Corriere della sera - 06.06.2014

VENERDÌ 6 GIUGNO 2014 ANNO 139 - N. 133
In Italia (con “Sette”) EURO 1,90
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Fondato nel 1876
Il bicentenario
Napolitano, elogio
dei carabinieri
di Flavio Haver
a pagina 6
Tempi
liberi
Oggi
Domani
Bianca Balti story:
«Sì, sono bella
e non ho amiche»
Mettiti nei miei panni
La forza dell’empatia
salverà il mondo
Il weekend si fa in due
di Gian Luigi Paracchini
di Daniela Monti
Tagliato il costo del denaro, misure contro la discesa dei prezzi. Il presidente Bce: e non è finita qui. Borse su, cala lo spread
La spinta di Draghi per la crescita
Nuove risorse alle banche che dovranno finanziare di più aziende e famiglie
E ORA PIÙ CREDITO
Il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, al termine del consiglio
direttivo dell’istituto, ha annunciato il taglio dei tassi al minimo storico e misure indirizzate ad affrontare la bassa inflazione e
a sostenere la crescita.
Giannelli
di FRANCESCO DAVERI
La frase chiave. «E non abbiamo ancora
finito», ha aggiunto Draghi riecheggiando
il celebre «whatever it takes» («qualunque
cosa serva») con cui nel 2012 arginò la speculazione e salvò di fatto l’euro, per indicare l’impegno dei governatori dell’area euro
a procedere, se sarà necessario, all’«acquisto di titoli pubblici e privati su larga scala».
Il «sì» dei mercati. Apprezzamenti dal
Fondo monetario internazionale e dai mercati: Piazza Affari ha chiuso a +1,53%, lo
spread tra Btp e Bund decennali è sceso fino
a 145 punti base per poi chiudere a 164.
ALLE PAGINE 2 E 3 Caccia, Ferraino
Massaro, Querzé, Savelli, Tamburello
di LUIGI OFFEDDU
N
A
l G7 di Bruxelles, la
scelta del presidente
della Commissione
Europea mette in sordina il
resto, dall’Ucraina alla
disoccupazione. E nel
braccio di ferro tra la
cancelliera tedesca Merkel
(che spinge per Juncker) e
il premier britannico
Cameron (che minaccia
l’uscita dall’Ue) spunta la
mediazione italiana di
Renzi: «Non è il momento
dei diktat e dei veti, serve
un’intesa: perché non una
donna?». Torna così sul
tavolo il nome di Christine
Lagarde, direttore generale
del Fondo monetario
internazionale.
A PAGINA 14
el proporre un
candidato come
Presidente della
Commissione, il trattato di
Lisbona incarica il Consiglio
europeo di «tener conto
delle elezioni del
Parlamento europeo» e
afferma che il Presidente
deve essere «eletto dal
Parlamento europeo».
Quando i governi
aggiunsero queste parole
al trattato ciò fu visto da
molti come una significativa
rottura rispetto al passato,
in quanto da quel momento
in poi la scelta relativa al
più potente ufficio
esecutivo dell’Ue sarebbe
stata presa in modo più
aperto e democratico.
Il documento degli intellettuali
europei CONTINUA A PAGINA 44
Mose, presi perché spendevano troppo
di LUIGI FERRARELLA
«A
me tutte le inchieste
sull’Expo». Dopo un
nuovo scontro alla Procura
di Milano con l’aggiunto
Alfredo Robledo sulla
disponibilità o meno di un
verbale di interrogatorio,
Edmondo Bruti Liberati
ha istituito con effetto
immediato una «Area
Omogenea Expo 2015»,
assegnandosi l’esclusivo
coordinamento di tutti i
fascicoli che «direttamente
o indirettamente possono
riguardare sotto qualunque
titolo l’evento Expo». Tutti
i procuratori aggiunti
«riferiranno prontamente»
solo a Bruti Liberati, che
sarà anche l’unico «punto
di riferimento per i contatti
con altre Autorità che
possano intervenire nella
vicenda Expo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
A PAGINA 12 con un articolo
di Giuseppe Guastella
Le accuse a Galan e al generale: viaggi, yacht e lussi slegati dal reddito
DA PAGINA 6 A PAGINA 11
Alberti, Imarisio, Martirano, Pasqualetto, S. Rizzo, Spampani
L’eterna attesa La Dama Nera
di un inutile che accusa
Masaniello
il vecchio Re
UNO SFREGIO
DA CANCELLARE
di BEPPE SEVERGNINI
La squadra
Andrea Pirlo, uno dei leader dell’Italia
Smascherati dalle denunce dei redditi. C’è «sproporzione evidente», per i pm, tra le dichiarazioni al Fisco e
il tenore di vita delle famiglie di Galan, dell’assessore
Chisso e dell’ex generale delle Fiamme Gialle Spaziante.
La città-immagine e il mondo
di ADRIANA BAZZI
A PAGINA 44 - A PAGINA 18 Petenzi
MA A SCEGLIERE
DEVE ESSERE
IL PARLAMENTO
ELETTO
Renzi: via i ladri. Sospeso il sindaco di Venezia. Perquisito l’ufficiale che vigila sugli appalti in Lombardia
Basta giocare con il metodo Stamina
l caso Stamina riesplode con tutte le sue
contraddizioni. È l’effetto dell’ordinanza
del Tribunale di Pesaro che ha nominato
Marino Andolina commissario ad acta per
la cura con il controverso metodo, all’ospedale Civile di Brescia, di un bimbo di tre anni e mezzo affetto dal morbo di Krabbe. La
nomina di Andolina, braccio destro di Davide Vannoni e indagato per associazione a
delinquere finalizzata alla truffa, diventa
oggetto di approfondimento al Csm e alla
Procura generale della Cassazione. E Andolina minaccia di procedere all’infusione da
solo, «accompagnato dai carabinieri».
L’ITALIA MEDIA
PER IL CAPO
DELL’EUROPA
(UNA DONNA?)
L’EXPO E LE LITI
IN PROCURA
BRUTI ACCENTRA,
ROBLEDO ESCLUSO
Brescia Un giudice costringe i medici a obbedire a uno dei guru indagati
I
L’appello
Il caso Milano
AP / DOMENICO STINELLIS
presso la Bce dovranno pagare interessi invece di riceverne. Il secondo per scoraggiare il parcheggio di capitali stranieri nell’eurozona, scelta che contribuirà
anche a contrastare la tendenza al rafforzamento dell’euro. Per questo la Bce non
ha voluto fermarsi. Alla manovra sui tassi (attivi e passivi), ha aggiunto anche misure meno convenzionali. È
stato così annunciato un
nuovo schema di finanziamenti a lungo termine alle
banche condizionati però
alla concessione di credito
all’economia (Tltro).
Sono stati messi a disposizione circa 400 miliardi di
euro, una cifra inferiore ai
1.000 miliardi di due anni fa
proprio perché oggi le banche hanno meno bisogno
di liquidità. Ma a differenza
di allora lo schema non
prevede linee di credito liberamente disponibili ma
fondi utilizzabili purché
destinati a famiglie e società non finanziarie, con verifiche e successivi finanziamenti su base trimestrale
in proporzione al credito
netto erogato.
Nel «non è finita qui» c’è
in futuro l’acquisto dei cosiddetti Abs (titoli che contengono crediti impacchettati e venduti sul mercato),
iniziativa già sperimentata
da altre banche centrali. Un
altro indizio che potrebbe
prepararsi un quantitative
easing (ulteriore immissione di liquidità nell’economia), misura altrove decisiva per accelerare la ripresa.
Mosse che, una volta di più,
fanno della Bce uno dei pilastri fondamentali di
un’Unione Europea che ne
ha un bisogno persino poco
compreso e che si appresta
ad affrontare nei prossimi
mesi, dalle nomine agli assetti istituzionali, prove decisive per la sua stabilità.
ROBERTO TEDESCHI
9 771120 498008
40 6 0 6>
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
U
n ampio pacchetto
di misure e l’annuncio che altre
potrebbero seguire. Nel luglio del 2012 Mario
Draghi, presidente della
Banca centrale europea, con
una frase riuscì a rasserenare un clima che si stava facendo pericoloso per la moneta unica. Disse: faremo
qualsiasi cosa per difendere
l’euro. Ieri a Francoforte il
messaggio è stato ancora
più chiaro e accompagnato
da concrete, forti misure.
La liquidità che circola
sui mercati, quella custodita nelle banche e quella che
è possibile mettere a disposizione dell’economia, deve
arrivare alle imprese, alle
famiglie. Deve rafforzare la
ripresa che c’è ma si risolve
solo in una crescita troppo
moderata. Deve aiutare a invertire la pericolosa tendenza alla discesa dei prezzi che
fa rinviare gli investimenti e
raffredda i consumi.
Draghi ha usato un mezzo convenzionale come il taglio del costo del denaro per
le banche che hanno bisogno di fondi direttamente
dalla Bce. Ma oggi la riduzione del tasso di rifinanziamento (il prezzo che le banche pagano quando si fanno
prestare soldi a breve dall’istituto centrale) è un’arma
spuntata perché questo tasso è già vicino a zero.
La Bce è andata oltre e,
prima tra le grandi banche
centrali del mondo, ha
spinto in territorio negativo
(per dieci punti base, lo
0,1%) anche il tasso di interesse sui depositi a brevissima scadenza delle banche
presso l’istituto di Francoforte. E lo ha fatto per due
motivi. Il primo per rafforzare l’incentivo degli istituti
di credito a prestare al settore privato. Eliminando così qualsiasi alibi per le banche stesse che se vorranno
depositare la loro liquidità
La strategia
Gli azzurri
ai Mondiali,
il Brasile tifa
(anche) Italia
di ALESSANDRO BOCCI
e ROCCO COTRONEO
ALLE PAGINE 48 E 49
A
bbiamo tre città, in Italia, che lasciano il mondo
a bocca aperta: Venezia, Firenze e Roma. La
bocca del mondo, oggi, s’è chiusa in una smorfia.
(Foto: l’opera «Il cielo su nove colonne» di Heinz
Mack, alla Biennale) CONTINUA A PAGINA 6 - A PAGINA 43 Panza
di GOFFREDO
BUCCINI
di GIAN ANTONIO
STELLA
C
«A
olpisce, più di allora, la
banalità di questo male.
La mazzetta — un tempo
epica, talvolta «madre di
tutte le tangenti» —
tramutata in vitalizio,
in stipendio, magari
nell’attesa della tredicesima
perché, diamine, un
corrotto avrà pur da
fare i regali di Natale.
CONTINUA A PAGINA 6
lza il culo e vieni
qua!». Non avete
mai immaginato una
segretaria dare ordini
così a un assessore
regionale? Dovete leggere
le carte dell’inchiesta sul
Mose. Dove Claudia
Minutillo tutto pare,
tranne che la dattilografa
di Giancarlo Galan.
CONTINUA A PAGINA 9
2
Primo Piano
Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
La Bce La crescita
Le scelte di Draghi
Svolta di Draghi sui tassi: e non è finita qui
0,10%
Il tasso di rifinanziamento
La Bce taglia allo 0,15 %, interessi negativi sui depositi delle banche
«Ora finanziamenti per le imprese». Milano in rialzo, più 1,53%
DALLA NOSTRA INVIATA
FRANCOFORTE — Le attese non sono state deluse. Il
presidente della Bce, Mario
Draghi, ieri al termine del
consiglio direttivo della Banca centrale europea ha annunciato il taglio dei tassi al
minimo storico e un pacchetto di misure indirizzate
ad affrontare i rischi della
bassa inflazione e a sostenere
la crescita. «E non abbiamo
ancora finito», ha aggiunto
indicando l’impegno unanime dei governatori dell’area
euro ad assumere in futuro,
se la situazione economica
dovesse peggiorare, anche
ulteriori provvedimenti straordinari, come «l’acquisto di
titoli pubblici e privati su larga scala». L’ avvertimento di
Draghi sembra ricalcare
quello lanciato quasi due anni fa a Londra — «Siamo
pronti a fare tutto il necessario per sostenere l’euro» —
con cui aveva spezzato l’attacco contro la moneta unica.
dell’inflazione (attesa allo
0,7% nel 2014, all’1,1% nel
2015, all’1,4% nel 2016) e da
prospettive di crescita più
basse del previsto (1%) perlomeno per quel che riguarda il 2014 (1,7% nel 2015 e
1,8% nel 2016). «Non siamo
in deflazione» ha ribadito
Draghi, aggiungendo che la
ripresa «non è finita: è bassa,
fragile e ineguale. Ma c’è» e
«ci rende fiduciosi sul fatto
che le misure prese contribuiranno a raggiungere gli
obiettivi nel medio termine».
A iniziare dall’inflazione, che
dovrebbe arrivare sotto ma
vicina al 2%.
Ma ecco i provvedimenti
principali annunciati da Draghi e attesi dai mercati che
hanno reagito positivamente
mentre il Fondo monetario
internazionale ha inviato a
Francoforte il suo apprezzamento: Piazza Affari ha messo a segno un guadagno dell’1,53% e lo spread tra i rendimenti dei Btp decennali e i
Le misure
Le misure adottate ieri dovrebbero comunque essere
in grado di rianimare l’attuale scenario caratterizzato —
come hanno segnalato ieri le
nuove previsioni della Bce
per l’eurozona — da un più
accentuato rallentamento
Bund di uguale durata è sceso fino a 145 punti base per
poi chiudere a 164 punti con
i tassi dei titoli al 2,9%. L’euro
infine è scivolato subito a
1,35 per poi risalire a 1,36
dollari.
Capitali alle imprese
Il taglio dei tassi innanzitutto: è di 10 punti base sia
per gli attivi che per i passivi
ed entreranno in vigore l’11
giugno. I primi, che sono di
riferimento per il mercato
monetario, sono scesi quindi
dallo 0,25% allo 0,15%, il minimo storico. I secondi, che
remunerano i fondi depositati dalle banche nell’Istituto
di Francoforte, che erano a
quota zero, sono diventati
negativi per lo 0,10%. Una
novità assoluta per la Bce,
che vuole così anche raffreddare il supereuro, ma che
non andrà però oltre. «Abbiamo toccato il livello minimo», ha detto Draghi.
Il secondo pacchetto di
misure, il più atteso, riguarda il piano per fare affluire
alle banche liquidità in grande quantità e a tassi vantaggiosissimi così da favorire i
prestiti alle famiglie (ma i
mutui per l’acquisto di abitazioni sono esclusi) e soprattutto alle imprese, in particolare quelle medie e piccole
tagliate fuori dall’accesso al
credito. I finanziamenti della
Bce (Tltro), ammonteranno
in una prima fase a 400 miliardi di euro e scadranno
dopo 4 anni. Ci vorranno —
L’Eurotower
Il presidente della Bce, Mario
Draghi (a destra) e il
vicepresidente Vitor
Costancio (a sinistra)
arrivano all’incontro con la
stampa al termine del
consiglio dei governatori
-0,1%
Il saggio sui depositi presso la Bce
ha detto Draghi — 3-4 trimestri per vedere i primi effetti
significativi sulla ripresa. Secondo il percorso immaginato a Francoforte, aderendo
all’offerta di finanziamento
dell’Eurotower, gli istituti
europei potranno fare prestiti a tassi molto favorevoli e
potranno quindi attrarre le
imprese disposte a rivedere i
loro programmi di investimento alla luce delle nuove
condizioni. Certo non potranno essere le imprese
Finanziamento
Nuova operazione
di finanziamento (Ltro)
da 400 miliardi con
scadenza a 4 anni
troppo indebitate le destinatarie della liquidità della Bce
che punta invece a favorire le
piccole e medie con alte potenzialità di innovazione e le
start-up.
Stimoli alla crescita
Infine il banchiere centrale
italiano ha rivelato che l’Eurotower «sta intensificando»
i lavori di preparazione del
piano per rilanciare le cartolarizzazioni e avviare l’acquisto degli Abs, titoli che in
pratica impacchettano i pre-
400 miliardi
La nuova liquidità per specifiche
operazioni a 4 anni
165 miliardi
La liquidità liberata con lo stop alla
sterilizzazione degli acquisti di titoli di Stato
stiti di imprese e famiglie
(esclusi i mutui), e che saranno «semplici, trasparenti
e veri», cioè «basati su prestiti reali e non su derivati».
Ma la politica monetaria, è
tornato a ribadire il numero
uno dell’Eurotower, non può
fare tutto da sola. L’azione
più importante a sostegno
della crescita spetta ai governi che, ha detto, «non dovrebbero ritornare sui propri
passi». La ricetta migliore, ha
aggiunto, è quella di un risanamento «orientato alla crescita» e, quindi, «meno spesa
pubblica, meno tasse (“Siamo diventati l’area del mondo con le tasse più elevate”)
e, entro i limiti concessi dal
patto di Stabilità, più investimenti e riforme strutturali».
Stefania Tamburello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Retroscena «Benefici per l’economia reale»
L’applauso dei banchieri
al supervertice di Londra
LONDRA — Non è stato lungo, ma è stato carico di significato. L’applauso che ha fatto seguito alle decisioni della Banca centrale europea è
stato quello della liberazione. Il giudizio dei
membri dell’Institute of international finance
(Iif), l’istituto che raggruppa le principali istituzioni finanziarie mondiali, è unanime. Da Londra, dove i maggiori banchieri mondiali si sono
riuniti per il loro meeting annuale, arriva un coro di approvazione per Mario Draghi. «Ancora
una volta ha fatto la cosa giusta», dice un managing partner di Citi. Eppure qualche voce negativa c’è.
L’attesa era diventata quasi spasmodica. Ma il
pacchetto di misure presentato da Draghi ha
soddisfatto tutti, soprattutto se si guarda alla
ventilata ipotesi di allentamento quantitativo
(Quantitative easing), tramite possibili interventi sul mercato delle Asset-backed security
(Abs), i titoli frutto di cartolarizzazioni di crediti.
«Un pacchetto di interventi interessante e inusuale per la Bce», commenta Jaime Caruana, numero uno della Banca dei regolamenti internazionali (Bri). In effetti, considerate le restrizioni
dovute allo statuto della Bce, l’opinione generale
è che Draghi non poteva fare di più. Per Tony
Fratto, partner di Hamilton Places Strategies, le
nuove misure della Bce sono da considerarsi co-
me «un’evoluzione positiva della crisi dell’eurozona, che tuttavia non è ancora terminata».
Chiaroscuro è invece il giudizio di Larry Hatheway, economista di Ubs. Se da un lato dice
che le due operazioni di rifinanziamento sono
«una delle iniziative più significative dell’era
Draghi», così come l’inizio dei lavori preparatori
per l’intervento sul mercato delle Abs, dall’altro
ricorda che l’introduzione dei tassi negativi sui
depositi presso la Bce è una mossa rischiosa. «In
questo modo la Bce è entrata in un territorio inesplorato ed è da capire se i benefici arriveranno
all’economia reale», sottolinea Hatheway.
In buona sostanza, secondo i banchieri dell’IIF Draghi ha calato il suo poker, che per ora ha
convinto i mercati. Se poi queste misure avranno
gli effetti sperati sull’economia reale, si vedrà.
Nel caso non ci fossero, l’acquisto massivo di
Abs potrebbe essere la carta in più da giocare
contro il pericolo deflazione.
Fabrizio Goria
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I profili
Jaime Caruana,
direttore della banca
dei regolamenti
internazionali.
Ex governatore della
Banca di Spagna
Chris Williamson,
capo economista di
Markit. La decisione
della Bce è «una
buona mossa ma
l’efficacia è incerta»
Axel Alfred Weber,
chairman di Ubs,
ex presidente della
Bundesbank. In
passato è stato
membro dell’Eurotower
Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
Primo Piano
italia: 51575551575557
Le misure
I tassi Bce
4,50
Saggio negativo sui depositi Bce
Fatto
Da 0% a -0,1%
4,00
Taglio dei tassi di rifinanziamento
Fatto
Da 0,25% al 0,10%
3,50
Taglio dei tassi marginali sui prestiti
Fatto
Da 0,75% a 0,4%
3,00
Fatto
Fino a dicembre 2016
Creazione di specifiche operazioni di liquidità a quattro anni
Fatto
Con 400 miliardi di euro
1,50
Stop alla sterilizzazione degli acquisti di titoli di Stato
Fatto
Liberati 165 miliardi di liquidità
1,00
In discussione
Fase preparatoria
0,50
Nel cassetto
Opzione ancora aperta e non utilizzata
Programma di acquisto di pacchetti di prestiti garantiti
Pieno allentamento monetario non convenzionale
Operazioni di rifinanziamento
4,25
Valori %
3,75
3,25
2,50
2,50
Estensione delle iniezioni di liquidità a una settimana
2,00
2,00
1,50
3/7
8/10 9/10 6/11 4/12 18/12 15/1
5/3
2008
Un giorno di spread
Le Borse
Btp-Bund
164 punti
170
Milano
+1,52%
Parigi
+1,06%
Francoforte
+0,21%
Madrid
+1,12%
Londra
-0,09%
3
Il cambio
1,25
2/4
1,00
7/5
1,25
7/4
2009
1,50
7/7
1,25
1,00
3/11 8/12
2011
0,75
0,50
0,25 0,15
5/7
2/5
7/11
5/6
2012
2013
2013
2014
Dollari per un euro
1,36
1,40
ieri
1,38
1,36
165
1,34
1,32
160
1,30
1,28
ore 9.01
10.05
11.09
12.14
13.19
14,28
15.32
16.36
13 lug
13 set
13 nov
14 gen
14 mar
14 mag
CORRIERE DELLA SERA
I depositi all’Eurotower
Perché Francoforte taglia
e arriva a tassi negativi
?
Con il taglio del tasso di interesse, detto
anche tasso di rifinanziamento, allo 0,15%, la
Bce per la prima volta dà il via libera a tassi
negativi sui depositi delle banche presso
l’Eurotower (-0,10%). L’obiettivo dichiarato è
disincentivare le banche a parcheggiare la
liquidità presso l’Eurotower; implicitamente
Draghi punta a indebolire l’euro per far
ripartire le esportazioni
I fondi agevolati alle banche
Cos’è il TLtro e quali sono
le condizioni per ottenerlo
?
La Bce lancia due nuovi round di TLtro, «Targeted
long term refinancing operations», prestiti a lungo
termine, per 400 miliardi totali, a tasso agevolato, a
settembre e dicembre per spingere le banche a fare
prestiti a famiglie (ma niente mutui) e a imprese non
finanziarie per far ripartire l’economia. In precedenza
due Ltro, a dicembre 2011 e a febbraio 2012, mille
miliardi totali, senza condizioni, hanno solo
finanziato l’acquisto di titoli di Stato
Le operazioni di mercato
Mro e Smp, scudo antispread
per i Paesi periferici
?
Per aumentare la liquidità nell’eurozona, la Bce
continuerà a condurre MROs («Main refinancing
operations»), cioè operazioni che offrono
liquidità a una settimana, fino a quando sarà
necessario, almeno fino al dicembre 2016.
L’Eurotower ha inoltre deciso di sospendere la
sterilizzazione degli acquisti di titoli sovrani sul
mercato secondario attraverso il programma
Smp (Securities market programme)
Quantitative Easing (QE)
Che cosa sono gli Abs
e come dovranno essere
?
Se l’economia peggiorerà, la Bce è pronta a
misure straordinarie o non convenzionali.
L’Eurotower si prepara ad acquistare Abs,
«Asset backed securities», cioè titoli
cartolarizzati garantiti da prestiti, mutui,
obbligazioni o crediti commerciali. Dopo gli
eccessi della crisi finanziaria, Draghi precisa
che l’Abs ideale deve essere «semplice», perciò
sono esclusi Cdo e simili; «reale», cioè garantito
da prestiti veri, non da derivati; e «trasparenti»
a cura di Giuliana Ferraino
@16febbraio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
BANCHE
Arrivano 400 miliardi «vincolati»: solo fondi all’economia
di Stato — finora forma di guadagno
senza sforzi, visto che i bond rendono
più del costo del finanziamento — ma
per aiutare l’economia reale, anche se con
l’esclusione dei mutui per le case per non
creare bolle immobiliari. Secondo Alberto Gallo di Rbs, il Tltro «in teoria dovrebbe essere sufficiente ad assorbire» il calo
di 374 miliardi nei finanziamenti concessi dalle banche dallo scoppio della crisi. E
sottolinea che ad avvantaggiarsene dovrebbero essere soprattutto le banche
dell’Europa periferica. Mediobanca Securities stima in 200 miliardi l’ammontare
che sarà collocato solo in Italia e Spagna.
Per le banche ci sarebbe un vantaggio nel
minore costo del credito. Tuttavia potrebbe esserci un calo nella raccolta diretta, visto i minori tassi attivi offerti ai
Ora non ci sono più alibi: le banche
devono tornare a prestare capitali a famiglie e imprese, visto che a esse il denaro
ora costa pochissimo. La Bce ha espressamente affidato agli istituti europei questo
compito mettendo a disposizione da
settembre 400 miliardi a un tasso bassissimo, attualmente lo 0,25%. La mossa si
chiama tecnicamente «Tltro». E per pungolare ancora di più le banche a non
tenere la liquidità in cassa, ha imposto
tassi negativi per chi decidesse di depositarla presso la Banca centrale. Il «Tltro» è
la replica del «Ltro» varato fra dicembre
2011 e febbraio 2012 che ha inondato con
1.000 miliardi di liquidità le banche europee ad appena l’1% di interesse. La
differenza sta nella «T» («targeted»): i
soldi non vanno usati per comprare titoli
risparmiatori. «Pur con una ripresa economica che non si è ancora compiutamente manifestata», commenta Pierfrancesco Saviotti, amministratore delegato
del Banco Popolare, «le decisioni sono
molto positive perché consentono al
sistema bancario di assolvere in modo
più compiuto alla missione di sostegno
all’imprenditoria». Per Antonio Guglielmi di Mediobanca Securities la spinta a
prestare alle imprese arriva anche dall’annunciato programma di acquisto
degli Abs, cioè dei titoli con sottostanti i
crediti a imprese e famiglie. Prestare
soldi significherebbe dunque creare le
condizioni per poter accedere agli ulteriori finanziamenti agevolati della Bce.
Fabrizio Massaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IMPRESE
Crediti più facili, interessi più leggeri. L’euro frenerà
Due cose interessano le imprese. La
prima: avere prestiti a buon mercato per
finanziare gli investimenti. La seconda:
un euro meno forte per esportare con
più facilità. Come influiranno le misure
introdotte ieri dal consiglio direttivo
della Bce? «Sul primo fronte le aziende
avranno vita più facile. L’effetto finale
sul cambio, invece, non è scontato»,
risponde Lea Zicchino, responsabile per
Prometeia delle analisi sul settore bancario. Ma andiamo con ordine. La prossima settimana Confindustria presenterà la sua agenda rispetto al credito. Ieri
le operazioni mirate di rifinanziamento
a lungo termine delle banche annunciate dalla Bce sono state accolte con sollievo da viale dell’Astronomia. L’Eurotower parte con 400 miliardi ma altri
due Tltro arriveranno a settembre e
dicembre 2014. «Il tasso a cui le banche
potranno prendere a prestito dalla Bce
sarà dello 0,25%. Decisamente più basso
rispetto all’1,8 medio con cui gli istituti
si sono finanziati fino a oggi», spiega
Zicchino. Questa misura incentiverà le
banche a prestare di più alle imprese.
Compatibilmente con un freno, però:
«Non bisogna dimenticare che gli istituti di credito sono sotto la lente dei
cosiddetti stress test per quanto riguarda i livelli di capitalizzazione. E questo
non incentiva a mettere più risorse a
disposizione delle imprese», aggiunge
l’analista. Infine va detto che non c’è
misura che possa convincere una banca
a prestare a un’azienda inaffidabile.
Inoltre aumentare l’offerta di credito
serve a poco se non c’è domanda. «Le
nostre analisi ci dicono che negli ultimi
due anni la domanda di credito è venuta a mancare — constata Zicchino —. E
i pagamenti degli arretrati della pubblica amministrazione hanno accentuato
il fenomeno. I soldi entrati nelle casse
delle aziende sono stati usati per saldare debiti con le banche e non per fare
investimenti». Per finire, la questione
del cambio. Qui l’impegno dell’Eurotower a tassi bassi nel lungo periodo
dovrebbe indebolire l’euro. Ma questo
effetto potrebbe essere in parte controbilanciato dal fatto che, se l’economia
della zona euro si rafforzerà, allora l’Europa potrebbe attirare nuovi capitali.
Rita Querzé
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FAMIGLIE
Dieci euro in meno sui mutui casa, soffrono i conti-deposito
Se abbiamo acceso un mutuo dovremmo giovarcene, anche se i benefici non saranno immediati e comunque
quantificabili in una decina di euro al
mese. Se invece siamo piccoli risparmiatori abituati a conti deposito e
polizze andiamo incontro a un calo
della remunerazione, tale da costringerci forse a ripensare l’allocazione del
risparmio verso l’azionario, pur con
tutte le accortezze del caso. Ieri il primo segnale positivo, visti i guadagni
dei titoli bancari che preludono forse a
una stagione di rialzi soprattutto se
l’Eurotower darà seguito alle misure di
politica monetaria non convenzionale.
Presto per dirlo. Certo sui mutui lo
scenario che si profila è questo: per chi
ha un finanziamento in corso cambie-
ILLUSTRAZIONI DI ROBERTO PIROLA
Domande e risposte
rà poco, anche perché i mutui legati al
tasso Bce sono l’1% appena e si gioveranno di un assegno mensile di circa
10 euro. Diversa è la questione per chi
ha acceso un prestito che segue l’andamento dell’Euribor (tasso variabile) ed
Eurirs (tasso fisso), cioè la gran parte
dei finanziamenti in essere. Qui è presumibile che i valori si ridurranno di
circa un decimale nei prossimi mesi,
perché la trasmissione del taglio del
costo del denaro non è immediata.
Semmai i benefici potranno esserci
sugli spread, cioè l’aliquota applicata
dagli istituti di credito, e quindi potranno interessare chi stipulerà un
mutuo da ora in poi. Secondo Luca
Dondi, direttore generale Nomisma,
«dipenderà soprattutto dalle banche»,
la cui dinamica di erogazione del credito potrebbe riattivarsi soprattutto
per quelle più patrimonializzate e «che
hanno fatto pulizia degli incagli» (leggi Unicredit e Intesa Sanpaolo). Per
Pietro Giordano, segretario generale
Adiconsum, possiamo attenderci «ripercussioni negative per i piccoli risparmiatori a causa di rendimenti in
calo sui conti deposito già gravati da
un aumento di tasse e bollo». È lo scenario «perverso» che intravede l’economista dell’università «Bocconi»,
Giuseppe Ferraguto, perché «gli istituti potrebbero trasferire ai clienti i costi
di tassi negativi per i depositi delle
banche presso la Bce».
Fabio Savelli
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italia: 51575551575557
Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
Primo Piano
italia: 51575551575557
5
Il governo La ripresa
Primo sì del Senato al bonus di 80 euro
La rivoluzione per gli statali: stipendi legati al merito, taglio delle autorizzazioni
ROMA — Il risultato della dodicesima fiducia posta dal governo Renzi è il via libera al Senato del decreto Irpef. Con il voto di ieri l’esecutivo ha ottenuto
l’approvazione a Palazzo Madama del provvedimento, che prevede il bonus fiscale da 80 euro
per i lavoratori dipendenti.
L’esito del voto ha prodotto 159
sì (i no sono stati 122), che consentono al decreto di passare all’esame della Camera, dove dovrebbe approdare in aula il 13
giugno. Durante l’esame al Senato il governo è riuscito a imporre l’obbligo di salvaguardare
l’impianto del testo originario,
evitando interventi che ne snaturassero o indebolissero le caratteristiche. In particolare, si è
risolto con un rinvio alla legge
di Stabilità 2015 l’introduzione,
voluta e più volte richiesta dal
chiesto a Viale Mazzini. Un
emendamento, approvato alla
vigilia del voto, stabilisce la possibilità di accedere nuovamente
ai pagamenti a rate delle cartelle
di Equitalia per quei contribuenti che non hanno onorato i
debiti. La misura dovrebbe riguardare un monte debiti sti-
mato circa 20 miliardi di euro.
La rateizzazione prevista è fino
ad un massimo di 72 rate.
Una modifica al decreto introduce il rinvio al 15 settembre
del pagamento dei canoni per le
concessioni balneari. Approvato
anche il giro di vite che alza dall’11% all’11,5% il prelievo sui
Roberto Bagnoli
bligatoria la pubblicazione dei
compensi degli amministratori
di società pubbliche.
Intanto la giornata di ieri è
stata scandita anche dall’incontro bilaterale a Berlino tra il ministro dell’Economia, Pier Carlo
Padoan, e il suo omologo tedesco, Wolfgang Schaeuble. «Un
colloquio molto fruttuoso e con
grande identità di vedute sulle
priorità della presidenza italiana (nel semestre di guida della
Ue, ndr.), che devono essere
condivise da tutti i paesi membri», ha spiegato Padoan, aggiungendo,«la presidenza italiana, e su questo c’è totale accordo, metterà al centro del dibattito una nuova fase della
politica economica in Europa,
che abbia l’obiettivo di rafforzare l’economia e fare in modo che
sia in grado di produrre risultati
migliori per crescita e posti di
lavoro». Padoan, in vista dell’intervento di ieri da parte della
Bce, ha ricordato come i bassi
tassi d’interesse siano importanti per i paesi altamente indebitati. L’Italia dovrà, insomma,
«utilizzare la finestra dei bassi
tassi di interesse il più possibile». A Schaeuble il titolare di Via
XX Settembre ha ribadito che
l’economia italiana crescerà
grazie alle riforme che «daranno
risultati nel tempo e produrranno maggiore crescita». A corredo delle parole di Padoan in serata il ministero dell’Economia
ha diffuso i dati relativi alle entrate tributarie del primo quadrimestre. Nel periodo gennaioaprile 2014 le entrate, accertate
in base al criterio della competenza giuridica, hanno raggiunto quota 119 miliardi di euro, registrando così una crescita dell’1,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
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Andrea Ducci
fondi pensione. L’intervento
serve a garantire un po’ di ossigeno alle casse di previdenza dei
professionisti, evitando l’aumento dal 20% al 26% dell’aliquota sulle rendite finanziarie.
Tra le modifiche al decreto figura anche quella voluta dal Movimento 5 Stelle per rendere ob-
ItaliaGermania
Il ministro
dell’Economia
Pier Carlo Padoan
e il collega
tedesco alle
Finanze Wolfgang
Schaeuble ieri a
Berlino.
Il titolare
del Tesoro, prima
della decisione
della Bce di
tagliare i tassi,
si era detto
«convinto»
che l’Eurotower
avrebbe fatto le
scelte «necessarie
e più opportune»
I fondi pensione
Sì all’aumento all’11,5%
del prelievo sui fondi
per dare ossigeno alle
casse dei professionisti
Nuovo Centrodestra, del bonus
per le famiglie monoreddito con
più figli.
L’estensione della platea dei
beneficiari del credito di imposta da 80 euro non è l’unica questione accantonata per assenza
di coperture. Analoga sorte è
toccata al taglio dell’Irap destinato alle imprese, una misura
che sarà oggetto di valutazione
della delega fiscale. Le novità
inserite nel decreto durante la
fase di valutazione da parte delle
commissioni Bilancio e Finanze
riguardano, per esempio, la decisione di salvare le sedi regionali della Rai, nonostante il taglio di 150 milioni di euro ri-
Con Ice e Investitalia
Renzi in missione con le imprese
Prima tappa in Vietnam poi la Cina
Ultimi preparativi per la missione in
Vietnam e in Cina (con tappa al
ritorno in Kazakistan) che partirà
domenica. Il premier Matteo Renzi,
accompagnato dal ministro per lo
Sviluppo Federica Guidi e da
rappresentanti di Ice e Investitalia,
porterà con se una nutrita pattuglia
di imprenditori.
Tra gli altri ci saranno Vincenzo
Novari, amministratore delegato
della filiale italiana di H3G, gli
amministratori delegati di
Unicredit, Federico Ghizzoni, della
Finmeccanica, Mauro Moretti ed
Enel, Francesco Starace.
Nella delegazione anche Francesco
Merloni, Fulvio Renoldi Bracco,
Giorgio Snaidero, presidente di
Federlegno, l’editore del gruppo
Class, Paolo Panerai e Toni Scervino
della nota griffe.
La lista dei partecipanti deve ancora
essere ultimata mentre l’agenda del
primo viaggio in Cina del premier
prevede l’arrivo ad Hanoi lunedì
mattina con incontri con il
presidente e il primo ministro
vietnamiti. Martedì l’arrivo in Cina
con tappa a Shanghai per
proseguire verso Pechino. Il ritorno
è segnato per giovedì mattina.
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Rating A mercati chiusi la pagella sui conti dello Stato
Debito e riforme,
arrivano i voti
di Standard & Poor’s
Debito e rating
LA CORSA DEL DEBITO PUBBLICO
2.089
1.989
2.069
1.907
1.851
1.769
1.671
Attesa per la revisione dell’outlook
MILANO — Che cosa hanno in comune Italia, Burkina Faso, Irlanda,
Oman e Arabia Saudita? Una parola:
Standard & Poor’s. E una data: oggi. A
mercati chiusi l’agenzia di rating aggiorna i giudizi sul debito di questi cinque
Paesi. Due settimane fa era toccato alla
virtuosissima Svizzera, tra pochi giorni
sarà il turno della più esotica Capo Verde. E via dicendo, nel fitto calendario dei
voti dell’agenzia al debito sovrano.
A proposito di calendario, difficile dimenticare - per i piccoli risparmiatori e i
grandi investitori in Btp - il «brivido
freddo» che attraversò i portafogli d’Italia poco più di tre anni fa. Quando Standard & Poor’s aggiornò la pagella sul debito italiano. Allora, in una giornata di fine maggio, l’agenzia di rating lasciò
inalterato il voto al debito pubblico tricolore a lungo termine, ad A+, ma abbassò l’«outlook» (la visione in prospettiva)
da stabile a negativo. In altre parole, la
mossa sanciva la probabilità (al 33%) che
entro 24 mesi anche il giudizio A+ sarebbe potuto scendere. E così fu, di bocciatura in bocciatura, fino al BBB con «outlook» negativo deciso nell’ultima
«stroncatura» del luglio del 2013.
E oggi? Difficile fare previsioni, ma
non per tutti. Le agenzie hanno l’obbligo
di comunicare la decisione all’emittente
24 ore prima di renderla pubblica. Quindi al Tesoro, quindi ieri. Altrove, fuori
dalle mura del dicastero di via XX Settembre, non restano che i pronostici. Intanto ieri i mercati sono stati assorbiti
dalle parole del presidente della Bce Mario Draghi sui nuovi stimoli monetari,
più che dalle elucubrazioni sulle possibili mosse di oggi di Standard & Poor’s.
2.107
Dati in miliardi di euro
gen
2008
2009
2010
2011
2012
2013
feb
2014
Fonte: Banca d’Italia
Così le agenzie di rating sull’Italia
Giudizio
Outlook
BBB
BB
Negativo
Baa2
Stabile
Il candidato
Per l’Istat spunta
Giorgio Alleva
(enr. ma.) Sta per finire
l’interregno di Antonio Golini alla
guida dell’Istat dopo l’uscita di
Enrico Giovannini. In pole position
(la nomina spetta al consiglio dei
ministri) per la presidenza
dell’istituto c’è Giorgio Alleva,
statistico dell’università La
Sapienza di Roma.
BBB+
Stabile
Quel che sembra certo, però, è che anche stavolta - come tre anni fa - il protagonista sia l’«outlook». Adesso è negativo, quindi o non cambia nulla o le ipotesi
sono sostanzialmente due: le prospettive
al ribasso portano a un nuovo declassamento del rating vero e proprio, al BBBultimo gradino della classe «investment
grade»; oppure - per la prima volta da diversi anni - la pagella viene rivista al rialzo e l’«outlook» sale a «stabile». Nel 2011
Standard & Poor’s aveva abbassato l’«outlook» e definito «deboli le attuali prospettive di crescita dell’Italia», a causa di
una «mancanza di impegno politico nella deregolamentazione del mercato del
lavoro e nell’introduzione di riforme per
aumentare la produttività». E ancora: «Il
potenziale stallo politico - sosteneva
l’agenzia - potrebbe contribuire ad uno
slittamento delle riforme fiscali». Due
volte la parola «politica».
Poi, in quell’estate del 2011, all’estero
esplosero le maxi vendite di Btp e lo
spread Btp-Bund schizzò a novembre
sopra quota 500 punti. Quindi, sempre a
novembre, il governo Berlusconi lasciò il
posto a Mario Monti, che a sua volta cedette il passo a Enrico Letta, fino all’arrivo di Matteo Renzi. Nel frattempo, a
Francoforte Draghi apriva i cordoni di un
consistente allentamento monetario.
Oggi lo spread vale meno di un terzo dei
massimi del novembre 2011 e il partito
di maggioranza, alle elezioni europee, ha
appena sfondato il tetto del 40%, come
non succedeva da decenni per nessun
movimento politico. Ma il debito in questi anni è salito fino al 133% del Pil, la disoccupazione ha sfondato quota 12% e il
reddito è sceso. Tra pro e contro, il giudizio di Standard & Poor’s resta aperto. Almeno fino a oggi.
Giovanni Stringa
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D’ARCO
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Verso la riforma
Uffici pubblici,
100 semplificazioni
E nuove pensioni
anticipate
ROMA — «Abbattere gli steccati esistenti fra i
singoli compartimenti» della pubblica
amministrazione. E passare invece a un
sistema dove «tutti coloro che hanno un
rapporto di lavoro con la Pa sono dipendenti o
dirigenti della Repubblica incardinati
momentaneamente presso un ente pubblico
che ne è datore di lavoro». Insomma non più
un lavoratore del ministero o della provincia,
della sanità o della scuola, ma un dipendente
pubblico «che la Repubblica organizza per
assecondare i fabbisogni della comunità». È la
rivoluzione prefigurata nell’accordo dal titolo
«Italia semplice» firmato ieri dai ministri
Madia (Semplificazione) e Lanzetta (Affari
regionali) con la Conferenza delle Regioni,
l’Anci (Comuni) e l’Upi (Province). Accordo
preparato dal sottosegretario Angelo Rughetti
e propedeutico alla riforma che Madia
presenterà il 13 giugno in consiglio dei
ministri e che potrà funzionare - è questo il
senso più vero dell’accordo - solo se Stato
centrale ed enti territoriali marceranno nella
stessa direzione.
Numerose le conferme, ma anche le novità
nel documento. Oltre alla «mobilità
intercompartimentale», la riforma darà il via
alla «staffetta generazionale, con risorse
derivanti dal part-time, dalla revisione
dell’istituto dell’esonero, dalla risoluzione
anticipata del rapporto di lavoro», ovvero
prepensionamenti che favoriranno l’ingresso
dei giovani. Le retribuzioni dovranno
«ispirarsi al merito e alla omogeneità a parità
di prestazioni o incarichi svolti». Gli stipendi
saranno legati anche all’«andamento
dell’economia o al raggiungimento degli
obbiettivi di finanza pubblica. Mai più una
Repubblica in deficit e retribuzioni di
risultato comunque distribuite», promettono
governo, Regioni ed enti locali. Altro punto
Niente carta dal 2016
Tutto on line per la nuova
pubblica amministrazione dal
2016. Dall’anno prossimo
il sistema unico dei pagamenti
centrale è la «semplificazione delle
procedure». Bisogna tagliare le autorizzazioni,
standardizzare i procedimenti, «a cominciare
da quelli in materia edilizia, ambientale e
delle attività produttive». Eliminare ogni
richiesta di «documentazione o certificato di
cui il sistema pubblico disponga o possa
disporre». Adottare «un’Agenda per la
semplificazione condivisa tra Stato, Regioni e
Autonomie. Per ciascuna azione di
semplificazione verranno individuati
obiettivi, responsabilità, scadenze e modalità
di verifica del raggiungimento dei risultati».
Una «task-force Italia Semplice» affronterà le
«100 procedure da semplificare».
Le conferenze di servizio, quegli organismi
governo-enti locali dove spesso si arena la
realizzazione delle opere pubbliche, dovranno
diventare «luoghi veloci di decisione». Si
riuniranno in teleconferenza e decideranno in
tempi certi. La semplificazione viaggerà on
line. «Entro il 2016 deve scomparire ogni
forma di utilizzo della comunicazione
cartacea » ed entro il 2015 verrà avviato il
«sistema unico dei pagamenti on line».
Infine, la trasparenza. Tutti gli enti che hanno
firmato l’accordo si impegnato a pubblicare
sui rispettivi siti «i risultati e il livelli della
prestazioni erogate ai cittadini», tutte le voci
di spesa, i nomi dei responsabili e i tempi di
esecuzione di ogni provvedimento.
Enrico Marro
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6
Primo Piano
Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
❜❜
Tangenti in Veneto Il governo
Il problema delle tangenti non sta nelle regole ma nei ladri.
Toccherà a noi fare di tutto per intervenire con più forza Matteo Renzi
Renzi: basta ladri, corruzione alto tradimento
Decreto verso il rinvio. Cantone: mai chiesti poteri speciali. Orsoni sospeso da sindaco
l’Anac (Autorità nazionale anti
corruzione) Raffaele Cantone? È
prevalsa la via del rinvio, motivato: trovare «strumenti più efficaci», «c’è un’urgenza ma non
un’emergenza», il decreto «va
fatto presto ma bene».
I fatti emersi dalle inchieste
su Expo e quelli relativi al Mose
(il prefetto di Venezia ha attribuito al vicesindaco Simionato
le funzioni del sindaco Orsoni
finito ai domiciliari) preoccupano il governo ma, tanto per
iniziare, il conferimento dei poteri speciali per l’Expo a Cantone appare più complesso del
previsto. C’è un problema di clima, ottimo prima delle elezioni
ma ora offuscato: «Ma Renzi e
Cantone vanno d’accordo?», si
chiede non senza malizia il senatore Massimo Mucchetti
(Pd). Il problema sarebbe il potere di revoca degli appalti assegnati. Ma il magistrato che ieri
sera — dopo aver atteso una
nuova convocazione a Palazzo
Chigi, ha preso la strada di casa,
verso Napoli — ha smentito:
«Non ho mai detto che vanno
revocati gli appalti, ho detto che
per il futuro la legge Severino
prevede che nei casi di corruzio-
L‘Authority
La nomina del presidente
1
L’ Autorità nazionale anticorruzione è
stata istituita con la cosiddetta «riforma
Brunetta» nel 2009. Entrata in funzione
nel 2010, è attualmente composta dal
solo presidente, il magistrato Raffaele
Cantone,indicato dal premier Renzi il 27
marzo scorso. Restano da definire
gli altri quattro membri dell’organismo
I compiti della commissione
2
La funzione fondamentale dell’Autorità
è di garantire l’efficienza e trasparenza
delle pubbliche amministrazioni italiane.
La legge affida all’organismo
compiti di vigilanza e prevenzione
sul fenomeno della corruzione
nelle amministrazioni pubbliche
Un decreto sui poteri
3
Dopo l’inchiesta tangenti su Expo
il governo vuole accelerare sui poteri
da assegnare alla struttura guidata
da Cantone: si pensa in particolare
a un decreto che consenta l’accesso
alle informazioni sugli appalti
per verificare eventuali anomalie
ne sia possibile la revoca degli
appalti, non mi sono riferito né
all’Expo né al Mose, la cui vicenda è peggio di Expo perché
oltre la politica, l’imprenditoria,
è coinvolto un pezzo pesante dei
controllori». Cantone, che non
nasconde la sua disillusione,
aggiunge: «Lo so bene che non
si possono interrompere gli appalti già perfezionati. Ma se il
controllo dà esiti negativi per
l’appalto, c’è un ventaglio di soluzioni. Dalla denuncia alla Corte dei Conti e alla Procura della
Repubblica, al commissariamento, alla richiesta di modifica». Così anche per il senatore
Mucchetti, «i giuristi potrebbero considerare l’opportunità di
commissariare temporaneamente, su richiesta della Procura e decisione del giudice, le imprese e le società concessionarie
inquisite per corruzione...».
Ancora da mettere a punto,
poi, il confine tra le funzioni
dell’Anac di Cantone (26 dipendenti) e l’Avcp, Autorità per la
vigilanza sui contratti pubblici
di lavori, servizi, forniture (330
dipendenti), guidata dal presidente di sezione del Consiglio di
Stato nonché presidente dell’as-
sociazione dei magistrati amministrativi Sergio Santoro. La
partita tra Autorità, a giudicare
dal rallentamento del decreto, è
da considerarsi ancora aperta.
Il governo però ha in cantiere
altre iniziative: «Interverremo
presto per introdurre il reato di
autoriciclaggio e per rivedere la
disciplina dl falso in bilancio»,
dice il Guardasigilli Andrea Orlando. L’annuncio del governo
ha di fatto congelato il ddl anticorruzione che dovrebbe arrivare in aula al Senato il 10 giugno ma che, a questo punto, è
atteso non prima del 25. Infine
la prescrizione più lunga, il problema più serio che ci pone
l’Europa per debellare la corruzione: il governo, forse a luglio,
varerà un ddl delega i cui effetti
sono destinati a manifestarsi
solo negli anni a venire. Per
questo il presidente del Senato,
Pietro Grasso, ha osservato:
«Ben vengano le iniziative del
governo ma bisogna fare presto
sperando che l’attesa possa essere utile per rafforzare l’impianto preventivo e repressivo
contro la corruzione».
Dino Martirano
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Napolitano alla cerimonia
«Carabinieri, un orgoglio
contro i pregiudizi»
ROMA — «Quel che fate a servizio dell’Italia e fuori
dell’Italia, il prestigio che avete saputo guadagnarvi è
motivo di orgoglio e sostegno prezioso per noi che
siamo chiamati a valorizzare l’immagine dell’Italia
contro pregiudizi e luoghi comuni ricorrenti». Così il
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alla
cerimonia del bicentenario dell’Arma dei carabinieri
in piazza di Siena. Alla celebrazione hanno
partecipato, tra gli altri, anche il premier Renzi e il
ministro della Difesa Roberta Pinotti. In un’ottica di
spending review i carabinieri hanno dimostrato
di essere capaci di risparmiare anche sugli
affitti delle caserme, «attraverso l’acquisizione
di immobili demaniali e l’utilizzo di edifici
confiscati alla criminalità organizzata» ha
sottolineato Pinotti riconoscendo la bontà del
lavoro svolto dal comandante generale
dell’Arma Leonardo Gallitelli.
Flavio Haver
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A 22 anni da Mani pulite
L’eterno ritorno della mazzetta
e le colpe di noi cittadini indignati
SEGUE DALLA PRIMA
Se le accuse della Procura di Venezia
non sono un abbaglio, non troviamo solo
politici e manager nella melma del Mose,
ma funzionari e magistrati, travet e segretarie, ufficiali e burocrati, la famosa e sempre evocata società civile. Giusto la primavera di ventidue anni fa, Borrelli, Di Pietro
e Colombo si fecero la famosa e molto fotografata passeggiatina in Galleria, a Milano, a inchiesta Mani pulite appena decollata, e la società civile s’accalcava adorante
attorno a loro: padri di famiglia stufi del
giogo tangentista si spellavano le mani ad
applaudire con i figlioletti in spalla. «Tonino, arrestali tutti!», strillavano.
«Viva il re, morte al malgoverno», strillavano del resto tre secoli e mezzo prima i
napoletani al seguito di Masaniello, assaltando la casa del gabelliere Girolamo Letizia, affamatore e noto «ladro di Stato», diremmo adesso, simbolo del male che ciascun lazzaro d’allora sentiva oscuramente
di portarsi nell’anima. Masaniello, cui il
popolo affidò titolo di Capitano e palinge-
nesi collettiva, fu innalzato su un piedistallo così alto da perdere la testa in un
amen e di lì a poco venne eliminato da coloro che tanto l’avevano amato.
Sembra una condanna nazionale — per
una nazione che ha sempre vissuto lo Stato come nemico — questa specie di coazione a ripetere tenace nei secoli. In un’Italia che forse ha raggiunto l’unità portando
al Nord non i (molti) pregi ma i (gravi) difetti del Sud (per fare due esempi, il leghista Belsito e i vertici lombardi della
‘ndrangheta), non allargando l’etica calvinista ma introiettando il perdonismo clericale, siamo in fondo tutti un po’ vittime
del complesso di Masaniello. All’alba di
Mani pulite giravano agiografie in cui si
narrava che Di Pietro l’estate prima aveva
salvato una donna in mare, acclamato
«come un Dio» dagli altri bagnanti. Sempre deleghiamo il nostro riscatto a un salvatore che, poi, invariabilmente ci deluderà (non ce ne voglia il nuovo e già ammaccato Prescelto, Beppe Grillo) perché un
uomo solo non può fare ciò che milioni di
uomini assieme non hanno neppure la
forza morale di tentare.
Non serve nemmeno guardare al Mose,
all’Expo o ai cento scandali più recenti.
Chiunque conosca un piccolo costruttore
edile sa che è uso comune mettere la busta
dei soldi nel fascicolo, quasi a prescindere,
ormai. Semplificare? Certo, giusto. Ma la
procedura d’emergenza, che è il massimo
della semplificazione, è anche quella in
cui i corrotti hanno prosperato di più.
Molti ricordano che per vent’anni sono
state manomesse più o meno ad personam le leggi che arginavano i reati economici. Tuttavia la «sterilizzazione» del falso
in bilancio fu sollecitata a Berlusconi dal
meglio dell’imprenditoria nostrana, ed è
datata 2002: tempo per rimediare il cen-
La banalità del male
Non serve guardare al Mose o a
Expo: chiunque conosca un piccolo
costruttore sa che è uso mettere
la busta dei soldi nel fascicolo
trosinistra ne avrebbe avuto, poi. Alcuni
obbrobri sono bipartisan. Gli stessi italiani che osannavano il pool Mani pulite
hanno eletto e rieletto un premier che lo
considerava un’associazione a delinquere.
La società di coriandoli di cui parlava anni
fa Giuseppe De Rita ha sostituito anche
nel campo tangentista le vecchie élite dei
partiti, gli inossidabili Greganti o Frigerio
ora sono più volatili. Ma il vero problema
siamo noi. Noi che, scandalizzati, ci prepariamo ad applaudire il bravo Cantone e
la tanto sospirata legge anticorruzione
continuando a badare al nostro particulare. Sono i voti, e non gli arresti, le armi di
una vera società civile. Ebbene, se Raffaele
Fitto, certo innocente per legge fino alla
Cassazione ma con addosso quattro anni
di condanna in primo grado per corruzione, è il più votato alle Europee dopo la Bonafè, beh, questa società civile in qualche
modo si definisce, si qualifica. A colmare
la distanza con un’idea occidentale e moderna di Stato non potrà essere il Masaniello collettivo del nostro tempo, la magistratura penale. I coriandoli potranno
resistere nel vento solo se, aderendo gli
uni agli altri, sapranno darsi coscienza e
dignità di popolo.
Goffredo Buccini
@GoffredoB
© RIPRODUZIONE RISERVATA
✒
ROMA — Balla ancora il decreto legge sull’Expo — quello
allo studio a Palazzo Chigi da
prima delle elezioni per conferire poteri speciali anticorruzione
al magistrato Raffaele Cantone
— che oggi non dovrebbe arrivare come «fuorisacco» in un
consiglio dei ministri che, tra
l’altro, potrebbe essere rinviato.
Il premier Matteo Renzi ha promesso «interventi nei prossimi
giorni in materia di appalti pubblici». Tuttavia, ha aggiunto,
«smettiamo di dire che ci sono i
ladri perché non ci sono le regole. La gente che ruba va mandata
a casa. Il problema delle tangenti non sta nelle regole ma nei ladri». Dunque, Renzi torna a parlare di «Daspo per i politici che
rubano» e di «alto tradimento».
Rientrato a Roma da Bruxelles, il premier si è trovato però
davanti a un bivio. Dare subito il
via libera alla bozza di decreto
sull’Expo, confezionata dal legislativo guidato da Antonella
Manzione, oppure procedere
con prudenza per raffinare gli
strumenti normativi speciali —
«la cassetta degli attrezzi», la
chiamano a Palazzo Chigi — da
consegnare al presidente del-
Il commento
LO SFREGIO
INACCETTABILE
ALLA BELLEZZA
SEGUE DALLA PRIMA
Quello che è accaduto intorno al Mose —
nome biblico, un’offesa nell’offesa — non
è solo grave: è irresponsabile. Se una
nazione potesse citare i suoi cittadini per
danno d’immagine, i responsabili del
saccheggio lagunare dovrebbero vivere
nell’angoscia. Ma non lo faranno, perché
non capiscono. L’angoscia è un
sentimento, non una percentuale. Venezia
è la città irrepetibile, quella che convince
ogni turista d’essere un poeta. Credo che
molti stranieri, dopo una settimana di
visita, partano convinti d’essersi aggirati
dentro una ricostruzione. Troppa
delicatezza in così poco spazio.
Un’immensa reputazione e una città
fragile: il posto più sbagliato dove tollerare
gli ingordi. I professionisti del cinismo
sono già all’opera, nei media e in politica:
non esageriamo, così fan tutti, la
corruzione è antica come il mondo! Vero:
ma quand’è metodica e sfacciata diventa
un’umiliazione. Quando avviene a spese di
un luogo tanto speciale e indifeso appare
più grave e volgare. La bellezza è una
responsabilità. L’Italia, in queste ore,
appare al mondo come un Paese
d’irresponsabili. Venezia è il nostro vestito
più bello, Expo-Milano il nostro vestito
nuovo, Siena il nostro vestito più ricco.
Sfregiati, tutti, da persone senza scrupoli.
In Veneto lo conoscono bene lo sguardo di
chi esce dalla stazione di Santa Lucia e
scivola nella città d’acqua: è lo sguardo dei
bambini, e lo abbiamo scoperto negli occhi
delle star di Hollywood, degli oligarchi
russi, delle carovane cinesi, dei viaggiatori
inglesi che pensano di aver visto tutto. No,
non avevano visto Venezia. In queste ore
tutti costoro stanno seguendo, avidi, i
resoconti della nostra vergogna. Non
perché ci odiano. Al contrario: perché ci
ammirano e ci invidiano. Perché l’Italia è la
grande evocatrice: tutto quello che ci
riguarda fa sognare chi legge, guarda,
ascolta, cerca, beve, assaggia. L’Italia è sede
ufficiosa del congresso perpetuo delle
tentazioni. Noi siamo quello che tutti
vorrebbero essere, almeno talvolta: e non
osano. Intuitivi, emotivi, immediati,
sorprendentemente generosi. Non ladri.
Non esiste un’aggravante specifica, nel
codice penale: ma chi ha macchiato il
nostro vestito più bello dev’essere punito.
Non è giustizialismo: è giustizia.
Vedrete: qualcuno, con meno amore,
ripeterà quello che Indro Montanelli
scrisse sul Corriere della Sera negli anni
Sessanta e ripetè in un polemicissimo
documentario Rai del 1969: occorreva
togliere Venezia all’Amministrazione
comunale per affidarla ad un organismo
internazionale, come l’Onu, in grado di
avere mezzi economici e la sensibilità
culturale per salvarla. Seguì una querela da
parte degli amministratori veneziani, e
Montanelli confessò ai lettori: «Fu allora
che feci atto di rinunzia a Venezia e giurai a
me stesso di non occuparmene mai più,
convinto com’ero, e come sono, che una
città si può salvare solo a condizione che i
suoi abitanti vogliano salvarla. I veneziani
di oggi vogliono salvare solo la propria
bottega. Quando la decadenza di una città,
che fu potenza mondiale, entra anche nella
spina dorsale degli uomini non c’è più
nulla da fare». Diciamo che non è vero.
Diciamo che qualcosa, ancora, possiamo
fare per salvare la città ferita e la
reputazione macchiata. Ma dobbiamo fare
in fretta. Il mondo vuole sapere (cosa,
quando, quanto, come). E ha ragione.
Venezia è dei galantuomini, non di Galan e
dei suoi uomini.
Beppe Severgnini
@beppesevergnini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
7
italia: 51575551575557
@LucaSghedoni
Gian Luca Sghedoni
Ceo Kerakoll
Nel 2000 ho iniziato una rivoluzione verde per trasformare Kerakoll
da azienda chimica a prima GreenBuilding Company al mondo.
Per questo collaboriamo con il Ministero dell’ambiente al
Programma per la valutazione dell’impronta ambientale
dei nostri prodotti finalizzato al calcolo della carbon footprint e
alla riduzione delle emissioni dei gas serra.
Per me green è impegno, trasparenza e responsabilità
verso l’ambiente e il benessere delle persone.
È la realizzazione di un sogno
da lasciare alle generazioni future,
nella speranza che un giorno
il green sia l’unico atteggiamento possibile.
Proprio come oggi in Kerakoll.
© Maki Galimberti/Luz
8
Primo Piano
❜❜
Tangenti in Veneto L’inchiesta
Gli indagati e le accuse dei magistrati
DAL NOSTRO INVIATO
VENEZIA — Ci hanno pensato le denunce dei redditi a confermare che
qualcosa non quadrava a Venezia, dove
mercoledì è esplosa l’inchiesta legata al
Mose con 35 arresti fra politici e imprenditori. Per esempio, la famiglia
Galan, composta dall’ex governatore
del Veneto Giancarlo, dalla moglie e dai
loro due figli, ha dichiarato dal 2000 al
2011 entrate di poco superiori a 1,4 milioni di euro, valore decisamente inferiore a quello delle spese fatte dai quattro nello stesso periodo e scovate dagli
uomini della Guardia di Finanza: oltre
2,6 milioni. Cioè, nei dieci anni, il bilancio dei Galan risulta in rosso per 1,2
milioni. «Sproporzione evidente», sottolineano i pm Stefano Ancilotto, Paola
Tonini e Stefano Buccini nella richiesta
di arresto fatta al giudice per le indagini preliminari di Venezia. Evidente e
sospetta, nel senso che la Procura immagina dietro a quella differenza ci
possa essere lo «stipendio» in nero
contestato a Galan come frutto della
corruzione: un milione di euro l’anno.
Stessa indagine patrimoniale è stata
fatta sulla famiglia dell’assessore regionale Renato Chisso, arrestato mercoledì scorso per corruzione sempre
nell’ambito dell’inchiesta sul Mose, per
il quale la differenza è meno marcata
ma pur sempre in negativo: circa 1,1
milioni di euro dichiarati contro gli 1,4
trovati dai finanzieri spulciando fra acquisti di case, conti correnti, titoli e
carte di credito. Il tutto riconducibile a
lui, alla moglie e alla figlia. «È ragionevole ritenere che la quota di spese sostenute dai Chisso al di sopra delle proprie possibilità derivino da provento
illecito costituito sia da denaro contante che da fittizia intestazione a terzi di
quote societarie, in particolare Adria
Infrastrutture», concludono i magistrati. Per lui lo «stipendio» in nero è
stato valutato fra i 200 e i 250 mila euro
annui, versati dal Consorzio Venezia
Nuova (Cvn), concessionario unico del
ministero delle Infrastrutture per le
opere di salvaguardia della laguna, come forma di ringraziamento per l’attività politica diretta a favorire i consorziati privati.
Il terzo caso passato al setaccio dalla
Procura è quello di un altro pubblico
ufficiale, l’ex generale della Guardia di
Finanza Emilio Spaziante, accusato di
corruzione e rivelazione di segreto
d’ufficio per aver ricevuto circa 2,5 milioni di euro a fronte del suo interessamento allo «spionaggio» fiscale a vantaggio del Consorzio. Spaziante e la sua
convivente hanno complessivamente
dichiarato entrate per poco più di 2 milioni di euro, mentre sono state scovate
uscite pari a quasi 3,8 milioni. «In questo caso emerge inequivocabile l’elevatissimo tenore di vita», osservano i pm,
precisando che «dalla scheda patrimoniale risultano auto sportive, barche di
lusso, villa con piscina, prestigiosi im-
Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
I FUNZIONARI
Quanto hanno dichiarato alcuni dei principali indagati
nel periodo 2000-2011 e quanto, secondo gli accertamenti
della Finanza, hanno speso
Entrate
2.695.065,95
LA POLITICA
1.281.552,64
2.800.150,92
Entrate
5.919.752,96
Uscite
Differenza
3.119.602,04
Differenza
1.433.139,77
Piergiorgio
Baita
Gianfranco
Contadin
detto «Flavio»
fatture
gonfiate
per fondi neri
Giovanni
Mazzacurati
Alessandro
Mazzi
fatture
gonfiate
per fondi neri
Lia Sartori
finanziamento
illecito ai
partiti, 225
mila euro
248.088,77
ex assessore regionale alle Infrastrutture
e ai Trasporti
2.029.473,70
Entrate
Uscite
Maria Teresa
Brotto
fatture
gonfiate
per fondi neri
IL CONSORZIO
1.185.051,00
Uscite
Renato Chisso
e famiglia
Lino Brentan
favori e
concussione
per induzione
commercialista di Galan
Entrate
LE IMPRESE
Giampietro
Marchese
per aver ricevuto
mezzo milione
di euro per la
sua campagna
elettorale
Giancarlo
Galan e famiglia ex governatore del Veneto ed ex ministro
Paolo Venuti
e famiglia
Giuseppe
Fasiol
favori e
corruzione
Giovanni
Artico
favori e
corruzione
I pm
1.413.513,31
Uscite
Differenza
Dal 2000 al 2011 la famiglia Galan ha dichiarato 1,4 milioni,
ma nello stesso periodo ne ha spesi 2,6, quasi il doppio
3.791.886,37
Differenza
1.762.412,67
Emilio Spaziante ex generale della Guardia di Finanza
e famiglia
I PUBBLICI
UFFICIALI
Fonte: Guardia di Finanza
Maria
Giovanna Piva
Magistrato
alle Acque
di Venezia a
libro paga del
Consorzio, 400
mila euro l’anno
Roberto
Meneguzzo
corruzione
e rivelazione
di segreto
di ufficio
Patrizio
Cuccioletta
Magistrato
alle Acque
di Venezia a
libro paga del
Consorzio, 400
mila euro l’anno
CORRIERE DELLA SERA
Le verifiche fiscali
«Viaggi e fuoriserie, così spendevano
il doppio delle entrate dichiarate»
mobili, nonché la frequentazione di
costosissimi alberghi per i suoi spostamenti in Italia. Soggiorni settimanali a
Milano in hotel da mille euro a notte».
