“DIMMI COME ABITI...”

salute & famiglia
n.65 SETTEMBRE-OTTOBRE 2014 euro 3,00
Paolo Crepet
“DIMMI
COME
ABITI...”
EMICRANIA,
molecole naturali
per combatterla
Cervicale,
metodo
innovativo
con l'ozono
Paola Marella
si racconta e ci
apre le case
degli italiani
Depressione
post-partum
Crepet risponde
Bacche di Goji,
frutto di longevità
Sebo-normalizzante
Per la cura dei capelli e del cuoio capelluto
tendenti a seborrea e forfora.
Rivitalizzante
Dona elasticità e luminosità alla cute
Emolliente
Ad elevata penetrabilità, ideale come olio da massaggio
Lenitivo
Riduce le manifestazioni cutanee
dovute a irritazioni e pruriti della pelle
EDITORIALE
Le atrocità della
guerra in diretta
Una violenza incivile sbattuta
in faccia ai bambini
L’
estate appena trascorsa è stata accompagnata da notizie di atti feroci provenienti
dal medio-oriente. Decapitazioni, stragi di massa, corpi di donne e bambini trucidati da raid e da missili, fucilazioni pubbliche: un teatro di guerra in cui la tecnologia ha avuto un ruolo importante, direi decisivo. Oggi, infatti, anche la guerra ha bisogno
di visibilità, nulla avrebbe lo stesso effetto, nemmeno l’atto più atroce e vigliacco, se non
fosse diffuso in tutto il pianeta in un attimo. Le televisioni, internet, alla fine diventano,
consapevolmente o meno, complici delle vicende più orribile del terrorismo odierno. L’11
settembre è stato l’antesignano di questa barbarie consumata via etere.
Qualche giorno fa un padre mi ha scritto per chiedermi se sia giusto mostrare queste foto
ai bambini. Già, perché, anche non volendo, è diventato quasi impossibile che i nostri figli
più piccoli non osservino massacri e violenze di ogni tipo. Chi pensa a loro? Perché si da’
più importanza al diritto di cronaca che alla diffusione dell’idea della violenza come cultura di riferimento per milioni di giovani?
Violenza genera violenza, su questo non c’è dubbio. La legge del Taglione è la quintessenza
della barbarie, ma è ciò che avalliamo anche noi occidentali quando contribuiamo alla diffusione di scene raccapriccianti cui seguono risposte militari altrettanto raccapriccianti.
Un segnale di civiltà non può che essere unilaterale e non può che partire da noi che pretendiamo di essere la culla della civiltà e del diritto. E ciò significa mettere i diritti dei
bambini al primo posto, sempre e comunque.
Paolo Crepet
1
In questo
ETICA a…
TERMINE
Da Torino è partita la valutazione
del nuovo Codice di deontologia medica da
parte della FNOMCEO (Federazione nazionale
ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri). Sostituirà quello del 2006 e conterrà 4 articoli aggiuntivi e ben 300 emendamenti. Le 4
novità riguardano la medicina ‘potenziativa’
(ovvero le tecniche mediche atte a migliorare
le prestazioni generali di un individuo), quella
militare, l’organizzazione sanitaria e le tecnologie informatiche.
Tanti i punti caldi. Per quanto concerne l’uso delle nuove tecnologie, il medico
non potrà sfruttare i telefonini per instaurare con il paziente un rapporto esclusivamente
virtuale. Una volta un amico sarto si vantava
di aver fatto al cliente uno smoking prendendogli le misure per telefono… Niente di simile
in Medicina, insomma! Neanche se i sintomi
sono… del raffreddore.
Altra cosa è la ricetta elettronica:
una fava difficilissima da cuocere anche perché sembra che i farmacisti siano stati interpellati tardi, poco e male…. E gli stessi medici
di base lavorano male costretti… dalle istituzioni. Ma il fatto più grave è che sembra che, di
questi tre attori (Medico, Farmacista, ente Regione), nessuno ci guadagni nulla. E pensare
che qualcuno crede che ne tragga vantaggio…
il paziente.
Dove si parla di sperimentazione, i
medici dei Comitati Etici dovranno rispettare
le regole di trasparenza della stessa. Staminale insomma, non sarà una parolaccia, purchè
lo si confessi prima: “E’ vero, sto armeggiando
attorno alle cellule staminali…. Ma le uso pochino pochino”.
Anche la terminologia è stata rivista.
Vietato citare “eutanasia”, altra parolaccia
bocciata questa volta dalla Chiesa. Dopo gli
orribili epiteti “anziano” e “vecchio” o “donna
incinta”, considerati insulti, scomparirà infatti
la parola ‘paziente’ a favore di ‘persona assistita’. Segno dei tempi. D’altronde come operaio e badante, spariti non solo come “termini”
ma “terminati” proprio come individui fisici…
Ma a preoccupare non sono tali sottigliezze.
Piuttosto i 300 emendamenti che sanno tanto
di ritardi e politichese. Dovesse intervenire anche qui lo “sciroppo” Merkel.
Luca Guazzati
[email protected]
settembre/ottobre 2014
6 CREPET /
Depressione post-partum,
questione di responsabilità
8 ABITARE /
Gli italiani e la casa,
intervista a Paola
Marella
14 ABITARE /
IL PROGETTO Idee
multifunzionali
d’arredo
24 COSMETICA /
Capelli, una risposta
dall’olio di canapa
20 SORRISI /
La bocca degli italiani:
parola ai dentisti
28 SERVIZI SANITARI
Le sfide del settore
sanificazione
32 MEDICINA
Contro l’emicrania
un’associazione di molecole
40 REGIONE
Abruzzo e Marche: news dalla
sanità
42 BUONO A SAPERSI
Bacche di Goji,
frutto di longevità
3
P IL
LO
LE
Api, serpenti e scorpioni:
il veleno contro i tumori
MILANO - Nanoparticelle contenenti veleno di insetti o di serpenti
per contrastare la crescita dei tumori e impedire la loro diffusione
nell’organismo: è questa la proposta che arriva dal 248mo convegno
nazionale dell’American Chemical Society, la più grande società
scientifica al mondo, dove Dipanjan Pan, ricercatore dell’Università
dell’Illinois di Urban-Champaign (Stati Uniti), ha presentato i
risultati di uno studio che ha permesso di testare l’uso di questo
ritrovato su cellule di tumore al seno e di melanoma.
Primo
licantropo…
femmina?
La bimba più
pelosa al
mondo. Ma è una
malattia rara
Il bianco più
bianco?
È di un coleottero
CAMBRIDGE - Scoperte le ragioni fisiche del
bianco incredibilmente intenso e brillante
delle scaglie di rivestimento del Cyphochilus,
un parente del ‘maggiolino’. La ricerca
suggerisce nuove strategie per ottenere una
nuova generazione di materiali e vernici più
efficienti e a minor impatto ambientale. Il
Cyphochilus, un parente asiatico del comune
‘maggiolino’, ha una proprietà che non passa
inosservata: il corpo è rivestito da uno
strato di microscopiche scaglie di un bianco
estremamente intenso, al pari di un foglio di
carta o di uno strato di vernice che presentano
uno spessore oltre dieci volte maggiore.
Questa particolare proprietà è stata oggetto
di studio da parte di un gruppo di ricercatori
dell’Istituto nazionale di ottica del Consiglio
nazionale delle ricerche, del Laboratorio
europeo di spettroscopia non lineare Lens
dell’Università degli studi di Firenze e
dell’Università di Cambridge:
“Il coleottero deve risolvere un duplice
problema: da un lato essere leggero per poter
volare e dall’altro apparire di un colore bianco
brillante per mimetizzarsi tra i funghi in cui
vive”.
FONTE: ufficio stampa CNR
BANGKOK - Supatra Sapusham è una ragazzina di
12 anni attualmente affetta da ipertrofia pilifera: La giovane è
attualmente la persona più pelosa al mondo. Immaginiamo
il suo dramma; Supatra vive a Bangkok e nel suo piccolo
cerca di condurre una vita normale e frequentando
la scuola. La disfunzione genetica viene trasmessa
dagli avi in secoli e secoli, ecco perché la leggenda
probabilmente dei licantropi che nel medioevo
l’ignoranza vedeva queste persone affette
dalla malattia di Ambras come dei veri e
propri mostri. La sindrome di Ambras
è un sottotipo distinto dell'ipertricosi
congenita generalizzata, caratterizzata
MILANO - Alla riapertura delle scuole, infezioni da parassiti intestinali: ne soffre il
da un eccesso di peluria diffusa sul
20% dei bambini. Le “elmintiasi” sono infestazioni intestinali causate da parassiti
corpo, presente fin dalla nascita. si
metazoi (elminti) e rappresentano una causa importante di mortalità in molti
tratta di una malattia molto rara, che
paesi del mondo, specialmente laddove le misure sanitarie e igieniche sono più
non ha una predilezione geografica,
carenti. Tuttavia anche nei paesi più sviluppati, specie quelli temperati come l’Italia,
etnica o sessuale. Nel mondo sono
le infezioni da parassiti intestinali sono frequenti e interessano tutti gli strati della
attualmente stati riportati circa 40popolazione, in particolare i bambini, che s’infettano in occasione del contatto con il
50 casi
terreno durante il gioco, o a causa di oggetti infestati dal parassita o dalle sue uova.
Parassiti
a scuola,
attenti al mal di pancia
FONTE : Notizie in vetrina magazine MM
La maggiore responsabile di elmintiasi risulta essere la Famiglia delle Oxiuridae, in
particolare l’Enterobius vermicularis.
Clelia Corradi – Agenzia Glebb & Metzger
4
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inchiesta
GIOCO D’AZZARDO
La rubrica del
prof. Paolo Crepet per la
rivista “Senzaetà”
affronta il tema delicato del
cambiamento della società,
della famiglia e
dei complicati rapporti
genitori-figli.
Per scrivere al prof. Crepet:
[email protected]
Depressione post partum?
Questione di responsabilità
S
ono Katia subito dopo la nascita di mio figlio Luca mi è stata diagnosticata
dal CSM una psicosi post-partum. Ho sviluppato una iper-cura per 5 mesi.
La mia paura più grande era di non essere capace di fare la mamma. Dopo di
che chiedendo aiuto al 118 perchè avevo delle paure, i medici mi hanno ricoverata,
ho sospeso l’allattamento al seno e iniziato quello artificiale. Mi hanno somministrato
degli psicofarmaci molto forti e sono uscita dalla crisi. Successivamente, le crisi si sono
ripetute indicativamente d’estate e la terapia è stata sempre la stessa. Lo scorso anno
oltre ai farmaci mi sono fatta seguire da uno psichiatra in psicoterapia e sono stata
meglio, credevo di essere guarita uscendone del tutto, invece a giugno ho avuto un’altra
crisi. Mi sono fatta due giorni di ricovero, imbottita di farmaci, ho dormito e riposato
e rifatto la terapia solita e ora sto bene. La informo che la crisi è sopraggiunta a seguito
della mia separazione alquanto conflittuale. Mio marito non ha avuto mai un effetto
terapeutico. Ora lo psichiatra del CSM dice che avrò tutta la vita queste crisi, dovrò imparare a riconoscerle per evitare gesti strani e prendere le medicine al momento della crisi.
In sostanza per lui non esiste possibilità di guarire. Io oggi sto bene, andrò al csm a farmi
seguire dalla psicologa ma mi chiedo: è possibile che io non possa guarire? Lavoro come
impiegata part-time, con 1250 euro al mese mantengo me, la casa, l’auto e mio figlio. Ho
buoni rapporti con la mia famiglia di origine e dopo la separazione anche col mio ex. Mio
figlio ha accettato la separazione, è aperto e socievole con tutti. Non ho un compagno, ma
dopo un matrimonio chiuso sarò molto attenta a sceglierne uno con cui star bene. Non mi
va giù questa storia delle crisi che si ripeteranno a vita! Inoltre io sono una psicologa e credo molto più nella psicoterapia che nei farmaci.
Adesso vengo seguita
dal CSM e dai servizi materni infantili del consultorio sulla genitorialità. Prossima settimana torno dallo psichiatra che mi teneva in
cura come terapeuta.
Mi dica come posso fare per guarire. Io m’impegno ogni volta, ma poi all’improvviso le crisi tornano.
Katia
C
ara Katia, non ho mai pensato che la cosiddetta “depressione post-partum” sia una vera e propria sindrome psichiatrica,
piuttosto credo che sia il sintomo di una paura della donna nel momento più responsabilizzante della sua vita: mettere
al mondo un figlio. Ciò non significa però che i suoi sintomi e la sua richiesta d’aiuto doveva essere ignorata o sottovalutata, al contrario penso che lei sia stata ben aiutata, però non deve avere fretta di “guarire”. In psicologia non esistono
“guarigioni”, ma solo “maturazioni” e ogni esperienza esistenziale è utile a far crescere una persona. Lei vedrà che le crisi che
attraverserà non saranno uguali, ma seguiranno la sua capacità di affrontare la vita e di trovare un equilibrio sereno. Mi
pare che lei sia stata capace ad affrontare situazioni difficili, compresa la solitudine. Quindi credo che il peggio per lei sia alle
sue spalle.
6
senzaetà
abitare
L’INTERVISTA
DIMMI COME ABITI…
di Maria Chiara La Rovere
La “conduttrice
immobiliarista” Paola
Marella ci racconta gli
italiani dal punto di
vista delle loro case,
fornendo consigli e
spunti, e svelando
anche il suo lato
familiare e materno
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senzaetà
La scelta di una casa è in funzione
di un innamoramento,
di una sensazione che senti entrando…
come quando si incontra la persona della tua vita
…
Dai cantieri alla tv, dal mondo immobiliare milanese alle abitazioni di
tanti italiani. Paola Marella, ormai indiscussa regina della casa, è entrata
in tacco 12, ciuffi bianchi e grande
classe nei nostri salotti grazie a Real
Time e a programmi come Cerco
Casa Disperatamente, Vendo Casa
Disperatamente, Welcome Style,
Shopping Night Home Edition. Delle sue descrizioni e dei suoi consigli
di stile ci siamo un po’ tutti innamorati scoprendo che per far casa non
basta una zona giorno e una notte e
che per fare l’esperto immobiliare ci
vuole stoffa...e ben abbinata!
