Onore e Songavazzo raccontano Marzo 2014 - N°2 1 Gemellaggio: La festa del Dono Suor Anna: “La mia storia! La Quaresima: il tempo essenziale Tempo e tradizioni: L’intervista La Spiritualità Lo stupore dell’amore di Dio tramutato in gioia... Don Lorenzo 2 Gruppo di preghiera La Spiritualità Entriamo nel vivo di Gesù: “Questo vi ho detto perché la mia Gioia sia in voi e la vostra Gioia sia Piena” (Gv15,11). E’ importante che ci soffermiamo a vedere un po’ quali sono le cose che Gesù ci ha detto perché la sua Gioia sia in noi e la nostra Gioia sia Piena; la Gioia di Cristo nel nostro cuore, una promessa fondamentale! La frase che precede questo passo inizia con un’affermazione stupenda: “Come il Padre ha Amato Me, così anche io ho Amato voi. Rimanete nel Mio Amore”(Gv15,9). La Gioia, L’Amore riusciamo a viverli anche nella sofferenza, nel trambusto della vita? La risposta è sì! Se noi riusciremo a viverli realmente con Gesù, con la Madre che è sempre al nostro fianco. La prima cosa per vivere tutto questo è la Preghiera e i Sacramenti. Tutto vissuto nella semplicità e nell’umiltà. Allora, la prima grande rivelazione da cui dobbiamo lasciarci raggiungere, perché la Gioia di Cristo possa dimorare nel nostro cuore, è questa: che siamo Amati follemente, siamo amati pazzamente da Dio. Tante volte lo diamo per scontato: abbiamo scoperto che Dio è Amore! Però poi questa notizia resta una nozione. Si, Dio ci Ama, ma non ne facciamo viva esperienza, non permettiamo a questo Amore di Dio di raggiungere il nostro Essere, (l’Anima), in profondità. Tanti di noi hanno fatto l’esperienza dell’innamoramento: vedere che a quella ragazza si accendono gli occhi quando ti guarda e ti senti ubriaco. Perché ti senti ubriaco? Perché il tuo cuore, che da sempre ha una grande sete di Amore, finalmente è stato raggiunto da una Goccia di Amore e non capisci più niente. Ecco, noi siamo chiamati a fare questa esperienza in profondità, non solo con la ragazza che ti accarezza con quello sguardo di Amore, ma con Colui che è L’Amore Perfetto. Non è sufficiente dire: Credo che Dio esista, che sia Amore. Va bene, ci puoi credere, anche il diavolo ci crede… Questo incontro profondo con Dio, va chiesto in quei momenti di silenzio, quando ci troviamo in Chiesa a tu per tu con Lui: “Donami l’incontro profondo con il Tuo Amore, perché con la sola ragione non riesco a credere in Te, Signore”. La nostra vita deve portarci a un rapporto di comunione con Dio, altrimenti che senso ha la nostra vita senza questo incontro col Suo Amore… Ogni tanto, con alcuni giovani, vado per qualche giorno di riposo a Medjugorje. Loro sono più dormiglioni di me, così al mattino presto ne approfitto e vado a passeggiare in mezzo alla Natura recitando il Rosario, immergendomi nella Preghiera e mettendomi ad ascoltare il “concerto della creazione”, ammirando il sorgere del Sole, il canto degli uccellini. In tutta questa semplicità e armonia perfetta scopri il Creatore e quanto Amore Lui ci ha messo in questo mondo impazzito. Dio ci Ama così follemente da inviarci sua Madre da oltre 32 anni. Se sapremo ascoltarLa, Lei ci riporterà all’Unico che dona Amore, Gioia e dà un senso alla nostra vita. La Gioia è sentirci Amati e Amare… La Spiritualità La Spiritualirà Don Lorenzo 3 La Catechesi La Catechesi Digiunare ogni tanto fa bene... e non solo alla linea! Canonizzazione di Papa Giovanni XXIII La quaresima tra rinuncia e conquista di sè Il cammino dell’Avvento 4 Ciao! E’ ormai tempo di parlare di Quaresima… ma lasciateci uno spazio per ringraziare tutti i bambini, tutte le mamme, le catechiste, tutte le persone che si sono rese disponibili per la buona riuscita del “cammino di avvento” tenutosi per quattro lunedì nella parrocchia di San Lorenzo, e in ultimo ma non per ultimo ringraziare i don, che con la loro presenza hanno reso più bello e forte questo momento di preparazione e attesa al Santo Natale!! E’ stato bello incontrarli tutti a turno… a volte anche più di uno! Così l’interparrocchialità ha preso forma, colore, canto, condivisione, gioia!!! La gioia del canto, la forza della lettura della Parola, la simpatia nella drammatizzazione fatta dai nostri ragazzi di terza media, sempre disponibili e preparati, nell’interpretare i vari personaggi che di volta in volta incontravamo, la spiegazione del don per comprendere ancor meglio il messaggio…e infine la gustosa merenda da condividere! Semplici momenti che arricchiscono tutti….momenti di ritrovo, di condivisione… ”quando due o più sono riuniti nel mio nome io sono con loro”…. Ancora Grazie a tutti per aver reso possibile questi incontri…vi aspettiamo per il “cammino di quaresima”… dai non fate quella faccia!!!insieme siamo forti e con Lui ancora di più! Ciao e alla prossima!! Vogliamo anzitutto rivolgervi un caloroso invito : se desiderate riflettere sul valore del digiuno, evitate di trovarvi di fronte ad un buon piatto di casoncelli, ad un succulento arrosto o, magari ad un piatto di lasagne. Qualsiasi vostra considerazione rischierebbe di essere viziata dai profumi delle pietanze che avete di fronte. In effetti un buon menù rappresenta una forte tentazione per il palato e risulta difficile rinunciarvi. Già tentazione e rinuncia… questo è il problema, direbbe Shakespeare. Al di là di ogni considerazione qualsiasi pensiero sull’astinenza dal cibo fonda la propria essenza su questi due termini. E non ci riferiamo soltanto al precetto cristiano ma anche ad una laica condotta alimentare. Migliaia di libri ci ricordano quanto una sana alimentazione debba basarsi su una dieta adeguatamente variata, che moderi i grassi ,non dimentichi mai frutta e verdura, opti per una drastica riduzione di consumo di carne ma anche per la progressiva diminuzione delle porzioni e delle calorie. E in tutto ciò ogni tanto non guasterebbe il digiuno se è vero che un gigante della medicina come l’oncologo Veronesi arriva ad affermare “Sono convinto che digiunare in modo intelligente sia un'ottima procedura di prevenzione delle malattie che più affliggono la nostra società (tumori compresi) e un esercizio di controllo del corpo da parte della mente. Un esercizio filosofico con risvolti concreti del tutto positivi “ . Non si tratta dunque soltanto di ridurre il proprio apporto alimentare evitando nel tempo le cosiddette malattie del cibo, ma anche di sviluppare una crescente attitudine al dominio di sé. Nella visione laica di Veronesi è dunque esclusa la logica della sofferenza corporea basata sull’intento punitivo del “ se bello devi apparire ,un po’ hai da patire” e la componente fisico- estetica lascia il passo a quella del benessere e della psiche. Ebbene ,apparirà strano ma il digiuno cristiano, pur partendo dal presupposto della fede, non è così distante dagli assunti efficacemente espressi dall’oncologo Milanese. Secondo il precetto della Chiesa in occasione del Mercoledì delle Ceneri e del Venerdì Santo tutti i cattolici tra i 14 e i 60 anni devono obbligarsi a consumare un solo pasto “magro” ed astenersi dal consumo di carne nei Venerdì di Quaresima (can.1249 diritto canonico ; n° 2041 del catechismo ).A fornirci importanti indicazioni sulla materia è una nota CEI del 1994. In essa si afferma a chiare lettere che il digiuno non è uno strumento di disprezzo del corpo bensì un mezzo per rinvigorire lo spirito. E’ il Cristo delle tentazioni ad accostare la privazione del cibo al nutrimento dell’anima : “non di solo pane vivrà l’uomo…” , e a rifiutare con forza l’esteriorità ipocrita del gesto a vantaggio della sua intima segretezza (Mt. 6). Quindi, a scanso di equivoci le persone di Cristo non digiunano contro Qualcosa. Amano il cibo: : "Chi mangia, mangia per il Signore, dal momento che rende grazie a Dio" (Rm 14,6) , rispettano il proprio corpo senza esasperarne l’estetica , ripudiano il gesto eclatante del digiuno per protesta .Qualsiasi pratica di rinuncia trova il suo pieno valore, secondo il pensiero e l'esperienza della Chiesa, solo se compiuta in comunione viva con Cristo, e quindi se è animata dalla preghiera ed è orientata alla crescita della libertà cristiana, mediante il dono di sé nell'esercizio concreto della carità fraterna. Per dirla con Enzo Bianchi “Con il digiuno noi impariamo a conoscere e a moderare i nostri molteplici appetiti attraverso la moderazione di quello primordiale e vitale: la fame, e impariamo a disciplinare le nostre relazioni con gli altri, con la realtà esterna e con Dio. Il digiuno è ascesi del bisogno ed educazione del desiderio” . Concludendo , quando ci troveremo di fronte al precetto dell’astinenza alimentare non viviamola come un atto punitivo ma come un esercizio di conoscenza del nostro io cristiano in relazione all’amore di Dio che deve rappresentare il primo dei bisogni e insieme come un momento di preghiera silenziosa e caritatevole verso il prossimo. Poi a Pasqua, buon appetito! Guido F. 5 Agorà Agorà Onore e il suo consiglio pastorale News dal consiglio pastorale di Songavazzo Seconda e terza seduta anno pastorale 2013/2014, Onore Prima seduta anno pastorale 2013/2014, Songavazzo Nelle serate del 15 novembre e 23 gennaio scorsi, si sono svolti i recenti consigli pastorali della comunità di Onore, presieduti dal nostro sacerdote alla presenza di quasi tutti i membri facenti parte del consiglio. Di seguito un breve riassunto degli stessi. Gli incontri si aprono, come di consueto, con una preghiera di ringraziamento al Signore, per poi proseguire con una riflessione sulla lettera che il Vescovo della diocesi di Bergamo Mons. Francesco Beschi ha rivolto a tutti noi per l'anno 2013-2014, intitolata "Donne e uomini capaci di Vangelo". Nella prima seduta cerchiamo insieme risposte alle domande: "Chi è il vero credente?" , "E’ essenziale la fede per la mia vita? Cosa cambierebbe se non l’avessi?"