XXXX XXX XX X - Confindustria Ravenna

XXX XX X
Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Ravenna. Euro 1,50
N. 3 - OTTOBRE 2014
FIRMS
Industria Ravenna
CONFINDUSTRIA RAVENNA
NASCE CONFINDUSTRIA ROMAGNA
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FIRMS
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Industria Ravenna
Il 28 ottobre si riuniranno le assemblee di Confindustria Ravenna, Unindustria
Rimini e Unindustria Forlì- Cesena per approvare definitivamente il progetto di
Unione federativa.
Una volta nata la federazione confindustriale essa rappresenterà duemila
imprese con 60 mila dipendenti e un fatturato complessivo di 30 miliardi di
euro.
La voce di ogni territorio avrà più forza perché portata avanti dai numeri che
ho appena indicato. Ma è il nostro stesso sistema produttivo a chiederci di
tutelarlo con un’ottica geografica dai confini romagnoli. Pensiamo al turismo
che ragiona in ottica di costa romagnola, alle infrastrutture stradali e ferroviarie,
all’università, alla relazione tra poli produttivi come (ma è solo uno dei possibili
esempi) quello dell’ortofrutta di Cesena, il porto di Ravenna, la Fiera di Rimini,
la diffusa presenza di meccanica fine e agroindustria, la ricerca, i progetti di
internazionalizzazione.
Appare insomma sempre più evidente a molti di noi che l’ideale confine
territoriale delle nostre attività e dei nostri interessi si va espandendo e che pur
preservando la presenza territoriale dobbiamo esprimere una posizione e una
visione più ampia.
Inoltre l’unione mira a una razionalizzazione dei costi, anche se sarebbe riduttivo
ritenere che la sua nascita abbia come presupposto solo i risparmi che ne possono
derivare. E poi ci adeguiamo all’evoluzione istituzionale e alla complessità dei
fattori di competitività economica. L’abolizione progressiva delle Province, la
nascita della Città metropolitana, l’Ausl unica della Romagna impongono a noi,
come ad altre associazioni, di assumere una dimensione decisionale in linea con
queste nuove realtà.
Guido Ottolenghi
Presidente di Confindustria Ravenna
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Industria Ravenna
CONFINDUSTRIA
RAVENNA
Sede
Via Barbiani, 8/10 - Ravenna
Direttore responsabile
Carlo Serafini
Comitato di Redazione
Marco Chimenti, Mistral Comunicazione Globale,
7
Verso l’unione federativa
11
L’operazione Concordia
15
Ravenna 2019, rush finale
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“Alimentiamo la fiducia”
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L’impresa al femminile
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I capitalisti cinesi
28
Quei frullati di gioventù
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Il compleanno dei piloti
Federica Vandini
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Iscrizione n. 1293 del 27/02/07 nel Registro
della Stampa del Tribunale di Ravenna
Spedizione in abbonamento postale
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
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Al via il master in diritto penale dell’impresa e dell’economia
art. 1, comma 1, DCB Ravenna
Poste Italiane spa
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Guidarello Giovani e reti d’impresa
41
Pagamento debiti della P.A.
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Nasce Romagna Executive Education
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L’esperto risponde
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Rubrica letture
Stampa
Edizioni Moderna
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Confindustria Ravenna - Via Barbiani, 8/10 - Ravenna
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FIRMS progetti
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VERSO L’UNIONE
FEDERATIVA
Paolo Maggioli, presidente di Unindustria Rimini
Guido Ottolenghi, presidente di Confindustria Ravenna
I Consigli Direttivi di Confindustria Ravenna, Unindustria
Rimini e Unindustria Forlì-Cesena hanno deliberato di dare
avvio al percorso per la nascita dell’Unione Federativa tra le
tre associazioni industriali. Ora la parola passa alle assemblee, che si riuniranno contemporaneamente il 28 ottobre a
Castrocaro Terme, per il via libera definitivo al progetto. Nel
gennaio 2015 si attuerà la costituzione dell’unione federativa denominata Confindustria Romagna, alla quale seguirà,
nei tempi e nelle forme che verranno stabilite, un’ulteriore
aggregazione.
La nuova realtà rappresenterà duemila imprese dell’industria
e dei servizi nel territorio romagnolo, che danno lavoro a 60
mila persone e generano un fatturato complessivo di 30 miliardi di euro. Si tratta del primo passo di un percorso che
nelle intenzioni porterà, in un arco temporale di un biennio,
alla creazione di un unico soggetto associativo.
“Ci è sembrata un’evoluzione naturale del dialogo e delle
collaborazioni in corso da anni tra i nostri territori – hanno
affermato i tre presidenti Vincenzo Colonna (Forlì-Cesena)
Paolo Maggioli (Rimini) e Guido Ottolenghi (Ravenna) – In
Romagna ci sono già esempi di integrazione tra varie organizzazioni, così come all’interno del sistema Confindustria, e
pensiamo che questa sia la strada giusta per migliorare l’efficienza del sistema di rappresentanza delle imprese industriali
in Romagna, portando avanti le loro istanze con una voce
sola, più forte e, appunto, più efficiente”.
Vincenzo Colonna, presidente di Unindustria Forlì-Cesena
CONFINDUSTRIA ROMAGNA
RAPPRESENTERA’ DUEMILA IMPRESE.
IL 28 OTTOBRE LE TRE ASSEMBLEE
CONTEMPORANEE PER IL
VIA LIBERA AL PROGETTO
Il progetto è finalizzato a mantenere e consolidare il presidio
sul territorio, per garantire agli associati una rappresentanza
più solida e servizi più tempestivi ed efficaci. “Non c’è settore
che non abbia subito profonde trasformazioni in questi anni,
dalla manifattura al turismo – aggiungono i tre presidenti –:
oltre l’80% degli associati di Confindustria Romagna sarà
composto da piccole aziende: vogliamo continuare ad essere
per loro una guida al cambiamento, un sostegno nelle sfide
che stanno affrontando, per traghettarle più forti oltre le difficoltà attuali, indirizzarle sui mercati esteri e verso un’innovazione a 360 gradi delle loro attività”.
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FIRMS progetti
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ANCHE I GIOVANI SI FEDERANO
A seguito di numerosi incontri fra i presidenti Stefano
Gismondi di Ravenna, Danilo Casadei di Forlì-Cesena e
Maria Teresa Colombo di Rimini, le territoriali dei Gruppi
Giovani della Romagna hanno concordato di intraprendere un percorso parallelo a supporto del progetto di unione
federativa che vede coinvolti i gruppi senior.
Questo percorso potrà servire ai gruppi di lavoro senior,
fornendo linee guida definite direttamente dai gruppi giovani interessati.
A partire dal inizio settembre, un gruppo di lavoro formato da tre rappresentati per ciascuna territoriale si riunirà
con cadenza almeno trimestrale per definire le linee guida
del progetto di fusione, allo scopo di confrontarsi anche
sulle varie iniziative in corso di svolgimento.
Formalmente, il percorso si intende avviato grazie all’avvallo dei tre presidenti senior attualmente in carica, per poi
proseguire con la creazione di un nuovo Comitato Direttivo che - seppur non ufficiale - si posizionerà al di sopra
degli attuali Consigli di Forlì-Cesena , Ravenna e Rimini
con il compito di definire un nuovo statuto. Contemporaneamente dovrà promuovere la condivisione delle varie
attività dei tre gruppi attuali, favorendo le conoscenze reciproche e valorizzando le diverse sensibilità ed esperienze, sempre con l’obiettivo di creare una maggiore aggregazione fra i vari gruppi.
I PRESIDENTI GISMONDI, CASADEI
E COLOMBO HANNO DECISO DI
INTRAPRENDERE LO STESSO
PERCORSO DI CONFIDUSTRIA SENIOR
Successivamente verrà definita, in entrambi i consigli, la
gestione dei voti e delle deleghe, prima a livello regionale
e poi a livello nazionale, al fine di mantenere, una volta
completata l’unificazione, la sommatoria dei voti attuali.
Per quanto riguarda l’aspetto economico, tutte le attività
relative ai costi ed eventuali ricavi sostenuti da Confindustria Romagna saranno divisi al 33% nei bilanci ufficiali
delle tre territoriali senior, in attesa di una eventuale ed
auspicabile unificazione totale.
Infine, per quanto riguarda l’aspetto politico, le parti si impegnano previa consultazione a trovare sempre e comunque una linea comune che porti a una condotta compatta,
ferma ed importante a livello numerico sia nella rappresentanza regionale che nazionale.
SINGAPORE E LO SVILUPPO DEL BUSINESS IN ORIENTE
In vista delle assemblee del 28 ottobre, Confindustria
Ravenna, Unindustria Forlì-Cesena e Unindustria Rimini hanno organizzato una prima iniziativa congiunta sul
tema dell’internazionalizzazione. Le tre associazioni hanno proposto un focus su Singapore come piattaforma di
lancio per sviluppare il business in Oriente. All’incontro,
in collaborazione con UBS (Italia) S.p.A., sono intervenuti
specialisti del settore che hanno illustrato le prospettive
economiche e finanziarie, i rischi e le opportunità per gli
imprenditori europei.
