L’informatore A L ESSA N D R I N O Marzo 2014 15 25 SALUTE e BENESSERE Per proteggere i tuoi denti efficacemente ® dalla carie scegli i dentifrici Perlax In esclusiva nelle farmacie Farm.al di Alessandria Lo strumento chiave per prevenire carie, gengivite e malattia parodontale è il controllo della formazione della placca batterica. Questa aggregazione di batteri, più propriamente definita “biofilm”, è costituita da un insieme di batteri adesi alla superficie del dente e delle mucose, organizzati tridimensionalmente ed amalgamati in strutture per lo più di natura polisaccaridica. Lo spazzolamento dei denti con tecniche appropriate e l’utilizzo del filo interdentale costituiscono i pilastri di una corretta igiene orale domiciliare. Esiste una relazione diretta tra frequenza, qualità dell’igiene orale quotidiana e la quantità di placca costituita da batteri potenzialmente responsabili di malattia cariosa e parodontale o di spiacevoli condizioni come l’alito cattivo. Tuttavia, nonostante carie e malattie delle gengive e dei tessuti di sostegno del dente possano essere evitate con semplici manovre di igiene quotidiane, la loro prevalenza resta elevata nella popolazione. Questo fatto suggerisce che il solo controllo meccanico non sia sufficiente per mantenere a livelli fisiologici la quantità di placca orale nell’arco delle 24 ore. Infatti l’azione dello spazzolino e del filo sono in grado di disgregare la struttura tridimensionale della placca, ma non di eliminarla. I batteri che residuano dopo lo spazzolamento sono in grado di proliferare e ricostituire la struttura originaria piuttosto rapidamente. Per questo motivo, accanto alle manovre di spazzolamento e filaggio, è importante associare l’utilizzo di paste dentifricie e collutori con dimostrate proprietà antibatteriche. Il loro scopo è quello di migliorare la detersione iniziale e mantenere a livelli bassi la capacità di adesione e proliferazione dei batteri. Recentemente le Prof. Barbara Azzimonti e Lia Rimondini, nell’ambito di un contratto di ricerca e sviluppo con il Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali (INSTM; http://www.instm.it/) hanno studiato l’effetto di alcuni dentifrici, tra cui PERLAX®, nel contrastare la crescita di vari biofilm batterici tra i quali quello costituito da Steptococcus mutans, principale agente eziologico responsabile della carie dentale, e da Aggregatibacter actinomycetemcomitans, uno dei più temibili putativi patogeni della malattia parodonatale. Perlax® si è dimostrato in grado di abbattere la carica batterica di entrambi i ceppi batterici sulle superfici di smalto e dentina. Inoltre lo spazzolamento con Perlax® per un solo minuto è stato in grado di contrastare, per oltre 8 ore, la ricrescita del biofilm di entrambi i ceppi ed in particolare di quello prodotto da Streptococcus mutans. I dati suggeriscono che lo spazzolamento tre volte al giorno con Perlax® riduca e contrasti la formazione di placca batterica, proteggendo efficacemente dalla carie. IL TRATTAMENTO DEGLI SMALTI CON PERLAX® RIDUCE LA FORMAZIONE DELLA PLACCA BATTERICA FORMATA DA S. MUTANS E A. ACTINOMYCETEMCOMITANS, COME DIMOSTRATO DAL CALCOLO DELLE CFU (UNITÀ FORMANTI COLONIA). PERLAX® POSSIEDE UN’OTTIMA ATTIVITÀ SBIANCANTE. GLI SMALTI TRATTATI CON PERLAX® PRESENTANO INFATTI UNA PERCENTUALE DI PIGMENTAZIONE RESIDUA INFERIORE NON SOLO RISPETTO A QUELLA DI CAMPIONI NON TRATTATI CON AGENTI DEPIGMENTANTI, MA ANCHE A QUELLA DI SMALTI TRATTATI CON UN DENTIFRICIO A NORMA ISO 11609. TROVATE I DENTIFRICI PERLAX® IN ESCLUSIVA NELLE FARMACIE DI ALESSANDRIA: CRISTO Corso Acqui, 260 MARENGO Via Marengo, 50 OSPEDALE Spalto Marengo, Palazzo Pacto PISTA Piazza Mentana, 16 SPINETTA MARENGO Via Genova, 152 - Spinetta M.go (AL) PARAFARMACIA GLI ARCHI C. Comm. Gli Archi, Via Sclavo, 15 ORTI Largo Catania APERTA 24/24 ore, 365 giorni all’anno con servizio DRIVE-IN L’ANALISI PROFILOMETRICA DIMOSTRA CHE PERLAX® POSSIEDE UN POTERE ABRASIVO COMPATIBILE CON I PARAMETRI (30-200) INDICATI DALLA NORMATIVA ISO 11609. 26 L’informatore Marzo 2014 A L ESSA N D R I N O SALUTE e MEDICINA La paura negli adulti La paura è sempre esistita, ma essa assume caratteri particolari nella nostra epoca. Anzitutto la paura è generale e ovunque. La paura di respirare un’aria inquinata e di mangiare un cibo tossico; la paura di essere contaminati da qualche virus, sennò da qualche ideologia; la paura di perdere il lavoro ma pure i beni acquisiti grazie al lavoro; la paura che non ci sia un domani: per la salute, per l’amore, per i viveri o l’acqua, per il pianeta; la paura di stare a casa ma anche di uscire di casa dove una qualsiasi violenza potrebbe colpirci. La paura, quindi, non è solo un affare di bambini non ancora cresciuti e che hanno bisogno di adulti per essere aiutati a entrare nella vita reale. La stessa vita reale oggi spaventa prima gli adulti che sono consapevoli del carattere precario e pericoloso della nostra esistenza attuale, che sono pure capaci di prevedere l’incertezza dell’avvenire per l’umanità. La paura non è più un problema che si può curare con l’età, nemmeno con una terapia. Risulta da fenomeni oggettivi che si sommano e creano un ambiente di vita che ci rende vulnerabili e in un certo modo malati. Ma si tratta di una malattia che nessun medico né nessuna medicina possono guarire? Certo, ci sono medici che prescrivono neurolettici o antidepressivi, ma non curano perciò la paura. Ci sono anche persone che fanno uso di droghe meno legali per trovare conforto, ma diventano tossicodipendenti senza aver superato la soggezione alla paura, piuttosto l’hanno raddoppiata. Superare la paura generalizzata che corrisponde ormai all’atmosfera della vita quotidiana richiede il passaggio a un’altra epoca. Cerchiamo ancora di imputare qualche altro - individuo o cultura - della causa della paura. Questa risulterebbe da una certa sorta di terrorismo, dalle forme assunte da tale e tal altra religione, o dal modo di comportarsi di un altro popolo o di un’altra generazione. Addossare a qualcun altro la responsabilità della paura non ci può aiutare a superarla. È piuttosto in noi stessi e nel nostro modo di vivere che dobbiamo trovare la causa dell’onnipresenza della paura e del suo potere. Se la nostra tradizione si fosse curata un po’ meglio di coltivare il respiro e l’energia, saremmo più capaci di rimanere in noi e di resistere alla paura. Ci siamo tanto allontanati da noi che non abbiamo un luogo in cui ripararci, qualcosa in noi a cui appoggiarci per sfuggire alla pressione ambientale. La quale incita una gran parte di noi a rifugiarsi nel divertimento, come accade spesso nei tempi incerti. Ma un simile comportamento, che corrisponde a una sorta di droga, contribuisce ad alimentare l’incertezza! Tornare a una cultura più complessiva del nostro essere è indispensabile, non solo per sopravvivere ma anche per tentare di aprire nuovi orizzonti. Oltre al fatto che sia stata una cultura del fra simili, che affronta le differenze in un modo quasi soltanto quantitativo e gerarchico, la nostra tradizione ha favorito un’educazione delle facoltà mentali a discapito di una formazione più globale. Questi caratteri culturali ci hanno resi abbastanza deboli e poco capaci di convivere nella differenza, cioè di adattarci alle realtà del nostro tempo. Siamo stati educati a seguire modelli culturali preesistenti piuttosto che a edificare insieme un nuovo mondo grazie alle fecondità delle nostre differenze. Ora, questo è il lavoro che spetta a noi di compiere oggi. Un tale lavoro esige da noi di essere più autonomi e creativi di quanto siamo. Infatti, abbiamo ancora da superare la dipendenza da quelli che crediamo conoscano meglio di noi quali siano il nostro bene o il nostro male. Adulti, restiamo anche bambini a causa di una simile aspettativa riposta in quelli che sostituiscono l’autorità parentale. Fidarci del loro parere e della loro parola senza rimanere all’ascolto delle nostre percezioni e della nostra esperienza, ci rende fragili e recettivi alla paura, di cui, per altro, certi usano per stabilire un loro potere. Ci fanno credere che se non rispettiamo i loro consigli, rischiamo di danneggiare il nostro corpo, il nostro statuto sociale, perfino la nostra anima. Sfortunatamente non ci svelano che cosa perdiamo fidandoci della loro autorità senza essere fedeli al nostro proprio sentire. Una condizione necessaria per costruire una vita adulta autonoma. Essere fedeli alla nostra singolarità e incaricarci di farla fiorire deve accompagnarsi con il rispetto della singolarità dell’altro e l’aiuto portato al suo proprio compimento. Questo ci richiede di crescere come adulti autonomi capaci di proseguire il proprio cammino senza rinunciare a esso per qualsiasi paura. Esige anche di sviluppare le relazioni con l’altro, gli altri, non solo in quanto figli di una stessa particolare famiglia - naturale, culturale, politica, nazionale, eccetera - i figli che sono radunati in nome di una specifica appartenenza, e che formano un tutto che, almeno in parte, si richiude a partire dall’esclusione dell’altro in quanto differente. Figli che sono più o meno in competizione per essere il capo, il primo, il più bravo, il più competente, il più amato eccetera. Abbiamo piuttosto da crescere fino a raggiungere una maturità che ci consenta di comporre una famiglia umana di fratelli e di sorelle di cui le differenze si intrecciano e si fecondano in nome di un’appartenenza naturale universale e della libera volontà di ciascuno e di ciascuna di costruire insieme un mondo che corrisponda all’epoca in cui viviamo e abbiamo da convivere nella dignità, nella pace e, per quanto difficile questo talvolta sia, nella felicità. Antonio Dr. Musso Le costellazioni familiari ad approccio Immaginale A Watzslawik, Beavin, Bateson, Jackson, e ad altri autori della Scuola di Palo Alto si deve l’idea di vedere la famiglia come “sistema” e di applicare alle interrelazioni familiari la teoria generale dei sistemi. In questa prospettiva la famiglia viene vista come un sistema, ossia come un’entità che possiede caratteristiche, regole e norme proprie. Ma chi sono in realtà i membri di una famiglia