2254_Diagnosi_e_Terapia_07_web

Anno XXXIII N.7
Tariffa R.O.C. Poste Italiane SpA
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D.L. 353/2003
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Direttore responsabile
dr. Piera Piana
Autori testi
A. Ferrando
P. Santagata
P. Zucconi
C. Buratto
R. Carbone
S. Bortolotti
F. Vincenzi
M. A. Porcu
49
SOMMARIO
ARTICOLI
SCLERODERMIA: LA DIAGNOSI PRECOCE É VITA
4
I VACCINI UN DIRITTO NON UN DOVERE
12
TERZA ETÀ PELLE SANA E ABBRONZATA ANCHE DOPO L'ESTATE
15
GESTIONE DELLO STRESS IN 5 MOSSE
16
1914 - 2014 CENT'ANNI FA LA GUERRA
31
ROSSORE FACCIALE
38
UN "CANALE CERTIFICATO" SULL'ASSISTENZA DEDICATO AI CITTADINI
40
FUOCHI D'ARTIFICIO
42
Data di uscita
28 SETTEMBRE 2014
PERCHÉ VOGLIAMO ESSERCI
45
Stampa
LA MELA DI AISM E LO CHEF ALESSANDRO BORGHESE
49
Logo e progetto grafico
Ace & Flanaghan
Impaginazione e grafica
Alessandra Balba
Direzione - Amministrazione
Centro Medico Ceccardi Srl
Via del Colle 108r
16128 Genova
tel. 010/2465061
fax 010/2758074
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ogni 50 copie e699,00 + IVA
Registr. Tribunale di Genova
N. 42 del XII 1981
Sped in abb.post. Comma 34 art 2 Legge
549/95 Filiale Genova
A.N.E.S.
Associazione Nazionale
Editoria Periodica Specializzata
“aderente al Sistema confindustriale”
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ISSN 0393-4233
Tiratura di questo numero: 80.000 copie
Certificato PEFC
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MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA
I TRATTAMENTI PIÙ RICHIESTI
21
RUBRICHE
DA LEGGERE
9
SELEZIONATI PER VOI
10
NATUROPATIA: ANOSMIA
34
4
DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
26, 27 e 28 settembre
Giornata del Ciclamino
L'informazione , la Formazione e la
Ricerca scientifica sono delle priorità
per Il Gils, Gruppo italiano per la lotta
alla Sclerodermia, ONLUS di diritto
dal 1997, nato a Milano nel 1993,
ha sede presso il Padiglione Litta
della Fondazione IRCCS Ca’ Granda
Ospedale Maggiore Policlinico, con
punti di riferimento su tutto il territorio
nazionale.
L
a scarsa conoscenza della
Sclerodermia, Sclerosi
Sistemica, patologia
non ancora riconosciuta
rara, ma inserita nelle 110
in “lista di attesa”, la totale
mancanza di informazione e
di formazione sulla malattia, la
condizione di isolamento che
molti ammalati hanno vissuto
in prima persona, ci hanno
fatto puntare su una strategia
che riteniamo fondamentale e
che costituisce ancora l’asse
portante del nostro intervento: la
comunicazione con i pazienti
che ha come obiettivo principale
la costruzione di una rete di
informazioni, di sostegno, di
aiuto e di sussidiarietà.
Siamo convinti che il compito
più importante in questa fase
per un’associazione come la
nostra, sia quello di rompere
l’isolamento di migliaia di
ammalati, di aiutare a superare
l’atteggiamento rinunciatario
e fatalistico che spesso
sopravviene dopo la diagnosi .
Sclerodermia, “pelle dura” è in
realtà una malattia sistemica che
colpisce i piccoli vasi arteriosi
e organi interni importanti quali
DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
cuore, polmone, esofago,
intestino e rene.
Caratteristiche salienti sono
la fibrosi, il danno endoteliale
e l’eccessiva attività del sistema
immunitario.
Malattia
autoimmune che predilige le
donne ,con un rapporto di 7-8
a 1.
La sclerosi sistemica può
essere una malattia altamente
invalidante e ancora a prognosi
infausta, ma con una diagnosi
precoce e un uso ottimale delle
diverse terapie a disposizione si
possono migliorare le condizioni
del paziente garantendogli
una buona qualità di vita e un
rallentamento della patologia
che potrebbe anche bloccarsi.
La diagnosi precoce è vita!
Sì, esiste un campanello
d’allarme che precede di mesi
o di anni l’insorgenza delle
altre manifestazioni della
sclerosi sistemica, si chiama
Fenomeno di Raynaud, il tipico
cambiamento di colore delle
mani quando il soggetto è
esposto al freddo.
Fenomeno che non sempre
sottende la patologia ma che
invita a degli accertamenti
molto semplici
Un prelievo di sangue alla
ricerca di specifici anticorpi
e una capillaroscopia ,
esame non invasivo, che
consente di guardare lo stato
dei capillari con una lente di
ingrandimento per capire se e
quando la microcircolazione è
compromessa.
E’ quindi importante essere
seguiti e monitorati da un centro
specializzato con possibilità di
intervento dei vari specialisti,
primi tra tutti l’immunologo e il
reumatologo.
GILS ha lanciato
sperimentalmente le prime
Scleroderma Unit in Italia che
saranno attive da settembre
proprio per dare all’ammalato
la possibilità di ricevere in
tempi brevi l’assistenza di un
team integrato offrendo anche
l’accesso a protocolli di ricerca
con cure sperimentali.
A settembre il 26, 27 e 28
alcuni Ospedali italiani hanno
aderito al progetto ciclamino
del GILS, un grande evento
che si ripete di anno in anno e
tengono aperto per controlli,
mentre noi scenderemo in 100
piazze italiane per offrire il
nostro fiore, il ciclamino che
resiste al freddo e raccogliere
quest’anno fondi per la
ricerca su un Bando pubblico,
deliberato dall’assemblea
dei soci, sull’ ”Apparato
gastroenterico e nutrizione
dell’ammalato sclerodermico” di
90.000,00 euro, mentre stanno
arrivando i primi report di quello
del 2013 “Sclerosi Sistemica:
l’importanza di una diagnosi
precoce, genetica, ambiente,
studio del microcircolo e del
danno d’organo iniziale”.
La ricerca è la nostra speranza
ed abbiamo investito in giovani
ricercatori che collegandosi in
rete tra di loro hanno portato
risultati positivi, 20 anni fa non
si parlava della patologia, ora
ne parlano in molti e la si trova
finalmente sui testi di medicina.
E LE NOSTRE FINALITÀ?
• sensibilizzare ed informare
sulla patologia e puntare alla
diagnosi precoce
• fornire informazioni utili agli
ammalati sclerodermici per
migliorare la qualità della
vita, dare aggiornamenti
sulle normative sanitarie
vigenti e soprattutto
approfondire la
conoscenza della
malattia nella
prevenzione ed
evoluzione;
• promuovere
iniziative per
una maggior
conoscenza
sociale dei
problemi di
questa patologia e
sollecitare soprattutto
i medici di famiglia ad
una consapevolezza per
una diagnosi precoce;
5
• creare occasioni di incontro
sia tra medici, sia tra medici
e pazienti con tavole rotonde,
convegni;
• favorire la raccolta di fondi
per la ricerca, in quanto in
un campo così specifico la
sensibilizzazione dei privati
è al momento l'unica forza
propulsiva; prioritaria è la
qualificazione di personale
scientifico con l'assegnazione
di premi studio su questo tema;
• promuovere momenti di
aggregazione sociale e di
auto mutuo aiuto.
• difendere i diritti degli
ammalati presso il Ministero
della salute, le Regioni
ottenendo farmaci ad esami
diagnostici indispensabili
gratuitamente.
• far valere lo stesso diritto
in tutte le Regioni facendosi
portavoci al tavolo StatoRegioni ed aggregandosi con
altre associazioni di patologie
comuni per aver maggiore
voce in capitolo
• collegarsi con le associazioni
mondiali, GILS è socio
fondatore di FESCA, la
Federazione europea sulla
patologia per un confronto
costruttivo di utilità comune.
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DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
SCLERODERMIA
QUALI RISULTATI POSITIVI?
• i pazienti “si sentono” meglio e convivono meglio
con la malattia;
• il loro atteggiamento attivo è un contributo
formidabile per fare emergere la sclerodermia dal
regno dell’ignoto, della non conoscenza, della non
visibilità sociale.
CON QUALI STRUMENTI?
• un centro di ascolto telefonico utilizzabile
anche attraverso il numero verde 800-080266,
attivo tutti i giorni dalle 13.30 alle 17.30, e il
venerdì alle 16.00.
• al martedì la presenza di una psicologa che
risponde alle chiamate e riceve su appuntamento.
• un medico esperto al mercoledì pomeriggio ha
raccolto in questi anni centinaia di storie, di richieste
di aiuto e di informazioni e ci ha permesso di
stabilire con i pazienti in tutt’Italia un rapporto diretto,
amichevole, proficuo;
• una pubblicazione periodica quadrimestrale del
GILS (Il Giornale contro la Sclerodermia) che inviamo
a tutti i soci e che contiene, tra l’altro, le relazioni
sulle attività del GILS, gli aggiornamenti medici, i nomi
e i recapiti di volontari che si offrono come punti di riferimento e di scambio nelle varie città;
• un sito Internet www.sclerodermia.net facilmente consultabile e che risulta anche un veicolo di interscambio di
pareri, di idee, di confronto tra gli ammalati.
SE LE MANI AL FREDDO CAMBIANO COLORE
Se al freddo le mani cambiano colore è probabile che si tratti di
Fenomeno di Raynaud e che sia necessario approfondirne la causa.
Il fenomeno di Raynaud è un evento vasospatico periferico
scatenato dal freddo e/o dallo stress emotivo. L'espressione clinica
più caratteristica è rappresentata dala tipica sequenza cromatica:
pallore cianosi rossore. La fase ischemica, cioè il pallore, può
però essere molto fugace o anche mancare. Le mani rappresentano
la sede più frequentemente colpita ma possono essere interessati
anche altri distretti corporei come piedi, padiglioni auricolari, naso e
lingua.
Il fenomeno di Raynaud è particolarmente frequente nelle donne
(fino al 15-20% dei soggetti); nella stragrande maggioranza dei
casi è dovuto ad una esaltata vasoreattività e non deve essere
considerato come una alterazione patologica anche se viene
nosograficamente identificato come malattia di Raynnaud; è in realtà
preferibile la dizione: fenomeno di Raynaud primitivo.
In alcuni casi il fenomeno di Raynaud è secondario ad una
malattia sottostante. Causa molto frequente di fenomeno di Raynaud
secondario sono le malattie autoimmuni sistemiche, in particolare la
sclerosi sistemica.
La diagnosi è importante, perchè il fenomeno di Raynayud
secondario a sclerosi sistemica precede di mesi o annni le
manifesiazioni visibili della malattia.
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DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
SCLERODERMIA
LA DIAGNOSI É SEMPLICE ED É BASATU SU:
a) criteri clinici (v. Tabella): sono utili al medico
per sosperttare il fenomeno di Raynaud
secondario a connettivite;
b) ricerca degli anticorpi anti-nucleo. Un
semplice prelievo di sangue presso un Centro
Specializzato può indirizzare la diagnosi.
Il riscontro di anticorpi particolari quali
l'anticorpo anticentromero e anti-topoisomerasi I
(o Scl70) avvalorano il sospetto diagnostico di
sclerosi sistemica;
c) capillaroscopia preiungueale: un semplice esame non invasivo che permette di esaminare la architettura
del letto capillare periungueale e la struttura dei vasi. E' un esame utilissimo perchè è diagnostico anche
nei soggetti che non hanno anticorpi e rappresenta la metodica d'elezione per il riconoscimento della
microangiopatia sclerodermica (capillari giganti, aree avascolari, neoangiogenesi (v. figure di pagina
precedente).
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tradizionali (e antichissime), declinate pedagogicamente affinché l’universo
delle ragazze e dei ragazzi si senta coinvolto, accolto e amato.
Il libro nasce del resto dall’ascolto delle loro insicurezze e delle loro angosce, della
loro genialità e delle loro intuizioni.
Spesso le pratiche sono nate a scuola perché sono stati gli stessi ragazzi a suggerire
all’Autrice il modo migliore di proporle.
La filosofia dello yoga, e la sua ricerca di un’unità tra mente e corpo, è particolarmente
adatta a fronteggiare il senso di dispersione e disgregazione al quale sono soggetti i
nostri giovani, li aiuta a concentrarsi, a vincere la paura del futuro e a gestire le grandi
emozioni come l’invidia, la rabbia e l’amore che rischiano di travolgerli.
Illustrazioni di Gaia Menchini
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"In questo libro Lorena affronta con garbo, competenza e umorismo le problematiche
adolescenziali, la cosiddetta età critica".
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Direttrice del Centro Ananda Yoga, ricercatrice, formatrice e autrice di numerosi testi di
yoga riguardo gli aspetti del Mantra e Nada Yoga.
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CON LE MEDICINE NATURALI
di Fabio Renzi
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Questo libro riguarda lo studio sia delle medicine naturali che di questa parte della
dietologia: omeopatia, fitoterapia, gemmoterapia, oligoterapia, mineraloterapia,
tecniche non medicinali... oltre alla farmacologia classica, con i principi attivi prodotti
con la chimica, è sempre bene avere a disposizione il maggior numero di conoscenze
per la cura delle malattie. E anche la farmacologia classica, del resto, attinge per il
75% alle risorse naturali delle piante.
Le diete riguardano chi ama mangiare, ma deve rimanere magro. Ciò e possibile
anche grazie all'omeopatia, un metodo che offre a tutti grande sollievo senza essere
tossico per il nostro organismo; dall'omepoatia derivano poi anche altre forme di cura,
come ad esempio la floriterapia, che riguarda maggiormente gli aspetti psicologici.
Ogni tipo di terapia segue una propria filosofia di cura, differente dalle altre. E' quindi
interessante scoprire che le tecniche alternative, come l'agopuntura, il massaggio, la
digitopressione e l'attività fisica moderata, aiutano a superare i problemi di dieta e di
salute, insieme al corretto uso di medicine.
Grazie a questo volume il lettore potrà costruirsi un ampio bagaglio di tecniche
terapeutiche, per ripristinare le condizioni di salute e di peso ottimali.
