali tenuti a disposizione e
ubicati nel medesimo comune in cui
hanno l’abitazione principale, a giugno dovranno pagare anche l’Irpef
calcolata sulla metà della rendita catastale rivalutata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Per quattro persone conto di 175 euro
Con il possibile conguaglio a fine anno
calcolati sulla base delle tariffe in vigore l’anno precedente per poi mandare a fine anno una richiesta di conguaglio calcolato sulle tariffe in vigore. Anche sulle modalità di computo
della tariffa i Comuni possono recitare
a soggetto, ricorrendo ancora ai criteri
previsti per la vecchia Tarsu oppure
quelle più analitici che già lo scorso
anno erano applicati a chi aveva opta-
I Comuni
I Comuni invieranno i
modelli, in caso di ritardo
nessuna sanzione
to per il sistema di tariffazione della
Tares. Una notizia positiva per i contribuenti è che non bisogna più pagare il contributo di 0,30 euro per metro
quadrato che nel 2014 viene assorbito
dalla Tasi. Al tributo va però aggiunto
il contributo provinciale, in genere del
5%, con buona pace dell’abolizione
delle Province.
Ma vediamo due esempi di costo
sulla base di delibere già assunte. A
Bologna si applica ancora la tariffa
Tarsu. Le abitazioni pagano 2,64 euro
al metro quadrato, che significa su
una casa da 100 metri versare 277 euro
(di cui 13 a titolo di addizionale provinciale); per il non residenziale sono
previste 22 diverse tariffe, che arriva-
-5
791
998
-207
674
879
-204
363
556
252
304
-192
-52
186
395
-209
485
535
-33
661
-65
443
448
-92
-221
-1
342
403
-130
-109
119
340
2
95
80
24
286
395
243
286
-234
494
724
725
48
486
578
65
260
-1
640
770
-26
Villetta A7 150 metri quadrati
-266
422
0
-44
Torino
155
547
548
0
44
Savona
Casa A2 110 metri quadrati
-2
0
0
Brescia
ILLUSTRAZIONI DI PAOLA PARRA
La nuova tassa sui servizi indivisibili va pagata entro il 16 giugno esclusivamente per immobili situati nei
Comuni che abbiano pubblicato entro
il 31 maggio le delibere sul sito del
ministero delle Finanze. Il termine ultimo stabilito dal ministero per l’invio da parte delle amministrazioni è
venerdì 23 maggio: le amministrazioni ritardatarie (sette su otto) hanno
ancora poche ore per approvare aliquote e detrazioni.
Per verificare se il Comune ha
adempiuto alla pubblicazione bisogna consultare il sito www.finanze.it,
cliccare nella sezione di sinistra al
link finanza locale e poi nella nuova
pagina scendere al terzo link di destra, alla voce Iuc, per poi effettuare
una ricerca per regione o per comune.
Nei Comuni che non hanno effettuato
la pubblicazione la prima rata si ver-
25
208
210
Bologna
CORRIERE DELLA SERA
TASI
Primo Piano 11
italia: 51575551575557
-50
250
-237
487
910
1.386
-476
Gli acronimi
Tasi
‘‘
La Tasi è il tributo
che si paga a fronte
dei cosiddetti «servizi
indivisibili» erogati dai
Comuni
(dall’illuminazione
pubblica alla cura del
verde). Può variare dall’1
al 3,3 per mille. Molto
ampia la discrezionalità
dei municipi. I Comuni che
arrivano alla soglia
massima devono destinare
una quota pari allo 0,8 per
mille alle detrazioni per
categorie svantaggiate.
Tari
‘‘
È il nuovo acronimo
per la tassa sui
rifiuti. Solo per il 2013 si
è pagata la Tares che a
sua volta aveva sostituito
Tarsu e Tia. Il nuovo
tributo è stato istituito
dalla legge 147 del
dicembre 2013. La Tari è
dovuta da proprietari o
inquilini che possiedano
o detengano locali o aree
scoperte che producono
rifiuti urbani. L’aliquota
varia in base
all’immobile e al nucleo
familiare.
Imu
‘‘
L’Imu è la tassa
sulla proprietà degli
immobili. Non è dovuta
dai proprietari di prime
case, a meno che non si
tratti di immobili di
lusso. Le aliquote sono
rimaste le stesse
dell’anno passato: 10,6
per mille per le seconde
case, 5,8 per mille sulle
abitazioni di lusso e 8,5
per mille sugli immobili
affittati con contratto di
locazione a canone
concordato.
Iuc
no al massimo a 16,96 euro al metro
quadrato. A Brescia invece la tariffa
prevede una doppia articolazione, con
una parte fissa e una variabile. Il costo
applicato alle residenze dipende dal
numero di occupanti l’abitazione. Ad
esempio un single per una casa da 80
metri pagherà complessivamente 98
euro, di cui 57 rapportati alla superfice
dell’immobile, 36 a titolo di tariffa applicata ai nuclei monofamiliari e 5 per
addizionale. La stessa abitazione occupata da 4 persone pagherà circa 175
euro. Per il non residenziale sono poi
previste 30 diverse tariffe che arrivano
fina a un massimo di 21 euro all’anno
al metro quadrato tutto compreso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
‘‘
L’acronimo Iuc sta
per Imposta unica
comunale. In realtà di
unico la Iuc ha molto poco
perché si tratta della
somma dei tre tributi di
cui abbiamo parlato qui
sopra: Imu, Tarsu e Tasi.
Si pagherà di più o di meno
della vecchia Imu? La
situazione varia di molto
da Comune a Comune.
Solo per la Tasi la Uil fa
notare come in alcune città
si sia arrivati a una decina
di aliquote diverse.
12
Mercoledì 21 Maggio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
#
Esteri
Bangkok Il decreto permette ai militari il controllo sul Paese
Selfie Due thailandesi si scattano un «selfie» vicino a una
pattuglia di militari, a Bangkok.
Da ieri le strade della capitale
sono presidiate dall’esercito
Legge marziale in Thailandia
Carri armati nelle strade
L’esercito: «Non è un golpe»
Blindati davanti ai ministeri, occupate tv e radio
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PECHINO — Le sedi di televisioni e radio occupate dai
soldati, i palazzi dei ministeri
presidiati, i blindati dell’esercito schierati nei punti strategici di Bangkok. «Ma questo
non è un golpe», ha detto alle
tre del mattino il generale
Prayuth Chan-Ocha, comandante delle forze armate thailandesi. «Invitiamo la popolazione a non allarmarsi, a
condurre le sue attività come
al solito, perché questo non è
un colpo di Stato», ha ripetuto la tv dell’esercito. Non un
golpe ma «solo» imposizione
della legge marziale, dicono i
generali, in un Paese che dal
1932 ha già subito una ventina di tentativi di pronunciamento militare, undici dei
quali conclusi con il rovesciamento dei governi eletti.
La legge marziale, non concordata con il governo, permette ai generali di esercitare
un’autorità senza controlli.
Tra i primi atti la sospensione
della libertà di stampa «per
evitare la diffusione di notizie
LAOS
incendiarie», di informazioni
IA
AN
che «distorcendo la situaRM
BI
zione» possano istigare
THAILANDIA
disordini. In realtà, è dal
Asia
Bangkok
novembre dell’anno
scorso che la Thailandia
CAMBOGIA
è rientrata nel tunnel
M
NA
dell’instabilità. Per sette
Pattaya
ET
VI
mesi decine di migliaia
di oppositori hanno stretPhuket
to d’assedio i palazzi dei
ministeri, paralizzandoli. La
signora Yingluck Shinawatra,
premier in carica dal 2011, è
stata destituita due settimane
fa da una sentenza della Corte
costituzionale di Bangkok per
abuso di potere. Yingluck secondo i giudici supremi aveva
rimosso il consigliere per la
sicurezza nazionale sostituendolo con un parente, ma
la sua vera «colpa» è di essere
la sorella di Thaksin Shinawatra, il miliardario delle
telecomunicazioni che all’inizio degli anni Duemila ha fat-
Il Paese
La storia
La Thailandia ha oltre 69
milioni di abitanti: in
ottocento anni di storia non è
stata mai colonizzata. La
capitale, Bangkok, è una
metropoli con otto milioni di
residenti
to irruzione nella politica
thailandese con un’agenda
populista che ha spaccato il
Paese tra i suoi sostenitori, la
gente delle campagne, e la
borghesia della capitale, vicina ai militari e ai circoli monarchici.
Yingluck aveva cercato di
uscire dall’accerchiamento
convocando nuove elezioni a
febbraio: la famiglia Shinawatra ha sempre vinto nelle urne con il sostegno massiccio dei contadini. Ma il
boicottaggio da parte dell’opposizione sicura di perdere e
gli scontri di piazza hanno
impedito il voto in 10 mila dei
94 mila seggi. Il risultato è
stato annullato dai giudici.
Dopo altre violenze con decine di morti a Bangkok, che
hanno causato danni gravi
anche all’economia, Yingluck
ha cercato di nuovo la via delle urne: si sarebbe dovuto vo-
Il dialogo
Il generale Prayuth
Chan-Ocha ha invitato le
parti politiche al dialogo
per superare la crisi
Instabilità
L’instabilità ha contraddistinto
le vicende politicoistituzionali del Paese, in
particolare a partire dal XX
secolo: dal 1932 ad oggi
(nella foto il generale Prayuth
Chan-Ocha, che ieri ha
proclamato la legge marziale)
si sono registrati una ventina
di colpi di Stato da parte dei
militari, undici dei quali hanno
portato al rovesciamento dei
governi eletti. La Thailandia è
una monarchia costituzionale,
il potere esecutivo è affidato
al Consiglio dei ministri,
guidati dal primo ministro
Il turismo
L’economia nazionale poggia
in gran parte sul turismo, di
nuovo in attivo dopo lo
tsunami che aveva piegato la
Thailandia nel 2004. Quello
che viene definito il «Paese
dei sorrisi» registra una
media di 20 milioni di visite
ogni anno. Gli italiani sono
quasi trecentomila. Ma il dato
è in continua crescita. Tra le
mete preferite, località come
Phuket e Pattaya
tare a luglio. Ma prima è arrivata la destituzione per via
giudiziaria e la sostituzione
della signora con il ministro
del Commercio Niwattumrong Boonsongpaisan (un
altro personaggio vicino a
Thaksin). E ora l’ennesimo
pronunciamento dell’esercito.
Il generale Prayuth ChanOcha ha invitato le due parti
politiche a parlarsi per risolvere la crisi. La situazione a
Bangkok è stata descritta come tranquilla, con la gente
che in strada si faceva foto accanto ai soldati. Ma questa
volta neanche il comandante
delle forze armate forse ha un
piano: il suo «quasi golpe»
sembra un tentativo per fingere che la responsabilità resti alla politica, in una situazione bloccata.
Il premier Niwattumrong
Boonsongpaisan nei giorni
scorsi aveva proposto di tenere nuove elezioni il 3 agosto.
Ma prima bisognerebbe che
anche la cosiddetta opposizione accettasse di partecipare. Molti aspettano una parola
del re, il vecchio e malato
Bhumibol Adulyadej, che ha
appena celebrato i 64 anni di
regno.
Guido Santevecchi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Strage a Jos
Camion-bomba in Nigeria
Tra le 120 vittime molte donne
ABUJA — Decine di vittime (120 secondo fonti ospedaliere, 45
per la polizia) tra cui molte donne: è il bilancio provvisorio del
doppio attentato che ieri ha sconvolto Jos, capoluogo dello Stato
di Plateau nel centro della Nigeria. Un camion e un minibus
carichi di esplosivo sono saltati in aria nel giro di mezz’ora in
un’area commerciale nei pressi di una stazione di autobus,
uccidendo civili e personale di soccorso. Fumo nero, sangue, arti
strappati, diversi edifici in fiamme, tensione (gruppi di giovani
hanno bloccato alcune strade). Nessuna rivendicazione, anche se
la dinamica è tipica di Boko Haram che negli ultimi anni aveva
risparmiato Jos, epicentro di sanguinose dispute per la terra tra
nomadi islamici di etnia Fulani e agricoltori cristiani Berom.
Plateau è nella «cintura di mezzo» tra il Sud a maggioranza
cristiana e il Nord in prevalenza musulmano. Lunedì a Kanu due
autobomba (una disinnescata) in un quartiere cristiano avevano
fatto 25 vittime. Nessuna notizia delle 200 studentesse rapite da
Boko Haram il 14 aprile, giorno in cui nella capitale Abuja una
bomba in una stazione di autobus ha ucciso 70 persone.
Corriere della Sera Mercoledì 21 Maggio 2014
Esteri 13
italia: 51575551575557
Dietrofront La consigliera di Obama si scusa per aver messo a rischio il lavoro dei medici
56
Il caso
In carcere
Nella foto sotto, il medico
pachistano Shakil Afridi: la Cia
lo reclutò per varcare il portone
del complesso dove Osama Bin
Laden si nascondeva, a
Abbottabad, in Pakistan. Il
medico, insieme ai suoi
assistenti, operò delle
vaccinazioni sui figli e sulle
mogli di Osama, pare, per
consentire alla Cia di
identificare i residenti. In
seguito all’operazione delle
truppe speciali e all’uccisione di
Bin Laden, il medico fu
arrestato: è ancora in carcere
le persone impegnate in
programmi antipolio e trucidate
nel Pakistan tribale dal dicembre
2012 al maggio di quest’anno.
Da tempo, i talebani accusano i
medici di essere «spie
occidentali» e ostacolano i
programmi di vaccinazione
Vaccinazioni, il mea culpa della Cia
«Non le useremo più come copertura»
Gli Usa si servirono di un dottore pachistano per cercare Bin Laden
SEGUE DALLA PRIMA
Una mossa a lungo attesa dopo polemiche dure anche negli
Stati Uniti, con l’agenzia accusata di aver messo in pericolo le
vite di molti, la cui colpa era
quella di portare un camice.
Torniamo indietro nel tempo. Di almeno tre anni. Soffiate,
dati satellitari, indagini e ricognizioni concentrano l’attenzione dell’intelligence americana su una palazzina di Abbottabad, in Pakistan. C’è il sospetto
che all’interno del complesso
recintato si nasconda un capo di
al Qaeda, probabilmente lo
stesso Bin Laden. Non c’è la
conferma, però, e prima di lanciare un eventuale blitz servono
delle verifiche. Ma certo non si
può andare a bussare al pesante
portone verde. Ed ecco che la
Cia, mentre un team sorveglia
l’edificio del target da distante,
si inventa un trucco.
Gli agenti ingaggiano il medico pachistano Shakil Afridi
che dovrà fingere di condurre
un programma di vaccinazione
contro l’epatite ad Abbottabad.
In questo modo potrà mandare
delle infermiere nella palazzina
per prelevare campioni di Dna
dagli ospiti, in particolare i mol-
ti bambini presenti, e quindi
stabilire se combaciano con
quelli del leader qaedista. Afridi
porta avanti il progetto, anche
se non è mai stato chiarito se la
sua missione sia stata decisiva
nell’identificare Bin Laden. Secondo molte versioni avrebbe
fallito. Di certo c’è che Osama è
La polio
Su 77 casi di polio
accertati nel 2014, ben 61
si sono verificati nell’area
tribale pachistana
La crisi Il premier: «L’Onu gestisca campi profughi sulle coste»
Renzi: l’Ue si occupi di Libia
Ma Bruxelles: «Già attivi»
Migranti
Un gruppo di
migranti
arrestati dalla
guardia
costiera libica
a Zawia, a
ovest di
Tripoli, mentre
tentavano di
lasciare le
coste del
Paese nella
speranza di
approdare in
Europa
(Reuters)
ROMA — (r.r.) L’Italia porrà
la questione Libia al vertice europeo convocato per martedì
prossimo, all’indomani delle
elezioni per il Parlamento. Ad
annunciarlo è stato lo stesso
presidente del Consiglio, osservando che «anche le elezioni europee saranno fondamentali per
capire se l’Europa si occupa di
Libia oppure no». Il capo del governo ha fatto particolare riferimento alle ondate migratorie
che arrivano dalla Libia in Italia,
rilevando che la situazione va
peggiorando perché ora «la Libia è nel caos». Serve, ha sottolineato il premier, un diverso ruolo dell’Onu del quale ha già parlato con il Segretario generale
Ban Ki-moon: sarebbe appunto
l’Onu a dover gestire i campi
profughi in territorio libico e a
stabilire in loco chi abbia diritto
allo status di rifugiato. Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha nominato l’ambasciatore a Tripoli Giuseppe Buccino Grimaldi, inviato speciale
del nostro Paese per la Libia.
Mentre il ministro della Difesa
Roberta Pinotti ha ricordato che
esistono accordi funzionanti
con l’Algeria e il Marocco, «ma
che è evidente a tutti che oggi
non è possibile fare accordi con
la Libia dove c’è una situazione
di caos e di instabilità interna».
Un miglioramento della situazione con o senza Onu, ha aggiunto Pinotti, «presuppone
Al summit
L’Italia porrà la
questione al vertice
europeo convocato
per martedì prossimo
una stabilizzazione che oggi appare quanto mai lontana». Sulla
Libia si è tenuta ieri a Palazzo
Chigi una riunione interministeriale con i rappresentanti di
Esteri, Interno, Difesa e Sviluppo
Economico.
Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha per parte sua evo-
cato la possibilità che i costi dell’operazione Mare Nostrum siano defalcati dai contributi che il
nostro Paese versa all’Europa,
ma la Ue aveva nel frattempo
emesso una nota nella quale, rispondendo alle inquietudini italiane, ricordava che l’Unione «ha
già un ruolo molto attivo in Libia, dove stiamo facendo tutto il
possibile lavorando insieme alla
comunità internazionale contro
l’instabilità di queste ore».
A nome di Forza Italia l’on.
Gasparri, citando l’editoriale del
Corriere di ieri, rileva che «Renzi
scopre ora che l’Ue non ha una
politica estera e che la questione
libica è allarmante». Come è stato possibile abbattere Gheddafi
e poi non interessarsi al dopo
Gheddafi, si chiede Gasparri. Ma
è Berlusconi in persona a fornirgli ulteriori argomenti: «Gheddafi era un uomo con cui si poteva trattare — ha detto — mentre
ora la Libia è diventata una polveriera dalla quale partono le armi per Al Qaeda».
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stato ucciso e che il medico è finito, in seguito, in una prigione
pachistana. Ma, purtroppo, non
sono mancati altri effetti. Tragici.
I talebani hanno scatenato
una guerra contro le vaccinazioni considerate il paravento
della Cia. In realtà i militanti le
osteggiavano già da prima, sostenendo che si trattava di una
manovra per sterilizzare i piccoli musulmani. Visioni da dementi che però si sono sommate ai sospetti dopo l’assalto di
Abbottabad e al piano Usa. Così
i terroristi si sono scatenati
prendendo di mira vaccinatori,
medici e uomini di scorta all’equipe di infermieri. I numeri
dicono tutto: dal dicembre 2012
al maggio di quest’anno almeno
56 persone sono state trucidate.
Tutte erano legate, in qualche
modo, all’azione anti-polio. Un
massacro. Che si è portato dietro un altro fenomeno. Molte
famiglie pachistane si sono opposte alla vaccinazione. E su 77
casi di polio accertati nel 2014
ben 61 si sono verificati nell’area tribale pachistana, il tradizionale rifugio di esponenti
talebani ed elementi di al Qaeda.
La storia ha avuto poi con-
Agguati
In seguito, con l’idea che dietro
alla campagna antipolio nelle
zone tribali si nascondessero
emissari della Cia, i talebani
uccisero sistematicamente
medici e scorte. L’ultimo
episodio, a marzo scorso,
quando undici agenti e un
bambino sono rimasti uccisi nel
distretto di Jamrud
traccolpi negli Usa, dove sedici
rettori di scuole legate alla Sanità hanno protestato con la Casa
Bianca chiedendo l’immediato
stop di un modus operandi che
trasformava il personale medico in un bersaglio. La risposta è
arrivata con una lettera firmata
dal consigliere antiterrorismo
di Obama, Lisa Monaco, che ha
precisato: 1) Il direttore della
Cia, John Brennan, ha bloccato
la tecnica nell’agosto 2013. 2)
L’agenzia non cercherà di sfruttare o ottenere materiale genetico attraverso questo tipo di iniziative. L’ordine vale su scala
globale.
Ora si spera che l’annuncio
possa convincere i talebani a
fermare la caccia all’uomo. Anche se i militanti sono abilissimi
nel trovare pretesti. Sull’altro
fronte, l’intelligence dovrà inventarsi nuove tattiche per infiltrarsi in zone altrimenti precluse. Con il prossimo ritiro, gli
Stati Uniti avranno la necessità
di mantenere occhi e orecchie
sul posto, ossia quegli uomini
dietro le linee che non possono
essere sostituiti dai droni.
Il teatro afghano-pachistano
si è rivelato piuttosto complesso. Senza, però, dimenticare che
la Cia non è stata la sola agenzia
a ricorrere all’aiuto di qualche
medico amico. In Afghanistan,
in passato, ha operato un
network di informatori che aveva i suoi punti di forza in alcuni
ospedali. Si trattava di afghani
che collaboravano nella raccolta
di informazioni sui terroristi,
dati che poi erano passati ai militari. Un apparato, però, che
non aveva la «copertura» del
Pentagono e neppure della Cia
ma agiva in modo autonomo.
Guido Olimpio
@guidoolimpio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
14
italia: 51575551575557
Mercoledì 21 Maggio 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Mercoledì 21 Maggio 2014
Stati Uniti
Esteri 15
italia: 51575551575557
Trentanove anni, figlio di immigrati messicani, politico già esperto, potrebbe fare da vice alla Clinton nella corsa alla Casa Bianca del 2016
La stella di Castro
un sindaco texano
nella scia di Hillary
L’ascesa del primo cittadino di San Antonio
DAL NOSTRO INVIATO
NEW YORK — Mancano ancora quasi
sei mesi alle elezioni di mid term di novembre, ma il partito democratico già
guarda alle Presidenziali del 2016. E,
mentre i repubblicani non hanno ancora
un candidato credibile per la Casa Bianca, il partito della sinistra sembra già
aver chiuso il suo ticket. Puntando anche
stavolta sulla diversità, sul cambiamento: dopo il presidente afroamericano,
toccherà a una donna con un vice ispanico. Salvo colpi di scena la nomination,
non è una novità, dovrebbe andare alla
ex first lady ed ex segretario di Stato, Hillary Clinton. Contro la quale è già partita
la campagna dei conservatori che l’attaccano per gli errori commessi a Bengasi,
La poltrona di ministro
Obama gli sta per offrire
il posto di ministro dell’Edilizia,
passaggio che sarebbe stato
concordato con l’ex First Lady
quando fu assassinato l’ambasciatore
Stevens, e avanzano dubbi sul suo reale
stato di salute.
Ma se i repubblicani hanno un’ampia
maggioranza tra gli elettori bianchi di
sesso maschile, i democratici sono forti,
oltre che tra le donne che hanno a suo
tempo scelto in prevalenza Barack Obama, anche nelle minoranze etniche. La
più vasta delle quali è, ormai, quella dei
«Latinos». Ecco perché puntare su Julian
Castro, il sindaco ispanico di San Antonio: giovane, ma già lanciato a livello nazionale dal partito democratico nella
Convention 2012, dove gli fu affidato il
ruolo di keynote speaker. Lo stesso che
era toccato a Obama nel 2004, quattro
anni prima della sua elezione.Trentanove
anni, figlio di immigrati messicani, Julian è già un politico esperto come, del
resto, il fratello gemello, il deputato Joaquin Castro. Dopo la «convention» e la
sua rielezione alle Presidenziali del novembre 2012, Obama offrì a Julian un posto nel suo governo, ma il giovane leader
democratico preferì restare sindaco di
San Antonio. Il presidente tornerà alla
carica nei prossimi giorni proponendogli
Alle urne
Il peso
dei Latinos
I cosiddetti Latinos
(ispano-americani)
hanno costituito il
10% dell’elettorato
alle ultime
Presidenziali Usa nel
2012 (erano il 9% nel
2008 e l’8% nel
2004). Votano
tradizionalmente per
il partito democratico,
il loro peso
demografico (e
dunque elettorale) è
in continuo aumento
Da Clinton
a Obama
Il 71% dei Latinos ha
votato per Barack
Obama nel 2012. È
stato il risultato più
significativo per un
candidato
democratico dal 1996,
quando Bill Clinton
raccolse il 72% dei
voti dei Latinos
Donne
e uomini
Alle presidenziali del
2012 hanno votato
democratico più
donne (76%) che
uomini (65%). Per gli
ispanici l’economia è il
tema più importante
(60%), in linea con le
priorità di tutto
l’elettorato
statunitense (59%)
Il processo per la morte della giornalista
Omicidio Politkovskaja
condannati i cinque imputati
Ci sono voluti tre processi per condannare i cinque
imputati per l’uccisione di Anna Politkovskaja, la
giornalista russa, assassinata a colpi di pistola
davanti alla sua casa di Mosca il 7 ottobre del 2006.
Dopo otto anni una giuria ha emesso la sentenza che
ha individuato nel ceceno Lom-Ali Gaitukayev
l’organizzatore del delitto, insieme ai complici, i
suoi tre nipoti, Rustam, Ibragim e Dzhabrail
Makhmudov, e all’ex dirigente della polizia
moscovita Sergehi Khadzhikurbanov che avevano
respinto ogni addebito. Nel primo processo, Ibragim
e Dzhabrail Makhmudov e Khadzhikurbanov erano
stati assolti per insufficienza di prove, Rustam era
ancora latitante e Gaitukayev era stato ascoltato
come teste. Ma la Corte Suprema aveva annullato la
sentenza per gravi vizi procedurali. Dopo alcuni
mesi, accogliendo un ricorso della famiglia
Politkovskaja, la Corte aveva sospeso il processo bis
appena iniziato, inviando gli atti alla Procura per
unificarli con l’inchiesta sul mandante (ancora
sconosciuto) e sul presunto killer, Rustam
Makhmudov, che nel frattempo era stato catturato
in Cecenia. In un processo stralcio, l’ex poliziotto
Dmitri Pavlyuchenkov, pur collaborando con la
giustizia, è stato condannato a 11 anni di carcere
duro per aver pedinato la vittima, partecipato
all’organizzazione del delitto e fornito l’arma al
killer.
la nomina a ministro dell’Edilizia e dello
Sviluppo urbano. Stavolta, anche se non
ha una gran voglia di entrare nel gabinetto di un presidente indebolito, Castro
dirà sì: è il consiglio che ha ricevuto dal
suo stesso partito e la mossa sembra essere stata concordata anche col clan Clinton. A febbraio Castro incontrò a pranzo
l’ex presidente Bill Clinton ed Henry Cisneros, un ex sindaco di San Antonio che
è stato anche ministro dell’Edilizia durante la presidenza Clinton. Al termine
Cisneros suscitò un certo scalpore con le
sue dichiarazioni: «Ho suggerito a Julian
di accettare la posizione che gli verrà offerta dal presidente Obama: se vuole entrare nel ticket per le Presidenziali del
2016 deve essere qualcosa più di sindaco
di una città del Texas». A quel tempo par-
In corsa Hillary Clinton, 66 anni, e Julian Castro, 39 anni, sindaco di San Antonio
ve un’uscita estemporanea: Castro aveva
appena ribadito di voler completare il
suo lavoro a San Antonio e non c’erano
posti vacanti nel gabinetto Obama.
Ma oggi la situazione è diversa: dopo
le dimissioni di Kathleen Sebelius da mi-
nistro della Sanità, un gioco a incastri ha
aperto la posizione dell’Edilizia il cui titolare, Shaun Donovan, è destinato a diventare il responsabile dell’Ufficio del Bilancio della Casa Bianca al posto di Sylvia
Mathews Burwell, già passata ad occu-
parsi della salute degli americani. La Casa
Bianca non ha commentato le indiscrezioni dei giorni scorsi, ma le notizie pubblicate dal New York Times sono state
confermate da varie fonti e il sito Politico.com scrive che Julian Castro ha recentemente confermato la sua disponibilità
al cambio di casacca.
Un passaggio non privo di insidie, secondo molti osservatori: i ministri negli
Usa hanno un ruolo importante ma la loro visibilità è scarsa. Sono, in sostanza,
alti funzionari della presidenza: e Castro
verrà chiamato a servire in un biennio
nel quale un Obama sarà sempre più
«anatra zoppa», paralizzato da un Congresso ostile. Chiamare Castro, secondo
molti, servirà anche a cercare di evitare
una possibile crisi di disaffezione dell’elettorato ispanico, certamente deluso
dal mancato varo della riforma dell’immigrazione con la promessa sanatoria
per 12 milioni di clandestini.
Il compito che attende Castro all’Edilizia, poi, non è dei più facili e comporta
anche qualche insidia, visto che un rapporto di due anni fa, redatto dall’ispettore generale dell’Agenzia per lo sviluppo
urbano del ministero, aveva accusato
proprio la città amministrata da Castro di
aver speso male gli 8,6 milioni di dollari
avuti dal governo federale per i programmi di risanamento urbano.
Massimo Gaggi
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Mercoledì 21 Maggio 2014 Corriere della Sera
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Cronache
Vaticano Nell’indagine avviata dalla Santa Sede i favori alla famiglia Bernabei. Il cardinale: tutto regolare
La strage in Gallura
«Bertone sottrasse 15 milioni allo Ior»
L’assassino
di Pietro
sotto cocaina
Conti e società di Londra e Malta per finanziare la società Lux Vide
Porporato
L’ex segretario
di Stato Tarcisio
Bertone, 79 anni
(foto di Fabio
Frustaci/Ansa)
Il caso La Banca vaticana
E il bilancio 2013
non è ancora pronto
ROMA — Il bilancio dello Ior per il 2013 deve essere ancora certificato da Deloitte, e non è stato ancora pubblicato. Ma sicuramente la «perdita Lux Vide» (che è emersa
anche dall’ispezione on site dell’Aif diretta da Rene
Bruhelart ed eseguita dalla società EY) inciderà pesantemente sui conti dello scorso anno della cosiddetta Banca
vaticana. E il quadro è destinato a peggiorare ulteriormente visto che altre operazioni di questo genere sono venute alla luce durante la stessa ispezione. Evidenziando
ulteriori perdite, che unite al forte incremento dei costi
dovuti alle società di consulenza, potrebbero ridurre moltissimo l’utile dello Ior.
Il costo per l’Istituto per le opere di religione della sola
«operazione Lux Vide» nata nei giorni immediatamente
antecedenti le dimissioni di papa Benedetto XVI è dunque
di quindici milioni. Operazione compiuta perché il 31
gennaio 2013 doveva giungere a scadenza un prestito in
obbligazioni convertibili sottoscritto a favore della Lux Vide di Ettore Bernabei da Intesa Sanpaolo il 18 novembre
2009. E pari (ha ricostruito Panorama) a 8.469.743,61 euro, costituto da 16.500.572 obbligazioni nominali al tasso
annuo di interesse del 4,5 per cento. La Lux Vide, società
di produzione da sempre vicina al Vaticano ottenne alla fine del 2012 che lo Ior subentrasse a Intesa.
La certificazione
Secondo quanto conDeloitte non l’ha ancora fermato ieri al Corriere,
la
sottoscrizione
da parte
certificato. E l’ispezione
dello Ior non sarebbe
ha evidenziato altre
passata formalmente atoperazioni in perdita
traverso gli organismi
collegiali di vigilanza e
controllo dell’Istituto
neppure quando il 15 febbraio successivo è stato nominato il nuovo presidente von Freyberg. Ma il «subentro» dello Ior a favore di Lux Vide si è risolto in un danno per l’Istituto, secondo l’analisi delle sofferenze svolta dalla società
Promontory nel corso del 2013. Tanto che il Consiglio
d’amministrazione e la stessa Commissione cardinalizia
di controllo (allora ancora presieduta da Tarcisio Bersone)
il 4 dicembre 2013, hanno deciso di chiudere l’operazione,
stabilendo di disdire l’accordo e trasferendo le obbligazioni, convertite in azioni, a una fondazione vicina alla Santa
Sede, azzerando perciò il valore delle partecipazioni.
La storia della Lux Vide ha inciso fortemente sulla governance dello Ior. Erano quelli i giorni della prima riunione del G8 dei cardinali e segnò lo slittamento di ogni
trattazione del caso Ior (annunciato pubblicamente dal
cardinale Maradiaga). Il 15 dicembre 2013 papa Francesco
ricevette in udienza il presidente onorario di Lux Vide Ettore Bernabei e suo figlio Luca. Il 5 gennaio 2014 il Corriere
rivelò che il Pontefice aveva appena deciso di sostituire
Bertone alla guida della Commissione cardinalizia con il
cardinale Abril y Castellò. Dieci giorni dopo Francesco ha
rinnovato per i quattro quinti la Commissione cardinalizia.
M.Antonietta Calabrò
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ROMA — C’è un buco da 15
milioni di euro nei conti dello
Ior. Soldi che sarebbero stati
utilizzati dal cardinale Tarcisio
Bertone, quando era segretario
di Stato vaticano, per finanziare
un affare del suo amico Ettore
Bernabei, giornalista e produttore televisivo presidente della
«Lux Vide». Per questo l’alto
prelato è accusato di malversazione. L’operazione, effettuata
attraverso società e conti correnti esteri, riguarda proprio
l’acquisto di quote della Lux ed
è stata ricostruita dall’Aif, l’Autorità di informazione finanziaria vaticana. L’indagine si intreccia con quella avviata dalla
Procura di Roma sulla gestione
dei depositi dell’Istituto delle
Opere Religiose e si concentra
su quanto accaduto nel dicembre 2012.
La Lux Vide è una società
quotata almeno 80 milioni di
euro, ritenuta strategica da chi
si occupa di tv, visto che ogni
anno viene finanziata dalla Rai
con oltre 30 milioni di euro per
la produzione di fiction. La proprietà è di vari soci tra i quali figurano la «Rml comunicazione» della famiglia Bernabei, la
«Prima Tv» dell’imprenditore
tunisino Tarak Ben Ammar, Intesa Sanpaolo, la «Impresat»
che fa capo alla Cei e la «Ricerche e Consulenze Az» del banchiere Pellegrino Capaldo. Due
anni fa la Rml decide di aumentare la propria partecipazione e
chiede un finanziamento proprio allo Ior. Parte così una
complessa operazione che ha
come perno la «Movie Invest
Ltd» società britannica che in
realtà fa capo proprio ai Bernabei. L’azienda emette obbligazioni per 15 milioni di euro che
vengono acquistate dalla «Futura», società che invece è di diritto maltese. Ed è proprio quest’ultima a diventare anello di
congiunzione con lo Ior visto
che proprio alla Banca vaticana
cede le obbligazioni. I soldi non
tornano però nelle casse e dopo
l’esame dei bilanci l’Aif avvia
l’indagine interna.
Ieri, dopo il lancio della notizia del suo coinvolgimento da
parte del giornale tedesco Bild,
Bertone ha emesso una nota per
assicurare come «la convenzione dello Ior con la società Lux
Vide è stata discussa e approvata dalla commissione cardinalizia di vigilanza e dal consiglio
di sovrintendenza nella riunione del 4 dicembre 2013, come
dimostra il verbale relativo» e
padre Lombardi esclude che si
tratti di «un’azione penale». In
realtà il retroscena di quanto
accaduto lo hanno svelato proprio le indagini della Procura di
La notizia
Il sito del quotidiano
tedesco «Bild» con la
notizia della presunta
indagine aperta dal
Vaticano a carico del
cardinale Bertone
Roma, affidate al Nucleo Valutario guidato dal generale Giuseppe Bottillo, sul ruolo dell’ex
presidente Ettore Gotti Tedeschi. Le intercettazioni e le mail
sequestrate avevano fatto
emergere la volontà dell’allora
direttore di Rai Vaticano Marco
Simeon di far comprare allo Ior
il 25 per cento della Lux Vide
per 20 milioni. In una mail spedita a Gotti scriveva: «Credo
fermamente nel progetto Lux
Vide (...). Ho incontrato il presidente Geronzi col quale ho analizzato alcune strategie che qui
ti trasmetto, affinché tu possa
rivolgerle al cardinale (Bertone,
ndr)...». Lo scambio di lettere
va avanti per giorni e alla fine
Gotti manifesta la propria contrarietà proprio nel memoriale
spedito a Bertone: «Il valore richiesto non è frutto di vere valutazioni di mercato, il valore
sarebbe molto più basso».
TEMPIO PAUSANIA —
Infine ha ammesso. «C’ero
anche io, ma non ero
solo». È però una
confessione resa in più
tempi, confermata,
smentita, poi ancora
ripetuta con nuovi non
sempre credibili
particolari, quella di
Angelo Frigeri (foto), il
disoccupato che sabato ha
sterminato la famiglia
Azzena. «Dice di aver
partecipato attivamente al
delitto», confermano gli
inquirenti. «Ero fuori di
me, non mi sono reso
conto di quello che ho fatto
e ora ho rimorso». Uno
scenario sempre più
inquietante: la forza con la
quale ha strangolato
Giulia, Giovanni Maria e ha
infierito sul piccolo Pietro
— è l’ultima rivelazione, in
attesa di
conferme
che
possono
venire solo
dall’analisi
di sangue e
urine — è
stata
scatenata dalla cocaina.
Frigeri è in isolamento,
accusato di omicidio
plurimo commesso
«insieme ad altri soggetti
non identificati». I
carabinieri li cercano, ma
le indicazioni di Frigeri
portano su piste che non è
facile verificare: i due
napoletani, che lo
avrebbero costretto a
colpire; un conoscente poi
scagionato. Controlli sui
traghetti, indagini per
approfondire il movente
passionale, una vecchia
storia fra l’idraulicoelettricista, all’epoca poco
più che ventenne, e Giulia
Zanzani. Oggi l’udienza di
convalida del fermo e i
funerali. Ieri all’arrivo del
feretro una folla silenziosa;
solo per Pietro un accenno
d’applauso.
a.p.
Fiorenza Sarzanini
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Tribunale di Siracusa
Con Sen. N. 3/2013 depositata
il 01.08.2013, il Tribunale di Siracusa ha dichiarato la morte
presunta di Di Natale Crispino,
n. a Tripoli il 01.03.1934.
Autorità Portuale
Livorno
AUTORITA’ PORTUALE DI LIVORNO
AVVISO ESITO DI GARA
L’Autorità Portuale di Livorno in relazione alla
seguente gara mediante procedura ristretta ai
sensi dell’art. 3, comma 38 e dell’art. 55, comma 6
del D. Lgs. n. 163/2006: “Esecuzione dei lavori
per l’attraversamento con microtunnel del Canale
Industriale del Porto di Livorno” - Importo
complessivo a base di gara: € 6.154.872,41 (non
imponibile IVA), compresi oneri della sicurezza
pari a € 318.505,41. CIG: 49544995E9; CUP:
B41G11000050001; CPV: 45231210-0.
COMUNICA
che con Provvedimento del Presidente n. 76
del 06/05/2014 la predetta gara è stata aggiudicata
con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’art. 83 del D. Lgs. n.
