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MERCOLEDÌ 26 MARZO 2014 ANNO 139 - N. 72
Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821
Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
Il processo d’appello
Il pg chiede di assolvere
Dolce e Gabbana
Destra francese
Il ritorno di Sarkozy
per arginare Le Pen
Con il Corriere
La grande cucina
secondo Carlo Cracco
di Luigi Ferrarella
a pagina 17
di Aldo Cazzullo
a pagina 14
Domani a 9,90 euro
più il prezzo del quotidiano
Maggioranza in difficoltà al Senato sulla legge contro gli Enti. Oggi atteso il via libera
LA RAGNATELA
DEI MANDARINI
La battaglia delle Province
di FRANCESCO DAVERI e FRANCESCO GIAVAZZI
Il Governatore Visco: torna l’interesse dei mercati per l’Italia
operare sono patrimonio
di un ristretto numero di
funzionari pubblici. Queste informazioni sono custodite gelosamente perché costituiscono l’essenza del loro potere. Se un
nuovo ministro assume
un alto dirigente esterno
alla nomenklatura, costui
non saprà da dove cominciare e il ministro non riuscirà a fare alcunché per
molti mesi. Un lusso che il
governo Renzi non può
permettersi. E così la discontinuità annunciata
dal presidente del Consiglio finora si è ridotta a
spostare funzionari da un
ministero all’altro.
E dove sta scritto che
un giurista sia sempre il
miglior capo gabinetto?
Fra i sedici di questo governo i non giuristi sono
solo quattro. Uno (Giampaolo D’Andrea, ora alla
Cultura dopo i Rapporti
con il Parlamento) è un
professore universitario
di Storia contemporanea,
due (Alessandro Fusacchia, ora all’Istruzione dopo gli Esteri e lo Sviluppo,
e Roberto Cerreto, ora alle
Riforme dopo la presidenza del Consiglio) sono
dottori di ricerca in Scienze politiche. Uno solo
(Ferdinando Ferrara, confermato all’Agricoltura) è
laureato in Economia.
Nessun ingegnere, ad
esempio, neppure al ministero per le Infrastrutture, dove il capo gabinetto, Giacomo Aiello, è anche lui un giurista.
Chiusa, in modo un po’
deludente, la partita dei
gabinetti, il governo ha
tempo fino al 22 maggio
per confermare, ed eventualmente sostituire, i capi dipartimento, cioè i responsabili del funzionamento dei ministeri. Senz a d i s co n t i n u i t à p i ù
marcate nella provenienza e nella cultura di chi
occupa questi posti, le riforme del governo rischiano di rimanere lettera morta.
CONTINUA A PAGINA 34
Tensione sull’abolizione delle Province. Maggioranza in difficoltà al
Senato. Oggi atteso il sì alla legge. Il
Governatore della Banca d’Italia, Visco: segnali di interesse per i mercati
italiani, puntare sulla ripresa degli
investimenti e, così, superare senza
drastiche manovre i vincoli europei.
Giannelli
Madia e gli statali:
prepensionamenti
per aiutare i giovani
DA PAGINA 2 A PAGINA 6
di ENRICO MARRO
A PAGINA 8
L’ULTIMA ARMA,
IL VOTO DI FIDUCIA
Parte la prima asta
per 170 auto blu
Anche le Maserati
di MARIA TERESA MELI
A
bolizione delle Province e
riforma del Senato: Renzi
intende andare avanti anche
usando l’arma del voto di fiducia.
Il dossier
LE RIFORME
PROMESSE
E COSA RESTA
DEGLI ANNUNCI
delle promesse
Q uante
fatte dai governi
In primo piano
di FABIO SAVELLI
al loro insediamento
trovano realizzazione?
Dalla riforma elettorale
a quella della giustizia,
dai pagamenti
dei debiti della Pubblica
amministrazione
all’abolizione della tassa
sulla prima abitazione.
Il dossier del Corriere
sugli ultimi due governi,
quelli di Monti e Letta.
Ci sono casi in cui la
promessa viene disattesa a
causa della mancanza di
risorse e altri in cui il
dibattito politico vanifica
l’intento di raggiungere
un risultato tangibile.
A PAGINA 5
A PAGINA 9
Baccaro, De Bac, Piccolillo
A PAGINA 3
Finisce la missione civile, entro il 2014 anche quella militare
Ucraina Gli Usa preparano nuove sanzioni
Obama avverte Putin:
«La Nato proteggerà
i Paesi dell’Alleanza»
ANSA / EPA / JALIL REZAYEE
el presentare il
suo governo al
Senato Matteo
Renzi, parlando
dei dirigenti pubblici, non
ha usato mezzi termini:
«Non può esistere la possibilità di un dirigente a
tempo indeterminato che
fa il bello e il cattivo tempo». Dopo le parole sono
arrivati i fatti. Nei suoi primi trenta giorni, il governo ha cambiato dieci capi
di gabinetto su sedici:
Economia, Sviluppo,
Istruzione, Giustizia, Affari regionali, Riforme, Lavoro, Funzione pubblica,
Ambiente e Cultura. Ma le
conferme hanno riguardato sei ministeri fra i più
pesanti: Interno, Esteri,
Difesa, Infrastrutture, Salute e Agricoltura. È presto
per dire se è una vera svolta, come vorrebbe il premier, ma almeno sono
stati sostituiti due terzi
dei capi gabinetto: non
era forse mai accaduto.
Non basta però cambiare un alto funzionario: tutto dipende da chi si sceglie per sostituirlo. Per
ora, con i capi gabinetto,
Renzi ha proceduto come
nel gioco delle sedie.
Quando parte la musica
tutti si alzano, per poi sedersi in un altro posto non
appena la musica si interrompe. Ma, diversamente
dal gioco delle sedie, qui
c’è sempre posto per tutti.
All’Economia, è arrivato
Roberto Garofoli, fino a
ieri alla segreteria generale di Palazzo Chigi. Il nuovo capo gabinetto dell’Ambiente, Guido Carpani, svolgeva lo stesso incarico alla Funzione
pubblica, dove al suo posto è arrivato Bernardo
Polverari, fino a ieri «consigliere segretario» alla
Camera. Il precedente capo gabinetto dell’Istruzione, Luigi Fiorentino, ora
svolge lo stesso compito
agli Affari regionali.
Questo gioco delle sedie dipende dal fatto che
le informazioni che consentono a un ministero di
I nostri nove anni per aiutare l’Afghanistan
di LORENZO CREMONESI
I
eri, con una cerimonia ufficiale, la missione civile italiana in Afghanistan si è conclusa. La nuova scuola di
Herat dedicata a Maria Grazia Cutuli, la giornalista del Corriere assassinata nel novembre 2001 sulla strada per
Kabul, ha esaurito tutti i posti disponibili a meno di due anni dall’inaugurazione: 400 bambine e 500 bambini
A PAGINA 15
che si alternano durante la giornata. (Nella foto, un soldato italiano attorniato da ragazzi afghani)
Crisi in Ucraina, Obama avverte Putin: la Russia si fermi, altrimenti la
Nato è pronta a reagire e a
proteggere i Paesi alleati.
Il presidente americano,
parlando all’Aia a margine del summit internazionale sulla sicurezza
nucleare, ha aggiunto che
se la Russia «andrà oltre»
sono pronte sanzioni che
possono colpire l’energia,
la finanza e il commercio.
L’annessione della
Crimea, intanto, ha aggravato la situazione economica russa. Il rublo
continua a perdere valore
e i capitali stanno lasciando il Paese a un ritmo elevato: 70 miliardi di dollari
nei primi tre mesi dell’anno, cifra ben superiore ai 63 miliardi del 2013.
Vertici atlantici
Quella nomina
e la (confusa)
partita italiana
di FRANCO
VENTURINI
T
ALLE PAGINE 12 E 13 Dragosei
imorosa fino a ieri di
rimanere «senza
missione» dopo il ritiro
dall’Afghanistan, oggi la
Nato rischia l’ingorgo:
bisogna certo districarsi
da Kabul entro la fine
dell’anno ma le gesta di
Vladimir Putin in Crimea
hanno restituito
all’Alleanza il suo vecchio
ruolo di garante nelle
zone calde dell’Europa.
Gaggi, Offeddu, Olimpio
CONTINUA A PAGINA 34
A Milano un istituto su due sceglie la settimana corta. Divisi docenti e famiglie
È utile andare a scuola il sabato?
di ANTONELLA DE GREGORIO
IL CONCORSO PER PROF
CONTESTATO DAL NOBEL
di SERGIO RIZZO
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T
redici righe e dodici firme. Nobel ed economisti
di fama mondiale che esprimono al ministro
dell’Istruzione Giannini e al premier Renzi il loro
sconcerto per i risultati degli esami di abilitazione
scientifica per accedere all’insegnamento
accademico di Storia economica. «Ci lascia
perplessi la bocciatura di alcuni candidati con un
eccellente curriculum».
A PAGINA 21
C’
era una volta il sabato a scuola, alle medie e alle superiori.
Anche alle elementari, se non si
faceva il tempo pieno. Oggi, con
l’autonomia scolastica, il sabato è
diventato un oggetto di dibattito:
spalmare le lezioni su sei giorni
più rilassanti, oppure scegliere
cinque giorni pieni di scuola e un
intero weekend libero? Con un
vantaggio ulteriore: risparmiare
sulle bollette dell’energia e sui costi dei trasporti pubblici.
A PAGINA 20
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Como
Multe sparite
per pigrizia
Arrestati
i poliziotti
di A. CAMPANIELLO
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ANTEPRIMA Come sarà la spider Fiat-Mazda
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2
Primo Piano
Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
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Parlamento Il bivio
Al Senato il governo rischia sulle Province
Attesa per oggi l’approvazione. Maggioranza salvata dai voti di Casini e Merloni
Renzi deciso a chiedere la fiducia: se passa, addio indennità per tremila politici
La Nota
di Massimo Franco
A Palazzo Madama
prove di resistenza
ai blitz del segretario
L’
❜❜
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Applausi Alcuni senatori del Movimento 5 Stelle si voltano verso la tribuna ospiti ad applaudire un gruppo di studenti in visita a Palazzo Madama (foto Benvegnù/Guaitoli)
ROMA — Il disegno di legge
Delrio — che proroga i presidenti-commissari in 73 Province italiane, dal 30 giugno al
31 dicembre 2014, evitando
così nuove elezioni a maggio
— fa scricchiolare paurosamente la maggioranza del governo Renzi. Ieri, al Senato, la
pregiudiziale di costituzionalità presentata dal M5S è stata
marinayachting.it
inciampo è stato liquidato come tale: due votazioni nelle quali governo e maggioranza
sono stati sconfitti sull’abolizione delle Province, non dovrebbero avere conseguenze
durature. Al punto che il premier Matteo
Renzi anticipa che se oggi pomeriggio passerà al Senato
la proposta illustrata ieri dal sottosegretario Graziano
Delrio, il suo collaboratore più stretto, «tremila politici
smetteranno di ricevere un’indennità dagli italiani». Sarebbe un successo non da poco, dopo le promesse non
mantenute per anni. Né bastano ad annullare la sensazione di una piccola grande svolta le critiche di quanti,
soprattutto nelle file di Forza Italia, parlano di «bluff»
sostenendo che secondo il disegno di legge le Province
saranno trasformate, non cancellate. Eppure, Palazzo
Chigi sa che a Palazzo Madama le resistenze promettono
di essere più coriacee di quelle emerse ieri.
Intanto, l’idea di svuotare e spoliticizzare il Senato sta
lentamente cedendo il passo a una soluzione meno
traumatica, che corregge il bicameralismo senza eliminarlo. Soprattutto, l’aula di Palazzo Madama può diventare il parafulmine delle tensioni che percorrono non
soltanto la maggioranza di governo ma anche il partito
di Silvio Berlusconi; e che la vigilia delle elezioni europee di maggio accentua. Nel Pd si registra qualche timida richiesta a Renzi della minoranza che fa capo a Gianni Cuperlo, affinché il Pd abbia un profilo più autonomo
dall’esecutivo. Si tratta di una
fronda che però il premier
sembra in grado di controllaE la crisi di Forza re e zittire. Il cumulo delle cariche di segretario e di capo
Italia allunga
del governo gli consente di
un’ombra sulla
affrontare la Direzione fissata
venerdì con una certa sitenuta dell’asse per
curezza: nonostante maludelle riforme
mori evidenti.
Per paradosso, qualche pericolo all’asse istituzionale
per le riforme può arrivare da FI. La strategia di rinnovamento radicale delle liste perseguita da Berlusconi sta
facendo emergere un conflitto difficilmente controllabile tra la nomenklatura del partito e quello che viene
definito velenosamente «il cerchio magico»: il gruppo
di persone che a palazzo Grazioli circonda e, secondo i
critici, condiziona Berlusconi mettendolo contro i dirigenti storici. L’assenza del capo dalla campagna elettorale e dalle liste a seguito delle condanne collezionate
nei processi, rende FI a rischio di esplosione. E mostra
trutta la difficoltà del suo «partito personale» di trasformarsi in qualcosa di diverso. La diatriba sull’eventuale
candidatura di un figlio o una figlia del leader, apparentemente rientrata, nasce da qui.
L’ex premier rifiuta di ammettere l’esistenza di un
gruppo di potere che lo farebbe somigliare pericolosamente a Umberto Bossi, il capo leghista rovinato dal
«cerchio magico» dei fedelissimi. «Di magico», ha detto
Berlusconi, «ci sono solo io». Ma se la situazione peggiora, al Senato il governo potrebbe trovarsi con spezzoni di FI pronti a far saltare il patto sulle riforme con Renzi: a partire da quella elettorale sulla quale già sono
emerse le resistenze di alcuni settori del Pd e del Nuovo
centrodestra. Per questo il presidente del Consiglio vuole bruciare i tempi e rafforzare i propri poteri: perdere
velocità significa rischiare il compattamento degli avversari. Né va sottovalutato lo scarto vistoso compiuto
da Berlusconi in politica estera.
Il giorno prima dell’arrivo a Roma del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, il capo del vecchio centrodestra ha diramato una nota per difendere Vladimir Putin, appena ostracizzato per l’annessione della Crimea
ucraina. Poche righe scritte e dunque meditate, per definire «avventata, antistorica e controproducente» la
decisione dei leader riuniti all’Aia, di escludere la Federazione Russa dal G8. Può darsi si tratti di una mossa
dettata solo dal sodalizio con Putin, che ha punteggiato
tutta l’esperienza di governo berlusconiana. Ma si indovina anche il tentativo di dare voce a quanti, in Italia, temono che le sanzioni contro Mosca compromettano i
nostri rifornimenti energetici; e magari, di usare l’argomento in campagna elettorale, incrociando gli umori
antieuropei che hanno fatto trionfare la destra in Francia.
respinta dall’Aula per soli 4 voti (115 sì, 112 no, un astenuto).
L’aritmetica, dunque, attesta
che il governo è stato salvato in
corner dai centristi Pier Ferdinando Casini e Paola Merloni
per nulla convinti di seguire la
rivolta del gruppo guidata da
Mario Mauro e da un drappello
di fedelissimi dei popolari Per
l’Italia. Se anche quei due voti
centristi fossero andati a rimpolpare il fronte delle opposizioni, il ddl Delrio oggi varrebbe meno di zero. E il presidente del Consiglio non potrebbe
twittare — con un pizzico di
ottimismo, visto che questa
legge ordinaria non cancella le
Province — che se «domani
(oggi, ndr) passa la nostra proposta sulle Province 3.000 po-
litici smetteranno di ricevere dei presidenti delle Province.
Oggi si torna in Aula con la
un’indennità dagli italiani».
Ma è pure vero che il governo è quasi certezza che il governo
ancora in sella grazie anche ai porrà la questione di fiducia
17 senatori di Forza Italia che per non correre rischi davanti
non hanno partecipato al voto: ai 3 mila emendamenti. In
se fossero stati in Aula, come questo caso, si voterebbe entro
testimonia un sms risentito stasera per poi rispedire di
del capogruppo Paolo Romani, corsa il ddl Delrio alla Camera
si sarebbe colta «una occasio- che dovrà approvarlo entro e
ne» per umiliare il governo non oltre il 7 aprile: altrimenti,
è la tesi del governo, si rischia
Renzi.
Il voto a rischio (assenti
giustificati, tra
gli altri, i ministri-senatori
Giannini e Pinotti, i sottosegretari-senatori
Della Vedova e
Cassano) aveva
registrato un’avv i s a g l i a i n I Lo scambio di tweet tra il premier Renzi
c o m m i s s i o n e e il deputato pd Francesco Boccia
(Affari costituzionali) dove la maggioranza di votare a maggio per le Proha un solo voto di vantaggio. vince che invece tutti (a paroBene, quel voto è venuto meno le) vogliono abolire. L’atto di
per due volte grazie all’assenza cancellazione delle Province
deliberata dell’ex ministro del- sarà, infatti, di rango costitula Difesa Mario Mauro che ha zionale: stamattina al Senato
fatto mancare il suo appoggio a verrà votata l’urgenza per il ddl
causa di un’altra partita: la so- Crimi (M5S) che cancella la
glia di accesso alle elezioni eu- parola Province dalla Costituropee troppo alte e non modifi- zione. Già il governo Monti ci
cate dal testo sulle quote rosa. Il provò a farle fuori con il decrerisultato, così, è stato poco lu- to «salva Italia» ma la Consulta
singhiero per la maggioranza azzerò il provvedimento; Letta,
anche perché ai maldipancia con la legge di Stabilità 2013
dei popolari si sono aggiunti ha prorogato i commissariquelli del Ncd. E così il governo presidenti fino al 30 giugno;
è andato sotto due volte: sul- Renzi tira la palla in avanti fino
l’emendamento De Petris (Sel) al 31 dicembre. Ma fin quando
che restituisce alle Province la non verrà approvato un ddl
competenza sull’edilizia scola- costituzionale le Province non
stica e sulla proposta del rela- saranno azzerate.
Dino Martirano
tore Francesco Russo (Pd) di
© RIPRODUZIONE RISERVATA
porre un tetto alle retribuzioni
Privacy
Il monito del Garante ai partiti:
più trasparenza nell’usare i dati
Partiti e movimenti politici più trasparenti nell’uso dei dati
personali di iscritti, simpatizzanti, partecipanti alle primarie,
semplici cittadini. Il Garante per la privacy ha fissato un quadro
di regole per la tutela della riservatezza in questo ambito: partiti
e movimenti, per esempio, possono utilizzare senza consenso i
dati di aderenti o cittadini con cui intrattengono contatti
regolari, purché gli scopi che intendono raggiungere siano
individuati nello statuto. L’intervento del Garante ha riguardato
anche le regole per la propaganda elettorale. «Rispetto dei dati
significa rispetto della persona. Oggi i partiti hanno
un’opportunità in più per riformarsi nel segno della fiducia» ha
commentato il Garante della privacy Antonello Soro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014
Primo Piano
italia: 51575551575557
3
#
Il retroscena «Vedremo chi vuol far pagare agli italiani Province e Senato»
La riforma
LE CITTÀ METROPOLITANE
In attesa di
una legge
costituzionale che abolisca
le Province,
il ddl Delrio
riforma
gli enti,
riducendone
poteri e
funzioni,
e crea le Città
metropolitane
Le Province
diventano
enti di
secondo
livello: per
presidenti
e consiglieri
non è prevista
l’elezione
diretta.
Saranno
gestite
dai sindaci del
territorio che
lavoreranno
senza ulteriori
compensi
Le Città
metropolitane
saranno 10
e il sindaco
metropolitano sarà
il primo
cittadino
del Comune
capoluogo
TORINO
315
872.091
2.254.720
GENOVA
Numero di Comuni nella Città metropolitana
Popolazione residente nel Comune capoluogo
Popolazione residente della Città metropolitana
MILANO
134
1.262.101
3.075.083
BARI
41
313.213
1.246.297
121
NAPOLI
92
REGGIO
CALABRIA
ROMA — «Tranquilli, porteremo a casa il
risultato, voglio vedere chi si potrà vantare
di aver lasciato sulle spalle degli italiani i costi delle Province e del Senato. Siccome sono
voti che avverranno a Palazzo Madama, a
volto scoperto, ognuno dovrà metterci la
faccia e prendersi le sue responsabilità»: è il
Matteo Renzi di sempre quello che affronta
la prova — difficile — dell’Aula per il disegno di legge Delrio.
Il Renzi che non accetta gli altolà di «chi
vuole la conservazione, di chi mira a mantenere lo status quo». Spiega il presidente del
Consiglio, reduce da incontri su incontri, innumerevoli colloqui, riunioni a porte chiuse
con Luca Lotti e Graziano Delrio: «È fisiologico che quando tocchi interessi — e che interessi — la palude opponga resistenza. Non
si può pensare che tagli tremila stipendi della politica e tutti applaudano». Le reazioni
sono ovvie, secondo il premier, ma anche le
sue contromosse: «Noi siamo determinati
ad andare avanti. Del resto, anche nelle scor-
97
«La faccia»
«Ognuno dovrà metterci
la faccia. Quando tocchi
gli interessi la palude
oppone resistenza»
2.638.842
4.039.813
959.052
3.055.339
180.686
550.323
IN ATTESA DELLA RIFORMA
Piemonte
Lombardia
Emilia-Romagna
Veneto
Liguria
Toscana
Marche
Abruzzo
Umbria
Puglia
Calabria
Molise
Campania
Lazio
Basilicata
56
380.635
990.681
42
Il premier va alla conta:
porterò a casa il risultato
Dubbi nel Pd, stasera il confronto con i parlamentari
BOLOGNA
67
366.039
987.354
ROMA
44
259.263
847.983
582.320
851.283
FIRENZE
VENEZIA
Alessandria, Cuneo, Novara, Torino, Verbano-Cusio-Ossola
Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco, Milano, Monza-Brianza, Sondrio
Piacenza, Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Reggio Emilia, Rimini
Padova, Venezia, Verona, Rovigo
Savona
Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Pisa, Pistoia, Prato, Siena
Ascoli Piceno, Fermo, Pesaro-Urbino
Chieti, Teramo, Pescara
Perugia, Terni
Bari, Barletta-Andria-Trani, Lecce
Cosenza, Crotone
Isernia
Napoli, Salerno
Latina
Potenza, Matera
Fonte: Elaborazione Anci-Ifel 2014 su dati 2013 CORRIERE DELLA SERA
52
Le Province in
scadenza nel 2014:
rischierebbero
di andare al voto
a maggio se il ddl
Delrio non venisse
approvato. Il testo
prevede che gli
amministratori
rimangano in carica
fino a fine anno, in
attesa della riforma.
Altre 21 le Province
già commissariate
tra il 2012 e il 2013
nelle Regioni a
Statuto ordinario
se settimane gli uccellacci del malaugurio
pensavano che non ce l’avremmo fatta, che
avremmo fallito, e, puntualmente, abbiamo
portato a casa la riforma elettorale».
Il premier ha tutte le intenzioni di andare
avanti, usando l’arma della fiducia. Al primo
provvedimento su cui aveva debuttato il suo
governo, il cosiddetto «salva Roma», non
aveva voluto utilizzarla, perché sarebbe stata
un sorta di pessimo biglietto da visita per
l’esordio dell’esecutivo, ma adesso si rende
conto che può essere l’unico strumento per
forzare le resistenze e per nuotare controcorrente «nella palude stagnante di chi non
vorrebbe cambiare niente, ma proprio niente».
Dunque è il Renzi di sempre quello che
affronta questa ennesima prova e si prepara
alle prossime. La riforma del Senato, innanzitutto, dove gli mancherà la sponda dell’intera Forza Italia e anche di una parte dei suoi
alleati. Dentro FI c’è chi è contrario, ma pure
nel Nuovo centrodestra e nelle fila degli altri
alleati. Il che fa fibrillare il fragile patto che si
era costruito all’interno del Pd. Stasera il
presidente del Consiglio saggerà la compattezza dei suoi gruppi, perché non vuole
scherzetti o manovre sotterranee. Per dirla
con lui: «Chiunque si esprima come vuole,
ma a viso aperto, sapendo che poi si decide a
maggioranza».
Le insidie, però, non sono finite qui. Già
ci sono i bersaniani che si preparano a mettere i bastoni tra le ruote all’Italicum. Spiegava ieri Andrea Giorgis, deputato fedelissimo dell’ex segretario, ad alcuni compagni di
corrente: «Questa riforma, visto il risultato
delle Amministrative in Francia, ormai non
va più bene. Vedrete che Grillo rischia di essere il secondo partito e allora l’Italicum è da
rifare, meglio che resti al Senato e non vada
avanti». Un altro bersaniano, Davide Zoggia,
ieri confidava a un amico: «Dopo la decisione del Tribunale di sorveglianza di Milano
su Berlusconi, noi rischiamo di non avere
più un interlocutore, e allora come faremo
con l’Italicum, la revisione del Titolo V della
Costituzione e la riforma del Senato?».
Interrogativi e dubbi che i parlamentari
del Pd si pongono, tra Montecitorio e Palazzo Madama. Persino la minoranza più dialogante, quella dei «giovani turchi», appare
perplessa. Spiega Matteo Orfini: «Renzi, come al suo solito, procede a strappi, ma non si
può fare sempre così. Prendiamo il decreto
sul lavoro: noi non possiamo votarlo. Deve
mettere la fiducia per farci dire di sì, oppure
se lo vota con Forza Italia, ma gli conviene
far passare un provvedimento con FI?».
C’è fermento. E subbuglio. In Parlamento,
ma anche nel partito, il che, influisce, inevitabilmente, sulle mosse dei deputati e dei
senatori del Pd. La parola, ancora una volta,
a Orfini, uno che ama parlar chiaro: «La gestione unitaria del partito? Renzi se la dimentica se in direzione, venerdì, intende ratificare solo le nomine di Guerini e Serracchiani». E il capannello attorno a lui annuisce e aggiunge all’unisono: «E poi non si
lamenti se tutto ciò avrà ripercussioni in
Parlamento».
Ma chi conosce Renzi sa che il segretario
continuerà a procedere come sa: a «strappi»
per «non sprofondare nella palude». Ed è
pronto ad accettare scommesse: l’«acqua
stagnante» della conservazione non lo «fermerà».
Maria Teresa Meli
ROMA — «Renzi non ha la maggioranza, basta guardare i numeri di
una legge acchiappa-potere come le
Province per capire che non può dormire tranquillo...». All’esultanza di
Renato Brunetta, che non da oggi grida «Al voto! Al voto! Al voto!», è d’obbligo fare la tara. E però il capogruppo
di Forza Italia alla Camera è un buon
termometro per misurare la temperatura degli azzurri sulle riforme, alle
quali il capo del governo ha legato il
suo futuro politico.
Il patto con Berlusconi formalmente non è infranto, ma più si avvicina il
verdetto del 10 aprile — quando l’ex
Cavaliere saprà come e dove sconterà
la pena — più i senatori berlusconiani diventano inquieti. Il monito di
Maurizio Gasparri punta dritto a Palazzo Chigi: «Il premier non può calare le carte sulla riforma giocattolo del
Senato e noi battiamo le mani, no.
Non faremo i passacarte di Renzi, detteremo l’agenda. E partiremo dal varo
della legge elettorale». Prima l’Italicum, poi la riforma del Senato. Forza
Italia non molla e quella che può
sembrare una questione di calendario diventa un problema di merito
quando in diversi, sia pure semplici
peones, tornano ad accarezzare l’idea
di «far saltare il treno delle riforme».
Finché da palazzo Grazioli non arriverà il «rompete le righe» i senatori
berlusconiani ci andranno cauti con
le parole, ma a preoccupare sono le
azioni: emendamenti che spuntano a
migliaia dai cassetti, assenze studiate
a tavolino e un atteggiamento complessivo che sembra chiudere il breve
periodo del «soccorso azzurro». Gasparri lo dice con una metafora: «Noi
non siamo l’armadio sanitario da cui
Renzi prende oggi l’alcol e domani i
cerotti, il modo troppo spiccio di agire non porterà lontano». E Brunetta:
«Questo governo è fresco di slides ma
puzza già di cimitero. Stanno mettendo le mani sulle istituzioni per via le-
Renzi, come fece con D’Alema ai tempi della Bicamerale». E anche Paolo
Naccarato, senatore dell’Ncd con lunga esperienza parlamentare, tiene
d’occhio i movimenti dei berlusconiani: «Forza Italia può rivelarsi una
sorpresa». In positivo, o in negativo?
«Vedo una diffusa inquietudine, c’è
un riposizionamento in atto, sento
parlare di ripicche contro il cerchio
magico... Credo che l’Italicum farà da
detonatore e temo che la disciplina di
gruppo non regga». Ieri l’assenza di
almeno diciassette senatori sulla pre-
Il libro
Il capogruppo di
Forza Italia al Senato
Paolo Romani
mostra L’ultimo
intrigo, libro del
collega Giancarlo
Serafini, a Giovanni
Piccoli. In basso,
Anna Maria Bernini
(Benvegnù/Guaitoli)
Il 12 marzo, con 365 voti
favorevoli, l’Italicum è
stato approvato alla
Camera. L’accordo tra Pd,
Ncd e Forza Italia ha retto,
ma sugli emendamenti la
tensione è stata alta,
soprattutto su parità di
genere e preferenze. E c’è
chi, anche nel Pd di Renzi,
ha annunciato battaglia
in Senato per modificare
il testo
L’accordo sui tempi
per l’Italicum
Rispetto al testo originale,
dalla legge elettorale è
stato stralciato l’articolo
che riguarda il Senato. A
questo accordo si è giunti
dopo le tensioni tra le
formazioni che hanno
sottoscritto l’Italicum: si
voleva legare la legge
elettorale alle riforme
costituzionali per evitare
un imminente ritorno al
voto
Il nuovo assetto
di Palazzo Madama
Il 12 marzo il presidente
del Consiglio Renzi
presenta la bozza di
riforma per Palazzo
Madama. I punti fermi
sono tre: i senatori non
saranno eletti dai
cittadini, non
riceveranno compensi
aggiuntivi e non
voteranno la fiducia. Ma
c’è chi vuole modifiche
Un asse trasversale
per cambiare il testo
Malumori azzurri, si incrina l’asse delle riforme
gislativa e non democratica. Su quelle
boiate pazzesche noi non saremo mai
d’accordo, la riforma della Costituzione non gliela facciamo fare».
Se Brunetta esagera, dando voce ai
suoi desideri, Altero Matteoli è più
prudente: «Può darsi che qualche senatore voglia far saltare il tavolo, ma
per ora l’accordo regge. A Palazzo Madama vedo più malumore nel Pd che
da noi». Eppure sono giorni che il democratico Miguel Gotor diffonde avvertimenti ai naviganti: «Non vorrei
che Berlusconi finisse per buggerare
Il sì della Camera
alla legge elettorale
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Le alleanze Brunetta invoca le urne. Naccarato (Ncd): se Silvio cincischia, può essere Matteo a far saltare il tavolo
Avviso a Renzi: prima l’Italicum
Il rimprovero di Romani agli assenti:
persa l’occasione di bloccare la legge
I punti
giudiziale di costituzionalità ha salvato il provvedimento Delrio e fatto
litigare gli azzurri. «Se Berlusconi
cincischia — va avanti Naccarato —
può essere Renzi a far saltare il tavolo... Sulla riforma del Senato i frenatori non mancano, c’è in gioco la Costituzione e il governo deve stare attento a non produrre un pasticcio
inapplicabile».
Gli azzurri sono in guerra per le
candidature alle Europee e la protesta
degli esclusi rischia di ripercuotersi
sulle riforme. Denis Verdini ieri non
era in Aula quando Forza Italia poteva
affondare il ddl Delrio e anche lui ha
ricevuto l’sms di rimprovero del capogruppo, Paolo Romani: «Si è persa
davvero una grande occasione». Non
c’era nemmeno Manuela Repetti,
causa influenza. La moglie di Sandro
Bondi (assente anche lui) conferma il
patto sulla legge elettorale perché
«c’è stato un accordo e Berlusconi
non ci ha mai detto che vuole farlo
saltare», mentre sulle riforme la mette così: «Renzi ci è un po’ più simpatico degli altri di sinistra, ma non ci
siamo mai impegnati a dare i voti per
far passare tutto il pacchetto...».
Monica Guerzoni
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In Senato Pd e Ncd
hanno intenzione di
modificare una parte del
testo sulla riforma di
Palazzo Madama. In
particolare propongono
che i partiti indichino, in
fase elettorale, una quota
di consiglieri regionali
come aspiranti senatori.
Le designazioni riservate
al Colle dovrebbero
essere cancellate
La modifica
del Titolo V
La riforma del Senato
dovrebbe essere
abbinata a quella del
Titolo V della Carta, per
un riordino delle
competenze tra Stato e
Regioni su materie come
trasporti, infrastrutture,
energia e turismo.
Sempre attraverso legge
costituzionale avverrà
l’abolizione delle
Province
4
italia: 51575551575557
BOLOGNA FIRENZE GENOVA LEGNANO MILANO PORTO CERVO ROMA TORINO MADRID TOKIO SEOUL
Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014
» Dossier
5
Primo Piano
italia: 51575551575557
L’azione dei governi
CHE COSA RESTA DI TANTI ANNUNCI
LA STRADA A OSTACOLI DELLE RIFORME
L’ANNUNCIO Nel settembre 2012 il premier Mario Monti annuncia: «Sui costi della politica serve un colpo d’ala, bisogna
agire subito». Un mese dopo, il presidente del Consiglio agisce
per decreto legge e approva tagli drastici alle poltrone degli
enti locali e al finanziamento dei gruppi. Il dl prevede controlli
più rigidi sull’operato di Comuni e Regioni con sanzioni finanziarie pesanti e tagli di vitalizi.
nnunci e realizzazioni. Quante delle promesse fatte dai governi al
loro insediamento trovano realizzazione? Abbiamo provato a fare
un riepilogo sui temi principali: dalla riforma elettorale a quella
della giustizia, dai pagamenti dei debiti della Pubblica amministrazione
all’abolizione della tassa sulla prima abitazione. Ci siamo soffermati
sugli ultimi due governi: quello Monti, durato un anno e cinque mesi, e
quello Letta, esauritosi in quasi dieci mesi. Certo la durata di questi
esecutivi non ha giovato alla realizzazione delle promesse: alcuni
programmi sono ancora da completare e rispetto a alcuni di questi
dossier il governo Renzi ha già dichiarato l’intenzione di procedere. Ci
sono casi in cui la promessa viene completamente disattesa a causa della
mancanza di risorse e altri in cui il dibattito politico vanifica l’intenzione
di portare a casa un risultato tangibile. Talvolta il problema sono i
provvedimenti attuativi che restano soltanto sulla carta e impediscono
alle decisioni di raggiungere l’obiettivo. Sempre più spesso gli iter degli
atti vengono rallentati dal controllo in sede europea. Un controllo che a
volte è solo formale, più spesso è preventivo e vincolante, al punto da
cambiare il corso delle decisioni.
L’ANNUNCIO Il 27 marzo 2012, a pochi mesi dall’insediamento del governo Monti, i tre partiti che lo sostengono (Pdl, Pd e
Udc) stringono un accordo annunciando la riduzione dei parlamentari, il rafforzamento dei poteri del premier e la riforma
del Porcellum, la legge elettorale in vigore dal 2006: si ipotizza
un proporzionale alla tedesca, con sbarramento al 5%, senza
premio di coalizione ma mantenendo l’indicazione del premier. Il nuovo premier Enrico Letta, nell’aprile 2013, si impegna: «Quella dello scorso febbraio sarà l’ultima consultazione
con la legge vigente. La prima cosa da fare per il governo è una
nuova legge elettorale».
Al. T.
Al. T.
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Partito l’iter per i pagamenti,
il problema è accelerare
L’ANNUNCIO È il 22 maggio 2012 quando il premier Mario
Monti annuncia l’adozione di quattro decreti per pagare i crediti
delle imprese verso la Pubblica amministrazione: 20-30 miliardi
nel 2012. I crediti vanno certificati e compensati con eventuali
debiti iscritti a ruolo oppure scontati presso le banche. Dieci
mesi dopo, il meccanismo funziona con il contagocce. Serve che
Bruxelles ci consenta di pagare i debiti facendo più deficit ma
soprattutto più debito. Il via libera Ue arriva il 20 marzo 2013. Il
ministro del Tesoro Vittorio Grilli predispone un decreto per
rimborsare 20 miliardi di euro di debiti nel 2013 e altrettanti nel
2014. Più tardi i miliardi del 2013 diventeranno 30.
Antonella Baccaro
Liberalizzazioni annacquate
Cessioni ancora al palo
L’ANNUNCIO Il governo Monti vara nel gennaio 2012 un decreto liberalizzazioni che diventa legge due mesi dopo. Il passaggio in Parlamento lo priva di molte norme. Restano alcune
novità: stop alle tariffe minime per i liberi professionisti, aumento di 500 unità dei notai (dal 2015 sarà bandito un concorso annuale), conto corrente gratis per i pensionati che hanno
un assegno fino a 1.500 euro, stop all’applicazione di commissioni bancarie, fino a 100 euro, per chi fa il rifornimento di
carburante con la carta o con il bancomat, mutui portabili e
rinegoziabili senza addebiti, tariffe taxi e numero licenze fissate dai Comuni, queste ultime in base alle analisi dell’Autorità
dei trasporti che fornirà un parere non vincolante. Per quanto
riguarda il capitolo farmacie, 5 mila nuovi esercizi, farmaci di
fascia C che si possono comprare in tutte le parafarmacie.
Il capitolo privatizzazioni esordisce con il piano da 8-9 miliardi
del governo Letta su Poste, Enav, Eni, Stm, Sace, Fincantieri,
Cdp Reti, Tag e Grandi Stazioni.
Sanità
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Regioni virtuose da imitare
Il sistema sarà ancora corretto
L’ANNUNCIO Il 6 maggio 2011 viene approvato dal governo
Berlusconi lo schema di decreto legislativo sulla «determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario» impostato dal ministro Maurizio Sacconi. Vengono stabiliti i criteri per ripartire fra le Regioni i soldi del Fondo sanitario nazionale prendendo come modello quelle più virtuose, cioè capaci di offrire al minor costo il miglior servizio
assistenziale ad ogni livello: ospedale, territorio e prevenzione. Nelle intenzioni il nuovo sistema dovrebbe servire a eliminare gli sprechi e stimolare una migliore organizzazione.
In pratica tutte le Regioni devono spendere la stessa cifra
ovunque per ogni cittadino.
Sparisce l’Imu sulla prima casa
Riappare col nome di Tasi
L’ANNUNCIO È il 28 agosto 2013 quando il premier Enrico
Letta annuncia la cancellazione solo sulla prima casa dell’Imu,
il tributo introdotto dal governo Monti nel dicembre 2011,
che gli italiani hanno pagato nel 2012 sia sulla prima sia sulla
seconda casa. A maggio intanto Letta aveva già sospeso il pagamento del primo acconto sull’abitazione principale e le
pertinenze. A dicembre 2013 Letta confermerà la sospensione
del saldo di dicembre per gli stessi immobili. Ma sorgerà il
problema dei Comuni che intanto hanno deliberato aliquote
superiori a quella base (0,4%). Un decreto legge stabilirà che
in questi casi lo Stato coprirà il 60% della differenza dell’imposta dovuta, il 40% sarà a carico dei contribuenti (mini-Imu).
I RISULTATI Nel 2014 la tassazione è tornata anche sulla prima casa, ma si chiama Tasi, Tassa sui servizi indivisibili, e ha
la stessa base di calcolo dell’Imu. La Tasi è dovuta anche dall’affittuario in una quota variabile fra il 10 e il 30%, deciderà il
Comune. Il governo Letta aveva fissato
un’aliquota massima del 2,5 per mille sulla
prima casa e del 10,6 per le seconde (Imu
compresa), ma per permettere ai Comuni di
concedere detrazioni, è stato concesso loro
di elevarla fino a un massimo dello 0,8 per
mille.
ILLUSTRAZIONE DI VINCENZO PROGIDA
I RISULTATI L’operazione, gestita dal governo Letta, si chiude
nel 2013 con 23 miliardi pagati e 4 già autorizzati. Per la metà
di quest’anno ne saranno pagati altri 20. Ma il meccanismo,
che si basa da un verso sull’erogazione da parte Cassa depositi
e prestiti (Cdp) di anticipazioni di denaro a enti locali e Regioni, dall’altro sull’allentamento dei vincoli del
Patto di stabilità interno, è ancora lento per
Renzi. Che rilancia e promette di pagare 68
miliardi entro settembre. Come si arrivi a 68
miliardi non lo dice. Mentre il nuovo meccanismo dovrebbe essere quello della cessione
dei debiti alle banche garantita dalla Cdp.
Privatizzazioni
Il lungo addio al Porcellum
Strettoia per Senato e Titolo V
I RISULTATI Il governo Renzi prende di petto le riforme. Il 12
marzo 2014, la Camera dà il via libera all’Italicum, un modello
maggioritario che esclude preferenze e quote rosa. Ma al Senato, per il varo definitivo, i tempi potrebbero allungarsi. Perché
i partiti hanno deciso di incardinare prima la
riforma costituzionale, con il nuovo Senato
delle autonomie e la modifica del Titolo V
della Costituzione. La nuova bozza della riforma del Senato, elaborata dal ministro Boschi,
sarà presentata dal premier ai parlamentari
del Pd questa sera e venerdì in Direzione.
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Abitazioni
Debiti delle Pa
I RISULTATI Nel febbraio del 2014, il governo Letta procede
all’«abolizione» del finanziamento pubblico ai partiti (contestato dai 5 Stelle), che avverrà solo progressivamente, fino a
esaurirsi nel 2017. La nuova legge abolisce i rimborsi pubblici
ai partiti e li sostituisce con agevolazioni fiscali per la contribuzione volontaria attraverso detrazioni per le erogazioni liberali e destinazione volontaria del 2 per mille Irpef. Il 24 marzo
il ministro Graziano Delrio promette «uno tsunami antiburocrazia». È in arrivo per fine aprile la riforma
della pubblica amministrazione, che prevede
il taglio degli stipendi dei supermanager.
Secondo Renzi nessun manager pubblico
dovrebbe prendere uno stipendio superiore a
quello del capo dello Stato, cioè 239.181 euro
lordi l’anno.
A
Legge elettorale
Soldi ai partiti, stop ma dal 2017
Ora l’attacco ai superstipendi
A. Bac.
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Giustizia
Costi della politica
Dai tentativi avviati da Monti e Letta all’agenda di Renzi
Piccoli passi sul processo civile,
poi la frenata sul ddl Cancellieri
L’ANNUNCIO Di riforma del processo civile si torna a parlare
con il governo Monti. Nel decreto Sviluppo viene introdotto
un filtro in appello per ridurre il contenzioso. È nel decreto
del Fare che viene reintrodotta, modificata dopo la bocciatura
della Corte costituzionale, anche la mediazione obbligatoria.
Prima di intraprendere una causa diventa d’obbligo tentare
un accordo attraverso organismi privati e non: dagli ordini
professionali alle semplici srl. Il Guardasigilli del governo
Letta, Anna Maria Cancellieri, aggiunge l’introduzione della
motivazione della sentenza previo pagamento; del giudice
unico; della responsabilità in solido per lite temeraria.
I RISULTATI Alcuni provvedimenti di liberalizzazione non sono stati applicati in assenza
di provvedimenti attuativi. Il governo Renzi
ha annunciato di voler incrementare il piano
Privatizzazioni di Letta, oggi ancora alle prime battute.
I RISULTATI Le Regioni non si mettono d’accordo e il via libera
arriva solo a novembre 2013 con l’annuncio di Vasco Errani,
presidente della Conferenza che le rappresenta: «Sperimentazione per il 2013, pieno regime nel 2014». A dicembre il ministro della Salute Beatrice Lorenzin annuncia
che le tre Regioni di riferimento (chiamate
benchmark), individuate in una rosa di 5, sono Umbria, Veneto e Emilia Romagna. A gennaio il via libero definitivo. Il Fondo del 2013,
104 miliardi, viene calcolato con i costi standard. Ma già sono stati annunciati correttivi.
I RISULTATI Dopo le proteste dell’avvocatura e le perplessità
della magistratura, il ddl del ministro Cancellieri resta congelato. Il nuovo titolare della Giustizia, Andrea Orlando, il 20
marzo ha riunito avvocatura (Oua, Cnf) e Associazione nazionale magistrati. Nel report riservato dell’incontro si legge che
ha condiviso le perplessità su motivazione a
richiesta (ponendo in rilievo l’esigenza di un
maggiore utilizzo della sentenza in maniera
sintetica), sulla responsabilità per lite temeraria e sul filtro preventivo. E ha convenuto
sulla necessità di un «ulteriore approfondimento».
A. Bac.
Margherita De Bac
Virginia Piccolillo
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6
Primo Piano
Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
I mercati Bankitalia
Visco: crescita per tagliare il debito, non manovre
Il governatore: torna l’interesse dei mercati sull’Italia. Draghi: selezionare la spesa, no a più tasse
✒
ROMA — Bisogna puntare
sulla ripresa degli investimenti.
Perché solo così si può dare
slancio alla crescita e si possono
superare senza drastiche manovre restrittive i vincoli europei
del fiscal compact. Lo ha detto
nella sua Lectio magistralis
presso il Collegio Borromeo di
Pavia il governatore della Banca
d’Italia, Ignazio Visco, il quale ha
sottolineato come in questa fase
stiano emergendo «rinnovati segnali di interesse per i mercati
italiani, incluso quello dei titoli
di Stato». Ed è di ieri la decisione
di Standard & Poor’s di togliere
Generali dal Credit Watch, l’osservazione del rating in vista di
un possibile declassamento. Per
la compagnia del Leone, che a
sorpresa in novembre era stata
messa in area retrocessione, c’è
stata dunque la conferma del
giudizio al livello A-, due gradini
sopra al voto del debito sovrano
dell’Italia.
Gli accordi raggiunti in Europa nel corso degli ultimi due anni hanno reso operativi gli impegni di bilancio presi in passato,
ha rilevato Visco ricordando come la regola sul debito pubblico,
che sarà applicata all’Italia per la
prima volta nel 2016, richiederà
una riduzione media annua del
suo rapporto rispetto al Pil «pari
a circa un ventesimo della parte
che eccede il limite del 60%». Per
rispettarla, però, «non è necessario ridurre il valore nominale
del debito» perché in «condizioni di crescita “normale”, vicina al
3% nominale, sarebbe infatti
sufficiente mantenere il pareggio strutturale» del bilancio.
«Non sarebbero necessarie, a
differenza di quanto sostengono
alcuni commentatori, manovre
correttive da 40-50 miliardi all’anno», né «sarebbe richiesto
mantenere un orientamento
permanentemente restrittivo alla politica di bilancio».
Secondo Visco dunque «è comunque sulla crescita reale dell’economia, quindi sulla ripresa
degli investimenti che bisogna
puntare». La politica di bilancio
«deve garantire la sostenibilità
del debito, il pieno accesso al
mercato. Le regole concordate in
Crescita
Il
governatore
della Banca
d’Italia,
Ignazio
Visco: per
rispettare i
vincoli del
fiscal
compact, che
prevedono la
riduzione di
un
ventesimo
del debito
ogni anno,
per
Bankitalia è
prioritario
aumentare la
crescita
sede europea sono il mezzo, non
il fine». Per il nostro Paese comunque, ha osservato il governatore, il vero vincolo di bilancio
è dato dalla necessità di garantire la sostenibilità del debito pubblico e di mantenere il pieno accesso al mercato finanziario anche perché il Tesoro deve collocare ogni anno titoli per oltre 400
miliardi di euro. Sull’Italia ha osservato quindi Visco sta ritornando la fiducia degli investitori:
il divario di rendimento tra i Btp
decennali e i corrispondenti titoli tedeschi è tornato sotto i 200
punti, soprattutto grazie «all’abbattimento del rischio di disgregazione dell’area dell’euro»,
mentre la componente nazionale
dello spread che «risente dell’alto debito pubblico e delle basse
prospettive di crescita», deve essere «ulteriormente ridotta: prima della recessione del 2008 era
inferiore ai 50 punti base». La realizzazione di riforme strutturali
che consentano un recupero di
competitività è dunque «un passaggio essenziale per il rilancio
del Paese». Visco ha quindi riba-
dito che l’economia non è in deflazione anche se il rischio «va
contrastato con determinazione». In questo campo la Bce, come ha ripetuto ancora ieri il presidente della Bce, Mario Draghi,
«è pronta ad agire con tutte le
misure necessarie per garantire
la stabilità dei prezzi».
Draghi - che ha esortato le
banche europee a fare pulizia nei
propri bilanci prima della fine
degli esami di Francoforte - ha
quindi affermato che «la crisi
non è finita, ma il suo culmine è
stato superato». La strategia di
ripresa, ha aggiunto, deve «continuare a essere eseguita con impegno e perseveranza», con una
politica di bilancio «meno focalizzata sull’aumento delle tasse e
più sulle priorità di spesa».
Quanto all’azione di politica
monetaria è da registrare l’apertura del presidente della Bundesbank Jens Weidmann agli acquisti da parte della Bce di titoli
di Stato e all’adozione di altre
misure non convenzionali.
Stefania Tamburello
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Mercati e conti pubblici
Lo spread
La Borsa
(ultimi 6 mesi)
Il debito pubblico (dati in miliardi di euro)
(ultimi 6 mesi)
20.6077
260
0
2.140
2.085,311
ieri 181,71
240
0
2.035,870
19.9366
2.080
220
0
19.2666
200
0
18.6944
180
0
17.9233
2.076,375
2.020
ieri 20.823
+0,95%
2.089,462
1.960
1.989,473
2013
160
OTT
NOV
2014
DIC
GEN
FEB
2013
17.2522
MAR
OTT
NOV
2014
DIC
GEN
FEB
Fonte: Banca d’Italia
1.900
MAR
DIC 2012
MAR 2013
GIU 2013
OTT 2013 GEN 2014
Sul mercato L’agenzia di rating: i titoli di Stato non sono un problema. Greco: è un segnale per l’attrattività dell’Italia sugli investitori
Il Leone supera gli esami
S&P’s conferma il voto
«È un segnale positivo per l’attrattività dell’Italia come destinazione di investimenti». Mario Greco, numero uno
delle Generali, accoglie così la conferma del «voto» assegnato al nostro primo gruppo assicurativo da parte di
Standard & Poor’s. Il Leone di Trieste ha
superato lo stress test effettuato dall’agenzia internazionale di rating dimostrando la capacità di mantenersi
solida anche in uno scenario finanziario di estrema tensione.
Greco definisce la decisione di S&P
un riconoscimento doppiamente importante, per la società e per il nostro
Paese. A ragione, anche perché la conferma chiude positivamente un capitolo che aveva riguardato sì le Generali
ma di riflesso, per le dimensioni e l’importanza internazionale del gruppo,
l’intero sistema Italia. Il 23 novembre
2013, a sorpresa, Standard & Poor’s ha
annunciato di aver collocato Generali e
altre compagnie internazionali «sotto
osservazione» per un possibile declassamento: «Se non supererà i nostri
stress test», si leggeva nella nota, «legati a un possibile default del Paese, probabilmente limiteremo il rating del
gruppo al livello di quello dell’Italia»,
che è inferiore di due «gradini». Greco
Trieste Il Ceo di Generali, Mario Greco. S&P ha confermato il voto sul gruppo
aveva reagito definendolo un «errore
clamoroso» e qualcosa di «irricevibile», anche in relazione al fatto che la
doccia fredda arrivava «quando l’economia italiana» stava mostrando «i primi segnali di ripresa». Segnali che senza dubbio sono proseguiti in modo coerente come dimostra il termometro
dello spread Btp-Bund sceso da allora
di oltre 70 punti base.
Qualche tempo dopo S&P ha anche
comunicato a Trieste l’orientamento a
procedere effettivamente a un down-
grade, cioè a un ribasso del voto. Secondo fonti di mercato però le Generali
hanno seguito la procedura prevista in
simili occasioni presentando una specie di ricorso. E il loro punto di vista è
stato accolto dall’agenzia, fatto che
sembra avvenire abbastanza di rado se
si pensa che su 150 di tali ricorsi presentati dalle società sotto esame non
più di cinque si sarebbero chiusi con
«verdetto» favorevole.
Alla fine Standard & Poor’s ha riconsiderato la valutazione iniziale che l’ha
portata ad avviare il creditwatch, cioè
l’osservazione per una eventuale bocciatura: le Generali hanno superato lo
stress test e il rating è stato confermato.
Secondo Greco il risultato dimostra «le
significative riserve di bilancio e la flessibilità finanziaria» del gruppo, riconosce la sua «diversificazione globale»,
visto che «il 70% del business è originato all’esterno del mercato domestico e
conferma «il progresso compiuto» sotto il profilo della solidità. Infine, annota
il group ceo, «abbiamo sempre ritenuto
del tutto improbabile lo scenario di un
eventuale default dell’Italia».
Nonostante però tale scenario appaia in effetti oggi ancora più improbabile, S&P non fa marcia indietro sull’outlook (le previsioni) che resta negativo
per il gruppo assicurativo perché riflette l’analoga prospettiva di lungo termine sul credito sovrano dell’Italia e
l’aspettativa che il Leone di Trieste non
aumenterà nei prossimi due anni
l’esposizione agli asset domestici. Certo, le Generali alla fine del 2013 hanno
in portafoglio circa 55 miliardi di titoli
di Stato Italiani, quota leggermente diminuita (del 6%) rispetto a 12 mesi prima. Sono quindi fra i maggiori detentori di bond governativi domestici e
una cassaforte di sistema molto importante se si pensa che l’intero sistema
bancario a fine gennaio era esposto sui
nostri Btp e Bot per 383 miliardi. Ma, a
parte il fatto che il «tesoretto» in titoli
di Stato per il Leone va messo a confronto con l’intero portafoglio di asset
investiti della compagnia, che vale circa
500 miliardi, la valutazione dell’agenzia
di rating appare oggi poco in linea sotto
questo profilo con quanto stanno dimostrando gli investitori. Basti osservare l’andamento delle ultime aste di
Btp, che vanno meglio delle previsioni
con rendimenti in continua discesa, e
che rappresentano un segnale inequivocabile: il debito pubblico italiano è
ancora attraente. Tanto è vero che è atteso un nuovo successo per la emissione, la sesta, di Btp Italia, destinato ai risparmiatori e che partirà a metà aprile.
Ma indicazioni che vanno nella stessa direzione provengono dalla forte domanda internazionale di bond societari
Stress test
La compagnia ha superato il
test dimostrando la solidità in
condizioni finanziarie estreme
(le stesse Generali in gennaio hanno
collocato in due ore un’obbligazione da
1,25 miliardi che ha raccolto una domanda di quasi 10), e dagli investimenti in equity che hanno visto diversi investitori istituzionali esteri entrare nel
nostro mercato negli ultimi mesi. Indirizzandosi anche (il caso del colosso
Blackrock è il più evidente, ma non il
solo) sulle banche. I cui portafogli, come si è visto, sono pieni proprio di Btp.
