ASSESSMENT E TRATTAMENTO DEL DISTURBO FOBICO Bari 3° anno 2014 1 •PAURA •FOBIA o •ANSIA 2 Paura • La reazione emotiva in presenza di qualcosa (stimolo, situazione, ecc.) la cui pericolosità è obiettivamente dimostrata. 3 FOBIA o ANSIA • La reazione emotiva in presenza di qualcosa (stimolo, situazione, oggetto,ecc.) la cui pericolosità NON è obiettivamente dimostrata. 4 Ulteriore criterio di differenziazione • • • • • Impatto sull’adattamento e sul comportamento dell’individuo Ovvero eccessiva attivazione: Frequenza con cui si verifica Intensità con cui si manifesta Durata Quindi reazione disfunzionale 5 DEFINIZIONE DELLA FOBIA 6 • La fobia è una paura estrema, irrazionale e sproporzionata per qualcosa che non rappresenta una reale minaccia e con cui gli altri si confrontano senza particolari tormenti psicologici. 7 • In particolare, è una paura sproporzionata rispetto al reale pericolo dell’oggetto o della situazione, che non può essere controllata con spiegazioni razionali, dimostrazioni e ragionamenti, che supera la capacità di controllo volontario che il soggetto è in grado di mettere in atto. 8 • produce l’evitamento sistematico della situazione-stimolo temuta e permane per un periodo prolungato di tempo senza risolversi o attenuarsi. Essa comporta un certo grado di disadattamento per l’interessato; 9 evitamento • Ogni evitamento, impedendo la disconferma delle proprie paure e delle conseguenze temute, contribuisce attivamente al mantenimento del disturbo stesso. • Ovvero il comportamento fobico viene mantenuto in quanto l’evitamento inibisce o impedisce l’emergere del processo di estinzione. 10 L’ansia “fobica”, • si esprime con sintomi fisiologici come tachicardia, disturbi gastrici e urinari, nausea, diarrea, senso di soffocamento, rossore, sudorazione eccessiva, tremito e spossatezza. • La tendenza dell’individuo è quella di scappare dallo stimolo/situazione temuta. 11 • Le persone che soffrono di fobie si rendono perfettamente conto dell’irrazionalità di certe reazioni emotive, ma non possono controllarle. 12 • Reazione emotiva anche in assenza della situazione • Aspetti cognitivi 13 • Strutture cogn. Modalità di organizzazione e rappresentazione in memoria dell’informazione • Contenuti cogn. Informazioni immagazzinate nelle strutture • Processi cogn. Le procedure con cui l’individuo percepisce, interpreta e giudica la realtà • Prodotti cogn. Risultato dell’interazione tra organizzazione, informazioni e procedure 14 • L’insieme di strutture cognitive e di contenuti cognitivi, costituisce lo schema cognitivo in base a cui ciascun individuo costruisce la sua personale visione di se stesso, degli altri e del mondo. 15 Distorsione cognitiva • Interferenza attiva di modi di pensare irrealistici e disfunzionali che possono manifestarsi come errori nell’interpretare e valutare la realtà, disturbo di tipo interiorizzato, ovvero ipercontrollo (cognizioni disfunzionali:ipergeneralizzazione, catastrofizzazione, autosvalutazione.) 16 GENESI fattori scatenanti • La paura specifica nasce da esperienze di apprendimento errato involontario (non necessariamente ricordate dal soggetto), per cui l’organismo associa involontariamente pericolosità ad un oggetto o situazione oggettivamente non pericolosa. Si tratta, in sostanza, di un processo di “condizionamento classico”. Tale condizionamento si mantiene inalterato nel tempo a causa dello spontaneo evitamento sistematico che i soggetti fobici mettono in atto rispetto alla situazione temuta. 