Dalla laurea in Architettura e dalla
lunga esperienza come intermediatrice immobiliare alle prese con
ristrutturazioni e vendite, è arrivata
nel 2007 al piccolo schermo nelle
vesti di pioniera “conduttrice immobiliarista”. Il suo tocco trasforma
dimore e spazi anche con poco, il
suo intuito fiuta stile e affari. Parola
d’ordine: mescolare con equilibrio e
ordine, e dare anima agli ambienti.
Le abbiamo chiesto come i mutamenti sociali hanno cambiato le abitazioni degli italiani, cosa ci troviamo dentro…e cosa non dovremmo
mai trovarci. Ma anche curiosità sulla sua casa, sul suo essere mamma,
sulla nuova edizione di Shopping
Night Home Edition e sulla novità
televisiva attesa per novembre.
“
Negli ultimi decenni abbiamo assistito
a grandi cambiamenti, già prima della
grande crisi che stiamo attraversando.
Nei primi del novecento, la casa era
fatta di ampi spazi e tanti disimpegni. Oggi
abbiamo spazi più piccoli, con l’eliminazione delle parti superflue come i disimpegni e
i corridoi. L’esigenza è quella di organizzare
al meglio, razionalizzare, rendere funzionale; questo anche nelle ristrutturazioni. Se
prima una famiglia viveva in abitazioni di
120-130 metri quadri, oggi si opta spesso
per i 90-100. Altra grande differenza: prima a 35 anni, magari con l’aiuto dei genitori, si ambiva a cambiamenti di casa interessanti in concomitanza con l’ampliarsi della
famiglia, ora se si cambia lo si fa ma senza
ingrandirsi di molto”.
Cosa consiglierebbe a chi si trova a
scegliere casa, oggi?
“La caratteristica principale è che un bene
sia facilmente commerciabile: magari si
pensa di acquistare la casa per la vita ma io
dico sempre che tutto può cambiare. Ci sono,
poi, le solite indicazioni generali: possibilmente non primi piani, ci vuole un doppio
riscontro, le case d’epoca possono avere più
valore. Ma quello che mi piace ricordare è
che la scelta di una casa è soprattutto in funzione di un innamoramento, di una sensazione che senti entrando in quella casa…come
quando si incontra la persona della tua
vita”.
Finita la fuga dalle città?
“Una volta il fenomeno della decentralizzazione era dovuto al grande divario di costi,
mentre oggi tra le zone periferiche e il centro
non c’è un grande gap economico. La città,
anzi, offre servizi importanti e i prezzi delle
case sono scesi. Chi vuole e può approfittare
di questo, sta comprando proprio in città, e
si assiste ad un ritorno dalle periferie”.
In questi anni, come si è mosso il valore delle case e come vede il mercato
della compravendita?
“I dati parlano di una piccola ripresa ma
bisogna vedere se è un dato consolidato.
Il fatto è che la tassazione spaventa anche
9
abitare
Bene unire cose
tradizionali con
pezzi di design,
riciclare e investire
nell’arte
Vietato
sovraccaricare
le case
e mescolare
colori freddi
e stile barocco
quelli che hanno possibilità e le scadenze di
questo periodo ce lo ricordano. Per quanto
riguarda il valore delle case, tra il 2000 e il
2006 c’era forse stata una crescita sproposita ed era dunque necessario che il valore
degli immobili si livellasse. Oggi, dunque,
ci sono diverse occasioni tra cui scegliere.
Ora ci sarebbe bisogno di interventi di defiscalizzazione in modo da far riavvicinare
gli italiani alle loro caratteristiche storiche:
quella di essere risparmiatori e di vedere nel
mattone il bene rifugio per eccellenza”.
Parlando degli interni contemporanei, quali peculiarità hanno acquisito,
rispetto al passato?
“C’è stata una grande rivoluzione: nuove
e impensate possibilità di arredare gli
spazi, anche grazie a grandi catene
commerciali che vantano designer competenti e originali
e hanno costi decisamente
interessanti. È accaduto
come nella moda: negli
anni ‘80-’90 era appannaggio di alcune
elite mentre poi alcuni soggetti internazionali hanno reso il
glamour e lo stile accessibile. Così nelle
case si può spaziare
nella scelta degli arredi mescolando gli
stili ma mantenendo
doverosamente
un
criterio di uniformità.
Una volta c’era il cor-
10 senzaetà
redo, ad esempio, e quel che ti portavi dal
passato (arredi, tappezzeria, suppellettili,
lenzuola, etc.) lo tenevi così, oggi puoi rivedere tutto in nuove chiavi di lettura…magari
mescolando quell’antico mobile con un pezzo di design”.
I consigli-chiave per arredare al meglio?
“Intanto, mai seguire solo la tendenza del
momento: vanno fatte scelte anche in funzione di quello che si ha, integrando con cose
che possono star bene e creare un equilibrio
gestibile. Si possono unire cose tradizionali
e classiche con pezzi particolari di design.
Acquistare una luce importante, mentre
riciclerei le sedute e i divani, magari cambiando i tessuti. Vietato il total minimal
ma bene, appunto, i tocchi particolari (luci,
quadri, etc.) su una base tradizionale. Vietato sovraccaricare le stanze di mobili o
oggetti rischiando di soffocare le cose belle.
Poi ci sono i divieti standard: mai usare colori freddi quando si hanno mobili barocchi
o rococò, mentre si addicono con uno stile
minimal e molto moderno. Importantissimo il modo di aggregare gli
elementi e la scelta dei colori. Immancabili nelle case, ovviamente, un salotto con le sedute e
una zona studio-relax, dove
a volte si ricevono anche gli
amici per i conviviali”.
Gli errori più comuni
degli italiani?
“Sovraccaricare le case,
appunto. Bisogna pulire
lo stile e mettere l’ordine tra le priorità. Anche
quando si fa qualcosa
di nuovo: non bisogna
comprare tutto insieme,
ma mischiare il nuovo con
oggetti riciclati. Partiamo
dal semivuoto e poi vediamo
PIXEL GRAFICA
Dalle piccole attenzioni nascono grandi cose
Questa è la vera
natura della casa:
il luogo della
pace, il rifugio
non soltanto da
ogni torto, ma
anche da ogni
paura, dubbio
e discordia.
John Ruskin
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abitare
Oggi c’è stato il
giusto livellamento
del valore degli
immobili e ci
sono buone
occasioni. Ma ci
vogliono interventi
di defiscalizzazione
per far tornare
gli italiani alla
loro caratteristica
storica: credere nel
mattone
12
senzaetà
cosa introdurre secondo il proprio gusto,
fondamentale anche quello altrimenti senza
input i professionisti fanno case asettiche”.
Benessere in casa: quanto conta la disposizione di mobili e oggetti?
“Con i tempi frenetici della modernità e del
lavoro fuori casa o lontano, si è affermato
il concetto di casa come momenti di relax,
la casa-nido, da vivere e godere. Questo avviene se è creata su misura, cucita addosso
come un abito. Non esistono però indicazioni oggettive ma tutto è soggettivo e dunque
personalizzabile. Anche le classiche questioni dell’orientamento delle stanze o della disposizione dei mobili verso nord o verso sud.
Esempio? Mentre io preferisco la luce ho
un’amica che lavora nel mio stesso campo
che ama assolutamente gli spazi non troppo
luminosi”.
I programmi tv sulla casa hanno aumentato l’attenzione degli italiani per
design e arredamento?
“L’italiano, in particolare, ha sempre avuto
una grande attenzione per la casa, vista tradizionalmente come bene-rifugio: per il 70%
gli italiani sono proprietari di immobili e la
tendenza è quella di legarsi molto ai propri
spazi, cambiando casa 2-3 volte nella vita
mentre, ad esempio, americani e nord-europei lo fanno anche 8-9 volte. La tv ha permesso che questa attenzione si concretizzasse con consigli reali e facilmente realizzabili
per gli spettatori. Il nostro “Vendo casa disperatamente”, che nel 2009 conducevo su
Real Time, migliorava e rivoluzionava in
meglio una casa anche con 6.000 euro, cambiando la disposizione di mobili e arredi, colori e tessuti, mettendo ordine. Siamo stati
precursori in tal senso. Quest’anno Vendo
Casa, che ho condotto fino al 2013, è in pausa e faremo Changing Rooms al suo posto.
Il 24 settembre parte invece la seconda edizione di Shopping Night Home Edition (alle
22:10 su Real Time, canale 31), le nostre
gare di arredamento tra coppie, con diverse
novità e soluzioni e spunti interessanti per
chi ci guarda. A novembre, inizieremo anche
un nuovo programma, sempre legato all’home design e inerente la remise en forme della casa, ma a sfidarsi saranno le famiglie”.
Che stile ha dato alla sua casa?
“Rispetto rigorosamente ciò che vado predicando e ho una casa classica con oggetti
tradizionalissimi in cui ho inserito tocchi
eccentrici nelle luci (ho una passione per le
lampade), nei quadri, nei tappeti, negli oggetti di design”.
Opere d’arte e oggetti “riciclati” sono
alcuni suoi must, giusto?
Nella mia
famiglia
grande
collaborazione,
passione
ed entusiasmo
“Sì, vale sempre la pena avere in casa pezzi
d’arte: anche con un piccolo investimento si
trovano tante opportunità, soprattutto con
le opere di giovani artisti. È anche un modo
per premiare la creatività e le nuove produzioni artistiche. Ciò che risulta determinante
è il criterio e la sistemazione delle immagini,
non tanto il valore. Il riciclo è un altro concetto vincente: un divano può rinascere grazie ad una stoffa particolare, ad esempio, e
lì la gamma di opportunità è straordinaria,
i prezzi variano a seconda degli interventi e
anche in questo caso abbiamo modo di premiare artigiani creativi e scrupolosi”.
Architetto, intermediatrice immobiliare, home stager, docente, presentatrice…ma lei è anche moglie, e mamma
di un ragazzo di 19 anni. Come riesce a
conciliare il tutto?
“Tanta organizzazione! Tra i momenti di
sovraccarico di impegni, cerco sempre di
ritagliare spazi di vacanza e relax per recuperare le energie e godermi la famiglia. Ho
sempre lavorato molto e ho fortunatamente
un figlio abituato a gestirsi e a collaborare
in famiglia, e un bravo marito! In questo
modo riusciamo ad organizzarci al meglio.
Indispensabili la voglia, la passione, l’entusiasmo”.
Una mamma moderna che però sull’educazione non ha mai sorvolato su...…?
“Il senso del dovere sicuramente! Mettendo
in chiaro che i doveri vengono prima dei diritti. Sin quando non si lavora il dovere fondamentale di un bambino o di un ragazzo è
la scuola e lì ho chiesto sempre impegno e
risultati adeguati”.
13
inchiesta
abitare
GIOCO
IL PROGETTO
D’AZZARDO
My name is…
SEPASÈ
D
ue sorelle, la stessa passione. Senza la paura di sfidare il mercato in
un momento difficile.
Due giovani ingegneri-architetti
marchigiani, Agnese e Caterina Pirani, ritornate nella propria città dopo esperienze
lavorative maturate in importanti studi di
progettazione italiani ed esteri, sono l’anima
e lo stile di ArchIngegnare, una realtà dove
convive il bello e il funzionale. La loro ispirazione? Credono che il Design, così come
l’Architettura e l’Ingegneria, siano portatori di un grande dovere morale e sociale nei
confronti dell’uomo. Credono che i progetti
debbano essere in grado di migliorare il benessere di chi li vivrà rispettando cultura,
tradizioni e bisogni di una società in continuo movimento.
Come nasce l’idea?
“L’idea è nata quasi per gioco… durante
il recupero di una ex chiesa il committente
chiede di poter trasformare un piccolo ambiente, di volta in volta, in saletta conferenze, zona mostra, area per piccoli concerti,
teatro. Facciamo un esperimento, abbiamo
pensato. Mettiamo tutte queste richieste in
un unico elemento. Ecco come nasce Sepasè”.
Perché si chiama così?
“E’ un acronimo. SE sta per sedia, PA sta per
parete, SÈ sta per separè. E’ l’oggetto multifunzione. Si trasforma facilmente da sedia,
14
senzaetà
a separè, a tavolino e può essere comodamente spostato e trasportato occupando pochissimo spazio una volta chiuso”.
E come si sposa un oggetto multifunzione con le esigenze di arredo?
“Negli ultimi anni si è osservata una progressiva riduzione della metratura degli
ambienti domestici e professionali, con
l’intento di contenere le esigenze di mercato vuoi per i differenti prezzi di acquisto
degli immobili, vuoi per le richieste dettate
Ecco l’ultimo
“esperimento”
d’arredo.
Idea
multifunzione
di ArchIngegnare
da realtà diverse dal tradizionale nucleo
familiare. In tale contesto diventa centrale
il momento della scelta di un arredo o complemento di arredo, al fine di ottimizzare
il limitato spazio disponibile senza cadere
nella standardizzazione. Questo è lo scopo
principale di Sepasè”.
Materiali impiegati?
“Sepasè, che è un brevetto, è costituito da
una struttura di quattro telai di alluminio
uniti da snodi di sicurezza. Questi telai pos-
Agnese Pirani e Caterina Pirani (www.archingegnare.it)
Ideatrici di Sepasè, cofondatrici dello studio di progettazione ArchIngegnare
www.sepase.it
Semplice,
versatile,
flessibile,
sfoderabile,
personalizzabile,
facilmente
trasportabile
soprattutto
MADE IN ITALY
sono essere di differenti colori e finiture in
relazione anche all’uso prevalente dell’oggetto. Inizialmente sono nate due linee: Sepasè Dressed e Sepasè Naked. La versione
Dressed è “vestita”, la più armoniosa, la Naked è ”spogliata”, più cruda. Nella Dressed
il rivestimento vince sulla struttura, nella
Naked è la struttura a vincere. La prima,
più morbida, può essere di tessuto, tela colorata, pelle, ecopelle, feltro, jeans, intrecciati,
rafia, bambù, cocco. Nella seconda si può
scegliere dal metacrilato, al legno, sughero,
cartone, plastica riciclata di differenti colorazioni e finiture”.
Al momento a quale target e mercato
vi rivolgete?
“E’ un prodotto per tutti da utilizzare in ambito domestico, commerciale, professionale,
di intrattenimento, sanitario etc. Si rivolge
ad un pubblico molto ampio, dal consumatore finale allo showroom o al distributore
specializzato, dal contract all’interior design. In molte fiere ed eventi ha avuto gran
successo”.
Quali riconoscimenti ha avuto Sepasè?
