Catania Medica Organo Ufficiale di Informazione e Formazione dell'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri Poste Italiane spedizione in A. P. - 45% - Art. 2 comma 20/B Legge 662/96 - Catania - ¤0,10 della Provincia di Catania All’interno FormaMedica per l’acquisizione di 10 crediti ECM Anno XLIII Luglio/Agosto 2014 n°7-8 www.ordinemedct.it Soddisfatti e rimborsati. Specializzato ‘82-2006? Lo Stato ti deve �no a 180.000 euro. Già riconosciuti ai nostri medici 362 milioni. Oltre 350 consulenti legali sono a tua disposizione per un parere gratuito. Informati ora sull’ultima azione di rimborso dell’anno, in partenza il 20 dicembre. Grazie alla convenzione con l’OMCeO di Catania, costi ridotti per tutti gli isc iscritti. Sommario 3. Editoriale: Difendiamo il nostro Codice Dentologico! 4. Tutti Consiglieri 5. Insegnamento e Formazione in medicina generale 7. Congresso Fadoi Sicilia: nuovo modello gestionale per le medicine interne 8. Ebola ed epidemie internazionali 10. Che inverno sarà per il SSN? 12. Anziani e dintorni 13. I fitoestrogeni: una valida alternativa alla TOS in donne in menopausa 14. Master di angiologia, opportunità unica per il Sud 16. La microinstabilità del rachide e la lombalgia 19. Andrologia medica: criteri di appropriatezza 20. Chirurgia robotica: sogno o realtà 21. Mondo Odontoiatrico 24. FormaMedica In copertina la foto della scultura "Il Maschile" del collega Domenico Scuderi www.consulcesi.it Editoriale del Presidente Catania Medica dell’OMCeO Organo Ufficiale di Informazione e Formazione Presidente Vice-Presidente Domenico Grimaldi Segretario Gianluca Albanese dell'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Catania Poste Italiane spedizione in A. P. - 45% - Art. 2 comma 20/B Legge 662/96 - Catania - ¤0,10 Massimo Buscema All’interno FormaMedica per l’acquisizione di 10 crediti ECM Consiglieri Ezio Campagna (Odont.) Gaetano Catania Ercole Cirino Erminio Costanzo Lucio Di Mauro Roberto Fiaccavento Antonio Grasso Gregorio Lo Giudice Gian paolo Marcone (Odont.) Biagio Papotto Nino Rizzo Giansalvo Sciacchitano Silvana Sotera Revisori ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 Filippo Cirota Direttore Editoriale: Gaetano Catania Direttore Sez. Odontoiatrica: Ezio Campagna Luglio/Agosto 2014 www.ordinemedct.it n°7-8 Il Presidente Massimo Buscema riceve i colleghi il venerdì per appuntamento, fino alle 17.00 Il Vice-Presidente Domenico Grimaldi riceve il martedi, per appuntamento, dalle ore 17.00 alle 19.00 Il Presidente della Commissione Albo Odontoiatri Gian Paolo Marcone riceve i colleghi il Venerdi, per appuntamento, dalle ore 10 alle 12 Sede dell’Ordine: 95127 Catania - Via Ruggero di Lauria, 81/A Tel. 095 4035511 Fortunato Parisi Fax 095 498424 Vincenzo Torre (Suppl.) Orari di ricevimento Commissione Albo Odontoiatri lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9.30 alle 12.30 martedì e giovedì Coord. linea editoriale scientifica: Lucio Di Mauro Redazione: Gaetano Coci Mariella Cottone Gaetano Giardina Domenico Grimaldi Antonino Gulino Luca Liardo Angelo Milazzo Sebastiano Raneri Barbara Rotundi Rosalba Sica Angelo Torrisi Segreteria di Redazione: Loredana Basile Viale Ruggero di Lauria, 81/A - 95127 Catania Tel. 095.4035525 - Fax 095.498424 Editore: Parole & Immagini Viale A. De Gasperi, 173/F - 95127 Catania Tel. 095.7461073 - Fax 1782740704/5 [email protected] www.paroleimmagini.it Impaginazione e Grafica: Jacopo Saccà Stampa: Simeto Docks srl Associato Unione Stampa Periodica Italiana Reg. Tribunale di Catania N. 532 (Presidente) dalle 9.30 alle 17.30 Gli articoli sono pubblicati sotto l’esclusiva responsabilità degli Giovanni Barbagallo Sabato chiuso bollettino. Informiamo che secondo quanto disposto dall’art. Ezio Campagna Antonio Pricoco Marcello Lo Faro 2 Anno XLIII Giuseppe M. Rapisarda Gian Paolo Marcone Presidente: Massimo Buscema Direttore Responsabile: Nino Rizzo Tesoriere Antonio Biondi Organo Ufficiale di Informazione e Formazione dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Catania Sito Internet Difendiamo il nostro Codice Dentologico! La nostra Federazione contro l’Antitrust Avrete appreso che con un recente provvedimento l’Antitrust ha sanzionato la FNOMCeO per “aver posto in essere un’intesa restrittiva della concorrenza, ai sensi dell’articolo 101 del TFUE, consistente nell’adozione e diffusione del Codice di deontologia medica 2006 e delle Linee Guida”, definendo la sanzione amministrativa in “ottocentotrentunmilaottocentosedici euro”, e richiedendole di assumere “misure atte a porre termine all’illecito riscontrato”, e di darne comunicazione entro il 31 gennaio 2015. Il Comitato Centrale della FNOMCeO, riunito a Piacenza, nel prendere atto della misura adottata dall’Antitrust, ha deciso di resistere presso le sedi giurisdizionali previste dall’ordinamento. Sarà proprio in queste sedi che la nostra Federazione riproporrà i profili giuridici delle questioni già rappresentate, che poco o nulla hanno rilevato nel procedimento istruttorio e nell’esile confronto delle parti che ha preceduto la sanzione, pressoché annunciata. Vogliamo sin da subito ribadire, nel pieno rispetto dei ruoli istituzionali di ognuno e di tutti, che mai abbiamo inteso emanare un Codice contra legem, ma neppure accetteremo che siano altri a scrivere il nostro Codice. Al di là dello stretto merito giuridico, questa vicenda esalta una questione fondamentale: e cioè la libertà e l’indipendenza della Deontologia professionale, che trova il suo caposaldo etico e civile nella tutela dei Diritti dei cittadini – in questo caso la Tutela della Salute – definiti fondamentali dalla nostra Costituzione. E ciò in un contesto di Diritto comunitario che non distingue, all’interno del Mercato, le tipologie e le specificità dei diversi servizi. Crediamo invece che tale questione vada posta, non certo per difendere interessi corporativi, ma per meglio tutelare i Diritti dei cittadini, soprattutto laddove insistono asimmetrie informative fondanti scelte consapevoli. Non siamo ostili alla pubblicità sanitaria e alle positive ricadute nel migliorare l’offerta di servizi e la libertà di scelta. Vogliamo però, nello spirito e nella lettera del nostro mandato istituzionale, contrastare fenomeni e abusi di un’attività informativa e comunicativa che, come scritto nel nostro Codice 2014, sia “accessibile, trasparente, rigorosa e prudente” (art. 55), “veritiera, obiettiva, pertinente e funzionale all’oggetto dell’informazione, mai equivoca, ingannevole e deni- di Massimo Buscema Presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Catania gratoria” (Art. 56). Ed è per questo che “non sono consentite forme di pubblicità comparativa sulle prestazioni” (art. 56) né “forme di pubblicità promozionale finalizzate a consentire la commercializzazione di prodotti sanitari” (art. 57). Tutto questo a noi pare essere un punto di equilibrio alto tra i contenuti del Diritto comunitario e quel ruolo di verifica e di vigilanza che la Legge ci attribuisce e che noi esercitiamo attraverso la Deontologia. Difendendo la nostra Deontologia, intendiamo difendere il diritto dei cittadini ad un sistema dei Cure accessibile, trasparente, efficace e sicuro. autori; le idee sono personali e non impegnano la Direzione del 13 comma 1 della legge 675/96 sulla tutela dei dati personali l’iscritto all’Ordine ed abbonato a questo bollettino ha il diritto www.ordinemedct.it in qualsiasi momento e del tutto gratuitamente di consultare, E-Mail al suo trattamento per l’invio del presente bollettino. Tale [email protected] Parole & immagini editore Via F. Crispi, 125 - 95131 Catania far modificare o cancellare i suoi dati o semplicemente opporsi diritto potrà essere esercitato semplicemente scrivendo a: Sul prossimo numero “Speciale elezioni” Tuti i risultati delle elezioni per il rinnovo del Consiglio direttivo dell’Ordine dei medici chirurghi ed odontoiatri della provincia sul prossimo numero di CATANIA MEDICA con i nomi e le foto degli eletti. ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 Consiglio Direttivo 3 Editoriale del Direttore Attualità Insegnamento e Formazione in medicina generale ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 Durante tutta questa ultima avvincente competizione elettorale per il rinnovo del Consiglio Direttivo e del Collegio dei Revisori dei Conti dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Catania sono rimasto sorpreso dal gran numero di colleghi che si sono proposti per essere candidati. Quando chiedevo il voto per la lista cui appartenevo tantissimi amici si offrivano per essere inseriti anche loro nella mischia. Colleghi di tutte le età, di tutte le specialità, di tutti gli ambiti professionali; volevano esserci tutti ed esserci da candidati. E quando per ovvi motivi dicevo che era ormai tardi, che le liste erano fatte, che purtroppo non c’era spazio perché c’erano equilibri da mante- 4 era così. Era invece spesso voglia di intervento, voglia di esserci, di dare il proprio contributo. Insomma una sana voglia di partecipazione, un bisogno di vivere l’Ordine finalmente in maniera diversa. Non più un noioso certificatificio, ma un luogo di incontro, di confronto, di proposte e di progetti. Insomma ho respirato nell’aria una voglia di cambiamento che mai in tutti questi anni(e sono ormai tanti) che faccio il medico ho sentito. Ricordo infatti piatte campagne elettorali per l’Ordine, noiose, scontate, con pochissimi partecipanti, quasi sempre con “bulgare” singole liste di candidati. Purtroppo oggi non c’era spazio quindi per questi volenterosi colleghi per le ultime elezioni ma La prima riunione del Consiglio direttivo appena eletto che si insedierà a Gennaio 2015 nere, accordi da rispettare, vedevo nei loro occhi un po’ di delusione, di rammarico, a volte anche di disappunto. All’inizio ho interpretato tutto questo come una voglia di protagonismo ma poi ho capito che non sempre c’è tanto, tantissimo spazio all’Ordine. Noi Consiglieri abbiamo bisogno di tutti i colleghi che vogliano collaborare; abbiamo bisogno di idee, di suggerimenti, di proposte. Le Commissioni che andremo a realizzare di Antonino Rizzo Direttore Catania Medica saranno il vero cuore pulsante dell’Ordine ed è lì che queste forze troveranno lo spazio per concretizzarsi. Quindi meno candidati e più partecipanti alla vita dell’Ordine: è questo il nostro auspicio. Le porte sono aperte a tutti, anche a chi non ci ha votato. Bisogna però lavorare, rimboccarsi le maniche e non cercare medagliette o bandierine, posizionamenti o titoli. Bisogna trovare il tempo per frequentare l’Ordine, per parlare con il Presidente ed i Consiglieri; bisogna scrivere sul nostro “Catania Medica”, dare il proprio contributo. Noi siamo pronti, desiderosi del vostro aiuto e dei vostri consigli. Abbiamo tre lunghi anni davanti: possiamo fare tantissimo. Non deleghiamo sempre agli altri, finiamola con le lamentele, con le critiche sterili. Tutti sono Consiglieri di questo Ordine, nessuno escluso. Vi aspettiamo. Non può non essere detto come la formazione specifica debba essere basata sulla conoscenza del contesto in cui il professionista da formare opera. È del tutto evidente come sia necessaria una forte impronta alle attività pratiche nella formazione medica, con una attiva e diretta esperienza del formando nella progettazione del suo personale percorso. La valutazione della formazione pratica è centrale e strategica rispetto alla programmazione. Il discente è da considerare il migliore e principale conoscitore del proprio personale livello di conoscenze e competenze. Si può dire che è un esperto della sua personale condizione per cui ne segue che formatori e responsabili organizzativi devono star vicini ai medici da formare, includendo nella programmazione i bisogni formativi dei discenti, con attenzione alle risorse ed elevando il livello di formati e formatori. Le attività pratiche sono il perno della formazione specifica ed occorre tenere conto del presente e del futuro delle esigenze di salute dei cittadini, considerando la organizzazione del servizio sanitario nazionale e regionale e valutando la capacità di formare praticamente il professionista nel contesto regionale in cui opera. Il livello di azione deriva dalla capacità organizzativa dei corsi regionali, dai bisogni formativi e dalle risorse disponibili. Vi sono evidenti criticità rappresentate dal modello, dalla trasparenza amministrativa, dalla qualità dei tirocini sia ospedalieri che territoriali, considerando che al momento non ci sono ritorni informativi. Il coinvolgimento attivo dei medici in formazione sulla programmazione di percorsi teorici e pratici è per ora ridotto. Le motivazioni di un medico adulto ad intraprendere un percorso formativo è favorito, se lo stesso intravede vantaggi per il lavoro e per la sua qualità di vita. Il ruolo passivo nella didattica dell'adulto deve essere evitato, valorizzando piuttosto le sue esperienze di discente. Per apprendere un professionista adulto deve sentirsi partecipe della formazione, avendo piena consapevolezza della reale utilità della stessa per la qualità del ruolo da svolgere. Una mancata partecipazione determina una forte resistenza tanto che bisogna stimolare il desiderio di migliorare, attivando un confronto fra pari. Bisogna entrare in una logica di team o gruppo con un progetto formativo condiviso che leghi i partecipanti al corso specifico. Con un professionista adulto, il docente perde il carisma ed il potere, assumendo piuttosto il ruolo di allenatore che guida i discenti attraverso una interazione continua. Per avere risultati non si può non promuovere la motivazione, le attività pratiche attivamente condivise con la condivisione responsabile del percorso formativo di ciascuno. Riconoscere le necessità di formazione di ciascuno, di Domenico Grimaldi Vicepresidente Ordine Medici ed Odontoiatri della provincia di Catania motivare all'apprendimento è una tappa di un processo non eludibile. Partiamo dalla carta dei compiti del mmg quale carta fondamentale dei suoi bisogni di formazione. Il primo anello è questo, l'obiettivo da raggiungere è la risposta da dare a ciascuno per colmare i bisogni. Vanno raccolte le indispensabili informazioni per rendere coerente la formazione e l'organizzazione sanitaria. L'esame di Stato ha attivato un processo di vero cambiamento per la responsabilità data al medico di medicina generale nella valutazione pre abilitazione professionale. La speranza di noi generalisti è che si inneschi un processo virtuoso che porti alla riforma dei bisogni di formazione che andrebbero adeguati alle effettive esigenze di salute della popolazione. Nell'esaminare i neolaureati in abilitazione, da medici di famiglia, abbiamo riscontrato, con diffusione nazionale, delle criticità dei neolaureati circa la relazione ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 Tutti Consiglieri 5 Attualità per decreto ministeriale, è operativo ormai da tempo senza che vi sia stata una preliminare preparazione sia dei valutatori che dei colleghi da valutare. Oggi siamo molto più avanti in quanto numerosi corsi di laurea in medicina hanno istituito l'insegnamento di medicina di famiglia teorico e pratico, correlando la valutazione con la formazione. Ai neolaureati ora è più congeniale il setting della medicina generale, appreso in fase prelaurea e nei tirocini pratici universitari, ben prima dell'abilitazione alla professione medica. L'insegnamento ormai è molto diffuso sul piano nazionale, con lusinghieri risultati e reciproca soddisfazione di tutti gli attori del sistema formativo universitario. Il futuro, speriamo prossimo, dovrà vedere lo studio professionale del medico di famiglia elemento costante nella formazione medica con un ruolo sempre più diffuso di ambulatorio territoriale di insegnamento della medicina generale, disciplina fondamentale per la sopravvivenza del sistema sanitario pubblico. La squadra dell'ordine cerca nuovi medici-calciatori ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 L’Ordine dei Medici della Provincia di Catania, in preparazione alla prossima Edizione del Torneo di calcio tra i diversi Ordini Professionali della provincia di Catania, proseguendo nell’ottica intrapresa dallo scorso anno di una riorganizzazione e di un vasto coinvolgimento di tutti i medici interessati, invita i colleghi iscritti all’Ordine dei Medici della provincia di Catania con capacità tecniche (in particolare nel “calcio a undici”) ma non più tesserati in società agonistiche ad inviare al più presto alla segreteria dell’Ordine: [email protected] •Cognome e nome, •data di nascita •numero di iscrizione all’Ordine dei Medici, •eventuali trascorsi calcistici e ruolo in squadra, con numero di telefono al quale essere contattati. Il torneo solitamente inizia ad ottobre e si conclude a maggio. Le partite (in media una la settimana) si svolgeranno in settimana nelle ore serali (inizio ore 20:30) o sabato mattina. È previsto un allenamento settimanale. 