Quanti siamo ? - Gruppo Alpino Anget

Notiziario del Gruppo Alpino ANGET - Anno 12° - N. 42 - luglio 2014
Sommario
- La Tabella Puniti (di G. Pollini)
2-3
- La Festa dell’Arma delle Trasmissioni 4 - 7
- Cambio dell’Ispettore delle Trasmissioni 8 - 9
- Ennesima battaglia per i soci 2014
10
- Il Raduno 2014 del nostro Gruppo
11-21
- La Festa dell’Arma del Genio
22-25
- Cambio del Cte del Genio
25-27
- L’ultimo saluto ad un grande amico
28-31
- I consueti auguri di Buon Compleanno
32
Quanti siamo ?
1, nessuno, 100.000 ?
NO
Semplicemente 258
(a pag. 10)
Io avevo piazzato la mia tenda, costruita con i classici teli tenda mimetici e
paletti formati con i consueti clarinetti di alluminio, che condividevo con altri quattro Peones, vicino al tendone adibito a sala radio,
sul limitare alto del bosco, vicino alla tenda
infermeria del carissimo amico Fazzini.
Una sera mi mandò a chiamare il
Ten. Bogo (il mago del tritolo): <<Pollini,
domani mattina mi dai un RT (radiofonista)
che esco col plotone in marcia>>. <<Va
bene Tenente>>. Ed io presi un nipote RT a
caso e gli affidai l’incarico, fornendogli anche le necessarie istruzioni; al che il nipote
accennò una timida protesta <<…ma perché
proprio io…ma io ieri ho già fatto…e gli altri?...>> ; <<Muto! uomo at-tenti, dietro front,
avanti marsc>>. Finito li.
Mi rifaccio al commento del Capogruppo al bell’articolo dell’amico Beppe Bellomi “…un caffè a Vermiglio?” (è vero, a
Passo Paradiso il rancio arrivava freddo!).
Confermo e ribadisco che le punizioni alla CPO venivano rilasciate col contagocce e per gravi motivi; noi, a volte, forse
ne approfittavamo, soprattutto per quanto
riguardava il nostro rapporto con Artiglieri e
Alpini, con i quali c’era rivalità feroce, tanto
era forte il nostro spirito di Corpo; per fare
un esempio banale: le loro ronde pretendevano il saluto anche da noi Peones!...
Ma torniamo alla “tabella puniti” della
CPO, che dicevo avara nel dispensare punizioni cretine; il racconto che propongo ne è
prova.
Giugno-luglio 1966: la CPO era accantonata per il campo estivo nel fitto di un
boschetto sopra la casa cantoniera del Passo del Tonale nel versante della Val di Sole,
cioè verso Vermiglio, ed era impegnata in
vari lavori ed esercitazioni.
Pag. 2
L’indomani mattina vidi arrivare un
Peones trafelato: <<Pollini, ti vuole il Tenente Bogo>>. Scesi verso la sbarra all’ingresso
del campo e vidi il plotone schierato pronto a
partire ed il Ten. Bogo furioso che mi accolse con una sfuriata delle sue classiche, con
il viso paonazzo: non si era presentato l’RT.
La sfuriata terminò con <<…Pollini sei un
fesso!>>.
Il mio “status” di Vecio Peones a
pochi giorni dal congedo, mi fece superare
l’effetto ”onda d’urto” che avrebbe potuto
scuotere la mia indole tranquilla e pacifica,
per cui non mi scomposi più di tanto. La mia
reazione istintiva ed immediata fu quella di
assumere una posizione di “attenti” esagerata, (come usavano fare i “nonni” in alcuni
momenti particolari mentre facevano
“molleggiare” i “nipoti” e cioè: busto esageratamente piegato all’indietro, braccia piegate quanto bastava a far appoggiare le mani
sulle chiappe) e, sempre esagerando, gridai
a pieni polmoni: <<Signorsì Signor Tenente!
Comandi Signor Tenente!>>, seguito da un
repentino dietro-front e da una veloce ritirata
mentre, dietro di me, sentivo dei sommessi
nitriti e grugniti, segno di risate malamente
trattenute dei Peones.
Dopo aver lasciato un Ten. Bogo
sorpreso e letteralmente senza parole ed i
Peones divertiti, andai a prendere per la
collottola il nipote recalcitrante (debbo dire
che non era per nulla piacevole portare in
marcia una SCR 300; pesava un iradiddio e
ti rompeva la schiena!) e dopo averlo “alzato
di peso”, e non solo a parole…, lo mandai al
suo destino, da un Ten. Bogo nero!
Dodici mesi di naia alla “Pionieri” mi
avevano “indurito”, per cui trascorsi la giornata tranquillamente, tra tenda radio e varie
zone dove avevo dislocato i miei RT, dimenticando l’episodio semicomico del mattino,
perciò la mia sorpresa fu grande quando, la
sera, dopo il rancio vidi comparire fuori dal
tendone-sala radio la imponente figura del
Ten. Bogo che mi disse: <<Pollini, vieni con
me>>; <<Siorsì>>, e ci avviammo, lui davanti e io dietro, giù in discesa verso il centro del campo; “Ah madòna, mò ga sem…”,
adesso ci siamo, pensai, e già mi vedevo la
sontuosa lavata di capo e la tabella puniti
col mio nome scritto col mio sangue, ma,
giunti all’altezza della baracca-spaccio, il
Tenente fece un perfetto “sinist-march” e si
infilò nella baracca dove ci trovammo di
fronte a due calici di rosso della “Vinicola del
Piave” che Lui aveva già fatto preparare dal
“barista”: un nipote che non poteva credere
ai suoi occhi ed alle sue orecchie nel vedere
e sentire un Tenente a due stelle, vice Comandante di Compagnia con la fama di
“duro”, e un nonno, ridere di gusto e chiacchierare amabilmente e spiritosamente con
accento veneto e comasco ricordando un
“fattaccio” avvenuto al mattino! Debbo dire
che, conoscendo il “caratterino” di Bogo, la
cosa sorprese (piacevolmente) anche me;
ma fu proprio così….!
Dopo il congedo rividi il Ten. Alfonso
Bogo nel 1972 in occasione dell’Adunata
Nazionale ANA a Milano, in Piazza Duomo;
era l’adunata del centenario delle Truppe
Alpine e lui era lì, con un plotone di Peones
assieme a numerosi altri reparti, in rappresentanza degli Alpini in armi. Lo riconobbi
immediatamente e con grande piacere, ed
anche lui mi riconobbe e si ricordò
di me tanto è vero che ci abbracciammo commossi.