...ne scaturisce - con grande entusiasmo della nostra guida - un acceso e ricco dibattito. Durante la seconda seduta invece, ci si sofferma nella compilazione del questionario sulla catechesi per gli adulti, tematica attorno alla quale ruota la lettera pastorale di cui sopra, questionario che il Vescovo ha chiesto ai sacerdoti di proporre ad una rappresentanza delle comunità della diocesi, come riflessione sul tema. ...Sempre più impegnativo il compito a noi richiesto, ma con questo sempre più profondo e coinvolgente. sulla crescita dell’individuo e del suo divenire adulto “indipendentemente” dalla fede e dalla vita cristiana. In cosa si distinguono oggi credenti e non? Questa la domanda cruciale posta da Beschi. Avvicinarsi a Cristo significa capire che il suo messaggio migliora la vita. E ciò è possibile attraverso il mistero dell’eucarestia e mediante la Sua conoscenza. Ecco che la catechesi degli adulti diventa oggi indispensabile. Il gruppo dibatte allora della difficoltà di costruire una catechesi “attraente” tra impegni e distrazioni, e si decide di accorpare Onore e Songavazzo nello sperimentazione di un nuovo percorso, già intrapreso dai nostri vicini, denominato “Vivo e Condivido” e basato su un libero confronto di idee in ordine a specifici temi. E’ stabilito di fissare il primo appuntamento da noi il 28 febbraio. Proprio in riferimento alla catechesi, Il parroco consegna un questionario a risposte dirette, predisposto dal Vicariato di Clusone - Ponte Nossa sull’essere cristiani adulti oggi. Da ottobre (vedi articolo)nascerà la nuova Unità Pastorale di Rovetta, Songavazzo, Onore ,Fino del Monte, San Lorenzo e Cerete. Si tratta di una modalità di condivisione della vita di comunità (giovani, matrimonio, adulti ecc..) nei fatti già operativa tra le nostre parrocchie grazie ad un’efficace collaborazione. Con l’approssimarsi della Quaresima si decide di costruire la Via Crucis tra Songavazzo e Onore lungo il percorso della ciclabile e della strada per la Baitella con partenza ed arrivo fra le due Chiese. Da ultimo il consiglio, dopo aver discusso a lungo del futuro del CRE songavazzese, decide di spostare la S.Messa delle 8.30 in Chiesina e di garantire alla Comunità la presenza di Don Ivan durante un pomeriggio settimanale .Provvede infine alla nomina dei due delegati in seno al Consiglio Vicariale: si tratta di Alda Salera e Maria Grazia Pezzoli. Prossima riunione il 13 o il 27 Marzo. IL NUOVO CONSIGLIO PASTORALE Don Ivan Dogana Alda Salera Delfina Savoldelli Mariagrazia Pezzoli Elena Brasi Flavia Zamboni Eleonora Beccarelli Roberto Barzasi Francesco Moreschi Pietro Barzasi Sergio Barzasi Luisa Barzasi Guido Fratta Agorà 6 Il 30 gennaio scorso si sono tenuti i lavori del Consiglio Pastorale Parrocchiale di Songavazzo. Il gruppo, ricostituito a seguito dell’avvento di Don Ivan, si è dato appuntamento nei locali dell’Oratorio e, dopo la preghiera iniziale, ha intrapreso la discussione dei punti all’ordine del giorno. Il Don ,che presiede il Consiglio, ne ha illustrato anzitutto le funzioni, ricordando che questo è un organismo consultivo ma non esecutivo, avente la finalità di presentare suggerimenti e proposte in ordine all’organizzazione della vita parrocchiale, fermo restando il primato sacerdotale sulle scelte . L’attuale squadra songavazzese è costituita da 13 membri compreso Don Ivan, in parte nominati tra i collaboratori liturgici e pastorali, ed in parte individuati dal parroco stesso, benchè tutti si siano detti disponibili a valutare l’ingresso di nuovi fratelli. La scelta di procedere alla nomina dei componenti senza avvalersi di procedimenti elettorali (facoltativi) , risponde all’esigenza di avere un gruppo di lavoro coeso. Il consiglio ha poi riflettuto sui contenuti della Lettera pastorale del Vescovo per il 2013-2014. Diviso in cinque parti e corredato da una conclusione il messaggio episcopale si concentra Agorà In seguito a questi momenti di catechesi e di confronto, si discutono le questioni pratiche legate alla vita liturgia e parrocchiale, sia relativamente ad eventi passati, sia riguardo a quelli in previsione: l'assemblea parrocchiale tenutasi da don Ivan -un resoconto da parte sua sulla stessa e sulle impressioni da egli provate-, il gruppo liturgico -la sua formazione e i suoi compiti-, gli incontri di catechesi per gli adulti "vivo e condivido" -che si tengono tutti gli ultimi venerdì del mese presso la casa parrocchiale-, l'oratorio e il suo consiglio -del quale il consiglio pastorale è primo referente- l'apertura dello stesso a nuovi volontari e i lavori in atto presso la struttura, il pranzo per gli anziani -previsione prima e resoconto poi-. Si prosegue quindi valutando e discutendo le date e le modalità di eventuali appuntamenti in programma nei mesi a venire, nonchè delle ricorrenze legate al calendario pastorale: avvento, S.Natale, capodanno, S.Antonio abate e cena dei volontari della parrocchia -nella seduta di novembre-; tempo di quaresima, conferma e discussione sulle modalità della cena per i volontari, visita del Vescoso a Clusone (5 febbraio 2014) -nella seduta di gennaio-. Il consiglio pastorale si riunirà per il prossimo incontro il giorno 21 marzo 2014 alle h.20.30, presso la casa parrocchiale. Si ricorda che esso è aperto a chiunque desideri assistervi e partecipare alla discussione. 7 Agorà Agorà Questo articolo vuole riportare a chiunque fosse interessato l'epilogo di questo incontro. Vogliamo che quanto detto arrivi anche a chi quella sera magari era impegnato, o a chi non avesse recepito l'invito, o ancora a chi l'avesse per scelta snobbato, ma che è sempre a tempo a ricredersi. Cosa accadde quindi? Quella fu una sera di ascolto prima e di scambio poi. Ascolto della parola del direttore d'orchestra, don Ivan, che a distanza di un anno dal suo arrivo colse l'occasione per tirare un po' le somme di quanto nel frattempo aveva avuto modo di vivere e osservare. Nel bene e nel male, con molta chiarezza e tanta obiettività. Gli elogi per il lavoro costantemente svolto da un gruppo organizzativo di 7/8 persone, il ringraziamento a tutti i volontari che all'occorrenza non mancano mai, la presa di coscienza di attimi di evidente fatica, a volte sfociati in qualche sano attrito. Quindi scambio relativamente all'esperienza che ognuno di noi vive all'interno del gruppo, ciascuno con le proprie proposte o perplessità, mettendo a tavolino anche qualche difficoltà. Il tutto alla presenza di numerosi soggetti pronti a recepire la realtà dell'oratorio in ogni suo aspetto e a farsene un po' carico; persone che hanno accettato l'invito a dare il proprio contributo ad un gruppo che è risultato essere aperto a qualsiasi proposta e a nuovi amici. Questo il messaggio che volgiamo portare a tutti. L'oratorio NON HA un “organo direttivo”, bensì è costituito e diretto da un gruppo di persone che si incontrano per organizzare al meglio le attività e la gestione della struttura, facendo capo ad un responsabile, il parroco, che funge solo da supervisore e da collante, ma che lasciando pieno regime al gruppo, permette ad esso di sopravvivere al momento in cui egli si vedrà costretto a lasciare il posto a qualcun' altro. Nel “gruppo dei volontari dell'oratorio”, così abbiamo deciso di definirci, servono forze fresche che affianchino la saggezza dell'esperienza, serve l'entusiasmo di chi è nuovo ad una cosa, servono idee e proposte, serve manodopera che alleggerisca il lavoro di tutti. Questo permetterà al nostro oratorio lunga vita, gli concederà di divenire una realtà sempre più ricca e soddisfacente, alla quale tutti ci sentiremo chiamati a partecipare perchè piacevole, perchè reale trasposizione della nostra famiglia al di là delle mura domestiche. Questo il nostro invito a lasciarvi trascinare, a lasciarvi coinvolgere, a lavorare e godere dei frutti. La fatica diventa condivisione. La fatica diventa gioia. Speriamo che l'invito arrivi lontano e che il prossimo incontro sia ancora più numeroso! P.S.:Un grazie speciale a tutti i partecipanti. La nostra è una passione… una passione che ci unisce e ci muove nell'essere vicini ai ragazzi e ragazze adolescenti di oggi, perché siamo convinti che sia soddisfacente, arricchente, entusiasmante trascorrere del tempo con loro aiutandoli a mettere ordine nelle loro idee. Il nostro principale obiettivo è quello di poter richiamare ed offrire loro suggerimenti per conquistare la libertà divenendo persone libere, superando le difficoltà e i cambiamenti che ognuno deve affrontare. Il primo forte cambiamento che gli adolescenti devono vivere riguarda il corpo, e proprio il corpo diventa tema centrale degli incontri di quest’anno. Il corpo che racchiude anche una mente per pensare e un cuore per amare… Ogni martedì sera alle 20:30 presso l'oratorio di Rovetta ci si incontra per vivere e condividere con i ragazzi questo tema in un ambiente vivo, in cui loro sono i veri protagonisti, in cui si lascia spazio al dialogo, in cui tante volte si comunica anche in modo silenzioso, in cui c'è collaborazione, unione, dove la preghiera, il Vangelo fa da sfondo integratore alla serata… dove viene dato spazio anche al gioco come allenamento per rimettere in gioco noi stessi alla luce di Gesù… dove ognuno può sentirsi come a casa sua… E tu adolescente che stai leggendo tra