din Ter 2007; 158 (6):533-541 Rassegna Le basi storico-scientifiche della talassoterapia: stato dell'arte M.C. Lucchetta1, G. Monaco2, V.I. Valenzi3, M.V. Russo4, J. Campanella1, S. Nocchi1, G. Mennuni1, A. Fraioli1 'Cattedra di Terapia Medica s Medicina Termale, Università degli studi di Roma "La Sapienza "; ^Cattedra iti Medicina del Mare, Università degli studi di Roma ''La Sapienza "; 3Istituto di Biometeorologia e Medicina Spaziale, UNILUDES, Lugana (Svizzera); ''Cattedra di Chimica Analitica, Università di Campobasso, Italia Riassunto Abstract Nel corso dei secoli, l'interesse per l'impiego dell'acqua di mare nella pratica medica ha conosciuto fasi alterne da epoca ad epoca e da nazione a nazione. In questo lavoro, gli autori analizzano lo sviluppo storico della talassoterapia dagli antichi egiziani fino al ventesimo secolo. La comunità scientifica intemazionale non si è sempre espressa in maniera univoca in materia di talassoterapia, emettendo sia apprezzamenti entusiastici che giudizi estremamente critici. Negli ultimi dieci anni, la talassoterapia è stata oggetto di un rinnovato interesse scientifico sia da parte di specialisti che dei turisti della salute. Scopo della presente rassegna è quello di offrire, alla luce degli studi recenti, un aggiornamento sulle reali possibilità del mezzo talassoterapico. Le reali potenzialità della talassoterapia infatti, rimangono, a tutt'oggi, largamente sconosciute. Importanti evidenze .scientifiche sono state indagate soprattutto per quanto eoncernc gli effetti su! sistema museoloscheletrico e sulla cute. Gli autori riportano le principali ricerche riguardanti il meccanismo d'azione della talassoterapia ed i più importanti, studi clinici di efficacia soprattutto in pazienti affetti da osteoartrosi. Clìn Ter 2007; J5S(6):533-541 The historical-scientific bases or tfcalassotherapy: State of thè Art Parole chiave; climatoterapia, evidenze scientifiche, malattie reumatiche croniche, patologie dermatologiche, talassoterapìa Key words: chronic rtieumatic disease, cltmatotherapy, scientific evidence, skin disease, thalassotherapy Throughout thè ages thè mterest in thè use of sea water in medicine has fluctuated from centiiry to century and from nation to nation. In this paper, thè historical deveiopment of sea medicine from thè ancient Egyptlans untìl thè 20th century is given. The medicai world has viewed it with different opinions, fromvery enthusiastic to extremely criticai, and from beneficiai to harmful. In thè last decad.es, thalassotherapy ìs receiving renewed attentìon from many medicai specìalties and health tourists. The aim of this revjew is that of offer an update on thè rea! therapeutic possibiiity of thè thalassotherapy. However, thè exact therapeutic potential of thalassotherapy stili remains largely unknown. Setter and more profound scientifie evidence for tts efficacy is therefore warranted, in particularfor its eflects on thè musculoskeletai System and skin. The mainresearches belong to thè activity of thalassotherapy and thè clima outcomes, namely in osteoarthritis palìents, were referred. Cittì Ter 2007; 15S(6):533-54I Evoluzione storica della talassoterapia sole, intuì i benefici che l'uomo poteva trarre dall'esposizione alla luce solare e propose il bagno di sabbia secondo La talassoterapia è una metodica terapeutica che ha ori- una tecnica assai simile a quella dei nostri giorni, come ben gini antiche. II mare infatti è stato uno dei principali mezzi descrisse nelle sue opere. Ippocrate dì Cos (460-380 a.C.) di cura nella storia dell'uomo. Le sue virtù beneficile erano che, nella sua opera "De aere, de aqiùs et lucìs", pose le conosciute già dagli Egiziani, dai Fenici, dai Greci e dai basi della pratica medica ancorandola ai fondamenti della Romani che sfruttavano le proprietà terapeutiche dei vari climatologia e talassoterapia, evocava i benefici dell'acqua componenti dell'ambiente marino (1-3). Numerosi papiri di mare affermando che "l'acqua marina allenta i dolori lomegiziani sono ricchi di informazioni sull'uso dell'acqua di bari e le gambe stanche" (2,4-6). Sia i Greci che i Romani, mare per medicare piaghe e ferite. Euripide (485-407 a.C.J, come testimoniano gli scritti di Gelso, Auìo Cornelio, Plinio, curato in Egitto per una difficile malattia con bagni freddi di Seneca, Svetonio, Cicerone, riconoscevano all'acqua di mare acqua di mare, testimonia, nei suoi scritti, il potere terapeuti- molteplici attività terapeutiche atte non solo alla cura delle co del mare: "il mare guarisce le malattie degli uomini". Gli malattie ma anche al mantenimento dello stato di salute e Egiziani consigliavano infatti l'uso dell'acqua di mare per della bellezza del corpo. Gelso nel "De Medicina" consiglia curare e detergere piaghe, riconoscendo il potere terapeutico l'esposizione al sole piuttosto che all'ombra e propone di far del bagno marino. Erodoto d'Alicarnasso (484^}25 a.C.), seguire all'esercizio muscolare, l'unzione eseguita al sole. osservando come gli stessi Egiziani essiccavano i pesci al Plinio il Vecchio (23-79 d,C.) scriveva di. come i bagni di Corrispondenza: Prof. Antonio Fraìoli e -Dottssa Maria Cristina Lucchetta. Dipartimento di Cllnica e Terapia Medica, Policlinico Umberto 1, 00161 Roma, Italia. E-raail: [email protected]; [email protected] 534 mare eccitano e sviluppano il corpo (2,7) e Svetonio (69-130 d.C.) nella sua "Vita dei Cesati" non mancava di riportare con quanta cura Nerone facesse uso dell'acqua di mare. Non meno importante presso i romani, era l'esposizione al sole. Il solarium, infatti, nelle tenne romane, serviva per il bagno di sole, come riferisce Plinio (23-79 d.C.). Lo stesso Cicerone (106-43 a.C.) chiamava il bagno solare "sol arsus" se eseguito a pelle asciutta e "sol unctus" se l'esposizione avveniva a pelle unta. Il medico Oribasio (325^-23 d.C.) che nelle sue "Collectiones medicae", composte da 70 libri, raccolse quanto dalla scienza medica era noto al suo tempo, consigliava il bagno di sole per la cura dell'artrite e dell'obesità (8). Nel Medio Evo le opere di Avicenna (Abu~ All al Hussein, Buchara, 980-1037) richiamano l'attenzione sulla accuratezza con cui deve eseguirsi la tecnica del bagno di mare e l'elioterapia nei soggetti deboli. Michele Savonarola (1384-1468), professore a Padova e Ferrara, produsse un'ampia descrizione delle malattie che traggono benefici dalla cura marina e di quelle che ne subiscono danni. Nel 1553 per iniziativa dei Giunta, a Venezia, viene dato alle stampe quello che è considerato il capolavoro dell' Idrologia Medica e il primo vero trattato di balneoterapia: "De Bahieis omnìa quae extant apud Graecos, Lat'mos etArahas scrìptores" in cui non mancano Ì riferimenti alle proprietà terapeutiche del mare (9, 10). La talassoterapia "moderna" nasce in Inghilterra nel 1700 con gli studi dì Richard Russe! (1687-1759) le cui opere più importanti furono "De tabe glandtilarì, sive de nsu aquae marinae in morbis gianduiarum" e "On thè use ofsea water". Pubblicate entrambe nel 1750; gli valsero l'appellazione di "L'inventeur de la mer", ad opera di Michelet. Russel utilizzò l'ambiente marino a scopo terapeutico nello stabilimento di Brighton e descrisse i benefici terapeutici degli agenti naturali provenienti dal mare: sole, sabbia, acqua di mare riscaldata. Russel non solo consigliava di fare il bagno nell'acqua di mare, ma suggeriva di. " bere l'acqua di mare e mangiare tutte cose marine nelle quali è concentrata la virtù del mare". Nel 1769 il nostro Spallanzanì intuiva l'azione battericida del sole, mentre lo sviluppo della scienza medica, della fisica, della chimica e soprattutto lo spirito di ricerca di quegli anni, portarono ad interessanti osservazioni sull'efficacia dell'elioterapia in alcune dermatiti, ulcere, ferite, nelle fratture, nella tubercolosi ossea, nel rachitismo. Alia fine del '700, l'acqua di mare si somministrava per via orale, per clistere, per via intramuscolare ed endovenosa; si prescriveva come purgante, come faceva lo stesso Ippocrate e per renderla più gradevole la si offriva sotto forma di. pozioni edulcorate riattualizzando i consigli di Dioscùride Pedanio, medico greco di Anazarba del I sec. d.C.. Questo entusiasmo, non sempre giustificato, portò White a scrivere "The use and abuse of sea water" pubblicato in Inghilterra nei 1775. In quello stesso periodo, la talassoterapia ebbe un fqrte sviluppo anche in Francia (11) dove vennero pubblicale le opere del Maret in cui si descriveva il meccanismo d'azione dei bagni d'acqua dolce e di mare e il loro uso, il "Mannaie dui bagni dì mure" di Blot, il "Manuale Igienica e terapeutica dei bagni di mare " di Roccas. E sempre in Francia, a Dieppe, nasceva nel 1778 là prima "Casa di salute termale marina" mentre il termine "talassoterapia" (che trae la sua origine etimologica dalla parola greca fhalassà) compare per la prima volta, nel 1867, nell'opera del medico francese La Bonardiére (12). M.C. Lucchetto et al. Nel XIX secolo, la talassoterapia divenne vera disciplina anche a seguito delle ricerche di Claude Bernard e di Réne Quinton che dimostrarono l'affinità del pH e della composizione chimica dell'acqua di mare con il liquido extracellulare. Non si può non ricordare la magistrale opera di Rene Quinton (1867-1925) che produsse numerosi ed importanti lavori scientifici tra i quali "sur l'action rherapeiitique de l'eau de mer" e "l'eau de mer, milieu organique" presentati nel 1904 ad importanti congressi intemazionali. In questi studi l'organismo umano viene restituito alla sua origine acquatica poiché "tutti gli organismi provengono da una cellula e questa cellula è di origine marina" e viene messa in evidenza una notevole similitudine tra le componenti minerali del plasma umano e dell'acqua marina. La talassoterapia, così come la conosciamo oggi, è figlia di Louis Bagot che istituì a Roscoff nel 1899 il primo Centro Talassoterapico; successivamente nel 1908 nacque il centro termale di Montecarlo. In Italia il primo documento ufficiale riguardante la talassoterapia è il "Regolamento per il buon servizio e il buon ordine dei bagni di mare" del Governo Toscano del 1822. TI primo stabilimento elìomarino italiano, l'Ospizio Marino, fu fatto costruire a Viareggìo dall'amministrazione dell'Ospedale di Lucca. Fra il 1870 e il 1890 nascono i più prestigiosi stabilimenti elioterapie! dell'Alto Adriatico, quelli del Lido di Venezia e di Grado e nel 1910 Giulio Ceresole fondal'Osservatorio per lo studio della Climato-talassoterapia al Lido di Venezia. Si diede così inìzio - sono le parole di Edoardo Maragliano pronunciate al Congresso Intemazionale di Talassoterapia del 1923- ad un nuovo capitolo della Fisiologìa: la Fisiopatologia