Nuovi catechisti. Relazione prof.ssa Pau

2
I CATECHISTI1:
testimoni, maestri, educatori, costruttori di comunità
IL
CATECHISTA
Svolge un
“ministero”
di cura
IDENTITÀ E VOCAZIONE DEI CATECHISTI2 (n.73-86)
Credenti
autentici (n.73)
Abilitati al
servizio (n. 79)
Uomo e donna
Testimoni, educatori,
della memoria (n.74)
accompagnatori (n.76)
Creativi, dinamici per saper
Discepoli e
cambiare nella fedeltà (n.80) comunicatori (n.81)
Scelti con discernimento e
mandati dal vescovo (n.77-78)
Essere, sapere, saper fare, saper
stare con (n.82)
TESTIMONI DEL VANGELO E DI VERA UMANITÀ
In cammino permanente …
lavorando in equipe per mostrare il volto educativo della comunità. (n.83-86)
1
A cura di Maria Grazia PAU (Docente di Catechetica Fondamentale presso l’ISSR di Cagliari - collegato alla Pontificia Facoltà
Teologica della Sardegna)
2
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Incontriamo Gesù. Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia, 2014
3
CATECHESI – CATECHISMI - CATECHISTI
CHE COSA É LA CATECHESI?:
CATECHESI
(azione organica
della comunità)
PER CONOSCERE
(La Parola di Dio contenuta nella
S.Scrittura)
ANNUNCIO
CHE COSA CREDERE
PER CELEBRARE
(Fare memoria della Vita-MorteRisurrezione di Gesù Cristo)
LITURGIA
CHE COSA CELEBRARE
Per VIVERE E CONTEMPLARE
IL MISTERO DI CRISTO
Nella vita quotidiana
CARITÁ
SCEGLIERE COME VIVERE
La catechesi è esplicazione sempre più sistematica della prima evangelizzazione,
educazione di coloro che si dispongono a ricevere il Battesimo o a ratificarne gli impegni,
iniziazione alla vita della Chiesa e alla concreta testimonianza di carità (RdC 30)
La catechesi è prolungamento della catechesi degli Apostoli e ha come centro vivo del suo
insegnamento Gesù Cristo persona vivente nella pienezza della sua umanità e divinità come
Salvatore e capo della Chiesa e di tutto il creato.
La catechesi è azione o mediazione pastorale che mediante una sinergia di elementi
(=Parola-Tradizione-Testimonianza), richiede un metodo che sappia tener presente le
metodologie dell’azione e della conduzione di sistemi sociali.
E’ servizio alla trasmissione della Parola di Dio e di tutto il messaggio cristiano, per cui
necessita di un metodo che tenga presente la natura del messaggio, che rispetti il fatto che
il messaggio è sempre portatore di salvezza, e che la didattica è la conseguenza di questo
insegnamento e istruzione delle verità della fede.
La catechesi è un ministero della Parola che ha come scopo quello di far maturare la vita
di fede delle persone e delle comunità, e chiede un metodo che rispetti la persona nella
sua unità e lo sviluppo della sua personalità.
La catechesi è un processo educativo che deve rispettare le situazioni personali dei
soggetti, e allo stesso tempo deve ricercare tutte quelle possibilità insite nella natura
dell’apprendimento umano, ricercando sempre più metodi adatti per la comunicazione del
messaggio e per lo sviluppo di un personale progetto di vita.
La catechesi è animazione culturale in quanto promuove la formazione globale della
persona al fine di una crescita armonica in un contesto sociale e culturale per
comprenderne il significato, attraverso anche la produzione di simboli e codificazioni
linguistiche di una esperienza.
La catechesi tende a promuovere “la mentalità di fede”
4
LA CATECHESI
>> È azione ecclesiale
>> Contiene: annuncio,
trasformazione e sacramentalità
mediante la sua dimensione educativa
>> forma i credenti per una precisa
missione ecclesiale (contesto)
in collegamento con gli obiettivi concreti
di ogni comunità cristiana
>> non è separabile dal processo vitale
globale della persona
>> la comunità con la sua testimonianza
“autentica” l’interpretazione
della Parola e della vita in Cristo.
Catechesi3
Lo scopo definitivo della catechesi è di mettere qualcuno non solo in contatto, ma in comunione,
in intimità con Gesù Cristo. Tutta l'azione evangelizzatrice è intesa a favorire la comunione con
Gesù Cristo. A partire dalla conversione iniziale di una persona al Signore, suscitata dallo
Spirito Santo mediante il primo annuncio, la catechesi si propone di dare un fondamento e far
maturare questa prima adesione. Si tratta di aiutare colui che si è appena convertito a
conoscere meglio questo Gesù, al quale si è abbandonato: conoscere il suo mistero, il regno di
Dio che egli annuncia, le esigenze e le promesse contenute nel suo messaggio evangelico, le
vie che egli ha tracciato per chiunque lo voglia seguire. La catechesi è quella forma particolare
del ministero della Parola che fa maturare la conversione iniziale, fino a farne una viva, esplicita
e operativa confessione di fede: la catechesi ha la sua origine nella confessione di fede e porta
alla confessione di fede.
Riferimenti e Concordanze:
DGC 80 - 83
CCC 4-7, 25, 78, 98, 426, 983, 1095
3
STENICO TOMMASO, Dizionario dei termini catechistici del Direttorio Generale per la Catechesi, LEV,
in http://www.clerus.org/clerus/dati/2000-11/16-2/2.html#n
5
La catechesi4 è intimamente legata alla missione evangelizzatrice della Chiesa.
Radicata in questa vocazione ecclesiale, la catechesi si identifica come un
servizio specifico che la comunità compie tra i suoi membri con l'intento di iniziare,
abilitare e consolidare la fede nata dall'ascolto della Parola. Mediante questa
azione educativa, la catechesi inizia alla vita comunitaria della Chiesa coloro che
intendono abbracciare il cristianesimo. Come dice il Concilio: " ... siano
convenientemente iniziati al mistero della salvezza ed alla pratica delle norme
evangeliche, e mediante dei riti sacri, da celebrare successivamente, siano
introdotti nella vita religiosa, liturgica e caritativa del Popolo di Dio " (AG 14).
"È altresì necessario che essi imparino a cooperare attivamente
all'evangelizzazione ed alla edificazione della Chiesa con la testimonianza della
vita e con la professione della fede " (AG 14). La catechesi deve preoccuparsi di
non omettere alcune realtà, quali l'azione dell'uomo per la sua liberazione
integrale, la ricerca di una società più solidale e fraterna, le lotte per la giustizia e
per la costruzione della pace" (GIOVANNI PAOLO II, Catechesi Tradendae, n. 29).