17 • STIMOLO INCONDIZIONATO- ogni e qualsiasi evento che elicita nell’organismo una determinata risposta • RISPOSTA INCONDIZIONATA- ogni e qualsiasi risposta prodotta automaticamente dalla comparsa dello stimolo incondizionato • STIMOLO CONDIZIONATO- ogni e qualsiasi evento che acquisisce la capacità di produrre determinate risposte grazie all’abbinamento con lo stimolo incondizionato • RISPOSTA CONDIZIONATA- ogni e qualsiasi risposta che viene elicitata dallo stim. cond. 18 MODALITA’ FATTORI DI MANTENIMENTO 19 20 CONDIZIONAMENTO OPERANTE • Il comportamento di ognuno di noi è regolato dalle conseguenze che esso produce • Di conseguenza l’organismo tenderà a ripetere i comportamenti seguiti da conseguenze piacevoli e ad evitare quelli che producono conseguenze spiacevoli 21 22 23 MODELLAMENTO • Permette l’acquisizione di paure anche in assenza di una esposizione diretta all’evento, cioè puo indurre paure attraverso: • Osservare ciò che succede al modello • Attraverso descrizioni verbali di ciò che potrebbe seguire l’emissione di un determinato comportamento 24 TIPOLOGIE DI FOBIE 25 TIPOLOGIE DI FOBIE • Esistono fobie generalizzate (agorafobia e fobia sociale), fortemente invalidanti, e fobie specifiche, generalmente ben gestite dai soggetti evitando gli stimoli temuti, che si classificano nelle seguenti categorie: 26 FOBIA SOCIALE • La fobia sociale viene definita come una “paura marcata e persistente di una o più situazioni sociali o prestazioni nelle quali la persona è esposta a persone non familiari o al possibile giudizio degli altri” (DSM IV-TR). Vengono identificati due sottotipi principali di ansia sociale. Quella generalizzata e quella specifica. 27 GENERALIZZATA • L’ ansia sociale generalizzata emerge in tutte le situazioni in cui l’individuo ha delle interazioni sociali (avere una conversazione, partecipare a feste, partecipare a dei gruppi): questa fobia è sicuramente un aspetto grave e limitante per la persona, che tende ad evitare via, via tutte le situazioni in cui entra in contatto con gli altri. 28 SPECIFICA • L’altro sottotipo invece, l’ansia sociale specifica, è leggermente meno limitante, e si presenta come una paura che insorge in situazioni specifiche e definite (ad esempio parlare in pubblico) 29 AGORAFOBIA • "Agorafobia", alla lettera, significa paura della piazza (agorà) o degli spazi aperti. Più specificamente l'agorafobia comporta un'ansia anticipatoria verso le situazioni in cui una persona può essere intrappolata senza una via d'uscita in caso di insorgenza dell'ansia, e il desiderio di evitare tali situazioni. Per le persone con agorafobia, quindi, risulta difficile fare la fila in banca o alle casse dei supermercati, sedere in mezzo a una lunga fila di posti a teatro o a scuola e usare i trasporti pubblici come l'autobus o l'aereo. Alcuni soggetti sviluppano l'agorafobia in seguito a un attacco di panico verificatosi in una tipica situazione agorafobica. Altri si sentono semplicemente a disagio in tale situazione, nella quale possono non manifestare mai attacchi di panico, o averli solo successivamente. L'agorafobia interferisce spesso con il funzionamento e se è abbastanza grave si può arrivare a restare confinati in casa. 30 FOBIE SPECIFICHE • Tipo animali. Fobia dei ragni (aracnofobia), fobia degli uccelli o fobia dei piccioni (ornitofobia), fobia degli insetti, fobia dei cani (cinofobia), fobia dei gatti (ailurofobia), fobia dei topi, ecc.. 31 • Tipo ambiente naturale. Fobia dei temporali (brontofobia), fobia delle altezze (acrofobia), fobia del buio (scotofobia), fobia dell’acqua (idrofobia), ecc.. 32 • Tipo sangue-iniezioni-ferite. Fobia del sangue (emofobia), fobia degli aghi, fobia delle siringhe, ecc.. In generale, se la paura viene provocata dalla vista di sangue o di una ferita o dal ricevere un’iniezione o altre procedure mediche invasive. 