Notiziario del Gruppo Alpino ANGET - Anno 12° - N. 41 - marzo 2014 A pagina 14 l’incontro degli “Ex” della CPO a Boario Terme. A pagina 31 il nostro ricordo del Gen.C.A. Paolo Feniello Sommario - Mese di dicembre (di A.Vecchione) 2 - 5 - Il nostro Gruppo………..come va? 6-9 - Gradisce un caffè? (di G. Bellomi) 10-13 - I “Peones” della CPO a Boario 14-19 - Attenti alle truffe 20-22 - 3 avvisi 23 - La forza di “Internet” 24-25 - Quando il bisogno aguzza l’ingegno 26-30 - Una pagina listata a lutto 31 - I consueti auguri di Buon Compleanno 32 Ed ecco arrivare fresco fresco dall’America questo articolo del nostro socio Gen. Antonio Vecchione che merita di essere lodato almeno tre volte: - Primo, perché ha rinnovato con immediatezza (uno dei primi in assoluto) la sua iscrizione al Gruppo per il 2014 (cosa che molti di voi che leggete non avete ancora fatto); - Secondo, per aver recepito con prontezza la mia richiesta di aiuto per redigere questo notiziario; - Terzo, per l’articolo che segue e che ci narra di un momento della vita di reparto finito serenamente, quando avrebbe potuto essere una vera tragedia. Per chi avesse dei dubbi, ecco una parte della busta con cui mi è arrivato lo scritto. Questo è il mittente normalmente usato dal Gen. Vecchione ….. e questi qui sotto sono i francobolli con cui era affrancata la busta. Pag. 2 Quando arriva dicembre, mi capita che il pensiero vada a Santa Barbara, venerata da noi genieri come nostra protettrice. Vorrei raccontarvi in proposito una esperienza capitatami circa cinquant'anni fa, durante il campo estivo del 1963. La Compagnia Genio Pionieri della Brigata Alpina “Julia” era al campo estivo dalle parti di Paluzza (Alta Carnia). La Compagnia reclute era formata dai plotoni genio dell'ultimo scaglione arrivato alle Brigate Tridentina, Julia, Orobica e Cadore ed era accampata a Cima Sappada, sotto il comando del Ten. Vittorio Nicolazzo, mio Vice Comandante. In genere la festa dell'Arma del Genio capitava durante il campo estivo. Quell'anno decidemmo di far venire a Paluzza le reclute per fare festa tutti assieme. Il Capo di Stato Maggiore della Julia, Ten.Col. Lorenzo Valditara, era d'accordo. Il problema principale consisteva nello spostare la compagnia reclute (circa 160 uomini) da Cima Sappada a Paluzza. Preoccupato per questo movimento, chiesi al Comando Brigata gli autocarri necessari. Il dirigente del servizio della Motorizzazione della Brigata mi disse che non poteva “o non voleva” spostare in Carnia tanti autocarri dell'Autoreparto e che dovevo arrangiarmi con i miei vecchi “3-RO”. Molti lettori non avranno probabilmente mai visto un “3-RO”, forse ne avranno sentito parlare ma sicuramente non ci sono mai saliti sopra né tanto meno avranno provato a guidarli. Per rendere sufficientemente l'idea basterà dire che erano autocarri pesanti con tutti i comandi meccanici manuali e quindi senza servofreno e senza servosterzo. I “3-RO” della Compagnia avevano fatto la 2^ Guerra Mondiale ed avevano ancora la cabina di guida in legno. Dato che avevo fatto la richiesta dei mezzi con un fonogramma chiesi al Capo Ufficio Motorizzazione di rispondermi con lo stesso mezzo. La mattina dell'anniversario eravamo intenti a prepararci per la cerimonia quando arrivò al campo un carabiniere in motocicletta e mi avvisò di andare al telefono pubblico di Paluzza e chiamare il Ten. Nicolazzo al telefono pubblico di Rigolato per una comunicazione urgente. Corsi al telefono pubblico di Paluzza e chiamai il Ten. Nicolazzo che, con voce emozionata e concitata mi disse “Signor Capitano, un 3-RO, in una curva un po' stretta sotto l'abitato di Rigolato, è finito nel burrone; stiamo raccogliendo i feriti e li stiamo portando sulla strada” Gli ho risposto “Torna subito sul posto e raccogli gli uomini e intanto chiama subito le amPag. 3 Autocarro Lancia 3-RO. Motore tipo 102 diesel a 5 cilindri per complessivi 6875 cmc. L’autocarro pesava circa 5,6 ton. e ne poteva portare 8 ad una velocità massima di 45 Km/h. bulanze di Tolmezzo”. Tornato all'accampamento trovai il Ten.Col. Valditara, che era venuto per presiedere alla cerimonia. Dopo avergli illustrato la situazione, siamo partiti con la sua macchina alla volta di Rigolato. Giunti sul posto, ci mancò poco che mi venisse un colpo! Vidi una fila di genieri stesi a terra sul ciglio della strada, immobili, ed un civile che con uno stetoscopio al collo auscultava gli uomini a terra. Avevo capito che era un medico; mi sono presentato e lui mi disse che era il medico condotto di Rigolato. Alla mia domanda in merito a quale fosse la situazione e soPag. 4 prattutto se c’erano dei morti, mi rispose “Eh si che i se’ morti…….. ma di paura. Stia tranquillo, nessun ferito grave, solo escoriazioni; è vero che sembrano mezzi morti ma è lo shock.! Solo il Sergente che era nella cabina ha avuto una costola lesionata perché i rami degli alberi hanno tranciato la cabina di legno. L'ho mandato all'Ospedale di Tolmezzo per gli accertamenti”. Rientrati all'accampamento, mentre scrivevo il messaggio di rito per i Comandi superiori ed il Ministero, leggendo la tavoletta al 25.000 lessi: “località Santa Barbara, lungo il Rio Barbara”. Rimasi molto impressionato da questo fatto. Corsi fuori dalla tenda comando e chiamai il cappellano che era venuto per la S.Messa e gli dissi “Ricordati di ringraziare Santa Barbara nella tua omelia: qui, oggi, è avvenuto un vero miracolo!!” “Santa Barbara”. Brg.Gen.Ris. Antonio Vecchione Durante l'inchiesta aperta sul caso dalle autorità militari fui interrogato dal Colonnello Direttore della Direzione della Motorizzazione di Treviso, Presidente della Commissione di inchiesta, che mi chiese: “Capitano, lei non crede che sia stato rischioso mandare i 3 -RO su quella strada?” “Certo Signor Colonnello, e infatti avevo chiesto gli ACM necessari al Comando Brigata ma la Brigata, con questo fonogramma che le mostro, mi ordinò di usare i 3-RO.” Venni immediatamente rinviato al mio reparto e la palla passò al Ten.Col. Dirigente del Servizio Motorizzazione della Brigata. Chi era ancora sulle spine era il