12 40 .Biella città STAMPA .LA SABATO 1 NOVEMBRE 2014 OROPA. IL PRESIDENTE D’ADAMO: «NON GETTIAMO LA SPUGNA PROPRIO ORA» Funivie, un’altra fumata nera Comune e Fondazione ancora a caccia di soldi per salvare l’impianto: nuovo summit il 10 PAOLA GUABELLO BIELLA Rischio chiusura Oltre due ore di discussione per venire a capo del salvataggio della Fondazione Funivie di Oropa, in ginocchio a causa della stagione infausta, delle spese straordinarie da affrontare per mantenere gli impianti in efficienza e sicurezza, e delle fatture da saldare. Ieri a Palazzo Oropa, l’amministrazione si è confrontata con il presidente dell’ente Gianni D’Adamo su un terreno non Se l’impianto si dovesse fermare per sempre si dovrebbe provvedere allo smantellamento e le due strutture a monte e a valle recentemente restaurate rimarrebbero inutilizzate In Regione mancano i fondi con cui pagare le ditte che hanno eseguito i lavori facile. Ed è stata fissata una nuova data per il verdetto finale: il 10 novembre. In gioco una ristrutturazione avviata con un protocollo d’intesa siglato da Regione, Comune e Provincia da un milione e 700 mila euro per la ristrutturazione degli immobili che la stessa Regione non è in grado di saldare per la sua parte (circa 700 mila euro) mentre la ristrutturazione si sta terminando in questi giorni. Dall’altra la scadenza del 2020 dell’im- pianto che dal Santuario sale al lago del Mucrone, che ora non rappresenterebbe più un problema, come già anticipato dal deputato Roberto Simonetti: nel decreto Sblocca Italia si è infatti provveduto ad aggiornare la norma relativa alle tempistiche per la vita tecnica degli impianti a fune e finalmente in aula alla Camera è approdato un testo di legge che consente una variazione PROMOZIONE. IN HOTEL E AGLI EXPO Serralunga e Astoria Alleanza fra eccellenze In un’ottica di valorizzazione delle aziende locali, quelle che rappresentano le «eccellenze del territorio», l’hotel Astoria, in città, ha stretto alleanza con Serralunga per promuovere la conoscenza della produzione «made in Biella» fra i suoi clienti (di cui ormai il 50% è straniero), utilizzando i propri spazi come vetrina e come mezzo di comunicazione. La storica struttura ricettiva a 4 stelle, in viale Roma, ha infatti deciso di rivedere il look dell’ingresso, della hall e della galle- L'Hotel Astoria a Biella dei termini relativi alla scadenza, previa verifica di idoneità ai fini della sicurezza dell’esercizio da parte dei competenti uffici ministeriali. «Rinunciare ora sarebbe davvero una assurdità - spiega Gianni D’Adamo - Tutto quanto è stato fatto finora, compreso il fatto che finalmente siamo in grado di arrivare a pareggio di bilancio se le condizioni meteo ce lo con- ria interna, che porta verso la sala colazioni. Il restyling ha così sposato l’azienda alle porte della città, conosciuta in tutto il mondo per il design e la versatilità dei suoi prodotti. In partenza per gli Stati Uniti dove farà presenza, con i suoi complementi di arredo firmati da professionisti internazionali, alla quinta edizione dell’expo Boutique Design New York, Serralunga si trasferirà poi a Parigi, all’Equip’Hotel salone biennale che conta circa 1.500 espositori e prevede l’arrivo di 100 mila visitatori. Per la prima volta all’evento francese, fra i più importanti a livello europeo per il settore Horeca (hotel, restaurant e cafè) l’azienda rappresenterà il Made in Italy durante i 5 giorni di esposizione riservati agli operatori dell’ospitalità e della ristorazione. sentono, andrebbe in fumo. Senza considerare, inoltre, che se fermassimo l’impianto avremmo l’obbligo di smantellarlo. E questo comporterebbe comunque dei costi. Mi auguro che tutti insieme si arrivi a pianificare una programmazione triennale in grado di consentirci di lavorare. Ci aggiorneremo lunedì 10: in quell’incontro si deciderà il destino delle funivie». MONTE CAMINO La cestovia in funzione fino ad aprile L’Ustif (l’Ufficio speciale trasporti e impianti fissi) a luglio aveva dato il via libera per il proseguimento dell’attività della cestovia, l’impianto che dal lago del Mucrone sale al Camino. La proroga consentirà alle cabine di trasportare turisti e sportivi in quota fino al prossimo aprile. Poi tutto sarà rimesso in discussione. Occorrerebbero un milione e 250 mila euro per ristrutturare tutto l’impianto, ma se nel frattempo entrerà in vigore l’articolo 31 bis Sblocca Italia, riferito agli impianti la cui vita tecnica, compresa l’eventuale proroga, non è scaduta, la cestovia potrà godere di nuovo ossigeno per un anno, previa verifica dell’idoneità, e proseguire la sua attività. 1 SINDACATO. SI PREPARA IL CORTEO DI ROMA I dipendenti pubblici “Stop ai tagli statali” Anche Biella parteciperà alla manifestazione nazionale dei lavoratori e dei dipendenti pubblici l'8 novembre in piazza del Popolo a Roma, organizzata da Cgil, Cisl e Uil. Il rinnovo del contratto dei pubblici dipendenti, la situazione della Provincia di Biella e delle altre amministrazioni pubbliche, la riforma del lavoro e la legge di stabilità sono i motivi che spingeranno a scendere in piazza i lavoratori biellesi. Tra questi i dipendenti della Provincia Raffaele Gaudelli della Uil e Antonio Salamone della Cgil; per la Cisl Santo Capolino del'Asl e Mariano Zillo dell'Agenzia delle entrate e Maria Monteleone della Camera di Commercio (Uil). «Molte persone ci etichettano come fannulloni - afferma Gaudelli - e sono arrabbiate con noi, ma non siamo tutti così. Dobbiamo prendere le distanze da chi effettivamente lo è e denunciare queste persone». «Protestiamo - dichiara Capolino - perché la classe dirigente non ci ascolta. L'inefficienza dei servizi non è dovuta all'incapacità dei dipendenti, ma ai tagli dello Stato». Alberto Pollo SCELTI I 5 CANDIDATI Rossi favorito al Comando dei vigili Escluso Pollo Si sono conclusi i colloqui per arruolare il nuovo comandante dei vigili urbani. E la commissione esaminatrice ha selezionato i cinque «finalisti», tra i quali il sindaco Marco Cavicchioli dovrà scegliere il vincitore. Nella «rosa» non rientrano né l’attuale sub-comandante Alberto Pollo né Maurizio Cianciotta, che fu nominato comandante dalla giunta Gentile e che poi si trasferì a Bergamo per ricoprire lo stesso incarico. Esclusa anche la donna-vigile di Casoria. Resta invece ancora il lista l’ex ufficiale della Guardia di finanza Mario Rossi, che è stato capo dei vigili urbani di Biella fino al 2009 con la giunta Barazzotto e che alla vigilia era considerato uno dei favoriti. Insieme a lui Fabio Sebastiano Germanà Ballarino, Ernesto Grippo, Massimo Migliorini e Piero Romualdo Vergante. La commissione composta dal segretario di Palazzo Oropa Gianfranco Cotugno, e dai comandanti della polizia municipale di Cuneo e di Vercelli, ha espresso il suo verdetto ieri. Su 33 aspiranti che avevano risposto al bando, sono stati ammessi al colloquio 26 candidati. Di questi, una parte erano stati esaminate venerdì 24, gli altri mertedì. La convocazione dei cinque dal sindaco per la nomina, con molta probabilità, avverrà a metà della prossima settimana. Sette candidati erano stati scartati subito per mancanza di alcuni requisiti: fra loro il comandante dei vigili di Gaglianico Mauro Casotto e il giudice di pace onorario Pietro Brovarone. [S. ZO.] 12 45 LA STAMPA SABATO 1 NOVEMBRE 2014 . Novara città .41 In breve AL «MAGGIORE». COINVOLTE CINQUE ASSOCIAZIONI “Con noi un ospedale più facile” Dal lunedì al venerdì venti volontari si alterneranno nel punto di accoglienza MARIA PAOLA ARBEIA NOVARA Pronti ad aiutare Venti volontari dal lunedì al venerdì al fianco dei pazienti: «Nel labirinto - lo chiamano così anche i manager della salute - della burocrazia per esami e visite. Per esempio, aiuteranno i pazienti a trovare lo sportello giusto, ad avere più informazioni, a pagare i ticket alle macchinette e a indicare i vari reparti o laboratori. Saranno vicini in particolare agli anziani». In realtà il Cup riorganizzato e il Da sinistra Vittorio Pernechele Mario Minola Fabio Leonardi e dietro Daniele Giaime con alcuni volontari al Cup il centro unico prenotazioni Igor Gorgonzola è lo sponsor: collabora anche in una ricerca su erborinato e salute NEL REPARTO DI GALLIATE nuovo punto accoglienza al Maggiore (70 posti a sedere, monitor ben leggibili, ampie finestre) tutto ricordano oggi fuorché un labirinto. Per gestire il nuovo servizio al Cup è sancita l’alleanza tra Maggiore, Avo (Volontari ospedalieri), Volontari della notte, Abio (Bambini in ospedale), Ugi (Unione genitori), Auser-Filo d’argento, e «Igor Gorgonzola» con patron Fabio Leonardi e famiglia. «Chi arriva al Cup - ricorda Mario Minola, direttore del Mag- Chirurgia dell’occhio: c’è il nuovo strumento Si investe anche in altri reparti. L’Oculistica del Maggiore ha un’arma