Sistemi di sicurezza meccatronici innovativi (cablati e wireless) per applicazioni ferroviarie, aerospaziali e robotiche (MASSIME) 1 1 1 1 Maria Pia Fanti , Giuliana Rotunno , Agostino Marcello Mangini ,Mario Nicola Armenise , 1 1 1 1 Caterina Ciminelli , Ilaria De Bene , Francesco Dell'Olio , DavidePalmisano , Antonella 1 1 1 1 1 D’Orazio , Vincenzo Petruzzelli , Giovanna Calò , Marco Grande , Ruggiero del Curatolo , 1 2 2 2 Lucia Colamonaco , Mario Daniele Piccioni , Salvatore Marzano , Dora Foti , Mariella 2 2 2 2 2 Diaferio , Pilade Foti , AguinaldoFraddosio , Anna Castellano , Francesco Paparella , 2 3 3 3 Giovanni Pimpinelli , Carmine Pappalettere , Caterina Casavola , Claudia Barile , Vincenzo 3 3 3 3 Moramarco , Giovanni Pappalettera , Luigi Mangialardi , Tommaso Contursi , Umberto 3 3 3 Galietti , Leonardo Soria , Davide Palmieri 1 Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell’Informazione, Politecnico di Bari {mariapia.fanti,giuliana.rotunno,agostinomarcello.mangini,marionicola.armenise, caterina.ciminelli, francesco.dellolio,antonella.dorazio, vincenzo.petruzzelli, giovanna.calo,marco.grande}@poliba.it [email protected], [email protected] 2 Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura, Politecnico di Bari {mariodaniele.piccioni, salvatore.marzano, dora.foti, mariella.diaferio, pilade.foti, aguinaldo.fraddosio, anna.castellano, francesco.paparella, giovanni.pimpinelli}@poliba.it 3 Dipartimento di Meccanica, Matematica e Management {carmine.pappalettere, katia.casavola, claudia.barile, vincenzo.moramarco, giovanni.pappalettera, luigi.mangialardi, tommaso.contursi, umberto.galietti, leonardo.soria, davide.palmieri}@poliba.it Abstract: This paper shortly describes the activities of Research Groups of Politecnico di Bari in the framework of Project “MASSIME-Mechatronic innovative safety systems (wired and wireless) for railway, aerospace and robotic applications” Funding: MIUR Program: PON “2007-2013 “ – Programma Operativo Nazionale “Ricerca e Competitività”, Asse I: Sostegno ai mutamenti strutturali (2012-2015) ID Code: Domanda PON02_00675 “Distretto ad Alta Tecnologia” Cod.ID Progetto “PON02_00576_3333585” Role of POLIBA: Partner Contactpersonfor Politecnico di Bari: Antonella D’Orazio Total Budget: :€ 24.447.978,00 Poliba Budget: :€ 2.748.726,00; Starting date: January 1, 2012 End date: June 30, 2014 Keywords:Meccatronica, Trasporti, Aerospazio, Robotica, Sensori Page 1 of 10 1 Introduction Il progetto Massime si propone di sviluppare sistemi di sicurezza meccatronici innovativi (cablati e wireless) per applicazioni ferroviare, aerospaziali e robotiche, costituiti da combinazioni di sensori e tecnologie microelettroniche e supportate da una adeguata infrastruttura software .Di seguito sarà riportata una breve sintesi delle attività di ricerca dei Ricercatori del DEI, DICAR e DMM coinvoltinel progetto. 2 Elaborazione di tecniche di diagnostica predittiva per un iniettore automobilistico Nell’ambito del progetto MASSIME ed in riferimento allo ”Studio ed elaborazione di tecniche di diagnostica predittiva basata su modelli implementabili su banco di test e collaudo per componentistica meccatronica”si sono distinte tre attività di ricerca: 1. Analisi delle tecniche di diagnostica predittiva basata su modello; 2. Studio e la concezione di un sistema di diagnostica predittiva basata su modello per banco di test e collaudo componentistica meccatronica; 3. Progettazione del sistema di diagnostica predittiva basata su modello. Attraverso l’attività di analisi è emersa una costante crescita da parte del management aziendale nella consapevolezza che, la manutenzione, è fondamentale nella gestione operativa di uno stabilimento industriale. Inoltre, i requisiti fondamentali necessari ad un sistema industriale, per attivare contromisure appropriate in presenza di malfunzionamenti e guasti risiedono nella supervisione e nella diagnosi automatica, efficace e robusta. Tutto questo rende necessario l’utilizzo di sistemi capaci di determinare situazioni anomale e di ripristinare il corretto funzionamento del sistema in modo automatico. Si tratta, pertanto, di un processo di monitoraggio e supervisione