vecchio Maresciallo Polo, addetto agli automezzi della Compagnia, ma si tranquillizzò presto perché la commissione che aveva esaminato i freni del 3-RO incidentato li trovarono perfettamente funzionanti e mantenuti. A far finire tutte le paure bastò la dichiarazione dell'autista che disse “Io ho cercato di raddrizzare lo sterzo dopo aver fatto la curva ma era così lungo che non ho fatto in tempo”. Considerato l’argomento del racconto del Gen. Vecchione, questo è un piccolo quadro conservato nel Museo dell’Arma del Genio di Roma. Esso rappresenta la Santa Barbara della Cappella dell’Accademia di Artiglieria di Segovia (Spagna). Il quadro contiene anche un francobollo argentino del 1967 dedicato a Santa Barbara. Il quadro è stato donato al Museo del Genio nel 1968 dalla Sig,na Manolita Villalpando, della Biblioteca Resta il fatto che su quella Pubblica di Segovia curva ci doveva essere proprio Pag. 5 Il prossimo Consigiio Nazionale ANGET si terrà a Roma nei giorni 28 e 29 aprile 2014 e per tale evento è necessario approntare dei documenti che possano testimoniare la situazione del nostro Gruppo al 31 dicembre 2013. Vi anticipo quanto ho preparato e trarrò spunto dai dati che esporrò per alcune considerazioni. Se iniziamo dal numero di soci, il 2013, per il nostro Gruppo, ha seguito l’andamento dei mercati finanziari e cioè ha perso dei punti. Al 1° gennaio 2013 i soci ordinari erano 236 mentre, alla fine dello stesso anno, si erano ridotti a 214 cioè 22 in meno (in particolare, 26 soci non hanno rinnovato la loro iscrizione a fronte di soli 4 nuovi soci). Allo stesso modo, circa, i 40 soci simpatizzanti si sono ridotti a 36 ed i 25 soci aderenti a 20. Facendo un po’ di somme, nel 2013 abbiamo perso 30 soci tesserati presso il nostro Gruppo (Soci ordinari + simpatizzanti) e ne abbiamo acquistati solo 4. Di fronte ad un bilancio così fallimentare a cui il nostro Gruppo non era abituato essendo solito eccellere nei quantitativi di nuovi Pag. 6 soci, è stato necessario un momento di riflessione (e vi invito a fare altrettanto) per cercare di capirne i motivi. Durante l’anno ho perseguitato con e-mail e telefono tutti i soci che per un qualche motivo non avevano ancora rinnovato la loro iscrizione per il 2013 risparmiando quei pochi che correttamente mi avevano preavvertito della loro intenzione di abbandonare il Gruppo. Vi potrà sembrare strano ma nella maggioranza dei casi il mancato rinnovo era dovuto, così mi hanno dichiarato, dalla situazione di crisi e dalla opportunità di salvaguardare anche i 21 euro del nostro canone annuale. Non ho potuto, ma soprattutto non ho voluto, controbattere mettendo in evidenza che con il costo di un caffè al mese si poteva restare soci del Gruppo, perché ognuno è libero di usare i suoi soldi come preferisce, ma la sostanza è che se uno ha interesse o piacere di far parte del Gruppo Alpino e dell’ANGET i 21 euro li trova, mentre se la cosa non gli da nessuna soddisfazione anche 1 solo euro potrebbe essere troppo. Rimando ogni ulteriore osservazione al paragrafo finale di questo articolo e passo alla parte amministrativa e cioè al bilancio 2013. Come ho fatto nelle precedenti analoghe situazioni annuali inserisco qui la tabella che comprende motivazioni ed entità di entrate ed uscite. quella di sempre e la differenza di quasi 500 euro tra l’inizio e la fine dell’anno è dovuta al numero di quote incassate ed al numero di bollini pagati alla Presidenza ANGET entro il 31 dicembre. Un confronto di dettaglio deve essere fatto sulle due voci dei Bilancio Esercizio Finanziario 2013 Entrate Uscite Rimanenza al 1.1.2013 7.494,81 Quote sociali e donazioni 4.252,10 Libri “Tasi e Tira” 5.574,40 (1) Versato incasso libri a Museo Boario 5.464,40 (2) Cancelleria 329,34 Stampa 3 notiziari da 32 pagine 616,00 Francobolli 1.817,10 Bollini pagati a Presidenza ANGET 1.500,00 Spese gestione CC postale 304,55 (3) Rinnovo siti Gruppalpanget e Angetitalia 54,84 Fiori e corone per cerimonie varie 220,00 Totali 17.321,31 10.306,23 Rimanenza al 31.12.2013 7.015,08 Da notare i totali di entrate ed uscite che risentono dai versamenti ricevuti per i libri “Tasi e Tira” che ho inviato per posta a chi li aveva richiesti. In particolare la differenza di 110,00 euro tra le due cifre di cui alle note (1) e (2) è dovuta alle somme che le poste fanno pagare per l’accreditamento dei bollettini (1,10 euro a bollettino) e che non potevo certo addebitare al Gruppo Alpino e che sono ovviamente comprese nei 304,55 euro delle spese di gestione del Conto Corrente. Più o meno la situazione è notiziari e dei francobolli. Per ovviare all’aumento delle affrancature apportato dalle poste (affrancatura normale di un notiziario da 1,40 a 1,90 euro) si era infatti deciso di inviare 3 notiziari da 32 pagine, uno ogni 4 mesi, invece dei precedenti 4 notiziari di 24 pagine ogni tre mesi. Il confronto ha dato i seguenti risultati: - notiziari 2012 = € 689,80 - notiziari 2013 = € 616,00 - francobolli 2012 = € 2015,00 - francobolli 2013 = € 1817,10 con un risparmio complessivo di 271,70 € nel 2013 rispetto alle Pag. 7 stesse voci del 2012. Il mio rapporto al Consiglio Nazionale comprenderà anche due paragrafi destinati alle attività svolte nel 2013 ed a quelle programmate per il 2014. Nel 2013 ci sono stati due eventi parziali, cioè di settore: il 2° Raduno degli “Ex del 2° Reggimento Genio” il 25 e 26 settembre a Bolzano - Merano e Trento (di cui ho riferito nel numero 40 del Ponte Alpino) e l’annuale incontro degli “Ex della Compagnia Genio Pionieri Orobica” a Boario Terme il 10 novembre (di cui riferisco in questo notiziario). Come si può ben vedere dai due esempi che ho appena citato, sembra sempre più difficile poter organizzare incontri a livello Gruppo perché inevitabilmente o si è vicini ad un gruppo o si è vicini ad un altro o si è lontani da tutti. Inoltre, nell’organizzazione di un qualsiasi evento, bisogna evitare i periodi estivi destinati alle ferie (per chi le potrà fare ancora), bisogna evitare i giorni feriali perché ci sono nonni a tempo pieno che non possono abbandonare i