che concretamente agiscono nelle relazioni? Con la psicogenealogia e la psicologia transgenerazionale appare evidente che gli avi influenzano le reazioni e i comportamenti delle generazioni ad essi successive. La tecnica del Genogramma, introdotta nella psicologia transgenerazionale da Bowen e ampliata grazie a due sorelle psicoterapeute del Mental Rescearch Institute di Palo Alto, Doris e Lise Langlois, si rivela uno strumento utile nelle costellazioni familiari. Anne Ancelin Schützenberger, analista, autrice de “La sindrome degli antenati” fa ripetutamente allusione ai culti dedicati agli avi nelle culture animiste. Grande diffusione e popolarità ha conosciuto il metodo grazie ad una speciale quanto personale interpretazione di detti principi da parte di Bert Hellinger in modo molto pragmatico e concreto. Nell’approccio Immaginale tipico della Scuola di Nonterapia, antropologia e animismo sono sicuramente si miscelano elegantemente con l’approccio archetipico di J. Hilman e con la filosofia dell’immaginale creando un nuovo metodo denominato dall’autrice, Selene Calloni Williams, simboloimmaginale. Le costellazioni familiari ad approccio Immaginale aiutano ad affrontare i “legami affettivi invisibili” che ci uniscono ai nostri avi sospingendoci a fare della nostra vita l’incarnazione di un mito transgerazionale. Attori sulla scena della vita, interpretiamo ruoli che ci consentono di mantenere in vita le emozioni e i destini dei nostri avi, spinti da null’altro che da “obblighi d’amore” inconsci. L’influsso degli avi sul nostro progetto di vita è innegabile. Un figlio non viene concepito, atteso e generato solo per se stesso, ma per obbedire a sogni e desideri il più delle volte inespressi o irrealizzati del clan familiare. Sul figlio i genitori proiettano sogni e aspettative talvolta inconsce. Quando veniamo al modo siamo già portatori di numerose missioni da compiere: riparare torti subiti, ristabilire equilibri perduti, riscattare pesanti rinunce, ripetere ostinatamente determinate emozioni in nome di legami invisibili, obblighi d’amore occulti, nei confronti dei nostri antenati, così agiamo con la sensazione di avere un vuoto da colmare, un’ingiustizia a cui porre rimedio, un equilibrio da restaurare. Un lavoro con le costellazioni familiari ad approccio Immaginale, costituisce un percorso attraverso cui è possibile decodificare la programmazione inconscia ereditata al momento della nascita dal clan familiare. Per approccio transgenerazionale si intende la volontà di considerare il progetto di vita di un individuo come frutto dei compiti di compensazione del destino familiare che egli ha ricevuto fin dal momento del suo concepimento. Se prima della sua nascita la madre ha subito degli aborti, il figlio riceve anche gli incarichi che i genitori avevano proiettato sul figlio non nato. Il mancato adempimento delle missioni di compensazione assegnate crea un conflitto interiore che spinge l’individuo a manifestare una sorta di auto boicottaggio che gli può provocare danni ingenti. Esempi di autoboicottaggio. L’impossibilità di godere i frutti del proprio benessere economico o la difficoltà a realizzare un benessere economico, una bocciatura a un concorso importante, una rinuncia agli studi, problemi di inserimento nel mondo del lavoro, “fatalità” che fanno effettuare investimenti sbagliati, portano a fallimenti economici, fanno sposare il partner che non si ama o creano difficoltà ai tentativi di formare una famiglia e di generare dei figli, possono essere visti come tanti esempi di auto boicottaggio. In generale si potrebbe dire che i torti subiti da un avo possono divenire nel discendente missioni riparatrici, i fallimenti possono trasformarsi nell’incapacità di creare relazioni e condizioni proficue, i traumi in depressioni, le sofferenze in carenza di fiducia nelle proprie possibilità e in quelle della vita, lo stress accumulato di generazione in generazione può materializzarsi nelle malattia fisica e nell’impasse psicologica. Nevrosi da scacco o nevrosi di classe: é la difficoltà dei discendenti di modificare le condizioni di vita economiche, sociali, professionali della famiglia. La nevrosi di classe nasce dai limiti imposti alla realizzazione personale dal codice familiare di norme e tradizioni: non devi superare tuo padre e tua madre, fai come abbiamo fatto noi, é meglio andare sul sicuro, moglie e buoi dei paesi tuoi, non uscire dal seminato. Roberto Beverino Counselor Professionale, conduttore e formatore di Costellazioni Familiari ad approccio Immaginale L’informatore A L ESSA N D R I N O Marzo 2014 15 27 SALUTE e MEDICINA La nuova classificazione della rinite allergica Il concetto di “allergia” fu introdotto nel 1906 dai pediatri viennesi Clemens von Pirquet e Béla Schick. Le allergie rappresentano un problema molto diffuso nel nostro Paese. La allergie più comuni sono quelle legate ai pollini agli acari della polvere, agli animali e agli alimenti. Per l’elevata prevalenza ed i suoi effetti sulla qualità della vita la rinite allergica è inclusa tra le più frequenti malattie dell’apparato respiratorio. La rinite allergica, inoltre, altera il sonno, e influisce negativamente sulla vita sociale, lavorativa e scolastica. I costi socio- economici diretti e indiretti della rinite sono di importanza non trascurabile. I costi indiretti includono la perdita di giorni lavorativi e scolastici. Conoscere il problema, con il supporto di medico e farmacista, e saperlo gestire in modo efficace attraverso un’adeguata prevenzione, rappresenta la strategia vincente. LA NUOVA CLASSIFICAZIONE DELLA RINITE ALLERGICA I sintomi, la durata delle manifestazioni (intermittente o persistente) e la loro severità (lieve o moderata-grave) sono alla base della moderna classificazione della rinite allergica che ha sostituito la classica distinzione in rinite stagionale e perenne. È possibile distinguere la rinite in intermittente, quando i sintomi sono presenti per meno di 4 giorni alla settimana o per meno di 4 settimane all’anno, e in persistente, quando al contrario la rinite è presente per più di 4 giorni alla settimana e per più di 4 settimane all’anno. Ciascuna delle due forme può essere poi considerata di gravità lieve o moderata-grave in relazione all’impatto dei sintomi sulla della vita del paziente. Viene considerata lieve una rinite che non disturba il sonno, non limita le attività quotidiane, consente il normale svolgimento delle attività lavorativa o scolastica e non determina sintomi fastidiosi. La presenza di una o più di questa manifestazioni permette invece di parlare di rinite moderata-grave. Schemaricamente possiamo riassumere così: INTERMITTE - Sintomi: maggiori 4 giorni per settimana o maggiori 4 settimane PERSISTENTE - Sintomi: minori 4gg per settimana e minori LIEVE - sonno normale - nessun impedimento alle attività quotidiane, sportive, di divertimento - normale attività lavorativa e scolastica - nessun altro sintomo MODERATA - SEVERA - sonno disturbato - influenza sulle attività quotidiane, sportive di divertimento - problemi sul lavoro o a scuola - altri sintomi a cura del dr. Roberto Mutti Lenti polarizzate: una migliore visione Una soluzione versatile, ideale come occhiale da sole, per la guida e per molte altre situazioni d’uso. Sciatori, piloti e amanti degli sport acquatici sono il target ideale per questo prodotto. Ma le lenti con tecnologia polarizzante rappresentano anche un’eccellente soluzione per chiunque indossi occhiali. Queste particolari lenti consentono di schermare il riverbero e le immagini specchio che si creano quando la luce del sole si riflette su superfici riflettenti, come un manto stradale bagnato, uno specchio d’acqua o una superficie metallica. Il risultato è una protezione superiore contro l’affaticamento visivo perché l’occhio non è più costretto ad adattarsi costantemente alle diverse condizioni di luce. Coloro che indossano queste lenti generalmente riportano un maggior comfort visivo. COME OPERA IL PRINCIPIO DI POLARIZZAZIONE? Innanzitutto la luce naturale non è polarizzata il che significa che oscilla in ogni direzione. Ogni volta che un raggio di luce incontra una superficie liscia – esempio un manto stradale bagnato – la luce è parzialmente riflessa dall’acqua e indirizzata verso una direzione. In altre parole è polarizzata. Il riverbero crea un fastidioso effetto di accecamento (abbagliamento) proprio a causa della luce polarizzata – un rischio in cui non incorrono i portatori di lenti con filtro polarizzante. Il principio fisico alla base di questo è che la luce riflessa è polarizzata orizzontalmente ed è filtrata da una struttura a micro rete verticale della lente polarizzata. Così facendo il riverbero intenso provocato da uno specchio di acqua o da un manto stradale bagnato è praticamente eliminato. Le lenti polarizzate hanno un beneficio in più, ovvero protezione UV al 100%!. Le lenti polarizzanti rappresentano una sicurezza in più e offrono notevoli benefici: grazie alle speciali colorazioni, nelle tonalità del marrone e del verde, si ottiene un sostanziale miglioramento del contrasto con colori più vivaci. dr. Massimiliano Costa e dott.ssa Gabriella Cavalli, Ottica Nuova 28 L’informatore Marzo 2014 A L ESSA N D R I N O SALUTE e BENESSERE A stare troppo seduti si rischia Anziani, la solitudine uccide di divenire disabili più dell’obesità La sedentarietà fa male, molto male. E a quanto sembra non importa quanto esercizio fisico moderato si compie perché ogni ora in più che si sta seduti raddoppia il rischio di disabilità. Il monito arriva da un nuovo studio pubblicato sul Journal of Physical Activity and Health e condotto dai ricercatori della Northwestern Medicine, i quali hanno scoperto che a parità di età, la persona che sta seduta un’ora in più dell’altra ha il 50% in più di probabilità di diventare disabile. I risultati finali della ricerca hanno mostrato che coloro che erano rimasti attivi presentavano nel complesso migliori condizioni di sa- lute, rispetto a quelli che non erano attivi. In più, coloro che stavano seduti tra le 9 o più ore al giorno mostravano un calo misurabile nelle capacità fisiche. Secondo