6 Congresso Fadoi Sicilia: nuovo modello gestionale per le medicine interne È stato presentato, in occasione del Congresso Fadoi Sicilia che si è tenuto a Catania, un nuovo modello gestionale ed organizzativo per le Medicine Interne con un approccio alle patologie croniche, sistemico ed evidence-based, che vede il coinvolgimento di tutti i “produttori di assistenza” per la presa in carico dei “fabbisogni complessi” di salute del paziente, con attenzione alla qualità clinica, ma anche agli aspetti di epidemiologia, ai percorsi diagnosticoassistenziali e ai costi. Lo ha presentato il Presidente Nazionale FADOI, il Dr. Mauro Campanini. Alla due giorni di Medicina Interna, organizzata dalla dott.ssa Caterina Trischitta, Presidente FADOI Sicilia per il triennio 2014-2016, che ha aperto i lavori congressuali, hanno partecipato Internisti Ospedalieri provenienti da diverse realtà isolane. Sono intervenuti: in rappresentanza del Sindaco di Catania Senatore Enzo Bianco, l’Assessore alle Attività Produttive Avv. Angela Mazzola, per l’Università degli Studi di Catania il Presidente della Scuola Facoltà di Medicina Prof. Francesco Basile, per l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Catania, il Prof. Massimo Buscema, il rappresentante di CittadinanzAttiva Dr. Giuseppe Greco. Il programma scientifico, articolato in sei sessioni, è stato ampio e incentrato sui temi che caratterizzano l’attività dell’Internista moderno: la polipatologia, la complessità, il paziente critico. Largo spazio è stato dedicato alle strategie terapeutiche innovative, quali quelle che riguardano la cura del diabete mellito tipo 2, ma anche il trattamento della fibrillazione atriale non valvolare con i nuovi anticoagulanti orali; sono stati anche discussi progetti di deospedalizzazione delle malattie respiratorie croniche. “Uno degli obiettivi principali del nostro evento – spiega Caterina Trischitta è stato quello di raccogliere la sfida della complessità e dunque una particolare attenzione è stata rivolta da alcuni Relatori anche ad aspetti tipicamente manageriali”. È stata presentata anche un’indagine economica sull’impatto delle infezioni in Medicina Interna. In definitiva, il XVIII Congresso Regionale FADOI Sicilia ha suscitato notevole interesse nei partecipanti, con un dibattito vivace e ricco di spunti di riflessione, dimostrando così una crescita importante di questa Società Scientifica, che si pone, a buon diritto, anche nei confronti dei programmatori sanitari come interlocutore attento, propositivo, coerente e attendibile. Un Congresso che ha cercato di portare un valore aggiunto alla difficile professione dell’Internista: una raccolta attenta delle evidenze scientifiche con discussione di argomenti che impegnano gli internisti in condizioni particolari e di dubbio, sempre con lo scopo di fornire un pratico ausilio di lavoro per affrontare e risolvere, quando possibile, i problemi del paziente internistico. In un momento di contingenza economica sfavorevole si è voluto fare il punto su come curare in maniera appropriata i pazienti affetti da varie patologie. Contemporaneamente al Congresso FADOI, ha avuto luogo il Congresso Anìmo Sicilia durante il quale gli Infermieri delle Medicine Interne hanno dato un significativo contributo di idee e di esperienze sul campo. ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 fra medico e paziente, nella gestione dei contatti telefonici caratteristica del setting della medicina generale, nonché nel problem solving, pane quotidiano del medico di famiglia. Vanno approfondite, quindi, le abilita relazionali e la capacità di decisione diagnostica e terapeutica dei neolaureati. La medicina generale ha accettato di espletare il compito di tutor valutatore nonostante richieda impegno e professionalità, senza remunerazione con grande senso di responsabilità. Il coinvolgimento del medico di famiglia, posto Corsi e Congressi 7 Attualità Ebola ed epidemie internazionali ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 Incubo Ebola L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che la Malattia da virus Ebola (EVD) in corso in Africa Occidentale costituisce una emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale (Public Health Emergency of International Concern-PHEIC) e rappresenta un rischio per la sanità pubblica di altri stati, che potrebbero essere interessati dalla sua diffusione internazionale. Si tratta della più grande epidemia di Ebola mai riscontrata, sia per il numero di focolai attivi di infezione, sia per il numero di casi e di decessi riportati. Sono stati individuati dalla stessa OMS tre fattori che favoriscono la trasmissio- 8 ne dell'infezione: 1) credenze e pratiche tradizionali nei paesi colpiti che contrastano con le azioni di prevenzione individuale e di sanità pubblica raccomandate; 2) la rilevante mobilità della popolazione all'interno e tra i paesi; 3) la difficoltà di realizzare in modo capillare misure di contenimento efficaci, data l'eccezionale estensione dell'epidemia. Ebola è un virus a Rna, appartenente alla famiglia delle Filoviridae, genere Filovirus. Presenta analogie morfologiche con l'agente della Febbre emorragica di Marburg, ma ha caratteristiche antigeniche differenti. Le complicanze più gravi sono quelle emorragiche, che possono risultare letali nel 90% dei casi. La prima epidemia è stata descritta nel 1976, nella Repubblica Democratica del Congo. Non esiste un vaccino. Il presidio che ha concorso alla guarigione di due statunitensi è lo ZMapp, contenente anticorpi contro tre epitopi del virus di natura glicoproteica. Nei paesi con scarse risorse, si sta pensando di usare empiricamente il plasma di soggetti guariti, che contiene anticorpi specifici sviluppati contro il virus. L'epidemia ha già determinato una vasta crisi medica. Ad esempio, in Liberia il sistema è collassato, dal momento che lavoratori ed ammalati fuggono dagli ospedali, per paura del contagio. Di conseguenza, anche malattie come la malaria, le polmoniti, le gastroenteriti, non vengono più curate. Persino organizzazione come Medici senza Frontiere stentano ad arruolare personale per l'Africa occidentale. Tutto ciò fa ritornare alla nostra memoria le pestilenze di epoche lontane. Gli USA hanno inviato dei robot che, emettendo raggi ultravioletti, decontaminano rapidamente ambienti infetti. Nel frattempo, interi quartieri vengono posti militarmente in "quarantena" ed i paesi confinanti si dichiarano pronti a di Angelo Milazzo Pediatra di famiglia fare fuoco sui transfrontalieri. Si pone inoltre il problema della distribuzione di viveri alle popolazioni poste in isolamento. Proverò anche a riportare letteralmente alcune delle raccomandazioni emanate, in maniera forse poco elaborata, dal nostro Ministero. L'infezione è altamente trasmissibile: •per contatto diretto con sangue o altri fluidi corporei di persone o animali infetti, deceduti o viventi; •per contatto con oggetti contaminati da fluidi corporei infetti. I sintomi comprendono: febbre, debolezza, dolori muscolari e mal di gola, seguiti da vomito, diarrea, eruzione cutanea, e in alcuni casi sanguinamento. Per minimizzare il rischio di infezione, i viaggiatori che si rechino, o i residenti che debbono tornare, nei paesi affetti dall'epidemia devono: •evitare il contatto con i pazienti sintomatici e/o i loro fluidi corporei •evitare il contatto con cadaveri e/o fluidi corporei di pazienti deceduti •evitare il contatto con animali selvatici, vivi o morti, e il consumo di carne selvatica •lavare spesso le mani, con sapone o antisettico •lavare e sbucciare frutta e verdura. Ovviamente, il personale sanitario dovrebbe operare costantemente protetto da: guanti, camice, mascherina, occhiali, mezzi idonei alla sterilizzazione. La trasmissione per via aerea è stata dimostrata solo nei primati. La trasmissione per via sessuale può verificarsi fino a 7 settimane dopo la guarigione. Epidemie globalizzate Penso però che sarebbe necessaria, al di là dei "decaloghi“ emanati dalle varie Autorità, una profonda riflessione sui concetti di base concernenti la sanità pubblica globale. Viviamo in un'epoca nella quale le malattie infettive appaiono, ricompaiano e riescono a diffondersi molto rapidamente a livello internazionale. Risulta quindi necessario un sistema globale di monitoraggio delle malattie, adeguato a questa realtà. Quella dell'Ebola è soltanto l'ultima tra tutte le recenti epidemie, tra le quali l'Aids, la Sars, le Influenze H1N1 e H7N9, la Mers, ecc. L'Aids ha rappresentato la più letale, con oltre 36 milioni di decessi determinati, a partire dal 1981. Vi sono però dei fattori comuni nell'insorgere e nel riemergere delle epidemie. - La maggior parte delle malattie infettive emergenti sono zoonosi, talvolta caratterizzate da mutazioni genetiche degli agenti, che consentono loro di fare il "salto" di specie, e di infettare esseri umani. Il serbatoio dell'attuale Ebola potrebbe essere rappresentato dai pipistrelli. I Coronavirus della Mers avrebbero come serbatoio privilegiato i cammelli. I ceppi influenzali sono il risultato di ricombinazioni genetiche tra animali selvatici ed animali da allevamento. Penso che nuove malattie di origine zoonotica risulteranno inevitabili, dato che la specie umana altera sempre più gli ecosistemi, l'industria alimentare crea sempre più condizioni di ricombinazione genetica, i cambiamenti climatici alterano habitat ed interazioni tra specie. È inoltre difficile negare che il nostro pianeta sia ormai, in molte aree, drammaticamente sovrappopolato. - Una volta comparsa una nuova malattia infettiva, essa si diffonde con i trasporti aerei, marittimi, con il commercio di prodotti di origine animale, con l'affollamento tipico delle città ed, ancor di più, delle megalopoli. La globalizzazione ha esasperato lo spostamento di masse di persone e di prodotti. - Le persone povere sono le prime ad essere colpite ed a soffrire le conseguenze più gravi. Nei paesi in via di sviluppo molti convivono con animali, o si nutrono di animali selvatici. L'ignoranza comporta l'inconsapevolezza delle modalità di contagio. Coesistono spesso carenze nutrizionali e mancanza di accesso a servizi sanitari di base. L'integralismo e l'avversione all'Occidente determinano situazioni come quella verificatasi a Monrovia, dove un gruppo armato ha "liberato" gli ammalati di un ospedale, affermando che l'Ebola è un'invenzione dei perfidi occidentali. Del resto dobbiamo ammettere che, solo dopo la diffusione dell'AIDS nei paesi sviluppati, si determinarono risorse per la ricerca per diecine di miliardi, che portarono alla realizzazione di antiretrovirali efficaci. Ma nessuna vittoria contro le patologie infettive risulta essere mai definitiva. I virus HIV, i Micobatteri, i plasmodi della Malaria, i vari batteri killer emergenti, diventano sempre più resistenti ai farmaci, ed impongono un braccio di ferro infinito tra la specie umana e gli agenti patogeni. - I paesi più sviluppati, invece di favorire deportazioni di massa come con l'italianissima operazione denominata" Mare Nostrum", dovrebbero finanziare un vero Fondo sanitario globale, per i paesi a basso reddito, che miri ad una pur essenzialissima copertura sanitaria globale (Universal Health Coverage, UHC). Le nostre Autorità affermano che i migranti non possono essere affetti da Ebola, poiché la durata dei loro viaggi è superiore al periodo di incubazione. Consiglierei però la massima prudenza a tutti i colleghi che, come il sottoscritto, sono impegnati nell'assistenza di soggetti, anche di provenienza recente dal continente africano. ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 Attualità 9 Che inverno sarà per il SSN? ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 La partita per la Sanità è molto importante, per Cimo i Medici devono entrare in campo non essere semplici spettatori dagli spalti 10 Terminata la pausa estiva ci si appresta a giocare in sanità una partita importante, forse attesa da anni, dove le riforme legislative messe in cantiere dal Governo Renzi potrebbero nuovamente tonificare un settore che, oggi, in termini di universalità e sostenibilità non è in grado di offrire sufficienti garanzie al cittadino ed agli operatori del settore. CIMO è fortemente consapevole dell’opportunità storica ma è altrettanto consapevole del rischio di un possibile ennesimo fallimento che potrebbe vanificare, in modo definitivo, le aspettative di anni. Partendo dalle riforme annunciate, certamente quella Costituzionale del Senato e del Titolo V assume, in sanità, rilevanza assoluta perché il Pdl elimina la legislazione concorrente, divide i poteri tra Stato e Regioni ed assegna al primo le competenze nelle norme generali per la tutela della salute e sicurezza del lavoro. Con l’introduzione della “clausola di supremazia” il Ministero della salute può finalmente recuperare quella centralità che le permetterebbe di avviare un vero processo di ristrutturazione del SSN in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale su tematiche, non di natura organizzativa ma di interesse più generale ad iniziare dagli aspetti giuridici che riguardano il personale dipendente inclusi i rapporti tra le professioni sanitarie, l’accesso al SSN e la progressione di carriera. Se, quindi, lo Stato recupera la centralità del ruolo, il Patto per la Salute e gli standard ospedalieri diventano gli strumenti imprescindibili attraverso cui attuare le riforme. In particolare l’art. 22 del Patto stabilisce un apposito Tavolo politico che, entro il 31 ottobre 2014, dovrà definire un disegno di legge delega in cui sono contenuti principi e direttive sulla valorizzazione delle risorse umane per l’integrazione multidisciplinare delle professioni sanitarie, per l’accesso al SSN, per la disciplina della formazione di base e specialistica, per lo sviluppo di carriera e per l’introduzione di standard di personale di assistenza e per il precariato. Ma se si parla di “Patto” lo stesso non può limitarsi ad un accordo unilaterale tra Ministero e Regioni ma deve coinvolgere chi rappresenta i cittadini e gli operatori sanitari. È, questa, una partita importante che riguarda tutti ed in questo contesto CIMO, pur consapevole che molto spesso le partite si giocano a “tavolino”, che Stato e Regioni hanno il “possesso di palla” e che pazienti e professionisti sono semplici “spettatori”, non intende assistere dagli “spalti” ad accordi le cui ricadute, positive o negative che siano, coinvolgeranno nei prossimi anni inevitabilmente i medici sia in termini professionali che organizzativi. Diventa, quindi, fondamentale il ruolo delle Organizzazioni Sindacali a tutela di chi quotidianamente è costretto a districarsi tra sostenibilità economica e responsabilità professionale. Entrando, pertanto, nel merito delle questioni non è possibile rilanciare la sanità italiana senza valorizzare i professionisti, cosa che il Ministro Lorenzin ha ben compreso. Occorre lavorare sia sullo sviluppo di una nuova carriera professionale che sulle competenze avanzate delle professioni sanitarie. Nel primo caso CIMO ha già presentato un progetto che rilancia il principio della meritocrazia attraverso una carriera gestionale basata su obiettivi non economici ma di governo clinico ed una carriera professionale finalizzata a premiare quei bravi clinici e/o chirurghi oggi delusi e demotivati, senza prospettive nel futuro e, molto spesso, ostacolati da scelte politiche e/o clientelari. Ma questo significa avere il coraggio di affidare incarichi di alta specialità e di eccellenza clinica basati sulle esclusive capacità professionali, affidare obiettivi di natura clinica e non gestionale e verificarne i risultati attraverso esiti di salute. Per quanto riguarda, invece, l’integrazione multidisciplinare tra le professioni, la stessa non può prescindere da una preliminare concertazione tra le parti interessate proprio per superare quelle conflittualità volute da chi ritiene che il destino professionale debba essere