edizione febbraio 2014 - Liceo Statale "Annibal Caro"

L’editoriale
Buongiorno cari Acari!
Gennaio è sempre un mese difficile per noi studenti che, sommersi da verifiche e interrogazioni, non
riusciamo a trovare un momento per rifiatare... ma finalmente ci siamo lasciati alle spalle
questo mese infernale e insieme a un po’ di meritato riposo possiamo goderci anche la
lettura del giornalino!
Dopo il successo dell’ultima uscita, il periodico del Liceo fa la sua prima comparsa nel
2014 con importanti novità: come si suol dire, “anno nuovo, vita nuova”.
Avrete certamente notato che il nome è cambiato in un più “giornalistico” e incisivo
“L’Acaro”.
Come sempre, ci saranno articoli di ogni genere, dall’attualità ai progetti della nostra
scuola, da interviste a recensioni di film e libri, dalla musica alla cucina; inoltre all’interno
troverete nuove divertenti rubriche e... il resto lo scoprirete solo leggendo!
Grazie di aver comprato il giornalino anche questa volta, vi auguriamo una piacevole lettura!
di Alessandro Bonetti e Federico Appoggetti
Si ringraziano tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questo giornalino: i membri della redazione, il Preside Piero
Ferracuti, la Direttrice dei Servizi Generali ed Amministrativi Maria Postacchini, il professor Castiglioni e la professoressa Trentuno,
sempre disponibili, la tipografia Copy Fermo.
La Redazione:
Alessandro Bonetti
Alessio Romanelli
Alfredo Monaldi
Augusto Massi
Benedetta Zaza
Caterina Franciosi
Diletta Pompei
Elena Cerolini
Elena Maria Eusebi
Elena Poloni
Elena Sophia Ilari
Elisa Pallotta
Federico Appoggetti
Federico Dionisi
Francesco Pascali
Giulia Valentini
Gloria Marziali
Ilaria Ferretti
Linda Savini
Luca Fantuzi
Maja Di Sabatino
Maria Teresa Zezza
Marina Cognigni
Matteo Bronzi
Michele Bonetti
Michele Capezzani
Rebecca Montagna
Salvatore Pompei
Sara Gianni
Sofia Paci
Veronica Belletti
l’Acaro-Febbraio 2014
2
Indice
N.II- Febbraio 2014
ATTUALITÀ
CINEMA
I fatti più recenti e le tematiche
più scottanti della nostra società
viste e analizzate dagli studenti
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Invictus ........................................................................ pag.
di Rebecca Montagna
Il freddo ...................................................................... pag.
di Elena Maria Eusebi
Smells like teen smokers ........................................... pag.
di Gloria Marziali ed Elena Poloni
A proposito dell’immigrazione ............................... pag.
di Salvatore Pompei
4
6
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6
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LIBRI
L’ANNIBAL CARO
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Tutte le novità, le storie e
gli eventi del nostro Liceo,
con interviste esclusive!
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5
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L’assemblea d’istituto:
dalla finzione cinematografica alla realtà .......... pag. 7
di Alessandro Bonetti e Caterina Franciosi
Gli studenti contro le macchinette ....................... pag. 7
di Michele Capezzani
Intervista al Preside Piero Ferracuti ........................ pag. 8
di Luca Fantuzi
Intervista doppia ai prof .......................................... pag. 8
di Diletta Pompei e Augusto Massi
Intervista ai figli dei professori ................................. pag. 9
di Maria Teresa Zezza e Veronica Belletti
Ipse dixit ...................................................................... pag.10
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NERDATE
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CCCP-Fedeli alla linea ............................................ pag.11
di Federico Dionisi
Musica a due passi.................................................. .pag.12
di Matteo Bronzi e Elena Sophia Ilari
Almost undone: The Lovecats ................................ pag.13
di Matteo Bronzi
ARTISTI EMERGENTI/2: Lorde .................................... pag.13
di Michele Capezzani

Join the Nerd side of life,
we have cookies! ............................................ pag.18
di Alfredo Monaldi
Death Note ........................................................ pag.18
di Sofia Paci e Maja Di Sabatino
Test: Quanto sei Nerd? .................................... pag.19
di Alfredo Monaldi
RUBRICA SPORTIVA
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MUSICA
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Il sapore dei libri: Imperium..................................... pag.17
di Michele Bonetti
Divergent ................................................................... pag.17
di Diletta Pompei
RUBRICHE:
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
“Hunger Games” ..................................................... pag.14
di Alessio Romanelli
La magia dell’animazione ..................................... pag.14
di Federico Appoggetti
Woody Allen: una genialità
multiforme e una continua sorpresa .................... pag.15
di Elena Cerolini
Il cinema (ri)scopre le Marche .............................. pag.16
di Francesco Pascali
Paolo Sorrentino:
“la rivincita italiana” ................................................ pag.16
di Ilaria Ferretti
Altro che calcio e pallavolo! .......................... pag.20
di Elisa Pallotta
LE RICETTE DI NENNA E GIULSO ....... pag.21
(Rubrica culinaria a cura di
Elena Cerolini e Giulia Valentini)
GIOCHI..................................................................... pag.22
COPERTINA di Alfredo Monaldi
VIGNETTE a cura di Federico Appoggetti, Elena
Poloni, Sofia Paci, Sara Gianni, Linda Savini, Benedetta
Zaza
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l’Acaro-Febbraio 2014
3
ATTUALITÀ
INVICTUS
di Rebecca Montagna
A volte ci si chiede quali siano i veri eroi, se esistano
veramente, se si possano considerare eroi quegli uomini
mascherati, armati di spade, pistole, che combattono, nel
vero senso della parola, i cattivi. No, non sono questi gli eroi
nella vita reale, questi sono gli eroi dei film, dei fumetti, dei
libri; eroi sono quelle persone che non con le armi ma
attraverso la pace e il dialogo, perseguono una giusta
causa, lasciando il segno con le loro parole, il loro coraggio.
Sono quelle persone che, pur essendo consapevoli di
rischiare la propria vita, la propria
dignità, non si tirano indietro.
Nelson Mandela era uno di questi
eroi, un uomo dal forte carisma
che ha lasciato e continuerà a
lasciare indissolubile negli anni il
ricordo della sua personalità,
perché non si può dimenticare la
sua lotta contro il razzismo e
l'apartheid.
La notizia della sua morte,
avvenuta il 5 dicembre scorso, ha
suscitato tristezza in tutto il mondo
e dopo dieci giorni di balli,
preghiere e canti in suo onore,
come è usanza del popolo
africano,
più
di
quattromila
persone si sono ritrovate nello
stadio di Johannesburg per la sua
commemorazione. Un evento in
cui per una volta si sono messe da
parte le rivalità e le questioni che
riguardano la vita politica, tanto
che Barack Obama ha stretto la
mano a Raul Castro, il fratello di
Fidel Castro.
Uno stadio gremito di voci che
all'unisono gridano "Nelson Mandela", bandiere, striscioni,
enormi pannelli con infissa l'immagine di quell'uomo che
davanti ai microfoni, con lo sguardo fiero che non nasconde
le sofferenze passate, con il braccio alzato e il pugno chiuso
sorride, probabilmente alla sua folla, al suo popolo, al
Sudafrica.
C'è chi lo ha sempre definito un uomo dal coraggio
straordinario, chi un esempio per l'intera umanità. Nelson
Mandela è stato un uomo cresciuto nello spietato regime
razzista che oppresse il Sudafrica dal 1948 al 1994, il simbolo
della lotta contro l'apartheid; è stato un leader che ha
abbracciato e guidato il popolo alla pace e al rispetto, un
uomo che per rimanere fedele ai suoi ideali ha trascorso
trenta anni della sua vita tra un carcere e un altro,
uscendone poi a testa alta, con queste parole: "Io sto qui
davanti a voi non come un profeta, ma come un vostro
umile servo. Del popolo. I vostri instancabili ed eroici sacrifici
hanno reso possibile che io fossi qui oggi. Pertanto metto i
restanti anni della mia vita nelle vostre mani."
Madiba, questo il soprannome datogli dalla sua tribù
d'origine, gli Xhosa, sin da giovane aveva nella sua mente,
nel suo cuore, le parole "libertà", "giustizia" e ha conseguito
una laurea in giurisprudenza, con la quale, per quanto
permettevano le leggi razziali di quel tempo, ha aperto un
ufficio legale, insieme al socio Oliver Tambo, unico studio in
tutto il paese, costituito da soli uomini africani.
Forse per noi ragazzi sembra difficile immaginare di voler
camminare liberamente per le strade, o uscire di casa senza
avere gli occhi puntati addosso, decidere di passare un
pomeriggio al cinema o al museo e non avere invece la
minima possibilità di fare tutto ciò, eppure le cose andavano
così; nemmeno quella povera gente capiva perché fosse un
reato avere la pelle di un colore più scuro o perché fosse un
reato entrare anche per sbaglio in una porta su cui era scritto
"white" anziché "black" e continuarono a chiederselo e a
chiederselo ancora. Iniziarono allora le manifestazioni, le
proteste: non volevano la guerra, chiedevano solamente di
essere accettati e rispettati come lo erano le persone dalla
pelle chiara, ma le autorità non facevano altro che
reprimerle con la violenza e le armi.
Mandela, all'età di ventiquattro anni era entrato nel primo
partito nero del paese, il
National Congress, aveva poi
fondato insieme ad altri ragazzi
la "Lega Giovanile" e dopo
l'ennesima protesta conclusasi
nel sangue, con ben settanta
morti,
decise
che
quelle
proteste non avrebbero portato
a
nulla,
e
così
fondò
l'"Umkhonto we Sizwe", ovvero
"La lancia della Nazione". Alla
fine del 1962 dopo alcuni anni
di campagne di resistenza
passiva contro i provvedimenti
razzisti del partito nazionale e
dopo
alcuni
anni
di
clandestinità venne arrestato
con l'accusa di sabotaggio e
condannato al carcere a vita.
In
quello
stesso
processo
intentatogli dallo stato decise di
difendersi da solo perché lo
riteneva
un'occasione
irripetibile per ribadire i diritti dei
neri, le sue idee sul razzismo e
sulla libertà, ma non negò di
aver progettato un'azione di
sabotaggio. Spiegò che ciò che lo aveva portato a quella
decisione era stata la situazione politica prodotta da lunghi
anni di tirannia, sfruttamento e oppressione inflitti dai bianchi,
non tanto la voglia di vendetta o di violenza.
Dopo ben ventisette anni uscì di prigione e il 15 ottobre del
1993 il comitato per l'assegnazione del Nobel annunciò che il
riconoscimento per la pace era stato assegnato a Nelson
Mandela, per il suo coraggio e la sua lotta per la libertà
perseguita anche dietro le sbarre, e a De Klerk, che aveva
richiesto la sua uscita dal carcere. Nel maggio de 1994 il
primo uomo di colore sudafricano divenne presidente con lo
stesso De Klerk al suo fianco come vice.
La sua è stata dunque una vita di dolori e di sofferenze che
però non hanno mai offuscato il suo obiettivo e tanto meno il
suo spirito da combattente, che non hanno mai mosso in lui
rabbia e odio, perché da ogni esperienza, per quanto
terribile possa essere, si può imparare. Il perdono infatti libera
l'anima, rimuove la paura ed è questo che lo rende un'arma
potente, perché tutto sembra impossibile finché non viene
realizzato.
l’Acaro-Febbraio 2014
4
ATTUALITÀ
IL FREDDO
di Elena Maria Eusebi
29 Novembre 2013
Sono fra i primi ad essere qui. Non mi
è mai piaciuto esserlo: chi già c'è ti
squadra ed inizia a chiedersi cos'è
che ti passa per la testa. Io sulla mia
ho il berretto blu che mi hanno dato
all'entrata e ce l'hanno anche quelli
laggiù, seduti assieme sulle poltrone
in fondo alla sala. Almeno loro si
sono portati gli amici. Io l'avrei
portata la povera mamma, ma lei si alza a fatica dalla sua di
poltrona. Comunque, è per lei che sto qui.
Entra altra gente, tutti con lo stesso cappello blu. Davanti, in
bianco, è disegnato lo stemma. Sono sette omini e sembrano
scuotere in alto le mani. Sollevano in aria dei forconi.
Il chiacchierare si fa a poco a poco più forte ed il brusio si
mescola ad un solidale frusciare di giubbini sintetici. Chi entra
evita di sfilarsi il suo dalle spalle, perché qua dentro non fa
poi così caldo. La gente porta addosso odore di freddo, e il
freddo che fa là fuori ha per metà l'odore della neve mentre
si scioglie, e per metà quello del sudore che versi per
scansarla dall'uscio della porta.
Io sono quello col giubbino rosso, e stasera provo anche
questa. A quarantadue anni suonati, dopo che ne ho passati
ventitré in fabbrica, mi mandano a dire che il lavoro io non
ce l'ho più. Mi è rimasta solo la mamma, che pure non ha più
tanta voglia di starmi a sentire.