Sergio Bocconi
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Prezzi e ripresa,
la Bundesbank
volta pagina
e apre alla Bce
di GIULIANA FERRAINO
I
l momento deve essere
piuttosto grave se, di colpo,
un falco come il presidente della
Bundesbank diventa una
colomba e rompe il tabù del
Quantitative easing (Qe). Per
salvare l’eurozona dalla
deflazione «non è più fuori
discussione» l’acquisto di titoli
di Stato e altri asset delle
banche da parte della Banca
centrale europea, ha dichiarato
Jens Weidmann all’agenzia
Mni. Aprendo inoltre alla
possibilità di tassi negativi per
frenare il rafforzamento
dell’euro. Parole inaspettate,
visto che finora proprio la
Germania ha opposto la
maggiore resistenza verso un
allentamento della politica
monetaria dell’Eurotower
seguendo l’esempio di quanto
fatto dalla Federal Reserve in
America. E Weidmann è stato
l’unico membro del Consiglio
dei governatori della Bce a
votare contro l’Omt, il
programma di acquisto
illimitato di titoli di Stato
annunciato da Mario Draghi
nell’estate del 2012 per calmare
i mercati, in piena crisi del
debito sovrano. Perché la
Bundesbank ha cambiato
approccio all’improvviso?
Negli ultimi giorni sono
successe due cose importanti: la
valanga di voti raccolti in
Francia dal Front Nationale,
che vuole l’uscita di Parigi
dall’euro, ha fatto diventare più
consistente la possibilità di una
vittoria degli euroscettici alle
prossime elezioni del
Parlamento europeo in maggio.
L’altra (cattiva) notizia
riguarda l’inflazione, che a
febbraio è stata rivista allo 0,7%
per l’eurozona, nella «zona di
pericolo». Più si prolunga
questo periodo di bassa
inflazione, ben lontana dalla
soglia del 2% indicata dalla Bce
come target, più aumentano i
rischi di deflazione. E non
conforta l’ultimo dato (di ieri)
sull’inflazione britannica, scesa
dall’1,9% all’1,7% a febbraio, ai
minimi degli ultimi 4 anni, a
fronte di una crescita del 2,8%
stimata per quest’anno.
In queste circostanze «le misure
non convenzionali prese in
considerazione — dice
Weidmann — sono un territorio
poco conosciuto. Questo
significa che occorre discutere
la loro efficacia e gli effetti dei
loro costo». Ma «questo non
significa che i programmi di
Quantitative easing siano in
generale fuori questione».
Forse, sembra suggerire il falco
di Francoforte, è giunto il
momento che la Bce faccia di
più. Ancora una volta toccherà
a una banca centrale dare una
mano ai leader politici.
@16febbraio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014
italia: 51575551575557
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Primo Piano
Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Il governo I tagli
«Statali prepensionati, spazio ai giovani»
Madia: sono per una sana mobilità obbligatoria. Bonanni: poche chiacchiere
ROMA — Prepensionamenti,
mobilità obbligatoria, rotazione
dei dirigenti e tetto agli stipendi
dei manager. Sono queste le novità annunciate ieri dal ministro
della Pubblica amministrazione
Marianna Madia che, ad aprile,
come previsto dal cronoprogramma del governo, presenterà
la sua riforma. Il ministro, rispondendo a margine di un convegno ad una domanda sugli 85
mila dipendenti pubblici in esubero quantificati dal commissario per la revisione della spesa
pubblica Carlo Cottarelli, ha detto
che non si sta pensando ad uscite
traumatiche di personale ma
piuttosto a «prepensionamenti»
anche «per aiutare i giovani ad
entrare nella Pubblica amministrazione». Eventuali carenze di
organico, ha aggiunto Madia, potranno essere coperte anche con
«una sana mobilità obbligatoria»
del personale. Queste decisioni,
Intervista
ha spiegato, visti i tempi stretti,
potrebbero essere prese senza
aprire un tavolo di trattativa con i
sindacati. Che ovviamente non
l’hanno presa bene».
«Noi pensiamo che il ministro
farebbe bene umilmente ad adoperare il suo compito nell’interesse generale anziché della
chiacchiera generale», ha commentato Raffaele Bonanni per la
Cisl. Ma nel merito la proposta
dei prepensionamenti ha ricevuto apprezzamenti dal segretario
della Funzione pubblica Cgil,
Rossana Dettori (sì se si assumono i giovani, a partire dai vincitori di concorso e dai precari) e dal
leader della Uil, Luigi Angeletti:
«Ottima idea far entrare i giovani». Un’idea questa dei prepensionamenti per svecchiare la
Pubblica amministrazione, che a
ben vedere risale al 14 giugno
2006 quando a lanciarla con
un’intervista al Corriere fu Nicola
Rossi, già consigliere economico
di Massimo D’Alema a Palazzo
Chigi, che propose appunto di
prepensionare 100 mila dipendenti pubblici per assumere 20
mila giovani, con notevoli risparmi e un aumento della produttività. In questi 8 anni, invece, il
combinato disposto dell’aumento dell’età pensionabile e del
blocco del turnover ha prodotto
sì una riduzione del numero dei
dipendenti pubblici, scesi da 3,4
a 3,2 milioni, ma ha aggravato
l’invecchiamento della burocrazia italiana, tanto che solo il 10%
ha un’età inferiore a 35 anni, con-
Contributo
Il sottosegretario Legnini
apre anche agli sgravi
per chi guadagna meno
di 8 mila euro
tro il 28% in Francia e il 25% nel
Regno Unito mentre il 44% ha più
di 50 anni (29% Francia, 30% Regno Unito). E gli over 60, quelli
più vicini alla pensione dunque,
sono circa 200 mila.
Madia ha quindi annunciato
che «ci sarà sicuramento una
proposta del governo» sui tagli ai
super stipendi dei manager delle
aziende pubbliche e ha sottolineato che per i dirigenti pubblici è
già vigente la circolare che attua
il tetto fissato dal governo Letta
pari alla retribuzione del primo
presidente di Cassazione, cioè
311 mila euro lordi. La riforma,
secondo il ministro, riguarderà
anche «l’accesso, la formazione e
gli incarichi a termine» dei dirigenti. Infine non ha escluso l’arrivo di un «contributo di solidarietà» sulle retribuzioni più alte,
«che non riguardi solo i dirigenti,
ma che deve partire dalla politica». Nessun commento invece
Il ministro
Il responsabile della Pubblica
amministrazione, Marianna
Madia: si sta lavorando su uscite di
personale con prepensionamenti
anche per aiutare i giovani ad
entrare nella Pa
sul caso Moretti, l’amministratore delegato che non vuole subire
tagli al suo stipendio di 873.666
euro lordi e che ieri ha detto di
non temere di essere sostituito:
«Se il governo trova un’alternativa migliore, ben venga».
Al ministero dell’Economia,
intanto, procede la preparazione
del Def, il Documento di economia e finanza, che deve essere
presentato entro il 10 aprile e che
conterrà la cornice finanziaria del
taglio delle tasse per i lavoratori
dipendenti, i famosi 80 euro in
più al mese per chi guadagna
1.500 euro netti promessi dal
presidente del Consiglio, Matteo
Renzi. Anche qui c’è una novità.
Il sottosegretario all’Economia,
Giovanni Legnini, ieri infatti ha
aperto alla possibilità che lo sgravio vada anche agli incapienti,
cioè a chi ha un reddito annuo inferiore a 8 mila euro lordi. «Sono
in corso elaborazioni, bisogna
decidere», ha detto in tv a Sky
Tg24. Il problema è difficile da risolvere perché mentre sopra 8
mila euro lo sconto può essere
messo in busta paga con un aumento delle detrazioni da lavoro
dipendente (fino a 25 mila euro
lordi) sotto gli 8 mila non operano le detrazioni e quindi bisognerebbe erogare una somma attraverso l’Inps, per esempio, o ridurre i contributi previdenziali. I
pensionati, ha detto ieri il ministro del Lavoro Giuliano Poletti,
dovrebbero comunque restare
fuori dal taglio delle tasse. Infine,
il viceministro dell’Economia,
Luigi Casero, ha annunciato che
nell’attuazione della delega fiscale si partirà dalle dichiarazioni
dei redditi precompilate che dal
prossimo anno potrebbero essere mandate ai pensionati e ai dipendenti pubblici.
Enrico Marro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
«Puntiamo sull’impresa manifatturiera: cresce nel territorio, sviluppa occupazione e produce ricchezza. Il sindacato? È fermo alla concertazione»
Rocca: l’Italia adesso può ripartire
Meno illusioni e più fiducia nell’industria
Il presidente di Assolombarda: lavoro, le prime misure di Renzi nella giusta direzione
MILANO — Alla fine conclude che «sì, credo
di sì: ripartiremo». Per Gianfelice Rocca la condizione — la principale, almeno — è che «ci liberiamo di vent’anni di equivoci e problemi non
affrontati». Passi avanti però ne abbiamo fatti,
dice, e se è vero che il prezzo è stato la Grande
Crisi «ormai dell’emergenza siamo consapevoli». Soprattutto (o nonostante tutto): «L’Italia ha
doti profonde cui dobbiamo soltanto consentire
di emergere». È assolutamente alla nostra portata. Riaccendere i motori — l’espressione che il
presidente di Techint e Assolombarda ha scelto
come titolo del saggio appena pubblicato da
Marsilio — è possibile. Del «come» e degli «a
patto che» Rocca discuterà questa sera con Romano Prodi, Giorgio Squinzi, Andrea Pontremoli, Ferruccio de Bortoli (padrone di casa dell’incontro organizzato dalla Fondazione Corriere
della Sera: appuntamento nella sede milanese di
via Solferino, ingresso da via Balzan per la Sala
❜❜
Il lavoro e la scuola
Tecnologia e impresa: se cade la
grande muraglia tra le università
e il mondo del lavoro potremo
puntare a livelli tedeschi
Buzzati, ore 18). Le premesse, e le promesse
mantenute dal libro, sono una serie di analisi
raccontate in un linguaggio antiaccademico, alcuni giudizi sottilmente sferzanti e senza riguardi per nessuno, più molti, molti luoghi comuni
sfatati.
Lei scrive nell’introduzione che «Riaccendere i motori» nasce da una passione, quella per
la lettura dei fenomeni che in pochissimi anni
hanno cambiato il pianeta, e da una frustrazione. Va giù piatto contro le «interpretazioni eccessivamente sbrigative che fanno la parte del
leone nel dibattito economico, non solo italiano». Ed è tranchant nell’accusare «voci anche
molto autorevoli» di «assumere con troppa
leggerezza una visione unidimensionale del
mondo». In questo neo-conformismo mette
un po’ tutti: economisti, politici, sindacalisti...
«Partiamo dalla passione: io sono un industriale e rivendico la bellezza che nel mondo dell’industria ancora c’è. La frustrazione ne è la conseguenza. Perché si parla sempre e soltanto di hitech, sembra esistano unicamente il digitale e i
bit e che tutto il resto sia preistoria».
Ma è quella «preistoria», peraltro ben felice
Oggi l’incontro
Industriale
Il presidente di
Assolombarda,
Gianfelice Rocca, 65
anni. Rocca è
presidente del gruppo
Techint. Negli Anni 90
ha fondato l’Istituto
Clinico Humanitas.
Dal 2004 al 2012 è
stato vicepresidente
di Confindustria con
delega alla
formazione
di sposarsi ai bit, che continua a mandare
avanti il mondo: lei cita la meccanica, la farmaceutica, il manifatturiero in generale.
«Vuole un dato, uno dei tanti, che lo dimostri?
Gli Stati Uniti sono per antonomasia la culla dell’alta tecnologia. La patria di Apple, Google, Microsoft. Tutte società che hanno certamente
cambiato in meglio la nostra vita e quella delle
nostre aziende. Eppure anche gli Usa, come la
Germania, diminuiscono le esportazioni di hi-tech e aumentano quelle di medium tech. Il mani-
La presidente Fed
Yellen: donne decisive
per l’economia Usa
(giu.fer.) Janet Yellen, 67 anni, la prima donna a
guidare la Federal Reserve nei 100 anni di storia
della Banca centrale, sostiene che il successo
dell’economia Usa nel corso dell’ultimo secolo
sia dovuto in larga parte al contributo delle
donne. Secondo Yellen, la crescente
partecipazione femminile alla forza lavoro, in
particolare dopo il 1970, è stata cruciale nel
sostenere la crescita del reddito delle famiglie.
Aver usato di più il talento delle donne ha reso
l’America più ricca e prospera, afferma Yellen.
Che, in un discorso al Congresso, nota anche
un graduale aumento delle donne nella sua
professione economica. Le donne restano però
sottorappresentate ai livelli più alti del mondo
accademico, del governo e del business.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
fatturiero è un mondo altrettanto ricco di innovazione. E ha in genere un legame molto stretto con
il territorio, dove crea o mantiene occupazione e
favorisce la redistribuzione della ricchezza. Non
si può dire lo stesso per l’hi-tech. Apple negli Stati Uniti occupa 50 mila persone. Ma i suoi prodotti li montano in Cina, ai salari che sappiamo, i milioni di Foxconn».
Perciò lei ricorda che Barack Obama fa studiare un piano di reindustrializzazione. E che
l’Europa punta a riportare al 20% il peso dell’industria. Se è così noi italiani, individualisti
e però a volte proprio per questo campioni del
manifatturiero innovativo, delle nicchie alte di
mercato, dovremmo essere in pole position
per la ripresa. Non lo siamo.
«Ma potremmo. Vediamo il quadro oggi. Siamo un Paese ricchissimo di imprenditorialità e
creatività, come dimostrano le leadership nella
moda o nel design, ma carente di tecnologia.
Non perché ci manchino i cervelli, al contrario: i
nostri politecnici, per esempio, sfornano eccellenze di livello internazionale. Il problema è che
l’Italia ha un’alta intensità di scienza ma non di
brevetti. Abbiamo troppi accademici e troppo
pochi professional. Questo però dimostra quante
potenzialità possiamo ancora sfruttare. Facciamo cadere la grande muraglia tra le università e il
mondo del lavoro, delle aziende, della produzione “intelligente”, e potremo puntare a livelli tedeschi».
La Germania però, e lei lo scrive in modo anche crudo, ha fatto quello che noi abbiamo
puntualmente predicato ma mai attuato: le riforme.
«È vero, la Germania post-unificazione, oltre a
ad avvicinare l’education alla formazione profes-
I punti di forza
«Riaccendere i motori Innovazione, merito ordinario,
rinascita italiana» è il titolo
scelto da Gianfelice Rocca per il
saggio, appena pubblicato da
Marsilio, in cui il presidente di
Techint e Assolombarda spiega
come e perché l’Italia può
ripartire. Tesi di fondo: il nostro
Paese ha tantissimi punti di
forza inespressi e, se saremo
capaci di ricominciare da lì e da
politiche che possano
valorizzarli, scopriremo che la
globalizzazione non ci obbliga
necessariamente a un destino
da comprimari.
Alla Fondazione Corriere
Di questi temi Rocca parlerà
questa sera, in uno degli
«Incontri ExLibris» organizzati
dalla Fondazione Corriere della
Sera, con Romano Prodi,
Giorgio Squinzi, Andrea
Pontremoli e Ferruccio de
Bortoli. L’appuntamento —
aperto al pubblico e con
ingresso libero previa
prenotazione allo 0287387707 o all’indirizzo mail
[email protected] —
è alle ore 18 nella sede
milanese di via Solferino,
entrata da via Balzan 3 per la
Sala Buzzati.
sionale, ha fatto i due grandi compiti a casa che
noi abbiamo bisogno di fare: moderazione salariale e flessibilità del mercato del lavoro. È così
che ha recuperato produttività. E l’ha fatto con la
collaborazione del sindacato».
Che da noi, salvo rari casi e tutti a livello
aziendale, è fermo alla concertazione. Come
ferma lì pare Confindustria: la Fiat, per ottenere flessibilità, alla fine è dovuta uscirne (non
con dispiacere, per la verità). Pensa davvero si
possa abbattere, il totem concertativo?
«La questione principale è il sistema sindacale. Per dirla con una battuta: copernicano quello
tedesco, tolemaico quello italiano».
Cioè non accetta ancora che la terra sia rotonda, non piatta. Non un limite da poco.
«No, ed è lo specchio di una certa Italia. È una
buona parte del Paese che ha vissuto in modo tolemaico. L’idea, o meglio l’illusione, era che il debito pubblico potesse crescere all’infinito perché
ci sarebbe stato sempre chi comprava i nostri
Bot. È l’equivalente di quello che è successo poi
negli Usa con la bolla immobiliare. Nell’uno e
nell’altro caso l’esplosione, prima o dopo, era
scritta».
Eppure, con tutto ciò, lei dice: «Riaccendere
i motori» si può. A patto che?
«A patto che si liberi lo zaino del medium tech
dai pesi insostenibili: burocrazia, Fisco, inefficienza dei servizi. Il resto deve farlo una politica
dell’education che punti sull’innovazione e arric-
❜❜
Il «sindacato tolemaico»
La Germania ha fatto le riforme
con il sindacato. Da noi
le confederazioni sono rimaste
a una concezione tolemaica
chisca il patrimonio tecnologico. Do per scontate
le riforme strutturali, e devo dire che nel campo
del lavoro le prime misure del governo vanno
nella direzione giusta, e una politica industriale
“di continuità”. Così come mi aspetto si metta
mano a un federalismo incompiuto e confuso:
anziché la burocrazia competitiva e virtuosa del
modello Germania, ha inventato la “burocrazia
concorrente”. Una gara a chi fa peggio. Il massimo».
Scusi: perché, allora, questa dovrebbe essere la volta buona?
«Perché gli italiani, dopo la crisi, dell’emergenza sono consapevoli. E sono loro i primi a voler riaccendere i motori».
Già. Ma la chiave? Chi ce l’ha?
«La fiducia. È il gap di fiducia che frena le nostre enormi potenzialità. Dopodiché, dobbiamo
sicuramente “spurgare” vent’anni di ritardi, visioni tolemaiche, illusioni».
Questo presuppone che la vendita di illusioni sia finita.
«Un venditore c’è se c’è un compratore...».
Raffaella Polato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014
Primo Piano
italia: 51575551575557
9
La spesa pubblica Il governo
Il ministro dell’Interno Angelino Alfano
L’Alfa 159, sopra, è il modello del Viminale
che sarà messo presto all’asta su eBay
Il ministro della Difesa Roberta Pinotti.
Il modello Maserati 139 (sopra, da Use.com)
andrà presto all’asta sul sito di ecommerce
Il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Destinato all’asta è il modello serie 5 Bmw 525d
(sopra, foto da alibaba.com) del ministero
Auto blu, le Maserati di La Russa su eBay
All’asta le prime 25 berline dei ministeri di Giustizia, Interni e Difesa
«Venghino signori, venghino». La #svoltabuona — come ama definirla Matteo Renzi — a ben vedere comincia
oggi con un profilo eBay. Ad
aprirlo sarà Palazzo Chigi e
anche questo è un segno dei
tempi che cambiano. Sul popolare sito di ecommerce e sul
sito della presidenza del Consiglio comparirà un banner
recante l’elenco di circa 170
auto blu (in uso da diversi ministeri tra cui gli Interni, la
Giustizia e la Difesa) che saranno messe all’asta a cadenza settimanale fino al 16 aprile. Verranno suddivise in 6
tranche da 25 (la prima — assicurano a Palazzo Chigi —
sarà bandita tra qualche giorno dopo aver sistemato tutti
Le vendite
Le vendite online
avranno cadenza
settimanale e saranno
25 le auto per ogni asta
gli adempimenti tecnici del
caso, come il via libera da parte dell’Agenzia del Demanio e
degli uffici legislativi competenti). Poi i fanatici della Maserati 139 Quattroporte (nel
2011 l’ex ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ne fece
acquistare 15 a 117 mila euro
ciascuna suscitando più di
qualche critica per il presunto
sperpero di denaro pubblico)
potranno ambire a diventare
proprietari di queste berline
«ministeriali» il cui prezzo di
mercato attuale è di circa 50
mila euro, secondo le rilevazioni della rivista Quattroruote. Tra le vetture all’asta su
eBay anche alcuni modelli
che avranno quasi il sapore di
un cimelio, come le Lancia K
di Interni e Giustizia (l’ultima
prodotta risale al 2001 e il va-
lore attuale oscilla tra i mille e
1.500 euro), la Lancia Thesis
diffusa un po’ tra tutti (in un
range che oscilla tra i 2.500 e i
12 mila euro a seconda dell’anno di produzione e della
versione) e la Volvo S60 del
Viminale (la prima serie arriva fino al 2009 e può valere
dai 3 mila ai 9.500 euro; la seconda, attualmente in produzione, può raggiungere anche
i 30 mila euro). Dovrebbero
essere inserite nell’elenco anche le Bmw 525d alcune delle
quali in servizio al dicastero
di via Arenula guidato da Andrea Orlando, le potentissime
Audi A6 il cui valore può toccare i 50 mila euro, infine le
Alfa Romeo 159 (valore compreso tra i 5 mila e i 16 mila
euro) e 156 in dotazione agli
Interni, che ne avrebbe messe
a disposizione la parte più
consistente per volere del ministro Angelino Alfano. Complicato calcolare il ritorno
economico per lo Stato (al
netto della spesa di nove euro
per l’inserzione, oltre ai 35 di
commissione per ogni auto
venduta), anche perché non
si conoscono ancora le basi
d’asta, ma difficilmente si
scosteranno molto dalle rilevazioni di Quattroruote. Soprattutto è prematuro calcolare l’effetto emotivo della
prima procedura di messa in
vendita pubblica di auto blu.
La scelta della presidenza
del Consiglio di privilegiare
eBay risponde a due motivazioni: dare un messaggio di
trasparenza e al tempo stesso
sperare nel massimo introito
possibile considerato il bacino potenziale di 3,5 milioni di
utenti attivi di eBay in Italia
che potranno sfidarsi in
un’insolita corsa al rialzo. Rileva Irina Pavlova, responsabile comunicazione della filiale italiana di eBay, che la
cosiddetta «offerta per procu-
ra» (la funzione prevista dal
sito di ecommerce di dare all’utente la possibilità di definire all’inizio dell’asta la somma che si vuole impegnare
senza dover stare poi fisicamente davanti al pc vista la
procedura automatica di rilancio) potrebbe far salire il
prezzo teoricamente all’infinito.
Al netto delle tecnicalità resta la volontà dell’esecutivo
Renzi di dare un messaggio
simbolico ai cittadini e di ridurre i costi della macchina
amministrativa. Proprio il
presidente del Consiglio si è
reso protagonista di un episodio a suo modo esemplificativo due anni fa quando era
sindaco di Firenze: per dare
un segnale alla cittadinanza
aveva deciso la vendita di
quattro auto di servizio di
grossa cilindrata (una berlina
Volvo e tre Alfa Romeo a gasolio) ma il ricavato alla fine è
stato inferiore alle attese
(17.774 euro) anche perché
era stato utilizzato il modello
della busta chiusa che non
consentiva il rilancio. Visto il
precedente, ecco spiegato il
perché della scelta di eBay.
D’altronde anche il commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, qualche
giorno fa in un’audizione al
Senato ha fissato l’asticella:
«Non più di cinque auto per
dicastero» e l’uso consentito
solo a ministri e viceministri.
Se qui siamo nel campo delle
intenzioni, i numeri finora
raccontano una realtà ancora
diversa. La contabilità delle
auto di servizio della Pubblica
amministrazione e degli enti
locali la fornisce da anni il
centro studi Formez alle dipendenze del ministero della
La parola
eBay
‘‘
eBay è un sito che offre la possibilità di vendere e
comprare oggetti e servizi attraverso il sistema delle
aste online. La merce messa in vendita può essere la più
diversa, nuova o usata non importa. Per essere acquirenti
basta registrarsi sul sito, fornendo solo alcuni dati
essenziali, tra cui l’indirizzo dell’abitazione per il
ricevimento della merce. Poi si può subito cominciare a
fare acquisti. Chi compra, gode di diritti precisi. Il primo:
ricevere la merce entro i tempi stabiliti (da una settimana
a massimo un mese). Inoltre la merce deve essere integra e
corrispondere alla descrizione e all’eventuale foto
dell’inserzione. La merce, però, può essere ricevuta solo
quando è stato portato a termine il pagamento. Le spese
di spedizione sono sempre a carico dell’acquirente.
Eventuali conflitti tra compratore e vendite si regolano
con il sistema della controversia. Il sito di aste online è
stata fondato a San José, in California, il 3 settembre 1995
dal programmatore Pierre Omidyar come parte di un suo
sito personale. Il primo oggetto venduto fu un puntatore
laser rotto per 15 dollari. Dal 2008 l’amministratore
delegato di eBay è John Danahoe.
I numeri
Parco auto della Pubblica amministrazione centrale
Auto blu Senza autista
Agenzie fiscali
Altri enti e istituzioni pubbliche
Autorità amministrative indipendenti
Enti a struttura associativa
Enti auton. lirici e ist. concertistiche assimilate
Enti di regolazione dell'attività economica
Enti e istituzioni di ricerca
Enti nazionali di previdenza e assistenza
Enti parco nazionali
Enti produttori di servizi assistenziali e culturali
Enti produttori di servizi economici
Enti pubblici
Istituti di istruzione universitaria pubblici
Ist. di ricovero e cura a carattere scientifico pubblici
Istituti zooprofilattici sperimentali
Ministeri e presidenza del Consiglio dei ministri
Organi costituzionali e di rilievo costituzionale
Politecnici universitari pubblici
Teatri stabili ad iniziativa pubblica
Università pubbliche
36
5
2
3
5
6
26
33
7
8
9
2
17
1.195
32
5
1
98
77
28
1
2
9
295
11
3
23
444
20
41
115
723
13
25
677
1.489
2.505
Totale
Spesa (escluso personale) per la gestione delle auto di servizio
nei ministeri e presidenza del Consiglio
Presidenza del Consiglio dei ministri
1.355.814
ministero della Salute
820.595
ministero della Giustizia
4.885.246
ministero per i Beni e le attivita culturali
1.307.565
ministero degli Affari esteri
262.702
ministero dell'Economia e delle finanze
352.168
ministero della Difesa
1.458.050
ministero del Lavoro, salute e politiche sociali 103.147
ministero dell'Istruzione, universita' e ricerca 188.388
71.608
ministero del’Ambiente
532.509
ministero delle Politiche agricole
ministero delle Infrastrutture e trasporti
1.239.594
Intera PA: composizione del totale spese (in milioni di euro)
per acquisto in proprietà
per il noleggio
di gestione ripartibile
di gestione non ripartibile
per il personale
totale
Pa centrale
Pa locale
0,901
11,554
10,583
12,409
124,538
159,986
18,329
46,799
135,591
44,221
544,718
789,661
Fonte: Formez
Pa totale
19,231
58,354
146,175
56,631
669,256
949,647
D’ARCO
Funzione pubblica. Al 31 dicembre 2012 — l’ultimo bilancio fornito dall’ente — le
cosiddette «auto blu» sono
58.688 (al netto delle vetture
in uso dalla Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia di Stato) per un esborso complessivo di quasi 950 milioni di euro tra spese di acquisto, noleggio, gestione di personale:
118 milioni di euro in meno
rispetto al 2011.
Rileva Carlo Flamment,
presidente del Formez, che il
tema delle auto di servizio investe soprattutto gli enti locali più che ministeri e amministrazione centrale: «Le Regioni hanno oltre 51 mila auto,
oltre il 90% del totale e sono
proprio loro i centri di spesa
più evidenti». A confermarlo
anche la quantità di consiglieri regionali indagati in
questi anni per i rimborsi
gonfiati sotto la dicitura
«spese di trasporto».
Altro tema è quello degli
Il precedente
Con le offerte in busta
chiusa per quattro auto
il Comune di Firenze
incassò meno del previsto
acquisti di nuove vetture sotto la regia di Consip, la centrale acquisti della pubblica
amministrazione. All’attivo
ora ci sono un paio di convenzioni stipulate dall’ente dal
valore di 40 e 15 milioni di
euro per l’acquisto complessivo di 5.500 tra berline e utilitarie da qui al 2015. Beninteso: sono soltanto accordi quadro, delineano cioè i limiti
(anche di prezzo) entro i quali
gli enti centrali e locali potranno acquistare nuove auto
per esigenze di servizio. Ecco
non si vorrebbe che tutto si
tramutasse in una partita di
giro. In quel caso non ci salverebbe neanche eBay e la
#svoltabuona.
Fabio Savelli
fabiosavelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Manager L’amministratore delegato delle Ferrovie: faremo 24 miliardi di investimenti. In Borsa? Il Tesoro non ha ancora deciso. Più attenzione al trasporto locale
Moretti: Renzi saprà convincermi. E il capo delle fs tedesche rinuncia al 20%
MILANO — Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio, ci ha
pensato l’amministratore delegato
Mauro Moretti a ribadire che le
Ferrovie dello Stato sono «un’impresa» e come tale usa «gli strumenti di impresa» e «una leva fondamentale di un’impresa è la leva
contributiva». Perché se è vero che
lui si definisce un «portavoce dei
ferrovieri pro tempore», è anche
vero che «nel 2006-2007 il gruppo
era in condizioni drammatiche»
mentre ora «può scegliere tra varie alternative ed è capace di operare su tutti i servizi». Ma «se c’è
un’alternativa migliore (alla guida, ndr) – ha detto Moretti – ben
venga».
La polemica dei compensi ai
manager pubblici è il controcanto
della presentazione del piano industriale 2014-2017 delle Ferrovie
dello Stato, dopo che nei giorni
scorsi l’amministratore delegato
aveva minacciato le dimissioni in
caso di taglio dello stipendio. Anche ieri il patron della Tod’s Diego
Della Valle, azionista di Ntv, gli ha
rinnovato le critiche. Ma Moretti,
dopo aver sottolineato durante la
presentazione gli obiettivi rag-
giunti e quelli futuri e aver distinto
ciò che è di competenza dell’impresa e ciò che spetta alla politica
(«non è Trenitalia che decide sui
treni locali», «gli investimenti dello Stato sulle infrastrutture non
passano dal conto economico di
Fs»), ha sparigliato le carte e ha
aperto al premier: «Vedrò la pro-
posta, la apprezzerò, la valuterò e
se è come dice il presidente Renzi,
lui mi saprà convincere». Ad accettare un ulteriore taglio di una
retribuzione scesa già da 1,1 milioni a 800 mila euro. Del resto pare una tendenza europea quella del
contenimento degli stipendi dei
manager. Proprio ieri il presidente
delle ferrovie tedesche Deutsche
Bahn, Rüdiger Grube, stipendio
base di 900 mila euro (citato proprio da Moretti), ha deciso di rinunciare all’aumento del 20% previsto dal suo contratto mettendo
così fine in Germania alla discussione pubblica sul suo compenso.
Quanto al piano industriale, so-
24 9,5
miliardi di euro
Sono gli investimenti previsti
dall’amministratore delegato
Mauro Moretti che ha presentato il piano al 2017. Della
somma complessiva circa 8,5
miliardi sarebbero di autofinanziamento.
no previsti investimenti per 24
miliardi di qui al 2017 di cui 8,5
miliardi in autofinanziamento.
Della somma complessiva, 3 miliardi saranno dedicati al trasporto
locale. È prevista una crescita media annua dei ricavi del 3,5% che
arriveranno a toccare quota 9,5
miliardi nel 2017 contro gli 8,2 mi-
miliardi di euro
Le Ferrovie dello Stato
prevedono di raggiungere un
fatturato di 9,5 miliardi
di euro nel 2017 con una crescita annua del 3,5 per cento. Al
momento non ci sono decisioni
per una quotazione in Borsa.
liardi del 2012. Il margine operativo lordo è invece previsto in aumento annuo del 6,9%. Ci sarà anche una nuova flotta per il trasporto locale: 200 treni nuovi e 235
treni rinnovati oltre che investimenti per circa 80 milioni in autobus. Il gruppo vuole anche crescere all’estero nei trasporti e nell’ingegneria. Sull’ipotesi di una futura
quotazione, Moretti ha detto che il
gruppo ha le carte in regola ma che
«la decisione dell’azionista al momento non c’è». In particolare, per
quanto riguarda la Borsa, «siamo
pronti a qualsiasi tipo di operazione», mentre sul patrimonio considerato eccessivo dagli analisti, il
manager ha osservato che «il problema si può risolvere riconferendone parte allo Stato».
Francesca Basso
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10 Primo Piano
Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
I partiti Le scelte
Berlusconi: sono vivo e vegeto
Qui di magico ci sono solo io
Sul Corriere Veneto
Referendum
e secessione
Gli esperti:
dati gonfiati
Crescono i dubbi sul
risultato raggiunto dai
venetisti con il loro
referendum online
sull’indipendenza.
Secondo i dati diffusi da
plebiscito.eu, il sito della
consultazione, i votanti
sarebbero stati oltre due
milioni e 300 mila. Alcuni
calcoli, tuttavia,
suggeriscono che i votanti
non avrebbero superato i
100 mila. Una cifra a
distanza siderale da quella
proclamata domenica
scorsa a Treviso. Lo
riferisce il Corriere del
Veneto oggi in edicola. A
sostegno di tale tesi, sono
stati portati i calcoli e le
statistiche Alexa, Calcustat
e Trafficestimate. Tre
società che monitorano il
traffico dei siti Web per
calcolarne il valore
pubblicitario. Il risultato,
con un margine di errore
del 20%, è che solo circa
22.500 utenti al giorno si
sarebbero collegati al sito
indipendentista nei giorni
del referendum. «Negli
ultimi vent’anni ho
smascherato diverse truffe
elettorali e credo sia
urgente fare chiarezza»,
scrive nel suo blog il
venetista Loris Palmerini.
Ma Gianluca Busato,
promotore della
consultazione, annuncia:
«Fate i calcoli che volete e
presto sarete smentiti. La
verità sui voti la leggerete
nei prossimi giorni in una
rivista specializzata Usa».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ROMA — Che il fastidio per le
voci sul «cerchio magico» avesse
superato il suo personale livello
di sopportazione lo aveva dimostrato ad Arcore ieri l’altro.
Quando s’era lasciato scappare
un appunto sibillino contro
«quelli che stanno mettendo in
giro queste voci velenose, di cui
conosco bene nomi e cognomi».
Poi, ieri, Silvio Berlusconi ha provato a fare un passo in più. E così,
scendendo dall’aereo che da Milano lo ha riportato nella Capitale, il leader di Forza Italia ha mascherato dietro una battuta la sua
difesa d’ufficio nei confronti di
Francesca Pascale e Maria Rosaria Rossi. «Di magico ci sono solo
io». Che, ha aggiunto a mo’ di avviso ai naviganti tutto interno al
partito, «sono qui vivo e vegeto,
ancora con la voglia di combattere per la libertà mia e di tutti».
Nel giorno che segue il varo
definitivo dell’Ufficio di presidenza del movimento, insomma,
il Cavaliere si mostra più rasserenato. «Siamo riusciti a serrare i
ranghi», è la sensazione che s’è
lasciato scappare dopo aver soppesato le reazioni all’appello rivolto ai dirigenti del partito. E
non tanto perché pensi di essere
riuscito a sedare in un colpo solo
tutti i mal di pancia di una Forza
Italia che assomiglia sempre più
a un partito balcanizzato. Quanto
perché, adesso, l’ex premier è sicuro che non una delle candidature alle prossime elezioni europee riuscirà a sfuggire al suo controllo. Come a dire: le liste dovranno passare al vaglio del
massimo organo dirigente del
movimento e in quel “parlamentino” «c’è una maggioranza largamente composta da gente di
mia strettissima fiducia».
Eppure, a dispetto dell’ottimismo che circola in quella cerchia
ristrettissima che per molti s’è
trasformata nel «cerchio magico», il mastodontico giro di valzer sulle candidature alle Europee non accenna a placarsi. Basta
leggere la nota mandata ieri alle
agenzie da Raffaele Fitto: «Pro-
Le nomine
L’ex Cavaliere
soddisfatto dell’Ufficio
di presidenza: siamo
riusciti a serrare i ranghi
La mossa
Fitto: per candidarmi
sono disponibile a
dimettermi da
parlamentare nazionale
prio perché condivido il richiamo del presidente Berlusconi
contro gli egoismi e le rendite di
posizione, ritengo le elezioni europee l’occasione per dare il nostro contributo a questa grande
battaglia politicamente decisiva,
recependo in pieno il suo appello». Di conseguenza, è la parte
clou della dichiarazione dell’ex
ministro, «se dovesse permanere
la tesi di non candidare i parlamentari nazionali, sono pronto a
candidarmi e disponibile a dimettermi dal Parlamento».
Berlusconi ovviamente non
vuole. Teme che il via libera dato
al singolo trasformi la composizione delle liste in una guerra di
tutti contro tutti, e le Europee in
una gigantesca tornata di primarie di Forza Italia. Di vie d’uscita
ce ne sono poche. Una, in particolare. Il Cavaliere potrebbe dare
il disco verde alla candidatura per
le Europee solo agli «onorevoli»
che eventualmente si dimetteranno prima dal Parlamento italiano. «E non basterebbe», come
spiega una fonte molto vicina all’ex premier, «il semplice annuncio delle dimissioni. Dovrebbero
essere operative prima della
chiusura delle liste». E, quindi,
già approvate dal ramo parlamentare d’appartenenza di tutti
quelli che vorranno sedersi alla
roulette elettorale del 25 maggio.
I nodi
Stop alle voci su «cerchi» e manovre. E si schiera con Putin
1
Il partito
Il leader
Il via all’Ufficio di presidenza
Dopo settimane di tensioni Berlusconi
ha varato l’Ufficio di presidenza: tra i
senza diritto di voto anche Santanché
Ovviamente, nessuna decisione definitiva verrà presa prima
del 10 aprile, giorno in cui Berlusconi conoscerà la sua sorte. In
privato l’ex premier continua a
respingere come uno spauracchio lo scenario peggiore, e cioè
quello degli arresti domiciliari.
Ed è forse per esorcizzare l’attesa
che ieri il Cavaliere s’è spinto fino
a spezzare una lancia nei confronti di Vladimir Putin, uno dei
2
Interdizione confermata
La Cassazione conferma l’interdizione
per Berlusconi, che quindi non potrà
candidarsi alle Europee del 25 maggio
principali alleati internazionali
dell’epoca in cui stava a Palazzo
Chigi. Una difesa messa nero su
bianco in una nota. «Trovo antistorica e controproducente la decisione dei leader riuniti all’Aja di
escludere la Federazione Russa
dal G8», ha scritto. E ancora:
«Trovo davvero avventate e lontane dallo spirito costruttivo tutte le decisioni prese in queste ore
dalle diplomazie occidentali».
Poi è corso a Palazzo Grazioli a
incontrare una delegazione delle
Marche e a preparare un collegamento telefonico col club Forza
Silvio di Monte San Biagio. Lasciando alcuni dei suoi appesi a
un interrogativo tra il fantascientifico e il fantapolitico: «E se provasse lui stesso a contattare Putin?».
Tommaso Labate
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il personaggio L’attore di «Vivere» nell’ufficio di presidenza: mi occuperò di cultura, ho fatto spettacoli su Marinetti, Balbo e D’Annunzio
Il marito della nipote Luna al vertice: Silvio mi stima
La nomina di Edoardo Sylos Labini:
me lo chiedeva a ogni Natale, ho detto sì
MILANO — «A dire il vero, il presidente me lo chiedeva ad ogni Natale:
“Non vuoi fare qualcosa per il partito?”. Fino a poco tempo fa, rispondevo
di no. Però, la politica per me è sempre
stata una passione. E questa volta ho
risposto di sì». Edoardo Sylos Labini,
42 anni, attore di teatro ma anche in
parecchie fiction («Vivere», «Un posto
al sole»), è stato appena inserito da
Silvio Berlusconi ai piani alti di Forza
Italia, il circolo esterno del Comitato di
presidenza del partito. Per inciso, Edoardo è anche il marito di Luna, la figlia
del fratello dell’ex premier, Paolo Ber-
lusconi.
Sua moglie che cosa ha detto?
«Si è un po’ preoccupata. Negli ultimi vent’anni ha capito assai bene che
cosa significano il pregiudizio e anche
la cattiveria. E, devo dire, l’ho capito
anch’io».
Come mai Berlusconi ha suscitato
sempre reazioni così animose?
«Una democrazia che nasce con i cadaveri appesi a testa in giù, nasce nell’odio. Io spero che la pacificazione finalmente arrivi. Ma c’è sempre il doppio peso: pensi se ci fossero stati tre
governi di centrodestra non eletti. Ci
Coppia Edoardo Sylos Labini, 42 anni, con
la moglie Luna Berlusconi, 39 (Lapresse)
sarebbero le molotov per le strade... ».
È la prima volta che lei si impegna
in politica?
«Sì. Anche se io da tanti anni faccio
una battaglia politica culturale in
un’area precisa. Lo sdoganamento di
personalità come Marinetti, Italo Balbo e, ora, Gabriele D’Annunzio».
Quale può essere il suo apporto in
mezzo a tanti «professionisti» della
politica?
«Quello culturale. Io sono convintissimo che dalla cultura possa partire
il rilancio del nostro paese».
La maggiore azienda culturale del
Paese, la Rai, resta difficile da maneggiare per il centrodestra, visto
che Berlusconi è il patron della concorrenza.
«Io penso che la Rai debba final-
mente dare voce a tutte le componenti
della società. Superare il doppiopesismo secondo cui se sei di centrodestra
fai fatica a lavorare. Io spero che si possano superare gli steccati novecentisti
senza dividersi in curve».
Ma ancora esiste il pregiudizio
contro gli artisti di centrodestra?
«Esiste, esiste... Io, che mi produco
da solo gli spettacoli, non chiedo l’appartenenza agli attori che ingaggio,
molti sono di sinistra. Vorrei che fosse
dappertutto così».
La destra però non si è distinta per
l’attenzione alla cultura.
«È vero, è stato un limite del centrodestra: è mancato un referente politico».
Marco Cremonesi
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Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014
Primo Piano 11
italia: 51575551575557
In aeroporto Il leader di Forza Italia Silvio
Berlusconi al suo arrivo ieri a Ciampino (foto Afp)
Regionali Le strategie verso il voto. La partita dei No Tav
Grillo, gli imbarazzi pd
e il centrodestra diviso
Il Piemonte è un caso
Forza Italia da sola, FdI e Ncd alle primarie
DAL NOSTRO INVIATO
3
Le liste
Big a rischio esclusione
Braccio di ferro sui nomi nelle liste
per le Europee: potrebbero rimanere
fuori gli ex ministri Scajola e Fitto
30
componenti formano
il nuovo Ufficio di presidenza di Forza Italia.
Dell’organismo fanno
parte anche 37 membri senza diritto di votare le deliberazioni
del partito
TORINO — E dopo un tavolo viene
un altro tavolo, a cui farà seguito ancora un tavolo.
I manifesti con il Monviso virato rosso e la faccia di Sergio Chiamparino già
tappezzano il centro di Torino. Davide
Bono ha immolato barba, baffi, occhiali
e borsello per rassicurare la massaia indecisa. In Piemonte il M5S fa molto sul
serio, e non solo per via del nuovo
aspetto del suo candidato, che nel 2010
fu il primo pentastellato di sempre a essere eletto in una assemblea regionale.
C’è un comitato ristretto che da mesi
lavora alla stesura del programma. Gli
spilli sulla mappa dei comizi sono stati
messi con molta cura, privilegiando le
provincie e le valli più lontane, dove tira aria di voti in libera uscita.
Il centrodestra fa tavoli, così nei comunicati delle locali segreterie vengono definite le riunioni più o meno ristrette. Uno a Roma, un altro a Torino,
sempre e comunque in ordine sparso.
Ognuno per sé. Il sonno dei tavoli genera candidati a getto continuo, con
una lista che si allunga e restringe a seconda delle geometrie variabili di giornata, E il varo di primarie che da epocali
e condivise in premessa, sarebbero state le prime nella storia del centrodestra,
nel giro di una settimana si sono ridotte a consultazione per pochi intimi.
Forza Italia tace in attesa di un cenno da
parte di Berlusconi, Lega Nord e Udc attendono gli eventi e non prendono posizione, che non si sa mai. Così il prossimo 6 aprile si annuncia una contesa
riservata a Fratelli d’Italia, che dovrebbe schierare Guido Crosetto, candidato
della prima ora non più unitario, Nuovo Centrodestra, che minaccia di proporre un vasto assortimento, da Giampiero Leo, area Comunione e Liberazione, all’ex assessore alla Cultura Michele
Coppola, area eterno enfant prodige del
centrodestra, nonostante i 41 anni. Gli
organizzatori assicurano che comunque la partecipazione all’evento sarà
gratuita.
Le conseguenze della paralisi di For-
Democratici contro
A Susa Sandro Plano è
candidato a sindaco per
i No Tav contro il suo partito
e alleato di fatto con M5S
za Italia si vedono molto bene dal Piemonte, anche senza salire sulla Mole o
sul Monviso. Basta aspettare un quarto
d’ora davanti a un portone di corso Vinzaglio, nuova sede del partito di Silvio
Berlusconi, e vedere le espressioni dei
partecipanti all’ennesimo tavolo.
«Niente, nessuno ci dice niente» bofonchia un parlamentare che chiede l’anonimato, non si sa mai. Il vuoto decisionale sta producendo una sorta di cupio
dissolvi. E tutto questo accade nella regione che alle Politiche del 2013 veniva
data per persa in partenza e invece produsse un mezzo ribaltone, con il centrosinistra che al Senato salvò la ghirba per
pochi decimali mentre Berlusconi risultò l’aspirante premier più votato.
Quest’anno il Piemonte rappresenta
la prova di forza elettorale più importante a livello nazionale. E dietro all’usato sicuro di Chiamparino, definizione del diretto interessato, anche i
principali concorrenti hanno le loro
contraddizioni con annesse gatte da
pelare. Come dimostra il paradosso di
Sandro Plano, amministratore del Pd,
iscritto dalla fondazione, candidato a
sindaco di Susa per la lista No Tav contro il suo partito favorevole al Tav e alleato di fatto del M5S che per non intral-
Le elezioni da rifare
Le firme false
Il tribunale di Torino nel maggio del
2012 ha confermato la condanna a
Michele Giovine per avere
presentato firme false a sostegno
della lista «Pensionati per Cota»
che si era presentata alle elezioni
regionali del 2010. I voti per la lista
erano risultati superiori alla
differenza dei consensi tra Cota
(nella foto) e la presidente uscente
Mercedes Bresso
L’annullamento delle elezioni
Il Tar del Piemonte lo scorso 10
gennaio ha annullato le elezioni
regionali del 2010. Gli elettori della
Regione dovranno quindi tornare
alle urne. Per il centrosinistra il
candidato sarà l’ex sindaco di
Torino Sergio Chiamparino, per il
M5S il consigliere regionale
uscente Davide Bono. Il
centrodestra deve ancora decidere
ciare la sua corsa ha scelto di non fare
una propria lista.
«Siamo ri-di-co-li!» Con un solo
punto esclamativo, ma lui ne voleva almeno tre. «Bastava usare il buon senso,
e invece noi del centrodestra abbiamo
scelto consapevolmente di farci del
male». In quest’aria da silenzioso fine
impero, il lealista berlusconiano Osvaldo Napoli si è ritagliato la parte del grillo parlante. A seguire il suo ragionamento, il gioco sembrava persino facile. Il centrodestra si metteva dietro Gilberto Pichetto, ex assessore regionale al
Bilancio, figura poco nota fuori dei
confini ma molto trasversale, alla stregua di Chiamparino. Lo disegnava come salvatore della Regione dal default,
titolo di merito che gli viene riconosciuto anche da qualche avversario, e lo
contrapponeva all’ex sindaco di Torino
facendo leva sui debiti lasciati in dote al
bilancio comunale da quest’ultimo durante i suoi otto anni di governo del capoluogo.
Il candidato unico, al quale Forza Italia ritiene di avere diritto, invece non ci
sarà. Forza Italia correrà da sola con Pichetto. Gli altri si affideranno alle primarie Bonsai, con Lega Nord e Udc alla
finestra. L’unità del centrodestra non
abita in Piemonte. L’Osvaldo furioso lamenta la corsa al quarto d’ora di celebrità da parte dei partiti più piccoli, data l’assenza dal palcoscenico del mattatore Berlusconi. Ma alla scelta fatta da
Ncd e Fratelli d’Italia non sono estranei
i sondaggi che attribuiscono all’effetto
visibilità dato dalla corsa in solitaria un
beneficio stimabile intorno al due per
cento sui voti alle Europee. «Avevamo
in mano la Regione» si dispera Napoli.
E più della disperazione, conta il verbo
coniugato al passato.
Marco Imarisio
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12
Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Esteri
Discorso Il presidente degli
Stati Uniti Barack Obama,
52 anni, ieri all’Aia (Epa)
Il summit Si è conclusa ieri la riunione dedicata alla sicurezza nucleare
Avvertimento al Cremlino:
«Se intervenite in Ucraina
scatteranno le punizioni»
Impegno di Obama a difendere gli alleati Nato
L’audio
Tymoshenko:
«Sparerei
a Putin»
KIEV — L’ex primo ministro
ucraino Yulia Tymoshenko si
sarebbe mostrata pronta a «sparare alla testa» al presidente russo Vladimir Putin in una conversazione telefonica intercettata e pubblicata su YouTube. «Sono disposta ad afferrare io stessa
un kalashnikov e sparare in testa a quel mascalzone», avrebbe
detto la leader del partito ucraino «Patria», riferendosi a Putin,
durante una conversazione telefonica con Nestor Shufrych, del
filorusso Partito delle Regioni.
«Userò tutte le mie relazioni,
farò sollevare tutto il mondo
perché di questa Russia non resti neppure un campo bruciato.
Dobbiamo afferrare il Kalashnikov e uccidere tutti i russi»
avrebbe detto ancora l’ex premier, che avrebbe parlato anche
di «lanciare una bomba nucleare» sui «katsaps» (vecchio termine ucraino molto spregiativo
per definire i russi, ndr) ancora
in Ucraina. «Se fossi stata in carica — dice poi Yulia nella telefonata — non ci sarebbe stato
alcun dannato modo di prendere la Crimea». Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, non ha voluto commentare la conversazione, che risale al 18 marzo, giorno in cui Putin ha firmato
l’accordo per l’adesione della
Crimea alla Federazione russa.
Tymoshenko però ieri ha parlato di una «manipolazione di alcune parole» ma ammette la veridicità della telefonata. Secondo l’ex premier il passaggio che
sarebbe stato modificato è quello in cui Shufrych le chiede:
«Cosa dovremmo fare ora degli
8 milioni di russi che stavano in
Ucraina? Sono dei reietti». E lei
risponde: «Devono essere uccisi
con armi nucleari». «Non è vero
— replica ora la pasionaria - io
ho detto che i russi in Ucraina
sono ucraini».
L’intercettazione era stata trasmessa da alcuni media russi
che attribuivano lo scambio di
parole a una conversazione tra i
due ucraini in merito all’annessione della Crimea da parte di
Mosca.
In un messaggio su Twitter la
leader arancione si è scusata comunque per il linguaggio «scurrile» e ha attribuito l’intercettazione al Fsb, i servizi segreti russi.
DAL NOSTRO INVIATO
L’AIA (Olanda) — Barack
Obama avverte Mosca: pronti a
intervenire se verranno minacciati Paesi protetti dall’ombrello
della Nato. Ma al tempo stesso il
presidente americano «declassa» la Russia a «potenza regionale» che non rappresenta il pericolo principale per la sicurezza
degli Stati Uniti: Putin minaccia
i suoi vicini, non direttamente
gli Usa. E, così facendo, anziché
dare una prova di forza, compie
un gesto di grande debolezza
perché, violando le leggi internazionali, isola sempre di più il
suo Paese, facendogli perdere
influenza e credibilità.
A conclusione del vertice sulla sicurezza nucleare dell’Aia, il
presidente degli Stati Uniti fa il
punto sui risultati dell’iniziativa
assieme al premier olandese
Mark Rutte, il padrone di casa
della conferenza. Obama chiama di nuovo a raccolta l’Occidente contro la minaccia che
viene da Mosca, ma confessa
anche di sentirsi ancor più impegnato a evitare che qualche
organizzazione terrorista riesca
a dotarsi di un ordigno atomico
col quale colpire luoghi come
Manhattan. A partire dal 2009
Obama ha promosso una serie
di iniziative per la sicurezza nucleare — quella dell’Aia e la terza
— con l’obiettivo di eliminare,
ovunque possibile, il combustibile nucleare e altri materiali radioattivi non più utilizzati nelle
centrali e negli arsenali atomici.
Con risultati significativi ma
parziali: da quando è iniziato
questo sforzo, ha riepilogato ieri
lo stesso Obama alla fine del Nuclear Security Summit, sono
stati smantellati venti impianti e
12 Paesi hanno eliminato tutto il
loro uranio arricchito e il loro
plutonio. Dozzine di altri Paesi,
poi, hanno rafforzato le prote-
Il vertice
L’accordo
Nel vertice sulla
sicurezza nucleare
svoltosi all’Aia
35 Paesi, tra i quali
l’Italia, si sono
accordati
sull’applicazione
di standard
internazionali più
rigidi per impedire
a gruppi terroristici
di avere accesso
a materiali per
la costruzione
di ordigni atomici
Chi non aderisce
All’intesa non
hanno aderito
Paesi come Russia,
Cina, Pakistan e
India, tutti dotati
di importanti
arsenali atomici
Il piano
Il vertice era la
terza di una serie
di iniziative
promosse
dal presidente
americano Barack
Obama a partire
dal 2009
con l’obiettivo
di eliminare
combustibile
nucleare
e materiali
radioattivi
nel mondo
zioni antiterrorismo nei loro siti
nucleari. Ed è ulteriormente
cresciuto il numero degli Stati
che hanno firmato il Trattato di
non proliferazione. Il leader
americano ha poi ricordato che
proprio da una di queste conferenze per la sicurezza è scaturita
la decisione dell’Ucraina di diventare un Paese totalmente denuclearizzato: se Kiev avesse
avuto ancora un potenziale atomico, la crisi che stiamo vivendo sarebbe stata ancora più pericolosa.
Sulla Crimea l’America non
accetta il fatto compiuto dell’annessione russa, ma al tempo
stesso Obama fa capire di non
aspettarsi una ritirata: «Non sarebbe onesto dire che esiste una
soluzione semplice: la storia
spesso procede a zig zag, non in
linea retta». Il presidente vuole
soprattutto evitare un ulteriore
aggravamento della crisi e qui
identifica due possibili minacce:
quella rivolta contro Paesi dell’ex blocco sovietico ma ormai
membri della Nato come Polonia o Romania rispetto ai quali
ha ribadito il solenne impegno
all’intervento militare di mutuo
soccorso in caso di aggressione.
In caso di ulteriori aggressioni all’Ucraina, invece, esclusa la
reazione militare, Europa e Usa
reagiranno con sanzioni economiche ancora più imponenti
che, ha spiegato Obama, sono
già allo studio e che danneggeranno le economie di tutti i Paesi, ma assai di più quella russa.
Sanzioni che potranno toccare
anche il settore dell’energia, delicatissimo per diverse nazioni
europee.
Ci sarebbe da soffrire, ha ammesso Obama secondo il quale,
però, non ci sono alternative: un
prezzo alto che sarebbe necessario pagare per difendere quei
principi di ordine e legalità internazionale che, rispettati per
molti decenni, «hanno facilitato
la costruzione dell’Unione Europea e hanno garantito un incredibile periodo di prosperità e di
pace» per tutto il Vecchio Continente. Una condizione storica
che non è un dato di fatto immutabile. Per perpetuarla Usa e
Ue sperano ancora che sia possibile trovare una soluzione con
gli strumenti della politica e delle pressioni economiche. E in
questo Obama si dice confortato
dalla moderazione del governo
transitorio guidato da Arsenij
Yatsenyuk che, in attesa delle
elezioni, ha evitato ogni conflitto con gli invasori russi, ritirando le sue truppe dalla Crimea, e
tentando di avviare comunque
un dialogo diplomatico con Mosca.