dell'uomo al mare. Nel 1932 lo stesso Ceresole pubblica il primo Trattato Ital iano di Talassoterapia. Negli anni cinquanta a Venezia si istituì la balneoterapia con acqua di mare calda. L'esempio fu presto seguito a Grado e a Jesolo, dove accanto al vecchio Istituto Marino nasceva uno stabilimento psammoterapico; a Lignano nel 1963, a Bilione ed a Sottomarina, poco più tardi, sorgevano stabilimenti per sabbiature e nel 1976 venne costruito il famoso stabilimento talassoterapico di Rimini (13). Nel corso degli anni, i centri dove si pratica la talassoterapia si sono moltiplicatì sulle coste dell'Atlantico, del Baltico, del Mediterraneo e del MarNero, È in Francia che gli istituti talassoterapici hanno conosciuto il maggiore sviluppo ed è proprio la Scuola Francese che ha elaborato i criteri attualmente riconosciuti e codificali sulle applicazioni delle metodiche talassoterapiche. In Italia, i centri talassoterapici attivi sono quelli di Grado, di Lignano Sabbiadoro, di Rimini, le tenne di Cervia, le terme di San Giovanni all'isola d'Elba, le terme di Santa Margherita e le Terme del Parco Fort Village in Sardegna. Inoltre, in sintonia con le nuove esigenze di benessere e grazie allo sviluppo della ricerca e al rigore scientifico nel proporre l'utilizzo a fini terapeutici delle virtù dell'acqua di mare, si è allargato il ventaglio delle prestazioni e dei trattamenti, effettivamente finalizzati alla cura e al benessere della persona (14). Principali metodiche talassoterapiche L'essenza della talassoterapia è quella dì sfruttare alcune caratteristiche del mezzo marino per ottenere determinate risposte biologiche. Essenzialmente ia talassoterapia si 535 Le basi scientìfiche della talassoterapìa avvale degli effetti terapeutici determinati nell'organismo umano dai due principali elementi caratterizzanti l'ambiente di mare: il clima e l'acqua marina (15). Per talassoterapia sì intende "l'utilizzazione simultanea sotto sorveglianza medica con scopo preventivo e curativo, dei benefici dell'ambiente marino che comprende: il clima marino, l'acqua di mare, i fanghi marini, le alghe, le sabbie e tutte le altre sostanze del mare, in un sito marino privilegiato". Il termine "talassoterapia" comprende, dunque, diverse metodiche terapeutiche, quali: la climatoterapia e in particolare l'elioterapia, la balneoterapia, la psammoterapia, la peloidoterapia, l'algaterapia (Tab. 1). Si tratta di metodiche complesse, alcune delle quali identiche alle applicazioni crenoterapiche (balneoterapia, fangoterapia, docce, irrigazioni, inalazioni), altre invece esclusive del particolare tipo di trattamento (elioterapia, cure climatiche, psammoterapia, algaterapia). La talassoterapia si differenzia dalla crenoterapia non tanto perla mancanza di un'acqua minerale, dal momento che l'acqua di mare può essere considerata alla stregua di un'acqua salsa, quanto per la possibilità di associare, in varia misura, diversi mezzi di stimolo (16). Balneoterapia marina Per balneoterapia si intende l'uso per bagno, a fini terapeutici, dì acque minerali calde o riscaldate. La balneoterapia marina, negli stabilimenti talassoterapici, viene effettuata utilizzando acqua dì mare riscaldata a 37-38°C per la durata di circa 20 minuti in apposite vasche o in piscina. La metodica del bagno in vasca o in piscina è analoga alla balneoterapia con acque minerali. Il bagno può essere effettuato anche direttamente in mare, in questo caso si tratta di un bagno freddo (20°C), I fattori attivi del bagno di mare possono essere sia di tipo strettamente idroterapico, quali la stimolazione termica o il coefficiente di spinta idrostatica, sia di tipo più specificatamente idrominerale, legati alla composizione salina e alla presenza di componenti organiche. L'acqua di mare, infatti, esplica effetti specifici grazie alla particolare composizione chimico-fisica e ai suoi componenti inorganici (cloruri, sodio, magnesio, calcio, potassio, iodio, etc.) ed organici (prodotti delle alghe e loro derivati) e pertanto si comporterebbe come una vera e propria acqua minerale di tipo salso-bromo-iodica, di cui manterrebbe le indicazioni terapeutiche. Nel bagno in mare, inoltre, è assai importante il fattore chìnesiterapico. Il moto delle onde produce, infatti, sulla superficie del corpo immerso, uno stimolo meccanico (massaggio) che si somma a quello compiuto dal soggetto e determina una vera e propria fisio chinesiterapia naturale. La balneoterapia marina può essere effettuata sia con acqua di mare naturale che con acqua di mare concentrata, con le normali metodiche in uso per le acque salso-bromo-iodiche (acque madri) a temperatura di 37-39°C per tempi variabili da 20 a 30 minuti. All'acqua possono essere aggiunte diverse sostan- Tabella 1. Principali metodiche talassoterapiche * Climatoterapia * Cura di riposo - Bagno d'aria • Elioterapia * Soggiorno di spiaggia • Viaggi di mare • Cura di mare * Bagno freddo » Bagno caldo • In vasca • In piscina • Bagno "attivato" • Attivo-marino • Con idromassaggio • Ozonizzato • Carbonico ' Con alghe e loro derivati Talassoterapia * Balneoterapia • Docce • Inalazioni • Irrigazioni • Peioidoterapia (Limi) •Algaterapia • Psammoterapia (Da: Agostini G., 2000, modificata) • In stabilimento • All'aperto * Per impacco • Per bagno • • "A camicia" Af. C. Lucchetta et al. 536 ze (bagno "attivato") come