gli scienziati restare seduti per lungo tempo può causare problemi ai muscoli, fa bruciare meno grassi e il sangue scorre più lentamente. Tutto ciò porta a gravi conseguenze per la salute e allo sviluppo di malattie come il diabete, le malattie cardiovascolari, l’obesità ma anche la disabilità fisica. La solitudine può essere letale per gli anziani, due volte di più dell’obesità e quasi quanto la “miseria nera”: uno studio dell’Università di Chicago ha messo in luce gli effetti devastanti del sentirsi isolati sulla salute degli over 70, scoprendo che i più soli tra loro avevano il doppio delle probabilità di morire nei 6 anni in cui sono stati tenuti sotto osservazione. Paragonati alla persona media dello studio, i solitari avevano il 14% di rischio in più di morte prematura, due volte la percentuale degli obesi, e poco meno dei poverissimi (19%). Già in precedenza, diverse ricerche avevano mostrato un collegamento tra la solitudine e una serie di problemi di salute, dall’ipertensione all’abbassamento delle difese immunitarie, oltre a un più alto rischio di depressione, ictus e infarto: in un libro recente, John Cacioppo, psicologo proprio dell’Università di Chicago, ha paragonato il dolore della solitudine al dolore fisico. Tosse: consigli e rimedi naturali UN ALLEATO PREZIOSO: IL MIELE Pare proprio che niente sia più curativo del miele. È quanto afferma uno studio dell'Università israeliana di Tel Aviv, pubblicato sulla rivista specializzata Pediatrics. Dai risultati hanno potuto stabilire che il prodotto delle api, oltre ad essere maggiormente efficace, è particolarmente benefico durante la notte quando la dolcezza della sostanza favorisce le secrezioni di muco, così eliminate più facilmente. Inoltre, pare avere un effetto sedativo ed emolliente su faringe e laringe. Da preferire, il miele di eucalipto per i casi di tosse grassa, quello di acacia indicato per la tosse secca. Quanto al liquido in cui scioglierlo, generalmente il latte, per chi non lo gradisse è sostituibile con tisane a base di timo, menta e liquirizia. CONSIGLI IN PIÙ - Anche i gargarismi con acqua tiepida a cui ag- giungere un pizzico di sale sono molto utili nel ridurre il bruciore alla gola. - Benefici anche dal respirare il vapore caldo, ottenuto dalla bollitura di acqua con un pizzico di bicarbonato di sodio: un valido mezzo per dare sollievo alla gola, stimolare l’eliminazione del catarro e reidratare le mucose irritate. - Ci si assicurano effetti positivi, comprovati, anche dal bere una tazza di brodo di pollo: la cisteina contenuta nella carne bianca aiuta a fluidificare il muco dei bronchi, mentre l'aglio e la cipolla utilizzati per aromatizzare il brodo rinforzano l'organismo dai virus influenzali e parainfluenzali. - Suggerito il consumo di maggiori quantità di frutta e verdura, in particolare vegetali bianchi (porri, finocchi, rape, indivia, cavolfiori) ricchi di magnesio, potassio e sostanze antiossidanti. Ma è meglio diminuire il consumo di latticini che favori- scono la produzione di muco. - Utile mantenere un certo grado di umidità nei locali, per reidratare anche le vie aeree e favorire lo scioglimento del muco. - Non fumare e non stare a lungo negli ambienti fumosi per non aggiungere ulteriori stimoli irritanti che potrebbero far peggiorare la situazione. - Non dormire a pancia in giù, così da evitare che il catarro vada a finire in gola costringendo a tossire in continuazione. Per la cura dell'ansia: pillole sì o no? Farmaci e paure: le risposte ai quesiti più diffusi 1. Dovrò rimanere in cura per sempre? La terapia farmacologica per l’ansia non nasce per durare tutta la vita. Ci vogliono dagli otto mesi all’anno e mezzo, in media, prima di poter prendere in considerazione di interromperla. Ovviamente se il risultato preposto è stato raggiunto. Bisogna, però, mettere in conto le ricadute. I disturbi d’ansia, infatti, sono ricorrenti e c’è il rischio che si ripresentino e quindi sia necessario riprendere le terapie. 2. E se divento dipendente dai farmaci? I farmaci possono essere di grande aiuto. Da soli non bastano, perché la psicoterapia è altrettanto fondamentale. Non bisogna temere di diventarne dipendenti. L’importante è prenderli sotto controllo medico. Sono molti i pazienti che non si curano farmacologicamente, perché hanno paura di diventare dipendenti dal medicinale. Se si assumono medicine sotto controllo medico, se non si ricorre al fai-da-te, se non si cambiano dosaggi e modalità, allora non ci può essere dipendenza. Diverso è il discorso delle ricadute. I disturbi d’ansia possono ripresentarsi, se non si sono risolti i problemi del vissuto. Allora è possibile che sia necessario riprendere la terapia. Ma questo non significa che si sia diventati farmaco-dipendenti. 3. Queste terapie fanno ingrassare? Tra i motivi che spingono un paziente ad abbandonare la terapia c’è quello dell’aumento di peso, spesso inaspettato ma sensibile. Queste pillole non fanno ingrassare ma aumentano l’appetito, la sensazione di fame. Si mangia di più e di conseguenza si ingrassa. Il paziente deve essere educato ad affrontare questa controindicazione e imparare a gestire la fame, per esempio concedendosi spezza-fame non calorici. Marzo 2014 315 29 30 L’informatore Marzo 2014 15 A L ESSA N D R I N O ECOLOGIA POLLICE VERDE Marzo: la primavera è alle porte! Prepariamo il giardino La primavera è alle porte, Marzo è il mese dei lavori di ripulitura e preparazione del giardino. Se le temperature lo permettono è possibile levare le coperture dalle piante poste al riparo di teli di materiale vario, avendo cura anche di ripulirle dalle foglie secche e dai rami rovinati; si ripuliscano anche le zone intorno agli arbusti ed agli alberi, levando foglie secche ed erbe infestanti, dopo aver sparso piccole quantità di concime organico una leggera zappatura permetterà di interrare il nutrimento e di farlo giungere più velocemente alle radici delle piante. POTATURA Per ottenere uno sviluppo equilibrato delle nostre piante durante queste settimane dovremo potare la gran parte di esse; escludiamo solo gli arbusti a fioritura primaverile, per i quali attenderemo l’appassimento completo dei fiori per potare i rami rovinati o deboli. Le piante da frutto, gli arbusti a fioritura estiva, le siepi, le rose, vanno potati adesso, in modo da favorire lo sviluppo di nuovi germogli vigorosi. LAVORI VARI Siamo ancora a tempo per porre a dimora alcuni bulbi a fioritura primaverile, mentre, quando le ultime gelate saranno ormai un ricordo, potremo porre a dimora anche i bulbi a fioritura estiva o autunnale. Possiamo porre a dimora anche arbusti, alberi da frutto e roseti, sia a radice nuda, sia quelli già in vaso. Durante le prime settimane di marzo possiamo anche rivedere alcune zone del giardino, operando degli spostamenti di alcune piante, dopo il 15-20 di marzo sarà però sconsigliabile sradicare e spostare le nostre piante senza causare uno stress molto elevato, infatti all’inizio della primavera la gran parte delle essenze presenti nei nostri giardini necessitano di acqua e nutrimento in maniera costante, che la permanenza in contenitore, anche se per brevi periodi, potrebbe non garantire. Possiamo praticare un primo trattamento antifungino con poltiglia bordolese. SEMINE Marzo e Aprile sono i mesi ideali per la semina del tappeto erboso. Ricordiamoci di spargere sul terreno del concime organico, o un fertilizzante a lenta cessione, e di lavorare a fondo il substrato, per permettere una perfetta radicazione delle giovani piantine. Nell’orto e nel giardino cominciamo a seminare molte delle piante che utilizzeremo nei prossimi mesi, la gran parte delle quali vanno però seminate ancora in luogo protetto. - Nell’orto semine in letti caldi o sottovetro: basilico, cavoli estivi, melanzane, peperoni, pomodori, sedano, zucchine. - Semine in piena terra: barbabietole da orto, bietole, carote, cicorie, cipolle, lattughe, piselli, pomodori, porri, prezzemolo, rape, ravanelli, rucola, scorzobianca, scorzonera, spinaci, valeriana, angurie, cetrioli, fagioli, meloni. - In giardino semine in letti caldi o sottovetro: agerato, amaranto, asparago plumoso e sprengeri, balsamina, bella di notte, bocca di leone, calendula, celosia, clarkia, coleus, cosmea, dalla, digitale, gaillardia, garofano, lavatera, lobelia, lunaria, kochia, mesembriantemo, nasturzio, petunia, portulaca, primula, salvia splendens, senecio, statice, tagete, verbena, zinnia. - Semine in piena terra: astro, bella di giorno, calendula, campanella, cipresso annuale, coreopsis, cosmea, crisantemo, elicriso, escholtzia, fiordaliso, garofano, gypsophila, godezia, lino, nasturzio, nigella, papavero, petunia, phlox, pisello odoroso, zinnia, zucchetta ornamentale. 8 idee ecologiche e taglia bolletta I conti di fine mese non tornano? Spese troppo alte? È possibile risparmiare partendo dalla propria abitazione con un occhio anche all’ecologia. Ecco otto semplici accorgimenti da seguire ogni giorno: 1. La pasta si può versare nella pentola già prima che l’acqua arrivi ad ebollizione, praticamente quando emergono le prime bollicine. 2. Aprire il frigo e il freezer il minor numero di volte possibile, per ogni minuto di apertura ce ne vogliono tre perchè la temperatura ritorni ai livelli impostati. 3. Sostituire la guarnizione negli sportelli (sempre di frigorifero e freezer) se si sono consumate. Una chiusura non efficace consuma tantissima elettricità. 4. Coprire sempre gli alimenti prima di riporli in frigo. La loro umidità aumenta la temperatura interna, obbligando il motore ad un consumo aggiuntivo. 5. Scongelate gli alimenti dentro il frigo, questo contribuirà a mantenere la temperatura bassa. 6. Staccare sempre i caricabatterie a carica completa, altrimenti continueranno a consumare energia. 7. Per scongelare o riscaldare è meglio usare il microonde (risparmia energia rispetto al forno tradizionale). 