La perla è però Dubai: «Volo in business class e trasferimento in limousine
da e per l’aeroporto». Il quarto indagato sottoposto a questa forma di accertamento patrimoniale a tappeto è Paolo Venuti, professionista padovano
considerato «il gestore del patrimonio
illecito di Galan»: entrate per 2,8 milioni di euro, uscite per 5,9. Dagli accertamenti bancari è emerso che sia lui che
L’ex ministro sotto accusa
Matteoli è indagato
per un’altra vicenda legata
a una serie di bonifiche
ambientali a Porto Marghera
Tangenti in pizzeria Un imprenditore consegna la mazzetta a un consulente del Consorzio Venezia Nuova a un tavolo di un locale di Marghera
la moglie a fine 2009 hanno fatto rientrare 1,8 milioni grazie allo «scudo fiscale» tramite la società Unione, la
stessa fiduciaria usata da Galan per il
trasferimento in Croazia di 1,125 milioni di euro.
Fin qui l’indagine patrimoniale. Nel
chiedere i clamorosi arresti che hanno
messo in seria discussione la classe politica veneta degli ultimi vent’anni, i
magistrati hanno voluto sottolineare lo
stile di vita di un altro protagonista
della nuova Tangentopoli: Patrizio
Cuccioletta, ex magistrato alle Acque di
Venezia, anche lui accusato di essere a
libro paga del Consorzio con i suoi 400
mila euro annui «fuori busta». «Il presidente del Consorzio, Giovanni Mazzacurati, non bada a spese pur di garantirgli agi e sistemazioni lussuose.
Con spese a carico del Consorzio prenota una camera matrimoniale al
Grand Hotel di Cortina e una seconda
camera all’autista». C’è poi il capitolo
«parentopoli», già in parte emerso lo
scorso anno con l’arresto di Mazzacurati che da presidente «ha convogliato
risorse anche sulle figlie, secondo una
gestione quasi familiare dell’impresa».
E beneficiari sono anche i parenti di
Cuccioletta. «Al fratello un contratto di
collaborazione per 40 mila euro... alla
figlia un contratto con il Consorzio per
27.600 euro e l’assunzione della Thetis,
controllata del Cvn».
Infine nel documento è riportata
una dichiarazione choc, sulla quale indagheranno gli inquirenti nelle prossime settimane. È di Claudia Minutillo,
segretaria storica di Galan e supertestimone dell’inchiesta: «Mi raccontarono
che Neri del Consorzio aveva nel cassetto 500 mila euro da consegnare a
Marco Milanese per Tremonti e li buttò
dietro l’armadio quando arrivò la
Guardia di Finanza. Loro sigillarono
l’armadio e la sera andarono a recuperare i soldi». Tutta da verificare: Milanese è sotto accusa, Tremonti no. Mentre l’altro ex ministro, Altero Matteoli,
allora responsabile delle Infrastrutture, è ufficialmente indagato per la vicenda delle bonifiche ambientali di
Porto Marghera.
Andrea Pasqualetto
[email protected]
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Il personaggio L’indagine dei pm veneziani affidata proprio alla Guardia di Finanza. Chieste verifiche anche sui conti bancari
Perquisito l’ex generale che vigila sugli appalti Expo
L’ufficiale in congedo delle Fiamme Gialle
chiamato a guidare il Comitato lombardo
sulla trasparenza e la sicurezza dei cantieri
DAI NOSTRI INVIATI
VENEZIA — La distanza tra gli
scandali di Expo 2015 e quelli del
Mose si accorcia ogni giorno che
passa. E non solo per via dei nomi di
alcuni imprenditori. Ci sono anche i
sorveglianti in divisa. Ma i loro ruoli
cambiano. Da investigatore a investigato, da controllore a possibile
sospetto. A Milano il generale di
Corpo d’armata in congedo della
Guardia di Finanza, Mario Forchetti,
è dalla primavera del 2013 presidente del Comitato regionale per la trasparenza sugli appalti e sulla sicurezza dei cantieri, ovvero l’organismo voluto da Roberto Maroni per
vigilare sugli affari di Expo 2015. Gli
esiti non sono stati brillanti, ma il
governatore della Lombardia ha
molta fiducia nell’ormai ex militare,
al punto da avergli appena affidato
una nuova commissione d’inchiesta
nata proprio dalle macerie del caso
Expo, incaricata di valutare i comportamenti dei direttori delle Asl e
degli ospedali lombardi sotto inchiesta per i loro contatti con Gianstefano Frigerio e la presunta cupola
che trucca le carte di Expo 2015.
A Venezia, il generale Forchetti è
invece entrato nell’inchiesta sul Mose dalla porta sbagliata. Mercoledì
scorso i suoi ormai ex commilitoni
hanno perquisito la sua abitazione e
chiesto verifiche sui suoi conti bancari. L’uomo che rappresenta per
Roberto Maroni quel che Raffaele
Cantone è per Matteo Renzi viene ritenuto dalla Procura lagunare molto
vicino al generale Emilio Spaziante,
con il quale Forchetti, ex capo del reparto economico-finanziario dell’Aise, ha lavorato quand’era comandante della Guardia di Finanza
in Lombardia. Le amicizie non sono
certo una notizia di reato, ma dalle
indagini dei magistrati veneti emerge anche un forte legame del generale Forchetti con Marco Milanese,
già rivelato ai tempi dell’inchiesta
sulla cosiddetta P4 che portò alla luce i collegamenti dell’ex deputato
del Pdl, stretto collaboratore di Giulio Tremonti quando quest’ultimo
era ministro dell’Economia, con alcuni apparati dello Stato, in primo
luogo la Guardia di Finanza. Ma Forchetti non è stato il solo generale
delle Fiamme Gialle ad aver subito
una perquisizione mercoledì scorso. Con lui anche Walter Manzon, fino a tre anni fa comandante provinciale a Venezia, oggi al vertice della
Finanza regionale in Puglia. Né Forchetti né Manzon risultano indagati
ma entrambi hanno dovuto subire
la «visita» dei loro colleghi per i rapporti di amicizia che li legano a Spaziante. Il quale è finito in carcere
nella retata di mercoledì scorso con
accuse pesantissime: corruzione e
rivelazione di segreto d’ufficio.
Avrebbe cioè dato informazioni sull’inchiesta in corso ad alcuni indagati. Attività ben remunerata: 500
Le amicizie
Dalle indagini emergono la sua
amicizia con Spaziante, finito
agli arresti, e un forte legame
con l’ex deputato pdl Milanese
mila euro, secondo l’accusa. Pare
che dietro ci sia una vicenda che
tocca un paio di personaggi di spicco dell’indagine: Roberto Meneguzzo, amministratore delegato di Palladio Finanziaria, un po’ la Mediobanca del Nord Est, e Marco Milanese, il consigliere politico dell’allora
ministro dell’Economia Giulio Tremonti. È Meneguzzo l’anello che lega Venezia a Roma e Milano. Conosce Mazzacurati, Spaziante e Milanese. Il primo ha l’esigenza di far
sbloccare dal Comitato interministeriale per la programmazione economica 400 milioni di euro destinati
al Mose. Una delibera che secondo
l’accusa richiedeva il pagamento da
parte di Mazzacurati di 500 mila euro a Milanese. Accordo fatto. Succede però l’imprevisto: nei giorni in
cui era stato programmato il versamento scatta una verifica fiscale al
Consorzio Venezia Nuova. Mazzacurati si allarma, contatta Meneguzzo
che incontra Spaziante. E quest’ultimo chiama il generale Manzon che
all’epoca (anno 2010) era il superiore in grado dei finanzieri che stavano conducendo l’inchiesta sul Mose. Ecco il perché delle perquisizioni
di mercoledì. Quanto alla delibera
Cipe, per l’accusa c’è stato poi sia il
versamento dei 500 mila euro che,
ma questo è risaputo, lo sblocco dei
400 milioni per il Mose. Il procuratore di Venezia ha voluto far notare il
lavoro difficilissimo dei finanzieri
che si sono trovati a indagare sui loro capi. Ieri, a casa di Spaziante, hanno trovato oltre centomila euro in
contanti e li hanno sequestrati. Tra
le innumerevoli perquisizioni anche
quella a sorpresa a Federico Maurizio d’Andrea, capo dell’audit di Telecom. Un nuovo fronte che si apre,
lontano da Venezia.
M. Ima.
A. P.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
❜❜
Primo Piano
italia: 51575551575557
Interverremo per introdurre il reato di autoriciclaggio e
rivedere il falso in bilancio
Andrea Orlando Ministro della Giustizia
❜❜
9
Un sistema di spartizione tra partiti che non lasciava
nessuno a bocca asciutta Carlo Nordio Procuratore aggiunto di Venezia
Il colloquio Nella residenza sotto accusa: «Mio marito è una gran persona, stanno infangando lui e il suo lavoro»
Mondiali di Sci 2019
La difesa della signora Galan nella villa
«Lavori gratis? Bugie, pago due mutui»
L’ombra
degli scandali
sulla bocciatura
di Cortina
«Italiani ingrati. Se Giancarlo avesse voluto soldi non si sarebbe candidato»
CORTINA D’AMPEZZO
(Belluno) — Cortina battuta,
una doccia fredda: non avrà i
Campionati del mondo di sci
2019 che andranno in Svezia,
ad Are. Gira male per il
Veneto. Ma è uno smacco
anche per l’Italia, dicono dalla
nostra delegazione che ieri a
Barcellona dai 17 votanti della
Federazione internazionale
dello sci si è vista bocciare
una candidatura che tutti
davano favorita. Ed è una
«sconfitta non indolore»,
come ha sottolineato il
presidente della Fisi Flavio
Roda, anche per il mondo
dello sport che sperava nei
contributi. Quanto avranno
contato gli scandali di questi
giorni? Quanto il Mose ha
frenato gli entusiasmi per
altri cantieri? La domanda se
la fanno in tanti. A cominciare
dal presidente degli
industriali di Belluno Gian
Domenico Cappellaro, che nei
Mondiali vedeva un rilancio
delle Dolomiti Venete: «Non
so quanto abbiano influito le
questioni di geopolitica dello
sport e quanto abbiano inciso
gli scandali emersi a ridosso
della votazione. Di certo, non
abbiamo offerto al mondo
una bella immagine». Eppure
per Cortina si era mosso il
DAL NOSTRO INVIATO
VENEZIA — Sulla targa in ottone
all’ingresso c’è scritto «Segreteria politica Onorevole Giancarlo Galan». La
villa è bella, tutta bianca con infissi
verdi, la cappella privata e quattro diversi cancelli ornati di rose a proteggere dagli sguardi dei passanti. «I magistrati dicono anche che ci hanno
dato i soldi per rimetterla a posto. Ma
se fosse vero però non avrei di certo
due mutui accesi...».
Lo sfogo in giardino
«Vengano a vedere
i nostri conti invece di
infamarci in questo modo»
La signora in ciabatte e tubino nero
che parla dal giardino è la sposa che
vestiva di bianco e sorrideva convinta
nelle Polaroid di cinque anni fa. Non
un giorno di più, non uno di meno.
Era il 5 giugno 2009. La villa di Cinto
euganeo era circondata da auto blu.
Lo sposo entrò dal vialetto laterale,
quello della segreteria politica, accompagnato dai testimoni, che si
chiamavano Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi.
«Mio marito è una gran persona. Se
davvero avesse voluto fare i soldi sarebbe rimasto a fare il dirigente di Publitalia. Invece ha scelto la politica
senza ricavarci niente. Stanno infangando lui e il suo lavoro». Sandra Persegato non avrebbe mai immaginato
questo anniversario di nozze. «Giancarlo è il miglior marito del mondo. È
una persona perbene. Venissero a vedere i nostri conti, invece di infamarci
in questo modo».
A ogni scandalo politico corrisponde ormai una casa, non importa se all’insaputa del proprietario. Il simbolo
di questa nuova apocalisse giudiziaria
è la dimora di Giancarlo Galan. I lavori di ristrutturazione sono stati fatti
davvero bene, su questo pochi dubbi.
I magistrati sospettano però che siano venuti via anche gratis, pagati interamente dall’imprenditore Piergiorgio Baita, 700 mila euro per il corpo principale e altri 400.000 per la
«barchessa», l’ala dove un tempo viveva la servitù, che l’ex ministro voleva trasformare in agriturismo.
Il colloquio avviene da una parte
all’altra dell’ingresso padronale. La
signora Sandra si accorge dei tentativi
di allungare lo sguardo oltre lei, all’inevitabile ricerca di dettagli, se possibile opulenti, che possano costituire implicita conferma degli appetiti
descritti dalle carte giudiziarie, dove
si racconta di un Galan alle prese con
un tenore di vita elevato, «che continuava a chiedere soldi solo per il fatto
di essere ministro e di riprendere così
il sostegno ai lavori della sua proprietà sulla quale è in corso la ristrutturazione».
La voce e il sorriso tirato sulle labbra non cambiano. «Noi non abbiamo
niente da nascondere. Mi dà fastidio
il modo in cui ci stanno infangando.
Non è così che si ripaga il suo lavoro.
Mio marito ha fatto solo del bene a
questa Regione, altro che storie. Ci ha
dato la Sanità, ci ha dato le opere pubbliche, e adesso gli rinfacciano tutto.
Questo è un Paese di ingrati». Sandra
Persegato aspetta il ritorno del marito, in viaggio da Roma per un anniversario di matrimonio trasformato
in seduta di coscienza con i suoi avvo-
cati, da un giorno all’altro tutto cambia, le vecchie aspettative e le nuove
paure.
«Noi ce la faremo», dice la signora
Galan con tono deciso. Si sono incontrati in discoteca. All’epoca lei era una
ragazza madre che lavorava nella segreteria di Antonio De Poli, dal 1995
al 2000 assessore alle Politiche sociali.
Nel tempo si è fatta conoscere come
donna risoluta, capace di imporsi.
Con una certa preveggenza, fu lei a
chiedere e ottenere l’allontanamento
di Claudia Minutillo, l’assistente personale del marito. Si odiavano a vicenda. La segretaria era onnipresente,
troppo imperiosa, un potere nel potere. L’allontanamento non fu indolore.
Galan acconsentì a malincuore. I suoi
guai giudiziari cominciarono quel
giorno.
«Io devo tutto a Giancarlo. Lo conosco come nessun altro. È un bravo
marito e un uomo generoso, troppo
buono con gli altri. Forse è per questo
che lo attaccano. Ma sono convinta
che tutto andrà bene». La frase è definitiva, tempo scaduto. La signora
Sandra si guarda intorno prima di salire sulla Land Rover. L’ultima espressione è velata di malinconia. A noi
questa villa sembra quasi un corpo di
reato. Per lei è casa, nient’altro.
Marco Imarisio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il ritratto Con l’ex governatore ai vertici del sistema
Le tre vite di «Minu»
Da ombra del Doge
a grande accusatrice
La segretaria comandava gli assessori
SEGUE DALLA PRIMA
Non per altro, prima di confessare
tutto assumendo il ruolo di «gola profonda», era chiamata la «Dama Nera».
Nera, era nera senz’altro. Neri gli occhi,
neri i capelli, neri i tailleur a tubino che
indossava sempre come una divisa, neri
i gioielli e nere talvolta le unghie laccate.
Che fosse una «Dama» in senso stretto,
piuttosto, è tutto da dimostrare. Anzi,
per i modi spicci e la brutalità del linguaggio emerso dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, linguaggio che
potrebbe far arrossire un camallo sboccato, la protagonista della nostra storia
potrebbe intonare l’inno della Berté:
«Non sono una signora / ma una per cui
la guerra / non è mai finita…».
Sempre in guerra, la Minutillo. In
guerra per arrivare più in alto, per avere
più potere, più soldi, più appalti… Ma
soprattutto in guerra prima per avvicinarsi il più possibile a Giancarlo Galan ai
tempi in cui era non solo «el Governador» ma il Re Sole del Veneto azzurro e
poi per allontanarsene più in fretta possibile nei giorni del precipizio. Da fedelissima tra i fedelissimi a «infedelissima» tra gli infedeli, decisa a cavarsela
scaricando tutto sugli altri. Primo fra
tutti, si capisce, l’uomo che l’aveva issata
ai vertici del potere (quello vero, non
quello formale) della Regione.
Come fosse nella sua prima vita, dedicata al lustro del «Colosso di Godi», nomignolo guadagnato dall’ex presidente
per l’amore godereccio per la vita, lo racconta Renzo Mazzaro nel libro «I padroni del Veneto», che anticipò molto di
quanto è venuto a galla in questi giorni:
«Galan riceveva gli ospiti stravaccato sul
divano e si vedeva subito che non era
uno stakanovista. Claudia Minutillo era
sempre nel raggio di due metri, la sua
ombra. La chiamavano la Dark Lady e
non solo perché vestiva di nero: fisico
asciuttissimo, elegante, di rado sorridente, teneva le chiavi di tutti gli accessi
al presidente. Fino a diventare troppo
ingombrante».
Spiegherà ai magistrati Piergiorgio
Baita, l’uomo forte dell’impresa di costruzioni «Mantovani» e del Consiglio
Direttivo del Consorzio Venezia Nuova
nonché generoso «bancomat» dei politici coinvolti, che la «Minu», come la
chiamavano gli amici, «era l’assistente
del Presidente Galan. Ma il mercato ovviamente la chiamava la vice Presidente,
nel senso che era noto che qualunque richiesta, appuntamento, atto richiesto al
Presidente Galan veniva veicolato attraverso la dottoressa Minutillo». Rileggiamo? «Il mercato»: questo era ciò che
ruotava intorno ai vertici della Regione.
Un mercato. Dove tutto o quasi tutto appariva in vendita. Con le regole della sana concorrenza sfalsate da pressioni, interferenze, «regali di Natale», bustarelle.
Giancarlo Galan, che il collega calabrese Chiaravalloti definì un giorno «un
simpaticissimo e valente pescatore d’altura che talora si dedica con pari successo alla politica», era il Dominus. L’uomo
di fiducia del Cavaliere e in quanto tale il
capo indiscusso del partito, della Regione e del Veneto. Ma la bricola cui dovevano tutti ormeggiare la barca, negli anni d’oro, era lei. La «Minu», che i nemici
avevano ribattezzato per quella passione
per il nero col soprannome di «Morticia». La padrona di casa della famiglia
Addams. Rideva allora il governatore,
Insieme Giancarlo Galan e Sandra Persegato dopo la cerimonia di nozze (Ansa)
ammiccando agli amici: «Sono un liberale, libertario e libertino, nel senso settecentesco del termine». Certo è che la
sua futura moglie ebbe a un certo punto
il dubbio che il «libertinaggio» potesse
essere equivocato. E così un bel giorno,
racconta ancora Mazzaro, decise di liberarsi di quella donna troppo attaccata al
marito: «Sandra Persegato pone il classico ultimatum: o lei o me. Giancarlo non
ha scelta. Claudia Minutillo ci resta malissimo, ma nel cambio guadagnerà: comincia con la già ricordata Bmc Broker
di San Marino, poi ingrana la quarta con
Adria Infrastrutture, società lanciata oggi negli appalti stradali». Le chiederanno i magistrati: «Insomma, da quel momento lei passa dall’altra parte, nel senso che passa a lavorare per il Baita».
«Esatto».
Ex fedelissima Claudia Minutillo
La storia sarà ricostruita passo passo
dall’Espresso sotto un titolo indimenticabile, «Claudia, la segretaria ne ha fatta
di super strada». Trampolino di lancio,
ovvio, quel ruolo di segretaria: «La signora sfoggiava modi spicci e un’aria vagamente manageriale, ma certo nessuno
si aspettava di ritrovarla, a quattro anni
di distanza, addirittura a capo di un piccolo gruppo finanziario-industriale. Costruzioni, immobili, editoria: un
network di società, tutte targate Minutillo, nate e cresciute dopo che la collaboratrice di Galan ha lasciato il suo incarico in Regione». Certo è che, fosse o
meno ancora la segretaria di Galan, la
Minutillo è rimasta per «il mercato» la
«vicepresidente». Basti leggere negli atti
processuali il modo in cui trattava l’assessore alla Mobilità e alle Infrastrutture, Renato Chisso, il cui potere era destinato a crescere dopo lo stizzito addio del
«Galan Grande» alla presidenza della
Regione. Le serve che l’assessore metta
una firma su un’autorizzazione? Prende
il cellulare e gli intima: «Scusa, vai sempre a mangiar da Ugo, alza il culo e vieni
qua». E il succubo Renato, «che era a
mangiare in ristorante», scrivono i magistrati, si affrettò a passare dove gli era
stato chiesto «rassicurando che non vi
sarebbero stati problemi». Insomma,
annotano gli inquirenti, «le modalità
perentorie con cui la Minutillo dice a
Chisso di venire subito sono più proprie
del modus di riferirsi ad un dipendente
subordinato che a un assessore regionale». E non è un caso isolato. Un’altra volta, la donna «chiama a rapporto» l’assessore nel proprio ufficio di «Adria Infrastrutture», lo fa aspettare fuori dalla
porta finché non finisce una telefonata e
dopo averlo fatto accomodare gli «impartisce una serie di disposizioni» delle
quali l’uomo forte di Forza Italia per le
infrastrutture venete prende diligentemente nota dimostrando la sua «subordinazione totale» alla società Mantovani
e a «Morticia». La quale un’altra volta
ancora, impaziente per certe pratiche
non ancora sbloccate, sbotta con la consueta signorilità: «Cazzo, cerca di lavorare! Sono tutti incazzati neri».
Finché la sua seconda vita di imprenditrice e, come confesserà, prestanome
di altri, non si conclude il 28 febbraio
2013, lo stesso giorno dell’arresto di
Piergiorgio Baita, con le manette. Accompagnate da una serie di rivelazioni
contenute nell’ordinanza di custodia.
Come quella che all’indomani della visita dei finanzieri negli uffici del presidente della Mantovani, il riciclatore sanmarinese William Colombelli registra una
telefonata in cui scandisce a Claudia: «Vi
siete portati a casa la bellezza di 8 milioni di euro in sei anni, che io ti ho consegnato personalmente e che tu hai messo
da qualche parte!». Ed è lì che la «Minu»,
cercando di togliersi dagli impicci, avvia
la sua terza vita. Vuotando il sacco. Fino
a raccontare ai giudici che non si trattava
di bustarelle sporadiche a Galan e Chisso
ma di «un sistema, cioè ogni tot quando
loro potevano gli davano dei soldi». Insomma, «pagamenti regolari». «Come
uno stipendio?», chiede il magistrato.
«Sì, di fatto». Quanti soldi? Tantissimi.
Eppure, pareva non bastassero mai:
«Baita a volte si lamentava di quanto veniva a costare Galan». Come nel caso, rivela «Morticia», dei lavori di ristrutturazione della villa sui colli Euganei: «Non
so se avete mai visto la casa, ma i lavori
di ristrutturazione di quella casa lì credo
che abbiano comportato spese elevate,
intorno a qualche milione intendo…».
Giancarlo Galan nega, nega, nega. Disperatamente. Quando mai se lo sarebbe
aspettato, di dover ballare il «cha-chacha della segretaria»?
Gian Antonio Stella
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Le proteste
Quarta sconfitta per la
località delle Dolomiti
E Zaia protesta: «È una
scelta inconcepibile»
governo, con la presenza a
Barcellona del sottosegretario
Graziano Delrio, e il Coni, con
il presidente Giovanni
Malagò. L’avevano sostenuta
Luca Cordero di
Montezemolo e il governatore
del Veneto Luca Zaia,
ritornato ieri in Spagna, dopo
un rapido rientro proprio per
la questione Mose. Zaia ieri
avrebbe voluto brindare, ora
sbotta: «È uno scandalo,
abbiamo perso per un punto,
8 a 9, una scelta inconcepibile
di una località che rispetto a
Cortina è come le favelas
rispetto alla Fifth Avenue a
New York». Cortina ci provava
per la quarta volta. Tutto era
stato fatto per il meglio:
progetti pronti, attenzione
per l’ambiente. Are i mondiali
li aveva già avuti nel 2007. La
delusione è enorme. Pochi
hanno voglia di parlare. Lo fa
il sindaco Andrea Franceschi,
rimosso dalla presidenza del
Comitato per la promozione
della candidatura, visto che
da un anno non può mettere
piede in paese per le vicende
giudiziarie che lo riguardano:
presunti abusi nella gara di
appalto per la raccolta dei
rifiuti e pressioni sui vigili
nella gestione degli autovelox.
Ma il sindaco si è presentato a
Barcellona, pur dietro le
quinte: «Cortina è meglio di
questo mondo marcio, di
questo schifo a cui abbiamo
assistito. Quello che ha fatto
la Federazione internazionale
è una porcata in bello stile».
Intanto però Cortina deve
leccarsi le ferite.
Massimo Spampani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
10 Primo Piano
Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
» Approfondimenti I lavori pubblici
UNA MAZZETTA PER OGNI APPALTO
L’ALTRA MAPPA D’ITALIA
di SERGIO RIZZO
ROMA — «Arriva la legge anti-tangenti», titolava l’Ansa il 23 dicembre 1992.
Senza immaginare quanto ottimismo fosse racchiuso in quelle parole. Eravamo in
piena bufera di Tangentopoli e il ministro
dei Lavori pubblici Francesco Merloni, a
cui il premier Giuliano Amato aveva affidato un compito da far tremare le vene ai
polsi, voleva rivoluzionare il sistema degli
appalti. Procedure più rigorose e controlli
inflessibili. Frastornati dall’overdose di
scandali, gli italiani se l’aspettavano. La
legge «anti-tangenti» venne approvata
l’11 febbraio 1994, sotto il consueto diluvio di inchieste per corruzione. Senza però l’articolo decisivo: quello che riduceva
il numero abnorme di soggetti pubblici titolari del potere di appaltare opere pubbliche. Dovevano essere 20 in tutto. Uno
per Regione e sottoposti a rigidi controlli,
spinti fino alle dichiarazioni patrimoniali
dei funzionari e dei loro familiari.
La norma c’era nel testo originale, ma
non in quello che uscì dal Parlamento.
«Tutte le forze politiche erano contrarie.
Tutte», ricorda oggi Luigi Giampaolino,
l’ex presidente della Corte dei conti che
Le regole inefficaci
nella giungla di leggi
E sono troppi
i soggetti che possono
affidare i cantieri
con l’attuale giudice costituzionale Giancarlo Coraggio era stato l’ideatore di quella tagliola invisa ai partiti. La verità è che
se pochissimi digerivano l’inasprimento
dei controlli, nessuno voleva cedere il potere di appaltare. Cioè di maneggiare denaro.
E anziché smantellare un sistema marcio si è continuati ad andare allegramente
in direzione opposta. Da allora, dunque,
gli appalti sui quali non aleggia il sospetto
di corruzione si contano sulle dita di una
mano. La legge Merloni è stata trasformata in una foglia di fico, depotenziata a ogni
occasione con un’assurda moltiplicazione
di regole, utilizzando anche norme che
conteneva. Come l’abolizione dell’albo dei
costruttori. Quel meccanismo, ormai
screditato, è stato sostituito da un singolare sistema privatistico: per cui le certificazioni per partecipare a gare pubbliche
vengono assegnate da soggetti privati, le
Soa. Società su cui l’authority di vigilanza
20
gli anni passati
dall’approvazione,
era l’11 febbraio
1994, della legge
«anti-tangenti»
voluta dal premier
Giuliano Amato
dopo l’esplosione
di Tangentopoli.
Il compito
di rivoluzionare
il metodo degli
appalti fu affidato
al ministro dei
Lavori pubblici
Francesco Merloni,
ma il testo che uscì
dal Parlamento
non modificò
nella sostanza
il sistema
257
gli articoli (più
38 allegati) che
compongono
il codice degli
appalti approvato
nel 2006. Una
selva di regole che
sostituisce la legge
Merloni del 1994.
Si determinano
in questo modo
sovrapposizioni
di ruoli
e competenze tra
enti e istituzioni,
con conferenze
dei servizi che
arrivano fino
a 38 soggetti
con potere di veto
33.000
le stazioni
appaltanti che si
contano nel nostro
Paese. Si va
dai piccoli comuni
ai ministeri,
passando
per le università,
i consorzi
di bonifica,
le comunità
montane.
Progressivamente
si costruisce un
dedalo di norme
sempre più
incomprensibili,
un terreno ideale
per il dilagare
della corruzione
ha sollevato inutilmente a più riprese pesanti critiche, e su cui si sono concentrati
talvolta interessi oggettivamente sorprendenti. Un dettaglio cromatico? In una di
queste, la Azzurra 2000, era azionista insieme al figlio dell’ex ministro Cesare Previti il senatore di Forza Italia Luigi Grillo,
in seguito presidente della commissione
Lavori pubblici del Senato, ora invischiato
nell’inchiesta sugli appalti dell’Expo 2015.
Ma la privatizzazione strisciante del sistema ha avuto altre significative tappe,
con il risultato di allentare ancora di più i
controlli. Vero è che il processo era stato
già messo in moto prima di Tangentopoli.
La costituzione del Consorzio Venezia
nuova, concessionario privato che gestisce la montagna di miliardi pubblici per
quel Mose scivolato ora nelle cronache
giudiziarie, risale per esempio a metà degli anni Ottanta. Per un decennio, dal 1986
al 1995, è stato anche autorevolmente presieduto dall’attuale capo dei senatori del
Partito democratico, Luigi Zanda.
È dopo Mani pulite, tuttavia, che tutto
ciò ha trovato consacrazione. Con un disegno diabolico. La Merloni è stata seguita da una selva di regole: basta pensare a
quell’assurdo codice degli appalti approvato nel 2006 con 257 articoli e 38 allegati.
Per non parlare della infernale sovrapposizione di ruoli e competenze fra enti e
istituzioni, con conferenze di servizi fino a
38 soggetti con potere di veto, come quelli
comparsi per dare il via libera al progetto
della stazione ferroviaria di Roma Tiburtina (con una spesa di 456 mila euro per le
fotocopie da distribuire ai partecipanti
più 22 mila per il loro smaltimento). Il risultato è stato quello di rendere il sistema
sempre più inestricabile.
Nel nostro Paese si contano 33 mila stazioni appaltanti, dai piccoli Comuni ai Ministeri, passando per le università, i consorzi di bonifica, le comunità montane,
che hanno a che fare con un dedalo di norme incomprensibili perfino per i tecnici
più raffinati. Un brodo di coltura ideale
per la corruzione, ed è la dimostrazione
che quel cancro nessuno l’ha mai voluto
seriamente sradicare. Mettiamoci anche il
rapporto sempre più incestuoso fra la politica e gli affari e il dilagante senso di impunità fomentato da una giustizia lentissima e inefficiente: a febbraio l’Espresso
ha rivelato che sui 60 mila detenuti nelle
carceri italiane appena 11 erano dietro le
sbarre per corruzione, 26 per concussione
e 46 per peculato. Così il quadro è completo.
È sufficiente scorrere le Ansa degli ultimi mesi per rendersi conto di quanto siano diffuse e ramificate le metastasi. Qualche giorno fa 63 persone sono finite nel
registro degli indagati per presunte tangenti su appalti al Policlinico di Modena.
Poche settimane prima era scoppiato lo
scandalo dell’Agenzia spaziale italiana. In
precedenza la procura di Monza aveva
scoperto un clamoroso giro di mazzette,
260 milioni pagati a politici e funzionari
pubblici per manipolare le gare per lo
smaltimento di rifiuti. Meccanismo identico a quello già scoperto nella provincia
di Viterbo a fine 2012. E si potrebbe andare avanti per pagine intere.
La prova del nove che il sistema è stato
congegnato per funzionare proprio in
questo modo? Siccome le regole sono farraginose e difficili, sempre più spesso si
deve ricorrere alle procedure straordina-
Il caso Sulla Salerno-Reggio Calabria
Quel cantiere
miracolo
chiuso in anticipo
(senza infiltrazioni)
Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
Primo Piano 11
italia: 51575551575557
Il personaggio / 1 L’ex amministratore della Mantovani
Le opere e le indagini
Terremoto su Expo 2015
Gli appalti del Mose
L’8 maggio la procura di Milano arresta 7
persone, tra cui Primo Greganti e Gianstefano
Frigerio, nell’inchiesta sugli appalti di Expo
2015. L’accusa parla di un patto per dividersi
i lavori: un sistema che prevedeva per le
imprese gli appalti; e promozioni per funzionari
disposti a favorire aziende raccomandate
I fondi per Expo
miliardo
dai Paesi
partecipanti
miliardi
l’investimento
milioni
pubblico
da aziende private
L’inchiesta sugli appalti del Mose,
il sistema di dighe mobili
per difendere Venezia dall’acqua alta,
conta 100 indagati e 35 arresti:
hanno «asservito totalmente l’ufficio
pubblico agli interessi del gruppo
economico- criminale».
Coinvolti il sindaco Orsoni
e l’ex governatore Galan
1
1,3
5,5
350
miliardi il costo
dell’opera
25
milioni di fondi neri
secondo l’accusa
La ricostruzione dell’Aquila
Grandi eventi
Sugli apppalti per la ricostruzione,
dopo il sisma del 2009, si indaga
da anni. Nel gennaio 2014 una
nuova innchiesta riguarda tangenti
su appalti per la messa in sicurezza
e ricostruuzione degli edifici:
4 arresti,, 8 indagati, tra cui
il vicensindaco Roberto Riga.
Funzionaari e amministratori
sono acccusati di corruzione
L'inchiesta sugli appalti dei «Grandi eventi» (mondiali
di nuoto 2009, G8 alla Maddalena, 150° dell’Unità d’Italia)
coinvolge la cosiddetta «cricca», con al centro Diego Anemone,
con Angelo Balducci. La Finanza, la scorsa settimana, ha
sequestrato il Salaria Sport Village di Anemone (foto)
450 milioni
sono per la Finanza i proventi per le imprese
di Anemone, a seguito dell'aggiudicazione
degli appalti gestiti dalle strutture dirette
da Balducci, nel decennio dal 1995 al 2009
1.628.000 euro
è la cifra oggetto, secondo l’accusa,
di appropriazione indebita
Ancora incompiuto, l’ammodernamento
della A3 è da tempo al centro di inchieste
sulle infiltrazioni mafiose: coinvolti esponenti
della ‘ndrangheta, imprenditori e funzionari.
Numerose le indagini: Tamburo, Arca,
Autostrada, Scacco matto, Topa, Meta,
Cosa mia, su presunti giri di tangenti.
La prima in Cassazione porta a 5 arresti
(assolti i funzionari Anas e i rappresentanti
delle imprese costruttrici)
Nell’Italia dove soltanto a pronunciare le
parole «appalti pubblici» si evoca insieme al
fantasma della corruzione e del malaffare
anche lo spettro dell’inefficienza, dei ritardi
infiniti e delle opere incompiute, la cosa ha
in effetti del miracoloso.
E «miracolo» è proprio il termine che ha
utilizzato il quotidiano torinese la Stampa
un annetto fa quando si è trattato di raccontare la storia. «Miracolo sulla A3: un cantiere
chiude in anticipo», diceva l’articolo. Miracolo ancora più miracoloso considerando il
luogo dove l’evento sarebbe avvenuto.
La A3 è infatti la famigerata autostrada che
va da Salerno a Reggio Calabria, un’arteria di
443 chilometri che attraversa una delle aree
a più alta densità criminale del Paese, dove
ripetutamente le inchieste della magistratura hanno scoperto interferenze della ‘ndran-
di carcere nell’inchiesta condotta da Carlo
Nordio sull’accordo spartitorio a colpi di
tangenti tra il Psi di De Michelis e la Dc di
Carlo Bernini a rivelare, pur non facendo
nomi e non accusando nessuno, la differenza tra le tangenti «per abbonamento»,
che venivano pagate dalle imprese sulla
base delle percentuali degli appalti (facevi lavori per il 30%? Pagavi 30), e quelle «a
spot», il cui scopo era invece quello di ungere chi frenava l’accordo o di premiare
chi lo favoriva. Baita all’epoca era un rampante quarantenne, direttore del Consorzio Venezia Disinquinamento che si era
aggiudicato i lavori della pulizia della laguna. Uscì pulito da quella storia e, per
nulla intimorito dalla
sgradevole esperienza, si
buttò anima e corpo nel
Piergiorgio Baita, ex
business del mattone. Il
presidente della Mantogrande salto lo fece quanvani Spa, arrestato (e
do diventò top manager
assolto) in Tangentopoli
della «Mantovani». A quel
nel '92; riarrestato nel
punto, non ce ne fu per
marzo 2013 (ne è uscito
nessuno. Non c’era opera
con il patteggiamento)
pubblica o cordata in cui
per fatture false; indaBaita non comparisse: dal
gato nell’inchiesta Mose
Passante all’ospedale di
Mestre, dall’A4 Brescia’92; riarrestato nel marzo 2013 (ne è usci- Padova alla Pedemontana, passando per il
to con il patteggiamento) per fatture fal- Mose e gli appalti di Expo. Un’ascesa che
se; indagato adesso nella mega inchiesta ha coinciso con i 15 anni di regno del gosul Mose. Lo chiamano «Mister Appalto». vernatore Galan con il quale Baita vantava
L’accusa lo dipinge come un grande cor- ottimi rapporti al punto da essere citato
ruttore. I suoi legali sono pronti a dare nel libro-biografia, «Io sono il Nordest»,
battaglia. Sarà l’inchiesta a fare luce. Ma dell’ex presidente veneto. Un’avventura
ciò che colpisce, aldilà dei responsi della finita nel 2013 quando, per una storia di
magistratura, è la continuità con la quale fatture false legate a San Marino, Baita, fiquesto ingegnere di Mogliano Veneto ha nito in carcere, decise di collaborare con
attraversato più di un ventennio, muo- gli inquirenti, patteggiando un anno e 10
vendosi tra grandi commesse, pubbliche mesi e il pagamento di 400 mila euro. Ora
istituzioni e gruppi privati, collezionando è un uomo libero, ma stavolta rialzarsi sa— così favoleggia chi lo conosce — oltre rà terribilmente duro.
Francesco Alberti
70 incarichi in 40 società diverse.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Fu lui, nel ’92, quando si fece 10 giorni
DAL NOSTRO INVIATO
PADOVA — Chissà se esistono ancora
le tangenti «per abbonamento» e quelle
«a spot»? O se invece il sistema spartitorio
si è almeno un po’ rinnovato tra la Prima e
la Seconda Repubblica? Se esiste una memoria storica anche in queste storie assai
poco edificanti, non c’è dubbio che l’ingegnere Piergiorgio Baita, 64 anni, ex presidente del Cda del colosso edile «Mantovani», ora tra i grandi accusatori dell’ex
governatore veneto Giancarlo Galan, sia
uno di quelli che, tra alterne fortune giudiziarie, c’era prima e c’è ancora adesso:
arrestato (e assolto) in Tangentopoli nel
Il personaggio / 2 I dissidi con lo zio per le proteste
Le inchieste sulla Salerno-Reggio Calabria
rie. Ecco allora le deroghe e le scorciatoie.
Che regolarmente sfociano in puro arbitrio, producendo a loro volta corruzione.
Ricordate gli appalti della Cricca gestiti
con le procedure della vecchia Protezione
civile? Ricordate gli scandali delle opere
per i Mondiali di nuoto di Roma del 2009?
Ricordate l’inchiesta sul terremoto in
Abruzzo? Dov’erano i controlli, vi chiederete. Quelli erano stati in parte già smantellati prima della legge Merloni, tagliando le unghie alla Corte dei Conti. L’autorità di vigilanza, che era stata già pensata
nel 1992, fu poi distrattamente istituita
solo sette anni dopo, con poteri non adeguati alla bisogna. L’authority anticorru-
Baita, dal ’92 all’Expo
Il collezionista di lavori
3,1
miliardi per
il completamento
7,4
miliardi di euro
il costo dei lavori
miliardi
per gli interventi
conclusi
zione, prevista dagli accordi internazionali, invece, venne soppressa nella culla nel
2008 con il ritorno del centrodestra al governo: è stata rianimata soltanto ora, a distanza di sei anni.
E che dire della decisione di sganciare
progressivamente l’Anas dalla pubblica
amministrazione? Da branca del ministero dei Lavori pubblici ad azienda autonoma il passo è stato breve; ma ancor più
breve quello da azienda autonoma a società per azioni. Date anche in questo caso
un’occhiata alla banca dati dell’Ansa. Scoprirete 137 notizie, a partire dal 1992, con
le seguenti due parole nel titolo: «Anas» e
«tangenti».
gheta negli appalti. La notizia è che un’impresa aggiudicatrice di un lotto di 12 chilometri della strada più controversa del Paese,
famosa anche al di fuori dei confini nazionali per i cantieri interminabili, ha consegnato
a giugno del 2013 lavori che per contratto
dovevano terminare alla fine di quest’anno.
Perciò con un anticipo di un anno e mezzo.
La ditta in questione si chiama Tecnis, è
siciliana di Tremestieri Etneo, in provincia di
Catania. Nella «morta gora» del sistema produttivo del nostro Mezzogiorno è da considerare una specie di gigante, soprattutto nel
settore dell’edilizia che ha subito un ridimensionamento violentissimo negli ultimi
anni. Ha un giro d’affari annuo che si aggira
intorno ai 300 milioni di euro, occupa un
centinaio di ingegneri in gran parte giovani e
molte donne. Lo scorso anno, riferiscono le
Cacciari jr, l’anti Mose
«Visto? Avevo ragione»
10,5
delle acque, che gli valsero una condanna
penale e l’anatema di Massimo, «Non si
fa così!», all’epoca appena rieletto sindaco. «Abbiamo passato dieci anni a gridare
quel che ora è su tutti i giornali. Non ci ha
mai ascoltato nessuno. Neppure in procura. Anzi. Mi sono preso otto mesi di reclusione per quella storia del 2005.
Aspetto che qualche magistrato mi faccia
le scuse». La vendetta è un piatto che può
anche risultare indigesto. «Non mi aspettavo il coinvolgimento del sindaco Orsoni. Mi amareggia sapere che le sue timidezze nei confronti del Consorzio Venezia Nuova non sono di natura politica ma
economica. Confesso di averlo anche votato, ma solo per via del
suo avversario, Brunetta:
pur di non averlo avrei voTommaso Cacciari,
tato anche Paperino».
attivista no global,
Tommaso non lavora
è figlio di Paolo
più come portiere di notte,
(ex deputato di Ricircostanza che unita alle
fondazione comunicronache di famiglia adorsta) e nipote del
nava sempre la sua biopiù celebre Massimo,
grafia pubblica. La laurea
filosofo ed ex
ha finalmente fruttato un
sindaco di Venezia
progetto europeo di ricerca sul diritto di cittadinancontro il Mose, e furono conflitti genera- za. «Ancora per poco, poi anche a 36 anni
zionali, aspri e soprattutto pubblici.
suonati torno a essere precario, precarisLa sprezzante definizione di cui sopra simo». La vecchia assemblea permanente
fu coniata da Giancarlo Galan in persona. No Mose si è sciolta nel comitato No
«Cacciari il giovane» aveva questa fissa Grandi navi, la sua nuova lotta permadel Mose, l’ha sempre avuta fin dall’ini- nente. «Lo scavo del canale Contortazio del nuovo secolo. «Non eravamo in Sant’Angelo è la prossima grade opera
tanti, questo va detto. Quando sento par- inutile e costosa. Permetterà il passaggio
lare di mobilitazione dei cittadini mi vie- di questi bestioni del mare, darà il colpo
ne da ridere. Siamo sempre stati un ma- di grazia alla laguna e farà ricchi i soliti
nipolo di attivisti, centri sociali, associa- noti. Scommettiamo che tra dieci anni
zione ambientaliste. La mitica società ci- siamo qui a parlarne?» Cacciari il giovane
vile non c’era, mai vista, non pervenuta». non è ancora invecchiato a sufficienza
L’allora presidente forzista del Veneto per vestire i panni del profeta. Ma con il
non gradiva comunque la sua insistenza, Mose ci ha preso, eccome.
Marco Imarisio
le sue denunce e le azioni eclatanti, come
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l’occupazione degli uffici del Magistrato
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
L’oscar della perfezione, però, tocca all’Expo 2015. Operazione da miliardi affidata a una società per azioni fra ministero
dell’Economia (40%), Regione Lombardia
(20%), Comune di Milano (20%), Provincia di Milano (10%) e Camera di commercio milanese (10%). Il tutto, dato che c’era
fretta, con la possibilità di derogare a ben
78 articoli del codice degli appalti. Il che
non ha affatto frenato, secondo i magistrati, l’esborso di tangenti milionarie.
Passate per le mani, è il sospetto, degli
stessi collettori delle mazzette che operavano all’epoca di Tangentopoli. Solo, con
più capelli bianchi.
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cronache, ha avuto anche dall’Istituto nazionale per l’assicurazione degli infortuni sul
lavoro il premio per la sicurezza sui cantieri.
Il segreto del risultato clamoroso per gli
standard italiani, sarebbe innanzitutto la decisione di non ricorrere ai subappalti, che
soprattutto in quest’area del Sud possono
offrire occasione per le infiltrazioni delle cosche, oltre a particolari accortezze nell’organizzazione del lavoro.
La morale di tutto questo? È la prova che
nonostante il delirio di regole che sembrano
studiate apposta per non far funzionare nulla nel modo giusto, si possono rispettare i
tempi e onorare gli impegni. Il più delle volte
basterebbe soltanto volerlo. Peccato che la
volontà sia così rara.
S. Riz.
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VENEZIA — «Cacciari il giovane» ha
ormai qualche capello bianco. «Siccome
non sono un manettaro e certo non amo
le patrie galere...». Esaurita la consueta
premessa, questi sono giorni lieti per
Tommaso, figlio di Paolo ex deputato di
Rifondazione comunista e nipote del più
celebre Massimo, filosofo, ex sindaco di
Venezia, spesso in televisione. Tommaso
era il lato debole del triangolo di famiglia, attivista no global dall’impegno politico spesso considerato velleitario rispetto a quello di padre e zio importante,
che spesso si dissociò dalle sue pratiche
12 Primo Piano
Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
L’inchiesta di Milano Lo scontro
❜❜
Il decreto indichi un organismo con un ruolo di controllo sulle
commissioni di gara ed esamini i bandi
Giuliano Pisapia sindaco di Milano
L’interrogatorio
L’ordine di Bruti ai pm
«A me tutte le inchieste
che riguardano Expo»
Paris: «Dissi a Sala
di denunciare i problemi
Mi rispose di farlo io»
prevedere un organico proprio
per l’Area Omogenea Expo»: la
non istituzionalizzazione di un
nuovo pool gli consente anche
di stabilire che «le notizie di reato saranno trasmesse direttamente al procuratore», il quale
(e non l’aggiunto) «provvederà
all’assegnazione dei procedimenti ai sostituti» pubblici ministeri dei vari pool, «tenendo
conto delle specializzazioni e
dei collegamenti investigativi».
MILANO — Chiama in causa il commissario di Expo Sala
accusandolo di non aver denunciato alla magistratura le
irregolarità del direttore generale di Infrastrutture
Antonio Rognoni nel più importante appalto per
l’esposizione il manager Angelo Paris. Interrogato dopo
l’arresto, in una confessione piena fa il mea culpa e si dà
anche del «cretino» per aver fornito informazioni segrete
sugli appalti alla «cupola» di Frigerio, Cattozzo, Greganti e
Grillo che gli garantiva «le coperture politiche» per il
progresso della carriera. Rispondendo al gip Antezza, l’ex
direttore costruzioni dichiara che quando partì l’appalto
per la «piastra», la base dei padiglioni, resistette alle
pressioni di Rognoni che non voleva che la Mantovani si
aggiudicasse la gara. Dopo che l’impresa ottenne l’appalto
e le spinte ripresero, Paris
invitò il commissario ad
Martina
«andare in Procura a
denunciare al dottor Robledo»,
Greganti lo
titolare dell’inchiesta su
definisce «buon
Infrastrutture che porterà
amico». Il ministro: all’arresto di Rognoni, ma la
mai conosciuto
risposta fu «che dovevo essere
io a denunciare». «La Procura
ha lavorato mesi ed ha stabilito
che una persona, Paris, non ha rispettato le regole. Se
avessimo commesso illeciti, sarebbe venuto fuori»,
risponde Sala. Paris dichiara anche che il commissario gli
disse di «seguire le iniziative» di Rognoni e che, «se non
lo avessi fatto, mi sarei dovuto dimettere». «Pura fantasia»
ribatte Sala. Il dg in una memoria scrive di non aver mai
preso soldi, di non sapere di tangenti e che fu Frigerio, l’ex
parlamentare FI arrestato, ad avvicinarlo promettendogli
aiuto facendo «riferimento a Silvio Berlusconi». Greganti,
anche lui arrestato, invece parlava solo di «aree politiche
della sinistra» e del «Pd», anche se una volta accennò al
«ministro Martina, suo buon amico». «Mai conosciuto
Greganti», replica il titolare delle Politiche agricole.
Luigi Ferrarella
Giuseppe Guastella
[email protected]
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Svolta dopo un’altra lite con Robledo
MILANO — Alla vigilia di un
interrogatorio l’altro ieri dell’arrestato direttore generale di
«Infrastrutture Lombarde» Antonio Rognoni, il procuratore
aggiunto Alfredo Robledo chiede al pm Antonio D’Alessio (del
suo pool) di avere copia di un
interrogatorio dell’arrestato
Angelo Paris, general manager
di «Expo 2015» nell’altra inchiesta condotta da D’Alessio e
dal pm Gittardi sotto l’egida
dell’aggiunto Ilda Boccassini.
Bruti Liberati risponde di no
perché argomenta che Robledo,
non avendo apposto il 6 marzo
il proprio visto alla richiesta di
arresto di Paris nell’indagine
Expo che all’epoca coordinava
insieme alla collega Boccassini,
da quel momento «è cessato»
dal ruolo di coordinatore di
quel singolo fascicolo. Robledo
contesta che il mancato visto alla richiesta di arresto possa determinare la sua «cessazione»
da coordinatore del fascicolo, e
domanda gli venga formalizzata. E intanto il suo pool interroga Rognoni senza sapere cosa
Paris abbia detto agli altri pm.
Questo nuovo «incidente»,
pur dopo le misure «già adottate» dal capo con un «provvedimento del 3 giugno», fa ieri
precipitare la situazione nella
Procura di Milano e induce Bruti Liberati a diramare un tranciante ordine di servizio: «È
istituita con effetto immediato»
una nuova unità organizzativa
(diversa dai normali pool per
materia di reati) denominata
«Area Omogenea Expo 2015»,
nella quale Bruti si assegna
l’esclusivo e diretto «coordinamento» di tutte «le indagini
che, direttamente o indiretta-
La proposta
Il Csm: gli atti
a Pg e ministro
Una «presa d’atto» e carte
ai titolari (il ministro e il
Pg della Cassazione)
dell’azione disciplinare: lo
propone la commissione
Csm, spaccatasi in 3 sì, 2
astenuti e 1 no. Il plenum
deciderà forse il 18 giugno.
mente, possano riguardare sotto qualunque titolo l’evento
Expo 2015». Da ora «su tutti i
procedimenti» (noti, ignoti, atti
non costituenti notizia di reato)
«i procuratori aggiunti» a capo
dei vari pool (come Robledo in
contrasto con Bruti, e come
Boccassini invece in sintonia
con Bruti al pari del collega
Greco), «riferiranno prontamente» solo a Bruti, che «è opportuno» sia anche «il punto di
riferimento per i contatti con
altre Autorità che possano intervenire nella vicenda Expo
2015» (tipo l’Autorità anticorruzione di Cantone). La circolare è generale, ma è evidente che
in pratica investa soprattutto il
responsabile (Robledo) del pool reati contro la pubblica amministrazione, di norma competente sul genere di reati su
un’opera pubblica come Expo
(tangenti, turbative d’asta, truffe allo Stato, falsi).
Messa in termini così omnicomprensivi, in teoria anche il
furto di un Tir in un cantiere
Expo o una violenza sessuale
nel sito Expo parrebbero rientrare nella circolare. Ma, fuori
Contro i canali La protesta di ieri a Expo gate a Milano (Fotogramma)
dai paradossi, la volontà di Bruti è chiara: il «rilievo anche internazionale» e «la speciale rilevanza» di Expo 2015 «fanno
apparire opportuno e urgente
assicurare “il corretto, puntuale
e uniforme esercizio dell’azione
penale”» attraverso «il coordinamento pieno ed efficace dei
vari procedimenti» in «un quadro generale e con speditezza».
Tecnicamente non è una avocazione dei processi in mano a
Robledo, e nemmeno è l’istituzione di un nuovo pool, anzi
Bruti ritiene «non opportuno
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Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
Politica 13
italia: 51575551575557
Le tangenti I partiti
Le assemblee nelle redazioni
Rai, il muro dei giornalisti contro lo sciopero. Al Tg3 un no unanime
ROMA — Lo sciopero della «gente Rai»
proclamato per l’11 giugno dopo il taglio al
bilancio di 150 milioni deciso dal governo
Renzi perde, dopo la Cisl, forse il suo pezzo
politicamente più significativo. L’Usigrai, il
sindacato interno dei giornalisti Rai, ieri ha
registrato un nettissimo dissenso verso lo
sciopero nelle assemblee organizzate in
moltissime redazioni: il Tg1, il Tg2, il Tg3,
numerose sedi locali, Rainews. In particolare
al Tg3 il voto è stato unanime: la discussione
sull’astensione dal lavoro, nei giorni scorsi,
aveva portato alle dimissioni di un membro
del comitato di redazione dopo una raccolta
di firme spontanea organizzata proprio per
chiedere un’assemblea per discutere
l’adesione allo sciopero proclamato dalle altre
sigle sindacali. Stamattina il vertice del
sindacato, guidato da Vittorio Di Trapani,
dovrebbe annunciare ufficialmente la
cancellazione della protesta dei giornalisti.
Formalmente è stato il sindacato a proporre
di riflettere sul ritiro dello sciopero. Ma nei
giorni scorsi sono state tantissime le voci che
si sono levate contro la protesta dell’11
giugno, soprattutto dopo il duro giudizio di
Matteo Renzi («uno sciopero umiliante»).
L’atteggiamento del governo verso la Rai
continua a essere netto e privo di equivoci.
«La linea del governo non cambia, non ci
faremo dettare l’agenda da nessuno», aveva
chiarito a scanso di equivoci il sottosegretario
allo Sviluppo economico con delega alle
Comunicazioni, Antonello Giacomelli. La
linea dell’esecutivo Renzi (riforma del
canone, anticipazione percorso della
concessione, trasformazione e innovazione
della Rai) indica punti cari anche all’Usigrai. E
per questo il sindacato, visto il vasto dissenso
verso lo sciopero, ha potuto parlare di «punti
convergenti». Ma a tutt’oggi non è arrivata né
da Giacomelli né da altri esponenti del
governo una qualsiasi convocazione,
apertamente sollecitata ieri dall’Usigrai.
L’11 giugno sciopereranno comunque SlcCgil, Uilcom-Uil, Ugl Telecomunicazioni,
Snater, Libersind Conf.sal (non la Cisl né, a
questo punto, l’Usigrai così come non aveva
aderito già l’Adrai, il sindacato dei dirigenti
Rai). In una nota molto polemica gli altri
sindacati impegnati nello sciopero se la
prendono subito con i giornalisti: «L’11
Grillo e Casaleggio: ora toni moderati
Ma c’è chi evoca la ghigliottina
Giarrusso: va usata per i corrotti. I leader: comunicazione da cambiare
giugno a scioperare non saranno i
“mezzibusti sediziosi”, guidati da un insieme
variegato di sindacati corporativi, pronti a
difendere privilegi mentre l’Italia tutta è
chiamata a fare ancora sacrifici. A scioperare
saranno coloro che da sempre e prima di tutti
hanno denunciato sprechi e privilegi». L’11
giugno è comunque prevedibile un giorno di
blocco delle trasmissioni Rai. Una redazione
che non sciopera non può certo andare in
onda priva di registi, tecnici e operatori.
Paolo Conti
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Il vertice
L’arrivo di Gianroberto
Casaleggio ieri alla sede
della Casaleggio
associati per la riunione
con i capigruppo
(Fotogramma)
La Nota
di Massimo Franco
I nuovi scandali
mettono in ombra
le novità europee
L
e domande piovute su Matteo Renzi sullo scandalo
del Mose di Venezia, dopo la chiusura della riunione del G7 a Bruxelles, hanno messo un po’ in ombra i temi europei: soprattutto immigrazione e fine della fase della sola austerità economica, sui
quali il presidente del Consiglio sembra convinto di poter far
giocare all’Italia un ruolo «da protagonista», forte del risultato elettorale del 25 maggio. La coincidenza con la decisione
della Bce di Mario Draghi di abbassare il costo del denaro, oltre tutto, offre una «finestra di opportunità», così l’ha chiamata il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Eppure,
Renzi si è reso conto che le inchieste giudiziarie possono diventare la vera sfida per il suo governo.
Sulla risposta che Palazzo Chigi riuscirà a dare si misureranno non solo la sua capacità decisionale ma i rapporti nella
maggioranza. Il tentativo del Movimento 5 Stelle di raffigurare la coalizione di governo come una sorta di club di complici
è insidioso. Bisogna prendere provvedimenti radicali per
colpire il malaffare, ma anche evitare che si fermino le grandi
opere. Il percorso parlamentare del disegno di legge contro la
corruzione è destinato a rispecchiare queste difficoltà.
Il suo slittamento nasce dalla volontà di migliorarlo; ma su
uno sfondo infuocato. La preoccupazione è che si trasformi in
un percorso a ostacoli per Palazzo Chigi; e che serva da pretesto per gli attacchi virulenti e
Incertezza sulle strumentali dei grillini, rianimati da questo nuovo fronte
norme contro
dopo la sconfitta europea. Il
la corruzione
presidente del Senato, Piero
Grasso, si rallegra per l’impee tensione tra
gno dell’esecutivo sul tema delCantone e Renzi la corruzione. «Ma bisogna anche fare presto», dice a Palazzo
Chigi. L’impressione è che stia
crescendo la confusione intorno al ruolo del commissario
straordinario anticorruzione Raffaele Cantone, nominato in
campagna elettorale con lo scandalo dell’Expo.
«Non so quali siano i suoi poteri», ha ammesso il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, bocciando l’ipotesi di istituire una Procura nazionale che si occupi di questo. Lo stesso
Renzi si mostra prudente. È durissimo con gli accusati. «La
gente che ruba va mandata a casa», premette, pur rispettando
la presunzione di innocenza. A suo avviso, più che di corruzione si dovrebbe parlare di «alto tradimento» dei politici
implicati; e un Pd in imbarazzo già mostra di voler prendere
le distanze dagli imputati. Allo stesso tempo, però, il premier
non sembra d’accordo con chi ritiene che la soluzione siano
nuove regole.
Non si può affrontare ogni episodio di corruzione dicendo
«che il problema sono le regole», puntualizza. «Le regole ci
sono: il problema sono i ladri». Ha l’aria di una risposta indiretta a chi, come lo stesso Cantone, addita come possibile antidoto anche la revoca degli appalti già concessi alle imprese
coinvolte: tanto che ieri sera è stato costretto a negare conflitti con Renzi. Si tratta ora di capire se quanto sta avvenendo
permetterà di accelerare sulle riforme istituzionali, o le rallenterà. Il ministro Maria Elena Boschi è sicura che si faranno
in tempi brevi. Ma ammette anche di essere «un’inguaribile
ottimista».
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protagonista di una piccola gaffe sulle condizioni di salute di
Gianroberto Casaleggio, ancora
convalescente. Parlando del figlio Davide dice: «Ha sostituito
suo padre, perché suo padre
non sta bene». Deputati e senatori hanno fissato per lunedì
una riunione congiunta, ma tra
i parlamentari continua lo
scontro. Giarrusso viene subito
criticato oltre che dal democratico Roberto Giachetti («toni
moderati?»), dai deputati pentastellati Aris Prodani e Walter
Rizzetto. Anche sulle nomine di
ieri (che saranno oggetto del
vertice) alcuni Cinque Stelle
hanno già espresso divisioni e
perplessità. In discussione pure
il nodo-alleanze in Europa.
E proprio sul fronte europeo
proseguono i contatti in vista
del referendum tra gli iscritti
che dovrebbe svolgersi giovedì
La trattativa
I Cinque Stelle hanno
incontrato il gruppo
europeo dei conservatori
inglesi di Cameron
MILANO — Un cambio netto. Beppe Grillo nei panni di
Johann Gutenberg, il tipografo
che inventò la stampa a caratteri mobili: si presenta così sul
blog il leader pentastellato per
annunciare le novità all’interno
dello staff dei Cinque Stelle. «È
necessario migliorare l’attuale
comunicazione del M5S», scrive sul blog a doppia firma con
Gianroberto Casaleggio. E puntualizza: «I gruppi parlamentari
di Camera e Senato devono coordinarsi maggiormente di
quanto fatto finora con i gruppi
di comunicazione e viceversa».
Per i due leader «il M5S deve assumere una figura di forza di
governo responsabile e moderata nei toni» (ma nelle stesse
ore il senatore Mario Michele
Giarrusso chiede «la ghigliottina per i politici corrotti») e raccomanda di «evitare di sprecare
tempo con le intermediazioni
con i giornalisti». Poi annuncia
le nuove nomine (effettive solo
da inizio luglio). Claudio Messora andrà a coordinare la comunicazione europea, il suo
posto al Senato verrà preso da
Rocco Casalino. A Nicola Biondo verrà affiancata per la comunicazione alla Camera Ilaria Loquenzi, assistente di Paola Taverna: una sorta di commissariamento, quest’ultimo, dopo le
polemiche per la diffusione del
documento riservato con le critiche alla campagna elettorale.
Il post che annuncia il nuovo
scacchiere strategico viene preceduto da un doppio vertice a
Milano, nella sede della Casaleggio Associati. A metà mattina solcano l’ingresso i capigruppo Giuseppe Brescia (Ca-
Le nomine
Messora va a Bruxelles a
coordinare i rapporti con
i media, al suo posto in
Senato Rocco Casalino
mera) e Maurizio Buccarella
(Senato). Con loro anche Paola
Carinelli, vice a Montecitorio. Il
primo incontro si risolve in poco più di un’ora e mezza. Poi, all’ora di pranzo, sono proprio
Biondo, Loquenzi e Casalino a
vedere il cofondatore. Un passo
non solo formale, ma anche necessario per definire le nuove
strategie. «Meno televisione
(almeno in una prima fase), più
attenzione alla promozione del
lavoro parlamentare, soprattutto di quanto accade nelle
commissioni»: sono le prime
linee guida che filtrano tra le
indiscrezioni. «Un ritorno alle
origini», commenta Brescia,
prossimo. Emissari pentastellati hanno incontrato i rappresentanti dell’Ecr, che comprende i conservatori inglesi del
premier David Cameron, che —
secondo fonti vicine al Movimento — si sono dimostrati
«disponibili», anche se ci sono
«divergenze su molti punti del
programma». Per completezza
di informazione ci saranno
contatti anche con il gruppo dei
liberali dell’Alde. Intanto, il
gruppo degli euroscettici, quello dell’Ukip di Nigel Farage,
«ora è molto vicino ad avere il
numero di delegazioni necessario per costituirsi». Lo dichiara il portavoce, Hermann
Kelly: «Siamo molto fiduciosi
— spiega — che il numero totale dei parlamentari sarà tra 50 e
55».
Emanuele Buzzi
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Primo colloquio dopo l’affidamento alla Sacra Famiglia di Cesano Boscone
Berlusconi vede
l’assistente
sociale:
bilancio positivo
MILANO — L’uscita dal palazzo alle sei
e mezza di ieri, in via Numa Pompilio, a
pochi metri dal carcere di San Vittore, è
accompagnata da una smorfia di
dolore e infatti il passo è zoppicante.
Forse una gamba poggiata male, forse
il dislivello non visto tra gradino e
marciapiede. Ma dall’entourage di
Silvio Berlusconi, per un’ora e mezza
all’Uepe, l’ufficio per l’esecuzione
penale esterna, negano ogni tipo di
problema fisico. L’ex premier sta bene e
«bene» è andato il primo colloquio per
un bilancio sull’affido ai servizi sociali
nell’istituto Sacra Famiglia di Cesano
Boscone, hinterland di Milano, a
quaranta chilometri da Arcore. Prima e
dopo l’incontro Berlusconi, con l’ormai
solito girocollo di colore blu scuro, non
ha voluto parlare con i giornalisti né
replicare a chi, impegnato con bimbi e
nipoti nei giardinetti di fronte al
palazzo, s’è preso una pausa per
urlargli «Buhhh». Dall’Uepe filtra
questo: l’incontro è avvenuto secondo
programma, fin qui l’ex premier «non
ha commesso errori» e «non ha violato
le regole»; infine, subito da oggi,
l’esperienza di Berlusconi in Sacra
Famiglia sarà sempre più operativa. La
scorsa settimana il Cavaliere aveva
imboccato i pazienti del reparto dov’è
assegnato, il San Pietro, che ha anziani,
soprattutto malati di Alzheimer.
Questo è il reparto con il quale
Berlusconi ha cominciato ma potrebbe
non essere l’ultimo. In Sacra Famiglia,
dove stamane si ripeterà il solito
spettacolo che sta snervando lavoratori
e famigliari dei malati — accessi
blindati, difficoltà nel muoversi
liberamente negli spazi della struttura,
restrizioni per medici, infermieri e
operatori vari —, gira voce d’un
cambio di location. Si dice che l’ex
premier potrebbe andare nel reparto
San Luigi: 82 posti, destinati agli
anziani non per forza in condizioni
gravi, ma magari ospitati per un
periodo di tempo limitato. Una
soluzione «più morbida». Dalla Sacra
Famiglia nessuna conferma o smentita.
Confermati invece i classici orari
odierni: dalle 9.30/10 alle 13.30/14.
Subito dopo il Cavaliere è atteso in città
nella nuova sede del Milan, per parlare
di allenatore e campagna acquisti.
A.Ga.
A Milano Berlusconi dopo il colloquio
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14
Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Esteri
La discussione Il premier trova il sì di Cameron e Merkel
«Ci vuole una donna»
Il metodo Renzi
per le nomine europee
«Prima i programmi, poi le persone»
Commissario
Londra sceglie
un euroscettico
Cameron scavalca Farage
sulla strada
dell’euroscetticismo. Per
la commissione Ue
Downing Street indicherà
Andrew Lansley. Ex
ministro della Salute, 57
anni, conservatore e,
soprattutto, decisamente
euroscettico. Quasi sulle
posizioni dello Ukip. Non
a caso alcuni esponenti
del partito Tory hanno
espresso perplessità sulle
capacità di Lansley di
muoversi all’interno delle
istituzioni europee.
Attualmente il
rappresentante
britannico a Strasburgo è
Catherine Ashton, alto
rappresentante per la
politica estera.