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organismo che per prime subiscono le conseguenze negative
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e dell’emoglobina oltre che alla riduzione di stanchezza e
affaticamento. Inoltre, l’Eleuterococco è utile per la memoria e
per le funzioni cognitive. L’Ibisco ha attività antiossidante. Lo
Zinco contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo e insieme al Ferro contribuisce alla normale funzione
del sistema immunitario.
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DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
I VACCINI UN DIRITTO
NON UN DOVERE
Dott. ALBERTO FERRANDO
Pediatra di famiglia
PAOLA SANTAGATA
Segretaria di Studio Pediatrico
www.ferrandoalberto.eu
ferrandoalberto.blogspot.com
PEDIATRIA
I vaccini sono
un'opportunita'di salute
al proprio figlio, che ogni
genitore può decidere di
dare, o meno, dopo una
corretta informazione da
parte del pediatra, facendo
una scelta consapevole.
I vaccini sono un diritto e non
un dovere.
L
e vaccinazioni
rappresentano il modo
più naturale, sicuro ed
efficace per ottenere la
protezione da molte malattie
infettive. Nei nostri giorni
è difficile capirlo perché
moltissime malattie, proprio
grazie alle vaccinazioni,
sembrano scomparse e non
fanno più paura, ma, se non si
continua a vaccinare, possono
ripresentarsi.
I vaccini sono oggi molto
sicuri, ma esistono ancora
immotivate paure sui possibili
effetti collaterali, alimentate non
solo dai ricordi degli effetti delle
vecchie vaccinazioni, ma anche
da notizie scientificamente
infondate che stranamente
hanno ampia diffusione.
É bene ricordare che un
medico ha l'obbligo di
segnalare qualsiasi reazione
sospetta ad un vaccino (anche
se lieve) e che le attuali
vaccinazioni non provocano
mai la malattia dalla quale
devono proteggere. Il pediatra
è tenuto, altresì, a spiegare i
vantaggi possibili a fronte dei
pericoli o degli effetti collaterali
che può provocare, il famoso
rapporto rischio/beneficio.
Gli effetti collaterali gravi,che
possono essere dovuti ad una
vaccinazione, sono eccezionali,
molto più rari di avere una
complicazione in seguito
alla malattia naturale. In altre
parole, è molto meno rischioso
vaccinarsi che contrarre la
malattia vera.
Tra le complicazioni gravi
anche se rarissime, vanno
ricordate le reazioni di
natura allergica (shock
anafilattico), meno frequenti
di una reazione allergica alla
somministrazione di antibiotici
e che si manifestano quasi
DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
immediatamente, dopo la
somministrazione del vaccino.
Per questo è bene aspettare
15-20 minuti, prima di
allontanarsi dallo Studio. Le
vaccinazioni vanno fatte in
uno studio attrezzato e non nel
domicilio della famiglia.
Eccezionali sono oggi con i
nuovi vaccini le complicazioni
a carico del Sistema Nervoso,
peraltro difficili da mettere in
relazione diretta con la attuali
vaccinazioni.
Si possono avere, meno
raramente, degli effetti
collaterali lievi, legati alla
vaccinazione:
• febbre, che può
comparire entro poche
ore dall'iniezione (o
dopo 5-10 giorni nel
caso della vaccinazione
antimorbillosa);
• gonfiore e dolore nella
sede di somministrazione,
che può essere dovuta
al vaccino (come spesso
accade nei richiami
dell'antitetanica e
antidifterica) oppure ad una
reazione agli eccipienti
del vaccino (conservanti,
stabilizzanti, adiuvanti);
in entrambi i casi tutto
scompare dopo qualche
giorno, senza necessità di
alcuna terapia;
• pianto persistente, che
può comparire a distanza
varia dalla vaccinazione e
avere una durata anche di
3-4 ore, con difficoltà del
bambino ad alimentarsi e a
dormire.
Non c'è da preoccuparsi
se nel punto di iniezione si
forma un piccolo nodulo non
dolente: in genere si risolve
spontaneamente entro qualche
settimana.
Dopo l'iniezione cosa fare se
il bambino non sta bene:
Se la febbre supera i
38°(38,5° rettali) è opportuno
13
utilizzare un antifebbrile
(paracetamolo: in gocce: 4
gocce/kg di peso/dose; o
in sciroppo 0,5 ml/kg/dose
(il peso del bambino diviso 2
= quanti ml somministrare) da
ripetere, se necessario, ogni 4-6
ore) o, nel bambino dopo i 6
mesi il ibuprofene.
Tali farmaci sono indicati anche
nei casi di pianto persistente
dopo la vaccinazione. Infatti
hanno azione antipiretica
(abbassano la febbre) e
antidolorifica per cui si possono
usare anche se non è presente
la febbre ma solamente dolore.
Consultare il pediatra se il
bambino ha:
• una temperatura superiore
a 39°;
• piange da oltre 3 ore e non
si riesce a calmarlo; ….se i
genitori sono preoccupati.
Occorre segnalare al proprio
pediatra qualsiasi effetto che
si pensi possa essere legato ad
una vaccinazione.
14
DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
CALENDARIO DELLE VACCINAZIONI
Quali malattie si possono prevenire con. le vaccinazioni?
1. La difterite è una grave infezione della gola che può interessare l’intero organismo e portare a morte. In Europa
sono stati segnalati migliaia di casi
2. Il tetano è provocato da un bacillo che entra attraverso le ferite, produce una tossina che paralizza i muscoli.
3. La pertosse è una malattia dei bronchi che dura molte settimane e può essere mortale nei bambini molto piccoli.
4. La poliomielite è causata da un virus che penetra dall’intestino e blocca i nervi che escono dalla spina dorsale;
può dare una paralisi permanente.
5. L’epatite B è una delle malattie che colpiscono il fegato; si prende con contatti attraverso il sangue (per esempio
siringhe infette). Può provocare la cirrosi.
6. La meningite da emofilo, germe che può causare anche una gravissima infezione della gola (epiglottite).
(questi 6 vaccini sono messi nella stessa iniezione detta, appunto, esavalente che viene fatta nella coscia).
7. La meningite da pneumococco, batterio responsabile anche di gravi infezioni del sangue nei bambini piccoli, di
polmoniti e di otiti.
8. La meningite da meningococco tipo C, che colpisce in particolare i bambini piccoli e egli adolescenti e può
essere causa di una gravissima sepsi.
9. Il morbillo è una malattia con febbre alta, tosse e macchioline; a volte può causare conseguenze gravi (per
esempio encefalite) e la morte.
10. La parotite (orecchioni) è una malattia dovuta ad un virus che provoca gonfiore dietro alle orecchie, dolore,
febbre; a volte dà complicazioni al pancreas e sordità.
11. La rosolia non è una malattia pericolosa, ma se viene presa in gravidanza può dare gravissimi danni al
bambino che deve nascere. Inoltre nell’adulto può essere grave.
12. La varicella dà bollicine, prurito, febbre; è molto contagiosa e frequente, di solito ha un decorso benigno ma
fastidioso e anche se le complicazioni sono rare, data la frequenza della malattia si possono avere in un numero
considerevole.
13. L’influenza è una malattia con febbre alta, mal di gola, tosse che dura circa una settimana e di solito guarisce
spontaneamente. Può essere grave in situazioni particolari (malattie croniche) e nei bambini sotto i due anni, in
particolare se frequentano le comunità.
14. L’epatite A è una malattia che colpisce il fegato. Si prende mangiando alimenti infetti e dal contatto con i
malati. Bisogna vaccinarsi quando ci sono epidemie o se si desidera fare un viaggio in zone a rischio.
15. La gastroenterite da Rotavirus che è la causa più frequente della diarrea acuta grave, spesso determina
disidratazione e può portare alla necessità di ricoveri, specialmente nei bambini più piccoli. Va fatta nei primi mesi di
vita e si somministra per bocca
16. I Papillomavirus sono la causa frequente di infezioni dell’apparato genitale, alcuni tipi (16-18) possono dar
luogo al cancro della cervice uterina.
Altri tipi (6-11) possono essere responsabili di lesioni dei genitali esterni a tipo condilomi. Attualmente viene offerta
alle ragazze dal 11 anno di vita
Vaccino
3° mese(1)
5° mese
6°
mese
7° 11° mese
mese
DTPa -IPV
Hib-HB
DTPa -IPV
Hib-HB
DTPa -IPV
Hib-HB
DTPa -IPV
Hib-HB
esavalente
ESA
ESA
ESA
13°
mese
4°- 6°
anno
MPR
MPR
Varicella
Varicella
Varicella
PCV
PCV
Men C
dTpa
Varicella
PCV
Men C
HPV
Men C
HPV
HPV
Influenza
Influenza
Rotavirus
12° 13° - 15°
anno
anno
DTPa-IPV
MPR
PCV
6° anno
Rota
Intendesi dal 61° gg di vita e non al compimento del 3 mese
. Esa (esavalente): Polio-Difterite-Tetano- Pertosse- Epatite B-Emofilo
. DTPa: Difterite-Tetano-pertosse acellulare
. PCV: vaccino antipneumococcico tredici valente
. MMR: Morbillo, rosolia, parotite
. MMRV: Morbillo, rosolia, parotite, varicella
. Men c: Meningococco
. HPV: Papillomavirus. Il vaccino è offerto a tutte le undicenni: si
intendono le ragazze che compiono 11 anni nell’anno solare oggetto
della campagna vaccinale.
DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
15
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L
'estate sta finendo, diceva
una canzone anni ’80. E,
purtroppo, è davvero così.
Siamo arrivati al mese
di settembre e, a malincuore,
dobbiamo fare i conti con la
realtà e ricominciare a tornare
alla routine quotidiana.
L’estate lascia sempre ricordi
divertenti e spensierati ma
anche, a causa del sole, brutti
segni sulla pelle, quali viso
spento, pelle grigia e gambe
screpolate. Ecco, quindi, alcuni
consigli per combattere questa
fastidiosa eredità attraverso
strategie mirate ad arginare
i piccoli problemi del dopovacanze.
Per il viso. via libera alle
maschere. Per limitare la
sensazione di bruciore e
di stiramento sulle guance,
contorno occhi e fronte, le
soluzioni più valide restano
le maschere di bellezza, che
devono essere idratanti e ricche
di vitamine A ed E, nonché
di ceramici, fosfolipidi, acido
ialuronico e collagene, principi
attivi utili a ristabilire la salute
della pelle.
Combatti le rughe. Il sole e il
caldo causano spesso problemi
di disidratazione della pelle,
tanto da provocare la comparsa
di piccole rughe che possono
essere limitate attraverso
l’applicazione di mascherine
predosate. Sieri a base di
aloe o acido ialuronico, creme
idratanti con vitamina E e acidi
grassi essenziali, rappresentano
altri piccoli aiuti anti-rughe della
pelle
Per il corpo. Rimedi antisecchezza. Prenditi cura
della pelle scegliendo creme
detergenti non schiumogeni per
la doccia oppure aggiungendo
all’acqua della vasca qualche
goccia di olio di mandorle
dolci. Compensa l’equilibrio
cutaneo e idrico, nutrendo la
pelle con creme a base di
vitamine, acido ialuronico e
ceramici.
Spellature addio. Inutile
nascondere l’oggettiva
difficoltà nel mantenere fresca
l’abbronzatura. Le gambe
sono le prime a spellarsi e
desquamarsi. Per limitare i
danni, è consigliabile eliminare
le pellicine massaggiando
la pelle sotto la doccia con
un esfoliante delicato, che
favorisce il distacco delle cellule
morte. E sulle zone più spesse,
come le ginocchia, alternare
lo scrub a massaggi circolari
con il guanto di crine. Infine,
per prolungare il più possibile
l’abbronzatura, infine, ricorri
agli autoabbronzanti.
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DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
GESTIONE DELLO STRESS
IN 5 MOSSE
Dott. Paolo ZUCCONI
Psicologo specialista in
psicoterapeuta
cognitivo-comportamentale
a Udine
PSICOLOGIA
Lo stress è una risposta
fisiologica di allarme del
nostro organismo che ci
permette di mobilitare
le energie ed affrontare
situazioni vissute come
pericolose.
É fondamentale evitare
che diventi una risposta
cronica!
S
e si considera il
comportamento di
una persona come la
risposta agli stimoli
proposti dall'ambiente in cui la
persona vive, lo stress si può
definire come quella complessa
risposta emozionale di difesa a
determinati stimoli considerati
pericolosi.
Pertanto lo stress dipende sia
dall'interpretazione della persona
sulla natura degli stimoli che
riceve sia anche da come tali
stimoli vengono affrontati.
Lo stress non consiste tanto,
come comunemente si pensa,
nel subire certe situazioni, ma
è la valutazione negativa di
determinati eventi considerati
pericolosi.
E inoltre lo stress viene
incrementato maggiormente
dalla inadeguatezza delle abilità
messe in atto per affrontare
e difendersi da quelli eventi
interpretati negativamente.
Se poi tali eventi sono pure
oggettivamente pericolosi allora
il carico di stress aumenta
ulteriormente.
Non è quindi possibile
eliminare dalla nostra vita
quotidiana lo stress in quanto
è una risposta di allarme del
nostro organismo, fisiologica,
utile e necessaria per mobilitare
le energie chimiche allo scopo
di affrontare adeguatamente
situazioni pericolose, o vissute
come tali.
Tuttavia è possibile evitare che
lo stress da risposta fisiologica,
acuta, diventi risposta cronica,
quindi patologica da cui
varie psicopatologie, malattie
psicosomatiche e anche
varie patologie organiche
per riduzione delle difese
immunitarie.
É infatti possibile adottare una
serie di accorgimenti, graduati in
5 mosse, di cui la prima è quella
di prendere coscienza di trovarsi
DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
in una fase di “stress acuto”.
1. Si tratta, in primo luogo,
di prestare attenzione ai
segnali somatici di allarme
prima che questi diventino
sintomi di sofferenza. I più
comuni segnali di malessere
inviati dal nostro corpo sono:
la stanchezza, sensazione
di fatica e di pesantezza
sin dal risveglio mattutino,
sonno disturbato, irritabilità
frequente e non abituale,
alterazioni dell’appetito
(o troppo o troppo poco,
rispetto a prima), mal di
testa e, in tempi successivi,
riduzione delle relazioni
sociali, problemi di pelle
e difficoltà di digestione.
Oggettivamente si può
analizzare la risposta
dell’organismo misurando
la quantità di catacolemine
escrete con le urine, in
particolare nei maschi, in
quanto la produzione è
direttamente proporzionale
all’escrezione.