8. Non lasciate la tv in standby, il consumo di energia elettrica si riduce ma non si annulla. L’inverno 2014 è il terzo più caldo dal 1800 L’inverno 2013-2014, sotto il punto di vista climatico, ha più di un motivo per restare memorabile. Stando, infatti, ai dati del Consiglio nazionale delle ricerche è stato caratterizzato da anomalie per il caldo, visto che si piazza al terzo posto tra i mesi invernali più caldi dal 1800 a oggi, e per la quantità di pioggia caduta, conquistando il 19esimo posto come mese più piovoso degli ultimi due secoli. A gennaio ad esempio si sono registrare temperature di oltre 2 gradi (+2.1 per l'esattezza) superiori alla media del periodo di riferimento 1971-2000, collocandosi al terzo posto tra i mesi di gennaio più caldi dal 1800 ad oggi. Gli altri sono il primo mese del 1804 e quello del 2007, con anomalie di +2.4 e +2.3 rispettivamente. Le precipitazioni sono state piuttosto abbondanti su gran parte del territorio italiano, facendo registrare un'anomalia di +86% (rispetto alla media del periodo 1971-2000) a livello nazionale (il 19esimo gennaio più piovoso dal 1800). Guanti e sacchetti, al supermercato la plastica diventa eco Dopo gli shopper tocca ai guanti e ai sacchetti leggeri per avvolgere frutta e verdura: l'Italia continua a guidare la corsa delle plastiche biodegradabili, quelle che possono finire nella pattumiera dell'organico. Come già 5 anni fa per gli eco shopper, la rivoluzione merceologica comincia a Firenze: in questi giorni, in molti supermercati della Toscana, per sacchetti, shopper e guanti inizia il processo di messa al bando della plastica che non si può trasformare in compost. I volumi della sperimentazione sono già significativi: in un anno verranno sostituite 360 tonnellate di plastica che servono a produrre 120 milioni di sacchetti e 40 milioni di guanti. A livello nazionale parliamo di 6 miliardi di sacchetti di plastica per la frutta e la verdura: sono numeri consistenti e intervenire in modo innovativo significa ottenere molti vantaggi. Mettendo in discussione vecchie abitudini si comincia a riflettere sui piccoli gesti, e infatti l'uso di shopper è diminuito del 40%. Poi si abbattono le emissioni serra, perché si sostituiscono materiali organici a prodotti della filiera petrolifera. Infine si ottiene un aumento occupazionale perché la base delle plastiche compostabili è nei campi e così si rilancia il circuito di produzione agricola e di trasformazione. In Italia le resistenze a far decollare i prodotti in plastica ad alta innovazione sono state molto forti. Il provvedimento, approvato nel dicembre 2006, è stato bloccato a lungo dalla mancata approvazione dei decreti attuativi e ancora oggi l'assenza di sanzioni fa sì che due shopper su 3 siano illegali. Ma la nuova direttiva europea, attualmente in discussione, sta accelerando il processo di cambiamento perché parte dall'esperienza italiana e progetta di estenderla all'intera Unione. Un successo non solo ambientale ma anche economico per l'Italia che vede una sua azienda, la Novamont, in ottima posizione per la conquista del nuovo mercato visto che il prodotto finora utilizzato è il Mater-Bi, una plastica ricavata utilizzando il mais. Inoltre eliminando le vecchie plastiche non solo si riduce l'impatto sul paesaggio prodotto dall'invasione degli shopper nelle campagne e nei fiumi, ma si rende più semplice l'organizzazione di un'efficace raccolta differenziata nelle città: oggi uno dei pro- blemi maggiori nella selezione dell'umido deriva dalla presenza di sacchetti di plastica non compostabile. L’informatore Marzo 2014 A L ESSA N D R I N O 15 31 INFO BIO Il mercato del biologico conferma Consigli per una bio detersione il suo trend positivo di crescita In Italia, nonostante il calo del 3,7% dei consumi alimentari convenzionali, si è registrato un incremento dell'8,8% dei consumi di prodotti biologici. Sono dati riportati in una ricerca elaborata dall'Associazione italiana per l'agricoltura biologica (Aiab), sulla base di indagini della Fondazione italiana per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica (Firab) e su rilevazioni Ismea Gfk-Eurisko. L'Italia si conferma il primo paese europeo per esportazione di prodotti biologici e protagonista sulla scena europea e mondiale: poco meno di 50 mila operatori impegnati nella produzione, su 1,2 milioni di ettari di terreno, muovono un giro di affari di oltre 3 miliardi di euro. La Germania è il principale paese acquirente di prodotti bio provenienti dal nostro Paese, soprattutto di ortaggi, frutta, vino, olio e pasta. Per quanto riguarda la domanda interna, il tasso di crescita è stato più elevato negli anni della crisi economica (+7,8% della media annua) che in quelli precedenti (+3% del 20082009). Il fatturato dato dalle vendite al dettaglio in negozi specializzati, grande distribuzione, vendite dirette in aziende agricole, gruppi d'acquisto, ristorazione e altri canali di filiera corta è stimato in circa 2.011 milioni di euro. Un altro dato interessante è la crescita del consumo di alimenti bio nelle scuole italiane. Una ricerca Nomisma/Pentapolis parla, infatti, di un aumento del 50% delle mense 'sostenibili', con quasi 1,2 milioni di pasti bio in un anno. Si tratta di numeri che evidenziano da parte dei consumatori, sia a livello italiano sia a livello europeo e mondiale, un forte aumento di interesse, di informazione, di attenzione e quindi di domanda. Il bio non è solo alimentazione, ma è cultura, territorio, innovazione, tradizione, sostenibilità, solidarietà, etica, ricerca, economia. Ecco come pulire casa con semplici consigli fai da te e biologici. - Il primo gesto consapevole e necessario (oltre che economico ed ecologico) è imparare a fare a meno di tantissimi prodotti di cui abbiamo piena la casa. - Il secondo gesto, veramente economico ed utilissimo, consiste nel preparare spruzzini di acqua e aceto, diluizione 20% o 30% o 40% di aceto in restante acqua. Si sceglie anche a secondo di quanto si tollera l’odore dell’aceto: chiaramente la soluzione agisce meglio quando più è concentrato l’aceto. Se l’acqua non è particolarmente calcarea và benissimo quella del rubinetto, altrimenti acqua distillata è meglio per evitare macchie di calcare, più che altro su vetri e acciaio. Molto spesso in casa si usano prodotti spray generici per pulire macchie semplici: acqua e aceto vanno bene per la maggior parte dello sporco. Se vi disturba l’odore dell’aceto, sappiate che l’aceto di mele ha un odore più gradevole L’aceto, meglio se caldo, spruzzato sui rubinetti è fantastico per lucidare e togliere segni di calcare. - Possiamo usare l’acido citrico, che è un acido più forte dell’aceto, si compra in polvere e si diluisce in acqua. Ha il vantaggio di essere ancora più efficace dell’aceto e di essere inodore. Ulteriore vantaggio è che si compra la povere e si diluisce a casa. Si evita quindi di buttare bottiglie vuote come succede per l’aceto. Si trova in drogheria e non costa molto, in farmacia alle volte, anche se costa di più. Anche officina naturae lo produce e lo vende sul proprio sito o sul territorio, se vi sono negozi che vendono questa marca nella vostra zona. - Un altro efficacissimo detergente naturale, da usare sia in pasta che in spruzzino, è il bicarbonato. - Usare i panni magici: sono panni di microfibra che raccattano lo sporco. Sono utilissimi ed ecologicissimi per mille pulizie. Asciutti permettono di spolverare senza detergenti. Bagnati e con l’ausilio di poco detersivo, o aceto, o poco d’altro, potenziano l’azione detergente del detersivo e dello sfregamento meccanico. E’ importante comprarli di buona qualità: la spesa è un investimento sicuro in quanto si lavano facilmente e durano tantissimo. - Il gesto più facile ed economico, e di una efficacia spesso dimenticata è usare acqua calda potenzia qualunque tipo di lavaggio e detersivo. Recuperiamo i gesti più semplici, efficaci e di buon senso, che con l’ uso dei detersivi chimici a massima tossicità ci siamo scordati! Il bio? Conviene! Stiamo vivendo un periodo che ci porta a prestare una attenzione sempre più elevata in ogni momento in cui facciamo degli acquisti. Prestiamo più attenzione a ciò che acquistiamo, compiendo scelte più consapevoli, per razionalizzare le spese. In ambito alimentare questa maggiore consapevolezza significa preferire la qualità alla quantità, scegliere pensando al benessere nostro, dei nostri cari e dell’ambiente nel quale viviamo. Un’ottima risposta a queste esigenze proviene dai prodotti biologici, buoni, sani, coltivati e trasformati senza l’impiego di sostanze chimiche di sintesi, nel pieno rispetto della fertilità della terra e dell’ambiente. Parliamo di prodotti attenti al nostro benessere, ideali per ciascun momento della giornata, dalla prima colazione alla cena, e per tutti, dai più piccoli agli adulti. Siano essi freschi, confezionati o surgelati, parliamo di prodotti buoni, sani, di qualità, provenienti da produttori che hanno scelto di dire sì al benessere e alla natura. Coltivare e allevare con metodo biologico significa infatti dover affrontare sfide importanti, che richiedono impegno ed energie elevate, ma significa anche offrire all’ambiente, e conseguentemente all’uomo, tutele concrete. Il metodo biologico, in agricoltura e in allevamento, rispetta la terra, nutrendola e arricchendola, tutela le falde acquifere, rispetta il benessere degli animali e garantisce all’ambiente la biodiversità e un equi- librio naturale. Il cibo bio, insomma, è migliore per il nostro ambiente, per noi, per i nostri cari: non possiamo rinunciare proprio in questo tempo di crisi a ciò che ci può aiutare anche nel lungo periodo. Per offrirvi prodotti bio a prezzi convenienti si aggiunge l’iniziativa Bioconviene dei supermercati bio NaturaSì, che permette sino al 27 aprile di poter scegliere tra più di 71 prodotti bio di uso quotidiano scontati: latte, biscotti, succhi di frutta, olio, pasta passata di pomodoro, farina, uova e prodotti di facile consumo nel periodo dell’autunno e dell’inverno come legumi, vellulate, cereali, tortelloni solo per citare alcune categorie. a cura di NaturaSì Alessandria Piazza Perosi, 6 - 15100 Alessandria Tel. 0131 288037 - Fax 0131 288037 Segui NaturaSì: facebook.com/naturasi.italia 15 32 Marzo 2014 L’informatore A L ESSA N D R I N O VIAGGIANDO Quell’Italia d’acqua dolce... Dal Po al Tevere, dall’Arno al Ticino. Senza dimenticare i corsi d’acqua