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES — «Qui ci
vuole una donna, l’Italia ha
dato un esempio con il suo
governo». Tutti hanno continuato a negarlo, in questo
vertice del G7, ma alla fine la
scelta del nuovo presidente
della Commissione Europea
ha un po’ messo in sordina
tutto il resto, dall’Ucraina alla
disoccupazione. Lo dimostra
anche la battuta di Matteo
Renzi, il premier italiano:
«Qui ci vuole una donna…», e
c’è chi torna a pensare a Christine Lagarde, francese, direttore generale del Fondo monetario internazionale, non
sgradita neanche alla cancelliera tedesca Angela Merkel.
Ma il motivo per cui Renzi cita
le «sue» ministre, sembra essere soprattutto quello di
sbloccare una discussione ormai incanaglita: Jean-Claude
Juncker sì, a capo della Commissione, e la Gran Bretagna
fuori dalla Ue, come minaccia
il suo primo ministro David
La doppia cena di François
Cameron? Junker no, e Angela
Merkel costretta a far finta di
niente, poiché l’ex presidente
dell’Eurogruppo era ed è pur
sempre il suo candidato ufficiale? Più tutti gli altri, Francia, Svezia, Olanda, Finlandia,
e così via, a giocare ognuno
con una o più carte coperte.
Uno stallo a 28 facce, quelle
dei leader Ue, che sembra dar
ragione a Barack Obama
quando confessa di sapersi
orientare poco fra gli ingranaggi istituzionali dell’Europa. Al G7 si parla molto, naturalmente, dell’Ucraina, che in
queste ore ha chiuso alcuni
suoi posti di frontiera con la
Russia; si conferma il sostegno politico ed economico al
governo di Kiev e si preannuncia per luglio, a Bruxelles,
una «conferenza dei donatori» disposti ad aprire la borsa.
Si rinnovano anche i moniti a
Vladimir Putin, Obama e i leader Ue gli chiedono di riconoscere Petro Poroshenko, il neo
presidente ucraino.
Ma i leader Ue sembrano
Faccia a faccia Il primo ministro italiano Matteo Renzi durante l’incontro bilaterale con la cancelliera tedesca Angela Merkel (Ansa)
L’austerità
Il premier italiano
ribadisce: «La politica di
rigore e di austerità ha
mostrato i suoi limiti»
Poroshenko
La richiesta a Putin dai
leader Ue di riconoscere
Petro Poroshenko, il
neo presidente ucraino
calamitati soprattutto dall’altra questione, quella delle
scelte per la Commissione
Europea. I lunghi colloqui
«amichevoli, franchi e costruttivi» (cioè accidentati,
aspri e inconcludenti) fra Merkel e Cameron non hanno
sbrogliato la matassa. Perciò
Renzi, in fondo il premier più
votato e più «nuovo» fra quelli europei, si azzarda a proporre qualche cauta parola di
mediazione: «Non è il momento dei diktat e dei veto,
nessun candidato ha ottenuto
la maggioranza e perciò bisogna trovare un punto di inte-
sa». E ancora: «Noi dobbiamo
dare una risposta ai cittadini,
non soddisfare le ambizioni
dei candidati, il punto di partenza è il fatto che la politica
di rigore e austerità ha mostrato i suoi limiti. Partiamo
da questa constatazione per
chiedere che si apra una pagina nuova». Dire però che la
«politica di rigore e di austerità ha mostrato i suoi limiti»
può voler dire anche che Juncker, ex patrono di tutti i
«piani di risanamento», non
va bene, e c’è invece qualcun
altro che Roma vuol sostenere. È così? Renzi glissa: non
c’è alcuna «candidatura nazionale» per un Paese che
vuole giocare un «ruolo da
protagonista» sulle idee e non
«aggrapparsi a scelte di natura geografica». Traduzione:
niente toto-nomine. Piuttosto, puntare sui criteri operativi prima di individuare i nomi, formare una piattaforma
programmatica alla quale, secondo Renzi, potrebbero aderire «diversi Paesi Ue». Se sarà
così, lo si vedrà in poche settimane. Il G7 è finito, le trattative no.
Luigi Offeddu
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Il rilascio L’ostaggio in Afghanistan
Quella stretta di mano
con i talebani:
il video su Bowe
fa litigare l’America
«Dîner» con il presidente Usa
PARIGI — Doppia cena ieri sera per il presidente francese
François Hollande che ha dovuto «sdoppiarsi» per non far sedere
allo stesso tavolo Barack Obama e Vladimir Putin, i cui rapporti
non sono proprio amichevoli. E così alle 19.10 i capi dell’Eliseo e
della Casa Bianca si sono incontrati vicino all’Arco di Trionfo al
ristorante Le Chiberta dello chef Guy Savoy (una stella Michelin)
per un «dîner» a base di branzino di lenza. Per dessert una terrina
d’arancio e pompelmo, il tutto innaffiato da vini francesi. (Afp)
E «souper» con il leader russo
PARIGI — Alle 21.03 di ieri sera Vladimir Putin è arrivato all’Eliseo, accolto da François Hollande reduce dal «dîner» con
Obama. I due leader si sono stretti la mano di fronte ai fotografi e
sono poi spariti nel palazzo presidenziale per un colloquio durante il «souper», o cena leggera. La stampa francese ha ironizzato sul
doppio pasto di Hollande («dovrà arrivare con molto appetito»,
ha commentato France24). Fino a notte nessuna indiscrezione
sul menu («ma di certo c’era l’Ucraina», ha scritto Le Parisien) .
WASHINGTON — Barack
Obama non ci pensa proprio a
chiedere «scusa» per aver
scambiato il sergente Bowe
Bergdahl con 5 dirigenti talebani rinchiusi a Guantánamo.
Il presidente lo ha dichiarato ai
media auspicando che gli americani capiscano che c’era una
coppia di genitori in attesa del
loro figlio. Ma a Washington,
come nel resto del Paese, c’è
poca voglia di comprendere.
Il controverso baratto ha
provocato un’onda lunga inarrestabile, estesasi dalle strade
di Hailey, la località dell’Idaho
dove viveva Bowe ai corridoi
del Congresso. La cittadina ha
cancellato la festa in onore del
militare prevista per il 28 giugno. Gli organizzatori e lo sceriffo erano preoccupati da questioni legate dalla sicurezza così come dalla difficoltà di gestire u n g r a n d e a f f l u ss o d i
persone. C’era il rischio di clamorose manifestazioni di protesta da parte di coloro che
considerano Bowe non un prigioniero di guerra ma un disertore. Un giudizio rafforzato dai
ripetuti racconti dei commilitoni. Secondo la loro versione
Bergdahl, il 30 giugno 2009, ha
abbandonato la sua postazione
in una remota area dell’Afghanistan. Inoltre un nuovo rapporto del Pentagono ha sostenuto che in almeno due occasioni — prima al centro di addestramento in California,
quindi nel teatro afghano —
Bowe se ne era andato senza al-
cuna autorizzazione per poi
tornare. Segnali evidenti di
problemi di disciplina. Altre
ombre sulla figura del soldato
che un giorno potrebbe essere
chiamato a rispondere davanti
alla Corte marziale. Ipotesi tutt’altro che remota.
Per questo non sono disposti
a capire neppure i congressisti.
E non solo quelli repubblicani.
Il Pentagono ha mostrato ai senatori, in una seduta a porte
chiuse, un video risalente a
mesi fa dove vi appariva Bowe.
Era un filmato consegnato dai
talebani ai mediatori per dare
«una prova di vita» dell’ostaggio. Per la Casa Bianca le immagini non lasciavano dubbi sul
precario stato di salute dell’americano. Dunque era necessario trattare e senza perdere altro tempo. Scettici i primi
commenti dei senatori, per
nulla convinti che quei «frammenti» abbiamo testimoniato
la gravità della situazione.
I critici dell’amministrazione citano poi un altro filmato,
quello che mostra il rilascio. Ci
sono i talebani con la bandiera
bianca, membri delle forze
speciali, l’elicottero che atterra
in un’area deserta, la presa in
consegna con una veloce perquisizione. Sul video, girato dai
ribelli, compare la scritta-monito: «Non tornare più in Afghanistan». Una clip ma dal
messaggio potente. Di nuovo:
per molti è la prova che gli Usa
hanno garantito al nemico un
grande successo propagandi-
Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
Esteri 15
italia: 51575551575557
A Varsavia
L’intervista
L’ex leader di Solidarnosc: giusto stare con Kiev ma gli ucraini non hanno capito l’importanza del negoziato
La lezione di Lech Walesa:
con Putin bisogna dialogare
«Su Obama mi sono sbagliato: ha stoffa»
Solidarnosc L’ex presidente Lech Walesa
nonostante gli accordi internazionali,
sia alla resistenza al comunismo che affrontammo con 200 mila soldati sovietici sul nostro territorio, un milione
fuori e la minaccia degli arsenali nucleari. Oggi il mondo è al fianco di Kiev, ed
è giusto, perché Vladimir Putin non
può agire in modo indiscriminato. Ma
finora gli ucraini si sono mossi male,
non hanno capito l’importanza del negoziato. Io ho guidato la rivolta in Polonia puntando sul compromesso, senza
forzare la situazione ma allargando i
confini della libertà passo dopo passo».
Come recuperare ora?
«Per cominciare, convincendo Putin
a restituire la Crimea».
Crede sia possibile?
«Ci dobbiamo provare. La mia idea è
nominare un comitato di saggi indipendenti che facciano da mediatori tra
gli Stati e stendano un decalogo di proposte per individuare i punti sui quali
rilanciare il dialogo con Mosca».
Anche l’annessione della Crimea
alla Russia tocca sensibilità diverse in
un’Europa di fatto divisa tra un Occidente più conciliante e la parte centro-orientale che ha ancora vivo il ricordo del dominio sovietico.
«Ma su un punto prima o poi dovremo concordare tutti: se non puoi sollevare un peso da solo, devi chiedere aiuto. In politica come in economia abbiamo di fronte problemi più grandi di
noi, è il prezzo da pagare alla globalizzazione. Per risolverli, dobbiamo riscoprire il valore della solidarietà».
❜❜
Jaruzelski
Il generale? Io so di aver
perso molte battaglie
contro di lui,
ma ho vinto la guerra
Maria Serena Natale
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Pesi, tuta (e poca sicurezza)
Il presidente in palestra
Immagini rubate di un presidente che suda in palestra
di Varsavia . E non sono mancate le critiche ad
Obama. Chi l’ha preso in giro per i pantaloni troppo
lunghi e gli altri, più seri, preoccupati per la sicurezza.
✒
ROMA — «Gli ucraini hanno giocato
male la partita. Su Barack Obama mi ero
sbagliato, ha stoffa. E con Putin bisogna
pur dialogare». Il mondo secondo Lech
Walesa è un «puzzle meraviglioso dove
puoi indovinare l’incastro per fortuna o
testardaggine». Lui le ha avute entrambe, in una vita da romanzo che è diventata un film, «Walesa, l’uomo della speranza» di Andrzej Wajda. A Roma per
l’anteprima italiana, lo storico leader di
Solidarnosc, ex presidente e Nobel per
la pace riflette sull’Europa unita che la
sua Polonia ha tanto sognato e che oggi
si ritrova nel 70esimo anniversario del
D-Day alle prese con nuovi conflitti.
«Siamo in una fase di passaggio – dice
Walesa in quest’intervista al Corriere –,
in un futuro non troppo lontano parlare
di frontiere sarà ridicolo, ma oggi dobbiamo fare i conti con le paure degli
Stati nazionali».
Presidente Walesa, nel discorso di
Varsavia Barack Obama ha tracciato
un parallelo tra la lotta per la libertà
dei polacchi e le aspirazioni del popolo ucraino stretto tra Europa e Russia.
Come può oggi Danzica ispirare Kiev?
«Ci sono profonde differenze tra il
presente ucraino e il passato polacco –
mi riferisco sia allo scoppio della Seconda guerra mondiale quando la Germania ci aggredì e nessuno ci protesse
Per solidarietà intende anche il sostegno finanziario e militare assicurato nei giorni scorsi da Obama ai Paesi del Centro-Est? Lei è stato molto
critico sul ridimensionamento della
leadership americana nel mondo.
«Ho avuto un lungo colloquio con il
presidente americano. Ammetto di
aver avuto dubbi sulla sua politica estera in passato, ma mi sbagliavo. Obama
è un leader di grande intelligenza, mi
ha conquistato».
L’Europa indebolita dalle elezioni
del 25 maggio saprà unire le forze
contro la crisi?
«Sarà costretta dalla Storia. Immaginiamo un futuro nel quale Kiev faccia
parte della Ue: l’agricoltura ucraina ha il
potenziale per mettere in pericolo le
economie di Francia e Polonia, che fare? Decidere insieme le regole di una
convivenza che valorizzi le capacità di
tutti ed eviti rivalità. Non abbiamo ancora trovato gli strumenti per godere
appieno delle potenzialità della rivoluzione tecnologica. Anche a questo serve
l’Unione Europea».
Lo stesso giorno del voto per l’Europarlamento è morto l’ultimo leader
della Polonia comunista, l’uomo che
ai negoziati della Tavola Rotonda sedeva dall’altra parte, il generale
Wojciech Jaruzelski. Come lo ricorda
oggi?
«Faceva parte della generazione tradita, alla quale fu imposto il comunismo. Molti accettarono di entrare nelle
strutture del regime, alcuni per distruggerle dall’interno. Non sappiamo
se Jaruzelski fu tra questi, agli uomini
non è dato leggere nel cuore dei loro simili. Io so di aver perso molte battaglie
contro di lui, ma ho vinto la guerra».
L'analisi
UN PATTO CON PECHINO
LA CASA BIANCA PUNTA
A UN’INTESA STORICA
d MASSIMO GAGGI
U
L’arrivo
In un video di 17
minuti i talebani
hanno registrato la
liberazione di
Bowe Bergdahl:
qui all’arrivo su un
pick-up, nelle
montagne di Khost
L’attesa
Bowe Bergdhal,
vestito all’afghana,
scortato da un
talebano con il
volto coperto,
attende l’arrivo
dell’elicottero delle
forze speciali Usa
Perquisizione
I soldati stringono
la mano ai nemici
(uno con la
bandiera bianca).
Bowe viene
controllato per
paura di esplosivi
nascosti: è libero
stico. Inoltre hanno legittimato
dei terroristi arrivando a trattare con loro. La pensa così anche
Maulvi Mubarak, un capo locale del movimento islamista:
«Abbiamo tenuto testa all’America». Dichiarazioni di
vittoria accompagnate dalla
minaccia di effettuare nuovi
rapimenti in modo da avere in
mano altre pedine da scambiare con gli Stati Uniti. Un punto
sul quale anche gli esperti indipendenti insistono.
Dalla Casa Bianca, da giorni
sulla difensiva, replicano che
non c’erano alternative al negoziato. Il Pentagono aveva
preso in considerazione un blitz ma poi aveva accantonato
l’idea per i troppi rischi. Sem-
bra che Bowe abbia tentato due
volte la fuga, nel 2011 e nel
2012, però lo hanno sempre ripreso. E da allora i suoi carcerieri hanno cambiato molto
spesso il luogo di detenzione
rendendo complicato qualsiasi
intervento.
L’ex prigioniero continua intanto il suo lento recupero. I
medici che lo hanno in cura in
un ospedale Usa in Germania
hanno precisato che il paziente
migliora e che si esprime con
loro in inglese. Precisazione
non scontata: il padre ha sostenuto che Bowe lo aveva dimenticato durante la lunga detenzione.
Guido Olimpio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
na riforma sanitaria solo parziale, criticata, con molti
problemi. Nessuna soluzione per gli immigrati
clandestini. Niente limiti alla diffusione delle armi da fuoco
nonostante le tante stragi di innocenti che insanguinano
l’America. E una politica estera zoppicante: scelte spesso
ragionevoli ma che non ottengono i risultati attesi, nessun
disastro, ma anche nessun successo clamoroso. Entrato
nell’ultimo terzo della sua era presidenziale, Barack Obama
comincia a chiedersi quale patrimonio duraturo lascerà ai
posteri, quale sarà la sua «legacy». Da qualche tempo ha
cominciato a pensare che qualcosa di significativo potrebbe
ancora costruirlo su un fronte – quello della tutela
dell’ambiente – che era scomparso dalla sua agenda dopo il
fallimento della conferenza di Copenhagen del 2009. Fino a
non molto tempo fa il leader democratico ha tenuto
l’argomento a distanza, anche perché la lotta contro il
riscaldamento dell’atmosfera, se fatta sul serio, costa cara.
Secondo i sondaggi, poi, gli americani sono, in
maggioranza, poco sensibili
al problema. Ma la questione
rimane di grande rilevanza.
Smog in Asia
Così, ora che non deve più
Con le metropoli
affrontare il giudizio degli
avvolte dallo smog,
elettori e che ha portato alla
Casa Bianca come
Pechino sarebbe
superconsigliere un
pronta a negoziare
ambientalista convinto, John
Podesta, Obama ha cambiato
rotta. Dopo aver annunciato
il più consistente taglio delle emissioni delle centrali
elettriche alimentate a carbone della storia americana, il
presidente ha premuto per portare i temi della tutela
ambientale al centro dell’agenda economica del G-7 di
Bruxelles che ha preso nuovi impegni di lungo periodo: 100
miliardi di investimenti l’anno (a partire dal 2020) per
ridurre i gas-serra. Obama pensa di avere le carte in regola
per passare dal ruolo di imputato a quello di promotore di
un nuovo protocollo mondiale da siglare nel 2015. Dopo
l’applicazione solo parziale degli accordi di Kyoto e
l’inconcludenza dei negoziati degli ultimi anni, lo
scetticismo è più che giustificato. Ma alla Casa Bianca
ritengono che un’intesa sia possibile e stanno preparando
una sorta di «road map»: tappe intermedie il vertice Onu
sul clima di settembre, a New York, il G-20 di novembre in
Australia e il vertice dei Paesi del Pacifico che si terrà a
Pechino in quegli stessi giorni. Qui il nodo centrale è quello
del contributo che verrà dato dalle nuove potenze
industriali, Cina in testa. Finora sono rimaste alla finestra,
rivendicando il loro ruolo di economie appena emerse dalla
povertà, ma l’Asia ormai inquina più dell’America e
dell’Europa. Pechino ha cominciato a prenderne atto e si è
detta disposta a negoziare su nuove basi. Quello attuale non
è di certo il momento più felice per le relazioni cinoamericane. Ma con le metropoli industriali cinesi sempre
più avvolte dallo smog, secondo molti Pechino è ormai
pronta a negoziare un trattato su nuove basi. Lo capiremo a
metà novembre quando, nell’arco di pochi giorni Obama si
confronterà coi leader cinesi e degli altri Paesi asiatici
prima al vertice Apec di Pechino e poi al G-20 di Brisbane.
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16 Esteri
Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Radicalismo Estremisti islamici ancora in azione
Radunati per pregare
Poi il massacro
dei Boko Haram
Nigeria, 500 morti nelle nuove stragi
Sono entrati in azione travestiti da soldati o spacciandosi
per predicatori. Con l’inganno
hanno attirato gli abitanti davanti alla chiesa e poi hanno
sparato a raffica, crivellandoli di
colpi: brutali esecuzioni di massa compiute a tradimento. Prima di andarsene, hanno appiccato il fuoco alle case, lasciandosi alle spalle una lunga scia di
desolazione e cadaveri. Diverse
centinaia, forse addirittura 500.
Un’ondata di attacchi tra i più
sanguinosi, sferrati nei giorni
scorsi da Boko Haram, i terroristi nigeriani che, lungi dall’essere indeboliti o spaventati dalla
«caccia internazionale» scattata
dopo il rapimento delle quasi
300 liceali di metà aprile, sembrano più in forza che mai. I raid
NIGER
AFRICA
Kano
BENIN
Chibok
Il 15 aprile
rapite 300 liceali
Barderi: 45 persone uccise
durante la preghiera
CIAD
B o
Borno
Yobe
Maiduguri
Ad maw
Adamawa
Adam
maa a
Abuja
NIGERIA
Gwoza
I villaggi
colpiti
da terroristi:
500 vittime
Lagos
CAMERUN
Golfo
di Guinea
Fonte: BBC, University of Sussex
C.D.S.
LEGENDA
Stato di emergenza da maggio 2013
Vittime dei Boko Haram
1
185 (sett. 2010/apr. 2014)
sono avvenuti tutti nello stato
roccaforte politica e base operativa del gruppo integralista: il
Borno, nord est della Nigeria,
dove sono state rapite le studentesse ormai oltre un mese e
mezzo fa.
L’ultima strage è avvenuta a
Barderi, villaggio alla porte di
Maiduguri. Due abitanti hanno
riferito alla Bbc che alcuni uomini sono arrivati sul posto presentandosi come predicatori,
hanno invitato la gente a confluire davanti alla chiesa per pregare e, una volta radunata la folla,
hanno sparato uccidendo 45
persone.
Una tattica infame, che fa leva
su un momento di massimo abbandono come la preghiera per
colpire. Infame come quella utilizzata i giorni prima nel distretto di Gwoza, sempre nel Borno,
dove almeno sei villaggi sono
stati rasi al suolo in due giorni
da terroristi islamici vestiti da
soldati. Gli abitanti li aspettavano, i militari veri: avevano chiesto il loro aiuto perché temevano gli attacchi dei miliziani islamisti. Quando li hanno visti arrivare in divisa a bordo di moto
e di Toyota Hilux, pick up usati
dall’esercito, è stato un sogno
che si avverava. «Ci hanno detto
siamo qui per proteggervi tutti»
ha riferito il leader di un villaggio riuscito a sfuggire al massacro. La stessa tattica usata dai
miliziani nel rapimento delle
300 liceali. Dopo aver radunato
con l’inganno tutti gli abitanti
«hanno iniziato a urlare Allah
Akbar e a sparare a lungo» ha
raccontato un altro sopravvissuto all’Ap.
Tutto è partito da Attagara,
villaggio con una numerosa comunità cristiana. Qui domenica
scorsa un commando aveva attaccato i fedeli durante la messa,
nove i morti. Il giorno dopo, come ritorsione, alcuni giovani del
posto avevano cercato e ucciso
una trentina di islamisti. I Boko
Haram sono allora tornati nel
villaggio e in quelli vicini e per
rappresaglia li hanno massacrati. Attagara, Agapalwa, Aganjara, Gosh, Danjara «sono state teatro di uccisioni di massa, ma
nessuno può fornire un bilancio
certo», ha dichiarato Peter Biye,
parlamentare di Gwoza. «Ci sono cadaveri ovunque perché
nessuno li può seppellire» ha
raccontato un capo di Attagara,
che ha lanciato un appello per
gli aiuti. Intanto continua la mobilitazione internazionale: dopo
il vertice di Parigi di maggio,
giovedì a Londra si terrà un
nuovo summit sull’emergenza
Boko Haram.
Alessandra Muglia
India
Il ministro:
«Gli stupri
a volte
sono giusti»
NEW DELHI — «A volte gli
stupri sono giusti, a volte
sbagliati», ha dichiarato
ieri il ministro degli Interni
dello Stato del Madhya
Pradesh, Babulal Gaur, del
partito nazionalista indù
Bjp del neo premier
Narendra Modi. La
dichiarazione choc è
arrivata in un momento in
cui l’India è in primo piano
nel mondo per la serie
ininterrotta di violenze
sessuali di gruppo, spesso
seguite dall’uccisione della
vittima. Il caso più grave è
stato pochi giorni fa lo
stupro di gruppo e
l’impiccagione di due
cugine adolescenti nello
Stato dell’Uttar Pradesh,
dove sono poi avvenute
altre violenze su donne e
ragazze. Nel Paese le
reazioni sono state accese e
diffuse ma Gaur ha
minimizzato sostenendo
che «fino a quando non c’è
una rimostranza, nulla è
successo». Da New Delhi il
Bjp di Modi ha
disconosciuto le sue
affermazioni sostenendo
che il suo pensiero non è
condiviso dal partito.
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✒
L'analisi
COLONIE IN ARRIVO
IL SOLCO CHE DIVIDE
AMERICA E ISRAELE
di DAVIDE FRATTINI
I
Rolling Stones hanno deciso di suonare a Tel Aviv
mercoledì sera senza cedere alle pressioni di Roger
Waters, tra i fondatori dei Pink Floyd, che aveva chiesto a
Mick Jagger e compagni di boicottare Israele. La
diplomazia del rock non basta, i decibel del concerto
sono già sovrastati dalle reazioni dei palestinesi, degli
europei e degli americani agli annunci del governo di
Benjamin Netanyahu: 3.300 abitazioni in più da costruire
nelle colonie, tra progetti approvati in passato (sospesi
per qualche mese) e nuovi piani edilizi. L’Unione
Europea lascia capire nella risposta ufficiale che le
sanzioni — rinviate su richiesta degli Stati Uniti durante
i negoziati ormai in bancarotta — potrebbero a questo
punto essere approvate: etichette obbligatorie sui
prodotti che vengono esportati dagli insediamenti,
avvertimenti alle aziende di evitare contratti con società
israeliane basate nei territori occupati. L’espansione
nelle colonie è la rappresaglia di Netanyahu alla nascita
della coalizione di unità nazionale palestinese. Per Uri
Ariel, ministro dell’Edilizia, si tratta di un «governo
terrorista»: «Se Israele prende una gomitata in faccia,
deve reagire». Il premier è rimasto indispettito dalla
scelta americana di mantenere i contatti con Abu Mazen.
Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
La storia
Esteri 17
italia: 51575551575557
Il reportage tragicomico della nota opinionista ha riaperto il dibattito in America sui limiti della legalizzazione delle droghe leggere
La giornalista Usa, la marijuana
e quelle otto ore di allucinazioni
Il «viaggio» di Maureen Dowd nel Colorado dell’erba libera
Nella migliore tradizione dei reporter americani, aveva pensato che una
«full immersion», l’immersione totale
nell’esperienza fosse il modo migliore
di documentarsi, per raccontare la
nuova rivoluzione sociale d’America,
quella avviata in gennaio dal Colorado
con la legalizzazione delle droghe leggere per i maggiori di 21 anni. Ma per
il Premio Pulitzer Maureen Dowd, la
più urticante editorialista di politica e
costume del New York Times, l’incontro ravvicinato con la marijuana è stato un lungo incubo.
È bastata una barretta di cioccolato
misto a erba e la giornalista ha visto le
stelle: «Dapprima – ha raccontato nella sua column sul Times - per circa
un’ora non è successo nulla. Poi ho
sentito un fremito di paura attraversarmi il corpo e il cervello, ho raggiunto a fatica il letto, dove sono rimasta in
uno stato di allucinazione per le successive 8 ore. Avevo sete ma non potevo muovermi. Ero ansimante e paranoica, certa che se il cameriere avesse
Effetti collaterali
«Avevo sete ma non potevo
muovermi. Mi sono convinta
che ero morta e nessuno me lo
aveva detto»
bussato e io non avessi risposto,
avrebbe chiamato la polizia. Mentre la
mia paranoia cresceva, mi sono convinta che ero morta e nessuno me lo
aveva detto».
Solo il giorno dopo, durante un’intervista, il consulente medico di una
fabbrica alimentare che produce dolci
alla cannabis, ha spiegato alla giornalista che barrette come quella che lei
aveva mangiato intera, dovrebbero essere divise in 16 porzioni: «Ma questa
raccomandazione — ha commentato
lei — non c’era sulla confezione».
Partendo dall’esperienza personale,
Dowd ha rivelato il lato oscuro della liberalizzazione decisa nello Stato delle
Montagne Rocciose, che sta attirando
a Denver orde di turisti dello sballo di
ogni età e che nei soli primi 3 mesi ha
prodotto un volume d’affari di 13 milioni di dollari. Negli ospedali del Colorado aumentano i ricoveri di adolescenti e adulti, annientati da potenti
dosi di tetracannabinolo. I casi più
I numeri
La legge
Si può comprare nei
negozi. Il requisito?
Aver compiuto 21
anni. Il limite? Se ne
possono acquistare
non più di 28 grammi
e mezzo. Il divieto?
Non si può rivendere.
Dal primo gennaio
2014 comprare
marijuana in Colorado
è legale. Il via libera
dopo un referendum
nel novembre del
2012. In altri 17 Stati
degli Usa era già
possibile l’acquisto ma
solo a scopo
terapeutici. In
Colorado, invece, si
può comprare anche
per farne un «uso
ricreativo».
Economia
L’economia dello Stato
ha ricevuto un
incredibile boom. Nel
mese di marzo si sono
registrati incassi per
19 milioni di dollari, 5
in più rispetto a
febbraio. Ai quali
vanno aggiunti i turisti
della cannabis che si
sono riversati nello
Stato dell’Ovest.
Criminalità
Le statistiche
registrano, sempre a
Denver, un calo della
criminalità
(nonostante le stime
pessimistiche della
polizia) pari al 5,6 per
cento. Ma, secondo gli
esperti, per capire se
c’è un nesso di
casualità bisognerà
aspettare almeno trequattro anni.
Nuovi lavori
Una ruspa sullo
sfondo di un
quartiere di
nuova costruzione a Har Homa, a Gerusalemme Est. Per
la comunità internazionale
questi edifici sono «illegittimi»
John Kerry, il segretario di Stato, e Dan Shapiro,
l’ambasciatore a Tel Aviv, hanno spiegato che
Washington ha verificato nome per nome i nuovi
ministri: «Tecnocrati», né di Fatah (il partito del
presidente) né di Hamas. Così l’embargo applicato al
movimento fondamentalista, nella lista nera del
Dipartimento di Stato, non si estende al leader della
Muqata. Che minaccia di portare la questione delle
colonie alla Corte internazionale dell’Aia. La concordia
tra le due fazioni palestinesi peraltro vacilla già dopo
pochi giorni. Hamas pretende che adesso Ramallah
paghi gli stipendi ai 40 mila impiegati pubblici
ingaggiati dal gruppo nei sette anni di dominio a Gaza.
Abu Mazen vuole prima controllare chi siano e che cosa
facciano. Anche per non rischiare di pagare i miliziani
delle Brigate Al Aqsa, inquadrati come forze di sicurezza,
e far cambiare idea agli americani.
@dafrattini
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Celebrità Maureen Dowd, la nota opinionista di politica e costume del New York
Times Maureen Dowd a un pranzo di beneficienza a New York. La Dowd, 62 anni, nel 1999 aveva vinto il Pulitzer per i suoi articoli sul caso Lewinsky (Getty)
gravi: il suicidio in marzo di uno studente di 19 anni, gettatosi dal balcone
dell’albergo dopo aver mangiato un
dolce con 65 milligrammi di THC. E
quello di un uomo, che dopo una barretta di Karma Kandy, ha cominciato a
parlare della fine del mondo, prima di
prendere una pistola e uccidere la moglie che stava telefonando al pronto
soccorso.
Ma la botta di vita della giornalista,
sia pur per ragioni professionali, ha
prodotto reazioni molto diverse tra i
media. Il Washington Post ne ha colto
il punto di denuncia, sostenendo che
occorre trovare un modello per il consumo di marijuana: «Se si è trovato un
modo di regolare il consumo di alcol
invece di proibirlo, dovremmo fare lo
stesso per l’erba». Per il bene nostro,
ha aggiunto con malizia il Post, «e per
la dignità di Maureen Dowd».
Un’ironia devastante ha in realtà
dominato i commenti nei siti e sui social media. Per Dylan Byers, blogger di
Politico.com, «la raison d’etre dell’editoriale è l’ambientazione, non le
conclusioni. Il messaggio è che Maureen si è stonata». Byers suggerisce «a
tutti gli editorialisti del Times di fare
un salto a Denver, per un fatto di equilibrio: vorrei vedere l’effetto su Paul
Krugman», ha scritto riferendosi all’economista Premio Nobel e polemista di punta del giornale.
Ma una contestazione dura a Dowd
è venuta da «The Cannabist», giornale
online, capofila della battaglia per la
legalizzazione. Secondo il reporter Ricardo Baca, la columnist, il cui viaggio
in Colorado risale al gennaio scorso,
era stata perfettamente informata di
tutti i rischi legati all’erba dal fondatore di un’agenzia turistica, creata apposta per i turisti del dope. Matt Brown,
questo il suo nome, ha accompagnato
per oltre quattro ore Dowd in un giro
di Denver, discutendo con lei dei problemi legati alla liberalizzazione, mostrandole i locali, spiegandole gli effetti possibili con ogni tipo di consu-
Ironie online
Un’ironia devastante
ha in realtà dominato i
commenti nei siti
e sui social media
mo di THC, dalle canne ai dolci. «Ma
nulla di tutto questo era nell’articolo
— ha detto —. Il dibattito sulla legalizzazione è una cosa seria e non può essere liquidato con un paio di frasi ben
scritte, come quelle di Maureen Dowd:
non leggeremo lei quando vorremo
cercare esempi di buon giornalismo
sulla marijuana libera in Colorado».
Paolo Valentino
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18
Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Cronache
Salute Andolina in ospedale. Il Csm apre un fascicolo sul caso
L’uomo di Stamina indagato
e nominato dal giudice
«Brescia riprenda la cura»
Il.Sa.
trattamento. Federico ha già ricevuto sette infusioni, l’ultima il
23 febbraio, da allora sta peggio
e soffre. Non mi importa se Andolina e Vannoni sono indagati,
voglio che lui sia curato».
Dopo cinque ore di confronto
col direttore generale Ezio Belleri e il «no» incassato dai medici
del Civile di Brescia (si astengono in attesa del giudizio della
commissione di valutazione nominata dal ministro Lorenzin),
aspettando di verificare l’idoneità di un rianimatore disponibile di Busto Arsizio, Andolina
ha perso l’ottimismo. «Temo
che per l’infusione a Federico i
tempi si dilatino, il Civile non
mi ha messo nelle condizioni di
ottemperare all’ordinanza. Intervenire sul bambino nelle
prossime ore mi pare difficile,
dall’ospedale chiedono un’altra
conferma del giudice, perché
specifichi in dettaglio le funzioni che posso esercitare. Sembra
che al Civile non ci sia più spazio
per Stamina, in alcun modo».
Belleri precisa che «già domattina si proseguirà con la ricerca di
un medico disponibile. Non è
escluso che le infusioni riprendano». A Brescia nel pomeriggio
sono accorsi anche i genitori di
Celeste, la bimba veneta trattata
con infusioni Stamina e pure lei
con un’ordinanza che impone al
Civile di continuare la cura.
«Hanno saputo che avremmo
ripreso le infusioni — dice Andolina — e che avrei fatto io il
trattamento. Ma anche per ora è
sospeso. E i bimbi provano dolore, anche Rita è morta soffrendo, me l’ha detto il padre».
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Wilma Petenzi
Accusato di truffa, è diventato commissario
La vicenda
Le sentenze
È il 22 agosto del 2012
quando un giudice del
lavoro di Venezia
obbliga l’ospedale
Civile di Brescia ad
eseguire le infusioni
con il metodo Stamina
(bloccato dall’agenzia
del farmaco tre mesi
prima) su una
bambina già in cura
nell’ospedale
lombardo. Da quel
giorno 503 malati
fanno ricorso ai giudici
per le cure.
L’inchiesta
Su quella terapia, però,
il pm Raffaele
Guariniello di Torino
ha aperto un’inchiesta
ritenendola truffaldina
e dannosa. Sotto
indagine 14 persone.
BRESCIA — Il caso Stamina
riesplode con tutte le sue contraddizioni e la sua drammaticità. L’ordinanza del giudice di
Pesaro che ha nominato Marino
Andolina «commissario ad
acta» per la cura con il metodo
Stamina all’ospedale Civile di
Brescia non ha sbloccato la situazione. Anzi. Nelle prossime
ore non è prevista l’immediata
ripresa delle infusioni su Federico Mezzina, 3 anni e mezzo, affetto dal morbo di Krabbe, ricoverato ieri all’ospedale bresciano, mentre la nomina di Andolina, braccio destro di Vannoni e
indagato per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, è
oggetto di approfondimento alla prima commissione del Csm e
alla procura generale della Cassazione. Nel frattempo l’assessore alla sanità della Regione
Lombardia Mario Mantovani
scrive al premier perché «si faccia chiarezza su una vicenda che
assume contorni paradossali».
Andolina si è presentato al
Civile alle 13 di ieri, ottimista e
deciso a fare l’infusione al pic-
colo Federico: «Se non trovo
medici disponibili interverrò io,
ho fatto migliaia di lombari anche in capanne in Africa. Domani farò l’infusione, anche se dovrò farlo con un carabiniere alle
spalle». Stessa granitica determinazione per la mamma di Federico, Tiziana Massaro, avvocato di Fano: «Non me ne vado
finché mio figlio non riceve il
Le indagini su Avastin-Lucentis
Perquisita l’Agenzia del farmaco, ipotesi di corruzione
ROMA — Perquisiti gli uffici dell’
Agenzia nazionale del farmaco (Aifa).
L’inchiesta sul cartello fra Novartis e
Roche per promuovere il più
(macroscopicamente) costoso fra due
farmaci per gli occhi perfettamente
equivalenti - Avastin e Lucentis - è
passata a Roma da Torino e ora punta ad
accertare episodi di corruzione
all’interno dell’agenzia pubblica.
Secondo gli investigatori va in questo
ESTRATTO DELL’AVVISO DI CONVOCAZIONE DELL’ASSEMBLEA
DEGLI OBBLIGAZIONISTI DEL PRESTITO
“€ 550,000,000 10½% SENIOR SECURED NOTES DUE 2017”
I portatori delle obbligazioni del prestito obbligazionario denominato
“€ 550,000,000 10½% SENIOR SECURED NOTES DUE 2017” - ISIN
XS0482702395 e XS0482720025 -, facente capo a Seat Pagine Gialle
Italia S.p.A. ed originariamente emesso da Seat Pagine Gialle S.p.A.,
sono convocati in Assemblea presso lo studio legale NCTM in Milano, via
Agnello 12, per il giorno 7 luglio 2014 alle ore 14,30 in prima convocazione
e, occorrendo, per il giorno 8 luglio 2014, medesimo luogo e medesima
ora, in seconda convocazione, per discutere e deliberare sul seguente
ORDINE DEL GIORNO
Proposta di concordato preventivo di Seat Pagine Gialle S.p.A. e di Seat
Pagine Gialle Italia S.p.A.: deliberazioni inerenti e conseguenti.
Le informazioni riguardanti le modalità e i termini:
1) per l’intervento e il voto in Assemblea;
2) per l’esercizio del diritto di porre domande prima dell’Assemblea e del
diritto di integrare l’ordine del giorno o di presentare ulteriori proposte
su materie già all’ordine del giorno;
3) per l’esercizio del voto per delega; e
4) di reperibilità della proposta di deliberazione, della relazione illustrativa
sull’unico punto all’ordine del giorno e dei documenti che saranno sottoposti all’Assemblea,
sono riportate nell’avviso di convocazione, il cui testo integrale è pubblicato in Gazzetta Ufficiale, nei termini e secondo le modalità di legge.
L’avviso di convocazione, unitamente alla documentazione relativa alla
presente Assemblea, è altresì pubblicato sul sito internet di Seat Pagine
Gialle S.p.A. all’indirizzo: www.seat.it, sezione “Governance/Obbligazioni
senior secured/Assemblee obbligazionisti Senior Secured 2014”, al quale
si rimanda.
Milano, 6 giugno 2014
Il Consiglio di Amministrazione
Rai promuove un’iniziativa di selezione per
titoli e prove finalizzata ad individuare 10
risorse da impiegare nell’Area Produttiva
con la qualifica di Aiuto Regista Assistente alla Regia da inserire in Azienda
e nelle Società del Gruppo con contratto di
apprendistato professionalizzante.
Per candidature e maggiori informazioni
consultare www.lavoraconnoi.rai.it.
senso anche un pronunciamento recente
della Corte Costituzionale, in merito alla
controversia fra Emilia Romagna e
Novartis: «La legge attribuisce il potere
di decisione all’Aifa e questa, nel caso di
specie, avrebbe dovuto da tempo
esercitarlo secondo le descritte
modalità» scrivono i giudici in merito
rafforzando l’ipotesi di omissioni.
Ma al momento quella della corruzione
è solo un’ipotesi formulata dal pm
Stefano Pesci e dal procuratore aggiunto
Nello Rossi. Ieri le unità speciali della
Guardia di Finanza hanno portato via la
documentazione sul prezzo delle due
sostanze a partire dal 2009. Già iscritti
per associazione a delinquere finalizzata
all’aggiotaggio e al disastro colposo
quattro manager delle due
multinazionali.
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Provincia di Reggio Calabria
Seat Pagine Gialle Italia S.p.A. - Cap. Soc. Euro 200.000.000 i.v.
Sede legale Torino - Corso Mortara 22 - CAP 10149
Reg. imprese di Torino e C.F. n. 02429470541
Società Unipersonale - Direzione e coordinamento
Seat Pagine Gialle S.p.A
Con Vannoni
Marino Andolina, braccio destro di Maurizio
Vannoni, è stato
incaricato dal
giudice di garantire l’esecuzione della contestata terapia
(Fotogramma)
Stazione Unica Appaltante Provinciale
Amministrazione Aggiudicatrice:
Comune di Roccella Jonica
AVVISO DI GARA INFRUTTUOSA
OGGETTO: Appalto per il servizio di “Trasporto alla piattaforma convenzionata
CONAI, stoccaggio, selezione e avvio al recupero dei rifiuti Differenziati e trasporto
in discarica o in centro autorizzato della
frazione Umida o dei rifiuti indifferenziati
prodotti dal Comune di Roccella Jonica
e conservati presso l’Isola Ecologica
comunale”. C.I.G.: 54162341B1 - CPV:
90512000-9. Importo complessivo dell’appalto: € 300.000,00 esclusa IVA di cui
€ 3.000,00 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso. Criterio di aggiudicazione:
prezzo più basso, inferiore a quello posto
a base di gara, determinato mediante ribasso sull’importo posto a base di gara ai
sensi dell’art. 82 comma 2 lett. b) e dell’art. 86 commi 1, e 4 del D. Lgs. 163/06 e
dall’art. 121 del DPR 207/2010. Imprese
partecipanti: n. 1. Imprese escluse: n. 1.
Esito: gara infruttuosa. Data di invio alla
G.U.C.E 28/04/2014.
Il Dirigente SUAP
Dott.ssa Maria Teresa Scolaro
CONSORZIO DI BONIFICA
PIANURA DI FERRARA
ESITO DI GARA
PER LA FORNITURA DI GASOLIO
Amministrazione appaltante: Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara - Via Borgo dei Leoni, 28
- 44121 Ferrara FE - C.F. 93076450381 - PEC
[email protected]. Recapiti
ai fini dell’appalto: Sezione Appalti e Contratti tel. 0532.218121/2/3/4 - fax 0532.218166 e-mail [email protected].
Si rende noto che il Consorzio, previa procedura
aperta in ambito UE, ha aggiudicato l’appalto
di fornitura di gasolio per autotrazione e agricolo nel triennio 01/07/2014 - 30/06/2017, all’Azienda A.F. Petroli S.p.a. con sede a Torreglia
(PD). L’importo del contratto, riferito alla durata
di tre anni, ammonta complessivamente ad
€ 1.891.500,00 al netto di IVA. La gara è identificata con CIG 56376797E1. Il presente avviso
è stato pubblicato in versione integrale sulla
Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea S104 del
31 maggio 2014, sul sito del Servizio Contratti
Pubblici del Ministero delle Infrastrutture all’indirizzo www.serviziocontrattipubblici.it, sul sito
web SITAR della Regione Emilia-Romagna all’indirizzo www.sitar-er.it, sul sito web del Consorzio all’indirizzo www.bonificaferrara.it ed è in
corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale
della Repubblica Italiana.
il Presidente - Dott. Franco Dalle Vacche
Provincia di Reggio Calabria
Stazione Unica Appaltante Provinciale
Amministrazione Aggiudicatrice: Comune di Siderno
AVVISO DI APPALTO AGGIUDICATO AI SENSI
DELL’ART. 79, C. 5 DEL D.LGS N. 163/2006
OGGETTO: Appalto del “Servizio di spazzamento strade,
pulizia pozzetti e caditoie stradali”. CIG: 528615511BC.P.V 9061212000-0. Importo complessivo dell’appalto:
€ 205.300,00 escluso IVA di cui € 3.079,00 per oneri di
sicurezza non soggetti a ribasso. Criterio di aggiudicazione: prezzo più basso, inferiore a quello posto a base
di gara determinato ribasso sull’importo del servizio ai
sensi dell’art. 82 comma 2 lett.b) e dell’art. 86 commi 1,
e 4 del D.Lgs. 163/06 e dall’art. 121 del DPR 207/2010.
Imprese partecipanti: n. 1. Imprese ammesse: n. 1 Impresa aggiudicataria: Locride Ambiente S.P.A che ha offerto il ribasso del -2,00%. Importo di aggiudicazione:
€ 201.255,58 oltre IVA. Aggiudicazione definitiva provvedimento n. 1028 Reg. Gen del 16/12/2013. Pubblicazione bando di gara: Albo online dell’Ente il 06/09/2013.
Organo Competente per le procedure di ricorso: T.A.R.
Calabria-Sez. di R.C. Data invio G.U.C.E_19/05/2014.
Il Dirigente SUAP
Dott.ssa Maria Teresa Scolaro
Vaticano
Il Papa ai rom: vi ho visti disprezzati sui bus
CITTÀ DEL VATICANO — «Spesso gli
zingari si trovano ai margini della
società, a volte sono visti con ostilità
e sospetto». Francesco alza lo
sguardo dai fogli: «Io ricordo tante
volte, qui a Roma, salivano sul bus
alcuni zingari e l’autista diceva:
“Attenti ai portafogli!”. Questo è
disprezzo. Sarà forse vero, ma è
disprezzo...». Il Papa ha incontrato
ieri un gruppo di zingari da 26 Paesi
del mondo. Ed è partito dalla sua
esperienza come a replicare subito
all’obiezione più classica. Niente,
mai, giustifica il disprezzo, tanto più
verso un intero popolo perseguitato
da secoli. Francesco ha chiesto
«l’impegno delle istituzioni locali e
nazionali e il supporto della
comunità internazionale», progetti
concreti e «nuovi approcci in ambito
civile, culturale e sociale, come pure
nella Chiesa» per combattere «forme
moderne di persecuzione, di
oppressione e talvolta di schiavitù».
Certo «il popolo zingaro è chiamato a
contribuire al bene comune», ci
vuole «corresponsabilità» e il
riconoscimento di «diritti e doveri».
Ma «tra le cause della miseria» c’è «la
Tra la gente
Papa Francesco, allora
cardinale, fotografato sul
metrò di
Buenos Aires
(foto Ap)
mancanza di strutture educative, il
difficile accesso all’assistenza
sanitaria, la discriminazione nel
mercato del lavoro, la carenza di
alloggi dignitosi». Soprattutto «Gesù
ha testimoniato la predilezione del
Padre» per «i più deboli ed
emarginati». Richiamo all’autenticità
evangelica, «la Chiesa non è una casa
da affittare!», ripreso dal Papa a
Santa Marta a proposito degli
«affaristi»: «Li conosciamo bene! Dal
principio approfittavano della Chiesa
per il proprio profitto. E li abbiamo
visti nelle comunità parrocchiali o
diocesane, nelle congregazioni
religiose. Alcuni benefattori della
Chiesa , tanti eh!, si pavoneggiavano
di essere benefattori e alla fine, dietro
il tavolo, facevano i loro affari...».
G. G. V.
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Il processo allo scrittore
I pm: azioni No Tav dopo le frasi di Erri De Luca
DAL NOSTRO INVIATO
TORINO — Fuori dal tribunale un
drappello di No Tav legge le opere di
Erri De Luca. Dentro, nell’aula
numero 85, davanti al gup, anche i
pm leggono le parole di Erri De
Luca. Angelo o demone, paladino o
sovversivo, maestro o istigatore: De
Luca a Torino non c’è, ma le sue idee
sì, e separano i due fronti. «La Tav
va sabotata. Ecco perché le cesoie
servivano: sono utili a tagliare le
reti. Nessun terrorismo». Questo ha
detto lo scrittore all’Huffington Post
lo scorso settembre e la Procura
adesso chiede che venga processato
per istigazione a delinquere. Lunedì
nuova udienza e probabile
decisione del giudice Roberto
Ruscello. Ieri i pm, Antonio Rinaudo
e Andrea Padalino, hanno fatto un
lungo elenco di violenze e sabotaggi
nei cantieri dell’Alta velocità dopo
quell’intervista. «Atti concreti, ecco
perché è colpevole». Lo scrittore,
dal suo ritiro nella campagna
romana, è come sempre morbido
nei toni e tagliente con le parole. «È
tutta colpa mia? Anche quello che
era successo prima? Perché non mi
contestano pure l’istigazione
retroattiva?». I sostituti hanno poca
voglia di scherzare: «Al barbiere di
Bussoleno possiamo perdonare se
dice di tagliare le reti, a un poeta, a
un intellettuale come lui, no». De
Luca però non indietreggia e
rivendica anche la frase incriminata:
«Non considero recidere una rete
un atto di violenza». I magistrati
Autore
Erri De Luca,
nato a Napoli
64 anni fa, poeta, scrittore e
traduttore. Ha
fatto parte di
Lotta continua
vanno a ripescare altre interviste,
altri giudizi. Come quelli sulle Br
responsabili di azioni di lotta e non
di terrorismo. De Luca replica
sarcastico: «Gli sono grato per
l’impegno che dedicano a
ricostruire le mie riflessioni sulla
storia del Novecento». Uno dei suoi
legali, Gianluca Vitale, contesta che
è sbagliato fare una valutazione
della personalità, «bisogna attenersi
all’oggetto del dibattimento». De
Luca non sarà in aula neanche
lunedì prossimo: «Non partecipo a
processi a porte chiuse». E non
chiede sconti: «Il diritto a esprimere
le mie idee non è trattabile. Contro
una piccola valle è in atto una
prepotenza di Stato».
Riccardo Bruno
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Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
Cronache 19
italia: 51575551575557
L’intercettazione Alberto Berneschi, durante un colloquio, aggrava involontariamente la posizione del padre
Milano
L’ex capo di Carige scaricato dal figlio
«È un pazzo, ha rubato di sicuro»
«Il professore
pedofilo
protetto
dai colleghi»
E dal carcere la nuora cerca di mettere in salvo altri milioni
GENOVA — In autentico
stile genovese lo scandalo finanziario che ha travolto il
settantasettenne ex presidente di Banca Carige Giovanni
Berneschi — finito nel carcere
di Pontedecimo ,dove impassibile si cucina gli spaghetti,
con l’accusa di aver truffato la
«sua» banca — si sta trasformando in una saga familiare.
E il Magro, soprannome di
Berneschi, rischia di trovarsi
sempre più solo. Ieri il commercialista Andrea Vallebuona, assistito dall’avvocato Romano Raimondo, ha difeso
con i pubblici ministeri la sua
posizione di professionista al
limite troppo disponibile a
trovare scorciatoie fiscali ma
nulla più. Ha ammesso di aver
portato vent’anni fa nelle immancabili mutande dalla Germania alla Svizzera duecento
milioni di lire, eredità del
nonno, la «c...atina» di cui
parlava nelle intercettazioni,
ha ammesso la falsificazione
di un atto notarile e qui si è
fermato; degli affari del «Magro», non sapeva di più.
Quanto alla nuora di Berneschi, Francesca Amisano, collaboratrice stretta del banchiere che nelle intercettazioni chiama amabilmente «nonno», il suo affetto è esploso
come una bolla di sapone al
contatto dell’indagine della
Procura di Genova. «Stiamo
Il bilancio
Già bloccati 25
milioni, la caccia al
tesoro nascosto ora
può riprendere
pagando la deficienza di quell’uomo coglione» si sfoga Alberto, il figlio di Berneschi, il
29 maggio durante la visita in
carcere alla moglie. Che concorda: «È un disastro... è una
testa di c... allucinante, è un
pazzo, è un pazzo». Berneschi
junior: «Lo so, però l’ho sempre detto che è un pazzo».
Amisano: «È un pazzo totale,
mettere in questa situazione...». E si rallegra, Francesca
Amisano, che nelle intercettazioni emerga il cattivo rapporto tra padre e figlio: «Io sono
tanto contenta quando ho letto quelle cose, tutti dicono che
sei una testa matta, che quando senti parlare tuo padre ti
incazzi, guarda è la cosa migliore, mi ha reso più orgogliosa». E Alberto riferendosi
ai 13 milioni di euro rientrati
dalla Svizzera: «ma il problema è, tu lo vedi, di sto cretino
qua, che questi soldi che sicuramente ha rubato... perché
ha rubato... no, non sono due
milioni di euro, se fossero sta-
Roma
Il restauro
della Fontana
di Trevi
Svuotata dalle monetine
e circondata da una rete
metallica, la Fontana di
Trevi è pronta per
tornare agli antichi
splendori. È partito ieri
il cantiere per il restauro
del monumento,
gioiello del barocco
romano. Finanziato da
Fendi, durerà circa un
anno: tutto sotto gli
occhi dei turisti che
potranno seguire i
lavori attraverso la rete e
passeggiare sulla vasca
grazie a una passerella
(Benvegnù-Guaitoli).
ti due milioni di euro nessuno
diceva niente... ma sto qua è
un pazzo, un folle...». A Giovanni Berneschi per il momento la Procura ha sequestrato 25 milioni di euro. Ma la
caccia al tesoretto non è finita.
E proprio questo ha messo nei
guai Francesca e il marito Alberto. In carcere hanno cercato di mettersi d’accordo per
«salvare» un po’ di soldi. La
Amisano: «La MB di contanti
in cassa ha un milione e 8...
Facciamo quello che vogliamo
fare. Non ce li tocca più nessuno quei soldi là. Perché tu almeno sei rimasto vergine».
Berneschi junior: «Io dovrei
essere rimasto vergine perché
non c’è nessuna comunicazione...». E conclude: «Guarda
se non ci fossi tu qua dentro ci
sarebbe quasi da ridere».
Quando i pm hanno chiesto
alla Amisano conto delle sue
parole lei ha risposto che «è
comprensibile e umano» aver
tentato di evitare che i quasi
due milioni venissero sequestrati ma che non era sua intenzione «sottrarli». Il gip le
ha negato gli arresti domiciliari «per la tendenza dell’indagata a manomettere le prove e per l’assenza di qualsiasi
remora morale ad operare in
maniera illegale per mero
profitto dimostrata nel corso
delle indagini e reiterata perfino durante la carcerazione».
In questa vicenda dove i soldi
sono al centro di tutto Francesca Amisano non si è comportata diversamente dal «nonno» che ha tentato dagli arresti domiciliari di mettere soldi
al sicuro e per questo è finito
dritto in carcere. Oggi Berneschi sarà interrogato dai pm.
Erika Dellacasa
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L’emergenza La lettera d’impegno inviata dal sottosegretario alla presidenza Delrio convince il Consiglio d’Europa
Otto euro al giorno ai detenuti in meno di tre metri
Pronto il decreto del governo
Il calo dei detenuti
per risarcire i danni da affollamento Popolazione carceraria negli ultimi 5 anni
68.258
67.394
66.528
E Strasburgo rinvia le sanzioni
64.791
67.961
66.897
66.008
65.701
60.419
62.536
59.555
ROMA — Con i provvedimenti già adottati e la promessa
di nuovi interventi — a cominciare da un decreto legge da varare nei prossimi giorni — l’Italia evita l’annunciata condanna
europea a risarcimenti milionari
per i detenuti che hanno subito
«trattamenti disumani e degradanti». Il governo ha superato
zialmente previsto, appena saranno definiti testo e coperture
finanziarie — sarà approvato un
testo che introdurrà il «ricorso
risarcitorio richiesto dalla Corte
31.061
europea dei diritti dell’uomo»,
le persone che
per chi è stato ristretto al di sotto
60
stanno scontando
della soglia di spazio minima
la pena con affidamentoo
10.411
considerata non «disumana e
ai servizi sociali
i detenuti
degradante», cioè tre metri qua(12.455 nel 2009)
in attesa
drati. Con la nuodi primo giudizio
va norma chi ha
(14.367 nel 2009)
Il Guardasigilli
presentato ricorAndrea Orlando, 45 anni,
so alla corte di
ministro della Giustizia, av50
Strasburgo (oltre
verte: «Resta ancora molto
31 dic
30 giu
31 dic
30 giu
31 dic
30 giu
31 dic
seimila persone)
da fare per avere un sistepotrà ora farlo in
2009
2010
2011
2012
ma penitenziario all’altezza»
Italia, ottenendo
un «rimedio
l’esame davanti al comitato mi- compensativo»: uno sconto di
scorsi in spazi troppo ridotti).
nisteriale del Consiglio d’Europa pena se è ancora detenuto (si Le cifre
Una spesa considerevole per
e guadagna un altro anno di pensa a un giorno in meno di Oltre sedicimila
l’erario, ma inferiore di almeno
tempo per mettere a posto la si- carcere per ogni dieci trascorsi persone hanno a
la metà di quanto bisognerebbe
tuazione delle carceri sovraffol- nelle condizioni sanzionate dai
pagare se i risarcimenti fossero
late, che sarà rivalutata entro il giudici europei), oppure soldi se disposizione tra i 3 e stabiliti a Strasburgo. Con notegiugno 2015. Cioè fra un anno. è già uscito di prigione (l’ipotesi i 4 metri quadrati
vole risparmio per le casse dello
Con comprensibile, seppure è di 8 euro per ogni giorno traStato.
contenuta, soddisfazione del
Guardasigilli Andrea Orlando:
«È il riconoscimento del lavoro
L’iniziativa
svolto, ma si tratta di un punto
di partenza. C’è ancora molto da
fare. Aver risolto le urgenze non
significa avere un sistema penitenziario all’altezza della civiltà
reclusione, è da tempo attiva nel
Anche la moglie di Renato Vallanzasca,
del nostro Paese».
volontariato nelle carceri italiane.«In Italia
Antonella D’Agostino, parteciperà oggi a
In effetti, più che risolto il
gli ergastolani condannati in via definitiva
Padova alla Giornata nazionale di studi
problema è stato nuovamente
al 31 dicembre del 2013 erano 1.583 —
«Senza ergastoli», promossa da Ristretti
spostato in avanti, grazie ai nuspiegano i promotori del convegno —. Circa
Orizzonti, Centro di documentazione Due
meri che si è riusciti a ridurre e
la metà si trova nei circuiti differenziati, ad
Palazzi, dalla Casa di Reclusione di Padova e
al decreto annunciato con la letesempio il 41 bis. Questo significa che una
dall’Università di Padova nel carcere della
tera d’impegno inviata a Strabuona parte di loro è esclusa dalle misure
città veneta. Antonella D’Agostino, moglie
sburgo dal sottosegretario di Paalternative».
dell’ex capo della mala milanese,
lazzo Chigi Graziano Delrio: al
© RIPRODUZIONE RISERVATA
condannato a quattro ergastoli e 260 anni di
primo Consiglio dei ministri utile — se non oggi, com’era ini-
La moglie di Vallanzasca contro l’ergastolo
30 giu
31 dic
2013
21 mar
19 mag
2014
D’ARCO
L’adozione di questo provvedimento è essenziale per ottenere il lasciapassare dell’Unione a
un sistema carcerario che nel
messaggio alle Camere dell’ottobre scorso il presidente della Repubblica definì «questione
drammatica» da affrontare con
urgenza, secondo «un imperativo giuridico e politico, e in pari
tempo morale». In assenza dell’amnistia e dell’indulto suggeriti da Napolitano, il Parlamento
ha varato altre leggi di minore
portata che hanno consentito al
governo di presentare a Strasburgo, lo scorso 27 maggio,
una relazione nella quale è scritto, fra l’altro, che «attualmente,
nessun detenuto è allocato in
una cella con spazio vitale inferiore a 3 metri quadrati». Alla riga successiva, però, emerge un
dato preoccupante: «18.687 detenuti hanno uno spazio vitale
compreso fra 3 e 4 metri quadrati», cioè appena al di sopra del-
l’asticella fissata dalla Corte europea dei diritti umani.
Secondo l’ultimo aggiornamento, al 4 giugno quella cifra
s’è ridotta a 16.700, ma resta comunque alta. Quasi il 30 per
cento dei detenuti italiani ha a
disposizione un ambiente che
più o meno corrisponde a un letto a due piazze, e se la popolazione carceraria dovesse tornare a
crescere rischia di scendere al di
sotto degli standard considerati
accettabili; con tutto quel che ne
conseguirebbe per loro e per lo
Stato che si troverebbe di nuovo
ad essere condannato. Ecco perché nella relazione che fotografa
la realtà attuale, il ministero della Giustizia mette in evidenza altri dati.
A parte il costante decremento del numero dei reclusi (dai
68.258 del 30 giugno 2010 siamo
arrivati ai 59.550 del 19 maggio
scorso, grazie soprattutto a alla
«liberazione anticipata speciale»
e all’allargamento della possibilità di ottenere arresti domiciliari e affidamento ai servizi sociali
per i condannati) vengono sottolineati gli effetti di altri interventi. Per esempio l’esperimento delle celle aperte di giorno per
chi non rientra nei circuiti dell’Alta sicurezza o del «41 bis»,
grazie al quale oggi «i detenuti
che usufruiscono di 8 ore di permanenza fuori dalle camere di
detenzione sono 39.213, pari al
83,13 per cento del totale dei potenziali beneficiari (47.171). A
essi vanno aggiunti gli 806 in semilibertà e i 1.322 che lavorano
all’esterno del carcere». Come
dire che laddove gli spazi sono ai
limiti delle ristrettezze consentite, i detenuti hanno maggiore libertà di movimento, in modo da
ridurre al minimo gli effetti negativi del sovraffollamento.
Giovanni Bianconi
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MILANO — È un esercizio.
Tema: l’aggressività, il
disagio. Compito: «Scrivete
una lettera alla persona che
più vi ha fatto arrabbiare».
Dopo aver ritirato i fogli,
un’educatrice scorre le righe
scritte da una ragazzina. Ha 13
anni. E dice: «Fai sempre il
gentile però poi mi tocchi...
Questa cosa mi fa arrabbiare
perché sei vecchio... Voglio
che tu la smetta e mi rispetti...
Ti lascio nella tua merda di
perversione». È la fine dello
scorso marzo. La lettera viene
portata alla preside, che
allerta i dirigenti del settore
scuola del Comune di Milano.
Nel giro di poche ore gli
investigatori dell’Unità tutela
donne e minori della Polizia
locale aprono un’inchiesta.
Passano due mesi. Ieri
mattina è lo stesso
comandante, Tullio
Mastrangelo, che bussa alla
porta di un insegnante, 60
anni, docente di una scuola
del centro della città. L’uomo
viene arrestato per violenza
sessuale. Molestava le sue
allieve: sono tre i casi accertati
nell’inchiesta guidata dal
pubblico ministero Gianluca
Prisco. Il professore
approfittava dei momenti in
cui le ragazzine (tredicenni) si
avvicinavano alla cattedra per
consegnare o ritirare dei
compiti; succedeva anche
In una scuola media
Un docente arrestato,
altri denunciati perché
non avevano
segnalato gli abusi
quando andavano a prendere
qualcosa dagli armadietti; o
all’uscita: lui accarezzava.
Toccava. Di continuo. Tanto
che molti sapevano: alcuni
allievi, che cercavano però di
proteggere le compagne,
erano i soli a reagire. Perché
in questa storia è il mondo
degli adulti a mostrare il suo
aspetto peggiore.
L’indifferenza di altri
insegnanti, che erano al
corrente e minimizzavano. Per
quieto vivere, o chissà perché.
La squadra di investigatori
guidata dal commissario
aggiunto Francesco Podini ha
ascoltato parole miserabili
pronunciate tra i telefoni
intercettati: un professore
parla con un suo collega e dice
che «regolarmente, tutti gli
anni, c’è sempre almeno una
ragazza che mi viene a dire...
soprattutto quando
cominciano le terze». E poi,
ancora più esplicito, ricorda
di un alunno «che ogni tanto
salta fuori con delle cose tipo
“quel prof è un pedofilo”, io
dico perché, ci ha provato con
te? “No, ci prova con le
ragazze”». Per questo, oltre al
professore arrestato, altri due
(più l’ex preside) sono stati
indagati per omessa
denuncia. Avevano il compito
di vigilare, di proteggere
quelle ragazze. E invece si
giravano dall’altra parte.
L’attuale preside invece ha
raccontato ad alcune persone
nella scuola che c’era
un’inchiesta in corso. È stata
anche lei denunciata: per
rivelazione del segreto, un
reato ancor peggiore.
Gianni Santucci
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20 Cronache
Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
I 14 anni dell’Osservatorio Giovani-editori e il fondatore Ceccherini
«I quotidiani in classe, così formiamo cittadini più critici e liberi»
MILANO — I numeri non mentono mai.
Sono oltre due milioni gli studenti italiani
delle scuole superiori (il 78% del totale)
che leggono 17 quotidiani nelle aule.
Grazie a 44 mila insegnanti che, in modo
volontario, aiutano a guardare il mondo
intorno a loro con spirito critico. Senza
considerare che 317 mila alunni seguono
anche corsi di educazione finanziaria e che
questo percorso di lettura continua poi in
77 atenei del nostro Paese. Con buona pace
di quanti sostengono che gli studenti non
consultano più l’informazione di qualità.
Questi in sintesi sono i traguardi
raggiunti, quest’anno, dai progetti
«Quotidiano in classe» e «Giornale in
ateneo» promossi dell’Osservatorio
permanente Giovani-editori, presieduto
da Andrea Ceccherini. «La sfida che a tutti
noi stava e sta a cuore — spiega
Ceccherini, ideatore dell’iniziativa 14 anni
fa a Firenze — è contribuire a fare dei
giovani di oggi i lettori critici di domani,
per renderli così cittadini più liberi». Lo
scopo è mettere al primo posto i giovani e
il loro futuro. «Vogliamo accendere la
La storia
curiosità dei ragazzi sui fatti che accadono
nel mondo — dice il presidente —
alimentare la loro sete di sapere,
insegnando l’importanza di non restare in
superficie rispetto agli avvenimenti
intorno a loro e di andare in profondità.