2. Solo quando ci si rende
conto di essere in uno stato
di stress acuto allora si può
analizzare la situazione,
individuando gli eventuali
stressors, quindi si può
tentare di modificare la
natura degli stimoli o il
loro setting (l’ambiente
stressogeno in cui si trovano
gli stimoli stressanti che
va modificato nelle sue
componenti: colori, suoni,
odori, spazi, mobili, routines
quotidiane), là dove ciò è
possibile, disattivando così
la risposta di difesa.
3. Se la mossa precedente non
porta a risultati apprezzabili,
allora per disattivare la
risposta di difesa, o quanto
meno ridurla, conviene
ristrutturare i criteri di
17
valutazione cognitiva degli
eventi stressogeni tramite
l’assunzione di ulteriori
informazioni sugli stimoli
giudicati pericolosi.
Chiedendo, per esempio,
il punto di vista di altri
per arrivare ad una
interpretazione più realistica,
o tramite l’elaborazione di
ipotesi alternative possibili
o anche trasformando
mentalmente il distress in
eustress per cui gli eventi
temuti sono percepiti come
sfide non come pericoli,
quindi come occasioni di
crescita.
4. Comunque si pensi, va
riequilibrato il sistema
nervoso neurovegetativo,
neuromuscolare e
neuroimmunitario con
l’acquisizione di uno stile di
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SETTEMBRE 2014
quotidiane di rilassamento,
di respirazione, riposo,
attività fisica e sessuale
per utilizzo dell’energia
accumulata in eccesso
ed un regime alimentare
appropriato ricco di
carboidrati, riduzione di
sostanze nervine (alcolici,
caffè, the, tabacco e
droghe) che preveda pure il
controllo dei radicali liberi
come il consumo di maggiori
porzioni di frutta, cereali,
vegetali e assunzione di
omega 3 su stretto consiglio
competente del fitoterapeuta
qualificato, comunque
sempre dopo una accurata
valutazione diagnostica.
5. Vanno incrementate, infine,
le competenze sociali
intrapersonali (nutrendosi
di pensieri positivi, ma
realisti, verso di sé, cioè
basati su proprie effettive
abilità personali ed
iniziando a ridere di sé
stessi, prima che lo facciano
gli altri) ed interpersonali
(cognitive, comportamentali
ed emozionali) utili al
fronteggiamento degli eventi
considerati pericolosi. In
questo caso le competenze
richieste sono quelle di
sapere dire “no!”, gratificarsi
soprattutto per i piccoli
successi personali, dedicare
più tempo a sé, esprimere
il proprio pensiero in modo
aperto e diretto dicendo
“io…” .
Da tali esperienze e
dall’osservazione di abilità altrui
convincersi di essere in grado
di esercitare un controllo sulle
circostanze, anche avverse.
19
Le proprie convinzioni di
controllo sono solitamente
predittive della propria
prestazione in quanto si basano
sull’aspettativa dei risultati e
sull’aspettativa dell’efficacia
personale.
Infatti non è sufficiente
l’apprendimento di condotte utili
al fronteggiamento di situazioni
complesse quanto la convinzione
di dominare le circo stanze,
ciò che Albert Bandura chiama
“percezioni di autoefficacia”.
Infine è consigliabile scrivere un
diario alla fine di ogni giornata
e parlare quotidianamente
a qualcuno di ciò che ci
preoccupa, per scaricare
le proprie preoccupazioni,
oggettivarle, quindi renderle
più gestibili e, se possibile,
attendersi risposte abili, per lo
meno confortanti.
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MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA
D
alla Gioconda di Leonardo alla Paolina
Borghese di Canova, ci sono capolavori
dell’arte che non potremmo immaginare
diversi, perché uniscono alla bellezza
una luminosa naturalezza. Questo sta diventando
il mantra anche della chirurgia estetica, ed è un
progresso importante. La medicina e la chirurgia
estetica, dopo il boom degli ultimi anni, stanno
attraversando una fase di assestamento. In parte
essa è legata alla situazione economica e alla
crisi, ma molto di più è dovuta a una nuova
maturità: si vuole ottimizzare il proprio aspetto
fisico, ma si parte da una maggior conoscenza
e consapevolezza delle persone sulle possibilità
e sui limiti che queste metodiche possono offrire.
Quello che viene richiesto alla medicina estetica
è il ringiovanimento attraverso tecniche innovative
nel rispetto della naturalezza ma si parla anche di
MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA
DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
23
prezzi di mercato. Trattamenti troppo scontati o
troppo costosi ed esclusivi non hanno più l‘appeal
di qualche anno fa. La crisi economica in questo
senso ha portato ad una maggior attenzione nella
scelta del trattamento e del professionista, che si
è così sentito responsabilizzato nei confronti dei
suoi paziente e pone ancor più attenzione alla
sua offerta di trattamenti e costi. Se si fa una breve
ma approfondita rassegna degli ultimi anni, si
nota subito che si sono spente le “mode”, e che la
stragrande maggioranza dei pazienti opta per i
trattamenti medico-estetici e chirurgici che si sono
consolidati, grazie anche a un deciso affinamento
delle tecniche. E il consenso è cresciuto, sia tra le
donne che tra gli uomini. L’attenzione e la fiducia
dell’universo maschile, storicamente scettico, dà il
segno del cambiamento. In primissimo piano c’è
il viso, e questo dice molto in un’epoca in cui la
comunicazione individuale non potrebbe fare a
meno di Facebook per presentarsi agli altri come
“persona”. Il volto è il biglietto da visita, la prima
cosa che ci descrive agli altri, il messaggio visivo
che lanciamo. Gli altri aspetti della comunicazione
sociale (l’aspetto globale, il come siamo vestiti, le
parole che diciamo) vengono successivamente,
e s’inseriscono con più o meno fortuna nella
fondamentale prima impressione data dal viso.
E’ quindi dal viso che parte la nuova attenzione
della chirurgia estetica impegnata a un risultato
“naturale”. Vediamo quali opportunità ci sono.
FILI LIFTANTI RIASSORBIBILI
prevenzione dell’invecchiamento e mantenimento
dell’aspetto attraverso trattamenti non invasivi.
Ringiovanire senza stravolgere il proprio aspetto,
apparire più belli e sani sono gli aspetti che più
risultano importanti alle persone che si affidano
al medico estetico ed al chirurgo plastico. In quel
villaggio globale che è il mondo iperconnesso,
sono sfilati sotto gli occhi di tutti gli stravolgimenti e
gli eccessi, soprattutto televisivi e cinematografici,
di una ricerca di bellezza che era diventata
ossessiva ed esagerata. Il contrario dell’armonia.
Ciò ha dato consapevolezza e maturità alle
persone. Consapevolezza che gli anni passano e
che il buon gusto comune risiede nella cura della
persona nel mantenimento del proprio aspetto,
senza cercare di apparire poco credibile. Questo
aspetto si accompagna alla ricerca del trattamento
durevole, consolidato e sicuro, nel rispetto dei
Dopo aver avuto un immediato successo negli
Stati Uniti, ora il «lifting dolce» si sta affermando
in tutta Europa. Di che si tratta? Dell’alternativa
non chirurgica per il ringiovanimento del viso
ma anche di alcune zone critiche del corpo.
Ambulatoriale l’intervento in anestesia locale,
semplice il sistema: con un ago ipodermico che
contiene un sottilissimo filo liftante e riassorbibile,
il chirurgo estetico deposita il filo sotto la cute,
nel tessuto da rivitalizzare. Alla fine dell’intervento
(appena una mezz’ora) restano solo minuscoli
forellini, su cui si applica un cerottino da tenere
un paio di giorni. Via il cerottino, non resta alcun
segno. Non ci sono incisioni, solo il forellino
d’entrata dell’ago usato dal chirurgo estetico.
Lungo tutto il filo vi sono delle microscopiche
«spine» bidirezionali, anch’esse riassorbibili, che si
integrano con il tessuto circostante. Come piccole
ancorette. Quando viene inserito, il filo entra in una
direzione, e quando esce viene tirato dalla parte
opposta: così il medico estetico realizza un effetto
tensione. La cosa molto interessante è che questi fili
riassorbibili – assolutamente biocompatibili - non
hanno soltanto un’invisibile azione meccanica,
24
DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA
non si limitano a «tirare su» i tessuti rilassati, come
quelli che compromettono la giovinezza della
forma del viso. Realizzati in materiale riassorbibile,
un derivato dell’acido glicolico, sono in grado
di stimolare la sintesi di collagene, la principale
proteina del tessuto connettivo. Svolgono la propria
azione in modo naturale e progressivo, donando
alla pelle maggiore tonicità e compattezza.
L’intensa stimolazione della naturale produzione
di collagene, dei fattori di crescita e delle fibre
elastiche permette, entro due-tre settimane, la
formazione di una struttura di sostegno. Questo
importante effetto «lifting» deriva dagli effetti
combinati di una naturale reazione dei tessuti
trattati: oltre alla produzione di collagene del
tipo III, viene stimolato il metabolismo cellulare,
e aumenta la microcircolazione del sangue. E’
l’avvio di un importante ricambio cellulare, che
interessa sia le cellule staminali dermiche da cui
nasceranno le nuove cellule della pelle, sia le
cellule staminali del connettivo adiposo. Tutto ciò
contribuisce a creare la struttura di sostegno che ha
l’effetto di rendere la pelle più giovane e compatta.
Sistema sicuro. Dietro il nuovissimo ma collaudato
impiego in chirurgia estetica, c’è una lunga storia
di esperienza in chirurgia generale e in chirurgia
cardiovascolare, sia per la biocompatibilità di
questi fili, sia per la loro capacità di riassorbirsi
lentamente nei tessuti.
Perché scegliere il lifting dolce?
I fili riassorbibili rivitalizzanti e liftanti sono
una delle novità per ringiovanire l’ovale del viso
in modo naturale. Per un viso più «vero». E’ un
trattamento molto efficace in termini di risultato,
ma poco invasivo, ed è questo uno dei motivi del
suo successo. Altro motivo di successo è il costo,
decisamente più basso rispetto alla chirurgia
tradizionale, e questo lo mette alla portata anche
delle classi di età più giovane. L’uso dei fili
riassorbibili si rivolge a persone medio giovani
(35-55 anni) che presentano già alcuni cedimenti
dei tessuti del viso e collo o che desiderano un
intervento preventivo, in modo da preservare
la propria immagine «sociale». La principale
indicazione è la biorivitalizzazione del viso e
del collo, ma i fili riassorbibili si sono dimostrati
d’impiego molto duttile, anche in distretti corporei
che per un eccessivo dimagrimento o a causa
dell’età hanno bisogno di riacquistare tonicità,
come il decolleté, le braccia, le cosce e le
ginocchia.
LASER FRAZIONATO NON
ABLATIVO
Possiamo dire che la medicina e la chirurgia
estetica stanno diventando sempre più biologiche,
sfruttando la ricca esperienza della scienza: una
novità in termini di trattamenti rigeneranti riguarda
l’uso di apparecchiature laser non ablative, che
rispetto ai laser tradizionali non bruciano la pelle
ma la stimolano al ricambio cellulare. Presso la
Clinica del Viso a Milano viene utilizzatto il Laser
Clear+Brilliant, ultimo nato tra i laser “dolci”: uno
strumento all’avanguardia che crea dei microfasci
di luce che penetrano in profondità nelle minuscole
aree delle imperfezioni, mentre il tessuto intorno
resta intatto ed integro. In brevissimo tempo, la pelle
reagisce producendo tessuti sani e ringiovaniti.
Il trattamento laser Clear + Brilliant è semplice e
veloce, richiede circa 30 minuti. Immediatamente
dopo, si effettua il trattamento biorivitalizzante,
applicando localmente una crema all’acido
ialuronico, che sfrutta la permeabilità creata dal
laser per stimolare le cellule della pelle a rigenerarsi
Prima e dopo trattamento con fili liftanti riassorbibili del collo dopo 6 mesi
MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA
e a produrre collagene ed elastina, che migliorano
il “tono” e la morbidezza della pelle. Il viso ritrova
subito il suo splendore giovanile. A casa può
proseguire questa rigenerazione con l’applicazione
mattina e sera di un mix di crema nutriente
e idratante che viene fornita come supporto
domiciliare al trattamento.
BLEFAROPLASTICA
Nella seduttività e nell’armonia del viso, gli
occhi occupano una parte di assoluto rilievo. Uno
sguardo fresco, brillante, assertivo (in una parola:
giovane) è il traguardo su cui punta un programma
di ringiovanimento del volto.
La blefaroplastica, cioè la plastica che interviene
sulle palpebre per migliorare l’estetica dell’occhio,
è ormai il secondo intervento di chirurgia estetica
più richiesto subito dopo la liposuzione e prima
degli interventi al seno. A richiedere l’oculoplastica
sono donne e uomini, e molti non hanno ancora
quarant’anni. Non si tratta, però, di fabbricarsi
un’identità virtuale, ma di ritrovare la propria
identità vera rimediando a piccoli guai come le
palpebre superiori che diventano un po’ cadenti
e danno un’aria sonnacchiosa, o le borse sotto
gli occhi causate da piccoli depositi di adipe
che danno un’aria stanca e affaticata. Come
rimediare? Ma soprattutto, come rimediare «in
sicurezza», senza rischiare la funzionalità del
sistema occhio/palpebra, e senza dover temere
un risultato finale poco naturale? Come arrivare al
«Natural Look»? Prima i pazienti e le pazienti erano
sulla sessantina, ora l’età media si è abbassata
e tende ad abbassarsi ancora, perciò il compito
di un chirurgo esperto e coscienzioso è quello di
guardare nel futuro, e capire come si evolveranno
DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
25
nel tempo gli effetti dell’intervento, che potranno
durare per sempre oppure necessitare di un ritocco.
Ogni paziente è un caso a sé, bisogna studiarlo
accuratamente per poter fare una previsione e
capire quali sono le aspettative della persona.
Negli ultimi anni il punto di vista e l’atteggiamento
verso questo intervento sono cambiati ed è stata
superata anche la definizione di blefaroplastica.
L’intervento non riguarda più solamente le palpebre,
ma tutto il contesto dello sguardo. Per questo si
parla di chirurgia dello sguardo. Per ridare allo
sguardo una nuova giovinezza, noi rimuoviamo
la cute in eccesso, e riduciamo le “borse” che
stanno sia sopra che sotto l’occhio. Si rimuove solo
il grasso in eccesso, senza infossare l’occhio e
creare un aspetto poco sano e quasi scheletrico.
