2 I CATECHISTI1: testimoni, maestri, educatori, costruttori di comunità IL CATECHISTA Svolge un “ministero” di cura IDENTITÀ E VOCAZIONE DEI CATECHISTI2 (n.73-86) Credenti autentici (n.73) Abilitati al servizio (n. 79) Uomo e donna Testimoni, educatori, della memoria (n.74) accompagnatori (n.76) Creativi, dinamici per saper Discepoli e cambiare nella fedeltà (n.80) comunicatori (n.81) Scelti con discernimento e mandati dal vescovo (n.77-78) Essere, sapere, saper fare, saper stare con (n.82) TESTIMONI DEL VANGELO E DI VERA UMANITÀ In cammino permanente … lavorando in equipe per mostrare il volto educativo della comunità. (n.83-86) 1 A cura di Maria Grazia PAU (Docente di Catechetica Fondamentale presso l’ISSR di Cagliari - collegato alla Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna) 2 CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Incontriamo Gesù. Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia, 2014 3 CATECHESI – CATECHISMI - CATECHISTI CHE COSA É LA CATECHESI?: CATECHESI (azione organica della comunità) PER CONOSCERE (La Parola di Dio contenuta nella S.Scrittura) ANNUNCIO CHE COSA CREDERE PER CELEBRARE (Fare memoria della Vita-MorteRisurrezione di Gesù Cristo) LITURGIA CHE COSA CELEBRARE Per VIVERE E CONTEMPLARE IL MISTERO DI CRISTO Nella vita quotidiana CARITÁ SCEGLIERE COME VIVERE La catechesi è esplicazione sempre più sistematica della prima evangelizzazione, educazione di coloro che si dispongono a ricevere il Battesimo o a ratificarne gli impegni, iniziazione alla vita della Chiesa e alla concreta testimonianza di carità (RdC 30) La catechesi è prolungamento della catechesi degli Apostoli e ha come centro vivo del suo insegnamento Gesù Cristo persona vivente nella pienezza della sua umanità e divinità come Salvatore e capo della Chiesa e di tutto il creato. La catechesi è azione o mediazione pastorale che mediante una sinergia di elementi (=Parola-Tradizione-Testimonianza), richiede un metodo che sappia tener presente le metodologie dell’azione e della conduzione di sistemi sociali. E’ servizio alla trasmissione della Parola di Dio e di tutto il messaggio cristiano, per cui necessita di un metodo che tenga presente la natura del messaggio, che rispetti il fatto che il messaggio è sempre portatore di salvezza, e che la didattica è la conseguenza di questo insegnamento e istruzione delle verità della fede. La catechesi è un ministero della Parola che ha come scopo quello di far maturare la vita di fede delle persone e delle comunità, e chiede un metodo che rispetti la persona nella sua unità e lo sviluppo della sua personalità. La catechesi è un processo educativo che deve rispettare le situazioni personali dei soggetti, e allo stesso tempo deve ricercare tutte quelle possibilità insite nella natura dell’apprendimento umano, ricercando sempre più metodi adatti per la comunicazione del messaggio e per lo sviluppo di un personale progetto di vita. La catechesi è animazione culturale in quanto promuove la formazione globale della persona al fine di una crescita armonica in un contesto sociale e culturale per comprenderne il significato, attraverso anche la produzione di simboli e codificazioni linguistiche di una esperienza. La catechesi tende a promuovere “la mentalità di fede” 4 LA CATECHESI >> È azione ecclesiale >> Contiene: annuncio, trasformazione e sacramentalità mediante la sua dimensione educativa >> forma i credenti per una precisa missione ecclesiale (contesto) in collegamento con gli obiettivi concreti di ogni comunità cristiana >> non è separabile dal processo vitale globale della persona >> la comunità con la sua testimonianza “autentica” l’interpretazione della Parola e della vita in Cristo. Catechesi3 Lo scopo definitivo della catechesi è di mettere qualcuno non solo in contatto, ma in comunione, in intimità con Gesù Cristo. Tutta l'azione evangelizzatrice è intesa a favorire la comunione con Gesù Cristo. A partire dalla conversione iniziale di una persona al Signore, suscitata dallo Spirito Santo mediante il primo annuncio, la catechesi si propone di dare un fondamento e far maturare questa prima adesione. Si tratta di aiutare colui che si è appena convertito a conoscere meglio questo Gesù, al quale si è abbandonato: conoscere il suo mistero, il regno di Dio che egli annuncia, le esigenze e le promesse contenute nel suo messaggio evangelico, le vie che egli ha tracciato per chiunque lo voglia seguire. La catechesi è quella forma particolare del ministero della Parola che fa maturare la conversione iniziale, fino a farne una viva, esplicita e operativa confessione di fede: la catechesi ha la sua origine nella confessione di fede e porta alla confessione di fede. Riferimenti e Concordanze: DGC 80 - 83 CCC 4-7, 25, 78, 98, 426, 983, 1095 3 STENICO TOMMASO, Dizionario dei termini catechistici del Direttorio Generale per la Catechesi, LEV, in http://www.clerus.org/clerus/dati/2000-11/16-2/2.html#n 5 La catechesi4 è intimamente legata alla missione evangelizzatrice della Chiesa. Radicata in questa vocazione ecclesiale, la catechesi si identifica come un servizio specifico che la comunità compie tra i suoi membri con l'intento di iniziare, abilitare e consolidare la fede nata dall'ascolto della Parola. Mediante questa azione educativa, la catechesi inizia alla vita comunitaria della Chiesa coloro che intendono abbracciare il cristianesimo. Come dice il Concilio: " ... siano convenientemente iniziati al mistero della salvezza ed alla pratica delle norme evangeliche, e mediante dei riti sacri, da celebrare successivamente, siano introdotti nella vita religiosa, liturgica e caritativa del Popolo di Dio " (AG 14). "È altresì necessario che essi imparino a cooperare attivamente all'evangelizzazione ed alla edificazione della Chiesa con la testimonianza della vita e con la professione della fede " (AG 14). La catechesi deve preoccuparsi di non omettere alcune realtà, quali l'azione dell'uomo per la sua liberazione integrale, la ricerca di una società più solidale e fraterna, le lotte per la giustizia e per la costruzione della pace" (GIOVANNI PAOLO II, Catechesi Tradendae, n. 29). 