deciso esclusi- vamente a “tavolino” da pochi. Nel merito lo sviluppo delle competenze avanzate deve viaggiare in contemporanea alla progressione di carriera della dirigenza ma, soprattutto, occorre che il Ministero della Salute assicuri la crescita professionale di tutte le figure in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale attraverso il superamento del recente atto che demanda ad accordi tra Regioni ed Università il “destino giuridico” delle singole professioni. Altro importante problema riguarda il precariato: vorremmo che gli sforzi del Governo Renzi, nel risolvere la questione precari della scuola, fossero estesi anche alla sanità ed, in particolare, ai circa 10.000 che da anni sono in attesa di una occupazione stabile. Non sono necessari né slogan, né proroghe ma occorre rivedere le regole di accesso al SSN per favorire il recupero e la stabilizzazione di un patrimonio umano e professionale abbandonato a se stesso ed utilizzato dalle Aziende ed Università solo per ridurre i costi del personale. Diventa, quindi, prioritaria la definizione di un percorso attraverso il quale il giovane medico sia messo nelle condizioni di completare la propria formazione nelle strutture sanitarie con un salario di ingresso sostenuto dal SSR e successiva possibilità di stabilizzazione sul posto in organico vacante. Ma, proprio per evitare che i giovani colleghi vengano illusi costantemente con promesse non realizzabili occorre definire, a monte, il fabbisogno minimo del personale proprio attraverso gli standard; questo per due ordini di motivi: per garantire la sicurezza delle cure con adeguate risorse umane e prevedere l’obbligo della copertura dei posti in organico che di volta in volta si renderanno liberi. Proprio dagli standard dell’assistenza ospedaliera emergono luci ed ombre che richiedono alcuni interventi correttivi. Per la prima volta si parla di volumi ed esiti che possono essere correlati, non solo, alle strutture sanitarie ma anche ai professionisti e questo potrebbe significare incarichi su obiettivi di natura professionale. Vanno bene gli standard di qualità su HTA, la prevenzione del rischio e la valutazione ed il miglioramento delle attività cliniche ma proprio per questi motivi l’applicazione corretta degli standard ospedalieri deve scongiurare quanto accade oggi in molte regioni dove il risparmio sulla spesa del personale determina processi organizzativi tali da costringere i medici a lavorare su più Presidi, distanti anche decine di chilometri tra loro, con insostenibili per problemi di sicurezza delle cure, aumento del contenzioso e di stress lavoro correlato. Il Ministro ha promesso che i risparmi derivanti dalla razionalizzazione del SSN resteranno nella sanità ed, allora, parte degli stessi dovranno finanziare il personale sanitario che è chiamato direttamente a sostenere le riforme del SSN. Infine la questione contratto di lavoro. Nel luglio 2014 l’indice IPCA è sceso allo 0% rispetto all’1,2% del precedente anno, il che non la- scia presagire nulla di buono in tema di aumenti salariali in tutta la Pubblica Amministrazione. Resta, quindi, la parte giuridica che, in queste condizioni, senza una adeguata riforma delle professione, rischia di appiattirsi esclusivamente sulle norme penalizzanti che si sono succedute dalla stipula dell’ultimo contratto ad oggi. Con la riforma Madia il Governo è stato delegato ad adottare, entro un anno, più decreti legislativi in materia di dirigenza pubblica e tra gli indirizzi emanati le Aziende Sanitarie sono incluse nelle Amministrazioni “territoriali” e la dirigenza medica e tecnica del SSN è esclusa dal ruolo unico. Per ovvi motivi le implicazioni di natura contrattuale saranno numerose ad iniziare dal Contratto Quadro della dirigenza che imporrà una urgente definizione delle nuove aree proprio alla luce della prevista riduzione delle stesse. Al tempo stesso l’esclusione dei dirigenti della sanità dal ruolo unico della dirigenza “territoriale” farebbe propendere verso un’unica area della sanità e il distinguo tra dirigenza medica e dirigenza tecnica del SSN, previsto sempre nella riforma della PA, è in linea con quanto sostenuto fino ad oggi, dalla CIMO in termini sia contrattuali che professionali. Sui prevedono tempi lunghi, tuttavia non è possibile immaginare ulteriori blocchi contrattuali per cui occorre aprire, al più presto, il tavolo negoziale per porre le basi di un nuovo contratto di lavoro che tenga conto delle riforme in atto e che sia più dignitoso per la categoria. ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 La voce dei sindacati La voce dei sindacati 11 Attualità Attualità 12 L’aiuto riservato all’anziano dal “sociale” è davvero un’ipocrisia. Innumerevoli iniziative che riguardano una vasta fascia di popolazione ma che sono selettive per la complessità delle problematiche che riguardano il mondo della senilità, non aiutano nel profondo. Senza pensare che tutto costa troppo e si paga anche ciò che fisiologicamente si perde e cioè l’autonomia. Le famiglie scoppiano e si guardano intorno. Aiutare un anziano non significa imboccarlo o cambiarlo ma creargli intorno un ambiente che possa stimolare iniziative a lui gradite e che possa potenziare o mantenere le capacità residue. In un ambiente familiare, frenetico e già sotto pressione per pesi di gestione routinaria, trovarsi davanti alla difficile decisione di creare una situazione facilitante la vita dell’anziano in ambiente domestico o propendere per inserimenti in strutture protette come case di riposo o case famiglia, determina e genera confusione. Questa è incontrollabile quando ad aggravare la gestione dell’anziano è complice la malattia dello stesso. L’involuzione senile che già di per se determina turbe caratteriali e comportamentali si complica con gli innesti psicotici e con quel deterioramento cognitivo che rende la persona irriconoscibile. Ecco perché il più delle volte la scelta delle famiglie viene rivolta, dopo ripetuti tentativi di gestione intradomestica, alle strutture esterne. Basta poco per regalare un sorriso ma tutto costa ed ecco allora che, in assenza di strutture territoriali atte alla presa in carico globale di persone anziane, si apre il mondo delle case di riposo che tentano, sforzandosi, di garantire una vita adeguata agli ospiti. Il costo è alto in termini economici ma sicuramente ridotto in termine di spreco di risorse energetiche. Ecco allora che per far fronte ai costi esorbitanti per l’inserimento esterno o per pagare le badanti, ci si orienta verso quell’oscuro mondo della ricerca di una invalidità compatibile con il più alto beneficio economico erogabile, ma questa è tutta un’altra storia perché la senilità non è una malattia ma ciò che può danneggiare lo stato di salute è arrivare in solitudine alla terza età. Ed ecco che nell’epoca della tecnologia, al rapporto interpersonale e allo scambio di comunicazione verbale I fitoestrogeni: una valida alternativa alla TOS in donne in menopausa di Barbara Rotundi Neurologa e di relazione sociale rischia di prendere il sopravvento internet. Dalle statistiche emerge che internet in Italia conquista gli anziani, è un’attrazione, un colpo di fulmine soprattutto se è un trait d’union con i nipoti, con i giovani, per cose che loro possono insegnare a chi può trasmettere esperienze di vita lontana. In fondo allora l’affettività non viene compromessa con la senilità. Non può esserci deterioramento cognitivo che tenga di fronte al piacere di una carezza ricevuta e gli anziani insegnano che si può rendere umana e aggregante anche la più utile diavoleria mai inventata come internet. L’Avis di Catania cambia sede Esce come supplemento a questo numero di Catania Medica l’informazione per i donatori di sangue del prossimo cambio di sede della storica associazione etnea. Da Via Asiago l’Avis si sposta infatti in Via Carini, 36 nel quartiere di Picanello all’altezza del Viale Vittorio Veneto – Villa Scammacca. Tra le altre notizie il prossimo accreditamento dei centri raccolta fissi e mobili e la tradizionale Festa del donatore in programma il 17 Dicembre al Cine Teatro Odeon. La menopausa è la cessazione permanente delle mestruazioni in rapporto all’esaurimento del patrimonio follicolare ovarico. L’insorgenza è tra i 50-52 anni. Il deficit estrogenico secondario determina un corteo sintomatologico di tipo vasomotorio, psichico ed urogenitale che incide negativamente sulla qualità di vita della donna, rappresentando a lungo termine un fattore di rischio per malattie cardiovascolari, l’osteoporosi e forse per il morbo di Alzheimer. La carenza estrogenica provoca una riduzione della vascolarizzazione della fibre elastiche a livello vulvare e vaginale, accelera il processo di demineralizzazione delle ossa con conseguente OSTEOPENIA- ovvero riduzione della massa ossea- e OSTEOPOROSI, in quanto questi ormoni favoriscono l’assorbimento del calcio a livello intestinale e la mineralizzazione ossea. Una terapia a base di estrogeni sarebbe il trattamento più indicato per ridurre la sintomatologia vasomotoria e vulvovaginale, ma per molte donne vi sono delle controindicazioni assolute per cui si deve ricorrere a terapie alternative. Negli ultimi tempi il mercato farmaceutico si è arricchito di numerosi integratori alimentari a base principalmente di fitoestrogeni derivati dalla soia, a cui sono associate vitamine ed altre sostanze vegetali, utili nell’alleviare i sintomi legati a questo delicato periodo della vita della donna (vampate di calore con accessi di sudorazione, palpitazioni, alterazioni del ritmo sonnoveglia, ansia irritabilità, secchezza vaginale, calo della libido, disuria, dispareunia). È opportuno tuttavia fare alcune precisazioni riguardo i fitoestrogeni in quanto non tutti hanno la stessa efficacia. Sono composti di origine vegetale presenti in circa 300 piante. Per definizione sono molecole dotate di azione estrogenica, anche se meno potente di quella dell’estradiolo, il principale estrogeno femminile. Le principali classi di fitoestrogeni comprendono gli isoflavoni, i cumestani, i lignani ed i lattoni (di scarsa valenza terapeutica). Sono presenti nella soia, nei legumi, in molti tipi di frutta, nelle verdure e cereali integrali. La soia ed i suoi derivati ed il trifoglio rosso sono le principali fonti commerciali di fitoestrogeni. La genisteina e la daidzeina sono i 2 isoflavoni più utilizzati nei vari integratori alimentari. Ai fitoestrogeni in molti preparati vengono associati fermenti lattici (Lactobacillus sporogenes) per la proprietà di produrre un enzima, la glicosidasi, che ne favorisce l’assorbimento, estratto di magnolia per le proprietà tranquillanti e rasserenanti, l’agnocasto per una sua azione risolvente sulla sintomatologia di Marcello Scifo MMG ASP 3 Catania Specialista in Ginecologia ed Ostetricia vasomotoria e psicologica, il mioinositolo. Nelle donne in menopausa il medico di medicina generale si trova spesso di fronte a sintomi come l’ipertensione o la tachicardia che richiedono l’utilizzo di una terapia sostitutiva piuttosto che una terapia farmacologica sintomatica. Tenendo presenti quelle che sono le controindicazioni all’uso di un TOS (anamnesi positiva per Carcinoma mammario e dell’endometrio, pregressi episodi di tromboembolismo, patologie epatiche in atto o pregresse) ed i controlli periodici che ne richiede l’utilizzo regolare (esami ematochimici soprattutto del profilo coagulativo e di funzionalità epatica, mammografia annuale, vis. ginecologica -PAP test- ecografia transvaginale) risulta di più semplice uso e l’utilizzo dei fitoestrogeni anche da parte del Medico di Medicina Generale. ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 Anziani e dintorni 13 Attualità UOC Malattie Infettive Direttore f.f. Dott. G. Mannino Master di angiologia, opportunità unica per il Sud Con la scomparsa della scuola di specializzazione in Angiologia Medica negli anni ’90, poi proseguita per qualche anno con un Corso di Specializzazione non Istituzionalizzato, è venuto meno un punto di riferimento per le patologie vascolari periferiche a trattamento e diagnostica di tipo medico. Com’è a tutti noto l'ANGIOLOGIA è una branca SPECIALISTICA delle MALATTIE CARDIOVASCOLARI e della MEDICINA INTERNA che si occupa della prevenzione, della diagnosi e del trattamento delle malattie vascolari periferiche. Nonostante la presenza di unità Operative Complesse, Semplici e Servizi di Angiologia oltre ad un nutrito gruppo di Professionisti che operano sul territorio, non vi è alcuna scuola di specializzazione che si occupi in maniera esclusiva della materia. Persino i Cardiologi sul territorio, pur potendo eseguire diagnostica strumentale angiologica, non sono autorizzati dalla Regione ad eseguire VISITA ANGIOLOGICA in regime di convenzione. Tutto ciò in contrasto con la richiesta sempre crescente dell'utenza e la sempre maggiore diffusione delle diagnostiche ultrasonore, spesso prive di supporto clinico. Grazie all’incremento della durata della vita media, le malattie a decorso cronico assumono un'importanza prevalente per il conseguimento dell'obiettivo "qualità della vita". Così assumono sempre più importanza le patologie aterosclerotiche periferiche non chirurgiche (e la valutazione post chirurgica), le patologie venose invalidanti, le patologie linfatiche che così prepotentemente incrementano la loro prevalenza negli ultimi anni, ecc. Questo Master Catanese nasce dov’è nata la scuola di Angiologia e rappresenta l’unica opportunità di Master nel Sud. Le patologie e la diagnostica clinico - strumentale che oggi sono affidate al chi- X M E E T I N G D E L L’ E T N A SPERANZE E SFIDE N E L F U T U R O D E L L’ H I V 21 Novembre 2014 - Hotel Baia Verde - Catania Presidente del Convegno: Dott. S. Galvagna di Luigi Di Pino Servizio Didattico-Assistenziale di Angiologia dell'Università di CT rurgo vascolare ed al cardiologo che, autonomamente, hanno voluto approfondire tale aspetto, saranno in questo MASTER di ANGIOLOGIA al centro del programma. Il MASTER in ANGIOLOGIA rappresenta più che mai una opportunità per il Medico che vuole affrontare con competenza questa branca ed una necessità dell'Utenza, di professionalità e competenze avanzate capaci di gestirne i percorsi assistenziali. ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 Censis: verso una sanità minimale? 14 È molto diffusa la percezione che la qualità dell'assistenza sanitaria pubblica si vada riducendo, con punte di grave malcontento nelle regioni meridionali. Il 49% degli italiani giudica inadeguati i servizi sanitari offerti dalla propria regione, ma la percentuale si riduce significativamente al Nord-Est (27,5%) e aumenta nettamente al Sud (72%). Seppure la maggioranza degli italiani ritiene che il Servizio sanitario della propria regione sia rimasto uguale negli ultimi due anni, in particolare al Nord-Est (70%), il 38,5% rileva un peggioramento, e ad avere questa opinione sono soprattutto i residenti del Mezzogiorno (46%)”. Ancora una volta, il Sud è in condizioni critiche non solo per la crisi economica e per la disoccupazione, ma anche per quanto riguarda la Sanità. Resta il divario con il Centro-Nord del Paese, in particolare con il Nord-Est. Questi dati sono del Monitor Biomedico, l’indagine condotta periodicamente dal Censis, nell’ambito del Forum per la Ricerca Biomedica. “L'aspetto che pesa più negativamente nel rapporto con le strutture sanitarie pubbliche è la lunghezza delle liste d'attesa: è l'opinione del 64% degli italiani. Negativo è anche il giudizio sulla chiusura dei piccoli ospedali: il 67% si dichiara contrario, perché costituiscono un presidio importante (44%). Cresce la quota di coloro che reputano negativa l'attribuzione di maggiori responsabilità alle regioni (il 36% di oggi contro il 30,5% del 2012)”. 