TESSUTO OSSEO - Morfologia umana e biologia applicata

FUNZIONI:
TESSUTO OSSEO
SOSTEGNO
PROTEZIONE
MOVIMENTO
METABOLISMO Ca P
EMOPOIESI
COSTITUENTI DELLA MATRICE
TESSUTO OSSEO LAMELLARE E NON LAMELLARE
IL
TESSUTO
OSSEO
NON
LAMELLARE
È
TIPICO
DELL'EMBRIONE E DEL FETO; È PRESENTE NELL'ADULTO A
LIVELLO DELLE SUTURE, DELLE INSERZIONI DEI TENDINI E
IN PROSSIMITÀ DELLE SUPERFICI ARTICOLARI E NEI
FENOMENI PRECOCI DI RIPARAZIONE DELLE FRATTURE.
LA DIFFERENZA CON QUELLO LAMELLARE CONSISTE NELLA
MODALITÀ CON CUI LE VARIE COMPONENTI SI ORGANIZZANO
FRA LORO: LE FIBRE COLLAGENE SONO RACCOLTE IN FASCI
INTRECCIATI O PIÙ RARAMENTE IN FASCI PARALLELI.
LA COMPONENTE ORGANICA È COSTITUITA
DA
FIBRE
COLLAGENE,
PROTEINE.
GLICOPROTEINE E PROTEOGLICANI
I MINERALI SONO RAPPRESENTATI DA
FOSFATO DI Ca (85%, DA CARBONATO DI Ca
10%, FOSFATO DI Mg E FLUORURO DI Ca,
TRACCE DI Sr, Cu, Mn, Zn) IL RAPPORTO Ca/P
VARIA DA REGIONE A REGIONE E DURANTE
L'ARCO VITALE.
IL TESSUTO OSSEO LAMELLARE LE CELLULE, LE FIBRE E LA
MATRICE AMORFA SONO RACCOLTI IN LAMELLE O STRATI
DISTINTI.
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il tessuto osseo può essere osservato in toto, preservando le due
componenti organica ed inorganica, dopo una inclusione in resine di durezza
sovrapponibile a quella dell’osso le sezioni ottenute possono essere
colorate ed osservate al microscopio ottico.
per ottenere un campione con la sola componente organica si elimina quella
inorganica mediante decalcificazione con acidi deboli (acido citrico) o con
agenti chelanti il calcio (acido etilen-diammino-tetraacetico EDTA). così
decalcificato il campione può essere incluso in paraffina e sezionato.
osteociti
per studiare la componente inorganica si utilizza il metodo per usura. il
campione è liberato per macerazione della componente organica non
mineralizzata. l’osso poi è lavorato con sostanze abrasive per ridurre lo
spessore del campione per renderlo attraversabile dal fascio luminoso del
microscopio. prima dell’osservazione, sopra il campione viene posto del
balsamo denso da non permeare le cavità del tessuto; in questo modo l’aria
rimasta nelle cavità del tessuto osseo provocherà il fenomeno fisico della
diffrazione dei raggi luminosi per cui tali cavità appariranno nere
all’osservazione incrementando così il contrasto con le zone circostanti di
colore più chiaro. canali di
Havers
lacune
breccia
osteone
Osso compatto e osso spugnoso
OSSO
LUNGO
EPIFISI
DIAFISI
2
OSSO PIATTO
OSSO BREVE
OSSO COMPATTO
OSSO SPUGNOSO
Nelle ossa del cranio l’osso compatto prende il nome
di tavolato esterno e tavolato interno, mentre l’osso
spugnoso è detto diploe
OSSO COMPATTO
TESSUTO OSSEO LAMELLARE
 IL TESSUTO OSSEO LAMELLARE È ORGANIZZATO IN LAMELLE
DELLO SPESSORE DI 3-7m PARALLELE FRA LORO
 NELLE LAMELLE
INTERCELLULARE
SONO
PRESENTI
CELLULE
E
SOSTANZA
 LE CELLULE (OSTEOCITI) SONO ALLOGGIATE IN CAVITÀ DELLA
MATRICE CALCIFICATA (LACUNE OSSEE)
 DALLE LACUNE SI IRRADIANO CANALICOLI OSSEI
Periostio
Sistema circonferenziale esterno
Sistema degli osteoni
Breccia o sistema interstiziale
Sistema circonferenziale interno
Endostio
Canale midollare
 LA LAMELLA OSSEA È PRESENTE SIA NELL'OSSO COMPATTO
CHE NELL'OSSO SPUGNOSO, MA SONO ORGANIZZATE FRA
LORO IN MANIERA DIFFERENTE.