4 MARTÍNEZ BELTRÁN J.M., voce “Catechista”, in FLORISTAN CASIANO - TAMAYO JUAN JOSÈ, Dizionario sintetico di pastorale, Vedi: http://www.clerus.org/clerus/dati/2000-04/03-2/dpaa.html 6 Educare alle domande di senso… La centralità della persona umana (RdC 77) La persona=cuore della pastorale…. Chiunque voglia fare all’uomo d’oggi un discorso efficace su Dio, deve muovere dai problemi umani e tenerli presenti nell’esporre il messaggio. É questa, del resto, esigenza estrinseca per ogni discorso cristiano su Dio. Il Dio della Rivelazione, infatti, è il Dio con noi, il Dio che chiama, che salva e dà senso alla nostra vita; e la sua parola è destinata a irrompere nella storia, per rivelare a ogni uomo la sua vera vocazione e dargli modo di realizzarla. LA CATECHESI SI CONFIGURA COME EDUCAZIONE DELLA PERSONA A CERCARE LE RISPOSTE ALLE DOMANDE DI SENSO DELL’ESISTENZA MEDIANTE IL DIALOGO E IL DISCERNIMENTO Una dimensione costitutiva dell’essere umano è la dimensione religiosa, cioè il problema del “senso della vita” … Non c’è educazione integrale senza prendersi cura della dimensione religiosa dell’esperienza umana. Promuovere la comprensione della condizione umana fra potenzialità e fragilità…valutare i limiti e le possibilità delle ESPERIENZE dinanzi ai grandi problemi umani e alle domande di senso Promuovere una coscienza critica. Suscitare il desiderio di fare esperienza di vita cristiana. Avere consapevolezza del vissuto e delle caratteristiche del bello e del buono. 7 La Catechesi (Finalità e Compiti: Educare alla mentalità di fede) Dal Direttorio generale per la Catechesi (1997) Finalità della catechesi: la comunione con Gesù Cristo 80. «Lo scopo definitivo della catechesi è di mettere qualcuno non solo in contatto, ma in comunione, in intimità con Gesù Cristo ».5 Tutta l'azione evangelizzatrice è intesa a favorire la comunione con Gesù Cristo. A partire dalla conversione «iniziale»6 di una persona al Signore, suscitata dallo Spirito Santo mediante il primo annuncio, la catechesi si propone di dare un fondamento e far maturare questa prima adesione. Si tratta, allora, di aiutare colui che si è appena convertito a «...conoscere meglio questo Gesù, al quale si è abbandonato: conoscere il suo "mistero", il regno di Dio che egli annuncia, le esigenze e le promesse contenute nel suo messaggio evangelico, le vie che egli ha tracciato per chiunque lo voglia seguire»7 . Il Battesimo, sacramento mediante il quale «siamo resi conformi a Cristo»8, sostiene con la sua grazia quest'opera della catechesi. 81. La comunione con Gesù Cristo, per la sua stessa dinamica, spinge il discepolo a unirsi con tutto ciò con cui lo stesso Gesù Cristo era profondamente unito: con Dio, suo Padre, che lo aveva inviato nel mondo e con lo Spirito Santo, che gli dava l'impulso per la missione; con la Chiesa, suo corpo, per la quale si donò, e con gli uomini, suoi fratelli, la cui sorte ha voluto condividere. La finalità della catechesi si esprime nella professione di fede nell'unico Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo 82. La catechesi è quella forma particolare del ministero della Parola che fa maturare la conversione iniziale, fino a farne una viva, esplicita e operativa confessione di fede: «La catechesi ha la sua origine nella confessione di fede e porta alla confessione di fede»9. La professione di fede, interna al Battesimo10, è eminentemente trinitaria. La Chiesa battezza « nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo » (Mt 28,19)11, Dio uno e trino, al quale il cristiano affida la sua vita. La catechesi di iniziazione prepara — prima o dopo la ricezione del Battesimo — a questo decisivo impegno. La catechesi permanente aiuterà a maturare questa professione di fede continuamente, a proclamarla nell'Eucaristia e a rinnovare gli impegni che implica. È importante che la catechesi sappia unire bene la confessione di fede cristologica, «Gesù è il Signore», con la confessione trinitaria, «Credo nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo», poiché non sono che due modalità di esprimere la medesima fede cristiana. Chi per il primo annuncio si converte a Gesù Cristo e lo riconosce come Signore inizia un processo, aiutato dalla catechesi, che sbocca necessariamente nella confessione esplicita della Trinità. Con la confessione di fede nell'unico Dio, il cristiano rinuncia a servire qualsiasi assoluto umano: potere, piacere, razza, antenati, Stato, denaro...,12 liberandosi da qualsiasi idolo che lo renda schiavo. È la proclamazione della sua volontà di servire Dio e gli uomini senza alcun legame. Proclamando la fede nella Trinità, comunione di persone, il discepolo di Gesù Cristo manifesta contemporaneamente che l'amore di Dio e del prossimo è il principio che informa il suo essere e il suo operare. 83. La confessione di fede è completa solo se in riferimento alla Chiesa. Ogni battezzato proclama singolarmente il Credo, poiché nessuna azione è più personale di questa. Ma lo recita nella Chiesa e attraverso di essa, poiché lo fa come suo membro. Il «credo» e il «crediamo» si implicano mutuamente13. Nel fondere la propria confessione con quella della Chiesa, il cristiano è incorporato alla sua missione: essere «sacramento universale di salvezza» per la vita del mondo. Chi proclama la professione di fede assume impegni che non poche volte attireranno la persecuzione. Nella storia cristiana sono i martiri gli annunziatori e i testimoni per eccellenza14. 5 CT 5; cf CCC 426; AG 14a. In relazione con questa finalità cristologica della catechesi, si veda quanto indicato nella I parte, cap. 1: «Gesù Cristo mediatore e pienezza della Rivelazione»; e ciò che si dice nella II parte, cap. 1: «Il cristocentrismo del messaggio evangelico». 