permanente del sistema, le cui principali attività sono: Fault detection; Fault isolation; IntelligentFault Diagnosis.Partendo dalla suddetta analisi, l’ attività di ricerca ha preso in considerazione un interessante caso di studio: l’Iniettore Automobilistico. Il processo produttivo degli iniettori prevede una o più fasi di test durante le quali è necessario verificare il corretto movimento dello spillo e misurare la sua corsa, definita “Lift”.Per poter progettare il sistema di diagnostica applicato al caso di studio, è stato necessario concentrare le attività di ricerca sulle tecniche di testing e di diagnostica basate sullo stato oltre che sugli algoritmi di stima dei parametri del sistema. L'identificazione del sistema è considerato un metodo utile ed efficace per costruire modelli matematici di sistemi dinamici da dati misurati. I dati sono solitamente ottenuti tramite un campionamento del segnale (o segnali) di ingresso ed uscita e l'elaborazione avviene tramite opportuni algoritmi numerici. Pertanto, si è reso necessario esaminare alcune tecniche che permettono l’identificazione del modello in esame analizzando una serie di metodi operativi. Tra le diverse tipologie esistenti ed in base al nostro caso in studio, si è focalizzata l’attenzione verso tre modelli appartenenti alla tipologia “Black Box Modelling”. Successivamente, si è reso necessario definire l’equazione del moto dell’iniettore al fine di individuare le forze agenti durante il suo funzionamento e definire possibili relazioni con lo spostamento(Lift) dell’ancorina al suo interno. Definitele equazioni del motonella fase di apertura e di chiusura dell’iniettore e, al fine di determinare una relazione tra Lift e moto dell’ancorina, si è partiti dalla seguente considerazione:“Il moto dell’ancorina in due iniettori di stessa tipologia ma con Lift diversi necessariamente deve dipendere dalla forza elettromagnetica che si genera ai capi degli iniettori stessi”. Per ottenere delle conferme sulla suddetta considerazione e per capire come il Lift influisca sulla forza elettromagnetica ai capi dell’iniettore si sono condotte e si stanno ancora conducendo una serie di prove sugli iniettori che prevedono il pilotaggio e la caratterizzazione dell’andamento dell’ancorina durante la fase di apertura e chiusura dello stesso. La Figura1mostra un esempio di pilotaggio effettuato. 5 4.5 iniettore 51 iniettore 52 iniettore 53 iniettore 54 iniettore 55 iniettore 56 iniettore 57 iniettore 58 iniettore 63 4 3.5 3 2.5 -2 -1 0 1 2 3 4 -3 x 10 Fig.1.Andamento della corrente in risposta ad un impulso di tensione di un’onda quadra per iniettori di stessa tipologia ma con differenti lift (vedi legenda) 3 Tecniche sperimentali per la diagnosi di sistemi meccatronici Un aspetto cruciale per il progetto, la validazione e la verifica della vita in servizio di sistemi innovativi, costruiti con nuovi materiali, è lo sviluppo di procedure di prova per la caratterizzazione della risposta meccanica, la diagnosi di danneggiamento e difetti, e l’analisi di stati di sforzo applicati e residui. Nell’ambito del progetto di ricerca Massime sono stati studiati approcci innovativi per prove ultrasoniche basati sull’impiego di tecniche che non prevedono il contatto sonda/campione: prove ad immersione, prove basate sull’impiego di sensori elettromagnetici (EMAT), prove laser-ultrasoniche, per i materiali e le strutture della robotica e dell’aerospazio. L’approccio seguito prevede lo studio simultaneo da una parte dei problemi legati alla modellazione teorica dei fenomeni fisici coinvolti nelle prove, e dall’altra degli aspetti più direttamente legati al setup sperimentale. Page 3 of 10 Come esempio significativo della ricerca, si descrive l’applicazione delle suddette tecniche ultrasonore alla caratterizzazione del comportamento meccanico di un composito anisotropo GFRP. L’impiego di un setup goniometrico innovativo per prove ultrasoniche ad immersione ha consentito la caratterizzazione non distruttiva della risposta elastica di un composito laminato multistrato in fibra di vetro, costituito da 11 strati, con rinforzo unidirezionale di uno strato disposto in direzione ortogonale al