Fui sinceramente dispiaciuto
quando seppi che pochi anni dopo,
il “Mago del tritolo” era “andato avanti”.
Con questo aneddoto non
voglio dire che la tabella puniti della
CPO fosse sempre immacolata; io
pure mi feci dodici giorni di CPS
all’Hotel “Bristol” in due occasioni
diverse;… ma ero innocente, lo giuro!: dicevamo tutti così…!
Germano Pollini
In prima fila, da sinistra,
Ten. Scaranari, Cap. Sciocchetti, Ten. Bogo. Nella
seconda fila, Ten. Nderi,
Ten. Mazza e S.Ten. Borri.
Pag. 3
Devo dare atto, in questo
caso, al Gen.C.A. Adriano Vieceli,
Comandante delle Trasmissioni e
Informazioni dell’Esercito (con sede ad Anzio) di aver dato una impostazione moderna ed
interessante ai consueti
festeggiamenti in occasione
della
Festa
dell’Arma delle Trasmissioni, coincidente
con il 96° anniversario
della Battaglia del Piave del 20 giugno 1918.
Qui a lato il biglietto di invito alla manifestazione (sarebbe
estremamente riduttivo
chiamarla “Cerimonia”)
che potrà richiamare
alla memoria bei ricordi
a
chi
ha
avuto
l’occasione di frequentare
corsi
relativi
all’impiego di apparati
delle trasmissioni.
La mattinata è
iniziata presto - alle
08,30 dovevamo essere tutti in aula magna
per gli onori alla Bandiera dell’Arma delle
Trasmissioni ed al Medagliere dell’ANGETricordo per i più distratti
dei nostri soci che prima del 1° giugno1953
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l’Arma del Genio aveva al suo interno la specializzazione delle comunicazioni e solo in tale data, ufficialmente, Genio e Trasmissioni diventarono due Armi separate ed auto-
nome.ma in ambito ANGET sono
ancora unite.
La novità voluta dal Gen.
Vieceli consiste nell’aver fatto
coincidere con la Festa dell’Arma
l’ultimo giorno di una importante
esercitazione denominata
“Marconi 2014” ed iniziata il 9 giugno nelle sedi di Roma Cecchi-
gnola e Civitavecchia.
Il Generale di Brigata Lorenzo Santella ha iniziato la cerimonia
in aula magna facendo proiettare
u n br e ve f i lm at o r e l at i vo
all’impiego dei trasmettitori nella
Grande Guerra, con immagini di
marconisti, di squadre di stenditori
guardiafili per i collegamenti in telegrafia. Tra l’altro,
tra le varie immagini,
ha fatto una breve
apparizione una foto
del 2° Reggimento
Genio del 1937, allora di stanza a Casale
Monferrato (AL);. In
tale foto, dominata
da una sorta di insegna a forma di aquila
ad ali spiegate con la
scritta del Reggimento, c’era anche
mio padre, allora
Sergente Maggiore
in tale Reggimento.
La
massima
autorità presente, il
Gen.C.A.
Roberto
Bernardini, Comandante delle Forze
Operative Terrestri
con sede a Verona,
ha preferito evitare
un lungo discorso
sicuramente preparato a tavolino ed ha
optato per un breve
ma significativo intervento “a braccio”.
Dopo la consePag. 5
gna di alcuni riconoscimenti da
parte del Gen.C.A. (Ris.) Maurizio
Caporal Maggiore Matteo Barbieri
Cicolin, Presidente Nazionale
dell’ANGET, ai Comandanti di alcuni reparti o a personale che si era distinto
in modo particolare, il
Gen. Bernardini ha
chiamato al tavolo delle autorità il Caporal
Maggiore Matteo Barbieri, del 2° Reggimento Trasmissioni Alpine
di Bolzano, al quale ha
attribuito un encomio
solenne per la sua attività appassionata ed
intelligente in ambito
protezione civile.
Finita la parte
iniziale della mattinata
in aula, tutti fuori, nella
Dalla sinistra, il Gen.C.A. Vieceli, il Gen.C.A. Bernardini ed il Gen.B. Santella.
Di spalle il Caporal Maggiore Barbieri, del 2° Rgt. Trasmissioni alpine.
Pag. 6
Piazza d’Armi della Scuola dove
era in funzione dal 9 giugno un
Posto Comando di Brigata.
La visita è iniziata con un
briefing nell’apposito tendone attrezzato con una infinità di apparati elettronici, schermi, proiettori,
videocamere e tutto il necessario
per garantire i collegamenti satellitari con l’unità schierata in campagna a Civitavecchia.
La foto qui sopra per far vedere lo schermo centrale della sala briefing su cui si vedeva, in
grande a sinistra, il dispositivo
schierato alla Cecchignola
ed a Civitavecchia, nel riquadro in alto a destra il
Posto Comando in cui ci
trovavamo noi stessi e nel
riquadro in basso a destra
il collegamento in tempo
reale con un Ufficiale del
Comando distaccato.
Sono stati spiegati
nel dettaglio tre attività,
una relativa all’impiego del
sistema di Comando e
Controllo SIACCCON-2,
una per noi non addetti ai lavori
estremamente innovativa e relativa ad un intervento contro hacker
che si erano inseriti nella rete operativa militare ed una con l’impiego
di un mini-drone per
l’individuazione di una minaccia
portata da attivatori in zona vicina
al Posto Comando di Civitavecchia, con trasmissione di immagini
video dal mini-drone al Po.Cdo
locale e di lì, via satellite, al
Po.Cdo superiore a Roma.
Non posso scendere in
dettagli perché dovrei servirmi
di una serie di acronimi difficili
da spiegare e da comprendere
nelle poche righe ancora disponibili.
I nostri soci legati alle
trasmissioni “vecchia maniera” (An-grc-9, R.300, ecc.) qui
avrebbero strabuzzato gli occhi
per il numero impressionante di
computer di tutte le misure e caratteristiche a fronte di pochissimi
apparati radio visibili (vds. Ultima
foto qui sotto).
R.S.
Pag. 7
Lunedì 23 giugno 2014.
Dopo la bellissima esercitazione
“Marconi 2014” di venerdì 20 giugno è arrivato il momento del cambio del Comandante della Scuola e Ispettore dell’Arma
delle Trasmissioni.
Il Gen.B. Lorenzo Santella (a destra)
nel suo discorso di commiato, ha tracciato
un breve resoconto delle principali attività
di cui è stato protagonista durante il suo
periodo di comando di poco meno di un
anno.
Al termine, il momento più significativo e coinvolgente della cerimonia: il passaggio della Bandiera di Guerra dell’Arma
delle Trasmissioni dal Comandante cedente al Gen,B, Antonello De Sio che, come
aveva appena fatto il Gen. Santella, ha
baciato il drappo prima di riconsegnarlo
all’Alfiere.