le righe, cosa aspetti a venire? Non l'hai ancora fatto? C'è sempre tempo… ti aspettiamo!! E porta con te il gesto più importante… Il sorriso! Perché il sorriso è un messaggio di ottimismo, di bontà, di voglia di comunicare, è l'ingrediente principale dei nostri incontri! Fare parte del gruppo ADO non vuole dire solo questo… È molto di più… si organizzano gite fuori porta… che può essere una ghiacciante pattinata o una elettrizzante partita a bowling… o una gustosa spaghettata in compagnia… piuttosto che un meraviglioso campo ADO. Come? Non hai mai partecipato?? Basta, non vogliamo svelarvi tutto ciò che insieme facciamo e possiamo ancora fare =) quindi se ti abbiamo incuriosito, anche solo un pochino… fai un passo avanti! Chiedi al tuo amico che viene con noi tutti i martedì e buttati in questa grande avventura e famiglia che è il gruppo ADO!!! … per unire la tua energia insieme alla nostra! Gli animatori!!!! Eventi “C.D.O. allargato” (consiglio direttivo oratorio allargato). Così don Ivan, primo direttore e responsabile della struttura “oratorio”, definì il consiglio tenutosi la sera del 9 dicembre scorso, vista l'impronta di apertura, confronto e rinnovamento che tale incontro si proponeva. Un incontro fortemente desiderato dal nostro don e da egli molteplici volte promosso alla nostra comunità mediante annunci in chiesa e inviti su passaparola. Una grande richiesta di aiuto da parte di chi è alla guida di una delle più importanti realtà formative della nostra comunità. Perchè? L'oratorio di Onore funziona alla grande, ora che si è trasferito ai piani alti viaggia anche meglio. La domenica c'è sempre un gran movimento di bambini e adulti che piacevolmente si ritrovano per svolgere qualche attività programmata o semplicemente, ed è splendido da osservare, per scambiarsi due battute in compagnia. Le feste organizzate sono andate benissimo, con molta gente del paese e tanti amici di Songavazzo, con i quali sempre più stiamo stringendo amicizia. Di nuovo quindi: Perchè? Perchè don Ivan chiede alla comunità di partecipare alla riunione del direttivo dell'oratorio? A questo punto è necessario un momento di riflessione... Ci siamo mai chiesti come può una struttura funzionare bene? Abbiamo mai pensato al lavoro che c'è dietro alle occasioni di festa? Chi e cosa c'è dietro alle attività, agli spettacoli, alle cene, ai “lavoretti”? Fermiamoci un attimo e pensiamo. E ancora...tutto questo lavoro, da qualcuno svolto con dedizione, costanza e tanta passione, cosa rappresenta se non una fonte di opportunità per i nostri figli? L'opportunità di vivere momenti d'infanzia indimenticabili, serenamente autentici. L'opportunità di una formazione basata sulla relazione, sui giochi di gruppo, sullo scambio; sulla lite e la pace, la vittoria e la sconfitta, gli amici e i non amici, la tolleranza e l'egoismo. Tutto questo non c'è nell'I-pad a casa. All'oratorio sì, c'è ancora! E loro si divertono e in futuro si ricorderanno dei momenti condivisi la domenica pomeriggio o il venerdì dopo il catechismo. Proprio come noi, magari oggi un po' datati, ma cresciuti quando ancora si poteva giocare per strada e nessuno ci cercava col cellulare! Questa premessa può sembrare un monito, un rimprovero a chi non si da' da fare. No! Non lasciatevi ingannare dal tono apparentemente severo, esso era necessario per attirare l'attenzione sulla vera realtà dell'organizzazione, quella fatta di persone, alcune (che significa non molte), che da tanti, tantissimi anni si dedicano alla formazione del futuro della nostra comunità. La severità del tono, altro non vuole che sottolineare la forza della richiesta d'aiuto implicita nella volontà di un incontro aperto, al quale tutti sono stati invitati a partecipare. Freschezza adolescenziale Eventi 8 Consiglio oratorio Onore 9 Eventi Eventi Il desiderio si è avverato! … Stava per arrivare il giorno tanto atteso e finalmente nostro papà avrebbe potuto ammirare quella croce che da un bel po’ di tempo desiderava vedere in cima al Monte Boldet. Quel giorno arrivò: il 29 novembre 2013 esattamente alle ore 14:17. L’idea partì proprio da nostro padre avendo molti ricordi legati a quella montagna e a quanti sin dall’inizio del ‘900, si recavano là, nei mesi estivi, per fare il fieno magro e per pulire ogni metro quadrato di terreno. La croce è stata progettata dall’Arch. Angela Schiavi e realizzata in acciaio al corten dalla ditta MI.CO. s.r.l..; è alta 7 metri e pesa complessivamente 940 kg. Prima di essere trasportata è stata benedetta da Don Ivan. Tra noi, persone presenti in vetta quel giorno, dominavano ansia e preoccupazione per quell’evento così importante, ma ecco intravedersi l’elicottero. Tutto procedette perfettamente ed in pochi istanti la croce venne posizionata. La voce di papà è rotta dalla commozione; la croce è magnifica e lascia tutti senza parole. “E’ l’ultimo dei miei desideri” disse nostro padre mentre ci recavamo in vetta; ed ora che si è avverato, ci auguriamo che sia una nuova meta per gli appassionati della montagna … e non solo. Ma cosa rappresenta la croce ? CROCE, SEGNO CRISTIANO PER ECCELLENZA, ricordo della passione, morte e risurrezione di Gesù, monito dell’invito evangelico ad imitare Gesù in tutto e per tutto, accettando anche la sofferenza. CROCE, oggi per noi simbolo di consolazione e di pace, utilizzata invece nell’antichità come terribile strumento di morte. Grazie a tutti e grazie papà! Mi è stato chiesto un contributo al bollettino parrocchiale di Songavazzo/Onore e accolgo volentieri l’invito, iniziando a condividere la mia “storia”, o meglio come e perché sono qui oggi in monastero. Prima di tutto vi presento Colui che c’entra in tutto quello che dirò: Dio, il Padre di Gesù Cristo e Padre di tutti. Non sono cresciuta proprio all’oratorio,… anche se la passione alla musica mi ha portato, prima in chiesa a suonare l’organo poi nel coro “don Angelo Covelli” e infine nel famoso coro chiamato “primavera”, dal nostro caro don Lorenzo. Passavo ore a suonare in chiesa, da sola, e come unico ascoltatore avevo Dio, e nel suonare vivevo una certa pienezza interiore, una certa pace e la possibilità di esprimere dal profondo, me stessa. Oggi posso dire che quelle ore passate a suonare erano anche un modo di pregare, senza che io ne fossi consapevole. Ad un certo momento della mia vita, precisamente a 28 anni, ho sentito dentro, una forte spinta (che oggi chiamo Spirito Santo) ad allontanarmi, a prendere distanza da ciò che facevo, dall’ambiente in cui vivevo. Ho seguito questa spinta e ho fatto la mia prima esperienza come volontaria con il gruppo “Africa” della Valle di Scalve che in quel dicembre andava un mese nelle Filippine per la costruzione di un asilo. E’ stato l’inizio di una nuova avventura della mia vita. Ricordo che, parlando di me con una suora, ella mi chiese: “Ma tu sei felice?” Questa è stata la domanda che ha sconvolto ancora una volta la mia vita. Ho interrogato il mio cuore circa la mia felicità e ho risposto senza dubbi: “No, la mia non è felicità”. Sr.Clara mi ha consigliato la lettura del salmo 139: “Signore tu mi scruti e mi conosci”….e in quel momento mi sono vista nuda davanti a Dio, e ho pianto. Sono tornata a casa diversa, qualcosa in me chiedeva di cambiare e così ho fatto altre esperienze di volontariato ma, dopo vari viaggi, ho capito che il VIAGGIO che dovevo fare era quello interiore. La vita non cambia in un attimo, ci vuole tempo e questo tante volte può affaticare, ma vi assicuro che ne vale la pena. Tutti siamo chiamati alla felicità, alla vita, all’amore, ed è un peccato non assecondare questa ricerca dentro di noi; e questo va fatto possibilmente non da soli; con Dio anzitutto e con qualcuno che ci può aiutare.Dopo varie vicende sono capitata qui a Lovere in questo monastero, senza averlo cercato; ho sentito che questo luogo geografico, con tutto quello che ha, era per me, per il mio nuovo cammino. All’inizio non è stato facile perché mi sono incontrata con un “mondo” nuovo, diverso dal mio modo di vivere, ma era forte la spinta (la verità) a rimanere. Dal primo giorno in cui sono entrata, ne sono successe di cose, e in tutto vedo la cura, l’amore di Dio per me, non qualcosa di astratto, no, Dio è molto concreto, più di noi; una cura, un amore proprio nella concretezza del quotidiano. Oggi mi trovo al termine del tempo della “prova” ed è arrivato il momento della scelta definitiva. Il 25 aprile alle ore 16 farò la professione solenne che è il mio sì al Signore, in questa fraternità di Clarisse. Ci sarà la celebrazione Eucaristica e in essa il rito della professione. Allargo l’invito anche a voi a unirvi con me in questa celebrazione, per dire che Dio fa grandi cose nella vita di ognuno! Basta “solo” lasciarlo fare. Avendovi sempre nel cuore 10 Eventi Anna Eventi Enrico Guglia e Paolo Pace e bene! 11 Vita in paese Vita in paese La Messa dei bambini Ciao bimbi, come state?!?E si in questa uscita del vostro giornalino “l’Angioletto” devo proprio prendermi uno “spazietto” per farvi le mie congratulazioni! E non solo a voi piccini ma anche ai ragazzi, alle mamme, alle nonne e a tutte le persone che partecipano e rendono così bella la Santa Messa del mercoledì pomeriggio!!!! Un grazie a chi sempre si impegna ad aprire il salone, a renderlo caldo e accogliente, a preparare le sedie, l’altare x la celebrazione; alle nonne che con il loro passo lento sono sempre in anticipo, a chi presta la voce per il canto o le letture, alle mamme che portano i più piccini; siete meravigliosi con le vostre faccine, quando