Non di solo pane

Non di
solo
PANE
Sussidio di preghiera per la famiglia
Domenica 25 Gennaio 2015
III settimana del tempo ordinario
Anno XV - n°
694
Offerta della giornata
“Pregare,
forse il
discorso
più urgente”
Sussidio
di preghiera
per la famiglia
Sito di Non di Solo Pane:
www.latracciameditazioni.it
Gennaio 2015
Offerta quotidiana
Cuore divino di Gesù,
io ti offro per mezzo
del Cuore Immacolato di Maria,
Madre della Chiesa,
in unione al Sacrificio eucaristico,
le preghiere, le azioni,
le gioie e le sofferenze
di questo giorno,
in riparazione dei peccati,
per la salvezza di tutti gli uomini,
nella grazia dello Spirito Santo,
a gloria del divin Padre.
Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa,
prego specialmente per le intenzioni che il Santo
Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli
in questo mese
Intenzione del Santo Padre
• Perché gli appartenenti alle diverse tradizioni
religiose e tutti gli uomini di buona volontà collaborino
nella promozione della pace.
Intenzione missionaria
Perché in questo anno dedicato alla Vita consacrata i
religiosi e le religiose ritrovino la gioia della sequela di
Cristo e si adoperino con zelo al servizio dei poveri.
Intenzione dei vescovi
Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni, le gioie e le sofferenze in unione
con il Cuore del tuo Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te nell’Eucaristia per la salvezza del mondo. Lo Spirito Santo che ha guidato
Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io possa essere testimone del tuo amore.
• perché coloro che hanno ricevuto il Battesimo,
ma non ne vivono le esigenze,
scoprano la gioia della fede.
Intenzione del Vescovo di Brescia
Mons. Luciano Monari
Perché i credenti crescano nella fede, nella speranza e
nell'amore e siano veri testimoni di Cristo nel mondo.
Non di solo pane ­ Numero 694 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 2
III del Tempo Ordinario
Nella preghiera
è meglio avere un cuore senza parole
che parole senza cuore.
Domenica
25
Gennaio
III Settimana
del Salterio
Il santo del Giorno: Beata Arcangela
Eleonora Girlani, na­
tiva di Trino di Mon­
ferrato, si chiamò Ar­
cangela quando, con
le sorelle Maria e
Francesca, prese nel
1477 l'abito carmeli­
tano nel monastero di
Parma, di cui fu poi
priora. Più tardi eser­
citò il medesimo uffi­
cio nel nuovo mona­
stero di Mantova dal
1492 e ivi morì nel
1495. In un mano­
scritto leggiamo che
la beata si adoperava
sommamente perchè
essendo denominato il
monastero "S. Maria
del Paradiso", essa e
le consorelle pur vi­
Brano Evangelico: Mc 1, 14­20 : il
vendo in terra, fosse­
ro come assorte in
cielo. Si distinse per
la sua speciale devo­
zione alla SS.ma Tri­
nità. Il suo culto litur­
gico fu approvato da
Pio IX nel 1864.
Emblema: Giglio.
regno di Dio è vicino.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando
il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è
vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di
Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le
reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a
me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e
lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo,
e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti.
E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca
con i garzoni e andarono dietro a lui.
II regno di Dio è vicino (Mc 1,15)
All'annuncio di Gesù devono corrispondere da parte dell'uomo la con­
versione e la fede. Convertirsi e credere significa accettare la presenza
di Dio, che in Gesù si è reso ancora più vicino a noi. Noi cristiani ac­
cogliamo il progetto di salvezza rivelato da Gesù. La presenza di Dio
e il suo progetto di salvezza sono diversi dai nostri progetti e dalle no­
stre attese. Ecco perché dobbiamo cambiare le nostre idee: conversio­
ne significa cambiare decisamente il nostro cammino, con Gesù, verso
Dio.
Non di solo pane ­ Numero 694 ­ pagina 3
G l i
a p p r o f o n di m e n ti
Ciò che era perduto
Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Se durante il periodo natalizio
abbiamo contemplato il presepe, la povertà di Dio nella
greppia di Betlemme, oggi meditiamo sulla povertà della
chiesa nascente, di coloro che
Gesù chiama per seguirlo e per
affidargli i misteri del Regno.
Come all’annuncio degli Angeli
sono i pastori ad accorre a rendere omaggio al bambino Gesù, cosi sulle rive del lago sono
degli umili pescatori a lasciare
le barche e le reti per rispondere alla chiamata del Signore
che passa. Non ci sono gli scribi, i dottori della legge o i notabili di Gerusalemme presso
la grotta di Betlemme; non ci
sono persone colte o rabbini
tra i discepoli che Gesù chiama
con se. I pastori come i pescatori sembrano essere i privile-
giati, coloro che Dio chiama
per affidargli “una lieta notizia”; la povertà e l’umiltà diventano il terreno fecondo per
incontrare il Signore della vita. Un cuore bisognoso, una
vita inadeguata sono i presupposti per permettere a Dio di
compiere i suoi capolavori.
Anche il libro del Siracide ci
ricorda che: «C'è chi è debole
e ha bisogno di soccorso, chi è
privo di beni e ricco di miseria: eppure il Signore lo guarda con benevolenza, lo solleva
dalla sua bassezza e lo fa stare a testa alta, sì che molti ne
sono stupiti».
