ANNO XXI Numero 38 10 OTTOBRE 2014 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA EURO 1,50 SOCIETA’ le DONNE LA PRESENZA FEMMINILE IN POLITICA INGENTILISCE L’AULA CONSILIARE. VIAGGIO-INCHIESTA TRA MODE E MODI ALLA REGIONE E A PALAZZO ZANCA. DOVE A SOPRESA ECCO CHI DETTA LEGGE 10 Ottobre 2014 il punto EDITORIALE Crocetta all’angolo ALL’ANGOLO. E’ la posizione nella quale si trova il presidente della regione Rosario Crocetta, dopo che anche i Prs e Articolo 4 e i renziani lo hanno mollato sulla adozione della legge Delrio, che riscrive ruoli e competenze delle Province e città metropolitane. Un fronte vasto che va dallaq presidenza dell’Anci alla presidenza dell’Ars la pensa diversamente dal presidente della Regione. Ad aggravare la situazione c’è l’incomunicabilità che ormai attraversa la classe politica: l’appuntamento per la sfiducia all’assessore Nelly Scilabra, sarà a metà ottobre il banco di prova per capire se il governo Crocetta magerà il panettone oppure no. Sulla scorta del malessere sociale, l’idea dei Grillini di promuovere la raccolta delle firme per “sfiduciare” il presidente rischia di essere una slavina che si aggiunge alla delegittimazione sulla quale battono il tasto i sindacati, la delegazione dei sindaci, i precari senza stipendi, i forestal, i delusi di tutte le categorie e i trattoristi dell’Esa che minacciano di marciare su Palazzo d’Orleans con le ruspe, visto che i trattori sono quasi tutti rotti come le alleanze del governo. Domande come bombe sull’Occidente DI DOMENICO BARRILÀ DA QUANDO ERO RAGAZZO vivo in una cittadina ad Est di Milano, ventimila abitanti, due fiumi, un naviglio progettato da Leonardo da Vinci. Coesistono una sessantina di etnie e diverse fedi religiose, compreso l’Islam. Non si registrano atti di violenza a causa del miscuglio di razze e di religioni. Ignoro quanti tra i musulmani presenti simpatizzino per il cosiddetto Stato Islamico. Pochi, immagino. Credo però di sapere che quando sono in fila alle poste insieme a loro o quando ci incrociamo al supermercato con le rispettive famiglie, stiamo affrontando gli stessi problemi. Con qualche difficoltà in più per loro, stranieri in terra straniera. Non sono un praticante ma la mia formazione è cristiana, questo mi rende chiaro che se esiste un solo Dio siamo tutti fratelli. Una banale conseguenza logica. Diversi anni fa, ancora frequentavo le funzioni religiose, insieme a mia moglie portammo un bambino senegalese a messa. Ce lo avevano affidato i genitori, musulmani, precisando che non avrebbero avuto nulla in contrario, “tanto è lo stesso Dio” (parole loro). Ebbene, durante la predica il celebrante aveva ricordato orgoglioso che noi cristiani siamo fortunati perché apparteniamo “all’unica vera religione”. Il bambino mi rivolse uno sguardo furbo, ridemmo insieme, musulmano e cristiano. Ora lui è diventato un adolescente, i suoi si sono separati, la madre è tornata in Africa e il padre è senza lavoro. Una famiglia italiana si è presa cura del ragazzino, i figli sono suoi compagni di scuola. Una storia normale, priva di integralismo, che crea legami e non divisioni, l’unica strada per dare una possibilità al mondo intero. Bisogna tornare a studiare, invece di porre fascine sul fuoco, gettare uno sguardo competente sui sussulti del Medioriente, ad esempio, di cui solitamente ci ricordiamo quando aumenta il prezzo della benzina oppure il terrorismo islamico ci minaccia. Ma dovremmo partire dall’inizio, da quando gli inglesi, agli albori del ventesimo secolo, cominciarono a depredare la Persia, l’attuale Iran, per alimentare le caldaie della loro marina militare, passando dal carbone all’olio combustibile. In cambio Caporedattore: Graziella Lombardo Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430210 P. IVA 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11-92 del 4 maggio 1992. Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229. Stampa: Sts - Società tipografica siciliana spa Strada 5 n. 35 Zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti: via San Camillo, 8 - 98122 (ME), CCP n. 90443839 Copie arretrate: euro 3,00. Progetto grafico: Davide Lopopolo per Psychodesign www.psychodesign.it. Internet: http://www.centonove.it email: [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile Enzo Basso Garante del lettore: Attilio Raimondi centonove pagina 2 di nulla si portarono via ricchezze immani, scegliendo governi fantoccio e corrompendo disinvoltamente, così da lasciare un’antica civiltà alle soglie del Medio Evo. Poi, negli anni settanta, irrompe sulla scena l’ayatollah Ruhollāh Khomeyni, e l’Occidente, dimentico di quanto accaduto mezzo secolo prima, grida al demonio. Il passato è un macigno, alimenta odio e ostilità che ci riportano sempre al punto di partenza. Chissà se crediamo davvero che i combattenti dell’Isis si possano sconfiggere una volta per tutte. Di sicuro i raid ne elimineranno parecchi, il resto lo abbiamo appaltato alle altre parti in causa sul terreno, a cominciare dai curdi, rifornite da Europa e Stati Uniti. Eppure i fanatici dell’Isis sono gli stessi che abbiamo armato fino ai denti e usato in altre circostanze, nel medesimo complicato scacchiere del mondo, per infastidire il nemico di turno. Purtroppo gli occidentali continuano a muoversi senza idee precise a queste latitudini e sono poco disposti a mettersi in discussione. In fondo, se la storia la scrivono i vincitori, basta cambiare qualche virgola e i conti tornano. Ma la storia non ammette vuoti e se non la faremo noi con giustizia, provvederanno altri a colmare la lacuna, con gli stessi coltelli che tanto orrore suscitano nelle nostre società distratte e opulente. Per questo motivo le bombe che stanno cadendo dal cielo, ancorché necessarie, non risolveranno il problema alla radice, almeno fino a quando non cominceremo a porci le domande giuste, evitando di stabilire in anticipo di chi sono le ragioni. Nel mondo, in questo preciso momento, sono attive 36 aree di conflitto, nessuna in Occidente, che coinvolgono un numero enorme di individui, con conseguenti emergenze umanitarie. Numeri da guerra mondiale, però il fatto che tutto questo non accada all’interno dei nostri confini neutralizza il loro impatto sulla coscienza occidentale, con l’aiuto dei mezzi di informazione più popolari, come i Tg di prima serata, che nel 2012 proprio a quelle crisi umanitarie sono riusciti a dedicare appena il 4% del loro tempo. Non c’è altro da aggiungere. Distribuzione: Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso 9/11 - 98124 Messina telefono 090 692508. Distributore regionale: Eagleservices via M. Rapisardi, 62 - 95021 Acicastello (CT). Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430211. Tariffe pubblicitarie (1 modulo cm. 3,5 x 4,5); Manchette prima pagina euro 206,58; Finestrella prima pagina euro 438,99; commerciali a mod. euro 41,32; Finanziaria/Appalti/Gare a mod euro 129,11; Legali/Aste/Sentenze a mod. euro 129,11; redazionali euro 77,47; una pagina interna euro 1.446,08; ultima pagina euro 1.807,6 Posizione di rigore + 20%. Colore + euro 387,34. Certificato Ads n. 7367 del 14/12/2011 Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana 10 Ottobre 2014 riservato TOP SECRET TORTORICI. Continua lo scontro sulla sede distaccata dell’Itcg Lampedusa tra il commissario della Provincia e il sindaco MESSINA Affitti scolastici, Romano scrive in procura Ato3, nuovo commissario: via Ragusa, arriva Scillufo TORTORICI. Rischia di approdare alla procura di Patti il contenzioso tra la Provincia regionale di Messina e il comune di Tortorici. Al centro della contesa che va avanti da mesi a colpi di lettere e perizie, è la sede distaccata dell’Istituto tecnico e per Geometri “Tomasi di Lampedusa” frequentata da 55 alunni. La Provincia non avendo i fondi per pagare l’affitto, per evitare la chiusura definitiva, ha chiesto al Comune di ospitare le aule o in un’ala non utilizzata dell’Istituto Comprensivo 1 o, in alternativa al piano terra della sede municipale di via Livatino. Ad opporsi fermamente è stato il sindaco Carmelo Rizzo Nervo il quale ha sostenuto in alcune missive che il pagamento del canone pari a 86 mila euro (alla ditta Paterniti Mastrazzo Antonino il cui contratto è in essere dal 1990), in definitiva, doveva ritenersi un contributo all’economia del piccolo centro nebroideo. A convincere la Provincia a lasciare la sede da 300 mq sono state anche le tabelle MESSINA. Cambio al vertice per l’Ato3 di Messina. Arriva Ettore Scillufo, già commissario ad acta per l’Ato2 e l’Ato 1 di Palermo. Scillufo prende il posto di Ettore Ragusa. Confermato invece Michele Trimboli, già direttore tecnico, nel ruolo di commissario liquidatore. CENTRO STORICO MESSINA Il 90% dei gazebo è abusivo secondo la Soprintendenza Filippo Romano Carmelo Rizzo Nervo dell’Osservatorio immobiliare dell’Agenzia delle entrate dal quale ha accertato che in realtà i locali avevano un valore commerciale di 5400 euro annui. L’ente provinciale, in una nota del commissario Filippo Romano, ritorna all’attacco, sottolineando anche la presenza di una proposta in aula consiliare favorevole alla concessione dei locali municipali (tramite la locazione al prezzo stabilito dall’Osservatorio). La missiva oltre al comune, questa volta, è stata inviata anche al prefetto, alla Procura di Patti e alla Corte dei conti di Palermo. Gia.C. MESSINA. Il 90% dei dehors nel centro storico a Messina? È abusivo. Il dato emerge dalle rilevazioni della Soprintendenza, che ha visto sorgere i gazebo senza che fosse stato inoltrato il progetto per il parere. Uno dei problemi principali, oltre all’estetica, è legato alla collocazione delle strutture direttamente sui prospetti dei palazzi. SANITA’ MOVIMENTI Sbarca in città “Vivi Messina” MESSINA. Sbarca in città il movimento “Vivi Messina”, declinato su altre esperienze virtuose di comuni della provincia come Torregrotta, Spadafora e Rometta. E proporio da Rometta sono arrivati nello studio legale della promotrice dell’iniziativa, Alessandra Russo, già candidata nella lista “Progressisti democratici” di sostegno a Felice Calabrò, il sindaco, Nicola Merlino e il vice, Giuseppe La Face. L’obiettivo è quello di creare una rete associativa, che faccia della politica virtuosa un modo di essere e proporsi insieme a soluzioni che mettano al centro della scena “l’individuo con tutti i suoi diritti di cittadinanza”. La settimana prossima è fissata la data per la definizione dello statuto di “Vivi Messina”. Altri circoli sono in germinazione in provincia secondo la formula: “Vivi Rometta”. SOMMARIO PRIMO PIANO 6/8. La politica? E’ femmina Mai tante donne protagoniste. Dal governo regionale al Comune di Messina POLITICA 10. Consorzi, liberi di non decidere La legge che dovrebbe riscrivere le regole del dopo province non è chiara. E a Tusa scoppia la polemica 12. Il bilancio magico A giugno il consuntivo del Comune di Messina 2013 segnava un avanzo di 6,5 milioni. Oggi è in rosso 14. «Spinella ci vediamo alle urne» La sfida dell’ex assessore Lamonica SICILIA 15. Piemonte, destino Bonino Sul futuro dell’ospedale storico di Messina si allunga l’ombra dell’Irccs Neurolesi sui Colli 16. Mazzarrà, avanti fino a gennaio Crocetta firma i decreti di proroga per la discarica che serve Messina 18. Note stonate all’Arpa Nel mirino i dati dell’agenzia ambientale dopo l’incendio della raffineria 19. Se l’Agenzia Micali prende il volo Decine di viaggiatori si rivolgono in procura. Avevano acquistato biglietti ma la società chiude 20. Villa Cianciafara a tutto Gas Uscire dalla crisi con l’economia solidale 22. Professione geologo forense A Messina un master universitario 24. Sport, tutto in una notte Il Centro universitario apre le porte della Cittadella dell’Annunziata e traccia un bilancio ECONOMIA 25. Sviluppo Sicilia, allarme liquidazione Sindacati in Commissione bilancio all’Ars sul caso della spa in crisi 26. Bonina, crisi nel carrello Il gruppo avvia oltre 300 procedure di mobilità 27. Tfr in busta paga, anzi no Il dibattito sul trattamento di fine lavoro tra polemiche e propaganda POSTER 30. Archivio di stato, nuova casa Trattativa con l’Inps per il trasferimento nel palazzo storico di via Argentieri 34 A spasso con Aravandinòs Messina vista da un grande viaggiatore greco RUBRICHE 4-5. Settegiorni 26. Consumatori / Consulenti 32-33. Libri/La Classifica/Lacerti di Letture 38-39. Lettere & Commenti 38. Qui Scuola / Heritage / Ecologia 39. Eliodoro / 150 Parole da Palermo 39. Antibuddaci 39. Animal House centonove pagina 3 Fondi ai malati di Sla Ma Messina non paga MESSINA. Arrivano i soldi dalla Regione per i malati di Sla, ma Palazzo Satellite non li eroga. E’ la segnalazione fatta in prefettura da un familiare che a nome dei venti aventi diritto al contributo ha chiesto una indagine ispettiva alla Prefettura. DISTRETTOI TURISTICI Terre del mito escluse dai fondi europei PALERMO. L’assessorato al Turismo esclude i progetti del Distretto turistico di Giardini Naxos “Le terre del Mito” dal co-finanziamento europeo e il presidente Marco Giacoponello passa alle vie legali contro la Regione e fa ricorso al Tar, per contestare la bocciatura che contesta computi metrici e “capacità economica-finanziaria”. 10 Ottobre 2014 settegiorni CHI SALE Pino Falzea MESSINA. Architectsparty, è il tema del ciclo di incontri che l’ex presidente dell’Ordine degli architetti di Messina promuove per parlare di qualità della vita, urbanistica e scelte condivise negli spazi urbani. Come? Con un bicchiere di vino in mano. Ciccio Palano Quoro MESSINA. Renziano sì, ma con... i piedi per terra. Il presidente della Quarta Circoscrizione, accanito promotore dell’isola pedonale, fa della professione di agricoltore virtù: domenica mattina, in Piazza del Popolo, vende i prodotti del campo di famiglia, testimoniando di fatto la sua militanza per una economia equa, a km zero. Mario Foti FURNARI. Un vero furetto delle leggi, anche sul “digital divide”: il sindaco di Furnari, dopo aver scoperto che la cabina telefonica cittadina non era stata inserita nei piani di sviluppo della banda larga, lo ha segnalato al ministero e, oplà, il Comune è stato subito ripescato. Sonia Alfano MESSINA. Le minacce di Totò Riina, che voleva mandarle dei “cioccolatini”, intercettate dai magistrati nel corso dei colloqui in carcere con il boss pugliese Lorusso, sono state precedute dalla nomina di consulente, a titolo gratuito, dell’ex europarlamentare di Barcellona Pozzo di Gotto nella commissione nazionale antimafia. Alessandro Nania BARCELLONA. Un incarico legale dal comune di Barcellona? No Grazie. Il giovane avvocato ha rifiutato di difendere l’amministrazione di centrosinistra, guidata da Maria Teresa Collica, nonostasse gli fosse stato assegnata una pratica. Il figlio dell’ex senatore Mimmo Nania, già esponente di spicco del Pdl, si è limitato ad opporre generici “motivi personali”. MESSINA. Ammessa la costituzione degli ambientalisti. Ma il Comune di Messina è assente Processo a Curcio&C., il Wwf parte civile MESSINA. Il Wwf parte civile. Il Comune di Messina assente. E’ andata così l’otto ottobre presso la seconda sezione del Tribunale Penale di Messina, dove si è svolta la prima udienza del procedimento penale a carico di Francesco e Roberta Curcio, Aurelio Arcoraci, Luca D’Amico, Luigi Ristagno, Vincenzo Pinnizzotto, Placido Accolla, Giuseppe Bonaccorso, Antonino Scimone e Biagio Restuccia, imputati a vario titolo per corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e falso ideologico in atti pubblici. Secondo l’impianto accusatorio della Procura della Repubblica di Messina diverse imprese di costruzione interessate all’acquisizione del parere positivo della Commissione per la verifica delle valutazioni di incidenza del Comune di Messina, conferivano l’incarico professionale di tecnico di parte a Roberta Curcio, figlia di uno dei componenti della Commissione, Francesco Curcio. Secondo l’accusa, Aurora Notarianni nonostante l’obbligo di astensione, l’exesponente del Pd Curcio - finito anche agli arresti domiciliari partecipava anche alle sedute della commissione in cui si discutevano i pareri della propria figlia e gli altri componenti attestavano falsamente la sua assenza. Il collegio giudicante, composto dai giudici Curatolo, Calabrò e presieduto ECCELLENZE SANITARIE La Cot di Messina sale in cattedra MESSINA. Cot Messina sale in cattedra nell’aula magna Maurizio Ascoli del policlinico di Palermo. Il network Joint commission sceglie la Sicilia per parlare di qualità e sicurezza dei pazienti attraverso le esperienze delle uniche tre strutture siciliane accreditate JCI: Ismett Palermo, Cot Messina e Humanitas Catania. Le eccellenze siciliane in campo sanitario fanno scuola a Palermo. In vetrina i modelli Ismett Palermo, Cot Messina e Humanitas Catania. Al policlinico di Palermo, domani venerdì 10 ottobre, si parlerà di qualità e di sicurezza dei pazienti. Ottenere l’accreditamento d’eccellenza JCI è più che una medaglia: è garanzia di assoluta sicurezza certificata da un ente terzo, JCI l’organismo internazionale di accreditamento in sanità più importante al mondo. Sono 355 gli standard a cui gli ospedali devono attenersi per ottenere la certificazione che, per essere mantenuta, ha bisogno di continui aggiornamenti ed interventi. La Sicilia, dopo la Lombardia, adesso, è la seconda regione per numero di strutture accreditate. da Samperi, dopo aver ammesso la costituzione di parte civile dell’associazione ambientalista Wwf Italia Onlus rappresentata dall’avvocato Aurora Notarianni, ritenendo la legittimazione ad agire per il danno all’immagine, ha rinviato all’udienza dell’11 novembre 2014 affinchè il Pubblico ministero depositi le intercettazioni telefoniche ed ambientali con i decreti autorizzativi di cui chiede la trascrizione in sede di perizia e per il conferimento dell’incarico al consulente tecnico. Ha rinviato infine ad altra udienza da fissare per sentire i testi. Si è notata l’assenza del Comune di Messina. «Ci saremmo aspettati che il sindaco - ha spiegato l’avvocato Notarianni dimostrasse lo stesso anelito del Wwf per la legalità e la stessa passione in un processo nato dalla cosiddetta operazione “Via facile”in cui discuteva di ordinari fatti di corruzione. Ma così è... purtroppo». SOCIETÀ Salute mentale, incontro con Motta e Ciraolo VILLAFRANCA TIRRENA. "Dall'altra parte" è il tema dell'incontro promosso da Antonino Ciraolo e Roberto Motta, del dipartimento salute mentale dell'Asl, che vedrà l'intervento il 14 ottobre prossimo alle 15,30 al salone dell'aula consiliare di Villafrarnca di Virginia Campanile, promotrice delle terapie di gruppo "Mutuo Auto Aiuto", che aiutano l'elaborazione del lutto. I gruppi dell'associazione Ama, sono già presenti in Calabria, Puglia e si stanno sempre più diffondendo in Sicilia. Conoscere i Peloritani, convegno a Villafranca VILLAFRANCA TIRRENA. “Conoscere i Peloritani” è il tema dell'incontro che si svolgerà lunedì 13 ottobre alle ore 21 nell'Aula Consiliare di Villafranca Tirrena. Promossa dalla Pro Loco e patrocinata dall'Amministrazione comunale l’incontro vedrà la partecipazione della guida Ettore Lombardo, grande conoscitore dei Monti peloritani per i quali ha coordinato la creazione di aree verdi, sentieri e progetti per le scuole. "Le risorse naturali - spieg Lombardo - non sono delle realtà a sé stanti, ma si integrano con una serie di tradizioni che vanno a formare un vero e proprio patrimonio di tipo culturale". Un approccio consapevole della popolazione al rispetto e alla percezione del territorio è, inoltre, anche un fattore importante per la crescita sociale ed economica." FLORESTA Ottobrando, quando i Nebrodi prendono per la gola FLORESTA. Le previsione meteo avverse e gli avvisi di preallarme della Protezione Civile non hanno scoraggiato la folla per l’appuntamento di apertura dell’Ottobrando 2014, della prima domenica di ottobre, con numerosi visitatori che hanno affollato le piazze e i vicoli di Floresta. Ma ce ne sarà con le sagre per tutte le altre domeniche del mese. Particolare curiosità ed interesse ha suscitato l’esposizione dei prodotti dell’orto De.Co realizzato dal Comune in terreni di sua proprietà che, con i colori e le fragranze tipiche dell’autunno, hanno contribuito a vivacizzare lo stand ove la ha fatto bella mostra la varietà delle tipicità per la vendita. Apprezzate sul campo il gusto delle fragole tardive, ancora diffusamente presenti. Il buon esito della manifestazione ha fatto esprimere soddisfazione all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Sebastiano Marzullo che, che coglie le peculiarità di un territorio, per puntare su iniziative funzionali alla valorizzazione dei Nebrodi e al rilancio dell’economia locale. centonove pagina 4 Le provole tipiche di Floresta settegiorni GAFFE VULCANO. La ricetta del docente di geologia ambientale Randazzo per salvare la spiaggia Un futuro rosa per le sabbie nere MESSINA. “Le sabbie nere di Vulcano? Sono comunque in buona salute: il materiale non è andato perduto, si è solo spostato sulla duna e in parte nella baia vicina, un fenomeno naturale. E' invece innaturale lo sfruttamento intensivo della spiaggia, i posti barca ad esempio sono davvero troppi.”. Nanni Randazzo, docente di geologia ambientale, invitato a fare un sopralluogo a Vulcano, indica la sua ricetta per la sabbia nera che ha reso celebre l’Isola nel mondo. “Quello che occorre è una ordinaria gestione e il rispetto dei cicli naturali del mare: non sono contrario all’affidamento della gestione delle spiagge ai privati: è dimostrato che spesso fanno meglio degli enti pubblici, quando la cura dell’ambiente è funzionale anche alla gestione dei siti”. Dopo anni e anni di allarmismo, Randazzo, che è stato anche consulente della presidenza della Regione, non ritiene compromessa la situazione delle spiagge in provincia di Messina: “Se non si considerano gli interventi sbagliati di Sant’Alessio o di Giardini Naxos, altri interventi mirati a Villafranca o a Santo Saba hanno dato i risultati sperati.” Più che faicili allarmismi, quel che occorre è il rispetto della natura, che va sempre assecondata, mai contrastata…” La celebre spiaggia di Vulcano Dalla Francia a Mistretta Ma il museo è chiuso MISTRETTA. Arrivano a Mistretta domenica alle undici, ma sono costretti a tornare indietro perché il museo silvo-pastorale Giuseppe Cucchiara “è chiuso”. E’ la disavventura occorsa a una comitiva in visita sui Nebrodi, tra cui due giornalisti francesi del “Matine” accompagnati dal capoufficio stampa della Provincia di Messina, Gino Mauro, che avevano chiesto di visitare la mostra “La vita dipinta” del maestro Mancuso Fuoco, in corso fino al 31 ottobre A rimediare la “gaffe”, un giro per le sculture all’aperto della Fiumara d’Arte, dove è in visita in questi giorni il direttore del centro di restauro dell’Accademia di Brera, per studiare gli interventi a difesa delle sculture. All’origine dell’equivoco, il fatto che il sito del museo, che risulta "in aggiornamento” non precisa che per l’apertura domenicale, occorre prendere appuntamento e telefonare all’Anquarium di Halesa (tel. 0921-334531) e concordare l’eventuale visita. Le ristrettezze economiche del Comune, hanno fatto sì che nei festivi si alternino al museo, un dipendente regionale e uno precario. 10 Ottobre 2014 CHI SCENDE Vincenzo Carditello MESSINA. Raggiunto il limite dell'età pensionabile, il funzionario che si occupa del settore scuola per la Provincia ha deciso di mettere il suo tempo a disposizione per Palazzo dei Leoni e, in una lettera, ha avanzato richiesta di essere nominato consulente a titolo gratuito. Totò Cuffaro ROMA. Motivazioni cercasi… La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta di affidamento ai servizi sociali per l’ex governatore della Sicilia nonostante il pronunciamento favorevole del procuratore generale: una diversità di trattamento della suprema corte, rispetto alla libertà riconosciuta all’ex assessore Miceli, imputato per gli stessi reati. Calogero Ferlisi MESSINA. Sarà un generale, ma sempre umano resta. Il comandante dei Vigili Urbani di Messina, dopo aver fatto spegnere le sigarette a tutti i “viziosi” che affollano ogni mattina il Comune, ha confessato candidamente al bar: «Mi è venuta una voglia: quasi quasi me ne fumerei una...». Renato Accorinti ROSA E NERO Lutto in casa Farinella PALERMO. E’ morta la professoressa Lina Licata, madre di Maria Pia Farinella, della giornalista Maria Pia Farinella, caporedattore di Rai Med, consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti, consigliere generale dell’Inpgi e fiduciario per la Sicilia. A Maria Pia e alla famiglia tutta, l’abbraccio di tutta la redazione di Centonove. E’ morto il giornalista Carmelo Duro Foto di gruppo nella Locride ARCHEOLOGIA. “Missione” della delegazione Aicc Alla scoperta della Locride MESSINA. La delegazione Aicc "P. Sgroj-G. Morabito", presieduta da Daniele Macris, impegnata nella tutela e nella promozione degli studi classici e organizzatrice da 27 anni del prestigioso “Certamen Peloritanum” (gara d’eccellenza nazionale), ha effettuato nei giorni scorsi un interessante viaggio culturale nella Locride, alla ricerca delle notevoli tracce e vestigia greche e romane. Robusta è risultata l'adesione dei soci e dei simpatizzanti, che hanno potuto visitare il sito archeologico di Caulonia antica (oggi Monasterace) con i suoi impareggiabili mosaici, la "Cattolica" di Stilo, gioiello di arte bizantina, l'eremo di Monte Stella (Pazzano), suggestivo e secolare sito di spiritualità , e S. Giovanni il Mietitore (Bivongi), oggi tenuto da monaci rumeni. Un secondo giorno è stato dedicato alla zona archeologica di Locri: le magnifiche sculture del tempio di Marasà fanno bella mostra di sé al Museo di Reggio, insieme con i "pinakes", ma anche il Museo di Locri affascina i visitatori, mentre l'area archeologica è arricchita dal Casino Macrì, che testimonia la continuità dell'insediamento abitativo. Nel pomeriggio, visita a Gerace, tra i borghi più belli d'Italia. F.I. SANT’ALESSIO SICULO. Saranno ricordati a lungo gli scritti del combattivo e indagatore giornalista Carmelo Duro, di cui da anni leggiamo le cronache sulla “Gazzetta del Sud”. Carmelo Duro, morto il 5 ottobre, lascia una raccolta di cronache, di grande importanza documentale, sul percorso sociale e politico delle comunità della Valle d’Agrò, e di recente la bella pubblicazione sul puntuale recupero storico dell’assassinio del parroco Musumeci, trucidato a Sant’Alessio Siculo nel ’43 dai tedeschi in ritirata. Cultore fecondo della parola scritta, suoi sono vari libri di storia locale e di varia cultura, tra cui, scrittore sensibile alle tematiche esistenziali attuali, i due romanzi d’impianto e scrittura originali “Lampare spente” e “Equazione a due incognite”. (F.S.B.) Si è spenta la madre del pm Barbaro MESSINA. Si è spenta lunedì 6 Lisa Di Gennaro Barbaro, madre del procuratore aggiunto di Messina Vincenzo Barbaro. I funerali sono stati celebrati il 7 ottobre presso la chiesa di Sant’Elena. Al magistrato, le condoglianze di Centonove. centonove pagina 5 MESSINA. Per quanto faccia il possibile per guadagnare popolarità, il primo cittadino di Messina non ha proprio “sorte” con i gestori dei locali. Dopo aver definito “faccia a faccia” la pratica dell’occupazione suolo con due “tartassati” perché senza licenza (la domanda veniva respinta), il successo di Accorinti è stato silurato dai Vigili, che la sera stessa hanno staccato una multa da 180 euro. Placido Bramanti MESSINA. Fa già parte del consiglio nazionale del Consiglio nazionale della sanità, ma l’ex direttore generale del Centro neurolesi ci riprova per riottenere la carica. Peccato che il bando della Regione escluda i manager che come lui hanno già compiuto 65 anni. In pole position per la carica di direttore generale Irccs, Angelo Aliquò, già alla Seus. Direttrice amministrativa, Elvira Amata. 