E’ stata poi la volta del Gen.C.A. APag. 8
vi sono di volta in
volta impiegate.
Gen.B. Antonello De Sio
driano Vieceli, Comandante delle Trasmissioni e Informazioni
dell’Esercito, a pronunciare un breve discorso nel quale ha evitato
di ripetere quanto già
detto dal Comandante
cedente e si è soffermato invece sui continui progressi dell’Arma
delle Trasmissioni sia
per quanto riguarda i
materiali in continua
rapidissima evoluzione, sia per quanto attiene alle procedure ed
alle attività operative in
cui i reparti dell’Arma
sono stati ripetutamente sul territorio nazionale ma, soprattutto,
nei teatri più lontani, in
supporto alle unità che
Non poteva
mancare,
infine,
un caloroso saluto
di benvenuto al
nuovo Comandante, Gen.B. Antonello De Sio, rientrato in Italia dopo
una esaltante esperienza
come
Addetto
Militare
per la Difesa a Oslo. L’esperienza
all’estero avrà certamente offerto al
Gen.
De
Sio
l’opportunità
di
approfondire
le Gen.C.A. Adriano Vieceli
proprie conoscenze su materiali e procedure di altre Forze Armate, da travasare, per quanto utile e di interesse,
nella Scuola delle Trasmissioni.
Un “Buon Lavoro” quindi al Gen. De Sio da
parte di tutto il Gruppo Alpino ANGET e, in particolare, da parte dei tanti soci trasmettitori ma
anche
di
quelli che,
pur portando le mostrine del Genio, hanno
avuto incarichi connessi
con le trasmissioni,
sia
pure,
ovviamente,
con i materiali del tempo.
Pag. 9
Purtroppo, fatti un po’ di conti, siamo sempre meno. Lo so che
state dicendo o pensando “Meglio
pochi ma buoni”, ma lo pensavo
anch’io l’anno scorso e poi, anche
questa volta, c’è stato un discreto
numero di abbandoni.
Andiamo con calma. Nello
scorso numero avevo giurato a me
stesso che quest’anno non avrei
mosso un dito per cercare di ricordare ai ritardatari che dovevano
rinnovare l’iscrizione entro il 31
dicembre, ma dell’anno scorso e
non di questo, o per cercare di
convincere qualcuno propenso a
lasciarci a restare con noi, e invece ho usato telefono cellulare, telefono fisso, e-mail, segreterie telefoniche ed ogni possibile diavoleria per contattare i soci di cui si
erano perse le tracce.
So di essere stato noioso ed
invadente ma lo smuovere le acque è servito moltissimo per una
serie di motivi che vi elenco:
PRIMO: ho trovato tre soci che
avevano pagato regolarmente da
qualche mese ma a me non era
arrivata dalle Poste Italiane la comunicazione dell’avvenuto accredito e l’esame periodico dei tabulati su internet non porta a niente
perché non ci sono i nomi di chi ha
versato ma solo il CUAS (una sorta di “Centro interregionale”) di
Pag. 10
di Roberto Scaranari
provenienza. Solo che un CUAS
abbraccia almeno 3 o 4 regioni e
cioè, per quelle del nord, almeno un
centinaio di soci.
SECONDO: ho trovato più di un socio che era onestamente convinto di
aver fatto il versamento e invece se
ne era dimenticato, ma voleva restare a tutti i costi nel Gruppo ed ha
rimediato in pochi giorni.
TERZO: ho scoperto che nel Gruppo c’erano un certo numero di soci
che erano tali solo perché avevano
pagato la quota l’anno prima (forse
pensavano di pagare il gas ed invece era il Gruppo Alpino) ma che con
i “soci veri” non avevano nulla in comune: né gli ideali, né la voglia di
collaborare, né idee da esprimere,
né ricordi da mettere in comune con
tanti altri. Purtroppo questi soci non
potranno leggere queste parole perché ci hanno lasciato e non gli manderò questo notiziario; peccato.
In conclusione, siamo rimasti
in 258 (di cui 199 soci ordinari, 39
simpatizzanti e 20 aderenti). Ci hanno lasciato, nel 2014, 16 soci ordinari a fronte di 3 nuovi soci ordinari
e 3 simpatizzanti.
Diciamo un’altra volta
“Meglio pochi ma buoni” ?
...e diciamolo (finché ne resta uno).
R.S,
Non ci crederete, ma nonostante la decisione presa già da
qualche anno di non organizzare più
raduni indirizzati a tutto il nostro
Gruppo Alpino, questa volta ci vogliamo riprovare e sto parlando al
plurale perché, come vedete appena sotto il titolo, senza l’aiuto concretissimo di Guido Buonomini non
sarei mai riuscito a mettere insieme
quello che vedrete proseguendo
nella lettura di questo articolo.
Per i soci di più recente acquisizione è necessario che io dia una
breve spiegazione del mio approccio “dubbioso” al problema. Gli ultimi
tentativi di vedere tutto il Gruppo
riunito in almeno una giornata di festa in comune sono stati, tutto sommato, una delusione ed ho ovviamente cercato di capirne le motivazioni.
Probabilmente il motivo principale risiede nell’età media dei soci
del Gruppo che, inesorabilmente
(ma è tutta colpa dell’anagrafe) sta
continuando a crescere (come
l’Entropia, che cresce sempre), per
cui alcuni momenti dei programmi,
ritenuti un po’ troppo “alpinistici”,
possono aver distolto l’attenzione di
un certo numero di soci, ma certamente ha influito negativamente la
tendenza, che sembra si sia radicata sempre di più, a non allontanarsi
“troppo” dalla porta di casa.
Converrete con me che organizzare un incontro che soddisfi tutti
di Guido Buonomini
e Roberto Scaranari
in egual misura, considerata la nostra distribuzione sul territorio nazionale, è proprio impossibile e allora, prima di gettare definitivamente la spugna, ho pensato,
nell’organizzazione di questo incontro, di far leva su quattro componenti che dovrebbero riuscire a
smuovere anche i più sedentari.
1.
2.
3.
Ve li elenco:
Il desiderio di voler ricordare
tutti coloro che hanno dato la
vita nella prima Guerra Mondiale, di cui, in questo periodo si parla tanto perché ricorre il centesimo anniversario
del suo inizio.
La voglia di vedere “dal vivo”
panorami bellissimi percorrendo una strada militare realizzata dai genieri di un tempo.