minori. Riscoprire in primavera il piacere della navigazione, con il paesaggio che scorre, lentamente... Remando o stando pigramente adagiati su una chiatta, conducendo una house boat o lasciando che qualcun altro lo faccia per noi: navigare sul fiume regala piaceri e scoperte. Un itinerario ideale per la primavera, quando le vacanze sono brevi, il gelo è finito e gli insetti non sono ancora i compagni di viaggio obbligati. E, come diceva Cesare Pavese, un modo per continuare a amare la natura quando l’infanzia è finita: «Presi gusto all’aria aperta - scrive ne Il diavolo sulle colline - e capii che il piacere dell’acqua e della terra continua al di là dell’infanzia, di là da un orto o da un frutteto». IL PO Sul fiume, che era il Po, Pavese praticava la nobile arte del remo, ma per farsi trasportare dalla corrente non è necessaria la tempra eroica degli sportivi. E il corso d’acqua più lungo d’Italia, che scendendo dalle montagne piemontesi attraversa Piemonte, Lombardia e Emilia Romagna è sicuramente il punto di partenza di qualunque avventura. I chilometri navigabili sono 812, con 12 porti e 111 attracchi (3 in Piemonte, 39 in Lombardia, 36 in Emilia-Romagna, 33 in Veneto). A bordo di canoe, houseboat, pontoon (barche da lavoro oggi diventate di tendenza anche per il tempo libero) e bateaux mouches si può osservare la natura incontaminata tra i canali del Parco del Delta, percorribili in molti punti e spesso in entrambi i sensi, senza necessità di patente. Il sito giusto? www.visitporiver.it, che immettendo la provincia dalla quale si vuole partire suggerisce possibilità e operatori, dalle canoe in Piemonte alle chiatte in Veneto. Senza dimenticare la bicicletta da caricare a bordo (o compresa nel noleggio della barca), inseparabile compagna del turista di fiume. L’itinerario più bello? Quello che parte da Cremona, Venezia o Mantova e si ferma a Padova e Verona. Chi vuole completare il pacchetto può ingaggiare uno skipper e farsi recapitare la spesa a bordo. Dal grande fiume, il percorso italiano passa naturalmente alla Riviera del Brenta, già decantata da Byron e D’Annunzio, da Goethe e Goldoni. Una classica minicrociera, attraverso nove ponti girevoli e cinque chiuse, porta i turisti da Padova al magico bacino di San Marco a Venezia, fermandosi tra le più belle ville veneziane come Villa Foscari, detta “La Malcontenta”, progettata nel 1559 da Andrea Palla- dio. La visita dura un giorno e prevede tre ville-gioiello, ma chi vuole può spezzara la vacanzina in più tappe. IL TICINO E restando a nord, per chi cerca la natura e ama il wild, il fiume da scegliere è certamente il Ticino: il più pulito d’Italia. A ben guardare su ‘navigareinlombardia’ si può decidere tra diversi percorsi che si snodano attraverso i parchi che lo costeggiano. Potete varcare il confine col Piemonte e attraversare la bellissima Conca della Miorina: è la “via dei marmi”, usata fin dal Trecento per trasportare i blocchi di pietra dal Lago Maggiore a Milano. L’ARNO Meta imperdibile e ricca di fascino storico e letterario è poi l’Arno, che da Firenze a Pisa riserva gite bellissime che hanno come protagonisti i renaioli, gli antichi barcaioli di tradizione toscana (inutile dire che ogni contrada conserva leggende e teorie controverse sul modo giusto di tagliare l’acqua, pescare e costruire le imbarcazioni). Alcuni alberghi fiorentini si sono “specializzati” nel genere soprattutto in zona Ponte Vecchio, che propone pacchetti con gita in barca e picnic a bordo inclusi nel weekend. I renaioli si sono a loro volta attrezzati e noleggiano le proprie barche e la propria sapienza. Meglio prenotare nei fine settimana primaverili e in vista di Pasqua: la scelta è tra molte diverse gite e diversi livelli di comfort. E poiché il percorso si può fare a ritroso, risalendo il fiume, meglio dare un'occhiata anche ai pacchetti con partenza da Pisa. IL TEVERE Ultima tappa, il Tevere. Il fiume leggendario (una volta detto "il biondo Tevere" e oggi dal colore assai incerto) che nei secoli ha affascinato poeti, musicisti e pittori, prevede escursioni brevi, a partire da mezza giornata (da Ponte Marconi a Ostia Antica o viceversa) e altri più impegnativi che raggiungono il Porto di Traiano. E naturalmente è anche possibile costruire un itinerario che riporti più indietro, verso le sorgenti, noleggiando piccole imbarcazioni da abbandonare poi per usare il remo. Ma la formula più easy a Roma è senz'altro quella della festa in notturna: si può noleggiare un battello tutto per sé, stabilire cibo e orari e partire con amici e parenti. Scicli, il trionfo del barocco siciliano A marzo la città del ragusano celebra il ritorno della primavera con la Cavalcata di San Giuseppe. Un’occasione per scoprire questo gioiello artistico tutelato dall’Unesco e location di molte scene del Commissario Montalbano. Come ogni anno Scicli, si prepara a festeggiare l'inizio della primavera con la Cavalcata di San Giuseppe che quest'anno cade il 22 e il 23 marzo. La festa di San Giuseppe è una celebrazione che fonde simboli pagani alla devozione cristiana. Elementi come il fuoco, i fiori e il cibo - che venivano usati anticamente per festeggiare il risveglio delle natura e propiziarsi un buon raccolto proprio a inizio primavera - si ritrovano in questa celebrazione che rappresenta il tema religioso della fuga in Egitto della Sacra Famiglia. La festa di San Giuseppe coinvolge Scicli per due giorni. Sabato il rito prevede che la Sacra Famiglia e cavalli coperti di bardature formate da profumate violaciocche si riuniscano sul sagrato della Chiesa di San Giuseppe e vengano benedetti dal parroco. Da qui inizia la sfilata nelle strade cittadine accompagnate dal rumore dei campanacci dei cavalli. Alla fine della processione i cittadini partecipano a un banchetto di piazza e le bardature più belle vengono premiate. La festa prosegue poi la domenica quando il simulacro del santo viene portato in processione dalla chiesa di San Giuseppe verso le principali vie di Scicli e, in serata, davanti al sagrato della chiesa, si consuma la tradizionale "Cena di San Giuseppe": un'asta di prodotti della terra e dell'artigianato offerti dai fedeli. CHIESE, PALAZZI E IL "PURGATORIO" DI PASOLINI La Cavalcata è un'occasione per conoscere questa piccola città in provincia di Ragusa, inserita dal 2002 nei siti tutelati dall'Unesco e sfondo di molte sequenze della serie tv del Commissario Montalbano. Scicli è un trionfo del tardo barocco con le pareti dei suoi palazzi decorate da fregi elaborati, teste mostruose e statue di santi. Un'esplosione della fantasia e della vitalità, reazione – forse – al terribile terremoto del 1693 che devastò la Sicilia sud orientale e che portò a una ricostruzione improntata a questo stile architettonico di inizio Settecento. Difficile fare un elenco dei tanti palazzi e delle chiese da visitare. Da non perdere Palazzo Beneventano, uno dei più begli esempi di barocco con i suoi mascheroni, le statue e i curvi balconi in ferro battuto. Da qui parte via Mormino Penna, una sfilata di capolavori barocchi con dimore nobiliari come Palazzo Spadaro, Palazzo Veneziano-Sgarlatta e Palazzo di Città e architetture ecclesiastiche come la Chiesa di San Giovanni Evangelista, la Chiesa di San Michele e la Chiesa di Santa Teresa. Da vedere anche la neoclassica chiesa di Santa Maria la Nova, la chiesa del Carmine e Convento dei Carmelitani, in Piazza Busacca, uno dei complessi architettonici barocchi più imponenti della città con la facciata decorata da un grande portone, lo stemma dell'Ordine Carmelitano e statue. E poi la Chiesa di San Matteo, simbolo di Scicli e chiesa Madre fino al 1874, posta sul colle di San Matteo, nella città vecchia. Infine la Chiesa di San Bartolomeo collocata in una posizione scenografica proprio davanti ai pendii delle grotte di Chiafura, antico insediamento rupestre che ammaliò anche Pier Paolo Pasolini. Così scrisse Pasolini nel 1959 quando Chiafura era ancora abitata: «salendo per sentieri che sono letticciuoli di torrenti; sopra le ultime casupole di pietra della cittadina, si sale una specie di montagna del purgatorio, con i gironi uno sull'altro, forati dai buchi delle porte delle caverne saracene, dove la gente ha messo un letto, delle immagini sacre o dei cartelloni di film alle pareti di sassi, e lì vive, ammassata, qualche volta col mulo. In cima alla valle centrale, Chiafura, c'è un castellaccio diroccato, e una vecchia chiesa, giallo-rosa, barocca, gesuitica, distrutta da un terremoto e piena di erba. Da lassù in alto potei vedere tutta Scicli. Come un vecchio giocattolo, sul calcare, la città di uno scolorito ex voto». L’informatore Marzo 2014 A L ESSA N D R I N O 15 33 ARTE CULTURA SPETTACOLO Libri da...leggere Rendez-vous culturali MOSTRE Paris–Roubaix: il nostro viaggio nell’inferno del nord - di Giuseppe Ottoneli e Marco Porta Il libro dal titolo ‘Paris–Roubaix: il nostro viaggio nell’inferno del nord’ è il risultato di un’esperienza sportiva non comune. Il sostrato pone in evidenza quanto l’amicizia sia importante per ciascuno, non solo nelle imprese sportive. “La bicicletta ti sorprende sempre, si scopre un lato diverso ogni volta che la guardi, la pensi, la immagini. Veicolo di amicizia”: le parole, condivise da chi scrive queste osservazioni, sono il pensiero di Maurizio Fondriest, un professionista del pedale dal 1987 al 1998 il quale ha raggiunto tappe importanti nel corso della sua carriera di corridore. Giuseppe Ottoneli e Marco Porta, gli autori del testo, si spingono bel oltre all’impiego della bicicletta come mezzo indispensabile per ovviare al traffico cittadino, subissato quotidianamente dai mezzi a motore più o meno ingombranti, nonché malodorosi. La competizione sulle due ruote spinte dai muscoli ha contagiato l’uomo fin dalle prime birote costruite quasi interamente in legno fino ai giorni nostri, quando nella pagina di apertura del testo si rileva: “La Parigi – Roubaix non è solo una corsa in bicicletta, è soprattutto una sfida con la parte più intima e nascosta di un uomo: in altri termini il discorso cade sempre sull’amicizia”. Gli autori, entrambi alessandrini, proprio con questo presupposto