in più per interventi di cataratta, retina e chirurgia maculare: è l’apparecchiatura «Faco Vitrectomo», di recente messa a disposizione nel reparto di Galliate, diretto dal dottor Stefano De Cillà. Lo strumento permette inter- 1 venti di chirurgia vitreo-retrinica con procedure micro invasive. Si procede con operazioni che non richiedono punti di sutura, garantiscono un più veloce recupero per la riduzione delle conseguenze infiammatore e sono possibili gli interventi retinici (pucker maculari, foro maculari, disturbi della reti- na) eseguiti in day-hospital. La direzione del Maggiore sottolinea: «L’oculistica di Galliate è all’avanguardia a livello regionale e oltre, per offrire ai pazienti la possibilità di prestazioni di altissimo livello e, di conseguenza, porre anche un freno alla mobilità sanitaria verso la Lombardia». [M. P. A.] giore - ha già preoccupazioni per la salute. Non può trovare un “muro” di difficoltà. Ecco la bella idea, dell’amico Edoardo Ferlito che è un decano tra i volontari, ora realtà grazie a Igor». All’industria casearia a Cameri, di «muri» - sportivi se ne intendono: sono sponsor e primi tifosi del volley femminile. Leonardi ricorda anche le sue origini a Mezzomerico: «Aiutiamo dove possiamo. Io, i fratelli Maurizio e Lara, e mamma Ivana Magistretti, ci crediamo. Dell’architetto Donatella Testa è il progetto del punto accoglienza». Igor collabora in ospedale anche in una ricerca sul rapporto erborinato e prevenzione della salute. Vittorio Pernechele, Avo: «Siamo una forza che integra gli staff sanitari». Daniele Giaime, presidente del Centro servizi volontariato: «L’umanità, prima dote richiesta a tutti noi. Poi la preparazione. Troverete persone capaci e pronte ad aiutare tutti». La benedizione di suor Giovanna Saporiti, presidente di Igor Gorgonzola Volley: «Il campionato è alle porte. Le ragazze si sono preparate con impegno. Encomiabile l’impegno oggi anche qui. Certe partite si vincono tutti assieme o non si cominciano nemmeno. Buon campionato a noi, buon lavoro ai volontari». Oleggio Tentano furto di gioielli Arrestati e condannati 1 Entrano nel negozio, uno distrae la commessa mentre il complice afferra il «rotolo» di gioielli che era stato loro mostrato. L’altro addetto alle vendite nota la scena e lancia l’allarme. Nicoleta e Florin Molocea, romeni di 35 e 41 anni, senza fissa dimora, sono stati arrestati giovedì per tentato furto ai danni della gioielleria «Negrato» in piazza Martiri. Una volta sorpresi, hanno restituito il maltolto, del valore di 5 mila euro. Nel frattempo sono arrivati i carabinieri. Ieri il processo: sono stati condannati a 4 mesi e rimessi in libertà. [M. BEN.] Novara Era ubriaco al volante Cinese denunciato 1 Una automobilista di 46 anni, di nazionalità cinese e residente a Novara, è stato fermato dai carabinieri in provincia di Varese. Era arrivata una segnalazione: vettura che procede a zig zag in strada. Sottoposto all’alcol test, il conducente aveva un tasso tre volte superiore ai limiti. Per lui è scattata una denuncia: guida in stato di ebbrezza. Dai controlli è emerso che mancava la revisione dell’auto, sottoposta pertanto al fermo amministrativo per 90 giorni. [M. BEN.] Mortara Arrestato in stazione Deve scontare tre mesi 1 Un marocchino domiciliato a Novara, Ahmed Radi, di 51 anni, è stato rintracciato e arrestato dai carabinieri vicino alla stazione ferroviaria di Mortara. Deve scontare in carcere una pena di 3 mesi in seguito a una condanna per violazione degli obblighi di assistenza familiare. I fattisono avvenuti nel 2008 tra Vigevano e Mortara. [C. B.] Diventano attori per gli studenti “Ecco come affrontiamo la cecità” La storia BARBARA COTTAVOZ NOVARA ogliamo far capire che in fondo ci manca solo la vista»: è questo, semplicemente, l’obiettivo del video girato da un gruppo di non vedenti diventati attori per raccontare la loro vita. Prima ai ragazzi della scuola, poi agli imprenditori: l’handicap si può superare e molti strumenti consentono di affrontare le incombenze quotidiane. V L’idea è venuta al giovane presidente dell’Unione ciechi novarese, Pasquale Gallo, 29 anni, di Borgo Ticino. Un giorno sul treno si è seduto vicino a un gruppo di bambini molto stupiti di scoprire che un ipovedente potesse viaggiare da solo: «Ho raccontato tutto quello che riesco a fare e alla fine una bimba mi ha detto “Sai, ho capito che anche se non si vede, si può vivere e andare avanti”. Era un messaggio che valeva la pena di diffondere». Così insieme con altri quattro soci dell’Uic ha girato un video-documentario di venti minuti in cui si spiega come un non vedente affronta le diverse situazioni: leggere un libro, prelevare al bancomat o cucinare. Il novarese Claudio Fachin, centralinista di 48 anni, Elisabetta Rosina, quarantenne di Trecate, anche lei centralinista, e Gilberto Zanetta, 69 anni, pensionato di Fontaneto, raccontano la loro storia davanti alla telecamera del regista Enrico Omodeo Salè. Pasquale Gallo e il fratello Flavio, 22 anni, come lui ipovedente per una retinopatia congenita, invece mostrano l’uso di strumenti che consentono di superare gli ostacoli e, ad esempio, leggere una bolletta o attraversare la strada. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con il Provveditorato e il video sarà proiettato nelle scuole: «Chiederemo poi ai ragazzi di disegnare un fumetto e raccogliere le loro domande che trasformeremo in un libro per il Sa- Pella Scontro fra auto e Tir Gasolio allaga la strada Pasquale Gallo A sinistra il presidente Unione ciechi lone della prossima primavera - conclude Gallo -. Vogliamo far capire ai bambini ma anche agli imprenditori che spesso hanno in azienda un disabile che esistono molti strumenti in grado di limitare l’handicap. Purtroppo pochi lo sanno e molti pregiudizi sono alimentati solo dalla mancata conoscenza». 1 Lo scontro tra un’auto e un Tir sulla provinciale 46 del lago d’Orta, a Ventraggia, ha causato ieri la rottura del serbatoio del mezzo pesante e la fuoriuscita di decine di litri di gasolio. La strada è rimasta chiusa per la rimozione del carburante. Ferito in modo non grave il conducente dell’auto. È intervenuta la polizia stradale. [M. G.] 2/11/2014 Stampa Articolo Torino La lobby degli scienziati e i contatti in Regione IL CASO OTTAVIA GIUSTETTI FU LA lobby della comunità scientifica torinese, quella del centro di biotecnologie di via Nizza, a mettere gli ostacoli sulla strada di Davide Vannoni in Piemonte. È un po’ sempre la stessa storia, e lo ha detto lui stesso diverse volte nella sua deposizione. In grande e in piccolo al guru di Stamina succede sempre la stessa cosa: gli scienziati «istituzionali» fanno muro contro di lui. «È accaduto in Piemonte come al ministero, nessuno vuole davvero provare se il nostro metodo funziona» ha detto Vannoni. «Fu Anna Paschero a spiegarmelo — ha detto ieri mentre lo interrogava il pm Avenati Bassi in aula — lei era il braccio destro di Mercedes Bresso ed era la persona con cui avevo il rapporto più assiduo. Quando la Regione fece marcia indietro sul finanziamento che avrebbe dovuto concedermi nessuno mi comunicò nulla, fu lei a scrivermi in una email il perché: si era creato un fronte contro di noi, mi disse, e il professore Lorenzo Silengo (allora direttore del Centro di ricerca di Medicina rigenerativa in Via Nizza, ndr) e il suo gruppo di ricercatori avevano fatto pressione in assessorato per fare fuori il nostro progetto ». Vannoni ha poi prodotto una copia di quella email, ritrovata in un vecchio archivio e l’ha fatta mettere agli atti del processo che si sta celebrando contro di lui e nel quale ieri ha fatto il suo debutto. «È possibile che gli abbia scritto una email di questo tenore, nel dettaglio però non me la ricordo — dice Anna Paschero un po’ più tardi, raggiunta per telefono — di certo so che avevo tenuto io i contatti con Vannoni, non mi era parso affatto un truffatore o uno stregone come dicono, né che volesse raggirare i politici, era venuto a proporci il suo studio non come se fosse miracoloso ma perché gli sembrava che contenesse una idea innovativa e voleva svilupparlo accreditandosi presso le strutture mediche del territorio. Lessi quel che scrisse Silengo sul suo progetto, non fu certo tenero». Il figlio di Anna Paschero, che è stata braccio destro della presidente Bresso sui temi di contabilità in Regione, ha fatto uno stage nella società Cognition di via Giolitti di Vannoni nel 2007. Il guru di Stamina sorvola su questo dettaglio, dice: «Sì, ha lavorato un po’ presso i nostri call center dopo la laurea». Aggiunge che erano proprio i mesi caldi della «trattativa» per il finanziamento del laboratorio. Ma Paschero smentisce: «Mio figlio ha lavorato per lui mesi prima (da marzo a maggio) e senza mai avere a che fare con il tema