4
MARTÍNEZ BELTRÁN J.M., voce “Catechista”, in FLORISTAN CASIANO - TAMAYO JUAN JOSÈ, Dizionario sintetico di pastorale,
Vedi: http://www.clerus.org/clerus/dati/2000-04/03-2/dpaa.html
6
Educare alle domande di senso…
La centralità della persona umana
(RdC 77)
La persona=cuore della pastorale….
Chiunque voglia fare all’uomo
d’oggi un discorso efficace su Dio,
deve muovere dai problemi umani e
tenerli presenti nell’esporre il
messaggio.
É questa, del resto, esigenza
estrinseca per ogni discorso
cristiano su Dio.
Il Dio della Rivelazione, infatti, è il
Dio con noi, il Dio che chiama, che
salva e dà senso alla nostra vita; e
la sua parola è destinata a
irrompere nella storia, per rivelare a
ogni uomo la sua vera vocazione e
dargli modo di realizzarla.
LA CATECHESI SI CONFIGURA
COME EDUCAZIONE DELLA
PERSONA A CERCARE LE
RISPOSTE ALLE DOMANDE DI
SENSO DELL’ESISTENZA
MEDIANTE IL DIALOGO E IL
DISCERNIMENTO
Una
dimensione
costitutiva
dell’essere umano è la dimensione
religiosa, cioè il problema del “senso
della vita” …
Non c’è educazione integrale senza
prendersi cura della dimensione
religiosa dell’esperienza umana.
Promuovere la comprensione della
condizione umana fra potenzialità e
fragilità…valutare i limiti e le
possibilità
delle
ESPERIENZE
dinanzi ai grandi problemi umani e
alle domande di senso
Promuovere una coscienza critica.
Suscitare il desiderio di fare
esperienza di vita cristiana.
Avere consapevolezza del vissuto e
delle caratteristiche del bello e del
buono.
7
La Catechesi (Finalità e Compiti: Educare alla mentalità di fede)
Dal Direttorio generale per la Catechesi (1997)
Finalità della catechesi: la comunione con Gesù Cristo
80. «Lo scopo definitivo della catechesi è di mettere qualcuno non solo in contatto, ma in
comunione, in intimità con Gesù Cristo ».5
Tutta l'azione evangelizzatrice è intesa a favorire la comunione con Gesù Cristo. A partire dalla
conversione «iniziale»6 di una persona al Signore, suscitata dallo Spirito Santo mediante il primo
annuncio, la catechesi si propone di dare un fondamento e far maturare questa prima adesione. Si tratta,
allora, di aiutare colui che si è appena convertito a «...conoscere meglio questo Gesù, al quale si è
abbandonato: conoscere il suo "mistero", il regno di Dio che egli annuncia, le esigenze e le promesse
contenute nel suo messaggio evangelico, le vie che egli ha tracciato per chiunque lo voglia seguire»7 .
Il Battesimo, sacramento mediante il quale «siamo resi conformi a Cristo»8, sostiene con la sua grazia
quest'opera della catechesi.
81. La comunione con Gesù Cristo, per la sua stessa dinamica, spinge il discepolo a unirsi con tutto ciò
con cui lo stesso Gesù Cristo era profondamente unito: con Dio, suo Padre, che lo aveva inviato nel
mondo e con lo Spirito Santo, che gli dava l'impulso per la missione; con la Chiesa, suo corpo, per la
quale si donò, e con gli uomini, suoi fratelli, la cui sorte ha voluto condividere.
La finalità della catechesi si esprime nella professione di fede nell'unico Dio: Padre, Figlio e
Spirito Santo
82. La catechesi è quella forma particolare del ministero della Parola che fa maturare la conversione
iniziale, fino a farne una viva, esplicita e operativa confessione di fede: «La catechesi ha la sua origine
nella confessione di fede e porta alla confessione di fede»9.
La professione di fede, interna al Battesimo10, è eminentemente trinitaria. La Chiesa battezza « nel
nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo » (Mt 28,19)11, Dio uno e trino, al quale il cristiano affida
la sua vita. La catechesi di iniziazione prepara — prima o dopo la ricezione del Battesimo — a questo
decisivo impegno. La catechesi permanente aiuterà a maturare questa professione di fede
continuamente, a proclamarla nell'Eucaristia e a rinnovare gli impegni che implica. È importante che la
catechesi sappia unire bene la confessione di fede cristologica, «Gesù è il Signore», con la confessione
trinitaria, «Credo nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo», poiché non sono che due modalità di
esprimere la medesima fede cristiana. Chi per il primo annuncio si converte a Gesù Cristo e lo riconosce
come Signore inizia un processo, aiutato dalla catechesi, che sbocca necessariamente nella
confessione esplicita della Trinità.
Con la confessione di fede nell'unico Dio, il cristiano rinuncia a servire qualsiasi assoluto umano: potere,
piacere, razza, antenati, Stato, denaro...,12 liberandosi da qualsiasi idolo che lo renda schiavo. È la
proclamazione della sua volontà di servire Dio e gli uomini senza alcun legame. Proclamando la fede
nella Trinità, comunione di persone, il discepolo di Gesù Cristo manifesta contemporaneamente che
l'amore di Dio e del prossimo è il principio che informa il suo essere e il suo operare.
83. La confessione di fede è completa solo se in riferimento alla Chiesa. Ogni battezzato proclama
singolarmente il Credo, poiché nessuna azione è più personale di questa. Ma lo recita nella Chiesa e
attraverso di essa, poiché lo fa come suo membro. Il «credo» e il «crediamo» si implicano
mutuamente13. Nel fondere la propria confessione con quella della Chiesa, il cristiano è incorporato alla
sua missione: essere «sacramento universale di salvezza» per la vita del mondo. Chi proclama la
professione di fede assume impegni che non poche volte attireranno la persecuzione. Nella storia
cristiana sono i martiri gli annunziatori e i testimoni per eccellenza14.
5
CT 5; cf CCC 426; AG 14a. In relazione con questa finalità cristologica della catechesi, si veda quanto indicato nella I parte, cap. 1: «Gesù
Cristo mediatore e pienezza della Rivelazione»; e ciò che si dice nella II parte, cap. 1: «Il cristocentrismo del messaggio evangelico».
6
AG 13b.
7
CT 20c.
8
LG 7b.
9
Messaggio al Popolo di Dio 8; Cf CCC 185-197.
10
Cf CCC 189.
11
Cf CCC 189-190 e 197.
12
Cf CCC 2113.