La possibilità di realizzare un
programma su due giornate
nelle quali solo un’ora scarsa
della seconda prevede una
camminata (meglio chiamarla
“passeggiata”) sicuramente
adatta a tutti ma, per chi lo
desiderasse, evitabile senza
dover rinunciare al resto del
programma.
Pag. 11
4.
Il contenimento massimo delle spese, come vedrete nella
spiegazione dettagliata del
programma che trovate qui
sotto.
ONORI AI CADUTI DELLA GRANDE GUERRA
RADUNO AL MONTE CENGIO - ZONA SACRA ALLA PATRIA
20—21 SETTEMBRE 2014
PROGRAMMA
Sabato 20 settembre
- ore 12.00 arrivo a Cesuna (VI) Albergo Belvedere Via Armistizio, 19 - Incontro con il Gruppo
- ore 13.00 Pranzo
- ore 15,00 Trasferimento con le proprie auto a Canove (4,5 Km) e visita al Museo della Grande Guerra
- ore 17,00 A disposizione dei soci fino all’ora di cena
- ore 19,30 Cena in albergo
- ore 21,00 Serata “Alpina” presso il Palatenda di Cesuna con banda musicale e/o coro (potrete anche sonnecchiare mentre il Capo Gruppo vi presenterà foto e filmati negli intervalli tra i brani musicali).
- ore 23,00 Contrappello e silenzio (non ci saranno controlli notturni)
Domenica 21 settembre
- ore 08,00 Colazione in albergo e carico bagagli sulle proprie autovetture
- ore 09,00 Partenza per il Piazzale del Granatiere, vicino al Rif. Granatiere
- ore 09,30 Lasciate le auto, si procede a piedi per la facile e panoramica
carrareccia verso la vetta del Monte Cengio (massimo 45’ comprese le soste per fare film, foto, selfie, ecc….)
- ore 10,30 Deposizione di una corona di alloro sulla cima del Monte Cengio
- ore 11,00 Ritorno al Piazzale del Granatiere per una via facile e breve
- ore 11,30 Santa Messa nella Chiesetta vicina al Rifugio del Granatiere
- ore 12,30 Pranzo al Rif. Granatiere (cucina di montagna, costo 15 Euro)
- ore 14,30 Trasferimento con le proprie auto al Forte (privato) di Punta Corbin e visita al forte ed al piccolo Museo (biglietto di ingresso 3
Euro, salvo sconti promozionali).
- ore 17,00 Termine del raduno con saluto finale, “Rompete le righe” e rientro alle proprie sedi.
Pag. 12
E adesso che avete visto il programma, ecco alcune indicazioni per
“centrare” meglio l’obiettivo.
Con riferimento alla A/4 Milano/Venezia a partire da
Verona, pochi Km dopo
Vicenza si prende lo svincolo per la A/31 verso Valdastico e la si percorre fino
all’uscita di Piovene R. Chiuppano,
A questo punto è meglio cambiare riferimento
con una carta a scala più
adeguata.
Nello stralcio qui sotto
si può vedere il tratto dopo
l’uscita dall’autostrada a Piovene RocchettaChiuppano fino a Cesuna per un totale di circa
20 Km con una decina di tornanti in salita.
Una volta arrivati a Cesuna, basterà individuare una delle vie di questo stralcio di map-
pa per trovare facilmente l’Albergo Belvedere, dove abbiamo il punto di incontro. Se però avete un navigatore, impostate l’indirizzo dell’Albergo e vi
ci porterà lui, senza guardare tutte queste carte.
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Non vi aggiungo altri dettagli circa le sedi in cui avranno luogo gli altri
eventi programmati perché poi saremo insieme e non dovrete fare altro
che seguire il capo.
In merito al programma di
sabato, devo almeno
farvi vedere
il Museo che
andremo a
visitare.
Devo
però invogliarvi a partecipare
a
questo raduno e per questo aggiungo questa specie di mappa in prospettiva.
Domenica mattina, per andare alla vetta del Cengio, percorreremo la
strada gialla da Tresche Conca fino ad imboccare (sulla destra rispetto al
senso di marcia) la strada verso il Cengio e ci fermeremo con le auto al
piazzale del Rif. del Granatiere percorrendo il tratto verde sulla destra.
Dal Rif. Granatiere, chi dovesse avere problemi di deambulazione
Pag. 14
potrà proseguire in
auto fino ad una cinquantina di metri dalla
croce di vetta.
Quest’ultimo
tratto, ancorché breve,
è una scalinata a larghi gradoni di cui potete vedere la parte
terminale nella foto a
destra. Saremo pronti
a dare aiuto a chi ne dovesse
avere bisogno.
E adesso qualche altra
immagine che vi farà capire il
mio desiderio di vedere questa
vetta e questi panorami, senza
pensare, per ora, alle motivazioni di carattere storico, di cui scriverò più avanti.
Qui a sinistra un tratto della carrareccia che sale dolcemente verso la vetta attraversando un certo numero di gallerie ed offrendo panorami eccezionali.
Come si vede nella targa
qui sotto, potremo ammirare il
lavoro fatto dalla 93^ compagnia
del 1° Reggimento Genio.
Pag. 15
Questa immagine non ha bisogno di commenti e neppure questa qui
sotto; in entrambe si può vedere chiaramente la limitata pendenza, abbordabile anche da chi, come me, è senza particolare allenamento, a fronte, tuttavia di panorami eccezionali.
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Qui sopra, la croce di vetta del Monte Cengio vista da una diversa
angolazione e sotto la “Chiesetta dei Granatieri” sul cui piazzale potremo
ascoltare la Santa Messa che sarà officiata dal Cappellano Militare Don
Daniele Ambrosini.
Pag. 17
Nel pomeriggio di domenica il programma prevede la visita al Forte
privato di Punta Corbin che oltre alla struttura del forte vero e proprio ci
consentirà di visitare un piccolo museo. Ecco qui sotto una immagine del
forte nella sua eccezionale posizione.
E dopo aver cercato di invogliarvi con gli aspetti paesaggistici e culturali (visite ai musei e serata musicale), adesso è il momento di ricordare i
momenti di guerra che hanno interessato questi luoghi.
La battaglia del Monte Cengio
L’episodio si inquadra in quel momento della Grande Guerra
conosciuto come “Strafexpedition” austriaca e cioè “spedizione punitiva” organizzata e condotta al fine di sboccare nella Pianura Padana e accerchiare
l’Esercito Italiano che si era attestato a
difesa sul Carso.
In un paio di settimane di durissimi combattimenti, le truppe austriache
riuscirono ad arrivare ad Asiago ma si
dovettero arrestare di fronte alla forte
posizione del Monte Cengio che sovrastava
l’Altopiano
sulla
destra
dell’attaccante.
