Non di solo PANE Sussidio di preghiera per la famiglia Domenica 25 Gennaio 2015 III settimana del tempo ordinario Anno XV - n° 694 Offerta della giornata “Pregare, forse il discorso più urgente” Sussidio di preghiera per la famiglia Sito di Non di Solo Pane: www.latracciameditazioni.it Gennaio 2015 Offerta quotidiana Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere, le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno, in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre. Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese Intenzione del Santo Padre • Perché gli appartenenti alle diverse tradizioni religiose e tutti gli uomini di buona volontà collaborino nella promozione della pace. Intenzione missionaria Perché in questo anno dedicato alla Vita consacrata i religiosi e le religiose ritrovino la gioia della sequela di Cristo e si adoperino con zelo al servizio dei poveri. Intenzione dei vescovi Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il Cuore del tuo Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te nell’Eucaristia per la salvezza del mondo. Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io possa essere testimone del tuo amore. • perché coloro che hanno ricevuto il Battesimo, ma non ne vivono le esigenze, scoprano la gioia della fede. Intenzione del Vescovo di Brescia Mons. Luciano Monari Perché i credenti crescano nella fede, nella speranza e nell'amore e siano veri testimoni di Cristo nel mondo. Non di solo pane Numero 694 Tempo Ordinario pagina 2 III del Tempo Ordinario Nella preghiera è meglio avere un cuore senza parole che parole senza cuore. Domenica 25 Gennaio III Settimana del Salterio Il santo del Giorno: Beata Arcangela Eleonora Girlani, na tiva di Trino di Mon ferrato, si chiamò Ar cangela quando, con le sorelle Maria e Francesca, prese nel 1477 l'abito carmeli tano nel monastero di Parma, di cui fu poi priora. Più tardi eser citò il medesimo uffi cio nel nuovo mona stero di Mantova dal 1492 e ivi morì nel 1495. In un mano scritto leggiamo che la beata si adoperava sommamente perchè essendo denominato il monastero "S. Maria del Paradiso", essa e le consorelle pur vi Brano Evangelico: Mc 1, 1420 : il vendo in terra, fosse ro come assorte in cielo. Si distinse per la sua speciale devo zione alla SS.ma Tri nità. Il suo culto litur gico fu approvato da Pio IX nel 1864. Emblema: Giglio. regno di Dio è vicino. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui. II regno di Dio è vicino (Mc 1,15) All'annuncio di Gesù devono corrispondere da parte dell'uomo la con versione e la fede. Convertirsi e credere significa accettare la presenza di Dio, che in Gesù si è reso ancora più vicino a noi. Noi cristiani ac cogliamo il progetto di salvezza rivelato da Gesù. La presenza di Dio e il suo progetto di salvezza sono diversi dai nostri progetti e dalle no stre attese. Ecco perché dobbiamo cambiare le nostre idee: conversio ne significa cambiare decisamente il nostro cammino, con Gesù, verso Dio. Non di solo pane Numero 694 pagina 3 G l i a p p r o f o n di m e n ti Ciò che era perduto Meditazione di don Luciano Vitton Mea Se durante il periodo natalizio abbiamo contemplato il presepe, la povertà di Dio nella greppia di Betlemme, oggi meditiamo sulla povertà della chiesa nascente, di coloro che Gesù chiama per seguirlo e per affidargli i misteri del Regno. Come all’annuncio degli Angeli sono i pastori ad accorre a rendere omaggio al bambino Gesù, cosi sulle rive del lago sono degli umili pescatori a lasciare le barche e le reti per rispondere alla chiamata del Signore che passa. Non ci sono gli scribi, i dottori della legge o i notabili di Gerusalemme presso la grotta di Betlemme; non ci sono persone colte o rabbini tra i discepoli che Gesù chiama con se. I pastori come i pescatori sembrano essere i privile- giati, coloro che Dio chiama per affidargli “una lieta notizia”; la povertà e l’umiltà diventano il terreno fecondo per incontrare il Signore della vita. Un cuore bisognoso, una vita inadeguata sono i presupposti per permettere a Dio di compiere i suoi capolavori. Anche il libro del Siracide ci ricorda che: «C'è chi è debole e ha bisogno di soccorso, chi è privo di beni e ricco di miseria: eppure il Signore lo guarda con benevolenza, lo solleva dalla sua bassezza e lo fa stare a testa alta, sì che molti ne sono stupiti». Per comprendere le scelte di Dio dobbiamo conoscere il nucleo, il fondamento del lieto annunzio: «Il tempo è compiuto di N o n di s o l o p a n e e il regno di Dio è vicino; conver titevi e credete nel Vangelo». Conversione e vicinanza del Regno sono i cardini della predicazione del Maestro di Nazareth; ecco perché comincia dai pastori e dai pescatori: gente rozza ma