Raid della polizia
Ucciso
leader
nazionalista
Massimo Gaggi
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Il caso Personale di servizio tutto maschile: una scelta per non turbare gli ospiti musulmani?
E attorno ai tavoli del vertice niente donne
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES — Già quel «primo
piatto vegetariano» aveva lasciato
perplesso qualcuno: «insalata di
quinoa (cugina della barbabietola) e
cetriolo, formaggio di capra, succo
di fagioli». Ma quelli che poi lo servivano, il piatto? Giacchetto rosso e
pantaloni attillati bianchi, oppure
giacchetto nero con alamari e calze
di seta alla Settecento: ma tutti maschi, maschi rigorosamente sopra i
25 anni. Neppure un’olandesina,
anzi neppure una donna: al vertice
dell’Aia sulla sicurezza nucleare, fra
le 525 persone incaricate di servire
ai tavoli i leader del mondo, non
c’era neppure una donna.
Disposizioni del servizio catering, capeggiato da Hans van der
Linde: «Ci è stato chiesto di garantire un ambiente uniforme e di limitare le distrazioni. Se ho venti colleghi atletici che servono in armonia,
e poi entrano tre biondone che distraggono tutti...». La storia dell’«ambiente uniforme» è stata confermata da una portavoce del vertice. Ma è circolata anche un’altra
spiegazione ufficiosa: per eccesso di
«politically correct», qualcuno si
sarebbe preoccupato di non irritare
i leader musulmani, che forse non
avrebbero gradito la vista di ragazze
non velate piroettanti fra i tavoli. Sia
come sia, van der Linde aveva vinto
la sua gara d’appalto trionfando su
altre 3 società di catering e senza
nascondere la sua impostazione misogina. E alla fine ha dichiarato sicuro: «Tutto è andato perfettamente
secondo la tabella di marcia». Lunedì, fra i leader politici e militari e le
loro squadre di assistenti, i diplomatici, i consiglieri, i portavoce e gli
sherpa di ogni tipo, sono state nu-
trite 3.500 persone, anche nel sontuoso palazzo Huis ten Bosch dove il
re d’Olanda Guglielmo Alessandro e
la regina Máxima hanno offerto un
ricevimento in una sala fiabesca. E
martedì, altre 3.500 persone si sono
pure sedute a tavola, da un’altra parte. Ma sempre, sempre, ad inchinarsi davanti a loro con un sorriso, solo
maschi. Dominanti, è il caso di dire:
ma per mancanza di concorrenza.
La cosa ha destato scalpore. Sul
web sono volati paroloni come «discriminazione», «apartheid». E
questo anche perché, se c’è un Paese
che ha fatto una bandiera della pariA palazzo
La cena offerta
lunedì ai leader
nel palazzo Huis
ten Bosch (Casa
nei boschi), una
delle residenze
della famiglia reale olandese:
spalle alla parete, i servitori (Afp)
tà fra i sessi (e non solo fra quello
maschile o femminile) è proprio
l’Olanda. In questi giorni, però, anche le statistiche hanno dato un colpetto alle antiche certezze: per
esempio, da un sondaggio Ue risulta
che il 45% delle donne olandesi abbia subito un’aggressione, sessuale
o solo fisica, dai 15 anni in poi;
mentre la media europea non supera il 33%.
Sondaggi a parte, come ha detto il
signor van der Linde, nel suo settore
tutto è filato liscio. Anche se qualche rischio c’era, per la scelta di
comporre un menu rigorosamente
olandese, e rigorosamente organico. Eccolo, antipasti a parte: aperitivo con Pinot grigio locale, agnello
olandese con verdure biologiche,
mele cotte e «arance di anice stellato»; secondo piatto vegetariano di
asparagi con burro e nocciole, innaffiato da vino rosso «Bacio di
Therese». Per dolce, una torta con
cannella e uvette. E un sorriso
esclusivo, offerto da guance ben rasate, profumate di dopobarba.
Luigi Offeddu
[email protected]
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KIEV — Un leader locale
del movimento
nazionalista paramilitare
Pravyi Sektor (Settore di
Destra) è stato ucciso in
una sparatoria con la
polizia nella notte a Rivne,
nell’Ucraina nordoccidentale. L’uomo,
Oleksandr Muzichko, detto
«Sachko il Bianco», era il
coordinatore regionale del
gruppo. Secondo il vice
ministro dell’Interno
Volodimir Ievdokimov,
Muzichko «era ancora in
vita» nel momento in cui è
stato arrestato, ed è stato
poi dichiarato morto dai
sanitari dell’ambulanza
arrivata sul posto. Secondo
le agenzie Interfax e Ria
Novosti, Muzichko era
ricercato perché accusato
dalle autorità giudiziarie
russe di aver partecipato ai
combattimenti in Cecenia
negli Anni 90 e di essere
responsabile della morte di
più di 20 militari russi.
Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014
Esteri 13
italia: 51575551575557
Lo scandalo La proposta del presidente Usa sarà presentata al Congresso in settimana per l’ok
Arriva la riforma dello spionaggio
Stop alle intercettazioni di massa
La Nsa dovrà chiedere l’autorizzazione di un giudice per i dati
WASHINGTON — La conferma di
un’iniziativa presidenziale e una promessa fatta qualche tempo fa. Poi bisognerà valutare i fatti. E i dettagli,
talvolta insidiosi. I collaboratori di
Barack Obama presenteranno questa
settimana al Congresso alcuni cambiamenti sulla spionaggio condotto
dalla Nsa, l’agenzia che «cura» l’intelligence elettronica su scala planetaria.
Un tentativo di placare — ma solo un
poco — le proteste dopo l’esplosione
dello scandalo delle intercettazioni.
La proposta, annunciata a gennaio
dopo una revisione interna, ruota attorno a tre punti confermati ieri da un
articolo del New York Times: 1) Non
sarà più l’Nsa a conservare i dati telefonici raccolti negli Usa ma il compito
passerà ai gestori telefonici. 2) Per accedere a queste informazioni sarà necessario avere l’autorizzazione specifica di un giudice. 3) I «contatti» ver-
ranno tenuti in archivio per 18 mesi e
non per 5 anni, quindi saranno eliminati.
Il presidente, in viaggio in Europa,
ha sottolineato che il cambiamento
non pregiudicherà la lotta al terrorismo (messaggio al Congresso) e al
tempo stesso cercherà di rassicurare
quanti sono furiosi per l’intrusione
degli agenti: «In effetti c’è il rischio di
abuso della tecnologia», ha aggiunto
Obama rispondendo ad una domanda durante la conferenza stampa all’Aia.
La questione che più preoccupa
cittadini e associazioni per i diritti civili è il rastrellamento massiccio di
dati — email, messaggini, chiamate
— che permettono di ricostruire il
network sociale di una persona o di
un gruppo di individui. Il presidente
ha riconosciuto che è indispensabile
«riconquistare la fiducia delle perso-
ne» dopo le rivelazioni, però ha anche
parlato di «news diffuse in modo
scandalistico». Una visione riduttiva
di quanto avvenuto in questi ultimi
mesi.
La storia, infatti, ha un fronte diplomatico serio, ad aprirlo è stata la
stessa Nsa quando ha rivolto le sue
antenne verso gli altri Stati, amici e
nemici. Una delle operazioni emersa
dai documenti trafugati da Edward
Snowden, l’ex dipendente dell’agenzia autore della clamorosa fuga di notizie e oggi in Russia, dicono molto.
«Abuso della tecnologia»
L’iniziativa dopo le proteste
per l’esplosione dello
scandalo contro «il rischio di
un abuso della tecnologia»
L’Nsa è in grado di captare le telefonate di un intero Paese e le può riascoltare nell’arco di un mese. Un Grande
Fratello che vede e sente ovunque.
Obama, nei mesi scorsi ha provato a
rassicurare i partner spiati, però non
sembra disposto a cambiare di molto
la «pesca» attuata dall’intelligence all’estero. Senza fermarsi davanti ad alcuna porta.
L’iniziativa della Casa Bianca deve
essere recepita e poi approvata dal
Congresso dove però stanno preparando un altro progetto di legge. Alla
Camera un gruppo di deputati vuole
ridurre, da una parte, il tempo di permanenza dei dati in archivio, ma, dall’altra, non prevede la firma di un giudice per frugare nella vita degli altri.
L’Nsa può agire con la semplice autorizzazione del Dipartimento della
Giustizia oppure della Dia, il direttore
dell’intelligence.
Le tappe
È evidente che in questo secondo
caso la discrezione e i parametri possono essere meno rigidi o, se volete,
più elastici. Inoltre, sempre per i deputati basterà un «ragionevole sospetto» per mettere «sotto» un obiettivo e non ci vorranno indizi forti su
probabili attività criminali.
Nella linea di difesa stabilita dalla
Nsa la possibilità di ascoltare e captare l’impossibile è presentata con l’esigenza di proteggere l’America da avversari interni ed esterni. Formazioni
eversive impegnate nella preparazione di attacchi o spie straniere. Tanto è
vero che non c’è allarme terrorismo
dove chi indaga non faccia riferimento alle «conversazioni» tra i «cattivi»
intercettate all’altro capo del mondo.
I critici del sistema rispondono
che, insieme all’intrusione, c’è un
problema di gestione. Il massiccio rastrellamento di telefonate/contatti è
un atto preventivo, a prescindere dall’esistenza di motivi reali. Ma questo
comporta che nella rete finisca anche
materiale inutile. E viene citato il caso
degli attentatori alla maratona di Boston, passati indenni sotto qualsiasi
tipo di radar, database, liste nere e
viaggi sospetti. Alla fine sono riusciti
a colpire lo stesso.
Guido Olimpio
@guidoolimpio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Nsa, i programmi
La raccolta dati oggi
LEGENDA
Raccolta
dati dai server
di colossi
del web
Come cambierà
Così gli 007 Usa raccolgono milioni di informazioni sensibili dalle comunicazioni telefoniche e online
Nsa
La proposta della Casa Bianca
Nsa
Gli 007 Usa
Preleva dati dai server
dei colossi del web
PRISM
TEMPORA
Raccolta dati
dai cavi
a fibra ottica
EVILOLIVE
FAIRVIEW
Sorveglia le reti
dei grandi
operatori
americani
Partnership con
multinazionali delle
telecomunicazioni
per controllare i cavi
Skype
Paltalk
Google
YouTube
Microsoft
Yahoo
Aol
raccolta «Downstream»
cioè a valle: dove i flussi delle comunicazioni arrivano
e vengono smistati (server)
Controlla le reti
telefoniche e Internet
a raggio
internazionale
Intercettazioni in Paesi
dell’America Latina
Apple
Facebook
Programma guidato dagli 007
britannici (GCHQ) che prevede
l’accesso illimitato ai cavi in fibra
ottica delle multinazionali delle
telecomunicazioni
AT&T
Verizon
Team Telecom fa in modo
che un numero consistente
di cavi resti di proprietà
o sotto l’influenza Usa
L’Nsa non potrà più effettuare
intercettazioni di massa.
Per accedere alle informazioni
sarà necessario avere
l’autorizzazione di un giudice
La Corte
Solo su ordine della Foreign
Intelligence Surveillance Court, i
gestori telefonici forniranno agli 007
Usa i dati di ogni chiamata effettuata
o ricevuta da singoli utenti sospettati
anche dal giudice di essere legati a
reti terroristiche
British
Telecom
Cavi
Vodafone
Verizon
Business
I gestori
Viatel
Interoute
raccolta «Upstream»
cioè a monte: dove viaggiano i flussi delle comunicazioni
(cavi sottomarini e infrastrutture Internet)
Oggi a Bruxelles seconda
tappa del tour europeo di
Obama dopo quella all’Aia.
Il presidente Usa incontrerà
il segretario generale della
Nato Anders Rasmussen e
parteciperà al vertice con l’Ue.
Un test per i rapporti fra Usa
ed Europa, scossi dallo
scandalo sui programmi
di spionaggio della Nsa.
Alle 14 è prevista la conferenza
stampa con i presidenti
Barroso e Van Rompuy
Domani
A Roma dal Papa
Incontro con Renzi
Stasera Obama arriverà
a Roma. Domani sarà
ricevuto in Vaticano da papa
Francesco. L’incontro sarà
seguito da un faccia a faccia
con il presidente della
Repubblica, Giorgio
Napolitano, al Quirinale.
Seguirà il primo incontro con
il premier Matteo Renzi.
Al termine i due leader
terranno una conferenza
stampa a Villa Madama
Venerdì
Dai sauditi
per Siria e Iran
Il presidente americano volerà
venerdì in Arabia Saudita: è la
sua seconda visita nel Regno
da quando è presidente. A
Riad Obama incontrerà re
Abdullah. Al centro dei loro
colloqui Siria e Iran. Il
presidente Usa cercherà di
alleviare i timori del Paese
sulle trattative per il nucleare
iraniano e sul ruolo cauto della
Casa Bianca nella guerra in
Siria
Global
Crossing
Level 3
Oggi
A Bruxelles
vertice Usa-Ue
L’Nsa non potrà più conservare i dati telefonici
raccolti negli Usa: i database con le
informazioni sulle chiamate saranno tenuti
dalle compagnie telefoniche per 18 mesi (e
non per 5 anni come accade oggi con l’Nsa).
Scaduto il termine saranno eliminati
CORRIERE DELLA SERA
Lo scenario Banche e aziende russe hanno difficoltà a rifinanziarsi e rinviano la quotazione in Borsa. Mentre il rublo continua a perdere valore
Fuga di capitali dalla Russia: in tre mesi 70 miliardi di dollari
Le sanzioni occidentali fanno paura
Torna a rischio la crescita economica
MOSCA — Vladimir Putin aveva messo in bilancio che l’annessione della Crimea avrebbe aggravato la situazione economica
russa. Ma forse non aveva previsto le dimensioni della crisi. I capitali stanno lasciando il Paese a
un ritmo preoccupante: 70 miliardi di dollari nei soli primi tre
mesi dell’anno, una cifra ben superiore ai 63 miliardi dell’intero
2013. Banche e aziende russe sono fortemente indebitate all’estero e sembra che ben presto
incontreranno grosse difficoltà a
rifinanziarsi. E stiamo parlando
di un totale che supera i 600 miliardi di dollari, di cui 100 in scadenza quest’anno, secondo il
quotidiano economico Vedomosti.
Ma i segnali che arrivano dal
mondo degli affari russi sono
anche altri e, purtroppo per Vladimir Vladimirovich, tutti dello
stesso segno. Aziende tedesche
che rimpatriano i loro utili, società russe costrette a rinviare
quotazioni in Borse occidentali
già programmate da tempo, investimenti strategici già in fase
realizzativa che improvvisamente diventano vaghe ipotesi per
un possibile futuro. Se poi il
Cremlino decidesse di mettere le
mani su aree dell’Ucraina vera e
propria, scatterebbero altre sanzioni che toccherebbero direttamente interi settori economici,
come quello finanziario, dell’energia, dei materiali di difesa
(Obama ha già firmato il relativo
decreto).
A tutto questo si devono aggiungere i costi per portare la
Crimea al livello del resto della
Russia, o almeno delle parti più
povere del Paese: almeno un miliardo di dollari l’anno per l’adeguamento di pensioni e stipendi
e altri due per rendere efficienti
le infrastrutture. Insomma, un
grattacapo che sta diventando
un incubo.
Col peggiorare delle relazioni
con l’Occidente, il consigliere
economico di Putin Aleksej Kudrin aveva annunciato una fuoriuscita di capitali di 50 miliardi
nei primi tre mesi, con una previsione di un possibile totale di
200 miliardi per l’intero 2014.
Adesso il governo russo parla di
quasi 70 miliardi e quindi della
possibilità che a fine anno si arrivi ben al di sopra dei 200 miliardi. Chi può, non tiene i soldi
in Russia, dove il rublo continua
a perdere valore (nonostante gli
interventi della Banca centrale
per difenderlo). Dall’inizio della
crisi, il cambio con l’euro è sceso
da 45 a 50 rubli. Naturalmente gli
oligarchi che tengono abitualmente le loro disponibilità liquide all’estero, ci pensano due volte prima di avviare investimenti
in patria, nonostante le continue
pressioni di Putin. Dopo Sochi,
dove sono stati coinvolti pesantemente per realizzare le strutture olimpiche, sarà ora la volta
della Crimea. Ma questi quattrini
gettati in pozzi senza fondo finiranno per minare le loro strutture finanziarie.
Tra l’altro le aziende russe sono già pesantemente indebitate:
438 miliardi di dollari (Gazprom,
Rosneft, Transneft e le Ferrovie,
in primo luogo) più altri 215 per
le banche. Sarà assai problemati-
600 200 50
miliardi di dollari: l’indebitamento con l’estero di banche
e aziende russe. 100 miliardi
in scadenza quest’anno. Sembra che ben presto incontreranno grosse difficoltà a rifinanziarsi, secondo il quotidiano finanziario Vedomosti
miliardi per l’intero 2014: la
previsione passata del governo russo sulla fuga di capitali.
Adesso Mosca parla di quasi
70 miliardi in tre mesi e quindi
della possibilità che a fine anno si arrivi ben al di sopra dei
200 miliardi
rubli per un euro: questo il
cambio attuale, mentre all’inizio della crisi era a 45 rubli
per un euro. Nonostante il
continuo intervento della
banca centrale, la moneta
russa continua a perdere di
valore
co trovare nuovi sottoscrittori
dei loro bond di fronte a un possibile aggravamento delle sanzioni. È lo stesso ragionamento
che hanno fatto immediatamente la consociata russa del gruppo
Metro e altre aziende come
Detsky Mir, il più grande rivenditore di articoli per bambini, e
Obuv Rossij, prima azienda di
scarpe. Le loro azioni non saranno collocate sul mercato europeo, almeno per ora. Non si sa
ancora cosa farà la Credit Bank di
Mosca, che pure dovrebbe andare in Borsa all’estero nel corso
dell’anno.
Tutto questo porterà inevitabilmente a un rallentamento della crescita economica russa che
secondo le previsioni dovrebbe
scendere al di sotto dell’uno per
cento annuo. A quel punto, di
fronte a un concreto peggioramento delle condizioni di vita,
potrebbe diminuire anche la popolarità politica di cui gode il
presidente.
Fabrizio Dragosei
@Drag6
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14 Esteri
Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Il personaggio
Non si è affatto
ritirato dalla
politica. Anzi,
resta più che mai
il capo della
destra francese
non lepenista
(ma neppure anti
lepenista)
I casi
Il consigliere
Al centro di un
recente scandalo
c’è Patrick
Buisson: ex
braccio destro di
Sarkò, registrava
di nascosto
le riunioni
all’Eliseo
Con Carlà Un ragazzo scatta
un «selfie», un autoritratto, con
l’ex presidente francese Nicolas
Sarkozy, all’uscita da un seggio insieme alla moglie Carla Bruni (Afp)
Sarkozy, l’eterno ritorno (da destra)
DAL NOSTRO INVIATO
PARIGI — Ormai è un format. Un gioco di coppia, uno
sketch a due. La moglie comincia a cantare, il marito entra in sala a luci spente e prende posto in fondo, lei lo indica
dal palco e il pubblico esplode
in un’ovazione. Dopo le prove
a Beziers, l’hanno rifatto lo
scorso 11 marzo all’Olympia
di Parigi, non proprio un
tempio della destra. Visto il
successo, Carla Bruni ha ammiccato ai fan, cantando la
sua canzone più nota in una
versione adattata all’attualità:
«Quelqu’un m’a dit/ qu’on
nous écoute…», qualcuno mi
ha detto che ci ascoltano.
Nicolas Sarkozy, a dispetto
dell’annuncio di due anni fa,
non si è affatto ritirato dalla
politica. Anzi, resta più che
mai il capo della destra francese non lepenista (ma neppure anti lepenista). Per un
Lui che ha reso presentabili
gli slogan di Le Pen
è l’unico che può arginarli
lano e diventano un test nazionale, in cui i socialisti al
potere pagano un prezzo doloroso.
Il buon risultato di Marine
Le Pen non può nascondere la
vittoria dell’Ump, il partito
della destra tradizionale. Se
domenica il Fronte Nazionale
ha eletto 511 consiglieri comunali, l’Unione per un movimento popolare ne ha eletti
80.645. Esita a festeggiare
perché non ha un leader, almeno non ufficiale. Sarkozy si
comporta come se lo fosse:
La Guardasigilli
Sarkozy è
intercettato da
quasi un anno
da due giudici:
la ministra
della Giustizia
Christiane
Taubira si è detta
all’oscuro di tutto
visita la Merkel a Berlino, tiene i contatti con il Partito popolare europeo; ma nega di
volersi candidare contro Hollande (o il suo ministro dell’Interno Manuel Valls) e contro Marine Le Pen nel 2017.
Però sia l’impopolarità dei socialisti, sia l’ascesa dell’estrema destra fanno il suo gioco.
Paradossalmente, l’uomo
che ha sdoganato il linguaggio e gli argomenti di Le Pen è
considerato il miglior argine
contro sua figlia. La linea dell’Ump per il secondo turno di
domenica prossima è la stessa
dettata da Sarkozy per le cantonali del 2011: «ni-ni», né
socialisti né lepenisti; non ci
sarà il «fronte repubblicano»
che nel 2002 riportò Chirac
all’Eliseo con l’82% dei voti.
Anche l’ex premier François
Fillon, critico tre anni fa, stavolta si è adeguato. Il punto è
che né Fillon, né il leader nominale Jean-François Copé
hanno la personalità per opporsi a Sarkozy, se lui decidesse di riprendere la corsa
all’Eliseo. Quanto ad Alain
Juppé, alle prossime presidenziali avrà 72 anni; e l’ex
presidente, che ne ha dieci di
meno, con la sua energia e la
sua influenza sui media è in
grado di trasformarlo da anziano saggio, com’è considerato oggi, in vecchio arnese
chiracchiano.
Ma l’aggressività e la forza
di Nicolas, accentuata dal filo
di barba con cui ama farsi fotografare, è anche il suo punto debole. Una parte del Paese, non necessariamente di sinistra, lo aborre. Non lo considera neppure del tutto
francese: per le sue radici ungheresi e sefardite, per il suo
rigetto di vini e formaggi, per
quel soprannome, Sarko,
aspro come una malattia; e
soprattutto per la sua volontà
di imporre la «rupture», la
rottura del sistema statalista,
Manifesto
Sarkozy ha riguadagnato
il centro della scena,
scrivendo su Le Figaro un
manifesto durissimo
Personalità
Nessuno ha la personalità
per opporsi a Sarkozy, se
lui decidesse di riprendere
la corsa all’Eliseo
mese è stato in prima pagina
appunto per gli scandali delle
sue registrazioni. Prima quelle amatoriali dell’ex amico Patrick Buisson. Poi quelle professionali della magistratura,
che indagava sul depistaggio
di un’inchiesta infamante: il
sospetto sull’ex presidente
era che avesse subornato l’anziana miliardaria Liliane Bettencourt per estorcerle denari, e di aver munto pure il povero Gheddafi, prima di bombardarlo. Nel frattempo
Sarkozy è stato prosciolto, ma
siccome nessun uomo è grande per il suo intercettatore sono emersi dettagli scabrosi:
un linguaggio tipo Nixon;
uno stile intimidatorio e volgare; e soprattutto la presenza
di una talpa tra i giudici, che
passava notizie all’Eliseo in
cambio della promessa di un
posto principesco a Monaco.
Vistosi nell’angolo, Sarkozy
ha riguadagnato il centro della scena, scrivendo su Le Figaro un manifesto durissimo,
interpretato da tutti come una
ri-discesa in campo (anche se
lui nega), in cui definisce la
Francia socialista «una dittatura». Hollande indignato
parla di «tentativo di golpe».
La destra difende il suo campione sia pure con qualche
imbarazzo, la sinistra lo accosta a Berlusconi (in Francia, la
massima ignominia). Così le
elezioni comunali si rinfoco-
che la Francia vuole solo a parole. Il vantaggio di Sarkozy è
di essere l’unico ad aver affrontato, con qualche umiliazione ma anche qualche successo, la ragione principale
del «grand malaise» di un Paese che da 33 anni a ogni voto
fa vincere l’opposizione: non
solo l’impoverimento economico, ma anche l’idea di non
contare più nulla nel mondo
globale, se non aggrappati alla Germania, in un rapporto
di crescente vassallaggio con
gli ammirati e detestati tedeschi. Non a caso, nella lettera
a Le Figaro Sarkozy ha paragonato il sistema giudiziario
francese alla Stasi, la polizia
politica della Germania comunista: per la Francia di destra, qualcosa di peggio della
Gestapo; per gli altri, un paragone spropositato. Di conseguenza, Hollande in segreto
spera di avere contro ancora
lui, piuttosto che un candidato «normale».
Tra non molto si capirà se
aveva ragione Alain Minc, che
due anni fa per consolare
Sarkozy, disperato dopo aver
perso il duello tv — «come è
potuto succedere?!» —, gli
scrisse un sms: «Caro Nicolas,
stavolta andrà male. Ma nel
2017 la battaglia sarà ancora
tra te e Hollande; e non finirà
allo stesso modo».
Aldo Cazzullo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014
Esteri 15
italia: 51575551575557
UZBEKISTAN
EKIST
Verso la fine della missione Nato in Afghanistan, tra successi e timori di un’involuzione
Italiani, l’amaro addio a Herat
Stop agli aiuti alla popolazione
L’Onu
TURKMENISTAN
AFGHANISTAN
IRAN
Il reportage
Visita alla scuola Cutuli. Le incognite sull’istruzione femminile
KABUL
Herat
PAKISTAN
Missione Isaf, settore a comando italiano
Truppe
1.300 soldati
DAL NOSTRO INVIATO
HERAT — Una macchia di azzurro e blu tra le casupole color
terra e il verde coltivato alla periferia della città. Voci e grida di
bambini a rallegrare la luce limpidissima del primo tramonto di
una giornata senza nuvole nella
provincia occidentale dell’Afghanistan. Ieri pomeriggio la nuova
scuola dedicata a Maria Grazia
Cutuli, la giornalista del Corriere
della Sera assassinata nel novembre 2001 sulla strada per Kabul,
segnava nelle classi gremite di
scolari il successo delle proprie
attività, ma registrava anche le
apprensioni per un futuro carico
di incognite.
«A meno di due anni dall’inaugurazione abbiamo esaurito tutti
i posti disponibili: 400 bambine e
500 bambini, che si alternano a
turni, le prime la mattina, i secondi nel pomeriggio. Non più di 28
studenti per classe. E abbiamo
aggiunto tre tende tra i giardini
coltivati con alberi da frutta per
cercare di soddisfare le richieste
extra. Stiamo attendendo i fondi
Dedicato a Maria Grazia
Nella scuola dedicata a Maria
Grazia Cutuli classi gremite:
400 bambine al mattino,
500 bambini al pomeriggio
per riempire la biblioteca di libri
che vorremmo rendere disponibili per l’intera città. Spingiamo
per fare in fretta. Tra poco potrebbe essere troppo tardi», ci dice il
preside, Shia Ahmad Mohammadi.
Un successo della scolarizzazione nel Paese dove sino a tredici
anni fa i Talebani impedivano alle
bambine di studiare e imponevano la lettura più oltranzista del
Corano nelle classi maschili. Accompagnato però dal timore che i
prossimi anni possano portare
una grave involuzione dell’intero
sistema Afghanistan.
Entro il 2014 la missione militare della Nato dovrebbe chiudere
i battenti e limitarsi eventualmente ad attività di formazione
per le nuove forze di sicurezza locali. Nel frattempo anche le operazioni civili dei contingenti internazionali stanno fermandosi
una dopo l’altra. Ieri è stata la volta degli italiani. Con una cerimonia ufficiale nella grande base mi-
litare a fianco dell’aeroporto di
Herat, il «Prt» (che sta per Provincial reconstruction team, l’organismo che da nove anni gestisce
le attività di intervento civile dei
militari) ha dichiarato di essere
giunto al traguardo. «La nostra
missione è finita. Un vero successo. Adesso passiamo la palla agli
afghani. Ovvio che ci saranno
problemi, magari anche qualche
caduta, ma dispongono degli
strumenti necessari per farcela»,
ci ha detto il generale Marco Ber-
Alunne
Ragazze in una
scuola di Kabul.
I talebani proibivano l’istruzione femminile. Oggi le donne che sanno
leggere e scrivere sono il
12% (Ap, Frayer)
Blu La scuola dedicata a Maria Grazia Cutuli (Parallelozero)
tolini, responsabile del Comando
interforze, venuto con volo speciale appositamente da Roma. I
numeri sono riassunti dal colonnello Vincenzo Grasso, ultimo comandante del Prt dimissionario.
«Dal 2005 al 2014 il ministero della Difesa italiano ha investito 46,4
milioni di euro per opere civili. Di
questi oltre il 20 per cento è andato per la costruzione di 83 scuole,
con un costo medio attorno ai 130
mila euro per singolo istituto, e la
ristrutturazione di altre 23. Quella eretta in memoria della giornalista italiana è stata interamente
pagata dalla Fondazione Cutuli: è
una delle più belle. Noi ci siamo
limitati a gestire i fondi e trattare
con le compagnie locali appaltatrici dei lavori», spiega.
Altre voci di spesa rilevante sono state le 47 strutture sanitarie,
di cui due interi ospedali, oltre al
carcere femminile (utilizzato in
molti casi per mettere in sicurezza donne minacciate in casa) e
quello minorile. Per quanto riguarda i grandi progetti civili non
completati, la gestione e direzione dei lavori passa ora nelle mani
della Cooperazione gestita dal
ministero degli Esteri italiano.
«In particolare, ci occuperemo di
costruire una strada che collega
Herat a Kabul, della circonvallazione di Herat e di ampliare le pi-
Missione
Truppe
La missione
italiana
nell’ambito
della forza
internazionale
Isaf è durata un
decennio. Il
contingente,
che guida il
settore nordovest, è arrivato
a contare 4.700
soldati, oggi
scesi a 1.300
Futuro
La missione Isaf
termina alla fine
del 2014. Dopo
potrebbero
restare 800
nostri soldati
con compiti di
sostegno e
addestramento
Vittime
Sono 53 i nostri
soldati morti in
Afghanistan
ste del suo aeroporto», dice l’ambasciatore arrivato da Kabul, Luciano Pezzotti. Promesse che tuttav i a s o l l e va n o n o n p o c h e
perplessità.
La destabilizzazione crescente
nell’intero Paese e l’inasprirsi degli attacchi talebani rendono le
attività degli stranieri al di fuori
delle città un vero terno al lotto.
Ne è una riprova la ormai tristemente celebre strada avviata dalla
Cooperazione italiana nel 2006
con il fine di collegare in 140 chilometri Kabul a Bamian. Secondo
le promesse, doveva essere terminata in due o tre anni, oggi risultano costruiti solo una settantina
di chilometri e i costi sono lievitati alle stelle. Una situazione critica, resa ancora più acuta dalla
violenza con l’approssimarsi delle elezioni presidenziali del 5
aprile. «Le nostre forze di sicurezza non sono semplicemente in
grado di gestire l’ordine pubblico
senza il sostegno attivo della Nato», ammette diretto il brigadiere
generale Sayed Baqar Mortazavi,
responsabile della polizia locale
nella regione occidentale. «All’ultimo appuntamento elettorale del
2009 eravamo più forti. Ma ora il
ritiro del Prt è un segno grave,
non so cosa succederà».
Lorenzo Cremonesi
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Il caso Il funzionario bloccato in auto nella capitale Sana’a è stato liberato con l’autista grazie a un blitz delle forze di sicurezza
Yemen, sequestro lampo per un italiano dell’Onu
L’incubo è durato poche
ore: un funzionario italiano
dell’Onu è stato rapito e liberato con l’autista ieri sera a Sana’a, la capitale dello Yemen.
La notizia è stata confermata
dal nostro ministero degli
Esteri.
Sequestro lampo: le forze di
sicurezza locali hanno salvato
i due ostaggi con un blitz che
ha portato all’arresto di due
sequestratori dopo un breve
conflitto nei pressi del palazzo
presidenziale nella zona sud
della città. Secondo un comunicato del ministero dell’Interno yemenita il funzionario
italiano è in buona salute.
Il nome del nostro connazionale non è stato reso noto.
Si tratterebbe di un dipendente Undp, l’agenzia delle Nazio-
ni Unite per lo sviluppo. In
quello che è considerato il Paese più povero del Medio
Oriente c’è molto da sviluppare: 25 milioni di abitanti, 10
milioni di bambini malnutriti,
40% il tasso di disoccupazione
giovanile, una fase di promettente transizione politica dopo
la guerra civile del 2012. Secondo una prima ricostruzione l’uomo, che per conto dell’Onu si occupa di logistica e
acquisti, viaggiava su un’auto
blindata nel centro di Sana’a
quando è stato bloccato da un
pick-up e da un taxi. E’ scattata
la trappola: sceso dall’auto per
capire i motivi del blocco, il
funzionario sarebbe stato costretto insieme con l’autista ad
entrare nel taxi. Le forze dell’ordine avrebbero intercetta-
to e seguito l’auto dei rapitori
prima di entrare in azione con
un blitz. Abitanti del quartiere
nei pressi del palazzo del presidente hanno sentito degli
spari. Gli agenti hanno seguito
i rapitori fino a una casa dove
erano tenuti gli ostaggi. Subito dopo la liberazione l’uomo
avrebbe telefonato alla moglie
in Italia per raccontarle dello
scampato pericolo. Anche il
secondo rapito è occidentale.
Incerta non solo la nazionalità
ma la stessa identità di chi accompagnava l’italiano: si tratterebbe comunque di una
donna, in un primo tempo indicata come la moglie ma che,
stando a una diversa versione,
lo avrebbe semplicemente accompagnato facendogli da autista. Anche lei secondo fonti
governative è «in buone condizioni di salute».
Lo Yemen è abituato ai rapimenti di stranieri: anni fa erano le tribù delle province a
utilizzare i sequestri di persona (quando ancora il Paese era
meta del turismo organizzato
internazionale) come fonte di
guadagno e arma di pressione
nei confronti delle autorità.
L’affermarsi di Al Qaeda in
ampie aree del Paese ha cambiato gli scenari. Due giorni fa
nella provincia orientale dell’Hadramaut venti soldati sono stati uccisi in un’imboscata
a un posto di blocco. Attualmente un cittadino britannico
e uno tedesco risultano nell’elenco dei rapiti.
M. Fa.
La città vecchia Un soldato di guardia a Sana’a, Yemen (Afp)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
«Il processo
in Egitto?
Violazione
del diritto»
IL CAIRO — «Una violazione
del diritto internazionale»:
così la commissaria Onu per
i diritti umani Navi Pillay ha
bollato le 538 condanne a
morte comminate da un
tribunale egiziano ai danni
di supporter del deposto
presidente Mohammed
Morsi. «Un processo di
massa senza precedenti»,
durato meno di un’ora,
«pieno di irregolarità e di
violazioni delle leggi
internazionali». Gli accusati
sono stati giudicati
colpevoli per l’attacco a una
stazione di polizia in cui
rimase ucciso un ufficiale lo
scorso agosto. L’assalto
seguì le operazioni delle
forze di sicurezza che
colpirono i manifestanti
nella capitale egiziana
uccidendo quasi mille
persone. La stretta continua,
da ieri altri 683 seguaci della
Fratellanza musulmana
sono a giudizio: tra loro la
guida del movimento,
Mohammed Badie, e il
presidente del suo braccio
politico (il partito Libertà e
Giustizia). Le forze di
sicurezza si sono scontrate
con centinaia di studenti
dell’Università di Minya che
protestavano contro i
procedimenti giudiziari. Al
processo farsa di sabato
erano assenti tre quarti degli
accusati. Gli avvocati della
difesa non hanno potuto
presentare i loro testimoni.
Guinea
Virus di Ebola
Vietato
mangiare
pipistrello
CONAKRY — Sarà anche
una leccornia locale, ma da
ieri in Guinea è «vietato
mangiare pipistrello». Le
autorità del piccolo Paese
dell’Africa occidentale
hanno bandito la vendita e
il consumo della carne
dell’animale allo scopo di
contrastare le occasioni
conviviali che potrebbero
accelerare l’avanzata del
virus di Ebola che finora ha
ucciso 62 persone. E’ stato il
ministro della Sanità a
emanare il decreto anti
pipistrello durante un giro
nella regione delle foreste
del Sud considerate
l’epicentro dell’epidemia.
Secondo le ricette della
cucina locale la carne
dell’alato mammifero viene
fatta bollire in una sorta di
zuppa piccante a base di
peperoncino venduta nei
locali dove la gente si
ritrova a bere alcol. Un altro
modo per cucinare il
pipistrello è arrostirlo sul
fuoco. Ebola si trasmette
per contatto. Non ci sono
cure o vaccini per il morbo
che uccide dal 30 al 90%
delle persone colpite.
Medici Senza Frontiere ha
allestito zone di quarantena
nel Sud del Paese per
cercare di arginare
l’espandersi del virus che
provoca mortali febbri
emorragiche. Casi sospetti
si registrano in Paesi vicini,
come Liberia e Sierra Leone.
16
Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Cronache
L’inchiesta Le accuse su Finmeccanica e le tangenti
Proprio su questo indaga il
sostituto Ielo, ma non solo. Perché sotto osservazione c’è anche
l’attività di Luigi Pelaggi, l’alto
funzionario del ministero dell’Ambiente già arrestato per ordine della procura di Milano.
«Fu proprio Pelaggi a impormi
alcune ditte da far lavorare», ha
raccontato Stornelli. Nell’ordinanza di Napoli è svelato un altro episodio che dimostra quali
interessi si muovessero dietro
l’affidamento dei lavori. Scrive il
giudice: «È appena il caso di ricordare le dichiarazioni rese da
Sabatino Stornelli, secondo cui
l’interesse di Guarguaglini e
Borgogni nel Sistri è anche di-
«A Cesa 200mila euro»
Indagato il segretario udc
«Finanziamento illecito». Il politico: io estraneo
La vicenda
Selex e le tangenti
per il sistema rifiuti
La ditta Selex ha pagato
tangenti per ottenere
tramite Finmeccanica la
gestione del sistema di
tracciabilità dei rifiuti
Sistri
Le fatture false
e i conti svizzeri
Gli imprenditori
creavano fondi neri
attraverso fatture false
e conti svizzeri per poter
pagare le mazzette
I soldi destinati
a politici e manager
Destinatari dei
pagamenti sarebbero
stati i vertici di
Finmeccanica e il
segretario dell’Udc
Lorenzo Cesa
ROMA — Un versamento di
200mila euro veicolato dall’ex
manager di Finmeccanica Lorenzo Borgogni. Soldi che sarebbero stati consegnati nel
2010 al segretario dell’Udc Lorenzo Cesa, per questo indagato
per finanziamento illecito a parlamentare dal pubblico ministero di Roma Paolo Ielo. L’indagine sui «fondi neri» creati grazie
agli appalti del colosso specializzato in sistemi di difesa, arriva dunque al livello politico.
Svelando meccanismi di approvvigionamento che sarebbero serviti ad arricchire i manager e i loro referenti. Un avviso
di proroga è stato notificato a
Cesa qualche settimana fa. Lui si
dice estraneo a tutta la vicenda,
ma nuovi accertamenti sono
stati affidati alla Guardia di Finanza dopo le dichiarazioni di
Sabatino Stornelli, l’amministratore delegato della «Selex
Se.Ma» e di suo fratello Maurizio che un anno fa, dopo essere
stati arrestati per le tangenti
versate per aggiudicarsi le commesse legate al sistema di monitoraggio dei rifiuti denominato
«Sistri», hanno deciso di collaborare con gli inquirenti. Rivelando nomi e circostanze, e so-
prattutto indicando le società
che emettevano fatture false e
così creavano le provviste per
pagare tangenti.
Due giorni fa il giudice di Napoli ha ordinato l’arresto di Borgogni, e dell’ex parlamentare di
Forza Italia Vincenzo Angeloni,
il dentista dell’ex amministratore di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini (anche lui indagato e perquisito) che avrebbe avuto il ruolo di collettore
delle mazzette. E nell’ordinanza
di custodia cautelare ha scritto:
«Maurizio Stornelli precisava
che la Sedin era una società riconducibile a Nicola Lobriglio, il
quale gli aveva raccontato che
Sotto accusa
Lorenzo Cesa,
parlamentare
e dal 2005 segretario dell’Udc. Lo scorso 23 febbraio
è stato confermato alla guida del partito
(foto BenvegnùGuaitoli)
tramite Borgogni aveva provveduto a finanziare con i soldi dell e c o m m e s s e r i c e v u te d a
Finmeccanica i suoi sponsor
politici e segnatamente l’onorevole Lorenzo Cesa, lo stesso rac-
L’imprenditore
«Era prassi che i soldi
delle sovrafatturazioni
finissero ai nostri
referenti politici»
contava questa circostanza come un dato consolidato ormai
nel tempo e riferibile già ad alcuni anni prima del 2009. Il rapporto era sempre mediato da
Angeloni. E anche in questo ca-
Popolare di Milano
Prestiti facili
Ponzellini
verso
il processo
Associazione per delinquere, appropriazione indebita e riciclaggio
sono i reati che i pm Roberto Pellicano e Mauro Clerici contestano ai
17 indagati (tra cui l’ex presidente Massimo Ponzellini e il braccio
destro Antonio Cannarile) chiudendo le indagini sulla «struttura
parallela e deviata» che gestiva i finanziamenti della Banca popolare
di Milano. L’atto prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Tra i
«finanziati» che compaiono nelle carte ci sono la concessionaria di
giochi d’azzardo Atlantis BPlus (a cui sono andati 145 milioni di euro)
dell’indagato Francesco Corallo, e Visibilia e Visibilia 2 (2,8 milioni di
euro ) dell’on. di Fi Daniela Santanché (non indagata). (G. Gua.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
so Stornelli provvedeva a consegnare ad Angeloni una somma
di 200 mila euro recapitatagli da
Lobriglio a via Liberiana: destinatario finale dei soldi, a dire di
Angeloni, era sempre Borgogni
(in particolare aveva ricevuto la
somma in due tranche: una volta era stato lo stesso Lobriglio a
portargliela a casa, un’altra gli
aveva chiesto di andargliela a ritirare a casa sua; i soldi venivano poi consegnati ad Angeloni
in via Liberiana). Lobriglio gli
aveva raccontato che era prassi
che i soldi ricavati dalle sovrafatturazioni delle commesse per
Finmeccanica venissero poi destinati tramite i vertici di
Finmeccanica a finanziare i partiti e, per quanto riguardava lui,
il partito di Cesa».
mostrato dalla ubicazione del
centro di localizzazione secondario del Sistri che è stato realizzato a Cecina, paese limitrofo a
quello di Guarguaglini, Castagneto Carducci, e della città di
Borgogni, Siena, e ciò nonostante il ministro Stefania Prestigiacomo volesse localizzarlo a
Siracusa, in quanto siciliana, ed
avesse espresso questo desiderio tramite Pelaggi. Invece Guarguaglini, spinto dall’ex ministro
Matteoli, ha scelto Cecina, paese
di Matteoli. Guarguaglini e Borgogni hanno anche deciso tutte
le assunzioni a partire dalla responsabile del centro, che è la
nipote di Guarguaglini».
Fulvio Bufi
Fiorenza Sarzanini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014
Milano Il rappresentante dell’accusa in Appello: annullare la condanna a 20 mesi
«Trasferirsi in Lussemburgo
libera scelta industriale
Assolvete Dolce e Gabbana»
La richiesta del sostituto procuratore generale
MILANO — Demolisce con
foga la condanna di Tribunale
degli stilisti Domenico Dolce e
Stefano Gabbana a 20 mesi per
omessa dichiarazione al fine di
evadere le imposte, si mette nei
loro panni quando «l’invasione
della GdF» gli pare «anche un
colpo alla credibilità del marchio», e trova «censurabile» che
il giudice di primo grado abbia
ragionato da «tuttologo che
pensa di poter entrare nelle
scelte di gestione concreta di un
gruppo mondiale»; argomenta
che non di evasione si può parlare ma tutt’al più di elusione fiscale e abuso del diritto, teorizza
che «l’ottimizzazione del regime
impositivo è lecita» e che a favore degli imputati militano «ragioni concrete e non fantasiose,
come le difese ci ricordano che
sarebbe potuto essere confermato dai molti e prestigiosi testi
ammessi e poi revocati».
Spettacolosa arringa. Solo
che in Appello non la sta facendo uno degli avvocati, ma il rappresentante dell’accusa in Procura Generale, il sostituto pg
Gaetano Santamaria Amato,
presidente uscente del Csm dei
giudici tributari, esponente di
spicco di Unicost. Che a sorpresa, esercitando il proprio convincimento opposto a quello dei
Cronache 17
italia: 51575551575557
Insieme
Domenico Dolce
(a sinistra), 55 anni,
e Stefano Gabbana,
52. I due stilisti hanno
fondato il marchio
mondiale «Dolce &
Gabbana» nel 1985
(foto Italy Photo
Press)
pm del pool di Francesco Greco,
non sostiene la conferma della
condanna degli stilisti di cui i
pm Laura Pedio e Gaetano Ruta
avevano ottenuto il rinvio a giudizio dopo che la Cassazione
aveva annullato l’iniziale proscioglimento, ma chiede l’assoluzione «perché il fatto non sussiste». Cioè non sussiste la
«esterovestizione» in Lussem-
burgo della Gado srl, per i pm
servita solo a conseguire 130
milioni di risparmio fiscale frutto delle differenti aliquote fra
Italia e Lussemburgo. Per il pg,
con questa operazione gli stilisti
hanno invece «pensato in grande, così come si conviene a un
grande gruppo italiano che va in
Lussemburgo perché il regime
fiscale è capace di attrarre capi-
✒
La vicenda
La condanna
Nel giugno 2013 Domenico
Dolce e Stefano Gabbana sono
stati condannati a 1 anno e 8
mesi per omessa dichiarazione
dei redditi. Nello stesso
processo i due sono stati
assolti per il reato (prescritto)
di dichiarazione infedele
Le accuse
Secondo l’accusa, i due
avrebbero costituito una
società in Lussemburgo,
proprietaria di due marchi del
gruppo, per ottenere vantaggi
fiscali (130 milioni di euro tra
il 2004 e il 2005). Erano state
contestate anche omesse
dichiarazioni per 420 milioni a
testa
L’appello
Ieri, in secondo grado, il
sostituto procuratore generale
di Milano, Gaetano
Santamaria, ha chiesto
l’assoluzione per gli stilisti
tali, le amministrazioni pubbliche sono efficienti, e ci sono
molti trattati che regolano la
doppia imposizione». Alla GdF,
che di Gado srl in Lussemburgo
segnalava microlocali e assenza
di dipendenti, il pg obietta che
«bisogna fare un salto culturale
e confrontarsi con le moderne
realtà imprenditoriali: pretendiamo debbano avere strutture
faraoniche? Avere sede presso
una società di servizi è comune
a tutte quelle società che non
vogliono avere a che fare con
malattie e gravidanze». Le 40
mail «che tanto hanno influenzato la GdF» vengono liquidate
dal pg perché «non mi sembrano sballate, pretestuose o incoerenti le letture alternative» delle
difese. «Come contribuente —
dice Santamaria — posso indispettirmi e magari sono contento che la GdF accenda un faro, e
allora posso anche aspettarmi
l’intervento su Marchionne e
Fiat quando trasferiranno la sede legale in Olanda»: ma «come
operatore del diritto devo dire
che la cessione dei marchi rientra nelle libere legittime scelte
imprenditoriali», peraltro di
«stilisti in tutt’altre faccende affacendati, che vivono nel mondo della creatività, affidandosi
per il resto a competenti consulenti di fiducia». «Non è che esiste l’esimente-stilista», proverà
poi sommessamente a replicare
l’Avvocato dello Stato Gabriella
Vanadia per l’Agenzia delle Entrate. Ma per il pg anche «il fatto
che gli stilisti ci abbiano guadagnato non è una prova nel penale. Nel tributario pagheranno
quello che c’è da pagare (sinora
346 milioni in Commissione tributaria di secondo grado ndr),
ma nel penale andiamoci piano:
una condanna sarebbe contraria
al buon senso».
Caso Robledo,
il Pg chiede dati
ma Bruti tace
I
l grande gelo tra il procuratore
capo milanese Edmondo Bruti
Liberati e il procuratore aggiunto
Alfredo Robledo raffredda le
comunicazioni anche tra la
Procura della Repubblica e la
Procura Generale di Manlio
Minale. Il 17 marzo, infatti, dopo
la clamorosa iniziativa di
Robledo di denunciare al Csm
asserite violazioni tabellari di
Bruti nell’assegnazione ai vice
Greco e Boccassini di 5 fascicoli
d’indagine (San RaffaeleFormigoni, Ruby-Berlusconi,
Ruby-testimoni, Sea-Gamberale,
e l’incrocio tra Infrastrutture
Lombarde e una indagine
segreta di Boccassini), il pg
Minale ha chiesto a Bruti i dati
esatti delle progressive
registrazioni degli indagati nelle
varie inchieste. In assenza di
risposta, dopo alcuni giorni ha
inoltrato a Bruti un sollecito. Ieri
nel Consiglio Giudiziario, pure
destinatario dell’esposto di
Robledo, è stato accennato come
non sia ancora pervenuta alcuna
risposta dal capo della Procura
alle richieste del capo della
Procura Generale. Intanto il
Consiglio Giudiziario, guidato
dal presidente della Corte
d’Appello Giovanni Canzio, ha
ribadito i propri poteri di
vigilanza sull’organizzazione
degli uffici, ma ha ritenuto
istituzionalmente più corretto e
rispettoso non sovrapporsi sino
al 29 aprile all’istruttoria del
Csm con probabili audizioni di
Robledo e Bruti.
L. Fer.
Luigi Ferrarella
[email protected]
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L’inchiesta Al capo di Infrastrutture Lombarde, agli arresti, fu chiesto conto di spese ingiustificate per oltre 2 milioni di euro
Rognoni e le parcelle d’oro all’ospedale di Monza
E la Finanza getta ombre sull’amministratore di Expo
«Anche da lui un comportamento omissivo»
MILANO — Ci vuole spiegare Infrastrutture Lombarde perché ha appaltato all’esterno lavori e consulenze? Non
c’erano risorse interne per risparmiare? Per quali servizi, nel dettaglio, noi
dell’ospedale San Gerardo di Monza,
abbiamo pagato le società Proger, Security Package e Conteco? E i soldi per
l’architetto Glauco von Wunster, oltre a
non apparire sufficientemente giustificati, sono davvero necessari? E quelli
al suo collega Cristiano Achille Nava?
Nel gergo si chiamano pezze d’appoggio. Non un dettaglio se si tratta di
milioni di euro e se a fornirle dovrebbe
essere la holding regionale degli appalti in
Lombardia. Infrastrutture Lombarde, la grande regista dei lavori e dispensatrice di consulenze, oggi al centro di
un’inchiesta giudiziaria,
ha tirato su ospedali per
un giro di affari di quasi
2 miliardi. Monza è uno
di questi. E a proposito
dell’inchiesta Infrastrutture (8 arresti la scorsa
settimana tra cui il direttore generale dimissionario, Antonio Rognoni), ieri dagli atti d’indagine è emerso
il nome dell’amministratore delegato
di Expo 2015, Giuseppe Sala (non indagato). Secondo un’informativa della
Gdf, Sala, il responsabile unico del
procedimento Carlo Chiesa e il general
manager Angelo Paris non avrebbero
tenuto un comportamento «irreprensibile e lineare», perché, «pur con gradi di responsabilità diversi, attraverso
le loro condotte fattive ed omissive
hanno comunque contribuito a concretizzare la strategia volta a danneggiare indebitamente Mantovani (vincitrice della gara per la piattaforma dei
padiglioni Expo, ndr) per tutelare e ga-
La scheda
L’inchiesta
I pm di Milano
contestano il reato di
turbativa d’asta, truffa
e associazione a
delinquere a una serie
di manager legati alla
società Infrastrutture
Lombarde. Otto
persone sono state
colpite da
rantire, si ritiene, più che la società
Expo 2015 Spa il loro personale ruolo
all’interno della stessa».
Torniamo a Monza. Carteggi, email,
lettere, verbali riservati raccontano di
una resa dei conti senza precedenti tra
il grande ospedale San Gerardo (che
deve pagare le fatture) e Infrastrutture
(che affida lavori e consulenze). La ricostruzione del Corriere è basata su
carte che al momento non risultano
nell’inchiesta giudiziaria su Infrastrutture. L’11 giugno 2013 il commissario
straordinario del San Gerardo invia
una raccomandata a Rognoni: «Siamo
a chiedervi la restituzione delle somme
indebitamente percepite (...) in ragione
della loro mancata giustificazione (...).
In caso contrario attiveremo la procedura di risoluzione in via amministrativa della vertenza (...) affinché non risultino depauperati i finanziamenti,
anche di fonte statale, destinati all’ospedale». Già in precedenza revisori
e sindaci avevano lanciato l’allarme.
Il nuovo San Gerardo di Monza è un
appalto (pilotato secondo i pm)
da oltre 200 milioni. A vincere è
stata una cordata di cui fa parte
una società riconducibile a Fabrizio Rota. Chi è? L’ex segretario
particolare di Roberto Formigoni. I
documenti inediti in mano al Corriere mettono sotto accusa il potere
avvolgente di Infrastrutture. Tant’è
che il collegio sindacale dell’ospedale ha denunciato «una situazione
ad altissimo rischio» con i sindaci
«relegati al ruolo di spettatore di tutte
le scelte compiute da Infrastrutture».
Nell’inverno-primavera 2013 cade
Formigoni, si dimette il direttore generale del San Gerardo, il ciellino
Francesco Beretta, e si insedia il commissario straordinario Simonetta Bettelini, una manager in quota Lega. Si
aprono cassetti e armadi. E dopo un
durissimo report dell’ufficio tecnicopatrimoniale dell’ospedale, richiesto
dal collegio sindacale, è lei stessa l’11
giugno a tirare le conclusioni in una
lettera al capo di Infrastrutture, Rognoni. Chiede conto dei «giustificativi
dei pagamenti effettuati dall’azienda
ospedaliera (...) ed ammontanti a
Il documento
La lettera inviata dall’Ospedale San Gerardo
di Monza ad Antonio Rognoni, ai tempi direttore
generale di «Infrastrutture Lombarde»
La replica
un’ordinanza di
custodia cautelare.
Intiglietta e Compagnia delle Opere:
«Nessun rapporto con quella società»
Il personaggio
Il principale indagato
è l’ex direttore
generale di
Infrastrutture
Lombarde Antonio
Rognoni (foto), che
avrebbe assegnato
una serie di incarichi e
contratti in violazione
delle norme sulle gare
di appalto.
