Gazzettino 25-06-2011:Gazzettino-nuovo 1 23/06/11 19:10 Pagina 1 > S E T T I M A N A L E IDG di Giarre ANNO XXXI • N. 22 • GIARRE, SABATO 25 GIUGNO 2011 • € 1,00 • A DIFFUSIONE REGIONALE • SPED. IN A.P. ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 FIL. DI CATANIA • PUBBL. INF. 45% • www.gazzettinodigiarre.it > Una scelta che ha già diviso > Lettera aperta alle coscienze Belpasso: mentre in Consiglio Comunale si dibatte la questione autonomia di Piano Tavola i favorevoli vanno avanti > a pag. 5 Scatta l’allarme sul fronte del randagismo e dell’abbandono per la stagione estiva. L’Enpa richiama gli Enti pubblici > a pag. 6 Diario di un’automobilista arrabbiata... N ei giorni appena trascorsi ho realizzato quanto fossi immensamente più felice e spensierata quando, in tempi non molto lontani, me ne andavo in giro per il paesello, con aria un po’ svagata e sognante, con l’ausilio dell’unico mezzo che avevo a disposizione: i miei piedi. Camminare, signori miei, è un’attività che consiglio a tutti per il suo potere tonificante del corpo, distensivo del sistema nervoso, potenziante della mente e contemplativo dei sensi. Ben presto, però, mi trovai a dover fare i conti con il mondo degli adulti, scandito e dominato da ritmi elevati e indifferenza diffusa, per cui mi vidi costretta ad acquistare un’automobile. Pensavo che questo oggetto avrebbe cambiato la mia vita in meglio, che mi avrebbe reso più libera, indipendente, forte e, invece, con mio estremo rammarico e con una nota di sorpresa, mi resi subito conto che, ahimé, avrebbe complicato di molto la mia già travagliata esistenza. Purtroppo, la storia ci insegna che il progresso porta con sé inevitabili conseguenze e, dunque, se è pur vero che alcune cose costituiscono una preziosa conquista, c’è sempre un prezzo da pagare. Capii, infatti, che, ai miei occhi, le nostre amate città non sarebbero state più le stesse e quasi immediatamente mi apparverò tutte le “mostruosità” con cui ogni giorno siamo costretti a confrontarci (scontrarci): buche, segnaletiche inesistenti, scarsa informazione, nervosismi e presunzioni varie. Per intenderci, ho il piacere di raccontarvi qualcosa a dimostrazione di come il semplice acquisto di un’automobile mi abbia spinto a cambiare prospettiva ponendomi in maniera critica, forse troppo, al cospetto delle questioni cittadine. Sabato scorso ho deciso coscientemente di andare al mare per la prima volta quest’anno e, impugnata l’automobile, sono partita alla volta della tanto agognata spiaggia ma, con mio grande disappunto, ho percorso la lunghissima via del mare che, nel frattempo, era stata completamente ridipinta di blu. Ebbene, anche a Fondachello, dopo Giarre, sono comparse numerose strisce blu. Mi sono imposta di non credere al fatto che il ricavato fosse un barbaro espediente per rimpinguare le casse del Comune e ho cominciato a vagliare le possibili spiegazioni di quale potesse essere il reale motivo per tale oscenità arrivando ad ipotizzare che, in realtà, la cosa costituisse un disincentivo per tutte quelle famigliole che d’estate prendono letteralmente d’assalto il nostro litorale, soggiornandovi per settimane da una parte ,e dall’altra un modo per raccogliere fondi da destinare al miglioramento dei servizi delle nostre spiagge. Tuttavia, mi è bastato poco per realizzare che la gente poco rispettosa c’era ancora e di servizi neanche l’ombra. Tornata a casa, leggo su un noto Social Network che non ero stata l’unica ad indignarmi ma che altri come me avevano provato rabbia e che, addirit- tura, si erano mossi per sottoporre la questione direttamente al Sindaco e ai mezzi di comunicazione locali. Due giorni dopo, necessitando di usufruire delle Poste Italiane ripostesi, ho ancora una volta impugnato la mia preziosa automobile e, arrivata a destinazione, mi accorgo che la strada in cui solitamente parcheggiavo era insolitamente vuota e questo perché era stata chiusa con un’alquanto artistica ed evoluta struttura costituita da due paletti e una catena, abbastanza, comunque, per impedire la sosta e obbligare sostanzialmente al parcheggio a pagamento. Indignata doppiamente, in seguito, ho notato con sollievo che la catena non impediva più il parcheggio, convincendomi così che la chiusura in precedenza fosse stata disposta per una qualche ragione di cui probabilmente non avevo notizia. Il martedì successivo ho sperimentato quanto disagio possa arrecare la scarsa presenza di segnaletiche stradali, la discutibile capacità di gestire situazioni impreviste critiche e i nervosismi di cui parlavo prima. In ordine, rispettivamente, ho prima vagabondato per i paesi etnei nella speranza che un cartello potesse fornirmi indicazione chiara e puntuale della via da seguire per poi finire bloccata in autostrada per ben quattro ore in balia dell’isterismo collettivo, in parte giustificato dalla calura dei 40° all’ombra (inesistente, ovviamente in autostrada). Ultimo in ordine di tempo, il mio tentativo, del tutto vano, di mercoledì nel cercare di raggiungere Giardini Naxos. Questa volta ho sperimentato la mancanza d’informazione e di assistenza: non avevo idea, infatti, che si stesse svolgendo una corsa ciclistica, la quale avesse come percorso designato la Strada Statale 118, importantissima arteria di comunicazione della nostra area e tuttavia, facendo ammenda del fatto che non fossi completamente a conoscenza dell’avvenimento per mia disinformazione personale (ammesso che fosse stato pubblicizzato a sufficienza), sono rimasta in balia del flusso di traffico per ore perché nessun vigile, carabiniere o altra forza era in grado di segnalarmi una via alternativa. Giusto per dovere di cronaca, sono tornata nella mia modesta dimora senza mai aver raggiunto la meta stabilita. Dunque, signori miei, per ricapitolare, in questi ultimi giorni ho preso coscienza delle strisce blu, della scarsa segnalazione, dell’incompetenza nel gestire le situazioni impreviste, dell’incapacità di fornire informazioni utili al cittadino, della follia dei guidatori e delle immancabili buche a cui ormai sono quasi affezionata, tanto da giocare ad evitarle con soddisfazione. Potrei aggiungere altre questioni come il cantiere sul lungomare Edoardo Pantano che, a mio avviso, ci riserverà in futuro altro prezioso materiale ma per ora mi fermo qui, soddisfatta di aver condiviso con voi la mie vicissitudini da automobilista arrabbiata. Patrizia D’Agostino Riceviamo e pubblichiamo In riferimento alla lettera pubblicata sul Gazzettino, dopo l’aggressione subita dal Primo cittadino di Riposto, Carmelo Spitaleri, lo stesso Sindaco ha inviato un suo commento Sono lieto di leggere indignazione tra le parole di un cittadino disgustato di fronte alla pochezza e alla misera abitudine di fare promesse in campagna elettorale. Certo, nessuna promessa mancata e nessun atto, giustifica violenza ma comprendo e condivido la riflessione del lettore alla luce di un contesto difficile, soprattutto nel Meridione, sotto il profilo lavorativo. Un quadro che, spesso, diventa scenario di crisi, scandito da toni altissimi e condizioni di degrado alle quali, non di rado, le istituzioni, difficilmente, riescono a far fronte. Va, tuttavia, sottolineato come la posizione di un primo cittadino è estremamente delicata. Spesso, il ruolo di sindaco confonde giudizi nell’attribuire doveri a chi possiede le chiavi della città, chiavi che vengono consegnate dalla maggioranza dei cittadini, democraticamente. E questo vale la pena sottolinearlo. Perché un’elezione è sempre espressione di libertà e democrazia. Una democrazia che, a posteriori, non si estrinseca certo nel clientelismo, piuttosto, passa attraverso la ricerca di strumenti atti a sviluppare le condizioni socio economiche di un paese e non può essere il sindaco, da solo, ad affrontare il nodo lavoro. Essere sindaco vuol dire, spesso, trovarsi ad ascoltare la disperazione della gente, della sua gente. È difficile, come è difficile dover affrontare i paventati licenziamenti previsti per settembre al centro commerciale Conforama ma questi lavoratori non saranno soli. Difficile come ascoltare i tanti ragazzi che, malgrado una laurea, non trovano che solu- Carmelo Spidaleri Sindaco di Riposto >CONTINUA A PAG. 2 Gazzettino 25-06-2011:Gazzettino-nuovo 1 23/06/11 19:10 Pagina 2 2 > S E T T I M A N A L E IDG N. 2 2 • sa bato 2 5 giugno 2011 giarre e hinterland di Giarre Se questo è solo l’inizio… Il sorriso di una donna vera Pessima “prova costume” per l’intasamento dello svincolo autostradale di Giarre. Su quello di Mascali solo un assordante silenzio Passano i minuti, le ore, anche gli anni… ma il sorriso di una donna vera e delicata rimane sempre. Grazie alla forza che hai dentro, le stelle all’alba non vanno via, rimangono con te. La luce è più grande del buio della notte… e con la tua sincerità il mondo sembra più bello. A rriva ufficialmente l’estate, scatta il primo “esodo” verso le spiagge e, puntualmente, Giarre, Riposto, Mascali si ritrovano, per alcune interminabili ore, strette in una morsa di lamiera, inquinamento, nervosismo alle stelle e, allo stesso tempo, nella totale impossibilità di avere una normale, civile, viabilità. Ma è normale tutto ciò? «Normale non è – risponde il Consigliere provinciale Salvo Patané – ma, oramai, i cittadini di Giarre vivono l’arrivo dell’estate come una condanna biblica. A pesare è il collo di bottiglia del traffico a Trepunti, il successivo attraversamento per ben quattro chilometri del nucleo urbano giarrese fino a Santa Maria La Strada e l’inagibilità totale della dorsale cittadina che impedisce commercio, servizi e socialità: in una parola, un inferno. Tutto ciò avviene da almeno dieci anni nei mesi estivi da e per le spiagge di Mascali e Fiumefreddo». - Più volte è stata sentita la necessità di un ripensamento della grande viabilità su Giarre. Eppure siamo ancora fermi… «Allontanatasi per ragioni non solo di costi, la prospettiva di una variante alla SS 114, il Piano Territoriale Provinciale (che il Consiglio ha già cominciato a discutere) prevede un nuovo svincolo autostradale a Mascali. Il progetto infrastrutturale, che considero come quello più urgente dell’intera area ionica, è inserito nel Piano Triennale delle Opere pubbliche della Provincia e di quello del Consorzio per le autostrade siciliane, ma occorre - cosa indispensabile quella che comunemente chiamiamo “volontà politica”». - Quali segnali sono arrivati dagli Enti pubblici interessati al progetto? «Da anni sollecito la presa in carico della vicenda al Presidente Castiglione, al Consorzio e ai Comuni interessati Giarre, Mascali e Riposto. Solo qualche balbettio di timido as- senso, ma nessuno dei tre Sindaci ha ritenuto di farne un punto programmatico fondamentale, per il quale impegnare energie, risorse, conoscenze e sussidiarietà della buona politica. Il Comune di Mascali, anni addietro, ha ceduto alla Provincia il progetto preliminare e il sindaco Monforte si è sempre dichiarato sostenitore dell’iniziativa. Occorre però molto di più: inserire con priorità nell’agenda della programmazione provinciale la realizzazione, anche per stralci funzionali, del nuovo svincolo». - Anche altri progetti, senza una forte volontà, si sono arenati… «Se non si passa dalle buone enunciazioni ai programmi costruttivi sostenendo il progetto alla Regione e al Governo centrale, finirà esattamente come per l’Ospedale, la Serit, l’Agenzia delle entrate e il temuto depotenziamento del Tribunale. Un inarrestabile declino al quale nessuno ha saputo o voluto opporsi con vera determinazione. Siano i Sindaci gli artefici di un progetto di scala territoriale; chiedano, non contributi ma pretendano, dalle istituzioni sovraordinate, vere opere utili e di qualità, come un nuovo svincolo autostradale a Mascali. Può cominciare da qui la svolta che, da anni, le nostre Comunità attendono». Elisa Torrisi L’intervento Tagli al trasporto ferroviario e le disattenzioni della politica che penalizzano la Sicilia Il 12 giugno scorso è stato compiuto l’ennesimo atto di sciacallaggio nei confronti della Sicilia e dei Siciliani, da parte di Trenitalia, con l’ulteriore taglio di vetture ai treni della lunga percorrenza che vanno dalla Sicilia al centro-nord e del continuo ridimensionamento che prevede la chiusura di depositi, di officine e di uffici. La Lega, per bocca del ministro Maroni, chiede la TAV (trasporto alta velocità) a tutta forza per il