L’ECO DI BERGAMO 12 Economia GIOVEDÌ 11 SETTEMBRE 2014 Disoccupazione e profili difficili da reperire: situazione e proposte Disoccupazione a Bergamo e in Lombardia Assunzioni di difficile reperimento in provincia di Bergamo nel 2014 INDUSTRIA 570 (15,5%) % sul totale assunzioni SERVIZI 420 (6,7%) Metalli 27,8% Meccaniche 34,9% Gomma e della plastica 9,7% Tasso di disoccupazione in provincia nel 2013 7,4% 29,4% Commercio 8,1% Tessile e abbigliamento 11,4% Elettriche ed elettroniche 25,0% Le idee della Cisl di Bergamo 990 9,9% Turismo e ristorazione 4,9% Altre industrie 11,6% Fonte: Sistema Excelsior 15-24 anni Servizi operativi 2,7% Trasporti e logistica 13,4% Altri servizi 9,3% Tasso di disoccupazione in regione 2˚ trim. 2014 Lombardia 8% Piemonte 11,6% Veneto 7,3% Emilia Romagna 7,7% +0,5* -0,6 -1,1 -2 Coordinamento tra i servizi per il lavoro Osservatorio finanziato da pubblico e privato per monitorare i profili professionali richiesti Cabina di regia Incentivi per la ricollocazione e tirocinio di reinserimento Vincoli tra concessione e mantenimento del sostegno al reddito Report di risultato Trasmissione dei dati al sistema scolastico Fonte: Istat / Arifl *Variazione sul 2˚ trimestre 2013 Disoccupati e mestieri introvabili La Cisl prova a colmare il divario Proposta in 7 mosse per il lavoro. L’esperimento dei tirocini di reinserimento Piccinini: la nuova Provincia sia la volta buona per fare qualcosa di concreto SILVANA GALIZZI La Cisl ci riprova. Lancia una nuova proposta per contrastare la crisi del lavoro e, con un filo di amarezza, rileva che è «purtroppo l’ennesima» messa sul tavolo negli ultimi anni. E se finora i risultati sono stati scarsi, il segretario Ferdinando Piccinini ribadisce senza giri di parole quali sono state a suo avviso le mancanze e quali potranno essere le possibilità di svolta. «La Provincia non ha mai governato questi processi. Ci sono stati ritardi nel ripensare la funzione dei centri per l’impiego. La stessa Abf è una risorsa che si può sfruttare di più, pensando anche a una presenza del sindacato e delle imprese», dice. Se dunque la Provincia, in anni di grandi crolli nel mondo del lavoro in cui all’ordine del giorno c’è stata più la gestione delle emergenze che la progettazione di un futuro, è stata fino ad oggi, secondo la Cisl, «il problema», l’impostazione della «nuova Provincia» potrà essere «la volta buona per fare qualcosa: nel momento in cui si ridefiniscono le competenze istituzionali, occorre impostare anche metodologie nuove per temi così importanti come il lavoro», prosegue Piccinini. Posto che, sottolinea la Cisl, la Regione pare intenzionata a lasciare la delega al lavoro e alla formazione in capo alle Province. E posto anche che la Provincia non è comunque l’unico attore chiamato in causa: all’appello devono rispondere, per il sindacato, anche Camera di commercio e associazioni di categoria. Domanda e offerta di lavoro Ciò che si deve fare per la Cisl è risolvere il problema annoso dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro. «In Italia, come nella nostra provincia - sottoli- nea Giacomo Meloni della segreteria - coesistono due fenomeni all’apparenza opposti: alti livelli di disoccupazione, soprattutto giovanile da un lato e difficoltà delle imprese a trovare competenze e conoscenze adatte dall’altro». Il piano in sette punti della «Oggi non ci si può più nascondere dietro la Cassa integrazione» Cisl parte da qui e da alcuni dati: in otto anni di crisi in provincia l’occupazione nell’edilizia si è dimezzata; la disoccupazione è salita al 7,4%; quella giovanile è al 29,4%; ci sono circa 10 mila persone in cassa integrazione e le persone in cerca di occupazione, secondo i dati Istat, l’an- no scorso erano 36.900. Di contro, anche nella nostra provincia il 10% delle figure professionali cercate nell’industria e nei servizi sono considerate di difficile reperimento con tempi di ricerca che arrivano al record di quasi otto mesi nell’industria dei metalli e a cinque mesi nel tessile-abbigliamento. Sperimentazioni e cultura Per superare lo scoglio dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro, il piano in sette punti della Cisl ripropone tra le altre cose il monitoraggio delle esigenze occupazionali delle imprese e lancia una sperimentazione: il tirocinio di reinserimento. Si tratterebbe di prendere in carico i lavoratori in Cassa integrazione, formarli per una nuova occupazione mirata e inserirli in azienda per un tempo massimo di sei mesi con la sola copertura Inail a carico del- INSINDACABILE l’azienda. In questo modo, il lavoratore imparerebbe una nuova professionalità e l’impresa avrebbe la possibilità di provarlo quasi senza oneri. E tra i sette punti c’è anche un cambio di passo culturale: prevedere «vincoli forti tra la concessione e il mantenimento del sostegno al reddito». «Non ci si può più nascondere dietro la Cassa integrazione e dobbiamo uscire da una sorta di connivenza sindacale», conclude Piccinini. «Purtroppo anche da noi ci sono persone parcheggiate negli ammortizzatori sociali per una cattiva abitudine culturale. Questo non è più ammissibile. L’obiettivo deve essere rimettere le persone nel mondo del lavoro». La Cisl ha fatto la sua proposta. Ora, come dice lo stesso Piccinini, occorre ampliarla, se necessario, e soprattutto fissare qualche paletto concreto. ©RIPRODUZIONE RISERVATA IN BREVE Rsu Dalmine, arriva Landini Un valzer