hanno colto l’occasione per intraprendere il viaggio descritto in maniera entusiasmante, con uno stile accessibile a tutti i lettori, certamente molto indicato ai ragazzi per le sfumature raccolte nelle dettagliate descrizioni. Sono un centinaio di pagine d’avventura, iniziate sempre con la conoscenza rafforzata da stima reciproca dei protagonisti, nei quali è scattata la molla grazie alla passione delle due ruote. Dunque, quasi per scherzo, sono iniziati i preparativi in sincronismo l’uno con l’altro indifferentemente, consoni delle ardue difficoltà, delle insidie come ogni responsabile competizione richiede, proprio come riporta la frase di Fulvio Ervans a pagina 41 “… per certi viaggi non si parte quando si parte. Si parte prima…”. Franco Montaldo Due chiacchiere con Massimo Bagliani Informatore Alessandrino: Chi è Massimo Bagliani? Massimo Bagliani: Una persona che ogni mattina quando si sveglia pensa: ‘Ricomincia tutto, come sempre’. I.A.: Cinema e Teatro (teatro primo amore?) cosa ti dà l’uno e cosa l’altro? M.B.: Ho debuttato in teatro nel 1978 e ancora oggi quando si apre il sipario ed entro in scena il mio corpo è pervaso da sensazioni ed emozioni meravigliose. Ho frequentato il cinema meno perché le prove, le tournee, la promozione dei miei spettacoli teatrali mi assorbono totalmente. I.A.: Le grandi star del cinema spesso provano a cimentarsi nel teatro, perché? Solo per provare o per dimostrare di saper recitare? M.B.: Prima di tutto chi è una star? Come diceva Billy Wilder: “Anche il cane Rin Tin Tin è una star!” Tutti provano a calcare le assi del palcoscenico ma in teatro non è difficile entrare, è difficile rimanere! I.A.: È più difficile per un attore di teatro passare al cinema/televisione oppure il contrario? M.B.: E’ tutto maledettamente complicato quando non si hanno tenacia, salute e talento. I.A.: Tra le molte persone con cui hai lavorato chi ti ha “dato di più” umanamente e professionalmente? M.B.: Ho avuto il privilegio di lavorare con Gassman, Proietti, Pagliai, Bramieri, Montagnani e tanti altri e da ognuno ho imparato il mestiere. Coltivo da molti anni un rapporto professio- nale e umano speciale con il maestro di umorismo Enrico Vaime con il quale ho scritto diverse commedie per il teatro. Parlare con Vaime mi fa sentire più intelligente. Di riflesso. Intelligente è lui, io assorbo. I.A.: Cosa hai fatto e non rifaresti? E cosa vorresti fare e ancora non hai fatto? M.B.: Cosa ho fatto è dietro alle spalle…. Cosa vorrei fare? Il direttore d’orchestra! I.A.: E se ti proponessero di essere il nuovo Ridge di Beautiful… M.B.: Non ho la sua mascella però madre natura mi ha fornito di un bel naso! E poi voglio tanti soldi! I.A.: Esce il film sulla tua vita. Chi ti potrebbe interpretare? M.B.: Ma come, fanno un film sulla mia vita e io lo lascio interpretare ad un altro? Il mio smisurato ego non contempla questa possibilità. I.A.: Il tuo prossimo spettacolo in Alessandria. Mi racconti qualcosa? M.B.: Titolo : “Io fò buchi nella sabbia” che ho scritto con il maestro di umorismo Enrico Vaime e interpreto assieme a mia moglie, l’attrice Isabella Robotti. Si può definire un cabaret poetico stralunato, accattivante e comicissimo. Alessandrini, vi aspetto il 3 aprile al Teatro Alessandrino e vi do la mia parola che vi divertirete. I.A.: Un motivo per venire a teatro? M.B.: Credo nel teatro come piazza per stare insieme ed incontrarsi specialmente oggi in un mondo in cui si parla di soldi e di tragedie il teatro diventa cura, distrazione intelligente per pen- Mario Surbone. Litografie 19601970 Palazzo Cuttica Via Parma 1 Alessandria Orari: tutti i giorni dalle 16 alle 19 fino a sabato 19 aprile 2014 MOSTRE Il paesaggio ottocentesco nelle collezioni del Museo e della Biblioteca Civica di Alessandria Sale d’arte, Via Machiavelli 13 ad Alessandria Orari: tutti i giovedì dalle ore 15 alle 18 fino a giovedì 29 maggio 2014 ALTRI EVENTI Prima Masterclass di ZumbaFitness in Alessandria condotta da un nome di fama internazionale nell’ambito della Zumba, Pedro Camacho. La Masterclass si svolgerà Dom 16 Marzo alle ore 17 presso il Salone Espositivo Concessionario SR CAR - Via Clemente 44/6 - Spinetta Marengo, ed avrà la durata di due ore circa. Biglietto con prevendita € 20 - Acquisto biglietto in loco € 25. Info e prevendite Cinzia Orsi tel. 339.6067550 - Deborah Pinelli tel 346.6219835. domenica 16 marzo 2014 - ore 17 ALTRI EVENTI La città va a Teatro La stagione teatrale 2013-14 Cinema Teatro Alessandrino in Via Verdi, 12 fino a giovedì 3 aprile 2014 In mostra una rara produzione di stampe al torchio sare, emozionarsi e capire. Il teatro: gioioso viaggio intimo che crea e rinnova la vita. I.A.: Prossimi impegni? M.B.: Sono in tournee con lo spettacolo e finirò le repliche proprio ad Alessandria. I.A.: Direttore Artitisco del Teatro Alessandrino, da quanto? Perché hai accettato? M.B.: Da quest’anno per la stagione teatrale 2013-’14. Ho accettato perché me lo ha chiesto il proprietario dell’Alessandrino Paolo Pasquale, il mio più caro amico e poi perché organizzare la stagione teatrale ad Alessandria, la città dove sono nato, è per me una grande emozione. E a partire da novembre 2014 fino a maggio 2015 terrò un corso di recitazione al Cine Teatro Kristalli ad Alessandria, al quale possono partecipare tutte le persone che amano il teatro. I.A.: La perdita del Teatro Comunale quanto ha influito sulle stagioni teatrali? M.B.: La chiusura del Comunale è una ferita aperta. Ma la stagione teatrale è stata varata, è ancora in corso e ringrazio gli alessandrini che ci hanno dato fiducia sottoscrivendo l’abbonamento all’Alessandrino. I.A.: Come si “crea” una programmazione/stagione teatrale? M.B.: Mi piace il termine crea, difatti proprio di una creatura si tratta. Una creatura che cerca di accontentare il pubblico proponendo spettacoli di vario genere. Ed è quello che ho fatto creando questa stagione teatrale. Vi aspetto numerosi ai prossimi spettacoli all’Alessandrino. Un forte abbraccio. La mostra di Mario Surbone “Litografie 19601970” raccoglie una scelta davvero importante della sua particolare e rara produzione di stampa al torchio di quegli anni, ed ha come corollario espositivo collaterale una serie di opere dipinte dell'ultimissima stagione creativa che mette a confronto, con analogie e rimandi facili da cogliere, opere distanziate temporalmente di quasi quarant'anni. La ricerca insistita sulla figura, nei dipinti come nella grafica, ha una sua precisa continuità con il lavoro attuale di Surbone, con intuizioni e soluzioni legate e derivate dalla cultura tipica che si respirava alla fine degli anni '60 e sugli aspetti che la mettevano in risonanza con invenzioni di paesaggio, colto nei suoi aspetti urbani e più spesso naturalistici. Con insistita coerenza l'artista trevillese indaga tuttora strutture e forme, 'incise' e 'ritagliate' sul supporto di legno e dipinte con tempere acriliche su tavola o carta, che si rifanno a memorie di alberi, temi di vegetazione, idee sintetizzate in una sorta di geometria del paesaggio collinare, piuttosto che di elementi figurali che si coagulano in una trasmutazione astratta del fare pittura. Costante, nei due periodi in esame (ambedue ben esemplificati in questa mostra alessandrina), è la tendenza preferenziale verso un utilizzo costante della monocromia; dai neri litografici, inframmezzati con anomali e non usuali contappunti coloristici, ci si ritrova, ai giorni nostri, con tinte e cromie che nulla concedono a facili soluzioni effettistiche ma che tendono invece ad indagare le equazioni di contrasto meno scontate della teoria del colore. In occasione di questa mostra di Mario Surbone nelle sale di Palazzo Cuttica, ricordiamo che la città di Alessandria e il suo Museo Civico - Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne, hanno ricevuto in dono dall'artista 124 opere a stampa tra incisioni, litografie e serigrafie. 34 L’informatore Marzo 2014 A L ESSA N D R I N O ARTE CULTURA SPETTACOLO a cura di: Alessandra Menticassa LEGGENDO Titolo: LA BIONDA DAGLI OCCHI NERI Autore: Benjamin Black (John Banville) Edizioni: Guanda Titolo: CONTRATTO FINALE Autore: Jennifer Probst Edizioni: Corbaccio Trama: Clare è una donna molto ricca e potente ma anche disperata. Nico, suo amante è scomparso. Per ritrovarlo si rivolge all’investigare Marlowe. Nico è veramente morto come ha scoperto Marlowe oppure è vivo come sostiene Clare? E perché ad ogni passo avanti nelle indagini, qualcuno muore? Quando ormai sta perdendo le speranze di trovare il bandolo della matassa Marlowe viene contattato da una persona che cambia tutte le carte in tavola. “Un evento letterario: grazie alla penna di Benville, Philip Marlowe torna a investigare”. Trama: Giulia non ha un principe azzurro ma non le importa. E’ top manager nell’azienda di famiglia e questa è la sua vera passione. Ha tutto per essere felice finchè incontra Sawyer Wells, uomo d’affari bello da morire che le propone una partnership nella sua catena di hotel. Fidarsi di lui? Con quello sguardo che da solo la indurrebbe a trovare un utilizzo poco ortodosso per una sala riunioni, è una scelta più che rischiosa.. “Nuovo romanzo dell’autrice della trilogia sexy-romance Contratto Indecente, Contratto Fatale, Contratto di Passione”. RILEGGENDO Titolo: DONA FLOR E I SUOI DUE MARITI Autore: Jorge Amado Edizioni: Garzanti Trama: Dopo la morte improvvisa di Vadinho, eccezionale ballerino e amante inesausto, Flor riprende marito. E’ tutto un altro tipo don Teodoro, farmacista stimato, uomo rispettabile e affettuoso. Dopo l’ebbrezza dell’eccesso, la pace dell’ordine decoroso. Finché un giorno, richiamato dal desiderio di Flor, il primo marito le appare in sogno. Sarà con le inesauribili risorse della magia che Dona Flor rimedierà alla “lontananza” di Vadinho, rendendolo vivo solo per lei, e per lei nuovamente amante e ballerino. FILM IN USCITA dal 13/03 LEI Con: Joaquin Phoenix, Scarlett Johansson Trama: Los Angeles, in un futuro non troppo lontano. Theodore, un uomo solitario dal cuore spezzato che si guadagna da vivere scrivendo lettere “personali” per gli altri, acquista un sistema informatico