l'ozono, l'anidride carbonica, estratti dì alghe. Quest'ultima pratica trova ampio impiego all'Isola d'Elba, dove insieme ai limi marini si utilizzano acque marine concentrate con aggiunta di estratti di piante che vivono nel bacino termale e, in particolare, la Zostera e la Caulerba. L'aggiunta di estratti di alghe trova il suo razionale nella capacità di questi elementi di fissare selettivamente alcuni componenti ionici presenti nell'acqua di mare a concentrazioni bassissime. Nelle zostere, ad esempio, si concentrano manganese, cobalto e zinco, mentre alcune specie di Fucus e di Laminaria si arricchiscono di iodio e di bromo. Questi ioni verrebbero assorbiti più facilmente in corso di trattamento balneoterapico grazie alla presenza degli arginati contenuti nelle alghe e dispersi nell'acqua usata per il trattamento. Per quanto riguarda il bagno direttamente in mare, il cosiddetto "bagno di spiaggia", le indicazioni terapeutiche sono legate all'intensa sollecitazione che questo produce sul respiro, sul ritmo cardiaco e sulla pressione arteriosa; considerevole è anche la stimolazione dell'appetito, soprattutto nei bambini gracili e ipo trofici. Il bagno di mare migliora il tono e la forza muscolare e favorisce la detersione della pelle. Inoltre il mare rappresenta il luogo ideale per l'esercizio del nuoto, sport che impegna un elevato numero di muscoli e che è consigliabile sia nei bambini che negli anziani, naturalmente con tutte le precauzioni e le attenzioni del caso. Per il bagno in mare devono essere scelte giornate calde, con acqua a temperatura non inferiore a 18°C. Il bagno in vasca o in piscina (balneoterapia marina calda) produce un aumento del metabolismo basale e del consumo di ossigeno, mentre l'elevazione della temperatura corporea si associa ad intensa iperemia e vasodilatazione del distretto circolatorio superficiale. Le indicazioni terapeutiche della balneoterapia marina sono sostanzialmente analoghe a quelle della balneoterapia con altre acque minerali e riguardano le affezioni di interesse reumo-artropatico i postumi traumatici. Peloidoterapia La pelo iodoterapia utilizza i fanghi marini o più propriamente i "limi" a fini terapeutici. I limi sono particolari peloidi che si formano sìa lungo tratti di mare caratterizzati da consistenti processi di sedimentazione, sia in lagune più o meno aperte sul mare. La componente solida è prevalentemente inorganica con presenza di una componente organica data dalla concentrazione dei residui della flora e fauna marina. I limi differiscono dai fanghi in quanto la fase acquosa non è costituita dall'acqua minerale, ma dall' acqua di mare o di laguna. A differenza dei fanghi che si reputano "maturi" dopo sei mesi dalla miscela argille/acque minerali, i limi hanno un tempo di formazione lunghissimo, a volte anche di decine di anni. In questo tempo, la ricca biocenosi che si sviluppa all'interno della laguna termale, costituita da alghe, batteri, pesci, crostacei, produce una abbondante componente organica che si miscela con quella inorganica che, comunque, è prevalente. I limi sono pertanto, rispetto ai fanghi, assai più ricchi di colloidi organici. Possono essere applicati con le stesse metodiche della fangoterapìa o con il metodo del "medaglione71 in uso nel Mar Morto, o ancora con il metodo a "camìcia" utilizzalo in Italia. II metodo a "camicia" prevede l'applicazione su tutto il corpo di uno strato sottile dì peloide. Il paziente può eseguire il trattamento al chiuso nello stabilimento termale, oppure all'aperto, esposto al sole finché il lìmo non si secchi. La temperatura di applicazione dei limi è la stessa di quella dei fanghi, tranne che per i limi molto ricchi di sali di ferro che richiedono temperature più basse di qualche grado. Nel trattamento a medaglione, anziché uno strato sottile, sì suole stendere uno spesso strato di peloide, previamente riscaldato su terrazze esposte al sole. I limi hanno le stesse azioni del fango termale e lo stesso grado di tollerabilità; si applicano anch'essi direttamente sulla pelle, ed ai benefìci generali e locali della peloidoterapìa assommano quelli derivanti dai principi attivi delle sostanze che hanno origine dal mare. In Italia si utilizzano i limi marmi a San Giovanni di Porto ferraio, a Cervia, a Margherita di Savoia. I peloidi di questi stabilimenti talassoterapia sono particolarmente ricchi dì sostanze organiche (fino a circa il 5%) talora in trasformazione naftogenica. La loro composizione organica, arricchita spesso dalla presenza di idrogeno solforato, rende questo tipo di limi piuttosto complessi ed interessanti nell'ambito di trattamenti talassoterapici. In alcuni casi, come per i limi di San Giovanni (Isola d'Elba), sono presenti elevate quantità di minerali ferrosi che, unitamente all'alto contenuto di zolfo nel substrato, favoriscono lo sviluppo di una ricca flora batterica algale. Le indicazioni terapeutiche sono analoghe a quelle dei fanghi. Psammoterapia La psammoterapia è una particolare metodica talassoterapìca che utilizza l'azione terapeutica della sabbia di mare riscaldata e applicata su tutto o su parte del corpo. Può essere assimilata ad una termoterapia esogena a calore secco che impiega come mezzo termico la sabbia alla quale si aggiunge la componente farmacologica specifica dell'acqua di mare sotto forma di sali, adesi ai granuli. La