bisognosa di sentirsi dire che Dio “gli era vicino”, gente bisognosa di Salvezza e ben disposta “a cambiare vita”. Una logica già presente nell’Antico Testamento e che trova il suo compimento nelle scelte di Gesù. Tutta la Storia della Salvezza è segnata da “ventri sterili” che concepiscono e partoriscono ciò che per anni era stato vanamente atteso e desiderato; vedove che accolgono profeti, stranieri che vengono mondati dalla lebbra, “ragazzini” che con una piccola fionda abbattono l’orgoglio dei “giganti”. Gesù pone il sigillo a ciò che da sempre fa parte di una logica incomprensibile da un punto di vista meramente umano; ovvio quindi che cominci dalla periferia, la perduta “Galilea” delle genti. Naturale e scontato che cominci dai pastori e dai pescatori. Non di solo pane Numero 694 Tempo Ordinario pagina 4 G l i a p p r o f o n di m e n ti Contemplatio Io mi sono scrollato di dosso tutte le passioni, da quando mi son schierato con Cristo, e nulla più mi attrae di ciò che è gradito e ricercato dagli altri: non la ricchezza, che ti trascina in alto e ti travolge; non i piaceri del ventre o l'ubriachezza, madre di arroganza; non le vesti molli e vaporose, non lo splendore e la grazia delle gemme, non la fama seducente né il profumo effeminante né gli applausi delle genti e dei teatri, che da tempo abbiamo lasciato a chi li vuole. Non tutto ciò che ha tratto origine dalla peccaminosa degustazione che ci ha rovinati. Invece riconosco la grande dabbenaggine di coloro che si lasciano dominare da queste cose e permettono che la nobiltà della loro anima sia devastata da tali piccinerie; tutti quanti essi si danno a realtà fugaci, quasi fossero realtà stabili e durature. di N o n di s o l o p a n e Preghiamo la Parola Signore Gesù, eccoti ancora lungo il mare della Galilea, il mare della nostra vita, lungo il quale tu ci vieni a cercare, ci chiami, ci doni la tua fiducia, restituisci dignità e forza alla nostra umanità povera e ferita. Sia pronta e solerte la nostra risposta nel venirti incontro, attraversando il deserto del nostro cuore che, davvero, in te e in te solo, può fiorire. (Gregorio Nazianzo, In lode di san Cipriano, 3). PER VIVERE DA DISCEPOLO DI GESÙ... Come vivo la mia vita? Attaccato solo alle cose di questo mondo o con uno sguardo rivolto al cielo? Oggi farò una piccola rinuncia a beneficio di qualcuno, per rendere il mio cuore più leggero e libero di seguire Gesù. SULL'ESEMPIO DI MARIA... Con l'umiltà di Maria, accolgo gli insegnamenti di Gesù e cerco di trasmetterli, con la vita e l'esempio, anche agli altri. Non di solo pane Numero 694 Tempo di Natale pagina 5 Amen III Settimana del Tempo Ordinario Ogni delusione nella vita può essere un punto di partenza per cose più grandi. Lunedì 26 Gennaio III Settimana del Salterio Il Santo del giorno: Beato Giuseppe Gabriele del Rosario Brochero José Gabriel del Rosario Brochero fu un sacerdote dell’Arcidiocesi di Córdo ba, in Argentina. Destinato nel 1869 come parroco della cittadina di San Al berto, migliorò la vita dei suoi parrocchiani in tutti i campi, senza trascurare quello spirituale. Fu detto “el cura gaucho” (“il prete gaucho”) perché, come i famosi cavalieri argentini, percorreva chilometri e chilometri a dorso di mula, per farsi vicino a tutti. Condivise la condizione dei suoi fedeli fino ad arrivare a contrarre la lebbra, per aver bevuto dell’infuso di erba mate con alcuni ammalati. Tornato nel suo paese natale, fu reclamato in dietro dalla sua gente e morì il 26 gennaio 1914, nella città di Villa del Tránsito, che due anni dopo, in suo onore, fu rinominata Villa Cura Brochero. Fu dichiarato venerabile da Giovanni Paolo II nel 2004. Papa Benedetto XVI in data 20 dicembre 2012 ha riconosciuto un miraco lo a lui attribuito. È stato beatificato il 14 settembre 2013 sotto il pontificato di Papa Francesco, suo conna zionale. Brano Evangelico: Lc 10, 19: La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondan te, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la stra da. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un fi glio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Re state in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”». Io ho scelto voi (Canto alla Comunione) «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi, dice il Signore; e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto riman ga» (Canto alla Comunione). Il Signore ci ha scelti sin da quando erava mo nel grembo di nostra madre, ciascuno per una missione particolare. Siamo chiamati ad annunciare la pace (cf Lc 10,5) là dove ci troviamo, dove lavoriamo e viviamo. Ci ha scelti perché ci ama, ed è questo amore che ci permette di essere a nostra volta suoi apostoli e testimoni. Non di solo pane Numero 694 Tempo Ordinario pagina 6 meditazione Esperienza frizzante Preghiamo la Parola Meditazione a cura della redazione Ieri abbiamo celebrato la conversione di Paolo, oggi celebriamo i frutti di quella conversione: la santità di due suoi discepoli, Timoteo e Tito, destinatari di alcuni suoi scritti. Grazie, Signore Gesù, Agnello innocente, per il tuo È frizzante la prima esperienza cristiana, colma di entusiasmi, di luci, di conversioni, di passione. Così la fede di Paolo contagia le comunità che incontra, le rianima, le orienta, le motiva. Dalle sue lettere impariamo a conoscere una Chiesa dinamica, in continua evoluzione, embrionale ma già definita, ancora in movimento ma già basata su alcuni principi che, bene o male, ritroviamo ancora oggi. Il "sì" di Paolo alla chiamata del Signore ha prodotto molti frutti, molta santità, molte conversioni. Il "sì" di Paolo ha suscitato il "sì" di molti altri, fra cui Tito e Timoteo. Il "sì" di questi due discepoli ha permesso al vangelo di giungere ad altri cuori, di convertire numerose altre vite. Se la nostra vita diventa un "no" all'azione di Dio, molti uomini e donne, attorno a noi, dopo di noi, non sentiranno parlare del Signore Gesù. Celebrare, oggi, il "sì" di due discepoli vissuti così lontani nel tempo, ci ricorda che la catena della fede è fatta di tanti piccoli anelli che si uniscono per giungere fino a noi. Facciamo diventare la nostra giornata, la nostra vita, un grande "sì" al Signore, perché molti altri, un giorno possano conoscere la gioia dell'appartenere a Cristo. forte richiamo. Nulla contrista lo Spirito, più del caricare pesi intollerabili sulle spalle di chi già fatica e geme. Nessuna colpa dietro la sofferenza ingiusta: solo il riflesso del tuo volto crocifisso, lo spazio per una mano tesa, una parola, un atto di amore. Amen Agisci La mia fede, come quella di Maria, deve essere semplice, sincera, senza compromessi. E’ davvero così? Rifletto su questo. Non di solo pane Numero 694 Tempo Ordinario pagina 7 Martedì 27 Gennaio III Settimana del Tempo Ordinario Sparirà con me ciò che trattengo ma ciò che dono resterà nelle mani di tutti. III Settimana del Salterio Il Santo del giorno: Sant’Angela Merici Angela Merici fondò nel 1535 la Compagnia di Sant'Orsola, congrega zione le cui suore sono ovunque note come Or soline. Le sua idea di aprire scuole per le ra gazze era rivoluzionaria per un'epoca in cui l'edu cazione era privilegio quasi solo maschile. Nata nel 1474 a Desenzano del Garda (Brescia) in una povera famiglia con tadina, entrò giovanissi ma tra le Terziarie france scane. Rimasta orfana di entrambi i genitori a 15 anni, partì per la Terra Santa. Qui avvenne un fatto insolito. Giunta per vedere i luoghi di Gesù, rimase colpita da cecità temporanea. Dentro di sé, però, vide una luce e una scala che saliva in cielo, Brano Evangelico: Mc 3, 3135: Ecco dove la attendevano schiere di fanciulle. Capì allora la sua missione. Tornata in patria, diede vita alla nuova congrega zione, le cui prime ade renti vestivano come le altre ragazze di campa gna. La regola venne stampata dopo la morte, avvenuta a Brescia il 27 gennaio del 1540. E' santa dal 1807. mia madre e i miei fratelli! In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuo ri, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dis sero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fra telli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, dis se: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre». Voglio fare la tua volontà (cf Eb 10,9) Gesù ci ha dato l'esempio. E ci ha indicato anche l'esempio di Maria, sua madre. Quando gli hanno detto: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle ti cercano», ha risposto: «Chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre». Sapeva che noi siamo ribelli, dalla testa dura e dal cuore arido. Gesù conosce «quello che c'è nell'uomo» (cf Gv 2,25) e così ci insegna a obbedire al Padre buono, sempre pronto ad accogliere il figlio dissoluto, a cercare la pecora smarrita. Non di solo pane Numero 694 Tempo Ordinario pagina 8 meditazione Preghiamo la Parola Il tempo necessario Meditazione di Fiorella Elmetti "Girando lo sguardo...", è questa l'espressione del vangelo che mi colpisce. Gesù guarda la folla riunita per ascoltare la sua parola e, indicando "quelli che erano seduti attorno a lui" li definisce "madre e fratelli". E noi, senza togliere nulla a Maria, ci sentiamo "madre e fratelli" di Gesù? Ci lasciamo guardare da lui? In questo sguardo non avvertiamo l'amore di Dio, dei fratelli, della vita stessa o preferiamo ignorarlo? Luca Tosoni afferma che "L’amore non è qualcosa di acquisito ma un lungo tirocinio per