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PERIOSTIO
SISTEMA CIRCONFERENZIALE ESTERNO
Il periostio è
una capsula di
rivestimento dell’osso, ad eccezione
delle superfici articolari, costituito
esternamente da una lamina di tessuto
connettivo fibrillare denso a fasci
paralleli alla superficie ossea
e
internamente da un monostrato di
cellule osteoprogenitrici sostenute da
una trama di fibre reticolari.
Il sistema circonferenziale
esterno è costituito da una
serie di lamelle concentriche
al canale midollare
È attraversato da vasi sanguigni che si
distribuiscono in tutto l’osso
Il periostio è saldamente unito all’osso
sottostante per mezzo di numerosi
fasci di fibre collagene ed elastiche
dette
FIBRE
PERFORANTI
DI
SHARPEY
SISTEMA DEGLI OSTEONI
Gli osteoni sono costituiti da una
serie di lamelle concentriche al canale
di Havers in cui passano vasi e nervi.
Tra un osteone e l’altro è presente il
sistema interstiziale o breccia.
Questa corrisponde a vecchi osteoni
formati in tempi precedenti e in via di
riassorbimento. Gli osteoni sono
collegati dai canali di Volkmann
L’osteone ha forma cilindrica, alto circa 1 mm; è attraversato dal canale di
Havers (Ø da 20m a 110m). È costituito da lamelle (fino a 24). È
delimitato dalla breccia mediante la linea cementante ricca di GAG
solforati e con mineralizzazione ridotta
VENULA
ARTERIOLA
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SISTEMA CIRCONFERENZIALE INTERNO
ED ENDOSTIO
SISTEMA CIRCONFERENZIALE
INTERNO
ENDOSTIO
OSSO SPONGIOSO O TRABECOLARE
Nell’osso spugnoso le trabecole
formano una rete tridimensionale
delimitando spazi comunicanti fra
loro. Lo spessore delle trabecole è
variabile e solo nelle trabecole più
grandi possono essere presenti veri
e propri osteoni.
Ciascuna trabecole è rivestita da
endostio.
MIDOLLO OSSEO
Il sistema circonferenziale interno è costutuito da una serie di lamelle
concentriche al canale midollare separato da questo dall’endostio. Il canale
midollare contiene il midollo osseo.
ARCHITETTURA DEL TESSUTO OSSEO
Il tessuto osseo lamellare è caratterizzato dalla disposizione in strati
successivi delle cellule e delle fibre. Questi strati che si sovrappongono
sono detti lamelle.
A differenza di quanto avviene nel tessuto osseo non lamellare non c’è
aggregazione delle microfibrille in fibrille o in fibre collagene. Le
microfibrille possiedono la peculiarità di apparire birifrangenti alla luce
polarizzata. Ciò ha contribuito alla spiegazione della osservazione (al MO a
luce polarizzata) di lamelle luminose o birifrangenti alternate a lamelle
scure o monorifrangenti.
Lo spazio delimitato dalle trabecole è
occupato dal midollo osseo.
I IPOTESI (Teoria di Gebhardt): le microfibrille di una lamella hanno
decorso parallelo fra loro; nella lamella successiva le microfibrille sono
parallele fra loro ma ortogonali a quelle della lamella precedente.