13
Cf CCC 166-167; CCC 196.
14
Cf RM 45.
8
I compiti della catechesi attuano la sua finalità
84. La finalità della catechesi si realizza attraverso diversi compiti, mutuamente implicati15. Per
attuarli, la catechesi si ispirerà certamente al modo in cui Gesù formava i suoi discepoli: faceva
conoscere loro le diverse dimensioni del Regno di Dio («A voi è dato di conoscere i misteri del
Regno dei cieli», Mt 13,11);16 insegnava loro a pregare («Quando pregate, dite: Padre...», (Lc 11,2);17
proponeva loro gli atteggiamenti evangelici («Imparate da me, che sono mite e umile di cuore», Mt
11,29), li iniziava alla missione (« Li inviò a due a due... », Lc 10,1).18
I compiti della catechesi corrispondono all'educazione delle diverse dimensioni della fede, poiché la
catechesi è una formazione cristiana integrale, «aperta a tutte le componenti della vita
cristiana»19.
In virtù della sua stessa dinamica interna, la fede esige di essere conosciuta, celebrata, vissuta e
tradotta in preghiera. La catechesi deve coltivare ciascuna di queste dimensioni. La fede, però, si vive
nella comunità cristiana e si annuncia nella missione: è una fede condivisa e annunciata. Pure queste
dimensioni devono essere favorite dalla catechesi.
Il Concilio Vaticano II così espresse questi compiti: « La formazione catechistica, che dà luce e forza alla
fede, nutre la vita cristiana secondo lo spirito di Cristo, porta a partecipare in maniera consapevole e
attiva al mistero liturgico ed è stimolo all'azione apostolica »20.
15
Anche il DCG (1971) 21-29 distingue tra la finalità (finis) e i compiti (munera) della catechesi. Questi sono gli obiettivi specifici nei quali si
concretizza la finalità.
16
Cf Mc 4,10-12.
17
Cf Mt 6,5-6.
18
Cf Mt 10,5-15.
19
CT 21b.
20
GE 4; cf RICA 19; CIC 788, 2.
9
I compiti fondamentali della catechesi:
aiutare a conoscere, celebrare, vivere e contemplare il mistero di Cristo
85. I compiti fondamentali della catechesi sono:
– Favorire la conoscenza della fede
– L'educazione liturgica
Colui che ha incontrato Cristo desidera Infatti, « Cristo è sempre presente nella sua Chiesa,
conoscerlo il più possibile, come pure desidera in modo speciale nelle azioni liturgiche »24.
conoscere il disegno del Padre che egli rivelò. La comunione con Gesù Cristo conduce a celebrare
La conoscenza dei contenuti della fede (fides la sua presenza salvifica nei sacramenti e,
quae) è richiesta dalla adesione alla fede (fides particolarmente, nella Eucaristia. La Chiesa desidera
qua)21. Già nell'ordine umano, l'amore per una ardentemente che tutti i fedeli cristiani siano condotti
persona porta a volerla conoscere sempre di a quella partecipazione piena, consapevole e attiva
più. La catechesi deve condurre, pertanto, a che esigono la natura della liturgia medesima e la
«comprendere progressivamente tutta la verità dignità del loro sacerdozio battesimale25. Per questo,
del progetto divino»22, introducendo i discepoli la catechesi, oltre a favorire la conoscenza del
di Gesù Cristo nella conoscenza della significato della liturgia e dei sacramenti, deve
Tradizione e della Scrittura, la quale è la educare i discepoli di Gesù Cristo « all'orazione, al
«scienza sublime di Cristo» (Fil 3,8)23.
ringraziamento, alla penitenza, alla domanda
L'approfondimento nella conoscenza della fede fiduciosa, al senso comunitario, al linguaggio
poiché tutto ciò è necessario
illumina cristianamente l'esistenza umana, simbolico... »26,
alimenta la vita di fede e abilita altresì a rendere affinché vi sia una vera vita liturgica.
ragione di essa nel mondo. La consegna del
simbolo, compendio della Scrittura e della fede
della Chiesa, esprime la realizzazione di questo
compito.
– La formazione morale
– Insegnare a pregare
La conversione a Gesù Cristo implica il camminare al
suo seguito. La catechesi deve, pertanto, trasmettere
ai discepoli gli atteggiamenti propri del Maestro.
Questi intraprendono così un cammino di
trasformazione interiore, nel quale, partecipando al
mistero pasquale del Signore, «passano dall'uomo
27
vecchio all'uomo nuovo in Cristo» . Il Discorso della
Montagna, nel quale Gesù riprende il decalogo e gli
28
imprime lo spirito delle beatitudini, è un riferimento
indispensabile nella formazione morale, oggi tanto
necessaria. L'evangelizzazione, che comporta anche
29
l'annuncio e la proposta morale» , diffonde tutta la
sua forza interpellante quando, unitamente alla
parola annunciata, sa offrire anche la parola vissuta.
Questa testimonianza morale, alla quale la catechesi
prepara, deve saper mostrare le conseguenze sociali
30
delle esigenze evangeliche .
21
La comunione con Gesù Cristo conduce i discepoli ad
assumere l'atteggiamento orante e contemplativo che
ebbe il Maestro. Imparare a pregare con Gesù è pregare
con i medesimi sentimenti con i quali Egli si rivolgeva al
Padre: l'adorazione, la lode, il ringraziamento, la
confidenza filiale, la supplica, l'ammirazione per la sua
gloria. Questi sentimenti si riflettono nel Padre Nostro, la
preghiera che Gesù insegnò ai discepoli e che è modello
di ogni preghiera cristiana. La «consegna del Padre
31
32
Nostro» , sintesi di tutto il Vangelo , è, pertanto, vera
espressione della realizzazione di questo compito.
Quando la catechesi è permeata da un clima di preghiera,
l'apprendimento di tutta la vita cristiana raggiunge la sua
profondità. Questo clima si fa particolarmente necessario
quando il catecumeno e i catechizzandi si trovano di
fronte agli aspetti più esigenti del Vangelo e si sentono
deboli, o quando scoprono — meravigliati — l'azione di
Dio nella loro vita.
Cf DCG (1971) 36a.
DCG (1971) 24.
23
DV 25a.
24
SC 7.
25
Cf SC 14.
26
DCG (1971) 25b.
27
AG 13.
28
Cf LC 62; CCC 1965-1986. Il CCC 1697 precisa in particolare le caratteristiche che la catechesi deve assumere nella formazione morale.
29
Veritatis Splendor 107.
30
Cf CT 29f.
31
RICA 25 e 188-191.
32
Cf CCC 2761.