163/2006, all’A.T.I. Dott. Carlo Agnese S.p.A./I.CO.P.
S.p.A. con sede legale in Milano, per un importo
complessivo pari ad Euro 5.061.370,62 compresi
oneri della sicurezza (non imponibile IVA). Imprese
invitate: 14. Imprese partecipanti: 5.
Livorno, lì 07/05/2014
IL SEGRETARIO GENERALE
Dott. Massimo Provinciali
CITTA’
DI GUIDONIA MONTECELIO
Provincia di Roma
AREA IV URBANISTICA
E ASSETTO DEL TERRITORIO,
DEMANIO E PATRIMONIO
ADOZIONE DI N. 1 ATTO
DI NATURA URBANISTICA
IL DIRIGENTE
Ai sensi e per gli effetti dell’art.4/4
della l.R. n. 36/1987
RENDE NOTO
Che i documenti tecnici ed amministrativi del seguente atto urbanistico:
1. AVVIO DEL PROCEDIMENTO
FINALIZZATO ALL’IPOTESI DI
SVILUPPO PER UN POLO DIREZIONALE E VALORIZZAZIONE
AMBIENTALE IN LOCALITA’ TOR
MASTORTA ai sensi dell’art. 4/4
della L.R. n. 36/1987.
saranno depositati a libera visione al
pubblico presso la Segreteria Comunale, dalla data odierna e per trenta
giorni naturali e consecutivi dalla data
di pubblicazione del presente avviso
all’Albo Pretorio, all’Albo dell’Area IV,
sul sito www.guidonia.org e su quattro quotidiani.
Le eventuali osservazioni-opposizioni, distinte ciascuna per ogni atto
e non una per più atti, prodotte dagli
aventi titolo, dovranno essere redatte
in triplice copia, di cui una originale su
carta legale, e presentate al protocollo generale fino al trentesimo
giorno dopo la scadenza dell’ultimo
giorno di deposito. Eventuali allegati
esplicativi potranno essere redatti in
carta semplice.
Dalla Sede Municipale, il 21/05/2014
IL DIRIGENTE
Ing. Umberto FERRUCCI
AVVISO PUBBLICO
Avviso Pubblico volto alla selezione di un Soggetto Concessionario per
la progettazione, la realizzazione, l’allestimento e la gestione di un’area
espositiva denominata “Azienda Salumi”, sita nell’area cardo nord
ovest all’interno del Padiglione Italia. Le condizioni per la partecipazione sono indicate nell’Avviso Pubblico in forma integrale pubblicato
sul sito http://www.padiglioneitaliaexpo2015.com/it/gare_appalti
e sul sito http://www.rfp.expo2015.org/. Termine ricezione offerte:
ore 12:00 del 23/06/2014. L’Avviso è stato inviato alla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea in data 15-05-2014.
Il Direttore Generale Padiglione Italia
Ing. Cesare Vaciago
TRIBUNALE DI LECCO
SANDRIGARDEN SPA IN LIQUIDAZIONE E C.P.
INVITO A PRESENTARE MANIFESTAZIONI DI INTERESSE
Il liquidatore Giudiziale Rag. Daniele Andreotti rende noto che è intenzione della procedura addivenire alla alienazione al miglior offerente del compendio aziendale corrente in Molteno
(LC) e Rosà (VI), concernente la produzione e commercializzazione della linea di prodotti con
marchio proprio e di terzi nel settore del giardinaggio, dell’hobbistica e del tempo libero (tagliaerba, decespugliatori, motoseghe, barbecue, ecc.), costituita da macchinari, attrezzature
tecniche e d’ufficio, arredi, automezzi e stampi di produzione, nonché dai prodotti finiti a magazzino, della componentistica e delle materie prime, oltre al segno distintivo non registrato
“Sandrigarden”. Verrà inoltre alienato, anche separatamente dall’azienda e/o in via frazionata,
l’immobile in proprietà sito in Molteno (prov. LC), costituto da vari corpi ad uso industriale
di circa mq. 20.000 complessivi, una palazzina ad uso uffici ed accessori di mq. 4.500, parzialmente al grezzo, parcheggi interni ed esterni, il tutto insistente su di un’area scoperta di oltre
50.000 mq, in parte con cubatura residua, posta nei comuni di Molteno e Sirone. La cessione
dei beni aziendali potrà avvenire in blocco, per singoli rami d’azienda, o per lotti di beni. Maggiori informazioni potranno essere chieste al Liquidatore Giudiziale con studio in Calco largo
Pomeo 4/c 039-9288704, mail ordinaria [email protected], pec della procedura
[email protected]. Le manifestazione di interesse per l’acquisto dell’azienda,
di un ramo d’azienda e/o di singoli lotti di beni, nonché dell’immobile, dovranno pervenire esclusivamente alla pec della procedura sopra indicata entro il giorno 20.6.2014. In caso di offerte
similari il liquidatore Giudiziale procederà con gara tra gli offerenti secondo le modalità
successivamente comunicate.
Il liquidatore giudiziale - Rag. Daniele Andreotti
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Mercoledì 21 Maggio 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Mercoledì 21 Maggio 2014
Cronache 19
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La decisione Accolta la richiesta della Procura sul Brasile: «I flussi di denaro hanno una possibile giustificazione lecita»
La polemica
Telecom, archiviazione per Tronchetti
Per il giudice la ricostruzione è «carente». Cade l’accusa di corruzione
La vicenda
Le accuse
Marco Tronchetti Provera
(nella foto sotto) era stato
accusato di associazione a
delinquere e corruzione
internazionale per le
consulenze milionarie pagate
da Telecom ai brasiliani Naji
Nahas e Roberto De Marco.
Le accuse sono state mosse
in uno degli ultimi rivoli
dell’inchiesta sui dossieraggi
della security di Telecom
nell’era di Tavaroli
Lo stralcio
Nell’ottobre 2012 uno
stralcio dell’inchiesta aveva
fatto intuire che le accuse a
Tronchetti Provera fossero
avviate ad archiviazione
La decisione
Il 4 marzo scorso il gip
Giuseppe Gennari ha
archiviato quelle accuse su
richiesta dei pm Alfredo
Robledo e Antonio D’Alessio
del 24 febbraio
Le motivazioni
L’archiviazione è stata decisa
perché «i flussi di denaro
hanno una possibile
giustificazione lecita, e
comunque non è
dimostrabile siano pervenuti
a funzionari o politici
stranieri». E «sul denaro
sicuramente corrisposto a
Nahas, nonostante si collochi
in un quadro
complessivamente
suggestivo, è carente la
ricostruzione certa della
destinazione a fini di
corruzione». Secondo i pm,
«tutti i versamenti a De
Marco troverebbero
giustificazione nella
temporanea collaborazione
tra costui e l’azienda italiana
in ragione del comune
interesse che per un certo
periodo li vedeva
contrapposti a Dantas ma
per fatti del tutto autonomi e
preesistenti».
MILANO — Nell’ottobre 2012
uno stralcio aveva già fatto intuire che fossero avviate ad archiviazione, in uno degli ultimi rivoli dell’inchiesta sui dossieraggi della security di Telecom nell’era Tavaroli, le accuse di
associazione a delinquere e corruzione internazionale mosse a
Marco Tronchetti Provera per le
consulenze milionarie pagate
da Telecom ai brasiliani Naji
Nahas e Roberto De Marco. Ora
a distanza di un anno e mezzo
quel percorso verso l’archiviazione risulta compiuto: su richiesta il 24 febbraio 2014 dei
pm Alfredo Robledo e Antonio
D’Alessio, il 4 marzo il gip Giuseppe Gennari ha archiviato
Tronchetti Provera perché, su
fatti che «risalgono a non pochi
anni fa» (2004-2006), e nell’impossibilità di ottenere rogatorie
in Brasile, «i flussi di denaro
hanno una possibile giustificazione lecita, e comunque non è
dimostrabile siano pervenuti a
funzionari o politici stranieri».
E pure «sul denaro sicuramente
corrisposto a Nahas,
nonostante si collochi in un quadro
complessivamente
suggestivo, è carente la ricostruzione
certa della destinazione a fini di corruzione».
Tronchetti resta
in attesa dell’Appello (non ancora fissato) del processo nel
quale il 17 luglio
2013 è stato condannato in primo grado a 1 anno e 8 mesi —
attenuanti generiche, pena sospesa e indulto — per ricettazione nel 2004 di un dvd: il frutto dell’attacco informatico agli
007 privati dell’agenzia Kroll,
che documentava lo spionaggio
dei rivali brasiliani di Tronchetti
(Daniel Dantas e Carla Cico) ai
danni del presidente dell’azienda italiana, anche con «taglia di
100.000 euro per chi avesse dato
notizie utili su Afef», secondo
un de relato dello 007 privato
(fornitore di Tavaroli e condannato a 7 anni) Marco Bernardini.
Secondo i pm, «tutti i versamenti a De Marco troverebbero
giustificazione nella temporanea collaborazione tra costui e
l’azienda italiana in ragione del
comune interesse che per un
certo periodo li vedeva contrapposti a Dantas ma per fatti del
tutto autonomi e preesistenti».
E rispetto ai sospetti che Nahas
avesse veicolato «presunte tangenti alle autorità brasiliane per
conseguire decisioni favorevoli
a Tronchetti nel 2004» nel duello con Dantas, «tutte le consegne di denaro appaiono supportate da una formale investitura
contrattuale approvata dal cda»,
e Nahas «ha poi posto in essere
Interrogato a Roma
Il magistrato indagato
per vilipendio a Napolitano
Dopo un interrogatorio tumultuoso, Robert Schulmers,
procuratore della Corte dei Conti di Bolzano, resta senza legale.
Invitato a presentarsi in Procura (è indagato per calunnia e
vilipendio al capo dello Stato), Schulmers è stato sentito per 4
ore dall’aggiunto Nello Rossi e dai pm Stefano Pesci e Corrado
Fasanelli. Una controversia sulla convocazione avrebbe spinto
l’avvocato Giovanna Corrias a rinunciare al mandato: la
Procura avrebbe notificato l’invito a comparire secondo una
modalità concordata, forse per evitare fughe di notizie.
Schulmers si attendeva un provvedimento motivato. Durante
un’inchiesta sulla gestione illecita dei fondi riservati da parte
dell’ex presidente della Provincia di Bolzano Luis Durnwalder,
il magistrato lamentò ingerenze del Colle e pressioni da Luigi
Giampaolino, ex presidente della Corte dei Conti, denunciando
via mail alla sua associazione una guerra di logoramento.
Il.Sa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il principe
La visita
di Carlo
in Canada
L’accoglienza
all’aeroporto di
Halifax riservata al
principe Carlo e alla
moglie Camilla. Il
viaggio in Canada
della coppia reale
durerà quattro giorni
una effettiva e proficua attività
di intermediazione tra i due».
È vero che «in un albergo di
San Paolo è comprovato anche
un pagamento in contanti di 1,3
milioni di dollari a Nahas nel
maggio 2003 autorizzato» da un
manager della Telecom in Sudamerica: «Tuttavia anch’esso, in
assenza di elementi di riscontro
sul punto, non appare univocamente riconducibile ad azioni
corruttive». Inoltre la GdF di Firenze «ha concluso come non
fosse stato possibile verificare
pagamenti a funzionari o politici stranieri». E «non appare priva di fondamento» l’osservazione difensiva circa «l’assenza di
una diretta consequenzialità
Il dvd
Ora si attende il
processo di appello
per la ricettazione
del dvd della Kroll
temporale tra le consegne di denaro a Nahas e le decisioni delle
autorità brasiliane».
Già archiviato il 5 giugno
2012 per alcuni coindagati, il 4
marzo 2014 è andata in archivio
anche per Tronchetti la vicenda
del sistema informatico Radar,
che fino all’intervento dei pubblici ministeri nel 2006 consentiva in Telecom di estrarre illecitamente tabulati delle persone.
Seppure Radar sia stato «illecitamente sfruttato da Tavaroli
con l’acquiescenza e/o approvazione di almeno una parte dei
vertici dell’azienda», e sebbene
ci sia stata «preoccupante assenza di attenzione verso le problematiche della sicurezza», per
gli i pm le criticità erano già esistenti all’ingresso di Tronchetti
in azienda: «Si desume quindi
che il management insediatosi
in Telecom aveva ereditato (e
quindi non creato) una gestione
carente della rete».
Luigi Ferrarella
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
«Sappiamo
dove cercare
Bonafè»
«Simona Bonafè presenterà
giovedì la sua candidatura a
Roma e sarà una giornata in
cui farà i conti con questa
città». Così il leader dei
Movimenti per la casa, Paolo
Di Vetta, ha lanciato il suo
attacco alla deputata del Pd
in una conferenza stampa a
piazza Montecitorio.
«Sappiamo dove cercarla e
dove andarla ad incontrare e
faremo i conti con lei».
Immediata la reazione del
Pd per bocca del suo
segretario romano, Lionello
Cosentino: «Le minacce
disgustose contro la Bonafè
di questo professionista
delle occupazioni, non ci
fanno paura».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
20 Cronache
Mercoledì 21 Maggio 2014 Corriere della Sera
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Università Il ministro dell’Istruzione: i quesiti mi hanno lasciata perplessa. Ma i quiz di aprile restano validi
A luglio sparisce il test per Medicina
«Iscrizioni libere, poi selezioni dure»
Giannini: sono prove inutili, sbarramento al primo o secondo anno
Stavolta si cambia davvero.
Niente più quiz. Mai più domande che, «a voler essere buoni, hanno lasciato molto perplessi». Nessun esame in primavera, a poche settimane dalla
maturità. A contare «saranno
soltanto la preparazione e la
motivazione» dei ragazzi. E, soprattutto, il banco di prova arriverà alla fine del primo o del secondo anno di università. Ma in
cambio la selezione «sarà più
dura».
Test d’ammissione a Medicina, addio. Dopo polemiche, proteste, ricorsi al Tar e appelli da
Nord a Sud, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini
scopre le carte e annuncia: entro
luglio arriverà il nuovo sistema
di selezione per gli aspiranti camici bianchi. Per la gioia delle
associazioni degli studenti universitari che esultano: «Abbiamo vinto noi». Il capo del Miur
I dati
In quali atenei
ci sono stati
più idonei
58,5%
Padova
Milano Statale
Udine
La quota
di aspiranti
medici che
è risultata
idonea (almeno
20 punti)
al test
di ammissione
Dove hanno fatto il test i migliori cento studenti d’Italia
9
8
Roma - La Sapienza
Bari
Catanzaro 36,8%
Sassari 39,3% Torino
Molise
40,8% Milano - Bicocca
Il numero chiuso
da noi è stato
concepito e
applicato male
11
10
71,7% Pavia
E in quali meno
❜❜
Bocciatura
15
Padova
71,9% Bologna
71,8% Milano - Statale
6
5
5
però precisa: le novità valgono
soltanto dall’anno accademico
2015/2016. Per chi ha fatto il
quiz lo scorso aprile non cambia
nulla. Così come resta tutto com’è per gli altri corsi ad accesso
programmato.
«Il meccanismo andava cambiato il prima possibile», ragiona il ministro. «Non solo per il
caos sui test di primavera, ma
Pisa
Napoli - Federico II
Brescia
Genova
Palermo
Foggia
Messina
Perugia
anche per quei ragazzi che — in
centinaia, migliaia — vanno a
formarsi in Albania e Romania
per evitare un numero chiuso
che qui è stato concepito e applicato male».
A proposito dell’appuntamento di aprile, il numero uno
dell’Istruzione spiega che la data
stabilita rispondeva a una logica
precisa: «Bisognava allinearsi al
4
4
3
3
3
2
2
2
2
Roma - T. Vergata
Verona
Vercelli
Catania
L’Aquila
Udine
Insubria
Il sistema
Che cosa cambia
Stefania Giannini, 53 anni,
ministro dell’Istruzione ha
deciso di abolire i quiz a
risposta multipla per l’accesso
alla facoltà di medicina (nella
foto alcuni studenti al test di
ammissione). Entro luglio verrà
illustrato il nuovo sistema, che
prevede iscrizioni libere al
corso di studi e poi una
selezione al termine del primo
o del secondo anno in base a
«preparazione e capacità
effettive degli studenti»
1
1
1
1
1
1
D’ARCO
resto del mondo». Ma nel concreto qualcosa non ha funzionato. «Gli studenti hanno smesso
di studiare le materie classiche,
quelle che servono per la maturità, per prepararsi ai quiz. E
questo ha fatto arrabbiare i professori delle scuole superiori».
Il sistema che vedrà la luce a
luglio si ispira al modello francese — un primo anno aperto a
Il percorso
La prima parte del percorso di
studi sarà comune a tutti gli
aspiranti medici, farmacisti,
dentisti e ostetrici. Poi
bisognerà superare la
selezione. I parametri da
soddisfare non sono ancora
stati definiti: il ministero
stabilirà quale sarà la
valutazione standard ma in
materia potrebbe essere
lasciata un po’ di autonomia
ai singoli atenei. Chi non
supererà lo sbarramento
potrà usare gli esami dati per
altri corsi di laurea. Resta il
nodo del sovraffollamento
delle aule, che il numero
chiuso contribuiva a risolvere
I tempi
Le novità valgono dall’anno
accademico 2015/2016. Per
chi ha fatto il quiz lo scorso
aprile non cambia nulla. Così
come resta tutto com’è per gli
altri corsi ad accesso
programmato
tutti con sbarramento finale:
continui solo se passi gli esami
—, «non solo perché ha una realtà accademica simile alla nostra, ma anche perché molti Paesi guardano a Parigi come ad
un esempio da seguire». Certo, il
tutto dovrà essere importato
«con dei correttivi che tengano
conto delle caratteristiche italiane».
I tempi non sono ancora decisi. «Vediamo se fissare la selezione alla fine del primo o del
secondo anno». Ma una cosa è
certa: il test a crocette va in soffitta. Un po’ perché, dice Giannini, «non hanno senso». Un po’
perché «non valutano le competenze di chi vuole fare il medico». «Nell’ultimo test c’erano
domande di Logica e Cultura generale che francamente mi hanno lasciato perplessa», commenta. E così nella nuova ammissione «conteranno solo la
preparazione e le capacità dello
studente».
Il percorso sarà a «Y»: «Prima
parte degli studi comune a tutti
gli aspiranti medici, farmacisti,
dentisti e ostetrici. Poi, una volta dati gli esami previsti, bisognerà superare la selezione».
Selezione che sarà dura. «Il nostro sistema accademico deve
davvero garantire la continuazione soltanto ai migliori». E a
questo proposito una delle questioni «scottanti» sarà quello
dell’asticella. Chi la decide? «Il
ministero stabilirà quale sarà la
valutazione standard», risponde
Giannini. E lascia intendere che
forse, su questo punto, potrebbe
concedere un pizzico di autonomia ai singoli atenei. Come avviene in Francia. E cosa succede
a chi non passa l’«esame»? «Non
resterà per strada — assicura la
responsabile dell’Istruzione —,
avrà la possibilità di utilizzare
gli esami dati per altri corsi».
C’è, poi, il rischio del sovraffollamento delle aule: in alcuni
atenei le classi potrebbe scoppiare. «Il problema esiste — ammette il ministro —, ma lo risolveremo. Intanto prima portiamo a termine i lavori per il nuovo sistema di ammissione».
Leonard Berberi
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il lutto
Addio a Bindi, il re dei dolci
consegnati ai ristoranti
che conquistarono il mondo
MILANO — Rino Bindi era un bambino quando nel
1946 il padre Attilio comprò a Milano, per 176 mila lire,
un piccolo negozio di pasticceria di fronte al Teatro Lirico, in via Larga. «Quando finisce la guerra, voglio fare il
pasticciere», era il sogno del padre Attilio. Lui, Rino, ne
prese il testimone con il fratello Romano. Rino è morto
ieri a 73 anni, dopo aver lavorato per decenni come amministratore delegato dell’azienda con il nome di famiglia, poi diventata una vera e propria multinazionale dei
dolci. Perché da quel negozio in via Larga i dessert targati
Bindi sono arrivati a Madrid, Londra, Parigi, Berlino,
Mosca, New York e Tokyo. Tutto partendo da quelle 176
mila lire e dal primo anno del dopoguerra, quando il Paese era a pezzi e il boom economico ancora distante una
decina d’anni.
I Bindi però — il padre AttiErede
lio e poi i figli Rino e Romano
—
investono su quello che alRino era figlio del
lora era quasi un lusso, i dolci.
fondatore Attilio,
Aggiungendo al prodotto il
che nel ‘46 investì 176
servizio: oltre alle torte la famila lire in una pasticceria miglia inizia a offrire consegne veloci su ordinazione ai
ristoranti milanesi. Da quarantacinque minuti a due ore per il recapito del dessert.
Che sia per una classica cena o per un più impegnativo
ricevimento.
Attilio guidava l’azienda e i figli, man mano che crescevano, lo aiutavano con il lavoro. Prima i compiti a
scuola e poi i pasticcini in laboratorio. Fino ad arrivare
tutti e due ai vertici della società, man mano che uno dei
più classici esempi del «made in Milano» decollava per
poi atterrare sui tavoli dei ristoranti di tutto il mondo.
«Made in Milano», ma con sangue toscano, perché i Bindi arrivano da Pistoia. Da dove è partita la passione per i
dolci: un interesse di famiglia che è diventato — nel tempo — un lavoro, un negozio, un’azienda e una multinazionale.
Giovanni Stringa
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Mercoledì 21 Maggio 2014
Cronache 21
italia: 51575551575557
ILLUSTRAZIONI DI GUIDO ROSA
Le novità dal mondo
Dritti al parcheggio
Minivan a chiamata
Nessuno al volante
Taxi senza radio
Una app a Los Angeles guida
l’automobilista direttamente al parcheggio
più vicino alla sua destinazione
Dei minivan cambiano percorso a
Helsinki a seconda delle prenotazioni e
delle richieste dei passeggeri
Ginevra sta pensando ad autobus
senza conducente che si muovono in
sicurezza lungo percorsi prestabiliti
Niente più radiotaxi o chiamate a
centralini: tassisti di Amburgo e clienti
dialogano direttamente grazie a una app
La rivoluzione Non solo Uber sta cambiando il trasporto pubblico
Autostop virtuale, taxi liberi
Muoversi nelle città
ai tempi dello smartphone
«La tecnologia spazzerà via i monopoli»
MILANO — I figli di Uber scalpitano. Rompono regole. L’applicazione per smartphone esportata
dalla California in Italia (e in mezzo
mondo) in questi giorni sta bloccando Milano. Taxi in «sciopero»
selvaggio. In opposizione — dicono
— alla «concorrenza sleale».
L’app di Uber mette in rete le berline del noleggio con conducente e
replica un sistema taxi senza sottostare alle leggi del servizio pubblico. Sembra una battaglia campale.
Ma al contrario, secondo qualcuno,
è già una contesa di retrovia. Altra
app, altre possibilità: Letzgo. Si scarica sul telefonino. Ognuno (non un
tassista, non un noleggiatore, ma
un cittadino con la sua auto) può
offrire un passaggio. Chi ha bisogno, chiede una «corsa». L’app fa da
piattaforma di contatto. E suggerisce un rimborso. Autostop virtuale,
ma a pagamento. Potenzialmente,
un esercito di tassisti estemporanei.
Letzgo è nata a Milano. E appare
(per ora) come l’estrema avanguardia nella rivoluzione della mobilità
nelle metropoli. Da Londra, a Los
Angeles.
Fragili steccati
Obiettivo: condividere, tutti i
mezzi possibili. Auto pubbliche e
private, biciclette, minibus. Milano
è già capitale del car sharing: le
Smart di Car2go sono oltre 600, 60
mila abbonati, 25 mila «noleggi» a
settimana. Le Fiat 500 di Enjoy (Eni)
arriveranno sopra quota 500 e presto metteranno in strada i modelli
«large». Twist è l’ultimo operatore
sbarcato a Milano con 80 Volkswagen Up. Se si aggiungono i due servizi pubblici (Atm, l’azienda dei trasporti, e Trenord, le ferrovie regionali), il capoluogo lombardo è la
metropoli a più alto tasso di auto in
condivisione in rapporto agli abitanti.
Un anno fa tutto questo non esisteva. La rivoluzione ha tempi acce-
Il criterio
L’obiettivo dichiarato è
condividere tutti i mezzi
possibili, dall’auto, ai minibus
fino alla bicicletta
lerati. Nei mezzi e nelle teste. Spiega
Andrea Poggio, vice direttore nazionale di Legambiente: «Nel 2009
il Comune di Milano ci chiedeva di
acquistare il nostro servizio di car
sharing. Si pensava che il servizio
dovesse essere in mano pubblica.
Pochi anni dopo, lo stesso Comune
ha aperto il mercato alle multinazionali». Eccola, la sfida per le amministrazioni di fronte alla tecnologia. Cambiare ruolo.
«Da gestori, a regolatori e garanti
dell’apertura del mercato — conti-
nua Poggio — verso soluzioni sempre più flessibili e innovative».
Conclusione: «Gli steccati non possono che cadere, sempre più velocemente». E stanno cadendo.
Rapida panoramica. Blablacar,
altra app per autostop virtuale, usata principalmente per i viaggi a lunga percorrenza. Taxinsieme mette
in contatto diversi utenti per condividere un’auto bianca. Non ha alcun
impatto sul servizio, permette solo
ai clienti di dividere la spesa. MyTaxi, app fondata ad Amburgo, oggi
ha 45mila tassisti associati tra Germania, Stati Uniti, Austria, Polonia,
Spagna; in Italia c’è Cabeo, che funziona sullo stesso, semplice concetto: gi utenti chiamano direttamente
la macchina sorpassando la mediazione di centrali e radiotaxi. La svolta per chi invece usa l’auto privata
sarà sul posteggio. La Xerox ha sviluppato per il centro di Los Angeles
un sistema innovativo: l’app sul telefonino indica un posto libero; il
cervellone aggiorna il costo della
sosta in tempo reale, valutando domanda e offerta; l’utente paga in diretta, sempre con lo smartphone.
In condivisione
Il movente primario è semplice.
Risparmiare. Ma a rivoluzionare i
sistemi di mobilità nelle metropoli
contemporanee è l’incrocio di tre
fattori chiave: crisi economica; una
spinta uguale e contraria della tec-
Il confronto
Mezzi pubblici
Car sharing
Taxi
Uber
Bike sharing
Metro
+ Bus
35 minuti
1,5 euro
20 minuti
6 euro
15 minuti
15 euro
15 minuti
18 euro
33 minuti*
0,50 euro
*(i primi
30 minuti
sono gratis)
ARRIVO
Piazzale
Angelo Moratti
Stadio Meazza
MILANO
PARTENZA
Piazza
del Duomo
Le altre
città in Italia
TORINO
BOLOGNA
MILANO
FIRENZE
ROMA
LEGENDA
Mezzi pubblici
Car sharing
Taxi
Uber
Bike sharing
PALERMO
*il servizio parte a fine 2014
nologia legata agli smartphone; il
tutto saldato dalla coscienza sempre più green/ambientalista dei cittadini. Ieri è stato assegnato all’Area
C di Milano il prestigioso premio
Transport Achievement Award, il
riconoscimento dell’Ocse (l’organizzazione per la cooperazione e lo
sviluppo economico) ai migliori
progetti di miglioramento nelle politiche dei trasporti: il ticket della
giunta Pisapia che ha ridotto del 30
per cento il traffico in centro. Il terzo premio è andato all’azienda dei
trasporti di Londra. Motivazione:
ha messo a disposizione dei cittadini l’intero bagaglio delle proprie rilevazioni. E questo è il punto chiave. In base a quegli open data, i privati hanno sviluppato 190 applicazioni per il miglioramento della
mobilità. È il crollo di un’altra fron-
L’accelerazione
Un anno fa tutto questo non
esisteva: il cambiamento ha
tempi rapidissimi e
soprattutto costi molto bassi
tiera. I progressi non vengono solo
dall’alto, dalle decisioni della politica. Alleanza trasparenza-tecnologia.
Ed ecco, ancora una volta, il ruolo
istituzionale da ripensare. Spiega
Marco Ponti, docente di Economia
applicata al Politecnico di Milano:
«Questo fervore di iniziative per la
mobilità alternativa ha un nome:
concorrenza. Anche per il caso
Uber, è urgentissimo che cambi la
normativa nell’interesse dei cittadini, magari con forme di compensazione per ammortizzare i danni ai
tassisti. In tutto ciò che è trasporto
pubblico, i monopoli mantengono
un lungo sonno. Su questo tema
chiave, siamo molto arretrati».
Gianni Santucci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’analisi
QUANDO L’ANTITRUST DÀ RETTA AI PICCOLI
ANCHE TRIPADVISOR ADESSO È NEL MIRINO
di DARIO DI VICO
D
obbiamo o no fare la guerra alle
grandi piattaforme online di prenotazione degli alberghi? È da lunedì che il quesito si pone con una certa
insistenza dopo che l’autorità antitrust
ha aperto un’istruttoria nei confronti di
Expedia e Booking.com per limitazione
della concorrenza. Un intervento replicato ieri nei confronti di un altro gigante
del web, Tripadvisor, messo sotto la lente di ingrandimento perché incapace di
bloccare le false recensioni di alberghi,
ristoranti e bar. Per completare il quadro
varrà la pena ricordare il peso che sta assumendo anche da noi Airbnb (affitto
temporaneo di case) e ovviamente la patata bollente di Uber e del conflitto aperto
con i tassisti milanesi. Un Paese come il
nostro, che punta molto sul turismo, non
può certo tagliarsi l’erba sotto i piedi anche perché Expedia e Booking.com hanno dato a tantissime piccole aziende una
vetrina globale che da sole non si sarebbero nemmeno sognate di poter avere.
Pur di entrare nella prima schermata dei
due colossi delle prenotazioni i Piccoli
dell’«hoteleria» italiana si sono svenati e
sono arrivati a riconoscere ai loro partner
sconti che vanno dal 15 al 30%. In qualche caso per ottenere maggiore visibilità
questo tetto è stato addirittura sforato. È
evidente che in queste condizioni diventa difficile remunerare l’attività e si finisce quasi per lavorare sottocosto. Ed è
anche chiaro che il prezzo più basso dovrebbe essere compensato da un aumento dei turisti ma non è facile poter confrontare i due dati e capire precisamente
quanti di loro non sarebbero mai arrivati
senza Expedia e Booking.com. «Riconosciamo grandi meriti alle piattaforme
online — dicono, per esempio, alla Federalberghi — ma non è merito loro se il
turismo cresce. Il motivo principale sta
nell’aumentata mobilità di cinesi e russi
che, per motivi diversi tra loro, usano
molto poco il sistema di prenotazioni
online».
Insomma il problema non risiede tanto nell’esistenza dei grandi operatori —
che tra l’altro svolgono un servizio semplificato apprezzatissimo dai consumatori — quanto nelle loro pratiche di riduzione della concorrenza. Il guaio, dicono
gli operatori italiani, è che sono rimasti
in due e tendono ad assumere comportamenti tipici dei monopolisti. Ed è questo,
infatti, il motivo del faro acceso dall’antitrust italiano dopo quello tedesco e poco
prima di quello francese. Expedia e Booking.com esigono di vendere le camere al
Competitività
Ma è anche grazie ai grandi siti
di prenotazioni online
che il settore dell’accoglienza
ha avuto visibilità internazionale
best price e l’albergatore ha le mani legate. Non può praticare lo sconto che vuole
nemmeno al cliente che si presenta fisicamente in hotel senza aver aperto Internet. Viene in mente la favola di Fedro sull’agnello che era in basso mentre «superior stabat lupus». È importante, comunque, che l’antitrust abbia accolto —
per una volta — le obiezioni dei Piccoli e
abbia riconosciuto che in questo caso
consumatori e operatori alberghieri sono
interessi da tutelare in pari modo. Se infatti l’attività alberghiera non è remunerativa come si fa a chiedere alle piccole
imprese di migliorare la loro offerta, di
investire e magari di aggregarsi?
Volendo si possono fare delle considerazioni più generali sulla bassa cultura
del servizio che affligge la nostra tradizione imprenditoriale. Siamo rimasti
dietro a francesi, svedesi e inglesi nella
grande distribuzione e Internet purtroppo non è servita a rimescolare le carte
bensì a far nascere nuovi player bravissi-
I casi
Le recensioni
L’Autorità
antitrust ha
aperto un
fascicolo sul sito
Tripadvisor,
contestando che
alcune delle
recensioni messe
a disposizione dei
lettori potrebbero
essere fasulle
Le prenotazioni
La stessa
Antitrust sta
accertando se i
siti di
prenotazioni
online Expedia e
Booking hanno
tenuto
comportamenti
scorretti nei
confronti degli
albergatori
mi nell’innovare, nel captare i mutamenti degli stili di vita e di consumo e subito
dopo nello sfruttare la posizione dominante conquistata. Ce ne stiamo via via
accorgendo e non è un caso che nascano
a ritmo serrato nuove iniziative. Paolo
Zegna per Confindustria ha lanciato di
recente Storytalia, un portale per l’export
di piccole e medie imprese. E ieri, proprio nel bel mezzo della polemica scoppiata dopo le notizie dell’antitrust, è stata
annunciata da Confturismo, Uvet e Digital Magics la nascita di Tripitaly, un portale open per il turismo straniero in Italia. È chiaro che si tratta di iniziative che
non possono competere con i big dell’ecommerce ma sono il segno di un’inversione di tendenza e come tali vanno salutate con favore. Non sappiamo come l’industria e i servizi made in Italy usciranno
da questa lunghissima crisi, tutti auspichiamo che sappiano alzare la qualità
della loro proposta; se però c’è una strozzatura al momento della vendita, se paghiamo (troppo) dazio a chi colloca i nostri prodotti/servizi questa corsa diventa
ancor più in salita. Per questo motivo
varrà la pena seguire con attenzione gli
sviluppi del caso Expedia/Booking.com.
@dariodivico
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22 Cronache
Mercoledì 21 Maggio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Il nuovo canale di Corriere.it
Voci dal mondo del non profit, arriva «Corriere Sociale»
«Se si vuole, si può fare, ci dicevano
una volta, quando la coperta della
solidarietà riscaldava il disagio
diffuso delle periferie urbane e dei
paesi svantaggiati. Anche oggi se si
vuole si può fare, o far fare, per
esempio, un passo avanti a chi è nato
indietro, lasciando intorno a noi la
scia pulita dell’altruismo e della
generosità. Qui si racconta una bella
Italia capace di remare anche
controcorrente». Con quest’augurio
un anno fa nasceva il blog del
Corriere della Sera «Buone Notizie».
Uno spazio immaginato per
raccontare il bello e il buono del
Paese. Un percorso chiesto dai lettori,
che non vogliono trovare soltanto
cattive notizie sul loro giornale. A
parlare, un anno dopo, sono i numeri
del blog, che oggi risulta essere il
secondo più letto della piattaforma
Corriere.it, subito dopo La 27esima
ora. E se per anni il Terzo Settore, che
dell’Italia buona è portavoce naturale
con il suo 8% sul Pil e un esercito di
oltre 3 milioni di operatori, si è
ritrovato a essere marginalizzato
dall’informazione, dove la «notizia
sociale» era accezione sufficiente a
destinare una news in una «breve»,
ecco che il passo da Buone Notizie a
Corriere Sociale è breve. Evoluzione
naturale di un percorso che vedrà
online, a partire da domani su
Corriere.it, la nuova sezione
Prima pagina La schermata di Corriere Sociale, la sezione di Corriere.it dedicata al Terzo settore online da domani
interamente dedicata all’universo del
non profit: spazio alla fotografia con
la sezione di apertura del portale per
lasciare all’obiettivo il compito di
interpretare la realtà, a seguire il
Primo piano con quattro news di
apertura. Come quattro saranno i
focus dall’Italia e dal mondo, senza
dimenticare le storie che compaiono
con una rubrica ad hoc. Nello spazio
centrale, ampia visibilità ai due blog
più sociali della piattaforma di
Corriere della Sera: Buone Notizie e
Invisibili. Non meno importante poi
lo spazio riservato alle inchieste. Cosi
come l’area dedicata ai video che
viene accompagnata dalle rubriche
degli appuntamenti e delle
opportunità rivolte a organizzazioni
e cittadini. Una vera e propria home
page, con social network dedicati (su
Facebook: Corriere Sociale; su
Twitter: @CorriereSociale), che fa il
paio con le raccomandazioni di papa
Francesco e con l’agenda di governo,
grazie ai quali termini come servizio
civile, volontariato e welfare di
Lo spazio aperto
Uno spazio dedicato
al volontariato con focus
dall’Italia e dall’estero
e aperto alle idee dei lettori
Le tappe
«Troppa indifferenza verso i poveri»
Ecco com’è nato l’angelo invisibile
di GIANGIACOMO SCHIAVI
L
e scelte dei giornali sono segnate dai fatti;
qualche volta dagli attimi e dalle improvvisazioni sul filo delle notizie. Quando sul
Corriere è nato il pezzo sull’«Angelo invisibile»
c’era solo la volontà di mettere in pagina una
buona notizia per contrapporre all’Italia degli
scandali quella del bene, la positività delle tante persone che lavorano in silenzio per contrastare il male che ci assedia. Milano, le sue periferie, i suoi poveri, la solitudine e la disperazione di chi ha perso tutto, le vite al minimo di chi
non ha una casa o un lavoro, i principi di convivenza calpestati. Mettete dietro a tutto questo
l’anonimo signore che aiuta chi è rimasto indietro, paga debiti, salda conti in sospeso, garantisce un assegno di studio o trova una casa
La storia
ILLUSTRAZIONE DI PAOLA FORMICA
in affitto per chi non ha un tetto, aiuta le famiglie di immigrati che non pagano la mensa ai
figli e i profughi che bivaccano alla Stazione...
Così è nata due anni fa una storia scritta con
fatica e imbarazzo e non pochi ripensamenti,
perché c’era il rischio di bruciare il protagonista facendolo diventare un eroe di carta, abbagliato dal desiderio di apparire, vanificando un
insegnamento umano e civile. Per fortuna è accaduto il contrario. Gli interventi dell’«Angelo
invisibile» si sono moltiplicati, è sorta una
Fondazione che si chiama Condividere, è cominciata una collaborazione con tre centri
d’ascolto e con la Casa della carità di don Virginio Colmegna, c’è un nutrito gruppo di persone che lo ringraziano con la gratitudine che
Emily Dickinson chiamava «la timida ricchezza
di chi non possiede nulla».
La storia adesso è un libro. Un’autobiografia
anonima dettata in prima persona, per fissare
sulla carta e sul web alcuni punti chiave di una
solidarietà che in Italia potrebbe essere molto
Il testo
Il libro L’angelo invisibile
(Feltrinelli, pp. 183, euro
17) è in libreria da oggi
più estesa. «Se soltanto chi è nelle mie condizioni di benestante rinunciasse a quello che
avanza oltre al superfluo, avremmo risolto tanti
drammi e tanti casi umani. Il valore dei gesti
che facciamo è proporzionale al valore di quello
di cui ci priviamo per farli», scrive. E si racconta
per la prima volta per quel che è, l’agiatezza in
cui è cresciuto, le buone scuole, gli amici ricchi,
la Bocconi, i master e l’ossessione del padre che
pensa troppo ai soldi, ad accumulare, alla sua
storia di imprenditore di successo che non fa
sconti a nessuno, neanche a se stesso. «Quante
discussioni abbiamo avuto sulla ricchezza, sulla condivisione e sulla partecipazione. Al punto
che ai miei figli mi trovavo a ripetere: quando
toccherà a noi faremo diversamente». Ci prova.