Quindi la disposizione delle microfibrille parallela al piano della sezione
determina lamelle birifrangenti (chiare o luminose) (e quindi una
disposizione perpendicolare rispetto al fascio della luce polarizzata ) e una
disposizione perpendicolare al piano della sezione nelle lamelle
monorifrangenti (scure) (e quindi una disposizione parallela ai fasci di luce
polarizzata). Le cellule infine sono accolte in lacune scavate fra le lamelle.
La disposizione ortogonale delle microfibrille era interpretata come un
sistema per aumentare la resistenza in toto dell’osso.
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II IPOTESI (Teoria di Marotti): Studi al TEM e al SEM hanno evidenziato
che in tutte le lamelle le microfibrille collagene sono intrecciate. Si
costituiscono lamelle di spessore minore (~3µm), contenenti un maggior
numero di microfibrille e pochi cristalli di idrossiapatite (lamelle dense)
alternate a lamelle di maggior spessore (~7µm), più povere di microfibrille
ma con un livello di mineralizzazione maggiore (lamelle lasse). I corpi
cellulari sono accolti in lacune all’interno di queste lamelle.
L’osservazione al MO a luce polarizzata evidenzia così le lamelle con un
numero tale di microfibrille da permettere la birifrangenza.
Questa teoria
inoltre
ha
il pregio
di dare
una spiegazione
alle
caratteristiche di resistenza meccanica del tessuto osseo lamellare:
 le lamelle dense sopportano forze di tipo tensivo e di torsione;
 le lamelle lasse, con un grado di rigidità maggiore per la presenza di
quantità superiori di matrice inorganica, sopportano meglio forze di tipo
compressivo
VASCOLARIZZAZIONE
LE CELLULE
 CELLULE OSTEOPROGENITRICI
 OSTEOBLASTI (bone lining cells)
 OSTEOCITI
 OSTEOCLASTI
Ricca vascolarizzazione per impermeabilità matrice
Flusso centrifugo da spazio midollare ai vasi periostali attraverso i canali di
Volkman
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CELLULE OSTEOPROGENITRICI
Le cellule osteoprogenitrici sono i precursori degli osteoblasti
Sono capaci di rispondere a determinati stimoli che determinano il loro
differenziamento in osteoblasti. Il principale fattore coinvolto è il
fattore di trascrizione CBFA1 (core binding factor alpha-1) (o RUNX2)
che attiva i geni della osteocalcina, osteopontina e altre proteine
osteospecifiche.
CELLULE OSTEOPROGENITRICI
Al TEM sono evidenti ribosomi liberi, scarso RER e un piccolo Golgi.
Sono localizzate sulle superfici libere delle ossa: nello strato più interno
del periostio, il cosiddetto strato osteogenico di Ollier, riccamente
vascolarizzato; nell’endostio che riveste le cavita interne dell’osso (cavità
Concorrono a tale differenziamento anche le proteine della famiglia BMP
(bone morphogenetic proteins) prodotte in maniera autocrina.
midollari, canali di Havers e di Volkmann).
Hanno forma fusata o ovalare, appiattita, con citoplasma scarso e
debolmente basofilo, nucleo ovoidale ed eucromatico.
Sono
OSTEOBLASTI (bone lining cells)
denominate
cellule
osteocondrogeniche
per
la
capacità
di
differenziarsi, in condizioni particolari, anche in cellule cartilaginee
Al TEM visibili un REG sviluppato e Golgi grande, mitocondri con numerosi
Responsabili della sintesi e mineralizzazione della matrice
granuli densi (accumuli di Ca++), vescicole di esocitosi:
Possiedono ancora capacità proliferativa.
oblunghe con materiale fibrillare elettrondenso, molecole di procollagene;
Forma cuboidale o poliedrica. Formano singole lamine simil-epitelioidi a
rotonde, a contenuto elettrontrasparente, contengono proteoglicani.
ridosso delle superfici ossee in via di formazione. Dimensioni rilevanti (circa
Nel citoplasma periferico globuli calcificanti, Ø 0,2-0,5µm, contenenti una
20µm), nucleo rotondeggiante, eucromatico, e citoplasma abbondante e
matrice elettrondensa in cui sono localizzati enzimi come la fosfatasi
basofilo con granulazioni PAS+. Sulla membrana plasmatica è presente
alcalina (ALP) e la pirofosfatasi (PP).
attività enzimatica per la presenza della FA.