“Ha vinto come progetto innovativo all’
ExpoIndustria di Lima nel 2012, alla Florence Design Week di Firenze, alla Eos,
Fiera Internazionale della Sostenibilità e
Carbon Footprint di Udine nel 2013, al Fuori Salone di Milano Distretto Ventura Lambrate e alla Bim (Banca Intermobiliare) di
Lugano nel 2014. Scelto, inoltre, nell’ambito
di “Innovattori nuove sfide ed opportunità
dall’ Europa”.
Nel 2013 ha ottenuto il primo premio a “Un
progetto per il mio futuro” indetto dalla
Fondazione Cassa di Risparmio di Loreto ed
il premio del pubblico nell’ ambito del Business Idea Award, rivolti entrambi alle Start
Up Innovative e alle Giovani Imprese”.
Avete pronta anche un’altra novità?
“Esatto: SepaSol. Sepasè incontra il Sole ed
è amore a prima vista! La sedia, il tavolo
e la parete si autoalimentano grazie a dei
pannelli fotovoltaici che animano il rivestimento dando energia ad un accumulo, che
una volta carico, può alimentare diversi dispositivi come pc, tablet, luci, smartphone.
Il tutto si autoillumina con un sistema a led
integrato dando vita ad un oggetto non solo
funzionale ma funzionante. Può trovare collocazione in diversi ambiti dalle barche, alle
marine, ai locali di svago, ai campeggi, outdoor ed indoor. Non sarà l’unica novità, ma
per ora…TOP SECRET”.
“Case, uffici, spazi
urbani divengono tanto
più godibili quanto più
l’arredo FUNZIONA.
Sepasè risponde a
questa necessità”
15
abitare
INTERIOR DESIGN
Dalla nascita del concetto di abitazione
alla mass customizzation, passando per i
cambiamenti sociali che hanno influenzato la
performance progettuale della casa moderna.
Il valore dell’interior design per modellare lo
spazio sullo stile di vita.
IL DESIGN
FA PIÙ CASA
Giorgia Rosini
Interior Design Poliarte Ancona
Il cambiamento
sociale
influenza la
performance
progettuale
della casa
moderna:
monolocale
16
senzaetà
P
er casa si intende la dimora, ovvero
tutto ciò che permette di ripararci
dagli agenti atmosferici. Può essere
di origine naturale o artificiale e costruita dall’uomo. Parliamo di prime abitazioni dai tempi del Paleolitico, dove gli uomini
trovano rifugio in grotte; e poi in tende mobili
adatte al nomadismo. La funzione del focolare come riunione del gruppo familiare emerge
pian piano.
Dagli Egizi in poi sorgono vere e proprie architetture e nasce il concetto di abitazione
per contenere singoli nuclei familiari. Sono
architetture a pianta quadrata o rettangolare,
circondate da uno o più cortili. Oltre alle altre funzioni finalmente emerge anche quella
estetica. Queste tipologie di abitazioni saranno confermate anche da Romani e Greci, fino
al Rinascimento e al Barocco.
Nei secoli seguenti, con il fenomeno crescente
dell’urbanizzazione, le popolazioni affluiscono nelle città ed è così che vengono progettati
i primi palazzi plurifamiliari, strutturati su
più piani, di svariate forme, fino ad arrivare
ai grattacieli dei nostri giorni. Il concetto di
casa, pur non avendo subito cambiamenti
drastici nelle funzioni, ha però ispirato, negli
ultimi anni, nuovi modi di concepire l’am-
biente di vita. Oggi per spazi abitativi non
intendiamo solo determinate tipologie di edifici, ma anche quelli da ristrutturare come ex
fabbriche ed ex ospedali. Tutto questo grazie
al design, che non ha né barriere né orizzonti. L’abitazione ora viene vista dall’interno,
non più come un guscio esterno; è l’interno
stesso a plasmare quello che noi siamo, visto
che la casa è lo specchio della nostra anima.
Tempo fa progettare, arredare spazi interni
era visto come qualcosa di superfluo oppure
come una moda passeggera. La figura stessa
dell’interior designer s’impone invece, oggi,
su quella dell’architetto per personalizzare lo
spazio ed aprire ad ogni ceto sociale. In precedenza tale competenza era riserva esclusiva
dell’élite cittadina. Oggi quest’espressione sociologica di “alto e basso” non c’è più, grazie
anche all’opera di catene commerciali, come
Ikea, che hanno integrato architettura, design
e arredamento. Tutti possono avere una casa
utilizzando praticamente qualunque stile.
è l’epoca in cui le cose non si buttano, ma si riciclano, e una semplice scatola in cartone può
diventare elemento di design e di arredo per
la nostra casa; il vintage torna di moda e si affianca al moderno; Ikea viene presa d’assalto
da giovani studenti o da giovani coppie che vo-
in collaborazione con
gliono dare uno
stile proprio al loro nido.
Siamo nella mass customizzation, l’assemblaggio personalizzato di più complementi
d’arredo. Per stile non intendiamo solo il
modo di arredare, progettare, ma proprio lo
stile di vita delle persone, che cambia negli
anni, e di conseguenza anche il modo di “fare
casa”.
La famiglia non si riconosce più nel modello
“tradizionale”: è l’epoca delle coppie di fatto,
dei genitori single, dei lavoratori fuori sede. Il
cambiamento sociale influenza la performance progettuale della casa moderna: monolocale ipertecnologico, minimal, loft, singole
stanze.
L’appartamento è la tipologia sempre più
richiesta e noi designer non ci limitiamo ad
abbellire gli ambienti con l’arredamento, ma
giochiamo con la psicologia degli spazi personali insieme ai committenti. Spezziamo
l’uniformazione per far emergere preferenze,
abitudini e gusti individuali, senza tralasciare le forma estetica. Ogni appartamento può
variare. Può risultare il ritratto del designer
quando il cliente gli dà carta bianca sulle scelte progettuali oppure il ritratto del cliente,
nel caso in cui lui stesso insieme al designer
decida come progettare la propria abitazione.
Nel progetto della casa decide, in ultima analisi, lo stile di vita: attraverso forme, elementi,
Grazie al design,
l’abitazione
ora viene vista
dall’interno,
non più come un
guscio esterno
colori e dettagli si
riesce ad interpretare la psicologia di chi la
vivrà seguendo
il principio indicato sopra
de “la casa,
specchio della nostra anima”.
Ovunque si può abitare: da qui l’idea diffusa
del loft, che nella sua prima rappresentazione si impone come fenomeno newyorchese.
Dopo la Seconda guerra mondiale molti artisti da Parigi si trasferiscono nella metropoli
americana, dove si assiste alla chiusura di
molte imprese cittadine con la dismissione
di industrie, capannoni e magazzini. Gli ampi
interni di questi edifici diventano studi ideali
per artisti e designer. Di lì a poco si affermerà
il concetto di vivibilità nel loft.
All’epoca nessuno immaginava le potenzialità
culturali e progettuali che racchiudevano quei
locali malandati. Quella dei loft è oggi infatti
sia una filosofia del design, che una tipologia
abitativa alternativa per precise caratteristiche non vincolanti.
Questa tipologia di abitazione è un’ulteriore
conferma della duttilità morfologica propria degli interni, corrispondentemente alle
esigenze del cliente e alla concezione estetico-progettuale dell’interior designer.
www.poliarte.net
Una semplice scatola
in cartone
può diventare
elemento di design
E di arredo
il vintage torna
di moda e si affianca
al moderno
È l’assemblaggio
personalizzato di più
complementi d’arredo
17
abitare
ERGONOMIA COGNITIVA
Andrea Montesi
Docente di Ergonomia e Antropometria
POLIARTE Ancona
To u c h
Life
Come aiutare
il nostro
cervello a
ridurre lo
sforzo
interpretativo
del mondo
18
senzaetà
S
ono convinto che l’uomo è una
macchina perfetta: muscoli e movimento, respirazione, coscienza
di sé, linguaggio, interpretazione
del mondo. Quest’ultimo punto, l’interpretazione che il nostro cervello continua
imperterrito a svolgere - a volte senza la
nostra volontà - ogni secondo, è un compito oneroso, che sfrutta molte delle energie
quotidianamente a nostra disposizione,
specialmente quelle che maggiormente impieghiamo, ovvero la vista e l’udito.
Utilizziamo i computer e i nostri occhi sono
sottoposti a continui input artefatti, dati
dalla luminosità e dai colori del monitor,
dal tipo del documento che dobbiamo leggere o “semplicemente” interpretare. L’udito, invece, ci dà la misura della musicalità
del mondo, ci fa percepire le risa di un bimbo, le urla del mercante che vende la propria merce, il clacson dell’auto. Abbiamo la
possibilità di analizzare tutto ciò che ci circonda, riconoscerlo, categorizzarlo e dargli
un significato ben preciso.
Ma questo richiede attenzione, uno sforzo
cognitivo e interpretativo che aumenta costantemente il nostro stress mentale quotidiano, specie se viviamo in città dinamiche,
cariche di stimoli continui, spesso artificiali. Ed è in questo ambito che interviene
l’ergonomia cognitiva, disciplina volta alla
ricerca delle possibilità atte a diminuire lo
stress cognitivo a cui le persone sono sottoposte.
Essa va di pari passo con l’ergonomia fisica e si occupa in generale del rapporto
dell’uomo con tutti gli stimoli sensoriali che
derivano dal mondo esterno; studia come
migliorare l’interazione tra il sistema cognitivo umano e le interfacce informatico-grafiche integrate negli oggetti che utilizziamo
(usabilità e visibilità dello schermo del bancomat o dei forni, dei computer, etc…).
Tutto ciò al fine di rendere maggiormente
vivibile, di facile interpretazione e qualitativamente migliori gli oggetti, le abitazioni e i
luoghi di lavoro.
Tale disciplina si relaziona con molteplici ambiti di studi differenti: psicologia del
lavoro, design, neurofisiologia, ingegneria,
domotica.
in collaborazione con
direttore Giordano Pierlorenzi
L’ergonomia cognitiva
nell’abitazione?
Se i progettisti
lavorano ottimamente,
aiutandoci ad
aumentare il comfort
delle azioni quotidiane,
tali supporti si
integrano con le nostre
abitudini private.
Il “frigorifero intelligente”,
ci comunica la data di
scadenza e la
tipologia di
conservazione
del prodotto
Come possiamo vedere l’ergonomia cognitiva nel quotidiano, all’interno della nostra abitazione? Non lo facciamo, non per
carenza di attenzione, ma perché se i progettisti lavorano ottimamente, aiutandoci a
diminuire lo sforzo interpretativo e ad aumentare il comfort delle azioni quotidiane
(cucinare, lavare, asciugare, etc..), tali supporti si integrano con le nostre abitudini
private. Un esempio è la comprensione dei
quadranti frontali del forno o della lavatrice: questi devono avere un colore che faccia
vedere senza sforzi i comandi da utilizzare,
anche quando la luce del forno in funzione
è accesa o quando la lavatrice sta lavando.
Oppure far comprendere l’uso dello strumento mediante pulsanti o touch system
che abbiano una funzione per tasto, semplificando l’uso dell’oggetto (es. tasto con
l’immagine di una ventola per la sua attivazione e spegnimento o avere più/meno per
scegliere i giri del lavaggio). Di tutto ciò ci
accorgiamo solo se non riusciamo a capirne il funzionamento, con conseguenti sentimenti di rabbia (verso noi e chi l’ha prodotto) e frustrazione. Ancona: in un hotel,
le finestre cambiano colore secondo il gusto
dell’ospite; il “frigorifero intelligente”, tramite uno schermo posto sulla facciata, ci
comunica la data di scadenza e la tipologia
di conservazione del prodotto.
Queste sono alcune delle molteplici soluzioni che attraverso l’applicazione dell’ergonomia cognitiva migliorano il nostro stile
di vita, riducono la complessità delle informazioni che riceviamo e delle risposte che il
mondo ci richiede.
19
sorrisi
Tratto da Nota stampa CHITA/CHPOLD/0061/13(1)
LA BOCCA
DEGLI ITALIANI
PAROLA AI
DENTISTI
Il vissuto di chi perde un dente, i ponti mobili,
l’igiene orale: ANDI, GSK CH, GfK EuriskoPolident hanno fotografato la situazione.
C
ome e perché vengono richiesti i ponti mobili, quali i trend,
cosa raccontano i pazienti e
come curano l’igiene orale?
A risponderci è un’indagine di ANDI
Servizio Studi e GSK CH presentata in
occasione del 61° Congresso ANDI. C’è
poi il vissuto degli italiani che, secondo
una ricerca GfK Eurisko-Polident, definiscono la perdita di un dente il peggior
incubo, senza però introdurre grandi
cambiamenti nelle loro pratiche di igiene orale. Il quadro della situazione è fornito proprio dai dati di queste indagini.
Oltre la metà dei dentisti (53%) dichiara
È fondamentale
imparare a gestire
correttamente il
ponte mobile in
termini di corretta
igiene, protezione
e fissaggio
20 senzaetà
che la richiesta di ponti mobili è aumentata
perché consente di risolvere in modo meno
invasivo ed efficace la perdita di uno o più
denti.
“Abbiamo fortemente voluto indagare sulla
percezione dei colleghi che quotidianamente approcciano questa tipologia di pazienti,
che riferiscono una sensazione di disagio
che viene interpretata come menomazione”
– spiega infatti Roberto Callioni Odontoiatra, Referente Centro Studi ANDI, Past
President ANDI, nel corso della presentazione dei risultati dell’indagine (svolta su
oltre 1.000 dentisti italiani) in occasione del
61° Congresso Scientifico Nazionale ANDI.
Secondo gli esperti, il principale disturbo
che il paziente riscontra con l’utilizzo delle
protesi mobili è la sensazione di un corpo
estraneo in bocca (83%), conosciuta anche
da una fascia di popolazione tra i 50-54enni
che già porta la protesi per la prima volta (16%) e che arriva fino al 67% tra i 7579enni.
“I denti rappresentano l’energia, la potenza, la combattività quindi segnalano un po’
la capacità di afferrare il mondo, di addentarlo – precisa Francesca Cancellada,
psicologa del lavoro e counselor – Perderli
significa essere privati di questa forza ag-
La perdita del
dente è vissuta
in maniera
profonda
influenzando
anche la sfera
emotiva
La mancata cura dell’igiene orale (47%)
è quasi sovrapponibile all’incidenza
delle malattie parodontali (49%)
gressiva, quindi la
perdita dei denti è un
simbolo di frustrazione, di fallimento”.
