il nuovo Anno 33, n. 3 Luglio 2014 laboratorio odontotecnico Poste Italiane S.p.A – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, NO/Torino - Contiene inserti pubblicitari 2014 3 G. Gallelli, S. Streva Tecnologia CAD a confronto con quella tradizionale, fase dopo fase, tempi, difficoltà e costi. Se conviene, quando e a chi I. Bortolini La relazione centrica: croce e delizia dei nostri manufatti protesici G. Rossi Zirconia in laboratorio: un concetto in evoluzione F. Guacchione La Toronto fatta… con il cervello Colorato. Personalizzato. Solo per voi. VITA VACUMAT 6000 M Special Edition con dotazione completa nel vostro colore preferito 3473_1I 30 D o m e si t d Pre azion i gar e z zo c an imb omp zia. at t leta ibil . e. Your image Your image Il forno per ceramica Premium VITA VACUMAT 6000 M potrete individualizzare i pannelli laterali e ricevere lo Special Edition con dotazione completa e Ready for VITA screensaver personalizzato per l’unità di comando VITA SUPRINITY. Provate l’innovativa tecnica di cottura e vPad excellence. Colorate il vostro laboratorio. Forni multi- l’affermata resistenza al quarzo, di lunga durata. Rispar- color personalizzati da VITA – individualizzati da voi! miate con VITA Energy Efficiency certificata dal TÜV www.vita-zahnfabrik.com/special-edition facebook.com/vita.zahnfabrik Austria. Potete scegliere tra otto colori. Dopo l’acquisto Per informazioni: VITA ITALIA srl, tel. 02 9039261, e-mail [email protected] il nuovo laboratorio odontotecnico Periodico per la professione odontotecnica n. 3 luglio 2014 Testata degli Operatori di Comunicazione n. 5505 del 21/07/1998 Reg. Trib. Brescia n. 18 del 07/05/1987 il nuovo laboratorio odontotecnico I sommario 05 punto del direttore 07 editoriale Editore Antlo Associazione nazionale titolari di laboratorio odontotecnico Piazza Capranica, 78 - 00186 Roma Presidente nazionale Antlo Massimo Maculan 335/7387002 [email protected] Segretario nazionale Antlo Gabriele Barbarossa 335/7386950 [email protected] G. Gallelli, S. Streva 09-18 Tecnologia CAD a confronto con quella tradizionale, fase dopo fase, tempi, difficoltà e costi. Se conviene, quando e a chi Tesoriere nazionale Antlo Andrea Rossi 335/7686999 [email protected] Redazione Amministrazione & abbonamenti Via Appia, 100 - 83042 Atripalda (AV) Tel. e Fax: 0825 610339 - 610685 E-mail: [email protected] I. Bortolini 23-29 La relazione centrica: croce e delizia dei nostri manufatti protesici Direttore responsabile Vincenzo Curcione Direttore editoriale Aldo Porotti [email protected] Coordinatore di redazione Sara Criscitiello - [email protected] Pubblicità - Area marketing Enrico Galli 335/6829796 [email protected] G. Rossi 35-43 Zirconia in laboratorio: un concetto in evoluzione Grafica e impaginazione Tueor Servizi Srl Via Guidobono, 13 - 10137 Torino 340/1003767 Stampa A.g.v. Snc Di Bianchi Mario & C. - Torino Comitato scientifico G. Barbarossa, G. Barducci, R. Bartolloni, A. Bonaca, R. Bonfiglioli, P. Bozzo, E. Buldrini, R. Canalis, F. Fantozzi, G. Garotti, G. Garotti, V. Liberati, C. Montesarchio, A. Olivieri, R. Pascetta, A. Puntoni, L. Santocchi, S. Sgrò, S. Streva, G. Zuppardi F. Guacchione 45-52 La Toronto fatta… con il cervello Abbonamento annuale 4 numeri: Euro 60,00 Modalità di pagamento: - Bollettino postale intestato a Antlo Nazionale c/c n. 13050257 - Bonifico bancario intestato a Antlo Nazionale Iban: IT27Z0358903200301570282590 C/o Allianz Bank - filiale di Roma Causale: abbonamento NLO 2014 3 Fori inclinati Novità Dalla scansione intra-orale alla realizzazione del modello ARTESTAMPA srl, Galliate Lombardo (VA) Dalla pianificazione implantare alla realizzazione della dima chirurgica iL nuovo LAborAtorio odontotecnico I editoriale editoriale Il nostro “autunno caldo” Q uesto numero 3-2014 di NLO viene distribuito in un periodo di particolare impegno per Antlo, che vedrà a fine settembre, con il XXXI Congresso tecnico-scientifico nazionale a Montesilvano, il nostro più importante appuntamento culturale. Alcuni giorni dopo saremo impegnati a Expodental con due specifiche iniziative: una particolarmente innovativa sul piano culturale, l’altra relativa alla presentazione dei risultati della ricerca che Antlo intende compiere con l’Istituto Demos del prof. Ilvo Diamanti. Passati alcuni giorni saremo ad Assisi, al Congresso politico che provvederà a rinnovare gli organi nazionali ma anche a stabilire le linee direttrici dell’attività per i prossimi tre anni. Il tempo di riprendere fiato ed è subito Memorial Parise a Monastier, il secondo più importante appuntamento culturale “made in Antlo”. Sarebbe già un grande successo confermare gli straordinari dati di partecipazione e di gradimento riscontrati lo scorso anno nei nostri più importanti m. maculan appuntamenti culturali, anche se gli analoghi straordinari risultati riportati dai Congressi territoriali potrebbero in qualche modo incidere. Portare a casa dei colleghi l’offerta culturale Antlo è stata comunque una decisione estremamente positiva, che non ha messo in luce soltanto il gradimento della categoria ma anche la capacità di mobilitazione e la vocazione culturale dei nostri regionali, come ampiamente dimostrato dai risultati conseguiti. Se l’attività culturale non bastasse, dobbiamo far fronte agli impegni quotidiani che la svolta politico-sindacale dell’associazione impone e che non riguardano solo il portare “la questione odontotecnica” all’interno degli appuntamenti culturali Antlo per coinvolgere la categoria, ma anche per sviluppare il confronto con gli interlocutori istituzionali che di volta in volta ospitiamo. L’impegno politico-sindacale si concretizza infatti giorno per giorno, con discrezione e determinazione, con umiltà ma anche con ambizione, lontano dalle luci della ribalta, avendo come scopo esclusivo il raggiungimento degli obiettivi prefissati, e non autoreferenziali quanto inutili congratulazioni per qualche iniziativa o convegno organizzato con successo, qualche riunione al Ministero o qualche incontro con questo o quel deputato. L’impegno politico-sindacale trova infatti un positivo riscontro solo e soltanto nel raggiungimento dell’obiettivo fissato e non nelle azioni e iniziative realizzate per raggiungerlo. Affermazione tanto spietata quanto realistica e non solo per smorzare facili entusiasmi. Giungeremo dopo Monastier all’inizio dell’inverno, il tempo cioè di dibattere e decidere negli organi le priorità associative per il 2015, tra le quali troverà posto l’avvio dei programmi di formazione dei dirigenti, perché “fare sindacato” significa acquisire una adeguata competenza e professionalità che non può essere patrimonio solo di alcuni ma del gruppo dirigente più vasto. Altrettanto importante sarà l’impegno per il tesseramento 2015, una questione che non ha mai di fatto travalicato in Antlo l’aspetto routinario, ma che proprio in virtù della svolta politico-sindacale assume adesso un’importanza strategica. A tal proposito stiamo iniziando a studiare nuove modalità e nuove iniziative per attrarre quei consensi necessari a supportare significativamente le nostre iniziative che – è bene rammentare – sono rivolte solo ed esclusivamente alla categoria. Dagli eventi qui solo brevemente menzionati se ne può trarre quindi il convincimento che il prossimo autunno sarà il “nostro autunno caldo”, un intreccio di prestigiosi appuntamenti culturali e nuovi gravosi impegni sindacali che intendono caratterizzare il nostro essere “associazione”. Un modello unico, che traduce la rappresentanza generale degli odontotecnici nei due qualificanti versanti di “cultura & sindacato”: il nostro brand, il brand Antlo. MASSIMO MACULAN 5 iL nuovo LAborAtorio odontotecnico I punto del direttore punto del direttore Q uesto numero di Il nuovo laboratorio odontotecnico esce in anticipo rispetto al consueto numero di settembre, per dar modo a tutti di conoscere e organizzare i propri impegni in vista degli eventi che si svolgeranno nella prima parte dell’autunno: il nostro Congresso tecnico-scientifico a Montesilvano ed Expodental a Milano. Due eventi che si presentano fortemente rinnovati e che segneranno un momento di forte cambiamento nel settore culturale e professionale. a. porotti Questo numero è anche l’ultimo che sarà edito da questo Consiglio, che si avvia a naturale scadenza in quanto a ottobre il Congresso politico di Assisi rinnoverà le cariche dirigenziali Antlo. NLO è stata una scommessa vinta. Il punto di partenza del programma editoriale della presidenza Maculan era far rivivere la rivista dedicata agli odontotecnici italiani e a gennaio 2013 il miracolo si è avverato: il nuovo laboratorio odontotecnico era di nuovo sui banchi dei colleghi. Tutto questo grazie al lavoro e all’impegno di tutti i dirigenti e soprattutto della segreteria nazionale, vero crocevia di informazioni e collante ineguagliabile della dedizione e della passione di tutta la redazione. E grazie a tutti i relatori che si sono prodigati con umiltà e intelligenza per fornire alla rivista sempre materiale di prim’ordine. Su questo numero Gilberto Gallelli e Sergio Streva confrontano le metodiche tradizionali con quelle digitali per ottenere un medesimo dispositivo medico. Chi vincerà? L’uomo o la macchina? A voi il piacere di scoprirlo. Ivano Bortolini tratta la protesi totale elaborando alcuni concetti che facilitano il lavoro dell’odontoiatra e consentono una maggiore predicibilità del risultato. Germano Rossi analizza l’interfaccia zirconia-ceramica e fornisce tre esempi di risultati finali eccellenti, ottenuti pur seguendo strade leggermente differenti. La conoscenza merceologica è alla base del corretto uso dei materiali. Fabrizio Guacchione affronta la protesi Toronto con un approccio non convenzionale. La fase di fabbricazione è preceduta da un’analisi del nostro modo di pensare e di come questo influenzi la gestione delle nostre imprese odontotecniche. Il giusto mix di tecniche tradizionali e digitali porta poi alla soluzione del caso protesico in maniera pregevole. Un augurio di buone vacanze nell’attesa di rivederci personalmente agli importanti appuntamenti che ci attendono in autunno. Buona lettura! ALDO POROTTI 7 iL nuovo LAborAtorio odontotecnico I gallelli, streva: CAD, fusione Tecnologia CAD a confronto con quella tradizionale, fase dopo fase, tempi, difficoltà e costi. Se conviene, quando e a chi Gilberto Gallelli – Titolare di laboratorio odontotecnico. sergio streva – Titolare di laboratorio odontotecnico. E-mail: [email protected] Gilberto Gallelli Per un artigiano passare da una produttività basata sostanzialmente sul lavoro manuale a una prevalentemente tecnologica, è principalmente una difficoltà emotiva. Il bagaglio di conoscenza derivato da anni di esperienza sarà comunque indispensabile per una produzione più innovativa. L’aver messo a confronto le due tecniche fase dopo fase ha reso possibile un’analisi dei costi comparativa, potendo così ipotizzare quando il CAD diventa conveniente rispetto a una lavorazione tradizionale. Collabora con le aziende del settore e tiene da tempo corsi di fresaggio, focalizzandosi sulla protesi con attacchi isodromici e telescopici, attualmente anche su l’uso di sistemi CAD e sulla realizzazione di overdenture e toronto, personalizzate individualmente sia in composito che in ceramica. Scrive articoli su varie riviste del settore riguardanti il fresaggio, gli impianti, overdenture e la metallurgia. Tiene conferenze su territorio regionale e nazionale. Attualmente il suo laboratorio è specializzato in protesi fissa overdenture, in impianti in tutte le sue varianti, in ceramica integrale e lavorazioni CAD. Dal 2013 è segretario regionale Antlo Lazio. sergio streva Inizia la sua attività come apprendista nel 1974. Avvia la sua attività imprenditoriale nel 1986 come titolare di laboratorio odontotecnico della ditta New Dental snc. Nel corso degli anni ha l’opportunità di conoscere e stringere accordi professionali, vincolati o no da contratti, con alcune ditte del settore che lo erudiscono sui materiali da loro costruiti facendolo diventare esperto di materiali dentali. Con questo tipo di specializzazione impronta una serie di conferenze e corsi in tutta Italia e all’estero (Nord America, Polonia, Spagna, Francia). È autore di diversi articoli pubblicati su riviste di settore. 