08:00 Registrazione dei Partecipanti 08:30 Saluto delle Autorità 09:00 Presentazione del Meeting ed apertura del Corso S. Galvagna, G. Mannino I SESSIONE Il Sogno: Il Percorso verso l’Eradicazione Chairman: G. Todaro Moderatori: G. Foti, L. Guarneri, V. Portelli, P. Bellissima 09:30 Ruolo della immunoattivazione HIV-indotta sul meccanismo di eradicazione A. Cossarizza 09:50 2UOLODEI2ESERVOIRSESIGNIÚCATODELLACARICA virale residua nel mantenimento della infezione M. Andreoni 10:10 Azione dei farmaci antiretrovirali sui reservoirs e prospettive di terapie immunomodulante C. Torti 10:30 L’Infezione acuta: perché trattarla e come trattarla B. M. Celesia 10:50 2IÛESSIONISUIPAZIENTINONPROGRESSOR sul paziente di Berlino e sui risultati della coorte Visconti G. Nunnari 11:10 Tavola rotonda: Il percorso ideale verso il prolungato controllo spontaneo della replicazione Moderatore: T. Prestileo Discussants: R. Dalle Nogare, F. Luciani, G. Strano 11:30 Coffe Break II SESSIONE La Realtà: La Terapia oggi Chairman: P. Di Gregorio Moderatori: S. Bruno, P. Mondello, A. Salvo, N. Storace 11:50 Il ruolo attuale e futuro del back-bone NRTI C. Mussini 12:10 ,ASEMPLIÚCAZIONEGESTIONALE &$#3423WITCH !!LIFl 12:30 ,ASEMPLIÚCAZIONESCHEMATICA,$2-/TX A. Franco Evento ECM n°103150 12:50 INI: Cross-resistenze e sequencing F. Ceccherini 13:10 Tavola rotonda: Quali differenze tra Linee guida nazionali e PDTA nel contenimento della spesa sanitaria (contrapposizione, SOVRAPPOSIZIONEDIVERSIÚCAZIONE Moderatore: F. Di Lorenzo Discussants: R. Marino, C. Mangano, P. Scerbo 13:30 Lunch III SESSIONE Coinfezione HIV/HCV: Quando il Sogno diventa Realtà Chairman: A. Cascio Moderatori: L. Cosco, C. Iacobello, G. Mannino, M. Sapienza 14:30 Update sui nuovi farmaci DAA e loro utilizzo nei pazienti coinfetti B. Cacopardo 14:50 Dalla terapia duplice alla interferon free: quali pazienti coinfetti candidare G. Scifo 15:10 Prevenzione e gestione delle interazioni e delle tossicità durante il trattamento combinato con DAA e HAART R. La Rosa 15:30 Danno renale nel paziente con coinfezione HIV/HCV P. Colletti 15:50 Un mondo senza HCV: sogno o realtà A. Davì 16:10 Tavola rotonda: I nuovi farmaci DAA e sostenibilità economica del SSN Moderatore: N. Sciacca Discussants: C. Iaria, S. Bonfanti, F. Di Lorenzo Conclusioni 16:30 Take-Home message 16:50 Considerazioni conclusive 3'ALVAGNA!!LIFl 17:10 6ERIÚCA%#18:00 Chiusura dei lavori Iscrizioni su: www.paroleimmagini.it Attualità Vol. I Spinal Instability La microinstabilità del rachide e la lombalgia ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 Nuove procedure chirurgiche TC-guidate per il trattamento del “Low Back Pain” 16 La comune lombalgia costituisce ormai un fenomeno pressoché costante: l'incidenza annuale è stimata intorno al 5%, superata in percentuale di richiesta per consulto medico solo dalle infezioni dell'apparato respiratorio superiore, ed è presente nel 50% della popolazione dedita ad attività fisica leggera, ed in più del 60% dei pazienti che sottopongono a stress più severo la colonna per molteplici cause (attività sportiva, sovrappeso, abitudini di vita). Non stupisce quindi che la lombalgia sia la prima causa di limitazione dell’attività –anche lavorativa- nella popolazione al di sotto dei 45 anni, con un costo sociale stimato, solo negli Stati Uniti, di circa 30-50 miliardi di dollari/anno. Quando si parla di lombalgia o “low back pain” (LBP) si è portati a ricercare l'esistenza della ben nota ernia del disco, per decenni colpevolizzata di essere causa di tutti i mali lombari: in realtà, il LBP è un'entità complessa per la cui genesi il disco intervertebrale svolge un ruolo spesso solo da “coprotagonista”: solo di rado infatti (6%) il LBP è determinato direttamente dallo stiramento delle fibre nervose dell'anulus discale (plesso di Sharpey), mentre si calcola oggi che almeno il 40-50% delle lombalgie sia determinato da una degenerazione delle faccette articolari conseguente a instabilità vertebrale. Per la comprensione del LBP da micro instabilità’, e di conseguenza per la giustificazione all'adozione delle nuove tecniche di stabilizzazione TC guidate, è necessario ricorda- re come il disco lombare –vero e proprio ammortizzatore “ad acqua” della nostra colonna vertebrale e miracolo di bioingegneria in grado di resistere a pressioni di circa 80Kg/ cm2 (un carico cioè di circa 800kg)- sia responsabile della distribuzione delle forze di carico sul rachide lombare: in condizioni di normalità ed in posizione eretta, il carico per la colonna viene prevalentemente ammortizzato dalle strutture del corpo e disco vertebrale, ma se il disco intervertebrale presenta fenomeni degenerativi (il cosiddetto “black disc” rilevato dagli esami RM) il carico si sposta posteriormente sulle faccette articolari, determinandone una degenerazione progressiva. Questo fenomeno, insieme a un interessamento muscolare Series: New Procedures in Spinal Interventional Neuroradiology Luigi Manfrè Head of Minimal Invasive Spine Therapy Department, “Cannizzaro” Hospital, Catania, Italy Editor Forthcoming di Luigi Manfrè Resp. UO Interventistica Spinale Mini Invasiva AOE “Cannizzaro” Una seconda causa di dolore lombare, frequente quanto misconosciuta, è rappresentata dall’instabilità dell'articolazione sacroiliaca, che è l'articola- Spinal Instability 2015, Approx. 140 p., 180 illus. ▶ Meets the need for a guide focusing specifically on new minimally invasive treatments for spinal instability Printed book ▶ Covers a range of CT and X-ray guided techniques Softcover ▶ approx. 59,99 € | approx. £53.99 | approx. $89.99 ▶ *approx. 64,19 € (D) | approx. 65,99 € (A) | approx. CHF 80.00 eBook Available from your library or ▶ springer.com/shop ▶ Includes information on biomechanics, clinical syndromes, and diagnostic imaging ▶ Includes very useful Electronic Supplementary Material Next Titles in the Series: Vol. II Spinal Canal Stenosis Table of content: Imaging & Symptoms Biomechanics CT/X-ray guided technique in lumbar spinal canal and foraminal stenosis: Spacers CT/X-ray guided technique in lumbar spinal canal stenosis: MILD CT/X-ray guided techniques in chronic nerve damage: Temporary Neuromodulation Intrathecal Neuromodulation Authors: Cosma Andreula (Bari – ITA), Gamal Baroud (Quebec, CAN), John.D.Barr (La Jolla, CA - USA), Giuseppe Bonaldi (Bergamo – ITA), Allan L.Brook (Bronx NY - USA), Bohdan Chopko (La Jolla, CA - USA), Luigi Manfre’ (Catania – ITA) Todd Miller (Bronx NY - USA), Wade H.M. Wong (San Diego, CA – USA) et al. Vol. III Vertebral Lesions e ligamentoso, è alla base della instabilità ed artrite lombare, i cui segni sono dimostrati grazie a sofisticati esami neuroradiologici (TC ed RM) anche “sotto carico”, in grado di mimare le fisiologiche condizioni di stress cui è sottoposta la colonna del paziente. zione più grande (17.5 cm2), resistente (sino a 4800N), e meno mobile (movimenti rotazionali inferiori a 4° e di traslazione inferiori a 1.6mm) del corpo umano, eppure causa secondo le vedute attuali dal 5% al 25% di tutte le lombalgie. La diagnosi di instabilità Table of content: Imaging Biomechanics Biopsy Biomaterials CT/X-ray guided Augmentation Techniques in cervical and thoracic spine CT/X-ray guided Augmentation Techniques in lumbar spine CT/X-ray guided Augmentation Techniques in sacro/coccigeal spine CT/X-ray guided Augmentation Techniques of the vertebral posterior arch CT/X-ray guided Techniques in vertebral tumors: Cryo-ablation CT/X-ray guided Techniques in vertebral tumors: Radio-ablation CT/X-ray guided Techniques in vertebral tumors: Embolization Authors: Gian Carlo Anselmetti (Torino - ITA), Gamal Baroud (Quebec, CAN), Fabio Baruzzi (Varese - ITA), Allan L. Brook (Bronx NY – USA), Ronil Chandra (Boston, MSC - USA), Alessandro Cianfoni (Lugano, CH), Nicholas Dunne (Belfast, IRE), Johan W. Van Goethem (Antwerp – BE), Luc van den Hauwe (Antwerp – BE), Joshua A Hirsch, Boston, MSC - USA), Luigi Manfre’ (Catania – ITA), Salvatore Masala (Roma, ITA), John Mathis This easy-to-consult guide describes new minimally invasive procedures for the treatment of spinal instability that are accompanied by fewer complications and side-effects, reduce the risks of anesthesia, and lower costs. Clear accounts of a range of CT, X-ray, and MRI guided techniques are provided, including radiofrequency ablation in facet syndrome, cervical spine fusion, posterior and anterior lumbar spine fusion, and lumbosacral fusion. A brief but comprehensive introduction is included on biomechanics, relevant clinical syndromes, and diagnostic imaging. Like other books in the Springer series New Procedures in Spinal Interventional Neuroradiology, this practice-oriented volume will fill a significant gap in the literature and meet the need expressed by a large number of specialists (interventional neuroradiologists and radiologists, neurosurgeons, and orthopedists) for a topical and handy guide that specifically illustrates the presently available materials and methods. Table of content: Biomechanics Symptoms Radiology I- X-ray and CT Radiology II- MRI CT/X-ray guided technique in posterior lumbar spine fusion (PIF,TFF) CT/X-ray guided technique in percutaneous interbody fusion CT/X-ray guided technique in sacral fusion CT/X-ray guided thermal ablation in spinal facets and sacroiliac joint syndrome disease Authors: Roberto Cartolari (Bellinzona, Swiss), Corrado D’Arrigo (Catania, Italy), Vincenzo Denaro (Roma, Italy), Bassem A. Georgy (San Diego, CA, USA), Massimo Gallucci (L'Aquila, Italy), Gianluigi Guarnieri (Napoli, Italy), Roberto Izzo (Napoli, Italy), Marco Leonardi (Bologna, Italy), Luigi Manfre’ (Catania, Italy), Stefano Marcia (Cagliari, Italy), Mario Muto (Napoli, Italy), Alessandra Splendiani (L'Aquila, Italy), Majda Thurner (Wien, Austria) Order online at springer.com ▶ or for the Americas call (toll free) 1-800-SPRINGER ▶ or email us at: [email protected]. ▶ For outside the Americas call +49 (0) 6221-345-4301 ▶ or email us at: [email protected]. The first € price and the £ and $ price are net prices, subject to local VAT. Prices indicated with * include VAT for books; the €(D) includes 7% for Germany, the €(A) includes 10% for Austria. Prices indicated with ** include VAT for electronic products; 19% for Germany, 20% for Austria. All prices exclusive of carriage charges. Prices and other details are subject to change without notice. All errors and omissions excepted (Roanoke, VA - USA), Mario Muto (Napoli - ITA), Simone Nicolay (Antwerp – BE), Paul Parizel (Antwerp – BE), Giannantonio Pellicano' (Firenze - ITA), Pia Maly Sundgren (Lund, SWE), Luca Valvassori (Milano -ITA) Vol. IV The Disc Table of content: Imaging Disc Nomenclature Biomechanics Symptoms CT/X-ray guided treatment in cervical and thoracic spine CT/X-ray guided treatment in lumbar spine – I: Destroying the disc CT/X-ray guided treatment in lumbar spine – II: Recreating the disc CT/Xray guided treatment of painful spondylosis, nerve root block, epidural injection, facet injections and denervation CT/Xray guided injection therapy for sympathetic blockade CT/Xray guided MIS ablation of the basivertebral nerve in DDD Authors: Gamal Baroud (Quebec, CAN), Stephan Becker (Quebec, CAN), Giuseppe Bonaldi (Bergamo – ITA), Allan L.Brook (Bronx NY - USA), Marco BraydaBruno (Milano - ITA), Steven Falcone (Miami, FL -USA), Massimo Gallucci (L'Aquila -ITA), Stefano Marcia (Cagliari -ITA), Todd Miller (Bronx NY – USA), Orlando Ortiz (Mineola, NY -USA), E. Turgut Tali (Ankara, TUR), et al. Vol. V Patient Care Support for Minimal Invasive Spine Surgery Table of content: Analgo/sedation and anesthesiology techniques Radiological equipment Principles of fluoroscopic and CT guidance in spine procedures Pre-treatment organization Post-treatment organization and Rehabilitation program Cost Analysis of Minimal Invasive Spine procedures Authors: Alessandro Cianfoni (Lugano, CH), Maria Concetta Monea (Catania – ITA), Jeffrey A. Stone (Mayo Clinic, FL – USA), Walter S. Bartynski (Charleston, SC -ITA) et al 18 Attualità sacroiliaca è decisamente più complessa, in quanto né manovre fisiche di elicitazione del dolore (test FABER -flexion, abduction, external rotation and extension-, test POSH la buona riuscita del caso. Da non sottovalutare la riduzione del tempo operatorio, dei rischi anestesiologici (gli interventi sono solitamente eseguiti in anestesia locale ed analgo- -Posterior Share test, test di Gaenslen), né esami diagnostici (TC o RM) sono in grado di diagnosticare con assoluta certezza il fenomeno: l'unico test “gold-standard” per la diagnosi consiste nell'iniezione diretta intra articolare di anestetico locale, con temporanea scomparsa della sintomatologia. Nel corso degli ultimi 5 anni, grazie all'eccezionale sviluppo delle metodiche interventistiche “mini-invasive” effettuate sotto guida TC, sono state sviluppate nuove procedure a “cielo chiuso” per la cura dell’instabilità vertebrale, permettendo agli Operatori di effettuare l’intervento utilizzando incisioni sempre più piccole, un maggiore risparmio della componente muscolare vertebrale, ed un maggior rispetto della anatomia del rachide. I vantaggi delle procedure in “covert surgery” rispetto alle procedure tradizionali a “cielo aperto” consistono prevalentemente in una riduzione delle complicanze, grazie alla precisione nell’introduzione dello strumentario dedicato (viti, barre, lamine, ecc) sotto guida TAC, con il vantaggio di poter pianificare l'intervento “in vivo”, ottenendo in tempo reale immagini e misurazioni biometriche essenziali per sedazione), dei tempi di recupero e, dato che “la Salute non ha prezzo ma la Sanità ha un costo”, anche delle spese sostenute. In caso di instabilità delle faccette articolari responsabile di dolore lombare, dopo l'eventuale fallimento di una semplice Radioablazione, la terapia ideale consiste nella fusione delle suddette articolazioni. Un tempo affidata alla più aggressiva fusione posteriore con barre e viti, la fusione articolare può essere ottenuta -in modo equivalente da un punto di vista biomeccanico - con sistemi che consentano una “saldatura” delle articolazioni mediante introduzione di microviti in titanio dolce, perforanti l'articolazione interapofisaria (fusione trans-articolare), o l'apposizione di piccoli spessori intra-articolari a livello della articolazione prescelta (fusione intra-articolare). Entrambi i sistemi vengono inseriti per via percutanea con l'adozione di una incisione di circa 10mm. Le procedure sono interamente effettuate sotto guida TAC ed in analgo-sedazione, con una durata media di 45 minuti. In maniera analoga è possibile ottenere il blocco di una articolazione sacroiliaca instabile in caso di sacroileite cronica dolente, grazie all'introduzione percutanea, sempre in anestesia locale, di sottili protesi in titanio poroso, a lunghezza variabile, in grado di assicurare una perfetta fusione sacroiliaca, con conseguente scomparsa del dolore. In conclusione, le nuove procedure TC guidate a “cielo chiuso” costituiscono un promettente campo di applicazione della moderna Chirurgia mini-invasiva nel trattamento delle comuni sindromi algiche a carico del rachide lombosacrale, con una efficace riduzione dei rischi operatori e del decorso post-operatorio, semplificando l'approccio chirurgico di una patologia sempre più frequentemente diagnosticata. Andrologia medica: criteri di appropriatezza Numerose sono le problematiche cliniche alle quali l’Andrologo medico è chiamato a dare risposta, esse spaziano dal campo della fertilità a quello della sessualità. Di recente sono state emanate linee guida ministeriali relative ai criteri di appropriatezza della gestione delle principali patologie andrologiche, delle quali si riporta una sintesi: 1° criterio di appropriatezza: L’iter diagnostico della coppia infertile non deve cominciare prima che la coppia non abbia tentato di ottenere una gravidanza per almeno 12 mesi, a meno che uno dei due partner sia affetto da patologie che possono causare infertilità. 2° criterio di appropriatezza: La diagnosi e il trattamento precoci (entro i primi 2 anni di vita) del criptorchidismo sono necessari per preservare la fertilità e ridurre il rischio di degenerazione neoplastica dei testicoli. 3° criterio di appropriatezza: Una corretta stadiazione mediante ecocolor-Doppler e la valutazione dei parametri del liquido seminale sono requisiti fondamentali prima che il paziente con varicocele venga avviato a terapia chirurgica o a scleroembolizzazione. 4° criterio di appropriatez- za: La presenza di infezione e/o infiammazione delle vie urogenitali dovrebbe essere accuratamente ricercata nel maschio infertile. 5° criterio di appropriatezza: Ogni uomo dovrebbe essere adeguatamente informato sugli stili di vita che si ripercuotono negativamente sulla futura fertilità. 6° criterio di appropriatezza: Tutti i pazienti con eiaculazione precoce, prima di essere trattati, devono essere sottoposti a un iter diagnostico volto a escludere l’eventuale presenza di cause organiche. 