potersi concretamente attuare nel vissuto delle persone, esso è da ricercare e costruire giorno per giorno. La realtà dell’amore è una realtà, che pur accettando il limite non rinuncia a guardare lontano: sa aprire nuovi percorsi, ricerca nuove prospettive, nuovi punti di vista. L’amore non può rinchiudersi nel presente, pur incarnandosi in esso, ha bisogno di aprirsi, di progettarsi. Se rimane ancorato nel presente senza progettualità rischia di essere travolto. L’amore-progetto diviene l’anima di una vera comunione. Pro-gettarsi significa, dunque, gettarsi avanti nel tempo, osare un atto di fede e di speranza nella vita. Significa accettare di affrontare la sorpresa e di vedere smentita la propria volontà di programmazione. Ancor di più, significa tenersi pronti a scusare e a perdonare, visto che nel viaggio non si mancherà di compiere un certo numero di ricerche e smarrimenti, che causeranno delusioni anche profonde. E’ in gioco lo spessore di una coppia. Esso non consiste tanto nell’essere modello di perfezione: il dialogo è sempre possibile, non esiste alcun attrito, il mattino ci si sveglia con un bel sorriso stampato sulla bocca ecc., ma nella capacità di camminare e accogliersi" nonostante quelle imperfezioni e incomprensioni che noi siamo. Ti rendiamo grazie Signore Gesù, pane spezzato, «mangiato» dai nostri inesauribili bisogni. Con Maria, tua madre, ti contempliamo - con tenerezza e timore disposto a lasciare ogni cosa, affetti, certezze, la tua stessa vita... pur di compiere - con pienezza il disegno di amore e di salvezza di Dio per ogni uomo. Amen Agisci Ci rendiamo conto del grandissimo dono dell’Eucarestia? Oggi cercherò di ricevere il Corpo di Gesù pensando al suo immenso amore e ringraziandolo anche per quelli che non lo ringraziano. Non di solo pane Numero 694 pagina 9 G l i a p p r o f o n di m e n ti Le pagine bibliche di Non di Solo Pane Un nome sulle labbra di Dio In quei giorni, Samuèle dormiva nel tempio del Signore, dove si trovava l’arca di Dio. Allora il Signore chiamò: «Samuèle!» ed egli rispose: «Eccomi», poi corse da Eli e gli disse: «Mi hai chiamato, eccomi!». Egli rispose: «Non ti ho chiamato, torna a dormire!». Tornò e si mise a dormire. Ma il Signore chiamò di nuovo: «Samuèle!»; Samuèle si alzò e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Ma quello rispose di nuovo: «Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!». In realtà Samuèle fino allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. Il Signore tornò a chiamare: «Samuèle!» per la terza volta; questi si alzò nuovamente e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Dal brano biblico che abbiamo appena letto possiamo dedurre un aspettato di Dio chiaro, semplicissimo ed evidente: Egli è una voce. Non una voce generica, vaga, qualsiasi; non proferisce discorsi complessi o altisonanti: le sue labbra pronunciano un semplice nome, il nostro nome. Samuele, Samuele, Samuele: un nome pronunciato non una volta, non due volte ma tre volte, cioè sempre. Dio ha sempre sulle sue labbra il nostro nome, parla sempre di noi, si preoccupa di noi. Il nostro Dio è meraviglioso, affascinante: misterioso da un lato, estremamente famigliare dall’altro. Misterioso perché inafferrabile, “sempre oltre”, ci precede; famigliare perché porta il nostro nome “inciso nel cuore” di N o n di s o l o p a n e Essere “chiacchierati da Dio” significa che la nostra esistenza umana va oltre il contingente, ogni nostro istante è già proiettato in una dimensione che non ci appartiene pienamente, diventa il punto di congiunzione tra il cielo e la terra. Samuele, Samuele, Samuele … Il nome del giovane inserviente di Eli risuona nel tempio ma il suo eco diventa progetto, incontro tra la volontà di Dio e l’”eccomi dell’uomo”; un nome posto sulle labbra di Dio diventa Parola, Parola eterna, che non passa, che non sarà mai dimenticata. Partendo da questa prospettiva la vita dell’uomo diventa un paradosso: si può anche fallire, scivolare nell’oscurità peccato, voltare le spalle alla casa paterna ma rimanere Parola, far parte di una “Rivelazione” che va oltre le nostre infedeltà e le nostre debolezze. Ecco perché nella Bibbia nulla va perso o dimenticato: la santità e l’iniquità umana vengono narrate, redatte e scritte per sempre in un libro senza fine e senza tempo. Si, bisogna proprio dirlo, abbiamo il dovere di dirlo: il nostro è un Dio meraviglioso. Non di solo pane Numero 694 Tempo Ordinario pagina 10 don Luciano Vitton Mea III Settimana del Tempo Ordinario I colori dell’arcobaleno si possono vedere solo attraverso il prisma della pioggia. Mercoledì 28 Gennaio III Settimana del Salterio Il Santo del giorno: Sant’Agata Lin Zhao Nacque nel 1817, mentre il padre