delle staminali, altrimenti non mi sarei mai occupata personalmente della sua pratica, mi sarei astenuta». Sia Paschero che Silengo sono stati già ascoltati come testimoni nel processo. Ma le parole di Vannoni di ieri offrono nuovi spunti di riflessione anche per il fondatore del centro sperimentale di via Nizza. «Io lo prendo come un segnale positivo che la comunità scientifica abbia fatto muro in quella occasione — dice Silengo — questo è un Paese di creduloni, in cui è più facile farsi credere raccontando bene una sciocchezza che raccontando con serietà una cosa grande, ma abbiamo dimostrato di avere gli anticorpi per questa faciloneria alla fine, e se tocca a me fare la parte del cattivo non mi dispiace affatto». Silengo, Vittorio Demicheli, direttore della Sanità, Eleonora Artesio, l’assessore. Tutti fecero muro a un certo punto. Non solo per bloccare i 500 mila euro di finanziamento ma anche per evitare che affidassero a Vannoni, come era http://quotidiano.repubblica.it/edizionerepubblica/pw/flipperweb/print.php 1/2 2/11/2014 Stampa Articolo stato scritto in una delibera di giunta, il centro antidoping di Orbassano. Mille metri quadri adatti semi abbandonati dopo le olimpiadi che la giunta aveva già destinato a «Regenera » l’associazione creata ad hoc da Vannoni per lo sviluppo delle staminali. «A un certo punto capì che gli unici a credere nel progetto, almeno in quel momento, erano Bresso e l’assessore Peveraro — ha detto ieri Vannoni — per il resto ci siamo trovati davanti a un muro di gomma». © RIPRODUZIONE RISERVATA “Il figlio del braccio destro di Bresso lavorava con me” Paschero smentisce http://quotidiano.repubblica.it/edizionerepubblica/pw/flipperweb/print.php 2/2 12 45 16 44 .Cronaca di Torino STAMPA .LA SABATO 1 NOVEMBRE 2014 Prevenzione il caso Il Piemonte sostituisce il pap-test con il Dna ELENA LISA «G entile E z i o Ghigo, sono il rappresentante delle matricole di Medicina, mi chiamo Simone Carlone e ho superato il test di ammissione con un buon punteggio, ho pagato le tasse e nonostante sia uno studente regolare ho potuto partecipare alla lezione solo seduto sugli scalini». Oppure «Sono iscritto al primo anno e oggi, per ragioni di sicurezza, il docente ha ritenuto giusto invitare gli ultimi arrivati a uscire. L’aula era sovraffollata. Alcuni di noi erano seduti davanti alle uscite di sicurezza. Non ho assistito alla lezione di Biologia». MARCO ACCOSSATO L’effetto Era chiaro. L’effetto della decisione del Tar del Lazio non si sarebbe fatto attendere: la protesta dei 440 studenti «regolari» contro la carica dei 220 «ricorsisti» sarebbe arrivata. Difficile da prevedere così presto, però. Oltretutto con lettere forLA FORMAZIONE «Questo sovraffollamento metterà a rischio la preparazione di tutti» mali spedite al direttore del dipartimento di Medicina. I «regolari» sono gli ammessi al primo anno all’Università di Torino. I «ricorsisti», circa la metà (e non è poco), sono nuove matricole che non erano previste. Molte non hanno nemmeno superato il test, ma sono potute entrare nell’Ateneo di preferenza per decisione del Tar del Lazio. A presentare ricorso contro le procedure di ammissione circa duemila aspiranti medici di tutta Italia. Una sorta di class action depositata al tribunale di Roma perché il concorso, per decisione del ministero dell’Istruzione, da quest’anno ha valore nazionale. E i duecentoventi che avevano scelto Torino sono stati accontentati. «Capiterà ciò che più temevamo – dice Claudio Brasso, rappresentante degli studenti di Medicina per “Studenti Indipendenti” – il sovraffollamento dei corsi metterà a rischio la formazione di tutti gli iscritti. Non ci sarà spazio a sufficienza nelle aule. Le ore di tirocini, le più preziose perché a contatto con i malati, non basteranno per gli stu- Le prove di aprile Sono stati moltissimi gli studenti che hanno partecipato al test di ingresso a Medicina. Molti hanno dovuto cambiare città per poter frequentare i corsi. Ora il Tar del Lazio ha riammesso , soltanto a Torino, oltre 200 «bocciati» Partito, in Piemonte, lo screening del tumore al collo dell’utero con il test Hpv, che manderà in pensione il pap test. Quattro dipartimenti piemontesi di screening dei tumori (Torino, Moncalieri, Ivrea ed Orbassano-Val di Susa) hanno avviato l’utilizzo del nuovo test ed altri quattro (Novara, Vercelli-Biella, Asti e Alessandria) inizieranno entro la fine dell’anno. Il nuovo test è in grado di rilevare l’eventuale presenza del Dna dei ceppi del papilloma-virus, il virus incriminato che porta ad un alto rischio per lo sviluppo del tumore del collo dell’utero. Così il test permetterà di ridurre del 60-70% l’incidenza dei tumori in- Ressa nelle aule di Medicina “Tutta colpa dei ricorsisti” Tensione dopo la riammissione di alcuni studenti bocciati al test 440 220 vincitori riammessi Sono le matricole ammesse al primo anno dopo aver superato le prove di selezione Possono iscriversi a Torino dopo che il Tar del Lazio ha accolto il loro ricorso denti. La nostra preparazione sarà più teorica che pratica. Il Miur, che ha mal pensato la burocrazia delle procedure fino a giustificare un ricorso per violazione della privacy, avrebbe dovuto trovare un rimedio alla falla anziché scaricare l’errore sull’Università». Anche perché, a dirla tutta, i «regolari» nulla avrebbero contro i nuovi arrivati se non fosse per altre nor- me imposte dal Ministero, doverose ci mancherebbe, tra le quali la capienza massima consentita per aula. Ai quali si aggiungono i limiti del dipartimento di Medicina a Torino. Al San Luigi di Orbassano I ricorsisti neoimmatricolati finiranno nel polo didattico del San Luigi di Orbassano, ma la maggior parte, circa in 160, è destina- ta a quello delle Molinette in deficit di spazio già da tempo. Gli studenti, oggi, per seguire le lezioni sono obbligati a una transumanza tra l’ospedale, Torino Esposizioni e l’area di via Michelangelo. Compresi i fuoricorso, qui, gli studenti di Medicina sono circa 2.500. Dei 220 «ricorsisti», però, non tutti potrebbero aver voglia di iscriversi. «Onestamente ne dubito – dice Ezio Ghigo, direttore del dipartimento di Medicina –: si sono spinti fino al Tar, ne avevano diritto, difficilmente rinunceranno all’immatricolazione. Certo, mi metto nei panni di un genitore che deve mantenere un figlio a Bari o a Catanzaro dov’è finito perché le graduatorie sono diventate nazionali. E al posto suo, a Torino, è subentrato un coetaneo passato invece per un cavillo». Se il paradosso del ri- La Grappa dal 1977 www.marolo.com corso vincola le Università ad arruolare i vincitori negli atenei di preferenza è anche vero che l’ok decisivo lo dà solo il consiglio di amministrazione perché l’arrivo massiccio di studenti non previsti impone cambiamenti nel Dipartimento. Per Medicina dovranno essere valutati spazi in più, l’aumento di ore dei ricercatori, docenti, lezioni in streaming. E supporti legali. Già, i pochi giorni d’attesa necessari al Rettore Gianmaria Ajani per trovare l’accordo e consentire l’accesso agli studenti che si sono rivolti al Tar, sono bastati a uno di loro per andare da un avvocato. Con una mail ingiuntiva obbligava l’Ateneo a iscrivere il ricorsista. E’ arrivata prima la decisione del Cda ma l’episodio la dice lunga sugli animi di chi già c’è, e di chi ancora deve iniziare. Esami in laboratorio vasivi del collo dell’utero rispetto allo screening eseguito con il Pap test. Il passaggio al test Hpv avverrà nell’arco di cinque anni. Riguarderà tutte le donne residenti in Piemonte di età compresa tra i 30 e i 64 anni. I tumori dell’utero, sono al sesto posto tra i tumori più diagnosticati alle donne (4% di tutte le diagnosi di tumore) con 7.700 nuovi casi all’anno in Italia. «Nelle donne più giovani, fra i 25 e i 29 anni - spiegano gli specialisti - il test Hpv rileva infatti molte lesioni destinate a regredire spontaneamente, con un elevato rischio di esami e trattamenti inutili». Per questa ragione chi ha meno di 30 anni continuerà a essere sottoposta a Pap test. 2/11/2014 http://quotidiano.repubblica.it/edizionerepubblica/pw/flipperweb/print.php Stampa Articolo 1/1 2/11/2014 http://quotidiano.repubblica.it/edizionerepubblica/pw/flipperweb/print.php Stampa Articolo 1/1 12 45 67 18 LA STAMPA SABATO 1 NOVEMBRE 2014 . Cronaca di Torino .45 La storia Ha detto MASSIMILIANO PEGGIO a comunità scientifica italiana, nella visione di Davide Vannoni, aiutato dalle cure staminali a ridurre gli effetti invalidanti di una paresi al volto, è un «muro di gomma» che respinge le innovazioni rivoluzionarie. «Sono una vittima dell’ostracismo scientifico» dice uscendo dal Tribunale dopo sei ore trascorse a rispondere alle domande del pm Giancarlo Avenati Bassi, cercando di convincere il giudice Roberto Arata di non essere truffatore, né