rinforzo unidirezionale degli strati limitrofi (composito del tipo cross ply). Tale materiale può essere modellato come linearmente elastico ortotropo, per cui la descrizione della sua risposta meccanica richiede la specificazione di 9 moduli elastici indipendenti. L’apparecchiatura goniometrica per prove ultrasoniche ad immersione consente la misura della velocità di onde ultrasoniche longitudinali e trasversali all’interno del materiale; le onde trasversali sono generate per conversione di modo, al variare dell’angolo di incidenza fra il raggio ultrasonoro emesso dalla sonda e la superficie del campione. I grafici in Fig. 2 mostrano la correlazione fra la velocità ultrasonica e il suddetto angolo di incidenza per propagazione nel piano 1-2, ortogonale alla direzione di una famiglia di fibre (analoghe misurazioni sono state fatte per il piano 1-3, ortogonale alla direzione dell’altra famiglia di fibre, e per un piano inclinato a 45° rispetto alle direzioni delle fibre). Attraverso l’inversione delle equazioni di propagazione, dedotte all’interno della teoria dell’elastodinamica, è possibile determinare i 9 moduli elastici indipendenti a partire dalle misure di velocità ultrasonora. La procedura è stata validata confrontando i valori dei moduli elastici stimati a partire da misure di velocità ultrasonica con quelli ottenuti attraverso convenzionali prove meccaniche. Si osservi che l’approccio ultrasonoro permette di determinare tutti i 9 moduli elastici, mentre le prove meccaniche consentono di accedere facilmente solo ad alcuni di essi, come ad esempio quelli nelle Tabelle 1 e 2. Si osserva infine che la piccolezza del passo angolare di rotazione del campione possibile con il setup sperimentale descritto permette di identificare chiaramente la presenza di più strati, i quali corrispondono a salti nei grafici di velocità ultrasonica (cfr. Fig. 2): ciò può consentire di individuare accuratamente danneggiamenti, delaminazioni e micro-fessure. Fig.2.Propagatione nel piano 1-2: velocità di fasevp–angolo di incidenzaθ Tabella 1.Moduli elastici nel piano 1-2. Elastic moduli evaluated by ultrasonic tests Elastic moduli evaluated by mechanical tests Young modulus [MPa] Poisson’s ratio Shear modulus [MPa] E3 = 30.800 ν12 = 0,11 G12 = 13.873 E3 = 28.425 ν12 = 0,10 G12 = 12.920 Tabella2.Moduli elastici nel piano 1-3. Elastic moduli evaluated by ultrasonic tests Elastic moduli evaluated by mechanical tests 4 Young modulus [MPa] Poisson’s ratio Shear modulus [MPa] E2 = 29.400 ν13 = 0,13 G31 = 13.008 E2 = 27.219 ν13 = 0,12 G31 = 12.162 Caratterizzazione strutturale del velivolo a terra e in volo Il gruppo di lavoro del lab. di Meccanica Sperimentale e del lab. EMILIA si occupa della caratterizzazione strutturale del velivolo a terra, progetta ed esegue i test sperimentali per la certificazione del velivolo, studia i principali parametri deformativi in condizioni di volo. Il velivolo in studio è un velivolo ultraleggero la cui parte strutturale è costituita per il 97% in materiale composito fibra di carbonio. A seguito di uno studio preliminare del velivolo e dei requisiti normativi, si è avviata la verifica dei carichi strutturali sui seguenti componenti: • Engine mount • Main landing gear (MLG) • Nose landing gear (NLG) • Wings (condizioni di carico simmetriche e asimmetriche) La normativa che impone i vincoli più restrittivi ed alla quale si farà riferimento è la CS-VLA che riguarda tipologie di aeromobili fino a 750 kg. Di seguito sono riportati i principali risultati su carrello anteriore e posteriore. Tutti test sono stati eseguiti utilizzando un banco prova progettato ad hoc. Dall’analisi dei primi risultati ottenuti sono stati definiti i target per ogni tipo di normativa considerata. Al momento si sta lavorando per introdurre degli interventi correttivi al fine di ottenere il superamento anche della CS-VLA che presenta i requisiti più restrittivi.Per quanto riguarda i test in volo, si sta procedendo con l’individuazione del componente da analizzare in volo e la definizione degli obiettivi da perseguire. I test sperimentali serviranno sostanzialmente a misurare in condizioni di lavoro reale le sollecitazioni (carichi e