sabbia deve presentare particolari caratteristiche di granulometria, di composizione e di colore, tali da garantire una capacità termica e una curva di cessione del calore utilizzabile in terapia (17). Anche la spiaggia deve possedere caratteristiche climatìche idonee alle cure talassoterapiche: esposizione possibilmente a mezzogiorno, bassi valori di ventosità, nebulosità e umidità relativa. Per arricchire, poi, la sabbia di elemenii salini è necessaria .una periodica irrorazione con acqua di mare, almeno una volta a settimana e comunque, dopo ogni evento piovoso. Le sabbiature si effettuano, generalmente, all'aperto. Sulla spiaggia vengono scavate buche di due metri dì lunghezza per un metro di larghezza e profonde 20-30 cm, sul cui fondo vengono stratificati almeno 15 cm dì sabbia asciutta, mentre sabbia asportata dalla buca viene accumulata ai lati della buca stessa e, dopo essere stata riscaldata dal sole, viene impiegata per ricoprire il corpo del paziente. L'applicazione sulla superficie corporea viene effettuata ad una temperatura che oscilla tra i 45 e i 60 "C. Questo alto gradiente termico sarebbe sufficiente a provocare ustioni, se l'insieme della massa sabbiosa non fosse contraddistinta da una scarsa conducibilità termica dovuta alla porosità del sistema (i granuli sono circondati da un fitto reticolo dì vuoti) e da una limitata superficie specifica di contatto tra i granuli, per cui vi è una scarsa cessione del calore, ricevuto 537 Le basi scientifiche della talassoterapia dall'irraggiamento solare. Lo spessore dello strato applicato non supera generalmente i 4-5 cm anche per evitare un rapido raffreddamento, specialmente negli strati profondi. Il capo resta escluso insieme al collo e viene riparato da una tenda. La sabbiatura può essere anche parziale anche se i ' esperienza mostra che è preferibile estendere al massimo l'applicazione. H trattamento viene effettuato per tempi progressivamente crescenti di 5 minuti al giorno, fino ad un massimo di 2025' per le sabbiature totali e di 30-35' per le parziali. Generalmente la seduta ha una durata di circa 20-40 minuti; al termine si ha la fase epiergica in cui -il paziente, rapidamente coperto con. un accappatoio, effettua un periodo di reazione di 20 minuti in appositi locali (singoli o collettivi) ben aereati e deumidificati per favorire la sudorazione. Al periodo epiergico fa seguito la doccia di pulizia, preferibilmente con acqua di mare calda. Negli stabilimenti psammoterapicì alla sabbiatura viene generalmente abbinata la balneoterapia con acqua di mare riscaldata, effettuata in apposite vasche o in piscina (37-38°C per 20 minuti), oppure direttamente in mare. Segue una seconda fase di riposo di circa un'ora al termine della quale, il paziente può finalmente bere per favorire la reìdratazione post-termale da alcuni autori detta "restituzione idremica"(16). Di norma vengono effettuate un massimo di 12 applicazioni totali a giorni alterai per un soggiorno globale di 24-30 giornate. Per quanto riguarda le azioni biologiche e terapeutiche attribuite alla psammoterapia, oltre che alla temperatura ed alla granulometria del mezzo utilizzato, entrano in gioco la composizione minerale, salina ed organica della sabbia stessa, dovuta all'autofiltrazìone dell'acqua marina sulla battigia. La psammotèrapia esplica le sue azioni biologiche attraverso vari meccanismi legati all'effetto termico, all'effetto chimico-minerale, ali' effetto climatoterapico. All'effetto chimico-minerale sono da ascrivere le azioni biologiche legate alla composizione chimico-fisica delle singole sabbie utilizzate; all'effetto climatoterapico si devono le azioni biologiche esercitate dal clima marino del luogo ove si effettuano le sabbiature. L'effetto termico è sfruttato da altri trattamenti termergici, tuttavia in corso di psammotèrapia varia l'entità dello stimolo termico che raggiunge i 50-60°C. Anche il tipo di stimolazione termica è diversa. I bagni e ì fanghi sfruttano una sollecitazione caldo-umida, la psammotèrapia è invece una termoterapia a calore secco che induce abbondante sudorazione immediatamente assorbita dalla sabbia asciutta. Murgia et al. (18) hanno dimostrato che in corso di psammotèrapia SÌ realizza un forte aumento dell'increzione cortìcosurrenalica e della produzione dì corticosteroidi endogeni, comprovata dal!' aumento dell'attività antijarulonidasica, dal lieve aumento della glicemìa, dalla diminuzione degli eosinofili, dal!1 aumentata escrezione di 17-fcetosteroidi urinari. Queste modificazioni sono da imputare all'attivazione di tutti quei, meccanismi atti a garantire Tomeostasi organica e a contrastare aumenti dell'omeotermia critici per il fisiologico espletamento di reazioni biochimiche vitali. La stimolazione dell'asse ipotalamo-ipofisario e cortico-surrenalico è confermata sperimentalmente dalle ricerche svolte da Giusti et al. (19, 20). Le indicazioni terapeutiche principali della psammotèrapia sono analoghe a quelle della fangoterapia; osteoartrosi, esiti e postumi dì forme traumatiche (fratture, distorsioni, etc.), reumatismi extraarticolari, reumatismi infiammatori cronici nella fase termale. Algaterapia L'algaterapia è una tecnica che utilizza le alghe marine nel trattamento di alcuni quadri" morbosi di tipo prevalentemente reumoartropatico. Le alghe costituiscono gran parte della flora