Lo Stato Maggiore Italiano doveva avere bene individuato il pericolo,
tanto è vero che proprio mentre gli austriaci entravano in Asiago, alla fine di
maggio 2016, la Brigata Granatieri di
Sardegna, comandata dal Generale
Pennella, si schierava sull’Altopiano
Una vedetta sullo sperone che domina la
dei Sette Comuni per bloccare gli auVal d’Astico (foto originale del 1916)
Pag. 18
strici prima che riuscissero a superare anche le ultime quote per poi sbucare a valle.
Nei pochi giorni tra il 28 maggio ed il 2 giugno i nostri soldati combatterono sulle posizioni di Monte Barco, Monte Belmonte e nei pressi di Cesuna con il solo armamento leggero ed in ristrettezze di munizioni, viveri ed
acqua. Poi, il 3 giugno, i Granatieri, che si erano arroccati sulle posizioni
trincerate del Cengio, vennero circondati e sopraffatti, dopo che erano stati
praticamente isolati da tutte le fonti di alimentazione logistica.
Osservatorio e batterie sul Cengio (Foto originale del 1916 tratta dall’archivio fotografico
Le perdite dei Granatieri, ma anche quelle degli austriaci, furono ingenti ma l’avanzata nemica era stata fermata prima di riuscire a sboccare
in pianura e, anzi, era iniziata un’azione contraria italiana che riuscì a ricacciare il nemico verso nord ed il 24 giugno il Monte Cengio era di nuovo nelle mani italiane che iniziarono subito a darsi da fare per realizzare più linee
difensive formate da vere fortificazioni e non da trincee improvvisate come
fatto in precedenza.
Ci sarebbero tanti episodi di grande valore da citare ma non possiamo pensare di essere esaustivi in poche pagine di questo notiziario. E’ tuttavia assolutamente doveroso ricordare i caduti. Tra il personale della brigata Granatieri di Sardegna, di altri 5 reggimenti di fanteria ed i militari di
altre armi, fra il 29 maggio ed il 3 giugno ci furono 51 ufficiali morti, 112 feriti e 77 dispersi. Tra Sottufficiali e militari di truppa i morti furono 1098, i feriti
2482 ed i dispersi 6444. Si tratta, in totale, di oltre 10.000 uomini.
E il Monte Cengio è stato giustamente dichiarato “Zona Sacra”.
Pag. 19
E il Genio che cosa ha fatto
“La Granatiera”
La mulattiera fu realizzata negli anni 1917-1918 sulla traccia di un
vecchio sentiero che era in posizione totalmente defilata rispetto ad un avversario proveniente da nord. Doveva essere utilizzata per permettere, in
totale sicurezza, i rifornimenti di viveri e munizioni e la sostituzione del personale.
Venne costruita dalla 93ª Compagnia Zappatori del I Reggimento
Genio. La mulattiera venne comunemente denominata “Granatiera”, in onore dei "Granatieri di Sardegna" che si immolarono nella zona nel 1916.
Nella costruzione si sono sfruttate finché possibile le cenge naturali tipiche
di quel tipo di roccia, ed in alcuni tratti sono state scavate gallerie che oltre
a migliorare il percorso offrivano anche riparo al personale dai sempre
possibili scoppi di granate.
La galleria più importante è lunga 187 m. ed ha una sezione di 3
metri x 4. Al suo interno venne costruito un grande serbatoio in cemento
capace di contenere ben 150 metri cubi d'acqua.
IL 1° Reggimento Genio realizzò qui una importante opera idrica in
quanto l’assenza di acqua sul Monte Cengio rese indispensabile prelevare
l’acqua nella pianura sottostante, dal fiume Astico, e farle superare quasi
1200 metri di dislivello passando attraverso due stazioni di sollevamento.
L’importanza di questo impianto idrico fu grande non solo per i soldati
schierati sul M. Cengio ma anche per le truppe italiane dislocate nella zona
sud-occidentale dell'Altopiano.
Qualche chiarimento di carattere logistico e qualche suggerimento
A Cesuna c’è l’Albergo Ristorante “Belvedere” in Via Armistizio n. 19
ma, a seconda del numero di partecipanti al raduno, potremo servirci anche di due altri alberghi in località Tresché-Conca (2,7 Km di distanza). Si
tratta di alberghi a 3 o 2 stelle, decorosi (chi volesse a tutti i costi un Hotel
5 stelle superiore deve andare all’Hotel Danieli a Venezia o all’Hotel de
Paris a Montecarlo, ma sono entrambi lontani dal Monte Cengio).
Suggerisco di prenotare un giorno di pensione completa (costi che
potranno oscillare tra i 55 ed i 65 euro) perché nella giornata di sabato il
programma prevede che ognuno mangi al proprio albergo a pranzo, appena arrivati, ed a cena. Domenica si farà la colazione del mattino presso il
proprio albergo mentre il pranzo si farà tutti insieme al Rifugio del Granatiere.
Continua a pag. 21
Pag. 20
Poiché questi alberghi hanno pochissime camere singole ed al fine di
coordinare al meglio le prenotazioni, vi do le seguenti indicazioni:
1. dovete scegliere possibilmente camere matrimoniali o a due letti: chi
dovesse venire con moglie e/o figli non avrà problemi. Chi invece avesse deciso di venire da solo, dovrebbe trovare un amico con cui dividere
la camera.
2. E’ meglio che lasciate a me il compito di raccogliere le prenotazioni e di
travasarle ad uno o più alberghi della zona. Garantisco che terrò conto
di amicizie, di appartenenze alle stesse città o agli stessi gruppi (ad esempio i residenti a Trento o a Bolzano, oppure i soci ex della CPO, e
così via).
3. Dovete comunicarmi la vostra intenzione di partecipare al più presto
possibile e comunque non oltre il 31 agosto. Potrete contattarmi come vi
sarà più comodo (e-mail di posta elettronica: [email protected] - Tel. cellulare 348.7924800 - Tel. fisso 06.77206968 Lettere di posta ordinaria).
4.
Non servono anticipi o pagamenti immediati perché ciascuno pagherà
direttamente all’albergo o al Rif. del Granatiere o ai Musei (vi prego, però, di essere corretti e non farmi prenotare una montagna di camere per
poi trovarmi a Cesuna da solo insieme al Gen. Buonomini ed ai soliti 4 o
5 amici fidati).