7° criterio di appropriatezza: La misurazione dei livelli ematici di testosterone dovrebbe essere eseguita nei maschi con diabete mellito o obesità o sintomi specifici di carenza di testosterone e con il trascorrere degli anni in tutti i soggetti sopra i 60 anni per identificare l’eventuale presenza di ipogonadismo, che influisce negativamente sulla qualità della vita del maschio e aumenta il rischio di eventi cardiovascolari di maggiore gravità. 8° criterio di appropriatezza: La diagnosi precoce della presenza di sindrome di Klinefelter permette di migliorare la componente psicologica presente nelle persone affette e di rag- di Sandro La Vignera Dirigente Medico A.O.U. PoliclinicoVittorio Emanuele di Catania Specialista in Endocrinologia ad Indirizzo Andrologico giungere un adeguato livello di massa ossea. È inoltre capace di aumentare la probabilità di ritrovare spermatozoi a livello testicolare, con conseguente possibile fertilità futura. 9° criterio di appropriatezza: La diagnosi precoce del tumore testicolare è di fondamentale importanza in quanto ne permette la guarigione. 10° criterio di appropriatezza: I pazienti con tumore testicolare devono crioconservare il loro seme dopo essere stati sottoposti all’asportazione del testicolo colpito dal tumore e prima di effettuare il trattamento radioterapico e/o chemioterapico. Parla al cellulare in auto: medico multato, anche se in emergenza Nessuna urgenza può scusare l'utilizzo del cellulare al volante. Questa la linea dura della Cassazione con la sentenza 21266/2014. Multata quindi la dottoressa di Padova che aveva usato, alla guida, un telefonino non dotato di auricolare provvedendo, secondo la sua tesi, all'«adempimento di un dovere» secondo uno «stato di necessità». Ma la tesi difensiva viene bocciata osservando che il medico «non poteva conoscere il contenuto delle richieste che le sarebbero pervenute dal suo superiore e che ove fosse stata a conoscenza della possibilità di ricevere telefonate relative a pazienti gravi, avrebbe dovuto predisporre le condizioni per rispondere con auricolare ovvero viva voce»; inoltre lo «stato di necessità» può essere invocato solo in caso di «effettiva situazione di pericolo imminente di danno grave alla persona, non altrimenti evitabile. ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 Attualità 19 Attualità La Professione Ormai l'argomento chirurgia robotica è entrato in tutti i convegni e conferenze dei chirurghi. Il temine robotica, come ha detto in Prof. Pier Cristofaro Giulianotti in una conferenza al Senato della repubblica di quest'anno, è improprio e ricorda il robot della famosa pubblicità di una vitamina. Come ha chiarito il Prof Giulinotti questa la laparoscopia riusciva ormai ad operare quasi tutto in addome, quasi nessuno credette nel futuro della robotica. Oggi il Prof. Giulinotti, quello che sviluppò per primo questa tecnica, è stato chiamato, sin dal 2009, a dirigere la chirurgia dell'Università di Chicago. È, quindi, una realtà di tutto rispetto. Per quanto riguarda ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 di Alfio Sciuto 20 chirurgia si potrebbe chiamare chirurgia telematica o chirurgia tecnologica eseguita con l'ausilio di un sofisticato macchinario elettronico, ma per semplicità si accetta il termine chirurgia robotica. La chirurgia robotica è nata il Italia in quel di Grosseto negli anni 2000 e sviluppando un macchinario con console elettronica e un gruppo macchina paziente ha mosso i primi passi all'Ospedale di Grosseto chiamandosi "Da Vinci" proprio come il celebre Leonardo per le vicinanze alla terra natale di quest'ultimo. Nel 2005 si organizzò una consensus conference tra chirurghi laparoscopisti, nella sede della johnson&johnson ad Amburgo, e alla domanda: chi crede in questa chirurgia, la risposta fu 68 a 2. Insomma, sia per i costi, sia perché la nostra città, dove la chirurgia laparoscopica è una realtà importante rinonosciuta anche in altre parti dell'Italia, la chirurgia robotica è stata accettata e praticata dagli urologi. A mio parere, i chirurghi catanesi, dobbiamo fare un salto di qualità e approdare alla chirurgia robotica. Il salto professionale è naturale, essendo la robotica figlia della laparoscopia, ma la interfaccia economica non lo è altrettanto. In un momento di crisi economica che stiamo attraversando, proporre a direttori generali o a direttori amministartivi di strutture private l'impegno economico per il robot è impensabile, ma non si può fermare il progresso. In conclusione, la chirurgia robotica deve entrare nel bagaglio tecnico dei chirurghi generali che perorano chirurgia addominale e retroperitoneale. Antitrust e pubblicità sanitaria: La FNOMCeO ricorre contro la sentenza a tutela della deontologia professionale Con provvedimento pubblicato sull’ultimo bollettino, l’Antitrust ha sanzionato la FNOMCeO per “aver posto in essere un’intesa restrittiva della concorrenza, ai sensi dell’articolo 101 del TFUE, consistente nell’adozione e diffusione del Codice di deontologia medica 2006 e delle Linee Guida”, definendo la sanzione amministrativa in “ottocentotrentunmilaottocentosedici euro”, richiedendole di assumere “misure atte a porre termine all’illecito riscontrato”, e di darne comunicazione entro il 31 gennaio 2015. Il Comitato Centrale della FNOMCeO, riunito a Piacenza, nel prendere atto della misura adottata dall’Antitrust, ha deciso di resistere presso le sedi giurisdizionali previste dall’ordinamento. "In queste sedi, la Federazione riproporrà i profili giuridici delle questioni già rappresentate, che poco o nulla hanno rilevato nel procedimento istruttorio e nell’esile confronto delle parti che ha preceduto la sanzione, pressoché annunciata. Vogliamo sin da subito ribadire, nel pieno rispetto dei ruoli istituzionali di ognuno e di tutti, che mai abbiamo inteso emanare un Codice contra legem, ma neppure accetteremo che siano altri a scrivere il nostro Codice. di Gian Paolo Marcone Presidente della Commissione Albo Odontoiatri dell’OMCeO di Catania Al di là dello stretto merito giuridico, questa vicenda esalta una questione fondamentale: e cioè la libertà e l’indipendenza della Deontologia professionale, che trova il suo caposaldo etico e civile nella tutela dei Diritti dei cittadini – in questo caso la Tutela della Salute – definiti fondamentali dalla nostra Costituzione. E ciò in un contesto di Diritto comunitario che non distingue, all’interno del Mercato, le tipologie e le specificità dei diversi servizi. Crediamo invece che tale questione vada posta, non certo per difendere interessi corporativi, ma per meglio tutelare i Diritti dei cittadini, soprattutto laddove insistono asimmetrie informative fondanti scelte consapevoli. Non siamo ostili alla pubblicità sanitaria e alle positive ricadute nel migliorare l’offerta di servizi e la libertà di scelta. Vogliamo però, nello spirito e nella lettera del nostro mandato istituzionale, contrastare fenomeni e abusi di un’attività informativa e comunicativa che, come scritto nel nostro Codice 2014, sia “accessibile, trasparente, rigorosa e prudente” (art. 55), “veritiera, obiettiva, pertinente e funzionale all’oggetto dell’informazione, mai equivoca, ingannevole e denigratoria” (Art. 56). Ed è per questo che “non sono consentite forme di pubblicità comparativa sulle prestazioni” (art. 56) né “forme di pubblicità promozionale finalizzate a consentire la commercializzazione di prodotti sanitari” (art. 57). Tutto questo a noi pare essere un punto di equilibrio alto tra i contenuti del Diritto comunitario e quel ruolo di verifica e di vigilanza che la Legge ci attribuisce e che noi esercitiamo attraverso la Deontologia. Difendendo la nostra Deontologia, intendiamo difendere il diritto dei cittadini ad un sistema dei Cure accessibile, trasparente, efficace e sicuro". M o n d o O d o n t o i a t r i c o ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 Chirurgia robotica: sogno o realtà 21 M o n d o ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 O d o n t o i a t r i c o 22 La Professione L'odontoiatra e la medicina estetica: confermata la liceità dei trattamenti In riferimento ad una problematica che, da tempo, investe la professione medica e quella odontoiatrica e che riguarda la competenza o meno dell'odontoiatra alla esecuzione di trattamenti di medicina estetica, il Consiglio Superiore di Sanità si è espresso sulla questione. Nel documento (predisposto su richiesta del Ministero della Salute e sollecitato anche da numerosi Ordini provinciali) rilasciato a seguito dell'esame della normativa vigente, del percorso di studi previsto dal Corso di Laurea Magistrale in Odontoiatria e Protesi Dentaria nonché a seguito di incontri tenuti con i rappresentanti di Società Scientifiche e Comitati delle categorie medica e odontoiatrica, il Consiglio Superiore di Sa- nità esprime parere favorevole alla esecuzione, da parte dell'odontoiatra, di terapie con finalità estetica, nei limiti e con le modalità indicate nel parere stesso. In particolare il Consiglio Superiore di Sanità nella seduta del 15 Luglio 2014 esprime "parere favorevole all'esecuzione, da parte dell'odontoiatra, di terapie con finalità estetica, solo dove queste siano destinate, ai sensi della legge 24 luglio 1985 n.409, alla terapia delle malattie ed anomalie congenite ed acquisite dei denti della bocca, delle mascelle dei relativi tessuti, tale da rendere la cura estetica "correlata", e non esclusiva, all'intero iter terapeutico odontoiatrico proposto al paziente medesimo e comunque limi- di Ezio Campagna Responsabile ECM-Regione Siciliana per la Professione Odontoiatrica tatamente alla zona labiale. Le terapie attuate non potranno, tuttavia, essere conseguite con l'impiego di dispositivi medici e farmaci immessi in commercio per finalità diverse dalla cura di zone anatomiche che sfuggono alle previsioni dell'art. 2 della legge 409/85". Odontoiatria Sociale: promosso il progetto "Il Camper del sorriso" L’idea di costruire degli “Ambulatori Sociali” partendo da prestazioni sanitarie quasi escluse dalla copertura dei LEA, coglie una esigenza reale, offrendo maggiori possibilità di cura a chi, nello stato attuale, ci rinuncerebbe. L’Odontoiatria è parte prioritaria di questo progetto presentato dall’Associazione Terra Amica e dal Consorzio Professionisti del Sorriso, alla Fondazione con il Sud. Il pilastro del progetto sarà la qualità delle prestazioni erogate, in un quadro di tariffazione sociale che garantisca le cure anche in condizioni di disagio economico. Sappiamo bene come le cure odontoiatriche vengano richieste spesso solo in condizioni di emergenza, mentre dovrebbero rappresentare una richiesta costante nell’arco della vita. Nel cercare di soddisfare questa esigenza, i cittadini, ricercano una soluzione di tipo lowcost che significa però troppo spesso low-quality, e di conseguenza low-longevity del restauro, e costi alti per il paziente. Pertanto, si ritiene che occuparsi della salute dei denti dei cittadini, soprattutto gli indigenti e coloro i quali versano in condizione disagio, significa anzitutto, rispondere ad un bisogno emergente: difatti, una bocca sana non è solo assenza di dolore, è anche il presupposto per avere una vita sociale più serena fin da piccoli ed una delle condizioni per prevenire malattie future, legate alla salute della bocca; va inoltre ricordato che la mancanza di denti, specialmente per soggetti giovani, compromette anche l'aspetto estetico che è fondamentale per dinamiche legate allo sviluppo di un'identità forte e sicura, fino ad incidere sulle questioni inerenti la socializzazione, il benessere generale e l'inclusione sociale piena. Il presente progetto, mira a supportare le istituzioni nella risposta a tale bisogno, riconoscendo nell'accesso alle cure odontoiatriche per tutti, una condizione necessaria al raggiungimento del benessere globale della persona, del riconoscimento dei diritti fondamentali dell'uomo alla salute e all'inclusione sociale. Obiettivo specifico del progetto sarà la predisposizione di una unità mobile odontoiatrica (odontoambulanza), equipaggiata con specialisti odontoiatri, con personale sanitario qualificato, vetture dotate di ogni strumentazione odontoiatrica: poltrona odontoiatrica, computer, strumenti chirurgici, autoclave. L'odontoambulanza è concepita come uno studio dentistico mobile in grado di raggiungere i pazienti che abbiano difficoltà a recarsi negli ambulatori odontoiatrici tradizionali (pubblici e privati). Pertanto essa può garantire prestazioni odontoiatriche per le categorie fragili (anziani, disabili, detenuti e bambini che altrimenti non hanno la possibilità di rivolgersi ai tradizionali presidi assistenziali) presso il domicilio del paziente, oppure nelle associazioni, nelle scuole, nelle case di riposo, nelle case famiglia, nelle Rsa, negli istituti di pena, nei campi nomadi e nelle piazze dei comuni, tramite la creazione di una rete di di Giovanni Barbagallo Segretario CAO - Catania servizio di invio, avvio di convenzioni e protocolli di intesa. L'unità mobile raggiungerà i luoghi con la popolazione più disagiata dalla mancanza di prossimità della sanità pubblica, proprio per consentire interventi più possibile capillari a favore delle fasce più disagiate. In particolare, i pazienti saranno sottoposti ad una prima visita specialistica odontoiatrica, che avrà lo scopo di stabilire il piano di trattamento e la priorità di intervento. A tal proposito si agirà, con modalità 'domiciliare' per mezzo dell'unità odontoiatrica mobile. Crediamo che oggi più che mai, strutture come le associazioni promotrici di questo progetto, siano chiamate a svolgere un ruolo di elaborazione e di cambiamento culturale che, partendo dalla condivisione dei valori quali la solidarietà, la sussidiarità e la promozione umana, pongano sempre al centro la figura umana come fruitrice dei servizi o come compagna di viaggio. M o n d o O d o n t o i a t r i c o ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 La Professione 23 ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 Sovradiagnosi e over-treatment nell’incertezza della diagnosi inutile I termini sovradiagnosi e overtreatment sono da molto tempo oggetto di discussione tra gli esperti, tuttavia non cosi tanta attenzione è dedicata a questi due termini nella stampa divulgativa. Messaggi energici e di impatto quali “meglio arrivare prima”, “prevenire è meglio di curare” e il convincimento che le malattie si possano evitare o rendere meno pericolose con “semplici” esami e visite, hanno influenzato fortemente in questi anni molto l’opinione dei cittadini. Una informazione non sempre corretta e una scarsa consapevolezza dei rischi e benefici dei diversi esami non hanno favorito un pubblico dibattito su questi termini. Ne consegue che la maggior parte degli attuali consumi medico sanitari è motivata dalla speranza di diminuire o annullare questi rischi potenziali percepiti dai cittadini e la logica irresistibile, soggiacente alla promozione di questi consumi, è che quanto prima si arriva a diagnosticare una malattia, tanto più efficace sarà la 24 possibilità di curarla e sicura sarà quindi la guarigione. Nell’opinione pubblica ricevere in anticipo una diagnosi è ormai diventato sinonimo di guarigione. Questo assioma, potrebbe spiegare il generale entusiasmo per qualsiasi genere di screening proposto dal mercato e dai servizi sanitari. In conclusione la decisione se sottoporsi o no ad uno screening non può esse- re che una scelta individuale da prendere dopo aver preso conoscenza dei benefici e dei rischi della procedura e soprattutto del rischio individuale di contrarre la malattia. La crisi sta imponendo al nostro welfare revisioni e ridimensionamenti che rischiano di minare la sopravvivenza dell’SSN pubblico, le regioni sono costrette ad Linea Editoriale Scientifica Dott. Lucio Di Mauro Coordinatore Linea editoriale scientifica Consigliere OMCeO Catania adottare misure di “razionamento”, attraverso il taglio di “pacchetti di prestazioni” e a innalzare i costi dei ticket, dovremmo allora interrogarci su quali risorse mettere in campo per concorrere a una sanità pubblica sostenibile ed equa, che tenga conto dei cambiamenti demografici, socioeconomici, epidemiologici e tecnologici in atto in Italia e in Europa. E ancora, in che direzione si debba orientare l’attività di ricerca perché contribuisca al fondamento scientifico di politiche orientate a principi di appropriatezza, costoefficacia, eco-compatibilità ambientale e giustizia. Per quanto sopra richiamato, necessariamente sinteticamente, ho ritenuto interessante dedicare il VII corso FAD e nella speranza che sia di vostro gradimento auguro a tutti buon lavoro. Obiettivo formativo Applicazione nella pratica quotidiana dei principi e delle procedure dell'evidence based practice Acquisizione competenze di processo Sviluppare corrette strategie in materia di screening Acquisizione competenze tecnico-professionali Apprendere i fondamenti epidemiologici delle principali procedure di prevenzione Acquisizione competenze di sistema Apprendere i principi teorici e le basi culturali delle procedure di screening evidence based Validità per specializzazione: • Medicina e chirurgia • Allergologia ed immunologia clinica, • Anatomia patologica, di accettazione e di urgenza, • Anestesia e rianimazione, • Medicina fisica e riabilitazione, • Angiologia, • Medicina generale (Medici di famiglia), • Audiologia e foniatria, • Medicina interna, • Biochimica clinica, • Medicina legale, • Cardiochirurgia, • Medicina nucleare, • Cardiologia, • Medicina termale, • Chirurgia generale, • Medicina trasfusionale, • Chirurgia maxillo-facciale, • Medicine alternative, • Chirurgia pediatrica, • Microbiologia e virologia, • Chirurgia plastica e ricostruttiva, • Nefrologia, • Chirurgia toracica, • Neonatologia, • Chirurgia vascolare, • Neurochirurgia, • Continuità assistenziale, • Neurofisiopatologia, • Dermatologia e venereologia, • Neurologia, • Direzione medica di presidio ospedaliero, • Neuropsichiatria infantile, • Ematologia, • Neuroradiologia, • Endocrinologia, • Oftalmologia, • Farmacologia e tossicologia clinica, • Oncologia, • Gastroenterologia, • Ortopedia e traumatologia, • Genetica medica, • Organizzazione dei servizi sanitari di base, • Geriatria, • Otorinolaringoiatria, • Ginecologia e ostetricia, • Patologia clinica (laboratorio di analisi • Igiene degli alimenti e della nutrizione, chimico-cliniche e microbiologia), • Igiene, epidemiologia e sanità pubblica, • Pediatria, • Laboratorio di genetica medica, • Pediatria (Pediatri di libera scelta), • Malattie dell’apparato respiratorio, • Psichiatria, • Malattie infettive, • Radiodiagnostica, • Malattie metaboliche e diabetologia, • Radioterapia, • Medicina aeronautica e spaziale, • Reumatologia, • Medicina del lavoro • Scienza dell’alimentazione e dietetica, e sicurezza degli alimenti, • Medicina dello sport, • Urologia. 