33 • Tipo situazionale. Nei casi in cui la paura è provocata da una situazione specifica, come trasporti pubblici, tunnel, ponti, ascensori, volare (aviofobia), guidare, oppure luoghi chiusi (claustrofobia o agorafobia). 34 • Altro tipo. Nel caso in cui la paura è scatenata da altri stimoli o situazioni. • Una forma particolare di fobia riguarda il proprio corpo o una parte di esso, che la persona vede come orrende, inguardabili, ripugnanti (dismorfofobia). • Fobie dell’infanzia- specifica fobia per la scuola 35 ASSESSMENT • L'assesment può dividersi in due fasi principali: • La prima di esse consentirà la raccolta dei dati in tutte le aree. . Nella seconda fase,quanto emerso dalla prima consentirà l'individuazione e l'approfondimento delle problematiche di maggiore rilievo,oltre che la strutturazione di schemi di intervento mirati. Quindi per poter impostare un buon piano di trattamento è necessario effettuare un’attenta valutazione iniziale. 36 In particolare la prima fase: identificazione del problema • Attraverso la raccolta di dati relativi alle varie aree dell’individuo e del contesto di vita dello stesso, In particolare nella fase di assessment generale (iniziale, primo colloquio) si indagano le seguenti aree: 37 assessment generale Storia familiare. Storia relazionale. Storia sentimentale. Storia formativa/lavorativa. Esperienze particolarmente negative e/o traumatiche. • Risorse personali e ambientali (da potenziare) • • • • • ABILITA’ SOCIALI-DI AUTOCONTROLLO –DI AUTOREGOLAZIONEDI SELF-MANAGEMENT 38 La seconda fase: analisi del problema • Ovvero identificare le particolari aree disfunzionali, gli specifici comportamenti disadattivi e i meccanismi cognitivi da modificare attraverso il trattamento + 39 • Individuare i targets del trattamento • Le risorse di cui l’individuo dispone o di cui è carente • Definire le abilità/disabilità specifiche residue (base-line), in rapporto alle quali verificare la bontà del trattamento e della risposta dell’individuo 40 IN PARTICOLARE Obiettivi da raggiungere • Ottenere dati descrittivi sul problema • Ottenere dettagli che aiutino a capire come il soggetto percepisce il problema • Individuare eventuali percezioni erronee, atteggiamenti irrazionali, comportamenti inadeguati. 41 • Individuare risorse e doti personali • Ottenere dati sulle situazioni specifiche in cui si manifesta il problema • Ricavare una descrizione, dal punto di vista sogg. di quali sono le conseguenze situazionali di certi suoi comportamenti • Giungere ad una prima identificazione funzionale delle modalità di pensiero prevalenti nel soggetto più in dettaglio 42 • Nell’assessment specifico sul “problema” presentato dal paziente, verranno indagate le seguenti aree: 43 • • • • • • • • Storia del disturbo. Familiarità. Fattori predisponesti Fattori scatenanti. Fattori di mantenimento. Motivazione al trattamento. Precedenti trattamenti. Eventuale storia prescrizioni farmacologiche. 44 • Nella fase di assessment ci avvaliamo di alcuni test come strumenti psicodiagnostici in grado di approfondire e accelerare il processo di conoscenza del nostro paziente, da affiancare al colloquio di valutazione psicologico-clinico. 