elenco elaborati progetto linea mt aerea a 15kv e ptp

PROGETTO LINEA MT AEREA A 15KV E P.T.P.
IN LOCALITA’ “MONTE LONGU” IN AGRO DEL COMUNE DI LANUSEI
E GAIRO S.ELENA
STUDIO DI COMPATIBILITA’ GEOLOGICA E GEOTECNICA
Art. 25 delle Norme di Attuazione del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico
NUMERO
CLIENTE
WBS
ITER
LIVELLO
PROGETTUALE
TITOLO
ELABORATO
NUMERO
ELABORATO
Progetto
Esecutivo
Studio di
compatibilità
1
CODICE RINTR.
FOGLIO
DATA
NUMERO
FOGLI
SCALA
DISEGNI
ELENCO ELABORATI
01
Relazione Tecnica
05
02
Allegati
06
03
07
04
08
REV
DATA
0
Giugno 2014
ESEGUITO
VERIFICATO
APPROVATO
DESCRIZIONE REVISIONI
Prima emissione
-
Firmato digitalmente da
PROGETTO
GENERALE
Silvano Bruno Mulas
PROGETTO STUDIO DI COMPATIBILITA’
Firmato digitalmente da
CN = Mulas Silvano Bruno
O = Ordine Ingegneri Nuoro/80001630914
T = INGEGNERE
SerialNumber = IT:MLSSVN51R19L202R
C = IT
APPROVAZIONE
ENEL DISTRIBUZIONE
Gianfranco Mulas
CN = Mulas Gianfranco
O = Ordine dei Geologi della
Sardegna/92034020922
C = IT
CONTROLLATO
VERIFICATO
APPROVATO
A. Uccheddu
PROTOCOLLO PROGETTO N°
Vers. R 2-3 gen 2012
QUESTO DISEGNO E’ DI PROPRIETA’ DEL COMMITTENTE E CONTIENE INFORMAZIONI RISERVATE. NESSUNA RIPRODUZIONE TOTALE
O PARZIALE NE’ L’UTILIZZO DI QUALSIASI INFORMAZIONE IN ESSA CONTENUTA SONO PERMESSI SENZA AUTORIZZAZIONE SCRITTA.
PROGETTO LINEA MT AEREA A 15KV E P.T.P.
IN LOCALITA’ “MONTE LONGU” IN AGRO DEL COMUNE DI LANUSEI
E GAIRO S.ELENA
STUDIO DI COMPATIBILITA’ GEOLOGICA E GEOTECNICA
Art. 25 delle Norme di Attuazione del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico
NUMERO
CLIENTE
WBS
ITER
CODICE RINTR.
DATA
LIVELLO
PROGETTUALE
TITOLO
ELABORATO
NUMERO
ELABORATO
FOGLIO
NUMERO
FOGLI
SCALA
DISEGNI
Progetto
Esecutivo
Relazione
01
1
3
Varie
ELENCO ELABORATI
Relazione
01-A
REV
DATA
0
Giugno 2014
ESEGUITO
VERIFICATO
APPROVATO
DESCRIZIONE REVISIONI
Prima emissione
-
PROGETTO GENERALE
APPROVAZIONE
ENEL DISTRIBUZIONE
PROGETTO STUDIO DI COMPATIBILITA’
CONTROLLATO
VERIFICATO
APPROVATO
A. Uccheddu
PROTOCOLLO PROGETTO N°
Vers. R 2-3 gen 2012
QUESTO DISEGNO E’ DI PROPRIETA’ DEL COMMITTENTE E CONTIENE INFORMAZIONI RISERVATE. NESSUNA RIPRODUZIONE TOTALE
O PARZIALE NE’ L’UTILIZZO DI QUALSIASI INFORMAZIONE IN ESSA CONTENUTA SONO PERMESSI SENZA AUTORIZZAZIONE SCRITTA.
Geologi Gianfranco e Luca Mulas
PREMESSA e LAVORI IN PROGETTO
Il presente studio è stato elaborato su incarico della società ENEL Distribuzione, Divisione Infrastrutture e Reti
della Zona di Nuoro che deve provvedere a garantire l’alimentazione di un PTP da realizzare nella zona di
Monte Longu al confine tra i territori comunali di Gairo Sant’Elena e Lanusei, attraverso la costruzione di un
elettrodotto per linea aerea di media tensione, che sarà costituito da 11 sostegni a palo, a stelo unico con
forma poligonale in lamiera di acciaio saldata, e altezze differenziate, fuoriterra comprese tra 10.90 e 12.05
metri, ed interrate tra 1.20 ed 1.50 metri.
I pali formeranno il sostegno di un cavo tripolare dotato di fune portante con uno sviluppo poco superiore a
550 metri in sviluppo aereo, cui si aggiungono altri 35 metri di sviluppo interrato.
La nuova linea sarà realizzata in adiacenza ad una già esistente da oltre venti anni, e si svilupperà sulla stessa
fascia di terreno già interessata dalle operazioni di pulizia della vegetazione e di sistemazione topografica
necessarie a garantirne l’accessibilità.
I pali saranno innestati su fondazioni in calcestruzzo che verranno costruite con un bicchiere centrale di
inserimento.
Le dimensioni dei blocchi di sostegno dei pali, costituiti da plinti a base quadrata, variano per larghezza da
1.0 a 3.3 metri e per profondità da 1.2 ad 1.5 metri, in virtù della posizione lungo la linea e dell’angolazione
assunta dal cavo sostenuto, che influenza in maniera determinante il momento di inerzia esercitato dal palo
sulla struttura di fondazione.
L’accessibilità al sito consente che gli scavi da realizzare siano solamente quelli necessari alla costruzione dei
blocchi di innesto dei pali di sostegno, per cui le interferenze con i terreni di sedime saranno sostanzialmente
limitate a questa interazione, quindi con una profondità molto limitata e contenuta ai soli livelli superficiali.
In definitiva si tratta di interventi di modesta entità, sia per lo sviluppo lineare estremamente moderato, sia
per le interazioni con il terreno di sedime, molto contenute, sia in virtù delle forze e delle azioni generate dalle
opere in progetto, ma soprattutto per via della caratterizzazione litostratigrafica locale, che vede la presenza
di materiali dotati di caratterizzazione litoide franca già in affioramento diretto o a bassissima profondità
rispetto al piano di campagna.
ENEL Distribuzione – Linea MT Monte Longu
Studio di compatibilità geologica e geotecnica – Rel. 0822014
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Geologi Gianfranco e Luca Mulas
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Lo studio è stato elaborato nell’osservanza della normativa vigente, con particolare riferimento a quanto
posto dal D.M. 11.03.1988, (e relative Circolari Ministeriali) - Norme tecniche riguardanti le indagini sui
terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la
progettazione, l’esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione oltre che dalle sue integrazioni e modificazioni, ma anche dalla più recente Circolare Min. LL.PP. n° 218/24/3
del 9.1.1996, che impongono appropriati studi geologici e geotecnici atti a verificare la stabilità della singola
struttura i n progetto e del complesso terreno – opera.
Riferimento è stato fatto anche alle Nuove Norme Tecniche sulle Costruzioni, soprattutto per quanto attiene
alla classificazione sismica dei terreni, ma soprattutto alla legge n° 64 del 2 febbraio 1974, che definisce
particolari provvedimenti per le costruzioni che ricadono in zone sismiche o in territori comunali o loro parti,
nei quali siano intervenuti od intervengano lo Stato o la regione per opere di consolidamento di abitato ai
sensi della legge 9-7-1908, n. 445, e successive modificazioni ed integrazioni.
Lo studio è stato elaborato anche ai sensi del Dlgs 152/2006, anche noto con il termine di “Codice Ambiente”,
che disciplina in maniera particolare la difesa del suolo e la lotta alla desertificazione, la tutela delle acque
dall’inquinamento e la gestione delle risorse idriche.
Nel caso specifico poi, il riferimento normativo principale relativo alla compatibilità geologica e geotecnica è
costituito dalle Norme di Attuazione del Piano di Assetto Idrogeologico del Bacino Unico della Sardegna, in
ottemperanza e nel rispetto di quanto enunciato negli articoli 23, 25, 31, 32, e 33, nonché con riferimento
diretto all’allegato F del medesimo strumento,
I problemi più significativi esaminati dallo studio possono essere cosi riassunti:
(a) - Caratterizzazione geologica e geomorfologica generale;
(b) - Frane in atto o potenziali ;
(c) - Presenza di faglie (attive o inattive) ;
(d) - Natura delle litologie, loro comportamento meccanico;
(e) - Posizione degli strati rispetto alle opere da realizzare;
(f) - Presenza di falde acquifere, allontanamento delle acque e bonifica del terreno;
(g) - Fenomeni di subsidenza;
(h) - Caratterizzazione geotecnica dei terreni e loro comportamento;
(i) - Stima della capacità portante e dei cedimenti;
(l) - Valutazione della stabilità del versante.
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Studio di compatibilità geologica e geotecnica – Rel. 0822014
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Geologi Gianfranco e Luca Mulas
INQUADRAMENTO GEOGRAFICO
La localizzazione geografica generale del settore esaminato ricade al margine del massiccio Sardo e
rappresenta una porzione dell’immediato entroterra della regione Ogliastra, nella tratta mediana della costa
orientale della Sardegna, tra gli abitati di Lanusei e Gairo Sant’ Elena, nei cui territori comunali si sviluppa. Dal
punto geografico
Il sito è ubicato immediatamente ad occidente del tracciato della strada Statale n° 198 da Seui a Lanusei,
grossomodo all’altezza del chilometro 85 e poco distante dalla cantoniera Sarcerei,
in prossimità
dell’omonimo valico.