Altra precauzione indispensabile è preservare
la funzionalità della palpebra. In passato è
accaduto che riposizionando la palpebra siano
stati danneggiati i canali lacrimali, un danno
inammissibile. Così pure, le palpebre devono
chiudersi normalmente. La stessa cosa vale per
l’intervento sulla forma dell’occhio: il cosiddetto
«occhio triste», che comunica mestizia a tutto il viso,
può essere corretto con una piccola trazione all’insù
dell’angolo esterno, ma il risultato deve rimanere
naturale. Bellezza in sicurezza, un obiettivo in cui ci
aiutano le eccellenti esperienze della grande scuola
oculistica italiana. Quindi: esperienza del chirurgo,
sala operatoria con strumentazioni d’avanguardia
e staff di supporto di ottimo livello. Dopo il viso,
la ricerca di un’armonia del corpo. Come si sa,
le diete aiutano, ma non garantiscono affatto
una precisione del bersaglio. Questo è compito
della medica e chirurgia estetica, che ormai può
avvalersi di metodiche molto ben calibrate, e di
sicuro rendimento. Parliamo di due degli interventi
più richiesti per il body shaping.
Blefaroplastica superiore ed inferiore, prima e dopo
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DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
Esempi prima e dopo di mesoterapia lipolitica
MESOTERAPIA LIPOLITICA E
LIPOSUZIONE
Questa metodica sfrutta l’azione di principi
attivi iniettabili ad azione lipolitica, in grado cioè
di sciogliere i grassi. I principi attivi vengono
iniettati con sottilissimi aghi nelle aree di accumulo
adiposo, ma anche in tutti i distretti interessati da
ritenzione idrica o lassità cutanea, determinando
una riduzione di volume delle cellule adipose
con conseguente e progressiva eliminazione
dell’adiposità localizzata. La metodica originale
nasce dall’utilizzo di un derivato della lecitina di
soia, la fosfatidilcolina, con spiccate proprietà
anticolesterolo e anti trigliceridi in grado di
sciogliere il grasso con cui viene a contatto, come
prevenzione delle embolie gassose nei grandi
interventi chirurgici. Utilizzando questo principio si
è cominciato ad utilizzare questa sostanza anche
a livello sottocutaneo per ridurre gli accumuli
adiposi localizzati. L’esperienza acquisita nel
corso degli anni ha permesso l’affinarsi della
tecnica iniettiva affiancando alla fosfatidilcolina
altri principi attivi. Si sono ottenuti risultati anche
in situazioni a metà tra il problema estetico e
quello medico. Per esempio, nel trattamento della
ritenzione idrica, dell’insufficienza veno- linfatica
e della lassità cutanea, cioè della rilasciatezza
della pelle, alterazioni sempre presenti ma non
prese in considerazione dalle metodiche classiche.
Occorre sottolineare che questa metodica riesce
ad escludere rischi vascolari, danni per la cute
o cicatrici. Come si procede? Con semplici
iniezioni direttamente nel tessuto sottocutaneo, che
stimolano la fuoriuscita del grasso dalle cellule
adipose e il suo smaltimento, dall’interno, per
MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA
Esempi prima e dopo di liposuzione
vie naturali, affinando così il profilo di addome,
braccia, glutei e cosce. Identificate e disegnate le
zone di accumulo, si applica uno strato di crema
anestetica sulla parte da trattare per ridurre la
sensibilità, quindi, dopo disinfezione, si infiltrano
i principi attivi mediante aghi piccoli e sottili. Al
termine del trattamento si applica una crema ad
azione lenitiva. Generalmente si trattano da due
a quattro zone di accumulo in base alla entità del
problema. Sul versante più strettamente medico,
è da sottolineare che la mesoterapia lipolitica
non è traumatica, in quanto non si taglia la cute
e non si agisce meccanicamente sul tessuto
adiposo. Dal punto di vista estetico, non ci sono
rischi di avvallamenti o irregolarità della superficie
cutanea. Questa metodica costituisce sicuramente
una valida alternativa alla liposuzione in quei
pazienti alla ricerca di trattamenti non invasivi per
il modellamento corporeo ed il trattamento della
cellulite (e in particolare dell’aspetto a buccia
d’arancia della cute), della ritenzione idrica e della
lassità cutanea. La mesoterapia lipolitica scioglie la
cellulite e i cuscinetti di grasso. In modo simile alla
liposuzione, ma con un’azione più dolce, graduale
e sicura. E se si devono trattare i cosiddetti “casi
difficili”, in cui gli accumuli adiposi sono di
maggiori dimensioni? In questi casi le metodiche
non invasive possono dare risultati insufficienti o non
apprezzabili; si può allora valutare una liposuzione;
in particolare la variante meno traumatica detta
Liposcultura, che consiste in una lipoaspirazione
“mirata” che procede a rimuovere piccole entità di
grasso. In pratica, vengono ridisegnati i contorni,
ottenendo effetti migliorativi. La Liposcultura,
rispetto alla liposuzione, si effettua con cannule
più piccole e la quantità asportata di tessuto
adiposo è minore, serve infatti per ammorbidire i
contorni e correggere i piccoli difetti. Rispetto alla
MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA
liposuzione classica la liposcultura non si prefigge
il dimagrimento o l’importante riduzione dei volumi
ma il ripristino dell’armonia delle forme attraverso
una correzione mirata e localizzata. Dato che il
difetto da correggere è minore anche il dolore
e l’impegno post chirurgico sono minori: si può
effettuare l’intervento anche in anestesia locale,
ma sempre in sala operatoria per la tranquillità
e sicurezza del paziente e sempre sotto controllo
di un anestesista. Il dolore post operatorio è
decisamente minore rispetto alla liposuzione
classica ed anche la necessità di indossare
sgradevoli guaine contenitive per molte settimane si
riduce all’uso di calze coprenti ad azione drenante
per alcune settimane. La liposcultura richiede
un impegno maggiore rispetto alle tecniche non
invasive ma ha il vantaggio di essere molto più
efficace ed immediata, Ed è importante sottolineare
che ha effetti duraturi. Il rimodellamento mediante
liposuzione è infatti definitivo anche se ciò non
preclude altri interventi. Rispetto alle metodiche
classiche della liposuzione, la liposcultura è più
dolce nelle correzioni, meno impegnativa da un
punto di vista fisico e implica meno rischi.
MASTOPLASTICA ADDITIVA
CON PROTESI
Riuscire ad ottenere un seno di dimensioni
maggiori è senz'altro uno degli interventi di
chirurgia plastica più richiesti. Dopo avere
raggiunto degli ottimi risultati estetici, negli ultimi
anni l’attenzione degli esperti si è focalizzata
sull’accorciamento dei tempi convalescenza
e sulla riduzione del dolore post operatorio.
L’obiettivo, raggiunto, è permettere il ritorno
all’attività quotidiana in circa 2 giorni Un decorso
DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
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post-operatorio tranquillo è, se l’operazione è
stata fatta da un vero esperto, quasi certo se la
mastoplastica è sottoghiandolare. Differente è il
caso dell'inserimento sottomuscolare (completo
o Dual Plane). Lo scollamento del muscolo
pettorale è stato fino ad oggi causa di fastidiosi
dolori postoperatori. La creazione della tasca
sottomuscolare, effettuata con l’elettrobisturi senza
mettere in trazione il muscolo; e la cura nel non
toccare le delicate e sensibili terminazioni nervose
consentono oggi di ridurre notevolmente il disagio
post operatorio. Inoltre i nuovi farmaci hanno quasi
del tutto annullato gli effetti collaterali dell'anestesia
generale (nausea, intorpidimento e debolezza
), consentendo un recupero rapido ed efficace.
L'anestesia generale è particolarmente utile nella
mastoplastica Dual Plane perché consente l'uso dei
rilassanti muscolari che facilitano lo scollamento
muscolare. Attualmente, molti casi di aumento
mammario sottoghiandolare, vengono effettuati in
regime di Day Hospital. La paziente viene dimessa
dopo alcune ore e senza drenaggi. Non è più
necessario evitare i movimenti delle braccia e si
può riprendere la normale attività dopo 24-48 ore.
Per i casi in cui si preferisca il posizionamento delle
protesi in sede sottomuscolare il consiglio medico
è quello di restare la notte in clinica per potere
essere monitorati dagli infermieri. Dopo pochi giorni
la medicazione viene sostituita con un normale
reggiseno.
Concludiamo presentando due interventi che
sono dei “classici” della chirurgia estetica del
viso: la rinoplastica, che riguarda il naso, e la
otoplastica, che si occupa di correggere la forma
delle orecchie. Sono due problemi vistosi, che
si collegano spesso a una marcata sofferenza
psicologica. Ce ne parlano due grandi specialisti
e preziosi collaboratori della Clinica del Viso: per
la rinoplastica, il professor Pietro Palma, presidente
Mastoplatica additiva con protesi tecnica Dual Plane prima e dopo 6 mesi
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DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA
della European Academy of Facial Surgery, e il
dottor Umberto Napoli, chirurgo plastico.
Rinoplastica primaria, prima e dopo 6 mesi
RINOPLASTICA
Rinoplastica, la “regina” delle procedure di
chirurgia plastica facciale. E’ fra gli interventi più
richiesti. Di grande �impatto estetico, funzionale
e psicologico per il paziente. Molto tempo é
passato da quando la rinoplastica era considerata
semplicemente l’asportazione della gobba o la
rotazione all’insù della punta del naso. Il segreto
della moderna rinoplastica è quello di minimizzare
il più possibile l’imprevedibilità dei risultati delle
manovre, grazie all’esecuzione di interventi
millimetrici. Mininvasività è la parola chiave
anche per gli interventi più importanti (patologie
o disfunzioni respiratorie, ricostruzione strutturale
dello scheletro nasale, chirurgia di revisione)
grazie alla ‘rinoplastica ibrida’, una tecnica che
combina i vantaggi della chirurgia aperta (con
incisione della cute esterna per consentire una
visione a cielo aperto dello scheletro del naso)
con quella chiusa (con incisioni interne al naso,
dunque senza alcuna cicatrice esterna evidente).
La tecnica ibrida ha permesso di ridurre in maniera
significativa l’incidenza degli interventi di revisione
e ha migliorato del 15 per cento il risultato
finale. L’80 per cento dei risultati sono classificati
dalle/dai pazienti come ‘totalmente graditi”. Gli
approcci mini-invasivi per il rimodellamento della
punta hanno alle spalle uno studio preoperatorio
estremamente sofisticato dell’anatomia e
dell’estetica della punta, tale da permettere una
valutazione con precisione millimetrica dei vari
steps, i vari passi della procedura. Scopo della
moderna rinoplastica é infatti ottenere risultati
più naturali, con contorni meno squadrati, senza
alterare le strutture di supporto naturali della punta.
Ciò che conta è un bilanciamento estetico di luci
e ombre che determina l’unicità della punta su un
particolare viso. Occorre che il chirurgo estetico
abbia lo sguardo di un pittore, de preveda la
maggiore armonia del risultato. Tecniche innovative
e pazienti sempre più attenti impongono al
chirurgo una abilità sempre più raffinata e un
vasto repertorio di tecniche a disposizione per
soddisfare le aspettative del paziente, rispettando
la differente anatomia di ciascun volto. L’utilizzo
di tecniche endonasali mini-invasive facilità il
compito del chirurgo anche nei casi di revisione
di propri pazienti, perché consente di lavorare
su strutture anatomiche sulla quali non si è agito
in maniera aggressiva, e non si sono distrutte le
possibilità di un reintervento correttivo. Punti di forza
dell’intervento sono il calo dei tempi di recupero
– da 8 a 10 giorni al massimo per ritornare alla
vita sociale, la riduzione di traumi e gonfiori, e
soprattutto l’assenza di cicatrici esterne. Inutile
dire che aumenta la percentuale di soddisfazione
dei pazienti. C’è anche da dire che quando
un intervento si diffonde, è il segno sicuro di
un’accettazione sociale. D va in questa direzione il
fatto che sia grandemente aumentata la percentuale
di uomini che si sottopongono a interventi di
chirurgia plastica nasale, circa il 60% in più rispetto
a 10 anni fa. Si sono profondamente modificati i
canoni di bellezza maschile, e si sono raffinate le
tecniche chirurgiche. Seppure la rimozione della
“gobba” rappresenta la procedura più richiesta,
cerchiamo di far comprendere ai nostri pazienti
l’importanza di pensare in termini di “profiloplastica
nasale”: prima di pensare alla quantità di “gobba”
da rimuovere, è importante programmare la
posizione della radice del naso e la posizione della
punta del naso. E’ certamente ben più complesso
ricreare la profondità della radice e riposizionare
la punta del naso rispetto all’asportazione della
“gobba”, ma solo una sofisticata analisi estetica e
una specifica competenza chirurgica permettono
di creare un naso naturale ed esteticamente
bilanciato. L’atteggiamento attuale, più conservativo
e più rispettoso dell’armonia del volto, ha portato
ad un aumento significativo della rinoplastiche di
revisione che giungono alla nostra osservazione:
il 30-40% dei casi che operiamo annualmente
MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA
è rappresentato da pazienti operati altrove. In
alcuni casi si tratta di revisioni non particolarmente
impegnative, ma in una quota significativa di
casi dobbiamo revisionare pazienti in cui è stata
attuata una resezione eccessiva del dorso e una
asportazione massiva delle cartilagini della punta.
Mi auguro quindi che si estenda tra i chirurghi
estetici la filosofia (che è anche un valore etico)
degli interventi conservativi e ben calibrati.
OTOPLASTICA
Le orecchie ad ansa, comunemente conosciute
come orecchie a “sventola”, rappresentano un
difetto che diventa spesso fonte di scherno in
età scolare e che può creare disagio anche in
età adulta. Le orecchie ad ansa possono essere
dovute a malformazioni diverse dell’orecchio::
assenza della piega dell’antelice, ipertrofia della
conca, o presenza contemporanea di ambedue i
difetti sono le condizioni che tipicamente vengono
riscontrate. Poichè esistono oltre 200 tecniche
finalizzate alla correzione di questo difetto, è molto
importante un’attenta valutazione dell’orecchio
per poter proporre e attuare la tecnica migliore in
funzione della malformazione presente. L’intervento
è eseguibile in anestesia generale nei bambini,
mentre si predilige l’anestesia locale negli adulti.