25 ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 FormaMedica presenta il VII Corso FAD 10 Crediti ECM Il quadro di riferimento Un tempo le persone chiedevano di essere curate perché si sentivano ammalate, oggigiorno si incoraggiano le persone soggettivamente sane a sottoporsi a tutta una serie di esami diagnostici preventivi per rassicurarle di non essere “ammalate”. Il complesso medico-industriale ha sviluppato tecnologie in grado di identificare le più piccole anomalie, ha modificato le soglie che definiscono la “normalità” e “creato” nuove malattie. La grande maggioranza di queste anomalie o pseudo-malattie scoperte in persone soggettivamente sane sono inconsistenti, cioè non daranno sintomi o problemi nel corso della vita. 1 Il taglio allarmista dell’informazione diffusa dai media, dai supporti informativi prodotti dai servizi sanitari e dai bollettini delle associazioni e società scientifiche ha probabilmente accresciuto significativamente l’ansia e l’angoscia sociale, illustrando una miriade di rischi sanitari in costante agguato. La maggior parte degli attuali consumi medico-sanitari è motivata dalla speranza di diminuire o annullare questi rischi potenziali percepiti dai cittadini e la logica irresistibile soggiacente alla promozione delle pratiche di diagnosi precoce è quella che vuole che “quanto prima si arriva a diagnosticare una 26 malattia, tanto più efficace sarà la possibilità di curarla e sicura sarà quindi la guarigione”. Probabilmente per l’opinione pubblica ricevere una diagnosi, specie se in anticipo, è ormai diventato sinonimo di guarigione. Questo assioma potrebbe spiegare il generale entusiasmo per qualsiasi genere di screening proposto dal mercato, anche al di là delle sue prove di efficacia. Diverse analisi dimostrano l’entusiasmo popolare verso la diagnosi precoce; una ha mostrato che il 73% degli americani preferisce sottoporsi a un “total body scanner” anziché ricevere un regalo di 1000 dollari, mentre il 66% è disposto a sottoporsi a un test di diagnosi precoce anche per un tumore per il quale non esiste nessuna cura. 2 Il 50% delle donne americane che non hanno più il collo dell’utero a seguito di isterectomia totale continua comunque a sottoporsi al test per la diagnosi precoce del cancro al collo dell’utero (Pap test). 3 Perfino una significativa proporzione (dal 6 al 27%) di pazienti affetti da tumori incurabili in stadio avanzato continua a sottoporsi a screening di diagnosi precoce per altri tumori. 4 Le proposte di indagini precoci non conoscono sosta e non riguardano solo la diagnosi precoce dei tumori ma anche morbilità per Linea Editoriale Scientifica le quali non si è ancora in grado di proporre nessun trattamento efficace. Un esempio per tutti: oggigiorno sembra possibile con sofisticate analisi diagnosticare lo sviluppo della malattia di Alzheimer con un anticipo di oltre 15 anni e, con due semplici test, con un anticipo di 5 anni. 5 Benché non sia disponibile nessuna cura, in Francia la HAS (Haute Autorité de Santé) ha raccomandato ai medici di medicina generale di sottoporre a test di diagnosi precoce tutti i cosiddetti “soggetti a rischio”, inclusi i pazienti con 75 anni e più. Una proposta analoga è stata suggerita anche in Gran Bretagna, suscitando una larga opposizione sul British Medical Journal. 6 7 A nessuno, infatti, sfuggiranno l’ansia, l’angoscia e la pessima qualità futura di vita delle persone, come pure dei loro familiari, che sottoponendosi al test ne risulteranno poi positive. Come ci si poteva attendere, non si è tardato a trasformare questa funesta eventualità per una parte vieppiù significativa dell’umanità in un lucroso affare commerciale. In particolare l’industria farmaceutica, allo scopo di aumentare la prevalenza delle diagnosi, ha sponsorizzato la distribuzione ai medici di test per diagnosticare i soggetti a rischio di demenza quali il “Seven e da assumere. Infatti, tra il pubblico, la disinformazione è totale per quanto riguarda le possibili conseguenze indesiderate della diagnosi precoce e tra queste, in particolare, la sovradiagnosi, che consiste essenzialmente nel mettere in evidenza delle lesioni o dei tumori “in situ” che non evolveranno mai nel corso della vita ma sui quali, una volta individuati, ci si sentirà “obbligati” ad intervenire chirurgicamente e/o con terapie radianti o chemioterapiche (si veda più avanti il rappresentativo caso del tumore della prostata). Una recente analisi dei risultati di 57 studi sull’efficacia degli screening tumorali ha evidenziato che solo in 4 di essi è stata valutata la prevalenza della sovradiagnosi. 11 Da qui l’incertezza e il dubbio, almeno dal punto delle prove di efficacia, circa l’opportunità di sottoporsi oppure no ad una diagnosi precoce e per quali tipologie di morbilità questo debba assolutamente essere fatto. Troppo spesso vengono considerati utili degli interventi solo perché sono molto utilizzati o perché corrispondono alle aspettative, reali o indotte, più popolari in quel determinato periodo e contesto. Un rigoroso esame delle prove disponibili relative agli interventi sanitari, siano essi farmacologici, chirurgici, psicologici o diagnostici, e del rapporto rischi/benefici, sarebbe auspicabile sia sotto il profilo etico che economico. Anche nell’ambito della medicina generale, i check- up, gli screening e i test diagnostici hanno molto spesso la capacità di sovrastimare l’incidenza di malattie che non avrebbero mai dato sintomi, né messo a rischio la vita di un individuo (e qui veniamo al cuore della definizione del problema della sovradiagnosi), oppure di anticipare una diagnosi che crea magari per anni ansia e angoscia supplementari senza che poi vi sia un beneficio in termini di sopravvivenza. Quello che ci fa ammalare, scriveva Gilbert Welch sul New York Times del 2 gennaio 2007, è soprattutto un’epidemia di diagnosi. 12 In un futuro prossimo la generalizzazione della diagnosi precoce che sarà resa possibile grazie all’ingegneria genetica darà ad ognuno la possibilità di essere trasformato in “ammalato” subito dopo la nascita: avere un’anomalia genetica, infatti, non equivale ad avere una malattia, né la predisposizione genetica equivale ad un destino certo, eppure l’informazione che risulta dai test genetici condiziona in modo importante le scelte di un individuo riguardo alla salute e la percezione stessa del proprio stato di salute. Basti pensare, per fare un esempio di stretta attualità, alla scelta di una nota attrice statunitense di sottoporsi a mastectomia radicale dopo essersi sottoposta a test genetici, scelta che ha scatenato un ampio dibattito nel mondo medico e sui media. In definitiva, informare una persona sulla sua probabilità di sviluppa27 ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 Sovradiagnosi: una problematica da non trascurare Minute Screen for Dementia” o di tablet con già inclusa una mini-versione di un test neuropsicologico di diagnosi precoce della demenza. 7 Più pragmaticamente, una multinazionale affermata nel campo alimentare ha colto al volo l’opportunità lanciando sul mercato un cocktail di omega-3 e vari micronutrienti e vitamine da bere giornalmente (con un costo mensile non indifferente), in grado, secondo l’ultimo di tre studi randomizzati sponsorizzati dalla multinazionale e della durata di 24 settimane, 8 di dare modesti miglioramenti della memoria in persone con lievi disturbi cognitivi. Per coloro che non intendono decurtare la pensione di vecchiaia in modo più o meno significativo c’è comunque un’alternativa più efficace, di minor costo e senza effetti collaterali per contrastare il declino cognitivo: la dieta mediterranea, di cui un enorme numero di studi ha confermato l’effetto protettivo nei confronti delle malattie cronico-degenerative, quelle neurologiche comprese. 9 10 Tornando agli screening più “popolari”, quelli cioè che dovrebbero ridurre la mortalità tumorale, e non, come erroneamente molti credono, prevenire il cancro, essi sono quasi sempre presentati all’opinione pubblica come scelte ovvie, quasi obbligate e non controverse, mentre in realtà essi rappresentano sovente una delle decisioni più complesse e difficili da prendere Le analisi cliniche di routine Diversi fattori hanno contribuito a far sì che le cure mediche diventassero un aspetto cruciale nelle nostre vite, anche quando siamo in buona salute. Il progresso scientifico porta cure migliori e più possibilità di cura, mentre la maggior ricchezza della società garantisce che le cure siano più facilmente accessibili. A fronte di questo, sottolinea ancora Welch: “Alcuni possono scegliere di salvaguardare la propria salute focalizzandosi sul proprio benessere fisico 28 e minimizzando il contatto con i medici finché sono in salute; costoro preferiscono riservare le cure mediche a problemi di ovvia entità. Altri possono voler cercare le malattie prima che si presentino facendo tutto il possibile per garantirsi una buona salute in futuro, riducendo il rischio di morte o disabilità pur sapendo che verranno più facilmente diagnosticati come malati, che entreranno più frequentemente in contatto con le cure mediche e che avranno maggiori probabilità di subire un danno; preferiscono impegnarsi per evitare il decesso e scelgono di consentire alle cure mediche di assumere un ruolo centrale nelle loro vite. Molti ri- e alle cure. La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che, nel caso delle più comuni analisi cliniche di screening (per esempio, per il diabete, le iperlipidemie, l’ipertensione, i valori soglia che definiscono il passaggio dalla normalità allo stato di pre-malattia ed alla malattia conclamata vengono spostate sempre di più verso il basso e le terapie vengono instaurate in fase sempre più precoce, con possibili effetti collaterali. Per avere un’idea dell’entità del problema si veda la tabella 1, che mostra come negli Stati Uniti, modificando i valori soglia di alcune comuni patologie, nell’arco degli ultimi anni sia aumentato enormemente il numero dei “malati”. Tabella 1 – Effetto dell’abbassamento della soglia diagnostica sul numero di americani “ammalati” tengono che quest’ultima sia la migliore strategia per rimanere in salute. Tuttavia è difficile promuovere il benessere quando si è costantemente alla ricerca di anomalie”. 14 Bisogna inoltre considerare che nelle diverse fasi della propria vita, passando dalla gioventù all’età avanzata, si possono avere opinioni differenti rispetto alla malattia Linea Editoriale Scientifica Come mostra la tabella, milioni di individui diverranno eleggibili per una presa in carico medicalizzata passando così da uno stato di persone “soggettivamente sane” a quello di individui “oggettivamente ammalati”. È importante sottolineare che la medicalizzazione di fattori di rischio (che non possono pertanto essere considerati delle malattie) in prevenzione primaria sta significativamente modificando l’approccio terapeutico del medico, che si sta vieppiù orientando dalla cura di individui con reali morbilità verso il trattamento di persone in buona salute con qualche “fattore di rischio”. Mentre nel primo caso l’intervento del medico sarà misurabile (“Ho prescritto l’antibiotico e l’infezione è sparita”) nel secondo caso il risultato dell’intervento non sarà misurabile a livello individuale se non sulla base di “endpoint” surrogati (ad esempio: “Ho prescritto la statina e il tasso di colesterolo si è abbassato”) che sono il più delle volte fallaci poiché non permetteranno mai di identificare coloro (pochi) che ne potranno trarre realmente un beneficio in termini di eventi acuti e/o di mortalità evitati. Quindi il “nuovo” paradigma della medicina generale sarà quello di trattare non più singoli individui bensì delle “probabilità anonime”. Tuttavia, riducendo i rischi potenziali dei sani si distoglieranno, in un futuro prossimo, mezzi e risorse per la cura di coloro che sono effettivamente ammalati. Ma vediamo più in dettaglio due casi emblematici del problema, su cui ferve il dibattito scientifico. Diagnosi precoce del tumore della prostata Quali sono gli screening di popolazione più efficaci in campo oncologico? Oltre alla diagnosi precoce del tumore del collo dell’utero tramite il Pap test, al recente Convegno Europeo sui Tumori 2013 è stato sottolineato come i finanziamenti pubblici per programmi di screening dovrebbero concentrarsi sulla diagnosi precoce dei tumori del colon retto, anche distogliendo risorse ora destinate agli screening per il tumore della mammella e della prostata. 15 L’evidenza che la diagnosi precoce con il test del PSA del tumore della prostata nella popolazione asintomatica senza antecedenti familiari ha un rapporto benefici-rischi significativamente negativo sta, anche se lentamente, guadagnando un sempre più ampio consenso, salvo presso gli urologi. Richard Ablin, che nel 1970 ha scoperto l’antigene prostatico specifico (PSA), in un editoriale sul New York Times dal titolo “The great prostate mistake” scriveva, nel marzo del 2010: “Non ho mai desiderato che la mia scoperta portasse ad un tale disastro di salute pubblica motivato dal profitto. La comunità medica deve rinunciare all’uso inappropriato del PSA nello screening. Così facendo si risparmierebbero miliardi di dollari e si eviterebbero a milioni di uomini trattamenti debilitanti e non necessari”. Aggiungeva anche: “Il test non è più affidabile del lancio di una moneta… e non è in grado di identificare il cancro alla prostata e, ancor più importante, non è in grado di distinguere tra due tipi di cancro prostatico: quello che vi ucciderà e quello che non lo farà… Uomini con un basso valore del test possono essere colpiti da un tumore pericoloso, mentre quelli con alti valori del test possono essere completamente sani”. 16 Dal canto suo Otis Brawley, responsabile medico dell’American Cancer Society, affermava, sempre sul New York Times: “Con il test del PSA avete 50 volte più probabilità di rovinarvi la vita che di salvarla”. 