“Abbiamo scelto di esordire con l’internazionalizzazione,
tema particolarmente sentito dalle imprese in questo periodo, perché, se ben organizzata, permette di approdare
in Paesi in cui la crescita è già ripartita, o non si è mai
arrestata - spiegano i tre presidenti Vincenzo Colonna
(Forlì-Cesena) Paolo Maggioli (Rimini) e Guido Ottolenghi
(Ravenna) - Non è un processo che si può improvvisare:
richiede preparazione, studio e competenze, per questo
abbiamo pensato di dedicare un incontro specifico a uno
dei Paesi più sotto osservazione. Singapore è uno dei principali centri finanziari al mondo, con importanti investimenti per attrarre capitale straniero e un ruolo strategico
nel commercio internazionale, negli scambi finanziari e
nei traffici portuali”.
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L’OPERAZIONE
CONCORDIA
Da sinistra: Mirko Valenti e Angelo Giordano (DIAG), Silvio Bartolotti (Micoperi), presidente Guido Ottolenghi, Daniele Rossi (Rossetti Marino),
il vicepresidente Beppe Rossi, Gianluigi Bambini (Bambini srl), Pasquale Longobardi (Centro Iperbarico) e Alessandro Rossetti (Rosetti Marino)
INCONTRO CON I PROTAGONISTI
DEL RECUPERO DELLA NAVE
NAUFRAGATA AL GIGLIO.
RICONOSCIMENTI A MICOPERI, ROSETTI,
DIAG, CENTRO IPERBARICO E BAMBINI
Confindustria Ravenna ha incontrato gli associati che, a vario
titolo, hanno contribuito al recupero della Costa Concordia:
la Micoperi, capofila di tutto il progetto di rigalleggiamento
e spostamento del relitto insieme a Titan, la Rosetti Marino,
che ha realizzato le strutture metalliche di supporto su cui
è stata sostenuta la nave, la Bambini, che ha operato con il
rimorchiatore “Mario B”, il Centro Iperbarico, il cui direttore
sanitario ha fornito assistenza medica alle operazioni subac-
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dei mezzi.
“Siamo orgogliosi di avere tra i nostri soci aziende che si sono
distinte in una missione unica dal punto di vista ingegneristico e delicatissima anche sotto il profilo umano – afferma il
presidente dell’associazione, Guido Ottolenghi - mostrando
al mondo intero la competenza e la tenacia delle nostre imprese, e confermando l’eccellenza e la vitalità dell’imprenditoria ravennate a livello internazionale. Agli imprenditori e ai
loro collaboratori vanno i nostri ringraziamenti per l’impegno
e la sensibilità dimostrata in un’operazione lunga e complessa, scaturita purtroppo da una grande tragedia. Che il loro
lavoro possa essere di esempio e incoraggiamento per tutti, a
dimostrazione che con l’ingegno, lo studio e la fatica nessun
traguardo è precluso”.
Il vicepresidente Beppe Rossi ha sottolineato “oltre alla capacità tecnica e alla forza finanziaria di Bartolotti e della sua
società, il suo coraggio di capitano di impresa, perché non
era scontato il buon esito di un’operazione così complessa,
che ha portato il nome di Ravenna nel mondo e ha riabilitato
l’immagine di un’Italia ferita”.
“E’ stato un progetto nato e sviluppato a Ravenna non solo
per recuperare un relitto – aggiunge il presidente di Micoperi,
Silvio Bartolotti – ma per ridare dignità a un Paese che l’aveva persa in seguito all’incidente. Da quel momento il nostro
staff ha svestito la maglia societaria per indossare quella della
Costa, con lo spirito di partecipare a una grande impresa e
non di guadagnare su una tragedia, tanto che gli utili saranno
destinati a iniziative e progetti sull’isola del Giglio”.
“Per noi è stata un’importante sfida professionale – spiega
Daniele Rossi, a.d. di Rosetti Marino, che con la società Tecon
ha anche contribuito allo sviluppo del progetto ingegneristico
di rigalleggiamento – L’abbiamo vissuto non come progetto
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industriale o commerciale, ma come attività di servizio e di
operazione di interesse generale per il Paese”.
“Siamo stati chiamati da Bartolotti e siamo intervenuti negli
ultimi mesi con il nostro migliore equipaggio, non senza un
po’ di tensione – racconta Gianluigi Bambini – con l’obiettivo
di renderci utili e dimostrare italianità nelle operazioni, condotte da tutti con professionalità e orgoglio. Congratulazioni
allo staff di Micoperi, che ha operato con una tecnica e una
organizzazione impeccabile ed è sempre stato aperto a suggerimenti e confronti”.
Un’esperienza unica anche per Angelo Giordano e Mirko Valenti di Diag: “Abbiamo potuto arricchire la nostra esperienza
nell’attività marittima, e siamo riusciti a fermare gli sciacalli
che hanno tentato di impossessarsi dei ricordi dei passeggeri”.
22 mila finora sono state le immersioni effettuate dall’autunno 2012, supervisionate da Pasquale Longobardi, direttore
del Centro Iperbarico di Ravenna e ricercatore dell’Istituto di
Scienze per la vita della scuola superiore Sant’Anna di Pisa per
la medicina subacquea: “Abbiamo operato con 11 impianti iperbarici in cantiere. L’operazione passerà alla storia non
solo per gli aspetti ingegneristici, ma anche per quelli medici,
perché ci ha permesso di studiare la fisiologia della decompressione, testando sul campo nuove metodiche. Al punto
che presenteremo tutto il progetto a Barcellona in ottobre,
all’assemblea del comitato europeo di tecnologie subacquee,
dove grazie al contributo di questo lavoro saranno armonizzate tutte le procedure europee. Siamo orgogliosi che questo
risultato sia partito da Ravenna”.
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Silvio Bartolotti (Micoperi) all’isola del Giglio
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Lo staff di Ravenna 2019 con il dossier finale di candidatura
Mancano pochi giorni al verdetto per il quale la città ha lavorato per anni, con un lavoro corale di ascolto e condivisione di
cittadini e organizzazioni romagnole, tra cui anche Confindustria Ravenna che ha partecipato all’open call fornendo idee e
possibili progetti. Il 17 ottobre, subito dopo le audizioni finali,
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si saprà chi sarà capitale europea della cultura 2019 tra le sei
finaliste: oltre a Ravenna, anche Lecce, Matera, Cagliari, Siena e Perugia-Assisi. Quattro giorni prima, la visita della giuria
internazionale. Le ultime settimane hanno visto importanti
tappe di avvicinamento a questo appuntamento, a partire
dalla consegna a Roma del dossier finale.A consegnare il documento al Ministero dei Beni e delle attività culturali e del
turismo, il Sindaco Fabrizio Matteucci, accompagnato da Alberto Cassani e Nadia Carboni, rispettivamente coordinatore
e project manager di Ravenna2019.
Con questo atto, Ravenna ha concluso il suo lungo percorso
preparatorio, che è iniziato nel 2007 e si è concretizzato in
una proposta progettuale corposa e articolata, frutto di centinaia di incontri, ai quali hanno partecipato nel complesso
migliaia di cittadini in tutta la Romagna.
“E’ stato un momento formale e sostanziale al tempo stesso – ha detto Matteucci – perché nelle 115 pagine che abbiamo preparato è racchiuso il lavoro corale di un territorio,
un inedito sforzo comune per ridisegnare Ravenna e la Romagna nel prossimo il futuro: un patrimonio che comunque
non potrà e non dovrà essere disperso. Lo abbiamo sempre
detto e lo ripetiamo: se vinciamo, cercheremo volentieri la
collaborazione di ogni finalista che vorrà proseguire con noi
il cammino, perché il titolo del 2019 è un’occasione straordinaria per l’Italia intera; allo stesso modo ribadiamo la nostra
disponibilità a cooperare se sarà selezionata un’altra città”.
“Siamo soddisfatti del dossier e del lavoro svolto – ha commentato Cassani – perché crediamo di aver corrisposto efficacemente alle raccomandazioni della Commissione giudicatrice. Prepariamo ora con impegno ed entusiasmo la visita della
Giuria e l’audizione finale”.
Materialmente, il documento è un opuscolo di 115 pagine,
secondo le caratteristiche tipografiche prescritte dal regolamento, rivisto e integrato rispetto alla prima versione di un
anno fa.
F
La consegna al Ministero dei Beni Culturali
del dossier finale di candidatura
C.F.O.
si rivolge in particolare a società ed aziende che, operando
18
nel settore marittimo, portuale, off-shore, petrolifero e minerario
hanno la necessità di formare il proprio personale non solo in ottemperanza alle
più recenti normative relative alla sicurezza sul lavoro ma anche in funzione della
migliore produttività aziendale offrendo quindi la possibilità di gestire ed organizzare
corsi anche in base a specifiche esigenze delle aziende.
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Il Centro Formazione Offshore è accreditato presso:
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•
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“ALIMENTIAMO
LA FIDUCIA”
MAURIZIO DELLA CUNA
ELETTO PRESIDENTE DEL
CONFIDI ROMAGNA
E FERRARA.