nipotini, e, per analoghi motivi non si possono utilizzare nemmeno i giorni festivi e poi bisogna trovare un ristorante dove si mangia benissimo ma si paga poco e niente e, se l’evento dovesse durare più di un giorno e prevedere almeno un pernottamento, bisogna ricordarsi che il fattore spesa è sempre quello che detta legge (basta ripensare a Pag. 8 quelli che non si sono iscritti per evitare la spesa di 21 euro). Da qualche anno non abbiamo più organizzato nulla a livello Gruppo per tutti i motivi che ho appena elencato ma anche per la scarsissima partecipazione agli ultimi raduni, nonostante si svolgessero in zone relativamente vicine ad un considerevole numero di soci. Quest’anno, come ho scritto nella relazione al Consiglio Nazionale, proverò con l’aiuto di Guido Buonomini, unico Consigliere rimasto, ad organizzare un incontro probabilmente nell’area del Monte Cengio, zona tanto importante sotto il profilo storico quanto bella per i panorami mozzafiato. Tutti i dettagli per la partecipazione saranno inseriti nel notiziario n. 42 che spedirò alla fine di giugno. Vedremo come andrà a finire. Nella più volte citata relazione al Consiglio Nazionale fornirò anche una ulteriore informazione e cioè che il mio quarto mandato da Capo Gruppo terminerà nel mese di aprile del 2015. Io penso a questo punto che si debba mettere in sistema il calo di soci dell’ordine del 10% avvenuto nel 2013 e la mia lunga permanenza alla guida del Gruppo. Inevitabilmente il pensiero torna al 2003, anno in cui da una parte diventavo Ispettore delle Infrastrutture dell’Esercito, dall’altra Presidente del Museo degli Alpini di Boario Terme e dall’altra ancora Capo Gruppo Alpino dell’ANGET. Come qualcuno di voi che leggete queste pagine potrà ricordare, il periodo iniziale è stato caratterizzato da un forte entusiasmo, dalla nascita del “Ponte Alpino”, dalla ricerca di nuovi soci, dalla crescita del Gruppo, dall’organizzazione di raduni inizialmente ben riusciti. Col passare degli anni, non solo ho perso qualche colpo sotto il profilo fisico (colpa della carta di identità in cui non lasciano cambiare la data di nascita) ma evidentemente ho esaurito anche la capacità di inventare sempre nuove cose, il tutto accompagnato da alcuni problemi familiari che hanno ridotto le mie possibilità di scorrazzare liberamente per tutta l’Italia per rafforzare i legami con i soci delle varie regioni. Da queste mie parole penso che abbiate compreso che questa volta è giunto veramente il momento che qualcuno mi dia il cambio alla guida del Gruppo Alpino. Vi invito pertanto a farmi conoscere con qualsiasi mezzo (e-mail, telefono, lettere) e possibilmente entro il 10 giugno 2014 la vostra disponibilità a prendere in mano le redini del Gruppo Alpino. Va da sé che sarò sempre disponibile a fornire il mio aiuto, se dovesse servire specie nei primi tempi, per qualsiasi cosa il nuovo Capo Gruppo dovesse chiedermi. Vi prego di credermi: tutte le cose hanno un inizio e devono an- che avere una fine, prima o poi. Non possiamo e non dobbiamo aspettare che a decretare la fine del mio mandato sia un provvedimento più drastico, che metterebbe poi qualcuno nella necessità di assumere questo incarico senza nemmeno la possibilità di un passaggio di consegne. Sono sicuro che una nuova guida, con idee diverse, sicuramente innovative e con maggiore libertà di movimento e voglia di fare, riuscirebbe in breve tempo a ribaltare il grafico del nostro Gruppo facendolo passare da calante a crescente con soddisfazione sua e di tutti i soci. ----------Colgo l’occasione per aggiornarvi anche sull’inizio del 2014. Alla data del 17 febbraio hanno rinnovato 163 soci di cui 140 ordinari e 23 simpatizzanti a cui si sono aggiunti 3 nuovi soci ordinari e 2 simpatizzanti. Hanno rinnovato anche 16 dei 20 soci aderenti (sono stati percentualmente i migliori) ma, purtroppo ne abbiamo perso uno molto importante, nella persona del Generale Paolo Feniello. Questo inizio di anno lascia presagire nuove difficoltà per il Gruppo ma con l’impegno di tutti sapremo superare anche queste. Andate comunque a pag. 23. Roberto Scaranari Pag. 9 Quanto ricordato da Germano Pollini sul numero scorso de “Il Ponte Alpino” in merito alla “Marcia notturna al lago di Tovel” trova tutta la mia approvazione perché, ufficialmente, era stata “etichettata” come marcia di recupero dello scavalcamento non fatto per colpa della nebbia fittissima da Campo carlo Magno, Passo del Grosté, Lago di Tovel, ma, nella realtà, si trattò di un sistema molto pratico per farci capire che avevamo sbagliato e quindi, in definitiva, di una punizione. La causa dello “sbragamento” che si era verificato al campo, era determinata dal fatto che si Bellomi e Rini al campo invernale 1966 al Tonale era nel periodo di carnevale e dopo circa ricordato in merito all’ascensione venti giorni di campo invernale al monte Peller, vi fu uno smotta(con freddo e neve) si pensò bene mento di neve, praticamente di festeggiare. l’inizio di una piccola valanga, ed Così come Germano ci ha io, in quell’occasione ero in avanPag. 10 Bellomi con altri genieri alpini al campo invernale del 1966 al Passo Tonale scoperta nella squadra racchettatori, e mi trovai pertanto fra quelli che si sono sentiti la neve “sparire sotto i piedi”. Devo dire che la sensazione è stata simile a quando,. su un aereo, si finisce in un vuoto d’aria e si perde improvvisamente quota. Ma nel 1966 vi fu un’altra occasione che indusse il nostro Comandante di distaccamento ad adottare provvedimenti decisi e non proprio leggeri. Ci trovavamo nel mese di luglio al passo del Tonale e come è descritto nel volume “Tasi e Tira” del Gen. Roberto Scaranari, quell’anno parte della C.P.O. era dislocata al passo del Tonale, divisa fra chi operava dove sarebbe sorta la Caserma Tonolini, e gli altri dislocati più in alto, sul ghiacciaio del Presena, addetti alla costruzione della strada fra Passo Paradiso ed il ghiacciaio Presena stesso (fra i 2.500 e 2800 mt.). Nel mese di luglio, nella zona del Presena, per parecchi giorni, verso la fine della mattinata cominciava a