centro-nord, mentre alla politica siciliana bastano i lanci di stampa dove si promettono investimenti per infrastrutture che resteranno una chimera o solo, come sempre, fiumi di parole e di inchiostro. In considerazione di queste ultime penalizzazioni, che Trenitalia ed il Governo hanno affibbiato alla Sicilia, debbo ancora una volta constatare che, anche in questo caso, la classe politica siciliana ha fatto finta di nulla, come se queste ulteriori penalizzazioni non comportino alcun danno, secondo me enorme, allo sviluppo economico, sociale e turistico della Sicilia. Volendo mettere da parte queste grandi cose: progettazioni, infrastrutture, finanziamenti; la politica che ci rappresenta non è stata in grado a tutt’oggi a far valere e rispettare i diritti dei siciliani, che proprio il D.L.vo 422/97 ci assegna in materia di trasporto pubblico. Da qualche anno, la Regione Siciliana, visto già l’avvenuto passaggio delle competenze tra Stato e Regione, aspetta che i ministri Tremonti e Matteoli appongano la firma sul documento di trasferimento delle risorse dovute, che ammontano a 111.535.920 milioni di euro, dei 120 milioni iniziali, e che sanciscono, in maniera definitiv,a l’accordo per il trasporto pubblico ferroviario tra Stato-Regione. Queste sono le somme che il governo ha destinato alla Sicilia per attuare e sottoscrivere il tanto famigerato Contratto di servizio, ancora ad oggi ad un nulla di fatto, mentre già nelle altre regioni è operativo da circa due anni. Alla luce di questi fatti, che denotano lo scarso peso politico o interesse di chi ci rappresenta nel governo nazionale, è lecito chiedersi cosa hanno fatto e cosa stanno facendo deputati e senatori siciliani in tutta questa penosa vicenda, che vede la Sicilia sem- pre più danneggiata in quello che dovrebbe essere il settore trainante, “trasporti e infrastrutture”, per migliorare lo sviluppo isolano in tutti i suoi settori e per cercare, almeno, di ridurre quell’enorme gap infrastrutturale che ci divide dal nord. Perché i nostri politici non attuano le strategie di “ricatto politico”, per ottenere ciò che ci spetta cosi come agisce la Lega? Sono convinto che una forte presa di coscienza e di posizione, da parte di tutti i politici siciliani a Roma, sia “condicio sine qua non” per far fare marcia indietro ad un governo nazionale che non tiene in debita considerazione i bisogni primari della nostra Regione al pari delle altre, tenuto conto che anche i siciliani partecipano al pagamento di tasse e tributi di un’Italia che va a più velocità e che non tiene conto dell’eguaglianza dei diritti di tutti i cittadini. S A putia di Don Angilu du 68 a Giarre cipanti, rimanevano franchi dal gioco in tre, perché quelli che giocavano erano sempre quattro. In questo ultimo caso vi era il Padrone, il Sotto e “u Secunnu megghiu”. Nel Padrone e Sotto vi erano delle precise regole da rispettare e chi sbagliava doveva di nuovo pagare la quantità di vino messo in gioco e si ricominciava daccapo. Il padrone aveva facoltà di bere anche tutto il vino, salvo l’obbligo di lasciare “a sustanza” per il Sotto che consisteva nel mettere in un bicchiere “vergine”, tan- Appuntamento Convegno del “Centro Ufologico Siciliano” Venerdì prossimo 1 luglio, con inizio alle ore 18.00, avrà luogo il consueto convegno annuale del “Centro Ufologico Siciliano”, diretto dal presidente Salvatore Giusa. I lavori si svolgeranno presso il rinomato ritrovo “L’Ostello” del lungomare di Riposto ed avranno per tema: “Ufo: cade il muro di segretezza”. Oltre all’organizzatore Salvatore Giusa interverranno il giornalista Roberto La Paglia ed i ricercatori di ufologia Oliviero Mannucci e Nuccio Lisi. Nel corso dell’incontro, che è ad ingresso libero, verranno proiettati i migliori filmati di avvistamenti ufo ripresi dallo spazio. Continua da pag. 1 zioni di ripiego e come tanti altri che non trovano neppure un ripiego temporaneo. Continuiamo ad attenzionare la situazione gestionale del nuovo bacino per sbloccarla; ottenere i fondi stanziati e andare avanti con l’opera di ripristino dei pontili danneggiati. Risollevare un’economia vuol dire anche puntare sul turismo e offrire un futuro ma, è difficile, perché la speranza e gli sforzi rimangono incastrati, non di rado, tra le maglie della politica o della burocrazia. Sono lieto – lo ribadisco – di leggere indignazione, perché sinonimo di dignità e libertà da parte di un cittadino che sottolinea il suo diritto al rispetto. Perché il rispetto dell’individuo, spesso, viene sporcato da compromessi biechi che trovano spiragli tra le pieghe della disperazione e tra gli sguardi arroganti di chi, assetato di potere, si serve della miseria come arma di rivincita sociale. L’aggressione che ho subito è un gesto vile come qualsiasi forma di violenza ma è ancor più vile chi fa, delle proprie ambizioni, – e sono d’accordo con il lettore e autore della lettera – un terreno di scambio che diventa un vicolo cieco dove si infrange qualsiasi desidero di dignità. E questo vale non solo in politica ma in qualsiasi tessuto sociale che rimanga impigliato tra le brame dell’ambizione. Carmelo Spitaleri Sindaco di Riposto > S E T T I M A N A L E IDG Giosuè Malaponti Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani Frammenti di memoria pesso di qualche persona si conosceva solo u nciuriu e non il cognome! I “nciuri” non erano infatti tutti benevoli o neutri: ve ne erano di maliziosi oppure di veramente offensivi, come abbiamo visto sopra citando “u porcu” e “u latru”, cui possiamo aggiungere “Affijnu u nzunzatu” ovvero “Alfio lo sporcaccione”. Vi erano tanti altri avventori che ricordo fisicamente ma dei quali non ricordo i nomi. Tra tutti questi, ne ricordo due che, in modi diversi, cercavano di barare al gioco, uno era il fratello di Isidoro Fresta che veniva di rado, ma le poche volte che arrivava lui la rissa era assicurata, e Vincenzo Coppola che quando perdeva, dichiarava dei punti in più, provocando infinite discussioni. Tanto che poi, ad un certo punto, la comitiva cercava di evitarlo. Le regole del “padrone e sotto” prevedevano che se i giocatori fossero stati quattro, Padrone e Sotto risultassero compagni nel gioco, a prescindere poi dal fatto che fossero amici anche nel bere. In presenza di cinque giocatori, il padrone era “franco”, cioè non giocava ma comandava il vino, i quattro giocatori, sempre a sorte, con la carte, stabilivano i compagni nel gioco. In caso di partite con sei giocatori, rimanevano “franchi” sia il Padrone che il Sotto; in presenza di sette parte- Vito Cutuli to di vino quanto bastava a coprire una moneta da un soldo. Oppure al Sotto si poteva offrire “a sustanza” nella fossetta che si forma sul dorso della mano, stendendola, tra il pollice e l’indice. Ciò accadeva quando il Padrone ed il Sotto non erano concordi e quindi il Padrone scherniva in tal modo il suo Sotto. In questo caso la sostanza veniva sdegnosamente rifiutata dal Sotto. Quando padrone e sotto erano d’accordo, tutto filava liscio, a volte, specie “a prima sete”, e quando il vino era mezzo litro, Padrone e Sotto si riempivano i bicchieri (che erano di un quarto di litro) e li tracannavano, lasciando a bocca asciutta tutto il resto della comitiva, che già cominciava a meditare alcoliche vendette, sperando che nella successiva partita il Padrone o il Sotto fossero loro o qualche amico. Speranze spesso vane perché, come suol dirsi dalle nostre parti, le carte sono “quaranta bestii ca caminunu a panza sutta” ovvero quaranta animali che strisciano senza guardare nessuno in faccia e senza regole statistiche. Ma specie quando si era in sette e il vino era un litro, si doveva scendere a compromessi con gli avversari Il padrone, come prima detto, poteva bere anche tutto il vino. Ma doveva avere il permesso del sotto per poterlo “uscire”, ovvero offrirlo a qualcuno della partita. In questo caso si rivolgeva al Sotto con la formula d’obbligo: “d’accordu sta vippita ppi Affiu Raitanu” ovvero “Sei d’accordo per offrire questa bevuta ad Alfio Reitano?” Se il padrone dimenticava di mettere la parola regolamentare “d’accordu”, la “bevuta”, diventava automaticamente di proprietà del Sotto, che la reclamava e poteva disporne a suo piacimento. Ma diciamo che la dimenticanza era un caso raro e che, alle varie richieste del padrone, corrispondeva la risposta del sotto che incalzava “d’accordu si mi ni duni nautru tanto a mia, libiru”, ovvero sono d’accordo se me ne dai altrettanto libero di berlo o di offrirlo. Accadeva talvolta che il Sotto, facesse il furbo e alla domanda del padrone che offriva la bibita ad uno della compagnia, rispondeva: “ppi mmia va beni”. Cosicchè a volte il padrone cadeva nel trabocchetto tesogli dal Sotto. Infatti, il “pi mia va bene” non significava non avere obiezioni, bensì “va bene per me” ovvero lo bevo io. A questo punto il padrone, caduto nella trappola del sotto, doveva cedere “la vippita” a questo che ne disponeva a suo piacimento. Il gioco, proprio per le sue formule basate sul divertente inganno da taverna e a causa degli effetti del vino, spesso trascendeva ed il primo effetto era quello della formazione di gruppi fortemente ostili tra di loro. Leonardo Di Bella (4 - continua) di Giarre Direttore responsabile: Salvatore Agati Condirettore: Corrado Petralia Già Direttore: Angelo Patanè Editore: Società Cooperativa di Lavori e Servizi Sant’Isidoro a r.l. 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Caduto Giolitti, vennero meno quei freni da lui posti alla repressione del movimento e, durante la crisi ministeriale che seguì le sue dimissioni, iniziarono a verificarsi gli eccidi delle masse popolari siciliane. La serie di massacri iniziò a Giardinello, il 10 dicembre, e continuò sotto il nuovo Governo dell’ex-siciliano Crispi fino alla proclamazione dello stato d’assedio, avvenuta il 4 gennaio 1894. «A Giardinello – riporta lo storico, Salvatore Francesco Romano –, il 10 dicembre una dimostrazione contro le tasse e contro la condotta del Sindaco si concluse con 11 morti e numerosi feriti. Il 17 a Monreale una dimostrazione contro i dazi fu repressa con le armi e si ebbero numerosi feriti; il 25 dicembre, a Lercara una dimostrazione contro le tasse fu repressa lasciando sul campo 11 morti e numerosi feriti. A Pietraperzia il 1° gennaio un’altra dimostrazione contro le tasse costò 8 morti e 15 feriti. Lo stesso giorno a Gibellina ci furono 20 morti e numerosi feriti. Il 2 gennaio a Belmonte Mezzagno, 2 morti ed il 3 a Marineo 18 morti e molti feriti. Due giorni dopo a Santa Caterina si ebbero 13 morti e numerosi feriti». Secondo il calcolo di Napoleone Colajanni, i dimostranti uccisi furono non meno di 92, mentre tra le truppe vi sarebbe stato un solo morto. Se una parte dei morti in quei disordini fu dovuta all’intervento delle truppe che usarono le armi a fuoco, un’altra parte fu dovuta ai gruppi di guardie al servizio dei capi mafiosi dei comuni. Ad essere condannati a lunghi anni di carcere o all’ergastolo per gli eccidi non furono però le guardie campestri, la cui colpevolezza era certa, bensì i contadini e le contadine. Il 3 gennaio 1894, quando ormai il movimento di protesta era stato sconfitto dallo Stato e dalla Mafia, venne convocato il Comitato Centrale per decidere il da farsi e per la prima volta venne rivendicata ufficialmente la liquidazione del latifondo. Fino ad allora il movimento dei Fasci si era battuto soprattutto per la modifica dei patti agrari e per gli aumenti salariali. L’appello si chiudeva con una esortazione ai lavoratori affinché continuassero ad organizzarsi, ma pacificamente, senza ricorrere ai tumulti poiché con essi non si “raggiungevano benefizi duraturi”. A sparare sulla folla non furono soltanto le truppe ma anche le guardie campestri al servizio dei proprietari terrieri e dei capi mafiosi… “Per meglio comprendere la cesura unitaria” Il 4 gennaio venne affisso in tutti i paesi della Sicilia un Decreto Reale che proclamava lo stato d’assedio nell’Isola. Aveva così inizio la seconda fase della repressione, quella in cui si procedette alla liquidazione definitiva del movimento dei Fasci siciliani. Arbitro assoluto della situazione era il generale Morra di Lavriano, nominato, dal ministro Francesco Crispi (nella foto), commissario straordinario con pieni poteri militari e civili. Il suo primo atto fu l’ordine di arrestare i membri del Comitato Centrale e i dirigenti più importanti dei Fasci dell’Isola. De