deformazioni) sull’ala, in modo da Page 5 of 10 confrontare tali risultati con quelli provenienti dall’analisi agli elementi finiti e validare i modelli utilizzati. Figura 3: Test statico su carrello anteriore Il rilievo di carichi in volo passa in genere per il rilievo delle azioni interne. Pertanto, considerando una generica sezione alare (cfr. figura 4a), se si vogliono disporre ponti estensimetrici per il rilievo delle principali sollecitazioni è necessario considerare che la risultante delle azioni agenti sul tronco di struttura compreso tra la sezione stessa e l’estremità alare è riconducibile ad un taglio, sostanzialmente perpendicolare al piano alare medio (o almeno la componente normale a tale piano del taglio totale è quella di maggiore interesse), ad un momento flettente e ad un momento torcente. (a) (b) Fig.4: (a) Schema di una sezione alare generica, (b) Disposizione dei punti di misura Per tale ragione si è pensato di disporre 3 ponti estensimetrici dedicati alle 3 sollecitazioni principali (cfr. figura 4b). In linea del tutto generale, ritenendo valido il principio di sovrapposizione degli effetti ed il comportamento elastico lineare della struttura sotto carico, è possibile affermare che il segnale elettrico in uscita dall’iesimo ponte estensimetrico posto in corrispondenza della sezione strumentata dell’ala sia una funzione lineare delle tre azioni interne applicate ed insistenti sulla sezione stessa. In corrispondenza della sezione strumentata vengono posizionati 3 ponti ‘indipendenti’, sensibili ognuno primariamente alle tre principali azioni interne, in modo tale che risolvendo una equazione matriciale, attraverso l’uscita dei ponti estensimetrici localmente installati si risale alla misura sperimentale dei carichi agenti sul velivolo. 5 Diagnostica e monitoraggio strutturale di componenti ferroviari basato su tecniche vibrazionali L’unità di ricerca operante negli ambiti della Meccanica delle Vibrazioni e dei Metodi Termici per la Diagnostica Strutturale è presente in tre attività: la A8.6, Caratterizzazione sperimentale con tecniche EMA e termo-elastica/termografica di ruote o sale montate al primo montaggio e a intervalli chilometrici prefissati per valutare l’insorgenza di difetti,la A12.2, Implementazione di un sistema predittivo intelligente, basato su tecniche di «automated» OMA (AUTOMA) per il monitoraggio continuo di sale e carrelli durante la marcia,la A14.4, Prove vibrazionali su shaker di grossa taglia. Nel seguito si discutono le prime due attività, mentre l’ultima è pensata per essere di supporto al testing dei prototipi. A8.6L’analisi modale sperimentale (EMA), nota anche come Input-Output Modal Analysis, consente di caratterizzare dinamicamente un componente strutturale, misurando le sollecitazioni esterne agenti sullo stesso e i relativi segnali di output. Fig.5.Esempi di ruote ferroviarie danneggiate I parametri modali, cioè le frequenze naturali, i fattori di smorzamento e le forme modali, sono caratteristiche intrinseche del sistema in esame, che possono essere stimatiin una struttura non danneggiata, master, ed in seguito utilizzati come valori di riferimento per valutare eventuali scostamenti non fisiologici. Tali scostamentisono Page 7 of 10 indice dellaa presenza di danneggiamenti e difettosità e vengono interpretati attraverso l’utilizzo dei metodi Traditional-type Traditional vibration-based structural damage detection (TTDD). In Fig.5si si riportano esempi di aree danneggiate in ruote ferroviarie, osservabili attraverso erso la tecnica descritta. A12.2L’Analisi L’Analisi Modale Operazionale, altrimenti detta Output-only Output Modal Analysis (OMA), consente di stimare i parametri modali misurando le sole uscite del sistema. Alla base di tale tecnica vi è l’ipotesi forte che tutte le forzanti agenti sul sistema in esame siano accomunabili a rumori bianchi non correlati tra loro. La scelta di adeguati algoritmi di stima è fondamentale per la buona riuscita del processo di estrazione modale. In particolare,gli algoritmi più utilizzati sono lo Stochastic Subspace Identification, SSI, e il Poly MAX di LMS. Per il monitoraggio strutturale,la tecnica operazionale risulta