45 LIVELLI DI INDAGINE • La paura è uno stato di intensa emozione che coinvolge l’organismo nella sua globalità e che da origine ad un particolare pattern di risposte che interessano le diverse organizzazioni comportamentali dell’individuo: • Psicofisiologico –Comportamentale - Cognitivo 46 Indici psicofisiologici • La paura attiva all’interno dell’organismo una serie di processi neurovegetativi, controllati dal sistema simpatico e parasimpatico, che si manifestano mediante indici, sottoponibili a misurazione • • • • • G.S.R. -risposta psicogalvanica R.P. – risposta pneumografica R.C. – risposta cardiaca E.M.G. – tono muscolare T. M. – temperatura periferica 47 48 Comportamenti motori • Osservazione e misurazione attraverso due tipi di prove o test: • Test di performance – evidenzia modalità comportamentali del soggetto che affronta una situazione ansiogena • Test di evitamento - precisa la misura in cui il soggetto si avvicina alla situazione paurogena • OBIETTIVO REALIZZARE UN ELENCO BASE-LINE DELLE ABILITA’ CONSERVATE 49 Stato cognitivo o soggettivo • Test carta e matita per la misurazione dello stato soggettivo • Esprimono l’universo psicologico • Consistono in una serie di affermazioni, sulle quali il soggetto esprime il proprio parere al fine di precisare e misurare la qualità e l’intensità di sensazioni, sentimenti, ideazioni. 50 STRUMENTI dell’ASSESSMENT • • • • COLLOQUIO CLINICO DI VALUTAZIONE ANALISI FUNZIONALE TEST (MATITA) MATERIALE STRUTTURATO • RILEVAZIONE STRUMENTALE • TEST COMPORTAMENTALI 51 52 Test di 1° livello • Strumenti di indagine ad ampio spettro delle aree della personalità- PRIMA FASE- identificazione del problema • • • • • MMPI 16 P. F. di Cattell CBA 2.0 Test SCL- 90 Sympton Check List Questionari, scale, check-list, schede di monitoraggio, schede di self-report. 53 M. M. P. I. • Questionario costituito da item a r. v/f, dalla cui siglatura si ottengono i valori del punteggio di 13 scale • 3 scale di validità • L – F – K (frequenza-menzogna-correlazione) 54 • 10 scale cliniche • • • • • • • • • • 1 Hs – ipocondria 2 D – depressione 3 Hy – isteria 4 Pd – deviazione psicopatica 5 Mf – mascolinità/femminilità 6 Pa – paranoia 7 Pt – psicastenia 8 Sc – schizofrenia 9 Ma – ipomania 0 Si – introversione sociale 55 16 P. F. Cattell • Questionario costruito sulla base dell’analisi fattoriale di 16 dimensioni della personalità contrapposte agli estremi, basso punteggio – alto punteggio; basato su item (105 nella forma c) a r. (a-b-c- si/no/incerto) • fattori 56 • • • • • • • • • • • • • • • • Freddo…caldo Debole…brillante Emotivo…maturo Sottomesso…aggressivo Depresso…espansivo Incostante…scrupoloso Timido…audace Duro…sensibile Fiducioso…sospettoso Conformista…eccentrico Semplice…sofisticato Sicuro…insicuro Conservatore…sperimentale Dipendente…autosufficiente Indolente…controllato Rilassato…teso 57 CBA 2.0 scale primarie • • • • • • • Batteria di scale, questionari, list Scheda anagrafica Stai x-1 e Stai x-2 di Sp. Anamnesi generale Questionario sulla depressione Inventario stato fisiologico Inventario delle paure 58 • Questionario di autosomministrazione • Test SCL- 90 Sympton Check List di Derogatis e coll.) • buone qualità di praticità, precisione sintomatologica degli items, velocità di somministrazione e scoring, validità rispetto all’esame clinico. • Il test consiste di 90 items sintomatologici raggruppati nelle seguenti scale: • I. Somatizzazione (SOM), II. Ossessione-Compulsione (O-C), III. Sensitività interpersonale (INT), IV. Depressione (DEP), V. Ansia (ANX), VI. Ostilità (HOS), VII. Ansia Fobica (PHOB), VIII. Ideazione Paranoidea (PAR), IX. Psicoticismo (PSY), X. Disturbi del Sonno (SLEEP). 