10 Ottobre 2014 primopiano VERACE. Emilia Barrile L’attesa davanti la stanza di Emilia Barrile al Comune TENDENZE. Mai tante donne protagoniste, dal governo regionale al Comune di Messina La politica? E’ femmina Sempre più numerose nell’aula di Palazzo Zanca dove si brilla spesso più per il trucco che per le idee. Ecco chi sono e cosa fanno. Dalle sempreverdi Amata e Crifò agli astri nascenti DI TIZIANA CARUSO MESSINA. Da “Lady Fed” alla “Signora Deutschland”, passando per Dilma Roussef. L’esecutivo nazionale più rosa di sempre. Capelli lunghi al vertice delle controllate statali più importanti. Una giunta e un’assemblea regionale in cui non si erano mai viste così tante gonne e per di più guidate da un amante degli uomini dichiarato. Messina non fa eccezione con un consiglio comunale che troppo spesso, non “brilla” per spessore, ma per il trucco. E’ il potere delle donne, bellezza. Mai come oggi all’apogeo. C’è chi dice che siano più brave a coalizzarsi, ma forse questa è una dote che si perde con l’arrivo dell’adolescenza. Poi nasce quell’irrefrenabile competizione che porta a contendersi una lode, un uomo, una poltrona e un buon partito per la prole. Obiettivi in cui riescono, spesso, meglio dei maschi. LA CARICA DELLE 14. Con il passaggio di testimone ad Ivana Risitano, sono diventate ben quattordici le donne che hanno fatto capolino nell’aula consiliare di Palazzo Zanca. Tra loro “sempre verdi” della politica come Elvira Amata, Giovanna Crifò e Mariella Perrone. Candidate rielette come Emilia Barrile e Simona Contestabile, volti non nuovi agli enti locali come Carmelina David o Daniela Faranda. E tante, tante sorprese. Su tutte Lucy Fenech, Rita La Paglia, Nina Lo Presti, Antonella Russo, Nora Scuderi e Donatella Sindoni. In comune, oltre ai tacchi, hanno poco altro. Ognuna di loro fino ad oggi ha dimostrato di mettere in campo strategie diverse per sopravvivere e farsi strada nella giungla politica. AMBIZIOSE. Se il potere sta nei numeri e nei ruoli, Emilia Barrile sbaraglia tutte. Da popolana del rione Gravitelli, cosciente del suo mancato feeling con la consecutio e dei non ottimi rapporti con l’Accademia della Crusca, è riuscita però a tessere talmente bene la sua ragnatela di “relazioni umane” da rappresentare IN TRASFERTA Quante speranze in Bernadette Tra le donne deputate resta incontrastata la regina di Rocca di Caprileone Valentina Zafarana, Bernadette Grasso e Giusi Furnari MESSINA. A livello politico ricoprono le cariche più prestigiose. Si tratta delle messinesi “prestate” a Roma e Palermo: la parlamentare Maria Tindara Gullo, l’assessore regionale alla Cultura Giusy Furnari e le deputate all’Ars Valentina Zafarana e Bernadette Grasso. Ma chi di loro ha davvero il potere di incidere o cambiare qualcosa? Se lo chiedono in tanti e, in tanti, convergono sulla Grasso. Probabilmente e sino alla fine di questa legislatura non si vedrà un dito mosso da Maria Tindara Gullo per la città o la provincia di Messina. A parte le prime uscite pubbliche e la sua presenza in occasioni particolari è quasi impercettibile l’operato di Giusy Furnari alla Regione. Lo stesso non si può dire della Zafarana e della Grasso che, con coraggio, in alcune occasioni hanno dimostrato di non occupare uno scranno dell’Ars per virtù divina o semplice concessione. Meno battagliera rispetto all’inizio del mandato la pentastellata. Mal che vada alla Regione, Bernadette Grasso resterà comunque la regina incontrastata di Rocca di Caprileone. centonove pagina 6 primopiano 10 Ottobre 2014 SEMPREVERDI A SINISTRA Bottari e Modica, le veterane DOPO ANNI DI ESPERIENZA NELLE SEGRETERIE DI PARTITO E NEI PALAZZI, DANNO I VOTI ALLE NUOVE CHE AVANZANO Sopra Elvira Amata, accanto Giovanna Crifò e a sinistra Mariella Perrone una figura femminile che non ha più bisogno di “padrini” politici. Oltre a farsi rispettare in qualità di presidente del Consiglio comunale, è una delle poche ad avere all’attivo il suo marchio su proposte di delibera, ma ancor di più una sfilza di “seguaci” davanti alla sua porta. C’è chi su di lei non avrebbe puntato un euro, invece la Barrile, nonostante tutto, passa indenne e punta in alto. La sua ambizione è paragonabile forse soltanto a quella di Nina Lo Presti. Vera e propria rivelazione per l’aula consiliare, se non addirittura per l’Amministrazione. Occhi da Julia Roberts e “copioni” da Meryl Streep, la Lo Presti non ha eguali. Basti pensare che in Consiglio un vero e proprio contraltare “mascolino” non esiste e che per immaginarlo, si può soltanto pensare a una sorta di Giano bifronte che accorpi l’ardore di Pippo Trischitta con l’insidia di Pippo Santalco. MISS. Se la Lo Presti, non soltanto caratterialmente, rappresenta una di quelle donne capaci di “colpire” soprattutto gli alti livelli, il Consiglio può contare su altre due bellezze, diametralmente opposte. Si tratta di Daniela Faranda e Lucy Fenech. Delicatissima, quasi glaciale, la prima. Sguardo caldissimo, quasi da Medusa, la seconda. Cattoliche convinte, sono scambiate, in superficie, per bigotte, ma infondo non lo sono. Con loro è sempre odi et amo. Entrambe, in aula, sono ricercatissime, ma, allo stesso tempo, invise a parecchi per la loro smania di fare. Tra le poche, infatti, a sfruttare il potere propositivo, tra le facoltà del consigliere. La Faranda sposa spesso battaglie bipartisan, la Fenech incarna una sorta di “femminino sacro” che lavora moltissimo sul proselitismo giovanile e associazionistico. Ad insidiarle per bellezza e, con tutta probabilità, superarle per potere, è Nora Scuderi. Si imbarazza davanti a una telecamera, quasi trema. In consiglio, spesso, viene letteralmente “tampinata”, e non solo per la sua avvenenza. Tra le “belle”, anche per una questione di anagrafe politica, c’è poi Elvira Amata, una modaiola doc. La lunghissima esperienza l’ha portata a ritrovarsi all’interno di un consiglio comunale in cui, addirittura, sembra una delle poche capaci di “procurarsi le carte giuste”. SOTTOTRACCIA. All’ombra si dà da fare la solita Giovanna Crifò, anche se ridimensionata dopo i terremoti nel mondo delle cooperative e della formazione. Viste le secche di Palazzo Zanca ha optato ormai per la sponda su Palermo con l’obiettivo di mettere a segno le sue MESSINA. Il centro-sinistra è sicuramente l’area politica dove è più facile l’emersione di figure femminili. E non si tratta di storia recente. Prova ne sia che nel Pd locale ci sono due vere e proprie veterane che ancora oggi talvolta irrompono nei dibattiti politici e cittadini. Si tratta delle irriducibili Angela Bottari e Liliana Modica. Dopo anni di esperienza nelle segreterie di partito e nei palazzi istituzionali non stentano ad ammettere che dalle donne in politica si sarebbero aspettate di più. Ad esempio, la Furnari, pur essendo una brava persona, sembra come “inghiottita” dalla macchina burocratica e politica palermitana. Entrambe plaudono all’impegno, pur con tutti i limiti della caotica Ars, di Valentina Zafarana e Bernadette Grasso. In Consiglio riconoscono ad Antonella Russo il giusto equilibrio tra competenza e autonomia. La Bottari rivela persino un certo debole per Emilia Barrile e Rita La Paglia, anche se invidia al centro-destra Daniela Faranda. Angela Bottari e Liliana Modica LE SORPRESE. Nina Lo Presti, Lucy Fenech, Antonella Russo e, a destra, dall’alto Donatella Sindoni e Nora Scuderi centonove pagina 7 10 Ottobre 2014 primopiano “silente osservazione”, ha deciso di prendere la strada della ribalta e ha iniziato a svelare il suo cipiglio politico, decorandolo sempre con quel tocco d’amara ironia che ormai la contraddistingue. INVISIBILI. Nonostante ultimamente abbia cercato di prendere a braccetto la Russo e tentato di seguire le “pesanti orme” lasciate da Felice Calabrò durante la scorsa consiliatura, Simona Contestabile, vera e propria “voce” dell’ex candidato a sindaco all’interno del civico consesso, fino ad oggi è riuscita ad incidere poco o nulla nella vita di Palazzo Zanca. Idem Mariella Perrone che, da ex assessore provinciale, certamente non rappresenta il massimo dell’attivismo. Praticamente invisibile, se non fosse per l’estroso abbigliamento, la giunonica Carmelina David che non è mancata però di dare qualche “buona” lezione ai colleghi politici sulle politiche culturali legate soprattutto al teatro Vittorio Emanuele. Patrizia Panarello, unica donna della giunta Accorinti IN GIUNTA Patrizia Panarello quatta quatta... L’UNICA DONNA DI ACCORINTI COSTRETTA A TENERE A BADA GLI AMBULANTI. MA LE DELIBERE... MESSINA. E’ l’unica donna della Giunta Accorinti e dopo qualche clamoroso scivolone amministrativo, sta cercando di spingere il piede sull’acceleratore. Non si direbbe affatto, ma sono più o meno una quindicina le delibere presentate e approvate in Giunta dall’assessore al Commercio e alle Politiche scolastiche Patrizia Panarello. A dirla tutta, in Giunta, di delibere sul settore commerciale non ce n’è alcuna, ma in compenso ce ne sono ben otto sull’edilizia scolastica e sei sulla pubblica istruzione. Quatta, quatta la Panarello tutto sommato si è riuscita però a destreggiare tra le proteste degli ambulanti inferociti che, addirittura, dopo aver minacciato un aumento esponenziale della microcriminalità a seguito dei sequestri di merce effettuati dall’Annona, le hanno fatto pure i complimenti per il suo fascino. “missioni”. Come lei, lavora abbastanza sottotraccia la pediatra Rita La Paglia, capace di difendere istanze e portare anche a casa risultati, ma senza mai esporsi troppo. “Accorate” è l’aggettivo che più le rappresenta. SARANNO FAMOSE. Chi sembra destinata ad avere un ruolo rilevante nelle attuali e future dinamiche del Consiglio comunale è Antonella Russo. Ha studiato, studia, e scrive, anche proposte di delibera. L’intento è soprattutto quello di evitare l’andazzo “ad muzzum” del Pd, anche se spesso si trova in disaccordo proprio con qualche compagno di partito. Ben cosciente di una professionalità che, all’interno del civico consesso, non è dote di molti, prova a “innalzare” lo spessore dell’opposizione. Fuggita dalla “scatola” dei Democratici Riformisti, lista in cui è stata eletta, ha quasi lasciato il posto alla collega Donatella Sindoni che, a braccetto con Daniele Zuccarello, dopo mesi di Simona contestabile NEL FIRMAMENTO Schirò e D’Urso, sindachesse oscurate Chiara Schirò Daniela D’Urso LE STELLE CADENTI Una vera e propria parabola discendente dalla luce sempre più fioca. Sembra questo il destino delle due ex “sindachesse” Daniela D’Urso e Chiara Schirò, mogli di Giuseppe Buzzanca e Francantonio Genovese. Due perfetti, categoricamente agli antipodi, prototipi di first lady. Ai tempi della sindacatura Buzzanca praticamente non c’era giorno in cui la D’Urso non fosse a Palazzo Zanca, lo stesso non si può dire della Schirò, anche se alle ultime tornate elettorali la sua presenza a fianco del marito si era fatta sempre più costante. Da un lato una donna, la D’Urso, che tutto sommato badava poco alle apparenze e al bon ton. Lontana anni luce dalla “famiglia da copertina” ritratta in una foto piazzata in una delle sontuose stanze di via I settembre. Per loro è andato in scena una sorta di contrappasso. Con i mariti, diventati col tempo nemici giurati, eclissati dallo scandalo della formazione professionale che le ha coinvolte personalmente. centonove pagina 8 L’ASTRO NASCENTE Una faccia pulita, una “giovane antica” che un giorno ha raccontato i suoi sogni e le sue aspirazioni di militante del Pd in un Palacultura Alba Marino gremito per l’arrivo di Pier Luigi Bersani. Se non fosse che i democratici messinesi sono completamente allo sbando, Alba Marino sarebbe di certo l’astro nascente locale del più grande partito d’Italia. Nonostante la giovane età, una militanza di lungo corso, di quelle militanze portate avanti con lo spirito di chi ci crede e non di chi ha bisogno. Instradata dal padre Patrizio, ha preso la sua strada, forse più complicata rispetto alla maggior parte delle giovani democratiche italiane e adesso si ritrova con un partito in frantumi, costellato da meteore e buchi neri. politica Nelli Scilabra con Rosario Crocetta SCOSSONI. Due assessori al patibolo e i rapporti col Prs che si incrinano. Ecco come il presidente modello diventa il presidente dello sfascio Regione, incubo sfiducia Fra le dichiarazioni di Orlando e quelle dei Grillini sembra già avviata la nuova campagna elettorale. Le conferme anche da Ndc: «Questo governo non dialoga. Pronti alle urne» PALERMO. Era partito con il modello Sicilia, del quale facevano parte anche i Grillini, ora è diventato il presidente dello “sfascio Sicilia”. Non c’è giornata che una nuova categoria non si accodi alla lunga svela di contestazioni contro il Governo Crocetta che approda alla seduta del 15 ottobre quando all’ordine del giorno c’è la richiesta di sfiducia pronta per due assessori, Nelly Scilabra, chiamata sul patibolo dopo il tonfo del “click day” e Linda Vancheri, assessore alle Attività Produttive, espressione di Confindustria, ente dell’associazione industriali per il quale lavorava. Ma a fare fronte comune non c’è solo il Movimento dei Grillini, lo stesso con il quale Crocetta teorizzava il modello Sicilia, ma un lungo fronte che mette d’accordo Ncd, Forza Italia, la Destra di Musumeci e trova spezzoni di scontenti anche dentro l’Udc. Ad aggravare la situazione per Crocetta, il raffreddamento dei rapporti con i Prs di Cardinale e Picciolo, per la battuta infelice su Pippo Gianni “morto un Gianni se ne fa un altro”, e con Articolo 4 di Lino leanza: entrambi i gruppi si sono dichiarati a favore dell’adozione della legge Delrio, bocciando di fatto la legge di riforma delle Province che Crocetta in un anno e mezzo non è riuscito a licenziare in aula. Non solo. A votare a favore della legge Delrio, non c’è solo l’Anci di Orlando o i Cuperliani del segretario dei Ds, Raciti, c’è anche il gruppo dei renziani. Come dire: Crocetta è rimasto solo. Ma sembra non accorgersene: a Orlando che allarmato dichiara che in Sicilia “la democrazia è sospesa”, con il commissariamento delle Province, risponde di pensare a fare ritirare i rifiuti dalle strade…Non si fa attendere la risposta del sindaco di Palermo: “Non abbiamo bisogno di lezioni da chi ha appaltato la raccolta dei rifiuti agli industriali delle discariche che hanno applicato tariffe da strozzini…140 euro a tonnellate”. A poco valgono le precisazioni del vicepresidente di Confindustria Giuseppe Catanzaro, sul costo dei rifiuti. Il clima è quello tipico della campagna elettorale già avviata. Non lo nasconde il capogruppo etneo di Ncd: voteremo non solo la sfiducia a questo governo che mostra di non volere dialogare, ma pensiamo proprio che sia l’ora di tornare alle urne”. Lo scontento attorno al governo è su tutti i fronti: non c’è giornata senza protesta da parte dei dipendenti dell’Esa, dei Forestali, dei lavoratori della Formazione professionale, ora anche quella delle partecipate. Il 10 Ottobre 2014 governo non ha pagato i debiti alle imprese fornitrici e non ha potuto accedere a un finanziamento di 350 milioni di euro che avrebbe assicurare la Cassa depositi e Prestiti. Non solo: sul previsionale manca all’appello un miliardo e mezzo di euro. Fondi che l’assessore all’Economia Maurizio Agnello non sa dove prendere, se non dal governo centrale con una autorizzazione allo sforamento del Patto di Stabilità. Crocetta, però. mentre nelle piazze della Sicilia si organizzano i banchetti per la raccolta delle firme che rischiano di essere più dei voti che ha preso per essere eletto, non sembra rendersene conto: abbiano trovato 130 milioni di euro per la formazione professionale e i dipendenti della Forestale saranno presto pagati, mancano solo dieci milioni all’appello”. Una crisi di liquidità senza precedenti, della quale il presidente vanta un’azione di risanamento. Un percorso sul quale gli alleati non lo seguono. Il solo che ha deciso di dichiarare una tregua nelle ultime settimane è il leader dell’Udc D’Alia: non condividiamo molte delle azioni del governo Crocetta, ma non rompiamo il Patto con gli elettori. Il dato di fatto è c he Crocetta è ormai un governatore solo, che non mostra di dare ascolto a nessuno e non teme neanche la sfiducia già in binario che i Grillini intendono chiedere per l’’assessore Bruno, per l’assessore al Bilancio e anche per il dirigentesegretario, patrizia Monterosso. Una lotta senza quartiere, che pone l’agenda del risanamento in secondo piano: la regione è in ritardo sulla spesa europea. E dal turismo, ai trasporti, alla sanità le vertenze aperte si sposano con le “bacchettate” che arrivano dalla Corte dei Conti: ultimo capitolo le partecipate. Sono 34, di cui quattordici in liquidazione, ma continuano a costare cifre impressionanti: 26 milioni di euro al mese. Costi insostenibili, che non fanno rima con il risanamento che il presidente annuncia ai quattro venti. Dove quello più leggero, profuma di elezioni dietro l’angolo. Con la firma di desistenza, degli alleati di un tempo, Prs e Articolo 4. Che non vogliono finire nel burrone elettorale. SIRACUSA Pasticci nell’urna Dopo il voto di Rosolini e Pachino torna in aula Gennuso ed esce Pippo Gianni. Ma la legge resta da interpretare SIRACUSA. Per la prima volta nella storia della Sicilia, si è tornati a votare in otto sezioni di Pachino e Rosolini, con un risultato elettorale che mette ancor più in crisi l’assemblea regionale. Se il deputato del Pd, Bruno Marziano, seppur per pochi voti l’ha spuntata, non ce l’ha fatta Pippo Gianni centonove pagina 9 che era In quota al Prs. A fare il pieno di preferenze, invece, Gennuso, dell’Mpa, un partito quasi scomparso all’Ars. Ma quel che è più strano è che il deputato messinese Coltraro, candidato del Megafono, non era sostenuto dal presidente della regione Crocetta, che invece mostrava simpatia per il candidato renziano, sponsorizzato dal sindaco di Siracusa Garozzo. Risultato: nuovi ricorsi all’orizzonte da parte degli esclusi, una indagine della Procura della Repubblica chiesta dal deputato Malafarina e un quesito giuridico, oggetto di riflessione: gli onorevoli, anche quelli che non hanno partecipato al voti, debbono “giurare?”. Più di un costituzionalista, “giura” di sì. 10 Ottobre 2014 politica Giovanni Ardizzone Rosario Crocetta REGIONE. «La legge che dovrebbe riscrivere le regole del dopo Province non è chiara». La polemica riparte da Tusa Consorzi, liberi di non decidere Il Consiglio comunale rinvia la scelta trasmettendo la delibera a prefettura, Provincia e assessorato alle Autonomie. Un caso-limite che rappresenta il malessere di tante amministrazioni,. Mentre la Regione porta in aula due disegni di legge TUSA. Il paradosso si è raggiunto a Tusa. Dove il consiglio comunale nella seduta del 25 settembre scorso “ha deciso di non decidere”. Con una motivazione ineccepibile: la legge sui Liberi consorzi non è chiara. Si rinvia la decisione del consiglio dopo che la Regione sulla legge n. 8 che riforma i consorzi dei Comuni avrà le idee più chiare”. La delibera è stata trasmessa poi non solo alla Prefettura di Messina, ma Graziano Delrio anche alla Provincia e all’assessorato alle Autonomie, diretto da Patrizia Valenti. E’ l’ultimo caso-limite, quello della legge sui liberi consorzi che accoppiato alla abolizione e al commissariamento delle Province regionali, ha di fatto bloccato gli enti locali in Sicilia. Al punto che la classe politica ha deciso di fare una inversione a “U”. Della quale si è fatto interprete il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone: in Sicilia va recepita la legge Delrio. Un fatto che ha mandato su tutte le furie il presidente della Regione che si è impegnato in tempi record a portare la sua legge di riforma in aula. Peccato che all’appuntamento del 15 ottobre, troverà due disegni di legge sui quali in aula si è già formata una maggioranza bulgara: uno presentato da Totò Lentini, di articolo 4, un altro dal deputato del Pd, Panepinto. Tutti bocciano nella sostanza il progetto di legge Crocetta sulle Province. Ma cosa prevede la legge Delrio? Secondo il presidente dell’Ars Ardizzone, permette di armonizzare l’impianto nazionale con l’autonomia regionale: da una parte preserva le aree Metropolitane, dall’altra assicura gli ambiti di area vasta assegnati alle ex province, chiamate poi a coordinare le funzioni elettive dei liberi consorzi dei comuni aderenti.Cambia solo il modo di eleggere, i rappresentanti, un po’ sullo stesso solco delle nomine nel nuovo senato “renziano”. Una soluzione, quella della Delrio, che accomuna tutti: dai renziani, ad Articolo 4, centonove pagina 10 ai Prs di Cardinale e Picciolo, perfino i Grillini e la destra di Musumeci. Un fronte compatto, con un unico oppositore Crocetta. Che dice no, quasi per partito preso. Dall’altra parte della barricata si trova infatti il suo acerrimo nemico, Leoluca Orlando. Che da presidente dell’Anci ha lanciato il guanto di sfida al presidente della Regione, cui consiglia il commissariamento. Tre i motivi all’origine della protesta dei sindaci: l’abolizione del fondo regionale per le autonomie ha portato la dotazione dei comuni da 900 milioni di euro a soli 350 milioni di euro, i ricavi attesi dal gettito Irpef. Di questi, la regione che ormai è in bancarotta conclamata con un buco nel bilancio previsionale di un miliardo e mezzo di euro, ha anticipato due semestralità- Risultato: il 90% dei comuni sono in bancarotta e non sanno più come pagare l’esercito dei 24mila precari che si ritrovano sul gobbo dei bilanci regionali, che in tutto costano ben 270 milioni di euro. In questa direzione le politiche adottate dal governo Crocetta, ad avviso dei sindaci sono tutte fallimentari: dei tremila Pip cui la Regione ha offerto un bonus di 25 mila euro per uscire dal bacino del precariato, hanno risposto solo in ventinove. Tutti gli altri restano attaccati alla mammella esangue della regione. Il piano Giovani, poi, è stato un vero disastro: dopo un anno e mezzo di attesa, l’unica cosa che è stata rimediata è stata una inchiesta della procura della 10 Ottobre 2014 politica Repubblica sui misteri degli affidamenti diretti della regione a Italia lavoro e al Formez. Terzo punto: il commissariamento delle Province che dovrebbe concludersi il 30 ottobre ha creato, ad avviso dell’Anci, solo contusione e negazione dei servizi resi. Risultato? Denuncia Paolo Amenta, “vie” di Orlando, mancano in Sicilia perfino i soldi per i servizi essenziali come l’assistenza e il trasporto per i bambini disabili. Come reagisce a queste accuse il presidente della Regione? “Sta facendo il lavoro sporco. E chi critica lo fa solo perché vuole fare tornare la politica degli affari, quella cara a Cuffaro e a Lombardo…”. In questo clima i comuni della Sicilia non sanno come raccapezzarsi. Gela, insieme a Piazza Armerina, ha avviato il percorso per unirsi a Catania, disarticolando completamente la continuità territoriale. Ma se già le politiche di “Unioni dei Comuni” e il “Patto dei sindaci” per l’energia si sono rivelati un fallimento, l’idea di fare nascere i Liberi consorzi, ha gettato i DISSIDI Il nuovo disegno di Crocetta L’PASSESSORE VALENTI PRESENTA LA NUOVA BOZZA Leoluca Orlando comuni in Una grave crisi di identità, che si è sposata anche con una grande crisi economica. Dagli ultimi risultati dell’Ufficio emigrazione della Regione siciliana è emerso che per ogni immigrato che entra nell’Isola, due siciliani “emigrano” in cerca di fortuna all’estero. Come quarant’anni fa dalla provincia di Caltanissetta e Agrigento si emigra verso il Belgio, la Svizzera e la Germania. Dalle altre parti della Sicilia si punta più lontano: è tornata la richiesta di visti per l’Australia. Alcuni comuni, come Mirabella Imbaccari, la patria del tombolo, hanno più cittadini emigrati che residenti, mentre le zone montane dell’entroterra si svuotano sempre più. AREA METROPOLITANA. Aderiscono altri comuni. Mentre i Nebrodi si allontanano La carica dei 59 MISTRETTA. L’area metropolitana di Messina sul fotofinish fa cinquantanove. Nelle ultime settimane, hanno aderito altri comuni: Basicò, Francavilla di Sicilia, Francavilla di Sicilia, Rodì Milici. E da ultimo Novara di Sicilia, Oliveri e Montalbano. Ma è sui Nebrodi che il dibattito ha assunto toni quasi antropologici. Se il Comune di Tusa alla fine ha deciso di non decidere, Mistretta sarà il Comune che farà da battistrada domenica 26 ottobre per decidere se aderire al Libero Consorzio della città di Enna, capoluogo al quale guardano ora con interesse San Teodoro, Capizzi, Motta d’Affermo, Santo Stefano Camastra, Pettineo. La delibera di adesione al Consorzio di Enna al quale ha lavorato lungamente il sindaco Paolo Garofalo, è un lungo atto di accusa di tutti i Comuni dei Nebrodi occidentali che rimproverano alla Provincia di Messina di esser stata per 40 anni distratta e di avere lasciato attorno a sé “un vuoto culturale”. “La nostra area-scrivono i sindaci nel loro atto di accusaè tra le più sottosviluppate della Sicilia. E contro di noi si è perpetrato un crimine politico “ingiustificato e ingiusto”. Il territorio è stato svuotato e depredato di servizi. Nell’ordine: è stato ridimensionato l’ospedale di zona, cancellato il Tribunale, chiuso il carcere mandamentale, chiusa l’agenzia delle Entrate. Tutto questo, lanciano il grido di allarme consigliere e sindaci, in nome della economicità anzichè della solidarietà. Contro questa prepotenza dello Stato centrale e periferico che ha dimenticato la sussidiarietà, da tutela verso le fasce dei cittadini più deboli, il territorio ha reagito: è nata Fiumara d’Arte, è cresciuto il Parco dei Nebrodi, si è aperta l’autostrada per Palermo. E ora ci sono tre ipotesi da esaminare: non adottare a nessun provvedimento e aderire al Libero consorzio della Città metrolipotana di Messina; scegliere di aderire a un libero consorzio delle Madonie con Comune capofila Termini Imerese; costituire un consorzio con i Comuni della Provincia di Enna. E qui, nella provincia più piccola, gli otto comuni dei Nebrodi vedono la via d’uscita. Perché: si tratta di un libero consorzio di venti centri di piccole dimensioni che non hanno intersse a “cannibalizzarsi” tra loro, ma che sentono di essere complementari: dalla sede vescovile di Nicosia ed Enna, che non hanno mai chiesto la separazione, alla sede del Tribunale. E poi: Enna, ha indici bassi di criminalità, può attirare investimenti nazionali come è successo con l’Outlet e si pone in maniera baricentrica nel centroSicilia, sotto il profilo dei Trasporti: fa da anello tra la Catania-Palermo e la Catania-Messina. A questo si aggiunge il fatto che Enna dispone dell’Unica università, la Kore, che non fa parte delle Aree metropolitane e che può avere maggiore visibilità, stendendo il suo raggio d’azione a cavallo di nuovo territori. Tutto questo permetterebbe di superare, ad avviso degli otto comuni che in tendono staccarsi da Messina, un “plus” di sviluppo: l’area di santo Stefano diventerebbe lo sfogo “a mare” di queste popolazioni e alcuni distretti come quello della Ceramica, troverebbe nuovi impulsi insieme alle “vie del Grano” della Valle del Dittaino, le stesse che avevano resa omogenea questa area già nel IV sec. Cristo con i Greci, e poi con i Romani: qui fiorì il mito di Cerere. In questa riflessione che è storica e anche antropologica, ad avviso dei comuni Nebroidei, si strapperebbe all’interno dell’Assemblea del Libero consorzio un terzo della rappresentanza, utile a fare la nuova programmazione europea, della quale i comuni “in rivolta con Messina” si sono sempre sentiti esclusi: gli acronimi che vanno per gal, Gap, Pist, Pit, Distretti Turistici. Se ne parla nei bar, dai barbieri: Enna o Messina? Ora tutti i Comuni sono chiamati al voto, un passaggio di democrazia partecipativa richiesto dai Grillini, che secondo il presidente Crocetta rappresenta il vulnus della legge. Si va a votare per decidere, un destino amministrativo piuttosto che un altro. Ma finora all’appello del referendum hanno risposto solo il 12% dei Comuni siciliani. E in molti casi, è successo quello che il comune di Tusa ha deciso di mettere per iscritto: fate leggi più chiare: la continuità territoriale non può essere decisa per decreto. centonove pagina 11 PALERMO. Il governo Crocetta boccia la proposta di recepimento del ddl Delrio sulle Province e presenta la bozza del nuovo disegno di legge che prevedendo funzioni e competenze completerà la riforma che ha istituito i Liberi consorzi e le città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. "Recepire il testo Delrio significa non fare nulla - dice Crocetta in conferenza stampa - poiché non ha abolito le Province ma solo gli organi elettivi di primo grado". Il nuovo ddl è stato presentato in giunta dall'assessore alle Autonomie locali Patrizia Valenti, è stato inoltrato ai parlamentari e martedi della prossima settimana dovrebbe essere approvato dall'esecutivo. L'intenzione del governo è di portare in aula un ddl su competenze e funzioni di Liberi consorzi e città metropolitane e di rinviare a un nuovo testo la conformazione geografica delle aree vaste aspettando le decisioni dei comuni che in base alla legge in vigore devono esprimersi con un referendum sull'adesione o meno ai nuovi enti. Crocetta è stato netto: "Il ddl del governo è prioritario rispetto agli altri testi ma siamo disponibili a eventuali modifiche". Patrizia Valenti 10 Ottobre 2014 politica PALAZZO ZANCA. A giugno, il consuntivo 2013 segnava un avanzo di 6,5 milioni. Oggi è in rosso Il bilancio magico Due milioni e mezzo di disavanzo, per sopravvalutazione di poste attive: canoni delle case Arcobaleno e delle coop che gestivano i parcheggi, dovuti al Comune ma ormai inesigibili. E non solo DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. E’ possibile che un bilancio che tre mesi fa chiudeva trionfalmente in attivo di sei milioni e mezzo di euro, dopo cento giorni faccia segnare un rosso da due milioni e rotti? Come si perdono nove milioni in un paio di settimane? Cosa è successo durante l’estate per far sì che le parole trionfalmente pronunciate dell’assessore al Bilancio Guido Signorino (“Si presenta a Messina un bilancio nuovamente in attivo dopo due anni di deficit ripetuto”, erano le frasi che accompagnavano l’approvazione del documento contabile in giunta), oggi suonino amare e beffarde? IL BILANCIO MAGICO. E’ successo che si sono rifatti i calcoli. A segnalare che non tutto quadrava come avrebbe dovuto, sono stati i revisori dei conti, che hanno fatto rilevare tredici punti di “criticità”, in seguito ai quali, nonostante le trionfalistiche dichiarazioni di Signorino, l’ente è tornato ad essere “strutturalmente deficitario”. Come mai? Principalmente per i “fitti attivi”. Poste che il comune di Messina contava di incassare e che invece, secondo il collegio dei revisori, sono sovrastimate. Enormemente. FITTI...A FETTE. Ne erano stati conteggiati quattro milioni, frutto di un accertamento straordinario che risale al bilancio 2011. E invece, in tre anni, ne sono stati riscossi solo 312mila euro. E giù bacchettate: “Il Collegio rileva scrivono i revisori - che l’ulteriore accertamento per i fitti degli anni pregressi effettuato nel 2013, pari a un milione e 917mila euro, sia fortemente sovrastimato, e ciò anche in relazione ai flussi di incasso registrati”. Cosa è andato “storto” nel calcolo? ARCOBALENO E PARCHEGGI. Esattamente un milione e nove di fitti attivi delle case Arcobaleno, conteggiati e mai riscossi dal 1991 al 2013. E oggi anche inesigibili anche perchè il comune non ha mai esibito titoli per poterli richiedere. Crediti che vengono stralciati dal bilancio ed inseriti nel patrimonio fino a prescrizione, e fanno due milioncini in meno. Poi c’è un altro milione e mezzo di “riaccertamenti in conto residui”. Dietro la sigla misteriosa ai più, si celano crediti che le società che per anni hanno gestito i parcheggi avrebbero dovuto pagare a palazzo Zanca per l’occupazione di suolo pubblico. Se non fosse che, scrivono i revisori, “la totalità delle società cooperative sono in liquidazione da diversi anni e dagli ultimi bilanci depositati dalle stesse, che risalgono agli anni 2000 – 2001, non risultano debiti corrispondenti ai crediti indicati fra i residui attivi nel bilancio consuntivo del Comune”. E anche il milione e mezzo sfuma. E fini qui sarebbe rimasta una differenza positiva. Ma non basta. AVANZI CHE NON LO ERANO. Gli accertamenti che sono stati espunti dal bilancio hanno fatto sì che l’avanzo di gestione nella parte “di competenza” si sia ridotto della quota corrispondente. Nell’avanzo di amministrazione, però, vanno definiti anche altri valori. Sei milioni e 200mila euro, nominalmente “di avanzo” ma in realtà parte vincolata al fondo di svalutazione crediti ed a fondi regionali. Infine, c’è il debito da ottocentomila euro “costruito” nei tre mesi di utilizzo della discarica di Motta, a catania. Il totale delle poste fa nove milioni. Quelli che mancano. DIMENTICANZE Finanziamenti a perdere REVOCATI DUE MILIONI DI EURO PER LA RIQUALIFICAZIONE DELL’EX SANATORIO DI CAMP’ITALIA, CE NE SONO ALTRI DIECI “TRABALLANTI”. ECCO QUALI. E PERCHÈ MESSINA. C’era la possibilità di riqualificare l’ex sanatorio di Camp’Italia, destinarlo a struttura d’emergenza per soggetti svantaggiati, c’erano anche due milioni di euro di finanziamenti pronti. E sono stati revocati, con un provvedimento arrivato ad inizio ottobre al quale palazzo Zanca non ha saputo, o potuto, o voluto opporre alcuna argomentazione. E saltati questi due milioni, ce ne sono altri dieci “ballerini”. “Questo dipartimento deve procedere alla redazione urgente dei seguenti progetti esecutivi per attingere ai relativi finanziamenti comunali ed extracomunali”. Firmato Antonio Cardia, dirigente alla Protezione civile che a luglio, sottolineando e scrivendo in maiuscolo la parola “urgente”, si lanciava nella disperata ricerca di qualcuno che, al Comune, fosse in grado di eseguire calcoli strutturali, idraulici, geotecnici, disegni Cad (computer aided design, ndr) e valutazioni d’impatto ambientali e paesaggistiche. Il tutto in fretta e furia, in maniera da non perdere quella decina di milioni di euro di finanziamenti che incredibilmente, vista la penuria