Caterina Laganara Archeologia di una città abbandonata nel Medioevo ~ e . UNIVERSITÀ OEGU STVOI DI &ARI ALDO MORO Ministero per i Beni e le AtLività Cuirurali Dire1ione R.:gio•1ale per i Beni Culrurali c Pa~istid della Puglia Soprimendènza per i Beni Archoologici della Puglia Riconoscere le modalità dell'abbandono dell'anTica Siponto - già colonia romana nel II secolo a.C., poi precoce sede vescovile che con alterne vicende attraversa una lunga storia insediativa - e ridare un volto alla città, di cui oggi episodiche tracce materiali, seppure di spiccata rilevanza, ripropongono sostanzialmente lo stesso paesaggio noto agli antichi viaggiatori, è l'intento di questo sruilio. Awalendosi dei metodi più aggiornati sul terreno ed in laboratorio, l'indagine archeologica com.inciaadefìnìre l'impianto di un comparto urbano periferico, prossimo al limite settentrionale di questo imporrante centro portuale sulrAdriatico che rivive nella memoria dell'odierna cittadina di Manfredonia, sviluppatasi immediatamente più a Nord, senza apparente soluzione di continuità con il luogo delle anti<::he rovine per la recente formazione dell'interposto vUlaggio tUristico di Siponto. Mura, case, spazio religioso e funerario, strade con aree esterne di circolazione insieme ai molteplici aspetti della vivace realtà socioeconomica urbana e del vivere quotidiano dei suoi abitanti sono restituiti da un lavoro in progress, parte di un programma integrare tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia e l'Università degli Studi di Bari. Gli esid delle prime cinque campagne di scavo, condotte nella forma del campo-scuola a partire dal 2000, presentati in questo volume, la cui realizzazione è stata possibile grazie al finanziamento di più Enti, sono altresì fruibili nella mostra permanente allestita nel Museo Nazionale del Castello di Manfredonia, dove in forma inedita passare e presente convivono nei resti materiali e nella sperimentazionc scientifico-tecnologica che ne decodifica anche le piLl !abili tracce. Un volume che inrroducc il lettore nell'inttiga,nte mondo delle discipline indiziarìe, di cui l'archeologia fa parre, e che offre un valido strumento per chi ad essa intenda awicinarsi. contributi di Gianluca Andreassi Sabino Edoardo Andriani Patrizia Albrizio Gabriella Bezzi Austacio Busto Giovina Caldarola Ida Maria Catalano Maria Anronierra Caramo Giuseppe Ceraudo Marcello Ciminale Pasquale Corsi Ginevra d'Onofrio Giuseppe Daurelio Giuseppe De Benedetto Amonella Di Marzo Emanuela Elba Giacomo Eramo Giulia Finzi Danilo Gallo Alessandra Genga Patrizia Gentile Lorena C. Giannossa Caterina l.aganara Rocco Laviano Katia Luzio Annarosa Mango n Tiziana Masrracci Gioacchino Micoc Raffaella Palombdl Gabriella Passarelli Comasia PerroneU. Daniela Pinro Daniela Rossirri Mariangela Samm Giuseppe Sarcinell Maria Siciliano 1ìziana Siciliano Amonio Tepore Angela Traini Anna Maria Tunzi Adriana Valchera Inez van der Wcrf Enrica Zamberra Caterina Laganara Siponto archeologia di una città abbandonata nel Medioevo contributi di Gianluca Andreassi Sabino Edoardo Andriani Parrizia Albrizio Gabriella Bozzi Austacio Busto Giovina Caldarola Ida Maria Catalano Maria Antonietta Catamo Giuseppe Ceraudo Marcello Ciminale Pasquale Corsi Ginevra d'Onofrio Giuseppe Daurelio Giuseppe De Benedetto Amonella Di Marzo Emanuela Elba ~ Claudio Grenzi Editore Giacomo Eramo Giulia Finzi Danilo Gallo Alessandra Genga Patrizia Gentil.e Lorena C. G iannossa Caterina Laganara Rocco Laviano Katia Luzio Annarosa