un ciarlatano come sostiene il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. «Se io sono un mago, il ministro Lorenzin sembra un prestigiatore delle tre carte che fa sparire l’asso di cuori quando le pare». L I nemici «Il progetto di ricerca sulle staminali fu ostacolato dal centro di biotecnologie delle Molinette» Le polemiche La ricerca sui ratti Davide Vannoni, laurea in lettere, professore associato in un’università privata a Roma, è accusato di tentata truffa alla Regione, per aver chiesto nel 2007 un finanziamento di 500 mila euro per sviluppare la ricerca sulle cellule staminali. Secondo la Procura avrebbe presentato un «progetto privo di contenuto scientifico», millantando «la collaborazione di scienziati e luminari internazionali». Ieri il pm, interrogandolo in aula, lo ha messo di fronte a due documenti depositati allora in L’INTERROGATORIO In aula ha risposto per sei ore alle domande del pm Avenati Bassi Regione, a nome dell’Associazione di Medicina Rigenerativa, con sede in via Giolitti. In un documento, scritto in italiano, si fa riferimento ad applicazioni cliniche sui pazienti. In un altro, scritto in inglese, redatto dei professori ucraini Vyacheslav Klimenko ed Elena Schegleskaya, si rappresentano sperimentazioni sui ratti. I due scienziati, portati in Italia da Vannoni come luminari delle staminali, a suo dire sarebbero capaci di curare malattie degenerative in pochi giorni. I due documenti, secondo il pm, sono contraddittori: se le terapie staminali erano già collaudate in Ucraina e potevano essere esportate in Italia per «rivoluziona- ANSA Al contrattacco in tribunale Davide Vannoni, 47 anni, torinese, laurea in lettere, è professore associato in un’università privata a Roma. È accusato di tentata truffa alla Regione per aver chiesto nel 2007 un finanziamento di 500 mila euro per sviluppare la ricerca sulle cellule staminali Vannoni: sono una vittima dell’odio degli scienziati L’inventore di Stamina: un muro di gomma contro le mie ricerche Sulla «Stampa» Sul giornale dello scorso 7 ottobre le importanti dichiarazioni al processo dell’ex socio e dell’ex fidanzata di Davide Vannoni, a giudizio per tentata truffa. 1 re» il panorama scientifico, perché chiedere un finanziamento per la ricerca sui ratti? Di più: gli uffici di via Giolitti, in quei mesi, in attesa del via libera dei finanziamenti, diventano un indirizzo della speranza. In due anni, dice Vannoni, passano circa 40 persone. Tutte in cerca di miracoli. Per l’accusa, questi fatti e le discordanze emerse negli atti del progetto, rafforzerebbero l’ipotesi di tentata truffa, realizzata nel tentativo di indurre la giunta guidata da Mercedes Bresso a modificare la legge di bilancio, assicurando così all’associazione un contributo per finanziare l’acquisto di macchinari e attrezzatura. «Se il trattamento con le staminali - ha detto ironizzando il pm - gante. «Ho fatto tutto questo permetteva davvero di guarire perché ero soltanto un pazienil Parkinson in otto giorni, i due te entusiasta. Volevo che altri biologi ucraini che lavoravano condividessero le cure che mi per lei meritavano il premio hanno restituito il 30 per cento Nobel. Altro che venire a Tori- della funzionalità dei muscoli no con la valigia di cartone». facciali. E dire che prima avevo Ancora oggi, nonostante gli provato qualsiasi cosa, anche strali del miniun intervento stro Lorenzin e I CONSULENTI chirurgico». le contestazioni L’ironia del Pm Le pressioni del pm, Vannoni, «sono arrivati con A fermarlo, maldifeso dagli avvocati Pasquale la valigia di cartone» grado l’iniziale fiScrivo e Liborio ducia ottenuta Cataliotti, dice di essere «con- da parte della giunta, sono le vinto della validità del metodo «pressioni ostili della comunità nella maniera più totale». Il suo scientifica» che Vannoni identisogno, fin dall’inizio, da quando fica in Lorenzo Silengo, del Diè stato curato in Ucraina con le partimento Biotecnologie Mostaminali, è di aiutare la ricer- lecolari delle Molinette. «Sono ca italiana a fare passi da gi- finiti lì i soldi della Regione». E «Se io sono un mago allora il ministro Lorenzin sembra un prestigiatore delle tre carte» La fiducia «Sono un paziente entusiasta, convinto della validità del metodo nella maniera più totale» Davide Vannoni così svanisce il sogno di Vannoni di creare in Piemonte un centro di riferimento per le staminali nel centro antidoping di Orbassano. Una sconfitta amara, per lui, nonostante le «alleanze» mediche, come quella di Antonio Amoruso, del centro trapianti del Piemonte. All’inizio, Amoruso è al suo fianco, poi si defila. È in quel momento che Vannoni capisce che il suo progetto è fallito: così rinuncia ad inseguire il finanziamento di 500 mila euro. Ma per lui si apre subito una nuova strada: San Marino, dove trova terreno fertile e opportunità scientifiche per le cure staminali. Guarda il video su www.lastampa.it/torino CAOS E RITARDI IERI SERA Venivano a “Movement” senza biglietto: bloccati a Novara I controllori li hanno fatti scendere dal treno ELISABETTA FAGNOLA Sono saliti a Magenta, li hanno fermati a Novara, appena il regionale per Torino intorno alle 20 è entrati in stazione: un centinaio di ragazzi, trucco, maschere da Halloween, zainetti e qualche bottiglia, ma senza biglietto, diretti al «Movement music festival» di Lingotto. Il caos ieri sera in stazione a Novara è partito da qui ed è sfociato in una protesta generale che ha occupato il binario 3 fino alle 22.03 quando è arrivato, finalmente, il nulla osta a lasciarli ripartire. L’ordine di fermare il treno e far scendere chi non aveva il biglietto è arrivato direttamente dalla sede romana dell’azienda di trasporti. A discapito dei pendolari: erano circa 400 le persone a bordo, un centinaio senza biglietto, gli altri, la maggior parte, semplici lavoratori in attesa di rientrare. «Vogliamo soltanto tornarcene a casa, abbiamo ap- pena finito di lavorare, stiamo perdendo tutte le coincidenze» raccontavano con i volti tesi fermi sui binari. I più fortunati, e i più vicini a casa, hanno esaurito i taxi a disposizione fuori dalla stazione, altri sono saliti su un treno partito pochi attimi prima. La maggior parte è rimasto in attesa lungo il binario, cellulari alla mano. «Sapevano da mesi che c’era questa festa in programma, potevano prevederlo e organizzarsi, controllare prima» dicono alcuni, «dovevano fare treni speciali» sbottano ridendo alcuni dei ragazzi lasciati a terra, «non ci garantiscono neanche i trasporti». Dai pendo- Il caos a Novara Centinaia di ragazzi e anche di passeggeri hanno dovuto lasciare il treno, i primi perchè senza biglietto gli altri perchè il treno era bloccato lari stipati lungo il binario 3 sono partite anche telefonate alla polizia, sono arrivati rinforzi per aiutare gli agenti della Polizia ferroviaria a mantenere l'ordine, mentre il perso- nale di Trenitalia stretto tra la folla provava a dare informazioni e a controllare i biglietti di chi ha scelto, alla fine, di fare la coda alle macchinette per mettersi in regola e prosegui- re il viaggio. Dopo due ore d’attesa e di tensione, cori contro le forze dell’ordine, qualche provocazione non raccolta, intorno alle dieci di sera il regionale è potuto ripartire. 12 DOMENICA 2 NOVEMBRE 2014 Tortona e Valle Scrivia .45 . SANITÀ. AMMINISTRATORI, MEDICI E CITTADINI ALL’INCONTRO PER CREARE UN COMITATO CIVICO “Tutti in campo per l’ospedale” Si teme che Pediatria vada a Novi, ma ora si scopre a rischio anche la Rianimazione MARIA TERESA MARCHESE TORTONA Grande partecipazione all’incontro in municipio, organizzato dal sindaco Gianluca Bardone, per raccogliere le adesioni per promuovere un Comitato civico a difesa dell’ospedale di Tortona. C’erano anche amministratori locali, medici, rappresentanti dell’imprenditoria e dell’associazionismo, già impegnati nel difendere l’ospedale, oltre a un altro comitato costituitosi da un paio di settimane. Però, la situazione si complica: una prima bozza di revisione del piano sanitario regionale prevederebbe il declassamento del Dea tortonese (Dipartimento di emergenza e area critica), con l’eliminazione della Rianimazione, oltre al (sempre più probabile) trasferimento della Pediatria a Novi, conseguenza della chiusura del Punto nascite. Per ridurre il «buco» della sanità piemontese, circa 2 miliardi di euro, le direttive regionali indicano un Dea ogni 160 mila abitanti e nella zona tra Ovada, Tortona e Novi Davide Fara TORTONA “Il Comune vigilerà sulla centrale idroelettrica” Preoccupati Dall’alto Gianni Tagliani, vice sindaco di Castelnuovo Scrivia, e Gianluca Bardone, sindaco di Tortona I primari domani proporranno un piano alternativo all’Asl e alla Regione quest’ultimo sarebbe baricentrico per cui è facile prevedere la soppressione del Dea tortonese