marina e contengono vitamine e proteine, una grande quantità di minerali e oligoelementi che si presentano in concentrazione straordinariamente più alta rispetto all'acqua marina. L'algaterapia può essere condotta con due diverse-modalità. Una prima modalità prevede che le alghe ìntegre siano impiegate per ricoprire parzialmente o integralmente il corpo del paziente che può contestualmente essere sottoposto ad un trattamento elioterapia). L'altra modalità di impiego utilizza, non le alghe intere, ma una poltiglia di alghe fermentate che vengono immesse nell'acqua di un bagno riscaldato. Questa metodica è ancora in fase di studio, anche se l'algaterapia sembra trovare indicazioni nella cura dell'osteoartrosi e di altre reumopatie allorché la fase infiammatoria sia attenuata o spenta. Le alghe, inoltre, sono impiegate anche in cosmetologia. Esse, infatti, possono essere trasformate in creine dense che vengono applicate sull'epidermide, calde o fredde. I trattamenti con crema di alghe hanno un effetto tonificante, equilibrante ed idratante e sono particolarmente indicati nella cellulite, Inoltre, possono essere preparate maschere antirughe da applicare sul viso. La loro ricchezza di minerali e di oligoelementi è sfruttata allo stesso modo dell'acqua marina, ma per zone localizzate del corpo. Elioterapia • L'elioterapia ha rappresentato senza dubbio il più noto e il più valido mezzo di utilizzazione delle radiazioni solari a fini curativi e consiste nell'esposizione del corpo, completamente privo di indumenti, all'azione diretta dei raggi solari. Attualmente, questa metodica è certamente la più utilizzata nell'ambito della climatoterapia marina, ma viene praticata più per fini estetici che propriamente terapeutici e con vari empirismi. L'esposizione del corpo al soie può essere totale o parziale, anche se il trattamento localizzato non è da ritenersi'del tutto corretto in quanto gli effetti terapeutici non sono locali, ma soprattutto generali. Il bagno di sole può essere di tre tipi: caldo (42-50°C), indifferente (37-42DC), freddo (<37°C) a secondo della temperatura misurata con reliotermonietro (21) e produce diversi effetti quali: piacevole sensazione di rilassamento, azione tonica-stimolante, aumento del metabolismo. Una corretta pratica elioterapia deve fondarsi su alcune norme generali (22); 1) la terapia deve essere innanzitutto graduale e centripeta; 2) il trattamento solare deve esseretotale, con il corpo nudo completamente esposto1 ai raggi con esci usione della testa e degli occhi; 3) l'esposizione deve essere diretta e nei limiti del possibile deve'essere ricercata quella posizione che permetta, un'incidenza perpendicolare dei raggi solari; 4) l'applicazione deve essere personalizzata in rapporto al tipo dì cure, all'intensità del trattamento e alle capacità reattive del paziente, m funzione della scelta della località di soggiorno più idonea e dei diversi fattori climatici, delle appropriate metodiche di acclimatazione. 538 Infine, per una corretta elaborazione delle procedure terapeutiche basate sull'utilizzazione di radiazioni elettromagneti che, quale la luce solare, è impossibile prescindere da una attenta valutazione del fototipo del paziente, anche al fine di prevedere ìa risposta in corso di. trattamento. In relazione alla pratica elioterapica vengono considerati effetti locali ed effetti generali. Tra gli effetti locali si annoverano Fazione risolvente, l'azione analgesizzante, l'azione sul sistema ìmmunitario, l'azione pigmentante. In corso di trattamento elioterapico si è osservato, infatti, una azione risolvente sugli essudati e gli infiltrati sierosi e, in molte.fonile artralgiche, una diminuzione del dolore e un contestuale innalzamento della soglia algica. Tra gli effetti generali dell'elioterapia si ricorda l'effetto "tonico", imputabile a favorevoli influenze respiratorie, circolatorie, termiche, ampiamente descritte in letteratura e l'attivazione della vitamina D, indispensabile per una normale crescita ossea del bambino. Specie In ambiente marino, il sole ha un'azione cheratoplastica, stimola il trofismo cutaneo e facilita gli scambi metabolici. Nell'uomo la maggior parte degli effetti biologici del sole è sostenuta dalle radiazioni ultraviolette UVA e UVB. I possibili effetti nocivi delle radiazioni solari possono comparire a breve e a lungo termine. Quelli a breve termine vanno dall'eritema solare all'ustione e sono legati alla scorretta esposizione al sole. Gli effetti a lungo termine sono la cheratosi e l'elastosi solare fino alle neoplasìe cutanee che interessano alcune categorie di lavoratori la cui pelle è esposta cronicamente e per anni alle radiazioni solari. Le principali indicazioni dell'elioterapìa sono rappresentate da: convalescenze in seguito a malattie gravi, forme anerniche, artralgie, osteoartrosi, fibromìalgie, stati, ittiosiformi, acne e dermatiti seborroiche. Le ricerche degli ultimi decenni giustificano, inoltre, l'utilizzazione della pratica elioterapica in specifici quadri patologici cutanei, nei quali viene riconosciuto anche un interessamento del sistema Ìmmunitario: psoriasi, eczema, dermatite atopica e vitiligine. In queste forme, una soppressione o una diversa modulazione della risposta immune, sembra svolgere una funzione altamente efficace nel favorire il miglioramento della malattia (23-27). Valutazione