Mangone Tiziana Mascracci Gioacchino Mkocci Raffaella Palombella GabrieUa Passacelli Comasia Perronella Daniela Pimo Daniela Rossitti Mariangela Sammarco Giuseppe Sarcinelli Maria Siciliano Tiziana Siciliano Antonio Tepore Angela Traini Anna Maria Ttmzi Adriana V.:uchera Inez van der Werf Enrica Zambetta Redazione Pan+lia Albriz.io Austacio Busto RaftàeUa PalombeiJa Enrica Zamberta l?it'l!rca iconogmjù:a Emanuela Elba Valorizzazioue del Parco ACcheologico di Siponto mostra permanente presso il Castello di Manfredonia Intervento delJa Regione Puglia coD fondi di cui alla Deliberazione CIPE n. 26/2003 Accordo di Programma Quadro Beni Culturali- II1 Arto lmegrativo. Fotografie aeree Laboracorio di Topografia antica e Focogranmle[fia dell'Università del Salento Responsabile scientifico Caterina Laganara Referenze jòtografiche Austacio Busro Progetto e musertliz:utzione GianJuca AndJ·eassi Responsabile documentazione fotografica dello scavo Maria Anronjeua Catamo Sistem.tt f!("t1Jico·comunicativo e logo del Parco Nicola Cillo La ricerca archeologica, inserita in un progetto integrato tra Università degli Studi di Bari e Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, è stata fìnanz,iariamenre sorretta dalla Provincia di Foggia (Museo del Territorio) e dall'Università degLi Studi di Bari Aldo Moro. Costa me auenzione all'iniziativa ha rivolro il Comune di Manfredonia per la lungimirante sensibilità dei sindaci Paolo Campo e Angelo Riccardi. La Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia ha comribuiro al restamo dei reperti, preliminare allo studio e indispensabile per la valorizzazione. Responsabile documentazione grafìca dello scavo Particolare sensibilità al progetto hanno costantemente mosrrato Francesco Mercmio e Saverio Russo, rispettivameme Direttore e Coordinato re Scientifico del Museo del Territorio della Provincia di Foggia. Restauri GabrielJa Bozzi, Osvaldo Cantore, Maria Antonietta Caran1o, Pino .Lasorella, Giuseppe Zaccaro Si ringra-tia la Cooperativa CAST· Bari, in particolare il suo presidenre Francesco Carofìglio, per l'organizza7jone logistica della ricerca archeologica nelle campagne Responsabile documemazione fotografica delle attività di laboratorio Referenze gmfiche RaJf,!Clla Palombella T risultati ra&,oiunri sono stati conseguiti per l'impegno enrusias e generoso del gruppo di lavoro c collabora alle attività della cattedr di Archeologia Medievale, com pc da Austacio Busto (responsabile c canriere) , Patrizia Albrizio, Giulia Finzi, Raffaella Palornbella, Com: Pea·onella, Daniela Rossitti, Eruic Zambetta. Un senriro ringraziamento a turri coloro che in modi diversi hanno fàvoriro l'iniziativa e la realizzazio del volume dopo l'impulso iniziai di Marina Mazzei: Giuseppe Andreassi, Teresa Elena Cinquantaquattro, Ginevra D'Onofrio, Francesco Paolo Maulucci Vivolo, Annamaria Tur della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia per la partecipazione dimostrata ben al dj là del loro ruolo istituzionale. Fabrizio Vona e Antonella Di Marzo della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Emoantropologici della Puglia. Dom. Pietro Via:orelli, Abate di Momecassino, e Giulia Orofino dell'Università di Cassino. 