Vulvodinia:imparare a conoscerla per incominciare a trattarla Dott. Filippo Murina Specialista in Ostetricia e Ginecologia Responsabile Ambulatorio Patologia Vulvare Ospedale “ V. Buzzi” Milano Prof. Claudio Torresani Specialista in Dermatologia e Venereologia Responsabile Ambulatorio Malattie cutaneo-mucose Clinica Dermatologica Università di Parma Rivisitazione di Vulvodynia: Integrating Current Knowledge into Clinical Practice Presented by The National Vulvodynia Association 2ª Edizione 2005 Sezione 1 Storia della malattia 1800: La Prima descrizione della Vulvodinia “Iperestesia della Vulva” – 1880: “…eccessiva sensibilita’ dei nervi della mucosa di alcune porzioni della vulva…talora confinata nel vestibolo. (1) – 1888: “Questa malattia è caratterizzata da una supersensibilità della vulva… Non è visibile alcuna manifestazione esterna di malattia… Quando le dita toccano le parti iperestesiche,la paziente lamenta dolore, qualche volta così forte da piangere. (2) Nel corso del 1900 Kelly descrive “aree di arrossamento, particolarmente sensibili, localizzate nella mucosa a ridosso dell’anello imenale fonte di intensa dispareunia” (3) Nessuna citazione della malattia appare nei testi di medicina per i successivi cinquanta anni!! Alcuni membri della Società Internazionale per lo Studio delle Malattie Vulvovaginali (ISSVD) descrivono per la prima volta la vulvodinia come “sindrome della vulva che brucia” al Congresso Mondiale della Società che si tiene nel 1975. Tardo 1900 :La Vulvodinia è definita ISSVD adotta la prima definizione formale della vulvodinia nel 1983: “Fastidio vulvare cronico caratterizzato da bruciore,irritazione o dolore.” (4) La definizione della vulvodinia è rivista dal Congresso Mondiale dell’ISSVD del 2003 e viene pubblicata nel 2004: “Fastidio vulvare, spesso descritto come bruciore, in assenza di alterazioni visibili di un qualche rilievo o di specifici disturbi neurologici clinicamente identificabili.” (5) Sezione 2 Incidenza e Prevalenza Studio Epidemilogico del National Institute of Health (NIH)-USA • 3358 donne intervistate, età 18-64 anni • 15.6% ha riferito storia di “bruciore cronico, dolore puntorio ed acuto, o dolore al contatto durato per 3 o più mesi” in un qualche momento della loro vita – 12.4% dolore al contatto – 3.3% bruciore o dolore puntorio Studio Epidemilogico del National Institute of Health (NIH)-USA Il 39.6% non ha mai avuto un trattamento adeguato 57% : alla ricerca di una diagnosi ha consultato 3 o più medici 39.1%: non ha mai avuto una diagnosi Bibbliografia 6 Sezione 3 Diagnosi differenziale Dolore Vulvare correlato a patologie specifiche Nel 2003 ISSVD ha classificato le potenziali cause di dolore vulvare in quattro categorie: • Infezioni • Dermatosi ( Patologie Infiammatorie ) • Neoplastiche • Neurologiche Prima di porre la diagnosi di Vulvodinia occorre escludere patologie appartenenti a queste categorie Bibbliografia 5 Infezioni – Da lieviti: Candida spp. (7) – Da protozoi: Trichomonas vaginalis (8, 9) – Da virus: Herpes Simplex Virus (10) Dermatosi Lichen Simplex Cronico La cute appare ispessita con aree bianche e/o rosse spesso rilevate. Il sintomo principale è costituito da un prurito che si automantiene (circolo vizioso prurito-grattamentoprurito) (11). Dermatosi Lichen Sclerosus La vulva è diffusamente biancastra, ad aspetto madreperlaceo-avorio intervallata da aree bianche rilevate a superficie irregolare.Il sintomo più frequente è il prurito; segue il bruciore legato ad erosioni/ulcerazioni e dispareunia per stenosi dell’introito vaginale. (12) Dermatosi Lichen Planus Il lichen planus presenta tipiche aree rosse solcate da un fine reticolo biancastro. Il sintomo principale è il bruciore, soprattutto nella variante erosiva che interessa la mucosa vestibolare (foto a sinistra) (13). Malattie neoplastiche Carcinoma Squamocellulare e VIN • Le VIN (Neoplasie Vulvari Intraepiteliali) possono apparire come aree di aspetto variabile (bianco-grigiastre o rosse).Nel dubbio l’esame istologico è fondamentale. • Il Carcinoma Squamocellulare della vulva spesso appare come una formazione nodulare, ulcerata, più frequente in età avanzata. (15) VIN 3+Ca. Microinvasivo Alterazioni Neurologiche – Compressione del Nervo Pudendo (16) – Danni del Nervo Pudendo per traumi alla nascita, post-chirurgici o per un’ampia varietà di altri insulti (es. Post-equitazione, traumi sportivi) – Dolore insorto dopo chirurgia per ernie discali – Cisti sacro-meningee (Di Tarlov) (17) – Nevralgia Post-Herpetica (18) – Malattie neurologiche (ad es. sclerosi multipla) Sezione 4 Classificazione e Diagnosi della Vulvodinia Forme di Vulvodinia Esistono 2 forme di vulvodinia isolate o in associazione: • Vulvodinia Generalizzata Non-Provocata : definita in precedenza Vulvodinia Disestesica (DVY) – Descritta per la prima volta nel 1989 da M. McKay (19): • Le pazienti non hanno significative modificazioni visibili all’esame obiettivo e lamentano dolore vulvare persistente • Vestibolodinia prev. Provocata: definita in precedenza Sindrome Vulvo Vestibolare (VVS) – Definita per la prima volta nel 1987 da Friedrich (20): • Dolore severo al tocco del vestibolo od alla penetrazione vaginale • Dolorabilità alla presione localizzata del vestibolo vulvare • Reperto obiettivo limitato a vari gradi di eritema vestibolare Possibili Patologie Concomitanti Risultati derivati da un questionario somministrato dall’NVA a pazienti con vulvodinia Malattia Numero d’intervistati Donne affette S.da Stanchezza Cronica 1566 12.6% Endometriosi 1452 15.6% Fibromialgia 1547 20,0% Cistite Interstiziale 1662 25.2% Colon irritabile 1675 34.9% Lombalgia 1729 55.5% Emicrania 1564 31.2% Altre forme di dolore cronico 2150 40.5% Vulvodinia: Reperti Soggettivi • Sintomi dolorosi lamentati più frequentemente : • • • • Bruciore (può essere costante e severo) Sensazione di “ustione” Irritazione Dolore puntorio • Allodinia Dolore dovuto ad uno stimolo che normalmente non è doloroso • Iperalgesia Amplificata percezione di uno stimolo doloroso Vulvodinia Generalizzata (Vulvodinia Disestesica) • I sintomi possono localizzarsi in qualsiasi area del territorio del nervo pudendo • L’ eritema può essere assente o presente in grado variabile • Il disturbo può essere: -Intermittente o costante -Provocato o spontaneo Vestibolodinia Sindrome Vulvo-Vestibolare (VVS) La diagnosi di VVS viene posta utilizzando i criteri di Friedrich Ø Dolore alla pressione localizzata del vestibolo vulvare ØReperto obiettivo limitato a vari gradi di eritema vestibolare ØDolore severo al toccamento del vestibolo o alla penetrazione vaginale VVS: criteri clinici utilizzati per valutare la gravità della patologia Criteri di Friedrich Criterio clinico associato Dolore severo al tocco del vestibolo o alla penetrazione vaginale Scala di Marinoff per la dispareunia Dolorabilità alla presione localizzata del vestibolo vulvare Swab Test (eseguito con un tamponcino di cotone) Eritema di grado variabile Ispezione visiva (la rilevanza di questo criterio è controversa) VVS: Scala di Marinoff per la dispareunia 0: Assenza di dolore 1: Lieve dolore che non interferisce con la frequenza dei rapporti 2: Dolore che riduce la frequenza dei rapporti 3: Rapporti impossibili per l’intenso dolore Bibbliografia 34 VVS: Swab Test con tampone • Applicare con il tampone una pressione delicata nelle zone attorno all’introito (dalle ore 1 alle ore 12). Chiedere alla paziente di quantificare la gravità del fastidio (punteggio da 0 a 3). • Il dolore, in genere, è più intenso tra le ore 5 e le ore 7. • Se il dolore si estende oltre il vestibolo valutare una possibile vulvodinia generalizzata e non una forma pura di VVS. VVS: Eritema L’eritema, presente in sede vestibolare, può essere di grado varibile. E’ dubbio il fatto che costituisca un segno distintivo della malattia. Sezione 5 Eziologia della Vulvodinia Vulvodinia Generalizzata (Vulvodinia Disestesica) Possibili meccanismi patologenetici • Viene ritenuta una sindrome dolorosa su base neuropatica • Recenti studi hanno evidenziato: – Incremento della percezione sensitiva degli stimoli tattili e pressori sia alla vulva che in regioni periferiche del corpo, suggerendo un’alterata soglia della percezione nocicettiva a livello del SNC (central sensitization ) (58) VVS: Meccanismi fisiopatologici • All’innesco ed al mantenimento dei sintomi sono stati associati fattori multipli • La fisiopatologia non è pienamente nota • Recenti studi hanno evidenziato: -Una proliferazione delle fibre nervose vestibolari (5963) -Elevati livelli di citokine pro-infiammatorie (64) -Elevata espressione dei recettori vannilloidi VR1 (65) -Riduzione dell’espressione dei recettori alfa per gli estrogeni (66) VVS: Meccanismi