Felice, Petrina, De Luca, Montalto, Ciralli e Maniscalco vennero fermati il 4 gennaio; Bosco, Barbato e Verro il 16 gennaio. Gli arresti colpirono anche i contadini e tutti coloro, professionisti e studenti, che avevano partecipato alle dimostrazioni o semplicemente di simpatizzare per il movimento. In 70 paesi furono attuati arresti in massa. Circa 1000 persone furono inviati al confino senza nessun processo. L’11 gennaio il generale Morra di Lavriano dispose con un editto l’arresto e l’invio a domicilio coatto “degli ammoniti e della gente malfamata”. Con questo ordine, il numero delle persone colpite dalla repressione governativa aumentava in maniera logaritmica. Le persone arrestate o inviate al domicilio coatto in virtù del decreto furono 1.962 e tra di esse 361 erano della provincia di Catania e 135 della provincia di Messina, vale a dire di due province dove non si erano registrati tumulti. Naturalmente fu applicata rigorosamente «la sospensione delle guarentigie individuali sancite dallo statuto del Regno, cioè la libertà individuale, l’inviolabilità del domicilio, la libertà della stampa, il diritto di riunione e di associazione». Ciò portò allo scioglimento di tutte le associazioni operaie (compresi i Fasci) e di tutte le cooperative, ma non disturbò il “circolo dei nobili” ed il “casino dei civili”. Si procedette anche ad una revisione delle liste elettorali in base ai desiderata delle amministrazioni comunali. L’8 gennaio furono istituiti tre tribunali militari (Palermo, Messina e Caltanissetta) dove si svolsero tutti i processi contro i presunti responsabili dei tumulti e delle stragi. Le accuse mosse agli imputati si basavano sulle dichiarazioni dei sindaci, delle guardie campestri, dei carabinieri. Per rendersi conto della loro attendibilità basta considerare che un sordomuto fu imputato per aver emesso “grida sediziose” durante i tumulti di Misilmeri. Col movimento dei Fasci i siciliani si erano battuti contro gli agrari latifondisti, contro la mafia, e contro lo Stato. Ma erano in troppi e tutti dalla stessa parte. Le dure sentenze del tribunale militare di Palermo, scatenarono le reazioni di molti. «Già la sera stessa del 30 maggio 1894 – riferisce il giornalista e storico, Dino Paternostro –, molti studenti si radunarono a Palermo davanti al teatro Bellini e diedero vita ad un corteo cantando l’inno dei lavoratori; il giorno dopo, all’università, votarono un durissimo ordine del giorno contro le condanne e decisero di non presentarsi alle elezioni per protesta (...) La mattina del 31 una grande folla si radunò davanti al carcere per solidarizzare con i capi contadini detenuti, mentre il 1° giugno numerose barchette circondarono al porto di Palermo la nave “India”, che stava trasportando verso un lontano penitenziario De Felice, Barbato, Verro, Montalto,Pico e Benzi». Il 14 marzo 1896 il nuovo governo Starabba Di Rudinì, concesse l’amnistia ai condannati dai tribunali di guer- ra per i fatti del ‘93-94. Fu mantenuto però il divieto di ricostituire i Fasci del lavoratori e qualunque organizzazione dello stesso tipo. Con un decreto del settembre 1896 fu sciolta anche la federazione “La terra” di Corleone, fondata da Bernardino Verro, che per sfuggire alla condanna si rifugiò in America, dove continuò a fare propaganda tra gli emigrati siciliani. Ben presto, però,sarebbe ritornato al paese natio per riprendere con passione la sua attività di organizzatore del movimento contadino e sarebbe morto.... ammazzato. I provvedimenti del Governo, tuttavia, non poterono cancellare l’esperienza dei Fasci dalle menti e dalle coscienze delle masse contadine siciliane. Infatti, le rivendicazioni economiche e sociali dei Fascianti sarebbero state riprese dai successivi movimenti di organizzazione della classe contadina che avrebbero interessato la società siciliana fino agli anni Cinquanta. Alla testa delle cooperative agricole, che nacquero nei primi anni del nuovo secolo, ritroveremo alcuni fra i capi più influenti dei Fasci siciliani (quali Bernardino Verro, Lorenzo Panepinto, Giacomo Montalto). Numerosi continuarono ad essere i capi e i militanti del movimento contadino siciliano che caddero vittime degli attentati mafiosi. A scatenare la sanguinosa reazione era la natura stessa delle lotte contadine organizzate, che ebbero inizio con il movimento dei Fasci. Esse furono il risultato della mobilitazione ed organizzazione di un rilevante numero di uomini e donne sulla base di un preciso programma economico-sociale. Tale programma tendeva a minare oggettivamente gli interessi economici della mafia, poichè prevedeva, tra l’altro, l’abolizione della figura del gabelloto agrario o, quantomeno, l’eliminazione dei soprusi da questo perpetrati contro i contadini. Inoltre, richiedendo l’espropriazione forzata dei latifondi, minacciava anche il potere economico dei proprietari terrieri, i quali si erano sempre avvalsi dell’aiuto della mafia per tutelare i propri interessi. I contadini non si battevano soltanto per raggiungere degli obiettivi di carattere materiale. Sebbene fossero le loro tristi condizioni economiche a spingerli ad agire, le loro lotte, anche se con contraddizioni, errori ed incertezze, miravano altresì ad affermare ideali di solidarietà, di uguaglianza, di giustizia e di libertà da ogni tipo di schiavitù. Di conseguenza, esse rappresentarono la prima concreta espressione di “antimafia”. (62. – “Sicilia postunitaria - Controlettura del Risorgimento” 2010/2011) Salvatore Musumeci N. 2 2 • sa bato 2 5 giugno 2011 3 L’intervento Del disagio psichico si parla poco, fatte salve le promesse elettorali! (Sia ben chiaro, non siamo per la politica, né per i politici, ma ci atteniamo ai fatti!) Il processo di superamento degli ex-ospedali psichiatrici normali o giudiziari, unito al problema dei malati mentali sul territorio per la carenza di pianificazione della salute mentale, sono “situazioni” ormai considerate da tutti i Governi e, per taluni, irreversibili sul piano formale e sostanziale, per altri molto gravi sul piano pratico per le conseguenze derivanti. Il diritto di assistenza sanitaria ai cittadini italiani sancito dalla Costituzione (art. 32) dimostra, ancora una volta, la mancata valutazione delle necessità del cittadino ed anche del disagio sociale costituito dalla patologia psichica. Ed anche di quelli “nella difesa effettiva dei diritti dei deboli”, come dice molto bene il Cardinale Dionigi Tettamanzi Arcivescovo di Milano, che come solito dice: “Non sono diritti deboli”. Accanto al suo Ministero pastorale, il cardinale Tettamanzi non ha mai dimenticato il popolo di Dio nell’aspetto sociale-morale-materiale, è stato, ed è, valido difensore non solo, della persona nella sua globalità e nel suo diritto (“ultimi fra gli ultimi” i disabili psico-fisici), ma nella difesa della dignità della persona. Ma anche a livello di comunicazione resta il retaggio negativo delle Istituzioni, di tutte, che dura da ben 33 anni, mentre, pare lampante, che la malattia mentale è divenuto il “killer invisibile in Europa”, come ebbe a dire il dr. Markos Kyprianou, Commissario Europeo responsabile della Sanità, nella Conferenza di Helsinki dell’OMS del 12/15 gennaio 2005. Se ci fosse la volontà politica di ritenere che è una malattia come le altre, allora si prenderebbe in considerazione il “pericolo” e, come disse il Prof. Umberto Veronesi, “dobbiamo cambiare radicalmente atteggiamento verso questa malattia perché si tratta di una patologia da curare” (da “Gente” n. 29 del 19 luglio 2006 pag. 23). Si continua a perseverare nel silenzio, mentre non si esclude un certo interesse verso gli animali domestici (si “parla” di intensificare cliniche per curare la depressione degli animali ed altre “cose”…!). con tutto il rispetto che nutriamo verso gli amici dell’uomo, ma non possiamo non rilevare, non ci stanchiamo di dire, che sono stati promossi nella serie A della considerazione e nella rivoluzione etica, in una nuova moralità, che supera a volte l’interesse verso l’uomo. Ma ci chiediamo e chiediamo quanto tempo devono aspettare questi “malati”, le loro famiglie e l’opinione pubblica, per ottenere quei provvedimenti legislativi necessari, soprattutto, come credere alle promesse che, alla vigilia delle elezioni, ci piombano da tutte le parti, che ci “bombardano” e che ci vorrebbero riempire il cuore di speranza? Fin’oggi l’opinione pubblica è costretta a constatare, Signori della Politica: il persistere di tanti piccoli manicomi, nelle comunità terapeutiche o cliniche private, negli O.P. Giudiziari, nelle carceri, nelle vecchie sedi dei “manicomi” che ancora “esistono” le cui precarietà non sono mistero per nessuno; lo scarso interesse delle forze politiche verso questa grave ed urgente patologia; il silenzio dopo tanto spreco di parole! Parafrasando il Sommo Vate Dante Alighieri, non vorremmo offendere la nostra cara Patria, ma spontaneo è il pensare: “Ahi! serva Italia di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello” (Dante, Purgatorio VI). Ancora una volta, non potendo dimostrare in altri modi le necessità della gente, ci appelliamo al buon senso delle Istituzioni, richiediamo misure legislative volte a rimediare ai gravi disagi che si ripercuotono nella società civile, in cui i protagonisti sono persone malate e nello specifico dichiaratamente psicolabili. E con le parole del Beato Giovanni Paolo II: “Andiamo avanti con speranza!”. «L’indifferenza, la codardia e l’opportunismo dei cittadini uccidono le democrazie ancor più dei tiranni e dei dittatori» (Luigi Tosti) Franco Previte Strategia di sviluppo reale A Linguaglossa si è tenuto un incontro informativo sulle misure del “Gal Terre dell’Etna e dell’Alcantara” I nnanzitutto, iniziamo col ricordare cos’è il “Gal Terre dell’Etna e dell’Alcantara”. È un’associazione senza scopo di lucro istituita con atto pubblico ed opera nell’ambito dell’iniziativa comunitaria in materia di sviluppo rurale ed è costituito da 37 partner di cui 20 privati e 17 pubblici. Venerdì 17 giugno scorso, nella Sala di rappresentanza del Comune di Linguaglossa c’è stato un incontro sulle misure del Gal con il sindaco Rosa Maria Vecchio, l’assessore Claudio Guzzetta, il presidente del Gal Gioacchino Pappalardo, Cettino Bellia, Gianni Polizzi e Veronica Tuccio. Ad aprire l’incontro è stato Claudio Guzzetta che ha dichiarato: «Quando abbiamo pensato allo sportello informativo, uno degli incontri più importanti che avevamo messo in cantiere era quello della presentazione del Gal-Terre dell’Etna e dell’Alcantara. Lo scopo dell’incontro di oggi è importante perché vogliamo farvi conoscere questa associazione, che rappresenta una grandissima opportunità per il nostro territorio». A seguire, il sindaco Rosa Maria Vecchio che ha detto: «Abbiamo avviato questo programma di confronto con gli operatori con lo scopo di metterci al servizio dei cittadini che vogliono scommettersi in attività imprenditoriali. Io credo la cosa più difficile è quello di creare un giusto equilibrio tra le proprie aspettative, anche economiche, e l’ambiente, il territorio in questione, perché non tutti i territori possono offrire le stesse possibilità e non tutti i territori possono allo stesso modo essere sfruttati e usati». Pappalardo, invece, ha spiegato le misure concrete del Gal: «I gruppi di azione locale Terre dell’Etna e dell’Alcantara, così come tutti gli altri Gal che operano nel territorio comunale, sono dei gruppi che, di fatto, inventano e poi attivano una strategia di sviluppo mirato a incrementare le risorse che ci sono al suo interno. Le Terre dell’Etna e dell’Alcantara è un insieme di 104 soggetti che sono rappresentativi degli interessi del nostro territorio. Sono 104 soggetti che hanno al loro interno 20 Comuni che vanno da Randazzo fino a scendere a Calatabiano, Giarre, Riposto comprendendo anche 4 Comuni della provincia di Messina, ossia Santa Domenica Vittoria, Moio, Roccella e Francavilla di Sicilia, più tre parchi regionali: Parco dell’Etna, Parco dei Nebrodi e Parco fluviale Alcantara». - Che cos’è questa strategia che il Gal vuole attuare attraverso il programma Leader? «Il Leader è una strategia basata su azioni di sistema collettive che riescono a sviluppare sul territorio le sue risorse. La strategia punta su alcuni aspetti dettati dalla Regione Siciliana che fondamentalmente sono quattro: Sostegno alla creazione ed allo sviluppo di micro-imprese; Sviluppo del turismo e valorizzazione delle risorse rurali; Servizi alle imprese e alla popolazione; Sviluppo e rinnovamento dei villaggi. Il raggiungimento di questi obiettivi avviene attraverso l’applicazione di al- cune misure del programma di sviluppo Psr». Durante il corso della serata sono intervenuti anche l’ingegnere Bellia, che ha approfondito il discorso del Presidente Gal, e Gianni Polizzi con Veronica Tuccio. Alla fine dell’incontro uno spazio è stato dedicato per chi voleva fare domande per avere un chiarimento. Sonia Santamaria Gazzettino 25-06-2011:Gazzettino-nuovo 1 23/06/11 19:10 Pagina 4 4 > S E T T I M A N A L E IDG acese N . 