L’opera in progetto è localizzata sul versante orientale del rilievo di Monte Longu, la propaggine sudorientale
estrema della catena montuosa di Monte Armidda, e si estende lungo un modesto displuvio che si diparte
dalla vetta di Monte Longu e si estende fino al fondovalle.
L’ambiente fisiografico è quello tipocamente montuoso e montagnoso che contraddistingue l’entroterra
Ogliastrino, con rilievi montuosi particolarmente elevati separati da profonde incisioni fluviali impostate su
discontinuità strutturali primarie e contraddistinte da valli con sezione a V stretta e versanti a pendenza medio
alta, localmente ammorbidita da processi erosivi prolungati che hanno determinato una articolazione
morfologica estremamente evoluta.
Dal punto di vista cartografico la zona in esame è così distinta:
Carta d' Italia scala 1:100.000 FG. 195 Orosei edita dall' I.G.M.;
Carta d' Italia scala 1:25.000 Tavoletta 531 sez. II Lanusei edita dall'I.G.M.;
Carta Tecnica Regionale scala 1:10.000 Fg. 531110 della Regione Autonoma della Sardegna.
Per una corretta individuazione dell’intervento, si riportano di seguito le coordinate chilometriche assolute
rispetto al sistema di riferimento GAUSS BOAGA, del punto iniziale e del punto finale dell’intervento:
punto iniziale :
-
N 44 14 345
-
E 15 43 545
punto finale :
-
N 44 14 179
-
E 15 43 032
Per quanto attiene al’inserimento nella cartografia del P.A.I., l’intervento ricade quasi per intero su una
superficie inclusa nella classe Hg3 a pericolosità per frana elevata, con la sola esclusione della tratta iniziale,
quella localizzata a nell’area subpianeggiante di fondovalle nell’impluvio, inclusa nella classe Hg1a pericolosità
per frana moderata.
Le tavole di pertinenza sono quelle definite con la recente variante al P.A.I.
elaborata dal C.I.N.S.A.
relativamente al sub bacino Sud-Orientale n° 6 per i comuni di Lanusei e Gairo Sant Elena.
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Geologi Gianfranco e Luca Mulas
RELAZIONE GEOLOGICA
Assetto geolitologico
L'area interessata dai lavori è inclusa, dal punto di vista geologico generale, interamente all’interno
del Basamento antico della Sardegna costituito, nella zona esaminata, sia dal complesso igneo
intrusivo paleozoico, formato prevalentemente da formazioni granitoidi e da intrusioni filoniane di
carattere profidico, sia dal complesso metamorfico antico.
Solo modeste porzioni del tracciato interessano terreni di copertura, formata quasi prevalentemente
da coltri detritiche di depositi di pendio.
Quasi del tutto assenti sono i sedimenti di natura francamente alluvionale e, quando presenti, sono
contraddistinti da una caratterizzazione prevalentemente grossolana.
Il basamento antico della placca sardo-corsa ha una struttura complessa, essendosi formato per la
messa in posto nelle fasce alte della crosta terrestre di plutoni a varie dimensioni, con giaciture
estremamente variabili e composizione chimico mineralogica, che col tempo ha variato verso termini
più acidi a seguito di processi termo e dinamometamorfici di alto ed altissimo grado, con fenomeni di
migmatizzazzione e rifusione, esplicatisi durante le fasi mediane e terminali dell’orogenesi ercinica
sui terreni sedimentari e vulcanici precambriani e paleozoici.
Durante le fasi di esordio e mediane dell’orogenesi Ercinica gli stessi materiali che hanno dato origine
alla formazione delle rocce ignee intrusive, sono state sottoposte alle fasi compressive più blande che
hanno dato origine alla formazione del potente complesso metamorfico di medio e basso grado, per
lo più a carattere dinamometamorfico, che contraddistingue il settore esaminato.
Le fasi mediane del processo orogenetico, oltre alla trasformazione delle rocce sedimentarie in
prodotti metamorfici, hanno determinato una intensa dislocazione tettonica delle sequenze
litologiche, con la formazione di deformazioni plastiche, piegature, e rigide, faglie e sovrascorrimenti.
Questi ultimi hanno fatto sì che si originassero successioni litologiche discordanti rispetto a quelle
stratigrafiche, con sequenze in cui rocce più antiche sovrastano altre più recenti, con una superficie di
separazione netta che è sempre rappresentata da una fascia milonitica e cataclasica, caratterizzata
problematiche geotecniche particolari.
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Geologi Gianfranco e Luca Mulas
Questa situazione
è ben rappresentata in tutto il settore compreso tra la Barbagia di Belvì,
l’Ogliastra ed il Sarrabus-Gerrei.
Metamorfiti
Sia le falde autoctone in posto, che quelle alloctone sovrascorse sono rappresentate da litotipi
esclusivamente metamorfici di basso e medio grado, sia a carattere metasedimentario che
metavulcanico.
Possono essere distinte essenzialmente due serie litostratigrafica una, la più antica definita nella
carta geologica allegata come metavulcaniti, metaconglomerati e metaarcose, di età Ordoviciano
superiore, l’altra, cronologicamente più recente, contraddistinta dal termine
metarenarie e
metasiltiti, databile Siluro - Devoniano.
Metavulcaniti, metagrovacche e metaconglomerati
E’ un complesso estremamente potente, localmente superiore a ottocento metri, cui possono essere
ascritte litologie particolarmente eterogenee, provenienti da rocce originarie sia di tipo francamente
vulcanico, come quelle costituenti la Formazione di M.te Corte Cerbos derivanti da litotipi a chimismo
riolitico, attualmente contraddistinti da una tessitura decisamente scistosa con una fissilità ben
evidente, e quelle della formazione di Serra Tonai, scisti di tipo cloritico, secondo gli studiosi derivanti
da processi dinamometamorfici di medio grado agenti su sedimenti vulcanici subacquei a carattere
tufitico e sedimenti di tipo grovacche generate dallo smantellamento di rocce vulcaniche effusive di
tipo intermedio e basico (andesiti e basalti), sia di tipo sedimentario francamente continentale, a
carattere torbiditico, quale i costituenti della formazione di Manixeddu, in cui possono individuarsi
metagrovacche, metaconglomerati e metarenarie, tutti costituiti da elementi provenienti tanto da
rocce effusive di tipo riolirico della formazione di M.te Corte Cerbos, quanto da rocce francamente
metasedimentarie preordoviciane.
Queste tre facies rappresentano
con buona completezza
le varie fasi dell’attività dinamica
ordoviciana, con una fase iniziale distensiva con episodi effusivi di tipo magmatico, quindi una fase di
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stasi con prevalenza di processi morfodinamici esogeni di tipo erosivo e sedimentario, quindi da una
fase terminale a dinamica compressiva con ripresa del’attività vulcanica secondo tipologie più
francamente esplosive, in ambiente quasi esclusivamente subacqueo.
La separazione delle diverse formazioni, a partire dalla più antica, quella di M.te Corte Cerbos, a
quella intermedia di Manixeddu, fino alla più recente, Serra Tonai, difficilmente risulta univoca e ben
evidente, sia per l’inteso disturbo tettonico subito, sia per l’alto grado di metamorfismo che
determina una forte similarità di caratteri esteriori ed ancora per l’elevata frequenza di situazioni
eteropiche.
L’intervento in progetto si sviluppa esclusivamente su queste rocce metamorfiche e, in particolare, sui
litotipi costituiti da metacongolerati e metarenarie in facies filladica, contraddistinte da un grado
metamorfico medio-elevato e da una caratterizzazione francamente litoide, con una fissilità molto
bassa e legata prevalentemente ai fenomeni alterativi e disgregativi, non tanto alla scistosità
metamorfica.
Metarenrie – metasiltiti – arenarie – argilloscisti
Questa sequenza metamorfica di basso grado, di età siluriana, costituita da rocce di origine
francamente sedimentaria a carattere pelitico e pelagico è formata da alternanze di metarenarie,
metasiltiti e metapeliti varicolori, depostisi in ambiente in continua evoluzione con passaggio da
tipologie di conoide fluviale e fluviolacustre secondo un processo sedimentario di tipo torbiditico, ad
altre a chiaro carattere marino di fossa.
In tutti i casi sono rocce contraddistinte da una chiara stratificazione e da netta scistosità che
conferiscono la tipica fissilità delle rocce metamorfiche, secondo strati di potenza variabile da pochi
centimetri a non oltre mezzo metro.
Del tutto assenti paiono essere, lungo la porzione di tracciato interessata, le formazioni
metacarbonatiche, marmi e metacalcari, che almeno in parte sono intercettati dalla porzione iniziale
della strada, già sottoposta a sistemazione.
L’abbondante fratturazione, unita alla prolungata e precoce venuta in superficie delle rocce del
basamento, ha determinato un generale stato di alterazione delle rocce presenti, manifestantesi
fondamentalmente secondo processi di cloritizzazione delle componenti basiche.
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Geologi Gianfranco e Luca Mulas
Tale stato localmente, soprattutto in presenta di discontinuità particolarmente intense e frequenti,
soprattutto in associazione con fenomeni di circolazione idrica abbondante, possono portare a
fenomeni di totale argillificazione locale.
Granitoidi
I litotipi granitoidi, che non sono peraltro presenti nell’area di stretto interesse dell’opera in progetto,
ma si ritrovano solo nel settore orientale e nordorientale dell’area esaminata, sono rappresentati da
litotipi cristallini rappresentati, nell’area esaminata, solo da facies granodioritiche.