cantate e unite i gesti per rendere il canto ancora più gioioso, quando vi inginocchiate durante il momento della consacrazione del pane e del vino, ne rimango ammirato,….un grazie ai chierichetti sempre presenti e attenti....a chi con fantasia rende l’omelia una storia da raccontare che cattura l’attenzione di grandi e piccini; uno speciale grazie agli adolescenti che anche tra i tanti impegni settimanali non mancano mai di diventare attori per drammatizzare l’omelia con gioia e fantasia!!Da una semplice idea è nata collaborazione, unione, scambio, crescita, direi: una buona semina….e il risultato mi rende molto felice! Ma come non avete ancora capito chi sono?!?! Eppure condivido sempre con voi il momento della santa Messa….sento le vostre preghiere….”caro Gesù, prego per la mia cara nonna…da qualche tempo ha una brutta tosse che non la fa dormire” oppure “caro Gesù oggi ho litigato con mio fratello, perdonami…” o ancora “grazie Gesù per la famiglia meravigliosa che mi hai donato”…o anche chi si sente l’ultimo arrivato e non osa chiedere nulla….ma a me basta che veniate a trovarmi, la mia casa è sempre aperta e vi aspetto sempre con grande gioia e amore!!!Vi ringrazio per l’accoglienza speciale del mercoledì… Continuate così, sostenete il vostro Don nel preparare un festoso banchetto nel mio nome….io vi amo tutti in modo speciale! Gesù Beppe Vita in paese 12 Facendo eco ai pensieri ed ai desideri di tante persone, circa l’opportunità di disporre per il periodo che va dall’autunno alla primavera, di un luogo raccolto, intimo e caldo ove ritrovarsi per condividere l’eucaristia settimanale, si è parlato di questa opportunità durante il consiglio pastorale al termine dell’estate ultima trascorsa. Subito il pensiero è andato alla sala parrocchiale posta al piano terra della casa parrocchiale, sia per la dimensione che per la vicinanza alla chiesa parrocchiale, nonché per offrire a don Lorenzo la comodità di un luogo vicino ai suoi spazi quotidiani. Tutti si sono resi concordi sul luogo, come anche sulla necessità di dare una sistemazione, una riqualificazione ed un ringiovanimento della sala che, tutti sappiamo, ospita anche altri eventi e persone (pensiamo al catechismo del sabato piuttosto, alle prove di canto della nostra corale…). E’ stato dato quindi l’obiettivo di riqualificare l’ambiente anche all’insegna del contenimento dei costi che si hanno della chiesa parrocchiale con il suo utilizzo (non dimentichiamo che il riscaldamento e l’illuminazione della chiesa parrocchiale sono un costo non indifferente…). Per prima cosa un gruppo di volontari si è dato appuntamento presso la sala per liberare e/o meglio allocare in ambienti alternativi tutto ciò che li non serviva; poi si è proceduto con una rinfrescata generale delle pareti tinteggiandole con un paio di tonalità (azzurro e giallo) per donare allegria, luminosità e profondità all’ambiente. Successivamente un altro gruppo di persone ha provveduto a dare una pulizia generale a pavimento e vetri cambiando anche i tendaggi interni. Nel frattempo si sono cercati nei ripostigli dell’asilo alcuni dei banchi che erano presenti presso la chiesetta interna dell’asilo medesimo, quando là si celebrava la messa feriale( fino agli anni ’80), ma purtroppo non ve ne era più traccia… allora ne sono stati portati provvisoriamente alcuni dalla chiesa parrocchiale. Erano già presenti nella sala parrocchiale la vecchia pedana in legno ed il vecchio altare delle celebrazioni, sempre di legno, che si utilizzavano in chiesa parrocchiale fino alla posa dell’attuale altare in marmo, pertanto gli arredi essenziali per la celebrazione della messa c’erano. Con l’occasione è stata trovata un’allocazione stabile e centrale anche per la statua della Madonna che nel periodo estivo è presso il nostro santuario. Il resto (sedie per il celebrante ed i chierichetti, leggio, candele, tappeti, tabernacolo etc… ) è stato preso direttamente dalla chiesa parrocchiale che ne disponeva. Per rendere funzionale ed in sicurezza l‘ambiente, si è potenziata l’illuminazione all’interno come all’esterno, nonché si è provveduto alla posa di un corrimano in ferro su entrambi i lati della scala di accesso, così da permettere a tutti un accesso in piena sicurezza. Dal mese di ottobre tutte le celebrazioni dei giorni feriali si tengono in questa sala con grande soddisfazione di chi la riempie ogni giorno. Il pensiero è che questa sala, ora così centrale nella vita comunitaria di Songavazzo, si meriterebbe una bella intitolazione… Sono bene accetti i suggerimenti e le proposte! Un grazie va a tutti i volontari, davvero tanti, che per le varie necessità e professionalità si sono spesi per la buona riuscita del progetto. 13 Vita in paese Ricordiamo Gesù si è fatto carne, uomo tra gli uomini, per guidarci verso il Regno dei Cieli. E’ un sentiero impegnativo per noi, un po’ come scalare una montagna. Per arrivare alla vetta, servono forza, resistenza e allenamento. Sapete però, tutto questo a volte non basta. E’ facile perdersi sui sentieri di montagna. Per essere sicuri di non sbagliare nelle nostre scelte quotidiane, nei piccoli impegni di ogni giorno, Dio ci ha dato la sua guida, ci ha offerto il suo dono più grande, Gesù. E attraverso Gesù, possiamo scoprire il valore delle buone azioni…e lo incontriamo nella santa Messa….lui ci stà aspettando… La nuova sala parrocchiale trasformata in luogo di celebrazione liturgica Vita in paese Vita in paese Il 21 dicembre nel salone dell’oratorio di Onore si è tenuto il pranzo degli anziani. Hanno partecipato circa 85 persone ed erano tutte molto felici di condividere questa giornata insieme. Alle 11,30 Don Ivan ha celebrato la messa. I responsabili dell’oratorio hanno ordinato il pranzo al Ristorante la Bussola di Clusone e il sindaco, gli assessori del comune ed altri volontari lo hanno servito a tavola. Il pranzo consisteva in un primo, le crespelle (buonissimeeeeeeee) e in un secondo, l’arrosto di maialino con patate (delizioso). Poi c’erano formaggio, mandarini e come dolce delle buonissime torte fatte in casa dalle signore di Onore. Al termine del pranzo c’è stata una ricchissima tombola con tantissimi premi offerti dal Comune e non solo. Per me è stata una giornata molto bella perché mi sono trovata benissimo con le persone con cui ho collaborato e direi che ci siamo anche divertiti. Spero che questa giornata si ripeta anche quest’anno perché serve a ricordarci quanto queste persone siano preziose per la nostra comunità! Sarebbe bello promuovere anche altre iniziative, magari insieme ai nostri bambini, in modo che possano capire il valore di queste persone. Bellini Monica degli altri”. Coloro che volessero, possono dare il loro contributo o tramite il 5 per mille o con una donazione liberale. Per le persone di buona volontà si porta a conoscenza che le coordinate bancarie sono le seguenti: Banca: BPB Cliente: ASSOCIAZIONE VOLONTARI SONGAVAZZO ONLUS IBAN: IT77E0542853430000000081714 P.IVA 02806130163 C.F. 90016000169 VIAGGI EFFETTUATI NEL 2013: N° 986 Per tutta la popolazione dell’Unione dei Comuni e della Città di Clusone. ELENCO AUTISTI VOLONTARI – SEMPRE DISPONIBILI 1) BRASI BERNARDINO 2) BARZASI ENZO 3) SURINI LUIGI 4) SAVOLDELLI GIUSEPPE 5) SAVOLDELLI ADEODATO 6) SAVOLDELLI GIACOMO 7) SAVOLDELLI ARCANGELO ASSOCIAZIONE VOLONTARI SONGAVAZZO COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO DIRETTIVO IN CARICA PER ANNI 2012-2013-2014 Brasi Italo Eugenio* Presidente Consigliere Barzasi Enzo Luigi* Vice Presidente Consigliere Pezzoli Sergio* Vice Presidente Consigliere Barzasi Pietro* Consigliere Covelli Delfino* Consigliere Pezzoli Alessandro* Consigliere Surini Luigi* Consigliere Ferri Luca* Consigliere Gabrieli Marino* Consigliere Zamboni Battista* Consigliere Brasi Bernardino Responsabile sede- Consigliere Brasi Paola Consigliere Covelli Mariagrazia Segretaria Consigliere Moreschi Bartolomea Consigliere Pezza Emilio Consigliere Pezzoli Edoardo Consigliere Pezzoli Mariagrazia Consigliere Savoldelli Angelo Arcangelo Consigliere Savoldelli Giacomo Responsabile manut. autovet. - Consigliere Zamboni Rocco Consigliere Zaninelli Edoardo Responsabile Relaz. Sociali Consigliere * Socio Fondatore ALL’INTERNO DELL’ASSOCIAZIONE VOLONTARI I TRE GRUPPI SONO RAPPRESENTATI DA: BIANCHI ANDREA BARZASI PIETRO BARZASI ENZO GRUPPO ALPINI FIDAS DONATORI SANGUE PROTEZIONE CIVILE Vita in paese Correva l’anno 1999 quando tre Associazioni del comune di Songavazzo, Alpini, Donatori Sangue e Protezione Civile si trovarono senza una Sede dove riunirsi. La loro Sede, che si trovava in un locale presso il Campo sportivo, veniva smantellata dal Comune per costruire locali (docce, spogliatoi, ripostiglio) per l’attività sportiva. Trovandosi come si suol dire senza un posto dove ritrovarsi, l’allora capogruppo degli Alpini Italo Brasi individuò un rudere di proprietà della Parrocchia che poteva, con adeguati interventi, fare al caso. Anzi, con altri dieci Soci ebbe l’idea di creare una Associazione che raggruppasse i tre enti ed inoltre potesse offrire qualcosa di più. Così fecero. Acquistarono lo stabile della Parrocchia, lo demolirono e fecero sorgere una nuova costruzione che divenne nel 2002 la sede dell’Associazione Volontari di Songavazzo. Fu sostenuto uno sforzo finanziario non indifferente ma, grazie anche ad alcuni contributi, alla fine lo stabile potè essere ultimato. Sfruttando al meglio gli spazi si diede vita anche ad un Centro diurno per anziani. Questi tre sodalizi decisero di mettersi maggiormente al servizio della