MERCOLEDÌ 26 MARZO 2014 ANNO 139 - N. 72 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281 Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano Il processo d’appello Il pg chiede di assolvere Dolce e Gabbana Destra francese Il ritorno di Sarkozy per arginare Le Pen Con il Corriere La grande cucina secondo Carlo Cracco di Luigi Ferrarella a pagina 17 di Aldo Cazzullo a pagina 14 Domani a 9,90 euro più il prezzo del quotidiano Maggioranza in difficoltà al Senato sulla legge contro gli Enti. Oggi atteso il via libera LA RAGNATELA DEI MANDARINI La battaglia delle Province di FRANCESCO DAVERI e FRANCESCO GIAVAZZI Il Governatore Visco: torna l’interesse dei mercati per l’Italia operare sono patrimonio di un ristretto numero di funzionari pubblici. Queste informazioni sono custodite gelosamente perché costituiscono l’essenza del loro potere. Se un nuovo ministro assume un alto dirigente esterno alla nomenklatura, costui non saprà da dove cominciare e il ministro non riuscirà a fare alcunché per molti mesi. Un lusso che il governo Renzi non può permettersi. E così la discontinuità annunciata dal presidente del Consiglio finora si è ridotta a spostare funzionari da un ministero all’altro. E dove sta scritto che un giurista sia sempre il miglior capo gabinetto? Fra i sedici di questo governo i non giuristi sono solo quattro. Uno (Giampaolo D’Andrea, ora alla Cultura dopo i Rapporti con il Parlamento) è un professore universitario di Storia contemporanea, due (Alessandro Fusacchia, ora all’Istruzione dopo gli Esteri e lo Sviluppo, e Roberto Cerreto, ora alle Riforme dopo la presidenza del Consiglio) sono dottori di ricerca in Scienze politiche. Uno solo (Ferdinando Ferrara, confermato all’Agricoltura) è laureato in Economia. Nessun ingegnere, ad esempio, neppure al ministero per le Infrastrutture, dove il capo gabinetto, Giacomo Aiello, è anche lui un giurista. Chiusa, in modo un po’ deludente, la partita dei gabinetti, il governo ha tempo fino al 22 maggio per confermare, ed eventualmente sostituire, i capi dipartimento, cioè i responsabili del funzionamento dei ministeri. Senz a d i s co n t i n u i t à p i ù marcate nella provenienza e nella cultura di chi occupa questi posti, le riforme del governo rischiano di rimanere lettera morta. CONTINUA A PAGINA 34 Tensione sull’abolizione delle Province. Maggioranza in difficoltà al Senato. Oggi atteso il sì alla legge. Il Governatore della Banca d’Italia, Visco: segnali di interesse per i mercati italiani, puntare sulla ripresa degli investimenti e, così, superare senza drastiche manovre i vincoli europei. Giannelli Madia e gli statali: prepensionamenti per aiutare i giovani DA PAGINA 2 A PAGINA 6 di ENRICO MARRO A PAGINA 8 L’ULTIMA ARMA, IL VOTO DI FIDUCIA Parte la prima asta per 170 auto blu Anche le Maserati di MARIA TERESA MELI A bolizione delle Province e riforma del Senato: Renzi intende andare avanti anche usando l’arma del voto di fiducia. Il dossier LE RIFORME PROMESSE E COSA RESTA DEGLI ANNUNCI delle promesse Q uante fatte dai governi In primo piano di FABIO SAVELLI al loro insediamento trovano realizzazione? Dalla riforma elettorale a quella della giustizia, dai pagamenti dei debiti della Pubblica amministrazione all’abolizione della tassa sulla prima abitazione. Il dossier del Corriere sugli ultimi due governi, quelli di Monti e Letta. Ci sono casi in cui la promessa viene disattesa a causa della mancanza di risorse e altri in cui il dibattito politico vanifica l’intento di raggiungere un risultato tangibile. A PAGINA 5 A PAGINA 9 Baccaro, De Bac, Piccolillo A PAGINA 3 Finisce la missione civile, entro il 2014 anche quella militare Ucraina Gli Usa preparano nuove sanzioni Obama avverte Putin: «La Nato proteggerà i Paesi dell’Alleanza» ANSA / EPA / JALIL REZAYEE el presentare il suo governo al Senato Matteo Renzi, parlando dei dirigenti pubblici, non ha usato mezzi termini: «Non può esistere la possibilità di un dirigente a tempo indeterminato che fa il bello e il cattivo tempo». Dopo le parole sono arrivati i fatti. Nei suoi primi trenta giorni, il governo ha cambiato dieci capi di gabinetto su sedici: Economia, Sviluppo, Istruzione, Giustizia, Affari regionali, Riforme, Lavoro, Funzione pubblica, Ambiente e Cultura. Ma le conferme hanno riguardato sei ministeri fra i più pesanti: Interno, Esteri, Difesa, Infrastrutture, Salute e Agricoltura. È presto per dire se è una vera svolta, come vorrebbe il premier, ma almeno sono stati sostituiti due terzi dei capi gabinetto: non era forse mai accaduto. Non basta però cambiare un alto funzionario: tutto dipende da chi si sceglie per sostituirlo. Per ora, con i capi gabinetto, Renzi ha proceduto come nel gioco delle sedie. Quando parte la musica tutti si alzano, per poi sedersi in un altro posto non appena la musica si interrompe. Ma, diversamente dal gioco delle sedie, qui c’è sempre posto per tutti. All’Economia, è arrivato Roberto Garofoli, fino a ieri alla segreteria generale di Palazzo Chigi. Il nuovo capo gabinetto dell’Ambiente, Guido Carpani, svolgeva lo stesso incarico alla Funzione pubblica, dove al suo posto è arrivato Bernardo Polverari, fino a ieri «consigliere segretario» alla Camera. Il precedente capo gabinetto dell’Istruzione, Luigi Fiorentino, ora svolge lo stesso compito agli Affari regionali. Questo gioco delle sedie dipende dal fatto che le informazioni che consentono a un ministero di I nostri nove anni per aiutare l’Afghanistan di LORENZO CREMONESI I eri, con una cerimonia ufficiale, la missione civile italiana in Afghanistan si è conclusa. La nuova scuola di Herat dedicata a Maria Grazia Cutuli, la giornalista del Corriere assassinata nel novembre 2001 sulla strada per Kabul, ha esaurito tutti i posti disponibili a meno di due anni dall’inaugurazione: 400 bambine e 500 bambini A PAGINA 15 che si alternano durante la giornata. (Nella foto, un soldato italiano attorniato da ragazzi afghani) Crisi in Ucraina, Obama avverte Putin: la Russia si fermi, altrimenti la Nato è pronta a reagire e a proteggere i Paesi alleati. Il presidente americano, parlando all’Aia a margine del summit internazionale sulla sicurezza nucleare, ha aggiunto che se la Russia «andrà oltre» sono pronte sanzioni che possono colpire l’energia, la finanza e il commercio. L’annessione della Crimea, intanto, ha aggravato la situazione economica russa. Il rublo continua a perdere valore e i capitali stanno lasciando il Paese a un ritmo elevato: 70 miliardi di dollari nei primi tre mesi dell’anno, cifra ben superiore ai 63 miliardi del 2013. Vertici atlantici Quella nomina e la (confusa) partita italiana di FRANCO VENTURINI T ALLE PAGINE 12 E 13 Dragosei imorosa fino a ieri di rimanere «senza missione» dopo il ritiro dall’Afghanistan, oggi la Nato rischia l’ingorgo: bisogna certo districarsi da Kabul entro la fine dell’anno ma le gesta di Vladimir Putin in Crimea hanno restituito all’Alleanza il suo vecchio ruolo di garante nelle zone calde dell’Europa. Gaggi, Offeddu, Olimpio CONTINUA A PAGINA 34 A Milano un istituto su due sceglie la settimana corta. Divisi docenti e famiglie È utile andare a scuola il sabato? di ANTONELLA DE GREGORIO IL CONCORSO PER PROF CONTESTATO DAL NOBEL di SERGIO RIZZO 9 771120 498008 Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: [email protected] Fondato nel 1876 IL GIOCO DELLE SEDIE DEI DIRIGENTI PUBBLICI N 40 3 2 6> In Italia EURO 1,40 www.corriere.it italia: 51575551575557 T redici righe e dodici firme. Nobel ed economisti di fama mondiale che esprimono al ministro dell’Istruzione Giannini e al premier Renzi il loro sconcerto per i risultati degli esami di abilitazione scientifica per accedere all’insegnamento accademico di Storia economica. «Ci lascia perplessi la bocciatura di alcuni candidati con un eccellente curriculum». A PAGINA 21 C’ era una volta il sabato a scuola, alle medie e alle superiori. Anche alle elementari, se non si faceva il tempo pieno. Oggi, con l’autonomia scolastica, il sabato è diventato un oggetto di dibattito: spalmare le lezioni su sei giorni più rilassanti, oppure scegliere cinque giorni pieni di scuola e un intero weekend libero? Con un vantaggio ulteriore: risparmiare sulle bollette dell’energia e sui costi dei trasporti pubblici. A PAGINA 20 RIVISTE a solo € 6,50 Como Multe sparite per pigrizia Arrestati i poliziotti di A. CAMPANIELLO e L. CORVI A PAGINA 19 ESCLUSIVO A bordo della nuova Smart ANTEPRIMA Come sarà la spider Fiat-Mazda SCONTI Le offerte sulle versioni Gpl Quattroruote + Dueruote € 6,50. Solo Quattroruote € 5,00 quattroruote.it/digitaledition 2 Primo Piano Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Parlamento Il bivio Al Senato il governo rischia sulle Province Attesa per oggi l’approvazione. Maggioranza salvata dai voti di Casini e Merloni Renzi deciso a chiedere la fiducia: se passa, addio indennità per tremila politici La Nota di Massimo Franco A Palazzo Madama prove di resistenza ai blitz del segretario L’ ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA Applausi Alcuni senatori del Movimento 5 Stelle si voltano verso la tribuna ospiti ad applaudire un gruppo di studenti in visita a Palazzo Madama (foto Benvegnù/Guaitoli) ROMA — Il disegno di legge Delrio — che proroga i presidenti-commissari in 73 Province italiane, dal 30 giugno al 31 dicembre 2014, evitando così nuove elezioni a maggio — fa scricchiolare paurosamente la maggioranza del governo Renzi. Ieri, al Senato, la pregiudiziale di costituzionalità presentata dal M5S è stata marinayachting.it inciampo è stato liquidato come tale: due votazioni nelle quali governo e maggioranza sono stati sconfitti sull’abolizione delle Province, non dovrebbero avere conseguenze durature. Al punto che il premier Matteo Renzi anticipa che se oggi pomeriggio passerà al Senato la proposta illustrata ieri dal sottosegretario Graziano Delrio, il suo collaboratore più stretto, «tremila politici smetteranno di ricevere un’indennità dagli italiani». Sarebbe un successo non da poco, dopo le promesse non mantenute per anni. Né bastano ad annullare la sensazione di una piccola grande svolta le critiche di quanti, soprattutto nelle file di Forza Italia, parlano di «bluff» sostenendo che secondo il disegno di legge le Province saranno trasformate, non cancellate. Eppure, Palazzo Chigi sa che a Palazzo Madama le resistenze promettono di essere più coriacee di quelle emerse ieri. Intanto, l’idea di svuotare e spoliticizzare il Senato sta lentamente cedendo il passo a una soluzione meno traumatica, che corregge il bicameralismo senza eliminarlo. Soprattutto, l’aula di Palazzo Madama può diventare il parafulmine delle tensioni che percorrono non soltanto la maggioranza di governo ma anche il partito di Silvio Berlusconi; e che la vigilia delle elezioni europee di maggio accentua. Nel Pd si registra qualche timida richiesta a Renzi della minoranza che fa capo a Gianni Cuperlo, affinché il Pd abbia un profilo più autonomo dall’esecutivo. Si tratta di una fronda che però il premier sembra in grado di controllaE la crisi di Forza re e zittire. Il cumulo delle cariche di segretario e di capo Italia allunga del governo gli consente di un’ombra sulla affrontare la Direzione fissata venerdì con una certa sitenuta dell’asse per curezza: nonostante maludelle riforme mori evidenti. Per paradosso, qualche pericolo all’asse istituzionale per le riforme può arrivare da FI. La strategia di rinnovamento radicale delle liste perseguita da Berlusconi sta facendo emergere un conflitto difficilmente controllabile tra la nomenklatura del partito e quello che viene definito velenosamente «il cerchio magico»: il gruppo di persone che a palazzo Grazioli circonda e, secondo i critici, condiziona Berlusconi mettendolo contro i dirigenti storici. L’assenza del capo dalla campagna elettorale e dalle liste a seguito delle condanne collezionate nei processi, rende FI a rischio di esplosione. E mostra trutta la difficoltà del suo «partito personale» di trasformarsi in qualcosa di diverso. La diatriba sull’eventuale candidatura di un figlio o una figlia del leader, apparentemente rientrata, nasce da qui. L’ex premier rifiuta di ammettere l’esistenza di un gruppo di potere che lo farebbe somigliare pericolosamente a Umberto Bossi, il capo leghista rovinato dal «cerchio magico» dei fedelissimi. «Di magico», ha detto Berlusconi, «ci sono solo io». Ma se la situazione peggiora, al Senato il governo potrebbe trovarsi con spezzoni di FI pronti a far saltare il patto sulle riforme con Renzi: a partire da quella elettorale sulla quale già sono emerse le resistenze di alcuni settori del Pd e del Nuovo centrodestra. Per questo il presidente del Consiglio vuole bruciare i tempi e rafforzare i propri poteri: perdere velocità significa rischiare il compattamento degli avversari. Né va sottovalutato lo scarto vistoso compiuto da Berlusconi in politica estera. Il giorno prima dell’arrivo a Roma del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, il capo del vecchio centrodestra ha diramato una nota per difendere Vladimir Putin, appena ostracizzato per l’annessione della Crimea ucraina. Poche righe scritte e dunque meditate, per definire «avventata, antistorica e controproducente» la decisione dei leader riuniti all’Aia, di escludere la Federazione Russa dal G8. Può darsi si tratti di una mossa dettata solo dal sodalizio con Putin, che ha punteggiato tutta l’esperienza di governo berlusconiana. Ma si indovina anche il tentativo di dare voce a quanti, in Italia, temono che le sanzioni contro Mosca compromettano i nostri rifornimenti energetici; e magari, di usare l’argomento in campagna elettorale, incrociando gli umori antieuropei che hanno fatto trionfare la destra in Francia. respinta dall’Aula per soli 4 voti (115 sì, 112 no, un astenuto). L’aritmetica, dunque, attesta che il governo è stato salvato in corner dai centristi Pier Ferdinando Casini e Paola Merloni per nulla convinti di seguire la rivolta del gruppo guidata da Mario Mauro e da un drappello di fedelissimi dei popolari Per l’Italia. Se anche quei due voti centristi fossero andati a rimpolpare il fronte delle opposizioni, il ddl Delrio oggi varrebbe meno di zero. E il presidente del Consiglio non potrebbe twittare — con un pizzico di ottimismo, visto che questa legge ordinaria non cancella le Province — che se «domani (oggi, ndr) passa la nostra proposta sulle Province 3.000 po- litici smetteranno di ricevere dei presidenti delle Province. Oggi si torna in Aula con la un’indennità dagli italiani». Ma è pure vero che il governo è quasi certezza che il governo ancora in sella grazie anche ai porrà la questione di fiducia 17 senatori di Forza Italia che per non correre rischi davanti non hanno partecipato al voto: ai 3 mila emendamenti. In se fossero stati in Aula, come questo caso, si voterebbe entro testimonia un sms risentito stasera per poi rispedire di del capogruppo Paolo Romani, corsa il ddl Delrio alla Camera si sarebbe colta «una occasio- che dovrà approvarlo entro e ne» per umiliare il governo non oltre il 7 aprile: altrimenti, è la tesi del governo, si rischia Renzi. Il voto a rischio (assenti giustificati, tra gli altri, i ministri-senatori Giannini e Pinotti, i sottosegretari-senatori Della Vedova e Cassano) aveva registrato un’avv i s a g l i a i n I Lo scambio di tweet tra il premier Renzi c o m m i s s i o n e e il deputato pd Francesco Boccia (Affari costituzionali) dove la maggioranza di votare a maggio per le Proha un solo voto di vantaggio. vince che invece tutti (a paroBene, quel voto è venuto meno le) vogliono abolire. L’atto di per due volte grazie all’assenza cancellazione delle Province deliberata dell’ex ministro del- sarà, infatti, di rango costitula Difesa Mario Mauro che ha zionale: stamattina al Senato fatto mancare il suo appoggio a verrà votata l’urgenza per il ddl causa di un’altra partita: la so- Crimi (M5S) che cancella la glia di accesso alle elezioni eu- parola Province dalla Costituropee troppo alte e non modifi- zione. Già il governo Monti ci cate dal testo sulle quote rosa. Il provò a farle fuori con il decrerisultato, così, è stato poco lu- to «salva Italia» ma la Consulta singhiero per la maggioranza azzerò il provvedimento; Letta, anche perché ai maldipancia con la legge di Stabilità 2013 dei popolari si sono aggiunti ha prorogato i commissariquelli del Ncd. E così il governo presidenti fino al 30 giugno; è andato sotto due volte: sul- Renzi tira la palla in avanti fino l’emendamento De Petris (Sel) al 31 dicembre. Ma fin quando che restituisce alle Province la non verrà approvato un ddl competenza sull’edilizia scola- costituzionale le Province non stica e sulla proposta del rela- saranno azzerate. Dino Martirano tore Francesco Russo (Pd) di © RIPRODUZIONE RISERVATA porre un tetto alle retribuzioni Privacy Il monito del Garante ai partiti: più trasparenza nell’usare i dati Partiti e movimenti politici più trasparenti nell’uso dei dati personali di iscritti, simpatizzanti, partecipanti alle primarie, semplici cittadini. Il Garante per la privacy ha fissato un quadro di regole per la tutela della riservatezza in questo ambito: partiti e movimenti, per esempio, possono utilizzare senza consenso i dati di aderenti o cittadini con cui intrattengono contatti regolari, purché gli scopi che intendono raggiungere siano individuati nello statuto. L’intervento del Garante ha riguardato anche le regole per la propaganda elettorale. «Rispetto dei dati significa rispetto della persona. Oggi i partiti hanno un’opportunità in più per riformarsi nel segno della fiducia» ha commentato il Garante della privacy Antonello Soro. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 3 # Il retroscena «Vedremo chi vuol far pagare agli italiani Province e Senato» La riforma LE CITTÀ METROPOLITANE In attesa di una legge costituzionale che abolisca le Province, il ddl Delrio riforma gli enti, riducendone poteri e funzioni, e crea le Città metropolitane Le Province diventano enti di secondo livello: per presidenti e consiglieri non è prevista l’elezione diretta. Saranno gestite dai sindaci del territorio che lavoreranno senza ulteriori compensi Le Città metropolitane saranno 10 e il sindaco metropolitano sarà il primo cittadino del Comune capoluogo TORINO 315 872.091 2.254.720 GENOVA Numero di Comuni nella Città metropolitana Popolazione residente nel Comune capoluogo Popolazione residente della Città metropolitana MILANO 134 1.262.101 3.075.083 BARI 41 313.213 1.246.297 121 NAPOLI 92 REGGIO CALABRIA ROMA — «Tranquilli, porteremo a casa il risultato, voglio vedere chi si potrà vantare di aver lasciato sulle spalle degli italiani i costi delle Province e del Senato. Siccome sono voti che avverranno a Palazzo Madama, a volto scoperto, ognuno dovrà metterci la faccia e prendersi le sue responsabilità»: è il Matteo Renzi di sempre quello che affronta la prova — difficile — dell’Aula per il disegno di legge Delrio. Il Renzi che non accetta gli altolà di «chi vuole la conservazione, di chi mira a mantenere lo status quo». Spiega il presidente del Consiglio, reduce da incontri su incontri, innumerevoli colloqui, riunioni a porte chiuse con Luca Lotti e Graziano Delrio: «È fisiologico che quando tocchi interessi — e che interessi — la palude opponga resistenza. Non si può pensare che tagli tremila stipendi della politica e tutti applaudano». Le reazioni sono ovvie, secondo il premier, ma anche le sue contromosse: «Noi siamo determinati ad andare avanti. Del resto, anche nelle scor- 97 «La faccia» «Ognuno dovrà metterci la faccia. Quando tocchi gli interessi la palude oppone resistenza» 2.638.842 4.039.813 959.052 3.055.339 180.686 550.323 IN ATTESA DELLA RIFORMA Piemonte Lombardia Emilia-Romagna Veneto Liguria Toscana Marche Abruzzo Umbria Puglia Calabria Molise Campania Lazio Basilicata 56 380.635 990.681 42 Il premier va alla conta: porterò a casa il risultato Dubbi nel Pd, stasera il confronto con i parlamentari BOLOGNA 67 366.039 987.354 ROMA 44 259.263 847.983 582.320 851.283 FIRENZE VENEZIA Alessandria, Cuneo, Novara, Torino, Verbano-Cusio-Ossola Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco, Milano, Monza-Brianza, Sondrio Piacenza, Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Reggio Emilia, Rimini Padova, Venezia, Verona, Rovigo Savona Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Pisa, Pistoia, Prato, Siena Ascoli Piceno, Fermo, Pesaro-Urbino Chieti, Teramo, Pescara Perugia, Terni Bari, Barletta-Andria-Trani, Lecce Cosenza, Crotone Isernia Napoli, Salerno Latina Potenza, Matera Fonte: Elaborazione Anci-Ifel 2014 su dati 2013 CORRIERE DELLA SERA 52 Le Province in scadenza nel 2014: rischierebbero di andare al voto a maggio se il ddl Delrio non venisse approvato. Il testo prevede che gli amministratori rimangano in carica fino a fine anno, in attesa della riforma. Altre 21 le Province già commissariate tra il 2012 e il 2013 nelle Regioni a Statuto ordinario se settimane gli uccellacci del malaugurio pensavano che non ce l’avremmo fatta, che avremmo fallito, e, puntualmente, abbiamo portato a casa la riforma elettorale». Il premier ha tutte le intenzioni di andare avanti, usando l’arma della fiducia. Al primo provvedimento su cui aveva debuttato il suo governo, il cosiddetto «salva Roma», non aveva voluto utilizzarla, perché sarebbe stata un sorta di pessimo biglietto da visita per l’esordio dell’esecutivo, ma adesso si rende conto che può essere l’unico strumento per forzare le resistenze e per nuotare controcorrente «nella palude stagnante di chi non vorrebbe cambiare niente, ma proprio niente». Dunque è il Renzi di sempre quello che affronta questa ennesima prova e si prepara alle prossime. La riforma del Senato, innanzitutto, dove gli mancherà la sponda dell’intera Forza Italia e anche di una parte dei suoi alleati. Dentro FI c’è chi è contrario, ma pure nel Nuovo centrodestra e nelle fila degli altri alleati. Il che fa fibrillare il fragile patto che si era costruito all’interno del Pd. Stasera il presidente del Consiglio saggerà la compattezza dei suoi gruppi, perché non vuole scherzetti o manovre sotterranee. Per dirla con lui: «Chiunque si esprima come vuole, ma a viso aperto, sapendo che poi si decide a maggioranza». Le insidie, però, non sono finite qui. Già ci sono i bersaniani che si preparano a mettere i bastoni tra le ruote all’Italicum. Spiegava ieri Andrea Giorgis, deputato fedelissimo dell’ex segretario, ad alcuni compagni di corrente: «Questa riforma, visto il risultato delle Amministrative in Francia, ormai non va più bene. Vedrete che Grillo rischia di essere il secondo partito e allora l’Italicum è da rifare, meglio che resti al Senato e non vada avanti». Un altro bersaniano, Davide Zoggia, ieri confidava a un amico: «Dopo la decisione del Tribunale di sorveglianza di Milano su Berlusconi, noi rischiamo di non avere più un interlocutore, e allora come faremo con l’Italicum, la revisione del Titolo V della Costituzione e la riforma del Senato?». Interrogativi e dubbi che i parlamentari del Pd si pongono, tra Montecitorio e Palazzo Madama. Persino la minoranza più dialogante, quella dei «giovani turchi», appare perplessa. Spiega Matteo Orfini: «Renzi, come al suo solito, procede a strappi, ma non si può fare sempre così. Prendiamo il decreto sul lavoro: noi non possiamo votarlo. Deve mettere la fiducia per farci dire di sì, oppure se lo vota con Forza Italia, ma gli conviene far passare un provvedimento con FI?». C’è fermento. E subbuglio. In Parlamento, ma anche nel partito, il che, influisce, inevitabilmente, sulle mosse dei deputati e dei senatori del Pd. La parola, ancora una volta, a Orfini, uno che ama parlar chiaro: «La gestione unitaria del partito? Renzi se la dimentica se in direzione, venerdì, intende ratificare solo le nomine di Guerini e Serracchiani». E il capannello attorno a lui annuisce e aggiunge all’unisono: «E poi non si lamenti se tutto ciò avrà ripercussioni in Parlamento». Ma chi conosce Renzi sa che il segretario continuerà a procedere come sa: a «strappi» per «non sprofondare nella palude». Ed è pronto ad accettare scommesse: l’«acqua stagnante» della conservazione non lo «fermerà». Maria Teresa Meli ROMA — «Renzi non ha la maggioranza, basta guardare i numeri di una legge acchiappa-potere come le Province per capire che non può dormire tranquillo...». All’esultanza di Renato Brunetta, che non da oggi grida «Al voto! Al voto! Al voto!», è d’obbligo fare la tara. E però il capogruppo di Forza Italia alla Camera è un buon termometro per misurare la temperatura degli azzurri sulle riforme, alle quali il capo del governo ha legato il suo futuro politico. Il patto con Berlusconi formalmente non è infranto, ma più si avvicina il verdetto del 10 aprile — quando l’ex Cavaliere saprà come e dove sconterà la pena — più i senatori berlusconiani diventano inquieti. Il monito di Maurizio Gasparri punta dritto a Palazzo Chigi: «Il premier non può calare le carte sulla riforma giocattolo del Senato e noi battiamo le mani, no. Non faremo i passacarte di Renzi, detteremo l’agenda. E partiremo dal varo della legge elettorale». Prima l’Italicum, poi la riforma del Senato. Forza Italia non molla e quella che può sembrare una questione di calendario diventa un problema di merito quando in diversi, sia pure semplici peones, tornano ad accarezzare l’idea di «far saltare il treno delle riforme». Finché da palazzo Grazioli non arriverà il «rompete le righe» i senatori berlusconiani ci andranno cauti con le parole, ma a preoccupare sono le azioni: emendamenti che spuntano a migliaia dai cassetti, assenze studiate a tavolino e un atteggiamento complessivo che sembra chiudere il breve periodo del «soccorso azzurro». Gasparri lo dice con una metafora: «Noi non siamo l’armadio sanitario da cui Renzi prende oggi l’alcol e domani i cerotti, il modo troppo spiccio di agire non porterà lontano». E Brunetta: «Questo governo è fresco di slides ma puzza già di cimitero. Stanno mettendo le mani sulle istituzioni per via le- Renzi, come fece con D’Alema ai tempi della Bicamerale». E anche Paolo Naccarato, senatore dell’Ncd con lunga esperienza parlamentare, tiene d’occhio i movimenti dei berlusconiani: «Forza Italia può rivelarsi una sorpresa». In positivo, o in negativo? «Vedo una diffusa inquietudine, c’è un riposizionamento in atto, sento parlare di ripicche contro il cerchio magico... Credo che l’Italicum farà da detonatore e temo che la disciplina di gruppo non regga». Ieri l’assenza di almeno diciassette senatori sulla pre- Il libro Il capogruppo di Forza Italia al Senato Paolo Romani mostra L’ultimo intrigo, libro del collega Giancarlo Serafini, a Giovanni Piccoli. In basso, Anna Maria Bernini (Benvegnù/Guaitoli) Il 12 marzo, con 365 voti favorevoli, l’Italicum è stato approvato alla Camera. L’accordo tra Pd, Ncd e Forza Italia ha retto, ma sugli emendamenti la tensione è stata alta, soprattutto su parità di genere e preferenze. E c’è chi, anche nel Pd di Renzi, ha annunciato battaglia in Senato per modificare il testo L’accordo sui tempi per l’Italicum Rispetto al testo originale, dalla legge elettorale è stato stralciato l’articolo che riguarda il Senato. A questo accordo si è giunti dopo le tensioni tra le formazioni che hanno sottoscritto l’Italicum: si voleva legare la legge elettorale alle riforme costituzionali per evitare un imminente ritorno al voto Il nuovo assetto di Palazzo Madama Il 12 marzo il presidente del Consiglio Renzi presenta la bozza di riforma per Palazzo Madama. I punti fermi sono tre: i senatori non saranno eletti dai cittadini, non riceveranno compensi aggiuntivi e non voteranno la fiducia. Ma c’è chi vuole modifiche Un asse trasversale per cambiare il testo Malumori azzurri, si incrina l’asse delle riforme gislativa e non democratica. Su quelle boiate pazzesche noi non saremo mai d’accordo, la riforma della Costituzione non gliela facciamo fare». Se Brunetta esagera, dando voce ai suoi desideri, Altero Matteoli è più prudente: «Può darsi che qualche senatore voglia far saltare il tavolo, ma per ora l’accordo regge. A Palazzo Madama vedo più malumore nel Pd che da noi». Eppure sono giorni che il democratico Miguel Gotor diffonde avvertimenti ai naviganti: «Non vorrei che Berlusconi finisse per buggerare Il sì della Camera alla legge elettorale © RIPRODUZIONE RISERVATA Le alleanze Brunetta invoca le urne. Naccarato (Ncd): se Silvio cincischia, può essere Matteo a far saltare il tavolo Avviso a Renzi: prima l’Italicum Il rimprovero di Romani agli assenti: persa l’occasione di bloccare la legge I punti giudiziale di costituzionalità ha salvato il provvedimento Delrio e fatto litigare gli azzurri. «Se Berlusconi cincischia — va avanti Naccarato — può essere Renzi a far saltare il tavolo... Sulla riforma del Senato i frenatori non mancano, c’è in gioco la Costituzione e il governo deve stare attento a non produrre un pasticcio inapplicabile». Gli azzurri sono in guerra per le candidature alle Europee e la protesta degli esclusi rischia di ripercuotersi sulle riforme. Denis Verdini ieri non era in Aula quando Forza Italia poteva affondare il ddl Delrio e anche lui ha ricevuto l’sms di rimprovero del capogruppo, Paolo Romani: «Si è persa davvero una grande occasione». Non c’era nemmeno Manuela Repetti, causa influenza. La moglie di Sandro Bondi (assente anche lui) conferma il patto sulla legge elettorale perché «c’è stato un accordo e Berlusconi non ci ha mai detto che vuole farlo saltare», mentre sulle riforme la mette così: «Renzi ci è un po’ più simpatico degli altri di sinistra, ma non ci siamo mai impegnati a dare i voti per far passare tutto il pacchetto...». Monica Guerzoni © RIPRODUZIONE RISERVATA In Senato Pd e Ncd hanno intenzione di modificare una parte del testo sulla riforma di Palazzo Madama. In particolare propongono che i partiti indichino, in fase elettorale, una quota di consiglieri regionali come aspiranti senatori. Le designazioni riservate al Colle dovrebbero essere cancellate La modifica del Titolo V La riforma del Senato dovrebbe essere abbinata a quella del Titolo V della Carta, per un riordino delle competenze tra Stato e Regioni su materie come trasporti, infrastrutture, energia e turismo. Sempre attraverso legge costituzionale avverrà l’abolizione delle Province 4 italia: 51575551575557 BOLOGNA FIRENZE GENOVA LEGNANO MILANO PORTO CERVO ROMA TORINO MADRID TOKIO SEOUL Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014 » Dossier 5 Primo Piano italia: 51575551575557 L’azione dei governi CHE COSA RESTA DI TANTI ANNUNCI LA STRADA A OSTACOLI DELLE RIFORME L’ANNUNCIO Nel settembre 2012 il premier Mario Monti annuncia: «Sui costi della politica serve un colpo d’ala, bisogna agire subito». Un mese dopo, il presidente del Consiglio agisce per decreto legge e approva tagli drastici alle poltrone degli enti locali e al finanziamento dei gruppi. Il dl prevede controlli più rigidi sull’operato di Comuni e Regioni con sanzioni finanziarie pesanti e tagli di vitalizi. nnunci e realizzazioni. Quante delle promesse fatte dai governi al loro insediamento trovano realizzazione? Abbiamo provato a fare un riepilogo sui temi principali: dalla riforma elettorale a quella della giustizia, dai pagamenti dei debiti della Pubblica amministrazione all’abolizione della tassa sulla prima abitazione. Ci siamo soffermati sugli ultimi due governi: quello Monti, durato un anno e cinque mesi, e quello Letta, esauritosi in quasi dieci mesi. Certo la durata di questi esecutivi non ha giovato alla realizzazione delle promesse: alcuni programmi sono ancora da completare e rispetto a alcuni di questi dossier il governo Renzi ha già dichiarato l’intenzione di procedere. Ci sono casi in cui la promessa viene completamente disattesa a causa della mancanza di risorse e altri in cui il dibattito politico vanifica l’intenzione di portare a casa un risultato tangibile. Talvolta il problema sono i provvedimenti attuativi che restano soltanto sulla carta e impediscono alle decisioni di raggiungere l’obiettivo. Sempre più spesso gli iter degli atti vengono rallentati dal controllo in sede europea. Un controllo che a volte è solo formale, più spesso è preventivo e vincolante, al punto da cambiare il corso delle decisioni. L’ANNUNCIO Il 27 marzo 2012, a pochi mesi dall’insediamento del governo Monti, i tre partiti che lo sostengono (Pdl, Pd e Udc) stringono un accordo annunciando la riduzione dei parlamentari, il rafforzamento dei poteri del premier e la riforma del Porcellum, la legge elettorale in vigore dal 2006: si ipotizza un proporzionale alla tedesca, con sbarramento al 5%, senza premio di coalizione ma mantenendo l’indicazione del premier. Il nuovo premier Enrico Letta, nell’aprile 2013, si impegna: «Quella dello scorso febbraio sarà l’ultima consultazione con la legge vigente. La prima cosa da fare per il governo è una nuova legge elettorale». Al. T. Al. T. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Partito l’iter per i pagamenti, il problema è accelerare L’ANNUNCIO È il 22 maggio 2012 quando il premier Mario Monti annuncia l’adozione di quattro decreti per pagare i crediti delle imprese verso la Pubblica amministrazione: 20-30 miliardi nel 2012. I crediti vanno certificati e compensati con eventuali debiti iscritti a ruolo oppure scontati presso le banche. Dieci mesi dopo, il meccanismo funziona con il contagocce. Serve che Bruxelles ci consenta di pagare i debiti facendo più deficit ma soprattutto più debito. Il via libera Ue arriva il 20 marzo 2013. Il ministro del Tesoro Vittorio Grilli predispone un decreto per rimborsare 20 miliardi di euro di debiti nel 2013 e altrettanti nel 2014. Più tardi i miliardi del 2013 diventeranno 30. Antonella Baccaro Liberalizzazioni annacquate Cessioni ancora al palo L’ANNUNCIO Il governo Monti vara nel gennaio 2012 un decreto liberalizzazioni che diventa legge due mesi dopo. Il passaggio in Parlamento lo priva di molte norme. Restano alcune novità: stop alle tariffe minime per i liberi professionisti, aumento di 500 unità dei notai (dal 2015 sarà bandito un concorso annuale), conto corrente gratis per i pensionati che hanno un assegno fino a 1.500 euro, stop all’applicazione di commissioni bancarie, fino a 100 euro, per chi fa il rifornimento di carburante con la carta o con il bancomat, mutui portabili e rinegoziabili senza addebiti, tariffe taxi e numero licenze fissate dai Comuni, queste ultime in base alle analisi dell’Autorità dei trasporti che fornirà un parere non vincolante. Per quanto riguarda il capitolo farmacie, 5 mila nuovi esercizi, farmaci di fascia C che si possono comprare in tutte le parafarmacie. Il capitolo privatizzazioni esordisce con il piano da 8-9 miliardi del governo Letta su Poste, Enav, Eni, Stm, Sace, Fincantieri, Cdp Reti, Tag e Grandi Stazioni. Sanità © RIPRODUZIONE RISERVATA Regioni virtuose da imitare Il sistema sarà ancora corretto L’ANNUNCIO Il 6 maggio 2011 viene approvato dal governo Berlusconi lo schema di decreto legislativo sulla «determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario» impostato dal ministro Maurizio Sacconi. Vengono stabiliti i criteri per ripartire fra le Regioni i soldi del Fondo sanitario nazionale prendendo come modello quelle più virtuose, cioè capaci di offrire al minor costo il miglior servizio assistenziale ad ogni livello: ospedale, territorio e prevenzione. Nelle intenzioni il nuovo sistema dovrebbe servire a eliminare gli sprechi e stimolare una migliore organizzazione. In pratica tutte le Regioni devono spendere la stessa cifra ovunque per ogni cittadino. Sparisce l’Imu sulla prima casa Riappare col nome di Tasi L’ANNUNCIO È il 28 agosto 2013 quando il premier Enrico Letta annuncia la cancellazione solo sulla prima casa dell’Imu, il tributo introdotto dal governo Monti nel dicembre 2011, che gli italiani hanno pagato nel 2012 sia sulla prima sia sulla seconda casa. A maggio intanto Letta aveva già sospeso il pagamento del primo acconto sull’abitazione principale e le pertinenze. A dicembre 2013 Letta confermerà la sospensione del saldo di dicembre per gli stessi immobili. Ma sorgerà il problema dei Comuni che intanto hanno deliberato aliquote superiori a quella base (0,4%). Un decreto legge stabilirà che in questi casi lo Stato coprirà il 60% della differenza dell’imposta dovuta, il 40% sarà a carico dei contribuenti (mini-Imu). I RISULTATI Nel 2014 la tassazione è tornata anche sulla prima casa, ma si chiama Tasi, Tassa sui servizi indivisibili, e ha la stessa base di calcolo dell’Imu. La Tasi è dovuta anche dall’affittuario in una quota variabile fra il 10 e il 30%, deciderà il Comune. Il governo Letta aveva fissato un’aliquota massima del 2,5 per mille sulla prima casa e del 10,6 per le seconde (Imu compresa), ma per permettere ai Comuni di concedere detrazioni, è stato concesso loro di elevarla fino a un massimo dello 0,8 per mille. ILLUSTRAZIONE DI VINCENZO PROGIDA I RISULTATI L’operazione, gestita dal governo Letta, si chiude nel 2013 con 23 miliardi pagati e 4 già autorizzati. Per la metà di quest’anno ne saranno pagati altri 20. Ma il meccanismo, che si basa da un verso sull’erogazione da parte Cassa depositi e prestiti (Cdp) di anticipazioni di denaro a enti locali e Regioni, dall’altro sull’allentamento dei vincoli del Patto di stabilità interno, è ancora lento per Renzi. Che rilancia e promette di pagare 68 miliardi entro settembre. Come si arrivi a 68 miliardi non lo dice. Mentre il nuovo meccanismo dovrebbe essere quello della cessione dei debiti alle banche garantita dalla Cdp. Privatizzazioni Il lungo addio al Porcellum Strettoia per Senato e Titolo V I RISULTATI Il governo Renzi prende di petto le riforme. Il 12 marzo 2014, la Camera dà il via libera all’Italicum, un modello maggioritario che esclude preferenze e quote rosa. Ma al Senato, per il varo definitivo, i tempi potrebbero allungarsi. Perché i partiti hanno deciso di incardinare prima la riforma costituzionale, con il nuovo Senato delle autonomie e la modifica del Titolo V della Costituzione. La nuova bozza della riforma del Senato, elaborata dal ministro Boschi, sarà presentata dal premier ai parlamentari del Pd questa sera e venerdì in Direzione. © RIPRODUZIONE RISERVATA Abitazioni Debiti delle Pa I RISULTATI Nel febbraio del 2014, il governo Letta procede all’«abolizione» del finanziamento pubblico ai partiti (contestato dai 5 Stelle), che avverrà solo progressivamente, fino a esaurirsi nel 2017. La nuova legge abolisce i rimborsi pubblici ai partiti e li sostituisce con agevolazioni fiscali per la contribuzione volontaria attraverso detrazioni per le erogazioni liberali e destinazione volontaria del 2 per mille Irpef. Il 24 marzo il ministro Graziano Delrio promette «uno tsunami antiburocrazia». È in arrivo per fine aprile la riforma della pubblica amministrazione, che prevede il taglio degli stipendi dei supermanager. Secondo Renzi nessun manager pubblico dovrebbe prendere uno stipendio superiore a quello del capo dello Stato, cioè 239.181 euro lordi l’anno. A Legge elettorale Soldi ai partiti, stop ma dal 2017 Ora l’attacco ai superstipendi A. Bac. © RIPRODUZIONE RISERVATA Giustizia Costi della politica Dai tentativi avviati da Monti e Letta all’agenda di Renzi Piccoli passi sul processo civile, poi la frenata sul ddl Cancellieri L’ANNUNCIO Di riforma del processo civile si torna a parlare con il governo Monti. Nel decreto Sviluppo viene introdotto un filtro in appello per ridurre il contenzioso. È nel decreto del Fare che viene reintrodotta, modificata dopo la bocciatura della Corte costituzionale, anche la mediazione obbligatoria. Prima di intraprendere una causa diventa d’obbligo tentare un accordo attraverso organismi privati e non: dagli ordini professionali alle semplici srl. Il Guardasigilli del governo Letta, Anna Maria Cancellieri, aggiunge l’introduzione della motivazione della sentenza previo pagamento; del giudice unico; della responsabilità in solido per lite temeraria. I RISULTATI Alcuni provvedimenti di liberalizzazione non sono stati applicati in assenza di provvedimenti attuativi. Il governo Renzi ha annunciato di voler incrementare il piano Privatizzazioni di Letta, oggi ancora alle prime battute. I RISULTATI Le Regioni non si mettono d’accordo e il via libera arriva solo a novembre 2013 con l’annuncio di Vasco Errani, presidente della Conferenza che le rappresenta: «Sperimentazione per il 2013, pieno regime nel 2014». A dicembre il ministro della Salute Beatrice Lorenzin annuncia che le tre Regioni di riferimento (chiamate benchmark), individuate in una rosa di 5, sono Umbria, Veneto e Emilia Romagna. A gennaio il via libero definitivo. Il Fondo del 2013, 104 miliardi, viene calcolato con i costi standard. Ma già sono stati annunciati correttivi. I RISULTATI Dopo le proteste dell’avvocatura e le perplessità della magistratura, il ddl del ministro Cancellieri resta congelato. Il nuovo titolare della Giustizia, Andrea Orlando, il 20 marzo ha riunito avvocatura (Oua, Cnf) e Associazione nazionale magistrati. Nel report riservato dell’incontro si legge che ha condiviso le perplessità su motivazione a richiesta (ponendo in rilievo l’esigenza di un maggiore utilizzo della sentenza in maniera sintetica), sulla responsabilità per lite temeraria e sul filtro preventivo. E ha convenuto sulla necessità di un «ulteriore approfondimento». A. Bac. Margherita De Bac Virginia Piccolillo © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATAJ © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Primo Piano Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 I mercati Bankitalia Visco: crescita per tagliare il debito, non manovre Il governatore: torna l’interesse dei mercati sull’Italia. Draghi: selezionare la spesa, no a più tasse ✒ ROMA — Bisogna puntare sulla ripresa degli investimenti. Perché solo così si può dare slancio alla crescita e si possono superare senza drastiche manovre restrittive i vincoli europei del fiscal compact. Lo ha detto nella sua Lectio magistralis presso il Collegio Borromeo di Pavia il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, il quale ha sottolineato come in questa fase stiano emergendo «rinnovati segnali di interesse per i mercati italiani, incluso quello dei titoli di Stato». Ed è di ieri la decisione di Standard & Poor’s di togliere Generali dal Credit Watch, l’osservazione del rating in vista di un possibile declassamento. Per la compagnia del Leone, che a sorpresa in novembre era stata messa in area retrocessione, c’è stata dunque la conferma del giudizio al livello A-, due gradini sopra al voto del debito sovrano dell’Italia. Gli accordi raggiunti in Europa nel corso degli ultimi due anni hanno reso operativi gli impegni di bilancio presi in passato, ha rilevato Visco ricordando come la regola sul debito pubblico, che sarà applicata all’Italia per la prima volta nel 2016, richiederà una riduzione media annua del suo rapporto rispetto al Pil «pari a circa un ventesimo della parte che eccede il limite del 60%». Per rispettarla, però, «non è necessario ridurre il valore nominale del debito» perché in «condizioni di crescita “normale”, vicina al 3% nominale, sarebbe infatti sufficiente mantenere il pareggio strutturale» del bilancio. «Non sarebbero necessarie, a differenza di quanto sostengono alcuni commentatori, manovre correttive da 40-50 miliardi all’anno», né «sarebbe richiesto mantenere un orientamento permanentemente restrittivo alla politica di bilancio». Secondo Visco dunque «è comunque sulla crescita reale dell’economia, quindi sulla ripresa degli investimenti che bisogna puntare». La politica di bilancio «deve garantire la sostenibilità del debito, il pieno accesso al mercato. Le regole concordate in Crescita Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco: per rispettare i vincoli del fiscal compact, che prevedono la riduzione di un ventesimo del debito ogni anno, per Bankitalia è prioritario aumentare la crescita sede europea sono il mezzo, non il fine». Per il nostro Paese comunque, ha osservato il governatore, il vero vincolo di bilancio è dato dalla necessità di garantire la sostenibilità del debito pubblico e di mantenere il pieno accesso al mercato finanziario anche perché il Tesoro deve collocare ogni anno titoli per oltre 400 miliardi di euro. Sull’Italia ha osservato quindi Visco sta ritornando la fiducia degli investitori: il divario di rendimento tra i Btp decennali e i corrispondenti titoli tedeschi è tornato sotto i 200 punti, soprattutto grazie «all’abbattimento del rischio di disgregazione dell’area dell’euro», mentre la componente nazionale dello spread che «risente dell’alto debito pubblico e delle basse prospettive di crescita», deve essere «ulteriormente ridotta: prima della recessione del 2008 era inferiore ai 50 punti base». La realizzazione di riforme strutturali che consentano un recupero di competitività è dunque «un passaggio essenziale per il rilancio del Paese». Visco ha quindi riba- dito che l’economia non è in deflazione anche se il rischio «va contrastato con determinazione». In questo campo la Bce, come ha ripetuto ancora ieri il presidente della Bce, Mario Draghi, «è pronta ad agire con tutte le misure necessarie per garantire la stabilità dei prezzi». Draghi - che ha esortato le banche europee a fare pulizia nei propri bilanci prima della fine degli esami di Francoforte - ha quindi affermato che «la crisi non è finita, ma il suo culmine è stato superato». La strategia di ripresa, ha aggiunto, deve «continuare a essere eseguita con impegno e perseveranza», con una politica di bilancio «meno focalizzata sull’aumento delle tasse e più sulle priorità di spesa». Quanto all’azione di politica monetaria è da registrare l’apertura del presidente della Bundesbank Jens Weidmann agli acquisti da parte della Bce di titoli di Stato e all’adozione di altre misure non convenzionali. Stefania Tamburello © RIPRODUZIONE RISERVATA Mercati e conti pubblici Lo spread La Borsa (ultimi 6 mesi) Il debito pubblico (dati in miliardi di euro) (ultimi 6 mesi) 20.6077 260 0 2.140 2.085,311 ieri 181,71 240 0 2.035,870 19.9366 2.080 220 0 19.2666 200 0 18.6944 180 0 17.9233 2.076,375 2.020 ieri 20.823 +0,95% 2.089,462 1.960 1.989,473 2013 160 OTT NOV 2014 DIC GEN FEB 2013 17.2522 MAR OTT NOV 2014 DIC GEN FEB Fonte: Banca d’Italia 1.900 MAR DIC 2012 MAR 2013 GIU 2013 OTT 2013 GEN 2014 Sul mercato L’agenzia di rating: i titoli di Stato non sono un problema. Greco: è un segnale per l’attrattività dell’Italia sugli investitori Il Leone supera gli esami S&P’s conferma il voto «È un segnale positivo per l’attrattività dell’Italia come destinazione di investimenti». Mario Greco, numero uno delle Generali, accoglie così la conferma del «voto» assegnato al nostro primo gruppo assicurativo da parte di Standard & Poor’s. Il Leone di Trieste ha superato lo stress test effettuato dall’agenzia internazionale di rating dimostrando la capacità di mantenersi solida anche in uno scenario finanziario di estrema tensione. Greco definisce la decisione di S&P un riconoscimento doppiamente importante, per la società e per il nostro Paese. A ragione, anche perché la conferma chiude positivamente un capitolo che aveva riguardato sì le Generali ma di riflesso, per le dimensioni e l’importanza internazionale del gruppo, l’intero sistema Italia. Il 23 novembre 2013, a sorpresa, Standard & Poor’s ha annunciato di aver collocato Generali e altre compagnie internazionali «sotto osservazione» per un possibile declassamento: «Se non supererà i nostri stress test», si leggeva nella nota, «legati a un possibile default del Paese, probabilmente limiteremo il rating del gruppo al livello di quello dell’Italia», che è inferiore di due «gradini». Greco Trieste Il Ceo di Generali, Mario Greco. S&P ha confermato il voto sul gruppo aveva reagito definendolo un «errore clamoroso» e qualcosa di «irricevibile», anche in relazione al fatto che la doccia fredda arrivava «quando l’economia italiana» stava mostrando «i primi segnali di ripresa». Segnali che senza dubbio sono proseguiti in modo coerente come dimostra il termometro dello spread Btp-Bund sceso da allora di oltre 70 punti base. Qualche tempo dopo S&P ha anche comunicato a Trieste l’orientamento a procedere effettivamente a un down- grade, cioè a un ribasso del voto. Secondo fonti di mercato però le Generali hanno seguito la procedura prevista in simili occasioni presentando una specie di ricorso. E il loro punto di vista è stato accolto dall’agenzia, fatto che sembra avvenire abbastanza di rado se si pensa che su 150 di tali ricorsi presentati dalle società sotto esame non più di cinque si sarebbero chiusi con «verdetto» favorevole. Alla fine Standard & Poor’s ha riconsiderato la valutazione iniziale che l’ha portata ad avviare il creditwatch, cioè l’osservazione per una eventuale bocciatura: le Generali hanno superato lo stress test e il rating è stato confermato. Secondo Greco il risultato dimostra «le significative riserve di bilancio e la flessibilità finanziaria» del gruppo, riconosce la sua «diversificazione globale», visto che «il 70% del business è originato all’esterno del mercato domestico e conferma «il progresso compiuto» sotto il profilo della solidità. Infine, annota il group ceo, «abbiamo sempre ritenuto del tutto improbabile lo scenario di un eventuale default dell’Italia». Nonostante però tale scenario appaia in effetti oggi ancora più improbabile, S&P non fa marcia indietro sull’outlook (le previsioni) che resta negativo per il gruppo assicurativo perché riflette l’analoga prospettiva di lungo termine sul credito sovrano dell’Italia e l’aspettativa che il Leone di Trieste non aumenterà nei prossimi due anni l’esposizione agli asset domestici. Certo, le Generali alla fine del 2013 hanno in portafoglio circa 55 miliardi di titoli di Stato Italiani, quota leggermente diminuita (del 6%) rispetto a 12 mesi prima. Sono quindi fra i maggiori detentori di bond governativi domestici e una cassaforte di sistema molto importante se si pensa che l’intero sistema bancario a fine gennaio era esposto sui nostri Btp e Bot per 383 miliardi. Ma, a parte il fatto che il «tesoretto» in titoli di Stato per il Leone va messo a confronto con l’intero portafoglio di asset investiti della compagnia, che vale circa 500 miliardi, la valutazione dell’agenzia di rating appare oggi poco in linea sotto questo profilo con quanto stanno dimostrando gli investitori. Basti osservare l’andamento delle ultime aste di Btp, che vanno meglio delle previsioni con rendimenti in continua discesa, e che rappresentano un segnale inequivocabile: il debito pubblico italiano è ancora attraente. Tanto è vero che è atteso un nuovo successo per la emissione, la sesta, di Btp Italia, destinato ai risparmiatori e che partirà a metà aprile. Ma indicazioni che vanno nella stessa direzione provengono dalla forte domanda internazionale di bond societari Stress test La compagnia ha superato il test dimostrando la solidità in condizioni finanziarie estreme (le stesse Generali in gennaio hanno collocato in due ore un’obbligazione da 1,25 miliardi che ha raccolto una domanda di quasi 10), e dagli investimenti in equity che hanno visto diversi investitori istituzionali esteri entrare nel nostro mercato negli ultimi mesi. Indirizzandosi anche (il caso del colosso Blackrock è il più evidente, ma non il solo) sulle banche. I cui portafogli, come si è visto, sono pieni proprio di Btp. Sergio Bocconi © RIPRODUZIONE RISERVATA Prezzi e ripresa, la Bundesbank volta pagina e apre alla Bce di GIULIANA FERRAINO I l momento deve essere piuttosto grave se, di colpo, un falco come il presidente della Bundesbank diventa una colomba e rompe il tabù del Quantitative easing (Qe). Per salvare l’eurozona dalla deflazione «non è più fuori discussione» l’acquisto di titoli di Stato e altri asset delle banche da parte della Banca centrale europea, ha dichiarato Jens Weidmann all’agenzia Mni. Aprendo inoltre alla possibilità di tassi negativi per frenare il rafforzamento dell’euro. Parole inaspettate, visto che finora proprio la Germania ha opposto la maggiore resistenza verso un allentamento della politica monetaria dell’Eurotower seguendo l’esempio di quanto fatto dalla Federal Reserve in America. E Weidmann è stato l’unico membro del Consiglio dei governatori della Bce a votare contro l’Omt, il programma di acquisto illimitato di titoli di Stato annunciato da Mario Draghi nell’estate del 2012 per calmare i mercati, in piena crisi del debito sovrano. Perché la Bundesbank ha cambiato approccio all’improvviso? Negli ultimi giorni sono successe due cose importanti: la valanga di voti raccolti in Francia dal Front Nationale, che vuole l’uscita di Parigi dall’euro, ha fatto diventare più consistente la possibilità di una vittoria degli euroscettici alle prossime elezioni del Parlamento europeo in maggio. L’altra (cattiva) notizia riguarda l’inflazione, che a febbraio è stata rivista allo 0,7% per l’eurozona, nella «zona di pericolo». Più si prolunga questo periodo di bassa inflazione, ben lontana dalla soglia del 2% indicata dalla Bce come target, più aumentano i rischi di deflazione. E non conforta l’ultimo dato (di ieri) sull’inflazione britannica, scesa dall’1,9% all’1,7% a febbraio, ai minimi degli ultimi 4 anni, a fronte di una crescita del 2,8% stimata per quest’anno. In queste circostanze «le misure non convenzionali prese in considerazione — dice Weidmann — sono un territorio poco conosciuto. Questo significa che occorre discutere la loro efficacia e gli effetti dei loro costo». Ma «questo non significa che i programmi di Quantitative easing siano in generale fuori questione». Forse, sembra suggerire il falco di Francoforte, è giunto il momento che la Bce faccia di più. Ancora una volta toccherà a una banca centrale dare una mano ai leader politici. @16febbraio © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014 italia: 51575551575557 Offerta valida per immatricolazioni fino al 31/03/2014 per Ford C-MAX 1.0 EcoBoost 100CV Start&Stop. Solo per vetture in stock, grazie al contributo dei Ford Partner. IPT e contributo per lo smaltimento pneumatici esclusi. Ford C-MAX: consumi da 4.5 a 8.2 litri/100 km (ciclo misto); emissioni CO2 da 117 a 159 g/km. Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Le immagini presentate sono a titolo puramente illustrativo e possono contenere accessori a pagamento. Mai togliere le mani dal volante. A meno che tu non stia parcheggiando, naturalmente. 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Il ministro, rispondendo a margine di un convegno ad una domanda sugli 85 mila dipendenti pubblici in esubero quantificati dal commissario per la revisione della spesa pubblica Carlo Cottarelli, ha detto che non si sta pensando ad uscite traumatiche di personale ma piuttosto a «prepensionamenti» anche «per aiutare i giovani ad entrare nella Pubblica amministrazione». Eventuali carenze di organico, ha aggiunto Madia, potranno essere coperte anche con «una sana mobilità obbligatoria» del personale. Queste decisioni, Intervista ha spiegato, visti i tempi stretti, potrebbero essere prese senza aprire un tavolo di trattativa con i sindacati. Che ovviamente non l’hanno presa bene». «Noi pensiamo che il ministro farebbe bene umilmente ad adoperare il suo compito nell’interesse generale anziché della chiacchiera generale», ha commentato Raffaele Bonanni per la Cisl. Ma nel merito la proposta dei prepensionamenti ha ricevuto apprezzamenti dal segretario della Funzione pubblica Cgil, Rossana Dettori (sì se si assumono i giovani, a partire dai vincitori di concorso e dai precari) e dal leader della Uil, Luigi Angeletti: «Ottima idea far entrare i giovani». Un’idea questa dei prepensionamenti per svecchiare la Pubblica amministrazione, che a ben vedere risale al 14 giugno 2006 quando a lanciarla con un’intervista al Corriere fu Nicola Rossi, già consigliere economico di Massimo D’Alema a Palazzo Chigi, che propose appunto di prepensionare 100 mila dipendenti pubblici per assumere 20 mila giovani, con notevoli risparmi e un aumento della produttività. In questi 8 anni, invece, il combinato disposto dell’aumento dell’età pensionabile e del blocco del turnover ha prodotto sì una riduzione del numero dei dipendenti pubblici, scesi da 3,4 a 3,2 milioni, ma ha aggravato l’invecchiamento della burocrazia italiana, tanto che solo il 10% ha un’età inferiore a 35 anni, con- Contributo Il sottosegretario Legnini apre anche agli sgravi per chi guadagna meno di 8 mila euro tro il 28% in Francia e il 25% nel Regno Unito mentre il 44% ha più di 50 anni (29% Francia, 30% Regno Unito). E gli over 60, quelli più vicini alla pensione dunque, sono circa 200 mila. Madia ha quindi annunciato che «ci sarà sicuramento una proposta del governo» sui tagli ai super stipendi dei manager delle aziende pubbliche e ha sottolineato che per i dirigenti pubblici è già vigente la circolare che attua il tetto fissato dal governo Letta pari alla retribuzione del primo presidente di Cassazione, cioè 311 mila euro lordi. La riforma, secondo il ministro, riguarderà anche «l’accesso, la formazione e gli incarichi a termine» dei dirigenti. Infine non ha escluso l’arrivo di un «contributo di solidarietà» sulle retribuzioni più alte, «che non riguardi solo i dirigenti, ma che deve partire dalla politica». Nessun commento invece Il ministro Il responsabile della Pubblica amministrazione, Marianna Madia: si sta lavorando su uscite di personale con prepensionamenti anche per aiutare i giovani ad entrare nella Pa sul caso Moretti, l’amministratore delegato che non vuole subire tagli al suo stipendio di 873.666 euro lordi e che ieri ha detto di non temere di essere sostituito: «Se il governo trova un’alternativa migliore, ben venga». Al ministero dell’Economia, intanto, procede la preparazione del Def, il Documento di economia e finanza, che deve essere presentato entro il 10 aprile e che conterrà la cornice finanziaria del taglio delle tasse per i lavoratori dipendenti, i famosi 80 euro in più al mese per chi guadagna 1.500 euro netti promessi dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Anche qui c’è una novità. Il sottosegretario all’Economia, Giovanni Legnini, ieri infatti ha aperto alla possibilità che lo sgravio vada anche agli incapienti, cioè a chi ha un reddito annuo inferiore a 8 mila euro lordi. «Sono in corso elaborazioni, bisogna decidere», ha detto in tv a Sky Tg24. Il problema è difficile da risolvere perché mentre sopra 8 mila euro lo sconto può essere messo in busta paga con un aumento delle detrazioni da lavoro dipendente (fino a 25 mila euro lordi) sotto gli 8 mila non operano le detrazioni e quindi bisognerebbe erogare una somma attraverso l’Inps, per esempio, o ridurre i contributi previdenziali. I pensionati, ha detto ieri il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, dovrebbero comunque restare fuori dal taglio delle tasse. Infine, il viceministro dell’Economia, Luigi Casero, ha annunciato che nell’attuazione della delega fiscale si partirà dalle dichiarazioni dei redditi precompilate che dal prossimo anno potrebbero essere mandate ai pensionati e ai dipendenti pubblici. Enrico Marro © RIPRODUZIONE RISERVATA «Puntiamo sull’impresa manifatturiera: cresce nel territorio, sviluppa occupazione e produce ricchezza. Il sindacato? È fermo alla concertazione» Rocca: l’Italia adesso può ripartire Meno illusioni e più fiducia nell’industria Il presidente di Assolombarda: lavoro, le prime misure di Renzi nella giusta direzione MILANO — Alla fine conclude che «sì, credo di sì: ripartiremo». Per Gianfelice Rocca la condizione — la principale, almeno — è che «ci liberiamo di vent’anni di equivoci e problemi non affrontati». Passi avanti però ne abbiamo fatti, dice, e se è vero che il prezzo è stato la Grande Crisi «ormai dell’emergenza siamo consapevoli». Soprattutto (o nonostante tutto): «L’Italia ha doti profonde cui dobbiamo soltanto consentire di emergere». È assolutamente alla nostra portata. Riaccendere i motori — l’espressione che il presidente di Techint e Assolombarda ha scelto come titolo del saggio appena pubblicato da Marsilio — è possibile. Del «come» e degli «a patto che» Rocca discuterà questa sera con Romano Prodi, Giorgio Squinzi, Andrea Pontremoli, Ferruccio de Bortoli (padrone di casa dell’incontro organizzato dalla Fondazione Corriere della Sera: appuntamento nella sede milanese di via Solferino, ingresso da via Balzan per la Sala ❜❜ Il lavoro e la scuola Tecnologia e impresa: se cade la grande muraglia tra le università e il mondo del lavoro potremo puntare a livelli tedeschi Buzzati, ore 18). Le premesse, e le promesse mantenute dal libro, sono una serie di analisi raccontate in un linguaggio antiaccademico, alcuni giudizi sottilmente sferzanti e senza riguardi per nessuno, più molti, molti luoghi comuni sfatati. Lei scrive nell’introduzione che «Riaccendere i motori» nasce da una passione, quella per la lettura dei fenomeni che in pochissimi anni hanno cambiato il pianeta, e da una frustrazione. Va giù piatto contro le «interpretazioni eccessivamente sbrigative che fanno la parte del leone nel dibattito economico, non solo italiano». Ed è tranchant nell’accusare «voci anche molto autorevoli» di «assumere con troppa leggerezza una visione unidimensionale del mondo». In questo neo-conformismo mette un po’ tutti: economisti, politici, sindacalisti... «Partiamo dalla passione: io sono un industriale e rivendico la bellezza che nel mondo dell’industria ancora c’è. La frustrazione ne è la conseguenza. Perché si parla sempre e soltanto di hitech, sembra esistano unicamente il digitale e i bit e che tutto il resto sia preistoria». Ma è quella «preistoria», peraltro ben felice Oggi l’incontro Industriale Il presidente di Assolombarda, Gianfelice Rocca, 65 anni. Rocca è presidente del gruppo Techint. Negli Anni 90 ha fondato l’Istituto Clinico Humanitas. Dal 2004 al 2012 è stato vicepresidente di Confindustria con delega alla formazione di sposarsi ai bit, che continua a mandare avanti il mondo: lei cita la meccanica, la farmaceutica, il manifatturiero in generale. «Vuole un dato, uno dei tanti, che lo dimostri? Gli Stati Uniti sono per antonomasia la culla dell’alta tecnologia. La patria di Apple, Google, Microsoft. Tutte società che hanno certamente cambiato in meglio la nostra vita e quella delle nostre aziende. Eppure anche gli Usa, come la Germania, diminuiscono le esportazioni di hi-tech e aumentano quelle di medium tech. Il mani- La presidente Fed Yellen: donne decisive per l’economia Usa (giu.fer.) Janet Yellen, 67 anni, la prima donna a guidare la Federal Reserve nei 100 anni di storia della Banca centrale, sostiene che il successo dell’economia Usa nel corso dell’ultimo secolo sia dovuto in larga parte al contributo delle donne. Secondo Yellen, la crescente partecipazione femminile alla forza lavoro, in particolare dopo il 1970, è stata cruciale nel sostenere la crescita del reddito delle famiglie. Aver usato di più il talento delle donne ha reso l’America più ricca e prospera, afferma Yellen. Che, in un discorso al Congresso, nota anche un graduale aumento delle donne nella sua professione economica. Le donne restano però sottorappresentate ai livelli più alti del mondo accademico, del governo e del business. © RIPRODUZIONE RISERVATA fatturiero è un mondo altrettanto ricco di innovazione. E ha in genere un legame molto stretto con il territorio, dove crea o mantiene occupazione e favorisce la redistribuzione della ricchezza. Non si può dire lo stesso per l’hi-tech. Apple negli Stati Uniti occupa 50 mila persone. Ma i suoi prodotti li montano in Cina, ai salari che sappiamo, i milioni di Foxconn». Perciò lei ricorda che Barack Obama fa studiare un piano di reindustrializzazione. E che l’Europa punta a riportare al 20% il peso dell’industria. Se è così noi italiani, individualisti e però a volte proprio per questo campioni del manifatturiero innovativo, delle nicchie alte di mercato, dovremmo essere in pole position per la ripresa. Non lo siamo. «Ma potremmo. Vediamo il quadro oggi. Siamo un Paese ricchissimo di imprenditorialità e creatività, come dimostrano le leadership nella moda o nel design, ma carente di tecnologia. Non perché ci manchino i cervelli, al contrario: i nostri politecnici, per esempio, sfornano eccellenze di livello internazionale. Il problema è che l’Italia ha un’alta intensità di scienza ma non di brevetti. Abbiamo troppi accademici e troppo pochi professional. Questo però dimostra quante potenzialità possiamo ancora sfruttare. Facciamo cadere la grande muraglia tra le università e il mondo del lavoro, delle aziende, della produzione “intelligente”, e potremo puntare a livelli tedeschi». La Germania però, e lei lo scrive in modo anche crudo, ha fatto quello che noi abbiamo puntualmente predicato ma mai attuato: le riforme. «È vero, la Germania post-unificazione, oltre a ad avvicinare l’education alla formazione profes- I punti di forza «Riaccendere i motori Innovazione, merito ordinario, rinascita italiana» è il titolo scelto da Gianfelice Rocca per il saggio, appena pubblicato da Marsilio, in cui il presidente di Techint e Assolombarda spiega come e perché l’Italia può ripartire. Tesi di fondo: il nostro Paese ha tantissimi punti di forza inespressi e, se saremo capaci di ricominciare da lì e da politiche che possano valorizzarli, scopriremo che la globalizzazione non ci obbliga necessariamente a un destino da comprimari. Alla Fondazione Corriere Di questi temi Rocca parlerà questa sera, in uno degli «Incontri ExLibris» organizzati dalla Fondazione Corriere della Sera, con Romano Prodi, Giorgio Squinzi, Andrea Pontremoli e Ferruccio de Bortoli. L’appuntamento — aperto al pubblico e con ingresso libero previa prenotazione allo 0287387707 o all’indirizzo mail [email protected] — è alle ore 18 nella sede milanese di via Solferino, entrata da via Balzan 3 per la Sala Buzzati. sionale, ha fatto i due grandi compiti a casa che noi abbiamo bisogno di fare: moderazione salariale e flessibilità del mercato del lavoro. È così che ha recuperato produttività. E l’ha fatto con la collaborazione del sindacato». Che da noi, salvo rari casi e tutti a livello aziendale, è fermo alla concertazione. Come ferma lì pare Confindustria: la Fiat, per ottenere flessibilità, alla fine è dovuta uscirne (non con dispiacere, per la verità). Pensa davvero si possa abbattere, il totem concertativo? «La questione principale è il sistema sindacale. Per dirla con una battuta: copernicano quello tedesco, tolemaico quello italiano». Cioè non accetta ancora che la terra sia rotonda, non piatta. Non un limite da poco. «No, ed è lo specchio di una certa Italia. È una buona parte del Paese che ha vissuto in modo tolemaico. L’idea, o meglio l’illusione, era che il debito pubblico potesse crescere all’infinito perché ci sarebbe stato sempre chi comprava i nostri Bot. È l’equivalente di quello che è successo poi negli Usa con la bolla immobiliare. Nell’uno e nell’altro caso l’esplosione, prima o dopo, era scritta». Eppure, con tutto ciò, lei dice: «Riaccendere i motori» si può. A patto che? «A patto che si liberi lo zaino del medium tech dai pesi insostenibili: burocrazia, Fisco, inefficienza dei servizi. Il resto deve farlo una politica dell’education che punti sull’innovazione e arric- ❜❜ Il «sindacato tolemaico» La Germania ha fatto le riforme con il sindacato. Da noi le confederazioni sono rimaste a una concezione tolemaica chisca il patrimonio tecnologico. Do per scontate le riforme strutturali, e devo dire che nel campo del lavoro le prime misure del governo vanno nella direzione giusta, e una politica industriale “di continuità”. Così come mi aspetto si metta mano a un federalismo incompiuto e confuso: anziché la burocrazia competitiva e virtuosa del modello Germania, ha inventato la “burocrazia concorrente”. Una gara a chi fa peggio. Il massimo». Scusi: perché, allora, questa dovrebbe essere la volta buona? «Perché gli italiani, dopo la crisi, dell’emergenza sono consapevoli. E sono loro i primi a voler riaccendere i motori». Già. Ma la chiave? Chi ce l’ha? «La fiducia. È il gap di fiducia che frena le nostre enormi potenzialità. Dopodiché, dobbiamo sicuramente “spurgare” vent’anni di ritardi, visioni tolemaiche, illusioni». Questo presuppone che la vendita di illusioni sia finita. «Un venditore c’è se c’è un compratore...». Raffaella Polato © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 9 La spesa pubblica Il governo Il ministro dell’Interno Angelino Alfano L’Alfa 159, sopra, è il modello del Viminale che sarà messo presto all’asta su eBay Il ministro della Difesa Roberta Pinotti. Il modello Maserati 139 (sopra, da Use.com) andrà presto all’asta sul sito di ecommerce Il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Destinato all’asta è il modello serie 5 Bmw 525d (sopra, foto da alibaba.com) del ministero Auto blu, le Maserati di La Russa su eBay All’asta le prime 25 berline dei ministeri di Giustizia, Interni e Difesa «Venghino signori, venghino». La #svoltabuona — come ama definirla Matteo Renzi — a ben vedere comincia oggi con un profilo eBay. Ad aprirlo sarà Palazzo Chigi e anche questo è un segno dei tempi che cambiano. Sul popolare sito di ecommerce e sul sito della presidenza del Consiglio comparirà un banner recante l’elenco di circa 170 auto blu (in uso da diversi ministeri tra cui gli Interni, la Giustizia e la Difesa) che saranno messe all’asta a cadenza settimanale fino al 16 aprile. Verranno suddivise in 6 tranche da 25 (la prima — assicurano a Palazzo Chigi — sarà bandita tra qualche giorno dopo aver sistemato tutti Le vendite Le vendite online avranno cadenza settimanale e saranno 25 le auto per ogni asta gli adempimenti tecnici del caso, come il via libera da parte dell’Agenzia del Demanio e degli uffici legislativi competenti). Poi i fanatici della Maserati 139 Quattroporte (nel 2011 l’ex ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ne fece acquistare 15 a 117 mila euro ciascuna suscitando più di qualche critica per il presunto sperpero di denaro pubblico) potranno ambire a diventare proprietari di queste berline «ministeriali» il cui prezzo di mercato attuale è di circa 50 mila euro, secondo le rilevazioni della rivista Quattroruote. Tra le vetture all’asta su eBay anche alcuni modelli che avranno quasi il sapore di un cimelio, come le Lancia K di Interni e Giustizia (l’ultima prodotta risale al 2001 e il va- lore attuale oscilla tra i mille e 1.500 euro), la Lancia Thesis diffusa un po’ tra tutti (in un range che oscilla tra i 2.500 e i 12 mila euro a seconda dell’anno di produzione e della versione) e la Volvo S60 del Viminale (la prima serie arriva fino al 2009 e può valere dai 3 mila ai 9.500 euro; la seconda, attualmente in produzione, può raggiungere anche i 30 mila euro). Dovrebbero essere inserite nell’elenco anche le Bmw 525d alcune delle quali in servizio al dicastero di via Arenula guidato da Andrea Orlando, le potentissime Audi A6 il cui valore può toccare i 50 mila euro, infine le Alfa Romeo 159 (valore compreso tra i 5 mila e i 16 mila euro) e 156 in dotazione agli Interni, che ne avrebbe messe a disposizione la parte più consistente per volere del ministro Angelino Alfano. Complicato calcolare il ritorno economico per lo Stato (al netto della spesa di nove euro per l’inserzione, oltre ai 35 di commissione per ogni auto venduta), anche perché non si conoscono ancora le basi d’asta, ma difficilmente si scosteranno molto dalle rilevazioni di Quattroruote. Soprattutto è prematuro calcolare l’effetto emotivo della prima procedura di messa in vendita pubblica di auto blu. La scelta della presidenza del Consiglio di privilegiare eBay risponde a due motivazioni: dare un messaggio di trasparenza e al tempo stesso sperare nel massimo introito possibile considerato il bacino potenziale di 3,5 milioni di utenti attivi di eBay in Italia che potranno sfidarsi in un’insolita corsa al rialzo. Rileva Irina Pavlova, responsabile comunicazione della filiale italiana di eBay, che la cosiddetta «offerta per procu- ra» (la funzione prevista dal sito di ecommerce di dare all’utente la possibilità di definire all’inizio dell’asta la somma che si vuole impegnare senza dover stare poi fisicamente davanti al pc vista la procedura automatica di rilancio) potrebbe far salire il prezzo teoricamente all’infinito. Al netto delle tecnicalità resta la volontà dell’esecutivo Renzi di dare un messaggio simbolico ai cittadini e di ridurre i costi della macchina amministrativa. Proprio il presidente del Consiglio si è reso protagonista di un episodio a suo modo esemplificativo due anni fa quando era sindaco di Firenze: per dare un segnale alla cittadinanza aveva deciso la vendita di quattro auto di servizio di grossa cilindrata (una berlina Volvo e tre Alfa Romeo a gasolio) ma il ricavato alla fine è stato inferiore alle attese (17.774 euro) anche perché era stato utilizzato il modello della busta chiusa che non consentiva il rilancio. Visto il precedente, ecco spiegato il perché della scelta di eBay. D’altronde anche il commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, qualche giorno fa in un’audizione al Senato ha fissato l’asticella: «Non più di cinque auto per dicastero» e l’uso consentito solo a ministri e viceministri. Se qui siamo nel campo delle intenzioni, i numeri finora raccontano una realtà ancora diversa. La contabilità delle auto di servizio della Pubblica amministrazione e degli enti locali la fornisce da anni il centro studi Formez alle dipendenze del ministero della La parola eBay ‘‘ eBay è un sito che offre la possibilità di vendere e comprare oggetti e servizi attraverso il sistema delle aste online. La merce messa in vendita può essere la più diversa, nuova o usata non importa. Per essere acquirenti basta registrarsi sul sito, fornendo solo alcuni dati essenziali, tra cui l’indirizzo dell’abitazione per il ricevimento della merce. Poi si può subito cominciare a fare acquisti. Chi compra, gode di diritti precisi. Il primo: ricevere la merce entro i tempi stabiliti (da una settimana a massimo un mese). Inoltre la merce deve essere integra e corrispondere alla descrizione e all’eventuale foto dell’inserzione. La merce, però, può essere ricevuta solo quando è stato portato a termine il pagamento. Le spese di spedizione sono sempre a carico dell’acquirente. Eventuali conflitti tra compratore e vendite si regolano con il sistema della controversia. Il sito di aste online è stata fondato a San José, in California, il 3 settembre 1995 dal programmatore Pierre Omidyar come parte di un suo sito personale. Il primo oggetto venduto fu un puntatore laser rotto per 15 dollari. Dal 2008 l’amministratore delegato di eBay è John Danahoe. I numeri Parco auto della Pubblica amministrazione centrale Auto blu Senza autista Agenzie fiscali Altri enti e istituzioni pubbliche Autorità amministrative indipendenti Enti a struttura associativa Enti auton. lirici e ist. concertistiche assimilate Enti di regolazione dell'attività economica Enti e istituzioni di ricerca Enti nazionali di previdenza e assistenza Enti parco nazionali Enti produttori di servizi assistenziali e culturali Enti produttori di servizi economici Enti pubblici Istituti di istruzione universitaria pubblici Ist. di ricovero e cura a carattere scientifico pubblici Istituti zooprofilattici sperimentali Ministeri e presidenza del Consiglio dei ministri Organi costituzionali e di rilievo costituzionale Politecnici universitari pubblici Teatri stabili ad iniziativa pubblica Università pubbliche 36 5 2 3 5 6 26 33 7 8 9 2 17 1.195 32 5 1 98 77 28 1 2 9 295 11 3 23 444 20 41 115 723 13 25 677 1.489 2.505 Totale Spesa (escluso personale) per la gestione delle auto di servizio nei ministeri e presidenza del Consiglio Presidenza del Consiglio dei ministri 1.355.814 ministero della Salute 820.595 ministero della Giustizia 4.885.246 ministero per i Beni e le attivita culturali 1.307.565 ministero degli Affari esteri 262.702 ministero dell'Economia e delle finanze 352.168 ministero della Difesa 1.458.050 ministero del Lavoro, salute e politiche sociali 103.147 ministero dell'Istruzione, universita' e ricerca 188.388 71.608 ministero del’Ambiente 532.509 ministero delle Politiche agricole ministero delle Infrastrutture e trasporti 1.239.594 Intera PA: composizione del totale spese (in milioni di euro) per acquisto in proprietà per il noleggio di gestione ripartibile di gestione non ripartibile per il personale totale Pa centrale Pa locale 0,901 11,554 10,583 12,409 124,538 159,986 18,329 46,799 135,591 44,221 544,718 789,661 Fonte: Formez Pa totale 19,231 58,354 146,175 56,631 669,256 949,647 D’ARCO Funzione pubblica. Al 31 dicembre 2012 — l’ultimo bilancio fornito dall’ente — le cosiddette «auto blu» sono 58.688 (al netto delle vetture in uso dalla Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia di Stato) per un esborso complessivo di quasi 950 milioni di euro tra spese di acquisto, noleggio, gestione di personale: 118 milioni di euro in meno rispetto al 2011. Rileva Carlo Flamment, presidente del Formez, che il tema delle auto di servizio investe soprattutto gli enti locali più che ministeri e amministrazione centrale: «Le Regioni hanno oltre 51 mila auto, oltre il 90% del totale e sono proprio loro i centri di spesa più evidenti». A confermarlo anche la quantità di consiglieri regionali indagati in questi anni per i rimborsi gonfiati sotto la dicitura «spese di trasporto». Altro tema è quello degli Il precedente Con le offerte in busta chiusa per quattro auto il Comune di Firenze incassò meno del previsto acquisti di nuove vetture sotto la regia di Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione. All’attivo ora ci sono un paio di convenzioni stipulate dall’ente dal valore di 40 e 15 milioni di euro per l’acquisto complessivo di 5.500 tra berline e utilitarie da qui al 2015. Beninteso: sono soltanto accordi quadro, delineano cioè i limiti (anche di prezzo) entro i quali gli enti centrali e locali potranno acquistare nuove auto per esigenze di servizio. Ecco non si vorrebbe che tutto si tramutasse in una partita di giro. In quel caso non ci salverebbe neanche eBay e la #svoltabuona. Fabio Savelli fabiosavelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Manager L’amministratore delegato delle Ferrovie: faremo 24 miliardi di investimenti. In Borsa? Il Tesoro non ha ancora deciso. Più attenzione al trasporto locale Moretti: Renzi saprà convincermi. E il capo delle fs tedesche rinuncia al 20% MILANO — Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio, ci ha pensato l’amministratore delegato Mauro Moretti a ribadire che le Ferrovie dello Stato sono «un’impresa» e come tale usa «gli strumenti di impresa» e «una leva fondamentale di un’impresa è la leva contributiva». Perché se è vero che lui si definisce un «portavoce dei ferrovieri pro tempore», è anche vero che «nel 2006-2007 il gruppo era in condizioni drammatiche» mentre ora «può scegliere tra varie alternative ed è capace di operare su tutti i servizi». Ma «se c’è un’alternativa migliore (alla guida, ndr) – ha detto Moretti – ben venga». La polemica dei compensi ai manager pubblici è il controcanto della presentazione del piano industriale 2014-2017 delle Ferrovie dello Stato, dopo che nei giorni scorsi l’amministratore delegato aveva minacciato le dimissioni in caso di taglio dello stipendio. Anche ieri il patron della Tod’s Diego Della Valle, azionista di Ntv, gli ha rinnovato le critiche. Ma Moretti, dopo aver sottolineato durante la presentazione gli obiettivi rag- giunti e quelli futuri e aver distinto ciò che è di competenza dell’impresa e ciò che spetta alla politica («non è Trenitalia che decide sui treni locali», «gli investimenti dello Stato sulle infrastrutture non passano dal conto economico di Fs»), ha sparigliato le carte e ha aperto al premier: «Vedrò la pro- posta, la apprezzerò, la valuterò e se è come dice il presidente Renzi, lui mi saprà convincere». Ad accettare un ulteriore taglio di una retribuzione scesa già da 1,1 milioni a 800 mila euro. Del resto pare una tendenza europea quella del contenimento degli stipendi dei manager. Proprio ieri il presidente delle ferrovie tedesche Deutsche Bahn, Rüdiger Grube, stipendio base di 900 mila euro (citato proprio da Moretti), ha deciso di rinunciare all’aumento del 20% previsto dal suo contratto mettendo così fine in Germania alla discussione pubblica sul suo compenso. Quanto al piano industriale, so- 24 9,5 miliardi di euro Sono gli investimenti previsti dall’amministratore delegato Mauro Moretti che ha presentato il piano al 2017. Della somma complessiva circa 8,5 miliardi sarebbero di autofinanziamento. no previsti investimenti per 24 miliardi di qui al 2017 di cui 8,5 miliardi in autofinanziamento. Della somma complessiva, 3 miliardi saranno dedicati al trasporto locale. È prevista una crescita media annua dei ricavi del 3,5% che arriveranno a toccare quota 9,5 miliardi nel 2017 contro gli 8,2 mi- miliardi di euro Le Ferrovie dello Stato prevedono di raggiungere un fatturato di 9,5 miliardi di euro nel 2017 con una crescita annua del 3,5 per cento. Al momento non ci sono decisioni per una quotazione in Borsa. liardi del 2012. Il margine operativo lordo è invece previsto in aumento annuo del 6,9%. Ci sarà anche una nuova flotta per il trasporto locale: 200 treni nuovi e 235 treni rinnovati oltre che investimenti per circa 80 milioni in autobus. Il gruppo vuole anche crescere all’estero nei trasporti e nell’ingegneria. Sull’ipotesi di una futura quotazione, Moretti ha detto che il gruppo ha le carte in regola ma che «la decisione dell’azionista al momento non c’è». In particolare, per quanto riguarda la Borsa, «siamo pronti a qualsiasi tipo di operazione», mentre sul patrimonio considerato eccessivo dagli analisti, il manager ha osservato che «il problema si può risolvere riconferendone parte allo Stato». Francesca Basso © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 Primo Piano Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 I partiti Le scelte Berlusconi: sono vivo e vegeto Qui di magico ci sono solo io Sul Corriere Veneto Referendum e secessione Gli esperti: dati gonfiati Crescono i dubbi sul risultato raggiunto dai venetisti con il loro referendum online sull’indipendenza. Secondo i dati diffusi da plebiscito.eu, il sito della consultazione, i votanti sarebbero stati oltre due milioni e 300 mila. Alcuni calcoli, tuttavia, suggeriscono che i votanti non avrebbero superato i 100 mila. Una cifra a distanza siderale da quella proclamata domenica scorsa a Treviso. Lo riferisce il Corriere del Veneto oggi in edicola. A sostegno di tale tesi, sono stati portati i calcoli e le statistiche Alexa, Calcustat e Trafficestimate. Tre società che monitorano il traffico dei siti Web per calcolarne il valore pubblicitario. Il risultato, con un margine di errore del 20%, è che solo circa 22.500 utenti al giorno si sarebbero collegati al sito indipendentista nei giorni del referendum. «Negli ultimi vent’anni ho smascherato diverse truffe elettorali e credo sia urgente fare chiarezza», scrive nel suo blog il venetista Loris Palmerini. Ma Gianluca Busato, promotore della consultazione, annuncia: «Fate i calcoli che volete e presto sarete smentiti. La verità sui voti la leggerete nei prossimi giorni in una rivista specializzata Usa». © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Che il fastidio per le voci sul «cerchio magico» avesse superato il suo personale livello di sopportazione lo aveva dimostrato ad Arcore ieri l’altro. Quando s’era lasciato scappare un appunto sibillino contro «quelli che stanno mettendo in giro queste voci velenose, di cui conosco bene nomi e cognomi». Poi, ieri, Silvio Berlusconi ha provato a fare un passo in più. E così, scendendo dall’aereo che da Milano lo ha riportato nella Capitale, il leader di Forza Italia ha mascherato dietro una battuta la sua difesa d’ufficio nei confronti di Francesca Pascale e Maria Rosaria Rossi. «Di magico ci sono solo io». Che, ha aggiunto a mo’ di avviso ai naviganti tutto interno al partito, «sono qui vivo e vegeto, ancora con la voglia di combattere per la libertà mia e di tutti». Nel giorno che segue il varo definitivo dell’Ufficio di presidenza del movimento, insomma, il Cavaliere si mostra più rasserenato. «Siamo riusciti a serrare i ranghi», è la sensazione che s’è lasciato scappare dopo aver soppesato le reazioni all’appello rivolto ai dirigenti del partito. E non tanto perché pensi di essere riuscito a sedare in un colpo solo tutti i mal di pancia di una Forza Italia che assomiglia sempre più a un partito balcanizzato. Quanto perché, adesso, l’ex premier è sicuro che non una delle candidature alle prossime elezioni europee riuscirà a sfuggire al suo controllo. Come a dire: le liste dovranno passare al vaglio del massimo organo dirigente del movimento e in quel “parlamentino” «c’è una maggioranza largamente composta da gente di mia strettissima fiducia». Eppure, a dispetto dell’ottimismo che circola in quella cerchia ristrettissima che per molti s’è trasformata nel «cerchio magico», il mastodontico giro di valzer sulle candidature alle Europee non accenna a placarsi. Basta leggere la nota mandata ieri alle agenzie da Raffaele Fitto: «Pro- Le nomine L’ex Cavaliere soddisfatto dell’Ufficio di presidenza: siamo riusciti a serrare i ranghi La mossa Fitto: per candidarmi sono disponibile a dimettermi da parlamentare nazionale prio perché condivido il richiamo del presidente Berlusconi contro gli egoismi e le rendite di posizione, ritengo le elezioni europee l’occasione per dare il nostro contributo a questa grande battaglia politicamente decisiva, recependo in pieno il suo appello». Di conseguenza, è la parte clou della dichiarazione dell’ex ministro, «se dovesse permanere la tesi di non candidare i parlamentari nazionali, sono pronto a candidarmi e disponibile a dimettermi dal Parlamento». Berlusconi ovviamente non vuole. Teme che il via libera dato al singolo trasformi la composizione delle liste in una guerra di tutti contro tutti, e le Europee in una gigantesca tornata di primarie di Forza Italia. Di vie d’uscita ce ne sono poche. Una, in particolare. Il Cavaliere potrebbe dare il disco verde alla candidatura per le Europee solo agli «onorevoli» che eventualmente si dimetteranno prima dal Parlamento italiano. «E non basterebbe», come spiega una fonte molto vicina all’ex premier, «il semplice annuncio delle dimissioni. Dovrebbero essere operative prima della chiusura delle liste». E, quindi, già approvate dal ramo parlamentare d’appartenenza di tutti quelli che vorranno sedersi alla roulette elettorale del 25 maggio. I nodi Stop alle voci su «cerchi» e manovre. E si schiera con Putin 1 Il partito Il leader Il via all’Ufficio di presidenza Dopo settimane di tensioni Berlusconi ha varato l’Ufficio di presidenza: tra i senza diritto di voto anche Santanché Ovviamente, nessuna decisione definitiva verrà presa prima del 10 aprile, giorno in cui Berlusconi conoscerà la sua sorte. In privato l’ex premier continua a respingere come uno spauracchio lo scenario peggiore, e cioè quello degli arresti domiciliari. Ed è forse per esorcizzare l’attesa che ieri il Cavaliere s’è spinto fino a spezzare una lancia nei confronti di Vladimir Putin, uno dei 2 Interdizione confermata La Cassazione conferma l’interdizione per Berlusconi, che quindi non potrà candidarsi alle Europee del 25 maggio principali alleati internazionali dell’epoca in cui stava a Palazzo Chigi. Una difesa messa nero su bianco in una nota. «Trovo antistorica e controproducente la decisione dei leader riuniti all’Aja di escludere la Federazione Russa dal G8», ha scritto. E ancora: «Trovo davvero avventate e lontane dallo spirito costruttivo tutte le decisioni prese in queste ore dalle diplomazie occidentali». Poi è corso a Palazzo Grazioli a incontrare una delegazione delle Marche e a preparare un collegamento telefonico col club Forza Silvio di Monte San Biagio. Lasciando alcuni dei suoi appesi a un interrogativo tra il fantascientifico e il fantapolitico: «E se provasse lui stesso a contattare Putin?». Tommaso Labate © RIPRODUZIONE RISERVATA Il personaggio L’attore di «Vivere» nell’ufficio di presidenza: mi occuperò di cultura, ho fatto spettacoli su Marinetti, Balbo e D’Annunzio Il marito della nipote Luna al vertice: Silvio mi stima La nomina di Edoardo Sylos Labini: me lo chiedeva a ogni Natale, ho detto sì MILANO — «A dire il vero, il presidente me lo chiedeva ad ogni Natale: “Non vuoi fare qualcosa per il partito?”. Fino a poco tempo fa, rispondevo di no. Però, la politica per me è sempre stata una passione. E questa volta ho risposto di sì». Edoardo Sylos Labini, 42 anni, attore di teatro ma anche in parecchie fiction («Vivere», «Un posto al sole»), è stato appena inserito da Silvio Berlusconi ai piani alti di Forza Italia, il circolo esterno del Comitato di presidenza del partito. Per inciso, Edoardo è anche il marito di Luna, la figlia del fratello dell’ex premier, Paolo Ber- lusconi. Sua moglie che cosa ha detto? «Si è un po’ preoccupata. Negli ultimi vent’anni ha capito assai bene che cosa significano il pregiudizio e anche la cattiveria. E, devo dire, l’ho capito anch’io». Come mai Berlusconi ha suscitato sempre reazioni così animose? «Una democrazia che nasce con i cadaveri appesi a testa in giù, nasce nell’odio. Io spero che la pacificazione finalmente arrivi. Ma c’è sempre il doppio peso: pensi se ci fossero stati tre governi di centrodestra non eletti. Ci Coppia Edoardo Sylos Labini, 42 anni, con la moglie Luna Berlusconi, 39 (Lapresse) sarebbero le molotov per le strade... ». È la prima volta che lei si impegna in politica? «Sì. Anche se io da tanti anni faccio una battaglia politica culturale in un’area precisa. Lo sdoganamento di personalità come Marinetti, Italo Balbo e, ora, Gabriele D’Annunzio». Quale può essere il suo apporto in mezzo a tanti «professionisti» della politica? «Quello culturale. Io sono convintissimo che dalla cultura possa partire il rilancio del nostro paese». La maggiore azienda culturale del Paese, la Rai, resta difficile da maneggiare per il centrodestra, visto che Berlusconi è il patron della concorrenza. «Io penso che la Rai debba final- mente dare voce a tutte le componenti della società. Superare il doppiopesismo secondo cui se sei di centrodestra fai fatica a lavorare. Io spero che si possano superare gli steccati novecentisti senza dividersi in curve». Ma ancora esiste il pregiudizio contro gli artisti di centrodestra? «Esiste, esiste... Io, che mi produco da solo gli spettacoli, non chiedo l’appartenenza agli attori che ingaggio, molti sono di sinistra. Vorrei che fosse dappertutto così». La destra però non si è distinta per l’attenzione alla cultura. «È vero, è stato un limite del centrodestra: è mancato un referente politico». Marco Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014 Primo Piano 11 italia: 51575551575557 In aeroporto Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi al suo arrivo ieri a Ciampino (foto Afp) Regionali Le strategie verso il voto. La partita dei No Tav Grillo, gli imbarazzi pd e il centrodestra diviso Il Piemonte è un caso Forza Italia da sola, FdI e Ncd alle primarie DAL NOSTRO INVIATO 3 Le liste Big a rischio esclusione Braccio di ferro sui nomi nelle liste per le Europee: potrebbero rimanere fuori gli ex ministri Scajola e Fitto 30 componenti formano il nuovo Ufficio di presidenza di Forza Italia. Dell’organismo fanno parte anche 37 membri senza diritto di votare le deliberazioni del partito TORINO — E dopo un tavolo viene un altro tavolo, a cui farà seguito ancora un tavolo. I manifesti con il Monviso virato rosso e la faccia di Sergio Chiamparino già tappezzano il centro di Torino. Davide Bono ha immolato barba, baffi, occhiali e borsello per rassicurare la massaia indecisa. In Piemonte il M5S fa molto sul serio, e non solo per via del nuovo aspetto del suo candidato, che nel 2010 fu il primo pentastellato di sempre a essere eletto in una assemblea regionale. C’è un comitato ristretto che da mesi lavora alla stesura del programma. Gli spilli sulla mappa dei comizi sono stati messi con molta cura, privilegiando le provincie e le valli più lontane, dove tira aria di voti in libera uscita. Il centrodestra fa tavoli, così nei comunicati delle locali segreterie vengono definite le riunioni più o meno ristrette. Uno a Roma, un altro a Torino, sempre e comunque in ordine sparso. Ognuno per sé. Il sonno dei tavoli genera candidati a getto continuo, con una lista che si allunga e restringe a seconda delle geometrie variabili di giornata, E il varo di primarie che da epocali e condivise in premessa, sarebbero state le prime nella storia del centrodestra, nel giro di una settimana si sono ridotte a consultazione per pochi intimi. Forza Italia tace in attesa di un cenno da parte di Berlusconi, Lega Nord e Udc attendono gli eventi e non prendono posizione, che non si sa mai. Così il prossimo 6 aprile si annuncia una contesa riservata a Fratelli d’Italia, che dovrebbe schierare Guido Crosetto, candidato della prima ora non più unitario, Nuovo Centrodestra, che minaccia di proporre un vasto assortimento, da Giampiero Leo, area Comunione e Liberazione, all’ex assessore alla Cultura Michele Coppola, area eterno enfant prodige del centrodestra, nonostante i 41 anni. Gli organizzatori assicurano che comunque la partecipazione all’evento sarà gratuita. Le conseguenze della paralisi di For- Democratici contro A Susa Sandro Plano è candidato a sindaco per i No Tav contro il suo partito e alleato di fatto con M5S za Italia si vedono molto bene dal Piemonte, anche senza salire sulla Mole o sul Monviso. Basta aspettare un quarto d’ora davanti a un portone di corso Vinzaglio, nuova sede del partito di Silvio Berlusconi, e vedere le espressioni dei partecipanti all’ennesimo tavolo. «Niente, nessuno ci dice niente» bofonchia un parlamentare che chiede l’anonimato, non si sa mai. Il vuoto decisionale sta producendo una sorta di cupio dissolvi. E tutto questo accade nella regione che alle Politiche del 2013 veniva data per persa in partenza e invece produsse un mezzo ribaltone, con il centrosinistra che al Senato salvò la ghirba per pochi decimali mentre Berlusconi risultò l’aspirante premier più votato. Quest’anno il Piemonte rappresenta la prova di forza elettorale più importante a livello nazionale. E dietro all’usato sicuro di Chiamparino, definizione del diretto interessato, anche i principali concorrenti hanno le loro contraddizioni con annesse gatte da pelare. Come dimostra il paradosso di Sandro Plano, amministratore del Pd, iscritto dalla fondazione, candidato a sindaco di Susa per la lista No Tav contro il suo partito favorevole al Tav e alleato di fatto del M5S che per non intral- Le elezioni da rifare Le firme false Il tribunale di Torino nel maggio del 2012 ha confermato la condanna a Michele Giovine per avere presentato firme false a sostegno della lista «Pensionati per Cota» che si era presentata alle elezioni regionali del 2010. I voti per la lista erano risultati superiori alla differenza dei consensi tra Cota (nella foto) e la presidente uscente Mercedes Bresso L’annullamento delle elezioni Il Tar del Piemonte lo scorso 10 gennaio ha annullato le elezioni regionali del 2010. Gli elettori della Regione dovranno quindi tornare alle urne. Per il centrosinistra il candidato sarà l’ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino, per il M5S il consigliere regionale uscente Davide Bono. Il centrodestra deve ancora decidere ciare la sua corsa ha scelto di non fare una propria lista. «Siamo ri-di-co-li!» Con un solo punto esclamativo, ma lui ne voleva almeno tre. «Bastava usare il buon senso, e invece noi del centrodestra abbiamo scelto consapevolmente di farci del male». In quest’aria da silenzioso fine impero, il lealista berlusconiano Osvaldo Napoli si è ritagliato la parte del grillo parlante. A seguire il suo ragionamento, il gioco sembrava persino facile. Il centrodestra si metteva dietro Gilberto Pichetto, ex assessore regionale al Bilancio, figura poco nota fuori dei confini ma molto trasversale, alla stregua di Chiamparino. Lo disegnava come salvatore della Regione dal default, titolo di merito che gli viene riconosciuto anche da qualche avversario, e lo contrapponeva all’ex sindaco di Torino facendo leva sui debiti lasciati in dote al bilancio comunale da quest’ultimo durante i suoi otto anni di governo del capoluogo. Il candidato unico, al quale Forza Italia ritiene di avere diritto, invece non ci sarà. Forza Italia correrà da sola con Pichetto. Gli altri si affideranno alle primarie Bonsai, con Lega Nord e Udc alla finestra. L’unità del centrodestra non abita in Piemonte. L’Osvaldo furioso lamenta la corsa al quarto d’ora di celebrità da parte dei partiti più piccoli, data l’assenza dal palcoscenico del mattatore Berlusconi. Ma alla scelta fatta da Ncd e Fratelli d’Italia non sono estranei i sondaggi che attribuiscono all’effetto visibilità dato dalla corsa in solitaria un beneficio stimabile intorno al due per cento sui voti alle Europee. «Avevamo in mano la Regione» si dispera Napoli. E più della disperazione, conta il verbo coniugato al passato. Marco Imarisio © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Esteri Discorso Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, 52 anni, ieri all’Aia (Epa) Il summit Si è conclusa ieri la riunione dedicata alla sicurezza nucleare Avvertimento al Cremlino: «Se intervenite in Ucraina scatteranno le punizioni» Impegno di Obama a difendere gli alleati Nato L’audio Tymoshenko: «Sparerei a Putin» KIEV — L’ex primo ministro ucraino Yulia Tymoshenko si sarebbe mostrata pronta a «sparare alla testa» al presidente russo Vladimir Putin in una conversazione telefonica intercettata e pubblicata su YouTube. «Sono disposta ad afferrare io stessa un kalashnikov e sparare in testa a quel mascalzone», avrebbe detto la leader del partito ucraino «Patria», riferendosi a Putin, durante una conversazione telefonica con Nestor Shufrych, del filorusso Partito delle Regioni. «Userò tutte le mie relazioni, farò sollevare tutto il mondo perché di questa Russia non resti neppure un campo bruciato. Dobbiamo afferrare il Kalashnikov e uccidere tutti i russi» avrebbe detto ancora l’ex premier, che avrebbe parlato anche di «lanciare una bomba nucleare» sui «katsaps» (vecchio termine ucraino molto spregiativo per definire i russi, ndr) ancora in Ucraina. «Se fossi stata in carica — dice poi Yulia nella telefonata — non ci sarebbe stato alcun dannato modo di prendere la Crimea». Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, non ha voluto commentare la conversazione, che risale al 18 marzo, giorno in cui Putin ha firmato l’accordo per l’adesione della Crimea alla Federazione russa. Tymoshenko però ieri ha parlato di una «manipolazione di alcune parole» ma ammette la veridicità della telefonata. Secondo l’ex premier il passaggio che sarebbe stato modificato è quello in cui Shufrych le chiede: «Cosa dovremmo fare ora degli 8 milioni di russi che stavano in Ucraina? Sono dei reietti». E lei risponde: «Devono essere uccisi con armi nucleari». «Non è vero — replica ora la pasionaria - io ho detto che i russi in Ucraina sono ucraini». L’intercettazione era stata trasmessa da alcuni media russi che attribuivano lo scambio di parole a una conversazione tra i due ucraini in merito all’annessione della Crimea da parte di Mosca. In un messaggio su Twitter la leader arancione si è scusata comunque per il linguaggio «scurrile» e ha attribuito l’intercettazione al Fsb, i servizi segreti russi. DAL NOSTRO INVIATO L’AIA (Olanda) — Barack Obama avverte Mosca: pronti a intervenire se verranno minacciati Paesi protetti dall’ombrello della Nato. Ma al tempo stesso il presidente americano «declassa» la Russia a «potenza regionale» che non rappresenta il pericolo principale per la sicurezza degli Stati Uniti: Putin minaccia i suoi vicini, non direttamente gli Usa. E, così facendo, anziché dare una prova di forza, compie un gesto di grande debolezza perché, violando le leggi internazionali, isola sempre di più il suo Paese, facendogli perdere influenza e credibilità. A conclusione del vertice sulla sicurezza nucleare dell’Aia, il presidente degli Stati Uniti fa il punto sui risultati dell’iniziativa assieme al premier olandese Mark Rutte, il padrone di casa della conferenza. Obama chiama di nuovo a raccolta l’Occidente contro la minaccia che viene da Mosca, ma confessa anche di sentirsi ancor più impegnato a evitare che qualche organizzazione terrorista riesca a dotarsi di un ordigno atomico col quale colpire luoghi come Manhattan. A partire dal 2009 Obama ha promosso una serie di iniziative per la sicurezza nucleare — quella dell’Aia e la terza — con l’obiettivo di eliminare, ovunque possibile, il combustibile nucleare e altri materiali radioattivi non più utilizzati nelle centrali e negli arsenali atomici. Con risultati significativi ma parziali: da quando è iniziato questo sforzo, ha riepilogato ieri lo stesso Obama alla fine del Nuclear Security Summit, sono stati smantellati venti impianti e 12 Paesi hanno eliminato tutto il loro uranio arricchito e il loro plutonio. Dozzine di altri Paesi, poi, hanno rafforzato le prote- Il vertice L’accordo Nel vertice sulla sicurezza nucleare svoltosi all’Aia 35 Paesi, tra i quali l’Italia, si sono accordati sull’applicazione di standard internazionali più rigidi per impedire a gruppi terroristici di avere accesso a materiali per la costruzione di ordigni atomici Chi non aderisce All’intesa non hanno aderito Paesi come Russia, Cina, Pakistan e India, tutti dotati di importanti arsenali atomici Il piano Il vertice era la terza di una serie di iniziative promosse dal presidente americano Barack Obama a partire dal 2009 con l’obiettivo di eliminare combustibile nucleare e materiali radioattivi nel mondo zioni antiterrorismo nei loro siti nucleari. Ed è ulteriormente cresciuto il numero degli Stati che hanno firmato il Trattato di non proliferazione. Il leader americano ha poi ricordato che proprio da una di queste conferenze per la sicurezza è scaturita la decisione dell’Ucraina di diventare un Paese totalmente denuclearizzato: se Kiev avesse avuto ancora un potenziale atomico, la crisi che stiamo vivendo sarebbe stata ancora più pericolosa. Sulla Crimea l’America non accetta il fatto compiuto dell’annessione russa, ma al tempo stesso Obama fa capire di non aspettarsi una ritirata: «Non sarebbe onesto dire che esiste una soluzione semplice: la storia spesso procede a zig zag, non in linea retta». Il presidente vuole soprattutto evitare un ulteriore aggravamento della crisi e qui identifica due possibili minacce: quella rivolta contro Paesi dell’ex blocco sovietico ma ormai membri della Nato come Polonia o Romania rispetto ai quali ha ribadito il solenne impegno all’intervento militare di mutuo soccorso in caso di aggressione. In caso di ulteriori aggressioni all’Ucraina, invece, esclusa la reazione militare, Europa e Usa reagiranno con sanzioni economiche ancora più imponenti che, ha spiegato Obama, sono già allo studio e che danneggeranno le economie di tutti i Paesi, ma assai di più quella russa. Sanzioni che potranno toccare anche il settore dell’energia, delicatissimo per diverse nazioni europee. Ci sarebbe da soffrire, ha ammesso Obama secondo il quale, però, non ci sono alternative: un prezzo alto che sarebbe necessario pagare per difendere quei principi di ordine e legalità internazionale che, rispettati per molti decenni, «hanno facilitato la costruzione dell’Unione Europea e hanno garantito un incredibile periodo di prosperità e di pace» per tutto il Vecchio Continente. Una condizione storica che non è un dato di fatto immutabile. Per perpetuarla Usa e Ue sperano ancora che sia possibile trovare una soluzione con gli strumenti della politica e delle pressioni economiche. E in questo Obama si dice confortato dalla moderazione del governo transitorio guidato da Arsenij Yatsenyuk che, in attesa delle elezioni, ha evitato ogni conflitto con gli invasori russi, ritirando le sue truppe dalla Crimea, e tentando di avviare comunque un dialogo diplomatico con Mosca. Raid della polizia Ucciso leader nazionalista Massimo Gaggi © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso Personale di servizio tutto maschile: una scelta per non turbare gli ospiti musulmani? E attorno ai tavoli del vertice niente donne DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — Già quel «primo piatto vegetariano» aveva lasciato perplesso qualcuno: «insalata di quinoa (cugina della barbabietola) e cetriolo, formaggio di capra, succo di fagioli». Ma quelli che poi lo servivano, il piatto? Giacchetto rosso e pantaloni attillati bianchi, oppure giacchetto nero con alamari e calze di seta alla Settecento: ma tutti maschi, maschi rigorosamente sopra i 25 anni. Neppure un’olandesina, anzi neppure una donna: al vertice dell’Aia sulla sicurezza nucleare, fra le 525 persone incaricate di servire ai tavoli i leader del mondo, non c’era neppure una donna. Disposizioni del servizio catering, capeggiato da Hans van der Linde: «Ci è stato chiesto di garantire un ambiente uniforme e di limitare le distrazioni. Se ho venti colleghi atletici che servono in armonia, e poi entrano tre biondone che distraggono tutti...». La storia dell’«ambiente uniforme» è stata confermata da una portavoce del vertice. Ma è circolata anche un’altra spiegazione ufficiosa: per eccesso di «politically correct», qualcuno si sarebbe preoccupato di non irritare i leader musulmani, che forse non avrebbero gradito la vista di ragazze non velate piroettanti fra i tavoli. Sia come sia, van der Linde aveva vinto la sua gara d’appalto trionfando su altre 3 società di catering e senza nascondere la sua impostazione misogina. E alla fine ha dichiarato sicuro: «Tutto è andato perfettamente secondo la tabella di marcia». Lunedì, fra i leader politici e militari e le loro squadre di assistenti, i diplomatici, i consiglieri, i portavoce e gli sherpa di ogni tipo, sono state nu- trite 3.500 persone, anche nel sontuoso palazzo Huis ten Bosch dove il re d’Olanda Guglielmo Alessandro e la regina Máxima hanno offerto un ricevimento in una sala fiabesca. E martedì, altre 3.500 persone si sono pure sedute a tavola, da un’altra parte. Ma sempre, sempre, ad inchinarsi davanti a loro con un sorriso, solo maschi. Dominanti, è il caso di dire: ma per mancanza di concorrenza. La cosa ha destato scalpore. Sul web sono volati paroloni come «discriminazione», «apartheid». E questo anche perché, se c’è un Paese che ha fatto una bandiera della pariA palazzo La cena offerta lunedì ai leader nel palazzo Huis ten Bosch (Casa nei boschi), una delle residenze della famiglia reale olandese: spalle alla parete, i servitori (Afp) tà fra i sessi (e non solo fra quello maschile o femminile) è proprio l’Olanda. In questi giorni, però, anche le statistiche hanno dato un colpetto alle antiche certezze: per esempio, da un sondaggio Ue risulta che il 45% delle donne olandesi abbia subito un’aggressione, sessuale o solo fisica, dai 15 anni in poi; mentre la media europea non supera il 33%. Sondaggi a parte, come ha detto il signor van der Linde, nel suo settore tutto è filato liscio. Anche se qualche rischio c’era, per la scelta di comporre un menu rigorosamente olandese, e rigorosamente organico. Eccolo, antipasti a parte: aperitivo con Pinot grigio locale, agnello olandese con verdure biologiche, mele cotte e «arance di anice stellato»; secondo piatto vegetariano di asparagi con burro e nocciole, innaffiato da vino rosso «Bacio di Therese». Per dolce, una torta con cannella e uvette. E un sorriso esclusivo, offerto da guance ben rasate, profumate di dopobarba. Luigi Offeddu [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA KIEV — Un leader locale del movimento nazionalista paramilitare Pravyi Sektor (Settore di Destra) è stato ucciso in una sparatoria con la polizia nella notte a Rivne, nell’Ucraina nordoccidentale. L’uomo, Oleksandr Muzichko, detto «Sachko il Bianco», era il coordinatore regionale del gruppo. Secondo il vice ministro dell’Interno Volodimir Ievdokimov, Muzichko «era ancora in vita» nel momento in cui è stato arrestato, ed è stato poi dichiarato morto dai sanitari dell’ambulanza arrivata sul posto. Secondo le agenzie Interfax e Ria Novosti, Muzichko era ricercato perché accusato dalle autorità giudiziarie russe di aver partecipato ai combattimenti in Cecenia negli Anni 90 e di essere responsabile della morte di più di 20 militari russi. Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014 Esteri 13 italia: 51575551575557 Lo scandalo La proposta del presidente Usa sarà presentata al Congresso in settimana per l’ok Arriva la riforma dello spionaggio Stop alle intercettazioni di massa La Nsa dovrà chiedere l’autorizzazione di un giudice per i dati WASHINGTON — La conferma di un’iniziativa presidenziale e una promessa fatta qualche tempo fa. Poi bisognerà valutare i fatti. E i dettagli, talvolta insidiosi. I collaboratori di Barack Obama presenteranno questa settimana al Congresso alcuni cambiamenti sulla spionaggio condotto dalla Nsa, l’agenzia che «cura» l’intelligence elettronica su scala planetaria. Un tentativo di placare — ma solo un poco — le proteste dopo l’esplosione dello scandalo delle intercettazioni. La proposta, annunciata a gennaio dopo una revisione interna, ruota attorno a tre punti confermati ieri da un articolo del New York Times: 1) Non sarà più l’Nsa a conservare i dati telefonici raccolti negli Usa ma il compito passerà ai gestori telefonici. 2) Per accedere a queste informazioni sarà necessario avere l’autorizzazione specifica di un giudice. 3) I «contatti» ver- ranno tenuti in archivio per 18 mesi e non per 5 anni, quindi saranno eliminati. Il presidente, in viaggio in Europa, ha sottolineato che il cambiamento non pregiudicherà la lotta al terrorismo (messaggio al Congresso) e al tempo stesso cercherà di rassicurare quanti sono furiosi per l’intrusione degli agenti: «In effetti c’è il rischio di abuso della tecnologia», ha aggiunto Obama rispondendo ad una domanda durante la conferenza stampa all’Aia. La questione che più preoccupa cittadini e associazioni per i diritti civili è il rastrellamento massiccio di dati — email, messaggini, chiamate — che permettono di ricostruire il network sociale di una persona o di un gruppo di individui. Il presidente ha riconosciuto che è indispensabile «riconquistare la fiducia delle perso- ne» dopo le rivelazioni, però ha anche parlato di «news diffuse in modo scandalistico». Una visione riduttiva di quanto avvenuto in questi ultimi mesi. La storia, infatti, ha un fronte diplomatico serio, ad aprirlo è stata la stessa Nsa quando ha rivolto le sue antenne verso gli altri Stati, amici e nemici. Una delle operazioni emersa dai documenti trafugati da Edward Snowden, l’ex dipendente dell’agenzia autore della clamorosa fuga di notizie e oggi in Russia, dicono molto. «Abuso della tecnologia» L’iniziativa dopo le proteste per l’esplosione dello scandalo contro «il rischio di un abuso della tecnologia» L’Nsa è in grado di captare le telefonate di un intero Paese e le può riascoltare nell’arco di un mese. Un Grande Fratello che vede e sente ovunque. Obama, nei mesi scorsi ha provato a rassicurare i partner spiati, però non sembra disposto a cambiare di molto la «pesca» attuata dall’intelligence all’estero. Senza fermarsi davanti ad alcuna porta. L’iniziativa della Casa Bianca deve essere recepita e poi approvata dal Congresso dove però stanno preparando un altro progetto di legge. Alla Camera un gruppo di deputati vuole ridurre, da una parte, il tempo di permanenza dei dati in archivio, ma, dall’altra, non prevede la firma di un giudice per frugare nella vita degli altri. L’Nsa può agire con la semplice autorizzazione del Dipartimento della Giustizia oppure della Dia, il direttore dell’intelligence. Le tappe È evidente che in questo secondo caso la discrezione e i parametri possono essere meno rigidi o, se volete, più elastici. Inoltre, sempre per i deputati basterà un «ragionevole sospetto» per mettere «sotto» un obiettivo e non ci vorranno indizi forti su probabili attività criminali. Nella linea di difesa stabilita dalla Nsa la possibilità di ascoltare e captare l’impossibile è presentata con l’esigenza di proteggere l’America da avversari interni ed esterni. Formazioni eversive impegnate nella preparazione di attacchi o spie straniere. Tanto è vero che non c’è allarme terrorismo dove chi indaga non faccia riferimento alle «conversazioni» tra i «cattivi» intercettate all’altro capo del mondo. I critici del sistema rispondono che, insieme all’intrusione, c’è un problema di gestione. Il massiccio rastrellamento di telefonate/contatti è un atto preventivo, a prescindere dall’esistenza di motivi reali. Ma questo comporta che nella rete finisca anche materiale inutile. E viene citato il caso degli attentatori alla maratona di Boston, passati indenni sotto qualsiasi tipo di radar, database, liste nere e viaggi sospetti. Alla fine sono riusciti a colpire lo stesso. Guido Olimpio @guidoolimpio © RIPRODUZIONE RISERVATA Nsa, i programmi La raccolta dati oggi LEGENDA Raccolta dati dai server di colossi del web Come cambierà Così gli 007 Usa raccolgono milioni di informazioni sensibili dalle comunicazioni telefoniche e online Nsa La proposta della Casa Bianca Nsa Gli 007 Usa Preleva dati dai server dei colossi del web PRISM TEMPORA Raccolta dati dai cavi a fibra ottica EVILOLIVE FAIRVIEW Sorveglia le reti dei grandi operatori americani Partnership con multinazionali delle telecomunicazioni per controllare i cavi Skype Paltalk Google YouTube Microsoft Yahoo Aol raccolta «Downstream» cioè a valle: dove i flussi delle comunicazioni arrivano e vengono smistati (server) Controlla le reti telefoniche e Internet a raggio internazionale Intercettazioni in Paesi dell’America Latina Apple Facebook Programma guidato dagli 007 britannici (GCHQ) che prevede l’accesso illimitato ai cavi in fibra ottica delle multinazionali delle telecomunicazioni AT&T Verizon Team Telecom fa in modo che un numero consistente di cavi resti di proprietà o sotto l’influenza Usa L’Nsa non potrà più effettuare intercettazioni di massa. Per accedere alle informazioni sarà necessario avere l’autorizzazione di un giudice La Corte Solo su ordine della Foreign Intelligence Surveillance Court, i gestori telefonici forniranno agli 007 Usa i dati di ogni chiamata effettuata o ricevuta da singoli utenti sospettati anche dal giudice di essere legati a reti terroristiche British Telecom Cavi Vodafone Verizon Business I gestori Viatel Interoute raccolta «Upstream» cioè a monte: dove viaggiano i flussi delle comunicazioni (cavi sottomarini e infrastrutture Internet) Oggi a Bruxelles seconda tappa del tour europeo di Obama dopo quella all’Aia. Il presidente Usa incontrerà il segretario generale della Nato Anders Rasmussen e parteciperà al vertice con l’Ue. Un test per i rapporti fra Usa ed Europa, scossi dallo scandalo sui programmi di spionaggio della Nsa. Alle 14 è prevista la conferenza stampa con i presidenti Barroso e Van Rompuy Domani A Roma dal Papa Incontro con Renzi Stasera Obama arriverà a Roma. Domani sarà ricevuto in Vaticano da papa Francesco. L’incontro sarà seguito da un faccia a faccia con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Quirinale. Seguirà il primo incontro con il premier Matteo Renzi. Al termine i due leader terranno una conferenza stampa a Villa Madama Venerdì Dai sauditi per Siria e Iran Il presidente americano volerà venerdì in Arabia Saudita: è la sua seconda visita nel Regno da quando è presidente. A Riad Obama incontrerà re Abdullah. Al centro dei loro colloqui Siria e Iran. Il presidente Usa cercherà di alleviare i timori del Paese sulle trattative per il nucleare iraniano e sul ruolo cauto della Casa Bianca nella guerra in Siria Global Crossing Level 3 Oggi A Bruxelles vertice Usa-Ue L’Nsa non potrà più conservare i dati telefonici raccolti negli Usa: i database con le informazioni sulle chiamate saranno tenuti dalle compagnie telefoniche per 18 mesi (e non per 5 anni come accade oggi con l’Nsa). Scaduto il termine saranno eliminati CORRIERE DELLA SERA Lo scenario Banche e aziende russe hanno difficoltà a rifinanziarsi e rinviano la quotazione in Borsa. Mentre il rublo continua a perdere valore Fuga di capitali dalla Russia: in tre mesi 70 miliardi di dollari Le sanzioni occidentali fanno paura Torna a rischio la crescita economica MOSCA — Vladimir Putin aveva messo in bilancio che l’annessione della Crimea avrebbe aggravato la situazione economica russa. Ma forse non aveva previsto le dimensioni della crisi. I capitali stanno lasciando il Paese a un ritmo preoccupante: 70 miliardi di dollari nei soli primi tre mesi dell’anno, una cifra ben superiore ai 63 miliardi dell’intero 2013. Banche e aziende russe sono fortemente indebitate all’estero e sembra che ben presto incontreranno grosse difficoltà a rifinanziarsi. E stiamo parlando di un totale che supera i 600 miliardi di dollari, di cui 100 in scadenza quest’anno, secondo il quotidiano economico Vedomosti. Ma i segnali che arrivano dal mondo degli affari russi sono anche altri e, purtroppo per Vladimir Vladimirovich, tutti dello stesso segno. Aziende tedesche che rimpatriano i loro utili, società russe costrette a rinviare quotazioni in Borse occidentali già programmate da tempo, investimenti strategici già in fase realizzativa che improvvisamente diventano vaghe ipotesi per un possibile futuro. Se poi il Cremlino decidesse di mettere le mani su aree dell’Ucraina vera e propria, scatterebbero altre sanzioni che toccherebbero direttamente interi settori economici, come quello finanziario, dell’energia, dei materiali di difesa (Obama ha già firmato il relativo decreto). A tutto questo si devono aggiungere i costi per portare la Crimea al livello del resto della Russia, o almeno delle parti più povere del Paese: almeno un miliardo di dollari l’anno per l’adeguamento di pensioni e stipendi e altri due per rendere efficienti le infrastrutture. Insomma, un grattacapo che sta diventando un incubo. Col peggiorare delle relazioni con l’Occidente, il consigliere economico di Putin Aleksej Kudrin aveva annunciato una fuoriuscita di capitali di 50 miliardi nei primi tre mesi, con una previsione di un possibile totale di 200 miliardi per l’intero 2014. Adesso il governo russo parla di quasi 70 miliardi e quindi della possibilità che a fine anno si arrivi ben al di sopra dei 200 miliardi. Chi può, non tiene i soldi in Russia, dove il rublo continua a perdere valore (nonostante gli interventi della Banca centrale per difenderlo). Dall’inizio della crisi, il cambio con l’euro è sceso da 45 a 50 rubli. Naturalmente gli oligarchi che tengono abitualmente le loro disponibilità liquide all’estero, ci pensano due volte prima di avviare investimenti in patria, nonostante le continue pressioni di Putin. Dopo Sochi, dove sono stati coinvolti pesantemente per realizzare le strutture olimpiche, sarà ora la volta della Crimea. Ma questi quattrini gettati in pozzi senza fondo finiranno per minare le loro strutture finanziarie. Tra l’altro le aziende russe sono già pesantemente indebitate: 438 miliardi di dollari (Gazprom, Rosneft, Transneft e le Ferrovie, in primo luogo) più altri 215 per le banche. Sarà assai problemati- 600 200 50 miliardi di dollari: l’indebitamento con l’estero di banche e aziende russe. 100 miliardi in scadenza quest’anno. Sembra che ben presto incontreranno grosse difficoltà a rifinanziarsi, secondo il quotidiano finanziario Vedomosti miliardi per l’intero 2014: la previsione passata del governo russo sulla fuga di capitali. Adesso Mosca parla di quasi 70 miliardi in tre mesi e quindi della possibilità che a fine anno si arrivi ben al di sopra dei 200 miliardi rubli per un euro: questo il cambio attuale, mentre all’inizio della crisi era a 45 rubli per un euro. Nonostante il continuo intervento della banca centrale, la moneta russa continua a perdere di valore co trovare nuovi sottoscrittori dei loro bond di fronte a un possibile aggravamento delle sanzioni. È lo stesso ragionamento che hanno fatto immediatamente la consociata russa del gruppo Metro e altre aziende come Detsky Mir, il più grande rivenditore di articoli per bambini, e Obuv Rossij, prima azienda di scarpe. Le loro azioni non saranno collocate sul mercato europeo, almeno per ora. Non si sa ancora cosa farà la Credit Bank di Mosca, che pure dovrebbe andare in Borsa all’estero nel corso dell’anno. Tutto questo porterà inevitabilmente a un rallentamento della crescita economica russa che secondo le previsioni dovrebbe scendere al di sotto dell’uno per cento annuo. A quel punto, di fronte a un concreto peggioramento delle condizioni di vita, potrebbe diminuire anche la popolarità politica di cui gode il presidente. Fabrizio Dragosei @Drag6 © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 Esteri Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Il personaggio Non si è affatto ritirato dalla politica. Anzi, resta più che mai il capo della destra francese non lepenista (ma neppure anti lepenista) I casi Il consigliere Al centro di un recente scandalo c’è Patrick Buisson: ex braccio destro di Sarkò, registrava di nascosto le riunioni all’Eliseo Con Carlà Un ragazzo scatta un «selfie», un autoritratto, con l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy, all’uscita da un seggio insieme alla moglie Carla Bruni (Afp) Sarkozy, l’eterno ritorno (da destra) DAL NOSTRO INVIATO PARIGI — Ormai è un format. Un gioco di coppia, uno sketch a due. La moglie comincia a cantare, il marito entra in sala a luci spente e prende posto in fondo, lei lo indica dal palco e il pubblico esplode in un’ovazione. Dopo le prove a Beziers, l’hanno rifatto lo scorso 11 marzo all’Olympia di Parigi, non proprio un tempio della destra. Visto il successo, Carla Bruni ha ammiccato ai fan, cantando la sua canzone più nota in una versione adattata all’attualità: «Quelqu’un m’a dit/ qu’on nous écoute…», qualcuno mi ha detto che ci ascoltano. Nicolas Sarkozy, a dispetto dell’annuncio di due anni fa, non si è affatto ritirato dalla politica. Anzi, resta più che mai il capo della destra francese non lepenista (ma neppure anti lepenista). Per un Lui che ha reso presentabili gli slogan di Le Pen è l’unico che può arginarli lano e diventano un test nazionale, in cui i socialisti al potere pagano un prezzo doloroso. Il buon risultato di Marine Le Pen non può nascondere la vittoria dell’Ump, il partito della destra tradizionale. Se domenica il Fronte Nazionale ha eletto 511 consiglieri comunali, l’Unione per un movimento popolare ne ha eletti 80.645. Esita a festeggiare perché non ha un leader, almeno non ufficiale. Sarkozy si comporta come se lo fosse: La Guardasigilli Sarkozy è intercettato da quasi un anno da due giudici: la ministra della Giustizia Christiane Taubira si è detta all’oscuro di tutto visita la Merkel a Berlino, tiene i contatti con il Partito popolare europeo; ma nega di volersi candidare contro Hollande (o il suo ministro dell’Interno Manuel Valls) e contro Marine Le Pen nel 2017. Però sia l’impopolarità dei socialisti, sia l’ascesa dell’estrema destra fanno il suo gioco. Paradossalmente, l’uomo che ha sdoganato il linguaggio e gli argomenti di Le Pen è considerato il miglior argine contro sua figlia. La linea dell’Ump per il secondo turno di domenica prossima è la stessa dettata da Sarkozy per le cantonali del 2011: «ni-ni», né socialisti né lepenisti; non ci sarà il «fronte repubblicano» che nel 2002 riportò Chirac all’Eliseo con l’82% dei voti. Anche l’ex premier François Fillon, critico tre anni fa, stavolta si è adeguato. Il punto è che né Fillon, né il leader nominale Jean-François Copé hanno la personalità per opporsi a Sarkozy, se lui decidesse di riprendere la corsa all’Eliseo. Quanto ad Alain Juppé, alle prossime presidenziali avrà 72 anni; e l’ex presidente, che ne ha dieci di meno, con la sua energia e la sua influenza sui media è in grado di trasformarlo da anziano saggio, com’è considerato oggi, in vecchio arnese chiracchiano. Ma l’aggressività e la forza di Nicolas, accentuata dal filo di barba con cui ama farsi fotografare, è anche il suo punto debole. Una parte del Paese, non necessariamente di sinistra, lo aborre. Non lo considera neppure del tutto francese: per le sue radici ungheresi e sefardite, per il suo rigetto di vini e formaggi, per quel soprannome, Sarko, aspro come una malattia; e soprattutto per la sua volontà di imporre la «rupture», la rottura del sistema statalista, Manifesto Sarkozy ha riguadagnato il centro della scena, scrivendo su Le Figaro un manifesto durissimo Personalità Nessuno ha la personalità per opporsi a Sarkozy, se lui decidesse di riprendere la corsa all’Eliseo mese è stato in prima pagina appunto per gli scandali delle sue registrazioni. Prima quelle amatoriali dell’ex amico Patrick Buisson. Poi quelle professionali della magistratura, che indagava sul depistaggio di un’inchiesta infamante: il sospetto sull’ex presidente era che avesse subornato l’anziana miliardaria Liliane Bettencourt per estorcerle denari, e di aver munto pure il povero Gheddafi, prima di bombardarlo. Nel frattempo Sarkozy è stato prosciolto, ma siccome nessun uomo è grande per il suo intercettatore sono emersi dettagli scabrosi: un linguaggio tipo Nixon; uno stile intimidatorio e volgare; e soprattutto la presenza di una talpa tra i giudici, che passava notizie all’Eliseo in cambio della promessa di un posto principesco a Monaco. Vistosi nell’angolo, Sarkozy ha riguadagnato il centro della scena, scrivendo su Le Figaro un manifesto durissimo, interpretato da tutti come una ri-discesa in campo (anche se lui nega), in cui definisce la Francia socialista «una dittatura». Hollande indignato parla di «tentativo di golpe». La destra difende il suo campione sia pure con qualche imbarazzo, la sinistra lo accosta a Berlusconi (in Francia, la massima ignominia). Così le elezioni comunali si rinfoco- che la Francia vuole solo a parole. Il vantaggio di Sarkozy è di essere l’unico ad aver affrontato, con qualche umiliazione ma anche qualche successo, la ragione principale del «grand malaise» di un Paese che da 33 anni a ogni voto fa vincere l’opposizione: non solo l’impoverimento economico, ma anche l’idea di non contare più nulla nel mondo globale, se non aggrappati alla Germania, in un rapporto di crescente vassallaggio con gli ammirati e detestati tedeschi. Non a caso, nella lettera a Le Figaro Sarkozy ha paragonato il sistema giudiziario francese alla Stasi, la polizia politica della Germania comunista: per la Francia di destra, qualcosa di peggio della Gestapo; per gli altri, un paragone spropositato. Di conseguenza, Hollande in segreto spera di avere contro ancora lui, piuttosto che un candidato «normale». Tra non molto si capirà se aveva ragione Alain Minc, che due anni fa per consolare Sarkozy, disperato dopo aver perso il duello tv — «come è potuto succedere?!» —, gli scrisse un sms: «Caro Nicolas, stavolta andrà male. Ma nel 2017 la battaglia sarà ancora tra te e Hollande; e non finirà allo stesso modo». Aldo Cazzullo © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014 Esteri 15 italia: 51575551575557 UZBEKISTAN EKIST Verso la fine della missione Nato in Afghanistan, tra successi e timori di un’involuzione Italiani, l’amaro addio a Herat Stop agli aiuti alla popolazione L’Onu TURKMENISTAN AFGHANISTAN IRAN Il reportage Visita alla scuola Cutuli. Le incognite sull’istruzione femminile KABUL Herat PAKISTAN Missione Isaf, settore a comando italiano Truppe 1.300 soldati DAL NOSTRO INVIATO HERAT — Una macchia di azzurro e blu tra le casupole color terra e il verde coltivato alla periferia della città. Voci e grida di bambini a rallegrare la luce limpidissima del primo tramonto di una giornata senza nuvole nella provincia occidentale dell’Afghanistan. Ieri pomeriggio la nuova scuola dedicata a Maria Grazia Cutuli, la giornalista del Corriere della Sera assassinata nel novembre 2001 sulla strada per Kabul, segnava nelle classi gremite di scolari il successo delle proprie attività, ma registrava anche le apprensioni per un futuro carico di incognite. «A meno di due anni dall’inaugurazione abbiamo esaurito tutti i posti disponibili: 400 bambine e 500 bambini, che si alternano a turni, le prime la mattina, i secondi nel pomeriggio. Non più di 28 studenti per classe. E abbiamo aggiunto tre tende tra i giardini coltivati con alberi da frutta per cercare di soddisfare le richieste extra. Stiamo attendendo i fondi Dedicato a Maria Grazia Nella scuola dedicata a Maria Grazia Cutuli classi gremite: 400 bambine al mattino, 500 bambini al pomeriggio per riempire la biblioteca di libri che vorremmo rendere disponibili per l’intera città. Spingiamo per fare in fretta. Tra poco potrebbe essere troppo tardi», ci dice il preside, Shia Ahmad Mohammadi. Un successo della scolarizzazione nel Paese dove sino a tredici anni fa i Talebani impedivano alle bambine di studiare e imponevano la lettura più oltranzista del Corano nelle classi maschili. Accompagnato però dal timore che i prossimi anni possano portare una grave involuzione dell’intero sistema Afghanistan. Entro il 2014 la missione militare della Nato dovrebbe chiudere i battenti e limitarsi eventualmente ad attività di formazione per le nuove forze di sicurezza locali. Nel frattempo anche le operazioni civili dei contingenti internazionali stanno fermandosi una dopo l’altra. Ieri è stata la volta degli italiani. Con una cerimonia ufficiale nella grande base mi- litare a fianco dell’aeroporto di Herat, il «Prt» (che sta per Provincial reconstruction team, l’organismo che da nove anni gestisce le attività di intervento civile dei militari) ha dichiarato di essere giunto al traguardo. «La nostra missione è finita. Un vero successo. Adesso passiamo la palla agli afghani. Ovvio che ci saranno problemi, magari anche qualche caduta, ma dispongono degli strumenti necessari per farcela», ci ha detto il generale Marco Ber- Alunne Ragazze in una scuola di Kabul. I talebani proibivano l’istruzione femminile. Oggi le donne che sanno leggere e scrivere sono il 12% (Ap, Frayer) Blu La scuola dedicata a Maria Grazia Cutuli (Parallelozero) tolini, responsabile del Comando interforze, venuto con volo speciale appositamente da Roma. I numeri sono riassunti dal colonnello Vincenzo Grasso, ultimo comandante del Prt dimissionario. «Dal 2005 al 2014 il ministero della Difesa italiano ha investito 46,4 milioni di euro per opere civili. Di questi oltre il 20 per cento è andato per la costruzione di 83 scuole, con un costo medio attorno ai 130 mila euro per singolo istituto, e la ristrutturazione di altre 23. Quella eretta in memoria della giornalista italiana è stata interamente pagata dalla Fondazione Cutuli: è una delle più belle. Noi ci siamo limitati a gestire i fondi e trattare con le compagnie locali appaltatrici dei lavori», spiega. Altre voci di spesa rilevante sono state le 47 strutture sanitarie, di cui due interi ospedali, oltre al carcere femminile (utilizzato in molti casi per mettere in sicurezza donne minacciate in casa) e quello minorile. Per quanto riguarda i grandi progetti civili non completati, la gestione e direzione dei lavori passa ora nelle mani della Cooperazione gestita dal ministero degli Esteri italiano. «In particolare, ci occuperemo di costruire una strada che collega Herat a Kabul, della circonvallazione di Herat e di ampliare le pi- Missione Truppe La missione italiana nell’ambito della forza internazionale Isaf è durata un decennio. Il contingente, che guida il settore nordovest, è arrivato a contare 4.700 soldati, oggi scesi a 1.300 Futuro La missione Isaf termina alla fine del 2014. Dopo potrebbero restare 800 nostri soldati con compiti di sostegno e addestramento Vittime Sono 53 i nostri soldati morti in Afghanistan ste del suo aeroporto», dice l’ambasciatore arrivato da Kabul, Luciano Pezzotti. Promesse che tuttav i a s o l l e va n o n o n p o c h e perplessità. La destabilizzazione crescente nell’intero Paese e l’inasprirsi degli attacchi talebani rendono le attività degli stranieri al di fuori delle città un vero terno al lotto. Ne è una riprova la ormai tristemente celebre strada avviata dalla Cooperazione italiana nel 2006 con il fine di collegare in 140 chilometri Kabul a Bamian. Secondo le promesse, doveva essere terminata in due o tre anni, oggi risultano costruiti solo una settantina di chilometri e i costi sono lievitati alle stelle. Una situazione critica, resa ancora più acuta dalla violenza con l’approssimarsi delle elezioni presidenziali del 5 aprile. «Le nostre forze di sicurezza non sono semplicemente in grado di gestire l’ordine pubblico senza il sostegno attivo della Nato», ammette diretto il brigadiere generale Sayed Baqar Mortazavi, responsabile della polizia locale nella regione occidentale. «All’ultimo appuntamento elettorale del 2009 eravamo più forti. Ma ora il ritiro del Prt è un segno grave, non so cosa succederà». Lorenzo Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso Il funzionario bloccato in auto nella capitale Sana’a è stato liberato con l’autista grazie a un blitz delle forze di sicurezza Yemen, sequestro lampo per un italiano dell’Onu L’incubo è durato poche ore: un funzionario italiano dell’Onu è stato rapito e liberato con l’autista ieri sera a Sana’a, la capitale dello Yemen. La notizia è stata confermata dal nostro ministero degli Esteri. Sequestro lampo: le forze di sicurezza locali hanno salvato i due ostaggi con un blitz che ha portato all’arresto di due sequestratori dopo un breve conflitto nei pressi del palazzo presidenziale nella zona sud della città. Secondo un comunicato del ministero dell’Interno yemenita il funzionario italiano è in buona salute. Il nome del nostro connazionale non è stato reso noto. Si tratterebbe di un dipendente Undp, l’agenzia delle Nazio- ni Unite per lo sviluppo. In quello che è considerato il Paese più povero del Medio Oriente c’è molto da sviluppare: 25 milioni di abitanti, 10 milioni di bambini malnutriti, 40% il tasso di disoccupazione giovanile, una fase di promettente transizione politica dopo la guerra civile del 2012. Secondo una prima ricostruzione l’uomo, che per conto dell’Onu si occupa di logistica e acquisti, viaggiava su un’auto blindata nel centro di Sana’a quando è stato bloccato da un pick-up e da un taxi. E’ scattata la trappola: sceso dall’auto per capire i motivi del blocco, il funzionario sarebbe stato costretto insieme con l’autista ad entrare nel taxi. Le forze dell’ordine avrebbero intercetta- to e seguito l’auto dei rapitori prima di entrare in azione con un blitz. Abitanti del quartiere nei pressi del palazzo del presidente hanno sentito degli spari. Gli agenti hanno seguito i rapitori fino a una casa dove erano tenuti gli ostaggi. Subito dopo la liberazione l’uomo avrebbe telefonato alla moglie in Italia per raccontarle dello scampato pericolo. Anche il secondo rapito è occidentale. Incerta non solo la nazionalità ma la stessa identità di chi accompagnava l’italiano: si tratterebbe comunque di una donna, in un primo tempo indicata come la moglie ma che, stando a una diversa versione, lo avrebbe semplicemente accompagnato facendogli da autista. Anche lei secondo fonti governative è «in buone condizioni di salute». Lo Yemen è abituato ai rapimenti di stranieri: anni fa erano le tribù delle province a utilizzare i sequestri di persona (quando ancora il Paese era meta del turismo organizzato internazionale) come fonte di guadagno e arma di pressione nei confronti delle autorità. L’affermarsi di Al Qaeda in ampie aree del Paese ha cambiato gli scenari. Due giorni fa nella provincia orientale dell’Hadramaut venti soldati sono stati uccisi in un’imboscata a un posto di blocco. Attualmente un cittadino britannico e uno tedesco risultano nell’elenco dei rapiti. M. Fa. La città vecchia Un soldato di guardia a Sana’a, Yemen (Afp) © RIPRODUZIONE RISERVATA «Il processo in Egitto? Violazione del diritto» IL CAIRO — «Una violazione del diritto internazionale»: così la commissaria Onu per i diritti umani Navi Pillay ha bollato le 538 condanne a morte comminate da un tribunale egiziano ai danni di supporter del deposto presidente Mohammed Morsi. «Un processo di massa senza precedenti», durato meno di un’ora, «pieno di irregolarità e di violazioni delle leggi internazionali». Gli accusati sono stati giudicati colpevoli per l’attacco a una stazione di polizia in cui rimase ucciso un ufficiale lo scorso agosto. L’assalto seguì le operazioni delle forze di sicurezza che colpirono i manifestanti nella capitale egiziana uccidendo quasi mille persone. La stretta continua, da ieri altri 683 seguaci della Fratellanza musulmana sono a giudizio: tra loro la guida del movimento, Mohammed Badie, e il presidente del suo braccio politico (il partito Libertà e Giustizia). Le forze di sicurezza si sono scontrate con centinaia di studenti dell’Università di Minya che protestavano contro i procedimenti giudiziari. Al processo farsa di sabato erano assenti tre quarti degli accusati. Gli avvocati della difesa non hanno potuto presentare i loro testimoni. Guinea Virus di Ebola Vietato mangiare pipistrello CONAKRY — Sarà anche una leccornia locale, ma da ieri in Guinea è «vietato mangiare pipistrello». Le autorità del piccolo Paese dell’Africa occidentale hanno bandito la vendita e il consumo della carne dell’animale allo scopo di contrastare le occasioni conviviali che potrebbero accelerare l’avanzata del virus di Ebola che finora ha ucciso 62 persone. E’ stato il ministro della Sanità a emanare il decreto anti pipistrello durante un giro nella regione delle foreste del Sud considerate l’epicentro dell’epidemia. Secondo le ricette della cucina locale la carne dell’alato mammifero viene fatta bollire in una sorta di zuppa piccante a base di peperoncino venduta nei locali dove la gente si ritrova a bere alcol. Un altro modo per cucinare il pipistrello è arrostirlo sul fuoco. Ebola si trasmette per contatto. Non ci sono cure o vaccini per il morbo che uccide dal 30 al 90% delle persone colpite. Medici Senza Frontiere ha allestito zone di quarantena nel Sud del Paese per cercare di arginare l’espandersi del virus che provoca mortali febbri emorragiche. Casi sospetti si registrano in Paesi vicini, come Liberia e Sierra Leone. 16 Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Cronache L’inchiesta Le accuse su Finmeccanica e le tangenti Proprio su questo indaga il sostituto Ielo, ma non solo. Perché sotto osservazione c’è anche l’attività di Luigi Pelaggi, l’alto funzionario del ministero dell’Ambiente già arrestato per ordine della procura di Milano. «Fu proprio Pelaggi a impormi alcune ditte da far lavorare», ha raccontato Stornelli. Nell’ordinanza di Napoli è svelato un altro episodio che dimostra quali interessi si muovessero dietro l’affidamento dei lavori. Scrive il giudice: «È appena il caso di ricordare le dichiarazioni rese da Sabatino Stornelli, secondo cui l’interesse di Guarguaglini e Borgogni nel Sistri è anche di- «A Cesa 200mila euro» Indagato il segretario udc «Finanziamento illecito». Il politico: io estraneo La vicenda Selex e le tangenti per il sistema rifiuti La ditta Selex ha pagato tangenti per ottenere tramite Finmeccanica la gestione del sistema di tracciabilità dei rifiuti Sistri Le fatture false e i conti svizzeri Gli imprenditori creavano fondi neri attraverso fatture false e conti svizzeri per poter pagare le mazzette I soldi destinati a politici e manager Destinatari dei pagamenti sarebbero stati i vertici di Finmeccanica e il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa ROMA — Un versamento di 200mila euro veicolato dall’ex manager di Finmeccanica Lorenzo Borgogni. Soldi che sarebbero stati consegnati nel 2010 al segretario dell’Udc Lorenzo Cesa, per questo indagato per finanziamento illecito a parlamentare dal pubblico ministero di Roma Paolo Ielo. L’indagine sui «fondi neri» creati grazie agli appalti del colosso specializzato in sistemi di difesa, arriva dunque al livello politico. Svelando meccanismi di approvvigionamento che sarebbero serviti ad arricchire i manager e i loro referenti. Un avviso di proroga è stato notificato a Cesa qualche settimana fa. Lui si dice estraneo a tutta la vicenda, ma nuovi accertamenti sono stati affidati alla Guardia di Finanza dopo le dichiarazioni di Sabatino Stornelli, l’amministratore delegato della «Selex Se.Ma» e di suo fratello Maurizio che un anno fa, dopo essere stati arrestati per le tangenti versate per aggiudicarsi le commesse legate al sistema di monitoraggio dei rifiuti denominato «Sistri», hanno deciso di collaborare con gli inquirenti. Rivelando nomi e circostanze, e so- prattutto indicando le società che emettevano fatture false e così creavano le provviste per pagare tangenti. Due giorni fa il giudice di Napoli ha ordinato l’arresto di Borgogni, e dell’ex parlamentare di Forza Italia Vincenzo Angeloni, il dentista dell’ex amministratore di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini (anche lui indagato e perquisito) che avrebbe avuto il ruolo di collettore delle mazzette. E nell’ordinanza di custodia cautelare ha scritto: «Maurizio Stornelli precisava che la Sedin era una società riconducibile a Nicola Lobriglio, il quale gli aveva raccontato che Sotto accusa Lorenzo Cesa, parlamentare e dal 2005 segretario dell’Udc. Lo scorso 23 febbraio è stato confermato alla guida del partito (foto BenvegnùGuaitoli) tramite Borgogni aveva provveduto a finanziare con i soldi dell e c o m m e s s e r i c e v u te d a Finmeccanica i suoi sponsor politici e segnatamente l’onorevole Lorenzo Cesa, lo stesso rac- L’imprenditore «Era prassi che i soldi delle sovrafatturazioni finissero ai nostri referenti politici» contava questa circostanza come un dato consolidato ormai nel tempo e riferibile già ad alcuni anni prima del 2009. Il rapporto era sempre mediato da Angeloni. E anche in questo ca- Popolare di Milano Prestiti facili Ponzellini verso il processo Associazione per delinquere, appropriazione indebita e riciclaggio sono i reati che i pm Roberto Pellicano e Mauro Clerici contestano ai 17 indagati (tra cui l’ex presidente Massimo Ponzellini e il braccio destro Antonio Cannarile) chiudendo le indagini sulla «struttura parallela e deviata» che gestiva i finanziamenti della Banca popolare di Milano. L’atto prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Tra i «finanziati» che compaiono nelle carte ci sono la concessionaria di giochi d’azzardo Atlantis BPlus (a cui sono andati 145 milioni di euro) dell’indagato Francesco Corallo, e Visibilia e Visibilia 2 (2,8 milioni di euro ) dell’on. di Fi Daniela Santanché (non indagata). (G. Gua.) © RIPRODUZIONE RISERVATA so Stornelli provvedeva a consegnare ad Angeloni una somma di 200 mila euro recapitatagli da Lobriglio a via Liberiana: destinatario finale dei soldi, a dire di Angeloni, era sempre Borgogni (in particolare aveva ricevuto la somma in due tranche: una volta era stato lo stesso Lobriglio a portargliela a casa, un’altra gli aveva chiesto di andargliela a ritirare a casa sua; i soldi venivano poi consegnati ad Angeloni in via Liberiana). Lobriglio gli aveva raccontato che era prassi che i soldi ricavati dalle sovrafatturazioni delle commesse per Finmeccanica venissero poi destinati tramite i vertici di Finmeccanica a finanziare i partiti e, per quanto riguardava lui, il partito di Cesa». mostrato dalla ubicazione del centro di localizzazione secondario del Sistri che è stato realizzato a Cecina, paese limitrofo a quello di Guarguaglini, Castagneto Carducci, e della città di Borgogni, Siena, e ciò nonostante il ministro Stefania Prestigiacomo volesse localizzarlo a Siracusa, in quanto siciliana, ed avesse espresso questo desiderio tramite Pelaggi. Invece Guarguaglini, spinto dall’ex ministro Matteoli, ha scelto Cecina, paese di Matteoli. Guarguaglini e Borgogni hanno anche deciso tutte le assunzioni a partire dalla responsabile del centro, che è la nipote di Guarguaglini». Fulvio Bufi Fiorenza Sarzanini © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014 Milano Il rappresentante dell’accusa in Appello: annullare la condanna a 20 mesi «Trasferirsi in Lussemburgo libera scelta industriale Assolvete Dolce e Gabbana» La richiesta del sostituto procuratore generale MILANO — Demolisce con foga la condanna di Tribunale degli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana a 20 mesi per omessa dichiarazione al fine di evadere le imposte, si mette nei loro panni quando «l’invasione della GdF» gli pare «anche un colpo alla credibilità del marchio», e trova «censurabile» che il giudice di primo grado abbia ragionato da «tuttologo che pensa di poter entrare nelle scelte di gestione concreta di un gruppo mondiale»; argomenta che non di evasione si può parlare ma tutt’al più di elusione fiscale e abuso del diritto, teorizza che «l’ottimizzazione del regime impositivo è lecita» e che a favore degli imputati militano «ragioni concrete e non fantasiose, come le difese ci ricordano che sarebbe potuto essere confermato dai molti e prestigiosi testi ammessi e poi revocati». Spettacolosa arringa. Solo che in Appello non la sta facendo uno degli avvocati, ma il rappresentante dell’accusa in Procura Generale, il sostituto pg Gaetano Santamaria Amato, presidente uscente del Csm dei giudici tributari, esponente di spicco di Unicost. Che a sorpresa, esercitando il proprio convincimento opposto a quello dei Cronache 17 italia: 51575551575557 Insieme Domenico Dolce (a sinistra), 55 anni, e Stefano Gabbana, 52. I due stilisti hanno fondato il marchio mondiale «Dolce & Gabbana» nel 1985 (foto Italy Photo Press) pm del pool di Francesco Greco, non sostiene la conferma della condanna degli stilisti di cui i pm Laura Pedio e Gaetano Ruta avevano ottenuto il rinvio a giudizio dopo che la Cassazione aveva annullato l’iniziale proscioglimento, ma chiede l’assoluzione «perché il fatto non sussiste». Cioè non sussiste la «esterovestizione» in Lussem- burgo della Gado srl, per i pm servita solo a conseguire 130 milioni di risparmio fiscale frutto delle differenti aliquote fra Italia e Lussemburgo. Per il pg, con questa operazione gli stilisti hanno invece «pensato in grande, così come si conviene a un grande gruppo italiano che va in Lussemburgo perché il regime fiscale è capace di attrarre capi- ✒ La vicenda La condanna Nel giugno 2013 Domenico Dolce e Stefano Gabbana sono stati condannati a 1 anno e 8 mesi per omessa dichiarazione dei redditi. Nello stesso processo i due sono stati assolti per il reato (prescritto) di dichiarazione infedele Le accuse Secondo l’accusa, i due avrebbero costituito una società in Lussemburgo, proprietaria di due marchi del gruppo, per ottenere vantaggi fiscali (130 milioni di euro tra il 2004 e il 2005). Erano state contestate anche omesse dichiarazioni per 420 milioni a testa L’appello Ieri, in secondo grado, il sostituto procuratore generale di Milano, Gaetano Santamaria, ha chiesto l’assoluzione per gli stilisti tali, le amministrazioni pubbliche sono efficienti, e ci sono molti trattati che regolano la doppia imposizione». Alla GdF, che di Gado srl in Lussemburgo segnalava microlocali e assenza di dipendenti, il pg obietta che «bisogna fare un salto culturale e confrontarsi con le moderne realtà imprenditoriali: pretendiamo debbano avere strutture faraoniche? Avere sede presso una società di servizi è comune a tutte quelle società che non vogliono avere a che fare con malattie e gravidanze». Le 40 mail «che tanto hanno influenzato la GdF» vengono liquidate dal pg perché «non mi sembrano sballate, pretestuose o incoerenti le letture alternative» delle difese. «Come contribuente — dice Santamaria — posso indispettirmi e magari sono contento che la GdF accenda un faro, e allora posso anche aspettarmi l’intervento su Marchionne e Fiat quando trasferiranno la sede legale in Olanda»: ma «come operatore del diritto devo dire che la cessione dei marchi rientra nelle libere legittime scelte imprenditoriali», peraltro di «stilisti in tutt’altre faccende affacendati, che vivono nel mondo della creatività, affidandosi per il resto a competenti consulenti di fiducia». «Non è che esiste l’esimente-stilista», proverà poi sommessamente a replicare l’Avvocato dello Stato Gabriella Vanadia per l’Agenzia delle Entrate. Ma per il pg anche «il fatto che gli stilisti ci abbiano guadagnato non è una prova nel penale. Nel tributario pagheranno quello che c’è da pagare (sinora 346 milioni in Commissione tributaria di secondo grado ndr), ma nel penale andiamoci piano: una condanna sarebbe contraria al buon senso». Caso Robledo, il Pg chiede dati ma Bruti tace I l grande gelo tra il procuratore capo milanese Edmondo Bruti Liberati e il procuratore aggiunto Alfredo Robledo raffredda le comunicazioni anche tra la Procura della Repubblica e la Procura Generale di Manlio Minale. Il 17 marzo, infatti, dopo la clamorosa iniziativa di Robledo di denunciare al Csm asserite violazioni tabellari di Bruti nell’assegnazione ai vice Greco e Boccassini di 5 fascicoli d’indagine (San RaffaeleFormigoni, Ruby-Berlusconi, Ruby-testimoni, Sea-Gamberale, e l’incrocio tra Infrastrutture Lombarde e una indagine segreta di Boccassini), il pg Minale ha chiesto a Bruti i dati esatti delle progressive registrazioni degli indagati nelle varie inchieste. In assenza di risposta, dopo alcuni giorni ha inoltrato a Bruti un sollecito. Ieri nel Consiglio Giudiziario, pure destinatario dell’esposto di Robledo, è stato accennato come non sia ancora pervenuta alcuna risposta dal capo della Procura alle richieste del capo della Procura Generale. Intanto il Consiglio Giudiziario, guidato dal presidente della Corte d’Appello Giovanni Canzio, ha ribadito i propri poteri di vigilanza sull’organizzazione degli uffici, ma ha ritenuto istituzionalmente più corretto e rispettoso non sovrapporsi sino al 29 aprile all’istruttoria del Csm con probabili audizioni di Robledo e Bruti. L. Fer. Luigi Ferrarella [email protected] [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA L’inchiesta Al capo di Infrastrutture Lombarde, agli arresti, fu chiesto conto di spese ingiustificate per oltre 2 milioni di euro Rognoni e le parcelle d’oro all’ospedale di Monza E la Finanza getta ombre sull’amministratore di Expo «Anche da lui un comportamento omissivo» MILANO — Ci vuole spiegare Infrastrutture Lombarde perché ha appaltato all’esterno lavori e consulenze? Non c’erano risorse interne per risparmiare? Per quali servizi, nel dettaglio, noi dell’ospedale San Gerardo di Monza, abbiamo pagato le società Proger, Security Package e Conteco? E i soldi per l’architetto Glauco von Wunster, oltre a non apparire sufficientemente giustificati, sono davvero necessari? E quelli al suo collega Cristiano Achille Nava? Nel gergo si chiamano pezze d’appoggio. Non un dettaglio se si tratta di milioni di euro e se a fornirle dovrebbe essere la holding regionale degli appalti in Lombardia. Infrastrutture Lombarde, la grande regista dei lavori e dispensatrice di consulenze, oggi al centro di un’inchiesta giudiziaria, ha tirato su ospedali per un giro di affari di quasi 2 miliardi. Monza è uno di questi. E a proposito dell’inchiesta Infrastrutture (8 arresti la scorsa settimana tra cui il direttore generale dimissionario, Antonio Rognoni), ieri dagli atti d’indagine è emerso il nome dell’amministratore delegato di Expo 2015, Giuseppe Sala (non indagato). Secondo un’informativa della Gdf, Sala, il responsabile unico del procedimento Carlo Chiesa e il general manager Angelo Paris non avrebbero tenuto un comportamento «irreprensibile e lineare», perché, «pur con gradi di responsabilità diversi, attraverso le loro condotte fattive ed omissive hanno comunque contribuito a concretizzare la strategia volta a danneggiare indebitamente Mantovani (vincitrice della gara per la piattaforma dei padiglioni Expo, ndr) per tutelare e ga- La scheda L’inchiesta I pm di Milano contestano il reato di turbativa d’asta, truffa e associazione a delinquere a una serie di manager legati alla società Infrastrutture Lombarde. Otto persone sono state colpite da rantire, si ritiene, più che la società Expo 2015 Spa il loro personale ruolo all’interno della stessa». Torniamo a Monza. Carteggi, email, lettere, verbali riservati raccontano di una resa dei conti senza precedenti tra il grande ospedale San Gerardo (che deve pagare le fatture) e Infrastrutture (che affida lavori e consulenze). La ricostruzione del Corriere è basata su carte che al momento non risultano nell’inchiesta giudiziaria su Infrastrutture. L’11 giugno 2013 il commissario straordinario del San Gerardo invia una raccomandata a Rognoni: «Siamo a chiedervi la restituzione delle somme indebitamente percepite (...) in ragione della loro mancata giustificazione (...). In caso contrario attiveremo la procedura di risoluzione in via amministrativa della vertenza (...) affinché non risultino depauperati i finanziamenti, anche di fonte statale, destinati all’ospedale». Già in precedenza revisori e sindaci avevano lanciato l’allarme. Il nuovo San Gerardo di Monza è un appalto (pilotato secondo i pm) da oltre 200 milioni. A vincere è stata una cordata di cui fa parte una società riconducibile a Fabrizio Rota. Chi è? L’ex segretario particolare di Roberto Formigoni. I documenti inediti in mano al Corriere mettono sotto accusa il potere avvolgente di Infrastrutture. Tant’è che il collegio sindacale dell’ospedale ha denunciato «una situazione ad altissimo rischio» con i sindaci «relegati al ruolo di spettatore di tutte le scelte compiute da Infrastrutture». Nell’inverno-primavera 2013 cade Formigoni, si dimette il direttore generale del San Gerardo, il ciellino Francesco Beretta, e si insedia il commissario straordinario Simonetta Bettelini, una manager in quota Lega. Si aprono cassetti e armadi. E dopo un durissimo report dell’ufficio tecnicopatrimoniale dell’ospedale, richiesto dal collegio sindacale, è lei stessa l’11 giugno a tirare le conclusioni in una lettera al capo di Infrastrutture, Rognoni. Chiede conto dei «giustificativi dei pagamenti effettuati dall’azienda ospedaliera (...) ed ammontanti a Il documento La lettera inviata dall’Ospedale San Gerardo di Monza ad Antonio Rognoni, ai tempi direttore generale di «Infrastrutture Lombarde» La replica un’ordinanza di custodia cautelare. Intiglietta e Compagnia delle Opere: «Nessun rapporto con quella società» Il personaggio Il principale indagato è l’ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde Antonio Rognoni (foto), che avrebbe assegnato una serie di incarichi e contratti in violazione delle norme sulle gare di appalto. «Mi sento colpito gratuitamente da ipotesi che, per quanto mi riguarda, non hanno alcuna ragione di essere». Antonio Intiglietta, fondatore e presidente della società fieristica Ge.Fi., è citato negli allegati di pm e Gdf alle indagini su Infrastrutture Lombarde: «Ma io non ho alcun rapporto professionale né con Infrastrutture Lombarde né con Expo e sfido chiunque a dimostrare il contrario». Nei documenti si dice che «dalle intercettazioni emerge» una «particolare vicinanza» fra Intiglietta (e un altro esponente della Cdo) e alcuni dei personaggi arrestati o indagati. Ecco Intiglietta: «Si è fatta una connessione impropria tra le relazioni di lavoro che ho con due professionisti, l’avvocato Leo e l’avvocato Magrì. Io non so nulla delle loro relazioni e dei loro rapporti né con Infrastrutture Lombarde, né con Expo». Di qui la rabbia: «Vedermi inserito in un sistema di affarismo, che parte dalla Regione arriva a una società regionale e all’Expo è inaccettabile. In più si puntualizza che non sono indagato: se non c’è nulla su cui indagare, perché coinvolgermi?». Ora è uno sfogo: «Lavoro da mattina a sera, assumo