Per comprendere le scelte di
Dio dobbiamo conoscere il nucleo, il fondamento del lieto
annunzio: «Il tempo è compiuto
di
N o n
di
s o l o
p a n e
e il regno di Dio è vicino; conver­
titevi e credete nel Vangelo».
Conversione e vicinanza del
Regno sono i cardini della
predicazione del Maestro di
Nazareth; ecco perché comincia dai pastori e dai pescatori: gente rozza ma bisognosa
di sentirsi dire che Dio “gli
era vicino”, gente bisognosa
di Salvezza e ben disposta “a
cambiare vita”.
Una logica già presente
nell’Antico Testamento e che
trova il suo compimento nelle
scelte di Gesù. Tutta la Storia
della Salvezza è segnata da
“ventri sterili” che concepiscono e partoriscono ciò che
per anni era stato vanamente
atteso e desiderato; vedove
che accolgono profeti, stranieri che vengono mondati
dalla lebbra, “ragazzini” che
con una piccola fionda abbattono l’orgoglio dei “giganti”.
Gesù pone il sigillo a ciò che
da sempre fa parte di una logica incomprensibile da un
punto di vista meramente umano; ovvio quindi che cominci dalla periferia, la perduta “Galilea” delle genti.
Naturale e scontato che cominci dai pastori e dai pescatori.
Non di solo pane ­ Numero 694 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 4
G l i
a p p r o f o n di m e n ti
Contemplatio
Io mi sono scrollato di dosso tutte le
passioni, da quando mi son schierato
con Cristo, e nulla più mi attrae di
ciò che è gradito e ricercato dagli altri: non la ricchezza, che ti trascina in alto e ti travolge; non i
piaceri del ventre o l'ubriachezza, madre di arroganza; non le vesti molli e vaporose, non lo splendore e la grazia delle gemme, non la fama seducente né il profumo effeminante né gli applausi
delle genti e dei teatri, che da tempo abbiamo lasciato a chi li vuole. Non tutto ciò che ha tratto
origine dalla peccaminosa degustazione che ci ha
rovinati. Invece riconosco la grande dabbenaggine
di coloro che si lasciano dominare da queste cose e
permettono che la nobiltà della loro anima sia devastata da tali piccinerie; tutti quanti essi si danno
a realtà fugaci, quasi fossero realtà stabili e durature.
di
N o n
di
s o l o
p a n e
Preghiamo la Parola
Signore Gesù, eccoti ancora
lungo il mare della Galilea,
il mare della nostra vita,
lungo il quale
tu ci vieni a cercare,
ci chiami, ci doni la tua
fiducia, restituisci
dignità e forza
alla nostra umanità povera
e ferita. Sia pronta
e solerte la nostra risposta
nel venirti incontro,
attraversando il deserto
del nostro cuore che, davvero,
in te e in te solo, può fiorire.
(Gregorio Nazianzo, In lode di san Cipriano, 3).
PER VIVERE DA DISCEPOLO DI GESÙ...
Come vivo la mia vita? Attaccato solo alle cose di questo mondo o con uno sguardo rivolto al cielo? Oggi farò una piccola
rinuncia a beneficio di qualcuno, per rendere il mio cuore più
leggero e libero di seguire Gesù.
SULL'ESEMPIO DI MARIA...
Con l'umiltà di Maria, accolgo gli insegnamenti di Gesù e cerco
di trasmetterli, con la vita e l'esempio, anche agli altri.
Non di solo pane ­ Numero 694 ­ Tempo di Natale ­ pagina 5
Amen
III Settimana del Tempo Ordinario
Ogni delusione nella vita può essere
un punto di partenza per cose più grandi.
Lunedì
26
Gennaio
III Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: Beato Giuseppe Gabriele del Rosario Brochero
José Gabriel del Rosario
Brochero fu un sacerdote
dell’Arcidiocesi di Córdo­
ba, in Argentina. Destinato
nel 1869 come parroco
della cittadina di San Al­
berto, migliorò la vita dei
suoi parrocchiani in tutti i
campi, senza trascurare
quello spirituale. Fu detto
“el cura gaucho” (“il prete
gaucho”) perché, come i
famosi cavalieri argentini,
percorreva chilometri e
chilometri a dorso di mula,
per farsi vicino a tutti.
Condivise la condizione
dei suoi fedeli fino ad
arrivare a contrarre la
lebbra, per aver bevuto
dell’infuso di erba mate
con alcuni ammalati.
Tornato nel suo paese
natale, fu reclamato in­
dietro dalla sua gente e
morì il 26 gennaio 1914,
nella città di Villa del
Tránsito, che due anni
dopo, in suo onore, fu
rinominata Villa Cura
Brochero. Fu dichiarato
venerabile da Giovanni
Paolo II nel 2004. Papa
Benedetto XVI in data
20 dicembre 2012 ha
riconosciuto un miraco­
lo a lui attribuito. È
stato beatificato il 14
settembre 2013 sotto il
pontificato di Papa
Francesco, suo conna­
zionale.
Brano Evangelico: Lc 10, 1­9: La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai!
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a
sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondan­
te, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi
operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non
portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la stra­
da. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un fi­
glio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Re­
state in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora
ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete
in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati
che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Io ho scelto voi (Canto alla Comunione)
«Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi, dice il Signore; e vi ho
costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto riman­
ga» (Canto alla Comunione). Il Signore ci ha scelti sin da quando erava­
mo nel grembo di nostra madre, ciascuno per una missione particolare.