59 • Questionari, scale, check-list, schede di monitoraggio. • TEST COMPORTAMENTALI (perf e evit) • RILEVAZIONE STRUMENTALE (biof) 60 TEST 2° LIVELLO Approfondimento dell’area problema specifica, target terapeutico • Timed behavioral checklist di Paul (performances) • Individua e misura i comportamenti di paura manifestati dai soggetti che si trovano a dover parlare in pubblico attraverso osservazioni ad intervalli regolari su 19 comportamenti. 61 Questionario d’ansia di Endler aspetti cognitivi dell’ansia (carta e mat) • Questionario d’ansia di Endler – aspetti cognitivi dell’ansia (carta e mat) • 14 item per una situazione da immaginare con una scala autovalutativa per ognuno di 5 livelli d’intensità per le sensazioni che si proverebbero 62 SCALA di Leibowitz (fobia sociale) • Per comprendere di che tipo di ansia il soggetto può soffrire Leibowitz cerca di discriminare due aspetti di questa fobia attraverso una scala formata da 24 item: l’autore distingue nella fobia sociale generalizzata, l’ansia sociale propriamente detta, dall’ansia di performance. L’ansia sociale è riferita alla paura che il soggetto prova in modo indiscriminato in tutte le circostanze caratterizzate dalla presenza di altre persone (feste, parlare con un estraneo, esprimere disaccordo, guardare negli occhi una persona). L’ansia di performance invece riguarda le situazioni in cui i soggetti devono compiere una prestazione o un comportamento che deve essere giudicato dagli altri (telefonare, bere insieme con altri, lavorare essendo osservati, cercare di conoscere qualcuno). 63 Questionario S. A. IPAT • Questionario per lo stato d’ansia, formato da 40 item situazionali a r. si/no/ incerto 64 Fear Survey Schedule di J.Wolpe e P.J.Lang • Inventario costituito da 108 item rappresentanti situazioni stimolo paurogene a 5 r. • Per nulla • Poco • Abbastanza • Molto • Moltissimo 65 • Al termine della fase di assessment viene effettuata la cosìdetta “restituzione”, in cui il terapeuta fornisce al paziente la propria concettualizzazione del caso, cercando di condividerne il modello eziopatogenetico e di mantenimento. • A conclusione di tale fase si procede alla progettazione degli obiettivi terapeutici ed ha inizio la fase di trattamento. 66 TRATTAMENTO DEL DISTURBO AGORAFOBICO 67 AGORAFOBIA • "Agorafobia", alla lettera, significa paura della piazza (agorà) o degli spazi aperti. Più specificamente l'agorafobia comporta un'ansia anticipatoria verso le situazioni in cui una persona può essere intrappolata senza una via d'uscita in caso di insorgenza dell'ansia, e il desiderio di evitare tali situazioni. Per le persone con agorafobia, quindi, risulta difficile fare la fila in banca o alle casse dei supermercati, sedere in mezzo a una lunga fila di posti a teatro o a scuola e usare i trasporti pubblici come l'autobus o l'aereo. Alcuni soggetti sviluppano l'agorafobia in seguito a un attacco di panico verificatosi in una tipica situazione agorafobica. Altri si sentono semplicemente a disagio in tale situazione, nella quale possono non manifestare mai attacchi di panico, o averli solo successivamente. L'agorafobia interferisce spesso con il funzionamento e se è abbastanza grave si può arrivare a restare confinati in casa. 68 TEORIA ATTUALE • L’ AGORAFOBIA SI SVILUPPA IN SEGUITO A EPISODI DI PANICO COME COPING (EVITAMENTO) • I LUOGHI E I MEZZI PUBBLICI DIVENTANO IL CONTESTO IN CUI LE PAURE E IL PANICO POSSONO MANIFESTARSI • CONVINZIONE DI NON POTER RICEVERE AIUTO SE CE NE FOSSE BISOGNO 69 MODELLO EZIOLOGICO DEL DISTURBO