collettività e nello statuto dell’associazione indicarono come scopo l’assistenza ai bisognosi, la beneficenza e la tutela dell’ambiente. Ottenuta l’iscrizione all’albo del volontariato della Regione, iniziarono a lavorare al servizio della comunità dotandosi anche di mezzi che permettessero di conseguire gli scopi statutari. Ad oggi i mezzi sono cinque, l’ultimo è appena stato acquistato ed è stato benedetto insieme agli altri in occasione della Giornata del Ringraziamento, che ha avuto luogo domenica 16 febbraio c.a. Erano presenti Don Ivan Dogana e gli ultimi due parroci di Songavazzo, Don Lorenzo Cortinovis e Don Mario Pessina. Elencare tutte le opere che sono state svolte sarebbe lungo; bisogna dire però che tutti i Soci meritano un grande plauso per il lavoro che svolgono come puri volontari: dal trasporto degli anziani e quanti necessitano per visite ambulatoriali, specialistiche presso strutture ospedaliere, al trasporto convenzionato con il carcere di Bergamo, (i nostri autisti sono da ammirare per la loro grande disponibilità), all’ assistenza offerta ai corsi di ippoterapia, ai vari corsi che si sono tenuti in tutti questi anni (cucito, ricamo, cucina ecc. ecc). Non bisogna dimenticare che l’Associazione attualmente ha pure sette adozioni a distanza. Per quanto riguarda la salvaguardia dell’ambiente, una prova è la ristrutturazione della Chiesa di S. Antonio a Riganzuolo. Quest’anno corre il 15° di nascita dell’Associazione, molta strada è stata fatta, ma ancora molta se ne può percorrere. Usando l’antico motto “insieme si può”, si vuole dire che l’unione fa la forza; basta che ognuno dia quel poco che può e sicuramente l’Associazione sarà ancora più a servizio della collettività. Naturalmente, per dare continuità all’attività servono anche forze nuove e giovani, per cui sin da ora diamo il benvenuto a coloro che vogliono vivere la vita “del volontariato al servizio 15 Vita in paese 14 Il pranzo del centro sociale Associazione Volontari Songavazzo Oratorio Oratorio L’Oratorio di Onore Ciao a tutti, ci eravamo lasciati prima delle feste di Natale, quando avevamo spiegato le attività del nostro oratorio. Riprendiamo quindi da fine novembre, mese in cui è stata organizzata la tradizionale castagnata, che ad Onore è sempre apprezzatissima; è andata davvero bene, poiché siamo stati favoriti dalla splendida giornata. Verso sera, si è svolta inoltre una bella tombola, che in Oratorio è sempre molto partecipata. Oltre alle aperture della domenica e del venerdì, la nostra struttura è frequentata anche dai bambini dei paesi limitrofi, che lo occupano per le loro feste di compleanno. A tal proposito ricordo, a chi ne avesse bisogno, che la nostra referente è Raffaella. La domenica dell’Immacolata, come ormai da anni, abbiamo lanciato i palloncini, con le letterine di Santa Lucia. Questo è un appuntamento che è diventato tradizione, come del resto, la pizzata organizzata la sera stessa, sempre molto affollata. Poi il ventidue dicembre, a ridosso delle feste, con l’Oratorio di Songavazzo abbiamo organizzato l’incontro tra i bambini dei due paesi: il tema era il Dono. Ogni bimbo ha portato durante l’offertorio della messa, uno o più giochi da regalare ai meno fortunati, confezionati con splendide carte colorate. Nel pomeriggio si è svolta anche una rappresentazione teatrale, fatta dai ragazzi di Onore e Songavazzo, così apprezzata da guadagnarsi un bis nel mese di gennaio. La sera, dopo la messa, abbiamo consumato la cena nel salone, condividendo quello che ognuno aveva portato: è stato un momento allegro e conviviale, sicuramente da ripetere. Vi ricordo inoltre, che i lavoretti fatti prima di Natale, sono stati venduti, contribuendo a dar fiato alle casse dell’Oratorio. Per lo stesso scopo, abbiamo anche organizzato una vendita di ferro ed altri materiali, raccolti durante l’autunno; a breve, tramite avvisi, provvederemo ad una raccolta porta a porta. Sono ricominciati anche gli incontri del Gruppo Ravioli, a grande richiesta. Ricordiamo che è aperto a tutti quelli che ne volessero farne parte. L’Oratorio di Songavazzo in... forma! 17 GLI OCCHI CON IL COLORE DELL'ANIMA Santa Lucia, anno 2013. Songavazzo: come sempre, in paese c'è un'eccitazione vibrante, una corrente di gioia tra le bambine e i bambini. Forse sono solo sensazioni percepite frequentando la nostra specialissima scuola per l'infanzia; o forse è la forza sottile di una tradizione che gode di ottima salute e che si rinnova. Santa Lucia mi è simpatica. Gode di un posto speciale nella gerarchia delle festività (laiche o religiose) perché è una figura particolare e perché anticipando le festività natalizie, apre l'uscio all'inverno e risalta in maniera sorprendente. Bastava essere al parco comunale di Songavazzo domenica 8 dicembre con le bambine e i bambini che hanno liberato decine di palloncini multicolori in un cielo terso e azzurro di fine autunno. Noi genitori ci siamo guardati come raramente si fa: era la complicità dell'amore per i figli e dei loro desideri diretti verso l'infinito sotto forma di "letterina a Santa Lucia". Si è aperta così la settimana più speciale, che ci ha ricordato che in fondo l'uomo è figlio del bambino e che il bambino va sempre onorato perché è la vita nel suo fulgore meraviglioso, un potenziale immenso che noi adulti abbiamo il dovere di aiutare a crescere ed esprimersi liberamente. Per un genitore, queste sensazioni forti durano perché sono sintonizzate a quelle di un figlio: durante la serata del 12 dicembre abbiamo seguito il carretto di Santa Lucia e accolto l'annuncio dei doni; ogni cucciolo ha apprezzato con lo sguardo meravigliato e inconfondibile dei bambini dall'inizio dei tempi. Credo sia il mistero della vita come dono che si rinnova ciclicamente, su questa Terra meravigliosa che è un dono e non una proprietà. Proprio come i bambini. E in quel buio elettrizzante i nostri cuccioli erano i piccoli esploratori con la gioia negli occhi. E allora grazie Santa Lucia, tu che hai sacrificato i tuoi occhi per regalare questo sguardo eterno ai nostri figli. Davide Sapienza, papà di Leonardo e marito di Cristina. Insomma, le attività sono molte, tutte organizzate per poter sostenere il nostro Oratorio e le spese che sono sempre troppe. C’è bisogno dell’aiuto di tutti, quindi chi volesse dare una mano sarà subito ben accolto. Grazie e alla prossima!!! P.S. Stiamo lavorando per il Carnevale, ma ve lo racconteremo alla prossima uscita! GRUPPO CHITARRE... SI FA PER DIRE!!! Sant'Agostino era solito ripetere che "chi canta prega due volte". E il nostro carissimo don Lorenzo per anni ci ha ricordato che "chi suona prega TRE volte". Ecco, quindi, che ci siamo messi all'opera: ogni venerdì, per circa un'ora, un gruppo di giovani promesse della musica si incontra all'oratorio di Songavazzo per imparare la sublime arte del ..SUONARE LA CHITARRA! Per il secondo anno consecutivo, l'instancabile Flavia ha deciso di armarsi di santa pazienza e di trasformare questi sei “musicisti in erba” in sei piccoli Jimi Hendrix! Per il momento siamo ancora "in germoglio", ma tutti confidiamo nel fatto che con un po' di impegno presto potremo veramente elevare al meglio la nostra preghiera, invece di accordi stonati e di sinfonie al rallentatore. Magari prima o poi riusciremo anche a preparare un vero e proprio concerto. E se non verrete, "ve le suoneremo"! =) Ecco gli allievi: Luca, Ivan, Giamba, Gianluca, Alice e Paola. Sentirete ancora parlare di noi! Paola Oratorio 16 Lo scorso 27 gennaio, per il giorno della memoria , in oratorio ci siamo regalati un momento di semplice riflessione e condivisione e insieme ai bambini abbiamo letto la poesia "La Farfalla" di Pavel, un ragazzo ebreo ceco, che nel ghetto di Terezin, ha cercato di sopravvivere alla cattiveria umana, alla fame, al freddo... solo con il sogno. Ne è nato un bellissimo prato pieno di fiori e farfalle che abbiamo donato a Pavel come segno di speranza. Oratorio PER NON DIMENTICARE, LA FARFALLA L’ultima proprio l’ultima di un giallo così intenso così assolutamente giallo come una lacrima di sole quando cade sopra una roccia bianca così gialla così gialla. L’ultima volava in alto leggera aleggiava sicura per baciare l’ultimo mondo. Tra qualche giorno sarà la settimana di ghetto ma qui non ho visto nessuna farfalla. Quella dell’altra volta fu l’ultima. Le farfalle non vivono nel ghetto. PAVEL FRIEDMAN Gemellaggio Gemellaggio Natale tempo di doni Un regalo di nome Gesù Per i nostri figli il Natale è spesso sinonimo di regali, legato quindi a doni materiali sottovalutando il vero significato della ricorrenza e dimenticando in questo modo valori quali amore e condivisione. Noi tutti ne siamo consapevoli e per questa ragione abbiamo cercato una via per “rigenerare” il vero spirito del Natale. Il giorno 22 dicembre 2013 le comunità di Onore e Songavazzo si sono riunite per dare vita ad un’iniziativa nuova e solidale, “REGALA UN GIOCO…E UN SORRISO”. Attori, registi, collaboratori Don Bosco Le attività dedicate a Don Bosco quest’anno si sono svolte presso l’Oratorio di Onore, dal 27 al 31 gennaio; sono state un momento d'incontro per tutti i ragazzi delle nostre due parrocchie (Songavazzo e Onore). E’ stata soprattutto un'occasione che ci ha motivato ad essere più amichevoli, a comunicare di più e a giocare insieme, scoprendo nuovi amici. Il numero di partecipanti è andato aumentando di giorno in giorno; dobbiamo ringraziare Don Ivan e i nostri genitori per averla organizzata. Ogni mattina pregavamo tutti insieme; ci veniva consegnato un adesivo