Nella vita solo chi andrà più a fondo
rispetto ai fatti, sarà destinato ad andare
più lontano». Per ottenere questi risultati
la risorsa chiave del progetto sono gli
insegnanti. «Dimostrano da anni —
continua — di voler essere non solo
formatori di studenti ma anche educatori
di cittadini perché questo progetto è anche
educazione civile». Far vedere le notizie da
più angolazioni e discuterne senza
preconcetti è l’obiettivo finale. «Vogliamo
insegnare ai ragazzi ad affidarsi al proprio
spirito critico che assicura libertà e
indipendenza — analizza — e così essere
padroni di sé stessi e del proprio futuro
che non può più essere limitato a uno
sguardo al nostro Paese». L’iniziativa, in
questi anni, non è passata inosservata e ha
ricevuto tanti apprezzamenti fra cui quelli
degli ultimi due presidenti della
La vicenda
L’organizzazione
L’Osservatorio permanente
Giovani-editori è nato nel
giugno del 2000 a Firenze
Il fondatore
È stato fondato da Andrea
Ceccherini (in alto), 40 anni,
che ne è anche il presidente.
Da 14 anni l’Osservatorio
organizza «Il quotidiano in
classe» a cui partecipano oltre
2 milioni di studenti (il 78%
del totale) e 44 mila docenti
Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi e
Giorgio Napolitano. In più, ha raccolto
oltre al sostegno degli editori anche quello
di 28 fondazioni di origine bancaria e
colossi come Unicredit, Intesa San Paolo e
Monte dei Paschi di Siena. L’Osservatorio
ha incuriosito anche Google tanto da
invogliare il suo presidente mondiale, Eric
Schmidt, a raccogliere la sfida italiana. «È
la fase 2.0 del nostro progetto — continua
Ceccherini — perché quando un ragazzo,
va su Google si trova in un mare magnum
d’informazioni e non conosce porti sicuri
dove poter gettare l’ancora. Allora il nostro
compito sta tutto nel tentare di dargli
qualche punto di riferimento in più,
affinché quel mare tempestoso della Rete
non lo travolga e non lo faccia naufragare,
insegnandogli a distinguere le fonti più
credibili e autorevoli di altre: quelle
garantite dai marchi del giornalismo di
qualità dal resto della comunicazione
disponibile su Internet».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’imprenditore: «Voglio ricreare l’atmosfera di Milano. Un omaggio all’Italia e alla sua cultura»
L’uomo che imita nel deserto
la Galleria Vittorio Emanuele
In Qatar 45 mila tonnellate di marmo di Carrara
A qualcuno il dubbio verrà: «Milano o deserto del Qatar?». Qui e là: Galleria Vittorio Emanuele, 150 anni dopo, a Doha, Golfo Persico. Fatta e finita
in due anni, coincidenza vuole come
l’originale (1865-1867), per volere,
sogno e business di Muhammed Al
Emadi, cinquantenne imprenditore
del Qatar che ne farà una piazza tra il
Foro e l’Agorà, Al Hazm, l’Altipiano:
shopping, benessere, cultura, cibo.
Dai ristoranti all’asilo, dalle palestre
alle librerie alle boutique. Per ora però
è «solo» un’opera da Guinness. Quarantacinque mila tonnellate di marmo
Il progetto
Muhammed Al
Emadi, 50 anni, sta
realizzando il progetto in Qatar (a
destra): boutique,
ristoranti e giardini
bianco di Carrara, per esempio: fra i
più grandi ordini mai registrati nella
storia. Un’impresa che sa di favola —
romantica più che folle — da Mille e
una Notte. «Ero seduto da Biffi a cenare, come sempre quando sono a Milano — racconta Al Emadi che non vuole essere chiamato né emiro, perché in
Qatar ce n’è solo uno ed è a capo del
Paese, né sceicco perché non lo è —, e
sono rimasto colpito dalla bellezza architettonica di Galleria Vittorio Emanuele II. Ho deciso allora di portare
quell’atmosfera da noi». Ma perché in
un Paese moderno, la riproduzione di
un’opera di 150 anni fa? «Al Hazm è la
tradizione proiettata nel futuro. E
benché nel tempo le cose invecchino
questo progetto è stato pensato, come
tutta la visione del Qatar, perché nel
tempo si rinnovi costantemente».
«Un’avventura rinascimentale,
grandiosa: ecco cosa — racconta Donata Sartorio, giornalista di moda, e
che si occuperà di selezionare il made
in Italy per gli spazi —. Che è nata sinceramente dal grande amore per la
cultura italiana di questo imprenditore che si è fatto da solo, costruendo e
investendo: suo padre era solo un
Comunicato sindacale
Care lettrici e cari lettori,
ieri la rivista specializzata
Wired ha pubblicato un articolo, che suscita sconcerto e
indignazione, in cui si sostiene che la nostra azienda
avrebbe gonfiato i contatti di
Corriere.it. Nel servizio online viene addirittura mostrato
un video che documenterebbe l’acquisizione fraudolenta
di contatti. Oltre alla ricostruzione giornalistica preoccupano soprattutto le dichiarazioni attribuite a Rcs Mediagroup. In particolare la
nostra azienda ha dichiarato
che «quanto accaduto è una
pratica molto poco pertinen-
Alessio Ribaudo
AlessioRib
te ed estranea alla nostra cultura». Nel merito, però, il non
meglio precisato interlocutore di Rcs ha aggiunto che
«non c’è stato nulla di fraudolento da parte nostra. Abbiamo comprato traffico in
modo trasparente per far conoscere il prodotto. Il fornitore Tradedoubler ha deciso a
nostra insaputa di accelerare
l’erogazione nei giorni di Pasqua. Quando ci siamo resi
conto che non si trattava di
quel che avevamo concordato
abbiamo interrotto la fornitura». Rcs aggiunge inoltre
che «la quantità di impression (cioè di volumi aggiun-
semplice venditore di tappetti, niente
petrolio». E il racconto sul personaggio è sorprendente: una moglie, otto
figli, ha cominciato ad amare l’Italia
prima per il cibo e poi la cultura e la
moda. A Milano da una decina di anni
alloggia sempre al Seven Stars, un hotel lussuosissimo ma defilato in Galleria Vittorio Emanuele, appunto. «Conosce veramente metro per metro e
volti di quel crocevia — continua Donata Sartorio a conferma delle parole
dell’imprenditore —. I ristoratori
quando lo vedono sanno che devono
preparagli il “suo” filetto al pepe ver-
tivi di traffico generati da
pubblicità su altri siti ndr) è
stata comunque minima, inferiore al 3 per cento del totale. Numerosi altri editori», si
precisa infine, «si affidano a
questi strumenti». L’amministratore delegato di Rcs Mediagroup, Pietro Scott Jovane,
da parte sua ha precisato:
«Trattandosi di un tema di
marketing non ero a conoscenza dell’accaduto».
Il Cdr è pienamente consapevole delle dinamiche e delle logiche, spesso poco note ai
non addetti ai lavori, che governano il traffico dati sui siti
web di tutto il mondo. È noto
che pratiche di cosiddetto
«web marketing», cioè di
promozione e acquisizione di
volumi aggiuntivi di traffico,
de».
La sua passione per il marmo, è
maniacale: ogni volta che passa vicino
a un edificio «bussa» per capire di che
materiale è fatto. Ecco spiegato l’ordine record; fra l’altro, per questo, la segreteria del premier Matteo Renzi ha
chiesto di incontrarlo e Muhammed
Al Emadi ha accettato l’invito. Non
l’unica cifra stellare, comunque: 7.500
tonnellate di onice e giallo di Siena e
45 mila di travertino. E (ovviamente)
quaranta milioni di euro, parte di un
investimento
complessivo che
si aggira sui 500
milioni. Ufficialmente in novembre apriranno ristoranti,
giardino, asilo e
Spa mentre le
boutique e la lib re r i a d a 8 0 0
metri quadrati
saranno inaugurate nel 2015. Ci
sarà un impianto
di aria condizionata in esterno
« r i vo l u z i o n a rio»: manterrà la
temperatura a 30
gradi quando
stagionalmente
arriverà a 50.
«L’ambizione è
quella di una
piazza dove
oriente e occidente si incontrino senza pregiudizi e limiti. E dove sia raccontata con grande semplicità la storia di una tradizione — continua Donata Sartorio —: per quell’uomo la discriminante non è che un oggetto
costi molto, ma che sia ben fatto». E
lui, ancora: «Al Hazm rappresenta un
valore aggiunto per il paese e in quest’ottica, credo che “Mecenate” può
essere il termine giusto per descrivere
lo spirito col quale contribuisco a
questa filosofia di sviluppo».
siano correnti anche in Italia.
Ma un conto è intercettare
contatti aggiuntivi ed effettivi, un conto è gonfiare fraudolentemente i volumi di
traffico. Il Cdr chiede dunque
all’azienda un chiarimento
formale individuando eventuali responsabilità e si riserva di assumere ulteriori iniziative di protesta. Al di là delle spiegazioni tecniche, c’è un
punto che è assolutamente
vitale: il buon nome, la reputazione, il lavoro, lo spirito di
sacrificio dei giornalisti del
Corriere della Sera non possono essere assolutamente
associati o anche solo sfiorati
dal sospetto di frode. Né il
Corriere può diventare, come
purtroppo sta avvenendo in
queste ore, il bersaglio del
Paola Pollo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
web e dei Social Network. Se i
vertici aziendali non avvertono l’importanza di questo
principio non hanno capito
fino in fondo dove si trovano.
Del resto stupiscono i continui errori di comunicazione
dell’amministratore delegato
Pietro Scott Jovane. In una recente intervista ha sostenuto,
sempre per restare in tema di
online e dintorni, che Repubblica.it sarebbe il «benchmark», cioè il modello di riferimento del Corriere. Come
può l’amministratore delegato di una delle più grandi
aziende editoriali europee
coltivare questa sudditanza
culturale nei confronti del
proprio diretto concorrente?
Il Comitato di redazione
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Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
Cronache 21
italia: 51575551575557
La lettera
Rendiamo
al patrimonio
le giuste tutele
❜❜
ILLUSTRAZIONE DI GUIDO ROSA
Il digiuno migliora la salute,
combatte l’invecchiamento e, in
prospettiva, allunga la vita. L’affermazione non è più soltanto
una battuta dei nostri nonni o
di qualche saggio dalla vita
ascetica ma il frutto di una ricerca pubblicata ieri sulla rivista scientifica americana Cell
Stem Cell. «Periodi prolungati
di digiuno, correttamente gestiti dagli specialisti, innescano
cambiamenti nel sistema immunitario e una sua rigenerazione stimolando il rinnovamento delle cellule staminali»,
spiega Valter Longo, professore
di biogerontologia e direttore
dell’Istituto sulla longevità all’University of Southern California a Los Angeles, alla guida del
gruppo di scienziati autore della scoperta. La scuola californiana è la culla degli studi sull’invecchiamento avendo avviato
già negli anni 60 il primo centro
di ricerca dedicato alla frontiera
più affascinante della medicina.
«Per sei mesi — precisa Longo, un leader del suo campo —
abbiamo sottoposto i volontari
a periodi di digiuno di quattro
giorni rendendoci conto che il
sistema immunitario si libera
delle cellule inutili, non necessarie, mentre è spinto a rimettere in azione in modo naturale,
come accadeva nei momenti
della nascita e della crescita, le
cellule staminali capaci di assicurare la rigenerazione».
Il risultato ha una storia partita da indagini sui lieviti, poi
continuate sui topi e ora appro-
✒
Scienza Lo
studio condotto
in California da
un gruppo di
ricercatori guidati
da un italiano
Ogni mese una pausa di 4 giorni
Così il digiuno ci allungherà la vita
Cicli regolati rinnovano le staminali. «Ma no alle improvvisazioni»
date sull’uomo. E alla base
c’erano altre scoperte ottenute
dallo stesso Longo riguardanti i
fattori di crescita legati, tra le altre cose, agli zuccheri.
Le conclusioni pubblicate
vanno, però, oltre con un valore
aggiunto importante. Si è visto,
infatti, che il digiuno aiuta i pazienti sottoposti a cicli di chemioterapia svolgendo un’azione protettiva dagli effetti collaterali e dai danni provocati al sistema immunitario.
«Potenzialmente — aggiunge
Longo — riteniamo che questa
pratica sul cibo favorisca l’eliminazione di cellule anomale,
precursori di cellule cancerogene». Nei prossimi mesi le ricerche saranno ampliate da un altro studio con 64 volontari dai
20 ai 70 anni che si sottoporranno a due cicli di 4-5 giorni di digiuno a intervalli di un mese.
Valter Longo (46 anni) è uno
Il meccanismo
Nelle soste il sistema
immunitario si libera
delle cellule inutili
e stimola le altre
scienziato italiano di origini calabresi formatosi all’Università
del Texas e poi approdato all’università californiana. Ma
ora, pur mantenendo la cattedra americana, tornerà in Italia
(«sono un cervello senza frontiere in cerca di problemi da ri-
4 30
giorni La durata dei
digiuni a cui sono stati
sottoposti ogni tre
settimane per sei mesi
i volontari dello studio
condotto dai ricercatori dell’università della California del Sud
giorni La distanza tra i
cicli di digiuno di 4-5
giorni a cui si sottoporranno i prossimi volontari: la ricerca verrà
estesa per verificare se
ha effetti anche sulle
cellule cancerogene
solvere», dice) per dirigere all’Istituto Firc di oncologia molecolare (Ifom) di Milano un laboratorio con una dozzina di
ricercatori impegnati nella sfida
della senilità. «La biogerontologia — nota Marco Foiani, direttore dell’Ifom — è uno degli
ambiti più promettenti. L’invecchiamento cellulare causa
problemi metabolici e la predisposizione all’insorgenza tumorale. Comprendendo i meccanismi dell’invecchiamento
capiremo molto anche sulla formazione dei tumori».
Giovanni Caprara
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Nella storia Simbolo di pentimento per gli ebrei, come forma di protesta nasce nell’Irlanda pagana e poi tra le suffragette
Quella rinuncia antica che assicurava la purezza
I primi cristiani si astenevano dalla tavola
mercoledì e venerdì, i buddisti al novilunio
di ARMANDO TORNO
G
esù digiunò quaranta giorni
prima di cominciare la sua
missione terrena ma non impose questa pratica ai discepoli. La
Chiesa primitiva dedicò al digiuno
mercoledì e venerdì; nel III secolo il
giorno scelto per osservarlo era il
sabato. Marco (2,20) e Matteo
(9,15) lo suggeriscono nei loro vangeli. Nella tradizione ebraica digiu-
nare esprime anche pentimento
(come, per esempio, Giona 3,5); colui che stava per essere iniziato ai
misteri eleusini digiunava per purificarsi e il buddhismo impone ai
monaci due volte al mese, nel novilunio e nel plenilunio, codesta pratica (alla sera di quel giorno si confessano i peccati). Nell’Islam è una
delle cinque prescrizioni fondamentali: all’inizio era prevista una
sola giornata, poi si estese al mese
Solo «Gesù nel deserto» ((1515-17) di
Alessandro Bonvicino detto il Moretto
di Ramadan dall’alba al tramonto.
Seguivano diete senza carni i filosofi pitagorici e Cleante, secondo
scolarca degli stoici greci, soffriva di
ulcera e digiunava con beneficio, sino a quando decise di lasciarsi morire senza toccare più cibo. Nulla a
che vedere con lo sciopero della fame. Sembra che l’astinenza dagli
alimenti per protesta sia nata nell’Irlanda pre-cristiana e, nonostante
Gandhi, non sia un’invenzione dei
leader politici. Anche nella forma
moderna: nacque all’inizio del XX
secolo grazie ad alcune suffragette
che praticarono tale sciopero nelle
prigioni inglesi. La prima fu Marion
Dunlop, correva il 1909. Era stata
arrestata per atti vandalici a Londra
e, dopo la singolare scelta per l’epoca, fu rilasciata giacché non si voleva renderla martire. Talvolta dirigenti carcerari decisero di nutrire le
scioperanti forzatamente, ma non
mancò chi fece notare che si trattava
di una forma di tortura, anche perché alcune, tra cui Mary Clarke che
aveva studiato presso l’École normale supérieure di Parigi, ne morirono. In seguito venivano rilasciate
per ricevere cure mediche ma, al
termine del ricovero, erano riportate in prigione per terminare la pena.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Signor presidente del Consiglio,
molti italiani in questo
momento difficile guardano a lei
con fiducia e viva speranza che
vorrà trarre il nostro Paese fuori
dalle difficoltà che stanno
gravando su un numero enorme
di italiani; quasi la metà dei
giovani sono oggi disoccupati!
Abbiamo recepito con
soddisfazione la sua offerta a
tutti i Comuni di inviare al
governo l’elenco di
«procedimenti e cantieri fermi
da anni», bloccati da vari
intoppi burocratici, anche solo
formali. D’altro canto ci
permettiamo di sottolineare
come questa proposta debba
comunque seguire le norme
stabilite dal Codice dei beni
culturali e del paesaggio
affinché vengano tenuti
seriamente in considerazione
quei vincoli di tutela che
rendono l’Italia per noi italiani
prima di tutto e per gli stranieri
e conseguentemente per il
turismo unica al mondo. Non
vorremmo che si potessero così
approvare progetti con criteri di
urgenza e senza i necessari
accertamenti sul loro impatto
ambientale, paesaggistico e
culturale. Ricordiamo quanto
l’Italia oggi soffra a causa di
azioni e norme sancite per un
immediato vantaggio, che con
l’andar del tempo si sono
rivelate drammatiche e
dispendiose causando danni
irrevocabili. Come da lei
dichiarato, il Paese ha bisogno
di riforme, normative severe e
chiare, ma redatte da persone
preparate e oneste che abbiano
una approfondita esperienza
della materia, potrebbero
veramente dare un nuovo
slancio al futuro della nostra
Italia e favorire una rinascita. Il
ministro dei beni culturali Dario
Franceschini ha già elaborato in
questi giorni alcune norme che
ci fanno sperare segnino l’inizio
di una totale riqualificazione
del suo ministero, volutamente
abbandonato dai passati
governi. Analoga speranza
vogliamo avere per il ministero
dell’Ambiente. I tempi urgono e
le persone soffrono, ma senza
provvedimenti radicali non vi
potrà essere un futuro degno per
il più bel Paese del mondo che è
l’Italia.
Giulia Maria Mozzoni Crespi
presidente onorario del Fai
Fondo Ambiente Italiano
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Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
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SAN PATRIGNANO
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Direttore Marketing e Comunicazione
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Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
23
italia: 51575551575557
Tempiliberi
Viaggi
Benessere
Food
Moda
Balconi da mangiare
Fonte: DOXA-AssoBirra
Meno fiori e più erbette. Anzi sui balconi fioriscono gli orti.
È la tendenza alla cucina salutare e fai-da-te (46%) o al risparmio
su frutta e verdura (22%): 8 italiani su 10 (42 milioni di persone)
praticano gardening.
50%
Erbe aromatiche
Design
Tecnologia
24%
33%
Piante da frutto
Ha un piccolo orto
Famiglia
Vita da passerella Modella, una figlia di 7 anni, da adolescente è
stata una squatter e poi ha vinto il Fanfullino d’oro. Ecco perché
di GIAN LUIGI PARACCHINI
Bianca
Balti
Ho imparato a sentirmi
bella, ed è stata una
rivincita. Le donne?
Magari a qualcuna faccio
venire il malumore
«G
randi, belle, con la loro pelle splendida...
oltre ai bei denti e ai
b e g l i o cc h i e a l l a
gamba lunga e al capello magnifico...».
Questi dettagli d’autore raccontano in quale
universo femminile si muova la protagonista
de «La bella di Lodi», libro del 1972 di Alberto
Arbasino.
Passano gli anni ma il tempo può essere
galantuomo anche con i riferimenti letterari,
almeno guardando Bianca Balti, 30 anni, da
Lodi, la modella italiana più famosa e pagata
al mondo. Qualche dubbio che manchi degli
attributi (non letterari, di sostanza) per essere
oggi La bella di Lodi?
La risposta non sta nel numero di fans club
che sostengono la causa quanto nel come la
ragazza, emigrata dalle basse brume lombarde prima a New York poi a Marbella dove ora
abita con la sua Matilde (7 anni), abbia ampliato la propria sfera d’azione. Dalle passerelle della moda al festival di Sanremo, dove il
suo inciampo sui maxi-tacchi ha alzato l’indice d’ascolto. Dai serial pubblicitari profumotelefonici al film (non memorabile ma pazienza) di Abel Ferrara. Per non parlare dei
mille passaggi sui tappeti rossi della meglio
mondanità. A parte le connotazioni estetiche,
dal libro di Arbasino esce
una bella di Lodi indipendente, con buoni studi, che
ha viaggiato molto e pure
spregiudica con gli uomini.
Un ritratto in cui si riconosce?
«Fino ai 13 anni ho vissuto in una specie di
bolla familiare protettiva, fratelli, cugini, in
vacanza dai nonni a La Thuile. Al liceo sono
invece cresciuta di colpo da tutti i punti di vista, anche della ribellione: a un certo punto
sono andata ad abitare in uno squat della Bovisa a nome Malamanera e abbiamo anche
occupato una casa. Ero d’un biondo acido fatto in casa e con vestiti assemblati e cuciti
sempre da me...E’ stato il mio momento di
massima asocialità».
Nelle biografie delle modelle c’è sempre o
una mamma (non la professoressa Balti) che
porta la figlia in un’agenzia o un agente (ci
siamo) che al supermercato scopre la talentuosa da lanciare sulla passerella. Ma Bianca
quando ha capito che sarebbe diventata la
bella di Lodi?
La famiglia Bel faccino
La modella in una
foto da ragazzina:
«Fino ai 13 anni ho
vissuto in una
specie di bolla
familiare
protettiva, fratelli,
cugini, in vacanza
dai nonni a La
Thuile».
Soffrire
«Indipendente senz’altro
e non soltanto economicamente. Studi, ho fatto il classico poi Politecnico, corso di
laurea in Design della Comunicazione, non concluso
causa lavoro. Di sicuro ho viaggiato e viaggio
molto. In quanto agli uomini non sono mai
stata bigotta ma non mi definirei spregiudicata. Chiaro che da ragazzina sei attratta dalle
scoperte, poi però cerchi qualcosa di diverso
spessore. Ho un’indole super-romantica, il
modello per la vita restano i miei genitori che
si sono incontrati al liceo, lei 16 anni, lui 18, e
non si sono più lasciati. Più sofferto o fatto
soffrire in amore? Difficile dirlo: quando una
storia finisce, sono in due a provare dolore».
Bianca non è il tipo di modella che ha esordito in fasce per pubblicizzare pannolini né
tantomeno da adolescente addentando biscotti. Infanzia secondo i canoni, papà Bruno
imprenditore nella distribuzione dei giornali,
mamma Mariabice insegnante di diritto,
Alessandro fratello maggiore, avvocato e notaio, Carlo Alberto, minore, studente al Politecnico in design della moda.
Curve
Bianca Balti da
piccola. «Fermavano
mia mamma e
dicevano “Che bella
bambina!”.Crescendo
ero diventata
magrissima e i
ragazzi guardavano
quelle con le curve»
«Da piccola dicevano tutti Che bella bambina! e io godevo a più non posso. Da adolescente invece una tragedia perché i ragazzi
guardavano quelle con le curve: è un’età in cui
vale di più avere il seno che un bel faccino. E a
me non cresceva niente anche se ho sempre
mangiato un casino ma, come si dice, bruciavo tutto alla grande. Il mio problema non è
mai stato ingrassare, al contrario. Mangio super normale e il mio vero sogno culinario sono le schifezze da fast food: una rappresaglia
dai tempi in cui mia mamma mi proibiva di
bere bevande gassate e mangiare chips o merendine di plastica!».
Non c’è peggiore oltraggio per una normale donna mediterranea delle lamentele di
queste sensuali silfidi da passerella su come
non riescano, nemmeno con cartocciate di
patatine unte, a mettere su un grammo. Ma
non lo fanno per il gusto d’infierire: è che il
loro metabolismo un tempo le ha fatte soffrire, povere stelle.
«Diventando adulta, facendo poi la modella, imparando a sentirti bella, beh è stata una
grande rivincita. Diventi talmente sicura che
te ne puoi andare in giro in scarpe basse, tuta
e senza trucco. Poi qui a Marbella c’è sempre
il sole, si va in spiaggia anche d’inverno. Per
contratto non potrei abbronzarmi, ma finora
non m’hanno mai sgridato...».
Certo, fra nebbie e umidità, il clima della
pur fertile Lodi è senz’altro meno glamour.
Ma mai svilire le proprie radici. Tanto più se
la tua città t’insigna del Fanfullino d’oro,
massima riconoscenza municipale durante la
festa patronale di San Bassiano, quando in
gennaio sotto i portici si mangia la busèca
(trippa con pancetta, fagioli, verdure) inaffiata da vin brulè. Autentico menù da modella.
«Sinceramente a quello non sono ancora
arrivata! Lodi però è bellissima, piccola ma
non troppo, un magnifico centro storico, giri
in bicicletta e quanti bagni ho fatto nell’Adda
con i miei amici. Non la cambierei con Milano». Dicono di Bianca che la sua semplice ap-
La bella di Lodi
Trent’anni, una figlia (Matilde), di 7,
Bianca Balti è la
modella italiana
più famosa e più
pagata del mondo.
Volto-immagine di
Dolce e Gabbana,
ha partecipato a un
film di Abel Ferrara
ed è stata testimonial in molte campagne pubblicitarie. Nata a Lodi, da
qualche tempo vive a Marbella: «Da
piccola dicevano
tutti che ero una
bella bambina e io
godevo a più non
posso. Da adolescente, invece, è
stata una tragedia»
(Foto Lanzilao/Contrasto)
❜❜
Le scoperte
Gli uomini? Non sono mai
stata bigotta. Chiaro che da
ragazzina sei attratta dalle
scoperte. Poi però cerchi altro
❜❜
Le merendine
parizione sui vari set cinefotografici susciti
spesso malumore (chissà perché) anche fra
stelle/stelline più famose di lei. In ogni caso
che rapporto ha con le donne in generale? Risposta con qualche perfidia: «Magari gli viene
il malumore perché mi vedono sgranocchiare
una manciata di cioccolatini e loro sono a
stecchetto, oppure perché non ho un rapporto morboso con il lavoro...Trovo che le amicizie tra donne siano problematiche: prima
perché magari c’è qualche ragazzo di mezzo,
dopo perché scattano invidie e incomprensioni. Le prime amiche me le sono fatte ora
qui in Spagna dove mediamente si ride di più
che in Italia. Ci capita anche d’andare a cena
in cinque senza uomini e ci si diverte. L’amicizia fra donne richiede maturità».
Il mio problema non è mai
stato ingrassare, al contrario. La passione
Ma da piccola mia madre mi
E come trova questo scintillante mondo
della moda? Ha lavorato con mille stilisti, dovietava le merendine
❜❜
Le amiche
Le amicizie tra donne sono
problematiche: magari c’è
qualche ragazzo di mezzo e
poi scattano le invidie...
v’è scattata una speciale sintonia? «La moda è
una cosa seria, un business, però spesso c’è
grande superficialità nei rapporti. Il mio primo vero contratto, fra l’altro in esclusiva, l’ho
avuto con Dolce e Gabbana. Ero quasi
un’esordiente e Domenico stava in ginocchio
a spillare la gonna mentre Stefano aveva occhio verso mille altre cose. Per dire come sia
stata impressionata da quanto lavorino e curino i particolari. Certo sono italianamente
passionali e s’aspettano che chi li circonda
aderisca. Se non è così li deludi».
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24 Tempi liberi
Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Viaggi le destinazioni
Contrasti La fuga dalla campagna dei «new
Shanghainese», i giovani migranti dalle grandi ambizioni
Valle D’Aosta
Concerti
nel bosco
con ensemble
dall’Irlanda
«Rifugi in festa» è
l’appuntamento che dà il via
all’estate in Val D’Aosta: il 21 e
22 giugno i rifugi valdostani
propongono per il pranzo un
menu a prezzo speciale (17
euro, www.lovevda.it) dedicato
agli escursionisti. Dal 2 al 6
luglio saranno invece i dintorni
di Courmayeur ad animarsi per
«Celtica» (www.celticavda.it),
festival internazionale di
musica e artigianato con
ensemble in arrivo da Bretagna,
Irlanda e dal Québec. I concerti
nel bosco di Peuterey e presso il
lago di Miage ospiteranno, fra
gli altri, l’arpista Vincenzo Zitello
che presenta il suo nuovo disco
«Infinito» e i canadesi
Bodh’Aktan. Fatta eccezione
per i concerti di Peuterey (42
euro per quattro giorni di
musica) tutti gli altri spettacoli
(ad Aosta e Pré Saint Didier)
sono a ingresso gratuito.
Grattacieli
e tai chi
Così è la Cina
L
i chiamano «new Shanghainese», sono ragazzi neppure
di 30 anni che hanno lasciato
la Cina profonda per scommettere su se stessi, nella città
più luccicante d’Asia. «Studiano inglese una volta a settimana con un insegnante madrelingua, a differenza dei loro
genitori non risparmiano
neppure uno spicciolo e vogliono addentare il meglio che la metropoli offre», scrive lo Shanghai
Daily, tratteggiando i volti dei «migrants with big
dreams», migranti dalle grandi ambizioni. Molti di
loro provengono dalla provincia dell’Hubei, nella
Cina Centrale, e sono il volto della nuova Shanghai,
una città che si mostra agli occhi sempre più ester-
Da Shanghai alla
montagna taoista
del Regno di
Mezzo. A lezione
di meditazione
refatti di stranieri e turisti come la vetrina patinata
dell’Asia. Oggi è una città di 24 milioni di abitanti,
dove più di 9 milioni sono immigrati, ma tenacemente convinti di far parte della nuova Cina, quella
dei grattacieli illuminati come un lunapark e dei
locali alla moda dove nelle terrazze con vista si
mangiano i lobster rolls. Eppure bastano due ore di
volo da Shanghai per vedere da vicino da dove proviene questa nuova ondata di immigrati che rifiutano nella metropoli i lavori troppo duri che invece
i loro padri continuano a fare: a Wuhan, la città più
popolosa della Cina Centrale, il presente è scandito
dai ritmi delle fabbriche (qui la Lenovo ha creato le
sue aziende-falansteri con tanto di case capsula,
ospedale e scuola), ma ora si comincia a scommettere anche su un futuro turistico, sfruttando l’onda
lunga delle vicine montagne Wudang, dove è nato
il taoismo. C’è un filo rosso, al di là di tutto, che
unisce vecchia e nuova Cina ed è la dimensione
spirituale: si respira anche nel futuristico Bund di
Shanghai, dove la mattina, all’alba (l’efficientismo
ha accorciato le ore di sonno di tutti) si incrociano
persone di ogni età che muovono le mani in aria
seguendo i precetti del tai chi. La risposta asiatica
allo jogging frenetico di Central Park.
A quattrocento chilometri all’ora
Shanghai è il punto di inizio o di arrivo di un
viaggio in Asia. Dopo i palazzi imperiali, gli eserciti
di terracotta, le pagode, le risaie nelle sterminate
campagne, il colpo d’occhio dei grattacieli di Pudong racconta meglio di qualsiasi altra cosa le ambizioni della Cina, già ben riassunte nel Centro
esposizioni del piano urbanistico di Shanghai, dove un plastico di raffinatissima fattura prova a
scommettere sull’aspetto della metropoli nel 2020.
Per farsi un’idea della velocità della città conviene
salire sullo Shanghai World Financial Center, che
regala uno skyline smisurato, da tre diversi punti
di osservazione (dal 94°, al 97° al 100° piano).
L’ascensore che conduce a quota 492 metri del «cavatappi» — così è conosciuto l’edificio per l’inconfondibile profilo del suo tetto — percorre 17 piani
al secondo e durante la salita intrattiene i passeggeri con suoni e luci da guerre stellari: una volta in
cima Shanghai è letteralmente ai piedi dei turisti,
che passeggiano su e giù per un corridoio di passerelle di vetro trasparente. Un’altra vista da album
dei ricordi è quella della crociera notturna sul fiume Huangpu: il consiglio è partire poco prima del
tramonto, per godere dell’ultima luce che si riflette
sugli specchi dei grattacieli, e subito dopo immergersi in una specie di Las Vegas d’Oriente. Anche
solo una passeggiata nel Bund, la vecchia via dei
commerci, con tanto di toro alla Wall Street (è davvero il gemello di quello di Manhattan) può regalare una vista impareggiabile, che diventa uno
sfondo se scegliete di fermarvi in uno dei leggendari locali. Il Bar Rouge (Bund 18) continua a conservare la sua fama mondana grazie alla grande
frequentazione occidentale mescolata a quella dei
New Shanghainese (la terrazza dove sventola la
bandiera cinese è uno scenografico simbolo delle
contraddizioni tra passato e presente): nello stesso
palazzetto color terra di Siena oggi c’è anche
Hakkasan, il cinese stellato guidato dallo chef Tong
Chee Hwee, e M1nt, un club dal filtro abbastanza
stretto, al quale si accede dopo aver percorso una
scalinata con un scenografica installazione di bici.
Sui monti Wudang
I monaci non amano essere
fotografati: i più intransigenti
colpiscono con un innocuo raggio
laser chi tenta di farlo
Corto raggio
Un museo trasferito e nuovi locali
Tutti i motivi per andare a Bologna
S
ono passati vent’anni da quando il pittore Concetto
Pozzati, allora assessore per la Cultura a Bologna, diede
la sua benedizione al «progetto Link», uno spazio che
superò l’idea stessa di centro sociale per diventare un polo
di avanguardie multimediali. Lontanissimo quel 1994,
eppure il Link (www.link.bo.it) c’è ancora ed è la sintesi di
quello che Bologna vuole essere: città a misura d’uomo ma
con iniziative di respiro europeo. Ed è solo una delle tante
novità del capoluogo emiliano: nel Quadrilatero ha riaperto
i battenti il Mercato di Mezzo (ingressi: via Clavature e via
Pescherie vecchie), versione 2.0 e di design di un vecchio
spazio comunale. Dopo 25 anni torna anche un locale
storico della movida bolognese, il RosaRose
(www.rosarose.it) che aveva fra i suoi clienti lo scrittore
John Grisham. E per gli appassionati di motori e costume
l’ultima tappa è alle porte della città (Funo di Argelato
www.museolamborghini.com) dove si è trasferito il museo
«Lamborghini»: qui i bolidi del «Toro» rievocano una storia
di pianura e genio imprenditoriale del ’900 italiano.
F. Gug.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Shopping di gusto Il Mercato di
Mezzo ha riaperto nel cuore della città con bistrot e chioschi
Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
Tempi liberi 25
italia: 51575551575557
L’idea
A Napoli
sottoterra
Nel Tunnel
borbonico
I due volti
del Paese
Sopra lo Shanghai
World Financial
Center, il più alto
grattacielo di tutta la Cina, detto
«cavatappi» per
la sua forma singolare. A sinistra,
turisti all’ultimo
piano, che si raggiunge con
un’ascensore da
17 piani al secondo. A destra in alto il monastero
sui monti Wudang
e un monaco. Qui
accanto la città
vecchia di Xiangyang e il riposo di
un portantino
Se la Cina, specie quella più remota, può riservare
qualche delusione a tavola, sarà molto difficile incappare in esperienze negative a Shanghai, dove la
ristorazione è eccellente: Goga, a Don Ping Lu, è
piccolissimo e con pochi posti a sedere ma il menù
fusion è da molti considerato memorabile (prenotate in terrazza), mentre Mr and Mrs Bund svetta
nelle classifiche mondiali dei migliori ristoranti
asiatici. Anche la cucina italiana si è guadagnata
un posto al sole, non solo con Mercato, il celebre
ristorante nel Bund, ma anche con esperienze gastronomiche più tradizionali come Salute, che offre panini fatti al momento come dal salumaio sotto casa o il varesino Marco Barbieri, diventato quasi un’istituzione.
La velocità supersonica della città è ben rappresentata dal suo treno Shanghai Maglev, il più rapido della Cina, con una velocità massima di 431 km/
orari, che collega unicamente la stazione della metropolitana Long Yang Zard al Pudong International Airport. Vostro punto di partenza per andare
alla scoperta di un’altra Cina, quella delle fabbriche
e della spiritualità.
Una città chiamata Forno
Nel Forno: viene chiamata così, dai suoi stessi
abitanti, Wuhan, la più grande città della Cina
Centrale. D’estate la temperatura è così insopportabile che la gente sposta i letti in terrazzo o per
strada. Non aspettatevi di vedere grandi bellezze in
quella che viene chiamata immeritatamente la
Chicago della Cina, per la sua posizione strategica,
ma la città ha comunque qualche velleità turistica.
Il fatto che grandi marchi della moda e importanti
catene alberghiere come Shangri La’ (e tra poco
anche la raffinata Edition) aprano nel capoluogo
dell’Hubei fa intuire come Wuhan possa ambire a
un posto di primo piano nel panorama asiatico.
Ma la vera esperienza di una tappa in Hubei è a cir-
Movimento lento
MONGOLIA
Itinerario di viaggio
PECHINO
Tai chi
Tra le montagne sacre Wudang si è
sviluppato uno stile di kung fu
morbido ed elegante, reso
armonioso dai concetti filosofici
taoisti, il pugilato Wudang, da cui è
nato il tai chi
Imparare il taoismo
A Wudang, Shan, luogo conosciuto
come la montagna taoista, oggi
Patrimonio mondiale dell’Unesco,
vivono 200 monaci che praticano il
taoismo. In Cina ci sono numerose
scuole che lo insegnano,
frequentate anche da occidentali. Le
lezioni possono durare da un giorno
a un anno. Tra le accademie più
famose, la Wudang Taoist Kungfu
Academy, costruita ai piedi del
monte Wudang Shan: si raggiunge
con due ore di volo da Shanghai o
quattro ore di macchina da Wuhan
Esercizi in aereo
In Oriente è una consuetudine per
persone di tutte le età praticare tai
chi all’alba. Nei voli di rientro dalla
Cina la compagnia China Eastern
trasmette attraverso i monitor
esercizi di tai chi da eseguire per
ritemprarsi dopo la fatica delle 12
ore di volo
SHANGHAI
WUDANG
MOUNTAIN
raggiunta con
4 ore di auto
da Wuhan
WUHAN
raggiunta con
due ore di volo
da Shangai
HONG KONG
ca quattro ore di auto da Wuhan: attraversando la
sterminata campagna cinese, con falò neri accesi
già dalle quattro del pomeriggio e schiene curve
sulle risaie, apparirà ancora più chiara la determinazione dei «New Shanghainese» ad affrancarsi da
un presente durissimo.
I monaci del Regno di Mezzo
La tappa finale del viaggio è Wudang Shan, conosciuta come la montagna taoista numero uno
go live
fvg
del Regno di Mezzo. Il paese dall’aria fortemente
commerciale (ma vale comunque la pena acquistare un turchese, il loro tesoro locale) viene riscattato dall’ascensione ai monti Wudang, percorribile
in più modi, ma sicuramente nella maniera più comune a bordo di una funivia che lascia i pellegrini
all’inizio di una gradinata da percorrere fino alla
Vetta della Colonna Celeste, a quota 1612, dove
sorge il Palazzo d’oro. Tra rocce, boschi e ciottoli si
affacciano architetture maestose come il Palazzo
della Parete Meridionale, il palazzo proibito con i
tetti di maioliche verdi e il Cliff Palace, il palazzo
sulla Roccia, da cui spunta la testa del Drago, un
monolite dove i fedeli bruciano incensi e candele
sperando di vedere esaudite le preghiere. I templi,
più volte devastati, soprattutto durante la Rivoluzione culturale, oggi sono un patrimonio dell’Unesco e ospitano 200 monaci, che armonizzano la serenità dello sguardo alla ieraticità dei movimenti:
vederli da vicino è un’esperienza magnetica, così
come catturare lo scorcio delle loro celle, essenziali
fino alla severità, con calzari bianchi e tuniche blu
stesi in fili di bucato sospesi tra i monti. Non amano essere fotografati (i più intransigenti colpiscono con un innocuo raggio laser chi tenta di farlo),
ma condividono il loro sapere con chi vuole conoscerlo da vicino nelle decine di scuole tai chi. Una
delle più note, la Wudung Taoist Kungfu Academy,
è stata costruita ai piedi della montagna: qui le lezioni iniziano alle 5 e 30 del mattino e si tengono
nelle panoramiche terrazze sulla montagna, anche
nelle stagioni più fosche. Ci si iscrive per pochi
giorni o per un anno intero: una lezione mescola
volti occidentali e orientali uniti dalla volontà di
imparare l’arte della meditazione, che tornerà utile
nella vita vorticosa delle ambite metropoli.
Michela Proietti
@procorr
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La Napoli underground, reale e
metaforica, fra il Tunnel
borbonico e una mostra a tema
in uno degli spazi artistici più
vivaci del centro storico. In
corso fino al 20 luglio, la mostra
«Underground City»
(www.spazionea.it anche bistrot
e libreria) presenta due
installazioni site specific firmate
da Andrea Fogli e Paolo
Grassino che sono il prologo
ideale prima della visita ai
passaggi sotterranei voluti da
Ferdinando II di Borbone e
inaugurati nel 1885. Dopo
decenni di abbandono sono
stati riscoperti (e ripuliti)
dall’associazione «Borbonica
sotterranea» (tel.
081.76.45.808, ven. sab. e dom.
www.tunnelborbonico.info)
grazie alla tenacia dello
speleologo Gianluca Minin:
«Per me il tunnel è l’hobbylavoro del fine settimana, in
realtà un work in progress
senza fine». Un’operazione
dove nulla è lasciato al caso,
con tre percorsi di varia
difficoltà che partono da Vico
del Grottone o dal Parcheggio
Morelli per addentrarsi in un
mondo parallelo dove un’altra
associazione (www.nartea.com)
organizza visite con attori
abbigliati come personaggi
partenopei della metà dell’800.
Il Tunnel borbonico nel corso di
più di un secolo è stato lo
specchio segreto della città
adibito via via a deposito,
rifugio e purtroppo discarica
fino al 2005, quando il recupero
è cominciato. I visitatori
(moltissimi gli stranieri)
lasciano il caos quotidiano per
immergersi nel silenzio di una
successione di percorsi scavati
nel tufo, fra cavità e corridoi
dove si incontrano relitti di auto,
sculture e cisterne,
stratificazioni di una Napoli con
un’anima underground
architettonica e spirituale.
F. Gug.
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26 Tempi liberi
Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Viaggi la formula
Istruzioni per l’uso
Cinque mesi di analisi delle
fluttuazioni dei prezzi dei
voli in partenza da Roma e
da Milano verso cinque
destinazioni: Londra,
Madrid, New York, Dubai e
Pechino. Per viaggiatori 3.0
Date scelte per il viaggio: 1/7/2014 (andata) - 7/7/2014 (ritorno) – valori in euro
Media giornaliera
Quanto costa prenotare giorno per giorno
MilanoLondra
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
Sabato
Domenica
RomaLondra
MilanoMadrid
RomaMadrid
Milano- RomaMilanoNew York New York Dubai
RomaDubai
MilanoPechino
89,9
92,1
90,4
99,1
97
93
137,1
136,4
135,3
697,9
676,4
689,3
131,7
669,4
346
349,2
356,1
349,3
136,7
134,9
136,3
678,3
673,6
691,1
567,8
574,7
571,5
565,7
574,7
571,2
71,3
73,8
99,5
98
70,7
95,4
73
73,6
73,7
73,4
95,8
96,1
96,9
98,9
89,1
790,3
763,2
786
755,6
764,1
329,6
331,9
334,2
328,9
345,2
340,4
345
329,4
744,9
788,5
345,9
347,1
RomaPechino
583,3
564,7
586,3
590,7
583,8
589,4
586,3
583,9
Gli estremi per ogni tratta Valori registrati al momento della prenotazione
In montagna
di Fabrizio
Guglielmini
Dolomiti,
passeggiate
e concerti
nei rifugi
Una passeggiata in quota sui
sentieri delle Dolomiti con
arrivo in una radura nei pressi
di un rifugio o di una malga.
Potrebbe essere il copione di
una normale gita in montagna
se ad aspettarvi non ci fossero il
violoncellista Mario Brunello, il
cantautore Cristiano De André
o lo scrittore Michele Serra. E'
questa l'idea che nell'arco di
due decenni ha fatto la fortuna
del festival «I suoni delle
Dolomiti» (programma
completo e aggiornamenti su
www.isuonidelledolomiti.it) al
via il prossimo 29 giugno con il
concerto di Brunello al rifugio
Brentei, in uno dei punti più
scenografici delle Dolomiti di
Brenta. Per l’edizione del
ventennale il programma mette
insieme classica, etnica e pop
con 32 concerti (tutti gratuiti
tranne qualche eccezione) fino
al 28 agosto. Fra gli ospiti
stranieri, il divo della musica
africana Youssou N’Dour con il
suo gruppo di ‘mbalax da Dakar,
il jazz del trombettista Paolo
Fresu sugli altopiani di Folgaria
e Lavarone e la fisarmonica
dell’argentino Dino Saluzzi che
ha saputo rinnovare la lezione
di Astor Piazzolla in chiave jazz.
L’itinerario «Dolomiti di pace»
oltre a Fresu ha fra gli ospiti
Brunello che dall’1 al 3 luglio
suonerà fra le trincee della
Grande Guerra (a Monte
Pasubio) con un trekkingevento inserito nelle
commemorazioni nazionali per
il Centenario del conflitto. Nomi
di richiamo anche per la musica
italiana con Cristiano De André,
Noemi, Arisa e Mauro Pagani,
quest’ultimo alle prese con il
remake di «Creuza de ma» ,
capolavoro di Faber uscito nel
1984. Gran finale il 28 agosto
alla Malga Costa in Valsugana
con il pianista newyorkese Uri
Caine, celebre non solo per le
composizioni jazz ma anche per
la personale interpretazione
delle Variazioni Goldberg. E per i
più sportivi l’edizione del
ventennale dei «Suoni»
propone anche un bike tour di
tre giorni (dal 17 al 19 luglio, a
pagamento) fra le Dolomiti di
Brenta con il quartetto del
bandoneista Daniele di
Bonaventura che, in bici con gli
altri musicisti, accompagnerà il
pubblico fino ai vari luoghi
prescelti per i concerti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L
a sua formula, visti i numeri
del settore, è diventata un
po’ come quella della Coca
Cola. E, nel tempo, in molti
hanno tentato — e lo fanno
ancora oggi — di trovarne la
sequenza giusta. Economisti, analisti di borsa, statistici, siti specializzati. I quali,
con algoritmi, serie storiche, incroci hanno dato la loro risposta a una
delle domande del viaggiatore 3.0: qual è il momento giusto per prenotare un biglietto aereo?
Gli studi
Gli esiti, a dire il vero, non vanno mai verso
la stessa direzione. E c’è soltanto da farsi venire
il mal di testa. Secondo uno studio — commissionato da un sito di viaggi — i biglietti vanno
presi 151 giorni prima della partenza. Quindi
con cinque mesi di anticipo. A leggere il responso di un’altra piattaforma di ricerca dei voli, il massimo risparmio si ottiene a sette settimane dal decollo. Ma un economista giapponese, con tanto di formula, alza l’asticella temporale a otto settimane. Troppo, davvero
troppo, secondo il verdetto di un docente italiano di economia: quei ticket vanno comprati a
circa dieci giorni dal giorno in cui vorremmo
lasciare casa e lavoro per un po’ di relax.
I «biscotti» nel pc
E come se non bastasse già tutta questa confusione attorno a una sola domanda, un altro
studio americano fa presente che anche il momento della prenotazione incide sul prezzo finale. Un esempio? I voli acquistati durante gli
orari d’ufficio costerebbero di più perché — è
Esperimenti
L’andata fittizia è stata fissata il 1°
luglio, il ritorno una settimana dopo.
Nell’analisi sono state considerate tutte
le tipologie di compagnie di viaggio
la sintesi dell’analisi — il passeggero ha più
fretta e collegandosi dal luogo dell’impiego ha
pure uno stipendio, quindi soldi da spendere.
L’ultimo capitolo nella saga alla ricerca del
Santo Graal dei biglietti aerei è il web. O meglio: i «cookies» (letteralmente: biscottini), le
tracce elettroniche che lascia il nostro pc
quando navighiamo. Secondo molti le compagnie aeree collezionerebbero e userebbero
queste informazioni per sapere quali tratte
hanno consultato i futuri passeggeri per alzare
poi le tariffe al momento della prenotazione.
Insomma, «lasciate ogni speranza o voi che digitate».
L’indagine del «Corriere»
Per fare un po’ di luce il Corriere della Sera
ha seguito giorno per giorno da gennaio allo
scorso 3 giugno cinque destinazioni low cost e
non solo (Londra, Madrid, New York, Dubai e
Pechino) tenendo conto di due scali di partenza: Milano e Roma. L’andata, fittizia, è stata fissata il 1° luglio. Il ritorno una settimana dopo.
Nell’analisi, poi, sono state considerate tutte le
tipologie di compagnie e di viaggio per arrivare alla tratta più interessante economicamente.
E quindi quand’è il momento migliore? La
risposta, l’unica, è: dipende. Dall’aeroporto
del decollo. Dal giorno. Dal mese. A volte anche da qualcosa di estraneo a qualsiasi andamento statistico. Per cui risultano giorni da
sconsigliare, ma anche gli stessi che registrano il valore più basso. O viceversa. Intanto, le
certezze. Decollare da Milano, verso le cinque
destinazioni considerate, è più conveniente
che farlo da Roma. In media di quasi il 33% se
l’arrivo è uno degli scali di Londra. Addirittura
del 46,5% se si vuole atterrare a Madrid. Poca
differenza — ma sempre a vantaggio del capoluogo lombardo — per chi pianifica vacanze a
Dubai e Pechino.
MilanoLondra
XS
XL
MilanoMadrid
MilanoNew York
MilanoDubai
MilanoPechino
RomaLondra
RomaMadrid
47
74
484
204
460
(22 maggio,
giovedì)
(5 febbraio,
mercoledi)
(27 febbraio,
giovedì)
(24 marzo,
lunedì)
(23 marzo,
domenica)
69
(19 aprile,
sabato)
123
169
819
372
634
(23 gennaio,
giovedi)
(21 febbraio,
venerdi)
(8 aprile,
martedi)
(22 febbraio, (31 gennaio,
sabato)
venerdì)
RomaNew York
RomaDubai
RomaPechino
96
436
262
489
(9 aprile,
mercoledì)
(28 febbraio,
venerdì)
(13 febbraio,
giovedì)
(24 aprile,
gioved)
118
177
964
381
644
(2 giugno,
lunedi)
(14 maggio,
mercoledì)
(26 febbraio,
mercoledì)
(22 febbraio,
sabato)
(4 aprile,
venerdì)
Media mensile
Il prezzo dei biglietti mese per mese
Gennaio (23-31)
Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Giugno (1-3)
MilanoLondra
RomaLondra
MilanoMadrid
93
94,4
84,3
100
93,3
103,1
104
106,4
54,8
91,2
58,5
84,3
97,4
115,7
92,7
97,8
97
74,8
RomaMadrid
Milano-
Roma-
New York
New York Dubai
110,7
747,8
715,3
128,9
145,3
117,2
149,4
167,3
622
721,3
748,2
769,2
826,4
826
672,4
698,7
695,8
711,3
Milano- RomaDubai
265,2 302,8
325,6
318,9
356,4
346,1
336,7
348,1
351,4
362,6
340,7
322,3
Il giorno perfetto
per volare con poco
Da febbraio a maggio i mesi migliori
ed è sempre meglio evitare
di farlo il martedì: l’agenda
(provata per voi) per prenotare i
biglietti aerei e risparmiare. Davvero
La media e i giorni più convenienti
Se dalla città della Madonnina si pagano, in
media, 73,2 euro (tutto incluso) per la capitale
inglese, 92,5 euro per quella spagnola, quasi
680 euro per vedere la Grande Mela, circa 334
per immergersi nei grattacieli e nel deserto
degli Emirati Arabi Uniti e 570 per toccare il
suolo cinese, da Roma i prezzi vanno dai 97,2
euro per Londra ai 135,5 per Madrid, dai 768
per New York ai 586 per Pechino, passando per
i quasi 348 della tratta per Dubai.
Quanto ai tempi, l’indagine mostra risposte
diverse. Il martedì, a leggere la media a livello
quotidiano, sembra il giorno meno adatto per
tutte e dieci le tratte. Il mercoledì, invece, fa risparmiare qualche euro sia da Roma, sia da
Milano verso gli aeroporti di Londra: rispettivamente una media di 95,4 e 70,7 euro. Per chi
invece intende andare a Madrid i dati evidenziano una prima differenza: chi parte da Milano dovrebbe prenotare di domenica (89,1 euro), il giorno in cui mediamente si risparmia
di più. Per chi vuole decollare dagli scali della
Capitale il momento migliore è il giovedì
(131,7 euro). E giovedì è anche il più conve-
niente per prenotare un volo Milano-New
York (669,4 euro). Mentre se la partenza è fissata a Roma, per arrivare nella Grande Mela
meglio comprare il volo di sabato (744,9 euro). Anche per Dubai dipende molto dal punto
di inizio. Il giovedì, ancora una volta, appare il
giorno migliore per i viaggi da Milano (328,9
euro). Da Roma sarebbe consigliabile, secondo le statistiche del periodo di rilevamento,
acquistare il volo di venerdì (345,2 euro) o sabato (345,9). Se si vuole invece atterrare a Pechino meglio scegliere il biglietto di domenica
(dagli scali del capoluogo lombardo) o di lunedì (da quelli della Capitale). Il costo medio
per la citta cinese è rispettivamente di 564,3 e
583,3 euro.
I «picchi»
Chi avesse prenotato un volo MilanoLondra il 22 maggio avrebbe pagato
47 euro, cioè il prezzo in assoluto più
basso registrato durante l’indagine
L’importanza del mese
Nella prenotazione, secondo l’analisi dei
voli, un altro aspetto importante è il mese. E
anche qui i risultati sono molto diversi tra loro. Per esempio, considerando Milano come
scalo di partenza, bisognerebbe prenotare ad
aprile per pagare di meno i voli per Londra: si
pagano, mediamente, meno di 55 euro. Marzo
è quello più conveniente per i collegamenti
con Madrid (74,8 euro). Febbraio quello più
adatto per comprare un volo per New York
(622 euro), gennaio per Dubai (265,2) e maggio per Pechino (561,7). Più «stabilità» di risultati per quanto riguarda Roma. Acquistare a
gennaio il biglietto per Madrid, New York e
Dubai conviene di più. Aprile e maggio — come per Milano — si confermano i mesi in cui
si pagano di meno i voli per Londra e Pechino.
Gli estremi e le contraddizioni
Cifre che risaltano ancora di più se si considerano i prezzi più alti o bassi. E, soprattutto, se
poi si va a scoprire a che giorno corrispondono.
Un esempio? Chi prenotava il volo Milano-Londra il 22 maggio scorso avrebbe pagato 47 euro:
è il valore più basso registrato nel periodo di
analisi. Il 22 maggio, però, era un giovedì,
mentre il mercoledì è il giorno della settimana
con la media più bassa. Se poi si vanno a vedere
i prezzi del percorso Milano-New York le contraddizioni sono ancora più evidenti. In questo
caso il volo più conveniente si doveva comprare
il 27 febbraio (484 euro), quello meno il 23 gennaio (819 euro). Peccato che si tratti di giovedì
in entrambi i casi. A dimostrazione che nemmeno la statistica, a volte, aiuta. E, forse, la formula perfetta semplicemente non c’è.
Leonard Berberi
@leonard_berberi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
Pparra
Irisch Air Lines ads credit photo
In ssintesi
A pari
parità di punto di arrivo
(Londra, Madrid, New York,
Dubai, Pechino) partire
da Milano costa meno
che decollare da Roma
(anche 90 euro di differenza
nelle tratte lunghe).
Meglio comunque evitare
il martedì che non registra
nessun valore conveniente
per i passeggeri
Prezzo biglietto medio
Dal 23 gennaio al 3 giugno
Da Milano
Da Roma
768
680
MilanoPechino
RomaPechino
568,2
568,9
569,9
580
573,3
583,3
592,4
599,2
561,7
570,4
579,7
597,7
570 586
334 348
73 97
Londra
93 136
Madrid
Tempi liberi 27
italia: 51575551575557
New York
Dubai
Pechino
Fonte: elaborazione dati Corriere della Sera su monitoraggio attraverso skyscanner.com
nel periodo 23 gennaio 2014 – 3 giugno 2014; i valori si riferiscono alle combinazioni
migliori di prezzo (tra compagnie low cost e non solo) per le tratte indicate
America La nuova vita della città, grazie al Coachella Valley Music and Arts Festival
Le stelle amano il deserto
Rinascita di Palm Springs
L
eonardo DiCaprio ha appena preso casa qui: una villa tutta a padiglioni in vetro nel quartiere di Old
Las Palmas, dove una volta abitavano
Kirk Douglas, Lucille Ball e Katherine
Hepburn. Cinquemila metri quadri, appartenuta alla leggendaria Dinah Shore, è rimasta sul mercato per due settimane e spicci: il «lupo di Wall Street» se
l’è aggiudicata per 5,2 milioni di dollari. Ma anche Anne Hathaway sta cercando casa in zona: si è innamorata di
quella che fu di Bob Hope, in offerta a
34 milioncini (da 50), mentre Eva Mendes e Ryan Gosling sono stati avvistati a
far shopping di mobili nel sofisticato
Uptown Design District. E’ Palm Springs, in California, cittadina nel deserto a
un centinaio di miglia est di Los Angeles, per anni addormentata e ora tornata di gran moda, scrive il New York Times, grazie al Coachella Valley Music
and Arts Festival: un tempo alternativo,
oggi un must della nuova Hollywood,
che ad aprile ha trascinato in quest’angolo di mondo più di 200mila tra venti
e trentenni, e l’anno scorso ha registrato il fatturato più elevato nella storia
per una kermesse.
Palm Springs, dove il prezzo medio
di una casa, nel 2013, è salito del 10%:
quartier generale di un nuovo divismo,
low profile e supersnob, con «inquilini» che alla Cadillac sostituiscono la bicicletta vintage e vogliono trasformare
la città non nei nuovi Hamptons, ma
Star di ieri e di oggi
Leonardo DiCaprio ha
preso casa nel quartiere di Old Las Palmas
nel laboratorio di architettura e di design che era una volta. Così, vanno come
il pane le dimore in stile coloniale spagnolo delle star degli anni Venti e Trenta, come quelle tutte in vetro costruite
nei Cinquanta per Frank Sinatra e Sammy Davis, Jr. E se il Coachella della vicina Indio, collegato via navetta, è l’happening dell’anno, si moltiplicano gli
eventi radical-chicchissimi. Come il
Palm Springs International Film Festival, la Modernism Week, mostra del
design americano del Secondo Dopoguerra, i cocktail dell’Art Museum e gli
opening di gallerie d’arte (il prossimo
ad ottobre per la Yares Art Projects). Ma
Palm Springs è anche «the Dinah»: cinque giorni dedicati alla cantante che
portano in città 15mila donne gay da
tutti gli Usa.
Del boom di Palm Springs si è accorto
anche Richard Branson della Virgin, che
da poco più di un anno offre voli nonstop da New York-JFK. E se Cary Grant
era ospite fisso del favoloso El Mirador
Hotel, oggi non si può non fare tappa all’Ace Hotel and Swim Club. Altri alberghi modaioli sono Sparrows, che sembra il set di un western, lo psichedelico
Saguaro e il super-tech Arrive. Gioiellino, quest’ultimo, di Ezra Callahan di Facebook, con le stanze che si aprono via
smartphone. E ancora: il brunch più
chic si fa da Cheeky’s, sulla North Palm
Canyon Drive; il ristorante del momento
è Workshop Kitchen, nello storico quartiere di El Paseo (presto soppiantato dall’atteso Hacienda Cantina & Beach
Club); per la birretta, il cocktail e un po’
di buona musica il posto giusto è Bar
(barwastaken.com). Che una volta al
mese fa un happy hour con fotografi ed
artisti («ArtBar») di cui si parla per settimane dopo. Ma il passatempo più trendy, a Palm Springs, è comprar casa. Se
quella dell’ex presidente Gerald Ford è
andata al chief creative officer della DreamWorks Animation, Bill Damaschke,
voi potreste ancora aggiudicarvi la futuristica House of Tomorrow di Elvis Presley. Appena messa in vendita per 9,5
milioni di dollari.
Costanza Rizzacasa d’Orsogna
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Che montagne. Che laghi. Che luce!
SAB Arrivo. Ho dimenticato gli occhiali
da sole. Urge comprarli!
DOM Conferenza su Hesse. Ho provato
a scrivere anch’io, ma un incredibile
tramonto mi ha distratto.
LUN Un tuffo nel lago. Lo spettacolo
dei velisti. E la sera,
pesce al Murtaröl: incredibile!
MART Un tentativo di pittura. Poi ho
ripiegato sul Museo Segantini.
VEN Ho chiamato il capo
e ho prolungato le ferie!
MERC Jogging in Val di Fex.
GIOV ore 16, massaggio sportivo.
Nota per me: mai più jogging.
Tutta la settimana:
«Impianti di risalita inclusi».*
Un programma per vacanze a perdita d’occhio, calendario permettendo. Se cerchi altre suggestioni: www.engadin.stmoritz.ch
*Impianti di risalita inclusi dalla 2a notte in albergo.
28 Tempi liberi
Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Sapori & amori
L’ingrediente Due zuppiere valgono «solo» 350 calorie
Salati ma anche dolci
e soprattutto dietetici
I pop corn «milleusi»
Il libro
Non di solo
pane: i segreti
di un cibo
simbolo
Il suo pane quotidiano?
«Grande formato, lievitazione
naturale da pasta madre, farine
da cereali minori macinate a
pietra». È la sintesi del pane di
Davide Longoni, panificatore
artigiano brianzolo diventato
maestro nel recupero delle
tecniche di lavorazione antiche.
«Grande formato perché —
spiega — il pane è un alimento
da condividere, e anche perché
quello grande è un pane che
dura, conservando i profumi e i
sapori del grano anche dopo
diversi giorni». Figlio di una
famiglia di panificatori di Carate
Brianza, dopo la laurea in
Lettere, Davide aveva iniziato a
lavorare in un’agenzia di
fotogiornalismo. Fu la scoperta
di un pane diverso da quello di
suo padre (e da tutti quelli che
aveva finora visto o mangiato),
in un ristorante milanese agli
inizi degli anni Duemila, a
rivelargli la sua strada. Molto
più di un mestiere, piuttosto
una relazione sensoriale con un
alimento simbolico che non a
caso — nota — ha la stessa
radice della parola «padre», dal
sanscrito «pa» che significa
protezione e nutrimento. Ecco
perché il suo ultimo libro,Il
senso di Davide per la farina
(Ponte delle Grazie, 132 pp., 13
euro), è molto più di un
manuale di ricette a base di
acqua, farina e lieviti. Tre
ingredienti che per caso —
sottolinea Davide — l’uomo
fece incontrare. Ingrediente
magico di Longoni è la pasta
madre, quella che conferiva al
pane provato a Milano
(prodotto da Eugenio Pol, «uno
strano signore che viveva
ritirato in Valsesia») profumo
inebriante, il giusto sapore
acido e una crosta croccante e
dorata. Oltre alla storia, alle
leggende e alle esperienze
sensoriali, il libro di Longoni
offre spunti su come creare e
gestire la pasta madre. E,
naturalmente, ricette. Non di
solo pane.
Caterina Ruggi d’Aragona
© RIPRODUZIONE RISERVATA
D
i solito la reazione è di
facce inorridite se non
disgustate. «Mangi
popcorn?». La risposta
parte ormai in automatico: «Pensateci: no
grassi, no lievito, no
uova, no farina...». Per
la gioia di intolleranti a
molto, celiaci (soprattutto) compresi, e non solo. Tant’è che negli States
hanno cominciato a sostituirlo ai carboidrati (pane
e pasta) nelle diete: 350 calorie per 100 grammi di
mais, vale a dire più di due zuppiere stracolme
quando è soffiato! Dunque per una fondina di popcorn sono sufficienti 20 grammi, cioè 70 calorie
contro le 300 di un piatto di spaghetti o le 120 di
una rosetta «vuota». Stesse considerazioni per le
versioni dolci. Perché è indubbio: non-ci-sonopiù-i-pop-corn-di-una-volta, e per fortuna. Le
nuove tecniche di cottura, dal microonde, alle pentole, ma anche i condimenti (il sale ma pure il rosmarino o una spolverata di parmigiano, lo zucchero ma perché non la cannella o il limone? E poi il
peperoncino o il cioccolato in polvere o il curry) lo
hanno «elevato» a cibo politicamente corretto.
Naturalmente ognuno è libero poi di tornare all’antico e affogarlo nel burro, ma questa sarebbe la
solita storia che comunque non è la sua: tracce del
mais da pop corn, risalenti al 4.700 a.c, sono state
rinvenute nell’attuale regione del Messico e del Perù. Fra le certezze quella che per gli Atzechi il «pop
corn» era un alimento fondamentale e anche un ornamento «prezioso»: di mais soffiato erano inondate le cerimonie religiose. I coloni inglesi lo scoprirono e lo importarono in Europa. E nel 1893 tal
Charles Cretors mostrò in pubblico, alla fiera di
Chicago la prima macchina (a vapore) per preparare i popcorn partendo dal principio che il chicco è
una pentola a pressione in miniatura che scoppia
con il calore.
Nel periodo della grande depressione del ‘900, il
pop corn acquisì un tale valore commerciale che il
suo consumo, nella Seconda guerra mondiale, aumentò del 300% danneggiando notevolmente l’industria dolciaria. Poi si assestò e ci furono anche
anni «bui» per poi ritornare come compagno fedele
di cinema. E non solo. Famosa la foto di Barack
Obama che nel 2012 in campagna elettorale acquistava e offriva pop corn ai giornalisti al seguito.
Raccontava qualche anno fa al Corriere il romanziere noir texano Joe Lansdale che i suoi romanzi nascevano sotto l’effetto di secchiate di mais soffiato.
In Italia a un Ligabue che si inebria di «Lambrusco e
pop corn», seguono la querelle Renzi-D’Alema: il
primo ha dichiarato una volta che avrebbe assistito
a un intervento del secondo mangiando pop corn;
il secondo ha risposto facendogli capire di stare attento piuttosto perché forse è per questo che «sta
La lunghissima storia del
mais e di una invenzione
(molto speciale) fatta dagli
Aztechi e importata in
Europa dai coloni. Adesso
si mangia con parmigiano,
cannella, curry o limone
La felpa
Mr. Gugu & Miss Go
fanno felpe che arrivano dalla Polonia. Una,
appunto, è dedicata ai
popcorn, cibo junk per
eccellenza (sopra). Ma
il food (sempre junk)
piace anche ad altri
grandi della moda: da
Moschino a Frankie
Morello! In molte delle
loro collezioni compaiono pezzi dedicati a
uno dei cibi più amati
da grandi e bambini
Racconti di cucina
di Angela Frenda
Le mezze
maniche
rigate condite
con il cacio
e il pepe
F
ingrassando». Non sapendo, D’Alema, che anzi si
dimagrisce con il mais scoppiato (traduzione letterale). Così anche parlò la Federazione medico sportiva italiana, giustappunto nel novembre scorso.