22
10
Altri compiti fondamentali della catechesi:
Iniziazione ed educazione alla vita comunitaria e alla missione
86. La catechesi rende il cristiano idoneo a vivere in comunità e a partecipare attivamente alla vita e alla
missione della Chiesa. Il Concilio Vaticano II indica la necessità per i pastori di « fomentare
opportunamente lo spirito comunitario »33 e per i catecumeni di « imparare a cooperare attivamente
all'evangelizzazione e all'edificazione della Chiesa »34.
– L'educazione alla vita comunitaria
a) La vita cristiana in comunità non s'improvvisa e
bisogna educare ad essa con cura. Per questo
apprendimento, l'insegnamento di Gesù sulla vita
comunitaria, riportato dal Vangelo di Matteo, richiede
alcuni atteggiamenti che la catechesi dovrà favorire:
lo spirito di semplicità e di umiltà («Se non
diventerete come i bambini... », Mt 18,3); la
sollecitudine per i più piccoli («Chi scandalizza anche
uno solo di questi piccoli...», Mt 18,6); l'attenzione
speciale verso coloro che si sono allontanati ( andare
in cerca della pecora perduta...», Mt 18,12); la
correzione fraterna («Ammoniscilo fra te e lui
solo...», Mt 18,15); la preghiera in comune. «Se due
di voi si accorderanno per chiedere qualunque
cosa...», Mt 18,19); il mutuo perdono, «fino a
settanta volte sette...», Mt 18,22). L'amore fraterno
unifica tutti questi atteggiamenti, «Amatevi gli uni gli
altri come io vi ho amati», Gv 13,34).
b) Nell'educare a questo senso comunitario, la
catechesi curerà anche la dimensione ecumenica
e incoraggerà atteggiamenti fraterni verso i
membri di altre Chiese e comunità ecclesiali.
Perciò la catechesi nel perseguire questa meta
esporrà con chiarezza tutta la dottrina della
Chiesa cattolica, evitando espressioni o
esposizioni che possano indurre in errore.
Favorirà, inoltre, « una buona conoscenza delle altre
35
confessioni» , con le quali esistono beni comuni
come: «la Parola di Dio scritta, la vita della grazia, la
fede, la speranza e la carità, e altri doni interiori dello
36
Spirito Santo» . La catechesi avrà una dimensione
ecumenica nella misura in cui saprà suscitare e
37
alimentare «un vero desiderio dell'unità» ,
concepito non in vista di un facile irenismo, ma in
vista dell'unità perfetta, quando il Signore lo vorrà e
attraverso le vie che Egli vorrà.
33
– L'iniziazione alla missione
a) La catechesi è parimenti aperta al dinamismo
38
missionario . Essa si sforza di abilitare i discepoli di
Gesù a essere presenti da cristiani nella società, nella
vita professionale, culturale e sociale. Li preparerà
anche a prestare la loro cooperazione nei differenti servizi
ecclesiali, secondo la vocazione di ciascuno. Questo
impegno evangelizzatore è originato, per i fedeli laici, dai
sacramenti dell'iniziazione cristiana e dal carattere
39
secolare della loro vocazione . È anche importante usare
ogni mezzo per suscitare vocazioni sacerdotali e di
particolare consacrazione a Dio nelle diverse forme di vita
religiosa e apostolica e per accendere nel cuore dei
singoli la vocazione speciale missionaria.
Gli atteggiamenti evangelici che Gesù suggerì ai suoi
discepoli, quando li iniziò alla missione, sono quelli che la
catechesi deve alimentare: andare in cerca della pecora
smarrita; annunciare e sanare nello stesso tempo;
presentarsi poveri, senza oro né bisaccia; saper assumere
il rifiuto e la persecuzione; porre la propria fiducia nel
Padre e nel sostegno dello Spirito Santo; non attendersi
40
altro premio che la gioia di lavorare per il Regno .
b) Nell'educare a questo senso missionario, la catechesi
formerà al dialogo interreligioso, che può rendere i
fedeli idonei a una comunicazione feconda con uomini e
41
donne di altre religioni . La catechesi mostrerà che il
legame della Chiesa con le religioni non cristiane è, in
primo luogo, quello della comune origine e del comune
fine del genere umano, come pure quello dei molteplici «
semi della Parola », che Dio ha deposto in quelle religioni.
La catechesi aiuterà anche a saper conciliare e, nello
stesso tempo, a saper distinguere l'«annuncio di Cristo»
dal «dialogo interreligioso». Questi due elementi, mentre
conservano la loro intima relazione, non devono essere né
42
confusi né considerati equivalenti .
Infatti, «il dialogo
43
non dispensa dall'evangelizzazione» .
PO 6d.
AG 14d.
35
DCG (1971) 27.
36
UR 3b.
37
CT 32; cf CCC 821; CT 32-34.
38
Cf CT 24c e DCG (1971) 28.
39
Cf LG 31b e ChL 15; CCC 898-900.
40
Cf Mt 10,5-42 e Lc 10,1-20.
41
Cf EN 53 e RM 55-57.
42
Cf RM 55b; PONTIFICIO CONSIGLIO PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO E CONGREGAZIONE PER L'EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI,
Istruzione Dialogo e Annuncio. Riflessioni e orientamenti de Evangelio nuntiando et de Dialogo inter Religioso (19 maggio 1991), nn. 14-54:
AAS 84 (1992) pp. 419-432. CCC 839-845; Nella IV parte, cap. 4, parlando dei destinatari della catechesi, si ritorna sul tema nella sezione
«La catechesi nel contesto delle altre religioni».
43
RM 55a.
34
11
Alcune considerazioni sull'insieme di questi compiti
87. I compiti della catechesi costituiscono, di conseguenza, un insieme di aspetti ricco e variegato.
Su questo insieme è opportuno formulare alcune considerazioni:
– Tutti i compiti sono necessari. Come per la vitalità di un organismo umano è necessario che funzionino
tutti i suoi organi, così per la maturazione della vita cristiana occorre che siano coltivate tutte le sue
dimensioni: la conoscenza della fede, la vita liturgica, la formazione morale, la preghiera, l'appartenenza
comunitaria, lo spirito missionario. Se la catechesi trascurerà una di esse, la fede cristiana non
conseguirà tutto il suo sviluppo.
– Ogni compito, a modo suo, realizza la finalità della catechesi. La formazione morale, per esempio è
essenzialmente cristologica e trinitaria, piena di senso ecclesiale e aperta alla dimensione sociale. Lo
stesso avviene per l'educazione liturgica, essenzialmente religiosa ed ecclesiale, ma anche molto
esigente nel suo impegno evangelizzatore a favore del mondo.