e questo ha coinvolto ulteriormente noi ragazzi. Appena arrivavamo in oratorio cantavamo una canzone, poi Don Ivan ci raccontava una storia tratta dalla vita di Don Bosco; leggevamo "la parola di Gesù", pregavamo e facevamo colazione, infine andavamo a scuola. Tra quello che ci ha detto della vita di Don Bosco, ricordo bene che Giovanni Bosco, a 9 anni, ogni pomeriggio guidava due mucche verso una valletta verde; era la primavera del 1824 e sulle colline piemontesi incontrò un altro giovane pastorello: lui come merenda aveva un pane bianco, mentre l'altro ragazzo ne aveva uno nero perché era più povero e Giovanni gli chiedeva se voleva scambiarlo con il suo. Venerdì 31, nel pomeriggio è stata celebrata la Santa Messa in suo onore, nella parrocchia di Songavazzo con entrambe le comunità; al termine Don Ivan ci ha regalato un libretto da costruire con la storia di Don Bosco. Infine, all'oratorio di Songavazzo, abbiamo mangiato la pizza tutti insieme e ci siamo divertiti. Questa settimana per me è stata molto emozionante e credo che lo sia stata anche per gli altri. GIANLUCA MANINI (classe 5° primaria) 18 Gemellaggio Elena S. Nella magica attesa di un giorno speciale come lo è il Santo Natale, noi giovani di Onore e Songavazzo, guidati da un regista come Don Ivan, ci siamo proposti di organizzare uno spettacolo natalizio con l’obiettivo di riempire di luci, colori, emozioni gli occhi e i cuori di tutti i bambini…ma non solo…anche adulti, in cui la condivisone emotiva potesse creare un legame in un atmosfera che solo la magia del Natale sa regalarci. Contagiati da tanto entusiasmo, passione, voglia di fare, ci siamo subito messi al lavoro pensando per prima cosa al copione da imparare…eravamo alla ricerca di qualcosa di accattivante che potesse catturare l’attenzione di tutti, così insieme abbiamo scelto “un regalo di nome Gesù”…fantastico!!!faceva al caso nostro… racchiudeva il vero significato del Santo Natale evidenziando i valori universali come la pace, la fiducia, la solidarietà, amalgamando la simpatica presenza di renne, cantastorie, angioletti e naturalmente Babbo Natale!! Già ci sembrava di sentire lo scroscio di applausi, i bambini che gridavano bis bis…!!!la gente in piedi!!!(piccoli attori ma con grandi aspetttive!!)!eeee SI, così è stato; il primo ciak un successone, seguito poi da una replica ricca di colpi di scena….ma la cosa più importante che ha reso tutto questo possibile è stato..Lui…il vero protagonista del nostro spettacolo: GESU’, il vero regalo, quello con la R maiuscola, colui che ci invita ad essere annunciatori gioiosi della sua nascita, perché il Santo Natale è la festa della vita!!! Noi ce l’abbiamo messa davvero tutta e in poco tempo abbiamo creato qualcosa di speciale, speriamo di aver regalato anche a voi un momento sereno allegro con un “grande regalo” da portare nelle nostre case Gesù…. GRAZIE GRAZIE GRAZIE per aver condiviso con noi questa gioia….ci rivediamo presto?!?!?!? A presto…. Gemellaggio Presso l’oratorio del comune di Onore è stata celebrata la S.Messa durante la quale i bambini delle due comunità sono stati invitati ad offrire in “dono” ai bambini meno fortunati un gioco che poi è stato consegnato alla Comunità delle Suore Poverelle di Bergamo. L’iniziativa è stata accolta dalle famiglie delle due comunità in modo positivo e caloroso, partecipando alla S.Messa celebrata da Don Ivan in gran numero e con generosità. La S.Messa è stata animata dagli stessi genitori e bambini. Quest’ultimi, più di tutti, hanno vissuto l’esperienza con molto entusiasmo, pensando alla scelta del gioco, alla cura della confezione con carta e fiocchi colorati, all’offertorio, durante il quale, orgogliosi del proprio grande gesto e con grandi sorrisi, hanno fatto benedire i loro doni. A conclusione di una giornata intensa e ricca di iniziative, al termine della S.Messa, le famiglie si sono fermate in oratorio per una cena comunitaria. Il giorno dopo, tutti a consegnare agli anziani delle due comunità i biscotti che i bambini avevano preparato come augurio per un felice e sereno Natale. Negli occhi, nelle parole, nel calore delle mani che si stringevano, nello sguardo riconoscente c’era tutto il senso della venuta del Bambino Gesù! Sono piccoli gesti come questo che possono aiutare i nostri bambini a percorrere la via verso la comprensione dei veri valori della vita, che purtroppo vengono meno vivendo immersi in una realtà troppo consumistica. Questa nuova esperienza li ha fatti crescere e soprattutto li ha fatti riflettere sull’importanza della condivisione e dell’amore verso il prossimo. 19 Filastrocca per Santa Lucia Il volto della povertà, una scoperta necessaria Briciole di fede PREGHIERA A SANTA LUCIA Santa Lucia che ascolti il mio cuore ti prego proteggimi, rendimi buono. Proteggi i miei cari il babbo e la mamma i miei fratellini, il piccolo cane! Fai che i bimbi di tutto il mondo siano più felici e tanto più amati! Parla tu a Dio Santa Lucia questa preghiera rivolgo io a te! La Caritas Interparrocchiale è un organismo pastorale che ha il compito di promuovere e sostenere la testimonianza della carità a servizio della crescita della Chiesa. Si pone come obiettivo di riuscire a portare a conoscenza delle varie comunità qualunque tipo di povertà. Quella povertà che non è solo non avere il necessario per vivere dignitosamente, ma anche mancanza di relazioni umane e spirituali che possono permettere di esprimere i propri sentimenti, di confrontarsi con il fratello che ti sta ad ascoltare. Leggere ed ascoltare il proprio territorio per comprendere i problemi, individuandone soluzioni, sensibilizzando tutta la comunità alla pratica della carità. Favorire momenti di condivisione e dialogo tra persone e gruppi impegnati nella cura dei poveri, per creare solidarietà tra loro e aiutarli a non perdere di vista l'obiettivo comune in un sano confronto. Per riuscire a raggiungere almeno in parte questi obiettivi, sono nati servizi segno: il centro di raccolta e distribuzione vestiario ed il centro di primo ascolto. Il "centro raccolta" che ha sede a ONORE provvede a raccogliere e distribuire indumenti, biancheria, carrozzine, seggiolini, lettini, ecc. ecc. A questo proposito, dietro richiesta, quest'estate abbiamo spedito diversi pacchi di vestiario sia in Italia, sia all'estero a diverse comunità. Da qualche mese è in funzione a Fino del Monte il "Centro di primo ascolto", dove le persone in difficoltà possono esporre i loro problemi e necessità, alle quali si cerca di provvedere attraverso una rete di collegamenti in collaborazione con gli assistenti sociali. Queste forme di apertura al prossimo sono solo alcuni aspetti di ciò che può essere l'attenzione a chi vive nelle nostre comunità situazioni di disagio. Per ogni cristiano, il servizio ai poveri nasce dal fatto che in ogni fratello serve Gesù stesso. Ecco allora la solidarietà in forma concreta! Papa Francesco dice "...è ora il tempo dei fatti: dobbiamo rilanciare il volontariato, la passione per il bene comune, la volontà di promuovere la persona umana in tutta la sua dignità e in ogni situazione in cui viene calpestata". Questo volontariato è aperto a tutti, la formazione viene tenuta a Bergamo ogni anno da don Claudio Visconti responsabile della Caritas Diocesana. Abbiamo inoltre degli incontri mensili di gruppo con don Severo e don Mauro presso l'oratorio di Rovetta. Briciole di fede con un po’ di fantasia. Lungo è l’elenco che vogliam fare, ma scegli tu cosa portare: per il nonno un caldo cappello, un rospo in tasca a mio fratello, una fidanzata per il mio cane, ai passerotti tanto pane; chicchi di riso per la minestra, un po’ di pazienza per la maestra, una nuova scopa per la befana, un giorno in più alla settimana; una sciarpa al pupazzo di neve, per i miei amici una storia breve; Fino ad ora abbiamo scherzato e con le parole abbiamo giocato. Tu però non dimenticare due cose che devi portare: un sorriso per chi non ce l’ha e per tutti tanta bontà 21 Briciole di fede Briciole di fede Coro Primavera Sant’Antonio abate “Chi canta prega due volte” ci diceva sempre, citando Sant’Agostino, il caro don Lorenzo… Il quale, anche se non sappiamo dire quando, ci ha pure battezzati, coniando il nome “Primavera”. Infatti pur non sapendo la data precisa della nostra fondazione, siamo certe che eravamo molto giovani e il nome ne è la conferma. Ora che abbiamo qualche annetto di esperienza ci stiamo attrezzando per mantenere in auge il nostro titolo reclutando nuove leve. Per chi non ci conosce facciamo un breve excursus della nostra storia… D’obbligo è raccontarvi l’errare tra le varie sedi: - in una stanza sul retro del bar Palù - in casa parrocchiale di via V. Veneto - nella taverna di Elena - a casa di Flavia - nella saletta parrocchiale presso il domicilio del don - all’asilo - in polisportiva - all’oratorio specifichiamo che i vari traslochi non sono stati causati da sfratti per disturbo della quiete pubblica ma per esigenze organizzative. Ma il nostro coro è abituato ai mutamenti perché ne ha subiti anche nell’organico, abbiamo attraversato periodi di vacche grasse e di carestie, le dipartite sono dipese dai più svariati motivi, ma il più degno di nota è stato l’arrivederci di Anna (una delle fondatrice nonché eccelsa maestra); la quale è giustificata poiché ha dovuto rispondere ad una chiamata ben più importante e, intonando “Mi alma canta”, l’abbiamo accompagnata al cancello del Convento S. Chiara di Lovere. Un’altra importante innovazione è stata l’introduzione delle voci maschili, pochi ma