Il teatro è pieno ormai. Davanti a me c'è uno alto e vedo il
palco diviso a metà dalla sua testa grassoccia. Per fortuna, il
signore con il microfono non si mette proprio al centro. Lo
vedo muovere due passi verso la sinistra ed i suoi scarponi
fanno cigolare le travi sotto. Porta anche lui un impermeabile
che non ha ancora tolto. Io e mamma l'abbiamo visto alla
televisione, si chiama Mariano, Mariano Ferro. Si schiarisce la
voce e dall'aria che c'è qui, potremmo da un momento
all'altro vederlo fare le nuvolette con il respiro. Inizia a parlare
e dice che siamo in seicento qua dentro. Sono tante
seicento persone? Lui comunque sembra contento.
E' il 29 Novembre 2013 e loro vogliono organizzarsi per fare
qualcosa il 9 Dicembre. Sotto al palco hanno scritto "I poveri
non possono aspettare". Io allora sono povero. Ma cos'è che
andiamo a fare tra soli undici giorni?
Mariano – si chiama proprio come mio padre! - dice che a
Dicembre si va a Roma, e ci andiamo tutti. Andiamo a farci
sentire e a dire che quaggiù non c'è lavoro e non si sta mica
tanto bene. Perché non possono più fingere che non ci
siamo, noi siamo i poveri e andiamo a fermare qualcosa... a
fermare tutto.
Ma tutto questo è legale?
9 Dicembre 2013
Ho deciso di andarci. Vado a Roma a protestare e sono nel
pullman. I seicento di Catania sono tutti qui? Beh, avranno
organizzato altri autobus.
Quindi andiamo finalmente a dire quello che pensiamo e a
dire... che non è giusto.
E' mattina presto quando partiamo e all'arrivo, del freddo
non c'è soltanto l'odore. Ho le mani congelate. Le infilo nelle
tasche e non è che scaldino più di tanto. Al contrario, mi
sento più triste di prima: sfioro questi venti euro di carta che
mi sono portato dietro nella capitale. Sono per il pranzo e...
per sicurezza. Me li ha dati mamma, anche questi. Insieme a
quelli per il viaggio. Comunque, io adesso sono qui per lei.
Per lei e per me.
Il nostro gruppo si unisce ad un gruppo molto più grande e
allora si comincia a camminare per le vie. Dal serpentone si
levano cori di protesta e mi sembra di essere come in un film
americano di qualche tempo fa. Canto anch'io. O forse urlo
e basta, io non so cantare. Lo striscione dei poveri che non
aspettano sta ad una cinquantina di metri da me e distinguo
le lettere a malapena. Non ci vedo neanche tanto bene.
Ma il signor Mariano dov'è? Non l'ho ancora visto fra i
presenti e non c'era alla partenza. Che non sia più venuto?
No... non è possibile, lui ci crede... è sicuramente fra le prime
file, io non lo vedo per questo.
Lo cerco ancora un po' ma poi sono distratto da un'altra
cosa. Accidenti, quella sì che è una macchina. Eccola che
arriva. Jaguar blu metallizzato, sembra nuova fiammante. Di
certo quello lì non è uno di noi... Noi siamo poveri. Adesso
scende e le sue sopracciglia sembrano precederlo. E chi è
questo? Si avvicina al serpentone, sarà qui per lamentarsi del
trambusto.
E invece no. Risale verso le prime posizioni, sfrecciando tra la
gente come se fosse ancora sulla sua Jaguar blu. Non posso
crederci. Adesso il megafono ce l'ha lui. Dice di essere un
certo Calvani. Io questo nome l'ho già sentito. Come no, è
proprio lui! Calvani, uno dei capi del movimento dei Forconi,
che siamo noi. Esatto, "uno dei capi". Perché forse solo i capi
si possono permettere una macchina così, non quelli come
me. Per la prima volta da quando ho messo piede sull'asfalto
della nostra Roma, sento che forse sto sbagliando qualcosa.
In realtà non ho molto tempo per pensarci. Dietro a me c'è
gente che inizia a spingere e per un attimo mi ricordo di tutte
le volte in cui ho lasciato che mi passassero avanti. No, fra
queste persone non succederà. Perché loro sono come me.
E invece succede. Questi qua sono più giovani. Non ho mai
avuto niente contro di loro, ma questi sono strani. Sono tutti
uguali. Hanno la testa rasata e portano occhiali scuri. Ma qui
non c'è il sole. Chi sono? Continuano a passare avanti e
sembrano arrabbiati.
Inizio a preoccuparmi perché quello che vedo non mi piace.
Quelle teste nude e corrucciate, quelle braccia potrebbero
frantumarmi in qualsiasi momento. Non vedo neanche più lo
striscione dei poveri impazienti. Fra questi ci sono striscioni
diversi, imbrattati di parole violente con la vernice nera. Con
chi ce l'hanno e perché spingono? Mi sento soffocare. Se
vedessi certe persone anche solo passare sotto casa di mia
mamma, chiamerei la polizia.
Ma ecco che in lontananza vedo qualcosa che mi
tranquillizza. Sono i Caschi Blu, blu come i berretti dell'altra
volta. La polizia c'è, come se l'avessi chiamata io col
pensiero: gli energumeni sembrano esitare.
Un momento. I poliziotti si stanno togliendo i caschi. Questo
cosa significa?
Dal corteo si alza la voce "poliziotto, uno di noi".
Ma "uno di noi" come me, oppure come quei Rasati?
I Rasati ricominciano a spingere.
Mi sembra di sentire di nuovo freddo, anche in mezzo a tutta
questa gente.
Io ci credevo, adesso ho paura.
l’Acaro-Febbraio 2014
5
ATTUALITÀ
SMELLS LIKE TEEN SMOKERS
A PROPOSITO DELL’IMMIGRAZIONE
di Gloria Marziali e Elena Poloni
di Salvatore Pompei
“Dai, ragazze, che è sta fumera?” dice
un prof passando davanti al bagno delle
ragazze al piano terra. Scena simile si
ripete al piano superiore: un'insegnante
entra nel bagno visibilmente alterato
borbottando
che
verranno
presi
provvedimenti contro questa situazione,
a suo dire, insostenibile. La causa
di entrambi i commenti è una:
l'abitudine degli studenti di
occupare i bagni durante le
ricreazioni, fumando sigarette.
Il 52% degli studenti italiani
ammette
di
trasgredire
abitualmente il divieto di fumo
negli ambienti scolastici. Evitando
inutili sermoni su quanto il fumo
faccia male, soprattutto nell'età della crescita, la critica che
muovono i ragazzi non-fumatori suona più che altro come
una rivendicazione al diritto di andare in bagno in tutta
tranquillità. Quante volte infatti è capitato di uscire spazientiti
dalla toilette, arrendendosi davanti alle interminabili file
createsi nell'attesa che il gruppetto dei fumatori abituali
esca, e irrimediabilmente ritrovarsi con i capelli impregnati
dall'odore di tabacco?
Per ovviare al problema, molti istituti hanno provveduto a
dotarsi di un'area fumatori, come ad esempio un cortile o
uno spazio antistante l'entrata della scuola, dove i ragazzi
possano esercitare il diritto di consumare la propria pausa nel
modo a loro più gradito. Infatti molti studenti affermano che
la “pausa-sigaretta” è un diritto allo svago del quale non
vogliono essere privati nemmeno a scuola. Quasi ogni anno,
almeno una lista di candidati alla rappresentanza di istituto
ha tra i suoi punti una proposta per adibire una zona
dell'edificio ai fumatori, come il cortile interno del classico;
ma finora, come saprete, non è stato approvato alcun
progetto del genere.
Per di più, a partire dal 19/10 di quest'anno non è nemmeno
possibile considerare quest'eventualità, per via del decretolegge emanato dal ministro della salute Beatrice Lorenzin,
che ampliando la precedente normativa estende ora il
divieto di fumare negli edifici scolastici a studenti, insegnanti
e personale anche nei luoghi aperti, con pene pecuniarie
molto salate che vanno dai 55 ai 250 euro - tali somme
dovranno poi essere investite in corsi di prevenzione e
sensibilizzazione.
Per noi che non avevamo,
perlomeno formalmente, la
possibilità di fumare, la
situazione
rimarrà
quindi
identica a prima: il nuvolone
di fumo continuerà ad
infestare l'aria dei bagni
durante le ricreazioni con
grande disappunto degli
studenti,
che
vorrebbero
utilizzare il bagno per gli scopi
a cui sarebbe effettivamente
adibito, ossia svuotare la
vescica e sciacquarsi le
mani, magari darsi una
sistemata
davanti
allo
specchio, per poi tornare in
classe con la mente un po'
meno... “annebbiata”.
A che punto siamo?
Nudi e al freddo. Scaricano acqua e
vaccino su di loro. Gridano e li deridono.
E' questo il video shock girato da Khalid nel
centro di prima accoglienza di Lampedusa,
che fa accapponare la pelle e ha
indignato l'Italia e l'Europa. Vengono tenuti
in condizioni disumane: ammassati gli uni
sugli altri, i bagni non funzionano, mangiano
e dormono per terra mentre si diffondono la scabbia e i
pidocchi.
“Un centro da chiudere. Un centro che sembra un lager.
Senza i requisiti minimi richiesti neanche per un carcere.”
Queste le parole dei tre commissari inviati dalla Legacoop
Sicilia. Declassati del tutto i responsabili del campo profughi.
Il 18 dicembre l'UE ha minacciato di togliere i fondi per l'assistenza agli immigrati irregolari.
Forte il gesto del deputato Khalid Chaouki, che ha deciso di
chiudersi nel centro di accoglienza di Lampedusa in segno di
protesta.
Nel frattempo, in un altro centro Cie a Roma, otto immigrati si
cuciono la bocca con fili ricavati dalle coperte in segno di
protesta.
Poi il 24 dicembre viene sgomberato il centro di Lampedusa
e gli immigrati trasferiti in altre strutture: solo i diciassette superstiti del 3 Ottobre vengono trattenuti per collaborare con
la procura di Agrigento.
Chaouki afferma di non voler partire prima che tutti possano
lasciare il centro.
Ciò che è successo ha sicuramente riacceso i riflettori sul
problema immigrazione e ha fatto sentire la necessità di
muovere passi in avanti riguardo alle leggi che regolano
questo fenomeno.
Si è infatti discusso in Senato riguardo al reato di clandestinità. Questo viene da un lato abrogato, dall'altro trasformato
in illecito amministrativo: chi entra per la prima volta in Italia
non viene sottoposto a procedimento penale ma espulso. Se
provasse di nuovo a varcare i confini, solo allora commetterebbe un reato. Il testo dovrà ora tornare alla camera per la
terza lettura.
Oliviero Forti, responsabile del settore immigrazione della
Caritas italiana, in un intervista si è detto solo parzialmente
soddisfatto dal voto del Senato e auspica che questo sia solo
l' inizio di un percorso. Rispondendo alle domande ha affermato che finora con questo reato il nostro paese ha solo
avuto da perdere, anche economicamente, e che sono altre le misure da
adottare: ad esempio, permettere in
maniera legale e
regolare a queste
persone l'ingresso in
Italia. Qualcosa sta
iniziando a muoversi.
l’Acaro-Febbraio 2014
6
L’Annibal Caro
L’ASSEMBLEA DI ISTITUTO:
DALLA FINZIONE CINEMATOGRAFICA ALLA REALTÀ
di Alessandro Bonetti e Caterina Franciosi
In grande stile nel mese di dicembre scorso si è svolta per la prima volta dopo due anni
l’assemblea di istituto con visione del film, spazio in cui gli studenti, dopo aver assistito alla
proiezione di una pellicola cinematografica relativa a un particolare tema, possono
esprimere le loro idee e posizioni riguardo a esso. A nostro parere infatti è importante che
noi ragazzi ci confrontiamo e discutiamo con atteggiamento civile e maturo su
argomenti importanti, per far sviluppare in noi una coscienza civile e democratica;
perciò dobbiamo sfruttare opportunità come questa assemblea per mettere noi stessi e
le nostre idee in gioco.
L’assemblea ha avuto luogo nel multisala Super 8 di Campiglione, un’assoluta novità:
infatti precedentemente si era sempre svolta nell’auditorium San Martino, adiacente il Liceo Classico.
I problemi logistici dovuti alla distanza tra le strutture scolastiche e il cinema sono stati risolti con il versamento di cinque euro
da parte degli studenti, che ha permesso di pagare il trasporto in autobus e il biglietto del film.
Dunque nel mese di dicembre 2013 nei giorni 17 (per le classi del primo, secondo e terzo anno) e 18 (per quelle del quarto e
quinto anno) gli studenti, accompagnati dai professori, si sono recati presso il Super 8, dove hanno assistito alla proiezione del
film “La mafia uccide solo d’estate” del giovane regista Pif (nome d’arte di Pierfrancesco Diliberto). La pellicola è stata molto
apprezzata dagli alunni, i quali poi si sono cimentati in un dibattito sulla mafia, su come combatterla, su come si manifesta e
opera, sulla sua presenza nel nostro territorio. In numerosi sono intervenuti e si è creata un’interessante discussione, dalla quale
però è emersa la necessità di una maggiore informazione riguardo a questo cancro che affligge il nostro Paese.