Una recente indagine
condotta da GfK Eurisko-Polident ha esaminato con quale spirito
gli italiani affrontano un
cambiamento fisico indagando sull’effetto provocato
dalla perdita di un dente. Risulta essere la preoccupazione più forte
(66%), anzi l’incubo più temuto, data anche
la valenza attribuitale nei sogni. Ci si sveglia
angosciati perché sale la paura di “perdere”
anche i propri cari o una situazione di tranquillità e benessere (55%).
“La perdita del dente è vissuta in maniera
profonda influenzando anche la sfera emotiva – spiega Isabella Cecchini, Direttore
Dipartimento Ricerche Salute GfK Eurisko
- Non solo si tratta di un evento che stravolge percezione e immagine di se stessi,
ma addirittura mina le relazioni interpersonali perché è la prima barriera all’accettazione dell’altro” .
Secondo i dentisti coinvolti nell’indagine Andi, la mancata cura dell’igiene orale
(47%) è quasi sovrapponibile all’incidenza
delle malattie parodontali (49%). Poco incoraggiante il comportamento dei pazienti,
che si divide in due tipologie: poco più della
metà si preoccupa (54%), gli altri non affrontano il problema. Scopriamo così che
circa 1/3 dei pazienti portatori di ponti mobili (31,5%) diventa frequentemente portatore di protesi totale.
“Con l’avvento dell’implantologia, molti
pazienti si sono allontanati dalle protesi
senza valutarne i vantaggi per questioni
economiche o in caso di difficoltà cliniche
(conformazioni, quantità d’osso, etc) – sottolinea Lilia Bortolotti Odontoiatra, Pro-
fessore A.C. corso di
formazione in protesi
Università di Bologna
– La protesi risolve,
ma come con tutte le
altre protesi bisogna
fare “riabilitazione”,
partendo da masticazione, utilizzo di alcuni alimenti, uso corretto
dell’adesivo, lavaggio della
protesi, riabilitazione della dizione”.
“Davanti al paziente che arriva da noi per
curare le carie o sostituire i denti mancanti, eroghiamo interventi tecnici – afferma
Laura Strohmenger Professore Ordinario Clinica Odontoiatrica Università degli
Studi di Milano – Ci facciamo prendere in
modo totale dalla parte tecnica del nostro
lavoro, dimenticando di parlare, spiegare,
raccontare la prevenzione ed evidenziare
come i principi di una corretta igiene del
cavo orale siano pregiudiziali non solo al
mantenimento della salute, ma anche alla
conservazione delle terapie che pratichiamo”.
La necessità di approfondire l’informazione
su pulizia e protezione quotidiana dei denti
naturali in presenza di ponti mobili e protesi aumenta l’importanza di educare meglio
a un’igiene orale accurata e specifica.
“È fondamentale imparare a gestire correttamente il ponte mobile in termini di
corretta igiene, protezione e fissaggio –
conclude Maria Gaggiani Expert Marketing GSK CH – pianificando regolari visite
di controllo.
La disponibilità di nuovi prodotti studiati
specificatamente può essere solo un ulteriore strumento per stimolare il paziente
e renderlo responsabile della salute della
propria bocca, soprattutto se in presenza
di un ponte mobile”.
UNA
PIATTAFORMA
EUROPEA
PER L’IGIENE
ORALE
better
oral health
EUROPEAN PLATFORM
Better Oral Health European
Platform (BOHEP)
è la Piattaforma per una Migliore
Igiene Orale in Europa: iniziativa
congiunta all’Associazione Europea dell’Igiene Dentale Pubblica,
l’Associazione per l’Educazione
Dentale in Europa, il Concilio Europeo degli Ufficiali Dentisti e la
Fondazione Internazionale dell’Igiene Dentale, supportata dal Programma di Cura Dentale Wrigley
e da GlaxoSmithKline Consumer
Healthcare.
Obiettivo: portare il tema dell’igiene dentale in cima all’agenda
politica dell’EU e dei singoli stati membri e aumentare la conoscenza pubblica sulla salute orale,
promuovendo soluzioni concrete e
praticabili per migliorare la salute
orale in tutta l’Europa.
www.oralhealthplatform.eu
21
sorrisi
Denti sensibili...
prima eliminare le cause
Aldemiro Mimmo Andreoni
VicePresidente Vicario ANDI Marche
S
pesso i Pazienti richiedono terapie
odontoiatriche riferendo dolori ai
denti scatenati da cibi e bevande
calde/fredde o dolci/acide,
ritenendo di essere affetti
da qualche carie…
Il fastidio o il dolore improvviso (anche
molto intenso!) che i pazienti riferiscono
può interessare tutti i denti, ma
maggiormente interessati sono premolari e
molari superiori.
In realtà, nel corso della visita eseguita
dall’Odontoiatra (ancor meglio se
supportata da radiografie di controllo)
non si evidenziano carie,
ma soltanto (?) erosioni, per lo più al
colletto di uno o più denti (associate quasi
sempre a retrazione/recessione del
margine gengivale)
L’ipersensibilità dentinale è una
delle patologie odontoiatriche più diffuse,
talvolta sottovalutata e viene spesso
Fattori di rischio:
affrontata in maniera fai-da-te
• tecniche scorrette di
utilizzando trattamenti poco
igiene orale (uso errato
appropriati ed efficaci.
La prevenzione
di spazzolino e filo
Le cause possono essere
interdentale)
è
possibile:
molteplici e a carico
• uso di dentifrici con
di qualsiasi elemento
meglio lo spazzolino
alto indice di abrasività
dentale ed in soggetti di
elettrico e non
• traumi cronici in
ogni età, anche se si ha
trattamenti
seguito
a bruxismo
maggior incidenza
(digrignamento
dei
improvvisati
in donne tra
denti)
i 25 e i 40 anni.
• difetti di sviluppo di smalto
È una sintomatologia che
e
dentina.
generalmente si localizza in
• fratture di denti e/o di otturazioni.
elementi dentali che presentano una
• esposizione dei colletti (anche
esposizione del tessuto dentinale a
conseguente ad interventi di chirurgia
causa di traumi cronici quali abrasione
parodontale).
od erosione che asportano, in denti
Trattare l’ipersensibilità dentinale è
vitali, parte dello smalto normalmente a
ovviamente possibile e deve prevedere in
protezione della dentina sottostante; resta
primo luogo l’eliminazione delle cause
controverso il ruolo della placca batterica
che l’hanno determinata, per eseguire poi
in quanto un buon grado di igiene orale
una serie di trattamenti professionali che
renderebbe meno probabile lo sviluppo di
vanno dall’utilizzo del laser alla sigillatura
sensibilità.
22 senzaetà
dei tubuli dentinali mediante resine fluide
o altre sostanze.
Questi trattamenti possono non essere
permanenti ma dover essere ripetuti
ciclicamente.
Come terapia domiciliare, più indicata
per il trattamento di ipersensibilità
diffuse, possono essere utilizzati dentifrici
e collutori contenenti uno o più agenti
desensibilizzanti, anche se come detto
le applicazioni locali eseguite nello
studio dentistico permettono senz’altro
di raggiungere risultati più rapidi e
soddisfacenti.
Per quanto riguarda la prevenzione, è
importante ricordare di porre attenzione
all’alimentazione evitando cibi o bevande
troppo acide, e di evitare dentifrici abrasivi
e spazzolini troppo duri (una valida
alternativa allo spazzolamento manuale,
per evitare di essere troppo aggressivi,
può essere rappresentata dagli spazzolini
elettrici).
il pulito
in Sanità,
sicuro
ed ecologico
Tecnologia, innovazione, tradizione
al servizio della qualità e della precisione.
Europa Multiservice è da sempre
detersione industriale di biancheria.
All’avanguardia nel settore sanitario,
ha scelto di eccellere lì dove la qualità
sposa il rispetto ambientale, dove la
serietà e la competenza incontrano
l’automazione e la tecnologia più
avanzata.
È questo il partner Europa Multiservice.
Tel. 0735.592810
[email protected]
inchiesta
GIOCO D’AZZARDO
A
bbracciando il principio olistico
che si sta sempre più radicando
anche nella cultura occidentale, il pensiero FRUTTONERO
concilia benessere e armonia quotidiani,
utilizzando i principi attivi della natura per
renderli, attraverso i suoi prodotti, accessibili a tutti.
Uno dei prodotti di punta della linea FRUTTONERO è il suo olio di Canapa puro NA.
LE PROPRIETÀ
Grazie alle sue proprietà sebo normalizzanti tale prodotto è consigliato per la cura
dei capelli e del cuoio capelluto tendenti a
seborrea e forfora. Inoltre la sua peculiare
composizione fa dell’olio di Canapa puro
NA FRUTTONERO un cosmetico indicato
per donare corpo, volume e vitalità a capelli
secchi e sfibrati, rendendoli lucidi, sani e
brillanti. Possiede elevata penetrabilità che
lo rende un ottimo olio da massaggio, anche
ad uso sportivo. Applicato puro o miscelato con altri oli o creme, idrata e nutre pelli
secche e mature. Possiede importanti pro-
24 senzaetà
Capelli più belli...
all’olio di canapa
prietà purificanti e la sua naturale profumazione ne fa un olio indicato per massaggi
rilassanti.
Grazie alla sua caratteristica composizione
acidica e ricchezza di vitamine A, E, F e del
gruppo B l’olio di Canapa puro NA FRUTTONERO apporta nutrimento alla pelle
aiutandola a mantenersi elastica, compatta,
tonica e luminosa. L’uso costante e regolare
aiuta a rallentare i naturali processi di invecchiamento cutaneo.
Prodotto senza l’uso di additivi, solventi e
processi di raffinazione, l’olio di Canapa
puro NA FRUTTONERO è privo di sostan-
L’olio di Canapa
NA FRUTTONERO
natural cosmetic è
certificato ECO BIO
COSMESI da ICEA.
ze psicoattive. Ha elevata fluidità e assorbibilità che ne consentono un’assimilazione immediata. Tra le sue proprietà quella
di lenire fastidiose manifestazioni cutanee
come pruriti e ridurre gli inestetismi legati
a irritazioni e arrossamenti tipici della pelle
disidratata e stressata.
Le proprietà dell’olio di Canapa NA FRUTTONERO sono particolarmente indicate
per affrontare il cambio di stagione autunnale. D’estate i capelli sono messi a dura
prova da sole e mare e non sempre sono
protetti a dovere. La pelle poi, disidratata
da salsedine e abbronzatura, pretende protezione e reidratazione. A ciò si aggiungono
il temutissimo cambio di stagione e l’effluvium autunnale che, puntuali come ogni
anno, incidono particolarmente sulla caduta stagionale dei capelli.
“Insomma con l’arrivo dell’autunno e di un
calendario lavorativo stressante, la voglia
e la necessità di ritrovare un contatto con
la nostra salute, prendersi cura di se’ e coccolarsi è più che mai impellente!”
PROVENIENZA
L’Olio di Canapa NA è un
valido aiuto per risollevare le sorti dei nostri
capelli. È un olio naturale, dai semi della Cannabis Sativa. Per secoli
questa pianta ha rivestito un importante ruolo
economico e sociale: la materia prima che se ne ricava,
la canapa, è utilizzata da tempi
remoti per realizzare tessuti.
Per anni la liceità del suo utilizzo è stata
messa in discussione a causa dell’oleoresina delle infiorescenze che, come noto, è
ricca di composti psicoattivi. Finalmente
rivalutata, oggi la pianta della canapa ritorna ad essere considerata utile e importante.
Il suo olio, estratto tramite spremitura a
freddo, grazie ad un elevato contenuto di
acidi grassi insaturi è per l’industria cosmetica e alimentare di grande valore.
MODO D’IMPIEGO
Usato come impacco prima dello shampoo
ridona corpo, volume e vitalità.
È sufficiente utilizzare un modesto quantitativo di olio sui capelli umidi dopo lo
shampoo, distribuirlo uniformemente, lasciarlo in posa per qualche minuto e procedere al normale risciacquo. Questa applicazione aiuta a regolare l’attività del bulbo
pilifero.
Chi invece è tormentato dalle doppie punte, può distribuire qualche goccia di olio sui
capelli puliti e asciutti e poi procedere allo
styling!
Da ‘Il Commisario Montalbano
PREZIOSO
IN VISTA
DELL’AUTUNNO
In vista del cambio
di stagione, l’olio
di canapa diventa
un prezioso alleato.
Grazie ai principi
attivi naturali e all’abbondante disponibilità
di vitamina A, E, F e del
gruppo B questo prodotto è davvero efficace e funzionale per riparare cute
e capelli dallo stress dell’estate. Se le vostre
sono giornate frenetiche, dovrete approfittare della doccia per godere di una pelle
morbida e setosa, aggiungendo al vostro
detergente qualche goccia di prodotto.
Se invece potete dedicare a voi stessi qualche minuto in più, vi consigliamo un bel
massaggio idratante che vi regalerete distribuendo l’olio di Canapa puro NA su tut-
to il corpo, massaggiandolo fino a completo
assorbimento.
Niente paura quindi di fronte ai cambiamenti climatici e alle reazioni che questi
possono provocare.
PREVENZIONE
Un atteggiamento preventivo e la cura costante contrastano disidratazione, manifestazioni cutanee quali irritazioni, segni del
tempo, stress causato da agenti atmosferici
e preservano la salute dei capelli. Così i prodotti della linea FRUTTONERO diventano i
migliori alleati durante tutto l’anno.
Preservare la propria salute significa adottare uno stile di vita sano ed equilibrato,
ecco dunque che salute diviene sinonimo di
bellezza, intesa come rispetto per se stessi,
per l’ambiente e amore per la vita. Questa la
filosofia di FRUTTONERO e i valori in cui
crede.
In vista del cambio
di stagione, l’olio di canapa
diventa un prezioso alleato.
Grazie ai principi attivi
naturali e all’abbondante
disponibilità di vitamina A,
E, F e del gruppo B è davvero
efficace e funzionale
per riparare cute e capelli
dallo stress dell’estate.
25
ricerca e innovazione
Dolori vertebrali:
un buon metodo
per curarli
A
bbiamo chiesto al nostro esperto
Cesare Ivaldi un buon metodo per
curare efficacemente i dolori artrosici, in particolare quelli cervicali e
lombari… Ecco la sua risposta.