buoni, ma con un rapporto part-time ed ultimamente un po’ assenteisti… E, come dicevamo, a riconferma del nome, dall’anno scorso abbiamo accolto un piccolo gruppo di bambini delle elementari; forse siamo lontani dal coro dell’Antoniano, ma sicuramente meritano una nota d’onore per l’animazione e la partecipazione alla S. Messa. Impegni d’obbligo sono il Natale e la Pasqua, ma nel corso degli anni siamo state ingaggiate anche per altre importanti manifestazioni, quali i matrimoni, le prime comunioni, i battesimi, la festa della Madonna del Carmine e la festa di compleanno di don Lorenzo… Come potete notare abbiamo un ampio raggio di azione che rispecchia il nostro repertorio, dai tradizionali canti liturgici ai più laici di Guccini, Battiato, Bob Dylan, De André, Venditti, Hoobastank… Concludendo vi confessiamo che in realtà dietro le quinte siamo un coro molto eterogeneo nei gusti e nelle scelte, ci unisce il medesimo filo conduttore: la gioia di stare insieme e di condividere un’unica Fede. Il 17 gennaio si celebra Sant’Antonio Abate, il patrono degli allevatori, ma anche dei macellai, dei guantai, dei cestai. Pur avendo iniziato come eremita, nel corso dei secoli Antonio abate è riuscito a smuovere le coscienze di milioni di fedeli e non deve stupire che ancora oggi sia particolarmente viva la devozione popolare per questo Santo. Alla sua protezione affidiamo i nostri animali e le nostre case, chiedendo di tenere lontani i malanni da bestie e Cristiani. Sant’Antonio abate dimostrò subito la sua forza vendendo i beni avuti in eredità dalla sua ricca famiglia, distribuendo il ricavato ai poveri e ritirandosi in un luogo solitario, desideroso com’era di dialogare con Dio nel più assoluto dei modi. Una scelta totale, scandita dalla meditazione e dalla preghiera. Antonio cercò la pace ai margini del deserto, lontano dalla città di Coma, dove nacque nel 251 d.c. ma non riuscì a trovare requie, perché il Diavolo iniziò a perseguitarlo e tentarlo. Il Demonio tentò il santo con la bellezza e la sensualità, facendo comparire al cospetto del povero eremita una delle più celebrate figure femminili dell’antichità, la Regina di Saba: “Se tu posassi un dito sulla mia spalla, dice la donna al Santo, sentiresti come una striscia di fuoco nelle vene. Il possesso del più piccolo spazio del mio corpo ti riempirà di una gioia più veemente che la conquista di un impero. Porgi le labbra! I miei baci hanno il sapore d’un frutto che ti si scioglierebbe nel cuore! Ah! Come ti perderai fra i miei capelli, aspirando il profumo del mio seno, sbalordito dalle mie membra, arso dalle mie pupille, tra le mie braccia, in un turbine…”. Antonio resiste e facendosi il segno della Croce allontana l’ennesima tentazione. Tuttavia i Demoni non desistono e lo costringono comunque ad abbandonare il suo rifugio per un antico sepolcro, dove la lotta continua senza tregua, minando nel fisico il Santo che, poi, si trova costretto a lasciare anche questo luogo senza pace per ritirarsi nelle rovine di un vecchio castello abbandonato. Nel 311, nel mezzo delle persecuzioni volute dall’imperatore Massimino, Antonio si sposta ad Alessandria per sostenere la vessata comunità cristiana, ma ben presto il richiamo del deserto diviene più forte di ogni altro affetto e il Santo torna sui monti della Tebaide, ove, secondo la tradizione morì nel 356 all’età di 105 anni. Difficile stabilire con precisione il confine fra storia e leggenda, anche se di certo Antonio ebbe un ruolo fondamentale nello sviluppo del monachesimo cristiano. Ben presto però il mito superò la realtà, a cominciare dal miracoloso ritrovamento delle spoglie del Santo dopo 170 anni dalla sua morte. Furono infatti, secondo la leggenda, due leopardi a scavare la terra in cui era seppellito il feretro dell’abate, che poi, iniziò ad operare miracoli già durante il suo viaggio verso Costantinopoli, scacciando i demoni, sanando i malati e salvando da morte sicura alcuni condannati al patibolo. Nel corso dei secoli Antonio diventa il santo taumaturgo per eccellenza invocato contro la peste, lo scorbuto e soprattutto contro una misteriosa malattia che causava morti atroci, lasciando le carni dei malcapitati crepitanti e piene di ferite, come se un fuoco inestinguibile le avesse tormentate. Era il “fuoco sacro” o “fuoco di Sant’Antonio” o “fuoco degli ardenti”, che oggi conosciamo come “ergotismo”, patologia causata da un parassita delle graminacee (segale su tutto) capace di generare pesanti intossicazioni nelle comunità che si cibavano di pane prodotto con segale. Vere e proprie intossicazioni collettive in cui le vittime spesso deliravano a causa dell’acido lisergico e di altri alcaloidi contenuti in questi funghi microscopici. Quando interi villaggi “infestati” dalla malattia abbandonavano le proprie case, si recavano in pellegrinaggio all’abbazia di Santo Antonio ove spesso, così pare, i sintomi demoniaci venivano meno. Nel corso dei secoli ci furono vere e proprie epidemie e le pagine dei cronisti contengono descrizioni terribili degli effetti di questa misteriosa malattia, come riferisce il cronista Sigiberto di Genbloux: “A molti le carni cadevano a brani, come li bruciasse un fuoco sacro che divorava loro le viscere; le membra, a poco a poco rose dal male, diventavano nere come carbone. Morivano rapidamente tra atroci sofferenze oppure continuavano, privi dei piedi e delle mani, un'esistenza peggiore della morte, mentre molti altri si contorcevano in convulsioni”. Per curare quella che oggi chiameremmo forma gangrenosa si usavano spesso unguenti preparati con grasso di maiale e piante officinali, il cosiddetto Balsamo di Sant’Antonio e questo spiegherebbe la presenza del porcellino nell’iconografia del Santo. Alla produzione di questo rimedio era data tale importanza da concedere ai religiosi speciali privilegi, come ad esempio la facoltà di far pascolare liberamente i maiali all’interno delle città, alimentati a spese della collettività, purché gli animali fossero dotati della campanella usata dai frati questuanti (altro elemento dell’iconografia ufficiale). La tradizione ha fatto il resto. L’iconografia ufficiale di Sant’Antonio abate riassume in sé gli attributi principali che ne hanno caratterizzato la vita e le opere. Il classico porcellino compare sempre a fianco del Santo, e la cui presenza si lega ad un altro elemento ricorrente, il fuoco sacro. Generalmente compare anche il bastone a forma di “T” (l’antica crux commissa degli egiziani), che ricorda la stampella utilizzata dai mutilati che sopravvivevano al fuoco sacro. Spesso c’è anche la campanella, attributo dei questuanti, quasi sempre tenuta in mano dal Santo, raramente al collo del maialetto. Uno standard che nel corso dei secoli ha superato indenne mode e maniere, portando sino a noi una devozione particolarmente sentita in campagna, come testimoniano le immaginette del Santo, i calendari, le statue e gli affreschi che in tutta Italia celebrano questo profondo rapporto fra gli allevatori e il loro protettore. Stefano Savoldelli Beati loro 22 Scherza con fanti, ma lascia stare i Santi Beati loro Eleonora e Luisa 23 Tempo e tradizioni A. e M.: Come si viveva il carnevale ai vostri tempi? G. e S.: Il carnevale ai nostri tempi? C'erano i carri, quelli c'erano... de dü o tri qualità. A. e M.: In paese o anche fuori? G. e S.: Da Clusone venivano in paese, e in paese giravano qua; tante volte con le carriole: uno sulla carriola i faa 'l gir d'ól pais... pòta 'n sa seaa 'sse!! C'era il carro che partiva da Clusone e faceva il giro a Rovetta, Fino, Onore... ma cüsa ga saral istacc sö?! ...Chel chè guidaa e forse quac mateli, só mia... A. e M.: Quindi la sfilata si svolgeva in tutti i paesi? G. e S.: Se! Però töcc có la maschera! A. e M.: E dietro il carro le maschere... G. e S.: Se, töcc in maschera! Esticc bé o mal... magare öna fómna la sa èstia de ómen e l'ómen al sa èstia de fómna! A. e M.: Si facevano anche le maschere classiche? G. e S.: A ghia i maschère che tó faet sö 'n ca, có la carta, perchè a ghira mia i sólc de cúmprai bèle! A. e M.: C'erano già i vestiti in commercio? G. e S.: Ala ala óte! I nòscc, i esticc vecc, chi 'ggi purtaa piö i nóne; töcc laúr che 'nfaa sö nóter... 'n sia bú gnè dè cüs!! A. e M.: Era partecipato tanto il carnevale? G. e S.: Ce n'erano: di giovani, di giovanotti e di bambini... A. e M.: Il carnevale durava quanti giorni? C'era solo il martedì grasso o altri giorni di festa? G. e S.: No, pò al giúèdé..prèsapóc cúme adès! A. e M.: E a scuola si festeggiava? G. e S.: Ahaaa, me ma sa règorde mia che m'abès fèstegiat a scöla ól carnial... A. e M.: C'era qualcosa che si faceva e che oggi non si usa più? G. e S.: Madóna... an saltaa, i giügaa...dopo i gnia 'n ca! Tance ólte i gnia 'n ca esticc dè maschèra, to 'gi cúgnúsièt mia, tó ghièt quase a púra! De nòcc i gnia, i ta súnaa o i ta picaa A. e M.: Era sentito quindi... G. e S.: Era sentito il carnevale, sì! ...dopo, nelle famiglie, almeno sö 'n da me famiglia - adès va dighe chèsta 'sse almeno va fó grignà! - an sira cúntecc quan chè l'ia carnial perchè 's mangiaa diferent: la me mama la cúpaa öna galina o ü gal, se 'l ghira... se no la 'gi cópaa per èndii per tö i súlfanèi e la sal... i copaa la galina, 'lla nètaa fò bé, 'lla pelaa bé...per cünt di chèl 'lla nètaa bé... pò dòpo i büdei, có la fòrvesina i 'gi spartia 'n dól mès, e 'ngi mangiaa... A. e M.: Mangiavate le budella?!??? G. e S.: Scülta... dü dé! dü dé per nèta öna galina!! ...Se ma ‘sgi nètaa bé però! Dopo, quando ira nète a ‘sgi pasaa có la farina gialla, che ‘sse i sa nètaa amò, pò só öna rèsentada! A ‘sgi tèaa só fi fi fi e ‘n faa minèstra spórca! A. e M.: Minestra sporca... com’era, una specie di trippa?! G. e S.: Eh se, ü laúr issé! ...E fa mia sö chèl müs lé, erano poi pulite nè... adès chisa cúsa ‘smangia qua’ca to ‘nde a mangià...!!!! A. e M.: Vero!! G. e S.: E dopo ghira ‘nda me ca, che ‘l ghira mai, ól vi bianc el vi nighèr insèma. A mangià ól vi nighèr, e de bif dopo, se ghira ól panetü che ‘nfaa sö nóter, ól vi bianc! A. e M.: Facevate come dolce il panettone? G. e S.: Se, e dopo an la purtaa ‘n cooperativa al fúren e ‘n la faa cös! ...tot ól nòst carnial l’ia lé! A. e M.: E i saltasö non c’erano? G. e S.: Se se, pò a chèi, pò a chèi!! La me mama la ‘gi faa pò ‘sse! I ciapaa öna ramina d’ól lacc, öna ramina ‘sse (con le braccia indica un grande contenitore)... pòta an sia ‘n tance!! ...E dopo la mama “adès düma l’è quaresima, i saltasö ‘sgi mangia mia!”