6 AG 13b. 7 CT 20c. 8 LG 7b. 9 Messaggio al Popolo di Dio 8; Cf CCC 185-197. 10 Cf CCC 189. 11 Cf CCC 189-190 e 197. 12 Cf CCC 2113. 13 Cf CCC 166-167; CCC 196. 14 Cf RM 45. 8 I compiti della catechesi attuano la sua finalità 84. La finalità della catechesi si realizza attraverso diversi compiti, mutuamente implicati15. Per attuarli, la catechesi si ispirerà certamente al modo in cui Gesù formava i suoi discepoli: faceva conoscere loro le diverse dimensioni del Regno di Dio («A voi è dato di conoscere i misteri del Regno dei cieli», Mt 13,11);16 insegnava loro a pregare («Quando pregate, dite: Padre...», (Lc 11,2);17 proponeva loro gli atteggiamenti evangelici («Imparate da me, che sono mite e umile di cuore», Mt 11,29), li iniziava alla missione (« Li inviò a due a due... », Lc 10,1).18 I compiti della catechesi corrispondono all'educazione delle diverse dimensioni della fede, poiché la catechesi è una formazione cristiana integrale, «aperta a tutte le componenti della vita cristiana»19. In virtù della sua stessa dinamica interna, la fede esige di essere conosciuta, celebrata, vissuta e tradotta in preghiera. La catechesi deve coltivare ciascuna di queste dimensioni. La fede, però, si vive nella comunità cristiana e si annuncia nella missione: è una fede condivisa e annunciata. Pure queste dimensioni devono essere favorite dalla catechesi. Il Concilio Vaticano II così espresse questi compiti: « La formazione catechistica, che dà luce e forza alla fede, nutre la vita cristiana secondo lo spirito di Cristo, porta a partecipare in maniera consapevole e attiva al mistero liturgico ed è stimolo all'azione apostolica »20. 15 Anche il DCG (1971) 21-29 distingue tra la finalità (finis) e i compiti (munera) della catechesi. Questi sono gli obiettivi specifici nei quali si concretizza la finalità. 16 Cf Mc 4,10-12. 17 Cf Mt 6,5-6. 18 Cf Mt 10,5-15. 19 CT 21b. 20 GE 4; cf RICA 19; CIC 788, 2. 9 I compiti fondamentali della catechesi: aiutare a conoscere, celebrare, vivere e contemplare il mistero di Cristo 85. I compiti fondamentali della catechesi sono: – Favorire la conoscenza della fede – L'educazione liturgica Colui che ha incontrato Cristo desidera Infatti, « Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, conoscerlo il più possibile, come pure desidera in modo speciale nelle azioni liturgiche »24. conoscere il disegno del Padre che egli rivelò. La comunione con Gesù Cristo conduce a celebrare La conoscenza dei contenuti della fede (fides la sua presenza salvifica nei sacramenti e, quae) è richiesta dalla adesione alla fede (fides particolarmente, nella Eucaristia. La Chiesa desidera qua)21. Già nell'ordine umano, l'amore per una ardentemente che tutti i fedeli cristiani siano condotti persona porta a volerla conoscere sempre di a quella partecipazione piena, consapevole e attiva più. La catechesi deve condurre, pertanto, a che esigono la natura della liturgia medesima e la «comprendere progressivamente tutta la verità dignità del loro sacerdozio battesimale25. Per questo, del progetto divino»22, introducendo i discepoli la catechesi, oltre a favorire la conoscenza del di Gesù Cristo nella conoscenza della significato della liturgia e dei sacramenti, deve Tradizione e della Scrittura, la quale è la educare i discepoli di Gesù Cristo « all'orazione, al «scienza sublime di Cristo» (Fil 3,8)23. ringraziamento, alla penitenza, alla domanda L'approfondimento nella conoscenza della fede fiduciosa, al senso comunitario, al linguaggio poiché tutto ciò è necessario illumina cristianamente l'esistenza umana, simbolico... »26, alimenta la vita di fede e abilita altresì a rendere affinché vi sia una vera vita liturgica. ragione di essa nel mondo. La consegna del simbolo, compendio della Scrittura e della fede della Chiesa, esprime la realizzazione di questo compito. – La formazione morale – Insegnare a pregare La conversione a Gesù Cristo implica il camminare al suo seguito. La catechesi deve, pertanto, trasmettere ai discepoli gli atteggiamenti propri del Maestro. Questi intraprendono così un cammino di trasformazione interiore, nel quale, partecipando al mistero pasquale del Signore, «passano dall'uomo 27 vecchio all'uomo nuovo in Cristo» . Il Discorso della Montagna, nel quale Gesù riprende il decalogo e gli 28 imprime lo spirito delle beatitudini, è un riferimento indispensabile nella formazione morale, oggi tanto necessaria. L'evangelizzazione, che comporta anche 29 l'annuncio e la proposta morale» , diffonde tutta la sua forza interpellante quando, unitamente alla parola annunciata, sa offrire anche la parola vissuta. Questa testimonianza morale, alla quale la catechesi prepara, deve saper mostrare le conseguenze sociali 30 delle esigenze evangeliche . 21 La comunione con Gesù Cristo conduce i discepoli ad assumere l'atteggiamento orante e contemplativo che ebbe il Maestro. Imparare a pregare con Gesù è pregare con i medesimi sentimenti con i quali Egli si rivolgeva al Padre: l'adorazione, la lode, il ringraziamento, la confidenza filiale, la supplica, l'ammirazione per la sua gloria. Questi sentimenti si riflettono nel Padre Nostro, la preghiera che Gesù insegnò ai discepoli e che è modello di ogni preghiera cristiana. La «consegna del Padre 31 32 Nostro» , sintesi di tutto il Vangelo , è, pertanto, vera espressione della realizzazione di questo compito. Quando la catechesi è permeata da un clima di preghiera, l'apprendimento di tutta la vita cristiana raggiunge la sua profondità. Questo clima si fa particolarmente necessario quando il catecumeno e i catechizzandi si trovano di fronte agli aspetti più esigenti del Vangelo e si sentono deboli, o quando scoprono — meravigliati — l'azione di Dio nella loro vita. Cf DCG (1971) 36a. DCG (1971) 24. 23 DV 25a. 24 SC 7. 