DA ATTACCHI DI PANICO E SVILUPPO AGORAFOBICO D. H. Barlow 70 ASPETTI TEMPERAMENTALI BIOLOGICI STRESS ATTACCO DI PANICO ASPETTI TEMPERAMENTALI PSICOLOGICI SINTOMI NEUROVEGETATIVI E COGNITIVI DELL’ANSIA POSSIBILE SVILUPPO DELL’EVITAMENTO AGORAFOBICO 71 INDIRIZZO TERAPEUTICO PREVALENTE • TRATTAMENTO ATTACCHI DI PANICO • TECNICHE DI ESPOSIZIONE 72 ASSESSMENT PER IL TRATTAMENTO DELL’AGORAFOBIA • • • • • • COLLOQUIO CLINICO CBA 2.0 e/o SCALE PRIMARIE PROFILO PSICOFISIOLOGICO SCHEDE DI SELF-REPORT SCALE SECONDARIE E TERZIARIE ANALISI FUNZIONALE 73 DIAGNOSI DIFFERENZIALE • • • • • • • AGORAFOBIA CON ATTACCHI DI PANICO AGORAFOBIA SENZA ATTACCHI DI PANICO FOBIA SOCIALE DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO CLAUSTROFOBIA DEPRESSIONE ALTRI DISTURBI D’ANSIA 74 TRATTAMENTO DEL DISTURBO AGORAFOBICO 75 STRESS INOCULATION TRAINING RET SELF - MANAGEMENT 76 TRATTAMENTO STRUTTURAZIONE DELLE SEDUTE 77 STRUTTURA PRIMA SEDUTA • DISCUTERE I RISULTATI DELL’ASSESSMENT • PSICOEDUCAZIONE (riguardo i meccanismi) • SPIEGAZIONE DELLE MODALITA’ DI TRATTAMENTO E COMPLIANCE/MOTIVAZIONALE DEL PZ. ALLO STESSO • ISTRUZIONI PER LA COMPILAZIONE DELLE SCHEDE DI SELF-REPORT 78 STRUTTURA TIPO DELLE SEDUTE SUCCESSIVE • ANALISI E DISCUSSIONE DELLE PRESCRIZIONI COMPORTAMENTALI PRECEDENTI • VALUTAZIONE DELLE PROBLEMATICHE ESPOSTE DAL PZ. • PROSECUZIONE DEL PROGRAMMA TERAPEUTICO • PRESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’ ESTERNE PER LA PROSSIMA SEDUTA 79 CASO CLINICO 80 Il primo colloquio • • Il primo incontro con il signor N. avviene a seguito di un precedente contatto telefonico con la struttura. • In questa prima fase, la modalità comunicativa in prevalenza utilizzata, è stata quella dell’ascolto attivo ed empatico. Si è cercato da subito di instaurare un clima di lavoro positivo e propositivo, basato sulla collaborazione e sul coinvolgimento attivo di entrambi. 81 • Nella prima fase di accoglienza, nel farlo accomodare in stanza, si è voluto metterlo a proprio agio e creare un clima sereno, abbiamo parlato della facilità nel raggiungere il servizio e delle presenti condizioni climatiche incontrate nel tragitto. Un atteggiamento d’ascolto, nel prosieguo dell’incontro, si è comunicato attraverso risposte, quali: incoraggiamento minimo, ricapitolazione o parafrasi dei contenuti emersi e rispecchiamento. 82 • Il signor N., si presenta agli incontri sempre ben pulito e ben vestito, l’abbigliamento sobrio, l’aspetto curato. Il contatto oculare, un po’ sfuggente. Il signor N. comincia a parlare con facilità della sua storia, anche se mantiene una certa tensione nel non verbale. All’inizio, difatti, presentava rossore, probabile sudorazione. E’ stata rivolta l’attenzione al motivo per quale si era rivolto a noi. Ha iniziato a spiegare di aver chiesto aiuto perché ha problemi: sofferenza, ‘giramenti’, mancanza di respiro, palpitazioni, tensione muscolare e sensazioni di svenimento. • Il signor N. ha 42 anni, diplomato, coniugato con un figlio. Svolge un’attività lavorativa, fa il consulente assicurativo. E’ in buoni rapporti con la famiglia d’origine, tranne che col fratello. La famiglia d’origine come quella attuale, è di livello socio-economico medio. 