“NOTIAMO - DICE UNA MAGGIORE APERTURA
DAGLI ISTITUTI DI CREDITO”
Come ogni imprenditore, è ottimista il nuovo presidente del
Confidi Romagna e Ferrara, Maurizio Della Cuna, titolare di
Madel SpA, impresa di Cotignola attiva sul mercato della
detergenza domestica e della cura del corpo. A poche settimane dall’elezione alla guida dell’ente di garanzia, traccia la
rotta per il triennio 2014-2017: “Ci sono tutti i presupposti
per un buon lavoro in continuità con quanto fatto dai miei
predecessori alla guida del Consorzio” assicura.
Al 31 agosto scorso il confidi contava quasi 1700 soci sparsi
in tutta la Romagna e nel ferrarese, con nuovi ingressi soprattutto su Ferrara e Ravenna, e ha visto un aumento degli interventi in garanzia effettuati nell’ultimo anno. Nei primi sette
mesi del 2014 sono state approvate 168 operazioni, per un
importo totale di 28,3 milioni di euro a fronte dei 22,6 milioni
di euro garantiti nel 2013, con un incremento del 25%.
E gli spiragli per il futuro non mancano anche sul fronte del
rapporto banca-impresa, che nelle fasi più acute della crisi
è stato uno dei nervi più scoperti: “Notiamo una maggiore
apertura da parte del mondo creditizio, il recente passato ha
insegnato a entrambi - spiega Della Cuna – rileviamo che le
aziende si presentano alle banche con una veste più adeguata. C’è poi qualche segnale di nuovi investimenti e in generale uno sforzo comune per alimentare la fiducia e, quindi,
migliorare e distendere la situazione. Anche dalle istituzioni
arrivano segnali confortanti”, aggiunge in riferimento ai recenti interventi deliberati dalla Banca Centrale Europea, che
dovrebbero liberare nuove importanti risorse per le imprese
e le famiglie.
Il Consorzio, nato nel 1984, è cresciuto negli anni attraverso
tre diverse integrazioni con altri organismi di garanzia del settore industriale, in un periodo in cui la stagione delle mergers&acquisitions non era ancora iniziata. 13 anni fa esistevano
in Italia oltre 1000 confidi, oggi sono meno di 500, e la prima
aggregazione avvenuta nel 2001 fu la seconda fusione a livello nazionale, che ha fatto da apripista nell’applicazione del
concetto di “area vasta”.
Dopo queste aggregazioni il Confidi Romagna e Ferrara ha
proseguito a guardare avanti. Nel febbraio scorso nella sede
di Confindustria Emilia Romagna, è stato infatti sottoscritto
l’accordo di rete tra Cofire Reggio Emilia, Confidi Romagna e
Ferrara e Unionfidi Parma, che associano complessivamente
2.900 aziende, con un volume di finanziamenti garantiti in
20
FIRMS credito
essere pari a 230 milioni di euro.
Tra le priorità dell’accordo di rete, la possibilità di proporre interventi in cogaranzia e in controgaranzia in pool, e il ricorso
alla riassicurazione del Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese gestito dal MedioCredito Centrale, strumento su
cui sono state canalizzate gran parte delle risorse governative
a sostegno delle PMI stanziate dagli ultimi Esecutivi.
“L’accordo ha un grande valore simbolico. Va nella direzione giusta di avviare processi di collaborazione e sinergie tra
i confidi – ha dichiarato il Presidente di Confindustria Emilia
Romagna Marchesini – e può rappresentare un passo importante in un percorso di crescente integrazione del sistema dei
confidi industriali a livello regionale”.
E proprio aggregazioni e reti sono i due cardini su cui punta
Confindustria nazionale per il rilancio del sistema, del quale
ha recentemente proposto un ripensamento in un’ottica di
razionalizzazione.
Intanto, aumenta in Romagna – dove operano 12 dipendenti
su 5 sedi – il numero degli istituti di credito convenzionati,
che raggiunge quota 18 con l’ultimo ingresso a giugno di
BNL.
Restano ancora ampi, comunque, i margini di miglioramento: “Mi piacerebbe che gli istituti di credito volgessero più lo
sguardo al futuro – sottolinea il neo presidente - guardando
con maggiore attenzione alle startup o alle imprese femminili: la crisi infatti ha dato una forte accelerata all’autoimprenditorialità, e bisogna rivolgere molta attenzione anche a queste
nuove forme”.
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Il presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Maurizio Marchesini
Grande attenzione infine al rapporto con la Camera di Commercio e con i Comuni della provincia di Ravenna “che hanno
garantito negli anni un flusso importante di risorse – conclude Della Cuna – ad implementazione dei fondi rischi e per gli
interventi ad abbattimento dei tassi di interesse finalizzati in
particolare a promuovere gli investimenti aziendali”.
F
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Festeggiamenti per i 30 anni di attività del consorzio
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Bilancio Publimedia Italia Srl al 31/12/2013
B) Immobilizzazioni
C) Attivo Circolante
D) Ratei e Risconti Attivi
TOTALE ATTIVITA'
A)
B)
C)
D)
E)
Patrimonio Netto
Fondi per Rischi ed Oneri
Trattamento di Fine Rapporto
Debiti
Ratei e Risconti Passivi
TOTALE PASSIVITA'
ATTIVITA'
PASSIVITA'
66.541
1.762.317
117.955
1.946.813
41.178
477.562
147.224
1.242.913
37.936
1.946.813
C/ECONOMICO
A) Valore della Produzione
B) Costi della Produzione
Differenza Valori e Costi Produzione
C) Proventi e Oneri Finanziari
E) Proventi e Oneri Straordinari
Risultato prima delle Imposte
Imposte sul Reddito
UTILE DELL'ESERCIZIO
2.807.276
-2.767.037
40.239
5.096
-1.181
44.154
-39.934
4.220
Elenco delle testate in concessione esclusiva : La PulceIl Fè-Casa-Il Rò Più-Ferrara24ore-Biosfera-Rovigo24ore-Ravenna24ore.it weeklywww.veloannuncio.it-io incontro-La Pulce Dei Buoni-L'offerta ImmobiliareFirms Industria Ravenna-Systema-Lavoro Notizie- Il Rigattiere
FIRMS imprenditrici
23
L’IMPRESA
AL FEMMINILE
INTERVISTA AD
ANTONELLA BANDOLI
PRESIDENTE DEL COMITATO
PER L’IMPRENDITORIA
FEMMINILE DELLA CAMERA
DI COMMERCIO
DI RAVENNA
- Quale iniziativa vorrebbe vedere avviata (o realizzata) entro il 2014?
Sicuramente il nostro workshop. Sarebbe un bel traguardo. I
problemi organizzativi sono notevoli, senza contare che tutte
noi siamo imprenditrici con le nostre aziende da “accudire”,
mentre facciamo tutto questo nel tempo libero e a titolo gratuito.
Mi piacerebbe vedere avviato anche un grande evento inter-associativo, come ha fatto il CIF di Padova: questo il link
per il video: http://www.youtube.com/watch?v=m_9Ps2mpY9I&sns=em
Un confronto incontro tra imprenditrici per scambi di esperienze e progettualità future in una cornice di peso per la città
(loro al Pala Geox, che potrebbe corrispondere al nostro Pala
De Andrè) fortemente sostenuto dalla Camera di Commercio, così come dalla Associazioni e dagli Enti locali.
- Quali sono, per una imprenditrice, i principali
svantaggi/problemi che derivano dal lavorare su
questo territorio?
Storicamente il nostro territorio è caratterizzato da una
certa chiusura, diffidenza, è nel nostro DNA. Una scarsa fiducia nel modello femminile di impresa. Forse il territorio è costellato da piccole imprese femminili, quindi
meno visibili, ma non per questo meno virtuose.
Insomma, c’è ancora bisogno di quote rosa per entrare nei
CDA.
Forse anche una certa lontananza dall’Europa.
In più credo che le Associazioni dovrebbero confrontarsi di
più tra loro e generare iniziative allargate (vedi quella appena descritta di PD), anziché divisioni, pur mantenendo le loro
specificità. Il CIF è proprio un esempio di questa connessione
e interdisciplinarità.
Le imprese femminili forniscono un modello positivo per i
giovani (è il lavoro che fa Lorella Zanardo nelle scuole, ricollocare la figura femminile in ruoli di rilievo) e, per il mio lavoro,
conosco tantissime realtà eccellenti - quello che io chiamo
“un sottobosco di eccellenze”, purtroppo nascosto alla luce
del sole ma che cresce rigoglioso - in Provincia fondate o guidate da donne, costrette a lavorare lontano, non parlo solo
di grandi industrie, ma soprattutto di imprese creative, che
trovano accoglienza fuori dal proprio territorio. Noi siamo un
esempio: in studio siamo 6 donne e lavoriamo a NY e Londra,
oltre che a Genova, Bolzano e Milano. Ma pochissimo per le
realtà locali, sia pubbliche che private.
24
SU QUALI PROGETTI SI STA
CONCENTRANDO AL MOMENTO IL CIF?