17 Ciononostante tra il 50 e il 70% degli uomini di oltre 50 anni di età, senza rischi di familiarità, si sottopongono, o sono stati sottoposti, a questo test di diagnosi precoce. Ed il rischio di sovradiagnosi nello studio europeo che ha valutato l’efficacia del test del PSA nella riduzione della mortalità per cancro della prostata è stato stimato pari al 50% dei tumori identificati dallo screening. 18 Diagnosi precoce del tumore della mammella Più emotiva e con rilevanti implicazioni soprattutto sociali e politiche è la tematica relativa allo screening mammografico proposto a tutte le donne asintomatiche dai 50 anni in su. In molte autorevoli riviste mediche internazionali sono comparsi, a partire dagli anni 2000, studi, articoli ed editoriali che si interrogano sull’efficacia, i rischi e l’efficienza di questo screening di massa attribuendo la diminuzione della mortalità per questo 29 ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 re una malattia rappresenta veramente un passo verso una società sana? È salutare per un giovane pensare alle possibili cause di morte anni e anni prima, senza avere la certezza che la malattia temuta si manifesti effettivamente? Una notazione a margine, tornando al tema generale degli screening: uno studio recente 13 ha mostrato che spesso anche i medici non discriminano gli screening di importanza irrilevante (consigliati dal 69% dei medici di medicina generale) da quelli che al contrario riducono in modo significativo la mortalità concomitante (consigliati dal 23%). Questa evidenza, unitamente alla pratica della medicina difensiva (diagnosticare in anticipo una malattia mette se non altro al riparo dall’accusa di “malpractice”), spiega probabilmente la generalizzata adesione ad ogni forma di diagnosi precoce. 30 regolarmente allo screening mammografico riduca o annulli il rischio di ammalarsi in futuro di tumore al seno. 20 Non sorprende quindi la notizia, apparsa il 27 giugno del 2002 sul quotidiano di Lisbona Diario de Noticias, secondo cui quattro donne portoghesi si sono fatte facilmente convincere da un paramedico a uscire la sera a seno scoperto su un balcone al fine di beneficiare di una mammografia “satellitare”. Le stime del rapporto tra i benefici dello screening in termini di numero di decessi per tumore mammario evitati e i “malefici” della diagnosi precoce, cioè il numero di donne oggetto di sovradiagnosi che saranno poi trattate inutilmente per lesioni o “tumori in situ”, che non sarebbero mai evoluti nel corso della loro vita, è di circa 1 a 10 secondo una revisione Cochrane del 2013. 21 Questo significa che per una donna a cui è stato evitato il decesso altre 10 sono invece state trattate inutilmente con interventi chirurgici, radioterapia e chemioterapia. Il rapporto è di 1 a 5-15 secondo lo studio di Kalager, 22 di 1 a 3 nella revisione di Marmot 23 e sorprendentemente si capovolge invece nello studio Paci-Euroscreen, 24 dove il rapporto è di circa 1 a 0,5, il che significa che per due donne a cui è stato evitato il decesso solo una sarà stata oggetto di sovradiagnosi. Questo sorprendente risultato, che non trova precedenti negli studi più recenti, è stato conte- Linea Editoriale Scientifica stato da Peter Gøtzsche, direttore del Nordic Cochrane Center. 25 Purtroppo non è oggi possibile distinguere le lesioni e i tumori “in situ” che rimarranno silenti nel corso della vita da quelli che evolveranno. È tuttavia importante riconoscere che lo screening non ha solo effetti positivi ma può anche avere effetti negativi significativi e che essi dovrebbero essere menzionati e quantificati in modo comprensibile nei rapporti informativi al fine di permettere una presa di decisione informata che rispetti la libertà di scelta individuale. Conclusioni Come sottolinea efficacemente Gilbert Welch in una sua recente pubblicazione, riassumendo i termini della questione della sovradiagnosi: “Tutti noi dobbiamo avere un approccio più critico verso la diagnosi precoce e riconoscere che può essere un’arma a doppio taglio... I miei colleghi e io lo chiamiamo «sano scetticismo»… Secondo il paradigma della diagnosi precoce, prima vengono identificate le anomalie meglio è. Per questo le persone sono dell’idea che tanto prima vengono identificate le anomalie, tanto maggiori saranno i benefici. Ma questo ci riporta all’eccesso di diagnosi. Il problema, in questo caso, è che non si riesce a distinguere tra le diverse fasi di precocità della diagnosi. Una visione meno categorica sarebbe migliore: la diagnosi precoce può andar bene in alcuni casi, ma non è necessariamente la cosa migliore. C’è un limite oltre il quale la diagnosi precoce diventa negativa, perché è troppo precoce e classifica troppe persone come malate, esponendo troppe persone a basso rischio ai danni legati al trattamento. Anomalie o malattie diagnosticate in una fase così precoce, cioè in assenza di sintomi, non necessariamente saranno destinate a causare sintomi. Come regola generale, è bene trattare malattie sintomatiche il prima possibile. I medici preferiscono curare subito una lacerazione profonda della pelle invece di aspettare che la ferita si infetti. Preferiscono visitare un paziente affetto da polmonite allo stadio iniziale e non quando manifesta pressione bassa e difficoltà respiratorie. Analogamente, vorrebbero poter trattare un paziente con infarto subito e non quando sono presenti anche aritmia e ipotensione. Tutti, poi, preferirebbero che una donna con un nodulo al seno si facesse visitare appena si accorge di avere una piccola massa e non quando la massa si è già estesa e ha raggiunto grandi dimensioni. Pertanto, quando mi riferisco ad un sano scetticismo relativo alla diagnosi precoce, mi riferisco in particolar modo alle diagnosi in assenza di sintomi, perché è in questi casi che si verifica la sovradiagnosi. Con questo non voglio suggerire che tutte le malattie siano curabili una volta che si manifestano i sintomi (basta pensare che la maggior parte dei tumori al pancreas e al polmone non lo sono), né che non andrebbero fatte diagnosi in assenza di sintomi (la pressione alta andrebbe diagnosticata). Quello che mi preme sottolineare è che dovremmo essere più cauti nel formulare diagnosi precoci quando i soggetti si presentano senza sintomi e in buona salute”. 26 Due riflessioni conclusive. La prima nasce dalla rilettura sul New England Journal of Medicine 27 dell’articolo che mostrava come, in soggetti deceduti per incidenti stradali o altri traumi, la prevalenza autoptica di alcuni tumori superi di gran lunga la prevalenza clinica: il tumore della mammella in donne da 40 a 50 anni raggiunge il 39%; quello della prostata in uomini dai 50 ai 70 anni il 46% (uno studio recente 28 stima la prevalenza al 60%); tutti avrebbero carcinomi “in situ” alla tiroide dopo i 60 anni. Siamo dunque una “riserva” di tumori che fortunatamente in larghissima misura rimane silente e non avrà quindi nessuna rilevanza clinica: non è difficile immaginare cosa comporterebbe, anche solo in termini di sovradiagnosi e di inutile ansia e angoscia, la disponibilità di tecnologie in grado di identificare ciascuna cellula cancerosa. Ad esempio una “epidemia” di tumori alla mammella potrebbe essere dietro l’angolo se sarà implementato e diffuso per lo screening mammografico il Breast-specific Gamma Imaging, in grado di identificare tumori al seno fino ad 1 millimetro di diametro 29 contro i 10-13 millimetri per un mammografo tradizionale. 30 E qui si inserisce la seconda riflessione. Tutti noi abbiamo avuto esperienza di parenti, amici, se non di noi stessi, sottoposti ad una serie di esami clinici e indagini diagnostiche dopo che, nel corso di un esame di screening, è stato riscontrato qualcosa di anomalo che poteva far sospettare la presenza di una patologia anche in assenza di sintomi. E molti noi hanno purtroppo avuto esperienza dei danni provocati da tutto quello che può succedere dopo: stress psicologico, tempo e danaro investiti e, soprattutto, a volte danni provocati da interventi che, plausibilmente, non hanno né migliorato né allungato la nostra vita. Non va poi dimenticato, in questo senso, il problema dei cosiddetti “falsi positivi”. Per fare un esempio pratico, chi ha mangiato un sanguinaccio nei tre giorni precedenti non dovrebbe mai sottoporsi allo screening per la ricerca del sangue occulto nelle feci: avrebbe quasi il 50% di probabilità di ottenere un risultato falso positivo. 31 Molta strada è stata fatta verso una più rigorosa valutazione di efficacia degli interventi terapeutici; si è certamente alzata l’asticella che segnava il livello minimo oltre il quale giudicare efficace un intervento terapeutico, ma non ci siamo forse accorti in tempo che 31 ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 tumore soprattutto ai progressi delle cure piuttosto che alla diagnosi precoce. Titoli quali “Non è sbagliato dire di no” (all’invito a fare la mammografia) sul British Medical Journal, “Ripensare lo screening mammografico” sul Journal of the American Medical Association, “È ora di rinunciare allo screening mammografico?” sul Canadian Medical Journal, “Più danni che benefici dallo screening mammografico” sul British Medical Journal, rendono palpabile che qualcosa sta cambiando ed il catalizzatore del cambiamento è la consapevolezza che lo screening ha pure dei rischi, in particolare la sovradiagnosi la cui importanza e prevalenza è stata per molti anni sottovalutata. Un recente studio sul New England Journal of Medicine 19 stima che il 31% dei tumori identificati dallo screening mammografico rappresenti delle sovradiagnosi. Negli ultimi anni si è anche sottolineata la scarsa qualità di gran parte dell’informazione diffusa dai servizi sanitari. I contenuti dei vari opuscoli o delle lettere di invito, assimilabili alla propaganda, non permettono alle donne eleggibili di esprimere delle preferenze scientificamente fondate e rispettose della libertà individuale nel decidere se sottoporsi oppure no all’esame mammografico. La disinformazione è tale che l’81% delle donne italiane (il 57% negli Stati Uniti e il 69% nel Regno Unito) ritiene, erroneamente, che il sottoporsi 32 alcun sintomo (e distogliendo risorse che potrebbero essere più efficientemente utilizzate in persone oggettivamente malate, per le quali queste tecniche diagnostiche sono di vitale importanza). Spesso non esiste una oggettiva verità su ciò che sia giusto o meno fare, se sia meglio o no sottoporsi ad un determinato esame diagnostico. Dipende da molti fattori e dalla visione individuale di ognuno di noi rispetto a scelte relative alla qualità della vita, alla sofferenza ed al fine vita. Ogni scelta può essere giustificata, l’importante è che sia consapevole e che le persone non deleghino le scelte relative alla propria salute fisica alle politiche sanitarie del Paese in cui vivono, ma piuttosto cerchino di essere protagoniste di queste scelte, valutando i pro ed i contro del sottoporsi a determinati test diagnostici. Referenze bibliografiche 1. Welch G. To overhaul the system, ‘health’ needs redefining. New York Times, 27 Luglio 2009. 2. Schwartz LM, Woloshin S, Fowler FJ Jr, Welch HG. Enthusiasm for cancer screening in the United States. JAMA 2004; 291:71-8. 3. Sirovich BE, Welch G. Cervical cancer screening among women without a cervix. JAMA 2004; 291:2990-3. 4. Sima CS, Panageas KS, Schrag D. Cancer screening among patients with advanced cancer. JAMA Linea Editoriale Scientifica 2010; 304(14):1584-91. 5. Bateman RJ, Xiong C, Benzinger TL et al. Clinical and biomarker changes in dominantly inherited Alzheimer’s disease. N Engl J Med 2012; 367(9):795-804. 6. 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Per anni sono stati, e sono tuttora condotti, studi che valutano la qualità di nuovi test diagnostici solo per la “capacità” di un test di fare diagnosi rispetto al test già disponibile. Ma, in termini di prognosi, qual è l’impatto del nuovo test? Si contano sulle dita di una mano gli studi che valutano quanto un nuovo test, oltre ad individuare più casi, innesta un meccanismo diagnostico terapeutico che faccia “più bene che male”, insomma che abbia un favorevole rapporto rischi/benefici. Resta ancora oggi valido ciò che affermava circa quarant’anni fa Archie Cochrane: “Le risorse economiche sono e saranno sempre finite e dovrebbero essere usate per offrire in maniera equa alla popolazione interventi sanitari la cui efficacia sia stata dimostrata all’interno di studi scientificamente validi”. 32 In conclusione, queste riflessioni non sono contro lo sviluppo e l’implementazione delle tecniche diagnostiche, ma rappresentano piuttosto un tentativo di inserire il seme del dubbio sull’uso che oggi viene fatto di queste tecniche, soprattutto in termini di quantità, anche in individui che non presentano 1. I l generale entusiasmo per gli screening è motivato: a. dai consigli del medico di fiducia b.dal fatto che per molti ricevere una diagnosi precoce è diventato sinonimo di guarigione c. dal tipo di informazione diffuso dai media d.tutte e tre le risposte precedenti 2. Il 73% degli americani preferirebbe sottoporsi ad un total body scanner: a. anziché andare a lavorare una settimana b.anziché ricevere in regalo 1000 dollari c. anziché ricevere in regalo 10.000 dollari d.anziché ricevere in regalo una crociera 3. Le proposte di indagini precoci: a. riguardano esclusivamente i tumori b.riguardano anche malattie per le quali non esiste ancora un trattamento efficace c. riguardano solo le malattie curabili d.riguardano solo le malattie genetiche 4. Gli screening hanno solo effetti positivi? a. no b.sì c. dipende dall’età del paziente d.dipende dallo stato di salute del paziente 5. La grande maggioranza delle anomalie scoperte in persone soggettivamente sane: a. è indice di malattia in atto b.è indice di sicura futura malattia c. non è mai predittiva di malattia d.spesso non è predittiva di malattia 6. Rispetto alle possibili conseguenze indesiderate della diagnosi precoce il pubblico: a. è molto informato b.è abbastanza informato c. è poco o per nulla informato d.è certo che non ce ne siano 7. La grande attenzione riservata dai media agli interventi di prevenzione genera nella popolazione: a. maggiore tranquillità rispetto al proprio stato di salute b.maggiore preoccupazione rispetto al proprio stato di salute c. disinteresse d.non cambia nulla 8. Il problema della sovradiagnosi: a. riguarda solo i cattivi medici b.è prettamente statunitense c. è strettamente legato a quello della diagnosi precoce in assenza di segni e sintomi d.è un fattore di confondimento 9. Secondo quanto ha scritto Gilbert Welch in un articolo sul New York Times (2 gennaio 20: Quello che ci fa ammalare è: a. la predisposizione genetica b.soprattutto un’epidemia di diagnosi c. il proliferare di cattivi stili di vita d.tutte e tre le risposte precedenti 34 Linea Editoriale Scientifica 10.L’affermazione che quanto prima si arriva a diagnosticare una malattia, tanto più efficace sarà la possibilità di curarla e la guarigione sarà sempre sicura è: a. assolutamente vera b.plausibilmente vera c. falsa d.plausibilmente falsa 11.Secondo uno studio pubblicato nel 2012 sugli Annals of Internal Medicine, quale percentuale di medici di medicina generale negli USA consiglia screening di importanza irrilevante? a. il 23% b.il 42% c. il 69% d.l’85% 12.Gli effetti “collaterali” della sovradiagnosi sono essenzialmente riconducibili: a. alle troppe radiazioni cui ci si espone negli screening b.alle eccessive spese mediche c. alla medicina difensiva d.alle terapie farmacologiche e/o chirurgiche che comporta 13.La posizione di un individuo nei confronti della malattia e delle cure: a. è costante nel tempo b.cambia nelle diverse fasi della vita c. non deve essere influenzata dai parenti d.è un elemento di intralcio 14.Per quanto riguarda alcune comuni analisi cliniche di screening, i valori soglia: a. cambiano ogni anno b.sono abbastanza stabili c. si spostano sempre più verso il basso d.subiscono degli innalzamenti immotivati 15.In America il cambiamento della soglia diagnostica dell’iperlipidemia ha comportato un aumento di nuovi casi di malattia del: a. 14% b.35% c. 85% d.86% 16.Nel Convegno Europeo sui Tumori del 2013 è stato sottolineato che i finanziamenti pubblici per programmi di screening, oltre che sul tumore del collo dell’utero dovrebbero concentrarsi su: a. la diagnosi precoce dei tumori del colon retto b.la diagnosi precoce del tumore della mammella c. la diagnosi precoce del tumore della prostata d.la diagnosi precoce del tumore del melanoma 17.La diagnosi precoce con il test del PSA: a. ha un rapporto costo/benefici positivo b.ha un rapporto costo/benefici negativo c. ha cambiato la storia della medicina d.