25 Cf SC 14. 26 DCG (1971) 25b. 27 AG 13. 28 Cf LC 62; CCC 1965-1986. Il CCC 1697 precisa in particolare le caratteristiche che la catechesi deve assumere nella formazione morale. 29 Veritatis Splendor 107. 30 Cf CT 29f. 31 RICA 25 e 188-191. 32 Cf CCC 2761. 22 10 Altri compiti fondamentali della catechesi: Iniziazione ed educazione alla vita comunitaria e alla missione 86. La catechesi rende il cristiano idoneo a vivere in comunità e a partecipare attivamente alla vita e alla missione della Chiesa. Il Concilio Vaticano II indica la necessità per i pastori di « fomentare opportunamente lo spirito comunitario »33 e per i catecumeni di « imparare a cooperare attivamente all'evangelizzazione e all'edificazione della Chiesa »34. – L'educazione alla vita comunitaria a) La vita cristiana in comunità non s'improvvisa e bisogna educare ad essa con cura. Per questo apprendimento, l'insegnamento di Gesù sulla vita comunitaria, riportato dal Vangelo di Matteo, richiede alcuni atteggiamenti che la catechesi dovrà favorire: lo spirito di semplicità e di umiltà («Se non diventerete come i bambini... », Mt 18,3); la sollecitudine per i più piccoli («Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli...», Mt 18,6); l'attenzione speciale verso coloro che si sono allontanati ( andare in cerca della pecora perduta...», Mt 18,12); la correzione fraterna («Ammoniscilo fra te e lui solo...», Mt 18,15); la preghiera in comune. «Se due di voi si accorderanno per chiedere qualunque cosa...», Mt 18,19); il mutuo perdono, «fino a settanta volte sette...», Mt 18,22). L'amore fraterno unifica tutti questi atteggiamenti, «Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati», Gv 13,34). b) Nell'educare a questo senso comunitario, la catechesi curerà anche la dimensione ecumenica e incoraggerà atteggiamenti fraterni verso i membri di altre Chiese e comunità ecclesiali. Perciò la catechesi nel perseguire questa meta esporrà con chiarezza tutta la dottrina della Chiesa cattolica, evitando espressioni o esposizioni che possano indurre in errore. Favorirà, inoltre, « una buona conoscenza delle altre 35 confessioni» , con le quali esistono beni comuni come: «la Parola di Dio scritta, la vita della grazia, la fede, la speranza e la carità, e altri doni interiori dello 36 Spirito Santo» . La catechesi avrà una dimensione ecumenica nella misura in cui saprà suscitare e 37 alimentare «un vero desiderio dell'unità» , concepito non in vista di un facile irenismo, ma in vista dell'unità perfetta, quando il Signore lo vorrà e attraverso le vie che Egli vorrà. 33 – L'iniziazione alla missione a) La catechesi è parimenti aperta al dinamismo 38 missionario . Essa si sforza di abilitare i discepoli di Gesù a essere presenti da cristiani nella società, nella vita professionale, culturale e sociale. Li preparerà anche a prestare la loro cooperazione nei differenti servizi ecclesiali, secondo la vocazione di ciascuno. Questo impegno evangelizzatore è originato, per i fedeli laici, dai sacramenti dell'iniziazione cristiana e dal carattere 39 secolare della loro vocazione . È anche importante usare ogni mezzo per suscitare vocazioni sacerdotali e di particolare consacrazione a Dio nelle diverse forme di vita religiosa e apostolica e per accendere nel cuore dei singoli la vocazione speciale missionaria. Gli atteggiamenti evangelici che Gesù suggerì ai suoi discepoli, quando li iniziò alla missione, sono quelli che la catechesi deve alimentare: andare in cerca della pecora smarrita; annunciare e sanare nello stesso tempo; presentarsi poveri, senza oro né bisaccia; saper assumere il rifiuto e la persecuzione; porre la propria fiducia nel Padre e nel sostegno dello Spirito Santo; non attendersi 40 altro premio che la gioia di lavorare per il Regno . b) Nell'educare a questo senso missionario, la catechesi formerà al dialogo interreligioso, che può rendere i fedeli idonei a una comunicazione feconda con uomini e 41 donne di altre religioni . La catechesi mostrerà che il legame della Chiesa con le religioni non cristiane è, in primo luogo, quello della comune origine e del comune fine del genere umano, come pure quello dei molteplici « semi della Parola », che Dio ha deposto in quelle religioni. La catechesi aiuterà anche a saper conciliare e, nello stesso tempo, a saper distinguere l'«annuncio di Cristo» dal «dialogo interreligioso». Questi due elementi, mentre conservano la loro intima relazione, non devono essere né 42 confusi né considerati equivalenti . Infatti, «il dialogo 43 non dispensa dall'evangelizzazione» . PO 6d. AG 14d. 35 DCG (1971) 27. 36 UR 3b. 37 CT 32; cf CCC 821; CT 32-34. 38 Cf CT 24c e DCG (1971) 28. 39 Cf LG 31b e ChL 15; CCC 898-900. 40 Cf Mt 10,5-42 e Lc 10,1-20. 41 Cf EN 53 e RM 55-57. 42 Cf RM 55b; PONTIFICIO CONSIGLIO PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO E CONGREGAZIONE PER L'EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI, Istruzione Dialogo e Annuncio. Riflessioni e orientamenti de Evangelio nuntiando et de Dialogo inter Religioso (19 maggio 1991), nn. 14-54: AAS 84 (1992) pp. 419-432. CCC 839-845; Nella IV parte, cap. 4, parlando dei destinatari della catechesi, si ritorna sul tema nella sezione «La catechesi nel contesto delle altre religioni». 