di denari, palazzo Zanca rischia di perdere. Di che progetti si tratta? Di una strada che colleghi la statale 113 a Rodia, per esempio, per la quale sono stanziati un milione e 800mila euro. O dei sostanziosi cinque milioni e mezzo del progetto per ricostruzione e consolidamento dei muri d’argine, attraversamenti e profilatura dell’alveo del torrente san Michele. O, ancora degli “accettabili” cinquecentomila euro stanziati per la ricostruzione ed il consolidamento dell’attraversamento del torrente Guardia in contrada Arancinella, e i due milioni tondi che servono per il progetto di sistemazione idraulica e ricostruzione del dissestato alveo del torrente Annunziata. Quattro progetti per i quali, non avendo in organico personale sufficiente, o sufficientemente qualificato, l’assessore alla Protezione civile Filippo Cucinotta aveva lanciato un atto d’interpello. Urgente, a lettere maiuscole. Come tutto, a palazzo Zanca. (A.C.) centonove pagina 12 FIlippo Cucinotta 10 Ottobre 2014 politica IL COMMENTO di Santino Morabito* Ripartiamo dalla macchina comunale L’OPINIONE. A proposito dei parcheggi a pagamento Nessuno tartassi Caino Il Comune parte civile in un procedimento contro un pensionato che avrebbe picchiato due vigili riaccende l’attenzione su strisce blu regole del Comune DI GIOVANNI FRAZZICA MESSINA. Chi parcheggia la macchina in doppia e talvolta anche in tripla fila o la mette così male da creare intralcio alla circolazione, merita senz’altro di essere considerato un Caino. Anche se, in questa città malata, ormai lungodegente, i difetti non vengono tutti dal basso. Una semplice semplice ricerca alla voce: “Parcheggi a pagamento” e si legge: “assenza di zone di parcheggio gratuito, illegittimità” e a seguire: TAR Lazio-Roma, sez. II, sentenza 28.05.2008 n° 5218, Circolazione stradale - parcheggi - strisce blu – sanzione – illegittimità – parcheggi gratuiti – necessità [art. 7, commi 7, 8, 9 Codice della Strada]. Vanno annullati i provvedimenti in forza dei quali sono stati istituiti i parcheggi a pagamento, laddove non abbiano tenuto conto dell’obbligo di istituire zone di parcheggio gratuito e libero in prossimità di aree in cui è vietata la sosta o previsto il parcheggio solo a pagamento. Strisce blu: multe nulle se comune non prova esistenza di parcheggi gratis vicini. Cassazione civile, sez. VI, ordinanza 03.09.2014 n° 18575. In una recente pronuncia la Suprema Corte ha affermato che l'onere di provare la presenza delle condizioni ostative all'operatività dell'obbligo di predisporre spazi liberi di parcheggio non grava sull'opponente trasgressore, bensì sull'Amministrazione. Cè da chiedersi come stanno le cose a Messina, guardate col codice alla mano, e non solo, le multe seriali rilevate con apparecchiature elettroniche (eye– scout), recentemente riesumate dalla Giunta Accorinti, sono considerate da tutti un modo semplice di "far cassa". Tuttavia sembra che per il Ministero dei Trasporti questa pratica non è rispettosa della norma. Infatti, con il parere n° 2291 del 3.5.2012, il Ministero ha chiarito che non bastano le sole riprese televisive per accertare i divieti di sosta e l’infrazione. "Il codice stradale ammette la notifica postale anche del semplice verbale per divieto di sosta, ma solo in assenza del trasgressore e del proprietario del veicolo. Questa condizione non è verificabile da una semplice registrazione video, solo la presenza degli agenti sul posto permette di accertare se effettivamente il veicolo sia senza conducente, o senza intestatario della carta di circolazione. Non bastano le telecamere, per accertare Le multe sulle strisce blu sono nulle se il Comune non prova l’esistenza di parcheggi gratis vicini le violazioni, gli operatori sono tenuti a verificare, veicolo per veicolo, l’assenza del trasgressore". In questo quadro di opinabile legittimità comportamentale dell’amministrazione nei confronti dei cittadini, esasperato negli ultimi tempi da una sorta di accanimento ideologico contro gli automobilisti, si è verificato un episodio che secondo una prima versione dei fatti descrive un medico in pensione di 63 anni che avrebbe picchiato due vigili urbani intenti a rilevare infrazioni ai mezzi in sosta vietata. Ciò ha provocato l’intenzione del Comune di costituirsi parte civile nei confronti del pensionato. Ma c’è una lettera “firmata”, pubblicata dalla Gazzetta del Sud dal titolo: ”Ho visto tutto e i fatti non sono andati proprio così....” che nega qualsiasi intento aggressivo del medico nei confronti dell’agente che lo ha avvicinato per sequestrargli il telefonino con cui aveva filmato la pattuglia al lavoro, ma si sarebbe limitato a resistere al sequestro dell’oggetto (circostanza che il comandante dei Vigili Urbani Calogero Ferlisi ha smentito pubblicamente, ndr). Una brutta storia, che può servire per fare chiarezza su tante cose. TUTTE LE POLITICHE amministrative passano attraverso le maglie della macchina comunale. A Messina, l’organizzazione dei servizi municipali sembra essere stata concepita per condurre gli affari del Comune nel modo peggiore. Occorre cominciare a mettere mano alla riforma della struttura organizzativa dell’Ente dando l’esempio dall’alto con l’avvio di una politica trasparente. Sul sito del Comune dovrebbero essere pubblicati i dati riguardanti presenze, svolgimento dei lavori delle giunte, dei consigli comunali, delle commissioni e i loro risultati, stipendi, emolumenti di tutti gli amministratori. La maggior parte dei servizi offerti ai cittadini si effettua attraverso il lavoro dei dipendenti comunali; ogni addetto riassume in sé pregi e i difetti dell’organizzazione nel suo insieme. Per una pubblica Amministrazione il “front line” deve rappresentare il momento della verità. I dipendenti a contatto diretto con i cittadini devono essere seguiti e incoraggiati perché da loro dipende la buona percezione da parte del pubblico dei servizi erogati. Costruire, cioè, un Ente che ascolta il cittadino allo sportello e al numero verde, attivo 24 ore su 24. Basta imboscati! La macchina amministrativa comunale dovrebbe essere sottoposta a un’immediata e radicale riorganizzazione in nome dell’efficienza e del merito. Il cittadino dovrebbe essere punto di riferimento del Comune e non il contrario, com’è stato fino ad oggi. Va pensata e realizzata una sorta di “carta dei servizi del cittadino” con la quale si può accedere ai servizi dell’Amministrazione con tempi certi delle risposte e sanzioni per chi non le rispetta. Nell’era dell’informatica non può non esservi un sito organizzato come un social network. I servizi del Comune devono seguire la vita delle persone: “se la domenica mi serve un certificato devo poterlo avere on-line”. Allo stesso modo e pur non essendoci un obbligo normativo, occorre realizzare dei servizi online e un profilo dell’Ente da attivare nei principali social network (Facebook, Twitter, Google Plus, LinkedIn), TRIBUNALI Crac Demoter, niente domiciliari per Carlo Borella MESSINA. Carlo Borella resta in carcere. Ha deciso così il gip Maria Luisa Materia, motivando la scelta con la possibilità di reiterazione del reato. Borella è in carcere da una settimana nell’ambito dell’operazione sulla bancarotta della Demoter. Dall’inchiesta, denominata “Buco Nero”, escono invece tre dei sei commercialisti, ai quali il gip aveva inflitto la sospensione per due mesi dall’attività: Gaetana Patrizia De Luca, Maria Antonietta Chillè e Giuseppe Scandurra (componenti del collegio sindacale Demoter), potranno tornare a svolgere la professione. centonove pagina 13 permettendo ai cittadini non solo di richiedere informazioni o segnalare disservizi ed emergenze, ma anche di utilizzarli quali porte d’accesso ai servizi, attraverso Tab e applicazioni utilizzabili, ad esempio, direttamente dalla pagina Facebook e dal proprio smarthphone o tablet. Con i servizi on-line si razionalizza la spesa perché si recuperano risorse economiche e umane. Una macchina comunale riorganizzata può dare molti risultati sul fronte delle imprese che restano interessate ad avere gare rapide e senza trucchi. In occasione delle gare con aste per la fornitura di servizi/materiali al Comune, si può fare ricorso a gare on-line, rapide ed al riparo da qualsiasi distorsione esterna, attraverso la metodologia già sperimentata in molti comuni dell’e-procurement. Le imprese devono produrre profitti utili. L’Amministrazione in quanto committente deve facilitare la vita delle imprese iniziando ad abolire tutte le norme inutili. Un intervento rapido e a costo zero potrebbe essere quello dell’azzeramento dell’iter infinito per aprire un’attività in città. E’ ora di finirla con un Comune azzeccagarbugli. Attraverso una semplice segnalazione certificata di inizio attività (scia) si potrebbe dare vita immediatamente a un’idea imprenditoriale. Sarà a carico del comune controllare in seguito che l’impresa rispetti tutte le norme vigenti. I messinesi sono stati costretti dalla brutta politica ad aspettare, a fare anticamera all’infinito. Non dovrà essere più così perché la libertà di intraprendere è un diritto ed è una delle condizioni per creare sviluppo e occupazione. L'associazionismo resta la risorsa più grande; in alcuni casi è l'unica presenza che fa fronte all'assenza continua delle istituzioni. Ma il sistema della delega in bianco non può più funzionare: le associazioni devono riappropriarsi della loro vera natura non più sostituirsi ai servizi pubblici mancanti ma progettare innovazione e servizi aggiuntivi. L’altra faccia della politica della riorganizzazione della macchina comunale è quella che si misura sui fronti del decoro urbano, della lotta all'abusivismo commerciale, dell’'educazione civica nelle scuole, della lotta contro il vandalismo. In tutte le città la strategia di contrasto viene esplicata col monitoraggio del territorio da attuarsi con la polizia municipale nelle strade e con gli impianti di telecamere nei posti sensibili. Queste sono alcune delle cose che si possono fare per fare diventare tutti i dipendenti protagonisti del Progetto per Cambiare veramente Messina dal basso, senza aggravare i costi, ma al contrario migliorando produttività ed efficienza organizzativa. Una sfida che chiede a tutti di mettersi in gioco, nessuno escluso: sindaco, assessori, dirigenti e tutti i dipendenti. * Presidente 5° Circoscrizione Messina 10 ottobre 2014 politica MESSINA GIOIOSA MAREA. La sfida dell’ex assessore Lamonica «Spinella ci vediamo alle urne» Lo scontro col sindaco si è consumato in nome del rapporto di fiducia. All’origine divergenze su appalti e prospettive di sviluppo Gli uffici amministrativi del Cas in contrada Scoppo Autostrade, trasferimenti al via PRIMI DUE DIPENDENTI DA PALAZZO DEI LEONI A CONTRADA SCOPPO Teodoro Lamonica GIOIOSA MAREA. “Da oggi questa amministrazione è finita: per me comincia la campagna elettorale”. Non utilizza mezzi termini il vicesindaco Teodoro Lamonica “defenestrato” dal sindaco Edoardo Spinella, per fare posto a Basilio Lembo Luscari. Motivazione da parte del sindaco: “E’ venuto meno il rapporto di fiducia”. Ma cosa c’è dietro questo improvviso cambio di guardia nella gestione amministrativa di Gioiosa Marea? Ci sono le deleghe assegnate a Lamonica, sindacalista della Cgil, vicino alle posizioni dell’ex segretario del Pd regionale Giuseppe Lupo: ecologia, ambiente cultura. “Ma soprattutto c’è una distanza siderale nell’approccio politico: io sono per i sistemi aperti, per la trasparenza, per la concorrenza, il sindaco in carica Spinella pensa di gestire il Comune come un condominio…” All’origine dello scontro che si è via via acuito negli ultimi tempi, la lotta intrapresa da Lamonica per fare entrare Gioiosa tra i Comuni aderenti al Parco dei Nebrodi, fatto visto con una certa freddezza da Spinella: se Gioiosa è a mare, che ci facciamo noi con i Monti Nebrodi? Ma le divergenze si sono manifestate soprattutto sull’adesione”bloccata” al consorzio delle Madonie, che-ad avviso di Lamonica- avrebbe creato un unico polo turistico, da Gioiosa a Cefalù. Altri motivi di scontro? L’affidamento dell’appalto per i servizi sociali: Lamonica avrebbe preferito il sistema “completivo” tra le imprese, il sindaco la lettera ad invito, che ha finito con il privilegiare una società di Villafranca. “Due modi di vedere la politica e la gestione della cosa pubblica, che in un primo momento Spinella non lasciava intravdere e che secondo Lamonica si racchiudiudono in un solo termine: “autoritarismo”. MESSINA. Via ai primi trasferimenti dalla Provincia al Consorzio autostrade. Due dipendenti, Caterina Lombardo e Roberto Mangraviti, sono i primi “comandati” che da Palazzo dei Leoni si trasferiranno in contrada Scoppo per “rafforzare” l’area amministrativa, che insieme a quella legale e tecnica rappresentano i punti deboli dell’ente guidato dal commercialista gelese, Rosario Faraci. Nell’atto di interpello avanzato dal Cas alle pubbliche amministrazioni sono una ventina le figure richieste. E, a fare gola, nell’incertezza del contratto da applicare ai dipendenti delle Provincie che saranno trasferiti nei nascenti Liberi Consorzi, l’applicazione del contratto Regione che vige al Cas, assicura, rispetto al trattamento contrattule della Provincia, maggiori indennità. Ma se i dipendenti delle soppresse Province, guardano con interesse al contratto regionale, chi lo contesta sono proprio i trecentoquaranta dipedenti del Cas. Che ancora una volta hanno visto una fumata nera alla Quinta commissione chiamata a sciogliere la “querelle” sul contratto da applicare, nazionale, che è quello in vigore, o regionale. L’onorevole Beppe Picciolo, che si è fatto portabandiera della vertenza, ha protestano contro la Regione che invia i burocrati anziché gli assessori competenti ai tavoli tecnici chiamati a decidere e chiede che sul punto si esprima una volta per tutte il consiglio di giustizia amministrativa. VILLAFRANCA Ex Italcementi, riprendono i lavori di demolizione L’INCHIESTA DELLA PROCURA SULL’AREA INDUSTRIALE E LE PREOCCUPAZIONI DEL SINDACO. CHE ASPETTA RISPOSTE DALLA PROVINCIA VILLAFRANCA TIRRENA. Sono ripresi a pieno ritmo a Villafranca Tirrena i lavori di demolizione dell’ex opificio della Italcementi. Sull’area industriale, destinata ad essere bonificata per un piano di riconversione urbanistica pubblico-privato, è stata aperta una indagine della Procura della Repubblica. Gli agenti della polizia provinciale, dopo avere fatto una serie di prelievi a campione, hanno chiesto all’Università di Messina di verificare la tossicità del materiale. Le indagini hanno accertato non solo la tossicità delle polveri sottili, fuori dalla norma che costituiscono rischio lento ma inesorabile per le popolazioni esposte all'inalazione. Il “caso” sollevato anche dalle opposizioni è finito al centonove pagina 14 consiglio comunale. Il sindaco De Marco, nella sua qualità di tutote della salubrità dei cittadini ha inviato una lettera alla Provincia per avere lumi sull'entità dei rischi, ma non ha avuto riscontro da parte di Palazzo dei Leoni.”Vige il segreto istruttorio”, si è sentito garbatamente rispondere. L’arrivo di piogge e venti che hanno investito la zona, dove campeggiano spesso cataste di eternit spezzato, hanno di nuovo creato allarme tra la popolazione, che chiede l’istituzione di centraline per l’analisi dell’inquinamento e il pronto intervento dei tecnici dell’Arpa, l’agenzia regionale per l’Ambiente, perché si accerti da subito la presenza di polveri sottili da amianto nella zona. 10 Ottobre 2014 sicilia MESSINA. Sul futuro dell’ospedale storico si allunga l’ombra dell’Irccs Neurolesi sui Colli Piemonte, destino Bonino L’allargamento permetterebbe all’Istituto di usufruire dei 60 posti letto assegnati e non utilizzati per assenza di spazi, ma anche ad affrontare il rinnovo del riconoscimento ministeriale grazie al nuovo accordo con l’Ateneo DI DANIELE DE JOANNON MESSINA. Si scrive Ospedale Piemonte, si legge Irccs Neurolesi. Il destino dell’Ospedale di Messina, declassato a presidio di emergenza, si lega all’Istituto del Colli San Rizzo soprattutto nell’ottica delle attività che dovrebbero andare a svolgersi nei padiglioni (ristrutturati e non). Al di là del possibile trasferimento del Centro Trasfusionale dal Papardo e l’incognita della localizzazione del Punto Nascite (originariamente previsto per il Piemonte e poi indirizzato sul Papardo, in zona Nord), la parola d’ordine è “riabilitazione”. A dirlo, proprio a Centonove, nello scorso numero, era stato il direttore generale dell’Azienda Papardo-Piemonte, Michele Vullo: «Non escludo che possa ospitare altro, come la riabilitazione, la rete delle attività ambulatoriali e il centro trasfusionale, attualmente al Papardo». Un concetto ribadito anche l’8 ottobre, data dell’incontro organizzato dal manager con i direttori generali di Asp e Policlinico, il Commissiario e il direttore dell’Irccs, il presidente dell’Ordine dei medici, il responsabile del 118, il responsabile della protezione civile e Marcello Minasi, presidente del Comitato “Salviamo l’Ospedale Piemonte), e il presidente del Comitato Consultivo Aziendale del PapardoPiemonte, Vincenzo Terzi. Un incontro che ha fatto andare su tutte le furie i sindacati, tagliati fuori, che hanno sparato a “palle incatenate” contro Vullo, reo di fare terrorismo e di diffondere dati sulle prestazioni, e non solo, non rispondenti al vero, secondo le sigle. OPERAZIONE IRCCS. Secondo quanto emerso dalla riunione di giorno 8, L’Ospedale Pimonte l’Istituto “Bonino Pulejo” sarebbe la quadratura del cerchio, visto che i posti letto sarebbero destinati solo per lungodegenze e riabilitazione con ambulatori e servizi, posti letto che potrebbero essere quelli dell’Irccs (come da proposta presentata), utilizzando i propri fondi per la ristrutturazione, e le tecnologie. Tutte da definire, però, sono le modalità, che potrebbero essere legate a un contratto di locazione tra il Centro e l’Azienda Papardo-Piemonte. «L’Irccs spiega Vullo - ha comunicato di avere la disponibilità di ulteriori 60 posti letto che non riescono ad allestire per mancanza di spazi. Qui al Piemonte potrebbero trovare spazio. Le modalità? O locazione o altre tipologie; di certo si tratta di accordi che vanno fatti alla luce del sole». BONINO & SCADENZE. Il 2014 è un anno particolare per l’Irccs. A dispetto delle risultanze lusinghiere del verbale ministeriale che lo ha riconosciuto come pubblico (2010, con decreto datato 2011), la convenzione con l’Ateneo di Messina (uno dei punti di forza rappresentati) non è più in essere dal 2012, quando terminò quella stipulata nel 2007. Parallelamente, proprio quest’anno cessa (e va rinnovato) anche “il riconoscimento del carattere scientifico dell'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico di diritto pubblico ‘Centro Neurolesi BoninoPulejo’ per la disciplina delle ‘Neuroscienze nell'ambito della prevenzione, del recupero e trattamento delle gravi cerebrolesioni acquisite’”, così come si legge nel decreto del 2011 firmato dagli allora ministro Fazio e presidente della Regione, Raffaele Lombardo. Un accordo con l’Azienda Papardo Piemonte rafforzerebbe il potenziale di fuoco dell’Irccs, che, a marzo 2014, ha pure provveduto a proporre una nuova convenzione quadro con l’Ateneo di Messina, che però è stata ratificata dal Senato Accademico solo nella seduta dello scorso 7 ottobre. Che cosa prevede? Oltre a riconoscere “la valenza e l’importanza formativa delle tematiche oggetto della convenzione quadro”, a ravvisare “l’opportunità di avvalersi delle strutture dell’Irccs al fine di gestire e ampliuare gli standard formativi richiesti dall’Unione Europea”, stabilisce che Ateneo e Istituto istaureranno rapporti di collaborazione “promuovendo iniziative e progetti comuni in materia di formazione, didattica, ricerca e innovazione e trasferimento tecnologico e attività assistenziale”. Le modalità? Nell’accordo non ci sono, visto che tutto viene demandato a una commissione paritetica che stipulerà i protocollo attuativi per ogni singolo punto. LE REAZIONI. Mentre i sindacati sono sempre più sul piede di guerra contro Vullo, snocciolando dati che dimostrano l’efficacia del presidio del Piemonte in provincia e rispetto allo stesso Papardo (a fronte di cifre simili negli stessi campi, il vecchio ospedale ha un tasso di degenza media inferiore e quindi un tasso di occupazione letti per i diversi pazienti superiore), il presidente del Comitato, Marcello Minasi, commenta così l’incontro di giorno 8: “E’ meramente di natura politica la decisione di chiudere l’Ospedale. È stato un continuo dibattere tra me e buona parte dei presenti, ma il dato tratto è stata la conferma di voler trasformare un efficiente Pronto Soccorso in Punto territoriale di emergenza e sede del 118”. LE PROSSIME TAPPE. Racconta Vullo: La discussione di giorno 8 è stata serena e fattiva. Accanto all’ipotesi Ircss, c’è anche l’ipotesi di mantenere il sistema ambulatoriale, la diagnostica, i laboratori specialistici e le attività legate alla cronicità». Ma quando si avrà un responso dalla Regione? «Lunedì 13, ci sarà un incontro di tutti noi direttori con l’assessore. Io voglio sapere cosa sarà deciso, perché, da manager, non posso elaborare un piano industriale senza sapere cosa avrò a disposizione». L’INIZIATIVA Un’Area per l’autismo IN PARTE DELL’ISTITUTO MARINO DI MORTELLE, UN PROGETTO PER I BAMBINI E LE LORO FAMIGLIE MESSINA. Si chiama “Area”, è rivolto ai bambini autistici e ridarà vita all’Istituto Marino di Mortelle, il progetto che è stato presentato giovedì 9 dal sindaco di Messina Renato Accorinti, dall'assessore alle Politiche sociali e salute, Nino Mantineo, dal responsabile dell'Area ricerca del Cnr di Pisa, Ottavio Zirilli, dal delegato del presidente del Cnr Italia “Luigi Nicolais”, Daniele Malfitana, dal direttore generale Stella Maris di Pisa, Roberto Cutajar, dal dirigente del servizio Tutele delle fragilità, Maurizio D'Arpa, da Giovanni Pioggia del Cnr di Messina, dalla neuropsichiatra infantile del Cnr Messina, Liliana Ruta e da Luca Donato, presidente dell'Associazione Linea Curva. Il progetto sarà attuato in una parte dei locali dell'ex Istituto Marino di Mortelle, “Adriana Bosurgi Caneva”, concessi ufficialmente nel corso dell'odierno incontro. Area (Abilitazione, Ricerca e tecnologie di E-health per l'Autismo) è un progetto di ricerca rivolto ai bambini con disturbi dello spettro autistico ed alle loro famiglie. L'autismo rappresenta una complessa disabilità neuro-evolutiva che compromette lo sviluppo precoce delle competenze sociali e comunicative del bambino. Esso tende a perdurare per tutto l'arco della vita e riguarda un bambino ogni 100 nuovi nati. L'obiettivo del progetto AREA è limitare gli effetti dei deficit comunicativi, sociali e centonove pagina 15 cognitivi dei bambini con disturbi dello spettro autistico attraverso un nuovo modello di presa in carico, diagnosi e trattamento socio-assistenziale precoce nel territorio di Messina. Il modello quindi sarà sviluppato in una prospettiva ecologica (evitando le esperienze ansiogene ed emotivamente frustranti che sono tipiche degli ambienti ospedalieri) ed ecorelazionale (in grado cioè di riprodurre il più fedelmente possibile le relazioni interne all'ecosistema familiare) attraverso la creazione di Home-Lab e la costituzione di un innovativo Laboratorio di Analisi del Neurosviluppo. L'Home-Lab è costituito da strutture che simulano l'ambiente domestico in grado di accogliere la famiglia per il tempo necessario all'individuazione ecologica precoce dei segni comportamentali e fisiologici dell'autismo. 10 Ottobre 2014 sicilia La discarica di Mazzarrà sant’Andrea SPAZZATURA. Il governatore Rosario Crocetta firma i decreti di proroga per le discariche isolane Mazzarrà, avanti fino a gennaio Fallimento delle Ato, problemi con le Srr, raccolta differenziata insufficiente, termovalorizzatori in naftalina. Ed ecco che tornano in auge i “siti di stoccaggio”. Che dall’essere solo una parte del ciclo, oggi sono diventate l’unico anello della catena di smaltimento rifiuti DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. L’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua allarga le braccia sconsolato. “E’ la Regione ad aver creato il problema, tocca alla Regione risolverlo”. Il problema è la chiusura della discarica di Mazzarrà sant’Andrea entro la fine del mese, disposta dall’assessorato regionale all’Ambiente dopo una lunghissima serie di irregolarità riscontrate nell’impianto, ma ancora più inquietante è la domanda che sorge spontanea. Dove andrà Messina a scaricare i suoi rifiuti? PROBLEMI E SOLUZIONI. Alla fine, come sempre, l’”inganno” si trova una volta fatta la legge. E la soluzione, perlomeno temporanea, Arriva da Palermo stesso. Perchè il presidente della Regione Rosario Crocetta, il 26 settembre, ha firmato un decreto di proroga fino al 15 gennaio 2015 dei permessi per il conferimento in discarica per praticamente tutti gli impianti dell’isola. Per Mazzarrà, che nel frattempo ha evidenziato problemi strutturali e che è vicina alla saturazione, vuol dire altri tre mesi e mezzo di vai e vieni di camion che portano in contrada Zuppà l’immondizia di ottanta comuni del comprensorio. Messina compresa. Fanno seicentomila abitanti, che produrranno una media di 150 kg a testa di rifiuti da ospitare nell’invaso di Mazzarrà. Che il dipartimento regionale dei rifiuti ha già certificato essere saturo. Alternative? ALTERNATIVE ZERO. Poche, al momento. Perchè il provvedimento di proroga ha ovviamente interessato anche il sito catanese di Motta sant’Anastasia (che condivide con Mazzarrà la mannaia della chiusura e nella quale Messinambiente per qualche mese ha depositato la spazzatura messinese), nonostante la Oikos, la società che gestisce l’impianto in provincia di Catania sia oggetto di commissariamento prefettizia in seguito ad una pesante inchiesta che ne coinvolge i vertici. Perchè arrivano le proroghe? A causa del flop delle Srr. FLOP SRR. Le Srr (società di razionalizzazione del ciclo dei rifiuti) sono i nuovi organismi che dovrebbero occuparsi del ciclo dei rifiuti al posto delle fallimentari Ato (Aziende d’ambito territoriale). Però, si legge nel decreto di Crocetta, “ad oggi non risultano ancora individuati i soggetti affidatari del servizio di gestione integrata dei rifiuti e quindi le Srr non risultano pienamente operative”. E quindi, nel caos, per evitare un’emergenza rifiuti su scala regionale, si va di proroga in proroga. la legge ne consente fino ad un cumulo massimo di diciotto mesi. E visto che, come scrive Crocetta “considerato che allo stato non si può altrimenti provvedere”, sono arrivate le proroghe. Per quanto tempo? Intanto fino al 15 gennaio, ma poi? Poi si fa durissima, perchè quella che è iniziata il primo ottobre è la terza proroga. Da gennaio in poi, quindi, resteranno due mesi e mezzo ulteriormente disponibili. E poi? Il disastro, probabilmente. Una patata bollente che Marco Lupo, dirigente generale del dipartimento ai Rifiuti fino a due settimane fa, ha lasciato nelle mani del suo successore Domenico Armenio. DISCARICA...BARILE. Perchè nè Messina nè alcuna delle altre province siciliane sono pronte a fare a meno dei siti di abbancamento dei rifiuti. Innanzitutto perchè i termovalorizzatori previsti dall’ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro sono stati bloccati dal suo successore Raffaele FIDUCIA A TEMPO Alessio Ciacci sulla graticola PRIMA I MUGUGNI DELL’ASSESSORE SIGNORINO, POI UN’ORDINANZA DEL SINDACO ACCORINTI. SI STRINGE IL CERCHIO INTORNO AL COMMISSARIO LIQUIDATORE Alessio Ciacci MESSINA. La formula è quella di rito, “in caso di inottemperanza il destinatario sarà deferito all’autorità giudiziaria”, ma quando i destinatari sono il liquidatore di Messinambiente Alessio Ciacci ed il suo direttore generale Natale Cucè, ed il mittente è il sindaco Renato Accorinti, le cose non sono così semplici. Perchè l’ordinanza sindacale che intima a Messinambiente di sgomberare il letto del torrente san Michele dai rifiuti, e che discende da una nota della forestale che risale addirittura a inizio maggio, sarà centonove pagina 16 standard nella forma, ma non nella sostanza. E sul banco degli imputati sale di nuovo Alessio Ciacci, già oggetto dei mugugni da parte dell’assessore al Bilancio Guido Signorino in occasione del decreto ingiuntivo fatto recapitare all’Ato3 per sei milioni e mezzo di euro. Mugugni che Signorino ha poi minimizzato a mezzo stampa, ma che denotano un clima non esattamente idilliaco dentro la partecipata. Con Ciacci, che la prossima settimana consegnerà la sua relazione semestrale, sempre più sulla graticola. (A.C.) 10 Ottobre 2014 sicilia MESSINAMBIENTE Lombardo, e se per una combinazione di eventi al limite dell’impossibile l’attuale governatore Crocetta dovesse autorizzarne la costruzione, passerebbero comunque degli anni in attesa che diventino operativi. In secondo luogo c’è la scarsissima percentuale di raccolta differenziata, che se in alcuni piccoli centri raggiunge proporzioni d’eccellenza, nella stragrande maggioranza dei comuni, e nei nove capoluoghi, non si schioda da percentuali intorno al 10%. In Sicilia, quindi, non si può fare a meno delle discariche, che di fatto non sono una parte del ciclo, ma praticamente l’unico anello della catena dello smaltimento. Quali sono? E dove? TROPPE. O TROPPO POCHE. Solo a Messina, il sito dell’assessorato regionale ai Rifiuti riporta ottantuno discariche inattive: Considerato che la provincia conta di centootto comuni, in pratica quelli che non hanno avuto a che fare con l’immondizia sono pochissimi. In città, la Regione riporta come inattivi i siti di Portella Arena e Vallone Guidari, più l’inceneritore di san raineri, nella zona falcata, costruito, usato un mese e poi messo in naftalina per sempre. le prime due, però, sono da sempre considerate due bombe ecologiche. Per Portella Arena, che sorge in linea d’aria esattamente sopra l’impianto di biostabilizzazione con annessa discarica di medie dimensioni di Pace che il comune di Messina vorrebbe costruire, è stato deliberato un finanziamento regionale da poco meno di due milioni per la messa in sicurezza (il progetto è del 2004, la discarica è “chiusa” dal 1998), per Vallone Guidari si è ancora in alto mare. Nonostante questo, il piano regionale dei rifiuti, per la provincia di Messina prevede l’apertura di altre discariche: a Venetico, a Pagliara, a santa Teresa di Riva, a Cesarò. Avvisi per quattro I VERTICI DI MARIA, LISI, MILORO E MARGUCCIO INDAGATI PER TRUFFA E PECULATO. ECCO COSA CERCANO GLI INQUIRENTI NELLE “CARTE” MESSINA. A Messinambiente, gli ispettori della Procura di Messina hanno bussato in grande stile il 9 aprile, quando in una settimana tutta la contabilità della partecipata degli ultimi cinque anni è stata passata al setaccio con uno spiegamento di forze in campo difficilmente visto prima. Oggi sono arrivati i primi avvisi di garanzia, fatti recapitare all’ex amministratore (e poi commissario liquidatore) Armando Di maria, all’ex direttore generale (oggi in