nevischiare e proseguiva fino al metà pomeriggio. Il rancio ci veniva portato dal campo base dislocato presso la cantoniera sotto il passo Tonale e quando arrivava a destinazione, Pag. 11 Giugno 1966 - Don Giuseppe Radaelli celebra la S. Messa all’ingresso del dopo un percorso, parte con automezzo e parte in funivia, in molte occasioni era decisamente freddo. Dopo alcuni giorni di questa situazione, decidemmo di scendere al Bar, presso la stazione a monte della funivia, per prendere un caffè e scaldarci. Non vi dico il “putiferio” che avvenne quando il Ten. Bogo (che è andato avanti tanti anni fa e che non potrà quindi ricordare con noi questo particolare momento di vita al campo), comandante di plotone, di ritorno dal pranzo, ci trovò al Bar e non al lavoro lungo la strada in costruzione. Alla sera, dopo cena, tutti quelli che avevano preferito il bar ai Pag. 12 roccioni della strada in costruzione del Paradiso, furono raccolti in adunata (molto simile ad una adunata puniti) e fu spiegato loro che, data la loro simpatia per i bar, a Vermiglio, circa 8 Km più a valle, ce n’erano due o tre che facevano un ottimo caffè ed avevano ottimi grappini e che quindi era bene andarci (tra l’altro, particolare non trascurabile, l’andata a Vermiglio era in discesa ma il ritorno era in salita). Provai a dire che il caffè lo avevo già preso a Passo Paradiso all’ora di pranzo ma fu inutile: era un invito che “non si poteva rifiutare”. Per una decina di giorni mi trovai scritto in “Tabella puniti” in attesa di “Rigore”, senza che peral- campo, davanti alla compagnia adunata su un piano di impalcato Bailey. tro mi fosse stata precisata la motivazione. Per questo motivo avevo anche chiesto rapporto al nostro Comandante di Corpo, il Capo di Stato Maggiore della Brigata, ma lui era a Merano e noi al Tonale. I gior- ni passarono, non fui mai messo a rapporto ma il mio nome scomparve, insieme a tutti gli altri, dalla tabella puniti e tutto finì con un caffè a Vermiglio. Giuseppe Bellomi Commento del Capo Gruppo Un mio commento è doveroso perché dopo il racconto di Germano Pollini nel notiziario numero 40 ed ora dopo questo di Bellomi, non vorrei che insorgesse nel lettore l’idea che le punizioni corporali erano all’ordine del giorno. Non è così. A seconda delle situazioni i Comandanti ai vari livelli sapevano giudicare se erano preferibili quattro passi tutti insieme oppure un inserimento in tabella puniti che avrebbe comportato, per i malcapitati, l’impossibilità di recarsi in libera uscita dopo giorni e giorni di marce. R.S. Pag. 13 Ancora una volta il richiamo di Ferruccio Pellegatta ha fatto effetto e gli “EX della CPO” si sono riversati a Boario Terme per un appuntamento che è diventato oramai una tradizione. Non c’era, purtroppo, il nostro Capo Gruppo Alpino ANGET, Roberto Scaranari, perché proprio di Ferruccio Pellegatta il 10 novembre era il giorno del suo compleanno e non poteva deludere i familiari, figli e nipotino e scomparire per stare con i suoi vecchi genieri. Col pensiero c’era e ci siamo anche sentiti. Ed anche noi avremmo potuto essere qualcuno di più ma evi- Davanti alla Parrocchiale di Fucine mentre si prepara la Fanfara Vallecamonica e continuano ad arrivare Peones e familiari. Pag. 14 Ecco il “Malp” = Museo degli Alpini di Darfo-Boario Terme così come lo abbiamo visto noi arrivando in discesa dal piazzale della Chiesa. Ora si presenterebbe diversamente perché da metà dicembre, sulla sinistra dell’obice da 88/27, oltre al palo della Bandiera, c’è anche l’ultimo arrivato e cioè l’obice da 10514 come si può vedere nella foto a pagina 16. dentemente la crisi si fa sentire anche in queste nostre semplici manifestazioni. La mattinata è iniziata già verso le nove con il consueto incontro dei meno dormiglioni. Abbracci e pacche sulle spalle rallegrati subito dalla Fanfara Vallecamonica guidata come sempre non dalla “bacchetta” ma dalla magica tromba del Maestro Tino Savoldelli. E’ evidente che anche quelli di Fucine che avrebbero voluto star- sene tranquilli a letto un paio d’ore in più, giusto per solennizzare la domenica, hanno preferito alzarsi tanto era il rumore che, fra tutti, siamo riusciti a fare. Alle dieci è iniziata la Santa Messa, celebrata da Don Danilo Vezzoli e dedicata a noi pionieri presenti ed a quelli che sono “andati avanti” come sottolineato parecchie volte dal celebrante durante la funzione religiosa. Oltre ai numerosi giovani e giovanissimi, Pag. 15 Ecco come si presenta adesso lo spazio con il pennone della Bandiera. Avremo un po’ meno spazio ma tutti gli Artiglieri da Montagna saranno contenti Un bel gruppo di “Peones” della Compagnia Genio Pionieri “Orobica” sullo spiazzo davanti all’ingresso del Museo degli Alpini di Darfo-Boario Terme. Pag. 16 Dalla sinistra: Carlo Ferrarini, Pierino Ottaviani e Flavio Benini vicini al busto di Druso che si incontra appena entrati nel Malp. che alle Messe di Don Danilo non mancano mai, era presente anche il Sig. Riccardo Bonù, Presidente del Consiglio Comunale della Città di Darfo-Boario Terme, in rappresentanza del Sindaco. Alla fine della cerimonia religiosa, tutti insieme siamo scesi in corteo dalla Chiesa al Museo degli Alpini di Fucine, dove è stata deposta una corona, offerta dalla direzione del Museo, in onore e ricordo dei caduti. Si è poi passati alla visita del Museo dove siamo rimasti colpiti in molti per come è stato allestito il piano terreno, con tanto gusto e funzionalità e, come ci ha detto Silvano Manella, non finisce lì perché il bello deve ancora iniziare con il piano di sopra (beccato che sia difficile trovare i soldi necessari). Verso mezzogiorno qualcuno deve aver suonato l’adunata rancio oppure deve aver sentito un certo languore alla bocca dello Pag. 17 Una vista d’insieme della sala da pranzo dell’Hotel Sorriso in uno dei tanti momenti di particolare fermento. Ferruccio Pellegatta (il 1° a sinistra con la macch ina fotografica) ed un gruppo di “Peones” che si è accaparrato il posto davanti alla torta. Pag. 18 stomaco perché è iniziato un movimento abbastanza deciso verso l’uscita del Museo