era in carcere per la fede cristiana. Si diede durante la giovi nezza allo studio della religione cristiana per essere una valente cate chista. Fu diretta spiri tualmente per un certo tempo da Sant'Augusto Capdelaine delle Missio ni Estere di Parigi, morto martire nel 1856. Inse gnò il catechismo nel villaggio di Tapatien fino a quando il vica rio apostolico Albrand allargò il suo campo di apostolato confe rendole lo stesso inca rico per varie altre località. Aagata con dusse alla conversione molte persone. Mentre era ospite del catechista Girolamo Loutinmey, nel villaggio di Mao Keou, ricevette con lui il martirio il 28 gennaio 1858 e fu beatificata dal Papa San Pio X il 2 maggio 1909 ed infine canonizzata il 1° ottobre 2000 dal Beato Giovan ni Paolo II. Brano Evangelico: Mc 4, 120: il seminatore uscì a seminare. In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, sec cò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non die de frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Vi è stato dato il mistero del Regno (Mc 4,11) La Lettera agli Ebrei dice: «Gesù ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati, come dice il Signore: "Io porrò le mie leggi nei loro cuori e le imprimerò nella loro mente"» (cf Eb 10,1416). Il miste ro del Regno è il dono dello Spirito Santo: «Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità» (Gv 16,13). Lo Spirito ci aiuta a comprendere le parabole e tutta l'opera di Gesù che ha «offerto un solo sacrificio per i peccati». Non di solo pane Numero 694 pagina 11 meditazione Un Dio contadino Preghiamo la Parola di Don Luciano Vitton Mea La parabola del buon seminatore fa parte delle semplici e quotidiane realtà del vivere di ogni persona. Fa parte di quel terreno esistenziale che trovo nel sacrario del cuore, nel recondito, dove solo Dio con passo felpato semina la Parola che deve portare frutti di vita eterna. Quando mi incammino sul viottolo della mia interiorità provo un senso di paura, di smarrimento, quasi di nausea. Quante spine, quante pietre, quale deserto … Eppure questo è il mio pezzo di terra, il mio campo, la mia proprietà. E’ qui che, nonostante tutto, incontro la misteriosa presenza di un Dio che non si arrende, che continua tenacemente a seminare. E’ un Dio contadino quello che calpesta la polverosa strada del mio cuore; ha deposto le vesti della gloria e ha indossato gli abiti umili dell’agricoltore. Ripulisce, strappa, brucia, si fa strada tra il loglio del mio egoismo. Continua a seminare, nonostante tutto, continua a seminare. Dio spreca se stesso per questo lembo di misera terra, questo pezzo di campo ricoperto di sabbia, reso duro dall’ arido vento della mia cattiveria. Osserva Clemente Alessandrino: “c’è un solo coltivatore della terra che è negli uomini, colui che semina dal principio, dalla fondazione del mondo, i semi che possono crescere, colui che ha fatto piovere al tempo opportuno la parola del Signore; i tempi e i luoghi in cui è ricevuto fanno la differenza”. Nel mio povero cuore i tempi e i luoghi non riesco a conoscerli per questo li affido alla misericordia del Dio contadino. Signore Gesù, seminatore tenace e seme buono, noi ti ringraziamo Continua ad insegnarci la paziente fiducia di chi ama il germoglio prima che sia visibile e si manifesti, nella serena consapevolezza dell’amore che tutto conosce e porta a maturazione ogni cosa, a suo tempo. Agisci Come Maria custodì in Lei la Parola, oggi pianto un seme e mi prenderò cura della piantina che ne nascerà, per capire l’importanza di “Aver cura” della Parola di Dio in noi. Non di solo pane Numero 694 Tempo Ordinario pagina 12 III Settimana del Tempo Ordinario Accadranno sempre cose spiacevoli, l’importante è non serbare rancore.. Giovedì 29 Gennaio III Settimana del Salterio Il Santo del giorno: Santa Il nome Sabrina, se condo alcuni studi eti mologici, troverebbe la sua origine nell’ebraico ‘sabre’, il frutto del cactus, dolce all’interno ma esterna mente pieno di spine e viene generalmente attribuito a bambine ebree nate in Israele e Sabrina non provenienti da altri paesi. Si fa an che l’ipotesi, che possa derivare dal celtico, per il nome di una terra vicina al fiume Severn, che in latino era chiamata ‘Sabrina’. Etimologia: Sabrina = affilata, pungente, dall'ebraico. Brano Evangelico: Mc 4, 2125: perché a chi ha, sarà dato... In quel tempo, Gesù diceva alla folla: «Viene forse la lampada per esse re messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha». Cerco il tuo volto, Signore (cf Salmo responsoriale) «Chi potrà salire il monte del Signore?» (Sal 23,3): colui che ha il cuo re puro e ascolta la sua parola. La parola di Dio, infatti, è una lampada che illumina il nostro cammino