con il conseguente inizio della fine dell’ospedale, com’è accaduto a quello di Valenza che ha seguito lo stesso iter. Sono i timori espressi dal sindaco Gianluca Bardone che ha chiamato a raccolta tutti i cittadini con lo scopo di mettere in atto una serie di iniziative in grado di bloccare questo disegno e di mantenere in vita l’ospedale. «Per quanto riguarda la politica - ha detto Bardone noi faremo la nostra parte. Chiederò un incontro alla Regione invitando l’assessore alla Sanità a vedere il nostro ospedale nel quale la Fondazione Cassa di risparmio ha investito più di 6 milioni di euro. Vorrei che la Regione capisse che non è depauperando l’ospedale di Tortona che si risolve il buco AVVIATO IL TRASLOCO Centro di salute mentale e Serd trasferiti all’ex Passalacqua Entro venerdì, a Tortona sarà completato il trasloco del Centro di salute mentale (Csm) e del Servizio dipendenze patologiche (Serd) dalla palazzina di corso Romita ai nuovi locali nella sede del Distretto in via Milazzo (ex caserma Passalacqua). Le attività amministrative e ambulatoriali riprenderanno a regime nella nuova sede nella giornata di lunedì 10 novembre. Tutti i numeri telefonici dei due servizi rimarranno invariati. La nuova collocazione punta a migliorare l’offerta di servi- 1 zi sanitari per il cittadino con una maggiore integrazione anche logistica, con ambienti più confortevoli e più idonei. La nuova sede è sempre in centro città, consentendo alle categorie più deboli un accesso facilitato. Per limitare i disagi agli utenti dovuti al trasloco gli operatori stanno prendendo contatto con gli utenti per anticipare l’erogazione delle prestazioni prenotate fino al 5 novembre. Il Centro di salute mentale garantirà comunque le urgenze sia mediche sia infermieristiche. [M. T. M.] della sanità, e l’esempio lo abbiamo col trasferimento del Punto nascite a Novi, un errore che la Regione sta pagando in termini di mobilità passiva verso la Lombardia». Fra le proposte emerse durante l’incontro, quella del vice sindaco di Castelnuovo Scrivia Gianni Tagliani, secondo il quale servirebbe un tavolo tecnico formato da un gruppo di persone competenti dal punto di vista medico e statistico che possano leggere i report scientifici e le carte sulle quali il Consiglio regionale dovrà decidere, e capire se vi sono riportati dati che non corrispondono a verità. Secondo Bardone è necessario costituire un comitato civico che coinvolga tutto il Tortonese, che raccolga firme e proponga iniziative a tutti i livelli. Insomma una mobilitazione di massa alla quale prenderanno parte tutti, a prescindere dal colore politico. «Po- trebbe chiamarsi “Nati a Tortona” - ha detto il sindaco - perché noi lo siamo, ma ormai a Tortona non si nasce più». Domani alla riunione della commissione consiliare Sanità presieduta da Antonello Santoro uscirà un documento elaborato dai primari dell’ospedale con una proposta organica complementare con Novi che prevede il mantenimento dell’ospedale unico su due sedi con una suddivisione che valorizzi entrambe le strutture. Il documento sarà inviato all’Asl e alla Regione. Presente anche l’ex sindaco Berutti, oggi consigliere regionale di FI, che ha già pronta un’interrogazione sul Dea. «L’ospedale di Tortona - ha concluso Bardone - è una struttura all’avanguardia e tecnologicamente di gran lunga superiore rispetto a quella di Novi. Non bisogna lasciare che tutto venga vanificato da scelte insulse». «Vigileremo affinché la centralina venga attuata nel rispetto dell’ambiente e delle normative». Così dice l’assessore all’Ambiente, Davide Fara, sulla realizzazione, che sarà autorizzata tra una quindicina di giorni dalla Provincia, della mini centrale idroelettrica sul torrente Scrivia. Anche il sindaco Bardone esprime preoccupazione per l’impatto dell’opera che ricadrebbe all’interno del Parco dello Scrivia, area protetta. «L’amministrazione comunale non era presente in Conferenza dei servizi - spiega Fara -, in quanto aveva già espresso chiaramente la posizione di contrarietà al progetto, realizzabile solo dopo una variante al piano regolatore, per la quale però non era stato ravvisato l’interesse generale». Tuttavia, rifacendosi al parere positivo della Commissione locale per il paesaggio del 29 gennaio, durante l’amministrazione Berutti, e al parere favorevole della Soprintendenza per quanto concerne l’aspetto paesaggistico, sarà la stessa Provincia ad autorizzare l’intervento. «Se questa risulterà la decisione finale assunta dalla Provincia - dice l’assessore all’Ambiente - non potrò che prenderne atto, con rammarico. L’amministrazione comunale, in tal caso, vigilerà con la massima attenzione affinchè l’intervento venga attuato nel rispetto dell’ambiente e delle normative». Un atto della giunta precedente, quindi, vanifica il parere negativo dell’attuale amministrazione. [M. T. M.] 12 40 .Asti STAMPA .LA DOMENICA 2 NOVEMBRE 2014 Tartufi ASTI. LA RSU CGIL SUL PIANO DI RIORGANIZZAZIONE ANNUNCIATO DALLA DIREZIONE GENERALE Oggi il centro di San Damiano ospiterà la Fiera regionale del tartufo Domani replica quella dei Santi Possibili tagli ai laboratori Arpa “A rischio l’analisi delle acque” Considerato un’eccellenza occupa 10 dei 51 dipendenti Personale Sono in tutto 51 lavoratori impiegati all’Arpa di Asti FRANCO CAVAGNINO ASTI Prima le voci di possibili tagli di sedi periferiche, ora un piano di riorganizzazione annunciato dalla direzione generale dell’Arpa (Agenzia regionale per l’ambiente) che sta destando preoccupazione ed interrogativi nel sindacato e tra i dipendenti. Anche Asti è nel mirino di questa «manovra», figlia del tentativo , così pare, di tagliare sui costi. Roberto Riggio della Rsu-Cgil di Arpa Piemonte definisce il piano «come l’ennesimo e fallimentare progetto di riduzione dell’attività analitica dei laboratori». E fornisce una serie di dati che dimostrerebbero come l’Agenzia abbia già sopportato una cura dimagrante in termini di peso sul bilancio regionale. Per esempio il costo annuo delle locazioni, in tutta la Regione, è pari a 180 mila euro «tenendo presente - precisa l’espo- nente della Rsu - che molte sedi sono in comodato d’uso gratuito e in altri casi si è proceduto ad una riduzione degli affitti e degli uffici distaccati». Nel 2008 Arpa Piemonte incideva sul bilancio regionale per 79 milioni di euro, oggi per poco più di 65 e per il 2015 sono in previsione 63 milioni. Nel 2009 la spesa per il personale era di 58 milioni di euro, scesa nell’anno in corso a 50,8 milioni. «In dieci anni - sottolinea Riggio - si sono persi 200 posti di lavoro: nel 2004 i lavoratori erano 1320, oggi sono BANDO. PROGETTO PUBBLICA UTILITA’ PER DISOCCUPATI 1056. I costi di formazione del personale - aggiunge - sono stati dimezzati, così come le missioni e il parco auto e il numero di dipendenti ha subito una forte riduzione, applicando un sostanziale blocco del turn over. Arpa, inoltre, garantisce il pagamento dei fornitori a 90 giorni». Il caso Asti a giudizio del sindacato e del personale, è emblematico. «Una situazione assurda - precisa il sindacalista - Potrebbe infatti venir chiuso il laboratorio per le analisi delle acque superficiali e sotterranee». Occupa dieci tecnici sui 51 lavoratori impiegati all’Arpa di Asti, ed è considerato un’eccellenza. È infatti l’unico in Piemonte a coprire questo servizio, pronto ad intervenire in qualsiasi parte delle regione dove si renda necessario effettuare analisi sull’acqua. Le domande ricorrenti in queste settimane sono: verrà smantellato? Sarà portato su altri laboratori Arpa del Piemonte? Il personale dovrà trasferirsi? Sindacato e personale attendono risposte dalla Regione. COMMERCIO. OGGI E DOMANI San Damiano vive due giorni di fiera Due giorni di festa a San Damiano con la Fiera regionale del Tartufo e la tradizionale Fiera dei Santi. Il ricco programma si apre con la Fiera regionale del Tartufo: oggi aprirà alle 9,30; dalle 10,30 tartufi in esposizione e premiazioni a mezzogiorno. Sono previsti riconoscimenti per il miglior piatto, per il miglior esemplare di tartufo e per il «trifulau» sandamianese più giovane. Dalle 12,30, degustazioni di tartufi; chiusura alle 17. I ristoranti serviranno menù al tartufo su prenotazione: An gatabuja (0141/982.208), Osteria Madama La Barbera (0141/971.842), Reale (0141/982.203), Ristorante La Bocciofila (0141/982.595), Eataly in campagna SANITA’. LA PROTESTA INDETTA PER DOMANI Si cercano sei esperti Manca personale e turni massacranti per riqualificare il Tanaro Scioperano gli infermieri del Nursind Parte ufficialmente il primo dei due Ppu, Progetto di pubblica utilità. Pomossi dalla Regione attraverso l’Agenzia Piemonte lavoro e l’utilizzo del Fondo sociale europeo, puntano a contrastare la disoccupazione di lunga durata con assunzioni a tempo