Nel turno dedicato agli studenti del triennio è intervenuto il Capitano dell’arma dei Carabinieri di Fermo Pasquale Zacheo, che
ha condiviso con passione e sincerità la propria esperienza lavorativa nella lotta alla criminalità organizzata. Un’esperienza
che va ben oltre l’applicazione della legge: il Capitano Zacheo ha sottolineato quanto la lotta alla mafia passi prima di tutto
per la conoscenza diretta del territorio in cui essa opera e della cultura, delle usanze, delle tradizioni che lo animano. Gli
aneddoti sull’esperienza di incontro con i cosiddetti “uomini d’onore” e sulle modalità attraverso le quali si svolgono i rapporti
tra la criminalità e le forze dell’ordine hanno contribuito a restituire un’immagine realistica della criminalità organizzata,
capace di far riflettere su un mondo di cui ignoriamo la presenza, ma che si infiltra nelle nostre
Scansiona questo
vite in maniera significativa. Una testimonianza, quella di Zacheo, fondamentale per conoscere
codice e vedi il
da vicino la realtà della lotta alla mafia nel nostro territorio, una lotta silenziosa e che
trailer del film che
apparentemente non coinvolge le nostre vite, ma che garantisce e protegge il nostro piccolo
abbiamo visto
mondo di legalità quotidiana.
all’assemblea!
GLI STUDENTI CONTRO LE MACCHINETTE
di Michele Capezzani
Penso che oramai sia all’ordine del giorno vedere la gente azzuffarsi davanti all’interminabile fila delle macchinette per
riuscire a comprare la solita merenda dell’intervallo, o sentire i ragazzi lamentarsi per l’improvviso aumento dei prezzi che
oramai sono veramente diventati improponibili. È un’assurdità dover pagare 1.10€ un semplice Kinder Bueno, o 2.20€ una
confezione di tramezzini, che due anni fa costava due euro! Sappiamo tutti che 10 cent. non cambiano molto ad una
persona, ma giorno dopo giorno, 10 centesimi su 10 centesimi, si possono risparmiare un bel po’ di soldi. È ora di dire basta a
questo continuo aumento di prezzi, bisogna mettere fine a tutto ciò. Diamoci una mossa ed organizziamoci tutti quanti per
boicottare le macchinette e spingere i fornitori a riportare i prezzi dei prodotti al loro valore originario e giusto.
l’Acaro-Febbraio 2014
7
L’Annibal Caro-Interviste
INTERVISTA AL PRESIDE PIERO FERRACUTI
di Luca Fantuzi
Da dove nasce la passione per l’ insegnamento?
Iniziando a fare supplenze in attesa dei concorsi per il settore archeologico mi sono subito appassionato all’insegnamento e
ho capito che sarebbe stata la mia strada.
Se non fosse diventato docente che lavoro avrebbe fatto?
Il cartoonista; avrei voluto iscrivermi alla scuola del cartone animato di Urbino. Ma purtoppo quell’anno le iscrizioni erano
chiuse.
Perché verrà introdotto il registro elettronico?
Verrà introdotto per garantire alle famiglie la possibilità di controllare le assenze e l’andamento scolastico.
I parametri di valutazione cambieranno?
No, assolutamente.
Quando il Liceo delle Scienze Umane si trasferirà nella nuova sede?
La provincia ci ha detto nel 2015.
Speriamo non sia una promessa da marinaio.
Come commenta il fenomeno dell’assentismo?
Attiene in prima battuta alla responsabilità personale, le leggi sono uno strumento e un supporto.
Crede che questa problematica riguardi anche la nostra scuola?
La problematica riguarda tutti gli enti pubblici. Nella nostra scuola c’è un alto livello di responsabilità da parte degli insegnanti.
Quali opportunità ci offre il liceo?
Le possibilità sono in genere maggiori di quanto si pensa, l’importante è stare attenti che i propri desideri non siano un li mite
(sono disposto a fare solo ciò che voglio fare) ma un punto di partenza per guardare la realtà in maniera libera e positiva.
Che cosa ne pensa del giornalino scolastico?
E’ un ottimo strumento che permette ai ragazzi da una parte di sviluppare capacità organizzative e dall’altra di venire a
contatto con problemi e persone che contribuiscono alla maturazione di chi ci lavora seriamente.
Favorevole o contrario a:
Crocifisso nelle classi: Favorevole.
Baci in corridoio: Credo poco agli elenchi di regole troppo minuziose.
Facebook: Dipende dall’utilizzo.
Scioperi e manifestazioni: Sono diritti garantiti dalla Costituzione ai lavoratori.
Giornate di cogestione: Una possibilità creativa di sfruttare le ore destinate all’assemblea di istituto.
INTERVISTA DOPPIA AI PROF (a cura di Diletta Pompei e Augusto Massi)
Anna Moglioni
Nome e Cognome
Chimica e Biologia
Leone
Mai, non ci credo!
Materia di insegnamento
Segno zodiacale
Dà mai una sbirciatina all'oroscopo?
...Nessuna delle due
Si!
Tutte e due!
Tornare a Roma, il prima possibile.
Berlusconi
Nessuna, non le guardo
Aho e daje! Annamo!
Da liceale era una ragazza nerd o
trendy?
Ricorda il suo primo amore?
L'uomo ideale deve essere ricco di
buone qualità o di soldi?
Qual è il suo sogno nel cassetto?
Quale persona butterebbe giù da una
torre?
Qual è la sua telenovela preferita?
Assolutamente no
Ci dica una frase nel suo dialetto che
utilizza spesso
Ha piercing o tatuaggi?
Odio tutti e due, comunque Vampiri
Vediamo se conosce il linguaggio dei
giovani:
Preferisce Vampiri o Hobbit?
I don't know
Sono scarpe vero? Timberland!
Cosa vorreste voi ragazzi dai Professori?
Maggiore dialogo.
Preferisce Ask o Tumblr?
Preferisce le Dr. Martens o le
Timberland?
La ringraziamo per la sua disponibilità,
ha qualche domanda da farci?
Rosanna Bonifazi
Chimica e Biologia
Acquario
Si, per divertirmi tutte le mattine lo
ascolto alla radio mentre faccio la
toeletta
Forse trendy, nerd no di certo.
Certo che lo ricordo, mi scrive ancora!
Ricco di buone qualità
Fare la ricercatrice e scoprire cose
importanti
Non una persona, ma tutti i politici
corrotti
Non le guardo, evito
Inutile che jiri 'ntorno a lu fitteru
No
…Hobbit
Non so che cosa siano
Non so che cosa siano
Organizzate bene questo giornalino!
l’Acaro-Febbraio 2014
8
L’Annibal Caro-Interviste
INTERVISTA AI FIGLI DEI PROFESSORI
Conosciamo i nostri “amati” prof. fuori dalla vita scolastica. Manterranno gli stessi vizi e difetti o si toglieranno la maschera che li caratterizza
dietro le fatidiche cattedre? di Belletti Veronica e Zezza Maria Teresa
Nome: Agnese Cognome: Colarizi
Data di nascita: 8 Agosto 1999 Classe: IV Ginnasio C Figlia di:
Prof. Colarizi Graziano
Cosa si prova ad avere un padre insegnante? Mi piace
molto, anche perché mi può aiutare a casa con i compiti.
Ti è mai pesata questa situazione? No, solo all’inizio mi sono
sentita un po’ a disagio, perché immaginavo che lo avrei incontrato spesso per i corridoi e non sapevo come comportarmi, ma mi sono abituata.
Ti ha condizionato nella scelta del liceo? Mi è sempre piaciuta questa scuola e ho sempre desiderato frequentarla; lui
sicuramente mi ha appoggiato dicendomi che questo era un
buon liceo.
Aggettivi positivi e negativi per descrivere tuo papà? Simpatico e bravo nel parlare; negativi...mmm... è pignolo e golosissimo di caramelle e cioccolato bianco.
Noi alunni siamo abituati a vedere il Prof. Colarizi sempre
molto calmo, tranquillo, mai infuriato. A casa mantiene lo
stesso tono pacato? Qual è la cosa che lo fa infuriare? No,
no. Non si arrabbia mai neanche a casa, non l’ho mai visto
infuriato. Al massimo un po’ innervosito per le partite di pallavolo.
Cosa amate fare insieme? Ci piace scegliere i film da guardare e, dato che nonno ne ha tanti, andiamo a pescarne
qualcuno lì e mentre siamo sul divano mangiamo schifezze.
Inoltre amiamo guardare le partite di pallavolo poiché tifiamo anche la stessa squadra.
Il suo hobby? Oltre alla pallavolo, i vini.
Sappiamo che tuo padre si diletta a cucinare. Com’è nelle
vesti del cuoco? Sì, solitamente cucina a pranzo, è bravissimo. Le sue specialità sono la carne al marsala e la pasta
alla norcina con tartufo e salsiccia.
Ti leggeva la favola della buonanotte quando eri più piccola?
Sì, certo. In più mi cantava e suonava con la chitarra “Favola” di Eugenio Finardi. Suona? Sì, dato che era uno scout
sapeva suonare la chitarra e poi anche il pianoforte e il
flauto.
Sai qual era la sua media al tempo del liceo? Intorno al sei e
mezzo-sette; a volte anche otto.
Un ricordo del liceo che menziona spesso? Un ricordo di preciso non lo so, dice che si divertiva moltissimo soprattutto con
il suo compagno di banco.
Ama il suo lavoro? Moltissimo e ama stare con i ragazzi.
Soprattutto nei periodi difficili parla male di noi alunni o si lascia scappare frasi del tipo: “ Ma chi me l'ha fatto fare!”? Non
l’ho mai sentito dire una cosa del genere.
Gli dici: “ Papà ho studiato ma al compito/interrogazione non
ho preso la sufficienza!” Lui ti risponde? A me fortunatamente
non è mai capitato, ma a mia sorella sì e gli ha semplicemente detto di impegnarsi di più per andare meglio. Non se
la prende per i voti!
“Papà vado in discoteca domani!” Lui? Questo è capitato a
Dicembre per il Gran Galà. Appena gliel’ho detto sembrava
un po’spaesato, non se lo aspettava, ma alla fine mi ha
mandata.
Un suo sogno nel cassetto? Magari visitare qualche capitale
Europea o del mondo. Lui ama viaggiare, per esempio in
viaggio di nozze è stato in Messico! Oppure anche tornare
negli scout. Parla mai in dialetto a casa? Sì, ogni tanto sì!
In ultimo, vuoi lasciargli un messaggio? Si! Papà ho preso otto
all’interrogazione di storia, visto che mi risenti sempre e ti
pesa!
Grazie mille Agnese per la tua simpatia e disponibilità!
Nome: Luigi Cognome: Attorresi
Data di nascita: 28 Ottobre 1997 Classe: I D
Figlio di: Prof. Spinucci Maria
Cosa si prova ad avere una madre insegnante? A volte è imbarazzante e anche una disgrazia perché pretende molto,
ma anche conveniente per compiti e spiegazioni!
Ti è mai pesata questa situazione? Non troppo.
Ti ha condizionato nella scelta del liceo? No per niente, ho
scelto io.
Le sue migliori qualità? È intelligente e simpatica e cucina
bene.
La sua specialità? Pollo al curry con riso venere, ma non lo fa
spesso.
Il suo cibo preferito? Non lo so ma mangia molto spesso lo
yogurt (Muller).
Ti aiuta a fare i compiti? Qualche volta sì.
La cosa che la fa infuriare? Stranamente anche se a scuola si
arrabbia spesso, a casa quasi mai.
Come occupa il suo tempo libero? Legge, fa yoga e le piace
molto sciare. Gioca spesso a Candy Crush e Ruzzle.
Che telefono ha? Samsung Galaxy s3 mini.
Cosa amate fare insieme? Viaggiare. Il posto migliore in cui
siamo stati è Parigi.
A scuola tua mamma è sempre ordinata e si vede che tiene
molto a se stessa. A casa è mai in disordine? Sì, lascia i suoi
libri dappertutto.
Prima di andare a dormire, quando eri più piccolo, ti leggeva
Esopo? No…ah ah ah ah!!!
Sai qual era la sua media negli anni del liceo? Di preciso non
so ma aveva una media molto alta.
Ama il suo lavoro? Sì, molto. Era un suo grande sogno insegnare.
Parla male di noi alunni nei momenti più difficili o si lascia
sfuggire frasi come “ma chi me l’ha fatto fare!”? A volte parla
degli alunni ma sempre bene. Anche se certe volte sente
molto la stanchezza e la pressione dell’impegno.
“Mamma ho studiato, ma sul compito ho preso
l’insufficienza”. Lei cosa ti risponde? Non è importante per lei,
ciò che conta è che le cose le so.
Un sogno nel suo cassetto? Non ce l’ha.
Ma la nota tortura dei dadi è una norma utilizzata solo a
scuola o anche a casa? No, fortunatamente a casa no.
Alla tua richiesta di andare in discoteca lei come reagisce?
Mi dà il permesso in modo piuttosto indifferente.
Assomigli più a tua madre o a tuo padre? A papà.
Come si sono conosciuti i tuoi genitori? Si sono conosciuti qui,
al liceo. Mia mamma faceva il IV ginnasio e mio papà
l’ultimo anno, il III liceo!
Pensando a lei… un episodio divertente che ti viene in
mente? Basta venire a casa nostra di notte!! Lotta con i ladri e
nel sonno parla in greco!
Vuoi lasciare un messaggio a tua mamma? “Finalmente la
verità è venuta a galla!”
Grazie della disponibilità e in bocca al lupo con la
mamma/prof più “in” del liceo.
l’Acaro-Febbraio 2014
9
L’Annibal Caro-Ipse dixit
In questa rubrica, ormai storica, trovate raccolti gli strafalcioni e le frasi più divertenti ed insolite dei prof!