43 RM 55a. 34 11 Alcune considerazioni sull'insieme di questi compiti 87. I compiti della catechesi costituiscono, di conseguenza, un insieme di aspetti ricco e variegato. Su questo insieme è opportuno formulare alcune considerazioni: – Tutti i compiti sono necessari. Come per la vitalità di un organismo umano è necessario che funzionino tutti i suoi organi, così per la maturazione della vita cristiana occorre che siano coltivate tutte le sue dimensioni: la conoscenza della fede, la vita liturgica, la formazione morale, la preghiera, l'appartenenza comunitaria, lo spirito missionario. Se la catechesi trascurerà una di esse, la fede cristiana non conseguirà tutto il suo sviluppo. – Ogni compito, a modo suo, realizza la finalità della catechesi. La formazione morale, per esempio è essenzialmente cristologica e trinitaria, piena di senso ecclesiale e aperta alla dimensione sociale. Lo stesso avviene per l'educazione liturgica, essenzialmente religiosa ed ecclesiale, ma anche molto esigente nel suo impegno evangelizzatore a favore del mondo. – I compiti si implicano mutuamente e si sviluppano insieme. Ogni grande tema catechistico, per esempio, la catechesi su Dio Padre, ha una dimensione conoscitiva e implicazioni morali; si interiorizza nella preghiera e si assume nella testimonianza. Un compito chiama l'altro: la conoscenza della fede rende idonei alla missione; la vita sacramentale dà forza per la trasformazione morale. – Per realizzare i suoi compiti, la catechesi si vale di due grandi mezzi: la trasmissione del messaggio evangelico e l'esperienza della vita cristiana44. L'educazione liturgica, per esempio, ha bisogno di spiegare che cos'è la liturgia cristiana e che cosa sono i sacramenti; però deve anche fare sperimentare i differenti tipi di celebrazione, far scoprire e amare i simboli, il senso dei gesti corporali, ecc. La formazione morale non solo trasmette il contenuto della morale cristiana, ma coltiva anche attivamente gli atteggiamenti evangelici e i valori cristiani. – Le differenti dimensioni della fede sono oggetto di educazione tanto nel loro aspetto di «dono» quanto nel loro aspetto di «impegno». La conoscenza della fede, la vita liturgica, la sequela di Cristo sono, ciascuna, un dono dello Spirito che si riceve nella preghiera e, nello stesso tempo, un impegno di studio, spirituale, morale, testimoniale. Entrambi gli aspetti devono essere coltivati45. – Ogni dimensione della fede, come la fede nel suo insieme, deve radicarsi nell'esperienza umana, senza restare nella persona come qualcosa di posticcio o di isolato. La conoscenza della fede è significativa, illumina tutta l'esistenza e dialoga con la cultura; nella liturgia, tutta la vita personale è un'offerta spirituale; la morale evangelica assume ed eleva i valori umani; la preghiera è aperta a tutti i problemi personali e sociali46. 44 Cf CIC 773 e 788.2. Cf DCG (1971) 22 e 23. 46 Cf DCG (1971) 26. 45 12 CATECHISMI I nuovi catechismi esigono una nuova mentalità DA… A... Da una preoccupazione che si limita solo alle cose da dire. Dalla preoccupazione di modellare gli altri sulla falsariga dei nostri schemi e delle nostre abitudini. Dalla preoccupazione di “mandare” in chiesa. Dalla preoccupazione di insegnare e far recitare le preghiere. A un'attenzione, simpatia prioritaria per le “persone” Alla gioia di conoscere le persone e di saper ascoltare quanto Dio vuoi dirci anche attraverso loro, cosi da crescere insieme. Alla letizia di “ fare chiesa” insieme. Da un annuncio che si limita a fatti del passato e che riduce la religione ad un museo archeologico. Da una religione fatta di “no” e di precetti da osservare e da eseguire come sudditi. Da un Dio che premia e castiga. Dalla spiegazione meticolosa e passiva del catechismo scritto, considerato come un condensato del “sapere” religioso. Da una mentalità che delega. Dal vedere i laici come eterni minorenni, incapaci di assumere una responsabilità in ordine alla “Parola”. Da una religiosità vissuta e tramandata dall'ambiente. Da una nostalgia del passato, che si riesprime nella tentazione costante di confondere il regno di Dio con le nostre organizzazioni. Da una religione che discrimina ed emargina. Alla promozione di una nuova mentalità per pregare insieme, imparando ad ascoltare e a dialogare con Dio, presente nei fatti si vivono e nelle persone che si incontrano. All'annuncio di un Signore vivo, che anche oggi prende a cuore la storia dell’umanità. A una vita di fede che apre alla gioia di sentirsi amati, accolti, perdonati e riconosciuti come responsabili delle proprie scelte e del proprio futuro. A un Dio che è Padre che ama, specie quando si è deboli, poveri e in difficoltà. A una riflessione di fede sulla vita reale di ogni giorno, per imparare a leggervi il progetto di Dio e impegnarsi a rispondervi. Ad una mentalità di corresponsabilità. Al considerare i laici corresponsabili della Parola, capaci di viverla e di testimoniarla nel concreto della loro esistenza. A una vita di fede che scaturisca dalle proprie scelte personali e dal continuo ascolto della Parola di Dio nella Chiesa. Ad un'attenzione al presente e ai segni che, in esso, preannunciano il futuro, sentendosi costantemente in cammino. A una fede vissuta alla luce del vangelo di Gesù Cristo che rimuove le radici di ogni emarginazione e apre alla comunione e alla solidarietà…. 13 14 METE CATECHISTICHE - PISTE - CONTENUTI E DINAMICHE NEI CATECHISMI DEI FANCIULLI E DEI RAGAZZI CdF 1°Momento “IO SONO CON VOI” CdF 2° Momento “VENITE CON ME” CdR 3° Momento CdR 4°Momento “SARETE MIEI TESTIMONI” “VI HO CHIAMATO AMICI” Vangelo di MARCO Vangelo di LUCA ATTI DEGLI APOSTOLI Vangeli di MARCO/LUCA 11 unità didattiche 11 unità didattiche 6 unità didattiche 6 unità didattiche VEDERE GIUDICARE AGIRE RISPONDERE sei-otto anni otto-dieci anni undici-dodici anni dodici-quattordici celebrazione del sacramento della PENITENZA celebrazione del Sacramento dell’EUCARISTIA celebrazione del sacramento della CRESIMA assunzione di impegni di amore nella COMUNITÁ Riscoperta del Sacramento del Battesimo, mediante l’itinerario a DIO PADRE-CREATORE RIVELATO DAL FIGLIO GESU’ CRISTO CROCIFISSO E RISORTO IL QUALE MANDA IL DONO DELLO SPIRITO SANTO ALLA SUA CHIESA (Struttura del Credo) GESÚ CRISTO INVITA TUTTI AD ESSERE SUOI DISCEPOLI GESU’ RISORTO GARANTISCE LA PROPRIA PRESENZA NELLA STORIA PER FAR CONOSCERE IL PROGETTO DEL PADRE: A FIANCO DI COLORO CHE SI SONO FATTI SUOI DISCEPOLI NELLA CHIESA PERCHE’ TESTIMONINO FARE