– I compiti si implicano mutuamente e si sviluppano insieme. Ogni grande tema catechistico, per
esempio, la catechesi su Dio Padre, ha una dimensione conoscitiva e implicazioni morali; si interiorizza
nella preghiera e si assume nella testimonianza. Un compito chiama l'altro: la conoscenza della fede
rende idonei alla missione; la vita sacramentale dà forza per la trasformazione morale.
– Per realizzare i suoi compiti, la catechesi si vale di due grandi mezzi: la trasmissione del messaggio
evangelico e l'esperienza della vita cristiana44. L'educazione liturgica, per esempio, ha bisogno di
spiegare che cos'è la liturgia cristiana e che cosa sono i sacramenti; però deve anche fare sperimentare
i differenti tipi di celebrazione, far scoprire e amare i simboli, il senso dei gesti corporali, ecc. La
formazione morale non solo trasmette il contenuto della morale cristiana, ma coltiva anche attivamente
gli atteggiamenti evangelici e i valori cristiani.
– Le differenti dimensioni della fede sono oggetto di educazione tanto nel loro aspetto di «dono» quanto
nel loro aspetto di «impegno». La conoscenza della fede, la vita liturgica, la sequela di Cristo sono,
ciascuna, un dono dello Spirito che si riceve nella preghiera e, nello stesso tempo, un impegno di studio,
spirituale, morale, testimoniale. Entrambi gli aspetti devono essere coltivati45.
– Ogni dimensione della fede, come la fede nel suo insieme, deve radicarsi nell'esperienza umana,
senza restare nella persona come qualcosa di posticcio o di isolato. La conoscenza della fede è
significativa, illumina tutta l'esistenza e dialoga con la cultura; nella liturgia, tutta la vita personale è
un'offerta spirituale; la morale evangelica assume ed eleva i valori umani; la preghiera è aperta a tutti i
problemi personali e sociali46.
44
Cf CIC 773 e 788.2.
Cf DCG (1971) 22 e 23.
46
Cf DCG (1971) 26.
45
12
CATECHISMI
I nuovi catechismi esigono una nuova mentalità
DA…
A...
Da una preoccupazione che si limita solo
alle cose da dire.
Dalla preoccupazione di modellare gli altri
sulla falsariga dei nostri schemi e delle
nostre abitudini.
Dalla preoccupazione di “mandare” in
chiesa.
Dalla preoccupazione di insegnare e far
recitare le preghiere.
A un'attenzione, simpatia prioritaria per le
“persone”
Alla gioia di conoscere le persone e di saper
ascoltare quanto Dio vuoi dirci anche
attraverso loro, cosi da crescere insieme.
Alla letizia di “ fare chiesa” insieme.
Da un annuncio che si limita a fatti del
passato e che riduce la religione ad un
museo archeologico.
Da una religione fatta di “no” e di
precetti da osservare e da eseguire
come sudditi.
Da un Dio che premia e castiga.
Dalla spiegazione meticolosa e passiva
del catechismo scritto, considerato
come un condensato del
“sapere”
religioso.
Da una mentalità che delega.
Dal vedere i laici come eterni minorenni,
incapaci di assumere una responsabilità
in ordine alla “Parola”.
Da una religiosità vissuta e tramandata
dall'ambiente.
Da una nostalgia del passato, che si
riesprime nella tentazione costante di
confondere il regno di Dio con le nostre
organizzazioni.
Da una religione che discrimina ed
emargina.
Alla promozione di una nuova mentalità per
pregare insieme, imparando ad ascoltare e a
dialogare con Dio, presente nei fatti si vivono
e nelle persone che si incontrano.
All'annuncio di un Signore vivo, che anche oggi
prende a cuore la storia dell’umanità.
A una vita di fede che apre alla gioia di sentirsi
amati, accolti, perdonati e riconosciuti come
responsabili delle proprie
scelte e del
proprio futuro.
A un Dio che è Padre che ama, specie quando
si è deboli, poveri e in difficoltà.
A una riflessione di fede sulla vita reale di ogni
giorno, per imparare a leggervi il progetto di
Dio e impegnarsi a rispondervi.
Ad una mentalità di corresponsabilità.
Al considerare i laici corresponsabili della
Parola, capaci di viverla e di testimoniarla
nel concreto della loro esistenza.
A una vita di fede che scaturisca dalle proprie
scelte personali e dal continuo ascolto della
Parola di Dio nella Chiesa.
Ad un'attenzione al presente e ai segni che, in
esso, preannunciano il futuro, sentendosi
costantemente in cammino.
A una fede vissuta alla luce del vangelo di Gesù
Cristo che rimuove le radici di ogni
emarginazione e apre alla comunione e alla
solidarietà….