Sono caratterizzate da
struttura olocristallina con
grana da media a minuta, struttura
inequigranulare e tessitura debolmente orientata, di colore chiaro tendente localmente al rosato
quando prevalgono i feldspati.
Il granito è quasi sempre contraddistinto da livelli di alterazione da mediamente a molto intensi, solo
localmente, per l’elevata denudazione superficiale, presenta fasi litoidi o sublitoidi.
Il livello di alterazione superficiale è sempre tanto spinto da trasformare la roccia di base in un
ammasso a tendenza arenacea, sebbene fortemente addensato e compatto.
Il livello di alterazione cresce notevolmente in prossimità del contatto tra granitoidi e metamorfiti
soprattutto a causa della presenza di una importante struttura tettonica che ha determinato
importanti fenomeni di milonitizzazione e cataclsismo, con associati processi di ossidazione molto
intensi e approfonditi.
Filoni
Le manifestazioni filoniane sono sempre rappresentate da intrusioni e corpi sub vulcanici a
composizione porfidica, costituita da una pasta di fondo afanitica con abbondanti cristalli ipidiomorfi,
e la loro composizione chimico-mineralogica è costantemente contraddistinta da una forte tendenza
acida.
Caratteristica peculiare di questi litotipi è la colorazione rossastra ed il bassissimo livello di
alterazione che, al limite, può interessare solo lo strato più superficiale.
La messa in posto dei filoni, tardo e postorogenica, si è verificata in seguito alle prime manifestazioni
tettonico strutturali disgiuntive, permettendo l’intrusione dei magmi differenziati lungo le aperture di
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faglia che, nella zona sono orientate prevalentemente secondo due direttrici preferenziali, di
carattere regionale, orientate grossomodo NE-SW e NW-SE.
Nessuna manifestazione filoniana interseca lo sviluppo della linea elettrica in progetto.
Quaternario
I terreni più recenti sono rappresentati prevalentemente da depositi di versante derivati
dall’alterazione in posto delle rocce in posto ed accumulai per gravità nelle zone più depresse dei
versanti o a mezza costa.
Sono talora presenti anche sottili coltri in posto, generate da processi prevalentemente crioclastici,
che occupano aree a debole pendenza, come in parte accade lungo l’area di interesse, dove si
riscontra una copertura molto sottile, potente in media dieci centimetri con punte non superiore a
trenta, costituita da clasti sciolti, a spigoli vivi che formano modesti ghiaioni corticali.
Nelle aree a composizione granitoide sono presenti piccole conoidi o modeste coltri di detriti
granulari eterometrici, completamente sciolti o al più debolmente addensati, poco estesi e
mediamente potenti, sempre perfettamente circoscritti ad aree puntuali ed individuali, senza mai
dare adito a fenomeni di coalescenza con formazione di falde continue.
La loro posizione è sempre localizzabile in fasce di rottura di pendio concave, al valle di aree
assoggettate a intensa attività agricola in cui la copertura protettiva vegetale, soprattutto quella
arbustiva che opera intensa protezione rispetto ai fenomeni della splash-erosion, risulta essere del
tutto assente.
Il loro processo sedimentario è di tipo alluviocolluviale, con trasporto attraverso mezzo fluido ma
senza sensibile classazione granulometrica.
Localmente questi depositi si ritrovano nelle adiacenze dei corsi d’acqua maggiori dove convergono,
per condizioni topografiche e morfologiche, i flussi idrici superficiali.
Meno frequenti ed ancora più localizzati, sono i
depositi francamente alluvionali, localizzati
esclusivamente su fasce parallele agli alvei locali.
La loro composizione è prevalentemente granulare a grana media e grossa, dalle sabbie medie fino
alle ghiaie ed ai ciottoli decimetrici, pur essendo presenti elementi di maggiori dimensioni come i
trovanti sferoidali che però, nelle condizioni attuali, risultano sostanzialmente stabili.
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Assetto tettonico strutturale
L'area in esame e stato interessata da due cicli orogenetici, il ciclo ercinico ed il ciclo alpino.
Al ciclo ercinico si deve la strutturazione fondamentale del basamento cristallino paleozoico; tale
ciclo si colloca in un arco di tempo compreso tra 350 e 300 MA, manifestandosi in più fasi
deformative associate ad un metamorfismo regionale anch'esso polifasico e plurifaciale.
Nel settore esaminato gli effetti della deformazione e del metamorfismo ercinici sono ben espressi, a
tutte le scale di osservazione, da vari elementi strutturali planari ma soprattutto lineari ( lineazioni,
direttrici delle valli e dei filoni).
Negli stadi tardivi dell'orogenesi ercinica (310-290 MA), si colloca un importante magmatismo
intrusivo a carattere calcalcalino cui si deve la messa in posto dei granitoidi del batolite sardo; come
già visto, i granitoidi dell'area esaminata sono da collocarsi tra le plutoniti sin -tettoniche.
Sempre a questa fase evolutiva sono riconducibili le imponenti azioni compressive tangenziali che
hanno generato fenomeni rilevanti di accavallamento e sovrascorrimento tettonico, di cui sono
evidenti le tracce proprio nell’area in esame, dove le metamorfiti più antiche affiorano in una finestra
erosiva al di sopra di quelle più recenti.
Gli stadi tardo e post-ercinici sono a loro volta contrassegnati da fasi a carattere distensivo, che
generano un complicato sistema di faglie presenti a varie scale e con notevoli complicazioni locali, cui
si associa al vulcanismo tardivo che consente la messa in posto del complesso filoniano.
Le strutture generatesi in questo periodo hanno condizionato in qualche misura la tettonica del ciclo
alpino, spesso manifestatasi con la riattivazione di molte direttrici tettoniche erciniche.
Per quanto riguarda il ciclo alpino si deve osservare che nell'area in esame sono difficilmente
individuabili gli effetti della tettonica mesozoica.
Abbastanza evidenti sono a tuttoggi le direttrici tettoniche principali, una, fondamentale, orientata
circa NW-SE, lungo la quale si sviluppano le principali manifestazioni filoniane, ed un'altra con
variabilità fino a N15O e leggere deviazioni locali, lungo cui si estende la più importante faglia locale
che mette a contato le rocce granitoidi con quelle metamorfiche.
Un ulteriore direttrice di importanza strategica per l’assetto fluviale locale, essendo quella su cui si
sviluppa il rio Sarcerei, è la generica NE-SW, localmente meglio definibile come N50.
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Geologi Gianfranco e Luca Mulas
Assetto geomorfologico
La linea elettrica in progetto si sviluppa a
mezza costa di un versante da mediamente a molto
acclive, con profilo tendenzialmente concavo ependenze decrescenti da valle verso monte, ad
indicare una condizione di inversione del rilievo che allo stato attuale si trova sostanzialmente in una
fase di media maturità.
Le pendenze comunque sono mediamente elevate, con valori che occasionalmente raggiungono e
superano il 50%, pur attestandosi nella media tra il 25% ed il 30%
I processi morfodinamici attuali sono prevalentemente di origine fluviale e si sviluppano quasi
esclusivamente con fenomeni di ruscellamento convogliato ed incanalato, che agiscono su materiali
peraltro già sottoposti a fenomeni termoclastici e di idrolisi superficiale, quindi
fortemente
precondizionati e sensibilizzati nei confronti dei processi erosivi concentrati.
La scarsità dei materiali alterati superficiali influisce notevolmente sui processi morfologici di
superficie, limitando in maniera evidente il potere erosivo non solo delle acque incanalate, ma anche
di quelle con scorrimento laminare.
Quest’ultimo processo che si esplica nelle attuali condizione meteoclimatiche in pratica senza
trasporto di materiale per lo meno nelle aree a composizione metamorfica in facies litoide, quale
quella di specifico interesse, dove solo occasionalmente si generano prima rivoli concentrati che mai
si trasformano in veri e propri fossi di ruscellamento, per cui al più si può verificare una moderata
rilocalizzazione locale della coltre detritica superficiale, sempre grossolana ed a composizione
ghiaiosa o ciottolosa.
L’assenza locale di litologie facilmente erodibili esclude, a dispetto dell’assetto clivometrico locale, lo
sviluppo di manifestazioni instabili in grande, che possono essere ricondotte solo a modesti processi
di distacco e crollo di massi dalle pareti verticali o subverticali di alcuni versanti delle valle fluviali
maggiormente incisi.
Del tutto assenti sono, invece, le manifestazioni definite come colate di fango o di detrito, i cosiddetti
debris flow,
e ciò è dovuto sia alla composizione granulometrica dei materiali erodibili,
sostanzialmente meso e macrogranulare con scarso contenuto di particelle fini che permettano
sensibile capacità di ritenzione idrica, per cui il limite liquido del terreno è sempre molto basso.
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Assetto idrologico ed idrogeologico
Idrografia
Tutto il settore esaminato è caratterizzato da uno sviluppo del reticolo idrografico prevalentemente
dendritico che, comunque, è condizionato dai principali lineamenti strutturali dell'area per i quali,
localmente, assume una struttura subparallela.
Le aste fluviali si impostano su zone di debolezza tettonica, assumendo preferenzialmente direzioni
compatibili con i lineamenti principali.
Il carattere dei corsi d'acqua locali è sempre torrentizio, con fortissima variabilità delle portate,
soprattutto per via della sostanziale impermeabilità dei terreni presenti in sub affioramento.
Questo in pratica determina una bassissima capacità di infiltrazione delle acque meteoriche e, quindi,
un elevatissimo valore del deflusso superficiale.
Tali condizioni esasperano notevolmente la instabilità dei terreni corticali solo lungo gli alvei di
scorrimento e lungo i talveg e nelle aree immediatamente limitrofe a questi, dove la concentrazione
dei filetti fluidi può raggiungere condizioni idrauliche critiche.