DI TUTTI NEL MONDO GLI UOMINI UN’UNICA FAMIGLIA IL PROGETTO DEL PADRE >> DIO PADRE >> GESÚ CRISTO RISORTO >> LO SPIRITO SANTO SI MANIFESTANO NELLA CHIESA SEGNO E STRUMENTO DELL’AMORE DI DIO NELLA STORIA I CRISTIANI SI INCONTRANO NELLA COMUNITÁ COSI’ CHE L’UMANITÁ PER REALIZZARE RICONCILIATA VIVA IN LA VOCAZIONE UNA REALTÁ NUOVA = AD ESSERE NELL’AMORE MEMBRA VIVE NELLA GIUSTIZIA PROTAGONISTI NELLA PACE NELLA CHIESA E PER REALIZZARE NUOVO POPOLO DI DIO IL REGNO DI DIO 15 Il Catechismo per l’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi sviluppa nei suoi quattro volumi una catechesi dell’iniziazione cristiana, attenta all’età della fanciullezza e della preadolescenza in una prospettiva unitaria dei sacramenti dell’iniziazione cristiana Il primo volume Io sono con voi, destinato ai fanciulli di 6-8 anni, propone un itinerario aperto all’esperienza di fede, in clima familiare particolarmente rispondente alle mete di un’evangelizzazione in questo momento della fanciullezza, e di una iniziazione battesimale ed eucaristica. Il testo conduce i fanciulli a scoprire i segni della presenza di Dio, Creatore e Padre, l’incontro e la testimonianza di Gesù risorto: la sua parola, la sua vita, la sua morte e risurrezione, il dono del suo Spirito, la sua presenza nella Chiesa e nella comunità eucaristica, il suo comandamento nuovo dell’amore, il suo perdono, la promessa del suo ritorno. Il terzo volume Sarete miei testimoni è destinato ai ragazzi di 11-12 anni e propone un itinerario catechistico che nutre in particolare l’esperienza di fede come testimonianza e servizio, vissuta nel gruppo, attorno alle mete principali di una organica iniziazione crismale e di uno sviluppo della coscienza ecclesiale. Il catechismo conduce i ragazzi a scoprire il disegno di Dio: come dono di comunione e di amicizia verso tutti gli uomini, da accogliere con libero atto di fiducia sull’esempio di Gesù; come progetto alla cui realizzazione sono chiamati a collaborare con la forza dello Spirito Santo; come realtà da manifestare e da vivere partecipando alla vita e alla missione della Chiesa; come evento da celebrare nel sacramento della cresima, momento di grazia e di conferma della scelta battesimale e di rinnovata matura partecipazione all’eucaristia. Il catechismo Venite con me, si rivolge ai fanciulli di 8-10 anni proponendogli un itinerario particolarmente attento all’esperienza di fede nella comunità parrocchiale, attorno alle mete principali di una iniziazione al discepolato, alla formazione della coscienza morale, alla celebrazione della penitenza e dell’eucaristia. Al centro della proposta di fede è l’incontro con Gesù che invita i fanciulli a seguirlo come discepoli nella comunità cristiana, per riconoscerlo nella fede come il Maestro e il Salvatore, entrare in comunione con lui nella Parola e nei sacramenti, imparare a vivere e ad amare come lui. Il quarto volume Vi ho chiamato amici è rivolto ai ragazzi dai 12 ai 14 anni e si propone di condurre ad una adesione di fede sempre più convinta e personalizzata. Il testo cura l’approfondimento dei sacramenti già celebrati, sviluppa la coscienza morale e orienta le scelte del ragazzo in senso vocazionale, educandolo alla missionarietà e al servizio. 16 Servitore dell’ evangelizzazione e della catechesi: In ordine al “saper essere” >> (=TESTIMONE) Sa “essere” testimone di Cristo il Crocifisso Risorto mediante una presenza attiva e collaborativa nella propria comunità cristiana, quale costruttore di comunità e espressione della Chiesa nella vita sociale e civile. Sa mostrare la fecondità della fede cristiana in tutte le realtà terrene. Sa rendere ragione della propria fede cristiana e della propria vocazione, nelle relazioni con gli altri, secondo le età; sa giustificare le proprie scelte etiche, in rapporto al significato cristiano della vita, e ai valori della religione cristiano-cattolica. >> In ordine al “saper fare” (=EDUCATORE) Sa “raccontare”, esporre, documentare e correlare oggettivamente i contenuti del messaggio cristiano, mediante programmazioni creative e allo stesso tempo coerenti con le esigenze dei destinatari attraverso l’elaborazione di itinerari differenziati, anche mediante l’acquisizione di nuove competenze nella relazione comunicativa e educativa, nei contesti della società pluriculturale e multireligiosa, segnata da differenti sistemi di significato. >> In ordine all’area del “sapere” (=MAESTRO) Conosce le tappe principali della Storia della Salvezza, le fonti principali del cristianesimo e le verità fondamentali del Credo; pone a fondamento dell’evangelizzazione la memoria storica della fede cristiana, mediante la “narrazione” dell’evento di salvezza che è Gesù il Crocifisso Risorto (fedeltà a Dio…). Sa riconoscere, mediante un approccio sistematico ai documenti del Magistero, il contributo del messaggio cristiano, della Tradizione della Chiesa nel campo della promozione della persona e della tutela dei diritti umani inviolabili, in Italia, in Europa, nel mondo. Sa cogliere le esigenze psicologiche dei destinatari del messaggio cristiano (…fedeltà all’uomo), e sa coniugare la dimensione veritativa e significativa del Cristianesimo con la dimensione ecclesiale e sociale. >> In ordine al “saper stare con” gli altri (dimensione comunitaria-ecclesiale) (=COSTRUTTORE DI COMUNITÁ) Sa promuovere relazioni umane significative, entrando in dialogo con tutti gli uomini, donne e bambini cristiani credenti e con i non credenti; con chi ha convinzioni religiose o filosofiche diverse dalle proprie. Esperto in dialogo, sa superare difficoltà contingenti per sostenere iniziative di pace. Sa aiutare i soggetti dell’evangelizzazione a cogliere la presenza e l’azione di Dio nella loro vita e nella storia degli uomini. Sa assumere le scelte della pastorale della Chiesa locale, per fonderle in una sintesi organica finalizzando la propria collaborazione all’edificazione della comunità cristiana nel proprio territorio. 