«Mi sento colpito gratuitamente da ipotesi
che, per quanto mi riguarda, non hanno
alcuna ragione di essere». Antonio
Intiglietta, fondatore e presidente della
società fieristica Ge.Fi., è citato negli allegati
di pm e Gdf alle indagini su Infrastrutture
Lombarde: «Ma io non ho alcun rapporto
professionale né con Infrastrutture
Lombarde né con Expo e sfido chiunque a
dimostrare il contrario». Nei documenti si
dice che «dalle intercettazioni emerge» una
«particolare vicinanza» fra Intiglietta (e un
altro esponente della Cdo) e alcuni dei
personaggi arrestati o indagati. Ecco
Intiglietta: «Si è fatta una connessione
impropria tra le relazioni di lavoro che ho
con due professionisti, l’avvocato Leo e
l’avvocato Magrì. Io non so nulla delle loro
relazioni e dei loro rapporti né con
Infrastrutture Lombarde, né con Expo». Di
qui la rabbia: «Vedermi inserito in un
sistema di affarismo, che parte dalla
Regione arriva a una società regionale e
all’Expo è inaccettabile. In più si puntualizza
che non sono indagato: se non c’è nulla su
cui indagare, perché coinvolgermi?». Ora è
uno sfogo: «Lavoro da mattina a sera,
assumo gente perché credo sia dovere di un
buon imprenditore, soprattutto in tempi di
crisi, investire ciò che si guadagna e non
vivere di rendita e vengo messo in un
tritacarne mediatico». E conclude: «La
verità permetterà a ciascuno di rispondere
in coscienza e responsabilità delle proprie
azioni. La giustizia punta alla verità, non alla
dimostrazione della propria idea». Intanto
Bernard Scholze, presidente della
Compagnia delle Opere smentisce
«qualsiasi coinvolgimento di Cdo
nell’indagine sui vertici di Infrastrutture
Lombarde».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
complessivi 2.074.568,24 euro». Sono
le fatture di aziende, consulenti, gestite da Infrastrutture ma pagate dall’ospedale o a questo addebitate.
Rognoni replica, via email e raccomandata, ad accuse e sospetti ritenuti
«altamente offensivi del lavoro, della
dignità e del decoro» di Infrastrutture.
E fornisce documenti di supporto.
Tutto finito? No. Sembra impossibile
che il grande regista degli appalti
lombardi non riesca soddisfare una richiesta tanto ovvia: facci capire e vedere perché — chiedono a Monza —
abbiamo speso quei soldi; dimostraci
che erano necessari.
Il 17 luglio il commissario Bettelini
in una nuova lettera all’ingegner Rognoni sostiene che «non è stata ancora consegnata tutta la documentazione necessaria ai fini di un puntuale e
giustificato rendiconto delle spese sostenute, anche sotto i profili dell’inerenza, congruità, pertinenza». Che cos nasconde Infrastrutture?
sa
Per esempio: perché prima di affid
dare
un incarico all’architetto von
Wunster (sebbene per una cifra di soli
19.500 euro) o al collega Nava (70.576
euro) non è stato chiesto all’ospedale
o ad altri enti del sistema «se sussistevano professionalità — scrive l’ospedale di Monza a Rognoni — al loro interno per coprire l’incarico»? Banale
logica di risparmio, no?
Le commesse alla Security Package
e alla Conteco? «Non vengono forniti i
motivi» dell’affidamento dei contratti
a queste società esterne. Quasi un milione di euro è finito alla Proger
(gruppo Recchi) per progettazioni
senza che l’ospedale abbia avuto «alcuna indicazione sui criteri di determinazione dei compensi» o «riferimenti tariffari». Chi paga sembra non
aver diritto di sapere se ha speso bene
i suoi soldi che poi sono quelli delle
tasse, cioè pubblici. Sono solo alcuni
esempi. Intanto l’ennesimo incartamento sulle fatture incriminate è arrivato all’ospedale di Monza proprio
appena prima degli arresti. Mittente
Infrastrutture.
Mario Gerevini
[email protected]
Simona Ravizza
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
18
italia: 51575551575557
Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014
Cronache 19
italia: 51575551575557
✒
Milano Trauma cranico, naso rotto, tagli, ma i medici non segnalavano nulla
La lettera
Ricoverata 15 volte per le botte
Non denuncia ma lui va dentro
TROPPE LITI
IN ITALIA INTASANO
I TRIBUNALI
Applicata la nuova legge. L’omertà degli ospedali
MILANO — Morso terzo dito
mano destra. Perforazione traumatica del timpano. Contusioni
multiple. Infezione dei tessuti
molli della mano sinistra da
morso. Sospetta infrazione delle
ossa nasali. Contusione anca destra. Distorsione del collo.
Per quindici volte la 47enne
Donatella, picchiata dal compagno Enrico Massimiliano Pedrazzini, è stata ricoverata al
pronto soccorso. Per quindici
volte non l’ha denunciato. E nonostante i referti medici sopra
soltanto parzialmente elencati,
per quindici volte nessuno dagli
ospedali (di solito l’ospedale
Guido Salvini di Garbagnate Milanese) ha pensato bene di avvisare polizia o carabinieri. Magari forzando la situazione. Donatella infatti aveva il terrore di fare il nome dell’uomo,
prigioniera com’era della paura
di nuove sevizie e dell’amore per
quel folle picchiatore. Raccontano dal commissariato di RhoPero, guidato da Carmine Gallo,
che ora, pur naturalmente sollevata per la fine del massacro, un
poco le siano dispiaciuti l’arresto e il trasferimento in prigione
del compagno. Io davvero ho
una forte passione, io davvero
sono innamorata, ha ripetuto.
Se il caso è chiuso è merito
della celerità delle indagini, coordinate dalla Procura di Busto
Arsizio, e della recente legge
contro le violenze domestiche:
le forze dell’ordine possono
procedere anche senza querela
di parte. Più volte glielo avevano
chiesto, e sempre Donatella era
stata irremovibile: no, niente
denuncia. Ma quanto ancora
doveva andare avanti?
La signora Jessica è una vicina di casa della coppia. Siamo in
un palazzo di Rho, hinterland
nordovest di Milano. Jessica ha
raccontato ai poliziotti alcuni
episodi. Una notte di settembre
del 2013. «La signora ha suonato di casa in casa piangendo.
Quando l’abbiamo soccorsa
aveva il labbro spaccato, il setto
nasale rotto, i lividi ovunque, la
casa era piena di sangue. Lei insisteva di non voler chiamare né
forze dell’ordine né il 118». Un
pomeriggio di fine novembre
2013. «Ho visto lui sul pianerottolo che prendeva la rincorsa e le
tirava un pugno sul volto». La
vigilia di Natale 2013. «Dopo
una feroce discussione lui le ha
rotto il naso e ha lanciato fuori
dalla finestra una bottiglia di
spumante, stoviglie e cibo». Un
giorno Jessica avvicinò Donatella. Due donne. Da sole. L’intimità. Jessica che insistette affinché
chiamasse un’ambulanza; Donatella che rifiutò con decisione, «aveva il terrore che quello la
uccidesse». Ma certamente resta
una domanda: perché Jessica
non ha mai dato l’allarme?
Donatella e Pedrazzini non
hanno figli. Vivevano soli. E di
nuovo pare difficile capire per
quale motivo, a fronte della seguente anamnesi, gli ospedali
Sardegna
Ucciso
dall’autobomba
sotto casa
Un boato alle 10.30, in pieno centro a Lanusei, nell’Ogliastra. Una
Renault Clio imbottita di esplosivo è saltata in aria quando il
propietario Roberto Aresu, 47enne ex rappresentante di auto, ha
avviato il motore. Aresu è morto poco dopo l’esplosione. L’uomo
era agli arresti domiciliari per una truffa legata alla rivendita di
autovetture e poteva uscire per tre ore al mattino. © RIPRODUZIONE RISERVATA
I fatti
Per 15 volte
Donatella è
stata picchiata dal
compagno,
Enrico Massimiliano
Pedrazzini
(sopra, l’ordinanza in
cui compare
l’elenco delle percosse)
I referti
I medici in
ospedale
hanno registrato i vari
traumi, fra
cui un morso al dito,
una perforazione del
timpano e
una distorsione del
collo
In cella
L’uomo è
stato arrestato in seguito a
un’indagine
della procura di Busto
Arsizio sulla
base della
nuova legge
che consente agli inquirenti di procedere anche in assenza della
querela
non abbiano voluto vederci più
chiaro. Era abbastanza ovvio
che fosse Pedrazzini quando
Donatella riferiva una «aggressione da persona nota nel proprio domicilio»; o quando la
donna giungeva «in seguito ad
aggressione da parte di persona
nota, colpita da oggetto lanciato
(telecomando) alle labbra e presa al collo e alla mandibola con
successiva caduta a terra, e colpita da ombrello sulla schiena».
Questo Pedrazzini, 41 anni,
ha sempre campato in opposizione alle regole. Pregiudicato
per reati contro il patrimonio,
negli ultimi tempi si dedicava
alle truffe. Quali truffe? Truffe di
ogni genere, su internet e per
strada. L’importante era fregare
il prossimo. Davanti ai poliziotti, non ha proferito verbo. Era sicuro che Donatella non l’avrebbe mai abbandonato. Una volta
l’aveva aggredita con calci partiti dagli anfibi; un’altra volta
l’aveva colpita in viso con una
gomitata. Non era ubriaco. Non
si drogava. Picchiava e basta. Si
sfogava come un animale.
Durava da due anni, dall’inizio della loro storia. Donatella
lavorava alle poste, poi aveva
smesso. Il volto tumefatto, le ecchimosi, i lividi, le difficoltà
motorie: aveva ormai perso il
coraggio perfino di uscire e
camminare in strada. In passato
aveva provato a fare il numero
della polizia e aveva subito chiuso la comunicazione. Il primo e
il quindici febbraio scorsi aveva
iniziato e proseguito il dialogo
con il commissariato di Rho-Pero. Aveva buttato lì qualcosa, ma
l’ansia l’aveva divorata alla richiesta se volesse o meno formalizzare una denuncia. E Donatella aveva riattaccato.
Andrea Galli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Como Ventisei indagati, in cella il comandante della Polstrada e il suo vice. Verbale di un incidente falsificato per dar ragione al figlio
Multe non riscosse «per pigrizia», agenti arrestati
Si inventavano dei falsi ricorsi:
cancellate 2 mila contravvenzioni
Sottoposti utilizzati come autisti
COMO — L’autovelox fotografava le auto che sfrecciavano in autostrada oltre i limiti
consentiti ma gli agenti, anziché procedere con identificazione del proprietario e notifica della contravvenzione, optavano per un lavoro meno
impegnativo: inventavano
falsi ricorsi e facevano «sparire» le multe. Non per averne
una qualche utilità economica, ma soltanto perché non
avevano voglia di lavorare.
Quasi duemila le contravvenzioni cancellate, per un
danno alle casse dello Stato di
oltre trecentomila euro. Senza
contare le decine di contravvenzioni prese dagli agenti
per eccesso di velocità, semafori rossi o sosta vietata (tutte
eliminate illegalmente) e le
auto di servizio con tanto di
«autista» usate per faccende
private.
Parla di «un intero ufficio
pubblico letteralmente deviato» e di «sistematica violazione dei doveri pubblici» l’inchiesta della Procura di Como
che ha portato ieri all’arresto
del comandante della Polizia
stradale del capoluogo lariano, del vice e di altri tre agenti.
Ma complessivamente sono
ventisei le persone indagate a
vario titolo per falso, abuso
d’ufficio, calunnia e peculato,
tra le quali un funzionario
della questura e il capo ufficio
verbali della polizia locale.
La sede della Polstrada è
stata chiusa «per motivi organizzativi», come scritto sul
cartello appeso al cancello. Il
vicecomandante Gian Piero
Pisani, indicato come «figura
criminale di maggior spicco»
è l’unico a essere stato rinchiuso in carcere. Ai domiciliari invece il comandante Pa-
trizio Compostella e agli
agenti Massimiliano Busnelli,
Massimiliano Bonizzoni e Lorenzo Falzetti. L’ordinanza di
custodia cautelare è stata eseguita ieri mattina e due poliziotti coinvolti sono stati colti
da malore. Tutti gli agenti indagati sono stati sospesi dal
servizio.
L’inchiesta, scattata quasi
un anno fa, è stata condotta
dalla Guardia di Finanza e
dalla sezione giudiziaria della
stessa Polizia stradale. Il capitolo più clamoroso dell’indagine riguarda la cancellazione
di quasi duemila multe per infrazioni rilevate dall’autovelox e dal «tutor» sull’autostrada A4, nei territori di Como e
Bergamo.
Per evitare il lavoro di iden-
tificazione degli automobilisti
e quindi di notifica dei verbali, all’insaputa dei conducenti,
gli agenti inventavano falsi ricorsi e procedevano poi sistematicamente all’archiviazione dei verbali.
Gli illeciti contestati ai poli-
300
Mila euro Il danno economico
provocato alle casse dello
Stato da alcuni agenti della
Polstrada di Como che avrebbero fatto sparire 2 mila multe. Anziché notificare le contravvenzioni, inventavano falsi ricorsi e le cestinavano
Gorizia
A processo per truffa la società dei Centri migranti
A processo il consorzio Connecting People di Trapani, la società che in Italia gestisce
il maggior numero di Centri per migranti, fra Cie, Cara e «accoglienza». Il giudice per
le indagini preliminari di Gorizia ha rinviato a giudizio ieri tredici persone, fra cui i
vertici del Consorzio fino al 2011 e il viceprefetto vicario di Gorizia, Gloria Sandra
Allegretto. L’accusa per la Connecting People è pesante: associazione per delinquere
finalizzata alla truffa. Al viceprefetto e al ragioniere capo della Prefettura è stato
contestato il falso ideologico. Oggetto dell’inchiesta della procura di Gorizia, che ha
lavorato sul campo con gli uomini della Guardia di Finanza, un giro centinaia di
fatture «gonfiate» e pagate dallo Stato per gli stranieri del Centro di identificazione
ed espulsione e del Centro richiedenti asilo di Gradisca d’Isonzo (Gorizia).
A. P.
Il Cie di Gradisca d’Isonzo
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ziotti contano poi numerose
contravvenzioni prese dagli
stessi indagati con le loro auto
private e poi cancellate, illegalmente, spesso firmando
false dichiarazioni per giustificare le violazioni con «motivi di servizio».
Tra i più «attivi» su questo
fronte compare ancora una
volta Pisani, pescato a ripetizione a correre oltre i limiti di
velocità con l’auto privata,
multe tutte regolarmente sparite. E tra le sanzioni eliminate
compaiono anche decine di
infrazioni al divieto di sosta
prese degli agenti proprio
nella zona intorno alla questura di Como.
Ultimo capitolo, altrettanto
«degradante», riguarda l’utilizzo delle auto della Polizia di
Stato per motivi strettamente
personali, in più occasioni
con tanto di «autista», cioè un
sottoposto tolto dai suoi compiti per scorrazzare in giro il
capo o portare i figli in discoteca.
E c’è anche il caso che riguarda un incidente stradale
in cui era rimasto coinvolto il
figlio di una dirigente della
questura che, grazie a Pisani,
avrebbe modificato il verbale
in modo da attribuire la responsabilità alla controparte
che fu così costretta a pagare
tutti i danni.
Anna Campaniello
Luigi Corvi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
❜❜
Caro direttore,
nel numero di sabato 22 marzo
2014 del «Corriere» è apparso
un articolo del prof. Michele
Ainis dal titolo «La memoria della giustizia».
L’ho molto apprezzato per l’acutezza delle
analisi sulla scarsa efficienza della giustizia
nel nostro Paese. A proposito della crisi della
giustizia civile, che ha ripercussioni
gravemente negative sull’economia del Paese,
soprattutto in questa fase del ciclo economico,
desidero sottolineare un ulteriore elemento che
non ingenera ottimismo sul futuro, almeno
prossimo. Mi riferisco al tasso di litigiosità
degli italiani: secondo i dati che risultano
dall’ultimo rapporto CEPEJ (Commissione
europea per l’efficienza della giustizia),
pubblicato nello scorso mese di settembre,
ogni anno in Italia vengono iniziati 4.670
nuovi procedimenti civili in primo grado ogni
100.000 abitanti. La classifica sul tasso di
litigiosità dei Paesi del Consiglio d’Europa ci
vede, purtroppo, tra i primi in classifica: al 5°
posto dopo Federazione russa, Lituania,
Andorra ed Ucraina. Con tali dati è arduo
pensare ad un’agevole soluzione del
gravissimo problema. Non è sufficiente l’opera
del politico e del giurista, è necessaria anche
l’analisi del sociologo. È vero, poi, quanto
afferma il prof. Ainis sulla perdita di
auctoritas della magistratura, anche se non
vanno ignorate talune eccezioni: quando ad
essa è stato affidato il contrasto a gravi e
pericolose manifestazioni di criminalità; mi
riferisco al terrorismo, alla mafia, alla
corruzione. Ma mi domando: tale perdita non
è anche figlia dell’atavica diffidenza degli
italiani per l’autorità? Ancora una volta
sarebbe utile l’aiuto del sociologo, coadiuvato,
forse, dallo storico. Quanto fin qui detto non
vuol significare, almeno da parte mia, una
abdicazione di
responsabilità: la
L’impegno
magistratura può e
deve fare di più,
La magistratura
deve fare di più ma anche dal punto di
vista
da sola non può
dell’organizzazione
risolvere la crisi
del lavoro; ma da
sola non può
risolvere la crisi.
Occorrono interventi strutturali, non dettati
dalle emergenze del momento, sul versante del
diritto sostanziale e processuale, nonché
adeguate risorse economiche. Infine, quale
contitolare, unitamente al Ministro della
Giustizia, dell’azione disciplinare nei confronti
dei magistrati, una precisazione: il dato,
riportato dal prof. Ainis, di 1.373 procedimenti
«disciplinari», il 93% dei quali è stato
archiviato, riguarda in realtà quelle che il
legislatore definisce «sommarie indagini
preliminari». Si tratta, cioè, di procedure
originate prevalentemente da esposti di
privati che lamentano asserite ingiustizie delle
decisioni della magistratura: vicende nelle
quali gli interessati hanno di regola la
possibilità di proporre impugnazione in
giudizio, ma che non integrano alcuna delle
ipotesi di illecito disciplinare previste dalla
legge. In sostanza, in moltissimi casi vi è,
all’origine, il tentativo (a volte in buona fede)
di fare uso distorto dello strumento
disciplinare, le cui finalità non sono quelle di
sovrapporsi alla tutela giudiziaria e di
sostituirla. I procedimenti disciplinari in
senso tecnico, che iniziano con l’esercizio della
relativa azione, sono stati lo scorso anno 161;
di questi solo il 34% è stato definito dalla
Procura generale della Cassazione con
richiesta di proscioglimento (tecnicamente, di
non farsi luogo a dibattimento) rivolta alla
Sezione disciplinare del Consiglio superiore
della Magistratura. Quanto alle misure
cautelari disciplinari, va rilevato che la loro
incidenza percentuale va calcolata sul totale
delle azioni promosse, e che, al pari delle
misure cautelari adottabili, nel corso del
processo penale, debbono costituire
un’extrema ratio e non possono risolversi in
un’anticipazione della sanzione che sarà
inflitta con la sentenza di condanna. In ogni
caso nell’anno in corso le richieste di misure
cautelari da parte della Procura generale nei
confronti dei magistrati ordinari hanno già
superato il totale dell’anno precedente: sono
state, infatti, sette.
Gianfranco Ciani
Procuratore generale della Corte di cassazione
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20 Cronache
Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Istruzione
Molti istituti
della Lombardia
hanno già scelto
il fine settimana
lontano dai libri
La lettera al premier
La protesta
dello studente:
«Più compiti»
Viene sospeso
ILLUSTRAZIONE DI GUIDO ROSA
C’era una volta il sabato a scuola,
alle medie e alle superiori. Anche alle
elementari, se non si faceva il tempo
pieno. Oggi, con l’autonomia scolastica, il sabato è la coperta più contesa
della programmazione: c’è chi la tira,
per dare più respiro alla didattica,
spalmando le lezioni su sei giorni. Chi
la accorcia (cinque giorni di scuola e
un intero weekend libero), per permettere ai ragazzi di avere più tempo
a disposizione per se stessi, lo sport,
le relazioni sociali; e alle famiglie di
organizzare meglio i tempi domestici.
All’economia locale di risparmiare
sulle bollette dell’energia e sui costi
dei trasporti pubblici. E ai docenti di
avere, finalmente, tutti il sabato libero.
Ma c’è chi vorrebbe che il sabato a
scuola diventasse solo un ricordo, per
tutti. È quanto si augura l’assessore
all’Istruzione della Provincia di Milano, Marina Lazzati, che dopo aver
suggerito, lo scorso anno, ai presidi
del capoluogo di rivedere l’orario delle lezioni, introducendo la settimana
corta, ha ora preso carta e penna rivolgendo la richiesta al presidente del
Consiglio, al ministro dell’Istruzione
e al responsabile della spending review, Carlo Cottarelli. «I tagli di bilancio imposti alle Amministrazioni
pubbliche — scrive — stanno mettendo in seria difficoltà l’erogazione
dei servizi essenziali per il buon funzionamento delle istituzioni scolastiche. Problema che investe pesantemente riscaldamento e spese di trasporto, per cui sono previste per il
prossimo anno scolastico ulteriori diminuzioni di spesa». Lazzati propone
di rendere «obbligatoria l’articolazione oraria settimanale su cinque giorni per tutte le scuole di ogni ordine e
grado». Una scansione oraria che
«comporterebbe un significativo risparmio e renderebbe le nostre scuole autentici laboratori di apprendimento, ottimizzando la qualità dell’insegnamento e l’utilizzo delle risorse».
Nessun taglio di ore in vista (già ridotte dalla riforma delle superiori a
un massimo di 30 nei licei e 32 per
istituti tecnici e professionali), ma
una «diversa articolazione dell’orario».
Tra i presidi, c’è chi ha aderito giudicando la proposta «ragionevole»,
«fattibile», «in linea con l’Europa». E
chi, come il preside del classico Berchet, Innocente Pessina, l’ha definita
«una molestia didattica», soprattutto
per i ragazzi del triennio, che si troverebbero a sostenere giornate di sette
Un 14enne inglese
Orari più lunghi per il sabato libero
Nella scuola la disfida del weekend
La Provincia di Milano: così in tutta Italia. Divisi docenti e famiglie
40
3
30
Gli istituti scolastici della
provincia di Milano che
hanno deciso di organizzare le lezioni in classe per
cinque giorni la settimana,
escludendo quindi il sabato
milioni di euro La stima
della somma che verrebbe risparmiata con la settimana scolastica accorciata secondo i calcoli dell’assessorato provinciale
milanese all’Istruzione
ore La durata settimanale media delle lezioni nei
licei italiani. Per quanto
riguarda l’organizzazione
delle scuole elementari
il totale delle lezioni non
supera le 40 ore
ore in aula, con materie pesanti come
latino e greco. Ma anche chi ricorda
che le superiori non hanno la mensa,
quindi i ragazzi dovrebbero mangiare
al bar, o a casa dopo le tre.
Delle 105 scuole del territorio sono
meno della metà quelle che hanno
aderito, consentendo risparmi, quantifica l’assessore Lazzati, per circa tre
milioni di euro.
A livello nazionale non esiste
un’«anagrafe» dell’organizzazione
del tempo scuola, spiega Carmela Palumbo, della direzione generale per
gli ordinamenti scolastici del ministero. «Ogni consiglio d’istituto può
decidere — anche attraverso il voto
delle famiglie — se optare per la settimana corta». Ma certo, ammette, il
sesto giorno di didattica è sempre più
raro, anche per ragioni di budget. Verona, Cuneo, Novara, Bergamo, Roma: sono in tanti a cercare la strada
per gestire al meglio risorse sempre
Il ministro
Orlando: carceri e processi lunghi?
Rischiamo ricadute drammatiche
«Drammatiche». Cosi il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha
definito le ricadute che l’Italia rischia di avere sia sul suo sistema che
sul suo bilancio se non affronterà le questioni che pendono
attualmente davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo, e
che riguardano il sovraffollamento carcerario e la durata dei processi.
«L’Italia ha un notevolissimo e crescente contenzioso che giace di
fronte alla Corte europea dei diritti dell’uomo e che purtroppo è in fase
di crescita dal punto di vista dei numeri», ha detto dopo aver
incontrato i vertici della Corte di Strasburgo. «Per la questione carceri e
quella della durata dei processi l’Italia — ha detto ancora il ministro
Orlando — è nel complesso in una situazione che deve affrontare, pena
una serie di ricadute sul nostro sistema e anche sul nostro bilancio che
rischiano di essere drammatiche, significative e assai incisive».
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più scarse. La Provincia di Ferrara ha
calcolato che i benefici della settimana corta nei licei cittadini consentirebbero un risparmio notevole: 120
mila euro l’anno, il costo di un dirigente.
Polemiche e dissensi tra insegnanti e sindacati (che temono un aumento dell’insuccesso scolastico) e studenti: «Grave che la scuola venga guidata mettendo sempre la quadratura
dei bilanci davanti alle considerazioni
di carattere educativo e didattico», dice Roberto Campanelli, dell’Unione
degli studenti.
Settimana corta promossa a pieni
voti da Pier Cesare Rivoltella, ordinario di Tecnologie dell’apprendimento
alla Cattolica di Milano: il weekend libero funziona da decompressione, favorendo l’apprendimento — sostiene
—. Ma va ripensato il nostro modo di
insegnare. In Catalogna, suggerisce il
docente, è nato un «movimento dell’educazione lenta», uno «slow food»
applicato alla didattica, che vede la
riorganizzazione di ogni disciplina in
moduli di due ore, riducendo così il
numero di materie (e il carico) affrontate nella stessa giornata.
Antonella De Gregorio
antdegre
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Quanto costa chiedere più
compiti a casa? Due giorni
di sospensione. Almeno nel
Regno Unito. Dove Aaron
Parfitt, quattordicenne
paffutello e determinato, è
stato punito per aver
organizzato pochi giorni fa
un sit-in di protesta con un
centinaio di altri suoi
coetanei all’ingresso della
sua scuola, la «Bispham
High School» di Blackpool,
nella contea del Lancashire.
Parfitt, preoccupato per
l’eccessivo turnover degli
insegnanti — soprattutto di
matematica — e per gli
standard delle lezioni, ha
provato per settimane a
porre il problema della
qualità della scuola. Prima
ha parlato con la preside,
poi ha scritto al consiglio
comunale. «Ma nessuno mi
ha risposto», ha raccontato
al quotidiano locale
Blackpool Gazette. A
spingerlo a quello che i
vertici della scuola hanno
considerato un
«ammutinamento» è stato
un test — fallito — di
matematica. «Non potevo
starmene zitto», ha spiegato
ai giornali inglesi. «Come si
può imparare una materia
difficile come la
matematica con insegnanti
che non restano a scuola
per più di una settimana e
che non ci danno molti
compiti a casa?». E così,
dopo quell’insufficienza,
Aaron è andato nel cortile
d’ingresso dell’edificio, ha
iniziato a protestare e ha
raccolto decine di studenti
al grido di «vogliamo più
compiti a casa e basta con il
turnover dei professori».
Un’iniziativa che la scuola
non ha apprezzato. Aaron è
stato sospeso per due
giorni. «I tempi sono
difficili — ha replicato la
preside, Deborah HanlonCatlow —. Noi ascoltiamo
sempre tutti, studenti e
genitori, ma in questo caso
gli alunni hanno protestato
in maniera inaccettabile».
Secondo la madre di Aaron,
Janet Monkman,
inaccettabile è la punizione.
«Sono sconcertata — ha
detto al Daily Telegraph —,
mio figlio sta dando il
massimo per avere una
buona educazione e loro si
comportano così?».
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Comunicati sindacali
Care lettrici e cari lettori,
i giornalisti del Corriere della
Sera sono determinati a bloccare il vergognoso piano di attribuzione dei bonus ai manager di
Rcs Mediagroup. Si tratta di un
premio variabile da assegnare
all’amministratore delegato Pietro Scott Jovane e a venti dirigenti di prima fila. Solo pochi
giorni fa abbiamo ricordato quali siano i dati economici del nostro gruppo, come i ricavi siano
in calo, gli investimenti per il rilancio in ritardo.
Ma per una volta vogliamo lasciare da parte le cifre. Tutti capiscono che il nostro Paese è in
grave difficoltà. Tutti tranne,
evidentemente, i vertici di questa azienda che sembrano vivere
sul pianeta Papalla. I comitati di
redazione, le rappresentanze
sindacali di questo gruppo negli
ultimi due anni non si sono sottratti: hanno negoziato accordi
difficili che prevedono anche
una consistente perdita dei posti
di lavoro.
Risulta, dunque, insopportabile il fatto che qualcuno, nei
piani alti dell’azienda, abbia
avuto anche solo l’idea di mettersi a tavolino per escogitare
come aumentare le retribuzioni
dei vertici, mentre qualche piano più sotto centinaia di dipendenti sono stati dichiarati «esuberi».
Il consiglio di amministrazione che si riunirà venerdì 28 marzo ha l’occasione di rimediare a
questa offesa a tutti i dipendenti,
semplicemente gettando nel cestino il piano sui bonus.
Ma questa è una vicenda che
riguarda tutti. E che a tutti chiede di interrogare la propria coscienza di cittadino. Riguarda la
direzione di questo giornale che
ha condotto negli anni una sacrosanta campagna contro gli
sprechi e i privilegi di politici e
manager.
Riguarda gli azionisti, dalla
Fiat a Banca Intesa a Della Valle,
cui risponde l’amministratore
delegato.
Riguarda il governo e il Parlamento. Riguarda tutti voi, tutti i
contribuenti, visto che il piano
di crisi presentato da questa
azienda sarà finanziato anche
con i soldi pubblici. Avete capito
bene care lettrici e cari lettori: da
una parte si presenta un piano di
ristrutturazione, chiedendo sacrifici ai lavoratori e soldi ai contribuenti e dall’altra si progettano aumenti di stipendio per i
manager di punta.
Oggi i giornalisti del Corriere
della Sera insieme con i colleghi
della Gazzetta dello Sport e con i
colleghi poligrafici faranno
un’assemblea comune. In tasca i
Comitati di redazione di Corriere
e Gazzetta hanno il mandato
delle rispettive assemblee per
un pacchetto di sette giorni di
sciopero.
Il Comitato di redazione
del Corriere della Sera
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Rendiamo noto che, ieri, abbiamo inviato all’amministratore delegato, al presidente e al
consiglio di amministrazione la
seguente lettera:
A.c.a.
Dott. P. S. Jovane — Amministratore delegato gruppo Rcs
Dott. A. Provasoli — Presidente gruppo Rcs
Sigg.ri consiglieri Cda Rcs
Mediagroup
È di lunedì la notizia che il
prossimo consiglio di amministrazione ha messo all’ordine
del giorno l’attribuzione di bonus all’amministratore delegato
e ad altri 20 dirigenti, come premio per i risparmi di 92 milioni
di euro realizzati finora nell’ambito del piano di crisi.
Riteniamo che questo punto
dell’ordine del giorno sia da
cancellare, o per lo meno da liquidare con la consapevolezza
che un piano industriale come
questo, per quanto innovativo o
rivoluzionario, è finora total-
mente basato sui risparmi ottenuti alla voce «costo del personale».
Nel siglare l’accordo di gestione dello stato di crisi, in maniera
conscia della situazione in cui
versa l’azienda, abbiamo accettato di stabilire che, nell’arco di
piano, non sarebbero stati stabiliti premi di risultato per i dipendenti.
Inoltre abbiamo rinunciato a
parti consistenti di salario e di
normativa, in un’ottica di contenimento dei costi che abbiamo
ritenuto funzionale alla riuscita
del piano stesso.
Troviamo quindi offensivo ed
eticamente inaccettabile nei
confronti dei lavoratori del
gruppo che si pensi di premiare
qualcuno, indipendentemente
dalla posizione che occupa, per
aver fatto, nella situazione data,
SOLO IL SUO DOVERE.
Soltanto il 13 di marzo scorso,
in una lettera inviata a tutti i di-
pendenti, l’amministratore delegato ringraziava per l’impegno
e la passione dimostrata. Impegno che nasce e si moltiplica
proprio per la consapevolezza
della situazione di difficoltà in
cui il gruppo versa e dalla quale
sta cercando di uscire, con il
contributo decisivo dei lavoratori, espresso nel lavoro quotidiano e nell’accettazione dei sacrifici richiesti. In quest’ottica il
segnale dato poco più di un anno fa con l’annuncio di riduzione del 10% dello stipendio dall’amministratore delegato, risulta ancor più incomprensibile.
Il senso di responsabilità, che
viene sempre richiesto alla parte
sindacale, non può esimere
l’azienda da scelte che siano
conseguenti. Dove ciò non si
dovesse verificare, le Rsu metteranno in campo tutte le iniziative di lotta e denuncia necessarie.
Rsu Rcs Quotidiani,
Mediagroup, Libri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014
Cronache 21
italia: 51575551575557
Università L’attacco: autori di studi rilevanti bocciati dalle vostre commissioni
Dopo la giraffa Marius
«Esclusi colleghi di valore»
Economisti di tutto il mondo
contro il concorso in Italia
Lettera di protesta al governo firmata da un Nobel
di SERGIO RIZZO
L
a lettera che un ministro dell’Istruzione non vorrebbe mai ricevere è
planata sulla scrivania di Stefania
Giannini il 21 marzo scorso. Tredici righe ustionanti: sia per il contenuto che
per le dodici firme in fondo al foglio. Nomi pesantissimi. Dal premio Nobel per
l’Economia Douglass North al professore
di storia economica alla London School
of Economics, Stephen Broadberry. Da
Jeffrey Williamson, già capo del dipartimento di Economia ad Harvard, ai docenti della Oxford University Jane Humphries
e Kevin O’Rourke. Dodici autorità mondiali nelle discipline economiche, i quali manifestano
al ministro Giannini, maa
anche al premier Matteo
Renzi, cui è stata recapitata la stessa lettera (spedita in copia anche al pres i d e n t e d e l l ’ A nv u r,
l’Agenzia di valutazione
del sistema universitario
Stefano Fantoni e al direttore generale del ministero
Daniele Livon), sconcerto
per i risultati degli esami di
abilitazione scientifica necessari per accedere all’insegnamento accademico di
Storia economica. «Ci lasciaa
perplessi» dicono senzaa
mezzi termini, «la bocciatura di alcuni candidati con un
eccellente curriculum». Il riferimento è a
«tre colleghi di grande valore»: Mark
Dincecco della University of Michigan,
Alessandro Nuvolari della Sant’Anna di
Pisa e Giovanni Vecchi dell’Università
romana di Tor Vergata. «Costoro», scrivono i dodici luminari, «sono ben noti
fuori dall’Italia per le loro pubblicazioni,
gli interventi a conferenze e seminari, gli
articoli per importanti riviste e la collaborazione a progetti di ricerca internazionali». A nessuno di questi, stigmatizzano, «è stato attribuito il titolo di professore di prima fascia e sarebbe un terribile peccato se ciò impedisse loro la
completa realizzazione dei programmi di
ricerca: la storia economica ne risulterebbe impoverita». Ma non è finita. Perché i dodici luminari sottolineano un secondo «aspetto inquietante» dell’esito
delle selezioni. Cioè che mentre i tre
«colleghi di grande valore», come sono
definiti Dincecco, Nuvolari e Vecchi, venivano esclusi, a superare l’esame erano
«candidati con un curriculum di ricerca
assai limitato in termini di pubblicazioni
internazionali». E questo, conclude la
lettera, «non è la direzione verso cui la
storia economica italiana deve andare se
vuole garantirsi il posto che le spetta all’avanguardia della ricerca nel nostro
campo».
A Nicola Rossi, ex senatore democratico, animatore dell’Istituto Bruno Leoni
e docente di Economia politica a Tor Vergata, cadono le braccia: «Con la globalizzazione le competenze e le responsabilità
del nostro sistema universitario sono
cambiate radicalmente. Certe cose che
forse un tempo qualcuno poteva ritenere
tollerabili, come una caratteristica tipicamente italiana, oggi sono da considerare del tutto inaccettabili».
Il documento
La lettera inviata al
premier Matteo Renzi
e al ministro
dell’Istruzione,
università e ricerca
Stefania Giannini e
firmata da 12 autorità
nel campo delle
discipline economiche:
tra loro c’è anche
l’americano Douglass
North, Nobel per
l’Economia nel 1993
Pescara
Morte in campo di Morosini
Tre medici rinviati a giudizio
Avrebbero dovuto usare il defibrillatore
semiautomatico disponibile allo stadio i tre
medici intervenuti a soccorrere Piermario
Morosini (nella foto), calciatore 24enne del
Livorno, morto in campo il 14 aprile 2012
durante Pescara-Livorno. Per questo motivo i
medici sociali delle due squadre, Manlio
Porcellini del Livorno e Ernesto Sabatini del
Pescara, e il medico del 118 in servizio quel
giorno allo stadio Adriatico, Vito Molfese, sono stati rinviati a
giudizio con l’accusa di omicidio colposo. Il processo è fissato per
il primo dicembre. Cardine del procedimento la perizia presentata
dai consulenti del gip secondo la quale i tre medici dovevano
usare il defibrillatore che «avrebbe dato qualche chance in più di
sopravvivere» al calciatore. A detta dei periti «ciascuno dei medici
intervenuti è chiamato a detenere, nel proprio patrimonio di
conoscenza professionale, il valore insostituibile del defibrillatore
semi-automatico nella diagnosi del ritmo sottostante e, in caso di
fibrillazione ventricolare, il valore cruciale nell’influenzare le
chance di sopravvivenza della vittima di collasso».
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Dincecco, che voleva tornare in Italia,
resterà quindi in America. Nuvolari continuerà forse a dirigere il dottorato di ricerca in storia economica alla sant’Anna
di Pisa. Mentre Vecchi ha avuto un’offerta dalla Spagna.
Su lavoce.info Pierangelo Toninelli,
Gianni Toniolo e Vera Zamagni hanno
fatto barba e capelli agli autori della bocciatura. Gli è bastato fare il conto delle citazioni dei lavori in articoli e pubblicazioni di ciascun candidato. Arrivando alla conclusione che fra i promossi c’è chi
ha avuto in tutto anche soltanto 10 citazioni, mentre sono stati considerati
«non idonei a ricoprire il ruolo di professore ordinario studiosi citati 280, 349 e
664 volte». Per Dincecco, Vecchi e Nuvolari si contano rispettivamente 211, 336 e
661 citazioni. Numeri superiori a quelli
degli stessi membri della commissione
esaminatrice. Come del resto anche per
le pubblicazioni. La cosa si può facilmente verificare su Econlit, il sito dell’Associazione degli economisti americani che aggiorna scrupolosamente i
curriculum internazionali di tutti i professori del settore.
Affermano Toninelli, Toniolo e Zamagni che «i criptici verbali» della commissione «non consentono un’adeguata
comprensione dei criteri adottati per
promuovere o bocciare». Aggiungono
però che «contrariamente a una prassi
internazionale consolidata» la suddetta
commissione «non ha preso in considerazione lavori a più mani». Escludendo
In cattività
Una leonessa con
il suo cucciolo allo
zoo di Copenaghen. Sopra, la giraffa Marius, 18
mesi, abbattuta a
febbraio nella
stessa struttura
(foto Ap; Epa)
Uccisi quattro leoni allo zoo di Copenaghen
Dopo la giraffa Marius, lo zoo di Copenaghen ha
deciso la soppressione di altri quattro animali. Sono
leoni, due anziani e due cuccioli, uccisi perché «non
si è riusciti a collocarli altrove» e non sarebbero
sopravvissuti al previsto arrivo di un nuovo maschio.
Un «nuovo, assurdo animalicidio — attacca Michela
in questo modo «dalla valutazione articoli pubblicati sulle migliori riviste internazionali». Come mai?
Gli autori di questo commento puntano il dito sulla «qualità scientifica media
della commissione», dove «tre dei commissari hanno meno di 30 citazioni ciascuno: una situazione che del resto li accomuna a molti colleghi». Tre su cinque.
E «con una tale maggioranza», concludono, c’era il rischio «che prevalessero
criteri valutativi fortemente divergenti
dalle raccomandazioni dell’Anvur». Rischio o certezza?
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Vittoria Brambilla (Fi) — che ripropone l’esigenza di
normative europee contro la cattività degli animali e
rende urgente una risposta all’interrogazione da lei
presentata «per sapere quanti animali siano stati
soppressi negli zoo italiani negli ultimi 5 anni».
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Modello Alessi In Senato il ddl Ichino
Dare lavori utili
ai cassintegrati
La cassa integrazione può es- nueranno a ricevere l’integrasere socialmente utile? Sì. Lo ha zione salariale per intero daldimostrato lo scorso anno Mi- l’Inps. Le misure possono durachele Alessi, l’imprenditore pie- re tre mesi, rinnovabili per altri
montese che, in piena crisi eco- tre. «Siamo orgogliosi di essere
nomica, anziché ricorrere alla stati in parte di ispirazione per
Cig nei mesi fisiologici di minor questo disegno di legge, la noproduzione, mise i suoi dipen- stra esperienza ha dato una caridenti a disposizione della co- ca speciale al nostro gruppo»,
munità di Omegna, dove sorge racconta Michele Alessi.
la fabbrica. Aderì l’85% dei diIl nuovo schema potrebbe espendenti: furono dedicate sere attivato nelle cancellerie dei
10.017 ore di lavoro per ritinteg- tribunali, negli ispettorati, per
giare il terzo piano della scuola la vigilanza fuori dalle scuole,
De Amicis, pulire il verde pub- nelle biblioteche, per la manublico e assistere disabili e anzia- tenzione ordinaria degli edifici
ni.
pubblici, nei musei. Spiega IchiAlessi investì di tasca propria. no: «Bisogna essere realisti: al
Cioè pagò come di consueto momento la pubblica amminimanager e operai e, paradossal- strazione impiega oltre duecenmente, continuò a versare la tomila contrattisti a termine. È
percentuale obbligatoria per il verosimile che nei prossimi tre
fondo di cassa integrazione. Il anni ne riesca a immettere in
modello, però, era ormai fissato. ruolo non più di uno su venti. È
Ed è confluito nel disegno di sbagliatissimo incoraggiare i
legge bipartisan depositato in giovani a puntare su questa soSenato con l’atto numero 1221 e luzione occupazionale: semmai
assegnato alla XI
Commissione
permanente su
lavoro e previdenza sociale.
L’estensore e primo firmatario è
Pietro Ichino.
Spiega il professore: «Abbiamo
provato a delineare un modello di
sospensione dal
Sul «Corriere» L’articolo un anno fa
lavoro socialmente utile, e anche a dotare i Centri per l’impie- andrebbero assistiti nel reinsego di un know how specifico rimento nel tessuto produttivo
per mettere in contatto doman- ordinario con i nuovi strumenti
da e offerta anche in luoghi e oc- come il contratto di ricollocacasioni dove esse per lo più non zione. Quando, invece, in una
si incontrano».
amministrazione si verifica una
Anzitutto, chi interessa: le necessità occasionale, ha più
aziende da una parte, Regioni ed senso e costa meno utilizzare rienti locali dall’altra. In un caso, è sorse che altrimenti resterebbel’impresa che, se ci sono le con- ro ferme».
dizioni per la cassa integrazione
Il pluripremiato «Modello
ordinaria o straordinaria, pro- Alessi» (sette riconoscimenti
pone di far impiegare i dipen- nel 2013: anche da Confindudenti, su base volontaria, per at- stria ed Ernst&Young) ha incotività di pubblica utilità: il dato- raggiato un’altra grande indure di lavoro, che organizza il ser- stria metalmeccanica piemontevizio, dovrà pagare un quarto se a seguirne l’esempio: partirà
della integrazione salariale a ca- ad aprile con attività sul territorico della Cig, mentre tre quarti rio per i servizi sociali. Hanno
resteranno a carico dell’Inps. aderito 70 dipendenti su dueNegli altri casi, potranno essere cento. Il messaggio ai lavoratori
gli enti locali a fare richiesta al è: l’azienda non vi abbandona.
Elvira Serra
Centro per l’impiego di una serie di figure; i cassintegrati che
@elvira_serra
decideranno di aderire conti© RIPRODUZIONE RISERVATA
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italia: 51575551575557
Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014
Cronache 23
italia: 51575551575557
Scienza Il via all’esperimento nel marzo 2015. La Nasa investirà un milione di euro: «È un’opportunità unica»
Salute e business
Scott nello spazio, Mark a terra
Studio sui geni dei gemelli astronauti
I medici:
«Malattie rare,
i farmaci sono
troppo cari»
Un anno di test sui fratelli Kelly per capire gli effetti dell’ambiente
Cosa si indagherà
Le conseguenze
sugli organi
I medici che
confronteranno
i gemelli Scott e Mark
Kelly vogliono
monitorare l’effetto
delle diverse
condizioni ambientali
sul funzionamento
degli organi, come
cuore e cervello,
e sullo sviluppo
della muscolatura
Comportamento
e percezione
Anche gli eventuali
disturbi del
comportamento
saranno oggetto
di ricerca. L’obiettivo è
quello di vedere come
la permanenza
in spazi ristretti e
confinati, ma anche
l’assenza di gravità,
possono influenzare
percezione, coscienza
e capacità
di ragionamento
Microbiologia
e fattori di stress
Gli esperimenti sulla
microbiologia
e sul «microbioma»
(cioè la somma di tutti
i microrganismi
presenti nel corpo
umano) indagheranno
gli effetti della dieta
e dei fattori di stress
sull’organismo
e in particolare
sulla flora intestinale
Genetica
ed epigenetica
Una parte
fondamentale dei test
sarà dedicata
a studiare gli effetti
dell’ambiente sul
patrimonio genetico.
L’espressione dei
geni, infatti, è regolata
dall’«epigenoma»,
proteine che
avvolgono il Dna
e sono modificate
dagli stimoli esterni
365
I gemelli nello spazio hanno
un posto speciale nella storia
della scienza. Albert Einstein li
ha immaginati per spiegare la
sua teoria della relatività: poiché
il tempo dipende dal sistema di
riferimento, un uomo che viaggiasse nel cosmo alla velocità
della luce per poi tornare indietro — ipotizzava il premio Nobel
— invecchierebbe meno del suo
gemello sulla terra. Adesso la
Nasa ha annunciato un esperimento simile, destinato a far
avanzare le nostre conoscenze
di medicina e biologia invece
che di fisica. Tra un anno, nel
marzo del 2015, l’astronauta
Scott Kelly partirà per un viaggio di 12 mesi in orbita intorno
alla terra, la più lunga permanenza di un americano sulla Stazione spaziale internazionale e il
doppio delle missioni standard.
Il suo gemello Mark, anche lui
astronauta ma ormai in pensione, rimarrà invece negli Stati
Uniti.
Per tutta la durata dell’esperimento i medici, a migliaia di
chilometri di distanza, li rivolteranno come calzini sottoponendoli a prelievi di sangue costanti
e a 10 serie di test. «È un’oppor-
Il ricercatore
«Si cerca di sapere
se è più importante
il genoma o dove
e come viviamo»
tunità unica: possiamo studiare
per un anno due individui che
hanno lo stesso corredo genetico, ma si trovano in ambienti
molto diversi», ha spiegato
Craig Kundrot, uno dei coordinatori della ricerca umana della
Nasa, che ha investito un milione e mezzo di dollari (circa un
milione di euro) nel progetto.
I Kelly sono gli unici gemelli
dall’inizio dell’esplorazione co-
mi a parlare e camminare. Mark
le è stato sempre accanto, assistendola nella lunga riabilitazione e nelle prime apparizione
pubbliche. Poi l’8 gennaio la
Gifford ha festeggiato i tre anni
dallo scampato pericolo lanciandosi con il paracadute e l’ex
astronauta ha deciso di continuare a frequentare medici per
altri scopi. Così i fratelli Kelly, a
cinquant’anni compiuti, si sono
lanciati nella nuova impresa con
l’entusiasmo di due ragazzini.
Le sfide in famiglia non spaventano nessuno.
La Nasa studia da decenni
l’effetto dei viaggi nello spazio
sull’organismo, ma questo progetto non ha precedenti. I due
fratelli saranno sottoposti ad
analisi prima durante e dopo la
missione. I test fisiologici indagheranno come l’assenza di gravità può modificare il funzionamento di organi quali il cuore o
dei muscoli. Quelli comportamentali verificheranno gli effetti su percezione e capacità di ragionamento. Le analisi microbiologiche prenderanno in considerazione le modifiche indotte
sull’organismo dalla dieta e dai
fattori di stress. Le loro cellule,
infine, verranno passate al setaccio per vedere come il patrimonio genetico viene modificato dalle radiazioni cosmiche e
dalle variazioni nella gravità.
È da questo settore che ci si
aspettano i risultati più significativi: identici, ma diversi, i ge-
Giorni
Tanto durerà l’esperimento che coinvolgerà
Mark (a sinistra, nella foto) e Scott Kelly
smica ad essere stati entrambi
nello spazio. Scott ci ha passato
sei mesi, Mark «solo» 54 giorni.
Ha lasciato la Nasa nel 2011, dopo che sua moglie Gabrielle Gifford, allora deputata democratica nel Congresso Usa, è rimasta
vittima di un attentato ad opera
di un pazzo ed è sopravvissuta
ad un proiettile che le ha attraversato il cervello, lasciandole
un braccio paralizzato e proble-
Comandante
Scott Kelly
al rientro
dall’«Expedition
26» , quando
ha trascorso
4 mesi, dal novembre 2010
al marzo 2011,
come comandante sulla Stazione spaziale
internazionale.
Scott, come
il fratello Mark,
ha 50 anni
(Nasa/ Bill Ingalls)
melli omozigoti sfidano da sempre le nostre convinzioni sulla
natura umana. «La grande domanda è se siamo un prodotto
dei nostri geni o delle nostre
esperienze», spiega Pier Giuseppe Pelicci, genetista dell’Istituto
europeo di Oncologia, a Milano.
I gemelli come i Kelly hanno lo
stesso Dna, ma un «epigenoma»
diverso. «Si tratta di quelle proteine che avvolgono il Dna e regolano l’espressione dei geni,
cioè li accendono o li spengono
— chiarisce Pelicci —. Lo fanno
traducendo in istruzioni per il
Dna i segnali che ricevono dall’esterno». Le ricerche attuali dicono che alcuni di questi segnali
durano ore, altri mesi, altri vengono trasmessi fino a 5 generazioni. «L’esperimento con i due
astronauti aiuterà a capire se è
più importante il genoma (cioè
da dove veniamo) o l’epigenoma
(dove e come viviamo). In altre
parole, se siamo liberi o schiavi», aggiunge lo scienziato. Lui è
pronto scommettere: «Il fratello
dello spazio tornerà con epigenoma diverso», pronostica. Ne
va della nostra idea di libertà.
Elena Tebano
BERGAMO — I pazienti con
malattie rare stanno
pagando un prezzo troppo
alto per i farmaci che sono
loro necessari? È la
domanda che la comunità
scientifica mondiale rivolge
prima di tutto all’industria
farmaceutica, ma anche ai
politici e agli stessi medici.
Il manifesto a tutela dei
malati parte dalla sede
dell’Istituto «Mario Negri»
di Ranica (Bergamo), dove
ieri si sono incontrati
scienziati europei e
americani. Accanto a Silvio
Garattini e Giuseppe
Remuzzi — rispettivamente
direttore e coordinatore del
centro di ricerca —, era
presente Richard Horton,
che dirige The Lancet,
prestigiosa rivista medica
inglese. «Oggi le malattie
rare coinvolgono tra il 5 e il
10% della popolazione —
dice Horton —, eppure
questi pazienti sono
invisibili alle case
farmaceutiche, ai governi e
agli stessi medici. Per loro e
per le loro famiglie non
trovare i farmaci ha effetti
tragici». Si parla di
patologie che, prese
singolarmente, colpiscono
poche migliaia di persone,
in alcuni casi solo centinaia
di malati: sviluppare e
produrre farmaci per loro è
troppo costoso e poco
remunerativo. Per questo la
campagna, anziché
chiedere all’Ue e ai governi
di limitare i prezzi, avrà
come primo interlocutore
l’industria farmaceutica.
«Siamo convinti che oggi,
molto spesso, il prezzo sia
semplicemente il più alto
possibile, per trarne il
massimo profitto — dice
Horton —. Non è
accettabile e tocca prima di
tutto ai ricercatori dirlo». Il
documento firmato ieri al
«Mario Negri» sarà
pubblicato su The Lancet e
girerà tra docenti
universitari, medici e
ricercatori. «L’Europa è di
fronte a una crisi generale
dei sistemi sanitari — dice
il direttore della rivista
inglese —, le aziende
farmaceutiche non stanno
assolvendo il loro ruolo
sociale, così come molti
medici, oggi più concentrati
su carriera e stipendio
anziché sui pazienti».
Simone Bianco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Società Il fenomeno delle corse a tappe che uniscono lo sport e le vacanze con la famiglia nel libro di Bruno e Lorenzini
Dall’Elba alla Val di Fassa, il turismo dei maratoneti
Ma sì, la colonna sonora
può essere sempre quella, venata di eroismo, di Vangelis
per Momenti di gloria. E la
«cavalcata» collettiva sulla
battigia, all’inizio del film,
rappresenta perfettamente la
simbiosi della corsa con l’ambiente. Lo sport più introspettivo che mette alla prova i propri limiti di resistenza e concentrazione (ripagando alla fine con un’euforia
endorfinica), ha anche un
aspetto sociale e si apre a nuovi riti del tempo libero e del turismo. Da decenni le agenzie
specializzate portano i maratoneti in giro per il mondo, offrendo assieme all’assistenza
tecnica per partecipare alle gare internazionali veri e propri
programmi da tour operator.
Ma la grande crescita degli ultimi tempi si verifica nelle corse a tappe. Coglie il fenomeno
il libro di Riccardo Bruno e
Maurizio Lorenzini È facile
vincere la ( tua) maratona se
sai come farlo (Newton Compton Editori) che offre una serie
di consigli ad ampio raggio per
diventare, partendo da zero,
un corridore delle lunghe distanze di tutto rispetto: dalla
scelta delle scarpe, all’alimentazione, dai modelli di allena-
I numeri
«Ogni corridore porta
con sé in media due
familiari, per gli alberghi
è una risorsa»
mento all’utilizzo degli accessori tecnologici...
Se la maratona nel senso letterale del termine, cioè la distanza dei 42 chilometri e 195
metri, resta un obiettivo da
tutti agognato ma non sempre
raggiungibile, la prima vera
sfida è passare dalla condizione di jogger a quella di runner:
un cambiamento di status,
un’iniezione di autostima. E le
corse a tappe sembrano fatte
apposta per aiutare questa metamorfosi. Si corre come in
una maratona e talvolta di più
ma in un tragitto spalmato per
diversi giorni, percorrendo dai
7 ai 12 chilometri quotidiani.
«Intendiamoci, una prova fisica non certo irrilevante ma che
permette di gestire la stanchezza alla fine di ogni gara e
di passare del tempo libero
con la famiglia», dice Evio Vallini, organizzatore del giro podistico dell’Elba, quest’anno in
programma dal 19 al 25 maggio, 5 tappe su e giù tra le coste
e le altitudini quasi montane
dell’isola. Fondata nel ‘91, la
settimana elbana (che prevede
anche un giorno di riposo) è la
corsa a tappe italiana più antica, gli iscritti sono in media
500 (ma in anni pre-crisi si sono superati gli 800 partecipanti): convenzioni con alberghi e
trasporti, escursioni in posti
poco conosciuti. Vallini ricorda con nostalgia quando nel
2004 riuscì a organizzare una
tappa nell’isola di Pianosa,
grazie a un’autorizzazione speciale per mille persone. «Si calcola che ogni corridore porta
Il volume
La copertina di È facile vincere
la (tua) maratona se sai come
farlo, scritto da Riccardo
Bruno e Maurizio Lorenzini
(Newton Compton Editori)
con sé in media due familiari:
sei notti a pensione completa,
è una bella boccata d’ossigeno
per il turismo dell’isola. Ma gli
albergatori potrebbero fare
molto di più per invogliare il
turismo sportivo e allungare
sul serio la stagione: non ci
credono ancora fino in fondo».