di nuova generazione progettato per soddisfare tutte le esigenze dell’utente. Il nome della voce del sistema operativo è Samantha, che si dimostra sensibile, profonda e divertente. Il rapporto di Theodore e Samantha crescerà e l’amicizia si trasformerà in amore ma.. Genere: commedia dal 20/03 IL RICATTO Con: Elijah Wood, John Cusack Trama: Tom Selznick è un giovane e talentuoso pianista ritiratosi dalle scene da anni a causa di un attacco di fobia da palcoscenico. Nel momento in cui si appresta a dare il via al concerto che segnerà il suo attesissimo ritorno sulla scena, Tom trova scritto sul suo spartito il messaggio “Sbaglia una nota e morirai”. Seduto al pianoforte, il giovane pianista è così costretto a suonare un brano difficilissimo e, allo stesso tempo, a cercare di smascherare il cecchino che gli parla attraverso l’auricolare. Genere: thriller E!!! IMPERDIBIL dal 27/03 CAPTAIN AMERICA The Winter Soldier Con: Chris Evans, Samuel L. Jackson, Scarlett Johansson Trama: Steve Rogers, alias Captain America, vive tranquillamente la sua vita a Washington D.C., nel tentativo di adattarsi al mondo moderno. Ma quando un collega dello S.H.I.E.L.D. viene attaccato, Steve viene coinvolto in una rete di intrighi che minacciano di mettere a rischio le sorti del mondo. Unendo le forze con Vedova Nera, Captain America lotta per smascherare la cospirazione trovando un nuovo alleato, il Falcon. Si troveranno ad affrontare un formidabile nemico: il Winter Soldier. Genere: fantasy dal 03/04 FINO A PROVA CONTRARIA Con: Reese Witherspoon, Colin Firth Trama: Ispirato a fatti realmente accaduti, il film racconta la storia di tre adolescenti americani che, nel 1993, furono condannati per l’omicidio di tre bambini di otto anni nell’ambito di quello che fu descritto come un rituale satanico. La sentenza, da subito molto discussa, si basava sulla confessione di uno dei tre ragazzi, che dalle perizie si è rivelato soffrire di un ritardo mentale. A nutrire dubbi su questa tesi furono dapprima l’investigatore privato Ron Lax e Pam Hobbs, madre di uno dei tre bambini morti. Damien Echols, Jessie Misskelley Jr. e Jason Baldwin sono stati rilasciati quest’anno dopo quasi vent’anni di prigionia. dal 10/04 Con: Russell Crowe, Emma Watson, Jennifer Connelly Trama: In un mondo devastato dal peccato umano, Noè viene incaricato da Dio di una missione divina: costruire un’arca per salvare la creazione dall’imminente diluvio. Darren Aronofsky, il regista, racconta nel suo stile la storia di un Noè come uomo, ossessionato da terribili visioni prima del diluvio universale, che deciderà di proteggere la sua famiglia dall’arrivo dell’alluvione. Genere: biblico/ drammatico LEA MICHELE – Louder NON BUTTIAMOCI GIU’ Con: Pierce Brosnan, Imogen Poot Trama: Tratto dal best seller di Nick Hornby, il film racconta la storia di quattro sconosciuti che, durante la notte di Capodanno, si incontrano in cima al grattacielo più alto di Londra con lo stesso intento, ovvero quello di saltare giù. Questa coincidenza è talmente grottesca da farli desistere temporaneamente e stringere un patto: nessuno dei quattro si suiciderà per almeno 6 settimane, ma la notte di San Valentino, si ritroveranno sullo stesso grattacielo per fare il punto della situazione delle loro vite. Genere: commedia Genere: drammatico/ poliziesco ON AIR Scelti per Voi Primo album per l’attrice protagonista di GLEE. Ecco la sua presentazione: “E’ una canzone che posso cantare in macchina con i finestrini abbassati. Ma allo stesso tempo, sento come se mettesse in mostra la mia voce come cantante, che è davvero importante per me, perché questo è quello che faccio. Voglio fare in modo che ogni canzone nel mio disco sia divertente e piacevole ma che si senta anche la mia voce”. dal 20/03 NOAH TIROMANCINO – Indagine Su Un Sentimento La band romana interrompe così quattro anni di silenzio dal precedente “L’essenziale” datato 2010. Il disco è stato preceduto dalla pubblicazione del singolo “Liberi”, e sarà disponibile nei negozi a partire dal prossimo 18 marzo. “Il cuore è uno strano animale, si muove ed agisce in modo autonomo non ascoltando nient’altro che il suo battito. In queste dieci canzoni si indaga su ciò che di assurdo, terribile e meraviglioso possa essere o diventare un sentimento” questa la presentazione di Zampaglione. MUSICA TEATRO E.. Dal 18/03 A.A.A. CENERENTOLA CERCASI (musical) Teatro Alfieri - Torino Dal 26/03 CATS (musical) Teatro degli Arcimboldi – Milano Dal 04/04 EXCALIBUR La spada nella roccia (musical) Teatro Della Luna - Assago Milano) L’informatore Marzo 2014 A L ESSA N D R I N O 15 35 INFO 15IN BLU È boom di trapianti di barba Ultimo trend su passerelle e red carpet, sorpassando la moda dell'uomo efebico dal volto glabro, la barba è il Santo Graal per il maschio del 2014. Un sogno da rincorrere anche a costo di andare sotto i ferri. Sulle pagine del Telegraph, l'International society of hair restoration dice che in Inghilterra nell'ultimo anno sono stati eseguiti più di 4.500 trapianti di peli per rinfoltire la barba, con un incremento del 13%. Non si bada a spese Un vezzo che sostituisce la mania del naso piccolo che prima era la più diffusa tra i sudditi di Elisabetta II. I modaioli britannici, sono disposti ad allargare i cordoni della borsa per avere un po' di peli in faccia. Infoltire solo i baffi costa in media 2.400 sterline (circa 2.900 euro), barba completa 9.000 (quasi 11mila euro). Il trapianto - La tecnica del trapianto di barba si effettua prelevando la peluria da altre zone corporee o dall'area sottostante il mento e reimpiantandola sul viso, tramite taglietti, in anestesia locale. Circa il 90% dei peli ricresce e ci vogliono dieci mesi prima che l'effetto sia completo. Il metodo arriva dagli Stati Uniti, dove costa circa 7.000 dollari (circa 5mila euro). I chirurghi estetici americani spiegano che a richiede- Le bugie delle mogli re questo tipo di intervento sono gli uomini dai venti ai quarant'anni per nascondere cicatrici di acne o che hanno una crescita di peluria disordinata e a chiazze. Uomini occhio agli steroidi: danneggiano il cuore e la fertilità Uomini, occhio ai muscoli. Ovvero a quelli fatti artificiosamente. Infatti, gli uomini che abusano di steroidi hanno una probabilità molto alta di morire per malattie cardiache e sono ad alto rischio di insufficienza riproduttiva, danni epatici e alti livelli di aggressività. A lanciare l’allarme è uno studio del Centro nazionale di ricerca su droghe e alcool dell’università australiana del Nuovo Galles del Sud, che ha negli ultimi 17 anni esamina- to le cause di morte di 24 uomini di età fra 22 e 48 anni, nel cui organismo sono stati trovati steroidi. Quasi tutti gli uomini, che lavoravano come personal trainer, culturisti o guardie di sicurezza, mostravano segni ovvi di abuso cronico di steroidi, come muscoli supersviluppati e testicoli segnati da cicatrici e rimpiccioliti. Nel 62,5% dei casi esaminati il decesso era dovuto all’assunzione di quantità tossiche di steroidi insieme a droghe illegali, come co- caina e metanfetamine, o da tale assunzione in combinazione con disturbi cardiaci. Più della metà soffriva di disturbi cardiovascolari gravi, come arterie inspessite e muscoli cardiaci lesionati. La cosiddetta rabbia da steroidi agisce in entrambe le direzioni. La rabbia si può dirigere sugli altri o su sé stessi. È importante che chi usa steroidi si renda conto che oscillazioni dell’umore, paranoia e pensieri suicidi provengono probabilmente proprio dagli steroidi. 1. “Non voglio regali per il nostro anniversario!”. Sì, come a te non importa un fico secco che la tua squadra del cuore vinca il campionato. Il vero significato di questa frase è: tua moglie si aspetta che tu la sorprenda con un mazzo di rose e la borsa alla quale fa il filo da mesi. Le donne sono un po’ contorte: non vogliono sembrare dipendenti dal compagno, tuttavia sperano che lui legga nella loro mente e ragioni come farebbe… un’altra donna. 2. “Non ho fretta di avere bambini”. Falso! È molto raro incontrare donne che se ne fregano davvero del ticchettio del loro orologio biologico. Molte ostentano indifferenza per quieto vivere e perché sanno che fare pressione sui compagni indecisi è il modo migliore per farli scappare a gambe levate. Tieni conto che ogni donna ha ben in mente una data ultima per mettersi alla ricerca di un figlio e che questa data può anticipare di molto il reale limite biologico. Se vuoi evitare spiacevoli confronti, forse vale la pena di indagare più a fondo quale sia questa data e di mettere le carte in tavola fin da subito. 3. “Ti piace? Pensa che era in saldo, l’ho pagato la metà!”. Tutte storie! Per le donne, comprare un articolo scontato è come non averlo pagato. “Mai dire con esattezza quanto è costata una cosa” è una delle regole non scritte che si tramandano di madre in figlia. Anche se lavorano e portano a casa uno stipendio di tutto rispetto, molte donne fanno fatica a credere che non saranno giudicate sulla base di quanto spendono e temono che ogni acquisto le faccia sembrare sciocche e frivole agli occhi del proprio uomo. 4. “Sono andata a letto solo con altri due uomini!”. Diciamo che quattro è più probabile. E non si tratta di un vuoto di memoria. Le donne ricordano sempre con esattezza quanti partner hanno avuto, per quanto tempo, dove li hanno incontrati, cosa ci hanno fatto, fino ai dettagli più insignificanti. Però, al contrario degli uomini, tendono a minimizzare il numero di quelli con cui hanno avuto una storia perché ci tengono ad apparire… “immacolate”. Indagando meglio, potresti infatti scoprire che ci sono stati altri uomini, ma che lei non li ha contati perché “è durata solo un mese”, “era l’ultima sera della vacanza e non l’ho più rivisto” e scuse così. Ma si tratta pur sempre di sesso, giusto? 