17 I DOCUMENTI MAGISTERIALI PROGETTO CATECHISTICO ITALIANO TUTTI I DOCUMENTI DEL CONCILIO ECUMENICO VATICANO II (1962-1965) (RINNOVAMENTO TEOLOGICO PASTORALE >> Svolta antropologica) SACRA CONGREGAZIONE DEL CLERO Direttorio Catechistico Generale (1971) Direttorio Generale per la Catechesi (1997) >>>CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA Rinnovamento della Catechesi (1970) (Con lettera di Riconsegna-1988) PAOLO VI, Evangelii Nuntiandi (1975) GIOVANNI PAOLO II, Catechesi Tradendae (1979) Redemptoris Missio (1990) Fides et Ratio (1998) Novo Millenio ineunte (2001) BENEDETTO XVI Deus caritas est (2005) Porta Fidei (2011) FRANCESCO Lumen Fidei (2013) Evangelii Gaudium(2013) CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA (1992) CEI. CATECHISMO DEGLI ADULTI, “La verità vi farà liberi” (1995) 1° “Io ho scelto Voi”(1993) CEI. CATECHISMO DEI GIOVANI 2° “Venite e vedrete” (1997) UCN, La catechesi e il catechismo dei giovani (1999) “Lasciate che i bambini vengano a me” (1992) Sacramento del battesimo CEI-UCN, Educare i giovani alla fede (1999) CEI. CATECHISMO PER L’INIZIAZIONE CRISTIANA “Io Sono con voi” “Venite con me” “Sarete miei testimoni” “Vi chiamato amici” (1991) (1991) (1991) Sacramento dellaPenitenza Sacramento Sacramento della Cresima dell’Eucaristia CEI.UCN, Orientamenti e itinerari di formazione dei catechisti (1991) CEI-UCN, La formazione dei catechisti per l’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi (2006) CEI. L’iniziazione cristiana. CEI. L’iniziazione cristiana CEI. L’iniziazione cristiana. 1. Orientamenti per il Catecumenato degli Adulti (1997) 2. Orientamenti per l’iniziazione dei Fanciulli – Ragazzi (1999) 3. Orientamenti per il risveglio della fede e il completamento dell’iniziazione cristiana, (2003) CEI.UCN, La formazione dei catechisti nella comunità cristiana (1982) CEI-UCN, Incontro ai catechismi. Itinerario per la vita cristiana, [con CD Rom], (2000) CEI-UCN, Incontro ai catechismi – Confronto Sinottico, (2000) CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA Evangelizzazione e Sacramenti (1973) Evangelizzazione e testimonianza della carità (1990) Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia (2004) Comunione e Comunità (1981) Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia (2001) Educare alla vita buona del vangelo (2010) CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA Incontriamo Gesù Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia (2014) 18 ESSERE CATECHISTA47 per la nuova evangelizzazione nella Chiesa che è in Italia “...prima sono i catechisti e poi i catechismi, anzi prima ancora sono le comunità ecclesiali” (RdC n°200) Il catechista, infatti è espressione della comunità credente, da essa è chiamato, formato e inviato per la missione. La comunità credente convocata dalla Parola del Cristo Crocifisso e Risorto, che viene a fare nuove tutte le cose, è chiamata - a fare proprio il cammino della Chiesa che è in Italia, le sue espressioni più visibili, tra cui il rinnovamento liturgico, biblico, teologico, catechistico, ministeriale; - a interpretare i momenti più salienti della più recente storia della chiesa italiana, mediante una conoscenza, sostenuta dalla piena partecipazione alla vita della Chiesa locale, dei piani pastorali che caratterizzano e orientano di fatto il vivere dei cristiani oggi, e cioè i documenti della CEI: Evangelizzazione e Sacramenti (1973); Comunione e comunità (1988); Evangelizzazione e testimonianza della carità (1990). La comunità credente sospinta dall’azione rigeneratrice dello Spirito Santo , è chiamata - ad ascoltare ed a ri-comprendere sempre meglio il Vangelo nella propria vita quotidiana, per poi tradurne il messaggio agli uomini del proprio tempo, mediante una comunicazione suasiva e dialogante, fatta di parola, di gesti, di cultura, di arte o di poesia, soprattutto di testimonianza e coerenza nella vita. - a discernere i segni dei tempi per illuminare tutta la realtà umana, ponendosi in ascolto delle domande dell’uomo d’oggi, tra cui il desiderio universale di pace, di giustizia, di solidarietà fra gli uomini e fra i popoli; - a promuovere il vangelo della carità in tutti gli ambiti della vita sociale, donando il proprio impegno soprattutto alle situazioni più gravi di emarginazione e di ingiustizia in modo che dalla propria azione evangelizzatrice traspaia luminoso il volto misericordioso di Dio. La comunità credente è chiamata - ad elaborare itinerari di formazione per tutti i cristiani, in particolar modo per coloro che sono mandati a comunicare la fede, mediante gli strumenti normativi che sono i catechismi della CEI, in modo da promuovere un’autentica comunione in ordine alla conoscenza dei contenuti della fede, e una unità pastorale, tanto più auspicabile oggi, in un momento storico contrassegnato dalla dispersione dei valori. La comunità credente è chiamata ad aprirsi al mondo, a porsi in contemplazione del mondo, a lasciarsi interrogare dal mondo. E’ chiamata soprattutto a pregare nel mondo e per il mondo, a farsi lampada di carità, nell’annuncio instancabile della buona novella 47 Il catechista è colui che ha ricevuto la fede, la confessa, la celebra e la vive nella comunità cristiana, della quale esprime in particolar modo il ministero della parola e della carità nel servizio all’uomo e al mondo. Egli è chiamato - ad attuare la duplice e inseparabile fedeltà a Dio e all’uomo, nella storia concreta, ponendo attenzione a non separare il Vangelo dalla chiesa e la chiesa dal vangelo; - a maturare la piena consapevolezza della propria missione profetica, di cui deve farsi interprete intelligente mediante l’acquisizione di una pedagogia di ascolto e di discernimento, soprattutto in ordine ad una catechesi che tenga conto della dimensione di