9 gallelli, streva: CAD, fusione I iL nuovo LAborAtorio odontotecnico FIG. 1 FIG. 2 Fig. 1 - Monolito. Fig. 2 - Ominide. FIG. 3 Fig. 3 - Astronave. nel film 2001: odissea nello spazio un gruppo di ominidi, guidati da un capo, sopravvive a fatica in un ambiente arido e ostile. un giorno davanti alla loro grotta appare misteriosamente un grande monolito nero. Gli ominidi (Fig. 2), venendovi a contatto, incominciano a progredire. in una significativa scena del film l’ominide lancia un osso in aria e mentre volteggia, il regista Stanley Kubrik, con grande effetto, lo sostituisce con un’astronave che si muove nello spazio (Figg. 2-3). dere quanto questa innovazione possa essere “matura” sia dal punto di vista pratico sia economico. Le statistiche a oggi dicono che il numero di laboratori che si avvale della tecnologia cAd è all’incirca il 20%, dato che abbiamo rilevato anche in modo diretto nelle conferenze tenute sulla tematica in questione. cercheremo di mettere in parallelo una semplice lavorazione, come quella di un ponte di tre elementi in cobalto-cromo, partendo da due modelli identici già rifiniti. CAD Il progresso in due fotogrammi La stessa lavorazione è stata realizzata sia con tecnologia cAd sia in modo tradizionale (Figg. 4, 5) una volta preparati i singoli monconi si realizza una scheda di lavorazione dove vengono registrate tutte le informazioni necessarie. in seguito si passa alla scansione di tutte le singole parti, modello master con dettaglio dei singoli monconi, preprotesico e/o modello dei provvisori, antagonista e articolazione. usando questa premessa come iperbole, è indiscutibile che oramai siamo, tecnologicamente parlando, a un punto di non ritorno. L’innovazione, come sempre, è inarrestabile e in alcuni casi in tempi relativamente brevi ha radicalmente cambiato la nostra vita. iL cAd è il nostro monolito, e noi stiamo per lanciare in aria la nostra spatola per vederla ricadere trasformata in mouse! Analizzando più da vicino il nostro mondo professionale, vediamo di compren- 10 da questo momento le nostre strade si separano: Gilberto “cAd” realizzerà il ponte al computer, mentre Sergio “MAn” lo realizzerà sul banco di lavoro con spatola e cera. La scansione tempo lavoro difficoltà cAd 20 1 MAn 0 0 in questo tipo di confronto, partendo da un’impronta tradizionale, la lavorazione cAd necessita di una fase di preparazione: la digitalizzazione del modello/ impronta per mezzo di un apposito scanner (Fig. 6). Questa fase, in caso di impronta digitale, ovviamente non esiste, anzi viene addirittura semplificata. in questo caso abbiamo deciso di mettere a confronto la sola realizzazione del ponte con impronta tradizionale. il livello di difficoltà di questa fase è sempre molto basso mentre il tempo di lavorazione dipende dal numero di monconi da protesizzare e/o dai modelli che si devono digitalizzare. ogni singola scansione ha un tempo preciso. iL nuovo LAborAtorio odontotecnico La difficoltà sta nella cura con cui si posizionano i vari modelli monconi nello scanner e non nella manualità. Ad esempio, fare una scansione di un modello master completo di monconi con gli stessi non ben posizionati nel modello, comporterà un’errata posizione fino al termine della lavorazione. Definizione margini tempo lavoro difficoltà cAd 1 1 MAn 1 1 CAD una volta digitalizzati i modelli, indichiamo velocemente dove finiscono le preparazioni applicando dei marcatori (pallini verdi) sul bordo (Fig. 7), per la definizione automatica sia dell’asse di inserzione generale che per il margine di chiusura. FIG. 4 I una volta creato automaticamente l’asse di inserzione generale, ci siamo resi conto che il moncone 1.5 presentava un sottosquadro in relazione all’altro moncone (Fig. 8), evidenziato da pallini rossi. È stato sufficiente cambiare l’asse del singolo (Figg. 9-10), indicato dalla freccia gialla, per risolvere il problema. A questo punto si è rifinito il dettaglio del margine di chiusura usando i vari strumenti di controllo messi a disposizione dal sistema (Figg. 11-12). MAN La procedura prevede il passaggio della matita in cera con l’ausilio dello stereomicroscopio (Figg. 13-14). Lacca spaziatrice tempo lavoro difficoltà cAd 1 1 MAn 3 5 gallelli, streva: CAD, fusione CAD nel sistema digitale la gestione della lacca spaziatrice è molto semplice sia nel controllo che nella modalità. È possibile diversificare lo spessore a piacimento sia nella zona di chiusura che in quella del moncone (Figg. 15, 16). in questa fase, se necessario, possiamo eliminare i sottosquadri abilitando semplicemente la funzione. in caso di imperfezioni della superfice o di modifiche della forma del pilastro, possiamo intervenire con uno strumento di ritocco. tutte le azioni e modifiche sono reversibili, ogni singolo comando viene salvato permettendo, in caso di necessità, un rapido ripristino alla condizione di partenza. Questa peculiarità sarà presente anche nella fasi successive. Altra caratteristica fondamentale del sistema cAd è quella di poter intervenire su tutte le fasi in qualsiasi momento an- FIG. 5 FIG. 7 FIG. 8 Fig. 4 - Modello master. Fig. 5 - Modello master. Fig. 6 - Scanner. FIG. 6 Fig. 7 - I pallini verdi sono una veloce localizzazione di dove intendiamo la zona di lavoro. Questo è l’orientamento che permette al sistema di restituirci FIG. 9 velocemente, con un’ottima approssimazione, un asse di inserzione ed una chiusura. Fig. 8 - I pallini rossi identificano il sottosquadro che in questo caso è causato dal disparallellismo tra i due pilastri. Fig. 9 - Nuovo asse di inserzione del premolare. 11 gallelli, streva: CAD, fusione che a lavoro finito. ipotizziamo di aver terminato la nostra modellazione e di essere pronti per l’invio del file. A questo punto abbiamo deciso di cambiare lo spessore della lacca spaziatrice. Sarà sufficiente selezionare la fase desiderata, eseguire la modifica e tutta la lavorazione fatta in precedenza sarà riadattata all’istante. Questa semplice azione per I iL nuovo LAborAtorio odontotecnico MAn è impossibile! MAN nel sistema tradizionale infatti alcune modifiche sono irreversibili, come ad esempio la riduzione di un moncone, mentre altre sono possibili ma ci obbligano comunque a iniziare nuovamente la modellazione da capo, come la modifica della lacca spaziatrice, appena menzionata. Per MAn questa è un fase delicata, come abbiamo detto in precedenza. un errore a questo punto potrebbe essere fatale. Sbagliare potrebbe significare partire nuovamente dalla colatura del modello ma con un’impronta già “stressata” dalle precedenti colature. Mano ferma e idee molto chiare! Fig. 10 - Cambiando l’asse, il sottosquadro viene eliminato. In casi in cui si realizzi una struttura CAM a tre assi questo cambiamento non sarà possibile. Fig. 11 - Altra visione del margine di chiusura. FIG. 10 FIG. 11 FIG. 12 FIG. 13 Fig. 12 - Visione dei sottosquadri in prossimità della chiusura. Fig. 13 - Definizione del margine di chiusura con la matita in cera. Fig. 14 - Definizione del margine di chiusura con la matita in cera. Figg. 15-16 - Lacca spaziatrice. Con i vari controlli è possibile definire differenti spessori in più zone. Fig. 17 - Il gesso prima del passaggio dell’induritore presenta la sua superficie ricca di asperità. Fig. 18 - L’applicazione dell’induritore o una goccia di cianoacrilato sulla superficie del moncone rendono la sua superficie più liscia e dura. Ciò permette di isolare con più facilita la cera usando poco isolante. Questo passaggio migliora e semplifica la precisione marginale del manufatto. Fig. 19 - La superficie del gesso dopo il trattamento cianoacrilato. Le asperità sono state azzerate. 12 FIG. 14 FIG. 15 FIG. 16 FIG. 18 FIG. 17 FIG. 19 iL nuovo LAborAtorio odontotecnico indurimento del gesso, chiusura delle porosità con lacche specifiche o cianoacrilato (Figg. 17-19), passaggio necessario anche a fermare il margine precedentemente marcato con la matita in cera. Stratificazione della lacca (Figg. 20a-20b) avendo cura di mantenere la sua consistenza come indicata dal produttore, altrimenti i micron di spessore della stessa rimarranno solo teorici e lo spazio richiesto per la cementazione sarà impossibile da controllare. Modellazione tempo lavoro difficoltà cAd 30 3 MAn 120 5 CAD inizialmente la vera difficoltà nel modellare un lavoro con sistema cAd, è quella di riadattare tutta la manualità, la percezione e la sensibilità acquisita in anni di pratica con un sistema tattile-visivo, realmente in 3d, a un sistema solamente visivo 2d con movimenti 3d. Passare dal fatto di tenere in mano un modello e una spatola, a un mouse e una tastiera, potrebbe non essere così immediato. I gallelli, streva: CAD, fusione trovarsi davanti l’arcata dentale virtuale visualizzata su un monitor, piuttosto che in gesso, in senso spaziale, non è la stessa cosa. copiare per esempio una forma di un dente 1.6 esistente, e riadattarla a un 2.6 mancante in modo speculare, è impossibile per MAn. Questo riadattamento, facendo riferimento a un utente medio, non è poi così lungo e comunque alla fine esso viene largamente ricompensato dalle infinite possibilità che questa tecnologia offre. terminata la modellazione integrale del ponte, in funzione del tipo di struttura richiesta, si passa alla riduzione del modellato. Anche questa fase può essere in parte automatizzata e velocizzata, configurando delle strutture tipo, cioè inserendo dei parametri di base, senza perdere comunque la possibilità di ritoccare solo dove necessario. nella libreria del nostro software, sono già inserite delle modellazioni di vario genere a cui possiamo attingere per realizzare le nostre modellazioni virtuali; è comunque possibile inserirne anche di personalizzate. La sostanziale differenza sta nel fatto che adattare delle forme con un software è molto più semplice piuttosto che modellarle in cera, visto che possiamo ridurre, aumentare e ritoccare la forma, sempre in maniera reversibile e molto rapida ritornando indietro passo dopo passo su tutti i vari passaggi. tale funzione, oltre che permetterci di intervenire con delle correzioni in qualsiasi momento in tutte le fasi, ci dà una grande opportunità sia a livello didattico che produttivo, potendo monitorare oltre che i tempi di esecuzione anche il numero di “mosse” eseguite per completare il modellato. La funzione, banale per un software, di Lo scarto avviene per mezzo di controlli molto precisi, di tipo numerico (Fig. 21). in termini pratici significa che siamo in grado di misurare al centesimo gli spessori, le distanze, lo scarto e i precontatti. La modellazione piena, appena realizzata, e il modello di pre-limatura, sono entrambi sovrapponibili al lavoro che stiamo eseguendo, potendo deciderne anche il grado di trasparenza tale da ottimizzarne la visibilità. La riduzione controllata da queste funzioni con l’aggiunta ulteriore di controlli di sicurezza, come lo spessore minimo di un elemento, renderà il tutto più agevole con l’esclusione totale di errori di valutazione. considerando quindi sempre il controllo dello spessore minimo di un modella- Figg. 20a-20b - Lacca spaziatrice. FIG. 20a FIG. 21 FIG. 20b FIG. 22 Fig. 21 - Uno degli strumenti di controllo utili alla riduzione del modellato. Fig. 22 - Controllo cromatico utile per non ridurre la struttura sotto il livello impostato. Tale funzione non blocca lo scarto ma ci permette di superare il limite dandoci la percezione di quanto siamo fuori parametro. 