2000-2005. Si ringrazia, inoltre, lo Sporring Club di Siponro, nella persona del presidente Lino Campagna. ISBN 978-88-8431-403· 1 © 2011 Claudio Grcnzi Editore Tutri i diritti rise.tv~ti. Ney.;una p:anc di qu<.1t:1 pubblic:uione può essélt" tradona, rLc;tamp;ua o riprodona, in curro o in pane. con qualsiasi me1.1.o, elcrcronico, meccanico, fotocopie. hl m, diapositive o altro senza aurorlzz~IZionc ddi'Edhore c di alui :lvenri diritto. Pasquale Caratù, Direttore del Dipartimento di Beni Culturali e Scienze del Linguaggio dell'U1uversirà degli Studi dj Bari Aldo Moro. MarcelJo GuaitoJj, Direttore del "Laboratorio di Topografia ar e Fotogrammetria" deli'Universir: del Salento. Luigia Sabbatini, Direttore del Cencro lnrerdiparrimentale "Laboratorio dj ricerca per la Diagnostica dei Beni Culturali" dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Primed in ltaly Claudio Grcnzi sas Via Le Maestre. 71 · 71 121 Foggi:J e-mail: [email protected] "~'w.daudiogre.nzi. ic Preziose per la risoluzione di ram piccoli e grandj problemi la passi· e la disponibilità dj Lorenzo e Michele Rinaldi. Indice Presemazioni 6 Teresa Cinquantaquattro 7 Raffoel!a Cassano 9 Marcello Roti/i 8.~ rv.7 Liporesi ricosm1rriva in 30 Cabrie/k1 f'tusatrlli 84 tv.8 Lo studio dei reperti Gitieriutr Lngnllt/IYJ 85 rv.9 L't ceramica C111rrin11 Lngar111m, Giulia Finzi, Ctmrmia Perronrlla PARTE I Le ragioni di una ricerca e iJ sigrufìcato di una mostra 12 1.1 Le r:woni di una ricerca e i1 signibcaro di una mosrrd 95 IV. 1o Caralogo Ciulin Fùrzi, Comasin Perronelia 133 rv. 11 Le indagini archeomerriche dei repeni ceramici Angrkt 7imm, Lorrnn C. Giamtll!Sd, Ro«o Lm:inno, Annarosa kfii!Igonr Cmmna Lagannm 16 1.2 LI progeno di valorizza.zione Gianluca Andrrnssi 141 rv. 12 Il resrauro dei repeni ceramici 18 1.3 Un'esperienu didatrica 143 Mm,z Amometw Cmamo fV.J J lJ VetrO D.uudd Rossmi Gì~'Ta d'OnofriD 149 rv.14 Catalogo Emiftl LilmbttttJ PARTE Il Siponto nel Medioevo tra fonti 22 159 e letteratura Sipomo nel Medioevo: vicende di una cirrà portuale A(t;SJtllld_m Cmga, Almarosa Mnngon~. Micorci, Marin Siciliano, fì:d,uut Sicilwno, Antomo upolf, Angela Tr,u,; GIOd(ciii/IIJ 11.1 Ptl.fquale Co11Ì IV. 15 Le indagini archeomerriche dei repeni vitrei 161 rv. r6 Reperti in mecallo e alui mareriali Aturndo Busto PARTE IU Le indagini predittive 3l Il !.I Le ricerche aeroropografìchc lG6 189 GiuJqJpe Cn-nudo, Ciovinn Cnltlnrola, RztriWJ Gmrik, Katio Luzio. 1ìzinnn Mmtmm Mariangela Sammnrco, Adrimltl llakhrm ' 40 Cacalogo Busto Restauro dei reperti mecallici con temologia laser IV.1 8 Stdmto Edoardo Andritmi, lrÌIISt'pff DnuTrlio, Ida Mnria Carahno m . 2 Le indagini non invasivc (geofisica. reierilevamenro) 1tH IV.t9LaQuadrangula G11mru1 Lag,mnm, &reo fAr,kzno Mnrrr/JQ Cimiwzk, D.milo GzUo 197 PARTE N 200 Le in~oini archeologiche e archeometriche 45 IV. I? Atlfflll'ÌO IV. I 47 rv.2 ... in civitate siponrinn... Lo spatio urbano e le dinamiche insediarive Guerina IAgannra 54 1v.31ìpologia delle rccnichc edilizie IV.ll CaraJogo GitiJrppt S.lfrindli 20.., 1v.22 Frammemo tessile AmmtrfL, Di Mar..o. Gabridla &n:à. ,,,.. l</11 tkr \ttrf Le campagne di scavo 20<>0--2005 Cnrmtr.rlAganam IV. 20 Le monete Gu~Kppc Snmndii 2l l IV. 2 3 l reperti fàunisrici llurizuz Albnzto 21ì ~v.24 Lapporro dell'iconografia: 1l De rttrmn naturis di Rabano Mauro !IIIlll/1111'''' Efbil Rrcjfoefh Rdombelltt 59 IV-4 rARTFl V Giacomo Ermno, Daniela Pimo , Rorro fJitlinno,Giltsrppr De !Jent'dl'flo Ricerca e progettualità. Un futuro per il Parco Archeologico di Siponto Cararrerizzazione archeomcrricn delle malre siponrine 63 rv. 5 Un impianro produrtivo. Rnjfoella Pnlombelh 75 rv.6 Un'abirazione medievale 220 v. 1 Ricerca e progenualità. Un futuro per il Parco Ard1eologico di Si pomo Ginnlum Antl~nssi, Cntrrina IAgawmt, Anna Maria limv All!tacio Busro 222 Bibliografia rv.r8 Restauro dei reperti metallici con tecnologia laser S. Edoardo AJulriani, Giuseppe Daurelio, fdit M. Catalano Labor:uorio L.J.A.C.E.