Golgi
REG
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OSTEOCITI Cellule tipiche dell’osso maturo.
Ha forma stellata, con corpo a
forma di lente biconvessa e numerosi prolungamenti citoplasmatici orientati per lo più verso il fronte di mineralizzazione
o verso i vasi. Al MO presenta
un nucleo eterocromatico ed un
citoplasma perinucleare scarso.
TEM
L’osteoblasta può andare incontro a periodi di inattività metabolica.
Queste cellule poste a rivestire le superfici dell’osso sono appiattite e
sottili e prendono il nome di cellule di rivestimento (bone lining cells).
Sono comunque in grado di rispondere a varî stimoli come quelli meccanici
intervenendo nuovamente nella crescita e nel rimodellamento.
Al termine del processo che ha portato alla produzione di nuova matrice
l’osteoblasta diventa osteocita.
Stimoli meccanici modificano l’espressione genica rendendoli capaci della
sintesi o delle degradazione della matrice. Gli osteociti sono in grado di
interagire con altre cellule mediante molecole come PG e NO grazie ai
nexus, costituendo una rete di comunicazione formata da cellule
osteoprogenitrici, osteoblasti e osteociti dove gli osteociti fungono da
meccanosensori. Reazione al carico con ↓ espressione sclerostina → ↑
osteogenesi
SEM
Il corpo dell’osteocita rimane racchiuso in una nicchia (lacuna ossea)
scavata nella matrice calcificata, la cui forma ricalca quella della cellula,
mentre i prolungamenti sono accolti all’interno di sottili canali scavati nel
tessuto osseo e definiti canalicoli ossei. Alle loro estremità, i
prolungamenti di un osteocita sono connessi mediante nexus con quelli
degli osteociti circostanti e gli osteoblasti. Tra la membrana plasmatica
del corpo cellulare e dei prolungamenti e la matrice mineralizzata rimane
uno spazio sottile occupato da tessuto osteoide. Gli osteociti sono più
piccoli dei rispettivi osteoblasti.
RIMODELLAMENTO OSSEO
OSTEOCLASTI
Bone resorbing cells
partecipano a
Orchestrato da
OSTEOBLASTI
Bone forming cells
modulano
OSTEOCITI
adattamento della massa
ossea e dell’architettura
al carico meccanico
sono
Molecole di segnale (NO e PG)
producono
MECCANOSENSORI
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L’osteocita può apparire sotto tre
corrispondono a tre diverse morfologie:
distinti
stati
Osteociti quiescenti: scarso RER, Golgi piccolo,
pericellulare indicante rapporto con matrice calcificata.
funzionali
banda
che
osmiofila
Osteociti formativi: aspetto simil-osteoblastico con tracce di osteoide.
Osteociti riassorbenti: aspetto simil-osteoblastico con numerosi lisosomi.
Producono MPM. La funzione di questa osteolisi osteocitaria è collegata
NON al rimodellamento osseo ma all’omeostasi del calcio.
Ai margini dell’orletto increspato
vi è una porzione di citoplasma di
aspetto astrutturato, detta zona
chiara
αv β 3
OSTEOPONTINA
La zona chiara appare a superficie
liscia ed è occupata da abbondanti
strutture citoschel etriche: forma
un cercine periferico all’orletto
increspato con cui l’osteoclasto
aderisce alla superficie dell’osso da
riassorbire, delimitando l’ambiente
extracellulare compreso tra la
superficie dell’osso e l’orletto
increspato, la cosiddetta zona
sigillata;
OSTEOCLASTI
Gli osteoclasti sono le cellule preposte al
riassorb imento
osseo.