Siamo chiamati ad annunciare la pace (cf Lc 10,5) là dove ci troviamo,
dove lavoriamo e viviamo. Ci ha scelti perché ci ama, ed è questo amore
che ci permette di essere a nostra volta suoi apostoli e testimoni.
Non di solo pane ­ Numero 694 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 6
meditazione
Esperienza frizzante
Preghiamo la Parola
Meditazione a cura della redazione
Ieri abbiamo celebrato la conversione di Paolo, oggi celebriamo i frutti di quella conversione: la santità di due suoi
discepoli, Timoteo e Tito, destinatari di alcuni suoi scritti.
Grazie, Signore Gesù,
Agnello innocente, per il tuo
È frizzante la prima esperienza cristiana, colma
di entusiasmi, di luci, di conversioni, di passione. Così la fede di Paolo contagia le comunità
che incontra, le rianima, le orienta, le motiva.
Dalle sue lettere impariamo a conoscere una
Chiesa dinamica, in continua evoluzione, embrionale ma già definita, ancora in movimento
ma già basata su alcuni principi che, bene o
male, ritroviamo ancora oggi. Il "sì" di Paolo alla chiamata del Signore ha prodotto molti frutti, molta santità, molte conversioni. Il "sì" di
Paolo ha suscitato il "sì" di molti altri, fra cui
Tito e Timoteo. Il "sì" di questi due discepoli ha
permesso al vangelo di giungere ad altri cuori,
di convertire numerose altre vite. Se la nostra
vita diventa un "no" all'azione di Dio, molti uomini e donne, attorno a noi, dopo di noi, non
sentiranno parlare del Signore Gesù. Celebrare,
oggi, il "sì" di due discepoli vissuti così lontani
nel tempo, ci ricorda che la catena della fede è
fatta di tanti piccoli anelli che si uniscono per
giungere fino a noi. Facciamo diventare la nostra giornata, la nostra vita, un grande "sì" al
Signore, perché molti altri, un giorno possano
conoscere la gioia dell'appartenere a Cristo.
forte richiamo.
Nulla contrista lo Spirito,
più del caricare
pesi intollerabili
sulle spalle di chi
già fatica e geme.
Nessuna colpa
dietro la sofferenza ingiusta:
solo il riflesso del tuo volto
crocifisso, lo spazio
per una mano tesa,
una parola, un atto di amore.
Amen
Agisci
La mia fede, come
quella di Maria, deve
essere semplice, sincera, senza
compromessi. E’ davvero così?
Rifletto su questo.
Non di solo pane ­ Numero 694 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 7
Martedì
27
Gennaio
III Settimana del Tempo Ordinario
Sparirà con me ciò che trattengo
ma ciò che dono resterà nelle mani di tutti.
III Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: Sant’Angela Merici
Angela Merici fondò nel
1535 la Compagnia di
Sant'Orsola, congrega­
zione le cui suore sono
ovunque note come Or­
soline. Le sua idea di
aprire scuole per le ra­
gazze era rivoluzionaria
per un'epoca in cui l'edu­
cazione era privilegio
quasi solo maschile. Nata
nel 1474 a Desenzano
del Garda (Brescia) in
una povera famiglia con­
tadina, entrò giovanissi­
ma tra le Terziarie france­
scane. Rimasta orfana di
entrambi i genitori a 15
anni, partì per la Terra
Santa. Qui avvenne un
fatto insolito. Giunta per
vedere i luoghi di Gesù,
rimase colpita da cecità
temporanea. Dentro di sé,
però, vide una luce e una
scala che saliva in cielo,
Brano Evangelico: Mc 3, 31­35: Ecco
dove la attendevano
schiere di fanciulle. Capì
allora la sua missione.
Tornata in patria, diede
vita alla nuova congrega­
zione, le cui prime ade­
renti vestivano come le
altre ragazze di campa­
gna. La regola venne
stampata dopo la morte,
avvenuta a Brescia il 27
gennaio del 1540. E' santa
dal 1807.
mia madre e i miei fratelli!
In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuo­
ri, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dis­
sero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti
cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fra­
telli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, dis­
se: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio,
costui per me è fratello, sorella e madre».
Voglio fare la tua volontà (cf Eb 10,9)
Gesù ci ha dato l'esempio. E ci ha indicato anche l'esempio di Maria,
sua madre. Quando gli hanno detto: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le
tue sorelle ti cercano», ha risposto: «Chi fa la volontà di Dio, costui per
me è fratello, sorella e madre». Sapeva che noi siamo ribelli, dalla testa
dura e dal cuore arido. Gesù conosce «quello che c'è nell'uomo» (cf Gv
2,25) e così ci insegna a obbedire al Padre buono, sempre pronto ad
accogliere il figlio dissoluto, a cercare la pecora smarrita.
Non di solo pane ­ Numero 694 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 8
meditazione
Preghiamo la Parola
Il tempo necessario
Meditazione di Fiorella Elmetti
"Girando lo sguardo...", è questa l'espressione
del vangelo che mi colpisce. Gesù guarda la folla riunita per ascoltare la sua parola e, indicando "quelli che erano seduti attorno a lui" li definisce "madre e fratelli". E noi, senza togliere
nulla a Maria, ci sentiamo "madre e fratelli" di
Gesù? Ci lasciamo guardare da lui? In questo
sguardo non avvertiamo l'amore di Dio, dei fratelli, della vita stessa o preferiamo ignorarlo?