Intanto il calendario delle
corse a tappe si infittisce, parallelo a quello delle stracittadine. Prima dell’Elba si annuncia il giro podistico dell’Umbria (10-14 aprile); tre le tappe
a Imperia dal 23 al 25 maggio.
Una classica di inizio estate è
diventato il giro podistico della Val di Fassa (22-27 giugno)
che si conclude con il tappone
di 8,6 km Canazei-Col de Rossi
e arrivo in quota. Ogni giorno
c’è anche a disposizione uno
staff di animatori per i figli dei
concorrenti durante lo svolgimento della corsa.
Una nuova forma di turismo
dinamico, dunque. Ma non si
può dire che per i partecipanti
sia una vacanza di relax. Il libro
di Bruno e Lorenzini definisce
la corsa a tappe una «terapia
intensiva» per i podisti esperti,
chiamati a dare il massimo
elaborando strategie di classifica; ma anche i meno competitivi dovranno arrivare all’appuntamento con una seria
preparazione. Insomma, seppur in un contesto di svago, il
vero corridore resta, come dice
lo scrittore-maratoneta Mauro
Covacich, una sorta di samurai
con le scarpette al posto della
spada. Severo con se stesso, religioso nella sua prestazione
atletica.
Alessandro Cannavò
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24
Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Provincia di Reggio Calabria
Stazione Unica Appaltante Provinciale
Amministrazione Aggiudicatrice:
Comune di Taurianova
Estratto di gara per procedura aperta
OGGETTO: Comune di Taurianova - Appalto per
l’affidamento in concessione del servizio di riscossione coattiva delleentrate comunali. C.I.G.:
5603626276- C.P.V: 79940000-5. Importo complessivo del servizio per anni 3: € 585.000,00
oltre IVA. Aggio posto a base di gara per la remunerazione del servizio: 12%. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più
vantaggiosa. Finanziamenti: Fondi Bilancio
Comunale. Le offerte dovranno pervenire, a pena
di esclusione, alla Stazione Unica Appaltante
Provinciale Via Cimino n. 1 - 89127 Reggio
Calabria entro e non oltre le ore 12.00 del
giorno 05/05/2014. L’apertura delle offerte sarà
effettuata il 06/05/2014 alle ore 09,00. Il bando
integrale è pubblicato all’Albo Online della Provincia, del Comune di Taurianova, sui portali
https://garetelematiche.provincia.rc.it/portale
www.comune.taurianova.rc.it - www.regione.calabria.it e www.serviziocontrattipubblici.it. Responsabile Unico del Procedimento:
Dott. Giuseppe Crocitti. Responsabile del Procedimento di gara: Dott.ssa Teresa Cara. Data di
invio G.U.C.E 12/03/2014. Data invio G.U.R.I
14/03/2014.
Il Dirigente SUAP
Dott.ssa Maria Teresa Scolaro
1000 MIGLIA SRL
AVVISO RELATIVO
AGLI APPALTI AGGIUDICATI
I.1) AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: 1000MIGLIA Srl - Via Enzo Ferrari,
4/6, 25134 Brescia. Tel. 0302318211.
Fax 0302319288. II.1.4) OGGETTO DELL’APPALTO: Servizi di progettazione, organizzazione e realizzazione della gara
automobilistica di regolarità con partecipazione di vetture storiche, denominata “Mille
Miglia”, relativa all’edizione 2014. CIG n.
53152868C2. IV.1) TIPO DI PROCEDURA:
Ristretta. IV.2) CRITERI DI AGGIUDICAZIONE: offerta economicamente più vantaggiosa. V.1) DATA DI AGGIUDICAZIONE:
21.1.2014. V.2) NUMERO DI OFFERTE
PERVENUTE: 3. V.3) SOCIETA’ AGGIUDICATARIA: MEET COMUNICAZIONE Srl - Via
Pietro Paleocapa, 1 - Milano. V.4) INFORMAZIONE SUL VALORE DELL’APPALTO.
Valore totale inizialmente stimato dell’appalto: Valore: 1.400.000 EUR.(oneri fiscali
esclusi). Valore finale totale dell’appalto:
Valore: 1.333.250 EUR. (oneri fiscali
esclusi). VI.4) DATA DI SPEDIZIONE ALLA
G.U.U.E.: 11 marzo 2014.
Il Responsabile del Procedimento
(Dott. Roberto Pagliuca)
COMUNE DI NAPOLI
ESTRATTO BANDO DI GARA
CIG: 5428966C75
In esecuzione della Determina Dirigenziale
n. 32 del 14/11/2013 del Servizio Programmazione Sociale e Politiche di Welfare, è
stata indetta gara - procedura aperta-offerta
economicamente più vantaggiosa - per la
realizzazione di un servizio di telefonia sociale denominato “Centrale Operativa Sociale”. Importo complessivo € 261.320,40
oltre IVA. Scadenza presentazione offerte:
ore 12:00 del 08/05/2014. Bando integrale,
unitamente al Capitolato Speciale d’Appalto,
reperibile sul sito www.comune.napoli.it.
Invio GUUE: 20/03/2014.
Il Dirigente
SACUAG Area Gare Forniture e Servizi
avv. Rossana Lizzi
Eni S.p.A.
Ufficio Fornitura Beni e Servizi
Questa Amministrazione indice per
le ore 10.00 del 16.04.2014 procedura aperta per acquisizione della
copertura assicurativa RCT/RCO
Responsabilità civile verso terzi e
verso prestatori d’opera - Gara n.
5485861/CIG 5636275145. Importo
500.000,00 comprensivo di ogni
onere, imposta e tassa. Termine presentazione offerte: ore 12.00 del
15.04.2014. Documenti disponibili
sul sito web www.comune.catania.it
e visionabili presso Direzione Patrimonio Provveditorato Economato /
A.P. Fornitura Beni e Servizi Via D.
Tempio 62 Catania tel. 095/7424511
- fax 095/7424567 giorni d’ufficio,
dalle ore 10.00 alle ore 13.00.
L’A.P. Responsabile
Dott. Gianpaolo Adonia
FONDAZIONE I.R.C.C.S.
CA’ GRANDA OSPEDALE MAGGIORE POLICLINICO
Via F. Sforza, 28 - 20122 Milano
tel. 02/5503.8220 - fax 02/5830.6067
Responsabile del Procedimento:
Dirigente Responsabile U.O. approvvigionamenti
E’ indetto pubblico incanto, da esperirsi à sensi dell’art. 55 del D.Lvo n. 163/2006 per l’affidamento
del “SERVIZIO DI RISCOSSIONE ALL’ESTERO DEI
CREDITI RELATIVI ALLE PRESTAZIONI SANITARIE
EROGATE DALLA FONDAZIONE IRCCS CA’ GRANDA
OSPEDALE MAGGIORE POLICLINICO - Milano. DURATA: 60 MESI A FAR TEMPO DALLA DATA DI INIZIO
DEL SERVIZIO. Importo presunto complessivo per
tutto il periodo contrattuale € 289.059,10. Determinazione di indizione: n. 612 del 17.3.2014. Il bando
è stato inviato alla GUCE il: 19.3.2014. I documenti
di gara possono essere ritirati presso l’U.O. Approvvigionamenti (LU/VE h. 9.30 - 12.00) o scaricata dal
sito internet www.policlinico.mi.it (Gare e concorsi
- Bandi/Esiti di gara).
Il Direttore Generale - Dr. Luigi Macchi
Il Direttore Amministrativo - Dott. Osvaldo Basilico
Per la pubblicità legale e finanziaria
rivolgersi a:
RCS MediaGroup S.p.A.
Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano
Sede legale in Roma, Piazzale Enrico Mattei, 1
Capitale sociale € 4.005.358.876,00 i.v.
Registro Imprese di Roma, Codice Fiscale 00484960588
Partita IVA 00905811006 – R.E.A. Roma n. 756453
COMUNE DI CATANIA
Via Rizzoli, 8
20132 Milano
Tel. 02 2584 6665
02 2584 6256
Fax 02 2588 6114
Vico II San Nicola
alla Dogana, 9
80133 Napoli
Tel. 081 49 777 11
Fax 081 49 777 12
Via Valentino
Mazzola, 66/D
00142 Roma
Tel. 06 6882 8650
Fax 06 6882 8682
Via Villari, 50
70122 Bari
Tel. 080 5760 111
Fax 080 5760 126
Bando di gara – avviso di annullamento
Ente aggiudicatore: Eni S.p.A.
Oggetto dell’appalto: Contratto per la fornitura di un sistema
sottomarino per la produzione di idrocarburi e relativa assistenza per
l’installazione.
Con riferimento al bando in oggetto, pubblicato in data 02/10/2009
sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (GUUE) con il numero
2009/S 190 – 273950, si rende noto l’annullamento dello stesso.
Liquida on Judicaire della società Ligh ng Italia
N.RG 2011L00978
TRIBUNAL DE COMMERCE DE CRETEIL (Francia)
Avv. Lorenzo Cavalaglio, Notaio in Roma, annuncia la vendita con incanto il
11 aprile 2014 alle ore 12.00 presso il suo studio in Roma, Viale Bruno
Buozzi n. 49.
LOTTO UNICO: Stabilimento industriale, sito in Comune di Pomezia, Località
Cinque Poderi, Via delle Gardenie, composto da un locale uso industriale e
magazzini, con accessori distribui ai piani terreno e so ostante, con
piccola abitazione in pessimo stato di conservazione, e locali des na ad
uffici distribui su due piani, con annesso terreno circostante; il tu o
censito al Catasto fabbrica del Comune di Pomezia al Fg. 38, part. 631,
sub. 1, ctg. D/7, rendita Euro 81.106,46 e Fg. 38, part. 631, sub. 2, ctg. A/4,
rendita Euro 271,14.
PREZZO BASE Euro 2.200.000,00. L’offerta di partecipazione dovrà pervenire
in busta chiusa entro il 10 aprile 2014 ore 12.00 presso lo studio notarile.
Euro 220.000 cauzione, rilancio minimo pari al 5% del p.b., saldo entro 60
gg. dall’aggiudicazione.
C00186
AMERA DEI DEPUTATI
Roma - Via della Missione 10
ESTRATTO DI BANDO DI GARA
L’Amministrazione della Camera dei deputati indice P.R. per la manutenzione triennale degli
impianti termo frigoriferi e idrico sanitari (con
facoltà di rinnovo di un anno) con aggiudicazione
al prezzo più basso. Possono partecipare imprese singole, imprese riunite, consorzi e GEIE in
possesso dei requisiti previsti dal bando all'atto
della domanda di partecipazione. Domanda di
partecipazione, dichiarazione del possesso dei
requisiti e SOA devono, a pena di esclusione:
pervenire entro il 28 aprile 2014 ed a mezzo raccomandata o posta celere, al seguente indirizzo:
Camera dei Deputati Servizio Amministrazione
Via della Missione n. 10, 00186 ROMA. E’ previsto un sopralluogo la data di effettuazione del
quale sarà comunicata ai soggetti invitati. Il
bando è stato pubblicato sulla GUCE, sulla GURI
ed è consultabile sul sito www.camera.it., sezione
“Amministrazione”, sottosezione “Procedure di
gara”. Capitolato e ulteriori informazioni possono
essere
richieste
all’indirizzo
email
“[email protected]”.
CAMERA DEI DEPUTATI
Il Consigliere Capo Servizio Amministrazione
(Dott. Nicola Guerzoni)
COMUNE DI BUCCIANO
Provincia di Benevento
IL RESPONSABILE
UNICO DEL PROCEDIMENTO
RNEDE NOTO
Che la gara (CIG 5515579FC3)
per l’appalto dei lavori per l’efficientamento energetico della ex
casa comunale di via Roma è
stata aggiudicata all’A.T.I. MATERA AGN S.R.L. Via Ruggieri
n. 2 82010 Bucciano (BN) MEC2000 S.R.L. Via Sorlati snc
82011 Airola (BN).
Il responsabile unico
del procedimento
Geom. Domenico RUGGIERO
Testo integrale dell’annullamento: il testo integrale dell’annullamento è stato pubblicato in data 13/03/2014 sulla Gazzetta Ufficiale
dell’Unione Europea (GUUE) con il numero 2014/S 51-085849 ed è
disponibile sul sito https://eprocurement.eni.it
Eni S.p.A. - Global Procurement and Strategic Sourcing via Emilia 1,
20097 San Donato Milanese (Mi)
Ministero dell’Interno
Dipartimento della Pubblica Sicurezza
Direzione Centrale dei Servizi Tecnico Logistici e della Gestione Patrimoniale
Ufficio Attività Contrattuale per l’Informatica, gli Impianti Tecnici e le Telecomunicazioni
AVVISO DI GARA
Si informa che il Ministero dell’Interno - Dipartimento della Pubblica Sicurezza - Direzione Centrale dei Servizi Tecnico Logistici e della Gestione Patrimoniale - Ufficio Attività Contrattuale
per l’Informatica, gli Impianti Tecnici e le Telecomunicazioni - ha indetto una gara d’appalto, ai
sensi del D.Lgs. 163/06, con procedura ristretta (art. 54 e 55 punto 6) e accelerata (art. 70,
punto 11, lettere a-b), per la fornitura di sistemi “hardware”, “software” e relativi servizi
necessari all’aggiornamento dell’infrastruttura di sicurezza del Dipartimento della P.S.. Le Ditte
in possesso dei requisiti previsti dal bando di gara dovranno far pervenire, all’Ufficio sopraindicato, le domande di partecipazione, complete dei documenti richiesti, entro le ore 13.00 del
giorno 14/04/2014. Il bando di gara è stato inviato per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale
delle Comunità Europee in data 24/03/2014 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Italiana V Serie
Speciale - Contratti Pubblici n, 35 del 26/03/2014. Ulteriori informazioni potranno essere richieste all’Ufficio Attività Contrattuale per l’Informatica, gli Impianti Tecnici e le Telecomunicazioni - e-mail: [email protected]. CIG 5665317F78. Determina a contrarre n.
600/C/TLC/752.PR.376.013.00A.
IL RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO - Tommaso Tafuri
CITTA’ DI BARCELLONA POZZO DI GOTTO
PROVINCIA DI MESSINA
Codice Fiscale 00084640838
AVVISO DI GARA
Si rende noto che, in data 16 aprile 2014 alle ore 09.00, si svolgerà la gara per l’appalto dei lavori
di ristrutturazione dell’edificio scolastico “Destra Longano” di Barcellona P.G.. Il termine di presentazione delle offerte è fissato per giorno 15 aprile 2014 alle ore 12.00. La gara sarà espletata, con
il criterio del prezzo più basso inferiore a quello posto a base di gara, al netto degli oneri per l’attuazione dei piani di sicurezza, mediante pubblico incanto, ai sensi dell’art. 122, comma 9, del D.
Lgs. n. 163 e s.m.i., nel rispetto di quanto previsto dall’art. 21, della legge n. 109/94, nel testo coordinato con le norme recate dall’art. 1 della L. R. n. 20/07, come integrato e modificato dall’art. 3,
della L.R. n. 16 del 03/08/10. L’importo a base asta dell’appalto è di € 292.606,93 oltre € 7.225,08
per oneri della sicurezza, ed € 287.664,57 per oneri relativi al costo del personale, da applicare uniformemente all’elenco prezzi posto a base di gara, con l’esclusione automatica delle offerte anomale.
CODICE IDENTIFICATIVO GARA (CIG) (561888743C) CUP (H66B07000110006). Qualificazione SOA
richiesta: categoria prevalente “OG 1” classifica “III”. L’opera è finanziata con Decreto del M.I.U.R.
e coofinanziata con fondi comunali. Il bando di gara è stato pubblicato integralmente all’Albo Pretorio
comunale, sul sito Internet www.comune.barcellona-pozzo-di-gotto.me.it e per estratto sulla
G.U.R.S..
IL R.U.P. - Geom. Salvatore Munafò
Anche
in e-book
Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014
25
italia: 51575551575557
Economia
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ASSOGESTIONI
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LOMBARDO
L’ORA DELLE LISTE
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tamattina, prima di
inaugurare nelle aule
milanesi dell’Università
Bocconi il Salone del
Risparmio, i gestori che
lavorano sul mercato
italiano e che aderiscono
ad Assogestioni
eleggeranno un nuovo
presidente. Il consenso,
alla fine, si sarebbe
coagulato intorno al nome
di Giordano Lombardo
(foto), chief investment
officer di Pioneer
Investment, la fabbrica di
asset management del
gruppo Unicredit.
Lombardo, classe 1962, una
vita trascorsa nel gruppo
ora guidato da Federico
Ghizzoni occupandosi di
asset management, è
l’attuale «presidente
tecnico» della
Confindustria dei fondi, in
carica dalla metà di
novembre 2013. Da quando
Domenico Siniscalco,
responsabile per l’Italia
della banca d’affari
americana Morgan
Stanley, si è dimesso, un
mese prima di
quell’assemblea decisiva
per le sorti di Telecom
Italia dove il suo ruolo
istituzionale di presidente
dei fondi e il suo ruolo di
responsabilità ai vertici
della banca da sempre
vicina a Telecom
rischiavano di andare in
cortocircuito.
La nomina di Lombardo
indica che, alla fine, ha
vinto l’orientamento di
mettere al vertice
dell’associazione un uomo
dell’industria e non una
personalità esterna. La
sfida più vicina per i
gestori italiani ed esteri è
quella della stagione
assembleare di Piazza
Affari, dove il Comitato
nato sotto l’egida di
Assogestioni (oggi guidato
da Marco Vicinanza,
responsabile degli
investimenti di Arca sgr)
lavora per presentare liste
di minoranza ed eleggere
consiglieri indipendenti.
Tra le prime, neanche a
farlo apposta, c’è stata
quella di Telecom.
Giuditta Marvelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Evasione Il nuovo paradiso dopo la Svizzera? Dubai. Il nodo delle responsabilità penali per chi decide di riportare i fondi in Italia
Rientro capitali, spunta l’aliquota al 26%
Tra le ipotesi allo studio prende corpo l’idea di una «flat tax» sopra il 20%
I conti all’estero
SCUDI FISCALI
2001-2003
Le stime dell’evasione I primi dieci Paesi europei per gettito fiscale perduto
2009-2010
400
Dati in miliardi di euro
418,2
77
239,1
EMERSI
del capitale
2,5%
200
5,6
INCASSO FISCO
5%
212,1
180,2
158,7
120,6
100
del capitale (6%
e 7% se lo scudo
veniva esercitato
nel 2010)
72,7
98
0
Germania
Francia
Spagna
96,2
Regno Unito
Olanda
250.000
soglia entro la quale è rimasto
1l 65% delle operazioni
di rientro
77,3
30,6
Polonia
33,6
Belgio
65,2
Fonte: Tax Research Uk
30,5 27,5 11,7
Svezia
Austria
Unito
QUOTE PAGATE PER LA SANATORIA
MILANO — Il fatto è che la
Svizzera sta dietro l’angolo e portare lì i capitali poteva avere anche la comodità del prelievo,
qualora ci fosse bisogno di un po’
di liquidità. Ma adesso che le
banche elvetiche saranno costrette a porre fine al segreto bancario e che a livello internazionale è stato siglato l’accordo per il
sistema automatico di scambio di
informazioni multilaterale tra 44
Paesi (incluse piazze finanziarie
famose per la riservatezza) elaborato dall’Ocse, i connazionali che
hanno nascosto i soldi all’estero
— la stima è di 180-200 miliardi
di euro parcheggiati fuori dei
confini patri — vedono ridursi i
paradisi fiscali. Tra le destinazioni sta crescendo Dubai, ma la distanza dall’Italia è tale che difficilmente prenderà il posto di
Chiasso o Zurigo.
Il governo è intenzionato a intercettare questi capitali in cerca
di dimora e di riportarli nel Pae-
74
29,8
ITALIA
I contribuenti che hanno fatto
ricorso al terzo scudo fiscale
2009-2010
miliardi
di euro
i soldi nascosti dagli italiani
nei paradisi fiscali all’estero
secondo alcune stime
289,9
300
180.000
200
Valore del sommerso
Tasse perse
399,8
104,5
2
Al collegio sindacale
I REGOLARIZZATI
in miliardi
di euro
se, a beneficio dell’erario. E conta
di rendere operative le nuove
procedure per il rientro entro
l’estate. Perché le norme previste
con un decreto legge dall’ex governo Letta sono state stralciate
con un emendamento per permettere una discussione più ampia sul tema. L’intenzione del governo è di usare questa volta la
forma del disegno di legge. Al
momento, in ogni caso, ci sono
una cinquantina di evasori che
hanno aderito all’ormai «vec-
chio» voluntary disclosure, che
andranno in qualche modo salvaguardati.
La maggioranza ha presentato
un progetto di legge che ripete il
contenuto di quello dell’ex governo Letta, ma ci sarebbero allo
studio alcune modifiche, tra cui
l’ipotesi di una procedura semplificata e l’introduzione di
un’aliquota unica (flat tax) che
potrebbe essere del 23% o 25% o
26%. Soluzione che renderebbe
vantaggioso il rientro dei capitali
dei grandi evasori, ma non di chi
ha oltreconfine cifre contenute
(sembrano essere numerosi i
connazionali in questa situazione). Oltre al progetto della maggioranza, c’è la proposta di legge
presentata da Daniele Capezzone
(FI), presidente della commissione Finanze della Camera, che
prevede uno sconto del 50% sulle
somme dovute e la rateizzazione,
ed esenta i professionisti e i loro
consulenti dagli obblighi antiriciclaggio.
Editoria
Della Valle: Rcs,
Cairo è l’unico
che può gestire
soci litigiosi
«Nessuna scalata, Rcs è la telenovela economica di
questo Paese». Diego Della Valle ribadisce a «Otto e
mezzo» di aver suggerito Urbano Cairo per la guida del
gruppo che pubblica il «Corriere»: «È l’unico editore
vero e azionista in grado di gestire il livello di litigiosità
al suo interno. Vogliamo ricreare un gruppo competitivo
e che non resti ostaggio di alcuni azionisti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Nel nuovo testo, a differenza
del precedente, sarebbe prevista
anche la depenalizzazione dei reati connessi, quali ad esempio
quelli relativi all’emissione di
fatture false attraverso le quali il
socio dell’impresa potrebbe aver
originato i capitali oggetto di regolarizzazione. Nel precedente
testo non era così e per gli osservatori è stato un limite del provvedimento che in questo modo
avrebbe allontanato alcuni possibili contribuenti con capitali all’estero (e imprese) dall ‘intraprendere la voluntary disclosure.
Non sarebbe prevista l’introduzione del reato di autoriciclaggio,
presente invece in numerosi Paesi e strumento fondamentale nella lotta all’evasione fiscale, un deterrente per evitare che i capitali
continuino a prendere la via dell’estero.
Francesca Basso
@BassoFbasso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il caso Torna al Riesame l’ipotesi di truffa sul derivato Alexandria. Siena, bond da un miliardo
Inchiesta Mps, maxisequestro Nomura
Per la Cassazione non ci fu usura
MILANO — Poteva essere la pietra tombale su un pezzo importante dell’inchiesta
Montepaschi su Antonveneta, la decisione
della Cassazione arrivata ieri a tarda sera sul
maxisequestro da 1,8 miliardi a carico della
banca giapponese Nomura sul derivato
Alexandria, che ha provocato fino a 700 milioni di perdite all’istituto senese. Il sostituto procuratore generale presso la Cassazione Gianluigi Pratola aveva chiesto alla Corte
di dichiarare inammissibile il ricorso dei
pm, dopo che già il tribunale del Riesame
aveva detto «no» ai pm di Siena, così come
in precedenza il gip. La decisione della Corte è stata in un certo senso salomonica: ha
dichiarato inammissibile il ricorso per
quanto riguarda l’ipotesi di usura, mentre
lo ha accolto parzialmente per l’ipotesi di
truffa aggravata, rinviando al tribunale del
Riesame la valutazione sulla sussistenza
dell’ipotesi di reato. Proprio il difetto di motivazione relativamente all’inesistenza della
truffa era stato uno dei motivi del ricorso
dei pm Antonino Nastasi, Aldo Natalini e
Giuseppe Grosso.
La richiesta di sequestro era stata avan-
zata lo scorso aprile, dunque ormai quasi
un anno fa, dai pm che indagano sull’ex numero uno europeo di Nomura, Sadeq Sayeed e sul banker italiano che curò l’operazione, Raffaele Ricci, oltre che sull’ex presidente di Mps, Giuseppe Mussari, l’ex direttore
generale, Antonio Vigni e l’ex capo dell’area
finanza, Gianluca Baldassarri per i reati di
usura o in alternativa di truffa aggravata.
Nel mirino c’è la ristrutturazione del vecchio derivato Alexandria che nel 2009 perdeva 200 milioni: Nomura si offrì di ristrutturarlo finanziando di fatto Mps nell’acquisto di 3 miliardi di Btp in modo da spalmare
in trent’anni le perdite già maturate da Mps.
Oltre a Nomura, restano aperti gli altri fi-
Nel nuovo piano investimenti per 5 miliardi
Terna, ricavi
in crescita
e utili a quota
500 milioni
Terna archivia il 2013 con un utile che supera per
la prima volta il mezzo miliardo di euro. E si
prepara ad un impegno economico da 5 miliardi
nei prossimi cinque anni. È quanto prevede il
piano industriale 2014-2018 presentato alla
comunità finanziaria dall’amministratore
delegato in scadenza Flavio Cattaneo, che ha
anche confermato la politica dei dividendi e
annunciato possibili buone notizie presto
dall’America Latina. I risultati 2013 evidenziano
ricavi in crescita del 5% a 1,89 miliardi, un
margine lordo (+6,5%) a 1,48 miliardi, e un utile
netto cresciuto del 10,8% a 514 milioni di euro.
loni d’inchiesta: domani a Siena si terrà
l’udienza preliminare sul troncone relativo
sull’acquisizione di Antonveneta e alle operazioni sul capitale come il bond Fresh,
mentre il 7 aprile al dibattimento sull’occultamento del cosiddetto «mandate agreement» legato sempre all’operazione
Alexandria sarà sentito uno degli ispettori
della Banca d’Italia che hanno condotto la
verifica a Rocca Salimbeni.
Intanto la banca senese continua nella
normalizzazione con il ritorno, dopo 19
mesi, a un’emissione di bond sul mercato
istituzionale. L’istituto senese ha colto la finestra di mercato favorevole piazzando
un’obbligazione senior non garantita da 1
miliardo di euro. Gli ordini hanno toccato i
3,5 miliardi, più del triplo delle attese del
Monte. La cedola annuale è del 3,625% e
renderà il 3,746%. Mps l’anno dovrà rifinanziare sul mercato 4 miliardi, di cui 3 tra
aprile e maggio: di conseguenza sono previste altre emissioni di bond, che serviranno anche a restituire i prestiti della Bce (gli
«ltro»). L’obiettivo di Mps, sulla scorta delle
indicazioni della Commissione europea sugli aiuti di Stato, è di ridurre la raccolta
presso investitori istituzionali, oggi già scesa da 40 a 10 miliardi.
Fabrizio Massaro
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Acea, la diffida
di Marino
«Subito
l’assemblea»
MILANO — La data del 5
giugno per l’assemblea di
Acea non ha soddisfatto il
socio di maggioranza, il
Comune di Roma. Ieri il
sindaco Ignazio Marino ha
scritto un’altra lettera.
Questa volta è una diffida di
9 pagine e il destinatario è il
collegio sindacale della
multiutility della Capitale, a
cui si chiede di garantire
l’immediata celebrazione
dell’assemblea richiesta
dallo stesso Comune per la
riduzione dei compensi al
consiglio di
amministrazione in
conformità dello Statuto e
per la riduzione dei suoi
componenti. La richiesta è
che l’assemblea si tenga non
oltre il 6 maggio prossimo,
«senza ritardo in base all’art.
2367 del codice civile». La
5
giugno La data indicata
per l’assemblea dei soci
dal consiglio di
amministrazione di Acea
riunitosi l’altra sera
diffida, curata dall’avvocato
Gianluigi Pellegrino, punta
a «garantire il rispetto della
legge in Acea spa a tutela
della società e anche del
mercato e di tutti gli
azionisti». Secondo la
diffida il consiglio di
amministrazione di Acea
che si è riunito l’altra sera
non ha convocato alcuna
assemblea non esistendo
nessun ordine del giorno
approvato e comunque
sicuramente non è stata
convocata l’assemblea
richiesta dal socio di
maggioranza sin dal 3
marzo. Il Comune di Roma
diffida pertanto il collegio
sindacale a garantire senza
ulteriore indugio la
celebrazione dell’assemblea
richiesta dal socio nei
termini stabiliti dalla legge e
quindi non oltre il 6 maggio
2014.
Fr. Bas.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
26
italia: 51575551575557
Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014
Economia 27
italia: 51575551575557
Finanza personale Al via da oggi fino a venerdì il Salone del Risparmio
Televisione
Bot e azioni, come scegliere
nel risparmio a lungo termine
Mediaset torna all’utile
Profitti per 9 milioni
ma niente dividendo
annuali ormai rendono praticamente zero — e poca Borsa
Per tanti motivi storici. Non
ultimo e non poco importante
quello della crisi, che ha ridotto le disponibilità di tutti e
che penalizza di più i giovanissimi. A cui toccheranno
pensioni ristrette e che, in
questo momento, faticano
anche a guadagnarsi il prerequiD’ARCO
Come investiamo
La torta
sito fondamentale
per avere una pur
Come
è
suddiviso
il
mercato
La ripartizione dei fondi
Il rendimento delle attività
mini rendita pubdel risparmio gestito
per specializzazione
finanziarie delle famiglie italiane
blica: il lavoro.
Al Salone l’induRendimento %
Hedge fund
Fondi esteri
Azionari
Fondi
stria della gestione
domestici
dom
1%
28%
%
22%
2000 3,9%
professionale pro2007 -4,6%
30%
30
va a spiegare, in diFlessibili
2001 -5,5%
2008 -1,6%
versi modi, perché
19%
potrebbe valere la
2002 -1,0%
2009 -3,5%
pena allungare la
Bilanciati
2003 -0,5%
2010 -1,3%
vita degli investi5%
menti (o almeno di
2004 3,5%
2011 -5,6%
una parte) e perché
Monetari
2005 2,8%
2012 4,2%
la guida di un
Obbligazionari
5%
Fondi estero vestiti
esperto non è da
2006 1,3%
2013 -0,4%
42%
48%
Fonte: OCSE
scartare a priori. A
patto che costi actassi relativamente bassi e di un po’ di rischio.
moltissimi casi, non hanno cettabili, rendimenti decenti e
che, nonostante le speranze di
Una proposta che va decli- ancora preso in considerazio- consulenza assennata (merci
ripresa, potrebbe rimanere ta- nata in modo comprensibile e ne la pianificazione finanzia- che non sempre sono state a
le ancora per un bel po’, la trasparente per le famiglie ita- ria delle loro disponibilità. disposizione dei piccoli ristrada per ottenere rendi- liane, che sono tradizional- Nel nostro portafoglio ci sono sparmiatori) siano su tutti i
menti più elevati dell’infla- mente portate a investire con sempre moltissime attività tavoli bene in vista. Sullo
zione passa per l’accettazione la massima prudenza e che, in brevi a basso rischio — i Bot sfondo, poi, la questione del
fisco: nelle prossime settimane l’Italia del risparmio va inIl negoziato
contro ad una nuova riforma
che alzerà le aliquote finanLe banche sono pronte a estromettere da Sorgenia la Cir dei De
ziarie al 26% e che, secondo i
Benedetti convertendo fino a 600 milioni di crediti in azioni.
gestori, dovrebbe però trovaL’intervento avverrebbe a livello della capogruppo, che ha 830 milioni
re anche il modo di incoragdi debiti su 1,85 miliardi di gruppo.Le venti banche creditrici (in testa
giare il risparmio paziente.
Mps, poi Unicredit, Banca Imi, Bpm, Banco Popolare, Ubi), ora dovrà
Con prelievi agevolati, come
essere affinata dall’advisor Rothschild. Anche perché alcuni istituti
accade in alcuni Paesi euroritengono che già convertendo 300-400 milioni Cir perderebbe il
pei, per chi si impegna a invecontrollo. Secondo fonti bancarie un’alternativa sarebbe la Prodi bis.
stire per più di cinque, dieci
F. Mas.
anni.
Dai rendimenti alla sicurezza: il test degli investitori
MILANO — Un patrimonio
da 1.300 miliardi: tanto vale il
risparmio gestito italiano che
da oggi è in mostra al Salone
del Risparmio, negli spazi milanesi dell’Università Bocconi.
La manifestazione, promossa
da Assogestioni, la Confindustria dei fondi nazionali, è la
più grande kermesse europea
sul tema aperta al pubblico. I
cento stand con 150 marchi
differenti e le oltre cento conferenze, promosse da tutte le
anime del mercato, saranno
infatti dedicati agli addetti ai
lavori nella giornata di oggi e
di domani, mentre venerdì
l’invito è per tutti i risparmiatori grandi e piccoli che abbiano voglia di approfondire
le loro conoscenze o che siano
in cerca di spunti di riflessione per investire il patrimonio
di famiglia. A ieri si contavano
quasi 14 mila iscrizioni.
Il tema della tre giorni —
che si apre oggi con una tavola rotonda dedicata a cui parteciperanno Christian Dargnat, presidente di Efama,
l’associazione dei fondi europei, Tito Boeri, economista
dell’Università Bocconi, Tommaso Corcos (Eurizon Capital), Santo Borsellino (Gruppo Generali), Pietro Giuliani
(Azimut) e Daniele Manca
(«Corriere della Sera») — è
l’investimento di lungo termine. In un mondo che gira a
Il mercato
Sorgenia,
istituti pronti
a convertire
600 milioni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Mediaset rivede l’utile nel 2013, secondo anno
consecutivo senza dividendo. Il bilancio chiuso al 31
dicembre scorso ha visto una significativa contrazione
dei costi e la riduzione dell’indebitamento che scende a
1,459 miliardi dai precedenti 1,712 . Il risultato netto di
8,9 milioni si confronta con la perdita per 287,1 milioni
del 2012, esercizio che aveva scontato forti svalutazioni.
Ma è stato il risultato operativo di 246, 3 miliardi (contro
il «rosso» di 253 milioni del 2012) a battere le attese
degli analisti. I risparmi ottenuti nelle attività televisive
hanno raggiunto 622,4 milioni di euro rispetto alla base
costi del 2011. Il dato che
supera con un anno di anticipo
l’obiettivo di 450 milioni
previsto dal piano triennale.
I ricavi sono scesi a 3,414
miliardi (-8,2% sul 2012),
mentre la raccolta pubblicitaria
in Italia ha segnato una
flessione dell’ 11,4% restando
«leggermente negativa» nel
primo trimestre di quest’anno.
Pier Silvio Berlusconi I ricavi da «attività
caratteristica» di Mediaset
Premium — abbonamenti e carte prepagate — si
attestano a 552 milioni di (+6,6%), «un risultato che è
decisamente positivo e in controtendenza rispetto
all’andamento del mercato della pay tv determinato da
un ulteriore calo dei consumi delle famiglie».
Vista l’incertezza dello scenario macroeconomico e le
incognite sulla raccolta pubblicitaria in Italia e in
Spagna, il consiglio del Biscione declina ogni previsione
sul 2014. Ma indica le «azioni di sviluppo» intraprese
l’anno scorso quando « sono stati effettuati rilevanti
investimenti in campo cinematografico, televisivo e
nelle nuove tecnologie distributive».Viene ricordata la
produzione di «Sole a catinelle» di Checco Zalone,
record storico di incassi in Italia, e de «La grande
bellezza» premio Oscar 2013 come Miglior film
straniero; il lancio di un nuovo canale tematico free
(«Top Crime») e l’ offerta di contenuti in streaming
online («Infinity») «con oltre 5 mila titoli visibili ondemand nei primi tre mesi del 2014» .
Giuditta Marvelli
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Il caso Rinviata l’approvazione del bilancio 2013
La Moka Bialetti alle banche:
«Dateci più tempo per il debito»
MILANO – Vita difficile per la
storica moka. La Bialetti di Coccaglio, in provincia di Brescia, si
trova di nuovo a un passaggio
delicato. L’azienda ha chiesto alle banche creditrici una ulteriore moratoria sui debiti e ha fatto
slittare l’approvazione del progetto di bilancio 2013 di qualche
mese per trovare un accordo con
gli istituti di credito.
Più in dettaglio, «qualsiasi
decisione» sull’approvazione
dei conti sarà presa entro il 22
maggio. Inoltre in una nota la
società comunica di aver formalizzato alle banche la richiesta di
proroga al 30 giugno prossimo
dell’accordo di moratoria sottoscritto il 6 giugno 2013 con gli
istituti di credito.
Il gruppo Bialetti è controllato da Bialetti Holding. La srl detiene il 64,07% del capitale e a
sua volta fa capo a Francesco
I conti
La società ha chiuso il
bilancio 2013 con ricavi
in calo dell’1,6% e 85,3
milioni di debito
In Sudafrica
Platino, sciopero da 9 settimane
Rivendicano il raddoppio dei salari i minatori dei 3
maggiori produttori di platino del Sudafrica, che perciò
scioperano da 9 settimane, con «danni irreparabili» pari a
1 miliardo di dollari, sostengono le aziende coinvolte
Ranzoni, presidente e amministratore delegato di Bialetti Industrie spa.
La mitica moka è stata inventata da Alfonso Bialetti nel 1933.
Nel '93 l’azienda è stata acquisita
dalla Rondine Italia della famiglia Ranzoni. Nel 2005 Ranzoni
comprò la Girmi e il marchio di
pentole antiaderenti Aeternum.
Proprio questi due marchi sono
stati dati nel 2012 in pegno alle
banche creditrici per il rinnovo
dei prestiti. Nel 2011 dallo stabilimento di Brescia sono usciti in
mobilità una settantina di dipendenti. Cassa integrazione
per gli altri. Chiusa invece la fabbrica di Omegna: produzione
trasferita in Romania.
Ieri il consiglio d’amministrazione ha approvato i principali risultati preliminari del
2013. I ricavi consolidati sono
calati dell’1,6% a 159,4 milioni.
Il margine operativo lordo (ebitda) è salito del 10% a 14,4 milioni. L’indebitamento finanziario netto a fine 2013 era pari a
circa 87,3 milioni, due milioni
in più rispetto agli 85,3 milioni
di fine 2012.
L’azienda soffre il calo dei
consumi interni, solo parzialmente compensato da una crescita delle vendite all’estero.
D’altra parte segnala il buon andamento delle vendite attraverso i 65 negozi monomarca in giro per l’Italia. Ieri la società ha
anche rinnovato la richiesta al
socio di maggioranza Bialetti
Holding srl di non corrispondere, fino al 30 giugno 2014, parte
dei canoni relativi ai contratti di
affitto. L’incertezza non ha comunque penalizzato il titolo in
Borsa: ieri Bialetti ha registrato
un più 12%, più 200% sull’anno.
Rita Querzé
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Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria
Paola Pica
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28
Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Nome
Data Valuta
Quota/od.
Quota/pre.
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Data Valuta
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Quota/pre.
Data Valuta
Quota/od.
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Data Valuta
Quota/od.
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Data Valuta
Quota/od.
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Data Valuta
Quota/od.
Quota/pre.
21/03 EUR
5,072
5,074
Strategic Debt Fd A
12/03 GBP
1,042
1,041
Borsa Protetta Maggio
19/03 EUR
62,680
62,620
KIS - Key X
21/03 EUR
134,380
134,530
PS - Absolute Return B
24/03 EUR
117,130
117,110
AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC 21/03 EUR
5,084
5,086
Strategic Debt Fd A H
12/03 EUR
1,221
1,224
Borsa Protetta Novembre
19/03 EUR
60,320
60,150
KIS - Multi-Str. UCITS A USD
21/03 USD
154,200
154,410
PS - Algo Flex A
24/03 EUR
110,190
110,010
21/03 EUR
5,084
5,086
Strategic Debt Fd A H
12/03 USD
1,729
1,730
Inflazione Più Arancio
24/03 EUR
55,440
55,410
KIS - Multi-Str. UCITS D
21/03 EUR
113,410
113,580
PS - Algo Flex B
24/03 EUR
105,090
104,910
AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC 21/03 EUR
5,574
5,573
Strategic Debt Fd X
12/03 GBP
1,061
1,060
Mattone Arancio
24/03 EUR
42,480
42,660
KIS - Multi-Str. UCITS P
21/03 EUR
116,150
116,320
PS - Best Global Managers A
18/03 EUR
104,450
105,010
AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS 21/03 EUR
5,207
5,206
Strategic Debt Fd X H
12/03 EUR
1,282
1,285
Profilo Dinamico Arancio
24/03 EUR
62,990
63,070
KIS - Multi-Str. UCITS X
21/03 EUR
116,890
117,040
PS - Best Global Managers B
18/03 EUR
108,100
108,650
AZ F. Bond Target 2016 DIS
AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS
AcomeA SGR - numero di tel. 800.89.39.89
[email protected]
Nome
Nome
Nome
Nome
AcomeA America (A1)
24/03 EUR
16,193
16,267
AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC 21/03 EUR
5,800
5,800
Strategic Debt Fd X H
12/03 USD
1,761
1,762
Profilo Equilibrato Arancio
24/03 EUR
60,880
60,880
KIS - Selection D
24/03 EUR
122,490
123,000
PS - Best Gl Managers Flex Eq A
24/03 EUR
108,960
108,960
AcomeA America (A2)
24/03 EUR
16,680
16,754
AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS 21/03 EUR
5,513
5,512
UK Abs. Target Fd P1
25/03 GBP
1,214
1,217
Profilo Moderato Arancio
24/03 EUR
57,470
57,420
KIS - Selection P
24/03 EUR
124,310
124,820
PS - Bond Opportunities A
24/03 EUR
161,310
161,210
Top Italia Arancio
24/03 EUR
48,880
49,700
PS - Bond Opportunities B
24/03 EUR
120,240
120,160
AcomeA Asia Pacifico (A1)
AcomeA Asia Pacifico (A2)
AcomeA Breve Termine (A1)
24/03 EUR
24/03 EUR
24/03 EUR
3,970
AZ F. Cash 12 Mesi
21/03 EUR
5,341
5,341
UK Abs Target Fd P2
25/03 EUR
1,161
1,164
KIS - Selection X
24/03 EUR
124,020
124,420
4,075
AZ F. Cash Overnight
21/03 EUR
5,250
5,250
UK Abs Target Fd P2
25/03 GBP
1,244
1,246
KIS - Sm. Cap D
24/03 EUR
98,020
98,930
PS - Dynamic Core Portfolio A
24/03 EUR
98,910
98,900
14,557
AZ F. Cat Bond ACC
14/03 EUR
5,301
5,297
UK Equity Fd A
12/03 GBP
3,335
3,359
KIS - Sm. Cap P
24/03 EUR
102,570
103,520
PS - EOS A
18/03 EUR
133,040
134,950
AZ F. Cat Bond DIS
14/03 EUR
5,283
5,280
UK Equity Fd A
12/03 USD
5,473
5,519
KIS - Target 2014 X
21/03 EUR
102,180
102,170
PS - Equilibrium A
24/03 EUR
100,310
100,350
PS - Fixed Inc Absolute Return A
24/03 EUR
98,520
98,490
PS - Global Dynamic Opp A
24/03 EUR
99,750
99,600
PS - Global Dynamic Opp B
24/03 EUR
99,810
99,660
4,014
4,121
14,558
AcomeA Breve Termine (A2)
24/03 EUR
14,709
14,707
AcomeA ETF Attivo (A1)
24/03 EUR
4,351
4,413
AZ F. CGM Opport Corp Bd
21/03 EUR
5,965
5,963
UK Equity Fd B
12/03 EUR
3,978
4,017
AZ F. CGM Opport European
21/03 EUR
6,786
6,761
UK Equity Fd B
12/03 GBP
3,354
3,378
La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia
è disponibile sul sito www.invesco.it
AcomeA ETF Attivo (A2)
24/03 EUR
4,452
4,515
AcomeA Eurobbligazionario (A1)
24/03 EUR
17,022
17,017
AZ F. CGM Opport Global
21/03 EUR
6,203
6,188
UK Equity Fd B
12/03 USD
5,558
5,604
Invesco Funds
AcomeA Eurobbligazionario (A2)
24/03 EUR
17,206
17,201
AZ F. CGM Opport Gov Bd
21/03 EUR
5,487
5,483
UK Equity Fd X
12/03 EUR
4,181
4,221
Asia Balanced A
24/03 USD
23,600
23,560
ASIAN OPP CAP RET EUR
24/03 EUR
11,689
11,519
PS - Inter. Equity Quant A
24/03 EUR
109,440
109,640
AcomeA Europa (A1)
24/03 EUR
13,093
13,253
AZ F. Commodity Trading
21/03 EUR
4,292
4,298
UK Equity Fd X
12/03 EUR
4,048
4,087
Asia Balanced A-Dis
24/03 USD
15,520
15,500
FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR
24/03 EUR
107,903
107,925
PS - Inter. Equity Quant B
24/03 EUR
111,610
111,820
AcomeA Europa (A2)
24/03 EUR
13,409
13,571
AZ F. Conservative
21/03 EUR
6,391
6,384
UK Equity Fd X
12/03 GBP
0,503
0,507
Asia Consumer Demand A
24/03 USD
13,320
13,170
FLEX STRATEGY RET EUR
24/03 EUR
90,444
90,446
PS - Liquidity A
24/03 EUR
124,400
124,370
AcomeA Globale (A1)
24/03 EUR
11,082
11,115
AZ F. Core Brands
21/03 EUR
5,503
5,503
UK Equity Fd X
12/03 GBP
3,382
3,406
Asia Consumer Demand A-Dis
24/03 USD
12,990
12,840
HIGH GROWTH CAP RET EUR
24/03 EUR
118,592
120,026
PS - Opportunistic Growth A
24/03 EUR
95,150
95,050
AcomeA Globale (A2)
24/03 EUR
11,479
11,512
AZ F. Corporate Premium ACC
21/03 EUR
5,508
5,516
UK Equity Fd X
12/03 USD
5,653
5,700
Asia Infrastructure A
24/03 USD
13,350
13,340
ITALY CAP RET A EUR
24/03 EUR
25,719
25,866
PS - Opportunistic Growth B
24/03 EUR
100,210
100,100
AcomeA Italia (A1)
24/03 EUR
20,862
21,156
AZ F. Corporate Premium DIS
21/03 EUR
5,288
5,295
Asian Bond A-Dis M
24/03 USD
9,985
9,968
SHORT DURATION CAP RET EUR
24/03 EUR
908,097
906,522
PS - Podium Flex A
24/03 EUR
84,820
84,680
AcomeA Italia (A2)
24/03 EUR
21,386
21,685
AZ F. Dividend Premium ACC
21/03 EUR
5,522
5,509
Balanced-Risk Allocation A
24/03 EUR
14,400
14,430
PS - Podium Flex C
24/03 USD
83,700
83,570
AcomeA Liquidità (A1)
24/03 EUR
8,902
8,903
AZ F. Dividend Premium DIS
21/03 EUR
4,934
4,922
Em. Loc. Cur. Debt A
24/03 USD
14,420
14,377
PS - Prestige A
18/03 EUR
99,920
100,530
AcomeA Liquidità (A2)
24/03 EUR
8,902
8,904
AZ F. Emer. Mkt Asia
21/03 EUR
5,562
5,561
Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M
24/03 USD
9,274
9,247
PS - Quintessenza A
18/03 EUR
102,090
103,220
AcomeA Paesi Emergenti (A1)
24/03 EUR
6,174
6,128
AZ F. Emer. Mkt Europe
21/03 EUR
2,939
2,970
Em. Mkt Corp Bd A
24/03 USD
11,845
11,831
PS - Quintessenza B
18/03 EUR
105,150
106,310
PS - Target A
18/03 EUR
104,420
104,600
PS - Target B
18/03 EUR
104,390
104,550
24/03 EUR
6,337
6,289
AZ F. Emer. Mkt Lat. Am.
21/03 EUR
4,528
4,467
AcomeA Patrimonio Aggressivo (A1) 24/03 EUR
3,875
3,876
AZ F. European Dynamic
21/03 EUR
5,180
5,181
3,986
AZ F. European Trend
21/03 EUR
3,213
3,206
21/03 EUR
5,271
5,282
AcomeA Paesi Emergenti (A2)
AcomeA Patrimonia Aggressivo (A2) 24/03 EUR
3,985
AcomeA Patrimonio Dinamico (A1) 24/03 EUR
5,112
5,112
AZ F. Formula 1 Absolute
AcomeA Patrimonio Dinamico (A2) 24/03 EUR
5,210
5,210
AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC
28/02 EUR
5,572
5,567
AcomeA Patrimonio Prudente (A1) 24/03 EUR
6,048
6,045
AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS
28/02 EUR
5,529
5,524
AcomeA Patrimonio Prudente (A2) 24/03 EUR
6,176
6,173
AZ F. Formula Target 2014
21/03 EUR
4,719
4,720
AcomeA Performance (A1)
24/03 EUR
21,168
21,169
AZ F. Formula Target 2015 ACC
21/03 EUR
5,980
5,977
AcomeA Performance (A2)
24/03 EUR
21,463
21,462
AZ F. Formula Target 2015 DIS
21/03 EUR
5,540
5,537
AZ F. Formula 1 Conserv.
21/03 EUR
4,939
4,943
AZ F. Global Curr&Rates ACC
21/03 EUR
4,282
4,278
AZ F. Global Curr&Rates DIS
21/03 EUR
4,072
4,068
AZ F. Global Sukuk ACC
14/03 EUR
4,862
4,951
AZ F. Global Sukuk DIS
14/03 EUR
4,862
4,951
Invictus Global Bond Fd
18/03 EUR
105,198
105,346
Invictus Macro Fd
12/03 EUR
79,565
79,779
Sol Invictus Absolute Return
20/03 EUR
106,344
104,644
AZ F. Hybrid Bonds ACC
21/03 EUR
5,196
5,200
AZ F. Hybrid Bonds DIS
21/03 EUR
5,137
5,140
AZ F. Income ACC
21/03 EUR
6,253
6,247
AZ F. Income DIS
21/03 EUR
5,810
AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC 21/03 EUR
Num tel: 178 311 01 00
www.compamfund.com - [email protected]
Bluesky Global Strategy A
24/03 USD
1484,696
1484,081
Euro Corp. Bond A
24/03 EUR
16,366
16,351
Bond Euro A
24/03 EUR
1236,945
1236,455
Euro Corp. Bond A-Dis M
24/03 EUR
12,495
12,484
Bond Euro B
24/03 EUR
1196,351
1195,911
Euro Short Term Bond A
24/03 EUR
10,880
10,877
Bond Risk A
24/03 EUR
1424,508
1424,133
European Bond A-Dis
24/03 EUR
5,520
5,511
Bond Risk B
24/03 EUR
1365,349
1365,039
Glob. Bond A-Dis
24/03 USD
5,736
5,734
CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. A
24/03 EUR
1605,533
1604,222
Glob. Equity Income A
24/03 USD
59,730
CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. B
24/03 EUR
1546,355
1545,142
Glob. Equity Income A-Dis
24/03 USD
CompAM Fund - SB Bond B
21/03 EUR
1061,970
1061,612
Glob. Inv. Grade.Corp. Bond A-Dis M 24/03 USD
1095,205
Glob. Structured Equity A-Dis
24/03 USD
CompAM Fund - SB Equity B
21/03 EUR
1099,652
21/03 EUR
26,418
26,417
Azimut Formula 1 Absolute
21/03 EUR
7,082
7,098
Azimut Formula 1 Conserv
21/03 EUR
6,871
6,875
Azimut Formula Target 2013
21/03 EUR
6,908
6,909
Azimut Formula Target 2014
21/03 EUR
6,698
6,700
Azimut Garanzia
21/03 EUR
12,896
12,894
Azimut Prev. Com. Crescita
28/02 EUR
10,988
10,755
Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C
28/02 EUR
10,996
10,760
Azimut Prev. Com. Equilibrato
28/02 EUR
12,045
11,905
Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C 28/02 EUR
12,048
11,907
Azimut Prev. Com. Garantito
28/02 EUR
10,877
10,747
Azimut Prev. Com. Protetto
28/02 EUR
11,873
11,777
Azimut Prev. Com. Protetto Cl. C
28/02 EUR
11,879
11,782
Azimut Prev. Com. Obbli.