Tutti i canali di ruscellamento concentrato ed i rii locali, che si sviluppano perpendicolarmente alle
curve di livello in valli minori, convogliano verso il rio Mannu, nella porzione settentrionale dell’area
esaminata, e verso rio di Tricoli nel settore meridionale, con uno spartiacque localizzato proprio
lungo il crinale su cui si sviluppa l’intervento in progetto.
Un ulteriore corso d’acqua principale è il rio Sarcerei, che dapprima si sviluppa parallelamente al rio
Tricoli in direzione NNO-SSE, per poi subire una netta deviazione di novanta gradi verso SSO, secondo
uno schema di cattura fortemente influenzato dall’assetto tettonico.
Tutti gli altri corsi d’acqua sono caratterizzati da deflusso occasionale o, al più, pluristagionale
comunque legato ai periodi umidi, con fenomeni prevalentemente di circolazione subalvea.
Lungo il tracciato dell’elettrodotto in progetto, che rammentiamo essere sviluppato lungo un seppur
modesto ma evidente displuvio, non vengono intersecate manifestazioni fluviali anche solo
secondarie o di tipo occasionale, quali solchi di ruscellamento concentrato.
Permeabilità e falde
Dal punto di vista idrogeologico s.l. tutto il settore è contraddistinto da una sostanziale omogeneità.
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In pratica può essere individuato un sistema a due strati:
Il livello superficiale corticale, la cui potenza media è riconducibile in media a pochi decimetri,
comunque inferiore a mezzo metro sui versanti e che al più può raggiungere il metro nei fondovalle, ,
costituito da materiali granulari, più o meno sciolti e allentati, terreno vegetale dove presente, cioè
laddove sono possibili fenomeni di accumulo eluvio colluviale, quali bassi morfologici e rotture di
pendio concavo, e detriti di pendio sterili, nei versanti a mezza costa e nelle aree sommitali, dotati di
permeabilità primaria per porosità medio-alta o elevata, con coefficienti di permeabilità compresi
tra 1 x 10 -2 cm/sec e 1 x 10 cm/sec.
La modesta potenza, associata all’elevato potere di infiltrazione efficace e alla scarsa capacità di
ritenzione di questi terreni, di fatto non consentono sostanziali processi di accumulo idrico
sotterraneo, per cui risulta praticamente impossibile che si creino acquiferi freatici superficiali di
importanza e durata apprezzabile.
Solo dove gli accumuli superficiali raggiungono spessori superiori a tre metri possono manifestarsi
forme di concentrazione idrica sotterranea subsuperficiale che, comunque, presentano capacità e
durata molto modeste.
Lo strato profondo, quello costituito dalle rocce metamorfiche, litoidi o sublitoidi, modestamente
fratturate e solo nei livelli più superficiali, con discontinuità serrate, può essere considerato come
assolutamente impermeabile per quanto attiene alla permeabilità primaria per porosità, valutabile
con un coefficiente inferiore a 1 x 10-7 cm/sec, e con una permeabilità secondaria in grande per
fratturazione molto bassa, sempre minore di 1 x 10-6 cm/sec.
Questa facies litoide, la cui potenza è estremamente variabile, non consente la formazione di alcun
acquifero anche solo di tipo stagionale o effimero, solo a profondità molto elevate, in genere
superiore al centinaio di metri dalla superficie, possono svilupparsi moderate forme di accumulo in
reti ben definite e impostate su discontinuità strutturali aperte e beanti, che possono svilupparsi solo
oltre la profondità di possibile alterazione dell’ammasso lapideo.
Lo schema esposto dimostra con chiara evidenza che le possibilità di interferenza tra l’elettrodotto in
progetto e i corpi idrici sotterranei, superficiali o profondi, sono del tutto nulle.
Caratteri termoclimatici
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Per poter valutare il comportamento idrologico ed idrogeologico di una area geografica riveste
grande importanza la conoscenza dei caratteri climatici fondamentali del sito.
A tale scopo si è proceduto all'analisi dei fenomeni meteorologici che più di tutti definiscono il tipo di
clima, pluviometria e temperatura, e che insieme condizionano l’ambiente idrico superficiale e
sotterraneo.
La stazione meteorologica presente nel settore di intervento è quella termopluviometrica di Lanusei
alla quota assoluta di 595 m.s.l.m., per la quale gli Annali Idrologici del Servizio Idrografico Italiano
riportano le letture delle piogge dal 1922 al 1992 con una media di 60 osservazioni annuali complete,
e quelle delle temperature, comprese tra il 1965 ed il 1992, con una media di 27 osservazioni annuali
complete.
Le precipitazioni assumono un valore medio annuale pari a 980 mm., con un valore minimo di 454
mm. registrato nel 1983 ed un valore massimo pari a 1840.8 mm. misurato nel 1930, e si riscontrano
due picchi di piovosità nei mesi di marzo e dicembre, con 161.6 e 125.3 mm, cui fanno seguito le
secche di febbraio, mentre il periodo più siccitoso ricade a luglio, con soli 6.6 mm.
La temperatura media invece assume un valore di 15.2°, con un minimo di 13.7° nel 1980 ed un
massimo di 16.5° nel 1967.
I valore medi mensili vedono un minimo a gennaio, con 8.3°, ed un massimo ad agosto con 24.3°.
Le precipitazioni medie mensili assolute sono pari a 81.7 mm, mentre la temperatura media mensile
assoluta è di circa 15.1°
Facendo ricorso alla formula di Turc:
Et = P / [0.9 +( P2 / L2)]1/2
dove:
Et = Evapotraspirazione reale in mm
P = Altezza media annua precipitazioni in mm
L = 300 + 25 T + 0.05 T3
T = Temperatura media annua in °C
è possibile calcolare l'evapotraspirazione reale per questo settore.
Introducendo nella formula i valori medi caratteristici si ottiene:
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Et = 659 mm
corrispondente a circa l’ 73.2% delle precipitazioni.
La quantità d'acqua persa per evapotraspirazione sembra elevata ma, se considera che la formula di
Turc offre dei valori di ordine di grandezza, si ritiene che il valore ottenuto sia vicino a quello reale.
Si deduce che solo il 26.8 % delle precipitazioni, corrispondente a circa 321.4 mm, in parte si infiltra
nel terreno e va ad alimentare gli acquiferi, in parte alimenta i corsi d'acqua.
Tale quantità, abbastanza moderata, fornisce una netta indicazione sia circa la capacità di sviluppo
di eventuali falde acquifere, sia sulla possibilità di sviluppo dei fenomeni erosivi di superficie.
L’analisi del diagramma Precipitazioni – Evapotraspirazione percentuale mette in evidenza nella
curva della distribuzione come il periodo arido si protragga dai primi di Aprile a fine Settembre, con
un andamento tutto sommato regolare.
Questi dati in sostanza confermano l’impossibilità di sostanziali interazioni tra l’opera in progetto ed
i fattori idraulici, idrologici ed idrogeologici locali
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RELAZIONE GEOTECNICA
Indagini ed analisi
A seguito dei sovralluoghi e rilevamenti di dettaglio eseguiti in sito, anche sulla scorta delle
conoscenze acquisite precedentemente, considerando lo schema litostratigrafico dell’area di stretto
interesse, estremamente semplice, facilmente intelleggibile ed inequivocabile, si è ritenuto superfluo
eseguire alcuna campagna particolarmente dettagliata di approfondimento geognostico.
In pratica sulla base dello schema stratigrafico può essere riassunto un altrettanto semplice schema
geotecnico, rappresentato da un sistema bistrato, individuando due grossi gruppi:
-
materiali detritici di copertura;
-
materiali litoidi e sublitoidi in sito.
Sulla base di queste caratteristiche generali, tenendo conto che lo spessore complessivo dello strato
corticale è sempre limitato, contenuto nell’area di interesse in non più di mezzo metro, si è ritenuto
per cui risulta essere sostanzialmente ininfluente nell’assetto opera-terreno, dovendo essere
integralmente rimosso per lo scavo delle strutture di ancoraggio a terra dei pali, non si è eseguita
alcuna valutazione geotecnica specifica.
Il modestissimo spessore medio di questi materiali, circa trenta centimetri, peraltro contraddistinti da
un valore molto elevato dell’angolo di attrito, oltre 35°, da una giacitura sempre inferiore a tale
valore e una permeabilità elevatissima, garantiscono una condizione di stabilità molto elevata anche
in condizioni meteoclimatiche critiche.
Si è ritenuto invece opportuno sviluppare un moderato approfondimento circa la classificazione
geomeccanica della roccia in posto esaminando, valutando e misurando, in maniera cautelativa e
conservativa, solo le porzioni affioranti dell’ammasso, cioè quelle maggiormente interessate dai
fenomeni disgregativi ed alterativi.
Sempre a favore della sicurezza la classificazione del corpo roccioso che permette di definirne la
maggiore o minore attitudi allo sviluppo dei fenomeni instabili, è stata sviluppata seguendo il metodo
di Bieniawski, che prevede cinque classi di qualità secondo il valore dell’indice R.M.R. (Rock Mass
Rating), per cui i valori più bassi di tale indice rappresentano le condizioni più sfavorevoli per quanto
riguarda la stabilità dell’ammasso roccioso.
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Di fatto sono stati valutati in sito il carattere generale della roccia, litoide, non litoide, non litoide
granulare, il grado di alterazione, la profondità di alterazione, la spaziatura delle discontinuità
l’apertura delle stesse, la persistenza e la giacitura dei giunti, la presenza ed il tipo di riempimento
eventuale, le condizioni idrauliche dell’ammasso e, infine la resistenza meccanica.