pensione) Antonino Miloro, al il responsabile del settore acquisti Roberto Lisi, ed a quello dell'autoparco Filippo Marguccio. Le informazioni di garanzia sono state chieste dal sostituto procuratore Roberta La Speme, che ha chiesto una proroga delle indagini preliminari: le ipotesi di reato alle quali il magistrato sta lavorando sono di peculato, truffa e falso. Le indagini intorno a Messinambiente sono iniziate a febbraio 2014, giusto qualche giorno prima dell’esplosiva conferenza stampa durante la quale l’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua ed il sindaco Renato Accorinti, dopo aver bocciato i bilanci 2011 e 2012 della partecipata (poi approvati il mese scorso), hanno annunciato l’invio di un nutrito dossier sui Armando Di Maria malfunzionamenti dell’azienda in Procura. Parallelamente, al tribunale si sono accesi i fari sulla partecipata, con ben due indagini: Due procedimenti penali diversi, indagini da parte di Procura da un lato (quelle il cui oggetto sono gli avvisi di garanzia) ma anche Antimafia dall’altro, venticinque richieste di documentazione, e a vagliarle Giuseppe Barreca e Dario Megna, gli stessi periti che il Pm Sebastiano Ardita ha impiegato per spulciare le “carte” relative all’inchiesta Corsi d’oro che vede coinvolto il deputato del Pd Francantonio Genovese. Su cosa stanno lavorando gl’inquirenti? Su parecchio, ed a trecentosessanta gradi: ad aprile, polizia e carabinieri hanno acquisito trenta faldoni di documenti, dai quasi ovvi bilanci, registri iva e cespiti e libri mastri (dal 2009 ad oggi) ai meno scontati estratti conto bancari. E poi fatture, di tutti i tipi, con tanto di date e modalità di pagamento: dal servizio di trasporto in discarica al lavaggio e manutenzione dei mezzi e dei cassonetti, dall’acquisto e noleggio di automezzi a tutti gli altri acquisti di beni strumentali, per terminare con fatture dei costi per le consulenze e incarichi fino addirittura alle quietanze per le polizze assicurative. Ad attirare particolarmente l‘attenzione della Procura sono data e modalità di pagamento delle fatture. Per cosa? Praticamente per tutto: servizio di trasporto in discarica, lavaggio e manutenzione degli automezzi, manutenzione e sanificazione dei cassonetti, acquisto e noleggio degli automezzi (in questo caso gli ispettori hanno acquisito anche copia dei contratti e modalità di imputazione dei canoni a bilancio), poi acquisto o noleggio di cassonetti e di altri beni strumentali, e infine i costi di consulenze e compensi professionali in genere, coi relativi contratti d’incarico. Le indagini stanno spulciando anche il profilo fiscale e societario della partecipata. A passare sotto il vaglio dei due consulenti tecnici Megna e Barreca, ci sono anche i verbali delle assemblee dei soci, il libro del collegio sindacale, i libri inventari, i registri iva dal 2009. Poi tutti i bilanci dal 2009 con tanto di verbale e nota di deposito alla Camera di Commercio, i “bilancini” di verifica (sempre dal 2009), il registro dei cespiti, modelli dichiarativi e note deposito di redditi, Irap, Iva, tutti i modelli 770 ( documento fiscale che i sostituti d'imposta presentano per la dichiarazione dei redditi) dal 2009, ed il dettaglio delle variazioni fiscali in aumento o diminuzione esposti nelle dichiarazioni.Una caccia che durerà almeno altri sei mesi. (A.C.) PATATRAC Quel decreto un po’ così IL TRIBUNALE GIUDICA ILLEGITTIMI I 6,6 MILIONI CHIESTI DA MESSINAMBIENTE E FERMA IL PIGNORAMENTO. L’ATO3 PRONTO A CHIEDERE I DANNI. MA IL COMUNE... MESSINA. C’è mancato tanto così perchè la vicenda del decreto ingiuntivo che Messinambiente ha fatto recapitare all’Ato3, due mesi fa, si trasformasse in un boomerang per la partecipata di via Dogali, in una vittoria per la “cugina” di via cavalieri della Stella ed in un ennesimo patatrac per le casse del comune di Messina. A fine luglio, Messinambiente, in forza di un atto di precetto seguente al decreto ingiuntivo, riesce a bloccare sei milioni e mezzo dai conti dell’Ato3, per l’infinita querelle tra le due partecipate su servizi che la prima per tribunali civili ed amministrativi, e si oppone al decreto ingiuntivo, al provvedimento di precetto (che ha bloccato gli stipendi di luglio ed agosto) e per due volte ai pignoramenti presso terzi effettuati da Messinambiente. Perchè? Sulla base di una norma del 1996, è specificato che prima dell’esecuzione di un provvedimento è necessaria la notifica del titolo esecutivo, e che per le pubbliche amministrazioni è necessario che trascorrano sei mesi: tempo del quale Messinambiente non ha tenuto conto, sostenendo che l’Ato3, in quanto società per azioni (seppure al 100% dal Comune) non sarebbe configurabile come pubblica amministrazione e viceversa sottostare al diritto privato. A sciogliere il quesito è intervenuto il presidente della II sezione civile del tribunale di Messina, Adolfo Fiorentino, che ha dichiarato illegittimo il precetto, specificando che, seppure società di capitali, anche l’Ato3 fosse “pubblica amministrazione”, citando a sostegno la sentenza con la quale, anni fa, si era evitato il fallimento dell’Ato4, richiesto dai creditori, proprio per il suo status di società di pubblica amministrazione. Perchè gli Ato sono nati con legge regionale e non con atto costitutivo. Forte della sentenza, e motivato dal “desiderio di vendetta”, l’Ato3 avrebbe voluto chiedere nove milioni di danni a Messinambiente. A ricomporre la lite è arrivata la transazione (ancora da approvare) tra palazzo Zanca e le tre partecipate. E l’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua ha tirato un sospiro di sollievo. (A.C.) centonove pagina 17 Daniele Ialacqua 10 Ottobre 2014 sicilia LA SCHEDA MESSINA. Decine di viaggiatori si rivolgono in procura. Avevano acquistato biglietti ma la società chiude Se l’Agenzia Micali prende il volo C’è chi doveva festeggiare le nozze, chi volare a Londra per il compleanno. A pochi giorni dalla partenza scoprono che le prenotazioni non esistono. Rimane un buco di 35 mila euro MESSINA. C’è chi aveva acquistato il viaggio di nozze in località esotiche, altri un viaggio studio a Londra per quattro persone, o semplici viaggi di lavoro. Avevano pagato anticipatamente i costi cash e ottenuto la certezza della prenotazione. Peccato che siano rimasti tutti a piedi. Alla prenotazione dell’Agenzia di viaggio, una delle più conosciute di Messina, non solo non corrispondeva alcun titolo, ma addirittura nella sede dell’Agenzia Micali Pietro le saracinesche hanno cominciato a non alzarsi più e i telefoni a rimanere muti. Una situazione che ha portato alla presentazione di denunce in procura, con relative richieste di risarcimenti danni. «Un vero dramma - spiega Domenico, uno degli sfortunati viaggiatori che aveva organizzato un viaggio a Londra per la famiglia - avevamo pianificato tutto al dettaglio: dagli alberghi ai luoghi da visitare. Conoscevo l’agenzia in quanto in passato si era guadagnata fiducia, avevo già pagato anche altri 4 viaggi di lavoro, ma anche in questo caso, sul sito di Alitalia non è risultato nulla». I pagamenti, circa 3.500 euro complessivi, erano avvenuti in contanti con il rilascio di regolare ricevuta. «Sostenevano che stavano cambiando banca e non potevano ricevere pagamenti tramite assegni o carta di credito - continua Domenico ma la consegna dei biglietti veniva rinviata continuamente. Tre giorni prima della partenza prevista il 7 settembre ci hanno contatto per dirci che c’erano stati disguidi per motivi non dipendenti dalla loro volontà e che, eventualmente, si sarebbe dovuto pagare di nuovo il pacchetto. Ripensando a questa storia non posso nascondere amarezza infinita che ora qualcun dovrà risarcirmi: il viaggio all’estero doveva essere il regalo di compleanno di mio figlio che ha Le fregature corrono anche sul web SEMPRE più gente evita le agenzia di viaggio e prenota viaggi sul web. Ma anche li le “fregature” sono dietro l’angolo. Come si può fare per evitarle? Ecco alcuni consigli: 1) Diffidare di strutture ricettive ed alloggi a prezzi stracciati a fronte di immagini e foto bellissime. E' vero, la crisi c'è, ma il rapporto qualità prezzo deve sempre essere tenuto in considerazione. 2) Non fidarsi solo delle foto pubblicate sul sito 3) Verificare che queste strutture siano inserite nei principali circuiti di prenotazione online 4) Verificare l'identità del titolare dell’annuncio o dell'offerta 5) Se viene richiesto un pagamento con bonifico, verifica che l'Iban sia dello stesso paese del titolare o dell'agenzia 6) Preferire sempre il pagamento tramite carta di credito o bonifico, metodi che garantiscono una migliore tracciabilità. compiuto 18 anni. Doveva partire con gli zii». Dopo un momento di “sbandamento” la stessa Agenzia si è rivolta ad un legale il quale ha inviato una ventina di lettere di scuse nelle quali promette di risarcire il danno che ammonterebbe, solo per i biglietti già pagati, a circa 35 mila euro. Per il momento l’attività rimane ferma. «L’attività è cessata temporaneamente - ammette l’avvocato Gianfranco Saccà, legale dell’Agenzia Micali - c’è in corso una riorganizzazione per consentire principalmente il ristoro dei clienti che hanno acquistato i biglietti senza poterne usufruire, ed estinguere l’obbligazione». Secondo Saccà, non c’è stato dolo. «L’Agenzia si è ritrovata senza liquidità, dunque con i soldi a disposizione acquista titoli di viaggio più imminenti, rinviando quelli già pagati ma con la scadenza più lunga. Le partenze sono state assicurate fino alla seconda metà di agosto, poi il meccanismo si è inceppato», conclude. Gia.C. BARCELLONA Erasmus con sedici euro IL COMUNE ASSEGNA LA GESTIONE DI DUE MEETING. SENZA GARA. PER POCHI SPICCIOLI Barcellona. Sedici euro. Per pochi spiccioli il comune di Barcellona ha evitato la soglia che imponeva il bando di una manifestazione di interesse pubblica e assegnato un affidamento diretto ad un’agenzia di viaggi cittadina per gestire il progetto europeo “Erasmus”. A sollevare la questione politica diciotto consiglieri comunali (Pd, Dr, Udc, gruppo misto, Insieme per Barcellona e Fdi) i quali hanno chiesto chiarimenti al sindaco Maria Teresa Collica sul perchè non si è proceduto a bandire una regolare manifestazione d’interesse; sulla base di quale criterio e selezione è stato affidato l’incarico; perché è stata accettata l’unica offerta che, tra l’altro, non presentava alcuna ribassa. Collica è accusata di continuare ad affidare “incarichi di dubbia legittimità e trasparenza”, nonostante i recenti rilievi della Corte dei Conti. Tra le altre cose a stupire i politici è la velocità: lo stesso giorno, il 2 ottobre, l’agenzia di viaggi presenta l’offerta e al Comune viene firmato l’affidamento. I consiglieri chiedono come mai non si siano preferite modalità più prudenti, “visto che l’offerta proposta ed accettata di 39.983,54 euro + Iva è risultata di soli 16 euro al di sotto della soglia consentita per legge, e che la stessa, come si evince dal preventivo, centonove pagina 18 potrebbe subire variazioni che andrebbero a violare il limite di 40 mila euro euro. «Con questi fondi dell’Agenzia nazionale giovani ospiteremo due meeting con rappresentanti di otto realtà europee spiega l’assessore David Bongiovanni - dovremo garantire il costo del viaggio, vitto, alloggio e trasferimenti. Su suggerimento dell’agenzia, visto i tempi risicati (la pec con cui si comunica il finanziamento è del 26 settembre e il primo meeting dal 26 al 31 ottobre) ci siamo rivolti ad un tour operator di fiducia e affidato tutte le incombenze. Fare una gara avrebbe allungato i tempi e si rischiava con le ribasse di fornire una ospitalità di scarsa qualità. I fondi risparmiati, infatti, sarebbero ritornati all’Agenzia». 10 Ottobre 2014 sicilia LA POLEMICA MILAZZO. Nel mirino i dati dell’Agenzia regionale ambientale dopo l’incendio alla Raffineria Note stonate all’Arpa La parrocchia di Archi affitta una centralina per monitorare le polveri diffuse dalle industrie. Il direttore Marchese: «La qualità dell’aria risulta nella norma. Non abbiamo nessun timore» DI GIANFRANCO CUSUMANO Milazzo. La Parrocchia di Archi affitta una centralina per misurare le polveri sottili, il comune di Pace del Mela ha dato incarico ad un “super esperto” per una consulenza ambientale, e chi sui social network non usa gira di parole e mette in dubbio l’attendibilità dei dati ambientali visto che le centraline si troverebbero nel posto “sbagliato”. Se all’interno del serbatoio 513 della Raffineria di Milazzo le fiamme sono spente, dopo l’incidente del 27 settembre che ha gettato nel panico l’intera valle del Mela, continuano ad ardere quelle delle polemiche che vedono al centro l’Arpa di Messina. Tutte le perplessità sono legate ai risultati delle analisi effettuate dall’Agenzia per l’ambiente. Nonostante nell’incendio siano stati bruciati 30 mila metri cubi di virgin nafta, i dati sulla qualità dell’aria del comprensorio di Milazzo non risultano fuori dalla norma. Il direttore Antonio Marchese, si dice tranquillo (a breve arriverranno tre super laboratori mobili con un investimento di un milione e mezzo di euro), anche se non nasconde amarezza. «E’ stato portato a compimento tutto quello che si doveva fare in questi casi dice Marchese - sono state fatte sia le analisi della qualità dell’aria che la caratterizzazione dei terreni - oltre una cinquantina in più comuni, e altrettanti verrano fatti nei prossimi giorni, rivela le istituzioni preposte sono informate passo passo e conoscono i fatti reali e non le supposizioni di chi non è un tecnico». L’unico dato certo, però, è la carenza di personale della sede Antonio Marchese, direttore Arpa Messina peloritana dell’Agenzia regionale per l’ambiente. «Secondo la pianta organica dovremmo essere 120 siamo solo 35. Tenga presente che la sede ha competenze su 108 comuni per quanto riguarda depurazione, siti contaminati, rifiuti, campi elettromagnetici, rumore. Bisogna aggiungere le richieste che giungono dall’autorità giudiziaria, le emissioni in atmosfera da parte delle industrie, la partecipazioni a conferenze di servizi, tavoli tecnici. Sotto la nostra competenze anche l’attività di quattro aziende a rischio di incidente rilevante». Dal giorno dopo l’incidente alla Ram l’Arpa ha diffuso bollettini quotidiani sulla qualità dell’aria. «La legge ci impone di diffondere i dati sul nostro sito - dice Marchese - ma proprio perchè abbiamo ritenuto che fosse necessaria la massima trasparenza abbiamo fatto queste comunicazioni ai comuni. Non risultavano valori al di sopra dei limiti di legge, tranne per un caso a Pace del Mela relativo al benzene che va avanti da tempo poichè non legato all’incendio ma per cause da accertare. La popolazione si aspettava alla luce di questo evento di avere parametri diversi rispetto a quelli nella norma, come quelli sugli idrocarburi non metanici o composti odorigini, che esulano dalla qualità dell’aria». Un altra accusa che viene fatta all’Arpa è quella di non fare un’azione forte per porre fine alle cosiddette “emissioni fuggitive”, una Black list tra le ciminiere Milazzo. La black list dei negozi da non frequentare si poteva leggere su facebook in un gruppo chiuso chiamato “W la Ram”. L’elenco era lungo: circa 50 tra supermercati, focaccerie, addirittura una società che investe nel fotovoltaico. In realtà a vederla sono stati in pochi. A redigerla, tra mezze conferme e smentite, alcuni dipendenti della Raffineria di Milazzo con l’obiettivo di mettere in difficoltà i titolari delle attività che hanno avuto parole dure contro la Ram dopo l’incidente del 27 settembre. Nel mirino anche chi avrebbe partecipato alla manifestazione di sabato scorso, dove 5 mila persone hanno invocato ad un comprensorio senza industrie. I vertici aziendali hanno preso le distanze dall’iniziativa e invitato i sindacati a “calmare gli animi”. forte puzza di gas proveniente dagli impianti industriali che periodicamente affliggono i residenti di Archi, San Filippo e Milazzo. «Interveniamo sistematicamente - smentisce Marchese il problema è che la diffusione di idrocarburi non metanici è una criticità non normata dalla legge. La Regione Siciliana e il Ministero dell’Ambiente (con il nostro contributo) stanno cercando di trovare soluzione. Bisogna adottare prescrizioni tali da portare, in questo caso Ram, ad intervenire nell’immediatezza». Polemiche anche sulle centraline. Sui social network l’accusa era rivolta principalmente per quella mobile piazzata di fronte al municipio di Milazzo, in direzione opposta ai venti. «Solitamente la maggiore ricaduta si registra in quella zona -conclude Marchese - in ogni caso stiamo ultimando la gara per l’acquisto di tre laboratori mobili di ultima generazione, di cui uno verrà distaccato nella valle del Mela. Fornirà dati in tempo reale, fornirà informazioni su tutte le forme di inquinamento presenti in atmosfera: dagli odori alle polveri». PACE DEL MELA Allegrini, il super esperto GIRA IL MONDO RISOLVENDO PROBLEMI AMBIENTALI: DA PECHINO ALL’ILVA. A CHIAMARLO IL SINDACO SCIOTTO Ivo Allegrini Pace del Mela. Ad occuparsi dell’incendio alla Raffineria di Milazzo e della questione ambientale della Valle del Mela sarà un super esperto: Ivo Allegrini. Per ventidue anni ha diretto l’Istituto per l’Inquinamento Atmosferico del Cnr, (Centro Nazionale Ricerche), da quindici è consulente della municipalizzata di Pechino per l’inquinamento urbano e li ha seguiti anche per l’organizzazione delle Olimpiadi. Tra i tanti casi seguiti dal chimico anche l’Ilva di Taranto. A centonove pagina 19 nominarlo è stato Pippo Sciotto il sindaco di Pace del Mela. «L’ho nominato prima dell’incidente alla Ram per essere seguito sulla questione ambientale e avere un consulente il cui curriculum non può essere messo in discussione - dice Sciotto - dopo l’incendio l’amministrazione ha coinvolto per capire che passi compiere e come leggere i vari dati diffusi dagli organi tecnici». Allegrini li chiama suggerimenti, “pillole di saggezza”. «I livelli di inquinamento e i risultati di eventuali indagini epidemiologiche sono le ripercussioni di un inquinamento vecchio di decenni - spiega Allegrini da lungo tempo le emissioni sono diminuite e normate rigidamente dalla legge. Senza volere minimizzare, però, la situazione delle industrie non mi sembra particolarmente drammatica». (Gia.C.) 10 Ottobre 2014 sicilia MESSINA. Uscire dalla crisi con l’economia solidale. Ecco l’esperimento del Distretto Antichi Casali Villa Cianciafara a tutto Gas Tavola rotonda con gli assessori Perna e Panarello con le prospettive di un marchio comunale che punti al rilancio e alla commercializzazione di prodotti e servizi equi e solidali. Le prospettive DI VALERIA SCOPELLITI MESSINA. L’economia solidale più essere una delle vie per uscire dalla crisi, è questo il risultato della manifestazione organizzata da Des Acames (Distretto Economia Solidale Antichi CAsali MEssinesi Sud) il 4 e il 5 ottobre a Villa Cianciafara, che nasce con lo scopo di incentivare la creazione di Gas (Gruppi Acquisto Solidale), Des (Distretti Economia Solidale) e Res (Reti Economia Solidale). Questi elementi sono i vari livelli di un tipo di economia che si allontana da quella capitalista e si basa su un’etica che prevede una valorizzazione del lavoro, dei prodotti e del territorio. La tavola rotonda “Esperienze di economia solidale nella Sicilia orientale” ha raccolto gli interventi più significativi, tra questi quello dell’assessore Tonino Perna che ha descritto l’esempio della Grecia, che per necessità si è convertita a un economia solidale, e ha dimostrato che sia possibile sopravvivere attraverso la produzione e la commercializzazione di prodotti e servizi equo-solidale assicurando la sopravvivenza a tutta la popolazione. L’assessora Patrizia Panarello invece ha puntato l’attenzione sulle grandi potenzialità che lo sviluppo di un DES, unito alla creazione di un marchio comunale e al rilancio del marketing territoriale, potrebbe portare all’economia di una città come Messina. Le problematicità sono state individuate dall’architetto Giuseppe Aveni che, nel suo ruolo di dirigente centonove pagina 20 Alcune immagini della mostra-mercato di prodotti equi e sicilia 10 Ottobre 2014 GRANDANGOLO A spasso nella dimora nobiliare della famiglia Mallandrino e solidali a VIlla Cianciafara provinciale dell’azienda foreste demaniali di Messina, ha spiegato come l’economia potrebbe essere rilanciata se la cronica mancanza di risorse e la burocrazia non bloccassero tutti i progetti di recupero del territorio. Se si svolgesse infatti un lavoro serio in quelle fasce collinari, spesso abbandonate dai proprietari che non hanno la possibilità di mantenerli, si eviterebbe non solo una perdita produttiva, ma anche il rischio boschivo e idrogeologico. Ad arricchire la manifestazione vi è stata una mercatino realizzato da vari artigiani, la mostra “Carretti, carrettieri e bordonari” e varie dimostrazioni culinarie con la preparazione di pasta fresca, ma anche di formaggi e dolci a cura di aziende locali. Il commercio MESSINA. Pochi conoscono la bellezza di Villa Cianciafara che racchiude al suo interno la poesia di una dimora nobiliare ottocentesca in ottimo stato di conservazione. Di proprietà della famiglia Mallandrino il casale è stato pensato e costruito nel XVIII secolo come residenza di campagna che unisce all’abitazione vera e propria un ampio parco e varie strutture che erano adibite alle attività produttive dell’azienda come la Un momento della tavola rotonda con Tonino Perna e Patrizia Panarello produzione dell’olio e del vino. La maggior parte degli edifici è stata ristrutturata per permettere una nuova vita liturgici in argento, di cui colpisce molto il alla villa che nelle vecchie sale del frantoio ha grande arazzo rappresentante la Pentecoste e ospitato la tavola rotonda e la mostra di alcuni vari quadri, oltre ad una statua lignea della dei molti reperti che la famiglia possiede. In Madonna risalente al XIX secolo. L’elemento che particolare gli ospiti hanno potuto notare delle più di tutti stimola l’immaginazione dei splendide incisioni come la collezione di strumenti visitatori è il parco intorno alla struttura per il disegno tecnico o i vari apparecchi costituito da un’infinità di piccoli padiglioni fotografici realizzati nei primissimi anni del XX nascosti dalla rigogliosa vegetazione. Molte secolo. La passione per i motori è evidente nelle zone sono coltivate ad agrumi, immersa nel vecchie scuderie che, oltre a delle automobili verde è anche la grande piscina con fontana, di uniche come una Jaguar degli anni ’50, ospitano costruzione abbastanza moderna, mentre molto la mostra dei carretti. Risulta davvero eccezionale antichi risultano essere le decorazioni scultoree tutta l’organizzazione esterna della villa divisa tra che ornano i vari viali alternate a fontane e varie strutture e con uno splendido giardino. Tra giochi d’acqua. gli edifici vi è la cappella, ornata con oggetti V.S. equo solidale ,come sottolineato da Domenico Siracusano del Cts (Centro Turistico Studentesco)di Messina, può benissimo aiutare un contadino peruviano a mantenere il proprio lavoro e la propria terra vivendo dignitosamente ma allo stesso tempo può sostenere un agricoltore di Giampilieri che non riesce più a sostenersi con la loro attività. Il messaggio finale della manifestazione è certamente l’idea che se tutte le entità del territorio, e in particolar modo i cittadini, si impegnassero per la riuscita del progetto sarebbe possibile ottenere un’economia che porterebbe ad un nuovo sviluppo per la città, creando lavoro, mantenendo le tradizioni e favorendo il recupero della terra. centonove pagina 21 10 Ottobre 2014 sicilia NOVITA’. A Messina un Master universitario unico nel panorama dell’Unione Europea e con iscritti da tutta Italia Professione geologo forense Un lavoro noto agli appassionati di CSI, ma non altrettanto ad avvocati, magistrati, medici legali. Ecco tutti i segreti di un mestiere dal fascino intrigante DI ROBERTA SOMMA* MESSINA. È possibile collocare sulla scena del crimine un sospettato di omicidio, se le tracce di terreno rinvenute nella sua autovettura sono compatibili con il terreno dove è stata ritrovata la vittima? Esistono strumenti che aiutino nella ricerca di fusti, contenenti sostanze tossiche e occultati dalla criminalità organizzata? È possibile sapere se i prodotti agroalimentari ed i relativi terreni di produzione contengano metalli tossici, in concentrazioni tali da superare i limiti previsti dalle normative nazionali ed europee? Esistono tecniche per sapere se una gemma, un fossile, un lingotto in oro siano stati falsificati? La risposta è sempre sì e in tutti questi casi la parola d’ordine è: Geologia Forense. IMPARARE AD INDAGARE Alle tante discipline delle geoscienze applicate alle indagini giudiziarie, appartiene la pedologia forense, la geoarcheologia, la geofisica forense, la geochimica, la mineralogia e la paleontologia. Grazie a lezioni specialistiche su queste ed altre materie, alle esercitazioni e alle attività di laboratorio, gli iscritti al master universitario in Geologia Forense, impareranno qui a Messina i segreti di un mestiere permeato da un fascino intrigante. Stiamo parlando della professione del Geologo Forense. “La pedologia forense - spiega Rosa Maria Di Maggio, geologo forense di Roma (appartenente alla Commissione Direttiva della IUGS - Initiative on Forensic Geology, con incarico di funzionario per l’Europa) - ricerca, analizza e confronta le tracce di terreno collegate ad un crimine. Il terreno fornisce importanti informazioni per collegare un soggetto ad un luogo e per chiarire la dinamica di un crimine, perché le sue particelle possono essere trasferite da un luogo all’altro per semplice deposizione su superfici mobili (calzature, pneumatici, tappetini di veicoli, etc.); inoltre, le sue caratteristiche variano sensibilmente già a pochi metri di distanza, e per tale motivo l’impiego delle analisi pedologiche è eccellente come supporto alle indagini giudiziarie. Il terriccio è un materiale che è quasi sempre presente nella dinamica di un reato: sugli indumenti, le calzature o l’autovettura di un colpevole possono deporsi particelle di sabbia provenienti dalla scena del delitto; su attrezzi da lavoro si possono trovare particelle di terriccio che possono ricondurre al Nella foto accanto, in senso orario: Suola della calzatura di una vittima di omicidio con tracce di terreno. Il geoarcheologo Pier Matteo Barone mentre utilizza il georadar in uno scavo stratigrafico. Arma ritrovata grazie all'uso del georadar. Resti umani ritrovati tramite l'uso del georadar. Microscopio stereomicroscopic o per studio terreni forensi. Microscopio petrografico per studio terreni forensi. Paolo Lunardi (Sost. Comm. della Polizia di Stato) mentre effettua ricerca di resti umani con la squadra cinofila. Diffrattometro a raggi x per studio terreni forensi. luogo ove sono state sotterrate armi e/o esplosivi”. IL MOSTRO DEL CIRCEO. Continua Rosa Maria Di Maggio, dicendo che nel caso del duplice omicidio commesso da Angelo Izzo, più noto alle cronache come il mostro del Circeo, lo studio dei terreni da lei condotto ha permesso di individuare i complici dell'assassino. Izzo, approfittando nel 2005 dello stato di semilibertà, aveva ucciso a Mirabello Sannitico (CB) due donne, moglie e figlia di un pregiudicato e, con l'aiuto di complici, aveva occultato i loro corpi sotterrandoli nel terreno di una villetta ricoprendoli con terra e calce. “Nelle autovetture dei sospettati di concorso in occultamento di cadavere - conclude Rosa Maria Di Maggio - furono trovate tracce di terriccio e calce che furono comparate con la terra e la calce repertate presso la fossa dove erano state sepolte le vittime. La comparazione diede una compatibilità tale da poter affermare che i campioni avevano la stessa origine, e quindi da poter collegare i sospettati alla scena del crimine”. GEOARCHEOLOGO PER I DESAPARECIDOS. Tra i reati più gravi contro le persone rientrano i sequestri di persona e gli omicidi. In molti casi di persone scomparse, i loro corpi vanno ricercati utilizzando le tecniche della geofisica e della geoarcheologia. Essa infatti si occupa della ricerca nel sottosuolo di corpi sepolti occultati illegalmente (resti umani, fusti contenenti sostanze tossiche, armi, bunker). “È ormai noto alle cronache nazionali ed internazionali come il georadar sia un valido supporto in ambito forense per la ricerca di corpi od oggetti sepolti – lo afferma Pier Matteo Barone (geoarcheologo di Roma) con esperienza decennale nell’uso del georadar. “Recentemente tale strumento è stato impiegato durante le ricerche di svariate persone scomparse come Cristina Golinucci, Sandra Sandri, Roberta Ragusa, Emanuela Orlandi e Madeleine McCann. La tematica riguardante le persone scomparse riscuote maggior interesse e risulta di scottante attualità in Italia ed, centonove pagina 22 in particolare, in Sicilia, dove, l’anno scorso, madri, padri, figli, fratelli e sorelle di persone svanite nel nulla (quasi 2400 dal 1974 ad oggi) hanno chiesto, durante un sit-in di protesta, una legge regionale che predisponesse maggiori strumenti investigativi finalizzati al ritrovamento dei loro cari, tra cui, in primis, l’indispensabile georadar (Centonove del 20/09/2013). Due esempi, uno inglese e l’altro italiano, possono far capire bene come il georadar sia un essenziale supporto in ogni indagine criminale. Nel giardino di una casa nel Kent inglese, una lunga indagine è giunta al termine nel 2007. Fondamentale per la ricerca è stato il sistema georadar che ha scoperto i corpi sepolti di due adolescenti, Vicky Hamilton e Dinah McNicol, scomparse nel 1991. Tale strumento è stato di supporto fondamentale, per la loro individuazione, ai geoarcheologi presenti sulla scena del crimine, restringendo notevolmente e focalizzando il campo di ricerca. Nel 2013 la Polizia di Stato ha utilizzato il georadar, in collaborazione con l’unità sicilia cinofila ricerca resti umani, per l’individuazione del corpo di Samanta Fava, scomparsa a Sora (Frosinone). L’uso del georadar ha permesso di confutare i depistaggi ed indicare come il cadavere fosse stato occultato dal compagno della donna all'interno di una nicchia dello scantinato della casa dove viveva il quarantenne muratore, in seguito arrestato.” TUTELA PER L’AMBIENTE. Pier Matteo Barone sottolinea anche come il georadar sia anche utilizzato per l’individuazione di bunker sepolti (come nel recente caso Ablyazov, imprenditore e politico kazaco) ed oggetti di varia natura occultati, come il cosiddetto tesoro di Fanella o i fusti di inquinanti responsabili di molti disastri ambientali. Teatro di un disastro ambientale diagnosticato da numerose analisi sono i terreni inquinati a nord di Napoli, una volta molto fertili. “La dicitura Terra dei fuochi non mi è mai piaciuta, evoca qualcosa di spettrale, quasi fossimo al lago di Averno, ingresso virgiliano agli inferi eppure…eppure questa terra, la terra felix, come mi piace sempre ricordare, dista davvero