fisiopatologici Sensibilizzazione Centrale ? Alterata soglia di percezione nocicettiva a livello del SNC • Aumento della percezione sensitiva degli stimoli tattili e pressori sia alla vulva che in regioni periferiche del corpo (ciò suggerisce una Sensibilizzazione Centrale) (58) • Aumento dell’ intensità del dolore all’esame di 9 tenderpoint in aree extra-genitali (74) • Aumento dei livelli di attività cerebrale in zone corticali somatosensoriali durante l’applicazione di uno stimolo pressorio al vestibolo posteriore (75) VVS: Meccanismi fisiopatologici Nelle donne con VVS è stato riscontrata la presenza di alleli genici deficitari (polimorfismo genico) (69) con alterata codifica di: • IL-1ra : ridotta capacità di porre fine all’infiammazione (70) • IL-1beta: aumentata capacità d’innesco della risposta infiammatoria (71) • Lectina legante il mannosio: ridotta capacità di combattere la colonizzazione/infezione da Candida (72) • MCR1r e IL-1ra – la presenza combinata è associata ad un rischio 8 volte più elevato di sviluppare VVS (73) VVS: Eziopatogenesi Ipotizzata Triggers Proposti Infezioni (Candida, microorganismi non noti) Allergia Chirurgia, Laser o altri agenti infiammatori non microbici Modificazioni Tissutali + citochine infiammatorie + espressione VR1 NGF Degranulazione delle Mast cell Meccanismo? Proliferazione delle Fibre nervose Circuito di automantenimento del dolore (Sensibilizzazione Centrale?) Suscettibilità Genetica Polimorfismo IL-1ra, IL1beta, MBL, MCR1 Sezione 6 Terapia della Vulvodinia Terapia della Vulvodinia Generalizzata (Vulvodinia Disestesica) • • • • • • • • La chirurgia è controindicata per queste pazienti Eliminare ogni fattore potenzialmente irritante Consigliare adeguate norme igienico-comportamentali Antidepressivi Triciclici (es.amitriptilina) (22, 23) Anticonvulsivanti (es.gabapentina) (24, 25) Antidepressivi SSNRI (es. venflaxina) Elettrostimolazione Antalgica (Tens) Tecniche di blocco del Nervo Pudendo ( 28,29) Terapia della VVS (1) Essendo la fisio-patologia della VVS ancora incerta e verosimilmente multifattoriale, un singolo o una combinazione di trattamenti possono agire, nelle singole pazienti, in modo non uniforme •Eliminare ogni fattore potenzialmente irritante •Consigliare adeguate norme igienico-comportamentali •Anestetici topici (es.lidocaina) (35, 36): talora utili per alleviare il fastidio applicati prima dei rapporti sessuali Terapia della VVS (2) • Farmaci orali sono utili per la loro capacità di blocco delle vie nervose del dolore – Antidepressivi Triciclici (35, 37) – Gabapentina – Antidepressivi SSNRI • Riabilitazione della muscolatura del Pavimento Pelvico nelle pazienti con ipertono muscolare (valutazione qualitativa o quantitativa ) (38-40) • Elettrostimolazione Antalgica (Tens) • Chirurgia :Vestibulectomia (42-44) Terapia della VVS (3) • Infiltrazioni con Interferone (37, 46, 47) – Nonostante risultati iniziali promettenti, recenti evidenze ne hanno notevolemte ridimensionato l’utilizzo, anche per gli effetti collaterali. • Infiltrazioni Sottomucose vestibolari di cortisonici+anestetici locali (49, 50) – Utili soprattutto in caso di dolore molto localizzato prev. provocato • Dieta a basso contenuto di ossalati (51, 52) – Miglioramento riportato da alcune pazienti. Terapie Sperimentali della VVS • Infiltrazioni con tossina Botulinica (53, 54) • Nitroglicerina topica (55) • Capsaicina topica (56) • Blocchi sequenziali del nervo (57) (nervo pudendo e sue origini a vari livelli) Conclusioni : punti chiave • Sebbene la Vulvodinia sia una malattia relativamente comune rimane ancora una patologia poco conosciuta. • La diagnosi di Vulvodinia deriva da un’attenta e sistematica esclusione di altre cause di dolore vulvare cronico. • Vulvodinia Disestesica e Sindrome Vulvo Vestibolare sono termini descrittivi di condizioni cliniche che potrebbero comprendere malattie differenti con distinte eziologie e fisiopatologie. • Fino a quando ulteriori ricerche non consentiranno un’accurata classificazione delle pazienti in distinti sottogruppi, le cure della Vulvodinia Disestesica e della Sindrome Vulvo Vestibolare rimarranno empiriche. Fortunatamente esistono diversi trattamenti. Nella maggior parte dei casi l’uso di trattamenti combinati e individualizzati garantisce una ottimale gestione dei sintomi.
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