5. Nella comunicazione, anche se per telefono, mi dovrete fornire i seguenti dati:
- Nome e Cognome e numero di telefono cellulare
- se venite con moglie o in compagnia di un amico (darmi nome e
cognome dell’amico)
- eventuali altre esigenze particolari
6. La o le corone di alloro che deporremo in vetta ed eventualmente ad
una lapide dei caduti in paese saranno a carico delle spese generali del
Gruppo Alpino
7. Ricordatevi di portare con voi il Cappello Alpino. I soci “simpatizzanti” o
“aderenti” che parteciperanno al raduno possono non mettere alcun copricapo se non hanno prestato servizio militare, oppure il loro copricapo
usato quando erano in servizio.
8. Ricordatevi macchine fotografiche e/o videocamere con i relativi caricabatterie ed un equipaggiamento adatto sia a camminare anche su tratti
in pendenza potenzialmente bagnati sia a proteggervi quanto basta in
caso di tempo piovoso.
Roberto Scaranari
Pag. 21
25 giugno 2014 - Poligono del Genio alla Cecchignola.
deve essere estremamente flessibile, modulare ed altamente specializzato ed in tale contesto il Comando Genio sta sviluppando
nuove capacità in settori di particolare rilevanza in funzione delle attività in atto e di quelle prevedibili in
futuro.
L’esercitazione si è sviluppata nel poligono intitolato al S.Ten.
M.O.V.M. Gigli dove è stato possibile presentare agli ospiti tecniche,
procedure d’impiego e tecnologie
disponibili nei settori della
“Protezione delle forze”, “bonifica
degli itinerari”, “individuazione ed
eliminazione di ordigni esplosivi e
minacce chimiche, biologiche e
radiologiche” e, per finire, “la di-
Anche il Gen.D. Antonio Li
Gobbi, Comandante del Genio e
Ispettore dell’Arma del Genio, ha
preferito festeggiare l’Arma non con
una semplice cerimonia ma, in modo più concreto, con una bella esercitazione chiamata
“SMART SAPPER 2014”
titolo che potrebbe essere tradotto
in “brillante geniere 2014” anche se,
come avviene spesso, il termine
“Smart” può avere una molteplicità
di significati mentre “Sapper” è certamente “Zappatore” e cioè
“Geniere”.
Con questa esercitazione il
Gen. Li Gobbi
ha voluto sostenere la tesi
che il ruolo del
Genio
risulta
sempre più essenziale nelle
moderne operazioni, caratterizzate da un
ambiente operativo in continua evoluzio- Due genieri con tute pressurizzate stanno intervenendo per
ne. Per questo verificare se un ordigno esplosivo segnalato in una casa ha
motivo il Genio componenti chimiche, biologiche o radiologiche.
Pag. 22
struzione e realizzazione di costruzioni”.
E’ stata poi la volta di nuovi
mezzi ancora in fase sperimentale,
dotati di una resistenza contro mine e
altri ordigni esplosivi, molto maggiore
rispetto ai mezzi attuali.
Il Gen.C.A. Maurizio Cicolin premia il
Col. Domenico d’Ortenzi, Cte dell’8°
Rgt. Genio Guastatori
Nella foto qui sopra, uno di tali
mezzi,approntato con una veste mimetica per l’ambiente desertico.
Tutte le attività sono state seguite da una videocamera installata
su una sorta di drone, praticamente
un minielicottero elettrico e quindi
particolarmente silenzioso che si può
vedere nella foto qui sotto.
Il Gen.C.A. Vittorio Bernard premia il
Col. Rocco Capuano, Cte del 2° Rgt.
Genio Pontieri
Le attività si sono concluse con
lo schieramento di personale e mezzi
esercitati.
Prima di lasciare la tribuna, si è
proceduto alla consegna di tre targhe
di benemerenza ad altrettanti comandanti di unità Genio.
Il Gen.C.A. Roberto Scaranari premia
il Ten.Col. Stefano Martinelli del 7°
Reparto Infrastrutture di Firenze
Pag. 23
E’ stato il Cte delle Forze Operative Terrestri, Gen.C.A, Roberto
Bernardini, a decorare con una Croce d’Argento ed una di Bronzo al
Merito dell’Esercito il personale che
si è guadagnato tali decorazioni nelle ultime attività operative.
E’ stato poi il momento di lasciare
la tribuna per andare a visitare una moltitudine di stands allestiti
dalle società che producono materiali per la Forza Armata ed in particolare per il Genio.
Non è possibile far vedere
qui tutti i materiali altamente tecnologici che erano esposti per cui
ne citerò soltanto due.
Tra i più significativi, in particolare per i genieri che devono
intervenire contro trappole esplosive o comunque in situazioni ad
alto rischio c’è il “Leobardo-B”.
Croce d’Argento al Col. Maurizio Mascarino, Cte del Centro d’Eccellenza CIED del Comando del Genio
Croce di Bronzo al 1° Maresciallo Gianluca Rinaldi del Rgt. Genio Ferrovieri
Pag. 24
Si tratta di una base cingolata (ma può anche essere ruotata)
delle dimensioni di 70 cm di lunghezza per 60 di larghezza e 28 di
altezza, alimentata a batteria con
una autonomia tra le 2 e 4 ore, e
quindi assolutamente silenziosa,
su cui possono essere installati
vari apparati a seconda delle specifiche esigenze e comunque una
videocamera con visione notturna
all’infrarosso termico ed un braccio
snodato su cui si possono inserire
vari utensili che vanno dal manipolatore a pinza, un piccolo escavatore, un specie di canna di pistola
per distruggere un piccolo obiettivo, un sensore per offese chimiche, biologiche e radiologiche, un
metaldetector, una videocamera
endoscopica flessibile. Ed eccone
qui una diversa immagine in cui si
può vedere meglio la forma del
braccio snodabile telescopico.
Concludo con un cenno ad un
sistema che afferisce più alla Guerra Elettronica che al Genio ma che
potrebbe servire a salvare molte
vite. Si tratta di un apparato utilizzabile da bordo di un mezzo tipo
“Lince” o similare, capace di analizzare le emissioni radio presenti in
zona ed oscurarle o disturbarle rendendo così impossibile l’attivazione
a distanza di cariche esplosive con
accenditori elettrici radiocomandati.
Genieri sempre più utilizzatori
di tecnologia e meno “zappatori”.
R.S.
26 giugno 2014
La mattinata è iniziata con
l’inaugurazione da parte del Co-
mandante delle Forze Operative
Terrestri - Gen.C.A. Roberto Bernardini - di una mostra di reperti e
modellini avuti temporaneamente in prestito
dall’Istituto Storico e di
Cultura dell’Arma del
Genio.
Erano con lui al
taglio
del
nastro
l’Ambasciatore Alessandro Cortese de Bosis ed il Presidente
Nazionale ANGET Gen.C.A. Maurizio Cicolin.