pochi chilometri dal lago vulcanico” – lo afferma con una certa venatura poetica Giovanni Balestri (geologo e consulente ambientale di Pisa). L’agro aversano, quadrilatero tra Castel Volturno, Casal di Principe, Giugliano ed Aversa, sino agli anni settanta, era una terra incontaminata, ricca di pesche, fragole, mele, peperoni e tanto altro, ha continuato Giovanni Balestri. Poi il boom economico (in ritardo al Sud), l’asse mediano, l’asse di supporto, le tangenziali, gli svincoli, il bisogno di pozzolana per i cementifici, ed ecco che i campi si sono trasformati in enormi cave, poi riempite con rifiuti come sappiamo. Le cave scavate sino a raggiungere la falda acquifera, ed ecco che i rifiuti galleggiavano sul fondo di queste fosse e allora via ai camion che scaricavano dall’alto, dal bordo, senza nemmeno preoccuparsi di scendere con le rampe, proprio per non entrare in acqua. Le discariche tra Napoli e Caserta nascono da uno scempio del territorio e solo un geologo poteva correre in aiuto di queste terre. La Direzione Distrettuale Antimafia aveva bisogno di ripercorrere tutti questi passaggi di violenza, perpetratisi per quarant’anni e chi meglio di un geologo poteva farlo. E questo avveniva già nel 1997. Perché Giacomo Dugo Giovanni Balestri questa premessa? Perché quasi 17 anni? Ormai la tecnologia ha raggiunto un’alta specializzazione, sono le persone che vanno curate, addestrate, soprattutto ad affrontare situazioni complesse dove la geologia, la chimica, l’idrologia, la modellistica si intrecciano in un unico grande Quesito. Il Quesito che il Magistrato inquirente formula in fase di conferimento dell’incarico. E la risposta deve essere veloce, semplice, ma soprattutto certa. Eccoci ai 17 anni…perché così tanti? Perché i processi durano tanto e tutto farà sì che la tesi sostenuta dai Tecnici dell’accusa si scontri con la tesi dei Tecnici della difesa, ma non con la legge del più forte o del più convincente, bensì con la legge della serietà, della preparazione e dell'esperienza, ma soprattutto con la passione per questa nostra Professione e nostra Terra” - ha concluso Giovanni Balestri. Sulla nostra Terra è sempre più difficile trovare terreni incontaminati. Sempre più spesso si ritrovano invece terreni agricoli e prodotti della orticoltura contaminati. La geochimica dei terreni contaminati e la chimica degli alimenti sono utili alla ricerca di contaminanti nei terreni, nelle falde acquifere utilizzate a fini irrigui, o nei prodotti agroalimentari presenti sulle nostre tavole. Queste discipline stabiliscono se tali sostanze chimiche siano in concentrazioni inferiori o superiori rispetto ai limiti di legge. Le ricerche condotte sulla piana di Gela da Giacomo Dugo, ordinario di chimica degli alimenti (Direttore del Dipartimento di Scienze dell'Ambiente, della Sicurezza, del Territorio, degli Alimenti e della Salute dell’Università di Messina) hanno prodotto dati allarmanti. “Fin dal 1990, la piana di Gela è stata dichiarata Area di elevato rischio ambientale ed ai sensi della Legge n. 426/98 e del D.M. 10/01/2000 è stata inclusa nel Programma Nazionale delle Bonifiche Pier Matteo Barone Rosa Maria Di Maggio dei siti inquinati” – continua Giacomo Dugo. “La Regione Sicilia (con DDG n. 357/2007) ha individuato anche la falda acquifera come zona a rischio di inquinamento da fitofarmaci. La piana di Gela è caratterizzata da una fiorente attività agricola legata all’orticoltura da campo e in serra, specializzata nella produzione di carciofi e di pomodori, connivente con uno dei più grandi Poli Petrolchimici d’Europa con un’estensione complessiva di 500 ettari, costituito in prevalenza da raffinerie e da stabilimenti petrolchimici per la produzione di benzine, gasolio, GPL e pet coke. Le acque impiegate per l’irrigazione provengono da una falda sotterranea superficiale, che garantisce il necessario approvvigionamento idrico delle colture agricole. Dalle analisi effettuate sui pomodori per stabilire i livelli di eventuali contaminanti di origine antropica quali cadmio, piombo e rame, in base ai limiti stabiliti dal Regolamento (CE) N. 1881/2006, allarmano i tenori medi di Pb (0,187 mg/kg) che in tutti i campioni risultano due volte oltre i limiti previsti dalla normativa. Per i campioni di carciofi, per il Cd ed il Pb (Cd = 0,075 mg/kg, Pb = 0,111 mg/kg), si hanno valori medi superiori ai limiti di Legge (Cd = 0,050 e Pb = 0,1 mg/kg). Per il rame la normativa attuale non fissa alcun limite di sicurezza, ma la sua presenza è indicativa dell’utilizzo di tale elemento nelle pratiche agronomiche; a riprova di ciò i dati ottenuti sono stati confrontati con le analisi effettuate su campioni provenienti da aree non contaminate da attività antropiche di tipo industriale i cui valori, infatti, sono pari a Cd = 0,020 mg/kg, Pb = 0,024 mg/kg e Cu = 3,560 mg/kg. In definitiva, le indagini condotte da me e dalla mia equipe - ha proseguito e concluso Giacomo Dugo - permettono di affermare che i prodotti agricoli coltivati nella Piana di Gela contengono un 10 Ottobre 2014 eccesso in metalli tossici che superano i limiti di Legge (Granata T. et al., 2011)”. L’illegalità non riguarda solo i reati contro le persone o contro l’ambiente, ma anche il fiorente mondo della contraffazione di oggetti geologici (pietre preziose, fossili, ambra, lingotti, etc.). Per stabilire se una gemma sia autentica o meno o se un lingotto in oro o un fossile sia stato falsificato, si utilizzano varie tecniche analitiche che riguardano la mineralogia o la paleontologia. Le indagini da effettuare nel caso delle gemme e metalli, riguardano osservazioni delle caratteristiche ottiche e valutazione di certi parametri fisico-chimici. Nel caso di fossili vanno ricercate le caratteristiche della specie o si osserva se siano stati alterati. Le principali tecniche analitiche investigative su esposte e in generale le discipline delle geoscienze forensi verranno trattate durante il corso del Master in Geologia Forense, recentemente istituito a Messina. Si tratta di un percorso didattico di eccellenza, offerto dall’Ateneo Peloritano e unico nel panorama dell’Unione Europea. È frutto di una grande sinergia creata con Rosa Maria Di Maggio, allieva di Gianni Lombardi (consulente per il caso Moro) e tra i massimi esperti in Italia nel campo del forense. Il piano di studi prevede che gli iscritti, oltre a seguire le lezioni di eminenti docenti (tra cui anche il RIS Messina e la Polizia di Stato), usino strumentazioni ad alta tecnologia (dal georadar al SEM, dal diffrattometro a raggi x allo spettrometro di massa, etc.) ed eseguano le indagini relative ad un caso di omicidio plurimo commesso da un ipotetico serial killer che si nasconde nelle campagne di Alì. Alla fine del corso e della simulazione, i geologi forensi che avranno intrapreso questo percorso professionalizzante che colma un inspiegabile vuoto culturale, potranno immettersi nel mondo lavorativo conoscendo i segreti di un mestiere permeato da un fascino intrigante. Le domande di ammissione al master sono pervenute dal Nord al Sud Italia. Per tutti coloro che lavorano a questo progetto culturale, è motivo di grande soddisfazione assistere, per una volta, a questo eccezionale “fenomeno migratorio” all’inverso. direttore del Master in Geologia Forense - Messina RIS Cacciatori di tracce al microscopio MESSINA. “Sulla scena del crimine, il Cacciatore di Tracce sa dove guardare, cosa cercare e come interpretare gli indizi che troverà” - lo affermano Sergio Schiavone (Tenente Colonnello, Comandante del RIS di Messina) e Antonio Nicaso (giornalista) nel loro libro Cacciatori di tracce. “Ricordo le mie esperienze nelle rare indagini scientifiche in cui ci è stato richiesto di comparare tracce di terreni” - dice Sergio Schiavone. “Il nostro punto di riferimento – allora lavoravo presso il RIS di Roma – era il professor Gianni Lombardi della Sapienza. Ho visto, in quelle occasioni, come si preparavano le sezioni sottili e si svolgevano analisi di diffrattometria a raggi X. Ho Sergio Schiavone scoperto un mondo microscopico, in cui le variabili da prendere in considerazione in due campioni di terreno – prima di giungere ad una valutazione di probabile provenienza geografica comune – erano davvero tante (minerali, rocce, vegetali, microfossili, e frazione antropica). L’indagine che più mi ha appassionato, tra quelle condotte da questa mia figura di riferimento, è stata senz’altro quella sul rinvenimento di tracce di terreno nei risvolti dei pantaloni di Aldo Moro (Journal Forensic Sciences, 1999). Da quelle tracce fu possibile stabilire un rapporto con le sabbie del litorale laziale, alle quali faceva pensare anche l’individuazione di componenti vegetali e di frammenti di origine antropica. Questi ultimi erano costituiti da materiale plastico derivante, con ogni probabilità, dalle reti impiegate dai pescatori” – ha concluso Sergio Schiavone. centonove pagina 23 10 Ottobre 2014 sicilia MESSINA. Il Centro universitario apre le porte della Cittadella dell’Annunziata e traccia un bilancio Sport, tutto in una notte Educazione allo Sport in Marina Garibaldi Una giornata all’insegna dei tornei e della disabilità, che sarà la nuova mission dell’Associazione Cus Unime che gestisce gli impianti di Ateneo. Le prossime mosse? Un centro riabilitativo da aprire a gennaio MESSINA. Una “Notte Bianca” per illuminare la Cittadella sportiva dell’Annunziata e per aprire definitivamente i cancelli della struttura alla disabilità. È quella organizzata dalle 19 in poi di oggi (10 ottobre, ndr) dal Cus Unime Asd, che sta per festeggiare il suo primo compleanno. ANTICIPAZIONI. «La Notte Bianca proporrà attività sportive con normodotati e disabili. Non si tratta di un evento fine a se stesso - spiega il presidente dell’Associazione sportiva dilettantistica, Nino Micali - ma dell’avvio della nostra nuova mission, che prevede anche l’apertura di una sezione disabili per nuoto e tennis da tavolo». In ballo, però, non c’è solo questo, come anticipa Daniele Bruschetta, delegato allo Sport dell’Ateneo di Messina: «Da gennaio aprirà un Centro di Riabilitazione per traumatologie legato allo sport». Si tratta di un’idea risalente al precedente rettorato che non era stata messa in pratica ma che aveva comportato l’acquisto di attrezzature mai utilizzate. BILANCI. «In questi otto mesi continua Bruschetta - abbiamo lavorato per cambiare l’immagine dello sport universitario a Messina, e tutto ha avuto come sprone il rettore. Parte tutto dalla politica dell’Ateneo, per cui lo sport va visto come momento formativo, educativo e anche di forte prevenzione per la salute e dei disagi sociali». Unime, che con i suoi 60 operatori gestisce le attività con gli incassi, presto avrà una nuova struttura in carico: la nuova palestra all’interno dell’ex Palazzo delle Poste. Il delegato allo Sport Daniele Bruschetta e il presidente del Cus Nino Micali TUTTO IN UNA NOTTE. La manifestazione sarà anticipata nella mattinata da un convegno, promosso dall’Università di Messina, che si svolgerà alle ore 10.30 presso l’Aula Magna dell’Ateneo, sul tema “La Disabilità e lo Sport negli Atenei” i cui lavori saranno aperti dal rettore, Pietro Navarra, e Eugenio Guglielmino, Prorettore per i Servizi per gli studenti, ed al quale parteciperanno illustri personalità del mondo universitario e del mondo sportivo. Il programma della Notte Bianca dello Sport Universitario MILAZZO partirà già dalle 15.30 con tornei di diverse discipline “integrate” (tra soggetti con e senza disabilità) e l’esibizione di basket in carrozzina, per giungere poi, nel tardo pomeriggio, a competizioni alle quali parteciperanno anche alcuni dei migliori atleti regionali. Le iscrizioni ai tornei sono già aperte presso la segreteria della Cittadella Sportiva e all’indirizzo email [email protected] e si chiuderanno mezz’ora prima dell’evento. «L’Ateneo intende promuovere una cultura dello sport come momento di benessere - MILAZZO. Anche Milazzo organizza una giornata all’insegna dello sport all’aperto, con la possibilità di poter praticare oltre 20 discipline, seguiti da esperti di ogni singola attività. “Educazione allo Sport” è organizzato dal “Movimento Sportivi Milazzesi”, col patrocinio del Comune di Milazzo, Coni, Fidal, Csi, Cns Libertas, in programma domenica 12 ottobre dalle 9 alle ore 19 in Marina Garibaldi. Lungo l’elenco delle pratiche sportive che si poranno provare: Equitazione, Ping Pong, Badminton, Triathlon, Fitness, Ciclismo, Rugby, Apnea, Difesa personale, Vela, Volley, Canoa, Arti Marziali, Nuoto, Atletica, Bmx, Calcio, Tiro con l’arco, Tennis, Basket, Fitwalking, Diving, Mountain bike, Power yoga. L’iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa nella Sala Giunta del palazzo municipale di Milazzo, alla presenza del presidente del Msm, Gianluca Venuti, del delegato del Coni di Messina, Aldo Violato, del delegato provinciale della Libertas e della plurimedagliata Maria Ruggeri e dei vari rappresentanti dello sport milazzese. commenta Alice Baradello, Delegato ai Servizi per i Diversamente Abili - non solo fisco ma anche psico-affettivo. Questa è la prima iniziativa di un percorso nuovo che l’Università intraprende nella promozione della pratica sportiva per i portatori di disabilità e rappresenta una occasione di integrazione fortemente voluta dall’Ateneo». «Il nuovo percorso del Cus Unime parte con questo primo evento che mette al centro lo sport, ma sopratutto lo studente universitario», conclude Micali. (R.C.) IL PROGRAMMA Al via con un Convegno UN INCONTRO AL RETTORATO APRE LA LUNGA MARATONA. CHE CULMINERÀ CON UN PARTY FINALE ECCO IL PROGRAMMA del 10 ottobre per la Notte Bianca dello Sport Universitario. G Convegno sulla disabilità e sport nell'Ateneo di Messina nell’ aula magna rettorato: ore 10.00: saluti inaugurali del rettore dell'università di messina Pietro Navarra; ore 10.00 Giorgio Scarso; ore 10.20 Roberta Cascio; ore 10.30 Alice Baradello (“Uuniversità, disabilità e sport: una sfida per le pari opportunità”); ore 10.45 Daniele Bruschetta (“Il nuovo corso delle attività sportive all'Università di Messina”; ore 11.00 Antonino Micali (“Il nuovo corso del Cus Università Messina Asd”); ore 11.15 Ludovico Magaudda (“L'impegno dei corsi di laurea in scienze motorie a favore dello sport disabili: la storia”); ore 11.30 Fabio Trimarchi (“Realtà attuale e prospettive future”); ore 11.45 Alessandro Arcigli (“Ssport e disabilità”); ore 12.00 il testimonial Niky Clemente. Modera i lavori, Eugenio Guglielmino. G Le attività pomeridiane alla Cittadella: ore 15,30 inizio attività sportive integrate; ore 15,30 torneo di tiro con l'arco integrato; ore 15,30 torneo di calcio a 5 integrato; ore 16,00 torneo tennistavolo integrato; ore 17,00 gara di nuoto individuale per atleti con disabilità; ore 17,00 staffetta di nuoto integrata; ore 17,00 gara di centonove pagina 24 atletica leggera e boccia ore 18,30 premiazione tornei; ore 19,00 partita di basket in carrozzina. G Nella serata, dalle 19,30 attività libere di fitness e tornei: torneo di calcio a 5; torneo di basket torneo di beach volley; torneo di tennis/beach tennis torneo di mini -pallanuoto; ore 23,00 premiazione dei primi classificati ai tornei ore 00,00 party finale: grigliata e musica dal vivo. G Avviso ai nagiganti: Per gli studenti universitari, la partecipazione ai tornei sarà totalmente gratuita. Per quanto riguarda la cena, sarà offerta in cambio del contributo di 1 euro che sarà interamente destinato all'associazione italiana sclerosi multipla. 10 Ottobre 2014 economia REGIONE. Sindacati in Commissione bilancio all’Ars sul caso della spa in crisi Sviluppo Sicilia, allarme liquidazione Nata per favorire le politiche di promozione dell’imprenditoria giovanile e percorsi d’internazionalizzazione si ritrova a dover giustificare i suoi costi con la Corte dei Conti. Abbandonata dalla Regione PALERMO. Rischia di andare in liquidazione Sviluppo Sicilia spa. L’allarme è stato lanciato da Anna Cutrera e Pietro Cucuzza della Cisl che hanno affrontato il tema relativo alla crisi della società alla commissione Bilancio dell’Ars. Non sono bastate ai sindacati, le rassicurazioni dell’assessore all’economia Maurizio Agnello, che ha promesso un giro presso i direttori generali degli assessorati per sondare la possibilità di trovare incarichi di assistenza tecnica che facciano uscire Sviluppo Italia Sicilia dalla grave crisi di liquidità in cui è piombata. In ritardo, come per i dipendenti dell’Esa e della Forestale, sono anche gli stipendi dei 78 dipendenti e non è stata pagata la 14esima: i debiti verso i fornitori superano già il milione di euro. Ma da cosa nasce la crisi che investe la società-veicolo che dovrebbe favorire le politiche di promozione dell’imprenditorialità giovani e facilitare i percorsi di internazionalizzazione delle imprese e che più volte Crocetta ha dichiarato di ritenere “strategica”? A dispetto delle sue dichiarazioni, Rosario Crocetta non incontra, se non per pura circostanza, il direttore generale della società, Vincenzo Paradiso. Il manager nelle scorse settimane ha rassegnato le dimissioni nella mani della presidente, Carmelina Volpe, moglie del generale Tucci, nominato da Crocetta commissario alla Provincia di Palermo. Dal consiglio della società è uscita pure la funzionaria Grazia Terranova, che è andata a coordinare il settore partecipate, un sistema calabrodo che Vincenzo Paradiso costa alla Regione 312 milioni di euro l’anno, sul quale la Corte dei Conti, per conto del procuratore Maurizio Graffeo, ha già puntato gli occhi, chiedendo un nuovo rendiconto. Dai primi dati, solo le società poste in liquidazione dal governo Crocetta costano ancora alle casse della Regione, 7,5 milioni di euro. Della crisi societaria, Paradiso il cui stipendio si aggira sui 190mila euro l’anno, ha parlato nelle settimane scorse con i vertici di Invitalia, la società madre che ha ceduto le quote a Sviluppo Italia Sicilia. L’amministratore Domenico Arcuri si è mostrato informato della grave crisi di dissesto che interessa Sviluppo Italia, i cui locali si trovano sopra la sede dell’Irfis, in via Bonanno a Palermo. La crisi è dimostrata dal fatto che l’incubatore di Messina, 7600 metri quadrati in contrada Papardo, non ospita nessuna sturt-up e tutte le politiche di promozione del lavoro avanzate sulla carta dal governo Crocetta, hanno sempre tagliato fuori Sviluppo Italia: in ultimo la sciagurata gestione del piano-giovani, l’assessore alla Formazione professionale ha affidato un incarico di assistenza tecnica in house a Italia-Lavoro Sicilia ZOOM Lavoro Spa verso il fallimento PALERMO. Lavoro Sicilia Spa, al 100% in mano alla Regione e in liquidazione da un anno e mezzo, va verso il fallimento. Lo scrive il dirigente dell'ufficio speciale della Regione per le liquidazioni nella relazione consegnata alla Corte dei Conti. Nel documento si legge di "disastrosa situazione finanziaria" rappresentata dal liquidatore della società, a causa "di una rilevante perdita d'esercizio nel 2013" e della "completa erosione del capitale sociale". "Lavoro Sicilia - si legge nella relazione - è stata interessata da un pignoramento mobiliare richiesto dalla società proprietaria dell'immobile dove era situata la sede legale della società in dipendenza della esposizione di questa a titolo di canoni d'affitto non corrisposti. E' altresì presente un contenzioso dipendente dalle commesse ottenute dalla società". e un altro incarico diretto per l’inusitato importo di 5 milioni di euro al Formez di Catania, ente già posto in liquidazione dal governo Renzi. Chiari segnali di mancato gradimento del managment? Secondo il governo la società non può vivere con gli affidamenti di assistenza tecnica della Regione: l’Unione Europea ha contestato l’affidamento “in house” sul Piano di Sviluppo rurale. Al tempo stesso, la società, che è partecipata al 100% dalla regione, non può competere sul mercato. Un corto circuito di competenze e responsabilità, che-ad avviso dei sindacati-va risolto subito chiarendo il “focus” della società, che ha chiuso gli ultimi tre bilanci in perdita: mezzo milione nel 2011, due milioni e mezzo nel 2012, 1868,00 nel 2013. La perdita preventivata per il 2014 si attesta su 1,5 milioni. STRATEGIE Patrimonio immobiliare, si studia una società di transito Antonio Fiumefreddo MESSINA. La valorizzazione dei beni proprietà della Regione siciliana, svolta al semplice valore catastale, si attesta sul miliardo di euro. Ma ora la nomina, come responsabile del comitato di sorveglianza dell’avvocato catanese Antonio Fiumefreddo, in quota Prs, vicino al deputato Marco Forzese, riaccende i riflettori sulla Spi, la società di patrimonio immobiliare della Regione Siciliana. Guidata per anni dal professore Carlo Sorci, Opus Dei, la società che con un investimento di ottanta milioni di euro avrebbe dovuto censire tutto il patrimonio della Regione vanta un maxi-contenzioso con un manager, Ezio Bigotti, ex socio, sul quale la Corte dei Conti ha aperto un voluminoso fascicolo. Ma perchè nella galassia delle società partecipate dalla Regione, la “Patrimonio centonove pagina 25 Immobiliare spa” torna al centro dell’attenzione? L’entità dei debiti della Regione, costretta a chiede sempre nuovi mutui per riuscire a pagare le spese correnti, ha fatto balenare l’idea all’assessorato al Bilancio di creare una società veicolo dove fare confluire questi beni da porre poi sul mercato. Un fatto che fa scattare l’acquolina in bocca a tanti, se si considera che, in ipotesi si “svendita” assistita, i beni su cui tanti puntano gli occhi non sono il Teatro Greco di Taormina, che attirerebbe l’attenzione di tanti, ma tanti beni frazionati, proprietà rurali a Leni o a Santa Marina Salina, o beni di più immediata fruizione: l’ex Albergo di Colle San Rizzo, il Castello di Bauso, la colonia di Sant’Agata Militello, la Casa del Portuale a Messina, la Colonia di Lipari. 10 Ottobre 2014 economia ZOOM BARCELLONA. Il gruppo avvia oltre 300 procedure di mobilità. Gestisce i marchi Sigma e Mercato Alimentare Bonina, crisi nel carrello La società non solo vuole vendere il ramo di azienda della Csrs che gestisce quattro piattaforme logistiche, ma anche fare tagli nei punti vendita gestiti da Sbm, Sicilbon, Bondial. Ecco dove La sede del Gruppo Bonina nella zona industriale di Barcellona DI GIANFRANCO CUSUMANO Barcellona. Non solo logistica ma anche supermercati a marchio Sigma e Mercati Alimentari. Si continua a respirare una brutta aria in via Milite Ignoto, la sede principale del Gruppo Bonina che dopo la Sicilia aveva puntato il mercato calabrese ma si è ritrovata nel bel mezzo di una crisi di fatturato e forse d’identità. Non solo il patron Immacolato Bonina ha dovuto dare avvio alle procedure di licenziamento collettivo per 89 dei 132 dipendenti impegnati nelle quattro piattaforme logistiche della distribuzione delle merci nei 43 punti vendita di Sicilia e Calabria, ma a rischiare il lavoro altre 250 unità impegnati nei supermercati. Immacolato Bonina Venerdì 10 ottobre, alle 17, è stato fissato il primo esame congiunto con i sindacati per discutere della "Csrs Spa-Centro supermercati Regione Sicilia", la società del gruppo creata per assicurare la fornitura di prodotti tramite le piattaforme della sede centrale dell' area artigianale di Barcellona, dell'area Asi di San Filippo del Mela, dell'ortofrutta di Giammoro e Villafranca Tirrena. Ma nei prossimi giorni di esami congiunti se ne dovranno fissare altri. Secondo le comunicazioni giunte ai sindacati la società di Bonina, ha avviato procedure anche per le società satelliti (tutte con sede in via Milite ignoto di Barcellona): Sbm, Sicilbon e Bondial. La procedura di Sbm prevede 44 dipendenti in mobilità su 89 complessivi. I punti vendita interessati saranno quelli di Barcellona, Tremestieri Messina, Sant’Agata Militello, Fiumefreddo, Reggio Calabria. Quella di Sicilbon, società con 122 dipendenti, prevede la mobilità di 66 unità. I punti vendita che vedranno tagli si trovano a Catania (via Rotolo e Corso indipendenza); Misterbianco, Milazzo (via Rizzo e Piazza San Papino), Floridia (via Turati), Enna (Via Sciffitello) e Ragusa (via Scoglietto). Futuro incerto anche per Bondial srl, 50 dipendenti in mobilità su 102 complessivi. I punti vendita interessati si trovano a Barcellona (via Milite Ignoto e via Onorevole Martino); Messina (via CarrubbaZafferia e Tremestieri e Villa Dante); Villafranca Tirrena (via Principe Castelnuovo); Rosarno. Per le società con personale diviso in più regioni si attuerà una procedura ministeriale. Di certo per il Gruppo Bonina, c’è la chiusura delle piattaforme e l’affidamento a terzi del movimento merci tramite la cessione del ramo d'azienda e l' affitto a terzi del magazzino centrale di Barcellona. Il calo del fatturato si aggirerebbe intorno al 30 per cento dettata «da molteplici fattori quali una pressante concorrenza attuata da altre aziende del settore, la forte crisi di mercato, la persistente contrazione dei consumi ed il conseguente, insufficiente fatturato gravato per di più dalla repentina crescita dei costi fissi aziendali». La crisi parte da lontano. L’azienda del Longano aveva già attivato nei mesi scorsi una prima procedura di mobilità gestita attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali e più in particolare con la stipula di un contratto di solidarietà». In estate i bilanci del Gruppo sarebbero stati oggetto di una approfondito controllo da parte della Polizia tributaria di Messina, andato avanti per lunghe settimane. Non si conoscono le risultanze. Ma dalle parti di via Milite Ignoto i volti sono scuri. centonove pagina 26 Dall’addio al basket allo scivolone Gdm LE PRIME AVVISAGLIE CON L’ABBANDONO DEL TEAM. MA PRIMA ERA SFUMATO CARREFOUR Barcellona. Che le cose non andavano per il verso giusto lo si è capito in estate quando Immacolato Bonina, 47 anni, ha abbandonato la squadra di Basket cittadina. Le voci sulle sue difficoltà economiche ormai erano di dominio pubblico. E dire che fino a poco prima Bonina era pronto a fare investimenti milionari a Milazzo per realizzare una nuova piattaforma logistica a Grazia, bloccata da una burocrazia asfissiante, e a rilevare buona parte dei supermercati della calabrese Gdm, tra cui l’ex Carrefour di contrada Faraone (oggi Ipersimply della Fratelli Cambria). Bonina ha cominciato a muovere i primi passi, maturando una esperienza empirica, nella piccola bottega del padre, tra una lezione e l’altra all’Universita di Messina, dove si laurea presso la facoltà di Economia e Commercio. Nel 1991 fa nascere nella sua città il primo punto vendita Sigma. Negli anni successivi si espande prima nella provincia, e in seguito in tutta la Sicilia, fino ad oltrepassare lo stretto e insediarsi in un territorio difficile come la Calabria. Nel 2004 Immacolato Bonina si struttura in una forma societaria moderna e funzionale dando vita ad un Gruppo economico polivalente basato su una Holding, la Bondial Srl, alla quale fanno capo tutte le società controllate. Tra queste spicca per i suoi notevoli volumi e per gli apprezzabili indici finanziari, il Centro Supermercati Regione Sicilia Spa (CSRS) Srl , affiliata al Gruppo Nazionale Sigma - Società Italiana Gruppi Mercantili Associati, con sede a Bologna, e nel cui consiglio di amministrazione siede come vice Presidente l’intraprendente imprenditore barcellonese. I dati del 2012 del consolidato del Gruppo da un lato confermavano vitalità: 189milioni di euro realizzati con un incremento del 17,5% rispetto all’anno precedente, utili di esercizio circa 277mila euro in aumento dell’1,15% rispetto al 2011. (Gia.C.) economia STRATEGIE ECONOMICHE. Il dibattito sul trattamento di fine lavoro tra polemiche e propaganda Tfr in busta paga, anzi no Cambiare prospettiva alla “retribuzione differita” significa dover attuare un radicale intervento di legge che ne modifichi la natura. Ma non serve nè all’impresa nè al lavoratore. Ecco perchè DI MAURIZIO BALLISTRERI COSÌ COME PER la vicenda dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, anche per il tema del trattamento di fine rapporto, il dibattito rischia di scivolare nella propaganda e nella strumentalizzazione politiche. Nel primo caso una norma di tutela della parte debole del rapporto di subordinazione, viene contrabbandata come regola (rigida!) del mercato del lavoro; nel secondo, il TFR viene ad essere ritenuto sic et simpliciter parte della retribuzione; un’ipotesi che in campo sindacale è condivisa dal segretario della Fiom Landini e, prima di lui, da Bruno Trentin e Sergio Cofferati, già segretari generali della Cgil. Forse compulsando le elaborazioni migliori della dottrina e la giurisprudenza giuslavoristiche, si eviterebbero affermazioni scarsamente fondate. Come è noto il TFR è l’erogazione di una somma all’atto della cessazione del rapporto lavorativo: l’attuale istituto disciplinato dall’art. 2120 c.c. è conseguenza storico-giuridica di quelli preesistenti, come l’indennità di licenziamento prima e quella di anzianità poi. Il codice civile del 1942 modificò la disciplina dell’indennità di licenziamento, che assunse la denominazione di indennità di anzianità e nel 1966, con la legge n.604, la primigenia sulla tutela contro i licenziamenti illegittimi, anch’essa voluta con determinazione dai socialisti nel primo centro-sinistra, venne ad essere erogata in tutti i casi di cessazione del rapporto lavorativo, quella che nel lessico comune di definisce “buonuscita”. Nel 1982, si passa al TFR, che, sotto il profilo comparato, non ha riscontro in Sergio Cofferati altri ordinamenti, sostituendo tutte le altre indennità di fine rapporto comunque denominate e da “qualunque fonte disciplinate”, come statuì la Cassazione nel 2003, ad eccezione di quelle aventi natura e funzione diverse. La dottrina prevalente ha individuato il TFR come credito che matura durante lo svolgimento del rapporto e che diviene esigibile alla sua cessazione: “retribuzione differita”, secondo la qualificazione di Gino Giugni, anche se il differimento non riguarda il momento costitutivo della obbligazione bensì il momento dell’adempimento di una obbligazione in essere. Pertanto, il TFR, sin dalla sua origine, si è configurato come una retribuzione differita finalizzata a realizzare un “risparmio forzoso” per il lavoratore e, quindi, non in funzione di sostegno al reddito nei casi di disoccupazione, anche se c’è chi attribuisce ad esso anche natura previdenziale. La natura di “risparmio forzoso” trova riscontro nella previsione che i lavoratori dipendenti con almeno 8 anni di servizio possono chiedere al datore di lavoro un anticipazione del TFR sino al 70% per spese sanitarie per terapie e interventi straordinari, acquisto della prima casa, anche per i figli, astensione facoltativa per maternità e congedi per la formazione. La natura previdenziale in senso stretto è attribuibile al TFR nell’ipotesi in cui il lavoratore, volontariamente, destina gli accantonamenti ai fondi pensionistici integrativi, poiché gli stessi non rimangono più nella disponibilità del datore di