Tenta di rivedere il modello industriale di famiglia, ispirandosi a Adriano Olivetti e alla responsabilità sociale. «Per me l’economia giusta
è quella che rende anche gli altri partecipi dei
maggiori guadagni», spiega. Ma il padre lo gela.
«Quando le cose vanno bene si mette da parte
per quando vanno male». Hanno lo stesso carattere. L’ammutinamento è inevitabile. Così
sbatte la porta in faccia al genitore e va per la
sua strada. Finirà per diventare l’uomo di punta
di una grande banca. «Mi chiamavano Wolf,
quello che risolve i problemi. Gestivo clienti
sempre più importanti, le loro fusioni, acquisizioni, operazioni personali, quello che si chiama relationship management. Si trattava di fare
soldi con altri soldi...». Una carriera di successo.
Luca Mattiucci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il volume Da oggi in libreria il racconto autobiografico scritto dal benefattore misterioso scoperto dal «Corriere»
Buone notizie
comunità stanno acquisendo di
giorno in giorno una sempre
maggiore rilevanza. Offrire quindi
un contributo di riflessione, analisi e
soprattutto d’informazione è
l’obiettivo che si pone questo nuovo
spazio, nei confronti di un Paese che
non ha smarrito la voglia di ripartire
e di ascoltare esempi positivi per
credere ancora in quella «ricerca
della felicità» che gli americani
hanno fissato nella loro costituzione.
Da domani su Corriere.it inizia
questa nuova avventura con le porte
rigorosamente aperte ai contributi
dei lettori.
La vicenda
dell’Angelo
invisibile, un
benefattore
anonimo
milanese che
soccorre i più
sfortunati,
è stata
raccontata
per la prima
volta a giugno
del 2012 sul
Corriere della
Sera
Il progetto
In seguito, lo
sconosciuto
«angelo», ex
manager con
esperienza nel
mondo
bancario, ha
dato vita alla
Fondazione
Condividere
(www.fondazi
onecondivider
e.org)
Che dura per anni. Poi la crisi di rigetto. «Hanno
cominciato ad arrivare in banca amici degli
amici, clienti impresentabili che avevano fatto i
soldi con le dittature, amministratori delegati
lunari». Si dimette. Pensa al padre che non c’è
più. A come riprendere il vecchio progetto. E comincia
un’altra avventura.
Quella che sente più
sua. Finanzia la missione Mato Grosso
in Perù. Incontra un
prete, padre Francesco: una guida pratica e spirituale. «Molte volte non riusciamo a capire che possiamo fare qualcosa
di buono per gli altri
anche con poco». Si
innamora dei volontari che danno la vita,
tempo, emozioni, attenzione ai bisognosi.
Lui all’inizio offre soldi. Li chiama interventi di
sostegno al reddito. «Credo nella necessità di
stanziare per ciascuno dei bisognosi con cui
vengo in contatto somme sufficienti a concedere per un periodo di tempo ragionevole la tranquillità necessaria per tornare a galla. Ma penso
che prolungare gli aiuti in eterno porti all’assistenzialismo».
A Milano interviene e scompare. Come un
Angelo invisibile. In realtà è un professionista
della finanza che ci dice che dobbiamo attivarci in prima persona e non voltarci dall’altra
parte per mettere le cose a posto. «Chi dipinge
una società di disperati, profittatori pronti a
fregarti perché nell’emergenza homo homini
lupus, dovrebbe farsi un giro in mezzo alla
gente che ho incontrato in questi anni. Tutte le
lezioni di solidarietà che ricevo vengono dalla
direzione sbagliata. O meglio da direzioni giuste tranne una: la mia. Vedo troppa gente che i
soldi se li tiene stretti. La dignità della restituzione la trovo in altri», confessa. Nelle ricostruzioni c’è sempre qualcosa di romanzesco.
Questa volta no: è tutto vero. Anche l’ammissione che l’articolo sul Corriere gli ha rovinato
le vacanze, gli ha mandato il boccone di traverso, gli ha creato problemi in famiglia. Ma alla
fine è andata bene. Non ci sono solo cattive
notizie, intorno a noi.
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Mercoledì 21 Maggio 2014
Cronache 23
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Seconde vite La russa Rybolovleva ha appena ottenuto 3,2 miliardi
Elena e i divorzi da favola
Le ex mogli dei magnati
sono le nuove milionarie
Irina fa shopping, Wendi scriverà un libro
di MARIA LUISA AGNESE
I precedenti
909
milioni
di euro
190
milioni
di euro
1,31
miliardi
di euro
O
Ecclestone-Radic
Il record del divorzio più costoso di sempre
era del magnate della Formula 1 Bernie
Ecclestone che, dopo 24 anni di matrimonio,
pagò 909 milioni di euro a Slavica Radic
I coniugi Abramovich
Buonuscita notevole anche per l’ex moglie di
Roman Abramovich, il multimiliardario russo.
A Irina, legata a lui da 15 anni e cinque figli,
sono andati oltre 190 milioni di euro
Murdoch e la terza moglie
Il divorzio tra il tycoon dei media Rupert
Murdoch e la terza moglie Wendi Deng è di
giugno: lei avrebbe ricevuto oltre un miliardo di
euro dopo 13 anni di matrimonio e due figlie
ltre tre miliardi di euro
sta costando al magnate
russo Dmitrij Rybolovlev il divorzio dalla moglie
Elena. Dopo cinque anni di
serrate battaglie giudiziarie e
di pedinamenti reciproci la
storia fra la bella ex studentessa degli Urali e il proprietario
dell’As Monaco, cominciata
all’università di Medicina, finisce in una corte svizzera con
una sentenza miliardaria che
batte tutti i record precedenti.
E incorona Elena neo divorziata più ricca della storia: secondo il sito Buzzfeed subito dopo
Elena Rybolovleva ci sarebbe
ora in classifica Jocelyn Perisse
Wildestein, Wendi Deng Murdoch e Slavica Ecclestone.
Il divorzio da un ricco e famoso sta diventando una
scorciatoia per scalare le classifiche dei più ricchi del mondo: ma che cosa ne faranno
ora, di quella montagna di soldi, Elena e le altre doviziose signore separate che ora hanno
un problema in più: come
spendere i loro sontuosi appannaggi, dilemma condiviso
in casa nostra dall’ex consorte
di Silvio Berlusconi, Veronica
Lario, che ogni giorno deve far
fruttare 46 mila euro (la cifra
che ha ottenuto dopo il divorzio).
Elena Rybolovleva intanto
fa sapere che vivrà molto semplicemente, lo ha dichiarato a
Bilan, rivista economica svizzera nel salotto della sua casa
ginevrina dove domina un
pianoforte a coda. Coltivando
la sua anima russa, ma in modo diverso dal marito che nel
tempo si è trasformato sotto i
suoi occhi, diventando rapace
produttore di fertilizzanti a
base di potassio estratto negli
Urali (si dice che anche l’acquisto della squadra monegasca sia stato un tentativo in extremis per sottrarsi ai suoi doveri di ricco divorziando) e —
a dire di Elena — animatore di
orge sul suo panfilo; mentre
lei invece si dedicava alle molteplici passioni (tutte le mattine alle sei è sul lago a vogare, è
una buona enologa, ama viaggiare) ma soprattutto diventava mecenate artistica musicale, impegno che è decisa a in-
Giornalismo
In Svizzera
A destra,
Elena Rybolovleva
(foto Marc
Ninghetto),
ex moglie di
Dmitry Rybolovlev (in
alto, Afp,
con un’altra
donna in tribuna allo
stadio), il
multimiliardario degli
Urali proprietario del
club di calcio del Principato di
Monaco. I
due si sono
separati nel
2008. Elena
riceverà 3,2
miliardi di
euro
Premiolino
a Stefanelli
e Franco
tensificare: quest’estate sarà
anfitriona del Festival di Verbier.
Il suo futuro insomma si
profila migliore di quello di
Irina Abramovich, separata da
Roman, altro magnate russo
con il pallino del calcio (è proprietario del Chelsea): Irina ha
indurito il celestiale sguardo
celeste e si distingue più che
altro per lo shopping londinese. Certo, nessuna si può lamentare una volta che è accomodata su un tesoretto che va
dai 100 milioni di euro in su,
ma è altrettanto vero che può
non essere facile reinventarsi
una vita a 45 anni e oltre. E difatti le nuove miliardarie si
tengono lontane dai modelli
delle ex prime mogli di un
tempo. Come Ivana Trump
che dopo la separazione da
Donald ha cominciato a girare
il mondo accompagnandosi a
toy boy sempre più giovani e
in cerca di luce riflessa.
Meglio, molto meglio, seguire la cultura, come insegna
Elena: buttarsi per esempio su
un mix di mecenatismo e glamour come aveva fatto Mouna
Ayoub, bella libanese andata
sposa al milionario saudita
Amir Al-Tharik e presto delu-
Buffon parla della Seredova
«Noi in crisi, ma grazie Alena»
«In un momento delicato, nel quale bastava un niente per
crearmi difficoltà da un punto di vista mediatico, mia moglie
ha messo davanti l’amore per la famiglia e i figli, non il suo
ego. La ringrazierò per sempre». Così Gigi Buffon, a Sky
Sport, ha ringraziato Alena Seredova. E ha confermato che la
loro unione è in crisi (le voci del gossip parlano di una sua
relazione con Ilaria D’Amico). «Nonostante fossimo separati
da un po’ — ha continuato — Alena è stata splendida, come
pensavo fosse e come ha dimostrato di essere».
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sa dai riti di corte, che ha abbandonato per una vita parigina fatta di arte e beneficenza. E
per restare nei dintorni della
cultura, si può scrivere un libro, come medita (o minaccia) di fare Wendi Deng, fresca
separata da Rupert Murdoch.
O addirittura tornare sui banchi di scuola: è stata la scelta di
Elin Nordegren che dopo i
pubblici tradimenti subiti dal
marito, il golfista Tiger Woods, e la conseguente liquidazione miliardaria, ha deciso di
tornare alla sua prima passione, la Psicologia (ci sta, con un
ex così) e ha conquistato una
laurea triennale al Rollins College in Florida.
Ricche, sole e corteggiate:
forse gestire tutti quei soldi e i
problemi che ne conseguono
può anche far paura, può
sconcertare il fatto di diventare una possibile preda dei cacciatori di dote internazionali.
Per sfuggire a questa paranoia
non resta che una soluzione:
sparire o quasi, entrare in
clandestinità mediatica e rinunciare a quel cognome così
dovizioso. Ricominciando,
davvero, una nuova vita.
@maragnese
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Arte L’esposizione a Punta della Dogana nel racconto interattivo realizzato da 160 studenti di Venezia e Mestre per i loro coetanei
Alla mostra con la video-guida fatta dai ragazzi delle scuole
ROMA — «Il rapporto tra i ragazzi e l’arte?
Quando cerchi di incanalarli, di proporre vecchie
modalità di racconto, alzano muri e chiudono i
contatti, percepiscono noia e distanza. Noi abbiamo puntato tutto sull’autonomia dell’approccio.
Quando vennero per la prima volta qui a Punta
della Dogana, li lasciammo liberi di correre tra le
opere, di guardarle come volevano. Solo dopo cominciammo a parlare». Marina Rotondo, responsabile dei servizi educativi di Palazzo GrassiPunta della Dogana, l’impero culturale veneziano
di François Pinault, confessa di avere ancora negli occhi i sorrisi e l’allegria dei ragazzi, quel giorno di novembre.
Sei mesi dopo, ecco il frutto di quella visita un
po’ anarchica: la prima video-guida mai realizzata per una mostra da ragazzi delle scuole e destinata ai loro coetanei. Un esperimento assoluto,
non solo in Italia ma in Europa. Il 29 maggio la
Pinault Collection presenterà «Detto tra noi», la
prima video-guida interattiva dedicata a
un’esposizione d’arte basata su un approccio da
pari a pari: a spiegare agli under 18 la mostra allestita a Punta della Dogana, «Prima materia»,
saranno circa 160 ragazzi di scuole di Venezia e
di Mestre (7 classi tra quarta elementare, terza
media, terza liceo classico, quinto anno di un
istituto per il turismo) che, in un semestre di laboratori guidati da un educatore museale hanno
trasformato le loro impressioni in una guida su
tablet che sarà distribuita gratis per la mostra
«Prima Materia», un viaggio nella contempora-
neità proprio della materia curato da Caroline
Bourgeois e Michael Govan.
Per capire l’approccio, basta leggere uno dei
testi messi a punto, per esempio, per «Talking
Heads» di Thomas Schutte: «Con le sue sculture,
l’artista vuole scoprire cosa significa rappresentare delle emozioni. Non è stata un’impresa facile: ha osservato a lungo le persone che lo circonAl lavoro
Due dei giovanissimi che hanno
contribuito alla
realizzazione della video-guida
per la mostra
«Prima materia»,
allestita a Punta
della Dogana, che
assieme a Palazzo Grassi compone l’impero culturale veneziano di
François Pinault
davano, ha fatto degli schizzi, ha poi realizzato lo
stampo in gesso e la fusione in bronzo vera e propria. Anche noi possiamo rappresentare le emozioni, ma in modo più veloce, semplicemente
cambiando l’espressione del nostro viso. Triste,
arrabbiato, sorpreso, felice, spaventato: tu come
ti senti?». Il racconto è accompagnato, nell’audiovisivo, dalle espressioni dei visi dei ragazzi che
«interpretano» a loro modo quei sentimenti. Una
installazione nell’installazione. Un dialogo senza
mediazioni tra un artista e il futuro pubblico delle
sue opere, che da adulto approderà all’arte contemporanea con la cultura del nativo digitale.
Spiega Martin Bethenod, direttore di Palazzo
Grassi: «Questa prima video-guida è l’edizione
pilota di uno strumento che si iscrive in una strategia di lunga durata e di ampia diffusione. Il nostro impegno come produttori di cultura non
può prescindere da una funzione educativa, di
formazione e avvicinamento di un pubblico ampio, compreso quello dei teenagers, molto difficile da raggiungere e da coltivare».
Paolo Conti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Giacomo Di Girolamo ed
Ester Castano, Lucia
Goracci, Fabio Lepore e
Luca Piana, Niccolò
Zancan, Barbara
Stefanelli, Gerardo
Greco, Massimo Franco e
Paolo Marchi sono i
vincitori del Premiolino
2014, premio
giornalistico nato nel
1960 e vinto in passato
da grandi firme come
Indro Montanelli,
Eugenio Scalfari e Sergio
Zavoli. Per la sezione
Web/New Media il
riconoscimento è stato
assegnato a Barbara
Stefanelli, vicedirettore
del Corriere della Sera e
ideatrice de La 27esima
ora, il blog sulle
questioni di genere di
Corriere.it. Il premio per
la sezione Quotidiani va
a un altro giornalista del
Corriere, l’editorialista
Massimo Franco. La
cerimonia di consegna si
svolgerà il 10 giugno a
Milano, a Palazzo
Marino.
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Tecnologie
Mal di testa
da occhiali
di Google
I malesseri segnalati da
chi indossa a lungo gli
occhiali di Google
potrebbero derivare dalla
disposizione del display
nell’angolo in alto a
destra della lente. Lo
sostiene l’oculista Eli Peli,
consulente della stessa
Google. La posizione è
stata scelta perché non
interferisce col campo
visivo. Ma proprio perché
è «periferica», è difficile
concentrarsi su di essa e
si è costretti a roteare gli
occhi verso l’alto,
affaticando così il nervo
ottico: «Solo gente che fa
lavori particolari, come
gli imbianchini e gli
elettricisti, ha questa
abitudine», ha spiegato
l’esperto. Il dolore, però,
si potrebbe prevenire con
un po’ di esercizio. Per
assicurarsi che i «glass»,
che saranno messi in
commercio a breve, non
abbiano
controindicazioni per la
salute, Google li ha
sperimentati per due
anni.
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Economia
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La lente
ALITALIA-ETIHAD,
L’INSOFFERENZA
DEL SOCIO
AIR FRANCE-KLM
P
otrebbe arrivare in
settimana la lettera di
intenti di Etihad, il
vettore emiratino che
intende acquisire una
quota fino al 49% di
Alitalia. Intanto Air
France-Klm, che ancora
detiene il 6-7% della
compagnia tricolore,
lancia segnali di
insofferenza nei confronti
dell’accordo che si
andrebbe profilando. Ieri,
rispondendo a una
domanda durante
l’assemblea degli
azionisti,
l’amministratore delegato
del gruppo francoolandese, Alexandre de
Juniac, ha detto che le
condizioni poste da
Etihad per investire in
Alitalia sono «analoghe,
anzi probabilmente più
severe» di quelle poste
nell’autunno scorso da
Air France-Klm. In ogni
caso, ha aggiunto de
Juniac, la decisione
sull’ingresso di Etihad in
Alitalia «sta agli attori
coinvolti, agli azionisti
italiani e soprattutto alle
banche, che decideranno
se accettare queste
condizioni» imposte dal
vettore arabo.
Ma, e questo è il punto
più importante, «se
l’operazione di Etihad non
sarà amichevole e ci sarà
ostile, dovremo riflettere
se ritirarci in modo più
importante» dal capitale
di Alitalia. Parole che non
rappresentano un
cambiamento di
approccio, assicura il
manager. Che però poi
conclude dicendo di «non
dubitare che la
Commissione Ue
sorveglierà molto da
vicino gli investimenti che
vengono da Paesi non
europei in compagnie
europee». Arabi avvisati.
Antonella Baccaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SETTORE GARE OPERE PUBBLICHE
Avviso sui risultati della procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando di gara ai sensi dell’art. 122
comma 7 del D.lgs. 163/2006 e s.m.i. e provvedimento
del Commissario Unico delegato dal Governo per
EXPO 2015 n. 14 del 29 gennaio 2014. LAVORI DI
SEGNALETICA STRADALE FINALIZZATI ALLA MANUTENZIONE STRAORDINARIA, ALLA ESTENSIONE
DELLA SOSTA REGOLAMENTATA, ALLA CREAZIONE
DI CORSIE RISERVATE E ZONE A TRAFFICO LIMITATO
2 LOTTI C. Criterio di aggiudicazione: prezzo più basso.
Data di aggiudicazione: 06/05/2014. R.U.P.: Ing.
Fabrizio Mazzei. APPALTO N. 31/2014: LOTTO 1/C DI
N. 2 LOTTI: LOCALITA’ CENTRO-NORD Z.D. 1-2-3-8-9
- CUP. B47H12000640004; Importo a base d’Appalto
(IVA ESCLUSA) € 2.223.702,96; Oneri per la Sicurezza
(IVA ESCLUSA) € 9.297,46; Numero di Offerte ricevute:
n. 22; Aggiudicatario: S.V.S. SOCIETA’ VENETA SERVIZI S.R.L. Via Dell’artigianato, 10A 36070 CASTELGOMBERTO VI con il ribasso del -47,843% - Importo contrattuale: € 1.169.114,21. APPALTO N. 32/2014:
LOTTO 2/C DI N. 2 LOTTI: LOCALITA’ CENTRO-SUD
Z.D. 1-4-5-6-7 - CUP. B47H12000650004; Importo a
base d’Appalto (IVA ESCLUSA) € 2.223.702,96; Oneri
per la Sicurezza (IVA ESCLUSA) € 9.297,45; Numero di
Offerte ricevute: n. 22; Aggiudicatario: GUBELA SPA Via
Mazzini, 44 46043 CASTIGLIONE DELLE STIVIERE
MN con il ribasso del -47,74% - Importo contrattuale:
€ 1.171.404,62. L’elenco delle ditte concorrenti è in
pubblicazione all’ALBO PRETORIO dal 16/05/2014.
IL DIRETTORE DI SETTORE
(Dott.ssa ML. Grande)
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L’inchiesta Nel mirino Jp Morgan, Hsbc e Crédit Agricole. Lo scorso dicembre la multa record da 1,04 miliardi
«Tre banche manipolavano i tassi sull’euro»
L’accusa di Bruxelles: un cartello tra gli istituti per i contratti derivati
DAL NOSTRO INVIATO
BRUXELLES — Cresce il sospetto che grandi banche d’affari abbiano organizzato un «cartello» sommerso per condizionare il multimiliardario mercato dei derivati collegati ai tassi
d’interesse sull’euro, in modo
da poter incassare colossali
guadagni speculativi spesso a
danno di governi e altre amministrazioni pubbliche. La Commissione europea ha infatti
esteso a Hsbc, JP Morgan e
Crédit Agricole la sua indagine
sulle presunte violazioni della
normativa Antitrust, che nel
2013 ha già portato Barclays,
Deutsche Bank, Rbs e Société
Générale ad ammettere e a collaborare in cambio di una riduzione nella multa miliardaria.
Il commissario Ue per gli Affari economici, lo spagnolo Joaquin Almunia, ha annunciato
di attendere ora le repliche delle
tre banche alle contestazioni di
aver agito per condizionare i valori di derivati sui tassi d’interesse sull’euro. Almunia ha aggiunto che JP Morgan, Hsbc e
Crédit Agricole «in nessun caso
riceveranno riduzioni delle
multe se saranno alla fine sanzionate» perché non hanno ammesso comportamenti scorretti
o accettato di collaborare.
La Commissione europea
può così imporre sanzioni fino
al 10% del fatturato di queste
multinazionali della finanza, se
le accuse dell’Antitrust Ue saranno dimostrate. Hsbc e JP
Morgan hanno fatto sapere di
essere pronte a difendersi, mentre al Crédit Agricole starebbero
ancora valutando nel merito le
contestazioni di Bruxelles.
Il commissario spagnolo ha
anticipato l’imminente sviluppo di un’altra indagine in corso
sulla multinazionale Icap, che è
considerata il principale broker
mondiale dei venditori del settore e in grado di influenzare le
quotazioni con la sua mega operatività finanziaria. «Nei prossimi giorni o settimane probabilmente emetteremo una nuova
contestazione formale contro il
broker». L’Antitrust Ue sta inol-
tre sviluppando una inchiesta
sui cambi delle valute, scandagliando quello che è considerato il più grande mercato finanziario del mondo. Almunia ha
precisato che «abbiamo ricevuto molte informazioni, ma al
momento non siamo al punto di
poter annunciare sviluppi di
questo caso».
L’azione sui derivati è particolarmente significativa perché
riporta agli onerosi contratti
sottoscritti da governi e altre
amministrazioni pubbliche per
assicurarsi dalle variazioni dei
tassi d’interessi sui loro debiti.
Spesso questi trasferimenti del
rischio si sono rivelati vantaggiosi solo per le banche d’affari
private che li avevano proposti.
Ne sono già scaturiti contenziosi legali a vari livelli. Ma, se
emergesse un «cartello» globale
delle banche d’affari in grado di
condizionare i prezzi e i tassi di
riferimento, potrebbero scaturirne perfino conseguenze politiche per i governi e per gli alti
funzionari dello Stato responsabili del ricorso a derivati costati
miliardi dei contribuenti.
Ivo Caizzi
Cartelli Joaquin Almunia (Antitrust Ue) e Jamie Dimon (Jp Morgan)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Wall Street Sanzione esemplare da 2,6 miliardi alla banca svizzera: ammesse violazioni penali
«Aiutò i clienti a beffare il Fisco americano»
Stangata al Credit Suisse (gli altri tremano)
5.000
Milioni di dollari,
l’ammontare della
sanzione che secondo
Wall Street potrebbe
riguardare Bnp per aver
violato l’embargo in Sudan
DAL NOSTRO INVIATO
NEW YORK — Brady Dougan, curiosa figura di
americano del MidWest (è il figlio di un ferroviere
dell’Illinois) alla guida di una banca svizzera, è
stato soprannominato «teflon» perché impermeabile alle abitudini della comunità finanziaria di
Wall Street che non ha mai frequentato e perché è
sopravvissuto allo «tsunami» bancario del 2008
insieme a pochi altri che, come lui, hanno salvato
la poltrona: il capo di JP Morgan Chase, Jamie Dimon e quello di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein.
Anche stavolta, con ogni probabilità, il capo di
Credit Suisse riuscirà a restare in sella, ma l’ammissione della banca di aver commesso crimini di
rilevanza penale è un colpo micidiale dal quale
l’istituto faticherà a riprendersi. Ed è anche un atto che non ha precedenti negli ultimi decenni: il
segnale un cambio di rotta della giustizia Usa, decisa a perseguire i reati finanziari con molta più
durezza rispetto al recente passato.
La chiusura del caso — uno scandalo scoppiato
due anni fa, la massiccia evasione fiscale di migliaia di ricchi americani che hanno nascosto i loro capitali all’estero con la complicità della banca
svizzera — è stata comunicata lunedì a tarda sera,
dopo la chiusura dei mercati. Il Credit Suisse non
ha fornito l’elenco dei suoi clienti evasori fiscali,
sostenendo che la legislazione svizzera glielo impedisce, ma accettato di pagare una multa enorme, 2,6 miliardi di dollari, per mettere insieme i
quali dovrà vendere una parte del suo patrimonio.
Ma, soprattutto, stavolta il ministro della Giustizia, Eric Holder, non si è accontentato della
multa e di una generica dichiarazione di colpevolezza, come aveva fatto finora nel timore che una
sanzione più severa potesse pregiudicare l’operatività di un istituto di credito molto attivo a Wall
Street. Una prudenza che chi segue le vicende finanziarie Usa ha soprannominato «too big to jail»:
banchieri troppo importanti per poter essere messi in prigione senza che la cosa provochi un pericoloso terremoto finanziario. Un’espressione derivata dall’originale «too big to fail», le banche troppo grosse per essere lasciate fallire.
Holder ha detto ieri che centinaia di dipendenti
della banca sono stati complici degli evasori fiscali. E ha aggiunto che, anche dopo essere stato scoperto con le mani nel sacco nel corso di un’indagine del Congresso, il Credit Suisse ha collaborato
assai poco con la giustizia Usa. Anche per questo la
punizione è stata pesante, sul piano economico e
con l’incriminazione penale di otto dirigenti della
banca: l’ultimo caso analogo, quello della banca
Drexel, risale a quasi trent’anni fa. Ma la Drexel era
molto più piccola di Credit Suisse e, comunque,
fallì.
Il governo Usa oggi non vuole certo far fallire la
banca svizzera né escluderla dal mercato americano. E, infatti, anche stavolta nessun banchiere è
stato arrestato, mentre le autorità non hanno fatto
ricorso al loro potere di revoca della licenza bancaria: un provvedimento che potrebbe scattare per
reati di questa gravità. Ma potrebbero anche esserci conseguenze impreviste e gravi: ad esempio
un esodo dei clienti, soprattutto aziende che per
statuto non possono avere rapporti con banche
incriminate.
In ogni caso, è evidente l’intento di Obama di
mandare un messaggio alle istituzioni creditizie:
la ricreazione è finita, d’ora in poi chi viola la legge
sarà punito, anche se è un gigante. Tremano altre
istituzioni come la francese Bnp, già sotto accusa
per altre violazioni (ha fatto affari col Sudan nonostante l’embargo) che, secondo gli analisti, verrà costretta a pagare una multa di almeno 5 miliardi di dollari.
Massimo Gaggi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’indagine
Il precedente
Lo scorso
dicembre la
Commissione
europea ha
sanzionato con
una multa
record da 1,04
miliardi di euro
Barclays,
Deutsche Bank,
Société
Générale e Rbs.
Le banche
avevano
riconosciuto di
aver
partecipato a
un’intesa
illegale per
manipolare i
derivati sui tassi
di interesse in
euro (basati
sull’Euribor).
Nuove banche
Ieri la
Commissione
sulla
concorrenza ha
ampliato
l’indagine nei
confronti di
Hsbc,
Crédit Agricole,
e Jp Morgan,
aperta nel
marzo 2013.
L’ipotesi è che
anche queste
tre banche
abbiano preso
parte al cartello.
La sanzione
rischia di essere
pari al 10% del
fatturato annuo
Il Leone
Cassa depositi
avvia la vendita
del 4,5% di Generali
La Cdp ha avviato la dismissione dei titoli
Generali che ha in portafoglio, cioè la quota
pari al 4,48% del Leone venduta a fine 2012
da Bankitalia al Fondo strategico italiano,
che fa capo appunto a Cassa depositi e
prestiti. Secondo gli accordi sottoscritti al
momento del passaggio delle azioni, l’intera
partecipazione dev’essere venduta da Fsi a
terzi in modo «ordinato» «in un arco di
tempo ragionevole e comunque entro» fine
2015.
Ieri con un comunicato Cdp ha precisato che
Fsi ha «avviato un programma di copertura
(e connesso prestito titoli) dal rischio
prezzo della partecipazione detenuta in
Generali». Finora il programma ha
interessato poco più di metà delle azioni. Si
tratta in sostanza di contratti che danno la
facoltà di vendere i titoli a termine e a
determinati prezzi. Fino al perfezionamento
dell’operazione la proprietà resta però a
Cdp, ecco perché nella nota si sottolinea che
la partecipazione resta immutata. E così
probabilmente si spiega anche la ragione
per cui all’assemblea della compagnia
triestina, che si è svolta il 30 aprile, non
risultavano variazioni per quanto riguarda
la presenza della Cassa nel capitale.
La precisazione «tecnica» è arrivata dopo
che il presidente di Cdp, Franco Bassanini,
ha dichiarato alle agenzie che circa il 50%
della partecipazione in Generali «è stata
venduta ai prezzi di mercato, un poco alla
volta e si andrà avanti così». Bassanini, a
proposito questa volta della Cassa, sempre
ai cronisti ha detto che l’ipotesi dell’apertura
o meno del capitale della Cdp a investitori
privati «è un tema aperto. Ne abbiano
ragionato con il governo molte volte».
Nel frattempo Generali prosegue nel
programma di acquisto delle partecipazioni
di minoranza in mercati considerati ad alto
sviluppo. Nei giorni scorsi il gruppo guidato
da Mario Greco ha rilevato il pieno controllo
di Delta Generali, joint venture costituita in
Serbia nel 2006 che nel Paese rappresenta il
secondo operatore assicurativo.
Sergio Bocconi
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26
italia: 51575551575557
CONNETTIAMO L’ITALIA
ALL’ITALIA DI DOMANI.
C
i siamo dati un grande obiettivo: accompagnare tutti gli italiani nel cuore
dell’era digitale. Con la rete di fibra ottica di Telecom Italia e l’ampia copertura
4GLTE, daremo un impulso fondamentale alle passioni e ai sogni di un
Paese che, come noi, vuole andare avanti senza lasciare indietro nessuno.
Con lo stesso spirito, con l’iniziativa Italia Volta Pagina vogliamo promuovere
e continuare a credere nell’Italia, ma soprattutto nelle idee degli italiani.
CREDICI ANCHE TU, CONDIVIDI LA TUA PICCOLA O GRANDE IDEA SU
ITALIAVOLTAPAGINA.CORRIERE.IT O ATTRAVERSO GLI HASHTAG DEDICATI.
Mercoledì 21 Maggio 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Mercoledì 21 Maggio 2014
Economia 27
italia: 51575551575557
Nomine
Trattative e strategie
Fiat va avanti
sul contratto
In Polonia
«caso» Tychy
Non è la prima volta che capita.
Dall’estero qualcuno annuncia «il» piano
di investimenti Fiat Chrysler sul Paese. Da
Fiat Chrysler, a stretto giro, arriva la
smentita. È successo spesso con la Russia:
e lì, di solito, le notizie delle presunte
accelerazioni venivano da chi — banche o
politici — provava a forzare la mano. Qui,
però, siamo in Polonia. E la fonte è il
governo. È in un suo documento che si
parla dei 2,36 milioni di zloty (563 milioni
di euro), che Fiat Auto Poland sarebbe
pronta a mettere sul piatto per una nuova
citycar a Tychy: dovrebbe prendere il
posto della Panda made in Pomigliano e
consentire, aggiungendosi a 500, Ypsilon
e Ford Ka, di tornare alla saturazione delle
+1,73%
Il rialzo Fiat ieri in Borsa dopo i dati
sul raddoppio delle vendite in Asia
linee. Il problema è che sì, Tychy è uno
degli impianti in cui Fca investirà. Le cifre
e gli altri particolari circolati ieri sono
però, probabilmente, frutto di vecchie
indicazioni. Così Fca, impegnata a Torino
nelle trattative sul rinnovo del contratto,
precisa: sono «ricostruzioni di stampa
che non hanno in questo momento
concretezza nelle strategie aziendali»,
tant’è che «lo scorso 6 maggio Fiat ha
annunciato un piano quinquennale di
investimenti a livello mondiale ma non ha
fornito dettagli in merito ai singoli Paesi».
Lo farà solo «al momento opportuno,
contestualmente alle scelte di carattere
industriale che intenderà intraprendere».
Vale, del resto, per l’Italia. Dove si aspetta
l’annuncio per l’Alfa a Cassino. E dove,
intanto, la proposta di aumenti legati al
sistema World Class Manufacturing «apre
spiragli» — definizione del sindacato —
sul rinnovo di contratto per gli 80 mila
dipendenti Fca e Cnh. Aggiornamento al 3
giugno. Senza «ricadute» polacche.
R. Po.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il rapporto Segnali positivi da meccanica e metallurgia. In cinque anni recuperati 80 miliardi sui 180 persi dal 2007
Industria, il ritorno della fabbrica
Intesa Sanpaolo: il fatturato manifatturiero in crescita dell’1,5% nel 2014
Sorpresa, l’economia riparte dalla fabbrica. Il fatturato dell’ industria manifatturiera torna a crescere dell’ 1,5% già alla fine
di quest’anno, per poi accelerare nei quattro anni successivi, quando l’aumento dei
ricavi potrebbe tenere il ritmo del 2%. Lo
dice il «Rapporto dei settori industriali»,
l’analisi annuale di Intesa Sanpaolo e Prometeia. In termini assoluti, il quinquennio
di moderata crescita permetterà di recuperare 80 miliardi di euro di fatturato sui 180
persi tra il 2007 e il 2013. Nel 2018 il fatturato dell’industria italiana sarà ancora dell’11% inferiore rispetto al 2007.
«La crisi degli ultimi anni ha ridotto le
dimensioni del sistema industriale italiano
che però si è rafforzato soprattutto in termini di livello qualitativo delle nostre produzioni», dice il capoeconomista di Intesa
Gregorio De Felice, coordinatore del rapporto che parla di «riscossa» del manifatturiero. «Dopo anni in cui la fabbrica è stata vista come una reminiscenza del passato, la “old economy” rispetto alla “new economy” , e dopo la crisi, — osserva De Felice
— si torna a pensare all’importanza delle
Nome
Data Valuta
Quota/od.
AcomeA SGR - numero di tel. 800.89.39.89
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19/05 EUR
16,164
AcomeA America (A1)
19/05 EUR
16,679
AcomeA America (A2)
19/05 EUR
4,031
AcomeA Asia Pacifico (A1)
19/05 EUR
4,146
AcomeA Asia Pacifico (A2)
19/05 EUR
14,648
AcomeA Breve Termine (A1)
19/05 EUR
14,806
AcomeA Breve Termine (A2)
19/05 EUR
4,484
AcomeA ETF Attivo (A1)
19/05 EUR
4,594
AcomeA ETF Attivo (A2)
19/05 EUR
17,218
AcomeA Eurobbligazionario (A1)
19/05 EUR
17,416
AcomeA Eurobbligazionario (A2)
19/05 EUR
13,023
AcomeA Europa (A1)
19/05 EUR
13,357
AcomeA Europa (A2)
19/05 EUR
11,080
AcomeA Globale (A1)
19/05 EUR
11,498
AcomeA Globale (A2)
19/05 EUR
19,792
AcomeA Italia (A1)
19/05 EUR
20,321
AcomeA Italia (A2)
19/05 EUR
8,898
AcomeA Liquidità (A1)
19/05 EUR
8,899
AcomeA Liquidità (A2)
19/05 EUR
6,370
AcomeA Paesi Emergenti (A1)
19/05 EUR
6,549
AcomeA Paesi Emergenti (A2)
3,916
AcomeA Patrimonio Aggressivo (A1) 19/05 EUR
4,034
AcomeA Patrimonia Aggressivo (A2) 19/05 EUR
5,247
AcomeA Patrimonio Dinamico (A1) 19/05 EUR
5,355
AcomeA Patrimonio Dinamico (A2) 19/05 EUR
6,268
AcomeA Patrimonio Prudente (A1) 19/05 EUR
6,406
AcomeA Patrimonio Prudente (A2) 19/05 EUR
19/05 EUR
22,003
AcomeA Performance (A1)
19/05 EUR
22,329
AcomeA Performance (A2)
Invictus Global Bond Fd
Invictus Macro Fd
Sol Invictus Absolute Return
13/05 EUR
14/05 EUR
15/05 EUR
107,154
80,433
102,320
Quota/pre.
16,116
16,627
4,066
4,181
14,649
14,808
4,485
4,594
17,227
17,423
13,028
13,361
11,085
11,502
19,824
20,352
8,900
8,901
6,383
6,562
3,917
4,035
5,247
5,354
6,263
6,401
21,977
22,302
106,673
80,123
102,269
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Azimut Formula 1 Absolute
Azimut Formula 1 Conserv
Azimut Formula Target 2013
Azimut Formula Target 2014
Azimut Garanzia
Azimut Prev. Com. Crescita
Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C
Azimut Prev. Com. Equilibrato
Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C
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Azimut Prev. Com. Protetto
Azimut Prev. Com. Protetto Cl. C
Azimut Prev. Com. Obbli.
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Azimut Reddito Euro
Azimut Reddito Usa
Azimut Scudo
Azimut Solidity
Azimut Strategic Trend
Azimut Trend America
Azimut Trend Europa
Azimut Trend Italia
Azimut Trend Pacifico
Azimut Trend Tassi
Azimut Trend
16/05
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30/04
30/04
30/04
30/04
30/04
16/05
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16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
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EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
26,339
6,947
6,879
6,949
6,752
12,879
11,073
11,086
12,137
12,145
11,002
11,904
11,913
10,226
10,226
17,453
6,022
8,743
8,836
6,262
12,540
13,377
17,839
6,709
10,155
27,850
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AZ F. Asset Power
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AZ F. Best Bond
AZ F. Best Cedola ACC
AZ F. Best Cedola DIS
AZ F. Best Equity
16/05
16/05
16/05
16/05
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16/05
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EUR
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5,378
5,036
5,481
4,841
3,559
3,175
5,544
5,375
5,025
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5,109
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11,042
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10,923
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10,145
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5,063
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4,867
3,567
3,152
5,551
5,388
5,026
5,369
5,671
5,129
5,130
capacità e delle competenze manifatturiere. Il futuro dell’economia europea non sarà basato sui servizi, come molti pensavano ma sulla manifattura». Segnali positivi
sono stati rilevati ieri dall’Istat che ha se-
gnalato ordinativi in aumento dell’1,3% a
marzo per l’industria (fatturato +0,3% rispetto a febbraio e del 2,7% su base annua).