13
14
METE CATECHISTICHE - PISTE - CONTENUTI E DINAMICHE
NEI CATECHISMI DEI FANCIULLI E DEI RAGAZZI
CdF 1°Momento
“IO SONO CON VOI”
CdF 2° Momento
“VENITE CON ME”
CdR 3° Momento
CdR 4°Momento
“SARETE MIEI TESTIMONI”
“VI HO CHIAMATO AMICI”
Vangelo di MARCO
Vangelo di LUCA
ATTI DEGLI APOSTOLI
Vangeli di MARCO/LUCA
11 unità didattiche
11 unità didattiche
6 unità didattiche
6 unità didattiche
VEDERE
GIUDICARE
AGIRE
RISPONDERE
sei-otto anni
otto-dieci anni
undici-dodici anni
dodici-quattordici
celebrazione del
sacramento
della PENITENZA
celebrazione del
Sacramento
dell’EUCARISTIA
celebrazione del
sacramento
della CRESIMA
assunzione di impegni di
amore
nella COMUNITÁ
Riscoperta del
Sacramento del
Battesimo, mediante
l’itinerario a
DIO PADRE-CREATORE
RIVELATO DAL
FIGLIO GESU’ CRISTO
CROCIFISSO E
RISORTO
IL QUALE MANDA
IL DONO
DELLO SPIRITO
SANTO ALLA SUA
CHIESA
(Struttura del Credo)
GESÚ CRISTO
INVITA TUTTI
AD ESSERE
SUOI DISCEPOLI
GESU’ RISORTO
GARANTISCE
LA PROPRIA PRESENZA
NELLA STORIA
PER FAR CONOSCERE
IL PROGETTO
DEL PADRE:
A FIANCO DI COLORO
CHE SI SONO FATTI
SUOI DISCEPOLI
NELLA CHIESA
PERCHE’ TESTIMONINO
FARE DI TUTTI
NEL MONDO
GLI UOMINI
UN’UNICA FAMIGLIA IL PROGETTO DEL PADRE
>> DIO PADRE
>> GESÚ CRISTO RISORTO
>> LO SPIRITO SANTO
SI MANIFESTANO
NELLA CHIESA
SEGNO E STRUMENTO
DELL’AMORE DI DIO
NELLA STORIA
I CRISTIANI
SI INCONTRANO
NELLA COMUNITÁ
COSI’ CHE L’UMANITÁ PER REALIZZARE
RICONCILIATA VIVA IN LA VOCAZIONE
UNA REALTÁ NUOVA =
AD ESSERE
NELL’AMORE
MEMBRA VIVE
NELLA GIUSTIZIA
PROTAGONISTI
NELLA PACE
NELLA CHIESA E
PER REALIZZARE
NUOVO POPOLO DI DIO
IL REGNO DI DIO
15
Il Catechismo per l’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi
sviluppa nei suoi quattro volumi una catechesi dell’iniziazione cristiana,
attenta all’età della fanciullezza e della preadolescenza
in una prospettiva unitaria dei sacramenti dell’iniziazione cristiana
Il primo volume Io sono con voi, destinato ai
fanciulli di 6-8 anni, propone un itinerario aperto
all’esperienza di fede, in clima familiare
particolarmente rispondente alle mete di
un’evangelizzazione in questo momento della
fanciullezza, e di una iniziazione battesimale ed
eucaristica. Il testo conduce i fanciulli a scoprire i
segni della presenza di Dio, Creatore e Padre,
l’incontro e la testimonianza di Gesù risorto: la sua
parola, la sua vita, la sua morte e risurrezione, il
dono del suo Spirito, la sua presenza nella Chiesa
e nella comunità eucaristica, il suo comandamento
nuovo dell’amore, il suo perdono, la promessa del
suo ritorno.
Il terzo volume Sarete miei testimoni è destinato ai
ragazzi di 11-12 anni e propone un itinerario
catechistico che nutre in particolare l’esperienza di
fede come testimonianza e servizio, vissuta nel
gruppo, attorno alle mete principali di una organica
iniziazione crismale e di uno sviluppo della
coscienza ecclesiale. Il catechismo conduce i
ragazzi a scoprire il disegno di Dio: come dono di
comunione e di amicizia verso tutti gli uomini, da
accogliere con libero atto di fiducia sull’esempio di
Gesù; come progetto alla cui realizzazione sono
chiamati a collaborare con la forza dello Spirito
Santo; come realtà da manifestare e da vivere
partecipando alla vita e alla missione della Chiesa;
come evento da celebrare nel sacramento della
cresima, momento di grazia e di conferma della
scelta battesimale e di rinnovata matura
partecipazione all’eucaristia.
Il catechismo Venite con me, si rivolge ai fanciulli
di 8-10 anni proponendogli un itinerario
particolarmente attento all’esperienza di fede nella
comunità parrocchiale, attorno alle mete principali
di una iniziazione al discepolato, alla formazione
della coscienza morale, alla celebrazione della
penitenza e dell’eucaristia. Al centro della
proposta di fede è l’incontro con Gesù che invita i
fanciulli a seguirlo come discepoli nella comunità
cristiana, per riconoscerlo nella fede come il
Maestro e il Salvatore, entrare in comunione con
lui nella Parola e nei sacramenti, imparare a vivere
e ad amare come lui.
Il quarto volume Vi ho chiamato amici è rivolto ai
ragazzi dai 12 ai 14 anni e si propone di condurre
ad una adesione di fede sempre più convinta e
personalizzata. Il testo cura l’approfondimento dei
sacramenti già celebrati, sviluppa la coscienza
morale e orienta le scelte del ragazzo in senso
vocazionale, educandolo alla missionarietà e al
servizio.
16
Servitore dell’ evangelizzazione e della catechesi:
In
ordine
al
“saper
essere”
>>
(=TESTIMONE)
Sa “essere” testimone di Cristo il Crocifisso
Risorto mediante una presenza attiva e
collaborativa nella propria comunità cristiana,
quale costruttore di comunità e espressione
della Chiesa nella vita sociale e civile.
Sa mostrare la fecondità della fede cristiana
in tutte le realtà terrene.
Sa rendere ragione della propria fede cristiana
e della propria vocazione, nelle relazioni con
gli altri, secondo le età; sa giustificare le
proprie scelte etiche, in rapporto al significato
cristiano della vita, e ai valori della religione
cristiano-cattolica.
>> In ordine al “saper fare” (=EDUCATORE)
Sa “raccontare”, esporre, documentare e
correlare oggettivamente i contenuti del
messaggio
cristiano,
mediante
programmazioni creative e allo stesso tempo
coerenti con le esigenze dei destinatari
attraverso
l’elaborazione
di
itinerari
differenziati, anche mediante l’acquisizione di
nuove
competenze
nella
relazione
comunicativa e educativa, nei contesti della
società pluriculturale e multireligiosa, segnata
da differenti sistemi di significato.
>> In ordine all’area del “sapere” (=MAESTRO)
Conosce le tappe principali della Storia della Salvezza,
le fonti principali del cristianesimo e le verità
fondamentali del Credo;
pone a fondamento
dell’evangelizzazione la memoria storica della fede
cristiana, mediante la “narrazione” dell’evento di
salvezza che è Gesù il Crocifisso Risorto (fedeltà a
Dio…).
Sa riconoscere, mediante un approccio sistematico ai
documenti del Magistero, il contributo del messaggio
cristiano, della Tradizione della Chiesa nel campo della
promozione della persona e della tutela dei diritti umani
inviolabili, in Italia, in Europa, nel mondo.
Sa cogliere le esigenze psicologiche dei destinatari del
messaggio cristiano (…fedeltà all’uomo), e sa coniugare
la dimensione veritativa e significativa del Cristianesimo
con la dimensione ecclesiale e sociale.
>> In ordine al “saper stare con” gli altri (dimensione
comunitaria-ecclesiale)
(=COSTRUTTORE DI COMUNITÁ)
Sa promuovere relazioni umane significative, entrando in
dialogo con tutti gli uomini, donne e bambini cristiani
credenti e con i non credenti; con chi ha convinzioni
religiose o filosofiche diverse dalle proprie. Esperto in
dialogo, sa superare difficoltà contingenti per sostenere
iniziative di pace.
Sa aiutare i soggetti dell’evangelizzazione a cogliere la
presenza e l’azione di Dio nella loro vita e nella storia
degli uomini.