13 gallelli, streva: CAD, fusione I iL nuovo LAborAtorio odontotecnico FIG. 23 FIG. 24 FIG. 25 FIG. 26a Figg. 23-24 - Modellazione piena. Fig. 25 - Mascherine in silicone. Figg. 26a-26b - Scarto con ausilio delle mascherine in silicone. FIG. 26b FIG. 27 Fig. 27 - Chiusure. Fig. 28 - Nelle connessioni al CAD è possibile misurare rapidamente l’area, l’altezza e la profondità. Fig. 29 - Visione d’insieme del modellato prima della finalizzazione. to, oltre che poter misurare con degli strumenti appositi come appena accennato, è possibile avvalersi anche di strumenti configurabili per un controllo visivo. nel caso volessimo mantenere uno spessore minimo di 0,5, potremmo settare questo specifico strumento stabilendo che il rosso (Fig. 22) è il limite da non superare, o ancora meglio renderne impossibile lo scarto. 14 FIG. 28 usando il cAd è possibile intervenire, oltre che in fase iniziale anche in fase finale, con un’ulteriore funzione di controllo degli spessori minimi. nel caso, per esempio, volessimo riportare lo spessore minimo a 0,6, con un semplice comando tutta la nostra modellazione sarà adattata al nuovo spessore minimo desiderato. tutte queste funzioni sono FIG. 29 disponibili solo per controllare lo spessore del modellato: impossibile sbagliare. MAN realizzare una modellazione in cera è certamente tecnica molto conosciuta (Figg. 2324), di conseguenza non volendo illustrare le tecniche di modellazione, menzioniamo esclusivamente le sue particolarità. La visione d’insieme che si ha tenendo un modello tra le mani, come già detto, certamente manca nei primi tempi dell’utilizzo del cAd. il MAn infatti riconosce più velocemente le proporzioni, guarda tutto obbligatoriamente nelle dimensioni reali. Lavorando con un monitor 22 pollici invece le dimensioni sono superiori e si rischia di perdere la giusta proporzione. in mano tutto è più naturale. iL nuovo LAborAtorio odontotecnico Anche i passaggi della modellazione di MAn possono essere velocizzati da calchi e stampi di forme dentali di vario tipo e sono anche supportati da “strumenti” di controllo (Figg. 25, 26a-26b), ma essi sono lunghi da realizzare e non permettono misurazioni di precisione. tutto alla fine è affidato alle nostre capacità, lasciando a noi lo stress del controllo. Per curare una modellazione nei dettagli bisogna utilizzare obbligatoriamente uno stereo microscopio, visto che la dimensione reale del modellato è totalmente insufficiente. I cAd esso è un limite invalicabile, cosa che non è per il MAn. Questa fase dunque per il cAd è inesistente. MAN realizzare una chiusura non è cosa da poco (Fig. 27), perché oltre che delimitare il confine del nostro manufatto, dobbiamo anche riprodurre questo margine di finitura con precisione. Qui gli errori non sono ammessi ma purtroppo non è semplice escluderli. tempo lavoro difficoltà cAd 3 1 MAn 15 5 CAD tempo lavoro difficoltà cAd 0 0 MAn 20 5 CAD una volta definito il margine nella fase iniziale, abbiamo di conseguenza stabilito anche il margine di chiusura. Per il MAN Questa è un’altra nota dolente. unire il modellato per farlo diventare un ponte senza generare distorsioni: poche parole ma tante difficoltà (Figg. 31-32). Imperniatura tempo lavoro difficoltà cAd 0 0 MAn 20 5 Connessioni La scelta della giusta cera anche in funzione della stagione è un elemento da non trascurare, questa è altra difficoltà. Passiamo ora alle fasi successive. Chiusure gallelli, streva: CAD, fusione Gli strumenti di controllo sono sempre a nostra disposizione tanto da rendere anche questa fase molto semplice. È possibile stabilire un’area di connessione in relazione alla zona e verificarne le dimensioni come l’altezza e la larghezza (Fig. 28). Per il cAd è solo un calcolo matematico, nulla di più. A questo punto il lavoro viene finalizzato rendendo così possibile la “lisciatura” finale (Figg. 29-30). CAD Anche la fase imperniatura praticamente non sarà necessaria, considerando che una volta realizzato il file è inviato al laboratorio cAM, tutta la produzione viene demandata a loro. MAN Se i passaggi precedenti sono stati fatti correttamente forse il nostro ponte potrà essere rimosso dal modello con buone probabilità di non generare altre distorsioni (Fig. 33). La difficoltà della fase è indiscutibile, in un gesto si può rovinare un lavoro, senza poi poterlo verificare prima della fusione (Fig. 34). FIG. 30 FIG. 31 FIG. 32 FIG. 33 Fig. 30 - Ponte finalizzato (fuso in un blocco unico). Fig. 31 - Ponte modellato pronto per le connessioni. Fig. 32 - Ponte pronto per l’imperniatura. Fig. 33 - Una imperniatura ricca di perni accessori ci garantisce una solidificazione della lega più veloce e ben distribuita. In questo caso otterremo un manufatto in lega di qualità superiore. 15 gallelli, streva: CAD, fusione I iL nuovo LAborAtorio odontotecnico FIG. 34 FIG. 35 FIG. 36 FIG. 38 FIG. 39a FIG. 39b FIG. 37 FIG. 39c Fig. 34 - Messa in cilindro. Fig. 35 - Fusione laser melting ultimata. Fig. 36 - Fusione mediante stampante 3D laser melting. Fig. 37 - Fusione tradizionale. Fusioni tempo lavoro difficoltà cAd 0 0 MAn 15 5 CAD nel sistema digitale è possibile realizzare le strutture sia per apposizione, per esempio il laser melting, che per sottrazione, per esempio la fresatura dal pieno. ognuna delle due tecniche ha delle peculiarità. Per questo tipo di lavorazione scegliamo generalmente la stampate 3d laser melting (Figg. 35-36) che demanderemo a terzi. Abbiamo quindi eliminato anche il costo della variabile circa il rifacimento. c’è dunque un costo certo di produzione. Produr- 16 FIG. 39d Fig. 38 - Per ottenere una pulizia della fusione adeguata, usiamo inizialmente una sabbiatura con sabbia da riciclo, passando poi per una sabbia a sfere di vetro all’interno delle cappette. FIG. 39e Figg. 39a-39e - Varie visioni del ponte grezzo laser melting. re noi stessi delle lavorazioni cAM è una scelta che crediamo vada ponderata con attenzione. infatti l’acquisto di “macchinari da banco” porterebbe a dei costi di produzione alti con una qualità discutibile. un centro di produzione cAM deve infatti essere fornito di macchinari sofisticati ad alta produttività per mantenere un’ottima qualità a un basso costo. consideriamo questa dunque un’attività specifica con una sua differente gestione. MAN i sistemi di fusione sono molteplici e di diverse difficoltà (Fig. 37). tuttavia i rischi di lavorazione non potranno essere eliminati, anzi nel tentativo di ridurli aumenteranno i costi. ogni sbaglio comporta, nella migliore delle ipo- tesi, il rifacimento della modellazione. Pulizia fusione tempo lavoro difficoltà cAd 0 0 MAn 15 2 CAD Ancora tempo libero. MAN Lavoro poco piacevole con rischi per la salute (Fig. 38). Rifinitura tempo lavoro difficoltà cAd 5 3 MAn 15 1 iL nuovo LAborAtorio odontotecnico CAD il prodotto, al rientro dal centro cAM, si presenterà pulito con delle piccole rugosità di superfice (Figg. 39a-39e). La riduzione del bordo, per mezzo di gomme abrasive, implicherà un po’ di attenzione in più rispetto al sistema tradizionale (Figg. 40a-40b). Gli unici rischi produttivi del sistema cAd sono dunque solo nella scansione, come detto precedentemente, e nella fase di riduzione del bordo. Sbagliare una di queste due comporterà il rifacimento cAM ma non cAd. Conclusione Quando conviene la lavorazione CAD nelle tabelle, riportate all’inizio delle fasi precedentemente descritte, abbiamo riportato i tempi di lavorazione, mettendoli a confronto tra loro, riportati all’inizio delle fasi precedentemente descritte. MAN obbiettivo di questa analisi è capire il punto di pareggio economico tra le due lavorazioni nella gestione di un laboratorio medio-piccolo. Abbiamo focalizzato l’attenzione solo sul confronto delle due tecnologie, tralasciando volutamente un’analisi economica più ampia e dettagliata. Per MAn aver superato tutti gli ostacoli precedenti senza aver fatto degli errori è un momento di grande soddisfazione (Figg. 41a-41c, 42). Per un dato più concreto e certo, oltre i tempi di lavorazione, è stato necessario anche confrontare le attrezzature e la materie prime. Simulando una lavorazione I di un ponte di tre elementi con una media di 30 unità al mese, abbiamo trovato un teorico punto di pareggio. Analizzando le tabelle di sintesi (tabb. 1-4) riguardo ai dati rilevati, è possibile già comprendere come intorno ai 30 elementi/mese le due produzioni abbiano un costo per pezzo quasi allineato. dai 30 elementi in poi si incrementano i vantaggi. inoltre, un valore ancora non considerato, ma di importanza non trascurabile, è la quantità di tempo guadagnato con la tecnologia cAd: circa 80 ore per realizzare le prime 30 unità. mese. considerando anche questo valore aggiunto, il confronto economico tra i due tipi di lavorazione è certamente molto vantaggioso. chi non volesse utilizzarlo in produttività, potrà impiegarlo migliorando la sua qualità di vita. Cosa è importante nella scelta di un CAD È fondamentale che un sistema cAd rispecchi le nostre esigenze di modellazione e di lavorazione. Avere 2 settimane di tempo lavorativo al mese in più a disposizione non è cosa da poco. Per trasformare questo tempo in produttività, basterà moltiplicarlo per un costo orario medio di 18,00 euro l’ora = 1.440,00 euro al FIG. 40a FIG. 41a gallelli, streva: CAD, fusione Figg. 40a-40b - Ponte laser melting rifinito. Figg. 41a-41c - Ponte appena fuso. FIG. 40b FIG. 41b FIG. 41c 17 gallelli, streva: CAD, fusione Fig. 42 - Ponte fuso rifinito. Fig. 43 - HAL 9000. Tab. 1 - Calcolo sulla base di 30 elementi/mese considerando un ponte di tre elementi come lavorazione media. Tab. 2 - Dettaglio tempi relativo alle fasi di lavoro. Tab. 3 - Dettaglio dei costi della materia prima. Tab. 4 - Ammortamento delle sole attrezzature relative alle fasi analizzate. FIG. 42 18 I iL nuovo LAborAtorio odontotecnico Sostanzialmente i sistemi più diffusi si differenziano per velocità di scansione, strumenti di lavoro, semplicità di utilizzo, assistenza e solidità dell’azienda. La solidità di un’azienda che produce il nostro cAd non è un elemento poco trascurabile, visto che questa tecnologia si basa su dei software performanti. un’azienda che investe molto in questo è la garanzia per noi di poter utilizzare uno strumento di lavoro al passo con i tempi e di aver fatto un buon investimento. il cAd è sostanzialmente uno strumento informatico in grado di “aiutarci” nella lavorazioni di strutture e non solo, permettendoci di ridurre notevolmente i tempi di lavorazione, eliminando quasi del tutto i rischi a essa col- FIG. 43 Tab. 1 Tab. 2 Tab. 3 Tab. 4 legati, e dandoci la possibilità di vivere la produzione in modo molto più rilassato. Lavorare su un file significa anche essere svincolati da una sede fisica. infatti utilizzando un portatile si potrà lavorare in luoghi diversi, condividendo le lavorazioni con altri colleghi con il semplice invio di una e-mail. iL cAd arricchisce la nostra professionalità e non la sostituisce. A supporto di esso infatti è fondamentale la conoscenza e l’esperienza di un odontotecnico. il cAd è uno strumento di controllo e non un essere pensante. La fantascienza di 2001: odissea nello spazio, dove HAL 9000 prende il controllo sull’uomo, rimane ancora un film! speciale congresso - il nuovo laboratorio odontotecnico 31° Congresso Nazionale Tecnico Scientifico Palacongressi d’Abruzzo Montesilvano (PE) O D O N T O T E C N I C I I TA L I A N I 26 e 27 Settembre 2014 “Istruire non significa riempire un secchio, ma accendere un fuoco” William Butler Yeats Venerdì 26 settembre 2014 Corso Precongressuale ore 09.30 - 12.30 La condivisione di una esperienza in diretta Relatori: Lanfranco Santocchi, Ettore Morandini, Bebi Spina ABSTRACT - La relazione verte su alcuni