La colonna vertebrale cervicale e lombare è
costituita da un’alternanza di vertebre ossee
e di dischi fibrocartilaginei, fra loro connessi
per mezzo di robusti legamenti sorretti da robuste masse muscolo-tendinee.
Le vertebre cervicali sono sette ed insieme
formano la struttura scheletrica del collo;
proteggono il midollo spinale, sostengono il
cranio e consentono di compiere una serie di
movimenti.
Una complessa rete di nervi, che si trova alla
radice del collo e si estende fino all’ascella ed
agli arti superiori è denominata plesso brachiale.
Le vertebre lombari sono cinque e sono le più
grandi e robuste della colonna vertebrale poiché assieme all’osso sacro devono sostenere la
maggior parte del peso corporeo e consentire
una serie di movimenti in flessione ed inclinazione.
Le radici nervose spinali che escono dalla colonna lombo-sacrale chiamate plesso sacrale
controllano la parte sensitiva e motoria degli
arti inferiori.
Ma quali sono le principali patologie?
1) L’ARTROSI: è presente principalmente nella maggior parte dei soggetti ultra cinquantenni con lesioni del disco e presenza
di osteofiti (calcificazioni), causa dolore ed
impedisce alcuni movimenti del collo e della
colonna lombare.
L’artrosi può contribuire a restringere il canale vertebrale ed a determinare lesioni del
midollo spinale, con disturbi della deambulazione.
2) ERNIA DEL DISCO: Fuoriuscita del
disco intervertebrale dai suoi limiti normali.
RISULTATI CLINICI
IN ITALIA DAL 1992
Grazie ad un lavoro medico scientifico
continuativo con SORAZON
dal 2003 al 2010 sono stati sottoposti
a terapia 9.478 pazienti. I risultati, di
notevole riscontro, presentano in ogni
caso documentata efficacia anche risolutiva
26 senzaetà
Costituito da due parti: un nucleo
gelatinoso centrale (nucleo polposo)
ed un anello di fibre periferiche che
tiene unite le due vertebre. Se l’anello è fessurato , il nucleo vi si insinua
e sporge all’esterno della colonna
vertebrale comprimendo una radice
nervosa o il midollo spinale. (Protrusione o
Ernia). Si manifesta con dolore acuto e rigidità della colonna vertebrale, cervicale con
nausea, vertigini, annebbiamento della vista,
lombare con sciatalgia.
3) TRAUMI CONTRATTIVI: da incidenti
(Colpo di frusta e Colpo della strega)
Si manifesta con dolore acuto e rigidità della
colonna vertebrale.
A questo punto, uno sguardo alla cura
possibile.
L’evoluzione terapeutica Sorazon è un buon
metodo di cura antinfiammatoria contro il
dolore. Con programma terapeutico non associato a farmaci, mirato a ridurre il dolore
sull’apparato muscolo-scheletrico della colonna vertebrale con ciclo di applicazioni una
volta a settimana per 4/6 settimane consecutive, sono stati trattati ambulatorialmente un
gran numero di pazienti con dolori cervicali
e lombari da artrosi, discopatie, ernie e traumi contrattivi con risultati davvero soddisfacenti. I pazienti vengono trattati con terapia
intensiva Sorazon. Essa utilizza onde soniche pressorie d’urto, altamente penetranti,
che si irradiano nei tessuti profondi con fasi
di compressione e decompressione in rapida
sequenza, radiofrequenze con campo elettromagnetico ionizzante ed energia ossigenatoria di OZONO, di grande efficacia nel
trattamento della flogosi (infiammazione),
inibizione delle prostaglandine e del dolore
per ossidazione (inattivazione) dei metaboliti
algogeni delle parti nervose e rappresenta un
mezzo ausiliario e complementare per il recupero del paziente malato e dolente.
INDICAZIONI TERAPEUTICHE
> ARTROSI
> INFIAMMAZIONI
ARTICOLARI
> TRAUMI
ITALIA - EUROPA
CONTRO IL DOLORE ARTROSICO
TERAPIA INTENSIVA
antinfiammatoria
Mirata >Infiltrante>Profonda
non invasiva, non dolorosa
A TRIPLA AZIONE
SONAR
AD ONDE SONICHE
PRESSORIE
D'URTO
A
TEMPORO MANDIBOLARE
- artrite - artrosi - dolore di masticazione
COLONNA CERVICALE
- artrite - artrosi - cervicalgia - discopatie vertigini - nausea - traumi contrattivi,
contusivi
COLONNA DORSALE
- artrite - artrosi - discopatie - dolori crolli
vertebrali - traumi contrattivi, contusivi
COLONNA LOMBARE SACRALE
- artrite - artrosi - discopatia - radicolite sciatalgia - sacroileite - lombalgia - colpo della
strega - traumi contrattivi, contusivi - dolore
trauma coccige
SPALLA
- artrite - artrosi - periartrite scapolo omerale
- cuffia rotatori - tendinopatia calcifica sovraspinato - CLBO - acromion claveare borsite sad - calcificazioni - brachialgia lussazione - lesione muscolo tendinea traumi contrattivi, contusivi
GOMITO
RADIOFREQUENZA
- artrite - artrosi - epicondilite (gomito
tennista) - traumi contrattivi, contusivi
CON CAMPO
ELETTROMAGNETICO
IONIZZANTE
POLSO
- artrite - artrosi - rizartrosi - tendinite
- traumi contrattivi, contusivi, distorsivi
MANO
- artrite - artrosi - tunnel carpale - dito a scatto
- metacarpalgia - traumi contrattivi, contusivi
ANCA
- artrite - coxartrosi - coxalgia - pubalgia lussazione - necrosi testa femore, ovalizzata
COSCIA/GAMBA
- traumi contrattivi, contusivi - ematomi
GINOCCHIO
- artrite - gonartrosi - meniscopatie
degenerative - lesioni legamenti - sinoviti traumi distorsivi, contusivi - cisti di baker
AD ENERGIA
OSSIGENATORIA DI
CAVIGLIA
- artrite - artrosi - traumi distorsivi, contusivi
- lesioni - calcificazioni tendine d’achille
OZONO
PIEDE
- artrite - artrosi - talloniti - tarsalgie - speroni
calcaneari - metatarsalgie - alluce valgo
- sesamoidi - neuroma di Morton - tendinite
- fascite plantare - trauma contusivo
PATOLOGIE VARIE
- artrite reumatoide - artralgia - tendinite
tenosinovite - calcificazioni - borsiti - sinoviti
periostite - ritardi di consolidazione ossea
MARCHIO CE - Terapia non invasiva
Per informazioni:
P.A.S.S.
Via S.N.A.Sud, 44/7
61032 FANO (PU)
Tel. e Fax: 0721/808759
+39 333/9129395
[email protected]
Segreteria:
+39 333.9129395
Specialista Terapeutico:
+39 337.641384
www.sorazon.it
www.sonotronitalia.com
AMBULATORI REGIONE MARCHE:
Pesaro - Fano
Ancona - Jesi
Trodica di Morrovalle (MC)
Ascoli Piceno
27
servizi sanitari
SANIFICAZIONE
Detersione industriale di
biancheria: un’attività saliente per l’intero sistema
sanitario italiano, che richiede investimenti in sicurezza, innovazione tecnologica, vocazione green. La
testimonianza di una storica azienda del centro-Italia, Europa Multiservice.
I
l settore sanitario-assistenziale è quello in prima linea quando si parla
di sicurezza dell’igiene,
ovviamente, visto l’importante
compito di relazionarsi direttamente con la salute delle persone. Si tratta di ambienti molto
diversi tra loro (ospedali, cliniche, Rsa, case di riposo), ma che
conservano necessità comuni
dal punto di vista igienico, microbiologico e batteriologico.
L’attenzione si concentra soprattutto sulla qualità del soggiorno e il benessere dell’ospite,
partendo dal lavaggio dei tessuti, il rispetto degli indumenti, la
perfetta pulizia e sanitizzazione della biancheria di tutta la
struttura (divise del personale,
calzature, materassi, lenzuola,
coperte, cuscini, tovaglie, indumenti degli ospiti).
La delicatezza del tema è facilmente intuibile e il settore delle lavanderie industriali svolge
IL PULITO
IN SANITÀ,
LE SFIDE DI
UN SETTORE
STRATEGICO
una funzione saliente ed essenziale per l’intero sistema sanitario. Ma cosa c’è dietro un’attività di questo tipo? Quali criticità
e quali specializzazioni in campo? Lo abbiamo chiesto ad un’azienda storica del centro-Italia,
nata negli anni ’70 ed oggi (cresciuta al passo con le innovazioni tecnologiche, informatiche e
architettoniche) all’avanguardia proprio nel settore sanitario
e con una forte vocazione green.
Europa Multiservice ha sede
nelle Marche, dove è nata ad
opera di Palmarino Rapini. Alla
guida, oggi, ci sono il figlio Eugenio e sua moglie Simonetta,
che accompagnano la terza generazione entrante, i figli Cristiana e Simone.
“Una passione di famiglia – ci
raccontano Eugenio e Simonetta – con una doverosa e puntuale attenzione, proprio per guardare sempre al futuro e saper
competere nell’affidabilità, alla
ricerca continua di tecnologie e
nuovi prodotti che possano migliorare e ottimizzare la qualità
e il servizio”.
Quali sono le azioni principali che avete messo in
campo, in questo senso?
“Nella nostra realtà le strutture
architettoniche stesse sono sta-
“Un sistema informatico
collaudato garantisce
corretta gestione e
sicurezza di tutte
le attività”
28 senzaetà
te progettate nell’ottica della
completa separazione sporco/
pulito come per i nostri automezzi dotati di separatori
interni sporco/pulito. L’attenzione all’evoluzione tecnologica è stata un nostro pallino
da sempre (con attrezzature e
macchinari di ultima generazione), insieme alla sicurezza
e alla sostenibilità ambientale: ci siamo dotati infatti di un
sistema di qualità certificata
UN EN ISO 9001 e del sistema
ISO 1400:2004, mirato a proteggere l’ambiente. Per essere
sempre più competitivi e aggiornati ci stiamo attualmente
preparando alla certificazione
ISO 18000. Abbiamo un metodo di lavaggio con acqua primaria prodotta da un impianto
ad osmosi inversa e un moderno impianto di depurazione del
tipo biologico, a fanghi attivi,
con controllo chimico-fisico di
ingresso. Ci siamo inoltre dotati di un pacchetto hardware
e software per gestire la rintracciabilità fisica dei prodotti
da trattare, del loro stato, delle
varie lavorazioni, con un sistema informatico collaudato per
la gestione informatizzata di
tutte le attività svolte”.
www.europamultiservice.it
“Le nostre strutture architettoniche
sono state progettate per la completa
separazione sporco/pulito, aspetto
fondamentale del nostro lavoro”
Su cosa non si può transigere nel vostro settore?
“La massima qualità del prodotto finito.
Facciamo infatti periodiche
analisi sui tessuti, anche perché
oggi si manifestano in modo
sempre più importanti infezioni batteriologiche, per questo
parliamo di sanificazione che
avviene mediante una particolare macchina gestita in modo
automatico da un software dedicato”.
Quali sono i cambiamenti avvenuti negli anni e le
maggiori criticità?
“Il settore delle lavanderie non
ha subito notevoli cambiamenti poiché non possiede una regolamentazione specifica di
norme e mercato. Le maggiori criticità quindi riguardano
proprio la necessità di regolamentare il settore che si occupa
della sanità privata”.
Quali sono le situazioni più
delicate da affrontare nella
vostra attività?
“Sono le situazioni che riguar-
dano, sempre più spesso, le infezioni che colpiscono gli ospiti delle strutture, e noi siamo
in grado di gestire al meglio
questo tipo di contingenze. Lo
facciamo attraverso una procedura dedicata che adotta il
sistema di certificazione RABC
(Risk Analisys and Biocontamination Control) secondo la
norma UNI EN 14065/2004,
ed è un aspetto fondamentale
del nostro lavoro, insieme alla
puntualità, alla precisione, alla
massima affidabilità, visto che
parliamo di salute”.
Chi sono i vostri utenti?
“I nostri servizi sono rivolti in
particolare a strutture sanitarie quali case di cura, resi-
denze per anziani, strutture di
riabilitazione e lunghe degenze. Cerchiamo, attraverso il
nostro servizio, di adempiere
a tutte le esigenze di una struttura. Siamo presenti su una
vasta porzione di territorio nel
centro-Italia, con particolare
attenzione per Marche e Abruzzo”.
29
servizi sanitari
ABBIGLIAMENTO
Quasi un secolo
di made
in Italy
D
Da oltre 90 anni nel settore del
tessile sanitario, Cotoniera Facchini
spazia dalle divise da lavoro
all’abbigliamento ed accessori per la
terza età, con un’offerta rivolta non
solo al settore pubblico, alle aziende
e alle residenze per anziani, ma
anche ai piccoli studi professionali.
30 senzaetà
al 1924 Cotoniera Facchini, storica
azienda bolognese con lunga esperienza
nel settore tessile sanitario, produce e
distribuisce prodotti di qualità made in Italy a
proprio marchio e completa la propria offerta
con articoli delle migliori marche, italiane ed
estere. L’obiettivo è rimanere “La Scelta del
Professionista” su tutto il territorio nazionale,
sia in ambito pubblico che privato, spaziando
dalle forniture ospedaliere e ricettive a quelle per
professionisti del medicale e dei centri benessere,
ma non solo.
Dal chirurgo all’infermiere, dal dentista al
farmacista, dall’estetista al fisioterapista,
Cotoniera Facchini propone, oltre ai capi e alle
calzature classici del settore, anche una linea
“Fashion” in grado di valorizzare la figura del
professionista che ha grande cura dell’immagine
per sé, per i propri collaboratori e per la struttura
in cui opera.
L’alto grado di personalizzazione delle forniture,
la rapidità nella consegna anche di piccoli
quantitativi fanno di Cotoniera Facchini
l’interlocutore ideale per chi desidera un
referente specializzato, affidabile e con lunga
esperienza.
L’ABBIGLIAMENTO PROFESSIONALE,
rappresenta il punto di forza della Cotoniera
Facchini. Comfort, resistenza e praticità,
ma anche bellezza e un tocco di eleganza
caratterizzano le collezioni destinate al settore
sanitario, medicale e al mondo del benessere. I
capi sono realizzati per durare nel tempo e per
garantire il massimo comfort durante l’utilizzo;
sono curati particolarmente nella vestibilità,
grazie ad un attento studio di modellistica, e nella
produzione artigianale totalmente made in Italy.