gente perché credo sia dovere di un buon imprenditore, soprattutto in tempi di crisi, investire ciò che si guadagna e non vivere di rendita e vengo messo in un tritacarne mediatico». E conclude: «La verità permetterà a ciascuno di rispondere in coscienza e responsabilità delle proprie azioni. La giustizia punta alla verità, non alla dimostrazione della propria idea». Intanto Bernard Scholze, presidente della Compagnia delle Opere smentisce «qualsiasi coinvolgimento di Cdo nell’indagine sui vertici di Infrastrutture Lombarde». © RIPRODUZIONE RISERVATA complessivi 2.074.568,24 euro». Sono le fatture di aziende, consulenti, gestite da Infrastrutture ma pagate dall’ospedale o a questo addebitate. Rognoni replica, via email e raccomandata, ad accuse e sospetti ritenuti «altamente offensivi del lavoro, della dignità e del decoro» di Infrastrutture. E fornisce documenti di supporto. Tutto finito? No. Sembra impossibile che il grande regista degli appalti lombardi non riesca soddisfare una richiesta tanto ovvia: facci capire e vedere perché — chiedono a Monza — abbiamo speso quei soldi; dimostraci che erano necessari. Il 17 luglio il commissario Bettelini in una nuova lettera all’ingegner Rognoni sostiene che «non è stata ancora consegnata tutta la documentazione necessaria ai fini di un puntuale e giustificato rendiconto delle spese sostenute, anche sotto i profili dell’inerenza, congruità, pertinenza». Che cos nasconde Infrastrutture? sa Per esempio: perché prima di affid dare un incarico all’architetto von Wunster (sebbene per una cifra di soli 19.500 euro) o al collega Nava (70.576 euro) non è stato chiesto all’ospedale o ad altri enti del sistema «se sussistevano professionalità — scrive l’ospedale di Monza a Rognoni — al loro interno per coprire l’incarico»? Banale logica di risparmio, no? Le commesse alla Security Package e alla Conteco? «Non vengono forniti i motivi» dell’affidamento dei contratti a queste società esterne. Quasi un milione di euro è finito alla Proger (gruppo Recchi) per progettazioni senza che l’ospedale abbia avuto «alcuna indicazione sui criteri di determinazione dei compensi» o «riferimenti tariffari». Chi paga sembra non aver diritto di sapere se ha speso bene i suoi soldi che poi sono quelli delle tasse, cioè pubblici. Sono solo alcuni esempi. Intanto l’ennesimo incartamento sulle fatture incriminate è arrivato all’ospedale di Monza proprio appena prima degli arresti. Mittente Infrastrutture. Mario Gerevini [email protected] Simona Ravizza [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 italia: 51575551575557 Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014 Cronache 19 italia: 51575551575557 ✒ Milano Trauma cranico, naso rotto, tagli, ma i medici non segnalavano nulla La lettera Ricoverata 15 volte per le botte Non denuncia ma lui va dentro TROPPE LITI IN ITALIA INTASANO I TRIBUNALI Applicata la nuova legge. L’omertà degli ospedali MILANO — Morso terzo dito mano destra. Perforazione traumatica del timpano. Contusioni multiple. Infezione dei tessuti molli della mano sinistra da morso. Sospetta infrazione delle ossa nasali. Contusione anca destra. Distorsione del collo. Per quindici volte la 47enne Donatella, picchiata dal compagno Enrico Massimiliano Pedrazzini, è stata ricoverata al pronto soccorso. Per quindici volte non l’ha denunciato. E nonostante i referti medici sopra soltanto parzialmente elencati, per quindici volte nessuno dagli ospedali (di solito l’ospedale Guido Salvini di Garbagnate Milanese) ha pensato bene di avvisare polizia o carabinieri. Magari forzando la situazione. Donatella infatti aveva il terrore di fare il nome dell’uomo, prigioniera com’era della paura di nuove sevizie e dell’amore per quel folle picchiatore. Raccontano dal commissariato di RhoPero, guidato da Carmine Gallo, che ora, pur naturalmente sollevata per la fine del massacro, un poco le siano dispiaciuti l’arresto e il trasferimento in prigione del compagno. Io davvero ho una forte passione, io davvero sono innamorata, ha ripetuto. Se il caso è chiuso è merito della celerità delle indagini, coordinate dalla Procura di Busto Arsizio, e della recente legge contro le violenze domestiche: le forze dell’ordine possono procedere anche senza querela di parte. Più volte glielo avevano chiesto, e sempre Donatella era stata irremovibile: no, niente denuncia. Ma quanto ancora doveva andare avanti? La signora Jessica è una vicina di casa della coppia. Siamo in un palazzo di Rho, hinterland nordovest di Milano. Jessica ha raccontato ai poliziotti alcuni episodi. Una notte di settembre del 2013. «La signora ha suonato di casa in casa piangendo. Quando l’abbiamo soccorsa aveva il labbro spaccato, il setto nasale rotto, i lividi ovunque, la casa era piena di sangue. Lei insisteva di non voler chiamare né forze dell’ordine né il 118». Un pomeriggio di fine novembre 2013. «Ho visto lui sul pianerottolo che prendeva la rincorsa e le tirava un pugno sul volto». La vigilia di Natale 2013. «Dopo una feroce discussione lui le ha rotto il naso e ha lanciato fuori dalla finestra una bottiglia di spumante, stoviglie e cibo». Un giorno Jessica avvicinò Donatella. Due donne. Da sole. L’intimità. Jessica che insistette affinché chiamasse un’ambulanza; Donatella che rifiutò con decisione, «aveva il terrore che quello la uccidesse». Ma certamente resta una domanda: perché Jessica non ha mai dato l’allarme? Donatella e Pedrazzini non hanno figli. Vivevano soli. E di nuovo pare difficile capire per quale motivo, a fronte della seguente anamnesi, gli ospedali Sardegna Ucciso dall’autobomba sotto casa Un boato alle 10.30, in pieno centro a Lanusei, nell’Ogliastra. Una Renault Clio imbottita di esplosivo è saltata in aria quando il propietario Roberto Aresu, 47enne ex rappresentante di auto, ha avviato il motore. Aresu è morto poco dopo l’esplosione. L’uomo era agli arresti domiciliari per una truffa legata alla rivendita di autovetture e poteva uscire per tre ore al mattino. © RIPRODUZIONE RISERVATA I fatti Per 15 volte Donatella è stata picchiata dal compagno, Enrico Massimiliano Pedrazzini (sopra, l’ordinanza in cui compare l’elenco delle percosse) I referti I medici in ospedale hanno registrato i vari traumi, fra cui un morso al dito, una perforazione del timpano e una distorsione del collo In cella L’uomo è stato arrestato in seguito a un’indagine della procura di Busto Arsizio sulla base della nuova legge che consente agli inquirenti di procedere anche in assenza della querela non abbiano voluto vederci più chiaro. Era abbastanza ovvio che fosse Pedrazzini quando Donatella riferiva una «aggressione da persona nota nel proprio domicilio»; o quando la donna giungeva «in seguito ad aggressione da parte di persona nota, colpita da oggetto lanciato (telecomando) alle labbra e presa al collo e alla mandibola con successiva caduta a terra, e colpita da ombrello sulla schiena». Questo Pedrazzini, 41 anni, ha sempre campato in opposizione alle regole. Pregiudicato per reati contro il patrimonio, negli ultimi tempi si dedicava alle truffe. Quali truffe? Truffe di ogni genere, su internet e per strada. L’importante era fregare il prossimo. Davanti ai poliziotti, non ha proferito verbo. Era sicuro che Donatella non l’avrebbe mai abbandonato. Una volta l’aveva aggredita con calci partiti dagli anfibi; un’altra volta l’aveva colpita in viso con una gomitata. Non era ubriaco. Non si drogava. Picchiava e basta. Si sfogava come un animale. Durava da due anni, dall’inizio della loro storia. Donatella lavorava alle poste, poi aveva smesso. Il volto tumefatto, le ecchimosi, i lividi, le difficoltà motorie: aveva ormai perso il coraggio perfino di uscire e camminare in strada. In passato aveva provato a fare il numero della polizia e aveva subito chiuso la comunicazione. Il primo e il quindici febbraio scorsi aveva iniziato e proseguito il dialogo con il commissariato di Rho-Pero. Aveva buttato lì qualcosa, ma l’ansia l’aveva divorata alla richiesta se volesse o meno formalizzare una denuncia. E Donatella aveva riattaccato. Andrea Galli © RIPRODUZIONE RISERVATA Como Ventisei indagati, in cella il comandante della Polstrada e il suo vice. Verbale di un incidente falsificato per dar ragione al figlio Multe non riscosse «per pigrizia», agenti arrestati Si inventavano dei falsi ricorsi: cancellate 2 mila contravvenzioni Sottoposti utilizzati come autisti COMO — L’autovelox fotografava le auto che sfrecciavano in autostrada oltre i limiti consentiti ma gli agenti, anziché procedere con identificazione del proprietario e notifica della contravvenzione, optavano per un lavoro meno impegnativo: inventavano falsi ricorsi e facevano «sparire» le multe. Non per averne una qualche utilità economica, ma soltanto perché non avevano voglia di lavorare. Quasi duemila le contravvenzioni cancellate, per un danno alle casse dello Stato di oltre trecentomila euro. Senza contare le decine di contravvenzioni prese dagli agenti per eccesso di velocità, semafori rossi o sosta vietata (tutte eliminate illegalmente) e le auto di servizio con tanto di «autista» usate per faccende private. Parla di «un intero ufficio pubblico letteralmente deviato» e di «sistematica violazione dei doveri pubblici» l’inchiesta della Procura di Como che ha portato ieri all’arresto del comandante della Polizia stradale del capoluogo lariano, del vice e di altri tre agenti. Ma complessivamente sono ventisei le persone indagate a vario titolo per falso, abuso d’ufficio, calunnia e peculato, tra le quali un funzionario della questura e il capo ufficio verbali della polizia locale. La sede della Polstrada è stata chiusa «per motivi organizzativi», come scritto sul cartello appeso al cancello. Il vicecomandante Gian Piero Pisani, indicato come «figura criminale di maggior spicco» è l’unico a essere stato rinchiuso in carcere. Ai domiciliari invece il comandante Pa- trizio Compostella e agli agenti Massimiliano Busnelli, Massimiliano Bonizzoni e Lorenzo Falzetti. L’ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita ieri mattina e due poliziotti coinvolti sono stati colti da malore. Tutti gli agenti indagati sono stati sospesi dal servizio. L’inchiesta, scattata quasi un anno fa, è stata condotta dalla Guardia di Finanza e dalla sezione giudiziaria della stessa Polizia stradale. Il capitolo più clamoroso dell’indagine riguarda la cancellazione di quasi duemila multe per infrazioni rilevate dall’autovelox e dal «tutor» sull’autostrada A4, nei territori di Como e Bergamo. Per evitare il lavoro di iden- tificazione degli automobilisti e quindi di notifica dei verbali, all’insaputa dei conducenti, gli agenti inventavano falsi ricorsi e procedevano poi sistematicamente all’archiviazione dei verbali. Gli illeciti contestati ai poli- 300 Mila euro Il danno economico provocato alle casse dello Stato da alcuni agenti della Polstrada di Como che avrebbero fatto sparire 2 mila multe. Anziché notificare le contravvenzioni, inventavano falsi ricorsi e le cestinavano Gorizia A processo per truffa la società dei Centri migranti A processo il consorzio Connecting People di Trapani, la società che in Italia gestisce il maggior numero di Centri per migranti, fra Cie, Cara e «accoglienza». Il giudice per le indagini preliminari di Gorizia ha rinviato a giudizio ieri tredici persone, fra cui i vertici del Consorzio fino al 2011 e il viceprefetto vicario di Gorizia, Gloria Sandra Allegretto. L’accusa per la Connecting People è pesante: associazione per delinquere finalizzata alla truffa. Al viceprefetto e al ragioniere capo della Prefettura è stato contestato il falso ideologico. Oggetto dell’inchiesta della procura di Gorizia, che ha lavorato sul campo con gli uomini della Guardia di Finanza, un giro centinaia di fatture «gonfiate» e pagate dallo Stato per gli stranieri del Centro di identificazione ed espulsione e del Centro richiedenti asilo di Gradisca d’Isonzo (Gorizia). A. P. Il Cie di Gradisca d’Isonzo © RIPRODUZIONE RISERVATA ziotti contano poi numerose contravvenzioni prese dagli stessi indagati con le loro auto private e poi cancellate, illegalmente, spesso firmando false dichiarazioni per giustificare le violazioni con «motivi di servizio». Tra i più «attivi» su questo fronte compare ancora una volta Pisani, pescato a ripetizione a correre oltre i limiti di velocità con l’auto privata, multe tutte regolarmente sparite. E tra le sanzioni eliminate compaiono anche decine di infrazioni al divieto di sosta prese degli agenti proprio nella zona intorno alla questura di Como. Ultimo capitolo, altrettanto «degradante», riguarda l’utilizzo delle auto della Polizia di Stato per motivi strettamente personali, in più occasioni con tanto di «autista», cioè un sottoposto tolto dai suoi compiti per scorrazzare in giro il capo o portare i figli in discoteca. E c’è anche il caso che riguarda un incidente stradale in cui era rimasto coinvolto il figlio di una dirigente della questura che, grazie a Pisani, avrebbe modificato il verbale in modo da attribuire la responsabilità alla controparte che fu così costretta a pagare tutti i danni. Anna Campaniello Luigi Corvi © RIPRODUZIONE RISERVATA ❜❜ Caro direttore, nel numero di sabato 22 marzo 2014 del «Corriere» è apparso un articolo del prof. Michele Ainis dal titolo «La memoria della giustizia». L’ho molto apprezzato per l’acutezza delle analisi sulla scarsa efficienza della giustizia nel nostro Paese. A proposito della crisi della giustizia civile, che ha ripercussioni gravemente negative sull’economia del Paese, soprattutto in questa fase del ciclo economico, desidero sottolineare un ulteriore elemento che non ingenera ottimismo sul futuro, almeno prossimo. Mi riferisco al tasso di litigiosità degli italiani: secondo i dati che risultano dall’ultimo rapporto CEPEJ (Commissione europea per l’efficienza della giustizia), pubblicato nello scorso mese di settembre, ogni anno in Italia vengono iniziati 4.670 nuovi procedimenti civili in primo grado ogni 100.000 abitanti. La classifica sul tasso di litigiosità dei Paesi del Consiglio d’Europa ci vede, purtroppo, tra i primi in classifica: al 5° posto dopo Federazione russa, Lituania, Andorra ed Ucraina. Con tali dati è arduo pensare ad un’agevole soluzione del gravissimo problema. Non è sufficiente l’opera del politico e del giurista, è necessaria anche l’analisi del sociologo. È vero, poi, quanto afferma il prof. Ainis sulla perdita di auctoritas della magistratura, anche se non vanno ignorate talune eccezioni: quando ad essa è stato affidato il contrasto a gravi e pericolose manifestazioni di criminalità; mi riferisco al terrorismo, alla mafia, alla corruzione. Ma mi domando: tale perdita non è anche figlia dell’atavica diffidenza degli italiani per l’autorità? Ancora una volta sarebbe utile l’aiuto del sociologo, coadiuvato, forse, dallo storico. Quanto fin qui detto non vuol significare, almeno da parte mia, una abdicazione di responsabilità: la L’impegno magistratura può e deve fare di più, La magistratura deve fare di più ma anche dal punto di vista da sola non può dell’organizzazione risolvere la crisi del lavoro; ma da sola non può risolvere la crisi. Occorrono interventi strutturali, non dettati dalle emergenze del momento, sul versante del diritto sostanziale e processuale, nonché adeguate risorse economiche. Infine, quale contitolare, unitamente al Ministro della Giustizia, dell’azione disciplinare nei confronti dei magistrati, una precisazione: il dato, riportato dal prof. Ainis, di 1.373 procedimenti «disciplinari», il 93% dei quali è stato archiviato, riguarda in realtà quelle che il legislatore definisce «sommarie indagini preliminari». Si tratta, cioè, di procedure originate prevalentemente da esposti di privati che lamentano asserite ingiustizie delle decisioni della magistratura: vicende nelle quali gli interessati hanno di regola la possibilità di proporre impugnazione in giudizio, ma che non integrano alcuna delle ipotesi di illecito disciplinare previste dalla legge. In sostanza, in moltissimi casi vi è, all’origine, il tentativo (a volte in buona fede) di fare uso distorto dello strumento disciplinare, le cui finalità non sono quelle di sovrapporsi alla tutela giudiziaria e di sostituirla. I procedimenti disciplinari in senso tecnico, che iniziano con l’esercizio della relativa azione, sono stati lo scorso anno 161; di questi solo il 34% è stato definito dalla Procura generale della Cassazione con richiesta di proscioglimento (tecnicamente, di non farsi luogo a dibattimento) rivolta alla Sezione disciplinare del Consiglio superiore della Magistratura. Quanto alle misure cautelari disciplinari, va rilevato che la loro incidenza percentuale va calcolata sul totale delle azioni promosse, e che, al pari delle misure cautelari adottabili, nel corso del processo penale, debbono costituire un’extrema ratio e non possono risolversi in un’anticipazione della sanzione che sarà inflitta con la sentenza di condanna. In ogni caso nell’anno in corso le richieste di misure cautelari da parte della Procura generale nei confronti dei magistrati ordinari hanno già superato il totale dell’anno precedente: sono state, infatti, sette. Gianfranco Ciani Procuratore generale della Corte di cassazione © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 Cronache Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Istruzione Molti istituti della Lombardia hanno già scelto il fine settimana lontano dai libri La lettera al premier La protesta dello studente: «Più compiti» Viene sospeso ILLUSTRAZIONE DI GUIDO ROSA C’era una volta il sabato a scuola, alle medie e alle superiori. Anche alle elementari, se non si faceva il tempo pieno. Oggi, con l’autonomia scolastica, il sabato è la coperta più contesa della programmazione: c’è chi la tira, per dare più respiro alla didattica, spalmando le lezioni su sei giorni. Chi la accorcia (cinque giorni di scuola e un intero weekend libero), per permettere ai ragazzi di avere più tempo a disposizione per se stessi, lo sport, le relazioni sociali; e alle famiglie di organizzare meglio i tempi domestici. All’economia locale di risparmiare sulle bollette dell’energia e sui costi dei trasporti pubblici. E ai docenti di avere, finalmente, tutti il sabato libero. Ma c’è chi vorrebbe che il sabato a scuola diventasse solo un ricordo, per tutti. È quanto si augura l’assessore all’Istruzione della Provincia di Milano, Marina Lazzati, che dopo aver suggerito, lo scorso anno, ai presidi del capoluogo di rivedere l’orario delle lezioni, introducendo la settimana corta, ha ora preso carta e penna rivolgendo la richiesta al presidente del Consiglio, al ministro dell’Istruzione e al responsabile della spending review, Carlo Cottarelli. «I tagli di bilancio imposti alle Amministrazioni pubbliche — scrive — stanno mettendo in seria difficoltà l’erogazione dei servizi essenziali per il buon funzionamento delle istituzioni scolastiche. Problema che investe pesantemente riscaldamento e spese di trasporto, per cui sono previste per il prossimo anno scolastico ulteriori diminuzioni di spesa». Lazzati propone di rendere «obbligatoria l’articolazione oraria settimanale su cinque giorni per tutte le scuole di ogni ordine e grado». Una scansione oraria che «comporterebbe un significativo risparmio e renderebbe le nostre scuole autentici laboratori di apprendimento, ottimizzando la qualità dell’insegnamento e l’utilizzo delle risorse». Nessun taglio di ore in vista (già ridotte dalla riforma delle superiori a un massimo di 30 nei licei e 32 per istituti tecnici e professionali), ma una «diversa articolazione dell’orario». Tra i presidi, c’è chi ha aderito giudicando la proposta «ragionevole», «fattibile», «in linea con l’Europa». E chi, come il preside del classico Berchet, Innocente Pessina, l’ha definita «una molestia didattica», soprattutto per i ragazzi del triennio, che si troverebbero a sostenere giornate di sette Un 14enne inglese Orari più lunghi per il sabato libero Nella scuola la disfida del weekend La Provincia di Milano: così in tutta Italia. Divisi docenti e famiglie 40 3 30 Gli istituti scolastici della provincia di Milano che hanno deciso di organizzare le lezioni in classe per cinque giorni la settimana, escludendo quindi il sabato milioni di euro La stima della somma che verrebbe risparmiata con la settimana scolastica accorciata secondo i calcoli dell’assessorato provinciale milanese all’Istruzione ore La durata settimanale media delle lezioni nei licei italiani. Per quanto riguarda l’organizzazione delle scuole elementari il totale delle lezioni non supera le 40 ore ore in aula, con materie pesanti come latino e greco. Ma anche chi ricorda che le superiori non hanno la mensa, quindi i ragazzi dovrebbero mangiare al bar, o a casa dopo le tre. Delle 105 scuole del territorio sono meno della metà quelle che hanno aderito, consentendo risparmi, quantifica l’assessore Lazzati, per circa tre milioni di euro. A livello nazionale non esiste un’«anagrafe» dell’organizzazione del tempo scuola, spiega Carmela Palumbo, della direzione generale per gli ordinamenti scolastici del ministero. «Ogni consiglio d’istituto può decidere — anche attraverso il voto delle famiglie — se optare per la settimana corta». Ma certo, ammette, il sesto giorno di didattica è sempre più raro, anche per ragioni di budget. Verona, Cuneo, Novara, Bergamo, Roma: sono in tanti a cercare la strada per gestire al meglio risorse sempre Il ministro Orlando: carceri e processi lunghi? Rischiamo ricadute drammatiche «Drammatiche». Cosi il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha definito le ricadute che l’Italia rischia di avere sia sul suo sistema che sul suo bilancio se non affronterà le questioni che pendono attualmente davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo, e che riguardano il sovraffollamento carcerario e la durata dei processi. «L’Italia ha un notevolissimo e crescente contenzioso che giace di fronte alla Corte europea dei diritti dell’uomo e che purtroppo è in fase di crescita dal punto di vista dei numeri», ha detto dopo aver incontrato i vertici della Corte di Strasburgo. «Per la questione carceri e quella della durata dei processi l’Italia — ha detto ancora il ministro Orlando — è nel complesso in una situazione che deve affrontare, pena una serie di ricadute sul nostro sistema e anche sul nostro bilancio che rischiano di essere drammatiche, significative e assai incisive». © RIPRODUZIONE RISERVATA più scarse. La Provincia di Ferrara ha calcolato che i benefici della settimana corta nei licei cittadini consentirebbero un risparmio notevole: 120 mila euro l’anno, il costo di un dirigente. Polemiche e dissensi tra insegnanti e sindacati (che temono un aumento dell’insuccesso scolastico) e studenti: «Grave che la scuola venga guidata mettendo sempre la quadratura dei bilanci davanti alle considerazioni di carattere educativo e didattico», dice Roberto Campanelli, dell’Unione degli studenti. Settimana corta promossa a pieni voti da Pier Cesare Rivoltella, ordinario di Tecnologie dell’apprendimento alla Cattolica di Milano: il weekend libero funziona da decompressione, favorendo l’apprendimento — sostiene —. Ma va ripensato il nostro modo di insegnare. In Catalogna, suggerisce il docente, è nato un «movimento dell’educazione lenta», uno «slow food» applicato alla didattica, che vede la riorganizzazione di ogni disciplina in moduli di due ore, riducendo così il numero di materie (e il carico) affrontate nella stessa giornata. Antonella De Gregorio antdegre © RIPRODUZIONE RISERVATA LEGGI E COMMENTA Tutte le notizie e gli approfondimenti su Corriere.it/scuola Quanto costa chiedere più compiti a casa? Due giorni di sospensione. Almeno nel Regno Unito. Dove Aaron Parfitt, quattordicenne paffutello e determinato, è stato punito per aver organizzato pochi giorni fa un sit-in di protesta con un centinaio di altri suoi coetanei all’ingresso della sua scuola, la «Bispham High School» di Blackpool, nella contea del Lancashire. Parfitt, preoccupato per l’eccessivo turnover degli insegnanti — soprattutto di matematica — e per gli standard delle lezioni, ha provato per settimane a porre il problema della qualità della scuola. Prima ha parlato con la preside, poi ha scritto al consiglio comunale. «Ma nessuno mi ha risposto», ha raccontato al quotidiano locale Blackpool Gazette. A spingerlo a quello che i vertici della scuola hanno considerato un «ammutinamento» è stato un test — fallito — di matematica. «Non potevo starmene zitto», ha spiegato ai giornali inglesi. «Come si può imparare una materia difficile come la matematica con insegnanti che non restano a scuola per più di una settimana e che non ci danno molti compiti a casa?». E così, dopo quell’insufficienza, Aaron è andato nel cortile d’ingresso dell’edificio, ha iniziato a protestare e ha raccolto decine di studenti al grido di «vogliamo più compiti a casa e basta con il turnover dei professori». Un’iniziativa che la scuola non ha apprezzato. Aaron è stato sospeso per due giorni. «I tempi sono difficili — ha replicato la preside, Deborah HanlonCatlow —. Noi ascoltiamo sempre tutti, studenti e genitori, ma in questo caso gli alunni hanno protestato in maniera inaccettabile». Secondo la madre di Aaron, Janet Monkman, inaccettabile è la punizione. «Sono sconcertata — ha detto al Daily Telegraph —, mio figlio sta dando il massimo per avere una buona educazione e loro si comportano così?». © RIPRODUZIONE RISERVATA Comunicati sindacali Care lettrici e cari lettori, i giornalisti del Corriere della Sera sono determinati a bloccare il vergognoso piano di attribuzione dei bonus ai manager di Rcs Mediagroup. Si tratta di un premio variabile da assegnare all’amministratore delegato Pietro Scott Jovane e a venti dirigenti di prima fila. Solo pochi giorni fa abbiamo ricordato quali siano i dati economici del nostro gruppo, come i ricavi siano in calo, gli investimenti per il rilancio in ritardo. Ma per una volta vogliamo lasciare da parte le cifre. Tutti capiscono che il nostro Paese è in grave difficoltà. Tutti tranne, evidentemente, i vertici di questa azienda che sembrano vivere sul pianeta Papalla. I comitati di redazione, le rappresentanze sindacali di questo gruppo negli ultimi due anni non si sono sottratti: hanno negoziato accordi difficili che prevedono anche una consistente perdita dei posti di lavoro. Risulta, dunque, insopportabile il fatto che qualcuno, nei piani alti dell’azienda, abbia avuto anche solo l’idea di mettersi a tavolino per escogitare come aumentare le retribuzioni dei vertici, mentre qualche piano più sotto centinaia di dipendenti sono stati dichiarati «esuberi». Il consiglio di amministrazione che si riunirà venerdì 28 marzo ha l’occasione di rimediare a questa offesa a tutti i dipendenti, semplicemente gettando nel cestino il piano sui bonus. Ma questa è una vicenda che riguarda tutti. E che a tutti chiede di interrogare la propria coscienza di cittadino. Riguarda la direzione di questo giornale che ha condotto negli anni una sacrosanta campagna contro gli sprechi e i privilegi di politici e manager. Riguarda gli azionisti, dalla Fiat a Banca Intesa a Della Valle, cui risponde l’amministratore delegato. Riguarda il governo e il Parlamento. Riguarda tutti voi, tutti i contribuenti, visto che il piano di crisi presentato da questa azienda sarà finanziato anche con i soldi pubblici. Avete capito bene care lettrici e cari lettori: da una parte si presenta un piano di ristrutturazione, chiedendo sacrifici ai lavoratori e soldi ai contribuenti e dall’altra si progettano aumenti di stipendio per i manager di punta. Oggi i giornalisti del Corriere della Sera insieme con i colleghi della Gazzetta dello Sport e con i colleghi poligrafici faranno un’assemblea comune. In tasca i Comitati di redazione di Corriere e Gazzetta hanno il mandato delle rispettive assemblee per un pacchetto di sette giorni di sciopero. Il Comitato di redazione del Corriere della Sera © RIPRODUZIONE RISERVATA Rendiamo noto che, ieri, abbiamo inviato all’amministratore delegato, al presidente e al consiglio di amministrazione la seguente lettera: A.c.a. Dott. P. S. Jovane — Amministratore delegato gruppo Rcs Dott. A. Provasoli — Presidente gruppo Rcs Sigg.ri consiglieri Cda Rcs Mediagroup È di lunedì la notizia che il prossimo consiglio di amministrazione ha messo all’ordine del giorno l’attribuzione di bonus all’amministratore delegato e ad altri 20 dirigenti, come premio per i risparmi di 92 milioni di euro realizzati finora nell’ambito del piano di crisi. Riteniamo che questo punto dell’ordine del giorno sia da cancellare, o per lo meno da liquidare con la consapevolezza che un piano industriale come questo, per quanto innovativo o rivoluzionario, è finora total- mente basato sui risparmi ottenuti alla voce «costo del personale». Nel siglare l’accordo di gestione dello stato di crisi, in maniera conscia della situazione in cui versa l’azienda, abbiamo accettato di stabilire che, nell’arco di piano, non sarebbero stati stabiliti premi di risultato per i dipendenti. Inoltre abbiamo rinunciato a parti consistenti di salario e di normativa, in un’ottica di contenimento dei costi che abbiamo ritenuto funzionale alla riuscita del piano stesso. Troviamo quindi offensivo ed eticamente inaccettabile nei confronti dei lavoratori del gruppo che si pensi di premiare qualcuno, indipendentemente dalla posizione che occupa, per aver fatto, nella situazione data, SOLO IL SUO DOVERE. Soltanto il 13 di marzo scorso, in una lettera inviata a tutti i di- pendenti, l’amministratore delegato ringraziava per l’impegno e la passione dimostrata. Impegno che nasce e si moltiplica proprio per la consapevolezza della situazione di difficoltà in cui il gruppo versa e dalla quale sta cercando di uscire, con il contributo decisivo dei lavoratori, espresso nel lavoro quotidiano e nell’accettazione dei sacrifici richiesti. In quest’ottica il segnale dato poco più di un anno fa con l’annuncio di riduzione del 10% dello stipendio dall’amministratore delegato, risulta ancor più incomprensibile. Il senso di responsabilità, che viene sempre richiesto alla parte sindacale, non può esimere l’azienda da scelte che siano conseguenti. Dove ciò non si dovesse verificare, le Rsu metteranno in campo tutte le iniziative di lotta e denuncia necessarie. Rsu Rcs Quotidiani, Mediagroup, Libri © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014 Cronache 21 italia: 51575551575557 Università L’attacco: autori di studi rilevanti bocciati dalle vostre commissioni Dopo la giraffa Marius «Esclusi colleghi di valore» Economisti di tutto il mondo contro il concorso in Italia Lettera di protesta al governo firmata da un Nobel di SERGIO RIZZO L a lettera che un ministro dell’Istruzione non vorrebbe mai ricevere è planata sulla scrivania di Stefania Giannini il 21 marzo scorso. Tredici righe ustionanti: sia per il contenuto che per le dodici firme in fondo al foglio. Nomi pesantissimi. Dal premio Nobel per l’Economia Douglass North al professore di storia economica alla London School of Economics, Stephen Broadberry. Da Jeffrey Williamson, già capo del dipartimento di Economia ad Harvard, ai docenti della Oxford University Jane Humphries e Kevin O’Rourke. Dodici autorità mondiali nelle discipline economiche, i quali manifestano al ministro Giannini, maa anche al premier Matteo Renzi, cui è stata recapitata la stessa lettera (spedita in copia anche al pres i d e n t e d e l l ’ A nv u r, l’Agenzia di valutazione del sistema universitario Stefano Fantoni e al direttore generale del ministero Daniele Livon), sconcerto per i risultati degli esami di abilitazione scientifica necessari per accedere all’insegnamento accademico di Storia economica. «Ci lasciaa perplessi» dicono senzaa mezzi termini, «la bocciatura di alcuni candidati con un eccellente curriculum». Il riferimento è a «tre colleghi di grande valore»: Mark Dincecco della University of Michigan, Alessandro Nuvolari della Sant’Anna di Pisa e Giovanni Vecchi dell’Università romana di Tor Vergata. «Costoro», scrivono i dodici luminari, «sono ben noti fuori dall’Italia per le loro pubblicazioni, gli interventi a conferenze e seminari, gli articoli per importanti riviste e la collaborazione a progetti di ricerca internazionali». A nessuno di questi, stigmatizzano, «è stato attribuito il titolo di professore di prima fascia e sarebbe un terribile peccato se ciò impedisse loro la completa realizzazione dei programmi di ricerca: la storia economica ne risulterebbe impoverita». Ma non è finita. Perché i dodici luminari sottolineano un secondo «aspetto inquietante» dell’esito delle selezioni. Cioè che mentre i tre «colleghi di grande valore», come sono definiti Dincecco, Nuvolari e Vecchi, venivano esclusi, a superare l’esame erano «candidati con un curriculum di ricerca assai limitato in termini di pubblicazioni internazionali». E questo, conclude la lettera, «non è la direzione verso cui la storia economica italiana deve andare se vuole garantirsi il posto che le spetta all’avanguardia della ricerca nel nostro campo». A Nicola Rossi, ex senatore democratico, animatore dell’Istituto Bruno Leoni e docente di Economia politica a Tor Vergata, cadono le braccia: «Con la globalizzazione le competenze e le responsabilità del nostro sistema universitario sono cambiate radicalmente. Certe cose che forse un tempo qualcuno poteva ritenere tollerabili, come una caratteristica tipicamente italiana, oggi sono da considerare del tutto inaccettabili». Il documento La lettera inviata al premier Matteo Renzi e al ministro dell’Istruzione, università e ricerca Stefania Giannini e firmata da 12 autorità nel campo delle discipline economiche: tra loro c’è anche l’americano Douglass North, Nobel per l’Economia nel 1993 Pescara Morte in campo di Morosini Tre medici rinviati a giudizio Avrebbero dovuto usare il defibrillatore semiautomatico disponibile allo stadio i tre medici intervenuti a soccorrere Piermario Morosini (nella foto), calciatore 24enne del Livorno, morto in campo il 14 aprile 2012 durante Pescara-Livorno. Per questo motivo i medici sociali delle due squadre, Manlio Porcellini del Livorno e Ernesto Sabatini del Pescara, e il medico del 118 in servizio quel giorno allo stadio Adriatico, Vito Molfese, sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di omicidio colposo. Il processo è fissato per il primo dicembre. Cardine del procedimento la perizia presentata dai consulenti del gip secondo la quale i tre medici dovevano usare il defibrillatore che «avrebbe dato qualche chance in più di sopravvivere» al calciatore. A detta dei periti «ciascuno dei medici intervenuti è chiamato a detenere, nel proprio patrimonio di conoscenza professionale, il valore insostituibile del defibrillatore semi-automatico nella diagnosi del ritmo sottostante e, in caso di fibrillazione ventricolare, il valore cruciale nell’influenzare le chance di sopravvivenza della vittima di collasso». © RIPRODUZIONE RISERVATA Dincecco, che voleva tornare in Italia, resterà quindi in America. Nuvolari continuerà forse a dirigere il dottorato di ricerca in storia economica alla sant’Anna di Pisa. Mentre Vecchi ha avuto un’offerta dalla Spagna. Su lavoce.info Pierangelo Toninelli, Gianni Toniolo e Vera Zamagni hanno fatto barba e capelli agli autori della bocciatura. Gli è bastato fare il conto delle citazioni dei lavori in articoli e pubblicazioni di ciascun candidato. Arrivando alla conclusione che fra i promossi c’è chi ha avuto in tutto anche soltanto 10 citazioni, mentre sono stati considerati «non idonei a ricoprire il ruolo di professore ordinario studiosi citati 280, 349 e 664 volte». Per Dincecco, Vecchi e Nuvolari si contano rispettivamente 211, 336 e 661 citazioni. Numeri superiori a quelli degli stessi membri della commissione esaminatrice. Come del resto anche per le pubblicazioni. La cosa si può facilmente verificare su Econlit, il sito dell’Associazione degli economisti americani che aggiorna scrupolosamente i curriculum internazionali di tutti i professori del settore. Affermano Toninelli, Toniolo e Zamagni che «i criptici verbali» della commissione «non consentono un’adeguata comprensione dei criteri adottati per promuovere o bocciare». Aggiungono però che «contrariamente a una prassi internazionale consolidata» la suddetta commissione «non ha preso in considerazione lavori a più mani». Escludendo In cattività Una leonessa con il suo cucciolo allo zoo di Copenaghen. Sopra, la giraffa Marius, 18 mesi, abbattuta a febbraio nella stessa struttura (foto Ap; Epa) Uccisi quattro leoni allo zoo di Copenaghen Dopo la giraffa Marius, lo zoo di Copenaghen ha deciso la soppressione di altri quattro animali. Sono leoni, due anziani e due cuccioli, uccisi perché «non si è riusciti a collocarli altrove» e non sarebbero sopravvissuti al previsto arrivo di un nuovo maschio. Un «nuovo, assurdo animalicidio — attacca Michela in questo modo «dalla valutazione articoli pubblicati sulle migliori riviste internazionali». Come mai? Gli autori di questo commento puntano il dito sulla «qualità scientifica media della commissione», dove «tre dei commissari hanno meno di 30 citazioni ciascuno: una situazione che del resto li accomuna a molti colleghi». Tre su cinque. E «con una tale maggioranza», concludono, c’era il rischio «che prevalessero criteri valutativi fortemente divergenti dalle raccomandazioni dell’Anvur». Rischio o certezza? © RIPRODUZIONE RISERVATA Vittoria Brambilla (Fi) — che ripropone l’esigenza di normative europee contro la cattività degli animali e rende urgente una risposta all’interrogazione da lei presentata «per sapere quanti animali siano stati soppressi negli zoo italiani negli ultimi 5 anni». © RIPRODUZIONE RISERVATA Modello Alessi In Senato il ddl Ichino Dare lavori utili ai cassintegrati La cassa integrazione può es- nueranno a ricevere l’integrasere socialmente utile? Sì. Lo ha zione salariale per intero daldimostrato lo scorso anno Mi- l’Inps. Le misure possono durachele Alessi, l’imprenditore pie- re tre mesi, rinnovabili per altri montese che, in piena crisi eco- tre. «Siamo orgogliosi di essere nomica, anziché ricorrere alla stati in parte di ispirazione per Cig nei mesi fisiologici di minor questo disegno di legge, la noproduzione, mise i suoi dipen- stra esperienza ha dato una caridenti a disposizione della co- ca speciale al nostro gruppo», munità di Omegna, dove sorge racconta Michele Alessi. la fabbrica. Aderì l’85% dei diIl nuovo schema potrebbe espendenti: furono dedicate sere attivato nelle cancellerie dei 10.017 ore di lavoro per ritinteg- tribunali, negli ispettorati, per giare il terzo piano della scuola la vigilanza fuori dalle scuole, De Amicis, pulire il verde pub- nelle biblioteche, per la manublico e assistere disabili e anzia- tenzione ordinaria degli edifici ni. pubblici, nei musei. Spiega IchiAlessi investì di tasca propria. no: «Bisogna essere realisti: al Cioè pagò come di consueto momento la pubblica amminimanager e operai e, paradossal- strazione impiega oltre duecenmente, continuò a versare la tomila contrattisti a termine. È percentuale obbligatoria per il verosimile che nei prossimi tre fondo di cassa integrazione. Il anni ne riesca a immettere in modello, però, era ormai fissato. ruolo non più di uno su venti. È Ed è confluito nel disegno di sbagliatissimo incoraggiare i legge bipartisan depositato in giovani a puntare su questa soSenato con l’atto numero 1221 e luzione occupazionale: semmai assegnato alla XI Commissione permanente su lavoro e previdenza sociale. L’estensore e primo firmatario è Pietro Ichino. Spiega il professore: «Abbiamo provato a delineare un modello di sospensione dal Sul «Corriere» L’articolo un anno fa lavoro socialmente utile, e anche a dotare i Centri per l’impie- andrebbero assistiti nel reinsego di un know how specifico rimento nel tessuto produttivo per mettere in contatto doman- ordinario con i nuovi strumenti da e offerta anche in luoghi e oc- come il contratto di ricollocacasioni dove esse per lo più non zione. Quando, invece, in una si incontrano». amministrazione si verifica una Anzitutto, chi interessa: le necessità occasionale, ha più aziende da una parte, Regioni ed senso e costa meno utilizzare rienti locali dall’altra. In un caso, è sorse che altrimenti resterebbel’impresa che, se ci sono le con- ro ferme». dizioni per la cassa integrazione Il pluripremiato «Modello ordinaria o straordinaria, pro- Alessi» (sette riconoscimenti pone di far impiegare i dipen- nel 2013: anche da Confindudenti, su base volontaria, per at- stria ed Ernst&Young) ha incotività di pubblica utilità: il dato- raggiato un’altra grande indure di lavoro, che organizza il ser- stria metalmeccanica piemontevizio, dovrà pagare un quarto se a seguirne l’esempio: partirà della integrazione salariale a ca- ad aprile con attività sul territorico della Cig, mentre tre quarti rio per i servizi sociali. Hanno resteranno a carico dell’Inps. aderito 70 dipendenti su dueNegli altri casi, potranno essere cento. Il messaggio ai lavoratori gli enti locali a fare richiesta al è: l’azienda non vi abbandona. Elvira Serra Centro per l’impiego di una serie di figure; i cassintegrati che @elvira_serra decideranno di aderire conti© RIPRODUZIONE RISERVATA 22 italia: 51575551575557 Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014 Cronache 23 italia: 51575551575557 Scienza Il via all’esperimento nel marzo 2015. La Nasa investirà un milione di euro: «È un’opportunità unica» Salute e business Scott nello spazio, Mark a terra Studio sui geni dei gemelli astronauti I medici: «Malattie rare, i farmaci sono troppo cari» Un anno di test sui fratelli Kelly per capire gli effetti dell’ambiente Cosa si indagherà Le conseguenze sugli organi I medici che confronteranno i gemelli Scott e Mark Kelly vogliono monitorare l’effetto delle diverse condizioni ambientali sul funzionamento degli organi, come cuore e cervello, e sullo sviluppo della muscolatura Comportamento e percezione Anche gli eventuali disturbi del comportamento saranno oggetto di ricerca. L’obiettivo è quello di vedere come la permanenza in spazi ristretti e confinati, ma anche l’assenza di gravità, possono influenzare percezione, coscienza e capacità di ragionamento Microbiologia e fattori di stress Gli esperimenti sulla microbiologia e sul «microbioma» (cioè la somma di tutti i microrganismi presenti nel corpo umano) indagheranno gli effetti della dieta e dei fattori di stress sull’organismo e in particolare sulla flora intestinale Genetica ed epigenetica Una parte fondamentale dei test sarà dedicata a studiare gli effetti dell’ambiente sul patrimonio genetico. L’espressione dei geni, infatti, è regolata dall’«epigenoma», proteine che avvolgono il Dna e sono modificate dagli stimoli esterni 365 I gemelli nello spazio hanno un posto speciale nella storia della scienza. Albert Einstein li ha immaginati per spiegare la sua teoria della relatività: poiché il tempo dipende dal sistema di riferimento, un uomo che viaggiasse nel cosmo alla velocità della luce per poi tornare indietro — ipotizzava il premio Nobel — invecchierebbe meno del suo gemello sulla terra. Adesso la Nasa ha annunciato un esperimento simile, destinato a far avanzare le nostre conoscenze di medicina e biologia invece che di fisica. Tra un anno, nel marzo del 2015, l’astronauta Scott Kelly partirà per un viaggio di 12 mesi in orbita intorno alla terra, la più lunga permanenza di un americano sulla Stazione spaziale internazionale e il doppio delle missioni standard. Il suo gemello Mark, anche lui astronauta ma ormai in pensione, rimarrà invece negli Stati Uniti. Per tutta la durata dell’esperimento i medici, a migliaia di chilometri di distanza, li rivolteranno come calzini sottoponendoli a prelievi di sangue costanti e a 10 serie di test. «È un’oppor- Il ricercatore «Si cerca di sapere se è più importante il genoma o dove e come viviamo» tunità unica: possiamo studiare per un anno due individui che hanno lo stesso corredo genetico, ma si trovano in ambienti molto diversi», ha spiegato Craig Kundrot, uno dei coordinatori della ricerca umana della Nasa, che ha investito un milione e mezzo di dollari (circa un milione di euro) nel progetto. I Kelly sono gli unici gemelli dall’inizio dell’esplorazione co- mi a parlare e camminare. Mark le è stato sempre accanto, assistendola nella lunga riabilitazione e nelle prime apparizione pubbliche. Poi l’8 gennaio la Gifford ha festeggiato i tre anni dallo scampato pericolo lanciandosi con il paracadute e l’ex astronauta ha deciso di continuare a frequentare medici per altri scopi. Così i fratelli Kelly, a cinquant’anni compiuti, si sono lanciati nella nuova impresa con l’entusiasmo di due ragazzini. Le sfide in famiglia non spaventano nessuno. La Nasa studia da decenni l’effetto dei viaggi nello spazio sull’organismo, ma questo progetto non ha precedenti. I due fratelli saranno sottoposti ad analisi prima durante e dopo la missione. I test fisiologici indagheranno come l’assenza di gravità può modificare il funzionamento di organi quali il cuore o dei muscoli. Quelli comportamentali verificheranno gli effetti su percezione e capacità di ragionamento. Le analisi microbiologiche prenderanno in considerazione le modifiche indotte sull’organismo dalla dieta e dai fattori di stress. Le loro cellule, infine, verranno passate al setaccio per vedere come il patrimonio genetico viene modificato dalle radiazioni cosmiche e dalle variazioni nella gravità. È da questo settore che ci si aspettano i risultati più significativi: identici, ma diversi, i ge- Giorni Tanto durerà l’esperimento che coinvolgerà Mark (a sinistra, nella foto) e Scott Kelly smica ad essere stati entrambi nello spazio. Scott ci ha passato sei mesi, Mark «solo» 54 giorni. Ha lasciato la Nasa nel 2011, dopo che sua moglie Gabrielle Gifford, allora deputata democratica nel Congresso Usa, è rimasta vittima di un attentato ad opera di un pazzo ed è sopravvissuta ad un proiettile che le ha attraversato il cervello, lasciandole un braccio paralizzato e proble- Comandante Scott Kelly al rientro dall’«Expedition 26» , quando ha trascorso 4 mesi, dal novembre 2010 al marzo 2011, come comandante sulla Stazione spaziale internazionale. Scott, come il fratello Mark, ha 50 anni (Nasa/ Bill Ingalls) melli omozigoti sfidano da sempre le nostre convinzioni sulla natura umana. «La grande domanda è se siamo un prodotto dei nostri geni o delle nostre esperienze», spiega Pier Giuseppe Pelicci, genetista dell’Istituto europeo di Oncologia, a Milano. I gemelli come i Kelly hanno lo stesso Dna, ma un «epigenoma» diverso. «Si tratta di quelle proteine che avvolgono il Dna e regolano l’espressione dei geni, cioè li accendono o li spengono — chiarisce Pelicci —. Lo fanno traducendo in istruzioni per il Dna i segnali che ricevono dall’esterno». Le ricerche attuali dicono che alcuni di questi segnali durano ore, altri mesi, altri vengono trasmessi fino a 5 generazioni. «L’esperimento con i due astronauti aiuterà a capire se è più importante il genoma (cioè da dove veniamo) o l’epigenoma (dove e come viviamo). In altre parole, se siamo liberi o schiavi», aggiunge lo scienziato. Lui è pronto scommettere: «Il fratello dello spazio tornerà con epigenoma diverso», pronostica. Ne va della nostra idea di libertà. Elena Tebano BERGAMO — I pazienti con malattie rare stanno pagando un prezzo troppo alto per i farmaci che sono loro necessari? È la domanda che la comunità scientifica mondiale rivolge prima di tutto all’industria farmaceutica, ma anche ai politici e agli stessi medici. Il manifesto a tutela dei malati parte dalla sede dell’Istituto «Mario Negri» di Ranica (Bergamo), dove ieri si sono incontrati scienziati europei e americani. Accanto a Silvio Garattini e Giuseppe Remuzzi — rispettivamente direttore e coordinatore del centro di ricerca —, era presente Richard Horton, che dirige The Lancet, prestigiosa rivista medica inglese. «Oggi le malattie rare coinvolgono tra il 5 e il 10% della popolazione — dice Horton —, eppure questi pazienti sono invisibili alle case farmaceutiche, ai governi e agli stessi medici. Per loro e per le loro famiglie non trovare i farmaci ha effetti tragici». Si parla di patologie che, prese singolarmente, colpiscono poche migliaia di persone, in alcuni casi solo centinaia di malati: sviluppare e produrre farmaci per loro è troppo costoso e poco remunerativo. Per questo la campagna, anziché chiedere all’Ue e ai governi di limitare i prezzi, avrà come primo interlocutore l’industria farmaceutica. «Siamo convinti che oggi, molto spesso, il prezzo sia semplicemente il più alto possibile, per trarne il massimo profitto — dice Horton —. Non è accettabile e tocca prima di tutto ai ricercatori dirlo». Il documento firmato ieri al «Mario Negri» sarà pubblicato su The Lancet e girerà tra docenti universitari, medici e ricercatori. «L’Europa è di fronte a una crisi generale dei sistemi sanitari — dice il direttore della rivista inglese —, le aziende farmaceutiche non stanno assolvendo il loro ruolo sociale, così come molti medici, oggi più concentrati su carriera e stipendio anziché sui pazienti». Simone Bianco © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Società Il fenomeno delle corse a tappe che uniscono lo sport e le vacanze con la famiglia nel libro di Bruno e Lorenzini Dall’Elba alla Val di Fassa, il turismo dei maratoneti Ma sì, la colonna sonora può essere sempre quella, venata di eroismo, di Vangelis per Momenti di gloria. E la «cavalcata» collettiva sulla battigia, all’inizio del film, rappresenta perfettamente la simbiosi della corsa con l’ambiente. Lo sport più introspettivo che mette alla prova i propri limiti di resistenza e concentrazione (ripagando alla fine con un’euforia endorfinica), ha anche un aspetto sociale e si apre a nuovi riti del tempo libero e del turismo. Da decenni le agenzie specializzate portano i maratoneti in giro per il mondo, offrendo assieme all’assistenza tecnica per partecipare alle gare internazionali veri e propri programmi da tour operator. Ma la grande crescita degli ultimi tempi si verifica nelle corse a tappe. Coglie il fenomeno il libro di Riccardo Bruno e Maurizio Lorenzini È facile vincere la ( tua) maratona se sai come farlo (Newton Compton Editori) che offre una serie di consigli ad ampio raggio per diventare, partendo da zero, un corridore delle lunghe distanze di tutto rispetto: dalla scelta delle scarpe, all’alimentazione, dai modelli di allena- I numeri «Ogni corridore porta con sé in media due familiari, per gli alberghi è una risorsa» mento all’utilizzo degli accessori tecnologici... Se la maratona nel senso letterale del termine, cioè la distanza dei 42 chilometri e 195 metri, resta un obiettivo da tutti agognato ma non sempre raggiungibile, la prima vera sfida è passare dalla condizione di jogger a quella di runner: un cambiamento di status, un’iniezione di autostima. E le corse a tappe sembrano fatte apposta per aiutare questa metamorfosi. Si corre come in una maratona e talvolta di più ma in un tragitto spalmato per diversi giorni, percorrendo dai 7 ai 12 chilometri quotidiani. «Intendiamoci, una prova fisica non certo irrilevante ma che permette di gestire la stanchezza alla fine di ogni gara e di passare del tempo libero con la famiglia», dice Evio Vallini, organizzatore del giro podistico dell’Elba, quest’anno in programma dal 19 al 25 maggio, 5 tappe su e giù tra le coste e le altitudini quasi montane dell’isola. Fondata nel ‘91, la settimana elbana (che prevede anche un giorno di riposo) è la corsa a tappe italiana più antica, gli iscritti sono in media 500 (ma in anni pre-crisi si sono superati gli 800 partecipanti): convenzioni con alberghi e trasporti, escursioni in posti poco conosciuti. Vallini ricorda con nostalgia quando nel 2004 riuscì a organizzare una tappa nell’isola di Pianosa, grazie a un’autorizzazione speciale per mille persone. «Si calcola che ogni corridore porta Il volume La copertina di È facile vincere la (tua) maratona se sai come farlo, scritto da Riccardo Bruno e Maurizio Lorenzini (Newton Compton Editori) con sé in media due familiari: sei notti a pensione completa, è una bella boccata d’ossigeno per il turismo dell’isola. Ma gli albergatori potrebbero fare molto di più per invogliare il turismo sportivo e allungare sul serio la stagione: non ci credono ancora fino in fondo». Intanto il calendario delle corse a tappe si infittisce, parallelo a quello delle stracittadine. Prima dell’Elba si annuncia il giro podistico dell’Umbria (10-14 aprile); tre le tappe a Imperia dal 23 al 25 maggio. Una classica di inizio estate è diventato il giro podistico della Val di Fassa (22-27 giugno) che si conclude con il tappone di 8,6 km Canazei-Col de Rossi e arrivo in quota. Ogni giorno c’è anche a disposizione uno staff di animatori per i figli dei concorrenti durante lo svolgimento della corsa. Una nuova forma di turismo dinamico, dunque. Ma non si può dire che per i partecipanti sia una vacanza di relax. Il libro di Bruno e Lorenzini definisce la corsa a tappe una «terapia intensiva» per i podisti esperti, chiamati a dare il massimo elaborando strategie di classifica; ma anche i meno competitivi dovranno arrivare all’appuntamento con una seria preparazione. Insomma, seppur in un contesto di svago, il vero corridore resta, come dice lo scrittore-maratoneta Mauro Covacich, una sorta di samurai con le scarpette al posto della spada. Severo con se stesso, religioso nella sua prestazione atletica. Alessandro Cannavò © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Provincia di Reggio Calabria Stazione Unica Appaltante Provinciale Amministrazione Aggiudicatrice: Comune di Taurianova Estratto di gara per procedura aperta OGGETTO: Comune di Taurianova - Appalto per l’affidamento in concessione del servizio di riscossione coattiva delleentrate comunali. C.I.G.: 5603626276- C.P.V: 79940000-5. Importo complessivo del servizio per anni 3: € 585.000,00 oltre IVA. Aggio posto a base di gara per la remunerazione del servizio: 12%. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa. Finanziamenti: Fondi Bilancio Comunale. Le offerte dovranno pervenire, a pena di esclusione, alla Stazione Unica Appaltante Provinciale Via Cimino n. 1 - 89127 Reggio Calabria entro e non oltre le ore 12.00 del giorno 05/05/2014. L’apertura delle offerte sarà effettuata il 06/05/2014 alle ore 09,00. Il bando integrale è pubblicato all’Albo Online della Provincia, del Comune di Taurianova, sui portali https://garetelematiche.provincia.rc.it/portale www.comune.taurianova.rc.it - www.regione.calabria.it e www.serviziocontrattipubblici.it. Responsabile Unico del Procedimento: Dott. Giuseppe Crocitti. Responsabile del Procedimento di gara: Dott.ssa Teresa Cara. Data di invio G.U.C.E 12/03/2014. Data invio G.U.R.I 14/03/2014. Il Dirigente SUAP Dott.ssa Maria Teresa Scolaro 1000 MIGLIA SRL AVVISO RELATIVO AGLI APPALTI AGGIUDICATI I.1) AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: 1000MIGLIA Srl - Via Enzo Ferrari, 4/6, 25134 Brescia. Tel. 0302318211. Fax 0302319288. II.1.4) OGGETTO DELL’APPALTO: Servizi di progettazione, organizzazione e realizzazione della gara automobilistica di regolarità con partecipazione di vetture storiche, denominata “Mille Miglia”, relativa all’edizione 2014. CIG n. 53152868C2. IV.1) TIPO DI PROCEDURA: Ristretta. IV.2) CRITERI DI AGGIUDICAZIONE: offerta economicamente più vantaggiosa. V.1) DATA DI AGGIUDICAZIONE: 21.1.2014. V.2) NUMERO DI OFFERTE PERVENUTE: 3. V.3) SOCIETA’ AGGIUDICATARIA: MEET COMUNICAZIONE Srl - Via Pietro Paleocapa, 1 - Milano. V.4) INFORMAZIONE SUL VALORE DELL’APPALTO. Valore totale inizialmente stimato dell’appalto: Valore: 1.400.000 EUR.(oneri fiscali esclusi). Valore finale totale dell’appalto: Valore: 1.333.250 EUR. (oneri fiscali esclusi). VI.4) DATA DI SPEDIZIONE ALLA G.U.U.E.: 11 marzo 2014. Il Responsabile del Procedimento (Dott. Roberto Pagliuca) COMUNE DI NAPOLI ESTRATTO BANDO DI GARA CIG: 5428966C75 In esecuzione della Determina Dirigenziale n. 32 del 14/11/2013 del Servizio Programmazione Sociale e Politiche di Welfare, è stata indetta gara - procedura aperta-offerta economicamente più vantaggiosa - per la realizzazione di un servizio di telefonia sociale denominato “Centrale Operativa Sociale”. Importo complessivo € 261.320,40 oltre IVA. Scadenza presentazione offerte: ore 12:00 del 08/05/2014. Bando integrale, unitamente al Capitolato Speciale d’Appalto, reperibile sul sito www.comune.napoli.it. Invio GUUE: 20/03/2014. Il Dirigente SACUAG Area Gare Forniture e Servizi avv. Rossana Lizzi Eni S.p.A. Ufficio Fornitura Beni e Servizi Questa Amministrazione indice per le ore 10.00 del 16.04.2014 procedura aperta per acquisizione della copertura assicurativa RCT/RCO Responsabilità civile verso terzi e verso prestatori d’opera - Gara n. 5485861/CIG 5636275145. Importo 500.000,00 comprensivo di ogni onere, imposta e tassa. Termine presentazione offerte: ore 12.00 del 15.04.2014. Documenti disponibili sul sito web www.comune.catania.it e visionabili presso Direzione Patrimonio Provveditorato Economato / A.P. Fornitura Beni e Servizi Via D. Tempio 62 Catania tel. 095/7424511 - fax 095/7424567 giorni d’ufficio, dalle ore 10.00 alle ore 13.00. L’A.P. Responsabile Dott. Gianpaolo Adonia FONDAZIONE I.R.C.C.S. CA’ GRANDA OSPEDALE MAGGIORE POLICLINICO Via F. Sforza, 28 - 20122 Milano tel. 02/5503.8220 - fax 02/5830.6067 Responsabile del Procedimento: Dirigente Responsabile U.O. approvvigionamenti E’ indetto pubblico incanto, da esperirsi à sensi dell’art. 55 del D.Lvo n. 163/2006 per l’affidamento del “SERVIZIO DI RISCOSSIONE ALL’ESTERO DEI CREDITI RELATIVI ALLE PRESTAZIONI SANITARIE EROGATE DALLA FONDAZIONE IRCCS CA’ GRANDA OSPEDALE MAGGIORE POLICLINICO - Milano. DURATA: 60 MESI A FAR TEMPO DALLA DATA DI INIZIO DEL SERVIZIO. Importo presunto complessivo per tutto il periodo contrattuale € 289.059,10. Determinazione di indizione: n. 612 del 17.3.2014. Il bando è stato inviato alla GUCE il: 19.3.2014. I documenti di gara possono essere ritirati presso l’U.O. Approvvigionamenti (LU/VE h. 9.30 - 12.00) o scaricata dal sito internet www.policlinico.mi.it (Gare e concorsi - Bandi/Esiti di gara). Il Direttore Generale - Dr. Luigi Macchi Il Direttore Amministrativo - Dott. Osvaldo Basilico Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Sede legale in Roma, Piazzale Enrico Mattei, 1 Capitale sociale € 4.005.358.876,00 i.v. Registro Imprese di Roma, Codice Fiscale 00484960588 Partita IVA 00905811006 – R.E.A. Roma n. 756453 COMUNE DI CATANIA Via Rizzoli, 8 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 02 2584 6256 Fax 02 2588 6114 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 Fax 081 49 777 12 Via Valentino Mazzola, 66/D 00142 Roma Tel. 06 6882 8650 Fax 06 6882 8682 Via Villari, 50 70122 Bari Tel. 080 5760 111 Fax 080 5760 126 Bando di gara – avviso di annullamento Ente aggiudicatore: Eni S.p.A. Oggetto dell’appalto: Contratto per la fornitura di un sistema sottomarino per la produzione di idrocarburi e relativa assistenza per l’installazione. Con riferimento al bando in oggetto, pubblicato in data 02/10/2009 sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (GUUE) con il numero 2009/S 190 – 273950, si rende noto l’annullamento dello stesso. Liquida on Judicaire della società Ligh ng Italia N.RG 2011L00978 TRIBUNAL DE COMMERCE DE CRETEIL (Francia) Avv. Lorenzo Cavalaglio, Notaio in Roma, annuncia la vendita con incanto il 11 aprile 2014 alle ore 12.00 presso il suo studio in Roma, Viale Bruno Buozzi n. 49. LOTTO UNICO: Stabilimento industriale, sito in Comune di Pomezia, Località Cinque Poderi, Via delle Gardenie, composto da un locale uso industriale e magazzini, con accessori distribui ai piani terreno e so ostante, con piccola abitazione in pessimo stato di conservazione, e locali des na ad uffici distribui su due piani, con annesso terreno circostante; il tu o censito al Catasto fabbrica del Comune di Pomezia al Fg. 38, part. 631, sub. 1, ctg. D/7, rendita Euro 81.106,46 e Fg. 38, part. 631, sub. 2, ctg. A/4, rendita Euro 271,14. PREZZO BASE Euro 2.200.000,00. L’offerta di partecipazione dovrà pervenire in busta chiusa entro il 10 aprile 2014 ore 12.00 presso lo studio notarile. Euro 220.000 cauzione, rilancio minimo pari al 5% del p.b., saldo entro 60 gg. dall’aggiudicazione. C00186 AMERA DEI DEPUTATI Roma - Via della Missione 10 ESTRATTO DI BANDO DI GARA L’Amministrazione della Camera dei deputati indice P.R. per la manutenzione triennale degli impianti termo frigoriferi e idrico sanitari (con facoltà di rinnovo di un anno) con aggiudicazione al prezzo più basso. Possono partecipare imprese singole, imprese riunite, consorzi e GEIE in possesso dei requisiti previsti dal bando all'atto della domanda di partecipazione. Domanda di partecipazione, dichiarazione del possesso dei requisiti e SOA devono, a pena di esclusione: pervenire entro il 28 aprile 2014 ed a mezzo raccomandata o posta celere, al seguente indirizzo: Camera dei Deputati Servizio Amministrazione Via della Missione n. 10, 00186 ROMA. E’ previsto un sopralluogo la data di effettuazione del quale sarà comunicata ai soggetti invitati. Il bando è stato pubblicato sulla GUCE, sulla GURI ed è consultabile sul sito www.camera.it., sezione “Amministrazione”, sottosezione “Procedure di gara”. Capitolato e ulteriori informazioni possono essere richieste all’indirizzo email “[email protected]”. CAMERA DEI DEPUTATI Il Consigliere Capo Servizio Amministrazione (Dott. Nicola Guerzoni) COMUNE DI BUCCIANO Provincia di Benevento IL RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO RNEDE NOTO Che la gara (CIG 5515579FC3) per l’appalto dei lavori per l’efficientamento energetico della ex casa comunale di via Roma è stata aggiudicata all’A.T.I. MATERA AGN S.R.L. Via Ruggieri n. 2 82010 Bucciano (BN) MEC2000 S.R.L. Via Sorlati snc 82011 Airola (BN). Il responsabile unico del procedimento Geom. Domenico RUGGIERO Testo integrale dell’annullamento: il testo integrale dell’annullamento è stato pubblicato in data 13/03/2014 sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (GUUE) con il numero 2014/S 51-085849 ed è disponibile sul sito https://eprocurement.eni.it Eni S.p.A. - Global Procurement and Strategic Sourcing via Emilia 1, 20097 San Donato Milanese (Mi) Ministero dell’Interno Dipartimento della Pubblica Sicurezza Direzione Centrale dei Servizi Tecnico Logistici e della Gestione Patrimoniale Ufficio Attività Contrattuale per l’Informatica, gli Impianti Tecnici e le Telecomunicazioni AVVISO DI GARA Si informa che il Ministero dell’Interno - Dipartimento della Pubblica Sicurezza - Direzione Centrale dei Servizi Tecnico Logistici e della Gestione Patrimoniale - Ufficio Attività Contrattuale per l’Informatica, gli Impianti Tecnici e le Telecomunicazioni - ha indetto una gara d’appalto, ai sensi del D.Lgs. 163/06, con procedura ristretta (art. 54 e 55 punto 6) e accelerata (art. 70, punto 11, lettere a-b), per la fornitura di sistemi “hardware”, “software” e relativi servizi necessari all’aggiornamento dell’infrastruttura di sicurezza del Dipartimento della P.S.. Le Ditte in possesso dei requisiti previsti dal bando di gara dovranno far pervenire, all’Ufficio sopraindicato, le domande di partecipazione, complete dei documenti richiesti, entro le ore 13.00 del giorno 14/04/2014. Il bando di gara è stato inviato per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee in data 24/03/2014 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Italiana V Serie Speciale - Contratti Pubblici n, 35 del 26/03/2014. Ulteriori informazioni potranno essere richieste all’Ufficio Attività Contrattuale per l’Informatica, gli Impianti Tecnici e le Telecomunicazioni - e-mail: [email protected]. CIG 5665317F78. Determina a contrarre n. 600/C/TLC/752.PR.376.013.00A. IL RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO - Tommaso Tafuri CITTA’ DI BARCELLONA POZZO DI GOTTO PROVINCIA DI MESSINA Codice Fiscale 00084640838 AVVISO DI GARA Si rende noto che, in data 16 aprile 2014 alle ore 09.00, si svolgerà la gara per l’appalto dei lavori di ristrutturazione dell’edificio scolastico “Destra Longano” di Barcellona P.G.. Il termine di presentazione delle offerte è fissato per giorno 15 aprile 2014 alle ore 12.00. La gara sarà espletata, con il criterio del prezzo più basso inferiore a quello posto a base di gara, al netto degli oneri per l’attuazione dei piani di sicurezza, mediante pubblico incanto, ai sensi dell’art. 122, comma 9, del D. Lgs. n. 163 e s.m.i., nel rispetto di quanto previsto dall’art. 21, della legge n. 109/94, nel testo coordinato con le norme recate dall’art. 1 della L. R. n. 20/07, come integrato e modificato dall’art. 3, della L.R. n. 16 del 03/08/10. L’importo a base asta dell’appalto è di € 292.606,93 oltre € 7.225,08 per oneri della sicurezza, ed € 287.664,57 per oneri relativi al costo del personale, da applicare uniformemente all’elenco prezzi posto a base di gara, con l’esclusione automatica delle offerte anomale. CODICE IDENTIFICATIVO GARA (CIG) (561888743C) CUP (H66B07000110006). Qualificazione SOA richiesta: categoria prevalente “OG 1” classifica “III”. L’opera è finanziata con Decreto del M.I.U.R. e coofinanziata con fondi comunali. Il bando di gara è stato pubblicato integralmente all’Albo Pretorio comunale, sul sito Internet www.comune.barcellona-pozzo-di-gotto.me.it e per estratto sulla G.U.R.S.. IL R.U.P. - Geom. Salvatore Munafò Anche in e-book Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014 25 italia: 51575551575557 Economia `V `ii ÀÃi /- >L > ÃiÌÌ>> ÌiÃ> ->«> > ÃiÌÌ>> /Ì ` -Ì>Ì >Ì ` iÜ 9À >}}À>Ì >i Ài Óä°ää /Ì /- Ì« ££ä£Éä{É£{ Î]äää¯ £ää]äÎ Ì« Èä£É££ÉÓÈ Ç]Óxä¯ £ÎÈ]È£ Ó]nn Ì« ä{ä£ÉäÓÉ£x {]Óxä¯ £äÎ]ä ä]än Ì« £££xÉäÉÓÈ Î]£ää¯ £äÇ]£ä Ó]È Ì« £ä£xÉä{É£x Î]äää¯ £äÓ]{{ ä]Ó Ì« äÎä£ÉänÉÎ{ x]äää¯ ££Î]£Ó Î]xä Ì« £££xÉä{É£È Î]Çxä¯ £äx]Ç ä]{Î Ì« äÈ£xÉäÉ£Ç Ó]£ää¯ £äx]ä£ Ì« £Î£xÉäÉ£n £]Çää¯ £äÎ]ÎÎ ä]ÇÓ £]{x Ì« äxä£ÉäÓÉÎÇ {]äää¯ £ää]È Ì« äÇä£ÉänÉÎ x]äää¯ ££Ó]Èä VÌ äÇä£É£ÓÉ£{ ä]{Óä¯ £ää]£x Î]{n Î]È{ ä]{È Ì« ää£ÉäÎÉÓä {]Óxä¯ ££ä]£n Ì« ££ä£ÉäÎÉÓÓ x]äää¯ ££{]äÈ Ì« £Îä£ÉäÎÉÓ{ {]xää¯ £ä]{{ £]ä Ó]{Ó Ó]nÈ VÌ änä£ÉäÉ£x ä]Înä¯ £ää]än VÌ ää£ÉäÇÉ£È ä]xÈä¯ ]£ VÌ £££xÉä{É£n ä]ÈÇǯ ]n ä]x ä]Çä £]Ó{ Óä°nÓÎ]£È ä]x¯ e `À> È°Èä{]n £]Îä¯ e £ iÕÀ /- Ì° - >Ài ÓÓ°ÓÓÓ]x£ ä]Ó¯ e À>VvÀÌi °ÎÎn]{ä £]Èί e £ iÕÀ £{£]ÓÓää Þi /- Ì°-Ì>À £°£nä]ÎÈ ä]Çȯ e *>À} >V{ä® {°Î{{]£Ó £]x¯ e Ü ià £È°ÎÇ£]Ç{ ä]xn¯ e } } Ó£°ÇÎÓ]ÎÓ ä]xÓ¯ >Ã`>µ {°ÓÎä]ä{ ä]ä¯ e / i® £{°{ÓÎ]£ ä]Îȯ -E* xää £°nÈ{]n ä]{ä¯ e >`À` La lente ASSOGESTIONI SCEGLIE LOMBARDO L’ORA DELLE LISTE S tamattina, prima di inaugurare nelle aule milanesi dell’Università Bocconi il Salone del Risparmio, i gestori che lavorano sul mercato italiano e che aderiscono ad Assogestioni eleggeranno un nuovo presidente. Il consenso, alla fine, si sarebbe coagulato intorno al nome di Giordano Lombardo (foto), chief investment officer di Pioneer Investment, la fabbrica di asset management del gruppo Unicredit. Lombardo, classe 1962, una vita trascorsa nel gruppo ora guidato da Federico Ghizzoni occupandosi di asset management, è l’attuale «presidente tecnico» della Confindustria dei fondi, in carica dalla metà di novembre 2013. Da quando Domenico Siniscalco, responsabile per l’Italia della banca d’affari americana Morgan Stanley, si è dimesso, un mese prima di quell’assemblea decisiva per le sorti di Telecom Italia dove il suo ruolo istituzionale di presidente dei fondi e il suo ruolo di responsabilità ai vertici della banca da sempre vicina a Telecom rischiavano di andare in cortocircuito. La nomina di Lombardo indica che, alla fine, ha vinto l’orientamento di mettere al vertice dell’associazione un uomo dell’industria e non una personalità esterna. La sfida più vicina per i gestori italiani ed esteri è quella della stagione assembleare di Piazza Affari, dove il Comitato nato sotto l’egida di Assogestioni (oggi guidato da Marco Vicinanza, responsabile degli investimenti di Arca sgr) lavora per presentare liste di minoranza ed eleggere consiglieri indipendenti. Tra le prime, neanche a farlo apposta, c’è stata quella di Telecom. Giuditta Marvelli © RIPRODUZIONE RISERVATA °ä]xä ä]Çn¯ e £]ÎÇn `>À ä]£ä¯ e ä]£Ó¯ e £ iÕÀ ä]nÎ{n ÃÌiÀi ä]äǯ £ iÕÀ £] vÀ° ÃÛ° £ iÕÀ n]nxÇÈ VÀ°ÃÛi° ä]äx¯ £ iÕÀ £]x{£Î `°V>° ä]ÓÓ¯ Û° r i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° ÓxäÎ iÌÌ ¯ /Ì i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° ÓxäÎ iÌÌ ¯ Evasione Il nuovo paradiso dopo la Svizzera? Dubai. Il nodo delle responsabilità penali per chi decide di riportare i fondi in Italia Rientro capitali, spunta l’aliquota al 26% Tra le ipotesi allo studio prende corpo l’idea di una «flat tax» sopra il 20% I conti all’estero SCUDI FISCALI 2001-2003 Le stime dell’evasione I primi dieci Paesi europei per gettito fiscale perduto 2009-2010 400 Dati in miliardi di euro 418,2 77 239,1 EMERSI del capitale 2,5% 200 5,6 INCASSO FISCO 5% 212,1 180,2 158,7 120,6 100 del capitale (6% e 7% se lo scudo veniva esercitato nel 2010) 72,7 98 0 Germania Francia Spagna 96,2 Regno Unito Olanda 250.000 soglia entro la quale è rimasto 1l 65% delle operazioni di rientro 77,3 30,6 Polonia 33,6 Belgio 65,2 Fonte: Tax Research Uk 30,5 27,5 11,7 Svezia Austria Unito QUOTE PAGATE PER LA SANATORIA MILANO — Il fatto è che la Svizzera sta dietro l’angolo e portare lì i capitali poteva avere anche la comodità del prelievo, qualora ci fosse bisogno di un po’ di liquidità. Ma adesso che le banche elvetiche saranno costrette a porre fine al segreto bancario e che a livello internazionale è stato siglato l’accordo per il sistema automatico di scambio di informazioni multilaterale tra 44 Paesi (incluse piazze finanziarie famose per la riservatezza) elaborato dall’Ocse, i connazionali che hanno nascosto i soldi all’estero — la stima è di 180-200 miliardi di euro parcheggiati fuori dei confini patri — vedono ridursi i paradisi fiscali. Tra le destinazioni sta crescendo Dubai, ma la distanza dall’Italia è tale che difficilmente prenderà il posto di Chiasso o Zurigo. Il governo è intenzionato a intercettare questi capitali in cerca di dimora e di riportarli nel Pae- 74 29,8 ITALIA I contribuenti che hanno fatto ricorso al terzo scudo fiscale 2009-2010 miliardi di euro i soldi nascosti dagli italiani nei paradisi fiscali all’estero secondo alcune stime 289,9 300 180.000 200 Valore del sommerso Tasse perse 399,8 104,5 2 Al collegio sindacale I REGOLARIZZATI in miliardi di euro se, a beneficio dell’erario. E conta di rendere operative le nuove procedure per il rientro entro l’estate. Perché le norme previste con un decreto legge dall’ex governo Letta sono state stralciate con un emendamento per permettere una discussione più ampia sul tema. L’intenzione del governo è di usare questa volta la forma del disegno di legge. Al momento, in ogni caso, ci sono una cinquantina di evasori che hanno aderito all’ormai «vec- chio» voluntary disclosure, che andranno in qualche modo salvaguardati. La maggioranza ha presentato un progetto di legge che ripete il contenuto di quello dell’ex governo Letta, ma ci sarebbero allo studio alcune modifiche, tra cui l’ipotesi di una procedura semplificata e l’introduzione di un’aliquota unica (flat tax) che potrebbe essere del 23% o 25% o 26%. Soluzione che renderebbe vantaggioso il rientro dei capitali dei grandi evasori, ma non di chi ha oltreconfine cifre contenute (sembrano essere numerosi i connazionali in questa situazione). Oltre al progetto della maggioranza, c’è la proposta di legge presentata da Daniele Capezzone (FI), presidente della commissione Finanze della Camera, che prevede uno sconto del 50% sulle somme dovute e la rateizzazione, ed esenta i professionisti e i loro consulenti dagli obblighi antiriciclaggio. Editoria Della Valle: Rcs, Cairo è l’unico che può gestire soci litigiosi «Nessuna scalata, Rcs è la telenovela economica di questo Paese». Diego Della Valle ribadisce a «Otto e mezzo» di aver suggerito Urbano Cairo per la guida del gruppo che pubblica il «Corriere»: «È l’unico editore vero e azionista in grado di gestire il livello di litigiosità al suo interno. Vogliamo ricreare un gruppo competitivo e che non resti ostaggio di alcuni azionisti». © RIPRODUZIONE RISERVATA Nel nuovo testo, a differenza del precedente, sarebbe prevista anche la depenalizzazione dei reati connessi, quali ad esempio quelli relativi all’emissione di fatture false attraverso le quali il socio dell’impresa potrebbe aver originato i capitali oggetto di regolarizzazione. Nel precedente testo non era così e per gli osservatori è stato un limite del provvedimento che in questo modo avrebbe allontanato alcuni possibili contribuenti con capitali all’estero (e imprese) dall ‘intraprendere la voluntary disclosure. Non sarebbe prevista l’introduzione del reato di autoriciclaggio, presente invece in numerosi Paesi e strumento fondamentale nella lotta all’evasione fiscale, un deterrente per evitare che i capitali continuino a prendere la via dell’estero. Francesca Basso @BassoFbasso © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso Torna al Riesame l’ipotesi di truffa sul derivato Alexandria. Siena, bond da un miliardo Inchiesta Mps, maxisequestro Nomura Per la Cassazione non ci fu usura MILANO — Poteva essere la pietra tombale su un pezzo importante dell’inchiesta Montepaschi su Antonveneta, la decisione della Cassazione arrivata ieri a tarda sera sul maxisequestro da 1,8 miliardi a carico della banca giapponese Nomura sul derivato Alexandria, che ha provocato fino a 700 milioni di perdite all’istituto senese. Il sostituto procuratore generale presso la Cassazione Gianluigi Pratola aveva chiesto alla Corte di dichiarare inammissibile il ricorso dei pm, dopo che già il tribunale del Riesame aveva detto «no» ai pm di Siena, così come in precedenza il gip. La decisione della Corte è stata in un certo senso salomonica: ha dichiarato inammissibile il ricorso per quanto riguarda l’ipotesi di usura, mentre lo ha accolto parzialmente per l’ipotesi di truffa aggravata, rinviando al tribunale del Riesame la valutazione sulla sussistenza dell’ipotesi di reato. Proprio il difetto di motivazione relativamente all’inesistenza della truffa era stato uno dei motivi del ricorso dei pm Antonino Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso. La richiesta di sequestro era stata avan- zata lo scorso aprile, dunque ormai quasi un anno fa, dai pm che indagano sull’ex numero uno europeo di Nomura, Sadeq Sayeed e sul banker italiano che curò l’operazione, Raffaele Ricci, oltre che sull’ex presidente di Mps, Giuseppe Mussari, l’ex direttore generale, Antonio Vigni e l’ex capo dell’area finanza, Gianluca Baldassarri per i reati di usura o in alternativa di truffa aggravata. Nel mirino c’è la ristrutturazione del vecchio derivato Alexandria che nel 2009 perdeva 200 milioni: Nomura si offrì di ristrutturarlo finanziando di fatto Mps nell’acquisto di 3 miliardi di Btp in modo da spalmare in trent’anni le perdite già maturate da Mps. Oltre a Nomura, restano aperti gli altri fi- Nel nuovo piano investimenti per 5 miliardi Terna, ricavi in crescita e utili a quota 500 milioni Terna archivia il 2013 con un utile che supera per la prima volta il mezzo miliardo di euro. E si prepara ad un impegno economico da 5 miliardi nei prossimi cinque anni. È quanto prevede il piano industriale 2014-2018 presentato alla comunità finanziaria dall’amministratore delegato in scadenza Flavio Cattaneo, che ha anche confermato la politica dei dividendi e annunciato possibili buone notizie presto dall’America Latina. I risultati 2013 evidenziano ricavi in crescita del 5% a 1,89 miliardi, un margine lordo (+6,5%) a 1,48 miliardi, e un utile netto cresciuto del 10,8% a 514 milioni di euro. loni d’inchiesta: domani a Siena si terrà l’udienza preliminare sul troncone relativo sull’acquisizione di Antonveneta e alle operazioni sul capitale come il bond Fresh, mentre il 7 aprile al dibattimento sull’occultamento del cosiddetto «mandate agreement» legato sempre all’operazione Alexandria sarà sentito uno degli ispettori della Banca d’Italia che hanno condotto la verifica a Rocca Salimbeni. Intanto la banca senese continua nella normalizzazione con il ritorno, dopo 19 mesi, a un’emissione di bond sul mercato istituzionale. L’istituto senese ha colto la finestra di mercato favorevole piazzando un’obbligazione senior non garantita da 1 miliardo di euro. Gli ordini hanno toccato i 3,5 miliardi, più del triplo delle attese del Monte. La cedola annuale è del 3,625% e renderà il 3,746%. Mps l’anno dovrà rifinanziare sul mercato 4 miliardi, di cui 3 tra aprile e maggio: di conseguenza sono previste altre emissioni di bond, che serviranno anche a restituire i prestiti della Bce (gli «ltro»). L’obiettivo di Mps, sulla scorta delle indicazioni della Commissione europea sugli aiuti di Stato, è di ridurre la raccolta presso investitori istituzionali, oggi già scesa da 40 a 10 miliardi. Fabrizio Massaro [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Acea, la diffida di Marino «Subito l’assemblea» MILANO — La data del 5 giugno per l’assemblea di Acea non ha soddisfatto il socio di maggioranza, il Comune di Roma. Ieri il sindaco Ignazio Marino ha scritto un’altra lettera. Questa volta è una diffida di 9 pagine e il destinatario è il collegio sindacale della multiutility della Capitale, a cui si chiede di garantire l’immediata celebrazione dell’assemblea richiesta dallo stesso Comune per la riduzione dei compensi al consiglio di amministrazione in conformità dello Statuto e per la riduzione dei suoi componenti. La richiesta è che l’assemblea si tenga non oltre il 6 maggio prossimo, «senza ritardo in base all’art. 2367 del codice civile». La 5 giugno La data indicata per l’assemblea dei soci dal consiglio di amministrazione di Acea riunitosi l’altra sera diffida, curata dall’avvocato Gianluigi Pellegrino, punta a «garantire il rispetto della legge in Acea spa a tutela della società e anche del mercato e di tutti gli azionisti». Secondo la diffida il consiglio di amministrazione di Acea che si è riunito l’altra sera non ha convocato alcuna assemblea non esistendo nessun ordine del giorno approvato e comunque sicuramente non è stata convocata l’assemblea richiesta dal socio di maggioranza sin dal 3 marzo. Il Comune di Roma diffida pertanto il collegio sindacale a garantire senza ulteriore indugio la celebrazione dell’assemblea richiesta dal socio nei termini stabiliti dalla legge e quindi non oltre il 6 maggio 2014. Fr. Bas. © RIPRODUZIONE RISERVATA 26 italia: 51575551575557 Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014 Economia 27 italia: 51575551575557 Finanza personale Al via da oggi fino a venerdì il Salone del Risparmio Televisione Bot e azioni, come scegliere nel risparmio a lungo termine Mediaset torna all’utile Profitti per 9 milioni ma niente dividendo annuali ormai rendono praticamente zero — e poca Borsa Per tanti motivi storici. Non ultimo e non poco importante quello della crisi, che ha ridotto le disponibilità di tutti e che penalizza di più i giovanissimi. A cui toccheranno pensioni ristrette e che, in questo momento, faticano anche a guadagnarsi il prerequiD’ARCO Come investiamo La torta sito fondamentale per avere una pur Come è suddiviso il mercato La ripartizione dei fondi Il rendimento delle attività mini rendita pubdel risparmio gestito per specializzazione finanziarie delle famiglie italiane blica: il lavoro. Al Salone l’induRendimento % Hedge fund Fondi esteri Azionari Fondi stria della gestione domestici dom 1% 28% % 22% 2000 3,9% professionale pro2007 -4,6% 30% 30 va a spiegare, in diFlessibili 2001 -5,5% 2008 -1,6% versi modi, perché 19% potrebbe valere la 2002 -1,0% 2009 -3,5% pena allungare la Bilanciati 2003 -0,5% 2010 -1,3% vita degli investi5% menti (o almeno di 2004 3,5% 2011 -5,6% una parte) e perché Monetari 2005 2,8% 2012 4,2% la guida di un Obbligazionari 5% Fondi estero vestiti esperto non è da 2006 1,3% 2013 -0,4% 42% 48% Fonte: OCSE scartare a priori. A patto che costi actassi relativamente bassi e di un po’ di rischio. moltissimi casi, non hanno cettabili, rendimenti decenti e che, nonostante le speranze di Una proposta che va decli- ancora preso in considerazio- consulenza assennata (merci ripresa, potrebbe rimanere ta- nata in modo comprensibile e ne la pianificazione finanzia- che non sempre sono state a le ancora per un bel po’, la trasparente per le famiglie ita- ria delle loro disponibilità. disposizione dei piccoli ristrada per ottenere rendi- liane, che sono tradizional- Nel nostro portafoglio ci sono sparmiatori) siano su tutti i menti più elevati dell’infla- mente portate a investire con sempre moltissime attività tavoli bene in vista. Sullo zione passa per l’accettazione la massima prudenza e che, in brevi a basso rischio — i Bot sfondo, poi, la questione del fisco: nelle prossime settimane l’Italia del risparmio va inIl negoziato contro ad una nuova riforma che alzerà le aliquote finanLe banche sono pronte a estromettere da Sorgenia la Cir dei De ziarie al 26% e che, secondo i Benedetti convertendo fino a 600 milioni di crediti in azioni. gestori, dovrebbe però trovaL’intervento avverrebbe a livello della capogruppo, che ha 830 milioni re anche il modo di incoragdi debiti su 1,85 miliardi di gruppo.Le venti banche creditrici (in testa giare il risparmio paziente. Mps, poi Unicredit, Banca Imi, Bpm, Banco Popolare, Ubi), ora dovrà Con prelievi agevolati, come essere affinata dall’advisor Rothschild. Anche perché alcuni istituti accade in alcuni Paesi euroritengono che già convertendo 300-400 milioni Cir perderebbe il pei, per chi si impegna a invecontrollo. Secondo fonti bancarie un’alternativa sarebbe la Prodi bis. stire per più di cinque, dieci F. Mas. anni. Dai rendimenti alla sicurezza: il test degli investitori MILANO — Un patrimonio da 1.300 miliardi: tanto vale il risparmio gestito italiano che da oggi è in mostra al Salone del Risparmio, negli spazi milanesi dell’Università Bocconi. La manifestazione, promossa da Assogestioni, la Confindustria dei fondi nazionali, è la più grande kermesse europea sul tema aperta al pubblico. I cento stand con 150 marchi differenti e le oltre cento conferenze, promosse da tutte le anime del mercato, saranno infatti dedicati agli addetti ai lavori nella giornata di oggi e di domani, mentre venerdì l’invito è per tutti i risparmiatori grandi e piccoli che abbiano voglia di approfondire le loro conoscenze o che siano in cerca di spunti di riflessione per investire il patrimonio di famiglia. A ieri si contavano quasi 14 mila iscrizioni. Il tema della tre giorni — che si apre oggi con una tavola rotonda dedicata a cui parteciperanno Christian Dargnat, presidente di Efama, l’associazione dei fondi europei, Tito Boeri, economista dell’Università Bocconi, Tommaso Corcos (Eurizon Capital), Santo Borsellino (Gruppo Generali), Pietro Giuliani (Azimut) e Daniele Manca («Corriere della Sera») — è l’investimento di lungo termine. In un mondo che gira a Il mercato Sorgenia, istituti pronti a convertire 600 milioni © RIPRODUZIONE RISERVATA Mediaset rivede l’utile nel 2013, secondo anno consecutivo senza dividendo. Il bilancio chiuso al 31 dicembre scorso ha visto una significativa contrazione dei costi e la riduzione dell’indebitamento che scende a 1,459 miliardi dai precedenti 1,712 . Il risultato netto di 8,9 milioni si confronta con la perdita per 287,1 milioni del 2012, esercizio che aveva scontato forti svalutazioni. Ma è stato il risultato operativo di 246, 3 miliardi (contro il «rosso» di 253 milioni del 2012) a battere le attese degli analisti. I risparmi ottenuti nelle attività televisive hanno raggiunto 622,4 milioni di euro rispetto alla base costi del 2011. Il dato che supera con un anno di anticipo l’obiettivo di 450 milioni previsto dal piano triennale. I ricavi sono scesi a 3,414 miliardi (-8,2% sul 2012), mentre la raccolta pubblicitaria in Italia ha segnato una flessione dell’ 11,4% restando «leggermente negativa» nel primo trimestre di quest’anno. Pier Silvio Berlusconi I ricavi da «attività caratteristica» di Mediaset Premium — abbonamenti e carte prepagate — si attestano a 552 milioni di (+6,6%), «un risultato che è decisamente positivo e in controtendenza rispetto all’andamento del mercato della pay tv determinato da un ulteriore calo dei consumi delle famiglie». Vista l’incertezza dello scenario macroeconomico e le incognite sulla raccolta pubblicitaria in Italia e in Spagna, il consiglio del Biscione declina ogni previsione sul 2014. Ma indica le «azioni di sviluppo» intraprese l’anno scorso quando « sono stati effettuati rilevanti investimenti in campo cinematografico, televisivo e nelle nuove tecnologie distributive».Viene ricordata la produzione di «Sole a catinelle» di Checco Zalone, record storico di incassi in Italia, e de «La grande bellezza» premio Oscar 2013 come Miglior film straniero; il lancio di un nuovo canale tematico free («Top Crime») e l’ offerta di contenuti in streaming online («Infinity») «con oltre 5 mila titoli visibili ondemand nei primi tre mesi del 2014» . Giuditta Marvelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso Rinviata l’approvazione del bilancio 2013 La Moka Bialetti alle banche: «Dateci più tempo per il debito» MILANO – Vita difficile per la storica moka. La Bialetti di Coccaglio, in provincia di Brescia, si trova di nuovo a un passaggio delicato. L’azienda ha chiesto alle banche creditrici una ulteriore moratoria sui debiti e ha fatto slittare l’approvazione del progetto di bilancio 2013 di qualche mese per trovare un accordo con gli istituti di credito. Più in dettaglio, «qualsiasi decisione» sull’approvazione dei conti sarà presa entro il 22 maggio. Inoltre in una nota la società comunica di aver formalizzato alle banche la richiesta di proroga al 30 giugno prossimo dell’accordo di moratoria sottoscritto il 6 giugno 2013 con gli istituti di credito. Il gruppo Bialetti è controllato da Bialetti Holding. La srl detiene il 64,07% del capitale e a sua volta fa capo a Francesco I conti La società ha chiuso il bilancio 2013 con ricavi in calo dell’1,6% e 85,3 milioni di debito In Sudafrica Platino, sciopero da 9 settimane Rivendicano il raddoppio dei salari i minatori dei 3 maggiori produttori di platino del Sudafrica, che perciò scioperano da 9 settimane, con «danni irreparabili» pari a 1 miliardo di dollari, sostengono le aziende coinvolte Ranzoni, presidente e amministratore delegato di Bialetti Industrie spa. La mitica moka è stata inventata da Alfonso Bialetti nel 1933. Nel '93 l’azienda è stata acquisita dalla Rondine Italia della famiglia Ranzoni. Nel 2005 Ranzoni comprò la Girmi e il marchio di pentole antiaderenti Aeternum. Proprio questi due marchi sono stati dati nel 2012 in pegno alle banche creditrici per il rinnovo dei prestiti. Nel 2011 dallo stabilimento di Brescia sono usciti in mobilità una settantina di dipendenti. Cassa integrazione per gli altri. Chiusa invece la fabbrica di Omegna: produzione trasferita in Romania. Ieri il consiglio d’amministrazione ha approvato i principali risultati preliminari del 2013. I ricavi consolidati sono calati dell’1,6% a 159,4 milioni. Il margine operativo lordo (ebitda) è salito del 10% a 14,4 milioni. L’indebitamento finanziario netto a fine 2013 era pari a circa 87,3 milioni, due milioni in più rispetto agli 85,3 milioni di fine 2012. L’azienda soffre il calo dei consumi interni, solo parzialmente compensato da una crescita delle vendite all’estero. D’altra parte segnala il buon andamento delle vendite attraverso i 65 negozi monomarca in giro per l’Italia. Ieri la società ha anche rinnovato la richiesta al socio di maggioranza Bialetti Holding srl di non corrispondere, fino al 30 giugno 2014, parte dei canoni relativi ai contratti di affitto. L’incertezza non ha comunque penalizzato il titolo in Borsa: ieri Bialetti ha registrato un più 12%, più 200% sull’anno. Rita Querzé © RIPRODUZIONE RISERVATA Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria Paola Pica © RIPRODUZIONE RISERVATA 28 Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Data Valuta Quota/od. Quota/pre. 21/03 EUR 5,072 5,074 Strategic Debt Fd A 12/03 GBP 1,042 1,041 Borsa Protetta Maggio 19/03 EUR 62,680 62,620 KIS - Key X 21/03 EUR 134,380 134,530 PS - Absolute Return B 24/03 EUR 117,130 117,110 AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC 21/03 EUR 5,084 5,086 Strategic Debt Fd A H 12/03 EUR 1,221 1,224 Borsa Protetta Novembre 19/03 EUR 60,320 60,150 KIS - Multi-Str. UCITS A USD 21/03 USD 154,200 154,410 PS - Algo Flex A 24/03 EUR 110,190 110,010 21/03 EUR 5,084 5,086 Strategic Debt Fd A H 12/03 USD 1,729 1,730 Inflazione Più Arancio 24/03 EUR 55,440 55,410 KIS - Multi-Str. UCITS D 21/03 EUR 113,410 113,580 PS - Algo Flex B 24/03 EUR 105,090 104,910 AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC 21/03 EUR 5,574 5,573 Strategic Debt Fd X 12/03 GBP 1,061 1,060 Mattone Arancio 24/03 EUR 42,480 42,660 KIS - Multi-Str. UCITS P 21/03 EUR 116,150 116,320 PS - Best Global Managers A 18/03 EUR 104,450 105,010 AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS 21/03 EUR 5,207 5,206 Strategic Debt Fd X H 12/03 EUR 1,282 1,285 Profilo Dinamico Arancio 24/03 EUR 62,990 63,070 KIS - Multi-Str. UCITS X 21/03 EUR 116,890 117,040 PS - Best Global Managers B 18/03 EUR 108,100 108,650 AZ F. Bond Target 2016 DIS AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS AcomeA SGR - numero di tel. 800.89.39.89 [email protected] Nome Nome Nome Nome AcomeA America (A1) 24/03 EUR 16,193 16,267 AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC 21/03 EUR 5,800 5,800 Strategic Debt Fd X H 12/03 USD 1,761 1,762 Profilo Equilibrato Arancio 24/03 EUR 60,880 60,880 KIS - Selection D 24/03 EUR 122,490 123,000 PS - Best Gl Managers Flex Eq A 24/03 EUR 108,960 108,960 AcomeA America (A2) 24/03 EUR 16,680 16,754 AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS 21/03 EUR 5,513 5,512 UK Abs. Target Fd P1 25/03 GBP 1,214 1,217 Profilo Moderato Arancio 24/03 EUR 57,470 57,420 KIS - Selection P 24/03 EUR 124,310 124,820 PS - Bond Opportunities A 24/03 EUR 161,310 161,210 Top Italia Arancio 24/03 EUR 48,880 49,700 PS - Bond Opportunities B 24/03 EUR 120,240 120,160 AcomeA Asia Pacifico (A1) AcomeA Asia Pacifico (A2) AcomeA Breve Termine (A1) 24/03 EUR 24/03 EUR 24/03 EUR 3,970 AZ F. Cash 12 Mesi 21/03 EUR 5,341 5,341 UK Abs Target Fd P2 25/03 EUR 1,161 1,164 KIS - Selection X 24/03 EUR 124,020 124,420 4,075 AZ F. Cash Overnight 21/03 EUR 5,250 5,250 UK Abs Target Fd P2 25/03 GBP 1,244 1,246 KIS - Sm. Cap D 24/03 EUR 98,020 98,930 PS - Dynamic Core Portfolio A 24/03 EUR 98,910 98,900 14,557 AZ F. Cat Bond ACC 14/03 EUR 5,301 5,297 UK Equity Fd A 12/03 GBP 3,335 3,359 KIS - Sm. Cap P 24/03 EUR 102,570 103,520 PS - EOS A 18/03 EUR 133,040 134,950 AZ F. Cat Bond DIS 14/03 EUR 5,283 5,280 UK Equity Fd A 12/03 USD 5,473 5,519 KIS - Target 2014 X 21/03 EUR 102,180 102,170 PS - Equilibrium A 24/03 EUR 100,310 100,350 PS - Fixed Inc Absolute Return A 24/03 EUR 98,520 98,490 PS - Global Dynamic Opp A 24/03 EUR 99,750 99,600 PS - Global Dynamic Opp B 24/03 EUR 99,810 99,660 4,014 4,121 14,558 AcomeA Breve Termine (A2) 24/03 EUR 14,709 14,707 AcomeA ETF Attivo (A1) 24/03 EUR 4,351 4,413 AZ F. CGM Opport Corp Bd 21/03 EUR 5,965 5,963 UK Equity Fd B 12/03 EUR 3,978 4,017 AZ F. CGM Opport European 21/03 EUR 6,786 6,761 UK Equity Fd B 12/03 GBP 3,354 3,378 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it AcomeA ETF Attivo (A2) 24/03 EUR 4,452 4,515 AcomeA Eurobbligazionario (A1) 24/03 EUR 17,022 17,017 AZ F. CGM Opport Global 21/03 EUR 6,203 6,188 UK Equity Fd B 12/03 USD 5,558 5,604 Invesco Funds AcomeA Eurobbligazionario (A2) 24/03 EUR 17,206 17,201 AZ F. CGM Opport Gov Bd 21/03 EUR 5,487 5,483 UK Equity Fd X 12/03 EUR 4,181 4,221 Asia Balanced A 24/03 USD 23,600 23,560 ASIAN OPP CAP RET EUR 24/03 EUR 11,689 11,519 PS - Inter. Equity Quant A 24/03 EUR 109,440 109,640 AcomeA Europa (A1) 24/03 EUR 13,093 13,253 AZ F. Commodity Trading 21/03 EUR 4,292 4,298 UK Equity Fd X 12/03 EUR 4,048 4,087 Asia Balanced A-Dis 24/03 USD 15,520 15,500 FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR 24/03 EUR 107,903 107,925 PS - Inter. Equity Quant B 24/03 EUR 111,610 111,820 AcomeA Europa (A2) 24/03 EUR 13,409 13,571 AZ F. Conservative 21/03 EUR 6,391 6,384 UK Equity Fd X 12/03 GBP 0,503 0,507 Asia Consumer Demand A 24/03 USD 13,320 13,170 FLEX STRATEGY RET EUR 24/03 EUR 90,444 90,446 PS - Liquidity A 24/03 EUR 124,400 124,370 AcomeA Globale (A1) 24/03 EUR 11,082 11,115 AZ F. Core Brands 21/03 EUR 5,503 5,503 UK Equity Fd X 12/03 GBP 3,382 3,406 Asia Consumer Demand A-Dis 24/03 USD 12,990 12,840 HIGH GROWTH CAP RET EUR 24/03 EUR 118,592 120,026 PS - Opportunistic Growth A 24/03 EUR 95,150 95,050 AcomeA Globale (A2) 24/03 EUR 11,479 11,512 AZ F. Corporate Premium ACC 21/03 EUR 5,508 5,516 UK Equity Fd X 12/03 USD 5,653 5,700 Asia Infrastructure A 24/03 USD 13,350 13,340 ITALY CAP RET A EUR 24/03 EUR 25,719 25,866 PS - Opportunistic Growth B 24/03 EUR 100,210 100,100 AcomeA Italia (A1) 24/03 EUR 20,862 21,156 AZ F. Corporate Premium DIS 21/03 EUR 5,288 5,295 Asian Bond A-Dis M 24/03 USD 9,985 9,968 SHORT DURATION CAP RET EUR 24/03 EUR 908,097 906,522 PS - Podium Flex A 24/03 EUR 84,820 84,680 AcomeA Italia (A2) 24/03 EUR 21,386 21,685 AZ F. Dividend Premium ACC 21/03 EUR 5,522 5,509 Balanced-Risk Allocation A 24/03 EUR 14,400 14,430 PS - Podium Flex C 24/03 USD 83,700 83,570 AcomeA Liquidità (A1) 24/03 EUR 8,902 8,903 AZ F. Dividend Premium DIS 21/03 EUR 4,934 4,922 Em. Loc. Cur. Debt A 24/03 USD 14,420 14,377 PS - Prestige A 18/03 EUR 99,920 100,530 AcomeA Liquidità (A2) 24/03 EUR 8,902 8,904 AZ F. Emer. Mkt Asia 21/03 EUR 5,562 5,561 Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M 24/03 USD 9,274 9,247 PS - Quintessenza A 18/03 EUR 102,090 103,220 AcomeA Paesi Emergenti (A1) 24/03 EUR 6,174 6,128 AZ F. Emer. Mkt Europe 21/03 EUR 2,939 2,970 Em. Mkt Corp Bd A 24/03 USD 11,845 11,831 PS - Quintessenza B 18/03 EUR 105,150 106,310 PS - Target A 18/03 EUR 104,420 104,600 PS - Target B 18/03 EUR 104,390 104,550 24/03 EUR 6,337 6,289 AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. 21/03 EUR 4,528 4,467 AcomeA Patrimonio Aggressivo (A1) 24/03 EUR 3,875 3,876 AZ F. European Dynamic 21/03 EUR 5,180 5,181 3,986 AZ F. European Trend 21/03 EUR 3,213 3,206 21/03 EUR 5,271 5,282 AcomeA Paesi Emergenti (A2) AcomeA Patrimonia Aggressivo (A2) 24/03 EUR 3,985 AcomeA Patrimonio Dinamico (A1) 24/03 EUR 5,112 5,112 AZ F. Formula 1 Absolute AcomeA Patrimonio Dinamico (A2) 24/03 EUR 5,210 5,210 AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC 28/02 EUR 5,572 5,567 AcomeA Patrimonio Prudente (A1) 24/03 EUR 6,048 6,045 AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS 28/02 EUR 5,529 5,524 AcomeA Patrimonio Prudente (A2) 24/03 EUR 6,176 6,173 AZ F. Formula Target 2014 21/03 EUR 4,719 4,720 AcomeA Performance (A1) 24/03 EUR 21,168 21,169 AZ F. Formula Target 2015 ACC 21/03 EUR 5,980 5,977 AcomeA Performance (A2) 24/03 EUR 21,463 21,462 AZ F. Formula Target 2015 DIS 21/03 EUR 5,540 5,537 AZ F. Formula 1 Conserv. 21/03 EUR 4,939 4,943 AZ F. Global Curr&Rates ACC 21/03 EUR 4,282 4,278 AZ F. Global Curr&Rates DIS 21/03 EUR 4,072 4,068 AZ F. Global Sukuk ACC 14/03 EUR 4,862 4,951 AZ F. Global Sukuk DIS 14/03 EUR 4,862 4,951 Invictus Global Bond Fd 18/03 EUR 105,198 105,346 Invictus Macro Fd 12/03 EUR 79,565 79,779 Sol Invictus Absolute Return 20/03 EUR 106,344 104,644 AZ F. Hybrid Bonds ACC 21/03 EUR 5,196 5,200 AZ F. Hybrid Bonds DIS 21/03 EUR 5,137 5,140 AZ F. Income ACC 21/03 EUR 6,253 6,247 AZ F. Income DIS 21/03 EUR 5,810 AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC 21/03 EUR Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - [email protected] Bluesky Global Strategy A 24/03 USD 1484,696 1484,081 Euro Corp. Bond A 24/03 EUR 16,366 16,351 Bond Euro A 24/03 EUR 1236,945 1236,455 Euro Corp. Bond A-Dis M 24/03 EUR 12,495 12,484 Bond Euro B 24/03 EUR 1196,351 1195,911 Euro Short Term Bond A 24/03 EUR 10,880 10,877 Bond Risk A 24/03 EUR 1424,508 1424,133 European Bond A-Dis 24/03 EUR 5,520 5,511 Bond Risk B 24/03 EUR 1365,349 1365,039 Glob. Bond A-Dis 24/03 USD 5,736 5,734 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. A 24/03 EUR 1605,533 1604,222 Glob. Equity Income A 24/03 USD 59,730 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. B 24/03 EUR 1546,355 1545,142 Glob. Equity Income A-Dis 24/03 USD CompAM Fund - SB Bond B 21/03 EUR 1061,970 1061,612 Glob. Inv. Grade.Corp. Bond A-Dis M 24/03 USD 1095,205 Glob. Structured Equity A-Dis 24/03 USD CompAM Fund - SB Equity B 21/03 EUR 1099,652 21/03 EUR 26,418 26,417 Azimut Formula 1 Absolute 21/03 EUR 7,082 7,098 Azimut Formula 1 Conserv 21/03 EUR 6,871 6,875 Azimut Formula Target 2013 21/03 EUR 6,908 6,909 Azimut Formula Target 2014 21/03 EUR 6,698 6,700 Azimut Garanzia 21/03 EUR 12,896 12,894 Azimut Prev. Com. Crescita 28/02 EUR 10,988 10,755 Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C 28/02 EUR 10,996 10,760 Azimut Prev. Com. Equilibrato 28/02 EUR 12,045 11,905 Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C 28/02 EUR 12,048 11,907 Azimut Prev. Com. Garantito 28/02 EUR 10,877 10,747 Azimut Prev. Com. Protetto 28/02 EUR 11,873 11,777 Azimut Prev. Com. Protetto Cl. C 28/02 EUR 11,879 11,782 Azimut Prev. Com. Obbli. 