1. Convegno/workshop sull’imprenditoria femminile.
Ospiti importanti, Lorella Zanardo (IL corpo delle donne,
Senza chiedere il permesso), due assessore del territorio, alcune imprenditrici locali…
Una tavola rotonda, dallo stile dinamico, animata da interviste ai giovani universitari del nostro territorio sulla
loro idea di impresa, che faranno da contraltare al talk
show in sala. Sarà organizzato alla CCIAA in autunno,
ancora non sappiamo la data.
Comunque l’idea è quella di superare un po’ la separazione di genere, come dire “sono le donne che organizzano un evento sull’impresa, più che donne che
parlano di imprenditoria femminile”, poiché il centro
tematico vorrebbe essere il valore della persona, la sua
evoluzione personale, il suo sistema etico, naturalmente riferito all’impresa.
2. Formazione. Partono a fine mese due giornate importanti realizzate da Forma del Tempo dedicate all’Open Leadership, attraverso un nuovo approccio, rivoluzionario, anche qui che pone più i valori etici rispetto a
quelli finanziari al centro dell’impresa. È aperto a tutte
le imprenditrici di tutte le associazioni. Iscrizioni sul sito
della CCIAA. I temi delle due giornate: Innovation e Coopetion.
3. Guida al femminile per la città di Ravenna, per ora
solo online, fortemente voluta dal Comune, che nasce
da un lontano progetto e da un evento realizzato dalla
prima presidente del CIF, Fiorella Guerrini, “Donne con
la Valigia”, per cui vorremmo coinvolgere tutte le nostre associazioni, Confindustria compresa naturalmente. Nulla di frivolo naturalmente, ma qualcosa di molto
utile sia per chi arriva in città sia per gli operatori dedicati all’accoglienza. Molte città italiane hanno guide
dedicate alle donne come Torino, Firenze, Venezia. Nessuna discriminazione, ma solo incentivazione: il turismo
femminile è in fortissima crescita: donne single, single
con figli, donne anziane, donne in gruppo. E comunque sono sempre le donne a decidere la destinazione,
attraverso un’informazione consapevole.
Come dice la nostra Assessora Piaia alle Politiche di Genere “Quando le donne esprimono i loro bisogni, migliorano la qualità della vita di tutti”.
4. Women Expo. Non si tratta di una vera e propria
iniziativa del CIF, ma ci tengo a segnalare a tutte le imprenditrici di Confindustria i bandi e gli eventi dedicati all’imprenditoria femminile in previsione dell’Expo:
http://www.expo2015.org/it/progetti/we-women-for-expo
imprenditrici
FIRMS
- Quali invece le opportunità?
Mi viene da pensare alla grande opportunità offerta da Ravenna2019, un’occasione unica di grande visibilità per tutti, e
soprattutto una possibilità di scambio, integrazione, confronto, relazione locale e internazionale. Ci sono stati molti eventi
organizzati in attesa della scelta che hanno favorito questi
scambi. È stato molto utile.
Non so… il nostro essere città d’arte è un vantaggio e un limite. Abbiamo forse più occasioni di confronto, più affluenza
internazionale, ma limitata a questo, alla sua natura diciamo
“artistica” più che economica. Dovremmo riuscire ad affiancare al turismo culturale anche un turismo maggiormente legato alla produttività.
FIRMS imprenditrici
- Perché una donna, oggi, in Romagna, dovrebbe scegliere di intraprendere la strada dell’imprenditoria? Noi componenti del CIF ci siamo fatte questa domanda poco
tempo fa: perché abbiamo scelto la strada dell’impresa? E
soprattutto è stata una scelta o un destino? Nel mio caso,
è stato un caso… Non lo avevo pianificato, ma mi ci sono
trovata e non potrei più tornare indietro.
Comunque la maggioranza di noi ha risposto che il senso di
libertà ha ispirato la scelta. In realtà un imprenditore non è
più libero di un altro lavoratore, avendo molti più obblighi
che svaghi, tuttavia le possibilità creative sono sicuramente
maggiori. Può realizzare la propria idea di impresa, o cambiare direzione più facilmente, sapendo però di rischiare in ogni
25
momento denaro e faccia. Ma il successo dipende sempre di
più dal sistema dei valori che mette in campo. Un leader deve
sapere guidare creando le condizioni affinché il controllo sia
gestito da tutti, deve saper agire in un contesto in costante
mutazione, deve infondere fiducia, deve saper supportare,
deve saper ascoltare, deve sapere innovare e soprattutto deve
saper generare sistemi antifragili, ovvero in grado di migliorare a seguito di una crisi.
Sono grandi responsabilità e “imprese” più grandi dell’impresa stessa, ma di grande soddisfazione. Creare un’impresa è
un enorme impegno che si assume con se stessi.
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I CAPITALISTI CINESI
IL PRIMO INCONTRO
AUTUNNALE DI RAVENNA2030
HA PROPOSTO UN CONFRONTO
CON NING WANG E ALBERTO
MINGARDI.
WANG E’ AUTORE DEL LIBRO
‘COME LA CINA E’ DIVENTATA
UN PAESE CAPITALISTA’
Il primo appuntamento autunnale della rassegna “Ravenna2030 – il futuro è adesso” ha proposto, in collaborazione
con l’Istituto Bruno Leoni, un confronto tra Ning Wang, docente alla facoltà di Scienze politiche e studi globali dell’Università dell’Arizona, e Alberto Mingardi, direttore generale
IBL.
Wang è stato coautore, insieme al premio Nobel per l’economia nel 1991 Ronald Coase, del libro “Come la Cina è
diventata un Paese capitalista”, da cui l’appuntamento ha
preso il nome.
“La Cina ha attraversato enormi e profondi cambiamenti, che
l’hanno portata a diventare in pochi anni una delle principali
potenze economiche mondiali – ha affermato il presidente
dell’associazione, Guido Ottolenghi – E’ stato interessante
ripercorrere questo percorso, per capire quali riforme sono riuscite a imprimere questa svolta e quale potenziale ha ancora
da esprimere il Paese”.
Il volume analizza le riforme che hanno portato la Cina a passare, in pochi anni, da Paese socialista ai margini dell’economia mondiale a locomotiva del mondo. Secondo gli autori, a
fare la differenza sono state tante rivoluzioni marginali: “liberalizzazioni partite dal basso – ha spiegato Wang - che hanno
toccato ambiti circoscritti, ma di vitale importanza, dell’economia cinese”.
“Tutto è iniziato nell’estate 2008, con una conferenza all’università di Chicago, sulla trasformazione del mercato cinese:
da qui è nata l’idea del libro. Un aspetto spesso sottovalutato
sia in Cina sia nei Paesi occidentali, è stata la modalità di
questa trasformazione, avvenuta per iniziative private e non
da Pechino. Una trasformazione avvenuta dalle persone, dai
contadini, dagli agricoltori, che nel momento in cui hanno
intravisto libertà di mercato, si sono lanciate in iniziative personali. Dunque si sono sovrapposte due riforme: la prima a
livello centrale, la seconda dalla base, ed è stata quest’ultima
a portare allo sviluppo del mercato cinese e alla sua liberalizzazione”.
“La Cina è un mondo completamente diverso dal nostro per
dimensioni, popolazione e molti altri aspetti, ma c’è un elemento interessante: questa grande trasformazione – ha aggiunto Mingardi – da un’economia di piano a un Paese con
ampi spazi per l’iniziativa privata, è andata avanti per esperimenti: il Governo cinese non ha tentato di fare la grande
riforma, ma ha cercato di creare spazi nel quale si potessero
sperimentare forme di capitalismo di mercato. Forse nel nostro Paese gioverebbe un po’ di questa cultura dell’esperimento: annunciamo grandi riforme che non si fanno mai, e
rifiutiamo a priori l’idea che si possa provare con piccoli esperimenti, e vedere come vanno. È un elemento che potremmo
provare a portare nella discussione politica italiana”.
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QUEI FRULLATI
DI GIOVENTÙ
viaggio in azienda
FIRMS
Viaggi
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ziend
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GABRIELE LONGANESI
RACCONTA COME
‘NATURA NUOVA’ DI
BAGNACAVALLO E’ DIVENTATA
UN’AZIENDA CON
130 DIPENDENTI E
UN’ETÀ MEDIA DI 30 ANNI
Un’impresa nata vent’anni fa da una tesi di master, che oggi
è una realtà da 130 dipendenti con un’età media di 30 anni e
un turnover bassissimo. “Sono uno dei più ‘anziani’ ” sorride
Gabriele Longanesi, 48 anni, l’ex studente che ha fondato
Natura Nuova a Bagnacavallo, diventata leader nella produzione di frullati e polpa di frutta. “Come dice il nome, lavoriamo prodotti della natura con tecnologie nuove”. Un’idea che
gli è venuta a 18 anni e poi perfezionata con la laurea in economia e un master della Camera di Commercio di Milano per
lo sviluppo delle idee di impresa. “Sono agricoltore di estrazione, ho frequentato la campagna fin da bambino, e per
lavoro mi sono potuto confrontare con le problematiche collegate alla ristorazione, appassionandomi alla chimica degli
alimenti. Oggigiorno – racconta Longanesi – siamo abituati a
forzare la natura al punto da non accettarne piccole imperfezioni di colore e dimensione dei frutti: partendo da questa
considerazione, ho pensato di trasformare ciò che il mercato
del fresco rifiuta per una piccola imprecisione estetica”.