Bonifazi:-‘Mo vi dico una cosa, però basta che non mi
mettete sul giornalino!Beleggia:-Non vi taglio la lingua solo perché mi servono per
le interrogazioni, altrimenti non sarebbe un’operazione tanto
sconveniente!Di Gabriele (rivolta a un’alunna):-Io non so cosa ti spaventa
dell’interrogazione. A parte me.Alunno B. ad alunno C.-Questa va sugli Ipse Dixit!Di Gabriele:- B. e C., vi metto zero. Per sempre!Borghini:-Altro da chiedere? (tutto silenzio) Allora adesso
chiedo io.-
Di Gabriele:-Dobbiamo cambiare la disposizione dei
banchi...Alunno:-Facciamo una cosa a tre... Ehm... Dei banchi
intendo!Bonifazi:- I due dipoli si annullano a VICENZA...Di Gabriele:-La versione per oggi l’avete fatta?Alunna:-No prof...Di Gabriele:-Mostro.Alunna:-Ma mi sono scordata di scrivere i compiti sul diario!Di Gabriele:-Sei un mostro.Lattanzi:-Sai dove te lo metto il digamma?-
Alunni:-Ma lei ha deciso di diventare prof per mettere tutti 4?Di Gabriele: Ma io non metto tutti 4!Alunno:-Tutti 3, infatti!-
Cardellini:-Se c’hai le corna, tienitele.-
Acciarri:-Cos’è che non capisci di “shh”? La “s” o la “h”?
Alunno:-La “h”.-
Monelli:-Zitti... state! Non c’è spazio per le vostre
chiacchiere!-
Nezi:- Il Partenone fu costruito da Ictino e Callicrate...Alunno:-Chi è morto di cancro?-
Lattanzi:-Che significa “ab imo corde”?-(=dal profondo del
cuore)
Alunno:-Abbiamo le corde.Lattanzi:-Sì, pe’ impiccattece-
Strappa:- Questa ragazza mi fa venire la pelle d’oca, ma di
un’oca mastodontica.Belletti:-Fate schifo, pardon, pietà.Trentuno:-Qual era la moglie di KENnedy?Alunno:-BARBIE?Natali:-Il maggiore rappresentante dell’idealismo indiano fu
ASANGHA VASUBANDHU.-
Marchetti:-Non mi fate bestemmià, se è possibile.-
Principi (di fronte a una classe sonnolenta):- Morfeo impera
qua dentro.Strappa:-Allora, qual è la risposta?Alunni:-Mmm...Strappa:-Non datemi queste risposte bovine...Preside (alla consegna delle pagelle):- C’è posta per voi!-
De Luna:-Senti, se mi sai dire una cosa difficile ti rimando a
posto. Spiegami cos’è la collazione... che non è quella che
faccio tutte le mattine da Novecento!-
l’Acaro-Febbraio 2014
10
Musica
CCCP – FEDELI ALLA LINEA
Dalle loro ceneri nasceranno, nuovo prodotto della mente
vulcanica dell’ex frontman e cantante, i CSI (altra
coincidenza?), e poi i PGR, Per Grazia Ricevuta, (purtroppo
senza Massimo Zamboni, diventato nel frattempo musicista
solista) che abbandoneranno la connotazione filo-sovietica
proseguendo però sulla stessa linea stilistica del precedente
gruppo .
Ma a dispetto di tutte le loro reincarnazioni, e a dispetto del
repentino quanto incomprensibile cambio di vedute di
Ferretti, trasformatosi da punk comunista a cattolico ultraosservante, i CCCP restano e resteranno la band italiana di
culto per definizione, per tutti gli intenditori di musica e per
tutti i … Fedeli alla linea.
LE CANZONI SIMBOLO:
1) Live in Pankow
Autodefinitisi autori di “musica melodica emiliana” e “punk
filosovietico”, i CCCP sono stati gli ispiratori di tutto il filone
italiano dell’alternative e dell’indie rock che si sviluppò in
Italia a partire dagli anni’80 . Il nome della band è l’acronimo
SSSR (in alfabeto cirillico appunto CCCP, italianizzato
nell’apparente pronuncia cì cì cì pì), che indica, in russo, il
nome dell’Unione Sovietica .
La storia del gruppo ha inizio a Berlino nel 1981, quando
Giovanni Lindo Ferretti, originario dell’Emilia ed ex militante di
Lotta Continua, incontra il chitarrista Massimo Zamboni ; ne
nasce subito un’affiatata unione artistica, che porterà il
neonato complesso, a cui nel frattempo si era aggiunto un
batterista, ad esibirsi nei primi concerti in feste e locali
emiliani, e successivamente ad incidere la prima raccolta:
“Compagni, cittadini, fratelli, partigiani” viene registrato in
una sala di incisione improvvisata, a ridosso di una fermata
del tram il cui rumore disturba non poco le registrazioni … ma
è in queste condizioni che nasce la straordinaria identità
artistica e musicale dei CCCP, fatta da sonorità grezze
portate spesso fino all’estremo, un cantato che tende al
recitato e testi che oscillano fra scherzo, ironia e militanza
politica . Il nocciolo dell’identità del gruppo va cercata, più
che nella musica, appunto nei testi, dai quali traspare
l’appartenenza all’Emilia, considerata l’”estrema periferia di
Berlino”, e insieme la celebrazione (in modo piuttosto
ambiguo) dell’Unione Sovietica e dell’Europa dell’Est. Il loro
primo album vero e proprio, dall’allucinato titolo “Affinità divergenze
fra
il
compagno
Togliatti
e
noi–del
conseguimento della maggiore età”, oltre ad essere
considerato una pietra miliare del punk, è la perfetta sintesi
della “poetica” dei CCCP, caratterizzata dall’attaccamento
alla propria terra, dalla militanza politico-ironica, dalla critica
alla società contemporanea e all’apatia che la caratterizza
(dalla quale tuttavia neppure gli autori si sottraggono), il tutto
condito dalla lugubre voce di Ferretti .
In questo modo i CCCP attraversano tutti gli anni’80, e
mentre il mondo se ne va da un’altra parte loro restano lì,
duri e impegnati, fedeli alla linea appunto, sfornando album
che segnano la loro maturità poetica e musicale, come
“Socialismo o barbarie” nel quale è ancora evidente fin dal
titolo l’attaccamento alla cultura sovietica, ma nel quale il
gruppo non si risparmia critiche allo stesso movimento punk e
nemmeno canzoni di argomento religioso, vera e propria
novità nel loro repertorio .
Ma nonostante i successi nel mondo alternativo e non solo,
fra i quali l’aver suonato (durante un tour nell’Est) davanti a
un pubblico di ufficiali dell’Armata Rossa, i CCCP
comprendono di aver raggiunto l’apice e si sciolgono,
coincidenza o meno, proprio in concomitanza con la
riunificazione della Germania e la fine dell’Unione Sovietica.
(Ortodossia II, 1985)
“Voglio rifugiarmi sotto al Patto di Varsavia, voglio un piano
quinquennale, la stabilità !” Il manifesto politico-culturale dei
CCCP, dagli espliciti riferimenti alla cultura socialista (Pankow
è un quartiere di Berlino ex sede del governo tedescoorientale), ma senza dimenticare la natìa Emilia … In
Alexanderplatz come in Piazza del Duomo.
2) Islam Punk
(Ortodossia II, 1985)
Sensazionale brano dall’andamento orientaleggiante, con
continui riferimenti alla Turchia e al Medio Oriente. L’urlo di
Ferretti “Allah è grande, Gheddafi è il suo profeta !” rimarrà
nella storia .
3) Mi ami ? (Compagni, cittadini, fratelli, partigiani, 1984)
Intro quasi da balera, per poi passare a una segnalazione di
erotismo deprimente (“un’erezione un’erezione un’erezione
triste, per un coito molesto, per un coito modesto, per un
coito molesto”) e quindi diventa drasticamente punk … per
poi concludere con un certo sentimentalismo: “smettila di
parlare, avvicinati un po’ “.
4) Militanz
(Compagni, cittadini, fratelli, partigiani, 1984)
Una delle più belle e sentite canzoni scritte da Giovanni Lindo
Ferretti . Molto punk, con un testo enigmatico e un cantato
quasi angoscioso . “Io dovrei bere un po’ di questo amaro
calice, io dovrei berne molto fino a toccare il fondo” dà i
brividi
5) A ja ljublju SSSR
(Socialismo e barbarie, 1987)
Il titolo, già eloquente di per sé, significa “Ti amo, URSS” . Il riff
iniziale riprende l’inno sovietico, e quando la suonarono live
durante un concerto a Leningrado i militari si alzarono in
piedi, con somma emozione di Ferretti e compagni.
6) Huligani Dangereux (Canzoni preghiere danze del II
millennio, sezione Europa, 1988)
Il brano è una presa in giro della violenza negli stadi, con
una pronuncia simil-romena. Stranamente allegro per i loro
standard, ma evidentemente erano già entrati nel processo
di trasformazione.
7) Io sto bene
(Affinità-divergenze, 1986)
Nei primi dischi si delineava l’immagine emiliano-sovietica
della band : un po’ orecchiabile, un po’ punk . Uno dei
tormentoni divenne : “Non studio non lavoro, non guardo la
TV, non vado al cinema, non faccio sport”, denuncia contro
l’apatia degli anni ’80 . E’ la “This is not a love song” dei
CCCP e uno dei brani più belli del gruppo .
8) Per me lo so
(Socialismo e barbarie, 1987)
Inizia che sembra un liscio emiliano, per poi diventare
irresistibilmente punkeggiante. Qualcuno ha supposto che
parli di droga (e visti i tipi è probabile), ma la sua profondità è
adattabile praticamente a tutto. Insieme a “Io sto bene” e
“Live in Pankow” è la sintesi dell’identità CCCP, e il testo è
semplicemente meraviglioso: “In questo presente che capire
non sai, l’ultima volta non arriva mai”.
di Federico Dionisi
l’Acaro-Febbraio 2014
11
Musica
MUSICA A DUE PASSI
di “La musica secondo l’Indie” (Elena Sophia Ilari, Matteo Bronzi)
Ci capita spesso di guardare con
ammirazione e invidia i due grandi
genitori della musica contemporanea
(America e Regno Unito) o di inseguire
in tutta Italia le date più vicine dei nostri
gruppi preferiti ignorando del tutto di
avere a pochi passi da noi, originali e
pronti a stupirci, gruppi sempre nuovi
che ci possono regalare le stesse
emozioni dei grandi must a noi tanto
cari.
Non sempre infatti bisogna attraversare
il paese per sentire buona musica!
Infatti, cari amici amanti della musica e
delle band sperimentali, non dobbiamo
sottovalutare la nostra apparentemente
piccola regione, riuscita a concepire
ben 607 band di ogni genere e
sfumatura! Non possiamo di certo
continuare ad ignorarle!
Ecco un assaggio:
Cominciamo con i Maria Antonietta,
nati a Pesaro, la band è formata da
cinque membri; ma la vera leader del gruppo è una rossa
tutto pepe che ci annuncia, sul sito ufficiale, l’uscita del loro
nuovo album: “Sassi”, il messaggio che ci arriva con
quest’ultimo: “Ho lanciato per tutta la vita montagne intere
di sassi, ora è arrivato il momento di raccoglierli”. Singoli
come “Quanto eri bello” o “ Occhiali da sole” valgono la
pena di essere ascoltati.
Seguono i Soviet Soviet, anch’essi di Pesaro, la band è
composta da tre membri. Il loro genere New Wave tendente
al Punk, ci trasporta in una nuova dimensione, molto simile
all’Inghilterra degli anni 90 per sound e testi. Da non perdere
l’ultimo album sperimentale “Fate”.
Non potevano di certo mancare i Tepezè (Fermo) con il loro
genere progressive, alternativo e il loro album “Possibilità”,
che sembra avere come obiettivo il raggiungimento della
tranquillità dell’animo, deducibile anche dalla scelta di titoli
dal significato apparentemente nascosto. I Tepezè sembrano
volerci mandare un messaggio: chiudete gli occhi e
cancellate per un istante la solitudine, la nostalgia e il buio e
soffermatevi su alcuni piccoli particolari, osservate come si
distruggono le possibilità di ottenere qualcosa dalla vita
riempiendola di dubbi, incertezze e paure; viaggiate e
chiudete gli occhi.
Cambiamo genere e passiamo ad un gruppo di Pesaro
desideroso di trasmetterci tutta la sua voglia di cambiare e di
rinnovare. I Barbacans ci sorprendono con la loro allegria
contagiosa e con un album all’insegna del rock italoamericano: “God save the fuzz”.
Il quarto gruppo proveniente da Pesaro che vi proponiamo, i
Peepool, suonano Easy-Listening e nel loro unico album “NO”
le parole scompaiono per lasciare posto a sentimenti ed
emozioni sottoforma di note e melodie. La singolare
assonanza con la parola “people” e la sicurezza con cui si
rifiutano di trovare un titolo piuttosto esteso al loro unico
album li rendono consapevoli del fatto che per trasmettere
odio e amore alle persone che ci troviamo di fronte ogni
giorno non sia necessario l’uso di parole superflue ma sia
fondamentale il tentativo di riuscire a suonare un’emozione
cosi come essa si esprime in ognuno di noi.