essere la più idonea, poiché l’analisi del sistema in esame è effettuata nelle sue reali condizioni di esercizio. Fig.6.Modellohalfcar Modellohalfcar (a) e (b) diagramma di stabilizzazione costruito impiegando un algoritmo di estrazione modale a segnali simulati tramite il modello (sensori virtuali). Tale tecnica si rivela assolutamente vincente per l’analisi di strutture civili, per le quali q le ipotesi sono ampiamente soddisfatte. In applicazioni per le quali esse vengono in parte o del tutto violate, la metodologia non è applicabile nella sua formulazione classica. In particolare,in riferimento all’OMA di un veicolo ferroviario,trattandosi di un sistema a ingressi ritardati, l’impiego di un algoritmo classico di stima rende sostanzialmente impraticabile l’estrazione dei parametri modali (Fig.6). 6 Unità di acquisizione acquisizione immagini basata su sensori CMOS e unità inerziale basata su sensori MEMS Il monitoraggio della geometria del binario è una funzionalità chiave per i sistemi di ispezione ferroviaria. Tale monitoraggio può essere compiuto tramite misure inerziali in tempo reale dell’assetto del treno e/o triangolazione laser. Nell’ambito del progetto MASSIME, stiamo sviluppando due unità, una unità unità di acquisizione di immagini da includere in un sistema di triangolazione laser e una unità inerziale triassiale con applicazioni ni nel campo del monitoraggio della geometria del binario. I componenti di entrambe le unità sono prodotti commercialmente disponibili, che sono stati selezionati tenendo conto dei vincoli imposti dallo specifico dominio applicativo. Un sensore di immagine per il monitoraggio della geometria del binario dovrebbe avere risoluzione almeno pari a 1024 x 1024 pixel e un range dinamico > 60 dB. Il perso della telecamera dovrebbe essere minore di poche centinaia di grammi, il suo frame rate all’circa pari a 100 fps e il suo consumo di potenza minore di pochi W. Le caratteristiche tipiche delle telecamere basate su sensori di immagine CMOS(Complementary Metal-Oxide-Semiconductor) sono in linea con tutti questi requisiti. Sulla basa di una accurata market review, abbiamo selezionato la telecamera CMOS più adatta all’unita di acquisizione di immagini, il cui progetto è attualmente in corso. La telecamera CMOS sarà dotata di un sistema di lenti che introducono distorsioni lineari e non lineari dovute ad imperfezioni nella fabbricazione delle lenti stesse. Per compensare le distorsioni abbiamo utilizzato il modello Brown-Conrady modificato. Il modello delle distorsioni è stato già implementato mentre la sua validazione sperimentale sarà possibilmente effettuata in collaborazione con il partner di progetto MerMec. Inoltre sono state studiate le tecniche per la caratterizzazione sperimentale delle telecamere CMOS secondo lo standard EMVA 1288. In particolare, sono stati ottimizzati i metodi di misura per il rapporto segnale/rumore, la corrente di buio e l’efficienza quantica spettrale. È stato progettato il set-up per la misura della sensibilità, della linearità e della disuniformità. La configurazione del set-up è mostrata in Fig. 7. La sorgente luminosa avente un dimetro pari a D illumina in modo omogeneo il sensore di immagine, che ha un diametro pari a DS. La distanza d tra il sensore e la sorgente luminosa dovrebbe essere almeno 8 volte più grande di D. Elaborando i dati all’uscita del sensore, possono essere stimate le caratteristiche fondamentali del sensore stesso. Per i sensori da includere nell’unità inerziale, abbiamo selezionato la tecnologia MEMS (Micro-Electro-Mechanical Systems) visto che essa consente miniaturizzazione, basso costo e basso consumo di potenza. Fig.7.Set-up per la caratterizzazione del sensore di immagini. I requisiti imposti dalla specifica applicazione al giroscopio e all’accelerometro MEMS sono stati attentamente studiati. È stata portata a termine una accurata market review sui sensori inerziali MEMS, valutando anche la loro robustezza e resistenza alle vibrazioni. A conclusione di questa attività è stato selezionato, per lo sviluppo dell’unità inerziale che è tutt’ora in corso, un system-in-package che include un giroscopio triassiale, un accelerometro triassiale, un magnetometro triassiale, un sensore di temperatura ed un sensore di pressione. È stato sviluppato un modello accurato dei contributi di rumore dell’unità inerziale. Il modello, che identifica i diversi contributi al rumore dei sensori inerziali, sarà utilizzato Page 9 of 10 nella fase di caratterizzazione e calibrazione sperimentale dell’unità inerziale, che sarà possibilmente svolta in collaborazione con il partner di progetto MerMec. 