temi importanti dell’odontotecnica, quali anatomia, funzione, colore ed estetica. Gli argomenti trattati dai relatori saranno approfonditi ed espressi in maniera semplice ed essenziale per una comunicazione più efficace. Congresso ore 14.00 Apertura Congresso In ricordo di Francesco Figliola Presidente di seduta Prof. Guido Garotti Chairmen Paolo Battaglia, Dott. Vincenzo De Sivo ore 14.15 La fibra di carbonio... una struttura da sogno Relatori: Paolo Pagliari, Prof. Paolo Pera ABSTRACT - Usata sulle auto, barche, moto e aerei ora usata come sottostruttura in odontotecnica. Resistente, leggera, stabile e capace di assorbire i carichi masticatori è sicuramente una scelta vincente. ore 15.00 AAA (odontotecnico) digitale cercasi? Può oggi l’odontoiatra, grazie alla meccanizzazione, fare a meno del tecnico? Relatori: Giuliano Bonato, Prof. Loris Prosper ABSTRACT - La digitalizzazione cambia radicalmente il nostro mondo. Industria, meccanizzazione e riduzione dei costi, spingono con forza sull’eliminazione di lavorazioni un tempo prerogativa dell’odontotecnico. Pensare al futuro dell’odontotecnico è più che mai attuale: età media elevata degli operatori e ricambio generazionale nullo. L’odontoiatra reputa indispensabile la “competenza analogica” dell’odontotecnico, o sceglierà software e apparecchi che l’industria riversa sul nostro mercato? La digitalizzazione: un pericolo o un prezioso ausilio dell’odontoiatria del prossimo futuro? Forse la sinergia tra odontoiatra ed odontotecnico è, oggi, più che mai attuale. ore 15.45 Il punto politico-sindacale “La questione odontotecnica” dott. Franco Condò, Consigliere Ministro Lorenzin, Massimo Maculan, Presidente Nazionale ANTLO speciale congresso - il nuovo laboratorio odontotecnico Sessione Palcoscenico Presidente di seduta Andrea Puntoni ore 17.00 Il team: comunicazione clinico-tecnico per la registrazione della relazione centrica Relatore: Ivano Bortolini ABSTRACT - Una corretta relazione fra le due arcate è sicuramente una delle componenti fondamentali per il successo di un restauro protesico sia in protesi mobile che fissa che implantare. La relazione si pone l’obiettivo pragmatico di fornire all’odontoiatra dei semplici strumenti tali da agevolarlo proprio in questa fase critica e altrettanto determinante. L’intento è quello di cercare di limitare gli errori che possano comportare spiacevoli rifacimenti non facilmente gestibili specie al giorno d’oggi. Non mancherà inoltre una visione dell’estetica in protesi rimovibile quale fattore migliorativo dell’integrazione di questi corpi estranei da parte dei pazienti e la possibilità concessa dalle nuove tecnologie di previsualizzare la forma dei denti che più si armonizza al viso del paziente. ore 17.30 Creare... con nuove tecnologie Relatore: Innocente Pozzan ABSTRACT - In questo momento particolare nei nostri laboratori la visione del lavoro sta cambiando drasticamente soprattutto con l’arrivo delle nuove tecnologie. Nella relazione cercherò di portare la mia esperienza maturata con queste tipologie di sistemi senza alterare il modo di realizzare dispositivi medici, sia semplici che complessi. Questo consente a poter realizzare sia dispositivi in metallo ceramica che in altri materiali più estetici come la zirconia o il disilicato di litio. ore 18.00 Zirconia monolitica: dalla progettazione analogica alla finalizzazione digitale Relatore: Giuliano Vitale ABSTRACT - Attualmente con l’innovazione digitale abbiamo a disposizione strumenti sempre più sofisticati che ci permettono di apportare importanti modifiche migliorative ai nostri protocolli operativi. Tuttavia, molto spesso, nella pratica quotidiana eseguendo lavori complessi ci si avvale di tecniche progettuali analogiche al fine di ottenere dei risultati predicibili. ore 18.30 Chiusura Sessione Palcoscenico - Break ore 18.45 L’evoluzione dei materiali ceramici attraverso venti anni di collaborazione clinica e odontotecnica Relatori: Francesco Ferretti, Dott. Marco Nicastro ABSTRACT - L’evoluzione dei materiali ceramici ha portato ad un grande cambiamento in protesi fissa. Sempre più dentisti nel mondo hanno sostituito la metallo ceramica con procedure metalfree. Il panorama dei materiali presenti sul mercato è però molto vasto e comprende diversi tipi di tecnologie, dalle ceramiche termoplastiche o presso fuse alle ceramiche ad alta resistenza realizzate con la metodica CAD-CAM! I relatori attraverso l’analisi della letteratura e la presentazione di numerosi casi clinici, realizzati in oltre venti anni di collaborazione, esamineranno indicazioni e limiti delle diverse sistematiche fornendo le linee guida ed i protocolli, clinici e di laboratorio, più corretti per ottenere un successo a lungo termine. speciale congresso - il nuovo laboratorio odontotecnico Sabato 27 settembre 2014 Congresso ore 09.00 - 14.00 Apertura sessione Presidente di seduta Ettore Morandini Chairmen Pier Giorgio Bozzo, Eugenio Buldrini, Bebi Spina ore 09.00 Il punto... riflessioni in corso Relatori: Alberto Olivieri, Roberto Bonfiglioli, Romeo Pascetta, Giancarlo Barducci, Giuseppe Zuppardi ABSTRACT - Un gruppo di amici trasmetterà una visione dei fondamentali odontotecnici, ripercorrendo le fasi di progettazione e costruzione dei manufatti protesici, in sintonia con le nuove tecnologie. Sessione Ortodonzia Presidente di seduta Fabio Fantozzi ore 09.15 Prevenzione delle lesioni traumatiche nell’attività sportiva: paradenti individuali laminati Relatore: Paolo Filipponi ABSTRACT - L’incidenza dei traumi nella pratica sportiva e in continuo e costante aumento. È cresciuta quindi l’esigenza degli sportivi, professionisti e non, di avere a disposizione strumenti di protezione sempre più efficaci. Tra questi, il paradenti risulta ancora oggi poco usato rispetto alla rilevanza del problema. Perché molti atleti non lo indossano pur conoscendo i rischi ai quali vanno incontro? Quali caratteristiche dovrebbe avere un paradenti? Che cosa offre il mercato? La realizzazione di un paradenti su misura laminato: dalla prescrizione medica alla consegna al clinico. L’importanza dell’impronta, le caratteristiche della termoformatrice, i materiali, la personalizzazione, le versioni secondo lo sport e il grado di rischio. ore 09.40 I dispositivi ortodontici su misura coadiuvanti la fisioterapia oro-facciale Relatore: Ugo Comparelli ABSTRACT - È ormai noto come numerose alterazioni a carico dell’occlusione dell’apparato stomatognatico e dell’organismo in genere possono essere ricondotte ad uno squilibrio neuro-muscolare più o meno importante. Scopo della relazione è presentare una serie di dispositivi atti a coadiuvare un protocollo clinico serio ed accurato mirato alla risoluzione degli atteggiamenti nocivi al corretto rapporto tra il complesso neuro-muscolare, i denti e le arcate: la cosiddetta fisioterapia oro-facciale ore 11.00 Correlazione tra ortodonzia e funzioni vitali Relatore: Nicola Lambini ABSTRACT - A partire dalla nascita la bocca viene modellata fisicamente dalle funzioni vitali: respirazione, suzione, deglutizione, masticazione che sono il cuore della dinamica dentale. Queste funzioni vitali sono importantissime perché i disturbi relativi ad esse hanno ripercussioni a tutti i livelli: fisico, psichico, emozionale, comportamentale... La sollecitazione della bocca tramite una adeguata terapia funzionale con l’azione di dispositivi funzionali, tipo Planas, Bionator, Regolatore di Funzione Frankel ed un equilibratore (progettato assimilando vari dispositivi) insieme ad esercizi appropriati, incentrati sulla rieducazione delle funzioni vitali, offrono al paziente la capacità di creare la propria forma orale che riflette il proprio equilibrio generale. ore 12.30 S.A.R. – S.A.D. HYBRID ALIGNER (Sistema di allineamento dentale e per disfunzioni dell’A.T.M.) Relatore: Ciro Pisano ABSTRACT - Tra le nuove metodiche di trattamento ortodontico, il S.A.D. Hybrid Aligner è un apparecchio rimovibile che nasce come allineatore dentale per adulti. Il suo punto di forza che accelera i tempi di trattamento, deriva dalla combinazione delle tecniche multibrackets con archi di memoria elevata e la comodità di poter essere rimosso durante ogni esigenza estetica. Un’altra versione del S.A.D. Hybrid Aligner per pazienti disfunzionali, nasce dal tentativo di unire pretese terapeutiche ad esigenze estetiche e di allineamento rapido offrendo i vantaggi indiscussi di uno splint occlusale e la possibilità di finalizzare contemporaneamente l’occlusione. 22 I iL nuovo LAborAtorio iL nuovoodontotecnico LAborAtorio odontotecnico bortolini: I protesi articolo removibile tecnico La relazione centrica: croce e delizia dei nostri manufatti protesici ivano Bortolini - Titolare di laboratorio odontotecnico. E-mail: [email protected] In protesi removibile, ritrovare il corretto rapporto fisiologico fra le arcate è fondamentale per la stabilità delle basi protesiche. Questo contributo vuol essere una modalità per fornire all’odontoiatra, al momento della registrazione, delle placche di masticazione ritentive per facilitare questa fase così critica ma cruciale. Ricavare inoltre tramite il portaimpronte dei riferimenti per confezionare valli occlusali già funzionalizzati. ivano Bortolini Vive e lavora a Miane, paese della marca trevigiana. Ha conseguito il diploma di odontotecnico nel 1982 ed è titolare di laboratorio dal 1984. Si è sempre interessato alla protesi totale, nell’intento di fornire la massima funzionalità e naturalezza a queste riabilitazioni difficili da accettare per i pazienti. Ha maturato la propria esperienza sulla sistematica del prof. Gerber, seguendo corsi con il sig. Jurg Stuck, dal quale ha appreso la possibilità di realizzare protesi che si avvicinino il più possibile alla dentatura naturale, dedicando particolare attenzione alla caratterizzazione dei denti e della flangia protesica. Sono seguiti corsi e stage di aggiornamento con il prof. Palla, presso l’Università di Zurigo, con il dott. Ravasini e il dott. Casarotto. Ha inoltre svolto attività didattica presso l’istituto per odontotecnici di Treviso. È relatore Candulor ed è sempre in continuo aggiornamento sui nuovi sviluppi di questa affascinante materia. Attualmente tiene corsi di aggiornamento sulla metodica del prof. Gerber e collabora con il dott. Casarotto nel corso master post-laurea di protesi rimovibile presso l’Università degli Studi di Padova. 23 bortolini: protesi removibile Introduzione Ho sempre cercato di costruire all’interno del team di lavoro un protocollo che ponga il paziente all’apice della piramide (Fig. 1) e nel contempo permetta a noi operatori, ognuno nell’ambito delle proprie competenze, di ottenere dei risultati riproducibili e soddisfacenti. Ciò al fine di ridurre al minimo la necessità di rifacimenti, non graditi dall’odontoiatra, che prolungano i tempi di consegna, spesso non retribuiti. In protesi mobile, la difficoltà di recuperare tutte le funzioni perse, aumenta ancor di più quando i rapporti intermascellari non vengono ripristinati fisiologicamente. Ritengo che questa sia una fase cardine nelle nostre ricostruzioni e che valga in egual misura anche per riabilitazioni I il nuovo laboratorio odontotecnico implantari o su monconi naturali. Logicamente, le protesi a supporto mucoso subiscono in modo esponenziale questo errore in quanto non ancorate. Altresì, contatti occlusali su piani inclinati, dovuti a registrazioni errate, possono pregiudicare la durata degli impianti o dei denti naturali. Noi odontotecnici lavoriamo su indicazioni forniteci dal clinico e a queste dovremmo affidarci. Vero è, che se ciò da noi progettato sul simulatore di masticazione non corrispondesse a una riproducibilità in cavo orale, difficilmente queste protesi potranno avere la massima funzionalità. Ritrovare la corretta articolazione non è cosa semplice, ma fondamentale per la stabilizzazione delle basi protesiche. Per quanto riguarda il concetto di relazione centrica, in letteratura troviamo diverse definizioni, ognuna con la propria validità. Quello che a noi interessa, dal punto di vista odontotecnico, è ritrovare in articolatore lo stesso rapporto sui piani orizzontali e verticali del paziente. Se la finalità è creare un’occlusione che trasmetta sulla cresta residua una pressione uniforme, al fine di aumentare i fattori fisici di ritenzione (Fig. 2), questo può sussistere solo con una coincidenza fisiologica del movimento articolare. Inoltre, sarà nostro compito realizzare un montaggio dove ogni singolo dente sotto pressione stabilizzi la protesi sul tavolato osseo (Fig. 3). Procedure pratiche Sui modelli primari realizziamo il portaimpronte individuale con la caratteristica di avere un “vallo” anteriore in FIG. 1 FIG. 2 FIG. 4 Fig. 1 - Il team. Fig. 2 - Fattori di ritenzione protesica. Fig. 3 - Carico occlusale perpendicolare alla cresta. FIG. 3 Fig. 4 - Papillametro per determinare la lunghezza. FIG. 5 Fig. 5 - Riferimento anatomico della papilla (8-9 mm anteriormente) per il supporto. Fig. 6 - Realizzazione portaimpronte con ritenzioni per la resina. 