Ha una durata di circa un’ora e la via di accesso
è sempre nella parte posteriore del padiglione
auricolare, condizione questa che consente di
avere cicatrici invisibili anche agli occhi più
esperti. Il recupero è sempre molto rapido; i punti
vengono rimossi dopo dieci giorni ed è necessario
indossare una fascia elastica compressiva per
alcune settimane, soprattutto la notte. L’intervento
viene ugualmente richiesto da uomini o donne,
DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
29
lo si consiglia ai bambini in età prescolare per
evitare complessi che posso derivare dallo scherno
dei coetanei. La tendenza attuale è di prediligere
tecniche microinvasive che consentono di modellare
le cartilagini per ottenere un risultato sempre
molto naturale ed a basso impatto chirurgico. In
alcuni casi selezionati risulta utile l’utilizzo di un
laser chirurgico che aiuta il rimodellamento delle
cartilagini.
In sintesi, questa nostra presentazione ci permette di
dire che esiste ormai un’ampia gamma di metodiche,
calibrate e sempre più soft, per ritrovare l’armonia del
corpo e del viso in assoluta sicurezza. Il nostro non
è un Centro estetico, ma una struttura in cui operano
personale medico ed infermieristico, e personale
specializzato. Potete affidarvi con fiducia ai medici e
ai chirurghi estetici della Clinica del Viso di Milano,
trovando sempre uno specialista per il quale conta
molto la grande attenzione ai dettagli. L’obiettivo è
il rispetto dell’armonia e della naturalezza. L' attento
studio preliminare fatto dal medico estetico si basa
sulla “unicità” di ogni cliente, che viene tenuta nel
massimo conto. Le molteplici possibilità di metodiche
che sono, ad un tempo, sperimentate e flessibili,
permettono interventi personalizzati. Il traguardo non
è un sogno, ma una realtà a portata di mano: le
persone ritrovano il proprio “vero io”, e finalmente
sentono di coincidere con l’immagine che hanno di
sé. Si va ben oltre l’eliminazione di un inestetismo
o di una disarmonia del viso, tanto che noi della
Clinica del Viso ricordiamo storie bellissime: amore
e felicità per chi non ci sperava più, carriere brillanti
grazie a una sicurezza nuova, e perfino la nascita di
una “stella”. Il riserbo professionale ci vieta di dire di
più, ma per noi sono ricordi preziosi. Preziosi come
i sorrisi di tutte le persone che si affidano alla nostra
competenza.
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SETTEMBRE 2014
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1914 - 2014
CENT'ANNI FA LA GUERRA
FOLGARIA LAVARONE
LUSERNA
STORIA
A Folgaria, Lavarone
e Luserna, nel Trentino
sud-orientale, il grande
conflitto ha lasciato tracce
indelebili, nella memoria e
nei luoghi. Rappresentò la
fine di un’epoca, produsse
lutti e distruzioni, un
cambio di nazionalità.
Niente fu come prima.
Fernando LARCHER
Coordinatore progetti
per il Centenario
per la Comunità degli Altipiani di
Folgaria, Lavarone e Luserna
S
ono passati cent’anni,
un secolo. Eppure,
nonostante il tempo
trascorso, quell’immane
tragedia che ha sconvolto il cuore
dell’Europa, che ha cambiato il
corso della storia, che ha deciso
il destino di intere nazioni e di
milioni di esseri umani, è ancora
qui, presente e viva nei ricordi,
nelle memorie. Non poteva essere
diversamente. Perché qui, su
queste montagne che si elevano
tra i fiumi Adige e Brenta, a
poche decine di chilometri da
Trento, la guerra la si è proprio
toccata con mano. Qui, sugli
Altipiani di Folgaria, Lavarone
Folgaria e Luserna, il cannone
ha fatto sentire la sua voce,
ha sparso morte, distruzione e
terrore, intere famiglie si sono
disgregate, hanno pianto i propri
cari, perduti al fronte o nei
Tre altipiani sulle Prealpi del
Trentino sud-orientale, tra i 1200
e i 2000 m di quota, 106 kmq
di territorio confinante con la
provincia di Vicenza: questo
sono i comuni di Folgaria,
Lavarone e Luserna. Oggi
sono noti come l’Alpe Cimbra,
omaggio alla colonizzazione
tedesco-bavarese qui avvenuta
tra il X e il XIII secolo, ancor
ben rappresentata dall’isola
etnico-linguistica di Luserna/
Lusérn. In prossimità del primo
grande conflitto mondiale
divennero uno dei punti strategici
più delicati del fronte austroitaliano, tant’è che gli AustroUngarici li fortificarono con ben
sette fortezze: Cima Vézzena,
Busa Verle, Lusérn, Belvedere
Gschwent, Cherle, Sommo alto
e Dosso delle Somme.
Di esse il Forte Belvedere
Gschwent, il forte-museo, è il più
rappresentativo.
campi profughi. Ecco perché, a
cent’anni di distanza, ancora ne
parliamo.
Il tutto prese il via agli inizi del
secolo. Non si pensava che la
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DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
guerra sarebbe arrivata presto.
Alle spalle c’erano decenni di
pace, di tranquillità, nonostante
la povertà e le mille difficoltà:
la Belle Epoque la chiamavano.
Ma quando tra il 1906 e il
1908 si aprirono i cantieri
di guerra, quando si iniziò a
rinforzare le strade e a farne
di nuove, quando si iniziò a
scavare chilometri di trincee e,
sulle alture, a costruire imponenti
fortezze di cemento e acciaio,
allora si capì che qualcosa
di grave stava per succedere,
che all’orizzonte si profilavano
nubi cupe e minacciose. Poi fu
CENT'ANNI DI GUERRA
tutto un rincorrersi di eventi: nel
luglio del 1914 lo scoppio del
conflitto, gli uomini abili alle
armi richiamati in piena estate
e spediti al fronte, in Galizia, in
faccia ai russi, le donne a casa
a mandare avanti le famiglie, a
lavorare nei campi e nelle stalle,
turbate dalla snervante attesa
di notizie, che inevitabilmente
arrivavano, notizie tanto brutte
quanto temute. Eppure ancora
nessuno poteva immaginare cosa
sarebbe successo nel giro di
qualche mese, nel maggio del
1915, con la dichiarazione di
guerra dell’Italia. Allora la guerra
divenne veramente di tutti, giunse
sulle porte delle case, improvvisa
e cruenta, con i primi colpi di
cannone a lacerare il cielo, con
le granate cadute sui forti, nei
paesi e l’ordine di evacuazione
dei civili.
L’evacuazione della popolazione
civile, un evento a cui nessuno
era preparato. Immaginiamo
il dramma della partenza,
dell’abbandono di tutti gli averi,
gli animali sciolti nelle stalle e
consegnati all’ammasso militare,
l’addio alle case, il lungo viaggio
in treno verso la Boemia, la
Carinzia, l’Austria Superiore e
Inferiore, verso i campi profughi
di Braunau, Mitterndorf e
Katzenau. Un’assenza che i
gendarmi incaricati a sgomberare
i paesi dissero sarebbe stata di
qualche settimana, ma che alla
fine sarebbe durata quattro lunghi
In alto. Mappa forti austriaci e italiani
In basso a sinistra. Bombardamento Forte busa Verle
In basso a destra. Forte Dosso odelle Somme
DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
CENT'ANNI DI GUERRA
anni, anni di fame, di malattie,
di povertà, di indigenza. E
intanto qui, sulle montagne, si
consumava il dramma della
guerra combattuta, gli assalti ai
forti, gli attacchi e i contrattacchi,
fino al maggio del 1916
quando, con il colpo di maglio
della Strafexpdition - l’Offensiva
di primavera - i Kaiserjäger
sbaragliarono le linee italiane e
spinsero il fronte sulle alture di
Asiago e del Vicentino. Allora
sugli Altipiani tornò la pace, una
pace irreale, di retrovia, con gli
echi dei bombardamenti e degli
assalti sul massiccio montuoso
del Pasubio. Poi infine l’epilogo,
nel novembre del 1918, e la
fine drammatica del conflitto. Fu
allora che gli uomini tornarono
dal fronte, in una terra che non
era più la patria che avevano
lasciato, subendo anche
l’umiliazione dell’arresto. Fu allora
che i profughi tornarono e che
33
molti rimasero là, nei cimiteri, a
centinaia di chilometri da casa.
Tornarono senza nulla, nei paesi
saccheggiati e disastrati, italiani e
non più austro-ungarici, a cercare
di riprendere a vivere, per quanto
possibile, perché altre alternative
non c’erano. A cent’anni di
distanza ricordiamo e rendiamo
omaggio a quelle sofferenze.
Non celebriamo, semplicemente
ricordiamo, perché almeno
questo dobbiamo loro.
FORTE BELVEDERE GSCHWENT
PER TRENTO BASTO IO!
Quella che sugli Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna
sarebbe passata alla storia come la Guerra dei forti iniziò il
24 maggio 1915 e si concluse il 20 maggio 1916, quando
l'offensiva della Strafexpedition spostò il fronte più ad oriente,
sulle alture venete.
Di quella che fu la linea delle fortezze degli Altipiani, superba
e integra testimonianza è oggi il Forte Museo Gschwent
Belvedere, il «Forte Museo».
Per Trento basto io! era il motto di cui si fregiava, a
significare che da solo bastava a difendere la città dal
pericolo italiano. Mantenne fede al suo impegno anche
perché, a parte i bombardamenti dei primi giorni di guerra,
non subì attacchi diretti e il fuoco italiano si concentrò soprattutto nel settore orientale, tra Forte Lusérn, Forte Busa Verle
e Forte Cima Vézzena.
Forte Belvedere Gschwent fu costruito tra il 1908 ed il 1914 con il compito principale di controllare la VaI d'Astico
che si apre a strapiombo sotto di esso. Disponeva di una guarnigione di 160 Landsschützen (1° reggimento) e del
supporto di 60 territoriali, sotto la direzione del capitano Anton Perschitz, sostituito poi da Fritz Trakl. Era armato di tre
obici da torre da 105 mm, due cannoni da 80 mm in casamatta, quattro cannoni da 60 mm e ventidue postazioni
di mitragliatrice. Tra le sette fortezze della cintura
fortificata degli Altipiani è l'unica sfuggita all'opera
demolitrice degli anni Trenta, attuata dal regime
fascista nell'ambito della campagna Ferro alla
Patria. Si vuole si sia salvato per l'intervento del
re Vittorio Emanuele III che, in visita nel 1935
a quello che era stato il fronte delle fortezze,
volle che almeno uno rimanesse in piedi, a
memoria per le generazioni future. Negli anni
Sessanta fu acquistato dalla famiglia Osele che
lo ripulì, lo adattò alla visita e lo trasformò nella
fortezza museo che possiamo ammirare oggi. E’
attualmente gestito dalla Fondazione Belvedere
Gschwent. La visita al forte e ai suoi allestimenti
permette oggi di cogliere fin nei minimi particolari
la complessità di una portentosa macchina da
guerra. Nuovi allestimenti multimediali permettono
ora al visitatore di vivere dall’interno della struttura
la dura esperienza di guerra, fatta soprattutto di
violenti e ripetuti bombardamenti.
Info: www.fortebelvedere.org
34
DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
Dott. ROCCO CARBONE
farmacista e naturopata
www.naturafelicitas.it
[email protected]
NATUROPATIA
ANOSMIA
L'anosmia è una grave perdita
dell'olfatto e simboleggia la
creazione di una barriera che
annulla le informazioni
provenienti dall'esterno in
quanto ritiene il loro contenuto
pericoloso.
S
i definisce anosmia o iposmia,
un’alterazione dell’olfatto che si manifesta
con assenza o diminuzione della
percezione degli odori. Le cause che
possono produrre questo disturbo sono molteplici
e si possono classificare in due gruppi: cause
ostruttive e cause neurosensoriali. Appartengono
al primo gruppo le cause ostruttive, in cui gli
odori non raggiungono l’area olfattiva, posta
nella parte superiore del naso, per impedimento.
Il secondo gruppo è determinato da un danno
delle cellule olfattive o delle strutture nervose,
nervo olfattivo o area cerebrale olfattiva. Le
cellule nervose dell’olfatto, sono molto particolari
perché, diversamente dalle altre cellule nervose,
hanno la capacità di riprodursi; quindi, un danno
neurosensoriale può essere considerato reversibile.
Infatti, spesso, molti pazienti, recuperano la funzione
DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
olfattiva dopo un certo periodo di anosmia.
L’anosmia o iposmia può dipendere da vari fattori
e da diverse malattie: deviazione del setto, poliposi
nasale, ipertrofia dei turbinati nasali, alterazioni dei
recettori o lesioni dei centri nervosi interessati.
Il naso è un componente fondamentale per la
corretta respirazione, ha il compito di “climatizzare”
l’aria necessaria per un corretto funzionamento
polmonare e respiratorio. È costituito da una
fossa nasale, provvista di tre formazioni carnose
chiamate turbinati nasali inferiore, medio e
superiore, adagiati su una formazione ossea a
forma di grondaia, rivestiti di un tessuto spugnoso
contenente sangue (corpi cavernosi) e di uno
strato di mucosa ricca di ghiandole, che secerne
muco, e di ciglia. L’aria inspirata viene a contatto
con i turbinati e filtrata, eventuali impurità, polveri
e microrganismi, vengono sospese dal muco ed
eleminate attraverso il movimento ciliare. Per una
corretta funzionalità della prima via respiratoria,
è necessario che le mucose nasali mantengano
costante un grado di impregnazione sufficiente,
garantito dal muco secreto dalle ghiandole, con
la funzione di umidificare la mucosa nasale. La
corretta funzionalità della mucosa nasale è garantita
dall’equilibrio del tessuto linfoide associato alle
mucose nasali (NALT) che rappresenta una struttura
del sistema immunitario delle mucose nasali con
azione di difesa locale, necessaria per impedire
che agenti patogeni esterni possano giungere alle
mucose respiratorie con complicanze.
L’area olfattiva è situata nella zona alta del
naso, in corrispondenza dell’osso etmoide (lamina
cribrosa), in cui, piccole cellule provviste di ciglia,
immerse in un gel oleoso in cui le particelle odorose
volatili si sciolgono e vengono captate dai sensori
olfattivi. Dalle cellule olfattive si sviluppano sottile
fibre nervose, che attraversano la lamina cribrosa
e si dirigono al cervello, nel bulbo olfattivo, dove
prende origine il nervo olfattivo che conduce gli
stimoli ai centri olfattivi cerebrali localizzati nella
corteccia pre-ippocampica.