- Bisceglie Dip.mimento lmernreneo di Fisica ut-.1. Meri in", Universitlt dL-gli Srudi di Bari Aldo Moro La pulitura delle opere d'arre, come fase essenziale degli imervenri di conservazione, è una fase critica e complessa sia dal pumo di visra tecnico ed estetico, sia per la valem.a storico-artisdca delle superfici su cui si opera. In particolare nelle moltepJici fasi di un imervenro conservativo la pulirura delle superfici, per il suo cararrere completamente irrcversibile, ha obiettivi ed esigenze molrcplk i che non possono ridursi semplicemente alla rimozione dello srram di degrado. I.:imervenro conservativo non consiste nella riproposizione di un'opera rornara allo splendore i.oU.iale, ma nella progettazione e nella buona esecuzione di una serie di operazioni integrate e finalizzate al rispettO della duplice entità dell'opera: la materia che la costituisce e la sua immagine. La ricerca scientifica mira a sviluppare srrumenri sempre più affidabili per una comprensione approfondita dei materiali cosrirutivi, dei problemi di degrado e di invecchiamento, delle soluzioni tecniche e tecnologiche nelle procedure di pulitura, fornendo clementi di giudizio e di scelta anche per il "cosa" si rimuove e il ''come'' si può procedere. nlaser e l'arte Nel campo del restauro conservativo, tra le diverse tecniche oggi in uso, quella che prevede l'impiego di radiazione laser, offre pmenzialir?l che comportano significativi vantaggi sia come integrazione di tecniche di pulitura tradizionali, sia per la risoluzione di problemi aperri connessi a queste. Tali vantaggi possono essere così schemarizzati: - minima invasività: non si richiede l'uso di specie chimiche, né il contatto con materiali abrasivi; ciò permette di rranare strutture estremamente fragili ed in avanzato stato di alterazione; - elevato grado di controllo: la rimozione dello straro di degrado awiene in modo progressivo interessando spessori di pochi micron per impulso. I:operarore conrrolla dircrtamcnre l'azione laser e può interrompere la pulirura a qualunque liveiJo di approfondimcmo; -elevata precisione: il processo di pulitura interessa esclusivamente l'area illuminata dal fusào laser che può essere resa piccola a piacere; - selertività: il differente assorbimenro della radiazione laser da parte dei materiali, in dipendenza delle loro peculiari proprietà oniche, può essere sfruttato per rendere la pul itura laser alrameme selerriva. La tecnologia laser coniuga i vantaggi dei metodi meccanià (assenza di residui) con quelli dei metodi chimici (selettivirà); infarri, l'ablazione laser al pari dei migliori metodi chimici è estremamente selettiva nella rimozione e al pari delle tecniche meccaniche non lascia alcun tipo di residuo {es. acqua o solvenri). ll risultato della pulitura laser "aurolimitame", inoltre, consente di preservare tracce di patine e/o policromie a testimonianza di antichi rrarramenti originali (ANDRIAN t 2006; DAURELJO-CHlTA 1998; DAuREuo et alii 2007). Limpiego della tecnologia laser nel campo del restauro conservadvo risulta un'operazione complessa per quanto concerne la scelta dei parametri cararrerisdci della sorgente (energia, durata e freq uenza di ripetizione degli impulsi, dimensione dello spot), ma allo stesso rcmpo semplice dal punto di vista applicativo. Nel campo del restauro di manufatti metall ici una delle finalità