Quest’ultimo parametro è stato valutato in laboratorio attraverso l’esecuzione di una serie di P.L.T.
Point Load Test, che rendono raffrontabile la resistenza a rottura per carico puntuale di frammenti di
roccia prelevati in posto, con la sua resistenza specifica alla rottura per compressione semplice.
Al fine di una valutazione più rigida possibile, le prove di rottura sono state differenziate tra materiali
più performanti, sui quali lo stress è stato applicato normalmente ad eventuali superfici di rottura
preferenziale, quali scistosità evidenti, foliazione o stratificazione, ricavando i massimi valori teorici di
resistenza, e materiali meno performanti, sui quali la fora di carico è stata applicata parallelamente
alle eventuali superfici di debolezza, ottenendo in questo caso i valori minimi di resistenza possibili
per la roccia esaminata che, essendo di natura originariamente sedimentaria, presenta chiaramente
un comportamento moderatamente anisotropo.
Caratterizzazione geotecnica
Le analisi geomeccaniche sono state eseguite su quattro stazioni poste immediatamente a ridosso
del tracciato dell’eletrodotto, in quanto tutta la superficie su cui si sviluppa lo stesso è coperta da un
sottile strati di detrito di cui, almeno una parte, risulta derivare dagli scavi eseguiti per la
realizzazione delle strutture di supporto dei pali di sostegno della linea aerea già esistente.
Le valutazioni hanno portato ad individuare due diverse classi dell’ammasso locale, che differiscono
sostanzialmente solo per il diverso grado di alterazione della roccia, il quale influenza il valore della
resistenza alla rottura per compressione.
L’ammasso rientra in due casi nella classe I°, quella delle rocce molto buone, e negli altri due casi
nella classe II°, pur con una modestissima differenza di punteggio rispetto agli altri , quella delle rocce
buone, indicando comunque una classificazione genrerale dell’ammasso roccioso molto favorevole.
Ad onore di precisione deve essere significato che, per la classificazione dell’ammasso, sono stati
utilizzati gli indici correttivi attinenti alla direzione e disposizione dei giunti relativamente ad una
valutazione volta a stimare la stabilità della scarpata di uno scavo, più restrittivi e conservativi
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rispetto a quelli afferenti alla stima della stabilità di opere di fondazione, condizione più attinente al
caso specifico.
In queste condizioni, peraltro, l’ammasso andrebbe valutato alla profondità di imposta, riscontrando
quindi valori geomeccanici caratteristici sicuramente migliori, per cui in definitiva la caratterizzazione
geotecnica e geomeccanica del corpo litoide su cui verranno trasferite le azioni generate dalla
struttura in progetto, possono comunque essere considerate genericamente molto buone se non
ottime, soprattutto per l’utilizzo specifico.
Verifica della capacità portante e dei cedimenti
La caratterizzazione geolitologica, geotecnica e geomeccanica dei terreni che realmente saranno di
supporto alle opere in progetto consentono, con assoluta tranquillità, di evitare il calcolo specifico dei
valori di portanza ammissibile e dei cedimenti.
La portanza può essere stimata,
in maniera anche eccessivamente cautelativa, adottando un
coefficiente di sicurezza pari a 20 rispetto al valore della resistenza per rottura a compressione
semplice dei diversi campioni sottoposti a prova.
Sempre a favore della sicurezza si può utilizzare il valore minimo di resistenza misurato, pari a 1365
kg/cmq, ricavando quindi una portanza ammissibile netta superiore a 68 kg/cmq.
Si tratta evidentemente di un valore comunque esorbitante, per le reali necessità progettuali, per cui
garantisce un adeguato livello di sicurezza in merito.
Per quanto attiene alla stima previsionale dei cedimenti una valutazione corretta dovrebbe tener
conto delle azioni ed in particolar modo delle pressioni verticali trasmesse da ogni sostegno a terra
tuttavia, sulla base delle caratteristiche definite dallo studio elaborato per l’ammasso in esame, si
può affermare che gli assestamenti del terreno avranno sviluppo sostanzialmente nullo, al più
millimetrico e limitato solo alle prime fasi di carico, per cui non potranno indurre alcuna apprezzabile
azione destabilizzante tale da generare instabilità delle strutture in progetto o condizioni precarie dei
terreni di imposta.
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Verifiche di stabilità
Considerando lo status odierno dell’area in cui deve essere realizzato l’intervento in progetto,
contraddistinta da una condizione di assoluta sicurezza statica con l’assenza totale ed assoluta di
alcun fenomeno instabile, anche solo di tipo localizzato o di modesta estensione, e preso atto che
una struttura analoga a quella per la quale viene esteso il presente studio è già in opera nello stesso
identico sito e che questa stessa opera non ha generato nel periodo di esercizio, sicuramente
superiore a venti anni, alcuna situazione di instabilità, si è reputato superfluo eseguire alcuno
specifico calcolo di stabilità del versante.
A supporto di tale decisione ha contribuito anche il risultato fornito dal rilevamento geologico
generale e dalla classificazione geomeccanica dell’ammasso roccioso che supporterà l’elettrodotto.
Lo schema litostratigrafico già illustrato vede la presenza di una copertura detritica corticale molto
sottile, sostanzialmente non influenzabile dalla realizzazione dell’opera in progetto, che giace su un
substrato sempre dotato di carattere lapideo franco, compatto e poco fratturato, con giacitura delle
discontinuità favorevole alle condizioni di stabilità, che la classificazione di Bieniawski definisce come
minimo come roccia buona, molto stabile e che al più può generare il distacco di piccoli blocchi, ma
solo in presenza di pareti libere verticali o subverticali, condizione del tutto assente in tutta l’area di
intervento.
Si può pertanto affermare con sicurezza assoluta che la condizione di stabilità odierna non potrà
essere sminuita anche solo parzialmente o localmente dalla realizzazione dell’elettrodotto in
progetto e, a maggiore supporto della valutazione si significa che, sulla base della caratterizzazione
geomeccanica dell’ammasso
che sosterrà la linea elettrica, le azioni sui terreni di imposta si
svilupperanno quasi esclusivamente in direzione verticale con una componente tangenziale molto
modesta, che sarà variabile da sostegno a sostegno ma che comunque non potrà coinvolgere terreni
adiacenti a ciascun plinto per una distanza superiore a due volte la profondità massima di imposta,
cioè tre metri.
Eventuali fenomeni di instabilità quindi, saranno circoscritti entro una superficie circolare con raggio
di tale ampiezza centrata su ciascun sostegno della linea.
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INTERVENTI DI MITIGAZIONE
Sulla base di quanto esposto fino ad ora appare evidente che la realizzazione dell’intervento in
progetto non determini alcun apprezzabile incremento della pericolosità geologica per frana dell’area
su cui sarà posto essere, per cui non si ritiene necessario o anche solo opportuno prevedere alcun
intervento di mitigazione del rischio geologico.
Si ritiene comunque opportuno suggerire che, durante la realizzazione dei plinti di innesto dei pali,
venga integralmente rimosso lo strato di detrito superficiale sciolto, geotecnicamente mediocre, e
che l’intera struttura di fondazione sia ammorsata, per tutto il suo sviluppo verticale attivo ed
efficace, nella roccia del basamento, anche se moderatamente alterata.
PIANO DI MONITORAGGIO E MANUTENZIONE
Le opere previste non comportano la necessità di ricorrere particolari interventi di controllo o di
manutenzione, se non quelli ordinari necessari a conservare la funzionalità nel tempo di una
struttura di tale tipo.
Gli elettrodotti sono peraltro costantemente sottoposti ad ispezioni e manutenzioni ad opera
dell’Ente proprietario o gestore, per cui eventuali anomalie che dovessero verificarsi saranno
facilmente evidenziate durante queste operazioni, a seguito delle quali sarà comunque cura ed
interesse dello stesso Ente provvedere al ripristino della funzionalità o delle condizioni di sicurezza
adeguate.
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CONSIDERAZIONI TECNICHE CONCLUSIVE SUL RISCHIO
L’area interessata dagli interventi progetto, che di fatto consistono nella realizzazione di un modesto
elettrodotto per linea aerea, con uno svilupo lineare di poco superiore a mezzo chilometro, è inclusa
quasi interamente nella classe di pericolosità di livello elevato Hg3, con solo una minima porzione
ricadente nella classe Hg1 con pericolosità di livello moderato.
Il grado di pericolosità più elevato non deriva dalla presenza di condizioni instabili reali o di fenomeni
franosi in atto o potenziali, sempre molto distanti dall’area di interesse, quanto piuttosto da un
semplice incrocio di valutazioni litologiche, morfologiche e clivometriche poco favorevoli.
Lo studio di compatibilità ha messo in evidenza che il reale livello di pericolosità gelogica per frana è
sicuramente inferiore a quello assegnatogli dal PAI nella sua recente versione in variante.
Lo stesso studio ha permesso di appurare che la realizzazione dell’intervento proposto non determina
alcuna diminuzione delle condizioni di stabilità e di sicurezza dell’area su cui sarà realizzata l’opera,
quindi non porterà alcun incremento della pericolosità geologica per frana, per cui non si ritiene
necessario o opportuno adottare alcun intervento di mitigazione del rischio.