Vengono inoltre proposte le CALZATURE
PROFESSIONALI delle aziende più attente
e sensibili al miglioramento del benessere e
della comodità per chi le indossa durante lo
svolgimento della propria professione.
Grande rilevanza è data anche dalla
BIANCHERIA NO STIRO: non necessita
di stiratura dopo il lavaggio, è molto morbida,
confortevole e traspirante, in jersey elasticizzato
di cotone a contatto con la pelle ed interno
in poliestere; riduce sensibilmente il tempo
necessario per il cambio della biancheria,
assicurando un rifacimento del letto semplice e
rapido.
A completare l’offerta proposta dalla Cotoniera
Facchini troviamo l’ABBIGLIAMENTO E GLI
ACCESSORI PER ANZIANI e lungodegenti,
con soluzioni appositamente studiate per il
benessere della terza età tra cui si evidenziano il
pigiama-tuta, pratico e funzionale nel rispondere
ai bisogni quotidiani di anziani allettati e degli
operatori che li assistono, ed una serie di giochi
mnemonici per l’allenamento mentale dei meno
giovani.
www.cotonierafacchini.it
Invecchiare
sereni?
Nasce il nuovo
servizio informativo gratuito
“Residenza Dorica risponde”
Ogni giorno, telefonando al numero 071 2902601,
un professionista della struttura Residenza Dorica
risponderà gratuitamente alle vostre richieste
specifiche in base al seguente calendario:
Lunedì 14.00/15.00
Assistenza Sociale
Martedì 13.00/14.00
Coordinatore Infermieristico
Mercoledì 14.00/15.00
Coordinatrice Fisioterapisti
Giovedì 14.00/15.00
Psicologa
Venerdì 13.00/14.00
Direttrice/Amministrazione
Tel. 071 2902601
medicina
A
EMICRANIA
ffligge circa il 14-16% della popolazione adulta nei paesi occidentali e
ne soffrono maggiormente le donne,
colpite più degli uomini (in rapporto
di 3:1). È l’emicrania, “un tipo di mal di testa
che non è diagnosticabile con esami strumentali e/o di laboratorio ma solo tramite la raccolta della descrizione dei sintomi” ci spiega il
dott. Francesco De Cesaris, del Centro Cefalee
e Farmacologia Clinica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze. Gli
abbiamo chiesto quali sono le particolarità di
questo disturbo e quali le strade della ricerca
sul fronte degli integratori, dove società come
FB Health stanno investendo: l’ultimo ritrovato
è un prodotto composto da un’associazione di
magnesio, riboflavina, coenzima Q10 e tanaceto partenio (molecole inserite nelle linee guida
della American Headache Society), per la profilassi emicranica, la modulazione nocicettiva e
la riduzione degli stati di tensione muscolare.
Uno studio recente ne conferma efficacia e sicurezza.
32 senzaetà
Contro l’emicrania
un’associazione
di molecole naturali
Come si manifesta l’emicrania e quando
si parla di cronicità?
“L’attacco emicranico è caratterizzato da una
cefalea pulsante-martellante spesso di forte
intensità, invalidante, che si aggrava col movimento. Nella maggior parte dei casi la cefalea è localizzata alla parte destra o sinistra
della testa ed è accompagnata da sintomi quali nausea, vomito, fastidio alla luce e/o ai rumori. L’emicrania esordisce tipicamente in età
fertile, pur potendosi presentare anche prima
dello sviluppo o in età avanzata. La frequenza
degli attacchi, registrabile con un diario (ad
esempio annotando i giorni di mal di testa su
un semplice calendario o agenda), è variabile
da persona a persona fino a poter assumere
la caratteristica della cronicità (emicrania
cronica), intesa come numero di giorni o di attacchi di cefalea uguale o superiore a quindici
al mese per almeno tre mesi prima dell’osservazione da parte del medico”.
Quali le cause prevalenti?
“Al di là della rilevanza dei sintomi, spesso
cronicizzati da un uso eccessivo di antidolorifici che può divenire vero e proprio abuso, l’e-
Dott. Francesco De Cesaris
S.O.D. Centro Cefalee - AOU Careggi - Firenze
micrania è nella maggior parte dei casi (oltre
il 90%) una cefalea primaria, causata da una
predisposizione genetica e non il sintomo di
un’altra patologia (cefalea secondaria). Può
avere dei fattori scatenanti endogeni ed esogeni che in alcuni soggetti possono innescare l’attacco; i più
frequenti fattori scatenanti endogeni sono lo stress psico-sociale, l’ansia, il ciclo mestruale, i
cambiamenti del ritmo del sonno
(dormire più o meno del solito).
Fra i fattori scatenanti esogeni
si ricordano farmaci (ad esempio gli anticoncezionali), alimenti
e bevande (cioccolata, formaggi stagionati o fermentati, dado
da brodo, vino), cambiamenti del
tempo”.
Quando è utile una terapia di
profilassi?
“L’emicrania e la cefalea in generale
sono patologie nelle quali c’è un alto
tasso di automedicazione (il paziente
spesso assume farmaci antidolorifici
senza consultare il proprio medico)
ma se la frequenza degli attacchi supera i tre al mese, oppure gli attacchi
sono meno di tre al mese ma durano
molti giorni o hanno scarsa risposta ai
sintomatici, vi è l’indicazione a iniziare
una terapia di profilassi per ridurre o
se possibile far scomparire il mal di testa e i sintomi correlati, rendendo così
una buona qualità di vita al paziente e
evitando il sopracitato fenomeno dell’automedicazione. I prodotti che si possono
usare per la profilassi sono farmaci antiemicranici specifici o di altre classi oppure i cosiddetti integratori, preparati a
base di sostanze naturali”.
Su questa strada società come FB Health stanno investendo nella ricerca e
tra gli ultimi ritrovati c’è proprio un
integratore, Partena®, protagonista
di uno studio pilota (C. Lupi, M. Bon-
ciani, F. De Cesaris, P. Geppetti, S. Benemei) effettuato nel vostro Centro Cefalee. Di cosa si tratta?
“Partena® è un prodotto composto da un’associazione di magnesio, riboflavina, coenzima
Q10 e tanaceto partenio, molecole tutte inserite nelle linee guida della American Headache
Society (società scientifica che si occupa negli
Usa della ricerca nelle cefalee) oltre alla andrographis paniculata (estratto vegetale che
ha mostrato attività analgesica e antiedemigena nel modello animale). In una casistica
(seppur limitata) di pazienti afferiti al nostro
Centro Cefalee a partire dal 2013 ai quali era
stato prescritto Partena® alla dose di una
compressa al giorno per due mesi, è stata osservata una diminuzione di intensità, frequenza o di entrambe le caratteristiche degli attacchi nel 67% di coloro che avevano ricevuto il
trattamento, senza peraltro registrarsi alcun
effetto indesiderato. I dati sono stati presentati nella sessione poster dell’ultimo congresso
della Società Scientifica Studio Cefalee (SISC)
tenutosi a Milano lo scorso giugno ed è tuttora in corso un follow-up di questi pazienti e un
ampliamento del numero dei pazienti trattati”.
Magnesio
È coinvolto attivamente nel controllo dei recettori
NMDA, con conseguente inibizione dell’entrata
di calcio all’interno della cellula. Varie metodiche
sperimentali hanno evidenziato come i livelli di
Magnesio siano più bassi in pazienti emicranici. Il
suo ruolo nella profilassi e nel dolore emicranico
è stato documentato in numerosi studi clinici. La
sua attività miorilassante aiuta a ridurre gli stati di
stress associati.
Riboflavina
È il più importante cofattore implicato nella catena
ossidativa mitondriale. Numerosi studi clinici
in doppio cieco, randomizzati, controllati con
placebo ne hanno confermato i benefici clinici nella
riduzione della frequenza degli attacchi e del grado
di severità.
Coenzima Q10
Al pari della Riboflavina, ricopre un ruolo centrale nel trasporto
elettronico mitocondriale. Negli ultimi anni, è stato oggetto di
numerosi studi clinici che ne hanno confermato l’efficacia nella
profilassi delle cefalee.
Partenolidi
Componenti attivi dell’estratto di Tanacetum parthenium, sono inibitori molto
potenti dell’espressione di NOS e della conseguente sintesi di ossido nitrico.
Hanno mostrato in modelli sperimentali in vitro e in vivo di inibire in maniera
specifica l’attivazione di NF-kB, la sintesi di citochine proinfiammatorie e
l’attivazione della microglia a livello del SNC. In vitro ed in modelli animali
sperimentali sono stati inoltre documentati effetti significativi sul rilascio di
serotonina dalle piastrine e inibizione della fosfolipasi A.
Andrographolide
È un costituente attivo estratto dalle foglie di Andrographis pani culata.
Ha mostrato, nei test in vitro ed in vivo, spiccata attività antinocicettiva e
antinfiammatoria, paragonabile a FANS ed oppiacei. È un potente inibitore
dell’attivazione di NF-kB e della sintesi di citochine proinfiammatorie.
33
inchiesta
GIOCO D’AZZARDO
LA PALLIAZIONE
GERIATRICA:
MIRAGGIO O
CONCRETEZZA?
N
egli ultimi anni le frontiere
della medicina hanno sempre
più portato avanti il confine
delle possibilità diagnosticoterapeutiche con risultati che erano
impensabili fino a pochi decenni fa.
D’altra parte l’aumento della vita
media si accompagna alla presenza
di patologie croniche invalidanti
che pongono questioni assistenziali,
economiche e sociali di difficile soluzione
soprattutto in una popolazione come
quella marchigiana e anconetana in
particolare che vanta record assoluti
di longevità. Per tale motivo, alla luce
di un connubio sempre più stretto e
proficuo tra assistenza, umanizzazione
delle cure e applicazione della medicina
basata sull’evidenza, negli ultimi anni si
è sviluppato sempre più il settore delle
cure palliative. Il termine “palliativo”
è comunemente utilizzata per definire
qualcosa di poco conto e soprattutto
di scarsa efficacia mentre, in origine
ed in realtà, il “pallium” costituiva il
mantello del soldato romano che lo
utilizza per coprirsi, per riposarvi sopra,
per proteggersi. La medicina palliativa è
pertanto quella fondamentale branca che
si occupa di tutti gli individui che, affetti
senzaetà
da patologie non guaribile, ma curabili,
necessitano di assistenza, di soddisfazione
dei propri bisogni, di attenzioni, di
rispetto.
Cosa significa tutto questo in pratica?
Significa che, insieme ad eseguire
indagini diagnostiche, insieme a cure
mediche e/o chirurgiche non risolutive,
insieme a ricoveri sempre più frequenti,
occorre rimettere al centro del sistema il
soggetto anziano con la sua storia, con i
suoi affetti, con i suoi bisogni tutelandoli
e rispettandoli senza necessariamente
avere la pozione magica per “guarire” ma
avendo parole, sguardi e metodiche di
cura fino all’ultimo giorno di vita. Infatti
le cure palliative, iniziate in oncologia nel
Nord Europa e nel Nord America con fini
soprattutto economici di riduzione dei
costi ospedalieri, si sono estese a patologie
croniche non solo oncologiche, come quelle
neurologiche (ictus cerebri, Parkinson,
demenza), quelle respiratorie (bronchite
cronica, enfisema), quelle cardiologiche
(cardiopatia ischemica, scompenso
dott. Francesco Guidi
Resp. Medico UOS Degenza Post-Acuzie
POR INRCA Ancona
L’anziano al centro
del sistema con
le cure palliative,
valide per ogni patologia
invalidante
cardiaco) e tante altre patologie. Le
cure palliative sono pertanto divenute
la ”medicina palliativa” non riservata
al fine vita o ad una singola branca
specialista, ma indirizzata all’individuo con
patologia invalidante cronica. La medicina
palliativa è diventata negli ultimi anni così
importante, da costituire oggetto di leggi
dello Stato italiano per la realizzazione
della rete di cure palliative sull’intero
territorio nazionale.
Ecco pertanto l’istituzione della giornata
“senza dolore” all’interno degli ospedali, la
realizzazione di hospice, la legge 38/2010
con la quale si è messo mano in maniera
reale a temi quali la dignità scientifica,
la normativa e l’aspetto applicativo delle
cure palliative. A tutt’oggi la rete per le
cure palliative è attuata a macchia di
leopardo sull’intero territorio nazionale
ma le Marche non sono certamente il
fanalino di coda in tale settore: al contrario
presentano eccellenze e progetti innovativi
di grande significato.
Anche l’INRCA da 3 anni sta
promuovendo al suo interno una crescita
culturale e professionale in tale settore,
con lo scopo di dare gli strumenti ad ogni
professionista della salute per acquisire,
unitamente alla propria capacita di “saper
fare”, la capacità di “saper essere” vicino e
di vero supporto ad ogni paziente, anche
quando le cure non siano risolutive e il
trattamento della disabilità non preveda
seri passi avanti. Il percorso è lungo e
certamente non facile ma esistono già
esperienze come quella del Presidio Inrca
di Fermo, quella della Unità di PostAcuzie del Presidio INRCA di Ancona,
quella relativa alla dimissione protetta
sotto il controllo della Direzione Medica
di Presidio di Ricerca INRCA di Ancona
che rappresentano già un futuro che si
realizza quotidianamente. Il cammino è
appena all’inizio, il percorso davanti non
ha una singola e semplice meta, ma l’essere
sempre in continuo cammino vicino ai
pazienti anziani che afferiscono all’INRCA
è certamente un grande risultato, oltre ad
essere occasione di reciproca crescita.
35
Economia
IL TERMOMETRO DELLA CRISI/6
E’ NECESSARIO
STIMOLARE
LA RIPRESA
CON INVESTIMENTI
PUBBLICI DI
AMPIA PORTATA
in collaborazione con
ECONOMIA, urgono
interventi straordinari
Cala il sipario sull’estate e resta di grande attualità il futuro economico del nostro
Paese. Il Governo annuncia e propone grandi riforme, ma nel frattempo la ripresa
che non si vede alimenta dubbi e perplessità sul rapporto fra Italia ed Europa. Molti
hanno continuato a scriverci alla Redazione di “SenzaEtà”, ma proprio perché i quesiti sono tanti abbiamo dovuto concentrarci solo su alcuni degli argomenti proposti.