Il sistema olfattivo ha perso nel tempo di
importanza nello sviluppo della specie umana,
pur conservando tuttora un ruolo importante nella
percezione emotiva. I profumi di solito, provocano
sensazioni piacevoli, mentre gli odori sgradevoli
provocano disgusto e disagio, a dimostrazione che
nella percezioni degli odori è coinvolto il sistema
limbico dell’area emotivo-comportamentale. Inoltre,
da sottolineare che il gusto è strettamente correlato
all’olfatto, anche se i sistemi sensoriali, olfattivo e
gustativo, sono indipendenti tra loro.
Spesso si manifestano, in concomitanza,
perdita dell’olfatto e del gusto (augesia), questa
concomitanza è da attribuire alla componente
emotiva della percezione odorosa che si associa ad
un particolare gusto di un alimento.
35
Simbolismo in naturopatia: l’olfatto è il più
arcaico senso legato alle nostre origini animali,
l’uomo ha perso la capacità di usare al meglio
il naso; soprattutto non si fida del suo intuito,
rendendo ipertrofica la mucosa nasale. Il naso
è anche un simbolo sessuale: per la sua forma
allungata e prominente, Sigmund Freud, padre della
psicoanalisi, lo colloca fra i principali simboli fallici.
In realtà il naso simboleggia la sessualità maschile e
femminile, per via del movimento dell’aria che entra
e che esce. Il legame fra la funzione respiratoria
e quella sessuale è confermato analogicamente
dal contemporaneo sviluppo, in fase embrionale,
dell’organo olfattivo e di quello genitale. L’anosmia
è una grave perdita del senso dell’olfatto,
simboleggia la creazione di una barriera che
annulla le informazioni olfattive provenienti
dall’esterno, poiché si ritiene che il loro contenuto
sia pericoloso non solo per l’identità ma persino per
la sopravvivenza dell’individuo.
RIMEDI NATURALI
PER ALLEVIARE I DISTURBI
DI ANOSMIE E IPOSMIE
OMEOPATIA
SANGUINARIA CANADENSIS 9 CH GRANULI
• Causalità: anosmia, iposmia, polipi nasali e
faringei.
Sintomi: rinorrea acquosa che si alterna con rinite
secca, accompagnata da tosse secca specialmente
mattutina con caratteristico rossore delle guance. In
alcuni casi è presente anche epistassi e spesso cefalea
periodica.
Uso: 5 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.
SANGUINARIA NITRICA 9 CH GRANULI
• Causalità: anosmia, poliposi che si manifesta con
epistassi. Anosmie o iposmie in soggetti allergici con
rino-sinusiti stagionali.
Sintomo caratteristico: è indicato con presenza di
epistassi.
Uso: 5 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.
TEUCRUMMARUM 9 CH GRANULI
• Causalità: anosmie e iposmie, rimedio ad azione
locale da utilizzare in ogni forma di poliposi nasale e
laringea, anche ostruttiva.
Sintomi peculiari: prurito nelle narici nasali.
Uso: 5 granuli sublinguali, tre volte al giorno per settedieci giorni.
KALI BICROMICUM 9 CH GRANULI
• Causalità: anosmie e iposmie causate da catarrali
acuti o cronici, con perdita dell’odorato e naso chiuso
durante la notte per presenza di muco viscido.
DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
ANOSMIA E IPOSMIA
Sintomi: dolore alla radice del naso (sinusite
mascellare), secrezione nasale mucopurulenta di colore
giallo-verdastro, ozena fetida o muco insanguinato.
Aggravamento col freddo umido.
Uso: 5 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.
CADMIUM SULFURICUM 9 CH GRANULI
• Causalità: anosmie e iposmie causate da rino-sinusiti
catarrali croniche sostenute da formazioni di polipi che
portano ad una lenta e progressiva ulcerazione della
mucosa dei seni paranasali. L'anosmia è molto comune
tra i lavoratori che hanno un'esposizione professionale
ai vapori di cadmio (che si originano durante la
cadmiatura) e alterazioni dell'olfatto conseguenti al
contatto col metallo sono comuni anche tra i lavoratori
addetti alla produzione di batterie alcaline.
Sintomi: dolore alle ossa nasali. Disgeusia (distorsione
o l'abbassamento del senso del gusto), starnuti, rinite
muco purulenta con striature ematiche.
Uso: 5 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.
HEPAR SULFUR 9 CH GRANULI
• Causalità: anosmie da sinusiti o da poliposi
nasale. Somministrato ad alte diluizioni favorisce il
riassorbimento e la decongestione dei turbinati.
Uso: tubo dosi (7CH, 9CH, 15CH, 30CH) scala
bassa, un tubo dose ogni 7 giorni; tubo dosi (30 CH,
37
200k, MK, XMK) scala alta, un tubo dose ogni 10
giorni.
MERCURIUS SOLUBILIS E MERCURIUS CORROSIVUS
9 – 30 CH GRANULI
• Causalità: anosmie con poliposi ostruttiva e
interessamento dell’ossa nasali e deformazione del
viso.
Sintomi: muco nasale denso, giallastro, fetido,
sanguinolente (Mercurius Solubilis). Bruciore intenso
delle narici con aridità, epistassi, dolori a carico delle
ossa nasali e facciali con sensazione di pressione
(Mercurius Corrosivus).
Uso: basse-medie diluizioni se presenti solo sintomi
locali; alte diluizioni come rimedio di fondo.
AROMATERAPIA
Gli oli essenziali (OE) di eucalipto, bergamotto, pino,
sono utili nelle anosmie per migliorare la respirazione e
stimolare i bulbi olfattivi.
EUCALIPTO OE
• L'olio essenziale di eucalipto se inalato aiuta
a recuperare concentrazione e freschezza nei
momenti di disordine e di torpore. È un purificante e
decongestionante sfiamma e calma l'irritazione delle
mucose nasali, fluidifica il catarro su cui ha un’azione
espettorante, cioè facilita l’espulsione del muco. In
aromaterapia è utilizzato per le inalazioni, in caso di
raffreddore, mal di testa causato da sinusite, rinite e
tosse. Si può associare al Bergamotto OE e Pino OE.
Uso: 2 gocce di olio essenziale (OE) assunti in un
cucchiaino di miele o su zolletta di zucchero per os.
Uso: esterno: 5-7 gocce in diffusore per ambiente o in
vaschetta di acqua calda.
NUTRIZIONE IN NATUROPATIA
Molti farmaci, correntemente impiegati in
terapia, possono causare disturbi del gusto e/o
dell'olfatto. I farmaci che possono provocare
anosmia o iposmia sono: l'interferone alfa, diversi
chemioterapici e la sulfadiazina-argento (impiegata
nel trattamento topico delle piaghe e ustioni).
Essi interferiscono con i processi rigenerativi della
mucosa olfattiva o provocano la deplezione degli
oligominerali, in particolare dello zinco, elemento
coinvolto sia nella percezione del gusto che degli
odori.
Inoltre, alcuni farmaci nifedipina e diltiazem
(farmaci calcio-antagonisti), a dosaggi terapeutici,
possono causare anosmia per alterazione della
trasmissione del calcio a livello degli impulsi
nervosi dai neuroni olfattivi al bulbo olfattivo.
Si consiglia di integrare l’alimentazione con
vitamine, minerali ed in particolare zinco.
38
DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
Cynthia Nixon aveva 30
anni quando ha riscontrato
per la prima volta i sintomi
dell'arrossamento del viso
e della rosacea, spesso
scatenati da cibi piccanti, vino
rosso e bagni caldi. Diversi
anni dopo ha ricevuto una
diagnosi di rosacea durante
una visita dal dermatologo
per un altro problema. Nel
dare il suo sostegno personale
alla campagna Act on
Red, Cynthia ha affermato:
"Tutti noi vogliamo fare una
prima impressione buona
e, ovviamente, l'aspetto
della pelle può giocare
un ruolo fondamentale sul
proprio stato d'animo e
sul modo in cui gli altri ci
percepiscono". Riflettendo
sulla sua esperienza, ha
aggiunto: "L'arrossamento
del viso faceva vacillare
la fiducia in me stessa sul
set e durante importanti
eventi sociali; ho fatto di
tutto per gestire ciò che
pensavo fosse una ricorrenza
dell'acne, come quando ero
un'adolescente. Quindi mi
sono sentita sollevata quando
il dermatologo mi ha detto
che si trattava di rosacea,
perché ha cambiato il modo
in cui posso gestire i sintomi
e comprendere meglio i
fattori scatenanti. Le iniziative
come Act on Red sono
importanti perché aiutano
le persone a riconoscere i
sintomi e a ricevere il sostegno
professionale di cui hanno
bisogno".
Testimonial contro il ROSSORE FACCIALE
l'attrice di SEX and the City CYNTHIA NIXON
U
n volto arrossato,
vampate di calore
intermittenti su fronte,
mento, guance e
sulla parte inferiore del naso,
spesso accompagnato da una
sensazione di bruciore o prurito
e scatenato o acutizzato da
particolari fattori.
Sono in 40 milioni nel mondo
a fronteggiare questa immagine
allo specchio a causa della
rosacea, una condizione
cutanea trattabile, ma che
spesso viene sottovalutata e
non diagnosticata. All'incirca
solo una persona su dieci
fra quelle colpite riceve una
diagnosi formale da un medico
o dermatologo.
Eppure l’arrossamento del
volto causa forte disagio per
chi ne soffre. A rivelarlo sono i
dati dell’indagine Face Values:
Global Perceptions Survey,
che ha coinvolto anche 1.006
italiani e ha messo in evidenza
come la vita delle persone
affette da arrossamento del viso
associato a rosacea sia colpita
e in che modo esse vengano
percepite dagli altri.
Al via in tutto il mondo la
campagna di informazione
“Act on Red” con un portale
online anche in italiano, www.
actonred.it.
I dati raccolti mostrano che
l'arrossamento del viso influisce
sulle persone che ne sono
colpite a livello emotivo (77%),
sociale (67%), lavorativo (63%)
e nel comportamento relazionale
(53%). Quasi due terzi (62%)
delle persone con arrossamento
del viso concordano sul
fatto che il disturbo sia
imbarazzante e il 56% afferma
che gli arrossamenti causano
l'imbarazzo maggiore durante
riunioni di lavoro, presentazioni
DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
o un colloqui di lavoro. Secondo
l’indagine, quasi la metà
(46%) di tutte le persone con
arrossamento del viso associato
alla rosacea crede che il rossore
cambi la percezione degli altri
nei loro confronti e i risultati
dell'indagine hanno confermato
tali timori: in generale la prima
impressione era più negativa per
i volti con arrossamento.
Gli attributi fisici
dell'arrossamento del viso sono
stati direttamente legati a una
maggiore probabilità per le
persone che ne sono colpite di
essere percepite come stanche,
non in salute e stressate. Inoltre,
a tali persone è stata attribuita
una probabilità inferiore di
avere una relazione e di essere
assunte per un lavoro.
Tali risultati sono in linea con
studi psicologici che mostrano
come basti un solo sguardo
al volto di una persona per
formulare giudizi automatici,
compresa una serie di ipotesi
sociali in merito alla sua
personalità e altri tratti.
Commentando i risultati, il
Professor Thomas Dirschka,
Direttore del Centro Derm-Clinic
Wuppertal, in Germania, ha
affermato: "L’arrossamento
associato alla rosacea riguarda
prevalentemente la regione
facciale, per questo colpisce
l'aspetto fisico di una persona
ed è immediatamente visibile a
tutti. Non si tratta soltanto di una
barriera fisica, l'arrossamento
del viso può diventare anche
fonte di preoccupazione e
imbarazzo per chi ne soffre.
Ci auguriamo che coloro che
sono colpiti dall'arrossamento
del viso non si sentano
scoraggiati dai risultati di questa
indagine, ma rassicurati dal
fatto di sapere che non sono
soli e che possono ricevere
aiuto". Riflettendo sull'impatto
nella vita quotidiana per le
persone che ne sono colpite,
il Dottor Dirschka ha aggiunto:
"L'arrossamento del viso
non deve essere un limite
39
ed è un problema che va
affrontato. I trattamenti vengono
costantemente migliorati
e i risultati dell'indagine
evidenziano l'importanza di
rivolgersi a un esperto per
riuscire a controllare i sintomi
della rosacea."
invitare le persone che ne sono
colpite a cercare aiuto.
Il programma, sostenuto da
alcuni importanti dermatologi,
vede come testimonial l'attrice di
Sex and the City Cynthia Nixon
che ha deciso di condividere la
sua esperienza.
L'indagine Face Values ha
infatti mostrato che coloro che
hanno ricevuto una diagnosi di
rosacea hanno una probabilità
doppia (39% contro 20%) di
tenere sotto controllo i sintomi;
tuttavia, la sotto-diagnosi rimane
un ostacolo significativo. Per
questo la campagna globale
“Act on Red” si pone l’obiettivo
di sensibilizzare sul problema e
Per informazioni:
Karin Falck
Corporate Communications
communication@galderma.
com
INFORMAZIONI SU ACT ON RED
Il programma Act on Red, sostenuto da Galderma, è un programma
globale che fornisce informazioni e contenuti formativi in materia di
arrossamento del viso associato a rosacea.
La ricerca ha evidenziato che molte persone colpite da arrossamento
del viso hanno provato diversi trattamenti e rimedi senza successo.4
Se a ciò si aggiunge la mancanza di informazioni in merito al loro
disturbo e l'assenza di gruppi di sostegno per i pazienti, molte persone
sono confuse e frustrate in merito alle proprie possibilità e fonti di aiuto.
Il programma Act on Red è stato quindi sviluppato per rispondere a
questa necessità, fornendo informazioni e risorse di alto livello alle
persone affette dal disturbo, che potrebbero aver già trovato difficoltà
nel reperire l'aiuto che cercano.
INFORMAZIONI SU GALDERMA
Galderma è un'azienda internazionale fondata nel 1981 e
impegnata a fornire soluzioni mediche innovative per soddisfare i
bisogni dermatologici delle persone nel corso della vita, servendo al
contempo gli operatori sanitari in tutto il mondo. L'azienda dispone
di 34 affiliate interamente controllate e una rete internazionale di
distributori, oltre a 5.000 dipendenti e un ampio portafoglio di
prodotti disponibile in 70 Paesi.