A tale proposito si intende significare che nell’attuale cartografia vigente del PAI, tutta la superficie
che sarà interessata dalla realizzazione dell’opera è inclusa nella classe Rg1 a rischio minimo in
quanto la valutazione degli elementi a rischio non tiene conto della presenza dell’elettrodotto già in
essere, sicuramente da prima della redazione del PAI, che risulta rientrare tra gli elementi di classe
E3 secondo quanto definito dallo stesso Piano, per cui la reale definizione della classe di rischio
porterebbe ad un livello caratteristico della classe Rg3, per lo meno per la superficie di diretta
occupazione della linea elettrica e delle fasce collaterali.
Assecondando pedissequamente le Linee Guida del PAI la realizzazione della nuova linea elettrica
darebbe origine alla definizione di una nuovo elemento a rischio che insisterebbe su una superficie
specifica da inserire nella classe E3 al posto della classe E1 odierna e vigente, ma inesatta, per cui ciò
darebbe adito ad un incremento del rischio geologico.
Nella realtà ciò non accade, visto che realmente il nuovo elettrodotto sarà realizzato nell’immediata
adiacenza di quello esistente, per cui non si può valutare alcun incremento del valore degli elementi a
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rischio nell’area di stretto interesse e quindi, si può affermare che nell’area in cui insisterà il nuovo
elettrodotto oggettivamente non vi sarà alcun incremento del rischio geologico per frana dovuto
alla costruzione dello stesso.
Per quanto sopra illustrato si può affermare la assoluta compatibilità geologica e geotecnica degli
interventi da realizzare, sia con i caratteri generali e puntuali dei terreni e dei siti interessati, sia con
le disposizioni e le condizioni contemplate dalle Norme di Attuazione del P.A.I., con particolare
riferimento a quanto riportato nell’art. 31, comma 3, punto i).
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PROGETTO LINEA MT AEREA A 15KV E P.T.P.
IN LOCALITA’ “MONTE LONGU” IN AGRO DEL COMUNE DI LANUSEI
E GAIRO S.ELENA
STUDIO DI COMPATIBILITA’ GEOLOGICA E GEOTECNICA
Art. 25 delle Norme di Attuazione del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico
NUMERO
CLIENTE
WBS
ITER
CODICE RINTR.
DATA
LIVELLO
PROGETTUALE
TITOLO
ELABORATO
NUMERO
ELABORATO
FOGLIO
NUMERO
FOGLI
SCALA
DISEGNI
Progetto
Esecutivo
Allegati
08
1
3
Varie
ELENCO ELABORATI
Allegati
01-B
REV
DATA
0
Giugno 2014
ESEGUITO
VERIFICATO
APPROVATO
DESCRIZIONE REVISIONI
Prima emissione
-
PROGETTO GENERALE
APPROVAZIONE
ENEL DISTRIBUZIONE
PROGETTO STUDIO DI COMPATIBILITA’
CONTROLLATO
VERIFICATO
APPROVATO
A. Uccheddu
PROTOCOLLO PROGETTO N°
Vers. R 2-3 gen 2012
QUESTO DISEGNO E’ DI PROPRIETA’ DEL COMMITTENTE E CONTIENE INFORMAZIONI RISERVATE. NESSUNA RIPRODUZIONE TOTALE
O PARZIALE NE’ L’UTILIZZO DI QUALSIASI INFORMAZIONE IN ESSA CONTENUTA SONO PERMESSI SENZA AUTORIZZAZIONE SCRITTA.
INQUADRAMENTO COROGRAFICO
Stralcio Carta d’Italia IGMI
Tav. 531 Sez. I° LANUSEI
A
B
A
Inizio interventi
N: 44 14 319
E: 15 43 474
B
Fine interventi
N: 44 14 155
E: 15 42 998
Scala
1 : 25.000
INQUADRAMENTO
TOPOGRAFICO
Stralcio CTRN
Fg. 531 Sez. 110
A
B
Legenda
Opera in progetto
scala
1 : 10.000
B
A
Inizio interventi
N: 44 14 345
E: 15 43 545
Fine interventi
N: 44 14 179
E: 15 43 032
CARTA
GEOLITOLOGIGA
Legenda
Depositi alluvionali
Faglie o fratture
Graniti
Opera in progetto
Filoni acidi
Metarenarie e metasiltiti
Metavulcaniti e metaconglomerati
scala
1 : 10.000
CARTA
DELLA PERICOLOSITA’ GEOLOGICA PER FRANA
A
B
Inizio interventi
N: 44 14 345
E: 15 43 545
Fine interventi
N: 44 14 179
E: 15 43 032
scala
1 : 10.000
Intervento in progetto
A
B
Fine intervento
B
Panoramica
B
A
A
Inizio interventi
N: 44 14 345
E: 15 43 545
B
Fine interventi
N: 44 14 179
E: 15 43 032
VISTE AEREE
B
A
VASTA
A
B
RISTRETTA
A
Inizio interventi
N: 44 14 345
E: 15 43 545
B
Fine interventi
N: 44 14 179
E: 15 43 032
VISTE AEREE
B
A
DA NORD
B
A
DA SUD
A
Inizio interventi
N: 44 14 345
E: 15 43 545
B
Fine interventi
N: 44 14 179
E: 15 43 032
VISTE AEREE
B
A
DA EST
A
B
DA OVEST
A
Inizio interventi
N: 44 14 345
E: 15 43 545
B
Fine interventi
N: 44 14 179
E: 15 43 032
ANAGEO
del Dr. Geol. Gianfranco Mulas
Geologia - Geotecnica - Idrogeologia - Laboratorio geotecnico
Via Marco Polo n° 2 08100 NUORO Tel/Fax 0784206114-Radiomobile 3483801875
e-mail [email protected]
DETERMINAZIONE INDICE DI QUALITA' DI UNA ROCCIA
POINT LOAD TEST (PLT)
Rapporto n° :
1685/14
Committente :
ENEL DISTRIBUZIONE
Progetto:
Elettrodotto Monte Longu
Campione :
Roccia metamorfica litoide
Ubicazione:
Stazione n° 1
pag: 1/1
Nuoro, 27/06/2014
Attrezzatura utilizzata: Pressa motorizzata da 150 kN con manometro digitale Digimax;
scala 0 - 150 kN - Suddivisione minima 0,01 kN
Note: Metacongomerato in facies gneissiaca-
RISULTATI DELLA PROVA
Spessore
cm
D1
D2
D3
D4
D5
5,9
7,4
6,2
7,1
6,6
Sforzo
KN
28,31
38,94
28,12
34,59
33,62
VALORE MEDIO
Lo Sperimentatore
Geol. Luca Mulas
sr
Is 50
P
Kg
Is
Kpa
Kg/cmq
Kpa
Kg/cmq
Kg/cmq
2886,8
3970,7
2867,4
3527,1
3428,2
8132,7
7111,0
7315,3
6861,7
7718,1
82,93
72,51
74,59
69,97
78,70
8981,8
8996,8
8323,1
8468,5
9117,0
88,14
88,29
81,68
83,11
89,47
2115
2119
1960
1995
2147
Vm =
2067,31
Kg/cmq =
202,76
MPa
Il Direttore Tecnico
Dott. Geol. Gianfranco Mulas
Si dichiara che gli strumenti impiegati per le prove sono sottoposti a controllo periodico di taratura e a richiesta, per ciascuno strumento,
verranno fornite le informazioni necessarie ad assicurare la rintracciabilità della catena metrologica
ANAGEO
del Dr. Geol. Gianfranco Mulas
Geologia - Geotecnica - Idrogeologia - Laboratorio geotecnico
Via Marco Polo n° 2 08100 NUORO Tel/Fax 0784206114-Radiomobile 3483801875
e-mail [email protected]
DETERMINAZIONE INDICE DI QUALITA' DI UNA ROCCIA
POINT LOAD TEST (PLT)
Rapporto n° :
1686/14
Committente :
ENEL DISTRIBUZIONE
Progetto:
Elettrodotto Monte Longu
Campione :
Roccia metamorfica litoide
Ubicazione:
Stazione n° 2
pag: 1/1
Nuoro, 27/06/2014
Attrezzatura utilizzata: Pressa motorizzata da 150 kN con manometro digitale Digimax;
scala 0 - 150 kN - Suddivisione minima 0,01 kN
Note: Metacongomerato in facies gneissiaca-
RISULTATI DELLA PROVA
Spessore
cm
D1
D2
D3
D4
D5
4,8
6,7
5,5
6,4
7,6
Sforzo
KN
15,44
19,37
18,62
20,31
22,59
VALORE MEDIO
Lo Sperimentatore
Geol. Luca Mulas
sr
Is 50
P
Kg
Is
Kpa
Kg/cmq
Kpa
Kg/cmq
Kg/cmq
1574,4
1975,2
1898,7
2071,0
2303,5
6701,4
4315,0
6155,4
4958,5
3911,0
68,33
44,00
62,77
50,56
39,88
6539,2
5143,3
6517,6
5750,1
5028,0
64,17
50,47
63,96
56,43
49,34
1540
1211
1535
1354
1184
Vm =
1365,02
Kg/cmq =
133,88
MPa
Il Direttore Tecnico
Dott. Geol. Gianfranco Mulas
Si dichiara che gli strumenti impiegati per le prove sono sottoposti a controllo periodico di taratura e a richiesta, per ciascuno strumento,
verranno fornite le informazioni necessarie ad assicurare la rintracciabilità della catena metrologica
ANAGEO
del Dr. Geol. Gianfranco Mulas
Geologia - Geotecnica - Idrogeologia - Laboratorio geotecnico
Via Marco Polo n° 2 08100 NUORO Tel/Fax 0784206114-Radiomobile 3483801875
e-mail [email protected]
DETERMINAZIONE INDICE DI QUALITA' DI UNA ROCCIA
POINT LOAD TEST (PLT)
Rapporto n° :
1685/14
Committente :
ENEL DISTRIBUZIONE
Progetto:
Elettrodotto Monte Longu
Campione :
Roccia metamorfica litoide
Ubicazione:
Stazione n° 3