In più una ricerca dell’American Chemical Society, presentata un paio di anni fa, ha ufficialmente
riabilitato «scientificamente» il pop-corn definendolo «uno degli snack più salutari in circolazione»,
così si è espresso il dottor Joe Vinson (Università di
Scranton, Pennsylvania) che era a capo dello studio
e che, soprattutto, si occupa da una vita di cibi nazionalpopolari. Il motivo? A parte il discorso sulle
calorie che aumentano proporzionalmente secondo la cottura e il condimento, il pop corn è ricco di
un concentrato di polifenoli, ovvero di antiossidanti naturali importanti per contrastare l’invecchiamento cellulare, molto più della frutta e dei vegetali più consumati: 100 grammi del primo ne
contengono ben 300 microgrammi, contro i 150
mg dei secondi per lo stesso quantitativo.
Dunque non ci si stupisca più davanti all’amico/
a che s’abbuffa di un «sano e salutare» sacchetto di
pop corn. E se negli States e in Sud America non è
così difficile trovare catene specializzate (Garrett
Pop Corn la numero uno) che vendono al momento
più varianti ma anche confezioni regalo/anniversario (Natale, compleanni, nascite e matrimonio) in
Francia, il business, ovviamente, è diventato chic.
Due ragazze, Helene Petit e Christel Leflaive, e una
blogger culinaria, già finalista al Master chef 2011,
Nathalie Nguyen, hanno aperto la catena di bar
«My Crazy Pop» che definire sofisticata è poco: sacchettini come gioielli d’alta pasticcerie e grazie a
una cottura super light le tre donzelle hanno ridotto a 22 l’apporto calorico per 100 grammi. Altro che
orrore o disgusto!
are il cacio e pepe non richiede
alcuna visibilità. Questa ricetta
ha un solo insostituibile punto
fermo: per farla serve un pecorino
buonissimo, perché i puristi
aborrono il parmigiano. Al
massimo è consentito usare il
pecorino sardo al posto di quello
romano. Altra concessione
ammessa, quella per il favoloso
pecorino abruzzese. Punto e basta.
Anche perché cacio e pepe nasce
come piatto povero dei pastori che
migravano da una zona all’altra e si
portavano dietro provviste che si
mantenevano a lungo, come la
pasta o il pecorino. Piatto della
tradizione romana, ma anche in
Sicilia se ne faceva largo uso. Nella
nuova videoricetta di Racconti di
cucina di oggi vi spiego come si fa
il cacio e pepe.
Ingredienti: 400 grammi di pasta;
200 grammi di pecorino romano
La ricetta
La semplicità nella preparazione di un gustoso piatto di popcorn
è disarmante. Sono sufficienti 25 grammi di chicchi di mais ad hoc
per una porzione più che abbondante. Un filo d’olio di semi. Sale
o zucchero a piacere. Cottura microonde: la più comoda, oggi, ma
molti dissentono. Chiudere i 25 grammi dentro a un sacchetto di carta
(se non lo avete va bene un recipiente di vetro chiuso da un altro
o da un piatto) e azionare il forno alla massima potenza per tre minuti.
Attenzione che il sacchetto sia chiuso
e a non esagerare nelle dosi.
Cottura in padella: versare un filo
d’olio, ma proprio un filo, versare
i chicchi, coprire con un coperchio
e aspettare di sentirli
scoppiettare. Attenzione
a lasciare fuoriuscire il vapore,
altrimenti i popcorn
diventeranno gommosi
e immangiabili
Persino chic
Nathalie Nguyen, 25 anni,
finalista Master Chef
Francia nel 2011 e blogger
culinaria», è entrata
in «My crazy pop», un
pop-corn-bar parigino
portando un tocco scic. In
Usa la catena storica si
chiama «Garrett Pop Corn»
Paola Pollo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le fasi di
preparazione
delle
mezze
maniche
condite
con il cacio e pepe
(Foto
Claudia
Ferri)
grattugiato; pepe nero macinato,
olio extravergine d’oliva; sale.
Procedimento: cuocere la pasta in
acqua salata nella quale è stato
versato un cucchiaio di olio di oliva
e nel frattempo versare in una
ciotolina di vetro o di alluminio il
pecorino romano e il pepe nero.
Alzare la pasta al dente (non
scolatela, altrimenti perde tutta
l’acqua di cottura) calcolando
almeno 2 minuti prima della fine
cottura, versarla nella ciotola con la
miscela di pecorino e condirla per
bene aggiungendo due mestoli di
acqua di cottura per fare in modo
che tutto si amalgami per bene.
Potete anche mescolare pecorino e
pepe nero in una padella grande
dove poi scolerete la pasta e
amalgamare tutto «a freddo».
Mescolare e servire
immediatamente altrimenti la
pasta si raffredda e il formaggio si
raggruma tutto.
Il risultato dovrebbe essere quello
di avere la tanto decantata
«cremina delicata» con la quale
condire poi la pasta. Attenzione: nei
ristoranti si trovano ormai quasi
sempre i tonnarelli cacio e pepe. Ma
secondo i puristi la pasta migliore
per fare il cacio e pepe è quella della
tradizione, in primis gli spaghetti.
Attenzione, c’è chi sostiene che
nella ricetta non ci va l’olio. Anche
in questa ricetta non c’è olio per la
preparazione della cremina ma
semplicemente in aggiunta
all’acqua di cottura per evitare che
la pasta si attacchi. Nonostante
questo, pare che da «Felice a
Testaccio», decantata trattoria
romana, si utilizzi l’olio di oliva per
mantecare il cacio e il pepe.
@angelafrenda
© RIPRODUZIONE RISERVATA
cucina.corriere.it
Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
Tempi liberi 29
italia: 51575551575557
Varianti
1
Ceste stracolme di confezioni di pop corn già pronti.
Il mais soffiato è proposto, negli States e in alcuno
Paesi del Sud America, anche in matrimoni e battesimi
al posto dei confetti
SALE
E ROSMARINO
Ingredienti
150 gr di mais da pop corn;
un pugnetto di sale mescolato
a qualche ramo di rosmarino.
Preparazione
Cuocete il mais nel microone
(tre minuti al massimo)
o in una padella (un filo di
arachide) coperta. Una volta
pronti e ancora caldi cospargeteli del sale e rosmarino
1
2
CIOCCOLATO
BIANCO O NERO
#Foodstagram
di Corinna
De Cesare
Le ricette
per rilanciare
il «grillino»
grano saraceno
Ingredienti
150 gr di mais da pop corn,
100 gr di cioccolato bianco
100 gr fondente
Un «modello»
di carretto
per i pop corn
da fiera di Paese.
Ma ci sono
anche privati
che amano averlo
a casa o quanto meno
affittarlo per le feste
in giardino
Preparazione
Cuocete come sopra. Intanto a
bagno maria sciogliete con un
po’ d’acqua e in due pentolini
diversi il cioccolato bianco e
quello nero. Una volta pronti i
pop corn divideteli in due ciotole
e versate sopra in una il
cioccolato bianco e nell’altra il
fondente. Riversare i pop corn
su di un piano ricoperto di carta
da forno e lasciarli raffreddare.
Servire con una spruzzata di
zucchero a velo
2
3
CLASSIC
«AL CARAMELLO»
Ingredienti
150 gr di mais da pop corn,
100 gr di zucchero
3
Preparazione
Cuocete come sopra il mais.
Intanto sciogliete lo zucchero a
bagno maria. Quando i pop corn
sono pronti versare dolcemente
il caramello
Il personaggio
Barber, lo chef (sostenibile) scelto da Obama per Michelle
I
n un sabato sera di fine marzo
del 2009 Barack Obama, entrato
alla Casa Bianca da poco più di
due mesi, invitò la first lady
Michelle a New York per una cena
ro m a n t i ca e u n o s p e t ta co l o
teatrale. «Porto mia moglie a New
York City», spiegò all’epoca.
«Durante la campagna elettorale le
avevo promesso che la avrei
accompagnata a Broadway, quanto
tutto sarebbe finito». Per la cena, il
presidente americano, alla prima
visita ufficiale in città, scelse Blue
Hill, un intimo quanto rinomato
ristorante del West Village, dove
non c’è un menù tradizionale ma
un tasting giornaliero del raccolto
del giorno. Tutte le materie prime
sono coltivate o allevate nella
fattoria dello chef Dan Barber a
Pocantico Hills, a 40 km a nord di
Manhattan dove sorge Stone Barns,
un centro per il cibo e
senso di responsabilità per la
l’agricoltura che promuove
terra», spiega. Definito dal
l’agricoltura sostenibile.
Wall Street Journal una
Proprio a Stone Barns, lo
«fonte profonda di
chef — insieme al fratello
entusiasmo e di intelletto»,
David e alla cognata Laureen
Barber crede che il cibo che
— ha avviato un secondo
mangiamo influisca non
Blue Hill, che oltre a piatti
solo sulla salute, bensì sulla
ricercati offre ai propri
nostra cultura e
c l i e n t i u n’ e s p e r i e n z a
sull’ambiente circostante. Su
completa nella fattoria.
questa formula ha costruito
«Si può passare il
un impero, che va ben oltre i
pomeriggio camminando
suoi ristoranti, sempre pieni
n e i ca m p i o a n d a n d o a
nonostante i prezzi altissimi
lezione, e poi fermarsi a cena
(si parte da 78 dollari a pasto
al ristorante», racconta al All’estero Sedicimila le tonnellate esportate nel 2013 in città e si supera i 200 a
Corriere della Sera Dan
Stone Barns): scrive saggi
Barber, che ha 44 anni ed è una Per il nome dei propri ristoranti, sulle politiche agricole, è autore di
delle voci più vitali e innovative nel Barber si è ispirato alla fattoria di editoriali per il New York Times,
panorama culinario americano. famiglia — Blue Hill Farm, appunto prende parte alle conferenze Ted
«La mia speranza è che i clienti non — nel Berkshires, dove da bambino parlando di pesca sostenibile ed è
pensino solo al cibo nei piatti, ma passava le estati fra i campi. «Lì ho persino entrato a far parte del
che vedano la storia che c’è dietro». silenziosamente sviluppato un Council on Fitness, Sports and
Nutrition, tanto caro ad Obama.
Suo il libro The Third Plate: Field
Notes on the Future of Food, uscito
in Italia (per ora in inglese) il 20
maggio. Dopo l’apertura nel 2000
del primo Blue Hill al West Village
Barber è divenuto una celebrità.
Nel 2002 è stato nominato fra i
migliori chef emergenti da Food
and Wine Magazine e nel 2009
Time lo ha inserito fra le cento
persone più influenti al mondo.
Ma cosa lo rende così speciale? «A
Blue Hill il menù è in continua
evoluzione e segue il raccolto della
fattoria, però si trovano sempre
uova fresche e verdure di
stagione», spiega Barber. Il cui
piatto preferito, confessa candido,
«è la pasta al pomodoro».
Andrea Marinelli
@andreamarinelli
© RIPRODUZI
Ha suscitato battute e
umorismi sui social network ed
è stato senza ombra di dubbio
l’alimento più citato di tutta la
settimana. Sarà dedicata al
grano saraceno la gallery di
Foodstagram, la rubrica del
canale Cucina di Corriere.it in
cui raccogliamo ogni week end
le fotoricette dei lettori. Questa
volta sarà “in onore” dei
deputati (grillini ma non solo)
che hanno pensato bene di
presentare una proposta di
legge per difendere il made in
italy denunciando la
contraffazione dei prodotti
agroalimentari e scagliandosi
anche contro «l’importazione di
grano saraceno» per produrre
pasta italiana.
Coltivato al fresco delle Alpi e
usato per lo più per pizzoccheri
e polenta taragna, la
community di Foodstagram si è
subito messa all’opera per una
nobile missione: rilanciare
l’italiano grano saraceno con
ricette ad hoc. Come la
coloratissima crostata con
confetture di fragole di Elisa Di
Rienzo, fatta mescolando 200
gr di farina 00 e 150 gr di farina
di grano saraceno. Danja
Giacomin ha proposto Spatzln
(gnocchetti) di grano saraceno
con ragù di asparagi e gamberi.
Per vedere la vostra ricetta sul
sito web del Corriere, basta
inviare una mail
([email protected]) o
condividere tutto sui social
usando l’hashtag
#fotoincucina
corinnadecesare
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30 Tempi liberi
Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Sapori & amori
Scorribande Il tesoro (nascosto) di 5.000 piante dai nomi misteriosi e dal sapore speciale. Ecco come mangiarle
In buca
Orecchie di pecora e streghe
La festa delle erbe selvatiche
di Marco Dal Fior
La bici da golf
Così le buche
diventano
meno dure
di ROBERTO PERRONE
Il golfista medio ama la natura.
Se così non fosse preferirebbe,
probabilmente, altre attività alle
camminate nel verde che le 18
buche classiche comportano. Si
tratta, passo più, passo meno,
di quasi 10 chilometri a piedi e
4/5 ore da sottrarre al lavoro,
agli impegni o agli affetti. Per
ovviare all’inconveniente c’è chi
utilizza il car, la macchinina
elettrica, e ora anche la bici da
golf, ideata da Monsterbobike,
azienda veneta specializzata in
bici «sartoriali»: porta sacca e
motorino elettrico per ridurre la
fatica della pedalata,
soprattutto nelle buche in
salita. La batteria al litio
assicura 60 km di autonomia, le
ruote sono studiate per non
rovinare l’erba dei fairways.
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Gli indirizzi
U
na lunga fila
di persone
segue Meret
Bissegger
lungo le
strade del
Roero, da
Alba a Scap a ro n e ( o
Scaparoni),
con lo sguardo perso nei prati, a tentare di individuare le erbe più utili e
sfiziose da usare in cucina. Ho visto
anche questo a Urtica 2014 «festa
dell’uomo e delle piante spontanee
commestibili», la manifestazione
agri-culturale che ha portato centinaia di persone nella comunità agricola Casa Scaparone, che ha organizzato questo evento (con Substantia.it) come una sorta di educational
su nuove coltivazioni e ricette provenienti dal mondo delle erbe spontanee commestibili. La cucina è anche
questo, è riscoperta di quello che
spesso abbiamo accanto, che cresce
vicino a noi e di cui ignoriamo quasi
sempre l’esistenza e del tutto le possibilità che può offrire in cucina (oltre che, in questo caso, nella medicina, cosmesi etc). «La mia cucina con
le piante selvatiche» è il libro, con
130 ricette ottenute da una sessanti-
na di piante spontanee, scritto dalla
svizzera Meret Bissegger. La sua passeggiata —spiegazione è stata una
rivelazione per molti. La ricchezza di
piante aromatiche in Italia è inversamente proporzionale al suo utilizzo:
il 70 per cento del fabbisogno nazionale viene dall’estero. È proprio vero
che l’erba del vicino è sempre più
verde.
Negli ultimi anni è aumentata la
necessità di trovare un’armonia tra
piante, terra e uomo, come quella
promossa dall’Associazione Substantia che propone «metodi di coltivazione che escludono l’uso di concimi chimici e trattamenti di sintesi
ed evitano il più possibile l’apporto
esterno di materiale organico, rispettando la pianta come organismo vivente inserito in un sistema di relazioni più vasto con il territorio». C’è
tutto un mondo intorno a noi, con il
quale relazionarci, da scoprire, da
curare. In Piemonte, come testimonia Giacomo Giamello nel suo Erbario Piemontese, esistono circa 5.000
piante quasi tutte con nomi particolari derivati dalla grande saggezza
popolare, dall’osservazione dello
scorrere delle stagioni, dall’aspetto,
dalla cultura. Ci sono le erbe definite
per epoca di fruttificazione («fragola
che matura a maggio»); per epoca di
fioritura («il fiore di Pasqua»; la somiglianza con gli animali («orecchie
di pecora»); per un presunto rapporto con il clero («cappello del prete»);
per l’uso scaramantico (erba strega);
per il possibile rapporto con gli dei
dell’Olimpo (barba di Giove). Tutto
questo a testimonianza di quello che
scrive Cristina Marello: «Le ricette tipiche legate a piante spesso conosciute solo con il loro nome dialettale, sono espressione della nostra tradizione contadina e della nostra cultura rurale. Ma non solo, la
tradizione popolare ci rimanda una
pluralità di usi che andavano dalla
gastronomia, all’arte tintoria, alla fitoterapia domestica, alla pulizia e
igiene della casa e delle persone».
Ma passeggiare, anche poco, fa venire appetito. Allora si può approfittare di questa sorta di «erba watching” per una sosta ritemprante in
uno dei posti del nostro elenco oppure puntare direttamente a casa
Scaparone, il centro di questa avventura alla ricerca dell’erba perduta, ma
non solo. Questa azienda agricola e
agrituristica sulle colline del Roero, a
pochi minuti dal centro di Alba, ha
una storia che risale al Quattrocento.
Da allora fino al 1950 è appartenuta
alla famiglia Scaparone. Quindi è stata abbandonata, per poi rinascere nel
1999, grazie alla passione dei nuovi
proprietari. Non solo erbe, dunque,
ma anche produzione biologica di
vino, confetture, conserve, mentre,
in tempi più recenti, ci si è dedicati
anche alle coltivazioni alla macinazione a pietra e trasformazione dei
propri cereali, creando la prima linea
piemontese di pasta e grissini derivati da grano non modificato.
Anna Kassi, cuoca di casa Scaparone, ci regala un menu vegetariano,
uno vegano (per chi ama il genere)
ma anche una carta con prodotti tipici e legati al territorio e alle stagioni.
Ma ora siamo qui per le erbe e quindi
ecco lo squisito risotto d’orzo alle ortiche (qui accanto come prepararlo)
e, su ricetta di Marco Bo, l’orzotto alle
ortiche ed erba cipollina. Perché anche noi carnivori abbiamo bisogno
di questi momenti. Via, anche l’erba,
in fondo, vuole la sua parte.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La ricetta
Risotto d’orzo perlato alle ortiche
di Anna Kassi *
Ingredienti: 300 g orzo perlato; 200 g foglie fresche di ortiche; ½ bicchiere
di bianco Arnèis; mezza cipolla; 5-600 ml brodo vegetale biologico; 3 c olio
extravergine di oliva biologico; erba cipollina; qb sale marino integrale fino.
Preparazione: lavare l’orzo perlato. In una pentola soffriggere cipolla con
olio e un po’ d’acqua. Aggiungere l’orzo perlato e irrorare con un po’ di vino
bianco Arnèis. Aggiungere il brodo vegetale: coprire e far cuocere per circa
15’. Aggiungere a poco a poco il brodo vegetale; quantità di brodo doppia di
quella dell’orzo. Lavate le ortiche sbollentatele in acqua calda per poco tempo,
così da conservare colore e potere nutritivo. In un’altra pentola aggiungere un
po’ di olio e cuocere per 10’ le ortiche sbollentate, avendo cura, estraendole, di
non asciugarle, portando quindi con esse un po’ d’acqua della precedente
pentola. Dopo questa cottura spostare l’intero contenuto della pentola in un
bicchiere grande e frullate con il mini pimer. Aggiungere le ortiche frullate all’orzo quasi pronto, negli ultimi 5 minuti di cottura. Aggiustare di sale, se necessario.
Servire il tutto con un filo di olio crudo e, eventualmente, erba cipollina a
piacere.
•*Chef di Casa Scaparone
1) Agriturismo
Casa Scaparone
(nella foto la chef
Anna Kassi)
Località
Scaparone,
Alba
Tel. 017333946
2) Trattoria
osteria
La Piola
Piazza
Risorgimento, 4
Alba (Cn)
Tel. 0173442800
3) Azienda
agrituristica
Cascina Abate
Strada per
Guarene, 36
Fraz. Mussotto
Alba (Cn)
Tel. 0173366879
4) Azienda
agrituristica
Cascina Vrona
Frazione
Sant’Anna, 6
Monteu Roero
Tel. 017390629
5) Ristorante
Enoclub
Caffè Umberto
P.zza Savona, 4
Alba (Cn)
Tel. 017333994
6) Ristorante
All’Enoteca
Via Roma, 57
Canale (Cn)
Tel. 017395857
7) Trattoria
osteria Le case
della Saracca
Via Cavour, 5
Monforte d’Alba
(Cuneo)
Tel. 0173789222
8) Ristorante
Pronto Pizza
nell’Arte
Via Alba Narzole,
6 ter Diano
d’Alba (Cuneo)
Tel. 0173262388
9) Ristorante
Belavista
Fraz. Madonna
dei Cavalli, 25
Castellinaldo
(Cuneo)
Tel- 017398146
10) Ristorante
Al Castello
Via Castello, 5
Grinzane Cavour
(Cuneo)
Tel. 0173262172
Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
Tempi liberi 31
italia: 51575551575557
Sapori & amori
Nel bicchiere Il nuovo riconoscimento ai ragazzi ex tossicodipendenti diventati vignaioli
Arte & Co
di Stefano Bucci
Rosso
Venti cuochi
a tavola
con Pontormo
tra arte e cibo
A sinistra
la cantina
di San
Patrignano. A
destra
alcuni
ragazzi
nella
vigna
Salvati (anche) dal vino
E la cantina-laboratorio
cominciò a vincere
di LUCIANO FERRARO
«L’
ho tenuto lontano
dall’oppio, dalla cocaina e dal cattivo
vino di ogni tipo».
Una splendente Michelle Pfeiffer riassume così, nel film «Chéri» di Stephen Frears, l’educazione impartita al figlio affidatole da un’amica. Frase perfetta per i ragazzi di
San Patrignano. Che nella comunità più
grande d’Europa rinascono lontani dalle
droghe e, da qualche anno, vicini a uno dei
migliori Sangiovese di Romagna.
L’ultimo riconoscimento è arrivato dal
presidente Giorgio Napolitano. «Raccontare
il vino è raccontare la storia di persone che
hanno cambiato in meglio, come i ragazzi di
San Patrignano, a cui va il mio plauso». È il
messaggio del capo dello Stato al mondo del
vino italiano che per quattro giorni si è dato
appuntamento tra colline e bottiglie della
comunità, sotto la guida de presidente di
Assoenologi Riccardo Cotarella. Il congresso
degli enologi è stato anche un attestato di
lode a una cantina nata come un laboratorio
di speranze per il riscatto per ragazzi. E diventata un panzer biodinamico, 110 ettari,
mezzo milione di bottiglie. Fino a conquistare, nel 2002, l’Oscar del vino assegnato
dai sommelier italiani.
Il fantasma del fondatore della comunità
riminese, Vincenzo Muccioli, non aleggia
più su questi campi in cui arrivano le brezze
adriatiche. La salma è stata portata a Rimini.
Il figlio Andrea ha lasciato. Ora sono Letizia
Moratti con il marito Gianmarco a vegliare
sulla comunità. L’ex sindaco di Milano incontrò Muccioli alla fine degli anni Settanta.
Le cambiò la vita con una domanda: «Credi
davvero che un ragazzino di 12 anni possa
drogarsi per scelta?». Da allora Letizia Moratti ha trasformato Sanpa nella sua seconda
casa. E ha visto nascere uno ad uno gli 11 vini tra i quali svetta il Sangiovese di Romagna Riserva Avi. Avi come A Vincenzo. Un
rosso deciso, con i suoi odori di amarena e
viola e il gusto intenso.
«Se riesci in vigna, riesci nella vita», ripeteva Muccioli, morto nel 1995. La sua prima
ospite si chiamava Betty, era il 31 ottobre
1979, c’era un’aria di desolazione, allora.
Dopo Betty tanti altri, più di 20 mila. «Per
quasi tutti i suoi ragazzi, che si sono salvati,
Muccioli è stato un redentore; per qualcuno
un despota», ha scritto Enzo Biagi, ricordando i processi sulle regole (e le catene)
della comunità. Finita l’era della polemiche,
resta un mondo vitale.
I primi veri passi enologici risalgono al
1992, quando Andrea Muccioli pensò che
non si doveva più sprecare l’uva per il vino
mediocre, che quel Sangiovese di collina
poteva decollare. Anche grazie a Cotarella,
che di San Patrignano è diventato l’enologo
(gratis). «Con i ragazzi - assicura - ci capiamo anche senza guardarci: potrebbero fare
il vino meglio di tanti enologi affermati e io
potrei aiutarli per telefono, talmente siamo
in sintonia». I vigneti sono a Coriano, ad
una altezza che raggiunge i 250 metri. Il terreno è calcareo-argilloso. Le uve vengono
raccolte e selezionate a mano.
«San Patrignano è nato attorno a un vigneto», è il racconto di Roberto Dragoni,
l’agronomo. Le foto in bianco e nero delle
prime vendemmie, con più attenzione alla
festa che all’uva da portare in cantina. Quindi il progetto a tavolino, i primi 60 ettari, la
cantina con mille e più botti di varia grandezza, la convinzione di valorizzare la terra
di Romagna. Il 45% delle viti è di Sangiovese, il 20% di uve a bacca bianca, poi Cabernet
Franc e Sauvignon. Con Chardonnay e Pinot
nero si produce da qualche anno anche un
spumante Metodo classico. Le etichette sono, oltre all’Avi, - Aulente Bianco e Rosso,
Vie, Noi, Montepirolo, Avi, Ora, Start e Avenir, ‘Ino e Paratino. Quest’ultimo viene dalla
Maremma, da un terreno che un generale in
pensione regalò alla comunità. A Cecina,
nel 2003, sono stati piantati 6,2 ettari di Cabernet Franc, Petit Verdot e Cabernet Sauvignon.
Sei bottiglie su 10 vengono vendute in
Italia, le altre in tutta Europa, negli Stati
Uniti, in Giappone. Ora San Patrignano è un
centro florido, ha grandi finanziatori, si allevano cavalli da corsa, si producono mobili
di design con l’aiuto di 38 architetti (da Pomodoro a Liebenskid) riutilizzando le vec-
Festa a Vico
Sold out la cena di beneficenza dei grandi chef
Domenica i piatti delle promesse in centro
Apre con le giovani promesse della cucina nelle vie del
centro (domenica ore 20.30,) Festa a Vico, la kermesse
ideata dallo chef Gennarino Esposito per sostenere un
nuovo reparto neonatale all’Ospedale Santobono di Napoli.
Tutto esaurito per la cena di lunedì con i grandi chef
(Berton, Bottura, Bracali, Cannavacciuolo, Cedroni, Cerea,
Cuttaia, Oldani, Di Costanzo, Guida, Piccini, Pisani,
Romito, Niederkofler, Tassa, Torii, Scabin, Uliassi,
Esposito). Martedì Notte delle stelle allo stabilimento
balneare Bikini di Vico Equense. Chiudono lo Street food
(Marina di Seiano, ore 20) e il concerto di Davide Bollani
(Le Axidie Resort, merc. ore 22).
C.R.d’A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Talenti Gennarino Esposito, chef stellato e ideatore della kermesse
La comunità di San
Patrignano sede per
quattro giorni degli
«stati generali» degli
enologi italiani
chie botti. Sugli spiazzi fangosi dei primi
anni, San Patrignano è diventato un paese:
1.300 «abitanti», intere famiglie con 70
bambini, e un esercito di più di 400 tra operatori e consulenti. Sono 50 i ragazzi, restano in media 4 anni, fino all’ultimazione del
percorso di reinserimento (come nelle altre
attività del centro, più di 50). Tenuti, per
dirla con Michelle Pfeiffer, «lontano dall’oppio, dalla cocaina e dal cattivo vino di
ogni tipo».
(divini.corriere.it)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Venti chef eccellenti tutti a tavola
con il Pontormo: una mostra di
successo come quella di Palazzo
Strozzi a Firenze (Pontormo e
Rosso. Divergenti via della
“maniera”, fino al 20 luglio) che
diventa «pretesto» per la
riscoperta di un modo (antico) di
cucinare. Il merito sta nel
puntiglioso diario (menù
compresi) del Pontormo. Ludovica
Sebregondi (curatrice scientifica
della Fondazione Palazzo Strozzi)
e Annamaria Tossani (giornalista
enogastronomica) sono partite da
questi appunti d’artista per
mettere a confronto classicità e
grande cucina. Una sfida
affascinante diventata anche un
libro (ed. Maschietto) che sarà
presentato lunedi 9 giugno (alle
17) al primo piano del Mercato
centrale di Firenze, altro classico
della gastronomia fiorentina.
32 Tempi liberi
Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Tecnologie raccontate
1978
1998
2006
2018
2014
Il bianco e nero
Arriva il colore
La novità del plasma
L’alta definizione
L’Ultra Hd
Tecnologia Oled
Un televisore bianco e nero della
UndaRadio in vendita in Italia nel
1953. Il primo campionato mondiale
di calcio ad essere trasmesso in tv fu
quello del 1954 in Svizzera. Proprio
quell’anno, il 3 gennaio, erano
iniziate regolari trasmissioni tv in
Italia per opera della Rai. Il modello di
tv in bianco e nero dell’epoca aveva
625 linee alla frequenza di 25hz
Nell’immagine qui sotto, un
modello di tv a colori in vendita
in Italia nel 1976. Il primo Mondiale
di calcio trasmesso in Italia
a colori coincise con quello in
Argentina del 1978, dato che le
prime trasmissioni regolari erano
cominciate nel 1977. In quel
periodo si utilizzava il sistema
Pal a 625 linee
Un televisore al plasma della
giapponese Pioneer, che fu la prima
marca a commercializzare un
televisore a colori al plasma nel
mondo nel 1997, anche se fu la
giapponese Fujitsu a realizzare il
primo esemplare di tv a colori al
plasma nel 1992. Il primo Mondiale
di calcio visibile con un plasma in
Italia fu quello del 1998 in Francia
Un modello di tv lcd della Lg del 2002,
anno del mondiale di calcio in Giappone
e Corea del Sud. Questo tipo di schermo
era già ad alta definizione, superiore
alle 625 linee tradizionali (per la
precisione in questo caso avevamo un
tv che si sarebbe detto hd ready con
1280 linee per 768). Il primo mondiale
trasmesso in Italia in alta definizione fu
però quello di Germania del 2006
Il Samsung HU8500, il primo tv
Ultra Hd Lcd curvo al mondo. Un tv
Ultra Hd gode di una definizione 4
volte superiore a un tv full Hd.
Alcune partite del Mondiale 2014 in
Brasile verranno riprese in Ultra Hd,
ma a parte delle visioni per alcuni
esperti del settore, forse solo in
Giappone verranno trasmesse in
diretta
Un tv Oled Ultra Hd di Lg per i
Mondiali del 2018. Oled è l’acronimo
di Organic Light Emitting Diode
ovvero diodo organico a emissione di
luce. La tecnologia Oled permette di
realizzare display a colori che
emettono luce propria: a differenza
dei display a cristalli liquidi, non
richiedono componenti aggiuntivi
per essere illuminati
In Svizzera Il gol di Puskas
nella finale del Campionato del
mondo di calcio fra Germania
Ovest e Ungheria giocata a Berna
il 4 luglio del 1954. Vinsero i tedeschi
per 3 a 2
In Argentina È l’Argentina a
vincere i mondiali del ’78 battendo
per 3 a 1 l’Olanda in finale il 25
giugno. L’Italia nella finale per il
terzo posto si arrende al Brasile per
2 a 1. Nella foto il gol di Dirceu
In Francia È la Francia a organizzare i
mondiali del 1998 ed è la Francia a
vincerli battendo 3 a 0 il Brasile. L’Italia
si era fermata ai Quarti, battuta proprio
dai francesi per 4 a 3 dopo i calci di
rigore. Nella foto il rigore di Baggio
In Germania Cannavaro alza la coppa
dei Campioni del mondo. La partita è
quella memorabile giocata a Berlino il 9
luglio 2006. Ancora Italia e Francia, ma
questa volta a uscire vincitrice per 5-3,
dopo i rigori, è la formazione di Lippi
In Brasile Il logo dei mondiali di
calcio che dal 12 giugno al 13 luglio
si giocheranno in Brasile. L’esordio in
campo della nazionale italiana sarà
sabato 14 giugno, contro la
formazione dell’Inghilterra
In Russia Il 2 dicembre 2010, nella
sede principale della FIFA a Zurigo, è
stato deciso che l’edizione del 2018
della Coppa del mondo FIFA si
giocherà in Russia mentre quella del
2022 sarà ospitata dal Qatar
Vita Digitale
Mondiali di calcio Il campionato coincide, per tradizione, con l’acquisto di un nuovo apparecchio: ecco il meglio del mercato
Curva, a piramide, Ultra Hd
La tv per tifosi da salotto
di Federico
Cella
Trent’anni
di Tetris,
il gioco
del disgelo
Tetris oggi compie 30 anni,
una carriera che difficilmente
qualche altro videogioco
potrà mai eguagliare. A
cavallo tra ’80 e ’90
praticamente ogni essere
umano sulla Terra aveva
provato almeno una volta il
gioco che veniva dall’Unione
Sovietica. Le copie ufficiali
vendute sono oltre 170
milioni, incalcolabili le versioni
«free» del gioco circolate dal
6 giugno 1984, giorno in cui
Alexey Pajitnov lo fece
emergere dai laboratori
dell’Accademia delle Scienze
sovietica. Il disgelo tra i due
blocchi ancora non era
iniziato e i «tetramini» (i pezzi
da quattro blocchetti del
gioco) in un qualche modo lo
hanno agevolato.
Perché se la storia di Tetris, e
quella del suo creatore, sono
conosciute, un po’ meno lo è
quella di Henk Rogers. Il
manager indonesianoolandese è la persona che nel
1989 portò ufficialmente
Tetris al di là della Cortina, a
bordo del Game Boy di
Nintendo. E lo fece agendo
alla James Bond. Nel 1988 si
recò, non invitato, a Mosca: a
una fiera rimase fulminato dal
gioco, allora replicato senza
una licenza valida, e voleva
bruciare sul tempo la
concorrenza. Nella capitale
sovietica venne scortato da
quella che definisce «una
«bellissima agente del Kgb» a
una riunione-interrogatorio
presso l’Elorg,
l’organizzazione statale che si
occupava di informatica e che
deteneva i diritti del gioco.
Dopo due ore di trattative, e
una contestuale visita di due
agenti del Comitato agli uffici
di Rogers a Tokyo, venne
siglato quello che
probabilmente fu il primo
contratto di licenza per un
software sovietico. La
Perestroika di Gorbaciov
passò anche da Tetris.
@VitaDigitale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I
grandi eventi sportivi, soprattutto se disputati in zone del
pianeta molto lontane dall’Italia, si guardano tradizionalmente in televisione. E nonostante adesso il numero e il tipo
di schermi si sia moltiplicato
(pc, notebook, tablet, cellulari,
videoproiettori ecc…) la tv resta
il modo più semplice e soddisfacente per lo spettatore per accedere allo
spettacolo sportivo. Non fa eccezione il
Mondiale di calcio che dal 12 giugno prenderà il via in Brasile. E se proprio in occasione dei Mondiali di calcio si registra, sotto una spinta emotiva, una forte corsa all’acquisto di nuovi tv nel nostro Paese, questa volta la scelta di cambiare televisore
trova anche un fondamento razionale: siamo alla vigilia di un nuovo salto tecnologico per quel che riguarda il mondo della televisione e l’acquisto di un televisore aggiornato permetterà di seguire al meglio i
contenuti televisivi nei prossimi anni. Tre
sono le principali novità con cui l’acquirente si trova a confrontarsi: per prima cosa il
tipo di schermo, con da un lato la scomparsa del plasma e dall’altro l’affiancamento ai
tradizionali tv lcd di un nuovo tipo di pannello, l’Oled. Poi la risoluzione dello schermo stesso, con l’arrivo dell’altissima risoluzione o Ultra Hd. Infine il design, con l’affermarsi dei tv curvi, l’arrivo di quelli «piramidali» e la messa sul mercato di altre
soluzioni ancora più particolari.
Il 2014 sarà l’anno dell’Oled?
La sigla Oled sta per Organic Light Emitting Diode ovvero diodo organico a emissione di luce. Indica una tecnologia che
permette di realizzare schermi con la capacità di emettere luce propria: a differenza
dei display a cristalli liquidi tradizionali infatti, gli schermi Oled non richiedono componenti aggiuntivi per essere illuminati (i
display a cristalli liquidi vengono illuminati
da una fonte di luce esterna, sia essa una
lampada o dei led), ma, appunto, emettono
luce propria. Una caratteristica questa che
permette di realizzare schermi molto più
sottili e addirittura pieghevoli e arrotolabili, e che richiedono minori quantità di
energia per funzionare. I vantaggi sono evidenti: contrasto quasi infinito, maggiore
profondità del nero, ampiezza maggiore
della gamma colori e delle sfumature, migliore luminosità. A puntare sugli Oled è
soprattutto la coreana Lg che accoppia lo
schermo Oled ad una novità di design, lo
Siamo nel mezzo
di un nuovo
salto tecnologico
Dagli schermi
che emettono luce
a quelli che «balzano
al centro della scena»
schermo curvo. Il modello da 55 pollici
55EA9700, un full Hd, che l’anno scorso costava 8000 euro ora è sceso a 4490 euro. Ma
ad ottobre sarà la volta del primo Oled Ultra
Hd, vale a dire con una definizione 4 volte
superiore all’alta definizione tradizionale,
di cui è stato recentemente presentato un
modello da 77 pollici. Alla tradizionale eccezionale profondità del nero, contrasto e
fedeltà cromatica si aggiunge anche l’altissima definizione ed il risultato è veramente
straordinario.
Il televisore curvo
Anche se, probabilmente solo in Giappone, sarà possibile vedere in diretta una delle
poche partite del Mondiale riprese in Ultra
Hd, è evidente che l’altissima definizione è
il futuro della televisione. Anche perché fin
da ora un tv Ultra Hd permette di vedere
meglio (con un miglioramento valutabile
intorno al 10-30%) anche una trasmissione
in alta definizione «classica». Per questo il
maggior produttore di televisori del mondo, la coreana Samsung, ha puntato tutto
sul primo tv lcd Ultra Hd curvo al mondo,
l’HU8500, disponibile in tre versioni da 78,
65 e 55 pollici. Si è dibattuto a lungo sulla
reale utilità per la visione dello schermo
curvo. Ciò che è certo è che oltre ad essere
una dimostrazione di eccellenza tecnologica costruttiva, vuole essere una precisa
scelta di design che permette di rendere
questi televisori diversi da tutti gli altri. Per
il resto in questo tv della Samsung da segnalare soprattutto il miglioramento della
qualità d’immagine grazie all’Auto Depth
Enhancer, un algoritmo in grado di analizzare la sorgente e regolarne automaticamente il contrasto per dare un maggior
senso di profondità e un effetto tridimensionale. I prezzi? Il modello da 55 pollici costa di listino 3499 euro che salgono a 5.499
euro per il 65 pollici. Allargando il fronte ai
tv Ultra Hd dal design più tradizionale, la
scelta è ovviamente, molto più ampia. Panasonic per esempio, lancia l’Ax800, (4499
euro la versione da 65 pollici) che punta su
una tecnologia chiamata Studio Master colour che aumenta sensibilmente la qualità
di immagine nelle scene più scure. Tanto da
permettergli di ottenere la prestigiosa certificazione THX. Il Philips Tp 7809 invece è un
tv lcd a led Ultra Hd che punta molto sulla
connettività. Dotato di trasmettitori Wi-Fi
Miracast e SimplyShare consente lo streaming senza fili da e verso dispositivi mobili. Questo permette di integrare facilmente
smartphone e tablet con questo tipo di tv.
La funzione multiroom viewing consente
invece di poter trasmettere contenuti a un
televisore secondario in qualsiasi punto
della casa. Il prezzo? Si parte da 1499
euro per il modello da 49 pollici
che salgono a 1999 euro per il
55 pollici.
La rivoluzione del
design
Ma la rivoluzione delle tv
di quest’an-
no è soprattutto sul fronte del design. Fatta
non solo di tv curvi. Osservando la nuova
gamma di televisori di Sony ad esempio,
spicca la scelta di abbandonare il design
sottile dei pannelli di qualche anno addietro per puntare tutto sull’integrazione audio-video. Una scelta già portata avanti con
la gamma dello scorso anno ma che questa
volta viene estremizzata in una ricerca di
una forma più caratterizzante, che ricorda,
con un po’ di fantasia, una piramide o, più
realisticamente, un cuneo. Modelli come
quelli della gamma W95, tv led Ultra Hd con
tagli da 55 e 65 pollici, che hanno una base
nettamente più larga della parte superiore
del televisore. Cosa che permette da un lato
di integrare diffusori laterali più voluminosi e più potenti e dall’altro di abbassare il
centro di gravità dei televisori. Un accorgimento che permette di appoggiare questo
tipo di televisori (anche grazie alle staffe
spostabili) su un supporto più piccolo rispetto alle tv tradizionali, il che significa
I vantaggi
Contrasto quasi infinito, maggiore
profondità del nero, ampiezza
maggiore della gamma dei colori e
delle sfumature, migliore luminosità
che il televisore può più facilmente essere
collocato contro una parete o su un tavolino
poco profondo. Sui prezzi Sony si presenta
sul mercato con una politica aggressiva:
3500 euro per l’Ultra Hd da 55 pollici e 4500
per il 65 pollici. Mentre il 49 pollici Ultra Hd
costerà 1800 euro. Un’azienda sempre attenta al design come Bang & Olufsen ha fatto una scelta ancora più particolare: quello
di creare un televisore, il BeoVision Avant
(6995 euro per il modello da 55 pollici), che
da spento rimanesse in secondo piano all’interno del soggiorno e che invece da acceso «balzasse» al centro della scena. Con
un tocco del telecomando il televisore viene
infatti spostato da appositi supporti verso
lo spettatore durante l’uso e poi riportato
alla posizione iniziale alla fine della visione.
Inoltre l’attenzione all’ambiente in cui si effettua la visione è data anche dalla funzione
Chromatic Room Adaptation che analizza la
luce dell’ambiente con due sensori e regola
lo schermo per compensare le tonalità luminose della stanza in cui ci si trova.
Marco Letizia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IMMAGINI DI MIRCO TANGHERLINI
1954
Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
33
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Economia
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FISCO, RIPARTE
LA VOLUNTARY
CON UNA SOGLIA
DI 2 MILIONI
È
un po’ meno di un
condono e un po’ più di un
ravvedimento operoso.
Mentre il ministero dello
Sviluppo lavora sul filone
imprese e rientro dei capitali,
riparte la voluntary
disclosure, ovvero la
regolarizzazione volontaria
dei capitali detenuti
all’estero. Secondo Bankitalia
sono circa 300 miliardi solo di
liquidità. Novità
nell’emendamento di
Giovanni Sanga (Pd). «Viene
introdotta una forfetizzazione
per le attività finanziarie al di
sotto dei due milioni, si
presumono i rendimenti delle
attività finanziarie pari al 5%
annuo e soggetti ad imposta
sostitutiva al 20% — spiega
Marco Cerrato dello studio
Maisto —. Facciamo un
esempio: se regolarizzo da
uno Stato black list un conto
di 1,5 milioni, il costo fiscale
sarà generalmente pari a
circa 60 mila euro per i
rendimenti e a circa 120 mila
per le sanzioni. Il totale è
quindi soggetto a un prelievo
complessivo intorno al 12%
degli asset esteri oggetto di
regolarizzazione». L’altra
novità è che «una forma di
regolarizzazione parallela
delle altre violazioni fiscali:
non è un condono perché si
versano tutte le imposte
dovute, ma le sanzioni sono
ridotte a un ottavo dei minimi
e quelle penali azzerate, ad
eccezione della frode fiscale
per la quale la pena è
dimezzata. Rispetto al
normale ravvedimento
operoso, valido entro un anno
dalla dichiarazione dei
redditi, qui è esteso a tutti gli
anni accertabili».
Francesca Basso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Mps, maxiaumento con lo sconto del 35%
Sì del consiglio all’operazione da 5 miliardi. Lunedì parte il collocamento
MILANO — Se l’istituto non
avesse da poco accorpato le azioni in un rapporto di cento a una,
Mps avrebbe offerto i nuovi titoli
ad appena 1 centesimo. Invece è
di 1 euro il prezzo delle nuove
azioni Montepaschi che saranno
emesse nell’aumento di capitale
da 5 miliardi che parte lunedì,
una delle più grandi ricapitalizzazioni della storia bancaria italiana recente. Il prezzo è molto
lontano dall’attuale livello di
Borsa di 25 euro per azione, conseguenza di una ricapitalizzazione dalle proporzioni enormi, che
determinerà l’emissione di ben 5
miliardi di nuove azioni a fronte
delle 117 milioni ora in circolazione. E si tratta di un aumento
di capitale monstre anche perché
è pari al 170% circa dell’attuale
valore di mercato di 3 miliardi.
I numeri dell’operazione sono
stati decisi ieri da un consigliofiume della banca senese presieduta da Alessandro Profumo. Il
prezzo di emissione di 1 euro
rappresenta uno sconto del
35,5% sul «terp», cioè il prezzo
teorico dopo lo stacco dell’opzione, calcolato alla chiusura di
Borsa di ieri. Lo sconto è più alto
rispetto agli aumenti di capitale
recenti di Bpm (500 milioni) e
Banco Popolare (1,5 miliardi),
attorno al 30%, ma il raffronto è
poco significativo — spiegano
fonti vicine alla banca — proprio
per la differenza di entità tra aumento di capitale e capitalizzazione di Borsa.
La negoziazione dei diritti
partirà lunedì 9 fino al 20 giugno, e potranno essere esercitati
fino al 27. Poi ci sarà da collocare
l’eventuale inoptato. Si andrà
dunque oltre la scadenza del 1°
luglio entro la quale vanno pagati i 360 milioni di interessi sui
Monti bond, pena l’emissione di
nuove azioni a favore del Tesoro.
Tuttavia non dovrebbero esserci
Sede in Milano - via Angelo Rizzoli 8
Capitale sociale Euro 475.134602,10 i.v.
Registro delle Imprese di Milano C. F. e P. IVA 12086540155
Si rende noto che il verbale dell’Assemblea degli Azionisti dell’8
maggio 2014, sia per la Parte Ordinaria sia per la Parte Straordinaria,
è a disposizione del pubblico presso la sede sociale nonché sul sito
internet della Società www.rcsmediagroup.it (sezione Governance/
Assemblee dei Soci/2014) e sul meccanismo di stoccaggio autorizzato
1Info (www.1Info.it).
Si precisa che sono a disposizione del pubblico presso la sede
sociale e sul suddetto sito internet della Società, alla medesima citata
sezione, nonché sul meccanismo di stoccaggio autorizzato 1Info
(www.1Info.it), anche i verbali dell’Assemblea Speciale degli Azionisti
di Risparmio di Categoria A e dell’Assemblea Speciale degli Azionisti
di Risparmio di Categoria B tenutesi il 6 maggio 2014.
Tutti i sopra indicati verbali sono pubblicati anche sul sito internet di
Borsa Italiana S.p.A. (www.borsaitaliana.it).
RCS MediaGroup S.p.A.
Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano
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24,333
21,950
Ieri
19,567
25,13 euro
17,183
+0,16%
14,800
Luglio
problemi nel ritardo limitato —
pochi giorni, al massimo un mese — nel pagamento della cedola
e nel rimborso di 3 dei 4 miliardi
di aiuti di Stato. In tal senso ci
sarebbe già l’assenso di Tesoro e
Banca d’Italia.
Ora la parola passa alle banche del consorzio di garanzia
Settembre
2013
Novembre
Ubs, Citigroup, Goldman Sachs e
Mediobanca come global coordinators, Barclays, BofA Merrill
Lynch, JP Morgan, Commerzbank, Morgan Stanley e SocGen
come bookrunners (i legali sono
Cleary Gottlieb per le banche e
Linklaters per Mps) che dovranno collocare l’aumento presso gli
Gennaio
Marzo
2014
investitori istituzionali e presso i
risparmiatori. Per stimolare il
retail la banca guidata da Fabrizio Viola ha anche deciso una
campagna pubblicitaria ad hoc.
Intanto si avvia alle fasi conclusive il processo sul primo dei
filoni dell’inchiesta Mps arrivato a dibattimento, quello sul
Internet Jack Ma compra il 50% del club più blasonato della Cina
Mr. Alibaba scopre il calcio
e punta sull’Evergrande di Lippi
Investirà 192 milioni. L’accordo in un quarto d’ora
DAL NOSTRO INVIATO
PECHINO — Se è vero quello che dicono i due
interessati, l’accordo con il quale il gigante mondiale dell’e-commerce Alibaba ha comprato la
metà del club di calcio cinese Evergrande Guangzhou per 192 milioni di dollari è stato raggiunto
in tre giorni, dopo una bella bevuta. Sostiene Xu
Jiayin, presidente del gruppo edilizio Evergrande, proprietario del club: «Lunedì ho incontrato
Jack Ma (il boss di Alibaba) in un bar di Hong
Kong, era un po’ ubriaco, abbiamo cenato e bevuto ancora e ho chiesto a Jack se gli interessava investire nel calcio. Mercoledì abbiamo firmato dopo un altro quarto d’ora di discussioni».
L’Evergrande di Guangzhou
(Canton) è la squadra campione di Cina, vincitore della scorsa edizione della Champions
League dell’Asia, quarto al
mondiale per club. L’allenatore
è Marcello Lippi e uno dei punti
di forza della formazione è
Alessandro Diamanti, l’attaccante arrivato quest’anno dal
Bologna.
Jack Ma all’inizio di maggio
ha presentato le carte per collocare le azioni della sua creatura Alibaba alla Borsa
di New York. Le attività di e-commerce di Alibaba, svolte attraverso Taobao e Tmall, sono valutate oltre i 150 miliardi di dollari, qualcuno si spinge fino a 200. L’anno scorso in Cina Alibaba ha
venduto per 250 miliardi di dollari, l’80 per cento
del commercio online della Cina. Amazon a Wall
Street vale 137 miliardi, eBay 65.
Jack Ma ammette di non essere un tifoso di calcio, dice di essere stato qualche volta allo stadio
di Guangzhou dietro invito di Xu Jiayin (e questo
fa pensare che l’incontro al bar di Hong Kong non
sia stato proprio casuale). «Non investiamo nel
football, stiamo investendo nell’intrattenimento», ha detto l’ex insegnante di inglese divenuto il
profeta dell’e-commerce mondiale. Recente-
mente Alibaba ha diversificato entrando in settori come i video online, la produzione cinematografica, la logistica. Ad aprile ha pagato 1,2 miliardi di dollari per il 18% di Youku Tudou, uno
società cinese di video online. Poco prima aveva
sborsato 800 milioni per entrare in ChinaVision
Media Group che produce film, programmi tv e
controlla giornali e piattaforme multimediali.
Xu Jiayin, il padrone dell’Evergrande, ha una
fortuna personale netta valutata in 7,7 miliardi di
dollari, anche se il settore dell’edilizia in Cina sta
attraversando un momento critico, con oltre 10
milioni di appartamenti invenduti e il timore di
esplosione della bolla immobiliare. Xu ha ottimi
contatti politici a Pechino: è membro della ConProtagonisti
Marcello Lippi,
l’ex ct della nazionale italiana, è ora
allenatore della
squadra cinese
Evergrande comprata da Jack
Ma di Alibaba
ferenza consultiva del Popolo.
La mossa di Jack Ma, secondo gli analisti finanziari, potrebbe avere l’obiettivo di stabilire
buone relazioni e diventare ancor più popolare in
Cina che non di fare un buon affare. «Con il calcio
non si guadagnano soldi, si perdono», dice il
professor Doug Young dell’Università Fudan.
«Evergrande cercava qualcuno con cui condividere le perdite legate alla gestione di un club ambizioso e costoso e Alibaba cercava relazioni e
pubblicità». Xu Jiayin ci scherza sopra: potremmo ribattezzare la squadra «Evergrande Jack Ma
Footbal Club».
Guido Santevecchi
guidosant
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La vertenza
Maggio
presunto occultamento del
«mandate agreement», il documento che collegava le due parti
della ristrutturazione del derivato Alexandria tra Mps e la
banca giapponese Nomura. Il
reato ipotizzato è ostacolo alla
vigilanza, per aver tenuto nascosto nella cassaforte dell’allora direttore generale Antonio
Vigni questo contratto-quadro,
che sarebbe stato fondamentale
per comprendere la vera natura
di quelle transazioni, servite per
spalmare in trent’anni una perdita di 220 milioni maturata nel
2009. Oggi al Tribunale di Siena
è fissata la requisitoria dei pm
Antonino Nastasi, Aldo Natalini
e Giuseppe Grosso, e dell’avvocato di parte civile Bankitalia.
Oltre a Vigni, sono imputati l’ex
presidente Giuseppe Mussari e
l’ex capo dell’area finanza,
Gianluca Baldassarri. Quello sul
«mandate» è l’unico filone rimasto a Siena, visto che l’inchiesta sull’acquisto di Antonveneta è finita a Milano per
competenza territoriale. A Siena
è rimasta poi l’inchiesta sulla
cosiddetta «banda del 5%».
Fabrizio Massaro
fabriziomassar0
MILANO — Nuovo
aggiornamento, a martedì,
per le trattative sul rinnovo
del contratto di Fiat
Chrysler Automobiles e
Cnh Industrial. Pareva si
potessero sbloccare già
ieri, grazie a un accordoponte che compenserà con
un’una tantum il rinvio a
dopo l’estate del cuore del
negoziato: gli aumenti che
Sergio Marchionne vuole
graduare e legare
strettamente al sistema del
Wcm, dunque all’efficienza
dei singoli stabilimenti, e
che i sindacati vorrebbero
invece indifferenziati per
ciascuno degli 86 mila
dipendenti italiani dei due
gruppi. È qui, più che sulla
parte normativa, che il
confronto era finito in
stallo. In stallo rimane
però, per ora, la stessa una
tantum. Cisl, Uil, Fismic,
Ugl e Associazione quadri
hanno chiesto 390 euro per
tutti, cassintegrati
compresi. Fca e Cnh hanno
risposto definendo la cifra
una «proposta
irricevibile». Si è così
rischiata la rottura. Scelto
alla fine, ieri sera, «un
responsabile»
supplemento di negoziato.
Per martedì, possibile
limatura dei 390 euro e
conseguente eventuale
firma.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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AVVISO 3/2014
Sostegno alla presentazione dei piani formativi sul
Conto Formazione delle PMI aderenti di dimensioni minori
Con l’Avviso 3/2014 Fondimpresa ha stanziato 10 milioni di euro per la
realizzazione di piani formativi aziendali o interaziendali rivolti ai lavoratori
delle PMI aderenti di dimensioni minori. Dal 20 giugno fino al 31 ottobre
2014, fino a esaurimento delle risorse, le aziende aderenti al Fondo potranno presentare richiesta di piani formativi. Il contributo aggiuntivo è
concesso ai piani presentati sul «Conto Formazione» per un importo
compreso tra 3.000,00 e 8.000,00 euro per azienda; in caso di piano interaziendale tali soglie valgono per singola impresa partecipante secondo
le modalità e le condizioni previste dall’Avviso. Il testo integrale dell’Avviso, con gli allegati, è pubblicato sul sito www.fondimpresa.it.
Il Direttore Generale - Paola Vitto
EBILOG, ente bilaterale del settore della Logistica, trasporto
merci e spedizioni ha deliberato nr.
tre bandi di gara per la gestione
della formazione a distanza, per
un progetto di studio e la ricerca
nel settore, nonchè per la stampa
e la distribuzione del CCNL. Le società interessate possono prendere visione sul sito uffiuciale
dell’ente www.ebilog.it.
34
italia: 51575551575557
Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
Economia 35
italia: 51575551575557
L’allarme di Confcommercio
Il nodo Sorgenia
«In tre mesi chiuse 12 mila imprese. La crisi non è finita»
ROMA — Il piano taglia bollette del
governo prende la forma di una
redistribuzione del reddito, dai più
grandi verso i più piccoli. Il decreto allo
studio del ministero dello Sviluppo
economico punta a recuperare 1,3
miliardi di euro l’anno dalla limatura di
una serie di agevolazioni oggi sfruttata
dalle grandi imprese, come gli sconti
per le cosiddette aziende energivore,
quelle ad alto consumo di elettricità. Per
poi utilizzare la stessa somma in modo
da ridurre le bollette dei commercianti
medio piccoli. L’ipotesi è quella di
garantire lo sconto a chi ha una potenza
istallata fino a 16,5 kilowatt: una soglia
che, come ha spiegato lo stesso ministro
Federica Guidi, farebbe ricadere il
beneficio «sul 70% dei commercianti».
Un piccolo albergo che paga 60 mila
euro l’anno di elettricità risparmierebbe
3 mila euro, un ristorante ne salverebbe
400 su 9 mila, un bar 235 su 5.412. Dalle
simulazioni fatte in questi giorni viene
fuori che il taglio sarebbe in media
intorno al 5%, la metà di quanto
ipotizzato finora. Ma l’orientamento del
governo è quello di allargare il più
possibile la platea dei commercianti
coinvolti e questo riduce la dimensione
dello sconto. Del resto la situazione del
settore resta critica: nei primi tre mesi di
quest’anno, secondo i dati diffusi
all’assemblea di Confcommercio, hanno
chiuso 12 mila imprese. La domanda
continua a calare e, secondo l’ufficio
Guidi con Sangalli
Cir e Cofide
rinviano
ancora i conti
studi dell’associazione, per tornare ai
valori del 2007 servirebbero 11 anni .
«L’Italia è ancora gravemente malata di
bassa crescita e non è affatto fuori
pericolo» dice il presidente Carlo
Sangalli. Altro tema delicato quello dei
giorni di chiusura. Il ministro Guidi si
dice favorevole «all’introduzione, a
livello nazionale, di un numero
contenuto di giornate di chiusura
obbligatoria. Alcune possono coincidere
con le festività, per le altre lascerei alle
imprese la libertà di individuarle».
Cir e Cofide — le holding della
catena societaria della famiglia
De Benedetti — hanno rinviato
ad oggi i consigli per i conti
2013. Pesa ancora l’incertezza
relativa alla partecipazione
Sorgenia, che è in trattativa da
quasi un anno con le banche per
la ristrutturazione del debito da
1,9 miliardi, di cui 600 milioni in
eccesso. La holding Cir
presieduta da Rodolfo De
Benedetti ha deciso di tenere
aperto il consiglio iniziato ieri,
visto che mercoledì sera il board
di Sorgenia non aveva terminato
l’esame dei documenti della
trattativa con le banche e sul
bilancio 2013. L’esame continua
oggi. Eventualmente c’è tempo
fino a sabato 7 per approvare i
conti in vista dell’assemblea del
28 giugno. Il tema più delicato
è approvare un bilancio di
Sorgenia in continuità
aziendale. Le 19 banche
creditrici hanno proposto ai
soci di Sorgenia, Cir e
Verbund, la conversione in
capitale dei 600 milioni di
debito in eccesso: 400 milioni
in azioni alle banche e e 200
come prestito convertendo.
Cir e Verbund scenderebbero
al 2%, le banche otterrebbero
il 98% del gruppo. Da
sciogliere sono i nodi del
riconoscimento di parte della
plusvalenza sulla vendita
degli asset Sorgenia ai vecchi
soci (earn out) e la durata di
questa garanzia, che le
banche potrebbero allungare.
Lorenzo Salvia
@lorenzosalvia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’accordo Sul tavolo la conversione in azioni dei due terzi dell’esposizione e la cancellazione del resto. La scadenza del 13 giugno
Alitalia, il governo chiama
le banche per il nodo debiti
Proposta Etihad al consiglio
Moda
Vertice tra Delrio, Intesa, Unicredit e Mps
MILANO — Prima del consiglio di amministrazione di Alitalia, in programma oggi alle
11 a Fiumicino, il governo ha
convocato le banche creditrici
della compagnia aerea a Palazzo Chigi, per accelerare l’accordo con Etihad, la compagnia di
Abu Dhabi pronta a salire fino
al 49% nella compagnia italiana, investendo fino a 560 milioni. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano
Delrio ieri mattina ha incontrato i vertici di Intesa Sanpaolo,
Unicredit e Mps(i primi due
istituti sono azionisti importanti, rispettivamente con il
20,59% e il 12,99% del capitale,
oltre a essere i due principali
creditori), mentre era assente
la Popolare di Sondrio. Alla riunione hanno partecipato, inoltre, Fabrizio Pagani, capo della
segreteria tecnica del ministro
dell’Economia Pier Paolo Padoan, e Giacomo Aiello, capo di
gabinetto del ministro dei Trasporti Maurizio Lupi. Alle banche è stata mostrata la proposta
La newco
I debiti verso
i fornitori nella
newco con
azionista
Etihad, in
chiave anticontenzioso
dettagliata di Etihad, con condizioni e criteri, facendo capire
loro che il via libera deve arrivare entro il 13 giugno, limite
entro cui Alitalia deve approvare i conti 2013, ancora sospesi.
Secondo fonti vicine a Palazzo Chigi, le banche avrebbero
mostrato un grande apprezzamento per il piano industriale e
una forte apertura ad andare
avanti nella trattativa. Ma il nodo della ristrutturazione del
debito non sarebbe stato ancora sciolto. La soluzione più pro-
Prada, profitti
a 105,3 milioni
Prada ha chiuso il primo
trimestre 2014 con un utile di
105,3 milioni di euro (-24%).
In flessione anche i ricavi pari a
777,7 milioni (-0,6%).
babile appare la cancellazione
di un terzo dell’indebitamento
a breve (circa 560 milioni) con
la conversione degli altri due
terzi in azioni. I debiti verso i
fornitori finirebbero nella
newco, di cui diventerebbe
azionista Etihad attraverso un
aumento di capitale dedicato.
La newco servirebbe tra l’altro
a schermare la compagnia del
Golfo dai contenziosi pregressi.
La proposta di Etihad oggi
sarà invece presentata agli
azionisti in consiglio, che dovrà anche convocare l’assemblea degli azionisti per approvare il bilancio 2013 e del primo trimestre di quest’anno,
presumibilmente a fine mese
visto che per legge servono 20
giorni di tempo. Nei primi 9
mesi del 2013 Alitalia aveva registrato 2,7 miliardi di ricavi e
un risultato operativo negativo
di 162 milioni, a oggi gli unici
dati noti.
Giuliana Ferraino
@16febbraio
Fabrizio Massaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Confindustria Il presidente Gay al convegno di Santa Margherita
«Nuovo umanesimo industriale
partendo da giovani e merito»
DALLA NOSTRA INVIATA
SANTA MARGHERITA LIGURE – «Ricominciamo dai territori e dai giovani, sono i nostri interlocutori. Andremo nelle
scuole per diffondere la cultura
d’impresa. I Giovani Industriali
devono essere la casa di chi vuole fare impresa». Il mandato di
Marco Gay (nella foto), 38 anni,
nuovo presidente degli under
40 di Confindustria promette
«concretezza e visione». E il tradizionale convegno a Santa
Margherita Ligure, che si apre
oggi, tiene insieme i due aspetti,
come anticipa il titolo: «Sapere.
Fare. Impresa. Verso un nuovo
umanesimo industriale».
Per superare la situazione attuale di crisi, spiega Gay, «il più
forte driver di sviluppo e crescita in Italia è il capitale umano,
sia nelle società di servizi, sia
nella manifattura sia nel made
in Italy. Si deve ripartire dalle
persone e i giovani sono portatori sani di innovazione ed
energia». Ma non basta, serve
anche la «capacità di fare» e soprattutto «la stabilità per sviluppare la visione che un imprenditore può avere». Tradotto, «c’è bisogno delle riforme
❜❜
Le politiche
C’è bisogno delle
riforme, a partire
dalla modifica della
legge elettorale
istituzionali, a partire dalla riforma della legge elettorale, per
avere continuità d’azione. Le
politiche industriali servono ma
non se l’interlocutore cambia di
continuo così come le regole».
Forse qualche risposta arriverà
dal ministro delle Riforme costituzionali Maria Elena Boschi,
che sarà ospite questa mattina
mentre domani chiuderanno il
convegno il ministro del Lavoro,
Giuliano Poletti, e il presidente
di Confindustria Giorgio Squinzi, perché «rilancio dell’econo-
mia e occupazione sono uniti,
se l’impresa non torna a correre
non può esserci ripresa vera».
Gay si considera «un imprenditore di prima generazione: ho
cominciato nella comunicazione, web e digitale, poi ho aperto
una società di food e una start
up che si occupa di internet delle cose. Ho fatto il mio percorso
senza avere un’azienda manifatturiera alle spalle», anche se ha
respirato «l’aria della cultura di
impresa a casa» (l’azienda di famiglia, poi ceduta, operava nel
settore metalmeccanico). «Come me ci sono altri giovani imprenditori – conclude –. Poco
importa se siamo nei servizi o
nella manifattura. Quanto alle
start up, meglio parlare di nuova imprenditorialità, altrimenti
si pensa subito al digitale. Anche alcuni gruppi oggi di grande successo 50 anni fa erano
start up. Non facciamo distinzioni. I Giovani di Confindustria
si pongono in maniera trasversale. Vogliamo partecipare in
modo forte all’ecosistema della
cultura d’impresa. Le nostre parole chiave sono: innovazione,
giovani, merito».
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più basso
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2
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il grado 1 della scala non significa tuttavia che il portafoglio è totalmente
esente da rischi.
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Risarcimenti per le auto difettose
Gm ammette:
«Siamo
colpevoli»
General Motors avvierà un programma di risarcimenti per chi ha
subito gravi danni fisici o ha perso dei familiari a causa degli
incidenti provocati dai difetti all’accensione di vari modelli e che
hanno portato al ritiro di milioni di auto. «Ci assumiamo la
responsabilità di quello che è successo», ha detto il ceo Mary Barra,
spiegando che «sono stati fatti gravi errori in passato, motivo per
cui la società sta apportando cambiamenti significativi per
garantire che non saranno mai commessi di nuovo in futuro».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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degli oneri fiscali. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. OYSTER European Selection – Classe R- EUR è un comparto della SICAV OYSTER di diritto
lussemburghese. Prima dell’adesione leggere il Prospetto e le Informazioni chiave per l’Investitore (“KIID”), depositati presso la Consob e disponibili sul nostro sito
internet. Lo strumento finanziario descritto nel presente documento non è né promosso né distribuito o in altro modo sostenuto da STOXX Limited e STOXX Limited declina
ogni responsabilità in merito allo stesso.