Dietro Persian Pelican c’è un vero personaggio dell’indie
marchigiano; si tratta di Andrea Pulcini, che crea un genere
folk geneticamente modificato. Il cantautore infatti cerca di
mescolare songwriting americano, cinema iraniano e
melodrammi di Douglas Sirk. Originale e creativo il primo
album “These cats wear skirts to expiate original sin” è
interamente autoprodotto e registrato in una piccola
fabbrica di borse del Piceno.
La caratteristica principale dell’originalità di questo autore è
il tentativo di descrivere l’amore come sentimento più freddo
della morte.
Nel panorama maceratese incontriamo gli Aedi. Il loro suono
rappresenta un singolare viaggio tra l’hardcore e il pop
melodico uniti a ritmi quasi tribali di batteria. Gli Aedi sono
paradiso e inferno insieme. Una voce angelica
accompagnata da melodie delicate ma avvolte in un velo
d’inquietudine si trasformano gradualmente in note graffianti
e arrabbiate che sprigionano potenza. I brani rappresentano
continui crescendo che catturano l’ascoltatore verso un
mondo pieno di contrasti fra luce ed ombra, fra delicatezza
e forza, trasformando un live in un’esperienza unica.
“Be Forest”, “essere foresta”, questo è il nome del gruppo
indie-rock della provincia di Pesaro-Urbino.
Con la loro musica essi riescono a disegnare immagini di
luoghi lontani, tra le foreste, i ghiacciai, la neve, in un
panorama quasi surreale. In un mondo di reverberi, di echi, di
ritmi tribali, vivono i Be Forest. Basta chiudere gli occhi e
lasciarsi trasportare per entrare nel loro mondo e sentire il
profumo delle foglie secche sul manto bianco di qualche
paese nordico.
Riaffacciandoci sul panorama maceratese ci sono i Drunken
Butterfly. Gruppo ormai radicatissimo di Indie-rock-noise
aprono le porte al mondo della musica nel lontano 1999.
Ancora in attività se ne escono nel 2012 con “Epsilon
Reloaded”. Questo album che prende il nome
dall’omonimo singolo è fatto di elettronica dura, senza mezzi
termini mischiata ad un rock “sporco”, molto vicino al
grunge. Ne esce fuori una sovrapposizione di generi che si
mischiano
meravigliosamente
dando
un
risultato
paradossalmente quasi vicino alla corrente psichedelica.
Cambiando
completamente
genere
parliamo
dei
Chewingum. Loro sono in tre, “Ragazzo Italiano”, “Carta” e
“Mr. Moon” e da Senigallia con furore portano un “frullato di
generi”, come loro stessi lo definiscono, che va dal Reggae
al funky , dal pop al wave, dalla samba all’hip hop fino allo
psichedelico, insomma non si lasciano mancare niente. Una
chitarra elettrica, un basso, degli strumenti da elettronica e
tre voci e via si parte verso un tour infinito in Italia e poi in
Spagna, New York, Francia, con circa 300 e più concerti.
L’ultimo CD pubblicato per la Garrincha Dischi dal titolo
“Nilo” più che un CD è il diario di un lungo viaggio di cui ogni
canzone è testimone, un reportage di culture che si
mischiano in questo meraviglioso insieme con un leggero
sottofondo di elettronica. Ogni canzone richiama un genere,
uno stile, un incontro fra culture. “Nilo” è un’esperienza da
vivere, un giro di una buona parte del mondo in mezz’ora.
I Camillas. Una chitarra, una tastiera e tanta follia. Duo attivo
da tempo immemore che negli ultimi anni ha trovato spazio
nella musica italiana. Ruben e Zagor Camillas ad ogni
canzone ti regalano qualcosa, qualcosa di bello, che sia un
sorriso, che sia una gigantesca risata, che sia un sentimento
bello o brutto ma qualcosa lasciano sempre. Suonano da un
Pop acustico all’elettronico fino alla musica per bambini. I
temi delle loro canzoni sono svariati e quotidiani con titoli
meravigliosi e divertenti. Da ascoltare per capire.
l’Acaro-Febbraio 2014
12
Musica
ARTISTI EMERGENTI/2: LORDE
ALMOST UNDONE – THE LOVECATS
di Michele Capezzani
È inevitabile parlare di Lorde quando si
deve discutere dei nuovi artisti emergenti in
questo periodo. Ella Maria Lani YelichO’Connor, meglio conosciuta come Lorde,
molto apprezzata dai ragazzi d’oggi, è nata
ad Auckland, in Nuova Zelanda, il 7
Novembre 1996. Dopo aver collaborato per
qualche anno con diversi cantautori e
compositori, con un contratto con la
Universal,
una
delle
tre
etichette
discografiche più importanti dell’industria della musica,
raggiunge la formazione completa all’età di quindici anni. A
diciassette anni pubblica il suo primo EP The Love Club in
forma digitale, contenente il singolo Royals, che in poco
tempo raggiungerà il vertice della classifica neozelandese
insieme ad altri suoi tre brani. Dopo la pubblicazione di
questa canzone in America, riesce a raggiungere la vendita
di 85.000 copie in una sola settimana, e a guadagnarsi la
vetta di numerose classifiche musicali. Il suo album di debutto
è Pure Heroine, fortemente influenzato dallo stile
dell’electropop.
Lorde è stata inoltre la prima artista neozelandese ad avere
contemporaneamente quattro propri brani all’interno della
top 20.
di Matteo Bronzi
Una giornata serena ma non troppo , un
pacchetto di caramelle gommose, l’odore
di un libro nuovo della Feltrinelli, un thè con
quattro zollette di zucchero ma con una
fetta di limone; piccole cose che
impercettibilmente ti cambiano in meglio la
giornata e che sanno di “ Almost Undone”.
Tirato fuori dalla “diNotte Records”, questo
Ep è il risultato della perfetta sintonia tra
Cecilia Grandi e Adele Nigro che insieme sono conosciute
come le “Lovecats”. Tra dolci melodie di chitarra e poco più,
due voci incantevoli, canzone dopo canzone, ti invitano ad
immergerti nel loro mondo lontano e fatto di cose semplici
ma belle. Nessuna impalcatura musicale, niente di
complicato e arzigogolato, un cantautorato puro tutto al
femminile. Con due pastelli a cera in mano, Cecilia e Adele
disegnano i contorni
di ogni protagonista delle loro
avventure, lasciando all’ascoltatore tutto il resto. Nei loro
brani storie sospese, leggere, sempre sfumate di una delicata
malinconia quasi come una nebbia cittadina. Nato da poco
(2010) a Verona il duo pop-folk dopo un giro di rodaggio
fatto con un demo tra cover e inediti riesce a trovare lo
spazio e ad uscire con questo primo amabile lavoro firmato
esclusivamente Lovecats.
Scansiona il codice e
ascolta “Royals”, la
canzone che ha
portato Lorde al
successo!
l’Acaro-Febbraio 2014
13
Cinema
"HUNGER GAMES-LA RAGAZZA DI FUOCO"
di Alessio Romanelli
Se nel primo capitolo della saga l'attrice 23enne Jennifer Lawrence ci ha fatto emozionare e commuovere
nel ruolo dell'eroina del Distretto 12 Katniss Everdeen, nel secondo episodio lei ed il resto del cast hanno
superato loro stessi, merito anche del nuovo regista, Francis Lawrence, che è riuscito a mantenersi quasi
totalmente fedele al romanzo.
Ne "La Ragazza Di Fuoco" troviamo la 17enne Katniss, la cui vita ha subito una drastica svolta dopo la
vittoria dei settantaquattresimi Hunger Games: ora ha una nuova casa al villaggio dei vincitori, proprio
vicino al suo Peeta (Josh Hutcherson), una vita tranquilla insieme a sua madre e alla sorellina Prim (Willow
Shields) e non è più costretta a soffrire la fame o il freddo; insomma una vita quasi perfetta. Quasi.
La sua vittoria nei giochi ha scatenato tumulti negli altri distretti ed ora tutta Panem è in rivolta contro
Capitol City, cosa che non piace affatto al presidente Snow...
Personalmente ho amato questo film: anche dopo aver letto e riletto più volte il libro, anche sapendo quasi a memoria tutto
ciò che sarebbe accaduto, sono rimasto comunque stupito e affascinato da ogni singolo personaggio, ogni dialogo, ogni
piano, ogni svolta all’interno della storia.
Film approvato in pieno!
LA MAGIA DELL'ANIMAZIONE
di Federico Appoggetti
L'animazione. In molti parlano dei film d'animazione come pellicole infantili, troppo inverosimili e ridicole.
Spesso però è proprio un film d'animazione a darci, fin da quando siamo piccoli, le più importanti lezioni.
I film d'animazione vengono realizzati in due maniere diverse: il classico disegno a mano che ha visto i più
grandi successi crescere dagli anni ‘30 ad oggi oppure le immagini computerizzate (o meglio in CGI).
Quest'ultima grande e recente tecnica ha portato, con l'entrata in scena di “Toy Story”, i cartoni ad entrare
nella sala del cinema, rendendo, con un travolgente 3D, gli oggetti e gli ambienti più realistici e spesso
mozzafiato.
Basta pensare a “Ribelle-The Brave”: questo film, dopo sette anni di duro lavoro (tra i quali due solo per
realizzare i capelli della protagonista), ha portato alla PIXAR il 7° Oscar; presenta dei paesaggi che non si
vedono spesso in un film “normale” e che emozionano più di un paesaggio reale. Non è possibile immaginare l'immenso
lavoro che c'è dietro, tutte le persone, la creatività, i sogni e la fantasia.
E' proprio questa la magia dell'animazione: creare qualcosa di fantastico che riesce ad emozionare e a farci tornare bambini.
Spesso, come infatti dicevo precedentemente, i film d'animazione non sono solo per piccoli spettatori. I primi venti minuti di
“Up” (due Oscar nel 2010) sono puri minuti di grande emozione che ci rendono partecipi di una delle storie d'amore più
toccanti del cinema. “Wall-E” ,che per altro è stato addirittura considerato troppo impegnativo per i bambini, insegna che
l'essere umano, nonostante gli errori che commette nei confronti dell'ambiente, può ricostruire un mondo migliore.
E' proprio tramite buffi personaggi, animali parlanti, vecchi scorbutici e topi-cuochi che la nostra mente si accende, che
riprendiamo a sognare, riflettiamo e, perché no, ci divertiamo.
l’Acaro-Febbraio 2014
14
Cinema
WOODY ALLEN:
UNA GENIALITA’ MULTIFORME E
UNA CONTINUA SORPRESA
di Elena Cerolini
Chi di noi non ha mai sentito parlare di
Woody Allen? Forse non tutti sanno che
questo è in realtà lo pseudonimo di Allan
Stewart Königsberg e non tutti sanno che
la sua esperienza scolastica non è stata
all’altezza della sua carriera.
Il primo anno di scuola, infatti, viene
inserito in una classe avanzata, grazie al
suo elevato quoziente d'intelligenza, ma
sviluppa subito un odio per l'ambiente
scolastico, diventando un ribelle, non svolgendo i compiti a
casa, rispondendo male agli insegnanti e disturbando
continuamente in classe.
Sorprendentemente si dimostra molto abile negli sport e
pratica pallacanestro, football, baseball, stickball, sia a
scuola che nel quartiere; uno dei suoi sport favoriti è
il pugilato, ma dopo diversi mesi di allenamento i suoi genitori
gli chiedono di smettere, poichè progettano di farlo studiare
all'università.
La frequentazione di Allen alla New York University, dove
studia comunicazione e cinema, tuttavia, si limita ad un solo
semestre, peraltro senza grandi risultati portandolo
all'espulsione dalla stessa. Si iscrive per breve tempo al City
College of New York, ma i risultati sono gli stessi
dell'esperienza precedente. Si conclude così ingloriosamente
la sua formazione scolastica, quasi contemporaneamente
alla sua ascesa nel mondo del cinema.
Allen è da tempo noto al grande pubblico come regista,
sceneggiatore ed attore di celebri film come Manhattan, Io
ed Annie, Criminali da strapazzo, Hannah e le sue sorelle e,
più recentemente, Match point, Midnight in Paris, To Rome
with love e Blue Jasmine.
I temi affrontati da Allen – dalla crisi esistenziale della New
York “bene” alla rappresentazione spesso autoironica della
comunità ebraica newyorkese – rispecchiano la sua passione
per
la letteratura,
la filosofia,
la psicoanalisi
ed
il cinema europeo.
In alcune opere sono presenti elementi surreali ed assurdi, a
caratterizzare ed amplificare l'effetto comico. Allen, per
esempio, indossa continuamente i suoi occhiali con la
montatura nera, tipicamente anni settanta, che non
abbandonerà mai, neanche in Amore e guerra, ambientato
in Russia in epoca napoleonica.
Il
cinema
di
Allen
contiene
molti
riferimenti
all'umorismo ebraico, alla filosofia, alla psicoanalisi e anche,
in maniera critica e satirica, alla religione.
La comicità verbale di Allen è derivata da quella degli
ambienti artistici ebraici newyorkesi; molti suoi racconti
presentano termini dell'yiddish, la lingua degli ebrei dell'est
europeo diffusa anche in queste zone della Grande
Mela. Non è possibile separare l'immagine del regista dalla
sua città: la New York di Allen è quella degli intellettuali e
delle classi medio-alte, non quella dei quartieri "bassi". Questo
per il fatto che è quella da lui conosciuta di persona ma non
ha niente a vedere, come confermato da lui stesso, con una
preferenza "classista".