pag: 1/1
Nuoro, 27/06/2014
Attrezzatura utilizzata: Pressa motorizzata da 150 kN con manometro digitale Digimax;
scala 0 - 150 kN - Suddivisione minima 0,01 kN
Note: Metacongomerato in facies gneissiaca-
RISULTATI DELLA PROVA
Spessore
cm
D1
D2
D3
D4
D5
4,3
6,1
7,4
5,5
6,7
Sforzo
KN
21,12
32,74
44,02
29,67
36,14
VALORE MEDIO
Lo Sperimentatore
Geol. Luca Mulas
sr
Is 50
P
Kg
Is
Kpa
Kg/cmq
Kpa
Kg/cmq
Kg/cmq
2153,6
3338,5
4488,7
3025,4
3685,2
11422,4
8798,7
8038,7
9808,3
8050,8
116,47
89,72
81,97
100,01
82,09
10434,1
9913,7
10170,5
10385,5
9596,2
102,40
97,29
99,81
101,92
94,17
2457
2335
2395
2446
2260
Vm =
2378,81
Kg/cmq =
233,31
MPa
Il Direttore Tecnico
Dott. Geol. Gianfranco Mulas
Si dichiara che gli strumenti impiegati per le prove sono sottoposti a controllo periodico di taratura e a richiesta, per ciascuno strumento,
verranno fornite le informazioni necessarie ad assicurare la rintracciabilità della catena metrologica
ANAGEO
del Dr. Geol. Gianfranco Mulas
Geologia - Geotecnica - Idrogeologia - Laboratorio geotecnico
Via Marco Polo n° 2 08100 NUORO Tel/Fax 0784206114-Radiomobile 3483801875
e-mail [email protected]
DETERMINAZIONE INDICE DI QUALITA' DI UNA ROCCIA
POINT LOAD TEST (PLT)
Rapporto n° :
1688/14
Committente :
ENEL DISTRIBUZIONE
Progetto:
Elettrodotto Monte Longu
Campione :
Roccia metamorfica litoide
Ubicazione:
Stazione n° 4
pag: 1/1
Nuoro, 27/06/2014
Attrezzatura utilizzata: Pressa motorizzata da 150 kN con manometro digitale Digimax;
scala 0 - 150 kN - Suddivisione minima 0,01 kN
Note: Metacongomerato in facies gneissiaca-
RISULTATI DELLA PROVA
Spessore
cm
D1
D2
D3
D4
D5
6,2
7,5
5,9
6,0
6,8
Sforzo
KN
20,32
30,74
19,85
22,12
21,09
VALORE MEDIO
Lo Sperimentatore
Geol. Luca Mulas
sr
Is 50
P
Kg
Is
Kpa
Kg/cmq
Kpa
Kg/cmq
Kg/cmq
2072,0
3134,6
2024,1
2255,6
2150,5
5286,2
5464,9
5702,4
6144,4
4561,0
53,90
55,73
58,15
62,65
46,51
6014,4
6970,1
6297,8
6854,7
5485,1
59,02
68,40
61,80
67,27
53,83
1417
1642
1483
1614
1292
Vm =
1489,56
Kg/cmq =
146,09
MPa
Il Direttore Tecnico
Dott. Geol. Gianfranco Mulas
Si dichiara che gli strumenti impiegati per le prove sono sottoposti a controllo periodico di taratura e a richiesta, per ciascuno strumento,
verranno fornite le informazioni necessarie ad assicurare la rintracciabilità della catena metrologica
ENEL ELETTRODOTTO MONTE LONGU - Stazione n° 1
PARAMETRO
1
Resistenza roccia
intatta
Compressione Uniassiale
INDICE
R . Q . D.
INDICE
Spaziatura giunti
INDICE
2
3
Scabrezza giunti
e
continuità giunti
4
5
Carico puntuale Is 50
Condizioni
idrauliche
CLASSIFICAZIONE DELL'AMMASSO ROCCIOSO SECONDO BIENIAWSKI
CAMPO DI VARIAZIONE DEI
Sommatoria indici RMR
Classe n°
Descrizione
Classe n°
Coesione dell'ammasso roccioso
Angolo di attrito dell'ammasso roccioso
Condizione di stabilità
Tipo rottura
Non eseguibile P.L.T
> 80 kg/cmq
40 - 80 kg/cmq
20 - 40 kg/cmq
10 - 20 kg/cmq
> 2000 kg/cmq
15
90% - 100%
20
>2m
20
1000 - 2000 kg/cmq
12
75% - 90%
17
0,6 - 2 m
15
500 - 1000 kg/cmq
7
50% - 75%
13
200 - 600 mm
10
250 - 500 kg/cmq
4
25% - 50%
8
60 - 200 mm
8
Superfici molto ruvide
non continue
Apertura assente
Riempimento assente
30
Nessuno
Superfici poco ruvide
Apertura < 1 mm
Superfici poco alterate
Superfici poco ruvide
Apertura < 1 mm
Superfici molto alterate
25
< 10 lt/min
20
10 - 25 lt/min
Superfici lisce o
Apertura 1 - 5 mm o
Riempimento < 5 mm
Giunti continui
10
25 - 125 lt/min
0,00 - 0,1
0,1 - 0,2
0,2 - 0,5
> 0,5
Poco umida
10
Umida
7
Satura
4
Fluente
0
INDICE
Afflusso per 10 m. scavo
Press. H 2O giunti
Rapporto------------------------------0
Press. Princip
Condizioni generali
Completamente secca
INDICE
15
Direzione e inclinazione dei giunti
Gallerie
Indice
Fondazioni
Scarpate
VALORI
92
INDICE DI CORREZIONE PER ORIENTAMENTO DISCONTINUITA'
Molto favorevole
Favorevole
Ininfluente
Sfavorevole
0
-2
-5
-10
0
-2
-7
-15
0
-5
-25
-50
87
CLASSIFICAZIONE DELL'AMMASSO ROCCIOSO DALLA SOMMATORIA DEGLI INDICI
81 - 100
61 - 80
41 - 60
21 - 40
I
II
III
IV
Rocce molto buone
Rocce buone
Rocce mediocri
Rocce scadenti
I
> 300 KPa
> 45 °
Assolutamente stabile
Nessuna
SIGNIFICATO DELLA SUDDIVISIONE IN CLASSI
II
III
IV
300 - 200 KPa
200 - 150 KPa
150 - 100 KPa
40° - 45°
40° - 35°
35° - 30°
Molto stabile
Stable
Potenzialmente instabile
Piccoli blocchi isolati Piccoli piani o modesti cunei Piani ampi o grandi cunei
100-250 kg/cmq 50-100 kg/cmq
2
1
25%
3
60 mm
5
< 50 kg/cmq
0
Riempimento soffice
Apertura > 5 mm
continui
o
Giunti
0
> 125
Molto sfavorevole
-12
-25
-60
< 20
V
Rocce molto scadenti
V
< 100 KPa
< 30°
Sicuramente instabile
Piani molto vasti o superfici rototraslative
Interventi
Tempo medio di autosostentamento del tunnel
Nessuno
10 anni per tunnel di 15 m
Puntuale al bisogno
6 mesi per tunnel di 8 m.
Sistematico locale
5 giorni per tunnel di 4 m
Intensi ed estesi
10 ore per tunnel di 2,0 m
Riprofilatura generale
60 minuti per tunnel di 1 m
ENEL ELETTRODOTTO MONTE LONGU - Stazione n° 2
PARAMETRO
1
Resistenza roccia
intatta
Compressione Uniassiale
INDICE
R . Q . D.
INDICE
Spaziatura giunti
INDICE
2
3
Scabrezza giunti
e
continuità giunti
4
5
Carico puntuale Is 50
Condizioni
idrauliche
CLASSIFICAZIONE DELL'AMMASSO ROCCIOSO SECONDO BIENIAWSKI
CAMPO DI VARIAZIONE DEI
Sommatoria indici RMR
Classe n°
Descrizione
Classe n°
Coesione dell'ammasso roccioso
Angolo di attrito dell'ammasso roccioso
Condizione di stabilità
Tipo rottura
Non eseguibile P.L.T
> 80 kg/cmq
40 - 80 kg/cmq
20 - 40 kg/cmq
10 - 20 kg/cmq
> 2000 kg/cmq
15
90% - 100%
20
>2m
20
1000 - 2000 kg/cmq
12
75% - 90%
17
0,6 - 2 m
15
500 - 1000 kg/cmq
7
50% - 75%
13
200 - 600 mm
10
250 - 500 kg/cmq
4
25% - 50%
8
60 - 200 mm
8
Superfici molto ruvide
non continue
Apertura assente
Riempimento assente
30
Nessuno
Superfici poco ruvide
Apertura < 1 mm
Superfici poco alterate
Superfici poco ruvide
Apertura < 1 mm
Superfici molto alterate
25
< 10 lt/min
20
10 - 25 lt/min
Superfici lisce o
Apertura 1 - 5 mm o
Riempimento < 5 mm
Giunti continui
10
25 - 125 lt/min
0,00 - 0,1
0,1 - 0,2
0,2 - 0,5
> 0,5
Poco umida
10
Umida
7
Satura
4
Fluente
0
INDICE
Afflusso per 10 m. scavo
Press. H 2O giunti
Rapporto------------------------------0
Press. Princip
Condizioni generali
Completamente secca
INDICE
15
Direzione e inclinazione dei giunti
Gallerie
Indice
Fondazioni
Scarpate
VALORI
87
INDICE DI CORREZIONE PER ORIENTAMENTO DISCONTINUITA'
Molto favorevole
Favorevole
Ininfluente
Sfavorevole
0
-2
-5
-10
0
-2
-7
-15
0
-5
-25
-50
82
CLASSIFICAZIONE DELL'AMMASSO ROCCIOSO DALLA SOMMATORIA DEGLI INDICI
81 - 100
61 - 80
41 - 60
21 - 40
I
II
III
IV
Rocce molto buone
Rocce buone
Rocce mediocri
Rocce scadenti
I
> 300 KPa
> 45 °
Assolutamente stabile
Nessuna
SIGNIFICATO DELLA SUDDIVISIONE IN CLASSI
II
III
IV
300 - 200 KPa
200 - 150 KPa
150 - 100 KPa
40° - 45°
40° - 35°
35° - 30°
Molto stabile
Stable
Potenzialmente instabile
Piccoli blocchi isolati Piccoli piani o modesti cunei Piani ampi o grandi cunei
100-250 kg/cmq 50-100 kg/cmq
2
1
25%
3
60 mm
5
< 50 kg/cmq
0
Riempimento soffice
Apertura > 5 mm
continui
o
Giunti
0
> 125
Molto sfavorevole
-12
-25
-60
< 20
V
Rocce molto scadenti
V
< 100 KPa
< 30°
Sicuramente instabile
Piani molto vasti o superfici rototraslative
Interventi
Tempo medio di autosostentamento del tunnel
Nessuno
10 anni per tunnel di 15 m
Puntuale al bisogno
6 mesi per tunnel di 8 m.