Sono
capaci
di
dissolvere la componente minerale e di digerire
enzimaticamente le componenti organiche del
tessuto osseo. Sono cellule giganti (100-200
µm), plurinucleate (anche 50 nuclei). Il loro
citoplasm a è acidofilo. Sono presenti molti
mitocondri e complessi di Golgi e numerosi
lisosomi multipli. Sono localizzati nelle lacune
di Howship.
Il riassorbimento della matrice
ossea inizia con la dissoluzione
della componente minerale dovuta
all’acidificazione del microambiente
della zona sigillata.
A questo livello l’anidrasi carbonica
genera acido carbonico a partire da
CO2 e H 2O; le pompe di membrana
localizzate
sulla
membrana
plasmatica dell’orletto increspato
trasportano attivamente protoni,
derivati
dalla
dissociazione
dell’acido carbonico e di altri acidi
organici di origine metabolica (es.
acido
citrico,
acido
lattico),
nell’ambiente extracellulare.
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L’abbassamento del pH che ne
consegue porta alla dissoluzione dei
cristalli di apatite. Nel contempo
l’osteoclasto esocita il contenuto
degli enzimi lisosomiali all’esterno
tra cui la FATR, catepsina K e le
MMP: a basso pH le idrolasi
lisosomiali si attivano e digeriscono
i componenti organici della matrice
ossea.
Quando termina la formazione delle
nuove lamelle disposte in successione
sulla parete del cono dalla periferia
al
centro
si
ha
l’osteone
completamente formato con il canale
di Havers di dimensioni definitive.
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MATRICE DELL'OSSO
M ATRICE
ORGANICA
Fibre collagene
di tipo I
MATRICE
ORGANICA
MATRICE
INORGANICA
Fibre
reticolari
C-4-S, K-S,
Ac. jaluronico
Per osteoide si intende quella parte di
matrice ossea metacromatica interposta
fra osteoblasti e matrice mineralizzata. Può
presentare ampi spazi di sostanza amorfa e
zone parzialmente calcificate
Proteoglicani
Glicoproteine
Sialoproteine
Proteine GLA
MATRICE ORGANICA
MATRICE ORGANICA

FIBRE: FIBRE COLLAGENE di tipo I ; FIBRE ELASTICHE (presenti
solo a livello delle fibre di Sharpey); FIBRE RETICOLARI (solo
nell’endostio e intorno ai vasi)

GAG: C-4-S; K-S; AC. JALURONICO

PROTEOGLICANI: BIGLICANO costituito da 2 C-4-S e un polipeptide
ricco in leucina; si trova nella matrice mineralizzata e nell’osteoide;
DECORINA che si associa alle microfibrille collagene; costituito da un
polipeptide simile al precedente legato a 1 C-4-S; è presente solo nella
matrice mineralizzata per cui si ipotizza che abbia un ruolo
nell’orientare la deposizione dei cristalli minerali lungo le microfibrille
collagene

GLICOPROTEINE: Osteonectina, la glicoproteina più abbondante. È
dotata di affinità per il calcio, sia come ione libero che associato in
complessi di tipo cristallino. Agisce come elemento di nucleazione dei
cristalli, perché concentra il calcio nelle sue adiacenze creando così le
condizioni per la precipitazione del fosfato di calcio;
Fosfatasi alcalina, un enzima capace di idrolizzare gruppi fosfato. Ha
forse un ruolo nei processi di mineralizzazione, liberando ioni fosfato
per la formazione dei cristalli;
Fibronectina, una molecola di adesione localizzata prevalentemente
nella matrice pericellulare e caratterizzata da una porzione capace di
legarsi al collagene. È coinvolta nei processi di migrazione, adesione
alla matrice e organizzazione delle cellule dell’osso.

SIALOPROTEINE: Sialoproteine, BSP (dall’inglese bone sialo-proteins,
sialoproteine dell’osso), glicoproteine contenenti residui di acido
sialico. Possiedono una sequenza aminoacidica particolare Arg-Gly-Asp
(sequenza RGD) che media l’adesione di cellule alla matrice ossea: la
osteopontina.