36
Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
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873230,021
571552,756
588092,605
537063,412
6,806
10,494
KAIROS INTERNATIONAL SICAV
KIS - America A-USD
KIS - America P
KIS - America X
KIS - Bond A-USD
KIS - Bond D
KIS - Bond P
KIS - Bond Plus A Dist
KIS - Bond Plus D
KIS - Bond Plus P
KIS - Dynamic A-USD
KIS - Dynamic D
KIS - Dynamic P
KIS - Emerging Mkts A
KIS - Emerging Mkts D
KIS - Europa D
KIS - Europa P
KIS - Europa X
KIS - Global Bond P
KIS - Income D
KIS - Income P
KIS - Italia P
KIS - Italia X
KIS - Key
KIS - Key X
KIS - Multi-Str. UCITS A USD
KIS - Multi-Str. UCITS D
KIS - Multi-Str. UCITS P
KIS - Multi-Str. UCITS X
KIS - Selection D
KIS - Selection P
KIS - Selection X
KIS - Sm. Cap D
KIS - Sm. Cap P
KIS - Target 2014 X
ASIAN OPP CAP RET EUR
FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR
FLEX STRATEGY RET EUR
HIGH GROWTH CAP RET EUR
ITALY CAP RET A EUR
SHORT DURATION CAP RET EUR
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EUR
EUR
USD
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EUR
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276,490
194,440
195,670
172,090
123,110
127,280
126,130
131,190
133,250
174,540
121,560
123,840
127,110
125,490
128,100
130,360
130,940
103,400
104,050
107,610
135,110
133,840
137,570
140,370
152,940
112,410
115,240
116,090
124,370
126,380
125,870
103,020
107,940
100,270
12,131
112,041
92,077
121,830
25,674
906,907
276,460
194,420
195,650
172,170
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131,330
133,390
174,890
121,810
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126,660
125,040
128,570
130,840
131,420
103,440
104,050
107,610
135,770
134,360
138,050
140,860
152,800
112,310
115,140
115,990
124,620
126,630
126,070
103,540
108,490
100,270
12,114
112,156
92,282
122,263
25,752
906,723
Nome
Rubriche in abbinata facoltativa:
n. 4: Corriere della Sera € 4,42;
Gazzetta dello Sport € 1,67; abbinata € 5,00.
n. 16: Corriere della Sera € 1,67;
Gazzetta dello Sport € 0,83; abbinata € 2,08.
n. 22: Corriere della Sera € 4,08;
Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 4,67.
n. 23: Corriere della Sera € 4,08;
Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 5,00.
RICHIESTE SPECIALI
Data Fissa: +50%
Data successiva fissa: +20%
Per tutte le rubriche tranne la 21,
22 e 24:
Neretto: +20%
Capolettera: +20%
Neretto riquadrato: +40%
Neretto riquadrato negativo: +40%
Colore evidenziato giallo: +75%
In evidenza: +75%
Prima fila: +100%
Tablet: + € 100
Rubrica 4 “Avvisi Legali”:
1 modulo: € 400
2 moduli: € 800
Rubriche Compravendite immobiliari
Nel testo dell’inserzione è obbligatorio indicare la classe energetica di
appartenenza dell’immobile e il relativo indice di prestazione energetica
espresso in kWh/mqa o kWh/mca a
seconda della destinazione d’uso dell’edificio. Nel caso di immobili esenti
dall’indicazione, riportare la dicitura
“Immobile non soggetto all’obbligo di
certificazione energetica”.
tel. 02 6282.7555
AZ F. Best Cedola ACC
AZ F. Best Cedola DIS
AZ F. Best Equity
AZ F. Bond Target 2015 ACC
AZ F. Bond Target 2015 DIS
AZ F. Bond Target 2016 ACC
AZ F. Bond Target 2016 DIS
AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC
AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS
AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC
AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS
AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC
AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS
AZ F. Cash 12 Mesi
AZ F. Cash Overnight
AZ F. Cat Bond ACC
AZ F. Cat Bond DIS
AZ F. CGM Opport Corp Bd
AZ F. CGM Opport European
AZ F. CGM Opport Global
AZ F. CGM Opport Gov Bd
AZ F. Commodity Trading
AZ F. Conservative
AZ F. Core Brands
AZ F. Corporate Premium ACC
AZ F. Corporate Premium DIS
AZ F. Dividend Premium ACC
AZ F. Dividend Premium DIS
AZ F. Emer. Mkt Asia
AZ F. Emer. Mkt Europe
AZ F. Emer. Mkt Lat. Am.
AZ F. European Dynamic
AZ F. European Trend
AZ F. Formula 1 Absolute
AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC
AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS
AZ F. Formula Target 2014
AZ F. Formula Target 2015 ACC
AZ F. Formula Target 2015 DIS
AZ F. Formula 1 Conserv.
AZ F. Global Curr&Rates ACC
AZ F. Global Curr&Rates DIS
AZ F. Global Sukuk ACC
AZ F. Global Sukuk DIS
AZ F. Hybrid Bonds ACC
AZ F. Hybrid Bonds DIS
AZ F. Income ACC
AZ F. Income DIS
AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC
AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS
AZ F. Institutional Target
AZ F. Italian Trend
AZ F. Lira Plus ACC
AZ F. Lira Plus DIS
AZ F. Macro Dynamic
AZ F. Opportunities
AZ F. Pacific Trend
AZ F. Patriot ACC
AZ F. Patriot DIS
AZ F. Qbond
AZ F. Qinternational
AZ F. QProtection
AZ F. Qtrend
AZ F. Renminbi Opport
AZ F. Reserve Short Term
AZ F. Short Term Gl High Yield ACC
AZ F. Short Term Gl High Yield DIS
AZ F. Solidity ACC
AZ F. Solidity DIS
AZ F. Strategic Trend
AZ F. Top Rating ACC
AZ F. Top Rating DIS
AZ F. Trend
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Rubriche in abbinata obbligatoria:
Corriere della Sera - Gazzetta
dello Sport: n. 0: € 4,00; n. 1: €
2,08; n. 2, 3, 14: € 7,92; n. 5, 6, 7,
8, 9, 12, 20: € 4,67; n. 10: € 2,92;
n. 1: € 3,25; n. 13: € 9,17; n. 15: €
4,17; n. 17: € 4,58; n. 18, 19: €
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30/05
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NM Euro Bonds Short Term A
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NM Euro Equities A
04/06 EUR
72,660
72,560
NM Global Equities EUR hdg A
105,520
105,570
NM Inflation Linked Bond Europe A 04/06 EUR
04/06 EUR
112,820
112,830
NM Italian Diversified Bond A
04/06 EUR
115,270
115,290
NM Italian Diversified Bond I
04/06 EUR
135,880
135,940
NM Large Europe Corp A
04/06 EUR
106,610
106,710
NM Market Timing A
04/06 EUR
107,460
107,560
NM Market Timing I
04/06 EUR
62,060
62,080
NM Q7 Active Eq. Int. A
30/05 EUR
105,480
105,710
NM Q7 Globalflex A
30/05 EUR
122,290
121,910
NM Total Return Flexible A
04/06 EUR
100,200
100,210
NM VolActive A
04/06 EUR
100,660
100,660
NM VolActive I
Nome
Data Valuta
PS - EOS A
PS - Equilibrium A
PS - Fixed Inc Absolute Return A
PS - Global Dynamic Opp A
PS - Global Dynamic Opp B
PS - Inter. Equity Quant A
PS - Inter. Equity Quant B
PS - Liquidity A
PS - Opportunistic Growth A
PS - Opportunistic Growth B
PS - Prestige A
PS - Quintessenza A
PS - Quintessenza B
PS - Target A
PS - Target B
PS - Titan Aggressive A
PS - Total Return A
PS - Total Return B
PS - Valeur Income A
PS - Value A
PS - Value B
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EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
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EUR
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EUR
EUR
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EUR
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Quota/od.
Quota/pre.
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101,070
99,480
101,890
102,170
112,330
114,670
124,900
97,260
102,660
98,820
104,220
107,170
108,220
108,270
104,790
102,700
96,280
111,430
104,250
106,480
131,610
101,100
99,550
102,160
102,440
112,620
114,960
124,890
97,230
102,630
98,140
103,810
106,870
107,710
107,740
104,620
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Strategic Bond Inst. C hdg
Strategic Bond Retail C
Strategic Bond Retail C hdg
Strategic Trend Inst. C
Strategic Trend Retail C
EUR
USD
EUR
USD
EUR
EUR
107,100
107,260
105,660
105,740
103,320
101,170
107,070
107,230
105,630
105,720
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04/06 EUR
5,639
Cap. Int. Abs. Inc. Grower D
04/06 EUR
5,176
CITIC Securities China Fd A
04/06 EUR
5,513
Fidela A
04/06 EUR
5,722
Income A
04/06 EUR
7,193
International Equity A
04/06 EUR
7,143
Italian Selection A
04/06 EUR
5,339
Liquidity A
04/06 EUR
4,880
Multimanager American Eq.A
04/06 EUR
4,565
Multimanager Asia Pacific Eq.A
04/06 EUR
4,324
Multimanager Emerg.Mkts Eq.A
04/06 EUR
4,653
Multimanager European Eq.A
04/06 EUR
5,298
Strategic A
04/06 EUR
6,045
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PS - Absolute Return A
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120,160
PS - Absolute Return B
04/06 EUR
111,180
PS - Algo Flex A
04/06 EUR
106,150
PS - Algo Flex B
04/06 EUR
86,520
PS - BeFlexible A
04/06 USD
85,200
PS - BeFlexible C
03/06 EUR
102,850
PS - Best Global Managers A
03/06 EUR
106,700
PS - Best Global Managers B
04/06 EUR
110,210
PS - Best Gl Managers Flex Eq A
04/06 EUR
163,920
PS - Bond Opportunities A
04/06 EUR
122,260
PS - Bond Opportunities B
7,017
7,451
6,514
5,647
5,157
5,516
5,725
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7,153
5,339
4,875
4,579
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4,663
5,301
6,031
5,588
68,070
67,650
113,970
120,230
111,270
106,230
86,540
85,230
102,190
105,990
110,290
163,920
122,250
Fondo Donatello-Michelangelo Due
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Fondo Donatello-Margherita
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31/12
31/12
31/12
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2451,889
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Asian Equity B
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Asian Equity B
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Emerg Mkts Equity
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US Equity Hdg
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8a+ Gran Paradiso
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8a+ Matterhorn
96,380
135,290
454,910
444,450
286,150
353,580
106,160
151,070
72,250
79,150
130,990
129,930
170,340
135,250
102,720
172,490
190,020
96,480
135,430
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Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
Sussurri & Grida
Piazza Affari
LA BCE SPINGE LE BANCHE
IN EVIDENZA MEDIASET
Il consigliere di Bush e la manager delle Poste in Vaticano
di GIACOMO FERRARI
Ancora una volta la spinta per i
mercati azionari è arrivata dalla
Bce. Come previsto, subito dopo
l’annuncio delle decisioni
dell’Eurotower i listini europei si
sono impennati, per poi
ridimensionare i guadagni in
prossimità della chiusura. Anche Piazza Affari ha
reagito con un rialzo che è arrivato a superare i due
punti percentuali, anche se il Ftse-Mib è poi terminato
con una variazione positiva dell’1,52%. In leggero
miglioramento anche lo spread, a 164 punti base.
L’effetto Draghi ha favorito soprattutto i titoli bancari,
con Mediobanca in crescita del 4,01%, Unicredit del
2,86% e Intesa-Sanpaolo del 2,37%. Azimut (risparmio
gestito) ha guadagnato a sua volta il 3,78%. Il balzo di
Mediaset (+2,73%) è dovuto invece all’offerta di
Telefonica per la quota di Digital Plus, arrivata nel
giorno in cui la società italiana ha ufficializzato a sua
volta l’offerta per i diritti della serie A di calcio. Sul
fronte dei ribassi spicca invece soprattutto Yoox, che
ha ceduto il 6,13% a causa soprattutto del profit
warning lanciato dalla concorrente britannica Asos. In
calo, infine, anche Salvatore Ferragamo (-2%),
Autogrill (-1,16%) e Moncler (-0,45%).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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(m.a.c.) Papa Francesco ha cambiato in blocco l’intero
board dell’Aif, l’autorità per la vigilanza e l’antiriciclaggio
delle finanze vaticane (dallo Ior all’Apsa), creando un altro
scossone rispetto alla vecchia guardia italiana associata alla
gestione conflittuale che ha reso turbolenti gli ultimi due
anni del pontificato di Benedetto XVI. In base al nuovo Statuto approvato a novembre, Francesco ha nominato quattro
persone con esperienza internazionale, per lavorare insieme
a René Bruelhart, avvocato svizzero, direttore dell’Aif, che
ha spinto per il cambiamento. Per la prima volta c’è anche
una donna, l’italiana Maria Bianca Farina, amministratore
delegato di Poste Vita e di Poste Assicurazioni (primo gruppo nel nostro Paese per volumi, con una raccolta record di
13,1 miliardi di euro nel 2013). Nel nuovo consiglio anche lo
svizzero Marc Odendall, amministratore di Fondazioni e
consulente finanziario per il settore filantropico, Joseph Yuvaraj Pillay, presidente del consiglio dei consultori del presidente della Repubblica di Singapore, e Juan C. Zarate (Stati
Uniti), professore di legge a Harvard, senior advisor presso il
Csis di Washington, il più prestigioso think tank americano,
dove si occupa del progetto sulle minacce trasnazionali. Durante l’amministrazione Bush, Zarate è stato vice assistente
del National security council e dello stesso presidente nella
lotta al terrorismo (ancora prima al Dipartimento del tesoro
ha contribuito a costruire l’intero sistema antiriciclaggio
americano). Con decisione del cardinale segretario di Stato,
Pietro Parolin, Tommaso Di Ruzza è stato contestualmente
nominato vicedirettore ad interim dell’Autorità. E affianca
minuzione, rispettivamente del 5% e dello 0,5%. In Spagna,
dove continua il programma di sussidi del governo, le consegne sono cresciute del 17%. In Italia gli eco incentivi governativi, concessi il mese scorso ai privati (21,7 milioni di
euro) per comperare vetture Gpl, metano, ibride ed elettriche, sono esauriti in due giorni. La ripartizione è stata assolutamente sbilanciata nei confronti del mercato aziendale
che non sfrutta gli ecoincentivi poiché è richiesta la rottamazione di un veicolo con più di 10 anni, intestato a una società da almeno 12 mesi, provvedimenti che vanificano l’offerta di 31milioni stanziata dal governo.
Bruelhart. Di Ruzza, 40 anni, valido giurista, genero di Antonio Fazio, ex governatore della Banca d’Italia, è membro del
Pontificio consiglio per la giustizia e per la pace. Tra gli italiani che lasciano l’Aif il più noto è Giuseppe Dalla Torre, rettore della Lumsa, negoziatore dell’accordo di revisione del
Concordato del 1984, presidente del Tribunale della Città del
Vaticano (e proprio per questo ruolo in conflitto di interesse
con l’indipendenza dell’Aif). Escono anche Francesco De Pasquale, funzionario con lunga esperienza nell’Uic e Banca
d’Italia, e Marcello Condemi, il padre fondatore dell’Aif in
quanto autore della prima legge antiriciclaggio vaticana, oltre che delle normative italiane.
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Il ritorno a Orio di Ryanair. La strategia
Il mercato europeo dell’auto e la leva degli «gentile» fa salire le prenotazioni del 7%
(c.d.c.) La strategia «gentile» di Ryanair comincia a dare
incentivi
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frutti: le prenotazioni per il periodo che va da aprile ad agosto di quest’anno sono cresciute del 7%. Lo ha annunciato
ieri Kenny Jacobs, chief marketing officer di Ryanair, in occasione del ritorno della compagnia aerea a Orio al Serio.
Dopo tre settimane di trasloco a Malpensa, il vettore low
cost è rientrato a Bergamo annunciando quattro nuove rotte
per l’inverno (Atene, East Midlands, Lisbona e Malaga) e facendo un primo bilancio dei cambiamenti di stile della compagnia annunciati a fine 2013 dall’amministratore delegato
Michael O’Leary. «Ryanair sta cambiando tutto — ha detto
Jacobs — ed entro i prossimi cinque anni ci aspettiamo che
la metà dei nostri passeggeri sia business».
(b. car.) A maggio le vendite di auto in Europa non sono
state entusiasmanti, dopo un inizio d’anno che faceva ben
sperare. Solo in Germania, Spagna e Gran Bretagna le immatricolazioni hanno avuto un balzo, grazie a incentivi reali
o a sconti. In Germania il mercato è cresciuto del 5% solo
grazie a una politica di incentivazione che ha distorto il vero
livello della domanda: nella realtà le consegne di vetture
nuove sono scese ma sono aumentati gli sconti. Peugeot, Citroen ed Opel sono intervenute con promozioni che hanno
sfiorato il 25%. Al contrario Bmw e Mercedes hanno rivisto
la politica commerciale riducendo drasticamente i costi di
sostegno alle vendite, di conseguenza hanno subito una di-
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38 Economia
Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
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Trovolavoro
2.800
Grandi catene Oltre 6 mila le posizioni aperte nel resto del mondo
Le offerte delle aziende
Assunzioni
nei giochi,
non solo online
Un mercato di nicchia per 5-10mila
appassionati dai 20 ai 35 anni, che comprano 4 o 5 giochi da tavolo l’anno (dai
30 a 80 euro); con trend di crescita costanti, soprattutto nel mercato specializzato o nella grande distribuzione. Le case editrici di giochi da tavolo sono sempre aperte alla collaborazione con autori
di nuovi giochi di grande appeal, ma in
questo momento puntano su altri profili. «Per entrare nel retail trade e nella
grande distribuzione cerchiamo 10
agenti di vendita in tutta Italia» rivela Ari
Endim, uno dei due soci della Ghenos
Games di Milano, che distribuisce il gioco Krosmaster (una collezione di statuine), il terzo più collezionato nel nostro
paese dopo le carte Magic e Yu-Gi-Oh!.
Curriculum a: [email protected].
Stessa necessità per Red Glove di Carrara, società di progettazione, e produzione di giochi in scatola e di società.
«Cerchiamo 4 agenti per i negozi specializzati nel centro Sud Italia e nel Veneto»
dice il titolare Federico Dumas. La società seleziona anche 1 neolaureato in eco-
Le figure
Le società puntano
su programmatori, agenti,
promoter e disegnatori
di prodotto
Le occasioni
della
settimana
300
le ricerche di Marriott
International a Venezia
H&M
91 chance nella moda
H&M, multinazionale della moda,
cerca su tutto il territorio nazionale
30 store manager e 40 visual
merchandiser full time da inserire
a tempo determinato o a tempo
indeterminato secondo i casi. A
questi si aggiungono 20 sales
advisor ai quali si proporrà un
contratto «a chiamata» e un
product manager per la sede
centrale a Roma.
9
le opportunità di lavoro
di Best Western Italia
900
Bnl
110 neolaureati
le posizioni aperte
da Hilton in Europa
Turismo e lavoro Il «concierge desk» del Rome Cavalieri del gruppo Hilton
Più di 1.500 opportunità
negli alberghi di lusso
I colloqui di Hilton, Marriott, Best Western e Starwood in Europa
nomia con orientamento marketing come responsabile commerciale. Sede di
lavoro: Carrara. La ricerca si amplia infine a 5 dimostratori occasionali durante
le fiere di settore: giovani, appassionati
del settore ludico, che dovranno spiegare i vari giochi ai clienti durante le manifestazioni periodiche (circa 14-15 in tutta Italia); Cv a: [email protected]. Cerca
60 dimostratori anche la Giochi Uniti di
Napoli, per 7/8 fiere l’anno. Promoter
che potranno poi essere ricontattati per
le campagne natalizie nei punti vendita
(1 promoter per i 30 punti vendita della
società): [email protected]. Cinque 5
agenti di commercio plurimandatari anche per Cranio Creations di Milano, anche 1 responsabile social network e 1
procacciatore di bandi; [email protected]. La Clementoni seleziona infine 1 junior area manager laureato in
materie economiche; 1 programmatore
Android e 1 product designer. Sede di lavoro Recanati(Macerata); [email protected].
Alessandro Luongo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Grandi catene di alberghi, soprattutto di
lusso, alla ricerca di personale, in tutta Europa e in particolare per le nuove aperture. A
partire da Hilton, che in Italia offre una
quindicina di stage a giovani neolaureati e
neodiplomati per i quali negli ultimi anni
sta organizzando un business game che dà
loro la possibilità di farsi conoscere. Mentre
nel resto del Vecchio Continente ha attualmente sono circa novecento le posizioni
aperte (www.hiltonworldwide/careers),
negli uffici, all’interno delle strutture di Hilton worldwide di proprietà, in management e in timeshare. Il grande gruppo di hotel di lusso, che conta in tutto il mondo 315
mila dipendenti, ogni anno propone ai giovani 600 opportunità di stage. E i profili più
richiesti sono quelli di front desk (reception), per l’area food&beverage, l’area sviluppo (business development) e l’area risorse umane.
Un’altra grande società che gestisce hotel
in cerca di personale è Marriott International, che sta selezionando 300 candidati,
compreso l’indotto, per il nuovo 5 stelle, il
Jw Marriott Venice, che aprirà nel marzo
2015 su di un’isola privata, l’Isola delle rose,
nella laguna di San Marco di fronte a Vene-
zia. Serviranno in particolare direttori di
funzione, capi servizio, personale per le camere, chef stellati. «Abbiamo 19 alberghi a 5
stelle e il nostro obiettivo attuale è quello di
riposizionare i diversi brand, perché oggi il
segmento del lusso nonostante la crisi sta
crescendo più degli altri» spiega Mario Ferraro direttore generale del JWMarriott Venice. Il gruppo sta scommettendo anche sul
Comitato Leonardo
Undici borse di studio
Sono stati indetti i Premi di laurea
2014 del Comitato Leonardo riservati
alle migliori tesi sul made in Italy. In
palio 11 borse di studio messe a
disposizione da imprenditori soci del
Comitato. I bandi sono visionabili su:
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prevedono un premio di 3.000 euro o
uno stage.
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Industrializzazione del prodotto e la responsabilità dell’Ufficio Strutture e Costi.
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esperienza di tempi e metodi, buona conoscenza della lingua inglese.
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resto dell’Europa, ritenuta molto strategica,
in particolare nella parte orientale sono previste 16 nuove aperture entro il 2015. In settembre poi sarà aperto il Moxy Milano Malpensa. E, ancora nell’Europa occidentale, altre strutture vedranno la luce: il Fortecruz
Sevilla, in estate, il Fortecruz Toledo in autunno e nella primavera dell’anno prossimo
sarà la volta del Moxy Munich e del Moxy
Berlin Ostbanhof (www.marriott.com/careers).
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Oriente, un centinaio in Africa, più di 2.500
in America, 3.195 in Asia e 97 in Australia.
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© RIPRODUZIONE RISERVATA
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selezioni per iniziare a identificare 650
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novembre è previsto l’inserimento di
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a cura di Luisa Adani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il candidato sarà responsabile, sulla base delle specifiche esigenze delle aziende del
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di scuola tecnica e/o Laurea in Ingegneria, esperienza consolidata di almeno 10 - 15 anni
nel campo della progettazione di macchine utensili complesse; ottima conoscenza del calcolo strutturale e degli impianti idraulici; utilizzo CAD; conoscenza della lingua inglese; disponibilità a trasferte. Si offre un contratto a tempo indeterminato, con inquadramento e
livello commisurato all’effettiva esperienza maturata.
Sede di lavoro: Uboldo (VA)
AREA MANAGER
Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
Economia 39
italia: 51575551575557
Carriere e persone
L’indagine Chi cerca chi sul Web secondo il rapporto di Duepuntozero Doxa per Google
Cambi di poltrona
Le professioni su misura per la Rete
Considerare Internet uno
strumento essenziale nella ricerca del lavoro non è di per sé
una grande novità. Se oggi affermi che saper guardare nel
motore offre più opportunità
di occupazione, nessuno pensa
che stai consigliando di diventare meccanico.
Ma c’è un’indagine, «Gli italiani e i motori di ricerca» condotta da Duepuntozero Doxa
per Google, che offre qualche
spunto di novità in più. Emerge infatti che i motori di ricerca
offrono a coloro che cercano
un lavoro o vogliono rimettersi
in gioco, una serie di opportunità e di spunti che non sempre si evidenziano attraverso
una ricerca tradizionale. «Appaiono evidenti due direttrici
fondamentali — spiega Simona Panseri, direttore comunicazione e pubblic affairs di Google Italia — sul Web vanno i
professionisti formati che cercano di capire meglio che cosa
cerca il mercato e quali specializzazioni o skills bisogna possedere per operare un ulteriore
salto di qualità in carriera. L’altro tema forte che emerge dall’indagine è che a Internet si rivolge anche chi cerca temi specifici, figure professionali ati-
ILLUSTRAZIONE DI XAVIER POIRET
Assistenza alla persona e high tech, i settori più gettonati su Internet
Alma Graduate School
Un Mba
per il gusto
a tavola
Il 30 giugno scadono le
iscrizioni del master in
business administration
internazionale di Alma
Graduate School.
Che vanta, tra gli altri, un
indirizzo in Food&Wine.
piche, più tecnologiche e
coerenti al contesto della grande rete. È così che abbiamo
scoperto che esistono figure richieste solo al popolo della
grande Rete: professioni altamente specializzate come il
memory augmentation surgeon, il medico che aiuterà gli
anziani a conservare la memoria. Il campo dell’assistenza alla persona è, infatti, destinato
ad avere notevoli sbocchi in futuro, soprattutto se si considera che l’aspettativa media di vita è destinata a salire a 85 anni
entro il 2040».
Il motore di ricerca rappresenta infatti una finestra spalancata sul mondo del lavoro:
l’indagine evidenzia che il 66%
degli italiani lo usa per trovare
spunti inediti per svolgere in
modo nuovo e differente il
proprio lavoro, il 48% lo utilizza alla ricerca di idee innovative per una nuova attività, il
47% per cambiare lavoro, il
40% perché è alla ricerca di
persone con cui iniziare rapporti professionali.
E visto che la Rete è un imprevedibile bazar di offerte,
non manca chi ha scoperto
nuove professioni, trovandole
in alcuni casi seriamente inte-
ressanti e in altri semplicemente curiose. In particolare, il
67% degli italiani utilizza i motori di ricerca per identificare
offerte di lavoro disponibili solo su Internet, mentre il 63% ha
scovato online lavori di cui
ignorava addirittura l’esistenza.
Nella lista ci sono esempi
solo bizzarri del tipo «strano
ma vero» ma anche vecchi mestieri rivisitati in chiave 2.0. C’è
Le selezioni
Le opportunità offerte
dai motori di ricerca
a chi vuole trovare
un nuovo lavoro
chi ha aperto piccoli negozi
ambulanti per offrire spuntini
e colazioni, chi utilizza Internet
per fornire consigli e consulenza per gestire semplici pratiche burocratiche oppure la
doula, una figura assistenziale
che supporta le future mamme
e le puerpere: una donna che
offre un sostegno su misura a
chi è in attesa di un bimbo.
I profili Le ricerche di figure veterinarie e commerciali, da Purina fino a Royal Canin e Effeffe
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Marsili sale in Zipcar
Mautone in Source
■ Massimo Marsili, 43 anni, è diventato presidente di Zipcar Europa, network del settore car sharing. Ha lavorato in Avis Budget.
■ Maria Chiara Franceschetti, 44 anni, ha ricevuto l’incarico di
amministratore delegato di Gefran (soluzioni per l’automazione).
■ Andrea Ragazzi, 43 anni, è stato chiamato da Avaya, società di
sistemi di comunicazione per le imprese, in
qualità di amministratore delegato Italia, Svizzera e Austria. Proviene da Oracle.
■ Emanuele Caniggia, 48 anni, ha assunto il
ruolo amministratore delegato di Idea Fimit
Sgr. Vanta esperienze in Abaco Servizi.
■ Domenico Pellegrino, 46 anni, è il nuovo direttore generale di Valtur e Orovacanze. Ha ma- M. Marsili
turato esperienze in Msc Crociere e Cit.
■ Giuseppe Coccon, 47 anni, è il nuovo responsabile comunicazione, relazioni esterne e istituzionali di Poste Italiane. Proviene da Avio Aero.
■ Marco Mautone, 48 anni, è entrato in Source,
fornitore di Etf, come managing director Svizzera e Liechtenstein. Proviene da BofA Merrill
Lynch.
■ Alessandro Maurizio Cabella, 48 anni, ha as- M. Mautone
sunto il ruolo di general manager del Rome Cavalieri, Waldorf Astoria Hotels & Resorts. Vanta
esperienze in Hilton Molino Stucky Venice.
a cura di Felice Fava
[email protected]
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LE PROMOZIONI
Nuove nomine e incarichi su
http://www.corriere.it/economia/lavoro/
Isidoro Trovato
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Giovani all’estero
La storia
Animali, una passione e un lavoro
Nonostante i venti di crisi, il mercato «per gli amici a quattro zampe» tiene il colpo: il settore petcare, con un
totale di oltre 1.700 milioni di euro di
fatturato per il solo food, continua a
registrare margini confortanti ed è a
caccia di talenti. A fronte di una lieve
flessione dei volumi, infatti, dovuta
alla diffusione degli animali di piccola
taglia — più adatti alla vita in appartamento — continua a crescere il valore
degli affari. Aumenta poi la varietà e la
qualità dei prodotti per l’alimentazione e la salute dell’animale da compagnia, considerato plebiscitariamente
fonte di benessere, tant’è che vanno
per la maggiore le linee cosiddette
«stellate».
Ma non basta: nonostante la carenza
di liquidità, non si rinuncia agli integratori, ai prodotti specifici per l’igiene orale, addirittura agli snack premio, tutti rigorosamente certificati.
«Quest’anno — conferma Franco Mo-
su trovolavoro.it
rinaria, ma che abbiano al contempo
competenze commerciali e doti di leadership. Ovviamente vengono premiati i giovani propensi alle esperienze all’estero e in generale quelli che dimostrano grande passione per il settore (12 jobs, inclusi stage e
sostituzioni maternità).
Chiudiamo con Effeffe Pet Food presente nel comparto alimentare per cani e gatti con marchi propri e private
label; ebbene, forte di uno sviluppo
costante e di continui investimenti
strutturali, l’azienda intende incrementare l’organico su diversi fronti,
dalla produzione, alla qualità (laurea
scientifica), all’amministrazione (almeno 5 anni in area finanza e controllo di gestione), fino alle vendite (esperienza quinquennale e contratto
d’agenzia), per un totale di otto posti
complessivi.
Donatella Giampietro
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Elena, 26 anni, a un passo da Broadway
«Recitare. È stata la mia
passione fin da piccola. Poi
però ho scoperto il fascino del
backstage e allora mi sono
detta: voglio lavorare dietro le
quinte». E così è stato. Elena
Sartor (foto), originaria di
Pordenone, ha 26 anni ma già da tre vive a New
York e fa il Direttore di scena. «Ho frequentato
Ca’ Foscari a Venezia: laurea triennale in
Tecniche artistiche e dello spettacolo. Durante
gli studi non sono stata ferma, ho cercato subito
di applicare quanto stavo imparando». Elena
infatti è riuscita a ottenere un contratto a
progetto come Assistente alla regia degli
spettacoli organizzati dal comune di Pordenone
per celebrare la Shoah. «Ho anche fatto la
”maschera” nel teatro comunale della mia città.
È lì che ho cominciato a osservare la
complessità dell’organizzazione dei
palcoscenici, delle luci, dei camerini. Necessità
diverse a seconda delle compagnie itineranti».
Tutte esperienze servite per fare il grande
passo: trasferimento a New York per
frequentare il Musical theatre conservatory e
ottenere il diploma nel 2012.
«Contemporaneamente studiavo recitazione e
canto al Susan Batson studio sempre di New
York. Infine il lavoro vero, l’internship come
Stage manager per il famoso musical ”Wicked”
al Gershwin theatre». Un’esperienza che le è
valsa l’ottenimento dell’attuale contratto
triennale come Direttore di scena per tre
compagnie diverse, che recitano dai drammi
shakesperiani ai musical. «Il lavoro a New
York? Non ci si ferma neanche per mangiare.
Ma io ho un obiettivo: Broadway».
Enzo Riboni
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OLTRE CONFINE
Racconta la tua esperienza di lavoro all’estero
all’indirizzo [email protected]
Trovolavoro ricerca uno dei più importanti protagonisti del mercato automotive,
per il potenziamento della propria rete commerciale, un:
Trovolavoro ricerca uno dei più importanti protagonisti del mercato automotive,
per il potenziamento della propria rete commerciale, un:
Trovolavoro, on behalf of a multinational company leader in virtual instrumentation, data acquisition and graphical system design, is looking for a:
SALES SPECIALIST PLT
Friuli e Province di Treviso e Belluno
TRADE NETWORK EXPERT
Divisione Passenger & Light Truck
FINANCIAL STRATEGIC BUSINESS PARTNER
Il Sales Specialist PLT, a diretto riporto dell’Area Manager, avrà la piena
responsabilità, per il proprio territorio di riferimento, della gestione e dello
sviluppo del business dei pneumatici dedicati al mondo Vettura e
Trasporto Leggero rappresentato dai principali dealer di mercato:
Car Dealer e Retail (gommisti).
Il Trade Network Expert PLT, a diretto riporto del KAM, avrà la responsabilità, per il proprio territorio di riferimento, della implementazione dei
programmi di Franchising indiretti in accordo con la strategia aziendale
della Divisione PLT.
Si occuperà delle attività di analisi del mercato al fine di individuare
potenzialità e possibili nuovi canali di sviluppo.
• Studiare il potenziale del mercato locale, analizzando il possibile sviluppo di
nuove affiliazioni;
• Introdurre e presentare il programma di franchising agli affiliati gestendo
anche gli aspetti contrattuali e amministrativi relativi all’attività degli stessi;
• Offrire supporto e consulenza agli affiliati nell’analisi e nello sviluppo del loro
business;
• Supportare le vendite del distributore in accordo con le direttive del KAM.
Il candidato ideale è in possesso di: Diploma di Laurea; esperienza di
almeno 2 anni in ruoli commerciali e di vendita, preferibilmente nel settore
automotive o similari; buona conoscenza della lingua inglese.
Preferibile il domicilio nelle province di: Treviso, Pordenone e Udine.
L’inquadramento e la retribuzione saranno commisurati all'effettiva
esperienza del candidato.
Il Trade Network Expert si occuperà di:
Il candidato ideale è in possesso di un diploma di Laurea, ha maturato
un’esperienza di almeno 2 anni in ruoli commerciali o di trade marketing,
preferibilmente nel settore automotive o similari e ha una buona
conoscenza della lingua inglese.
Si richiede residenza in Lombardia o Piemonte.
Area di competenza: Friuli e province di Treviso e Belluno
Inviare CV digitando il codice 6224 nel campo “cosa?” del motore di ricerca
sulla homepage di Trovolavoro.it
Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77).
I dati saranno trattati ai sensi dell’art. 13 D.lgs. 196/03.
To be the primary financial partner for regional management and budget
holders within the MED region, providing financial challenge, guidance
and decision making support. To deliver high value analysis and
interpretation of financial information to manage so that they can address
major variances and deliver financial commitments and strategy.
The candidate reports to the Finance Director and supervises two direct
reports and 10 total staff.
Requirements:
• Qualified accountant - Management degree
• At least 10 years of relevant work experience in the role, desirable in
industry sector (multi-national, high tech environment, multicurrency /FX
accounting environment, US Gaap)
• A strong knowledge of local accounting standards, tax legislation and IAS
• Fluency in English
• Technical Accounting Expertise
• Tax / VAT Compliance
• Strong computer and database skills
Area di competenza: Lombardia/ Piemonte/ Liguria/ Valle D’Aosta
Location: Milan & Paris office with extensive travel within the region when
required.
Inviare CV digitando il codice 6225 nel campo “cosa?” del motore di ricerca
sulla homepage di Trovolavoro.it
Send CV through the code 6226 into the box "what?" on the homepage
Trovolavoro.it
Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77).
I dati saranno trattati ai sensi dell’art. 13 D.lgs. 196/03.
Our company is an equal opportunity employee (l.903/77). Personal details
will be treated guaranteeing the right stated at the art.7-13-23 d.lgs 196/2003.
40
italia: 51575551575557
Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
Economia 41
italia: 51575551575557
Carriere e imprese
In fabbrica e in ufficio La lista preparata da Great Place to Work per l’Europa
Nonostante la crisi
Tecnologia, finanza e salute
Le aziende dove è bello crescere
I dieci profili
che le imprese
non trovano
In testa Microsoft, Gore, Admiral, Sas Institute e NetApp
Il sogno si chiama Microsoft. Ancora una volta, il gruppo fondato da
Bill Gates — già vincitrice nel campionato italiano — è arrivato primo
nella classifica europea 2014 dei Bestplace to work, le aziende considerate le migliori dal punto di vista dell’ambiente di lavoro. Il ranking, che è
curato da Great Place to Work (http://
www.greatplacetowork.it/) e si basa
per due terzi sulle risposte in forma
anonima dei lavoratori stessi e per un
terzo su un’analisi dell’istituto, è suddiviso in tre categorie e Microsoft ha
vinto nelle graduatoria delle multinazionali, seguita dalla «W.L. Gore & Associates», universalmente conosciuta
per il marchio registrato Gore-Tex, e
dalla compagnia assicurativa Admiral
Group, presente in Italia con il brand
«Con Te». Nella categoria delle grandi
imprese (oltre 500 dipendenti) la rivelazione è stata la società di consulenza informatica francese Davidson,
che ha scalato sette posizioni ed è arrivata prima, mentre l’azienda svedese dell’information technology Cygni
è in cima alla classifica delle 50 migliori piccole e medie imprese (da 50
a 500 dipendenti). L’istituto americano ha valutato oltre 800 aziende in 19
Paesi. Le classifiche sono state annunciate ieri sera, durante la cerimonia di premiazione che si è svolta a
Roma.
La classifica
D’ARCO
Le migliori aziende dove lavorare in Europa
LE MULTINAZIONALI
1 - Microsoft
11 - Volkswagen Financial
LE IMPRESE
MEDIO-GRANDI...
Servizi finanziari
1 - Davidson Consulting
Information technology
2 - W.L. Gore & Associates
3 4 5 6 7 8 9 10 -
Manifattura
Admiral
Servizi finanziari
SAS Institute
Information technology
NetApp
Information technology
Cisco Systems
Information technology
EMC Computer Systems
Information technology
Diageo
Liquori e tabacco
eBay
Distribuzione
Mars
Alimentare
12 - Affecto
13 14 15 16 17 18 19 20 -
Information technology
Mundipharma Medical Com.
Biotecnologie
McDonald's
Ristorazione
Daimler Financial Services
Servizi finanziari
AbbVie
Biotecnologie
Hilti
Meccanica
Roche
Biotecnologie, farmaceutico
Adecco
Servizi professionali
FedEx Express
Spedizioni
Servizi professionali
2 - Domino-world™
Sanità
3 - Torfs
Distribuzione
...E QUELLE
MEDIO-PICCOLE
1 - Cygni
Information technology
2 - Bofællesskaberne Ed.
Servizi sociali
3 - Key Solutions
Servizi professionali
Fonte: Great Place to Work
Ma che cosa fa di un’azienda un posto di lavoro modello? Per China Gorman, Ceo mondiale di Great Place to
Work che ha parlato alla conferenza
europea ieri mattina a Roma, lo studio di migliaia di organizzazioni mostra che i leader delle migliori aziende
concentrano i loro sforzi nel creare
una cultura basata sulla fiducia. La
buona notizia è che in generale, in
Seat Pagine Gialle Italia S.p.A. Cap. Soc. Euro 200.000.000 i.v.
Sede legale Torino - Corso Mortara 22 CAP 10149
Reg. imprese di Torino e C.F. n. 02429470541
Società Unipersonale - Direzione e coordinamento
Seat Pagine Gialle S.p.A
ESTRATTO DELL’AVVISO DI CONVOCAZIONE DELL’ASSEMBLEA
DEGLI OBBLIGAZIONISTI DEL PRESTITO
“€ 200,000,000 10½% SENIOR SECURED NOTES DUE 2017”
I portatori delle obbligazioni del prestito obbligazionario denominato
“€ 200,000,000 10½% SENIOR SECURED NOTES DUE 2017” - ISIN
XS0546483834 e XS0546484303 -, facente capo a Seat Pagine Gialle Italia
S.p.A. ed originariamente emesso da Seat Pagine Gialle S.p.A., sono convocati in Assemblea presso lo studio legale NCTM in Milano, via Agnello 12, per
il giorno 7 luglio 2014 alle ore 15.30 - e comunque non prima del termine dei
lavori dell’Assemblea degli obbligazionisti del prestito “€ 550,000,000 10½%
SENIOR SECURED NOTES DUE 2017” prevista in pari data e luogo - in
prima convocazione e, occorrendo, per il giorno 8 luglio 2014, medesimo
luogo e medesima ora, in seconda convocazione, per discutere e deliberare
sul seguente
ORDINE DEL GIORNO
Proposta di concordato preventivo di Seat Pagine Gialle S.p.A. e di Seat Pagine Gialle Italia S.p.A.: deliberazioni inerenti e conseguenti.
Le informazioni riguardanti le modalità e i termini:
1) per l’intervento e il voto in Assemblea;
2) per l’esercizio del diritto di porre domande prima dell’Assemblea e del diritto
di integrare l’ordine del giorno o di presentare ulteriori proposte su materie
già all’ordine del giorno;
3) per l’esercizio del voto per delega; e
4) di reperibilità della proposta di deliberazione, della relazione illustrativa
sull’unico punto all’ordine del giorno e dei documenti che saranno sottoposti
all’Assemblea,
sono riportate nell’avviso di convocazione, il cui testo integrale è pubblicato
in Gazzetta Ufficiale, nei termini e secondo le modalità di legge.
L’avviso di convocazione, unitamente alla documentazione relativa alla presente Assemblea, è altresì pubblicato sul sito internet di Seat Pagine Gialle
S.p.A. all’indirizzo: www.seat.it, sezione “Governance/Obbligazioni senior secured/Assemblee obbligazionisti Senior Secured 2014”, al quale si rimanda.
Milano, 6 giugno 2014
Il Consiglio di Amministrazione
Europa il clima di fiducia sta migliorando. «Abbiamo condotto un’analisi
che per cinque anni ha preso in esame
la fiducia dei lavoratori, che è il fondamento delle imprese migliori e un
ingrediente chiave per il successo dei
risultati aziendali — si legge nel report di presentazione dello studio —.
L’esito mostra che nella maggior parte
dei Paesi si è registrato un aumento
del livello di fiducia nelle aziende e
diversi Paesi hanno avuto un miglioramento notevole. In nessun Paese si
è, invece, verificato un netto calo della
fiducia». In futuro, secondo gli esperti del Great Place to Work, le sfide di
un’economia dalla crescita lenta e le
nuove generazioni che entrano nel
mercato del lavoro determineranno
nuove esigenze nelle organizzazioni.
Seat Pagine Gialle Italia S.p.A. Cap. Soc. Euro 200.000.000 i.v.
Sede legale Torino - Corso Mortara 22 CAP 10149;
Reg. imprese di Torino e C.F. n. 02429470541
Società Unipersonale - Direzione e coordinamento Seat Pagine Gialle S.p.A
ESTRATTO DELL’AVVISO DI CONVOCAZIONE DELL’ASSEMBLEA
DEGLI OBBLIGAZIONISTI DEL PRESTITO
“€ 65,000,000 10½% SENIOR SECURED NOTES DUE 2017”
I portatori delle obbligazioni del prestito obbligazionario denominato
“€ 65,000,000 10½% SENIOR SECURED NOTES DUE 2017” - ISIN
XS0825839045 e XS0825838666 -, facente capo a Seat Pagine Gialle Italia
S.p.A. ed originariamente emesso da Seat Pagine Gialle S.p.A., sono convocati in Assemblea presso lo studio legale NCTM in Milano, via Agnello 12, per
il giorno 7 luglio 2014 alle ore 16.30 - e comunque non prima del termine dei
lavori dell’Assemblea degli obbligazionisti del prestito “€ 200,000,000 10½%
SENIOR SECURED NOTES DUE 2017” prevista in pari data e luogo - in
prima convocazione e, occorrendo, per il giorno 8 luglio 2014, medesimo
luogo e medesima ora, in seconda convocazione, per discutere e deliberare
sul seguente
ORDINE DEL GIORNO
Proposta di concordato preventivo di Seat Pagine Gialle S.p.A. e di Seat Pagine Gialle Italia S.p.A.: deliberazioni inerenti e conseguenti.
Le informazioni riguardanti le modalità e i termini:
1) per l’intervento e il voto in Assemblea;
2) per l’esercizio del diritto di porre domande prima dell’Assemblea e del diritto
di integrare l’ordine del giorno o di presentare ulteriori proposte su materie
già all’ordine del giorno;
3) per l’esercizio del voto per delega; e
4) di reperibilità della proposta di deliberazione, della relazione illustrativa
sull’unico punto all’ordine del giorno e dei documenti che saranno sottoposti
all’Assemblea,
sono riportate nell’avviso di convocazione, il cui testo integrale è pubblicato
in Gazzetta Ufficiale, nei termini e secondo le modalità di legge.
L’avviso di convocazione, unitamente alla documentazione relativa alla presente Assemblea, è altresì pubblicato sul sito internet di Seat Pagine Gialle
S.p.A. all’indirizzo: www.seat.it, sezione “Governance/Obbligazioni senior secured/Assemblee obbligazionisti Senior Secured 2014”, al quale si rimanda.
Milano, 6 giugno 2014
Il Consiglio di Amministrazione
I soci sono convocati in assemblea straordinaria, in prima convocazione, per domenica 22/06/2014 alle ore 8.00 presso la sede legale
in Roma Lungotevere Michelangelo, 9 ed in seconda convocazione
per lunedì 23/06/2014 alle ore 13.00 presso la sede della Confederazione Italiana Agricoltori in Roma Via Mariano Fortuny 20 per discutere e deliberare sul seguente
ORDINE DEL GIORNO
- Modifiche agli artt. 5,27 e 31 dello Statuto;
- Varie ed eventuali.
Il Presidente del Consiglio di Amministrazione
Antonio Belmonte
Fausta Chiesa
// Tecnici Commerciali
// Area Manager
// Key Account Manager
che abbiano una consolidata esperienza nella vendita di servizi e prodotti tecnici
rivolti al settore edile.
Pre-requisito fondamentale sarà l’ottima conoscenza diretta del mercato delle
costruzioni e delle grandi opere della propria zona di competenza.
Saranno persone abituate a lavorare con uno stile consulenziale e possiederanno
preferibilmente un titolo di studio tecnico.
Le persone interessate, cui si assicura la massima riservatezza, sono pregate di inviare dettagliato CV,
corredato di numero telefonico, citando il riferimento n. 4728 a: [email protected]
Importante Azienda
operante a livello nazionale settore Servizi IT,
ricerca per le sedi di Milano, Roma e Verona:
- Venditori di Servizi di Assistenza Tecnica On-Site
con esperienza specifica provenienti dal Settore.
Si offre:
Assunzione a tempo indeterminato, pacchetto retributivo fisso + variabile
ommisurato alla effettiva potenzialità del candidato.
si richiede specifica competenza su Stampanti e Fotocopiatori.
SEGRETARIO GENERALE
la cui missione è assicurare l’efficace ed ordinata gestione dell’Ente, al fine di
perseguire nel modo migliore gli obiettivi definiti dallo Statuto ed attualizzati
attraverso le decisioni degli organi di gestione e indirizzo.
Il candidato/a ideale è un laureato, che ha maturato un'esperienza manageriale in ambito pubblico e/o privato (nel settore industriale, bancario, dei servizi
o della libera professione), sviluppando forti competenze gestionali, amministrative e finanziarie e in grado di gestire una rete articolata di relazioni.
Egli/ella, inoltre, è in possesso di qualità professionali, culturali ed etiche che
gli/le consentono di comprendere e interpretare gli obiettivi indicati degli organi
istituzionali, finalizzando al meglio l’azione gestionale e amministrativa.
Fondamentale è, dunque, una naturale predisposizione verso tematiche di
tipo sociale/culturale.
Gli interessati alla selezione possono inviare il proprio curriculum vitae, esclusivamente in formato Word o PDF al seguente indirizzo di posta elettronica:
[email protected], entro e non oltre il 30 giugno 2014.
Entro il mese di settembre 2014, ciascun candidato verrà informato per e.mail
(al medesimo indirizzo di provenienza del proprio CV) in merito all’esito della
selezione.
En. Rib.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ulma Construction Spa, multinazionale con una presenza diretta in 23 paesi
del mondo, specializzata nel noleggio e nella vendita di casseforme e ponteggi,
nell’ambito di un importante progetto di potenziamento della propria rete
commerciale e di sviluppo sul territorio ricerca per tutta Italia
- Tecnici Assistenza HW/SW On-Site
ambiente Windows/Apple
La Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, ente senza fini di lucro con sede
a Forlì, ricerca per la propria struttura il:
È un paradosso del mercato
del lavoro che sembra
insopprimibile: nonostante la
pesante crisi occupazionale le
aziende continuano ad avere
difficoltà nel reperire alcune
figure professionali. Anzi,
nell’ultimo anno la carenza è
addirittura raddoppiata: le
aziende con difficoltà di
reperimento sono passate dal
17% del 2013 al 34% attuale.
L’allarme viene dall’indagine
«Talent shortage survey»
dell’agenzia per il lavoro
ManpowerGroup. Nel 2014 i
dieci profili più difficili da
trovare sono, nell’ordine:
figure di produzione
qualificate, tecnici
specializzati, segretarie e
personale di backoffice,
addetti alle vendite,
professionisti It, sales
manager, personale
alberghiero e per la
ristorazione, professionisti di
contabilità e finanza,
formatori, autisti.
La difficoltà nel trovare
lavoratori adatti deriva da
alcune carenze di chi si
candida: competenze tecniche
inadeguate, esperienza
insufficiente, poche
competenze trasversali (quali
la collaborazione,
l’innovazione e la visione
d’insieme).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ricerca a livello Nazionale:
AGRICONFIDI SOC.COOP.
I soci sono convocati in assemblea ordinaria, in prima convocazione,
per domenica 22/06/2014 alle ore 7.00 presso la sede legale in Roma
Lungotevere Michelangelo, 9 ed in seconda convocazione per lunedì
23/06/2014 alle ore 11.00 presso la sede della Confederazione Italiana Agricoltori in Roma Via Mariano Fortuny 20 per discutere e deliberare sul seguente
ORDINE DEL GIORNO
- Rinnovo cariche sociali;
- Delibere in merito all’art. 36 D.L. 179/2012;
- Modifiche al Regolamento della Cooperativa;
- Varie ed eventuali.
Le aziende europee dovranno focalizzarsi ancora di più su innovazione,
creatività, flessibilità ed eccellenza
nella qualità del servizio: in una parola, modificare la propria cultura per
trasformare lo stile di leadership e il
modo in cui le persone lavorano e interagiscono. Ed è quello che sta facendo Microsoft, che nel 2011 in Irlanda
ha avviato un programma di cambiamento culturale, «Fuel Your Energy»,
per sviluppare la capacità dei collaboratori di intraprendere il cambiamento, sostenere il ritmo di un ambiente
dinamico e raggiungere un migliore
bilanciamento tra vita lavorativa e
personale.
Anche se nessuna impresa italiana
si è classificata tra le migliori in Europa, l’indice di fiducia dei Best Workplaces italiani sta crescendo. Tra il
2009 e il 2013 lo standard nazionale
del trust index è salito e ha toccato un
massimo di 77 punti nella stagione
2011/12. Anche l’Italia ha i suoi campioni nazionali. Come Bottega Veneta,
nona nella classifica relativa al nostro
Paese, che in dieci anni si è trasformata da piccolo marchio di pelletteria da
50 milioni di fatturato in un lifestyle
brand del lusso che ha superato il miliardo di euro di giro d’affari. Il presidente e Ceo Marco Bizzarri, intervenuto ieri alla conferenza europea, ha
spiegato come il successo di Bottega
Veneta è il risultato delle sue persone
e della passione che esse infondono
nel proprio lavoro. Il segreto sta nel
porre gli individui e i loro talenti come la priorità aziendale, poiché il
senso di appartenenza è ciò che porta
ognuno a contribuire alla creazione di
una leggenda.
Tutti i candidati sono pregati di inviare CV al seguente indirizzo
di posta elettronica:
[email protected]
CITTA’ DI ERCOLANO - PROVINCIA DI NAPOLI
AVVISO ESITO DI GARA
Oggetto: Appalto per l’affidamento del servizio di smaltimento/recupero dei rifiuti biodegradabili derivanti da cucine e mense provenienti dalla raccolta differenziata dei rifiuti
urbani, per mesi 12 (dodici), codice CER 200108. CIG: 5174435ED4. Si avvisa, ai sensi
dell’art. 65 del D.Lgs. n. 163/2006 e s.m. e i., che il servizio in oggetto è stato aggiudicato
provvisoriamente in data 06.03.2014 a mezzo di asta pubblica, con il criterio del prezzo
più basso, inferiore a quello posto a base di gara, determinato mediante ribasso sull’elenco prezzi unitari, con contratto da stipularsi a misura, con l’individuazione ed esclusione delle offerte anormalmente basse, definitivamente aggiudicati con Determina
Dirigenziale n. 11/18/93 del 09.04.2014, catalogata in data 17.04.2014 al n. 704. Hanno
prodotto offerte nei termini n. 3 (tre) imprese. Aggiudicataria della gara è risultata la
ditta ECOBUILDING srl., con sede in 83028 Serino (AV) alla via Terminio n. 96, C.F. e
P.I.: 02573440647, per il prezzo di €/tonn. 81,11, pari al ribasso del 18,89% sul prezzo
unitario posto a base d’asta e quindi per un importo di € 486.675,00 oltre IVA al 10%.
Termine dell’esecuzione del servizio è di gg. 365 (trecentosessantacinque). Il R.U.P. è il
dr. G. Imperato - Funzionario del Settore Servizi Tecnici.
Il Dirigente - Ing. Andrea Ripoli
TRIBUNALE CIVILE DI CHIETI
Sezione Fallimentare
Fallimento “Le Cannelle s.r.l.”
n. 25/2011
Giudice Delegato: Cons. Dott. Nicola Valletta
Curatore: Avv. Giuseppina Ivone
ESTRATTO DELL’AVVISO DI VENDITA
DI COMPLESSO IMMOBILIARE
A PREZZO RIBASSATO
II Fallimento di “Le Cannelle srl” avvisa che, il
giorno 21 luglio 2014, intende procedere, secondo lo schema dell’asta pubblica senza incanto, alla vendita in lotto unico di un
complesso immobiliare denominato “Le Cannelle”, sito in L’Aquila, alla Via Tancredi da
Pentima. Il prezzo base è pari ad euro
5.885.622,00 (euro cinquemilioni ottocentoottantacinquemila seicentoventidue/00). Ulteriori informazioni inerenti la vendita sono
desumibili dal “Disciplinare per la Vendita del
Complesso Immobiliare di Proprietà del Fallimento di Le Cannelle srl”, dalla relazione di
stima e da altra documentazione disponibile
sul sito internet www.fallcoweb.it/villapini e
presso il curatore, Avv. Giuseppina Ivone, con
studio in Roma alla via G. Gioacchino Belli
n. 27, scala A, int. 1. II presente avviso, in
ogni caso, non costituisce proposta irrevocabile né offerta al pubblico, né sollecitazione
al pubblico risparmio, né impegna in alcun
modo il Curatore Fallimentare a contrarre con
gli offerenti.
Chieti, 06/06/2014
II Curatore Fallimentare
Avv. Giuseppina Ivone
42
Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Cultura
Torino: accordo con Madrid per Miró
Torino fa rete: dopo collaborazioni con istituzioni come
Ermitage, Guggenheim e Metropolitan (tra le altre), i musei
torinesi siglano un accordo di collaborazione con il Museo
Nacional Centro de Arte Reina Sofía, dopo la missione a Madrid
del sindaco Piero Fassino. Tra i progetti, nel 2015 una mostra su
Joan Miró (foto), con 60 opere, molte mai uscite dalla Spagna.
Capolavori Esce per l’editore Einaudi l’opera medievale in cui l’eros sublime si alterna a quello mondano
Il doppio sogno dell’amore assoluto
Tutto comincia e finisce con una Rosa
Due autori, diversi finali (e un giallo) per il poema celebre del XIII secolo
Da sinistra: «L’amante e il dio d’Amore» (1500 circa, miniatura), «L’amante si avvicina alle rose» (1450, miniatura), «Immagini del sogno» (1490, miniatura). Foto Akg Images / Mondadori Portfolio
di PAOLO DI STEFANO
I
sogni non sono sempre menzogneri. Prende avvio da questa considerazione, suggerita dallo
scrittore latino Macrobio, esperto di sogni, uno
dei poemi narrativi medievali più diffusi e letti,
il Roman de la Rose, scritto in antico francese e testimoniato da oltre trecento manoscritti (secondo per
quantità di codici solo alla Commedia di Dante), 21
edizioni a stampa e molti rifacimenti. 21.750 ottosillabi per raccontare la storia della tormentata conquista della Rosa da parte dell’Amante. Allegoria dell’amore in tutte le sue forme, dalle più sublimi alle
più mondane, ma anche opera enciclopedica, il Roman de la Rose non è un libro qualunque. Intanto
perché viene abitualmente considerato opera di due
autori, con le cautele del caso. Si tratta di Guillaume
de Lorris, cui si devono i primi 4.028 versi, e di Jean
de Meun, che avrebbe aggiunto la seconda parte, più
lunga e digressiva, per completare l’opera che non
era conclusa.
Di Guillaume, citato da Jean all’ingresso del personaggio-chiave Falso Sembiante, l’ipocrita per definizione, si conosce solo il nome, il che ha fatto pensare
a qualcuno che sia un’invenzione di Jean realizzata ad
arte per capovolgere l’ideologia cortese in un finto
gioco (auto)parodico. Ma tutto sarebbe possibile, anche che il primo autore abbia portato a termine il romanzo e che il secondo l’abbia amputato del finale
per completarlo a piacimento. Che non siano mai
esistiti né l’uno né l’altro è l’ipotesi, anche autorevole,
di chi pensa che ci sia un burattinaio che li muove.
Introducendo l’edizione Einaudi (traduzione con
originale a fronte), Mariantonia Liborio, curatrice
con Silvia De Laude, mette in campo queste possibilità, ma la versione più accreditata resta anche la più
semplice: e cioè quella dei due autori. Un unico manoscritto riporta la sola parte di Guillaume, sei codici
conservano continuazioni anonime, tutte precedenti
quella di Jean de Meun, iniziata 40 anni dopo la morte del primo autore, avvenuta verosimilmente tra il
1225 e il 1230. A differenza di Guillaume, la figura di
Jean dispone di elementi biografici certi: fu, tra l’altro, traduttore di Boezio e di Vegezio, ebbe rapporti
stretti con Guillaume de Saint-Amour, a cui si affiancò nella battaglia universitaria parigina, di impronta
«laica», contro gli ordini mendicanti; essendo definito «maistre» fu probabilmente un chierico uscito
dalla Sorbona. Può darsi che Jean abbia trascorso la
giovinezza a Bologna e buona parte della vita a Orléans (la stessa zona di Guillaume). All’interno del testo il dio d’Amore, che lo chiama Johan Chopinel
(chope è la taverna), lo descrive come un goliardo de-
Il momento decisivo
Al Giardino di Piacere il protagonista
accede grazie a una bellissima
fanciulla. Si apre così un panorama di
meraviglie, tra suonatori e menestrelli
dito alle donne, alle bevute e al gioco.
I sogni, dunque. Il testo di Guillaume si apre con
un io narrante che racconta di aver fatto un sogno e
di volerlo mettere in rima (cinque anni dopo) per obbedire ai desideri di Amore; la visione onirica consiste nel viaggio intrapreso dal protagonista fuori dalla
città per incamminarsi lungo un fiume e arrivare nei
pressi di un giardino cinto da un alto muro merlato
su cui si trovano raffigurate personificazioni anticortesi: Odio, Slealtà, Villania, Cupidigia, Avarizia, Invidia eccetera. Nel Giardino di Piacere l’Amante accede grazie a una bellissima fanciulla, Oziosa. Si apre
così un panorama di meraviglie, tra suonatori, menestrelli e nuove figure allegoriche, da Bellezza a Cortesia, tutte dettagliatamente descritte: il protagonista
arriva alla fonte di Narciso, luogo fatale d’iniziazione
in cui due cristalli riflettono ogni parte del giardino,
ma quando l’Amante tende la mano per cogliere un
bocciolo di rosa viene fermato da sterpi e spine. È in
quel momento che il dio d’Amore lo colpisce al cuore, facendolo innamorare della dama di nome Rosa.
«L’idea geniale di Guillaume de Lorris — scrive Liborio— è quella di far giocare sulla scena del testo, dietro il velo dell’allegoria, i sentimenti e le emozioni
che si danno battaglia nel cuore dei due giovani». Tra
aiuti (Amico, Benaccolgo eccetera), vane speranze e
nuove opposizioni, Ragione cerca di far riflettere il
protagonista sui pro e i contro della sua ossessione,
ma le cose si complicano dopo il primo bacio propiziato da Venere: Gelosia fa costruire una torre entro
cui chiuderà Benaccolgo, sorvegliato dalla vecchia, e
L’opera
Il Romanzo della Rosa, di
Guillaume de Lorris e Jean de
Meun, a cura di Mariantonia
Liborio e Silvia De Laude, con
testo in antico francese a
fronte è uscito nei Millenni
Einaudi (pp. 1087, € 90)
Il libro è costituito da due
poemi, di impianto molto
diverso tra loro, redatti
probabilmente da due autori,
a 40 anni di distanza, tra la
prima e la seconda metà del
Duecento
Sull’identità degli autori, gli
studiosi non sono concordi. A
differenza di Jean de Meun, su
Guillaume de Lorris mancano
elementi biografici certi
Il poema, tra le opere più
diffuse nel Medioevo, racconta
la conquista della Rosa da
parte dell’Amante. Si tratta di
uno dei fondamenti della
cultura europea: una rilettura
dell’Arte di amare ovidiana
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Classici Pubblicate da Mimesis alcune parti inedite in italiano de «Il ramo d’oro», dedicate alle dee madri
La verità sul matriarcato, raccontata da Frazer
di ARMANDO TORNO
U
n’opera imponente come Il ramo
d’oro (The golden bough) di James George Frazer, che giunse
alla terza edizione del 1907-15 a dodici
volumi (c’è anche un supplemento
uscito nel 1937), non è mai stata tradotta integralmente in italiano. Da noi c’è il
lavoro dello scrittore e poeta Lauro de
Bosis (morto a trent’anni nel 1931) che
diede la versione del compendio realizzato dall’autore stesso nel 1922: uscì per
la prima volta in tre volumetti presso
Stock di Roma nel 1925. La medesima
venne ristampata da Einaudi nel 1950 in
due volumi nella compianta «Collezione di studi religiosi, etnologici e psicologici». In tal caso fu aggiunta una prefazione di Giuseppe Cocchiara. E quando i titoli di questa magnifica raccolta
passarono a Boringhieri, l’opera fu riproposta identica in tre volumi nel 1965
nella «Universale scientifica» del nuovo editore torinese. Da allora si ristampa periodicamente. Newton Compton
ne pubblicò una versione «integrale» a
cura di Nicoletta Rosati Bizzotto (introduzione di Alfonso Maria Di Nola) nel
1992: anche questa, però, è stata condotta sul compendio ricordato.
Non farà dunque meraviglia che ci
siano iniziative editoriali sulle parti
non note in italiano de Il ramo d’oro.
Esce ora, a cura di Maria Piera Candotti,
la riproposta di Matriarcato e dee-madri (Mimesis, pp. 98, 5.90). Il libro
contiene i capitoli dedicati da Frazer a
tale argomento, contenuti nel secondo
volume di «Adonis, Attis, Osiris», quarta parte della (vera) edizione integrale,
condotta sul testo pubblicato da Macmillan and Co (London 1951) alle pagine 202-218, quindi l’appendice sugli usi
degli abitanti delle isole Pellew che è in
calce al medesimo volume (pp. 253-
Domani su «Io donna»
Il nuovo romanzo
di Paulo Coelho
Domani su «Io
donna» (a fianco
la copertina del
numero in
edicola) Paulo
Coelho (1947)
racconta il suo
nuovo romanzo
Adulterio uscito da Bompiani: una
storia di sesso, amore, tradimento,
male di vivere e riscatto che ha
come protagonista una giovane
donna, Linda; una storia nata
anche grazie ai consigli dei tanti
followers su Twitter dello scrittore.
con la disperazione dell’Amante dinanzi alla fortezza
si interrompe il poema di Guillaume.
Dopo il verso 4028, si inseriscono finali posticci in
cui il protagonista arriva comunque a cogliere la rosa, ma con Jean de Meun la ottiene per via essenzialmente parodica. L’Amante cambia registro e dal
pianto passa al pentimento e poi all’imprecazione:
contro la maledetta Dama Oziosa, contro «l’orribile
vecchia puzzolente e lercia», ma anche contro se
stesso, colpevole di non aver avuto un’oncia di senno
nel riporre la sua fiducia nel dio d’Amore. Sotto la
«lente deformante» del secondo autore, il modello si
dilata in antimodello, accumulando dotte disquisizioni filosofiche e politiche, nonché narrazioni colorite dove la favola allegorica si squarcia e il dettato assume una connotazione più profana con forti dosi di
misoginia e di cinismo libertino. Il risultato complessivo è la giustapposizione, in un solo libro, di
due culture e visioni del mondo in contrasto: a quella
cortese (percepita da Jean come superata e insopportabilmente piagnucolosa) si oppongono la cosmologia neoplatonica e la prospettiva naturalistica improntata su Alano di Lilla, con l’innesto di violente
prese di posizione contro francescani e domenicani,
ipocriti e finti Buoni (tema eterno, che arriva intatto
fino al recente libro di Luca Rastello).
L’innamoramento viene spogliato da Jean de
Meun di ogni valore magico, è il prodotto di una falsa
apparenza riflessa negli occhi, cioè l’esito di un fenomeno ottico (in ossequio alle tesi del fisico persiano
Alhazen). In questo nuovo registro, Ragione può persino permettersi di accennare senza scandalo ai genitali maschili in senso proprio (coilles, ovvero «coglioni»), ottemperando al progetto di dire le cose col
loro nome, senza infingimenti metaforici. Sulle questioni terminologiche e tecniche, sulle fonti spesso
sapientemente rimescolate (da Platone alla latina
commedia a Tibullo, Ovidio, Virgilio ai fabliaux), sul
rapporto prospettico tra primo e secondo Roman,
sulle varie ipotesi in gioco, sui debiti dovuti da molti
poeti (da Villon in poi) a questa sorta di «tesoro» a
cui attingere liberamente, si concentrano con puntualità le note poste in appendice al volume. Dove si
troveranno gli elementi per leggere al meglio i comandamenti d’amore di Guillaume e i contro-comandamenti di Jean, a volte spossanti nella loro lungaggine, riscattata però non di rado da straordinarie
trovate narrative.