di poltrone in Cgil I l Jobs act vicino all’approdo in Senato e una manifestazione nazionale in calendario per il 25 ottobre. Maurizio Landini, segretario generale della Fiom-Cgil, oggi fa tappa a Bergamo per illustrare alle tute blu orobiche le questioni politico-sindacali sul tavolo, in una provincia dove la situazione della categoria è – diciamo così – movimentata. Landini incontrerà prima i lavoratori dell’Exide di Romano di Lombardia e poi quelli di Tenaris Dalmine (che a fine mese sono chiamatiad eleggereipropridelegati dopo sette anni di stand- Integrativo Lucchini Rs si punta anche sul welfare Maurizio Landini by). Infine si sposterà a Rogno, in occasione della terza edizione di «Cgil in festa», dove interverrà al dibattito «Il futuro dell’industria e dell’acciaio» (giusto ieri alla Lucchini Rs di Lovere si è tenuto il primo incontro fra azienda e sindacati sul rinnovo dell’integrativo). All’iniziativa, sabato è attesa anche la leader Cgil Susanna Camusso, che insieme ai parlamentari Pd AntonioMisianieMassimoMucchetti e all’onorevole Franco Bordo di Sel, discuterà di riforma della pubblica amministrazione. Nel frattempo, «passo dopo passo», prosegue il valzer di poltrone all’interno della Fiom e della Cgil di Bergamo. Il segretario generale dei fiommini, Eugenio Borella, entro l’anno dovrebbe entrare nella segreteria della Camera del lavoro (dove le tute blu non siedono dal 2010), mossa «distensiva» - nei rapporti tra Cgil e Fiom - che ha innescato una serie di spostamenti. In primis quello di Fulvio Bolis, un ACQUISTATE AZIONI passato da segretario dei chimici-tessili, oggi in segreteria Cgil con l’incarico di seguire le politiche del lavoro. Il nome di Bolis sarà proposto al prossimo direttivo Fiom per il suo ingresso nella categoria dei metalmeccanici (e successivamente, plausibilmente, nella segreteria). Per far posto a Bolis, il camussiano Mauro Rossi, funzionario Fiom e già segretario Nidil dal 2006 al 2011, si appresta ad approdare in Filcams, la categoria che rappresenta i lavoratori del commercio e dei servizi. E, a proposito di Filcams, sindacato in cui da qualche mese fa funzione di reggente Luisella Gagni, l’elezione di un nuovo segretario si avvicina. Voci di corridoio indicano Mario Colleoni come probabile leader, ma l’ufficialità ha bisogno dei suoi tempi e per il momento ci si limita a parlare di «lavori in corso». Per Italmobiliare più Italcementi Italmobiliare ha acquistato azioni Italcementi per un valore complessivo di circa 8,8 milioni di euro e ha arrotondato così la sua quota, ora di poco sopra al 45%. INTESA LOMBARDA Confartigianato con Equitalia Più collaborazione tra Equitalia Nord e Confartigianato Imprese Lombardia con l’accordo siglato ieri a Milano grazie al quale viene istituito un canale di assistenza dedicato, finalizzato a migliorare e semplificare il rapporto con il fisco. L’intesa, che si tradurrà in uno sportello telematico avrà una durata di due anni. Produzione ruote in Lucchini Rs Una richiesta di 900 euro in tre anni e l’introduzione del welfare aziendale per i lavoratori. Questi gli elementi che caratterizzano le richieste delle organizzazioni sindacali avanzate ieri alla Lucchini Rs nel corso del primo incontro a Brescia per discutere il rinnovo del contratto integrativo. Nella riunione è stata presentata la piattaforma, approvata dai lavoratori prima della fermata di agosto, e sono state messe sul tavolo le prime indicazioni. Da parte della Lucchini Rs la priorità è mantenere la competitività dell’azienda, visto che il mercato globale riduce i margini di guadagno anche dei settori in cui l’acciaieria dell’alto Sebino è maggiormente performante (su tutti, i prodotti per l’alta velocità ferroviaria). I sindacati, consapevoli che alla Lucchini Rs si parte da buoni livelli retributivi, chiedono che i risultati positivi raggiunti dall’azienda negli ultimi anni si traducano in un ulteriore incremento dei salari. «Le risorse per questo incremento – spiega Emilio Lollio della Uilm di Bergamo – possono essere trovate, secondo l’azienda, in una maggiore produttività tutta da definire». La piattaforma sindacale affronta anche il tema delle relazioni industriali, delle tipologie contrattuali, delle indennità, della previdenza complementare e, come elemento di novità, il welfare aziendale, tema che sta particolarmente a cuore della Fim. «Il carrello della spesa e i contributi per l’asilo nido dei figli dei dipendenti – sottolinea Alessandro Ponti dei metalmeccanici della Cisl di Bergamo – sono strumenti che iniziano a prendere piede anche nelle nostre fabbriche e vogliamo cogliere l’opportunità del rinnovo del contratto integrativo per portarli anche in Lucchini Rs, convinti come siamo che siano uno strumento di effettivo arricchimento per i lavoratori». Lo spirito costruttivo del primo incontro viene evidenziato anche dalla Fiom-Cgil: «Le richieste economiche contenute nella piattaforma – spiega il segretario regionale Mirco Rota – sono compatibili con il buon andamento aziendale degli ultimi anni e l’accordo raggiunto con le forge del gruppo Mamé confermano che anche per il futuro le prospettive sono buone. Da questa consapevolezza discende la necessità di dare anche ai lavoratori un adeguamento salariale». Azienda e sindacati si rivedranno il prossimo 24 settembre nella sede confindustriale di Brescia. Giuseppe Arrighetti
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