Secondo il rapporto, cresceranno di più
i produttori di beni intermedi, come la me-
tallurgia, i primi a ripartire nelle fasi di ripresa ciclica, e i settori della meccanica e
dell’auto e motocicli, che beneficiano, dice
la ricerca, della tonicità di molti mercati
esteri e del rimbalzo atteso sul mercato in-
Editoria
I conti
Jovane (Rcs MediaGroup):
«Murdoch? Il benvenuto»
Vodafone, utile di 73 miliardi
con la plusvalenza di Verizon
«Non mi risulta» un interesse di Rupert Murdoch per Rcs
MediaGroup. Così l’amministratore delegato del gruppo
editoriale, Pietro Scott Jovane, nella trasmissione «2 next»,
precisando però che comunque «sarebbe il benvenuto, come
gli altri azionisti». Jovane ha poi risposto a una domanda su
un possibile cambio ai vertici del Corriere della Sera: nei
grandi quotidiani internazionali c’è molto fermento,
«quindi non si esclude nessuno». Il manager ha poi
ricordato che «la scelta del direttore dipende dal consiglio».
Infine, su Fiat: con il 20% comanda in Rcs? «Direi proprio di
no, ma non c’è dubbio che è un azionista rilevante, di peso».
Vodafone ha chiuso l’esercizio fiscale (al 31 marzo
2014) con un utile di 59,42 miliardi di sterline,
circa 72,8 miliardi di euro, grazie alla vendita della
quota in Verizon Wireless per 130 miliardi di
dollari, contro un utile di 413 milioni di sterline
del precedente esercizio. I ricavi sono scesi
dell’1,9% a 43,6 miliardi di sterline, mentre per
l’esercizio in corso si stima un utile operativo
lordo tra 11,4 e 11,9 miliardi di sterline, rispetto ai
12,8 miliardi del 2013-2014. Ma dopo i conti il
titolo ha perso il 5% in Borsa a Londra.
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terno, con un contributo domestico ai ricavi che torna a essere rilevante. In assestamento la farmaceutica, lenta anche la crescita dell’elettronica, condizionata dalle
pressioni competitive. «La crisi ha ridotto
le dimensioni del sistema industriale italiano che però si è rafforzato soprattutto in
termini qualitativi — ha osservato ancora
De Felice — L’Italia ha mantenuto la propria base produttiva, può e deve giocare un
ruolo da protagonista nelle politiche europee verso l’industrial compact».
Alla presentazione del rapporto erano
presenti, tra gli altri, il presidente di Prometeia Angelo Tantazzi e il presidente del
consiglio di gestione di Intesa, Gian Maria
Gros-Pietro. Quest’ultimo ha escluso riflessi negativi dell’inchiesta Ubi sul ruolo
di Giovanni Bazoli come presidente della
Sorveglianza di Intesa Sanpaolo. «Aspettiamo che tutto si chiarisca. Come ci si aspetterebbe da lui, Bazoli ha grande rispetto per
la magistratura» ha detto Gros-Pietro .
Paola Pica
paolapica
Pirelli, pronte
le candidature
Passo indietro
di Malacalza
Pirelli si prepara al rinnovo
del consiglio confermando
gli attuali equilibri. Ieri
Camfin, anche a nome di
Clessidra, Intesa Sanpaolo
e Unicredit (soci di Lauro
61) ha depositato la lista in
vista dell’assemblea in
programma il 12 giugno.
Al numero uno c’è Marco
Tronchetti Provera,
confermato con Alberto
Pirelli, Anna Maria Artoni,
Luigi Roth, Paolo
Fiorentino, Gaetano
Miccichè e Claudio
Sposito. Poi Riccardo
Bruno, Enrico Parazzini,
Piero Alonzo, Emiliano
Nitti, Luciano Gobbi,
Claudia Bugno, Romina
Guglielmetti e Stefano
Bugliosi. Dovrebbero
prendere 13 posti su 15. Gli
altri due dovrebbero
andare ad Assogestioni,
che ha candidato Elisabetta
Magistretti, Manuela
Soffientini e Paolo
Pietrogrande. A sorpresa si
è chiamata fuori la famiglia
Malacalza che dopo aver
divorziato da Tronchetti e
ingaggiato l’ex direttore
generale di Pirelli,
Francesco Gori, sembrava
pronta a dar battaglia. Ma
l’accordo tra Lauro 61 e
Rosneft, in dirittura
d’arrivo, ha chiuso gli spazi
di manovra alla Bicocca, di
cui i Malacalza restano
comunque soci con il 7%.
Federico De Rosa
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Quota/od.
Quota/pre.
AZ F. Bond Target 2015 ACC
AZ F. Bond Target 2015 DIS
AZ F. Bond Target 2016 ACC
AZ F. Bond Target 2016 DIS
AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC
AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS
AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC
AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS
AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC
AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS
AZ F. Cash 12 Mesi
AZ F. Cash Overnight
AZ F. Cat Bond ACC
AZ F. Cat Bond DIS
AZ F. CGM Opport Corp Bd
AZ F. CGM Opport European
AZ F. CGM Opport Global
AZ F. CGM Opport Gov Bd
AZ F. Commodity Trading
AZ F. Conservative
AZ F. Core Brands
AZ F. Corporate Premium ACC
AZ F. Corporate Premium DIS
AZ F. Dividend Premium ACC
AZ F. Dividend Premium DIS
AZ F. Emer. Mkt Asia
AZ F. Emer. Mkt Europe
AZ F. Emer. Mkt Lat. Am.
AZ F. European Dynamic
AZ F. European Trend
AZ F. Formula 1 Absolute
AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC
AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS
AZ F. Formula Target 2014
AZ F. Formula Target 2015 ACC
AZ F. Formula Target 2015 DIS
AZ F. Formula 1 Conserv.
AZ F. Global Curr&Rates ACC
AZ F. Global Curr&Rates DIS
AZ F. Global Sukuk ACC
AZ F. Global Sukuk DIS
AZ F. Hybrid Bonds ACC
AZ F. Hybrid Bonds DIS
AZ F. Income ACC
AZ F. Income DIS
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AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS
AZ F. Institutional Target
AZ F. Italian Trend
AZ F. Lira Plus ACC
AZ F. Lira Plus DIS
AZ F. Macro Dynamic
AZ F. Opportunities
AZ F. Pacific Trend
AZ F. Patriot ACC
AZ F. Patriot DIS
AZ F. Qbond
AZ F. Qinternational
AZ F. QProtection
AZ F. Qtrend
AZ F. Renminbi Opport
AZ F. Reserve Short Term
AZ F. Short Term Gl High Yield ACC
AZ F. Short Term Gl High Yield DIS
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AZ F. Top Rating DIS
AZ F. Trend
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Nome
Data Valuta
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EUR
EUR
5,994
5,498
5,415
5,135
5,150
5,150
5,640
5,218
5,864
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5,258
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5,270
6,074
6,701
6,222
5,554
4,377
6,457
5,612
5,590
5,312
5,687
5,029
5,827
3,187
5,043
5,172
3,330
5,203
5,583
5,522
4,769
6,072
5,575
4,937
4,425
4,169
5,013
4,916
5,299
5,187
6,277
5,791
4,642
4,352
5,522
3,509
4,926
4,825
6,011
5,119
4,010
6,589
6,115
5,278
5,148
5,284
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6,300
5,104
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5,609
5,770
5,086
5,086
6,112
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5,996
5,500
5,415
5,134
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5,148
5,642
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5,867
5,526
5,352
5,258
5,305
5,268
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6,791
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5,555
4,391
6,454
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5,589
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5,680
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4,767
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4,417
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4,856
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5,191
6,267
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5,522
3,476
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Abs. UK Dynamic Fd P1
Abs. UK Dynamic Fd P1 H
Abs. UK Dynamic Fd P2
Abs. UK Dynamic Fd P2 H
UK Abs. Target Fd P1
UK Abs Target Fd P2
UK Abs Target Fd P2
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
GBP
EUR
GBP
EUR
GBP
EUR
GBP
1,444
1,586
1,476
1,655
1,168
1,116
1,197
1,450
1,592
1,482
1,661
1,162
1,111
1,191
Nome
Data Valuta
Bond Risk A
Bond Risk B
CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. A
CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. B
CompAM Fund - SB Bond B
CompAM Fund - SB Equity B
CompAM Fund - SB Flexible B
European Equity A
European Equity B
Multiman. Bal. A
Multiman. Bal. M
Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A
Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M
Multiman.Target Alpha A
DB Platinum
Agriculture Euro R1C A
Comm Euro R1C A
Comm Harvest R3C E
Currency Returns Plus R1C
DB Platinum IV
Croci Euro R1C B
Croci Japan R1C B
Croci US R1C B
Dyn. Cash R1C A
Paulson Global R1C E
Sovereign Plus R1C A
Systematic Alpha R1C A
Fondi Unit Linked
Flex Equity 100
Global Equity
Maximum
Progress
Quality
Quota/od.
Quota/pre.
Nome
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
1443,401
1382,508
1652,793
1590,903
1074,352
1124,588
1016,406
1403,526
1328,709
116,224
115,786
74,698
77,724
103,902
1444,060
1383,189
1651,830
1590,028
1074,081
1122,953
1015,243
1402,622
1327,911
116,291
115,849
72,883
75,925
103,926
16/05 EUR
19/05 EUR
07/05 EUR
19/05 EUR
66,360
113,190
74,930
935,410
67,130
112,270
74,490
935,200
120,600
7997,590
163,340
101,530
6044,350
107,300
10371,970
119,700
8048,390
162,410
101,530
6173,080
107,340
10321,000
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Em. Loc. Cur. Debt A
Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M
Em. Mkt Corp Bd A
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Euro Corp. Bond A-Dis M
Euro Short Term Bond A
European Bond A-Dis
Glob. Bond A-Dis
Glob. Equity Income A
Glob. Equity Income A-Dis
Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M
Glob. Structured Equity A-Dis
Glob. Targeted Ret. A
Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A
Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis
Greater China Eq. A
India Equity E
Japanese Eq. Advantage A
Pan European Eq. A
Pan European Eq. A-Dis
Pan European Eq. Inc. A-Dis
Pan European High Inc A
Pan European High Inc A-Dis
Pan European Struct. Eq. A
Pan European Struct. Eq. A-Dis
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Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis
US Equity A EH
US High Yield Bond A
US High Yield Bond A-Dis M
US Value Equity A
US Value Equity A-Dis
19/05
19/05
19/05
19/05
16/05
16/05
16/05
19/05
19/05
16/05
16/05
14/05
14/05
14/05
19/05
19/05
19/05
16/05
14/05
19/05
14/05
14/05
14/05
14/05
14/05
14/05
EUR
JPY
USD
EUR
EUR
EUR
EUR
11,105
5,456
5,253
6,464
7,072
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
Kairos Multi-Str. A
Kairos Multi-Str. B
Kairos Multi-Str. I
Kairos Multi-Str. P
Kairos Income
Kairos Selection
Data Valuta
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Quota/pre.
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15,190
9,685
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5,787
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10,418
12,946
11,829
44,070
30,300
2873,000
17,480
15,770
11,760
18,810
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14,290
13,580
10,579
9,369
14,120
11,920
10,812
31,350
29,970
14,950
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9,700
12,298
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12,703
10,937
5,642
5,793
61,010
15,370
11,451
40,500
10,433
12,952
11,835
44,130
30,160
2870,000
17,330
15,640
11,660
18,790
13,660
14,170
13,470
10,579
9,358
14,120
11,867
10,764
31,170
29,800
Tel: 02 77718.1
www.kairospartners.com
31/03 EUR 873555,970
31/03 EUR 571470,686
31/03 EUR 588531,969
31/03 EUR 537043,435
19/05 EUR
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19/05 EUR
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873230,021
571552,756
588092,605
537063,412
6,801
10,375
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
KAIROS INTERNATIONAL SICAV
ABS- I
ABSOLUTE RETURN EUROPA
BOND-A
BOND-B
EQUITY- I
PRINCIPAL FINANCE 1
31/03
16/05
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28/02
30/04
31/12
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5029,131
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EUR 721205,818 703354,240
EUR 613699,760 608277,667
61951,842
59550,161
EUR
Tel: 848 58 58 20
Sito web: www.ingdirect.it
19/05 EUR
Dividendo Arancio
19/05 EUR
Convertibile Arancio
19/05 EUR
Cedola Arancio
14/05 EUR
Borsa Protetta Agosto
14/05 EUR
Borsa Protetta Febbraio
14/05 EUR
Borsa Protetta Maggio
14/05 EUR
Borsa Protetta Novembre
19/05 EUR
Inflazione Più Arancio
19/05 EUR
Mattone Arancio
19/05 EUR
Profilo Dinamico Arancio
19/05 EUR
Profilo Equilibrato Arancio
19/05 EUR
Profilo Moderato Arancio
19/05 EUR
Top Italia Arancio
49,750
61,340
58,940
61,960
60,710
62,840
60,910
56,690
45,690
64,660
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58,540
48,700
49,880
61,290
59,010
61,890
60,400
63,310
60,970
56,740
45,520
64,560
62,340
58,560
48,910
KIS - America A-USD
KIS - America P
KIS - America X
KIS - Bond A-USD
KIS - Bond D
KIS - Bond P
KIS - Bond Plus A Dist
KIS - Bond Plus D
KIS - Bond Plus P
KIS - Dynamic A-USD
KIS - Dynamic D
KIS - Dynamic P
KIS - Emerging Mkts A
KIS - Emerging Mkts D
KIS - Europa D
KIS - Europa P
KIS - Europa X
KIS - Global Bond P
KIS - Income D
KIS - Income P
KIS - Italia P
KIS - Italia X
KIS - Key
KIS - Key X
KIS - Multi-Str. UCITS A USD
KIS - Multi-Str. UCITS D
KIS - Multi-Str. UCITS P
KIS - Multi-Str. UCITS X
KIS - Selection D
KIS - Selection P
KIS - Selection X
KIS - Sm. Cap D
KIS - Sm. Cap P
KIS - Target 2014 X
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
16/05
19/05
19/05
19/05
19/05
19/05
16/05
EUR
USD
USD
USD
EUR
EUR
EUR
EUR
USD
USD
USD
USD
USD
EUR
EUR
EUR
USD
EUR
JPY
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
USD
EUR
EUR
USD
USD
USD
USD
USD
EUR
EUR
USD
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
USD
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
USD
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
267,890
188,370
189,510
171,510
122,750
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125,560
130,640
132,650
175,020
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126,830
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98,830
103,530
100,230
266,990
187,730
188,870
171,600
122,810
126,940
125,710
130,800
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175,320
122,130
124,400
124,020
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124,240
126,390
126,930
102,890
104,090
107,640
129,470
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135,010
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150,630
110,740
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122,870
124,820
124,580
99,230
103,950
100,230
La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia
è disponibile sul sito www.invesco.it
Invesco Funds
Num tel: 178 311 01 00
www.compamfund.com - [email protected]
19/05 USD
1523,641
1523,064
Bluesky Global Strategy A
19/05 EUR
1240,201
1240,499
Bond Euro A
19/05 EUR
1198,834
1199,156
Bond Euro B
Asia Balanced A
Asia Balanced A-Dis
Asia Consumer Demand A
Asia Consumer Demand A-Dis
Asia Infrastructure A
Asian Bond A-Dis M
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
20/05
USD
USD
USD
USD
USD
USD
24,590
16,170
13,880
13,530
13,880
10,234
24,670
16,220
13,920
13,570
13,930
10,245
ASIAN OPP CAP RET EUR
FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR
FLEX STRATEGY RET EUR
HIGH GROWTH CAP RET EUR
ITALY CAP RET A EUR
SHORT DURATION CAP RET EUR
19/05
19/05
19/05
19/05
19/05
19/05
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
11,402
110,451
91,834
114,759
25,013
904,600
11,565
110,652
91,944
115,300
25,117
904,871
Nome
Data Valuta
Quota/od.
Quota/pre.
www.multistarssicav.com [email protected]
T. +41 (0)91 640 37 80
19/05 EUR
100,790
100,850
19/05 EUR
101,630
101,540
19/05 EUR
139,680
137,900
19/05 EUR
1422,470
1404,200
Orazio Conservative A
Sparta Agressive A
WM Biotech A
WM Biotech I
www.newmillenniumsicav.com
Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475
19/05 EUR
191,030
190,920
NM Augustum Corp Bd A
19/05 EUR
146,300
146,270
NM Augustum High Qual Bd A
19/05 EUR
134,150
134,310
NM Balanced World Cons A
19/05 EUR
138,090
138,190
NM Euro Bonds Short Term A
19/05 EUR
47,630
47,600
NM Euro Equities A
16/05 EUR
71,030
70,910
NM Global Equities EUR hdg A
105,340
105,490
NM Inflation Linked Bond Europe A 19/05 EUR
19/05 EUR
112,370
112,290
NM Italian Diversified Bond A
19/05 EUR
114,770
114,680
NM Italian Diversified Bond I
19/05 EUR
135,740
135,780
NM Large Europe Corp A
19/05 EUR
105,570
105,590
NM Market Timing A
19/05 EUR
106,370
106,380
NM Market Timing I
19/05 EUR
62,500
62,550
NM Q7 Active Eq. Int. A
16/05 EUR
105,480
105,090
NM Q7 Globalflex A
16/05 EUR
121,800
122,070
NM Total Return Flexible A
19/05 EUR
100,420
100,370
NM VolActive A
19/05 EUR
100,850
100,790
NM VolActive I
AUGUSTUM EQUITY EUROPE I
AUGUSTUM G.A.M.E.S. A
AUGUSTUM G.A.M.E.S. I
19/05 EUR
19/05 EUR
19/05 EUR
109,010
112,040
148,990
108,870
111,580
148,370
Numero verde 800 124811
[email protected]
19/05 EUR
6,865
Nextam Bilanciato
19/05 EUR
7,391
Nextam Obblig. Misto
19/05 EUR
6,428
BInver International A
19/05 EUR
5,575
Cap. Int. Abs. Inc. Grower D
19/05 EUR
4,999
CITIC Securities China Fd A
19/05 EUR
5,438
Fidela A
19/05 EUR
5,696
Income A
19/05 EUR
7,053
International Equity A
19/05 EUR
6,787
Italian Selection A
19/05 EUR
5,340
Liquidity A
19/05 EUR
4,746
Multimanager American Eq.A
19/05 EUR
4,509
Multimanager Asia Pacific Eq.A
19/05 EUR
4,294
Multimanager Emerg.Mkts Eq.A
19/05 EUR
4,552
Multimanager European Eq.A
19/05 EUR
5,205
Strategic A
19/05 EUR
5,920
Usa Value Fund A
19/05 EUR
5,571
Ver Capital Credit Fd A
6,867
7,412
6,399
5,571
4,989
5,448
5,703
7,052
6,819
5,339
4,738
4,519
4,275
4,568
5,208
5,895
5,573
Nome
Data Valuta
PS - Bond Opportunities B
PS - Dynamic Core Portfolio A
PS - EOS A
PS - Equilibrium A
PS - Fixed Inc Absolute Return A
PS - Global Dynamic Opp A
PS - Global Dynamic Opp B
PS - Inter. Equity Quant A
PS - Inter. Equity Quant B
PS - Liquidity A
PS - Opportunistic Growth A
PS - Opportunistic Growth B
PS - Prestige A
PS - Quintessenza A
PS - Quintessenza B
PS - Target A
PS - Target B
PS - Titan Aggressive A
PS - Total Return A
PS - Total Return B
PS - Valeur Income A
PS - Value A
PS - Value B
19/05
13/05
13/05
19/05
19/05
19/05
19/05
19/05
19/05
19/05
19/05
19/05
13/05
13/05
13/05
13/05
13/05
13/05
19/05
19/05
19/05
13/05
13/05
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
Quota/od.
Quota/pre.
121,930
98,790
132,630
100,990
99,400
98,010
98,260
109,520
111,770
124,810
96,460
101,760
97,500
102,970
106,080
107,100
107,120
102,960
101,940
95,490
111,070
103,020
105,210
122,010
98,950
133,210
101,040
99,480
98,150
98,390
109,090
111,330
124,840
96,580
101,880
98,150
102,650
105,750
106,370
106,380
103,150
102,200
95,720
111,190
102,860
105,040
www.pegasocapitalsicav.com
19/05
19/05
19/05
19/05
19/05
19/05
Strategic Bond Inst. C
Strategic Bond Inst. C hdg
Strategic Bond Retail C
Strategic Bond Retail C hdg
Strategic Trend Inst. C
Strategic Trend Retail C
EUR
USD
EUR
USD
EUR
EUR
107,080
107,250
105,660
105,760
103,750
101,620
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Mercoledì 21 Maggio 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Mercoledì 21 Maggio 2014
Piazza Affari
MILANO TIENE CON LE BANCHE
L’OPA CIMENTS SPINGE PESENTI
di GIACOMO FERRARI
L’incertezza e la volatilità frenano
sempre più le Borse europee mano
a mano che si avvicina la scadenza
elettorale. Anche gli scambi si
assottigliano. Ieri tutti i listini
europei hanno ceduto poche
frazioni di punto, ad eccezione di
Milano. Il Ftse-Mib è migliorato dello 0,30%, ma è un
risultato poco significativo, tenuto conto dei segnali
contraddittori sull’economia. Se da un lato sono tornati
a crescere produzione industriale e ordini alle imprese,
dall’altro l’incertezza politica riporta lo spread a 191
punti, ai massimi da marzo. Nonostante ciò, i titoli
bancari hanno guadagnato terreno con Intesa
Sanpaolo (+2,98%), Bper (+2,98%), Bpm (+2,81%) e
Mediobanca (+2,62%), anche se fra le blue-chips a
correre di più è stata Yoox (+6,32%). Buona
performance anche per Italcementi (+1,49%) dopo il
rialzo dell’offerta sulle minorities di Ciments Francais a
79,5 euro e dunque l’operazione di finanziamento
dell’Opa da 450 a 500 milioni. Ancora più consistente il
rialzo di Italmobiliare, controllante del gruppo Pesenti,
che ha terminato con un progresso del 5,24%. Sul fronte
dei ribassi spicca Tod’s (-2,81%), seguita da Telecom (1,64%), Terna (-1,45%) e Ferragamo (-1,15%).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Sussurri & Grida
Bonomi diventa primo socio del Club Med
(f.mas.) La scalata della Bi-Invest di Andrea Bonomi
al Club Med non si arresta. Dopo essere comparso lo
scorso 9 maggio nell’azionariato del gruppo turistico
francese con il 6,5% ha continuato a comprare azioni e
ieri ha annunciato di aver superato la soglia del 10% che
fa di Bi-Invest (attraverso il veicolo Strategic Holdings)
il primo azionista della società che ha inventato le vacanza «all inclusive». Con circa 60 milioni di investimento Bonomi ha la conglomerata cinese Fosun property holdings, al 9,5%, e il fondo Ardian (già Axa private equity), all’8,9%, ovvero i due grandi soci che hanno
lanciato sulla società un’Opa che scade venerdì, e che ha
poche possibilità di successo visto che il prezzo di Borsa, circa 19 euro, è superiore a quello offerto in Opa
(17,5 euro). Bonomi comunque ha dichiarato di non
puntare al controllo né a superare la soglia d’Opa del
30%. Piuttosto scommette su una ripresa della compagnia, in particolare sul mercato cinese.
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Decina ritira il libro sulla Telecom
(f.d.r.) È stata la sua opera prima. Un lavoro dall’interno, con cui Matteo Decina (figlio di Maurizio Decina,
guru delle tlc italiane nonché ex commissario AgCom),
vicepresidente di Asati, l’associazione dei piccoli azionisti Telecom, ha voluto raccontare dal suo punto di vista gli errori manageriali che hanno pregiudicato lo sviluppo dell’azienda di telecomunicazioni. In «Goodbye
Telecom» Decina è partito dall’Opa di Roberto Colaninno e, passando attraverso la gestione di Marco Tronchetti Provera, è approdato all’era di Telco e di Franco
Bernabè. Ma ieri Decina e l’editore Lit hanno comunicato il ritiro del libro dal commercio, in seguito a una denuncia, con relativa richiesta danni, da parte di Tronchetti. Il quale ha contestato la ricostruzione dell’autore
«ritenendola lesiva della sua reputazione e immagine»
hanno spiegato Decina e l’editore con un annuncio a
pagamento pubblicato sul «Sole24Ore», in cui si da notizia del ritiro del libro «tenuto conto delle argomentazioni relative al periodo 2001-2007 contenute nell’atto
di citazione».
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Fraunhofer, ecco l’angelo che protegge
dai colpi di sonno chi guida
(giu.fer) Un angelo per proteggere dai colpi di sonno
chi guida. L’Istituto Fraunhofer per le tecnologie media
digitali (Idmt), il network tedesco di ricerca applicata
che Barack Obama vorrebbe replicare negli Stati Uniti
per rilanciare innovazione e occupazione, presenta alla
Safety Expo, la fiera sulla sicurezza che si apre oggi ad
Aschaffenburg, in Baviera, un nuovo sistema di allerta
per impedire di addormentarsi al volante. Il dispositivo
si chiama «Micro-Sleep-alerter» (il nome ufficiale), ma
in laboratorio è stato soprannominato Schutzengel
(«angelo della sicurezza», in tedesco). Come funziona?
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«Modello Siena» per la Fondazione Carige che ha annunciato ieri un collocamento presso investitori istituzionali di un pacchetto del 15% della banca con una forchetta di prezzo che indica uno sconto tra il 13 e il 14%
sui corsi di Borsa. L’ente guidato da Paolo Momigliano,
che nei giorni scorsi ha ricevuto il via libera da Bankitalia e Tesoro, scenderà così al 25% dell’istituto di credito
verso la quota-obiettivo del 19% indicata nell’ultima assemblea. L’alleggerimento, con un percorso analogo a
quello che la Fondazione Mps ha compiuto nella banca
senese, avviene a ridosso della partenza dell’aumento
di capitale da 800 milioni. Ai prezzi attuali il pacchetto
della Fondazione Carige vale 163 milioni.
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piccola videocamera integrata e, appena l’occhio si
chiude per più di mezzo secondo, fa partire immediatamente un allarme sonoro e uno visivo (l’indicatore Led
integrato cambia colore passando dal verde al rosso). Il
Fraunhofer Idmt lavora da 2 anni alle tecnologie che
possono salvare la vita e quello che sarà presentato oggi
è l’ultima versione, aggiornata e migliorata, di un precedente modello che un’azienda di Norimberga sta già
producendo. Sul mercato in autunno, il nuovo dispositivo potrà essere comprato da qualsiasi automobilista, e
applicarlo alla proprio vettura come un navigatore.
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Cultura
«Trovare l’America» alla Camera
«Trovare l’America». la storia illustrata degli italo-americani nelle
collezioni della Library of Congress, è stata presentata ieri alla
Camera dei deputati. Fra gli interventi, quello di Salvo Iavarone,
Mario B. Mignone e Marcello Saija. Il volume (nell’immagine a
fianco, pp. 320, 48) è a cura di Linda Barrett Osborne e Paolo
Battaglia, con una premessa di Martin Scorsese.
Anteprima Esce domani (per Longanesi) «La sposa silenziosa», bestseller dell’autrice canadese
La vicenda
Jodi contro Todd, amanti pentiti
La guerra delle rose (avvelenate)
Il fallimento coniugale nell’opera-testamento della Harrison
di PAOLO GIORDANO
L
a scrittrice canadese
A.S.A. Harrison ha deciso
di firmare il suo primo romanzo, La sposa silenziosa, con uno pseudonimo, forse
per proteggersi dalle associazioni
con una storia narrata in maniera
così sicura e convincente da lasciare, in effetti, il dubbio che
scaturisse da qualcosa di sperimentato da molto vicino.
Occultare il proprio nome le è stato inutile: nel giugno del 2013, prima che finisse tra le mani di migliaia
di lettori, prima che raggiungesse le vette delle classifiche statunitensi e Nicole Kidman, sedotta dall’idea di
interpretare il personaggio femminile, ne acquistasse i
diritti cinematografici, Harrison è morta di cancro, a
sessantacinque anni, lasciandoci orfani di una scrittura che avrebbe potuto esprimere ancora molto. E sarebbe disonesto negarlo: la consapevolezza della sua
morte precoce aggiunge un elemento di suggestione
alla lettura, le attribuisce l’urgenza speciale delle ultime azioni deliberate che precedono la scomparsa di
qualcuno.
Ci resta quindi il solo romanzo di A.S.A. Harrison,
La sposa silenziosa (Longanesi), cronaca chirurgica e
impietosa di un tradimento coniugale e della conseguente separazione, nel solco maestro della narrativa
americana contemporanea che ha affrontato la dissoluzione della coppia, salvo che Harrison sfodera una
freddezza e una lucidità tali da far apparire molti suoi
predecessori perfino sentimentali. L’assenza o quasi di
orpelli linguistici, l’uso asciutto del presente e la parsimonia nelle ambientazioni fanno assomigliare la discesa agli inferi di Jodi e del suo compagno Todd a una
guida sullo sfaldamento, un manuale per aspiranti divorziati. La storia, per il lungo tratto iniziale, è addirittura paradigmatica, sembra perseguire un preciso intento illustrativo, al punto che i capitoli dedicati a Jodi
sono intitolati a una più generale «lei» e quelli dedicati
all’esistenza parallela di Todd a un più generale «lui».
«Lei», Jodi, è una psicoterapeuta senza troppo successo, né una vocazione eccessiva per il proprio mestiere. Ha capito agli esordi della sua carriera che i casi
troppo scottanti — i potenziali suicidi, le adolescenti
con disturbi alimentari — non le si addicevano: troppo rischiosi, troppo coinvolgenti. Ha preferito restringere il suo campo di azione agli adulti con problemi
più lievi di autostima o situazioni sentimentali in stallo. Lavora part-time e per il resto della giornata si dedica soprattutto a cucinare piatti elaborati per Todd.
La sua formazione le permette nondimeno di avere
una visione disincantata e a suo modo profonda degli
esseri umani, di mostrarsi indulgente rispetto alle loro debolezze e aspirazioni (perfino verso le scappatelle saltuarie di Todd, delle quali è al corrente). Jodi ha
rinunciato a tutti i capricci, innocenti e non, e perfino
infoline E prevendita
02 5491 7
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Johann Heinrich Füssli, dipinto a olio, «Il Duca di Ravenna sul corpo di Meduna»
a parte dei diritti che il suo genere le permetterebbe
— ci ha rinunciato in seguito a un evento sprofondato
da tempo nell’inconscio che, quando riemerge con
violenza durante la sua analisi didattica, la lascia sbalordita e la induce non a cercare ulteriore verità, come
ci aspetteremmo, ma a ritrarsi ancora di più nella negazione. «Dà per scontato, ma non perché ci abbia riflettuto, che la sua esistenza andrà avanti indefinitamente nel suo equilibrio imperfetto ma del tutto accettabile.» Una donna affidabile Jodi, pratica, un po’
austera, forse frigida senza saperlo e per nulla asfissiante, proprio il tipo di amica che serve a «lui», a
Todd, il quale è soggetto, al contrario, a un’esuberanza
incontrollabile. Todd è un imprenditore edile: avere
cominciato da zero, da un capannone acquistato indebitandosi, ed essere arrivato così in alto lo hanno reso
pieno di sé e tracotante. La sua fame insaziabile lo
porta ad avere molteplici storielle collaterali a quella
con Jodi, per le quali non si sente in colpa né punibile.
Nel mettere a confronto la sessualità esasperata di
Todd con la rettitudine di Jodi, Harrison dimostra di
essere fortemente parziale, se non fosse che il personaggio di «lei», nella sua complessità infinitamente
maggiore, viene svelato piano piano ed esibisce infine
contraddizioni perfino più gravi e oscene della debolezza/ottusità di «lui».
Il romanzo di A.
S. A. Harrison
(nella foto sopra),
«La sposa
silenziosa», esce
domani per la
Longanesi
(traduzione di
Alisa Matizen e
Irene Abigail
Piccinini, pp. 336,
16,60)
« La sposa
silenziosa» è
l’opera narrativa di
esordio della
scrittrice canadese
(vero nome Susan
Harrison), già
autrice di numerosi
scritti saggistici,
sposata all’artista
visuale John
Massey, e morta
l’anno scorso a 65
anni. Subito dopo
la pubblicazione
negli Stati Uniti, la
malattia contro cui
stava lottando da
mesi ha avuto la
meglio su di lei
L’autrice, che
viveva a Toronto
con il marito, non
ha fatto in tempo
ad assistere al
clamoroso
successo del suo
romanzo, il quale
in poco tempo è
arrivato ai vertici
delle classifiche
negli Stati Uniti e
in molti Paesi
europei
La star
cinematografica
Nicole Kidman,
dopo aver
comperato i diritti,
sarà l’interprete
principale, oltre
che la produttrice,
dell’adattamento
de «La sposa
silenziosa» sul
grande schermo
M i L A N O · PA L A Z Z O R E A L E
12.03 · 13.07.2014
ultimo ingresso un'ora prima della chiusura
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Partner
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palazzo reale è stato
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Gustav Klimt, Salomè, 1909 (particolare)
Olio su tela, 178 x 46 cm
Venezia, Ca' Pesaro, Galleria Internazionale d'Arte Moderna
© 2014 Foto Scala, Firenze / Artwork Sebastiano Girardi
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UNA MOSTRA
❜❜
Una discesa all’inferno
È un misto di reticenze,
manipolazioni, invidie, egoismi,
paure che in pochi mesi trasforma
un uomo e una donna in nemici
se che esplode sulla copertina, proiettando frammenti
di petali rossi a raggiera, rende bene conto di questa
deflagrazione dell’amore.
Harrison si spinge fino in fondo agli abissi di viltà
che si celano dentro ognuno di noi, registra con compostezza il modo viscido in cui lasciamo così spesso
che siano le circostanze, le convenzioni ad agire al posto nostro. Fino a creare dei disastri, fino all’assurdità
quotidiana di due innamorati che si fanno a pezzi l’un
l’altro. L’unica luce che balugina al fondo del corridoio
di crudeltà di Jodi-contro-Todd non viene dalla comprensione reciproca, né tantomeno dall’introspezione
dei personaggi, bensì dal chiarore freddo del cinismo:
per alcuni, sembra constatare Harrison, la sola possibile sopravvivenza si fonda sul rinnovare all’infinito la
falsità nei confronti di se stessi. «Gli infedeli prosperano; molti di loro, quantomeno. E anche se non prosperano, non cambieranno perché, di regola, le persone
non cambiano: non senza una forte motivazione e uno
sforzo continuativo». Figurarsi che perfino una psicoterapeuta, la cui dimestichezza con il profondo dovrebbe essere maggiore di quella di chiunque altro, può decidere di rinunciare del tutto o quasi all’esercizio della
verità: «Jodi non ha problemi con l’offuscarsi dei fatti.
Se ne traggono dei benefici e, comunque, alcune cose è
meglio lasciarle come stanno, senza esaminarle. Non
c’è bisogno di guardare in faccia la realtà se c’è una strada più dolce e garbata. Non c’è bisogno di tutta quella
macabra insistenza».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ORARi
lUN 14.30 — 19.30
mar • mer • ven • dom 9.30 — 19.30
gio • sab 9.30 — 22.30
la mostra è posta
sotto l’alto
patronato
del presidente
della repubblica
Jodi e Todd non sono sposati. Il matrimonio è un’altra delle comodità alle quali Jodi ha sentito di poter rinunciare. Perciò, nel momento in cui Natasha, l’ultima
delle trasgressioni di Todd — una ragazza di vent’anni
più giovane, nonché figlia di uno dei suoi migliori amici — rimane incinta e lo strappa con irruenza al proprio nido, a Jodi non resta più nulla. Rischia di perdere
perfino la casa che lei stessa ha arredato e dove ha vissuto per mezza vita. Per salvarsi, «entro pochi mesi sarebbe diventata un’assassina», ci avverte l’autrice fin
dalla prima pagina del libro.
E un crimine avviene davvero, in modi e tempi inattesi. A quel punto il romanzo ha uno scarto brusco, il
genere poliziesco s’innesta dandogli una forte accelerazione e, insieme, comincia la necessaria spirale di castigo conseguente al delitto. Ciò che ha davvero importanza, tuttavia, è il complicarsi delle dinamiche che
portano al punto di non ritorno, il mix di reticenze,
manipolazioni, invidie, egoismi, paure, che in pochi
mesi conduce due persone che hanno avuto la pretesa
di amarsi e vivere insieme per anni a diventare i nemici
peggiori, a sfoderare una meschinità che essi stessi
ignoravano di possedere. È una «guerra dei Roses»,
quella di Jodi e Todd, assai meno grottesca, più controllata di quella del film, ma proprio per questo ancora più sconcertante — una guerra che può capitare a
chiunque e che, in effetti, capita a molti. Il mazzo di ro-
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Cultura 33
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Urbino Un premio e una mostra
Maestri A Venezia i dipinti del grande pittore croato. Spesso nati come schizzi d’occasione su block-notes
Gillo Dorfles,
elogio dell’indagine
con sentimento
Kraljevic, autoritratto da dandy
di STEFANO BUCCI
di SEBASTIANO GRASSO
S
ono 104 anni appena compiuti lo scorso 12 aprile.
Ma visto che si tratta di Gillo Dorfles la sua
longevità (di spirito, d’arte, di fisico, di mente) non
fa più nemmeno notizia. A ricordarcelo (e a
ricordarglielo) ci pensano in fondo gli altri. In occasione
del suo compleanno era così uscito per le Edizioni
Medusa il libro di Marco Meneguzzo Arte con
sentimento. Conversazione con Gillo Dorfles (pp. 70, 9)
mentre oggi a Urbino gli verranno conferiti in un colpo
solo il diploma di socio onorario dell’Accademia Raffaello
e il premio «Sogno di Piero» (ore 10, sala Convegni Serra
d’Inverno, Palazzo Ducale)«per essersi fatto interprete di
indagini tanto accorte e per avere arricchito la cultura
italiana di un appannaggio di conoscenze straniere che
alla sua opera d’importazione culturale su deve
attribuire». Infine sempre oggi e sempre a Urbino,
stavolta alla Casa Raffaello, si inaugurerà una mostra
dedicata alle opere più recenti di Dorfles (critico e artista
tra i fondatori del Movimento arte concreta nonché tra i
teorici-inventori del kitsch), quelle realizzate tra il 2010 e
il 2013 (fino al 4 giugno, www.accademiaraffaello.it). Ad
accompagnare la mostra Pittura e filosofia, librocatalogo con testi di Luigi Sansone e Luca Cesari stampato
dall’editore Campanotto che contiene anche due vere e
proprie «chicche»: due antichi scritti (Goethe disegnatore
e Raffaello) apparsi sulla rivista «Arti Plastiche» nel 1933.