22 • sabato 25 giug no 2011 di Giarre Il bianco e il nero Assalto tra gusto e tipicità Acireale: l’I.P.A.B. “Collegio Santonoceto e Conservatori Riuniti” conclude le attività 2011 con la presentazione del lavoro dell’acese Grazia Cavallaro Clamoroso successo della 22° edizione della “Sagra del pesce spada di San Giovanni” che si è tenuta nel weekend scorso ad Acitrezza L’ I.P.A.B. “Collegio Santonoceto e Conservatori Riuniti” di Acireale, presieduto dal dott. Alfio Brischetto (primo da sinistra nella foto) ha appena portato a termine, per il 2011, il suo programma di letteratura, musica, arte e saggistica: «L’attività di questa serata conclusiva – ha sottolineato il presidente Brischetto – riguarda la presentazione del volume “Il bianco e il nero”, editrice A & B, favole dell’acese Grazia Cavallaro (terza da sinistra), docente di musica, a cura del prof. Alfonso Sciacca che ringrazio di cuore per la grande disponibilità offerta all’IPAB in queste attività”. E il prof. Sciacca (primo da destra) per fare gustare ai presenti il “messaggio” di queste favole, la loro poesia, la lirica e la saggezza in esse racchiuse, si è prima ampiamente speso sul concetto di favola, di metafora e metamorfosi, analizzando poi i contenuti e la varietà del testo. La favola è narrazione con protagonisti uomini, animali, piante o esseri inanimati con virtù e vizi umani, che racchiude, però, un pratico insegnamento o una verità morale. La metafora, invece, è quel processo linguistico espressivo che si basa su una similitudine sottintesa, per cui un vocabolo o una locuzione vengono utilizzati per esprimere un concetto diverso da quello che generalmente indicano. Mentre la metamorfosi è la trasformazione di un essere o oggetto in un altro di natura diversa, come elemento caratteristico o tipico di racconti mitologici o di fantasia. Il prof. Sciacca, quindi, premesso quanto sopra, ha proseguito affermando che “Il libro è dominato anche dai colori. Nella tavolozza della scrittrice infatti i colori prediletti sono tanti, e soprattutto il bianco e il nero, che danno il titolo”. Ma tanti altri il lettore ne trova ed a ciascuno la Cavallaro assegna il compito di rievocare un pensiero, di stabilire un nesso con il pensiero dei sensi. “Il dolore – ha proseguito il relatore – ha un colore che è il nero, l’ira e la passione sono espressi con il rosso, la speranza dal verde, e così via”. Ed i colori nella loro vivacità che è poi quella dell’arcobaleno, indicano soprattutto la metamorfosi delle cose, e il volume di Grazia Cavallaio è dominato da questa perenne “varietà del tutto” dato che nelle sue favole non c’è un attimo in cui il mondo delle immagini rappresentate sia colto nella sua fissa immobilità. Tutto cambia e si muove! “I colori – ha concluso Sciacca – si accompagnano alla metamorfosi del mondo e della vita umana, per cui il volume pur nella sua mole, ha una sua leggerezza. Una leggerezza per così dire calviniana come nel libro del 1946 di Italo Calvino, appunto, Il sentiero dei nidi di ragno. Il filo che accompagna il lettore per tutte le 450 pagine de Il bianco e il nero, è quello del cambiamento, e le favole in esso contenute esprimono bene questo cambiamento attraverso la forza dell’allegoria”. Concludiamo dicendo che all’incontro è stata presente l’assessore comunale alle Politiche culturali, prof.ssa Nives Leonardi (seconda da sinistra) e che la prof.ssa/attrice Lia Bella ha chiuso la serata leggendo spezzoni del volume della Cavallaro. Camillo De Martino Appuntamento Sabato 25 giugno, alle ore 18:30, nel salone conferenze di Palazzo Cantarella di Aci S. Antonio si terrà la presentazione del romanzo “Il merlo della Buganvillea” di Ignazio La Spina. L’autore, originario di Aci S. Antonio, ha studiato Medicina e Chirurgia nell’Ateneo catanese; dal 1962 ha esercitato la professione medica a Viagrande come medico di famiglia e specialista cardiologo. Ha già scritto diversi testi di saggistica e narrativa. “Il merlo della Buganvillea” è la sua ultima fatica. Il libro parla della sventurata storia d’amore di Laura e Alfredo, ispirata ad un fatto realmente accaduto in un piccolo paese etneo durante la Grande Guerra e narrata sullo sfondo dei primi del Novecento. A corredare il romanzo sono immagini dell’epoca, tra cui molte delle lettere autentiche della corrispon- denza epistolare che lo ha ispirato. Interverranno alla presentazione il sindaco, dott. Pippo Cutuli; il cultore di Storia medievale dell’Università di Catania, prof. Alfio Stefano Di Mauro; il poeta, dott. Angelo Scandurra. Ha fatto registrare un “clamoroso successo”, come hanno dichiarato gli stessi organizzatori, la 22ma “Sagra del pesce spada di San Giovanni”, l’evento che si è tenuto ad Acitrezza nel fine settimana scorso nell’ambito dei festeggiamenti in onore del Patrono San Giovanni Battista. Lo Scalo di alaggio, infatti, reso accogliente dal rinnovato Lungomare dei Ciclopi che è stato aperto per l’occasione, per tutti e tre giorni della manifestazione ha registrato il pienone, tant’è che gli organizzatori hanno dovuto effettuare gli straordinari per servire i numerosi visitatori provenienti da ogni parte della Sicilia e non solo. Dopo un vero e proprio “assalto” di visitatori e turistici, è toccato alle cifre delineare il bilancio finale che ha lasciato tutti davvero soddisfatti. Infatti, sono stati distribuiti circa 2.200 kg di pesce spada del Mediterraneo, diviso in 6.000 porzioni; 400 litri di vino e bevande; 5.000 panini; 200 kg di insalata fresca. Tutti accompagnati da quella infinita dose di allegria che, da sempre, caratterizza questa festa di inizio estate. Particolarmente apprezzato è stato lo “spado” catturato appositamente per la sagra dai fratelli trezzoti Nino e Pippo Valastro della ditta “Valpesce”, così come saporita è stata l’insalata fresca della “Icodor Bellafresca” di Aci Catena, e rinfrescanti sono state le bibite di “Sibat Tomarchio” di Acireale e della “Sibeg Coca cola” di Catania. Elogi anche per il “pane di casa” preparato dai forni “Stagnitta”, “San Giovanni Battista” e “Madonna della Buona Nuova”. Il tutto ovviamente servito con stoviglie monouso “Dacca” di Aci Catena, storico sponsor dell’evento culinario. Accanto all’appuntamento prettamente gastronomico, anche per questa 22ma edizione è stata accompagnata dalla mostra ed esposizione dei prodotti tipici e dell’artigianato locale, che hanno registrato un boom di visitatori, i quali hanno potuto apprezzare le meravigliose creazioni degli artigiani locali e degustare le specialità dolciarie siciliane. «La sagra di quest’anno ha avuto davvero un successo clamoroso sotto tutti i punti di vista. Siamo molto soddisfatti che i visitatori siano rimasti particolarmente colpiti dalla qualità del nostro pesce e del calore e dell’accoglienza che hanno ricevuto ad Acitrezza – hanno affermato gli organizzatori, stanchi ma soddisfatti, la termine della sagra –. Ringraziamo l’AAmministrazione comunale, con in testa il sindaco Filippo Drago ed il vicesindaco Sebastiano Romeo, che ci ha messo nelle migliori condizioni per realizzare un evento così importante, e gli sponsor che hanno contribuito, ancora una volta, a garantire un prodotto di assoluta qualità». Valeria Scalisi Gazzettino 25-06-2011:Gazzettino-nuovo 1 23/06/11 19:10 Pagina 5 > S E T T I M A N A L E IDG speciale di Giarre N . 22 • sabato 25 giugno 2011 Se gli sguardi sono limitati... Catania: tra disservizi e risorse fin troppo limitate prosegue l’odissea del reparto Oculistico del “Santa Marta” A Catania, all’Ospedale “Santa Marta” il reparto Oculistico chiude il sabato e la domenica. Ed i ricoverati? Bhe, per loro ci sono due soluzioni: chi è in grado di andare a casa, viene mandato via, per ritornare il lunedì mattina; chi ha bisogno di terapia e deve rimanere ricoverato, il sabato mattino viene “spedito” al Policlinico, per ritornare il lunedì mattina al “Santa Marta2. Il trasporto dei degenti a volte viene fatto con mezzi non idonei, (vedi Fiat Panda). Disposizioni cervellotiche dettate dai dirigenti dell’azienda ospedaliera, si dice per risparmiare. Ma dopo il trasporto, dove li mettiamo? Di già il trasporto sicuramente costa, ma al Policlinico i degenti devono essere seguiti e curati. Allora, dove sta il risparmio? La dignità umana degli ammalati dove la mettiamo? Trattati a mò di colli da spedire, o peggio trattati come lattine di bevande. Non bastano le sofferenze per i pazienti, che devono subire interventi per correggere i guai della vista, costretti a sopportare eventi traumatici per come vengono trattati, cose che possono provocare nella persona una perdita dell’autocontrollo e sconvolgere la quotidianità, con la continua paura di ripercussioni mentali. Il reparto Oculistico del Santa Marta, che si trova al terzo piano, fu ristrutturato qualche anno addietro, e questo avrà avuto un costo. Vi sono due sale operatorie per l’oculistica, una sala terapia del dolore chiusa, ed i pazienti, dopo gli interventi, vengono appoggiati al reparto oculistico. Reparto su cui pesa la spada di Damocle della chiusura totale. forse per favorire i presidi privati, amici dei manager delle aziende ospedaliere, il tutto pagato dalle tasche dei cittadini? Di già è stato chiuso il reparto di Odontoiatria speciale per disabili. L’assistenza sanitaria dell’Oculi- stico del Santa Marta, è eccellente, partendo dal primario prof. Teresio Avitabile, fino all’ultimo portantino, tutte persone che svolgono il loro compito con professionalità, ma anche con umanità. È tutta una equipe creata dal primario Avitabile, con tanti bravi giovani, medici, praticanti, specializzanti, che quasi tutti non ricevono nessun compenso, lavorano gratuitamente. Su quanto accade all’oculistico del Santa Marta abbiamo raccolto la dichiarazione del primario prof. Avitabile che dice: “L’amministrazione ospedaliera ha voluto adottare questa decisione in quanto le patologie, di solito, vengono tenute per una sola giornata, per cui ha ritenuto che tenere aperto un reparto per pochi casi, ha un costo mal sostenibile. Essendovi un reparto oculistica al Policlinico, ha deciso che il sabato e la domenica, essendo numericamente solo casi limitati, per i degenti che rimangono di fare un unico reparto al Policlinico, tenendo conto che è un disagio per i pazienti. Purtroppo, i costi sono quelli che sono. C’è la problematica delle assunzioni e non vengono rimpiazzate tante persone che vanno in pensione. Purtroppo, è un turnover che non è molto rispettato, soprattutto con i medici. Noi, abbiamo tanti medici volontari, su cui si poggia la struttura, ma sono tanti i pensionamenti che non sono stati rimpiazzati”. Avitabile ha fatto presente che l’amministrazione ospedaliera ha fornito garanzie, affermando che quanto prima espleterà i concorsi per coprire i posti vacanti. Sui disagi patiti dai degenti il prof. Avitabile dice: “Mi rendo conto dei disagi patiti, purtroppo di fronte alla razionalizzazioni dei costi, tenere un reparto aperto ed impiegare personale, che deve coprire le 24 ore, il sabato e la domenica, è una spesa che non può essere sostenuta. Essendovi pochi malati, è stata fatta questa scelta, non è una scelta mia. Io sono del parere di tenere il reparto aperto, se riusciamo a trovare il personale”. Fin qui la dichiarazione del primario Avitabile. Ma sulla chiusura dell’oculistico (Pronto soccorso compreso), c’è da evidenziare quanto accaduto nella serata di sabato 18 giugno. Un cittadino di Aidone, provincia di Enna, con una scheggia conficcata in un occhio ricorre al Pronto soccorso oculistico del “Santa Marte”. Essendo chiuso viene dirottato all’ospedale Vittorio Emanuele, da questo presidio viene mandato al reparto oculistico del Policlinico. Là giunto si è dovuto cercare un medico che visitasse e desse soccorso