“All’inizio ero da solo – ricorda – facevo il carrellista, il magazziniere, l’amministrativo…Essere partiti da zero è stato uno
stimolo costante a tenere gli occhi aperti e le antenne dritte”.
Due anni più tardi, le produzioni artigianali di frullati di frutta,
con fornitura destinata al settore biologico ed alla ristorazione collettiva, guadagnano importanti aree di mercato.
La prima svolta arriva nel 1990 grazie a un viaggio in Francia,
“vidi delle vaschette in alluminio con purè di mele e zucchero,
erano un prodotto terrificante ma non una cattiva idea. Così
quando sono tornato ho iniziato a sperimentare”. In breve
tempo, Natura Nuova diventa leader per la fornitura di polpe
di frutta biologica anche nel comparto catering: i suoi pro-
FIRMS XXXXX
29
Lo staff di Natura Nuova festeggia i 20 anni di attività dell’azienda
dotti si diffondono nelle scuole, negli ospedali e nelle case di
riposo, e superano i confini nazionali con la distribuzione in
Inghilterra, Francia e Spagna. “I nostri prodotti però possono
viaggiare poco per loro natura, e comunque c’è moltissimo
da fare in Italia, che in 1500 chilometri ha abitudini alimentari
radicalmente diverse”.
Parallelamente, la crescente sensibilità da parte dei consumatori, sempre più attenti ai prodotti naturali e agli stili di vita
sostenibili, hanno permesso all’azienda di approdare anche
nella grande distribuzione nel consumo domestico. “Per capire come sono cambiate le abitudini alimentari, basta pensare
che negli anni 60 si consumavano 3300 calorie al giorno –
calcola Longanesi - e nelle famiglie c’era sempre qualcuno
che preparava da mangiare: oggi ne consumiamo quasi la
metà, e il 40% delle persone mangiano ogni giorno un pasto
fuori casa”.
L’attenzione di Natura Nuova si sposta quindi sulla cultura
alimentare: “La sfida è coniugare un’alimentazione corretta
con un meccanismo di domanda e offerta che si è evoluto
in maniera fantastica in pochi anni, grazie al web e a punti
vendita sempre più capillari – spiega l’imprenditore romagnolo - 15 anni fa nel nostro territorio c’era un solo ipermercato,
oggi se ne contano 12”.
E così dal 2004 si aggiungono all’offerta della frutta i prodotti
a base di proteine vegetali, poi, nel 2007, un altro grande
passo: la creazione di un consorzio per dare una garanzia di
filiera agricola e la valorizzazione di elementi di tracciabilità.
Il segreto del successo? “Ritengo siano stati gli insegnamenti
e la disponibilità delle persone che ho incontrato, quelle della
mia famiglia e quelle che lavorano con me. E in generale,
c’è stato un aumento della qualità media della produzione
alimentare e dell’impiantistica, con investimenti più accessibili: tutto questo ha consentito una maggiore specializzazione
ed efficienza anche nelle aziende medio-piccole, che oggi
riescono a “tenere” gli scaffali con la stessa dignità di una
multinazionale”.
Per il futuro, un solo desiderio: “Esserci. Siamo in prestito su
questa Terra, e a volte lo dimentichiamo. Sogno di aumentare
la conoscenza del consumatore nel settore della frutticoltura,
che è particolarmente fragile, altamente deperibile, esposto a
mille variabili, come dimostra l’estate che si è appena conclusa. Mi piacerebbe che l’azienda mantenesse questa sensibilità
alla terra, e continuasse a valorizzare il lavoro agricolo – conclude - E che restasse unita come è ora: solo un gruppo coeso
può reggere momenti di disorientamento e di difficoltà del
mercato come quelli che stiamo vivendo. Da soli non si va da
nessuna parte”.
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IL COMPLEANNO
DEI PILOTI
Viaggi
o in a
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LA CORPORAZIONE FESTEGGIA I 60 ANNI.
“SIAMO ORGOGLIOSI DELLA NOSTRA STORIA - COMMENTA IL
CAPO PILOTA ROBERTO BUNICCI - SOPRATTUTTO PER AVER
CONTRIBUITO AI GRANDI CAMBIAMENTI DELLO SCALO”
La Torre di controllo, sotto il faro di Marina di Ravenna, ricor-
di attività in continua crescita, proporzionale all’espansione
da quella degli aeroporti. Il radar monitora ogni movimento
dello scalo ravennate, i piloti continuano a lavorare 24 ore
nel Candiano, e le comunicazioni radio di chi aspetta di en-
su 24, sette giorni su sette affacciati su quella che nel 2015
trare in porto riportano dialoghi in un inglese con accenti da
diventerà la piazza a loro intitolata.
tutto il mondo. Dopo aver raggiunto il traguardo dei 60 anni
“Siamo orgogliosi della nostra storia – racconta il capo pilo-
32
viaggio in azienda
FIRMS
ta, Roberto Bunicci – soprattutto gli ultimi anni hanno visto
nee sottomarine per la discarica del greggio; l’anno seguente,
grandi cambiamenti, a cui abbiamo cercato di adattarci al
venne inaugurata l’isola galleggiante “Sarom 1” che consen-
meglio. Le navi sono diventate più grandi, ed è cresciuta la
tiva la discarica di petroliere di grande pescaggio e portata.
nostra dotazione tecnologica, perché la sicurezza per noi è
Nel 1958 l’inizio dei lavori di costruzione delle dighe foranee.
la prima prerogativa per operare nel canale. Oggi possiamo
“I piloti di allora furono testimoni di grandi opere che segna-
contare su strumenti molto avanzati, che ci rendono in gra-
rono in maniera definitiva la storia odierna del porto e dei
do di operare in qualunque condizione meteorologica”. In
suoi traffici – racconta Bunicci - Alla costruzione dello stabili-
particolare, la flotta conta tre nuove “pilotine”, e sono state
mento ANIC, agli scavi della zona San Vitale e della darsena
installate telecamere termiche in grado di rilevare anche a
SAROM, si aggiunsero gli investimenti di forze ed economie
distanza la presenza, per esempio, di uomo in mare. Uno svi-
di imprenditori pubblici e privati”. E così aumentò anche l’or-
luppo necessario per supportare il numero di operazioni, che
ganico della Corporazione a sei piloti e l’arrivo a Ravenna di
arrivano a 850 al mese tra accosti e uscite.
due rimorchiatori da 500 cv coincisero con un cambiamento
Era il 28 marzo 1953 quando, visto il crescente volume di
radicale del movimento portuale, tra cui i lavori di allarga-
traffico e considerata l’oggettiva difficoltà del pilotaggio nel
mento dell’imboccatura dei moli guardiani da 32 a78 metri e
porto di Ravenna, venne costituita con decreto del presidente
di escavo del bacino di evoluzione dei Trattaroli, dove navi da
della Repubblica la Corporazione dei piloti del Porto. Nel gen-
200 metri ed oltre manovravano per l’uscita in mare.
naio del 1954 i tre pratici allora in attività divennero a tutti
Nei primi anni ‘70 alle navi tradizionali si alternarono le navi
gli effetti Piloti del porto. Furono anni di fervore e crescita
portacontainer, che determinarono non solo problematiche
vertiginosa: nel 1955 iniziarono i lavori di istallazione di tre li-
di manovra differenti, ma, soprattutto esigenze commerciali
FIRMS viaggio in azienda
33
più accentuate, con il conseguente adeguamento del regolamento accosti, consentendo a navi di determinate dimensioni
la navigazione durante le ore notturne. Il Porto venne riclassificato porto di prima categoria, sia per l’importanza dei suoi
traffici sia per la difficoltà di pilotaggio: l’organico aumentò
a undici piloti, furono costruite nuove pilotine e la stazione
piloti si stabilì nell’attuale edificio adiacente al faro di Marina
di Ravenna. Nel 1984, la stazione piloti inaugurò il primo impianto radar anticollisione portuale in Italia.
Oggi, l’organizzazione della giornata ricorda quella della redazione di un quotidiano: le agenzie inviano le richieste di
accosti e partenze del giorno successivo alla Capitaneria di
Porto, che le raccoglie, le vaglia e, una volta autorizzate, le
trasmette ai piloti entro sera.
“Ormai il traffico notturno equivale a quello diurno”, spiega
il capo pilota: il tutto per quasi 10 mila pilotaggi all’anno, un
trend in linea con quello pre-crisi. “Ma rispetto al 2008 le
stazze delle navi sono aumentate, e sono destinate a crescere
ancora di più”. E’ per adattarsi a quel gigantismo navale che
si lavora al “progettone”, anche se rischia di non bastare: “Ci
si concentra giustamente sulla profondità dei fondali, ma non
bisogna dimenticare i limiti dimensionali del canale, specie
nella sua larghezza. Non solo il pescaggio, ma anche la morfologia del canale (e della famigerata “curva” di Marina), che
Amburgo e Rotterdam, perché permette rapidità e la coper-
è l’unico vero porto canale d’Italia: è un pò come dover con-
tura di distanze maggiori, sebbene rappresenti un notevole
durre un camion in mezzo alle stradine del centro storico”.
costo”.