Come d’altra parte prezioso è anche il testo che
accompagna la
brochure del
premio (prima di
Dorfles era andato a
René Berger,
Fernanda Pivano,
Eliseo Mattiacci,
Alexandr Sokurov,
Pier Paolo
Calzolari, Enrico
Ghezzi, Enzo
Cucchi, Rosellina
Archinto): un testo
dedicato a Montale
pittore che Dorfles
(nato a Trieste nel
1910) aveva
pubblicato sulla
«Fiera Letteraria»
del 12 luglio 1953.
Gillo Dorfles, Strega marina (2012)
Scriveva Dorfles: «Il
Montale lucido, cristallino, terso dei versi non è certo
quello ingenuo, dolcissimo, fiabesco dei pastelli o quello
ironico e caustico dei disegni e degli schizzi. Dove
dovremo cercare allora il “vero” Montale? Proprio
nell’incontro del pittore e del poeta». Lo stesso vale in
fondo anche per Dorfles: «A cavallo tra due secoli
nessun’altra figura di studioso al pari di Dorfles —
spiega la motivazione del premio — ha vissuto senza
timore di impurità, la connessione tra forme artistiche e
ricerca scientifica nella propria persona». E premiare
Dorfles (che oggi in occasione della consegna sarà al
centro di una conversazione con il curatore della mostra
Luigi Sansone) vuol dire «riconoscere il carattere totale
dell’espressione artistica». Filosofia, estetica, medicina
(considerata la laurea che Dorfles aveva inizialmente
conseguito), pittura, scultura, musica, letteratura: in
questo intreccio si ritrova il segreto della modernità di
Dorfles e della sua longevità, la stessa che ogni anni lo
spinge (ad esempio) ad affrontare senza paura Venezia e
la sua Biennale per ritrovare e definire i nuovi percorsi
dell’arte e dell’architettura. Una ricerca, la sua, ancora
vitalissima come dimostrano già i titoli, sempre
sorprendenti, dei suoi dipinti più recenti, quelli esposti
alla Casa Raffaello: da Bleu vincente a Strega marina, da
Articolazioni a Simmetria sconfitta, da Doppia visione a
Tre gemelli. Quasi che quei titoli giocosi stessero a
ribadire la forza e la vitalità dei colori e delle forme che
da sempre caratterizza i dipinti di Gillo: arancio, rosa,
blu, giallo, viola, verde come elementi di un arcobaleno
creativo capace ancora di affascinare. Proprio come
Dorfles.
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Festival internazionale di Roma
Piazza del Campidoglio
per «Letterature»
Non più alla Basilica di Massenzio, bensì nella piazza del
Campidoglio, ritorna il Festival Internazionale di Roma
Letterature, dal 27 maggio al 1° luglio. Dieci serate di
reading di inediti ispirati quest’anno alla frase di Elias
Canetti «Ognuno, ma proprio ognuno, è il centro del
mondo». Si comincia il 27 con Ildefonso Falcones e letture
dai diari inediti di Tiziano Terzani interpretati da Sonia
Bergamasco, Claudio Santamaria e Angela Terzani Staude,
per continuare nei giorni successivi con Roddy Doyle,
Fabio Volo, Joshua Ferris, Paolo Giordano, Jhumpa Lahiri,
Dario Fo, Jonathan Lethem. Tra le novità, gli incontri
collaterali nel giardino della Casa delle letterature: da citare
la serata del 30 giugno su John Fante, con Emanuele Trevi
e Sandro Veronesi (sito www.festivaldelleletterature.it).
Rappresentarsi al centro della scena, anche senza maschere
C
ome il flâneur di Charles Baudelaire, vale a dire il gentiluomo
che, pigramente, va in giro per la
città guardandosi attorno — successivamente definito come «uno che
porta al guinzaglio le tartarughe per le vie
di Parigi» — nei tredici mesi (settembre
1911-ottobre 1912) in cui vive nella capitale
francese, Miroslav Kraljevic (1885-1913) si
aggira per la città con un taccuino in mano. Tratti rapidi per annotare scene e volti di passanti, ma anche di personaggi teatrali, di figure colte nei salotti mondani,
nei caffè e nei bordelli. Spesso, dal blocknotes alla tela il passo è breve.
Anche se non ha avuto il tempo di dipingere moltissimo, le opere del giovane
aristocratico, rimaste, sono straordinarie, tanto da incidere sull’arte croata del
XX secolo. Ventinove anni dopo la sua
morte, Ivan Mestrovic, commissario ai
Giardini, porta cinque suoi lavori alla
XXIII Biennale di Venezia del 1942.
Fra essi, Autoritratto con cane (1910),
Bonvivant (1912), In una caffetteria a Parigi (sempre del ’12). Gli stessi che, assieme ad un’altra quindicina, fanno parte
della mostra itinerante, adesso in corso al
museo di Ca’ Pesaro (sino al 15 giugno),
curata da Gabriella Belli, Biserka Rauter
Plancic e Cristiano Sant.
Segue la retrospettiva di qualche mese
a Zagabria per il centenario della morte
dell’artista, in cui si evidenziava come
Kraljevic sia stato una sorta di ambasciatore nel proprio Paese delle nuove correnti europee che furoreggiavano nella
Parigi del primo Novecento.
Ritratti di amici, scene di taverne, le tre
Grazie, particolari dei balletti russi (Vaslav Nijinsky, Tamara Karsavina al teatro
Châtelet), coppie danzanti. E, soprattutto, autoritratti. Non solo singoli, ma anche inseriti, come personaggi, in alcuni
dipinti. In Golgota (che mutua da Van
Dyck), per esempio, Miroslav diventa uno
dei soldati romani: nella parte del centurione Longino, trafigge con la lancia il
corpo di Cristo. Oppure in Vive la joie,
nella figura centrale di Frédéric Chopin.
Nell’Autoritratto del 1911, nel bordo alto
dell’opera, scrive di proprio pugno: «Vino bianco di quattro boccali / nella notte
fra il 9 e il 10 maggio / e il vino ha raggiunto il suo scopo».
In realtà riprendeva un motivo popolare del suo Paese: «Quattro boccali di vino
bianco / il mio amato barcolla / che bar-
Capolavori
A sinistra: Miroslav Kraljevic,
Nella taverna (Vive la joie),
1912. Sopra: Autoritratto
con cane (1910, particolare).
Miroslav Kraljevic (18851913) è stato un pittore,
scultore e incisore.
È uno dei fondatori
della moderna
arte croata
colli, che barcolli / da me dovrà tornare».
Kraljevic ha una vita breve, ma intensissima: muore, a soli 28 anni, di tisi. Una
morte che il suo collega, il pittore espressionista Antun Branko Simic — scomparso anche lui giovanissimo (1898-1925) —
trova «assolutamente naturale». «Se non
fosse morto negli anni in cui è morto —
spiega Simic —, Kraljevic sarebbe sicura-
Biennale di Architettura
Il Leone d’oro
a Phyllis Lambert
È andato all’architetto canadese
Phyllis Lambert il Leone d’oro alla
carriera di Fundamentals, la
14esima Biennale di Architettura di
Venezia (7 giugno-23 novembre)
diretta da Rem Koolhaas. Tra le
opere di Phyllis Lambert (nata a
Montreal nel 1927) il Canadian
Centre for Architecture di Montreal.
La cerimonia sabato 7 giugno (alle
11) nei Giardini della Biennale.
mente impazzito. Non resta impunito
chi, come lui, vive e dà la propria esperienza di vita all’arte. La natura non perdona».
Miroslav ne era cosciente? A quanto
pare, sì. Basta confrontare gli autoritratti,
nei quali è possibile, addirittura, seguire
le fasi della sua malattia. Soprattutto l’ultimo, dipinto a Zagabria, in cui si mostra
col corpo magrissimo, nudo, con la malattia ormai all’ultimo stadio (infatti, morirà poco tempo dopo), definito «una
sorta di Ecce Homo».
Nato a Gospic in una famiglia nobile e
facoltosa, dopo gli studi in casa propria,
frequenta le Accademie di Belle arti di
Vienna e di Monaco di Baviera in cui ha
come docente Hugo von Habermann
(Autoritratto con l’amico Olszewski,
1909). Compagni di avventura, Oskar
Herman, Vladimir Bercic e Jopi Rasic: costituiranno il «Circolo di Monaco» che
tanta parte avrà nella formazione modernista dei giovani artisti croati.
Quando Kraljevic raggiunge Parigi, i
suoi punti di riferimento sono Édouard
Manet, Paul Cézanne e Gustave Caillebotte nell’arte; realismo e naturalismo in letteratura. È proprio Victor Hugo a suggerirgli Vive la joie, di cui addirittura ri-
prende il titolo di uno dei capitoli di Notre-Dame de Paris. Elegante, dandy,
flâneur, Kraljevic si impadronisce della
città, ne coglie gli umori, traducendoli in
una visione personalissima; un po’ come
a Berlino fa Ernst Kirchner. Con una differenza: il suo tratto è sinuoso, flessibile,
mentre quello del cofondatore di Die
Brücke (Il Ponte), ha i contorni marcati,
piuttosto taglienti, un po’ come la scultura lignea primitiva e africana che amava.
Quando raffigura Arsen Masovcic
(Bonvivant), elegantissimo nel suo vestito alla moda, col monocolo, il bastone da
passeggio e la tuba, con una mano che
calza il guanto, in realtà Miroslav dipinge
se stesso «come dandy e flâneur» che,
senza freni, si abbandona ad una vita scapigliata. Che restituisce sulla tela con eccezionali colpi di pennello.
Una mostra come questa rappresenta
una boccata d’aria pura in un clima sempre più terribile di installazioni fatte con
gessetti, pezzi di binari, cumuli di carbone con una bandierina sopra (come su
qualche torta di compleanno), di cui
quanto prima non se ne avrà più memoria.
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La Milanesiana Dal 23 giugno la quindicesima edizione a Milano e Torino, con oltre 40 incontri e 6 esposizioni
Da Gao Xingjian a Paoli, la fortuna dell’arte
di IDA BOZZI
L
a fortuna, intesa come sorte buona o cattiva, come destino e caso,
è stata rappresentata dalla letteratura e dall’arte come il più incerto
dei doni dell’uomo, ma anche il più
inflessibile e insondabile. Proprio alla
«fortuna», raccontata dalla poesia,
dalla narrativa e dalle arti che si intrecciano nella rassegna, è dedicata la
quindicesima edizione della Milanesiana, la manifestazione ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi presentata
ieri, che si svolgerà dal 23 giugno al 10
luglio a Milano (con molti eventi anche a Torino).
Ritorna anche quest’anno la formula con cui è modulato l’evento, con le
letture e i concerti al Teatro Dal Verme, e i dibattiti in Sala Buzzati, Palazzo Reale e in altri luoghi; ma la rassegna (che quest’anno costerà 600 mila
euro, di cui 120 mila di cachet per gli
autori, come ha ricordato la Sgarbi)
ha una dimensione sempre più «diffusa» e allarga il ventaglio delle proposte ad altre sedi prestigiose. Per
esempio, lo Iulm, che oltre a essere
tra i partner sarà la nuova sede del ciclo di incontri dedicati alla filosofia, e
inoltre Brera, il Politecnico, La Cavallerizza del Fai, Palazzo Edison (Edison
fa il suo ingresso tra i «main sponsor»
accanto a Fondazione «Corriere della
Sera», Fondazione Cariplo, Grafiche
Venete), e con sei mostre tra i siti milanesi e quelli torinesi.
Reading, eventi e nuovi spazi integrati
Una kermesse diffusa sul tema della sorte
Nel fitto programma, ci pare di notare più eventi dedicati alle arti figurative, più teatro, più poesia, oltre a
molte curiosità inattese e rare cui ci
ha abituato questo festival. Apre al
milanese Teatro Dal Verme il 23 giugno il ministro Dario Franceschini,
con le autorità cittadine, con letture e
interventi di Jonathan Lethem, Edoardo Nesi e il concerto di Gino Paoli; e
sul palco si susseguiranno tra gli altri
Michael Cunningham, Melania Mazzucco, Ute Lemper, il Nobel cinese naturalizzato francese Gao Xingjian, Susanna Tamaro, Claudio Magris, oltre a
Dacia Maraini (con un poema inedito)
e Lyudmila Ulitskaja, presentate dal
direttore del «Corriere della Sera»
Ferruccio de Bortoli.
Intanto prenderanno il via gli altri
filoni di incontri: Aperitivo con l’autore in Sala Buzzati al «Corriere della
Sera» con ospiti come Roberto Vecchioni, Aldo Nove, Alba Donati e ben
due serate dedicate alla poesia; Orario
continuato con cinque cicli di incontri — sulla filosofia allo Iulm, sui luoghi italiani in Sala Buzzati, sulla musica a Palazzo Reale e sull’Europa al Teatro Grassi: da segnalare almeno lo
A sinistra, lo scrittore Michael Cunningham, al centro Elisabetta Sgarbi,
ideatrice e direttrice della Milanesiana, a destra lo scrittore Jonathan Lethem
spettacolo Fedra il 28 giugno allo
Iulm con Galatea Ranzi, e la serata con
Wim Wenders, Fleur Jaeggy, Hanif
Kureishi e Omar Sosa il 1° luglio. Inoltre, gli incontri L’energia della città
con concerti di classica e letture di Fabio Genovesi e Marco Malvaldi a Palazzo Edison. Terza sezione, «La Rosa
monografica» proporrà serate di cinema e teatro, come la giornata dedicata a Edgar Reitz o l’omaggio teatrale
a François Truffaut. Si chiude il 10 luglio con il concerto lettura di Aldo Nove con Morgan e la proiezione non
stop del «Blob» di Enrico Ghezzi.
Quattro le mostre a Milano: in Sala
Buzzati Milano sotto sopra sulla nascita della Linea 1 della Metropolitana; allo Iulm, Federica Giglio — Citazione c’òlta, e una mostra dedicata a
Tinto Brass Tra popolarità e arte (alle
opere giovanili del regista sono dedicate le proiezioni del 5 luglio), mentre
alla Pinacoteca di Brera un suggestivo
confronto tra l’arte del contemporaneo Antonio López García e il Caravaggio.
A Torino (dove gli incontri al Circolo dei Lettori ospiteranno Michael
Cunningham, David Lodge, Tim
Parks e Meir Shalev tra gli altri) da vedere la mostra Tahar Ben Jelloun. Giovinezza e l’esposizione dedicata ai disegni originali del Codex Seraphinianus XXXIII, la splendida enciclopedia dell’immaginario di Luigi
Serafini.
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34
Mercoledì 21 Maggio 2014 Corriere della Sera
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APPELLI
✒
La protesta dei tassisti e le tensioni di questi giorni nelle strade
di Milano (ultima rivolta del genere in ordine di tempo lungo una linea che va dalla California alla Lombardia) ci dicono
che in uno spazio di tempo brevissimo,
appena quattro anni, si è consumata nel
campo della mobilità cittadina una rivoluzione senza precedenti. L’applicazione
Uber, che consente di far arrivare una
macchina con autista in pochi minuti al
proprio indirizzo semplicemente sfiorando lo schermo del telefonino, è senza
dubbio un miracolo economico: fondata
quattro anni fa da Garret Camp e Travis
Kalanick (motto di quest’ultimo: «Siamo
brutalmente onesti») ha superato il miliardo di dollari e sta pensando di quotarsi a Wall Street.
Ma non è l’unico fenomeno degli ultimi anni. Il car sharing, che mette a disposizione di chi apre la app mezzi senza
conducente parcheggiati nelle vicinanze,
ha raggiunto la quota di 450 mila iscritti a
Berlino, 100 mila a Parigi e 70 mila a Milano (dove sono attivi cinque gestori:
Car2go, Twist, Enjoy, Atm e Trenord), e
si è diffuso a Roma, Firenze e Bologna. Il
bike sharing, un modo di muoversi faci-
le, economico e anche atletico, è ormai
attivo in 132 città italiane. Crescono a ritmi veloci, poi, le app che automatizzano
e rendono più affidabile il vecchio sistema dell’autostop: una nata a Milano,
Letzgo, e una filiazione di Uber, Uberpop.
Le cifre rendono chiaro che la classica
distinzione tra il trasporto pubblico (effettuato da bus, metro e taxi) e quello privato (le auto comprate dalle famiglie) è
stata messa in crisi dall’economia della
condivisione. C’è un numero crescente di
consumatori che non ritiene più indispensabile (o sufficiente) essere proprietari dell’automobile, ma che si accontenta del semplice uso, di quella che è stata
definita «proprietà temporanea».
Se tutto il mondo va in quella direzione non sarà certo facile fermarlo. La competitività delle città a livello globale si
giocherà anzi sulla capacità di intercettare questo processo di trasformazione e di
offrire a turisti e operatori tutti gli strumenti che la tecnologia offre per spostarsi in modo rapido, comodo e libero.
Mario Garofalo
garofalo_ma
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TORNA L’INTERESSE PER LA MUSICA IN RETE
LE PARTITE INCROCIATE DI APPLE E TWITTER
✒
Proprio come le news, la musica
non è mai stata ascoltata così tanto
grazie a Internet nonostante il suo tradizionale modello di business sia in difficoltà almeno dalla nascita di iTunes. In termini economici non c’è nulla di strano: il valore d’uso
può essere molto alto, anche se il valore di
scambio crolla. Ma ora, dopo anni di difficoltà, la musica sta tornando al centro dell’attenzione anche nella produzione e distribuzione dei
ricavi. Dopo due sole settimane dalla notizia che Apple sarebbe interessata a Beats, la piattaforma di ascolto
delle canzoni in streaming
fondata da Dr. Dre e Jimmy
Iovine, ora Twitter, un social network, sarebbe in
trattativa per la tedesca
Soundcloud. Il rumor è stato
pubblicato da Re/Code, giornale online fondato dall’ex innovation editor del Wall Street
Journal, Walter Mossberg, generalmente
molto ben informato. Le due operazioni sono molto diverse: Apple, che ha allo stesso
tempo ucciso e fatto rinascere la musica, deve arginare la fine dell’era iTunes che aveva
sancito il passaggio dall’acquisto del disco a
quello della singola canzone. Oggi, nella
sharing economy, non si compra più nem-
meno la singola traccia ma il diritto di ascoltarla. Per Twitter la partita è ben diversa. La
società è sotto pressione in Borsa a causa degli utenti che non crescono abbastanza e al
modello di business ancora non chiaro. Ed è
probabilmente a questi due fattori che bisogna guardare per comprendere l’operazione
su Soundcloud.
La piattaforma di condivisione della musica fondata a Berlino da
Eric Wahlforss ha circa 250
milioni di utenti ed è valutata 700 milioni di euro. È
possibile che Twitter guardi
proprio a questi utenti —
una platea giovane e diversa
da quella che popola il social network dei 140 caratteri
— per dare una spinta ai
propri numeri. Ma più in generale il problema di tutti i
cosiddetti over the top è la difesa della qualità dei contenuti. Google, Apple, Amazon,
Facebook e Twitter hanno ora un obiettivo
comune: senza contenuti di qualità la propria audience è destinata a crollare perché,
come insegna la parabola di iTunes, la condivisione distrugge i business tradizionali
per poi autocannibalizzarsi.
Massimo Sideri
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LITI DA CORTILE, EUROPA DIMENTICATA
UNA CAMPAGNA VERGOGNOSA
SEGUE DALLA PRIMA
Sì, sapendo però che negli ambienti politici e nei mercati è rimasta radicata l’idea —
più di un semplice retropensiero — che
l’Italia non ce la potesse, anzi che non ce la
volesse fare. E che una parte di essa fosse in
fondo disinteressata, o inconsapevole, delle
conseguenze globali delle sue azioni. Possiamo dire che il modo in cui i partiti italiani
stanno conducendo la campagna elettorale
non fa niente per dissipare questa idea. Domenica l’Italia eleggerà il dieci per cento dei
deputati che entreranno nel Parlamento di
Strasburgo. Parecchi. Ma alcuni andranno a
sostenere una battaglia per l’uscita dall’euro:
saranno inutili, nel senso che l’obiettivo non
ha possibilità di affermarsi se non in una crisi incontrollata; così facendo affermeranno
l’uso solo strumentale (prendere i voti di
un’opinione pubblica arrabbiata) di una
questione europea, nella peggiore tradizione. E altri entreranno con un mandato generico, senza avere discusso del presente e del
futuro dell’Europa con i cittadini e spesso
nemmeno all’interno dei loro partiti.
L’Unione Europea ha vinto la dura battaglia
per evitare il crollo della moneta unica. Un
risultato non scontato. E qualche altro passo
è stato fatto: ad esempio per la prima volta il
voto influirà sulla scelta del presidente della
prossima Commissione europea, affidata all’Europarlamento. I pericoli però non sono
finiti: c’è quasi ovunque un enorme problema di crescita delle economie, come hanno
segnalato i dati del Prodotto lordo europeo
nel primo trimestre.
Come mettere definitivamente in sicurezza l’Unione, su quali programmi di medio e
lungo termine; quali riforme introdurre per
favorire la crescita; e con quanto rigore e
quanta solidarietà: questi sono i temi dei
quali i futuri parlamentari e i partiti italiani
avrebbero dovuto discutere in campagna
elettorale (e sui quali dovrebbero andare a
impegnarsi in Europa). Non è stato così: occhi fissi solo sul potere, a Roma e in provincia. C’è da augurarsi che, a questo punto, siano gli elettori a parlare, a dire che la nuova
normalità del dopo crisi non è un’Italia chiusa, asfittica, relegata in periferia: andando a
votare in buon numero per l’Europa. Quando non c’è leadership, bisogna darsela.
Luigi Offeddu
Danilo Taino
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Una casa di libertà, pace e sicurezza
L’importanza di votare per l’Europa
di JOACHIM GAUCK, BRONISLAW KOMOROWSKI e GIORGIO NAPOLITANO
Pubblichiamo qui di seguito l’appello al
voto firmato congiuntamente dai presidenti Giorgio Napolitano, Joachim Gauck
e Bronislaw Komorowski in occasione
delle prossime elezioni europee. Non è un
caso che l’iniziativa sia partita dai massimi rappresentanti di Italia, Germania e
Polonia, tre Paesi drammaticamente segnati dalla Seconda guerra mondiale e in
cui è molto sentita la vocazione europea.
Le discussioni attorno alla pace e all’Europa dei tre Presidenti si sono fatte più intense a partire dall’incontro di Napoli del
19 novembre 2012.
C
ari cittadini, ci accingiamo ad eleggere il nuovo Parlamento dell’Unione Europea. Quest’anno la
nostra voce conterà più che in passato: per la prima volta la potremo
impiegare per influire significativamente
sulla scelta di chi guiderà la Commissione
europea verso il futuro. Allo stesso tempo, i
nuovi membri del Parlamento europeo
avranno una responsabilità crescente nell’ambito del processo di formazione delle
leggi. Ciò che faranno sarà importante per
tutti noi e per ciascuno di noi europei. Siamo in larga maggioranza consapevoli dei
vantaggi, concreti e quotidiani, che ci vengono dall’appartenenza all’Unione Europea.
Oggi sono dati per scontati le libertà e i diritti fondamentali. Non dovrebbero essere
considerati come acquisiti una volta per tutte. Essi devono essere invece costantemente
riaffermati e difesi.
Ormai da tempo si è affermato uno stile
di vita europeo al quale la maggior parte di
noi non intende rinunciare. Essere cittadini
europei significa oggi poter vivere, lavorare
ed esercitare un’attività imprenditoriale dovunque, all’interno dei confini dell’Unione.
Significa poter viaggiare senza controlli alle
frontiere e, spesso, senza neppure la necessità di dover cambiar moneta. Significa poter studiare a Varsavia, Roma, Berlino ed in
qualsiasi altra città in Europa. Significa poter esprimere il proprio punto di vista liberamente, sempre e dovunque. Essere europei significa, in definitiva, essere liberi.
Essere europei significa anche vivere al
sicuro. Possiamo fare affidamento su un insieme comune di norme e sul rispetto di
standard ambientali, sociali e di sicurezza
alimentare comuni. I vincoli della solidarietà europea sono così forti che possiamo fare
affidamento su uno sforzo comune per contrastare gli effetti della crisi economica e finanziaria. Combattere la disoccupazione e
ristabilire le condizioni per una crescita sostenibile costituiscono il nostro obiettivo
comune. Lavorando ed interagendo gli uni
con gli altri acquisiamo infatti la capacità di
plasmare insieme il nostro comune destino.
Nata dalle tenebre della più tragica delle
guerre, l’integrazione europea è stata, sin
dagli albori, un progetto di pace. Lo è ancora. La violazione dell’integrità territoriale
dell’Ucraina ci richiama all’urgente bisogno
di dar vita ad un sempre più stretto coordinamento europeo, ad esempio nei settori
della politica estera, di difesa e dell’energia.
Libertà e prosperità, pace e diritti umani:
questo è l’Europa. Ed è perciò che andare a
votare merita il nostro tempo ed il nostro
sforzo. Con il nostro voto possiamo davvero
influire sull’evoluzione delle politiche europee.
Per questi motivi, il 25 maggio, votate! Votate per l’Europa!
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LENTEZZA DELLA GIUSTIZIA
Processi e avvocati, il Paese degli eccessi
di PIETRO TRIMARCHI
C
aro direttore, l’Italia ha una posizione di spicco nell’ambito europeo per la lentezza della giustizia
civile. Dovendo spiegarsene il
perché, la spiegazione che sembra
ovvia e viene per prima alla mente è che
siano insufficienti le risorse dedicate all’organizzazione giudiziaria. Ma così non è; o
meglio: così non sarebbe in una situazione
normale, perché la spesa annuale per l’intero sistema giudiziario italiano (civile e penale) corrisponde a circa € 73 per abitante,
che corrisponde sostanzialmente alla media dei Paesi dell’eurozona (dati 2010 Cepej). Il problema è dovuto principalmente
all’ingente arretrato, che a sua volta si è
formato per l’insostenibile pressione di una
massa ingente di domande giudiziali.
2.399.530 nuove liti civili e commerciali in
un anno è un numero abnorme, perché
corrisponde a 40 nuove liti per 1.000 abitanti, dato che si confronta con 28 per la Francia, 19 per la Germania, 13 per l’Austria (dati
2010 Cepej).
Contrastare un fenomeno che ha radici nel
costume non è facile; ma qualcosa si può
fare. Si può e si dovrebbe, innanzitutto,
evitare che la via della lite infondata sia più
conveniente di quella dell’adempimento
del dovuto. È questo il caso, in Italia,
dell’adempimento di molti debiti di diritto
privato, per i quali la condanna attribuisce
sovente solo gli interessi legali, che oggi,
per esempio, sono calcolati al tasso dell’1%
annuo. Ciò significa che in questi casi il
debitore inadempiente è finanziato dal
creditore, per la durata del processo fino a
un provvedimento esecutivo di condanna,
al tasso (per il 2014) dell’1% annuo, mentre
un finanziamento bancario (che oltre tutto
non gli sarebbe sempre possibile di
ottenere) gli costerebbe oggi almeno il 5%
annuo. Ciò è tanto più sconcertante, in
quanto per il ritardo nel pagamento di
merci e servizi oggetto di operazioni
commerciali sono invece dovuti (per
imposizione europea, al solito) interessi al
tasso, oggi, dell’8,25% annuo.
Sembrerebbe, inoltre, corretto e opportuno
disporre che la parte soccombente, la quale
abbia temerariamente abusato del processo
agendo o resistendo in giudizio con
malafede o colpa grave, sia condannata a
pagare allo Stato una sanzione adeguata.
Merita poi di essere accertato se un
contributo alla riduzione del contenzioso
possa essere dato dalla Pubblica
Amministrazione, mediante un suo più
generale e rigoroso controllo preventivo
interno, che operi come filtro selettivo
delle posizioni da mantenere in giudizio,
separandole da quelle da abbandonare
spontaneamente in riconoscimento delle
DORIANO SOLINAS
CITTÀ PIÙ VIVIBILI E COMPETITIVE
ANCHE GRAZIE ALLA MOBILITÀ URBANA
buone ragioni della controparte. Si tratta di
una questione assai importante, poiché i
procedimenti in cui è parte la Pubblica
Amministrazione, spesso con cause seriali,
costituiscono una quota assai importante
del contenzioso.
Altra posizione di punta del nostro Paese
riguarda il numero degli avvocati (nel 2010
circa 350 avvocati ogni centomila abitanti, a
fronte, per esempio, di 80 in Francia e 190
in Germania: dati Cepej).
«Troppi avvocati!» scriveva Piero
Calamandrei con riferimento ai dati del
1913 (quando avvocati e procuratori erano
21.488: 59 ogni centomila abitanti; oggi
sono circa 250.000).
Troppe cause, perché troppi avvocati, o
invece, gli avvocati sono molti per
provvedere alle molte cause? O, infine,
entrambi gli eccessi sono paralleli e hanno
la radice nella particolare cultura del Paese?
Delle due prime tesi, la seconda non
sembra fondata: la domanda di giustizia è
cresciuta, ma se il numero degli avvocati
fosse adeguato alla pressione della
domanda, essi dovrebbero essere
pienamente occupati, mentre così non è,
poiché risulta che in gran numero sono
in difficoltà per insufficienza di lavoro.
La tesi opposta — che siano gli avvocati
a fomentare le liti — si ricollega con una
secolare diffidenza verso la categoria e,
più in generale, verso i giuristi: dal detto
«giuristi, cattivi cristiani», ripetutamente
ripreso da Lutero, all’Azzeccagarbugli del
Manzoni. La tesi non è rigorosamente
dimostrabile, e va in ogni modo
ridimensionata, considerando che, di
regola, l’incontro fra avvocato e cliente
avviene su iniziativa di quest’ultimo, e non
viceversa. È peraltro ragionevolmente
presumibile che avvocati con poco lavoro
non siano molto portati a frenare la
litigiosità dei loro clienti. Anche per questa
ragione, di fronte al gravissimo problema
della crisi della giustizia civile, che richiede
di adottare tutti i rimedi ragionevoli e
possibili, l’opportunità di introdurre un
numero programmato per l’ammissione
all’esercizio della professione andrebbe
seriamente considerata.
Questa soluzione, dopo le deplorevoli
vicende degli esami d’avvocato a Catanzaro,
che ora si vorrebbero sostituire con la facile
abilitazione professionale ricercata in certi
Paesi stranieri per poi farla valere in Italia,
si raccomanderebbe, inoltre, come l’unica
veramente in grado di assicurare un
sufficiente livello di competenza tecnica. La
critica, secondo la quale limiti all’accesso
alla professione sarebbero contrari alle
esigenze del mercato, appare dettata da
una concezione scolastica e semplicistica
dei benefici della concorrenza; inoltre
trascura che la garanzia di competenza
tecnica non è solo nell’interesse del cliente,
ma è anche nell’interesse pubblico alla
qualità del giudizio, poiché il dibattito fra
difensori competenti è di grande aiuto a chi
deve poi decidere la lite, come qualsiasi
giudice può testimoniare.
Professore emerito di Diritto civile
all’Università Statale di Milano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Mercoledì 21 Maggio 2014
35
italia: 51575551575557
Lettere al Corriere
LA SPARTIZIONE DELL’AFRICA
FRA CATTOLICI E PROTESTANTI
Risponde
Sergio Romano
Dopo anni di colpevole
silenzio sulla carneficina
operata dalla setta islamica
del Boko Haram, contro i
cristiani in Nigeria (si parla
di oltre 10 mila morti) ora
tutto il mondo si è commosso
per il rapimento delle
studentesse. Governo
nigeriano, Usa, Francia
stanno concertando le misure
idonee per ottenerne la
liberazione. Chi e quando ha
portato il cristianesimo in
Nigeria, che pare seguito da
una percentuale consistente
della popolazione? Chi
finanzia Boko Haram?
Carmen Bellavista
carmenbellavista@
outlook.com
Cara Signora,
on credo che vi sia stato
silenzio. I mezzi d’informazione, soprattut-
N
STATI UNITI
La pena di morte
Caro Romano, sul no alla pena
di morte sono persuaso che la
maggioranza della gente sia
d’accordo. Ciò non dovrebbe
però indurre ad astenersi
dall’interrogarsi sulle ragioni
che spingono talune civiltà
avanzate (ad esempio gli Stati
Uniti) a considerare la pena
capitale una misura valida ed
efficace. Una volta scartata
l’ipotesi che sia il senso di
inumanità a dettare la scelta,
rimane quella del deterrente e
della lezione da dare a chi si
macchia dei delitti più efferati.
Ma se le statistiche poi
sconfessano detta tesi, a che
pro certe nazioni perpetuano il
diritto di uccidere i colpevoli
anche con sofferenze (queste
sì) inumane? La ragion di
Stato è ancora così forte da
additare la morte a
soddisfazione della pretesa
punitiva e a strumento di
contrasto al crimine violento?
Alessandro Prandi
alessandro.prandi51@
gmail.com
Mi limito a una risposta breve, limitata agli Stati Uniti e necessariamente parziale. Molti
to nell’era della globalizzazione, sono costretti a saltare da
un continente all’altro. Ma
non passa giorno senza che la
stampa e la televisione riservino spazio alla crescente ondata del terrorismo islamista
nel Sahel, in altre zone dell’Africa a sud del Sahara e nel
Corno d’Africa. Il fenomeno è
almeno in parte collegato alle
resistenze con cui gli islamisti
si sono scontrati, dopo gli attentati dell’11 settembre, negli Stati Uniti, nell’Europa
centro-occidentale e in Russia. Tenuti a bada in Occidente, hanno spostato le loro
operazioni nel continente
africano dove i loro attentati
hanno un obiettivo strategico: dimostrare che i governi
più o meno laici e filo-occidentali non sanno garantire la
sicurezza dei loro cittadini.
Ogni attentato, soprattutto
americani continuano a pensare, biblicamente, che il sangue
si lava con il sangue e che soltanto la morte dell’assassino
può dare soddisfazione ai parenti della vittima.
CAPITALI DALL’ESTERO
Solo speculazioni?
Blackrock, la più grande
società di investimenti del
mondo, è entrato in Intesa
Sanpaolo, in Unicredit e in
Mps. People’s Bank of China,
la banca centrale cinese, ha
rilevato azioni di Eni e di Enel.
Altri capitali stranieri sono
entrati recentemente. Da una
parte, si afferma che l’Italia è
diventata un terra di
conquista; dall’altra si
risponde che è il segnale
dell’interesse degli investitori
stranieri per il mercato
La tua opinione su
sonar.corriere.it
Tassisti di Milano in
rivolta contro le «auto
con conducente» di
Uber. Siete d’accordo
con la loro protesta?
@
Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a:
«Lettere al Corriere» Corriere della Sera
via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79
quando colpisce le aziende
straniere e le istituzioni della
società civile, denuncia l’impotenza delle autorità e scoraggia gli investimenti stranieri. Il denaro necessario alla
loro organizzazione viene
spesso dall’uso criminale (ricatti, estorsioni, contrabbando) delle risorse naturali del
Paese in cui stanno operando.
In Nigeria, per esempio, la
maggiore fonte dei loro finanziamenti è probabilmente
il petrolio.
Alla sua domanda — chi ha
portato il cristianesimo in Nigeria? – devo dare la stessa risposta che darei se lei mi
avesse interrogato sulla diffu-
italiano. Fino a che punto ciò
possa fare bene alla nostra
economia è tutto da vedere. Gli
investimenti non generano
sviluppo e posti di lavoro.
Semplicemente si tratta di
investimenti speculativi.
Giorgio Volonteri
Imperia
«GOMORRA»
Il cartello pubblicitario
Di fronte all’Altare della
Patria, in Piazza Venezia,
giganteggia un cartellone di
propaganda per «Gomorra».
Non si poteva scegliere un
posto meno solenne per
esporre le facce volutamente
sione della cristianità in qualsiasi altro Paese africano: il
colonialismo. Mentre l’Islam
si diffondeva fra le popolazioni animiste grazie ai mercanti
musulmani che operavano
soprattutto lungo le coste occidentali e orientali del continente, il cristianesimo marciava con le truppe conquistatrici delle potenze europee.
Per l’evangelizzazione cattolica del continente furono creati nuovi ordini religiosi fra cui
i Missionari comboniani del
cuore di Gesù (dal nome di
Daniele Comboni, primo vescovo di Khartum) e la Société des missionaires d’Afrique, meglio noti come pères
blancs, fondata nel 1868 da
Charles Lavigerie, arcivescovo
d’Algeri. La diffusione del cristianesimo protestante, invece, fu dovuta principalmente
ai missionari britannici e di
altri Paesi di lingua inglese.
La Nigeria è uno dei Paesi
in cui i due volti della cristianità sono presenti, più o meno, alla pari. I cattolici sono
30 milioni e i protestanti poco
meno, ma con un largo ventaglio di confessioni: 17 milioni
di anglicani, 6 milioni di battisti, 4 milioni di presbiteriani, 1 milione e mezzo di evangelisti. Le segnalo infine, cara
Signora, che gli anglicani dell’Africa sono oggi una delle
maggiori componenti della
Comunità anglicana ed episcopale nel mondo. Grazie al
loro numero fanno del loro
meglio per frenare le tendenze «troppo» liberali dei loro
fratelli inglesi e americani,
soprattutto quando occorre
decidere se un vescovo possa
vivere nel palazzo vescovile
con il suo compagno.
da galera dei protagonisti,
risparmiando al Milite Ignoto
l’umiliante vista di quel che
rimane della sua gloria
dimenticata?
NOLE DJOKOVIC
Corrado Rubeo
[email protected]
STILE E SOBRIETÀ
Rinuncia alle auto blu
Il Capo della Polizia ha
rinunciato a scorta e auto
blindata preferendo una più
economica berlina. Dopo aver
notato il Comandante generale
dell’Arma dei Carabinieri che
da tempo arriva alle cerimonie
ufficiali con una vettura non di
rappresentanza, fa piacere
osservare che alcuni altissimi
dirigenti dello Stato stiano
dando esempio di sobrietà e
stile.
Carlo Panucci, Roma
SUL WEB Risposte alle 19 di ieri
La domanda
di oggi
Sì
La proposta del
ministro all’Istruzione
Stefania Giannini:
i bambini scuola
a 5 anni. Condividete?
8
No
92
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Gesto da imitare
Al nobilissimo gesto del
tennista Nole Djokovic, il quale
ha dato in beneficenza il
proprio montepremi del Torneo
di Roma, non sarebbe male se
seguisse la stessa azione di
qualche milionario operante in
altri campi, primo fra tutti
quello della politica!
Mauro Mai, Rieti
LIMITE DI ETÀ A 70 ANNI
Presidenti di seggio
Un amico che per moltissimi
anni è stato presidente di
seggio durante le tornate
elettorali, mi riferisce che per
le elezioni europee non può più
ricandidarsi —secondo la
legge — perché ha superato i
70 anni. Se la legge prevede
per tale incarico una norma
cosi restrittiva, considerato
che esso, secondo la mia
opinione, è meno importante e
meno delicato rispetto a quello
svolto dai parlamentari, mi
domando: per quale legge
soprannaturale una norma
simile non è prevista per i
politici in Parlamento?