al ferito, trovato il medicoè che poteva anche essere un tirocinante, ci si è limitati a medicare l’occhio ma non eliminare quello che c’era conficcato. Michele Milazzo Ed è... “Clamoroso al Cibali” Presentato il volume di Riccardo Cucchi, radiocronista di “Tutto il calcio, minuto per minuto”, che racconta, assieme ai colleghi Tonino Raffa e Nicky Pandolfini, l’indimenticabile viaggio della storica trasmissione S i dice che gli amici si vedono nel momento del bisogno. Per ogni tifoso e appassionato di calcio, questo bisogno indispensabile è costituito dalla necessità di poter seguire le imprese della squadra del cuore e di tenersi aggiornato sui risultati degli altri campi. Sono milioni i tifosi che hanno cercato di “sistemarsi” pronunciando il fatidico sì alle seducenti Pay-Tv, ma capita spesso di essere impossibilitati di godersi le partite comodamente in poltrona. Può capitare, infatti, di ritrovarsi imbottigliati in un ingorgo autostradale, costretti ad uscire per l’anniversario con la propria moglie o fidanzata, in una cena con i parenti, nella comunione del nipote o, più semplicemente, obbligati a dover lavorare in un turno di domenica pomeriggio. In questi casi, sia i tifosi più esperti che quelli più giovani, sanno benissimo a chi chiedere aiuto. Sono gli amici di “Tutto il calcio minuto per minuto”, storica trasmissione di Radio 1 che dal 1960 offre la diretta radiofonica delle partite di Serie A. Non è per nulla clamoroso che la presentazione del libro che raccoglie i 50 anni di storia della trasmissione “Clamoroso al Cibali” sia avvenuta in un clima di assoluta amicizia. È stata proprio questa, infatti, l’atmosfera che si è respirata il 20 giugno alla libreria Feltrinelli di Catania. Riccardo Cucchi, famoso radiocronista della trasmissione e autore del libro, insieme ai collaboratori di sempre Tonino Raffa e Niky Pandolfini, ha raccontato la storia del programma radiofonico e l’aneddoto del famoso grido “Clamoroso al Cibali”, il quale è diventato, oltre che una formula proverbiale, anche il titolo dello stesso volume. Mentre ripercorrere le tappe che hanno portato “Tutto il calcio minuto per minuto” ad essere un format di successo è risultato parecchio semplice, molto più complicato è stato, invece, ricostruire la paternità del famoso grido. Esattamente come è successo negli archivi Nasa, dove è andato perduto il video originale dell’allunaggio, negli archivi Rai non sono state più ritrovate le registrazioni di quel 4 giugno 1961, giorno in cui il Catania di Marcoccio ha battuto l’Inter di Helenio Herrera. Sono tanti i radiocronisti che hanno rivendicato quel grido: l’ipotesi più accreditata è che ha pronunciare quelle famose tre parole sia stato il grande Sandro Ciotti. È certa, invece, la straordinaria vittoria, che è stata raccontata da Giorgio Michelotti, ex terzino del Catania degli anni Sessanta: “Herrera ci aveva provocato. Nella sfortunata partita d’andata – il Catania, sorprendentemente secondo il classifica, perse malamen- te a Milano per cinque reti a zero, di cui quattro furono autogoal – nonostante il pesante score avevamo fatto la nostra figura. Herrera disse che eravamo una squadra di postelegrafonici, di dopolavoristi e questo ce lo segnammo al dito. Al ritorno qui a Catania, a noi bastava un pareggio, ma in quella partita abbiamo dato il massimo e ci siamo permessi il lusso di fare perdere lo scudetto all’Inter più forte di tutti i tempi”. Su questo è intervenuto Riccardo Cucchi, dicendo che il bello del calcio sta proprio nel fatto che è un gioco imprevedibile e, a volte, può capitare che in una lotta tra Davide e Golia, a vincere sia la squadra apparentemente più debole. Questa è la sfida che deve affrontare anche “Tutto il calcio minuto per minuto”. Mentre prima ascoltare la radio era l’unico modo per avere notizie sulle partite, oggi la concorrenza è molto agguerrita: Pay per view, programmi televisivi, streaming e dirette on line sono i nemici più forti. La partita non è per niente chiusa, perché la radio resta per Cucchi un mezzo romantico, l’unico capace di emozionare con la voce dei cronisti e il boato dei tifosi. Non possiamo che augurarci che siano tanti ancora i campionati raccontati sulle frequenze 94,700 mhz e alleandoci al grido lanciato da Freddy Mercury nel lontano 1984, non resta che dire “Radio, someone still loves you!”. Antonio Percolla InvelataMente... vola lontano Catania: proposta dall’associazione Logos - Famiglia e Minori si è svolto il primo weekend dedicato alle esperienze su barche a vela L o scorso fine settimana ha segnato un importante traguardo nell’ambito delle iniziative verso soggetti, grazie agli sforzi dell’associazione Logos - Famiglia e Minori di Ca- tania. Infatti, grazie ad una serie di sforzi congiunti tra gli operatori dell’associazione ed alcune famiglie al cui interno si trovano ragazzi svantaggiati,con problemi di relazione. «Sono stati giorni importanti, lo scorso 18 e 19 giugno 2001 – hanno spiegato Francesca Andreozzi, psicote- rapeuta, Francesco Prisco, psicoterapeuta e Massimo Abbate, istruttore federale di vela –, quando si è realizzato il primo corso “InvelataMente” tra le soddisfazioni degli utenti e di noi organizzatori. L’esperienza ha dato vita ad emozioni molto forti e uniche, grazie anche alla particolare location rappresentata dalla barca a vela». La navigazione, i suoni della natura, del vento, del mare, la condivisione di spazi ristretti, la collaborazione nelle attività proposte, hanno consentito a ciascun partecipante di ripensarsi, di riscrivere pagine della propria esistenza, appropriandosi di emozioni e sensazioni difficili da “ascoltare” nel quotidiano correre. Il gruppo stesso, a fine corso, ha sentito l’esigenza di proporre una continuazione dello stesso senza l’interruzione notturna, proprio per sfruttare al massimo le potenzialità di un gruppo nuovo, ma dai vissuti emotivi e relazionali unici e particolari. «Alla luce della positiva risposta che abbiamo avuto, sono già aperte le iscrizioni per i corsi successivi, che si svolgeranno nei pomeriggi di sabato e domenica con partenza dal porto di Catania», hanno aggiunto i responsabili dell’Associazione Logos - Famiglia e Minori, invitando tutte le persone interessate a contattarli al 338 5665315 o scrivendo una email all’indirizzo: [email protected]. Giuseppe Musumeci 5 Arricreamoci... con il cuore Mascalucia: commozione e riflessioni profonde per la settimana ludica-educativoriabilitativa rivolta ai bambini non vedenti ed ipovedenti etnei Presso la Biblioteca comunale di Mascalucia, per diversamente abili della vista, ubicata presso la delegazione comunale di Massannunziata, si è conclusa “Arricreamoci” settimana ludica-educativo-riabilitativa rivolta ai bambini non vedenti ed ipovedenti etnei. Giorni trascorsi troppo velocemente, come hanno sottolineato i bambini, le loro famiglie e tutti coloro che hanno operato per l’ottima riuscita delle attività. L’ultimo giorno, tutti coloro i quali sono stati coinvolti nell’attività si sono salutati con un “arrivederci a presto”, per altri momenti da trascorrere insieme in Biblioteca. Le attività si sono svolte con il supporto tecnico di Marco Giordano (kinesiologo - Palestra Indoorclub), Maria Fazio (psicologa), Massimo Russo (specialista per l’autonomia personale ed addestratore di cani per ciechi del Centro Regionale Helen Keller di Messina) e Laura La Rosa (istruttrice di Yoga). Le mamme, infatti, si sono rilassate facendo Yoga mentre i loro piccoli erano affidate agli esperti Istruttori ed alle assistenti C. Rotolo, A. E. Pappalardo, A. Padalino, G. Mannino, G. Rinaudo, A. Platania, L. Saitta, D. De Matteo. Oltre alle attività di autonomia e ginnastica è stato protagonista l’amico cavallo delle Giacche verdi di Mascalucia con Stefano Borgese ed Angelo Salice, un momento che i piccoli hanno gradito. alcuni erano un po’ impauriti all’inizio ma, alla fine, incoraggiati e tranquillizzati, hanno accarezzato il cavallo e fatto il giro nel recinto attrezzato antistante la Biblioteca. L’ultimo giorno, ospiti i cani guida del Centro regionale Helen Keller di Messina, la conclusione era che tutti volevano un cane! Sicuramente qualcuno, che non vive in piccolo appartamento, sarà accontentato. Per l’occasione sono stati invitati anche gli altri utenti della Biblioteca, il non vedente Alfio Di Gregorio è stato affascinato da ciò che sapevano fare i cani guida e sicuramente andrà a Messina per convincersi maggiormente. Infatti, provando a farsi guidare da “Skai” ha detto: “Così potrò uscire in paese da solo”. Il Sindaco Salvatore Maugeri ed il dott. Giuseppe Reina hanno assistito all’esibizione dei cani, ma ciò che più li ha colpiti è stata l’accoglienza dei bimbi e le parole che Chiara Sapienza, non vedente, che nel canto sta riscuotendo tanti successi sia nelle reti televisive nazionali, che in tournee ha detto: “Grazie signor sindaco per questi giorni passati in allegria, peccato che stanno finendo, ma sai io ho imparato a fare la macedonia da sola!”. “Queste sono le più belle soddisfazioni, i bambini sono il nostro futuro!”, ha detto il Sindaco ringraziando la prof.ssa Puglisi dell’Unione Italiana Ciechi, ideatrice del progetto in collaborazione con le dottoresse Marisa Raciti e Maria Grazia Sapienza Pesce del Comune di Mascalucia. Un ringraziamento anche a Paola Patuzzi, direttrice della palestra Indoorclub che ha fornito le attrezzature ginniche specifiche, ed alla dott.ssa Silvia Scordo che insieme a Loredana dell’U.I.C. hanno collaborato attivamente. Michele Milazzo Benvenuto, Francesco Tanti auguri alla mia sorellina Antonella che mercoledì scorso, presso l’Ospedale S. Bambino di Catania, è diventata mamma di Francesco, un bel bimbo di 5,090 Kg. Tanti auguri anche al neo papà Sebastiano Vasta e agli orgogliosi nonni Maria e Mario Di Francisca, al nonno Francesco Vasta e alla nonna Caterina che, anche dal cielo, sicuramente augura al nuovo nato ogni bene. Con affetto dagli zii Angela Di Francisca e Angelo Tomarchio e dal piccolo Francesco. ****** Ad Angela, nostra collaboratrice, vanno gli auguri della famiglia del Gazzettino che rivolge al piccolo Francesco un affettuoso “benvenuto” tra noi. Gazzettino 25-06-2011:Gazzettino-nuovo 1 23/06/11 19:10 Pagina 6 6 > S E T T I M A N A L E IDG catania e provincia N . 22 • sabato 25 giugno 2011 di Giarre E ritornò a vivere... Catania : a Palazzo degli Elefanti incontro tra sindaco e società Parcheggio Europa Spa per mettere in sicurezza l’area e restituirla alla città P iazza Europa ritorna a vivere. Una precisa volontà, più che un semplice slogan, che la società concessionaria del project financing ha scelto per aprire i cancelli del cantiere. Scelta fatta, per mettere in sicurezza l’area che, come ha spiegato Lorena Virlinzi, amministratore delegato di Parcheggi Europa Spa, «durante i quattro anni del sequestro è stata vandalizzata e che adesso verrà ripristinata, nell’attesa della ripresa dei lavori che, come già dichiarato lo scorso mese, a seguito della sentenza di assoluzione, dovrebbe avvenire all’inizio di ottobre. Il cantiere, “congelato” nel 2007, con uno stato di avanzamento lavori di oltre il 50% è stato occupato dai nomadi, il rame è stato rubato e le strutture deturpate. Entro il mese di luglio ripristineremo ponteggi, muri e recinzioni, riallacceremo il contratto per l’illuminazione e riattiveremo il sistema di vigilanza». Si tratta di una chiara dichiarazione che è, assieme ad altre, ha caratterizzato l’incontro tecnico tenutosi a Palazzo degli Elefanti, a porte chiuse, tra i rappresentati della società che realizzerà il parcheggio interrato con 397 posti auto e 8 botteghe (che include l’area a verde e gli spazi pedonali) e il sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, alla presenza dell’assessore ai Lavori pubblici, Sebastiano Arcidiacono, dei dirigenti dell’assessorato al ramo e dell’Avvocatura comunale. I partecipanti, al termine dei lavori lo hanno definito un confronto costruttivo, che ha visto un’apertura da entrambe le parti per una rimodulazione del piano economico-finanziario risalente al 2005. La sintesi dei punti affrontati è stata affidata, in conferenza stampa, alle dichiarazioni della stessa Virlinzi («stiamo cercando le soluzioni migliori affinché, da un lato, il Comune di Catania non abbia costi aggiuntivi e dall’altro, la società possa ristabilire gli equilibri finanziari, che in questi mesi sono stati