28/02 EUR
10,127
10,071
Azimut Prev. Com. Obbli. Cl. C
28/02 EUR
10,127
10,071
Azimut Reddito Euro
21/03 EUR
17,388
17,368
21/03 EUR
8,640
8,621
Azimut Solidity
21/03 EUR
8,722
8,712
Azimut Trend Italia
21/03 EUR
21/03 EUR
12,947
18,707
103,620
105,120
WM Biotech A
24/03 EUR
147,360
150,390
PS - Total Return A
24/03 EUR
102,220
102,200
WM Biotech I
24/03 EUR
1498,320
1529,090
PS - Total Return B
24/03 EUR
95,610
95,580
60,130
PS - Valeur Income A
24/03 EUR
109,670
109,680
15,040
15,140
PS - Value A
18/03 EUR
103,600
104,670
11,198
11,193
PS - Value B
18/03 EUR
105,750
106,840
40,270
40,460
24/03 EUR
10,245
10,272
21/03 EUR
1005,307
1003,969
24/03 EUR
1376,855
1386,984
Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A
24/03 EUR
12,743
12,721
European Equity B
24/03 EUR
1304,343
1314,175
Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis
24/03 EUR
11,648
11,628
Multiman. Bal. A
21/03 EUR
115,353
115,308
Greater China Eq. A
24/03 USD
43,100
42,980
Multiman. Bal. M
21/03 EUR
114,856
114,816
India Equity E
24/03 EUR
26,930
26,660
69,894
Japanese Eq. Advantage A
24/03 JPY
2891,000
2825,000
Pan European Eq. A
24/03 EUR
17,250
17,390
Multiman.Target Alpha A
19/03 EUR
105,943
106,284
Pan European Eq. A-Dis
24/03 EUR
15,570
15,690
5,804
Pan European Eq. Inc. A-Dis
24/03 EUR
11,500
11,600
4,467
4,463
Pan European High Inc A
24/03 EUR
18,440
18,460
AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS 21/03 EUR
4,225
4,221
Pan European High Inc A-Dis
24/03 EUR
13,410
13,420
AZ F. Institutional Target
21/03 EUR
5,470
5,465
Pan European Struct. Eq. A
24/03 EUR
13,750
13,860
AZ F. Italian Trend
21/03 EUR
3,697
3,711
Pan European Struct. Eq. A-Dis
24/03 EUR
13,070
13,180
AZ F. Lira Plus ACC
21/03 EUR
4,673
4,673
Renminbi Fix. Inc. A
24/03 USD
10,622
10,550
Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis
24/03 EUR
9,362
9,278
US Equity A EH
24/03 EUR
13,920
13,960
21/03 EUR
21/03 EUR
4,673
5,922
Agriculture Euro R1C A
21/03 EUR
65,300
65,790
Comm Euro R1C A
24/03 EUR
109,390
109,230
Comm Harvest R3C E
24/03 EUR
74,250
74,200
Currency Returns Plus R1C
24/03 EUR
929,490
930,420
4,673
5,924
AZ F. Opportunities
21/03 EUR
5,237
5,233
AZ F. Pacific Trend
21/03 EUR
3,832
3,819
21/03 EUR
21/03 EUR
21/03 EUR
21/03 EUR
6,395
5,996
5,135
4,988
Croci Euro R1C B
24/03 EUR
114,380
115,600
Croci Japan R1C B
24/03 JPY
7905,590
7861,400
Croci US R1C B
24/03 USD
161,290
161,920
Dyn. Cash R1C A
24/03 EUR
101,540
101,540
Paulson Global R1C E
12/03 EUR
6492,730
6632,120
Sovereign Plus R1C A
24/03 EUR
106,340
105,920
Systematic Alpha R1C A
19/03 EUR
10071,720
10101,450
6,377
5,979
11,717
11,702
US High Yield Bond A-Dis M
24/03 USD
10,721
10,708
US Value Equity A
24/03 USD
31,070
31,100
US Value Equity A-Dis
24/03 USD
29,700
29,730
AZ F. QProtection
21/03 EUR
5,169
5,160
AZ F. Qtrend
21/03 EUR
4,825
4,816
AZ F. Renminbi Opport
21/03 EUR
5,281
5,272
AZ F. Reserve Short Term
21/03 EUR
6,300
6,299
AZ F. Short Term Gl High Yield ACC 21/03 EUR
5,074
5,071
AZ F. Short Term Gl High Yield DIS 21/03 EUR
5,046
5,043
AZ F. Solidity ACC
21/03 EUR
5,925
5,919
AZ F. Solidity DIS
21/03 EUR
5,580
5,574
AZ F. Strategic Trend
21/03 EUR
5,658
5,654
AZ F. Top Rating ACC
21/03 EUR
4,998
4,992
AZ F. Top Rating DIS
21/03 EUR
4,998
4,992
AZ F. Trend
21/03 EUR
5,884
5,868
AZ F. US Income
21/03 EUR
5,409
5,402
Tel: 02 77718.1
www.kairospartners.com
Kairos Multi-Str. A
31/01 EUR 867189,677 857158,267
Kairos Multi-Str. B
31/01 EUR 567856,932 561570,953
Kairos Multi-Str. I
31/01 EUR 583827,444 576858,129
19/03
99,480 EUR
Flex Equity 100
19/03
10,969 EUR
Global Equity
19/03
5,339 EUR
Maximum
19/03
5,107 EUR
Progress
19/03
6,285 EUR
Quality
19/03
6,900 EUR
Social Responsability
Kairos Multi-Str. P
31/01 EUR 533738,745 527974,042
A S&P
Kairos Income
24/03 EUR
6,804
6,802
Kairos Small Cap
24/03 EUR
10,368
10,423
Fondi Unit Linked
KAIROS INTERNATIONAL SICAV
KIS - America A-USD
KIS - America P
KIS - America X
21/03 USD
21/03 EUR
21/03 EUR
275,560
193,710
194,730
276,470
194,350
195,370
24/03 USD
169,150
169,110
10,148
KIS - Bond D
24/03 EUR
121,230
121,210
26,715
KIS - Bond P
24/03 EUR
125,200
125,180
KIS - Bond Plus A Dist
21/03 EUR
126,620
126,530
KIS - Bond Plus D
21/03 EUR
128,580
128,490
KIS - Bond Plus P
21/03 EUR
130,440
130,350
KIS - Dynamic A-USD
24/03 USD
172,370
171,960
KIS - Dynamic D
24/03 EUR
120,100
119,820
KIS - Dynamic P
24/03 EUR
122,290
122,010
KIS - Emerging Mkts A
21/03 EUR
118,930
118,390
21/03 EUR
6,440
6,429
Azimut Trend Tassi
21/03 EUR
10,159
Azimut Trend
21/03 EUR
26,800
Abs. UK Dynamic Fd P1
25/03 GBP
1,517
1,530
AZ F. Active Selection
21/03 EUR
5,302
5,302
Abs. UK Dynamic Fd P1 H
25/03 EUR
1,669
1,683
AZ F. Active Strategy
21/03 EUR
5,225
5,231
Abs. UK Dynamic Fd P2
25/03 GBP
1,550
1,563
AZ F. Alpha Man. Credit
21/03 EUR
5,434
5,436
Abs. UK Dynamic Fd P2 H
25/03 EUR
1,737
1,752
AZ F. Alpha Man. Equity
21/03 EUR
4,834
4,821
Europ. Equ. (ex UK) Fd A
12/03 GBP
2,668
2,693
AZ F. Alpha Man. Them.
21/03 EUR
3,577
3,572
Europ. Equ. (ex UK) Fd A
12/03 EUR
3,190
3,227
AZ F. American Trend
21/03 EUR
3,136
3,150
Europ. Equ. (ex UK) Fd B
12/03 EUR
3,210
3,248
AZ F. Asset Plus
21/03 EUR
5,517
5,517
Europ. Equ. (ex UK) Fd X
12/03 EUR
3,215
3,253
KIS - Emerging Mkts D
21/03 EUR
117,610
117,080
AZ F. Asset Power
21/03 EUR
5,357
5,351
Europ. Equ. (ex UK) Fd X H
12/03 GBP
2,829
2,853
KIS - Europa D
21/03 EUR
123,240
123,520
AZ F. Asset Timing
21/03 EUR
5,017
5,019
Pan Europe Fd A
12/03 EUR
3,592
3,631
KIS - Europa P
21/03 EUR
125,210
125,490
AZ F. Best Bond
21/03 EUR
5,327
5,327
Pan Europe Fd A
12/03 GBP
3,024
3,050
KIS - Europa X
21/03 EUR
125,660
125,940
KIS - Global Bond P
21/03 EUR
100,950
101,030
KIS - Income D
21/03 EUR
104,280
104,280
AZ FUND MANAGEMENT SA - tel.00352 2663811
24/03 EUR
186,530
186,620
NM Augustum High Qual Bd A
24/03 EUR
144,220
144,350
NM Balanced World Cons A
24/03 EUR
131,040
131,250
NM Euro Bonds Short Term A
24/03 EUR
137,560
137,570
NM Euro Equities A
24/03 EUR
45,130
NM Global Equities EUR hdg A
24/03 EUR
www.pegasocapitalsicav.com
Strategic Bond Inst. C
24/03 EUR
106,250
106,250
45,690
Strategic Bond Inst. C hdg
24/03 USD
106,410
106,410
69,940
70,100
Strategic Bond Retail C
24/03 EUR
104,900
104,910
NM Inflation Linked Bond Europe A 24/03 EUR
103,830
103,790
Strategic Bond Retail C hdg
24/03 USD
105,010
105,020
NM Italian Diversified Bond A
24/03 EUR
110,060
110,130
Strategic Trend Inst. C
24/03 EUR
103,140
103,400
NM Italian Diversified Bond I
24/03 EUR
112,260
112,330
Strategic Trend Retail C
24/03 EUR
101,100
101,370
NM Large Europe Corp A
24/03 EUR
134,140
133,990
NM Market Timing A
24/03 EUR
104,110
104,250
NM Market Timing I
24/03 EUR
104,740
104,870
NM Q7 Active Eq. Int. A
24/03 EUR
60,190
59,900
NM Q7 Globalflex A
21/03 EUR
104,230
104,430
NM Total Return Flexible A
21/03 EUR
121,520
121,140
Fondo Donatello-Michelangelo Due 30/06 EUR
52927,939
52659,382
NM VolActive A
24/03 EUR
97,420
97,320
Fondo Donatello-Tulipano
30/06 EUR
47475,755
48904,331
NM VolActive I
24/03 EUR
97,770
97,660
Fondo Donatello-Margherita
30/06 EUR
27116,197
26640,389
Fondo Donatello-David
30/06 EUR
57863,932
57813,049
Fondo Tiziano Comparto Venere
30/06 EUR 477314,036
Caravaggio di Sorgente SGR
30/06 EUR
AZ F. Best Cedola ACC
21/03 EUR
5,610
5,612
Pan Europe Fd A
12/03 USD
4,964
5,013
AZ F. Best Cedola DIS
21/03 EUR
5,124
5,126
Pan Europe Fd B
12/03 EUR
3,572
3,611
AUGUSTUM EQUITY EUROPE I
24/03 EUR
107,270
108,130
AUGUSTUM G.A.M.E.S. A
24/03 EUR
110,860
111,330
AUGUSTUM G.A.M.E.S. I
24/03 EUR
147,200
147,820
ABS- I
31/01 EUR
14690,218
14057,114
ABSOLUTE RETURN EUROPA
14/03 EUR
4909,175
5038,824
BOND-A
28/02 EUR 721205,818 703354,240
BOND-B
28/02 EUR 721205,818 703354,240
EQUITY- I
28/02 EUR 608644,044 585979,854
PRINCIPAL FINANCE 1
31/12 EUR
61951,842
59550,161
Tel: 848 58 58 20
Sito web: www.ingdirect.it
Dividendo Arancio
24/03 EUR
47,640
47,870
www.sorgentegroup.com
2506,583
2547,337
www.vitruviussicav.com
Fondi Index Linked
KIS - Bond A-USD
Azimut Trend Pacifico
NM Augustum Corp Bd A
4,983
12,420
18,770
24/03 USD
www.newmillenniumsicav.com
Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475
5,133
6,143
12,917
US High Yield Bond A
DB Platinum IV
5,959
Azimut Scudo
Azimut Trend Europa
18/03 EUR
72,742
AZ F. Qinternational
12,369
PS - Titan Aggressive A
69,408
AZ F. Qbond
21/03 EUR
101,110
72,243
AZ F. Patriot DIS
Azimut Trend America
100,640
19/03 EUR
AZ F. Patriot ACC
6,149
24/03 EUR
19/03 EUR
AZ F. Macro Dynamic
21/03 EUR
Sparta Agressive A
Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A
AZ F. Lira Plus DIS
Azimut Strategic Trend
99,820
DB Platinum
Azimut Dinamico
5,965
99,680
Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M
AZIMUT CAPITAL MANAGEMENT SGR - tel.02.88981
21/03 EUR
24/03 EUR
European Equity A
www.azimut.it - [email protected]
Azimut Reddito Usa
Orazio Conservative A
Glob. Targeted Ret. A
CompAM Fund - SB Flexible B
www.multistarssicav.com [email protected]
T. +41 (0)91 640 37 80
Numero verde 800 124811
[email protected]
Asian Equity B
24/03 EUR
92,900
92,090
Asian Equity B
24/03 USD
130,400
129,260
Emerg Mkts Equity
24/03 USD
432,440
432,780
24/03 EUR
6,721
6,751
Emerg Mkts Equity Hdg
24/03 EUR
422,450
422,780
Nextam Obblig. Misto
24/03 EUR
7,266
7,272
European Equity
24/03 EUR
280,770
283,390
BInver International A
24/03 EUR
6,204
6,245
European Equity B
24/03 USD
347,180
350,430
Cap. Int. Abs. Inc. Grower D
24/03 EUR
5,356
5,378
Greater China Equity B
24/03 EUR
113,480
114,220
CITIC Securities China Fd A
24/03 EUR
4,926
5,059
Greater China Equity B
24/03 USD
161,630
162,680
Fidela A
24/03 EUR
5,444
5,458
Growth Opportunities
24/03 USD
71,080
71,750
Income A
24/03 EUR
5,642
5,640
Growth Opportunities Hdg
24/03 EUR
77,870
78,600
International Equity A
24/03 EUR
6,840
6,871
Japanese Equity
24/03 JPY
122,280
121,380
Italian Selection A
24/03 EUR
6,945
7,020
Japanese Equity B
24/03 USD
121,270
120,380
Liquidity A
24/03 EUR
5,340
5,340
Japanese Equity Hdg
24/03 EUR
159,100
157,930
Multimanager American Eq.A
24/03 EUR
4,749
4,775
Swiss Equity
24/03 CHF
128,070
130,110
Multimanager Asia Pacific Eq.A
24/03 EUR
4,255
4,235
Swiss Equity Hdg
24/03 EUR
97,210
98,760
Multimanager Emerg.Mkts Eq.A
24/03 EUR
3,960
3,951
US Equity
24/03 USD
164,050
165,840
Multimanager European Eq.A
24/03 EUR
4,459
4,481
US Equity Hdg
24/03 EUR
180,590
182,560
Strategic A
24/03 EUR
5,109
5,131
Usa Value Fund A
24/03 EUR
5,924
5,949
Ver Capital Credit Fd A
24/03 EUR
5,511
5,508
Nextam Bilanciato
Tel 0332 251411
www.ottoapiu.it
Tel: 0041916403780
www.pharusfunds.com [email protected]
AZ F. Best Equity
21/03 EUR
5,064
5,042
Pan Europe Fd B
12/03 USD
4,927
4,974
Convertibile Arancio
24/03 EUR
60,630
60,710
KIS - Income P
21/03 EUR
107,790
107,790
AZ F. Bond Target 2015 ACC
21/03 EUR
5,927
5,922
Pan Europe Fd X
12/03 EUR
3,869
3,911
Cedola Arancio
24/03 EUR
57,680
57,610
KIS - Italia P
24/03 EUR
133,070
134,200
PS - 3P Cosmic A
24/03 EUR
AZ F. Bond Target 2015 DIS
21/03 EUR
5,487
5,483
Pan Europe Fd X
12/03 EUR
3,565
3,604
Borsa Protetta Agosto
19/03 EUR
61,540
61,450
KIS - Italia X
24/03 EUR
131,670
132,560
PS - 3P Cosmic C
24/03 CHF
75,630
76,210
AZ F. Bond Target 2016 ACC
21/03 EUR
5,323
5,325
Pan Europe Fd X
12/03 GBP
2,971
2,996
Borsa Protetta Febbraio
19/03 EUR
59,840
59,660
KIS - Key
21/03 EUR
133,850
134,000
PS - Absolute Return A
24/03 EUR
111,110
111,090
76,290
76,980
8a+ Eiger
24/03 EUR
5,961
6,046
8a+ Gran Paradiso
24/03 EUR
5,303
5,295
8a+ Latemar
24/03 EUR
5,882
5,907
8a+ Matterhorn
14/03 EUR 807655,557 821891,596
Legenda: Quota/pre. = Quota precedente;
Quota/od. = Quota odierna
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Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014
Piazza Affari
BRILLANO EXOR E UNIPOLSAI
VENDITE SU BPM E BPER
di GIACOMO FERRARI
Sussurri & Grida
Modello Mps per Carige, mette sul mercato il 5-6%
Rimbalzo riuscito per le Borse
europee dopo i cali di lunedì.
Tutti gli indici del Vecchio
Continente hanno chiuso in
progresso al termine di una
seduta tranquilla. A Piazza Affari
il Ftse-Mib è risalito dello 0,95%,
mentre è rimasto stazionario lo spread Bund-Btp (a
182 punti base in chiusura). Sono stati alcuni singoli
titoli a movimentare il listino italiano. Luxottica,
per esempio, è cresciuta del 3,95% dopo l’annuncio
della collaborazione strategica con Google. La
migliore performance nell’ambito delle blue-chips
l’ha però realizzata Unipolsai (+4,17%), che
continua a beneficiare dell’ottimo bilancio e della
decisione di distribuire un sostanzioso dividendo.
Bene anche Exor (+2,82%), A2a (+2,42%), Yoox
(+1,96%) e Mediaset (+1,63%) nel giorno in cui il
board ha approvato il consuntivo 2013 (diffuso
dopo la chiusura). Miglior titolo del segmento Star e
dell’intero listino, invece, Gefran (+19,57%). Segno
meno, infine, per la Banca Popolare di Milano
(-3,36%) sulla quale Kepler-Cheuvreux ha tagliato le
stime pur aumentando il target price, e per la
Popolare dell’Emilia Romagna (-1,82%).
( f.d.r.) Il copione è simile a quello seguito a Siena.
Anche la Fondazione Carige per uscire dalle secche dei
debiti si prepara a vendere subito sul mercato una quota del suo cespite principale, Banca Carige; per provare a
ripagare le banche creditrici, per poi attendere gli eventi (ossia l’aumento di capitale) prima di decidere cosa
fare della quota residua. Lunedì prossimo il consiglio
dell’Ente ligure dovrebbe dare il via libera a un accelerated bookbuilding per collocare un 5-6% del capitale di
Carige. Una mossa che porterebbe la sua quota sotto al
40%. Il pacchetto vale circa 70 milioni di euro ai prezzi
attuali di Borsa, con cui la Fondazione guidata da Paolo
Momigliano potrebbe dare un taglio netto all’esposizione bancaria, che è in prevalenza nei confronti di Mediobanca, che ha raggiunto i 100 milioni di euro (più
una linea di credito di 40 milioni di Banca Carige che è
stata però ridotta). Lunedì prossimo sarà anche la giornata in cui l’amministratore delegato di Banca Carige,
Piero Montani, si recherà in visita di lavoro alla Fondazione per illustrare il nuovo piano strategico che sarà
sottoposto domani al consiglio di amministrazione
della banca. L’incontro, secondo le attese della vigilia
potrebbe essere decisivo per la definizione delle prossime mosse dell’ente che, una volta messo in sicurezza il
bilancio, deve valutare se e quanto sottoscrivere dell’aumento di capitale da 800 milioni previsto per giugno.
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Veneto Banca alla ricerca di 850 milioni Borsa, la carica degli stranieri allo Star
(f.mas.) Ha resistito finché ha potuto. Ma ieri anche
Veneto Banca ha dovuto prendere atto della realtà comune a tutto il sistema bancario italiano: la necessità
di rafforzare il patrimonio in vista degli esami della
Bce. Così l’istituto popolare di Montebelluna guidato
da Vincenzo Consoli ha varato un’operazione da complessivi 850 milioni di euro, suddivisi tra un aumento
di capitale vero e proprio da massimi 500 milioni e una
conversione del bond convertibile da 350 milioni. I soci dovrebbero dare il via libera all’operazione all’assemblea di sabato 26 aprile, così da far partire l’operazione in estate. Contemporaneamente il consiglio porterà avanti «le attività volte alla migliore valorizzazione di Banca Intermobiliare (Bim), attraverso la
cessione del pacchetto di controllo», è scritto nella nota dell’istituto. Tutto pur di evitare l’esito temuto a
Montebelluna, quello dell’integrazione con un’altra
realtà, a cominciare dalla vicina Popolare di Vicenza.
Non a caso Consoli ha parlato di prospettive «stand
alone» per l’istituto. L’obiettivo è arrivare a un livello
di patrimonio del 9,5% entro giugno. Anche il bilancio
2013 approvato ieri rispecchia le pulizie in atto nelle
banche italiane: il risultato finale è di una perdita di
96,1 milioni di euro dopo 459 milioni di euro di rettifiche complessive, di cui 354 sui crediti deteriorati.
( f.ch.) Le società quotate sullo Star piacciono agli
stranieri. Da Amber Capital Uk a Jp Morgan Asset Management, da Ennismore a Camomille, in base a uno studio di Ir Top su dati Consob (febbraio 2013-4 marzo
2014) sono 13 i nuovi investitori esteri venuti a fare
shopping sul segmento di Borsa Italiana, attratti soprattutto per i settori dei beni personali e della casa
(Moleskine, B&C Speakers) e dei beni e servizi industriali (Ansaldo Sts, Cembre). Complessivamente sullo
Star sono presenti 60 investitori istituzionali, di cui 48
stranieri e 12 italiani, che detengono 96 partecipazioni
rilevanti (87 un anno fa). Il valore totale degli investimenti è di 2,4 miliardi di euro, pari al 9% della capitalizzazione complessiva del segmento. Gli investitori esteri
sono l’80% del totale, per un investimento complessivo
di circa 2 miliardi di euro. «Secondo la nostra analisi —
spiega Anna Lambiase, amministratore delegato di IR
Top — aumenta l’interesse degli investitori istituzionali
esteri sul segmento Star e cresce l’attenzione per le
small cap: il 56% delle partecipazioni è concentrato sulle società con capitalizzazione inferiore ai 200 milioni,
segno di un rinnovato interesse verso le Pmi». Tra gli
stranieri che hanno aumentato le proprie partecipazioni c’è Norges Bank, che con un totale di otto società investite sullo Star si conferma fra gli investitori più attivi.
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Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera
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Cultura
ilClassico
Scrittore, drammaturgo, aforista, linguista, critico musicale,
premio Nobel, premio Oscar, il grande George Bernard Shaw
(1856 - 1950) ci ha lasciato alcuni testi memorabili, talvolta
con giudizi non sempre condivisibili. Ma sempre da leggere,
come il piccolo Manuale del rivoluzionario, traduzione di
Alessandro Miliotti, Piano B edizioni, pagine 120, 11.
1934-2014 Compie ottant’anni il prestigioso centro studi di politica internazionale fondato a Milano da un gruppo di giovani ricercatori
Pirelli e l’Ispi, lezioni di diplomazia
Il presidente garantì spazi di autonomia all’istituto anche sotto il fascismo
di ANTONIO CARIOTI
Il convegno
N
on è certo frequente che in
guerra la stampa dia spazio
alla voce del nemico. Ma stupisce ancora di più che questo sia potuto accadere in Italia sotto il
fascismo, nel dicembre 1940, quando
la rivista «Relazioni Internazionali»,
edita dall’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) di Milano,
pubblicò un discorso in cui il dittatore
greco Ioannis Metaxas attaccava direttamente Benito Mussolini per l’aggressione militare subita dal suo Paese nell’ottobre di quello stesso anno.
La vicenda non passò liscia, anche
perché «Relazioni Internazionali»
non era una pubblicazione specialistica per pochi intimi, visto che la sua
tiratura a volte superava
le 40 mila copie. Il ministro della Cultura popolare Alessandro Pavolini
andò su tutte le furie. Ma
alla fine l’Ispi se la cavò,
ricordando che compito
istituzionale della rivista
era fornire una completa
documentazione di politica estera, in cui poteva rientrare anche un discorso oggettivamente
rilevante come quello di Metaxas.
In realtà, a parte le scuse addotte
sul piano formale, è evidente che il caso non ebbe conseguenze gravi soprattutto a causa del credito di cui
l’Ispi godeva in alto loco grazie al suo
presidente Alberto Pirelli, esponente
di spicco della famosa dinastia industriale con la passione per la diplomazia: un uomo molto stimato dal Duce,
che lo aveva nominato commissario
di Confindustria nel 1934.
Allo stesso 1934, per l’esattezza al 27
marzo, risale la fondazione dell’Ispi,
che quindi compie domani ottant’anni: va sottolineato però che non fu Pirelli ad assumere l’iniziativa, bensì un
gruppo di giovani studiosi, in buona
parte allievi di Arrigo Solmi, fondatore della facoltà di Scienze politiche all’ateneo di Pavia. Il segretario dell’Ispi,
Pierfranco Gaslini, nato nel 1906, non
era ancora trentenne. E altrettanto dicasi per il suo vice, Gerolamo Bassani.
Il loro intento era dar vita a un grande
centro studi indipendente, con finanziamenti prevalentemente privati, indirizzato ad approfondire le questioni
di politica estera oltre la dimensione
accademica, sul modello dei grandi
«Ispi, Milano, Italia:
80 anni di politica
internazionale» è il titolo
del convegno che si tiene
il 2 aprile a Milano, alle
ore 17.30, a Palazzo
Clerici, per l’ottantesimo
anniversario dell’istituto.
L’incontro è suddiviso in
due sessioni: una di
carattere storico e l’altra
dedicata alle prospettive
attuali dell’Ispi
Nella prima sessione
interverranno il direttore
dell’Ispi Paolo Magri, lo
storico Gian Paolo Calchi
Novati, gli ex direttori
dell’Ispi Piero Ostellino e
Giuliano Urbani, lo
studioso Federico Giona.
Quindi prenderanno la
parola: il presidente
dell’Ispi Giancarlo
Aragona; il presidente
della Fondazione Corriere
della Sera Piergaetano
Marchetti; il presidente
della Pirelli Marco
Tronchetti Provera, il
segretario generale del
ministero degli Esteri
Michele Valensise
Nella foto: il vescovo
di Milano Giovanni
Battista Montini (poi
Papa Paolo VI) con il
direttore dell’Ispi
Gerolamo Bassani
Le origini
Qui sopra,
il logo per
l’ottantesimo
dell’Ispi.
Nella foto a
sinistra, lo stato
maggiore
dell’Ispi nella
prima fase di
vita dell’istituto.
Il secondo da
destra è Alberto
Pirelli (18821971), che fu
presidente
dell’Ispi dal
1935 al 1965
centri studi anglossassoni. Una missione alla quale l’Ispi, pur tra varie vicissitudini, è rimasto fedele nel tempo, sommando importanti iniziative
di formazione all’attività di studio e ricerca. Non a caso si è piazzato lo scorso anno al primo posto nel mondo tra
i think tank di medie dimensioni, nella prestigiosa classifica stilata dalla
University of Pennsylvania.
Agli inizi tuttavia l’Ispi stentò a decollare. Gaslini riuscì a farsi ricevere
da Mussolini, ma non ottenne granché. Però il progetto convinse Pirelli,
che all’inizio del 1935 si mise all’opera
per dare solide basi all’istituto, di cui
nello stesso anno assunse la presidenza. Tappa fondamentale del suo
impegno fu l’incontro con il Duce del
27 febbraio 1935, in cui l’industriale
lombardo mise a frutto le sue notevoli
doti diplomatiche. Occorre che l’Ispi,
scriveva Pirelli in un appunto preparatorio datato 23 febbraio, «mantenga
un carattere interamente indipendente dalle sfere ufficiali, ma di fatto ne
segua strettamente le direttive». Un
programma senza dubbio contraddittorio, ma in piena sintonia con l’atteggiamento di Mussolini, che voleva
conservare ben saldo il controllo su
ogni iniziativa che avesse risvolti politici, ma al tempo stesso gradiva fornire all’estero un’immagine di statista
tollerante, sensibile alle esigenze degli studi e del sapere.
Fu così che Pirelli ottenne cospicui
fondi pubblici e, successo forse ancora più importante, evitò che a Roma,
sotto l’ala protettrice del governo, sorgesse una qualche istituzione analoga
all’Ispi e destinata a fargli concorrenza. Anche sul versante privato gli appoggi non mancarono: nel consiglio
di amministrazione dell’istituto entrarono nomi illustri, quali il banchiere Raffaele Mattioli, l’imprenditore
Gino Olivetti, il presidente di Confindustria Giuseppe Volpi di Misurata.
Come ha osservato Brunello Vigezzi, nei primi anni l’Ispi crebbe parec-
chio, riuscendo a ritagliarsi un discreto margine di autonomia in tutti campi (e non erano pochi) nei quali Mussolini preferiva mantenere una
posizione ambigua e quindi notevoli
spazi di manovra erano concessi a chi
sapesse districarsi tra le diverse anime del regime. Alle pubblicazioni
dell’istituto collaborarono anche autori lontani dal fascismo, come Federico Chabod, Adolfo Omodeo, Ugo La
Malfa e alcuni studiosi ebrei continuarono a farlo, sotto pseudonimo,
nonostante le leggi razziali.
La guerra ovviamente peggiorò la
situazione, come nota Nicola Tranfaglia nel libro Vita di Alberto Pirelli (Einaudi), anche se nel 1941 venne deciso
il trasferimento dell’Ispi nella magnifica e prestigiosa sede di Palazzo Clerici, dove tuttora si trova. A parte l’in-
Durante la guerra
Scoppiò un caso quando
venne pubblicato un discorso
del dittatore greco Metaxas
che attaccava Mussolini
I successi di oggi
Il primo posto tra i think tank
di medie dimensioni
nella classifica annuale stilata
da University of Pennsylvania
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Arte e diritti Un saggio di Vittorio Storaro (per Skira) rende omaggio a 150 maestri e ai «loro» film
Fotografia al cinema: i grandi direttori della luce
di PAOLO MEREGHETTI
S
e il cinema è luce, perché chi «crea»
la luce non può essere considerato
co-autore dell’opera cinematografica? La domanda ce la pone Vittorio Storaro, uno dei cinematographer più conosciuti del mondo, tre Oscar, due lauree
honoris causa, decine di riconoscimenti,
e, per usare le sue parole, «l’aspirazione
al riconoscimento sul “diritto d’autore”
per la cinematografia». Perché la legislazione italiana protegge chi dirige un film,
chi lo scrive, chi compone la musica ma
non chi lo illumina.
E per sostenere quell’aspirazione, ha
pubblicato, con Bob Fisher e Lorenzo Codelli, un elegantissimo volume bilingue
da Skira, appunto L’arte della cinematografia (pagine 352, 80), che rende
omaggio a 150 «autori della fotografia»,
dalle origini del cinema ai giorni nostri.
«Non una storia esaustiva della fotografia
cinematografica — precisa — ma una
carrellata tra chi ha saputo emozionarmi
durante la mia vita di spettatore e di autore» e in cui ha coinvolto anche Luciano
Tovoli. Centocinquanta nomi legati a centocinquanta film (anche se qualche volta
gli occhi dietro la fotografia sono più di
due) divisi per decenni (ma con un unico
capitolo per tutto il muto), da Segundo
De Chomóne con Cabiria (1914) fino ad
Anna Foerster con Anonymous (2011),
ognuno accompagnato da un bel ritratto
critico-storico di Fischer o Codelli e da
una composizione fotografica dove Stora-
Figure di spicco
Da Segundo De Chomóne
con «Cabiria» del 1914
fino ad Anna Foerster con
«Anonymous» del 2011
ro incrocia le immagini del film prescelto
per restituire anche sulla pagina il dinamismo del cinema. Con allegato un dvd,
realizzato da Daniele Nannuzzi, che ripropone lo stesso viaggio per immagini.
I principali destinatari dell’operazione
sono gli occhi del lettore, che vengono
trascinati dentro le «dissolvenze» storariane e la marea di aneddoti e informazioni che ogni profilo contiene. Ma quest’opera pone al cinefilo più di uno stimolo per riflettere sulla creazione artistica e
il concetto di autorialità. Esemplare a
questo riguardo la «voce» Walt Disney e
Biancaneve, che non soltanto rivendica al
«produttore» Disney un ruolo creativo
che nemmeno i titoli del suo film gli attribuiscono, ma ricostruisce nei particolari
il lungo cammino tecnico svolto, per
spiegare che anche in un disegno animato il ruolo della luce e delle ombre (come
si ottennero nel 1937 quegli effetti così realistici?) sia fondamentale per il successo
cidente Metaxas, la censura si fece più
rigida: per esempio all’Ispi venne impedito di pubblicare una Storia moderna dell’India in cui l’autore Luigi
Suali lodava il regime coloniale britannico. E poi nel 1943 ci fu la rottura
tra Pirelli e il segretario Gaslini, che
abbandonò l’istituto.
Il momento più difficile venne con
l’occupazione tedesca, quando la Rsi
cercò di assorbire l’Ispi in ambito governativo e di trasformare le sue pubblicazioni in strumenti di propaganda, mentre Pirelli puntava a congelarne le attività, sospendendo anche
l’uscita di «Relazioni Internazionali».
Dopo la Liberazione il presidente dell’Ispi fu sottoposto a un processo di
epurazione per i suoi legami con il fascismo, mentre l’istituto veniva commissariato. Ma ancora una volta le doti diplomatiche di Pirelli, alla lunga,
ebbero la meglio: nel 1949, affiancato
da Bassani come direttore, tornò alla
guida del centro studi di Palazzo Clerici, che lasciò soltanto per ragioni di
età (era nato nel 1882) nel 1965, sei anni prima di morire.
@A_Carioti
finale. Altre voci, poi, ricordano allo spettatore «distratto» il ruolo di un autore
della fotografia nella realizzazione di capolavori: chi si ricorda il nome del cinematographer di Via col vento, di Suspiria, di Elephant Man, di Amadeus? Oppure sa riconoscerne l’operato quando il
regista è così celebre da oscurare i nomi
dei collaboratori? Come nel caso di
Chaplin e Roland Totheroh (per Luci della città) o Dreyer e Karl Andersson (per
Dies irae) o De Sica e Carlo Montuori (per
Ladri di biciclette). O, in tempi più recenti, Zhang Yimou e Zhao Fei per Lanterne
rosse, James Cameron e Russell P. Carpenter per Titanic o Christopher Nolan e
Walter Pfister per Inception.
Alla fine di questo lungo viaggio, non
puoi che convincerti che solo una legge
antiquata non sa riconoscere il ruolo centrale di chi ha saputo «illuminare le emozioni» del cinema.
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Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014
Città Il progetto, con il pensiero che lo genera, è il luogo della ricerca di una disciplina che va ridefinita
Elzeviro
Il romanzo (politico) di Umberto Silva
L’AMORE AL TEMPO
DI BOTTEGHE OSCURE
di RAFFAELE LA CAPRIA
U
no spiritello sulfureo e irriverente, appare e scompare nella uniforme nuvolaglia della narrativa italiana di
questi anni in cui tutti scrivono un libro autobiografico
come se sapessero che potrebbero morire senza che
nessuno abbia preso nota
della loro esistenza. Lo spiritello appartiene a Umberto
Silva, scrittore irregolare e
pour cause. Lui è diverso da
tutti questi, con lui la musica
cambia, diventa estrosa lieve
e dissonante.
Silva i suoi libri li pensa li
scrive e se li pubblica da sé,
nella piccola casa editrice Il
sofà magico. I grandi editori,
la radio, la televisione, i giornali, ormai promuovono ed
accettano soltanto chi è già
promosso dal successoci: si è
mai visto a Che tempo che fa
o Le invasioni barbariche, a
Otto e mezzo o in una qualsiasi trasmissione soi-disant
culturale della tv, promuovere qualcuno che non è già
una celebrità?
❜❜
Storia e vita viste
con umorismo,
frivolezza e
qualcosa
di sulfureo
I libri di Umberto Silva e il
loro autore, per esempio andrebbero promossi, sono libri esili, quasi tutti meno di
cento pagine, si leggono velocemente e senza fatica, ma
ci vuole un orecchio capace
di captare l’onda di una scrittura terribilmente ironica e
sapiente, consapevole di attraversare un mondo che la
guarda con sospetto a causa
dell’apparente frivolezza.
L’ultimo di questi libricini si
intitola L’amore al tempo delle Botteghe Oscure, e proprio
nel palazzone del Partito comunista lo scrittore attraversandone la pesantezza con la
sua frivolezza, mette l’una di
fronte all’altra, facendo risaltare meglio e di più quanto
noiosa è diventata oggi quella pesanteur. È una pesantezza che oggi, tutti sentiamo di
più e tutti sopportiamo la pesantezza che appesta l’aria
che si chiama politica italiana, fatta di chiacchiere e pettegolezzi, di sottili distinguo,
dove non si capisce niente di
quello che avviene tra partiti,
leggi, decreti, tasse, il bene e
il male, e dove non si sa mai
come stanno le cose .
Che c’entra tutto questo
col libro di Umberto Silva?
C'entra perché noi non ne
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Non c’è architettura senza filosofia
Perché teoria e mestiere servono più dell’alta tecnologia
di VITTORIO GREGOTTI
possiamo più di questa pesantezza, noi vorremmo sentire ogni tanto una musica diversa, «con brio», come
quella che suona Silva; vorremmo uscire da questa atmosfera ammorbante dove
siamo chiusi come in uno
scatolone, lo scatolone che in
metafora, nel libro di Silva, è
il palazzo del Partito comunista in via delle Botteghe
Oscure. Lì si muovono come
en passant fantasmi dai nomi familiari, Pajetta, Secchia,
che Silva ha davvero conosciuto, e tra loro lo scrittore,
rievocando il passato, si aggira nelle severe stanze del Palazzo disinibito e vivace come
il topolino di un cartone animato. E però si pensa non so
come anche alla pesantezza
degli anni Trenta e per contrasto alla musica di Cabaret,
a una irrisione fatta in tono
leggero in un ambiente poco
adatto a tollerarla. Quell’aria
svagata dei racconti di Silva
non deve ingannare, sono un
modo indiretto di far sentire
che amoreggiare come fa lui
in un severo palazzo comunista con una cugina che gli
sussurra in un orecchio «scopami», fa sussultare tutto il
palazzone dalle fondamenta,
mettendone in questione la
seriosità e procurando a noi
un piccolo fremito di soddisfazione.
Ci sono in questo libro pagine esilaranti come quelle
in cui si entra davvero e ci si
appropria della pazzia della
madre molto amata, e si
esplora il rapporto che questa pazzia ha instaurato con
una briciola di pane. Sono
pagine comiche e tragiche
nello stesso tempo, e a loro
modo «diaboliche». E ci sono dialoghi divertenti tra lui
e la cugina che gli confessa di
«aver preso la piega di andare con tutti ma proprio tutti.
“Come con tutti?” mormorai
affranto. “Ma sì, è un modo
di dire”, rise lei, “non penserai che mi facessi tutti ma
proprio tutti”. Beh, un po’ lo
pensavo, anche se non proprio tutti, diciamo molti,
moltissimi, e quel che più mi
annichiliva è che me lo diceva così, senza badarci».
E così, senza badarci, con
molta disinvoltura Umberto
Silva prende in giro la Storia
(per esempio la débâcle americana alla Baia dei Porci e la
ridicola esultanza dei suoi
amici comunisti), la Storia, e
insomma la vita in generale.
Quando ho detto che in lui,
nel suo umorismo, nella sua
apparente frivolezza, c’è
qualcosa di sulfureo avrei dovuto aggiungere anche che la
sua scrittura ci comunica finalmente un senso di sollievo e di grande liberazione.
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Incontro
Tour da scrittore per Ivano Fossati
Oggi a Napoli con Enzo d’Errico
Esordio di successo per il cantautore Ivano Fossati nelle
inedite vesti di romanziere. Tretrecinque (pp. 424,
18,50), uscito per Einaudi Stile Libero, è già nella
classifica settimanale dei venti romanzi italiani più
venduti. Fossati presenta il libro oggi, alle 18, alla
Feltrinelli di piazza dei Martiri, a Napoli; l’autore dialoga
con Enzo d’Errico, firma del «Corriere della Sera»
(ingresso libero). La storia racconta di un musicista, tra
lustrini e disincanto; ma al mondo delle note rimanda
anche il titolo: 335 non è qui un prefisso telefonico ma un
modello di chitarra elettrica (Gibson) usata da superstar
come B. B. King, John Lee Hooker a Eric Clapton. Dopo
Napoli il tour da scrittore di Fossati tocca a marzo Bari
(27) e Lecce (28), poi in aprile Bologna e Verona. (S.Col.).
L’incontro
I
l filosofo Roberto Esposito ha pubblicato una giusta protesta per una normativa che vorrebbe eliminare da alcune facoltà, come Pedagogia o
Scienza dell’Educazione, gli insegnamenti
di filosofia teoretica. È quello che sta avvenendo purtroppo anche nelle facoltà di
Architettura, una soppressione che sembra volersi accompagnare in modo simmetrico a quella della riduzione degli insegnamenti di mestiere e della proibizione agli insegnanti di praticare la professione, cioè di fare esercizi di progetto per
poterla insegnare.
Ma per un architetto obiettivo della propria carriera di allievo universitario è proprio la teoria e la pratica della costruzione
del progetto. Tale progetto si fonda sulla
conoscenza del proprio mestiere dei suoi
compiti, dei suoi obiettivi, dei suoi metodi e dei suoi fondamenti. Senza confondere ricerca con ideologia della ricerca, cioè
con la falsa coscienza che è offerta dallo
stato di incertezza che pervade oggi la cultura dell’architettura come pratica artistica, per chi vuole diventare architetto il
campo essenziale della ricerca deve essere
il progetto, la cui forma è il luogo di sintesi
tra teoria e prassi.
La responsabilità di questa condizione
non può essere scaricata direttamente sullo studente, a cui è necessario far presente
lo stato delle cose nella loro complessità,
ma al quale la scuola deve offrire un’ipotesi di soluzione, non importa se parziale e
provvisoria, ma pur sempre fondata su
un’ipotesi capace di confrontarsi criticamente con la realtà della società dei nostri
anni e delle sue contraddizioni. E ciò deve
avvenire per mezzo del progetto, che deve
dare una risposta storicamente e metodologicamente precisa, capace di un confronto con le altre culture e in grado di acquisire alla specificità della propria disciplina le loro ricchezze utili e necessarie.
Ma i recenti risultati dei concorsi di abilitazione, anche nella volgarità dei giudizi,
sembrano proporre sovente il docente come una figura opposta a quella del progettista di architettura. Tutto questo tenendo
conto che lo sviluppo tecnico e scientifico
è, per gli obiettivi dell’architettura, un
mezzo e non un fine così come lo sono gli
strumenti di rappresentazione. Inoltre,
che il disegno è un modo di essere della riflessione progettuale e non solo uno strumento di comunicazione e che le altre arti
perseguono nella costruzione dell’opera
In occasione
dell’International
workshop Lasue
intitolato «Gardens
of culture in Porta
Genova. Inhabit,
expose and
communicate the
projects for public
space», oggi, in aula
Ct 8 edificio 2
Campus Bovisa via
Durando 10 a
Milano, alle ore 15,
Vittorio Gregotti terrà
un incontro dal titolo:
«Il disegno urbano
nella periferia della
città europea», con
Alberto Aschieri.
A sinistra: Pietro
Labruzzi, ritratto di
Giovan Battista
Piranesi (particolare)
Salone del restauro
da oggi a Ferrara
Si apre oggi a Ferrara
Fiere la XXI edizione del
Salone del Restauro (fino al
29 marzo). Focalizzerà la
propria attenzione sulla
ricostruzione post-sisma, in
particolare con esempi
dall’Emilia Romagna.
Ci saranno quattro giorni
di eventi, incontri, dibattiti e
presentazioni di ricerche sul
restauro.
Nello stand del Ministero
per i Beni culturali saranno
presentati i progetti di
restauro più innovativi e
rappresentativi delle
tecniche e teorie
sperimentate negli ultimi
anni tra cui i recenti restauri
delle opere di Beato
Angelico e Paolo Uccello,
che potranno essere
ammirate.
obiettivi sovente analoghi ai nostri ma con
mezzi specifici diversi; infine che la creatività è figlia della necessità complessa e
profonda di dare risposte future fondate
sul terreno della storia, una creatività fondata cioè sulla convinzione che per essere
padri è necessaria la presa di coscienza di
essere figli, con tutte le proprie diversità
ed i propri ambiti storici.
Questo implica da parte dei docenti la
piena coscienza dell’insieme di questi
problemi e del loro sviluppo a confronto
con lo stato politico e sociale e con le condizioni in trasformazione del proprio lavoro, della complessità e della responsabilità collettiva dei compiti. Confronto critico che è fondamento di ogni ricerca, a
cui è necessario consegnare risposta con
tutti i suoi interrogativi ai propri studenti,
compresi quelli che attengono al proprio
mestiere, ai suoi strumenti e alla pratica
del disegno come indispensabile strumento di indagine progettuale.
Strategie
Lo sviluppo tecnico e scientifico è,
per gli obiettivi dell’architettura,
un mezzo e non un fine così come
gli strumenti di rappresentazione
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Fiera Maschi e femmine a ruoli invertiti nella letteratura per l’infanzia
Piccoli oltre le differenze di genere
dal nostro inviato CRISTINA TAGLIETTI
BOLOGNA — Per la prima volta in 51 edizioni
non c’è Roberto Denti. Ma la Fiera del libro per ragazzi ieri ha voluto ricordarlo con una tavola rotonda e una targa consegnata a Gianna Vitali, per quarant’anni compagna di vita e di lavoro dello scrittore, fondatore della Libreria per ragazzi di Milano,
esperto raffinato ma senza spocchia della letteratura infantile, scomparso lo scorso maggio.
Ieri è stata anche la giornata dei premi. Corraini
ha vinto, per l’Europa, il Bop (Bologna Prize for the
Best Children’s of the year) riservato agli editori
che, in ciascun continente, si sono distinti per il
carattere creativo e le qualità delle scelte editoriali
dell’ultimo anno, mentre il più ricco dei riconoscimenti (circa 500 mila euro), l’Astrid Lindgren Memorial Award, è andato alla scrittrice svedese Barbro Lindgren, classe 1937, definita dalla giuria
«un’autentica innovatrice», poliedrica autrice di
albi, poesie, opere teatrali, narrativa surreale (in
Italia Babalibri ha pubblicato due suoi lavori).
Innovazione e sperimentazione sono parole che
in Fiera si sentono spesso. E c’è qualcuno che ha il
coraggio di sovvertire i ruoli. Principesse che liberano il promesso sposo sconfiggendo il drago, maschietti che amano lavorare a maglia, nonne che
guidano i trattori, una Raperonzolo che si fa salvare non dal principe ma dai libri: non è questione di
quote rosa, ma di abbattere i pregiudizi di genere,
per dire che tutti possono fare qualunque cosa.
Come fa notare Carla Poesio, esperta di letteratura per ragazzi e consulente della Fiera, «la parità
tra maschi e femmine è tema già trattato dalla letteratura giovanile nel corso del tempo, basti pensare che uno dei migliori libri italiani, Extraterrestre alla pari, fu scritto da Bianca Pitzorno nel
1971», ma la novità è che sempre più spesso il tema
Tutto ciò deve essere messo a confronto
con le condizioni della scuola italiana e,
più in generale, con la presa di coscienza
del fatto che dopo i grandi rinnovamenti
del XVIII e XX secolo le facoltà di architettura nell’articolazione del proprio mestiere, dalla pianificazione al disegno degli
oggetti, dall’ingegneria ai compiti istituzionali, non hanno per ora trovato nuove
proposte organiche convincenti, che vanno cercate. Inoltre, tutto questo è stato travolto sia dall’articolazione del proprio mestiere sempre più complicata e laterale rispetto ai processi di produzione edilizia
con un compito sempre più connesso all’immagine di mercato del progetto. Infine, nel caso italiano, da un decadimento
delle scuole superiori preparatorie, dall’assurdo numero delle sedi universitarie
di architettura, a cui è stato impossibile
fornire un corpo docente preparato, che
hanno prodotto un numero di architetti
inutilmente macroscopico, emigrante ma
scarsamente connesso con un internazionalismo critico capace di proporre alternative a contrasto con l’attitudine di un’architettura di rispecchiamento stilistico
del dominante stato delle cose.
Niente teoria e niente mestiere, ma allora come si costruisce la pratica artistica
dell’architettura?
si trova anche in libri rivolti ai piccolissimi della fascia dai tre a sei anni. Così, se da un lato un certo
marketing editoriale accentua la differenza di genere offrendo libri per bambine dalle copertine rosa e glitterate, ci sono piccoli editori come Giralangolo o Lo Stampatello che propongono storie semplici e divertenti, non di genere didattico, dove si
cerca di sovvertire un immaginario diffuso e di veicolare un’intercambiabilità dei ruoli. Sottosopra è
il titolo della collana lanciata in Fiera da Giralangono e diretta da Irene Biemmi, ricercatrice alla facoltà di Scienze della formazione di Firenze. «Fino
a poco tempo fa non si parlava di differenze di genere, ma
di differenze sessuali — dice
— alludendo a distinzioni naturali, mente una prospettiva
di genere significa assumere
una posizione culturale. C’è
un processo di addestramento all’identità maschile o femminile e assecondare questi
La svedese Barbro modelli spesso è tutt’altro
che indolore».
Lindgren (1937)
La caratteristica di questi
libri è di non avere un punto di vista femminista, di
non essere «dalla parte delle bambine», ma di porsi dalla parte di entrambi. Piccolo Uovo. Maschio o
femmina? di Francesca Pardi e Altan edito da Lo
Stampatello ricorda che, qualunque sarà il suo sesso, al mondo non ci sono attività precluse ai maschi o alle femmine, mentre Tito Lupotti, delizioso
lupo-bambino, protagonista dell’albo di MarieOdile Judes e Martine Bourre (Giralangolo) coltiva
la legittima aspirazione a fare il fioraio e i tentativi
del padre di farlo diventare cacciatore sortiranno
l’effetto opposto.
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Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera
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L’UNIONE E GLI EGOISMI NAZIONALI
✒
Se il conflitto fra le religioni può
essere devastante e va prevenuto
con la conoscenza reciproca, riaprire le
grandi cicatrici interne ai singoli universi
religiosi non è meno pericoloso. Quando
esse vengono di nuovo squarciate iniziano
decenni di instabilità e di sangue. Il conflitto caparbiamente riaperto dalle guerre del
Golfo (fra sunniti e sciiti, fra alawiti e wahabiti) è lì a insegnarcelo con tutti i suoi tragici riflessi, dall’Iraq all’Iran, dall’Arabia alla
Siria. La voce della Chiesa che allora si levò
inascoltata appare ora una profezia. Una cicatrice interna al cristianesimo viene oggi
messa in una tensione non meno pericolosa sul confine occidentale della Russia: è la
cicatrice che separa latini e slavi, uniati e
ortodossi, sotto la cui crosta corre ancora il
veleno antisemita, altrove più mimetizzato.
Gli Stati Uniti, coinvolti in questo teatro
dall’insipienza europea, non temono di
esacerbare quel conflitto. Essi pensano il
mondo come una madre patria che (con le
sole eccezioni di Pearl Harbor e dell’11 Settembre) vive al sicuro mentre la sfera di influenza della superpotenza finisce su confini netti, al di là dei quali sta il nemico. È la
logica delle linee tirate su un parallelo o in
mezzo a una città come Berlino: linee che
quando diventano strategia portano a pensare alla Nato come a un’entità che «deve»
arrivare al filo di ciò che le è estraneo. L’Europa ha imparato proprio dalle guerre di religione da cui fuggirono i Padri pellegrini, il
valore delle terre di coabitazione. Quegli
spazi che distanziano i confini e permettono di pensare i passaggi, talora di costruire
ponti: come l’Ucraina che per questo motivo l’Europa di Prodi non voleva nella Nato.
L’americana e quella europea sono due
visioni difficilmente conciliabili: fra le quali il papato non è neutrale. La sua visione è
quella «europea»: anche oggi con un Papa
argentino e un segretario di Stato cresciuto
alla scuola di Casaroli. Com’è stata contraria all’intervento in Siria a ottobre, così la
Chiesa cattolica è contraria alla strategia
della tensione generata oggi in Ucraina.
Non per un interesse, ma per una sapienza
della pace di cui tutti dovrebbero tener conto, anche Obama. «Per favore» direbbe il
Papa.
Alberto Melloni
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MEDICINA, LA SCORCIATOIA DI TIRANA
ORA HA LA CERTIFICAZIONE DEL TAR
✒
Come sanno i 69 mila studenti che
l’8 aprile si «sfideranno» per gli 8
mila posti di matricola nelle facoltà di Medicina, si tratta di un percorso a numero chiuso. Ma, anche no. Perché il test di ammissione si può aggirare.
Alcuni studenti già si erano ingegnati ma
ora c’è la certificazione del Tar del Lazio che
in una sentenza di poche settimane fa stila una serie di indicazioni che implicitamente
riaprono il numero chiuso.
Come? Basta iscriversi all’Università di Nostra Signora del
Buon Consiglio di Tirana, pagare una sostanziosa retta, sostenere con profitto gli esami
in italiano del primo anno e
richiedere l’ammissione a una
delle università — da Milano, a Roma, Bologna e Bari — che dieci anni fa si erano impegnate a far sorgere un ateneo che nelle intenzioni originarie doveva aiutare a «europeizzare» l’Albania dopo i drammi dei Balcani negli anni 90 e che ora diventa una
porta girevole per diventare medici quando
il test di ammissione si è rivelato un muro
invalicabile.
I giudici del Tar hanno dato ragione a una
studentessa che, dopo aver frequentato tre
anni nella facoltà di Tirana, chiedeva di essere ammessa al quarto anno a Tor Vergata.
L’ateneo aveva detto di no. Il Tar ammette
che è ragionevole che a Tor Vergata vogliano
«evitare da parte di alcuni studenti veri e
propri aggiramenti dell’obbligo preselettivo
mediante l’iscrizione al primo anno e al superamento di pochi e più semplici esami in altre università
straniere».
Tuttavia, poiché «il piano
di studi», la lingua e i professori sono coincidenti con
quelli di Tor Vergata, la studentessa e chi fa come lei hanno diritto di tornare nell’ateneo che non li aveva accolti.
Ora naturalmente dovrà decidere il Consiglio di Stato se le aperture del
Tar ai «bocciati» del numero chiuso sono da
confermare. Il Tribunale amministrativo del
Lazio ha messo un solo limite agli studenti,
che studino con profitto. E alla studentessa
di Tor Vergata fa impliciti complimenti visto
che nella sentenza i giudici apprezzano il
suo «profitto brillantissimo» in Albania.
Gianna Fregonara
Il terreno migliore per crescere
resta la casa comune europea
di RICARDO FRANCO LEVI
H
a ragione Matteo Renzi nel criticare
come «anacronistiche» le regole
dell’euro, a partire da quella del 3
per cento per il rapporto tra deficit
e reddito nazionale. E ha ragione
Danilo Taino nello scrivere sul Corriere del 22
marzo che «in Europa potrebbe fiorire una
sorprendente primavera».
Ma se si riusciranno a scrivere regole nuove,
adatte alla stagione che stiamo vivendo e non
a quella che ci stiamo lasciando alle spalle, se
davvero fiorirà una bella primavera europea,
tutto questo avverrà per merito e sulla spinta
più del Parlamento europeo e della
Commissione che dei governi. Attenzione,
quindi, a non sbagliarsi nella scelta di
avversari ed alleati.
L’incontro di Berlino tra il nostro Presidente
del Consiglio e la Cancelliera Merkel ha
chiarito che oggi non esiste alcuna
disponibilità a modificare le regole in vigore e
che, nel campo delimitato da queste regole,
gli spazi di manovra sono limitatissimi.
Non poteva che essere così. Perduto lo slancio
unitario degli anni della costruzione dell’euro
e dell’allargamento, mossi da una crescente
sfiducia gli uni nei confronti degli altri, gli
Stati europei hanno dettato regole sempre più
dettagliate e stringenti per la gestione
dell’euro, riducendo quasi a zero i margini di
flessibilità dell’istituzione deputata al
controllo, la Commissione europea.
Il risultato è che oggi non è più nemmeno il 3
per cento a valere per stabilire chi abbia i conti
in ordine e chi no, ma sono una serie
successiva di parametri cesellati sino al
millimetro: parametri voluti, dettati,
concordati e firmati direttamente dagli e tra
gli Stati membri, tra i quali, non c’è neppure
bisogno di dirlo, anche l’Italia. Il Fiscal
Compact, la summa di queste minuziose
regole, non è un trattato dell’Unione europea
ma un trattato tra governi nazionali.
Il problema di fondo è chiaro: se si vuole un
governo intelligente della zona euro, capace di
modulare con flessibilità la propria gestione
al mutare delle circostanze, bisogna accettare
che al centro ci sia un’autorità in grado di
decidere; se questa autorità non la si vuole
riconoscere, se a un pilota padrone dei
comandi si preferisce un pilota automatico,
allora la strada finisce inevitabilmente per
portare alla situazione attuale, a quelle regole
che Matteo Renzi ha chiamato
«anacronistiche» e che, già molti anni orsono,
Romano Prodi aveva definito «stupide».
In questa situazione, cosa si può aspettare il
governo italiano? Nell’immediato, un
cammino tra paletti strettissimi. Se lo si vuole
CONC
LA POLITICA SBAGLIA A RIAPRIRE
LE FERITE INTERNE AL CRISTIANESIMO
tradurre nei numeri del rapporto tra deficit e
prodotto interno lordo, oggi fermo al 2,6 per
cento, il di più che l’Italia potrebbe
permettersi (e sempre che questa sia la ricetta
giusta per sostenere lo sviluppo) non va oltre
lo 0,1-0,2 per cento. Poco più di niente.