28/02 EUR 10,127 10,071 Azimut Prev. Com. Obbli. Cl. C 28/02 EUR 10,127 10,071 Azimut Reddito Euro 21/03 EUR 17,388 17,368 21/03 EUR 8,640 8,621 Azimut Solidity 21/03 EUR 8,722 8,712 Azimut Trend Italia 21/03 EUR 21/03 EUR 12,947 18,707 103,620 105,120 WM Biotech A 24/03 EUR 147,360 150,390 PS - Total Return A 24/03 EUR 102,220 102,200 WM Biotech I 24/03 EUR 1498,320 1529,090 PS - Total Return B 24/03 EUR 95,610 95,580 60,130 PS - Valeur Income A 24/03 EUR 109,670 109,680 15,040 15,140 PS - Value A 18/03 EUR 103,600 104,670 11,198 11,193 PS - Value B 18/03 EUR 105,750 106,840 40,270 40,460 24/03 EUR 10,245 10,272 21/03 EUR 1005,307 1003,969 24/03 EUR 1376,855 1386,984 Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A 24/03 EUR 12,743 12,721 European Equity B 24/03 EUR 1304,343 1314,175 Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis 24/03 EUR 11,648 11,628 Multiman. Bal. A 21/03 EUR 115,353 115,308 Greater China Eq. A 24/03 USD 43,100 42,980 Multiman. Bal. M 21/03 EUR 114,856 114,816 India Equity E 24/03 EUR 26,930 26,660 69,894 Japanese Eq. Advantage A 24/03 JPY 2891,000 2825,000 Pan European Eq. A 24/03 EUR 17,250 17,390 Multiman.Target Alpha A 19/03 EUR 105,943 106,284 Pan European Eq. A-Dis 24/03 EUR 15,570 15,690 5,804 Pan European Eq. Inc. A-Dis 24/03 EUR 11,500 11,600 4,467 4,463 Pan European High Inc A 24/03 EUR 18,440 18,460 AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS 21/03 EUR 4,225 4,221 Pan European High Inc A-Dis 24/03 EUR 13,410 13,420 AZ F. Institutional Target 21/03 EUR 5,470 5,465 Pan European Struct. Eq. A 24/03 EUR 13,750 13,860 AZ F. Italian Trend 21/03 EUR 3,697 3,711 Pan European Struct. Eq. A-Dis 24/03 EUR 13,070 13,180 AZ F. Lira Plus ACC 21/03 EUR 4,673 4,673 Renminbi Fix. Inc. A 24/03 USD 10,622 10,550 Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis 24/03 EUR 9,362 9,278 US Equity A EH 24/03 EUR 13,920 13,960 21/03 EUR 21/03 EUR 4,673 5,922 Agriculture Euro R1C A 21/03 EUR 65,300 65,790 Comm Euro R1C A 24/03 EUR 109,390 109,230 Comm Harvest R3C E 24/03 EUR 74,250 74,200 Currency Returns Plus R1C 24/03 EUR 929,490 930,420 4,673 5,924 AZ F. Opportunities 21/03 EUR 5,237 5,233 AZ F. Pacific Trend 21/03 EUR 3,832 3,819 21/03 EUR 21/03 EUR 21/03 EUR 21/03 EUR 6,395 5,996 5,135 4,988 Croci Euro R1C B 24/03 EUR 114,380 115,600 Croci Japan R1C B 24/03 JPY 7905,590 7861,400 Croci US R1C B 24/03 USD 161,290 161,920 Dyn. Cash R1C A 24/03 EUR 101,540 101,540 Paulson Global R1C E 12/03 EUR 6492,730 6632,120 Sovereign Plus R1C A 24/03 EUR 106,340 105,920 Systematic Alpha R1C A 19/03 EUR 10071,720 10101,450 6,377 5,979 11,717 11,702 US High Yield Bond A-Dis M 24/03 USD 10,721 10,708 US Value Equity A 24/03 USD 31,070 31,100 US Value Equity A-Dis 24/03 USD 29,700 29,730 AZ F. QProtection 21/03 EUR 5,169 5,160 AZ F. Qtrend 21/03 EUR 4,825 4,816 AZ F. Renminbi Opport 21/03 EUR 5,281 5,272 AZ F. Reserve Short Term 21/03 EUR 6,300 6,299 AZ F. Short Term Gl High Yield ACC 21/03 EUR 5,074 5,071 AZ F. Short Term Gl High Yield DIS 21/03 EUR 5,046 5,043 AZ F. Solidity ACC 21/03 EUR 5,925 5,919 AZ F. Solidity DIS 21/03 EUR 5,580 5,574 AZ F. Strategic Trend 21/03 EUR 5,658 5,654 AZ F. Top Rating ACC 21/03 EUR 4,998 4,992 AZ F. Top Rating DIS 21/03 EUR 4,998 4,992 AZ F. Trend 21/03 EUR 5,884 5,868 AZ F. US Income 21/03 EUR 5,409 5,402 Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com Kairos Multi-Str. A 31/01 EUR 867189,677 857158,267 Kairos Multi-Str. B 31/01 EUR 567856,932 561570,953 Kairos Multi-Str. I 31/01 EUR 583827,444 576858,129 19/03 99,480 EUR Flex Equity 100 19/03 10,969 EUR Global Equity 19/03 5,339 EUR Maximum 19/03 5,107 EUR Progress 19/03 6,285 EUR Quality 19/03 6,900 EUR Social Responsability Kairos Multi-Str. P 31/01 EUR 533738,745 527974,042 A S&P Kairos Income 24/03 EUR 6,804 6,802 Kairos Small Cap 24/03 EUR 10,368 10,423 Fondi Unit Linked KAIROS INTERNATIONAL SICAV KIS - America A-USD KIS - America P KIS - America X 21/03 USD 21/03 EUR 21/03 EUR 275,560 193,710 194,730 276,470 194,350 195,370 24/03 USD 169,150 169,110 10,148 KIS - Bond D 24/03 EUR 121,230 121,210 26,715 KIS - Bond P 24/03 EUR 125,200 125,180 KIS - Bond Plus A Dist 21/03 EUR 126,620 126,530 KIS - Bond Plus D 21/03 EUR 128,580 128,490 KIS - Bond Plus P 21/03 EUR 130,440 130,350 KIS - Dynamic A-USD 24/03 USD 172,370 171,960 KIS - Dynamic D 24/03 EUR 120,100 119,820 KIS - Dynamic P 24/03 EUR 122,290 122,010 KIS - Emerging Mkts A 21/03 EUR 118,930 118,390 21/03 EUR 6,440 6,429 Azimut Trend Tassi 21/03 EUR 10,159 Azimut Trend 21/03 EUR 26,800 Abs. UK Dynamic Fd P1 25/03 GBP 1,517 1,530 AZ F. Active Selection 21/03 EUR 5,302 5,302 Abs. UK Dynamic Fd P1 H 25/03 EUR 1,669 1,683 AZ F. Active Strategy 21/03 EUR 5,225 5,231 Abs. UK Dynamic Fd P2 25/03 GBP 1,550 1,563 AZ F. Alpha Man. Credit 21/03 EUR 5,434 5,436 Abs. UK Dynamic Fd P2 H 25/03 EUR 1,737 1,752 AZ F. Alpha Man. Equity 21/03 EUR 4,834 4,821 Europ. Equ. (ex UK) Fd A 12/03 GBP 2,668 2,693 AZ F. Alpha Man. Them. 21/03 EUR 3,577 3,572 Europ. Equ. (ex UK) Fd A 12/03 EUR 3,190 3,227 AZ F. American Trend 21/03 EUR 3,136 3,150 Europ. Equ. (ex UK) Fd B 12/03 EUR 3,210 3,248 AZ F. Asset Plus 21/03 EUR 5,517 5,517 Europ. Equ. (ex UK) Fd X 12/03 EUR 3,215 3,253 KIS - Emerging Mkts D 21/03 EUR 117,610 117,080 AZ F. Asset Power 21/03 EUR 5,357 5,351 Europ. Equ. (ex UK) Fd X H 12/03 GBP 2,829 2,853 KIS - Europa D 21/03 EUR 123,240 123,520 AZ F. Asset Timing 21/03 EUR 5,017 5,019 Pan Europe Fd A 12/03 EUR 3,592 3,631 KIS - Europa P 21/03 EUR 125,210 125,490 AZ F. Best Bond 21/03 EUR 5,327 5,327 Pan Europe Fd A 12/03 GBP 3,024 3,050 KIS - Europa X 21/03 EUR 125,660 125,940 KIS - Global Bond P 21/03 EUR 100,950 101,030 KIS - Income D 21/03 EUR 104,280 104,280 AZ FUND MANAGEMENT SA - tel.00352 2663811 24/03 EUR 186,530 186,620 NM Augustum High Qual Bd A 24/03 EUR 144,220 144,350 NM Balanced World Cons A 24/03 EUR 131,040 131,250 NM Euro Bonds Short Term A 24/03 EUR 137,560 137,570 NM Euro Equities A 24/03 EUR 45,130 NM Global Equities EUR hdg A 24/03 EUR www.pegasocapitalsicav.com Strategic Bond Inst. C 24/03 EUR 106,250 106,250 45,690 Strategic Bond Inst. C hdg 24/03 USD 106,410 106,410 69,940 70,100 Strategic Bond Retail C 24/03 EUR 104,900 104,910 NM Inflation Linked Bond Europe A 24/03 EUR 103,830 103,790 Strategic Bond Retail C hdg 24/03 USD 105,010 105,020 NM Italian Diversified Bond A 24/03 EUR 110,060 110,130 Strategic Trend Inst. C 24/03 EUR 103,140 103,400 NM Italian Diversified Bond I 24/03 EUR 112,260 112,330 Strategic Trend Retail C 24/03 EUR 101,100 101,370 NM Large Europe Corp A 24/03 EUR 134,140 133,990 NM Market Timing A 24/03 EUR 104,110 104,250 NM Market Timing I 24/03 EUR 104,740 104,870 NM Q7 Active Eq. Int. A 24/03 EUR 60,190 59,900 NM Q7 Globalflex A 21/03 EUR 104,230 104,430 NM Total Return Flexible A 21/03 EUR 121,520 121,140 Fondo Donatello-Michelangelo Due 30/06 EUR 52927,939 52659,382 NM VolActive A 24/03 EUR 97,420 97,320 Fondo Donatello-Tulipano 30/06 EUR 47475,755 48904,331 NM VolActive I 24/03 EUR 97,770 97,660 Fondo Donatello-Margherita 30/06 EUR 27116,197 26640,389 Fondo Donatello-David 30/06 EUR 57863,932 57813,049 Fondo Tiziano Comparto Venere 30/06 EUR 477314,036 Caravaggio di Sorgente SGR 30/06 EUR AZ F. Best Cedola ACC 21/03 EUR 5,610 5,612 Pan Europe Fd A 12/03 USD 4,964 5,013 AZ F. Best Cedola DIS 21/03 EUR 5,124 5,126 Pan Europe Fd B 12/03 EUR 3,572 3,611 AUGUSTUM EQUITY EUROPE I 24/03 EUR 107,270 108,130 AUGUSTUM G.A.M.E.S. A 24/03 EUR 110,860 111,330 AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 24/03 EUR 147,200 147,820 ABS- I 31/01 EUR 14690,218 14057,114 ABSOLUTE RETURN EUROPA 14/03 EUR 4909,175 5038,824 BOND-A 28/02 EUR 721205,818 703354,240 BOND-B 28/02 EUR 721205,818 703354,240 EQUITY- I 28/02 EUR 608644,044 585979,854 PRINCIPAL FINANCE 1 31/12 EUR 61951,842 59550,161 Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it Dividendo Arancio 24/03 EUR 47,640 47,870 www.sorgentegroup.com 2506,583 2547,337 www.vitruviussicav.com Fondi Index Linked KIS - Bond A-USD Azimut Trend Pacifico NM Augustum Corp Bd A 4,983 12,420 18,770 24/03 USD www.newmillenniumsicav.com Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 5,133 6,143 12,917 US High Yield Bond A DB Platinum IV 5,959 Azimut Scudo Azimut Trend Europa 18/03 EUR 72,742 AZ F. Qinternational 12,369 PS - Titan Aggressive A 69,408 AZ F. Qbond 21/03 EUR 101,110 72,243 AZ F. Patriot DIS Azimut Trend America 100,640 19/03 EUR AZ F. Patriot ACC 6,149 24/03 EUR 19/03 EUR AZ F. Macro Dynamic 21/03 EUR Sparta Agressive A Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A AZ F. Lira Plus DIS Azimut Strategic Trend 99,820 DB Platinum Azimut Dinamico 5,965 99,680 Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M AZIMUT CAPITAL MANAGEMENT SGR - tel.02.88981 21/03 EUR 24/03 EUR European Equity A www.azimut.it - [email protected] Azimut Reddito Usa Orazio Conservative A Glob. Targeted Ret. A CompAM Fund - SB Flexible B www.multistarssicav.com [email protected] T. +41 (0)91 640 37 80 Numero verde 800 124811 [email protected] Asian Equity B 24/03 EUR 92,900 92,090 Asian Equity B 24/03 USD 130,400 129,260 Emerg Mkts Equity 24/03 USD 432,440 432,780 24/03 EUR 6,721 6,751 Emerg Mkts Equity Hdg 24/03 EUR 422,450 422,780 Nextam Obblig. Misto 24/03 EUR 7,266 7,272 European Equity 24/03 EUR 280,770 283,390 BInver International A 24/03 EUR 6,204 6,245 European Equity B 24/03 USD 347,180 350,430 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 24/03 EUR 5,356 5,378 Greater China Equity B 24/03 EUR 113,480 114,220 CITIC Securities China Fd A 24/03 EUR 4,926 5,059 Greater China Equity B 24/03 USD 161,630 162,680 Fidela A 24/03 EUR 5,444 5,458 Growth Opportunities 24/03 USD 71,080 71,750 Income A 24/03 EUR 5,642 5,640 Growth Opportunities Hdg 24/03 EUR 77,870 78,600 International Equity A 24/03 EUR 6,840 6,871 Japanese Equity 24/03 JPY 122,280 121,380 Italian Selection A 24/03 EUR 6,945 7,020 Japanese Equity B 24/03 USD 121,270 120,380 Liquidity A 24/03 EUR 5,340 5,340 Japanese Equity Hdg 24/03 EUR 159,100 157,930 Multimanager American Eq.A 24/03 EUR 4,749 4,775 Swiss Equity 24/03 CHF 128,070 130,110 Multimanager Asia Pacific Eq.A 24/03 EUR 4,255 4,235 Swiss Equity Hdg 24/03 EUR 97,210 98,760 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 24/03 EUR 3,960 3,951 US Equity 24/03 USD 164,050 165,840 Multimanager European Eq.A 24/03 EUR 4,459 4,481 US Equity Hdg 24/03 EUR 180,590 182,560 Strategic A 24/03 EUR 5,109 5,131 Usa Value Fund A 24/03 EUR 5,924 5,949 Ver Capital Credit Fd A 24/03 EUR 5,511 5,508 Nextam Bilanciato Tel 0332 251411 www.ottoapiu.it Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com [email protected] AZ F. Best Equity 21/03 EUR 5,064 5,042 Pan Europe Fd B 12/03 USD 4,927 4,974 Convertibile Arancio 24/03 EUR 60,630 60,710 KIS - Income P 21/03 EUR 107,790 107,790 AZ F. Bond Target 2015 ACC 21/03 EUR 5,927 5,922 Pan Europe Fd X 12/03 EUR 3,869 3,911 Cedola Arancio 24/03 EUR 57,680 57,610 KIS - Italia P 24/03 EUR 133,070 134,200 PS - 3P Cosmic A 24/03 EUR AZ F. Bond Target 2015 DIS 21/03 EUR 5,487 5,483 Pan Europe Fd X 12/03 EUR 3,565 3,604 Borsa Protetta Agosto 19/03 EUR 61,540 61,450 KIS - Italia X 24/03 EUR 131,670 132,560 PS - 3P Cosmic C 24/03 CHF 75,630 76,210 AZ F. Bond Target 2016 ACC 21/03 EUR 5,323 5,325 Pan Europe Fd X 12/03 GBP 2,971 2,996 Borsa Protetta Febbraio 19/03 EUR 59,840 59,660 KIS - Key 21/03 EUR 133,850 134,000 PS - Absolute Return A 24/03 EUR 111,110 111,090 76,290 76,980 8a+ Eiger 24/03 EUR 5,961 6,046 8a+ Gran Paradiso 24/03 EUR 5,303 5,295 8a+ Latemar 24/03 EUR 5,882 5,907 8a+ Matterhorn 14/03 EUR 807655,557 821891,596 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 1335125B Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014 Piazza Affari BRILLANO EXOR E UNIPOLSAI VENDITE SU BPM E BPER di GIACOMO FERRARI Sussurri & Grida Modello Mps per Carige, mette sul mercato il 5-6% Rimbalzo riuscito per le Borse europee dopo i cali di lunedì. Tutti gli indici del Vecchio Continente hanno chiuso in progresso al termine di una seduta tranquilla. A Piazza Affari il Ftse-Mib è risalito dello 0,95%, mentre è rimasto stazionario lo spread Bund-Btp (a 182 punti base in chiusura). Sono stati alcuni singoli titoli a movimentare il listino italiano. Luxottica, per esempio, è cresciuta del 3,95% dopo l’annuncio della collaborazione strategica con Google. La migliore performance nell’ambito delle blue-chips l’ha però realizzata Unipolsai (+4,17%), che continua a beneficiare dell’ottimo bilancio e della decisione di distribuire un sostanzioso dividendo. Bene anche Exor (+2,82%), A2a (+2,42%), Yoox (+1,96%) e Mediaset (+1,63%) nel giorno in cui il board ha approvato il consuntivo 2013 (diffuso dopo la chiusura). Miglior titolo del segmento Star e dell’intero listino, invece, Gefran (+19,57%). Segno meno, infine, per la Banca Popolare di Milano (-3,36%) sulla quale Kepler-Cheuvreux ha tagliato le stime pur aumentando il target price, e per la Popolare dell’Emilia Romagna (-1,82%). ( f.d.r.) Il copione è simile a quello seguito a Siena. Anche la Fondazione Carige per uscire dalle secche dei debiti si prepara a vendere subito sul mercato una quota del suo cespite principale, Banca Carige; per provare a ripagare le banche creditrici, per poi attendere gli eventi (ossia l’aumento di capitale) prima di decidere cosa fare della quota residua. Lunedì prossimo il consiglio dell’Ente ligure dovrebbe dare il via libera a un accelerated bookbuilding per collocare un 5-6% del capitale di Carige. Una mossa che porterebbe la sua quota sotto al 40%. Il pacchetto vale circa 70 milioni di euro ai prezzi attuali di Borsa, con cui la Fondazione guidata da Paolo Momigliano potrebbe dare un taglio netto all’esposizione bancaria, che è in prevalenza nei confronti di Mediobanca, che ha raggiunto i 100 milioni di euro (più una linea di credito di 40 milioni di Banca Carige che è stata però ridotta). Lunedì prossimo sarà anche la giornata in cui l’amministratore delegato di Banca Carige, Piero Montani, si recherà in visita di lavoro alla Fondazione per illustrare il nuovo piano strategico che sarà sottoposto domani al consiglio di amministrazione della banca. L’incontro, secondo le attese della vigilia potrebbe essere decisivo per la definizione delle prossime mosse dell’ente che, una volta messo in sicurezza il bilancio, deve valutare se e quanto sottoscrivere dell’aumento di capitale da 800 milioni previsto per giugno. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA ÀÃ> Ì>>> i /Ì /i° Veneto Banca alla ricerca di 850 milioni Borsa, la carica degli stranieri allo Star (f.mas.) Ha resistito finché ha potuto. Ma ieri anche Veneto Banca ha dovuto prendere atto della realtà comune a tutto il sistema bancario italiano: la necessità di rafforzare il patrimonio in vista degli esami della Bce. Così l’istituto popolare di Montebelluna guidato da Vincenzo Consoli ha varato un’operazione da complessivi 850 milioni di euro, suddivisi tra un aumento di capitale vero e proprio da massimi 500 milioni e una conversione del bond convertibile da 350 milioni. I soci dovrebbero dare il via libera all’operazione all’assemblea di sabato 26 aprile, così da far partire l’operazione in estate. Contemporaneamente il consiglio porterà avanti «le attività volte alla migliore valorizzazione di Banca Intermobiliare (Bim), attraverso la cessione del pacchetto di controllo», è scritto nella nota dell’istituto. Tutto pur di evitare l’esito temuto a Montebelluna, quello dell’integrazione con un’altra realtà, a cominciare dalla vicina Popolare di Vicenza. Non a caso Consoli ha parlato di prospettive «stand alone» per l’istituto. L’obiettivo è arrivare a un livello di patrimonio del 9,5% entro giugno. Anche il bilancio 2013 approvato ieri rispecchia le pulizie in atto nelle banche italiane: il risultato finale è di una perdita di 96,1 milioni di euro dopo 459 milioni di euro di rettifiche complessive, di cui 354 sui crediti deteriorati. ( f.ch.) Le società quotate sullo Star piacciono agli stranieri. Da Amber Capital Uk a Jp Morgan Asset Management, da Ennismore a Camomille, in base a uno studio di Ir Top su dati Consob (febbraio 2013-4 marzo 2014) sono 13 i nuovi investitori esteri venuti a fare shopping sul segmento di Borsa Italiana, attratti soprattutto per i settori dei beni personali e della casa (Moleskine, B&C Speakers) e dei beni e servizi industriali (Ansaldo Sts, Cembre). Complessivamente sullo Star sono presenti 60 investitori istituzionali, di cui 48 stranieri e 12 italiani, che detengono 96 partecipazioni rilevanti (87 un anno fa). Il valore totale degli investimenti è di 2,4 miliardi di euro, pari al 9% della capitalizzazione complessiva del segmento. Gli investitori esteri sono l’80% del totale, per un investimento complessivo di circa 2 miliardi di euro. «Secondo la nostra analisi — spiega Anna Lambiase, amministratore delegato di IR Top — aumenta l’interesse degli investitori istituzionali esteri sul segmento Star e cresce l’attenzione per le small cap: il 56% delle partecipazioni è concentrato sulle società con capitalizzazione inferiore ai 200 milioni, segno di un rinnovato interesse verso le Pmi». Tra gli stranieri che hanno aumentato le proprie partecipazioni c’è Norges Bank, che con un totale di otto società investite sullo Star si conferma fra gli investitori più attivi. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA +ÕÌ>â `ÀiÌÌ> ÃÕ Ìiiv\ Û> +1"/ Ã}> ÌÌ] >` iÃi«\ +1"/ > ÕiÀ {nÓÓ{Ó° ÃÌ ä]x ÕÀ «iÀ -- ÀViÛÕÌ° v ÃÕ ÜÜÜ°VÀÀiÀi°ÌÉiV> *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® °-° ,> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-,® £]£xx Ó °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°Ó® ä]xÎ Vi>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® £ä]Èä VÌi ÀÕ« I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° "® £]Çä VµÕi *Ì>L °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° *® £]ä{Ó VÃ}> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° -® £]ÓÎ `iÀ«°Àiâi °°°°°°°°°°°°°°°°°°® £Î]Îxä i`ià I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® ä]äxÓ i`ià £{Ü I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°7£{® ä]ää£ ivvi I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® ä]n£Ó V I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® p ¢ ,iiÜ>Lið°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® p iÀ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°, ® Î]Çnä LiÌ 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Ma sempre da leggere, come il piccolo Manuale del rivoluzionario, traduzione di Alessandro Miliotti, Piano B edizioni, pagine 120, 11. 1934-2014 Compie ottant’anni il prestigioso centro studi di politica internazionale fondato a Milano da un gruppo di giovani ricercatori Pirelli e l’Ispi, lezioni di diplomazia Il presidente garantì spazi di autonomia all’istituto anche sotto il fascismo di ANTONIO CARIOTI Il convegno N on è certo frequente che in guerra la stampa dia spazio alla voce del nemico. Ma stupisce ancora di più che questo sia potuto accadere in Italia sotto il fascismo, nel dicembre 1940, quando la rivista «Relazioni Internazionali», edita dall’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) di Milano, pubblicò un discorso in cui il dittatore greco Ioannis Metaxas attaccava direttamente Benito Mussolini per l’aggressione militare subita dal suo Paese nell’ottobre di quello stesso anno. La vicenda non passò liscia, anche perché «Relazioni Internazionali» non era una pubblicazione specialistica per pochi intimi, visto che la sua tiratura a volte superava le 40 mila copie. Il ministro della Cultura popolare Alessandro Pavolini andò su tutte le furie. Ma alla fine l’Ispi se la cavò, ricordando che compito istituzionale della rivista era fornire una completa documentazione di politica estera, in cui poteva rientrare anche un discorso oggettivamente rilevante come quello di Metaxas. In realtà, a parte le scuse addotte sul piano formale, è evidente che il caso non ebbe conseguenze gravi soprattutto a causa del credito di cui l’Ispi godeva in alto loco grazie al suo presidente Alberto Pirelli, esponente di spicco della famosa dinastia industriale con la passione per la diplomazia: un uomo molto stimato dal Duce, che lo aveva nominato commissario di Confindustria nel 1934. Allo stesso 1934, per l’esattezza al 27 marzo, risale la fondazione dell’Ispi, che quindi compie domani ottant’anni: va sottolineato però che non fu Pirelli ad assumere l’iniziativa, bensì un gruppo di giovani studiosi, in buona parte allievi di Arrigo Solmi, fondatore della facoltà di Scienze politiche all’ateneo di Pavia. Il segretario dell’Ispi, Pierfranco Gaslini, nato nel 1906, non era ancora trentenne. E altrettanto dicasi per il suo vice, Gerolamo Bassani. Il loro intento era dar vita a un grande centro studi indipendente, con finanziamenti prevalentemente privati, indirizzato ad approfondire le questioni di politica estera oltre la dimensione accademica, sul modello dei grandi «Ispi, Milano, Italia: 80 anni di politica internazionale» è il titolo del convegno che si tiene il 2 aprile a Milano, alle ore 17.30, a Palazzo Clerici, per l’ottantesimo anniversario dell’istituto. L’incontro è suddiviso in due sessioni: una di carattere storico e l’altra dedicata alle prospettive attuali dell’Ispi Nella prima sessione interverranno il direttore dell’Ispi Paolo Magri, lo storico Gian Paolo Calchi Novati, gli ex direttori dell’Ispi Piero Ostellino e Giuliano Urbani, lo studioso Federico Giona. Quindi prenderanno la parola: il presidente dell’Ispi Giancarlo Aragona; il presidente della Fondazione Corriere della Sera Piergaetano Marchetti; il presidente della Pirelli Marco Tronchetti Provera, il segretario generale del ministero degli Esteri Michele Valensise Nella foto: il vescovo di Milano Giovanni Battista Montini (poi Papa Paolo VI) con il direttore dell’Ispi Gerolamo Bassani Le origini Qui sopra, il logo per l’ottantesimo dell’Ispi. Nella foto a sinistra, lo stato maggiore dell’Ispi nella prima fase di vita dell’istituto. Il secondo da destra è Alberto Pirelli (18821971), che fu presidente dell’Ispi dal 1935 al 1965 centri studi anglossassoni. Una missione alla quale l’Ispi, pur tra varie vicissitudini, è rimasto fedele nel tempo, sommando importanti iniziative di formazione all’attività di studio e ricerca. Non a caso si è piazzato lo scorso anno al primo posto nel mondo tra i think tank di medie dimensioni, nella prestigiosa classifica stilata dalla University of Pennsylvania. Agli inizi tuttavia l’Ispi stentò a decollare. Gaslini riuscì a farsi ricevere da Mussolini, ma non ottenne granché. Però il progetto convinse Pirelli, che all’inizio del 1935 si mise all’opera per dare solide basi all’istituto, di cui nello stesso anno assunse la presidenza. Tappa fondamentale del suo impegno fu l’incontro con il Duce del 27 febbraio 1935, in cui l’industriale lombardo mise a frutto le sue notevoli doti diplomatiche. Occorre che l’Ispi, scriveva Pirelli in un appunto preparatorio datato 23 febbraio, «mantenga un carattere interamente indipendente dalle sfere ufficiali, ma di fatto ne segua strettamente le direttive». Un programma senza dubbio contraddittorio, ma in piena sintonia con l’atteggiamento di Mussolini, che voleva conservare ben saldo il controllo su ogni iniziativa che avesse risvolti politici, ma al tempo stesso gradiva fornire all’estero un’immagine di statista tollerante, sensibile alle esigenze degli studi e del sapere. Fu così che Pirelli ottenne cospicui fondi pubblici e, successo forse ancora più importante, evitò che a Roma, sotto l’ala protettrice del governo, sorgesse una qualche istituzione analoga all’Ispi e destinata a fargli concorrenza. Anche sul versante privato gli appoggi non mancarono: nel consiglio di amministrazione dell’istituto entrarono nomi illustri, quali il banchiere Raffaele Mattioli, l’imprenditore Gino Olivetti, il presidente di Confindustria Giuseppe Volpi di Misurata. Come ha osservato Brunello Vigezzi, nei primi anni l’Ispi crebbe parec- chio, riuscendo a ritagliarsi un discreto margine di autonomia in tutti campi (e non erano pochi) nei quali Mussolini preferiva mantenere una posizione ambigua e quindi notevoli spazi di manovra erano concessi a chi sapesse districarsi tra le diverse anime del regime. Alle pubblicazioni dell’istituto collaborarono anche autori lontani dal fascismo, come Federico Chabod, Adolfo Omodeo, Ugo La Malfa e alcuni studiosi ebrei continuarono a farlo, sotto pseudonimo, nonostante le leggi razziali. La guerra ovviamente peggiorò la situazione, come nota Nicola Tranfaglia nel libro Vita di Alberto Pirelli (Einaudi), anche se nel 1941 venne deciso il trasferimento dell’Ispi nella magnifica e prestigiosa sede di Palazzo Clerici, dove tuttora si trova. A parte l’in- Durante la guerra Scoppiò un caso quando venne pubblicato un discorso del dittatore greco Metaxas che attaccava Mussolini I successi di oggi Il primo posto tra i think tank di medie dimensioni nella classifica annuale stilata da University of Pennsylvania © RIPRODUZIONE RISERVATA Arte e diritti Un saggio di Vittorio Storaro (per Skira) rende omaggio a 150 maestri e ai «loro» film Fotografia al cinema: i grandi direttori della luce di PAOLO MEREGHETTI S e il cinema è luce, perché chi «crea» la luce non può essere considerato co-autore dell’opera cinematografica? La domanda ce la pone Vittorio Storaro, uno dei cinematographer più conosciuti del mondo, tre Oscar, due lauree honoris causa, decine di riconoscimenti, e, per usare le sue parole, «l’aspirazione al riconoscimento sul “diritto d’autore” per la cinematografia». Perché la legislazione italiana protegge chi dirige un film, chi lo scrive, chi compone la musica ma non chi lo illumina. E per sostenere quell’aspirazione, ha pubblicato, con Bob Fisher e Lorenzo Codelli, un elegantissimo volume bilingue da Skira, appunto L’arte della cinematografia (pagine 352, 80), che rende omaggio a 150 «autori della fotografia», dalle origini del cinema ai giorni nostri. «Non una storia esaustiva della fotografia cinematografica — precisa — ma una carrellata tra chi ha saputo emozionarmi durante la mia vita di spettatore e di autore» e in cui ha coinvolto anche Luciano Tovoli. Centocinquanta nomi legati a centocinquanta film (anche se qualche volta gli occhi dietro la fotografia sono più di due) divisi per decenni (ma con un unico capitolo per tutto il muto), da Segundo De Chomóne con Cabiria (1914) fino ad Anna Foerster con Anonymous (2011), ognuno accompagnato da un bel ritratto critico-storico di Fischer o Codelli e da una composizione fotografica dove Stora- Figure di spicco Da Segundo De Chomóne con «Cabiria» del 1914 fino ad Anna Foerster con «Anonymous» del 2011 ro incrocia le immagini del film prescelto per restituire anche sulla pagina il dinamismo del cinema. Con allegato un dvd, realizzato da Daniele Nannuzzi, che ripropone lo stesso viaggio per immagini. I principali destinatari dell’operazione sono gli occhi del lettore, che vengono trascinati dentro le «dissolvenze» storariane e la marea di aneddoti e informazioni che ogni profilo contiene. Ma quest’opera pone al cinefilo più di uno stimolo per riflettere sulla creazione artistica e il concetto di autorialità. Esemplare a questo riguardo la «voce» Walt Disney e Biancaneve, che non soltanto rivendica al «produttore» Disney un ruolo creativo che nemmeno i titoli del suo film gli attribuiscono, ma ricostruisce nei particolari il lungo cammino tecnico svolto, per spiegare che anche in un disegno animato il ruolo della luce e delle ombre (come si ottennero nel 1937 quegli effetti così realistici?) sia fondamentale per il successo cidente Metaxas, la censura si fece più rigida: per esempio all’Ispi venne impedito di pubblicare una Storia moderna dell’India in cui l’autore Luigi Suali lodava il regime coloniale britannico. E poi nel 1943 ci fu la rottura tra Pirelli e il segretario Gaslini, che abbandonò l’istituto. Il momento più difficile venne con l’occupazione tedesca, quando la Rsi cercò di assorbire l’Ispi in ambito governativo e di trasformare le sue pubblicazioni in strumenti di propaganda, mentre Pirelli puntava a congelarne le attività, sospendendo anche l’uscita di «Relazioni Internazionali». Dopo la Liberazione il presidente dell’Ispi fu sottoposto a un processo di epurazione per i suoi legami con il fascismo, mentre l’istituto veniva commissariato. Ma ancora una volta le doti diplomatiche di Pirelli, alla lunga, ebbero la meglio: nel 1949, affiancato da Bassani come direttore, tornò alla guida del centro studi di Palazzo Clerici, che lasciò soltanto per ragioni di età (era nato nel 1882) nel 1965, sei anni prima di morire. @A_Carioti finale. Altre voci, poi, ricordano allo spettatore «distratto» il ruolo di un autore della fotografia nella realizzazione di capolavori: chi si ricorda il nome del cinematographer di Via col vento, di Suspiria, di Elephant Man, di Amadeus? Oppure sa riconoscerne l’operato quando il regista è così celebre da oscurare i nomi dei collaboratori? Come nel caso di Chaplin e Roland Totheroh (per Luci della città) o Dreyer e Karl Andersson (per Dies irae) o De Sica e Carlo Montuori (per Ladri di biciclette). O, in tempi più recenti, Zhang Yimou e Zhao Fei per Lanterne rosse, James Cameron e Russell P. Carpenter per Titanic o Christopher Nolan e Walter Pfister per Inception. Alla fine di questo lungo viaggio, non puoi che convincerti che solo una legge antiquata non sa riconoscere il ruolo centrale di chi ha saputo «illuminare le emozioni» del cinema. © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 italia: 51575551575557 Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014 Città Il progetto, con il pensiero che lo genera, è il luogo della ricerca di una disciplina che va ridefinita Elzeviro Il romanzo (politico) di Umberto Silva L’AMORE AL TEMPO DI BOTTEGHE OSCURE di RAFFAELE LA CAPRIA U no spiritello sulfureo e irriverente, appare e scompare nella uniforme nuvolaglia della narrativa italiana di questi anni in cui tutti scrivono un libro autobiografico come se sapessero che potrebbero morire senza che nessuno abbia preso nota della loro esistenza. Lo spiritello appartiene a Umberto Silva, scrittore irregolare e pour cause. Lui è diverso da tutti questi, con lui la musica cambia, diventa estrosa lieve e dissonante. Silva i suoi libri li pensa li scrive e se li pubblica da sé, nella piccola casa editrice Il sofà magico. I grandi editori, la radio, la televisione, i giornali, ormai promuovono ed accettano soltanto chi è già promosso dal successoci: si è mai visto a Che tempo che fa o Le invasioni barbariche, a Otto e mezzo o in una qualsiasi trasmissione soi-disant culturale della tv, promuovere qualcuno che non è già una celebrità? ❜❜ Storia e vita viste con umorismo, frivolezza e qualcosa di sulfureo I libri di Umberto Silva e il loro autore, per esempio andrebbero promossi, sono libri esili, quasi tutti meno di cento pagine, si leggono velocemente e senza fatica, ma ci vuole un orecchio capace di captare l’onda di una scrittura terribilmente ironica e sapiente, consapevole di attraversare un mondo che la guarda con sospetto a causa dell’apparente frivolezza. L’ultimo di questi libricini si intitola L’amore al tempo delle Botteghe Oscure, e proprio nel palazzone del Partito comunista lo scrittore attraversandone la pesantezza con la sua frivolezza, mette l’una di fronte all’altra, facendo risaltare meglio e di più quanto noiosa è diventata oggi quella pesanteur. È una pesantezza che oggi, tutti sentiamo di più e tutti sopportiamo la pesantezza che appesta l’aria che si chiama politica italiana, fatta di chiacchiere e pettegolezzi, di sottili distinguo, dove non si capisce niente di quello che avviene tra partiti, leggi, decreti, tasse, il bene e il male, e dove non si sa mai come stanno le cose . Che c’entra tutto questo col libro di Umberto Silva? C'entra perché noi non ne Terza Pagina 33 italia: 51575551575557 Non c’è architettura senza filosofia Perché teoria e mestiere servono più dell’alta tecnologia di VITTORIO GREGOTTI possiamo più di questa pesantezza, noi vorremmo sentire ogni tanto una musica diversa, «con brio», come quella che suona Silva; vorremmo uscire da questa atmosfera ammorbante dove siamo chiusi come in uno scatolone, lo scatolone che in metafora, nel libro di Silva, è il palazzo del Partito comunista in via delle Botteghe Oscure. Lì si muovono come en passant fantasmi dai nomi familiari, Pajetta, Secchia, che Silva ha davvero conosciuto, e tra loro lo scrittore, rievocando il passato, si aggira nelle severe stanze del Palazzo disinibito e vivace come il topolino di un cartone animato. E però si pensa non so come anche alla pesantezza degli anni Trenta e per contrasto alla musica di Cabaret, a una irrisione fatta in tono leggero in un ambiente poco adatto a tollerarla. Quell’aria svagata dei racconti di Silva non deve ingannare, sono un modo indiretto di far sentire che amoreggiare come fa lui in un severo palazzo comunista con una cugina che gli sussurra in un orecchio «scopami», fa sussultare tutto il palazzone dalle fondamenta, mettendone in questione la seriosità e procurando a noi un piccolo fremito di soddisfazione. Ci sono in questo libro pagine esilaranti come quelle in cui si entra davvero e ci si appropria della pazzia della madre molto amata, e si esplora il rapporto che questa pazzia ha instaurato con una briciola di pane. Sono pagine comiche e tragiche nello stesso tempo, e a loro modo «diaboliche». E ci sono dialoghi divertenti tra lui e la cugina che gli confessa di «aver preso la piega di andare con tutti ma proprio tutti. “Come con tutti?” mormorai affranto. “Ma sì, è un modo di dire”, rise lei, “non penserai che mi facessi tutti ma proprio tutti”. Beh, un po’ lo pensavo, anche se non proprio tutti, diciamo molti, moltissimi, e quel che più mi annichiliva è che me lo diceva così, senza badarci». E così, senza badarci, con molta disinvoltura Umberto Silva prende in giro la Storia (per esempio la débâcle americana alla Baia dei Porci e la ridicola esultanza dei suoi amici comunisti), la Storia, e insomma la vita in generale. Quando ho detto che in lui, nel suo umorismo, nella sua apparente frivolezza, c’è qualcosa di sulfureo avrei dovuto aggiungere anche che la sua scrittura ci comunica finalmente un senso di sollievo e di grande liberazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA Incontro Tour da scrittore per Ivano Fossati Oggi a Napoli con Enzo d’Errico Esordio di successo per il cantautore Ivano Fossati nelle inedite vesti di romanziere. Tretrecinque (pp. 424, 18,50), uscito per Einaudi Stile Libero, è già nella classifica settimanale dei venti romanzi italiani più venduti. Fossati presenta il libro oggi, alle 18, alla Feltrinelli di piazza dei Martiri, a Napoli; l’autore dialoga con Enzo d’Errico, firma del «Corriere della Sera» (ingresso libero). La storia racconta di un musicista, tra lustrini e disincanto; ma al mondo delle note rimanda anche il titolo: 335 non è qui un prefisso telefonico ma un modello di chitarra elettrica (Gibson) usata da superstar come B. B. King, John Lee Hooker a Eric Clapton. Dopo Napoli il tour da scrittore di Fossati tocca a marzo Bari (27) e Lecce (28), poi in aprile Bologna e Verona. (S.Col.). L’incontro I l filosofo Roberto Esposito ha pubblicato una giusta protesta per una normativa che vorrebbe eliminare da alcune facoltà, come Pedagogia o Scienza dell’Educazione, gli insegnamenti di filosofia teoretica. È quello che sta avvenendo purtroppo anche nelle facoltà di Architettura, una soppressione che sembra volersi accompagnare in modo simmetrico a quella della riduzione degli insegnamenti di mestiere e della proibizione agli insegnanti di praticare la professione, cioè di fare esercizi di progetto per poterla insegnare. Ma per un architetto obiettivo della propria carriera di allievo universitario è proprio la teoria e la pratica della costruzione del progetto. Tale progetto si fonda sulla conoscenza del proprio mestiere dei suoi compiti, dei suoi obiettivi, dei suoi metodi e dei suoi fondamenti. Senza confondere ricerca con ideologia della ricerca, cioè con la falsa coscienza che è offerta dallo stato di incertezza che pervade oggi la cultura dell’architettura come pratica artistica, per chi vuole diventare architetto il campo essenziale della ricerca deve essere il progetto, la cui forma è il luogo di sintesi tra teoria e prassi. La responsabilità di questa condizione non può essere scaricata direttamente sullo studente, a cui è necessario far presente lo stato delle cose nella loro complessità, ma al quale la scuola deve offrire un’ipotesi di soluzione, non importa se parziale e provvisoria, ma pur sempre fondata su un’ipotesi capace di confrontarsi criticamente con la realtà della società dei nostri anni e delle sue contraddizioni. E ciò deve avvenire per mezzo del progetto, che deve dare una risposta storicamente e metodologicamente precisa, capace di un confronto con le altre culture e in grado di acquisire alla specificità della propria disciplina le loro ricchezze utili e necessarie. Ma i recenti risultati dei concorsi di abilitazione, anche nella volgarità dei giudizi, sembrano proporre sovente il docente come una figura opposta a quella del progettista di architettura. Tutto questo tenendo conto che lo sviluppo tecnico e scientifico è, per gli obiettivi dell’architettura, un mezzo e non un fine così come lo sono gli strumenti di rappresentazione. Inoltre, che il disegno è un modo di essere della riflessione progettuale e non solo uno strumento di comunicazione e che le altre arti perseguono nella costruzione dell’opera In occasione dell’International workshop Lasue intitolato «Gardens of culture in Porta Genova. Inhabit, expose and communicate the projects for public space», oggi, in aula Ct 8 edificio 2 Campus Bovisa via Durando 10 a Milano, alle ore 15, Vittorio Gregotti terrà un incontro dal titolo: «Il disegno urbano nella periferia della città europea», con Alberto Aschieri. A sinistra: Pietro Labruzzi, ritratto di Giovan Battista Piranesi (particolare) Salone del restauro da oggi a Ferrara Si apre oggi a Ferrara Fiere la XXI edizione del Salone del Restauro (fino al 29 marzo). Focalizzerà la propria attenzione sulla ricostruzione post-sisma, in particolare con esempi dall’Emilia Romagna. Ci saranno quattro giorni di eventi, incontri, dibattiti e presentazioni di ricerche sul restauro. Nello stand del Ministero per i Beni culturali saranno presentati i progetti di restauro più innovativi e rappresentativi delle tecniche e teorie sperimentate negli ultimi anni tra cui i recenti restauri delle opere di Beato Angelico e Paolo Uccello, che potranno essere ammirate. obiettivi sovente analoghi ai nostri ma con mezzi specifici diversi; infine che la creatività è figlia della necessità complessa e profonda di dare risposte future fondate sul terreno della storia, una creatività fondata cioè sulla convinzione che per essere padri è necessaria la presa di coscienza di essere figli, con tutte le proprie diversità ed i propri ambiti storici. Questo implica da parte dei docenti la piena coscienza dell’insieme di questi problemi e del loro sviluppo a confronto con lo stato politico e sociale e con le condizioni in trasformazione del proprio lavoro, della complessità e della responsabilità collettiva dei compiti. Confronto critico che è fondamento di ogni ricerca, a cui è necessario consegnare risposta con tutti i suoi interrogativi ai propri studenti, compresi quelli che attengono al proprio mestiere, ai suoi strumenti e alla pratica del disegno come indispensabile strumento di indagine progettuale. Strategie Lo sviluppo tecnico e scientifico è, per gli obiettivi dell’architettura, un mezzo e non un fine così come gli strumenti di rappresentazione © RIPRODUZIONE RISERVATA Fiera Maschi e femmine a ruoli invertiti nella letteratura per l’infanzia Piccoli oltre le differenze di genere dal nostro inviato CRISTINA TAGLIETTI BOLOGNA — Per la prima volta in 51 edizioni non c’è Roberto Denti. Ma la Fiera del libro per ragazzi ieri ha voluto ricordarlo con una tavola rotonda e una targa consegnata a Gianna Vitali, per quarant’anni compagna di vita e di lavoro dello scrittore, fondatore della Libreria per ragazzi di Milano, esperto raffinato ma senza spocchia della letteratura infantile, scomparso lo scorso maggio. Ieri è stata anche la giornata dei premi. Corraini ha vinto, per l’Europa, il Bop (Bologna Prize for the Best Children’s of the year) riservato agli editori che, in ciascun continente, si sono distinti per il carattere creativo e le qualità delle scelte editoriali dell’ultimo anno, mentre il più ricco dei riconoscimenti (circa 500 mila euro), l’Astrid Lindgren Memorial Award, è andato alla scrittrice svedese Barbro Lindgren, classe 1937, definita dalla giuria «un’autentica innovatrice», poliedrica autrice di albi, poesie, opere teatrali, narrativa surreale (in Italia Babalibri ha pubblicato due suoi lavori). Innovazione e sperimentazione sono parole che in Fiera si sentono spesso. E c’è qualcuno che ha il coraggio di sovvertire i ruoli. Principesse che liberano il promesso sposo sconfiggendo il drago, maschietti che amano lavorare a maglia, nonne che guidano i trattori, una Raperonzolo che si fa salvare non dal principe ma dai libri: non è questione di quote rosa, ma di abbattere i pregiudizi di genere, per dire che tutti possono fare qualunque cosa. Come fa notare Carla Poesio, esperta di letteratura per ragazzi e consulente della Fiera, «la parità tra maschi e femmine è tema già trattato dalla letteratura giovanile nel corso del tempo, basti pensare che uno dei migliori libri italiani, Extraterrestre alla pari, fu scritto da Bianca Pitzorno nel 1971», ma la novità è che sempre più spesso il tema Tutto ciò deve essere messo a confronto con le condizioni della scuola italiana e, più in generale, con la presa di coscienza del fatto che dopo i grandi rinnovamenti del XVIII e XX secolo le facoltà di architettura nell’articolazione del proprio mestiere, dalla pianificazione al disegno degli oggetti, dall’ingegneria ai compiti istituzionali, non hanno per ora trovato nuove proposte organiche convincenti, che vanno cercate. Inoltre, tutto questo è stato travolto sia dall’articolazione del proprio mestiere sempre più complicata e laterale rispetto ai processi di produzione edilizia con un compito sempre più connesso all’immagine di mercato del progetto. Infine, nel caso italiano, da un decadimento delle scuole superiori preparatorie, dall’assurdo numero delle sedi universitarie di architettura, a cui è stato impossibile fornire un corpo docente preparato, che hanno prodotto un numero di architetti inutilmente macroscopico, emigrante ma scarsamente connesso con un internazionalismo critico capace di proporre alternative a contrasto con l’attitudine di un’architettura di rispecchiamento stilistico del dominante stato delle cose. Niente teoria e niente mestiere, ma allora come si costruisce la pratica artistica dell’architettura? si trova anche in libri rivolti ai piccolissimi della fascia dai tre a sei anni. Così, se da un lato un certo marketing editoriale accentua la differenza di genere offrendo libri per bambine dalle copertine rosa e glitterate, ci sono piccoli editori come Giralangolo o Lo Stampatello che propongono storie semplici e divertenti, non di genere didattico, dove si cerca di sovvertire un immaginario diffuso e di veicolare un’intercambiabilità dei ruoli. Sottosopra è il titolo della collana lanciata in Fiera da Giralangono e diretta da Irene Biemmi, ricercatrice alla facoltà di Scienze della formazione di Firenze. «Fino a poco tempo fa non si parlava di differenze di genere, ma di differenze sessuali — dice — alludendo a distinzioni naturali, mente una prospettiva di genere significa assumere una posizione culturale. C’è un processo di addestramento all’identità maschile o femminile e assecondare questi La svedese Barbro modelli spesso è tutt’altro che indolore». Lindgren (1937) La caratteristica di questi libri è di non avere un punto di vista femminista, di non essere «dalla parte delle bambine», ma di porsi dalla parte di entrambi. Piccolo Uovo. Maschio o femmina? di Francesca Pardi e Altan edito da Lo Stampatello ricorda che, qualunque sarà il suo sesso, al mondo non ci sono attività precluse ai maschi o alle femmine, mentre Tito Lupotti, delizioso lupo-bambino, protagonista dell’albo di MarieOdile Judes e Martine Bourre (Giralangolo) coltiva la legittima aspirazione a fare il fioraio e i tentativi del padre di farlo diventare cacciatore sortiranno l’effetto opposto. © RIPRODUZIONE RISERVATA 34 Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Corriere della Sera SMS Idee&opinioni Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile L’UNIONE E GLI EGOISMI NAZIONALI ✒ Se il conflitto fra le religioni può essere devastante e va prevenuto con la conoscenza reciproca, riaprire le grandi cicatrici interne ai singoli universi religiosi non è meno pericoloso. Quando esse vengono di nuovo squarciate iniziano decenni di instabilità e di sangue. Il conflitto caparbiamente riaperto dalle guerre del Golfo (fra sunniti e sciiti, fra alawiti e wahabiti) è lì a insegnarcelo con tutti i suoi tragici riflessi, dall’Iraq all’Iran, dall’Arabia alla Siria. La voce della Chiesa che allora si levò inascoltata appare ora una profezia. Una cicatrice interna al cristianesimo viene oggi messa in una tensione non meno pericolosa sul confine occidentale della Russia: è la cicatrice che separa latini e slavi, uniati e ortodossi, sotto la cui crosta corre ancora il veleno antisemita, altrove più mimetizzato. Gli Stati Uniti, coinvolti in questo teatro dall’insipienza europea, non temono di esacerbare quel conflitto. Essi pensano il mondo come una madre patria che (con le sole eccezioni di Pearl Harbor e dell’11 Settembre) vive al sicuro mentre la sfera di influenza della superpotenza finisce su confini netti, al di là dei quali sta il nemico. È la logica delle linee tirate su un parallelo o in mezzo a una città come Berlino: linee che quando diventano strategia portano a pensare alla Nato come a un’entità che «deve» arrivare al filo di ciò che le è estraneo. L’Europa ha imparato proprio dalle guerre di religione da cui fuggirono i Padri pellegrini, il valore delle terre di coabitazione. Quegli spazi che distanziano i confini e permettono di pensare i passaggi, talora di costruire ponti: come l’Ucraina che per questo motivo l’Europa di Prodi non voleva nella Nato. L’americana e quella europea sono due visioni difficilmente conciliabili: fra le quali il papato non è neutrale. La sua visione è quella «europea»: anche oggi con un Papa argentino e un segretario di Stato cresciuto alla scuola di Casaroli. Com’è stata contraria all’intervento in Siria a ottobre, così la Chiesa cattolica è contraria alla strategia della tensione generata oggi in Ucraina. Non per un interesse, ma per una sapienza della pace di cui tutti dovrebbero tener conto, anche Obama. «Per favore» direbbe il Papa. Alberto Melloni © RIPRODUZIONE RISERVATA MEDICINA, LA SCORCIATOIA DI TIRANA ORA HA LA CERTIFICAZIONE DEL TAR ✒ Come sanno i 69 mila studenti che l’8 aprile si «sfideranno» per gli 8 mila posti di matricola nelle facoltà di Medicina, si tratta di un percorso a numero chiuso. Ma, anche no. Perché il test di ammissione si può aggirare. Alcuni studenti già si erano ingegnati ma ora c’è la certificazione del Tar del Lazio che in una sentenza di poche settimane fa stila una serie di indicazioni che implicitamente riaprono il numero chiuso. Come? Basta iscriversi all’Università di Nostra Signora del Buon Consiglio di Tirana, pagare una sostanziosa retta, sostenere con profitto gli esami in italiano del primo anno e richiedere l’ammissione a una delle università — da Milano, a Roma, Bologna e Bari — che dieci anni fa si erano impegnate a far sorgere un ateneo che nelle intenzioni originarie doveva aiutare a «europeizzare» l’Albania dopo i drammi dei Balcani negli anni 90 e che ora diventa una porta girevole per diventare medici quando il test di ammissione si è rivelato un muro invalicabile. I giudici del Tar hanno dato ragione a una studentessa che, dopo aver frequentato tre anni nella facoltà di Tirana, chiedeva di essere ammessa al quarto anno a Tor Vergata. L’ateneo aveva detto di no. Il Tar ammette che è ragionevole che a Tor Vergata vogliano «evitare da parte di alcuni studenti veri e propri aggiramenti dell’obbligo preselettivo mediante l’iscrizione al primo anno e al superamento di pochi e più semplici esami in altre università straniere». Tuttavia, poiché «il piano di studi», la lingua e i professori sono coincidenti con quelli di Tor Vergata, la studentessa e chi fa come lei hanno diritto di tornare nell’ateneo che non li aveva accolti. Ora naturalmente dovrà decidere il Consiglio di Stato se le aperture del Tar ai «bocciati» del numero chiuso sono da confermare. Il Tribunale amministrativo del Lazio ha messo un solo limite agli studenti, che studino con profitto. E alla studentessa di Tor Vergata fa impliciti complimenti visto che nella sentenza i giudici apprezzano il suo «profitto brillantissimo» in Albania. Gianna Fregonara Il terreno migliore per crescere resta la casa comune europea di RICARDO FRANCO LEVI H a ragione Matteo Renzi nel criticare come «anacronistiche» le regole dell’euro, a partire da quella del 3 per cento per il rapporto tra deficit e reddito nazionale. E ha ragione Danilo Taino nello scrivere sul Corriere del 22 marzo che «in Europa potrebbe fiorire una sorprendente primavera». Ma se si riusciranno a scrivere regole nuove, adatte alla stagione che stiamo vivendo e non a quella che ci stiamo lasciando alle spalle, se davvero fiorirà una bella primavera europea, tutto questo avverrà per merito e sulla spinta più del Parlamento europeo e della Commissione che dei governi. Attenzione, quindi, a non sbagliarsi nella scelta di avversari ed alleati. L’incontro di Berlino tra il nostro Presidente del Consiglio e la Cancelliera Merkel ha chiarito che oggi non esiste alcuna disponibilità a modificare le regole in vigore e che, nel campo delimitato da queste regole, gli spazi di manovra sono limitatissimi. Non poteva che essere così. Perduto lo slancio unitario degli anni della costruzione dell’euro e dell’allargamento, mossi da una crescente sfiducia gli uni nei confronti degli altri, gli Stati europei hanno dettato regole sempre più dettagliate e stringenti per la gestione dell’euro, riducendo quasi a zero i margini di flessibilità dell’istituzione deputata al controllo, la Commissione europea. Il risultato è che oggi non è più nemmeno il 3 per cento a valere per stabilire chi abbia i conti in ordine e chi no, ma sono una serie successiva di parametri cesellati sino al millimetro: parametri voluti, dettati, concordati e firmati direttamente dagli e tra gli Stati membri, tra i quali, non c’è neppure bisogno di dirlo, anche l’Italia. Il Fiscal Compact, la summa di queste minuziose regole, non è un trattato dell’Unione europea ma un trattato tra governi nazionali. Il problema di fondo è chiaro: se si vuole un governo intelligente della zona euro, capace di modulare con flessibilità la propria gestione al mutare delle circostanze, bisogna accettare che al centro ci sia un’autorità in grado di decidere; se questa autorità non la si vuole riconoscere, se a un pilota padrone dei comandi si preferisce un pilota automatico, allora la strada finisce inevitabilmente per portare alla situazione attuale, a quelle regole che Matteo Renzi ha chiamato «anacronistiche» e che, già molti anni orsono, Romano Prodi aveva definito «stupide». In questa situazione, cosa si può aspettare il governo italiano? Nell’immediato, un cammino tra paletti strettissimi. Se lo si vuole CONC LA POLITICA SBAGLIA A RIAPRIRE LE FERITE INTERNE AL CRISTIANESIMO tradurre nei numeri del rapporto tra deficit e prodotto interno lordo, oggi fermo al 2,6 per cento, il di più che l’Italia potrebbe permettersi (e sempre che questa sia la ricetta giusta per sostenere lo sviluppo) non va oltre lo 0,1-0,2 per cento. Poco più di niente. E allora? Scegliere unilateralmente la linea della spesa in disavanzo, sfondando il tetto del 3 per cento, porterebbe a ricadere nel girone dei Paesi devianti dal quale siamo appena usciti e a sfidare i mercati finanziari con rischi non calcolabili. La strada maestra è quella di restituire flessibilità e intelligenza al sistema in modo unitario e concordato. Al posto di regole talmente minuziose e rigide da imporre un’applicazione automatica ed inflessibile, servono impegni forti, responsabilmente assunti nei confronti di un’autorità che abbia il potere di gestirli con intelligenza e, dunque, di farli rispettare. Lo strumento che si presta alla bisogna è quello delle intese tra Commissione e singoli Stati membri, i cosiddetti «accordi contrattuali» che l’Unione dovrebbe finalmente trovare la forza di varare, facendo di questi, e non degli accordi intergovernativi come il Fiscal Compact, la fonte degli obiettivi e degli impegni. La prima, fondamentale tappa in questa direzione potrebbe essere quella del Consiglio europeo del prossimo ottobre, quando i capi di Stato e di governo dell’Unione si troveranno riuniti sotto presidenza italiana. Spetterebbe, poi, alla nuova Commissione che nascerà dopo le elezioni europee avanzare le necessarie proposte di legge. Nel sistema che regge l’Unione Europea, l’iniziativa legislativa, cioè il potere di proporre le leggi, spetta, infatti, alla Commissione, quale istituzione rappresentante dell’interesse comune. Ma commetterebbe un grave errore chi, per arrivare alla meta, puntasse a nuove e più avanzate intese tra i governi. Far questo vorrebbe dire scegliere un terreno di gioco nel quale la cancelliera tedesca è imbattibile. La partita si deve giocare col metodo: no, non quello della Nazionale italiana degli anni Trenta di Vittorio Pozzo, ma quello comunitario, cioè con le procedure, le garanzie e la partecipazione di tutte le istituzioni dell’Unione europea. In questo schema di gioco gli alleati naturali sono il Parlamento europeo (dove risuona una voce tedesca convintamente e autorevolmente europeista) e la Commissione. Sono stati i parlamentari che con la loro pressione hanno migliorato, e non di poco, il timido disegno dell’Unione bancaria elaborato dai governi. Ed è in un documento scritto con la forza della propria competenza e del proprio prestigio professionale dai tecnici della Commissione, e non in uno dei vaghi comunicati finali del Consiglio europeo, che è stato ufficializzato, lo scorso 5 marzo, lo «squilibrio» dell’economia tedesca. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA VERTICI DELL’ALLEANZA LA RAGNATELA DEI MANDARINI DIRIGENTI PUBBLICI NEL GIOCO DELLE SEDIE Il capo Nato e la debole partita italiana di FRANCO VENTURINI SEGUE DALLA PRIMA Il modello italiano di selezione della dirigenza (il 92 per cento dei dirigenti è selezionato dall’interno, con concorsi pubblici e rapporti di lavoro a tempo indeterminato, e dunque soggetti a limitata mobilità interna) produce inamovibilità, proprio ciò che Renzi vorrebbe correggere. Per farlo si potrebbe cominciare, come suggeriscono Bellè e Valotti in I manager pubblici che vogliamo (Ebook Rcs, collana «Idee per la crescita»), creando una sola lista di idonei a essere dirigenti (invece delle due fasce attuali) all’interno della quale le amministrazioni potrebbero trovare i candidati adatti per svolgere incarichi triennali descritti in modo esplicito. La selezione degli idonei dovrebbe avvenire accertando le competenze manageriali più che le conoscenze giuridiche. Il tutto accompagnato da una «pagella per dirigenti», cioè meccanismi di valutazione che leghino una parte della remunerazione al raggiungimento degli obiettivi prefissati, con forme di rotazione e mobilità obbligatoria tra un incarico e l’altro in funzione dei risultati ottenuti negli incarichi precedenti. Significherebbe muoversi verso il modello anglosassone, dove i dirigenti pubblici sono scelti secondo modalità analoghe a quelle del settore privato, con contratti e incarichi a tempo determinato. Il risultato è una maggiore mobilità, che rende il confine tra pubblico e privato più facilmente valicabile. Il rinnovamento profondo attuato al ministero del Tesoro negli anni Novanta fu il risultato della lungimiranza di Guido Carli, il ministro di allora, che sostituì il vertice del Dipartimento del Tesoro con dirigenti tutti assunti dall’esterno (compreso chi scrive, Giavazzi). Sostituire i capi dipartimento non garantisce leggi meglio scritte e soprattutto applicate. Ma almeno, cercandoli al di fuori della nomenklatura dei consiglieri di Stato, si ridurrebbe l’impropria coincidenza di identità fra chi scrive le norme e chi è poi chiamato a verificarne la legittimità. E forse avremmo codici e testi unici meno farraginosi, oggi miniera di cause, ricorsi e contenziosi. Insomma, se non si cambia radicalmente la cultura dei funzionari pubblici le riforme non si fanno, e se anche si fanno difficilmente verranno attuate. Lasciare la gestione dello Stato e l’attuazione delle leggi a chi per decenni ha dimostrato di non saperlo o, più probabilmente, non volerlo fare non è il modo per cambiare il Paese. Ci sono solo otto settimane per farlo. Francesco Daveri e Francesco Giavazzi © RIPRODUZIONE RISERVATA SEGUE DALLA PRIMA C’è anche da decidere chi sostituirà l’attuale Segretario generale Anders Fogh Rasmussen alla scadenza di fine settembre. L’Italia per questa poltrona aveva da tempo, forse da troppo tempo, presentato la candidatura dell’ex ministro degli Esteri Franco Frattini, ed è dunque comprensibile che nei palazzi romani non siano state bene accolte le informazioni provenienti da varie fonti secondo cui esisterebbe una convergenza di alcuni «grandi» dell’Alleanza (Stati Uniti, Germania e Gran Bretagna) sul nome dell’ex premier norvegese Jens Stoltenberg. Barack Obama, che arriva stasera a Roma e che domani oltre a vedere il Papa incontrerà Napolitano e Renzi, percepirà verosimilmente la comprensibile delusione soprattutto del Capo dello Stato, che si è a lungo battuto a sostegno della candidatura italiana. Ma due elementi non vanno dimenticati, se vogliamo distinguere il legittimo disappunto da un velleitario sentimento di offesa che potrebbe piantare radici nell’opinione pubblica: primo, Franco Frattini aveva e ha tutti i requisiti necessari per diventare la guida politica della Nato ma nessuno dei pesi massimi dell’Alleanza si è formalmente impegnato negli ultimi due anni ad appoggiarlo, e dunque non possiamo sentirci defraudati di un consenso che non avevamo ottenuto in misura sufficiente; secondo, la decisione definitiva non è stata ancora presa, lo sarà forse martedì o mercoledì della prossima settimana, ed è giusto aspettarsi che gli argomenti a favore della proposta italiana vengano fatti valere fino all’ultimo, fino a quando, cioè, la regola del consenso che vige in sede Nato farà cadere tutte le candidature meno quella vincente. Questi argomenti, senza voler sottovalutare la blindatura apparentemente già avvenuta sul nome di Stoltenberg, non mancano. Dopo uno scozzese, un olandese e un danese, è opportuno scegliere un norvegese? È vero che la vicenda ucraina ha riportato sugli scudi la sicurezza dell’Europa centro-settentrionale, ma le tensioni nel Mediterraneo non sono da meno: non sarebbe più logico, dopo tanta attesa, che il nuovo Segretario generale venisse da un Paese del sud? Non basta. Fino ad oggi il Segretario generale è sempre stato espresso da un membro dell’Unione europea, anche se l’unica regola in materia è che il prescelto non debba essere americano (gli Usa esprimono invece il comandante militare dell’Alleanza). Oltretutto un candidato proveniente dalla Ue è certamente meglio piazzato per far avanzare il dialogo non sempre facile tra Unione europea e Alleanza atlantica, dialogo più che mai necessario dopo i fatti ucraini. Ebbene, la Norvegia è membro della Nato ma non è membro della Ue. E le perplessità francesi, a quanto si crede di sapere, hanno qualcosa a che fare con la cittadinanza di Stoltenberg. E ancora. Non bisogna dimenticare che tra giugno e ottobre si svolgerà in Europa un complesso giro di poltrone che riguarderà, oltre alla Nato, l’intera Commissione europea e la sua presidenza. Non a caso che una indiscrezione non verificabile attribuisce alla Cancelliera Merkel il desiderio di mettere un socialdemocratico come Stoltenberg alla testa della Nato per tagliare l’erba sotto i piedi al socialdemocratico tedesco Schultz e alle sue ambizioni per la presidenza della Commissione. Ma altrettanto e forse più credibile è che siano stati gli americani a non volere un Segretario generale proveniente dalla Ue proprio per rimanere estranei alla battaglia delle nomine che in casa Ue si svolgerà prima di settembre. Accordi, voci, alleanze più o meno tattiche: nulla di nuovo sotto il sole. Quel che conta è mantenere fino alla fine una linea dignitosa e non eccessivamente arrendevole. E conta anche non inventare candidature, come quella dell’ex Presidente del Consiglio Enrico Letta. Eccellente scelta ma non a questo punto, come ha confermato il ministro degli esteri Mogherini smentendo che il governo abbia avanzato o discusso una tale proposta. «Non giochiamo con le persone», ha detto. Così dovrebbero fare tutti. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014 35 italia: 51575551575557 Lettere al Corriere AUTODETERMINAZIONE DEI POPOLI E INTANGIBILITÀ DELLE FRONTIERE Risponde Sergio Romano l’Ottocento, fa la sua apparizione ufficiale nei «Quattordici punti» del presidente americano Woodrow Wilson, ispira alcune delle norme del Trattato di Versailles, è alle origini del processo di decolonizzazione, risuona periodicamente nelle piazze di tutto il mondo e condiziona la politica internazionale. Ma accanto a questo principio ve n’è un altro, il rispetto delle frontiere, che è suggerito dall’esperienza e dalla prudenza. La compatibilità di questi due principi fu uno dei temi maggiormente discussi durante la Conferenza per la cooperazione e la sicurezza eu- Ha più valore l’autodeterminazione dei popoli o la salvaguardia delle frontiere? Secondo me le minoranze in una Nazione vanno rispettate, ma se costituiscono una maggioranza, bisogna dar loro la possibilità di pronunciarsi con chi vogliono stare. Le frontiere, però, vanno difese contro ogni sopruso che tenti di ribaltare la storia del Paese. Francesco Italo Russo [email protected] Caro Russo, l principio dell’autodeterminazione dei popoli risale ai moti nazionali del- I MOLOTOV-RIBBENTROP mondo del lavoro. Pochi giorni fa,però,la Ragioneria generale dello Stato ha bloccato il pensionamento di 4.000 insegnanti per mancanza di fondi. Quindi il governo, prima di lanciare proclami, farebbe meglio a verificare la copertura finanziaria. Quel patto Nella Storia Universale dell’Accademia delle Scienze dell’Urss si sostiene che l’Unione Sovietica propose accordi alle potenze occidentali per porre un freno alle mire di Hitler, ricevendone solo rifiuti. Anzi, le potenze occidentali addirittura speravano che la Germania attaccasse Stalin. Se tale assunto avesse fondamento, non furono gli Stati europei a spingere la Germania a far scoppiare la Seconda guerra mondiale con l’occupazione della Polonia? Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 ropea, conclusa con l’approvazione dell’Atto unico di Helsinki il 15 agosto 1975. I sovietici volevano che il trattato contenesse un esplicito riferimento all’intangibilità delle frontiere; gli occidentali invocavano quello dell’autodeterminazione dei popoli. Il contrasto non era astratto e giuridico, ma strettam e n te p o l i t i c o . L’ U r s s temeva che il principio dell’autodeterminazione avrebbe offerto pretesti per rimet- risparmi ottenibili, nei tempi dati. In caso contrario, rimane forte lo scetticismo e la confusione. Giovannino Gliozzi Reggio Calabria tere in discussione l’appartenenza dei territori conquistati dall’Armata Rossa durante la Seconda guerra mondale e, in particolare, i confini tedeschi e polacchi. Gli occidentali volevano lasciare una porta socchiusa per la futura riunificazione tedesca e volevano che il principio dell’autodeterminazione fosse iscritto nel Trattato. Il risultato fu un trattato in cui i due principi sono presenti, su un piano di parità, in uno stesso testo. Tutti sapevano che sarebbero stati, in ultima analisi, incompatibili, ma il desiderio di stabilizzare la Guerra fredda con un accordo prevalse su qualsiasi altra considerazione. I l p ro b l e m a r i e m e r s e drammaticamente alla superficie con l’unificazione tedesca nel 1990 e la crisi dello Stato jugoslavo nel 1991. Il riconoscimento della Slovenia e della Croazia, fortemente voluto dalla Germania, ha aperto il vaso di Pandora e reso legittimi, se non legali, i movimenti indipendentisti e secessionisti degli scorsi anni. Oggi l’Ucraina è il campo di battaglia in cui lo scontro fra due principi — autodeterminazione e intangibilità — può mettere a rischio l’esistenza del Paese. come «povere» e quindi oggetto di salvaguardia: si dimentica che gran parte dei beneficiari la percepiscono da quando erano quarantenni! Quando si taglia non sarebbe opportuno una verifica più attenta? potremmo unificare tutto nella Guardia Costiera come negli Usa? Gestire mezzi marittimi è più costoso che gestire mezzi terrestri in quanto richiede ormeggi, cantieri di manutenzione e personale abilitato a navigare. Fernando Borghini [email protected] Italo Cilimbini Cisano di Bardolino (Vr) Pierluigi Botti, Salerno Vi furono conversazioni a Mosca nell’estate del 1939 fra una delegazione anglo-francese e il governo sovietico. Ma fallirono quando i sovietici chiesero che venisse autorizzato il passaggio delle loro truppe attraverso la Polonia. Di lì a poco Molotov, ministro degli Esteri sovietico, avrebbe firmato un patto di non aggressione con Ribbentrop, ministro degli Esteri del Reich tedesco. Il caso degli insegnanti Verifiche poco attente Non passa giorno che il governo non annunci nuovi tagli agli sprechi, riordino di interi settori, chiusura di strutture inutili ecc. ecc. L’obbiettivo è recuperare più risorse possibili, da investire nel rilancio dell’economia e nella riduzione delle tasse. Di fronte a questa girandola di annunci, si rimane scettici. E confusi. Sarebbe opportuno che il governo presentasse un piano organico, elencando, settore per settore, i tagli previsti e i relativi Per fare cassa da alcuni anni si ricorre sulle pensioni, dimenticando che i pensionati non sono esentati da Irpef, ad addizionali comunali, regionali e balzelli. Trovo immorale che chi percepisce una pensione superiore ai 3.000 euro venga additato come un privilegiato da punire, dimenticando che quella pensione proviene magari da 40 anni di lavoro e contributi pesantissimi. È assurdo pure considerare le pensioni sotto i 1.500 euro Marine Le Pen (Fronte Nazionale francese): Grillo mi odia, ma i nostri programmi sono simili. Ha ragione? Il governo intende prepensionare 85 mila pubblici dipendenti per favorire l’ingresso dei giovani nel Prodotti da favorire Polizie marittime Girandola di annunci La tua opinione su sonar.corriere.it RAGIONERIA DELLO STATO TAGLIE ALLE PENSIONI Mentre le coste americane sono protette dalla sola Coast Guard che si occupa di tutto — contrabbando, clandestini controllo documenti delle navi, licenze ecc, — in Italia, oltre alla Guardia costiera anche i Carabinieri, la Polizia e la Guardia di Finanza hanno la propria flotta marittima con motoscafi e piccole navi. Un amico mio è stato fermato con la sua barca nello stesso giorno prima dalla Polizia e poi dalla Guardia di Finanza per un normale controllo. Non SUL WEB Risposte alle 19 di ieri La domanda di oggi Sì «Mosca si fermi o la Nato è pronta a reagire». Fa bene il presidente Obama ad alzare la voce? 52 No 48 Franco Delle Piane, Genova ACQUISTI IN ITALIA E STATI UNITI MISURE SULLE SPESE © RIPRODUZIONE RISERVATA I prodotti «made in Italy» e venduti in Italia spesso non lo sono. È utile quindi controllare la provenienza prima di comprarli. Ma non escluderei la merce di marca estera, ma prodotta qui. Anche queste aziende danno lavoro a persone che pagano le tasse e consumano nel nostro Paese, ed esse stesse pagano le imposte da noi sugli utili conseguiti. Ardengo Alebardi [email protected] COMPENSI DEI MANAGER Lordi o netti? A proposito dei compensi dei «big manager», noto che ben raramente viene specificato se trattasi di lordi o netti. Se vanno intesi come lordi, considerate le tasse gravanti, altro che stipendi d’oro. Forse solo d’argento… Alessandro Mariani Arese (Mi) Interventi & Repliche Geotermia: i soffioni di Larderello Ci è giunto l’eco di pareri discordi a proposito della risposta di Sergio Romano a un lettore che gli aveva chiesto informazioni sui soffioni boraciferi di Larderello e sulla energia geotermica (Corriere, 20 marzo). Il calcolo sul numero delle famiglie, i cui consumi di elettricità possono essere soddisfatti con la produzione del polo geotermico di Larderello, è molto semplice: la produzione annua della geotermia è di circa 5,3 miliardi di kWh. Il consumo medio di una famiglia italiana varia dai 2.500 ai 3.000 kWh annui (dati dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas). In virtù di questi numeri, basta una semplice divisione per poter affermare che la produzione di energia geotermica è in grado di soddisfare il fabbisogno di circa 2 milioni di famiglie. Si tratta di un dato indicativo e reale che viene utilizzato anche dalla Regione Toscana nonché da Università, enti di ricerca e dall’Unione Geotermica Italiana, come avvenuto alcuni mesi fa nel corso del convegno sul centenario dell’entrata in esercizio della prima centrale geotermica di Larderello svoltosi all’Università di Pisa. Le 32 centrali geotermiche distribuite sul territorio toscano alimentano non solo famiglie ma anche aziende, esercizi commerciali e forniture non domestiche che hanno consumi maggiori. È per questo motivo che la geotermia non copre il fabbisogno energetico di tutte le famiglie toscane. Complessivamente, sul totale dei consumi toscani di aziende e famiglie, la geotermia copre più del 26% del fabbisogno elettrico regionale, il cui totale, nel 2012, è stato pari a quasi 20 miliardi di kWh. Enel, Relazioni con i media Come ottenere i Cud dall’Inps Al lettore che si lamenta delle difficoltà per ottenere il Cud di una congiunta (Corriere, 24 marzo) per poter fare la dichiarazione dei redditi, consiglierei di richiedere all’Inps il Pin della cognata: potrà così venire in possesso del Cud comodamente a casa propria. In alternativa il lettore se lo può fare spedire telefonando al contact center dell’Inps: 803164. Molte volte le cose sono complicate per colpa nostra. Paolo Preci, Milano © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. 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Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306 DIRETTORE GENERALE DIVISIONE QUOTIDIANI Alessandro Bompieri E-mail: [email protected] oppure: www.corriere.it oppure: [email protected] Tuttifrutti di Gian Antonio Stella L’utopia della mobilità nell’impiego pubblico C i vorrebbe «una sana mobilità obbligatoria...», ha detto ieri Marianna Madia, cercando di sdrammatizzare la denuncia del commissario alla spending review Carlo Cottarelli di 85.000 esuberi nel comparto pubblico. Parole d’oro. Dice infatti il dossier Government at a Glance dell’Ocse del novembre scorso che, rispetto al totale degli occupati, l’Italia non ha affatto un numero eccessivo di dipendenti pubblici. Anzi, non solo sta sotto i soliti Paesi nordici o postcomunisti come l’Ungheria, l’Estonia o la Slovenia, ma anche la Francia, il Belgio, la Gran Bretagna e la stessa media Ocse. Solo che ce ne sono troppi in certi settori e in certe aree e troppo pochi altrove. Poterli muovere, insomma, consentirebbe di risolvere un mucchio di problemi. Il guaio è che, storicamente, è sempre stata un’impresa titanica non solo portare uno «statale» da Lampedusa a Vipiteno, e si può capire, ma anche spostare chi non lo desidera da un comune a quello confinante o addirittura da un ufficio all’altro, magari sullo stesso corridoio. Lo ricorda un’interrogazione di Pietro Ichino alla stessa Madia: «Le amministrazioni statali avrebbero urgente necessità di spostamenti ingenti di personale, nell’ambito di ciascuna provincia, dalle numerose sedi che fanno registrare evidentissime situazioni di overstaffing a quelle dove si registrano gravi carenze di organico. In primis le cancellerie dei Tribunali, dove mancano 7.000 persone; ma anche gli Ispettorati del lavoro e delle Asl, dove dotare ogni ispettore di uno Impossibile o due assistenti consentirebbe di spostare colmare gravi gap rispetto alle esigenze; e l’elenco potrebbe qualcuno continuare...». Il bello è che l’artida un ufficio colo 33 del Testo unico sul pubblico impiego prevede la mobilità a un altro d’ufficio del personale delle amministrazioni pubbliche dal lontano 2001. Solo che da allora ad oggi «questa procedura non ha mai avuto alcuna applicazione». Il governo Monti, ricorda Ichino, ci provò. Intimando alle amministrazioni di fornire entro una certa data il numero dei dipendenti in esubero. E quella data fu più volte prorogata. Macché. «A tutt’oggi nessuna amministrazione ha dichiarato alcuna eccedenza di personale». La stessa legge «stabilisce che “la mancata attivazione delle procedure di cui al presente articolo da parte del dirigente responsabile è valutabile ai fini della responsabilità disciplinare”». Per capirci: il funzionario che non ammette gli esuberi va sottoposto a sanzioni. Insomma, chiedeva maliziosamente il senatore già collaboratore del Corriere al neoministro della Funzione pubblica: «Le risulta almeno un caso in cui si sia proceduto disciplinarmente, anche nei confronti di un solo dirigente? Se la risposta è negativa, le sembra che possa dirsi “civile” un Paese in cui la legge dello Stato è così platealmente disapplicata dallo Stato stesso?». La risposta alla prima domanda era implicita: manco uno. E implicita era anche la risposta alla seconda: no, un Paese così civile non è. ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA Vincino FONDATO NEL 1876 CONDIRETTORE @ PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it PREZZI DI VENDITA ALL’ESTERO: Albania € 2,00; Argentina $ 12,50 (recargo envio al interior $ 1,00); Austria € 2,00; Belgio € 2,00; Canada CAD 3,50; CH Fr. 3,00; CH Tic. 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EDIZIONI TELETRASMESSE: Tipografia Divisione Quotidiani RCS MediaGroup S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. 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Corsera + Sette + CorBo € 0,62 + € 0,50 + € 0,78; sab. Corsera + Io Donna + CorBo € 0,62 + € 0,50 + € 0,78. A Firenze e prov. non acquistabili separati: l/m/m/g/d Corsera + CorFi € 0,62 + € 0,78; ven. Corsera + Sette + CorFi € 0,62 + € 0,50 + € 0,78; sab. Corsera + Io Donna + CorFi € 0,62 + € 0,50 + € 0,78. ISSN 1120-4982 - Certificato ADS n. 7682 del 18-12-2013 La tiratura di martedì 25 marzo è stata di 493.585 copie € 2,00; Hong Kong HK$ 45; Thailandia THB 190; Turchia TL 6,5; UK Lg. 1,80; Ungheria Huf. 600; U.S.A. USD 4,00. ABBONAMENTI: Per informazioni sugli abbonamenti nazionali e per l’estero tel. 0039-02-63.79.85.20 fax 02-62.82.81.41 (per gli Stati Uniti tel. 001-718-3610815 fax 001-718-3610815). ARRETRATI: Tel. 02-99.04.99.70. 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Romanzi, novelle e teatro” € 9,30; con “English da Zero” € 12,39; con “Biblioteca della Montagna” € 10,30 36 italia: 51575551575557 Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014 37 italia: 51575551575557 Spettacoli Il futuro sovrintendente Pereira: Scala aperta tutte le sere per Expo e biglietti low cost Una ventina di titoli d’opera, balletti e concerti: la prossima stagione della Scala, illustrata dal futuro sovrintendente Alexander Pereira, si annuncia intensa, anche perché nei sei mesi di Expo il teatro sarà aperto ogni sera per offrire spettacoli ai 20 milioni di visitatori attesi a Milano. Altra novità: serate low cost con il biglietto (venduto al botteghino) a metà prezzo. L’intervista Il compositore e pianista: sono cresciuto in un ambiente pieno di stimoli, voglio approfondire la ricerca. Ero attratto anche dalla pittura Al pianoforte Daniele Pollini, 36 anni, nella sua casa di Milano. Figlio del grande musicista, è pianista oltreché compositore e direttore d’orchestra In coppia Daniele Pollini: amavo le scienze ma ha vinto il fascino della musica «Non era facile suonare con mio padre, poi tutto è filato liscio» MILANO — «Qui è dove studio e lavoro». Una mansarda nel cuore della vecchia Milano, una finestra sui tetti, un tecnigrafo su un cavalletto. Se il padrone di casa non si chiamasse Daniele Pollini potrebbe essere l’atelier di un architetto. «In realtà, viste le dimensioni extra large della partiture di oggi, mi è molto più agevole comporre la musica su questo tavolo da disegno», spiega Daniele. «Però — aggiunge sorridendo — è vero che questa era la casa di un architetto. L’aveva disegnata mio nonno Gino, pioniere del razionalismo italiano. Ma anche un buon violinista, uno innamorato della musica». Passioni che scorrono nel sangue da una generazione all’altra. Da Gino a Maurizio, lo straordinario pianista che tutto il mondo ammira, da Maurizio a Daniele, suo figlio. Che prosegue nella tradizione di famiglia con successo, anche se muovendosi da un’ottica più ampia. Oltre alla tastiera, Daniele si dedica infatti anche alla composizione e alla direzione d’orchestra. «Tre tappe necessarie per approfondire la mia ricerca. Amo la musica nei suoi vari aspetti, anche se dovrò decidermi a restringere il campo». Scegliere non è facile. Specie se le tentazioni sono tante. «Sono cresciuto in un ambiente ricco di stimoli — ricorda —. Fin da bambino ho cono- sciuto i musicisti più famosi, artisti di ogni tipo…». Eppure la musica non è stata per lui il primo amore. «Da ragazzo andavo pazzo per le scienze naturali — confessa —. Raccoglievo fossili, portavo a casa pesciolini, gechi, serpentelli… Mi sarebbe piaciuto un boa, ma mia madre Marlisa si oppose». E suo padre? «Ah, lui non se ne sarebbe neanche accorto…». Poi è arrivata la pittura. «E anche qui c’entra il dna. Fausto Melotti era ❜❜ Il peso del nome ❜❜ La sfida con i giovani Avere alle spalle un simile genitore è stato al tempo stesso un privilegio e un onere Il compito più «rivoluzionario» è saper sviluppare nei ragazzi l’attitudine all’ascolto mio zio, il Novecento visivo mi era familiare fin da piccolo. Quei quadri li ho dipinti io, avevo 13 anni», svela indicando due tele molto colorate, di gusto astratto. Dalla musica invece continuava a sgusciare. «Mia nonna insisteva perché suonassi il piano. Iniziai a prendere qualche lezione, ma di malavoglia. Finché un giorno esplosi: basta! Non voglio avere nulla a che fare con la musica! Nessuno mi forzò più, ma da lì a poco fu io ad accostarmi alla classica. Con crescente passione». A 17 si diploma in pianoforte sotto la guida di Franco Scala, poi i corsi di perfezionamento all’Accademia di Imola. Dedicarsi a quello strumento con tale padre alle spalle non dev’esser stato facile. «Vero. Ma lui non ha mai cercato di influenzarmi. È stato un riferimento inevitabile, ma non il solo. Tra i pianisti che più apprezzo ci sono anche Richter, Benedetti Mi- Il talento nel Dna Maurizio Pollini è nato a Milano nel 1942. Si è diplomato al Conservatorio di Milano e ha vinto diciottenne (nel 1960) il Concorso Chopin a Varsavia. In quell’occasione Arthur Rubinstein, dopo aver ascoltato Pollini, disse: «Questo giovane suona meglio di tutti noi». Pianista come il padre, il figlio Daniele (insieme nella foto) è nato a Berna nel 1978 (ma è cresciuto a Milano). Ha debuttato nel 1997 al Rossini Opera Festival di Pesaro L’omaggio Nelle sale il documentario sulla figura di Hetherington Vita di Tim, reporter ucciso in Libia U na vita passata nei campi di battaglia, quella di Tim Hetherington, ucciso a 40 anni nell’aprile del 2011 da un colpo di mortaio a Misurata, in Libia, dove si trovava per un reportage sulla guerra civile. Una morte, la sua, avvenuta solo qualche settimana dopo aver partecipato alla Notte degli Oscar, dov’era stato candidato per il documentario codiretto con Sebastian Junger, Restrepo - Inferno in Afghanistan. Ora l’amico, scrittore e giornalista Sebastian Junger ripercorre la sua storia in Tim Hetherington: dalla linea del fronte, documentario nelle sale italiane dal 3 aprile (distribuito da I Wonder Pictures) dopo il debutto al Sundance Film Festival nel 2013. Nel racconta- re Hetherington, Junger unisce le sue foto e i video, dall’Africa al Medio Oriente, con interviste, conversazioni e testimonianze. Come quelle dei suoi genitori, della compagna Idil, dei colleghi con lui negli ultimi istanti, e di alcuni dei protago- Al fronte Sebastian Junger (52) e Tim Hetherington (1970-2011) nisti dei suoi reportage. Un ritratto da cui emergono l’umanità e l’empatia («Tutto quello che faccio mi coinvolge a livello emotivo») che aveva per i soggetti delle sue immagini. Ci sono, fra le altre, le sue foto dei bambini resi ciechi negli scontri in Sierra Leone e le sconvolgenti riprese in Liberia durante la Guerra Civile del 2003. «Quello che per me è importante — spiegava Hetherington — è creare un legame con persone vere, per documentarle anche nelle circostanze estreme dove non sembrano esserci soluzioni nette che ti facciano capire cosa stia succedendo. Spero che il mio lavoro riesca a mostrarlo». L. Zan. © RIPRODUZIONE RISERVATA Orario 10 - 19 chelangeli, Schnabel, Horowitz. E tra i viventi Radu Lupu e Alfred Brendel». Solo dopo anni, raggiunta la necessaria maturità interpretativa, Daniele accetta l’offerta del padre: suonare con lui nell’ambito di quel «Pollini Project» che accosta brani classici e contemporanei. Prima a Lucerna, poi a Tokyo e a Parigi, i due Pollini si esibiscono uno dopo l’altro nei due repertori. Ultima tappa, più recente, alla Scala. Dove Maurizio, 72 anni, ha eseguito i Preludi di Debussy e Daniele, anni 36, gli ultimi tre pezzi di Carnaval di Salvatore Sciarrino. Due mondi musicali così lontani da sventare assurdi confronti. «Ho avuto la sensazione di avere un coltello alla gola… Poi tutto è filato liscio. Penso sia arrivato il momento di venir giudicato per quel che sono. So bene che le aspettative su di me sono alte, avere alle spalle un tale padre è stato un privilegio ma anche un onere». La sua lezione migliore? «Affrontare la musica dentro un contesto culturale più ampio, con rigore estetico e morale. Forse un tempo si era esagerato nell’essere duri e puri, nel non tener conto della comprensione del pubblico. Oggi però si rischia l’errore contrario, di scrivere musica per piacere ad ogni costo. Con il pericolo di omologare i linguaggi e perdere la propria identità». E un tempo, parliamo sempre del post ’68, l’arte si coniugava con la politica. Suo padre ne è stato un esempio, mai ha esitato a prendere posizioni scomode. «Erano anni più vivi dal punto di vista sociale. Lui, Luigi Nono, Claudio Abbado, andavano a tenere concerti nelle fabbriche… Al Conservatorio mio padre venne fischiato perché aveva osato leggere una dichiarazione contro i bombardamenti americani su Hanoi. Apprezzo il loro impegno ma ora sono altri tempi. Oggi conta più quel che fai che quel che proclami. È l’arte il messaggio. Si possono dire cose ribelli e fare arte conformista, e viceversa. In tempi in cui Internet ha scompigliato tutto e riflettere è diventato sempre più difficile, il compito più “rivoluzionario” per un musicista sarebbe impegnarsi per sviluppare nei giovani l’attitudine all’ascolto». Giuseppina Manin © RIPRODUZIONE RISERVATA 38 italia: 51575551575557 Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014 Spettacoli 39 italia: 51575551575557 Personaggi Due volte mondiale in Superbike, debutta con il cd autobiografico «Renegade» La star americana arriva in tv Toseland, il rock da campione: canto la mia vita da adrenalina Giada, chef che disubbidì a nonno De Laurentiis L L’ex iridato di motociclismo: ora mi sento più libero L a vita vissuta dal basso della sella di una moto è troppo veloce. Una corsa continua. Il suo freno naturale era sedersi al pianoforte. «È sempre stata la mia fuga mentale, oltre che fisica. Ora che non ho più bisogno di rallentare con la moto posso spingere forte con la musica». Con un polso sbriciolato per l’abitudine a spalmarlo in curva, James Toseland, 32 anni, 15 passati piegato sull’asfalto vincendo mondiali in Superbike (2004 e 2007), è tornato al primo amore sfornando un disco da ascoltare a volumi alti come rombo di motori. «Renegade», è il suo album di debutto, suonatissimo dalle radio inglesi, appena uscito in Italia. «Un disco autobiografico: adrenalina pura, come Ac/Dc ammorbiditi da sfumature di Coldplay: portavo le mie idee in studio e Toby Jepson, il mio produttore, ha tradotto in musica la mia vita» racconta Giacomino come lo chiamavano i meccanici della Ducati, quando prima del semaforo verde si chiudeva nelle cuffie per ascoltare «One Vision» dei Queen. La musica era nel sangue di famiglia. «Mia nonna mi ha trasmesso la passione per il pianoforte quando avevo 4 anni, mi ha insegnato a suonarlo, poi mi sono laureato al conservatorio. I Queen, Bon Jovi e i Guns N’ Roses, al bivio con la classica, mi hanno fatto virare verso il rock» ricorda. Ai matrimoni di famiglia i primi show dal vivo. «Ho suonato a quello di mia mamma e a sorpresa per mio fratello» ricorda. Un altro matrimonio l’ha poi definitivamente avvicinato alla musica. Nel settembre di due anni fa Toseland ha sposato la folk singer Katie Melua. «Eravamo fidanzati Ieri e oggi James Toseland (32 anni) versione rocker. È stato campione del mondo Superbike 2004 e 2007 da poco quando mi sono infortunato. Un giorno mi disse: “Ora che fai?”. Le ho risposto: “Un disco rock”». L’album è nato durante otto mesi di esilio in un hotel in Scozia. «Quando sono tornato con il demo, Katie mi ha detto che ero sulla strada giusta». A casa i due, agli antipodi del suono, cantano insieme. Lui la aiuta a migliorare al piano, lei ricambia con la chi- tarra. «Il pezzo più suonato è quello che mi dedicò Katie suonandolo per la prima volta a un party: il giorno dopo le ho dato l’anello». Dal 2011, il polso destro l’ha costretto al ritiro e a suonare il piano con una tecnica un po’ rigida. Ma non lo frena sul palco, dove ha già imparato a muoversi da rockstar. «Non imito nessuno, mi viene naturale perché sto cantando le mie canzoni, mi sento libero. Stare in moto è più difficile: quando corri a 300 chilometri all’ora non vedi niente, sul palco la gente ti guarda negli occhi». Toseland ha l’aria rilassata di chi ha azzeccato l’inversione a U durante l’esame della patente. Ciuffo da giovane Tom Cruise, porterà in giro il disco ad aprile aprendo i concerti di reunion degli Status Quo nel Regno Unito: per un inglese il miglior battesimo possibile. Sale la scaletta dell’aereo, direzione Qatar, prima gara della stagione. Per il motociclismo è rimasto commentatore per la tv inglese. Nel circuito, prima di togliersi per sempre il casco, era per tutti «James il pianista». Grande amico di Marco Simoncelli, per cui ha scritto una canzone. Gli ex colleghi dovrebbero ricordarselo improvvisare musica nei paddock o nei locali vicini alle piste con la vecchia band. Per questo in valigia ha caricato una pila di cd del nuovo album. «Li porto a Valentino Rossi e agli altri amici, li distribuirò prima della gara». a vita per Giada De Laurentiis (nella foto) sembrava avere un corso già deciso. Se tuo nonno, Dino, è uno dei produttori cinematografici più influenti al mondo, se tua nonna è Silvana Mangano e se tutte le persone della tua famiglia hanno sempre e solo lavorato nel cinema, è facile pensare che anche il tuo destino sia quello. Il peso di un cognome importante avrebbe dovuto ancorarla dentro i confini che altri avevano tracciato per lei. Non è andata così: Giada De Laurentiis non lavora nel cinema ma in tv e non come produttrice ma come chef. Negli Stati Uniti questa donna minuta di 43 anni è un mito: da anni è in onda con diversi programmi di cucina (ha vinto anche un Emmy) e lifestyle, due dei quali arriveranno ora in Italia, sul nuovo canale (49 del digitale) Fine Living: «Weekend con Giada» (in onda dal lunedì al venerdì alle 20.45) e «In cucina con Giada» (dal lunedì al venerdì alle 11.05). Un impero costruito abbattendo tanti pregiudizi. Per primi quelli del nonno. «Mi sono trasferita in America a sei anni. Nella mia famiglia si faceva quello che diceva lui: è partito e siamo andati tutti con lui». Gli inizi non sono stati facili: «Il mio cognome mi faceva sentire diversa. Adesso negli Stati Uniti amano tutto quello che è italiano. Allora no». Continua: «Se fossi stata maschio la mia famiglia non mi avrebbe lasciato fare quello che ho fatto. Mio nonno considerava la passione per la cucina una stupidaggine, ma visto che ero una donna, alla fine mi ha detto: “Fallo”. Ma mio fratello, i miei cugini maschi non avrebbero potuto». E quando è arrivato il successo, «per lui è stato uno choc. Diceva: “Il nostro nome è rispettato, rischi di rovinarlo”. Dopo un po’ però ha capito”». Lei invece ha capito di aver preso la strada giusta solo sei anni fa: «All’inizio mi dicevano: sei una modella o un’attrice che hanno preso per cucinare italiano. Ci ho messo anni a dimostrare che non era vero». Ma i pregiudizi per una donna che vuole fare lo chef sono tanti: «Questo è un lavoro dominato da uomini. Sto aprendo il mio primo ristorante, a Las Vegas: non ci sono donne chef in tutta la città. Se sei bella poi, non puoi essere brava». Nei primi show le avevano chiesto di «camuffare» la sua avvenenza: «Mi dicevano di mettermi camicie larghe, senza forma. E niente di scollato. Non ho accettato. Puoi sentirti bella e cucinare bene». Una nuova sfida quale potrebbe essere ora? «Visto che adesso produco i miei show, il prossimo passo potrebbe essere farne uno in Italia». Chiara Maffioletti Stefano Landi © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA %HQHVVHUH ,O /D]LR TXDQWR DG LQQRYD]LRQH q JLj LQ SROH /H XOWLPH IURQWLHUH GHOOD WHFQRORJLD XQLWH DOOH SURIHVVLRQDOLWj SL DJJLRUQDWH IDQQR GHOOD VDQLWj UHJLRQDOH XQ ULQQRYDWR HVHPSLR GL DI¿GDELOLWj H VLFXUH]]D *UDYLGDQ]D OD QXRYD HUD GHOOD GLDJQRVL JHQHWLFD SUHLPSLDQWR ,O FKLUXUJR FKH ULFRVWUXLVFH OH PDQL 8 0 Q JUXSSR GL ULFHUFDWRUL LWDOLDQL GLUHWWL GDO JLQHFRORJR )LOLSSR 0DULD 8EDOGL VSHFLDOLVWD LQ 0H GLFLQD GHOOD 5LSURGX]LRQH H 'LUHW WRUH FOLQLFR GHO &HQWUR *(1(5$ GHOOD FOLQLFD 9DOOH *LXOLD D 5RPD KD DSSHQD SXEEOLFDWR VX +XPDQ 5HSURGXFWLRQ XQ¶LQQRYDWLYD UL FHUFD FRQGRWWD FRQ XQ WHDP GL $W ODQWD 6L WUDWWD GL XQR VWXGLR VXOOD 3URFUHD]LRQH 0HGLFDOPHQWH $VVL VWLWD H OD 'LDJQRVL *HQHWLFD 3UHLP SLDQWR LQ FXL VRQR VWDWH FRPELQD WH FRQRVFHQ]H GL PHGLFLQD GHOOD ULSURGX]LRQH JHQHWLFD HG HPEULR ORJLD SHU PHWWHUH LQ UHOD]LRQH OD YDOXWD]LRQH RVVHUYD]LRQDOH PRU IRORJLFD GHJOL HPEULRQL RWWHQXWL LQ ODERUDWRULR D 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posticipata al 7 aprile alle 21 (alle 20.45 Juve-Livorno): a Genova (foto) il 6 ultimo giorno della Fiera Primavera, si vogliono evitare problemi di viabilità. Il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, chiede di rinviare Roma-Milan del 27 aprile per la concomitanza con la canonizzazione di Papa Giovanni XXIII e Papa Giovanni Paolo II. La sfida Al Milan aria più distesa, anche se il tecnico resta in bilico e la Fiorentina fa paura. Balotelli protagonista sempre, anche nel gossip: voci di rottura con Fanny Rossoneri Sopra Mario Balotelli, 23 anni, 15 gol quest’anno, e a destra Clarence Seedorf, 37 anni, da due mesi alla guida del Milan dopo Massimiliano Allegri (Ansa, Photoviews) Si riparte da Mario ROMA — Single nella vita, coccolato in campo. Mario Balotelli pare abbia rotto nuovamente con Fanny (sparite dal profilo Twitter dell’attaccante tutte le foto della modella, già si scommette sulle prossime fidanzate), ma dopo la panchina dell’Olimpico, questa sera partirà titolare a Firenze, con Kakà dietro che cercherà di lasciarlo meno solo possibile, il rilanciato Taarabt (assente da questi schermi dalla gara di Madrid) e ancora Honda, dopo il «why?» sussurrato al momento della sostituzione domenica sera e molti «perché?» di altro genere pronunciati invece dai tifosi milanisti al suo indirizzo. Vincenzo Montella, che di attaccanti ha a disposizione il solo Alessandro Matri (desiderosissimo di mettersi in mostra dopo il flop in rossonero, darà vita al duello delle mèches con Mexès) non sarà accontentato: «Balotelli è uno di quei giocatori che possono risolvere le partite, mi auguro si riposi e non giochi». Invece si riparte proprio da Mario, spesso argomento di discussioni anche interne allo spogliatoio milanista per i presunti favoritismi dell’allenatore Clarence Seedorf. «Ho riservato a lui le attenzioni che do a tutti, in maniera trasparente — chiarisce il tecnico —. Qualcuno le chiama coccole, io la chiamo gestione di un atleta. Con lui in campo sono molto esigente perché ha il potenziale per fare quello che gli chiedo. Non ci sono diversità di approccio, poi i metodi devono cambiare perché ognuno è fatto a modo Il metodo Seedorf «Dite che lo coccolo: sbagliate, sono molto esigente con lui Ha il potenziale giusto» Sassuolo - Sampdoria LIVE Risultato Finale 1 X 2 2,70 3,25 2,60 Under 1,70 Over 2,05 Juventus - Parma LIVE Risultato Finale 1 X 2 1,35 4,75 9,00 1 X 2 4,75 3,50 1,75 ore 20.45 Under/Over 2,5 Under 2,05 Over 1,70 Catania - Napoli LIVE Risultato Finale ore 20.45 Under/Over 2,5 ore 20.45 Under/Over 2,5 Under 1,80 Over 1,90 suo». Seedorf ha molte buone parole per tutti. Anche per il commissario Adriano Galliani che continua a marcarlo a uomo (ieri ha assistito all’allenamento all’Acqua Acetosa): «Non c’è mai stata alcuna tensione tra noi, ci sono tante influenze esterne, ma la comunicazione non si è mai fermata: lavoriamo per il bene del Milan». In generale Seedorf è uomo di molte parole, come ha potuto constatare chi ieri ha contato, in mez- Fiorentina - Milan LIVE Risultato Finale 1 X 2 2,15 3,40 3,25 Under 1,80 Over 1,90 Atalanta - Livorno LIVE Risultato Finale 1 X 2 1,75 3,40 5,00 1 X 2 2,85 3,10 2,55 ore 20.45 Under/Over 2,5 Under 1,73 Over 2,00 Genoa - Lazio LIVE Risultato Finale ore 20.45 Under/Over 2,5 ore 20.45 Under/Over 2,5 Under 1,63 Over 2,15 Cagliari - Verona LIVE Risultato Finale 1 X 2 2,05 3,30 3,65 ore 20.45 Under/Over 2,5 Under 1,68 Over 2,07 Chievo - Bologna LIVE Risultato Finale 1 X 2 2,15 2,90 4,00 1 X 2 Consulta le probabilità di vincita dei giochi con vincita in denaro su www.aams.gov.it, www.snai.it o presso il tuo Punto SNAI E’ vietato il gioco ai minori di anni 18 Il gioco può causare dipendenza patologica 1,70 3,60 5,00 ore 20.45 Under/Over 2,5 Inter - Udinese LIVE Risultato Finale Le quote sono soggette a variazioni. Aggiornamenti nei Punti SNAI o sul sito www.snai.it SNAI S.p.A. concessione n° 4028 - 4311 - 4801 - 4501 - 15215a z’ora di partitella, una ventina di stop per lunghe spiegazioni ai giocatori. Il tecnico rossonero sembra un po’ meno teso della vigilia con la Lazio. Al di là della sua «filosofia» (mai parola fu più abusata) che gli consente «di vivere lo stress con grande equilibrio», ma che a volte lo porta a scomodare paragoni un po’ improvvidi («Ho visto un filmato di una persona senza braccia e gambe, stava bene con Under 1,50 Over 2,40 domani, ore 20.45 Under/Over 2,5 Under 1,80 Over 1,90 L’avversario Matri, mister 11 milioni che sogna un gol da ex per restare a Firenze Un mese per sciogliere i nodi sul proprio futuro. Alessandro Matri, l’attaccante che — bollato Mister 11 milioni divenne uno dei capi d’accusa di Barbara Berlusconi sul mercato svolto l’estate scorsa da Adriano Galliani — ha davanti a sé trenta giorni per provare a convincere Della Valle a trattenerlo a Firenze. In questo lasso di tempo Vincenzo Montella dovrà infatti fare a meno sia di Giuseppe Rossi sia di Mario Gomez (alle prese con un trauma distorsivo al ginocchio sinistro con lesione di primo grado del legamento collaterale mediale): così a partire da stasera, proprio contro gli ex compagni, Matri, il cui arrivo a Milanello era stato caldeggiato da Allegri come premio per aver superato i preliminari di Champions, cercherà di rendere più lunga la sua permanenza sul Lungarno. Finora ha segnato 4 gol (tre in campionato e uno in Europa League all’Esbjerg), sbagliandone molti di più. A Firenze è sbarcato a gennaio con la formula del prestito secco, dovendo già i viola contribuire all’ingaggio da 2,7 milioni di euro netti annui. A nove gare dal termine della stagione, l’argomento riguardante un eventuale riscatto della punta da parte dei toscani finora Ex Matri, 29 anni (Ansa) non è stato toccato: lo stipendio e il costo del cartellino giocano in teoria contro la permanenza a Firenze dell’attaccante ventinovenne (aggiunto alla rosa viola dopo l’infortunio di Pepito Rossi). In questo momento appare più verosimile un suo ritorno al Milan. Che poi sia per restarci o per essere girato a una nuova squadra nel mercato estivo lo scopriremo solo vivendo. Intanto stasera cercherà di far sprofondare nella crisi Seedorf e i suoi fratelli: per mettere un dubbio in più nella testa dei Della Valle (ma anche di Galliani). Monica Colombo © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014 Sport 41 italia: 51575551575557 Pianigiani incontra Belinelli Messi avrà l’aumento record Coppa Davis, Fognini leader Prima tappa della missione negli Usa di Simone Pianigiani, c.t. dell’Italia del basket: ieri a San Antonio il tecnico azzurro ha incontrato Marco Belinelli, guardia degli Spurs. «Essere accolto con questa disponibilità da coach Popovich, che mi ha aperto le porte delle loro strutture di allenamento e non solo, è l’ennesima testimonianza della loro perfetta organizzazione». «Messi sarà il calciatore più pagato al mondo. Non vogliamo vendere Leo, rimarrà qui finché vuole». Il presidente del Barcellona Bartomeu risponde così alle richieste di prolungamento fino al 2020 e aumento (cinque anni a cinquanta milioni lordi a stagione) dell’argentino. E svela il piano del rinnovamento e ampliamento del Camp Nou, per 600 milioni. Diramate dal c.t. Barazzutti le convocazioni per Italia-Gran Bretagna, quarto di finale di Coppa Davis in programma a Napoli dal 4 al 6 aprile. Sarà il leader, Fabio Fognini (che nella notte ha sfidato Rafa Nadal negli ottavi di Key Biscayne: avanti Djokovic e Sharapova), a guidare Seppi, Bolelli e Lorenzi contro Andy Murray e compagni per un posto in semifinale. Anticipo Vittoria fondamentale per il 2° posto, il pari provvisorio un capolavoro di Immobile Roma, quanta paura con il Toro Il gol di Florenzi fa passare tutto Le missioni di Pallotta: stadio nuovo e contratto di Pjanic le sue difficoltà che aveva trasformato in opportunità, questo spirito cerco di passare ai ragazzi»), molto dipende dal clima attorno a lui. Che a sua volta dipende da prosaici risultati. Contro la Lazio Seedorf sapeva che non poteva permettersi di perdere. Non a caso, sottolinea che «non ci sono state tante occasioni perché non volevamo rischiare più di tanto». Conquistato un non entusiasmante pareggio, la tensione si è un po’ allentata, anche se con la Fiorentina non saranno accettati nuovi crolli. È vero che le assenze sono pesanti (De Sciglio, Abate, Montolivo infortunati, Poli squalificato), ma anche Montella può lamentarsi (a parte Rossi e Gomez, sono out Pizarro, Vargas, Anderson e Rebic). La Fiorentina (reduce da due Serie A Ieri Roma-Torino Oggi, ore 20.45 Atalanta-Livorno Cagliari-Verona Catania-Napoli Chievo-Bologna Fiorentina-Milan Genoa-Lazio Juventus-Parma Sassuolo-Sampdoria Domani, ore 20.45 Inter-Udinese Partite in tempo reale e tutti i gol e le immagini della giornata su ROMA — Al 90’ il Torino si era già impadronito del titolo di «bestia nera della Roma stagione 2013-2014» e, semmai, Ventura poteva smoccolare per le occasioni sprecate nel secondo tempo, che gli avevano impedito di essere l’unica squadra ad aver battuto i giallorossi all’Olimpico. Un minuto dopo, ecco l’esplosione di gioia di Garcia: palla recuperata da Maicon, il più testardo nel rifiutare il passo falso casalingo; secondo assist di giornata di Gervinho; sinistro in diagonale di Alessandro Florenzi, entrato dalla panchina al 38’ della ripresa, e palla in rete per la più incredibile delle vittorie. Un colpo pesantissimo nella lotta al secondo posto e ai milioni «sicuri» della Champions League. Il Torino aveva subito un gol al 90’ dal Napoli, due partite fa, e ieri è successo lo stesso con la Roma. Par condicio. Fino a quel momento, però, aveva messo i giallorossi alla frusta, come all’Olimpico non era riuscito a nessuno. Roma con l’attacco «pesante» (Gervinho, Totti, Destro), Torino che prova ad attaccare dalla parte di Romagnoli, adattato a terzino. Nel primo tempo non riesce né la mossa del francese né quella di Ventura. La Roma è slabbrata. Da quando non ha più Strootman, Garcia ha cambiato gioco: gli attaccanti hanno una distanza maggiore dagli altri reparti, cercano più il colpo che la manovra. Stupisce la posizione di De Rossi, che è spesso più avanzato di Pjanic e Nainggolan. Il bosniaco soffre il poco spazio che gli rimane, schiacciato tra Totti che arretra e DDR che avanza. Il belga è stranamente impreciso. Totti sembra affaticato, alla terza partita consecutiva. Dall’altra parte, Cerci lascia a Immobile tutto il peso dell’attacco: il grande ex latita, il centravanti si rende sempre pericoloso e, vittorie consecutive) non batte il Milan in casa dalla stagione 2005-06, mentre l’ultima volta in cui al Franchi si è imposto il Milan è stato nel 2011, con gol, guarda un po’, di Seedorf (e un altro di Pato). Se non altro, l’abisso che distanzia in classifica le due squadre (15 punti) potrebbe togliere un po’ delle tensioni esplose lo scorso anno (con bersaglio Galliani) quando era accesa la competizione per un posto in Champions. Montella in realtà all’Europa crede ancora («Saranno fondamentali le prossime due partite»), mentre il Milan ci ha rinunciato da tempo e fa altri conti: non pagando il 20% di bonus ai giocatori legato alla Coppa risparmierà circa 25 milioni lordi. Arianna Ravelli © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA (4-3-3): De Sanctis 6; Maicon 7, Toloi 5, Castan 6,5, Romagnoli 5,5 (Bastos s.v. 25’ s.t.); Nainggolan 5 (Florenzi 7 38’ s.t.), De Rossi 5,5, Pjanic 6; Destro 7, Totti 5,5 (Ljajic s.v. 25’ s.t.), Gervinho 7. All.: Garcia 6 TORINO (5-3-2): Padelli 7; Maksimovic 6, Bovo 5, Glik 6,5, Moretti 6, Darmian 6; Kurtic 6, Vives 6,5, El Kaddouri 5,5; Cerci 6, Immobile 7,5. All.: Ventura 6,5 Arbitro: Bergonzi 5 Ammoniti: Moretti, Nainggolan, Maksimovic, Vives, Immobile, Bastos. Recuperi: 0’ più 3’ Decisivo La rete di Florenzi, 23 anni, al sesto gol stagionale (Activa) La gioia di Garcia «Non ci siamo mai fermati e diamo un segnale importante agli altri» ROMA — Rudi Garcia si presenta dopo una delle esultanze più liberatorie della stagione: «E stata così solo perché abbiamo fatto gol nei minuti di recupero. Abbiamo dato un segnale importante agli avversari ed è per questo che sono contento. La voglia di vincere pur rischiando? Il Torino non è un avversario diretto, quindi pareggiare o perdere non cambiava nulla. Non ci siamo mai fermati». Il gol di Florenzi è anche un messaggio per Cesare Prandelli. «Il Mondiale è il mio sogno — dice l’attaccante — perché è una di quelle manifestazioni che segnano la storia di un calciatore. Io ce la metto tutta, e spero di aver fatto vedere qualcosa al mister». Bello anche l’endorsement per Destro. «Sono felice che abbia segnato Mattia. Sento parlare dell’arrivo di una punta, ma secondo me ce l’abbiamo in casa». Quello di ieri sera è stato il suo sesto gol, l’ennesimo decisivo. «Quando ho visto la palla entrare ho provato tanta emozione — continua Florenzi — perché erano due anni che sognavo di fare un gol sotto la Curva Sud. Alcune volte i tifosi mi rimproverano perché sbaglio troppo, spero di averli ripagati. Il secondo posto? Non è ancora nostro». Giampiero Ventura è soddisfatto per la prestazione. «La Roma — dice il tecnico granata — ha subito più palle gol contro di noi che in tutto il campionato. C’è il rammarico per aver perso ma sono contento perché continuiamo a crescere». © RIPRODUZIONE RISERVATA Prossimo turno Livorno Cagliari Verona Catania Napoli Chievo Bologna (4-4-2) 47 Consigli 93 Nica 2 Stendardo 3 Lucchini 27 Del Grosso 77 Raimondi 18 Baselli 17 Carmona 10 Bonaventura 19 Denis 91 De Luca (3-5-2) 1 Bardi 1 Ceccherini 77 Rinaudo 8 Coda 1 Mbaye 24 Benassi 1 Greco 2 Biagianti 7 Castellini 20 Emeghara 9 Paulinho (4-3-3) 25 Avramov 14 F. Pisano 15 Rossettini 13 Astori 29 Murru 20 Ekdal 7 Cossu 27 Vecino 10 Ibraimi 51 Pinilla 23 Ibarbo (4-3-3) 1 Rafael 4 Pillud 25 Marques 18 Moras 33 Agostini 2 Romulo 14 Cirigliano 10 Hallfredsson 15 Iturbe 9 Toni 7 Marquinho (4-3-3) 21 Andujar 2 Peruzzi 14 Bellusci 24 Gyomber 34 Biraghi 13 Izco 10 Lodi 15 Rinaudo 28 Barrientos 11 Leto 26 Keko (4-2-3-1) 25 Reina 4 Henrique 21 Fernandez 33 Albiol 31 Ghoulam 20 Dzemaili 8 Jorginho 7 Callejon 17 Hamsik 24 Insigne 9 Higuain (4-3-1-2) 25 Agazzi 21 Frey 3 Dainelli 12 Cesar 33 Rubin 8 Radovanovic 56 L. Rigoni 23 Guarente 56 Hetemaj 3 Stoian 43 Paloschi (4-3-1-2) 1 Curci 6 Sorensen 14 Natali 21 Cherubin 35 Cech 8 Garics 4 Krhin 24 Pazienza 7 Christodoulopoulos 99 Cristaldo 12 Acquafresca Arbitro: DE MARCO di Chiavari Tv: ore 20.45, Sky Calcio 8, Premium Calcio 6 Arbitro: PINZANI di Empoli Tv: ore 20.45 Sky Calcio 5, Premium Calcio 5 Arbitro: MASSA di Imperia Tv: ore 20.45, Sky Calcio 3, Premium Calcio 3 Arbitro: ROCCHI di Firenze Tv: ore 20.45, Sky Calcio 7 Fiorentina Milan Genoa Lazio Juventus Parma Sassuolo Sampdoria (4-3-3) 1 Neto 40 Tomovic 2 Gon. Rodriguez 15 Savic 23 Pasqual 14 M. Fernandez 10 Aquilani 20 Borja Valero 72 Ilicic 32 Matri 11 Cuadrado (4-2-3-1) 32 Abbiati 25 Bonera 13 Rami 5 Mexès 21 Constant 34 De Jong 4 Muntari 10 Honda 22 Kakà 23 Taarabt 45 Balotelli (3-5-2) 53 Bizzarri 8 Burdisso 90 Portanova 15 Marchese 21 Motta 69 Sturaro 91 Bertolacci 14 Cofie 13 Antonelli 11 Gilardino 10 Sculli (3-4-3) 1 Berisha 20 Biava 85 Novaretti 26 Radu 39 Cavanda 15 A. Gonzalez 24 Ledesma 29 Konko 87 Candreva 46 Postiga 14 Keita (3-5-2) 1 Buffon 4 Caceres 19 Bonucci 3 Chiellini 26 Lichtsteiner 23 Vidal 21 Pirlo 6 Pogba 22 Asamoah 14 Llorente 10 Tevez (4-3-3) 83 Mirante 2 Cassani 29 Paletta 6 Lucarelli 3 Molinaro 30 Acquah 32 Marchionni 16 Parolo 23 Schelotto 99 Cassano 7 Biabiany (4-3-3) 79 Pegolo 23 Gazzola 28 Cannavaro 6 Ariaudo 3 Longhi 45 Chibsah 4 Magnanelli 7 Missiroli 25 Berardi 10 Zaza 14 Masucci (4-3-3) 1 Da Costa 29 De Silvestri 8 Mustafi 28 Gastaldello 19 Regini 21 Soriano 17 Palombo 5 Renan 11 Gabbiadini 7 Maxi Lopez 23 Eder Arbitro: PERUZZO di Schio Tv: ore 20.45, Sky Calcio 4, Premium Calcio 4 Arbitro: BANTI di Livorno Tv: ore 20.45, Sky Calcio 1, Premium Calcio 1 Luca Valdiserri Marcatori: Destro 41’ p.t.; Immobile 6’, Florenzi 46’ s.t. Atalanta Arbitro: ORSATO di Schio Tv: ore 20.45, Sky Sport 1 e Calcio 2, Premium Calcio 2 © RIPRODUZIONE RISERVATA Torino 30a giornata 2-1 Gianluca Piacentini su errore di Toloi, mette fuori un tiro che spaventa De Sanctis. Quando tutti pensano a uno 0-0 all’intervallo, Gervinho parte in una delle sue scorribande e serve Destro in profondità: con un grande sforzo atletico, in scivolata, il centravanti trova il suo nono gol. Non basta una sola moviola per capire se: 1) l’assist è di Gervinho o è un passaggioharakiri di Kurtic; 2) Destro è o meno, per qualche centimetro, in posizione di fuorigioco. Il tocco del granata, naturalmente, farebbe tutta la differenza. Nell’incertezza la bandierina dell’assistente resta bassa e il gol viene convalidato, tra fondati sospetti. Nella ripresa il Torino prova ad alzare un po’ il baricentro, Cerci entra in partita e i granata trovano molto in fretta il pareggio. Lancio lungo di Vives e Toloi guarda il pallone anziché Immobile, che gli prende un metro di vantaggio e piazza un meraviglioso sinistro al volo in porta. L’assenza di Benatia, nell’occasione, pesa come un macigno. Poi sono i granata ad avere più occasioni: un tiro di Cerci sfiora il palo, uno di Immobile finisce di poco alto, un paio di contropiedi sono mal sfruttati. Garcia prova con i cambi e con il 4-2-3-1. Poi pesca il jolly con Florenzi. Non è stato grande calcio e tanto meno calcio totale, ma restano tre punti pesantissimi. Oggi, in Campidoglio, il presidente giallorosso James Pallotta presenterà il progetto del nuovo stadio di proprietà, che la Roma spera di aprire per la stagione 2016-2017. Ma in questi giorni italiani, dovrà pensare anche alla stretta attualità: il rinnovo o meno del contratto di Miralem Pjanic, in scadenza nel giugno 2015, e il prolungamento di quello di Rudi Garcia. 2 1 Roma Arbitro: IRRATI di Pistoia Tv: ore 20.45, Sky Calcio 6 Serie B Sabato 29/3, ore 18 Bologna-Atalanta Ore 20.45 Milan-Chievo Domenica 30/3, ore 12.30 Sassuolo-Roma Ore 15 Lazio-Parma Sampdoria-Fiorentina Torino-Cagliari Verona-Genoa Ore 20.45 Napoli-Juventus Lunedì 31/3, ore 19 Udinese-Catania Ore 21 Livorno-Inter Trapani e Crotone martedì da grandi Classifica JUVENTUS ROMA NAPOLI FIORENTINA INTER PARMA LAZIO VERONA ATALANTA TORINO* 78 67 58 51 47 47 42 40 40 39 SAMPDORIA MILAN GENOA UDINESE CAGLIARI BOLOGNA CHIEVO LIVORNO SASSUOLO CATANIA 37 36 36 34 29 26 24 24 21 20 (*) una partita in più; Roma-Parma da recuperare 31a giornata Ieri Bari-Cesena 0-0 Carpi-Avellino 1-1 Cittadella-Brescia 0-1 Juve Stabia-Padova 1-1 Latina-Pescara 0-2 Una giornata che ha sconvolto la classifica. Novara-Ternana 1-1 Il Palermo viaggia in scioltezza verso il ritorPalermo-Siena 1-1 no in serie A (1-1 con il Siena, che senza la peReggina-Modena 2-2 nalizzazione sarebbe secondo da solo: gol di Spezia-Trapani 0-1 Rosseti e pareggio di Lafferty), ma l’Empoli Varese-Empoli 1-0 secondo, è stato sconfitto a Varese. Al terzo 0-1 posto salgono Trapani e Crotone: i primi han- V. Lanciano-Crotone no vinto in casa della Spezia (rete di Pirrone); la squadra di Drago ha conquistato i tre punti Classifica Palermo p. 60; Empoli 50; Trapacon un gol di Bernardeschi e ha scavalcato in ni e Crotone 49; V. Lanciano 48; classifica gli abruzzesi. Risale il Pescara, che è Cesena 47; Siena (-7) 46; Latina e andato a vincere a Latina (2-0), dopo la scon- Avellino 45; Pescara 44; Spezia Modena 41; Ternana, Brescia, fitta di sabato a Palermo. Finale con rissa fra 43; Varese e Carpi 40; Bari (-3) 37; Bari e Cesena (0-0). Torna alla vittoria, dopo Novara 35; Cittadella 29; Padova cinque sconfitte consecutive il Brescia: 1-0 in 27; Reggina 26; Juve Stabia 16. casa del Cittadella (gol di Zambelli), sempre Prossimo turno più vicina alla retrocessione in Lega Pro. Sof- Sabato 29/3 (ore 15): AvellinoEmpoli-Juve Stabia; fre il Modena, che raccoglie solo un punto in Cittadella; Latina-Carpi; Modena-Spezia; casa della Reggina. Inutile il pareggio in ri- Padova-V. Lanciano; PescaraReggina; Siena-Brescia; Trapanimonta dal Padova in casa della Juve Stabia. Il Bari; Varese-Palermo. Ore 18: ritorno di Tesser a Novara con la Ternana ha Cesena-Novara. Lunedì 31/3 (ore 20.30): Crotone-Ternana. portato agli umbri un punto. 