Con circa il 19% del fatturato investito ogni anno per la ricerca
e lo sviluppo di nuovi prodotti e l'accesso a tecnologie innovative,
l'azienda è uno dei principali investitori in R&D in ambito
dermatologico. Cinque centri R&D all'avanguardia e cinque centri
di produzione sono dedicati a fornire una vasta gamma di soluzioni
mediche innovative che soddisfano i massimi standard di sicurezza ed
efficacia.
Per maggiori informazioni, visitare www.galderma.com
40
DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
UN “CANALE CERTIFICATO”
SULL’ASSISTENZA DEDICATO AI CITTADINI
INFORMAZIONE
Infermieri e cittadini, un
dialogo costante: supporto
e consigli pratici di
assistenza anche sul web
A CURA DI
STEFANIA BORTOLOTTI
I
ntervista a Annalisa Silvestro
Presidente Federazione Ipasvi.
Presidente Silvestro,
la Federazione dei Collegi
Ipasvi ha presentato il nuovo
portale web Infermieri per la
salute. Quali sono gli elementi
più significativi di questo
strumento? E quali i motivi che
vi hanno spinto a realizzarlo?
Certamente l’elemento che più
caratterizza il nuovo portale è il
costante dialogo che abbiamo
instaurato con il nostro principale
interlocutore, il cittadino. Ci
siamo mossi in questa direzione
per le numerose richieste arrivate
proprio dai cittadini su come
gestire i problemi di salute e di
assistenza. Bisogna considerare
un fatto estremamente importante:
da un lato le persone avvertono
forte il bisogno di avere consigli
sicuri e certificati, dall’altro visto
il boom di informazione medica
che circola nella rete c’è anche
molta confusione riguardo alle
notizie che arrivano da ogni
parte. C’è poi un’altra questione
non meno rilevante da tener
presente, vale a dire il grande
mutamento socio-demografico:
le persone vivono spesso sole
o in famiglie mononucleari,
la popolazione invecchia, le
giovani famiglie hanno a che
fare con problemi più o meno
complessi che riguardano
la coppia, i bambini, gli
adolescenti e, in questo nuovo
contesto, manca quella rete
parentale alla quale un tempo
ci si affidava per suggerimenti
e sostegno. Gli infermieri sono
i professionisti dell’assistenza:
in tal senso crediamo di poter
offrire supporto e aiuto in
questioni di nostra competenza
e siamo convinti di poter seguire
concretamente i cittadini nel
percorso assistenziale offrendo
loro consigli concreti e pratici
sulle cose da fare o da non fare.
È una vicinanza stretta mediata
da un linguaggio semplice
legato alla quotidianità.
Il nuovo portale rientra
nell’impegno degli infermieri
DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
a instaurare un filo diretto con
i cittadini, anche attraverso
il web. I nuovi media stanno
“trasformando” il modo di
comunicare anche nel mondo
della salute?
Assolutamente sì. Assistiamo
a una trasformazione rilevante,
da una parte positiva perché
oggi è possibile reperire tutte le
informazioni che si vogliono in
modo facile e veloce, dall’altra
preoccupante, in quanto i
cittadini hanno veramente
scarsa possibilità di verificarne
la veridicità, la scientificità e
la fonte. L'assistenza è il focus
principale degli infermieri e
dunque siamo in grado, per
preparazione e competenze
specifiche, di dare ai cittadini
un’informazione professionale,
sicura e certa.
Sempre più italiani usano
il web per informarsi, anche
sulla salute, creando nuove
esigenze di corretta gestione
delle informazioni da parte
degli operatori sanitari. Quali
sono le opportunità e le sfide
offerte da questo nuovo modo
di rapportarsi con il paziente?
Le opportunità più importanti
riguardano la possibilità di
comunicare direttamente con
i nostri principali interlocutori,
i cittadini, e di essere vicini
alle loro esigenze. Tramite il
web possiamo mettere a loro
disposizione informazioni,
consigli, suggerimenti di
facile utilizzo e sicuri. Un’altra
opportunità non trascurabile ci
riguarda direttamente: attraverso
il web la gente avrà l’opportunità
di apprezzare meglio la figura
dell’infermiere, un professionista
che sempre più le persone
incontreranno nelle strutture
territoriali, a casa propria e
che tra una quantità rilevante di
notizie e dati darà al cittadino
l’informazione più adatta e
sicura fatta di conoscenze,
capacità, competenza
ed esperienza. Mi preme
sottolineare quanto rilevato dal
recente Rapporto 2014 sulla
situazione infermieristica italiana
nel contesto europeo: laddove
il sistema tende ad aumentare
l’offerta sanitaria complessiva
aumenta anche la valenza della
componente infermieristica; a
suggerire che nel perseguire gli
obiettivi di miglioramento della
qualità del servizio sanitario ci
si muove in Italia e in altri Paesi
europei facendo ricorso alle
professionalità infermieristiche. Il
web per noi è una grande sfida,
entriamo in un mondo affollato
ma l’affrontiamo con ottimismo
e con la certezza di dare ai
cittadini risposte affidabili che
rafforzeranno reciprocamente il
legame già in atto.
Il portale Infermieri per la
salute va a collocarsi nel vasto
mondo dell’informazione
digitale in medicina: quali
sono le caratteristiche che
41
lo distinguono da altre
piattaforme di questo genere?
Un’informazione certificata,
solida, offerta con un linguaggio
molto fruibile, con indicazioni
operative, vicine a quello che
serve alla persona in quel
momento. Non dimentichiamo
i cittadini che non hanno
dimestichezza con il web ma
che potranno ricevere un aiuto
dai nipoti o da amici. Pensiamo
alle tantissime opportunità che
questo mezzo può offrire, dalla
“domanda e risposta” in tempo
reale, a come orientarsi e
muoversi tra i servizi offerti nel
proprio territorio, alla soluzione
di problemi operativi e a
difficoltà che il cittadino può
incontrare dopo le indicazioni o
le prescrizioni del medico fino
alla gestione dei bisogni correlati
ad una patologia cronica.
Presidente, come è cambiata
la figura dell’infermiere nel
corso degli anni? Come lo
descriverebbe oggi e come sarà
nel futuro prossimo?
Il cammino è stato lungo
e periglioso. L’infermiere è
cambiato tantissimo e in un
tempo relativamente breve.
Da figura con una formazione
medio-bassa di tipo “ancillare”
rispetto al medico ad una
con formazione alta: oggi gli
infermieri sono laureati, spesso
hanno una laurea magistrale
e sono in possesso di master.
L'infermiere spazia in numerosi
campi che vanno dalla
prevenzione, alla gestione dei
processi assistenziali inerenti le
diverse patologie soprattutto se
croniche, dai consigli alimentari,
igienici, e inerenti lo stile di
vita, fino all’aiuto e al supporto
diretto della persona costretta a
convivere con situazioni difficili
e della sua rete familiare. Il
ruolo dell’infermiere è comunque
destinato ad una maggiore
evidenza professionale e ad
una presenza strutturata nei
servizi sanitari e socio sanitari di
prossimità ai cittadini.
42
DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
BABY YOU'RE A FIREWORK...
KATY PERRY - FIREWORKS
Dott.ssa FEDERICA VINCENZI
Laureata in legge
[email protected]
CURIOSITÀ
I
fuochi d'artificio sono
preparati di sostanze
chimiche in grado di
dar luogo a reazioni di
esplosione. Vengono lanciati
al buio da terra in cielo, con
lo scopo di ottenere un effetto
luminoso e sonoro. I fuochi
artificiali creano, infatti, luce,
rumore, fumo e alle volte anche
la caduta a terra di piccoli
materiali solidi in combustione
(tipo coriandoli e piccole strisce).
Viene chiamata Pirotecnica
quella scienza che si occupa
della fabbricazione dei fuochi
d'artificio, a fini di divertimento
e spettacolo. La storia della
pirotecnica sorge in epoca
remota, addirittura nell'VIII secolo
in Cina.
I fuochi pirotecnici sono
generalmente impiegati per
l’intrattenimento, eventi e feste,
soprattutto per l'effetto visivo e
sonoro amplificato dall'ambiente
in cui vengono lanciati.
Il materiale pirotecnico è
classificato come esplosivo e
la sua produzione, trasporto e
uso sono regolati dalla legge
italiana, soggetti a severe
normative di sicurezza.
La composizione degli
esplosivi dei fuochi artificiali
varia a seconda dell'utilizzo:
- esplosivi di lancio, composti
da polvere nera per cariche
di lancio e razzi, per inneschi,
micce e spolette;
- esplosivi "fulminanti", destinati
alla confezione di tutti i fuochi
che producono scoppi violenti
accompagnati o meno da lampi
di luce;
- esplosivi di "spaccata", usati
per i fuochi che, raggiunta
una carica di lancio, debbono
spaccarsi proiettando
violentemente una rosa di colori.
La colorazione dei fuochi
artificiali è ottenuta aggiungendo
alla miscela combustibile
un ossidante e un sale che
colorano la fiamma del fuoco.
Il rosso, ad esempio, è ottenuto
grazie ai composti dello
stronzio; il verde è prodotto
dai composti del bario; il viola
dalla combinazione dei cloruri
di stronzio e di rame; il blu
dal cloruro di rame.
I fuochi d'artificio sono detti
"da terra", "aerei" o "d'acqua"
a seconda del luogo da cui
vengono lanciati.
Ai grandi fuochi pirotecnici
aerei si affiancano i fuochi
di piazza (aerei o da terra),
di bassa potenza e con la
postazione di lancio posizionata
nel luogo da cui i fuochi
DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
vengono osservati. Esistono
anche altre composizioni minori,
con piccoli giochi pirotecnici
montati su strutture particolari
o anche le "batterie d'onore",
che sono legate a particolari
manifestazioni del folclore o
commemorazioni.
Vi riportiamo qui di seguito
alcuni termini utilizzati nella
pirotecnica:
• la bomba da tiro o
granata: è una bomba
di forma cilindrica del
diametro che varia dai 21
ai 28 cm, correlata da
cartocci di guarnizioni di
polveri, il cui effetto visivo
è la creazione di stelle,
petardi o meteore;
• la spoletta: un cartoncino
cilindrico di polvere nera
che brucia lentamente,
usata anche come
temporizzatore durante gli
spettacoli pirotecnici, con
altri fuochi:
• il cartoccio: composto solo
da cartone e polvere da
sparo;
• la polvere da spacco:
utilizzata per l’apertura
di una bomba; si tratta
di polvere nera in grani
(usando anche altre
FIREWORKS
Do you ever feel like a plastic bag,
drifting through the wind
wanting to start again?
Do you ever feel, feel so paper thin
like a house of cards,
one blow from caving in?
Do you ever feel already buried deep?
6 feet under screams but no one seems to
hear a thing
Do you know that there's still a chance for you
'Cause there's a spark in you
You just gotta ignite, the light, and let it shine
Just own the night like the 4th of July
'Cause baby you're a firework
Come on, show 'em what you're worth
Make 'em go "Oh, oh, oh"
As you shoot across the sky-y-y
Baby, you're a firework
Come on, let your colors burst
Make 'em go "Oh, oh, oh"
You're gonna leave 'em falling down-own-own
•
•
•
•
•
•
miscele esplosive si
aumenta il raggio di
apertura della bomba);
il mortaio: un tubo
cilindrico in lamiera,
che viene usato come
“cannone di lancio” per le
bombe di forma cilindrica;
il passafuoco: un condotto
al cui interno si trova la
miccia che lega insieme
più bombe fra loro;
lo stoppino o miccia:
trasferisce il fuoco tra i vari
componenti esplosivi del
fuochi e da esso dipende
il buon esito dell’intero
spettacolo pirotecnico;
le stelle: cilindri contenenti
combustibili, additivi e
coloranti;
i cannoli o cannelli: dalla
forma tipica a fiamma
colorata, sono più grandi
delle stelle;
le rendini: piccole granate
che si usano per creare
intrecci colorati fra i fuochi
sparati in cielo.
Esistono, in particolare, vari
tipi di bomba, intesa come fuoco
artificiale o “botto”: la bomba
di apertura degli spettacoli, la
bomba scura, quella botte, a
You don't have to feel like a waste of space
You're original, cannot be replaced
If you only knew what the future holds
After a hurricane comes a rainbow
Maybe your reason why all the doors are
closed
So you could open one that leads you to the
perfect road
Like a lightning bolt, your heart will blow
And when it's time, you'll know
You just gotta ignite, the light, and let it shine
Just own the night like the 4th of July
'Cause baby you're a firework
Come on, show 'em what you're worth
Make 'em go "Oh, oh, oh"
As you shoot across the sky-y-y
Baby, you're a firework
Come on, let your colors burst
Make 'em go "Oh, Oh, Oh"
You're gonna leave 'em falling down-own-own
Boom, boom, boom
Even brighter than the moon, moon, moon
43
scoppietti, a botte o stelle con
colpo scuro, le bambe a più
riprese di granatine a colpo
scuro, a raggi e cannelle, e
moltissime altre combinazione di
tutte queste tipologie.
Adesso, così, saprete forse
riconoscere alcuni dei tipi di
fuochi d’artificio che vedrete in
cielo; restando ammaliati dalla
magia creata dalle combinazioni
di colori che si stagliano contro
il nero del cielo notturno, magari
accompagnati dalla musica !
A proposito di musica vi
lascio con il testo di una
bellissima canzone di Katy Perry
decisamente in tema, in cui la
cantante ci dice che quando ci
sentiamo giù, sballottati dalle
vicende della vita, deboli o
fragili dobbiamo cercare di
trovare la forza per stupire gli
altri e fargli dire “Oh guarda,
sembrava che stesse per cedere
e invece ci ha colpito come un
fuoco d’artificio”. Dobbiamo
essere forti e dimostrare a chi
ci ha sempre screditato e non
ha mai creduto nelle nostre
possibilità che ce la possiamo
fare eccome!