principali deU'inrervemo è la ricostruzione della conformazione marerica origi naria dell'opera per permerrerne la leggibili cl. pesso i manufatti metallici non sono integri. ma si presentano in stato framme nrario e pertanto, dove possibile, nel rispetto del principio della reversibilità si rende necessario un inrervenro che sia in grado di ricostruire e/o consolidare i frammenti. Lucilizzo della tecnologia laser si è rivelata, per le sue peclÙiari cararrerisriche, particolarmente uri le ed in certi casi insosriruibile sia per la plÙitura delle superfici metalliche, sia per inrervenri di ricosrruzione da frammentazione (MoiTN ER et alii 2003). Una buona soluzione, in quesr'ultimo caso, è daradalla micro-s..Udatura laser, di recente inrroduzione nel campo dei Beni Culturali. l vantaggi d1c offre la saldatura laser sono: - controllo diretto dell'andamento plasrico LL 1:-JDAGJI':I ARCJ lf.OLOCICHT E ARCHEOMETRICHE 189 tridimensionale, la saldarura è effetruata manipolando direttamente i frammenti; - intervento di saldatura operato con conrroUo al microscopio che permette di monito rare online l'allineamento dei lembi da saldare; - spot di saldarura di dimensioni ridotte (< 0.5mm) che consente di intervenire senza arrecare alterazioni anche in prossimità di altri componenti del manufàtto quali pierre preziose, smalti, dorarure; - possibilità di efferruare diversi tipi di saldatura (aurogena, eterogena, brasarma forre e dolce) a seconda dei casi da affrontare. Lo staro dei lembi, lo spessore e la localizzazione rispetto all'opera (anteriore o posteriore) dei punti da saldare determinano la scelta del partirolare tipo di saldarura. (YANAGISHlTA 2008, p. 123-135). Le peculiarità che ogni opera porta in sé in quanro unicum impongono di regolare sperimentalmente condizioni operative e parametri di lavoro caso per caso, in funzione delle diverse variabili quali ripologia di supporto, spessore dello srram da rimuovere, caratteristiche dei pigmenti utilizzati, tipologia della lega da sottoporre a micro-saldarura. Va sottolineato che anche i merodi laser, sia per la fase di pulitura che di microsaldatura, possono dar luogo ad inconvetùenti dannosi, quando applicati senza adeguare le condizioni operative di irraggiamenro al panicolare quadro patologico generale del manufatto da rrattare, al particolare tipo ed alla reale consistenza fisica marerica dell'opera e soprarrurto se utilizzati da personale non sufficientemente addestraro. nlaser sui reperti di Siponto Il laborarorio LIACE è imervenuro nelle fasi sperimentali di restauro di 4 reperti metallici di diversa narma materica (piombo, rame, ferro) utilizzando la tecnologia laser sia nella fase di pulirura che in quella di ricomposizione. l campioni metallici: un'applicazione {IY.17 n. Ili), un pendaglio (JV.l7 n. 46), una fibbia con lamina integrata (N.I7 n. 92) e una lama (Amb. li, US 155, fuo ri catalogo) presentano lo stato di alterazione dpico dei reperti da scavo archeologico. La superficie di un manufatto metallico rappresenta l'inrerfaccia con il contesto ed è la sede in cui si generano i prodotti di alterazione dovuri alla corrosione elerrrochimica ed al le reazioni chimi.che che si instaurano nelle diverse condizioni di giacitura. Cacqua, l'aria ed in panicolare Usuolo sono i fattori più importanti che attivano la corrosione. Nell'intervento conservativo è stato perseguito l'obierrivo di una pulitura della superficie dei campioni di tipo selertivo, una "esfoliazione" indotta dall'irraggiamento laser delle