e subito dopo verso il parcheggio delle auto per raggiungere l’Hotel Sorriso. La consueta ospitalità del Sorriso non è mancata nemmeno in questa occasione e chi meglio dei “Peones” può valutare la continuità della qualità del ristorante che frequentiamo oramai da diversi anni. Come sempre, la Fanfara Vallecamonica ha rallegrato l’ambiente con le sue musiche accattivanti e con la sua verve che la rende particolarmente gradita con i mirabili vibrati dei suoi ottoni. Seguendo un’abitudine che è diventata una prassi, è bastato un cellulare collegato con il Gen. Scaranari per fargli gli auguri di Buon Compleanno con l’esecuzione del “33” da parte della Fanfara. Il pranzo s è concluso con un’ottima torta impreziosita dai disegni dei nostri distintivi e con essa si è concluso, di fatto, il nostro raduno. E’ stata una giornata di totale partecipazione da parte dei partecipanti che, se lo vorranno, possono vedere ben sei brevi filmati ed altre foto sul nostro sito www.pionieriorobica.it alla voce raduni. Appuntamento alla prossima occasione e cercate altri Peones che dobbiamo essere sempre di più. Ferruccio Pellegatta Pag. 19 In queste due paginette voglio raccontarvi di un tentativo di truffa che è andato fortunatamente a vuoto ma che potrebbe capitare a tutti (se non è già capitato). Prima di scendere nei dettagli della truffa è assolutamente necessario che vi parli di un personaggio eccezionale, che non è nostro socio ma che meriterebbe di fare direttamente il Capo Gruppo, senza passaggi intermedi, perché, ad esempio, non avrebbe problemi a riempire queste 32 paginette del nostro notiziario di cose veramente interessanti, magari non proprio legate con il genio o le trasmissioni ma con tutto quello che può essere “Alpino”, quello certamente si. Si tratta di un certo Marino Amonini da Piateda, un paesino della Valtellina ad un tiro di schioppo da Sondrio lungo la strada statale n. 38 quella che porta verso i monti ed in particolare a Tirano e poi a Bormio. Guardatelo qui a destra e poi ve lo spiego. L’ho conosciuto nel 2005 a Boario ma ci siamo frequentati di più nel 2008 quando da Boario Terme, passando per l’Aprica, ho fatto un’incursione in Valtellina per incontrarmi con gli indigeni (non quelli col gonnellino di banane ma i nostri soci Valtellinesi che sono una nutrita schiera e che ringrazio Pag. 20 per la loro fedeltà al Gruppo). Marino si è immediatamente messo in luce come un eccezionale fotografo (è il suo mestiere) ma anche e soprattutto come un profondo conoscitore delle montagne della Valtellina e non solo quelle e, cosa che verosimilmente affossa le due precedenti qualità, come persona dotata di una grande cultura, uno spirito arguto, insomma un grande amicone con cui trascorrere giornate indimenticabili. Per completare il quadro, è Direttore Responsabile del periodico “Valtellina Alpina” della Sezione ANA Valtellinese con sede a Sondrio e collaboratore con scritti e foto di varie pubblicazioni sul tema della montagna tra cui “Le Montagne Divertenti”. Molto in piccolo vi propongo qui a destra le due copertine Ma veniamo al tentativo di truffa. Un paio di mesi fa, prima del Natale 2013, ho ricevuto una mail dall’indirizzo di posta elettronica di Marino che mi diceva quanto segue (faccio una sintesi): “Ciao, sono a Edimburgo ed ho un grosso problema: mi hanno rubato il borsello con soldi e documenti e non so come fare per rientrare questo pomeriggio in Italia. Il Consolato italiano mi darà una specie di lasciapassare che sostituirà il passaporto ma non so come pagare l’hotel e l’aereo. Mi potresti mandare con tutta la premura che puoi 980 euro?” A me è sembrato strano che Marino, con tutti gli amici che ha in Valtellina, abbia pensato proprio a me ma proprio in virtù della nostra amicizia ero pronto ad aiutarlo subito ma non sapevo come fare. Ho risposto alla mail scrivendo che ero pronto ma i vari sistemi di invio soldi all’estero si appoggiavano tutti a numeri di telefono cellulare e se a lui lo avevano rubato come potevo fare? A stretto giro di posta mi è stato risposto di mandarli ad un certo numero che era stato fornito dal Consolato italiano per tale esigenza. A questo punto, pur nella mia ingenuità e tenendo presente la tendenza innata al risparmio dei genovesi, ho pensato di tentare una telefonata al numero di cellulare di Marino; al massimo avrei pagato una telefonata internazionale. E invece mi ha risposto proprio Marino, da Sondrio, che aveva già ricevuto un bel numero di telefonate come la mia da altrettanti amici e mi ha spiegato che cosa era successo. Quasi certamente, durante la notte, qualcuno era riuscito a clonare l’elenco indirizzi dal suo computer e aveva mandato in giro messaggi del tipo di cui vi ho parlato. Mentre mi parlava si trovava Pag. 21 a Sondrio per presentare denuncia di quanto accaduto agli organi competenti e la questione si poteva pertanto considerare chiusa così, fortunatamente senza vittime perché anche gli altri che avevano ricevuto mail uguali alla mia si erano insospettiti ed avevano avviato contatti con l’interessato, suo malgrado. La considerazione di Marino è stata che questo tentativo di truffa è servito, se non altro, a dargli conferma di quanti amici sarebbero stati pronti ad aiutarlo con immediatezza e questa era certamente una bella cosa. Ma la faccenda non si è conclusa così. La mattina successiva mi è arrivata una nuova mail, molto più breve, sempre “apparentemente” con Marino Amonini come mittente, su cui era scritto “Ma me li hai mandati i 980 euro? Ti ricordo che è molto urgente”. A questo punto, veramente stupito per l’insistenza di questi malviventi, mi sono lasciato trascinare dalla voglia di dirgliene quattro ed ho risposto più o meno così: “i soldi te li ho messi proprio lì dove te li meritavi. Cerca bene e quando li trovi puliscili bene prima di usarli perché potrebbero avere un cattivo odore”. A questo punto ero convinto che fosse veramente finito tutto e invece, dopo circa 2 mesi dal primo tentativo, il 6 febbraio di quest’anno, mi è arrivata una nuova mail, praticamente uguale alla Pag. 22 prima, ma, c’era