determinato. In questo caso si cercano sei progettisti per la riqualificazione ambientale della sponda sinistra del Tanaro, dal ponte della tangenziale al territorio di Azzano, con la valorizzazione socioeconomica del parco Lungotanaro La durata del contratto è di 6 mesi con un orario con 40 ore settimanali (Terziario distribuzione servizi, quinto livello contrattuale). Con precedenza ai residenti nel Comune di Asti, possono partecipare giovani tra i 30 e 35 anni e donne disoccupati da almeno 12 mesi e fino ad un massimo di 18, iscritti da almeno un anno al Centro per l’Impiego di Asti oltre ad over 50 che hanno perso il lavoro. Le domande si esaminano da domani a giovedì 6 al Centro per l’Impiego di Asti in corso Dante 31. Dalla cronica carenza di personale che incide sulla qualità del lavoro fino al mancato rinnovo del contratto nazionale, passando per il blocco del trattamento economico. Sono alcuni degli aspetti che hanno portato allo sciopero del Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, in programma domani. Alla protesta, indetta a livello nazionale, partecipano anche gli iscritti astigiani (non aderiscono Cgil, Cisl e Uil). Non verrà garantita du l’esecuzione di esami diagno- stici di routine non urgenti, l’assistenza e la predisposizione di interventi chirurgici programmabili, rinviabili non urgenti, ed altre prestazioni da parte del personale infermieristico. Sotto accusa i tagli al Servizio sanitario Nazionale che, tra gli effetti più evidenti, ha inciso non poco sugli organici a causa delle mancate assunzioni. Sia a livello nazionale che astigiano, i neolaureati non trovano collocazione. «In Italia sono circa 30 mila infermieri non occupati - afferma il Nursind - con un sovraccarico di lavoro per il Sciopero infermieri Nursind (0141/17.45.121). La Fiera regionale del Tartufo sposa la due giorni altrettanto ricca della Fiera dei Santi. Oggi e domani sarà l’occasione per scoprire le eccellenze enologiche, visitare l’esposizione delle macchine agricole e la mostra mercato di animali d’affezione e da cortile. Si potrà passeggiare per il paese curiosando tra le 300 bancarelle della Fiera, una delle manifestazioni più vive e frequentate di tutta la provincia. In programma anche Luna Park, esibizione del gruppo sbandieratori e stand gastronomico del Comitato Palio. Per l’occasione, è stata riaperta la mostra fotografica «Ricordo San Damiano quando…» a palazzo Carlevaris, Galleria «Luigi Ferrero» con oltre 400 immagini. perdurare del blocco del turn over, il mancato ricambio generazionale per la riforma pensionistica, l’invecchiamento e l’usura del personale». Ad Asti, dal 2013 abbiamo sono stati 70 neolaureati in infermieristica ma si contano sulle dita di una manno quelli hanno trovato un posto a tempo indeterminato. Tanto che nei mesi scorsi sono stati in 2400 a presentarsi al concorso per un posto da infermiere Una situazione che finisce con il determinare un boom dei carichi di lavoro: non sono rari i casi di addetti con 400 ore di straordinari non pagati negli ultimi due anni. Il Nursind stima in 40/50 gli infermieri e operatori sanitari in più che sarebbero necessari ad Asti per poter garantire servizi ed il funzionamento dei vari reparti. [R.GON.] 12 40 .Asti STAMPA .LA DOMENICA 2 NOVEMBRE 2014 Tartufi ASTI. LA RSU CGIL SUL PIANO DI RIORGANIZZAZIONE ANNUNCIATO DALLA DIREZIONE GENERALE Oggi il centro di San Damiano ospiterà la Fiera regionale del tartufo Domani replica quella dei Santi Possibili tagli ai laboratori Arpa “A rischio l’analisi delle acque” Considerato un’eccellenza occupa 10 dei 51 dipendenti Personale Sono in tutto 51 lavoratori impiegati all’Arpa di Asti FRANCO CAVAGNINO ASTI Prima le voci di possibili tagli di sedi periferiche, ora un piano di riorganizzazione annunciato dalla direzione generale dell’Arpa (Agenzia regionale per l’ambiente) che sta destando preoccupazione ed interrogativi nel sindacato e tra i dipendenti. Anche Asti è nel mirino di questa «manovra», figlia del tentativo , così pare, di tagliare sui costi. Roberto Riggio della Rsu-Cgil di Arpa Piemonte definisce il piano «come l’ennesimo e fallimentare progetto di riduzione dell’attività analitica dei laboratori». E fornisce una serie di dati che dimostrerebbero come l’Agenzia abbia già sopportato una cura dimagrante in termini di peso sul bilancio regionale. Per esempio il costo annuo delle locazioni, in tutta la Regione, è pari a 180 mila euro «tenendo presente - precisa l’espo- nente della Rsu - che molte sedi sono in comodato d’uso gratuito e in altri casi si è proceduto ad una riduzione degli affitti e degli uffici distaccati». Nel 2008 Arpa Piemonte incideva sul bilancio regionale per 79 milioni di euro, oggi per poco più di 65 e per il 2015 sono in previsione 63 milioni. Nel 2009 la spesa per il personale era di 58 milioni di euro, scesa nell’anno in corso a 50,8 milioni. «In dieci anni - sottolinea Riggio - si sono persi 200 posti di lavoro: nel 2004 i lavoratori erano 1320, oggi sono BANDO. PROGETTO PUBBLICA UTILITA’ PER DISOCCUPATI 1056. I costi di formazione del personale - aggiunge - sono stati dimezzati, così come le missioni e il parco auto e il numero di dipendenti ha subito una forte riduzione, applicando un sostanziale blocco del turn over. Arpa, inoltre, garantisce il pagamento dei fornitori a 90 giorni». Il caso Asti a giudizio del sindacato e del personale, è emblematico. «Una situazione assurda - precisa il sindacalista - Potrebbe infatti venir chiuso il laboratorio per le analisi delle acque superficiali e sotterranee». Occupa dieci tecnici sui 51 lavoratori impiegati all’Arpa di Asti, ed è considerato un’eccellenza. È infatti l’unico in Piemonte a coprire questo servizio, pronto ad intervenire in qualsiasi parte delle regione dove si renda necessario effettuare analisi sull’acqua. Le domande ricorrenti in queste settimane sono: verrà smantellato? Sarà portato su altri laboratori Arpa del Piemonte? Il personale dovrà trasferirsi? Sindacato e personale attendono risposte dalla Regione. COMMERCIO. OGGI E DOMANI San Damiano vive due giorni di fiera Due giorni di festa a San Damiano con la Fiera regionale del Tartufo e la tradizionale Fiera dei Santi. Il ricco programma si apre con la Fiera regionale del Tartufo: oggi aprirà alle 9,30; dalle 10,30 tartufi in esposizione e premiazioni a mezzogiorno. Sono previsti riconoscimenti per il miglior piatto, per il miglior esemplare di tartufo e per il «trifulau» sandamianese più giovane. Dalle 12,30, degustazioni di tartufi; chiusura alle 17. I ristoranti serviranno menù al tartufo su prenotazione: An gatabuja (0141/982.208), Osteria Madama La Barbera (0141/971.842), Reale (0141/982.203), Ristorante La Bocciofila (0141/982.595), Eataly in campagna SANITA’. LA PROTESTA INDETTA PER DOMANI Si cercano sei esperti Manca personale e turni massacranti per riqualificare il Tanaro Scioperano gli infermieri del Nursind Parte ufficialmente il primo dei due Ppu, Progetto di pubblica utilità. Pomossi dalla Regione attraverso l’Agenzia Piemonte lavoro e l’utilizzo del Fondo sociale europeo, puntano a contrastare la disoccupazione di lunga durata con assunzioni a tempo determinato. In questo caso si cercano sei progettisti per la riqualificazione ambientale della sponda sinistra del Tanaro, dal ponte della tangenziale al territorio di Azzano, con la valorizzazione socioeconomica del parco Lungotanaro La durata del contratto è di 6 mesi con un orario con 40 ore settimanali (Terziario distribuzione servizi, quinto livello contrattuale). Con precedenza ai residenti nel Comune di Asti, possono partecipare giovani tra i 30 e 35 anni e donne disoccupati da almeno 12 mesi e fino ad un massimo di 18, iscritti da almeno un anno al Centro per l’Impiego di Asti oltre ad over 50 che hanno perso il lavoro. Le domande si esaminano da domani a giovedì 6 al Centro per l’Impiego di Asti in corso Dante 31. Dalla cronica carenza di personale che incide sulla qualità del lavoro fino al mancato rinnovo del contratto nazionale, passando per il blocco del trattamento economico. Sono alcuni degli aspetti che hanno portato allo sciopero del Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, in programma domani. Alla protesta, indetta a livello nazionale, partecipano anche gli iscritti astigiani (non aderiscono Cgil, Cisl e Uil). Non verrà garantita du l’esecuzione di esami diagno- stici di routine non urgenti, l’assistenza e la predisposizione di interventi chirurgici programmabili, rinviabili non urgenti, ed altre prestazioni da parte del personale infermieristico. Sotto accusa i tagli al Servizio sanitario Nazionale che, tra gli effetti più evidenti, ha inciso non poco sugli organici a causa delle mancate assunzioni. Sia a livello nazionale che astigiano, i neolaureati non trovano