E allora? Scegliere unilateralmente la linea
della spesa in disavanzo, sfondando il tetto del
3 per cento, porterebbe a ricadere nel girone
dei Paesi devianti dal quale siamo appena
usciti e a sfidare i mercati finanziari con rischi
non calcolabili.
La strada maestra è quella di restituire
flessibilità e intelligenza al sistema in modo
unitario e concordato. Al posto di regole
talmente minuziose e rigide da imporre
un’applicazione automatica ed inflessibile,
servono impegni forti, responsabilmente
assunti nei confronti di un’autorità che abbia
il potere di gestirli con intelligenza e, dunque,
di farli rispettare. Lo strumento che si presta
alla bisogna è quello delle intese tra
Commissione e singoli Stati membri, i
cosiddetti «accordi contrattuali» che l’Unione
dovrebbe finalmente trovare la forza di varare,
facendo di questi, e non degli accordi
intergovernativi come il Fiscal Compact, la
fonte degli obiettivi e degli impegni.
La prima, fondamentale tappa in questa
direzione potrebbe essere quella del Consiglio
europeo del prossimo ottobre, quando i capi
di Stato e di governo dell’Unione si troveranno
riuniti sotto presidenza italiana. Spetterebbe,
poi, alla nuova Commissione che nascerà
dopo le elezioni europee avanzare le
necessarie proposte di legge. Nel sistema che
regge l’Unione Europea, l’iniziativa legislativa,
cioè il potere di proporre le leggi, spetta,
infatti, alla Commissione, quale istituzione
rappresentante dell’interesse comune.
Ma commetterebbe un grave errore chi, per
arrivare alla meta, puntasse a nuove e più
avanzate intese tra i governi. Far questo
vorrebbe dire scegliere un terreno di gioco nel
quale la cancelliera tedesca è imbattibile. La
partita si deve giocare col metodo: no, non
quello della Nazionale italiana degli anni
Trenta di Vittorio Pozzo, ma quello
comunitario, cioè con le procedure, le
garanzie e la partecipazione di tutte le
istituzioni dell’Unione europea. In questo
schema di gioco gli alleati naturali sono il
Parlamento europeo (dove risuona una voce
tedesca convintamente e autorevolmente
europeista) e la Commissione.
Sono stati i parlamentari che con la loro
pressione hanno migliorato, e non di poco, il
timido disegno dell’Unione bancaria
elaborato dai governi. Ed è in un documento
scritto con la forza della propria competenza e
del proprio prestigio professionale dai tecnici
della Commissione, e non in uno dei vaghi
comunicati finali del Consiglio europeo, che è
stato ufficializzato, lo scorso 5 marzo, lo
«squilibrio» dell’economia tedesca.
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VERTICI DELL’ALLEANZA
LA RAGNATELA DEI MANDARINI
DIRIGENTI PUBBLICI NEL GIOCO DELLE SEDIE
Il capo Nato e la debole partita italiana
di FRANCO VENTURINI
SEGUE DALLA PRIMA
Il modello italiano di selezione della dirigenza (il 92 per cento dei dirigenti è selezionato dall’interno, con concorsi pubblici
e rapporti di lavoro a tempo indeterminato,
e dunque soggetti a limitata mobilità interna) produce inamovibilità, proprio ciò che
Renzi vorrebbe correggere. Per farlo si potrebbe cominciare, come suggeriscono
Bellè e Valotti in I manager pubblici che vogliamo (Ebook Rcs, collana «Idee per la crescita»), creando una sola lista di idonei a
essere dirigenti (invece delle due fasce attuali) all’interno della quale le amministrazioni potrebbero trovare i candidati adatti
per svolgere incarichi triennali descritti in
modo esplicito. La selezione degli idonei
dovrebbe avvenire accertando le competenze manageriali più che le conoscenze
giuridiche. Il tutto accompagnato da una
«pagella per dirigenti», cioè meccanismi di
valutazione che leghino una parte della remunerazione al raggiungimento degli
obiettivi prefissati, con forme di rotazione
e mobilità obbligatoria tra un incarico e
l’altro in funzione dei risultati ottenuti negli incarichi precedenti. Significherebbe
muoversi verso il modello anglosassone,
dove i dirigenti pubblici sono scelti secondo modalità analoghe a quelle del settore
privato, con contratti e incarichi a tempo
determinato. Il risultato è una maggiore
mobilità, che rende il confine tra pubblico
e privato più facilmente valicabile. Il rinnovamento profondo attuato al ministero del
Tesoro negli anni Novanta fu il risultato
della lungimiranza di Guido Carli, il ministro di allora, che sostituì il vertice del Dipartimento del Tesoro con dirigenti tutti
assunti dall’esterno (compreso chi scrive,
Giavazzi).
Sostituire i capi dipartimento non garantisce leggi meglio scritte e soprattutto
applicate. Ma almeno, cercandoli al di fuori
della nomenklatura dei consiglieri di Stato,
si ridurrebbe l’impropria coincidenza di
identità fra chi scrive le norme e chi è poi
chiamato a verificarne la legittimità. E forse
avremmo codici e testi unici meno farraginosi, oggi miniera di cause, ricorsi e contenziosi.
Insomma, se non si cambia radicalmente la cultura dei funzionari pubblici le riforme non si fanno, e se anche si fanno difficilmente verranno attuate. Lasciare la gestione dello Stato e l’attuazione delle leggi a
chi per decenni ha dimostrato di non saperlo o, più probabilmente, non volerlo fare non è il modo per cambiare il Paese. Ci
sono solo otto settimane per farlo.
Francesco Daveri
e Francesco Giavazzi
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SEGUE DALLA PRIMA
C’è anche da decidere chi sostituirà l’attuale
Segretario generale Anders Fogh Rasmussen
alla scadenza di fine settembre. L’Italia per questa poltrona aveva da tempo, forse da troppo
tempo, presentato la candidatura dell’ex ministro degli Esteri Franco Frattini, ed è dunque
comprensibile che nei palazzi romani non siano state bene accolte le informazioni provenienti da varie fonti secondo cui esisterebbe
una convergenza di alcuni «grandi» dell’Alleanza (Stati Uniti, Germania e Gran Bretagna) sul
nome dell’ex premier norvegese Jens Stoltenberg.
Barack Obama, che arriva stasera a Roma e
che domani oltre a vedere il Papa incontrerà
Napolitano e Renzi, percepirà verosimilmente
la comprensibile delusione soprattutto del Capo dello Stato, che si è a lungo battuto a sostegno della candidatura italiana. Ma due elementi non vanno dimenticati, se vogliamo distinguere il legittimo disappunto da un velleitario
sentimento di offesa che potrebbe piantare radici nell’opinione pubblica: primo, Franco Frattini aveva e ha tutti i requisiti necessari per diventare la guida politica della Nato ma nessuno
dei pesi massimi dell’Alleanza si è formalmente
impegnato negli ultimi due anni ad appoggiarlo, e dunque non possiamo sentirci defraudati
di un consenso che non avevamo ottenuto in
misura sufficiente; secondo, la decisione definitiva non è stata ancora presa, lo sarà forse
martedì o mercoledì della prossima settimana,
ed è giusto aspettarsi che gli argomenti a favore
della proposta italiana vengano fatti valere fino
all’ultimo, fino a quando, cioè, la regola del
consenso che vige in sede Nato farà cadere tutte
le candidature meno quella vincente. Questi argomenti, senza voler sottovalutare la blindatura
apparentemente già avvenuta sul nome di Stoltenberg, non mancano. Dopo uno scozzese, un
olandese e un danese, è opportuno scegliere un
norvegese? È vero che la vicenda ucraina ha riportato sugli scudi la sicurezza dell’Europa centro-settentrionale, ma le tensioni nel Mediterraneo non sono da meno: non sarebbe più logico, dopo tanta attesa, che il nuovo Segretario
generale venisse da un Paese del sud?
Non basta. Fino ad oggi il Segretario generale è sempre stato espresso da un membro dell’Unione europea, anche se l’unica regola in materia è che il prescelto non debba essere americano (gli Usa esprimono invece il comandante
militare dell’Alleanza). Oltretutto un candidato
proveniente dalla Ue è certamente meglio piazzato per far avanzare il dialogo non sempre facile tra Unione europea e Alleanza atlantica, dialogo più che mai necessario dopo i fatti ucraini.
Ebbene, la Norvegia è membro della Nato ma
non è membro della Ue. E le perplessità francesi, a quanto si crede di sapere, hanno qualcosa a
che fare con la cittadinanza di Stoltenberg.
E ancora. Non bisogna dimenticare che tra
giugno e ottobre si svolgerà in Europa un complesso giro di poltrone che riguarderà, oltre alla
Nato, l’intera Commissione europea e la sua
presidenza. Non a caso che una indiscrezione
non verificabile attribuisce alla Cancelliera Merkel il desiderio di mettere un socialdemocratico come Stoltenberg alla testa della Nato per tagliare l’erba sotto i piedi al socialdemocratico
tedesco Schultz e alle sue ambizioni per la presidenza della Commissione. Ma altrettanto e
forse più credibile è che siano stati gli americani a non volere un Segretario generale proveniente dalla Ue proprio per rimanere estranei
alla battaglia delle nomine che in casa Ue si
svolgerà prima di settembre.
Accordi, voci, alleanze più o meno tattiche:
nulla di nuovo sotto il sole. Quel che conta è
mantenere fino alla fine una linea dignitosa e
non eccessivamente arrendevole. E conta anche
non inventare candidature, come quella dell’ex
Presidente del Consiglio Enrico Letta. Eccellente scelta ma non a questo punto, come ha confermato il ministro degli esteri Mogherini
smentendo che il governo abbia avanzato o discusso una tale proposta. «Non giochiamo con
le persone», ha detto. Così dovrebbero fare tutti.
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Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014
35
italia: 51575551575557
Lettere al Corriere
AUTODETERMINAZIONE DEI POPOLI
E INTANGIBILITÀ DELLE FRONTIERE
Risponde
Sergio Romano
l’Ottocento, fa la sua apparizione ufficiale nei «Quattordici punti» del presidente
americano Woodrow Wilson, ispira alcune delle norme del Trattato di Versailles,
è alle origini del processo di
decolonizzazione, risuona
periodicamente nelle piazze
di tutto il mondo e condiziona la politica internazionale.
Ma accanto a questo principio ve n’è un altro, il rispetto
delle frontiere, che è suggerito dall’esperienza e dalla
prudenza.
La compatibilità di questi
due principi fu uno dei temi
maggiormente discussi durante la Conferenza per la cooperazione e la sicurezza eu-
Ha più valore
l’autodeterminazione dei
popoli o la salvaguardia delle
frontiere? Secondo me le
minoranze in una Nazione
vanno rispettate, ma se
costituiscono una
maggioranza, bisogna dar
loro la possibilità di
pronunciarsi con chi vogliono
stare. Le frontiere, però,
vanno difese contro ogni
sopruso che tenti di ribaltare
la storia del Paese.
Francesco Italo Russo
[email protected]
Caro Russo,
l principio dell’autodeterminazione dei popoli risale ai moti nazionali del-
I
MOLOTOV-RIBBENTROP
mondo del lavoro. Pochi giorni
fa,però,la Ragioneria generale
dello Stato ha bloccato il
pensionamento di 4.000
insegnanti per mancanza di
fondi. Quindi il governo, prima
di lanciare proclami, farebbe
meglio a verificare la copertura
finanziaria.
Quel patto
Nella Storia Universale
dell’Accademia delle Scienze
dell’Urss si sostiene che
l’Unione Sovietica propose
accordi alle potenze occidentali
per porre un freno alle mire di
Hitler, ricevendone solo rifiuti.
Anzi, le potenze occidentali
addirittura speravano che la
Germania attaccasse Stalin. Se
tale assunto avesse
fondamento, non furono gli
Stati europei a spingere la
Germania a far scoppiare la
Seconda guerra mondiale con
l’occupazione della Polonia?
Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a:
«Lettere al Corriere» Corriere della Sera
via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79
ropea, conclusa con l’approvazione dell’Atto unico di
Helsinki il 15 agosto 1975. I
sovietici volevano che il trattato contenesse un esplicito
riferimento all’intangibilità
delle frontiere; gli occidentali invocavano quello dell’autodeterminazione dei popoli. Il contrasto non era astratto e giuridico, ma strettam e n te p o l i t i c o . L’ U r s s
temeva che il principio dell’autodeterminazione avrebbe offerto pretesti per rimet-
risparmi ottenibili, nei tempi
dati. In caso contrario, rimane
forte lo scetticismo e la
confusione.
Giovannino Gliozzi
Reggio Calabria
tere in discussione l’appartenenza dei territori conquistati dall’Armata Rossa
durante la Seconda guerra
mondale e, in particolare, i
confini tedeschi e polacchi.
Gli occidentali volevano lasciare una porta socchiusa
per la futura riunificazione
tedesca e volevano che il
principio dell’autodeterminazione fosse iscritto nel
Trattato. Il risultato fu un
trattato in cui i due principi
sono presenti, su un piano di
parità, in uno stesso testo.
Tutti sapevano che sarebbero stati, in ultima analisi, incompatibili, ma il desiderio
di stabilizzare la Guerra fredda con un accordo prevalse
su qualsiasi altra considerazione.
I l p ro b l e m a r i e m e r s e
drammaticamente alla superficie con l’unificazione
tedesca nel 1990 e la crisi
dello Stato jugoslavo nel
1991. Il riconoscimento della
Slovenia e della Croazia, fortemente voluto dalla Germania, ha aperto il vaso di Pandora e reso legittimi, se non
legali, i movimenti indipendentisti e secessionisti degli
scorsi anni. Oggi l’Ucraina è
il campo di battaglia in cui lo
scontro fra due principi —
autodeterminazione e intangibilità — può mettere a rischio l’esistenza del Paese.
come «povere» e quindi oggetto
di salvaguardia: si dimentica
che gran parte dei beneficiari la
percepiscono da quando erano
quarantenni!
Quando si taglia non sarebbe
opportuno una verifica più
attenta?
potremmo unificare tutto nella
Guardia Costiera come negli
Usa? Gestire mezzi marittimi è
più costoso che gestire mezzi
terrestri in quanto richiede
ormeggi, cantieri di
manutenzione e personale
abilitato a navigare.
Fernando Borghini
[email protected]
Italo Cilimbini
Cisano di Bardolino (Vr)
Pierluigi Botti, Salerno
Vi furono conversazioni a
Mosca nell’estate del 1939 fra
una delegazione anglo-francese
e il governo sovietico. Ma fallirono quando i sovietici chiesero
che venisse autorizzato il passaggio delle loro truppe attraverso la Polonia. Di lì a poco
Molotov, ministro degli Esteri
sovietico, avrebbe firmato un
patto di non aggressione con
Ribbentrop, ministro degli
Esteri del Reich tedesco.
Il caso degli insegnanti
Verifiche poco attente
Non passa giorno che il governo
non annunci nuovi tagli agli
sprechi, riordino di interi
settori, chiusura di strutture
inutili ecc. ecc. L’obbiettivo è
recuperare più risorse possibili,
da investire nel rilancio
dell’economia e nella riduzione
delle tasse. Di fronte a questa
girandola di annunci, si rimane
scettici. E confusi. Sarebbe
opportuno che il governo
presentasse un piano organico,
elencando, settore per settore, i
tagli previsti e i relativi
Per fare cassa da alcuni anni si
ricorre sulle pensioni,
dimenticando che i pensionati
non sono esentati da Irpef, ad
addizionali comunali, regionali
e balzelli. Trovo immorale che
chi percepisce una pensione
superiore ai 3.000 euro venga
additato come un privilegiato
da punire, dimenticando che
quella pensione proviene
magari da 40 anni di lavoro e
contributi pesantissimi. È
assurdo pure considerare le
pensioni sotto i 1.500 euro
Marine Le Pen (Fronte
Nazionale francese):
Grillo mi odia, ma i
nostri programmi sono
simili. Ha ragione?
Il governo intende
prepensionare 85 mila pubblici
dipendenti per favorire
l’ingresso dei giovani nel
Prodotti da favorire
Polizie marittime
Girandola di annunci
La tua opinione su
sonar.corriere.it
RAGIONERIA DELLO STATO
TAGLIE ALLE PENSIONI
Mentre le coste americane sono
protette dalla sola Coast Guard
che si occupa di tutto —
contrabbando, clandestini
controllo documenti delle navi,
licenze ecc, — in Italia, oltre
alla Guardia costiera anche i
Carabinieri, la Polizia e la
Guardia di Finanza hanno la
propria flotta marittima con
motoscafi e piccole navi. Un
amico mio è stato fermato con
la sua barca nello stesso giorno
prima dalla Polizia e poi dalla
Guardia di Finanza per un
normale controllo. Non
SUL WEB Risposte alle 19 di ieri
La domanda
di oggi
Sì
«Mosca si fermi
o la Nato è pronta
a reagire». Fa bene
il presidente Obama
ad alzare la voce?
52
No
48
Franco Delle Piane, Genova
ACQUISTI
IN ITALIA E STATI UNITI
MISURE SULLE SPESE
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I prodotti «made in Italy» e
venduti in Italia spesso non lo
sono. È utile quindi controllare
la provenienza prima di
comprarli. Ma non escluderei la
merce di marca estera, ma
prodotta qui. Anche queste
aziende danno lavoro a persone
che pagano le tasse e
consumano nel nostro Paese, ed
esse stesse pagano le imposte
da noi sugli utili conseguiti.
Ardengo Alebardi
[email protected]
COMPENSI DEI MANAGER
Lordi o netti?
A proposito dei compensi dei
«big manager», noto che ben
raramente viene specificato se
trattasi di lordi o netti. Se
vanno intesi come lordi,
considerate le tasse gravanti,
altro che stipendi d’oro. Forse
solo d’argento…
Alessandro Mariani
Arese (Mi)
Interventi & Repliche
Geotermia: i soffioni di Larderello
Ci è giunto l’eco di pareri discordi a proposito
della risposta di Sergio Romano a un lettore
che gli aveva chiesto informazioni sui
soffioni boraciferi di Larderello e sulla
energia geotermica (Corriere, 20 marzo). Il
calcolo sul numero delle famiglie, i cui
consumi di elettricità possono essere
soddisfatti con la produzione del polo
geotermico di Larderello, è molto semplice:
la produzione annua della geotermia è di
circa 5,3 miliardi di kWh. Il consumo medio
di una famiglia italiana varia dai 2.500 ai
3.000 kWh annui (dati dell’Autorità per
l’Energia Elettrica e il Gas). In virtù di questi
numeri, basta una semplice divisione per
poter affermare che la produzione di energia
geotermica è in grado di soddisfare il
fabbisogno di circa 2 milioni di famiglie. Si
tratta di un dato indicativo e reale che viene
utilizzato anche dalla Regione Toscana
nonché da Università, enti di ricerca e
dall’Unione Geotermica Italiana, come
avvenuto alcuni mesi fa nel corso del
convegno sul centenario dell’entrata in
esercizio della prima centrale geotermica di
Larderello svoltosi all’Università di Pisa.
Le 32 centrali geotermiche distribuite sul
territorio toscano alimentano non solo
famiglie ma anche aziende, esercizi
commerciali e forniture non domestiche che
hanno consumi maggiori. È per questo
motivo che la geotermia non copre il
fabbisogno energetico di tutte le famiglie
toscane. Complessivamente, sul totale dei
consumi toscani di aziende e famiglie, la
geotermia copre più del 26% del fabbisogno
elettrico regionale, il cui totale, nel 2012, è
stato pari a quasi 20 miliardi di kWh.
Enel, Relazioni con i media
Come ottenere i Cud dall’Inps
Al lettore che si lamenta delle difficoltà per
ottenere il Cud di una congiunta (Corriere,
24 marzo) per poter fare la dichiarazione
dei redditi, consiglierei di richiedere all’Inps
il Pin della cognata: potrà così venire in
possesso del Cud comodamente a casa
propria. In alternativa il lettore se lo può
fare spedire telefonando al contact center
dell’Inps: 803164. Molte volte le cose sono
complicate per colpa nostra.
Paolo Preci, Milano
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Tuttifrutti
di Gian Antonio Stella
L’utopia della mobilità
nell’impiego pubblico
C
i vorrebbe «una sana mobilità obbligatoria...», ha detto ieri Marianna Madia, cercando di sdrammatizzare
la denuncia del commissario alla spending review Carlo Cottarelli di 85.000 esuberi nel comparto pubblico.
Parole d’oro. Dice infatti il dossier Government at a
Glance dell’Ocse del novembre scorso che, rispetto al totale degli occupati, l’Italia non ha affatto un numero eccessivo di dipendenti pubblici. Anzi, non solo sta sotto i soliti Paesi nordici o
postcomunisti come l’Ungheria, l’Estonia o la Slovenia, ma anche la Francia, il Belgio, la Gran Bretagna e la stessa media Ocse.
Solo che ce ne sono troppi in certi settori e in certe aree e troppo
pochi altrove. Poterli muovere, insomma, consentirebbe di risolvere un mucchio di problemi.
Il guaio è che, storicamente, è sempre stata un’impresa titanica non solo portare uno «statale» da Lampedusa a Vipiteno, e si
può capire, ma anche spostare chi non lo desidera da un comune a quello confinante o addirittura da un ufficio all’altro, magari sullo stesso corridoio.
Lo ricorda un’interrogazione di Pietro Ichino alla stessa Madia: «Le amministrazioni statali avrebbero urgente necessità di
spostamenti ingenti di personale, nell’ambito di ciascuna provincia, dalle numerose sedi che fanno registrare evidentissime
situazioni di overstaffing a quelle dove si registrano gravi carenze di organico. In primis le cancellerie dei Tribunali, dove mancano 7.000 persone; ma anche gli
Ispettorati del lavoro e delle Asl,
dove dotare ogni ispettore di uno
Impossibile
o due assistenti consentirebbe di
spostare
colmare gravi gap rispetto alle
esigenze; e l’elenco potrebbe
qualcuno
continuare...». Il bello è che l’artida un ufficio
colo 33 del Testo unico sul pubblico impiego prevede la mobilità
a un altro
d’ufficio del personale delle amministrazioni pubbliche dal lontano 2001. Solo che da allora ad oggi «questa procedura non ha
mai avuto alcuna applicazione».
Il governo Monti, ricorda Ichino, ci provò. Intimando alle amministrazioni di fornire entro una certa data il numero dei dipendenti in esubero. E quella data fu più volte prorogata. Macché. «A tutt’oggi nessuna amministrazione ha dichiarato alcuna
eccedenza di personale». La stessa legge «stabilisce che “la
mancata attivazione delle procedure di cui al presente articolo
da parte del dirigente responsabile è valutabile ai fini della responsabilità disciplinare”». Per capirci: il funzionario che non
ammette gli esuberi va sottoposto a sanzioni.
Insomma, chiedeva maliziosamente il senatore già collaboratore del Corriere al neoministro della Funzione pubblica: «Le risulta almeno un caso in cui si sia proceduto disciplinarmente,
anche nei confronti di un solo dirigente? Se la risposta è negativa, le sembra che possa dirsi “civile” un Paese in cui la legge dello Stato è così platealmente disapplicata dallo Stato stesso?». La
risposta alla prima domanda era implicita: manco uno. E implicita era anche la risposta alla seconda: no, un Paese così civile
non è.
❜❜
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Roberto Weber lavora all’Istituto Ixè
Nell’articolo «I sondaggisti: senza il leader
FI rischia il crollo» (Corriere 24 marzo)
Roberto Weber è indicato come numero
uno di Swg, in realtà Weber lavora per
l’Istituto Ixè da fine settembre del 2013. Il
quadro delineato si basa quindi su dati di
proprietà dell’istituto Ixè. Ci scusiamo.
La foto di Steven Chu
Ieri abbiamo pubblicato a pagina 4 del
giornale la foto di Steven Chu
attribuendogli la carica di segretario del
Dipartimento Usa dell’Energia (Doe). Chu
dal 22 aprile 2013 non è più a capo del Doe
ma è stato sostituito da Ernest Moniz. Ci
scusiamo.
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PREZZI: *Non acquistabili separati, il venerdì Corriere della Sera + Sette € 1,90 (Corriere €
1,40 + Sette € 0,50); il sabato Corriere della Sera + IoDonna € 1,90 (Corriere € 1,40 + IoDonna € 0,50). A Como e prov., non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + Cor. Como €
1,20 + € 0,20; ven. Corsera + Sette + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20; sab. Corsera + IoDon-
na + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20. In Campania, Puglia, Matera e prov., non acquistabili separati: lun. Corsera + CorrierEconomia del CorMez. € 0,93 + € 0,47; m/m/g/d
Corsera + CorMez. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47;
sab. Corsera + IoDonna + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Veneto, non acquistabili
separati: m/m/g/d Corsera + CorVen. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorVen. € 0,93
+ € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Trentino
Alto Adige, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 +
€ 0,47; ven. Corsera + Sette + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera +
IoDonna + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. A Bologna e prov. non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorBo € 0,62 + € 0,78; ven. Corsera + Sette + CorBo €
0,62 + € 0,50 + € 0,78; sab. Corsera + Io Donna + CorBo € 0,62 + € 0,50 + € 0,78. A Firenze e
prov. non acquistabili separati: l/m/m/g/d Corsera + CorFi € 0,62 + € 0,78; ven. Corsera +
Sette + CorFi € 0,62 + € 0,50 + € 0,78; sab. Corsera + Io Donna + CorFi € 0,62 + € 0,50 + €
0,78.
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La tiratura di martedì 25 marzo è stata di 493.585 copie
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€ 11,39; con “I dolci di Benedetta” € 9,39; con “12 anni schiavo” € 11,30; con “La grande cucina italiana” € 11,30; con “Manara, maestro dell’Eros” € 12,39; con “Holly e Benji” € 11,39; con “Il giovane Montalbano” € 11,39; con “Luigi Pirandello. Romanzi, novelle e teatro” € 9,30; con “English da Zero” € 12,39; con “Biblioteca della Montagna” € 10,30
36
italia: 51575551575557
Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014
37
italia: 51575551575557
Spettacoli
Il futuro sovrintendente
Pereira: Scala aperta tutte le sere per Expo e biglietti low cost
Una ventina di titoli d’opera, balletti e concerti:
la prossima stagione della Scala, illustrata dal
futuro sovrintendente Alexander Pereira, si
annuncia intensa, anche perché nei sei mesi di
Expo il teatro sarà aperto ogni sera per offrire
spettacoli ai 20 milioni di visitatori attesi a
Milano. Altra novità: serate low cost con il
biglietto (venduto al botteghino) a metà prezzo.
L’intervista
Il compositore
e pianista: sono
cresciuto in un
ambiente pieno
di stimoli, voglio
approfondire la
ricerca. Ero attratto
anche dalla pittura
Al pianoforte
Daniele Pollini, 36 anni,
nella sua casa di Milano.
Figlio del grande
musicista, è pianista
oltreché compositore
e direttore d’orchestra
In coppia
Daniele Pollini: amavo le scienze
ma ha vinto il fascino della musica
«Non era facile suonare con mio padre, poi tutto è filato liscio»
MILANO — «Qui è dove studio e lavoro». Una mansarda nel cuore della
vecchia Milano, una finestra sui tetti,
un tecnigrafo su un cavalletto. Se il
padrone di casa non si chiamasse Daniele Pollini potrebbe essere l’atelier
di un architetto. «In realtà, viste le dimensioni extra large della partiture
di oggi, mi è molto più agevole comporre la musica su questo tavolo da
disegno», spiega Daniele. «Però —
aggiunge sorridendo — è vero che
questa era la casa di un architetto.
L’aveva disegnata mio nonno Gino,
pioniere del razionalismo italiano.
Ma anche un buon violinista, uno innamorato della musica».
Passioni che scorrono nel sangue
da una generazione all’altra. Da Gino
a Maurizio, lo straordinario pianista
che tutto il mondo ammira, da Maurizio a Daniele, suo figlio. Che prosegue nella tradizione di famiglia con
successo, anche se muovendosi da
un’ottica più ampia. Oltre alla tastiera, Daniele si dedica infatti anche alla
composizione e alla direzione d’orchestra. «Tre tappe necessarie per
approfondire la mia ricerca. Amo la
musica nei suoi vari aspetti, anche se
dovrò decidermi a restringere il campo».
Scegliere non è facile. Specie se le
tentazioni sono tante. «Sono cresciuto in un ambiente ricco di stimoli —
ricorda —. Fin da bambino ho cono-
sciuto i musicisti più famosi, artisti di
ogni tipo…». Eppure la musica non è
stata per lui il primo amore. «Da ragazzo andavo pazzo per le scienze naturali — confessa —. Raccoglievo
fossili, portavo a casa pesciolini, gechi, serpentelli… Mi sarebbe piaciuto
un boa, ma mia madre Marlisa si oppose». E suo padre? «Ah, lui non se
ne sarebbe neanche accorto…».
Poi è arrivata la pittura. «E anche
qui c’entra il dna. Fausto Melotti era
❜❜
Il peso del nome
❜❜
La sfida con i giovani
Avere alle spalle un
simile genitore è stato
al tempo stesso un
privilegio e un onere
Il compito più
«rivoluzionario» è saper
sviluppare nei ragazzi
l’attitudine all’ascolto
mio zio, il Novecento visivo mi era familiare fin da piccolo. Quei quadri li
ho dipinti io, avevo 13 anni», svela indicando due tele molto colorate, di
gusto astratto. Dalla musica invece
continuava a sgusciare. «Mia nonna
insisteva perché suonassi il piano.
Iniziai a prendere qualche lezione,
ma di malavoglia. Finché un giorno
esplosi: basta! Non voglio avere nulla
a che fare con la musica! Nessuno mi
forzò più, ma da lì a poco fu io ad accostarmi alla classica. Con crescente
passione».
A 17 si diploma in pianoforte sotto
la guida di Franco Scala, poi i corsi di
perfezionamento all’Accademia di
Imola. Dedicarsi a quello strumento
con tale padre alle spalle non dev’esser stato facile. «Vero. Ma lui non ha
mai cercato di influenzarmi. È stato
un riferimento inevitabile, ma non il
solo. Tra i pianisti che più apprezzo ci
sono anche Richter, Benedetti Mi-
Il talento nel Dna
Maurizio Pollini è nato
a Milano nel 1942. Si
è diplomato al
Conservatorio di
Milano e ha vinto
diciottenne (nel
1960) il Concorso
Chopin a Varsavia. In
quell’occasione Arthur
Rubinstein, dopo aver
ascoltato Pollini, disse:
«Questo giovane
suona meglio di tutti
noi». Pianista come il
padre, il figlio Daniele
(insieme nella foto) è
nato a Berna nel
1978 (ma è cresciuto
a Milano). Ha
debuttato nel 1997
al Rossini Opera
Festival di Pesaro
L’omaggio Nelle sale il documentario sulla figura di Hetherington
Vita di Tim, reporter ucciso in Libia
U
na vita passata nei campi
di battaglia, quella di Tim
Hetherington, ucciso a 40 anni
nell’aprile del 2011 da un colpo
di mortaio a Misurata, in Libia,
dove si trovava per un reportage sulla guerra civile.
Una morte, la sua, avvenuta
solo qualche settimana dopo
aver partecipato alla Notte degli Oscar, dov’era stato candidato per il documentario codiretto con Sebastian Junger,
Restrepo - Inferno in Afghanistan. Ora l’amico, scrittore e
giornalista Sebastian Junger ripercorre la sua storia in Tim
Hetherington: dalla linea del
fronte, documentario nelle sale italiane dal 3 aprile (distribuito da I Wonder Pictures) dopo il debutto al Sundance Film
Festival nel 2013. Nel racconta-
re Hetherington, Junger unisce
le sue foto e i video, dall’Africa
al Medio Oriente, con interviste, conversazioni e testimonianze. Come quelle dei suoi
genitori, della compagna Idil,
dei colleghi con lui negli ultimi
istanti, e di alcuni dei protago-
Al fronte Sebastian Junger (52)
e Tim Hetherington (1970-2011)
nisti dei suoi reportage. Un ritratto da cui emergono l’umanità e l’empatia («Tutto quello
che faccio mi coinvolge a livello emotivo») che aveva per i
soggetti delle sue immagini. Ci
sono, fra le altre, le sue foto dei
bambini resi ciechi negli scontri in Sierra Leone e le sconvolgenti riprese in Liberia durante
la Guerra Civile del 2003.
«Quello che per me è importante — spiegava Hetherington — è creare un legame con
persone vere, per documentarle anche nelle circostanze
estreme dove non sembrano
esserci soluzioni nette che ti
facciano capire cosa stia succedendo. Spero che il mio lavoro
riesca a mostrarlo».
L. Zan.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Orario 10 - 19
chelangeli, Schnabel, Horowitz. E tra
i viventi Radu Lupu e Alfred Brendel».
Solo dopo anni, raggiunta la necessaria maturità interpretativa, Daniele
accetta l’offerta del padre: suonare
con lui nell’ambito di quel «Pollini
Project» che accosta brani classici e
contemporanei. Prima a Lucerna, poi
a Tokyo e a Parigi, i due Pollini si esibiscono uno dopo l’altro nei due repertori. Ultima tappa, più recente, alla Scala. Dove Maurizio, 72 anni, ha
eseguito i Preludi di Debussy e Daniele, anni 36, gli ultimi tre pezzi di Carnaval di Salvatore Sciarrino. Due
mondi musicali così lontani da sventare assurdi confronti. «Ho avuto la
sensazione di avere un coltello alla
gola… Poi tutto è filato liscio. Penso
sia arrivato il momento di venir giudicato per quel che sono. So bene che le
aspettative su di me sono alte, avere
alle spalle un tale padre è stato un privilegio ma anche un onere».
La sua lezione migliore? «Affrontare la musica dentro un contesto culturale più ampio, con rigore estetico
e morale. Forse un tempo si era esagerato nell’essere duri e puri, nel non
tener conto della comprensione del
pubblico. Oggi però si rischia l’errore
contrario, di
scrivere musica per piacere
ad ogni costo.
Con il pericolo
di omologare i
linguaggi e
perdere la propria identità».
E un tempo,
parliamo sempre del post ’68,
l’arte si coniugava con la politica. Suo
padre ne è stato un esempio, mai ha
esitato a prendere posizioni scomode. «Erano anni più vivi dal punto di
vista sociale. Lui, Luigi Nono, Claudio
Abbado, andavano a tenere concerti
nelle fabbriche… Al Conservatorio
mio padre venne fischiato perché
aveva osato leggere una dichiarazione contro i bombardamenti americani su Hanoi. Apprezzo il loro impegno ma ora sono altri tempi. Oggi
conta più quel che fai che quel che
proclami. È l’arte il messaggio. Si possono dire cose ribelli e fare arte conformista, e viceversa. In tempi in cui
Internet ha scompigliato tutto e riflettere è diventato sempre più difficile, il compito più “rivoluzionario”
per un musicista sarebbe impegnarsi
per sviluppare nei giovani l’attitudine
all’ascolto».
Giuseppina Manin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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italia: 51575551575557
Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014
Spettacoli 39
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Personaggi Due volte mondiale in Superbike, debutta con il cd autobiografico «Renegade»
La star americana arriva in tv
Toseland, il rock da campione:
canto la mia vita da adrenalina
Giada, chef che disubbidì
a nonno De Laurentiis
L
L’ex iridato di motociclismo: ora mi sento più libero
L
a vita vissuta dal basso
della sella di una moto è
troppo veloce. Una corsa continua. Il suo freno
naturale era sedersi al pianoforte. «È sempre stata la mia
fuga mentale, oltre che fisica.
Ora che non ho più bisogno di
rallentare con la moto posso
spingere forte con la musica».
Con un polso sbriciolato per
l’abitudine a spalmarlo in curva, James Toseland, 32 anni, 15
passati piegato sull’asfalto vincendo mondiali in Superbike
(2004 e 2007), è tornato al primo amore sfornando un
disco da ascoltare a volumi
alti come rombo di motori.
«Renegade», è il suo album di debutto, suonatissimo dalle radio inglesi, appena uscito in Italia. «Un disco autobiografico: adrenalina pura, come Ac/Dc
ammorbiditi da sfumature
di Coldplay: portavo le mie
idee in studio e Toby Jepson,
il mio produttore, ha tradotto
in musica la mia vita» racconta
Giacomino come lo chiamavano i meccanici della Ducati,
quando prima del semaforo
verde si chiudeva nelle cuffie
per ascoltare «One Vision» dei
Queen.
La musica era nel sangue di
famiglia. «Mia nonna mi ha
trasmesso la passione per il
pianoforte quando avevo 4 anni, mi ha insegnato a suonarlo,
poi mi sono laureato al conservatorio. I Queen, Bon Jovi e i
Guns N’ Roses, al bivio con la
classica, mi hanno fatto virare
verso il rock» ricorda.
Ai matrimoni di famiglia i
primi show dal vivo. «Ho suonato a quello di mia mamma e
a sorpresa per mio fratello» ricorda. Un altro matrimonio
l’ha poi definitivamente avvicinato alla musica. Nel settembre di due anni fa Toseland ha
sposato la folk singer Katie Melua. «Eravamo fidanzati
Ieri e oggi James
Toseland (32 anni)
versione rocker.
È stato campione del
mondo Superbike
2004 e 2007
da poco quando mi sono infortunato. Un giorno mi disse:
“Ora che fai?”. Le ho risposto:
“Un disco rock”». L’album è nato durante otto mesi di esilio in
un hotel in Scozia. «Quando
sono tornato con il demo, Katie
mi ha detto che ero sulla strada
giusta». A casa i due, agli antipodi del suono, cantano insieme. Lui la aiuta a migliorare al
piano, lei ricambia con la chi-
tarra. «Il pezzo più suonato è
quello che mi dedicò Katie
suonandolo per la prima volta
a un party: il giorno dopo le ho
dato l’anello».
Dal 2011, il polso destro l’ha
costretto al ritiro e a suonare il
piano con una tecnica un po’
rigida. Ma non lo frena sul palco, dove ha già imparato a
muoversi da rockstar. «Non
imito nessuno, mi viene naturale perché sto cantando le mie
canzoni, mi sento libero. Stare
in moto è più difficile: quando
corri a 300 chilometri all’ora
non vedi niente, sul palco la
gente ti guarda negli occhi».
Toseland ha l’aria rilassata di
chi ha azzeccato l’inversione a
U durante l’esame della patente. Ciuffo da giovane Tom
Cruise, porterà in giro il
disco ad aprile
aprendo i concerti di reunion degli Status Quo
nel Regno Unito:
per un inglese il miglior battesimo possibile. Sale la scaletta
dell’aereo, direzione Qatar, prima gara della stagione. Per il
motociclismo è rimasto commentatore per la tv inglese. Nel
circuito, prima di togliersi per
sempre il casco, era per tutti
«James il pianista». Grande
amico di Marco Simoncelli, per
cui ha scritto una canzone. Gli
ex colleghi dovrebbero ricordarselo improvvisare musica
nei paddock o nei locali vicini
alle piste con la vecchia band.
Per questo in valigia ha caricato una pila di cd del nuovo album. «Li porto a Valentino
Rossi e agli altri amici, li distribuirò prima della gara».
a vita per Giada De Laurentiis (nella foto) sembrava avere un
corso già deciso. Se tuo nonno, Dino, è uno dei produttori
cinematografici più influenti al mondo, se tua nonna è Silvana
Mangano e se tutte le persone della tua famiglia hanno sempre e
solo lavorato nel cinema, è facile pensare che anche il tuo
destino sia quello. Il peso di un cognome importante avrebbe
dovuto ancorarla dentro i confini che altri avevano tracciato per
lei. Non è andata così: Giada De Laurentiis non lavora nel
cinema ma in tv e non come produttrice ma come chef. Negli
Stati Uniti questa donna minuta di 43 anni è un mito: da anni è
in onda con diversi programmi di cucina (ha vinto anche un
Emmy) e lifestyle, due dei quali arriveranno ora in Italia, sul
nuovo canale (49 del digitale) Fine Living: «Weekend con
Giada» (in onda dal lunedì al venerdì alle 20.45) e «In cucina con
Giada» (dal lunedì al venerdì alle 11.05). Un impero costruito
abbattendo tanti pregiudizi. Per primi quelli del nonno. «Mi
sono trasferita in America a sei anni. Nella mia famiglia si faceva
quello che diceva lui: è partito e
siamo andati tutti con lui». Gli inizi
non sono stati facili: «Il mio cognome
mi faceva sentire diversa. Adesso
negli Stati Uniti amano tutto quello
che è italiano. Allora no». Continua:
«Se fossi stata maschio la mia
famiglia non mi avrebbe lasciato fare
quello che ho fatto. Mio nonno
considerava la passione per la cucina
una stupidaggine, ma visto che ero
una donna, alla fine mi ha detto:
“Fallo”. Ma mio fratello, i miei cugini maschi non avrebbero
potuto». E quando è arrivato il successo, «per lui è stato uno
choc. Diceva: “Il nostro nome è rispettato, rischi di rovinarlo”.
Dopo un po’ però ha capito”». Lei invece ha capito di aver preso
la strada giusta solo sei anni fa: «All’inizio mi dicevano: sei una
modella o un’attrice che hanno preso per cucinare italiano. Ci ho
messo anni a dimostrare che non era vero». Ma i pregiudizi per
una donna che vuole fare lo chef sono tanti: «Questo è un lavoro
dominato da uomini. Sto aprendo il mio primo ristorante, a Las
Vegas: non ci sono donne chef in tutta la città. Se sei bella poi,
non puoi essere brava». Nei primi show le avevano chiesto di
«camuffare» la sua avvenenza: «Mi dicevano di mettermi
camicie larghe, senza forma. E niente di scollato. Non ho
accettato. Puoi sentirti bella e cucinare bene». Una nuova sfida
quale potrebbe essere ora? «Visto che adesso produco i miei
show, il prossimo passo potrebbe essere farne uno in Italia».
Chiara Maffioletti
Stefano Landi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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LQIHULRUL SUHYLHQH DPSXWD]LRQL H
OHVLRQL XOFHUDWLYH
40
Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Sport
Milan, calendario mobile
Genoa-Milan, prevista il 6 aprile, probabilmente sarà posticipata al 7 aprile
alle 21 (alle 20.45 Juve-Livorno): a Genova (foto) il 6 ultimo giorno della Fiera
Primavera, si vogliono evitare problemi di viabilità. Il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, chiede di rinviare Roma-Milan del 27 aprile per la concomitanza con la canonizzazione di Papa Giovanni XXIII e Papa Giovanni Paolo II.
La sfida Al Milan aria più
distesa, anche se il tecnico
resta in bilico e la Fiorentina fa
paura. Balotelli protagonista
sempre, anche nel gossip:
voci di rottura con Fanny
Rossoneri Sopra Mario Balotelli, 23 anni,
15 gol quest’anno, e a destra Clarence Seedorf,
37 anni, da due mesi alla guida del Milan
dopo Massimiliano Allegri (Ansa, Photoviews)
Si riparte da Mario
ROMA — Single nella vita,
coccolato in campo. Mario Balotelli pare abbia rotto nuovamente con Fanny (sparite dal
profilo Twitter dell’attaccante
tutte le foto della modella, già si
scommette sulle prossime fidanzate), ma dopo la panchina
dell’Olimpico, questa sera partirà titolare a Firenze, con Kakà
dietro che cercherà di lasciarlo
meno solo possibile, il rilanciato Taarabt (assente da questi
schermi dalla gara di Madrid) e
ancora Honda, dopo il «why?»
sussurrato al momento della
sostituzione domenica sera e
molti «perché?» di altro genere
pronunciati invece dai tifosi
milanisti al suo indirizzo.
Vincenzo Montella, che di attaccanti ha a disposizione il solo
Alessandro Matri (desiderosissimo di mettersi in mostra dopo
il flop in rossonero, darà vita al
duello delle mèches con Mexès)
non sarà accontentato: «Balotelli è uno di quei giocatori che
possono risolvere le partite, mi
auguro si riposi e non giochi».
Invece si riparte proprio da
Mario, spesso argomento di discussioni anche interne allo
spogliatoio milanista per i presunti favoritismi dell’allenatore
Clarence Seedorf. «Ho riservato
a lui le attenzioni che do a tutti,
in maniera trasparente — chiarisce il tecnico —. Qualcuno le
chiama coccole, io la chiamo
gestione di un atleta. Con lui in
campo sono molto esigente
perché ha il potenziale per fare
quello che gli chiedo. Non ci sono diversità di approccio, poi i
metodi devono cambiare perché ognuno è fatto a modo
Il metodo Seedorf
«Dite che lo coccolo:
sbagliate, sono molto
esigente con lui
Ha il potenziale giusto»
Sassuolo - Sampdoria LIVE
Risultato Finale
1
X
2
2,70
3,25
2,60
Under
1,70
Over
2,05
Juventus - Parma LIVE
Risultato Finale
1
X
2
1,35
4,75
9,00
1
X
2
4,75
3,50
1,75
ore 20.45
Under/Over 2,5
Under
2,05
Over
1,70
Catania - Napoli LIVE
Risultato Finale
ore 20.45
Under/Over 2,5
ore 20.45
Under/Over 2,5
Under
1,80
Over
1,90
suo». Seedorf ha molte buone
parole per tutti. Anche per il
commissario Adriano Galliani
che continua a marcarlo a uomo
(ieri ha assistito all’allenamento
all’Acqua Acetosa): «Non c’è
mai stata alcuna tensione tra
noi, ci sono tante influenze
esterne, ma la comunicazione
non si è mai fermata: lavoriamo
per il bene del Milan». In generale Seedorf è uomo di molte
parole, come ha potuto constatare chi ieri ha contato, in mez-
Fiorentina - Milan LIVE
Risultato Finale
1
X
2
2,15
3,40
3,25
Under
1,80
Over
1,90
Atalanta - Livorno LIVE
Risultato Finale
1
X
2
1,75
3,40
5,00
1
X
2
2,85
3,10
2,55
ore 20.45
Under/Over 2,5
Under
1,73
Over
2,00
Genoa - Lazio LIVE
Risultato Finale
ore 20.45
Under/Over 2,5
ore 20.45
Under/Over 2,5
Under
1,63
Over
2,15
Cagliari - Verona LIVE
Risultato Finale
1
X
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3,30
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ore 20.45
Under/Over 2,5
Under
1,68
Over
2,07
Chievo - Bologna LIVE
Risultato Finale
1
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2
2,15
2,90
4,00
1
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2
Consulta le probabilità di vincita dei giochi con vincita in denaro
su www.aams.gov.it, www.snai.it o presso il tuo Punto SNAI
E’ vietato il gioco ai minori di anni 18
Il gioco può causare dipendenza patologica
1,70
3,60
5,00
ore 20.45
Under/Over 2,5
Inter - Udinese LIVE
Risultato Finale
Le quote sono soggette a variazioni. Aggiornamenti nei Punti SNAI o sul sito www.snai.it
SNAI S.p.A. concessione n° 4028 - 4311 - 4801 - 4501 - 15215a
z’ora di partitella, una ventina
di stop per lunghe spiegazioni
ai giocatori.
Il tecnico rossonero sembra
un po’ meno teso della vigilia
con la Lazio. Al di là della sua
«filosofia» (mai parola fu più
abusata) che gli consente «di
vivere lo stress con grande
equilibrio», ma che a volte lo
porta a scomodare paragoni un
po’ improvvidi («Ho visto un
filmato di una persona senza
braccia e gambe, stava bene con
Under
1,50
Over
2,40
domani, ore 20.45
Under/Over 2,5
Under
1,80
Over
1,90
L’avversario
Matri, mister 11 milioni
che sogna un gol da ex
per restare a Firenze
Un mese per sciogliere i nodi sul proprio futuro. Alessandro Matri,
l’attaccante che — bollato Mister 11 milioni divenne uno dei capi
d’accusa di Barbara Berlusconi sul mercato svolto l’estate scorsa
da Adriano Galliani — ha davanti a sé trenta giorni per provare a
convincere Della Valle a trattenerlo a Firenze. In questo lasso di
tempo Vincenzo Montella dovrà infatti fare a meno sia di
Giuseppe Rossi sia di Mario Gomez (alle prese con un trauma
distorsivo al ginocchio sinistro con lesione di primo grado del
legamento collaterale mediale): così a partire da stasera, proprio
contro gli ex compagni, Matri, il cui arrivo a Milanello era stato
caldeggiato da Allegri come premio per aver superato i preliminari
di Champions, cercherà di rendere più lunga la sua permanenza
sul Lungarno. Finora ha segnato 4 gol
(tre in campionato e uno in Europa
League all’Esbjerg), sbagliandone
molti di più. A Firenze è sbarcato a
gennaio con la formula del prestito
secco, dovendo già i viola contribuire
all’ingaggio da 2,7 milioni di euro
netti annui. A nove gare dal termine
della stagione, l’argomento
riguardante un eventuale riscatto
della punta da parte dei toscani finora
Ex Matri, 29 anni (Ansa) non è stato toccato: lo stipendio e il
costo del cartellino giocano in teoria
contro la permanenza a Firenze dell’attaccante ventinovenne
(aggiunto alla rosa viola dopo l’infortunio di Pepito Rossi). In
questo momento appare più verosimile un suo ritorno al Milan.
Che poi sia per restarci o per essere girato a una nuova squadra nel
mercato estivo lo scopriremo solo vivendo. Intanto stasera
cercherà di far sprofondare nella crisi Seedorf e i suoi fratelli: per
mettere un dubbio in più nella testa dei Della Valle (ma anche di
Galliani).
Monica Colombo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014
Sport 41
italia: 51575551575557
Pianigiani incontra Belinelli
Messi avrà l’aumento record
Coppa Davis, Fognini leader
Prima tappa della missione negli Usa di Simone Pianigiani, c.t. dell’Italia
del basket: ieri a San Antonio il tecnico azzurro ha incontrato Marco Belinelli,
guardia degli Spurs. «Essere accolto con questa disponibilità da coach Popovich, che mi ha aperto le porte delle loro strutture di allenamento e non solo,
è l’ennesima testimonianza della loro perfetta organizzazione».
«Messi sarà il calciatore più pagato al mondo. Non vogliamo vendere Leo,
rimarrà qui finché vuole». Il presidente del Barcellona Bartomeu risponde
così alle richieste di prolungamento fino al 2020 e aumento (cinque anni a
cinquanta milioni lordi a stagione) dell’argentino. E svela il piano del rinnovamento e ampliamento del Camp Nou, per 600 milioni.
Diramate dal c.t. Barazzutti le convocazioni per Italia-Gran Bretagna,
quarto di finale di Coppa Davis in programma a Napoli dal 4 al 6 aprile.
Sarà il leader, Fabio Fognini (che nella notte ha sfidato Rafa Nadal negli
ottavi di Key Biscayne: avanti Djokovic e Sharapova), a guidare Seppi, Bolelli e Lorenzi contro Andy Murray e compagni per un posto in semifinale.
Anticipo Vittoria fondamentale per il 2° posto, il pari provvisorio un capolavoro di Immobile
Roma, quanta paura con il Toro
Il gol di Florenzi fa passare tutto
Le missioni di Pallotta: stadio nuovo e contratto di Pjanic
le sue difficoltà che aveva trasformato in opportunità, questo spirito cerco di passare ai ragazzi»), molto dipende dal clima attorno a lui. Che a sua volta
dipende da prosaici risultati.
Contro la Lazio Seedorf sapeva
che non poteva permettersi di
perdere. Non a caso, sottolinea
che «non ci sono state tante occasioni perché non volevamo
rischiare più di tanto». Conquistato un non entusiasmante pareggio, la tensione si è un po’ allentata, anche se con la Fiorentina non saranno accettati nuovi crolli. È vero che le assenze
sono pesanti (De Sciglio, Abate,
Montolivo infortunati, Poli
squalificato), ma anche Montella può lamentarsi (a parte
Rossi e Gomez, sono out Pizarro, Vargas, Anderson e Rebic).
La Fiorentina (reduce da due
Serie A
Ieri
Roma-Torino
Oggi, ore 20.45
Atalanta-Livorno
Cagliari-Verona
Catania-Napoli
Chievo-Bologna
Fiorentina-Milan
Genoa-Lazio
Juventus-Parma
Sassuolo-Sampdoria
Domani, ore 20.45
Inter-Udinese
Partite in
tempo reale
e tutti i gol e
le immagini
della
giornata su
ROMA — Al 90’ il Torino si
era già impadronito del titolo
di «bestia nera della Roma stagione 2013-2014» e, semmai,
Ventura poteva smoccolare
per le occasioni sprecate nel
secondo tempo, che gli avevano impedito di essere l’unica
squadra ad aver battuto i giallorossi all’Olimpico. Un minuto dopo, ecco l’esplosione di
gioia di Garcia: palla recuperata da Maicon, il più testardo
nel rifiutare il passo falso casalingo; secondo assist di
giornata di Gervinho; sinistro
in diagonale di Alessandro
Florenzi, entrato dalla panchina al 38’ della ripresa, e palla
in rete per la più incredibile
delle vittorie.
Un colpo pesantissimo nella
lotta al secondo posto e ai milioni «sicuri» della Champions League. Il Torino aveva
subito un gol al 90’ dal Napoli,
due partite fa, e ieri è successo
lo stesso con la Roma. Par condicio. Fino a quel momento,
però, aveva messo i giallorossi
alla frusta, come all’Olimpico
non era riuscito a nessuno.
Roma con l’attacco «pesante» (Gervinho, Totti, Destro),
Torino che prova ad attaccare
dalla parte di Romagnoli,
adattato a terzino. Nel primo
tempo non riesce né la mossa
del francese né quella di Ventura. La Roma è slabbrata. Da
quando non ha più Strootman, Garcia ha cambiato gioco: gli attaccanti hanno una
distanza maggiore dagli altri
reparti, cercano più il colpo
che la manovra. Stupisce la
posizione di De Rossi, che è
spesso più avanzato di Pjanic e
Nainggolan. Il bosniaco soffre
il poco spazio che gli rimane,
schiacciato tra Totti che arretra e DDR che avanza. Il belga è
stranamente impreciso. Totti
sembra affaticato, alla terza
partita consecutiva. Dall’altra
parte, Cerci lascia a Immobile
tutto il peso dell’attacco: il
grande ex latita, il centravanti
si rende sempre pericoloso e,
vittorie consecutive) non batte
il Milan in casa dalla stagione
2005-06, mentre l’ultima volta
in cui al Franchi si è imposto il
Milan è stato nel 2011, con gol,
guarda un po’, di Seedorf (e un
altro di Pato). Se non altro,
l’abisso che distanzia in classifica le due squadre (15 punti) potrebbe togliere un po’ delle tensioni esplose lo scorso anno
(con bersaglio Galliani) quando
era accesa la competizione per
un posto in Champions. Montella in realtà all’Europa crede
ancora («Saranno fondamentali
le prossime due partite»), mentre il Milan ci ha rinunciato da
tempo e fa altri conti: non pagando il 20% di bonus ai giocatori legato alla Coppa risparmierà circa 25 milioni lordi.