Woody ha anche moltiplici interessi, tra cui il jazz, infatti è un
apprezzato interprete al clarinetto e un ottimo conoscitore
del repertorio jazzistico. Vi sarete accorti che quasi tutte le
sequenze dei titoli di apertura e di chiusura dei suoi film
presentano come carattere di scrittura il Windsor bianco su
sfondo nero, senza effetti di scorrimento, con musica jazz di
sottofondo. Anche in Manhattan troviamo la musica
di Gershwin per raccontare un'altra storia di nevrosi e amori
inconcludenti.
Un’altra fra le passioni di Woody è quella di seguire la
squadra NBA della sua città, i New York Knicks, tanto che i
piani di lavorazione dei suoi film sono basati anche sulle date
e sugli orari delle partite, in modo che Allen possa finire in
tempo le riprese della giornata e andare a vedere la partita.
Allen si rifiuta di guardare i suoi film dopo la loro uscita nelle
sale; il regista, infatti, ha affermato che rivedendo la pellicola
finita sicuramente penserebbe che il film non sia
sufficientemente buono e che avrebbe potuto fare di
meglio. Anche per questo motivo non ha mai registrato un
commento audio per nessuno dei suoi film da includere
nei DVD, per i quali pretende edizioni semplici, prive di extra,
monodisco e con l'audio mono che caratterizza tutti i suoi
film.
Mi piace pensare il cinema di Allen, perchè non teme il
confronto con quelli che considera i suoi maestri
(Bergman, Fellini e Lubitsch) nè teme di raccontare di sé,
delle sue nevrosi e delle sue paure. A volte per raccontarsi
usa un linguaggio che è il balbettio di un adolescente alle
prime armi con una dichiarazione d'amore, e il balbettio
della parola si traduce in immagine, in un montaggio tutto
pezzi (del resto Harry è a pezzi) e interruzioni, frammenti e
ragguagli.
Mi viene il dubbio che il cinema di Allen, dell'intellettuale
newyorkese per eccellenza, sia un cinema viscerale. Il
connubio tra cervello e istinto, istinto del raccontare, e del
raccontarsi, che è in ultima analisi la cosa a cui ci
appassioniamo di più.
Dunque Allen è un genio umoristico americano ma amato
anche e soprattutto in Europa. Mostro di creatività, l'autore
riesce spesso a lasciare il segno, a usare la cultura (anche di
nicchia) per creare delle incredibili commedie umane che
parlano direttamente allo spettatore. Sia quello ingenuo che
ride delle battute con leggerezza, sia quello più colto che
apprezza la complessità delle intricate sceneggiature.
Un regista originale che scrive, recita, suona e gioca con la
magia. Capace di mettere con le spalle al muro il pubblico,
puntando il dito su ipocrisie e colpe non espiate, è un ottimo
insegnante di vita.
Con 5 Oscar portati a casa, Woody riceve consensi anche
da quella fetta di pubblico americano che lo aveva
snobbato fino a quel momento.
l’Acaro-Febbraio 2014
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Cinema
IL CINEMA (RI)SCOPRE LE MARCHE
I film girati nella nostra regione.
di Francesco Pascali
E’ possibile pensare ad un atlante
cinematografico della nostra regione?
Sono oltre 140 i film i film girati nelle
Marche dal 1897 ad oggi, per non
parlare dei molti progetti non andati in
porto, ma di cui abbiamo delle
testimonianze…
Fin dai primi decenni del secolo scorso
(più precisamente tra il1908 e il 1926), le
Marche vengono utilizzate come set di 15
film muti.
Dagli anni ‘40 si assiste a un crescendo di troupe
cinematografiche nel nostro territorio con un picco di 14
produzioni negli anni ’70.
Nel 1943, Visconti arriva in Ancona per girare la seconda
parte del suo “Ossessione” e già fece ben sperare ne futuro
“cinematografico” delle Marche.
Ricordiamo, poi,del 1959 “Estate Violenta” di Valerio Zurlini,
film che all’epoca ebbe un discreto successo.
E’ del 1969 “I Delfini” di Francesco Maselli, girato interamente
in Ascoli e che vede protagonista Claudia Cardinale.
Un’ altra pellicola girata ad Ascoli è “Alfredo Alfredo” di
Pietro Germi del 1972, con Dustin Hoffman e Stefania
Sandrelli.
Nel 1973 viene girato a Fermo un giallo, “Delitto d’autore”,
che ha avuto, però, un pessimo giudizio di pubblico e di
critica.
Durante gli anni ci sono state immagini del paesaggio
marchigiano in chiave on the road “rubate o
manipolate”(sono da citare dei paesaggi in “Tournè” di
Gabriele Salvatores o in” Stanno tutti Bene” di Giuseppe
Tornatore).
Facciamo ora un salto e andiamo al 1987, anno dell’esordio
alla regia del marchigiano Giuseppe Piccioni con “il Grande
Blek”, pellicola interpretata da Sergio Rubini che narra gli
eventi di un gruppo di amici di Ascoli Piceno; il film ha vinto
anche 2 Nastri d’Argento. Nel 1991 Mario Monicelli gira nei
dintorni di Pesaro “Rossini!Rossini!”, film-omaggio al grande
compositore e nel 1993 “Panni Sporchi”, ambientato tra
Macerata e Roma.
Nel 2001 Nanni Moretti gira ad Ancona il suo decimo
lungometraggio, “La Stanza del figlio”, film vincitore della
Palma d’Oro al 54°Festival di Cannes.
Dieci anni dopo, esce nelle sale “Il Cuore Grande delle
Ragazze” di Pupi Avati, discreta pellicola girata nel Fermano.
Proprio il 21 ottobre scorso, infine, sono finite le riprese de “Il
Giovane Favoloso” di Mario Martone, film su Giacomo
Leopardi (interpretato da Elio Germano) ambientato
naturalmente a Recanati (finzione cinematografica e realtà
storica una volta tanto coincidono); l’uscita è prevista per
aprile 2014.
In una recente intervista, il regista Martone ha dichiarato che
“hanno costruito giorno per giorno la figura del poeta, che è
molto complessa e dalle mille sfaccettature” e ha anche
omaggiato i nostri territori dicendo che sono “tutti da
scoprire”. E a queste parole pare di vedere il paesaggio
marchigiano (sempre oltre la siepe), così suggestivo e unico
nella sua varietà di forme e di colori.
PAOLO SORRENTINO:
“LA RIVINCITA ITALIANA”
di Ilaria Ferretti
“Strana ed inaspettata”, questo il
commento con cui se ne è uscito il
regista Paolo Sorrentino di fronte alla
sua nomination e alla sua vittoria ai
Golden Globe 2014. Lui, napoletano
per eccellenza, si è ritrovato tra le sue
braccia un premio di così rilevante
importanza, lui che dopo anni di coproduzioni ha ricevuto premi uno dopo
l’altro, lui che in qualche modo ce l’ha
fatta. Conosciuto da tutti per il suo
surreale “This must be the place”, Paolo Sorrentino ancora
una volta è riuscito a stregare la critica di tutto il mondo
attraverso una fotografia, un montaggio e un continuo
narrare di vite e di azioni intricate e complesse, di messaggi
nascosti e da ricercare ma, soprattutto, grazie ad un finale e
ad un’interpretazione accurata e profonda della vita.
“La grande bellezza”, forse l’opera più ambiziosa di
Sorrentino fino ad oggi, è un film che vive delle stesse
incoerenze che racconta, di intimità commoventi, momenti
costituiti da un continuo irrealismo e da momenti di
straordinaria lucidità su sé stessi e sul mondo. La maestria del
regista sta probabilmente nel fare immergere gradualmente
lo spettatore nella sua opera, e questo riesce grazie alle
atmosfere di una Roma inizialmente sonnolenta, assonnata
dalle prime ore del giorno, e introdotta dalle musiche che le
danno una raffinatezza e una potenza apparentemente
inviolabile. Una raffinatezza che viene però brutalmente
spazzata via dal contrasto con un'altra faccia di Roma che è
quella notturna, bellissima in superficie ma immorale e vuota
una volta che ne rivela la sua identità. Tra i principali
personaggi di questa pellicola troviamo: Toni Servillo, Carlo
Verdone, Sabrina Ferilli, Carlo Buccirosso; la cosa più
ambigua in tutto il film sta nell’età dei personaggi che non va
mai sotto i 40 anni, e giocando quindi sull’aspetto esteriore
ed interiore, fa soffermare lo spettatore su quanto l’aspetto
anziano possa a volte risultare giovane ma comunque
avvolto da una sudicezza proprio come la città che fa da
sfondo. Prodotto da Nicola Giuliano e distribuito da Medusa,
il film è stato presentato in concorso al Festival di Cannes. Il
25 settembre 2013 appare tra le nominations del Premio
Oscar 2014 come miglior film straniero, il 12 gennaio 2014
vince il Golden Globe come miglior film in lingua non inglese.
Era dal 1990, con “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe
Tornatore, che l’Italia non assaporava la vittoria ad
Hollywood.
l’Acaro-Febbraio 2014
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Libri
IL SAPORE DEI LIBRI
rubrica di Michele Bonetti
INTRODUZIONE: La Storia Romana mi
ha sempre affascinato, forse perché
mi sono identificato spesso in questo
popolo fiero e nobile, grandioso e
conquistatore, fiorente e ingegnoso
da cui noi Italiani discendiamo. Ma,
tra tutti i personaggi che hanno
conosciuto
fama
immortale
nell’ultramillenaria Storia della città ce
ne è uno, a mio parere unico nel suo
genere, il cui nome viene spesso
stereotipato in un orizzonte ben più
ristretto di quello che gli si addice:
Marco Tullio Cicerone.
TRAMA: Robert Harris, scrittore e giornalista televisivo inglese),
con la sua opera, Imperium (primo libro di una trilogia, non
ancora completamente edita, incentrata sulla figura di
Cicerone),
ci regala uno splendido ritratto di questo
personaggio geniale e fuori dal comune, negli anni che
vanno dal suo debutto nella vita pubblica fino all’elezione al
consolato (63 a.C.), attraverso la voce di Tirone, suo
segretario personale e confidente, testimone di tutti gli eventi
e gli incontri che hanno caratterizzato la vita pubblica e
privata di questo straordinario individuo. Grazie all’invenzione
di un eccezionale sistema stenografico Tirone non ha mai
tralasciato di trascrivere una parola di ogni discorso ufficiale e
non del senatore, e lo conosce più di ogni altro: per questo,
prossimo alla morte, quando la Repubblica è ormai crollata
sotto i colpi delle guerre civili, decide di obbedire all’ultimo
desiderio del suo padrone, raccontando la sua vera storia. Ed
è così che inizia a narrare le vicende di un giovane avvocato,
gracile e lievemente balbuziente, ma determinato e disposto
a tutto pur di entrare in politica e conseguire l’obiettivo della
sua vita: il consolato. Ben presto Cicerone sviluppa il suo
innato talento retorico e perfeziona il terribile strumento che
gli permetterà di diventare protagonista della storia della
Repubblica: la sua voce. Ed è proprio questo che lo rende
diverso dai suoi illustri contemporanei: non è ricco, né
aristocratico, non ha alle spalle legioni pronte ad
appoggiarlo, ma grazie alla sua costanza, all’intelligenza,
all’astuzia, all’aiuto di pochi amici fidati e soprattutto ad uno
straordinario talento, riuscirà a conseguire l’Imperium, il
potere. Dal processo a Verre, che segna l’inizio di una
inarrestabile ascesa, la Storia percorre tutte le tappe di
questa parte della sua vita, intessuta di impegni pubblici e
privati, amicizie ed alleanze, a volte gradite, altre volte
semplicemente necessarie, lavoro infaticabile e continuo,
decisioni rischiose, difficili e spesso non condivisibili. In tutti
questi momenti Cicerone si distinguerà sempre dai suoi
avversari per l’acume, l’ingegno, la capacità di osservazione
e l’intelligenza politica, e, anche se non apparirà sempre
coerente e onesto, manterrà costantemente un profondo
amore per la Repubblica, non lasciandosi accecare dalle sue
ambizioni e collocandole all’interno delle istituzioni
repubblicane, e non oltre, come fecero altri grandi
personaggi della sua epoca.
COMMENTO: In questa biografia, che ha il ritmo incalzante di
un thriller e il fascino di un romanzo storico, Cicerone viene
reso sotto una luce diversa, non solo come abile avvocato ed
oratore, ma inserito in un quadro più ampio, come un uomo
fondamentale negli ultimi anni di gloria della Repubblica.
Non viene comunque tralasciato il suo aspetto, per così dire,
più umano, come l’amore per la piccola Tulliola e gli
stimolanti battibecchi con la moglie aristocratica Terenzia,
spesso fonte d’ispirazione per lui e che lo rendono a noi più
familiare di molti eroi del passato.