è un’opzione risolutiva per tutti gli uomini 18.Lo screening per il tumore polmonare: a. assicura la guarigione grazie alla diagnosi precoce b.peggiora la prognosi c. non migliora né peggiora la prognosi d.migliora la prognosi, ma ha un costo troppo elevato 19.Il titolo “Non è sbagliato dire di no” sul British Medical Journal si riferisce: a. all’invito a fare un check up ogni anno b.all’invito a sottoporsi a screening per i tumori della pelle c. all’invito a sottoporsi a mammografia d.tutte e tre le precedenti 20.I contenuti degli opuscoli informativi sugli screening dei tumori distribuiti dai servizi sanitari: a. permettono ai pazienti di esprimere delle preferenze scientificamente fondate b.non permettono ai pazienti di esprimere delle preferenze scientificamente fondate c. sono troppo tecnici per essere interpretati da tutti d.sono di qualità elevatissima 35 ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 Questionario di valutazione 36 Linea Editoriale Scientifica 26.Qual è il principale obiettivo dei produttori di tecnologia sanitaria? a. l’espansione dei mercati e dei profitti b.migliorare significativamente l’outcome terapeutico e/o diagnostico del paziente c. migliorare l’efficienza economica e gestionale delle aziende sanitarie d.contribuire all’informazione “evidence-based” dei professionisti della sanità 27.Nei sistemi sanitari universali, quale tra i fattori sottoelencati è ritenuto il principale determinante della medicalizzazione della società? a. la diffusione incontrollata dell’innovazione tecnologica b.l’invecchiamento demografico c. la nuova transizione epidemiologica d.la qualità del management aziendale 28.La sovradiagnosi è: a. un risultato falso positivo (ad esempio di un test diagnostico) b.un incidentaloma c. la diagnosi di un’anomalia che probabilmente non avrebbe mai dato sintomi e non avrebbe messo a rischio la vita della persona d.un errore nell’interpretazione delle analisi cliniche 29.Quale tra queste quattro pratiche di diagnosi precoce (screening) ha il miglior rapporto costo-beneficio? a. colonscopia b.TAC spirale c. mammografia d.PSA prostata 30.Quale tra questi fattori è quello che, sul mercato sanitario, permette maggiormente all’offerta di manipolare la domanda e promuovere la “creazione” di nuove malattie”? a. l’asimmetria dell’informazione tra medico e paziente b.l’incertezza c. la complessità d.l’impossibilità di misurare la qualità e l’adeguatezza delle prestazioni erogate 31.La medicina difensiva mira ad evitare al medico contenziosi legali. Quale tra i comportamenti sotto indicati la caratterizza? a. la prescrizione di un maggior numero di esami e procedure b.la prescrizione di un maggior numero di visite c. l’evitamento di pazienti o di procedure a rischio d.tutte le risposte precedenti 32.Il sovrautilizzo di test e trattamenti rappresenta: a. un errore clinico per i danni diretti che essi possono provocare b.un errore clinico per i danni indiretti che possono provocare (falsi positivi, sovradiagnosi, sovratrattamenti) c. uno spreco di risorse d.tutte le risposte precedenti 33.Il sovrautilizzo di test e trattamenti potrebbe essere ridotto grazie a: a. una corretta comunicazione pubblica istituzionale b.un’adeguata informazione e formazione dei professionisti c. il contrasto a corruzione e conflitti di interesse d.tutte le risposte precedenti 34.Una recente analisi dei risultati di 57 studi sull’efficacia degli screening tumorali ha evidenziato che: a. in nessuno di essi è stata valutata la prevalenza della sovradiagnosi b.solo in 4 di essi è stata valutata la prevalenza della sovradiagnosi c. solo in 10 di essi è stata valutata la prevalenza della sovradiagnosi d.solo in 14 di essi è stata valutata la prevalenza della sovradiagnosi 35.Un recente studio sul New England Journal of Medicine stima che: a. il 5% dei tumori identificati dallo screening mammografico rappresenti delle sovradiagnosi b.il 10% dei tumori identificati dallo screening mammografico rappresenti delle sovradiagnosi c. il 21% dei tumori identificati dallo screening mammografico rappresenti delle sovradiagnosi d.il 31% dei tumori identificati dallo screening mammografico rappresenti delle sovradiagnosi 36.In America il cambiamento della soglia diagnostica del diabete ha comportato un aumento dei nuovi casi di diabete pari al: a. 4% b.8% c. 14% d.non ha comportato alcuna differenza 37.Invece, sempre in America, il cambiamento della soglia diagnostica dell’ipertensione ha comportato un aumento dei nuovi casi di ipertensione pari al: a. 15% b.20% c. 30% d.35% 38.Continua a sottoporsi a screening per la diagnosi precoce del tumore una percentuale di pazienti affetti da tumori incurabili pari a: a. 1-6% b.4-12% c. 6-27% d.6-22% 39.Quante donne americane che hanno subito isterectomia totale continuano a sottoporsi al Pap test? a. il 10% b.il 15% c. il 30% d.il 50% 40.Quale test di diagnosi precoce viene raccomandato in Francia per i soggetti a rischio, benché non ci sia nessuna cura disponibile? a. quello per la malattia di Schindler b.quello per l’Alzheimer c. quello per la sclerosi laterale amiotrofica d.quello per la fibrosi polmonare idiopatica 37 ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 ANNO XLIII - N°7-8 - 2014 21.Secondo uno studio epidemiologico del 2003, quale percentuale di donne italiane ritiene che sottoporsi regolarmente allo screening mammografico riduca o annulli il rischio di ammalarsi di questo tumore? a. il 10% b.il 44% c. l’81% d.l’89% 22.Secondo una revisione Cochrane del 2013, la stima del rapporto tra i benefici dello screening in termini di decessi per tumori mammari evitati e il numero di donne che saranno trattate inutilmente è: a. 1 a 10 b.1 a 5 c. 1 a 3 d.1 a 0,5 23.I test diagnostici per lo screening dei tumori attualmente a disposizione: a. individuano solo i carcinomi maligni b.non permettono di distinguere i tumori che rimarranno silenti nel corso della vita da quelli che evolveranno c. sono sempre in grado di predire l’evoluzione del tumore d.devono essere ripetuti ogni anno per avere valore preventivo 24.Secondo un articolo pubblicato sul NEJM, in soggetti deceduti per incidenti stradali o altri traumi: a. la prevalenza autoptica è uguale a quella clinica b.la prevalenza clinica supera quella autoptica c. la prevalenza clinica è inferiore a quella autoptica d.la prevalenza clinica è di molto inferiore a quella autoptica 25.Gilbert Welch auspica che i medici abbiano nei confronti della diagnosi precoce: a. un’adesione incondizionata b.un atteggiamento fortemente scettico c. un atteggiamento di sano scetticismo d.un atteggiamento di rifiuto ENNA 7 - 8 NOVEMBRE ● ● ● ● ● ● ● ● Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Prov. di Enna Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Prov. di Caltanissetta Con la collaborazione di CAO e ANDI - Caltanissetta e Enna EVENTO ACCREDITATO ECM PER ODONTOIATRI MEDICI CHIRURGHI E IGIENISTI DENTALI ID PROVIDER 1238 2014 LA PARTECIPAZIONE ALL’EVENTO È GRATUITA CONGRESSO REGIONALE Comitato Organizzativo: Comitato Scientifico Dott. Giuseppe Valenti Dott. Luigi Traversa Dott. Andrea Cannavò Dott.ssa Rita Cirasa Dott. Emanuele Cusimano Dott.ssa Cinzia Famulari Dott. Antonio Migliore Dott. Michele Trigona Dott. Giuseppe Cerami Odt. Rosario Chiavetta Dott. Claudio Belluso Dott. Luciano Susino Dott. Giovanni Cangemi Dott. Antonio Lipani Dott. Luigi Burruano Dott. Francesco Freni Terranova Dott. Dario Di Paola Dott. Carlo Paderni Dott. Michele Trigona Dott. Giorgio Terravecchia Dott.ssa Anna Peritore GESTIONE DELL’ECCELLENZA PROFESSIONALE NELLE DISCIPLINE ODONTOIATRICHE Tavola Rotonda su Integrazione dei servizi Odontoiatrici nell’assistenza al cittadino. con la partecipazione di Dott. Gianfranco Prada Presidente Nazionale ANDI Dott. Giuseppe Renzo Presidente Nazionale CAO ● ● ● ● ● ● ● FEDERICO II PALACE HOTEL Tel. 0935 20176 Strada Extraurbana Salerno - ENNA BASSA ore 9.00 - 13.00 Corso precongressuale sui sistemi CAD-CAM ● 9.00 - 13:00 14.45 - 19:40 ore 9.00 SECONDA GIORNATA DI LAVORI ore 9.00 ore 14.45 APERTURA DEI LAVORI DEL CONGRESSO - SALUTI I SESSIONE ore 15.20 LECTIO MAGISTRALIS a cura del Prof. Giuseppe Anastasi Moderatori: Prof. Francesco Burruano, Dott. Andrea Cannavò, Dott.ssa Rita Cirasa, Dott. Michele Trigona I muscoli masticatori nei cross-bite ore 9.30 I SESSIONE Moderatori: Prof. Placido Verzì, Dott. Luigi Burruano, Dott. Emanuele Cusimano ore 16.00 L’importanza del trigemino nel benessere dell’organismo: Il ruolo dell’Odontoiatra APERTURA DEI LAVORI SESSIONE PARALLELA ODONTOTECNICI Il raggiungimento estetico biologicamente guidato implanto protesico < 1a RELAZIONE CONGIUNTA A cura del Dott. Marco Antonelli e del Sig. Sergio Cimmino ore 10.10 Il carico immediato e le tecniche chirurgiche alternative alle procedure di ricostruzione ossea A cura del Dott. Maurizio De Stefano ore 16.40 L’ortodonzia invisibile: RELAZIONI ODONTOTECNICI Break - II SESSIONE applicazioni, limiti e vantaggi 2a RELAZIONE Moderatori: Prof. Roberto Briguglio, Prof. Sebastiano Ferlito, Dott. Dario Di Paola, Dott. Giampaolo Marcone A cura del Dott. Flavio Frisardi ● SABATO 8 NOVEMBRE 9.00 - 13:30 A cura del Dott. Antonio Ferrante ● SABATO 8 NOVEMBRE VENERDÌ 7 NOVEMBRE ore 10.10 COMUNICAZIONE, LA VIA UNICA Immagine Digitale e Crescita Professionale. ore 11.20 Deficit estetici del sorriso: Break - II SESSIONE Moderatori: Prof. Giovanni Matarese, Prof.ssa Silvia Tortorici, Dott. Giuseppe Cerami, Dott.ssa Cinzia Famulari ore 17.40 I traumi dentali: soluzioni diverse per casi diversi A cura del Sig. Luca Conoscenti A cura del Dott. Ugo Macca 3a RELAZIONE ore 12.00 Considerazioni diagnostiche e cliniche per raggiungere epidemiologia, diagnosi e terapia il successo nei casi endodontici complessi A cura della Prof.ssa Angela Militi A cura del Dott. Mario Palmeri ore 11.20 MALOCCLUSIONE DI II CLASSE: Dispositivi a confronto ore 12.40 Attuali orientamenti in terapia gnatologica ore 18.20 Odontoiatria preventiva integrata: realtà e prospettive A cura del Sig. Stefano Lumetta A cura del Prof. Carlo Di Paolo A cura del Prof. Bruno Rossetti ore 13.20 Compilazione questionari ore 19.00 TAVOLA ROTONDA CHIUSURA LAVORI DEL CONGRESSO INTEGRAZIONE SERVIZI, UNIVERSITÀ, TERRITORIO REGIONALE CONGRESSOCONGRESSO REGIONALE Relatori: Prof.ssa Giuseppina Campisi, Prof. Giuseppe Gallina, Prof.ssa Giovanna Giuliana, Prof. Pietro Messina GESTIONE DELL’ECCELLENZA PROFESSIONALE NELLE DISCIPLINE ODONTOIATRICHE Tavola Rotonda su Integrazione dei servizi Odontoiatrici nell’assistenza al cittadino. 2014 PRESIDENTI DEL CONGRESSO Dott. Salvatore Casà - Presidente ANDI Sicilia Dott. Antonino Albanese - Segretario Culturale ANDI Sicilia Dott. Antonino Carmelo Cassarà - Presidente CAO Enna Dott. Giuseppe Costa - Presidente CAO Caltanissetta 2014 PR Do Do Do Do Fondatadal dalDott. Dott. Barbagallo Barbagallo Giuseppe nelnel 1979 Fondata Giuseppe 1979 Direttore dei corsi Direttore dei corsi Dott. Francesco Sapienza Dott. Francesco Sapienza Sede legale: Via Grazia Deledda, 1 Catania –Tel. 348 6502328 - 095 445182 Sede legale: Via Grazia Deledda, 1 Catania –Tel. 348 6502328 - 095 445182 In Italia l’agopuntura è considerata Atto Medico. Può essere esercitata solo dai laureati in medicina e chirurgia e regolarmente iscritti all’Ordine dei Medici In Italia l’agopuntura è considerata Atto Medico. Può essere esercitata solo dai Chirurghi poiché essa richiede sempre un’anamnesi, un esame obiettivo e una laureati in clinica. medicina e chirurgia e regolarmente iscritti all’Ordine dei Medici diagnosi Chirurghi poiché essa richiede sempre èun’anamnesi, obiettivo e una La Scuola Mediterranea di Agopuntura in partnershipun peresame la collaborazione Didattico-Scientifica con l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” per diagnosi clinica. MasterMediterranea di II Livello di - Integrazione Occidentale e Medicina La ilScuola Agopuntura ètrainMedicina partnership per la collaborazione Tradizionale Cinese -.con l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” per Didattico-Scientifica il Master di II Livello - Integrazione tra Medicina Occidentale e Medicina • Corsi e Programma Didattico: Vengono trattati sia gli aspetti Tradizionale Cinese -. tradizionali che quelli scientifici dell’Agopuntura e delle Tecniche complementari. Il corso di studi prevede una durata di 3 anni, in conformità con i requisiti previsti per l’accreditamento regionale • Corsi e Programma Didattico: Vengono trattati sia glidall’ aspetti accordo Stato-Regione del 07-02-2013, con inizio del corso fine tradizionali che quelli scientifici dell’Agopuntura e delle aTecniche Ottobre e fine corso a Giugno dell'anno successivo. Le lezioni si complementari. Il corso di studi prevede una durata di 3 anni, in svolgeranno un sabato al mese e con numero di ore, di teoria e di pratica conformità con i requisiti previsti per l’accreditamento regionale definite dal vigente regolamento F.I.S.A. in quanto l' A.S.M.A. è Scuoladall’ accordo Stato-Regione del 07-02-2013, con inizio del corso a fine aderente. e Alla fine fine corso Giugno successivo. lezioni •Ottobre Attestati: del 3°a anno, dopo dell'anno il superamento dell’esameLe relativo e si la presentazione verràalrilasciato sia l’numero Attestato di Fine Studie di della svolgeranno un sabato mese e con di ore, di teoria pratica Scuoladal Mediterranea di Agopuntura, sia l’Attestato F.I.S.A. di definite vigente regolamento F.I.S.A. in quanto Italiano l' A.S.M.A. è Scuola Agopuntura, valevole per la iscrizione nel Registro dei Medici Agopuntori aderente. dell’Ordine dei Medici della Provincia di appartenenza e pubblicato nel sito • Attestati: Alla fine del 3° anno, dopo dell’attestato il superamento dell’esame relativo e web della F.I.S.A. Il Conseguimento è possibile dopo la la presentazione presentazione verrà rilasciato sia compilativo, l’ Attestato di oFine Studi della di una tesina a carattere clinico sperimentale, ed esame in presenza di di commissione F.I.S.A. Scuola Mediterranea Agopuntura, sia l’Attestato Italiano F.I.S.A. di •Agopuntura, Soggiorni Studio in per Cina: è possibile di soggiorno valevole la iscrizione nell’organizzazione Registro dei Medici Agopuntori studio presso ospedali cinesi. dell’Ordine dei Medici della Provincia di appartenenza e pubblicato nel sito • ECM: Il corso di agopuntura prevede l’assegnazione dei crediti ECM web della F.I.S.A. Il Conseguimento dell’attestato è possibile dopo la • Master Universitario: Durante la frequenza del 3° anno o alla fine del presentazione di unaaccedere tesina a carattere clinico sperimentale, corso è possibile al Mastercompilativo, Universitario di IIo Livello in edpartnership esame in presenza di commissione F.I.S.A. con l'Università La Sapienza di Roma (master che si tiene a Catania)Studio per il conseguimento relativo attestato. • Soggiorni in Cina: èdelpossibile l’organizzazione di soggiorno studio presso ospedali cinesi. IL PROGRAMMA SCARICARE LA SCHEDA •CONSULTARE ECM: Il corso di agopuntura E prevede l’assegnazione deiD’ISCRIZIONE crediti ECM DALLA PAGINA Del SITO www.scuolagopuntura.it • Master Universitario: Durante la frequenza del 3° anno o alla fine del corso è possibile accedere al Master Universitario di II Livello in partnership con l'Università La Sapienza di Roma (master che si tiene a Catania) per il conseguimento del relativo attestato. CONSULTARE IL PROGRAMMA E SCARICARE LA SCHEDA D’ISCRIZIONE DALLA PAGINA Del SITO www.scuolagopuntura.it La nostra Azienda è convenzionata dall’anno 2009 con l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Catania dopo avere ristrutturato gli appartamenti a tanti medici ci riteniamo ormai di fiducia per cui abbiamo voluto creare un’azienda edile per piccoli interventi nelle case dei Sigg. Medici. Nel nuovo panorama economico siciliano, per rimanere nel mercato, è essenziale essere competitivi, offrendo alla clientela un servizio edile a “basso costo” e allo stesso tempo altamente professionale. eseguiamo grandi, piccoli e …piccolissimi lavori “chiavi in mano” Il gruppo per i servizi di manutenzione e di pronto intervento casa e’ stato creato come supporto all’impresa principale Edilizia Meridionale Appalti per soddisfare le piccole esigenze dei Sigg. Medici: sono a tariffa oraria e a preventivo Nolo camion Iveco Daily con ribaltabile: fisso € 50,00 + € 4,00 a km solo trasporto. 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