E-mail: [email protected]
oppure: www.corriere.it
oppure: [email protected]
Tuttifrutti
di Gian Antonio Stella
Quelle tangenti
nel paese di Maccus
C
ome mai ventidue anni dopo lo scoppio di Mani Pulite
c’è gente che continua a chiedere tangenti e gente che
continua a pagarle? Alla domanda che tanti ipocriti si sono pensosamente posti nei giorni scorsi dopo gli arresti
per l’Expo 2015, risponde una sentenza del tribunale di
Napoli Nord. Così bonaria verso l’imputato da incoraggiare alla
mazzetta ogni amministratore pubblico che si senta portato al
mestiere di ladrone.
Eugenio Di Santo, un ricco imprenditore sindaco di Sant’Arpino, in provincia di Caserta, era stato arrestato sei mesi fa per avere
«ripetutamente sollecitato» un imprenditore che gestisce i servizi
mensa delle scuole comunali a «regalargli» un prezioso bracciale
tempestato di diamanti che costava intorno ai tremila euro e che,
stando a quanto diceva, avrebbe dovuto regalare a sua volta a un
magistrato.
Nessun dubbio sui fatti. Come ha scritto ieri mattina sul Mattino Marilù Musto, l’uomo non poteva che «ammettere la colpa a
fronte di prove schiaccianti: un video che ritraeva il sindaco con la
sua vittima sul retro della scuola elementare, nastri registrati durante i colloqui fra i due e una denuncia ai carabinieri presentata
dal ristoratore alla stazione di Lusciano il 1 novembre 2013. Difendersi sarebbe stato inutile, meglio chiedere la riqualificazione del
reato e andare avanti in un processo più breve possibile. Bisognava evitare l’interdizione dai pubblici uffici». Ed è esattamente
quello che, grazie al patteggiamento, Eugenio Di Santo ha ottenuto l’altro giorno dal tribunale di
Le condanne
Napoli Nord. I giudici, presidente
Maria Picardi, lo hanno
bonarie possono Alberto
infatti condannato a un anno e sei
alimentare
mesi di carcere. Più il pagamento
di 2.500 euro come risarcimento
il sistema
all’imprenditore costretto a pagadelle mazzette
re e al Comune. Tanto per capirci,
visto che la popolazione del paese
assomma complessivamente a
14.267 anime, l’onore di ogni abitante offeso dal tangentismo del
primo cittadino è stato valutato 17 centesimi.
Di più: trattandosi di una condanna inferiore ai due anni, così
leggera anche grazie al fatto che il Comune non si era costituito
parte civile, la pena è stata sospesa. E poiché l’uomo non si era
mai dimesso (si era candidato a sindaco con questa promessa:
«Né io, né gli assessori, né i consiglieri comunali prenderemo un
solo euro in cinque anni») potrebbe teoricamente tornare in sella.
Come andrà a finire non si sa. Dopo la condanna l’uomo, eletto
da un’«alleanza democratica» trasversale che comprendeva il Pd,
l’Udc, i socialisti, i mastelliani e altri ancora, è stato festeggiato
nella sua villa da decine di simpatizzanti entusiasti. Un altro elettore si è spinto a scrivere sulla pagina Facebook del condannato:
«abbiamo sempre confidato in te, Gesù!». Ancora più divertente,
a latere, c’è un’altra noterella: solo due settimane fa quel Comune
che non si è costituito parte civile contro il sindaco reo confesso
ha premiato il presidente del Senato Pietro Grasso nel corso della
manifestazione «Pulcinellamente»… Il paese si vanta infatti di
aver dato i natali, secoli fa, al personaggio teatrale di Maccus.
L’antenato di Pulcinella. Complimenti: coerenza perfetta…
❜❜
Enzo Marchiori, Bresso (Mi)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Interventi & Repliche
Expo: sfida da non perdere
L’appello lanciato dalle pagine del Corriere del
18 maggio da parte di Giangiacomo Schiavi è
l’ennesima dimostrazione di quanto
l’Esposizione Universale rappresenti un
evento di portata storica per Milano e per
l’Italia. I recenti avvenimenti di cronaca hanno
«macchiato» la nostra reputazione, ma anche
continuare a ribadire che l’evento sarà «mafia
free» o che l’Autorità Anticorruzione vigilerà
su Expo, non fa altro che rafforzare la
convinzione presso i nostri interlocutori esteri
che l’evento e in definitiva il nostro Paese
siano in un continuo stato di emergenza. Sia
chiaro, è fondamentale rafforzare i controlli
per evitare che episodi di malcostume, che
comunque si verificano puntualmente in ogni
Paese al mondo in occasione di eventi di
questa portata, siano il solo «bigliettino da
visita» che in questo momento circola nel
mondo. Nel mio specifico caso, «per poter
vendere» il padiglione americano mi trovo
nella condizione di «dover vendere» il nostro
Paese a investitori americani, raccontando
una storia convincente, abbattendo luoghi
comuni e fugando ogni dubbio sul reale
ritorno dell’investimento. Sforziamoci di
ribaltare la comunicazione di questi giorni e
facciamo in modo che i veri ambasciatori di
Expo siano i ragazzi e le imprese di ogni
angolo del mondo che hanno voglia di
stupirci con la loro creatività, operosità ed
ingegno. Questo è il modo migliore per
invitare le imprese, americane nel mio caso,
ad investire sul nostro Paese ancor prima che
nel padiglione Usa. Uno sforzo che
sicuramente porterà i suoi frutti e che, nella
nostra ambizione, convincerà qualche
investitore americano non ancora presente
nel nostro mercato a investire qui, creando
occupazione e sviluppo. Qualche giorno fa ho
lanciato una provocazione, chiedendo al
nostro governo l’istituzione di un ministero
dedicato esclusivamente dedicato ad Expo,
con l’impegno d’onore di cessare le sue
funzioni il 1° novembre 2015, dopo la
presentazione di un rendiconto dell’attività
svolta. Stiamo parlando di un evento che
genererà tra i 25 e i 69 miliardi di euro di giro
d’affari sino al 2020, come da studi di
Camera di commercio di Milano e
Confindustria , tra il 2 e il 5% del Pil. Numeri
del genere giustificano un impegno politico
prioritario, allo scopo di valorizzare e
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2,00; Lux € 2,00; Malta € 2,00; Monaco P. € 2,00; Olanda € 2,00; Portogallo/Isole € 2,50; SK Slov. € 2,20; Slovenia € 2,00; Spagna/Isole € 2,50; Hong Kong HK$ 45;
capitalizzare a livello internazionale quello
che si sta costruendo. La domanda da porci è:
quanti eventi di questa portata economica e
di visibilità si svolgeranno in Italia nei
prossimi anni? La risposta è, Expo a parte,
zero. Stiamo costruendo oggi il futuro che
lasceremo in eredità ai nostri figli domani.
«Once in a generation opportunity» dicono in
America. Impegniamoci con visione, non
limitiamoci al contenimento del danno,
attingiamo a piene mani da un futuro
prossimo da cui il nostro Paese può e deve
trarre vantaggio. Un’annotazione: qualcuno
si ricorda quale fosse il tema degli Expo
precedenti? Non se lo ricorda nessuno. Per la
prima volta l’Expo di Milano avrà un tema
molto sfidante e cucito intorno al nostro
Paese, che ogni padiglione affronterà senza
divagazioni, consentendoci di stare sulla
scena da protagonisti oltre la durata dei 6
mesi di manifestazione. Quello che
permetterà all’Expo di Milano di essere un
successo sarà dare una risposta convincente
alla domanda, che mi viene spesso rivolta:
«why Italy?». La risposta a questo
interrogativo è già oggi dipinta sui volti dei
tanti ragazzi, la «Generazione Expo», che si
identificano nel mondo globale e
interconnesso di oggi e di cui il Expo 2015 è
una perfetta rappresentazione. Questa però
è la sfida che la mia generazione non deve
perdere.
Simone Crolla
Consigliere delegato American Chamber
of Commerce in Italy, Executive Vice President
Friends of the Usa Pavilion
EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago
- Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti
23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030
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Presse Service Co. Ltd 44/10 Soi Sukhumvit, 62 Sukhumvit Road, Bang Chark, Phrakhanong - Bangkok 10260 - Thailandia
na + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20. In Campania, Puglia, Matera e prov., non acquistabili separati: lun. Corsera + CorrierEconomia del CorMez. € 0,93 + € 0,47; m/m/g/d
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Alto Adige, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 +
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prov. non acquistabili separati: l/m/m/g/d Corsera + CorFi € 0,62 + € 0,78; ven. Corsera +
Sette + CorFi € 0,62 + € 0,50 + € 0,78; sab. Corsera + Io Donna + CorFi € 0,62 + € 0,50 + €
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PREZZI: *Non acquistabili separati, il venerdì Corriere della Sera + Sette € 1,90 (Corriere €
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1,20 + € 0,20; ven. Corsera + Sette + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20; sab. Corsera + IoDon-
La tiratura di martedì 20 maggio è stata di 487.254 copie
ISSN 1120-4982 - Certificato ADS n. 7682 del 18-12-2013
Thailandia THB 190; UK Lg. 1,80; Ungheria Huf. 650; U.S.A. USD 5,00. ABBONAMENTI: Per informazioni sugli abbonamenti nazionali e per l’estero tel. 0039-0263.79.85.20 fax 02-62.82.81.41 (per gli Stati Uniti tel. 001-718-3610815 fax 001-718-3610815). ARRETRATI: Tel. 02-99.04.99.70. SERVIZIO CLIENTI: 02-63797510 (prodotti collaterali e promozioni).
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36
Mercoledì 21 Maggio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Spettacoli
In platea Il dramma dei Dardenne
C
L’operaia Cotillard emoziona
e punta alla Palma d’oro
di PAOLO MEREGHETTI
i sono dei film che riempiono gli occhi, altri che
soddisfano la mente. Deux jours, une nuit (Due
giorni, una notte) dei fratelli Dardenne riempie il cuore.
Non che non abbia altre qualità, tutt’altro, ma è un film
che va diritto all’emozione, anche se è ben attento a non
«ricattare» mai lo spettatore. Piuttosto usa l’empatia
con la protagonista per aprirti gli occhi sull’oggi e sulla
realtà. La storia è semplicissima: un’operaia belga
(Marion Cotillard) ha un weekend — i due giorni e la
notte del titolo — per convincere i suoi sedici colleghi
se accettare o rifiutare il bonus promesso dall’azienda
in «cambio» del suo licenziamento: lavoreranno tutti
un po’ di più per una gratifica di mille euro. Lei, Sandra,
esce da una depressione (e per questo l’azienda non la
Il Festival
Ieri protagonista con
una storia tratta da
Cocteau e il restauro
di «Matrimonio
all’italiana». Oggi una
lezione di cinema
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
CANNES — «Sto strillando, mi
senti? Pronto, pronto...» esclama
un’intensa Sophia Loren. Una donna
attaccata al telefono, il filo che va
dritto in bocca al precipizio. È il film
di 25 minuti diretto da suo figlio Edoardo Ponti («Lei mi ha donato la vita,
io le dono questo piccolo film»), che
ha riadattato con Erri De Luca il celebre monologo di Cocteau, che qui
perde l’articolo e si intitola Voce umana. Tutti si alzano in piedi ad applaudire la diva, vestita color oro con la
porporina. È la seconda volta che accade in poche ore, dopo il tributo alla
cena dei registi e giurati selezionati
quest’anno, davanti ai fratelli Dardenne e Wim Wenders, Willem Dafoe
e una Sofia più piccola (Coppola), e ai
vertici del festival.
Ieri, oggi e domani: la tre giorni
della Loren si conclude questo pomeriggio, quando terrà una master class
su cui ha le idee ancora da mettere a
fuoco: «Io devo dare delle lezioni di
cinema? Ma no, mi faranno delle domande, non è che devo inventare la
storia dei fratelli Lumière, mi arrangerò come ho sempre fatto». A Cannes, che vide la prima volta quando
ancora doveva fare cinema, porta il
film diretto da suo figlio. Si sa quanto
Donna Sophia sia protettiva in famiglia: «Cosa posso dire, Edoardo è un
regista attento, meraviglioso, sensibile; sceglie sempre storie difficili da
fare e anche stavolta è così». Interviene Edoardo: «Mamma è un’attrice
istintiva, che non prova. Qui abbiamo
provato per sei settimane, perché altrimenti il monologo è un blocco ripetitivo, dovevamo costruire un itinerario emotivo». «È stato come una
pièce teatrale — dice lei — è un monologo che hanno fatto tante grandi
del cinema, Ingrid Bergman, la Thulin. E Anna Magnani: quando la vedevi
ti veniva voglia di fare questo mestiere.
Bella, intelligente,
piena di coraggio.
Un’attrice se si vuole
cimentare in cose importanti sceglie La voce umana. Erano tanti
anni che lo volevo fare.
Ma prima non avevo
l’età giusta».
La storia di una donna al crepuscolo di una
storia d’amore, che viene lasciata dal suo uomo. Il set è Napoli negli
phia Lobacio tra So
anni 50, la casa di lei è Passione L’intenso o Lo Verso (50) ne
ric
En
ed
immersa nella penom- ren (79 anni)
i. In alto,
oardo Pont
bra. In questo adattamen- «Voce umana» di Ed adre ieri a Cannes
m
la
n
co
to Sophia recita in napole- il regista (41)
La diva Sophia
«Ho tanta energia, voglia di fare e sogni»
Applausi al film diretto dal figlio Edoardo
tano. La perdita dell’«ultimo amore
della mia vita» è ancora lontano, come ogni martedì gli ha preparato la
melanzana alla parmigiana. Arrivano
le prime parole: «Sotto i bombardamenti della guerra ho perso tutto,
mio marito… È calato il sipario sugli
anni miei, poi sei arrivato tu e hai rimesso in piedi la mia vita, a forza delle tue carezze mi hai tolto la cenere
dal cuore». C’è la presenza muta di
Enrico Lo Verso, l’amante giovane che
appare nei flashback di quando erano una coppia felice. D’un tratto si
baciano (questione di due-tre secondi). Edoardo aveva già diretto in un
cortometraggio Lo Verso; gli ha detto
un po’ scherzando e un po’ no:
«L’idea che mia madre baci qualcuno
non mi fa felice, ho voluto te perché ti
conosco». «In quella scena — dice
l’attore — ero emozionato prima di
girarla, una volta partito il ciak, eravamo solo colleghi. Ho conservato un
quaderno delle elementari in cui nella copertina c’è una foto della Loren.
Lei ha aspettato per interpretare La
voce umana, prima non sarebbe stata
credibile. Una donna come lei essere
lasciata a quarant’anni…».
Il corto precede la proiezione di
Matrimonio all’italiana nel restauro
della Cineteca di Bologna. Uno dei
quattordici film che Sophia ha girato
Dal 28 maggio
«Voce umana», libro e dvd
Voce umana con Sophia Loren ed Enrico Lo
Verso è il cortometraggio (25 minuti) diretto da
Edoardo Ponti e ispirato al celebre monologo di
Cocteau. Il dvd e un libro (che raccoglie il dialogo
tra il critico Maurizio Porro e la diva italiana)
saranno in vendita da mercoledì 28 maggio: in
edicola con il Corriere della Sera e in libreria con
Rizzoli.
con Marcello Mastroianni: «Mamma
mia, che bello rivederlo nel poster del
Festival, è come se dicesse: “Ci sono
anch’io”. Ricordo ogni dettaglio dei
miei film, ci sono momenti che non
ti dimenticherai mai, penso al sasso
che tiro in La ciociara, Vittorio De Sica era diventato piccolino piccolino
dietro la macchina da presa». Il cinema italiano oggi? «L’Oscar a Sorrentino porterà cose positive. Siamo bravi,
belli, abbiamo tante cose da dire. Ci
vogliono i soldi». Voterà alle elezioni?
«Io non voto. Sono francese, mi sono
sposata in Francia, all’epoca non c’era
il divorzio in Italia». A settembre
compie 80 anni: «Il regalo più bello
sarebbe una chiamata da papa Francesco. Io però ve lo dico, se lo sento al
telefono, svengo. Gli anni passano
per tutti, che devo fare. Sto benissimo, con tanta energia e voglia di fare.
Ho un sogno che non posso rivelare,
una cosa importante che vorrei fare e
non ho mai fatto a cui devo pensare
attentamente». Signora, vede eredi?
«Mhhh». Brusio in sala. «Scusate, è la
napoletanità che viene fuori. Sono un
po’ stanca, non lo so».
Valerio Cappelli
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Corriere della Sera Mercoledì 21 Maggio 2014
Spettacoli 37
italia: 51575551575557
Baci
da Bollywood
La star indiana
Aishwarya Rai
(40 anni) sul
red carpet del
film «Due giorni, una notte»
dei Dardenne
considera più all’altezza del lavoro) ed è rassegnata al
peggio ma l’incoraggiamento del marito (Fabrizio
Rongione) e di una combattiva collega la spinge a
contattare i sedici colleghi per convincerli a difenderla.
La grandezza dei Dardenne, come sempre autori della
sceneggiatura, è quella di lasciare pochissimo spazio ai
«problemi» sindacali per scavare nelle contraddizioni
delle persone: solidarietà contro
gratificazione finanziaria, libertà di
decisione contro ricatti aziendali
(il capofabbrica è una presenza
lontana ma incombente),
disponibilità al sacrificio contro
egoismo. A reggere tutto il film,
Volti
dall’Oriente
Le attrici
Miyuki Matsuda e Jun
Yoshinaga e
la regista Naomi Kawase
(da sinistra)
Il selfie
della modella
La modella
ceca Petra
Nemcova (34
anni) si fa un
selfie davanti
ai flash dei
fotografi
una Cotillard davvero straordinaria, capace di
comunicare la tensione che la agita — non vuole
«elemosine», non vuole ricattare nessuno — grazie a
una forza espressiva intensissima, vera e commovente,
che la candida a una Palma che finora le è sempre
sfuggita. E che i due registi (già premiati con due Palme
d’oro, una terza sarebbe un record) assecondano con
una macchina da presa come sempre molto mobile ma
che questa volta più che «pedinare» i personaggi, li
inquadra in un contesto umano e sociale di più grande
respiro. È piuttosto Naomi Kawase che sta addosso ai
suoi due adolescenti, i protagonisti di Futatsume no
mado (Still the Water), l’altro film in concorso ieri. I
timidi sedicenni Kyoto e Kaito scopriranno cosa sono
Due giorni, una notte
di Luc e Jean Pierre Dardenne
Futatsume no mado
di Naomi Kawase
da evitare interessante
da non perdere capolavoro
l’amore e la morte attraverso i destini dei rispettivi
genitori: la madre di lei in lotta con un tumore, quella di
lui con la solitudine dopo l’abbandono del marito.
Insieme, impareranno ad accettare dolore e gioia, che si
alternano senza possibilità di controllo come l’agitarsi e
il calmarsi della natura — vivono su un’isola spesso
devastata da tifoni — per riuscire alla fine a capire quali
sono i rispettivi sentimenti. Un viaggio alla scoperta di
sé e della vita che la Kawase racconta con un occhio
sensibile al fascino della natura selvaggia — vento,
onde, piogge, neve — e con un incedere meditabondo e
ondivago, attenta alla bellezza delle cose quanto ai
sentimenti delle persone.
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Il debutto L’attore sceglie periferie degradate per il suo set
Gosling regista dark:
il mio modello è Lynch
Un’America da incubo in «Lost River»
L’abito di Marion
Marion Cotillard, 38 anni,
ha stupito indossando
un abito in rilievo di Maison
Martin Margiela Couture,
con bottoni, perline
e altri elementi colorati
CANNES — La lista degli attori che, diventando registi, aspirano a essere emuli di
Ben Affleck e Clooney, all’ombra di Eastwood, continua ad allungarsi. Ryan Gosling, 33
anni, ex ragazzino del Mickey Mouse Club
canadese figlio della middle class operaia e
apprezzato in Europa e a Hollywood ha rinunciato a vari ruoli per dirigere il suo horror fantasy intitolato per tutto il tempo delle
riprese How to catch a monster, poi diventato Lost River, girato a Detroit
Una città stretta da una drammatica crisi
economica e che giovani e vecchi stanno abbandonando, ma che sembra ispirare da ultimo il cinema con alcuni suoi interi quartieri abbandonati e, infatti, come dice lo
stesso Ryan: «Anche Jarmusch, uno dei registi che più mi piacciono, per il suo film Only
lovers left alive (Solo gli amanti sopravvivono) ha voluto girare dove io ho ambientato il
film che ho scritto e diretto e del quale ho
scelto una a una tutte le musiche, con note
che svariano dal country al jazz. Ci sono a
Detroit un senso di vitalità e una atmosfera
di spettrale solitudine e disfacimento».
Il giovane attore amico sin dall’infanzia di
Justin Timberlake — e che Clooney aveva
voluto per Le idi di marzo — da tre anni voleva passare dietro la cinepresa. «Sino a che
ho scelto l’isolamento per scrivere un copione ambientato in un immaginario luogo che
ho chiamato Lost River, ma che ha come tela di fondo le ville vittoriane più fatiscenti di
Detroit e le case popolari coperte da graffiti».
«Voglio che sia il pubblico a giudicare il
mio film — ribadisce da mesi e lo ripete a
Cannes — perché parlarne sarebbe comunque riduttivo per me. Amo il cinema, insieme a quello di altri autori, David Lynch in testa. Mi è spesso capitato, nella regia del mio
primo film, di pensare a quello che mi ave-
In camicia Ryan Gosling è nato a Londra il 12 novembre 1980
✒
Wenders e la bellezza di Salgado
I
l grande fotografo Sebastião Salgado è il soggetto
dell’ultimo documentario di Wim Wenders, firmato
insieme al figlio del fotografo, Juliano, Il sale della terra
(uscirà in Italia il 28 agosto), presentato nella sezione «Un
certain regard». La voce del fotografo, che spesso riempie lo
schermo con il suo volto segnato dalla vita, accompagna e
spiega il suo percorso umano e professionale: la giovinezza
in Brasile, la famiglia, la decisione di documentare la fatica
dell’uomo e poi i grandi reportage sui dannati della terra,
fino a quelli in Etiopia, nell’ex Jugoslavia e in Ruanda, la
cui violenza gli ha fatto depositare la macchina fotografica.
Fino al ritrovato entusiasmo per la Natura e la sua
capacità di «sopravvivere» all’uomo, con cui si chiude un
film appassionante e di lancinante bellezza. (p.me.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
«Caricaturistes»
vano dato alcune sue opere, con il senso del
paesaggio, personaggi capaci di travalicare
ogni genere. Lost River non è un film horror, oscilla tra reale e immaginario, ma spero metta bene a fuoco una Detroit emblematica per l’America, con le sue industrie di automobili, i giovani che la abbandonano, i
vecchi che ne ricordano i tempi d’oro e vorrebbero ritrovare il senso della collettività. Il
film oscilla tra sogni e quotidiano, incubi e
affetti di una famiglia».
Ryan ha scelto un cast quanto mai vario,
da Christine Hendricks all’espressiva Saoirse Ronan la quale da mesi dice a Hollywood:
«Quella con Gosling è stata un’esperienza
speciale: con Eva Mendes, Iain De Caestecker, Matt Smith, Barbara Steele, Ben Mendelsohn abbiamo tutti davvero vissuto ogni
giorno fianco a fianco con Ryan».
Una scelta rischiosa comunque per Gosling: la pellicola non ha una distribuzione
Usa, sulla Croisette cerca compratori per tutti i Paesi. Spiega: «Ho dimenticato di essere
un attore dirigendo il film. Che inizia con un
bimbo che vaga nella campagna: saranno le
nuove generazioni a ridare linfa a Detroit.
Non voglio assegnare un cine/genere al nostro lavoro, che per me riflette anche tante
pellicole degli anni Settanta e Ottanta, con
sogni spezzati, speranze, crisi poi esplose.
Vivo a Los Angeles — ride — dove ci sono
sempre incendi, come in Lost River».
La passione di Ryan per il teatro — a Los
Angeles non è difficile vederlo nella platea
di spettacoli sperimentali, non certo solo
sulla sua inseparabile moto — trova espressione nel ruolo affidato a Eva Mendes (si lasciano e si riprendono), protagonista nel
film di uno spettacolo mortuario, ritmato
dalle musiche di Johnny Jewel, un compositore amico di Ryan, lui stesso anche musicista. «Nel film ho messo molto di me, della
mia infanzia, del mio vagabondare nella natura del Canada — afferma Gosling —. Continuerò a essere un attore, è stata speciale
l’esperienza con Mara Rooney in un film girato da Terrence Malick ad Austin, in Texas.
Ma in futuro conto di cimentarmi ancora
come regista, perché dietro la cinepresa mi
sento creativo».
Giovanna Grassi
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Coming Home L’autore ed ex compagno dell’attrice torna al passato: «Senza di lei non avrei girato questa storia»
Gong Li e l’amore senza memoria per Zhang Yimou
CANNES — «Senza di lei questo film non
avrei potuto realizzarlo — ammette Zhang
Yimou, maestro del cinema cinese, ieri a
Cannes con Coming Home —. Solo Gong Li
possiede l’arte e la sensibilità necessarie per
un personaggio come Wan Yu, capace di
amare oltre il tempo e la memoria». Gong
Li, ancora e sempre lei. La musa di Zhang, la
straordinaria interprete di Lanterne rosse,
per molti anni anche la sua compagna di vita. Che qui nel ‘95 con La triade di Shanghai
sancì con delle lacrime inattese la loro separazione. Da allora sono passati quasi vent’anni. Proprio quanti separano la coppia di
Coming Home, Wan Yu e suo marito Yan Shi
(il magnifico Chen Daoming) divisi dall’ottusità feroce di una Rivoluzione Culturale
allergica a ogni dissenso.
Finito in un campo di rieducazione l’uomo riesce a fuggire, tenta di riavvicinarsi alla famiglia ma viene denunciato dalla figlioletta, che quasi non lo conosce e spera di far
carriera come danzatrice nel Distaccamen-
Sguardo Gong Li (48 anni) e Zhang Yimou (62)
to femminile rosso. Quando infine torna a
casa, e a quel punto sono passati appunto
20 anni, scoprirà che la moglie ha perso la
memoria. Non lo riconosce più, ogni volta
chiede chi lui sia. E lui, che la ama di amore
profondo, tenta ogni strada per riaccenderle un barlume di ricordi. Mostrandole vecchie foto, suonando al piano motivi un tempo cari a entrambi, leggendole le centinaia
di lettere scritte per lei durante la prigionia
e mai potute spedire. Niente. La sola cosa
che la mente offuscata della donna ha saldamente registrato è il biglietto con cui lui
le annunciava il suo ritorno imminente. Il
cinque, alle 8 del mattino. Senza mese e
senza anno. E così ogni 5 del calendario
Wan Yu si prepara, si pettina con cura, prende l’autobus all’alba e si reca in stazione ad
attendere il treno che dovrebbe riportarle il
marito. Che in un angolo spia disperato la
sua attesa e la sua delusione per un fantasma che mai verrà. Pronto a farsi complice
del suo oblio pur di starle accanto.
Un amore sconfinato, intrecciato alla storia recente e ancora rovente, tratto da un romanzo di Yan Geling. Dopo tanti film wuxia
ispirati a splendori di una Cina leggendaria,
per Zhang quasi un ritorno al passato.
«Piuttosto un nuovo inizio» precisa lui.
«Questo film mette insieme lo stato d’animo della giovinezza e la creatività della maturità. Mi spiace solo che Cannes non abbia
voluto metterlo in concorso». Nel film (che
Il rosso
e il nero
Regista e cast
di «Geronimo»
da sinistra Tony
Gatlif, Celine
Sallette, Rachid
Youcef e Nailia
Harzoune
da noi si vedrà in autunno) un grande posto
ha la musica. Per cercare di risvegliare la
mente assopita della moglie, il marito chiede aiuto anche all’amato pianoforte. A dare
anima a quei suoni il tocco impareggiabile
di Lang Lang. «Ho incontrato Zhang ai Giochi Olimpici di Pechino — ricorda il pianista, che il 26 maggio suonerà a Milano in
piazza Duomo con la Filarmonica della Scala diretta da Esa-Pekka Salonen —. Questo è
il nostro primo progetto insieme. Ci siamo
visti con Qigang Chen, il direttore musicale
delle Olimpiadi cinesi, che è anche l’autore
della colonna sonora del film. Ho cercato di
sottolineare al piano quella sua musica così
intensa, intima, toccante. Come la storia
raccontata da Zhang».
Ha visto il film? «Si. E l’ho trovato molto
commovente, di struggente nostalgia. Mentre lo guardavo avevo le lacrime agli occhi».
Ieri in sala è successo a molti.
Giuseppina Manin
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I 12 vignettisti
che difendono
la democrazia
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
CANNES — Si chiamano Plantu,
Zlatkovsky, Danziger, Slim, Rayma
Suprani, Pi San, Nadia Khiari. Sono le
matite più temute dai potenti di tutto
il mondo: Putin, Obama, Chávez, Xi
Jinping, i leader algerini e tunisini,
protagonisti insieme ad altri di
Caricaturistes - Fantassins de la
democratie di Stéphanie Valloatto,
fuori concorso a Cannes 67. Un
progetto nato grazie all’amicizia tra il
regista di Train de vie Radu
Mihaileanu, qui in veste di produttore,
e il celebre vignettista di Le Monde
Plantu, uno dei fondatori di
Cartooning for peace. «Mi hanno
proposto di lavorare a un film su
dodici vignettisti, fantassin della
democrazia, un neologismo che rende
l’idea della loro battaglia quotidiana in
prima linea contro ogni potere. La
vignetta è la cosa che colpisce
immediatamente in una prima pagina,
la loro arma è solo la matita eppure
fanno paura». Allo stesso tempo
«giornalisti,
artisti, umoristi
Il produttore e combattenti.
«La loro arma In alcuni Paesi
— Russia, Cina,
è solo la
Tunisia,
matita, ma
Venezuela —
fanno paura» rischiano la vita
ma la libertà
d’espressione è
minacciata anche negli stati
democratici». In Russia il regime di
Putin ha vietato al caricaturista più
famoso, Zlatkovsky, di pubblicare i
suoi disegni, come ai tempi dell’Urss
di Breznev. La venezuelana Rayna
Suprani ha ricevuto minacce di morte.
Nel doc si ricorda il caso del siriano
Ferzat: nel 2011 fu trovato per strada
con le dite spazzate. In alcuni casi,
sostiene Valloatto circondata dai suoi
dodici apostoli dell’irriverenza, «il
nemico non è la censura ma
l’autocensura o la political
correctness». «Una vignetta che non fa
male non esiste», argomenta
l’israeliano Kichka, malvisto dai
politici di Tel Aviv tanto quanto da
quelli di Hamas e Olp. Come il suo
collega Boukhari che da Ramallah si
ostina a credere che la pace possa
arrivare non grazie alle armi ma a una
risata. «Uno degli obiettivi del film —
dice Stéphanie che nel film fa parlare
anche il dissidente cinese Ai Weiwei
— è spiegare ai giovani anche in
Occidente quanto sia importante avere
un’opinione, avere il coraggio di
esporsi per difenderla». Rilancia
Plantu: «I vignettisti danno una
lezione di democrazia all’Europa
addormentata che ha dimenticato che
l’intolleranza è di fronte a noi».
Stefania Ulivi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
38
italia: 51575551575557
Mercoledì 21 Maggio 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Mercoledì 21 Maggio 2014
L’intervista
Spettacoli 39
italia: 51575551575557
La ballerina porta in scena al Ravenna Festival «Chéri», storia di Léa che si innamora di un ragazzo più giovane di lei
In edicola
Ramazzotti
svela a «Oggi»:
nozze a giugno
La danza di Alessandra Ferri:
esploro l’eros che non ha età
«Un’occasione meravigliosa per i miei 51 anni»
C
orre tra le braccia muscolose
Il suo ritorno (lo scorso anno a Spodel ventenne Herman Cornejo leto), dopo sette anni di addio alle
in un letto dalle lenzuola sfat- scene, viene ora confermato da Chéri
te, mentre la sottoveste di seta che sarà presentato in prima europea
rosa le fluttua leggera intorno al corpo al Ravenna Festival dal 9 all’11 giugno
esile. A guardarla non c’è dubbio: per al Teatro Alighieri. «È un’opportunità
alcune donne la vita ricomincia a cin- meravigliosa, per una donna della
quant’anni. Se poi la 51enne è Ales- mia età, essere in scena — ammette la
sandra Ferri, l’étoile che dall’età dei 17 Ferri —. Nei panni di Léa posso esploha più incarnato la sensualità femmi- rare l’erotismo di una mia coetanea in
nile in scena, la rimessa in gioco è to- maniera realistica. È stato un processo
tale lungo i binari tortuosi dell’eros.
intimo: alcuni spettatori newyorchesi
La sua interpretazione
di Léa in Chéri, pièce tra
danza e teatro che la regista-coreografa Martha
Clarke (suo il balletto di
Vasco Rossi alla Scala) ha
liberamente tratto dai romanzi di Colette, è stato
definita dalla stampa americana, al debutto lo scorso dicembre al Signature
Theatre di New York, «una
passione delirante intinta
nell’estasi sessuale». E
non potrebbe essere altri- Sul palco Alessandra Ferri (51 anni) e Amy Irving (60)
menti: l’ex cortigiana Léa
che, alla soglia dei cinquant’anni, vive
la scandalosa relazione con un ventenne viziato (Fred Peloux detto Chéri,
qui interpretato dall’argentino Her- Donne
man Cornejo, principal dell’American
Ballet Theatre e sex symbol) è solo Quando i sentimenti
l’ultima, in ordine cronologico, di una sono senza tempo,
galleria di femmine dai sensi accesi:
Manon, Carmen, persino la sua carna- la passione può andare
le Giulietta avevano segnato la prima oltre la fisicità
carriera della Ferri, tra la Scala e l’ABT.
❜❜
si sono sentiti scomodi, quasi nella
camera da letto dei due. La storia ha
echi autobiografici perché Colette ebbe nella realtà una relazione con un
ragazzo molto più giovane di lei».
La scrittrice ambienta Chéri e il seguito La fine di Chéri nella Parigi
d’inizio Novecento delineando il prototipo letterario di quella che oggi
chiameremmo la relazione tra toy boy
e cougar woman. «Sì, all’inizio Léa vede il suo amante Chéri come toy boy,
ma finisce per innamorarsene —
spiega l’étoile —. Alla coreografa importava indagare il rapporto inusuale
tra la donna e il ragazzo. La grande
differenza d’età porta l’amore pieno,
erotico, reso più intenso dalle insicurezze tra i due. Se si accetta che i sentimenti non abbiano età, l’amore è libero di andare oltre la fisicità. Alla fine,
Léa si rassegna a invecchiare, Chéri invece crollerà suicidandosi».
Lo sguardo femminile difficilmente separa l’eros dal sentimento…
«Certo ma, in questo caso, a una prospettiva allargata dell’amore approda
anche il ragazzo frequentando una
donna molto più matura. Chéri vive in
un mondo femminile e ha una madre
che lo manipola, amica di Léa di cui
poi sarà gelosa, interpretata dall’attrice Amy Irving. Per questo, la Clarke ha
voluto che Cornejo fosse attorniato da
un tris di sole donne, l’amante, la madre e la pianista». Quello al Signature
è stato il suo debutto a Broadway.
E continua la sua consulenza artistica con il Festival dei Due mondi di
Alla Scala
«Elettra», capolavoro di Strauss
Oggi come la prima di 105 anni fa
di PAOLO ISOTTA
L’
Elektra di Richard Strauss, su grande
testo poetico di Hugo von Hofmannsthal da Sofocle, è uno sconvolgente capolavoro oggi non meno che il giorno della
prima esecuzione, centocinque anni fa.
Nessuno aveva scandagliato gli abissi
dell’orrore come Strauss portando il linguaggio musicale a un millimetro dal negare se stesso; non tutti ricordano come
però l’arrivo di Oreste, il vendicatore degli
Atridi e il ristabilitore della patrilinearità
In scena Behle, Herlitzius, Meier nell’opera «Elettra»
negata da Clitennestra, sia narrato in
scena col più nobile e austero diatonismo:
e si tratta di cosa meno nuova ma ancor
più grande. Or l’Elettra è andata in scena
domenica alla Scala con immenso successo; e si trattava dell’allestimento più atteso della stagione. Sul podio Esa-Pekka
Salonen: io posso dire che quella diretta
da lui è stata la miglior Elettra che abbia,
dal vivo, ché storicamente v’è quella di
Dimitri Mitropoulos proprio alla Scala,
ascoltata in vita mia. Erano anni, e precisamente dalla «prima» di Una casa di
morti di Janacek, che alla Scala non tornava un direttore altrettanto grande; e
nell’Elettra Salonen ha compiuto un lavoro di trasfigurazione dell’orchestra quasi
incredibile, riportandola a una qualità di
suono e una precisione esecutiva che non
vedevamo dai tempi di Riccardo Muti.
Smaglianti gli ottoni; incisivi i legni, in
particolare quando debbono rabescare
per dirci che Egisto è uomo vano e vile;
perfetti gli archi e in gran luce la percussione. Il maestro finlandese rifinisce quasi si trattasse di esecuzione meramente
sinfonica ma le attribuisce un fortissimo
passo teatrale; e al finale Valzer s’eleva
come in volo sulle ali della musica. Lo
spettacolo è in memoria di Patrice Chéreau, da pochi mesi scomparso; la regia è,
appunto, sua, ma ripresa da Vincent Huguet. Sul bellissimo impianto scenico di
Richard Peduzzi ispirato a Giorgio de Chirico, essa regia è al tempo stesso innocua
e, come oggi piace dire, minimalista. Nel
senso che, ambientata nell’epoca contemporanea, scorre senza disturbare: il che è
gran cosa. Però al finale Elettra deve danzare un Valzer, giacché tripudia, ossia
batte tre volte il piede: il Valzer è, appunto, a tre tempi; qui vediamo una agitarsi
senza senso e rimanere immobile invece
di cader morta a terra per un eccesso di
gioia. Mah! Chissà se il compianto Chéreau sapeva che Elettra deve morire giacché
a lei la vendetta laddove Oreste, uccidendo Clitennestra assassina dello sposo per
comando degli Dei, fonda il Diritto. La
bravissima Evelyn Herlitzius è la protagonista mentre la veterana Waltraud Meier
ci regala un bozzetto quale Clitennestra.
A posto la Crisotemide di Marianna Pieczonka e ottimo il gruppo delle ancelle. In
campo maschile vediamo tra i comprimarî due illustrissime figure del canto che
negli anni Settanta onorarono le scene,
Donald McIntyre, indimenticato Wotan, e
Franz Mazura, indimenticato Klingsor e
Mosè di Schönberg. René Pape è un grande Oreste e Thomas Randle un ottimo
Egisto.
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Amanti Alessandra Ferri e Herman Cornejo (33) in «Chéri», dal romanzo di Colette
Spoleto? «Credo di no, ho fatto quello
che potevo. Avrei voluto delle creazioni, ma non ci sono le condizioni. Altrove, invece, coreografi importanti
creeranno nuovi balletti per me: sarò
la protagonista di Eleonora Duse di
Il video del balletto «Chéri»
con Alessandra Ferri è su
www.corriere.it
John Neumeier ad Amburgo (e non
più alla Scala, come annunciato) e, nel
2015, di Virginia Wolf di Wayne McGregor al Royal Ballet di Londra».