GIUDIZIO: Romanzo coinvolgente e dettagliato, storicamente
attendibile e scritto con maestria, in modo semplice e diretto,
ricco di stimolanti riflessioni sulla politica. Un affresco di vita,
destinato
agli
appassionati
di
romanzi
storici,
o
semplicemente a chi, con una discreta infarinatura di storia
romana, vuole godersi un thriller avvincente. VOTO: 8,5
“Prima che i posteri possano giudicarci, dovranno ricordare
chi siamo stati” (Marco Tullio Cicerone)
DIVERGENT di Diletta Pompei
TITOLO DEL LIBRO: Divergent
AUTRICE: Veronica Roth
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2011
GENERE: Romanzo di avventura e fantascienza:
TRAMA: La storia è ambientata a Chicago in un futuro
imprecisato dove la popolazione, dopo molte guerre, è
riuscita a trovare la pace dividendosi in fazioni, ognuna delle
quali svolge un preciso ruolo nella società.
I Candidi dicono sempre la verità e sono legislatori, i Pacifici
rifiutano l'aggressività e si occupano di servizi sociali, gli Eruditi
si dedicano a alla ricerca gli Abneganti annullano sé stessi
per dedicarsi agli altri e detengono il potere. Gli Intrepidi sono
coraggiosi e forti e proteggono la popolazione da qualsiasi
tipo di minaccia. Su questo sfondo apparentemente
ordinato, ogni fazione odia le altre e cerca di prevaricare,
stringendo alleanze e rompendole in maniera crudele e
cruenta.
Tutte le fazioni tuttavia hanno un nemico in comune: i
“Divergenti”. Queste persone non possono essere controllate
dal Sistema poiché non possiedono soltanto un'attitudine ma
diverse e per questo vengono perseguitati ed uccisi.
Protagonista della vicenda è Beatrice, detta Tris, una ragazza
cresciuta nella fazione degli Abneganti che, dopo aver
scoperto di essere una Divergente, si inserisce in quella degli
Intrepidi a causa del suo carattere egoista ed esuberante. Da
quel momento in poi la ragazza deve affrontare molti ostacoli
e tenere nascosto il suo segreto, venendo infine a
conoscenza di alcune verità che le cambieranno al vita.
COMMENTO: Ho iniziato a leggere il libro convinta che fosse
una brutta copia di Hunger Games (di Suzanne Collins) ma mi
sono accorta di essere in errore. La narrazione, molto
scorrevole, inizia quasi “in medias res”: subito dopo la prima
pagina il lettore viene immerso nel corso degli eventi.
Sebbene di tanto in tanto i riferimenti romanzo sopra citato
siano evidenti, l'elaborato risulta abbastanza originale e
interessante nei contenuti, parlando di una società
oppressiva e solo apparentemente pacifica che cerca di
controllare il genere umano, etichettando ogni individuo in
base ad una sola caratteristica che mai potrà definire al
completo il suo vero essere. Non mancano colpi di scena
totalmente inaspettati, a volte fino al punto da sembrare
quasi impossibili. Il linguaggio, tuttavia, è elementare e fin
troppo semplice, spesso manca di descrizioni appropriate e
non approfondisce i sentimenti e i pensieri dei personaggi,
lasciando spesso dubbi ed incertezze nel lettore. Molti
ritengono che l'autrice, con il suo romanzo, abbia voluto non
solo creare una storia piacevole ma che abbia voluto
muovere una critica nei confronti della società di oggi, che
cerca di annullare la personalità degli individui. A mio avviso
questa è un'interpretazione corretta del romanzo che può
essere visto come una distorsione disastrosa della società
attuale. Il libro ha venduto molte copie e questo è stato
agevolato soprattutto negli ultimi tempi dal fatto che a Marzo
uscirà il film Divergent, di cui tanto si parla e da cui molto ci si
aspetta. Consiglio questo romanzo a chi vuole intraprendere
una lettura piacevole e non troppo impegnativa. VOTO: 7,5
l’Acaro-Febbraio 2014
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Nerdate
di Alfredo Monaldi
Join the Nerd Side of Life, we have cookies!
Benvenuti alla nuova grande novità di questo giornalino: NERDATE, una rubrica in cui abbiamo deciso di
trattare tutti i temi che riguardano questo stile di vita, perchè siamo profondamente convinti che dentro
ognuno di voi ci sia un piccolo nerd che aspetta solo di essere liberato.
L'origine della parola Nerd è, come molti di quei termini entrati postumi nella lingua di tutti i giorni, difficile da
accertare. C'è chi dice che derivi dall'azienda “Northern Electric Research and Development” (di cui
sarebbe l'acronimo), chi dal nome di un animale buffo , altri ancora affermano che sia la pronuncia della
parola “Drunk” letta al contrario “Knurd” che col tempo ha perso la k diventando prima “nurd” e poi “nerd”
a significare qualcuno che durante le feste non si ubriaca né partecipa attivamente alle interazioni sociali.
Ma a noi non interessa da cosa deriva, ma cosa è oggi un “Nerd”. La parola Nerd ai nostri giorni si è tinta di
tante sfumature: il Nerd, oggi, non è più sinonimo di asocialità, ma bensì di creatività, predisposizione per le
tecnologie e le scienze, la passione per l'innovazione e la bellezza dietro un lavoro ben fatto. Si può essere Nerd anche
essendo appassionati di letteratura, cinema o arte, credetemi. Quindi ecco che nel mondo del Nerd si aprono tante porte su
realtà diverse: abbiamo il nerd “smanettone” che passa gran parte del suo tempo sui videogiochi, che ha tutte le console e
passa dagli sparatutto ai Pokemon con grande non-chalance, poi il nerd scienziato che ti smonta il tostapane e il computer e
ti ci costruisce un motore allo ione stabilizzato che produce energia pulita, o il nerd amante del fantasy in tutte le sue fo rme,
solitamente (anzi sempre) appassionato anche di giochi da tavolo e di ruolo come D&D (Dungeons and Dragons), il Nerd
artistico, appassionato di fumetti, manga e arte, il Nerd che non si perde nemmeno un episodio della sue serie preferita e via
dicendo. Tutto questo non implica dunque un'incapacità nello stringere amicizia o a vivere anche il lato mondano della vita.
Certo è che con interessi di questo genere solitamente avviene di pari passo anche una maturazione dell'individuo, che
inevitabilmente inizia a guardare con ironia quella fetta di umanità che non riesce a vedere niente al di fuori del loro picc olo
ristretto mondo di apparenza e futilità. Di qui forse l'elitarietà/asocialità del Nerd che viene escluso dagli altri, ma anche che si
esclude di sua spontanea volontà.
La corrente Nerd, in breve, può essere riassunta con questa citazione, tratta da “Lega Nerd”, uno dei maggiori esponenti
online della comunità Nerd italiana, al fianco della testata giornalistica “Orgoglio Nerd”:
“A noi piace pensare che le nostre caratteristiche, i nostri valori, i nostri grandi pregi fanno di noi delle persone
migliori che hanno dimostrato negli ultimi trenta anni come sia possibile attraverso l’innovazione, la ricerca e la
creatività costruire invece di distruggere, creare invece di utilizzare, innovare invece che pontificare.”
di Sofia Paci e Maja Di Sabatino
Death Note
C’è chi inneggia al capolavoro o chi lo considera soltanto un buon prodotto. L’anime è
una trasposizione più che sufficiente del manga ideato da Tsugumi Oba e disegnato da
Takeshi Obata.
L’anime, così come la versione cartacea, è pensato per un vasto pubblico, ma mantiene
alla base idee piuttosto innovative ed intriganti.
Light Yagami è uno studente modello: il padre è un poliziotto di successo, lui ha
sicuramente davanti un futuro luminoso, se non trovasse in un giorno qualunque, un
misterioso diario dalle regole bizzarre: chi scrive il nome ed il cognome di una persona su
quelle pagine fa sì che essa muoia in poco tempo. Dopo un iniziale scetticismo, Light,
animato da un profondo senso di giustizia, deciderà di utilizzarlo per eliminare i criminali, accompagnato dal Dio della morte
(Shinigami) che gli ha donato il quaderno. Quello che era per tutti un futuro giustiziere viene a trasformarsi in ciò cui il padre va
contro, ovvero un assassino. Ma Light segue la sua personale linea di giustizia che tanto ha fatto discutere su quest'opera. Per
creare un mondo di pace è concepibile l'uso della stessa violenza? E' possibile che un uomo riesca a non farsi mangiare dal
suo stesso potere? E' vera pace o solo paura per la propria vita? Questi sono i quesiti su cui ruota attorno la storia.
Da sottolineare è il doppiaggio italiano, reso particolarmente brillante dall’interpretazione di Flavio Aquilone, nei panni di
Light. Le note dolenti arrivano invece dopo i primi episodi con l’approfondirsi dei personaggi principali, che non mantengono
le alte aspettative proposte inizialmente, rivelandosi stereotipati e piatti.
Anche la trama inizia a perdere colpi dopo la prima stagione, riprendendosi però sul finale.
La serie vanta un comparto tecnico notevole: anche se inizia a sentire il peso degli anni, l’atmosfera dark data dai toni scuri e
dalla colonna sonora composta principalmente da canti gregoriani lo rende tutt’ora piacevole.
Voto: 6 e mezzo
Genere: psicologico, “horror”, soprannaturale.
Rating: 13 +
Consigliato a: chi è alle prime armi nel mondo degli anime e manga ed ha intenzione di iniziare con un buon prodotto per
farsi un’idea generale.
L’anime presenta sullo schermo temi maturi ed innovativi esposti in un modo accattivante che mira ad un pubblico molto
vasto.
l’Acaro-Febbraio 2014
18
Nerdate
Test: Quanto sei Nerd?
Scoprilo con questo test! Punteggi e risultati nell'ultima pagina.
1) La maschera dell'uomo nella copertina di questo numero dell'Acaro è tratta da...
A) Star Trek
B) Star Wars
C) Battlestar Galactica
2) Nel gioco Dungeons&Dragons come viene chiamato colui che gestisce il gioco?
A) Operator
B) Terminator
C) Master
3)Quali codici è necessario conoscere per modificare una pagina web sia dal punto di vista grafico che strutturale?
A) RSS e ASCII
B) CSS e HTML
C) TSS e HTTP
4) Secondo “Guida galattica per autostoppisti” libro di Douglas Adams, divenuto famoso per il suo umorismo fantascientifico,
nonché bibbia del Nerd, la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto è...
A) 42
B) 52
C) 62
5) Il personaggio principale di “Death Note”, uno dei più famosi anime giunti in italia, si chiama...
A) Light Yagami
B) Kyurem Nero
C) Eren Jaeger
6) Di chi è parente il ramingo Aragorn, poi divenuto Re degli Uomini nella saga del “Signore degli Anelli”?
A) Di Eomer, nipote di Theoden
B) Di Thror
C) Di Elrond
7) La Saga degli X-Men fa parte dell'universo...
A) Dc Comics
B) Marvel
C) Disney
8) In quale telefilm sono presenti gli alieni chiamati “Daleks”?
A) Defiance
B) Fringe
C) Doctor Who
9) Come si chiameranno le nuove consolle xbox e playstation in uscita sul mercato?
A) Xbox Infinite – Playstation 5
B) Xbox One – Playstation 4
C) Xbox 360 plus – Playstation Vita
10) Apocalisse zombie. Qual è la prima cosa che fai appena viene diramato l'allarme?
A) Prendo la macchina, do gas e fuggo!
B) Cerco un'arma e ammazzo quanti più zombie possibile.
C) Mi barrico in casa.
l’Acaro-Febbraio 2014
19
PZ
yg
ALTRO CHE CALCIO E PALLAVOLO!
di Elisa Pallotta
Vi siete mai chiesti quanti sport non conoscete? NO? Per fortuna ci sono qui io!
Mai sentito parlare di Free Running? Il Free Running (abbreviato 3run) è una versione “più estetica” del
Parkour. E’ l'arte di spostarsi tra gli ambienti urbani, in modo da creare spettacolo, valorizzando la
bellezza dei movimenti. Questa è la principale differenza con il Parkour, dove ogni movimento deve
essere puramente efficiente. L’estetica, fondamentale nel 3run, porta ad unire i movimenti propri del
Parkour con gesti atletici spettacolari, estratti principalmente dalla ginnastica acrobatica. Non è
dunque insolito vedere i praticanti effettuare salti mortali o altre acrobazie di vario genere.
Passiamo al secondo sport “sconosciuto”!
Quanti di voi conoscono il Tchoukball? Questa, cari lettori, non è un nuovo tipo di lasagna, bensì una
disciplina a squadre, praticata su un campo della grandezza di quello da basket, ma si gioca quasi
come la pallamano e senza scontri, come nel volley. Il Tchoukball, che sta avendo una sempre più
larga diffusione, è basato su un ideale fondamentale: far capire il potenziale educativo dello sport al maggior numero di
persone. Disponendo poi di regole che obbligano i giocatori a rispettare i propri avversari, vietando il contatto fisico, si
dimostra un gioco non aggressivo e piacevole, sia che ci si trovi in un contesto amatoriale, che in una finale dei mondiali.
Spostandoci ad Oriente ci imbattiamo nel “Wing Chun Quan”. I princìpi del Wing Chun creano un sistema di difesa aggressiva
che consente di adattarsi immediatamente ai movimenti, alla forza e al modo di combattere di un aggressore. Questi principi,
pur essendo molto semplici, richiedono anni di pratica nelle forme del Wing Chun. Questa non è altro che una nobile
disciplina marziale nata in Cina, è in sintesi, uno stile di kung-fu di cui si incontrano sei forme, almeno nella corrente Yip Man.