lavoro, garantendo gli interessi indicati dalla contrattazione collettiva, come ribadito dalla Corte costituzionale e dalla giurisprudenza della Cassazione, che, dopo aver inizialmente attribuito a detti accantonamenti “natura di retribuzione differita con funzione 10 Ottobre 2014 previdenziale”, ha recepito quanto elaborato dalla Consulta. Per cambiare tale prospettiva legale del TFR è necessario un radicale intervento di legge che ne modifichi la natura, facendolo rientrare nella retribuzione strictu sensu, ma così si pregiudicherebbe in via definitiva, la già stentata vita della previdenza complementare, per non parlare del danno economico alle imprese, le quali accantonano solo virtualmente il TFR, e che quindi, sul piano sostanziale, costituisce una forma di finanziamento alle attività aziendali sino alla sua liquidazione ai lavoratori, che, storicamente, utilizzano tale istituto per migliorare il loro tenore di vita una volta collocati in pensione o lo investono in favore di un’attività economica propria o dei figli. Senza contare, che il TFR convertito in salari e stipendi farebbe crescere le retribuzioni in larga parte solo nominalmente, poiché aumenterebbero anche aliquote fiscali e pressione tributaria, con la perdita per molti lavoratori degli ormai “mitici” 80 euro, vanificando in definitiva l’operazione, finalizzata nell’immediato ad aumentare il potere d’acquisto e quindi i consumi. Forse lavoratori e imprese (si veda Confindustria) preferiscono che il TFR rimanga tale e attendono dal governo interventi di ben altra natura per aumentare retribuzioni e profitti, a partire dalla diminuzione del cosiddetto “cuneo fiscale”. *Docente di diritto del lavoro, Università di Messina LEGALMENTE AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI PALERMO AVVISO DI GARA Si avvisa che con delibere n.352 del 17.10.2013 e 422 del 22.04.2014 è stata aggiudicata la procedura aperta, per la fornitura di attrezzature sanitarie destinare a Presidi diversi dall’Asp di Palermo, suddivisa in lotti. Importo complessivo di aggiudicazione Euro 485.509,00, IVA inclusa. Gli atti di gara sono disponibili sul sito www.asppalermo.org. Per Il Direttore Generale Dr.Antonino Candela Il Direttore U.O.C. Provveditorato Avv.to Fabio Damiani SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA PUBBLICA GLI AVVISI ED ESITI DI GARA D’APPALTO SU CENTONOVE PER CONTATTARE LA REDAZIONE CHIAMA I SEGUENTI NUMERI: 090.9430208 - 9430206 fax 090.9430210 - 090.9430211 RICHIEDI PREVENTIVI ANCHE VIA E-MAIL A: [email protected] centonove pagina 27 10 Ottobre 2014 economia IN BREVE PUBBLICHE ASSISTENZE QUI EUROPA Unione europea e Cina sempre più vicine DI SALVATORE CIFALÀ CONSOLIDARE la collaborazione economica e industriale con la Cina e aprire opportunità commerciali con particolare riguardo alle tecnologie verdi in cui l’Europa è una dei leader a livello mondiale. Questo è stato uno degli obiettivi della missione che il Vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, accompagnato dal Commissario per l’Ambiente Janez Potocnik e una delegazione di sessanta imprese e associazioni di imprese nazionali ed europee effettuano a Pechino, in Cina. Tajani ha espresso la piena volontà dell’Unione europea di risolvere i tanti problemi esistenti tra i due colossi economici, ma soprattutto di rafforzare il lavoro comune in settori strategici quali l'innovazione industriale, il supporto alle PMI e, in vista di Expo 2015, il turismo. Il Vicepresidente Tajani ha anche rilevato l'importanza di garantire l’accessibilità effettiva ai rispettivi CONSUMATORI Comprare un’auto In questo periodo sono tante le famiglie che si stanno ponendo il problema di cambiare l’auto. E in tanti cercano di capire se sia meglio puntare su un maggiore sconto concesso dai costruttori, oppure scegliere di avere una vettura immatricolata dopo il 1° gennaio. Bisogna stare attenti agli allettanti inviti perché, si può verificare che la somma pagata per acquistare un’auto è ben diversa di quella pubblicizzata. Per questo è necessario seguire alcuni consigli: cercare l’auto che vi interessa sul sito internet della casa costruttrice sui modelli, versione, accessori e prezzi, una volta documentati si consiglia di recarsi da più di un concessionario per valutare le offerte migliori. Verificare che nel contratto il prezzo è bloccato fino alla consegna. Ricontrollare con attenzione che il venditore abbia scritto tutto ed in modo esatto. Non versare una caparra superiore all’8% del prezzo di fattura. Pagare con un assegno non trasferibile intestato all’azienda venditrice – se la vettura è già disponibile, chiedere che il vostro veicolo venga chiuso a chiave e non utilizzato, soprattutto come prove per altri clienti - prima di firmare l’acquisto ricordarsi che non si ha diritto di recesso (esiste solo per quei contratti stipulati fuori dai locali commerciali del venditore ed entro 10 giorni ) – si può recedere dal contratto qualora il veicolo non viene messo a disposizione entro 15 giorni dalla data stabilita per la consegna o entro trenta giorni da quella prevista – alla consegna verificare che il veicolo corrisponda a quello ordinato. Francesco Sabatino - Adoc Uil Messina mercati a parità di condizioni, anche ricordando che la stessa Commissione europea sta lavorando in maniera attiva in questo senso verso una revisione del codice dei visti Schengen per la libera circolazione delle persone. I rapporti bilaterali UE-Cina, anche alla luce delle recenti questioni commerciali aperte, sono stati al centro dei colloqui con il vice Primo ministro Ma Kai, il Ministro dell’Industria Miao Wei e il Ministro della Scienza e tecnologia Wan Gang. Sempre durante la missione il Vicepresidente Tajani ha incontrato il Ministro del Turismo cinese, Wang Zhifa, con cui ha firmato una dichiarazione congiunta per la promozione dei flussi turistici tra UE e Cina, anche attraverso la semplificazione dei visti, garantendo così un aumento delle rotte indirizzati ai grandi eventi, come appunto Expo 2015. Tajani ha poi incontrato il Ministro per il controllo della qualità, le ispezioni e la sicurezza alimentare, Zhi Shuping con il quale ha discusso sul controllo del METANIZZAZIONE mercato e la lotta alla contraffazione. Il vicepresidente ha anche posto l'accento sull'importanza di promuovere qualità e sicurezza per migliorare la competitività tra le due realtà, anche illustrando la nuova proposta di regolamento UE volta a migliorare il controllo del mercato e la tracciabilità. Al termine dell'incontro Tajani e Zhi Shuping hanno firmato un documento congiunto per rafforzare il sistema di scambio di informazioni sulla sicurezza dei prodotti, in un'ottica di importexport trasparente. Durante la visita, il Vicepresidente, ha avuto un lungo incontro con i rappresentanti delle business community cinesi ed europee per individuare le opportunità economiche e rimuovere gli ostacoli agli investimenti e al commercio che tuttora ostacolano i rapporti economici. In questo contesto Tajani ha anche aperto una serie di incontri e scambi tra imprese cinesi ed europee, promossi dal centro per le piccole e medie imprese dell'Unione europea a Pechino e dall'Enterprise Europe Network. L’ennese Colaneo guida l’Associazione nazionale ENNA. Sarà ancora l'ennese Lorenzo Colaleo a guidare in Sicilia per i prossimi 4 anni l'Anpas, l'Associazione nazionale delle pubbliche assistenze a cui aderiscono in tutta l' isola numerose associazioni di volontariato. La riconferma di Colaleo, 54 anni, funzionario della Prefettura, al termine del settimo congresso regionale svoltosi domenica scorsa alla sala Cerere di palazzo Chiaramonte a Enna. Sarà anche il candidato siciliano al prossimo Congresso Nazionale Anpas. Confermato anche il vice presidente uscente Vincenzo Angileri. Mentre Salvatore Pappalardo è il nuovo consigliere nazionale di diritto. CONSIGLIO PRESIDENZA ARS Nominati i nuovi direttori Pecoraro vice segretario generale PALERMO. Valzer di nomine a Palazzo dei Normanni. Il Consiglio di presidenza dell'Ars ha deliberato alcuni incarichi dirigenziali. Salvatore Pecoraro è il nuovo vice segretario a interim; direttore del servizio ragioneria è Riccardo Anselmo; Fabio Scalia al personale, Antonio Tomasello per il servizio Questura e provveditorato, Filippo Palmeri per il servizio commissioni con un interim all’ufficio della commissione bilancio, Umberto Garofalo al servizio informatica. NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO Ripartono i lavori sui Nebrodi 730 precompilato dal 2015 per 30 milioni di contribuenti MISTRETTA. Dopo quindici anni di attesa partono i lavori di metanizzazione nel comprensorio nebroideo. Già da qualche settimana Italgas, attraverso l'impresa calabrese Guerrisi, ha avviato gli scavi della rete metanifera a Mistretta. I lavori sono anche partiti a Santo Stefano Camastra e a Reitano. Per anni i lavori sono stati fermi, a causa di alcune interpretazioni controverse sul contrattop di gestione trentennale: può essere affidato un appalto da svariate decine di milioni di euro, provienete dai fondi ex Agenda 21, direttamente da Italgas, società subentrata Sicilianagas, società pubblica che ha progettato i lavori? L'interpretazione di legge è stata superata dalla volontà dei consigli comunali di non perdere i fondi a disposizione, mentre si discute delle aree montane "spesso" dimenticate da tanti servizi, proprio perchè le attivitgà rischiano di essere antieconomiche. STANNO PER ESSERE INTRODOTTE importanti modifiche nel sistema delle dichiarazioni dei redditi, generando un vero e proprio mutamento nei rapporti tra fisco e cittadino. Se fino ad oggi era il cittadino, tramite intermediari abilitati come ad esempio gli iscritti all’Ordine dei Consulenti del Lavoro, a trasmettere la dichiarazione e spettava al fisco controllare l’esattezza della stessa, dal 2015 il rapporto si inverte. Sarà, infatti, l’amministrazione finanziaria che fornirà ai contribuenti una dichiarazione precompilata e sarà il cittadino stesso a verificare l’esattezza e la completezza dei dati, effettuare i controlli ed apportare le eventuali modifiche. Ben oltre 30 milioni di contribuenti infatti saranno assoggettati al nuovo 730 precompilato che interesserà i lavoratori dipendenti, i pensionati e tutti quei soggetti che posseggono redditi assimilati al lavoro dipendente e che possono essere acquisiti da parte dell’agenzia delle entrate. I dati per l’inserimento nei dichiarativi saranno prelevati dall’anagrafe tributaria come ad esempio la dichiarazione dell’anno precedente e i versamenti effettuati, o acquisiti da soggetti terzi, come banche e compagnie di assicurazione per gli oneri detraibili e deducibili. I dati invece relativi ai redditi saranno prelevati dalle certificazioni dei sostituti d’imposta. Altri dati, invece, saranno inseriti dai contribuenti come ad esempio le spese mediche, le quali solo dal 2016 saranno prelevate direttamente dall’amministrazione finanziaria tramite la tessera sanitaria. Per quanto concerne le scadenze, la disposizione prevede che entro il 15 aprile di ciascun anno l’Agenzia delle Entrate metta a disposizione online la dichiarazione precompilata, che potrà essere accettata così com’è oppure modificata, rettificando i dati comunicati dall’Agenzia e/o inserendo ulteriori informazioni. La presentazione deve essere in ogni caso effettuata entro il 7 luglio. Per il controllo, l’integrazione e l’invio della dichiarazione, il contribuente potrà sempre avvalersi di professionisti ed intermediari abilitati alla trasmissione delle dichiarazione dei redditi. Un’ultima disposizione prevede che, se il contribuente si avvale dell’assistenza fiscale, i controlli formali saranno effettuati, senza più rivolgersi ai cittadini, direttamente su Caf o professionisti. centonove pagina 28 poster 10 Ottobre 2014 MURALES DI UMANITÀ VARIA CALENDARIO Gli artisti a dx, nicolò cappello sul set del suo corto - foto z ep studio MESSINA. Il prefetto inaugura la mostra il 7 ottobre in collaborazione con l’associazione Modellisti Fumetto, la nona arte Coinvolto l’ufficio scolastico provinciale, sei gli autori che partecipano con il contributo di Vincenzo Crisafulli. Dalle favole al west, ecco le storie di oggi a braccetto coi classici MESSINA. «Il fumetto è ancora vittima di qualche pregiudizio che mette in discussione la dignità estetica e la credibilità culturale di una forma d'arte che ha perseguito il successo di massa più che l'attenzione e il consenso della critica accademica. In questi cento anni ha saputo invece elaborare un linguaggio estremamente complesso e vario dal punto di vista stilistico, in cui si confrontano e si fondono parola e immagine». Scrive così Pietro Favari nel suo libro“ Un secolo di fumetti tra arte e mass media”. Ma il fumetto è davvero diventata la nona arte? Sembra di sì per i tanti appassionati, per gli illustratori. E non solo. Sarà infatti il prefetto di Messina, Stefano Trotta ad inaugurare il 7 ottobre nei saloni di rappresentanza della Prefettura di Messina la mostra di fumetti “Il fimetto la nona arte.” La mostra è organizzata in collaborazione con L’Associazione Storico Modellisti Messinesi e l’Ufficio Scolastico Provinciale di Messina, L’Agenzia Nazionale per i Giovani, con la partecipazione degli autori: Lelio Bonaccorso, Gianluca Gugliotta, Manuel Preitano, Giancarlo Rizzo, Val Romeo, Michela De Domenico e con il contributo di Vincenzo Crisafulli; sarà fruibile alle scolaresche ed al pubblico sino al 23 ottobre prossimo. Una manifestazione diversa dove sono presentati fumetti classici e fumetti moderni, personaggi che hanno accompagnato i giovani di ieri e sono amici di quelli di oggi, mettendo due mondi a confronto, e saranno abbinati in tridimensionale con personaggi, mezzi e modelli dell’Associazione Storico Modellisti Messinesi. Una mostra realizzata in un modo nuovo che consente sia a chi ama il fumetto e a chi vuole curiosare di scoprire tante notizie e curiosità riunite in un unico complesso in una sede veramente particolare: un Palazzo tra i più belli di Messina. Saranno presentati personaggi dei fumetti classici del West, che sono esposti con fumetti di oggi dei migliori fumettisti Messinesi che hanno realizzato fumetti su argomenti di spessore come l’Olocausto, o Problemi della donna in Culture Diverse dalla nostra. Ed ancora sulla Seconda Guerra mondiale, o l’attentato dell’ 11 settembre, o della Storia di Roma. Ancora libri di favole a fumetti, storie antiche e moderne tutti tradotti in Nona Arte. Sono presentati i numeri uno di molti fumetti, gli albi a strisce, o pezzi originali stranieri, uniti alle realizzazioni di oggi di ottimi disegnatori che lavorano per le migliori Primo incontro Martedì 7 ottobre Lelio Bonaccorso - fumetto sociale Modera: Arc. Giuseppe Miccichè Secondo incontro Giovedì 9 ottobre Gianluca Gugliotta - fumetto americano Modera: dott. Enzo Crisafulli Terzo incontro Martedì 14 ottobre Giancarlo Rizzo - illustrazione Modera: Lelio Bonaccorso Quarto incontro Giovedì 16 ottobre Val Romeo - fumetto italiano Modera: dott. Enzo Crisafulli Quinto incontro Martedi 21 ottobre Manuel Preitano - fumetto americano Modera: Bar del fumetto Sesto incontro Giovedì 23 ottobre Michela De Domenico - fumetto d'autore Modera: Bar del fumetto case italiane e straniere che producono fumetti nel mondo, e possiamo affermare un fumetto un personaggio per ogni lettore una storia di oggi che va a braccetto con un classico di ieri, ma che è sempre attualissimo. La mostra è visitabile il martedì ed il giovedì dalle 10 alle 12 e vi saranno le scolaresche e le conferenze dei fumettisti che espongono le loro opere, ancora sarà aperta al pubblico i mercoledì e venerdì dalle 15,30 alle 17,30 ed anche la domenica dalle 10,30 alle 12,30, l’ingresso è libero. ACCADDE OGGI A MESSINA a cura di Felice Irrera 541, approda con la sua flotta il pirata Mamuca Il 10 ottobre dell’anno 541 il pirata Mamuca, che, approdato sui lidi di Messina con la sua flotta, aveva fatto scempio di Placido e dei suoi Compagni e messo a ferro e a fuoco i dintorni della città, decide di togliere le ancore, ma quando le sue navi si trovano in mezzo allo stretto incappa in un’orribile tempesta: “Vengono inghiottite cento navi, con sedicimila ottocento soldati barbari per punizione divina” (P. Samperi, Messana illustrata, 1742). 1878, straripano i torrenti La notte tra il 9 e il 10 ottobre 1878, un violento nubifragio colpisce Messina. I torrenti straripano e il Boccetta, in particolare, minaccia di creare danni alle imbarcazioni ormeggiate in porto, tanto da rendere indispensabile l’intervento della Capitaneria di Porto. Anche molte abitazioni subiscono danni e il Municipio stanzia una somma di 1500 lire a favore dei danneggiati (cfr. G. Rizzo, Annali della Città di Messina (1862-1885), Intilla Editore 2007). centonove pagina 29 10 Ottobre 2014 posterstoria NEL LIMBO Galleria, quel restauro rimasto nel cassetto I prospetti Nord ed Est del Palazzo Ina-Inps MESSINA. Trattativa con l’Inps per il trasferimento nel palazzo storico di via Argentieri Archivio di Stato, nuova casa Gli spazi della sede dell’istituto previdenziale offrono mille metri quadri in più rispetto a quella attuale di via La Farina, che è decentrata, e sono di maggior prestigio. L’edificio fu progettato nel 1927 dal friulano Peressutti DI DANIELE DE JOANNON MESSINA. L’Archivio di Stato di Messina? Potrebbe ritornare in centro, ma anche in una sede degna di questo nome sotto il profilo architettonico, e con mille metri quadri in più a disposizione. A discutere da tempo del trasferimento da via La Farina, all’altezza di Maregrosso, a via Argentieri sono la direttrice dell’Istituto, Eleonora Della Valle, e la direttrice provinciale dell’Inps, Giuseppina Malaspina, che recentemente ha “incassato” la fusione (per incorporazione) degli uffici dell’Istituto di previdenza con quelli dell’ex Inpdap e dell’Enpals proprio nei locali dell’Istituto nazionale previdenza dipendenti amministrazione pubblica di via Capra, alle spalle di Palazzo Satellite. OBIETTIVO VIA ARGENTIERI. E la spending review dell’Inps si sposa con le esigenze dell’Archivio di Stato, trasferito dal via XXIV Maggio alcuni anni fa negli spazi più grandi e adatti, ma più lontani, di via La Farina. Infatti, con una leggera maggiorazione del canone, l’Archivio potrà trovare una nuova casa nella sede storica dell’Istituto di previdenza di via Argentieri, nato all’indomani del terremoto col nome di Palazzo Ina-Inps. Un edificio che offrirà circa mille metri quadri in più, si trova a un passo dal Municipio e dispone anche di piani cantinati (il cui utilizzo va però verificato, stante la presenza di falde acquifere sotterranee in tutta l’area). Il trasferimento, infine, potrebbe essere il MESSINA. ll “pezzo” più pregiato del Palazzo che dovrebbe ospitare la nuova sede dell’Archivio di Stato è la Galleria. Nel 1999, dopo anni di abbandono, sembrava arrivata la svolta. Era stato infatti elaborato un progetto di restauro, il costo dell’intervento, un miliardo e mezzo, e si stava lavorando per una convenzione con l’Inps, titolare di metà dell’immobile di cui fa parte la Galleria. Tutto, però, si è arenato nel 2004, in quanto l’Istituto di previdenza non riteneva convenienti i termini della convenzione firmata. In cambio della spesa per il recupero, infatti, il Comune di Messiva aveva proposto di averlo in concessione (a pagamento) per nove anni, un arco di tempo considrato eccessivamente corto dall’Inps per ammortizzare la spesa sostenuta. A quel punto, Palazzo Zanca ha fatto marcia indietro, e tutto e caduto nel limbo. A occuparsi della pratica, era stato l’oggi defunto dirigente Giovannino Corrente, che peraltro abitava nella parte privata dell’edificio, quella i cui tetti sono “lievitati” alcuni anni fa. primo passo per la riappropriazione, per la città, di uno spazio “negato”. LA GALLERIA. A caratterizzare l’edificio, infatti, è una Galleria coperta a vetri di cinquanta metri che collega il Duomo e il Municipio. Cinquanta metri che riassumono la gioia e l’ottimismo della ricostruzione successiva al terremoto del 1908 al sistematico annichilimento della identità creata dal piano regolatore di Luigi Borzì. La galleria Ina-Inps è definita impropriamente così, perché in realtà si tratta di un corridoio lungo l’asse longitudinale che separa i due corpi di fabbrica che ospitavano gli enti (adesso, la metà a ovest è abitata da privati). La LA SCHEDA Dalle origini a oggi LA PRIMA ISTITUZIONE FU NEL 1943, MA LE RACCOLTE DI DOCUMENTI INIZIARONO IN CITTÀ GIÀ DAL ‘600 MESSINA. L'Archivio di Stato di Messina, istituito come Archivio provinciale in esecuzione della legge organica sugli archivi del Regno del 1° agosto 1843 n. 8309, cominciò di fatto a funzionare il 31 luglio 1854. Divenne Archivio provinciale di Stato in forza del Regio Decreto del 22 settembre 1932 numero 1391. Assunse poi la denominazione col Decreto del Presidente della Repubblica del 30 settembre 1963 numero 1409. Fin dalla prima metà del secolo XVII erano conservate in diverse stanze del palazzo del Senato di Messina, che sorgeva nella piazza del Duomo, “le pubbliche e le private scritture, strumenti e memorie antiche e moderne; gli archivi della corte stratigotiale e della città”. L'Archivio municipale si conservava, invece, in una stanza a piano terra ai piedi della torre del campanile del Duomo. Nel 1679, per ordine del Viceré Francesco Benavides, conte di Santisteban, l'archivio fu trasportato in Spagna perché in esso si conservavano i privilegi con cui erano state concesse a Messina le prerogative e le franchigie di cui aveva fino ad allora goduto e di cui ora veniva privata per la sua rivolta contro il governo spagnolo. Inoltre, a partire dal 1673, aveva cominciato a funzionare a Messina uno speciale archivio per la conservazione degli atti notarili: in tale anno, infatti, il Senato di Messina aveva adottato ad archivio due stanze del palazzo senatorio e rivolto istanza al Viceré, Claudio centonove pagina 30 Lamoral, principe di Ligne, perché ordinasse che in esso fossero depositati da coloro che ne erano in possesso gli atti dei notai defunti. Il Viceré emanò un bando in proposito il 20 aprile del 1673, dando quindici giorni di tempo per la consegna degli atti. Da questo archivio notarile, che fu uno dei primi del genere istituito in Italia, tra il 1895 e il 1896 furono versati 35.096 volumi notarili degli anni 1400-1840 all'Archivio provinciale di Stato, che già, dal 1854 in poi, aveva ricevuto gli archivi di uffici e magistrature soppressi e numerosi versamenti di documenti da parte di uffici e magistrature allora in funzione Distrutta la città dal terremoto del 1908, il recupero dei fondi archivistici fu quasi totale. La loro distruzione si verificò, invece, il 25 maggio 1943, quando il deposito più grande dell'Archivio fu colpito da spezzoni incendiari durante una incursione aerea. posterstoria 10 Ottobre 2014 DIAMO I NUMERI Più di 800 visitatori in appena otto mesi MESSINA. 883 visitatori, 149 persone coinvolte nelle visite didattiche e 4567, tra volumi, libri e documenti, consultati. Questi i numeri del 2014 (fino allo scorso agosto) riguardanti l’attività dell’Archivio di Stato, che è aperto tutte le mattine dalle 8 alle 14 e anche dalle 14,30 alle 17,30 il martedì e il giovedì. Tanti i fondi che possono essere consultati dagli utenti. Econe alcuni: Agenzie delle imposte (Castroreale, Lipari, Messina, Mistretta), anni 1870-1897; Archivi gentilizi, anni 13081900; Archivio notarile mandamentale di Barcellona, anni 1862-1942; Archivio notarile mandamentale di Milazzo, anni 1856-1891; Atti dei notai del distretto di Messina, anni 1400-1873; Atti dei notati del distretto di Mistretta, anni 1508-1873; Atti dei notai del distretto unico di Messina, anni 1815-1884; Avvocatura distrettuale dello Stato, anni 1936-1980; Camera agrumaria, anni 1908-1950; Casa di pena per donne, anni 1901-1908; Comitati comunali di liberazione nazionale, anni 1944-1946. La Galleria Ina-Inps sua trasformazione in spazio coperto è infatti successiva alla costruzione. L’edificio, o meglio i due edifici, sono per stati un tempo erroneamente attribuiti a Luigi Coppedè, l’architetto fiorentino che fu maestro della tanto ingiustamente bistrattata stagione dell’eclettismo italiano, ma, sebbene a Messina non manchino edifici da lui firmati o attribuiti alla sua opera, i palazzi InaInps non sono riferibili all'architetto sia stilisticamente, sia perché, negli studi per un restauro “abortito”, è venuto fuori il nome del vero progettista: e cioè il friulano Gino Peressutti (Gemona del Friuli, 21 giugno 1883 - Padova, 4 ottobre 1940), firmatario del progetto di “Cinecittà” (insieme all'ingegnere Carlo Roncoroni) e autore, sempre su committenza Inps, della sede di Padova (1936). Il progetto esecutivo del complesso Ina-Inps, redatto nel 1927, (si legge nella studio per il restauro) prevedeva solo la chiusura al passaggio pedonale dell’area senza includere la copertura. E certamente all’architetto si possono ascrivere i raffinati cancelli a nord e a sud, che sono illustrati minuziosamente nelle tavole. Assenti completamente, invece, sono la copertura a vetri e i prospetti interni. Se ne deduce, quindi, anche per un certo scarto stilistico tra la modulazione delle facciate esterne e il partito decorativo interno, che quest’ultimo sia stato realizzato in una fase successiva e da un’altra mano. I prospetti interni, infatti, sono interamente dipinti con pitture policrome e decorati con applicazioni in calcestruzzo a basso rilievo di repertorio neoclassico: capitelli, lesene e cornici. In telai metallici con decorazioni molto semplici è invece l’armatura della copertura a vetri. Le pitture murali sono quasi del tutto caratterizzate da un repertorio che saccheggia a piene mani dal primo Rinascimento, quando il recupero della classicità raggiunse la sua massima espressione. E così, mascheroni, cornucopie e candelabri animano le superfici accanto a elementi più semplici. Per il resto, fanno capolino elementi del repertorio liberty ed eclettico. Proprio nella decorazione interna, si può trovare una minima giustificazione che la galleria sia stata attribuita a Coppedè, fatto altrimenti incongruo. L’esterno, invece, è caratterizzato da ordini sovrapposti con finestre e bugnati che riprendono motivi rinascimentali e del Una parte dei fondi dell’Archivio Manierismo, seppur semplificati secondo il verbo razionalista dell’epoca, che Peressutti adotto pienamente per la sede Inps di Padona. Per anni, lo spazio della Galleria è rimasto in uno stato di conservazione che ha alternato alti a bassi. La copertura ha i vetri non a norma di legge. In pessimo stato, inoltre, le decorazioni pittoriche e le applicazioni in calcestruzzo, danneggiate dalle acque piovane che via via si sono infiltrate dal tetto. Ciò ha provocato il cancellamento di parte delle pitture, il rigonfiamento degli intonaci, la formazione di muffe e l’annerimento dei decori. A tutto questo, però, va aggiunto anche un intervento di “restauro” del prospetto ovest, riintonacato e dipinto totalmente un paio di anni fa. A marcare a sud e a nord gli ingressi, sono due campate caratterizzate da una coppia di archi ciascuna. La prima, verso il duomo che propone due serliane. La seconda, verso il municipio, due archi a estradosso trapezioidale, che riprendono i motivi delle aperture sui prospetti esterni. A caratterizzare l’intero complesso, infine, quattro fontane angolari con conchiglie in travertino, pienamente coerenti col sapore già razionalista delle facciate. IN PARALLELO La Biblioteca fenice DEVASTATA DAI BOMBARDAMENTI DEL 1943, RINACQUE INTORNO AL NUCLEO “PUZZOLO SIGILLO” MESSINA. La biblioteca nasce contemporaneamente all'istituzione dell'Archivio di Stato di Messina, il 31 luglio 1954. Il 25 maggio 1943, durante la seconda guerra mondiale, quando la sede dell'Archivio fu danneggiata durante un incursione aerea, anche il materiale librario, che si trovava negli stessi locali colpiti dalle bombe, fu distrutto o disperso, lasciando la raccolta priva del suo nucleo originale. Quella dell’Archivio di Stato di Messina è una biblioteca specializzata costituita soprattutto da una sezione di supporto allo studio archivistico e da opere relative alla storia di Messina e della sua provincia. Un nucleo di 1230 volumi proviene da una biblioteca privata, “Puzzolo Sigillo”, acquistata per l'Archivio, intorno al 1962, dal Ministero dell'Interno. Il fondo librario è a carattere prevalentemente giuridico ma contiene anche opere pregevoli, antiche e rare, a partire dal 1500, riguardanti la storia della Sicilia. Sono presenti, inoltre, tre sezioni pertinenti la storiografia e altre sezioni di opere a carattere generale, di scienze economiche-politiche-sociali, di letteratura e di dizionari ed enciclopedie. La sezione periodici è ubicata nella sede centonove pagina 31 distaccata dell'Archivio, contiene alcune delle principali riviste di storia siciliana e messinese. Il patrimonio librario si arricchisce di opere inviate dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con omaggi di enti e autori e con l'acquisto diretto da parte dell'Istituto che verte, soprattutto, su opere riguardanti la storia locale. La biblioteca è aperta al pubblico tutto l'anno tranne due settimane nel periodo di agosto. La consultazione avviene nella Sala di Studio ed è, di regola, riservata solo agli studiosi che effettuano ricerche di archivio. Tuttavia, anche in considerazione della difficile situazione delle biblioteche della città, la sua consultazione è consentita a tutti coloro che ne fanno richiesta. Essendo essa una biblioteca annessa alla Sala di studio, non è consentito il prestito. 