alterati dal nuovo prezzario regionale, dagli interessi maturati a causa delle esposizioni bancarie, dai costi del fermo cantiere e da quelli relativi al ripristino») e del Sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli «L’obiettivo è comune – ha detto il Primo cittadino etneo – ed è quello di veder rinascere una piazza che, per i cittadini, rappresenta un vero e proprio simbolo del capoluogo etneo. Sappiamo, inoltre, che i parcheggi saranno risolutivi per quel riguarda il “nodo” del traffico e per ripristinare la normale viabilità in una delle zone che considero cruciali. Quest’opera è centrale, infatti, per lo sviluppo di Catania e per il rilancio del quartiere commerciale circostante. Individueremo insieme, attraverso una serie di incontri tra tecnici e legali delle parti coinvolte, i percorsi più idonei per garantire investimenti e occupazione. Ci sono tutte le condizioni tecniche e giuridiche perché si utilizzi al meglio questa opportunità che deve diventare una risorsa per la città intera, coniugando rigore delle procedure e sviluppo del territorio, come avviene in tante altre città metropolitane». Un balzo in avanti verso la risoluzione di un problema tanto caro ai cittadini, che giunge in un momento cruciale. Infatti, si guarda con attenzione alla definizione dello strumento che la città attende vanamente da decenni, cioè il Piano generale del traffico urbano. L’incontro è avvenuto sotto il segno dell’apertura e della condivisione. Piazza Europa, si sono siamo certi i partecipanti all’incontro, «tornerà a vivere: la messa in sicurezza dell’area rappresenta la fase propedeutica per tutta una serie di iniziative che vogliamo offrire alla città nell’attesa che ripartano i lavori e che venga ultimata quello che ormai per noi non rappresenta solo un investimento imprenditoriale ma un impegno per la città di Catania». Salvatore Rubbino Nuovo ordine per la sosta Mascali: l’arrivo della stagione estiva porta numerose novità nell’ambito della viabilità, soprattutto per le frazioni a mare È iniziata la stagione estiva balneare e le spiagge del litorale ionico, e in particolare le frazioni mascalesi di Fondachello e S. Anna, sono già inondate di villeggianti e vacanzieri. “Per la stagione estiva – ha detto il primo cittadino mascalese, Filippo Monforte – occorre dotare il Comune di Mascali di un ordinato ed organico piano di viabilità, idoneo a fronteggiare il notevole aumento della popolazione e dei veicoli circolanti. Tale aumento, ove non opportunamente regolato, oltre a creare gravi disservizi al traffico viario, arreca pregiudizio all’imma- gine ed alla vocazione turistica di questo centro ed è motivo di disagi per la popolazione, residente e non”. Per questo motivo, sul fronte della viabilità, il sindaco Manforte, nei mesi scorsi, ha emesso un’ordinanza sull’adozione e attuazione del Piano di viabilità lungo il litorale marino delle frazioni balneari di Fondachello e S. Anna, valevole dallo scorso 18 giugno sino al prossimo 4 settembre, disponendo l’istituzione del senso unico di marcia in Via Spiaggia direzione Sud - Nord nel tratto compreso fra l’intersezione via dott. Carbone, fino all’intersezione con la X Traversa, ha autorizzato in via continuativa la sosta dei veicoli nelle zone di via Spiaggia regolarmente delimitate dalla segnaletica orizzontale (striscia bianca) e dalla relativa segnaletica verticale. Novità di quest’anno, ha istituito il parcheggio a pagamento, senza custodia, con utilizzo di parcometri per i biglietti, delimitando le zone con le strisce blu e la relativa segnaletica vertica- le, dalle ore 8 alle ore 20, istituendo una tariffa oraria di 80 centesimi e una giornaliera di sei euro, consentendo una tolleranza di 10 minuti per munirsi di tagliando all’arrivo e alla scadenza del biglietto prepagato. Nell’ambito di queste nuove delimitazioni sono stati destinati dei parcheggi alle persone diversamente abili, per carico e scarico merci, per bus o navette, per i cassonetti per la raccolta rifiuti solidi urbani, per i mezzi di soccorso e di polizia, regolarmente delimitati da una striscia orizzontale gialla e da apposita segnaletica verticale, secondo la rispettiva tipologia. Sono stati istituiti degli attraversamenti pedonali lungo tutta la via Spiaggia, il divieto di sosta per tutti i veicoli nel tratto di via Spiaggia compreso tra il civico n. 209/A al civico n. 249. Sarà compito degli agenti del Corpo di Polizia municipale, diretti dal comandante Gaetano Tracà, a vigilare sul rispetto e l’osservanza dell’ordinanza e le violazioni saranno sanzionate a norma dell’ articolo 7 del vigente Codice della Strada. Angela Di Francisca Il canto della medievalità “Notte verde”, iniziativa condivisa fra istituzioni catanesi, che ha coinvolto Convitto Cutelli, Comune, Criea ed associazione Polena La Notte Verde del Convitto Nazionale “M. Cutelli”, a Catania, si è svolta all’insegna della medievalità. Le bancarelle dei produttori di Coldiretti Catania sono divenute pass-partout alla splendida corte circolare del Convitto ove, al centro, si ammirava un’Oasi del Verde con fontana. La musicalità dell’acqua fungeva da richiamo, insieme al vociare composto dei presenti e alla performance di fuoco e coreutica, quando si era affievolita la luce del giorno. L’estate catanese ha aperto i battenti con la notte al Convitto e si è avvalsa della partecipazione dell’assessorato alle Attività produttive del Comune di Catania e del suo assessore Franz Cannizzo, della Coldiretti Catania, presieduta da Ignazio Belfiore, del Criea dell’Università di Catania e del suo presidente Vincenzo Piccione, dell’associazione “Polena”, presieduta da Luisa Trovato. Il Rettore del Convitto, O. Bresmes, ha salutato con favore l’iniziativa. Il palinsesto della serata ha previsto la presentazione delle attività nell’Aula magna del Convitto, allestita con una tavolata imbandita di prodotti del territorio. Alle manifestazioni di Notte Verde partecipa anche l’IIS “Lucia Mangano” di Catania con un programma che, come ha riferito Pietra Tomaselli, preside dell’Istituto, prevedeva un defilé di abiti medievali e settecenteschi realizzati dagli studenti dell’IIS Mangano ed indossati dai ragazzi del Convitto. Il presidente Belfiore, di Coldiretti Catania, ha evidenziato gli obiettivi associazionistici di Coldiretti e l’importanza del mercato “Campagna amica”. Il presidente Piccione del Criea ha posto all’attenzione dei presenti la necessità della ecosostenibilità ambientale ed agricola. Valentina Consoli Libertà, libertà Mi hai preso per mano mia dolce amica, mi hai stretto forte al tuo cuore, ho sentito i tuoi giovanili palpiti. Tu mia giovane amica non guardasti i miei anni, i miei tanti silenzi e i miei pianti. Ti credevo morta e non ti cercai più poi all’improvviso mi apparisti, perdonasti i miei affanni, lenisti le mie lacrime, mi dicesti: alzati camminami accanto, lenisci il tuo pianto mi gridasti forte come un dolce canto: vieni andiamo avanti, non ti lascerò più atroce errore abbiamo commesso tu non credevi più in me ed io in te mi hai ridato i giorni perduti grideremo per tutta l’eternità la dolce parola: Libertà, libertà! Saro Pistorio L’esempio viene dall’alto Due giorni di fuoco Catania: da La Destra-Alleanza Siciliana, arriva la richiesta di un consiglio comunale straordinario sul tema della sicurezza U na seduta consiliare straordinaria con all’ordine del giorno la valutazione di “iniziative di contrasto alla criminalità e di sviluppo della legalità e della trasparenza da parte degli Enti Locali a seguito degli atti intimidatori posti in essere nei confronti di imprenditori”. È questa la richiesta inoltrata al presidente del Consiglio comunale di Catania dai componenti del gruppo La Destra-Alleanza Siciliana, Gemma Lo Presti (prima firmataria), Nello Musumeci e Manfredi Zammataro. La richiesta, già presentata e firmata da tutti i consiglieri presenti in aula nel corso dell’ultima seduta, è susseguente all’atto intimidatorio subìto dalle Librerie Tertullia e Librando ubicate nel centro storico della città, azioni che hanno determinato sdegno e timore tra i cittadini. I consiglieri Lo Presti, Musumeci e Zammataro ritengono, inoltre, che “il contrasto alla criminalità non ha appartenenza partitica e che pertanto deve poter essere patrimonio imprescindibile di tutte le forze politiche impegnate sul territorio”. Valentina Consoli Ancora una volta i Vigili del fuoco volontari di Linguaglossa impegnati nella lotta contro gli incendi D ue incendi auto in due giorni. I Vigili del Fuoco di Linguaglossa, la scorsa settimana, sono stati severamente impegnati nello spegnimento di due roghi che hanno interessato autovetture. La prima chiamata per la centrale di Catania è avvenuta la notte del 16 giugno, alle ore 1:30 circa, per una Fiat Panda 4x4 in via Federico a Linguaglossa. Ad allertare i Vigili del Fuoco è stato un vicino di casa che accortosi delle fiamme ha chiamato il 115. I Vigili del Fuoco Volontari del luogo hanno provveduto rapidamente allo spegnimento dell’autovettura. Si pensa ad un probabile corto circuito. La seconda automobile si tratta, invece, di una Lancia Y10 appartenente ad un uomo di Presa, frazione di Piedimonte Et- neo. L’uomo, secondo quanto accertato, la mattina del 18 giugno alle ore 8:00 circa, stava parcheggiando l’auto sotto casa quando si è accorto delle fiamme che provenivano dal vano motore. Sceso dalla vettura per mettersi in salvo ha allertato il 115. I Vigili del Fuoco Volontari della vicina Linguaglossa, usando speciali attrezzature chiamate auto protettori, hanno tempestivamente provveduto allo spegnimento dell’auto. In entrambi i casi delle automobili non è rimasto nulla e sembrano decisamente destinate alla demolizione. Sonia Santamaria Gazzettino 25-06-2011:Gazzettino-nuovo 1 23/06/11 19:10 Pagina 7 > S E T T I M A N A L E IDG alcantara di Giarre N. 2 2 • sa bato 2 5 giugno 2011 7 AlcantaraValley: una Valle più “navigabile” E’ “on-line” la nuova versione del portale Internet “costruito” dai giovani del Servizio Civile della cooperativa “Isvil” di Gaggi. Alle informazioni istituzionali sui vari Comuni del comprensorio si aggiungono notizie aggiornate sugli eventi artistico-culturali ed i relativi commenti che ogni visitatore può agevolmente inserire D a qualche settimana gli internauti hanno a disposizione un prezioso strumento in più per poter conoscere meglio la Valle dell’Alcantara attraverso la Rete. In realtà, il portale “www.alcantaravalley.info” è online già da un paio d’anni, ma recentemente è stato oggetto di un’operazione di “restyling” che l’ha reso ancora più completo nei contenuti, graficamente gradevole e dinamico nella fruizione. Il merito va ai diciotto giovani volontari del Servizio Civile Nazionale impegnati presso la cooperativa “Isvil” di Gaggi nel progetto “Sportello Informa Storie e Culture Locali”. Erano stati i loro predecessori di qualche anno fa a costruire il sito originario; ma, nel febbraio scorso, ai volontari di questa annualità la cooperativa Isvil, guidata dal presidente Leonardo Le Mura, ha affidato il compito di implementare e migliorare ulteriormente questa “vetrina web”, che oggi, a seguito delle innovazioni apportate, ha assunto anche una connota- zione giornalistica in quanto nei tre nuovi Sportelli telematici di cui è stata dotata confluiscono notizie di stretta attualità riguardanti rispettivamente il patrimonio artistico-culturale, le iniziative sociali e le attrattive turistiche della Valle dell’Alcanta- Francavilla ringrazia Graziella Torretta La comunità locale ha festeggiato il pensionamento della “storica” insegnante della Scuola Materna, esaltandone la professionalità, le doti umane, la capacità di dialogo e l’attaccamento al territorio tore Nuciforo, ha voluto esprimerle tutta la gratitudine della comunità locale attraverso la consegna di una pergamena “per la sensibilità e l’impegno profuso nella formazione didattica dei bambini, ossia la nostra società del futuro”. La festeggiata, dal canto suo, ne ha approfittato per ringraziare la collega di sezione Tindara Chisari, con la quale ha collaborato per oltre trent’anni. Prima del lungo impegno a Francavilla di Sicilia, Graziella Torretta, fresca di diploma, ha svolto brevi supplenze temporanee fino a quando, nel 1971, è stata assunta a tempo indeterminato presso la Scuola Materna Statale di S. Piero Patti; quindi, nell’anno scolastico 1972-73, il