Luca Tosoni afferma che "L’amore non è qualcosa di acquisito ma un lungo tirocinio per potersi concretamente attuare nel vissuto delle
persone, esso è da ricercare e costruire giorno
per giorno. La realtà dell’amore è una realtà,
che pur accettando il limite non rinuncia a
guardare lontano: sa aprire nuovi percorsi, ricerca nuove prospettive, nuovi punti di vista.
L’amore non può rinchiudersi nel presente, pur
incarnandosi in esso, ha bisogno di aprirsi, di
progettarsi. Se rimane ancorato nel presente
senza progettualità rischia di essere travolto.
L’amore-progetto diviene l’anima di una vera
comunione. Pro-gettarsi significa, dunque, gettarsi avanti nel tempo, osare un atto di fede e
di speranza nella vita. Significa accettare di affrontare la sorpresa e di vedere smentita la
propria volontà di programmazione. Ancor di
più, significa tenersi pronti a scusare e a perdonare, visto che nel viaggio non si mancherà di
compiere un certo numero di ricerche e smarrimenti, che causeranno delusioni anche profonde. E’ in gioco lo spessore di una coppia. Esso
non consiste tanto nell’essere modello di perfezione: il dialogo è sempre possibile, non esiste
alcun attrito, il mattino ci si sveglia con un bel
sorriso stampato sulla bocca ecc., ma nella capacità di camminare e accogliersi" nonostante
quelle imperfezioni e incomprensioni che noi
siamo.
Ti rendiamo grazie
Signore Gesù, pane spezzato,
«mangiato» dai nostri
inesauribili bisogni.
Con Maria, tua madre,
ti contempliamo
- con tenerezza e timore disposto a lasciare ogni cosa,
affetti, certezze,
la tua stessa vita...
pur di compiere
- con pienezza il disegno di amore
e di salvezza di Dio
per ogni uomo.
Amen
Agisci
Ci rendiamo conto
del grandissimo dono
dell’Eucarestia? Oggi
cercherò di ricevere il
Corpo di Gesù pensando al suo
immenso amore e ringraziandolo
anche per quelli che non lo ringraziano.
Non di solo pane ­ Numero 694 ­ pagina 9
G l i
a p p r o f o n di m e n ti
Le pagine bibliche
di Non di Solo Pane
Un nome sulle labbra
di Dio
In quei giorni, Samuèle dormiva
nel tempio del Signore, dove si
trovava l’arca di Dio. Allora il
Signore chiamò: «Samuèle!» ed
egli rispose: «Eccomi», poi corse
da Eli e gli disse: «Mi hai chiamato, eccomi!». Egli rispose:
«Non ti ho chiamato, torna a
dormire!». Tornò e si mise a
dormire. Ma il Signore chiamò
di nuovo: «Samuèle!»; Samuèle
si alzò e corse da Eli dicendo:
«Mi hai chiamato, eccomi!». Ma
quello rispose di nuovo: «Non ti
ho chiamato, figlio mio, torna a
dormire!». In realtà Samuèle
fino allora non aveva ancora
conosciuto il Signore, né gli era
stata ancora rivelata la parola
del Signore. Il Signore tornò a
chiamare: «Samuèle!» per la
terza volta; questi si alzò nuovamente e corse da Eli dicendo:
«Mi hai chiamato, eccomi!».
Dal brano biblico che abbiamo appena letto possiamo dedurre un aspettato di
Dio chiaro, semplicissimo ed
evidente: Egli è una voce.
Non una voce generica, vaga,
qualsiasi; non proferisce discorsi complessi o altisonanti: le sue labbra pronunciano
un semplice nome, il nostro
nome.
Samuele, Samuele, Samuele: un nome pronunciato
non una volta, non due volte
ma tre volte, cioè sempre.
Dio ha sempre sulle sue labbra il nostro nome, parla
sempre di noi, si preoccupa
di noi.
Il nostro Dio è meraviglioso, affascinante: misterioso
da un lato, estremamente
famigliare dall’altro. Misterioso perché inafferrabile,
“sempre oltre”, ci precede;
famigliare perché porta il
nostro nome “inciso nel cuore”
di
N o n
di
s o l o
p a n e
Essere “chiacchierati da
Dio” significa che la nostra
esistenza umana va oltre il
contingente, ogni nostro istante è già proiettato in una dimensione che non ci appartiene pienamente, diventa il
punto di congiunzione tra il
cielo e la terra.
Samuele, Samuele, Samuele …
Il nome del giovane inserviente di Eli risuona nel tempio ma il suo eco diventa progetto, incontro tra la volontà
di Dio e l’”eccomi dell’uomo”;
un nome posto sulle labbra di
Dio diventa Parola, Parola eterna, che non passa, che non
sarà mai dimenticata.
Partendo da questa prospettiva la vita dell’uomo diventa un paradosso: si può
anche fallire, scivolare
nell’oscurità peccato, voltare
le spalle alla casa paterna ma
rimanere Parola, far parte di
una “Rivelazione” che va oltre
le nostre infedeltà e le nostre
debolezze. Ecco perché nella
Bibbia nulla va perso o dimenticato: la santità e l’iniquità
umana vengono narrate, redatte e scritte per sempre in
un libro senza fine e senza
tempo.
Si, bisogna proprio dirlo,
abbiamo il dovere di dirlo: il
nostro è un Dio meraviglioso.
Non di solo pane ­ Numero 694 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 10
don Luciano Vitton Mea
III Settimana del Tempo Ordinario
I colori dell’arcobaleno si possono vedere
solo attraverso il prisma della pioggia.