Fa bene Liborio a segnalare nell’introduzione gli
autentici pezzi di bravura di Jean de Meun, come
quello in cui si presenta la vecchia mezzana che rimpiange la giovinezza e gli amori passati o quello in
cui si inscena la corsa della Morte che insegue forsennatamente ogni individuo. La traduzione di Liborio è molto rispettosa dell’originale, pur con qualche
peccato stilistico, come alcune cacofonie evitabili:
per esempio nella bellissima sequenza sulla casa di
Fortuna esposta ai flutti, in cui viene ripetuto il «contro» tre volte nel giro di pochi versi culminando in un
«sempre le si scontrano contro» a fronte di un semplice «a lui se conbatent». Idem, poco più in là con il
rincorrersi esorbitante di «forma», «riforma», «si
trasforma», «forme». Resterebbero da dire molte cose sulla fortuna del Roman de la Rose. In primis, a
proposito del Fiore, rifacimento toscano in chiave
comica, 232 sonetti a opera di un Durante che Gianfranco Contini identifica con l’Alighieri. Il che dimostra come il poema francese avesse raggiunto una
larga diffusione europea, confermata per altro dalla
traduzione inglese di Chaucer e dalle accese «querelle» scatenate dalla sua inquieta lettura.
268), nonché alcuni ampliamenti
(quelli usciti nel 1937) sotto il titolo Aftermath. A supplement to the Golden
Buogh (nell’edizione inglese citata sono alle pagine 365-75 e 373).
Il libro di Mimesis ebbe una prima
edizione nel 1995 ma, data l’aria che tira
nell’editoria italiana, si può considerare una novità. I temi del matriarcato, da
Bachofen in poi, non danno tregua all’antropologia e alla cultura in genere.
Vale la pena, per i loro riflessi religiosi,
conoscerli su testi seri. Frazer, tra l’altro, indagando il fenomeno nell’Oriente antico nota: «Il matriarcato, la divinità di re e regine, il senso di un legame
primigenio delle divinità con la natura:
tutte cose che sono sopravvissute alle
conquiste persiane, macedoni e romane per perire solamente sotto l’azione
di un solvente molto più potente: il Cristianesimo».
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Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
Maestri A Lugano una mostra dell’autore russo che combina due aspetti diversi della creatività
Elzeviro
Il felice Prokofiev di Talevi a Firenze
LE TRE MELARANCE
A PASSO DI MARCIA
I
❜❜
Uno spettacolo
prodigioso,
all’altezza di
quello milanese
del 1974
timo spettacolo al vecchio Comunale prima del trasloco al
nuovo teatro (inaugurato da
Zubin Mehta con un concerto
miscellaneo) è la stessa Opera
di Prokofiev in un nuovo allestimento: dovuto al regista
Alessandro Talevi su scene di
Justin Arienti e costumi di
Manuel Pedretti: i quali hanno
dovuto lavorare con un budget limitatissimo. L’aver fatto
essi uno spettacolo prodigioso per bellezza e intelligenza,
all’altezza di quello milanese
del 1974, ridonda pertanto a
loro maggior onore ancora
giacché a Strehler limiti di
spesa nessuno osò mai porre.
L’amour des trois oranges
nacque a Chicago sulla coraggiosissima commissione fatta
a Prokofiev da parte di Cleofonte Campanini, parmigiano
e direttore della locale Opera.
Ma Campanini morì e il progetto si arenò finché Prokofiev non potette ottenere un
nuovo contratto grazie a che la
prima esecuzione assoluta avvenne nel 1921 sotto la sua
propria bacchetta.
Personalmente ritengo si
tratti della più felice partitura
teatrale del genio russo: percorsa da un’invenzione conti-
Evtushenko, scatti di poesia
Fotografie e versi per scandagliare i segreti dell’universo
di SEBASTIANO GRASSO
nua essa pare una silloge del
Moderno quale poteva esser
concepito (Vienna e Schönberg a parte) subito dopo la
Prima Guerra Mondiale: miracoloso pare l’adattarsi di Prokofiev all’influenza di Ravel facendola propria, miracolosa
l’invenzione ritmica continua,
l’ironia percorrente tutta
l’Opera-Balletto (appunto) e
anche la delicatezza di rappresentazione sentimentale là
ove l’autore le dà luogo. A Firenze sul podio a offrire alla
partitura piena giustizia è Juraj Valcuha, un ragazzo slovacco di Presburgo di trentott’anni il quale non solo dirige con
bravura e competenza notevolissime ma possiede anche un
equilibrio non proprio della
sua età sebbene delle ultime
maturità.
Anche il regista Talevi ha
trentott’anni. Io lo conobbi
meno di un anno fa quando
firmò a Martina Franca lo
spettacolo Crispino e la Comare dei fratelli Ricci: dissi
che mi pareva geniale; adesso
dico ch’è un genio e, con Bob
Wilson e Ruggero Cappuccio,
mi pare il genio della regia del
teatro musicale. Egli inventa
uno spettacolo nel quale non
v’è un istante di sosta e nel
quale i numerosissimi personaggi, e s’aggiunge il coro, sono in scena avendo ciascuno
un gag o un’attitudine differente: come faccia a ottenere
dal coro una recitazione avente ogni singolo corista a protagonista non si spiega facilmente. Quando, al suono della marcia che rappresenta un
po’ un’emblema dell’Opera, il
corteo occupa il palcoscenico
partendo dalla destra (per chi
guarda), lo spettatore si sente
del tutto felice: e non un secondo è privo di rapporto col
ritmo musicale di base.
La vicenda è reinventata negli anni della Prima Guerra:
uniformi militari austro-ungariche si affiancano al costume di Arlecchino, a quello di
una gigantesca gallina in che è
trasformata la Cuoca (cantata
da un basso), ad abiti da aviatore, a tenuta da grande soirée
per la fata Morgana: sicché la
principessa Clarissa compare
esattamente come la Sophie
del Colpo di grazia di Marguerite Yourcenar, ambientato in
Curlandia nella guerra tra
Rossi e Bianchi.
Il bravissimo datore luci è
Giuseppe Calabrò, mentre il
coro è diretto con perizia da
Lorenzo Fratini. Tra i molti
personaggi segnalo Jean Teitgen, Jonathan Boyd, Loix
Félix, straordinario Truffaldino, Leonardo Galeazzi, Anna
Shafajinskaia, Kristinn Sigmundson, Larissa Schmidt.
Grande successo.
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La palude degli scrittori
Corriere.it
Marco Cubeddu
risponde a Cordelli
Continua il dibattito
scaturito dall’articolo «La
palude degli scrittori», di
Franco Cordelli, uscito su «la Lettura» del 25 maggio. Su
Corriere.it, critici e autori hanno risposto alla «denuncia»
di Cordelli, per cui la letteratura italiana è stagnante.
Dopo Gilda Policastro, Paolo Sortino, Raffaella Silvestri,
Andrea Di Consoli, Gabriele Pedullà, Paolo Di Paolo,
Alessandro Beretta, Pierluigi Panza e Stefano Gallerani
oggi interviene lo scrittore Marco Cubeddu, autore di Con
una bomba a mano sul cuore (Mondadori).
Sguardi
U
n poeta, naturalmente, si
esprime in versi. Ma, come
nel caso di Evgenij Aleksandrovic Evtushenko (Zima, Siberia, 1932), può anche farlo con immagini fotografiche: un’altra maniera
di scandagliare il mondo, di creare.
Aspetto insolito? Parallelo, piuttosto,
e talvolta persino complementare.
Qualche esempio? Immagine: i dorsi
di due mani sovrapposte, con grandi
rughe. Poesia: «I volti delle mani somigliano/ a manoscritti che nessuno/ riesce a decifrare perché/ vergati
in una lingua perduta».
Immagine: una bambina si tiene in
equilibrio camminando su un binario
nella stazione di un paesetto russo.
Poesia: «La canzone è la musica del
secolo./ Il viaggio sulle rotaie, dallo
scantinato/ di una casa a Mosca, trasformerà/ il trenino in una strada
magistrale del destino». Immagine: il
volto di una donna che aspetta il ritorno del marito o del figlio. Poesia: «La
storia dei condannati ai lavori forzati
è infinita/ così come il tuo sguardo,
madonna siberiana». Una giovane
donna è distesa in un parco pubblico,
con la gonna che risale sino all’inguine, mentre centinaia di persone sfilano a qualche metro di distanza
(«C’era un corteo politico, accanto/
ad un corpo apolitico che infastidiva/
quanti dividono il mondo fra destra e
sinistra./ In realtà, se ci pensi, il corpo è uno Stato/ che ha vita politica; e
le gambe o altre parti/ protestano
contro il governo, che è la testa»).
Ulteriori soggetti? Un invalido a
Magadan, i veterani, un contadino e
la sua ombra, un georgiano e, persino, un vecchio assassino, che ha ucciso la moglie con un ferro da stiro. Le
immagini — provenienti dal Museo
Evtushenko di Peredelkino, donato
dal poeta allo Stato — sono esposte
da ieri a Lugano (sino al 15 giugno),
alla Sangiorgio International di Antonio Lagioia, in via Marconi.
Il vecchio leone ha ruggito ancora.
Dopo avere subito, negli Usa, l’amputazione della gamba destra — da poco meno di un anno — e avere appreso a muoversi con la protesi, a 82 anni, da metà maggio ad ora, Evtushenko ha già fatto 18 recital di poesie
in Russia e, proprio ieri, a Mosca ha
Tre foto di Evgenij Evtushenko in mostra da ieri a Lugano. A sinistra, dall’alto: «Bambina sui binari»
e «Vecchio assassino». Sopra: «Evgenij e Dora». La mostra resterà aperta fino al 15 giugno
pubblicato Footballiade, un libro dedicato al calcio, con poesie e prose
scritte sino ad oggi.
Anche se il titolo della mostra di
Lugano è «Alberi di betulla nana come simbolo della natura russa», le fotografie (un centinaio: 1968-1986)
non si limitano ai luoghi natali del
poeta («Avrei voluto nascere in tutti i
Paesi», recita un suo verso). Ci sono
anche «angoli» italiani (numerosi i
Ambienti
Tra gli altri Paesi prescelti
dall’artista ci sono l’Italia (con
Napoli e il Colosseo), l’Inghilterra,
la Cina e la Colombia
ritratti di partigiani; l’arcata di una casa a Napoli, con i panni appesi da una
finestra ad asciugare, sotto la quale
Evtushenko ha ripreso l’attuale moglie Masha; un’ampia veduta del Colosseo, con una lattina di aranciata in
primo piano), inglesi (comizio di
anarchici, patrioti con bandiere, sciopero di spazzini), cinesi (Chi siete voi
quattro in panchina?; donna con
bambino e capra), colombiani (la fotomodella Dora che soffia dentro una
bottiglia di birra che il poeta le accosta alla bocca; Evtushenko la incontrò
quando aveva 36 anni: una passione
durata tre giorni e tre notti in cui «il
Kamasutra diventava uno scherzo»,
poi rievocata in Dora Franco, in italiano edito da Es, traduzione di Rayna
Castoldi e Ljudmilla De Luca). Evtu-
Venezia Domani l’inaugurazione ufficiale della manifestazione
L’architettura (e la Biennale) di Koolhaas:
modernità globale, ma solo in apparenza
dal nostro inviato
PIERLUIGI PANZA
VENEZIA — La XIV Biennale
di Architettura, che si inaugura
domani a Venezia, è una mostra
corale e senza archistar. È realizzata da giovani di tutto il mondo
che lavorano «con» e «nel» culto di Koolhaas e da curatori dei
singoli Stati impegnati nel rispondere a un quesito: com’è
stata assorbita la modernità nei
diversi Paesi tra il 1914 e il 2014?
«Ho chiesto ai curatori di studiare l’ultimo secolo — racconta
Koolhaas —, non per celebrare il
trionfo della modernità, ma per
vedere come è stata assorbita in
contesti non omogenei».
Per «misurare» quanta modernità è penetrata nei singoli
Paesi (65 da tutto il mondo a Venezia), il team di Koolhaas ha
usato parametri quali l’indipendenza e il suffragio universale,
ma anche il numero di premi
Nobel e la diffusione della tv, e
pure il numero di negozi Ikea e
McDonald’s. Si scopre che i Paesi anglosassoni e del capitalismo protestante avanzano il
mondo latino e africano nella
modernizzazione e che, in questa dinamica, le forme dell’architettura tendono a favorire
LA SEZIONE «MONDITALIA» DELLA XIV BIENNALE DI VENEZIA
di PAOLO ISOTTA
l 19 dicembre 1974 andò
in scena alla Scala L’amore delle tre melarance di
Sergei Prokofiev nell’allestimento dovuto a Giorgio
Strehler su scene e costumi di
Luciano Damiani. Io avevo appena compiuto ventiquattr’anni ed esordito a giugno
quale critico musicale di un
quotidiano, «il Giornale»: ero
un piccolo ignorante presuntuoso e tuttavia arrivai a comprendere trattarsi di un prodigio teatrale ove in Strehler
s’era reincarnato il grande regista Vsevolod Mejerchold.
Della favola di Gozzi a base
dello spettacolo Meierchold
aveva dato una versione russa
con la fondamentale aggiunta
di un Prologo ove si sceneggia
una disputa letteraria sul valore della Tragedia e della Commedia. Strehler, giusta la partitura di Prokofiev, aveva dato
vita a qualcosa che stava a metà fra l’Opera e il Balletto e che
su passi fatati correva.
Sono passati quarant’anni
da allora. Io sarò forse ancora
ignorante ma non più presuntuoso e accorro a Firenze: l’ul-
Terza Pagina 43
italia: 51575551575557
l’universalismo. Ma questo è un
aspetto controverso. Se da un lato, sin dagli anni Trenta, l’International style ha favorito l’imporsi di un’architettura monostile (ferro e vetro, muri bianchi,
aria condizionata e grattacieli
ovunque) dall’altro, rivela Koolhaas, «i curatori dei padiglioni
hanno ribadito l’importanza
della nazione». Tanto che il pensatore di Rotterdam ha affermato ieri che «le unità nazionali resteranno un modo per guardare
il mondo».
In questa dialettica tra richiesta popolare di identità e relativa
nascita di nuovi Stati da un lato,
e potere finanziario che impone
modelli e stili di vita uniformati
dall’altro, l’architettura si trova
al crocevia. E pure la Biennale
che, da un lato, favorisce l’affacciarsi sul mondo culturale delle
nuove identità nazionali e, dall’altro — oltre «a portare il mondo a Venezia e Venezia al mondo» (Baratta) — seduce al globalismo (la scomparsa della lingua italiana, ad esempio).
Questa dialettica, come mostrano gli stand all’Arsenale,
non è risolta. Si lotta per avere
un proprio Stato, ma i confini tra
le nazioni sono così instabili che
in Italian limes si mostra come
la linea displuviale di confine tra
Italia e Austria si muova ogni secondo. Si parla di identità, ma
come mostra Countryside worship in «vent’anni l’Italia è diventata un modello complesso
di diversità religiosa». Si parla di
biodiversità, ma in Alpi Armin
Linke mostra come anche le nostre montagne siano sottoposte
ad un’artificialità simile a Dubai,
specie in occasione di eventi tipo Davos.
Quanto agli architetti, sembra
per paradosso che siano internazionalisti quando costruiscono a casa propria e localisti
quando operano in casa altrui.
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Qui sopra,:
«Siberiana in
attesa»,
tra le foto di
Evtushenko in
mostra a Lugano
Evgenij
Evtushenko
(Zimà, Siberia,
1932) ha scritto
della sua terra
natale, ma anche
denunciato (dopo
la morte di Stalin)
la burocrazia
e il carrierismo
Tra le sue
opere, «La
stazione di Zimà»
(Feltrinelli, 1962)
e «Dora Franco»
(Es, 2012)
shenko dice di non sopravvalutare le
sue capacità di fotografo. Non si dimentichi, però, che egli, oltre ad insegnare Poesia e Cinematografia nell’università americana di Tulsa, ha
fatto anche il regista.
Da qui, l’intersecarsi di talune immagini che, girando come su una
ruota panoramica, paiono sovrapporsi l’una sull’altra, con una sequenza
ininterrotta. Come in un caleidoscopio. Ch’è, poi, il titolo di una sezione
della mostra svizzera. Immagini come poesia. E la poesia, ha scritto l’autore della celebre Babij Jar, «è più necessaria alla gente proprio quando
essa dimentica di averne bisogno».
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Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
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LA SVOLTA DEL 2011
SEGUE DALLA PRIMA
Troviamo pretestuoso sostenere, come
alcuni capi di Governo hanno fatto, che
questa modifica contenuta nel Trattato non
abbia alcun significato. In quanto capi di
Stato e di Governo essi ritengono di avere il
diritto di scegliere il Presidente della Commissione, che poi il Parlamento europeo
dovrebbe ratificare. Secondo questa interpretazione, il Parlamento potrebbe porre il
veto, ma non prendere iniziative.
Il punto di vista alternativo, adottato dai
principali partiti politici prima delle elezioni europee, è quello che il Consiglio debba
tener conto del risultato delle elezioni. I cittadini europei hanno dunque voce in capitolo su chi guida la Commissione europea,
che sola ha il potere dell’iniziativa legislativa a livello europeo. Il primo approccio ha
contribuito alla percezione che la lontana
Bruxelles prenda decisioni su cui i cittadini
non hanno alcun controllo. Il secondo approccio mira a restituire la sovranità ai cittadini europei. E cerca di bilanciare lo strapotere del Consiglio con un Parlamento europeo democraticamente eletto. Nello spirito
del nuovo trattato, le famiglie dei partiti europei hanno presentato dei candidati per la
Presidenza della Commissione prima delle
elezioni. I candidati si sono confrontati in
una campagna rigorosa attraverso tutto il
continente.
Invitiamo pertanto i capi di Governo a
non uccidere sul nascere questo nuovo processo democratico. Esortiamo i membri del
Parlamento europeo a radunarsi attorno al
candidato che ha ottenuto il maggior numero di seggi. Il Partito popolare europeo è
emerso dalle elezioni come il più grande
gruppo politico del Parlamento. Il Consiglio
europeo dovrebbe quindi proporre il candidato del Ppe: Jean-Claude Juncker. Proporre
una persona diversa sarebbe un rifiuto a riconoscere le modifiche del Trattato e comprometterebbe ulteriormente le fragili credenziali democratiche dell’Unione europea.
Questo appello, promosso da Stefan Collignon, Simon Hix e Roberto
Castaldi, ha tra i primi firmatari Zygmunt Bauman, Ulrich Beck, Lorenzo
Bini Smaghi, Anthony Giddens, Jürgen Habermas, Gianfranco Pasquino,
Barbara Spinelli. La versione integrale è pubblicata sul Corriere.it
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LA GUERRIGLIA DI AMAZON CON GLI EDITORI
NON AIUTA I LETTORI E DANNEGGIA GLI AUTORI
✒
Qualcuno lo chiama mercato, per
altri è ricatto. In questi giorni l’editoria americana è dominata dal caso Amazon che negli Stati Uniti controlla circa il 50%
delle vendite di libri, digitali e non, e ora sta
rinegoziando i contratti con le case editrici
sui guadagni degli ebook. Al centro la trattativa con due grandi gruppi — Hachette negli
Stati Uniti e Bonnier Media Group in Germania — che il colosso di Seattle
sta conducendo con ogni
mezzo. Così sul sito di Amazon per molti libri di grandi
nomi nei giorni scorsi in
pubblicazione con i marchi
del gruppo (da Malcolm
Gladwell a J.K. Rowling/ Robert Galbraith a J.D. Salinger)
è di fatto impossibile fare il
pre-ordine, mentre alcuni
autori tedeschi, abituati a monitorare le loro
vendite sul sito, si sono accorti che per certi
titoli i tempi di consegna si sono allungati fino a 21 giorni. Inaccettabile per un Paese in
cui l’efficenza è tutto e per un sistema di distribuzione in cui la consegna entro 24 ore è
la norma ormai da anni. Una guerriglia sottile, quella di Amazon ma abbastanza scoper-
ta: bullismo secondo il New York Times che
ieri ha accusato il colosso di «spremere gli
editori, annoiare i consumatori e danneggiare gli autori».
Una prova di forza per cui, secondo gli
esperti, non ci sono gli estremi legali per definire un abuso (nonostante la comunità
editoriale invochi un intervento del governo), ma che sembra contraddire il principio
che Amazon ha sempre sbandierato come l’unico a cui obbedire: fare l’interesse (e la
felicità) dei lettori, o meglio
dei consumatori. Offrire il
massimo al minor prezzo
possibile, anche a costo di
scatenare la guerra con gli
editori, o di scontentare gli
autori. Amazon ha ricordato
come Hachette non sia certo
un piccolo distributore, ma a sua volta un gigante dell’editoria. Tutto vero, ma così il lettore diventa la vittima collaterale della guerra. E per il colosso di Seattle diventa più difficile sostenere di voler stare soltanto dalla
sua parte.
Cristina Taglietti
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LA DISCUTIBILE DECISIONE DI UN GIUDICE
BASTA GIOCARE CON IL METODO STAMINA
✒
Non basta la bocciatura del metodo
Stamina da parte della comunità
scientifica internazionale. Non è sufficiente
il rifiuto (tardivo) dei medici di Brescia di
somministrare ai piccoli malati infusioni di
cellule staminali. Non conta che Davide Vannoni e Mario Andolina, i guru del metodo,
siano stati rinviati a giudizio, dai magistrati
di Torino, per associazione a delinquere e
truffa. No. Siamo ancora nel marasma grazie
a un giudice di Pesaro, che ha appena nominato commissario ad acta proprio Andolina
per riprendere la terapia a Brescia, e grazie a
un medico di Busto Arsizio (Varese) che si è
offerto come anestesista.
In questa vicenda non sono i medici a
«comandare», come ci si aspetterebbe
quando si parla di malattie, di pazienti e di
cure, ma i giudici che non hanno competenze specifiche e nemmeno l’umiltà di chiedere pareri agli esperti. E sono spesso in disaccordo fra loro. Così siamo precipitati in
quello che la senatrice a vita Elena Cattaneo,
grande esperta di staminali, chiama «impazzimento giudiziario».
Ma come è possibile uscire da questa situazione, incredibile e paradossale, che
squalifica l’Italia agli occhi della comunità
internazionale (come se non bastassero le
vicende per gli appalti dell’Expo a Milano e
quelle del Mose di Venezia)? Qualcuno chie-
de di procedere con la verifica sperimentale
del metodo per la quale è stata istituita, con
gran fatica, una commissione dal ministero
della Salute. Ma abbiamo già capito che questo metodo è privo dei minimi requisiti
scientifici per andare avanti e che lo studio
comporterebbe costi esorbitanti. Altri reclamano una presa di posizione del presidente
del Consiglio Renzi, del ministro per la Salute Lorenzin e del ministro della Giustizia Orlando. Bene, se il Governo ha la possibilità di
esprimersi concretamente e non soltanto a
parole, lo faccia. Per il bene dei pazienti.
Altri ancora chiedono l’intervento del
Consiglio superiore della magistratura
(Csm): questa potrebbe essere una buona
idea. Il Comitato di Presidenza del Csm ha
già disposto la trasmissione alla prima commissione e alla procura generale della Cassazione di un fascicolo relativo al caso Stamina e in particolare alla nomina di Andolina come commissario ad acta. I giudici devono cominciare a mettersi d’accordo fra
loro. Il caso Di Bella non ci ha insegnato
niente (la terapia anticancro del medico modenese era stata imposta proprio dai giudici, ma non ha mai trovato conferme scientifiche).
Adriana Bazzi
[email protected]
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Fisco, riforme e dignità nazionale
Così l’Italia riuscì a salvarsi da sola
di MARIO MONTI
C
aro direttore, sul Corriere del 1° giugno («Sulla casa Renzi rischia di sbagliare, come Monti»), Angelo Panebianco si chiede : «Quale fu l’errore
del governo Monti sulla questione
Imu?». Fu quello di «annunciare una tassa sulla
casa e poi lasciarne imprecisata, per mesi e
mesi, l’entità». L’incertezza, osserva correttamente Panebianco, avrebbe determinato una
caduta dei consumi. Severa, la sentenza: «Annunciare una tassa senza precisarne subito
l’entità è un errore da matita rossa e blu». Pena,
l’esilio politico: «Macroeconomisti di fama, di
indiscutibile valore scientifico, si rivelarono,
sulla questione Imu, inadatti a governare».
Il governo da me presieduto ricevette la fiducia
del Parlamento il 17 novembre 2011. Per
fronteggiare la grave emergenza finanziaria
varammo in 17 giorni il decreto legge «Salva
Italia», presentato la sera di domenica 4
dicembre. Il Parlamento lo convertì
rapidamente nella legge 22 dicembre 2011,
senza modifiche significative.
Oltre alla riforma delle pensioni, al
rafforzamento della lotta all’evasione fiscale e a
misure per ridurre la spesa pubblica e favorire la
crescita, il decreto stabiliva l’anticipazione dal
2014 al 2012 dell’entrata in vigore dell’Imu,
istituita dal governo Berlusconi con il decreto
legislativo 14 marzo 2011. Il nostro decreto
maggiorava le rendite catastali da assumere
come base imponibile e ripristinava la
tassazione sulle abitazioni principali. Tutti gli
elementi fondamentali dell’imposta (soggetti
passivi, base imponibile, aliquote e detrazioni
standard) erano pertanto già stabiliti per legge
— da marzo o dicembre 2011 — ben prima della
scadenza del primo versamento, dovuto a
giugno 2012. Restava un margine di incertezza,
legato alla facoltà lasciata ai Comuni di
modificare, entro limiti predefiniti, le aliquote e
le detrazioni.
Pertanto, a differenza di quanto afferma
Panebianco, il governo aveva deciso con largo
anticipo tutto ciò che era di sua competenza. Le
incertezze, pur limitate, che i contribuenti a suo
tempo incontrarono per l’Imu, furono in realtà
dovute al fatto che non tutti i Comuni avevano
deliberato tempestivamente aliquote e
detrazioni. D’altro canto, non solo in Italia ma in
ogni Paese che abbia un sistema di governo
articolato su più livelli istituzionali, alle
amministrazioni locali è lasciata la facoltà,
entro ambiti fissati dalla legge statale, di
determinare i propri tributi. Questa è, del resto,
una caratteristica «sana» dell’imposta: non solo
perché la stessa è legata a servizi reali prestati
dai Comuni ma anche perché si evidenzia così,
tramite il livello delle aliquote, il grado di
efficienza delle amministrazioni.
Consegue da quanto sopra che per ottenere una
certezza totale, in sé desiderabile, non
basterebbe purtroppo tenere lontani dai governi
i «macroeconomisti di fama, come auspica il
nostro politologo di chiara fama, ma
occorrerebbe abolire ogni forma di autonomia
locale nel prelievo tributario. Rimane il fatto che
è possibile, e fu fatto, sollecitare i Comuni ad
assumere tempestivamente le proprie decisioni.
Ma non mi sembra fondata l’accusa di miopia
nelle scelte di politica fiscale, rivolta a governi
centrali che, proprio perché consapevoli dei
danni che le loro decisioni potrebbero arrecare
all’economia, si preoccupano di decidere
tempestivamente per quanto di loro
competenza e di circoscrivere i margini di
incertezza dipendenti dalle decisioni di altri
soggetti del sistema di governo. A meno che
Panebianco attribuisca al mio governo
l’incessante susseguirsi di ipotesi e annunci
contraddittori sulla tassazione dell’abitazione
principale, che caratterizzò il periodo
successivo.
All’esigenza di ridurre il più possibile
l’incertezza, il mio governo è stato anzi
particolarmente sensibile, come non sarà
sfuggito allo stesso Panebianco. Infatti, pur
avendo dovuto operare in condizioni di
emergenza, abbiamo presentato al Parlamento
il disegno di legge delega per la realizzazione di
un sistema fiscale più equo, trasparente e
orientato alla crescita, che ha posto proprio la
certezza del diritto tributario come obiettivo
fondamentale della riforma. Approvato in prima
lettura dalla Camera nella scorsa legislatura, il
disegno di legge è stato ripreso nei contenuti
essenziali dall’attuale Parlamento, che l’ha
convertito nella legge 11 marzo 2014.
Visto che questa lettera è indirizzata a Lei, caro
direttore, ne approfitto per una breve riflessione
su un punto di grande rilievo, evocato nel suo
editoriale del 31 maggio («Chi non investe e chi
non sente»). Lei ricorda che la Spagna, di fronte
al disastro del proprio sistema bancario, chiese
l’aiuto europeo e lo ottenne. Oggi la sua
economia cresce e il suo spread è ritornato ad
essere inferiore al nostro. Ciò la induce a
domandarsi: «Dovevamo fare anche noi la
stessa cosa ai tempi del governo Monti?» e a
rispondere: «Forse sì».
La domanda è legittima. L’ho posta io stesso, a
titolo di esperimento, ai leader di Paesi che non
hanno potuto fare a meno degli aiuti e che, in
conseguenza, hanno dovuto accogliere la troika
(Commissione, Bce, Fmi) nella loro capitale per
periodi prolungati. Le loro reazioni non
lasciano dubbi, così come non ne lasciano le
analisi compiute dal Parlamento europeo. Ne ho
tratto conforto sulla bontà della scelta più
difficile, e certamente più rischiosa, che abbia
dovuto compiere come capo del governo e, a
quel tempo, ministro dell’economia e delle
finanze : quella di non chiedere alcun
salvataggio. Anche perché, nel caso dell’Italia,
erano in gioco rischi, ma anche opportunità,
che non si presentavano alla Grecia, al
Portogallo, all’Irlanda, alla Spagna.
I rischi. Era improbabile che il fondo salva Stati
europeo e il Fmi avessero risorse sufficienti, se
l’Italia avesse chiesto di essere salvata, come
peraltro ci veniva consigliato da governi e
istituzioni che, dubitando che potessimo farcela
da soli, da un lato avevano il grande e
il più presto possibile, e il più possibile, le idee e
la capacità negoziale che il governo italiano
avrebbe potuto esprimere per contribuire ad
orientare la governance dell’intera eurozona, nel
momento in cui avesse dimostrato la capacità di
risanamento dell’Italia, considerata solo pochi
mesi prima il più probabile fattore di
disintegrazione dell’euro.
Con il lavoro forte e coeso di tutto il governo,
con lo straordinario apporto di Vittorio Grilli e
di Enzo Moavero Milanesi, e soprattutto con la
grande forza che sapeva trasmetterci il
Presidente Napolitano nella comune impresa di
ridare credibilità e influenza all’Italia sul piano
internazionale, è stato possibile conseguire il
nostro obiettivo. È ormai acquisito (si vedano ad
esempio gli articoli recenti di Peter Spiegel sul
Financial Times, i libri The Unhappy Union di
John Peet e Anton LaGuardia e La lunga notte
dell’euro di Alessandro Barbera e Stefano Feltri),
che l’Italia ha avuto un ruolo determinante di
proposta e di spinta nelle trattative che hanno
portato, nel vertice dell’eurozona del 28-29
giugno 2012, all’accordo unanime in favore di
interventi di stabilizzazione dei mercati del
debito pubblico di quei Paesi che rispettino le
indicazioni dell’Ue. Senza quell’accordo politico,
sottoscritto anche da Germania, Olanda,
Finlandia, difficilmente la Bce si sarebbe potuta
spingere fino alle impegnative dichiarazioni del
Presidente Draghi e alle decisioni sull’Omt, che
dall’agosto-settembre 2012 hanno
sostanzialmente stabilizzato l’eurozona.
Se l’Italia, dopo i durissimi
mesi dell’estate e autunno
2011, avesse sì evitato
l’insolvenza ma grazie agli
aiuti altrui, in tutte le
riunioni europee
avremmo solo potuto
attenerci ad un dignitoso
silenzio, tacita espressione
di gratitudine. Avremmo
perduto, nei fatti, una
parte grande della nostra
sovranità. Non solo il
governo di allora, ma
anche i governi di Enrico
Letta e di Matteo Renzi si
sarebbero trovati, di fronte
all’Europa, in posizione di
oggettiva soggezione. E le
dure misure che prendemmo, le quali
sarebbero state comunque necessarie, se
adottate a Roma da una troika dal sapore
neocoloniale, avrebbero fatto salire ancor più i
populismi antieuropei di ogni colore. Come
allora dissi più volte, preferivo che l’inevitabile
impopolarità colpisse il mio governo e me,
piuttosto che l’Unione europea.
Lei ci ricorda opportunamente, caro direttore,
che lo spread della Spagna è oggi al di sotto di
quello dell’Italia. L’ho più volte segnalato
anch’io come fenomeno preoccupante. Ma non
credo proprio che esso sia dovuto alla diversa
scelta in materia di aiuti. Alla vigilia del nostro
governo di emergenza, il 9 novembre 2011, lo
spread dell’Italia era di 167 punti superiore a
quello della Spagna. Quando ebbe termine, era
di 34 punti inferiore.
CONC
IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE
SIA QUELLO INDICATO DAL VOTO EUROPEO
comprensibile timore di un eventuale contagio
italiano ; e forse, dall’altro, non vedevano
malvolentieri lo scenario con un’Italia che
sarebbe stata ridotta ad uno stato di forzata e
docile soggezione per molti anni a venire. Le
risorse probabilmente non sarebbero state
sufficienti sia per la dimensione stessa del
Paese, sia per la natura del focolaio (il debito
pubblico con gli ingenti rinnovi dei titoli in
scadenza, ben più che il sistema bancario, a
differenza della Spagna). Una domanda di aiuto
ci avrebbe certamente precluso l’accesso al
mercato, probabilmente senza fornirci mezzi
sufficienti.
Ma anche le opportunità. Con tutto il rispetto
per la Spagna e per gli altri Paesi citati, con i
quali abbiamo avuto ottima cooperazione nelle
comuni difficoltà, fin da quando il Presidente
Napolitano mi incaricò di formare il governo io
pensai, pur senza rivelarlo, che la nostra
missione doveva essere certo quella di salvare
finanziariamente l’Italia, ma anche di far pesare
Senatore a vita, ex Presidente del Consiglio
(dal 16 novembre 2011 al 27 aprile 2013)
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LA REPLICA
Ma sull’Imu Monti sbagliò
di ANGELO PANEBIANCO
R
ispondo al professor Monti per la parte che mi riguarda. Non metto in dubbio che il governo
Monti, soprattutto nella primissima fase del suo anno di vita, abbia fatto alcune cose egregie
per rimettere in carreggiata la macchina. Ricordo di averlo scritto all’epoca. E non ho nemmeno difficoltà a riconoscere che in quei mesi concitati e , per certi versi, tremendi , governare fosse tutto meno che una passeggiata. Ma sull’Imu credo fermamente che il governo Monti abbia sbagliato. Proprio perché c’è l’autonomia impositiva dei Comuni e perché, inoltre, i Comuni non sono
quasi mai fulmini di guerra e di efficienza, annunciare una (pesante) tassa sulla casa sapendo in
anticipo che non sarebbe stato possibile farne conoscere immediatamente l’entità ai contribuenti,
fu, a mio giudizio, un grave errore. Contribuì a deprimere i consumi in un momento in cui si doveva
invece fare di tutto per stimolare la domanda interna. Se patrimoniale per forza doveva essere, che
almeno fosse subito calcolabile. Penso che i governanti debbano cercare, per quanto umanamente
possibile, di prevedere le reazioni più probabili dei cittadini ai provvedimenti che i governanti stessi decidono . La battuta sui macroeconomisti non voleva essere offensiva: voleva solo ricordare che
far quadrare i conti è cruciale ma ci sono sempre più modi per farlo e compito dei governi — anche
di un governo di emergenza come quello di Monti — è di trovare il modo che non aggiunga ulteriori , evitabili , effetti depressivi a quelli già provocati per conto suo dalla crisi.
Il problema attuale è capire se il governo Renzi abbia o non abbia imparato la lezione. A giudicare
dal pasticcio sulla Tasi sembra di no.
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Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
45
italia: 51575551575557
Lettere al Corriere
NAZIONALISMO GIAPPONESE
LE NUOVE STRATEGIE
Risponde
Sergio Romano
In un libro recente lei scrive
della storia giapponese
degli ultimi due secoli. Lo
sviluppo, fatto risalire al
governo dell’imperatore Meji
iniziato nel 1871, era stato
accompagnato da una
aggressività resa evidente
dall’aggressione alla Russia
del 1904, all’annessione della
Corea e della Manciuria, alla
guerra alla Cina e all’attacco
alla flotta americana a Pearl
Harbor. Ma, almeno per noi
che abbiamo una scarsa
conoscenza dell’Estremo
oriente, non può che risultare
sorprendente e quasi
incredibile il dichiarato
risveglio del nazionalismo
giapponese, in quanto
credevamo che continuasse
l’effetto dissuadente di
Hiroshima e Nagasaki.
Potrebbe renderci edotti sulla
situazione attuale?
Antonio Fadda
[email protected]
Caro Fadda,
egnali di rinato nazionalismo giapponese erano
già visibili negli anni
Sessanta e sorpresero soltanto coloro che avevano dimenticato quanto il sentimento
nazionale sia forte e radicato
nell’”impero del Sol Levante”.
Oggi la svolta nazionalista
della politica estera giapponese coincide con la formazione del governo di un uomo
politico conservatore, Shinzo
Abe, ma anche con il nuovo
clima politico della regione.
La Corea del Nord è sempre
più spericolata e aggressiva.
La Cina ha notevolmente aumentato le sue spese militari
e sta cercando di allargare i
suoi confini marittimi a piccoli arcipelaghi, forse petroliferi, di cui alcuni sono rivendicati, a seconda della collocazione geografica, dal Giappone, dalle Filippine e dal
Vietnam. Nel caso delle isole
S
EUROPARLAMENTO
VENEZIA
Uso dell’inglese
Lo scandalo Mose
Caro Romano, visto che
l’italiano non è una
delle lingue ufficiali
dell’Europarlamento e per
questo gli interventi in aula
e in commissione dei nostri
rappresentanti sono inutili
se non conoscono almeno la
lingua inglese che ormai
conoscono quasi tutti,
perché non lasciare a casa i
politici che parlano solo
l’italiano e mettersi, una
volta per tutte, alla pari di
altri rappresentanti
europei?
Il proverbio dice «piove
Governo ladro», ma a
Venezia è un nubifragio: non
si salva nessuno, destra
sinistra! Abbiamo bisogno
di gente onesta se vogliamo
superare la crisi e ripartire.
Questo lo dobbiamo ai
giovani, ai disoccupati o
precari.
Rimo Dal Toso, Padova
Il Parlamento europeo
non ha lingue ufficiali. Tutte
le lingue dell’Unione hanno
formalmente la stessa importanza e la regola vale anche per la traduzione dei documenti. Naturalmente una
lingua è tanto più importante quanto maggiore è il numero delle persone che la capiscono. Ma questa non mi
sembra una buona ragione
per escludere dalle liste elettorali chi non parla l’inglese.
Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a:
«Lettere al Corriere» Corriere della Sera
via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79
Carla Nipoti
[email protected]
CALCOLI
Dalla Tasi alla Tari
Siamo ancora immersi nel
caos generato dalla Tasi e
già si comincia a parlare di
Tari ( tassa sui rifiuti). Per il
La tua opinione su
sonar.corriere.it
Gli operatori di call
center protestano contro
la delocalizzazione
delle sedi all’estero.
Condividete?
che i giapponesi chiamano
Senkaku e i cinesi Diaoyu, le
flotte dei due Paesi hanno cominciato a farsi dispetti che
sono divenuti, col tempo,
sempre più pericolosi. Nel caso del Vietnam, l’ apparizione
di una installazione petrolifera cinese al largo delle sue coste ha provocato manifestazioni popolari a Hanoi; mentre negli scorsi giorni un peschereccio cinese ha
speronato e affondato un peschereccio vietnamita in circostanze non ancora sufficientemente chiarite. Esiste
un contenzioso con le Filippine sulle isole Spratley, più antico e tenace, ed esistono anche rivendicazioni della Malaysia e del Brunei.
calcolo della superficie
imponibile, si fa riferimento
alla «superficie
calpestabile» nella misura
dell’80% rispetto a quella
utilizzata per la Tasi. Tanto
per complicarci la vita!
quanti devono ancora
emergere), con quale stato
d’animo una persona onesta
si deve presentare nei
prossimi giorni a
ottemperare ai suoi doveri di
cittadino, pagando tasse e
addizionali varie, in parte
frutto delle rapine che
associazioni a delinquere di
corrotti e corruttori hanno
commesso ai suoi danni?
lavorando sulla gestione dei
conflitti nelle zone di
conflitto. Spero che la
proposta del ministro
Federica Mogherini sia
ascoltata e approvata dal
governo, che dovrebbe ora
coinvolgere l’Onu nell’ardua
impresa. Forse potrebbe
essere la volta buona.
ARRIVI DI RIFUGIATI
Quanta frustrazione
Agire sulle cause
Di fronte a scandali di
eccezionale gravità che
appaiono agli «onori» delle
cronache sempre più
frequentemente (e chissà
Finalmente una
dichiarazione di buon senso
sui rifugiati: agire sulle
cause di fondo dei flussi e
dei richiedenti asilo,
SUL WEB Risposte alle 19 di ieri
La domanda di oggi
Sì
Benzinai in sciopero
contro i prezzi alti
imposti dalle compagnie
nell’indifferenza delle
istituzioni.
Hanno ragione?
No
34
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Laura Soliveri
[email protected]
RICCIONE
Costo dei taxi
PAGAMENTO DELLE TASSE
66
di Massimo Gaggi
vassalli dell’Impero che stava
edificando nella regione. Oggi quei possedimenti sono diventati Stati indipendenti e il
Giappone si atteggia a loro
protettore contro la minaccia
cinese. Ha già fornito dieci
pattugliatori alla flotta delle
Filippine e sarebbe pronto a
fare altrettanto per il Vietnam. Ancora più interessanti,
per molti aspetti, sono i rapporti con la Russia. Abe e Putin hanno già avuto cinque
incontri bilaterali e il primo
spera di concludere accordi
per la fornitura di energia e
per la restituzione delle isole
Kurili, di cui l’Unione Sovietica si è appropriata alla fine
della guerra. Putin, dal canto
suo, è piuttosto prudente. È
interessato ai rapporti russogiapponesi ma non vuole che
turbino quelli con la Cina,
molto più interessanti politicamente ed economicamente.
Anna Mara Prati
Novara
E-mail: [email protected]
oppure: www.corriere.it
oppure: [email protected]
Visti da lontano
I mari della Cina sono
quindi,improvvisamente,
molto agitati e il Giappone
giustifica la sua politica puntando il dito sull’aggressività
di Pechino. E’ protetto dall’alleanza politico-militare con
gli Stati Uniti, firmata nel
1952 a San Francisco e più
volte rinnovata. Ma il governo
Abe, a quanto pare, non è interamente sicuro di potere
contare sull’aiuto americano
e provvede a se stesso, nel
frattempo, con maggiori spese militari e mettendo all’ordine del giorno una reinterpretazione meno pacifista
della sua costituzione.
Questo nuovo nazionalismo giapponese presenta, rispetto al passato qualche interessante differenza. Prima
della Seconda guerra mondiale e durante il conflitto,
Tokyo trattò i possedimenti
asiatici delle potenze occidentali come colonie e Stati
Silvana Monticelli
[email protected]
@
Bella strategia quella del
Comune di Riccione per
promuovere il turismo!
Una corsa di 6 minuti
(un chilometro e mezzo)
mi è costata 15 euro, e alle
mie rimostranze il tassista
mi ha esposto
dettagliatamente le tariffe
comunali: 2 euro la
chiamata, 5.90 la partenza,
0.80 il bagaglio e 1 euro al
minuto la corsa. Con poco
piu di 15 euro avevo
viaggiato in treno da
Venezia a Riccione...
Maria Panzera
[email protected]
Raccolta dati sui ragazzi
I genitori in allarme
I
nBloom, una società specializzata nella raccolta e nell’analisi
dei dati delle scuole americane, aveva trovato porte spalancate in diversi Stati dell’Unione, New York in testa, attratti dalla
prospettiva di un uso professionale delle tecniche di big data
per arrivare a un’istruzione personalizzata, basata sulle effettive capacità di apprendimento dei singoli studenti e sul loro modo
di interagire con gli insegnanti. Appoggiata da fondazioni filantropiche prestigiose come quella di Bill Gates e la Carnegie, partita con
un investimento di 100 milioni di dollari, InBloom stava diventando
una potenza nel mondo dell’informazione grazie al libero accesso ai
dati di milioni di studenti di mezza America: frequenza, rendimento scolastico, compiti fatti a casa, perfino i cibi effettivamente consumati nelle mense, per modificare i pasti in modo gradito agli studenti e ridurre gli sprechi. Ma a fine aprile, all’improvviso, InBloom
ha annunciato che chiuderà i battenti. Effetto della rivolta dei genitori che, spaventati dalla prospettiva di ritrovarsi coi figli monitorati
in ogni passaggio della loro vita dalla culla alla tomba, si sono organizzati a tempo di record creando leghe per la tutela della privacy
dei minori e sensibilizzando enti come l’Aclu, l’Associazione per la
tutela dei diritti civili. InBloom aveva sottovalutato questi rischi in
un Paese che fin qui, a differenza dell’Europa, ha tutelato più il business che il diritto alla riservatezza dei dati personali. Un atteggiamento pro business condiviso anche dal Congresso di Washington,
sempre contrario a mettere i bastoni tra le ruote alle imprese tecnologiche.
Ma l’impatto psicologico delle
rivelazioni sullo spionaggio a tapUna società Usa
peto della Nsa, l’agenzia federale di
aveva libero accesso intelligence e la scoperta che i giganti privati di Internet hanno colalle informazioni
laborato per anni sistematicamenscolastiche
te coi servizi segreti, hanno cambiato lo stato d’animo delle famisui minori
glie americane. Le pressioni delle
organizzazioni dei genitori si sono
concentrate sui parlamenti dei singoli Stati che, uno alla volta, hanno cancellato le convenzioni con InBloom, mentre nell’ultimo anno
— da quando, cioè, sono iniziate le rivelazioni di Edward Snowden
sull’uso di big data a fini di spionaggio — 35 Stati Usa hanno approvato ben 105 leggi per la tutela della privacy degli studenti. Sacrosanta reazione, dicono in tanti: nessuno ha accusato InBloom di aver
usato in modo improprio i dati in suo possesso, ma la semplice creazione di una banca data così vasta e accessibile crea l’opportunità
di abusi difficilmente controllabili. Ma c’è anche chi considera questo atteggiamento oscurantista e comincia a parlare di big parents
paragonando il movimento nato da una reazione dei genitori considerata viscerale a lobby degli affari come big oil e big tobacco. Siamo
arrivati troppo presto, commentano amareggiati i promotori di InBloom, ma l’evoluzione tecnologica non può essere arrestata: i dati,
se usati correttamente, producono progresso anche nei sistemi scolastici. La reazione forse è stata eccessiva così come prima si era peccato per sottovalutazione del problema. Ma, oltre che sui possibili
abusi, bisogna interrogarsi sul futuro di un mondo nel quale si cerca
di trasformare in numeri ogni aspetto dell’attività umana.
@massimogaggi
❜❜
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Interventi & Repliche
La sede Rai di Bolzano
Con riferimento all’articolo «il Tg di Bolzano
senza Italiano giova solo a chi è a caccia di
voti» di Isabella Bossi Fedrigotti (Corriere, 25
maggio), e anche in seguito ad altri, usciti
negli ultimi giorni, tengo a puntualizzare quali
siano realmente gli unici obiettivi perseguiti
con l’emendamento al Dl 66/2014 (il cd.
Bonus Irpef), a mia prima firma, sulla sede
provinciale della Rai di Bolzano. 1) salvare la
sede provinciale della Rai di Bolzano e la sua
specificità e unicità di sede trilingue del
servizio pubblico radiotelevisivo, visto che il
decreto legge 66/2014 prevede, invece, la
soppressione delle disposizioni della Legge
Gasparri che prevede una sede Rai in ogni
regione o provincia autonoma e la sua
autonomia finanziaria e contabile.
2) Garantire la trasparenza sull’utilizzo del
finanziamento pubblico provinciale. A tal
riguardo, tengo a far presente che i cittadini
sudtirolesi pagano annualmente oltre dieci
milioni di canone alla Rai e che la Provincia
autonoma di Bolzano paga 20 milioni di euro
per le spese della sede provinciale. Pagando
il canone ed il servizio, credo che i cittadini
sudtirolesi abbiano il diritto di sapere come
vengano utilizzati questi soldi. 3) Migliorare il
servizio sotto l’aspetto tecnico, con l’utilizzo
delle risorse a disposizione. Respingo,
pertanto, l’accusa, più volte sollevata, di voler
penalizzare o addirittura cancellare la
componente italiana dalla sede Rai di
Bolzano. Parlare, poi, di blitz, non solo non è
serio, ma, oltretutto, non corrisponde alla
realtà dei fatti. Al contrario, abbiamo cercato
di coinvolgere la redazione italiana nella
Convenzione per le minoranze linguistiche,
stipulata tra la Rai e la Provincia autonoma di
Bolzano, trasmettendole la versione
originaria dell’emendamento. È stata proprio
la redazione italiana che, invece, per iscritto,
ha rifiutato la nostra proposta, motivo per il
quale abbiamo riformulato l’emendamento,
non menzionando più la Rai in lingua italiana.
Affermare, poi, che con la nostra proposta
emendativa perseguiamo fini politici e che il
nostro intento finale sia il controllo politico di
un’emittente radiotelevisiva e del lavoro
giornalistico è, a dir poco, un’assurdità, come
potranno confermare tutti i giornalisti della
Rai Südtirol, che da tempo operano nel
regime della Convenzione Rai-Provincia.
Non si capisce, pertanto, come mai la
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redazione italiana, proprio in un momento in
cui sono a rischio tutte le sedi regionali, si
ostini a non voler far parte di questa
Convenzione.
Sen. Karl Zeller
A parte il fatto che non mi sono mai sognata
di parlare di «blitz», sono felice che
l’intenzione del senatore Zeller non sia quella
di cancellare la componente italiana della
sede Rai di Bolzano. E non posso rispondere di
quanto hanno scritto altri giornali.
Isabella Bossi Fedrigotti
Pensionato in attesa di risposte dall’Inps
Dopo una vita a lavorare come muratore, nel
2001 sono andato in pensione con 900 euro.
Ho dovuto giocoforza rimettermi a lavorare.
Avendo ad oggi maturato più di 10 anni di
nuovi contributi, ho chiesto all’Inps il
supplemento della pensione. Passati 22
mesi, la domanda è stata rigettata.
Credevano, ahimè, che volessi il ricalcolo dei
vecchi contributi. Ho scritto e ho spiegato
l’equivoco ai vertici dell’Istituto. Silenzio.
Allora ho scritto al commissario straordinario
Vittorio Conti. Nessuna risposta. E così a 68
anni mi ritrovo a lavorare ancora. La
burocrazia ha vinto. Dovrò rifare la domanda,
perdere altri due anni per poi magari
ritrovarmi nella stessa situazione di adesso.
Vedersi negare un diritto fa male, ma fa
ancor più male l’indifferenza delle istituzioni
preposte.
Corrado Vinci, Siracusa
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- Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti
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46
Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Spettacoli
Dopo il videoclip contestato
Justin Bieber si scusa (con la Bibbia) per il video razzista
Justin Bieber chiede scusa. E usa la Bibbia:
«Devo assumermi la responsabilità dei miei
atti», ha detto il cantante canadese al
quotidiano britannico Sun. In un video di 5
anni fa, ma emerso nei giorni scorsi, Bieber
cantava la sua «One Less Lonely Girl»
sostituendo una parola con «nigger», ovvero
«negro», e scherzando sul Ku Klux Klan.
Sul set La storia
di cinque sorelle che si
incontrano 10 anni
dopo la morte del padre
Al tavolo
Una scena di
«Latin lover».
Da sinistra
Valeria Bruni
Tedeschi,
Pihla Viitala,
Virna Lisi (nel
ruolo di una
delle due
mogli del patriarca), Jordi
Mollà, Marisa
Paredes (l’altra moglie),
Angela Finocchiaro,
Candela Pena. Racconta
la regista
Cristina Comencini: «Ho
cercato di
raccontare
donne e uomini dal punto di vista
della donna»
Il patriarca
Francesco Scianna nel film della Comencini interpreta Saverio Crispo,
attore italiano che ha avuto cinque figlie da madri diverse
DAL NOSTRO INVIATO
LECCE – «E’ stato il più grande attore del cinema italiano, dal dopoguerra fino agli Anni Ottanta, l’ho
chiamato Saverio Crispo», racconta
Cristina Comencini sul set del suo
nuovo film. «E ora, nel decimo anniversario della sua morte, la famiglia si
riunisce per celebrarlo». Cinque sorelle da cinque madri diverse. Si conoscono poco, si vedevano sporadicamente fra loro. Il ruolo di padre è
quello che Saverio ha interpretato di
meno. In questa storia, in cui «si ride
molto», c’è profumo dei patriarchi
del cinema, dei Gassman, dei Tognazzi, dei De Sica e degli attori di
Hollywood, pionieri delle odierne famiglie allargate («mio padre invece,
Luigi Comencini, fu l’esatto contrario»). Ma naturalmente non ci sono
riferimenti precisi, quanto piuttosto
quell’aria di albero genealogico i cui
rami sono tutti aggrovigliati, per
quella prolifica «creatività» paterna
che spesso, in chi la vive, si trascina
dietro fragilità e sentimenti ambivalenti, gioie e dolori. Quello che il cinema si lascia dietro lo schermo. «Il
padre anche da morto sembra giudicare ancora le sue figlie, le divide, le
trascura, le ama, le abbandona».
Latin Lover (prodotto da Lumiere
di Lionello Cerri con Rai Cinema) è
girato in un villone di campagna, le
cui origini risalgono al 700, a dieci
chilometri da Lecce. Servivano pareti
con un vissuto dietro, per rappresentare quello che era stato il «buon ritiro» di Saverio, che ha il volto di Francesco Scianna: «Cercavo un volto mediterraneo e antico». Saverio rivive
nel documentario con gli spezzoni
Una famiglia troppo allargata:
l’eredità di un grande seduttore
Cristina Comencini: commedia sui latin lover del cinema
dei suoi film che sta montando Angela Finocchiaro, nei panni della figlia
che custodisce la memoria del padre,
e la restituisce in quella casa che si
riapre, riportando il vento di un’epoca gloriosa. Il divo Saverio aveva attraversato tutti i generi, il film metafisico svedese e quello alla Lelouch, oppure il western. C’è l’idea dell’età dell’oro del cinema italiano, che nasce
povero. Ma non è un gioco citazionista «alla maniera di»: il cuore del film
La regista
è il fuori scena, ovvero l’eredità non
artistica ma sentimentale che il grande attore ha lasciato nelle figlie, restando dopo dieci anni «l’ago della
bilancia della loro insicurezza, della
loro incapacità di sentirsi forti e autonome dallo sguardo maschile».
L’altro tema è la subalternità, l’identità e il reimpadronirsi della propria
individualità.
Dopo la Finocchiaro, la seconda figlia è Stephanie, che è una Valeria
Bruni Tedeschi fragile e sensibile, fa
l’attrice anche lei e ha avuto tre figli
con tre uomini diversi, ricalcando il
modello paterno; poi Segunda (che
in realtà è la terza) impersonata da
Candela Pena, sposata a un altro Don
Giovanni perché si tende a ripetere
gli errori subìti; Shelley è il frutto di
una notte brava a Hollywood, in apparenza la figlia più sfortunata, canta
e suona il piano come fa davvero nella vita chi la interpreta, l’australiana
Su Sky
«Sette Meraviglie» dell’arte italiana, viaggio in tv
Candidata agli Oscar Cristina
Comencini, 58 anni. Nel 2006 ha
avuto la nomination per il miglior film
straniero con «La bestia nel cuore»
Dalla Valle dei templi di Agrigento alla Reggia di
Caserta, la Torre di Pisa, Santa Maria del Fiore a
Firenze, Palazzo Te a Mantova, Pompei in 3D, il
Colosseo. Sono le «Sette Meraviglie» del
patrimonio d’arte italiano cui Sky dedica un ciclo in
7 puntate in prima serata, ogni giovedì alle 21.10
sul canale Sky Arte Hd. Ieri il primo appuntamento
mentre in cantiere c’è già un nuovo ciclo dedicato
alle bellezze meno conosciute. L’obiettivo —
spiegano l’ad Andrea Zappia e Andrea Scrosati (EVP
Programming Sky Italia) — è una divulgazione
d’impatto che sia vendibile all’estero. Da qui l’idea
di una produzione con documentari in alta
definizione per condurre il grande pubblico alla
scoperta di luoghi «famosissimi di cui spesso si sa
troppo poco».
2
Valerio Cappelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
YUVAL NOAH HARARI
EDIZIONI
Nadeah Miranda. L’ultima delle cinque è Solveig, giovane e bella attrice
svedese, libera, irrompe come un
marziano e sembra aver ereditato il
gene talentuoso del padre, ed è restituita da Phila Viitala. Saverio ha avuto
due mogli, le quali seppelliscono
l’ascia di guerra che però riaffiora in
continuazione: Virna Lisi e la spagnola (almodovariana) Marisa Paredes,
che la fulmina così: «Voi italiane siete
specializzate nell’accudire gli uomini
morenti». Una famiglia «intercontinentale» accomunata dall’essere ex,
cinque sorelle legate solo dall’iniziale
del proprio nome («s») che vivono
con questo mito in testa e la vita incasinata. Era un maschilista, Saverio?
«No, semplicemente leggero, era un
uomo della sua epoca, dice che la vita
è un vento leggero ma va vissuta fino
in fondo», spiega la regista che l’ha
creato, «il film non diminuisce lui e
le sue donne, lui rimane grandissimo
ma sulla sua strada troviamo alcuni
“cadaveri” che noi rappresentiamo
nella loro contraddittoria bellezza.
Non sarà una celebrazione ma una
scoperta, quasi una rivoluzione».
Questa storia al femminile fa pensare a Alice Rohrwacher che al Festival di Cannes ha detto: «Un film non
ha sesso». «E’ il suo punto di vista –
risponde Cristina - , penso che il
mondo con le donne registe acquisisca due sguardi diversi. Io ho cercato
di raccontare donne e uomini dal
punto di vista della donna, sono una
donna che racconta».
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Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
Spettacoli 47
italia: 51575551575557
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Il rocker al «Corriere» incontra i lettori di «ViviMilano»
Ligabue: inquieto per natura, sarei un ottimo precario
Con i fan Ligabue al «Corriere». Oggi e domani in concerto a San Siro
La finale
MILANO — «Il mio primo San Siro l’ho fatto nel
1997, avevo i capelli scuri perché li tingevo...»,
scherza e strappa subito applausi e sorrisi Ligabue,
ieri al Corriere per un incontro con i lettori di
ViviMilano, moderato da Andrea Laffranchi. Oggi e
domani un altro incontro — decisamente più
numeroso — proprio a San Siro per il doppio
concerto (posti esauriti) che il rocker ha in
programma nello stadio di Milano, tappe del suo
«Mondovisione Tour - Stadi 2014». Lo stivale di
pelle, la maglietta a «v», il Liga si racconta. Parla delle
sue emozioni: «Quello che provo sul palco è il
massimo che mi può offrire questo mestiere. Ho
cominciato ad esibirmi tardi, a 27 anni, e mi son
subito detto: “Io non voglio più scendere dal palco”».
Parla della sua formazione: «A un certo punto ho
capito che dovevo leggere qualche libro. Mi sono
mosso a casaccio, sono partito dai classici dell’800
russo e poi sono passato agli autori elogiati dalla
critica: Joyce, Kafka... Per un verso mi è venuta
l’orchite, per l’altro ho trovato parte dell’alimento che
cercavo». Anche nella musica si è mosso con lo stesso
criterio metodologico: «Mi sono messo ad ascoltare
quelli che venivano indicati come i 50 album migliori
di sempre. Ho capito che era un errore e ho iniziato
ad ascoltare quello che mi piaceva». Spiega la
responsabilità nei confronti del pubblico, lui che
volente o meno è esempio e modello per giovani e
non. «Può essere gratificante per l’ego, ma c’è il
rovescio della medaglia: per un certo periodo mi ero
imposto di non scrivere canzoni sulla rabbia perche
avevo paura di alimentare questo sentimento. Mi
censuravo. E sbagliavo». Religione e politica: «Sono
stato sia cattolico sia comunista, ne so parecchio di
senso di colpa e senso del dovere». Altre battute:
«Dopo che ho scritto Una vita da mediano, speravo
che qualcuno si alzasse per dire: “Ma tu sei un
fantasista!”». Idee che cambiano, ora che ha 54 anni:
«Dieci anni fa in un’intervista dissi: “Non mi ci vedo a
cantare Balliamo sul mondo a 50 anni”. Sbagliavo. Mi
ci vedo». Se non fosse un artista, che cosa avrebbe
fatto nella vita? «Non lo so, sono inquieto per natura,
ho fatto il ragioniere, ho lavorato nei campi e come
metalmeccanico. Probabilmente sarei stato un
eccellente precario». Prossime tappe: 11 e 12 giugno
Catania, 12 luglio Padova, 16 luglio Firenze.
Renato Franco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Serata di emozioni nel talent di Raidue che ha imposto la venticinquenne delle Orsoline. Il suo video sul web è diventato un caso internazionale
Suor Cristina trionfa a «The Voice»
e recita il Padre Nostro sul palco
L’album
Il rapper J-Ax: «Insieme abbiamo battuto tanti pregiudizi»
L
a vincitrice annunciata è la vincitrice finale. La star indiscussa
di «The Voice» è Suor Cristina,
che ieri sera su Rai2 ha battuto i
tre sfidanti rimasti in gara — Tommaso Pini (team Raffaella Carrà), Giorgia
Pino (team Noemi), e Giacomo Voli
(team Piero Pelù) — che si sono battuti come leoni, ma non è bastato. «Come mi sento? In dovere di ringraziare
J-Ax, tutti voi, le mie consorelle, tutta
la gente che mi ha sostenuto. L’ultimo
ringraziamento va a chi sta lassù. Il
mio sogno ora è recitare un Padre Nostro insieme. Voglio che Gesù entri
qua dentro». E realizza il suo sogno in
diretta, lei recita la preghiera, ma nessuno prega con lei.
La vittoria è stata solo una conferma: questa seconda edizione del talent verrà ricordata per la strana coppia J-Ax (ieri sera in smoking e bombetta) e Suor Cristina. A lei il quotidiano New York Times ha dedicato una
paginata, le sue performance hanno
superato i 50 milioni di visualizzazioni
su Youtube, Bbc News ieri sera ha segnalato con un tweet la performance
finale della religiosa. Rapper 41enne
lui, «sorella» 25enne lei; anarchico di
sinistra lui; orsolina disciplinata lei.
Già ribattezzati, il diavolo e l’acqua
santa. Eppure di vero miracolo si è
trattato, alle audizioni: lei che canta,
lui che si volta e resta scioccato dall’abito. Lei che tra i coach sente un’attrazione fatale per il «ragazzaccio». Un
rapporto artistico che si è consolidato
nelle settimane, che è diventato rapporto umano fatto di stima e rispetto.
Dice lui: «Suor Cristina ha avuto un
grande impatto su di me tanto da aver-
Le magliette
Alcuni fan di Suor Cristina Scuccia
durante una puntata di «The Voice»
Con Kylie Minogue
Luna Palumbo, Gianna Chillà, Kylie Minogue, Suor Cristina e Daria Biancardi
Sul palco Suor Cristina Scuccia, 25 anni, durante un’esibizione con J-Ax (41) sul palco del talent di Raidue
La protesta della PMI
I piccoli discografici contro YouTube
I piccoli discografici contro Google/YouTube. L’associazione PMI, che
riunisce le principali etichette indipendenti italiane, fa un appello al
ministro della Cultura Franceschini contro il servizio di streaming che
Google sta per lanciare su YouTube. «Non è possibile accettare
compensi inferiori a quelli offerti alle multinazionali o a quelli che già
si ricevono da servizi equivalenti», scrive la presidente Dori Ghezzi.
mi ridato fiducia nel nostro paese.
Non credo nelle sovrastrutture religiose, ma voglio vivere in un paese dove
c’è tolleranza». E lei: «È stato molto
curioso il rapporto con J-Ax. Non avevo pensato di scegliere lui, ma poi ho
sentito una spinta dentro me».
Qualcuno ha inizialmente malignato pensando a una «coppia» formata a
tavolino, che poteva funzionare a livello mediatico. Ben presto si è capito
che c’era cuore e anima tra i due. Lui
l’ha difesa contro tutto e tutti, mo-
Il duetto con Ricky
Suor Cristina Scuccia mentre si esibisce con Ricky Martin (42 anni)
strando uno spirito di protezione di
grande tenerezza.
«Tutti a dire “L’abito l’ha aiutata”,
ma nessuno ha capito il coraggio che
ci vuole ad andare in tv con un “abito”.
Quanti attacchi ha avuto dagli integralisti che non vogliono vedere una suora in video. Un po’ come è successo a
me: i fan “integralisti” mi hanno insultato all’inizio perché uno come me
partecipava a un talent. Poi hanno capito. Ecco io voglio un mondo senza
pregiudizi. Alle consorelle di suor Cristina ho detto: “Tranquille, ci penso io
a difenderla dagli attacchi”».
Lei è rimasta colpita dalle attenzioni di lui. «Davvero non bisogna mai
giudicare dalle apparenze: J-Ax è una
persona splendida.
È stato rispettoso da
tutti i punti di vista,
e sempre attento: a
non dire parolacce,
co m e p u re n e l l a
scelta delle canzoni.
Non intendeva mai
urtare la mia sensibilità». Certo è che il
percorso musicale
studiato da J-Ax per
lei è stato particolare
e lui è sempre stato
conscio del fatto che
Suor Cristina non punta sulla carriera
musicale, una volta terminata «The
Voice». Anzi lei ha già detto che se i
suoi superiori non le dessero il permesso per realizzare un disco, non ci
sarebbe alcun problema e tornerà a
cantare in chiesa e in oratorio.