ossidazioni superficiali, ossia delle strutture fisiche cosriruire da suari compositi di prodotti di alterazione. La rimozione graduale dei diversi livelli di degrado, ottenibUe esclusivamente mediante ablazione laser, permette di preservare quelle patine ossidate che, almeno parzialmeme, dovrebbero contenere ancora informazioni e profili della superficie originaria. Una rimozione di tipo non sclettivo, tradizionale, avrebbe prodotto una pulitura radicale che avrebbe rimosso irrimediabilmenre anche quegli strati che, seppur ossidati, conservano Uprofilo del manufarro. In particolare per la lama è sta co tenraro un test di ricomposizione mediante microsaldatura laser per restiruire unità fisica e strutturale al reperto. Le sorgenti laser a Nd: YAG selezionare per l'intervento sono: - laser a Q-Swirch con durata dell'impulso del ordine di qualche decina di miliardesimi di secondo (8 nanosecondi), sistemi in grado di offrire in condizione di pulitura assistita con acqua (Wer laser cleatùng) un meccanismo di ablazione di dpo fo tomeccanico dove la componente termica, dannosa per i reperti metallici, è trascurabile; - laser pompato a diodi per micro-saldamra con durata deiJ'impulso laser sclczionabile tra 0.5-25ms. Occorre sottOlineare che sia per la pulirura che per la microsaldarura laser la conoscenza dei materiali, dello staro conservativo dell'opera e la conoscenza delle interazioni laser-materia cosrimiscono mecodologicamente una parre integrante e priorirat·ia dell'intervento conservativo infatti le informazioni diagnostiche consentono di selezionare le modalità operative con cui l'intervento deve essere eseguiro. Lindagine diagnostica, finalizzata a determinare la narura macerica dei campioni metallici è stata eseguita mediante strumento portatile che sfrutta il fenomeno della fluorescenza di raggi X (apparecchjarura XRF Assing) emessi dai materiali quando questi sono opportw1amenre eccirati da sorgenti radiogene. Questo tipo di at1alisi ha la peculiarità di essere non invasiva e non disrructiva, rispettatldo così l'integrità degli oggetti. 1 campioni I catnpioni da sottoporre a test di pLtlitura (applicazione, pendaglio, fibbia con lanlina integrata e lama) e microsaldarura laser (lama) presentavano uno srato di conservazione diffe- 190 . SIPONTO. ARCHEOLOGIA DI UNA ClTIÀ 'ABBANDONAT.<\' NEL MEDIOEVO renziaco in funzione del. materiale di cui sono composti. I..:applicazione in piombo era ricoperta da una tenace patina biancastra e, in maniera disomogenea, da concrezioni grigie calcaree. pendaglio e la lama in ferro e la fibbia con lamina integrata in rame erano tutti ricoperti da patine costituire da prodotti eli corrosione quali ossidi di ferro, ossidi di rame e carbonati o solfati di rrune, di origine primaria, derivanci cioè dalla diretta inrerazione tra gli agenti aggressivi ed il subsrraw metallico. In pru·ticolare, la letru ra della superficie era fortemente cmnpromessa soprarrurto nel caso del pendaglio e della lama, poiché l'alterazione subita dal ferro aveva completamente cancellato la superficie originale, intaccando la tenuta meccanica-fisica dell'oggetto. n Applicazione La natura marerica dell'applicazione è stata determinata mediante spetrroscopia XRF. Il reperto è risultato essere in piombo ricoperto da carussite, un cru·bonato compatto di colore bianco che ne alterava la visione superficiale. La figura l permette di evidenziare la rimozione completa delle incrostazioni calcaree biancastre ottenuta mediante irraggirunento laser a Nd: l . Campione applicazione in piombo (Pb) ricoperra da strati di carbonaro di calcio. Pulitura laser con l:luenze da 1.0 a 1.6 J/cm2, in differenti modalità di irraggiamenro (Dry e \Xì'er). 