Mercoledì
28
Gennaio
III Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: Sant’Agata Lin Zhao
Nacque nel 1817, mentre
il padre era in carcere
per la fede cristiana. Si
diede durante la giovi­
nezza allo studio della
religione cristiana per
essere una valente cate­
chista. Fu diretta spiri­
tualmente per un certo
tempo da Sant'Augusto
Capdelaine delle Missio­
ni Estere di Parigi, morto
martire nel 1856. Inse­
gnò il catechismo nel
villaggio di Ta­pa­tien
fino a quando il vica­
rio apostolico Albrand
allargò il suo campo
di apostolato confe­
rendole lo stesso inca­
rico per varie altre
località. Aagata con­
dusse alla conversione
molte persone. Mentre
era ospite del catechista
Girolamo Lou­tinmey,
nel villaggio di Mao­
Keou, ricevette con lui il
martirio il 28 gennaio
1858 e fu beatificata dal
Papa San Pio X il 2
maggio 1909 ed infine
canonizzata il 1° ottobre
2000 dal Beato Giovan­
ni Paolo II.
Brano Evangelico: Mc 4, 1­20: il seminatore uscì a seminare.
In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì
attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a
sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. Insegnava
loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate.
Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo
la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno
sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non
era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, sec­
cò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non die­
de frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono,
crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha
orecchi per ascoltare, ascolti!».
Vi è stato dato il mistero del Regno (Mc 4,11)
La Lettera agli Ebrei dice: «Gesù ha reso perfetti per sempre quelli che
vengono santificati, come dice il Signore: "Io porrò le mie leggi nei
loro cuori e le imprimerò nella loro mente"» (cf Eb 10,14­16). Il miste­
ro del Regno è il dono dello Spirito Santo: «Lo Spirito della verità vi
guiderà a tutta la verità» (Gv 16,13). Lo Spirito ci aiuta a comprendere
le parabole e tutta l'opera di Gesù che ha «offerto un solo sacrificio per
i peccati».
Non di solo pane ­ Numero 694 ­ pagina 11
meditazione
Un Dio contadino
Preghiamo la Parola
di Don Luciano Vitton Mea
La parabola del buon seminatore fa parte delle
semplici e quotidiane realtà del vivere di ogni
persona. Fa parte di quel terreno esistenziale che
trovo nel sacrario del cuore, nel recondito, dove
solo Dio con passo felpato semina la Parola che
deve portare frutti di vita eterna. Quando mi incammino sul viottolo della mia interiorità provo
un senso di paura, di smarrimento, quasi di nausea. Quante spine, quante pietre, quale deserto
… Eppure questo è il mio pezzo di terra, il mio
campo, la mia proprietà. E’ qui che, nonostante
tutto, incontro la misteriosa presenza di un Dio
che non si arrende, che continua tenacemente a
seminare. E’ un Dio contadino quello che calpesta
la polverosa strada del mio cuore; ha deposto le
vesti della gloria e ha indossato gli abiti umili
dell’agricoltore. Ripulisce, strappa, brucia, si fa
strada tra il loglio del mio egoismo. Continua a
seminare, nonostante tutto, continua a seminare.
Dio spreca se stesso per questo lembo di misera
terra, questo pezzo di campo ricoperto di sabbia,
reso duro dall’ arido vento della mia cattiveria.
Osserva Clemente Alessandrino: “c’è un solo coltivatore della terra che è negli uomini, colui che
semina dal principio, dalla fondazione del mondo, i semi che possono crescere, colui che ha fatto piovere al tempo opportuno la parola del Signore; i tempi e i luoghi in cui è ricevuto fanno la
differenza”. Nel mio povero cuore i tempi e i luoghi non riesco a conoscerli per questo li affido
alla misericordia del Dio contadino.
Signore Gesù, seminatore
tenace e seme buono,
noi ti ringraziamo
Continua ad insegnarci
la paziente fiducia
di chi ama il germoglio
prima che sia visibile
e si manifesti,
nella serena consapevolezza
dell’amore che tutto conosce
e porta a maturazione
ogni cosa, a suo tempo.
Agisci
Come Maria custodì
in Lei la Parola, oggi
pianto un seme e mi
prenderò cura della
piantina che ne nascerà, per capire l’importanza di “Aver cura”
della Parola di Dio in noi.
Non di solo pane ­ Numero 694 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 12
III Settimana del Tempo Ordinario
Accadranno sempre cose spiacevoli,
l’importante è non serbare rancore..
Giovedì
29
Gennaio
III Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: Santa
Il nome Sabrina, se­
condo alcuni studi eti­
mologici, troverebbe
la
sua
origine
nell’ebraico ‘sabre’, il
frutto del cactus, dolce
all’interno ma esterna­
mente pieno di spine e
viene generalmente
attribuito a bambine
ebree nate in Israele e
Sabrina
non provenienti da
altri paesi. Si fa an­
che l’ipotesi, che
possa derivare dal
celtico, per il nome
di una terra vicina al
fiume Severn, che in
latino era chiamata
‘Sabrina’.
Etimologia: Sabrina
= affilata, pungente,
dall'ebraico.
Brano Evangelico: Mc 4, 21­25: perché a chi ha, sarà dato...
In quel tempo, Gesù diceva alla folla: «Viene forse la lampada per esse­
re messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa
sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere
manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se
uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Diceva loro: «Fate attenzione a
quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato
a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non
ha, sarà tolto anche quello che ha».