trasferimento alla Direzione DidatGraziella Torretta, prima da destra, con il sindaco Salvatore Nuciforo ed il Presidente del Consiglio Lina Silvestro (foto di Piera Crisafulli - “Studio 7”) tica francavillese, con assegnazione iniziale al plesso di Graniti per poi, a partire dal 1974, essere nominata di ruolo nella sede centrale. opo quarant’anni di servizio è giunto il giorno del pensioNel corso di questi decenni la Torretta ha anche rivestito dinamento anche per l’insegnante Graziella Torretta, figura verse cariche amministrative all’interno dell’organizzazione sco“storica” della Scuola Materna (oggi denominata “Scuola lastica (segretaria del Consiglio d’Istituto, responsabile di plesso, dell’Infanzia”) francavillese. collaboratrice del Direttore Didattico, componente del Comitato Una grande festa-spettacolo, svoltasi al Cineteatro Comunale per la valutazione del servizio, ecc.) ed ha particolarmente curato “Arturo Ferrara”, è stata allestita per salutare e ringraziare questa (attraverso la predisposizione di appositi progetti e l’organizzazioeducatrice esemplare, che si è sempre contraddistinta quanto a ne di manifestazioni ed eventi vari) il collegamento tra la scuola ed professionalità, modi gentili e capacità di dialogo sia con i bambi- il territorio nell’intento di avvicinare le giovani generazioni, sin ni che con le famiglie nonché con i colleghi ed il personale scola- dalla più tenera età, alle tradizioni locali. Anche la Redazione del “Gazzettino” si complimenta con stico in genere. Non a caso, durante la recente manifestazione in Graziella Torretta per il bel ricordo da lei lasciato nei tantissimi suo onore, alla signorina Torretta hanno rivolto parole affettuose e francavillesi che hanno avuto la fortuna di conoscerla, esserle alcommoventi anche i suoi ex alunni, oggi genitori. Nella “sua” Francavilla, l’insegnante ha svolto la gran parte lievi e starle accanto nella complessa e delicata attività di educatrice. della sua carriera (trentasette anni su quaranta) e, pertanto, anche R.A. l’Amministrazione Comunale in carica, guidata dal sindaco Salva- D ra. Spesso, dunque, i volontari si cimentano nel ruolo di “inviati” nei Comuni del comprensorio per elaborare articoli e servizi su feste, sagre ed eventi vari, attualizzando i preesistenti contenuti “istituzionali” relativi alla storia ed alle peculiarità dei singoli paesi, alla cucina tipica locale, alle antiche tradizioni ed agli itinerari turistici. Per quanto concerne il lavoro tecnico, a curarlo sono stati i giovani webmaster Giuseppe Vaccaro, Rosario Bonaventura e Salvatore Crisafulli (nella foto), i quali si dichiarano fieri del risultato ottenuto, anche in considerazione del fatto che sino ad oggi, pur essendo appassionati ed esperti “teorici” della materia, non avevano mai creato un sito internet. «La nostra soddisfazione più grande dichiara in particolare Rosario Bonaventura - è stata quella di essere riusciti ad inte- grare pagine “html”, costruite da noi stessi, con programmi “Cms” quali Wordpress e Joomla». «Abbiamo cercato - aggiunge Giuseppe Vaccaro - di rendere il sito facilmente navigabile in modo da poter divenire uno strumento utile per la nostra comunità, per i giovani e per tutti coloro che vogliono avvicinarsi al nostro territorio». «Il sito - sottolinea infine Salvatore Crisafulli - ha una struttura dinamica in quanto è possibile aggiornarlo quotidianamente inserendovi notizie utili, fotografie e video; tutti i contenuti, inoltre, possono essere commentati consentendo al visitatore di esprimere le proprie opinioni ed essere effettivamente “protagonista” di questa esaltante esperienza di comunicazione». Rodolfo Amodeo Taormina, arrivederci alla Clownterapia E’ giunto felicemente a conclusione nei giorni scorsi il Progetto di “Clownterapia” attuato dall’associazione di solidarietà familiare “A.SO.FA.” di Gaggi presso l’ospedale “S. Vincenzo - Sirina” di Taormina grazie ad un apposito finanziamento concesso dal Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. «Sono stati dodici mesi – ha dichiarato soddisfatta Agata Famà, presidente dell’Asofa – trascorsi a regalare sorrisi e benessere ai bambini ricoverati ed alle rispettive famiglie. Attività ludiche e di animazione, laboratori creativi, i buffi travestimenti degli operatori ed altre iniziative ancora hanno apportato una ventata di colore e di allegria nei tre reparti destinatari del progetto, ossia Anestesia e Rianimazione Neonatale Pediatrica, Cardiologia e Pediatria. Grazie alla passione ed all’impegno dei volontari ed alla collaborazione del personale medico, quest’esperienza è servita a far superare ai bambini un momento traumatico quale l’ingresso in un ambiente freddo e lontano dai genitori e dalla serenità quotidiana. Ci auguriamo che, in futuro, l’ospedale di Taormina possa tornare a fregiarsi di tale importante e qualificante servizio. Intanto, questo primo riuscitissimo tentativo abbiamo voluto immortalarlo in un opuscolo ed in un dvd che, attraverso tante immagini, ripercorrono i principali momenti dell’attività: è anche un modo per ringraziare tutti coloro che hanno reso “speciale” questo progetto». Oltre a svolgere le attività in corsia, in questi mesi i dirigenti dell’Asofa ed i professionisti e volontari impegnati nell’iniziativa hanno anche seguito appositi corsi di perfezionamento presso l’ospedale “Meyer” di Firenze (all’avanguardia in materia di Clownterapia) e, a conferma dell’interesse verso il loro operato, sono stati invitati ad intervenire alla popolare trasmissione “Prima Linea Salute” condotta da Nuccio Sciacca sulla seguitissima emittente regionale Telecolor. Il Progetto di Clownterapia all’ospedale di Taormina ha anche goduto del sostegno del locale distaccamento del “Lions Club”. Alla luce del successo e dell’innegabile utilità di tale iniziativa, non resta che salutare questo primo riuscitissimo esperimento di Clownterapia all’ospedale di Taormina con un “arrivederci” anziché con un “addio”. Marco Sidoti Andrea D’Aprile, l’“enfant prodige” del tennis australiano Originario di Francavilla, ad appena dodici anni è già ai primi posti delle classifiche sportive dello Stato di Sidney. Ma la sua racchetta ha “strabiliato” anche in Sicilia H a origini francavillesi una delle giovani promesse del tennis australiano. Ma più che una “promessa”, Andrea D’Aprile è già una consolidata realtà: ad appena dodici anni gioca nella prestigiosa squadra statale del “NSW” di Sidney, e nel suo Stato (quello di Sidney, per l’appunto) figura all’ottavo posto della sua categoria (ossia i giovanissimi) ed al quarantaquattresimo nel “Ranking”, ovvero la classifica generale. A Francavilla di Sicilia è nato il papà Giuseppe, il quale all’età di quindici anni emigrò nella Terra dei Canguri dove si è affermato nel comparto imprenditoriale le- gato al ferro. Andrea ha iniziato a giocare a tennis all’età di sei anni e si ritrova già una bacheca traboccante di trofei da lui meritatamente conquistati nei tantissimi tornei cui partecipa (in media una quarantina l’anno). L’occasione per scrivere del giovanissimo “asso” della racchetta ci viene offerta dal “ritorno alle origini” della famiglia D’Aprile, che di recente ha trascorso una vacanza in Sicilia approfittando del periodo di pausa del piccolo Andrea dagli impegni agonistici. Ma – come suol dirsi – la vera passione non va mai in… vacanza ed il “campioncino” non è riuscito a distaccarsi dal suo amato sport nemmeno durante queste giornate di relax. Così, si è fatto onore anche nella nostra terra partecipando addirittura ad un torneo ufficiale organizzato dal Club Tennis di Adrano, dove è stato premiato dall’istruttore Pietro Di Fazio e dai dirigenti (in una delle foto un momento della premiazione) come miglior giocatore (non ha potuto, però, disputare la finale avendo rotto le corde della racchetta durante la fase di riscaldamento). Andrea D’Aprile, insomma, è un tutt’uno col tennis: basti pensare che ama allenarsi pure fuori dai campi da gioco, perché gli è sufficiente avere davanti un muro per fargli rimbalzare la palla contro. Da oggi anche i suoi “quasi concittadini” francavillesi tiferanno per lui augurandogli tutto il successo che merita in questa disciplina agonistica, per la quale sta dimostrando un talento precoce e fuori dal comune. R.A. Gazzettino 25-06-2011:Gazzettino-nuovo 1 23/06/11 19:10 Pagina 8 8 > S E T T I M A N A L E IDG N. 22 • s aba to 25 g iugno 2 01 1 attualità di Giarre L’incompiuta, disagi e delusioni L a questione del porto di Giardini Naxos, rappresenta la pagina più oscura ed ingloriosa della storia paesana degli ultimi sessant’anni. Se ci fosse permesso un eufemismo diremmo: “È l’eterna incompiuta”. Ma, non possiamo, si tratta di un argomento vitale e delicato che mette in evidenza l’incapacità di una classe dirigente a voler decidere e, a prendere decisioni. L’argomento porto è il “punctum dolens” che affligge la città di Giardini Naxos. Da tanti, tantissimi anni gli interessi dei nostri pescatori, che sono i coraggiosi discendenti dei nostri antichi progenitori, vengono sistematicamente ignorati. Oggi, però l’economia del nostro paese si è modificata. La globalizzazione ha cambiato i concetti di territorio ed il mondo si è rimpicciolito, perché mass-media e aerei hanno accorciato le distanze. La pesca non è l’unico sostentamento del paese. Il turismo è diventato il capitolo più importante e prioritario della nostra economia. Il concetto di territorialità è mutato: la gente sente la necessità di viaggiare, di conoscere, di sapere, di vedere. Accanto, quindi, al bisogno dei nostri pescatori di vedere al loro rientro, un luogo sicuro dove mettere al riparo le loro imbarcazioni, si presenta la necessità di attrezzare il nostro porto, che esiste da millenni, con infrastrutture di carattere turistico, tali da permettere l’attracco e la permanenza di imbarcazioni da diporto. In data 8 giugno 2011, i cittadini di Giardini Naxos hanno letto con soddisfazione, sulle pagine del giornale “La Gazzetta del Sud”, che la lunghissima battaglia portata avanti dal 1960, era quasi finita. La Sovrintendenza aveva ritirato il suo parere negativo al completamento del Porto di Giardini Naxos. Ma la soddisfazione di vedere garantito un proprio diritto, ha avuto la vita di una rosa: è durato lo spazio di un mattino. L’assessore ai Beni culturali Sebastiano Messineo ha posto dei distinguo al completamento del tanto atteso porto. Verrebbe a trovarsi a meno di 200 metri dal parco ar- Il “punctum dolens” della città di Giardini Naxos: il porto. Riflessioni e suggerimenti per un argomento delicatissimo che interessa tutti cheologico. Allora ci chiediamo: cosa c’entra la nautica? Il parco archeologico ed il porto convivono da parecchi millenni. Cosa interferisce con il completamento di una struttura iniziata tanti anni fa? Il mare di Giardini Naxos è attraversato da due correnti che i marinai chiamano “‘a muntanti”, primaria che va da Capo Schisò a Capo Taormina, e “‘a scinnenti”, che scende, che va da Capo Taormina a Capo Schisò. Fino a quando, nel 1960, il molo non era stato iniziato, l’equilibrio idrodinamico marino era perfetto. “L’arte non è Cosa Nostra” Vittorio Sgarbi ospite al Taormina Film Fest, tra provocazioni volute e affermazioni tutte da verificare Taormina. Si spengono i riflettori sul “Red Carpet” della kermesse cinematografica taorminese giunta alla sua 57ma edizione, coordinata dalla Direzione artistica di Deborah Young. Ad ammaliare le fila di studenti, accorsi numerosi all’evento, la presenza di ospiti illustri del panorama cinematografico internazionale. Il Palazzo dei Congressi di Taormina ha registrato il “tutto esaurito” per le “Master Class” dedicate agli studenti del “Campus Taormina”. Tra i protagonisti degli incontri, il vulcanico attore Jack Black, il noto regista Oliver Stone e, contrariamente ai luoghi comuni, una Monica Bellucci che si mostra iperbolicamente introspettiva. A contribuire all’accezione artistico-culturale del Festival la presenza di un eclettico ed adamantino Vittorio Sgarbi il quale ha fornito agli studenti il suo acuto e sagace punto di vista rispetto al tema dell’incontro “L’arte e la cultura in una società senza valori”. Ai giovani che si interrogano sul valore e sulle possibilità di sopravvivenza della cultura, così il Sindaco di Salemi risponde: «Non si può immaginare di poter governare un paese come l’Italia senza mettere in primo piano la