2. Campione applicazione in piombo: differenti liveli i di pulirma laser: sx assouigliamemo superficiale della patina biancastra; dx rimozione completa della patina. ~ 3. Campione fibbia con lamina inrcgrara: imervenro di pulitura laser con Auenze da 0.5 a 1.2 Jlcm2. Lato dx Rimozione graduale delle alterazioni superficiali con affioramento del subsrraro (color rame). 4. Campione fibbia con lamina integrala: arca pulita con azione controllata del laser che ha permesso dì liberare la superficie orìgi naie dalle alterazioni (laro sx). YAG Q-Swirched (durata dell'impulso 8ns, Auenza 1,0-1,6 J/cm2) in differenti modalità di irraggiamemo (Dry e Wer). Si è riporratacosl alla luce la morfologia superficiale del reperro. In particolare l'impiego della tecnologia laser ha consentito di ottenere differenti Uvelli di puUtura: sul campione (fig. 2) sono evidenti due aree irraggiare con paramerri differemi al fine di ottenere una "spatinarura superficiale", ossia una rimozione superficiale leggera (fig. 2 -lato chiaro), ed una pLtlitura completa che fa emergere la colorazione originale del subsrrato (fig. 2- !aro scuro). zioni cristalline. Lablazione, ottenuta mediante l'utiUzzo di sorgenti laser a Nd: YAG Q-Switch (durata deU'impulso 8ns, Auenza 0,5-1,2 Jlcm 2), ha permesso di "sfogliare" la superficie, rimuovendo gli strati anche singolarmente e mostrando i profili della superficie originaria "custodita" dalle sovrapposizioni di alterazione sovrastanti (fig. 3). Lintegrazione di più merodologie di irraggiamemo (Wer, Dry, Biade e Bubble laser clearing) è stata indispensabile per ottenere la rimozione di tutti gli strati di alterazione e portare alla luce la superficie originale così come riportato dal confronto (fig. 4). Fibbia con lamina integrata Pendaglio Le vistose alterazioni verdastre presentare dall'oggetto lasciano chiaramente intuire lanarura materica del campione: rame, confermata dalle anaUsi XRF. ncampione presenta una alterazione tipica degli oggetti in rame (tenori te, rnalach.ite, solfati di rame); i prodotti di corrosione, non solubilizzati dall'acqua, formano una patina srratifìcata, compatta, di spessore variabile. La superficie appare forremente deteriorata da pustole e forma- Lo Stato di conservazione del pendaglio, rivelatosi dall'analisi a X.RF in ferro, era forremente compromesso. I reperti metallici in ferro risentono dell'alterazione cosiddetta ruggine, termine comune col quale s'intende una patina costituita da ossidi a differeme grado di ossidazione e idra[azione di tipo scura, dw·issima oppure polverulenta. Limensa azione corrosiva e il depositO di materiale, accumu latosi e compatrarosi nel 6. las LEJND corso dei secoli, impedivano non solo la lettura superficiale del pendaglio, ma anche minavano l'integrità stessa dell'oggetto, rendendo plausibile l'ipotesi dell'assenza, al disotto delle alterazioni, di una qualsiasi superficie originale metallica dell'oggetto. Gli interventi di pulitura mediante irraggiamenro con un laser a Nd: YAG QSwitched (durata dell'imptJso 8ns, Huenza 1,0-2,6 J/cm 2) in modalità (Dry e Wet), o per immersione (bubble laser cleaning) hanno portaro soltanto ad un "alleggerimento" delle incrostazioni superfidali (fig. 5). I.:azione del laser ha rimosso tutte le incrosrazioni incoerenti e non compatte dalla superficie, runavia cimante la fase di pulitura non si è osservato alcLm affioramento di superficie omogenea o compatta che potesse conservare tracce dell'originale conformazione del pendaglia, pertanto si è deciso di arrestare il processo di pulitura e lirnitado ad un "alleggerimento" delle incrostazioni (fig. 6). 