Cerco il tuo volto, Signore (cf Salmo responsoriale)
«Chi potrà salire il monte del Signore?» (Sal 23,3): colui che ha il cuo­
re puro e ascolta la sua parola. La parola di Dio, infatti, è una lampada
che illumina il nostro cammino e, purificando il nostro cuore ogni gior­
no, ci apre alla contemplazione del volto del Signore. Se ascoltiamo
con fede, accogliamo nel nostro cuore il suo dono di grazia e abbiamo
così la forza di adempie­re i nostri doveri e di camminare sempre alla
sua presenza.
Non di solo pane ­ Numero 694 ­ pagina 13
meditazione
Per conoscere bisogna amare
Preghiamo la Parola
Meditazione di Elmetti Fiorella
Basta la luce dell'intelletto per conoscere Dio? Certamente no. Esso aiuta ed è un dono bellissimo se viene ben impiegato, ma da solo non basta. Con l'intelletto a Dio ti puoi avvicinare, ma se vieni ferito in qualche modo rischi di uccidere nel Suo nome, come è
stato dimostrato in tutti i tempi della storia e anche
recentemente. Ad affermare ciò è pure Papa Francesco: “Dio è amore! E soltanto per la strada dell’amore,
tu puoi conoscere Dio. Amore ragionevole, accompagnato dalla ragione. Ma amore! 'Ma come posso amare quello che non conosco?'; 'Ama quelli che tu hai
vicino'. E questa è la dottrina di due Comandamenti: Il
più importante è amare Dio, perché Lui è amore; Ma il
secondo è amare il prossimo, ma per arrivare al primo
dobbiamo salire per gli scalini del secondo: cioè attraverso l’amore al prossimo arriviamo a conoscere Dio,
che è amore. Soltanto amando ragionevolmente, ma
amando, possiamo arrivare a questo amore. Ecco
perché dobbiamo amarci gli uni gli altri, perché
l’amore è da Dio e chiunque ama è stato generato da
Dio”. E ancora, ha soggiunto, per conoscere Dio bisogna amare: “Chi ama conosce Dio; chi non ama non
ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. Ma non amore di telenovela. No, no! Amore solido, forte; amore
eterno, amore che si manifesta nel suo Figlio, che è
venuto per salvarci. Amore concreto; amore di opere
e non di parole. Per conoscere Dio ci vuole tutta una
vita; un cammino, un cammino di amore, di conoscenza, di amore per il prossimo, di amore per quelli che ci
odiano, di amore per tutti. L’amore di Dio è come “il
fiore del mandorlo”, che è il primo a fiorire in primavera. Il Signore ci ama per primo, sempre avremo questa sorpresa”. Ed ha osservato che “quando noi ci avviciniamo a Dio attraverso le opere di carità, la preghiera, nella Comunione, nella Parola di Dio”,
“troviamo che Lui è lì, per primo, aspettandoci, così ci
ama”.
Grazie, Signore Gesù:
tu hai saputo trasfigurare
ogni istante della tua vita,
dono fulgido e salvifico
per ogni uomo.
Rendi anche noi
una piccola luce
per i nostri fratelli,
ciascuno per la parte
che gli compete...
lucerne umili ma
vivide e accese,
piccole luci con cui
rendere meno cupa l'oscurità
e di cui gioire insieme.
Amen
Agisci
Stasera, quando sarà
buio, spegnerò la luce in
una stanza anche solo
per un minuto per rendermi conto di come,
senza la luce, non sia possibile fare
nulla. Così, senza la Parola di Dio,
non è possibile avere la luce necessaria per la mia vita.
Non di solo pane ­ Numero 694 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 14
G l i
a p p r o f o n di m e n ti
di
N o n
di
s o l o
p a n e
Il piccolo catechismo
di Non di Solo Pane
Non c’è Gesù senza
la Chiesa
Molti vedono nella Chiesa
un ostacolo, addirittura un
inciampo, nel loro cammino
di fede, nell’incontro con
Dio. Quante volte abbiamo
sentito dire: “Gesù Cristo sì,
la Chiesa no!” Oppure: “Io mi
rapporto con Dio personalmente, non ho bisogno di intermediari, non ho bisogno
della Chiesa”.
Costoro ignorano che la
Chiesa è stato voluta da Gesù, è nata con Lui, ha cominciato ha muovere i suoi primi
passi sulle rive del lago con
la chiamata di poveri e rozzi
pescatori; è cresciuta passando davanti al banco delle imposte del pubblicano Matteo,
si è sviluppata tra le strade
polverose della Galilea, in
mezzo alla gente umile e
povera.
A questa Chiesa ha dato
il mandato ti annunziare a
tutti i popoli la “lieta novella”, di battezzare tutte le
genti nel “Nome del Padre,
del Figlio e dello Spirito
Santo”
Coloro che non amano la
Chiesa si dimenticano che
è madre, che in essa siamo
stati generati a nuova vita.
Gesù si è affidato alla Chiesa; è nato povero, è vissuto
come un “rabbino di strada”, è morto sul legno infamante della croce ma non
ha scritto nulla, tranne poche
righe incise nella sabbia che il
vento cancella.
Chi ci ha annunciato la sua
resurrezione?
Delle donne,
qualche apostolo, alcuni discepoli cioè la comunità che lo
aveva seguito, cioè la Chiesa.