e, purificando il nostro cuore ogni gior no, ci apre alla contemplazione del volto del Signore. Se ascoltiamo con fede, accogliamo nel nostro cuore il suo dono di grazia e abbiamo così la forza di adempiere i nostri doveri e di camminare sempre alla sua presenza. Non di solo pane Numero 694 pagina 13 meditazione Per conoscere bisogna amare Preghiamo la Parola Meditazione di Elmetti Fiorella Basta la luce dell'intelletto per conoscere Dio? Certamente no. Esso aiuta ed è un dono bellissimo se viene ben impiegato, ma da solo non basta. Con l'intelletto a Dio ti puoi avvicinare, ma se vieni ferito in qualche modo rischi di uccidere nel Suo nome, come è stato dimostrato in tutti i tempi della storia e anche recentemente. Ad affermare ciò è pure Papa Francesco: “Dio è amore! E soltanto per la strada dell’amore, tu puoi conoscere Dio. Amore ragionevole, accompagnato dalla ragione. Ma amore! 'Ma come posso amare quello che non conosco?'; 'Ama quelli che tu hai vicino'. E questa è la dottrina di due Comandamenti: Il più importante è amare Dio, perché Lui è amore; Ma il secondo è amare il prossimo, ma per arrivare al primo dobbiamo salire per gli scalini del secondo: cioè attraverso l’amore al prossimo arriviamo a conoscere Dio, che è amore. Soltanto amando ragionevolmente, ma amando, possiamo arrivare a questo amore. Ecco perché dobbiamo amarci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio e chiunque ama è stato generato da Dio”. E ancora, ha soggiunto, per conoscere Dio bisogna amare: “Chi ama conosce Dio; chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. Ma non amore di telenovela. No, no! Amore solido, forte; amore eterno, amore che si manifesta nel suo Figlio, che è venuto per salvarci. Amore concreto; amore di opere e non di parole. Per conoscere Dio ci vuole tutta una vita; un cammino, un cammino di amore, di conoscenza, di amore per il prossimo, di amore per quelli che ci odiano, di amore per tutti. L’amore di Dio è come “il fiore del mandorlo”, che è il primo a fiorire in primavera. Il Signore ci ama per primo, sempre avremo questa sorpresa”. Ed ha osservato che “quando noi ci avviciniamo a Dio attraverso le opere di carità, la preghiera, nella Comunione, nella Parola di Dio”, “troviamo che Lui è lì, per primo, aspettandoci, così ci ama”. Grazie, Signore Gesù: tu hai saputo trasfigurare ogni istante della tua vita, dono fulgido e salvifico per ogni uomo. Rendi anche noi una piccola luce per i nostri fratelli, ciascuno per la parte che gli compete... lucerne umili ma vivide e accese, piccole luci con cui rendere meno cupa l'oscurità e di cui gioire insieme. Amen Agisci Stasera, quando sarà buio, spegnerò la luce in una stanza anche solo per un minuto per rendermi conto di come, senza la luce, non sia possibile fare nulla. Così, senza la Parola di Dio, non è possibile avere la luce necessaria per la mia vita. Non di solo pane Numero 694 Tempo Ordinario pagina 14 G l i a p p r o f o n di m e n ti di N o n di s o l o p a n e Il piccolo catechismo di Non di Solo Pane Non c’è Gesù senza la Chiesa Molti vedono nella Chiesa un ostacolo, addirittura un inciampo, nel loro cammino di fede, nell’incontro con Dio. Quante volte abbiamo sentito dire: “Gesù Cristo sì, la Chiesa no!” Oppure: “Io mi rapporto con Dio personalmente, non ho bisogno di intermediari, non ho bisogno della Chiesa”. Costoro ignorano che la Chiesa è stato voluta da Gesù, è nata con Lui, ha cominciato ha muovere i suoi primi passi sulle rive del lago con la chiamata di poveri e rozzi pescatori; è cresciuta passando davanti al banco delle imposte del pubblicano Matteo, si è sviluppata tra le strade polverose della Galilea, in mezzo alla gente umile e povera. A questa Chiesa ha dato il mandato ti annunziare a tutti i popoli la “lieta novella”, di battezzare tutte le genti nel “Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” Coloro che non amano la Chiesa si dimenticano che è madre, che in essa siamo stati generati a nuova vita. Gesù si è affidato alla Chiesa; è nato povero, è vissuto come un “rabbino di strada”, è morto sul legno infamante della croce ma non ha scritto nulla, tranne poche righe incise nella sabbia che il vento cancella. Chi ci ha annunciato la sua resurrezione? Delle donne, qualche apostolo, alcuni discepoli cioè la comunità che lo aveva seguito, cioè la Chiesa. Dove vengono raccolti i detti di Gesù, scritte le prime lettere e redatti i Vangelo e infine tutto il Nuovo Testamento? Nelle comunità cristiane cioè nella Chiesa. Senza la Chiesa non avremmo conosciuto Gesù, le sue parole, le parabole, i miracoli e la sua resurrezione. Anche noi quindi possiamo dire con H.De Lubac: “ Sia benedetta questa grande madre — la Chiesa — per il mistero divino