...pòta ma...i ggi metia fò ‘nda cüsina, si ‘ndaa fò ‘nda stala... e nóter... fò a rüba i saltasö!! E ‘sgi mangiaa de quaresima!! Chè gúlús...ma ‘nghia fam!! Se la ma sdia la mama ‘n gi ciapaa sö! E ‘nga disia a la mama “se to cèet mia fò mama, nóter...” “Cüsèee?! Cünfesissa nè, ch’i róbat i saltasö!!”...e mi ‘ndaa a cünfesas che mia mangiat i saltasö ól dé dè quaresima! ? ‘ncö se t’ól dighèt i ta grèègna a dré!! E alüra .....cèa fò la cüsina có i ciaf in sacòcia!! 24 MariarosaINA ? I FRET D’ÖNA OLE OLTA - Mes ch - 3 hὕ ilo de farin a già de - 3 ὅf sὅ he bianca - 3 po m - Gras a fete del po rsel in - 1 b el d ga me bicer de b a ula t la b ira ( a ira pe mulsin r fai g des i e) ni pio Divertiamoci un po’! Chi l’ha visto? In d’öna piadena as met la farina, i öf, ol söcher, öna gratadina de pel de limu’, ü spisighì de sal, la bira, as es ia sö i po, dopo sga et l’a ua a po a po i o a che la dienta quase öna cola, ma mia trop rara, la ga de iga öna consistensa come quando as fa i gnoc col chügia, as zunta deter i fete de pom es ruga so a belase chel sa mescia sö be. A sciapa öna padella de fer es fa delegua ol gras ( inchö i dovra l’ole de semi “ friöl, ma öna olta al ghira mia…) Qua do l’è el olt as dov a ὕ hὕgià es i a sö da la piade a ö a feta de po o la pastela es la ei da padella. I f etole i sa sgiu fa sö a l’è ὕ otep, i po de sö he sö su a e ava i a fa ol a eal… Ona olta chi fretole che, asgi mangiaa col la polenta… Giungono molte voci all’interno della redazione, varie, a volte futili, altre volte precise e dettagliate, spesso deboli e isolate fra loro, ma quando le voci si uniscono e diventano un brusio e via via si trasformano in un rumore ben distinto fino ad esplodere in un fragore assordante allora, a questo punto, CHI L’HA VISTO toglie il freno e affronta il problema a viso aperto, anche se spinoso e delicato. Andiamo diretti: il cruccio parrocchiale si sta concentrando sulla mancanza di puntualità e/o dimenticanze del nostro amato sacerdote. Alcuni già ormai rassegnati la prendono con ironia dicendo che tra il don e la puntualità c’è lo stesso feeling esistente fra un senegalese e lo snowboard. Altri invece sono proprio arrabbiati e hanno iniziato a lamentarsi a più riprese ricordando questo o quello sgradevole episodio che li ha visti vittime in attesa. Sull’onda dell’ammutinamento crescente qualcun altro ha deciso di lanciare una sorta di protesta, di “disobbedienza fedele”: arrivare a messa mezz’ora dopo per vedere l’effetto che fa. Ora l’ANGIOLETTO vuole precisare tre cose: 1l’ira è un vizio capitale quindi non si può; 2la legge del taglione è stata annullata nel nuovo testamento quindi non si fa; 3se arrivi mezz’ora dopo sei comunque in anticipo quindi non serve! Certo il nostro reverendo ha veramente troppi impegni, dobbiamo dargliene atto! Si pensava ad una perpetua come segretaria, ma questi sono tempi di vacche magre anche per gli alti livelli e quindi rappresenterebbe un costo insostenibile. Dal canto suo il nostro prete si è persino rivolto ad un medico specialista; questo lo ha visitato per bene facendo un sacco di esami e di test, prescrivendo come cura delle pillole per la memoria che però lui, ahinoi, dimentica di prendere con assoluta regolarità. Ancora una volta però la soluzione va ricercata nei testi sacri: provate a pensare ad un solo versetto della Bibbia che parla del tempo o peggio della puntualità; dai, provate a digitare queste parole sul touch screen del vostro smartphone e cosa otterrete? A parte dare una parvenza di utilità a questo assurdo oggetto tecnologico, ebbene il vostro schermo rimarrà vuoto, panico! No problem, è tutto chiaro: per la gente di chiesa, i soldati di Dio, abituati a rapportarsi con l’eterno, cosa volete che significhi un quarto d’ora, mezz’ora. Cari conparrocchiani orobici già un poco svizzeri e in odor di Germania dobbiamo fare un piccolo sforzo e ravvedere le nostre intransigenti impostazioni. E’ in questo contesto che possono venirci in aiuto le illuminanti parole del profeta Cherubini: Io penso positivo perchè son vivo Io penso positivo e finchè son vivo Niente e nessuno al mondo Potrà fermarmi dal ragionare. Ora ragionando positivo: una domenica mattina la gente era in chiesa aspettando l’officiante; durante l’attesa si creò un clima conviviale, gente che faceva salotto, risate, ilarità. In questo mondo frenetico, dove ci si incontra su facebook, whatsapp o diavolerie simili, quale bellissimo momento di condivisione e fratellanza ci è stato regalato dal nostro pastore! Puntuale dunque nel renderci fratelli, a tempo nel trasmetterci la parola di Dio. E allora pensiamo positivo e non diciamo più del nostro parroco che è un ritardatario professionista, semmai, d’ora in avanti, potremo definirlo come “DIVERSAMENTE PUNTUALE” … nei secoli dei secoli. Paolo Antiche ricette PREPARASIU’ 25 Chi l’ha visto? Tempo e tradizioni La parola a Gina e Santina CHI L’HA VISTO Scuola Materna Eccoci di nuovo qua, alcuni mesi sono passati, abbiamo vissuto tante esperienze nuove e curiose. Trasformandoci in attori, abbiamo festeggiato il Natale realizzando uno strepitoso spettacolo, con l’aiuto di mamme, papà, nonni… Siamo stati tanto bravi che, a gennaio, le maestre hanno invitato a scuola un vero regista: Umberto Zanoletti, con lui, attraverso molti giochi di drammatizzazione, abbiamo liberato le nostre emozioni e la nostra fantasia. Che esperienza fantastica questo laboratorio teatrale! Con l’albero Nonò, che ci ha accompagnati nel freddo inverno, sono arrivati quattro nuovi personaggi: il serpente Giringiò, il camaleonte Pennellone, il pappagallo Lingualesta e lo scoiattolo Matemì. Con Giringiò la nostra scuola si è trasformata in una vera palestra ed allora saltando, strisciando, lasciando impronte, correndo, rotolando… siamo diventati piccoli atleti! Con Pennellone quante fantastiche scoperte e quante magie: abbiamo colorato, non solo con i pennarelli, con i colori a dita, con le tempere e i pennelli, ma anche con diversi materiali (carta, lana, zucchero, pasta…), con le mani e con i piedi, con la frutta e la verdura, con gli elementi della natura, insomma con ”di tutto e di più”! Andando alla ricerca di Pennellone, quel mattacchione che si mimetizzava fra gli oggetti, abbiamo scoperto tanti, tanti colori nuovi! Con Lingualesta abbiamo parlato, ascoltato e inventato racconti, poesie, rime, canti e filastrocche… giocando con i suoni e con le sillabe. Quanta magia nelle parole! E poi?!? Pensate un po’… i grandi hanno iniziato a conoscere una seconda lingua: NO! Non il bergamasco, ma… l’inglese! Aspettando la neve, che a Songavazzo si fa desiderare, per trascorrere insieme una giornata speciale, vi salutiamo, alla prossima! Un caloroso, avvolgente abbraccio, I bambini e le insegnanti Benvenuti nella mia casa La vita è un’opportunità, coglila. La vita è bellezza, ammirala. La vita è beatitudine, assaporala. La vita è un sogno, fanne realtà. La vita è una sfida, affrontala. La vita è dovere, compilo. La vita è un gioco, giocalo. La vita è preziosa, abbine cura. La vita è ricchezza, valorizzala. La vita è amore, vivilo. La vita è un mistero, scoprilo. La vita è promessa, adempila. La vita è tristezza, superala. La vita è un inno, cantalo. La vita è lotta, accettala. La vita è un’avventura, rischiala. La vita è vita, difendila. (Madre Teresa di Calcutta) 22 settembre 2013 … la vita è un sogno, fanne realtà… Benvenuta Veronica!!! Mamma Verusca Papà Lorenzo e i tuoi fratellini Cristian e Katia Serena Signore ti prego per lei, per la mia bambina. E’ nata nuova, come una pagina tutta bianca. Nessuno vi scarabocchi sopra: non i compagni, non la scuola, non la televisione... E’ nata col viso pieno d’anima: nessuno le rubi il sorriso. E’ nata originale, unica, irripetibile: conservi sempre la sua mente per pensare e il suo cuore per amare. E’ nata piena di voglia di vivere: mai perda la grinta per attaccare la vita e non subirla. E’ nata aperta a te: nessuno le sbarri la strada, nessuno le rubi la bussola. E’ nata preziosa: perchè figlia mia e figlia tua. Custodiscila, Signore, e amala come sai amare Tu! Facciamo festa Mamma, papà e Sebastiano l ‘8 Dicembre hanno accompagnato Lucrezia al primo incontro con Dio. Noi ti ringraziamo Signore per questa bimba che ci hai donato e affidato .Fa’ che cresca nella fede ricevuta nel Battesimo, guidala con la luce del tuo Spirito nelle grandi scelte della vita perché corrispondano al disegno del tuo amore. Amen Lucrezia 26 Veronica Facciamo festa Scuola Materna Nella scuola dell’infanzia... l’avventura continua! 27
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