Dove vengono raccolti i detti
di Gesù, scritte le prime lettere e redatti i Vangelo e infine
tutto il Nuovo Testamento?
Nelle comunità cristiane cioè
nella Chiesa.
Senza la Chiesa non avremmo conosciuto Gesù, le sue
parole, le parabole, i miracoli
e la sua resurrezione. Anche
noi quindi possiamo dire con
H.De Lubac: “ Sia benedetta
questa grande madre — la
Chiesa — per il mistero divino
che ci comunica, introducendoci per la doppia porta sempre aperta della sua dottrina e
della sua liturgia. Sia benedetta per il mondo interiore che
ci svela e nella cui esplorazione la sua mano ci guida. Sia
benedetta per il desiderio e la
speranza che alimenta in noi.
Non di solo pane ­ Numero 694 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 15
don Luciano Vitton Mea
III Settimana del Tempo Ordinario
Il saggio cerca sempre di trovare il giusto
equilibrio in ogni cosa: l’intensità giusta,
la distanza giusta e la quantità giusta
si armonizzano nella risposta.
Venerdì
30
Gennaio
III Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: Santa Savina
Nel 1798, le reliquie
di s. Savina e dei
santi martiri Nabore
e Felice furono tra­
slate nella basilica di
S. Ambrogio, dove a
santa Savina è dedi­
cata una cappella.
Secondo una tradi­
zione, Savina traslò
le reliquie dei martiri
della legione tebana
da Lodi a Milano,
nascosti in una botte.
Alle guardie delle
porte di Milano, per
poter passare senza
problemi, santa Savi­
na disse che la botte
conteneva miele. Le
guardie vollero con­
trollare la botte e tro­
varono effettivamen­
te del miele. Per que­
sto, quel luogo fu poi
chiamato Melegnano.
La liturgia ambrosia­
na festeggia S. Savi­
na il 30 gennaio.
Brano Evangelico: Mc 4, 26­34:
In quel tempo, Gesù diceva alla folla: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta
il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Co­
me, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spi­
ga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la
falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il re­
gno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape
che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul ter­
reno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto
e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con
molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere.
Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Il seme germoglia e cresce (Mc 4,27)
Il «seminatore» è Gesù, che semina in noi la parola di Dio e invita tutti
quelli che lo invocano a essere anche loro seminatori del regno di Dio,
con le parole e con le opere. Anche il «seme» è immagine di Gesù, il
Verbo, la Parola che si è fatta carne e venne ad abitare in mezzo a noi
(Gv 1,14). Gesù si è paragonato al chicco di grano (Gv 12,24): «Se il
chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece
muore, produce molto frutto».
Non di solo pane ­ Numero 694 ­ pagina 16
Meditiamo la Parola
Modello della grandezza cristiana
Preghiamo la Parola
di don Luciano Vitton Mea
Signore Gesù, viviamo
Solo un granello di senape diventa il più grande
di tutti gli ortaggi. Solo ciò che è piccolo è destinato a diventare grande. Gesù celebra la piccolezza umana, confonde i grandi con il disarmante
sorriso dei bimbi, con la debolezza dei miseri,
col nulla dei poveri. Il granello di senape, il più
piccolo di tutti i semi, è il modello della grandezza cristiana. Mi piace sentirmi piccolo, essere
accolto tra le braccia di Colui che tutto può,
mettere la mia mano nella mano di un Padre che
non mi lascerà mai solo. La vera sapienza è proprio questa: sentirsi bisognosi di un gesto
d’amore, di uno sguardo che infonde coraggio, di
una parola che salva, di una coperta che la provvidenza stende sulle nostre miserie. “Gesù era
innamorato di tutto ciò che è piccolo, fragile,
inconsistente, non appariscente. Tante volte la
sua attenzione si è fermata con particolare simpatia sulle piccole cose, come se volesse riscattarle dalla loro condizione di oscurità. E quando
lo sguardo era rivolto alle persone, aveva una
predilezione per i piccoli e per gli umili: ai suoi
occhi i grandi diventavano piccoli e i piccoli, i
bambini in particolare, diventavano grandi”. (L.
Pozzoli). Quella del granello di senape è l’unica
legge scritta nel cuore di Dio, nei cieli stellati,
negli abissi marini. E’ la legge della vita, la sinfonia che muove l’universo, il mistero che fa diventare un piccolo seme un albero così grande
che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua
ombra. Solo l’uomo umile dilata il suo cuore e lo
fa diventare un nido per Dio e per i fratelli. Il
Signore ama tutto ciò che è piccolo!
in tempi in cui si esaltano
l'efficienza,
la programmazione,
il tangibile risultato.
Questa non è la logica
del tuo vangelo e per questo
noi ti rendiamo grazie!
Restiamo nel nostro solco,
maceriamo nel silenzio,
maturiamo nel nascondimento,
certi che è questa l'unica via
«efficiente» che produce
e continua a creare
un sorprendente
dinamismo di amore!
Amen
Agisci
Oggi non mi lascerò
sopraffare delle difficoltà della giornata.
Affido al Signore la mia strada
certo che Egli non farà mancare il
suo aiuto.
Non di solo pane ­ Numero 694 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 17
III Settimana del Tempo Ordinario
Ogni delusione nella vita può essere un punto
di partenza per cose più grandi.