che ci comunica, introducendoci per la doppia porta sempre aperta della sua dottrina e della sua liturgia. Sia benedetta per il mondo interiore che ci svela e nella cui esplorazione la sua mano ci guida. Sia benedetta per il desiderio e la speranza che alimenta in noi. Non di solo pane Numero 694 Tempo Ordinario pagina 15 don Luciano Vitton Mea III Settimana del Tempo Ordinario Il saggio cerca sempre di trovare il giusto equilibrio in ogni cosa: l’intensità giusta, la distanza giusta e la quantità giusta si armonizzano nella risposta. Venerdì 30 Gennaio III Settimana del Salterio Il Santo del giorno: Santa Savina Nel 1798, le reliquie di s. Savina e dei santi martiri Nabore e Felice furono tra slate nella basilica di S. Ambrogio, dove a santa Savina è dedi cata una cappella. Secondo una tradi zione, Savina traslò le reliquie dei martiri della legione tebana da Lodi a Milano, nascosti in una botte. Alle guardie delle porte di Milano, per poter passare senza problemi, santa Savi na disse che la botte conteneva miele. Le guardie vollero con trollare la botte e tro varono effettivamen te del miele. Per que sto, quel luogo fu poi chiamato Melegnano. La liturgia ambrosia na festeggia S. Savi na il 30 gennaio. Brano Evangelico: Mc 4, 2634: In quel tempo, Gesù diceva alla folla: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Co me, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spi ga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il re gno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul ter reno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa. Il seme germoglia e cresce (Mc 4,27) Il «seminatore» è Gesù, che semina in noi la parola di Dio e invita tutti quelli che lo invocano a essere anche loro seminatori del regno di Dio, con le parole e con le opere. Anche il «seme» è immagine di Gesù, il Verbo, la Parola che si è fatta carne e venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14). Gesù si è paragonato al chicco di grano (Gv 12,24): «Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto». Non di solo pane Numero 694 pagina 16 Meditiamo la Parola Modello della grandezza cristiana Preghiamo la Parola di don Luciano Vitton Mea Signore Gesù, viviamo Solo un granello di senape diventa il più grande di tutti gli ortaggi. Solo ciò che è piccolo è destinato a diventare grande. Gesù celebra la piccolezza umana, confonde i grandi con il disarmante sorriso dei bimbi, con la debolezza dei miseri, col nulla dei poveri. Il granello di senape, il più piccolo di tutti i semi, è il modello della grandezza cristiana. Mi piace sentirmi piccolo, essere accolto tra le braccia di Colui che tutto può, mettere la mia mano nella mano di un Padre che non mi lascerà mai solo. La vera sapienza è proprio questa: sentirsi bisognosi di un gesto d’amore, di uno sguardo che infonde coraggio, di una parola che salva, di una coperta che la provvidenza stende sulle nostre miserie. “Gesù era innamorato di tutto ciò che è piccolo, fragile, inconsistente, non appariscente. Tante volte la sua attenzione si è fermata con particolare simpatia sulle piccole cose, come se volesse riscattarle dalla loro condizione di oscurità. E quando lo sguardo era rivolto alle persone, aveva una predilezione per i piccoli e per gli umili: ai suoi occhi i grandi diventavano piccoli e i piccoli, i bambini in particolare, diventavano grandi”. (L. Pozzoli). Quella del granello di senape è l’unica legge scritta nel cuore di Dio, nei cieli stellati, negli abissi marini. E’ la legge della vita, la sinfonia che muove l’universo, il mistero che fa diventare un piccolo seme un albero così grande che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra. Solo l’uomo umile dilata il suo cuore e lo fa diventare un nido per Dio e per i fratelli. Il Signore ama tutto ciò che è piccolo! in tempi in cui si esaltano l'efficienza, la programmazione, il tangibile risultato. Questa non è la logica del tuo vangelo e per questo noi ti rendiamo grazie! Restiamo nel nostro solco, maceriamo nel silenzio, maturiamo nel nascondimento, certi che è questa l'unica via «efficiente» che produce e continua a creare un sorprendente dinamismo di amore! Amen Agisci Oggi non mi lascerò sopraffare delle difficoltà della giornata. Affido al Signore la mia strada certo che Egli non farà mancare il suo aiuto. Non di solo pane Numero 694 Tempo Ordinario pagina 17 III Settimana del Tempo Ordinario Ogni delusione nella vita può essere un punto di partenza per cose più grandi. Sabato 31 Gennaio III Settimana del Salterio Il Santo del giorno: San Giovanni Bosco Grande apostolo dei gio vani, fu loro padre e gui da alla salvezza con il metodo della persuasione, della religiosità autentica, dell’amore teso