Tra i progetti futuri, non è da escludere l’arrivo di un elicottero: “E’ già usato nei grandi porti del nord Europa, come
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FIRMS università
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AL VIA IL MASTER
IN DIRITTO PENALE
DELL’IMPRESA E
DELL’ECONOMIA
I relatori del Convegno sulla 231
Oltre un centinaio tra professionisti e imprenditori hanno
ha ospitato la presentazione del Master in diritto penale
partecipato nella sede di Confindustria Ravenna al conve-
dell’impresa e dell’economia, organizzato dal dipartimento
gno “Controlli interni ed esterni all’attività di impresa”, che
di Scienze giuridiche dell’Università di Bologna con il soste-
36
FIRMS università
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gno di Fondazione Flaminia e la
collaborazione di Confindustria
Ravenna e l’Ordine degli Avvocati
di Ravenna.
“Si tratta di una specializzazione
di altro livello – spiega il professore Filippo Sgubbi, che dirigerà il
master - aperto a tutti coloro che
desiderano approfondire un settore cruciale nella vita economica
e giuridica del Paese, cioè il tema
del diritto penale dell’economia”.
Alcune lezioni si svolgeranno
presso le imprese, che potranno
ospitare anche stage. Il master
partirà il 12 dicembre 2014, le
iscrizioni sono aperte fino al 31
ottobre. Per informazioni e iscrizioni:
[email protected]
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Duecento studenti della triennale e della magistrale di Giurisprudenza hanno preso parte nella sede di via Oberdan
all’incontro dedicato alle opportunità di tirocinio aziendale e occupazionali che ha visto tra gli altri presenti rappresentanti di imprese portuali, amministrazione comunale e Confindustria Ravenna.
“Su 3.600 studenti iscritti ai corsi ravennati circa un migliaio sono impegnati nelle scienze giuridiche; questo è il decimo
incontro che facciamo affinché la distanza fra domanda e offerta di lavoro si riduca sempre di più e per questo debbo
ringraziare per un impegno straordinario le
imprese del porto”, ha detto il vicesindaco
Giannantonio Mingozzi aprendo l’incontro.
Fra gli altri interventi quello di Marco Chimenti, direttore generale di Confindustria,
che ha apprezzato “l’impegno dei docenti
perché riescono ad approfondire i corsi di
studio proprio sulla base delle esigenze che
quotidianamente le imprese segnalano”.
Sono poi intervenuti rappresentanti di Alliance port service, Compagnia portuale,
Consar, Eurodcks, Lnt, Sapir, Tcr, Fondazione
Flaminia, Cna
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FIRMS Guidarello 2014
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GUIDARELLO
GIOVANI
E RETI D’IMPRESA
PRESENTATA L’ VIII EDIZIONE
DEL CONCORSO RISERVATO
AGLI STUDENTI DELLE CLASSI IV.
IL SUPPORTO DELLA
FONDAZIONE MATTEI
E’ stata presentata alle scuole della provincia l’ottava edizione
del Guidarello Giovani, che quest’anno sarà dedicata al tema
delle reti di impresa e conferma il premio speciale sulla sostenibilità di impresa introdotto nel 2013, grazie al supporto
della FEEM - Fondazione ENI Enrico Mattei.
L’edizione 2014 del Premio è aperta alle classi IV di tutti gli
istituti scolastici della Provincia. Nel mese di ottobre, i partecipanti visiteranno poi alcune imprese associate a Confindustria Ravenna per realizzare il “reportage in azienda”, nel
formato multimediale lanciato nel 2012, dunque attraverso
testo scritto, video o presentazione con slide. La premiazione
si terrà il 25 novembre al Palazzo dei Congressi.
“Le reti di impresa sono uno strumento di cui si parla spesso
e da tempo, ma che rimane ancora poco conosciuto e utilizzato. La nostra associazione ha proposto diversi percorsi su
questo tema alle aziende del territorio – ricorda il presidente
di Confindustria Ravenna, Guido Ottolenghi – crediamo sia
utile che anche i più giovani capiscano le opportunità che
questo meccanismo offre”.
“Il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Ravenna è
da tempo impegnato per rafforzare il rapporto con le scuole, tramite iniziative come il Guidarello Giovani o il Torricelli
Web – aggiunge il Presidente del Gruppo, Stefano Gismondi
– l’obiettivo è cercare di coniugare le inclinazioni dei ragazzi
con le tendenze del mercato del lavoro e delle esigenze delle
aziende locali. Aprire le porte delle nostre realtà è il modo più
diretto e trasparente per spiegare che anche noi lavoriamo
in gruppo, e soprattutto in momenti di difficoltà la rete è un
valido aiuto per resistere alla crisi, o ampliare i propri campi
di attività”.
L’iniziativa è realizzata grazie alla collaborazione con l’Ufficio
scolastico provinciale e la Camera di Commercio di Ravenna,
che sostiene il progetto fin dalla sua prima edizione.
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FIRMS pubblica amministrazione
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PAGAMENTO
DEBITI DELLA P.A.
IL GOVERNO RENZI HA STANZIATO
9,3 MILIARDI E HA RESO
POSSIBILIE LA GARANZIA DELLO
STATO SUI CREDITI VANTATI NEI
CONFRONTI DELLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE
Il problema dell’accumularsi di debiti nelle pubbliche ammi-
ni sono assistite dalla garanzia dello Stato e, proprio in virtù
nistrazioni è stato affrontato per la prima volta con il decreto
della presenza di tale garanzia, vengono realizzate al tasso
legge n. 35 del 2013, adottato dal Governo Monti e conver-
massimo di vantaggio stabilito a luglio con decreto del MEF:
tito in legge dal Parlamento della XVII legislatura eletto nel
1,90% per importi fino a 50.000 euro e 1,60% per importi
2013. A questa prima fase il Governo Letta ha fatto seguire
superiori a 50.000 euro.
una seconda fase con il decreto legge n. 102 del 31 agosto
Le PA, dopo la cessione, potranno ridefinire i loro debiti con
2013 con il quale sono stati incrementati i pagamenti previsti
le banche ovvero con CDP, allungandoli fino a un massimo,
per il 2013 per 7,2 miliardi senza ridurre quelli attesi per il
rispettivamente, di 5 e 15 anni.
2014. Con Legge di Stabilità 2014 sono stati inoltre stanziati
Secondo quanto comunicato dal MEF, all’8 settembre 2014
ulteriori 0,5 miliardi per l’anno 2014. Il Governo Renzi, con
sono circa 56mila le istanze di certificazione dei crediti ver-
Decreto Legge 66/2014, ha stanziato ulteriori 9,3 miliardi e
so la PA presentate dalle imprese attraverso la piattaforma
ha reso possibile la garanzia dello Stato sui crediti vantati nei
di certificazione dei crediti del MEF, per un importo pari a 6
confronti delle pubbliche amministrazioni.
miliardi.
Il meccanismo introdotto dal Governo Renzi prevede che le
La Piattaforma per la certificazione dei crediti consente ai
imprese possono cedere pro soluto a banche e intermedia-
Creditori della P.A. di chiedere la certificazione dei crediti re-
ri finanziari i crediti certificati di parte corrente. Tali cessio-
lativi a somme dovute per somministrazioni, forniture, appalti
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FIRMS pubblica amministrazione
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CHE COS’E’ LA CERTIFICAZIONE
DEI CREDITI E COME FUNZIONA
Per favorire lo smobilizzo dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della P.A., le amministrazioni pubbliche
devono certificare, su istanza del creditore, gli eventuali
crediti relativi a somme dovute per somministrazioni, forniture, appalti e prestazioni professionali (c.d. crediti commerciali).
Il processo di certificazione è totalmente gratuito e gestito
tramite la piattaforma elettronica per la certificazione dei
crediti (nel seguito Piattaforma) predisposta dal Ministero
dell’Economia e delle Finanze – Ragioneria Generale dello
Stato.
L’istanza di certificazione può essere presentata da chiunque (società, impresa individuale o persona fisica) vanti
un credito commerciale non prescritto, certo, liquido ed
esigibile ovvero quando è riferito ad un’obbligazione perfezionata, correttamente registrata nelle scritture contabili
dell’ente debitore e per la quale è scaduto il termine di
pagamento.
L’istanza di certificazione può essere presentata, attraverso la Piattaforma, per i crediti vantati nei confronti di
amministrazioni statali, centrali e periferiche, regioni e
province autonome, enti locali1 , enti del Servizio Sanitario
Nazionale2, enti pubblici nazionali, camere di commercio,
industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni, altre P.A.3
La P.A., sempre utilizzando la Piattaforma, riceve le istanze di certificazione e, dopo aver effettuato gli opportuni
riscontri, certifica il credito o ne rileva l’inesigibilità o l’insussistenza, anche parziale.