24 FIG. 6 il nuovo laboratorio odontotecnico FIG. 7 I bortolini: protesi removibile FIG. 8 Fig. 7 - Verifica della lunghezza del “vallo”. FIG. 9 FIG. 10 FIG. 11 FIG. 12 Fig. 8 - Resina fotopolimerizzante posteriore per determinare zona neutra. Fig. 9 - Parallelizzazione della resina al piano di Camper. Fig. 10 - Polimerizzazione del vallo funzionalizzato. Fig. 11 - Modello master. Fig. 12 - Mascherina in silicone per riprodurre il vallo occlusale. resina che, in base a dei riferimenti anatomici (Figg. 4-5), simuli la posizione dei denti. Posteriormente creiamo degli incastri che serviranno all’odontoiatra per ancorare della resina (Fig. 6). rimuovere i portaimpronte, con un po’ di cera si possono aggiustare velocemente gli spessori, successivamente viene fatta una mascherina in silicone del vallo realizzato in bocca (Figg. 1112). Una volta verificato in bocca al paziente il corretto supporto e lunghezza (Fig. 7), l’odontoiatra va a definire il prolungamento del vallo con della resina fotopolimerizzante nel rispetto della zona neutra e orientato sul piano di Camper (Figg. 8-9). Il tutto verrà bloccato in bocca con la lampada da studio (Fig. 10). Successivamente la stessa operazione verrà eseguita adattando la resina dell’inferiore al superiore. Tramite una gelatina per gesso vengono duplicati i modelli (Figg. 13-14) e realizzate la basi di masticazione in resina autopolimerizzante senza scaricare nessun sottosquadro (Figg. 15-16). Prima di rimuovere le placche ottenute sul modello duplicato, viene ripristinato il vallo utilizzando la mascherina in silicone (Figg. 17-18). Ricevute le impronte secondarie, vengono colati i modelli master. Prima di In questo modo, forniremo all’odontoiatra delle basi stabili con il vallo già orientato sul piano occlusale di riferimento e con i supporti adeguati (Figg. 19-20). Nel caso l’odontoiatra registri un’impronta secondaria mucostatica, potrà già in questa fase verificarne la corretta estensione in quanto la base sarà la fedele riproduzione della protesi e darci indicazioni per eventuali riduzioni dei bordi. Ho adottato questa metodica poiché spesso gli odontoiatri lamentavano di avere placche poco stabili, soprattutto quando si devono scaricare molto a causa di forti sottosquadri, e di dover impiegare troppo tempo per adattare i valli occlusali. Spesso questo disagio condizionava l’umore sia dell’operatore che del paziente, creando tensioni che sicuramente, in questa fase delicata, non agevolavano la corretta definizione dei rapporti intermascellari. A questo punto dovrebbero servire 25 bortolini: protesi removibile I iL nuovo LAborAtorio odontotecnico FIG. 13 FIG. 16 FIG. 19 FIG. 14 FIG. 17 FIG. 18 FIG. 20 minimi aggiustamenti per ritrovare una corretta armonia oro-facciale e una prima registrazione di riferimento. Fig.13 - Duplicazione modello master. Fig.14 - Precisione della gelatina. Fig.15-16 - Realizzazione basi di masticazione sul modello duplicato senza scaricare i sottosquadri. Fig. 17-18 - Valli occlusali replicati con la mascherina. Fig. 19-20 - Verifica in cavo orale. 26 FIG. 15 Per quanto riguarda la modalità di registrazione alla manovra bimanuale di dawson (Fig. 21), preferiamo che l’odontoiatra utilizzi l’arco gotico. Grazie a questa modalità non operatore dipendente, ho potuto constatare la necessità di pochissimi reinterventi per quanto riguarda i rimontaggi. dal punto di vista odontotecnico, la registrazione con arco gotico, sicuramente evita errori di eventuali precontatti occlusali dovuti all’adattamento delle cere di registrazione, tramite lo spostamento delle placche (Fig. 22). il suo posizionamento avviene sulle basi in resina non ancora adattate al modello master, con il vantaggio di disporre di placche di masticazione stabili, facilitando sicuramente questa operazione (Figg. 23-26). Prima di ridurre il vallo superiore funzionalizzato in base all’estetica e fonetica per far eseguire i movimenti al paziente, l’odontoiatra realizzerà una mascherina vestibolare in modo da non perdere nessun riferimento (Figg. 27-28). una volta registrato il rapporto intermascellare, si rileva l’arco facciale (Fig. 29) e successivamente si blocca il tutto con gesso da impronta o con silicone da masticazione (Fig. 30). iL nuovo LAborAtorio odontotecnico A questo punto, arrivano in laboratorio: le basi di masticazione con l’arco gotico; le chiavi di riposizionamento; l’arco facciale e la mascherina per ripristinare il vallo (Fig. 31). ora è il momento di adattare le basi ai modelli master, scartandole leggermente nei punti di sottosquadro. Si procede montando il modello superiore in articolatore tramite l’arco facciale, successivamente quello inferiore (Figg. 32-33). viene tolta la punta scrivente dal modello superiore e, tramite la mascherina, ri- pristinato il vallo nella sua integrità. Successivamente, si toglie la placchetta inferiore dell’arco gotico e si ripristina il vallo inferiore (Fig. 34). L’odontoiatra, a questo punto, provvederà a verificare la corrispondenza in cavo orale (Fig. 35.) Si procede con la prova estetica frontale, montando i denti in base ai riferimenti dei valli, raccogliendo le eventuali considerazioni da parte del clinico per piccoli aggiustamenti (Fig. 36). FIG. 21 I bortolini: protesi removibile completiamo quindi il montaggio, multilocalmente e autonomamente stabile, tramite i dati rilevati dall’analisi dei modelli nella filosofia del prof. Gerber e della scuola di Zurigo (Fig. 37). L’odontoiatra verifica la statica in bocca; se in questa fase ci dovessero essere dei dislocamenti, si provvederà a modificare il montaggio. Le protesi ritornano al laboratorio, verificati i contatti occlusali vengono polimerizzate e rifinite (Figg. 38-40). Sono quindi consegnate allo studio per la Fig. 21 - Manovra di Dawson. Fig. 22 - Principio funzionale dell’arco gotico. Fig. 23-26 - Adattamento dell’arco gotico sulle basi di masticazione. Fig. 27 - Mascherina vallo funzionalizzato per non perdere nessun riferimento. FIG. 22 FIG. 24 FIG. 26 FIG. 23 FIG. 25 FIG. 27 27 bortolini: protesi removibile I iL nuovo LAborAtorio odontotecnico soddisfazione del paziente e di tutto il team (Fig. 41). come si suol dire: «chi ben comincia, ben finisce». Conclusioni Fig. 28 - Riduzione del vallo superiore (circa 3-4 mm). Fig. 29 - Arco facciale sul piano di Camper. Fig. 30 - Chiavi di riposizionamento della relazione fra le arcate. Fig. 31 - Pronti per montare in articolatore. Fig. 32 - Modello superiore in articolatore. Fig. 33 - Articolatore completato. Fig. 34 - Ripristino valli occlusali. FIG. 28 28 – ottenere in modo semplice dati individuali per fornire un vallo occlusale già funzionalizzato al paziente partendo dal portaimpronte individuale; – fornire all’odontoiatra la miglior condizione possibile per registrare una corretta relazione centrica, fulcro di qualsiasi ricostruzione protesica, tramite basi di masticazione molto stabili che facilitano, nel suo complesso, l’esecuzione di questa fase delicata. FIG. 29 FIG. 30 FIG. 32 Questa metodica ha un duplice obiettivo: FIG. 31 FIG. 33 FIG. 34 iL nuovo LAborAtorio odontotecnico I bortolini: protesi removibile FIG. 35 FIG. 36 FIG. 37 FIG. 38 FIG. 39 FIG. 40 FIG. 41 chiudo il presente lavoro, riportando una frase ricevuta in laboratorio ad apertura di una serata di marketing dedicata agli odontoiatri, intitolata “L’odontoiatria in tempo di crisi: prospettive e soluzioni”. «La sinergia di intenti e la comunicazione tra odontoiatra e odontotecnico sono un fattore di primaria importanza. nello studio odontoiatrico moderno, si deve sviluppare l’idea di “marketing generale” dove, ognuno ha l’obbligo di far percepire al paziente tutta la qualificazione di cui dispone, soprattutto in questo momento di crisi». Per problemi di spazio, alcune fasi secondarie non sono state qui trattate. Per maggiori dettagli si rinvia alla conferenza all’interno del Congresso nazionale di Montesilvano, dove sarà presente anche un supporto video. La bibliografia è disponibile presso l’autore. Nota merceologica • Papillametro, Candulor. • Resina fotopolimerizzante ultra tray, Candulor. Fig. 35 - Verifica della riproducibilità della chiusura in cavo orale. • Gelatina per duplicazione Sherahydrokol, Shera. • Aesthetic denture wax, Candulor. • Arco gotico intraorale CRS 10, Candulor. • Articolatore CA 3.0, Candulor. • Denti in composito NFC+ physiostar/condyloform, Candulor. • Resina Aesthetic color easy set, Candulor. Fig. 36 - Montaggio gruppo frontale in riferimento ai valli. Fig. 37 - Montaggio completo in rapporto dente a dente. Fig. 38-40 - Polimerizzazione e finalizzazione delle protesi. Fig. 41 - Un sorriso integrato nel viso. 29 SIROnA.IT PER VOI IL SISTEMA DI FRESAGGIO ULTRA-RAPIDO TOTALMENTE APERTO! À T I V O N IVA S U L E SC APERTO A TUTTI I FILE STL PRODUZIOnE In MEnO DI 10 MInUTI* MOLAGGIO E FRESAGGIO * tempo medio riferito ad un elemento singolo. Grazie ad inLab MCXL Open, potrete progettare con il vostro software CAD senza cambiare le abitudini e passare al fresaggio dei file STL in tutta semplicità e libertà. Rapido ed economico, permette di utilizzare un’ampia gamma di materiali fresabili in ambiente umido, per la realizzazione dei vostri manufatti protesici. Sarà una buona giornata, con Sirona. Siamo presenti a: Verona, Milano, Roma e Catania www.sirona.it Tel. 045/82.81.811 SCOPRI IL NUOVO EXPODENTAL! FOCUS SUL DIGITALE | FORMAZIONE GRATUITA | ISOLA DI LAVORAZIONE ODONTOTECNICA WWW.EXPODENTAL.IT sistemi CAD CAM dal 1989 Tecnologia e Competenza al Servizio dell’Odontotecnico SCANNER FISSA SCHELETRICA ORTODONZIA www.cadcamdentale.abacus.it CAM 4 - 5 assi 0523 590640 CNC 4 assi CNC 5 assi [email protected] FORNI Piacenza MATERIALI monolithic composite method SiStematica per la realizzazione di lavori proteSici in compoSito Stampato con Struttura in fibra di carbonio Vantaggi della sistematica Vantaggi della sistematica - Tecnologicamente avanzata - Massima resistenza - Massima biocompatibilità - Velocità di esecuzione - Leggerezza (3 g per un’arcata) - Capacità di shock absorption - Massimo comfort per il paziente - Costi drasticamente ridotti - Possibilità di eseguire indagini diagnostiche (TAC e RMN) senza rimozione della protesi - Elimina la cementazione passiva - Massima stabilità dimensionale e precisione - Struttura monolitica Dream Frame M.C.M. - Massima compattezza - No delaminazioni - Mantenimento della dimensione verticale: 20 µ dopo 200.000 cicli (simile allo smalto naturale) - Stabilità del colore - Capacità di shock absorption - Estetica eccellente - Riparabilità - Gold standard in implanto-protesi Via Torino, 765 - 21020 Mercallo (VA) - Tel. +39 0331 969270 - Fax +39 0331 969271 www.deiitalia.it - [email protected] iL nuovo LAborAtorio odontotecnico I rossi: evoluzione ed estetica Zirconia in laboratorio: un concetto in evoluzione Germano rossi – Titolare di laboratorio odontotecnico. E-mail: [email protected] Germano rossi Titolare dell’omonimo laboratorio odontotecnico sito in Alba Adriatica (TE), Viale Della Vittoria, 138. È membro relatore Antlo Formazione, nonché autore di articoli su diverse riviste nazionali e internazionali. In un momento in cui il settore dentale sta vivendo il suo cambiamento più profondo, il laboratorio deve coniugare l’alta tecnologia oggi disponibile con una attenta conoscenza dei materiali attualmente utilizzabili. Abbiamo la consapevolezza che le macchine e i nuovi materiali possono essere di grande aiuto per ridurre l’errore umano e allo stesso tempo la certezza che i risultati acquisiti sul paziente saranno soddisfacenti. La sua prima pubblicazione dal titolo Precisione ed estetica in una protesi convenzionale, pubblicata su “Rassegna Odontotecnica”, risale al 1998. Tiene conferenze in Italia e in Europa sul tema “Ricostruzione complessa in implantoprotesi”. Nel maggio 2011 partecipa, in qualità di relatore, a “International Anniversary Congress Dentaurum Implants” tenutosi a Malta, mentre nel febbraio 2012 partecipa, nella medesima veste, al “Dental Forum France” di Parigi. Attualmente si occupa dello sviluppo di materiale ceramico di nuova generazione con applicazione su materiali innovativi, in collaborazione con il dipartimento di sviluppo della Dentaurum Ceramics di Angers (Francia), figurando come relatore ufficiale e autore di apprezzati articoli tecnici. 