sempre a prevenire anziché a repri mere. Sul modello di san Francesco di Sales il suo metodo educativo e apo stolico si ispira ad un umanesimo cristiano che attinge motivazioni ed energie alle fonti della sapienza evangelica. Fon dò i Salesiani, la Pia U nione dei cooperatori salesiani e, insieme a santa Maria Mazzarello, le Figlie di Maria Ausi liatrice. Tra i più bei frut ti della sua pedagogia, san Domenico Savio, quindicenne, che aveva capito la sua lezione: “Noi, qui, alla scuola di Don Bosco, facciamo consistere la santità nello stare molto allegri e nell’adempimento perfet Brano Evangelico: Mc 4, 3541: to dei nostri doveri”. Giovanni Bosco fu pro clamato Santo alla chiu sura dell’anno della Re denzione, il giorno di Pasqua del 1934. Il 31 gennaio 1988 Giovanni Paolo II lo dichiarò Pa dre e Maestro della gio ventù, “stabilendo che con tale titolo egli sia onorato e invocato, spe cialmente da quanti si riconoscono suoi figli spirituali”. Perché avete paura? In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?». Non avete ancora fede? (Mc 4,40) Dice Gesù ai discepoli, impauriti sulla sua barca, che è la Chiesa: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Lo Spirito Santo ci insegna cos'è la fede: «La fede è fondamento di ciò che si spera e pro va di ciò che non si vede» (Eb 11,1). Ciò che la fede ci insegna a vede re è Gesù, l'Amore di Dio: «Nell'amore non c'è timore» (1Gv 4,18). Maria, lo specchio della Chiesa, è «piena di grazia», è piena di gioia, perché «ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha det to» (Lc 1,45). Non di solo pane Numero 694 Tempo Ordinario pagina 18 Meditiamo la Parola Preghiamo la Parola Per trovare la pace bisogna muoversi Meditazione di Elmetti Fiorella Che paura su quella barca da pescatore sballottata dalla tempesta col vento forte e le onde che sembravano inghiottirla! Per questo i discepoli svegliano il Signore che dorme tranquillo mentre loro si agitano e temono per la loro vita! Gesù minaccia il vento ed esso si placa, ordina al mare ed esso si calma. Com'è possibile? Egli, ricordiamolo, è il Dio incarnato, l'immagine di colui che ha creato (e che continua a creare) e governa la storia, il mondo, la vita. Solo con lui tutto diventa possibile, pur nei nostri limiti e nelle nostre paure che possiamo affrontare solo se egli e nel nostro cuore. Don Tonino Bello in un suo scritto dice: "Il Signore è la nostra pace. Ma per trovare la pace bisogna muoversi, bisogna soffrire, sacrificarsi. Per trovare la pace bisogna essere in lotta, bisogna essere in guerra con se stessi. Un po’ come i pastori che lasciano la sedentarietà di stare accanto al gregge, di notte. Stavano forse vicino a un ginepro, a un pagliaio e quando sentono l’annuncio dell’Angelo, si muovono: "Andiamo, andiamo fino a Betlemme a vedere che cosa è avvenuto". Dopo aver veduto, dice Luca, "riferirono quello che del Bambino era stato detto loro". Hanno visto, si sono resi conto, riferirono. Hanno sentito e sono andati a portare agli altri, più avanti: "La pace è arrivata sulla terra"... Il tema della pace... deve farci cambiare qualcosa. Guai se la Parola di Dio non ci provoca al cambio, se la Parola di Dio non ci fa dire: "Signore, dimmi da che parte stai, così io vengo verso di te...". Come dicono i teologi del continente nero, che "non ci interessa sapere chi è Dio, ci interessa sapere da che parte sta", noi possiamo metterci dalla parte sua per dargli una mano a realizzare quello che lui vuole". Grazie, Signore Gesù, per le domande che ci poni e che ci provocano a una radicale revisione della nostra fede. Grazie anche per le domande che, per ora, non hanno risposta Sappiamo che mai ci abbandoni e che con amore sollecito sempre vegli su di noi quale imprevedibile Signore della nostra vita: spesso abbiamo paura, senza neppure saperlo spiegare. Signore, rafforza la nostra fede! Amen Agisci Gesù ci invita a fare un passaggio, un cambiamento, insieme a Lui. Qual è il cambiamento che in questo momento chiede a me, importante per la mia vita? Glielo domando nella preghiera. Non di solo pane Numero 694 Tempo Ordinario pagina 19 Sussidio di preghiera per la famiglia Coordinatrice Fiorella Elmetti Redazione don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini, don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti Anno XV- n. 694 Domenica 25 Gennaio 2015 Chiuso il 21 Gennaio 2015 Numero copie 1300 333/3390059 don Luciano Grafica e stampa don Luciano Vitton Mea Ideato da don Luciano Vitton Mea Per la tua vita spirituale visita il Vi troverai: Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo Ti aspetto ogni giorno su: http://www.latracciameditazioni.it/
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