inculturazione, di territorialità e di apertura universale del messaggio cristiano. Il catechista, infatti, deve tener conto delle condizioni di vita dei suoi interlocutori, dei luoghi storici e geografici della concreta vita quotidiana e al tempo stesso deve promuovere l’apertura universale alla comunione tra i credenti, alla comprensione e all’accoglienza tra gli uomini, al di là della propria cultura, etnia o religione. Il catechista è chiamato a dire una fede adulta capace di esprimere in ogni circostanza la solidità della fede e dunque di dare ragione a chiunque della propria identità cattolica. Il catechista è discepolo umile dell’unico Maestro che è Cristo e si pone dunque, con la comunità cristiana in ascolto della Parola, in comunione con l’insegnamento dei Pastori. Il catechista è testimone di ciò che annuncia, perchè per primo ha vissuto la Parola nella propria vita. Il catechista è missionario, sempre proteso verso il bene dei fratelli e la costruzione della comunità di cui condivide la stessa ansia di evangelizzazione. Il catechista è compagno di strada perchè percorre la stessa strada degli altri uomini, attento alla cultura del proprio tempo e divenendo, ad imitazione di Gesù lui stesso buon samaritano, per lenire e curare le ferite dell’umanità. Il catechista è l’uomo delle armonie nel senso che mantiene la fedeltà al “depositum fidei”, e allo stesso tempo si sforza di promuovere la creatività e la fecondità originale della espressione della fede in ciascuno dei fratelli che aiuta a fare scelte autonome e ad aderire personalmente al progetto di Dio sulla propria vita. Cfr. CEI-UFFICIO CATECHISTICO NAZIONALE, La formazione dei catechisti nella comunità cristiana, Roma, 1982 UFFICIO CATECHISTICO NAZIONALE, Catechisti per una chiesa missionaria, EDB, Bologna, 1986 CEI-UFFICIO CATECHISTICO NAZIONALE, Orientamenti e itinerari di formazione dei catechisti, Roma, 1991 UFFICIO CATECHISTICO NAZIONALE, La formazione dei catechisti nella comunità cristiana per l’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, 2006 19 Il “SAPER FARE” del catechista-evangelizzatore TAPPE DI UNO SVILUPPO PROGRESSIVO PER REALIZZARE UN’AUTENTICA EDUCAZIONE DELLA FEDE 48 1) NARRARE LA PROPRIA ESPERIENZA PERSONALE Leggere e interpretare la propria esperienza personale e sociale relativamente alla propria situazione religiosa e di fede. Far emergere le domande di senso, gli interrogativi sul senso della vita, della gioia, della sofferenza, del mistero della morte. 3) SVILUPPARE UNA CONSAPEVOLEZZA CRITICA Far acquisire una rete di concetti e di contenuti fondamentali per rispondere alle domande di significato riguardo allo sviluppo delle domande religiose. 4) REALIZZARE UN AUTENTICO CONFRONTO INTERRELIGIOSO Favorire il confronto con le altre dimensioni religiose e gli altri sistemi di significato, presenti nel proprio ambiente, sviluppando l’educazione al dialogo e all’accoglienza delle differenze. 48 2) A PARTIRE DALLA CONOSCENZA OGGETTIVA Aiutare a esplorare i dati oggettivi riguardo al tema che si intende affrontare, raccogliendo e selezionando la documentazione necessaria a trovare le risposte. Gerarchizzare le risposte a seconda delle domande di senso da parte di ogni singola persona 4) PROMUOVERE APPROFONDIMENTI INTERCULTURALE Approfondire progressivamente le risposte collegandole alle dimensioni culturali presenti nel proprio orizzonte, intercettando esperienze, monumenti presenti nel territorio, opere d’arte, letteratura…. 5) FAVORIRE LA SINTESI PERSONALE Aiutare a realizzare una verifica del proprio percorso, al fine di riuscire a comprendere le proprie scelte personali e le motivazioni profonde delle proprie scelte etiche. Cfr PAYER FLAVIO, Un paradigma del lavoro didattico nell’apprendimento religioso, in TRENTI ZELINDO et alii (a cura di), Religio. Enciclopedia Tematica dell’educazione religiosa, Piemme, Casale Monferrato, 1988, p.576-577 20 IL CATECHISTA COME ANIMATORE DELLE ATTIVITÀ L 'animatore-catechista deve: -stimolare la creatività dei singoli e del gruppo: non offrire o suggerire attività già confezionate da lui; -orientare i diversi lavori al rivivere (in modo nuovo, diverso e personale) l'esperienza religiosa, cosicché i ragazzi/e non si blocchino alla attività in se stessa; -favorire la socializzazione per cui i diversi lavori costituiscano come la parte di un tutto o come un elemento di una struttura; -apprezzare e utilizzare i diversi apporti che vengono dai singoli e dal gruppo; -agganciare le attività alla vita della famiglia, del gruppo di amici, della scuola o della comunità parrocchiale, valutandole come uno dei tanti modi per « comunicare » e per entrare in dialogo con gli altri. Infatti, il pensiero umano ha vari modi per farsi sensibile e quindi comunicabile. Esso può esprimersi: a) attraverso la parola parlata (conversazione, dialogo, discorso: teatro, radio...) o scritta (giornale, rivista, libro, cartellone, poster...) ; b) attraverso la figurazione fissa o mobile (disegno, arti figurative e plastiche, fotografia, televisione, cinema;..) ; c) attraverso la musica nelle sue più svariate forme espressive strumentali e vocali, dirette o indirette (registrazione, disco...); donde anche la danza; d) attraverso il modo di essere, la cultura in senso ampio, inteso cioè come comportamento in genere, sia pubblico (costume politico, sociale, civico, religioso...) sia privato (folclore, tradizioni, usanze...). È chiaro che tutti questi segni possono coordinarsi e mescolarsi fra loro (stampa illustrata, cinema musicale, musica folcloristica, ecc.). Per materializzare questi segni e per renderli comunicabili, l'uomo deve servirsi di strumenti adeguati, che vanno da un minimo: il corpo umano (parola parlata, musica vocale, mimica, danza) ad un massimo: le invenzioni tecniche (stampa, cinema, televisione, ecc.).
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