scritto, era inviata da Liverpool dove questo giramondo di Marino Amonini, non contento della scampagnata ad Edimburgo, si era probabilmente recato in cerca delle tracce dei noti “Scarafaggi = Beatles”. Prima ancora di telefonare a Marino ho risposto al solito avventuriero in modo ancora più colorito talché non posso trascrivere fedelmente il mio messaggio. Il tono era più o meno questo:” Brutto …….etto. Ci riprovi? Hai già finito i soldi dell’altra volta a Edimburgo? Se vuoi che te li mandi al solito posto, come l’altra volta, fatti prima un bidet, per favore”. L’occasione è stata propizia per sentire ancora una volta Marino che si trovava di nuovo a Sondrio, questa volta con il portatile al seguito da far aprire direttamente al posto di polizia in modo che chi di dovere potesse rendersi conto di quale fosse la realtà e, se possibile, ricavasse quei dati informatici idonei a risalire al computer mittente, anche se è facilmente immaginabile che si tratti di organizzazioni capaci di rendere non rintracciabile la fonte delle mail. Ogni giorno, sui computer, siamo bersagliati da messaggi che ci dichiarano vincitori di premi favolosi, oppure che ci chiedono i dati per aggiornare la scheda della banca o altre amenità del genere, quindi, amici OCCHIO ALLA PENNA R.S. Questo è il 1°, ed anche il più importante. Da diversi anni l’ANGET (ma lo stanno facendo tutte le Associazioni d’Arma) si sta battendo (ed io in testa) perché le iscrizioni per un certo anno, in questo caso il 2014, vengano fatte e concluse entro il 31 dicembre dell’anno precedente. In questo caso avrebbero dovuto essere fatte tutte entro ia fine del 2013. Anche quest’anno non è stato così. Hanno rinnovato entro il 17 febbraio circa il 60% dei soci per cui, anche quest’anno, devo iniziare una faticosa attività di sprone che nel 2013 mi ha fatto trascorrere un’estate “bollente” e non solo per la temperatura esterna ma per il mucchio di telefonate che ho dovuto fare alla ricerca dei ritardatari o rinunziatari. Chi leggerà questo notiziario o ha già rinnovato, ed allora ha trovato il bollino del 2014 graffettato in alto a destra della pag. 1, o non ha ancora rinnovato, ed allora vedrà al posto del bollino un pallino rosso. I “rosso bollati” (che potrebbero aver già provveduto ma io non ho ancora ricevuto l’accredito, e allora mi devono scusare) non riceveranno altri avvisi: o avranno rinnovato al massimo entro il 30 aprile o non riceveranno più il notiziario e saranno cancellati dal Gruppo. Aiutatemi a scrivere il notiziario In questo numero avete trovato articoli di Vecchione, Pellegatta e Bellomi. Possibile che non ci sia nessun altro che abbia imparato a scrivere alle scuole elementari? Il “Ponte Alpino” deve essere la “vostra voce” non solo la mia Ho distribuito il libro n. “1000” con buona soddisfazione dei lettori (sembra). Chi non ha ancora letto “Tasi e Tira” me lo può chiedere per telefono, e-mail, SMS, come vuole. Dato che devo realizzare almeno 10 euro a libro per il Museo degli Alpini di Darfo-Boario Terme, con un versamento di € 12,70 effettuato come indicato per il rinnovo dell’iscrizione a pag. 32, tolti 2,70 euro per la busta, l’affrancatura e la tassa di accreditamento sul CC, rimangono giusti 10 Euro per il Museo. DAI RAGAZZI Pag. 23 Come molti dei nostri soci sanno bene, da qualche anno Ferruccio Pellegatta gestisce a piene mani il sito “www.pionieriorobica.it” che inizialmente abbiamo costruito insieme. Una delle rubriche maggiormente apprezzate dai visitatori più assidui è indubbiamente quella delle pagine suddivise per anno in cui vengono ospitate le foto che i genieri alpini che lo desiderano mandano a Ferruccio. Anche io avevo inserito sin dalle fasi iniziali un po’ di foto tratte dai miei album (oramai si tratta quasi di preistoria) ed in particolare nella pagina dedica al 1965 c’era una foto che mi ritraeva a Passo Paradiso, a monte del Passo del Tonale, nelle vesti di un attivatore in una esercitazione a partiti contrapposti. Vicino a me c’era un mio Sergente di cui, come chiaramente era scritto nella didascalia, non ricordavo il nome. Potrete bene immaginare che dopo 44 anni di vita militare, ognuno di voi (mi rivolgo ai militari di truppa o personale di complemento) ha avuto un comandante o al massimo qualcuno in più in occasione di corsi o aggregazioni, ma noi ne abbiamo visto passare una montagna e ricordarsi i nomi di tutti è veramente difficile. Ma un bel giorno (ecco come arriva sulla scena Internet) mi arriva Pag. 24 un messaggio di posta elettronica che inserisco testualmente qui di seguito: “Carissimo amico Roberto Scaranari, mi complimento con te per la brillantissima carriera che hai meritatamente conquistato. Io sono il sergente Melegari Giorgio, e mi sono riconosciuto accanto a te, quando ancora eri Tenente in una esercitazione nel parco Paradiso nel mese di giugno 1965. Eravamo con la divisa bianca da neve. In altre foto ho riconosciuto i Ten. Bogo, Mazza, Dorigoni, Unterkircher, Il Cap. Rolando Ricci, Il Colonnello Mario Gariboldi ed altri. Ora ho quasi 71 anni ma la memoria ed il ricordo di quel periodo mi riempie di gioia, ed essermi riconosciuto, anche se il mio nome non appare mi ha fatto piacere. Ti saluto caramente e ti ricordo con stima e affetto. Giorgio Melegari”. Penso possiate tutti immaginare quanto abbia fatto piacere a me rispolverare questi ricordi che, come ha scritto Melegari, lo hanno riempito di gioia ed altrettanto è successo a me. Ovviamente, essendo venuto finalmente a conoscenza del nome di chi condivideva con me la scena della foto, mi sono affrettato ad apportare la variante al sito, sostituendo la precedente didascalia con una più appropriata. Pag. 23 Anche io, che pure uso il computer parecchie ore al giorno, preferisco leggere un libro nel suo formato classico, piuttosto che su un “EBook” e cioè quelle tavolette elettroniche su cui fai scorrere le pagine avanti e indietro, le ingrandisci o rimpicciolisci come vuoi. Però, se avete un nipote, un figlio, un amico che usa normalmente il computer e quindi è quasi scontato che si colleghi