Se le proponessero di dirigere il
Balletto della Scala lascerebbe New
York dove vive da trent’anni? «Valuterò con attenzione. Non rifiuto mai
nulla a priori. Ora meno che mai».
Valeria Crippa
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Dopo settimane di
indiscrezioni, Eros
Ramazzotti conferma al
settimanale Oggi, in edicola
da oggi (anche su
www.oggi.it), le nozze con
la compagna, la modella
Marica Pellegrinelli: «Ci
sposeremo il 21 giugno.
Quindi auguri a me!», dice il
cantante, restio a rivelare
dettagli sull’evento: «Né io
né Marica siamo tipi da fare
le interviste con le foto per
dire cosa, come e dove.
Sono trent’anni che faccio
così», racconta. In passato,
però, persino loro si erano
concessi ai rotocalchi: «In
passato, è vero, ho parlato
anche di cose private, ma è
sempre stato quando c’era
qualcosa da mettere a posto.
Ora è tutto a posto». E fa
nulla se alla fine i paparazzi
li seguono ovunque: «Per
quello non posso fare nulla,
è il loro lavoro». Per
Ramazzotti è il secondo
matrimonio, dopo quello
con Michelle Hunziker.
40
Mercoledì 21 Maggio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Sport
Niente auguri, Tourè vuole lasciare Giggs valuterà Van Gaal in tv
I proprietari del Manchester City non gli fanno gli auguri per il 31°compleanno e Yaya Tourè minaccia di andarsene. Il suo agente ha detto che Yaya è
rimasto molto deluso dalla società tanto da ipotizzare il divorzio: «Chiedevamo solo che gli stringessero la mano e gli facessero gli auguri, è il minimo».
«Tutto è vero — conferma il giocatore — mi spiegherò dopo i Mondiali».
A Ryan Giggs potrebbe capitare di dove valutare pubblicamente le
«prestazioni» del suo nuovo «capo» nel suo ruolo di opinionista per i
Mondiali per la tv sudafricana SuperSport. Giggs sarà infatti il vice di
Louis Van Gaal, che al Mondiale brasiliano guiderà l’Olanda prima di
trasferirsi al Manchester United.
Verso il Brasile Primo giorno di lavoro per gli azzurri
Il c.t.: «Servono uomini veri prima ancora che atleti»
Voglio
un’Italia
mondiale
DAL NOSTRO INVIATO
FIRENZE — «Stiamo andando al Mondiale e non a lavorare», avverte Cesare Prandelli.
Sono le ultime parole della prima conferenza stampa a Coverciano. La missione è cominciata
sotto il sole cocente con un allenamento a gruppi che ha fatto
sforare di 40 minuti l’orario del
pranzo. Qui non si scherza. «Vogliamo arrivare in finale», racconta il c.t. senza giri di parole.
La sua non è presunzione. Sa
che non siamo né i più forti, né i
favoriti. Ma sulla scorta dell’esperienza in Confederations,
ha maturato la convinzione che,
con la cura maniacale dei dettagli, si può colmare il gap e ridurre le differenze sino a colpire
al cuore chi è convinto di essere
imbattibile. Per questo tutto è
stato studiato nei particolari.
Sarà un Mondiale tecnologico,
in cui niente sarà lasciato al caso: dieta; recuperi (nello staff
c’è un uomo in più, Takahiro
Yamamoto, masso-fisioterapista giapponese che aveva lavorato con la Fiorentina ai tempi
di Nakata e adesso è al West
Ham); allenamenti mirati riproducendo le condizioni climatiche di Manaus, nella foresta
equatoriale, dove esordiremo il
14 giugno contro l’Inghilterra.
Servono atleti più che giocatori,
ripete il c.t. da un anno. Ora aggiunge un particolare, che scontato non lo è: servono uomini
prima che atleti. Così, al primo
giorno di scuola, Prandelli fissa
le regole: «Dobbiamo diventare
i primi tifosi di noi stessi. Bisogna avere la forza morale per saper sopportare le provocazioni e
non reagire. Se sarà così l’Italia
farà un grande Mondiale. Ma se
invece ci sarà qualcuno che
Prandelli detta le regole e fissa gli obiettivi
«Nessuno deve mettere l’io davanti al noi
se sapremo fare gruppo arriveremo in finale»
Di corsa
Giorgio
Chiellini
guida il
gruppo nel
primo giorno
di lavoro
della nazionale. In alto,
Cesare
Prandelli,
56 anni, c.t.
azzurro
dall’estate
del 2010
(LaPresse,
Activa Foto)
❜❜
Il ballottaggio
Cassano sa che
è la sua ultima
occasione, Rossi è un
riferimento per tutti
metterà l’io davanti al noi, allora
avremo un problema. È un discorso che non vale solo per
Cassano, ma per tutti. Dobbiamo pensare al bene del gruppo e
non al proprio tornaconto».
Messaggio che, oltre Fantantonio, dovrà far riflettere Balotelli.
L’allenatore azzurro non gira
intorno al problema, ma lo affronta di petto con uno slogan
efficace: bando ai personalismi.
È il primo dei suoi comandamenti. Il più importante. Non
l’unico. Ieri, tra i due allenamenti, ha riunito la squadra
nell’aula magna del centro tecnico e ha dettato la linea: rispetto degli orari, attenzione all’alimentazione, comportamenti
consoni in ogni occasione. Si è
parlato del codice etico e il c.t.
ha spiegato, come aveva fatto in
sala stampa, perché non ha punito Chiellini dopo l’intervento
su Pjanic durante Roma-Juventus. «Quella di Giorgio non è
stata una gomitata, ma un blocco prolungato». Al tempo stesso
ha ricordato a tutti di fare attenzione: perché al Mondiale certe
disattenzioni si possono pagare
a caro prezzo. «Ho fatto un sogno: c’erano tre squadre massacrate per le gomitate e noi immacolati che andavamo avanti… », racconta con ironia. Nel
vertice si è parlato anche di
Twitter. I calciatori dovranno
farne un uso limitato: «Se qualcuno ha qualcosa da dire, vada a
parlare in sala stampa. A me
piace responsabilizzare le persone e mi piacciono le scelte
condivise: però la squadra deve
sapere che se sbaglia uno, tutti
vanno in difficoltà».
Sul campo, Prandelli studierà
una squadra camaleontica, ca-
Libro
Il calcio iridato raccontato con armonia
I Mondiali e il loro calcio raccontati da Gigi
Riva, Roberto Boninsegna, Sandro Mazzola,
Renato Zaccarelli, Fulvio Collovati, Giovanni
Galli, Beppe Bergomi, Demetrio Albertini, Gigi
Di Biagio, Damiano Tommasi, Gennaro
Gattuso, Gianluca Zambrotta, Arrigo Sacchi,
Cesare Prandelli. Una garanzia. Quei campioni
vicini e lontani ci hanno fatto sognare, ci hanno
regalato emozioni, Sacchi e Prandelli, così
diversi con il loro calcio ma così uguali nella
serietà del loro mestiere hanno fatto compagnia
a noi malati di pallone. E in questo libro («Il
Mondiale è un’altra cosa» — La coppa del
Mondo raccontata dagli azzurri — Bompiani
editore 17 euro) sono generosi, proprio come lo
erano in campo, nel regalare confidenze,
confessioni, rivelazioni, amarcord rinnovati a
Massimo Rota e Franco Dassisti, i due autori,
che hanno sfogato con talento la loro voglia di
raccontare e di scrivere. Divertente leggere le
alleanze offensive di Riva & Boninsegna per
mandare in crisi i rudi difensori avversari. Ha
ragione il grande Gigi quando osserva che nel
calcio di adesso «si è persa la poesia». E non si
perde in chiacchiere Boninsegna quando parla
della staffetta Mazzola-Rivera: «una cosa da
deficienti». Valcareggi, buonanima, sistemato. E
Mazzola fondatore, insieme a Rivera, del
sindacato calciatori, osteggiato dalle istituzioni
sportive e non solo, ricorda che per rappresaglia
Preti, ministro delle Finanze di allora, «fece
emettere cartelle per tasse arretrate di 6 milioni
e mezzo per me e Rivera». Un salto in avanti e
Bergomi fa capire al lettore chi fosse Enzo
Bearzot «un condottiero che andava contro
tutti, contro il sistema, contro le convocazioni
“facili” che volevano gli altri, mentre lui
proseguiva con i suoi uomini». Profonda la
riflessione di Sacchi «... il calcio è armonia, ma
noi siamo in un Paese che pensa che sia uno
spettacolo multiplo di solisti. Invece no, il calcio
è uno sport di squadra con armonia. E
l’armonia la dà il gioco». Bene, anche il libro di
Massimo Rota e Franco Dassisti è armonia.
Daniele Dallera
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Da oggi in libreria
La copertina del libro «Il Mondiale è un’altra cosa» — La
coppa del Mondo raccontata
dagli azzurri — (Bompiani editore, 17 euro) scritto da Massimo Rota e Franco Dassisti,
da oggi in libreria.
pace di cambiare faccia, non ancorata a un solo piano tattico.
«Niente moduli fissi, dovremo
essere duttili e pronti a cambiare in corsa». Il 4-3-1-2 con il
centrocampo rotante sarà il sistema di riferimento, ma il c.t.
terrà in forte considerazione
anche il 3-5-2 (ieri De Rossi,
forse non per caso, si esercitava
con i difensori della Juve), mentre il 4-3-3 sembra un’opzione
da adottare a partita in corso
con un falso nove (Cassano?) e
due ali forti come Candreva e
Cerci. «Ho preferito la gioventù
all’esperienza e se non ho chiamato né Gilardino né Toni è
perché voglio manovrare in
maniera diversa. Questo è un
messaggio per i sette attaccanti». Che si contenderanno, da
qui al 2 giugno, i cinque posti a
disposizione. Balotelli, Cerci e
Immobile sembrano sicuri. Destro dovrebbe spingere fuori Insigne, mentre Cassano è in vantaggio su Rossi, il grande ballottaggio di questi giorni: «Antonio l’ho visto sereno e convinto,
si è rimesso in gioco, sa che
questa è la sua ultima occasione». Prandelli è invece più cauto
su Pepito: «La sua determinazione è un riferimento per tutti,
ma aspetto anche le risposte sul
campo». Con fiducia e leggerezza: «Non lo guarderò ogni minuto con la lente d’ingrandimento e non voglio mettergli
pressione: lui ha già fatto tanto
ad essere qui».
Alessandro Bocci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Fino al 2016
A giorni
la firma
di Cesare
DAL NOSTRO INVIATO
FIRENZE — L’accordo c’è,
da tempo. La firma invece
continua a slittare. Scusi
Prandelli, ma il nuovo
contratto (sino al 2016)?
«Non è una domanda per
me», replica il
commissario tecnico. Che
aspetta solo una mossa
della Federcalcio. «Posso
solo ribadire quanto
detto: che ci metterò
meno di un nano secondo
a firmare». Demetrio
Albertini, capo
delegazione (e
vicepresidente
dimissionario), assicura
che non ci sono problemi.
In Federcalcio
confermano. Questione di
giorni. Prandelli
sottoscriverà l’impegno
prima di volare in Brasile,
probabilmente anche
prima dell’amichevole di
Londra, il 31 maggio a
Craven Cottage contro
l’Irlanda, quando la
preparazione entrerà nel
vivo. Lunedì il presidente
Giancarlo Abete (nella
foto) sarà a Coverciano per
lo sponsor day: che sia la
volta buona?
a.b.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Mercoledì 21 Maggio 2014
Sport 41
italia: 51575551575557
F1: Raikkonen
fiducioso
per Montecarlo
Kimi Raikkonen (nella foto)
fiducioso. Beato lui, la Ferrari ha
bisogno di fiducia. Il pilota
finlandese non pensa certo alla
vittoria, ma guarda con
ottimismo al gran premio di
domenica a Montecarlo. Sulla
pista più famosa e glamour della
stagione, la vettura è
fondamentale, ma a Monaco
anche il pilota ci deve mettere
del suo: «Si tratta di una pista
unica in cui bisogna dare il
massimo dal primo al 78esimo
fine posso dirmi soddisfatto del
lavoro che siamo riusciti a fare.
La F14T cresce e, passo dopo
passo, sono convinto che i
risultati arriveranno». Non resta
che aspettare. Già domani si va
in pista: a Montecarlo è così.
giro. Molto si decide anche in
qualifica, e cercheremo di fare il
massimo per migliorare. Dopo
l’ultima gara siamo rimasti a
Barcellona per un test che è stato
abbastanza positivo: all’inizio ci
sono stati dei problemi, ma alla
Strategie bianconere Oggi nuovo incontro società-Conte per il mercato
Stress da panchina
Sistema di gioco e interpreti
La nuova Juve riscopre le ali
e Senad Lulic. Poi, in un altro
ruolo, c’è il difensore del Manchester United, Patrice Evra (in
scadenza di contatto). Un
grande acquisto potrebbe
essere quello di Simone Pepe, se consideriamo terminato il suo calvario. L’interesse per Evra confermerebbe
l’intenzione di passare al 43-3, con Giorgio Chiellini spostato al centro della difesa. Qui
potrebbe arrivare Ezequiel Garay bronzo argentino della retroguardia del Benfica. Conte, infatti, è preoccupato
per le condizioni di Andrea Barzagli. Ci sarà anche da cedere e da trattenere, soprattutto. Una
battuta di Mino Raiola ha
riacceso la luce su Paul Pogba,
ma l’orientamento, in caso di
sacrificio, prevede piuttosto
l’addio ad Arturo Vidal. Vedremo.
Tutto questo e anche di più,
sarà oggetto di un nuovo incontro di Conte con Beppe Marotta
e Fabio Paratici, previsto per
oggi. Ieri sera il tecnico tri-campeon ha ricevuto il premio Scopigno a Rieti, mentre, in mattinata ha parlato alle maestranze
dello stabilimento Fiat di Melfi.
«Fate gioco di squadra e non
smettete mai di avere fame di
vittorie» il messaggio. Anche la
nuova Juventus riparte ancora
di qua.
Caccia agli esterni per il 4-3-3 ma senza grandi spese
Il futuro deve sempre fare i
conti (non è un gioco di parole)
con il presente. Dal comunicato
emesso dopo l’ultimo cda della
Juventus, sette giorni fa: «I primi nove mesi dell’esercizio
2013/2014 si sono chiusi con un
utile di euro 2,9 milioni, evidenziando una variazione negativa di euro 11 milioni rispetto all’utile di euro 13,9 milioni
dell’analogo periodo dell’esercizio precedente». Insomma le
cose vanno bene, ma non benissimo.
E qui si innesta la riflessione
su quello che si prepara dopo la
decisione della società e di Antonio Conte di proseguire, secondo contratto (ma senza rinnovo) il rapporto fino al termine dell’accordo, 30 giugno
2015. Insomma confermato il
ticket Agnelli-Conte, ora si passa a discutere sulla ricostruzione/ristrutturazione/riconversione/rivoluzione della squadra. Si lavorerà sul nuovo sistema, ma sempre senza spese che
Lieto fine
Desideri
Da sinistra
Antonio Candreva, 27 anni,
Alexis Sanchez,
25, ed Ezequiel
Garay, 27,
tutti nella lista
dei sogni
della Juventus
per il prossimo
anno
(LaPresse, Ap)
appesantiscano il bilancio. Il 35-2 si è rivelato vincente in Italia ma, nell’anno sociale 20132014 il formato esportazione
non ha avuto un grande successo, almeno in Champions. Tra
l’altro, le due migliori partite
Madama le ha giocate, schierata
con il 4-3-3, contro il Real Madrid. Meglio in Europa League
con il rimpianto per l’occasione
sprecata.
Conte ha sempre detto che
sistema di gioco che vince non
si cambia, però quest’anno più
che il sistema, cioè il gioco, sono state stata la solidità psicofisica del gruppo e la bravura dei
singoli a puntellare la grande
impresa dei 102 punti. Per cui il
3-5-2, nato il 29 novembre del
2011, la notte del 3-3 di Napoli,
quella in cui la Juventus di Conte capì che la storia per cambiare, sta per andare in pensione o
magari resisterà ancora, ma si
troverà affiancato/assistito da
un badante, il 4-3-3. Conte non
l’ha mai rinnegato, ma, difendendo il sistema che l’ha porta-
to a entrare nella storia del calcio con i tre successi consecutivi, l’aveva sempre escluso per
via della mancanza degli interpreti giusti: «Non ho i giocatori
adatti» ripeteva. Per questo il
primo acquisto della nuova Juventus potrebbe essere Nani,
per cui le trattative sono già state avviate. Gli altri «desideri»
sono Alexis Sanchez (Llorente
potrebbe rientrare nell’affare),
ma anche gli esterni della Lazio
Antonio Candreva (dopo questo campionato molto costoso)
Roberto Perrone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La terza asta in Tribunale ha risolto la crisi: cambia la proprietà, dopo 37 anni di gestione legata alla famiglia Matarrese
Clamoroso a Bari: un arbitro compra il club
Paparesta vince l’asta con 4.800.000 euro
Venerdì svelati i nomi dei veri proprietari
Cinque vittorie consecutive (la decima in 13 partite), i playoff per la A a
un passo, il record di spettatori paganti in B (35.181, incasso 179.504. 050
euro) per la partita di lunedì con il Cittadella. E ora una nuova proprietà. È
successo ieri mattina, quando con
un’offerta di 4.800.000 euro Gianluca
Paparesta, 45 anni, laurea in Economia e Commercio con 110 e lode, già
opinionista tv, un passato da arbitro
internazionale (135 partite in A) in
una storia interrotta in un groviglio di
corsi e ricorsi, legati a Calciopoli, vicenda nella quale era entrato per la famosa storia del contestato «sequestro» nello spogliatoio dopo RegginaJuve (2-1, 6 novembre 2004), ha acquistato il Bari come amministratore
unico della Fotball club Bari 1908.
La fumata bianca è arrivata alla terza asta (le prime due erano andate deserte). Alla cancelleria della sezione
fallimentare del Tribunale di Bari erano arrivate quattro offerte: oltre a
quella presentata da Paparesta, c’erano quella dell’As Bari 1908 del gruppo
Rosati (vicepresidente dimissionario
del Genoa)-Montemurro; della società Bari calcio 2014 di Antonio Cipollone; della Bari Calcio 2014 di Francesco
Izzo. Base d’asta: 2.200.000. Paparesta
è arrivato a 4 milioni, seguito da Cipollone e al quattordicesimo affondo,
ha chiuso i giochi con 4.800.000 euro.
Accanto ai legali dello studio Trisorio-Liuzzi e al padre Romeo, Paparesta, con cravatta biancorossa, come la
maglia del Bari (ha portato fortuna), si
è limitato a spiegare, prima di andarsene in Vespa, acclamato dai tifosi:
«C’è un grande progetto per una grande piazza e una grande tifoseria. Chi
sono gli investitori? Tutto sarà chiaro
al momento della stipula davanti al
notaio». Cioè fra 48 ore, quando l’ac-
quisto della società verrà formalizzato
nello studio del notaio Francesco Petrera. Sono molte le indiscrezioni sui
finanziatori dell’operazione; è possibile che si sia trovata la convergenza
fra soggetti italiani e stranieri (forse
gli indiani della Cmg). E in questo
senso Paparesta, insieme con il suo
staff di consulenti, ha compiuto un
mezzo miracolo, perché è riuscito ad
assemblare un gruppo di imprenditori
in grado di garantire non soltanto l’acquisto del club, ma anche l’estinzione
dei debiti esistenti (esempio: quello
Ex Vincenzo Matarrese, 76 anni, per
28 anni presidente del Bari (Arcieri)
Futuro Gianluca Paparesta, 44 anni, nuovo n.1 della società (Ansa)
Il mercato
Thohir cerca Torres. Addio di Ambrosini
MILANO — Milito saluta l’Inter. «Sono stati
anni fantastici, purtroppo ora siamo al
capolinea» ha annunciato l’eroe del triplete
che probabilmente tornerà in Argentina (al
Racing Avellaneda). In compenso Erick
Thohir ha progetti ambiziosi per l’attacco e
punta al Niño Torres, 30 anni, da tre al
Chelsea. Lo spagnolo, militando in Premier,
ha acquistato visibilità in Oriente e il
magnate indonesiano chiede il prestito
gratuito facendosi aiutare per l’ingaggio (8
milioni) dai blues. Dopo il blitz a Lisbona
per la finale di Champions, Thohir volerà a
Londra. L’altro nome su cui Mazzarri conta
è Behrami, suo pallino dai tempi del Napoli
considerato l’uomo giusto per il post
Cambiasso. L’alternativa è il giovane Xhaka
del Borussia Monchenglabach. In casa
Milan i piani per il mercato sono in attesa
che si definisca il futuro di Seedorf. Il
contratto di due anni (2,5 milioni a
stagione) e la mancanza di alternative
valide pesano a favore della permanenza.
Ma nel caso in cui il tecnico rimanesse,
sono dieci i giocatori che potrebbero
chiedere la cessione: Abbiati, Abate, Bonera,
De Sciglio, Montolivo, Poli, Balotelli,
Pazzini, Zapata ed Emanuelson. Senza
contare che il fratello-agente di El Shaarawy
ha detto: «Vedremo cosa farà il Milan sul
mercato: sono in atto tanti cambiamenti, a
partire dalla questione allenatore». Gabriel
rifiuta il prestito e resta a Milano. Per
Robinho si profila un ritorno in Brasile
(Flamengo?). Sogliano resta a Verona e
smentisce la frase: «Al Milan non avrei certo
fatto da cameriere a Galliani». Mihajlovic
rinnova con la Samp fino al 2015, Benatia
ha ricevuto l’offerta di 4 milioni dal City..
Ambrosini dà l’addio alla Fiorentina: «Mi
ha stupito la gestione tecnica nella seconda
parte della stagione, forse smetto».
Monica Colombo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Viavai Sopra Fernando Torres, sotto Massimo Ambrosini (Ansa, Epa)
con il credito sportivo); l’iscrizione al
prossimo campionato; una buona
campagna-acquisti.
L’asta di ieri mattina ha chiuso definitivamente l’era Matarrese; la famiglia aveva acquistato il pacchetto azionario nel 1977 dal professor Angelo De
Palo. Nel 1982, a 41 anni, Antonio Matarrese era diventato presidente della
Lega di A e B, una designazione a sorpresa, nata da un’idea di Boniperti,
che aveva raccolto tantissimi consensi. E la presidenza era passata da Antonio al fratello, Vincenzo. Il Bari, caduto
in C1 nel 1983, era tornato in A nel
1985 e lì era rimasto fino al 1992. Già
nel 2001, i Matarrese avevano deciso
di cedere il club, ma nessuno si era fatto avanti. Nel 2009, con Conte in panchina, era arrivata una sorprendente e
spettacolare promozione, seguita da
Un omaggio alla città
Paparesta, acclamato
all’uscita dal Tribunale: «È un
grande progetto per una
grande piazza e grandi tifosi»
un grande campionato di A con Ventura in panchina. Poi la retrocessione
nel 2012, il caos legato al calcioscommesse, la decisione dei Matarrese di
portare i libri in tribunale, dopo aver
allestito una squadra che sembrava
destinata a lottare per salvarsi e che
invece sta meravigliando tutti. Ora la
città sogna la serie A. A due giornate
dalla fine, la squadra è sesta, nonostante i 4 punti di penalizzazione: domenica gioca a La Spezia, quasi uno
spareggio playoff, prima di chiudere il
30 maggio con il Novara. Il commento
più divertente sulla pagina del gruppo
«Comprate la Bari»: «Per la prima volta nella storia del calcio, un arbitro
compra una squadre e non viceversa».
Venerdì sarà tutto più chiaro.
Fabio Monti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La svolta
di Guidolin:
supervisore
dell’Udinese
Cambio Guidolin (LaPresse)
C’è davvero poco di
sorprendente nella svolta
professionale di Francesco
Guidolin, classe 1955,
cinquecento e rotte panchine
in serie A, successi con il
contagocce (una Coppa Italia
nel ’97 con il Vicenza) in
relazione alle capacità, peraltro
testimoniate dalla Panchina
d’oro che i colleghi gli hanno
assegnato un paio d’anni
orsono. Ieri il tecnico di
Castelfranco Veneto, amante
del ciclismo e dei Pink Floyd,
ha ufficialmente liberato la
panchina dell’Udinese che
occupava da quattro stagioni
senza peraltro abbandonare
l’Udinese: diverrà infatti una
sorta di deus ex machina
incaricato di seguire la holding
calcistica della famiglia Pozzo
che, oltre alla casa madre in
Friuli, possiede Granada
(Primera Division spagnola) e
Watford (serie B inglese). Con
il trascorrere del tempo la
panchina era diventata sempre
più stressante per lui, era
un’idrovora che ne prosciugava
inesorabilmente le energie.
Così l’idea di abbandonarla
dedicandosi ad altro aveva
preso spazio da un paio d’anni
nella sua mente. «Sono curioso
— confessa —. Misurarmi in
un nuovo ruolo, in una nuova
veste mi intriga». Di certo il
fatto di conservare la sua base
operativa a Udine («È il mio
habitat») è stato decisivo per
approdare a questa scelta di
rottura, abbastanza inconsueta
per il nostro calcio, e non è
proprio una questione di
etichette, che fanno solo
facciata: «A me interessa
mettere la mia esperienza a
disposizione del club, che poi
mi si voglia chiamare direttore
tecnico oppure supervisore
non ha importanza». Guidolin
avrà modo di confrontarsi,
anche supportandolo «nel
modo più totale e leale», con il
suo successore in Friuli che
radiomercato individua in una
ristretta cerchia di nomi
(Delneri, Di Francesco, Maran)
e lo stesso farà con Luis
Alcaraz, il suo collega di
Granada, e con Giuseppe
Sannino a Watford. Soprattutto
potrà dare libero sfogo al suo
fiuto di talent scout («È una
cosa per cui mi sento
portato»), andando a
monitorare nuovi talenti in
giro per il mondo. Che poi, a
ben vedere, rappresenta il vero
tratto distintivo dell’Udinese
targata Pozzo.
Alberto Costa
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere della Sera Mercoledì 21 Maggio 2014
Sport 43
italia: 51575551575557
#
Giro Nizzolo ancora
beffato in volata
Evans resta in rosa
Oggi tappa da
attaccanti, salite e
discese da brividi
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
SALSOMAGGIORE TERME — Si
fa presto a dire colpo d’occhio: Nacer Bouhanni colleziona il terzo capolavoro di questo Giro rimontando
ancora una volta Giacomo Nizzolo
con una punta di velocità e una scelta di tempo che lo lanciano, a nemmeno 24 anni, sulla scia di un grande sprinter come Mark Cavendish. Il
segreto di Bouhanni, ex campione
di Francia sia dei professionisti che
dei militari (quando era nella Gendarmerie) sta nelle leve corte e potentissime, nella rabbia «da morto
di fame» (lo dice lui) e nell’istinto
da pugile che non lo abbandona
mai. Ma anche negli occhi: quest’inverno Nacer si è sottoposto a un intervento chirurgico perché soffriva
di una forte miopia (7/10) ad entrambi gli occhi, che in gara non era
attenuata né da occhiali né da lenti a
contatto. «Adesso ci vedo molto
A terra
Le immagini
televisive della maxi caduta
a 600 metri
dal traguardo
innescata da
una manovra
azzardata
di Farrar e il
belga Eijssen
che attende
i soccorsi (Ipp)
Operazione riuscita
Quest’inverno Nacer ha
subito un intervento agli
occhi: «Mi ha cambiato
la vita di sprinter»
Tripla Nacer Bouhanni, 23 anni, francese, al terzo successo al Giro d’Italia (LaPresse)
98 - Santuario
714 - Naso di Gatto
6 - Varazze
66 84
107 115 128 138 157 167
194
211 221
3 - Sestri Levante
4 - Chiavari
8 - Rapallo
8 - Recco
47
SAVONA
10 m
12 - Genova
12 - Sestri Ponente
km
1058 - Passo Cento Croci
294 - San Pietro Vara
COLLECCHIO
116 m
414 - Borgo val di Taro
meglio — dice sorridendo — . La
mia vista mi svantaggiava nell’analisi degli sprint e mi faceva commettere degli errori. Per esempio mi
succedeva di partire troppo presto
perché non distinguevo bene la linea d’arrivo. Questa operazione ha
davvero cambiato la mia vita di
sprinter».
Anche Tyler Farrar, 30enne con
vittorie a Giro, Tour e Vuelta, deve
avere qualche problemino alla vista:
i teledipendenti in effetti lo ricorderanno in uno spot di qualche anno
fa mentre reclamizzava un paio di
249
costosi occhiali con le lenti fotocromatiche. Evidentemente l’americano con la passione per il buddismo
dovrebbe fare il tagliando dall’oculista: gli avversari sanno che non
ama frenare e rischia troppo, non a
caso lo ricordano in almeno una
ventina di cadute degli ultimi anni.
Quella di ieri conferma la pericolosità negli spazi stretti di Farrar, che a
quarantacinque all’ora tocca la ruota posteriore di Ferrari, rovina a terra e fa rotolare Viviani e un’altra decina di colleghi: «L’impatto è stato
inevitabile — racconta l’azzurro —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Francesco Battistini
me lo sono trovato di traverso. Ho
preso una botta forte alla schiena e
considerando che avevo 38 di febbre
non è stata una grande giornata.
Bouhanni? È alla mia portata e anche di Nizzolo, ma finora è stato
bravo perché non ha sbagliato niente». Detto così sembra facile: «Ma le
vittorie facili non esistono e io non
sottovaluto nessuno — sentenzia
Nacer con la sua espressione seriosa
— perché il finale era molto tortuoso e il ritmo altissimo. Mi sono incollato alla ruota di Nizzolo e poi
l’ho superato. Cavendish? È un
grandissimo, lo rispetto, ma lui è lui
e io sono io. Spero di guadagnarmi
un posto per il Tour con queste vittorie. Ma l’obiettivo adesso è la maglia rossa della classifica a punti.
Sulle grandi salite i tifosi adesso mi
riconosceranno e spero che mi diano una spinta...». Non è un modo di
dire e potrebbe succedere anche oggi, perché certi spuntoni della Liguria tolgono il fiato: il Passo Cento
Croci e il Naso di Gatto a 28 km dall’arrivo (lungo 7 km all’8% di pendenza media) con la sua discesa tecnica e pericolosa sembrano terreno
per gli attaccanti. La maglia rosa
Evans ieri in pianura ha perso per
un’altra caduta Yannick Eijssen, uno
dei suoi gregari, a testimonianza
che le giornate tranquille in questo
Giro sono un lusso non previsto. E
anche oggi potrebbe esserci movimento. Come direbbe Bouhanni:
occhi bene aperti.
Paolo Tomaselli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Basket, playoff
Porte aperte
a Cantù
e Siena:
vincono
Roma
e Reggio E.
Subito una capriola del destino,
alla seconda giornata di gare dei
playoff, con l’avvio a sorpresa nella
parte destra del tabellone che
registra due successi esterni:
Reggio Emilia espugna Siena (8285) e si impossessa del fattore
campo, mentre anche Roma passa
a Cantù sparigliando subito la
serie. Per la prima volta in questa
stagione il Pianella di Cantù viene
violato, ed è la volta sbagliata,
perché a violarlo è l’Acea Roma
(71-75) dell’ex coach Luca
Dalmonte, in gara 1 dei quarti del
tabellone di destra. La vipera Baron
è il giustiziere dell’ultimo quarto, il
centro Mbakwe l’architrave che ha
permesso a Roma di non crollare.
Una partita sempre strettissima,
con uno spunto a testa, il +8
iniziale di Cantù (15-7) e lo
strappo romano nel finale (50-55
al 33’), che Aradori (9 con 5 assist)
e Leunen (11 con 4 assist hanno
cercato di ricucire (67-63 a 3’ dalla
fine) ma che si è riaperto
definitivamente con il pallone
clamorosamente perso da Jenkins
a 3 secondi dalla fine. Impietosa
legge di un contrappasso che
assegna l’errore fatale al migliore
La situazione
Ieri, gara 1
Siena
82
Reggio Emilia 85
Cantù
71
Roma
75
Oggi, gara 2
Milano-Pistoia
(20.30, serie 1-0)
Sassari-Brindisi
(20.30, serie 1-0,
tv RaiSport 1)
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
Werther Pedrazzi
Terzo blitz del francese. Farrar esagera: megacaduta
1. Bouhanni
(Fra) in
4.01’13’’
2. Nizzola
(Ita) s.t.
3. Matthews
(Aus) s.t.
Classifica
1. Evans
(Aus)
34.22’35’’
2. Uran Uran
(Col) a 57’’
3. Majka
(Pol) a 1’10’’
Oggi in tv
14.30
Eurosport;
15.10 Rai3,
RaiSport 2
Malori va di fretta
E senza procuratore
SALSOMAGGIORE — Quanta fretta ma dove corri... Due
categorie mandano regolarmente in malora il giovin
Malori: i giornalisti e i procuratori. Ai primi, manifestò
antipatia due anni fa con l’unica maglia rosa vinta: «Avete
visto voi che criticate tanto — guardò fiero i criticoni —,
anch’io al mondo posso combinare qualcosa...». Agli altri,
la dimostra solo correndo. E correndo da solo: al cento per
cento sicuro di sé, da quand’è professionista ha deciso di
fare a meno di quel mister cinque per cento, l’inevitabile
procuratore sportivo, l’imperdibile impresario, l’azzeccato
acchiappacontratti, talvolta più semplicemente quella
volpe ciarliera che s’accompagna al gatto di raggiera e che
sta alle spalle d’ogni sportivo moderno. «Il procuratore —
dice Malori —, io non l’ho mai avuto e non m’interessa
averlo». Nel 2014? E come si fa? «È una scelta di vita e di
professione. Io preferisco fare tutto da me». È mattina
calda e di dopo riposo. Oggi i procuratori più navigati
sono tutti qui. A sciabordare fra i pullman, ondeggiare
nelle interviste, costeggiare la cerimonia della firma.
Alleanze da fare. Sodalizi da saldare. Non fatevi ingannare:
il Ciclista Moderno farà ancora tappa a a Montecopiolo,
vivrà scalando Cima Grappa, avrà tifosi più barbera che
champagne, ieri ha pure visto due fuggitivi che passando
per la patria di Don
Camillo&Peppone
(Brescello) non
potevano che chiamarsi
l’uno Fedi e l’altro
Bandiera, ma appena
può è un homo
oeconomicus non molto
diverso da un Nadal o da
un Alonso. Con le
residenze fiscali a
Montecarlo e a Lugano e
a Dubai, con gli sponsor
giusti da mostrare alle
giuste telecamere, con le
Pro Malori, 26 anni (LaPresse)
riunioni di team
manager che neanche nelle multinazionali... «A me queste
cose interessano poco», liquida un po’ strafottente
Adriano Malori: «Io mi fido solo di me stesso». È un caso
forse unico: «Ho solo un avvocato e un commercialista.
Nient’altro, neanche la mia famiglia». Schiva le scuderie
dei potenti fratelli Carera, i Raiola del ciclismo che
mettono sotto contratto i Nibali e i Cunego, evitando
questa Repubblica fondata sul brokeraggio (lo sapevate
che siamo il Paese al mondo col più alto numero di
procuratori sportivi?): «Fra i professionisti non usa, ne
sono consapevole, ma i contratti me li leggo io. Li discuto
io. Lo svantaggio è che devi sempre guardarti le spalle:
negli anni, ne ho sentite di belle... Il vantaggio è che ho
imparato a crescere molto più in fretta dei colleghi della
mia età... ». Ventiseienne di Parma, un giornale lo definì
addirittura un «cervello in fuga» quando lasciò l’Italia
pedalatoria per lo squadrone spagnolo di Movistar:
adesso è tornato qui «per far vincere il mio capitano
Quintana, vedrete, s’è nascosto ma se sta bene vi farà
divertire», e intanto lasciar fermentare le capacità di
passista e sperare nell’etilica crono di domani, la
Barbaresco-Barolo. «Il dolore di una crono tirata è una
cosa indescrivibile — è il suo credo —. L’ideale per chi ha
rabbia da sfogare». Non è all’antica, Malori, è uno che
d’inverno va a testarsi con la squadra a Silverstone, nella
galleria del vento delle Mercedes F1. Non è una meteora:
ne descrivono a bocca aperta la potenza di polmoni e
quadricipiti. Ma delle sue scelte parla solo con Elisa,
quando vanno insieme a camminare sui colli di
Traversetolo. Quanta fretta ma dove corri, di noi ti puoi
fidar... «Il mondo dei procuratori non mi piace — la sua è
una pedalata costante, immutabile —. Diffido di certe
categorie. Sono fatto così... ».
Bouhanni ha il colpo d’occhio
Arrivo
Il personaggio Fuori dal gruppo
della serata, proprio Jenkins con i
suoi 19 punti. Reggio Emilia,
intanto, è la buona novella, perché
vince mandando alla ribalta i suoi
baldi giovani, Ojars Silins del 1993,
lettone che ha fatto tutte le
giovanili alla Reggiana e Riccardo
Cervi (12), il centro di azzurra
speranza, il tutto, naturalmente,
supportato dal gran califfo, James
White (22). Mentre per Siena,
sommersa anche di 17 (55-72),
l’unico tentativo di diga è venuto
dall’ex milanese Haynes (22)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Rugby Assente Parisse, il c.t. Brunel ha affidato i gradi al sudafricano per le tre partite di giugno. Ma la scelta potrebbe diventare definitiva
Capitan Geldenhuys, un afrikaner prova a rimettere in piedi l’Italia
Sergio Parisse ha giocato 105
partite in azzurro (record in
comproprietà con Martin Castrogiovanni), 57 da capitano
(record), ma non parteciperà al
tour estivo della nazionale di
rugby. E per le tre partite di giugno con Figi (7), Samoa (14) e
Giappone (21) il c.t. Jacques Brunel lo sostituirà con Quintin Geldenhuys. La novità è forte. Perché un capitano nato e cresciuto
in un altro Paese (il Sudafrica) e
privo di parenti italiani è un’autentica rarità, e perché i gradi
Geldenhuys potrebbe conservarli nei mesi successivi. «È una
scelta per il tour, vediamo come
funziona e decideremo – argomenta Brunel —. Durante l’ultimo Sei Nazioni si è parlato molto
di mancanza di leadership, Geldenhuys è diverso da Parisse,
meno espansivo, ma ha le qualità
che fanno un capitano».