cultura: ciò vuol dire abbandonare le vane considerazioni astratte costituenti il tema ricorrente nei comuni e nelle assemblee regionali, per fare spazio alla valutazione della natura del Pil, in quanto se noi abbiamo un economia più forte rispetto ad altre nazioni è in virtù della bellezza. Il celebre “made in Italy”, la Ferrari o la moda italiana sono emblemi di un’economia che ha una mole di affari relativamente significativo ed un valore simbolico altissimo. Nonostante i luoghi comuni, l’Italia è considerata da chiunque il primo paese del mondo perché paese di Leonardo, Michelangelo, Raffaello e Canova. Abbiamo una capacità di elaborazione creativa da cui tutto deriva: l’economia è creatività e non si può immaginare di concepire un paese con un amministrazione che non metta al primo posto la cultura. Vige, tra l’altro, un forte collegamento tra potere e cultura: da qui, scaturisce la furba intuizione di due ministri non laureati, ovvero Rutelli e Veltroni, di poter incentivare gli studi pur avendoli loro stessi interrotti. Con ciò non voglio esaltare la laurea, se non come simbolo di continuità dello studio: la laurea rappresenta un valore della coscienza più che un valore del certificato». - Quindi, possiamo parlare dell’arte come fondamento della cultura? «L’arte è parte costituente della cultura: se noi conosciamo gli egizi è per le piramidi, se conosciamo il cristianesimo è per le chiese. Non esiste civiltà senza un’immagine. L’Italia è piena di creatività che se non ha avuto un’esplosione è perché è stata compressa dalla mafia del mercato, che ignora gli artisti e che porta avanti solo coloro verso cui, la mafia, si ricava un interesse al fine di dominare il mercato della moda e dell’arte, penalizzando fortemente l’Italia. Io fatto il tentativo di togliere questo “tappo” nella mia esperienza di Sindaco, lavorando con moltissimi giovani che sono corsi a Salemi per avere la possibilità di lavorare in totale libertà. Esattamente l’opposto di quanto avviene negli altri Comuni, dove ci sono funzionari che, costantemente, dicono di no per esercitare il loro potere e giustificano in un piagnisteo la propria improduttività dietro i tagli economici alla cultura. Viviamo in un sistema in cui la magistratura, la polizia e le amministrazioni, quotidianamente, vi devono ricordare che in Sicilia c’è la mafia e che loro sono valorosi combattenti contro il fenomeno: si tengono stretto il concetto di mafia come una mummia viva per manifestare la loro capacità di contrastarla». - Una definizione “forte” che già qualcuno ha utilizzato… «Questo comportamento era stato già annunciato da Sciascia, che aveva parlato dei ‘professionisti dell’antimafia’. Io temo uno Stato che perde tempo a perseguire una criminalità che non esiste per rappresentare una propria immagine di uomini che combattono la mafia. Una forma di mafia è costituita dallo Stato stesso: è l’inefficienza delle amministrazioni, è la distruzione del paesaggio con le pale eoliche ed il fotovoltaico, è la mancanza del fare e del produrre, è l’inerzia. Abbiamo realizzato a Salemi “Il museo della mafia” che è stato costituito in base ad una logica secondo cui “l’arte non e’ cosa nostra”: bisogna sottrarla alle mafie del mercato e della moda». È evidente che la Società è carente di una sensibilità politica rivolta alla cultura e all’arte in ogni suo ambito: ciò risulta drammatico in quanto l’unica risorsa dell’Italia è costituita dal paesaggio e dai luoghi dell’arte. In un sistema in cui si risponde ai valori economici e si ignorano i valori morali, siamo ridotti alla stregua della deriva: unica terapia di contrasto è l’arte, i festival e la volontà di non voler lasciar morire la cultura. Da ciò scaturisce l’intervento di un giovane studente riguardo un tema legato alla città di Giarre: «Nella città di Giarre c’è un collettivo di artisti che sfrutta, nella propria filosofia artistica, il triste primato del Comune di essere annoverato tra le prime cittadine in tutta Italia per opere incompiute. L’idea di questi artisti è stata quella di trovare una giustificazione nel dire che l’architettura di tutta l’Italia negli ultimi 40, 50 anni è caratterizzata dal moderno stile dell’“incompiuto”». Con l’inizio della costruzione del porto, mai finito, questo equilibrio è stato rotto e così sono iniziati i guai e i guasti del territorio giardinese. Guasti che tutti possono vedere. Il tratto di strada che va dalla via Pescheria al Vicolo Iolanda è pericolante, in quanto le onde hanno corroso il muro di sostegno della strada ed in qualche punto l’acqua del mare penetra fino a metà della sovrastante sede stradale. Le case che si affacciano su tale strada sono in pericolo, così come è in pericolo la vita di quanti vi abitano. La parte di spiaggia antistante Capo Schisò, continuamente, si insabbia e le Amministrazioni che si sono succedute nel tempo, hanno continuamente dovuto provvedere al ripascimento della spiaggia da dove la sabbia era stata, dal mare, presa. Un costo molto gravoso per il Comune. Situazioni di pericolo e di disagio che si protraggono da oltre sessant’anni. Avevamo pensato che finalmente fosse arrivato il tempo di completare l’Incompiuta, ma gli intoppi sono ricominciati. I cittadini di Giardini, sono perplessi. Considerato che il completamento non è una nuova creatura, ma qualcosa che aspetta da più di mezzo secolo, ci chiediamo: perché è stato iniziato? Chi ha dato l’autorizzazione di iniziare i lavori? E, se iniziato, perché non è stato completato. Se oggi le leggi di sessant’anni addietro non valgono più, perché non si demolisce? Signor Sindaco, è bello battersi per il benessere dei cittadini e nel ringraziarla La invitiamo a continuare, perché tutta la Città è con Lei e La sosterrà in questa sua battaglia di giustizia e verità. E sta anche per essere creato un Comitato che darà l’incarico ad un legale che avrà il compito di tutelare, nelle sedi opportune, gli interessi dei proprietari delle case rese pericolanti dalla infiltrazioni di acqua marina. Francesco Bottari Il futuro resta grigio Così commenta l’argomento Vittorio Sgarbi: «L’abusivismo e l’industrializzazione sono il modello che, dopo Brunelleschi, si è perseguito nell’architettura: ovvero, quello delle favelas brasiliane in cui l’architetto è ispirato da un’impeto di demenza. Basta guardare agli antichi teatri greco romani e confrontarli ai teatri moderni che sembrano palazzetti dello sport. L’Italia è stata saccheggiata da una logica del rendere periferico il sistema urbanistico: non ci sono riusciti del tutto perché in Italia ci sono “troppe” risorse artistiche, culturali e paesaggistiche. Basta guardare alle meravigliose chiese e monumenti che caratterizzano i centri storici delle nostre città e poi volgere lo sguardo verso i quartieri periferici, caratterizzati dall’edilizia in economia: sembra che il mondo sia stato improvvisamente colpito da una terribile specie di malattia mortale. È un tema molto complicato quello della rinuncia ad un identità monumentale in favore di una edilizia legata alle esigenze della democrazia. Il caso di Giarre non è diverso da tanti altri comuni come Taormina o Roma». Durante l’incontro con gli studenti prende avvio un dibattito sul rapporto tra mafia, arte e cultura che infiamma gli spalti del teatro del Palazzo dei Congressi di Taormina quando il prof. Vittorio Sgarbi commenta il tema affermando: «La mafia è un tema siciliano solo in quanto valore culturale legato a questo territorio. Noi viviamo sulla leggenda della mafia che ha come marchio di origine la Sicilia, ma qui non si trova più. Non di meno si utilizza lo stesso concetto perché serve a fortificare l’antimafia, che oggi è peggio della mafia. La Sicilia porta la maledizione di essere accostata alla mafia anche se qui non c’è più traccia della stessa, bensì si manifesta in varie forme autotutelanti. In Sicilia la mafia scomparve quando il magistrato Falcone riuscì a fare saltare quella chiave strutturale di omertà che era il cardine del sistema mafia. Ci sono alcuni mafiosi “superstiti” ma non c’è più un sistema strutturale gerarchico. Vi sono per lo più “aziende familiari”. Oggi possiamo dire che vige piuttosto una mentalità del non fare, del non produrre, dell’inerzia e della cattiva amministrazione che è più terrificante della mafia. In Sicilia c’è una sorta di compiacimento nel continuare a parlare di mafia come riferendosi ad un rapporto affettivo. Non si tratta di mafia: si tratta di comportamenti microcriminali o criminali, di tangenti. Ma la mafia aveva una struttura religiosa che avrebbe impedito, in questo momento, di poter parlare liberamente di essa. La Sicilia vive la doppia oppressone di aver ancora sopravvivenze mafiose e di avere un’antimafia che blocca la sua economia per magnificare la propria capacità di combattere la mafia». A queste ultime battute spezza il silenzio dell’imbarazzo in sala il giornalista freelance Antonio Mazzeo che, dando voce a chi a causa della mafia ha perso cari e beni, riassume in un clamoroso “Vergognati!” il dramma delle vittime della mafia. Battuta che trova pronta risposta dello stesso Sgarbi nell’appellativo di “Mafioso!”, cui segue un teatrino ironicamente esilarante, ma allo stesso tempo indecoroso, in una sede di dibattito che non è quella delle arene televisive, bensì un foro di esame e ricerca dedicato agli studenti, volto all’esaltazione della cultura nella massima forma delle sue accezioni. Si è tenuto a Pergusa (Enna) il I congresso regionale della Uil Scuola Sicilia, con la partecipazione di una folta rappresentanza di delegati, provenienti dalle nove province dell’isola, i quali, con voto unanime, hanno eletto Segretario generale il prof. Vincenzo Maria Granato, dirigente scolastico, in atto Segretario della Uil Scuola di Palermo. Contestualmente alle elezione del Segretario generale regionale, è stato eletto, all’unanimità, il Comitato direttivo regionale composto dai novi Segretari generali provinciali tra cui il nostro concittadino Salvo Mavica, direttore dei servizi generali ed amministrativi attualmente in servizio presso l’Istituto Ipsia “Majorana – Sabin” di Giarre, nonché i decani Sandro Zammataro di Catania ed Ermanno Ricerca di Enna. I lavori del Congresso si sono aperti con una relazione del prof. Enzo Granato, che ha tratteggiato tutta la situazione della scuola siciliana, attaccata da tagli “ lineari” che ne impediscono l’efficacia educativa solo per “ risparmiare” poco più di due miliardi e trecento milioni di euro l’anno. Questi cambiamenti avvengono mentre uno studio della Uil ha denunciato che i costi della politica ammontano a 25 miliardi di euro l’anno. Di tale somma si potrebbe agevolmente ridurre di almeno 10 miliardi garantendo la legge per il diritto allo studio, gli interventi indifferibili per l’edilizia scolastica, l’organico funzionale alle necessità vere, la lotta alla precarietà dei lavoratori della scuola e della formazione professionale sono stati degli argomenti trattati nella relazione. Dopo gli interventi di una molteplicità di delegati e di Segretari provinciali tra cui Calogero Lama di Messina, Michele Sollami di Enna, Eugenio Tumbarello di Trapani, Emanuele Arcadipane di Agrigento e dal responsabile della Funzione Pubblica Giuseppe Raimondi, Ermanno Ricerca, moderatore della riunione, ha dato la parola a Claudio Barone, Segretario Generale della Uil Sicilia che ha evidenziato il un quadro della situazione politico-economica della regione e del difficile compito che il sindacato sta affrontando in un momento storico certo non favorevole, al fine di garantire il lavoro ai lavoratori, oltre che uno sviluppo economico e civile alla Scilla ed all’intero Paese. È spettato a Massimo Di Menna, Segretario generale della Uil Scuola, concludere i lavori del congresso con l’intervento che ha provato da una parte l’efficacia della azione sindacale per garantire scatti stipendiali, le immissioni in ruolo, le progressioni di carriera per gli Ata, la difesa, giorno per giorn,o dei diritti dei lavoratori; dall’altra ha sottolineato la necessità di avere interlocutori più attenti alle necessità della scuola statale, frequentata dal 93% degli studenti del nostro Paese. Marzia Vaccino Anna Fichera La Uil Scuola Sicilia si confronta a Pergusa sui temi dell’occupazione e del futuro di una istituzione frequentata dal 93% degli studenti italiani
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