Eccellente il lavoro di scelta e prepaPag. 25
razione dei materiali e reperti fatta dal Gen.D. Antonio Li Gobbi come pure
l’opuscolo dell’immagine
qui a destra che sarà oggetto di pubblicazione nei
prossimi numeri di questo
notiziario.
La mattinata è continuata poi nella Sala Cinema della Scuola del Genio.
Nel suo discorso, originale come sua abitudine,
ha precisato che non intendeva fare un elenco delle
cose che lui stesso, con il
suo comando, aveva fatto,
bensì voleva parlare
dell’eredità di cose ancora
da fare che lasciava al suo
successore, Gen.B. Francesco Bindi.
Il Medagliere dell’ANGET
La Bandiera dell’Arma del Genio
La cerimonia di cambio al vertice dell’Arma del Genio si è svolta,
secondo i canoni tradizionali, con il
discorso di commiato da parte del
Gen.D. Antonio Li Gobbi che lascia
il Comando del Genio per assumere quello della Regione Militare Esercito “Emilia-Romagna” con sede
a Bologna.
Pag. 26
Gen.D. Antonio Li Gobbi
cero elogio
al Gen. Li
Gobbi per
la sua attività appassionata e
capace,
oltre
che
innovativa,
svolta alla
g u i d a
dell’Arma
derl Genio.
Come
ci
aveva oramai abituati
in questa
fitta
sequenza di cerimonie, il Gen. Bernardini ha parlato ancora una volta
“a braccio” con l’apprezzamento di
tutti i presenti.
Gen.B. Francesco Bindi
Dopo un brevissimo cenno di
saluto da parte del nuovo Comandante del Genio - Gen.B. Francesco Bindi - è stato il Comandante
delle Forze Operative Terrestri Gen.C.A. Roberto Bernardini - a
concludere la cerimonia con un sin-
Il Gen.C.A. Roberto Bernardini
Cte delle Foreze Operative Terrestri
R.S.
Pag. 27
Girolamo Scozzaro (Mimmo)
ha scelto la Domenica delle
Palme (13 aprile 2014) per
“andare avanti”
Non vi meravigliate se dedicherò al ricordo di “Mimmo” Scozzaro un po’ di spazio in più rispetto
a quanto sono solito fare in queste
tristi occasioni ma Mimmo, oltre ad
essere socio simpatizzante del nostro Gruppo Alpino Anget, era un
“Amico” nel vero e più esteso senso
della parola.
Ma prima di scrivere di questa
amicizia, vediamo chi era e che cosa ha fatto il Gen.D.(Ris.) Girolamo
Scozzaro.
Nato a Novara nel 1945, dopo
i normali studi scolastici ha abbracciato la carriera militare iniziando
dall’Accademia di Modena, proseguendo con la Scuola di Applicazione di Torino e completando successivamente la sua formazione professionale con la Scuola di Guerra
di Civitavecchia.
Nella sua vita militare da Alpino ha effettuato tutti i corsi formativi
della specialità: sci ed alpinismo,
Ha prestato servizio nel Btg. Alp.
”Bolzano” a Bressanone e nel Btg.
Logistico “Tridentina” a Varna iniziando così il suo attaccamento a
questa valorosa Brigata Alpina che
gli resterà nel cuore fino ai suoi ultimi giorni.
Ha comandato il Btg. Alp.
Pag. 28
”Pieve di Cadore” della Brigata Alp.
Cadore negli anni 1987-1988 e
successivamente, rientrato nella
sua Brigata Alpina “Tridentina”, ne
è stato prima il Vice Comandante
dal 1992 al 1993 e poi il Comandante dal 2000 al 2002, vivendo
l’emozione ma soprattutto il dispiacere di doverla sopprimere
nell’ambito del programma di riordinamento in senso riduttivo della
nostra Forza Armata.
La sua vita presso i reparti e
le unità alpine ha avuto notevoli ed
importanti diversivi in campo nazionale ed internazionale. Ha prestato
servizio presso l'Ufficio Operazioni
dello Stato Maggiore dell'Esercito a
Roma dal 1984 al 1987 ed ha ricoperto l'incarico di Capo Ufficio Informazioni presso il Comando della
Regione Militare Nord-Ovest di Torino dal 1988 al 1989.
Per nove anni ha prestato
servizio in ambito NATO: presso il
Comando Supremo delle Potenze
Alleate in Europa (SHAPE) a Mons
(Belgio) dal 1989 al 1992; presso il
Comando delle Forze Alleate del
Sud Europa a Bagnoli (NA) dal
1993 al 1995 e presso il Comando
delle Forze Terrestri Alleate del
Sud Europa a Verona (FTASE) dal
1998 al 2000 come Sottocapo di
Stato Maggiore Operativo .
Dal 1995 al 1998 è stato
Addetto Militare, Navale ed Aeronautico presso l'Ambasciata d'Italia a Sofia (Bulgaria), con accreditamento anche nella ex Repubblica Yugoslava di Macedonia
(FYROM).
Non cito le sue onorificenze
e decorazioni perché non è certo
grazie a qualche medaglia che
Mimmo ha dimostrato di essere un
“Grande”.
Mimmo ci ha dato prova della sua grande amicizia e disponibilità in numerose occasioni che
spaziano dal settore escursionistico ed alpinistico a quello artistico
per toccare l’ambiente delle Asso-
ciazioni d’Arma e comunque, in
ogni situazione, con grande entusiasmo. Così, nella foto di questa
pagina, lo vediamo sulle facili placc he i ni zi a l i d e l la F er r at a
“Tridentina” insieme a quattro amici tra i quali mi inserisco, immodestamente ma con grande piacere
ed orgoglio, anch’io.