ad internet, chiedetegli di dedicarvi una mezzoretta e fatevi mostrare uno dei seguenti siti che, in qualche modo, parlano di Genio e Trasmissioni, della speGiugno 1965 - Passo Paradiso - Da sinistra il Ten. cialità alpina o no, ma che potrebbero Roberto Scaranari ed il Serg. Giorgio Melegari. comunque interessarvi:: Nella nuova didascalia, oltre - www.angetitalia.it ad aver inserito il nome e cogno- www.gruppalpanget.it me del Sergente Melegari, ho riepilogato brevemente l’avvenuto - www.iscag.it ritrovamento dopo tanti anni, con - www.pionieriorobica.it gioia e soddisfazione da parte di - www.museoalpinidarfo.it entrambi. - www.centrostudimilitari.it Colgo l’occasione per rivole vedrete se non avrò avuto ragiogermi a quei lettori che sono rimane. sti fedeli alla carta stampata. R.S. Pag. 25 Quando il bisogno aguzza l’ingegno! Molti di voi che leggete queste righe conoscete già i miei impegni variegati che mi aiutano a mantenere lo stesso ritmo di vita che avevo quando ero in servizio. Quelli che non ne sono a conoscenza lo saranno adesso. Oltre ai doverosi impegni familiari, che per quanto mi riguarda non sono assolutamente trascurabili, per una questione di par condicio divido il mio tempo tra l’Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio (ISCAG) di Roma ed il Museo degli Alpini (Malp) di Darfo-Boario Terme. In questo modo tengo calme in egual misura le due anime di tutti noi Genieri Alpini: quella di Geniere e quella di Alpino. Non torno sul “Malp”, di cui ho già scritto in altre occasioni, e vi scrivo invece dell’ISCAG. Pag. 26 di Roberto Scaranari Intanto è necessaria una premessa: si chiama “Istituto ...ecc…” perché è un ente formato da: - Museo dell’Arma del Genio (che occupa tutto il piano terreno della struttura che potete vedere in rosso nell’immagine qui sotto); - Museo dell’Architettura Militare (che occupa la parte azzurra del primo piano); - Biblioteca con circa 50.000 volumi, Archivio documentale, archivio iconografico, archivio fotografico, una grande sala per conferenze e gli uffici del comando nell’area in giallo del primo piano. Purtroppo, da alcuni anni e chi sa ancora per quanti altri, non è possibile effettuare visite alle sale dei due musei per problemi di instabilità della struttura essendo stata costruita a suo tempo per metà su fondo compatto e resistente e per l’altra metà su terreno sedimentato di un’ansa del Tevere. Per questo motivo si sono aperte in alcune pareti delle crepe che rendono instabile la struttura ed i tempi di crisi non consentono di reperire la somma necessaria ad effettuare lavori risolutori. Cio’ nonostante, nel 2009 ho iniziato a frequentare saltuariamente i locali dell’ISCAG per raccogliere tutto il materiale e le foto necessarie per realizzare il sito www.iscag.it che dopo due anni di lavoro è diventato una realtà con 1950 pagine web e circa 3000 foto. Poi mi sono dedicato all’informatizzazione dell’archivio fotografico. Nel 2011 esistevano già scannerizzate circa 17.000 foto inserite in un database che consentiva la sola lettura di dati quali località, soggetto, dimensioni della foto originale e, quando disponibile, data dello scatto fotografico, ma non la visione della foto. Sono riuscito a trasbordare quei dati già scritti (era comunque un bel lavoro già fatto) in un nuovo database che consentiva di inserire anche le foto, sia pure ridotte drasticamente nella loro misura. Adesso, con l’aiuto anche di due collaboratrici assegnate nell’ottobre 2013 all’Istituto, siamo arrivati a circa 39.000 foto ed è presumibile che con altre 1012.000 foto si completi l’archiviazione. Ma in tutto questo che ha a che vedere il titolo “Quando il bisogno aguzza l’ingegno” ? Nel fare questa attività di “scannerizzazione” di foto mi sono imbattuto in una serie di “invenzioni” allegate ad una lettera del 22 settembre 1918 (sotto). Pag. 27 L’esperienza maturata durante le operazioni della Prima Guerra Mondiale avevano fatto nascere nuove esigenze di migliorarsi ed eliminare le cosa che avrebbero potuto funzionare meglio o che hanno dato problemi. Ho voluto inserire anche uno Pag. 28 stralcio della pagina che, con diversi titoli, faceva da copertina alle foto e relative descrizioni costituenti le varie invenzioni. Si può notare infatti la scrittura a “tondello”, abilità che si è praticamente persa del tutto anche perché oramai scriviamo tutti solo con i computer. Nella Grande Guerra le stazioni fotoelettriche sono state usate in gran numero ed è evidente che stare vicino al proiettore significava rischiare molto in quanto il nemico, di notte, poteva sparare con facilità solo alla sorgente della luce ed automaticamente a chi stava nelle vicinanze. Un comando a distanza era quindi particolarmente utile perché aumentava significativamente la sicurezza del personale. Una minaccia che già nella Grande Guerra ha creato molti problemi è stata quella portata dagli aerei che, ancorché fragili, relativamente lenti e dotati di un armamento molto simile a quello terrestre, potevano arrecare gravi danni alle nostre linee difensive e sia per mettersi al riparo con il necessario anticipo, sia per orientare correttamente le armi usate nel tiro controaerei, era indispensabile scoprire quanto prima possibile la provenienza della minaccia ed uno dei sistemi possibili era certamente quello di incrementare le capacità di ascolto. Come si può vedere nella foto a destra, si trattava di un complesso di 6 cornetti acustici, molto simili a quelli usati in quagli anni dalle persone con problemi di udito, di cui 4, collegati a due a due, portavano il suono alle due orecchie ed una ulteriore coppia, questa volta connesse in orizzontale anziché in verticale, confluivano in un tubicino che si portava alla bocca e si faceva appoggiare sulla punta della lingua che, dopo un adeguato addestramento, diventa- Pag. 28 va capace di percepire le vibrazioni del rumore degli aerei in arrivo. Analogo sistema, anche se di dimensioni notevolmente maggiori, è stato usato anche nella 2^ Guerra Mondiale con questo “aerofono” conservato nel Mus eo del G enio dell’ISCAG. L’operatore