Sa assumere le scelte della pastorale della Chiesa
locale, per fonderle in una sintesi organica finalizzando
la propria collaborazione all’edificazione della comunità
cristiana nel proprio territorio.
17
I DOCUMENTI MAGISTERIALI
PROGETTO CATECHISTICO ITALIANO
TUTTI I DOCUMENTI DEL CONCILIO ECUMENICO VATICANO II (1962-1965)
(RINNOVAMENTO TEOLOGICO PASTORALE >> Svolta antropologica)
SACRA CONGREGAZIONE DEL CLERO
Direttorio Catechistico Generale (1971)
Direttorio Generale per la Catechesi (1997)
>>>CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
Rinnovamento della Catechesi (1970)
(Con lettera di Riconsegna-1988)
PAOLO VI, Evangelii Nuntiandi (1975)
GIOVANNI PAOLO II,
Catechesi Tradendae (1979)
Redemptoris Missio (1990)
Fides et Ratio (1998)
Novo Millenio ineunte (2001)
BENEDETTO XVI
Deus caritas est (2005)
Porta Fidei (2011)
FRANCESCO
Lumen Fidei (2013)
Evangelii Gaudium(2013)
CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA (1992)
CEI. CATECHISMO DEGLI ADULTI, “La verità vi farà liberi” (1995)
1° “Io ho scelto Voi”(1993)
CEI. CATECHISMO DEI GIOVANI
2° “Venite e vedrete” (1997)
UCN, La catechesi e il catechismo dei giovani (1999)
“Lasciate che i bambini
vengano a me”
(1992)
Sacramento del battesimo
CEI-UCN, Educare i giovani alla fede (1999)
CEI. CATECHISMO PER L’INIZIAZIONE CRISTIANA
“Io Sono con voi”
“Venite con me”
“Sarete miei testimoni”
“Vi chiamato amici”
(1991)
(1991)
(1991)
Sacramento dellaPenitenza
Sacramento
Sacramento della Cresima
dell’Eucaristia
CEI.UCN,
Orientamenti e itinerari
di formazione dei catechisti (1991)
CEI-UCN, La formazione dei
catechisti per l’iniziazione cristiana
dei fanciulli e dei ragazzi (2006)
CEI. L’iniziazione cristiana.
CEI. L’iniziazione cristiana
CEI. L’iniziazione cristiana.
1. Orientamenti per il
Catecumenato degli Adulti (1997)
2. Orientamenti per l’iniziazione
dei Fanciulli – Ragazzi (1999)
3. Orientamenti per il risveglio della fede e il
completamento dell’iniziazione cristiana, (2003)
CEI.UCN,
La formazione dei catechisti
nella comunità cristiana (1982)
CEI-UCN, Incontro ai catechismi.
Itinerario per la vita cristiana, [con CD Rom], (2000)
CEI-UCN, Incontro ai catechismi –
Confronto Sinottico, (2000)
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
Evangelizzazione e Sacramenti (1973)
Evangelizzazione e
testimonianza della carità (1990)
Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che
cambia (2004)
Comunione e Comunità (1981)
Comunicare il Vangelo
in un mondo che cambia (2001)
Educare alla vita buona del vangelo (2010)
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
Incontriamo Gesù
Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia (2014)
18
ESSERE CATECHISTA47 per la nuova evangelizzazione nella Chiesa che è in Italia
“...prima sono i catechisti e poi i catechismi, anzi prima ancora sono le comunità ecclesiali” (RdC n°200)
Il catechista, infatti è espressione della comunità credente, da essa è chiamato, formato e inviato per la missione.
La comunità credente convocata dalla Parola del
Cristo Crocifisso e Risorto, che viene a fare nuove tutte
le cose, è chiamata
- a fare proprio il cammino della Chiesa che è in Italia,
le sue espressioni più visibili, tra cui il rinnovamento
liturgico, biblico, teologico, catechistico, ministeriale;
- a interpretare i momenti più salienti della più recente
storia della chiesa italiana, mediante una conoscenza,
sostenuta dalla piena partecipazione alla vita della
Chiesa locale, dei piani pastorali che caratterizzano e
orientano di fatto il vivere dei cristiani oggi, e cioè i
documenti della CEI: Evangelizzazione e Sacramenti
(1973);
Comunione
e
comunità
(1988);
Evangelizzazione e testimonianza della carità (1990).
La comunità credente sospinta dall’azione rigeneratrice dello Spirito Santo , è chiamata
- ad ascoltare ed a ri-comprendere sempre meglio il
Vangelo nella propria vita quotidiana, per poi tradurne il
messaggio agli uomini del proprio tempo, mediante una
comunicazione suasiva e dialogante, fatta di parola, di
gesti, di cultura, di arte o di poesia, soprattutto di
testimonianza e coerenza nella vita.
- a discernere i segni dei tempi per illuminare tutta la
realtà umana, ponendosi in ascolto delle domande
dell’uomo d’oggi, tra cui il desiderio universale di pace,
di giustizia, di solidarietà fra gli uomini e fra i popoli;
- a promuovere il vangelo della carità in tutti gli ambiti
della vita sociale, donando il proprio impegno
soprattutto alle situazioni più gravi di emarginazione e di
ingiustizia in modo che dalla propria azione
evangelizzatrice
traspaia
luminoso
il
volto
misericordioso di Dio.
La comunità credente è chiamata
- ad elaborare itinerari di formazione per tutti i cristiani,
in particolar modo per coloro che sono mandati a
comunicare la fede, mediante gli strumenti normativi
che sono i catechismi della CEI, in modo da
promuovere un’autentica comunione in ordine alla
conoscenza dei contenuti della fede, e una unità
pastorale, tanto più auspicabile oggi, in un momento
storico contrassegnato dalla dispersione dei valori.
La comunità credente è chiamata ad aprirsi al mondo,
a porsi in contemplazione del mondo, a lasciarsi
interrogare dal mondo. E’ chiamata soprattutto a
pregare nel mondo e per il mondo, a farsi lampada di
carità, nell’annuncio instancabile della buona novella
47
Il catechista è colui che ha ricevuto la fede, la confessa,
la celebra e la vive nella comunità cristiana, della quale
esprime in particolar modo il ministero della parola e della
carità nel servizio all’uomo e al mondo.