degli effetti biologici dei mezzi di cura talassoterapie! e studi cfinicì di efficacia Nel corso degli anni, gli effetti biologici della talassoterapìa sono stati valutati studiando le variazioni ormonali, i fattori della cenestesi, i mediatori deìla fiogosi e del dolore, i metabolismi protidico, glìcidìco, Hpldico, l'andamento idroelettrolitico. Per quanto attiene la psammoterapia sono stati ampiamente studiati il comportamento della pressione venosa e arteriosa, la funzionalità renale, il metabolismo basale, la temperatura rettale (28), la riserva alcalina. Le modificazioni del colesterolo e del quadro lipoproteico sono state studiate da LedrI e Montagna (29). L'aumento dell'attività antijarulonidasica sierica in corso di trattamento psammoterapico è stata descritta da Menarmi e Soldati (30); la diminuzione degli eosinofili nel sangue è stata osservata da Soldati e da Murgia (18), mentre la diminuzione della glicemia plasmatica è stata descritta da Slavich (31). Ledri et al. (32) hanno documentato l'aumentata escrezione di M. C. Lucchetta et al. 17-ketosteroìdi urinari. La comparsa di sanguinamento o di ulcera gastrica acuta, sempre in corso di psammoterapia è stata descritta da Murgia et al. (18). La stimolazione dell'asse ipotalamo-ipofisario e cortico-surrenalico è stata studiata da Giusti et al. (1.9, 20) il cui gruppo a partire dagli anni ottanta ha effettuato ricerche sul comportamento della p-endorfina plasmatica svolgendo ampie ricerche anche su ormoni antera Jpofisari, coitiselo, paratormone, evidenziando la complessiva azione stimolante dello stimolo termico sull'asse encefalo-ipofisi-surre ne, con particolare riferimento alla pro-oppiomelanocortina e ai suoi derivati, ACTH ed endorfine. Queste significative risposte neuroendocrine confermate da Fioravanti e Marcolongo nel 2000 (33), si registrano sia in corso di psammoterapia che di balneoterapia marina e Emoterapia come già documentato dagli studi condotti da Raspadori e Selmi (34). Rilievi pletismografici e fotopletismografici sono stati condotti da Farneti (35), da Ledri (36,37) e da Murgia (18); gli indici spirometria sono stati studiati da Redaelli et al. (38). Il consumo di ossigeno e la frequenza cardiaca in corso di psammoterapia è stata ampiamente studiata da Severgnìni et al. (39), mentre la variazione delle proteine e glicoproteine sieriche è stata oggetto delle ricerche condotte da Ledri et al. (40). Recenti studi sul comportamento dei peptidi oppioidi, in particolare sulla nietionina-enkefalina (enk), in pazienti psoriasici sottoposti a balneoterapia e ad elioterapia nell'area del Mar Morto, sono state condotte recentemente daNissen et al. (41). Gli Autori hanno dimostrato mediante bìopsìa, un decremento dei livelli cutanei dì enk e la diminuzione a livello del derma dei linfociti CD3 e CD68 positivi, spiegando così la completa remissione delle lesioni. Proksch et al. (42) nel 2005 hanno studiato gli effetti dei sali del Mar Morto, somministrati per bagno, in particolare dei sali di magnesio, minerale prevalente in queste acque,'in soggetti affetti da dermatite 'atopica, documentando un netto miglioramento dello stato della barriera cutanea e dell'idratazione dello strato corneo e la riduzione della fìogosi cutanea. Halevy et al. (43) hanno condotto uno studio randomizzato a doppio cieco sul ruolo degli elementi in traccia, in pazienti affetti da psoriasi vulgare sottoposti a balneoterapia con sali del Mar Morto, dimostrando una significativa riduzione del litio e dei magnesio nel siero dei responder e una variazione di Ki-67, TNF-cc e IL-6, marker della fìogosi e proliferazione cellulare. Tutti questi studi confermano la complessiva azione 'favorevole della talassoterapìa nelle reumopatie e nelle dermopatìe. Dalla disamina dei contributi presentati, emerge una precìsa chiave interpretativa del meccanismo d'azione della balneoterapia e dell'elioterapia che Ìndica l'importante ruolo giocato dalla talassoterapìa nella modulazione della risposta immune, nella riduzione dì sostanze flogogene, nell'incremento dei fattori protettivi della cute. Le acquisizioni sui meccanismi d'azione hanno trovato piena integrazione con gli studi cìmici dì efficacia. " Per'quanto attiene alla balneoterapia, la maggior parte degli studi clìnici di efficacia sono stati condotti in aperto su gruppi di pazienti, confrontando parametri clinici e di laboratorio all'inizio, durante e alla fine della cura, con follow-up a distanza. Recentemente studi clinici controllati e randoniizzati sono stati condotti da Sukenik et al. (44-47) da EUkayam et al, (48) sull'osteoartrosi e sull'artrite reurnatoide (44-4-6). Sukenik et al. hanno poi studiato in particolare l'effetto della 539 Le basi scientifiche della talassoterapia balneoterapia nell'osteoartrosi del ginocchio (47, 48). Studi controllati e randomizzati sono stati condotti da Buskila et al. (49), Zijlstra et al., Neumann et a!., Kazagulle et al, sulla sindrome fibromiaigica (49-52) da Sukenik et al. sull'artrite psoriasica e concomitante fibromialgia (53), da Codish et al. sulla spondilite anchilosante (54), Tutti questi lavori hanno dimostrato l'efficacia e gli effetti a distanza del mezzo di cura talassoterapico nelle affezioni reumatologiche menzionate. Studi clinici controllati e randomizzati sono stati compiuti in ambito dermatologico da Cohen (55) et al, Sukenik et al. (56,57), Elkayam et al. (58), da Zvi Even-paz el al. (59), David et al. (60, 61), Hodak el al. (62), per quanto attiene la psoriasi e l'artrite psoriasica; questi studi attestano l'efficacia della terapia talassoterapica sul prurito, sull'eritema e sulla desquamazione delle chiazze psoriasiche. La dermatite atopica è stata studiata mediante studi clìnici controllati da Schiffner et al. (63, 64). Dai risultati dì queste ricerche emerge il ruolo precipuo della balneoterapia con acqua di mare, dell'elioterapia e della fangoterapia con limi marini nella cura e prevenzione delle manifestazioni dolorose e disfunzionali che caratterizzano clinicamente le reumoartropatie croni che e in particolare ì'osteoartrosi, in alcune dermopatie e segnatamente nella psoriasi. Certificazione di qualità dei centri talassoterapie! In assenza di una regolamentazione ufficiale, per difendere e promuovere la talassoterapia ed evitare che il concetto stesso di cure talassoterapiche venga diluito e assimilato a quello di benessere o di remise en forme, la Federazione Intemazionale di Talassoterapia, fondata in Francia, nel 1986, ha definito la talassoterapia come "l'utilizzazione simultanea sotto sorveglianza medica con scopo preventivo e curativo, del benefici dell'ambiente marino che comprende: il clima marino, l'acqua di mare, i fanghi marini, le alghe, le sabbie e tutte le altre sostanze del mare, in un sito marino privilegiato." La stessa Federazione ha inoltre dettato i criteri e le norme che un centro talassoterapico deve rispettare per ottenere la certificazione di qualità. I punti fondamentali di questa carta di qualità sono: I) Posizione privilegiata in riva ai mare Lo stabillmenlo talassoterapico deve essere situato ad una distanza massima dì mille metri rispetto alia maggiore profondità delle acque. II) Utilizzo di acqua di mare naturale Le condizioni di captazione devono essere esposte e consumabili da tutti i curisti, correlate dalle analisi minerali, batteriologiche e del plancton effettuate sul prelievo di acqua marina nella stazione di pompaggio dello stabilimento, da un laboratorio indipendente e competente. Le condizioni di prelievo devono essere indicate sui risultati delle analisi. L'acqua di mare utilizzata per le cure può essere trasportata nello stabilimento solo tramite la canalizzazione e deve essere conservata al massimo fino a quaranta ore prima del suo utilizzo e non può essere riscaldata a più di 50 gradi. L' acqua di mare utilizzata per le cure individuali non deve subire alcun trattamento fisico-chimico (aggiunta di doro, bromo, UY, ozono), né prima né durante il suo utilizzo. Non può essere mai riutilizzata e deve essere rinnovata contìnuamente. Le analisi batteriologiche devono essere effettuate una volta al mese, sia nel punto di captazione sia nei depositi dello stabilimento; il controllo del pH e della salinità deve essere effettuato una volta al giorno. Ili) Utilizzò naturale dei prodotti del mare Devono essere garantiti al 100% come prodotti naturali e non devono essere riutilizzati. IV) Cure di qualità sotto stretta sorveglianza medica permanente II piano di cure è personale. La presenza di uno o più medici nello stabilimento è obbligatoria nel periodo di svolgimento delle cure. Sedute di rieducazione e massaggi devono essere effettuali da operatori professionali. Le cure individuali si devono svolgere sotto il controllo di un crenoterapeuta; le cure collettive non devono includere più di 20 curisti, sotto la sorveglianza obbligatoria di un assistente diplomato. V) Garanzia della massima qualità del servizio Deve essere garantita la massima qualità del servizio per quanto riguarda l'accoglienza, la riservatezza e l'informazione del curista, il cui grado di soddisfazione è monitorato da un questionario finale. Conclusioni La talassoterapia, dopo un periodo di declino, sta attualmente vivendo una fase di sviluppo in tutto il mondo, con la creazione dì nuovi centri di cura marina polivalenti. Alla luce degli ultimi lavori pubblicati su importanti riviste internazionali è da considerarsi una terapia sulla cui validità ed efficacia non possono più essere avanzati dubbi. In alcuni paesi è un prodotto welness ampiamente diffuso e l'incremento della domanda ha interessato negli ultimi anni anche l'Italia. Per difendere e promuovere la talassoterapia ed evitare che il concetto stesso di cure talassoterapiche venga diluito e assimilato a quello di benessere o di remise en forme, in assenza di una regolamentazione ufficiale, la Federazione Internazionale di Talassoterapia ha avvertito l'urgenza di ridefinire questa pratica terapeutica millenaria e ha inoltre dettato i criteri e le nonne che un centro talassoterapico deve rispettare per ottenere la certificazione di qualità. La talassoterapia non può e non deve essere una "cura fai da te"', ma alla luce di quanto esposto, alla stregua di ogni altro trattamento terapeutico, deve seguire criteri improntati al massimo rigore scientifico. Bibliografia 1. Jackson R. Waters and spas in thè classical world. Med Hist Suppll990; 10:1-13 2. Croufier AL. Takìng thè waters: spirit, art, sensuality. NewYork: Abbeville Publishing Group, 1992 3. Schadewalt H. The history of Roman bathing culture (in Dutch). Integami 1989; 4:25-35 540 4. 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