10 Ottobre 2014 posterlibri PALERMO. Un gruppo di studiosi approfondisce il significato etico e teologico del martirio di Padre Puglisi Il vangelo secondo don Pino A 21 anni dall’omicidio di Brancaccio, il saggio a cura di Massimo Naro, una rilettura per Sciascia Editore delle vicende del prete fra i boss, “servo sofferente” enigmatico e profetico DI AUGUSTO CAVADI MESSINA. Ancora una volta, il 15 settembre, la chiesa cattolica siciliana ha fatto memoria del martirio di don Giuseppe Puglisi, assassinato esattamente ventun anni fa. Un gruppo di studiosi, coordinato dall’infaticabile don Massimo Naro, ha voluto approfondire il significato etico e teologico di questa vicenda con un bel testo: Pino Puglisi per il vangelo. La testimonianza cristiana di un martire siciliano (Sciascia, Caltanissetta – Roma 2014, pp. 107). Don Giuseppe Bellia ha ripreso, cercando nel Primo Testamento e in particolare nel libro di Isaia, la tematica del martirio alla luce della figura profetica e enigmatica del “servo sofferente”: che, in una lettura comprensiva, si riferisce sì a Gesù di Massimo Naro Nazareth ma anche a quanti si impegnano per la verità e la giustizia. Giuseppe Anzalone invita, sulla scia di papa Francesco, ad adottare “la grammatica della tenerezza per leggere il caso serio di don Pino Puglisi”. Di indubbia originalità il contributo di Angelo Romano che, LACERTI DI LETTURE partendo dal progetto architettonico ideato dal parroco di Brancaccio per la costruzione della nuova parrocchia, risale alla sua idea di comunità cristiana come presenza forte e chiara nel territorio, in alternativa ad altre presenze, non meno forti ma non altrettanto limpide. Chiude il volume il corposo saggio di don Cosimo Scordato che, con la solita franchezza di toni, va alla radice degli eventi: “la mafia ha ‘rispettato’ la Chiesa nella misura in cui essa non ha messo in discussione il suo controllo del territorio e il prete si è fatto affiziu ru parrinu (l’ufficio del prete) tutto casa e cheisa, promotore di processioni: un prete che campa e fa campari. Ma don Pino è venuto allo scoperto, ha scelto di uscire dalla sagrestia e di vivere fino in fondo i problemi, i rischi, le speranze della sua gente; non sono fisime le sue, egli desidera, in quanto parroco, la liberazione e la promozione del suo popolo, accettando tutti i rischi di una scelta, che dovrà fare i conti con coloro che pretendono di avere un controllo indisturbato del territorio”. Ma se il succo della storia è questo, la memoria del piccolo prete non può che riuscire inquietante per i preti, anzi per i cristiani, anzi per i cittadini di oggi: quanti di noi sono disposti, nell’esercizio quotidiano dei propri compiti sociali e professionali, a pestare i piedi dei mafiosi e dei loro amici infiltrati nei gangli vitali della società siciliana? Non è piuttosto vincente, maggioritario, l’atteggiamento di chi, navigando a vista, si propone di evitare tanto l’infrazione del codice penale quanto la trasgressione di altri codici non scritti che soli garantiscono quieto vivere, favoritismi privati e in qualche caso fortune elettorali? LA CLASSIFICA Don Pino Puglisi DI FELICE IRRERA Un pisano che vive a Firenze dedica proprio ad essa questi racconti, che sono vere e proprie passeggiate d’amore e d’amicizia, di ozio e di lavoro in una città ammirata per le bellezze artistiche, ma anche tanto ricca di scorci nascosti. È una vera e propria ampia carrellata di luoghi e di ritratti di gente comune Marco Innocenti, Firenze amara e dolce, Avagliano 2014, € 13,00 Casati Modigliani Dan Brown 1Sveva La moglie magica - Sperling & Kupfer 4 Inferno - Mondadori Markus Zusak Stefano Benni 2Storia di una ladra di libri - Frassinelli 5 Pantera - Feltrinelli Tiziano Tersani Massimo Gramellini - La magia di 3straordinaria Un' idea di destino. Diari di una vita 6 un buongiorno - Longanesi Longaneri www.wuz.it FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA) Voglia lenta L’amore cieco è quello che ha più immaginazione. “Peggio sarà quando, telefonando, le nostre facce potremo vedere, è meglio adesso che, immaginando, ciascuno si figura il suo piacere, e la parola, calma calda dice, mentre la mente, svelta creatrice, gioca la gioia delle sue invenzioni, vedersi creerebbe confusione. L’amore è cieco ma sa immaginare.” A volte il desiderio deve essere declinato, ratificato, con le parole. Ciò lo rende più erotico, più immaginifico, più esaltante. “Non voglio solo il tuo corpo gioioso, il grido che tu nutri nella gola, lo sguardo che arde muto nel riposo, ma la tua voce e la tua parola.” La bellezza delle donne si sublima nell’estasi dell’orgasmo, non bisogna perdersi questa visoni distraendosi con il proprio banale piacere. “Per quanto bella tu ti sia sentita, mai lo sei stata come quando gridi, ora, il mio nome, e chiudo gli occhi alzando il volto, e ridi, le mani aperte in quella posizione, e immobile godi il tuo piacere: vorrei che tu potessi vedere. ” Quel rallentare saggio che sa che l’orgasmo è l’apoteosi, ma anche la fine, del piacere. “Attenta, attenta: ora non corriamo incontro uno all’altra con urgenza, come reduci urlanti nel richiamo: lascia che entri con voglia lenta, molto lenta, e tienimi lo sguardo, attenta, attenta.” L’amore ebbro è il più esaltante. “Del tabacco non so: quanto a Bacco, è noto il suo dolcissimo favore, la sua alleanza al piacevole attacco a Venere, nel punto dell’amore, in giusta dose e nel giusto momento, delicato filtro coadiutorio per fare rossa un’occasione rosa.” La dolcezza impagabile dell’ultimo abbraccio intimo. “L’orgasmo è venuto, travolgente, e per di più contemporaneamente, meravigliata e doppia commozione. centonove pagina 32 Ora, dentro di te, vado sfiorando, rientro nei miei limiti, m’arrendo, però senza sospetto di viltà, all’umana stanchezza, e tu, sentendo, ti stringi attorno alla mia umiltà.” L’amore che a tarda notte si intrufola sotto le coltri, assonnato, cieco: improvviso bisogno che interrompe il sogno. “Mi sveglio: il buio caldo attorno, e la scienza di te che dormi accanto, a onde invasa da fiato fondo, e non lo vorrei fare, ma porto la mia mano sul tuo sesso e con le dita frugo e tu, dormendo, prendi ad ansimare sognando ciò che in sogno ti è permesso.” Le gambe delle donne: morbidi leve che nell’orgasmo cingono e trattengono con tenera pressione l’amante, garantendo la prosecuzione della specie. “<Arti atti alla deambulazione> il dizionario chiama le tue gambe. Definizione stramba fra le strambe. Le cosce: due piedritti caldi e lisci di un architrave sapido e vermiglio.” Lacerti tratti da: “Amore morale ” (parteII) - 2001 Roberto Piumini 10 Ottobre 2014 posterlibri L’INTERVISTA. A tu per tu con Silvia Senestro, autrice di Opera di mammà «Vi spiego perché è tutto sua madre» Il saggio di una psicologa piemontese su 10 tipologie di donna: dalla Twister alla Hello Kitty ecco come l’imprinting influenza la vita dei futuri adulti. Un viaggio di studio ma con il gusto DI MARIA TIZIANA SIDOTI RACCONIGI. Due bambole di matrioska: una grande, nella tradizione russa, la "madre", l'altra piccola ossia il "seme", il neonato in fasce. È questa l'immagine di copertina del saggio "Opera di mammà" di Silvia Senestro, psicologa clinica piemontese. Che, pubblicato dalla Casa Editrice Kimerik, siciliana di Patti, nella collana didasko, è un viaggio nel mondo delle madri e non solo. Un percorso nell'imprinting materno che conduce a 10 tipologie di mamme: dalla Twister alla Hello Kitty, dall'Istitutrice alla Protagonista con una serie di casi e "segni" in cui il lettore può riconoscersi, con l'idea che sia la madre che il figlio, "opera di mammà" per l'appunto, possa emanciparsi e trovare una sua giusta via di equilibrio, e la convinzione anche che, nonostante l'azione materna, il figlio attraverso altri punti di riferimento come scuola o amici, attraverso la crisi adolescenziale ed il proprio spirito creativo, possa liberarsi dal giogo di certi errori materni e talvolta raggiungere risultati straordinari, anche per un senso di rivincita, che a volte non avrebbe ottenuto in una famiglia più sana. E questo viaggio la Senestro lo fa con aneddoti, episodi esperenziali e citazioni scientifiche ma anche con humour, fino al grottesco ed al tragicomico, alleggerendo un bagaglio in sè delicato e doloroso. Come e quando è nata l'idea di questo suo lavoro "Opera di mammà"? «Lavorando con pazienti adulti, io vedo gli esiti "sul lungo periodo" del condizionamento materno. Ho avuto decine di pazienti di 40 o 50 anni che denunciavano stati di malessere psicologico legato ad esperienze di vita molto remote, dovute, appunto, alla relazione con le loro madri. Ovviamente nel mio libro non c'è nessun accanimento contro le mamme che già troppo spesso vengono bersagliate da critiche ma un intento costruttivo». È stato un lungo lavoro? «È stato lungo il lavoro di raccolta dei casi clinici: in pratica 10 anni passati nel mio studio ad ascoltare storie di vita e a registrare mentalmente in quali e quanti modi l'opera delle mamme possa essere nociva. Oltre alle esperienze lavorative va naturalmente sommata quella personale di mamma e di frequentatrice di luoghi come le scuole e i giardinetti, un vero e proprio palcoscenico. La stesura del libro, invece, è stata più breve: ho iniziato a scrivere quando ho sentito di avere materiale a sufficienza» La scelta di un registro ispirato all'ironia? «Quel tipo di registro mi appartiene nella vita professionale e in quella privata. Non è raro che i miei pazienti si ritrovino, durante una seduta, a sorridere o anche a sghignazzare di aspetti che erano sempre e solo stati fonte di sofferenza. Poi magari dopo 10 minuti piangono... smuovere emozioni efa parte del mio lavoro». Da "La Nichilista o che vita vuota, che vuota vita" a "La Protagonista", dalla "Twister o un tornado d'amore" alla "Hello Kitty", da "La Bodyguard ossia Ti proteggerò io" a "La Sposa", dalla "Mamma perfetta" all'"Impegnata e l'Evanescente" ossia 10 tipologie: quale reca più danni al bambino futuro adulto? «Credo che le mamme potenzialmente più pericolose siano quelle che, per amore, fanno troppo. Le mamme iperattive fanno, disfano, proteggono, si sostituiscono ai figli nell'esplorazione, nella comprensione, nell'interpretazione del mondo circostante. Il piccolo, avvolto in un bozzolo protettivo ma soffocante, viene esposto ad una quantità notevole di rischi futuri. No, quindi, alla mamma Bodyguard, che si pone come una guardia del corpo del figlio, e alla Twister, che vive e opera come un ciclone inarrestabile. Tipologie come l'Impegnata, l'Evanescente, e perfino la Nichilista, pur commettendo degli sbagli e arrecando sofferenza ai figli, per lo meno lasciano loro uno spazio per crescere, qualche possibilità di scelta, un vuoto da riempire. Il figlio, crescendo, dovrà fare i conti con quel vuoto, e ne soffrirà ma tendenzialmente sarà meno danneggiato rispetto ai figli di mamme-ciclone o iperattive». "In medio stat virtus" dicevano i filosofi scolastici, ispirandosi ad Aristotele: questo sembra essere anche lo spirito del suo saggio. «Assolutamente sì. Viva la misura, il buon senso, il giusto mezzo. La "Madre Perfetta", come si evince dal libro, è spesso una donna sull'orlo (o in piena) crisi di nervi. "The Normal One" è una donna imperfetta, stanca, con i suoi pregi e difetti, che permette al figlio di fare esperienze dirette di vita, gli trasmette amore per la vita e fiducia nel futuro, lo protegge con misura, vive con Silvia Senestro saggezza la propria età, nonostante i mille impegni riesce a dedicargli un pò di tempo autentico, lo rispetta per quel che è, lo aiuta a diventare progressivamente autonomo... tutto qui... facile no? Scherzi a parte, non esiste una ricetta; credo che amore e senso della misura siano gli ingredienti base, poi è il nostro figlio che ci insegnerà a fare la mamma, giorno per giorno». So che molti le hanno chiesto, perchè non un libro anche sui padri che, comunque, nel suo testo sono menzionati e descritti accanto alle tipologie di madri. Io le chiedo, invece: ha pensato anche ad un'appendice sulle nonne, in qualche caso da lei citate, a volte molto "presenti" nella vita dei nipoti? «Grazie di cuore per non avermi fatto la domanda sui padri! Me l'hanno fatta talmente tante volte alle presentazioni, che d'ora in poi mi stamperò la risposta su una maglietta. Ma veniamo alle nonne. Oggi molte nonne trascorrono parecchio tempo con i nipoti, assumendo al 100% un ruolo educativo fondamentale. Di nonne Bodyguard e Twister ne ho viste a decine ai giardinetti. Non mancano nemmeno le Nonne Perfette, le Nichiliste, le Evanescenti e (sob) le Hello Kitty, che si vestono e si comportano come adolescenti. Sarebbe interessante occuparsi delle differenze regionali su questo argomento; qui in Piemonte osservo una prevalenza di mamme e nonne Bodyguard e Nichiliste. Chissà cosa accade in Sicilia? Quel che è certo è che oggi non può più valere la vecchia regola secondo cui ai genitori spetta il ruolo educativo, mentre i nonni servono a coccolare e viziare i nipoti: questo può funzionare nei casi in cui il nonno vede il nipote 2 ore la domenica pomeriggio ma non quando il rapporto è quotidiano. Quindi anche per quanto riguarda le nonne, sarebbe auspicabile quella sana via di mezzo condita di buon senso di cui raccontavo prima» Lei vive e lavora nel piemontese: com'è nata la collaborazione con la Kimerik, casa editrice di Patti? «Ho conosciuto indirettamente Kimerik un paio di anni fa, quando una mia amica ha pubblicato una raccolta di poesie. Questa Editrice lascia grande spazio agli scrittori emergenti, anche alla prima esperienza, e così è nata questa collaborazione che mi sta dando grande soddisfazione nonostante la distanza geografica». "Opera di mammà" è la sua opera prima: progetti futuri di scrittura e non? «Ora mi sto riposando perché con la mia famiglia siamo reduci da un periodo faticosissimo. I miei bambini hanno 6 e 4 anni, mio marito viaggia molto per lavoro, nel giro di pochissimo è uscito il libro e abbiamo traslocato..ho accumulato una quantità di fatica smaltibile in non meno di 1 anno». ZOOM Kimerik, una storia "lunga" 15 anni PATTI. Mentre Silvia Senestro, autrice di "Opera di mammà", è piemontese di Torino, e nel cuneese, a Racconigi, opera nella Psicologia Clinica per adulti, la Kimerik, casa editrice che ne ha pubblicato il saggio, è di Patti: con un nome che rimanda al "kimerico" delle parole, e alla velocità di internet, dove il "ch" ha ceduto all'uso della "k", per l'appunto, nata nel '99. Reduce dalla Fiera del Libro di Catania di fine settembre, dall'8 al 12 ottobre è a quella di Francoforte, e a novembre dal 7 al 9 a quella di Chiari, e dal 14 al 17 all'omologa di Padova, mentre in Sicilia gli appuntamenti sono il 14 ottobre alle 17 a Catania al Castello Leucatia con i finalisti del primo Thrinakrìa, tra cui Lina Tringali che il 28 alla catanese Biblioteca Comunale Livatino presenta "Odori e sapori di casa mia". 5 autori della Kimerik sono tra i vincitori del Tulliola Renato Filippelli: il messinese Antonino Crisafi con "Gocce d'amore", e Giancarlo Piciarelli, romano, con "Come quando fuori piove", terzi ex aequo, e Giuseppa Mistretta di Corleone con "Lettera a Corleone", e lo spezzino Lorenzo Tenerani con Geminix", quarti per la narrativa, ed il nuorese Albino Bernardini, secondo nella saggistica con "Un secolo di memorie", premiati il 7 ottobre a Formia. (M.T.S.) centonove pagina 33 10 Ottobre 2014 posteriniziative PROTAGONISTI. Messina vista con gli occhi di un grande viaggiatore greco stessi abbiamo visto con i nostri occhi molte loro buone azioni, in meno di cinque mesi di permanenza lì. Perciò, spesso, se il prete annunziava che qualche connazionale era in difficoltà, loro subito accorrevano ed aiutavano con affetto e cristiana solidarietà. La sola cosa finora trascurata da loro, Tra il 1864 e il 1865 il soggiorno nella città dello Stretto dell’intellettuale originario di Cefalonia. forse per il loro modesto numero, è stata di chiamare qualche maestro per La sua testimonianza che abbraccia una pagina di storia importante per la comunità ellenica istruire i loro figli che rischiano di perdere la loro lingua avita. Non si DI DANIELE MACRIS in gran parte pensi che diciamo assurdità, dal Epiroti, momento che non solo noi, ma anche MESSINA. Qualche tempo fa, soprattutto tra i molti altri Greci, siamo stati testimoni sull'importante rivista “Thisavrismata”, nuovi arrivati. Si oculari di tale problema! E con le organo dell'Istituto Ellenico di Studi stabilì per prima lì nostre orecchie abbiamo sentito i figli Bizantini e Postbizantini di Venezia lo la famiglia del pio dei Greci di là non poter sillabare studioso G. Moschopulos ha e benedetto da neppure una parola in greco, mentre si pubblicato, in neogreco, un Dio Faraone, a cui esprimevano perfettamente in dialetto interessante resoconto di viaggio esprimo siciliano. Dunque i Greci di Messina dell'intellettuale Spyridon gratitudine, d'ora in poi non trascurino questo Aravandinòs, originario di Cefalonia, insieme con quella fatto, che costituisce il loro più dove insegnava, autore, tra l'altro, di di Dhimitrios importante dovere per due motivi. una traduzione del "Paradise Lost" di Petropetsiotis, per Il primo è che i loro figli sono uomini e Milton (1898) e appartenente all'élite le cure e le ogni uomo, se si vuole distinguere e intellettuale dell'isola dello Ionio, in gentilezze che non essere uguale alle bestie, deve relazione con i più noti Verghotìs, vollero riservarmi istruirsi secondo il possibile, e Melissinòs, Avlichos. durante il mio secondariamente perché si trovano Anche se non disponiamo di cronologie breve soggiorno a come pecore tra lupi che, in mancanza precise sulla vita dell'autore, sappiamo Messina. Gli del pastore, un maestro greco che egli soggiornò a Messina tra i primi epiroti iniziarono ortodosso, che parli bene il greco, di ottobre 1864 e la metà di marzo del a convenire a come dice Plutarco, saranno sbranati. 1865 e ha lasciato memoria di questa Messina ai primi Li divoreranno. Dunque preghiamo i sua permanenza in autografi del 1865 del XIX sec. e poi cari Greci di Messina di obbedire a e del 1875. La sua testimonianza dopo il 1862. Loro queste esortazioni e a quelle del appare certamente interessante e parrocchia era la Vangelo e degli antenati e di contribuisce a gettare nuova luce su un chiesa di S. Nicola comprendere che non c'è Ermes oggetto di indagine piuttosto negletto: dei Greci fino al mercante senza quello colto, tra le curiosità, il fatto che l'autore 1842, quando, soprattutto ai nostri giorni. E se alcuni conosce bene l'italiano e annota durante una festa, loro figli vogliono farsi strada , è parecchie particolarità del dialetto una massa assolutamente necessario, come dice messinese; l’informazione che nella fanatica ed l'ispirato salmista, avere un'istruzione, chiesa di S. Gregorio, da lui impazzita, che è il solo elemento divino ed erroneamente definita "Palamàs", vi spalleggiata dalla immortale. Questo, in breve, ho visto e sono icone di inestimabile valore; e che forza pubblica, ho conosciuto della comunità greca di il prof. Pietro Macrì, docente presso il cacciò dalla chiesa Messina". liceo "Maurolico", era di origine greca, sia il sacerdote Il documento qui tradotto è scritto in in quanto la sua famiglia proveniva da che i fedeli lingua colta e traspare la profonda L’icona di San Nicola Cefalonia ed era giunta a Messina ortodossi. Dopo cultura classica e religiosa dell'autore. intorno al 1750, dopo la peste del molti sforzi e Ispirato certamente dagli ideali della spesa di 1200 talleri, ma senza 1743; e veniamo anche a conoscenza fallimenti, non potendo costringere i nascente nazione greca, proprio nel ottenere nulla, com'è logico. Gli del passaggio a Messina nel 1856 del Greci a rinnegare la fede, 1864 le Isole Ionie erano state avvocati italiani, interessati a spremere poeta Panajotis Panàs, che, ispirato consegnarono la chiesa ai grecoaggregate al regno di Grecia, egli il loro portafoglio al completo, dicono dalla triste condizione cattolici, che avevano promesso sottolinea l'importanza dell'elemento La comunità greca loro che vinceranno senza dubbio, e del popolo, aveva molto, e ancora è occupata da culturale e della conoscenza della loro credono! E continuamente si composto una lirica lingua come asse principale della di Messina, che annovera loro. Da allora i numerosi sente dire che " finora non abbiamo dai nobili contenuti Ortodossi si riuniscono in una coscienza della stirpe. Il suo appena 70 anime, è fatto nulla, ma questa volta, lo civili. Particolarmente sala di preghiera. Tuttavia la pessimismo sulle sorti del processo composta da Greci vogliano Dio e S. Nicola, vinceremo la interessante ci Comunità, non pensando per la chiesa di Messina sarà causa riavremo la chiesa". sembra, poi, la parte logicamente, nel 1861, con smentito, però, dai fatti: nel 1879 la provenienti da varie Magari fosse possibile! Ma non si è mai riguardante la l'approvazione del generale chiesa di S. Nicola sarà restituita ai regioni, perlopiù sentito di processi comunità greca della Garibaldi , grato ai Greci per la Greci ortodossi. commercianti E con le nostre orecchie intentati e vinti senza città in un momento loro vicinanza alle lotte degli Sorprende pure la documenti né riscontri! particolare della sua Italiani, che in quell'anno mancata menzione del abbiamo sentito i figli In verità a quelli che millenaria storia, mentre dal 1842 la liberò anche la città dei figli di consolato greco e delle dei Greci di là non poter hanno promosso questo chiesa di S.Nicola era stata occupata Aristomene dai tiranni, invece, dico, famiglie greche più in sillabare neppure una processo assurdo proprio dai greco-cattolici ed era in atto un quell'anno di unirsi e di marciare verso vista, che noi per la chiesa di S. processo che sarebbe terminato nel la chiesa, come fecero proprio allora i conosciamo da altre parola in greco, mentre Nicola, si addice il detto 1879 con piena soddisfazione dei Greci Greci di Barletta, e di cacciare di là si esprimevano perfettamente fonti del tempo: Vrettòs. "Senza remi né vele, S. ortodossi e con la restituzione della due o tre limati che la occupano, e Voutsinàs, Varvesis, in dialetto siciliano Nicola, aiuta". chiesa, notevole centro d'arte prenderne successione e possesso, non Pallios, Stavidhis (o Comunque, tralasciando iconografica e di spiritualità. Ne lo fece! Ma senza alcun indizio né Stavridhis), Stathopulos, tutto ciò, i Greci a riportiamo la nostra traduzione: traccia della proprietà della chiesa, dal Skenderanis, mentre Messina con divino zelo agiscono, "La comunità greca di Messina, che momento che i documenti, conservati dopo qualche anno il prete grecoritorniamo all'argomento principale ed annovera appena 70 anime, è a Palermo fino al 1859, sono andati ortodosso di Messina sarà Anghelos essenziale. Tutti questi Greci sono composta da Greci provenienti da bruciati, la Comunità due anni e Aravandinòs, non si sa se omonimo o uomini pii, religiosi ed umani. Noi varie regioni, perlopiù commercianti, mezzo fa ha citato gli Uniati, con una parente del Nostro. A spasso con Aravandinòs “ “ ” ” centonove pagina 34 posterluoghi L’INTERVISTA. A tu per tu con l’attrice Marika Pugliatti. Finalmente con una opera tutta SU-A In principio fu Ofelia Da studentessa a Messina indecisa tra filosofia e palcoscenico, ad attrice-produttrice indipendente. «Ma non dimentico i primi passi con Marchetti e una città da cui mi sento dolorosamente estranea» DI GIGI GIACOBBE MESSINA. «A folgorarmi fu una pubblicità. Parlava di un corso estivo su Pirandello, Fo e Feydeau, tenuto da un attore che stimavo, Maurizio Marchetti. Decisi di iscrivermi anche se studiavo Filosofia e sognavo di fare la giornalista... ». Ricorda così i primi passi di una straordinaria carriera l’affascinante Marika Pugliatti, classe 71, indimenticabile interprete di Ofelia nell’Amleto di Carlo Cecchi, che decretò il suo debutto come professionista. Qual è stata la molla che ti ha spinto a un certo punto a scegliere il teatro? « La molla scatenante? Vorrai dire le molle! Il breve corso estivo mi aveva conquistata. Così, finito quel laboratorio, Marchetti con Donato (Pupetto) Castellaneta, un grande insegnante e attore, fondarono una scuola; feci il provino e mi presero. Il punto è che durante il primo anno io non riuscii a mantenere i due impegni, Università e Teatro; da brava ragazzina diligente, continuavo l’Università e tralasciavo il corso teatrale; fino a quando non mi arrivò una bella letterina di ammonizione da parte del corpo docente della scuola di Teatro. In quel preciso istante non so cosa sia scattato: penso rabbia, perché stavo mollando qualcosa che mi faceva bene! E così decisi rabbiosamente di continuare e, appunto, non mollare. Per questo parlo di due “molle scatenanti”: il piacere e la rabbia ». Che cos’è il Teatro per te? «Vita! Cioè, deve essere Vita, perché deve essere portatore di Vita e non di Morte, come ormai spesso accade perché ci si rifugia in una remota idea di Bellezza, virtuosismo e bravura fine solo a se stessa. Per me invece, così come è la Vita, il Teatro deve essere Cambiamento, passando anche attraverso la crisi, Esperienza, mettendo la propria storia personale al servizio del personaggio, Comunicazione, cioè in un filo comunicativo di relazione tra l’attore, i compagni in scena e il pubblico, Concretezza perché ogni cosa deve accadere perché è, esiste e non è il mero frutto di un pregiudizio, di un’idea portata da casa; e quindi, da tutto ciò il Teatro è Azione, Onestà, Emozione e Credibilità ». In genere quali sono i ruoli che ami o preferisci di più? « Ho la tendenza a ricreare una storia attorno a ogni ruolo, a ogni personaggio, un filo biografico e logico legato alla breve vita che esso ha in scena, facendolo diventare una persona e fornendolo di un ricco e, a volte Marika Pugliatti troppo, fantasioso bagaglio d’esperienza. Adoro però i personaggi sanguigni o quelli gelidi, quelli fortissimi oppure fragilissimi, comici quasi grotteschi oppure tragici... Ecco, i personaggi senza mezze misure...». Quali sono stati i registi che ti hanno insegnato davvero qualcosa di Teatro? «I registi che sono diventati dei veri maestri per me sono i registi/attori! Per me il teatro è il mondo dell’attore che diventa corpo del testo e dell’idea... Sembrerò una fanatica ma per me senza gli attori non esiste nulla in palcoscenico! Il regista/attore che mi piace è quello che conosce e riconosce in chi è in scena se stesso e, come tale, lo protegge, a tutti i costi, facendolo rischiare, mettendolo in crisi forse, durante le prove, dando a esse un vero e proprio, facendo sì che diventino non ripetizione di qualcosa venuto bene una volta o d’esecuzione di un’idea portata da casa, ma momenti di creazione! Quindi, anche se ogni regista incontrato nella mia vita è stato fondamentale per un verso o per l’altro, volendo fare i nomi di alcuni, dico in ordine cronologico d’incontro e non d’importanza: Donato (Pupetto) Castellaneta, Carlo Cecchi ed Enzo Vetrano. Ognuno di loro ha segnato la mia vita artistica e personale». Perché non vivi più a Messina e hai deciso di trasferirti a Palermo? «Mi sono trasferita a Palermo tanti anni fa e non è, spero, la tappa definitiva della mia vita. Allora ci andai perché decisi di frequentare il Teates, di Michele Perriera, che un mio vecchio fidanzato attore mi consigliava, conoscendo abbastanza bene i miei gusti teatrali. Lì rimasi per un po’, feci tante esperienze, mi trasferii non felicemente a Roma, tornai di nuovo a Palermo che divenne il mio punto di ritorno dalle tournée e poi scoprii Madrid, un altro incontro karmico. Poi tornai nel capoluogo siciliano che sentivo (e sento tuttora) essere la mia città in Italia. Devo 10 Ottobre 2014 ammettere che a Messina non sono mai riuscita a inserirmi davvero. Avendo vissuto buona parte della mia vita professionale e personale fuori, ho la sensazione di avere lì indubbiamente una radice anagrafica ma anche di sentirmi un’estranea... Quando ritorno, non spessissimo a dire la verità, lo faccio per la mia famiglia o in tournée o chiamata per spettacoli di registi non messinesi. È una realtà, quella teatrale della mia città, che ho probabilmente trascurato! E un po’ mi dispiace...». Quali sono stati gli spettacoli che hai amato di più? «In ordine cronologico: Amleto, con la regia di Carlo Cecchi, dove interpretavo Ofelia. Dove ho appreso un metodo di lavoro che a oggi mi sembra essere il migliore e il più poeticamente concreto. Poi Mondo di carta, con la regia a quattro di Enzo Vetrano, Stefano Randisi, Elena Bucci e Marco Sgrosso. Un piccolo ma molto bello, secondo me, spettacolo sulle novelle di Pirandello. Da quel momento in poi per svariati anni ho lavorato con questo sodalizio artistico a quattro. Quindi Tragedia a mare con la regia di Alfonso Santagata: una macchina teatrale frenetica sulla spiaggia, in cui facevamo tutto e tutto noi attori e dove ho incontrato un altro grande attore/regista e dei colleghi bravissimi. Una bellissima esperienza. Infine SU-A, il mio spettacolo finalmente». Perché hai deciso (come questo SU-A) di fare spettacoli tutta da sola? « L’attività di attrice /autrice /regista /produttrice indipendente è nata dalla necessità dei tempi che stiamo vivendo; ma da questa necessità è nato anche il piacere di modulare ogni cosa in base al cambiamento. Ogni replica per me è una prova e le prove sono, a mio parere, il momento più bello di uno spettacolo. Ora, essendo io il regista, io l’autore, io il produttore e l’unico coprotagonista è il pubblico (perché per me lo è!) mi sento libera di cambiare, tagliare, sentire e vivere la scena senza preoccuparmi di altro ». Ti piacerebbe ritornare a Messina? « Sì, certo! Mi piacerebbe dimenticarmi di quel senso di estraneità dolorosa di cui parlavo prima. Ci sono nomi che stimo e mi piacerebbe che qualcuno di loro mi chiamasse a collaborare». RITRATTI Quando sognava di diventare giornalista MARIKA PUGLIATTI è nata a Messina il 5 giugno 1971, gemelli ascendente scorpione. Ha frequentato il Liceo Classico e poi per soli due anni Filosofia all’Università di Messina fino a quando non ha incrociato nella sua vita il Teatro. Il papà, Enzo (Vincenzo) fa il ginecologo e la mamma (Claudia) la casalinga. Ha un fratello, Carmelo, e una sorella, Alessia, entrambi più piccoli e occupati nel campo dell’arte: il fratello fa il pittore e la sorella cura un settore della Biennale di Venezia. Inizia a fare teatro nel 1990, quando si iscrive a un corso estivo tenuto dall’attrore messinese Maurizio Marchetti. Ancora frequentava la facoltà di Filosofia ma sognava di frequentare il Dams, vivere a Bologna, iniziare gli studi per diventare giornalista oppure agente/manager d’attori, una novella talent scout o una casting director. Le cose sono andate in maniera diversa... centonove pagina 35 10 Ottobre 2014 posteratavola GASTRONOMIA E IDENTITÀ DISTRETTI PRODUTTIVI. Ventidue paesi in mostra in Sicilia dal 9 al 12 ottobre Blu sea land a Trapani MAZARA DEL VALLO. I distretti produttivi e le filiere agro-itticoalimentari di oltre 22 paesi del Mediterraneo, dell'Africa, e del Medioriente allargato saranno i protagonisti della prossima edizione di Blue Sea Land, in programma tra Mazara del Vallo, Palermo, Gibellina e Marsala. Dal 9 al 12 ottobre, in un percorso itinerante tra le città siciliane, si potranno conoscere le eccellenze gastronomiche del gusto e le peculiarita' culturali tipiche di ogni area geografica tra dibattiti, incontri ed esposizioni. L'evento è promosso dal distretto produttivo della pesca, insieme alla Regione Siciliana e ha il patrocinio dei Ministeri degli affari esteri, dello sviluppo economico e delle politiche agricole alimentari e forestali e di Expo 2015. Cuore pulsante della L’area interessata all’esposizione RASSEGNE Il ritorno di Taormina gourmet TAORMINA. Tre giorni di eventi, quattro alberghi coinvolti (Villa Diodoro, Grand Hotel San Pietro, Hotel Imperiale, Grand Hotel Timeo), i vini di oltre cento cantine, degustazioni, chef stellati e tanto altro. Sono solo alcuni dei numeri di “Taormina Gourmet”, evento di Cronache di Gusto, giornale on line di enogastronomia, giunto quest’anno alla sua seconda edizione. Da sabato 18 ottobre a lunedì 20 ottobre, Taormina, si trasformerà nella capitale del gusto. Arriveranno da ogni parte d’Italia migliaia di appassionati e centinaia