36 L’informatore Marzo 2014 A L ESSA N D R I N O MOTORI La manutenzione dell’auto MANUTENZIONE: PERCHÉ? I motivi per controllare regolarmente la propria automobile sono diversi: il primo è che una macchina non in buone condizioni è rischiosa. Ci sono poi questioni economiche: un cattivo mantenimento influisce sul valore a medio-lungo termine del mezzo e specifici problemi possono rendere anche più costosa la gestione ordinaria - ad esempio girare con pneumatici non gonfiati correttamente impatta negativamente sul consumo di carburante. IL LIVELLO DELL'OLIO Molto importante e non complesso è il controllo del livello dell'olio, che se mai dovesse abbassarsi troppo o, sfortuna non voglia, finire, è fonte certa di grossi problemi al motore. Buona regola è che il controllo sia eseguito mensilmente. Secondo le statistiche appena il 50% delle signore si ricorda di farlo. GLI PNEUMATICI La gestione delle gomme è un aspetto essenziale della cura adeguata della propria automobile. Bisogna controllarne regolarmente la pressione, che influisce su varie cose tra cui il consumo di carburante: va fatto a gomme fredde e possibilmente una volta alla settimana. E non è mica detto che ci si debba inzaccherare per farlo, basta ricordarsi di chiedere la cortesia al benzinaio quando si fa rifornimento. Evitare scrupolosamente di montare gomme di tipo e marche diverse; il pensiero sono solo gomme è lontanissimo dalla realtà, ogni costruttore ha le sue caratteristiche e fare mix è dannoso per la macchina e per chi la guida. Verificare lo stato generale di usura dei pneumatici, basta guardarli per vedere in che stato sono e se c'è il sospetto che siano troppo consumati, farli controllare dal gommista. Evitare frenate ed accelerate brusche. Attenzione ai parcheggi: evitare di colpire il bordo del marciapiede, o peggio ancora lasciare la macchina con la gomma a metà tra le strada e il marciapiede. Apple: ecco CarPlay, per guidare con l’iPhone Apple ha annunciato quali sono le case automobilistiche che utilizzeranno il suo CarPlay sui loro modelli, un modo «intelligente, sicuro e divertente» per usare l’iPhone mentre si sta al volante. Secondo quanto spiegato, con CarPlay chi ha un iPhone potrà chiamare, utilizzare l’app Mappe, ascoltare musica e accedere ai messaggi con pochi, semplici tocchi, o addirittura utilizzando la voce, tenendo premuto un pulsante sul volante per attivare Siri, l’assistente vocale di Cuper- tino, che potrà accedere alla rubrica, fare partire le telefonate, leggere i messaggi ricevuti e preparare quelli da inviare. Inoltre, CarPlay interagisce con Mappe per “anticipare” le destinazioni sulla base dei viaggi recenti e delle informazioni contenute nelle mail; inoltre, si può accedere alla propria musica, ai podcast e agli audiolibri, oltre che ad app come Spotify e iHeartRadio. Da Apple hanno spiegato che in questa settimana Ferrari, Mercedes e Volvo sveleranno i loro modelli pronti per CarPlay, mentre in futuro entreranno nel gruppo anche Bmw, Ford, General Motors, Honda, Hyundai, Jaguar, Land Rover, Kia, Mitsubishi, Nissan, Peugeot, Citroën, Subaru, Suzuki e Toyota. Greg Joswiak, vicepresidente della sezione Product marketing per iPhone e iOS di Apple, ha spiegato che «CarPlay è stato progettato da zero per fornire a chi guida un’esperienza incredibile utilizzando il proprio iPhone in macchina. Gli utenti iPhone vogliono sempre i propri contenuti a portata di mano, e CarPlay consente a chi guida di utilizzare il suo iPhone in macchina riducendo al minimo la distrazione». Per attivare CarPlay è sufficiente aggiornare iOS 7 e avere un iPhone con connettore Lightning, ovvero dal modello 5 in su. Il nuovo antifurto è una memoria Il riciclo auto? Un business negli hi-tech Emirati Arabi Uniti Un'operazione vantaggiosa non solo dal punto di vista ambientale, ma anche da quello economico. È l'iniziativa messa in atto dalla Bee'ha, l'operatore arabo che ha deciso di investire nell'impianto che per primo si dedicherà al riciclo dell'auto negli Emirati Arabi Uniti. Aperto ufficialmente poco tempo fa, nel giorno in cui il Paese ha festeggiato il Dubai Car Free Day (lo scorso 19 febbraio), l'impianto provvederà dapprima a recuperare le parti meccaniche utilizzabili come pezzi di ricambio per altri veicoli, come il motore o il sistema di trasmissione per esempio, per immetter- le sul mercato internazionale come usato garantito; successivamente avvierà al corretto riciclo tutti i materiali presenti nelle vetture: metalli, plastiche, pneumatici, batterie e apparecchiature elettriche. Lo stesso procedimento sarà seguito anche per i tessuti, gli interni dei sedili e le parti in vetro, tutti rimossi e affidati ad aziende locali per essere anch'essi inseriti nel circuito del riciclo. Una volta "svuotato", il corpo della vettura verrà quindi frantumato per separare il cosiddetto fluff (la frazione dell'auto da smaltire e oggi destinata al recupero energetico) dai metalli preziosi, che saranno opportunamente recuperati. L'innovativo impianto, dunque, ha innescato tutta una serie di sinergie che, oltre a fare bene all'ambiente, avranno anche il loro fiorente risvolto economico: il recupero delle risorse, rispetto alla produzione dei materiali vergini, consente di ridurre di molto i consumi e di ottenere notevoli risparmi. Adesso la "macchina" messa in moto dalla Bee'ha, oltre a perseguire l'ottimizzazione dei processi, ha un solo obiettivo: incoraggiare tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nel settore del riciclo dell'auto ad affidarsi a un simile servizio. La marchiatura indelebile di tutti i vetri (col numero di targa) che rende una vettura a prova di furto nasce del 1978. L’evoluzione di questo tipo di antifurto, elementare quanto efficace, si chiama IdentiTag. Un progetto brevettato (a Monaco di Baviera) e certificato dal ministero degli Interni perché tutti i dati affluiscono in tempo reale al server di Settebagni a disposizione delle forze dell’ordine, dalla Polstrada alla Guardia di Finanza. Da qualsiasi pc gli agenti possono controllare l’identità delle vetture «taggate». Per un ladro la riconoscibilità di un veicolo è il primo deterrente, su questa certezza si basa il successo di identiCar. Qual è la novità? Il marchio sui vetri è rimasto ma ab- biamo ampliato il concetto di antifurto utilizzando la tecnologia elettronica. Chi sceglie questo metodo con 272 euro accede anche a una serie di servizi integrati. Il cliente riceve una card personale con due microchip che ingloba tutti i dati della vettura: dalla carta di circolazione alle tappe di manutenzione programmata, dagli estremi della polizza assicurativa a informazioni varie come scadenza della patente e della revisione, perfino i dati sanitari del proprietario o di chi guida abitualmente la vettura, preziosi in caso di incidente grave. Una memoria elettronica gestita dall’IdentiBox. Tutto è «leggibile» (grazie al collegamento col server del ministero) dalle forze dell’or- dine, ma anche accessibile al cliente che può collegarsi al sito della I.Car o scaricare una App dedicata per ricevere ogni informazione sullo smartphone. Oltre alla card (una vera carta d’identità digitale del veicolo) il cliente riceve 3 tag elettroniche: una si applica sul parabrezza, l’altra sul libretto di circolazione, la terza in un punto nascosto della vettura la cui collocazione è nota solo al proprietario, una garanzia in più in caso di furto. Auto d’epoca: l’affare migliore è una mini vintage Se chiedete a qualcuno di dirvi il nome di qualche famosa automobile d'epoca inglese, molto probabilmente tra i molti possibili vi farà certamente anche quello della Mini. L'immagine della piccola di Issigonis è tuttora molto viva nell'immaginario popolare. Questa vettura si è guadagnata infatti un posto di rilievo nelle competizioni automobilistiche e soprattutto ha trasportato felicemente milioni di persone. Cosa quest'ultima che, contrariamente alla maggior parte delle concorrenti dell'epoca, continua a fare ancora oggi (anche se, a dire il vero, la nuova Mini non assomiglia molto al modello originale). Se state pensando di acquistare una Mini d'epoca, sia essa una versione rara oppure di qualche speciale interesse, questa potrebbe essere per voi un'utile guida. Ed alla fine, facendo le cose con minimo di attenzione, potreste tornare a casa con una vettura che non vi è costata una fortuna e che potrebbe rivelarsi bello possedere. L'importante è ovviamente assicurarsi che la vettura che si sta per acquistare non presenti troppe tracce di ruggine e che sia davvero quella che il venditore ci dice che sia. La prima Mini venne lanciata nel 1959, come Morris Mini Minor e come Austin Seven. Ci sono molte ragio- ni che ancora oggi ne fanno un'automobile davvero speciale dal punto di vista tecnico; pensiamo, ad esempio, al motore anteriore trasversale che condivideva la lubrificazione con il cambio: affidabile e piacevole da guidare, trasportava 4 persone ad un costo conveniente. Oltre che in versione base, era disponibile anche in allestimento DeLuxe con finestrini posteriori apribili a compasso, finiture più eleganti e riscaldamento. Oggigiorno gli esemplari originali di Mini Mk1 del 1959 stanno diventando sempre più rari. All'epoca ne furono costruite infatti meno di 20.000 e solo 155 sono figurano oggi Mini Register 1959. Ciò spiega perché una vettura perfetta con tutte le caratteristiche originali (finestrini laterali scorrevoli e interni bicolore compresi) e con una documentazione completa possa costare 15.000 Sterline. La Mini Mk2 prodotta dal 1967 al 1970 era una versione leggermente aggiornata della Mk1. Le modifiche estetiche comprendevano un interno semplificato, una mascherina modificata ed un lunotto più ampio. Alla fine del 1968 tutte le versioni furono dotate di cambio con tutte le marce sincronizzate. Oltre al le solite versioni base e DeLuxe, la gamma comprendeva anche la station wagon Traveller ed il commerciale Van. Con circa 10.000 Sterline si dovrebbe poter acquistate una buona Mini Cooper, ma non raro vedere i prezzi superare anche le 20.000 Sterline. Se cercate qualcosa di davvero stravagante e divertente non potete non pensare alla Mini Moke. Realizzata sulla base della Mini Van. Concepita per essere un leggero veicolo militare, quando nessun'arma mostrò un particolare interesse, la Moke venne proposta al pubblico. Da allora si è rivelata un veicolo cult, economico e ben costruito. Un esemplare di discrete condizioni può costare 10.000 Sterline.
© Copyright 2024 Paperzz