35 rossi: evoluzione ed estetica Fig. a - Angers, località della Francia dove è ubicata la sede del Dipartimento centro ricerca Dentaurum Ceramics. Fig. b - Microstruttura della zirconia. Fig. c - Superficie ottenuta dopo macchinazione con processo di sinterizzazione; si evidenzia passaggio a binari paralleli degli utensili CAM. Fig. d - Stesso elemento dopo rifinitura a banco con strumento rotante e visionato con strumenti d’ingrandimento appropriati. FIG. a FIG. d FIG. g 36 I iL nuovo LAborAtorio odontotecnico Fig. e - L’immagine mostra una superficie macchinata post-sinterizzata ottenuta con strategie di lavorazioni differenti sul CAM. Fig. f - Processo di sabbiatura 50 micron, 3 bar; la superficie cambia aspetto nella sua totalità. Fig. g - Processo di sabbiatura 110 micron, 3 bar; limite massimo di processo di sabbiatura. Fig. h - Test di adesione di ceramica applicata su piastra di zirconia trattata con processo di sabbiatura. Negli ultimi trent’anni abbiamo assistito a una evoluzione costante dei materiali per quanto attiene alla qualità, affidabilità e applicabilità a materiali di lega dentali di varia natura (preziosi e non preziosi). In anni ancora più recenti, poi, il progresso si è spinto a livelli tali da permettere la combinazione delle ceramiche dentali con materiali da struttura (ceramiche integrali), vale a dire ossido di zirconio e disilicato di litio (Fig. b). La lavorabilità di tali materiali è stata resa possibile grazie alla ricerca, allo sviluppo e utilizzazione di software CAD e macchine CAM. Si può affermare, senza ombra di dubbio, che dopo lunghi periodi nei quali si è fatto ricorso a combinazioni di ceramica e metallo, materiali completamente diversi tra loro, attualmente si dispone di una pluralità di materiali associabili ma simili tra loro. In tale categoria vanno annoverati le ceramiche di ultima generazione, nello specifico di tipo vetro ceramica sintetica, l’ossido di zirconio e il disilicato di litio. FIG. b FIG. c FIG. e FIG. f FIG. h I I iL nuovo LAborAtorio iL nuovo odontotecnico LAborAtorio odontotecnico rossi: evoluzione articolo ed estetica tecnico Tutti questi elementi sono in grado di combinare una elevata resistenza meccanica delle strutture e ottime qualità estetiche e biologiche. Possiamo, dunque, affermare che il sistema moderno incontra l’estetica. in collaborazione con il dipartimento sviluppo dentaurum ceramics, con sede ad Angers in Francia (Fig. a), si è cercato, attraverso un’attenta valutazione scientifica, di accertare la possibilità di condizionare la zirconia, al fine di ottenerne un’ottimale combinazione con la ceramica. La valutazione scientifica condotta sulla zirconia ha permesso, al contempo, di compiere anche una analisi sulla evoluzione degli strumenti di fresaggio. La figura c ci mostra, a una approfondita analisi condotta con strumenti idonei, la superficie al termine del processo FIG. o Fig. i - Tabella di resistenza e di adesione tra ceramiche di diverse applicazioni in conformità a norme ISO 9693. Fig. l - Risultato test di adesione in MPA sulle tre diverse superfici della zirconia sabbiata e ceramizzata; i dati indicano come risultato migliore Zr zro2 sablage 110 micron, 3 bar. Fig. m - Test di solubilità chimica nel replicare la situazione in cavo orale. Fig. n - Risultato dopo test di solubilità chimica indica il collocamento della Zr Dentine molto al di sotto del limite 120 microgrammi per Cm2. Fig. o - Resistenza alla deformazione termica dovuta a cicli di cottura multipli e prolungati; la vetro ceramica trattata termicamente è più stabile. Fig. p - CET ceramica Zr su disilicato e zirconia. Fig. q - Pastiglie di zirconia traslucide di tre case diverse dopo processo di sinterizzazione poi tagliate a 0,7 mm, al fine di analizzare il livello di traslucenza in confronto alla dentina base vetro ceramica, anch’essa in pastiglia da 0,7 mm. FIG. i FIG. l FIG. m FIG. n FIG. p FIG. q 37 rossi: evoluzione ed estetica I iL nuovo LAborAtorio odontotecnico di sinterizzazione dell’elemento fresato. tale elemento non presenta le condizioni ottimali per procedere alla fase successiva, la cosiddetta fase di ceramizzazione. Figg. 1-4 - Caso 1. Ceratura con scansione digitale e finalizzazione in zirconia fresata e sinterizzata. Figg. 5-7 - Sabbiatura superficie e prima applicazione di “couche” ceramica con prima cottura e mantenimento di 2 minuti alla temperatura finale. Fig. 8 - Seconda cottura, risultato traslucido e stabile. Apportando manualmente al banco di lavoro, con l’ausilio di strumenti rotanti idonei, opportune modifiche alla superficie della zirconia, si è giunti alla conclusione che esiste la possibilità di correggerne la superficie e arrivare all’elaborazione di un protocollo in merito (Fig. d). L’aggiornamento costante dei software cAM ha permesso di elaborare strategie di lavorazione sempre più complesse che sono in grado di garantire risultati finali FIG. 1 FIG. 4 FIG. 7 38 FIG. 2 più che soddisfacenti, rappresentati da una lavorazione della zirconia a crudo che presenta una superficie con un livello qualitativo molto elevato (Fig. e). Su questa superficie si è applicato un protocollo differente: invece di lavorare la superficie con strumenti rotanti si è posto in essere un condizionamento agendo con delle sabbie a base di biossido di alluminio. un primo intervento è stato compiuto con una sabbia a 50 µm e una pressione di 2 bar. La figura f ci mostra, in riferimento alla figura e, la diversità delle due superfici; raf- FIG. 3 FIG. 5 FIG. 6 FIG. 8 iL nuovo LAborAtorio odontotecnico frontando le due immagini si deduce che la zirconia è un elemento che si fa modificare anche solo ricorrendo a un processo di sabbiatura, non essendo necessario interagire su di essa con strumenti rotanti. il secondo step del procedimento consiste nell’individuare il limite massimo del processo di sabbiatura: ci si è spinti sino a impiegare una sabbia a 110 µm con biossido di alluminio e con una pressione massima di 3 bar (Fig. g). La pressione a 3 bar rappresenta il limite massimo oltre il quale non è consentito spingersi; infatti oltrepassando FIG. 9 I Figg. 9-12 - Cottura post-lucidatura, presenta una superficie della ceramica compatta ed esteticamente accettabile. Figg. 13-14 - Caso ultimato in cavo orale. FIG. 10 FIG. 12 FIG. 14 Figg. 15-17 - Caso 2. Ceratura e scansione digitale. Fig. 18 - Fresaggio zirconio con preparazione degli inserti in dentina per applicazione delle masse ceramiche in fase di stratificazione. FIG. 11 FIG. 13 FIG. 15 FIG. 17 rossi: evoluzione ed estetica FIG. 16 FIG. 18 39 rossi: evoluzione ed estetica I iL nuovo LAborAtorio odontotecnico tale limite si correrebbe il rischio di innescare processi irreversibili sul materiale stesso. Figg. 19-20 - Fresaggio zirconio con preparazione degli inserti in dentina per applicazione delle masse ceramiche in fase di stratificazione. Figg. 21-22 - Colorazione individuale delle zone zirconia, dentinali-incisali. Figg. 23-25 - Aspetto superficie macchinata post-sinterizzata. Figg. 26 - Applicazione ceramica con prima cottura. FIG. 19 comparando la figura g con quella precedente si desume, in modo evidente, che la superficie è ulteriormente cambiata. essa risulta, infatti, ancora più levigata. 40 1. superficie macchinata; appena 2. superficie sabbiata a 50 µm; 3. superficie sabbiata a 110 µm. Lo scopo di tale processo è poter elaborare un protocollo in riferimento a normative iSo internazionali (Fig. h). La superficie sabbiata a 110 µm ci dà un limite a quasi 50 MPa di resistenza, un risultato di tutto rispetto se paragonato ai risultati evidenziati nella figura l, che è di poco al di sotto di una adesione di metallo e ceramica (Fig. i). i dati forniti da tale protocollo sono stati inseriti in tabelle comparative delle in conclusione possiamo affermare che lo stesso processo, validato su un FIG.20 FIG. 22 FIG. 24 tre diverse superfici: FIG. 21 FIG. 23 FIG. 25 FIG. 26 protocollo iSo internazionale, ci fornisce come dato finale una adesione pressoché simile a quella garantita dal metallo con la ceramica. Per ottenere un prodotto affidabile composto da zirconia e ceramica, non è sufficiente modificare la superficie della zirconia stessa, ma è fondamentale conoscere le caratteristiche della ceramica che si va a sovrapporre. tali test sono stati eseguiti con ceramica sintetica realizzata in laboratorio; trattasi di una vetro ceramica sintetica. Questa scelta è iL nuovo LAborAtorio odontotecnico stata dettata dall’esigenza di combinare una superficie modificata con un prodotto che sia chimicamente stabile sulla interfaccia. combinando la zirconia con la vetro ceramica sintetica, riproducendo la situazione del cavo orale ed effettuando test di solubilità chimica (Fig. m), si è constatato che tale materiale ha una stabilità accettabile. Questo significa che la perdita in microgrammi per centimetro quadrato è ben al di sotto del livello cui fa riferimento la normativa iSo internazionale (Fig. n). nel tempo le due interfacce conserveranno l’affidabilità e la stabilità originarie; se I rossi: evoluzione ed estetica FIG. 27 FIG. 28 FIG. 29 FIG. 30 FIG. 31 FIG. 32 così non fosse si incorrerebbe in eventi negativi come distacchi, fratture e chipping. Sempre restando in tema di combinazione dei due materiali si deve fare una ultima ma non meno rilevante considerazione. essendo la zirconia un prodotto vetroso, caratterizzato, dunque, da una bassa conducibilità termica, e avendo la ceramica apportato un processo di cottura faticoso, è sorta l’esigenza di allungare i tempi di permanenza nel forno della ceramica per far sì che essa raggiungesse il suo processo di cottura ottimale. Prolungare i tempi di permanenza della ceramica nel forno determina, però, un effetto collaterale: il Figg. 27-28 - Applicazione ceramica con prima cottura. Fig. 29 - Applicazione ceramica in seconda cottura. Fig. 30 - Applicazione ceramica in seconda cottura Fig. 31 - Lucidatura finale. Fig. 32 - Caso ultimato in cavo orale. 