collocazione. «In Italia sono circa 30 mila infermieri non occupati - afferma il Nursind - con un sovraccarico di lavoro per il Sciopero infermieri Nursind (0141/17.45.121). La Fiera regionale del Tartufo sposa la due giorni altrettanto ricca della Fiera dei Santi. Oggi e domani sarà l’occasione per scoprire le eccellenze enologiche, visitare l’esposizione delle macchine agricole e la mostra mercato di animali d’affezione e da cortile. Si potrà passeggiare per il paese curiosando tra le 300 bancarelle della Fiera, una delle manifestazioni più vive e frequentate di tutta la provincia. In programma anche Luna Park, esibizione del gruppo sbandieratori e stand gastronomico del Comitato Palio. Per l’occasione, è stata riaperta la mostra fotografica «Ricordo San Damiano quando…» a palazzo Carlevaris, Galleria «Luigi Ferrero» con oltre 400 immagini. perdurare del blocco del turn over, il mancato ricambio generazionale per la riforma pensionistica, l’invecchiamento e l’usura del personale». Ad Asti, dal 2013 abbiamo sono stati 70 neolaureati in infermieristica ma si contano sulle dita di una manno quelli hanno trovato un posto a tempo indeterminato. Tanto che nei mesi scorsi sono stati in 2400 a presentarsi al concorso per un posto da infermiere Una situazione che finisce con il determinare un boom dei carichi di lavoro: non sono rari i casi di addetti con 400 ore di straordinari non pagati negli ultimi due anni. Il Nursind stima in 40/50 gli infermieri e operatori sanitari in più che sarebbero necessari ad Asti per poter garantire servizi ed il funzionamento dei vari reparti. [R.GON.] 34 * IL METEO Sole Poco Nuvoloso nuvoloso Il tempo: ultimo giorno di sole, domani nubi in aumento e da martedì piogge anche forti OGGI Temperature ˚C SVIZZERA CITTÀ Nebbia Pioggia intensa BI TO Neve DA VENERDÌ 31 OTTOBRE A € 9,90 IN PIÙ VC MI PV AL Vento Mare mosso Mare calmo Poco mosso Mare agitato CN SP FRANCIA IM 17 17 16 16 17 17 16 17 16 17 20 21 20 AO CITTÀ VB BI MI NO PV TO AL GE CN SV IM LA STAMPA SP MIN MAX AOSTA VERBANIA BIELLA NOVARA VERCELLI TORINO ASTI ALESSANDRIA CUNEO MILANO GENOVA SAVONA IMPERIA 5 8 9 9 8 7 4 5 8 7 13 11 12 16 15 15 15 15 16 16 17 14 16 18 19 20 BIELLA DOMENICA 2 NOVEMBRE 2014 REDAZIONE VIA XX SETTEMBRE 17 TELEFONO 015 8352611 FAX 015 2522379 E-MAIL [email protected] WEB WWW.LASTAMPA.IT/BIELLA PUBBLICITÀ PUBLIKOMPASS S.P.A. BIELLA, VIA COLOMBO 4 TELEFONO 015 2522926 - 015 8353508 FAX 015 2522940 All’interno E PROVINCIA SANITÀ. SCATTA ANCHE LA MESSA IN SICUREZZA DEL «BUNKER» PER LA RADIOTERAPIA AMBIENTE Pirogassificatore chiesto l’ok alla Provincia Servizio A PAGINA 40 Un ospedale da smantellare Letti, armadi e computer: 27 mila oggetti non verranno più utilizzati STEFANO ZAVAGLI BIELLA IL CASO il GRANDE LIBRO dei CANI NO 6 7 8 5 6 5 3 5 8 7 12 11 12 Il lento avanzamento di un vasto sistema depressionario tende a fare cessare l’influenza dell’alta pressione continentale, ancora presente oggi. Da domani il flusso umido meridionale che precede la perturbazione farà aumentare le nubi al NordOvest, ma il peggioramento prenderà vigore tra martedì e mercoledì quando sono attese forti piogge soprattutto sul nord Piemonte e sulla Liguria. A cura di www.nimbus.it * Temporale Variabile MIN MAX Centimetri-LA STAMPA In edicola con La Stampa AO Coperto AOSTA VERBANIA BIELLA NOVARA VERCELLI TORINO ASTI ALESSANDRIA CUNEO MILANO GENOVA SAVONA IMPERIA Temperature ˚C SVIZZERA 12 Super-canile a rischio dopo la rivoluzione degli enti locali Servizio A PAGINA 41 COSSATO Caso Movicentro Il Comune ci riprova col secondo bando Servizio A PAGINA 43 BASKET Angelico in campo Al Forum arriva Casalpusterlengo Servizio A PAGINA 53 Ventisettemila oggetti, dai letti dei pazienti ai computer dei medici, dal semplice comodino fino agli armadi a quattro ante, sono in cerca di nuova casa e ricollocazione. L’epocale rivoluzione sanitaria laniera guarda al futuro, ma dovrà fare i conti col passato. Se la priorità è il trasloco e l’entrata in funzione del nuovo ospedale, presto Asl e istituzioni si troveranno a fare i conti con una storia centenaria da smaltire che solo in un secondo tempo riguarderà la rivalutazione immobiliare dell’attuale nosocomio. Una partita, nella partita, della quale si è detto troppo poco. Eppure c’è ancora tantissimo da chiarire. La direzione sanitaria si porrà concretamente il problema nella giornata di domani, quando ci sarà un summit per affrontare il delicato tema della messa in sicurezza del degli Infermi. Traslocheranno medici e pazienti, ma il vecchio monoblocco in centro città nell’immediato futuro resterà intatto: dei 30mila oggetti presenti oggi al suo interno solo 3 mila saranno trasportati a Ponderano. E degli attuali reparti che ne sarà? La domanda dovrà ricevere risposta da una «commissione fuori uso» ad hoc interna, che dovrà valutare quanto materiale mandare al macero e quanto si potrà recuperare. Ma a favore di chi? E con quali tempistiche? Interrogativi che neces- siteranno per mesi di interrotto lavoro, dato che un piano preciso è ancora da attuare. Proprio per questi motivi al degli Infermi l’Asl dovrà garantire lo stesso livello di sorveglianza attuale, se non superiore, con addetti e guardie giurate. Accessi presidiati, alcune entrate sigillate sin dall’immediato: «Dovremo proteggere gli esterni dalla struttura e la struttura dagli esterni», spiega il direttore amministrativo Eugenio Zamperone. E non può essere altrimenti: dato che per questo tema si dovrà mobilitare anche la direzione medica, visto che alcuni reparti come il bunker dove si effettuano le radioterapie ha elementi di radioattività e il locale caldaie aree pericolose alle quali nessun estraneo si dovrà avvicinare. Particolare attenzione per i locali della radioterapia Tutto esaurito Millevisitatorisiprenotano perl’OpenDaydisabato Sabato prossimo nel nuovo ospedale ci sarà l’open-day: in soli quattro giorni di apertura delle iscrizioni sul sito https:// opendayospedalebiella.eventbrite.it i biglietti sono andati a ruba ed è già «tutto esaurito». Ai circa 1000 cittadini che sono riusciti a iscriversi, l’Asl aprirà le porte dalle 10 alle 13 e dalle 14,30 alle 18,30 (ultimo ingresso): ogni dieci minuti partirà un gruppo. Il tour tra i piani, i reparti, gli ambulatori, l’area chirurgica e le tecnologie all’avanguardia dell’ospedale durerà 40 minuti e a guidare i visitatori ci sarà il personale dell’Azienda sanitaria supportato dai volontari delle tante associazioni che hanno dato la propria disponibilità a collaborare all’evento. Il boom di iscritti è segno Il direttore Gianfranco Zulian che i biellesi sono curiosi di visitare l’ospedale dove tra un mese esatto dovranno recarsi per visite, esami, nascite e operazioni chirurgiche. «Il nuovo ospedale si sta animando di giorno in giorno, Blindato il degli Infermi, che ufficialmente è un patrimonio immobiliare dell’Asl e che per legge dovrà avviare il processo per la vendita della struttura, il secondo passo sarà smaltire tutto ciò che resta al suo interno. Con l’entrata nel nuovo, si recupererà molto poco dell’attuale, i medici avranno computer nuovi, come strumenti all’avanguardia per gli esami. L’attuale Tac del degli Infermi, per fare un esempio pratico, a inizio 2015 sarà ceduta all’ospedale di Novara. E dei 27 mila oggetti che ne sarà? «Si valuterà di cederli ad associazioni bisognose a livello caritatevole conclude Zamperone -, mentre sarà difficile una donazione verso i paesi definiti del Terzo mondo, per via degli alti costi di trasporto». grazie agli allestimenti degli spazi che fino a pochi mesi fa erano vuoti - dice Gianfranco Zulian, direttore dell’Asl -. È giunto il momento di far conoscere la struttura anche ai cittadini affinché si rendano conto di che cosa si stia facendo per renderla operativa nei tempi stabiliti e di quanto sia confortevole per ampiezza dei locali e per le dotazioni di cui dispone». L’Asl ricorda che per entrare bisognerà presentarsi con il biglietto all’ingresso (via Ippocrate, Ponderano) dove ci saranno le postazioni informative dell’Asl e dell’Associazione amici del nuovo ospedale. [F. FOS.] 12 45 67 18 LA STAMPA DOMENICA 2 NOVEMBRE 2014 . Cronaca di Torino .47 Dal Cto all’Africa contro il terrore Ebola Missione di due medici torinesi in Sierra Leone: addestrano personale sanitario per evitare il contagio Colloquio Ha detto MARCO ACCOSSATO al Cto alla Sierra Leone per combattere la paura Ebola. È partita ieri pomeriggio dall’aeroporto di Malpensa la missione umanitaria del dottor Paolo Narcisi, anestesista-rianimatore del Centro Traumatologico di via Zuretti e presidente di Rainbow for Africa, associazione torinese di cooperazione internazionale in ambito sanitario. Con lui, da Torino, viaggia la dottoressa Renata Gili, dell’Istituto di Igiene e Sanità, e