5. Campione pendaglio prima dell'irraggiamemo laser: superficie forcemenre alrerara. 6. Campione pendaglio dopo l'inrervenro di pulirura laser con fluem_e da 1.0 a 2.6 Jlcm2• LE INDAG INI ARCHEOLOGICHE EARCHEOMETRICHE. 191 Lama Lindagine diagno.srica mediame XRF sul campione ha permesso di evidenziare informazioni composizionali dell'oggetto non risconu-abili Yisiv:unenre. La lama è in ferro ed in particolare in pros:.imità dell'innesto della lama al possibile manico. un rempo preseme, si nora una decorazione con un motivo di anelli in lega di rame e zinco (orronc) che rendono il m.wufarro parricolarmenrc curaro nella realizzazione. L:imervenro di ablazione Laser (fig. -. laro dx area scura), e.fferruaro con sistema laser a Nd: YAG Q-Swirchcd (durata dell'impuJso 8ns, Ruenza 1.0-2.0 j/cm·'), ha con emiro di rimuovere rurti gli srrati incoerenti e le concrezioni superficiali di ossidi di ferro. Non è sraro possibile ottenere Uvelli di pulitura qualirarivamenre superiori, poiché l'aiLerazionc aveva compromesso sia la srrurrura metallica che la superficie stessa delia lama. La ricomposizionc dei 3 frarnmenri che compongono il can1pione Lama, fìnaU.aara a resriruire una unità formale fisica al reperto, è srara renrar.1 mcdianre laser Nd: YAG {durata dell'impulso 0,5-25ms, diamerro dello spor laser d< 0.5mrn). I.:appliC12ionc della tecnica della microsaJdarura laser si è resa necessaria a causa delle condizioni proibitive dei campioni dasaJdareche esclude\-ano qualsiasi alrra tecnica di incoUaggio. l test di micro-saJdarura lasèr per spor wdding non hanno prodono risulrari significativi a causa del dererioramemo del campione (a.ssem.a quasi rotaie di Fe merallico). !.:obiettivo dd rest era di produrre una serie di saldature aurogene (senza materiale d'apporro} medianre irraggiamenro laser con spor di diametro inferiore a 0,5 mm, in modo da ricomporre Ucorrerro andamento plastico tridimensionale della lama. Turravia l'i mensa azione corrosiva del degrado. nel corso del rempo, ba trasformato il ferro metallico in un mix di ossidi di Fe e cùcare, un materiale che se irraggiaro non produce fusione e quindi saJdarura, ma sublimazione per cui l'azione del laser si rraduce in una perforazione del merallo (fìg. 8). Anche iJ tesl di una saldatura laser mediante materiale di apporro (saldatura eterogenea) non ha prodorro esiri posirivi poiché il mareriale d'apporto fuso non ha rrovato "ferro" mile per legarsi. I.:estrema varierà di ogni manufarto, associata alla molreplicirà di problematichc di restauro, non consenre di preco~riruirc "ricerre" o "'soluzioni -losn·" valide per tltrte le ripologie di conservazione. In ogni siruv.ione di restauro è imporrante ,-aJurare le condizioni di appUcabilità della recnologia laser sia in funzione della apologia dell'opera e di quella degli mari di alterazione che degli effetri indon:i dall'irraggiamemo sresso. 7. Campione lam3: rcsr di micro saldarur.t spot laser <0.5mm: l'asseru..a di Fe rncmllico ha provocato non la fllSione ma la perforn1.ione del campione. 8. Campione lama: law destro. intervento di pulitura laser con Auen1.e d.1 1.0 a 2.0 )/cm'. Bibliografia FONTI LEITERATURA h1 Cnlnhrin. 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