41 rossi: evoluzione ed estetica Fig. 33 - Superficie finale anatomica in zirconia. Figg. 34-35 - Caso ultimato in cavo orale. Fig. 36 - Caso 3. Struttura in zirconia traslucida da ceramizzare integralmente dopo processo di sabbiatura. Figg. 37-38 - Montaggio masse corone-gengivali e prima cottura. Figg. 39-40 - Montaggio masse dentinali con inserti intensivi e post-cottura. Fig. 41 - Applicazione degli incisali opali traslucenti. 42 I iL nuovo LAborAtorio odontotecnico materiale non è più in grado di reggere lo stress da deformazione derivante da eccesso di calore. È, infatti, cosa nota che le ceramiche non vetrose non possono essere sottoposte a trattamenti termici che garantirebbero loro un alto grado di resistenza a cicli di cottura lunghi e ripetuti (Fig. o). Modificare adeguatamente la superficie della zirconia, trovare un protocollo che ne migliori l’adesione alle ceramiche stabili a processi di cottura molto lunghi e, infine, avere un prodotto chimicamente inalterabile, sono parametri che combinati adeguatamente tra loro garantiscono un risultato finale sufficientemente affidabile. Avere una conoscenza esauriente della zirconia per quanto attiene al suo livello di traslucenza, in relazione alla traslucenza della ceramica da apportare alla zirconia stessa (Fig. q) e non ultimo un cet stabile (Fig. p) ci permetterà una buona stabilità e un risultato estetico accettabili. Ceramizzazione e risultati estetici su strutture di diversa impostazione Le immagini rappresentano casi con ceramizzazione integrale o parziale su un’arcata completa, stratificazione della prima cottura con mantenimento finale di 2 minuti, mantenimento reso possibile per la stabilità termica e la non deformazione della ceramica stessa sottoposta a un ciclo di cottura prolungato (Figg. 7, 28, 38). Le cotture future eseguite con applicazione dei vari effetti ceramici su parte coronale e gengivale seguiranno un percorso di temperature molto lento al fine di salvaguardare la struttura in zirconia da uno shock termico che, a sua volta, potrebbe causare danni strutturali (Figg. 29, 39, 41). tale procedura ci permette di ottenere un processo di cottura della nostra vetro ceramica sufficientemente qualitativo (Figg. 8-9, 31, 42-43). La stabilità termica ciclica della zirconia in FIG. 33 FIG.34 FIG.35 FIG. 36 FIG.37 FIG.38 FIG. 39 FIG. 40 FIG.41 iL nuovo LAborAtorio odontotecnico I rossi: evoluzione ed estetica combinazione con la vetro ceramica ci permette, a sua volta, di realizzare forme e superfici accettabili (Figg. 10, 12, 34, 43). Si è riusciti a ottenere una buona estetica, simile sulle tre arcate descritte nonostante le impostazioni siano differenti, come sono differenti le quantità di ceramica applicate (Figg. 12, 14, 32, 45). un buon risultato sulla struttura in zirconia è sempre subordinato a una attenta conoscenza del materiale e alla sua manipolazione, ma soprattutto alla sua combinazione con tipi di ceramica che si adattano al meglio alla zirconia. L’obiettivo rimane sempre quello di realizzare manufatti estetici discreti e in aggiunta raggiungere un livello affidabile e predicibile a prescindere dal tipo o modello ricostruttivo in ceramica zirconia da realizzare. Fig. 42 - Applicazione degli incisali opali traslucenti. Fig. 43 - Rifinitura finale e lucidatura. Figg. 44-45 - Aspetto estetico gengivale-coronale. Figg. 46-47 - Aspetti clinici estetici occlusali con smile finale. FIG. 42 FIG. 43 FIG. 44 FIG. 45 FIG. 46 FIG. 47 Materiali e metodi • • • • Ceramica Ceramotion Zr – Dentaurum. Zirconio Sagemax NexxZr. Zirconio Bionah Diamond. Zirconio Concept Zittrya. Bibliografia 1. Zilio A. Media Zirconia. The power of light. Edizioni Teamwork. 2. Brix O. Concetti di base nell’estetica dentale. Edizioni Teamwork. Archien C. La Zircone: matériau d’avenir. Stratégie prothétique, 2013. 5. Pradines C. Infrastructure de bridges en zircone Y-TZP: de la conception aux 3. Murone V. Estetica su Zirconia. Masson. application. Thèse pour le diplôme d’état de docteur en chirurgie dentaire, 4. Probster K., Reiss B., Wiedhahn K., Kem M., Helfer M., Fages M., Raynal J., Nancy 2010. 43 Frizione individuale per ogni tipo di esigenza Sistema a frizione FGP in economiche siringhe dosatrici Il sistema a frizione FGP , grazie alla miscelazione di due soli componenti, offre, all’odontoiatra ed all’odontotecnico, una soluzione semplice ed economica per la realizzazione di una frizione individuale, sia su nuove protesi che per il ripristino di vecchi lavori. La nuova confezione FGP, sottoforma di maneggevoli siringhe, previene una fuoriuscita indesiderata di materiale. Le canule delle siringhe facilitano il dosaggio e favoriscono una lavorazione semplice ed economica. Grazie alle proprietà del materiale FGP, in lavori con telescopiche o su sovrastrutture, si ottiene un inserimento ed un disinserimento dolce della protesi. L’elevata resistenza all’abrasione del materiale garantisce una lunga durata della frizione e fa risparmiare ai pazienti ulteriori sedute dall’odontoiatra. Set Sistema a frizione FGP 1 x 2,5 gr Resina FGP componente A 1 x 2,5 gr Resina FGP componente B 1 x 1,25 ml Adesivo FGP 1 x 3,0 ml Isolante FGP 1 Spatola 5 Pennelli 1 Porta-pennelli 1 Blocco di impasto 10 Canule d’applicazione, nere Cod. nr. 540 0102 8 Via Roma 10 39100 Bolzano Tel. 0471 / 469576 Fax 0471 / 469573 www.bredent.it e-mail [email protected] • • • • I iL nuovo LAborAtorio iL nuovo odontotecnico LAborAtorio odontotecnico guacchione: I toronto articolo e gestione tecnico La Toronto fatta… con il cervello fabrizio Guacchione - Titolare di laboratorio odontotecnico. E-mail: [email protected] fabrizio Guacchione Nasce a Torino il 6 agosto 1967. Si diploma in odontotecnica presso l’IPSIA “G. Plana” di Torino nel 1987 e dopo 4 anni di tirocinio presso due laboratori odontotecnici diventa titolare di laboratorio. Dal 1998 è socio-titolare, con Ezio Lionetto, del laboratorio Odontofleg snc. Dal 1994 collabora come laboratorio pilota con la GC Europe. La scelta di un tipo di dispositivo, la sua progettualità e di conseguenza la sua realizzazione, implica non solo la conoscenza professionale dei passaggi tecnici, ma anche di tutto ciò che fa di contorno al nostro lavoro. Lo scopo di queste righe, visto lo spazio dedicato, è quello di stimolare il lettore a non guardare solo il lato tecnico, ma anche quello comunicativo, gestionale, economico e di marketing, che sono alla base di un corretto modo di vivere una azienda. Tiene corsi pratici e relazioni prevalentemente su protesi mobile, perioverdenture e compositi. Tiene relazioni sull’aspetto odontotecnico della protesi per carico immediato su chirurgia guidata. Dal 1993 è socio Antlo e dal 1996 ricopre in Antlo il ruolo di dirigente con incarichi prevalentemente culturali. Ha costruito il suo bagaglio culturale conoscendo i maggiori esponenti e maestri odontotecnici italiani, ha specializzato la sua formazione odontotecnica sulla protesi mobile seguendo corsi su varie metodiche tra cui quella del prof. Passamonti e del prof. Gerber. Dal 2012 fa parte del gruppo relatori di Antlo Formazione. 45 I I articolo tecnico guacchione: torontoiLenuovo gestione LAborAtorio iL nuovo odontotecnico LAborAtorio odontotecnico 46 FIG. 1 FIG. 2 FIG. 3 FIG. 4 La scelta di un tipo di dispositivo, la sua progettualità e di conseguenza la sua realizzazione, implicano non solo la conoscenza professionale dei passaggi tecnici, ma anche di tutto ciò che fa da contorno al nostro lavoro. causa lo spazio dedicato, non potremo approfondire, come sarebbe necessario, tutti i concetti che verranno espressi, mi scuso quindi fin d’ora se nella prima parte di questo articolo non potrò sviluppare a fondo tutti gli argomenti. Lo scopo del presente lavoro è, piuttosto, stimolare il lettore a non guardare solo il lato tecnico, ma anche gli aspetti comunicativo, gestionale, economico e di marketing che sono alla base di un corretto modo di vivere una azienda (Fig. 1). La gestione di un’impresa parte dalle idee, dai pensieri delle persone che la dirigono, quindi il primo passo è conoscere come funziona il nostro cervello, che forgia pensieri in continuità e in maniera infinita. Sapere come “funzioniamo” (Fig. 2) è indispensabile per poter gestire i nostri pensieri e, di conseguenza, gestire la manifestazione esteriore di quello che siamo dentro, per aumentare la nostra autostima e tutto l’aspetto motivazionale che ne consegue, e per gestire al meglio le situazioni che la vita d’impresa ci propone. inoltre, ci aiuta a migliorare la comunicazione con le persone con le quali ci relazioniamo in modo da capirne i caratteri, i bisogni, le richieste (marketing). Già, un’azienda. A volte dimentichiamo che i nostri laboratori, grandi o piccoli, sono delle aziende. Quanto manifestiamo all’esterno non è altro che il risultato dell’azione e reazione di input individuali, ovvero dei nostri pensieri; questo processo avviene all’interno del cervello. non esiste virtù, principio, che il cervello non sappia esprimere: esso si evolve in qualsiasi momento a seconda delle necessità. ogni pensiero mette in azione le cellule cerebrali, e si esprime perfettamente su qualsiasi parte del corpo, eliminando qualsiasi effetto indesiderato. La conoscenza e la cognizione delle leggi che governano la sfera mentale aiuta le transazioni d’affari, perché sviluppa il potere di discernimento e quindi una comprensione, una valutazione più chiara dei fatti (Fig. 3). La risoluzione di un caso protesico consiste nel dare delle risposte tecniche, progettuali e di scelta dei materiali, ma anche di richieste cliniche, di anamnesi ed economiche. Sono dell’idea che un laboratorio odontotecnico possa rispondere alle prime tre questioni, mentre di- I iL nuovo LAborAtorio iL nuovo odontotecnico LAborAtorio odontotecnico guacchione: ventare impresa odontotecnica significa assolvere a tutte le domande. ed evitiamo di farli contagiare da fattori negativi esterni. impresa odontotecnica si diventa dal modo in cui ci si propone verso la clientela (esterno), ma prima dovremmo fare un grosso lavoro per “sistemare” il nostro essere (interno). noi infatti manifestiamo all’esterno ciò che siamo all’interno, lasciamo sfociare i nostri sentimenti tre sono le componenti del successo: sentimento, pensiero e volontà (Fig. 4). i sentimenti sono la linfa del pensiero, la volontà lo mantiene stabile finché la legge della crescita lo manifesta. cerchiamo quindi di rendere splendido e opulento il nostro mondo interiore, I toronto articolo e gestione tecnico cerchiamo di creare solo ideali, senza pensare alle condizioni esterne: questi ideali saranno poi proiettati nella sfera degli effetti. Finché il nostro pensiero è centrato sulla scarsità, non otterremo altro che povertà. L’intento della nostra vita è quello di creare sempre più vita, sempre più abbondanza, quindi un pensiero di scarsità Fig. 5 - Caso iniziale. Fig. 6 - Protesi mobile. Fig. 7 - Protesi mobile in situ. Fig. 8 - Portaimpronte individuale. Fig. 9 - Prova estetica. FIG. 5 FIG. 6 FIG. 7 FIG. 8 FIG. 9 47 I I articolo tecnico guacchione: torontoiLenuovo gestione LAborAtorio iL nuovo odontotecnico LAborAtorio odontotecnico Fig. 10 - Prova estetica in situ. Fig. 11 - Radiografia latero-laterale. FIG.10 FIG.11 FIG.13 FIG.12 Fig. 12 - Progettazione clinica CAD/CAM per chirurgia guidata. Fig. 13 - Progettazione tecnica CAD/CAM. Fig. 14 - Montaggio ultimato. Fig. 15 - Dima per controllo posizione impianti. FIG.14 è letteralmente “contro natura”, mentre il vero, unico pensiero naturale è il pensiero di crescita. Per esempio: se ci concentriamo continuamente sui debiti da saldare otterremo come risultato che la nostra mente si legherà sempre più all’idea del debito, innescando così la grande legge dell’attrazione questo debito non farà altro che aumentare. una corretta preparazione mentale ci potrà aiutare quindi a dare un valore alla nostra azienda, valore che non può e non deve