42 Sport Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Inter Thohir, oggi a Milano, vuole entrare in Europa A Forlì Mazzarri: «Datemi gli uomini giusti e vinco lo scudetto» Insulti impuniti Il Casablanca: ci ritiriamo Il tecnico: «Non ho paura degli esami» oppure nei giorni feriali presso l’agenzia: Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). ABILE esperta referenziata impiegata ufficio commerciale customer care inglese francese pc offerte ordini offresi. 331.12.23.422 ADDETTA paghe contributi pluriennale esperienza offresi. 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Il tecnico pretende da tutti più cattiveria, determinazione e concentrazione. «Contro una squadra bene organizzata da un bravissimo allenatore come Guidolin voglio rivedere ABBIAMO Oltrepo' 79.000 euro immerso colline Bonarda e Moscato villini nuovi pronta consegna giardino esclusivo piscina a chi acquista e paga entro 30 gg. arredo gratis. CE: C - IPE: 93 kWh/mqa. Tel. 035.47.20.050 FINALE LIGURE Fronte mare nuovo ampio soggiorno cottura camera bagno terrazza termoautonomo/clima, finemente arredato posto auto privato. Euro 350.000,00 CE: C - IPE: 53,73 - 333.67.68.783 AFFITTIAMO uffici in stabile direzionale Parco delle Basiliche. 1.000 mq. Frazionabili. Vendita, prezzo interessante. Posti auto. CE: F - IPE: 63,1 kWh/mca 02.88.08.31 www.filcasaimmobili.it NEGOZIO /ufficio sette luci, Valtellina-Farini. 650 mq oltre sottonegozio, box triplo. CE: F - IPE: 147,22 kWh/mca 02.88.08.31 www.filcasaimmobili.it UFFICIO /laboratorio (adatto palestra, studio medico) Bande Nere. 157 mq. 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Vale a dire una squadra in crescita esponenziale che crea molto più degli avversari anche se non sempre viene premiata dai risultati». VENDESI nuda proprietà mq. 840 edificabili Cagliari, Piano Attuativo rendita fabbricato 18.000 annui. Casella Postale numero 49 - Succursale 6 - 09127 - Cagliari Una nuova vetrina: prima di tutto… prima di tutti! Viaggi www.piccoliannunci.rcs.it [email protected] Rabbia post Atalanta «Siamo una squadra in crescita che crea ma non viene premiata dai risultati» tutto per conquistare lo scudetto». Nell’attesa resta ancora da smaltire la rabbia per la sconfitta con l’Atalanta. «Quattro pali, di cui due davvero clamorosi, fanno capire che le stelle in questa stagione non stanno guardando dalla nostra parte — ha ricordato Mazzarri —. Io guardo la prestazione e la nostra nel secondo tempo è stata di alto livello, a parte la grave distrazione finale che ci è costata il secondo gol dell’ Atalanta». Ora che il terzo posto si è definitivamente allontano e pure il quarto è a rischio, vietato sbagliare un’ altra volta, proprio sotto gli occhi di Thohir, a cominciare dal posticipo di domani sera a San Siro contro l’ Udinese. Ieri mattina, intanto, prima dell’ allenamento faccia a faccia tra tecnico e squadra negli spogliatoi. Senza alzare la voce, come invece aveva fatto nell’ intervallo della partita con l’ Atalanta, Mazzarri ha evidenziato, davanti al video con le immagini della partita, gli errori commessi dai suoi giocatori a Corsi Mostre Gli annunci si ricevono tutti i giorni su: cente passato, con De Laurentiis che male ha digerito la scelta di Mazzarri di non rimanere per un’ altra stagione a Napoli. «Mi ero conquistato il diritto a disputare ancora la Champions League — ha ricordato il tecnico — arrivando secondo dietro alla Juve, ma davanti a diverse squadre più forti della mia, eppure quando Moratti mi ha chiamato mi sono precipitato a Milano in uno dei club più prestigiosi al mondo». No, ogni riferimento al suo ex datore di lavoro non è casuale, e per chi avesse ancora dei dubbi, ecco un’ altra frecciatina indirizzata a De Laurentiis. «Mi lascia indifferente sentire che qualcuno non mi considera pronto per vincere lo scudetto visto che finora non ho ancora trovato un presidente che mi abbia messo a disposizione un organico per vincere il campionato. Il giorno che avrò una rosa per farlo sarò il primo ad ammetterlo e farò di Spettacoli MILANO — Tutti sotto esame all’ Inter. Pensieri e parole di Erick Thohir, che atterrerà oggi all’alba a Malpensa. L’inaspettata sconfitta con l’ Atalanta ha tolto più di una certezza al presidente indonesiano che non sopporta neppure l’idea di una seconda stagione consecutiva per il club nerazzurro fuori dall’ Europa, anche se quella minore. Walter Mazzarri ne prende nota, senza scomporsi più di tanto. «Se è solo per questo mi sento molto meno sotto esame rispetto all’ altra parte di Milano — ha sottolineato il tecnico —. E in ogni caso sin dalla prima stagione che alleno ho sempre provveduto a mettermi sotto esame da solo. Penso che Thohir voglia, giustamente, tenere tutti sulla corda per ottenere il massimo in queste ultime 9 giornate di campionato». Il tecnico, del resto, ha assicurato di non aver mai avuto e di continuare a non avere il minimo problema col nuovo presidente: «Con lui la sintonia è totale su tutto a cominciare dalla programmazione per la prossima stagione. E se arriverà un grande giocatore il primo a essere contento sono io». Qualche problemino, casomai, l’allenatore interista l’ha avuto, nel re- FORLÌ — Ritirati dal campionato, per protesta. Alla fine il Casablanca, la squadra di calcio amatoriale composta da marocchini che avevano denunciato insulti razzisti e minacciato (poi ritrattando la decisione) di abbandonare il campionato Uisp di Forlì, ha gettato la spugna e comunicato il ritiro ufficiale dal torneo con una lettera ai dirigenti della Lega Calcio dell’associazione. Alla base della scelta «i mancati provvedimenti nei confronti dei tesserati della squadra del Club Juventinità per i reiterati insulti di stampo razziale», nella partita dell’8 marzo scorso, tristemente passata alle cronache. Ma anche «la ricostruzione errata degli eventi che ha portato a squalifiche ingiuste e lesive della dignità dei tesserati del Casablanca». Per aver schierato un giocatore squalificato proprio nella partita incriminata, infatti, la squadra era stata sanzionata con sconfitta a tavolino, 5 punti di penalizzazione e l’ulteriore squalifica di tre tesserati. «È il caso di dire la parola fine a una vicenda incredibile, che ha messo in discussione i valori della nostra città. Catapultati sulle prime pagine per una storia che si commenta da sola: si volevano mischiare discriminazioni e rispetto delle regole», ha detto Gianluca Soglia, dirigente provinciale della Lega calcio. ABBANDONA ansia e fatica con i nostri trattamenti benessere. www.body-spring.it 02.91.43.76.86. 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Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014 Sport 43 italia: 51575551575557 Primo titolo stagionale La squadra di Guardiola conquista per la ventiquattresima volta la Bundesliga, ora può concentrarsi sulla Champions Il Bayern va di fretta, è campione con 7 turni d’anticipo Vittoria anche a Berlino con l’Hertha, distacco record di 25 punti sul Borussia «Noioso nel gioco» (Beckenbauer dixit), ma vincente e con un anticipo da record. Da ieri Pep Guardiola ha aggiunto alla sua straordinaria collezione di successi (14 trofei alla guida del Barcellona in 19 competizioni fra il 2008 e il 2012), anche il titolo tedesco con il Bayern Monaco, che l’ha conquistato con sette giornate di anticipo, una in più rispetto a quanto aveva saputo fare un anno fa, anche se per alzare il famoso piatto il capitano Lahm dovrà aspettare il 10 maggio. Mai nessuno aveva vinto la Bundesliga con tanto anticipo, attraverso 25 vittorie e due soli pareggi. Per i bavaresi il 24° «scudetto» (61 trofei nella bacheca del club), il secondo consecutivo, il sesto nelle ultime dieci Bundesliga. Per diventare campione di Germania senza occuparsi dei risultati altrui, il Bayern avrebbe dovuto vince- Decisivi La rete del 2-0 di Goetze all’Hertha, ieri sera a Berlino. Sopra la gioia di Pep Guardiola, subito a segno (Epa) re in casa dell’Hertha Berlino e ha mantenuto la consegna: 3-1 all’Olympiastadion (lo stesso dell’Italia mondiale, 9 luglio 2006), con i gol di Kroos, Goetze e Ribéry, 52° risultato utile consecutivo per i bavaresi e 18ª vittoria di seguito, a una settimana dal quarto di finale di Champions League a Old Trafford con il Manchester United. Nel 2013 il Bayern ha vinto cinque trofei (campionato e Coppa di Germania, Champions League con Heynckes, Supercoppa europea ai rigori e Mondiale per club già con Guardiola), ma il successo in campionato segna l’inizio di una nuova era. Pep ha cambiato le abitudini dei bavaresi, variando la tradizione di un calcio di grande forza fisica attraverso l’organizzazione, per passare a un gioco di maggiore spettacolarità (79 gol segnati in 27 partite e appena 13 subiti), attraverso la tecnica, il possesso-palla, schemi nuovi, differenti motivazioni. Quando Guardiola era stato scelto (in largo anticipo) dall’allora presidente Hoeness e da Rummenigge, tutti si chiedevano che cosa avrebbe potuto fare di più e di meglio rispetto a Jupp Heynckes, che aveva vinto tutto nella primavera di un anno fa (campionato, coppa e Champions League) e la sconfitta nel- Così in Europa Germania Ieri: Hertha-Bayern 1-3 Borussia-Schalke 0-0 Bayern campione con 7 giornate d’anticipo: 77 punti in 27 turni, Borussia a 52 e Schalke a 51 Francia Psg in testa a 8 giornate dal termine con 73 punti, 10 più del Monaco (63), 19 più del Lilla (54) Inghilterra Ieri: Arsenal-Swansea 2-2 Manchester Utd-Man. City 0-3 A 7 dal termine Chelsea 69 punti, Manchester City 66 (e due partite in meno), Liverpool 65 (una in meno), Arsenal 63 Spagna A 9 giornate dal termine, Atletico e Real Madrid in testa con 70 punti, Barcellona a quota 69 la Supercoppa di Germania in agosto (con il Borussia Dortmund) sembrava destinata a tener vivi i dubbi sulla scelta del tecnico catalano. Come Guardiola aveva dimostrato di saper gestire Messi, Iniesta e tutte le stelle del Barça, così ha dimostrato le sue grandi qualità di assemblatore di squadre, mettendo insieme giocatori di fortissima personalità come Ribéry, Robben, il nuovo arrivato Mario Goetze e Thiago, Schweinsteiger e Kroos, Mandzukic (17 gol e per ora capocannoniere) e Martinez. Guardiola ha trasformato Lahm da terzino in centrocampista centrale, una soluzione che potrà essere usata anche da Low in nazionale. Ha detto Guardiola: «Quando sono venuto a Monaco sapevo che avrei avuto addosso grande pressione, ma non c’è allenatore al mondo che non abbia forti responsabilità». In realtà il tecnico ha scelto il club meglio organizzato (ed economicamente più solido) al mondo, perché la forza di una squadra parte sempre dalla società. Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA Supersfida Donadoni imbattuto dalla gara di andata tenta il colpo stasera è tra gli osservati speciali), che guardano l’orologio in attesa del momento in cui l’inevitabile accadrà: la Juve segna da quarantadue partite consecutive in campionato e non subisce un gol dall’autorete di Caceres contro il Chievo, ben 489’ di imbattibilità. Numeri — e uomini che li portano avanti con feroce applicazione — che fanno paura e sui quali, forse anche per le inintelligibili strategie mediatiche di Conte ormai sempre in silenzio prepartita, non si riflette ancora abbastanza. Ma Roberto Donadoni non è un tipo che si fa impressionare dai silenzi o dal rumore dello Stadium strapieno (dove per la verità c’è ancora con qualche biglietto da vendere) e ha una squadra con la testa libera e la gamba tonica: «Vado a giocarmela — dice il tecnico del Parma — senza pensare al fatto che qui hanno perso tutti. I ragazzi sanno di dover dare il 110% perché solo così potremo pensare di tornare a casa con dei punti. Andiamo a giocare in uno stadio che fa la differenza, ma abbiamo tanti stimoli, entusiasmo e voglia di far bene in un palcoscenico così prestigioso». Magari con Cassano, osservato speciale per il Mondiale, che si trova davanti buona parte del blocco azzurro. Buttare il campionato giù dal letto e rianimarlo è dura anche per lui. Ma certe notti sei sveglio o non sarai sveglio mai. La Juve insegue la storia nel giorno più difficile Il Parma di Cassano arriva in grande forma Quelli che addormentano i campionati ogni tanto trovano ancora qualcuno che incrocia la loro strada ben sveglio e a testa alta, in uno strano derby degli insonni, i pochi che sono sempre all’altezza e che corrono con un passo spedito verso i loro obiettivi: la squadra che assieme alla Roma tiene meglio il ritmo della Juventus nel girone di ritorno (26 punti a 21) è il Parma di Roberto Donadoni, che sfida i bi-campioni d’Italia a colpi di record, nella partita forse più interessante tra quelle che mancano alla Juventus di Conte per centrare il terzo scudetto consecutivo. Ancora più importante perché arriva a quattro giorni dalla sfida del San Paolo contro il Napoli: se i bianconeri usciranno indenni anche da questo doppio incrocio, allora i prossimi semafori davanti a loro saranno tutti tricolori. La Juve dei record può centrarne un altro già stasera contro la squadra che ha battezzato l’era Conte domenica 11 settembre 2011, 4-1 coi gol di Li- chtsteiner, Pepe, Vidal, Marchisio: se vince anche oggi lo schiacciasassi bianconero sarà il primo a conquistare quindici partite su quindici in casa dall’inizio del campionato, superando il Torino campione d’Italia nella stagione 1975-76. E sarebbe un’impresa da ricordare, anche perché il Parma non perde in campionato dalla gara di andata (2 novembre) contro la Juventus. Bisogna sudarsela, insomma. E non a caso Conte schiera la formazione migliore possibile, con il rientro dal primo mi- nuto di Buffon, Pogba, Asamoah, Llorente. Si rivede in panchina anche Marchisio. Donadoni risponde con un modulo (il 4-3-3 probabilmente con Cassano al centro dell’attacco e Biabiany e Schelotto sulle fasce), che se fatto con intelligenza e grande applicazione può creare qualche difficoltà alla Juve, cinica e concreta ma sicuramente meno pimpante del solito in queste ultime settimane. Certo, stiamo parlando di una squadra che popola gli incubi dei portieri e delle difese avversarie (l’azzurro Paletta Rivale Antonio Cassano, contrastato da Vidal, nella sfida di andata, giocata a Parma il 2 novembre scorso e terminata 1-0 per la Juve grazie al gol di Pogba (Ipp) 14 vittorie consecutive allo Stadium in questo campionato per la Juventus di Antonio Conte, eguagliato il record del Torino campione d’Italia 1975-76. Vincendo oggi la squadra bianconera, a caccia di un tris consecutivo di scudetti che le manca dagli anni Trenta, segnerebbe quindi un altro record. Nel mirino poi ci saranno i 97 punti finali dell’Inter di Mancini nel 2007: per una squadra che segna da 42 partite di fila in serie A tutto sembra possibile Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA Motori Da una parte l’aristocrazia a quattro ruote che complica e non convince; dall’altra il proletariato a due che ha mantenuto spettacolo e valori in pista Il fumo e l’arrosto, le rivoluzioni diverse in Formula 1 e MotoGp Due rivoluzioni. Quella della MotoGp premia il proletariato. Quella della F1 premia l’aristocrazia del motorismo. Da una parte — 2 ruote — misure tecniche a favore di chi ha mezzi meno evoluti, più assetati di carburante, più fragili. Scopo: incrementare uno spettacolo che ha segnato il passo, aumentare il numero dei pretendenti, se non al trono, a qualche metro di ribalta. Dall’altra — 4 ruote — sistemi complicatissimi, frutto di una tecnologia d’avanguardia. Scopo: sperimentare in pista pensando alle automobili del nostro futuro. Sono queste le caratteristiche dominanti, diverse nella filosofia e negli esiti, al tramonto del primi atti iridati. La F1 è uscita dal Gp d’Australia con le ossa incrinate. Le nuove unità motrici costano moltissimo, richiedono risparmi di benzina e cautele per nulla fasate su una tradizione che premia l’estremo. Non piacciono i calcoli sui consumi, il rumore ovattato del turbo; per comprendere il regolamento tecnico servirebbe una laurea in ingegneria. Un sondaggio promosso dalla Ferrari sul proprio sito offre la misura dell’allergia: l’83% dei votanti dichiara la propria insoddisfazione. Al contrario, i ritocchi alla formula MotoGp hanno prodotto un po’ di fumo, con qualche comprimario promosso a star nelle prove in Qatar, anche se poi il podio è stato occupato dai protagonisti di sempre: Marquez, Rossi, Pedrosa, due Honda, una Yamaha. Chi può contare Alti e bassi La Yamaha di Valentino Rossi e la Ferrari di Kimi Raikkonen (Ap, Canoniero) su più litri di benzina, più motori e gomme morbide, sembra destinato a fare colore, magari anche stupore, nulla più. Del resto, questo si voleva. Agitare lo stagno, con qualche intervento alle regole furbo più che significante sul fronte tecnologico. Ciò che accade in F1 è assai più complesso. Con la sensazione che si tratti di una mossa addirittura azzardata. L’insieme di motori e batterie è governato da sistemi elettronici mostruosi. Sui quali sovraintende e interviene la Federazione Internazionale con affanni palesi sia in fase di gestione, che di verifica. Non pare un caso che la Red Bull contesti fortemente la squalifica inflitta a Ricciardo; non ha fatto (ancora) la voce grossa la Ferrari dopo le interferenze Fia sul sof- tware delle rosse, risolto solo al pit stop, dopo troppi giri ad andamento ridotto. Il fatto è che in troppi sembrano pronti al passo indietro. La Federazione stessa, già in imbarazzo; molti manager; lo stesso Ecclestone, sempre attento agli indici di gradimento. Ma è tardi, ormai. La rivoluzione è stata covata e prodotta, con l’idea che il tempo possa compensare investimenti enormi. Tocca proseguire, sperando di non togliere credibilità a suon di sospetti, classifiche sub judice, pentimenti. Ingredienti buoni per l’unica controrivoluzione possibile. Quella di chi guarda, senza capire perché un sensore debba censurare la passione. Giorgio Terruzzi © RIPRODUZIONE RISERVATA 44 Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Ci ha lasciato il nostro Gian Carlo Galbiati Lo annunciano con grande dolore la moglie Marina, le figlie Cristina con Ilija e Federica con Gianky, gli adorati nipotini Carlo e Mattia e i parenti tutti.- Un grazie affettuoso al Dottor Bozzano per tutte le cure e le attenzioni che gli hanno regalato anni di vita preziosi.- Il funerale avrà luogo in Monza nella parrocchia di San Carlo giovedì 27 marzo alle ore 11. - Monza, 26 marzo 2014. Partecipano al lutto: Sergio, Titti, Concita e Madi Sirtori. Carla Collino. Alberto e Ginia Stucchi. Anna ed Alfredo Tronconi. Marco, Mary con Andrea partecipano commossi al dolore di Marina, Cristina e Federica per la scomparsa di Roberto, Patrizia, Silvia e Gianluigi sono vicini con affetto a Marina, Cristina e Federica per la scomparsa del loro amatissimo Giancarlo Galbiati Giancarlo amico carissimo. - Monza, 26 marzo 2014. Franco, Rosanna, Andrea, Stefano Paolorossi sono vicini a Marina, Cristina, Federica nel ricordo del caro indimenticabile Giancarlo - Monza, 26 marzo 2014. Gli zii Giovanni e Mariavittoria insieme ai cugini Fabio e Marco partecipano al dolore di Marina, Cristina e Federica per la scomparsa di Giancarlo Ciao nonno Gian I tuoi adorati nipotini Mattia e Carlo. - Monza, 26 marzo 2014. Piera, Gianfranco, Annamaria, Giovanni e Francesco sono vicini con affetto a Marina, Cristina e Federica in questo momento di dolore per la perdita del carissimo Gian Carlo - Monza, 26 marzo 2014. Ricorderemo il bene che ci legava e tu sarai sempre nel nostro cuore, ciao Gian - Milano, 25 marzo 2014. Franca, Nanni, Simona e Jacopo ricordano commossi Gian Carlo e abbracciano con profondo affetto Marina, Cristina e Federica. - Milano, 25 marzo 2014. Giacomo e Vivian, Clara, Marcello e Luciana, Sandro e Margret si stringono a Marina, Federica e Cristina nel luminoso ricordo di Giancarlo Galbiati - Milano, 25 marzo 2014. Mino e Ornella con Silvia, Franco e Robi ricorderanno sempre il caro Partecipano al lutto: Lullu Belli Lazzari con Mimma e Pia. ed abbracciano con affetto Marina, Cristina e Federica.- Con Sandro e Mara sono vicini a Bianca e Lori. - Monza, 25 marzo 2014. Franco e Giuliana con Alessandro, Stefania e Francesca, abbracciano stretto Marina, Cristina, Federica e famigliari tutti, nel ricordo dell'amico di tutta una vita Franco e Vittorio gli amici di sempre ricorderanno - Monza, 26 marzo 2014. Partecipano al lutto: Cicci Castelli. Laura, Pino, Seba. Luisa, Monica, Francesca Confalonieri. Daniele Campana. Pina, Francesca e Raffaella si stringono con tanto affetto a Marina, Cristina e Federica nel ricordo del carissimo amico Gian - Monza, 26 marzo 2014. Partecipano al lutto: Carla e Clara. Ricordando Gian Giancarlino con grandissimo affetto. - Monza, 25 marzo 2014. Massimo, Luciana e ragazzi si stringono affettuosamente a Marina e figliuole per la dolorosa perdita del caro Giancarlino - Monza, 25 marzo 2014. Giancarlo amico vero e fraterno di tutta una vita.- Ti piangono con grande tristezza Attilio con Mary e figli, Peppino con Elisabetta e sono vicini con profondo affetto a Marina, Cristina, Federica. - Agliate, 25 marzo 2014. Gian Carlo Paolo e Daniela Meschia abbracciano affettuosamente Marina, Cristina, Federica. - Monza, 26 marzo 2014. Gian Carlo Gian quante risate, quanti momenti felici assieme!Nei nostri cuori sei e sarai sempre vivo.- Mimma e Franco. - Monza, 26 marzo 2014. Mimmo, Monica, Federica, Stefania e Camilla sono vicini a Marina, Federica e Cristina per la grande perdita di Giancarlo caro amico. - Lesmo, 26 marzo 2014. Ciao Giancarlino Gli "amici della buca".- Giulio, Gianpaolo, Alberto, Vittorio, Paolo, Giuseppe, Marco, Angelo, Lele, Gianfranco, Angelo, Carlo, Paolo, Giuseppe, Mimmo, Franco, Pino, Carlo, Franco. - Monza, 26 marzo 2014. Giancarlo - Monza, 25 marzo 2014. Pomo e Mario, Annalisa e Nico con i figli, sono vicini a Marina, Cristina e Federica e piangono Gian Carlo amico di giovinezza, compagno di gioie e dolori della vita. - Milano, 25 marzo 2014. Partecipa al lutto: Il sarto di Panarea. Ciao Giancarlo sei partito in cordata con il nostro papà ricordandovi insieme abbracciamo forte Marina, Cristina e Federica con i bimbi.- Claudia, Anna, Cri, Chiara con Diego, Marta con Rory e i ragazzi tutti. - Milano, 25 marzo 2014. Giovanni e Maria, Fabrizio e Marina abbracciano con tanto affetto Marina, Cristina e Federica nel ricordo di Giancarlo Dany È stato bello volerti bene!- È stata la nostra gioventù.- Le tue amiche di sempre.- Rossella, Valeria, Elena. - Milano, 25 marzo 2014. Ettore ed Enrico Sacchi e tutto il personale della I.A.B. sono vicini a Lorenzo e famiglia in questo triste momento per la scomparsa della cara Daniela Campari - Milano, 25 marzo 2014. Daniela Campari Carmellini Partecipano al lutto: Claudio e Antonella Lunghi con Carlotta. Patrizia annuncia con grande dolore la scomparsa del suo Vit Vittorio Cacciandra Ciao Antonio con Brunella e figli è affettuosamente vicino a Marina, a Maria Bianca ed a tutti i familiari nel grande dolore per la scomparsa di Caro amico di una vita Mide con Luca e Katia partecipa al dolore della famiglia per la scomparsa di amico carissimo. - Milano, 25 marzo 2014. Bianca con Lori, Marina con Alessandro, Francesco e Stefano, Betta con Giuseppe e Lorenza. - Monza, 26 marzo 2014. Gian - Monza, 25 marzo 2014. indimenticabile compagno di lontane avventure sui monti e sui campi dello sport. - Milano, 25 marzo 2014. Gabriella e Marcello, con Marta e Claudia, sono vicini con affetto a Federica e famiglia nel dolore per la perdita del papà dott. Gian Carlo Galbiati Sarai sempre nel mio cuore.- I funerali si terranno in forma strettamente privata. - Milano, 25 marzo 2014. È mancata all'affetto dei suoi cari Rosangela Cigalini Marino Ne danno triste annuncio il marito Carlo, le figlie Barbara e Daniela, i generi Andy e Fabio e la nipotina Sofia.- I funerali avverranno giovedì 27 marzo, ore 10, nella chiesa di Camporicco in Cassina de' Pecchi. - Cassina de' Pecchi, 25 marzo 2014. Partecipiamo al dolore di Carlo, Barbara e Daniela per la perdita di Caro Carlo ti siamo tutti vicini in questo doloroso momento per la perdita della cara Rosangela Laboratorio di Telerilevamento, Università Milano Bicocca. - Milano, 25 marzo 2014. I colleghi dell'Area di Scienze della Terra del Disat, esprimono all'amico Professor Carlo Maria Marino il loro più profondo cordoglio per la scomparsa della cara moglie Rosangela Franco Previtali, Giuseppe Orombelli, Angelo Cavallin, Roberto Colombo, Letizia Fumagalli, Tullia Bonomi, Cinzia Panigada, Mattia de Amicis, Roberto Comolli, Valter Maggi, Barbara Delmonte, Micol Rossini, Fabio Fussi, Simone Sironi, Marco Filipazzi, Fabio Moia, Ernestina Pellegrini, Simone Sterlacchini, Roberta Pini, Cesare Ravazzi. - Milano, 25 marzo 2014. Pina con Cristina e Chiara, Massimo e Paolo con Laura, Margherita, Alessandro e Francesco piangono con grande dolore la scomparsa di Ingegnere e urbanista, uomo di grande insegnamento di vita, padre e nonno affettuoso.- Sono gradite offerte al Dipartimento di medicina interna e specialità mediche della Sapienza.- Per ricordarlo, cerimonia giovedì 27 marzo alle 11 al tempietto egizio del Verano. - Roma, 25 marzo 2014. Vittorio Vit di cui ricorderanno sempre le grandi doti di signorilità e senso dell'amicizia. - Milano, 25 marzo 2014. Ieri ci ha lasciato Claudio Porrozzi Ne dà la triste notizia la famiglia.- I funerali si svolgeranno oggi alle 15 presso la Basilica di San Lorenzo fuori le Mura in piazzale del Verano.- Per volere di Claudio non fiori ma una donazione a Medici Senza Frontiere. - Roma, 26 marzo 2014. Emanuela, Jolanda e Roberto sono vicini in questo triste momento a Nico ed alla sua famiglia per la perdita del padre Alberto Lacava Giovanni Battista Galperti Lo scorso 23 marzo è mancata 26 marzo 1979 - 26 marzo 2014 Piera ricorda il papà Arch. Cesare Donini la mamma Marta Ascoli Ines Zanaboni e la sorella Tina con costante affetto e gratitudine. - Milano, 26 marzo 2014. Sandro Benedettini Da un anno ci hai lasciati, caro Sandro, ma i tuoi familiari con infinito rimpianto conservano immutato nel cuore il ricordo della tua meravigliosa insostituibile presenza.- Una messa di suffragio sarà celebrata in Milano mercoledì 26 marzo alle ore 18 nella chiesa di San Pietro in Sala di piazza Wagner 2. - Milano, 26 marzo 2014. autrice di "Auschwitz è di tutti" e una delle ultime donne triestine sopravvissute ai campi di sterminio nazisti.- La casa editrice Rizzoli la ricorda con affetto e riconoscenza e si unisce al dolore del figlio, Davide Puzzolo. - Milano, 25 marzo 2014. I direttori e i collaboratori del Dipartimento di Storia dell'economia della società e di scienze del territorio e dell'Archivio per la storia del movimento sociale cattolico in Italia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, ricordano il fondatore - Parma, 26 marzo 2014. - Milano, 24 marzo 2014. Partecipano al lutto: Michele Rossi. Stefano Izzo. nell'anniversario della scomparsa. - Milano, 26 marzo 2014. Marina, ci stringiamo a te in nome del carissimo Giovanni Frau, Francesca Verna e i collaboratori dello Studio Legale Frau Ruffino Verna sono affettuosamente vicini ad Alessandro per la scomparsa del padre Tina, Gian Paolo, Jenny e Filippo partecipano con affetto al grande dolore di Giovanna, Maurizio e Bruno per la perdita della mamma - Monza, 25 marzo 2014. Jacques e Daniela con Federico e Francesco ricordano con immenso affetto l'amico di sempre Giancarlo Gian Carlo amico di sempre.- Lella e Giulio. - Milano, 25 marzo 2014. I condomini e l'amministratore del condominio di piazza della Repubblica, 25 - Milano partecipano al lutto della famiglia per la scomparsa del Dott. Vittorio Cacciandra Francesco Dell'Acqua - Milano, 24 marzo 2014. Angela Andreoni - Parma, 25 marzo 2014. CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: [email protected] SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: Corriere della Sera PER PAROLA: Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 540,00 Gazzetta dello Sport PER PAROLA: Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 - Milano, 24 marzo 2014. È mancata all'affetto dei suoi cari Partecipano al lutto: La cugina Ernestina Fenaroli. La cognata Ina Curti Fenaroli. I nipoti Guido ed Elisabetta, Lucia e Giorgio, Eliana e Roberto. ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 - Milano, 25 marzo 2014. Pietro Carettoni Alessandra, Giuditta, Isidoro, Marco, Silvia, Stefano sono vicini a Cristina e Massimo in questo momento doloroso. - Milano, 25 marzo 2014. SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE Avv. Gabriele Chiesa - Milano, 25 marzo 2014. Lorenza, Evia, Simone e Michele annunciano con profondo dolore la scomparsa del loro caro - Milano, 25 marzo 2014. RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano L'Ordine degli Avvocati di Milano sentitamente partecipa al lutto dei familiari per la scomparsa dell' Prof. Alberto Lacava Addolorati lo annunciano i figli Maria Luisa, Carlo Alberto e Michele, le nuore Anna Maria e Maria Teresa, le nipoti Laura, Erika e Lara e i parenti tutti.- I funerali avranno luogo oggi alle ore 14 nella Basilica San Magno.- La tumulazione avverrà nel cimitero Monumentale. - Legnano, 26 marzo 2014. - Milano, 25 marzo 2014. Giovanni (Nanni) Amapane Ne danno il triste annuncio la moglie Egia, le figlie Paola, Barbara, la mamma Giuseppina.- Il funerale avrà luogo oggi alle ore 15.30 nella chiesa Sacro Cuore di Casteggio (PV). - Camogli, 26 marzo 2014. Il Direttore e tutta la Redazione di IO Donna, si stringono a Cristina nel dolore per la perdita del padre Vittorio Cacciandra Riccardo e Matilde abbracciano con tanto affetto Patrizia nel ricordo dell'amato Improvvisamente è mancato all'affetto dei suoi cari Alberto Lacava Mariska Fenaroli ved. Ferè Fiorenza abbraccia forte la sua Pat nel ricordo del caro Partecipano al lutto: Vincenzo Albanese. Beatrice Zanolini e Corrado Mosele. Claudio Lossa. Rosangela Grazia, Raffaele, Chiara, Elena. - Milano, 25 marzo 2014. Mamma Kika piange con la sua Puss la perdita del suo insostituibile Vit e lo ricorderà sempre con tanto affetto e nostalgia. - Milano, 25 marzo 2014. Giovanna Maria Ponzellini FIMAA Milano Monza & Brianza abbraccia il suo Presidente Onorario Arietto Paletti con sincero affetto per la perdita della sua cara Gianna. - Milano, 25 marzo 2014. prof. Mario Romani Enrico Mollica Sono passati quattordici anni e sei sempre qui nei nostri cuori.- Grazia, Cristina, Andrea, Claudio. - Milano Due, 26 marzo 2014. Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 e-mail: [email protected] Servizio sportello da lunedì a venerdì Milano: Via Solferino 36 orario continuato dalle 9 alle 17.45 Informativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. 196/2003 (“Codice in materia di protezione dei dati personali”). Conformemente all’impegno e alla cura che la nostra società dedica alla tutela dei dati personali, La informiamo sulle modalità, finalità e ambito di comunicazione e diffusione dei Suoi dati personali e sui Suoi diritti, in conformità all’art. 13 del D. Lgs. 196/2003. Per permetterle di usufruire dei servizi offerti da RCS MediaGroup S.p.A., la stessa deve trattare alcuni Suoi dati. I dati personali che Lei fornirà al Titolare, verranno registrati e conservati su supporti elettronici protetti e trattati con adeguate misure di sicurezza. I dati saranno trattati da RCS MediaGroup S.p.A. esclusivamente con modalità e procedure necessarie per fornirLe il servizio da Lei richiesto. I dati non saranno diffusi ma potranno essere comunicati, sempre per la predetta finalità, a RCS MediaGroup S.p.A., oltre che a società che svolgono per nostro conto compiti di natura tecnica od organizzativa strumentali alla fornitura del servizio richiesto, e che sono stati nominati Responsabili del Trattamento. Lei ha diritto di conoscere, in ogni momento, quali sono i Suoi dati e come essi sono utilizzati. Ha anche il diritto di farli aggiornare, integrare, rettificare o cancellare, chiederne il blocco ed opporsi al loro trattamento. Ricordiamo che questi diritti sono previsti dal Art.7 del D. Lgs 196/2003. Per ogni informazione riguardo ai diritti può rivolgersi, a tal fine, al Responsabile del trattamento dei dati personali di RCS MediaGroup S.p.A. scrivendo allo stesso c/o RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano. Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014 45 italia: 51575551575557 Il Tempo Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile ,,? 5?? ,98 59? , 5 ,9? 5?9 ,9 5, , 8 5,5 , 8 5?9 ,8? 5?5 ,8 5?4 ,8 -&2( -".2 (.2 &:" "$&( (-"&( ($(& &(6 "-&: &(& -5" 22%< 23+* :* (72+ <+27% -27:27+ -2+<*%*7 ( +2 7(*7%+ +* )(7)-+ --2%) 3:(( 2!* -+% <23+ %( *72+$: ( 32$*+77. %+!! 3-23 ( +2$<37 3:((1)%(%$+)!* )!(%+ ( +2$37. 2 +)*% 23+* %* -%* >%+* 3:((17(% +* )(7)-+ ( *72+$: %)+*7 3: )%(%$+)!* /:% *# +27 )!(%+ ( +2$37. 3%: %*37%(%7 <*2& -+% 23+* 3% ((+*7* )%!(%+2 +<:*/: *( ='*. ,+5"$ %*(..( -" (2&: *($" 2&:-( $"-" +37 %(*+ +2%*+ 2*7+ *>% 2%37 *+< ! +(+!* +) )-+33+ . 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Diretta dalle 10. 46 Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Tv in chiaro Teleraccomando ,>£ di Maria Volpe PER CONOSCERE PER DISTRARSI Le feste in Veneto Veronica Pivetti per il referendum va dalla Bignardi Nuovi servizi per il programma condotto da Ilary Blasi e Teo Mammuccari (foto). Dopo il referendum online per l’indipendenza del Veneto dall’Italia, Enrico Lucci è andato in alcune feste organizzate per l’occasione per capire gli umori della gente. In un servizio di 2 anni fa, Giulio Golia mostrò come organizzare un funerale nel comune di Casoria costasse più del doppio rispetto alla confinante Napoli. In seguito a quel servizio, pochi mesi fa, quattro persone sono state arrestate per aver stabilito il monopolio nel settore delle onoranze funebri. Golia torna nel Napoletano Decimo appuntamento con il programma condotto da Daria Bignardi. Ad aprire la puntata è il ministro della Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti. La giornalista intervista poi l’attrice e doppiatrice Veronica Pivetti ( foto), il conduttore tv Giovanni Floris, che ha da poco pubblicato il suo primo romanzo «Il confine di Bonetti» e Livia, la ventunenne protagonista, insieme ad altri cinque ragazzi con la sindrome di Down, della docu-fiction «Hotel 6 stelle», in onda su Rai3; e il cantante Al Bano. Le Iene show Italia 1, ore 21.10 Le Invasioni barbariche La7, ore 21.10 ,>Ó ,>Î ,iÌi{ Ì>>£ >Ç /Û À>°Ì À>°Ì i`>ÃiÌ°ÌÉÀiÌi{ i`>ÃiÌ°ÌÉV>>ix i`>ÃiÌ°ÌÉÌ>>£ >Ç°Ì ÌÛ°Ì È°{x 1 "// ° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi Õ >>À>] Ã> Ã>À`° £Ó°ää *,"6 1" "° 6>ÀiÌD° `ÕVi Ìi> iÀV £Î°Îä /", ° £{°ää / £ " "° ÌÌÕ>ÌD £{°£ä 6,//" ° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi 6iÀV> >Þ> £x°Óä 6/ ,//° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi *>> *iÀi}] À>V >Ài° i «À}À>>\ ,> *>À>iÌ /ii}À>iÆ /} £Æ i Ìi« v> £n°xä ½,/° +Õâ° `ÕVi >À Ì Óä°ää /", ° Óä°Îä , /1"° 6>ÀiÌD -, Ó£°£ä ,"-" ,"° V° Ó£°£x 1 ° ÃiÀi° i> -v> ,VV] ÀV >i] >À> i >ÕÀiÌð i «À}À>>\ /}£ Èä ÃiV` Óΰ£x *",/ *",/° ÌÌ° È°{ä ,/"" -° ,>}>ââ n°£x 1 1" <<"° -iÀi n°Îx -*,/ "1-76- -,/ 7-/, ° /iiv £ä°ää /Ó -° ÌÌÕ>ÌD ££°ää // 6"-/,° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / Ó ", "° £Î°Îä / Ó "-/1 -" /° ÌÌÕ>ÌD £Î°xä Îΰ ,ÕLÀV> £{°ää //" //"° ÌÌ° £x°ää +1-/" /° *Ì° £È°äx " - // ,,-"/° /iiv £Ç°xä , / -*",/° £n°£x / Ó° £n°{x -+1, -* ", ££° /iiv Óä°Îä / Ó Óä°Îä° Ó£°ää " \®° -iÀi n°ää ",° ÌÌÕ>ÌD £ä°ää ,/,° ÌÌÕ>ÌD ££°£ä / Î 1/° ££°£x -,° ÌÌÕ>ÌD £Ó°ää / ΰ £Ó°Óx /Î 1", /° ÌÌ° £Ó°{x * +1"/ "° ÌÌÕ>ÌD £Î°£ä /*" -/",° ÌÌÕ>ÌD £{°ää / ," É / ΰ £{°xä /, " ,"° ÌÌÕ>ÌD £x°äx /, *<< ,° ÌÌÕ>ÌD £x°£ä /,, "-/,° /iiv £È°ää -*// " "° VÕiÌ £È°{ä "° VÕiÌ £°ää / ΰ £°Îä / ," ° Óä°ää "° ÌÌÕ>ÌD Óä°£ä - " "- 1/° ,i>ÌÞ Óä°Îx 1 *"-/" -"° ->« °{ä , ,° /v° £ä°{ä - "- ¶ ÌÌÕ>ÌD £ä°xä , // ½/ ° ÌÌ° ££°Îä / { /", £Ó°ää / /6 ",-° /iiv £Ó°xx - ", "° /iiv £Î°xä *"° -iÀi £{°ää " -*",/" ",1° ÌÌÕ>ÌD £x°Îä 1, -/,//" Ó£° /v° £È°Îx +1 "-/, -//° i`>] 1Ã>] £Èή° ,i}> ` iiÀ >Ûið iÀÞ `> £n°xx / { £°Îx -,/"° /iiÛi> Óä°Îä /*-/ ½",° ->« "«iÀ> n°{x // " +1° ÌÌÕ>ÌD £ä°ää / x ", £ä° ££°ää ",1° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / x £Î°{ä 1/1° ->« "«iÀ> £{°äx , ,/" £Î° ,i>ÌÞ £{°£ä /"6/, ° ->« "«iÀ> £{°{x 1" " ° /> Ã Ü £È°äx , ,/" £Î° ,i>ÌÞ £È°£x -,/"° /iiÛi> £Ç°£ä *"," +1° ÌÌÕ>ÌD £n°xä 6 / 1 /,"t +Õâ° `ÕVi *> à Óä°ää / x Óä°{ä -/,- "/< 6" ½,,1 <° /} ->ÌÀV° `ÕVi V>ÀÀ> i *Vi n°{ä 1 *, ° /iiv £ä°Îä ,° "1- 6-" ° /iiv £Ó°Óx -/1" *,/" £Î°äx -*",/ -/° £Î°{ä , ,/" £Î° ,i>ÌÞ £{°ää , ,/" £Î 6° ,i>ÌÞ £{°£ä -*-" ° >ÀÌ £{°Îx ," /° >ÀÌ £x°ää /",9 ° -iÀi £x°xä 1 1" £ÉÓ° -iÀi £È°Îx "7 / 9"1, "/,° /iiv £Ç°Óx /° /iiv £n°Îä -/1" *,/" £°Óä °-° - , ° /iiv° 7> °*iÌiÀÃ] >À} i}iLiÀ}iÀ] >ÀÞ ÕÀ`> Ç°xä " 1- /"° ÌÌÕ>ÌD Ç°xx " 1-° ÌÌÕ>ÌD °{x " ,° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi /â>> *>i> ££°ää ½, /,° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÞÀÌ> iÀ £Î°Îä / Ç° £{°ää / Ç ," ° ÌÌÕ>ÌD £{°{ä -/, - , - "° /iiv £È°{ä "--," ",,° /iiv° *iÀÀi `Þ] ÀÕ >`iÀ] Ìi> Õ>` £n°£ä ½-*//", , 9° /iiv° iÌÌiÃ] >i 7Þ>À] >ÀÀÞ >Và Óä°ää / Ç° Óä°Îä "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕLiÀ £{°£x - ,1-° -iÀi £x°£ä ", 9° /v° £È°ää "* "° 6>ÀiÌD £È°xä / " Ó° 6>ÀiÌD £Ç°xä / ,-° 6>ÀiÌD £n°Óä "* "° 6>ÀiÌD £°Óä - ,1-° -iÀi Óä°£x ", 9° /iiv Ó£°£ä / " ΰ 6>ÀiÌD ÓÓ°ää / , ,- *-"° 6>ÀiÌD Óΰää /--° >Ì>ÃViâ>] 1Ã>] Ó䣣®° ,i}> ` i ÕÀ}iÀ° À>`iÞ «iÀ° ä°xä ", -",° 6>ÀiÌD Ó£°£ä / 6" " /9° ÕÃV>i° `ÕVi 6>iÌ> ÀÀi>] i`iÀV ,ÕÃð ,>vv>i> >ÀÀD] Ý] i] *iÀ *iÙ Óΰxx / Ó° ä°£ä "//6" * /° ÌÌÕ>ÌD Ó£°äx ½ 6-/"¶ ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi i`iÀV> -V>Ài Óΰ£x äc -, ° ,ÕLÀV> ä°£x /Î "//° ä°Óx / ," ° £°Óä ,- " ///" *//" " 66 <° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£x "° i`>] iÀ>>ÉÌ>>] £nÓ®° ,i}> ` -Ìi° Õ` -«iViÀ] >À> >}iÀ] À} À>V>À`° i «À}À>>\ /}VÆ iÌi°Ì Ó£°£ä -,/"° /iiÛi>° i}> Ì>iÀ] iÝ >`i> Óΰxä "<" -/° / ÀiÀ] 1Ã>] £Ç®° ,i}> ` >ÀÞ i`iÀ° À}> Àii> Ó£°£ä -"7° 6>ÀiÌD° `ÕVi >ÀÞ >Ã] /i >ÕV>À° >>««>½Ã ä°{x / / " "-/," " "° -«ÀÌ Ó°ää , ,/" £Î° ,i>ÌÞ Ó£°£ä 6-" ,, ° /> à ܰ `ÕVi >À> }>À` Ó{°ää / Ç / -° ÌÌÕ>ÌD £°£ä "6 -° ÌÌÕ>ÌD £°£x "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD Óΰ£x -° /iiv° i ``à ] i >ÕÃiÀ] iÃÃi iÌV>vi ä°£ä /," "/<° ÌÌÕ>ÌD £°{x / x "// Ó°£x -/,- "/< 6" ½,,1 <° Ó°xä 1" " ° /> Ã Ü Ó°Óä -/1" *,/" ", /° Ó°Îä -*",/ -/° ΰ£x , 1-° /iiv° iÛ -ÀL] V >i ÕÀÃÌ ä°xä £°Óä £°Óx £°xx / £ "//° /*" ° -"//"6" ° ÌÌÕ>ÌD << -/ ° ÌÌÕ>ÌD Ó°Óx - < ,/° 6>ÀiÌD° £°ää , *, /" /", ° £°£ä 7 E ",,° /iiv° -° «>Ì > iÀiÀÃ] iÀÀÞ "ÀL>V À>°Ì >>ix Ó°Óä 1", ",,"° "- ® 6-/° ÌÌÕ>ÌD Ó°Óx , 7- Ó{° ÌÌÕ>ÌD £°xx Ç " ° V° Ó°{x "°*° /,° / ÀiÀ] 1Ã>] £x®° ,i}> ` iÜà /i>}Õi° >ÀÀÞ > ii>Þ /6 £È°Óä 1", ,"° 6>ÀiÌD £È°xx 9 /° £Ç°ää 9 /-° ÕÃV>i £n°ää *,"*"-/" , ° /iiv £n°xx 9 /° £°ää -7/ / ,/ ΰ /iiv Óä°ää +1 "° 6>ÀiÌD ÓÓ°ää 9 / ° 6>ÀiÌD ÓΰÎä -° /iiv ä°Îä ", *-1° ÕÃV>i ä°{x 1", ,"° 6>ÀiÌD 2 -/$/ ?$! $/!2 "*1/ Film e programmi La voce dei Jalisse nel talent «cieco» Spencer avventuriero in Sudamerica ,>{ Terza puntata con le blind audition. Fra i cantanti che si presentano davanti a Raffaella Carrà, J-Ax, Noemi e Piero Pelù c’è Alessandra Drusian (foto), già cantante dei Jalisse. The Voice of Italy Rai2, ore 21.10 In Sudamerica, l’avventuriero Joe (Bud Spencer, foto) sfrutta il commercio di banane per aiutare gli abitanti del povero villaggio in cui vive. Un boss vuole però colonizzare la zona. Banana Joe Rete 4, ore 21.15 Ceausescu, parabola Sciarelli e il caso di un dittatore della mamma-bimba La parabola di un dittatore che più di altri ha cercato la libertà dall’Urss, ma paradossalmente è stato il leader comunista più simile a Stalin. A partire dal culto della personalità. Ceausescu: la fine di un tiranno; Rai Storia, ore 20.45 Federica Sciarelli e il caso della mamma bambina: Ottavia era stata chiamata così perché aveva avuto un figlio a 12 anni e dopo 40 vuole ritrovarlo. Chi l’ha visto? Rai3, ore 21.05 ,>x À>°Ì À>°Ì £ä°{ä *,6/ *,/ ° -iÀi ££°Óx ,"/,- --/,-° /iiv £Ó°äx -/,° -iÀi £Ó°xä -/,° -iÀi £Î°Îx -*" /° -iÀi £{°Óä *,6/ *,/ ° -iÀi £x°äx ,"/,- --/,-° /iiv £x°{x **1 / /" ° ÌÌÕ>ÌD £x°xä äÓ£ä° -iÀi £È°Îä 6," ,-° -iÀi £Ç°£x , 7- ", "° £Ç°Óä ," ""° -iÀi £n°£ä -/,° -iÀi £n°xx -/,° -iÀi £°{ä - /1,9° -iÀi Óä°Óx ,"-° -iÀi Ó£°£ä / -+1,° / ÀiÀ®° ,i}> ` >à `}iÀÌ° ÓÓ°xx - ° -iÀi Óΰ{ä ° âi®° ,i}> ` 8>ÛiÀ *>Õ`° £n°Îä , "6° ÕÃV> £°{x 1--9\ *,1 ½*,-° ÕÃV> Óä°ää 1--9° ÕÃV> Óä°Îx *--*,/"1/° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£x " -1, 1-- ° /i>ÌÀ ÓÓ°{ä , "\ <" ° ÌÌÕ>ÌD ,> -ÌÀ> £n°Óä ,° V° £°xä ,- -/ //° VÕiÌ Óä°£x , x{° VÕiÌ Óä°{x /*" -/",° VÕiÌ Ó£°Îä ," 6° V° ÓÓ°Îä ,- " ///" *//" " 66 <° VÕiÌ ,> ,> *ÀiÕÀ>°Ì Ûi £Ç°xä , 7- ", "° £Ç°xx //9 ° /iiÛi> £n°{ä * 6/° /iiÛi> £°Óx 7 E ",,° -iÀi Óä°£ä ,- " ," ° -iÀi Ó£°£ä 9° ÓΰÓx "--° ÃiÀi À>°Ì À>°Ì £È°£ä - " 6"/ " - - ", ° £Ç°xx , 7- ", "° £n°ää 1 , *,/9° £°Îx , ,° Ó£°£x / /, ° ÓΰÓä /° ÌÌÕ>ÌD ä°Óx , 7- "//° ,> Õ« À>°Ì ,i> /i Ài>ÌiÌÛ°Ì >Ãà /Û >Ý >Ç` `>Ý°Ì V>ÃÃ°Ì >Ç°Ì £Ç°ää 1 1 * ° >ÀÌ £Ç°xx 7 8 1° >ÀÌ £n°Óä 1* , Óä£ÎÉÓä£{° ÌÌÕ>ÌD £n°{x , ° /iiv £°Îä 6"//° /iiv Óä°Óä 6 /","1-° /iiv Ó£°£ä 7 8 1° >ÀÌ ÓÓ°Óx 1 1 * ° >ÀÌ £°{ä 1", 5° ÌÌ° Óä°{ä "-- /",/° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä ,] ,] , /° ÌÌÕ>ÌD Ó£°{ä ,] ,] , /° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°£ä " /1 61"° ÌÌÕ>ÌD Óΰäx " - 1° ÌÌÕ>ÌD £Î°{ä 1 -/, "° -iÀi £È°ää / ", "° ÌÌÕ>ÌD £È°{ä -/ -«ÀÌ £n°ää -," ° -iÀi Óä°{ä -/,//" *"< £° -iÀi ÓÓ°Óä 7E",,° /iiv Óΰ£ä -/ -«ÀÌ £Ç°{x -7",-\ *- /" , *iÃV> £n°Îx 1/"° ÌÌÕ>ÌD £°Îä /", /-",° ÌÌÕ>ÌD Óä°Óä " *1 ° VÕiÌ>À Ó£°£ä 9/1-/,-° ÌÌ] ÓÓ°ää / ½66" //"° 6>ÀiÌD £n°äx " "° ,i>ÌÞ £n°xx / Ç° £°ää 5 //° ÌÌÕ>ÌD Óä°äx 1" ° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä ,9½- /"9° /iiv ä°£x / ,° "< -"7° 6>ÀiÌD ,> 99 Àà i >x /Û Óäää À>°Ì £°Îä - /"*" "° >ÀÌ £°xä ,/" " < " ½","° >ÀÌ Óä°£ä *** *° >ÀÌ Ó£°Óä * "" , " "9° >ÀÌ Ó£°{x 1" "// " 6" 9" 9"° ÌÌÕ>ÌD Àði`>ÃiÌ°Ì £Ç°ÎÎ " ½" 6-/"° 6>ÀiÌD £Ç°ÎÈ " +1 ",] " +1 /" ",° £°Îx " ½" 6-/"° 6>ÀiÌD £°În /° /iiv Óä°ÓÎ , ° /iiv Ó£°£Î 6,1-° ÓÓ°x "-/ -" ° ViÌÛ°Ì £°£x , 1"° VÕiÌ>À Óä°£x , ° 6>ÀiÌD Ó£°£ä / ,""/ /,,", / ", /"° À>°] 1Ã>] Ó䣣®° ,i}> ` ÀÃÌ> ° ÀÃÌ>Ãi° i`>ÃiÌ°Ì £°Îä ° /iiv Óä°Óä 1 *, ° /iiv Ó£°££ 7 ° Óΰää 1" " ° /> Ã Ü ä°äÈ , ,/" ¼£{ 6 x° ,i>ÌÞ £°ää 8/, "6, " ÌÛÓäää°Ì Óä°ää ,"-," "1,-° ,i}i Óä°Óx 1", ", "° ÌÌÕ>ÌD Óä°xx / /° Ó£°Óä 1 -,/ 6,- 1" -, " ** , - "° ,i}i Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014 47 italia: 51575551575557 Pay Tv Film e programmi Amy Adams aiuta papà Eastwood Gus (Clint Eastwood), uno dei migliori scout del baseball, con l’età sta perdendo la vista. Sarà la figlia (Amy Adams, foto con Eastwood) ad aiutarlo a rimettersi in gioco nel suo lavoro. Di nuovo in gioco Premium Cinema, ore 21.15 Wallace e Gromit alla fiera delle verdure -Þ i> -«ÀÌ £n°Îx ] *,] /À>ÌÌ `> LiÃÌ ÃiiÀ ` â LiÀÌ] m > ÃÌÀ> ÛiÀ> `i> ÃVÀÌÌÀVi V i >LL>`¢ ÌÕÌÌ «iÀ }À>Ài ` >> ÀViÀV> ` Ãm ÃÌiÃÃ>° -Þ i> *>Ãà £n°{ä ", // V>à ` Õ>> }>À] V i «iÀ £Ç > > `Ûà ½Ì>>] À>VVÌ>Ì >ÌÌÀ>ÛiÀà ÌÀi `ÛiÀà «ÕÌ ` ÛÃÌ>° ,i}> ` ° iVV ° -Þ i> ÕÌ £n°xx 9, // 1 ÛÀÕÃ] iÃV>Ì `>> vÕÃi ` Õ Ài>ÌÌÀi ÕVi>Ài] > Àià >ÕÌ> Õ½Ìi}iâ> >ÀÌvV>i «ÀÌ> > `ÃÌÀÕ}}iÀi `° -Þ i> >Ý £°ää /" *"-/6" -6, - *9"" iÃà `>½Ã«i`>i «ÃV >ÌÀV i `iVà > ÀVµÕÃÌ>Ài ½iÝ }i] *>Ì Ã L>ÌÌi /vv>Þ°°° "ÃV>À > iviÀ >ÜÀiVi° -Þ i> £ £°£x " / " 1 `À>ÕV V `Õi v} `> VÀiÃViÀi i Õ> }i >ÃÃiÌi VÃVi >>] >ÀÌÃÌ> õÕ>ÌÌÀ>Ì>° ÌÀ > À] Õ Û>âiÀ ` «iÀÃ>}}° -Þ i> Ìà £°Óä *"< , ,< -Ìi «iÀ > «À> ÛÌ> vÀ> V ÃÕ ÛiÀ i `À}i ° ° ->iÀ i ° i>Ì Õ V>ÃÃV «âiÃV > -iÌÌ>Ì>° -Þ i> >ÃÃVà £°{ä * < À>Ì i> }Õ}> ÌÀ«V>i `i> ÃÌ> `½ÛÀ i `i½1}>`>] `VÕiÌ>À ÃÃiÀÛ> `> ÛV ` `i} ÃV«>âj° -Þ i> >Þ Ó£°ää ", " 6 // 1 ÃViÀvv m ÃÕi ÌÀ>VVi `i½Õ V i > ÛiÌ>Ì i ÕVVà ÃÕ> }i° -V«Ài V i iÀ m v} ` Õ ÃÕ ÛiVV >V° -Þ i> >ÃÃVà ," /Ài «Ài "ÃV>À «iÀ v ` i vviV V i À>VVÌ> > vÕ}> ` Õ }ÀÕ«« ` `«>ÌV >iÀV> `>½À> iÃÌ>° -Þ i> ÕÌ 7 E ,"/ <" " " ," v `½>>âi V «ÀÌ>}ÃÌ> 7>>Vi i ÃÕ V>i ÀÌ] > ÛÌ ½"ÃV>À° `Õi Ãi > `iÛ Ûi`iÀi V Õ À`ÌÀi v>iV V i v> ÃÌÀ>}i ` ÀÌ>}}° -Þ °>Þ ", ",/ ½>Vâ> ÌÀ> >`> i >iÞ\ ÌÀÃ> ` `iLÌ ` Ã>}Õi] ÃÃiÃà i `i V i ÌÀ> `> «>ÃÃ>Ì° -Þ i> >Ý -*, 1 -1 --" ëÀ>Ì >> ÃÌÀ> `ii -Õ«ÀiiÃ] v À>VVÌ> > ÛÌ> ` ÌÀi ÃÀii V i vÀ> Õ }ÀÕ«« ÕÃV>i ` }À>`i ÃÕVViÃð -Þ i> *>Ãà ӣ°£ä *, -*"- Ó +ÕiÃÌ> ÛÌ> iÀ}i >à -° >ÀÌ® À>i ÃVÃà `>> Ìâ> V i > v}> i ÃÌ> «iÀ Ài`iÀi °°° -Þ i> Ìà ӣ°£x 9 "" 1/ /" / v À>VVÌ> > ÃÌÀ> ` Õ ÃV>À ` iÜ "Ài>Ã] Þ L] V i i`Ì> Ûi`iÌÌ> VÌÀ ii}>] Õ iÀVi>À Ãiâ> ÃVÀÕ«° -Þ i> £ ÓÓ°Îä -6 / -/ Ài ÌiÀVÕÌÕÀ>i > ÀÌ ` « «° } ÌÛ Ûi Ü>À` µÕi ÌÀ> ° -Ìià i -° *>ÌÀV / >à m ÃÌ>Ì }Õ`V>Ì }À L>V° -Þ i> >Þ ÓÓ°{ä 1-/<, 7-/ ÃViÀvv Ü>À` } Ì}>i] ââ> «iÀ Õ «ÃÌ `> Ãi>ÌÀi] >ÃÃ`> Õ >« ` Ãi Õ «iÀ V>ÌÌÕÀ>Ài Õ vÕÀi}}i° -Þ i> >ÃÃVà -8 < Î 8/, -/-9 7i 9>}à i} m VÛÌ ` `ÛiÀ ÃvÀÕÌÌ>Ài > i} Ìi« «iÀ ViÀV>Ài ` ÌÀÛ>Ài «>ViÀi ÃiÃÃÕ>i >ÃÃÕÌ° -Þ i> >Ý ÓÓ°xä " / iÌÀi à }iià Ûii `ÃÌÀÕÌÌ> `>½>«V>ÃÃi] Ãi >V À>} ÌÀ>««>Ì V>Ã> ` >ià À>V° -Þ i> £ £ä°Îä 6\ 9,- 7 9>V Ì E -> £Ó°Îä *// " 1,\ *,", ",/" "** `>i° vviÀÌ> ÕÀëÀÌ £x°Îä -"\ Î /** À ` >Ì>}>° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £Ç°äx "\ *" ", / -iÀi -Þ -«ÀÌ £ £Ç°Îä "\ <" -iÀi -Þ -«ÀÌ £ £°£x "\ , " *, 6//" 1- * /ÕÀ° vviÀÌ> ÕÀëÀÌ 6\ 1 6 ,// Óä£Ó 9>V Ì E -> Óä°ää / -\ £c +1,/" /* 7À` /ÕÀ >ÃÌiÀà £äää >° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ Ó Óä°Îä ,"\ Ó ", / /ÕÀ >«Ã « >ð ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ Óä°{ä "\ ", / -iÀi ° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ £ Óä°{x -1,\ 1/ 6 /1, " "1 /,9 9>V Ì E -> Ó£°ää *6""\ *" /" / " - -, Ó ,>-«ÀÌ £ ÓÓ°ää -/\ - "" /9 -Þ -«ÀÌ Ó ÓÓ°{x *// " -1 "\ -",/ *,", >«° `> 1 ,>-«ÀÌ £ -iÀi /Û ÌÀ>ÌÌiiÌ ,>}>ââ VÕiÌ>À £Ç°ää 1 " ÃiÞ >i -*-" Ý £n°Óä 1-/ E 9 ÃiÞ >i 7 E ",,\ 1 / -* Ý Ài "7 / 9"1, "/, Ý £°Îä 6"// ,> Õ« Óä°Îä / /",9 Ý Óä°{ä 1" ",/1 ,t ÃiÞ >i Óä°{x 6 /","1- ,> Õ« Óä°xx - E / Vi`i Ó£°ää °-°° 7 9", Ý Ài 7/ ", Ý Ó£°äx 1" ",/1 ,t ÃiÞ >i Ó£°Îä ° °/° , ÃiÞ >i £x°ää , 79 ,> Õ« £È°xx *, / -*""] *" / ,6-/" ",6 £Ç°ää -/, 1-/, -Þ 1 £n°£ä -/, 1-/, -Þ 1 £°Óä *," / ,1 79 / 9 Ý vi £°xä 1 " "<, " Ý vi Ó£°ää *," / ,1 79 / Ý vi ÓÓ°ää 11/", -, ÓÓ°{x 6-/ -*"- " /," -1" , ÓÓ°xä *," / ,1 79 / Ý vi ÓÓ°xx * - ," " -Þ 1 Óΰäx /"1, ÃiÞ >i Óΰ{x , /,"*"/ £n°Óä ,7",- ," -\ * , >ÀÌ iÌÜÀ £°ää "9 // - , iÀ>} £°{ä - 9 , Vi`i Óä°Óä /" Ó Óä°Óx ,7",- ," -\ * , >ÀÌ iÌÜÀ Óä°{ä /-" - *," *"/ iÀ>} "9 // - , i`à Óä°xä 1"6 66 /1, */, * i`à ӣ°£ä "9 // - , Ó 7 8 1 ,> Õ« £È°£ä " //" ÃVÛiÀÞ -ViVi £Ç°Îx " -/, -\ *- / >Ì> i}À>« V £°Óx -/,1//1,\ 1, >Ì> i}À>« V , < 6/, , -Þ 1 £°Îä , 1" ÃÌÀÞ >i Óä°Óx -*, / -*"-6 >Ì> i}À>« V Óä°Îä , ÃÌÀÞ >i Ó£°ää , " , ÃVÛiÀÞ >i ÃÌÀÞ >i ,-- " /," , Ó£°£ä " //" ÃVÛiÀÞ -ViVi , < 6/, , -Þ 1 £Ó°x / ° /iiv " £Î°£ä /7" "6,-° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £Î°Îx -° /iiv 9 £Î°xÓ " /*" ½",° *ÀiÕ i> £{°£Ó " -/° - Ü " £{°ÓÇ 1 -"" -,"° 9 £{°ÎÎ ,° "1- 6-" ° /iiv " £x°Óx ,° "1- 6-" ° /iiv " £x°Óx ** / -"¶° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £x°Î 6 " / " " *1,° *ÀiÕ i> £È°£n 1 *, ° /iiv 9 £Ç°ää /, ] 1 /," " 1 1 ,° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £Ç°äÈ / x 1 ," "-/"° /Û 9 £Ç°ÎÇ x < /"° *ÀiÕ i> £n°{x /½- * 1, " / ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £°ÎÎ *, /""° /iiv 9 £°ÎÈ *-9 ° /iiv " £°{x 66 /1, -9° *ÀiÕ i> Il Concorso di Verdure di Tottington Hall si avvicina. E gli amici Wallace & Gromit (nell’immagine) si arricchiscono con un servizio di sicurezza per i vegetali. Ma i problemi sono in agguato. Wallace&Gromit: la maledizione... Sky Cinema Family, ore 21 Il piano di Affleck per salvare i diplomatici Per salvare sei diplomatici sfuggiti all’attacco all’ambasciata Usa a Teheran, un agente Cia (Ben Affleck, foto, anche regista), finge, contro i dubbi del presidente Carter, la preparazione di un film. Argo Sky Cinema Cult, ore 21 Thornton barbiere per i fratelli Coen i`>ÃiÌ *ÀiÕ I fratelli Coen scelgono Billy Bob Thornton come protagonista. Per dare una svolta alla sua vita, il barbiere Ed Crane cerca di procurarsi 10 mila dollari ricattando l’amante di sua moglie. L’uomo che non c’era Mediaset Premium, ore 21.15 £ä°xÈ ½", " "",° *ÀiÕ i> ££°ä{ 1 *, ° /iiv 9 ££°x{ 1 *, ° /iiv 9 £Ó°ÓÓ **° *ÀiÕ i> £Ó°{ä "- 1*° VÕiÌ>À -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £Ó°{È " /, ° /iiv 9 A fil di rete di Aldo Grasso Iacona e quei dubbi sul boss della mafia R iccardo Iacona tenta di arrestare, con «Presa diretta», il super latitante Matteo Messina Denaro. Speriamo ci riesca, speriamo nelle forze dell’ordine. Certo, i dubbi sono molti, troppi (Rai3, lunedì, 21.10). Chi è MMD? Un misto di cronaca e di leggende colloca il boss di Castelvetrano in cima alla lista dei latitanti più pericolosi. Soprannominato «Diabolik» (era il suo fumetto preferito), ma anche «don Ciccio», ma anche «u signurinu», ma anche «Lu siccu» (il magro), MMD esercita la sua leadership mafioVincitori e vinti sa dopo gli arresti di Totò Riina e Bernardo Provenzano, diventando la nuova primula rossa di CoCorrado sa Nostra. Si nasconde da 21 anFormigli ni, nonostante gli diano la caccia Politica la procura di Palermo, la polizia, del lunedì, i carabinieri e i servizi segreti. Formigli Il documentario di Iacona, supera Del Debbio. con la collaborazione di Danilo Talk contro talk: «Piazzapulita», su La7, Procaccianti e Fabio Lazzaretti, punta sul tema degli ha raccontato tante cose: la stostipendi dei super ria del suo coinvolgimento nella manager: a seguire stagione stragista dei primi anni Vittorio Sgarbi ospite di ’90, il ruolo nella presunta trattaFormigli sono 1.356.000 tiva Stato-Mafia e lo strettissimo spettatori, 6% di share legame con Totò Riina, la caccia alla sua immensa ricchezza che ha permesso il sequestro di beni Paolo per 4 miliardi di euro, i blitz delDel Debbio le forze dell’ordine che hanno Politica del gradualmente fatto terra brucialunedì, Del ta intorno a lui. Debbio Di solito le inchieste servono superato da Formigli. a far luce su alcuni episodi oscuTalk contro talk: Rete4 ri; quella di Iacona porta con sé ha in prime time un carico di interrogativi inquiel’appuntamento con tanti, a partire dal patteggia«Quinta Colonna» mento tra Stato e mafia, a una condotto da Paolo del possibile complicità di alcuni Debbio. Gli spettatori organi inquirenti, al ruolo di sono 1.209.000, per MMD come strumento di un una share del 5% non meglio precisato Potere, alla durata della sua latitanza. Più che un’inchiesta, «Matteo Messina Denaro» è parso un giallo in piena regola, basterebbe la testimonianza del procuratore aggiunto Teresa Principato per renderlo tale: nel giugno del 2012 era sulle tracce del latitante ma un «improvvido» intervento della Procura di Palermo avrebbe fatto sfumare tutto. In studio Sonia Alfano, presidente della Commissione Antimafia Europea. © RIPRODUZIONE RISERVATA Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv Óä°ÓÎ *, /""° /iiv 9 Óä°Ó{ *-9 ° /iiv " Óä°{ä "97""½- -/ , /",-° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Ó£°£x 1"6" " "° *ÀiÕ i> Ó£°£x , ° /iiv " Ó£°£x *,//9 // ,-° /iiv 9 Ó£°£x 1 ,7",° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓÓ°äÈ / ", -° /iiv 9 ÓÓ°äÇ , ° /iiv " ÓÓ°x *½ /1 ° /iiv 9 Óΰää ---° /iiv " Óΰän 7 , ,-° *ÀiÕ i> ÓΰÓx ,,9 1,° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> 48 italia: 51575551575557 Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera
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