Come sempre, proviamo a rispondere …
36 senzaetà
SI PARLA TANTO DI RIPRESA, MA
CHI L’HA VISTA? – In effetti la tanto
auspicata ripresa finora non c’è stata. Ma
anche di fronte a questa realtà, si tratta di
scegliere se vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto: personalmente propendo per la prima visione, per una serie di
ragioni. Seppure la ripresa nei fatti non ci
sia, non si può negare che la caduta libera
che ci ha fatto perdere 10 punti di PIL fra
il 2008 e il 2013 si è arrestata. Dopo che in
cinque anni abbiamo perso oltre 1 milione
di posti di lavoro e il tasso di occupazione
ha raggiunto l’impressionante livello del
13%, oggi l’occupazione sembra indicare qualche timido segnale d’inversione di
tendenza. In ogni caso, perché vi sia una
ripresa effettiva, a mio parere c’è bisogno
di interventi shock: serve una forte riduzione della spesa pubblica da accompagnare
ad una diminuzione del carico fiscale. In
poche parole: meno stato e meno tasse. Occorre maggiore flessibilità nel mondo del
lavoro per incrementare una produttività
che non dà segni incoraggianti dagli anni
Novanta. Servono investimenti pubblici di
grande portata, come accadde ad esempio
con il “New Deal”, il piano di riforme economiche e sociali del presidente americano
Roosevelt, che fra il 1933 e il 1937 consentì
agli Stati Uniti di uscire dalla grande depressione del 1929, o con il “Piano Marshall”, che nel secondo dopoguerra costi-
Nunzio Tartaglia
Direttore Generale della
Banca Popolare di Ancona
tuì la base del rilancio dell’Europa grazie
ai finanziamenti statunitensi. Insomma,
interventi di ampia gittata, capaci di dare
un forte shock ad una struttura economica, come quella dell’Italia e più in generale
dell’Europa Occidentale, addormentata da
un paio di decenni. Paesi che hanno iniziato a farlo, come Inghilterra e Spagna, stanno iniziando a raccogliere qualche frutto.
MA QUALI AIUTI E VANTAGGI ABBIAMO DALL’ESSERE IN EUROPA?
Premesso che l’Europa è ancora un soggetto imperfetto, con ampissimi margini
di miglioramento prima di poter arrivare
alla formazione degli Stati Uniti d’Europa
com’è nell’auspicio di molti, non vi è dubbio che appartenere all’Unione Europea ci
ha portato benefici di inestimabile valore
e concretezza. Innanzi tutto, settanta anni
di Europa ci hanno garantito una pace duratura, anche in presenza di una serie di
conflitti che, se ci pensiamo bene, hanno
interessato e interessano Paesi neppure
tanto lontani da noi. Come si può verificare da ciò che sta accadendo in Ucraina
o nei Paesi arabi, purtroppo la guerra è un
nemico tutt’altro che sconfitto. In secondo
luogo, per il nostro Paese l’Europa ha costituito un forte stimolo alla modernizzazione
ed al rispetto delle regole, anche se ancora
oggi facciamo i conti con una parte più evoluta del paese, il Nord Italia, ed una molto
meno nel Sud. Nella gestione dello Stato, in
quella dell’economia, dei diritti, del sociale, l’Italia si è evoluta tantissimo grazie agli
stimoli giunti dall’Europa, anche se ancora
tanto resta da fare. Un ulteriore vantaggio
derivante dalla nostra integrazione nella
UE, anche se molti non condividono, sta,
a mio avviso, nell’adozione dell’Euro. So
di toccare un argomento delicato, ma se
la nostra Italia in questi anni di crisi, pur
essendo una barchetta in mezzo alle agitate acque del mare, non si è infranta sugli
scogli, lo si deve proprio al fatto di aver potuto contare su una moneta forte. Se l’euro ha creato problemi agli italiani è stato
perché la nuova moneta è stata mal gestita nel nostro Paese al momento della sua
introduzione, non perché sia qualcosa di
sbagliato da cui tornare indietro. Resta poi
un ultimo aspetto: cosa facciamo dei tanti
finanziamenti comunitari che ci sarebbero
e ci sono? Spesso non riusciamo a utilizzare questi fondi per la nostra incapacità di
accedervi dal punto di vista procedurale.
Anche in questo caso mi duole dirlo, certe
responsabilità risiedono soprattutto nella
nostra storica inefficienza più che nell’egoismo della tecnocrazia europea.
Nunzio Tartaglia
(Direttore Generale)
L’ingresso dell’Euro
andava gestito
meglio, ma ha salvato
l’Italia dal default.
Troppi fondi UE persi
per la nostra incapacità
di intercettarli...
37
Invio di allarmi e
posizione al Centre
tramite GPRS/3G
FATE di
tutto per
non cadere!
telefono cellulare
deambulatore I-Walker
Un apparecchio rilevatore tecnologicamente
avanzato permette un’assistenza integrale e integrata
FATE è un progetto co-finanziato dal
programma europeo CIP – ICT – PSP,
che sostiene la diffusione e l’utilizzo
di tecnologie digitali innovative per
migliorare la vita dei cittadini.
Il progetto FATE propone un sistema
tecnologico integrato in grado di rilevare
le cadute in tempo reale e di attivare
automaticamente un servizio di pronto
intervento. Rilevare una caduta in tempo
reale significa ridurre la durata della
giacenza a terra senza soccorso, ma
anche limitare gli effetti della “sindrome
post caduta”, che di solito mina la fiducia,
l’indipendenza e l’autonomia dell’utente,
aumentando il rischio di nuove cadute.
Il progetto è condotto da un consorzio
internazionale, che include esperti in
tecnologie della comunicazione, medici
ed organizzazioni che forniscono servizi
sanitari ed assistenziali.
Il sistema FATE è composto da un
rilevatore di cadute, un apparecchio
di piccole dimensioni, che va inserito
all’interno di una cintura elastica in
neoprene anallergica e confortevole, da
38 senzaetà
indossare sotto gli indumenti. E’ resistente
all’acqua e può essere utilizzato anche
in bagno, dove il rischio di caduta è più
elevato.
Il rilevatore di caduta è collegato a un
sistema di telecomunicazioni basato su
tecnologie wireless ZigBee e Bluetooth,
tramite un telefono cellulare ed un
computer centrale. In caso di caduta, il
sistema invia un allarme al call center, che
attiva il servizio di intervento più idoneo
al caso specifico. Il rilevatore di cadute va
indossato per l’intero arco della giornata e
va rimosso durante le ore dedicate al riposo
per ricaricarne la batteria.
Durante il riposo, il monitoraggio delle
computer centrale
Sensore di presenza a letto
L’analisi dei primi dati emersi dalla
sperimentazione in Italia ha rilevato
che:
• dal punto di vista tecnico, il sistema FATE risulta
cadute è affidato ad un sensore di presenza
installato nel letto e calibrato sulla base
delle abitudini del singolo utente. Il sensore
di presenza è in grado di rilevare la durata
dell’assenza dal letto dell’utente: nel caso
di durata superiore a quella calibrata, il
sensore invia un allarme al call centre.
L’anomalia comportamentale (assenza
prolungata dal letto rispetto alle normali
abitudini) potrebbe infatti essere sintomo
di un problema di salute o di una caduta.
Il sistema può essere integrato dall’iWalker, un deambulatore intelligente che
facilita gli spostamenti in presenza di gravi
problemi di mobilità. L’i-Walker è, infatti,
in grado di facilitare la deambulazione
esercitando una leggera trazione in salita e
una significativa frenata in discesa.
Il sistema FATE è attualmente nella sua fase
di sperimentazione, che in Italia è affidata
a COOSS e alla Fondazione S. Lucia (FSL)
di Roma, entrambe partner del progetto.
COOSS sta sperimentando il sistema con
50 utenti con età superiore ai 65 anni, che
vivono da soli in casa e che presentano
un elevato rischio di caduta, mentre FSL
sta testando l’i-walker con i degenti della
propria struttura ospedaliera.
affidabile e puntuale nella rilevazione delle cadute
o delle anomalie di utilizzo dei suoi componenti (il
sistema è infatti in grado di rilevare se, ad esempio,
l’utente dimentica di indossare il sensore di caduta o
di accendere il cellulare);
• dal punto di vista dell’accettabilità e dell’usabilità
del sistema, è evidente che utenti con scarsa
alfabetizzazione informatica risultano intimoriti
dalla strumentazione FATE: la paura di usare i
vari dispositivi nel modo sbagliato provoca in loro
ansia ed un comprensibile atteggiamento di rifiuto.
Al contrario, per quegli utenti avvezzi all’uso di
smartphone o PC, l’utilizzo del sistema non sembra
creare problemi, se non il fastidio talvolta provocato
dalla cintura in neoprene, soprattutto nei mesi più
caldi.
Si tratta tuttavia di risultati parziali e legati al
contesto territoriale di riferimento. Il progetto
FATE prevede una più ampia analisi qualitativa e
quantitativa, che sarà in grado di fornire un quadro
più preciso sul potenziale impatto del sistema FATE
e sulle sue possibilità di integrazione ai tradizionali
modelli assistenziali.
39
a cura di Ilaria Iobbi
SALUTE: NOVITÀ DALL’ABRUZZO
COMBATTERE
LE MALATTIE
GRAVI CON
LA TECNICA
DELL’EMAFERESI
IL PUNTO G ESISTE?
SCOPERTA LA MAPPA INTIMA
FEMMINILE
Attenzione uomini, il punto G non esiste! A sostenerlo
gli studiosi italiani dell’Università dell’Aquila
(Emanuele A. Jannini a capo dello studio) e di Tor
vergata, in collaborazione con colleghi francesi e
messicani. La rassegna pubblicata su Nature Urology
smentisce completamente l’esistenza del famoso
fulcro del piacere sessuale femminile, per sostenere
che l’orgasmo è affidato ad un’area ben più estesa
e complessa. I ricercatori hanno quindi stilato una
mappa intima chiamata CUV, complesso clitoro-uretrovaginale, formato da tessuti, muscoli, ghiandole e utero.
Non si tratta quindi di tessuti intimi passivi ma di aree
femminili altamente dinamiche e sensibili. I ricercatori
avvertono quindi le donne da quei ginecologi e chirurghi
che tagliano e cuciono senza rispetto, ribadendo che
le intimità femminili sono sessualmente importanti e
meritano attenzione.
40 senzaetà
S
i chiama emaferesi la sofisticata tecnica,
praticata al Centro Trasfusionale dell’ospedale
S. Salvatore di l’Aquila e in un altro centro
fuori provincia, utilizzata per curare malattie
rare, immunologiche, ematologiche, neurologiche e
nefrologiche.
Il procedimento, diretto a L’Aquila dal dottor Luigi
Dell’Orso, consente di separare dal sangue del
donatore o del paziente le diverse emocomponenti
(piastrine, globuli rossi e plasma) tramite
centrifugazione e filtrazione. Ottenuti i vari
componenti vengono poi utilizzati per trasfusioni,
per la produzione di farmaci salvavita o eliminati se
presentano elementi nocivi.
Questa tecnica di separazione cellulare è quindi molto
importante ai fini della cura delle gravi malattie. Allo
stesso modo è fondamentale procurarsi la maggior
quantità di sangue attraverso donazioni. Grazie
ai due punti di raccolta – il Centro Trasfusionale
dell’ospedale e la sede della Croce Rossa – si
raggiungono le 6 mila donazioni all’anno di persone
tra i 40 e i 50 anni, mentre ancora poco numerose
sono quelle nella fascia più giovane (20 – 35 anni).
Oltre alla tecnica di emaferesi, l’ambulatorio del
servizio trasfusionale, svolge anche un’ampia attività
dedicata alla cosiddetta medicina rigenerativa,
attraverso terapie finalizzate alla rigenerazione di
svariati tessuti, come ad esempio tessuti ossei, per
lesioni osteo-articolari, tendini e cartilagini, ulcere
varicose, piaghe da decubito: un lavoro che si traduce
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Pronto il nuovo ospedale“Carlo Urbani”
Mezzolani: “Struttura sanitaria all’avanguardia”
JESI - “A settembre aprirà il Carlo Urbani”. Lo
ha assicurato il presidente della Regione Marche
Gian Mario Spacca all’Ospedale di Jesi, durante l’inaugurazione della nuova sede Avis e del
Centro trasfusionale, trasferito nelle settimane
scorse. Presenti l’assessore alla Salute Almerino
Mezzolani; il sindaco Massimo Bacci; il direttore
Asur Marche Gianni Genga; il direttore dell’Area
Vasta 2, Giovanni Stroppa; il dirigente medico
del presidio ospedaliero, Virginia Fedele; i consiglieri regionali Fabio Badiali ed Enzo Giancarli, i rappresentanti delle strutture locali del sistema sanitario e i progettisti. “Tutti qui – ha detto
SANITÀ: A SCUOLA DI
FORMAZIONE MANAGERIALE
Sottoscritta la Convenzione tra Regione
Marche e i quattro Atenei marchigiani
per la Scuola di formazione manageriale
in Sanità. Per la Regione Marche hanno
firmato il presidente Gian Mario
Spacca, l’assessore alla Salute Almerino
Mezzolani e il dirigente del Servizio
Salute Piero Ciccarelli, per l’Università
Politecnica delle Marche il Rettore Sauro
Longhi, per l’Università di Camerino il
Rettore Flavio Corradini, per l’Università
di Macerata il Rettore Luigi Lacchè, per
l’Università Urbino a nome del Rettore
Stefano Pivato, Paolo Pascucci ordinario
del Dipartimento Giurisprudenza. Il
provvedimento risponde all’esigenza
di formazione manageriale prevista
dalla legge per chi è già titolare di
un incarico dirigenziale e per coloro
che aspirano all’inserimento nelle
graduatorie dirigenziali, compreso il
personale proveniente da altre Regioni.
Attualmente nelle Marche il personale
obbligato a questo tipo di formazione
ammonta a circa 250 unità.