Nel caso in cui la P.A. vanti dei crediti nei confronti del
richiedente, la certificazione sarà resa al netto di tali somme. La certificazione reca la data entro la quale la P.A.
deve procedere al pagamento.
Se la P.A. non provvede al rilascio della certificazione entro 30 giorni dalla ricezione dell’istanza, il creditore può
chiedere all’Ufficio Centrale di Bilancio o alla Ragioneria
Territoriale dello Stato, sempre tramite la Piattaforma, la
nomina di un commissario ad acta che sarà incaricato di
provvedere, senza oneri a carico del richiedente, al rilascio
della suddetta certificazione al posto della P.A.
Il creditore, ottenuta la certificazione, può attendere il pagamento che la P.A. è tenuta ad effettuare entro la data
indicata nella certificazione del credito oppure recarsi
presso una banca o un intermediario finanziario abilitato
o un Agente della riscossione o compensare un debito
verso l’Agenzia delle entrate indicando gli estremi della
certificazione nel modello F24 online.
A seguito dell’utilizzo della certificazione del credito ad
opera del creditore originario, subentrano le banche o gli
intermediari finanziari – in caso di cessione pro solvendo
o pro soluto - oppure l’Agente della riscossione e l’Agenzia delle entrate - in caso di compensazione del credito
certificato.
Al fine di permettere l’immediato pagamento di tutti i debiti di parte corrente della P.A., i crediti commerciali di
parte corrente maturati al 31 dicembre 2013 verso le pubbliche amministrazioni (diverse dallo Stato), già certificati
alla data del 24 aprile 2014 o certificati a seguito di istanza presentata entro il 31 ottobre 2014 sono assistiti da
garanzia dello Stato dal momento dell’effettuazione delle
operazioni di cessione pro soluto a banche o intermediari
finanziari abilitati.
1
Esclusi quelli commissariati per fenomeni di infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso.
2
Esclusi gli enti delle regioni sottoposte a piano di rientro dai disavanzi sanitari che hanno in atto operazioni ricognitive del debito
(ad oggi, Campania e Calabria).
3
Incluse dall’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (aziende ed amministrazioni dello Stato ad
ordinamento autonomo, università, istituti autonomi case popolari, enti pubblici non economici regionali e locali, Agenzia per
la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni e agenzie di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300).
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FIRMS pubblica amministrazione
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e prestazioni professionali e di tracciare le eventuali successive operazioni di anticipazione, compensazione, cessione e
pagamento, a valere sui crediti certificati.
Per avvalersi del meccanismo, beneficiando dei vantaggi sopra indicati, le imprese sono tenute a presentare istanza di
certificazione entro il 31 ottobre 2014.
Tale termine, originariamente fissato al 23 agosto è stato
spostato al 31 ottobre dal DL 91/2014 (DL Competitività) in
considerazione dell’esigenza di far conoscere alla più ampia
platea di imprese l’opportunità offerta dalla legge.
In tema di certificazione, va inoltre segnalato che lo stesso
DL Competitività, accogliendo in parte una richiesta di Confindustria, ha stabilito che il divieto di certificazione previsto
per gli enti del SSN delle Regioni sottoposte a piani di rientro
da deficit sanitari e che abbiano in atto operazioni ricognitive
del debito (Campania e Calabria) non si applica per le fatture
emesse dal 20 settembre.
Il meccanismo sopra descritto si aggiunge alle misure introdotte dal DL 35/2013, dal DL 102/2013 e dal DL 66/2014 che
hanno messo a disposizione, complessivamente, 56,8 miliardi
per lo smaltimento dei debiti pregressi della PA. Di questi 6,5
sono destinati al pagamento di rimborsi di imposta.
Secondo gli ultimi dati diffusi dal MEF il 21 luglio scorso, l’ammontare dei debiti pagati alle imprese attraverso tali risorse è
pari a 26,1 miliardi; di questi 7,5 sono riferiti a debiti di parte
capitale e 2,5 a rimborsi di imposta.
Le risorse già distribuite alle PA perché paghino i loro debiti
sono invece pari a circa 31 miliardi. Le altre risorse stanziate
dai provvedimenti sopra richiamati risultano in via di distribuzione tra le PA.
Al fine di accelerare il pagamento dei debiti pregressi della
PA attraverso il pieno utilizzo delle risorse stanziate dal Governo nonché tramite il suddetto meccanismo di smobilizzo
introdotto dal DL 66, il 21 luglio scorso è stato sottoscritto
da Confindustria, MEF, CDP, ABI, Conferenza delle Regioni
e delle Province autonome, ANCI, UPI e altre associazioni di
imprese, un apposito “Protocollo di Impegni”.
Dopo la firma del Protocollo, CDP e ABI hanno firmato la convenzione necessaria per attivare il “Plafond Debiti PA”, dotato di 10 miliardi di euro, grazie al quale CDP potrà acquisire
dalle banche e dagli intermediari finanziari i crediti di parte
corrente verso le PA ceduti loro dalle imprese, ridefinendo
in favore della stessa PA termini e condizioni di pagamento.
Chiara Benericetti
Coordinatrice servizio Credito, capitale e finanziamenti
F
NUOVA SABATINI
COME RICHIEDERE
LA PRIMA DI QUOTA
DI CONTRIBUTO
Le richieste di erogazione della prima
quota del contributo in conto interessi
previsto dalla Nuova Sabatini devono
essere presentate dalle imprese beneficiarie (attenzione: non vengono presentate dagli istituti di credito) utilizzando
esclusivamente la procedura informatica resa disponibile sul sito del Ministero
dello Sviluppo Economico.
QUANDO
L’impresa può richiedere l’erogazione
del contributo al Ministero:
• Dopo aver ricevuto il decreto di
concessione del contributo (tramite
pec);
• Dopo aver completato l’investimento
(la relativa dichiarazione sostitutiva
di atto di notorietà attestante l’avvenuta ultimazione dell’investimento
deve essere resa entro 60 giorni dalla conclusione dell’investimento).
Su ricorda alle aziende che la richiesta
di erogazione presentata dopo il 31 ottobre non comporta la perdita dell’annualità del contributo che sarà erogata
l’anno successivo.
Per ulteriori informazioni e per ricevere un’assistenza dedicata, si invitano le
aziende associate a contattare il Servizio
Credito Capitale e Finanziamenti.
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formazione
FIRMS
NASCE ROMAGNA
EXECUTIVE EDUCATION
SI TRATTA DI NUOVO PROGETTO
DI ALTA FORMAZIONE PROPOSTO
DAL SESTANTE. IL DG CHIMENTI:
“UN’IDEA PER GLI IMPRENDIRTORI
MA ANCHE PER I NEOLAUREATI”
Nei tempi scanditi dai media digitali e da internet, l’attenzione del pubblico si sta accorciando drasticamente, e impone
una comunicazione avvincente e coinvolgente.
In un formato interattivo, focalizzato sia sull’aspetto business
sia sull’aspetto informale, Phil Taylor ha spiegato a numerosi
imprenditori e tecnici come le presentazioni stanno cambiando, illustrando un modo nuovo e meno tradizionale di comunicazione manageriale.
Ognuno ha ricevuto una free checklist di 50 modi in cui ripensare e cambiare le tecniche di presentazione, per assicurarsi
che l’audience ascolti e ricordi i messaggi chiave con entu-
CONFINDUSTRIA RAVENNA
siasmo.
L’incontro si è concentrato in particolare sul business, sui ricavi, sui margini e sulle performance aziendali.
“L’incontro è stato il primo di una serie di workshop per
presentare la rinnovata proposta formativa del Sestante e
il progetto ‘Romagna Executive Education’ – spiega Marco
Chimenti, dg di Confindustria Ravenna e consigliere delegato
del Sestante - ideato da Il Sestante e Confindustria Ravenna
per identificare la nuova offerta su tutte le principali materie
di gestione aziendale, rivolta sia agli imprenditori, in forma di
vera e propria business school, sia a neolaureati e startup, con
una academy dedicata”.
F
IL WORLD CAFE’
Un processo creativo per collaborare, condividere ed agire nella propria organizzazione
“Il caffè è storicamente un luogo in cui si parla e si comunica. Oggi la macchinetta del caffè in azienda è il posto in cui le persone
comunicano al meglio, in modo diretto ed informale”.
Il World Café è un metodo efficace, che si ispira ai vecchi caffè, per dare vita a conversazioni informali in un ambiente di lavoro
che invita ad una discussione libera ed appassionata su questioni che riguardano la vita di una organizzazione. La sua particolarità è quella di lasciare che le discussioni siano tendenzialmente autogestite dai partecipanti all’interno di un quadro comune e
sotto la guida di alcune domande di riferimento.
Una comunicazione di qualità è una delle competenze più preziose.
Lavorare per creare conversazioni importanti, capaci di cambiare le persone ed aprire prospettive di cambiamento non convenzionali.
Le conversazioni hanno un ruolo principe nella nostra vita - eppure prestiamo pochissima attenzione a come costruiamo le
nostre conversazioni.