stava seduto su quel seggiolino metallico che si vede tra i due grandi orecchioni e due tubi corrugati di gomma gli portavano il suono alle orecchie. Con i due volanti che aveva di fronte poteva far girare gli orecchioni sulla ralla orizzontale ed inclinarle adeguatamente sul piano verticale. Pag. 29 Altra particolarità che vale la pena di ricordare è che la maggior parte degli operatori di questi “aerofoni” erano volontari “non vedenti” che venivano addestrati appositamente con una sorta di simulatore primitivo e che potevano avvalersi della loro maggiore sensibilità dell’udito proprio per sopperire alla totale mancanza del senso della vista. Concludo questo breve escursus tra le invenzioni di quel momento con una barra di traino ammortizzata, capace di ridurre gli strappi sul rimorchio per evitare la rottura sia di una barra normale, sia di altri organi del rimorchio. Nelle due foto che concludo- Pag. 30 no questa pagina si può vedere la barra smontata in tutte le sue parti componenti ed un autocarro Fiat modello BL-18 con un rimorchio agganciato proprio con la barra ammortizzata. E’ indubbio che tra le gomme piene dell’autocarro e quelle in legno con cerchioni in ferro del rimorchio, gli scossoni si sprecavano. E come era già avvenuto in passato, ecco altre dimostrazioni che le guerre sono state spesso la molla che ha fatto fare scoperte eccezionali: i motori a razzo, l’energia atomica, il radar, l’infrarosso termico e tante altre sono tutte tecnologie nate per esigenze di difesa o di offesa e poi trasferite ad impieghi civili di estrema importanza. Pec cat o ch e l e sa le dell’ISCAG siano ancora impraticabili perché un raduno a Roma con visita a Papa Francesco ed al nostro Museo sarebbe proprio bello. R.S. Nato ad Alghero nel 1932, dopo il liceo classico, l’Accademia Militare e la Scuola di applicazione del Genio, alla fine del 1956 fu assegnato al Btg. Add.to Reclute Alpine di Bra (CN) dove rimase nove mesi. Dopo il Corso Tecnico Applicativo venne assegnato alla cp.g.p. della Brigata Alpina “Tridentina”. Promosso Capitano, nell’anno 1960, venne trasferito a Vipiteno (BZ) per assumere il comando della 2^ cp.g.p. del IV° btg. g.p. d’arresto. Nel 1963 assunse il comando della cp.g.p. “Tridentina” in Bressanone, poi negli anni dal 1966 al 1969, frequentò la Scuola di Guerra a Civitavecchia (RM). E, al termine, venne trasferito a Bolzano dove prestò servizio nell’Ufficio O.A.O. del Comando 4° C.A. per 2 anni. Comandò il XIV° btg.g.p. del IV° C.A. a Trento e poi, dal 1973 al 1977, fu Capo della sezione Genio e Trasmissioni dell’Ufficio Servizi del IV° Reparto dello Stato Maggiore Esercito a Roma. Dal 1977 al 1979 comandò il 2° rgt.g. pontieri a Piacenza per tornare subito dopo a Roma dove assunse l’incarico di Capo del 1° Ufficio dell’Ispettorato dell’Arma del Genio. Trasferito di nuovo a Bolzano, per tre anni ricoprì l’incarico di Cte del genio del IV° C.A.. Nel 1983 assunse il Comando del Genio della Regione Militare Tosco Emiliana e due anni dopo, a Roma, divenne Vice Direttore Generale di GENIODIFE, di cui, nel 1987, divenne Direttore Generale. Nel dicembre 1991 divenne Cte della Regione Militare Meridionale, incarico che ricoprì fino al 1° aprile del 1994. Da tale data fino al 20 dicembre dello stesso fu Ispettore dell’Arma del Genio, ultimo incarico prima di essere collocato in quiescenza. Ci piace ricordarlo come è nel quadro conservato nel Salone d’Onore del Museo dell’Arma del Genio a Roma e che si può vedere nella foto qui in alto. Roberto Scaranari Pag. 31 Dapunt Christian Mora Marco Sperati Alessandro Adang Ermanno Rossi Piergiorgio Guglielmi Giovanni Bruschi Carlo Alberto Cerretti Paolo Zoppi Enzo Martin Diaz Gabriel Vitale Luigi Leoci Antonio Giusto Giovanni Peloia Massimo Marchetti Nunzio Rivela Gaetano Di Bisceglie Filippo Arcuri Sistino Maj Anselmo Faustinelli Alfio 01 02 03 03 04 04 06 07 08 10 13 16 24 24 25 26 28 28 29 31 Comisso Giuseppe 03 Neri Danilo 05 Buonomini Guido 05 Molinelli Lorenzo 07 Cappellari Giustiniano 07 Bompieri Giuseppe 10 Bellinazzi Franco 11 Giunti Piergiorgio 18 Belfiore Gaetano 19 Vanotti Davide 20 Mega Emilio 21 Di Poi Ennio 22 Mucci Ardelio 25 Buonerba Luigi 27 Chi non si trova negli elenchi dei vari mesi, mi mandi la sua data di nascita……..e si troverà. Corrà Renato Lombardo Salvatore Berniga Quintino Ciardo Antonino Carosella Paolo Fioretto Giovanni Carretta Luigi Scandurra Giuseppe Ricci Riccardo Scaranari Andrea Vannini Vannetto Magri Virgilio Ricci Rolando La Placa Giuseppe Beltramini Gianluigi Funaro Italo Meli Eliseo Silveri Franco Cerea Ivano Dorigoni Franco Diamo il BENVENUTO a 5 nuovi soci: Giuseppe Bonfanti (da Ponteranica-BG) Renato Chiodelli (da Montichiari-BS) Cesare Di Dato (da Como-CO) Luigi Di Giulio (da Peschiera del Garda-VR) Angelo Claudio Marchetti (da Seriate-BG) 01 03 03 03 04 05 06 07 08 10 12 20 20 20 20 23 26 28 28 30 Garzon Andrea 03 Cattaneo Giorgio 04 Malaspina Donato 04 Tagni Silvio 04 Mariolini Gino 05 Di Donato Giuseppe 05 Boari Filippo 07 Viezzer Egidio 08 Bonomi Attilio 09 Gabusi Annibale 09 Romelli Angelo 10 Chiarini Ottorino 10 Properzi Piero 10 Carollo Girolamo 12 Filippini Antonio 13 Canziani Luciano 17 Frigerio Enrico 17 Cornali Gianfranco 18 Borgheresi Aldo 18 Munari Antonio 20 Bonassi Piero 22 Muscogiuri Antonio 23 Schimmenti Salvatore 29 Questo notiziario è visibile a colori, in formato PDF, sul nostro sito www.gruppalpanget.it. Anno 12° - n. 41 - marzo 2014 DIREZIONE E REDAZIONE ISCRIZIONI 2014 (Euro 21.00) Via di S.Erasmo, 15 C.C. Postale n. 43041086 intestato a 00184 Roma Scaranari Roberto-Gruppo Alpino ANGET Tel. 348.7924800 e 06.77206968 Via di S.Erasmo, 15 - 00184 Roma e-mail: [email protected] Per bonifici bancari, il codice IBAN è: DIRETTORE: Roberto Scaranari IT12Z0760103200000043041086 Collaboratori per questo numero: Antonio Vecchione Ferruccio Pellegatta Giuseppe Bellomi www.gruppalpanget.it - www.angetitalia.it - www.pionieriorobica.it www.iscag.it - www.museoalpinidarfo.it - www.centrostudimilitari.it
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