Si cambia, forse. Ed è normale
che Brunel insegua una svolta
dopo le 10 sconfitte rimediate
nelle ultime 11 partite. Geldenhuys ha statura (203 cm) e
peso (120 kg) che danno un senso di sicurezza (se sta dalla tua
parte), ha vinto un titolo mondiale (under 21, col Sudafrica) e
ogni volta che ha messo la maglia
azzurra (47, la prima nel 2009) ha
combattuto senza risparmiarsi,
con la dedizione e la ferocia con
la quale i suoi avi difendevano il
cerchio dei carri durante il Grande Trek. Il nuovo capitano azzurro è un afrikaner, un discendente
dei boeri, nato 32 anni fa a Klerksdorp, 180 mila abitanti nel mezzo dell’altopiano a sud di Johannesburg. Miniere, fattorie e un
museo nel quale sono custodite
le sfere metalliche che secondo
Torre
Quintin Geldenhuys,
31 anni,
nuovo capitano della
nazionale
azzurra, ruba un pallone aereo
agli inglesi.
Geldenhuys,
nato e cresciuto in
Sudafrica,
gioca in Italia dal 2005
(Afp)
alcuni arrivano dallo spazio.
Gioca da quando ha 6 anni, è diventato rugbista all’Accademia
degli Sharks, a Durban, e ha iniziato la carriera di professionista
nei Pumas del Mpumalanga. La
squadra aveva problemi economici e Quintin, nel 2005, si ritrovò a Viadana, provincia di Mantova. Doveva restare un anno, ne
sono passati 9 ed è ancora qua, a
Parma, dove gioca con le Zebre.
«Non avevo intenzione di fermarmi in Italia. Avevo un anno di
contratto, poi me ne hanno offerti altri due, infine è arrivata la
telefonata di Nick Mallett, il c.t.:
dopo tre anni puoi giocare con
l’Italia, pensaci, mi ha detto. Ci
ho pensato, ne ho parlato con
mia moglie e siamo rimasti. Le
mie due figlie sono italiane, in
Sudafrica fanno solo le vacanze,
e la nazionale è la mia squadra».
Quando torna a Klerksdorp,
Geldenhuys lavora nella sua fattoria, 50 mucche e 1500 ulivi
piantati da lui per provare a fare
l’olio. Va a caccia col fratello che
fa il ranger («ma sparo solo agli
animali che poi mangio») e ha
una piccola macelleria nella quale prepara il biltong, la carne salata, e le salsicce per il braai, il
barbecue degli afrikaner. Sul
prossimo tour che l’Italia affronta senza nove giocatori importanti ha le idee chiare: «Sarebbe
un pessimo segnale non vincere
Campione del mondo
Alto 203 cm, parla poco
e bada al sodo. Ha vinto
un titolo mondiale
con i baby Springboks
almeno due partite a 15 mesi dal
Mondiale».
Brunel si augura di vincerle
tutte e tre, ma sarà un impegno
duro per il rugby tricolore alle
prese con le solite turbolenze interne, a cominciare dal rapporto
tra nazionale e franchigie («Non
so con chi parlare a Treviso, non
so chi giocherà» spiega il c.t.).
Insomma, il momento è complicato, e Geldenhuys potrebbe rivelarsi l’uomo giusto anche perché, fedele alle radici del rugby di
casa sua, parla poco e si dà da fare in campo. «Se sono il capitano
parlo, sennò sto zitto. In spogliatoio devono parlare l’allenatore e
il capitano, gli altri meno parlano
meglio è». E il tempo delle chiacchiere, per il rugby italiano, è finito da un pezzo.
Domenico Calcagno
© RIPRODUZIONE RISERVATA
44
Mercoledì 21 Maggio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
La famiglia tristemente annuncia la scomparsa
dell’amato
Rino Bindi
I funerali si terranno giovedì 22 maggio alle ore
11 direttamente nella Basilica di San Marco piazza San Marco, 2 Milano.- Non fiori ma donazione
a: Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori - bonifico c/c bancario Iban: IT15 C056
9601 6200 0000 2001 X82.
- Milano, 19 maggio 2014.
Rino
quanta strada abbiamo percorso insieme, uniti
senza perderci mai.- Ciao grande uomo, amore
mio.- Elena. - Milano, 19 maggio 2014.
Un ultimo abbraccio a mio fratello
Rino
compagno di mille battaglie.- Uniti da sempre.Uniti per sempre.- Romano.
- Milano, 19 maggio 2014.
Ci è mancato il nostro
zio Rino
Siamo addolorati così come tutte le persone che
lo conoscevano.- Per il suo comportamento nella
vita sarà sicuramente un angelo.- Con la sua inseparabile bicicletta.- Lo potrete incontrare sulle
colline della sua amata Toscana sempre con il
sorriso.- Laura, Marta, Giorgio, Romano e Attilio.
- Milano, 19 maggio 2014.
I membri del Consiglio Direttivo e i dirigenti di
Bindi nel porgere le più sentite condoglianze sono vicini alla famiglia per la scomparsa di
Rino Bindi
- San Giuliano Milanese, 19 maggio 2014.
Partecipano al lutto:
– Roberto Sala.
– Massimo Cucchi.
– Alessandro Lolli.
– Mauro Trichilo.
– Paolo Barbara.
– Guido Frediani.
– Stefano Minutelli.
– Paolo Maria Montalbetti.
– Antonino Musarra.
– Claudio Squassina.
– Roberto Strabello.
I dipendenti e i collaboratori di Bindi si uniscono alla famiglia per la perdita dell’Amministratore Delegato
Rino Bindi
Benito e Wilma, tristi e addolorati si stringono
con affetto a Elena e ai suoi famigliari per la
scomparsa del caro
Rino
Anna, Nando con Gabriella e Virginia annunciano con profondo dolore il ritorno al Padre di
Erminio e Donata Bonatti partecipano al lutto
dell’avvocato Filippo Disertori per la morte del
padre
amatissima sorella e cognata.
- Motta Visconti, 21 maggio 2014.
Rino Bindi
e abbraccia forte Elena, Romano, Attilio e tutta
la famiglia. - Milano, 20 maggio 2014.
Cara Elena, abbiamo perso l’ultimo degli
esempi incomparabili di vita
Rino
Siamo vicini a te e famiglia.- Dante e Denise.
- Milano, 20 maggio 2014.
Angelo, Maurizio con Paola e Patrizia Goffi
profondamente colpiti partecipano con cordoglio
e commozione al grave lutto che ha colpito la
famiglia Bindi per la scomparsa del caro
Rino
- Bergamo, 20 maggio 2014.
La società Italcanditi di Pedrengo (BG) partecipa, con tutte le sue maestranze, al grave lutto
che ha colpito la famiglia e la società Bindi per
la scomparsa del
Dott. Rino Bindi
- Pedrengo, 20 maggio 2014.
Franco e Patrizia Mantellassi, con i figli Marco
e Matteo, le nuore Cecilia e Francesca partecipano con immenso affetto al dolore di Elena, Attilio, Romano e di tutta la famiglia per la perdita
del caro e indimenticabile amico
Rino Bindi
Rino Bindi
carissimo amico di giovinezza, grande imprenditore e uomo di rara intelligenza, simpatia e umanità il cui ricordo rimarrà sempre nei nostri cuori.
- Milano, 20 maggio 2014.
Rino Bindi
Sentite condoglianze per la grave perdita di
Rino Bindi
Rino Bindi
Rino
un grande uomo che non dimenticherò mai e che
conserverò sempre nel mio cuore.- Roberto Sala.
- San Giuliano Milanese, 19 maggio 2014.
Un grande amico che ha lasciato un segno profondo nei nostri cuori e che porteremo sempre
con noi.- Ci mancherai, Gian Paolo e Simonetta.
- Milano, 20 maggio 2014.
Umberto Rondani profondamente commosso
partecipa al dolore della famiglia e di tutto il
gruppo Bindi per la scomparsa del caro
Marco e Mariangela Rosi, assieme ai figli Alessandro e Stefania, sono vicini a Elena e a tutta la
famiglia per la scomparsa del caro
Rino Bindi
Rino
Pippo ed Elena sono vicini con affetto ad Elena
per la perdita del caro
Rino
- Milano, 20 maggio 2014.
Rino Bindi
Addolorati e commossi, Alberto, Mariuccia, Silvia
e Fabio, si uniscono al dolore di Elena, Romano,
Attilio, Ida e tutti i nipoti per la perdita di un grande amico e di un grande uomo.- Alberto Cortesi
e famiglia. - Milano, 20 maggio 2014.
Paolo e Mariela si uniscono a Elena, Romano
e Attilio con dolore per la perdita di un grande
uomo e amico
Rino Bindi
- Milano, 20 maggio 2014.
Ricky Ronchi si stringe commosso al dolore di
Elena e della famiglia Bindi nel ricordo del caro
amico
Rino
- Milano, 20 maggio 2014.
- Parma, 21 maggio 2014.
Siamo uniti alla famiglia Bindi per la perdita
del nostro caro
Rino
La famiglia Pampaloni, Bagno Annetta.
- Forte dei Marmi, 20 maggio 2014.
Roberto, Lory, Marino e Francesca Quiriconi
partecipano commossi al dolore per la scomparsa di
Rino Bindi
- Milano, 21 maggio 2014.
L’Amministratore Delegato della Panarello
Guido Profumo si unisce al cordoglio della famiglia per la perdita di
Rino Bindi
un caro amico ed uno stimato imprenditore.
- Genova, 20 maggio 2014.
People Srl nelle persone di Sara e Vittoria Ponzio e di tutta la squadra di confezionamento partecipano al grande dolore per la scomparsa di
Rino Bindi
- Milano, 20 maggio 2014.
Il Presidente Paolo Barilla, i Consiglieri, il Direttore e l’intero staff AIDEPI sono vicini nel dolore alla famiglia Bindi e ricordano con commozione
Le famiglie Ricci, Paletti e Vimercati sono unite
ad Elena, Attilio e Romano nel ricordo e nel rimpianto del caro
Rino
grandissimo amico e grande imprenditore.
- Milano, 20 maggio 2014.
Alberto e Silvia, Maurizio e Alessandra, sono
vicini con affetto al grande dolore di Elena per la
scomparsa del suo amatissimo
Rino
grande gentiluomo.
- Milano, 20 maggio 2014.
Toni Dalle Molle porterà sempre nel cuore un
sincero e generoso amico
Rino
- Milano, 20 maggio 2014.
Dirigenti, impiegati e collaboratori tutti della
Frigoscandia S.p.A. partecipano al lutto della famiglia per la sofferta scomparsa del
sig. Rino Bindi
- Cornaredo, 20 maggio 2014.
Riki con Ginevra, Lodovica e Fiammetta si stringe ad Attilio, Elena e a tutta la famiglia per la
perdita di
Rino
uomo che lascia un indimenticabile ricordo in tutti coloro che lo hanno conosciuto.
- Milano, 20 maggio 2014.
Angelo Colussi, i Dirigenti e i dipendenti tutti
della Colussi S.p.A. esprimono sentite condoglianze alla famiglia Bindi e a tutti i dipendenti
della SIPA per la scomparsa del
Dott. Rino Bindi
Lo Studio Notarile Trimarchi tutto partecipa
commosso al dolore della famiglia e della società
per la scomparsa del signor
Rino Bindi
grande uomo e grande imprenditore.
- Milano, 20 maggio 2014.
Lo Studio Tracanella partecipa commosso al
dolore dell’intera famiglia Bindi per la prematura
scomparsa del
dott. Rino Bindi
ricordandone le doti umane ed industriali.
- Milano, 20 maggio 2014.
Partecipano al lutto:
– L’avvocato Umberto Tracanella.
– Il dottore Mario Tracanella.
– Il signore Franco Tracanella.
Aleph Sgr, il liquidatore, il Collegio sindacale,
i soci, i dipendenti, partecipano commossi al dolore della famiglia per la scomparsa di
Rino Bindi
- Milano, 20 maggio 2014.
I condomini, l’Amministratore ed i dipendenti
del condominio Residenza Idra di Milano Due,
commossi, partecipano con profondo cordoglio
al lutto della famiglia per la scomparsa del signor
Dott. Rino Bindi
- Segrate, 20 maggio 2014.
Roberto Gulli partecipa commosso al dolore
per la scomparsa di
Mino Potestà
amico e straordinario collega, con cui ha condiviso per anni problemi e esperienze di gestione
nel Gruppo Educativo dell’Associazione Italiana
Editori. - Milano, 19 maggio 2014.
I dipendenti della casa editrice Pearson Italia
partecipano con grande affetto al dolore per la
scomparsa del
dott. Girolamo Potestà
stringendosi alla famiglia in questo difficile momento. - Milano, 19 maggio 2014.
Claudio e Marco Serrantoni partecipano al lutto della famiglia per la scomparsa del caro amico
Dott. Mino Potestà
- Milano, 20 maggio 2014.
Rino
rimarrai sempre nei nostri cuori.- Un abbraccio a
Elena e famiglia.- Pamela, Francesco Zangrillo.
- Milano, 20 maggio 2014.
Pino e Paola, Carlo, Saro e Annì, Maurizio e
Anna, Fabio e Michela, sono vicini con affetto ad
Elena e alla famiglia Bindi nel ricordo del caro e
indimenticabile amico
Rino
Marco Salomone, Aldo Dolmetta e Fabio Schilirò con tutto lo studio rimpiangono la figura
esemplare e la forte personalità del
dott. Girolamo Potestà
- Milano, 20 maggio 2014.
La Zanichelli Editore partecipa al dolore della
famiglia e della Casa Editrice Giuseppe Principato per la scomparsa di
Girolamo Potestà
- Milano, 20 maggio 2014.
- Bologna, 21 maggio 2014.
Angelo Miglietta abbraccia Elena, Attilio e Romano ricordando
Gli amici di Equita SIM sono vicini a Patrizio in
questo triste momento per la perdita del caro fratello
Rino
un uomo straordinario.
- Milano, 20 maggio 2014.
Il consiglio di sorveglianza, il comitato esecutivo ed i dipendenti tutti della Podravska Banka
esprimono vivo cordoglio all’avvocato Filippo Disertori per la perdita del caro papà
Alessandro Disertori
ing. Alessandro Disertori
- Milano, 20 maggio 2014.
È tornato alla casa del Padre il
Dott. Vincenzo Novi
Lo annunciano la moglie Mariacarla con i figli
Francesco, Guido, Filippo, con le loro famiglie e
i nipoti Andrea, Davide, Elia, Paride, Nicolò, Serenella, Susanna, Elena.- I funerali saranno a Busnago giovedì 22 alle 15 partendo dalla parrocchia. - Busnago, 20 maggio 2014.
Partecipano al lutto:
– Giorgio e Ornella Rosti con figli.
– La zia Titti con Renzo e Silva.
– Guido e Francesco Rosti.
Caro
Dott. Vincenzo Novi
fratello e zio indimenticabile.- La tua profondità
e bontà d’animo rimarranno sempre con noi.- La
sorella Giuliana e i figli Silvia Stefano e Laura con
rispettive famiglie. - Milano, 20 maggio 2014.
Il fratello Sandro con Luisa, figli e nipoti è vicino con affetto a Maria Carla e famiglia per la
perdita del caro
Vincenzo
- Milano, 20 maggio 2014.
Cara Mariacarla i tuoi cugini Biancamaria, Luciana, Paolo, Stefania, Maurizio, Marco, Mariarosa, Camilla con le loro famiglie ti sono vicini
per la scomparsa del tuo
Vincenzo
e ti abbracciano con affetto.
- Milano, 20 maggio 2014.
Vincenzo
abbiamo percorso con te sentieri e ghiacciai, ma
ora, con il tuo passo sicuro, ci hai preceduto nel
raggiungere la vetta più alta.- Gli amici di Campiglio Teresa Franco Carla Giuliano Claudia Luigi
Mariangela Aurelio.
- Madonna di Campiglio, 20 maggio 2014.
Con immenso dolore annunciamo l’improvvisa
scomparsa di
Gianpietro Omobono
Sandrini
amatissimo marito, padre, fratello, genero, cognato, zio e amico.- È stato un privilegio per tutti
volerti bene.- Antonietta e Ludmila con tutti i tuoi
cari.- La data delle esequie verrà comunicata appena possibile. - Milano, 20 maggio 2014.
Tutti i dipendenti e colleghi dell’azienda Hitachi Drives & Automation (Italy) S.r.l. precedentemente nota come Drivetec Srl si stringono costernati attorno ad Antonietta, a Ludmila ed alla
famiglia nativa nel piangere l’improvvisa dipartita di
Gianpietro Sandrini
Rino Bindi
Caro
Alessandro Disertori
- Milano, 21 maggio 2014.
direttore generale ineguagliabile, uomo buono
onesto e stimato a cui tutti quanti hanno saputo
volere bene sinceramente.- Lo ricorderemo sempre nei nostri cuori e cercheremo di portare avanti le sue battaglie nella vita aziendale quotidiana.
- Milano, 20 maggio 2014.
Paolo e Maria Cristina Bandecchi sono vicini ad
Elena in questo triste momento per la scomparsa
del caro amico
- Milano, 20 maggio 2014.
Alessandro Disertori
- Monza, 20 maggio 2014.
Miljan, Dolly e Miljan Todorovic partecipano
commossi al dolore di Filippo, Marisa ed Alessandro per la scomparsa dell’amato
Rino Bindi
Ciao
"grande leone", caro ed indimenticabile amico.Resterai per sempre nei nostri cuori oggi colmi di
tanta tristezza e dolore.- Con grandissimo affetto, ci stringiamo ad Elena e a tutta la famiglia.Ermanno e Susanna.
- Milano, 20 maggio 2014.
Ing. Alessandro Disertori
- Concesio (BS), 21 maggio 2014.
Umberto e Loredana Vergani si stringono con
affetto a Filippo, Marisa e Alessandro per la perdita del caro
come amico, collega e soprattutto come figura
imprenditoriale di primaria importanza nel mondo dell’industria dolciaria dal dopoguerra ad oggi. - Roma, 20 maggio 2014.
- Milano, 21 maggio 2014.
Rino
Il Consiglio di Amministrazione della Metal
Work S.p.A. partecipa al lutto dell’avvocato Filippo Disertori per la dolorosa perdita del carissimo
padre
I soci di NCTM Studio Legale Associato, partecipano con affetto al dolore dell’amico Filippo e
dei suoi cari per la perdita del padre
Ci uniamo al dolore di Elena e di tutta la famiglia per la scomparsa dell’adorato
Piero, Manu e Carlo.
- Milano, 20 maggio 2014.
- Concesio (BS), 21 maggio 2014.
Bruno e Iris Ermolli con Massimiliano, Alessandro e Valentina abbracciano affettuosamente
Elena, Romano e Attilio per la dolorosissima
scomparsa di
Mi stringo al dolore della famiglia e ringrazio
di aver conosciuto
Rino
Ing. Alessandro Disertori
- Milano, 21 maggio 2014.
Consorzio Ias. - Milano, 20 maggio 2014.
Cara Elena, abbiamo conosciuto un uomo, trovato un amico e perso il fratello
Sandro
- Prato, 20 maggio 2014.
- San Giuliano Milanese, 19 maggio 2014.
Rino Bindi
Con immenso dolore ne danno annuncio il marito Giuseppe Cassani, i figli Aldo e Francesca.Il funerale si terrà oggi mercoledì 21 maggio alle
ore 15 nella chiesa di San Giovanni Battista a
Motta Visconti.
- Motta Visconti, 21 maggio 2014.
e si stringono alla sua famiglia.
- Milano, 20 maggio 2014.
- Roma, 20 maggio 2014.
ricordano le sue doti umane e tanti anni di stima
e profonda amicizia.
- Milano Due, 20 maggio 2014.
- Milano, 20 maggio 2014.
Domenico Buonamici ricorda con grande affetto l’amico
Il Presidente, il Consiglio di Amministrazione e
il Collegio Sindacale del gruppo Bindi porgono le
più sentite condoglianze alla famiglia per la
scomparsa di
Mariangela e Alfonso Nardella addolorati per
la perdita del caro amico
Angela Conti
Marco, Licia, Matteo, Tommaso e Azzurra Tajana partecipano al dolore di Filippo per la perdita del papà
Massimo Mancinelli partecipa al dolore della
famiglia per la scomparsa di
grande imprenditore e persona squisita.
- San Giuliano Milanese, 19 maggio 2014.
Circondata dall’amore dei propri cari il 19
maggio 2014 è mancata
Sandro Disertori
Abbiamo perso un grande amico, una persona
dalle grandi doti imprenditoriali, ma soprattutto
morali ed umane.- Una persona perbene, di
grande signorilità.- Sentiremo molto la sua mancanza e ricorderemo con nostalgia i bei momenti
trascorsi insieme. - Milano, 20 maggio 2014.
- San Giuliano Milanese, 19 maggio 2014.
Rino Bindi
I Maggioni tutti abbracciano Filippo e Peter che
piangono la morte dell’adorato padre
Vincenzo Intini
- Milano, 20 maggio 2014.
Il management e i colleghi tutti di Hitachi Ltd
Giappone e Hitachi Europe apprendono con
grande dolore l’improvvisa scomparsa del caro
Ing. Gianpietro Sandrini
Ne ricordano le non comuni doti umane e la
grande professionalità partecipando al dolore
della famiglia. - Milano, 20 maggio 2014.
Maria Teresa Alsoli Etoldo
Gli amici tutti con tanto tantissimo amore ti salutano e ti ringraziano per la gioia che sapevi dare.- Gemma, Maurizio e Anna, Donatella, Giulio,
Ambrogio e Margherita, Luisa, Marco, Gabriella,
Bruna, Susanna, Rosalba, Nino.
- Milano, 20 maggio 2014.
Gli amici piangono
Mariuccia
che tanto avrebbe amato giocare ancora con la
vita.- Ci mancheranno il suo spirito lieve, la sua
allegria, il suo contagioso piacere di vivere.- Elena e Giuliano, Marisa, Lucio, Graziella, Wanda e
Aimo, Bruna, Betty, Lucky, Anna Rita, Cristiana,
Tiziana e Vittorio, Carlo, Alberto e Memi, Giovanna, Mara, Marisa, Kitti e Klaus, Heidi, Titta, Gianni, Susanna, Alberto.
- Milano, 20 maggio 2014.
Grazia Neri partecipa al dolore della famiglia
per la scomparsa di
Mariuccia Etoldo
e ricorda l’amica generosa, brillante, ricca d’inventiva e portatrice sempre di positività.- Mi mancherai sempre. - Milano, 21 maggio 2014.
Ci ha lasciati l’
Ing. Saverio Martinelli
di 77 anni.- Lo annunciano la moglie Mary, la
figlia Arianna ed i parenti tutti.- La famiglia ringrazia gli amici ed i colleghi e quanti gli sono
sempre stati vicini.- I funerali si svolgeranno mercoledì 21 maggio alle ore 15 partendo dall’abitazione in piazza della Libertà n. 28 per la parrocchia di Leffe (Bg).- I familiari ringraziano
quanti interverranno alla cerimonia funebre.
- Leffe (Bg), 19 maggio 2014.
Luciano Bacchini
Il nostro amore ti manterrà sempre vivo nei nostri
cuori e in quelli di Elisa e Marta.- Da Enrico Laura
e Luciana. - Roma, 18 maggio 2014.
Angela Conti
La sorella Piera, partecipa con profondo dolore
alla perdita dell’amato fratello
I nipoti Giancarlo e Marina con Patrizia e Alberto, partecipano commossi alla perdita del caro zio
Luigi Formenti
- Veduggio, 21 maggio 2014.
Dopo lunga malattia serenamente vissuta
Annarita Fabretti Zani
Ciao
zia Angela
sarai sempre con noi.- I tuoi nipoti Alberto con
Sabrina, Cristina con Roberto, Augusto con Ramona, i piccoli Edoardo, Alessandro, Lorenzo e
Andrea. - Motta Visconti, 21 maggio 2014.
Serenamente è mancato all’affetto dei suoi cari l’
Ingegnere
Silvio Barigozzi
Ne danno il doloroso annuncio la moglie Anna
Carulli, le figlie Adelaide con Anna e Tomas, Marcella, Giovanna con Giuseppe ed i parenti tutti.I funerali si svolgeranno giovedì 22 maggio alle
ore 8.15 nella parrocchia San Pio X.- Il Santo Rosario sarà recitato oggi alle ore 17.30 presso
l’abitazione, via Siena 9/2, Genova.- No fiori ma
opere di bene. - Genova, 20 maggio 2014.
La cognata Rita Carulli con Nicola e la nipote
Eleonora con Pablo sono vicini ad Anna e famiglia per la perdita del caro
ci ha lasciato in un vuoto incolmabile.- Lo annunciano il marito Carlo, i figli Filippo e Andrea, la
sorella Marinetta e il fratello Franco.- Ci ritroveremo per l’estremo saluto a Rita il 22 maggio alle
9 presso la parrocchia San Pio X, piazza Leonardo
da Vinci. - Milano, 20 maggio 2014.
Pier Luigi e Wilma Pavesi con Chiara e Paolo,
Mario e Francesca, Ettore e Patrizia, Elisabetta e
Mariuccia partecipano al grave lutto dell’amico
Mauro Rossi per la perdita della mamma signora
Anna Maria De Stefanis
ved. Rossi
- Genova, 20 maggio 2014.
I docenti, la segretaria della sede di Verona
Manuela Modonutti, lo staff amministrativo, gli
specializzati e gli specializzandi della Associazione di Psicologia Cognitiva e della Scuola di Psicoterapia Cognitiva sono vicini a Cristina nel dolore per la perdita di
Franco Baldini
psicoterapeuta e docente, stimato per il suo lavoro e amato per la sua gentilezza da chiunque
lo abbia conosciuto.
- Verona, 19 maggio 2014.
Francesco e Teresetta Mancini si stringono a
Cristina con affetto e partecipano al suo dolore
per la scomparsa di
Franco Baldini
amico fraterno. - Roma, 20 maggio 2014.
Dopo una lunga vita interamente dedicata alla
famiglia è mancata all’affetto dei suoi cari
Alda Girardi Simonazzi
Ne danno il triste annuncio il marito Sergio e la
figlia Paola.- Per il giorno e l’ora dei funerali contattare l’Impresa San Siro al n. 02.32867.
- Milano, 20 maggio 2014.
Alda Girardi Simonazzi
- Milano, 20 maggio 2014.
ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30
CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE
Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003
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SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO
L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO
DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’
- Milano, 20 maggio 2014.
TARIFFE BASE IVA ESCLUSA:
Corriere della Sera
Gazzetta dello Sport
PER PAROLA:
Necrologie: € 5,00
Adesioni al lutto: € 10,00
Necrologie: € 1,90
Adesioni al lutto: € 3,70
A MODULO:
Solo anniversari,
trigesimi e ringraziamenti:
€ 540,00
Solo anniversari,
trigesimi e ringraziamenti:
€ 258,00
Mario Giorgio Frigerio
Paolo Antonacci
Gli amici di sempre ti piangono e stringono in un
forte abbraccio Ornella Biagio e Graziano.- Bruna e Paolo, Nerina e Federico, Wally e Vittorio,
Gina e Carlo e famiglie.
- Rozzano, 20 maggio 2014.
Mariuccia Formica
ci ha lasciato.- Parenti, amici e conoscenti con
grande affetto ne ricordano l’esempio di una vita
dignitosa.- La piangono i cugini Erica e Umberto
Formica, il nipote Luciano Mariani con tutti i loro
famigliari. - Milano, 21 maggio 2014.
1990 - 2014
In ricordo della nostra dolcissima mamma e
nonna
Mariuccia Banfi
Moreno Mariella Manuela.
- Milano, 21 maggio 2014.
Partecipano al lutto:
– Adalberto e Paola Ferrari.
I soci del Lions Club Milano Sforzesco abbracciano affettuosamente Sergio e Paola per la
scomparsa dell’adorata moglie e mamma
SERVIZIO
ACQUISIZIONE NECROLOGIE
Il 30 aprile 2014 è mancato all’affetto dei suoi
cari
Il giorno 23 maggio alle ore 11.15 si svolgerà
una funzione presso la cappella del Cimitero Monumentale di Milano.- La famiglia.
- Milano, 21 maggio 2014.
Silvio
RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano
Luigi Formenti
- Veduggio, 21 maggio 2014.
Nel trigesimo della nascita in cielo dell’
Avv. Gesuele Panucci
sarà celebrata una Santa Messa in Pavia, Basilica
di San Pietro in Ciel d’oro, giovedì 22 maggio
2014, ore 17.30.- La famiglia.
- Pavia, 21 maggio 2014.
21 maggio 1984 - 21 maggio 2014
ANTONIETTA TRONNOLONE
Cara mamma, in tutti questi lunghi anni c’è mancato il tuo amore, un tuo abbraccio,
il tuo bel sorriso, la tua gioia quando ci vedevi o semplicemente una parola di
conforto. Grazie per la vita che ci hai donato e per l’educazione che ci hai insegnato!!! Sei presente tutti i giorni nei nostri pensieri, con grande amore i tuoi figli.
Franca e Vito.
Roma, 21 maggio 2014
Diritto di trasmissione:
pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00
L’accettazione delle adesioni è subordinata
al pagamento con carta di credito
Servizio fatturazione necrologie:
tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30
fax 02 25886632 - e-mail: [email protected]
Servizio sportello da lunedì a venerdì
Milano: Via Solferino 36 orario continuato dalle 9 alle 17.45
Informativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. 196/2003 (“Codice in materia di protezione dei dati personali”).
Conformemente all’impegno e alla cura che la nostra società dedica alla tutela dei dati personali, La
informiamo sulle modalità, finalità e ambito di comunicazione e diffusione dei Suoi dati personali e
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fornirà al Titolare, verranno registrati e conservati su supporti elettronici protetti e trattati con adeguate
misure di sicurezza. I dati saranno trattati da RCS MediaGroup S.p.A. esclusivamente con modalità e
procedure necessarie per fornirLe il servizio da Lei richiesto. I dati non saranno diffusi ma potranno
essere comunicati, sempre per la predetta finalità, a RCS MediaGroup S.p.A., oltre che a società che
svolgono per nostro conto compiti di natura tecnica od organizzativa strumentali alla fornitura del
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ogni momento, quali sono i Suoi dati e come essi sono utilizzati. Ha anche il diritto di farli aggiornare,
integrare, rettificare o cancellare, chiederne il blocco ed opporsi al loro trattamento. Ricordiamo che
questi diritti sono previsti dal Art.7 del D. Lgs 196/2003. Per ogni informazione riguardo ai diritti può
rivolgersi, a tal fine, al Responsabile del trattamento dei dati personali di RCS MediaGroup S.p.A.
scrivendo allo stesso c/o RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano.
Corriere della Sera Mercoledì 21 Maggio 2014
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volta i numeri da 1 a 9
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4
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4
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Estrazioni di martedì 20 maggio 2014
BARI
CAGLIARI
FIRENZE
GENOVA
MILANO
NAPOLI
PALERMO
ROMA
TORINO
VENEZIA
NAZIONALE
54
37
73
37
58
25
38
20
19
82
41
44
83
15
32
47
26
10
59
8
42
26
33
76
29
71
65
73
69
57
24
69
9
59
59
82
5
61
50
25
8
46
7
90
86
56
3
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41
79
15
15
32
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27.929,00
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Ai 3 stella:
1.631,00
Ai 5:
31.297,94
Ai 2 stella:
100,00
Ai 4:
279,29 Agli 1 stella:
10,00
5,00
Ai 3:
16,31 Agli 0 stella:
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Il video
Imbarazzo Berlusconi
Il giornalista chiede al leader
di Forza Italia: «È vero che
l’ha definito così?». Il video.
Superenalotto
Numero Jolly
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Giochi e pronostici
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Verso il Mondiale
ecco l’elenco dei Comuni
1 Tasi,
dove si pagherà entro il 16 giugno
Detrazioni, proprietari e inquilini
2 Ecco chi paga la nuova super Imu
«Vespa? È stato corretto»
3 Grillo:
Selfie all’inizio, il «cinque» alla fine
Grillo: «La mia è una rabbia buona
4 Se vincesse Renzi? Ne prenderei atto»
«Io e Alena separati da tempo
5 Buffon:
Eppure mi ha aiutato, è incredibile»
Gli Azzurri si preparano
Dalle navi ai resort, 70 anni
di ritiri. L’Italia di Prandelli,
primo allenamento: immagini.
Tecnologia
Videogame da incubo
Il futuro di Wolfenstein,
un mondo di terrore dove
hanno vinto i nazisti. Le foto.
A Firenze
Grillo
Il comizio del
leader Cinque
Stelle nella città
del rivale del
Pd, Matteo
Renzi. In diretta
sul Corriere.it.
46
Mercoledì 21 Maggio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Tv in chiaro
Teleraccomando
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di Maria Volpe
PER RICORDARE
PER CAPIRE
Gli ultimi giorni
di Borsellino
Milano e i tassisti
in protesta
23 maggio 1992. Paolo
Borsellino (Luca Zingaretti,
foto) aspetta il suo amico
Giovanni Falcone, che torna
a Palermo da Roma per
qualche giorno. Ma arriva la
notizia dell’attentato.
Borsellino corre all’ospedale
e l’amico gli muore tra le
braccia. Dal giorno dopo
Borsellino combatte contro
il tempo: deve capire cosa c’è
dietro alla morte dell’amico.
Ma ora lui è solo. Questa
fiction è la storia dei 57
giorni che separano la morte
di Falcone da quella di
Borsellino. Giorni in cui il
giudice intuisce il suo
destino e fa i conti con la
propria vita.
Tanti gli argomenti stasera.
Tra questi, la protesta dei
tassisti (foto) a Milano contro
Uber, un servizio di auto a
noleggio con conducente,
fondato da una società di San
Francisco, che funziona
tramite un’applicazione per
smartphone. In particolare,
con il nuovo servizio UberPop,
chiunque disponga di patente
e di auto può diventare autista
Uber e usare il proprio veicolo
per trasportare i clienti.
Secondo i taxisti, questa è
«concorrenza sleale». La Iena
Andrea Agresti si occupa di
questa polemica raccogliendo
le ragioni di entrambi, e
racconta com’è cambiata la
mobilità nelle città italiane.
Paolo Borsellino - I 57 giorni
Rai1, ore 21.15
Le Iene show
Italia 1, ore 21.10
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Film e programmi
Jamie Bell sogna
di fare il ballerino
Nuove esibizioni
da Carrà e Pelù
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Billy (Jamie Bell, foto) sogna di
fare il ballerino e la sua maestra
di danza ne incoraggia il talento.
Ma gli ostacoli sulla sua strada
sono molti, a partire dal padre
che invece lo vorrebbe pugile...
Billy Elliot
Iris, ore 21.10
Terzo appuntamento con i live
del programma che vede in
giuria Raffaella Carrà, Piero
Pelù, Noemi e J-Ax. Ospiti la
boy band The Vamps e il
giovane cantautore Ed Sheeran.
The Voice
Rai2, ore 21.10
Goebbels voce
del nazismo
Sfida di rime
tra giovani rapper
Ministro della propaganda del
Terzo Reich, Joseph Goebbels è
l’uomo che ha plasmato le
immagini, le parole e i suoni
della Germania nazista.
Joseph Goebbels: la voce del
terzo Reich
Rai Storia, ore 20.30
Dopo un tour nei club di tutta
Italia, il programma dedicato
al freestyle e alle rap battles
torna con un episodio speciale
dedicato alla finale del tour ai
Magazzini Generali di Milano.
Mtv Spit
Mtv, ore 23
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Corriere della Sera Mercoledì 21 Maggio 2014
47
italia: 51575551575557
Pay Tv
Film
e programmi
Kidman e Wasikowska
sul piede di guerra
Alla morte del padre, India (Mia
Wasikowska) rimane sola con
l’algida madre Evelyn (Nicole
Kidman, foto con Wasikowska).
La situazione si complica con
l’arrivo del misterioso zio Charlie...
Stoker
Sky Cinema 1, ore 21.10
Compleanno insolito
per la figlia di Dracula
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Per festeggiare il 118esimo
compleanno della figlia Mavis,
Dracula (nell’immagine con Mavis)
invita nel suo resort gli altri amici
mostri. Un giovane umano arriva
per caso, perdendosi nel bosco.
Hotel Transylvania
Sky Cinema Family, ore 21
Tom Cruise
avvocato disilluso
Un giovane e brillante avvocato
(Tom Cruise, foto) entra in un
grosso studio legale. L’illusione
finisce presto: il suo capo e gli
altri soci sono legati alla
criminalità organizzata.
Il socio
Premium Cinema, ore 21.15
Stipe e compagni
in concerto a Dublino
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Michael Stipe, Peter Buck e Mike
Mills sul palco del Point Theatre
di Dublino nel febbraio del 2005:
in scaletta le canzoni più famose
dei REM, da «Man On The
Moon» a «Losing My Religion».
REM - Live
Sky Arte HD, ore 22.15
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A fil di rete
di Aldo Grasso
Staffetta in cucina:
nuova formula in tv
S
arà ancora possibile inventarsi un modo originale
di raccontare il cibo e la cucina di fronte all’abbuffata di programmi che ha invaso i palinsesti italiani negli ultimi anni? Sulla rete Lei hanno provato a
proporre una formula nuova con il programma
«Staffetta in cucina» (canale 129 di Sky, dal lunedì al venerdì, ore 19). Lasciamo da parte per un attimo gli chef stellati
dal carattere fumantino, lasciamo da parte i piatti lanciati, i
cazziatoni, le lacrime e i concorrenti agguerriti fino allo
Vincitori e vinti
stremo delle forze, che vedono
nella cucina televisiva una posBruno
sibilità di riscatto e di affermaVespa
zione della propria personaliScontro
tà.
politico a
A «Staffetta in cucina» i toni
distanza,
sono altri, meno ansiogeni,
Grillo per la prima volta
più quotidiani e ironici: in gara
da Vespa batte
ci sono due squadre contrapBerlusconi e Renzi.
poste di cuochi amatoriali, più
Grande attesa per la
convinti della propria simpadiretta di «Porta a
tia che del proprio talento culiporta»: l’ora con Beppe
nario. Si sfidano sulla preparaGrillo è seguita da
zione del piatto del giorno,
4.268.000 spettatori,
proposto dal giovane e talen26,9% di share
tuoso chef Roberto Valbuzzi
che è anche giudice della gara
Paolo
e conduttore del programma.
Del Debbio
Il tutto ha la formula di un gioScontro
co perché i concorrenti, che si
politico a
alternano dandosi il cambio ai
distanza,
fornelli, possono approfittare
Berlusconi e Renzi
di alcuni aiuti ed eventualsuperati da Grillo e
mente anche mettere in crisi
Vespa. Silvio Berlusconi è
l’altra squadra rubandole uno
ospite nella prima parte
degli attrezzi da cucina, ma nel
di «Quinta Colonna», con
frattempo si possono imparaPaolo del Debbio: gli
re le ricette proposte.
spettatori del talk sono
Le squadre sono composte,
1.107.000, per una share
come succedeva in «Ciao
del 4,8% di share
Darwin», da categorie umane
contrapposte, mariti e mogli,
vigili e multati, e via così. È sempre più evidente il ruolo che
la televisione sta avendo nell’imporre una rivoluzione culturale e dei costumi: abbiamo smesso di considerare il cibo
un semplice strumento di nutrimento per elevarlo (o degradarlo?) a un oggetto di intrattenimento pop che può declinarsi in infinite forme, ma anche per trasformarlo in metafora di modi d’intendere la vita.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso
Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv
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Mercoledì 21 Maggio 2014 Corriere della Sera