In parallelo tendiamo a lavorare poco, almeno nei luoghi di lavoro, sul senso di quello che facciamo - sul significato profondo
delle cose. Quando le persone si mettono a ragionare insieme sul senso di quello che fanno, succedono cose straordinarie - si
ritrova un senso comune e si scoprono nuove risorse ed en
ergie.
Fare un World Cafè nei fatti significa favorire la trasmissione e l’evoluzione delle idee dei partecipanti che si influenzano reciprocamente sentendosi parte di un insieme; raccogliere una diversità di punti di vista, incoraggiare l’espressione e favorire la
concentrazione delle energie verso ciò che può essere migliorato.
Nell’ambito della nuova offerta di alta formazione di Romagna Executive Education, il Sestante si propone per organizzare World
Café per le aziende, offrendo assistenza per testare questa innovativa metodologia. Per informazioni e prenotazioni: Antonella
Moi – 0544210499 [email protected]
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FIRMS fiscalità
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L’ESPERTO
RISPONDE
DOMANDA
Occupandoci di produzioni alimentari, la linea che abbiamo finora tenuto al momento della fatturazione per quanto
riguarda il c/lavorazione, è la seguente:
- se dobbiamo fatturare un servizio senza che il prodotto sia stato trasformato (es. il cliente ci fornisce l’alimento e noi
ci occupiamo solo ed esclusivamente del confezionamento) applichiamo l’aliquota IVA 22%
- se trasformiamo delle materie prime , l’aliquota applicata è la stessa della materia prima principale
- se si trasformano più materie prime che hanno aliquote diverse e il risultato è un prodotto complesso, l’aliquota di
vendita applicata è il 10%
Mi può dire se operiamo correttamente? Il dubbio è sorto perché recentemente un cliente che ci fornisce le materie
prime e a cui restituiamo il prodotto finito dopo la nostra lavorazione interna, ci ha contestato l’applicazione dell’
aliquota al 10% sostenendo che quella corretta dovrebbe essere il 22%.
RISPOSTA
L’ art. 16 co. 3 del DPR 633/72 stabilisce che l’IVA, per le prestazioni di servizi dipendenti da contratti d’opera, d’appalto e simili finalizzati alla produzione di beni e per quelle dipendenti da contratti di locazione finanziaria, di noleggio
e simili, si applica con la stessa aliquota che sarebbe applicabile in caso, rispettivamente, di cessione dei beni prodotti
e di locazione finanziaria, noleggio e simili. L’art. 1 co. 7 del DL 30.12.91 n. 417 (conv. L. 6.2.92 n. 66) stabilisce che
rientrano nel concetto di “produzione” tutte le lavorazioni dei beni, compreso il montaggio, l’assiemaggio, l’adattamento o il perfezionamento. Per contro, non rientrano nel concetto di cui sopra:
• le prestazioni di servizi connesse a fasi successive alla produzione del bene (R.M. 7.2.91 n. 550016), come l’immissione in commercio del bene;
• le operazioni di riparazione, per le quali non siano rinvenibili i presupposti voluti dalla legge;
• le prestazioni di servizi di carattere intellettuale (C.M. 7.4.2000 n. 71/E, R.M. 17.10.81 n. 332070 e ris. Agenzia delle
Entrate 31.1.2002 n. 33).
Alle prestazioni d’opera o d’appalto che comportano la consegna di semilavorati si applica l’aliquota IVA relativa alle
cessioni di questi ultimi beni. Per contro, si rende applicabile l’aliquota prevista per le cessioni del prodotto finito, merceologicamente individuato, quando la prestazione dedotta nel relativo contratto preveda la consegna di tale bene
(R.M. 10.11.90 n. 430894 e C.M. 7.8.90 n. 63/490676).
Alla luce di quanto sopra indicato, per quanto riguarda il quesito n. 1) si ritiene corretta l’applicazione dell’aliquota
ordinaria relativamente al confezionamento degli alimenti forniti dai clienti, non rientrando tale prestazione nel concetto di “produzione” , “lavorazione”.
Per quanto riguarda invece il quesito n. 2) nel caso di trasformazione di materie prime in prodotto finito, precisiamo
che ai sensi del comma 3 dell’art. 16 del D.P.R. 633/1972 va applicata l’aliquota i.v.a propria del prodotto finito. Infine
anche per quanto concerne il quesito n. 3) occorre applicare aliquota i.v.a del prodotto finito o semilavorato realizzato
(indipendentemente dall’aliquota iva delle materie prime utilizzate).
DOMANDA
Dovendo addebitare la metà delle spese sostenute per una fiera in Italia ad un cliente francese, quindi INTRA CEE, è
corretto fatturare con IVA esposta oppure l’addebito deve essere fatturato NON SOGGETTO ART. 7 TER? Si tratta di
spese sostenute per: area fiera, allestimento stand, biglietti ingresso, servizi fiera.
Preciso che il cliente francese ha una partita iva valida per il VIES.
RISPOSTA
La fattura dovrà essere emessa fuori campo iva art. 7 ter e dovrà essere compilato il modello intrastat per i servizi.
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letture
FIRMS
La retorica è uno strumento ancor oggi efficacissimo, anche nel
mondo del business.
I casi aziendali diventano una forma di storytelling, la convention uno
strumento per emozionare e spingere all’azione, il punto vendita un
espediente per parlare tramite i luoghi.
Di fronte all’esplosione della multimedialità e della comunicazione
digitale, tuttavia, competenza nella materia, pulizia nel ragionamento,
chiarezza negli enunciati e dominio della lingua rischiano di apparire
insufficienti. Per gestire l’abbondanza dei segnali e il grande rumore
di fondo occorre affiancare alla via logica (convincere razionalmente)
e a quella psicologica (persuadere emotivamente) una terza via:
quella creativa, basata sulla capacità di dare corpo a ipotesi soltanto
intuite. Postfazione di Ivan Lo Bello.
Andrea Granelli e Flavia Trupia,
“Retorica e business. Intuire, ragionare, sedurre nell’era digitale”
Egea, 176 pagine, 19 euro
Il Branded Content, grande novità nel mondo della comunicazione d’impresa,
è nato dall’esigenza per le aziende di limitare costosi investimenti in pubblicità,
dalla spinta dei social media che stimola le aziende a diventare publisher capaci
di proporre contenuti informativi ed educativi, e dalla notevole disponibilità di
canali, anche televisivi, interessati a ospitare contenuti di fonte aziendale, a costi
molto bassi.
Con una ricca serie di case histories (Illy, CocaCola, Ibm) e interviste ai
maggiori esperti sul tema, il volume spiega che cos’è il Branded Content,
cosa lo differenzia da altri strumenti, e come un’azienda può diventare autore
e produttore di contenuti di successo. Il testo analizza poi come cambiano i
rapporti tra aziende e agenzie di comunicazione e come il Branded Content
possa declinarsi nell’ambito della comunicazione via web e social media.
Paolo Bonsignore e Joseph Sassoon
“Branded Content”
Franco Angeli, 106 pagine, 16 euro
L’Italia possiede una straordinaria capacità di innovazione, un incredibile capitale
di creatività e di esperienza, che risiede nelle imprese medium tech. Tipiche
del manifatturiero tedesco così come di quello italiano, sono le fabbriche di
un’innovazione incrementale, non distruttiva, ma costruita sulle esperienze del
passato, valorizzando il “merito ordinario”.
Il libro segna una presa di posizione nel dibattito sulla crescita e sul ruolo
dell’industria, testimoniando la passione per la lettura dei macro-fenomeni alla
luce dei quali anche le politiche pubbliche dovrebbero essere ricalibrate.
L’autore descrive dinamiche e fatti, fornisce argomenti e idee e dimostra che
la globalizzazione non ci obbliga necessariamente a un destino da comprimari.
Ma dovremo essere capaci di partire dai nostri punti di forza, da politiche che
possano valorizzarli, da un cambiamento culturale che esalti ciò che funziona
nel nostro Paese e sappia farne un esempio per tutti.
Gianfelice Rocca
“Riaccendere i motori”
Marsilio, 140 pagine, 16,50 euro
269f
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Un investimento di qualità.
La creazione di valore in una sintesi unica
di gas, tecnologie e servizi.
Da un secolo all’avanguardia nella produzione e
distribuzione dei gas, Rivoira rappresenta un punto di
riferimento per l’eccellente qualità dei prodotti e per la
gamma esclusiva di servizi e tecnologie.
Facendo della assoluta trasparenza la chiave del successo
nei rapporti con il cliente, Rivoira soddisfa ogni esigenza,
dalle più semplici alle più complesse, sempre con assoluta
precisione, afdabilità e sicurezza.
Con i propri gas e servizi, Rivoira trasferisce ai suoi clienti
un valore aggiunto ineguagliabile in termini di esperienza,
qualità, tecnologia e professionalità.
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Tel. 199.133.133* - Fax 800.849.428
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che puntano in alto.
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concretizzato da 62 stabilimenti nei 5 continenti, 18 centri principali di Ricerca & Sviluppo, oltre 800
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