83 • Nella ricostruzione della storia del problema, ricorda alcuni episodi di scompenso, tra cui il primo avvenuto circa 3 anni fa. E’ avvenuto, mentre il signor N. si trovava da solo in una località termale, di sera in un ristorante, ed è proseguito per tutta la notte. Ritornando a casa la mattina seguente in treno, l’episodio si è ripetuto, passando solo quando è giunto a casa. Riferisce: “Mi sembrava di morire, pensavo non avrei più rivisto casa mia e la mia famiglia…”. I disturbi si sono sempre più aggravati, diventando limitativi per la sua libertà di movimento. In questo periodo non viaggia in treno ed in autobus; in macchina solo in compagnia della moglie, da solo riesce solo a percorrere brevi tratti. 84 • In ambedue i casi avverte lo stesso disturbi, anche se in forma contenuta. Evita luoghi affollati, non sopporta la presenza di altre persone a casa sua, rifiuta di andare a casa di amici o parenti, non riesce a restare in un bar, pur entrandovi, se non per qualche minuto e senza sedersi. Presente la paura di posti affollati da estranei. Non sarebbe capace di restare seduto davanti agli altri, ha paura di sentirsi male, svenire, sudare, arrossire e di fare brutta figura agli occhi della gente, che certamente penserebbe male di lui. Si riscontra un’accumulazione d’ansia anche quando N. teme la denigrazione sociale nel caso in cui manifesti apertamente i sintomi della sua paura. 85 • Nell’incontro è stata rivolta l’attenzione, alle spiegazioni che si è dato sul perché del suo malessere e si sono valutate le aspettative e gli scopi che intende prefiggersi con la terapia. Dall'analisi dei tentativi personali di risoluzione del problema, prima che è venuto da noi, si è visto che la sola strategia creduta la soluzione del problema, era: fuggire, essere accompagnato. Cio’ ci ha dato anche un'idea del belief del paziente. Altri trattamenti non ce ne sono stati, non si era mai recato prima da altri psicologi e non aveva parlato di questo problema neanche con il suo medico di base. Non assume farmaci. 86 • Dall’esplorazione delle aspettative e della motivazione del paziente rispetto all’intervento, si è visto che la ‘motivazione’, era presente ed anche alquanto alta, intenzionalità a collaborare ma: “Solo se il trattamento è breve e poco impegnativo…”. Dalla terapia si aspetta di essere aiutato ad uscire. Le frasi inerenti alle aspettative e alle credenze erano: “Sento di averne bisogno…”, “Vorrei ridurre l’ansia e tornare una persona serena…”. Mostra un desiderio di miglioramento sia nello stile di vita sia nelle relazioni, visto che nelle relazioni amicali ci sono difficoltà. 87 • In prima seduta, in fine, nella formulazione del contratto, é stato esplicitato in modo semplice, il nostro modo di lavorare, comunicando informazioni sulle fasi dell'assessment e della terapia, sono state date indicazioni sui modi in cui si prenderanno le informazioni, ricordando l’uso di prove strumentali, dunque, il possibile uso di strumenti diagnostici. Gli sono stati chiariti i costi e l’impegno che dovrà affrontare al di là delle ore d'incontro. 88 DEFINIRE GLI OBIETTIVI 89 • gli obiettivi: • Aumentare la discriminazione dei sintomi fisici d’ansia e acquisizione della tecnica di Rilassamento muscolare progressivo per ridurre l’attivazione fisiologica alla presenza di stressors (dolori all’addome e al collo). • Interrompere il circolo vizioso del panico. • Riduzione dei comportamenti fobici, rispetto ai mezzi di trasporto, bar, ecc. 90 • Esposizione in immaginazione ed in vivo del paziente alle situazioni fobiche, affrontando le situazioni ansiogene e, gestendo l’ansia. • Acquisizione dell’abilità di identificare e ristrutturare cognizioni e distorsioni. • Sviluppare abilità assertive e sociali. • Sviluppare alcune abilità comunicative non verbali (contatto oculare). 91 COSTRUZIONE DI GERARCHIE 92
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