Sistematico locale
5 giorni per tunnel di 4 m
Intensi ed estesi
10 ore per tunnel di 2,0 m
Riprofilatura generale
60 minuti per tunnel di 1 m
ENEL ELETTRODOTTO MONTE LONGU - Stazione n° 4
PARAMETRO
1
Resistenza roccia
intatta
Compressione Uniassiale
INDICE
R . Q . D.
INDICE
Spaziatura giunti
INDICE
2
3
Scabrezza giunti
e
continuità giunti
4
5
Carico puntuale Is 50
Condizioni
idrauliche
CLASSIFICAZIONE DELL'AMMASSO ROCCIOSO SECONDO BIENIAWSKI
CAMPO DI VARIAZIONE DEI
Sommatoria indici RMR
Classe n°
Descrizione
Classe n°
Coesione dell'ammasso roccioso
Angolo di attrito dell'ammasso roccioso
Condizione di stabilità
Tipo rottura
Non eseguibile P.L.T
> 80 kg/cmq
40 - 80 kg/cmq
20 - 40 kg/cmq
10 - 20 kg/cmq
> 2000 kg/cmq
15
90% - 100%
20
>2m
20
1000 - 2000 kg/cmq
12
75% - 90%
17
0,6 - 2 m
15
500 - 1000 kg/cmq
7
50% - 75%
13
200 - 600 mm
10
250 - 500 kg/cmq
4
25% - 50%
8
60 - 200 mm
8
Superfici molto ruvide
non continue
Apertura assente
Riempimento assente
30
Nessuno
Superfici poco ruvide
Apertura < 1 mm
Superfici poco alterate
Superfici poco ruvide
Apertura < 1 mm
Superfici molto alterate
25
< 10 lt/min
20
10 - 25 lt/min
Superfici lisce o
Apertura 1 - 5 mm o
Riempimento < 5 mm
Giunti continui
10
25 - 125 lt/min
0,00 - 0,1
0,1 - 0,2
0,2 - 0,5
> 0,5
Poco umida
10
Umida
7
Satura
4
Fluente
0
INDICE
Afflusso per 10 m. scavo
Press. H 2O giunti
Rapporto------------------------------0
Press. Princip
Condizioni generali
Completamente secca
INDICE
15
Direzione e inclinazione dei giunti
Gallerie
Indice
Fondazioni
Scarpate
VALORI
83
INDICE DI CORREZIONE PER ORIENTAMENTO DISCONTINUITA'
Molto favorevole
Favorevole
Ininfluente
Sfavorevole
0
-2
-5
-10
0
-2
-7
-15
0
-5
-25
-50
78
CLASSIFICAZIONE DELL'AMMASSO ROCCIOSO DALLA SOMMATORIA DEGLI INDICI
81 - 100
61 - 80
41 - 60
21 - 40
I
II
III
IV
Rocce molto buone
Rocce buone
Rocce mediocri
Rocce scadenti
I
> 300 KPa
> 45 °
Assolutamente stabile
Nessuna
SIGNIFICATO DELLA SUDDIVISIONE IN CLASSI
II
III
IV
300 - 200 KPa
200 - 150 KPa
150 - 100 KPa
40° - 45°
40° - 35°
35° - 30°
Molto stabile
Stable
Potenzialmente instabile
Piccoli blocchi isolati Piccoli piani o modesti cunei Piani ampi o grandi cunei
100-250 kg/cmq 50-100 kg/cmq
2
1
25%
3
60 mm
5
< 50 kg/cmq
0
Riempimento soffice
Apertura > 5 mm
continui
o
Giunti
0
> 125
Molto sfavorevole
-12
-25
-60
< 20
V
Rocce molto scadenti
V
< 100 KPa
< 30°
Sicuramente instabile
Piani molto vasti o superfici rototraslative
Interventi
Tempo medio di autosostentamento del tunnel
Nessuno
10 anni per tunnel di 15 m
Puntuale al bisogno
6 mesi per tunnel di 8 m.
Sistematico locale
5 giorni per tunnel di 4 m
Intensi ed estesi
10 ore per tunnel di 2,0 m
Riprofilatura generale
60 minuti per tunnel di 1 m
ENEL ELETTRODOTTO MONTE LONGU - Stazione n° 2
PARAMETRO
1
Resistenza roccia
intatta
Compressione Uniassiale
INDICE
R . Q . D.
INDICE
Spaziatura giunti
INDICE
2
3
Scabrezza giunti
e
continuità giunti
4
5
Carico puntuale Is 50
Condizioni
idrauliche
CLASSIFICAZIONE DELL'AMMASSO ROCCIOSO SECONDO BIENIAWSKI
CAMPO DI VARIAZIONE DEI
Sommatoria indici RMR
Classe n°
Descrizione
Classe n°
Coesione dell'ammasso roccioso
Angolo di attrito dell'ammasso roccioso
Condizione di stabilità
Tipo rottura
Non eseguibile P.L.T
> 80 kg/cmq
40 - 80 kg/cmq
20 - 40 kg/cmq
10 - 20 kg/cmq
> 2000 kg/cmq
15
90% - 100%
20
>2m
20
1000 - 2000 kg/cmq
12
75% - 90%
17
0,6 - 2 m
15
500 - 1000 kg/cmq
7
50% - 75%
13
200 - 600 mm
10
250 - 500 kg/cmq
4
25% - 50%
8
60 - 200 mm
8
Superfici molto ruvide
non continue
Apertura assente
Riempimento assente
30
Nessuno
Superfici poco ruvide
Apertura < 1 mm
Superfici poco alterate
Superfici poco ruvide
Apertura < 1 mm
Superfici molto alterate
25
< 10 lt/min
20
10 - 25 lt/min
Superfici lisce o
Apertura 1 - 5 mm o
Riempimento < 5 mm
Giunti continui
10
25 - 125 lt/min
0,00 - 0,1
0,1 - 0,2
0,2 - 0,5
> 0,5
Poco umida
10
Umida
7
Satura
4
Fluente
0
INDICE
Afflusso per 10 m. scavo
Press. H 2O giunti
Rapporto------------------------------0
Press. Princip
Condizioni generali
Completamente secca
INDICE
15
Direzione e inclinazione dei giunti
Gallerie
Indice
Fondazioni
Scarpate
VALORI
84
INDICE DI CORREZIONE PER ORIENTAMENTO DISCONTINUITA'
Molto favorevole
Favorevole
Ininfluente
Sfavorevole
0
-2
-5
-10
0
-2
-7
-15
0
-5
-25
-50
79
CLASSIFICAZIONE DELL'AMMASSO ROCCIOSO DALLA SOMMATORIA DEGLI INDICI
81 - 100
61 - 80
41 - 60
21 - 40
I
II
III
IV
Rocce molto buone
Rocce buone
Rocce mediocri
Rocce scadenti
I
> 300 KPa
> 45 °
Assolutamente stabile
Nessuna
SIGNIFICATO DELLA SUDDIVISIONE IN CLASSI
II
III
IV
300 - 200 KPa
200 - 150 KPa
150 - 100 KPa
40° - 45°
40° - 35°
35° - 30°
Molto stabile
Stable
Potenzialmente instabile
Piccoli blocchi isolati Piccoli piani o modesti cunei Piani ampi o grandi cunei
100-250 kg/cmq 50-100 kg/cmq
2
1
25%
3
60 mm
5
< 50 kg/cmq
0
Riempimento soffice
Apertura > 5 mm
continui
o
Giunti
0
> 125
Molto sfavorevole
-12
-25
-60
< 20
V
Rocce molto scadenti
V
< 100 KPa
< 30°
Sicuramente instabile
Piani molto vasti o superfici rototraslative
Interventi
Tempo medio di autosostentamento del tunnel
Nessuno
10 anni per tunnel di 15 m
Puntuale al bisogno
6 mesi per tunnel di 8 m.
Sistematico locale
5 giorni per tunnel di 4 m
Intensi ed estesi
10 ore per tunnel di 2,0 m
Riprofilatura generale
60 minuti per tunnel di 1 m