di produttori di vino, ristoratori e gestori di enoteche. Gli eventi si svolgeranno in quattro diverse location:alcuni tra i più prestigiosi alberghi della perla dello Ionio. Uno sforzo organizzativo imponente. Taormina Gourmet allestirà i banchi di assaggio per ospitare i vini di oltre cento cantine provenienti dall’Italia e dall’estero. Ci saranno poi le degustazioni verticali specifiche di alcune grandi etichette, un seminario sugli oli d’eccellenza e una degustazione di cinque stagionature di Parmigiano Reggiano. Addetti ai lavori, ristoratori e gestori di enoteche, possono accreditarsi [email protected] rassegna sara' il grande expo che sara' allestito nella casbah di Mazara del Vallo. In programma anche una serie di conferenze di tipo tecnico-scientifico, divulgativo, politico e culturale tra cui il ''Foro per l'Africa e il Medioriente allargato'' con l'incontro fra i Ministri e i rappresentanti delle istituzioni scientifiche della pesca provenienti dai Paesi del Mediterraneo e del Medioriente allargato, la sessione plenaria dell'Osservatorio Mediterraneo della pesca, dedicata al progetto ''Nuove rotte verso la blue economy'' con le maggiori espressioni istituzionali e scientifiche dell'Unione europea e della Fao e la presentazione del progetto Qualimed e del cluster del biomediteraneo all'Expo 2015. APPUNTAMENTI Jazz e cibo a Baciamolemani PALERMO. Il jazz e il cibo. Un binomio del piacere che caratterizzerà il nuovo appuntamento con venerdì 10 ottobre alle 21 con la rassegna “Suoni e sapori” del ristorante Baciamolemani di corso Vittorio Emanuele 176. Protagonista sarà lo Stefano Basile jazz quartet. La band è composta da Stefano Basile (sax), Andrea Palumbo (piano), Anna Giannola (contrabbasso) e Gianfranco Ficano (batteria). Inoltre Saverio Greco questa settimana ha ideato una cena chiamata “Lo chef consiglia”. Il menù prevede antipasto primo e dessert a scelta a scelta fra: cocktail di scampi, verticale di calamari Stefano Basile jazz quartet con brunoise di verdure, flan di funghi con fonduta di formaggi, paccheri al sugo di maialino nero dei Nebrodi, ravioli di melanzana sugo di cernia e menta, casarecce salsiccia finocchietto ricotta, tortino al cioccolato, parfait di mandorle, cannolo scomposto. “Suoni e sapori” con le sue cene a tema continuerà ogni venerdì fino a dicembre. I prossimi appuntamenti saranno: 17 ottobre Non dire no con l’omaggio a Lucio Battisti, 24 ottobre Chiara Minaldi, 31 ottobre Lizard’s band con l’omaggio a Rino Gaetano e ai Doors, 7 novembre le Morgane, 14 novembre Filippo Cannino e Filippo Verna Cuticchio, 21 novembre Nancy Ferraro Trio, 28 novembre Alexandre Vella duo, 5 dicembre Eleonora Tomasino e il 12 dicembre si chiuderà il cerchio ancora con Alessandra Salerno e Umberto Porcaro con le canzoni di Natale in chiave blues. centonove pagina 36 DI GIUSEPPE RUGGERI La Madia, due stelle più che meritate CON UN CERTIFICATO d'eccellenza 2014 e due stelle Michelin guadagnate sul campo, il locale “La Madia” di Licata è entrato, a buon merito, tra i dieci migliori ristoranti siciliani. La connotazione qualitativa, tuttavia, non può esaurire il carico simbolico che la gastronomia - e non solo in Sicilia - porta con sé da tempo più che immemorabile. C'è infatti da soggiungere che l'arte culinaria, con il suo carico di usi e tradizioni, finisce per costituire un caposaldo indiscusso d'identità. Dove per identità s'intende l'insieme delle peculiarità che caratterizzano un popolo, improntandone la storia e significandone le ragioni stesse del suo esistere. Tale doveva essere, l'intenzione di Pino Cuttaia il quale, ritornato dalle brume nordiche alla nativa Licata, decide d'impiantarvi la propria attività. Il pallino della gastronomia lo fa spaziare, culturalmente parlando, nella direzione del recupero di gusti e sapori dimenticati e che, assemblati in miscela sapiente, trasformano in opere d'arte ogni singolo piatto per quell'unicum irripetibile rappresentato da ciascuno. Sedere a un tavolo de “La Madia” equivale a percorrere – anzi a ripercorrere – itinerari dai quali, più o meno volutamente, ci siamo allontanati in favore di una frenetica omologazione, una sorta di “globalizzazione del gusto” che raggiunge nel Mac Donald-pensiero la sua espressione suprema. E invece ciò che importa, nella conoscenza, è giungervi per gradi, il primo dei quali passa per l'archicerebrum e precisamente nella memoria olfattiva e gustativa che ci siamo ormai lasciati alle spalle. Abbiamo voluto provarci, con discreto successo osiamo dire, fin dall'iniziale promenade di antipasti – un merluzzo all'affumicatura di pigna e un polipo immerso in purè di ceci e pistacchio abbarbicato alla roccia della sua stessa acqua di cottura solidificata. Dopo tanta ouverture, un arancino di riso al gusto di ragù di triglia e finocchietto selvatico e un cannolicchio di melanzana avvolto in pasta croccante ci hanno permesso di giungere alle soglie del primo dei cieli danteschi. La cui soglia è stata decisamente varcata grazie all'effluvio di una brace di carbonella aromatizzata alla mandorla ad accompagnare un tenero medaglione di filetto di manzo di altezza più che giusta. Per chiudere in bellezza, una cornucopia ripiena di ricotta e marmellata di arance, un gelato di marsala, una cassata gelata e un flan al cioccolato. Assortimento più che valido a confermare l'eccellenza di una cucina che, come sottolinea lo stesso Cuttaia “ha come ingrediente segreto il ricordo”. A farci da esperto cicerone il maitre Gaetano Galofaro che, con pacata e suadente oratoria, ha illustrato le portate nell'imminenza della degustazione. posterrubriche MUSICA MESSINA DI CESARE NATOLI “La scena dell’oralità” Riparte la Filarmonica NUOVE VISIONI Il tema al centro di una Graduate Conference dell’Università DI MARCO OLIVIERI DI Anime pasoliniane Approdano nelle sale nuovi film, con esiti alterni, ma non si placano i consensi per “Anime nere”. Se la visione del “Pasolini” di Abel Ferrara suscita interrogativi su una figura che non smette di affascinare e inquietare, al tempo stesso, c’è chi si domanda se qualcosa di pasoliniano ci sia anche nel film di Francesco Munzi. Il tutto senza scadere nelle definizioni abusate e nei cliché sul grande poeta, scrittore, regista e intellettuale. In una storia per immagini che racconta una Calabria e un Nord Italia, e con essi un mondo, senza infingimenti e lenti edulcorate, è lecito domandarsi se le grandi lezioni dei maestri del neorealismo, del cinema politico innovativo (come quello di Francesco Rosi) e di un artista lucido e spietato come Pasolini non abbiano attecchito. Inoltre, da Marco Leonardi a Peppino Mazzotta e a ogni altro interprete, in una lingua calabrese aspra e coinvolgente, gli attori non sbagliano un colpo. Il risultato è che ci si interroga con profondità sui sentimenti primordiali, sull’illegalità e il familismo, sull’amore senza condizioni e sulle scelte che imprimono una svolta alle esistenze, tra moralità e zone d’ombra, tra leggi arcaiche e processi culturali che spesso rimangono in superficie. La sceneggiatura di Fabrizio Ruggirello, Munzi e Maurizio Braucci suggerisce temi che rimangono dentro lo spettatore, come emozioni inespresse. La regia si mantiene intensa e incisiva per tutta la narrazione. LA MOSTRA Il mondo incontaminato di Ardiri al Sagittario MESSINA. Venerdì 10 ottobre alle ore 18, presso la Galleria d’Arte “Il Gabbiano” di Messina avrà luogo l’inaugurazione della “personale “ di pittura dell’artista Nunzio Ardiri: “… un mondo incontaminato – boschi, laghi, cascate, marine, fiori, animali, nature morte e miniquadri”. La mostra, che sarà presentata da Maria Froncillo Nicosia, potrà essere visitata tutti i giorni, compreso sabati e festivi, fino a mercoledì 15 ottobre 2014 dalle ore 10 alle 13 e dalle 17 alle 20. All’inaugurazione sara presente anche l’artista, PAOLO RANDAZZO Non occorre esser troppo esperti di teatro per sapere che quest’arte è stata sempre, in profondità e in ogni suo segmento, strutturalmente politica: politica più spesso nelle forme che è andata assumendo di epoca in epoca, mentre soggetti e contenuti Gaspare Balsamo li ha condivisi col mondo e con le diverse culture. In Italia, ad esempio, dalla seconda metà del novecento e fino ad oggi, non ha smesso di svilupparsi il cosiddetto teatro di narrazione (di origini antichissime e legati a momenti orali della cultura) che, dapprima ha affiancato le tradizionali regìe e poi, a poco a poco, s’è portato al centro della scena teatrale. Una realtà artistica che s’è sviluppata per molti motivi: ad esempio per la persistente struttura culturale agricola e provinciale di molta parte del paese, ma anche per i costi relativamente bassi, per la facilità di messinscena e complice, indirettamente, l’insipienza di gran parte dei gruppi dirigenti che non hanno mai capito quanto sia fecondo per la vita civile ed economica di un paese investire in arte e cultura. Ma tant’è: il teatro di narrazione è uno dei segmenti più vivi della ricerca teatrale italiana e non sono pochi gli studiosi che ne hanno fatto oggetto dei loro studi. Pochi nomi, i più importanti e conosciuti, bastano a dare l’idea della rilevanza di questa fenomeno: Dario Fo, DE GUSTIBUS 10 Ottobre 2014 Marco Baliani, Marco Paolini, Laura Curino, Moni Ovadia, Ascanio Celestini, mentre rilevantissimo è l’esito di questa vicenda in Sicilia, basti pensare al nuovo cunto di Mimmo Cuticchio e alle esperienze di Davide Enia, di Gaspare Balsamo o al successo di Savì Manna. Per esplorare questa vicenda artistica nelle sue radici orali, nella sua sostanza e, soprattutto, nella sua attuale vitalità e nei legami con la contemporaneità, si svolgerà a Messina il 17 e il 18 ottobre una Graduate Conference, intitolata “La scena dell’oralità” e organizzata dal “Dipartimento di scienze cognitive, della formazione e degli studi culturali” dell’Ateneo: un convegno accademico certo, ma aperto alla città e ai tanti che in Sicilia si occupano di teatro. Il convegno, che vedrà la partecipazione di studiosi provenienti da tutta Italia, si dispiegherà nella sua struttura essenziale in tre sessioni che si terranno il 17, dalle ore 15 nell’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Cognitive in via Concezione; il 18 dalle 9 e, in seconda sessione, dalle 14 nella Sala Sinopoli del Teatro Vittorio Emanuele. Saranno Francesco D’Orazio (violino) e Giampaolo Nuti (pianoforte) a inaugurare la stagione concertistica della Filarmonica Laudamo di Messina. Il duo presenterà, domenica 19 ottobre al Palacultura (ore 18.00), un programma dal titolo “Immagini dal secolo breve”, con musiche di Pärt, Schnittke, Adams, Berio e Ravel. Il cartellone, giunto alla novantaquattresima edizione, è stato esaustivamente presentato nella Sala Sinopoli del Teatro “Vittorio Emanuele” dal direttore artistico Luciano Troja, alla presenza del presidente dello storico sodalizio, Manlio Nicosia, e del vicepresidente Domenico Dominici. Coerente sul piano culturale, la programmazione di Troja; fedele, in questo, al preciso indirizzo dato ad essa dalle pluriennali e illuminate direzioni artistiche di Alba Crea. Sono previsti 30 concerti, con quattro percorsi musicali ideali: classica, antiqva, jazz e nuovi linguaggi, e la econda edizione di “Accordiacorde”, serie di concerti in collaborazione con l’E.A.R. Teatro di Messina. I concerti si svolgeranno la domenica presso il Palacultura alle ore 18.00; tranne gli otto appuntamenti della mini-rassegna “Accordiacorde”, che, invece, si svolgeranno il giovedì alle ore 19 presso la Sala Sinopoli, al quarto piano del Teatro Vittorio (6 e 20 novembre, 4 dicembre, 22 gennaio), o presso la Sala Laudamo (5 e 19 febbraio, 5 e 19 marzo). Tra i numerosi appuntamenti previsti, ci permettiamo di segnalare il pianista Emanuele Arciuli, il jazz di Vijay Iyer, lo spettacolo JSB – Come Bach della Compagnia Lavoro Nero Teatro, il Trio Mazzarino-Fioravanti-Bagnoli, i messinesi del Pannonica Jazz Workshop, l’orchestra barocca “Les Elements, il Warhol Piano Quartet, la Carlo Cattano Orchestra, e l’Orchestra di Fiati del Corelli. Per ulteriori informazioni e per gli abbonamenti è possibile consultare il sito ufficiale www.filarmonicalaudamo.it. DI MASSIMO LANZA In vinoveritas, Lisciandrello raddoppia GIUSEPPE LISCIANDRELLO, dopo il grande successo dell’enoteca di Via Sammartino ha raddoppiato, adesso si è spostato nella parte nuova della città aprendo un locale a doppia valenza, enoteca ma anche wine bar- ristorante, non il posto dove si mangia solo qualche tagliere di formaggi o salumi, ma un locale dotato di una cucina interessante e raffinata a cui abbinare il meglio della produzione vitivinicola italiana e non solo. Intanto giornalmente vengono offerti al bicchiere almeno una ventina di vini facendoli girare tra le quasi 2500 etichette in carta. Oppure dopo aver ordinato, il vino lo si sceglie direttamente dallo scaffale al semplice prezzo di enoteca con una modesta maggiorazione per il servizio. Tra le tante cose provate non perdere il flan di Ragusano Dop, le polpette di baccalà e centonove pagina 37 patate sformatino di melanzane. Tra i primi, nel periodo giusto, gli ottimi e profumatissimi vermicelli cacio e pepe, tagliolini al tartufo bianco di Alba i gustosi maltagliati con fagioli di Ustica cotti con l’osso del Patanegra. Ottima scelta anche tra i secondi che variano spesso a seconda della stagione, tra quelli di carne la gustosa costata di vitello con salsa di acciughe e limone o il morbido stinco di maiale al forno nel suo sugo, tra i secondi di pesce le triglie alla griglia con carciofi stufati o magari il filetto di capone panato agli agrumi. Di alto livello anche i dessert che come la pasta, il pane ed i grissini vengono fatti in casa con farine e materie prime selezionatissime. Da non perdere tra i dolci le tortine al pistacchio e cioccolato, ma vale la visita anche il semifreddo speziato, per non parlare della la sfoglia di mele, dei gelati fatti in casa e del succulento cannolo aperto. Locale aperto sino a tardi dove in qualsiasi momento è possibile bere un buon bicchiere e sgranocchiare qualcosa. VINOVERITAS - Viale Piemonte, 22 – Palermo - Tel. 091 342117 10 Ottobre 2014 posterlettere QUI SCUOLA GUI HERITAGE DI ANDREA SMITH DI SERGIO BERTOLAMI Il Consiglio di Stato su concorso dirigenti scolastici E-books e libri di carta La pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione Europea C 177/10, sulla perequazione dei servizi prestati in regime di non di ruolo con quelli prestati dopo l’assunzione in ruolo è preminente rispetto alla normativa nazionale. Così il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del MIUR avverso la sentenza del TAR Lazio che aveva accolto quello presentato da aspiranti avverso la clausola dell’ultimo bando di concorso per dirigente scolastico, che prevedeva il requisito della prestazione di almeno 5 anni di servizio in posizione di ruolo, escludendo dal computo quelli prestati prima con contratto a tempo determinato. La VI Sezione con la sentenza n° 4724/2014, in un’articolata motivazione, ha stabilito che quella clausola del bando era illegittima, non accogliendo le motivazioni del ricorso del MIUR che sosteneva come “La carriera di dirigente scolastico nelle istituzioni scolastiche ed educative statali è una carriera dirigenziale (come si ricava dalle disposizioni dell’art. 28 del d.lgs. n. 165 del 2001, non per nulla inserite nella sezione dedicata all’accesso alla dirigenza), che non può essere considerata una progressione verticale rispetto alla carriera del personale scolastico ed educativo, trattandosi di un ruolo diverso cui si accede mediante un diverso concorso pubblico”. E che “Ad accogliere la tesi sostenuta dal TAR Lazio, finiscono con l’essere discriminati i lavoratori a tempo indeterminato, con il riconoscimento – questo sì, chiaramente ingiustificato – di una preferenza per i docenti non di ruolo”. Il Collegio ha anche ritenuto che il contenuto funzionale delle mansioni svolte in posizione di ruolo e rispettivamente in base ai (pregressi) contratti a tempo determinato, è pacificamente omogeneo e sovrapponibile. Adesso se ne dovrà tenere conto nel prossimo concorso annunciato dal ministro. ECOLOGIA&AMBIENTE MESSINADRASTICA di Fabio Amato Parco giochi? Meglio l’aeroporto FINALMENTE ANCHE la Zona Nord ha un parco giochi. E' un idea geniale, architettonicamente avveniristica, anche se non so di chi è il merito, del Comune, della Provincia, o di chi altro. Hanno costruito, anzi hanno partorito un Parco Giochi nella discesa che dalla Circonvallazione arriva nel rettilineo di Granatari. Si chiamava così anche lo storico Bar-Pizzeria, dove andavamo a mangiarci la pizza e la granita e che come tutto, in questa Città, non esiste più. Ma comunque!!! D'estate questa piccola strada è perennemente costituita da una fila unica di macchine e quindi, finalmente, i bambini, invece di stare in macchina, possono andare a giocare. Purtroppo questo è l'unico modo per raggiungere questo meraviglioso e funzionale Parco giochi, anche perchè è impossibile pensare di andare volontariamente perchè è impossibile posteggiare perchè ci sono solo 2 posti auto e non come potete pensare, che è chiaramente impossibile andare in auto, anche perchè altrimenti si rifarebbe la fila e quindi il cerchio si chiuderebbe e si ricomincierebbe daccapo. Inoltre ci sono quattro panchine in discesa, in maniera tale che se ti siedi cadi a terra. La soluzione per sfruttare questa bellissima area, ci sarebbe. Andare d'inverno, eventualmente quando piove, così è sicuro che non c'è nessuno e sperare che non ci sia nessun funerale , dato che lì vicino c'è il cimitero, e resteresti bloccato. Ma a questo punto perchè non costruite un bell'aeroporto, il posto sceglietelo voi, cosi evitiamo di andare a Reggio e Catania ogni volta che dobbiamo partire, in modo da regalare alla città una cosa utile ?!?!. C’è chi dice che scrivere è una terapia per lo spirito e, mentre nell’Ottocento ognuno poteva conservare memoria di uno stato d’animo in un diario, oggi il diario si comunica senza pudore sui networks. Si attestano i 15 minuti di celebrità di cui parlava Andy Warhol. Qualcuno insiste: «Ci sono più scrittori che lettori». È vero, ma nessuno fra questi vende una copia, perché da sempre ci sono autori pronti a pagare, pur di diffondere il proprio nome tra amici e parenti. È il risultato della democrazia e di per se è un grande vantaggio. L’idea affascina i dilettanti che concentrano l’attenzione sul proprio ego, sognando di trovare qualcuno disposto ad ascoltarli. Mi meraviglia leggere, perciò, compitissime analisi ove si afferma che il self publishing estrometterebbe l’editore, per facilitare il rapporto autore-lettore. Questo non ha niente a che vedere con l’editoria. In realtà il libro è un prodotto particolare, frutto di un editing scrupoloso. Può essere orientato verso gli amanti della cellulosa oppure verso gli amanti del digitale. Indifferentemente. Per i primi la libreria è il centro di aggregazione e di ritrovo: qui si leggono risvolti, si sfogliano pagine, si commenta seduti in poltrona, si sorseggia un caffè o un drink. Infine si compra, perché la lettura è un fatto privato. Ma anche il rapporto con un tablet è un fatto privato. Se poi la libreria è raggiungibile on line, si può acquistare ad ogni ora del giorno. In fin dei conti è un problema d’interessi, di temi, di offerta. Allora, se ci sono tanti scrittori, cosa cambia quando chi sa leggere sa anche scegliere un libro di qualità? [email protected] DI ANNA GIORDANO Tra cemento e monnezza CHISSÀ SE CHI vede solo il cemento come futuro dell’umanità, qui come altrove, si è mai fermato incantato a vedere un bruco dai mille colori, o a sentire il profumo della lavanda, o a domandarsi come si chiami il fiore bello, sul rosa/viola, che si insedia nei muretti a secco, sulle rocce, così appetito e frequentato da mille insetti meravigliosi, dai bombi alle farfalle ai calabroni (la valeriana). Chissà se si è chiesto che vita facciano le anguille, che una volta vivevano nelle nostre fiumare, da adulte, per poi andare nel mar dei sargassi a deporre le uova e tornare, quasi adulte, da noi. Un viaggio incredibile, pieno di insidie, ma la natura all’epoca non contemplava l’homo sapiens in quantità abnormi e indifferenza dilagante. Eppure c’erano le anguille, trovavo anche le tracce di ciò che veniva usato per catturarle. Ora abbiamo la monnezza, il cemento, le strade, i cassonetti, al posto del letto della fiumara e quando arriva la piena, si porta tutto ma il cattivo non è l’uomo, no, per l’immaginario quasi collettivo è il fato, la natura. Mai un’assunzione di responsabilità, mai. Forse chi manovra la ruspa non sa quanto sia stupenda la natura, quanto sia magica e perfetta e variegata. Così come forse non lo sanno coloro che oggi rispolverano decine di progetti devastanti da sottoporre al via libera della nuova conduzione del genio civile di Messina. Che strana questa Sicilia, che parla di rivoluzione e azzera i percorsi virtuosi dei pochi che hanno veramente fatto la rivoluzione, come l’ing. Sciacca. Che una città che di cemento non ne può più tollerare, se lo vede invece propinato di nuovo, sotto ogni forma, in ogni luogo, anche laddove si era deciso che non era più il caso, visto che nessuno può fermare la pioggia e bisognava fare prevenzione, finalmente. Tutti contenti centonove pagina 38 coloro che nel cemento vedono solo affari e non dolore di chi verrà distrutto, divorato dalle ruspe, sepolto vivo, sradicato, ucciso senza che neanche lo vedano. Chissà come mai i palazzi rimangono vuoti ma si continua a costruire, chissà. Vedere un tronco morto che ospita su di se infinite specie di funghi e licheni dà la misura di come la natura sia perfetta in ogni sua forma. Vedere ciò che sorge al posto di un pianoro o un pendio pieno di piante, soppiantato da sterile cemento, è l’esempio perfetto della follia del nostro agire. Distruggere sempre e comunque, anche laddove non serve, visto che Messina ha più case di quanti siano gli abitanti, è un sintomo di un sistema malato, profondamente malato. Guardo i licheni, e penso a quanto sia inutile il mio mestiere che in fondo non genera economia, vorrebbe solo salvare, insieme ai licheni e a tutte le altre forme di vita animali e vegetali, la vita salubre delle persone, ma evidentemente non gliene frega niente a nessuno. postercommenti IL COMMENTO ELIODORO Sanità danneggiata da una gestione miope DI PASQUALE RUSSO MESSINA. “Il miglior medico di Messina è l’aereo”. Leggenda metropolitana, credenza calunniosa o forse…? Qualche giorno fa mi trovavo nella sala d’attesa di un collega. Ascoltavo i discorsi dei pazienti e si risvegliavano in me una rabbia sorda ed una mortificazione profonda. Alcuni dei pazienti in attesa erano andati per curarsi nel mitico Nord, ormai attrezzato anche con foresterie e convenzioni con alberghi per ospitare gli emigranti della salute ed erano entusiasti. I giudizi sulle nostre strutture ospedaliere erano tutt’altro che lusinghieri, ed ovviamente, coinvolgevano anche i medici. Lavoro da diversi lustri in questa città e conosco le criticità nel campo sanitario. Ho conosciuto anche il Nord. Posso dire con cognizione di causa che medici ed operatori sanitari capaci esistono al Nord ed al Sud, così come esistono dovunque gli incapaci, i 150 PAROLE DA PALERMO Confetti rossi DI MARIA D’ASARO A PALERMO si registra uno dei più alti tassi di dispersione scolastica d’Italia. Ma all’Albergheria, zona del centro storico di Palermo, nella chiesa di San Francesco Saverio, da anni alcuni volontari curano un’iniziativa che promuove il diritto allo studio di ragazzi del quartiere, le cui famiglie hanno scarse risorse economiche. Il progetto è nato anche per onorare la memoria di Candida Di Vita, assistente sociale impegnata nel riscatto sociale degli ultimi. Con il sostegno economico del gruppo di amici di Candida e con l’apporto del Rotary Club Palermo est, dal 2004 un centinaio di ragazzi delle scuole medie superiori studia con successo grazie ai libri acquistati dall’associazione e all’aiuto didattico gratuito di un team di docenti coordinati dalla prof.ssa Marina Di Giorgi. Così a fine luglio scorso, i confetti rossi per la laurea in Architettura di un ragazzo del gruppo, il primo a laurearsi, avevano davvero un sapore speciale … 10 Ottobre 2014 venali, gli scansafatiche, i corrotti. Perché allora non riusciamo mai a colmare questo gap ? L’organizzazione delle strutture sanitarie al Nord è, generalmente, migliore. Noi paghiamo lo scotto di decenni di clientelismo, immobilismo, occupazione partitica sfrenata. La gestione miopicamente economicistica della sanità danneggia di più chi già versava in una situazione difficile. Paghiamo più tasse per avere servizi più scadenti. La revisione della rete ospedaliera è al centro di infuocate polemiche. A parte i campanilismi e l’ ospedale come pascolo per il potente politico locale, non si può non tenere conto delle specificità territoriali e del livello di mobilità possibile. Nella nostra città l’ex Ospedale “Margherita” sta cadendo a pezzi, , il “Piemonte” caro a tutti i messinesi, versa in una sorta di limbo, al centro di manifestazioni e furibondi litigi, non certo esaltanti certe dichiarazioni di autorevoli dirigenti. L'impressione è che presto sarà solo un pronto soccorso. Questa appare la volontà del potere. Quando si sente parlare di una morte forse evitabile, perché non funzionano i telefoni dell’emergenza- urgenza si rimane basiti. A Messina la paura e lo sconcerto si diffondono, i malati scappano, non sempre verso il meglio. Basta con i direttori che cambiano con le fasi lunari e mutano decisioni. Occorre valorizzare l’esperienza ma al contempo aprire ai giovani o altrimenti continueranno ad emigrare verso altri lidi e gli aerei saranno sempre più pieni non solo di pazienti ma anche di medici in fuga. * neuropsichiatra ANIMAL HOUSE La Via... d’uscita CATANIA - Rottura vero o solo strategica? Giovanni La Via, deputato europeo, firrarelliano da quando era in fasce, lascia il suo padrino politico. L'anticipazione era stata un'intervista pubblicata circa un mese fa che segnava un distacco dalla coppia di (s)fatto della politica catanese Firrarello-Castiglione. Ora La Via, forse per prepararsi ad una più diretta competizione elettorale in ambito locale, ha organizzato un suo gruppo che presto emetterà i primi vagiti al Consiglio comunale di Catania: Area centro destra. Cambia solo una parola dalla sua precedente adesione al Nuovo centro destra, che è partito di governo, lotta e convenienza, ma resta ancorato al misero 2% nazionale e qualcosa in più in Sicilia dove è ben rappresentato dal ministro Angelino Alfano. Forse La Via teme di poter essere considerato "ramo secco" in un partitino a forte vocazione parentale ed ha deciso di organizzarsi il futuro. ANTIBUDDACI DI DINO CALDERONE L'ora dei laici “Occorre valorizzare il laicato contro la tentazione sempre presente, nel clero e nei collaboratori, di uno strisciante ed imperante clericalismo...rilanciandone l'impegno ecclesiale e secolare”. Questa affermazione, molto forte e chiara, è contenuta nei recenti Orientamenti Pastorali 2014-2016 del Vescovo mons. Calogero La Piana. Se il vescovo richiama questi concetti fondamentali, per intendere correttamente l'identità dei fedeli laici, è perchè in questi anni i segnali di un clericalismo crescente sono diventati purtroppo sempre più numerosi e preoccupanti. Si avverte inoltre la gravità di una forma di clericalismo forse anche più subdola e pericolosa, perchè promossa direttamente dai laici, dal basso. Diciamo che ci si può difendere dal clericalismo del clero, ma da quello dei laici? Sembra incredibile, ma a quasi 50 anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II, che tanto ha fatto per incoraggiare l'autonomia dei laici nella dimensione sociale e politica, anziché percorrere strade nuove di impegno e responsabilità, si preferisce spesso ripiegare nell'alveo più comodo e rassicurante del proprio ambito comunitario. Che cosa hanno fatto in questi anni i fedeli laici messinesi per contrastare le pratiche del clientelismo e del malaffare, esempi fra i tanti di “strutture di peccato”? Hanno avuto il coraggio di prendere posizione, a costo di subire l'emarginazione e l'esclusione, oppure hanno gareggiato per occupare spazi di potere e accaparrarsi vantaggi e privilegi personali e di gruppo? Non ci si può aprire al futuro senza avere espresso un giudizio sulle responsabilità di questi anni, come se niente fosse. La conversione, almeno in ambito sociale, richiede un sincero atteggiamento penitenziale pubblico, che non può ridursi al rapporto con il proprio confessore. La selezione della classe dirigente, in questa città, è avvenuta sulla base delle qualità morali e professionali dei candidati o, piuttosto, sulle “abilità” più negative e deteriori degli esseri umani? Che diciamo noi, cattolici messinesi, di tutto questo? [email protected] DI ROBERTO SALZANO Vivisezione, questa sconosciuta SONO MOLTISSIME LE PERSONE che, da anni, esprimono il loro dissenso sulla vivisezione. Nonostante l’Unione Europea e la nuova legge italiana (Decreto Legislativo n. 26/2014) attribuiscano massima priorità ai metodi alternativi alla sperimentazione animale, tardano ad arrivare concreti progressi. I dati relativi alla situazione in Italia, resi pubblici dalla Lega Anti Vivisezione, sono allarmanti: la crisi economica e i tagli alla ricerca sembrano solo dettagli, visto che sono 169 le autorizzazioni per nuovi stabulari tra il 2010 ed il 2012, di cui ben 104 con nuove specie, locali o strutture, per un totale di oltre 700 stabulari dove gli animali vengono sottoposti alle atrocità della vivisezione e uccisi. Gli esperimenti “in deroga”, con cui si intendono l’impiego di cani, gatti e primati non umani, l’impiego a scopo didattico o il non ricorso ad anestesia, hanno goduto di un centonove pagina 39 notevole aumento delle autorizzazioni. Procedure che, date le restrizioni che per legge le regolano, non dovrebbero essere così frequenti. Quanto è intenso il dolore che le sperimentazioni senza anestesia provocano agli animali? Eppure sembrano essere aumentati con estrema facilità gli stabilimenti autorizzati a condurre ricerche sugli animali, con una vertiginosa crescita del ricorso a test invasivi e cruenti. Quella fondata sull’uso degli animali pareva essere considerata una pratica ormai obsoleta, visti i successi concreti ed utili garantiti dai metodi alternativi e il conseguente calo del numero di animali utilizzati nei laboratori durante l’ultimo decennio. Eppure, malgrado il popolo europeo sia proiettato verso l’impiego di metodi sostitutivi, il Governo non agisce attivamente nello stesso senso. E continua, a ritmo troppo intenso, il ricorso a procedure anacronistiche e barbare, al sacrificio degli animali, esseri viventi con dei diritti riconosciuti e tutelati, sebbene più volte sia stato ribadito quanto infruttuoso sia tale sacrificio per la salute umana.
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