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MATRICE ORGANICA

PROTEINE CONTENENTI L’ACIDO g-CARBOSSIGLUTAMMICO
(GLA), un aminoacido particolare derivato dall’acido glutammico con un
ulteriore gruppo carbossilico. Il GLA incluso in una proteina possiede è
capace di chelare il calcio. Le proteine dell’osso contenenti il GLA sono
di due tipi: Osteocalcina, o proteina GLA dell’osso, contenente 3-5
residui di GLA. Svolge un ruolo di inibizione della mineralizzazione
perché si lega al calcio e lo rende indisponibile per la combinazione con
il fosfato, inibendo così l’accrescimento dei cristalli. Perciò abbonda
nel tessuto osseo maturo ed è scarsa nel tessuto osseo in via di
formazione;
Proteina GLA della matrice, di peso molecolare maggiore della
osteocalcina, è presente sia nell’osso maturo che in quello in via di
formazione, nonché nella cartilagine di accrescimento e nei tessuti
periodontali.
MATRICE INORGANICA
65% del peso secco. Costituita da sali di calcio, fosfato e carbonato con
tracce di altri sali (fluoruro di calcio, fosfato di magnesio).
Il fosfato di calcio è presente come cristalli di apatite, Ca10(PO 4)6++; le
due cariche positive sono neutralizzate da due ioni ossidrile (OH-),
formando così la idrossiapatite, o da carbonato (carbonatoapatite), da
fluoruro (fluoroapatite). Sono lunghi 20-40nm e spessi 1.5-3nm
I cristalli sono fortemente elettrondensi; si dispongono parallelamente
tra loro e alle microfibrille collagene, di cui ricoprono la superficie e
permeano le porosità.
Il fosfato di calcio precipita inizialmente sotto forma di minutissimi
aggregati amorfi che sono poi rimpiazzati da sottilissimi cristalli
aghiformi disposti parallelamente a molecole di decorina detti filamenti
assili (o crystal ghosts), in rapporto col periodo delle microfibrille
collagene.
Tali cristalli occupano progressivamente lo spazio interposto tra le
microfibrille collagene e permeando le microfibrille stesse.
Una volta formatisi i cristalli di apatite, la deposizione di nuovo minerale
può avvenire sia per neoformazione che per apposizione.
Paratormone (PTH)
DISTRIBUZIONE SPAZIALE E ORIENTAMENTO DELLE TRABECOLE
Polipeptide di 84 AA la cui secrezione è stimolata da bassi livelli di Ca++ e
soppressa da alti livelli di Ca++ ematici la cui funzione è quella di mantenere
costante la [Ca++] nel LEC. Agisce tramite cAMP come 2° messaggero.
Gli effetti biologici si manifestano sull’osso, sul rene e sull’intestino
Rene - Aumenta il riassorbimento del calcio a livello del tubulo distale
- Riduce il riassorbimento tubulare del PO4
- Aumenta sintesi di 1-α-idrossilasi
Ossa
- Aumenta il riassorbimento di calcio e PO4 dall’osso
ai liquidi extracellulari
Intestino - Indirettamente aumenta l’assorbimento di calcio
e PO4 incrementando la sintesi della Vitamina D
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REGOLAZIONE ORMONALE
OSTEOBLASTI
PTH
Calcitonina
Polipeptide di 32 AA la cui secrezione è stimolata da alti livelli di Ca++ e
soppressa da bassi livelli di Ca++ ematici. L’effetto ipocalcemizzante si
ottiene per azione diretta sull’osso mediante inibizione del riassorbimento
osseo. Ciò è evidenziato da una marcata riduzione di numero degli
osteoclasti. La calcitonina inoltre riduce il fenomeno della osteolisi
osteocitica. Anche la calcitonina agisce mediante cAMP.