Quando ha saputo del mio
impegno in qualità di Capo Gruppo Alpino dell’ANGET, ha voluto a
tutti i costi farne parte e nel 2005
si è iscritto come Socio Simpatizzante. A differenza di tanti Soci
Ordinari che avrebbero, in teoria,
maggiori titoli, ha partecipato attivamente alla vita del Gruppo, partecipando, ad esempio, nel 2005,
Pag. 29
alla cerimonia di gemellaggio tra il
nostro Gruppo ed il Museo degli
Alpini di Darfo-Boario Terme c o m e
si può vedere nella foto qui sotto, in
cui il Museo si presentava ancora
con la vecchia livrea (Il Gen. Scozzaro è ben riconoscibile come
quarto da sinistra)
La sua partecipazione alla
vita associativa del Gruppo non si
è limitata a garantire la sua presenza nelle occasioni più significative
ma è stato sempre immediatamen-
te disponibile a fornire la sua verve
di artista quando gli chiedevo delle
vignette per rallegrare le pagine di
questo notiziario. Ve ne ricordo alcune che possono essere viste a
Pag. 30
colori nel nostro sito
www,gruppalpanget.it
Ma l’estro artistico di Mimmo
andava ben oltre queste semplici
vignette: suonava la chitarra con cui
rallegrava gli incontri con gli amici
trovando ulteriori spunti per dar sfogo al suo spirito; dipingeva quadri
veri e non solo le caricature di cui
avete visto qualche esempio. Per
evitare un lungo elenco vorrei solo
esprimere la mia convinzione e cioè
che le sue mani non facessero in
tempo ad eseguire tutto quello che la
sua mente partoriva. In un biglietto
da visita che mi aveva dato anni fa,
vicino al disegno di una tavolozza
con i colori e due pennelli si leggeva:
“Artista, pittore, decoratore, restauratore, imbianchino, idraulico, elettricista, falegname, magut (chiuso il lunedì)”
e questo la dice lunga sul suo spirito.
Il suo impegno nei confronti
della Brigata Alpina “Tridentina”, di
cui - ricordo - è stato l’ultimo Comandante, ha raggiunto il livello più alto
proprio in quest’ultimo periodo della
sua vita.
Sabato 12 maggio 2012, la vigilia dell’Adunata Nazionale ANA di
Bolzano, ha ospitato a casa sua, a
Bressanone, un incontro tra il Gen.
Rigon ed il sottoscritto per la registrazione del
commento sonoro
del
DVD
sull’epopea della
Divisione Tridentina in Russia,
realizzato con le foto che lo stesso
Rigon aveva raccolto e catalogato
presso il Comando della Brigata.
Ma l’ultima battaglia di Mimmo, prima di affrontare quella ben
più grave contro “la bestia”, è stata
la lotta contro il Comune di Bressanone per avere una via della città
intitolata alla Brigata Alpina
“Tridentina”. Mi telefonò una domenica mattina dicendomi che con alcuni amici, anche loro ex della
“Tridentina”, aveva piazzato un gazebo in un punto centrale di Bressanone per raccogliere firme a favore del suo progetto. Non potevo
andare fino a Bressanone per mettere la mia firma ma suggerii di diffondere sul web la notizia della raccolta firme ed in breve riuscimmo
ad avere buoni risultati.
Ciò nonostante, il Comune di
Bressanone si offrì di modificare
soltanto l’intitolazione di una parte
di “Via Vittorio Veneto” in “Via degli
Alpini”, cosa che a Mimmo non andava assolutamente bene perché
non erano genericamente gli
“Alpini” a dover essere ricordati ma
più specificamente la “sua” Brigata.
Per quanto ne so io, Mimmo
ha lasciato aperta questa battaglia
e sarebbe bello che qualcuno raccogliesse il suo testimone per ottenere il risultato che lui tanto aveva
voluto.
Alla moglie Valentina ed ai
suoi figli Alberto e Andrea va la vicinanza e l’affetto di noi tutti.
Ciao Mimmo
Roberto Scaranari
Pag. 31
D'Aurelio Salvino
Ferrarini Carlo
Savoldelli Antonio
Fedon Giovanni
Liaci Carmelo
Ravani Martino
Biciotti Mario
Viezzoli Lucio
Papa Lorenzo
Colavero Giorgio
Bottaro Mario
Zerboni Alberto
Provenzano Luigi
Villa Adriano
Treachi Giovanni
Di Monaco Massimo
Spampinato Antonino
Bellomi Giuseppe
Montagna Gianfranco
Carlino Giuseppe
Di Giambattista Cesare
Salerno Luciano
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30
Chi non si trova
negli elenchi dei
vari mesi, mi mandi
la sua data di nascita……..e si troverà.
Franci Roberto
Morella Alfio
Casotto Armando
Penasa Alberto
Panzeri Alberto
Bottazzi Carlo
Rivis Aldo Guido
Casellato Angelo F.
Guaccio Alberto
Moricca ndrea
Polloni Osvaldo
Raneri Assunto
Chiodelli Renato
Nencini Eros
Evangelista Michele
Medolago Antonio
Colavero Sergio
Resce Ivan Ferlice
Rajola Michele
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25
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30
31
Questo notiziario
è visibile a colori,
in formato PDF,
sul nostro sito
www.gruppalpan
get.it.
Martinelli Giancarlo 03
Zedda Ranieri
05
Holzer Virginio
06
Travaini Tarcisio
06
Vadacca Enrico
07
Cicolin Maurizio
08
Vecchione Antonio 11
Sciocchetti Gian Piero 11
Mattelig Giuseppe
11
Micaletto Aldo
11
Formenti Orlando
13
Camerini Giorgio
13
De Monti Giovan B. 16
Di Dato Cesare
19
Olivotto Gianfranco 19
Marangon Sergio
20
Serra Angelo
21
Ronda Renzo
23
Donada Marino
24
Storti Remo
25
Paganin Giuseppe
27
Scaranari Leandro
27
Carlino Massimo
28
Entrade Dario
28
Civetta Pasquale
29
Stefanelli Vincenzo
01
Pedretti Ignazio
01
Marchi Cesare
02
Manella Silvano
04
Colaceci Massimo
04
Pastori Gabriella
08
Vieceli Adriano
08
Nicolussi Piero
11
Balliana Fabrizio
16
Vezzoli Giacomo
17
Chiarini Enrico
17
Gismondo Salvatore 18
Baldisserotto Ferruccio 19
Villa Luigi
20
Duiella Matteo
21
Spagnoli Giovanni
23
Pagano Renato
24
Pavesi Don Angelo
25
Fiore Gaetano
30
Diamo il benvenuto
al nuovo socio simpatizzante: Sergio
Gaggiani, da Milano, Alpino del 5°,
ma radiotelegrafista
BENVENUTO A: e radiomontatore.
(80 anni lo scorso
26 maggio: Auguri)
Anno 12° - n. 42 - luglio 2014
DIREZIONE E REDAZIONE
ISCRIZIONI 2014 (Euro 21.00)
Via di S.Erasmo, 15
C.C. Postale n. 43041086 intestato a
00184 Roma
Scaranari Roberto-Gruppo Alpino ANGET
Tel. 348.7924800 e 06.77206968
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Per bonifici bancari, il codice IBAN è:
DIRETTORE: Roberto Scaranari
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Collaboratori per questo numero:
Germano Pollini
Guido Buonomini
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www.iscag.it - www.museoalpinidarfo.it - www.centrostudimilitari.it