si unirà (da Roma) Francesco Fornesi, direttore dell’Engim, l’ente di formazione che fa parte dell’Associazione delle Ong italiane di cooperazione allo sviluppo. Obiettivo: fermare - più che il virus la paura del contagio che anche in questo Stato dell’Africa Occidentale rischia di mietere più vittime della diffusione della malattia. D «Insieme al virus bisogna fermare il timore diffuso che tiene lontane le popolazioni dagli ospedali» «La paura miete più vittime dell’epidemia» Paolo Narcisi Rainbow for Africa In Sierra Leone, dove la media era di un medico ogni 100 mila abitanti, 80 dei 250 dottori sono morti, quasi tutti all’inizio dell’epidemia. Numerose anche le vittime tra gli infermieri: fra la popolazione cresce la paura tutti all’inizio dell’epidemia. Numerose anche le vittime tra gli infermieri. Manca quinPanico da contagio di innanzitutto personale, e «I pochi operatori sanitari ri- poi personale addestrato. «Il masti - spienostro compiga il dottor STRUMENTI to - spiega coNarcisi - hanil dottor «Dall’Italia porteremo sì no paura, coNarcisi - è forgli strumenti per mare, da un me anche la stragrande proteggersi dai contagi» punto di vista maggioranza sia organizzadelle persone che pur avendo tivo sia di conoscenza delle bisogno di cure teme ormai di possibili precauzioni, lo staff avvicinarsi agli ospedali». sanitario degli ospedali di In Sierra Leone, dove la Lunsar e Makeni, nei distretti media era di un medico ogni di Port Loko e di Bombali». 100 mila abitanti, 80 dei 250 Paralizzata dal terrore, la dottori sono morti, quasi Sanità in Sierra Leone è allo stremo di forze e risorse. Un esempio: «Fino allo scorso agosto, a Makeni, si contavano 200 parti al mese, con una quarantina di cesarei. Negli ultimi mesi nessuna donna è andata in ospedale per far nascere il proprio figlio, con conseguenze che si possono facilmente immaginare». E se l’andamento del numero dei contagi è ovunque sotto controllo, impossibile sapere quali e quante complicanze, e quante vittime abbia invece fatto finora la paura di rivolgersi a un centro medico. Missione internazionale I due medici torinesi, nella loro missione lunga dieci giorni, non comunque mai nel periodo di saranno a contatto con i malati. incubazione». La paura è inarIl compito sarà per diversi restabile come l’epidemia. aspetti più importante: «Prima La missione torinese dei meancora dell’epidemia - osserva dici di Rainbow for Africa ed il dottor NarciEngim è stata si - soltanto il 6 ADDESTRAMENTO possibile graper cento della al sostegno «Soltanto un sistema zie popolazione della Tavola sanitario organizzato Valdese, deldel luogo arriva a una sala può fermare l’epidemia» l’Università di operatoria, in Torino e del caso d’emergenza. Anche per Consiglio di Sanità Pubblica. l’assenza di chirurghi». Ebola ha ulteriormente ridotto la spe- L’epidemia si può fermare ranza, «anche se è ormai dimo- In Sierra Leone i medici inconstrato che il contagio avviene treranno i ministri della Salute e quando la malattia è conclama- della Cultura: «Se in questi Paesi ta, solo in presenza di sintomi, e ci fosse stato un sistema sanita- rio organizzato - è la drammatica verità - l’epidemia non sarebbe mai esplosa e non avrebbe comunque avuto una diffusione di così vaste proporzioni», spiega il dottor Narcisi. Negli ospedali religiosi St. John e Holy Spirit la missione Torino-Africa insegnerà al personale sanitario a selezionare all’ingresso i pazienti da inviare immediatamente ai centri-Ebola: «Addestreremo medici e infermieri e consegneremo loro strumenti anti-contagio di alto livello che d’ora in poi potranno e dovranno utilizzare». Guarda le foto su www.lstampa.it/torino In carcere Varanasi Tomaso con la mamma Marina ed Elisabetta in carcere a Varanasi Un film per non dimenticare Elisabetta e Tomaso da 4 anni in carcere in India Lei è di Torino lui di Albenga Sono in cella a Varanasi FRANCESCA ROSSO Una vicenda incredibile, una storia di calcio e di amicizia, e tra poco un film dal titolo «Più libero di prima» sulla vicenda di Tomaso Bruno in carcere in India da oltre 1600 giorni insieme alla torinese Elisabetta Boncompagni. «Hanno rinchiuso il mio corpo in carcere, ma la mia mente è libera e il mio cuore vola con lei». Scrive in una lettera da Varanasi Tomaso. Lui di Albenga, e lei di Torino, sono condannati all’ergastolo senza prove per la morte del compagno di lei, Francesco, 4 anni fa. In attesa di una sentenza della Corte Suprema dopo viaggi, avvocati, ricorsi e rincorse. Ora il regista Adriano Sforzi, classe 1978, vincitore del David di Donatello con il corto «Jodi delle giostre», sta girando un film. Per non dimenticare una storia che può capitare a chiunque di noi. Si chiama «Più libero di prima». Per realizzarlo ha chiesto appoggio a due produttori: Stefano Perlo di Ouvert a Torino e Ivan Olgiati di Articolture a Bologna e ha lanciato un crowdfunding. Obiettivo raggiunto: sono stati raccolti oltre 12.000 euro per una nuova spedizione in India e raccontare i giorni prima della sentenza definitiva. «Conosco Tomaso - racconta Sforzi - da quando eravamo bambini. Albenga è la città di mia mamma anche se io sono un circense da 8 generazioni e ho sempre girato. All’inizio pensavo fosse uno scherzo, poi la vicenda è diventata troppo grande. Non sapevo come affrontar- Sulla «Stampa» il caso ANGELO FRESIA ALBENGA P essimismo e preoccupazione. Sono l’altra conseguenza del braccio di ferro ingaggiato dal ministero degli Esteri con le autorità indiane sul caso dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Per scoprire questi due sentimenti basta parlare coi familiari di Tomaso Bruno, il trentenne di Albenga, in provincia di Savona, rinchiuso dal febbraio 2010 nel carcere indiano di Varanasi insieme all’amica torinese Elisabetta Boncompagni con l’accusa di avere ucciso Francesco Montis, loro compagno di stanza all’hotel Buddha nella città sacra dell’induismo. In primo e secondo grado, i giudici del paese asiatico hanno condannato i due turisti italiani all’ergastolo, rigettando la richiesta di condanna a morte presentata dal pubblico ministero. Bruno e Boncompagni sostengono di essere in- la. Leggendo le sue lettere ho trovato la chiave per il film. Era già tutto lì. Come canta Vasco «le canzoni sono come i fiori, basta coglierle. Io faccio solo da tramite». Il film è un romanzo di formazione: racconta di un ragazzo anticonformista, perennemente insoddisfatto che entra in carcere e diventa un uomo senza odio e rancore, in pace con se stesso, capace di tranquillizzare genitori e amici. Una comunità «Non è un film di inchiesta o denuncia – prosegue il regista - ma la trasformazione di una persona. Intornoaluiigenitori,l’associazione “Alziamo la voce” che ha fatto magliette, concerti, raccolte fondi e Albenga che è diventata una comunità». Tomaso ed Elisabetta sono in carcere da più di 4 anni, da aprile a ottobre la temperatura sfiora i 50 gradi e a volte manca la corrente. Non hanno accesso al telefono o a Internet, possono solo E in una cella indiana Elisabetta e Tomaso ora temono ritorsioni In prigione a Varanasi da 3 anni Tomaso Bruno e Elisabetta Boncompagni sono accusati dell’omicidio di un amico, Francesco Montis. I familiari temono che la decisione sui marò possa avere ripercussioni questa decisione rischia di ave- al quale chiederemo delucida- La storia di Elisabetta e Tomaso si è spesso incrociata con quella dei marò. 1 comunicare tramite lettere. La Gazzetta dello Sport C’è da chiedersi cosa tiene Tomaso ancorato alla realtà? «Il calcio – il tono di Sforzi si scalda -. I genitori comprano tutti i giorni la Gazzetta dello Sport e ne spediscono pacchi da 150. Tomaso legge e commenta con 3 mesi di ritardo, come se fossimo al baretto la domenica pomeriggio. Lui è interista, io sampdoriano. Ero il suo allenatore di calcio all’oratorio. Ora la realtà è ribaltata, è lui che educa me a resistere». Marina, la madre di Tomaso è una donna straordinaria. Da quattro anni vive mezza vita in Liguria e mezza a Varanasi. Una nuova strana vita. È fiduciosa e aspetta la sentenza fissata per l’11 novembre dopo i recenti slittamenti dovuti al compleanno di Gandhi e alla festa di Diwali e a un fascicolo che scivola sempre troppo in fondo alla pila dei casi. «Vado a trovarlo 3 volte la settimana – racconta Marina - e gli porto le notizie. Lui non sa nulla. Sta bene, è sereno e positivo e dice “è inutile arrabbiarsi, ci facciamo solo del male”». La Farnesina e l’ambasciatore stanno facendo il possibile, ma il film è un’occasione per aiutarci a tenere viva l’attenzione sul caso». Quando uscirà il film? Per Sforzi non ci sono dubbi: «Quando Tomaso ed Elisabetta saranno a casa». segui la storia su live.lastampa.it/Event/Bollywood_Party
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