Egli è chiamato
- ad attuare la duplice e inseparabile fedeltà a Dio e
all’uomo, nella storia concreta, ponendo attenzione a non
separare il Vangelo dalla chiesa e la chiesa dal vangelo;
- a maturare la piena consapevolezza della propria
missione profetica, di cui deve farsi interprete intelligente
mediante l’acquisizione di una pedagogia di ascolto e di
discernimento, soprattutto in ordine ad una catechesi che
tenga conto della dimensione di inculturazione, di
territorialità e di apertura universale del messaggio
cristiano. Il catechista, infatti, deve tener conto delle
condizioni di vita dei suoi interlocutori, dei luoghi storici e
geografici della concreta vita quotidiana e al tempo stesso
deve promuovere l’apertura universale alla comunione tra
i credenti, alla comprensione e all’accoglienza tra gli
uomini, al di là della propria cultura, etnia o religione.
Il catechista è chiamato a dire una fede adulta capace di
esprimere in ogni circostanza la solidità della fede e
dunque di dare ragione a chiunque della propria identità
cattolica.
Il catechista è discepolo umile dell’unico Maestro che è
Cristo e si pone dunque, con la comunità cristiana in
ascolto della Parola, in comunione con l’insegnamento dei
Pastori.
Il catechista è testimone di ciò che annuncia, perchè per
primo ha vissuto la Parola nella propria vita.
Il catechista è missionario, sempre proteso verso il bene
dei fratelli e la costruzione della comunità di cui condivide
la stessa ansia di evangelizzazione.
Il catechista è compagno di strada perchè percorre la
stessa strada degli altri uomini, attento alla cultura del
proprio tempo e divenendo, ad imitazione di Gesù lui
stesso buon samaritano, per lenire e curare le ferite
dell’umanità.
Il catechista è l’uomo delle armonie nel senso che
mantiene la fedeltà al “depositum fidei”, e allo stesso
tempo si sforza di promuovere la creatività e la fecondità
originale della espressione della fede in ciascuno dei
fratelli che aiuta a fare scelte autonome e ad aderire
personalmente al progetto di Dio sulla propria vita.
Cfr. CEI-UFFICIO CATECHISTICO NAZIONALE, La formazione dei catechisti nella comunità cristiana, Roma, 1982
UFFICIO CATECHISTICO NAZIONALE, Catechisti per una chiesa missionaria, EDB, Bologna, 1986
CEI-UFFICIO CATECHISTICO NAZIONALE, Orientamenti e itinerari di formazione dei catechisti, Roma, 1991
UFFICIO CATECHISTICO NAZIONALE, La formazione dei catechisti nella comunità cristiana per l’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi,
2006
19
Il “SAPER FARE” del catechista-evangelizzatore
TAPPE DI UNO SVILUPPO PROGRESSIVO
PER REALIZZARE UN’AUTENTICA EDUCAZIONE DELLA FEDE 48
1) NARRARE LA PROPRIA ESPERIENZA
PERSONALE
Leggere
e
interpretare
la
propria
esperienza
personale
e
sociale
relativamente alla propria situazione
religiosa e di fede.
Far emergere le domande di senso, gli
interrogativi sul senso della vita, della
gioia, della sofferenza, del mistero della
morte.
3) SVILUPPARE UNA CONSAPEVOLEZZA
CRITICA
Far acquisire una rete di concetti e di
contenuti fondamentali per rispondere
alle domande di significato riguardo allo
sviluppo delle domande religiose.
4)
REALIZZARE
UN
AUTENTICO
CONFRONTO INTERRELIGIOSO
Favorire il confronto
con le altre
dimensioni religiose e gli altri sistemi di
significato, presenti nel proprio ambiente,
sviluppando l’educazione al dialogo e
all’accoglienza delle differenze.
48
2)
A
PARTIRE
DALLA
CONOSCENZA
OGGETTIVA
Aiutare a esplorare i dati oggettivi riguardo al
tema che si intende affrontare, raccogliendo e
selezionando la documentazione necessaria a
trovare le risposte. Gerarchizzare le risposte
a seconda delle domande di senso da parte di
ogni singola persona
4)
PROMUOVERE
APPROFONDIMENTI
INTERCULTURALE
Approfondire progressivamente le risposte
collegandole alle dimensioni culturali presenti
nel
proprio
orizzonte,
intercettando
esperienze, monumenti presenti nel territorio,
opere d’arte, letteratura….
5) FAVORIRE LA SINTESI PERSONALE
Aiutare a realizzare una verifica del proprio
percorso, al fine di riuscire a comprendere le
proprie scelte personali e le motivazioni
profonde delle proprie scelte etiche.
Cfr PAYER FLAVIO, Un paradigma del lavoro didattico nell’apprendimento religioso, in TRENTI ZELINDO et alii (a cura di), Religio.
Enciclopedia Tematica dell’educazione religiosa, Piemme, Casale Monferrato, 1988, p.576-577
20
IL CATECHISTA COME
ANIMATORE DELLE ATTIVITÀ
L 'animatore-catechista deve:
-stimolare la creatività dei singoli e del gruppo: non offrire o suggerire attività già confezionate
da lui;
-orientare i diversi lavori al rivivere (in modo nuovo, diverso e personale) l'esperienza religiosa,
cosicché i ragazzi/e non si blocchino alla attività in se stessa;
-favorire la socializzazione per cui i diversi lavori costituiscano come la parte di un tutto o come
un elemento di una struttura;
-apprezzare e utilizzare i diversi apporti che vengono dai singoli e dal gruppo;
-agganciare le attività alla vita della famiglia, del gruppo di amici, della scuola o della comunità
parrocchiale, valutandole come uno dei tanti modi per « comunicare » e per entrare in dialogo
con gli altri.
Infatti, il pensiero umano ha vari modi per farsi sensibile e quindi comunicabile.
Esso può esprimersi:
a) attraverso la parola parlata (conversazione, dialogo, discorso: teatro, radio...) o scritta
(giornale, rivista, libro, cartellone, poster...) ;
b) attraverso la figurazione fissa o mobile (disegno, arti figurative e plastiche, fotografia,
televisione, cinema;..) ;
c) attraverso la musica nelle sue più svariate forme espressive strumentali e vocali, dirette o
indirette (registrazione, disco...); donde anche la danza;
d) attraverso il modo di essere, la cultura in senso ampio, inteso cioè come comportamento in
genere, sia pubblico (costume politico, sociale, civico, religioso...) sia privato (folclore, tradizioni,
usanze...).
È chiaro che tutti questi segni possono coordinarsi e mescolarsi fra loro (stampa illustrata,
cinema musicale, musica folcloristica, ecc.).
Per materializzare questi segni e per renderli comunicabili, l'uomo deve servirsi di strumenti
adeguati, che vanno da un minimo: il corpo umano (parola parlata, musica vocale, mimica,
danza) ad un massimo: le invenzioni tecniche (stampa, cinema, televisione, ecc.).