Arianna Ravelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ROMA (4-3-3): De Sanctis 6;
Maicon 7, Toloi 5, Castan 6,5,
Romagnoli 5,5 (Bastos s.v. 25’
s.t.); Nainggolan 5 (Florenzi 7
38’ s.t.), De Rossi 5,5, Pjanic 6;
Destro 7, Totti 5,5 (Ljajic s.v. 25’
s.t.), Gervinho 7. All.: Garcia 6
TORINO (5-3-2): Padelli 7;
Maksimovic 6, Bovo 5, Glik 6,5,
Moretti 6, Darmian 6; Kurtic 6,
Vives 6,5, El Kaddouri 5,5; Cerci
6, Immobile 7,5. All.: Ventura 6,5
Arbitro: Bergonzi 5
Ammoniti: Moretti, Nainggolan,
Maksimovic, Vives, Immobile,
Bastos.
Recuperi: 0’ più 3’
Decisivo La rete di Florenzi, 23 anni, al sesto gol stagionale (Activa)
La gioia di Garcia
«Non ci siamo mai fermati e diamo
un segnale importante agli altri»
ROMA — Rudi Garcia si presenta dopo una
delle esultanze più liberatorie della stagione:
«E stata così solo perché abbiamo fatto gol
nei minuti di recupero. Abbiamo dato un
segnale importante agli avversari ed è per
questo che sono contento. La voglia di
vincere pur rischiando? Il Torino non è un
avversario diretto, quindi pareggiare o
perdere non cambiava nulla. Non ci siamo
mai fermati». Il gol di Florenzi è anche un
messaggio per Cesare Prandelli. «Il Mondiale
è il mio sogno — dice l’attaccante — perché
è una di quelle manifestazioni che segnano la
storia di un calciatore. Io ce la metto tutta, e
spero di aver fatto vedere qualcosa al mister».
Bello anche l’endorsement per Destro. «Sono
felice che abbia segnato Mattia. Sento parlare
dell’arrivo di una punta, ma secondo me ce
l’abbiamo in casa». Quello di ieri sera è stato
il suo sesto gol, l’ennesimo decisivo.
«Quando ho visto la palla entrare ho provato
tanta emozione — continua Florenzi —
perché erano due anni che sognavo di fare un
gol sotto la Curva Sud. Alcune volte i tifosi mi
rimproverano perché sbaglio troppo, spero
di averli ripagati. Il secondo posto? Non è
ancora nostro». Giampiero Ventura è
soddisfatto per la prestazione. «La Roma —
dice il tecnico granata — ha subito più palle
gol contro di noi che in tutto il campionato.
C’è il rammarico per aver perso ma sono
contento perché continuiamo a crescere».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Prossimo turno
Livorno
Cagliari
Verona
Catania
Napoli
Chievo
Bologna
(4-4-2)
47 Consigli
93 Nica
2 Stendardo
3 Lucchini
27 Del Grosso
77 Raimondi
18 Baselli
17 Carmona
10 Bonaventura
19 Denis
91 De Luca
(3-5-2)
1 Bardi
1 Ceccherini
77 Rinaudo
8 Coda
1 Mbaye
24 Benassi
1 Greco
2 Biagianti
7 Castellini
20 Emeghara
9 Paulinho
(4-3-3)
25 Avramov
14 F. Pisano
15 Rossettini
13 Astori
29 Murru
20 Ekdal
7 Cossu
27 Vecino
10 Ibraimi
51 Pinilla
23 Ibarbo
(4-3-3)
1 Rafael
4 Pillud
25 Marques
18 Moras
33 Agostini
2 Romulo
14 Cirigliano
10 Hallfredsson
15 Iturbe
9 Toni
7 Marquinho
(4-3-3)
21 Andujar
2 Peruzzi
14 Bellusci
24 Gyomber
34 Biraghi
13 Izco
10 Lodi
15 Rinaudo
28 Barrientos
11 Leto
26 Keko
(4-2-3-1)
25 Reina
4 Henrique
21 Fernandez
33 Albiol
31 Ghoulam
20 Dzemaili
8 Jorginho
7 Callejon
17 Hamsik
24 Insigne
9 Higuain
(4-3-1-2)
25 Agazzi
21 Frey
3 Dainelli
12 Cesar
33 Rubin
8 Radovanovic
56 L. Rigoni
23 Guarente
56 Hetemaj
3 Stoian
43 Paloschi
(4-3-1-2)
1 Curci
6 Sorensen
14 Natali
21 Cherubin
35 Cech
8 Garics
4 Krhin
24 Pazienza
7 Christodoulopoulos
99 Cristaldo
12 Acquafresca
Arbitro: DE MARCO di Chiavari
Tv: ore 20.45, Sky Calcio 8,
Premium Calcio 6
Arbitro: PINZANI di Empoli
Tv: ore 20.45 Sky Calcio 5, Premium
Calcio 5
Arbitro: MASSA di Imperia
Tv: ore 20.45, Sky Calcio 3,
Premium Calcio 3
Arbitro: ROCCHI di Firenze
Tv: ore 20.45, Sky Calcio 7
Fiorentina
Milan
Genoa
Lazio
Juventus
Parma
Sassuolo
Sampdoria
(4-3-3)
1 Neto
40 Tomovic
2 Gon. Rodriguez
15 Savic
23 Pasqual
14 M. Fernandez
10 Aquilani
20 Borja Valero
72 Ilicic
32 Matri
11 Cuadrado
(4-2-3-1)
32 Abbiati
25 Bonera
13 Rami
5 Mexès
21 Constant
34 De Jong
4 Muntari
10 Honda
22 Kakà
23 Taarabt
45 Balotelli
(3-5-2)
53 Bizzarri
8 Burdisso
90 Portanova
15 Marchese
21 Motta
69 Sturaro
91 Bertolacci
14 Cofie
13 Antonelli
11 Gilardino
10 Sculli
(3-4-3)
1 Berisha
20 Biava
85 Novaretti
26 Radu
39 Cavanda
15 A. Gonzalez
24 Ledesma
29 Konko
87 Candreva
46 Postiga
14 Keita
(3-5-2)
1 Buffon
4 Caceres
19 Bonucci
3 Chiellini
26 Lichtsteiner
23 Vidal
21 Pirlo
6 Pogba
22 Asamoah
14 Llorente
10 Tevez
(4-3-3)
83 Mirante
2 Cassani
29 Paletta
6 Lucarelli
3 Molinaro
30 Acquah
32 Marchionni
16 Parolo
23 Schelotto
99 Cassano
7 Biabiany
(4-3-3)
79 Pegolo
23 Gazzola
28 Cannavaro
6 Ariaudo
3 Longhi
45 Chibsah
4 Magnanelli
7 Missiroli
25 Berardi
10 Zaza
14 Masucci
(4-3-3)
1 Da Costa
29 De Silvestri
8 Mustafi
28 Gastaldello
19 Regini
21 Soriano
17 Palombo
5 Renan
11 Gabbiadini
7 Maxi Lopez
23 Eder
Arbitro: PERUZZO di Schio
Tv: ore 20.45, Sky Calcio 4,
Premium Calcio 4
Arbitro: BANTI di Livorno
Tv: ore 20.45, Sky Calcio 1,
Premium Calcio 1
Luca Valdiserri
Marcatori: Destro 41’ p.t.;
Immobile 6’, Florenzi 46’ s.t.
Atalanta
Arbitro: ORSATO di Schio
Tv: ore 20.45, Sky Sport 1 e Calcio 2,
Premium Calcio 2
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Torino
30a giornata
2-1
Gianluca Piacentini
su errore di Toloi, mette fuori
un tiro che spaventa De Sanctis.
Quando tutti pensano a uno
0-0 all’intervallo, Gervinho
parte in una delle sue scorribande e serve Destro in profondità: con un grande sforzo
atletico, in scivolata, il centravanti trova il suo nono gol.
Non basta una sola moviola
per capire se: 1) l’assist è di
Gervinho o è un passaggioharakiri di Kurtic; 2) Destro è
o meno, per qualche centimetro, in posizione di fuorigioco.
Il tocco del granata, naturalmente, farebbe tutta la differenza. Nell’incertezza la bandierina dell’assistente resta
bassa e il gol viene convalidato, tra fondati sospetti.
Nella ripresa il Torino prova
ad alzare un po’ il baricentro,
Cerci entra in partita e i granata trovano molto in fretta il pareggio. Lancio lungo di Vives e
Toloi guarda il pallone anziché
Immobile, che gli prende un
metro di vantaggio e piazza un
meraviglioso sinistro al volo
in porta. L’assenza di Benatia,
nell’occasione, pesa come un
macigno. Poi sono i granata ad
avere più occasioni: un tiro di
Cerci sfiora il palo, uno di Immobile finisce di poco alto, un
paio di contropiedi sono mal
sfruttati. Garcia prova con i
cambi e con il 4-2-3-1. Poi pesca il jolly con Florenzi. Non è
stato grande calcio e tanto meno calcio totale, ma restano tre
punti pesantissimi.
Oggi, in Campidoglio, il
presidente giallorosso James
Pallotta presenterà il progetto
del nuovo stadio di proprietà,
che la Roma spera di aprire per
la stagione 2016-2017. Ma in
questi giorni italiani, dovrà
pensare anche alla stretta attualità: il rinnovo o meno del
contratto di Miralem Pjanic, in
scadenza nel giugno 2015, e il
prolungamento di quello di
Rudi Garcia.
2
1
Roma
Arbitro: IRRATI di Pistoia
Tv: ore 20.45, Sky Calcio 6
Serie B
Sabato 29/3, ore 18
Bologna-Atalanta
Ore 20.45
Milan-Chievo
Domenica 30/3, ore 12.30
Sassuolo-Roma
Ore 15
Lazio-Parma
Sampdoria-Fiorentina
Torino-Cagliari
Verona-Genoa
Ore 20.45
Napoli-Juventus
Lunedì 31/3, ore 19
Udinese-Catania
Ore 21
Livorno-Inter
Trapani e Crotone
martedì da grandi
Classifica
JUVENTUS
ROMA
NAPOLI
FIORENTINA
INTER
PARMA
LAZIO
VERONA
ATALANTA
TORINO*
78
67
58
51
47
47
42
40
40
39
SAMPDORIA
MILAN
GENOA
UDINESE
CAGLIARI
BOLOGNA
CHIEVO
LIVORNO
SASSUOLO
CATANIA
37
36
36
34
29
26
24
24
21
20
(*) una partita in più; Roma-Parma da recuperare
31a giornata
Ieri
Bari-Cesena
0-0
Carpi-Avellino
1-1
Cittadella-Brescia
0-1
Juve Stabia-Padova
1-1
Latina-Pescara
0-2
Una giornata che ha sconvolto la classifica. Novara-Ternana
1-1
Il Palermo viaggia in scioltezza verso il ritorPalermo-Siena
1-1
no in serie A (1-1 con il Siena, che senza la peReggina-Modena
2-2
nalizzazione sarebbe secondo da solo: gol di
Spezia-Trapani
0-1
Rosseti e pareggio di Lafferty), ma l’Empoli
Varese-Empoli
1-0
secondo, è stato sconfitto a Varese. Al terzo
0-1
posto salgono Trapani e Crotone: i primi han- V. Lanciano-Crotone
no vinto in casa della Spezia (rete di Pirrone);
la squadra di Drago ha conquistato i tre punti Classifica
Palermo p. 60; Empoli 50; Trapacon un gol di Bernardeschi e ha scavalcato in ni
e Crotone 49; V. Lanciano 48;
classifica gli abruzzesi. Risale il Pescara, che è Cesena 47; Siena (-7) 46; Latina
e
andato a vincere a Latina (2-0), dopo la scon- Avellino 45; Pescara 44; Spezia
Modena 41; Ternana, Brescia,
fitta di sabato a Palermo. Finale con rissa fra 43;
Varese e Carpi 40; Bari (-3) 37;
Bari e Cesena (0-0). Torna alla vittoria, dopo Novara 35; Cittadella 29; Padova
cinque sconfitte consecutive il Brescia: 1-0 in 27; Reggina 26; Juve Stabia 16.
casa del Cittadella (gol di Zambelli), sempre Prossimo turno
più vicina alla retrocessione in Lega Pro. Sof- Sabato 29/3 (ore 15): AvellinoEmpoli-Juve Stabia;
fre il Modena, che raccoglie solo un punto in Cittadella;
Latina-Carpi; Modena-Spezia;
casa della Reggina. Inutile il pareggio in ri- Padova-V. Lanciano; PescaraReggina;
Siena-Brescia;
Trapanimonta dal Padova in casa della Juve Stabia. Il
Bari; Varese-Palermo. Ore 18:
ritorno di Tesser a Novara con la Ternana ha Cesena-Novara. Lunedì 31/3
(ore 20.30): Crotone-Ternana.
portato agli umbri un punto.
42 Sport
Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Inter Thohir, oggi a Milano, vuole entrare in Europa
A Forlì
Mazzarri: «Datemi
gli uomini giusti
e vinco lo scudetto»
Insulti impuniti
Il Casablanca:
ci ritiriamo
Il tecnico: «Non ho paura degli esami»
oppure nei giorni feriali presso
l’agenzia:
Milano Via Solferino, 36
tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422,
fax 02/6552.436
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Walter Mazzarri,
52 anni, allenatore
dell’Inter, e nel tondo
Erick Thohir, 43,
presidente nerazzurro
(Andreoli, Newpress)
cominciare dalla disattenzione
finale costata il secondo gol dell’
Atalanta. Il tecnico pretende da
tutti più cattiveria, determinazione e concentrazione. «Contro
una squadra bene organizzata
da un bravissimo allenatore come Guidolin voglio rivedere
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l’Inter del secondo tempo, a parte l’errore finale. Vale a dire una
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che crea molto più degli avversari anche se non sempre viene
premiata dai risultati».
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Rabbia post Atalanta
«Siamo una squadra
in crescita che crea
ma non viene
premiata dai risultati»
tutto per conquistare lo scudetto».
Nell’attesa resta ancora da
smaltire la rabbia per la sconfitta con l’Atalanta. «Quattro pali,
di cui due davvero clamorosi,
fanno capire che le stelle in questa stagione non stanno guardando dalla nostra parte — ha
ricordato Mazzarri —. Io guardo
la prestazione e la nostra nel secondo tempo è stata di alto livello, a parte la grave distrazione finale che ci è costata il secondo gol dell’ Atalanta».
Ora che il terzo posto si è definitivamente allontano e
pure il quarto è a
rischio, vietato
sbagliare un’ altra volta, proprio
sotto gli occhi di
Thohir, a cominciare dal posticipo
di domani sera a San
Siro contro l’ Udinese.
Ieri mattina, intanto,
prima dell’ allenamento faccia a faccia tra tecnico e squadra
negli spogliatoi. Senza alzare la
voce, come invece aveva fatto
nell’ intervallo della partita con
l’ Atalanta, Mazzarri ha evidenziato, davanti al video con le immagini della partita, gli errori
commessi dai suoi giocatori a
Corsi
Mostre
Gli annunci si ricevono tutti i giorni su:
cente passato, con De Laurentiis
che male ha digerito la scelta di
Mazzarri di non rimanere per
un’ altra stagione a Napoli. «Mi
ero conquistato il diritto a disputare ancora la Champions
League — ha ricordato il tecnico
— arrivando secondo dietro alla
Juve, ma davanti a diverse squadre più forti della mia, eppure
quando Moratti mi ha chiamato
mi sono precipitato a Milano in
uno dei club più prestigiosi al
mondo».
No, ogni riferimento al suo ex
datore di lavoro non è casuale, e
per chi avesse ancora dei dubbi,
ecco un’ altra frecciatina indirizzata a De Laurentiis. «Mi lascia
indifferente sentire che qualcuno non mi considera pronto per
vincere lo scudetto visto che finora non ho ancora trovato un
presidente che mi abbia messo a
disposizione un organico per
vincere il campionato. Il giorno
che avrò una rosa per farlo sarò
il primo ad ammetterlo e farò di
Spettacoli
MILANO — Tutti sotto esame
all’ Inter. Pensieri e parole di Erick Thohir, che atterrerà oggi all’alba a Malpensa. L’inaspettata
sconfitta con l’ Atalanta ha tolto
più di una certezza al presidente
indonesiano che non sopporta
neppure l’idea di una seconda
stagione consecutiva per il club
nerazzurro fuori dall’ Europa,
anche se quella minore. Walter
Mazzarri ne prende nota, senza
scomporsi più di tanto. «Se è
solo per questo mi sento molto
meno sotto esame rispetto all’
altra parte di Milano — ha sottolineato il tecnico —. E in ogni
caso sin dalla prima stagione
che alleno ho sempre provveduto a mettermi sotto esame da solo. Penso che Thohir voglia, giustamente, tenere tutti sulla corda per ottenere il massimo in
queste ultime 9 giornate di campionato».
Il tecnico, del resto, ha assicurato di non aver mai avuto e di
continuare a non avere il minimo problema col nuovo presidente: «Con lui la sintonia è totale su tutto a cominciare dalla
programmazione per la prossima stagione. E se arriverà un
grande giocatore il primo a essere contento sono io». Qualche
problemino, casomai, l’allenatore interista l’ha avuto, nel re-
FORLÌ — Ritirati dal
campionato, per protesta.
Alla fine il Casablanca, la
squadra di calcio amatoriale
composta da marocchini che
avevano denunciato insulti
razzisti e minacciato (poi
ritrattando la decisione) di
abbandonare il campionato
Uisp di Forlì, ha gettato la
spugna e comunicato il ritiro
ufficiale dal torneo con una
lettera ai dirigenti della Lega
Calcio dell’associazione. Alla
base della scelta «i mancati
provvedimenti nei confronti
dei tesserati della squadra del
Club Juventinità per i reiterati
insulti di stampo razziale»,
nella partita dell’8 marzo
scorso, tristemente passata
alle cronache. Ma anche «la
ricostruzione errata degli
eventi che ha portato a
squalifiche ingiuste e lesive
della dignità dei tesserati del
Casablanca». Per aver
schierato un giocatore
squalificato proprio nella
partita incriminata, infatti, la
squadra era stata sanzionata
con sconfitta a tavolino, 5
punti di penalizzazione e
l’ulteriore squalifica di tre
tesserati. «È il caso di dire la
parola fine a una vicenda
incredibile, che ha messo in
discussione i valori della
nostra città. Catapultati sulle
prime pagine per una storia
che si commenta da sola: si
volevano mischiare
discriminazioni e rispetto
delle regole», ha detto
Gianluca Soglia, dirigente
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Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014
Sport 43
italia: 51575551575557
Primo titolo stagionale La squadra di Guardiola conquista per la ventiquattresima volta la Bundesliga, ora può concentrarsi sulla Champions
Il Bayern va di fretta, è campione con 7 turni d’anticipo
Vittoria anche a Berlino con l’Hertha, distacco record di 25 punti sul Borussia
«Noioso nel gioco» (Beckenbauer dixit), ma vincente e con
un anticipo da record. Da ieri
Pep Guardiola ha aggiunto alla
sua straordinaria collezione di
successi (14 trofei alla guida del
Barcellona in 19 competizioni
fra il 2008 e il 2012), anche il titolo tedesco con il Bayern Monaco, che l’ha conquistato con
sette giornate di anticipo, una in
più rispetto a quanto aveva saputo fare un anno fa, anche se
per alzare il famoso piatto il capitano Lahm dovrà aspettare il
10 maggio. Mai nessuno aveva
vinto la Bundesliga con tanto
anticipo, attraverso 25 vittorie e
due soli pareggi. Per i bavaresi il
24° «scudetto» (61 trofei nella
bacheca del club), il secondo
consecutivo, il sesto nelle ultime dieci Bundesliga. Per diventare campione di Germania senza occuparsi dei risultati altrui,
il Bayern avrebbe dovuto vince-
Decisivi La rete del 2-0 di Goetze all’Hertha, ieri sera a Berlino.
Sopra la gioia di Pep Guardiola, subito a segno (Epa)
re in casa dell’Hertha Berlino e
ha mantenuto la consegna: 3-1
all’Olympiastadion (lo stesso
dell’Italia mondiale, 9 luglio
2006), con i gol di Kroos, Goetze
e Ribéry, 52° risultato utile consecutivo per i bavaresi e 18ª vittoria di seguito, a una settimana
dal quarto di finale di Champions League a Old Trafford con
il Manchester United.
Nel 2013 il Bayern ha vinto
cinque trofei (campionato e
Coppa di Germania, Champions
League con Heynckes, Supercoppa europea ai rigori e Mondiale per club già con Guardiola), ma il successo in campionato segna l’inizio di una nuova
era. Pep ha cambiato le abitudini dei bavaresi, variando la tradizione di un calcio di grande
forza fisica attraverso l’organizzazione, per passare a un gioco
di maggiore spettacolarità (79
gol segnati in 27 partite e appena 13 subiti), attraverso la tecnica, il possesso-palla, schemi
nuovi, differenti motivazioni.
Quando Guardiola era stato
scelto (in largo anticipo) dall’allora presidente Hoeness e da
Rummenigge, tutti si chiedevano che cosa avrebbe potuto fare
di più e di meglio rispetto a Jupp
Heynckes, che aveva vinto tutto
nella primavera di un anno fa
(campionato, coppa e Champions League) e la sconfitta nel-
Così in Europa
Germania
Ieri: Hertha-Bayern
1-3
Borussia-Schalke
0-0
Bayern campione con 7 giornate
d’anticipo: 77 punti in 27 turni,
Borussia a 52 e Schalke a 51
Francia
Psg in testa a 8 giornate dal
termine con 73 punti, 10 più del
Monaco (63), 19 più del Lilla (54)
Inghilterra
Ieri: Arsenal-Swansea
2-2
Manchester Utd-Man. City 0-3
A 7 dal termine Chelsea 69 punti,
Manchester City 66 (e due partite
in meno), Liverpool 65
(una in meno), Arsenal 63
Spagna
A 9 giornate dal termine, Atletico
e Real Madrid in testa con 70
punti, Barcellona a quota 69
la Supercoppa di Germania in
agosto (con il Borussia Dortmund) sembrava destinata a tener vivi i dubbi sulla scelta del
tecnico catalano. Come Guardiola aveva dimostrato di saper
gestire Messi, Iniesta e tutte le
stelle del Barça, così ha dimostrato le sue grandi qualità di assemblatore di squadre, mettendo insieme giocatori di fortissima personalità come Ribéry,
Robben, il nuovo arrivato Mario
Goetze e Thiago, Schweinsteiger e Kroos, Mandzukic (17 gol e
per ora capocannoniere) e Martinez. Guardiola ha trasformato
Lahm da terzino in centrocampista centrale, una soluzione
che potrà essere usata anche da
Low in nazionale.
Ha detto Guardiola: «Quando
sono venuto a Monaco sapevo
che avrei avuto addosso grande
pressione, ma non c’è allenatore
al mondo che non abbia forti responsabilità». In realtà il tecnico
ha scelto il club meglio organizzato (ed economicamente più
solido) al mondo, perché la forza di una squadra parte sempre
dalla società.
Fabio Monti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Supersfida Donadoni imbattuto dalla gara di andata tenta il colpo
stasera è tra gli osservati speciali), che guardano l’orologio
in attesa del momento in cui
l’inevitabile accadrà: la Juve segna da quarantadue partite
consecutive in campionato e
non subisce un gol dall’autorete di Caceres contro il Chievo,
ben 489’ di imbattibilità. Numeri — e uomini che li portano
avanti con feroce applicazione
— che fanno paura e sui quali,
forse anche per le inintelligibili
strategie mediatiche di Conte
ormai sempre in silenzio prepartita, non si riflette ancora
abbastanza.
Ma Roberto Donadoni non è
un tipo che si fa impressionare
dai silenzi o dal rumore dello
Stadium strapieno (dove per la
verità c’è ancora con qualche
biglietto da vendere) e ha una
squadra con la testa libera e la
gamba tonica: «Vado a giocarmela — dice il tecnico del Parma — senza pensare al fatto
che qui hanno perso tutti. I ragazzi sanno di dover dare il
110% perché solo così potremo
pensare di tornare a casa con
dei punti. Andiamo a giocare in
uno stadio che fa la differenza,
ma abbiamo tanti stimoli, entusiasmo e voglia di far bene in
un palcoscenico così prestigioso». Magari con Cassano, osservato speciale per il Mondiale, che si trova davanti buona
parte del blocco azzurro. Buttare il campionato giù dal letto e
rianimarlo è dura anche per lui.
Ma certe notti sei sveglio o non
sarai sveglio mai.
La Juve insegue la storia
nel giorno più difficile
Il Parma di Cassano arriva in grande forma
Quelli che addormentano i
campionati ogni tanto trovano
ancora qualcuno che incrocia la
loro strada ben sveglio e a testa
alta, in uno strano derby degli
insonni, i pochi che sono sempre all’altezza e che corrono
con un passo spedito verso i loro obiettivi: la squadra che assieme alla Roma tiene meglio il
ritmo della Juventus nel girone
di ritorno (26 punti a 21) è il
Parma di Roberto Donadoni,
che sfida i bi-campioni d’Italia
a colpi di record, nella partita
forse più interessante tra quelle
che mancano alla Juventus di
Conte per centrare il terzo scudetto consecutivo. Ancora più
importante perché arriva a
quattro giorni dalla sfida del
San Paolo contro il Napoli: se i
bianconeri usciranno indenni
anche da questo doppio incrocio, allora i prossimi semafori
davanti a loro saranno tutti tricolori.
La Juve dei record può centrarne un altro già stasera contro la squadra che ha battezzato
l’era Conte domenica 11 settembre 2011, 4-1 coi gol di Li-
chtsteiner, Pepe, Vidal, Marchisio: se vince anche oggi lo
schiacciasassi bianconero sarà
il primo a conquistare quindici
partite su quindici in casa dall’inizio del campionato, superando il Torino campione d’Italia nella stagione 1975-76. E sarebbe un’impresa da ricordare,
anche perché il Parma non perde in campionato dalla gara di
andata (2 novembre) contro la
Juventus.
Bisogna sudarsela, insomma. E non a caso Conte schiera
la formazione migliore possibile, con il rientro dal primo mi-
nuto di Buffon, Pogba, Asamoah, Llorente. Si rivede in panchina anche Marchisio. Donadoni risponde con un modulo
(il 4-3-3 probabilmente con
Cassano al centro dell’attacco e
Biabiany e Schelotto sulle fasce), che se fatto con intelligenza e grande applicazione può
creare qualche difficoltà alla Juve, cinica e concreta ma sicuramente meno pimpante del solito in queste ultime settimane.
Certo, stiamo parlando di
una squadra che popola gli incubi dei portieri e delle difese
avversarie (l’azzurro Paletta
Rivale
Antonio
Cassano,
contrastato
da Vidal,
nella sfida
di andata,
giocata
a Parma
il 2 novembre
scorso e
terminata 1-0
per la Juve
grazie al gol
di Pogba
(Ipp)
14
vittorie consecutive
allo Stadium in questo campionato per la Juventus di Antonio
Conte, eguagliato il record del Torino campione d’Italia
1975-76. Vincendo oggi la squadra bianconera, a caccia
di un tris consecutivo di scudetti che le manca dagli anni Trenta,
segnerebbe quindi un altro record. Nel mirino poi ci saranno
i 97 punti finali dell’Inter di Mancini nel 2007: per una squadra
che segna da 42 partite di fila in serie A tutto sembra possibile
Paolo Tomaselli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Motori Da una parte l’aristocrazia a quattro ruote che complica e non convince; dall’altra il proletariato a due che ha mantenuto spettacolo e valori in pista
Il fumo e l’arrosto, le rivoluzioni diverse in Formula 1 e MotoGp
Due rivoluzioni. Quella della
MotoGp premia il proletariato.
Quella della F1 premia l’aristocrazia del motorismo. Da una
parte — 2 ruote — misure tecniche a favore di chi ha mezzi meno evoluti, più assetati di carburante, più fragili. Scopo: incrementare uno spettacolo che ha
segnato il passo, aumentare il
numero dei pretendenti, se non
al trono, a qualche metro di ribalta. Dall’altra — 4 ruote — sistemi complicatissimi, frutto di
una tecnologia d’avanguardia.
Scopo: sperimentare in pista
pensando alle automobili del
nostro futuro. Sono queste le caratteristiche dominanti, diverse
nella filosofia e negli esiti, al tramonto del primi atti iridati.
La F1 è uscita dal Gp d’Australia con le ossa incrinate. Le
nuove unità motrici costano
moltissimo, richiedono risparmi di benzina e cautele per nulla
fasate su una tradizione che premia l’estremo. Non piacciono i
calcoli sui consumi, il rumore
ovattato del turbo; per comprendere il regolamento tecnico
servirebbe una laurea in ingegneria. Un sondaggio promosso
dalla Ferrari sul proprio sito offre la misura dell’allergia: l’83%
dei votanti dichiara la propria
insoddisfazione.
Al contrario, i ritocchi alla
formula MotoGp hanno prodotto un po’ di fumo, con qualche
comprimario promosso a star
nelle prove in Qatar, anche se
poi il podio è stato occupato dai
protagonisti di sempre: Marquez, Rossi, Pedrosa, due Honda, una Yamaha. Chi può contare
Alti e bassi La Yamaha di Valentino Rossi e la Ferrari di Kimi Raikkonen (Ap, Canoniero)
su più litri di benzina, più motori e gomme morbide, sembra
destinato a fare colore, magari
anche stupore, nulla più. Del resto, questo si voleva. Agitare lo
stagno, con qualche intervento
alle regole furbo più che significante sul fronte tecnologico.
Ciò che accade in F1 è assai
più complesso. Con la sensazione che si tratti di una mossa addirittura azzardata. L’insieme di
motori e batterie è governato da
sistemi elettronici mostruosi.
Sui quali sovraintende e interviene la Federazione Internazionale con affanni palesi sia in fase
di gestione, che di verifica. Non
pare un caso che la Red Bull contesti fortemente la squalifica inflitta a Ricciardo; non ha fatto
(ancora) la voce grossa la Ferrari
dopo le interferenze Fia sul sof-
tware delle rosse, risolto solo al
pit stop, dopo troppi giri ad andamento ridotto.
Il fatto è che in troppi sembrano pronti al passo indietro.
La Federazione stessa, già in imbarazzo; molti manager; lo stesso Ecclestone, sempre attento
agli indici di gradimento. Ma è
tardi, ormai. La rivoluzione è
stata covata e prodotta, con
l’idea che il tempo possa compensare investimenti enormi.
Tocca proseguire, sperando di
non togliere credibilità a suon di
sospetti, classifiche sub judice,
pentimenti. Ingredienti buoni
per l’unica controrivoluzione
possibile. Quella di chi guarda,
senza capire perché un sensore
debba censurare la passione.
Giorgio Terruzzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
44
Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Ci ha lasciato il nostro
Gian Carlo Galbiati
Lo annunciano con grande dolore la moglie Marina, le figlie Cristina con Ilija e Federica con
Gianky, gli adorati nipotini Carlo e Mattia e i parenti tutti.- Un grazie affettuoso al Dottor Bozzano per tutte le cure e le attenzioni che gli hanno
regalato anni di vita preziosi.- Il funerale avrà
luogo in Monza nella parrocchia di San Carlo giovedì 27 marzo alle ore 11.
- Monza, 26 marzo 2014.
Partecipano al lutto:
– Sergio, Titti, Concita e Madi Sirtori.
– Carla Collino.
– Alberto e Ginia Stucchi.
– Anna ed Alfredo Tronconi.
Marco, Mary con Andrea partecipano commossi al dolore di Marina, Cristina e Federica per la
scomparsa di
Roberto, Patrizia, Silvia e Gianluigi sono vicini
con affetto a Marina, Cristina e Federica per la
scomparsa del loro amatissimo
Giancarlo Galbiati
Giancarlo
amico carissimo. - Monza, 26 marzo 2014.
Franco, Rosanna, Andrea, Stefano Paolorossi
sono vicini a Marina, Cristina, Federica nel ricordo del caro indimenticabile
Giancarlo
- Monza, 26 marzo 2014.
Gli zii Giovanni e Mariavittoria insieme ai cugini Fabio e Marco partecipano al dolore di Marina, Cristina e Federica per la scomparsa di
Giancarlo
Ciao
nonno Gian
I tuoi adorati nipotini Mattia e Carlo.
- Monza, 26 marzo 2014.
Piera, Gianfranco, Annamaria, Giovanni e
Francesco sono vicini con affetto a Marina, Cristina e Federica in questo momento di dolore per
la perdita del carissimo
Gian Carlo
- Monza, 26 marzo 2014.
Ricorderemo il bene che ci legava e tu sarai
sempre nel nostro cuore, ciao
Gian
- Milano, 25 marzo 2014.
Franca, Nanni, Simona e Jacopo ricordano
commossi
Gian Carlo
e abbracciano con profondo affetto Marina, Cristina e Federica. - Milano, 25 marzo 2014.
Giacomo e Vivian, Clara, Marcello e Luciana,
Sandro e Margret si stringono a Marina, Federica
e Cristina nel luminoso ricordo di
Giancarlo Galbiati
- Milano, 25 marzo 2014.
Mino e Ornella con Silvia, Franco e Robi ricorderanno sempre il caro
Partecipano al lutto:
– Lullu Belli Lazzari con Mimma e Pia.
ed abbracciano con affetto Marina, Cristina e Federica.- Con Sandro e Mara sono vicini a Bianca
e Lori. - Monza, 25 marzo 2014.
Franco e Giuliana con Alessandro, Stefania e
Francesca, abbracciano stretto Marina, Cristina,
Federica e famigliari tutti, nel ricordo dell'amico
di tutta una vita
Franco e Vittorio gli amici di sempre ricorderanno
- Monza, 26 marzo 2014.
Partecipano al lutto:
– Cicci Castelli.
– Laura, Pino, Seba.
– Luisa, Monica, Francesca Confalonieri.
– Daniele Campana.
Pina, Francesca e Raffaella si stringono con
tanto affetto a Marina, Cristina e Federica nel ricordo del carissimo amico
Gian
- Monza, 26 marzo 2014.
Partecipano al lutto:
– Carla e Clara.
Ricordando
Gian
Giancarlino
con grandissimo affetto.
- Monza, 25 marzo 2014.
Massimo, Luciana e ragazzi si stringono affettuosamente a Marina e figliuole per la dolorosa
perdita del caro
Giancarlino
- Monza, 25 marzo 2014.
Giancarlo
amico vero e fraterno di tutta una vita.- Ti piangono con grande tristezza Attilio con Mary e figli,
Peppino con Elisabetta e sono vicini con profondo
affetto a Marina, Cristina, Federica.
- Agliate, 25 marzo 2014.
Gian Carlo
Paolo e Daniela Meschia abbracciano affettuosamente Marina, Cristina, Federica.
- Monza, 26 marzo 2014.
Gian Carlo
Gian
quante risate, quanti momenti felici assieme!Nei nostri cuori sei e sarai sempre vivo.- Mimma
e Franco. - Monza, 26 marzo 2014.
Mimmo, Monica, Federica, Stefania e Camilla
sono vicini a Marina, Federica e Cristina per la
grande perdita di
Giancarlo
caro amico. - Lesmo, 26 marzo 2014.
Ciao
Giancarlino
Gli "amici della buca".- Giulio, Gianpaolo, Alberto, Vittorio, Paolo, Giuseppe, Marco, Angelo, Lele, Gianfranco, Angelo, Carlo, Paolo, Giuseppe,
Mimmo, Franco, Pino, Carlo, Franco.
- Monza, 26 marzo 2014.
Giancarlo
- Monza, 25 marzo 2014.
Pomo e Mario, Annalisa e Nico con i figli, sono
vicini a Marina, Cristina e Federica e piangono
Gian Carlo
amico di giovinezza, compagno di gioie e dolori
della vita. - Milano, 25 marzo 2014.
Partecipa al lutto:
– Il sarto di Panarea.
Ciao
Giancarlo
sei partito in cordata con il nostro papà ricordandovi insieme abbracciamo forte Marina, Cristina
e Federica con i bimbi.- Claudia, Anna, Cri, Chiara con Diego, Marta con Rory e i ragazzi tutti.
- Milano, 25 marzo 2014.
Giovanni e Maria, Fabrizio e Marina abbracciano con tanto affetto Marina, Cristina e Federica nel ricordo di
Giancarlo
Dany
È stato bello volerti bene!- È stata la nostra gioventù.- Le tue amiche di sempre.- Rossella, Valeria, Elena. - Milano, 25 marzo 2014.
Ettore ed Enrico Sacchi e tutto il personale della
I.A.B. sono vicini a Lorenzo e famiglia in questo
triste momento per la scomparsa della cara
Daniela Campari
- Milano, 25 marzo 2014.
Daniela Campari Carmellini
Partecipano al lutto:
– Claudio e Antonella Lunghi con Carlotta.
Patrizia annuncia con grande dolore la scomparsa del suo Vit
Vittorio Cacciandra
Ciao
Antonio con Brunella e figli è affettuosamente
vicino a Marina, a Maria Bianca ed a tutti i familiari nel grande dolore per la scomparsa di
Caro amico di una vita
Mide con Luca e Katia partecipa al dolore della
famiglia per la scomparsa di
amico carissimo. - Milano, 25 marzo 2014.
Bianca con Lori, Marina con Alessandro, Francesco e Stefano, Betta con Giuseppe e Lorenza.
- Monza, 26 marzo 2014.
Gian
- Monza, 25 marzo 2014.
indimenticabile compagno di lontane avventure
sui monti e sui campi dello sport.
- Milano, 25 marzo 2014.
Gabriella e Marcello, con Marta e Claudia, sono vicini con affetto a Federica e famiglia nel dolore per la perdita del papà
dott. Gian Carlo Galbiati
Sarai sempre nel mio cuore.- I funerali si terranno in forma strettamente privata.
- Milano, 25 marzo 2014.
È mancata all'affetto dei suoi cari
Rosangela Cigalini Marino
Ne danno triste annuncio il marito Carlo, le figlie
Barbara e Daniela, i generi Andy e Fabio e la
nipotina Sofia.- I funerali avverranno giovedì 27
marzo, ore 10, nella chiesa di Camporicco in
Cassina de' Pecchi.
- Cassina de' Pecchi, 25 marzo 2014.
Partecipiamo al dolore di Carlo, Barbara e Daniela per la perdita di
Caro Carlo ti siamo tutti vicini in questo doloroso momento per la perdita della cara
Rosangela
Laboratorio di Telerilevamento, Università Milano Bicocca. - Milano, 25 marzo 2014.
I colleghi dell'Area di Scienze della Terra del
Disat, esprimono all'amico Professor Carlo Maria
Marino il loro più profondo cordoglio per la
scomparsa della cara moglie
Rosangela
Franco Previtali, Giuseppe Orombelli, Angelo
Cavallin, Roberto Colombo, Letizia Fumagalli,
Tullia Bonomi, Cinzia Panigada, Mattia de Amicis, Roberto Comolli, Valter Maggi, Barbara Delmonte, Micol Rossini, Fabio Fussi, Simone Sironi,
Marco Filipazzi, Fabio Moia, Ernestina Pellegrini,
Simone Sterlacchini, Roberta Pini, Cesare Ravazzi. - Milano, 25 marzo 2014.
Pina con Cristina e Chiara, Massimo e Paolo
con Laura, Margherita, Alessandro e Francesco
piangono con grande dolore la scomparsa di
Ingegnere e urbanista, uomo di grande insegnamento di vita, padre e nonno affettuoso.- Sono
gradite offerte al Dipartimento di medicina interna e specialità mediche della Sapienza.- Per ricordarlo, cerimonia giovedì 27 marzo alle 11 al
tempietto egizio del Verano.
- Roma, 25 marzo 2014.
Vittorio
Vit
di cui ricorderanno sempre le grandi doti di signorilità e senso dell'amicizia.
- Milano, 25 marzo 2014.
Ieri ci ha lasciato
Claudio Porrozzi
Ne dà la triste notizia la famiglia.- I funerali si
svolgeranno oggi alle 15 presso la Basilica di San
Lorenzo fuori le Mura in piazzale del Verano.- Per
volere di Claudio non fiori ma una donazione a
Medici Senza Frontiere.
- Roma, 26 marzo 2014.
Emanuela, Jolanda e Roberto sono vicini in
questo triste momento a Nico ed alla sua famiglia per la perdita del padre
Alberto Lacava
Giovanni Battista Galperti
Lo scorso 23 marzo è mancata
26 marzo 1979 - 26 marzo 2014
Piera ricorda il papà
Arch. Cesare Donini
la mamma
Marta Ascoli
Ines Zanaboni
e la sorella
Tina
con costante affetto e gratitudine.
- Milano, 26 marzo 2014.
Sandro Benedettini
Da un anno ci hai lasciati, caro Sandro, ma i tuoi
familiari con infinito rimpianto conservano immutato nel cuore il ricordo della tua meravigliosa
insostituibile presenza.- Una messa di suffragio
sarà celebrata in Milano mercoledì 26 marzo alle
ore 18 nella chiesa di San Pietro in Sala di piazza
Wagner 2. - Milano, 26 marzo 2014.
autrice di "Auschwitz è di tutti" e una delle ultime
donne triestine sopravvissute ai campi di sterminio nazisti.- La casa editrice Rizzoli la ricorda con
affetto e riconoscenza e si unisce al dolore del
figlio, Davide Puzzolo.
- Milano, 25 marzo 2014.
I direttori e i collaboratori del Dipartimento di
Storia dell'economia della società e di scienze del
territorio e dell'Archivio per la storia del movimento sociale cattolico in Italia dell'Università
Cattolica del Sacro Cuore, ricordano il fondatore
- Parma, 26 marzo 2014.
- Milano, 24 marzo 2014.
Partecipano al lutto:
– Michele Rossi.
– Stefano Izzo.
nell'anniversario della scomparsa.
- Milano, 26 marzo 2014.
Marina, ci stringiamo a te in nome del carissimo
Giovanni Frau, Francesca Verna e i collaboratori dello Studio Legale Frau Ruffino Verna sono
affettuosamente vicini ad Alessandro per la
scomparsa del padre
Tina, Gian Paolo, Jenny e Filippo partecipano
con affetto al grande dolore di Giovanna, Maurizio e Bruno per la perdita della mamma
- Monza, 25 marzo 2014.
Jacques e Daniela con Federico e Francesco ricordano con immenso affetto l'amico di sempre
Giancarlo
Gian Carlo
amico di sempre.- Lella e Giulio.
- Milano, 25 marzo 2014.
I condomini e l'amministratore del condominio
di piazza della Repubblica, 25 - Milano partecipano al lutto della famiglia per la scomparsa del
Dott. Vittorio Cacciandra
Francesco Dell'Acqua
- Milano, 24 marzo 2014.
Angela Andreoni
- Parma, 25 marzo 2014.
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TARIFFE BASE IVA ESCLUSA:
Corriere della Sera
PER PAROLA:
Necrologie: € 5,00
Adesioni al lutto: € 10,00
A MODULO:
Solo anniversari,
trigesimi e ringraziamenti: € 540,00
Gazzetta dello Sport
PER PAROLA:
Necrologie: € 1,90
Adesioni al lutto: € 3,70
A MODULO:
Solo anniversari,
trigesimi e ringraziamenti: € 258,00
- Milano, 24 marzo 2014.
È mancata all'affetto dei suoi cari
Partecipano al lutto:
– La cugina Ernestina Fenaroli.
– La cognata Ina Curti Fenaroli.
– I nipoti Guido ed Elisabetta, Lucia e Giorgio,
Eliana e Roberto.
ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30
- Milano, 25 marzo 2014.
Pietro Carettoni
Alessandra, Giuditta, Isidoro, Marco, Silvia, Stefano sono vicini a Cristina e Massimo in questo
momento doloroso. - Milano, 25 marzo 2014.
SERVIZIO
ACQUISIZIONE
NECROLOGIE
Avv. Gabriele Chiesa
- Milano, 25 marzo 2014.
Lorenza, Evia, Simone e Michele annunciano
con profondo dolore la scomparsa del loro caro
- Milano, 25 marzo 2014.
RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano
L'Ordine degli Avvocati di Milano sentitamente
partecipa al lutto dei familiari per la scomparsa
dell'
Prof. Alberto Lacava
Addolorati lo annunciano i figli Maria Luisa, Carlo Alberto e Michele, le nuore Anna Maria e Maria Teresa, le nipoti Laura, Erika e Lara e i parenti
tutti.- I funerali avranno luogo oggi alle ore 14
nella Basilica San Magno.- La tumulazione avverrà nel cimitero Monumentale.
- Legnano, 26 marzo 2014.
- Milano, 25 marzo 2014.
Giovanni (Nanni) Amapane
Ne danno il triste annuncio la moglie Egia, le figlie Paola, Barbara, la mamma Giuseppina.- Il
funerale avrà luogo oggi alle ore 15.30 nella
chiesa Sacro Cuore di Casteggio (PV).
- Camogli, 26 marzo 2014.
Il Direttore e tutta la Redazione di IO Donna,
si stringono a Cristina nel dolore per la perdita
del padre
Vittorio Cacciandra
Riccardo e Matilde abbracciano con tanto affetto Patrizia nel ricordo dell'amato
Improvvisamente è mancato all'affetto dei suoi
cari
Alberto Lacava
Mariska Fenaroli ved. Ferè
Fiorenza abbraccia forte la sua Pat nel ricordo
del caro
Partecipano al lutto:
– Vincenzo Albanese.
– Beatrice Zanolini e Corrado Mosele.
– Claudio Lossa.
Rosangela
Grazia, Raffaele, Chiara, Elena.
- Milano, 25 marzo 2014.
Mamma Kika piange con la sua Puss la perdita
del suo insostituibile Vit
e lo ricorderà sempre con tanto affetto e nostalgia. - Milano, 25 marzo 2014.
Giovanna Maria Ponzellini
FIMAA Milano Monza & Brianza abbraccia il suo
Presidente Onorario Arietto Paletti con sincero affetto per la perdita della sua cara Gianna.
- Milano, 25 marzo 2014.
prof. Mario Romani
Enrico Mollica
Sono passati quattordici anni e sei sempre qui nei
nostri cuori.- Grazia, Cristina, Andrea, Claudio.
- Milano Due, 26 marzo 2014.
Diritto di trasmissione:
pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00
L’accettazione delle adesioni è subordinata
al pagamento con carta di credito
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Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014
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Come si gioca
Bisogna riempire la
griglia in modo che ogni
riga, colonna e riquadro
contengano una sola
volta i numeri da 1 a 9
LA SOLUZIONE DI IERI
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2
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Estrazioni di martedì 25 marzo 2014
BARI
CAGLIARI
FIRENZE
GENOVA
MILANO
NAPOLI
PALERMO
ROMA
TORINO
VENEZIA
NAZIONALE
3
85
74
16
70
18
68
11
88
82
59
20
72
16
40
66
44
39
51
32
83
30
10
48
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15
32
86
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49
3
56
34
27
15
57
59
23
53
54
79
73
65
37
13
35
20
2
81
82
41
40
2
7
75
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10eLotto I numeri vincenti
3 10 11 16 18 20 32 39 40 44
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5
Numero SuperStar
Prima e dopo la droga
Star
28 36 42 70 74 78
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Ai 6:
nessuno Ai 5 stella:
nessuno
44.322,00
Ai 5+
nessuno Ai 4 stella:
Ai 3 stella:
1.981,00
Ai 5:
37.869,31
Ai 2 stella:
100,00
Ai 4:
443,22 Agli 1 stella:
10,00
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rovina i connotati. Guarda.
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32 Numero Jolly
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Giochi e pronostici
6
4 1
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3:((137 :2+- )!(%+
(72+<.
cura del ministro dell’Economia Padoan
1 Nella
tagli al cuneo fiscale per 7,5 miliardi
Il ministro Madia e la riforma della PA: «I
2 sindacati? Non è detto che li vedremo»
Migliori a «Chi l’ha visto»: «Ecco
3 Giacinto
come ho ritrovato mio figlio dopo 42 anni»
2048, il puzzle game creato da Gabriele, un
4 ragazzo di 19 anni di Gorizia, invade il mondo
scappa dai carabinieri contromano,
5 Monza,
investe e uccide una donna: arrestato
Le morti sospette
Da Marilyn a Hendrix fino a
Moana: la fine misteriosa di
alcuni personaggi famosi. Foto.
Tecnologia
Nuovo smartphone di Htc
Dopo il successo di Htc One,
la casa di Taiwan sfida Apple e
Samsung con lo One M8. Foto.
In Calabria
Renzi
a Scalea
Il premier Renzi
a Scalea
incontra le
associazioni
antimafia.
Diretta dalle 10.
46
Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Tv in chiaro
Teleraccomando
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di Maria Volpe
PER CONOSCERE
PER DISTRARSI
Le feste in Veneto Veronica Pivetti
per il referendum va dalla Bignardi
Nuovi servizi per il
programma condotto da Ilary
Blasi e Teo Mammuccari
(foto). Dopo il referendum
online per l’indipendenza del
Veneto dall’Italia, Enrico
Lucci è andato in alcune feste
organizzate per l’occasione
per capire gli umori della
gente. In un servizio di 2 anni
fa, Giulio Golia mostrò come
organizzare un funerale nel
comune di Casoria costasse
più del doppio rispetto alla
confinante Napoli. In seguito
a quel servizio, pochi mesi fa,
quattro persone sono state
arrestate per aver stabilito il
monopolio nel settore delle
onoranze funebri. Golia
torna nel Napoletano
Decimo appuntamento con
il programma condotto da
Daria Bignardi. Ad aprire
la puntata è il ministro
della Lavoro e delle
Politiche sociali, Giuliano
Poletti. La giornalista
intervista poi l’attrice e
doppiatrice Veronica
Pivetti ( foto), il conduttore
tv Giovanni Floris, che ha
da poco pubblicato il suo
primo romanzo «Il confine
di Bonetti» e Livia, la
ventunenne protagonista,
insieme ad altri cinque
ragazzi con la sindrome di
Down, della docu-fiction
«Hotel 6 stelle», in onda
su Rai3; e il cantante Al
Bano.
Le Iene show
Italia 1, ore 21.10
Le Invasioni barbariche
La7, ore 21.10
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Film e programmi
La voce dei Jalisse
nel talent «cieco»
Spencer avventuriero
in Sudamerica
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Terza puntata con le blind
audition. Fra i cantanti che si
presentano davanti a Raffaella
Carrà, J-Ax, Noemi e Piero
Pelù c’è Alessandra Drusian
(foto), già cantante dei Jalisse.
The Voice of Italy
Rai2, ore 21.10
In Sudamerica, l’avventuriero
Joe (Bud Spencer, foto) sfrutta
il commercio di banane per
aiutare gli abitanti del povero
villaggio in cui vive. Un boss
vuole però colonizzare la zona.
Banana Joe
Rete 4, ore 21.15
Ceausescu, parabola Sciarelli e il caso
di un dittatore
della mamma-bimba
La parabola di un dittatore che
più di altri ha cercato la libertà
dall’Urss, ma paradossalmente
è stato il leader comunista più
simile a Stalin. A partire dal
culto della personalità.
Ceausescu: la fine di un
tiranno; Rai Storia, ore 20.45
Federica Sciarelli e il caso della
mamma bambina: Ottavia era
stata chiamata così perché
aveva avuto un figlio a 12
anni e dopo 40 vuole
ritrovarlo.
Chi l’ha visto?
Rai3, ore 21.05
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Corriere della Sera Mercoledì 26 Marzo 2014
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Pay Tv
Film
e programmi
Amy Adams
aiuta papà Eastwood
Gus (Clint Eastwood), uno dei
migliori scout del baseball, con
l’età sta perdendo la vista. Sarà la
figlia (Amy Adams, foto con
Eastwood) ad aiutarlo a rimettersi
in gioco nel suo lavoro.
Di nuovo in gioco
Premium Cinema, ore 21.15
Wallace e Gromit
alla fiera delle verdure
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Il Concorso di Verdure di Tottington
Hall si avvicina. E gli amici Wallace
& Gromit (nell’immagine) si
arricchiscono con un servizio di
sicurezza per i vegetali. Ma i
problemi sono in agguato.
Wallace&Gromit: la maledizione...
Sky Cinema Family, ore 21
Il piano di Affleck
per salvare i diplomatici
Per salvare sei diplomatici sfuggiti
all’attacco all’ambasciata Usa a
Teheran, un agente Cia (Ben
Affleck, foto, anche regista), finge,
contro i dubbi del presidente
Carter, la preparazione di un film.
Argo
Sky Cinema Cult, ore 21
Thornton barbiere
per i fratelli Coen
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I fratelli Coen scelgono Billy Bob
Thornton come protagonista. Per
dare una svolta alla sua vita, il
barbiere Ed Crane cerca di
procurarsi 10 mila dollari
ricattando l’amante di sua moglie.
L’uomo che non c’era
Mediaset Premium, ore 21.15
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A fil di rete
di Aldo Grasso
Iacona e quei dubbi
sul boss della mafia
R
iccardo Iacona tenta di arrestare, con «Presa diretta», il super latitante Matteo Messina Denaro. Speriamo ci riesca, speriamo nelle forze dell’ordine. Certo, i dubbi sono molti, troppi (Rai3, lunedì, 21.10).
Chi è MMD? Un misto di cronaca e di leggende colloca il boss di Castelvetrano in cima alla lista dei latitanti più pericolosi. Soprannominato «Diabolik» (era il suo fumetto preferito), ma anche «don Ciccio», ma anche «u signurinu», ma anche «Lu siccu» (il magro), MMD
esercita la sua leadership mafioVincitori e vinti
sa dopo gli arresti di Totò Riina e
Bernardo Provenzano, diventando la nuova primula rossa di CoCorrado
sa Nostra. Si nasconde da 21 anFormigli
ni, nonostante gli diano la caccia
Politica
la procura di Palermo, la polizia,
del lunedì,
i carabinieri e i servizi segreti.
Formigli
Il documentario di Iacona,
supera Del Debbio.
con la collaborazione di Danilo
Talk contro talk:
«Piazzapulita», su La7,
Procaccianti e Fabio Lazzaretti,
punta sul tema degli
ha raccontato tante cose: la stostipendi dei super
ria del suo coinvolgimento nella
manager: a seguire
stagione stragista dei primi anni
Vittorio Sgarbi ospite di
’90, il ruolo nella presunta trattaFormigli sono 1.356.000
tiva Stato-Mafia e lo strettissimo
spettatori, 6% di share
legame con Totò Riina, la caccia
alla sua immensa ricchezza che
ha permesso il sequestro di beni
Paolo
per 4 miliardi di euro, i blitz delDel Debbio
le forze dell’ordine che hanno
Politica del
gradualmente fatto terra brucialunedì, Del
ta intorno a lui.
Debbio
Di solito le inchieste servono
superato da Formigli.
a far luce su alcuni episodi oscuTalk contro talk: Rete4
ri;
quella di Iacona porta con sé
ha in prime time
un carico di interrogativi inquiel’appuntamento con
tanti,
a partire dal patteggia«Quinta Colonna»
mento tra Stato e mafia, a una
condotto da Paolo del
possibile complicità di alcuni
Debbio. Gli spettatori
organi inquirenti, al ruolo di
sono 1.209.000, per
MMD come strumento di un
una share del 5%
non meglio precisato Potere, alla
durata della sua latitanza. Più
che un’inchiesta, «Matteo Messina Denaro» è parso un giallo
in piena regola, basterebbe la testimonianza del procuratore
aggiunto Teresa Principato per renderlo tale: nel giugno del
2012 era sulle tracce del latitante ma un «improvvido» intervento della Procura di Palermo avrebbe fatto sfumare tutto. In
studio Sonia Alfano, presidente della Commissione Antimafia
Europea.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso
Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv
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Mercoledì 26 Marzo 2014 Corriere della Sera