42 senzaetà
Spacca – per rassicurare questa comunità che il
cronoprogramma che ci siamo dati verrà rispettato e il Carlo Urbani sarà completamente operativo. Inaugurato il nuovo blocco operatorio, le
Marche disporranno di uno dei migliori ospedali
presenti sul territorio”. Spacca ha ribadito che
il “Carlo Urbani” sarà una struttura ospedaliera
all’avanguardia, “perché progettato con le migliori tecnologie e i più avanzati modelli organizzativi: non è un caso se rappresenta uno degli investimenti più consistenti degli ultimi dieci anni
della Regione”. Il presidente ha concluso non
negando i ritardi che si sono accumulati nella
fase realizzativa: “Il nostro è un Paese complicato per le procedure burocratiche e amministrative esistenti. Nelle settimane scorse abbiamo
posato la prima pietra del nuovo Inrca, quando
avremmo dovuto celebrare un’apertura e non
l’avvio di un cantiere. Ma, anche qui a Jesi, l’importante è essere arrivati dove volevamo. Cioè
al risultato finale e questo ci fa immensamente
piacere”. Dietro al “Carlo Urbani”, ha rimarcato
l’assessore Mezzolani, “si sono avute procedure
complesse che hanno rallentato la realizzazione.
Oggi testimoniamo la forte determinazione della comunità locale e della Regione Marche che
hanno saputo porre al centro della propria organizzazione sanitaria questo ospedale”. Anche
l’assessore ha voluto rassicurare la comunità locale: “Le criticità legate al trasferimento dell’at-
Superati i ritardi la
struttura di Jesi
permetterà di ridurre
costi e procedure
tività ospedaliera nella nuova struttura andranno vissute come inevitabili disagi fisiologici e
non come ritardi ingiustificati. Abbiamo portato
a compimento un’infrastruttura di fondamentale importanza che contribuirà a mantenere in
equilibrio il bilancio sanitario grazie alla razionalizzazione della spesa che la nuova struttura,
più moderna e funzionale, garantirà”. Il sindaco
Bacci ha parlato di “un passo fondamentale per
questa comunità. Oltre centomila persone della Vallesina avranno una struttura ospedaliera
d’eccellenza e all’avanguardia”. La realizzazione del nuovo Ospedale Carlo Urbani di Jesi ha
comportato un impegno finanziario complessivo
della Regione Marche di 69,9 milioni di euro, di
cui 63,7 milioni per il fabbricato e gli impianti,
3,65 milioni per arredi sanitari e 2,2 milioni per
attrezzature sanitarie. L’unificazione presso un
unico presidio dell’offerta di prestazioni sanitarie ospedaliere consentirà, oltre che di eliminare
i disagi per gli operatori sanitari e per l’utenza,
anche di ridurre i costi gestionali.
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BUONO
A SAPERSI
a cura di
Giacomo Cucchieri
BACCHE DI GOJI
Il frutto della longevità
PROPRIETÀ BENEFICHE
Il Goji è ricco di vitamine, minerali, proteine e altri preziosi
antiossidanti: grazie a questi
micronutrienti è utile per proteggere il corpo dai radicali
liberi, dallo stress ossidativo, a
regolare il metabolismo e a rinforzare il sistema immunitario.
In misura minore può anche
aiutare la memoria, la vista e il
sistema cardiovascolare, evitare l’insonnia, gli sbalzi di pressione e l’ansia.
In Italia, il Ministero della Salute comprende le bacche di
Goji nella lista degli estratti vegetali come integratore antiossidante (decreto legislativo 21
maggio 2004, n. 169).
44 senzaetà
Lo stress, l’inquinamento, le radiazioni, il
fumo o i farmaci: sono alcuni dei fattori che
contribuiscono alla formazione di radicali liberi, che causano l’invecchiamento precoce, e
alla diminuzione delle difese del sistema immunitario.
Un piccolo frutto rosso potrebbe però venirci
in aiuto. Si tratta delle bacche di Goji, detto
anche il frutto della longevità.
Il Lycium Barbarum, questo il nome scientifico, è un arbusto della famiglia delle Solanacee,
ovvero la stessa della patata, del pomodoro o
della melanzana. Cresce nelle valli himalayane
ed è diffuso soprattutto in Cina nord-occidentale, in Mongolia e in Tibet. Viene coltivato in
Oriente da migliaia di anni ed è famoso nella
medicina popolare cinese per essere ricco di
proprietà nutritive utili al mantenimento della
salute e della giovinezza.
CONSIGLI DA SEGUIRE
Considerate le innumerevoli qualità sembrano bacche
miracolose! Bisogna però rimanere con i piedi a terra.
Il suggerimento è sempre lo stesso ed è sempre valido:
se non vengono adottati anche uno stile di vita attivo
e un’alimentazione sana, sarà difficile notare miglioramenti. Inoltre la bacca raccoglie il suo ‘potere’ nutritivo
dal terreno sul quale è coltivata. È quindi consigliabile evitare negozi online sconosciuti e prodotti a basso
costo, di cui non si conosce la provenienza o il metodo
di coltivazione (con pesticidi o altro), e preferire quelle
certificate e garantite biologiche. O ancora meglio: visto
che la pianta si adatta bene al clima italiano, ci si può affidare al pollice verde coltivandola nel proprio orticello.
Ricordiamo inoltre che se lo stato di salute non fosse
ottimale, se si stessero seguendo delle terapie farmacologiche o se si fosse in gravidanza o allattamento,
gli esperti sconsigliano di assumere le bacche senza un
controllo medico.
l’opinione
L’opinionista
Carlo Negri:
“Sette risposte per
i cittadini”
Una severa analisi
propositiva della
nostra attuale
società e politica
egri con il dire
L’ing. Carlo N
sitore dell’Euro
ano, fiero oppo
Mario Giord
ttore del Tg 4
Tempi di attesa in Sanità:
“costume” inaccettabile
M
eno burocrazia, una
politica più pulita,
progetti sociali utili,
semplici, realizzabili. A partire dalla Sanità: le code
interminabili al pronto soccorso e
le liste d’attesa per le visite ospedaliere sono un insulto, qualcosa che
deve finire subito! Non è sognare.
Occorre però che la svolta parta dai
cittadini stessi.
“Urge invertire la prospettiva
dell’attuale sistema sociale attraversato da tutt’altri interessi,
arrivare ad uno Stato non più dominante e oppressivo che mette ai
margini i cittadini, ma anzi si pone
al loro servizio. Gli esponenti delle
istituzioni devono perseguire l’obiettivo di ascoltarli, costruendo
così un modello di sistema in grado di adeguarsi velocemente alle
loro istanze e necessità. Seguendo
tale via gli Italiani potranno riacquisire fiducia e sicurezza, motori
essenziali per la ripresa.
Per risolvere i gravi problemi
economici che assillano il nostro
Paese è necessario eliminare gli
sprechi non a parole ma con fatti
immediati: costi standard per gli
acquisti di Stato e Agenzia delle
uscite per il loro controllo. La spesa pubblica è salita di 200 miliardi
in 10 anni e per giunta i cittadini si
sono ritrovati servizi più scadenti.
Oggi siamo ad un passo da nuove
elezioni amministrative della Regione: è necessario ripensare completamente al ruolo dell’ente pubblico. Attualmente sono organismi
lontanissimi dalla gente, gestiti
ad uso e consumo di chi le governa. Sprechi enormi, stipendi d’oro
per i dirigenti, vitalizi, rimborsi ai
gruppi consiliari le cui modalità di
utilizzo sono vere provocazioni per
i contribuenti se non altro per le
continue indagini della magistratura! Quando parliamo del settore
Sanità, il più importante, le responsabilità sono gravissime.
Avendo assunto le Regioni una responsabilità diretta nella gestione
e nella spesa del servizio sanitario
regionale il primo obiettivo di un
Presidente è quello di eliminare
subito i vergognosi tempi di attesa,
che a volte oltrepassano anche l’an-
Chi è Carlo Negri
L’Ing. Carlo Negri da tempo si occupa di temi sociali, politici
e amministrativi ma la crisi in atto ne fa un opinion leader
per il coraggio con cui si rivolge al vecchio sistema politico,
mettendolo alla gogna e invocando una radicale svolta verso
decisioni semplici, utili, immediate.
“Sette risposte” è la denominazione dell’incontro che si terrà ad Ancona il 4 ottobre alle 17,00 all’Hotel Europa, in cui
Carlo Negri, presidente e fondatore dell’associazione Liberi
costruttori del domani, si confronterà con i potenziali ispiratori degli indirizzi di una nuova politica: imprenditori,
artigiani, professionisti, giovani alla ricerca di occupazione,
pensionati, disoccupati over 50, mettendo in evidenza come
il programma del movimento possa contribuire alla soluzione della crisi in atto.
Le idee messe in circolo da Carlo Negri fin dal 2012, tramite
incontri, convegni, tavole rotonde, stanno registrando un
crescente consenso non solo nelle Marche da parte di persone che non vogliono più essere soggetti passivi nel quotidiano ma partecipi delle scelte e delle decisioni che riguardano
il futuro dell’Italia.
no per esami e visite specialistiche.
Bisogna cancellare un costume
inaccettabile, che rivela un’intollerabile indifferenza della Stato nei
confronti di chi attraversa momenti particolarmente difficili.
Nonostante a livello di Governo
centrale venga teorizzata la lotta
alla burocrazia ogni giorno questo
male che attanaglia il nostro paese
si diffonde ulteriormente mediante
la complessità di nuove circolari
e regolamenti. Liberi costruttori
del domani ha costituito il Centro
nazionale antiburocrazia al fine di
essere a fianco di quei cittadini che
ogni giorno entrano in un labirinto
normativo inutile e indecifrabile.
Ci sono date che spesso divengono
simbolo di un’ inversione di tendenza, di un nuovo inizio, di una
vera mutazione. A tale categoria
deve appartenere il 4 ottobre, il
giorno della svolta, della scelta, del
risveglio.
45
scaffale
MADDALENA PROFUGA PER SEMPRE
WELCOME STYLE
ALBERGO RISTORANTE TONINO
Graziella Carassi
Paola Marella
Cassandra Mengarelli
Realizzato con il patrocinio della Regione
Marche e dei comuni Offida e Ascoli Piceno
che aderisce anche in veste di Provincia,
il volume, curato da Graziella Carassi con
l’introduzione del prof. Renzo Mulato,
appartiene al genere della memorialistica.
Attraverso numerosi materiali fotografici
e documentali infatti viene ripercorsa la
storia personale di Maddalena, persona cara
all’autrice nonché compagna di scuola della
mamma Clara. Nel pieno infuriare della
Grande Guerra, Maddalena è costretta a
lasciare Gorizia, la sua città, trovando rifugio
a Offida, nelle Marche. Un viaggio non solo
fisico, ma anche culturale, attraverso le quali
vicende personali e storia si intrecciano per
quasi cento anni della nostra storia recente:
dai primi del novecento fino al duemila, attraverso passaggi fondamentali come prima
e seconda guerra mondiale e il referendum
Monarchia-Repubblica. Con notevole cura
e minuzia l’autrice ricostruisce innumerevoli episodi storici e personali. Un percorso
intenso attraverso racconti di vita vissuta tra
le tappe maestre del secolo breve.
Francesco Rozzi
Paola Marella, architetto, agente immobiliare e conduttrice di programmi televisivi su
Real Time, offre ai lettori il suo nuovo libro
“Welcome Style” edito da Rizzoli”, ispirato
al noto programma televisivo, che contiene
alcuni consigli per dare un’impronta chic alla
nostra casa con degli esempi su come arredare il salotto, la camera utilizzando cromie
e tessuti, per nascondere i difetti della casa
e evidenziarne i pregi. Al suo interno sono
presenti varie sezioni:
GLI STILI: una galleria fotografica illustra
tante soluzioni decorative diverse: per lustrarsi gli occhi e farsi ispirare.
GLI ESEMPI: abili professionisti trasformano locali anonimi in ambienti speciali: per
copiare i progetti e riproporli in casa propria.
LA PRATICA: le istruzioni alla base del faida-te casalingo: per rimboccarsi le maniche e
mettersi all’opera!
Alessandro Pettinari
Qualche volta, molto raramente, i luoghi
acquistano una storia. Quando a farlo è un
albergo-ristorante, la storia si riconduce a
una straordinaria personalità il cui tratteggio, insieme a quello della famiglia, è
pennellato con piglio narrativo originale e
curioso, nonostante il trasporto passionale,
da Cassandra Mengarelli.
In piazza stazione, ad Ancona, il ristorante
di Tonino ha ospitato per quattro generazioni una serie di personaggi davvero “da
raccontare”: artisti, attori, intellettuali, politici, registi e animatori, ma anche barboni e
nobili, in una struttura ricettiva completa in
grado di offrire davvero un valore aggiunto
preziosissimo. Su tutti, la figura matriarcale di Regina, al fianco di Tonino (dietro
a un grande uomo…) e l’arte nel cuore
del protagonista che trasforma nel tempo
l’albergo ristorante in una fucina di giovani
artisti dall’atmosfera creativa, affascinante,
irripetibile.
Giampietro Buzzi
46 senzaetà
PORTE APERTE ALL’INRCA
Ricerca ed Assistenza a Km 0
20 settembre
Ospedale
www.senzaeta.it
[email protected]
EDITORE
PIXEL
REDAZIONE
via Caduti del Lavoro, 12 - 60131 Ancona
Tel. 071.2861423
via F.Corridoni,13 - 00195 Roma
Direttore responsabile
Luca Guazzati - [email protected]
13 settembre
GALLERIA AUCHAN
Hanno collaborato
Debora Benedettelli, Julian Burnett,
Nico Coppari, Giacomo Cucchieri,
Nicoletta Di Benedetto, Ilaria Iobbi,
Katia Marilungo, Alessandro Pettinari,
Giorgia Rosini, Francesco Rozzi,
Nicolò Scocchera, Mauro Zezza.
20 settembre
Via della Montagnola, 81 - Ancona
VILLA GUSSO
Villa Gusso
Via S. Margherita, 5 - Ancona
Polo Scientifico Tecnologico
20 settembre
Via Birarelli, 8 - Ancona
20 settembre
OSPEDALE
Grafica
studio PIXEL
Servizi pubblicitari
Anna Antonietti - [email protected]
Comitato scientifico
Direttore
prof. Paolo Crepet,
avv. Giovanni Conti, legale,
prof.ssa Marieli Ruini, antropologa, Un. La
Sapienza,
dott. Rosario Altieri, Presidente AGCI
dott.Alberto Busilacchi, ortopedico
POLO SCIENTIFICO TECNOLOGICO
info: 071.8003899-4627
www.inrca.it
Giornata di incontro con la cittadinanza e promozione delle attività
13 settembre Galleria
Auchan ore 9.00
www.senzaeta.it
6 numeri
Coordinatore di redazione
Maria Chiara La Rovere [email protected]
Stampa
TECNOPRINT s.r.l. Ancona
Reg.Trib.Ancona n. 12 del 27/06/2003
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