3. Progettazione di un in clinometro ottico in tecnologia plasmonica Un sistema di controllo di stabilità è generalmente costituito da quattro blocchi fondamentali quali sensori, software e hardware di controllo e attuatori. Le prestazioni del sistema dipendono dal tipo di sensore impiegato e dalla precisione con cui le grandezze fisiche di interesse possono essere rilevate. La capacità di rilevare con precisione variazioni dell’angolo di inclinazione di una carrozza ferroviaria è elemento fondamentale per il controllo della stabilità di sistemi ad alta velocità. In questo caso gli inclinometri devono effettuare misure di precisione della posizione in condizioni dinamiche in modo da agevolare l’intervento di correzione delle manovre che causano instabilità in maniera immediata. I parametri che gli inclinometri rilevano e/o controllano, sono la velocità, l’oscillazione laterale, il raggio di sterzata. Gli inclinometri possono essere realizzati con diverse tecnologie e architetture tra cui sistemi meccanici a massa inerziali, sistemi microelettromeccanici (MEMS), sistemi in fibra ottica, ecc. La configurazione di inclinometro, oggetto di questa attività di ricerca, è fortemente innovativa: si basa sull’utilizzo di nano strutture plasmoniche depositate su substrato semiconduttore. Il sistema proposto sfrutta la risonanza plasmonica di nanostrutture metalliche. Come è ben noto, su una interfaccia metallodielettrica si eccitano i plasmoni superficiali (SP), onde superficiali determinate dalle oscillazioni del plasma di elettroni. I SP sono in grado di propagarsi per una definita lunghezza (Lsp) sulla suddetta interfaccia e presentano una distribuzione spaziale di tipo esponenziale decrescente nella direzione trasversale a quella di propagazione (onda evanescente). La condizione fisica necessaria affinché si possano eccitare i SP consiste nel considerare materiali aventi parte reale della permettività dielettrica negativa. I metalli nobili, primi tra tutti oro e argento, mostrano tale proprietà negli intervalli di lunghezze d’onda del visibile e del vicino infrarosso. I sistemi plasmonici presentano risonanze a particolari lunghezze d’onda (risonanze plasmoniche) la cui posizione e forma sono fortemente dipendenti dalle proprietà geometriche della struttura (materiali impiegati, distanza tra nanoparticelle nel caso di strutture organizzate in array…), rendendo così possibile l’impiego di tali sistemi per la rilevazione di grandezze fisiche. La struttura plasmonica che si intende realizzare è composta da array di aperture in uno strato di oro, poste reciprocamente ad una determinata distanza (periodo). La variazione dell’angolo d’incidenza della sorgente induce notevoli variazioni sul comportamento in frequenza del massimo di riflessione. Il sistema proposto offre la possibilità di stimare con elevata risoluzione l’angolo α di incidenza della sorgente di eccitazione del sistema plasmonico. Se l’angolo di incidenza viene variato, ad esempio, da 0° a 10°, la risonanza plasmonica si sposta di circa 100 nm a destra e a sinistra rispetto alla sua posizione originale. Ne consegue che è possibile raggiungere risoluzioni estremamente elevate, pari a 0.1°. Supponendo di separare i sistemi di riferimento della sorgente (relativo e associato al moto della carrozza) e del sensore plasmonico (assoluto), si può pertanto monitorare in real-time l’evoluzione dinamica del “sistema treno”. Inoltre la rilevazione della variazione dell’angolo nell’unità di tempo può essere sfruttata per analizzare nuove configurazioni per la realizzazione di un giroscopio integrato in grado di determinare l’accelerazione sperimentata dal treno in corsa.
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