Ecco una panoramica, secondo la scuola Leung Ting Wing Tsun, con i nomi in uso presso quella scuola e relative diramazioni:
Siu Nim Tau ("Piccola Idea"), Cham Kiu ("Braccia a Ponte"), Biu Tze ("Dita che trafiggono"), Muk Yan Chong (“Uomo di legno”),
Luk Dim Boon Kwun (“Bastone da 6 punti e mezzo”), Bart Cham Dao (“Coltelli a farfalla”).
E se iniziassimo tutti a praticare lo Slacklining? Lo slacklining è un esercizio di equilibrio e di bilanciamento dinamico. Il nome di
quest'attività deriva dalla “slackline”, una fettuccia di poliestere tesa tra due punti sulla quale si cammina. Questa disciplina,
che per certi versi assomiglia all'arte del funambolismo, vi differisce in alcuni aspetti fondamentali: innanzitutto si cammina su
una fettuccia piatta e non su un cavo o su una corda, inoltre nella slackline non è previsto l'uso del bilanciere. Lo slacklining
nasce negli Stati Uniti nei primi anni '80 e si sviluppa specialmente nell'ambiente dell'arrampicata; oggi, oltre al suo paese
d'origine, è molto conosciuto anche in Brasile e in vari stati europei (Francia, Spagna, Germania). In Italia è ancora piuttosto
raro, seppur cominci ad affiorare, specialmente negli ambienti vicino all'arrampicata sportiva. Il tipo di fettuccia, la lunghezza
e la tensione possono variare. La larghezza è solitamente compresa tra 2,5 cm e 5 cm e viene di solito legata a due alberi nei
parchi e successivamente messa in tensione. La pratica della slackline si divide in alcune sottocategorie, le cui principali sono:
trickline, longline, highline.
Vi va, per ultimo, un pò di sanissimo e irlandesissimo Hurling? Questo è uno sport di squadra all'aperto, di origini celtiche,
giocato con una mazza e una palla. Il gioco, praticato prevalentemente in Irlanda, è uno degli sport di squadra primi al
mondo in termini di rapidità di gioco. E’ interessante sapere che, quando è praticato da donne, l’ Hurling prende il nome di
”Camogie”. La mazza, chiamata hurley o camán, è costruita con la radice di un frassino e misura dai 64 ai 97 cm di lunghezza
con una faccia piatta opposta al manico chiamata bas e può essere usata per trasportare la palla. Questa, chiamata sliotar,
è fatta di cuoio ed ha un diametro di 65 millimetri. Il portiere gioca con una mazza che ha un manico di dimensione doppia
rispetto agli altri giocatori. Un buon colpo può raggiungere la velocità di 150 Km/h ed una distanza di 80 metri . Durante una
partita i giocatori attaccano la porta avversaria e difendono la propria. Quando la palla è in campo, può essere giocata
colpendola o sollevandola, usando la mazza, in aria, dove può essere colpita al volo o raccolta in mano per non più di 4
secondi o 4 passi. Se la palla viene raccolta, il giocatore non la può lanciare o trasportare per più di 4 passi o 4 secondi; può
invece colpirla con la mazza, con la mano o calciandola. Possono accadere contatti casuali tra i difensori, per questo si
utilizza un casco protettivo di plastica comprensivo anche di una maschera. L'uso del casco, raccomandato per i
maggiorenni, è obbligatorio per gli under 18. Come potete vedere, miei amici sportivi, c’è un mondo di sport inesplorati che vi
sta chiamando, risponderete?
l’Acaro-Febbraio 2014
20
Le ricette di Nenna e Giulso
PALLINE DI COCCO COLORATE
di Elena Cerolini e Giulia Valentini
Finite le vacanze finiscono anche le innumerevoli mangiate casarecce e
le sconfinate scorte di pandori, panettoni , torroni e tutti gli altri classici
dolci natalizi da 2000 calorie ognuno. Si torna alla normalità anche se con
due o tre kili in più. L’anno nuovo ha avuto inizio, ciascuno ha elaborato i
famosi “buoni propositi” per il 2014 (andare in palestra, studiare di più,
aiutare in casa, passare l’anno senza debiti e chi più ne ha più ne metta)
che puntualmente alla fine dell’anno non vengono rispettati. A scuola si
comincia ad avvertire la tipica ansia pre-pagelle dopo estenuanti
settimane trascorse tra interrogazioni e compiti per riuscire a portare a
casa qualche sufficienza. Le prossime vacanze sembrano decisamente
lontane e la neve non ne vuole sapere di farci rimanere qualche giorno a
riposo. Insomma la situazione sembra critica: c’è bisogno di qualcosa per tirarsi su ed evitare di cadere in una
profonda depressione. Qualcosa di simile alle tagliatelle di nonna Pina, come gli spinaci di Braccio di Ferro, come
l’ambrosia per il caro Zeus. I deliziosi manicaretti di zia Giulso e nonna Nenna! Le palline al cocco colorate sono
proprio ciò che fa per voi. Una tira l’altra e non potrete fare a meno di provare tutti i colori!
Ingredienti:
Farina di cocco: 200 g
Ricotta: 250 g
Zucchero: 100 g
Preparazione:
Mescolare la ricotta con lo zucchero, poi unire la farina di cocco amalgamando bene.
Per le palline bianche: ½ tazzina di rhum (andateci piano, non è un pretesto per sbronzarsi)
Per le palline rosa/rosse : ½ tazzina di Alchermes
Per le palline marroni: ½ tazzina di cioccolato fondente
Per le palline azzurre: ½ tazzina di Curacao
Dai vari impasti colorati formare delle palline grandi più o meno come un Raffaello da rotolare successivamente
nella farina di cocco. Mettere in frigo almeno un paio d’ore prima di servire.
ALLA PROSSIMA RICETTA!
l’Acaro-Febbraio 2014
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Giochi
Il Cruciverba del classicista (e non solo!)
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Orizzontali
3. Nella scultura greca si ricercava la perfezione delle ...
6. Unità paramilitare del partito nazista
8. Fratello profeta di Ettore
11. Codice di identificazione di un dispositivo mobile
13. Tanto gentile e tanto onesta..
15. Nullo senza doppia
17. Coglie gli studenti a scuola
19. La prima nota musicale
20. Città italiana famosa per lo spumante
21. Divinità mezza uomo e mezza caprone
22. Non replicabili
24. “Attenti al cane” nell’ Antica Roma
27. Ninfa innamorata di Narciso
29. Periodi geologici in cui è suddivisa la storia della terra
30. Diabolico scatolone catodico
31. Vir
33. Is, ea, ...
35. La prima donna
38. Il “motore” di una scialuppa
40. Fu il teatro della guerra narrata nell’Iliade
41. Un gas... dalle folte sopracciglia!
42. Articolo determinativo maschile singolare spagnolo
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a cura di Luca Giarritta e Michele Bonetti
Verticali:
6
7
1. Introduce una subordinata
condizionale
2. Pronome personale oggetto di
2°persona singolare
3. Il Dario premio Nobel
16
4. Famosissimo scultore greco
autore del Discobolo
5. Particella che tiene unite le
subunità dell’emoglobina
7. Lo era Zenone di Cizio
9. Sta sempre davanti alla nostra
scuola, e non si stanca mai di
leggere
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10. Forse non? (nella domanda
retorica latina)
12. In matematica indica un gruppo
di elementi
14. Nuda al contrario
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16. Congiunzione latina dai
molteplici usi
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18. Omero la definisce “concava”
20. Avanti Cristo
23. La tassa sulla casa tanto odiata
dagli Italiani
24. Conferenza Episcopale Italiana
25. Lo è Prandelli per la Nazionale
italiana di calcio
26. “Ciao” nell’Antica Roma
28. In che modo, maniera
32. Ogni cosa che il re Mida
toccava, si tramutava in...
34. Il contrario di 39 verticale
36. Venezia
37. L’articolo ebraico... nah, più
semplice: Alluminio nella tavola
periodica
39. Ne sono agli autori i nostri cari
amici Castiglioni e Mariotti
L’angolo della Sfinge
Indovinelli
L'orco e la principessa
Una principessa viene rapita da un orco, e un cavaliere corre a salvarla. L' orco
indica al cavaliere due porte e dice "in una di quelle c'è la principessa, nell' altra
una tigre affamata che ti sbranerà". Sulla porta a sinistra vi è un cartello che dice
"In questa porta c'è la tigre". Sulla porta a destra un altro cartello che dice "In una
porta c'è la principessa". Infine l' orco aggiunge: solo uno dei cartelli è vero.
Sapreste dire in quale porta c'è la principessa e perchè?
L'assassino
Il cadavere di una donna è ancora riverso sul marciapiede. Ci sono quattro
uomini indiziati per l’omicidio. Alle prime domande della polizia rispondono
Antonio, Bernardo, Carlo e Dario. ANTONIO dice: “Ho visto Carlo e Dario sul luogo
del delitto, quindi uno di loro due è l’assassino”. BERNARDO dice: “Non sono stato
io.” CARLO dice: “È stato Dario. L’ho visto sparare!” DARIO dice: “È stato
Bernardo. L’ho visto mentre fuggiva”. Se solo l’assassino ha mentito, chi è il
colpevole?
Si butta e si recupera
Quando serve viene buttata e
quando non serve più viene
recuperata. Che cosa è?
Posso vivere solo dove c'è luce
Posso vivere solo dove c'è luce, ma
muoio se questa splende su di me.
Che cosa sono?
Anche se è unico ce ne sono tanti...
Anche se è unico, ce ne sono tanti.
Che cosa è?
l’Acaro-Febbraio 2014
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Giochi
Sudoku
Tutte le soluzioni nel prossimo numero!
SOLUZIONI NUMERO PRECEDENTE:
disco e dal tempo di ascolto, si muove - in via approssimata - lungo il raggio
verso il centro del disco.
Il diametro utile è di 6 cm; il raggio utile la metà.
Il gigante
Il mare. Infatti, regge immense navi e piattaforme, ma piccoli sassolini vi
sprofondano.
Monete strane
Una da 10 centesimi e una da 5 centesimi.
Infatti l'indovinello dice che solo una delle due monete non è da 10 centesimi!
L’indovinello di Gollum
La montagna.
RISPOSTE TEST NERD PAGINA 19:
RISPOSTE ENIGMI E INDOVINELLI:
Le bugie del re
Il contadino disse che il defunto padre del re gli doveva una grandissima
somma di denaro.
Così facendo, se il re diceva che questa era una bugia, non potendo
dimostrare il contrario, doveva dargli la somma; viceversa, se accettava per
vero quanto dettogli, doveva per forza rifondere il suddito della somma
dichiarata.
Un vecchio disco
3 cm.
Durante l'ascolto del disco, la puntina, indipendentemente dalla velocità del
1) A – 1 punti; B – 2 punti; C – 0 punti;
2) A – 1 punti; B – 0 punti; C – 2 punti;
3) A – 1 punti; B – 2 punti; C – 0 punti;
4) A – 2 punti; B – 1 punti; C – 0 punti;
5) A – 2 punti; B – 0 punti; C – 1 punti;
6) A – 1 punti; B – 0 punti; C – 2 punti;
7) A – 1 punti; B – 2 punti; C – 0 punti;
8) A – 0 punti; B – 1 punti; C – 2 punti;
9) A – 0 punti; B – 2 punti; C – 1 punti;
10) A – 0 punti; B – 1 punto; C – 2 punti
0 – 10 BABBANO
Mh. Sei una persona comune senza alcuna evidente passione riconducibile al
mondo nerd. La tua vita deve essere di una piattezza unica. Ma non temere,
non ti giudicheremo per questo – la diversità è ciò che manda avanti questo
mondo e certo non tutti possono essere sensuali, interessanti e divertenti come
noi nerd. Punta sulla bellezza esteriore o alla più brutta puoi sempre comprare
un gatto per compensare le tue mancanze. Oppure puoi iniziare ad informarti.
Chissà che non scoprirai una parte di te che non pensavi di avere. Tutto è
possibile. E la speranza è l'ultima a morire, no? Povera stella...
11 – 16 MEZZOSANGUE NERD
Oh ecco, se c'è una via di mezzo, te ne sei l'incarnazione. Né carne né pesce, i
piedi in due staffe, Dr Jekyll e Mr Hide ecc... Sei Nerd al 50% ma il caricamento
si è bloccato lì: sembri essere un po' in lotta con te stesso. E certo, io non sono
Paolo Fox, ma ti consiglio di continuare a seguire i tuoi istinti nerd, perchè se
fossi un bruco, questa sarebbe la volta buona di trasformarti in crisalide e poi
farfalla. Avanti, dai, il Valahalla nerd è il migliore. Noi crediamo in te. Ce la puoi
fare.
17 – 20 PUROSANGUE NERD
Mi inchino a te, oh nerdissimo fra i nerd. La tua figura rifulge di beltade et
conoscenza. Non ho molto da dirti se non “Nice dude, brofist!”. Il mondo è un
posto un po' più bello grazie alla tua presenza. Non cambiare mai e sii fiero di
quello che sei.
l’Acaro-Febbraio 2014
23
GIORNATA DELLA MEMORIA- 27 GENNAIO 2014
Se questo è un uomo
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
Primo Levi