essere sminuito, ma assolutamente incentivato e promosso 48 FIG.15 all’esterno. nel valore che diamo alla nostra azienda, una parte fondamentale la ricopre un’oculata analisi dei costi dei beni che produciamo, se vogliamo dunque dare delle risposte serie e professionali dal punto di vista economico, dovremmo avvalerci di dati concreti e il più precisi possibile, non affidandoci al fatto di fare 10 euro in meno dell’altro laboratorio. una rilevazione scrupolosa dei tempi di lavoro necessari a svolgere le varie fasi produttive, in aggiunta alla valutazione dei costi fissi e dei materiali d’uso ci consente di imputare un costo orario alla nostra impresa e di determinare, così, il costo del nostro prodotto in maniera analitica e significativa. otterrete dei risultati sbalorditivi da queste analisi, che potrebbero far prendere in seria considerazione il fatto di cambiare lavoro. non confondete il valore con il costo. una cosa può essere di valore (personale) e costare poco. il valore può derivare per esempio dalla scarsità dei beni disponibili, dalla loro utilità, dalla necessità di remunerare I iL nuovo LAborAtorio iL nuovo odontotecnico LAborAtorio odontotecnico guacchione: i fattori produttivi ecc. i ragionamenti legati alla determinazione di un prezzo derivanti dai costi sembrano semplici e meno soggetti a incertezze, rispetto alle analisi che hanno come riferimento la percezione del valore dal punto di vista della domanda. una volta capito e valutato il vostro target, non rimane che evidenziare i segmenti di clientela che possono interessarvi e attuare una strategia di vendita adeguata (marketing). Passiamo ora alla parte tecnica del nostro dispositivo. La protesi di toronto, richiesta dal clinico, prevede l’utilizzo di 4 impianti osseointegrati, ci viene richiesto inoltre il maggior comfort e non vi sono preclusioni in merito ai materiali da utilizzare (Fig. 5). La nostra progettazione quindi prevede, dal punto di vista tecnico, l’utilizzo delle nostre conoscenze di protesi totale (Figg. 6-7), che ritengo essere fondamentali e alla base di ogni riabilitazione di edentulo, anche alla presenza di dispositivi ritentivi. dal punto di vista dei materiali (e di conseguenza dei costi) si possono prevedere toronto in zirconia o tradizionali con denti in composito. Questa è una scelta che farà il clinico (o, meglio, il paziente), ma che l’azienda deve prevedere, e quindi deve essere in grado di portare a termine grazie alla sua professionalità. nel nostro caso la paziente ha preferi- FIG. 16 FIG. 18 I toronto articolo e gestione tecnico to la “più economica” e ci siamo permessi di proporre una struttura interna in fibra di carbonio per le sue ottime qualità meccaniche e di comfort. come detto, il lavoro viene progettato come se si trattasse di una protesi mobile totale, partendo quindi da un portaimpronte individuale (Fig. 8) in grado di accogliere i transfert degli impianti. il passaggio successivo richiede la costruzione di placche di articolazione che verranno realizzate in questo caso secondo valori medi, avendo l’accuratezza di eliminare le flange vestibolari, per avere un corretto riscontro del sostegno labiale in fase di prova estetica (Figg. 9-10). in alcuni casi (se il clinico lo prevede) si possono utilizzare, come riferimenti, FIG. 17 FIG. 19 Fig. 16 - Verticolatore per la posizione dei denti. Fig. 17 - Verticolatore per la modellazione della struttura. Fig. 18 - Modellazione ultimata. Fig. 19 - Stampo della muffola. Fig. 20 - Controstampo. FIG. 20 FIG. 21 Fig. 21 - Tabella di resistenza meccanica. 49 I I articolo tecnico guacchione: torontoiLenuovo gestione LAborAtorio iL nuovo odontotecnico LAborAtorio odontotecnico Fig. 22 - Resina epossidica di colore nero per riempimento. Fig. 23 - Resina epossidica trasparente per trattamento delle fibre. Fig. 24 - Disposizione della fibra di carbonio nel controstampo. Fig. 25 - Applicazione della resina epossidica nello stampo. vecchie protesi che, debitamente preparate con materiale radiopaco, permettono di realizzare una radiografia latero-laterale (Fig. 11), e di conseguenza uno studio del caso e delle relazioni mascellari più approfondito (metodo Slavicek); può servire inoltre per una progettazione di chirurgia guidata (Fig. 12) e di protesizzazione cAd/cAM (Fig. 13). ottenuta la registrazione di centrica, avendone la possibilità, preferisco sempre fare una prova estetica del solo gruppo frontale con un vallo posteriore in pattern resin, per confermare o rivalutare la corretta relazione centrica tra i mascellari. una volta montati i denti diatorici (Fig. 14) e definiti gli spazi protesici possiamo passare alla progettazione e modellazione della struttura interna, che verrà fatta non prima di aver fatto verificare dal clinico il corretto posizionamento degli impianti, tramite un dima sempre in pattern resin preparata in laboratorio sul modello master (Fig. 15). La modellazione della struttura viene effettuata tenendo conto della posizione dei Fig. 26 - Apertura della muffola dopo la cottura. Fig. 27 - Struttura rifinita e calzata. FIG.22 FIG.23 FIG. 30 50 FIG.24 FIG.25 FIG.26 FIG.27 I iL nuovo LAborAtorio iL nuovo odontotecnico LAborAtorio odontotecnico guacchione: I toronto articolo e gestione tecnico Fig. 28 - Controllo nel riposizionamento del montaggio con verticolatore. Fig. 29 - Disegno dei limiti gengivali. Fig. 30 - Applicazione dell’opaco. FIG. 28 FIG. 29 Fig. 31 - Kit di verticolatore e muffole. Fig. 32 - Toronto appena smuffolata. Fig. 33 - Toronto finita e lucidata. FIG. 30 FIG. 31 FIG. 32 denti protesici, debitamente scaricati, in modo da dargli un sostegno adeguato; per questo passaggio un verticolatore potrebbe essere uno strumento importante da utilizzare (Fig. 16). ulteriori parametri da considerare, oltre alla morfolologia per il sostegno del dente, sono gli spessori da utilizzare in base al materiale che andremo a utilizzare per la struttura (Fig. 17). nel nostro caso utilizzando la fibra di carbonio dobbiamo sempre cercare di avere sezioni non inferiori ai 9 mm². ultimata la nostra model- lazione (Fig. 18), andremo avanti con il procedimento di messa in muffola (Figg. 1920): stampo e contro stampo vengono effettuati con l’utilizzo di materiale siliconico; lavata la muffola, i convertitori che si utilizzano sugli impianti vengono avvitati e sabbiati; i canali con le loro viti interne verranno protetti con del silicone e tappati con dei pivot appositi, che faciliteranno poi la zeppatura della fibra in carbonio. La preparazione della fibra di carbonio comprende l’utilizzo di un materiale resinoso di riempimento, ovvero della resina epossidica, in quanto FIG. 33 ha: una compatibilità (legame) con le fibre di carbonio elevatissima; una resistenza meccanica decisamente più alta rispetto alle resine vinilestere o poliestere (Fig. 21); un altissimo potere adesivo, la retrazione e l’assorbimento d’acqua sono trascurabili. La resina epossidica (da bisfenolo A) è il componente base di tutti i sistemi compositi e dei cementi per uso dentale bis Gma (bisfenolo glicidil metacrilato), quindi genera un legame con i compositi di tipo chimico avendo di base la stessa resina. una parte di questa resina (nera) servirà per rilevare al meglio i det- tagli della modellazione (Fig. 22) e un’altra (trasparente) viene usata come impasto e agente legante dei fili di carbonio (Fig. 23). una volta zeppata e chiusa la muffola (Figg. 24-25), massima importanza va data alla polimerizzazione, che non deve essere sottovalutata e/o fatta in modo empirico: in quanto queste resine richiedono un processo composto da specifici step tempo/temperatura per poter ottenere una reticolazione adeguata in un tempo molto breve e manufatti altamente performanti. 51 I I articolo tecnico guacchione: torontoiLenuovo gestione LAborAtorio iL nuovo odontotecnico LAborAtorio odontotecnico Fig. 34 - Particolare del canale della vite. Fig. 35 - Toronto in situ. Fig. 36 - Toronto in situ visione linguale. Fig. 37 - Altro caso clinico iniziale. FIG.34 FIG.35 FIG.36 FIG.37 Fig. 38 - Sua soluzione finale. Fig. 39 - Dettaglio frontale della Toronto finita. FIG.38 una volta ottenuta la nostra struttura (Figg. 26-27) verrà trattata, né più né meno, di una classica struttura in metallo, ovvero verrà rifinita, sabbiata e opacizzata. È un buona norma, prima di procedere con il rivestimento estetico, effettuare una prova della struttura sul paziente, in modo da avere conferma della calzata “passiva” della struttura stessa nel cavo orale. Mediante il verticolatore (Fig. 28) che abbiamo usato in precedenza, avremo la possibilità di riposizionare i nostri denti come da mon- 52 FIG.39 A questo punto non rimane che consegnare e dare un valore al manufatto protesico in essere, in modo che dia un senso alla nostra professionalità (Figg. 32-39). un giusto valore qualitativo al nostro dispositivo, se abbiamo dato un giusto valore economico, tramite una corretta gestione dei costi e quindi un corretto prezzo, non avremo grandi FIG.dif44 ficoltà a chiudere il cerchio. in caso contrario, avremo realizzato magari un gran bel dispositivo medico, che funzionerà e sarà gradito al clinico e al paziente, ma non avremo soddisfatto la nostra professionalità e dignità di odontotecnico. Se in precedenza abbiamo lavorato bene sull’immagine FIG. 45 della nostra azienda, dato come detto inizialmente spero di avere contribuito a creare in voi uno stimolo nel taggio iniziale, inoltre si potrà opacizzare in maniera corretta la struttura (Figg. 29-30), e quindi ultimare il lavoro, secondo le metodiche più congeniali. io utilizzo la sistematica di stampo e controstampo in silicone e una resinatura per iniezione (Fig. 31). ricercare qualche cosa in più del semplice passaggio tecnico nella realizzazione di un dispositivo medico su misura, e di aver svegliato la curiosità nell’informazione per lo studio di tutte queste componenti extra tecniche, che sono il fondamento per lo sviluppo e il mantenimento di una sana impresa odontotecnica. doverosi ringraziamenti vanno alla mia partner di protesi rimovibile “Ge”, che mi permette di lavorare a “quattro mani”, e agli altri due soci “Pit” ed ezio, che mi sopportano in azienda. NUOVA ZIRCON IA Inlays e onlays in Prettau® Anterior caratterizzati con i colori da pittura ICE Zirkon Malfarben 3D by Enrico Steger PRETTAU ANTERIOR ® Prettau® Anterior di Zirkonzahn è una nuova zirconia estremamente biocompatibile. Le sue speciali caratteristiche estetiche e la sua elevata traslucenza la rendono particolarmente indicata per l‘utilizzo nella regione anteriore ma, Prettau® Anterior, trova la sua ambientazione ideale anche nella regione posteriore. - Traslucenza elevata grazie alla particolare microstruttura ottimizzata dell’ossido di zirconio - Resistenza alla flessione: 660 MPa (+/- 60 MPa) - Gamma di applicazioni: strutture di corone e ponti ridotte e completamente anatomiche senza supporto metallico fino a un max. di 3 elementi, inlays, onlays e faccette - Tempi di sinterizzazione ridotti grazie a una temperatura finale di sinterizzazione di 1450 °C - Fresatura a secco mediante utilizzo di normali frese per zirconia pre-sinterizzata - Personalizzabile per mezzo di una vasta gamma di prodotti: Colour Liquid Prettau® Anterior Aquarell, ceramica ICE Zirkon Keramik, colori da pittura ICE Zirkon Malfarben Prettau® e ICE Zirkon Malfarben 3D by Enrico Steger ZIRKONZAHN Worldwide – Tel +39 0474 066 660 – [email protected] – www.zirkonzahn.com MASSIMA stabilità MINIMO ingombro! per tutte le piattaforme implantari Ot Equator GUARDA ATO FILM IL NUOVOTOR 2014” “OT EQUA RHEIN83 SUL SITO Altro sistema Ot Equator Via E. Zago, 10 - 40128 Bologna - Italy Tel. (+39) 051 244510 - (+39) 051 244396 Fax (+39) 051 245238 - Numero verde 800-901172 [email protected] - www.rhein83.com Altro sistema
© Copyright 2024 Paperzz