It's always been inside of you, you, you
And now it's time to let it through-ough-ough
'Cause baby you're a firework
Come on, show 'em what you're worth
Make 'em go "Oh, Oh, Oh"
As you shoot across the sky-y-y
Baby, you're a firework
Come on, let your colors burst
Make 'em go "Oh, Oh, Oh"
You're gonna leave 'em falling down-own-own
Boom, boom, boom
Even brighter than the moon, moon, moon
Boom, boom, boom
Even brighter than the moon, moon, moon
KATY PERRY
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DIAGNOSI&TERAPIA
SETTEMBRE 2014
PERCHÉ VOGLIAMO
ESSERCI
45
DR.SSA MARIA ASSUNTA PORCU
Infermiera, psicologa,
psicoterapeuta
Consigliere Collegio IPASVI di
Genova
C
omunicare significa mettere in comune, con chi? Con
noi stessi ma soprattutto con gli altri. Non esiste un non
comportamento, non si può non comunicare, affermava
Watzlawick, e noi, Coordinamento Regionale dei Collegi
Infermieri della Liguria, con i nostri iscritti, abbiamo pensato che, non
affrontando la tematica della violenza sulle donne, e in genere su
ogni tipo di violenza, proponessimo ai Cittadini tutti, un modello di
disinteresse, di non cura. Ricordiamoci non si può non comunicare,
e con un non comportamento, l’effetto sortito è quello di non volere
condividere, di negare la realtà, di nascondersi.
Spesso nei nostri Pronti Soccorso,
nei Consultori, nelle Ginecologie,
in Pediatria, ma potremmo
affermare senza essere smentiti, in
tutti i Servizi degli Ospedali, nelle
ASL, nelle Strutture Private, come
Infermieri professionisti ci troviamo
in prima linea nell’identificare,
nell’affrontare, nel comprendere,
nell’aiutare le persone che
subiscono maltrattamenti.
Con questo scritto vogliamo
“comunicare” il nostro impegno.
Vogliamo affermare di esserci e
di aver bisogno del supporto di
Voi, per costruire una rete che
ci coinvolga tutti, professionisti e
Cittadini.
Come cantavano i Pink Floyd in
Hey You! ( The Wall) “Hey you!
Don’t tell me there’s no hope at
all. Together we stand, divided
we fall.”( Ehi, tu! Non dirmi che
non c’è più speranza, insieme ce
la faremo, divisi cadremo).
Non vogliamo cadere nella
spirale dell’ impotenza appresa.
Qui di seguito un breve resoconto
di una giornata particolare,
“La Giornata Internazionale
dell’Infermiere, che si tiene ogni
anno il 12 maggio, data della
nascita di Florence Nightingale,
la prima Infermiera moderna.
Una manifestazione che ci
vede ogni anno, in quella data,
nelle piazze di Genova e della
Liguria nel prestare una piccola
parte della nostra professionalità
(rilevare i parametri vitali, la
glicemia, educare alla salute).
E’ una metariflessione, è un
insieme di domande che ci
poniamo e che poniamo anche
a Voi che leggerete questa
testimonianza. Ricordiamoci
“insieme ce la faremo, divisi
cadremo”.
www.neancheconunfiore.it
Nel corso della Giornata
Internazionale dell’Infermiere
abbiamo deciso di dedicare una
riflessione, in merito alla violenza
contro le donne, con una tavola
rotonda intitolata “Noi infermieri
non siamo indifferenti alla
violenza”. Nella stessa giornata
abbiamo indetto un concorso
fotografico tra gli iscritti all’IPASVI
di Genova, sempre sullo stesso
tema, focalizzandoci soprattutto
sull’invisibilità della violenza.
L’argomento trattato suscita
sempre interesse, soprattutto in
una professione nella quale la
maggioranza dei lavoratori è di
sesso femminile.
La preparazione dell’evento ha
necessitato tempo, risorse, idee,
energie passione. Sono stati
coinvolti i professionisti infermieri
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mediante la compilazione di
un questionario su scala Likert,
specifico per il grado di interesse
in merito alla tematica trattata.
Sono state scelte le persone che
hanno indicato un punteggio di
motivazione maggiore e si sono
formati due gruppi che hanno
progettato gli eventi specifici
da attuare sul tema violenza di
genere.
Sorpresa? Tutte colleghe di sesso
femminile a parte i consiglieri del
direttivo IPASVI e il Presidente.
Ed ecco che molte domande
sono balzate prepotentemente.
Come attirare l’attenzione dei
colleghi e dei cittadini in merito
al “sintomo violenza”, come far
comprendere che non è soltanto
un problema femminile?
Che è l’intera società, in questo
specifico caso anche una
professionalità, che sono
coinvolte?
Come raggiungere le
persone che credono
che questa sia una
problematica vecchia
quanto il mondo?
Come coinvolgere
la maggioranza dei
colleghi/e, che con
professionalità, operano
nella nostra società?
Come cercare di minare
alla base lo stereotipo
e il pregiudizio culturale
sul genere femminile
che è profondamente e
subdolamente pervasivo?
Come non essere
“imbecilli” dal latino
baculus , bastone, nell
’accezione coniata
dal filosofo spagnolo
Savater, che dice che lo
diventiamo nel momento
in cui pensiamo che non
valga la pena di volere
qualcosa perché tanto
una cosa vale l’altra,
quando siamo consapevoli
di ciò che vogliamo ma non
troviamo le forze , l’energia e la
determinazione per realizzarlo.
Quando ignoriamo, facciamo
finta, lasciamo passare, non
prendiamo posizione, non
scegliamo, quando omettiamo.
Non è forse peggio che
commettere? Essere ambigui
non è forse da considerare
“un piccolo crimine della
coscienza?” Come e perchè non
colludere? Quante le domande.
Come poter dare delle
risposte? E se abbiamo la
consapevolezza che non
sempre ci sono delle risposte,
come fare per coinvolgere,
interessare, creare una liason
tra i professionisti e non, per
costruire una rete per informare,
condividere, supportare, per
esserci? Ecco queste sono alcune
ma forse non tutte le motivazioni
47
che ci hanno spinto a creare
un blog “neancheconunfiore”
proprio del Comitato dei Collegi
Infermieri della Liguria. Perché
noi riteniamo la necessità di un
altro sguardo, di un pensare e di
un agire differente.
Ecco perché oggi, dopo la
tavola rotonda il nostro scopo
è quello di presentare questo
progetto: “neancheconunfiore”,
uno spazio nel quale esprimerci
e permettere a chi ne ha
bisogno di esprimersi, di far
sapere che lì ci sono delle
persone, dei professionisti che
non vogliono essere “imbecilli”,
che non ci stanno più, che non
sono indifferenti nei confronti
della violenza, delle diverse
manifestazioni della violenza.
Anni fa Lennon cantava
“Woman is the nigger of the
world”. BASTA!!!!!!!!!!!!
Noi professionisti infermieri
non vogliamo più una
visione frammentata della
realtà, perché questa rende
difficoltoso l’accesso alla
dimensione della complessità
che può far comprendere
e arrivare a soluzioni
creative per la convivenza
umana. Vogliamo generare
e condividere significati
che possano esprimersi
nella collettività. Vogliamo
avere voce che non taccia
le ingiustizie, che ci faccia
considerare nostre anche
le ragioni degli altri, voce
che si faccia sentire non
soltanto quando veniamo
toccati noi, ma anche quello
che consideriamo nostro
patrimonio comune e come
tale da difendere e garantire.
Pensiamo che noi tutti,
persone/professionisti
siamo tali in una dimensione
collettiva, e che per questi
tempi è una manovra audace
e coraggiosa.
Chi vuole essere audace e
coraggioso assieme a noi?
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LA “MELA DI AISM” E
LO CHEF ALESSANDRO BORGHESE
Un sodalizio speciale
per i giovani con SM
AISM
L’11 e il 12 Ottobre lo chef
ALESSANDRO BORGHESE
sarà al fianco di AISM per
sostenere la ricerca sulla
sclerosi multipla
e dedica una ricetta (la
torta di mele) a tutti i
giovani di AISM.
"Cucinare per loro è il mio
modo di trasmettere gioia e
serenità…."
Torna la Mela di AISM in
3000 piazze italiane
P
er i giovani con sclerosi
multipla e per sensibilizzare
tutti a sostenere la ricerca
scientifica sulla sclerosi
multipla, malattia che in Italia
colpisce 72 mila persone e per
la quale non esiste una cura
risolutiva, Alessandro Borghese,
volto della campagna, “scende in
oltre 3000 piazze” sabato 11 e
domenica 12 ottobre con "La Mela
di AISM".
L’iniziativa di solidarietà,
svolta sotto l’Alto Patronato della
Presidenza della Repubblica, è
promossa da AISM - Associazione
Italiana Sclerosi Multipla e dalla
sua Fondazione – FISM con il
patrocinio di Pubblicità Progresso
Fondazione per la Comunicazione
Sociale.
La “Mela di AISM“ nasce non
solo per garantire sostegno alla
ricerca sulla sclerosi multipla ma
a far vivere tutti i Programmi di
AISM a supporto dei giovani
con SM: sportelli informativi e
di orientamento, convegni sul
territorio, prodotti editoriali pensati
per rispondere a quesiti e problemi
che si presentano nella loro vita
quotidiana, sanitaria, sociale e
lavorativa e un blog
(www.giovanioltrelasm.it) dove tutti
possono riconoscersi e “sentirsi a
casa”.
Sono 72 mila le persone colpite
da SM in Italia. Il 50% di loro sono
giovani. La sclerosi multipla è una
grave malattia del sistema nervoso
centrale. Cronica, imprevedibile e
spesso invalidante, colpisce per lo
più i giovani tra i 20 e i 40 anni,
nel pieno dei progetti di vita. In
Italia si registra una diagnosi ogni
4 ore. La malattia si manifesta per
lo più con disturbi del movimento,
della vista e dell’equilibrio,
50
DIAGNOSI&TERAPIA
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seguendo un decorso diverso da
persona a persona.
La ricerca negli ultimi anni ha
fatto molti progressi. Esistono
terapie in grado di rallentare la
progressione della malattia e di
migliorare la qualità di vita delle
persone. Ma la causa e la cura
risolutiva non sono state ancora
trovate. Per questo è fondamentale
sostenere la ricerca scientifica oggi
per garantire una migliore qualità
di vita, per trovare nuovi trattamenti
sempre più efficaci domani,
trovare la causa della SM e la
cura risolutiva in un futuro sempre
più vicino.
10 mila i volontari nelle piazze
italiane insieme a: Associazione
Nazionale Bersaglieri,
Associazione Nazionale
Carabinieri, della Polizia di
Stato e dei Vigili del Fuoco, le
organizzazioni di volontariato di
Protezione Civile, Istituto del Nastro
Azzurro, fra Combattenti Decorati
al Valor Militare, Segretariato
Italiano Giovani Medici, Unione
Nazionale Sottufficiali Italiani,
Associazione Nazionale del Fante
e la Confederazione Nazionale
delle Misericordie d’Italia e da
quest’anno anche la Croce Rossa
Italiana e il Terzo Stormo Supporto
Operativo dell’Aeronautica di
Villafranca.
Sponsor e ringraziamenti. Main Sponsor dell’iniziativa è UnipolSai.
Sponsor è Pompadour, Mediapartner radiofonico è Lattemiele che in
occasione di “la Mela di AISM” contribuirà con spazi di informazione sulla
malattia, sui giovani e sulla ricerca scientifica. Un ringraziamento va a Swan
Film Europe e Urca TV per la regia, le riprese e la produzione dello spot con
protagonista Alessandro Borghese concesse a titolo gratuito, così come lo
studio 10 watt di Milano per la location.
All’iniziativa ‘La Mela di AISM’ hanno aderito Assaeroporti: in particolare
gli aeroporti di Alghero, Bologna, Cagliari, Genova, Napoli, Pescara,
Roma, Torino, Trapani e Verona hanno messo a disposizionevari canali per
promuovere l’evento.
ABB, Best Western, Billa AG, HP Hewlett Packard, Il Gigante, Mondelez e
Simply® Italia, Leroy Merlin e G.E. italia. Grazie a tutti!
La “Torta di mele”
dello chef Alessandro Borghese
con “Le Mele di AISM”
Ingredienti
• 700gr di mele
• 3 uova grosse
• 300gr di farina 00
• 70gr di burro di malga
• 250gr di zucchero di canna
• 1 bicchiere di latte intero
• 1 limone non trattato
• 1 bustina di lievito per dolci vanigliato
• 1 stecca di vaniglia Bourbon
• Menta fresca q.b.
CHI È AISM
L’AISM, insieme alla sua
Fondazione (FISM) è l’unica
organizzazione nel nostro Paese
che da 45 anni interviene a
360 gradi sulla sclerosi multipla,
indirizzando, sostenendo e
promuovendo la ricerca scientifica,
contribuendo ad accrescere la
conoscenza della sclerosi multipla
e dei bisogni delle persone
con SM promuovendo servizi e
trattamenti necessari per assicurare
una migliore qualità di vita e
affermando i loro diritti. Ogni anno
AISM mette a disposizione dei
ricercatori un banco di ricerca di 3
milione di euro.
ALESSANDRO
BORGHESE
www.alessandroborghese.com
“In cucina si può
improvvisare, mentre con
la sclerosi multipla non si
può. Per questo servono
risposte concrete”.
Lo dice Alessandro
Borghese testimonial della
“Mela di AISM” 2014.
Alessandro che vive tra
Roma, Milano, Londra e
gli Stati Uniti, è un cuoco
eclettico e innovativo,
molto amato dal pubblico televisivo.
Ha un’esperienza ventennale nel settore gastronomico,
anche a livello internazionale.
La sua cucina, inventiva e generosa, soddisfa i palati
di chi ama le cose ricercate senza rinunciare alla
tradizione.
Alessandro ha voluto dare il suo sostegno all’AISM
“wperché un impegno così serio implica una
organizzazione altrettanto seria, che dia garanzie a chi
la sostiene di trasparenza e affidabilità”.
Preparazione:
• Sbuccia e affetta le mele, mettile in una ciotola e bagnale con succo di un limone.
• Incidi per lungo il baccello di vaniglia e aggiungilo alle mele.
• Nel frattempo monta gli albumi a neve e a parte sbatti i tuorli con lo zucchero e aggiungi il burro
ammorbidito.
• Versa un bicchiere di latte e mescola il tutto rendendo l’impasto liscio e omogeneo.
• Incorpora la farina a pioggia con il lievito e la scorza grattugiata di limone, unisci gli albumi montati a neve
• e infine aggiungi le mele all’impasto.
• Versa il composto della torta di mele in una tortiera imburrata e infarinata.
• Ricopri con uno strato di impasto steso sottile e fa delle piccole incisioni.
• Cuoci la torta in forno preriscaldato per 30 minuti circa a 180°.
• Lascia raffreddare la torta di mele prima di servirla con due foglie di menta fresca