CALCITONINA
•OAF ( osteoclast activating factors: IL-6 )
•PROCOLLAGENASI
•ATTIVATORE DEL PLASM INOGENO (tPA)
DEPOLIMERIZZAZIONE
OSTEOIDE
 Distacco degli osteoclasti dall’osso
 Scomparsa dell’orletto a spazzola
 Riduzione del metabolismo cellulare
OSTEOCLASTI
PLASMINOGENO
PLASMINA
PROCOLLAGENASI
ATTIVAZIONE
OSTEOCLASTI
COLLAGENASI
SOPPRESSIONE
RIASSORBIMENTO
Vitamina D
Vitamina D
Vitamina o ormone?
Nella cute la provitamina D (7-diidrocolesterolo) è convertita
fotoliticamente dai raggio UV in colecalciferolo (Vit. D 3). La Vit. D3 e
l’ergocalciferolo (Vit. D2) sono assunti anche con la dieta ed hanno una
potenza metabolica equivalente
Vitamina quando è necessario un
apporto esogeno per carenza
perché l’esposizione ai raggi UV è
insufficiente per la biosintesi
endogena.
Ormone perché
 è prodotto dall’organismo,
 regola il metabolismo,
 esiste un sistema feed-back
sulla sintesi,
 è
distribuito
ai
tessuti
bersaglio attraverso il circolo.
La Vit. D, cioè il proormone biologicamente inattivo,
nel fegato è
idrossilata formando 25-OHD (calcidiolo); nel rene è ulteriormente
idrossilata per formare l’ormone steroideo biologicamente attivo 1,25(OH)2D (calcitriolo)
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GH stimola la crescita ed il metabolismo dei condrociti della cartilagine
proliferante, promuovendo l’accrescimento delle ossa.
Vitamina D
Gli effetti biologici si manifestano sull’intestino e sull’osso
Intestino: favorisce l’assorbimento di calcio e fosforo
Osso: permette la mobilizzazione del
mineralizzazione dell’osteoide
calcio e
favorisce la
T3 e T4 stimolano la deposizione e la maturazione dell’osso.
Estrogeni e testosterone promuovono il turn-over dell’osso e inibiscono la
crescita dei condroblasti. Gli estrogeni regolano l’idrossilazione renale
della vitamina D e stimolano la proliferazione degli osteoblasti e
promuovono l’apoptosi degli osteoclasti. Per cui dopo la menopausa, si ha
una progressiva riduzione della massa ossea con osteoporosi.
La vitamina C, vitamina idrosolubile, agisce come coenzima per la sintesi
del collagene. Deficit gravi come avviene nello scorbuto, portano a
produzione insufficiente di collagene con conseguente ritardo nella
crescita e difficoltà nella riparazione delle fratture.
La vitamina A, vitamina liposolubile, riduce la proliferazione degli
osteoblasti ed aumenta l’espressione dei recettori per la vitamina D. Essa
agisce come fattore differenziante per gli osteoblasti. La carenza provoca
ritardo nella crescita delle ossa, un suo eccesso causa la precoce chiusura
delle epifisi con arresto prematuro della crescita.
L’ossido nitrico (NO) prodotto dalle cellule endoteliali è capace di indurre
la differenziazione degli osteoblasti.
OSTEOPOROSI
MICRORADIOGRAFIA
Disordine scheletrico caratterizzato da
una diminuzione della massa ossea e da
alterazioni
della
microarchitettura
ossea determinando fragilità ossea e
predisponendo ad un aumentato rischio
di fratture
Gli osteoni non sono strutture stabili, ma
vengono
continuamente
sottoposti
ad
erosione da parte degli osteoclasti. Le
cavità che si formeranno saranno occupate
da nuovi osteoni e l e lamelle residue
formeranno il sistema interstiziale o
breccia.
OSTEOMALACIA
Osteopatia metabolica caratterizzata da
massa ossea di volume normale, ridotto
contenuto minerale per un difetto di
mineralizzazione delle ossa
Causata da una ridotta disponibilità o da
un alterato metabolismo della vitamina D
Nell'infanzia la malattia assume il nome
di “Rachitismo”
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