Sabato
31
Gennaio
III Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: San Giovanni Bosco
Grande apostolo dei gio­
vani, fu loro padre e gui­
da alla salvezza con il
metodo della persuasione,
della religiosità autentica,
dell’amore teso sempre a
prevenire anziché a repri­
mere. Sul modello di san
Francesco di Sales il suo
metodo educativo e apo­
stolico si ispira ad un
umanesimo cristiano che
attinge motivazioni ed
energie alle fonti della
sapienza evangelica. Fon­
dò i Salesiani, la Pia U­
nione dei cooperatori
salesiani e, insieme a
santa Maria Mazzarello,
le Figlie di Maria Ausi­
liatrice. Tra i più bei frut­
ti della sua pedagogia,
san Domenico Savio,
quindicenne, che aveva
capito la sua lezione:
“Noi, qui, alla scuola di
Don Bosco, facciamo
consistere la santità nello
stare molto allegri e
nell’adempimento perfet­
Brano Evangelico: Mc 4, 35­41:
to dei nostri doveri”.
Giovanni Bosco fu pro­
clamato Santo alla chiu­
sura dell’anno della Re­
denzione, il giorno di
Pasqua del 1934. Il 31
gennaio 1988 Giovanni
Paolo II lo dichiarò Pa­
dre e Maestro della gio­
ventù, “stabilendo che
con tale titolo egli sia
onorato e invocato, spe­
cialmente da quanti si
riconoscono suoi figli
spirituali”.
Perché avete paura?
In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo
all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca.
C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde
si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Allora lo svegliarono e gli
dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento
e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse
loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande
timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il
mare gli obbediscono?».
Non avete ancora fede? (Mc 4,40)
Dice Gesù ai discepoli, impauriti sulla sua barca, che è la Chiesa:
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Lo Spirito Santo ci
insegna cos'è la fede: «La fede è fondamento di ciò che si spera e pro­
va di ciò che non si vede» (Eb 11,1). Ciò che la fede ci insegna a vede­
re è Gesù, l'Amore di Dio: «Nell'amore non c'è timore» (1Gv 4,18).
Maria, lo specchio della Chiesa, è «piena di grazia», è piena di gioia,
perché «ha creduto nell'adempi­mento di ciò che il Signore le ha det­
to» (Lc 1,45).
Non di solo pane ­ Numero 694 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 18
Meditiamo la Parola
Preghiamo la Parola
Per trovare la pace bisogna muoversi
Meditazione di Elmetti Fiorella
Che paura su quella barca da pescatore sballottata
dalla tempesta col vento forte e le onde che sembravano inghiottirla! Per questo i discepoli svegliano il
Signore che dorme tranquillo mentre loro si agitano e
temono per la loro vita! Gesù minaccia il vento ed
esso si placa, ordina al mare ed esso si calma. Com'è
possibile? Egli, ricordiamolo, è il Dio incarnato, l'immagine di colui che ha creato (e che continua a creare) e governa la storia, il mondo, la vita. Solo con lui
tutto diventa possibile, pur nei nostri limiti e nelle
nostre paure che possiamo affrontare solo se egli e
nel nostro cuore. Don Tonino Bello in un suo scritto
dice: "Il Signore è la nostra pace. Ma per trovare la
pace bisogna muoversi, bisogna soffrire, sacrificarsi.
Per trovare la pace bisogna essere in lotta, bisogna
essere in guerra con se stessi. Un po’ come i pastori
che lasciano la sedentarietà di stare accanto al gregge, di notte. Stavano forse vicino a un ginepro, a un
pagliaio e quando sentono l’annuncio dell’Angelo, si
muovono: "Andiamo, andiamo fino a Betlemme a vedere che cosa è avvenuto". Dopo aver veduto, dice
Luca, "riferirono quello che del Bambino era stato
detto loro". Hanno visto, si sono resi conto, riferirono. Hanno sentito e sono andati a portare agli altri,
più avanti: "La pace è arrivata sulla terra"... Il tema
della pace... deve farci cambiare qualcosa. Guai se
la Parola di Dio non ci provoca al cambio, se la Parola di Dio non ci fa dire: "Signore, dimmi da che parte
stai, così io vengo verso di te...". Come dicono i teologi del continente nero, che "non ci interessa sapere
chi è Dio, ci interessa sapere da che parte sta", noi
possiamo metterci dalla parte sua per dargli una mano a realizzare quello che lui vuole".
Grazie, Signore Gesù,
per le domande che ci poni
e che ci provocano
a una radicale revisione della
nostra fede.
Grazie anche
per le domande che,
per ora, non hanno risposta
Sappiamo che mai ci abbandoni
e che con amore sollecito
sempre vegli su di noi
quale imprevedibile Signore
della nostra vita:
spesso abbiamo paura,
senza neppure saperlo spiegare.
Signore, rafforza la nostra fede!
Amen
Agisci
Gesù ci invita a fare un
passaggio, un cambiamento, insieme a Lui.
Qual è il cambiamento
che in questo momento chiede a
me, importante per la mia vita?
Glielo domando nella preghiera.
Non di solo pane ­ Numero 694 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 19
Sussidio di preghiera per la famiglia
Coordinatrice
Fiorella Elmetti
Redazione
don Luciano Vitton Mea,
don Carlo Moro, don Fabio Marini,
don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti,
Tiziana Guerini e Cristina Sabatti
Anno XV- n. 694
Domenica 25 Gennaio 2015
Chiuso il 21 Gennaio 2015
Numero copie 1300
333/3390059
don Luciano
Grafica e stampa
don Luciano Vitton Mea
Ideato da
don Luciano Vitton Mea
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