Che ne pensa il suo coach? «Vorrei
dare un consiglio ai superiori di suor
Cristina: lei deve assolutamente pubblicare un disco con l’edizione del Vaticano o delle Suore Orsoline perché è
una grande opportunità. Ma i proventi, tutti i proventi, devono andare per
costruire un ospedale o un orfanotrofio in Brasile, a cui lei è molto legata.
Io mi rendo disponibile a lavorare gratis, a contattare grandi nomi come Alicia Keys perché diano un brano per il
disco. Però davvero nessuno deve guadagnarci una lira».
Maria Volpe
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Sport
Serie B, Novara-Varese salvezza Volley, oggi Italia-Polonia a Bari
Si gioca questa sera (ore 20.30, arbitro Di Bello, diretta Sky Calcio 2 HD)
l’andata dei playout di Serie B tra Novara e Varese. Al Piola sono attesi oltre
10mila spettatori per il primo dei due derby che valgono la salvezza. Aglietti affida l’attacco novarese a Gonzalez e Manconi; i lombardi puntano sulla
coppia Pavoletti-Forte. Ritorno venerdì prossimo, 13 giugno, a Varese.
Ancora imbattuta nel torneo, l’Italia maschile del volley torna in campo
stasera per la prima delle due partite con la Polonia, nel terzo week end
della prima fase della World League: gli azzurri di Mauro Berruto e la squadra ora allenata dal francese Antiga si affronteranno a Bari alle 20.30 (differita su Raisport2, 21.45); replica domani alle 20 al Foro Italico di Roma.
Missione mondiale La nazionale è partita nella notte da Fiumicino per raggiungere Mangaratiba, oggi primo allenamento al Portobello resort
Brasile, ecco l’Italia
Le nostre rivali
Inghilterra idee ok
Costa Rica sorpresa
Uruguay concreto
1
L’Inghilterra, avversaria dell’Italia nella partita d’ esordio di
Manaus (14 giugno), si presenta al
Mondiale da n. 10 della classifica Fifa.
Ha giocato due amichevoli in questo
premondiale: 3-0 al Perù a Wembley
(30 maggio) e 2-2 con l’Ecuador a
Miami (4 giugno). Contro il Perù Hodgson aveva messo in campo la formazione titolare (4-2-3-1); contro
l’Ecuador ha dato spazio alle seconde
linee. Espulso Sterling, gol di Rooney
e Lambert. La squadra ha faticato nella
fase iniziale anche per il caldo. In più
ha perso Oxlade-Chamberlain, esterno dell’Arsenal, che ha rimediato un
grave infortunio al legamento mediale
del ginocchio destro. L’aspetto positivo è che il c.t. sembra avere già le idee
chiare e che il gruppo appare unito:
«Le amichevoli giocate fin qui mi hanno dato le risposte che cercavo».Domani si chiude con le amichevoli ancora a Miami con l’Honduras (gruppo
E, con Svizzera, Ecuador e Francia).
2
La Costa Rica, avversaria dell’Italia il 20 giugno a Recife, affronta la fase finale della Coppa del
mondo da n. 28 della classifica Fifa. Ha
giocato e perso la prima amichevole
premondiale contro il Giappone di
Zaccheroni (1-3) al Raymond James
Stadium di Tampa in Florida. La nazionale allenata da Pinto è andata in
vantaggio con Ruiz, poi ha incassato i
gol di Endo, Kagawa e Kakitani nella
ripresa, dopo l’ora di gioco. La squadra è ancora in costruzione e si è scoperta all’improvviso fragile proprio in
difesa; ha un c.t. molto ambizioso ed è
convinto di poter essere la sorpresa
del torneo, anche se si trova nell’unico
torneo dove ci sono tre nazionali che
hanno vinto il Mondiale. E non è soddisfatto di quanto visto con il Giappone: «Mi aspettavo di più da tanti giocatori». Stanotte gioca a Chester, stato
di Pennsylvania, contro l’Irlanda; poi
il debutto con l’Uruguay.
3
L’Uruguay, terzo e ultimo avversario per l’Italia nel girone D
(Natal, 24 giugno), si presenta in Brasile da n. 7 (l’Italia è la n. 9). Tre ore
dopo l’1-1 con il Lussemburgo, l’Uruguay ha battuto la Slovenia nel freddo
di Montevideo, senza Suarez, reduce
dall’intervento al menisco (ma recuperabile). Giuseppe Bergomi l’ha
commentata per Sky: «Nella prima
mezz’ora, l’Uruguay ha stentato, come
avviene per tutte le squadre che devono giocare il Mondiale. La Slovenia ha
tenuto in mano la partita, poi gli uruguaiani sono andati in vantaggio con
Cavani, che fa la prima punta stabilmente, e sono cresciuti. Comunque è
una squadra che sa stare in campo e
che sa difendere bene; gioca un 4-4-2
lineare ed efficace. Ci sono alcuni uomini importanti, a cominciare da Cristian Rodriguez, che ha giocato pochissimo nell’Atletico Madrid e da
Christian Stuani, che da noi è stato
una meteora, nella Reggina, ma che in
questa nazionale è importante, al di là
del gol del 2-0».
ROMA — Senza Rossi, né
Montolivo si riparte dal doppio
regista e dalla forza di Mario
Balotelli. Cesare Prandelli non
è preoccupato per l’andamento
lento della nazionale, che nel
2014 non ha ancora vinto e viene da sette pareggi consecutivi.
Per un’ora quel che ha visto a
Perugia contro il modesto Lussemburgo gli è piaciuto: scambi corti in velocità, palleggio,
ricerca insistita del gioco e della superiorità in mezzo al campo. «E sui difetti ci stiamo lavorando», dice il c.t. Molto però
ancora non va. E Prandelli lo sa
benissimo: «Dobbiamo imparare a difenderci meglio», per
esempio. La nostra voglia di far
gioco, di alzare il baricentro, di
mettere pressione, ha le solite
controindicazioni: rischiamo
di farci infilare dalle ripartenze
avversarie. E nella fase offensiva gli esterni bassi, nella circostanza Abate e De Sciglio, devono essere più propositivi
mentre Candreva, esterno alto
a destra nel 4-1-4-1, deve stare
più dentro il gioco. «Del resto
rimpiazzare Montolivo non è
facile», l’analisi del tecnico.
Non abbiamo perduto il giocatore più bravo della nazionale, ma uno dei più importanti.
Monto lega il gioco e detta i
tempi del centrocampo rotante
che senza di lui non è la stessa
cosa. L’idea del doppio playmaker è buonissima perché
aiuta la costruzione del gioco e
ne migliora la qualità, ma per
ciò che si è visto esalta il giovane Verratti e deprime Pirlo. Andrea a Perugia è sembrato
troppo decentrato, lontano
dall’azione, in difficoltà a entrare nel vivo e le cose migliori
le ha fatte pescando nel suo
immenso talento. «Ma per me
possono coesistere e giocare
insieme», assicura Prandelli,
che continuerà a lavorare sulla
strana coppia, il vecchio e il
bambino. E qui cominciano le
considerazioni positive.
Verratti, nelle due amichevoli che hanno preparato l’Italia al Mondiale, è stato sempre
il migliore: segno che, oltre a
crescere come giocatore, sta
Cesare Prandelli, c.t.
azzurro, resta fiducioso:
«Andremo lontano al
Mondiale in Brasile»
Le partite
L’ultimo test
8 giugno
ItaliaFluminense
Il girone
mondiale
14 giugno
Italia-Inghilterra
(Manaus)
20 giugno
Italia-Costa Rica
(Recife)
24 giugno
Italia-Uruguay
(Natal)
Il gol nasce con Pirlo, Verratti e Balotelli
Il c.t.: «E sui difetti stiamo lavorando»
mettendo a frutto l’esperienza
parigina. Parte basso, ma arriva con costanza a giocare davanti all’area avversaria, tanto
che nel primo tempo con un
tocco morbido ha messo Balotelli davanti alla porta. Verratti
ha conquistato un posto da titolare contro l’Inghilterra a
fianco di Pirlo nel 4-1-4-1 o
finto trequartista quando il sistema di gioco sarà il 4-1-3-2
della ripresa con Cassano. Antonio è stato a due facce: tocchi
leggiadri e nervi scoperti.
«Nulla di preoccupante, piuttosto dobbiamo capire come
giocare quando c’è lui», racconta Cesare. Fantantonio esalta Balotelli, ma fa perdere equilibrio alla squadra perché il
centrocampo è più fragile e più
esposto alle ripartenze degli
avversari.
Proprio Balotelli è un’altra
nota positiva: ha sbagliato due
gol però ha vinto la naturale
predisposizione ad andare in
giro per i fatti suoi lontano dall’area. «Sono contento di Ma-
rio, ha dato profondità alla
squadra, magari giocasse sempre con questa attenzione. Il
gol, prima o poi, arriverà», la
benedizione di Prandelli. Bene
anche De Rossi, centrocampi-
Scatta la seconda fase
La gara col Lussemburgo
ha evidenziato problemi,
in particolare in difesa
La seconda fase di lavoro
sta-difensore come nella Roma
di Garcia e la predisposizione
della squadra a giocare da
squadra, a testa alta anche se
l’avversario, da questo punto
di vista, non è stato il migliore
possibile.
Da oggi a Mangaratiba scatta
la seconda fase, una preparazione più specifica: si lavorerà
sulle palle inattive e sulla brillantezza. «Alla fine eravamo
stanchi solo perché a Coverciano abbiamo caricato tanto. La
condizione è buona», dice an-
Arena Amazonas A sorpresa clima fresco e appoggio dei brasiliani. Pochi invece saranno gli italiani: la trasferta costa
Manaus, di caldo c’è solo il tifo per gli azzurri
MANAUS — Prima buona notizia: al ritiro degli azzurri non fa caldo e non piove. Seconda: l’Italia troverà ovunque il pubblico a suo favore. Tranne, ovvio, se dovesse inco n t r a re l a s q u a d r a d i ca s a .
Insomma il clima, in tutti i sensi,
che accoglie da oggi gli azzurri in
Brasile non è affatto male. E si spera
che possa controbilanciare quello
un po’ cupo degli ultimi giorni in
patria.
A Rio e dintorni da qualche giorno è iniziato l’inverno. Tutto è relativo: parliamo di 23-24 gradi di
giorno e notti fresche, fino a 15 gradi. Nel resort di Mangaratiba voluto
da Prandelli, oltre all’isolamento
totale, ci saranno quindi condizioni
abbastanza buone per la preparazione. Il peggio verrà dopo, in quelle regioni del Brasile dove le stagioni non esistono proprio. Qui a Ma-
Pro e contro
Passione Nastri con i colori del Brasile lungo una strada di Manaus (Ap)
naus, ieri sera, siamo entrati nell’Arena Amazonas con una
delegazione Fifa che ha testato il
prato. All’ora in cui l’Italia affronterà l’Inghilterra, le 18 locali del 14
giugno. È già buio e la temperatura
è appena sopra i 25 gradi, con una
leggera brezza che soffia dal grande
Rio delle Amazzoni. Anche l’umidità non pare troppo elevata. Va tenuto conto comunque che a spalti gremiti le condizioni non saranno altrettanto buone.
Gli azzurri non potranno godere
di una grande tifoseria al seguito.
Gli ultimi dati della Fifa sui biglietti
L’inverno di Rio
A Rio (zona del ritiro azzurro)
è iniziato l’inverno, con
temperature medie di 23/24
gradi di giorno e 15 di notte
Manaus ok
Nella città dove esordirà
l’Italia ieri alle 18 c’erano 25
gradi e una brezza leggera
Seguito scarso
Gli italiani sono solo al 16°
posto per biglietti acquistati:
pesano la crisi e il costo della
trasferta. Ai primi tre posti
per tagliandi acquistati (su
un totale finora di 2 milioni e
961 mila) statunitensi,
colombiani e argentini
venduti all’estero collocano gli italiani appena al 16° posto. Complici i
prezzi elevati di voli e alberghi, e la
crisi, in Brasile ci saranno meno
connazionali non solo di inglesi o
tedeschi ma persino degli svizzeri,
che hanno acquistato più biglietti
di noi per seguire la squadra. Ai primi tre posti ci sono statunitensi, colombiani e argentini. In compenso
gli azzurri godono di simpatie in
tutte le città brasiliane, complice il
gran numero di discendenti. Qui
nel cuore dell’Amazzonia, tutti ricordano la frase del sindaco della
città, Artur Neto, subito dopo il sorteggio che ci ha messo di fronte agli
inglesi. «A Manaus siamo tutti azzurri da quando eravamo bambini». Una risposta ironica al c.t. inglese Roy Hodgson, il quale prima
del sorteggio aveva dichiarato,
scordando la scaramanzia: «Vorrei
Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
Sport 49
italia: 51575551575557
Serie A, c’è anche Eurosport per le 12 squadre minori e una big
Mediaset, Sky e Fox pronte all’abbuffata sui diritti tv
Da fuga per la vittoria — il copione che
sembrava dovesse andare in scena solo lo
scorso settembre quando scoppiò il caso del
rinnovo a Infront — a tutti pazzi per la serie A.
Tredici offerte (addirittura una
apparentemente «bizzarra» in quanto doppia,
presentata due volte dallo stesso soggetto,
Mediaset, per lo stesso pacchetto, quello B con
base d’asta annua di 273 milioni) e due
broadcaster che prima non c’erano come
Eurosport di John Malone e Fox, cugina di Sky.
Il fischio d’inizio per il match dei diritti tv
nazionali del calcio italiano non lascia
indifferenti. A confermare la presentazione
delle varie offerte per i diritti dei tre
campionati di serie A 2015-18 è stata ieri la
Serie A dal 31 agosto
Date stagione 2014-15
Il prossimo campionato di serie A
inizierà il prossimo 31 agosto, per
concludersi il 31 maggio 2015.
La Lega Calcio ha stabilito
quattro turni infrasettimanali e
sei soste, quattro per le nazionali
e due per le feste natalizie. La
Supercoppa tra Juventus e Napoli
si giocherà il 23 dicembre; finale
di Coppa Italia il 7 giugno 2015.
stessa Lega calcio. Mediaset, Sky e Fox hanno
presentato proposte per ottenere
sostanzialmente tutte le partite del
campionato. Eurosport solo per le partite delle
12 squadre «minori» che comprendono una
delle big di serie A. In particolare, Fox e Sky
hanno fatto 4 proposte: una per le partite delle
prime 8 squadre in modalità satellitare
(pacchetto A, base d’asta sempre 273 milioni),
una per gli stessi match ma in digitale terrestre,
una per le partite in esclusiva delle restanti 12
squadre, una per interviste, pre-gara e
telecamere negli spogliatoi (a cosa può portare
il calcio lo sa solo il tifoso con una birra davanti
alla tv con i propri eroi in mutande dietro lo
schermo...). Si tratta comunque del pacchetto
minore, quello C, da 66 milioni. Mediaset ha
rinunciato a quest’ultima opzione (forse ha un
telespettatore più pudico?) ma ha presentato
offerte per gli altri tre: in particolare il gruppo
di Berlusconi ha avanzato due proposte per le 8
squadre in modalità digitale terrestre, una
delle quali è subordinata all’aggiudicazione del
lotto di partite in esclusiva (pacchetto D). Viste
le diverse piattaforme di appartenenza è
presumibile che Sky abbia scommesso bene
sulle partite in esclusiva per il satellitare anche
perché, dopo aver perso la Champions League
in favore di Mediaset, non può certo
permettersi passi falsi. Da segnalare la totale
assenza della Rai che di questi tempi, viste le
discussioni con il governo Renzi sui tagli da
Mercato Il neo rossonero: «Grazie a ‘’papà’’ Ancelotti che mi ha sponsorizzato»
150 milioni, non ha nemmeno fatto un’offerta
simbolica (aveva comunque solo un pacchetto
residuale attualmente). Potenzialmente
importante è il deserto che si è venuto a creare
intorno al pacchetto E sostanzialmente
elaborato per gli Over the top (poche partite e
solo su internet). Non che ci si attendesse
molto da questa opzione (anche perché chi si
porterà a casa i primi due potrà anche usarli
sulla Rete), ma la Lega che ora ha 21 giorni per
decidere potrebbe anche annullare tutto.
Un’opzione considerata comunque molto
remota. Alla fine il risultato potrebbe essere
non dissimile da quello attuale dove Sky paga
quasi il doppio per un numero analogo di
match. A meno che le new entry non abbiano
deciso di farsi sentire.
Massimo Sideri
@massimosideri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Tennis al Roland Garros
Il Milan accoglie Alex
l’Inter corteggia M’Vila
Cellino vende il Cagliari a Giulini, Rakitic al Barça
cora Prandelli. Il 4-1-4-1 è promosso e potrebbe essere il sistema di riferimento con cui
provare a mettere in difficoltà
l’Inghilterra.
Comincia il Mondiale più
suggestivo e complicato di
sempre, ma gli azzurri non vedevano l’ora. «Siamo contenti
di andare in Brasile, il pari contro il Lussemburgo non ha
scalfito il nostro entusiasmo»,
ha raccontato entusiasta Chiellini. Il volo AZ8080 è partito a
mezzanotte da Fiumicino. Oggi primo allenamento al Portobello resort. Prandelli ha salutato l’Italia portandosi dietro
un bagaglio di ottimismo. «Sono certo che faremo un grande
Mondiale».
Alessandro Bocci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
MILANO — Ecco Alex. Nel
giorno in cui si sono aperti i termini per le risoluzioni delle
comproprietà (Cuadrado e Candreva le principali), è sbarcato
in Italia il primo acquisto del
nuovo Milan. Il difensore brasiliano, svincolato dal Paris Saint
Germain, si è sottoposto ieri a
una prima tranche di visite mediche alla clinica «La Madonnina». Oggi lo attendono i test di
Milan Lab, mentre la firma sul
contratto biennale è prevista per
domani prima del ritorno in
Brasile, programmato per la serata.
Accompagnato da Adriano
Galliani e dall’agente Kia Joorabchian, Alex si è confessato ai
microfoni di Milan Channel:
«Sono molto contento, mi hanno parlato molto bene del club.
Già all’epoca del Psv c’era stata
la possibilità di venire qui,
quando in panchina sedeva Ancelotti. Che poi ho ritrovato al
Chelsea e mi ha voluto pure al
Psg». In effetti determinante per
l’acquisto è stato il report sul
giocatore fatto dal tecnico del
Real Madrid. «Ancelotti è una
persona fantastica, è come un
padre per me — aggiunge Alex
—, lo ringrazio per le belle parole. Dobbiamo iniziare al meglio
la stagione, lottare per vincere il
campionato e riportare il Milan
nelle posizioni che merita, cioè
in Champions League».
Prima dello sbarco del centrale sudamericano, Galliani
aveva incontrato il presidente
del Chievo, Campedelli, per discutere di Paloschi. Fermo restando che il Milan non ha in-
Difesa blindata
Alex, 32 anni, primo
acquisto del Milan.
Il centrale brasiliano
proviene dal Psg
(Buzzi)
tenzione di rinnovare le compartecipazioni, è stata ascoltata
e respinta al mittente la proposta di riscatto del club veneto. Se
ne riparlerà fra dieci giorni. Fumata nera pure con il Verona per
la comproprietà di Albertazzi.
La visita
Berlusconi, prima volta
a Casa Milan con Barbara
MILANO — (m. col.) Primo giorno a Casa Milan per Silvio
Berlusconi. Il presidente rossonero, dopo i servizi sociali
alla struttura di Cesano Boscone, sarà nel pomeriggio
nella nuova sede milanista. Previsti un pranzo in terrazza
e la visita al proprio ufficio al quarto piano del palazzo.
Quindi un giro per il Museo, il bar-ristorante Cucina
Milanello e lo store. Lo accompagneranno due guide
turistiche d’eccezione: la figlia Barbara e Adriano Galliani.
Si chiude, intanto, un’epoca a
Cagliari. Dopo 22 anni, il presidente, Massimo Cellino, ha venduto il club sardo all’imprenditore Tommaso Giulini, amministratore delegato della Fluorsid,
società chimica dell’isola fondata nel 1969. Ieri è stato firmato il
preliminare d’acquisto per un
corrispettivo di 45 milioni. Ex
componente del Cda dell’Inter,
Giulini ha superato quindi la
concorrenza della cordata statunitense, guidata da Luca Silvestrone, che faceva riferimento a
un fondo di investimento. La
firma con gli americani sembrava dietro l’angolo, poi ecco il
colpo di scena.
Fronte Inter. Dopo l’ok di
Goldman Sachs ai 200 milioni
che consentono a Erick Thohir
di liberare Massimo Moratti da
debiti e garanzie e diventare
azionista di maggioranza, via al
mercato. Non è sfumata la pista
Behrami («Dopo il Mondiale
parlerò a De Laurentiis e Benitez
e faremo il punto della situazione»), anche se crescono le quotazioni di M’Vila del Rubin Kazan (possibile una contropartita
a scelta tra Taider, Campagnaro,
Kuzmanovic e Belfodil). La Juve
pensa a Lukaku (Chelsea), mentre il Barcellona prende Rakitic
dal Siviglia (fino al 2019). Tempo di firme, entrambe per un
anno, per Seydou Keita con la
Roma e per Rino Gattuso che,
dopo la sfortunata parentesi
sulla panchina del Palermo, ripartirà dall’Ofi Creta .
Filippo Bonsignore
Monica Colombo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Qatargate
giocare ovunque, fuorché a Manaus». E venne servito dalla sorte.
Il conto alla rovescia contagia
ogni angolo del Brasile. Le città sono imbandierate, giocatori e tifosi
troveranno un Paese dipinto di giallo e verde, pronto ad affrontare una
maratona di feste in strada e riunioni con gli amici. E di lunghi ponti
sul lavoro, perché in quasi tutte le
città le autorità decreteranno giorni
festivi a raffica durante il Mondiale.
L’obiettivo numero uno è decongestionare il traffico, lasciando a casa soprattutto gli studenti. Città come Rio e San Paolo sono da tempo
prossime al collasso. Nella metropoli paulista negli ultimi giorni si
sono registrati ingorghi da incubo,
misurati nell’ordine delle centinaia
di chilometri. «A Copa», come si
chiama qui, c’entra poco finora, ma
il sotterfugio di lasciare la gente a
casa nei giorni delle partite dovrebbe servire.
Rocco Cotroneo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Platini va al contrattacco: «Nulla da nascondere
se ci sono state irregolarità, serve un nuovo voto»
Nel mirino Michel Platini,
58 anni, presidente Uefa,
coinvolto nel caso Qatar (Epa)
Il presidente dell’Uefa, Michel Platini, investito
dal Qatargate, è partito al contrattacco, in
un'intervista all’Equipe, dopo essere stato
accusato dalla stampa inglese di essersi fatto
«influenzare» dalla potenza del Qatar nella
scelta di assegnare il Mondiale 2022. «Da una
colazione con un collega di lavoro», il qatariota
Mohamed ben Hammam, ex presidente della
Confederazione asiatica e membro dell’
Esecutivo Fifa, radiato nel 2012, « mi ritrovo
con un complotto di stato e un’operazione
montata nei minimi particolari non so da chi e
non so perché... Mi sono svegliato al mattino e
ho letto su giornali, agenzie e blog: Platini
corrotto. Sinceramente fa male. Io sono
trasparente, ho detto per chi avevo votato, il
Qatar, e mi sono ritrovato sospettato di essere
corrotto. Quel collega l’ho visto diecimila volte
in 15 anni. Perché avrei avuto un incontro
segreto con lui? Mi rendo conto che dietro c’è
qualcuno, qualcosa, gente che organizza tutto
questo. Io non sono così, penso al calcio. Altri
pensano ad altro». Platini non ha rinnegato il
voto al Qatar del il 2 dicembre 2010 a Zurigo:
«Non rimpiango nulla; penso sia stata la scelta
giusta per la Fifa e per il calcio mondiale. Ma
se sarà provata la corruzione, ci sarà bisogno
di un nuovo voto e di sanzioni. Perché avrei
aggiustato le cose in favore del Qatar? Io ho
votato per il Qatar per rispondere alle antiche
domande del mondo arabo. Il Golfo è un bel
posto per fare la Coppa del mondo e
favorirebbe lo sviluppo del calcio. Negli Stati
Uniti siamo già andati, in Corea e Giappone
anche. È un nuovo approccio. Questo è l’unico
motivo. Nessuno mi ha detto per chi avrei
dovuto votare». Ma dall’Inghilterra non
mollano. Il premier David Cameron: «Siamo il
Paese del calcio. Perché non dovremmo
organizzare noi il Mondiale 2022, se l’inchiesta
dovesse segnalare gravi irregolarità nel voto?»
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Vincente Maria Sharapova
Sconfitta Eugenie Bouchard
Zia Sharapova ancora in finale
La Bouchard può attendere
«Vecchia? Ma ho ancora fame»
DALLA NOSTRA INVIATA
PARIGI — La vecchia zia siberiana a 27 anni conserva un
certo fascino. «Ho ancora fame di vittorie, anche se
appartengo alla vecchia guardia. E lavoro troppo duro ogni
giorno per potermi permettere di perdere un match». Alla
velocità di crociera di 4 titoli Slam, Maria Sharapova entra
nella sua terza finale consecutiva al Roland Garros
respingendo l’assalto della new generation, dotata di
muscolo ma carente di classe. Tre set con la spagnola
Garbine Muguruza, 20 anni, la versione 2.0 di Arantxa
Sanchez, nei quarti. Tre set in semifinale con la bambina
canadese che aveva il poster di Maria appeso in camera,
Eugenie «Genie» Bouchard da Westmount (Montreal), la
predestinata 20enne cui la Sharapova a Parigi ha cercato di
applicare la legge-Evert: umilia la giovane promessa,
stroncala in culla, così si ricorderà a lungo di te. Ma Genie,
bamboleggiante bionda con occhi celesti, si è ribellata,
annettendosi il primo set e costringendo la veterana a un
videogioco di 2 ore e 27’, puro power-tennis sulle diagonali,
colpi d’attesa vietati dal regolamento e la rete frequentata
solo per stringersi (gelidamente)
la mano. Il futuro è Bouchard, ça
Oggi gli uomini va sans dire, n° 16 del mondo,
vestita da Nike d’arancione e
cipria, appetibile per la copertina
di Vogue e per il doppio mercato
I match di ieri
americano/francofono: «Ha
Sharapova (Rus, n. 7)
tennis, personalità, bellezza.
Bouchard (Can, n.18)
Parla le due lingue dei 4 Slam. Se
4-6, 7-5, 6-2
la Sharapova è l’asticella, credo
Halep (Rom, n. 4)
che Eugenie possa salire più in
Petkovic (Ger, n. 28)
alto e diventare la tennista più
6-2, 7-6
famosa e ricca del mondo»,
La finale femminile
spiega Sam Duvall, il manager
degli Open di Francia
che l’ha presa 13enne per farne
sarà Sharapova-Halep
una multinazionale. Ma il
In campo oggi
presente è di Maria Sharapova.
In campo gli uomini
Tra la divina e il trionfo rimane
per le semifinali.
solo la rumena Simona Halep,
Dalle ore 13 si
figlia di un fattore di Costanza,
affrontano Gulbis (Let,
una Saretta Errani (168 cm per
n. 18)-Djokovic
60 kg) con più servizio e
(Ser, n. 2).
maggior rendimento, capace di
A seguire: Nadal (Spa,
sbancare sette titoli Wta in meno
n. 1)-Murray (Gbr,
di un anno fino ad issarsi al n° 4
n. 7)
della classifica, lassù alle pendici
Così in tv
delle watusse, sbucata in finale
Diretta dalle ore 13
senza perdere un set e fin qui più
su Eurosport
nota per essersi fatta ridurre
e RaiSport1,
chirurgicamente il seno a 17
dalle 14 su Eurosport 2
anni (ne ha 22) suscitando
dibattiti femministi, tipo: è
giusto che una donna si mutili nella sua femminilità per far
decollare una carriera? Simona, che ha Virginia Ruzici come
manager, è restia a parlare dell’argomento («Sono questioni
private che non desidero discutere in pubblico»), ma è certo
che il mal di schiena che l’affliggeva è sparito, che della
decisione non si è mai pentita e che la silhouette da modella
della Sharapova all’orizzonte è più di quanto fosse disposta a
sognare all’inizio di questo Roland Garros rivoluzionario
q.b., quanto basta, che nelle semifinali maschili manda in
campo Ernest Gulbis per tentare il golpe con Nole Djokovic e
Andy Murray nella missione (im)possibile di disarcionare
Rafa Nadal dall’amato rosso di Parigi. La differenza tra Maria
e la nouvelle vague? «Simona non ha niente da perdere. Io
tutto», ringhia Sharapova. E con questo intendimento in
animo marcia verso la restaurazione.
Gaia Piccardi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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italia: 51575551575557
Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
Sport 51
italia: 51575551575557
Atletica Anche senza Bolt, risultati di grande valore al Golden Gala-Pietro Mennea di Roma
Barshim, c’è un marziano a Roma
Mai visto in Italia un salto da 2,41
«Il mondiale dell’alto è vicino, non so quando ma si arriverà a 2,50»
✒
Howe corre in 20”81
e torna la speranza
Ma in quale gara?
di GIORGIO RONDELLI
A
ndrew Howe, dove eravamo rimasti?
Verrebbe da dire dopo averlo visto
all’opera ieri sera nei 200 metri del «Golden
Gala-Pietro Mennea», dove è finito settimo
in 20”81 nella gara vinta dal panamense
Alonso Edward in 20”19 davanti al
transalpino Christophe Lemaitre, secondo
in 20”24. Partito in ottava corsia Andrew
ha sofferto il tratto in curva, poi sulla retta
ha provato a spingere al massimo, ma si è
indurito parecchio negli ultimi 50 metri.
Per chi ha memoria storica, non si può
dimenticare che proprio nell’agosto di
quest’anno ricorrerà il decennale della sua
vittoria al Mondiale juniores di Grosseto
del 2004, quando il campione
dell’Aeronautica correndo in uno
strabiliante 20”28 stabilì quello che ancora
oggi è il suo primato personale sulla
distanza. Da allora di acqua sotto i ponti ne
è passata moltissima. Gli ultimi anni d’oro
sono stati il 2006 e soprattutto il 2007, la
stagione dell’argento mondiale nel lungo ad
Osaka con m 8,47, record italiano tuttora
imbattuto. Anche da quel grande primato
personale sono passati ben sette anni. Sette
stagioni ricche di infortuni tremendi e di
continui tentativi di risalita che finora non
sono riusciti a riportarlo nell’élite
mondiale. Difficile capire in quale
specialità possa tornare grande visto che
l’anno prossimo l’azzurro avrà già 30 anni.
Nel lungo sembra aver perso un po’ alla
volta, confidenza con i necessari
automatismi. Nei 200 metri, per essere
protagonista a livello europeo bisogna
correre almeno sotto i 20”40. Qualche
addetto ai lavori suggerisce come carta di
riserva i 400 metri, gara in cui nel 2011
Howe corse a Pavia in un ottimo 45”70 su
una pista malandata. Attendiamo anche
questa volta il corso degli eventi. Certo è che
il 2014 con l’Europeo di Zurigo è davvero
una sorta di ultimo appello.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Protagonisti
Sopra Justin
Gatlin, 32 anni,
a sinistra Essa
Barshim, 22
(Action Images
e Afp)
ROMA – Senza Bolt a scaldare
il cuore di Roma, l’Olimpico decide di sfidare la forza di gravità e
affida la propria passione allo
show annunciato alla vigilia di
questa edizione numero 34 del
«Golden Gala Pietro Mennea»: la
gara del salto in alto. Il predestinato alla fine tiene fede alle promesse: Mutaz Essa Barshim, 23
anni, papà del Qatar, mamma sudanese, una macchina progettata
per volare fa percorso netto sulle
alte quote (unico errore a 2,28) e
alla fine si arrampica oltre 2,41,
misura mai ottenuta in Italia
(precedente 2,38 del russo
Pakhlin), terza di sempre al
mondo dopo il volo record di Sotomayor (2,45, Salamanca 1993)
e il record europeo dello svedese
Sjioberg (2,42, Stoccolma 1987),
nuovo primato d’Asia, miglior
prestazione mondiale dell’anno
eguagliata, primato del meeting
e primato personale.
La lista di proprietà degli statistici è aggiornata e non si ferme-
I risultati
Gare maschili
100: 1. Gatlin (Usa) 9””91; 2.Carter
10””02. 200: 1.Edward (Pan) 20””19;
2.Lemaitre 20””24; 7. Howe 20””81.
400: 1. Merritt (Usa) 44””48; 2.
Masrahi 45””14. 800: 1. Aman (Eti)
1’44””24; 2. Kaki 1’44””57. 1.500: 1.
Kiplagat (Ken) 3’30””44; 2. Souleiman
3’31””19. 3000 st.: 1. Birech (Ken)
8’06””20; 2. Koech 8’10””53. Triplo: 1.
Claye (Usa) 17,14; 2. Taylor 17,08; 4.
Donato 16,89; 7. Greco 16,84. Alto: 1.
Barshim (Qat) m 2,41; 2. Bondarenko
2,34
Gare femminili
100: 1. Bowie (Usa) 11””05; 2.
Stewart 11””08. 800: 1. Sum (Ken)
1’59””49; 2. Diago 2’00””01. 5.000: 1.
Dibaba (Eti) 14’34””99; 2. Ayana
14’37””16. 100 hs: 1. Rollins (Usa)
12””53; 2. Harper 12””54. 400 hs: 1.
Spencer (Jam) 53””97; 2. Moline
54””56. Triplo: 1. Ibarguen (Col) 14,48
rà qui, perché Barshim ha qualità
eccezionali, sembra nascondere
sotto muscoli sottili le ossa
pneumatiche dei volatili; per imparare a volare va spesso a scuola
in Polonia ed ha il merito di aver
dato inizio lo scorso anno alla
nuova stagione della specialità. È
stato il primo della new generation volante a varcare m 2,40 (1°
giugno 2013, Eugene) ed è come
se quel giorno avesse levato il
tappo a una vasca colma. Fino ad
allora, sul pianeta, in 12 anni, si
era andati solo 3 volte oltre i 2,40;
in un anno, il mondo ha preso
confidenza con l’asticella e il muro è stato superato 11 volte. «Il
primato del mondo? Arriverà, ar-
La volata di Gatlin
Lo sprinter Usa ha
dominato i 100 in 9”91,
confermando di essere
pronto per sfidare Bolt
Basket
riverà presto», ha urlato il fuscello del Qatar nel microfono che
diffondeva la sua voce in uno stadio meno caciarone (30.700 spettatori) e più competente di quello modaiolo attirato nel recente
passato da Bolt, e non ha fatto altro che ribadire una convinzione
espressa alla vigilia della gara:
«Dove può arrivare l’uomo? Non
lo so, ma sono sicuro che 2,50 è
un limite avvicinabile e non più
un miraggio. Forse da
me, forse da qualcun
altro, basta guardarsi
intorno per vedere
che in giro c’è una generazione di saltatori
di eccezionale qualità». Di quella generazione fa parte Bohdan
Bondarenko, ucraino
campione del mondo
a Mosca, arrivato secondo (2,34) sotto alla curva Sud, ma che
ha sfiorato, per poi
abbattere in ricaduta
con il piede, l’asticella
a 2,43. Non è lontano
il tempo in cui si salirà ancora per andare
in cielo a togliere le
ragnatele al primato
di Sotomayor, figlio di
Cuba e ambasciatore di Fidel.
La serata è scivolata via tra
tanta qualità diffusa, qualche delusione azzurra di troppo e una
manciata di migliori prestazioni
mondiali stagionali migliorate
(Barshim, alto maschile; Dibaba,
5000, Rollins 100 ostacoli, Spencer 400 ostacoli, Silva asta, tutte
al femminile), tra l’ammirazione
per la volata composta di Justin
Gatlin che si ripete sui 100 metri,
si conferma sui suoi tempi di stagione (9”91) e lancia un messaggio a Bolt: «Se vuoi, io sono qui».
Le ultime emozioni le regale
un eterno ragazzo di queste parti,
Fabrizio Donato, che tiene insieme i suoi muscoli pluri-acciaccati con il nastro adesivo, ma che a
37 anni ancora sprigiona una
pazza voglia di divertirsi. Arriva
quarto nel triplo di Claye e Taylor,
ma la serie ben distribuita e il
picco (m 16,89) che è personale
di stagione, se custoditi con cura
insieme con un motore che ha bisogno di continua manutenzione, restano la miglior speranza
per gli Europei di agosto a Zurigo. Dietro si rivede Daniele Greco
(m 16,84), con la speranza che la
miglior cavalletta d’Italia prima o
poi indovini i 3 balzi che lo porteranno là dove il destino vuole.
Valerio Vecchiarelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Formula 1 A Montreal sono previsti sviluppi, ma non decisivi: ormai si pensa pure al 2015. Colloquio di Mattiacci con i due piloti
Anche in Canada la Ferrari chiede il voto di fiducia
DAL NOSTRO INVIATO
MONTREAL — «Nei secoli
fedele» scrive la Ferrari sulle sue
fiancate: vuole commemorare il
bicentenario dei Carabinieri, ma
potrebbe dedicare il motto anche ai propri tifosi, invitati a
mantenere intatte fiducia, fedeltà e fede verso la Rossa anche
nella, recente, cattivissima sorte. Detto in altri termini, state
buoni se potete, serve pazienza,
serve tempo (speriamo non secoli), perché qui si sta costruendo il futuro e il nostro sguardo
porta un po’ più lontano. Sarebbe stato meglio non cerchiare
con un segno rosso sul calendario «Montreal, 8 giugno», non
caricare di aspettative questa
gara e il pacchetto di sviluppi
(soprattutto sul fronte motore)
che la Ferrari doveva portare.
Non perché non ci siano (anche
se forse non ci sono proprio tutti quelli che ci dovevano essere),
ma perché siamo di fronte a un
normale miglioramento, non a
una rivoluzione, tanto meno a
una Ferrari B.
Si lavora soprattutto sulle
mappature del motore, per avere un po’ più di aggressività, ma
anche per cercare di migliorare
In pista dalle 16
Per i Carabinieri
Sulle Ferrari
appare la dedica
all’Arma
dei Carabinieri,
che compie
200 anni
(Ercole Colombo)
la guidabilità, in fase di frenata e
di accelerazione. Motore e freni
sono fondamentali su un circuito fatto di rettilinei e, appunto,
bruschi stop and go. Un circuito, tanto per chiarire il concetto,
in cui Lewis Hamilton (nella
settimana in cui è amico di Nico
Rosberg, «ci siamo parlati dopo
Monaco e abbiamo chiarito,
corriamo contro da tanto tempo
e tra noi ci sono sempre stati alti
e bassi») suggerisce ai rivali di
lasciare ogni speranza prima del
via. «I lunghi rettilinei sono
perfetti per le Mercedes, sarei
stupito se i motori Ferrari e Renault avessero recuperato,
avrebbero dovuto fare un lavoro
eccezionale». Il che significa
due cose: 1) gli altri team motorizzati Mercedes (Williams, Force India e McLaren), fin qui incostanti anzichenò, rischiano di
tornare forti; 2) la Ferrari dovrà,
almeno, provare a lottare alla
pari con le Red Bull.
Marco Mattiacci, il nuovo team principal, ha parlato per più
di un’ora con Fernando Alonso e
il suo manager, prima di convo-
Test segreto: sospetti
Sospetti sui test segreti
della Renault a Graz: una
sorta di galleria del vento,
ma con il motore acceso
care nel confessionale Kimi
Raikkonen e la sua tazza di caffè.
Così, quando ai due piloti tocca
parlare ai microfoni è chiaro
l’orizzonte a lungo termine. «Indipendentemente da quello che
ci porteranno questi sviluppi —
comincia Alonso — dobbiamo
lavorare su due fronti: quest’anno e il prossimo. Continuare lo
sviluppo sul 2014, perché molte
cose ce le porteremo dietro, ma
senza fare niente che comprometta il progetto del 2015. Se
questo richiede molto tempo,
occorre trovarlo. Da quando è
arrivato Mattiacci, la direzione è
quella giusta, ha una visione e
un approccio intelligenti». Questo, in realtà, è un momento de-
Settima prova iridata
Via oggi al weekend del Gp
del Canada, 7a prova del
Mondiale di F1. A Montreal
si prova dalle 16 alle 17.
30 (orario italiano) e dalle
20 alle 21.30.
Mondiale piloti
1. Rosberg
122
2. Hamilton
118
3. Alonso
61
12. Raikkonen
17
Mondiale costruttori
1. Mercedes
240
2. Red Bull
99
3. Ferrari
78
4. Force India
67
Programma e Tv
Oggi
Prove 16-17.30
e 20-21.30
Su Skysport F1 HD
e Raisport2.
Domani
Prove 16-17; qualifiche
alle 19. Diretta su
Skysport F1 HD e Rai2.
Domenica
Gp alle 20; diretta su
Skysport F1 HD e Rai1.
cisivo per capire quanto la F14T
possa migliorare e quanto si
possa salvare. «Il nostro obiettivo è risolvere i problemi, diventare più forti per il futuro e per
le prossime gare», aggiunge
Raikkonen. Quindi podio escluso qui? «È un obiettivo ambizioso, serve la perfezione, ma il
giovedì bisogna essere ottimisti», chiude Alonso. In fondo in
Canada nell’82% dei casi esce la
safety car...
Quanto ai rivali in teoria a
portata, la Renault sta spargendo grande ottimismo sui propri
miglioramenti, ma deve difendersi (assieme alla Toro Rosso)
dalla notizia del test segreto
eseguito a Graz (Austria) prima
del via del campionato, dopo le
disastrose prove collettive in
Bahrein. Una sorta di test in galleria del vento, ma con il motore
acceso, realizzato su una specie
di tapis roulant, pilota (da Costa) a bordo e telaio senza le ali.
Una lettera anonima aveva avvisato Ferrari e Mercedes, ma per
la Rossa è tutto regolare. Il mistero però continua ma, di questi tempi così scontanti, non è
un male.
Arianna Ravelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Milano spegne
ancora Sassari
Adesso la finale
è a un passo
Anche nell’acqua torbida di una
partita paludosa (56-63), la EA7
riesce a specchiarsi nel 3-1 della
serie, che domani al Forum
potrebbe risolversi nella
trasparenza della finale. Sassari
per Milano è veramente una
Costa Paradiso (8 su 8 le
vittorie), grazie alla Dinamo che
ancora una volta cade vittima di
quel tiro da 3 (4/26) che a tratti
sembra per lei una patologia
compulsiva. Tre uomini
beatamente in barca nel mare
sardo, Langford (17), Gentile
(15; foto La Presse) e Samuels
(13 e 13 rimbalzi), bastano a
Milano. Nell’estenuante logorio
delle serie ravvicinate, con la
conoscenza reciproca che non
lascia spazio alla fantasia, anche
il primo tempo di gara 4 recita
un copione scontato, a parte
qualche piccola correzione: il
quintetto e il killer. Con i
tradizionali primi cinque, la EA7
va subito avanti di 7 (6-13) e la
partita offre il ripresentarsi della
sensazione di onnipotenza di
Ale Gentile e Samardo Samuels,
che affonda le mani sotto
canestro dove è più molle il
ventre del Banco di Sardegna.
Scontato anche l’arrocco
difensivo, a zona, di Sassari,
contro il quale, però, entra in
gioco l’effetto-killer: 10 punti
perfetti di Keith Langford,
tenuto umile in panca nel primo
periodo e riconvertito ancora
una volta da Luca Banchi in
quello che di Keith dovrebbe
essere in termini di valore
aggiunto: mano di forbice, per
affettare la tela avversaria.
Quindi con il solito Moss,
tagliatore della testa di Drake
Diener, Milano per due volte
vola a +10 (24-34 e 26-36). I
problemi dell’Olimpia si
chiamano: controllo,
metamorfosi e mistero. Il
controllo riguarda l’incontro: la
EA7 lo perde nel tabù del terzo
quarto, permettendo a Sassari di
rientrare (40-41) con un parziale
di 12-5. La metamorfosi,
temporanea, è di Langford:
torna scarafaggio, ma basta un
passaggio in panchina per
rivederlo come una splendida
farfalla (17) che risolve la gara. Il
mistero, infine: è quel che
succede alla regia di Milano
(Hackett 0/4 e Jerrels 0/5), che
costringe Banchi a tenere Moss
playmaker negli ultimi 3’ (5260) per far approdare in porto la
partita. E oggi, riflettori su Roma
per Acea-Montepaschi: Siena ha
il match ball per centrare la più
incredibile finale di questi anni.
Werther Pedrazzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Semifinali
Così ieri
Sassari-Milano
56-63
(1-3 nella serie)
Prossime gare
domani (a Milano), ev. 9/6
(a Sassari), ev. 11/6 (a Milano)
Così oggi
ore 20.30
Roma-Siena
(0-3 nella serie)
Tv: diretta RaiSport1
Prossime gare
ev. 8/6 (a Siena), ev. 10/6
(a Roma), ev. 12/6 (a Siena)
52
italia: 51575551575557
"I morti tengono i loro occhi pieni di luce nei nostri pieni di lacrime".
(Sant’Agostino)
Giorgio Finzi annuncia la scomparsa del suo
papà
Andrea Finzi
È mancata la nostra cara
Gianna Crippa ved. Agrati
Ne danno il triste annuncio i figli Mario con Marina, Marco con Paola, Renato con Sisa e Maria
Pia con Enrico.- I funerali avranno luogo sabato
7 giugno alle ore 10 presso la chiesa Sant’Agata
di Monticello Brianza.- Alle ore 9.30 verrà recitato il Santo Rosario.
- Monticello Brianza, 5 giugno 2014.
Partecipano al lutto:
– Giovanna e Giuseppe Vismara.
Ciao
nonna Gianna
ti ricorderemo sempre con grande affetto.- I tuoi
nipoti Stefano con Alessia, Andrea con Mariuccia,
Chiara con Claudio, Davide con Pamela, Federico, Benedetta con Sergio, Marta, Federica, Gianluca, Simone, Francesca con Franco ed Elisabetta. - Monticello Brianza, 5 giugno 2014.
Ciao
bisnonna Gianna
anche se siamo in tanti cerca di vegliare su tutti
noi lassù dal cielo.- I tuoi pronipoti Giovanni, Luigi, Luna, Tommaso, Camilla, Alberto, Margherita, Jacopo, Giorgia, Riccardo e Tessa.
- Monticello Brianza, 5 giugno 2014.
Gianna e Franca, Tonino e Gabriella si uniscono al dolore di Mario, Marco, Renato e Pia per la
perdita della cara
zia Gianna
"sempre e comunque al massimo... anche adesso".- I funerali si terranno sabato 7 giugno alle
ore 11 presso la chiesa della Consolazione al cimitero di Lambrate (MI).
- Milano, 5 giugno 2014.
Partecipano al lutto:
– Alfonso, Luciano e Maurizia con tanto affetto.
Roberta Ciappi stringe forte il figlio Giorgio con
tutto il suo amore ricordando
Andrea
e Filippo, Niccolò lo abbracciano fraternamente
con Pierre. - Milano, 5 giugno 2014.
La zia Daniela, lo zio Valter con Marzia e Martina abbracciano forte Giorgio e mandano un bacio al cielo al suo papà
Andrea Finzi
- Roma, 5 giugno 2014.
Addio al mio caro amico fraterno
Andrea Finzi
Gianna
- Barzanò, 5 giugno 2014.
Tilde Agrati Beretta, figli e nipoti ricordano la
cognata
Gianna
- Milano, 6 giugno 2014.
Cristina Lucchini si stringe a Giorgio e Roberta
nel dolore per la scomparsa di
Andrea Finzi
- Milano, 6 giugno 2014.
Emanuela è vicina a Giorgio e ricorda il grande
uomo speciale che era
Andrea
- Milano, 5 giugno 2014.
Marta e Jacopo abbracciano fortissimo Giorgio
nel ricordo del suo papà
Andrea
Partecipano al lutto:
– Giovanni Citacov.
– Michele Manacorda.
Ciao
Andrea
Partecipano al lutto:
– Le sorelle Romerio.
adorato, grande amico mio.- Max Morpurgo.
- Milano, 5 giugno 2014.
Luigi, Mariuccia, Cesare e Gianna Agrati commossi e addolorati per la scomparsa della cara
Alessandra e Nicola Bruno sono vicini a Giorgio Finzi per la scomparsa del suo caro papà
Gianna
Vittore e Flavia Beretta con i figli, Marta Veroni
vedova Beretta e figli, uniti nella preghiera, partecipano al lutto di Mario, Marco, Renato, Pia e
famiglie per la scomparsa della cara mamma
Gianna Crippa ved. Agrati
- Barzanò, 5 giugno 2014.
Pierantonio, Jolanda e rispettive famiglie partecipano con affetto al dolore di Mario, Marco,
Renato e Pia per la perdita della loro cara mamma
Gianna
- Veduggio con Colzano, 5 giugno 2014.
Andrea
- Milano, 5 giugno 2014.
Mio grande amico Giorgio Finzi ti sono vicina
per la scomparsa del tuo caro papà
Andrea
e ti porgo le mie più sentite condoglianze.- Alessandra Bruno. - Milano, 5 giugno 2014.
La famiglia Lemessi si stringe a Giorgio addolorata e commossa per la perdita del suo caro
papà
Andrea Finzi
- Milano, 5 giugno 2014.
Giovanna e Odino ricordano con affetto
Gabriella
- Roma, 5 giugno 2014.
Rolando Wohinz profondamente addolorato
partecipa al lutto che ha colpito Claudia e la famiglia per la scomparsa del
Luca Ronconi ricorda con infinito affetto e nostalgia
Dott. Lorenzo Buccellati
Gabriella Zamparini
- Milano, 5 giugno 2014.
Tiziano Vudafieri e Claudio Saverino sono vicini a Luca e a tutta la famiglia per la dolorosa
perdita di
Lorenzo Buccellati
- Milano, 5 giugno 2014.
Lorenzo Buccellati
Enzo ed Alessandro Ricci sono vicini alla gentile
signora Claudia e partecipano al grave lutto che
l’ha colpita. - Milano, 5 giugno 2014.
Tutta la squadra del Giro d’Italia partecipa al
dolore dell’amico Enrico Motta e della sua famiglia per la triste scomparsa della madre
Maria Radaelli
- Milano, 6 giugno 2014.
Edmondo, con Giulia e Vittoria, si stringe a Josi
nel triste momento della scomparsa della madre
Marta Fabiani
ricordandone l’intelligenza e la profondità dello
sguardo. - Milano, 5 giugno 2014.
Stefano e Roberta profondamente commossi
partecipano al grande dolore di Josiane per la
scomparsa della mamma
Marta Fabiani
- Milano, 5 giugno 2014.
Alma, Marco, Paolo con Michela e Lina sono
vicini con affetto a Mario, Marco, Renato e Maria
Pia per la scomparsa della cara mamma
si stringono con affetto a Mario, Marco, Renato,
Pia e famigliari tutti in questo momento di grande
dolore.
- Veduggio con Colzano, 5 giugno 2014.
Partecipano al lutto:
– Elisabetta Strocchi.
– Paolo Pagnoni.
– Riccardo ed Annagrazia Todeschini.
Partecipano al lutto:
– Andrea e Giuliana Grisotti.
sig. Andrea Finzi
- Milano, 5 giugno 2014.
- Barzanò, 5 giugno 2014.
sperando che trovi finalmente la pace.- Ti vogliamo bene.- I funerali si svolgeranno il giorno 7
giugno alle ore 11 presso la Basilica di San Simpliciano, piazza San Simpliciano 7.
- Milano, 5 giugno 2014.
Studio Fp partecipa al lutto della famiglia per
la scomparsa del
e sono sinceramente vicini al dolore dei familiari.
- Sirtori, 5 giugno 2014.
Gianna
Marta Fabiani
Fabio Fasolini. - Milano, 6 giugno 2014.
- Monza, 5 giugno 2014.
Margherita Giovanna Dido Mariangela e i nipoti abbracciano con affetto Pia Renato Marco e
Mario per la perdita della cara mamma
"Ho visto il venditore di cravatte fare un
discorso agli angeli, soltanto per distrarli, e rimandare il tempo del trasloco - a volte basta poco...".
Josiane ed Emma piangono la morte della loro
mamma ed insigne poetessa
amica e compagna di una vita ed è vicino alla
famiglia in questo momento di dolore.
- Milano, 5 giugno 2014.
Tu
Gabriella
eri una persona speciale.- I tuoi Franca e Gian
Carlo. - Milano, 5 giugno 2014.
Simone e Gloria Fubini partecipano al dolore
della famiglia per la perdita del caro amico
Lao Polese
- Milano, 5 giugno 2014.
I genitori della St Louis School Y1B di Milano
dell’anno 2014 abbracciano con affetto Josi per
la perdita della sua cara mamma
Marta
- Milano, 5 giugno 2014.
Dopo cinquantotto anni di una meravigliosa vita trascorsa insieme Ottavio con Edoardo, Emanuela e Fabio, Roberto e Paola, Carolina, Andrea, Benedetta, Ottavia e il caro Mario,
annuncia la scomparsa di
Carla Claudina Bovone
amatissima moglie, mamma e nonna esemplare.- I funerali si svolgeranno sabato 7 giugno alle
ore 14.30 nella chiesa Corpus Domini di via Mario Pagano 8. - Milano, 4 giugno 2014.
Partecipano al lutto:
– Vanda e Marco Colombo.
Popy, Rosellina, Elena ed Anna sono vicini allo
zio Ottavio, ed a Emanuela, Roberto, Edoardo per
la scomparsa della cara
Carla Tomassi Bovone
- Milano, 5 giugno 2014.
Aline e Federico abbracciano Emanuela e tutta
la famiglia nel ricordo di
Pina, Cesare e Maria Elena annunciano la
scomparsa del tanto amato
Sergio Fantasia
Malgrado il profondo dolore desiderano esprimergli tutta la loro riconoscenza per aver rappresentato un esempio di vita ricca per umanità,
qualità professionale e amore per la cultura.- I
funerali: venerdì 6 giugno, ore 15.30 presso la
Basilica di Santa Maria Assunta, Gallarate.
- Gallarate, 5 giugno 2014.
Il giorno 4 giugno 2014 si è spento serenamente il
Cavaliere del Lavoro
Filippo Caccamo
uomo buono e semplice.- Ne danno la dolorosa
notizia la consorte ed i figli.- I funerali si svolgeranno nella parrocchia di Santa Maria di Lourdes
di via Induno (MI), il 6 giugno alle ore 11.
- Milano, 6 giugno 2014.
È mancato all’affetto dei suoi cari il
maestro
Osvaldo Scilla
Lo annunciano con profondo dolore la moglie, la
figlia e il genero.- I funerali avranno luogo sabato 7 giugno 2014 alle ore 10.30 nella chiesa parrocchiale di Corana (Pv).
- Milano, 5 giugno 2014.
La sorella, i nipoti e il cognato danno il triste
annuncio della scomparsa della cara
Ester Di Donna
I funerali si svolgeranno il 9 giugno alle 11 nella
parrocchia di San Gaetano, via Mac Mahon 92,
Milano. - Milano, 4 giugno 2014.
È tornata alla casa del Padre
Isabella Guerci ved. Conta
La piangono i figli, i nipoti, i familiari tutti.
- Borgoratto (AL), 5 giugno 2014.
Dottore
Giangaspare Pediconi
Nel secondo anniversario della sua scomparsa la
famiglia Mazzucchelli ricorda con tantissimo affetto l’insostituibile medico ed amico.- Mariateresa, Sebastiano, Michelangelo e Mattia Luca.
- Vigevano, 6 giugno 2014.
1980 - 2014
Francesco Peviani
Ti ricordiamo sempre con tanto amore e infinito
affetto.- I tuoi cari. - Milano, 6 giugno 2014.
Carla Bovone
- Milano, 5 giugno 2014.
Partecipano al lutto:
– Tita Elena Eugenio Mondelli.
– Massimo Valeria Buffetti.
– Elena Quaglia.
Aurelio, Lina, Raffaella, Carola si stringono con
affetto ai cugini Lele, Gianpaolo e Valentina per
la scomparsa del carissimo
Pierantonio
- Milano, 5 giugno 2014.
Manlio e Giovannella Mazziotti con i figli e i
nipoti, si uniscono al dolore della carissima Valentina per la scomparsa del padre
Pierantonio Cremaschi
- Roma, 5 giugno 2014.
Gli amici di sempre Lietta e Carlo, Franca, Lodovica ed Emilia, Marisa e Peppo, Matilde, Paola,
Renata, Tino, Vittorio, Liliana costernati per l’improvvisa scomparsa dell’
Ing. Pierantonio Cremaschi
partecipano all’immenso dolore di Lele e della
sua famiglia. - Milano, 5 giugno 2014.
RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano
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DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’
TARIFFE BASE IVA ESCLUSA:
Corriere della Sera
PER PAROLA:
A MODULO:
Pierantonio Cremaschi
Partecipa al lutto:
– L’avvocato Dina Maria Guarneri.
Giovanni Puglisi e tutti gli amici dell’Università
IULM di Milano si stringono con affetto attorno a
Beppe De Rita e ai suoi figli per la scomparsa
della moglie
Maria Luisa De Rita
- Milano, 5 giugno 2014.
Agesilao Polese
È venuto a mancare all’affetto dei suoi cari
Partecipano al lutto:
– Emanuele, Pia, Cesare e Michele Pedercini.
Ne danno il triste annuncio la moglie Anna e la
figlia Marta. - Lavagna, 31 maggio 2014.
Dario Luigi Cazzaniga
Necrologie: € 5,00
Adesioni al lutto: € 10,00
Solo anniversari, trigesimi
e ringraziamenti: € 540,00
Gazzetta dello Sport
PER PAROLA:
Necrologie: € 1,90
Adesioni al lutto: € 3,70
A MODULO:
Solo anniversari, trigesimi
e ringraziamenti: € 258,00
Diritto di trasmissione:
pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00
L’accettazione delle adesioni
è subordinata al pagamento
con carta di credito
Servizio fatturazione necrologie:
tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30
fax 02 25886632 - e-mail: [email protected]
Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
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Puzzles by Pappocom
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Come si gioca
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LA SOLUZIONE DI IERI
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Estrazioni di giovedì 5 Giugno 2014
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FIRENZE
GENOVA
MILANO
NAPOLI
PALERMO
ROMA
TORINO
VENEZIA
NAZIONALE
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55
65
11
77
3
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73
18
63
48
12
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41
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34
88
19
10
25
81
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25
85
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45
21
42
42
77
87
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15
4
51
13
57
34
11
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14
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I più letti
Combinazione vincente
11 31 43 70 74 80
72 Numero SuperStar
Jackpot indicativo prossimo concorso: 8.600.000,00
Ai 6:
- Ai 5 stella:
36.632,00
Ai 5+
- Ai 4 stella:
Ai 3 stella:
1.862,00
Ai 5:
42.638,29
Ai 2 stella:
100,00
Ai 4:
366,32 Agli 1 stella:
10,00
5,00
Ai 3:
18,62 Agli 0 stella:
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Brasile 2014
Mondiali in tasca
Le 32 applicazioni per avere a
portata di cellulare tutte le
partite del Mondiale. Guarda.
Superenalotto
65 Numero Jolly
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10eLotto I numeri vincenti
Lotto
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Renzi
i «100 motivi per amare l’Italia»
1 Dopo
Ecco (almeno) 10 motivi di vergogna
La bella Claudia Ochoa Félix, «nuova
2 imperatrice» della droga messicana
Mose, l’ira del premier: «Dare
3 Tangenti
subito i poteri all’Autorità anticorruzione»
Stati Uniti, catturato il killer del bambino
4 ucciso a coltellate in ascensore
anni e costi quadruplicati
5 Trentuno
Quando diremo basta alle mazzette?
100 giorni da premier
Dal tweet «arrivo arrivo» al G7
di Bruxelles: il primo bilancio
per immagini di Renzi. Foto.
Padova
La super piscina
Inaugurata la più profonda del
mondo: è un «abisso»
artificiale di 40 metri. Guarda.
D-Day
Lo sbarco
In Normandia
le celebrazioni
dei 70 anni
del giorno
dell’invasione
alleata
in Francia.
54
Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Tv in chiaro
Teleraccomando
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di Maria Volpe
PER RIFLETTERE
PER DISTRARSI
Giletti, un’inchiesta Insinna e Ghezzi
sul calcio violento 25 anni di Blob
«Le Istituzioni mi hanno
lasciata sola». Così parla
Antonella Leardi, la mamma
di Ciro Esposito, il giovane
tifoso napoletano colpito da
un colpo di pistola di un
ultras romanista prima
della Finale di Coppa Italia
il 3 maggio. Alla vigilia dei
mondiali, Massimo Giletti
(foto) conduce una serata
sulla storia della violenza
nel mondo del calcio
italiano, a partire dalla
morte di Vincenzo Paparelli
(Roma - Lazio 1979). Perché
la criminalità è entrata nelle
curve? Tra i protagonisti:
Giovanni Malagò, Gabriele
figlio di Paparelli, Marisa
vedova dell’Ispettore Raciti
«Un Blob lungo 25 anni.
Non condotto da Flavio
Insinna ( foto). Nonostante
la regia di Andrea
Bevilacqua». Così Enrico
Ghezzi, creatore e
animatore di «Blob»,
presenta lo Speciale stasera
per riproporci i momenti
salienti di questo strano
programma
«destrutturato» lo definisce
Andrea Vianello, direttore di
Rai3. L’idea è sempre quella
di ricomporre spezzoni
audio e video tratti dalle
emittenti televisive e dal
web in uno studiato
montaggio che ne rovescia il
significato. O che lo
amplifica.
Special L’Arena - Morire di
calcio Rai1, ore 23.15
Mi è sembrato di vedere un
Blob - Rai3, ore 21.05
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Sbarco in Normandia Se il delitto
settant’anni fa
è fitto di misteri
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Per i 70 anni dallo sbarco in
Normandia, due documentari
che raccontano le vicende di
uno degli eventi bellici più
importanti della seconda
guerra mondiale.
Speciale D-Day
Focus, ore 21.15
Nuovo programma di
giornalismo investigativo con la
consolidata coppia Gianluigi
Nuzzi e Alessandra Viero (foto).
Stasera il delitto di Meredith e la
morte di Mario Biondo.
Segreti e delitti
Canale 5, ore 21.10
Ambra Angiolini
l’attrice più amata
Truffe online
e inganni digitali
È ancora Ambra Angiolini a
trionfare nel sondaggio «Eva
contro Evo» sulla star del
cinema più amata dagli italiani.
E batte il Premio Oscar Jennifer
Lawrence.
Supercinema
Canale5, ore 24
Truffe on line, stalker dei vip,
storie d’amore via Instagram,
gli inganni digitali al tempo
dei social network.
Conducono Nev Schulman e
Max Joseph
Catfish - False identità
Mtv Italia, ore 20.15
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Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014
55
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Film
e programmi
John Cusack
sulle tracce del killer
L’ispettore Fletcher (John Cusack,
foto) è sulle tracce di un serial
killer che uccide giovani
prostitute. Quando sparisce sua
figlia tema sia la vendetta
dell’assassino.
The factory - Lotta contro il
tempo; Sky Cinema 1, ore 21.10
Risate a teatro
con Gioele Dix
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Gioele Dix (foto) torna con tre
appuntamenti per il suo nuovo
spettacolo «Nascosto dove c’è
più luce» andato in scena fino al
18 maggio al Teatro Ambra
Jovinelli di Roma.
Nascosto dove c’è più luce
Comedy Central, ore 21.15
Dora gioca a calcio
in Brasile
Puntata speciale del cartoon. «La
super partita di calcio di Dora»
vede la piccola esploratrice
andare in Brasile per disputare
tre partite di calcio contro Alberi
del Samba, Dinosauri e Mostri.
Dora l’esploratrice
Nick jr, ore 18.15
Russell Crowe
e un carico d’oro
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Nella Cina feudale un fabbro
viene coinvolto nella lotta fra due
clan. Li divide un prezioso carico
d’oro. L’arrivo di un cacciatore di
taglie britannico (Russell Crowe)
complica le cose.
L’uomo con i pugni di ferro
Premium Cinema, ore 21.15
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A fil di rete
di Aldo Grasso
«Real Time» fase 2
La via delle emozioni
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a quando nella tv italiana sono apparsi i primi
canali femminili, Real Time è diventato il modello da seguire, il maggior successo nell’ambito di questa nuova proposta televisiva: pur
senza la «potenza di fuoco» della tv generalista, ha lanciato programmi che sono diventati dei veri e
propri tormentoni, da «Paint your life» a «Cerco casa», insieme a personaggi televisivi creati dal nulla e subito entrati nell’immaginario: Enzo
Miccio e Paola Marella, Carla
Vincitori e vinti
Gozzi e molti altri ancora. Soprattutto, ha saputo intuire e
Cesare
cavalcare dei trend di costume
Prandelli
che in quel momento attraversavano sotto traccia la soL’Italia in
campo batte
cietà, modernizzando con
Banderas in
programmi freschi il racconto
pista. Serata tv col
di un’immagine di donna in
pubblico tutto per
fondo molto tradizionale,
l’amichevole Italia molto casa, bricolage, cucina
Lussemburgo: per la
e bellezza.
squadra di Cesare
Archiviata quella prima faPrandelli e gli Azzurri
se di lancio, Real Time sta progli spettatori sono
vando a percorrere anche altre
7.140.000, per una
strade: si punta sulle emozioshare del 26,9%.
ni e sul loro racconto, si punta
sulla semplicità e su uno stile
Antonio
meno aggressivo (anche per
Banderas
ampliare il suo pubblico oltre
Gioca in
le emancipate «cougar» miladifesa
nesi, magari anche al sud).
Canale 5, che
Uno dei volti simbolo di quepunta sul pubblico
sta nuova fase è Benedetta Pafemminile col film «Ti
rodi, la sorella di successo: alva di ballare?», in
tro che nel giornalismo, la sua
prima serata: gli
vera vocazione lei l’ha trovata
spettatori per il film
tra i fornelli e sul canale lo racsul ballo con Antonio
conta ogni giorno con «Molto
Banderas sono
bene» (ore 19.10). La cucina
2.694.000, per una
della Parodina parla a una
share del 11,8%.
donna impegnata, con poco
tempo a disposizione per allestire la cena e magari non ferratissima tra le pentole, che
però tiene a far bella figura con un impegno proporzionato (sono proposte ricette veloci, gestibili anche in 30 minuti o meno). La cifra di tutto è lo stile naif con cui la conduttrice affronta la vita e il frigorifero. Per dire, è una che
guardando un piatto di bucatini all’amatriciana riesce a
dire: «è bello come vedere un tramonto sul mare».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso
Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv
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Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera