Comunità in cammino

Periodico della comunità parrocchiale di Coccaglio - Settembre 2014 - n° 5/71
Editoriale
Direttore responsabile
sac. Giuseppe Mensi
periodico della Comunità parrocchiale
di Coccaglio
Autorizzazione del Tribunale di Brescia
n° 26/2007 dell’8 settembre 2004
Settembre 2014 - n° 5/71
Direttore
sac. Giovanni Gritti
Logo
Ugo Capretti
Correzione delle bozze
Rosa Cucchi
Si ringrazia il gruppo di persone che
provvedono alla distribuzione
Sommario
- Magari la fine della pausa estiva
avesse potuto significare per tutti
la ripresa dell’attività lavorativa,
affinché tutti, finalmente, possano esercitare il lavoro con cui
provvedere in maniera dignitosa
a sé e ai propri cari!
Questa interminabile crisi - già
s’è detto - poteva costituire
un’occasione per favorire l’educazione generalizzata a stili di vita
sobri e solidali; forse ne stiamo
invece subendo il danno, senza
ricavarne il bene che era possibile: una situazione che ci è costata e sta costando un conto salato
e che, per di più, si sta configurando come un’occasione persa,
una “spesa” non messa a frutto e
sprecata. Chi governa i popoli e le
economie ha le sue responsabilità. Il fatto è che se non si promettono mari e
monti, non si prendono voti.
- Il fenomeno di coloro che approdano sulle nostre coste, fuggendo da guerra
e miseria e le immancabili tragedie che trasformano il mare in una gigantesca
fossa comune non può lasciare indifferente la nostra coscienza di uomini e
cristiani.
- In questo contesto di tribolazione e sofferenza, ma non privo di segni di speranza, riprendiamo: è un cammino di famiglia, la grande famiglia parrocchiale
(espressione che deve sempre meno corrispondere ad un semplice modo di
dire per diventare sempre più realtà) ed è cammino di famiglie. L'immagine di
copertina è eloquente.
Buona lettura
ABBONAMENTO 2014
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Per i residenti, qualora a causa di qualche disguido il bollettino non venisse recapitato, rimane opportuno effettuare la
segnalazione come sopra indicato, ma
è anche possibile recuperare il numero
mancante ritirandolo in sacrestia o in
fondo alla chiesa.
Per i collaboratori de “La vecchia Pieve”
- Il prossimo numero uscirà il 23 novembre 2014. Gli articoli, in corpo 12 e formato .doc, su dischetto o, preferibilmente,
all’indirizzo di posta elettronica (v. sotto), devono pervenire entro il I dello stesso mese. Non rispondiamo della mancata pubblicazione degli articoli che perverranno oltre tale data. Gli scritti, compreso lo spazio per le immagini, non devono
sopravanzare le due pagine.
La Redazione non è tenuta a dare giustificazione degli articoli che ritiene opportuno non pubblicare o, all’occorrenza,
modificare. Vengono pubblicati scritti che siano almeno frutto di una rielaborazione personale da parte di chi li presenta.
- Le immagini vanno presentate nel formato informatico loro proprio, non incorporate nei documenti di testo.
- Il materiale informatico, fotografico o di altro tipo consegnato per la pubblicazione va ritirato nell’ufficio parrocchiale
entro 10 giorni dalla pubblicazione; il mancato ritiro verrà inteso come autorizzazione alla cestinatura.
Recapito degli articoli: p.za Marenzio 22f (canonica o sacrestia-ufficio parrocchiale) - [email protected]
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Editoriale
Martirio senza fine
di don Giovanni
D
al mondo arrivano le notizie
e le immagini raccapriccianti
delle crudeltà perpetrate da fondamentalisti; portiamo nel cuore - e
nella preghiera – la sorte delle minoranze religiose perseguitate e, in
particolare, dei nostri fratelli nella
fede. Da alcuni articoli giornalistici ricaviamo queste considerazioni sulle persecuzioni contro i cristiani.
Alcune settimane or sono, per
esempio, in India, quindi in
uno dei pochi stati democratici dell’Asia, sono stati arrestati
centinaia di cristiani e addirittura tre vescovi cattolici, per
aver promosso una marcia pacifica di 800 chilometri per sensibilizzare le autorità contro le discriminazioni ai danni dei dalit (cosiddetti
“fuori casta” o “intoccabili”) cristiani. I dalit sono quei 300 milioni di indiani che nell’induismo sono considerati nulla e non hanno diritti. Tra questi, i dalit convertiti al cristianesimo sono ulteriormente discriminati. Di questo, i nostri organi d’informazione non hanno parlato. Per “bucare” le pagine dei giornali,
occorre che scorra sangue, come l’anno scorso, proprio in India, nello stato dell’Orissa, con i feroci progrom
di fondamentalisti indù contro i cristiani. Lo scorso mese, dalla Nigeria è arrivata la notizia di 500 cristiani
(per lo più donne e bambini) ammazzati da islamici a colpi di machete in un villaggio. Qualche organo di
stampa ne ha parlato, altri, hanno dedicato al massacro un breve trafiletto, parlando di “oltre 100 morti
in disordini tra musulmani e cristiani”. Una mattanza di cristiani, perpetrata a freddo, presentata come
generico “disordine” dove non sembrano esserci né vittime né carnefici. Lo stesso trattamento ha spesso
subito il genocidio del Sudan, dove il regime islamista del Nord per venti anni ha massacrato le popolazioni cristiane e animiste del Sud per imporre la sharia, facendo circa due milioni di vittime; anzi, poiché i
cristiani col tempo hanno organizzato una loro resistenza al genocidio, questo a volte è stato derubricato
come un’interminabile serie di generici scontri fra musulmani e cristiani.
Basta considerare il fatto che la Corte Suprema sudanese ha stabilito che la crocifissione degli apòstati,
cioè di persone che erano musulmane praticanti e che si sono convertite al cristianesimo, è costituzionale,
per capire che le cose non stanno esattamente in questo modo. E di cristiani o membri di altre minoranze
religiose crocifissi parlano le cronache di questi giorni in Iraq e Siria.
C’è di peggio: non è mancato chi ha rappresentato quali carnefici proprio i cristiani. La Nigeria è un Paese
diviso a metà fra cristiani e musulmani; purtroppo, molti cristiani hanno cominciato a rispondere alla violenza con la violenza, la quale è sempre da condannare (infatti, i vescovi cattolici chiedono ripetutamente
ai cristiani di non rispondere agli attacchi con le armi); ma il fatto che l’avvenimento del giorno – l’eccidio
di cristiani di cui stiamo parlando – sia stato presentato in poche righe, rappresentando poi per tutta la
pagina i cristiani come sanguinari sterminatori, va contro le più elementari leggi del giornalismo.
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Editoriale
“In genere – scrive Antonio Socci - sui mass media quello che si vuole evitare di vedere e di riferire è che in
tutti i Paesi islamici i cristiani e le altre religioni sono discriminate e perseguitate, mentre da nessuna parte
i cristiani perseguitano i musulmani. Dove sta il problema? Nell’establishment intellettuale dell’Occidente
che pretende di vedere i cristiani sempre sul banco degli accusati e che non sopporta di riconoscerli come
vittime. E’ il pregiudizio anticristiano – soprattutto anticattolico – che ha impedito finora di accorgersi di
una clamorosa e dolorosa verità: che, cioè, i cristiani (e specialmente i cattolici), negli ultimi 50 anni, sono
stati e sono il gruppo umano più discriminato del pianeta, perché sono perseguitati sotto tutti i regimi e
a tutte le latitudini […]. Chi altro predica e testimonia l’amore e l’amore anche per i nemici?” (A. Socci).
A
bbiamo “migliaia di cristiani perseguitati e uccisi in 170 Paesi in tutto il mondo, la vasta maggioranza da musulmani militanti, spesso con la connivenza dello Stato nel quale vivono”. Omicidi, assalti,
intimidazioni, angherie, molestie, danni alla proprietà; intere comunità o villaggi vengono spazzati via,
con la tolleranza dei governi centrali o avendo questi come promotori. In un articolo di “Avvenire” si parla
di un documento in cui, oltre a dare relazione dei fatti su accennati, si stima che oggi vi sono tra i 250 e i
300 milioni di cristiani perseguitati in diversi Paesi del mondo e il loro numero è aumentato negli ultimi
25 anni. Lo ricordava anche Giovanni Paolo II e lo ha ribadito papa Francesco: ci sono stati più martiri cristiani negli ultimi 100 anni che nei 19 secoli precedenti messi insieme, a cominciare dallo sterminio degli
Armeni da parte dei Turchi e dei Curdi a inizio ‘900.
Il segretario di Stato card. Parolin ha recentemente affermato che in Iraq non è in atto uno scontro tra cristiani e musulmani ed è vero che la motivazione religiosa è usata per nasconderne altre, prevalentemente
di carattere economico; è anche vero che
molti musulmani iraqeni hanno aiutato
i cristiani e hanno subito a loro volta violenze dai fondamentalisti. Rimane però
il fatto che in molti Paesi a maggioranza
musulmana (che non conoscono la separazione tra Stato e Comunità religiosa)
i cristiani hanno pochi se non nessuno
dei diritti previsti dalla Dichiarazione
universale dei diritti dell’Uomo del 1948.
Non ci sfiori nemmeno il pensiero di ripagare con la stessa moneta: dimostreremmo di essere all’infimo livello chi si abbassa a commettere delitti inimmaginabili e
bestemmia il nome di Dio, comunque Lo
si chiami, servendosene per giustificare la
violenza dell’uomo sull’uomo.
Facciamo nostre queste domande:
"Quante volte abbiamo sentito ripetere
questa domanda “e se accadesse a te?”, senza poi vedere nulla di concreto.
- E se fossi tu un cristiano iraqeno di Mosul con moglie e bambini?
- E se fossi tu uno Yazidi sul monte Sinjar a patire la fame e la sete con i tuoi cari?
- E se un tuo parente fosse intrappolato in Iraq e potesse affidarsi solo alla preghiera per poter sfuggire
alla morte?
- E se l'unica cosa per cui preghi fosse un tozzo di pane e un sorso d'acqua, e ti fossero negati?
E se? E se? E se?
Queste domande devono provocare le nostre coscienze; ci ricordano che abbiamo fratelli e sorelle in
quell'angolo di mondo che soffrono e muoiono; ci spingono a non dimenticare che possiamo e dobbiamo
“fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi".
Non dimenticare: e se accadesse a te?"
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Editoriale
La celebrazione con la beatificazione Domenica 19 ottobre
in piazza S. P ietro a R oma
Paolo VI, il papa bresciano, sarà
proclamato beato
di don Giovanni
"Siamo fieri e gioiosi per il servizio di Paolo VI alla Chiesa e all'umanità". Così il nostro vescovo alla notizia, attesa, della firma di papa
Francesco sul decreto che apre ufficialmente le porte alla beatificazione
di Giovanni Battista Montini, il bresciano salito al soglio pontificio con il
nome di Paolo VI, grande e dimenticato figlio della terra bresciana. Come
è stato scritto su queste pagine lo scorso marzo, “Giovanni Paolo II volle,
in continuità con il suo immediato predecessore, assumere nel doppio
nome quello dei due Papi del Concilio”; è stato “proclamato santo insieme a Giovanni, da cui, sulla scia di Giovanni Paolo I, desunse la prima
parte del proprio nome”. E si osservava: “Manca un ‘tassello’: sarebbe stato significativo se anche Paolo VI fosse stato elevato agli onori degli altari
insieme al suo predecessore e al suo successore. Quel tassello che manca
è proprio il titolo di “santo” o almeno “beato” davanti al nome del Papa
bresciano”. Ora quel “tassello” sta per essere collocato. E così, “affratellati
in diversi modi qui in terra, Giovanni, Paolo e Giovanni Paolo lo sono
ancor di più in Paradiso e lo saranno nella venerazione di quella Chiesa
che tanto hanno amato, per la quale hanno sofferto, pregato, lottato”. Ci si consenta a tale proposito un’altra autocitazione, con qualche aggiunta, per non fingere di presentare come affermazione nuova quanto in realtà è già
stato detto: “Dopo Giovanni XXIII, Paolo VI; dopo il ciclone, l’accorto e paziente timoniere; la loro successione ci
parla della sapienza della Provvidenza: ci voleva il carattere del figlio di Bergamo, il suo abbandono fiducioso agli
impulsi dello Spirito da cui gli derivava una sana e santa “incoscienza” – che era in realtà obbedienza al Signore
–, per convocare il Concilio nonostante le difficoltà e le opposizioni; fu necessario il carisma del figlio di Brescia,
caratterizzata da composta fermezza e esperta saggezza, per realizzarlo e condurlo a termine. Così le due Terre
– sorelle, seppur rivali in alcuni aspetti secondari, ma tanto simili in molti altri e fondamentali, a partire dal cattolicesimo dalla forte impronta sociale ereditato da entrambi – hanno donato alla Chiesa e al mondo i due Papi
del Concilio. Legati da rapporti di stima reciproca (una delle primissime cose che Giovanni XXIII compì da papa
fu la nomina cardinalizia di Giovanni Battista Montini) e – sebbene caratterizzati da diverso temperamento – da
un comune sentire, Giovanni e Paolo costituiscono un binomio inscindibile, consacrato nel nome dei due loro
immediati successori”.
C
osì, quest’anno, già straordinario per l’evento unico della “giornata dei quattro papi” (due viventi a
canonizzare due loro predecessori, v. “La vecchia Pieve” di maggio, pagg. 26-28, consultabile anche dal
sito internet della parrocchia) si arricchisce della possibilità di tributare venerazione a Paolo VI. Speriamo
che i cattolici – ciò vale in particolare per i bresciani – colgano l’evento della beatificazione come stimolo
a riscoprire la gigantesca figura di colui che lo stesso card. Capovilla, segretario di papa Giovanni, in un
colloquio telefonico con il sottoscritto poche settimane or sono definì “ il più grande Papa del ‘900”.
Ascoltiamo ora la voce del nostro Vescovo e quella di una delle persone che si è spesa in prima linea perché
il riconoscimento della santità di Giovanni Battista Montini divenisse realtà e giungesse alla tappa della
beatificazione.
Nelle pagine all’interno, troveremo la lettera del nostro Vescovo per l’indizione dell’Anno Montiniano.
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Editoriale
L’INTERVENTO DEL VESCOVO
L
a tradizione religiosa bresciana è una tradizione sana che è capace di produrre dei beati e dei santi e credo
che questo sia il criterio fondamentale per valutare una comunità cristiana: quanto riesce ad educare le
persone al Vangelo, all’amore del prossimo, alla capacità oblativa nel proprio servizio e nel proprio lavoro,
quindi quanto riesce ad aiutare le persone a vivere, come si dice, in modo eroico le virtù quotidiane dell’esistenza umana e cristiana. Paolo VI viene riconosciuto come persona che ha vissuto eroicamente il suo servizio alla
Chiesa e all’umanità e di questo non possiamo che esserne fieri, gioiosi e con un briciolo di responsabilità, nel
senso che non possiamo mica lasciare che i Santi siano quelli del passato. Ricordare i Santi del passato è uno
stimolo a vivere noi oggi il tempo che il Signore ci dona in una medesima prospettiva di pienezza di vita umana
e cristiana. Ci sono due cose diverse: un paio di maniche è il giudizio storico sul pontificato di Paolo VI, che è
un giudizio che tocca agli storici, un altro paio di maniche è invece la valutazione della sua vita di fede e di virtù
evangeliche e da questo punto di vista credo non ci possono essere dei grossi dubbi. Paolo Vi è stata una persona straordinariamente innamorata di Gesù Cristo e a noi piacerebbe andare a riprendere il discorso che fece
a Manila, nel contesto di una visita alla Filippine e della Giornata Mondiale della Gioventù, per trovare quello
che lui sentiva e pensava di Gesù di Nazareth. E la seconda cosa che salta agli occhi di tutti è l’amore immenso
per la Chiesa, quell’amore a cui fa riferimento nel suo testamento con parole anche toccanti… proprio belle.
Non ci sono stati, credo, nella storia della Chiesa dei periodi recenti, una ricchezza di Papi santi come quelli che
abbiamo avuto nel XX secolo e credo che questo sia significativo. Vuol
dire che il servizio pontificale ha preso sempre di più, nel tempo che viviamo, un colore evangelico. Finché il Papa è stato anche sovrano dello
Stato pontificio, doveva mettere insieme l’annuncio del Vangelo con il
governo di uno Stato e questa credo che sia una di quelle quadrature del
cerchio che non riescono mai benissimo del tutto. Credo che dei Papi
dedicati unicamente al cammino della Chiesa, a sostenere il cammino
di tutte le comunità cristiane e ad annunciare il Vangelo, siano Papi che
hanno un aspetto di esemplarità particolarmente forte e credo che le
canonizzazioni dei Santi del XX secolo ci riportino a questo. Poi come
sarà il futuro non lo so, però è significativo che ci siano così tanti Santi
nel servizio di Pietro. Quello che il Concilio voleva promuovere era una
santità cristiana autentica e all’altezza dei tempi, cioè capace di incarnarsi nel vissuto e nei problemi della società contemporanea e credo
che la testimonianza dei Papi da questo punto di vista sia significativa
e credo che vada nella direzione giusta. Quello che noi dobbiamo recuperare del messaggio del Concilio è proprio questo. Non è semplicemente un aggiornamento esterno, una
riforma esterna della Chiesa. Una riforma esterna c’è e ci vuole inevitabilmente, ma questo per rendere il nucleo
della fede e della carità, che è il nucleo essenziale della vita cristiana, più evidente, più coerente, più forte. Io
sottolineerei quello che ricordavo prima, cioè l’amore per la Chiesa. La percezione della Chiesa non come una
pura istituzione umana di organizzazione di una religiosità, ma piuttosto come il luogo dell’incontro con Dio
attraverso Gesù Cristo nello Spirito Santo e quindi luogo di crescita spirituale e di crescita nella capacità di
amare e di donare. A me sembra che questo sia l’aspetto più significativo, non che gli altri non siano significativi, ma questo in Paolo VI ha una valenza, mi sembra, unica, particolare, particolarmente forte più che nelle
esperienze frequenti della Chiesa. Faremmo fatica noi ad avere un senso così vivo della Chiesa come l’ha avuto
Paolo VI e questo dovremmo impararlo.
Mons. Luciano Monari
Vescovo
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Editoriale
Una Chiesa nel nome di Paolo VI
don Antonio Lanzoni
(vice-postulatore della Causa di beatificazione di papa Paolo VI )
I
l 22 giugno 2013, salutando i cinquemila pellegrini bresciani giunti a Roma per l’Anno della Fede, papa Francesco
diceva: “Incontrarci nel nome di Paolo VI ci fa bene”. Sono parole che, al di là della circostanza in cui sono state pronunciate, possono valere anche nel momento in cui come Chiesa bresciana ci apprestiamo a vivere la prossima beatificazione
di Paolo VI. Ed è naturale che tale avvenimento, in sé certo di portata universale come hanno recentemente dimostrato
le canonizzazioni dei due papi, venga in primo luogo a toccare la nostra Chiesa. E questo non solo per essere stata la
Chiesa madre di papa Paolo VI e per aver avuto fin dall’inizio la titolarità della sua causa di beatificazione, ma soprattutto perché, come sempre avviene quando un cristiano realizza la fedeltà al Vangelo in modo luminoso ed esemplare
raggiungendo la meta della santità, la comunità credente trova motivo per comprendersi sempre più come la comunità
dei santi. Non è infatti casuale, in questo senso, che tra le note teologiche della Chiesa quella della santità sia la più
antica (della Chiesa professiamo che “santa, cattolica e apostolica” - NdR). Che significato può avere allora un “incontrarsi
nel nome di Paolo VI”, come diceva papa Francesco, da parte della Chiesa bresciana alla vigilia della sua beatificazione ?
C
’è un luogo che a Brescia potrebbe essere ritenuto il più idoneo di tutti per questo incontro ideale e questo luogo è il
monumento a Paolo VI, che la Chiesa bresciana ha voluto erigere esattamente trent’anni fa, nel 1984, in Cattedrale.
Contravvenendo in certo senso alla volontà dello stesso papa, che nel suo testamento aveva esplicitamente raccomandato di
non fargli nessun monumento, la diocesi di Brescia aveva invece ritenuto opportuno una memoria al suo figlio più illustre
nella chiesa madre della diocesi, affidando l’opera all’artista Lello Scorzelli. Ne è così venuto il monumento che tutti ammiriamo e che potremmo dunque eleggere come luogo ideale per il nostro convenire come Chiesa bresciana nella memoria di
Paolo VI e per realizzare una sorta di autocomprensione del nostro essere Chiesa in questo oggi della storia e per chiederci:
«Quale Chiesa vorremmo essere, guardando all’icona bresciana di Paolo VI nella nostra Cattedrale ?». Facendo nostra la
lezione di Paolo VI, vorremmo essere anzitutto la Chiesa del Concilio e del Concilio di Paolo VI. Quello che è stato definito
“lo spirito del Concilio” ha pervaso nel profondo Paolo VI, come ha segnato nel profondo il cammino della nostra comunità
negli ultimi cinquant’anni. Anche la Chiesa bresciana ha quindi potuto prendere parte a quel cammino di “aggiornamento”
che la Chiesa ha compiuto su impulso del Vaticano II, di cui Paolo VI è stato esperto quanto a volte sofferto “timoniere”.
Non a caso, per metterci davanti al monumento in Cattedrale, una delle formelle bronzee è dedicata alla chiusura del Concilio, quasi a evidenziare plasticamente il lascito particolare di Paolo VI alla sua Chiesa d’origine. Anzitutto, dunque, il nostro
essere Chiesa sia essere Chiesa del Vaticano II. Ma oltre che Chiesa del Concilio, sempre sull’esempio di Paolo VI, la Chiesa
bresciana è chiamata ad essere la Chiesa del dialogo. A questo particolare impegno rimanda un’altra formella del monumento, quella che rappresenta l’incontro di Paolo VI con il patriarca ortodosso Atenagora. Un gesto che più di mille discorsi ha
reso evidente su quali vie Paolo VI ha voluto far camminare la Chiesa uscita dalla Pentecoste conciliare. Chiesa del dialogo,
allora, del dialogo ad intra e ad extra come l’ha tradotto la lezione montiniana ancora del tutto valida e attuale.
C
hiesa del Concilio, Chiesa del dialogo e, infine, Chiesa della bellezza. Della bellezza in che senso? È risaputo che uno dei
tratti caratteristici di Paolo VI è stata la sua sensibilità artistica, guidata dall’intenzione di fare dell’arte un ponte per
far dialogare la Chiesa con il mondo e il mondo con la Chiesa. Celebre, al riguardo, l’incontro con gli artisti nella Cappella
Sistina all’inizio del pontificato e la disponibilità di Paolo VI ad aprire le porte dei Musei Vaticani all’arte contemporanea
e come dimostra eloquentemente la collezione d’opere d’arte di Concesio. La sosta ideale della Chiesa bresciana dinanzi al
monumento paolino in Cattedrale potrebbe allora trovare motivo di riflessione facendo propria la lezione della bellezza che
il monumento in sé stesso trasmette. Una bellezza che altro non dovrebbe se non quella della “sposa dell’Agnello” (Ap 21,9),
“tutta gloriosa, senza macchia né ruga” (Ef 5,27). Un amore alla bellezza poi che, lungi da ogni vano compiacimento estetico,
altro non sarebbe se non amore per l’uomo, sul quale si riflette un raggio della bellezza originaria del Creatore. Concilio,
dialogo, bellezza. In questo trinomio potremmo sintetizzare gli elementi di un ideale ritratto di Paolo VI, ma anche del ritratto di una Chiesa bresciana riunita “nel nome di Paolo VI”. Una Chiesa che dalla sosta al monumento ritrova lo slancio
delle donne del mattino di Pasqua, pronte a lasciare il monumento del sepolcro per portare l’annuncio della risurrezione.
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Editoriale
Ripresa...
Ai fratelli e alle sorelle di Coccaglio
C
arissimi,
settembre è il mese della ripresa
delle normali attività scolastiche e catechistiche. Di quell’altra ripresa, invece, nemmeno l’ombra. Dapprima ipotizzata per il
2012, poi spostata - nelle previsioni – alla
prima metà del 2013, poi dilazionata alla
fine dello stesso anno, ora che anche il terzo
quadrimestre di questo 2014 è avviato e, in
men che non si dica, ci troveremo nel nuovo
anno, essa non accenna ad affacciarsi all’orizzonte; la preoccupazione per la sorte delle
famiglie è una triste compagnia, che non acScorcio su Lizzola e l'alta valle Seriana (Bg)
cenna a lasciarci.
Dobbiamo abituarci a più sobri stili di vita e a questa sobrietà educare i nostri ragazzi: occorre imparare a capire che ci sono
cose necessarie, altre che sono importanti, altre ancora soltanto utili e, infine, quelle che, se non proprio superflue, non sono
indispensabili. Delle prime non possiamo fare a meno, delle altre possiamo e, in alcuni casi dobbiamo, fare senza. Questo
per due motivi: o perché non ce le si può permettere, o perché è più giusto esercitare solidarietà con chi già si trova o si troverà
a non avere in misura sufficiente nemmeno il necessario. Completa queste riflessioni quanto scritto nel sommario, a pag. 2
Cammino di fede
N
ella su accennata scala da necessario a inutile, dove collocherebbe ciascuno di noi la propria fede che, tra l’altro, non
costa nulla in termini economici, anche se richiede molto in termini di impegno personale?
È andata in vacanza anche la fede, o – per chi non ha potuto permettersi le ferie – abbiamo mandato in vacanza solo quella? Quale posto ha per davvero Gesù Cristo nella mia vita? Quel “voi, chi dite che io sia?” che abbiamo riascoltato alcune
domeniche or sono, ci interroga; possiamo fare spallucce o scegliere di lasciarci interpellare. Per tutti il riavvio dell’attività
formativa catechistica rappresenta tale possibilità: la catechesi per i fanciulli, i ragazzi e i giovani, quella per i genitori, i
Centri d’Ascolto, le altre iniziative che si cercherà di mettere in cantiere sono opportunità che ci vengono offerte e che, di
cuore, invito tutti a non sprecare. Voglio esprimere a nome della Comunità il “Grazie” a coloro che si assumono la responsabilità di annunciare la Parola di
Dio: catechisti, educatori, animatori e animatrici dei Centri d’Ascolto,
ecc.
Settimana mariana e
mese mssionario
A
dare avvio all’Anno pastorale, oltre alla Festa dell’Uva, la
Settimana Mariana, per la quale
abbiamo cercato di pensare un pro-
Lago d'Iseo - dalla sponda bresciana, scorcio
panoramico dominato dalla Presolana
8
Editoriale
gramma degno di tale nome. Saremo invitati ad alcuni appuntamenti: esprimo
la speranza che tutti parteciperemo almeno all’uno o all’altro. In particolare
segnalo l’iniziativa delle “piccole comunità territoriali” per le quali rimando al
trafiletto alla fine di questi pensieri. Invochiamo la materna protezione di Maria
sulla nostra Comunità e sulle nostre famiglie: con la sua preghiera e il suo affetto di Madre, Ella ci accompagni nel nuovo cammino di quest’anno, perché sia
per tutti occasione di crescita. All'intercessione di Maria affidiamo i missionari,
soprattutto quelli orginari di Coccaglio, soprattutto quelli originari di Coccaglio;
per la preghiera di Lei, lo Spirito del Signore risvegli in tutti noi la consapevolezza che in quanto battezzati e cresimati, siamo anche noi missionari, chiamati ad
uscire dal nostro guscio per essere testimoni di Cristo risorto.
Appuntamenti ecclesiali
S
iamo ormai prossimi alla celebrazione del Sinodo sulla Famiglia, poi ci sarà
la beatificazione del nostro concittadino, papa Paolo VI. Su questo argomento non aggiungo nulla a quanto troviamo già scritto in questo numero del nostro
periodico parrocchiale e a quanto troveremo nei prossimi. Accompagniamo con la
preghiera allo Spirito Santo il Sinodo e per esso chiediamo l’intercessione di Maria,
Regina della famiglia, e di tutti i santi Sposi e Genitori, canonizzati o non, affinché,
insieme al Santo Padre, i Vescovi sappiano indicare a tutta la Chiesa (quindi anche a noi) le possibili risposte alle grandi sfide
che toccano la famiglia.
Il Signore vi dia pace.
don Giovanni
Le piccole comunità territoriali
L
a proposta prende spunto da un’idea lanciata qualche anno fa dal nostro Vescovo: cerchiamo chi, nell’ambito di un condominio, di un cortile, di un gruppo di famiglie, di una contrada o parte di essa sia disponibile ad ospitare un momento,
non lungo e non impegnativo, di preghiera comunitaria, utilizzando un apposito sussidio. È ciò che occuperà le prime due
sere della Settimana mariana. Ciò può favorire il conoscersi, la creazione di più forti legami contro l’anonimato non del
tutto assente neanche da Coccaglio; diventa alimento della fede e della reciproca testimonianza. Rappresenta la possibilità
di raccogliersi insieme ad altri credenti nel nome di Gesù per affidarci all’intercessione di Maria, senza eccessivo incomodo,
specie se la propria abitazione è distante dalla chiesa.
Se qualcuno sente in sé l’impulso dello Spirito Santo a rendersi disponibile non lo soffochi; chi si rende disponibile, potrà
segnalare la propria disponibilità telefonando in canonica (v. penultima pagina del bollettino) o comunicando personalmente ai sacerdoti o al diacono, su un biglietto, il proprio nome ed indirizzo.
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Comunità in ascolto
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2014
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
O
ggi c’è ancora moltissima gente
che non conosce Gesù Cristo.
Rimane perciò di grande urgenza la
missione ad gentes, a cui tutti i membri della Chiesa sono chiamati a partecipare, in quanto la Chiesa è per sua
natura missionaria: la Chiesa è nata
“in uscita”. La Giornata Missionaria
Mondiale è un momento privilegiato
in cui i fedeli dei vari continenti si impegnano con preghiere e gesti concreti
di solidarietà a sostegno delle giovani Chiese nei territori di missione. Si
tratta di una celebrazione di grazia e di
gioia. Di grazia, perché lo Spirito Santo, mandato dal Padre, offre saggezza
e fortezza a quanti sono docili alla sua
azione. Di gioia, perché Gesù Cristo,
Figlio del Padre, inviato per evangelizzare il mondo, sostiene e accompagna
la nostra opera missionaria. Proprio
sulla gioia di Gesù e dei discepoli missionari vorrei offrire un’icona biblica,
che troviamo nel Vangelo di Luca (cfr
10,21-23).
poli, in disparte, disse: “Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete”»
(Lc 10,20-21.23).
Sono tre le scene presentate da Luca.
Innanzitutto Gesù parlò ai discepoli, poi si rivolse al Padre, e di nuovo
riprese a parlare con loro. Gesù volle
rendere partecipi i discepoli della sua
gioia, che era diversa e superiore a
quella che essi avevano sperimentato.
I discepoli erano pieni di gioia, entusiasti del potere di liberare la gente
dai demoni. Gesù, tuttavia, li ammonì a non rallegrarsi tanto per il potere
ricevuto, quanto per l'amore ricevuto: «perché i vostri nomi sono scritti
nei cieli» (Lc 10,20). A loro infatti è
stata donata l’esperienza dell’amore
di Dio, e anche la possibilità di condividerlo. E questa esperienza dei
discepoli è motivo di gioiosa gratitudine per il cuore di Gesù. Luca ha
colto questo giubilo in una prospettiva di comunione trinitaria: «Gesù
L
’evangelista racconta che il Signore inviò i settantadue discepoli, a due a due, nelle città e nei villaggi, ad annunciare che il Regno di
Dio si era fatto vicino e preparando
la gente all’incontro con Gesù. Dopo
aver compiuto questa missione di annuncio, i discepoli tornarono pieni di
gioia: la gioia è un tema dominante
di questa prima e indimenticabile
esperienza missionaria. Il Maestro
divino disse loro: «Non rallegratevi
però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché
i vostri nomi sono scritti nei cieli. In
quella stessa ora Gesù esultò di gioia
nello Spirito Santo e disse: “Ti rendo
lode, o Padre”. (…) E, rivolto ai disce-
esultò di gioia nello Spirito Santo»
rivolgendosi al Padre e rendendo a
Lui lode. Questo momento di intimo
gaudio sgorga dall'amore profondo
di Gesù come Figlio verso suo Padre,
Signore del cielo e della terra, il quale
ha nascosto queste cose ai sapienti e
ai dotti, e le ha rivelate ai piccoli (cfr
Lc 10,21). Dio ha nascosto e rivelato,
e in questa preghiera di lode risalta
10
soprattutto il rivelare. Che cosa ha
rivelato e nascosto Dio? I misteri del
suo Regno, l’affermarsi della signoria
divina in Gesù e la vittoria su satana.
Dio ha nascosto tutto ciò a coloro
che sono troppo pieni di sé e pretendono di sapere già tutto. Sono
come accecati dalla propria presunzione e non lasciano spazio a Dio.
Si può facilmente pensare ad alcuni
contemporanei di Gesù che egli ha
ammonito più volte, ma si tratta di
un pericolo che esiste sempre, e che
riguarda anche noi. Invece, i “piccoli”
sono gli umili, i semplici, i poveri, gli
emarginati, quelli senza voce, quelli
affaticati e oppressi, che Gesù ha detto “beati”. Si può facilmente pensare
a Maria, a Giuseppe, ai pescatori di
Galilea, e ai discepoli chiamati lungo
la strada, nel corso della sua predicazione.
«Sì, o Padre, perché così hai deciso
nella tua benevolenza» (Lc 10,21).
L’espressione di Gesù va compresa
con riferimento alla sua esultanza
interiore, dove la benevolenza indica
un piano salvifico e benevolo da parte
del Padre verso gli uomini. Nel contesto di questa bontà divina Gesù ha
esultato, perché il Padre ha deciso di
amare gli uomini con lo stesso amore che Egli ha per il Figlio. Inoltre,
Luca ci rimanda all’esultanza simile di Maria, «l’anima mia magnifica
il Signore, e il mio spirito esulta in
Dio mio Salvatore» (Lc 1,47). Si tratta della buona Notizia che conduce
alla salvezza. Maria, portando nel
suo grembo Gesù, l’Evangelizzatore
per eccellenza, incontrò Elisabetta
ed esultò di gioia nello Spirito Santo, cantando il Magnificat. Gesù, vedendo il buon esito della missione
dei suoi discepoli e quindi la loro
gioia, esultò nello Spirito Santo e si
Comunità in ascolto
rivolse a suo Padre in preghiera.
In entrambi i casi, si tratta di una
gioia per la salvezza in atto, perché
l’amore con cui il Padre ama il Figlio giunge fino a noi, e per l’opera dello Spirito Santo, ci avvolge,
ci fa entrare nella vita trinitaria.
Il Padre è la fonte della gioia. Il
Figlio ne è la manifestazione, e lo
Spirito Santo l’animatore. Subito
dopo aver lodato il Padre, come
dice l’evangelista Matteo, Gesù ci invita: «Venite a me, voi tutti che siete
stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di
voi e imparate da me, che sono mite
e umile di cuore, e troverete ristoro
per la vostra vita. Il mio giogo infatti
è dolce e il mio peso leggero» (11,2830). «La gioia del Vangelo riempie il
cuore e la vita intera di coloro che si
incontrano con Gesù. Coloro che si
lasciano salvare da Lui sono liberati
dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto
interiore, dall’isolamento. Con Gesù
Cristo sempre nasce e rinasce la gioia» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 1).
D
i tale incontro con Gesù, la Vergine Maria ha avuto un’esperienza tutta singolare ed è diventata
“causa nostrae laetitiae”. I discepoli,
invece, hanno ricevuto la chiamata a
stare con Gesù e ad essere inviati da
Lui ad evangelizzare (cfr Mc 3,14), e
così sono ricolmati di gioia. Perché
non entriamo anche noi in questo
fiume di gioia? «Il grande rischio del
mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista
che scaturisce dal cuore comodo e
avaro, dalla ricerca malata di piaceri
superficiali, dalla coscienza isolata»
(Esort. Ap. Evangelii gaudium, 2). Pertanto, l’umanità ha grande bisogno
di attingere alla salvezza portata da
Cristo. I discepoli sono coloro che si
lasciano afferrare sempre più dall'amore di Gesù e marcare dal fuoco
della passione per il Regno di Dio,
per essere portatori della gioia del
Vangelo. Tutti i discepoli del Signore
sono chiamati ad alimentare la gioia
dell’evangelizzazione. I vescovi, come
primi responsabili dell’annuncio,
hanno il compito di favorire l’unità
della Chiesa locale nell’impegno missionario, tenendo conto che la gioia
di comunicare Gesù Cristo si esprime tanto nella preoccupazione di
annunciarlo nei luoghi più lontani,
quanto in una costante uscita verso le periferie del proprio territorio,
dove vi è più gente povera in attesa.
I
n molte regioni scarseggiano le
vocazioni al sacerdozio e alla vita
consacrata. Spesso questo è dovuto
all’assenza nelle comunità di un fervore apostolico contagioso, per cui
esse sono povere di entusiasmo e non
suscitano attrattiva. La gioia del Vangelo scaturisce dall’incontro con Cristo e dalla condivisione con i poveri.
Incoraggio, pertanto le comunità
parrocchiali, le associazioni e i gruppi a vivere un’intensa vita fraterna,
fondata sull’amore a Gesù e attenta
ai bisogni dei più disagiati. Dove c’è
gioia, fervore, voglia di portare Cristo
agli altri, sorgono vocazioni genuine.
Tra queste non vanno dimenticate le
vocazioni laicali alla missione. Ormai
è cresciuta la coscienza dell’identità
e della missione dei fedeli laici nella
Chiesa, come pure la consapevolezza che essi sono chiamati ad assumere un ruolo sempre più rilevante
11
nella diffusione del Vangelo. Per
questo è importante una loro
adeguata formazione, in vista di
un’efficace azione apostolica.
«Dio ama chi dona con gioia» (2
Cor 9,7). La Giornata Missionaria
Mondiale è anche un momento
per ravvivare il desiderio e il dovere morale della partecipazione
gioiosa alla missione ad gentes. Il
personale contributo economico
è il segno di un'oblazione di se stessi, prima al Signore e poi ai fratelli,
perché la propria offerta materiale
diventi strumento di evangelizzazione di un’umanità che si costruisce
sull’amore.
C
ari fratelli e sorelle, in questa
Giornata Missionaria Mondiale il mio pensiero va a tutte le Chiese
locali. Non lasciamoci rubare la gioia
dell’evangelizzazione! Vi invito ad immergervi nella gioia del Vangelo, ed
alimentare un amore in grado di illuminare la vostra vocazione e missione.
Vi esorto a fare memoria, come in un
pellegrinaggio interiore, del “primo
amore” con cui il Signore Gesù Cristo ha riscaldato il cuore di ciascuno,
non per un sentimento di nostalgia,
ma per perseverare nella gioia. Il discepolo del Signore persevera nella gioia
quando sta con Lui, quando fa la sua
volontà, quando condivide la fede, la
speranza e la carità evangelica.
A Maria, modello di evangelizzazione
umile e gioiosa, rivolgiamo la nostra
preghiera, perché la Chiesa diventi
una casa per molti, una madre per tutti i popoli e renda possibile la nascita
di un nuovo mondo.
FRANCESCO
Dal Vaticano, 8 giugno 2014,
Solennità di Pentecoste
Comunità in ascolto
Tre stelle … sul Baldo
di don Battista
C
viva alla “Madonna del Soccorso” venerata nel santuarietto proprio adiacente alla
sua casa. E guardando dalla finestra della
cameretta, supplicava la Santa Vergine dicendole: ”Oh Maria Santissima: salvate la
mia cara figliola”… e le promise una santa
messa di ringraziamento. Poi si allontanò
qualche secondo. Ma subito dopo l’infermiera chiamò quella santa mamma dicendole: “Angela ti vuole … ha tanta sete”.
E poco a poco Angela si riprese e si mise
a pregare con fervore per un suo cugino
impegnato nella guerra africo-orientale.
La fanciulla, che proprio in quel giorno
compiva sedici anni, si riebbe bene, tanto
che il medico “pur agnostico!”, constatata
la guarigione miracolosa, con stupore dei presenti, esclamò: “ E’
stato lo Spirito Santo a guarirla!”. La giovane, poi, andò a Roma
come domestica presso una buona famiglia di ebrei, che ella ricorderà sempre con grande affetto. E a Roma ebbe la fortuna in
una udienza generale di avvicinare Pio XII, al quale raccomandò
il fratello Dino partente per la guerra. Il Santo Padre promise di
pregare per lui … e il fratello, dopo la prigionia, ritornò a casa
sua. Quanta amabile cura l’Angela, di ritorno, ebbe per gli anziani genitori! E quanta cura nel tenere bene in ordine, con la
sorella Nilde, la chiesetta della Madonna del Soccorso protettrice
delle “autoambulanze”. Visse vari anni inferma, ma il suo letto
era come un altare sul quale in preghiera si offriva al Signore specialmente per la santità dei sacerdoti. Quanti di costoro, arrivati
al santuarietto, passavano poi a visitarla ricevendo conforto dalla
sua serenità … con quel sorriso costante, che faceva bene a tutti.
Ecco: Angela fu veramente donna semplice e serena, rafforzata
da tanta preghiera e dall’Eucarestia. Il Signore la chiamò in cielo
il 29 dicembre 2012, ed il suo ricordo è tuttora una benedizione
specialmente per la Nilde e le sue care nipoti, che l’hanno curata
ed amata con vera dedizione
*** PIERA. Chi non conosce questa piccola donna “mingherlina” fra gli abitanti dell’alta zona montana di San Zeno – VR –
sulla costa del monte Baldo, e precisamente in Prada Alta? Anche
per i vari turisti – d’estate – che si accampano in villette o in rustiche case, è un vero piacere incontrarla, dialogare con lei, che sa
tante cose, come fosse una maestra e una teologa quando parla di
Dio e delle “celesti cose”. Invero cita Salmi e passi di Sacra Scrittura con sottolineature che sanno di patristica, direbbe qualche
teologo. La Piera è una vecchietta ultranovantenne - pia, umile ed
intelligente; scrive anche ottime poesie. A volte veste “alla montanara” e a volte, stupore, indossa pantaloni e camicette con golf
ari Amici: le due parolette date all’articoletto non sono un banale richiamo
al noto pacchetto di sigarette, con “tirate”
di fumo, che fa tanto male alla salute di chi
lo respira e di chi si trova nelle vicinanze; né
voglio alludere agli “astri celesti” che popolano in modo stupendo l’immenso firmamento che in trepida gioia faceva esclamare
al Salmista: "I cieli narrano la gloria di Dio, e
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento". Ricordo una dotta ed entusiasmante
conferenza tenuta dal noto scienziato Enrico Medi, vicepresidente dell’Euratom.
Senz’altro, molti di voi, ricorderanno la
bravura di questo santo professore quando commentò per tutta la notte la famosa
“scalata alla luna” dei tre famosi astronauti. Personalmente ho conosciuto un santo frate benedettino – padre Erneti – dell’abbazia
dell’isola San Giorgio di Venezia, che ogni mattina saliva la torretta del suo telescopio e che si estasiava di fronte a quella bellezza
stellare. Ad alcuni amici diceva: “A volte mi pare di vedere passare Iddio Creatore e Padre, e mi è facile buttarmi in ginocchio ed esclamare in atto di adorazione: quanto sei grande o
Signore”.
S
tavolta Amici, vi voglio presentare “tre stelle d’anima” incontrate nella zona del monte Baldo … anche se ho sott’occhio
molte stupende “altre stelle” = innamorate di Dio presenti anche
a Coccaglio … direi anche al tuo paese. Forse sono nascoste come
i ciclamini = non le conosci, ma se le avvicini senti il profumo di
Dio. E ora lassù – lasciata questa terra “bella ma tragica” come la
definiva il nostro papa bresciano Paolo VI – nel firmamento di
miriadi di stelle brilleranno anche queste tre avvolte d’una luce
divina, che sa di bellezza e di amore indescrivibile. Diceva Gesù:
”Beati i puri di cuore, essi vedranno Dio”. Eccovele.
*** ANGELA. E’ nata a Marciaga in quel di Costermano (Verona). Era nata il 10 dicembre 1919 = memoria della Madonna di
Loreto. Suo papà era appena tornato (congedato) dalla I guerra
mondiale. Ella crebbe in una famiglia ove il binomio era sempre
preghiera e lavoro = in “povertà onorata” come diceva il buon
e santo Papa Giovanni. A quindici anni la giovinetta Angela
scende a Garda – come altre sue coetanee – per lavorare in uno
degli alberghi del Benaco. Purtroppo, presto si ammala di tifo
= un’epidemia che causò tanti morti! Un giorno il medico del
paese, constatando la gravità progressiva della salute, disse ad
un familiare: “Allontanate sua madre dalla stanza, perché non
la veda morire”. La mamma di Angela si rivolse subito con fede
12
Comunità in ascolto
don Togno. Avreste dovuto vedere la
Piera volgere lo sguardo intenso verso
la statua dell’Immacolata e sentire con
che fervore scandiva le Ave Maria. Non
avevamo ancora terminata la Salve Regina, che la Piera, uscendo dal banco,
si mise a cantare a voce alta ma armoniosa la nota canzone mariana Andrò a vederLa un dì. Ma con nostro grande stupore, ella
si mise a danzare, cantando con la semplicità di una fanciulla
felice! Amici, che bell’esempio di devozione! Sì … anche in quella
zona dove d’inverno è bello osservare e cogliere bellissimi bucaneve … Gesù aveva mandato un angelo bello, una stella lucente
fra tanti boschi di castagne e buona gente di montagna.
*** ADELE. Ed eccomi a presentarvi la terza “stella” dimorante
lassù in San Zeno di Montagna, ove era apparsa in zona Castello,
nell’inverno del 1919. Adele, compiuta la scuola primaria, dovette presto conoscere il “mugghiar delle mucche” e la strada dei
campi, specie quella che portava al bosco, ove con i suoi laboriosi
fratelli raccoglieva la legna (così preziosa per il focolare domestico) – non c’era ancora il metano! Tanti “pezzi” diventavano
buon pane con gli “sghei” ricavati dalla vendita della legna recata
su un carretto e portata fino a Verona e venduta ai grossisti. A
ventiquattro anni l’Adele passò felicemente a nozze col giovane
Felice, dando alla luce sei bei figlioli, che educò all’amore e timore di Dio (si diceva una volta). Ma la croce bussò presto alla porta
di casa sua. Proprio il giorno di San Martino del 1973 il suo Felice partiva per il cielo, lasciandola sola con sei bocche da sfamare!
Ho saputo dalla nuora Franca, che per riuscirvi, oltre ai lavori di
casa e di campagna, riuscì a fare qualche ora di servizio nel noto
Hotel Iolanda, capitandole – guarda un po’ – di servire a tavola il
noto Gabriele d’Annunzio. Cari Amici: il motivo di questo asterisco sull’Adele mi è nato spontaneo per averla incontrata ogni
giorno verso le 17,30 quando le campane di San Zeno richiamano nativi e turisti alla chiesa parrocchiale per il rosario e la santa
Messa vespertina. Eccola: ormai curva, ma decisa, manovrando
due bastoni di soccorso, salire quei gradini che sinceramente a
me procuravano “fiato corto”. La rivedo entrare … quasi correre con volto sereno all’altare della Madonna della Consolazione
alla quale innumerevoli volte si era rivolta con tanta fiducia, specie nella sua vedovanza tanto provata. Tra le voci rosarianti dei
presenti sentivi bene con quanto calore pregava il Santo Rosario.
Alla comunione la osservavi ricevere il corpo di Cristo con quella
fede che dà tanta forza e gioia al cuore. A funzione finita, con un
bel canto alla Madre che “tanto e tutti consola”, eccola ridiscendere i gradini e ritornare a casa sua accompagnata dalla sollecita
nuora Franca. Ho saputo che l’Adele è tuttora grave in ospedale.
Senz’altro si prepara all’incontro col Signore, che presto la collocherà fra milioni di stelle d’anima, che danno tanta luce a questo
povero mondo. Cari Amici, come è vero che le voci volano … ma
gli esempi (buoni) trascinano!!!
Vostro don Titta
sgargianti e calza bianchi sandaletti
alla moda. La vedi salire dalla piana al
monte decisa e sorridente con tanto
di bastone amico … in raccoglimento
religioso e rosariando in armonia con
Radio Maria, diretta alla bella chiesa di
San Francesco di cui è “custode e ministra” nel periodo che corre
da giugno al tempo della raccolta delle castagne – senz’altro per
ritrovarsi nella sua LUMINI per il giorno dei santi e dei morti.
L’amico parroco don Graziano, che ha responsabilità pastorale
su vasta area, con relative frazioni, definisce la Piera “donna carismatica” – non solo perché essa si è formata, anni fa, alla scuola
del Rinnovamento nello Spirito Santo nel gruppo di Bussolengo
… ma perché ne vive la spiritualità in concreto. Quando ella parla
o prega o canta ti accorgi che ha familiarità col Divin Prigioniero vivo nel tabernacolo di quella casa di Dio di cui è felicemente
custode … = di quel Gesù di cui si sente spiritualmente sposa. Ho
saputo pure che la Piera era passata a nozze ricevendo da Dio due
ottimi figlioli. Avrei desiderato che fosse don Graziano a stendere
notizie interessanti sulla vita della Piera, ma per grossi impegni
mi fu “parco”. Comunque, tra l’altro mi informò che essa tuttora guida l’auto (a novantadue anni!); e che all’ultimo esame
di rinnovo patente agli indecisi esaminatori disse serenamente:
“Statevene sicuri … perché il mio “navigatore” è Gesù in persona”. Lo stesso don Graziano mi diceva che un giorno, salendo in
auto diretti alla chiesa di San Francesco, mentre depositava una
cassetta di ceroni sul sedile a fianco della Piera, questa lo bloccò
dicendogli: “No, non lì. Quello è il posto del mio Navigatore”. E
i ceroni furono collocati sul sedile posteriore, accanto al parroco
… per rispetto al Divin Navigatore. Personalmente ho incontrato
la cara vecchietta almeno due volte, rilevandole un duplice buon
spirito = religioso e umorista! Vi parlerò della seconda. Quest’estate venne a trovarmi su a San Zeno di Montagna l’amico don
Francesco Togno (il prete degli oratori Bs) insieme ad un giovane
laureando medico. Prenotato
uno “spuntino” all’albergo
Castagneto, decidemmo di salire in Prada Alta, dirigendoci
alla chiesetta di San Francesco; ma era chiusa. Però, assicurati da una suora in ferie,
attendemmo. Ed ecco, dopo
dieci minuti, “sbucare” proprio la Piera, reggendo tra le
sue mani nodose la radiolina
di Radio Maria. Ci salutò sorridendo, ed insieme entrammo in chiesa. Fatta l’adorazione al Santissimo Sacramento,
decidemmo di recitare il Santo
Rosario, guidato dallo stesso
13
Comunità in ascolto
Il diacono deve vivere la scelta della povertà
diacono Francesco
I
l Diacono è consacrato per il servizio della
carità nella Chiesa e nel mondo: è il segno
sacramentale della diaconia della Chiesa, continuazione della diaconia di Cristo.
Questo lo impegna a realizzare un tipo di presenza che possiamo riassumere nel termine
“condivisione”. E’ una scelta possibile solo a
chi vive una profonda comunione con Dio. Il
diacono perciò deve lasciarsi permeare dall’amore di Dio, sono due scelte che ci sono suggerite della lettura del Vangelo delle Beatitudini
come ci è proposto nelle due redazioni di Lc
6,20-26 e di Mt5,1-12.
Le due scelte 1) Ad imitazione di Cristo e del Padre dobbiamo fare la scelta preferenziale dei poveri.
2) In risposta all’invito di Cristo dobbiamo fare una autentica esperienza di povertà.
La 1° scelta si ispira alle Beatitudini di Lc “Beati voi, poveri,
perché vostro è il Regno di Dio. La redazione di Lc è meno
nota della parallela in Mt. È ritenuta delle due la più antica,
ha il suo fondamento nell’evidente parallelo che intercorre
tra le Beatitudini e Is. 61,1-2, è il testo citato da Cristo nel
suo discorso nella sinagoga di Nazareth (Lc 4.18-19) Cristo
si presenta come il messaggero divino in cui la profezia di
Is. ha compimento.
sofferenti.
Infatti Luca nelle sue Beatitudini, non presenta delle disposizioni spirituali – non parla di “poveri in spirito”, ma
di “poveri”, ma presenta delle condizioni esterne, economiche e sociali, estremamente penose. Lc si rivolge ai discepoli (“voi”) che vengono descritti, come persone povere, in contrasto con le altre che sono ricche, come la gente
che ha fame in contrapposizione a gente sazia, come gente
che piange in opposizione ad altri che ridono, come gente
sottoposta ad ogni sorta di maltrattamenti in opposizione
ad altri che sono rispettati ed ossequiati, come poveri che
hanno fame e sono oppressi e perciò piangono. Ma anche
come persone che per questa loro situazione sono oggetto della predilezione di Dio “vostro è il Regno di Dio” (Lc
6,20-26). Quale la ragione di questa predilezione? E’ nella
ricompensa che viene loro riservata “vostro è il regno”.
N
ella Bibbia parlare del Regno di Dio è parlare di Dio
che si manifesta come RE. Nella concessione biblica
comune al pensiero del mondo medio orientale antico, il
re non è veramente degno del suo nome e della sua carica,
se non nella misura in cui assicura la giustizia e la pace ai
suoi sudditi con particolare attenzione a coloro che non
sono in grado di procurarsela da soli, ossia i deboli e gli
indifesi, esposti alla oppressione dei potenti: i poveri, le
vedove e gli orfani. In questo contesto, secondo la Bibbia,
Dio non si manifesta pienamente Re se non nel giorno in
cui metterà fine alla sofferenza dei poveri, in questo contesto la ragione della predilezione di Dio per i poveri non va
ricercata nella virtù o nei meriti, (Lazzaro) ma va ricercata
nel fatto che Dio prende sul serio le sue prerogative regali,
è perché vuole essere un Re degno del suo nome che prende sotto la sua protezione tutti i poveri e fa di essi i primi
beneficiari del suo Regno.
Veduta del golfo di Napoli
“Lo Spirito del Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato e
mi ha inviato a portare ai poveri il lieto annunzio, ad annunciare
ai prigionieri la liberazione…a consolare tutti gli afflitti”.
Secondo questa lettura delle Beatitudini, prima di essere
un invito ad assumere un comportamento morale, sono
un annuncio del Regno, prima di riassumere un ideale di
vita parlano di Dio e della sua predilezione per i poveri e i
14
Comunità in ascolto
(72)
a cura di don Giovanni
In ottobre ricorre la festa dei nonni. Dedichiamo a loro questa
preghiera di meditazione
La vecchiaia è un dono
A volte non si osa nemmeno pronunciarne il nome,
come se la vecchiaia
fosse una vergogna, una cosa da nascondere;
si dimentica che essa è un dono.
La vecchiaia è un dono, perché tutti gli anni
che ci vengono accordati
aumentano la ricchezza, in grazia e amore,
della nostra vita umana.
Interno della cattedrale di Albenga
La vecchiaia è un dono: vorrei non perderlo;
vorrei raccogliere,
in ogni giorno che viene, che passa e che se ne va,
il tuo amore che si dona.
Un tempo più abbondante di soggiorno sulla terra
permette di amarti meglio,
tu che sei nostro Padre e che ti fai conoscere
attraverso i tuoi benefici.
Jean Galot S.J.
La vecchiaia è un dono perché dopo tanti anni
l'uomo può tranquillamente
riflettere sulla sua vita, meditare il senso
del suo cammino verso di te.
Ottobre: mese della b. V. del Rosario. Per esso questa preghiera
colma di fiducia e modello di preghiera mariana, per il suo
orientamento cristocentrico.
Col riposo che offre, essa invita soprattutto
a guardarti, Padre,
nella serenità, con un cuore più libero,
uno spirito distaccato.
Stella del mattino
Vergine Immacolata,
radiosa immagine di candore e di grazia,
che col tuo apparire
diradi le tenebre della notte incombente,
e ci innalzi ai fulgori del Cielo,
guarda benigna ai tuoi figli e devoti,
che si stringono a te,
e per loro intercedi la grazia
dello Spirito di Dio:
Stella del mattino,
prepara i nostri pensieri
alla venuta del Sole di giustizia,
da te portato al mondo.
Croce presso il rifugio
L. ALbani, sotto l'imponente
parete nord della Presolana
a Colere, in valle di Scalve (Bg)
Porta del Cielo,
solleva i nostri cuori
ai desideri del Paradiso.
15
Comunità in ascolto
Specchio di giustizia,
conserva in noi l'amore della grazia divina,
affinché, vivendo umili e gioiosi
nell'adempimento della nostra vocazione cristiana,
sempre possiamo godere
dell'amicizia del Signore,
e delle tue materne consolazioni.
Così sia.
il vero concetto di uomo,
il fratello di tutti, l'amico insostituibile,
l'unico degno di ogni fiducia
e d'ogni amore.
Cfr. S. Giovanni XXIII
Tu sei la luce per cui la stanza del mondo
prende proporzioni, forma, bellezza ed ombra.
E nello stesso tempo,
Signore Gesù, tu sei
la sorgente di ogni nostra fortuna.
Tu sei la parola che tutto definisce,
tutto spiega, tutto classifica,
tutto redime.
Tu sei il principio
della nostra vita spirituale e morale.
Tu dici che cosa si deve fare
e dai la forza, la grazia, per farla.
Tu riverberi la tua immagine,
anzi la tua presenza in ogni anima
che si fa specchio per accogliere
il tuo raggio di verità e di vita,
che cioè crede in te e accoglie
il tuo contatto sacramentale.
Paesaggio autunnale lungo il pendio della Verna
(AR), presso l'omonimo santuario francescano
Per il mese missionario, questa appassionata professione di fede di
Paolo VI, che proprio nel corso di tale mese sarà proclamato beato
Tu sei il Cristo-Dio, il Maestro,
il Salvatore, la Vita.
Gesù, tu sei per tutti.
Gesù, tu sei per tutti,
per ogni singola anima,
per ciascuno di noi
e per ogni singolo popolo:
ogni stirpe, ogni nazione, ogni civiltà
ti può raggiungere, ti può avere;
anzi ti deve raggiungere,
ti deve avere.
Signore Gesù,
tu sei al vertice
delle aspirazioni umane,
il termine delle nostre speranze e delle nostre preghiere.
Tu sei il punto focale dei desideri
della storia e della civiltà,
il Messia, il centro dell'umanità,
Colui che dà un senso agli avvenimenti umani,
Colui che dà un valore alle azioni umane,
Colui che forma la gioia e la pienezza
dei desideri di tutti i cuori.
Gesù, tu sei per tutti.
Cristo Gesù, tu sei necessario,
senza di te non si può fare,
senza di te non si può vivere.
Tu sei il vero uomo,
il tipo di perfezione, di bellezza, di santità
posto da Dio per impersonare
il vero modello,
Cristo Gesù, tu sei sufficiente,
tu basti alla nostra guida suprema,
alla nostra sapienza ultima,
alla nostra salvezza eterna.
16
Comunità in ascolto
Tu sei la vera e sola religione.
Trovino il conforto dello Spirito,
la ricchezza del tuo amore,
la speranza della tua provvidenza
che apre sentieri di rinnovamento spirituale
e assicura a quelli che lo amano un futuro migliore.
Cristo Signore,
tu sei la sicura rivelazione di Dio,
il solo ponte tra noi e l'oceano di vita
che è la Divinità, la Trinità Santissima
per cui siamo stati creati
e a cui siamo destinati.
Aiutaci a imparare
da questo mistero di dolore
che siamo pellegrini sulla terra,
che dobbiamo essere sempre preparati,
perché la morte può giungere all'improvviso.
La meditazione su di te, o Gesù,
il Bambino di Betlemme,
l'Operaio di Nazareth,
il Maestro di Palestina,
il Crocifisso del Calvario,
il Risorto di Pasqua
si apre davanti a noi
come uno sconfinato panorama
di verità vitali e stupende.
Amen.
Ricordaci che dobbiamo seminare sulla terra
ciò che raccoglieremo moltiplicato nella gloria,
affinché viviamo, guardando sempre a Te,
Padre e Giudice dei vivi e dei morti,
che alla fine ci giudicherai nell'amore.
Ti ringraziamo, Padre,
perché nella fede
il dolore ci avvicina di più a Te,
e in esso cresce la fratellanza e la solidarietà
di tutti coloro che aprono il cuore
al prossimo bisognoso.
beato Paolo VI
Per il mese dei Santi e dei Morti: preghiera-meditazione di un
altro Papa santo
Da questo luogo
che conserva i resti mortali di tanti nostri fratelli
ascolta la nostra preghiera:
«Dà loro, o Signore, il riposo eterno
e risplenda per essi la luce perpetua.
Riposino in pace.
Crediamo nel tuo amore
Padre misericordioso,
Signore della vita e della morte.
Il nostro destinò è nelle tue mani.
Guardaci con bontà
e guida la nostra esistenza
con la Tua Provvidenza,
piena di sapienza e di amore.
E a noi che continuiamo a vivere,
pellegrini in questa valle di lagrime,
dà la speranza di riunirci a Te,
nella tua casa paterna,
dove Tuo Figlio Gesù
ci ha preparato un posto
e la Vergine Maria ci guida
verso la comunione dei Santi. Amen.
Ravviva in noi, o Signore,
la luce della fede
affinché accettiamo il mistero
di questo immenso dolore,
e crediamo che il tuo amore è più forte della morte.
S. Giovanni Paolo II
Guarda, o Signore,
con bontà l'afflizione di coloro
che piangono la morte di persone care:
figli, padri, fratelli, parenti, amici.
Sentano essi la presenza di Cristo
che consolò la vedova di Naim
e le sorelle di Lazzaro,
perché Egli è la risurrezione e la vita.
17
Comunità in ascolto
IN CAMMINO CON...
S. Francesco di Sales - 23
Continuiamo la lettura dell’ “Introduzione alla vita devota” di s. Francesco di Sales, opera
nota anche con il nome di Filotea.
Affinché la lettura delle riflessioni e dei suggerimenti del Santo sia meditata e non frettolosa,
ne viene suggerita una cadenza mensile.
Il linguaggio, naturalmente, è quello dell’epoca dell’Autore; nella forma espressiva, non
sempre conforme al nostro linguaggio di oggi, occorre trovare la sostanza.
settembre
Capitolo XX
LA DIFFERENZA TRA LE VERE
AMICIZIE E QUELLE FUTILI
[…] Non so se tu sappia che il miele di
Eraclea, molto velenoso, assomiglia
incredibilmente al miele comune; e il
pericolo di prendere uno per l'altro è
reale, come pure quello di mischiarli:
la buona qualità dell'uno non impedisce l'effetto velenoso dell'altro. Bisogna fare attenzione a non lasciarsi
trarre in inganno nelle amicizie […];
spesso Satana si sostituisce a coloro
che amano.
Si comincia sempre dall'amore virtuoso, ma, se non si è molto saggi, si
insinua presto l'amore frivolo, poi si
passa all'amore sensuale, poi a quello carnale; il pericolo esiste persino
nell'amore spirituale, se non si fa
molta attenzione […].
Distinguerai l'amicizia mondana da
quella santa e virtuosa, esattamente
come si distingue il miele di Eraclea
dall'altro: il miele di Eraclea è più
dolce al palato del miele ordinario; è
l'aconito che gli aumenta la dolcezza;
così fa abitualmente l'amicizia mondana che sforna a ripetizione quantità enormi di parole melliflue, una
pioggia di frasette appassionate e di
lodi sulla bellezza, la grazia e le qualità sensuali: l'amicizia sana invece
ha un linguaggio semplice e schietto,
loda soltanto la virtù e la grazia di
Dio, unico suo fondamento.
Il miele di Eraclea, una volta ingoiato, provoca dei capogiri; allo stesso
modo l'amicizia futile provoca dei disorientamenti di spirito che rendono
insicura la persona nella castità e nella devozione. La conducono a sguardi
languidi, vezzosi, insistiti; a carezze
sensuali, a sospiri equivoci, a piccole
lamentele di non essere amati a sufficienza; ad artifici ben mascherati,
ma abili e cattivanti: galanterie, abuso di baci e altre libertà e familiarità
che portano alla volgarità e sono sicuro presagio di una imminente resa
dell'onestà.
L'amicizia santa, invece, ha occhi
semplici e casti; gli atti di cortesia
sono controllati e schietti; se ci sono
sospiri, saranno per il cielo, le libertà
solo per lo spirito, i lamenti saranno
soltanto perché Dio non è abbastanza amato, prova infallibile dell'onestà.
Il miele di Eraclea turba la vista; l'amicizia mondana turba il senno, di
modo che coloro che ne sono colpiti,
pensano di agire bene mentre agiscono male, e sono convinti che le loro
scuse, i loro pretesti, e le loro parole
sono motivi validi. L'amicizia santa
invece ha gli occhi luminosi e non si
nasconde, anzi si fa vedere volentieri
dalla gente per bene.
Infine il miele di Eraclea lascia un forte sapore amaro in bocca: avviene lo
stesso nelle false amicizie che si tramutano e finiscono in parole e richieste carnali e degne delle fogne; in caso
di rifiuto, esploderanno le ingiurie, le
calunnie, le imposture, le tristezze, gli
isterismi; l'amicizia pulita è sempre
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uguale nell'onestà, educata e amabile, e si muta soltanto in una unione
degli spiriti più pura e più perfetta,
immagine vivente dell'amicizia beata
che regna in Cielo […].
ottobre
Capitolo XXI
CONSIGLI E RIMEDI PER
COMBATTERE LE CATTIVE
AMICIZIE
a che cosa fare per combattere
gli amori futili, le stranezze, le
pazzie, le brutture cui ho accennato? Appena ne avverti i primi sintomi, volgiti subito dall'altra parte e,
respingendo nel modo più assoluto
quelle stupidità, corri presso la Croce
del Salvatore, afferra la sua corona di
spine e cingine il tuo cuore di modo
che quelle piccole volpi non possano
avvicinarsi.
Sta bene attenta a non scendere a patti con il nemico; non dire: lo ascolterò, ma poi non farò nulla di quanto
mi suggerirà; gli presterò orecchio,
ma gli rifiuterò il cuore. Filotea, in
tali circostanze, devi essere intransigente: il cuore e le orecchie sono collegati, e com'è impossibile arrestare
un torrente che scende a valle dalla
montagna, così è difficile impedire
che l'amore entrato in un orecchio
non scenda presto nel cuore.
[…] Proteggiamo dunque scrupolosamente le nostre orecchie dai colpi d'aria delle parole inutili; in caso
contrario ben presto il nostro cuore
M
Comunità in ascolto
ne sarà contagiato. Sotto nessun pretesto devi ascoltare proposte oscene
di alcun genere: è questo il solo caso
in cui non corri pericolo di essere incivile e scortese […].
Si deve troncare ogni conversazione
privata, gli incontri segreti, gli sguardi languidi, i sorrisi e in genere tutti
gli scambi e gli ammiccamenti che
possono nutrire questo fuoco maleodorante e fuligginoso […].
Non bisogna avere riguardi per un
amore che è contrario all'amore di
Dio […].
Ma, mi dirai, non è ingratitudine
rompere così drasticamente un'amicizia? Io ti dico: quant'è bella l'ingratitudine che ti rende accetta a Dio!
[…]
Campo scout in val Adamé
(Valsaviore in Valcamonica - Bs)
nioni passano in continuazione da
uno all'altro.
Questo soprattutto quando all'affetto si aggiunge la stima; in tal caso
apriamo il cuore all'amico con molta
larghezza per cui, con essa, entrano
con facilità in noi tutte le sue tendenze e le sue opinioni, poco importa se
siano buone o cattive.
Novembre
Le api che raccolgono il miele di EraCapitolo XXII
clea cercano soltanto il miele, ma con
QUALCHE ALTRO CONSIGLIO A
esso succhiano anche le qualità velePROPOSITO DELLE AMICIZIE
nose dell'aconito sul quale fanno la
'amicizia richiede un intenso
raccolta […]. E che motivo c'è di ricescambio tra coloro che si vogliovere alla rinfusa difetti e imperfezioni
no bene: diversamente non può nadell'amico assieme alla sua amicizia?
scere e tanto meno mantenersi. Ecco
E’ evidente che bisogna volergli bene
perché avviene spesso che agli scambi
nonostante le sue imperfezioni, ma
che sono alla base dell'amicizia, se ne
non bisogna voler bene alle sue imaggiungano molti altri che si insinuaperfezioni e prenderle su di noi; l'ano insensibilmente da cuore a cuore:
micizia richiede che ci comunichiae così gli affetti, le tendenze e le opimo il bene, non il male.
A somiglianza
di coloro che
cavano la ghiaia dal Taro e
separano l'oro
che trovano
per portarlo
via, mentre lasciano il resto
sulla riva del
fiume, coloro
che comunicaIl piccolo chiostro del monastero di
no con l'amico
s Damiano, in Assisi
devono saper
L
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separare la sabbia delle imperfezioni
e non lasciarla penetrare nelle loro
anime […].
Ciascuno ne ha abbastanza dei propri difetti senza bisogno di caricarsi
anche di quelli degli altri; aggiungo
che l’amicizia non soltanto non lo richiede, ma al contrario, ci obbliga a
darci reciprocamente una mano per
liberarci da tutte le forme di imperfezione.
E’ fuor di dubbio che bisogna sopportare con dolcezza l'amico nelle
sue imperfezioni, ma non incoraggiarlo in quelle, e ancor meno trasferirle in noi.
Parlo soltanto di imperfezioni; quanto ai peccati non bisogna accettarli
e sopportarli nemmeno nell'amico.
Un'amicizia che lascia morire l'amico senza prestargli aiuto, è un'amicizia debole e cattiva; vedere un amico
che muore di un ascesso e non avere il
coraggio di dare il colpo di bisturi per
salvarlo, non è amicizia.
L'amicizia vera e vitale non sopravvive tra i peccati. Si dice che, dove si
adagia, la salamandra spegne il fuoco; il peccato distrugge l'amicizia in
cui si annida […].
L'amico diventa nemico quando vuole condurci al peccato […]; una delle
prove più sicure di una falsa amicizia
è vederla praticata tra persone viziose,
qualunque sia il genere di peccato che
le accomuna […].
Comunità in ascolto
L’ANNUNCIO DEL REGNO - 3
di Antonio Corsini
SEGNI E MIRACOLI
I
racconti dei miracoli di Gesù sono
i più conosciuti e ricordati tra gli
scritti dei Vangeli, primo perché colpiscono immediatamente la fantasia e i sentimenti delle persone e poi
perché nel catechismo, non solo dei
bambini, si presenta spesso Gesù tramite i suoi interventi miracolosi, forse per sottolinearne la sua potenza e
grandezza e arrivare, attraverso queste sensazioni, a riconoscerlo come
Figlio di Dio quale Egli si presenta.
Parlare dei miracoli di Cristo fuori
dal contesto dell’annuncio del regno
risulta pericoloso e fuorviante, si rischia di vedere in Lui un taumaturgo,
un mago potente che può risolvere i
problemi dei poveri uomini con facilità. Del resto tutto quanto riguarda
i miracoli accreditati a Gesù dai Vangeli crea dubbi e distinzioni anche in
ambiti cristiani, tanto che tra esegeti,
biblisti e addetti ai lavori, troviamo
chi si affretta a sottolineare che molti di essi sono esagerazioni o racconti a sfondo catechetico-teologico, e
sono pronti a sostenere tali tesi in
vari modi e con convinzioni più o
meno erudite. Senza soffermarsi a riflettere che apostoli e discepoli della
prima ora e non solo hanno accettato e testimoniato, anche fino alla
morte, il messaggio dei Vangeli in
toto, partendo dai discorsi, parabole,
miracoli fino alle testimonianze. Del
resto nel primo discorso che Pietro
tiene dopo aver ricevuto lo Spirito
Santo, il giorno di Pentecoste, inizia
a parlare di Gesù con le queste parole: "Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazareth, uomo accreditato
da Dio presso di voi per mezzo di miracoli,
prodigi e segni che Dio stesso fece tra voi
per opera sua, come voi sapete bene…”
(Atti 2,22). Per Pietro e gli Apostoli,
era chiaro che fossero segni tangibili
con cui Dio stesso conferma la predicazione di Gesù, non ha neanche la
necessità di elencarli in quanto molti
di coloro che ascoltavano erano stati testimoni di tali avvenimenti o ne
avevano avuto notizia certa. Gesù
stesso, quando Giovanni Battista dal
carcere gli manda a chiedere: “Sei tu
colui che deve venire o dobbiamo aspettare
un altro?”, risponde: «Andate e riferite
a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi
riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono,
i morti risuscitano, ai poveri è annunciato
il Vangelo. E beato è colui che non trova in
me motivo di scandalo!» (Mt. 11, 1-5).
Molti altri accettano le testimonianze sui miracoli come azioni volte a risvegliare la fede nei presenti, ma nel
racconto dei fatti Gesù stesso confer-
lago di Galilea
ma che il miracolo da lui effettuato
conferma la fede che già opera in di
chi si rivolge a lui "vai la tua fede ti ha
salvato" è la frase con cui, spesso, licenzia coloro che hanno ricevuto un
miracolo, riguardo al resto dei presenti ci si rende conto che vedono in
Gesù un grande uomo che può risolvere i loro problemi quotidiani più
o meno grandi "con la bacchetta magica", ma questi fatti non li porta alla
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conversione. Tanto che il popolo si
lascia indurre a mandarlo al patibolo
e i suoi fedeli, Apostoli compresi, nel
momento del pericolo lo tradiscono
o fuggono a nascondersi; la fede si
accenderà in loro dopo la discesa dello Spirito Santo perché essa è abbandono totale al dono di Dio.
Non è sostenibile neppure la tesi
per cui Cristo fa miracoli per attirare l’attenzione su di sé, per mostrare
la sua potenza, infatti gli Evangelisti
narrano che spesso Gesù chiede ai
beneficiari dei prodigi di non parlarne; dopo la moltiplicazione dei
pani lo cercano per farlo re, ma Lui
si nasconde, addirittura a volte si
mostra riluttante a fare il miracolo.
Quando nella sinagoga di Nazareth
i suoi concittadini lo sfidano a fare
miracoli per confermare che non è
il semplice figlio del falegname che
loro conoscono, Gesù si rifiuta (Lc.
4, 16-20). “L’annuncio del Regno fatto
da Gesù anche attraverso segni e miracoli è in continuità con le attese dei profeti,
i quali avevano predetto che Dio avrebbe
compiuto opere straordinarie nel tempo
della salvezza. I miracoli di Gesù sono, appunto, il compimento di queste attese” (Lc
4,16-22). (Catechismo per i Giovani
“Venite e vedrete” )
Non è nostra intenzione approfondire a livello catechetico i vari interventi miracolosi di Cristo e le motivazioni per cui li ha compiuti, ma in un
discorso a più ampio respiro che può
stimolare ad un approfondimento
ulteriore possiamo sottolineare che
un'analisi dei quattro Vangeli rivela
circa quaranta diverse narrazioni di
miracoli compiuti da Gesù. È possibile che lo stesso evento sia stato talvolta riportato dagli Evangelisti con
differenze tali da farli apparire eventi
Comunità in ascolto
diversi; questo potrebbe far scendere
il numero globale di alcune unità; la
tradizione considera come primo miracolo la trasformazione dell’acqua
in vino alle nozze di Cana (Gv. 2,111). Questo tralasciando quello che
si può considerare il primo e grande
Miracolo della sua nascita nel grembo verginale di Maria.
Giovanni, comunque, alla conclusione del suo Vangelo sottolinea “Questo
è il discepolo che rende testimonianza su
questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che
la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che,
se fossero scritte una per una, penso che il
mondo stesso non basterebbe a contenere i
libri che si dovrebbero scrivere” (Gv. 21,
24-25), pertanto si può ritenere che
di segni e miracoli ne abbia fatti altri.
I miracoli di Gesù possono essere
raccolti in diverse categorie: guarigioni fisiche, guarigioni morali (conversioni), vedi Levi-Matteo, Zaccheo,
la peccatrice, esorcismi, resurrezioni, miracoli sugli elementi naturali.
Questo sicuramente per sottolineare
la signoria di Cristo su tutto quello
che riguarda il creato, uomo e natura, in tutti i suoi ambiti. Della capacità di compiere segni e miracoli sono
accreditati anche patriarchi e profeti,
ma tutti ricevono la potenza per operarli da Dio, dopo aver ricevuto l’ordine di eseguirlo o dopo aver pregato
Dio di compiere il prodigio per loro
tramite; per Gesù è diverso, Lui parla e il miracolo si realizza. Il Regno
è presente e operante nelle parole e
nell’azione di Gesù, Egli stesso sottolinea questa caratteristica: "Se io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio, è
certo giunto fra voi il regno di
Dio" (Mt 12,28).
I miracoli evangelici sottolineano, inoltre, il principio della grazia, che è
una caratteristica costante dell’azione salvifica di
Dio. Significano che, in
Cana
definitiva, soltanto Dio
può aiutare il mondo nel bisogno e
nella caducità derivati dal peccato. I
miracoli di Gesù sono uno scandalo
per chi si affida esclusivamente al lavoro delle proprie mani per costruire
il proprio futuro. Ma per chi è disposto a credere sono una ragione di
speranza. Risanando ciechi, storpi e
muti, risuscitando i morti, cacciando
i demoni, Gesù rivela che la potenza
di Dio è già all’opera per compiere
ciò che all’uomo non è possibile.
I miracoli dicono che il regno di
Dio, promesso e vicino, e la sua realizzazione sarà anche la liberazione
dell’uomo da tutti i limiti inerenti
alla sua condizione umana.
Per la vita
I miracoli di Gesù hanno certamente lo scopo di garantire che egli è
l’inviato di Dio e che le sue parole
sono veritiere. Ma questo scopo non
esaurisce il loro significato. Comunque non toglie all’atto di fede il suo
aspetto di libera decisione e non sottrae la missione di Cristo alla debolezza della croce. I miracoli sono al
servizio della fede e non intendono
offrire in alcun modo una certezza
diversa dalla fede.
Gesù non può fare miracoli là dove
c’è l’incredulità ostinata. I miracoli
di Cristo sono la risposta alla sincerità dell’uomo che cerca la verità: non
sono il tentativo di forzare, in ogni
modo, il cuore dell’uomo. Diversamente dagli uomini, Dio non usa la
violenza per imporre la sua verità. E
neppure fa miracoli là dove gli uomini pretendono segni che permettano
loro di sottrarsi al rischio della fede.
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I segni di Dio non sono così evidenti
da togliere ogni dubbio possibile. E
neppure fa miracoli là dove gli uomini vorrebbero sfruttarli per sé, a sostegno delle loro pretese.
La nostra fede in Cristo Figlio di Dio
fatto uomo viene suscitata e nutrita dall’incontro personale e approfondito con Cristo che avviene nella
Chiesa attraverso la Parola di Dio, la
catechesi e la partecipazione alla vita
comunitaria, non è una risposta personale a fatti più o meno prodigiosi,
più o meno richiesti, anche se l’incontro con Gesù non preclude suoi
interventi prodigiosi nella nostra
vita quotidiana in tutti i suoi aspetti.
Non preclude neppure la possibilità
di chiedere tali interventi: “Quello che
chiederete nel Mio nome il Padre mio ve lo
concederà”, ma il tutto accettando la
volontà del Padre che opera in noi e
per noi alla realizzazione della nostra
santificazione.
Da non dimenticare che con il suo
esempio Cristo ha sottolineato che
segni e miracoli non sono per fuggire
dalla croce (Mt. 27, 39-44), se intendiamo come croce la libertà di aderire fino in fondo al progetto di Dio,
perché solo passando per questa croce si giunge alla resurrezione.
Il fatto poi di pretendere che Dio intervenga continuamente nei fatti dolorosi della vita degli uomini, magari
togliendo, malattie, fame, guerre e
quant’altro con una semplice parola, non rientra nel Suo progetto in
quanto ha deciso di elevare gli uomini da creature a Suoi figli adottivi e
di farne compartecipi e protagonisti
del suo progetto salvifico su tutto il
creato, questo comporta la piena e,
soprattutto, libera adesione dell’uomo. Per quanto sicuramente “doloroso” per Lui, Dio ci vuole uomini,
liberi di amarlo e non marionette che
aderiscono a lui obbligati dai suoi interventi, per quanto grandiosi, nella
nostra vita.
Pace e bene.
Comunità in cammino
Vita29della
Comunità
giugno - 14 settembre 2014
Sono figli di Dio, con il Battesimo:
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Lorini Samuele
da Francesco e Camoni Vanessa
b. 6 luglio
Marella Viola
da Daniele e Belotti Valentina
b. 6 luglio
Caruna Alberto
da Pietro e Mazzocchi Manuela
b. 20 luglio
Donghi Stefano
da Fabio e Reyes Janet
b. 20 luglio
Lussignoli Aurora
da Simone e Gardoni Alesssandra
b. 20 luglio
Penna Lisa Emma
da Stefano e Piantoni Demelza
b. 3 agosto
Metelli Pietro
da Sergio e Mazzotti Claudia
b. 7 settembre
Il Battesimo, nei prossimi mesi, sarà celebrato la prima (11.20) e la terza (16.00) Domenica di ottobre; il I novembre nella
Messa delle 10.30; la terza Domenica di novembre (16.00), lunedì 8 dicembre durante la Messa delle 10.30 e la terza dello
stesso mese (16.00), Domenica 11 gennaio durante la Messa delle 10.30 (festa del Battesimo del Signore), Domenica 18
gennaio durante la Messa delle 18.00 (solennità della dedicazione della nostra chiesa parrocchiale)
Il nostro rallegramento a tutte queste famiglie, in particolare a Francesco e a Vanessa, già collaboratori dell’Oratorio, per la nascita e il
Battesimo del piccolo Samuele.
Hanno consacrato il loro amore davanti all’altare del Signore:
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Fratus Riccardo e Cantillo Yrina
il 19 luglio
Zanni Michele Battista e Consolati Veronica il 26 luglio
Adornetto Salvatore e Russo Simona il 12 agosto a Carlentini (SR)
Belotti Luca e Saleri Alessandra Ines
il 6 settembre
Ramera Domenico e Pedrali Michela il 13 settembre
Ci hanno preceduto nell’eternità:
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Bosetti Paolo, di anni 77
Cazzago Battista, di anni 76
Bertossi Anna Maria, di anni 87
Bellini Cesare (Gino), di anni 74
Ferrandi Mario, di anni 84
Caruna Agostino, di anni 76
Massetti Battista, di anni 73
Spina Evaristo, di anni 89
m. 13 luglio
m. 20 luglio
m. 30 luglio
m. 11 agosto, da Castrezzato
m. 13 agosto
m. 20 agosto
m. 21 agosto
m. 24 agosto
La nostra partecipazione nella preghiera per tutte le persone colpite dal dolore del lutto e per i cari che li hanno lasciati. In particolare a
coloro che sono stati o tuttora sono collaboratori dell’Oratorio: Omar Dolci, capo scout, per la perdita del nonno Paolo; Luciano e Andrea
per quella del papà Cesare; a Valentina e Andrea per scomparsa del nonno Mario; Roberto, Maria Elena e il di lei consorte Giuliano per
la morte del loro caro Battista
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Comunità in cammino
Calendario liturgico - pastorale
Settembre
28 - Domenica XXVI del tempo ordinario
Gesù disse: “Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: “Figlio va oggi a lavorare nella vigna”. Ed
egli rispose: "Sì, signore”; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: "Non ne ho voglia"; ma
poi pentitosi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del Padre? Dicono: “L’ultimo”. E Gesù disse loro: “In verità vi
dico: i pubblicani e le prostitute vi passeranno avanti nel regno di Dio” (Mt. 21, 28-31)
ore 14.30
con la preghiera in chiesa, le successive iscrizioni alla catechesi e i giochi in Oratorio, si apre l’anno
catechistico; iscrizioni al gruppo “Cantera” e momento di intrattenimento da parte degli animatori
del Grest
In questa SETTIMANA MARIANA
- ogni Messa è preceduta dalla preghiera del rosario, dalla Liturgia delle Ore e caratterizzata da una breve riflessione
- da lunedì a venerdì, alle 20.30, preghiera del rosario o celebrazione come di volta in
volta indicato
29 - lunedì
SS. MICHELE, GABRIELE E RAFFAELE, arcangeli - festa
ore 20.30
preghiera mariana nella casa di coloro che si sono resi disponibili a livello di condominio o di contrada, secondo l’indicazione del Vescovo delle piccole comunità territoriali
30 - martedì
s. Girolamo, sacerdote - memoria. E’ uno dei quattro grandi Padri della Chiesa d’occidente o Latina
ore 18.00
in luogo della celebrazione alle 16.30 (v. numero di luglio, pag. 19), s. Messa nella chiesetta di S. Girolamo, in Ingussano
ore 20.30
preghiera mariana nella casa di coloro che si sono resi disponibili a livello di condominio o di contrada, secondo l’indicazione del Vescovo riguardo alle piccole comunità
territoriali
OTTOBRE mese missionario e della devozione alla B.V. del s. rosario
Orario delle celebrazioni pomeridiane feriali nei mesi da ottobre a dicembre
la celebrazione della Messa nei pomeriggi dei giorni feriali viene effettuata alle 16.30,
secondo il seguente calendario settimanale, salvo le varianti espressamente indicate
1) lunedì, martedì, giovedì e venerdì: in Pieve fino a fine ottobre, poi in chiesa
2) mercoledì: nella chiesa dell’Oratorio “Maria Tonelli”.
NB: stante la costante presenza della celebrazione pomeridiana, a partire dal I ottobre
è di nuovo possibile effettuare i funerali in orario pomeridiano, ferma restando la
possibilità, per coloro che la desiderano, della collocazione in orario mattutino
1 - mercoledì ore 20.30
2 - giovedì
ore 15.00
ore 16.15
ore 20.30 3 - venerdì
ore 10.00
ore 20.30
4 - sabato
ore 18.00
santa Teresa di Gesù Bambino, Patrona delle Missioni - memoria
in chiesa, incontro di riflessione e preghiera per i catechisti
Giornata eucaristica nell’ambito della Settimana mariana e primo giovedì del mese,
giorno mensile parrocchiale di preghiera per le vocazioni: dopo la Messa delle 9.00 fino
alle 11.00, in chiesa esposizione del ss. Sacramento
in chiesa, sacramento della Riconciliazione per i ragazzi dei gruppi “Antiochia”, “Efeso”,
“Tessalonica”
in chiesa, sacramento della Riconciliazione per i fanciulli dei gruppi “Gerusalemme” ed
“Emmaus”
adorazione eucaristica missionaria e mariana, comunitaria, nella parrocchiale
primo venerdì del mese, dedicato alla devozione al S. Cuore di Gesù
celebrazione di preghiera per gli ammalati e gli anziani, in chiesa
s. Messa di avvio dell’“Anno della mistagogia” per i genitori e i ragazzi del gruppo
“Antiochia”: rendimento di grazie per i Sacramenti del’Iniziazione Cristiana
S. FRANCESCO D'ASSISI, Patrono d'Italia - festa
primo sabato del mese, dedicato alla devozione alla B. V. Maria
s. Messa festiva della vigilia con il ringraziamento per gli anniversari di Matrimonio
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Comunità in cammino
5 - Domenica
B.V. Maria del Rosario - solennità devozionale nella prima Domenica di ottobre
XXVII del tempo ordinario
In quel tempo gli apostoli dissero al Signore: "Aumenta la nostra fede!" Il Signore rispose: "Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe" (Lc. 17, 6)
Orario festivo solenne delle celebrazioni
ore 9.00 santa Messa solenne. Segue la processione in onore della B. Vergine del s. rosario: p.za
Marenzio, largo Garibaldi, via Cavour, via Tonelli, via Benefattori, p.za Marenzio
ore 11.20 Celebrazione comunitaria del Battesimo
ore 17.00 s. rosario
ore 17.30 a conclusione della Settimana Mariana, celebrazione del Vespro e benedizione Eucaristica
7 - martedì
B. V. del Rosario - memoria
9 - giovedì
ricorre il decimo anniversario dell'avvio della Missione Parrocchiale (9-23 ott. 2004)
10 - venerdì
s. Daniele Comboni, vescovo bresciano, evangelizzatore dell'Africa - memoria
12 - Domenica XXVIII del tempo ordinario Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: "...La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata
testata d’angolo; dal Signore è stato fatto questo...Vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare" (Mt. 21, 43)
ore 15.30
ore 15.30
13 - lunedì
ore 20.15
18 - sabato nel Focolare, incontro introduttivo per i genitori dei fanciulli del 1° anno del Cammino di Iniziazione Cristiana (Gruppo “Betlemme”)
nell’oratorio“Maria Tonelli”, incontro per i genitori dei fanciulli del 4° anno del Cammino di
Iniziazione Cristiana (gruppo “Gerusalemme”)
beato Giovanni Bodeo, martire bresciano - memoria facoltativa
nell’oratorio“Maria Tonelli” incontro per gli Animatori dei Centri d’Ascolto
S. LUCA, evangelista - festa
19
- Domenica
XXIX del tempo ordinario
Allora Gesù disse loro: "Rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio" (Mt. 22, 21)
ore 15.30
20 - lunedì
23 - giovedì
25 - sabato
LXXXVIII Giornata Missionaria Mondiale
nell’oratorio “Maria Tonelli”, primo incontro per i genitori dei fanciulli del 2° anno del Cammino
di Iniziazione Cristiana (gruppo “Nazareth”)
ore 15.30
nel “Focolare”, primo incontro per i genitori dei ragazzi del 6° del Cammino di Iniziazione Cristiana (gruppo “Anticohia”)
ore 16.00
celebrazione comunitaria del Battesimo
ore 20.30
nelle rispettive sedi, Centri d’Ascolto della Parola di Dio
nel pomeriggio pellegrinaggio mariano al santuario della Madonna della Misericordia di Bovegno e
alla casa natale di papa Paolo VI, a Concesio
SS. FILASTRIO E GAUDENZIO, vescovi di Brescia - festa
26 - Domenica XXX del tempo ordinario
Un dottore della legge interrogò Gesù...: "Maestro qual è il più grande comandamento della legge?” Gli rispose: “Amerai
il Signore Dio tuo con tutto il cuore...e il prossimo tuo come te stesso..." (Mt. 22, 35-39)
ore 14.20
nel “Focolare”, primo incontro per i genitori dei preadolescenti (gruppi “Efeso” e “Tessalonica”)
ore 15.30
nel “Focolare”, primo incontro per i genitori dei fanciulli del 3° anno del Cammino di Iniziazione
Cristiana (gruppo “Cafarnao”)
27 - lunedì
28 - martedì
30 - giovedì
ore 15.00
ore 16.15
31 - venerdì
16.30 e 18.00
s. Teresa Eustochio Verzeri, vergine, vissuta anche a Brescia - memoria
ss. SIMONE E GIUDA TADDEO, apostoli - festa
in chiesa, sacramento della Riconciliazione per i ragazzi dei gruppi “Antiochia”, “Efeso”
e “Tessalonica”
in chiesa, sacramento della Riconciliazione per i fanciulli dei gruppi “Gerusalemme”
ed “Emmaus”
celebrazioni vespertine festive della vigilia di domani
24
Comunità in cammino
NOVEMBRE
mese dei Santi e dei Morti
1 - sabato Tutti i Santi - solennità
GIORNATA DELLA SANTIFICAZIONE UNIVERSALE
Gesù disse: "Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia, beati i portatori di pace perché saranno chiamati figli
di Dio" (Mt. 5, 7.9)
Orario festivo delle celebrazioni
ore 9.00 s. Messa solenne
ore 10.30
s. Messa con la celebrazione comunitaria del Battesimo, inizio del nostro cammino di
santificazione
ore 15.00 s. Messa (di Tutti i Santi) al cimitero, per i Defunti della Parrocchia, in particolare per
tutti i Benefattori della Comunità e quelli di ciascuno
ore 17.30 celebrazione del Vespro e benedizione eucaristica
ore 18.00
s. Messa per i Sacerdoti e i Consacrati che hanno servito la Parrocchia e per i loro Collaboratori laici
2 - Domenica
COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI
(XXXII del tempo ordinario)(Mt. 23, 11-12)
Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato
Le celebrazioni, secondo il consueto orario domenicale, sono applicate per tutti i Defunti
ore 15.00 s. Messa nel cimitero
ore 17.45 Ufficio per tutti i Defunti (Vespro) a cui segue la s. Messa delle 18.00
L’indulgenza per i Defunti
Nei giorni dal I all'8 Novembre, i fedeli che visitano il cimitero e ivi pregano per i Defunti alle consuete
condizioni (Confessione e Comunione, preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice) possono
ottenere l'indulgenza plenaria applicabile ad un defunto. Dal mezzogiorno del I Novembre alla sera del
2 l'indulgenza può essere ottenuta anche visitando devotamente una chiesa. Per qualche accenno alla
dottrina dell'indulgenza, vedi il bollettino di Luglio, a pag. 21 o il sito internet della Parrocchia (menù
“varie”).
Durante l'Ottavario dei Defunti (1-8 novembre) viene celebrata la Messa nel cimitero alle ore 15.00 dei
giorni feriali. Tale celebrazione sostituisce la Messa feriale delle 16.30 e viene sospesa in caso di funerale
pomeridiano
3- lunedì
ore 9.00
s. Messa per i defunti sacerdoti e i consacrati originari di Coccaglio
ore 20.15
nell’oratorio “Maria Tonelli”, incontro per gli animatori dei Centri d’Ascolto
4 - martedì
S. CARLO BORROMEO, titolare della nostra Zona Pastorale - festa
6- giovedì
primo del mese, giornata mensile di preghiera per le vocazioni: dopo la Messa delle 9.00
fino alle 11.00 in chiesa, dalle 20.30 alle 21.30 (con preghiera per le situazioni familiari
difficili o irregolari) nella chiesetta dell’Oratorio “Maria Tonelli” adorazione eucaristica
7 - venerdì
beato Sebastiano Maggi, sacerdote bresciano - memoria facoltativa
Ricorre il primo venerdì del mese
9 - Domenica XXXII del tempo ordinario
DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE “madre” di tutte le
chiese, cattedrale del Vescovo di Roma - festa
Gesù disse (alla donna Samaritana): “I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali
adoratori” (Gv. 4, 23)
In quel tempo Gesù disse: “Vegliate dunque, perché non sapete nè il giorno nè l’ora in cui il Signore verrà"
(cfr. Mt. 25,13)
Giornata nazionale del Ringraziamento per i frutti della terra e del lavoro dell’uomo
in giornata
ore 9.00
eventuale breve ritiro per i fanciulli del gruppo “Cafarnao”
s. Messa per i defunti sacerdoti e persone consacrate che hanno prestato servizio nella
nostra Comunità parrocchiale e per i loro collaboratori laici
25
Comunità in cammino
ore 10.30
ore 15.30 ore 15.30 13 - giovedì
15 - sabato
ore 18.00
s. Messa di ringraziamento per i frutti della terra; al termine, benedizione dei mezzi
agricoli di lavoro
nel “Focolare”, 2° incontro per i genitori dei fanciulli del primo anno del Cammino di Iniziazione Cristiana
(gruppo “Betlemme”)
nel’oratorio“Maria Tonelli”, incontro preliminare per i genitori dei fanciulli del quinto anno del Cammino di
Iniziazione Cristiana (gruppo “Emmaus”)
inizia la novena ai santi Patroni
nella Messa festiva della vigilia, eventuale celebrazione della “Traditio del Padre Nostro”
ai fanciulli del 3° anno del Cammino di Iniziazione Cristiana (gruppo “Cafarnao”)
16 - Domenica XXXIII del tempo ordinario
“Signore, mi hai consegnato cinque talenti: ecco ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele...prendi
parte alla gioia del tuo Signore” (Mt. 25, 20-21)
ore 15.30 nel “Focolare”, 2° incontro per i genitori dei fanciulli del 4° anno del cammino di Iniziazione Cristiana
(gruppo Gerusalemme”)
ore 16.00 celebrazione comunitaria del Battesimo
17 - lunedì
ore 20.30
nelle rispettive sedi, Centri d’Ascolto della Parola di Dio
21 - venerdì
la celebrazione della 16.30 è seguita dalla celebrazione dei I Vespri di domani
22 - sabato ore 10.30 ore 12.00
ore 16.30
ore 17.00
ore 17.30 ss. Maurizio
e Giacinto
patroni di Coccaglio - solennità
Orario festivo delle celebrazioni
s. Messa solenne
pranzo della Comunità, nel “Focolare”
s. Messa in casa albergo
preghiera del rosario
canto del Vespro e benedizione eucaristica; segue la Messa delle 18.00
Oggi ricorre anche la memoria di s. Cecilia, vergine e martire
È patrona dei cantori e dei musici. Auguri
ai tre cori e alla banda del nostro paese
23 - Domenica XXXIV ed ultima del tempo ordinario
NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO, RE DELL'UNIVERSO - solennità
"Venite, benedetti del Padre mio... perché ho avuto fame, ho avuto sete, ero forestiero, ero nudo, ero malato, carcerato e
siete venuti a trovarmi... Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli l’avete fatto a
me" (Mt. 25, 34)
Orario domenicale delle celebrazioni
ore 9.00 s. Messa solenne
ore 10.30: s. Messa seguita dalla benedizione al paese per intercessione dei santi Patroni
ore 17.00
preghiera del rosario
ore 17.30 canto del Vespro, atto di consacrazione a Cristo Re e benedizione eucaristica. Segue la
Messa vespertina
29 - sabato
Termina l'anno liturgico 2013-2014 con le celebrazioni vespertine prende avvio il nuovo
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Comunità in cammino
Comunità parrocchiale “S. Maria nascente” - Coccaglio
SETTIMANA MARIANA
in onore della b. V. del Rosario
in preparazione alla prima Domenica di ottobre
e per l’avvio dell’anno pastorale 2014-2015
Domenica 28 settembre Celebrazioni secondo l’orario domenicale
ore 14.30 apertura dell’anno catechistico: preghiera mariana in chiesa per i fanciulli e i ragazzi;
seguono le iscrizioni alla catechesi e i giochi in Oratorio; iscrizioni al gruppo
“Cantera” e momento di intrattenimento da parte degli animatori del Grest
Da lunedì a sabato
- ogni Messa, celebrata secondo l’orario feriale, è preceduta dalla preghiera del
rosario, dalla Liturgia delle Ore e caratterizzata da una breve riflessione
- eccetto sabato, alle 20.30, preghiera del rosario o celebrazione secondo questo
calendario:
lunedì29 settembre
SS. MICHELE, GABRIELE E RAFFAELE, arcangeli - festa
ore 20.30 preghiera mariana, con sussidio predisposto, nella casa di coloro che si sono resi
disponibili a livello di condominio, di cortile o di contrada
martedì 30 settembre
s. Girolamo, sacerdote - memoria
ore 18.00 in luogo della celebrazione alle 16.30, s. Messa nella chiesetta di S. Girolamo, in Ingussano
ore 20.30 preghiera mariana, con sussidio predisposto, nella casa di coloro che si sono resi
disponibili a livello di condominio, di cortile o di contrada
mercoledì I ottobre
santa Teresa di Gesù Bambino, patrona delle Missioni - memoria
ore 20.30 incontro di riflessione e preghiera per i catechisti e gli educatori
Giornata eucaristica e primo giovedì del mese: in chiesa, dopo la Messa delle 9.00
giovedì 2 ottobre
fino alle 11.00, il santissimo Sacramento è esposto per l’adorazione eucaristica
ore 15.00 in chiesa, sacramento della Riconciliazione per i ragazzi dei gruppi “Antiochia”,
“Efeso”, “Tessalonica”
ore 16.15 in chiesa, sacramento della Riconciliazione per i fanciulli dei gruppi “Gerusalemme”
ed “Emmaus”
ore 20.30 in chiesa, adorazione eucaristica missionaria e mariana, in forma comunitaria
venerdì 3 ottobre
primo venerdì del mese
ore 10.00 in chiesa, celebrazione mariana della Parola e preghiera, per gli ammalati e gli anziani
ore 20.30 in chiesa, s. Messa di avvio dell’“Anno della mistagogia” per i genitori e i ragazzi
del gruppo “Antiochia”: rendimento di grazie per i Sacramenti del’Iniziazione Cristiana
sabato 4 ottobre
S. FRANCESCO D'ASSISI, Patrono d'Italia - festa
primo sabato del mese
ore 18.00 s. Messa festiva della vigilia con il ringraziamento per gli anniversari di Matrimonio
Domenica 5 ottobre
B.V. Maria del Rosario - solennità devozionale nella prima Domenica di ottobre
Orario festivo delle celebrazioni
ore 9.00 santa Messa in canto; segue la processione in onore della b. Vergine del rosario:
p.za Marenzio, largo Garibaldi, via Cavour, via Tonelli, via Benefattori, p.za Marenzio
ore 17.00 preghiera del rosario
ore 17.30 a conclusione della Settimana Mariana, celebrazione del Vespro e benedizione
Eucaristica, a cui segue la Messa delle 18.00
27
Comunità in cammino
Lettera alla diocesi per l’indizione
di un “Anno Montiniano”
C
19 ottobre 2014 - 8 dicembre 2015
arissimi nel Signore,
la beatificazione di Papa Paolo VI
il prossimo 19 ottobre è motivo di gioia
grande per la Chiesa bresciana; ma deve
diventare anche l’occasione per riscoprire la figura di questo grande Papa e
accogliere l’insegnamento che attraverso di lui il Signore vuole donarci. Non
abbiamo la possibilità di fare molto in
preparazione all’evento, che viene immediatamente dopo la pausa estiva. Ho
pensato, perciò, di valorizzare il tempo
che seguirà la beatificazione e di indire
un “Anno Montiniano”, che andrà dal
19 ottobre 2014 (data della beatificazione) all’8 dicembre 2015 (cinquantesimo
di chiusura del Concilio) e che permetterà alla nostra diocesi di riflettere sulla
figura del beato, sul suo insegnamento,
sui valori che hanno illuminato la sua
esistenza e possono illuminare la nostra. Paolo VI è il Papa del Concilio. Se il
Concilio è riuscito a giungere a termine
assorbendo tensioni, creando ponti tra
posizioni diverse, giungendo a conclusioni praticamente unanimi, lo si deve
alla pazienza, alla lucidità, alla capacità di ascolto e di mediazione di questo
grande Papa. Lo si deve, più in profondità, al suo amore senza riserve e senza
condizioni nei confronti della Chiesa.
Montini è cresciuto in un tempo nel
quale la Chiesa “rinasceva nel cuore
degli uomini” e si prendeva coscienza
sempre più chiaramente che essa, prima di essere istituzione, è mistero della presenza di Cristo nella storia; nella
coscienza di fede di Montini la Chiesa
era davvero presente con un’immagine
luminosa, positiva, senza ombre. Nello
stesso tempo Paolo VI è stato un ascoltatore attento del mondo, della cultura
contemporanea nelle sue molteplici e
complesse manifestazioni. Basta leggere la sua prima enciclica, la Ecclesiam
Suam, per intuire il suo modo di accostare le persone, i problemi, le idee che
si confrontano nell’arena del mondo
d’oggi. La Missione popolare a Milano
è stata un’altra espressione della sua
volontà di far conoscere agli uomini il
mistero di Dio con il massimo di chiarezza, convinto com’era che se Cristo
fosse conosciuto, non potrebbe essere
rifiutato. Paolo VI ha immaginato e
condotto il Concilio come una profonda riflessione della Chiesa su se stessa,
nell’intento di permettere una riconciliazione sincera col mondo contemporaneo. La frattura tra fede e vita era per
lui la vera sfida da affrontare e superare,
perché il messaggio evangelico potesse
essere capito e, in vista di questo scopo,
ha operato con coerenza e perseveranza.
Dire che egli ha raggiunto il suo obiettivo non sarebbe corretto. Il ‘mondo’
(cioè la cultura contemporanea nelle
sue espressioni più significative) non si
è lasciato raggiungere così facilmente e
spesso ha risposto all’attenzione e all’amore della Chiesa con l’indifferenza se
non con l’aggressività. Ma proprio per
questo il messaggio e la testimonianza di Papa Montini divengono ancora
più significativi. In qualche modo Paolo VI ha trasmesso a noi il testimone,
chiedendoci di continuare lealmente il
suo impegno. Forse, però, l’aspetto più
interessante e meno noto della vita di
Papa Montini è stata la sua spiritualità.
A chi ripercorre i suoi discorsi e ricorda
28
i gesti che hanno accompagnato il suo
ministero, appare chiaramente la limpidezza del cuore di questo grande Papa;
le motivazioni semplici e dirette dei
suoi comportamenti; la ricerca appassionata della testimonianza a Gesù; il
disinteresse personale. In questo egli ha
molto da insegnarci; possiamo diventare umilmente suoi alunni e cercare di
apprendere da lui l’arte di amare Gesù
Cristo e l’arte di amare con verità l’uomo; possiamo imparare lo zelo per l’annuncio del Vangelo e le vie per un dialogo sincero e fruttuoso. Per tutti questi
motivi credo che la celebrazione di un
“Anno Montiniano” ci possa aiutare a
prendere coscienza di questa sfida e ad
assumerci più decisamente le responsabilità che ci toccano. Durante il prossimo “Anno Montinano” cercheremo di
valorizzare come Chiesa bresciana tutte
le occasioni per comprendere meglio la
spiritualità, l’azione, la testimonianza
di Paolo VI. Mentre benediciamo il Signore per quanto ha fatto attraverso il
suo servo Giovanni Battista MontiniPaolo VI, Lo preghiamo perché doni
alla nostra Chiesa la forza di una testimonianza forte, luminosa e intelligente. Potremo allora sentire attuali ancora
oggi le parole rivolte da Paolo VI ai Bresciani: “Identificando nella posizione
geografica e nella storia in cui Dio ha
collocato la nostra Brescia, la missione
assegnatale per il tempo presente, sappiate tenervi fede […], in modo tale che
non solo voi potete avere la soddisfazione di avere un Papa per concittadino,
ma a maggior ragione questo Papa è
grato a Dio e riconoscente a voi d’essere
Bresciano”.
Tutti vi benedico In nomine Domini.
† Luciano Monari Vescovo
Brescia, 6 agosto 2014
36° anniversario della morte di Paolo VI
Comunità in cammino
29
Comunità in cammino
Diocesi di Brescia
Zona pastorale VI “S. Carlo” - Franciacorta
CAMMINI DI DISCERNIMENTO PER I FIDANZATI
IN PREPARAZIONE AL MATRIMONIO CRISTIANO
anno 2014-2015
1 - la Domenica, ore 20.30
nellʼOratorio “S. Giovanni Bosco”, via S. Orsola, 7 - ROVATO
iscrizioni:
dal 5 ottobre al 7 dicembre 2014
presso il parroco, don Gian Mario (030 7721130 - 333 3798958)
2 - il lunedì e il giovedì, ore 20.30
nellʼOratorio “S. Domenico Savio”, p.za Vittorio Veneto - ERBUSCO
iscrizioni:
dal 27 ottobre al 27 novembre 2014
presso il parroco, don Luigi (030 7760291)
3 - il giovedì e il lunedì, ore 20.30
nellʼOratorio “Il Focolare”, via Tonelli, 20 - COCCAGLIO
dallʼ8 gennaio 2015, con ritiro conclusivo Domenica 8 febbraio (dalle ore16.00)
iscrizioni: presso lʼufficio parrocchiale (sacrestia), negli orari di apertura della
Chiesa (030 7243028) o presso il parroco, don Giovanni (030 7721248)
4 - la Domenica, ore 20.30
nellʼOratorio femminile, via Castello, 8 - COLOGNE
iscrizioni:
dallʼ11 gennaio al 15 marzo 2015
presso il parroco, don Agostino (030 715009)
5 - il sabato, ore 20.30 incontri a cadenza quindicinale
nel Convento dellʼAnnunciata sul Montorfano - ROVATO
iscrizioni:
dal 27 settembre 2014, fino a Domenica 7 giugno 2015
presso i frati Servi di Maria (chiedere di fraʼ Sebastiano 030 7721377)
schede di iscrizione presso la portineria del Convento
- Questo calendario, insieme alle schede di iscrizione (ove non diversamente indicato), è reperibile
anche sul sito www.coccaglio.com, menù “La Zona pastorale”.
- Salvo le coppie che desiderano vivere il cammino presso il Convento, si esortano le altre a compierlo,
per quanto possibile e ove proposto, presso la propria Parrocchia, in vista della continuità con le tappe
della vita di fede già vissute e di quelle che seguiranno.
Come ottima opportunità per tutti, si segnala lʼiniziativa civica “LEGAMI DʼAMORE”
a integrazione dei cammini su indicati e per lʼeducazione alla vita affettiva anche per le coppie di coniugi, per quelle di conviventi o prossime al matrimonio civile.
Quattro incontri (il sabato sera) rivolti alla dimensione di coppia, fondamento primo di ogni esperienza
di relazione e, spesso, alla radice delle crisi e delle fatiche delle famiglie e delle stesse comunità.
Date e luoghi da definire
30
Comunità in cammino
Consiglio Pastorale Parrocchiale 15 Settembre 2014
Il segretario, Gian Mario Zigliani
Settimana mariana. Il Consiglio Pastorale Parrocchiale ha preso visione ed approvato il calendario delle celebrazioni
inerenti la settimana mariana in onore
della Beata Vergine del Rosario in preparazione alla prima Domenica di ottobre.
Il programma (vedi locandina) presenta
sostanziali novità rispetto agli altri anni,
quando ci si limitava o alla celebrazione
della Messa in S. Pietro o a celebrazioni
serali della Parola nella chiesetta dell’Oratorio femminile, numericamente assai poco partecipate. Tramite apposito
appello alle Messe di Domenica 21 settembre, per le prime due sere della Settimana, valorizzando la proposta del
Vescovo delle “piccole comunità territoriali”, si chiederà la disponibilità delle famiglie ad ospitare altre famiglie del condominio, del cortile o della contrada per
un momento di preghiera mariana. In
vista del prossimo anno, si è deciso che
la processione si svolgerà la Domenica
pomeriggio, coinvolgendo fanciulli e ragazzi del catechismo (insieme ai genitori) invece che al mattino tra le Messe delle 9.00 e delle 10.30, come si farà ancora
per quest’anno. A seguire il parroco ha
illustrato le iniziative programmate sia
per il pellegrinaggio mariano del mese
di ottobre e per l’anno Montiniano, evidenziando che nel 2015 ricorrerà il cinquantesimo della chiusura del Concilo
Ecumenico Vaticano II.
Progetto Educativo dell’Oratorio.
Il C.P.P. ha letto, discusso e approvato
la terza parte del Progetto Educativo
dell’Oratorio (sezione A). Manca la
parte conclusiva (sezione B) che verrà
presentata nelle prossime riunioni. Il
Progetto Educativo dovrebbe e essere
completato e pubblicato entro fine anno
o nei primi mesi del 2015.
Ministri straordinari dell’Eucaristia.
Alcuni anni fa si era posto all’attenzione del Consiglio il desiderio del Vescovo
che ci fosse nelle Parrocchie un numero sufficiente di ministri straordinari
dell’Eucaristia tale da consentire la Comunione ai malati nel giorno del Signore. Era emersa la necessità di trovare un
gruppo di persone opportunamente
istruite, formate e preparate per portare
l’Eucaristia. Ora, giunti al termine del
un percorso formativo specifico, tre persone diventeranno “Ministri Straordinari dell’Eucaristia” ed affiancheranno i
sacerdoti della Parrocchia in questo servizio, per quanto riguarda gli ammalati,
soprattutto in casa albergo. In chiesa,
durante le celebrazioni eucaristiche ci si
dovrà avvalere della loro collaborazione
solo in caso di necessità, quando non vi
sia presenza sufficiente di ministri ordinari (sacerdoti e diacono).
SAGRA DI S.ROCCO
15-17 agosto
31
Comunità in cammino • vita parrocchiale
7 settembre 2014
Rendimento di grazie al Signore per il
60° di Ordinazione sacerdotale di don Titta
32
Comunità in cammino • vita parrocchiale
33
Comunità in cammino • dall’oratorio
SCUOLA LAVORO FEMMINILE 2014
Un sacco pieno di … profumi e sapori,
braccialetti artistici, ricami dai mille colori e tante emozioni
U
n sacco pieno di... questo è stato
il lavoro proposto quest'anno nel
laboratorio di pittura : un sacchetto
di stoffa fantasiosamente pitturato
da ogni bambina con vari soggetti e
successivamente riempito di sabbia e
ovatta per così diventare un originale
fermaporta.
Profumi e sapori: ogni giorno, a
gruppetti, le “aspiranti cuoche”, preparavano con impegno la merenda per
tutte, dai dolcetti di ricotta e cioccolato alle pizzette, dai biscotti di cocco
alla macedonia. E prima di soddisfare
il palato si pregustava con il profumo
di cose buone che usciva dalla cucina.
Braccialetti artistici: ogni bambina
ha potuto realizzare un braccialetto
e una collana assolutamente unici;
partendo dalla scelta della catenina
colorata, dei ciondoli di diverse forme
realizzati con la pasta Fimo e, infine,
colorati a piacere.
Ricami dai mille colori: il ricamo è
stata, come al solito, l'attività principale; chi si impegnava con il punto
erba e chi (le più grandi) con il punto
croce. E tra tre punti giusti e uno sbagliato, un ago perso, un filo ingarbu-
gliato e mille chiacchiere prendevano
forma cuori e geometrie, fiori e frutta,
Peppa Pig e orsetti per arricchire ed
impreziosire tovagliette, borsine, strofinacci, cuscini e grembiulini… e tante
emozioni.
E' stato un vero piacere ricevere tante
richieste da parte di studentesse delle superiori di poter collaborare per
la buona riuscita di queste due settimane: ragazze alla prima esperienza e
ragazze “ veterane “ entusiaste di poter esserci anche quest'anno. Molte
di loro sono proprio “cresciute” con
l'appuntamento estivo della scuola di
lavoro: è stato bello vederle passare, in
pochi anni, da “ allieve” ad assistenti.
Emozionante anche vederle collaborare tra loro: le nozioni acquisite da chi
già da diversi anni offre un po del suo
tempo libero (tempo molto sospirato
visto che la scuola è finita da pochissimo) venivano messe a disposizione di
chi si avventurava per la prima volta in
questo impegno.
Bella anche l'armonia creata da questo gruppo di giovani con le assistenti
più “mature”: mamme, nonne, zie; le
une ascoltavano e seguivano i consigli
e i suggerimenti delle altre, ma anche
le altre accoglievano con piacere nuove idee, il tutto in una atmosfera serena e rilassante.
E ora i ringraziamenti: alle 146 bambine e ragazze che hanno partecipato
a questa esperienza, alle giovani assistenti che con il loro impegno hanno
sicuramente dato un “gran buon”
esempio, alle meno giovani collaboratrici ( ma molto, molto preziose) , sia
quelle presenti alle due settimane di
attività sia quelle che precedentemente hanno contribuito alla preparazione di tutto il materiale, a Rosanna
instancabile responsabile e a don Fabrizio che con la sua presenza è riuscito a supervisionare il tutto e a portare
serenità (“sta serena!”).
GRAZIE A TUTTI. Daniela
SCUOLA LAVORO ESTIVO MASCHILE 2014
C
ome ormai da anni per due settimane in giugno, si tiene la scuola-lavoro per i bambini e bambine dai 6 ai 13
anni, dove in questi pomeriggi i ragazzini assistiti da un
numeroso gruppo di nonni, nonne, mamme e giovani assistenti, si cimentano in lavori quasi scomparsi o dimenticati, ma che possono dare impulso alla manualità, creatività
e fantasia del bambino, con un duplice aspetto, quello di
imparare cose nuove e poterle un domani insegnale ad altri, tramandando cosi lavori semplici ma importanti per la
loro crescita e forse poi inseriti nei loro programmi giorna-
lieri come la televisione o il computer, naturalmente tutto
questo fatto in compagnia e allegria.
Sono due settimane di pomeriggi impegnativi per noi nonni, non sempre si riesce a tenere il loro passo e con la loro
vitalità, ma alla fine ci si trova con la grande soddisfazione
di avere dato, ma in cambio ricevuto tanti sorrisi e allegria.
Speriamo che altre persone si rendano disponibile per questa bellissima esperienza, che ha bisogno di un ricambio,
perché i nonni invecchiano e devono essere sostituiti.
Un nonno del gruppo
34
Comunità in cammino • dall’oratorio
GREST PIANO TERRA 2014
D
al 23 giugno all’11 luglio si è
svolto, anche per quest’anno,
il tradizionale appuntamento del
GREST. Il tema conduttore dell’esperienza era l’”abitare”: una casa,
un oratorio, un paese, un territorio,
le relazioni. Insomma, vari modi di
abitare nell’esperienza della vita di
tutti i giorni. Il titolo dato dalle Diocesi Lombarde era: “Piano Terra. Venne ad abitare in mezzo a noi”. Come
Gesù è venuto ad abitare questa terra,
così anche noi, discepoli, siamo invitati a fare altrettanto, mettendo in
atto tutto ciò che Lui ha fatto nelle
varie vicende che ci capitano.
O
ltre alle attività che ricordavano il tema e alla preghiera quotidiana, ci sono stati tanti giochi, le
gite in piscina e, quest’anno, pure in
montagna. Anche se le condizioni
meteorologiche non sono state sempre favorevoli (la gita in montagna è
35
stata accompagnata da un temporale
che ci ha costretto a rientrare in anticipo; inoltre varie giornate in oratorio
sono state caratterizzate da pioggia
e temporali, che ci hanno costretto a
mettere in atto il “programma di riserva”), il divertimento è stato grande
per tutti i 220 ragazzi iscritti. Un grazie va agli animatori e a coloro che, in
qualche modo, hanno collaborato per
la realizzazione di quest’avventura.
Al prossimo anno…
Comunità in cammino • dall’oratorio
36
Comunità in cammino • dall’oratorio
Freedom Days
I
l Freedom è una proposta estiva che l’Oratorio fa ai ragazzi di
prima e seconda superiore, che per i
ragazzi di Coccaglio è oramai diventato un passaggio obbligatorio nel
loro percorso di crescita. Durante
questa esperienza è stato affrontato,
anche con loro, il tema dell’“abitare”;
in questo modo si sono confrontati
sulle regole della civile convivenza,
sugli obblighi e i doveri della co-abitazione, hanno potuto progettare la
loro casa dei sogni e creare un Paese
in miniatura che rispondesse ai loro
bisogni. Oltre ai momenti di discussione e paragone non sono
mancate le gite in cui abbiamo potuto esplorare,
fino in fondo, il tema del
Grest di quest’anno; siamo stati in piscina, al lago
e al mare. Momenti in cui
i ragazzi hanno potuto
conoscersi meglio e conoscere anche noi animatori, comprendere le loro
abilità e i loro limiti
grazie alla convivenza,
seppur breve, con persone diverse dai propri
familiari. Sempre ben
accetta è la gita di due
giorni, che quest’anno
si è svolta presso l’Oratorio di Iseo, raggiunto
dopo una lunga biciclettata, ovviamente
con imprevisti e ruote
forate! Altra gita che i ragazzi amano
è quella al Parco Acquatico “Caneva
Movieland”; tuttavia devo dire che
quest’anno la sorpresa più grande è
stata la gita al mare, un’esperienza diversa dal solito in cui i ragazzi hanno
potuto aprirsi e grazie alla quale noi
animatori abbiamo potuto conoscerli al meglio. Immancabile è anche la
gara di cucina - che di solito piace più
agli animatori, poiché sono gli assaggiatori ufficiali – e la gita sul Monte
Orfano, quest’anno brevissima a causa del maltempo. Oltre a tutto ciò
non sono mancati i momenti di gio-
co, a cui i ragazzi non rinuncerebbero
mai, soprattutto se si tratta dei giochi
d’acqua. Potremmo andare avanti ancora molto a raccontarvi come abbiamo passato queste tre settimane, ma
non tutto può essere raccontato (genitori, non preoccupatevi!); il resto è
stato vissuto direttamente dai ragazzi
ed è bello che ognuno possa raccontarlo a modo suo, sottolineando dei
particolari piuttosto che altri, che
ognuno racconti le sue emozioni e i
suoi desideri, che ognuno abbia dei
ricordi diversi dagli altri. Grazie ragazzi per questa esperienza, vi possiamo assicurare che ognuno di voi
ha lasciato una traccia indelebile
nei nostri cuori e speriamo di aver
lasciato un bel ricordo nei vostri.
Valentina, Erica, Stefano e Davide.
37
Comunità in cammino • dall’oratorio
38
Comunità in cammino • dall’oratorio
CAMPO ESTIVO A MALONNO 2014
Gli Animatori: Giacomo, Ilaria, Paola, Alessandro, Paolo Z., Andrea, Erica, Paolo R., Mattia, Damiano, Tiziana e Paolo M.
S
e si dovesse riassumere il campo
estivo per i ragazzi delle medie a Malonno con una sola parola, si dovrebbe
utilizzare “Pioggia”.
Il tempo inclemente ci ha accompagnati lungo tutta la settimana, dal 20 al 27
luglio e non ci ha dato quasi mai tregua
(salvo qualche mattina). E’ stato il campo
degli imprevisti, che ci hanno costretti a
cambiare i piani all’ultimo minuto e improvvisare con successo! Sulla scia dei
Mondiali di calcio, il tema di quest’anno è stato “abitare il mondo”, introdotto grazie al film del blasonato Miyazaki
“Arrietty - il mondo segreto sotto il pavimento”: essere, insomma, cosmopoliti,
ossia sentirsi cittadini del pianeta Terra.
Ogni giorno veniva presentato uno specifico continente attraverso celebrità/
monumenti e spezzoni di film: grazie
a quest’ultimi, si introducevano i temi
(hanno spaziato dalla felicità al razzismo)
da trattare nell’attività, che era concentrata sul confronto e il dialogo. Rispetto
all’anno scorso, la casa (è la canonica parrocchiale) offriva meno possibilità per lo
svago e il tempo libero: l’unico ambiente
grande era la sala-refettorio e all’esterno
vi era solo un piccolo cortiletto, che è stato testimone di palloni caduti; tuttavia,
a supplire questo “deficit”, vi era la posizione strategica, in quanto la canonica si
trovava a 5 minuti dall’oratorio e a 15 minuti dal fiume Oglio. Noi animatori, che,
nonostante qualche new entry, siamo
pina; Pierino e soprattutto don Fabrizio,
che ha trovato in noi “spalle destre” e che
è stato per noi faro, guida. E’ stata un’esperienza densa di affetto, che si è rivelata
più breve del previsto: “Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio” diceva
il poeta Montale in una celebre poesia,
ma speriamo che questo tipo di percorso
possa durare nel tempo e possa ripetersi
nel futuro.
Ci si vede l’anno prossimo!
ormai un gruppo consolidato, abbiamo
cercato di rinnovare questa tradizionale
esperienza attraverso nuovi giochi, animando così le grigie giornate e le serate:
tra questi, un gioco ispirato al “Signore
degli anelli”, “Cita! La banana”, “In contemporanea” e “Mbube Mbube”…
Siamo concordi nel dire che i ragazzi si
siano comportati veramente bene, anche se ci hanno fatto penare (soprattutto
la prima sera). Speriamo di essere stati
all’altezza dell’incarico e modelli, disponibili e presenti: la stanchezza e lo stress
si sono fatti sentire e per qualcuno il caffè
è diventato il migliore amico, l’ancora di
salvezza. Tante sono le persone da ringraziare: i ragazzi e le relative famiglie,
che hanno confidato in noi ancora una
volta; le cuoche Carmen, Elena e Giusep-
39
La Voce della Cucina ...
anche quest'anno il campo è finito, ma già un po' ci manca. Ci
manca la fatica, le risate e quella fatidica domanda : "Cosa c'è oggi da mangiare?". Ci mancherà Pierino con le sue
piccole manie ed i bravi animatori che
ci hanno aiutato. Mai mi sarei aspettata
che questa esperienza mi potesse dare
tanto, per me che è la prima volta. Noi
novelline ringraziamo la veterana del
Gruppo per i suoi attenti rimproveri e
la perfetta organizzazione e per la sua
risata contagiosa. Tutte le cuoche ringraziano don Fabrizio, per la serenità
che ci ha regalato in quella settimana,
e speriamo di averne data un po' anche
Noi a chi la richiedeva. Confidiamo che
questa esperienza sia solo la prima di
una lunga serie. Per ora...
E
Comunità in cammino • dall’oratorio
40
Comunità in cammino • dall’oratorio
Offerte per la gestione ordinaria dell’Oratorio
(maggio - luglio 2014)
04/05 Scout Montorfano 1
06/05N.N.
07/05 Gruppo Yoga*
07/05 Compleanno *
12/05 Genitori Nazareth
16/05N.N.
21/05 Utile pranzo per Sacramenti
22/05 Bando Penso Giovane *
23/05Parrocchia
24/05 Compleanno *
27/05N.N.
01/06 Utile vendita ravioli dolci
02/06 Scout Montorfano 1
02/06 Compleanno *
02/06 N.N. *
05/06 Bando Penso Giovane *
06/06 Associazione In Volo
06/06 Il Veliero
€ 100,00
€ 20,00
€ 200,00
€ 30,00
€ 120,00
€ 30,00
€ 1.100,61
€ 80,00
€ 30,00
€ 25,00
€ 10,00
€ 840,63
€ 20,00
€ 30,00
€ 50,00
€ 60,00
€ 200,00
€ 100,00
€ 10,00
08/06 Scout Montorfano 1
09/06 Piccola Ribalta
€ 500,00
10/06 Gruppo Rosario degli Alpini
€ 80,00
14/06N.N.
€ 50,00
15/06 Gruppo Cafarnao
€ 83,00
22/06 Per acquisto porta caramelle al bar€ 150,00
22/06 Utilizzo salone
€ 50,00
25/06 Condominio Margheriti (assemb.) € 30,00
25/06N.N.
€ 15,00
06/07 Per un’aula del Focolare
€ 50,00
14/07 Utilizzo salone e cucina
€ 200,00
Totale
Utile della Festa dell’Oratorio:
€ 4.264,24
€ 7.958,01
Grazie di cuore a tutti!
(*: attività svolte presso l’Oratorio Maria Tonelli)
41
Comunità in cammino • dall’oratorio
ICFR: calendario degli appuntamenti
anno introduttivo
destinati, la Domenica dalle 15.30 alle 17.30, nel Focolare o in altra sede all’occorrenza indicata; in tali occasioni,
gli incontri dei fanciulli hanno luogo in contemporanea a
quelli dei genitori (è l’esperienza del “pomeriggio educativo”).
Durante questo primo anno il cammino prevede e richiede
la PARTECIPAZIONE DEI GENITORI. I fanciulli, comunque, vivranno un cammino parallelo di pre-evangelizzazione e socializzazione.
Occorre fare il possibile affinché partecipino entrambi i
genitori.
la loro presenza è richiesta a TUTTI gli incontri del percorso.
Gli incontri destinati ai genitori sono essenziali per il
cammino di fede dei figli e, quindi, è richiesta la partecipazione, alla quale sono tenuti tutti.
Per eventuali - e reali - difficoltà è necessario un confronto
GRUPPO “BETLEMME”
- I anno del Cammino
GRUPPO “NAZARETH”
- II anno del Cammino
di Iniziazione Cristiana
Calendario degli incontri dei
genitori (e fanciulli)
Incontri dei fanciulli
di Iniziazione Cristiana
OTTOBRE: NOVEMBRE: DICEMBRE: GENNAIO: FEBBRAIO: MARZO: APRILE: MAGGIO: GIUGNO: la Domenica
dalle ore 15.30 alle 17.30
nel Focolare:
- 12 OTTOBRE
- 9 NOVEMBRE
- 14 dicembre
- 11 GENNAIO
- 22 FEBBRAIO
- 22 MARZO
- 19 APRILE
Domenica 12 -19 (15.30 -17.30) -26
Domenica 9 - 16 - 30 (15.30 -17.30)
Domenica 7 - 14 - 21
Domenica 11 - 18
Domenica 1 (15.30 -17.30) - 8 - 22
Domenica 1- 8 - 22 - 29 (15.30 -17.30)
Domenica 12 - 19 - 26
Domenica 3 - 17 - 24 - 31
Domenica 7
Incontri dei genitori (ore 15.30 – 17.30)
Domenica 19 ottobre - 30 novembre
I febbraio - 29 marzo
I primi tre incontri hanno luogo nell’oratorio “Maria Tonelli”,
il quarto nel “Focolare”
Consegna del “mandato” ai genitori:
Tappa del Cammino di IC: Memoria del Battesimo
da fissare nella Messa delle 10.30 in una Domenica verso la
conclusione dell’anno catechistico
Domenica 19 aprile ore 15.30
diretto con i sacerdoti e/o i catechisti, allo scopo di evitare
le spiacevoli incomprensioni che nascono da scelte assunte unilateralmente, dando per scontato che gli altri soggetti interessati debbano essere d’accordo.
anni successivi: premesse
D
opo l’esperienza vissuta nell’anno di “Betlemme”,
caratterizzata principalmente dal coinvolgimento dei
genitori, i fanciulli avviano o continuano il loro cammino
di Iniziazione alla fede cristiana.
Gli incontri dei diversi gruppi si svolgeranno la Domenica dalle 14.30 alle 15.30 presso l’Oratorio di via Cavour o
nel Focolare (i quattro incontri che hanno luogo in contemporanea con i genitori, si tengono dalle 15.30 alle 17.30).
L’orario dei ritiri verrà indicato di volta in volta.
Le Domeniche in cui non ha luogo l’incontro di catechesi
non sono giornate “vuote”, prive di significato educativo:
hanno lo scopo di favorire ai fanciulli l’esperienza della
giornata vissuta interamente con la famiglia, piccola Chiesa, comunità domestica di credenti. è essenziale, perciò,
che anche al centro di queste Domeniche vi sia la partecipazione all’Eucaristia, qui o nei luoghi in cui ci si reca.
I genitori sono chiamati ad accompagnarsi al cammino
dei figli. Sono stimolati a questo dai quattro incontri loro
42
Comunità in cammino • dall’oratorio
GRUPPO “EMMAUS” - V anno del
GRUPPO “CAFARNAO”
- III anno del Cammino di
Cammino di Iniziazione Cristiana
Iniziazione Cristiana
Incontri dei fanciulli
Incontri dei fanciulli
OTTOBRE: NOVEMBRE: DICEMBRE: GENNAIO: FEBBRAIO: MARZO: APRILE: MAGGIO: GIUGNO: OTTOBRE: NOVEMBRE: DICEMBRE: GENNAIO: FEBBRAIO: MARZO: APRILE: MAGGIO: GIUGNO: Domenica 12 -19 -26 (15.30 -17.30)
Domenica 9 - 16 - 30
Domenica 7 - 14 - 21 (15.30 -17.30)
Domenica 11 - 18
Domenica 1 - 8 (15.30 -17.30) - 22
Domenica 1- 8 - 15 (15.30 -17.30) - 29
Domenica 12 - 19 - 26
Domenica 3 - 17 - 24 - 31
Domenica 7
Incontri dei genitori (ore 15.30 – 17.30)
Domenica 26 ottobre - 21 dicembre
8 febbraio - 15 marzo
Il primo, il secondo e quarto incontro nel “Focolare”, il
terzo nell’oratorio “Maria Tonelli”
Domenica 12 -19 - 26
Domenica 9 (15.30 -17.30) - 16 - 30
Domenica 7 - 14 - 21
Domenica 11 - 18 (15.30 -17.30)
Domenica 1 - 8 - 22 (15.30 -17.30)
Domenica 1- 8 - 22 (15.30 -17.30) - 29
Domenica 12 - 19 - 26
Domenica 3 (15.30 -17.30) -17-24-31
Domenica 7
Incontri dei genitori (ore 15.30 – 17.30)
Domenica 9 novembre (incontro prel.)
18 gennaio - 22 febbraio 22 marzo - 3 maggio
Gli incontri hanno luogo nell’oratorio
“Maria Tonelli”, eccettuato l’ultimo, nel
“Focolare”
Tappe del Cammino di IC
Tappe del Cammino di IC
Traditio del Padre nostro e Prima Confessione
rispettivamente Domenica 16 novembre nella Messa festiva della
vigilia (18.00) e il 15 marzo (pomeriggio) o in altre date che si
rivelassero più opportune
Cresima e Piena Partecipazione alla
Mensa Eucaristica: una Domenica in primavera o in autun-
GRUPPO
GRUPPO “ANTIOCHIA” - VI anno del
no
Cammino di Iniziazione Cristiana
Anno della mistagogia
“Gerusalemme”
- IV anno del Cammino di
Iniziazione Cristiana
Incontri dei fanciulli
Incontri dei fanciulli
OTTOBRE: NOVEMBRE: DICEMBRE: GENNAIO: FEBBRAIO: MARZO: APRILE: MAGGIO: GIUGNO: OTTOBRE: NOVEMBRE: DICEMBRE: GENNAIO: FEBBRAIO: MARZO: APRILE: MAGGIO: GIUGNO: Domenica 5 - 12 (15.30 -17.30) -26
Domenica 9 - 16 (15.30 -17.30) - 30
Domenica 7 - 14 (15.30 -17.30) - 21
Domenica 11 - 18 (15.30 -17.30)
Domenica 1 - 8 - 22
Domenica 1- 8 - 15 - 29
Domenica 12 - 19 - 26
Domenica 3 - 17 - 24 - 31
Domenica 7
Domenica 12 -19 (15.30 -17.30) -26
Domenica 9 - 16 - 30 (15.30 -17.30)
Domenica 7 - 14 - 21
Domenica 11 - 18
Domenica 1 (15.30 -17.30) - 8 - 22
Domenica 1(15.30 -17.30) - 8 - 22 - 29
Domenica 12 - 19 - 26
Domenica 3 - 17 - 24 - 31
Domenica 7
Incontri dei genitori
Incontri dei genitori (ore 15.30 – 17.30)
Domenica 19 ottobre -30 novembre I febbraio - I marzo
ore 15.30 – 17.30 nel “Focolare”
Domenica 12 ottobre - 16 novembre 14 dicembre - 18 gennaio
Il primo e il terzo incontro nell’Oratorio “Maria Tonelli”, il
secondo e il quarto nel “Focolare”
Celebrazione del Cammino di IC
Rendimento di grazie per il dono della Cresima e della
Piena Partecipazione alla Mensa Eucaristica
Tappe del Cammino di IC
Ammissione tra i candidati alla Cresima e all’Eucaristia: in data da determinare, nella tarda primavera o nel primo
venerdì 3 ottobre, alle 20.30, in chiesa
autunno
43
Comunità in cammino • dall’oratorio
Calendario dei ritiri
Gruppi dei Preadolescenti
Per tutti i gruppi dei fanciulli e dei ragazzi, questi appuntamenti coincidono con una delle Domeniche già indicate per l’incontro di catechesi. Gli orari saranno indicati di volta in volta.
I ritiri degli adulti hanno luogo di mercoledì o giovedì,
scegliendo tra le 14.30 e le 20.00
1 - Gruppo “Efeso”
Incontri dei ragazzi:
la Domenica, dalle 17.30 alle 18.30,
nel Focolare, secondo le date sotto indicate;
2 - GRUPPO “TESSALONICA”
Incontri dei ragazzi
la Domenica, dalle 17.30 alle 18.30,
nel Focolare, secondo queste date
OTTOBRE: NOVEMBRE: DICEMBRE: GENNAIO: FEBBRAIO: MARZO: APRILE: MAGGIO: GIUGNO: Domenica 12 -19 -26
Domenica 9 - 16 - 30
Domenica 7 - 14 - 21
Domenica 11 - 18
Domenica 1 - 8 - 22
Domenica 1- 8 - 22 - 29
Domenica 12 - 19 - 26
Domenica 3 - 17 - 24 - 31
Domenica 7
Ritiro I - in prossimità a Natale/Epifania
Gruppo “Cafarnao”:
Domenica 9 novembre
Gruppo “Gerusalemme”: Domenica 30 novembre
Gruppo “Emmaus”:
Domenica 30 novembre
Gruppo “Antiochia”:
Domenica 14 dicembre
Gruppo “Efeso”:
Domenica 14 dicembre
Gruppo “Tessalonica”: Domenica 14 dicembre
adolescenti e giovani
da concordare
adulti
mercoledì 17 dicembre
Ritiro II - in vista della Pasqua
Gruppo “Nazareth”:
Domenica 8 marzo
Gruppo “Cafarnao”:
Domenica 15 marzo
Gruppo “Gerusalemme”: Domenica I marzo
Gruppo “Emmaus”:
Domenica I marzo
Gruppo “Antiochia”
Domenica 22 marzo
Gruppo “Efeso”:
Domenica 22 marzo
Gruppo “Tessalonica”: Domenica 22 marzo
adolescenti e giovani
da concordare
adulti
giovedì 26 marzo
Incontri per i genitori (Efeso e Tessalonica insieme)
la Domenica, alle 14.20, nel Focolare.
Domenica 26 ottobre
Domenica 21 dicembre
Domenica 8 febbraio
Domenica 22 marzo
Ritiro III - in vista della Ascensione/Pentecoste
Gruppo “Cafarnao”:
Domenica 19 aprile
Gruppo “Gerusalemme”: Domenica 19 aprile
Gruppo “Emmaus”:
Domenica 3 maggio
Gruppo “Antiochia”
Domenica 26 aprile
Gruppo “Efeso”:
Domenica 26 aprile
Gruppo “Tessalonica”: Domenica 26 aprile
adolescenti e giovani
da concordare
adulti
giovedì 21 maggio
Adolescenti e Giovani
Primo anno Gruppo “FILIPPI”
Secondo anno Gruppo “CORINTO
Terzo anno GRUPPO “ATENE”
QUARTO ANNO
Gruppo Giovani
Gli incontri hanno luogo normalmente nel Focolare, in
una sera della settimana che ciascun educatore concorda
con il proprio gruppo.
44
Comunità aperta
Paolo VI ed il desiderio di Carità:
la Populorum progressio
( di G. Pedrali )
D
opo la canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo
II è in arrivo la beatificazione di
Paolo VI. L’apertura della causa di
beatificazione di Paolo VI risale al
maggio 1993. Il miracolo di Paolo
VI ha l’identità di un tredicenne
americano. Quando avvenne, lui
non era ancora nato e a sua madre,
al 5° mese di una gravidanza complicata, dissero che sarebbe morto
poco dopo la nascita o sarebbe vissuto con gravi malformazioni. La
donna rifiutò l’ipotesi dell’aborto
e, su suggerimento di una suora,
chiese l’intercessione di Montini.
La situazione migliorò rapidamente e il bambino nacque in buone
condizioni. È per questo motivo
che desidero, in questa pagina dedicata alla Caritas parrocchiale, offrire a tutti un breve articolo sul pensiero del Beato Paolo VI sulla Carità
e l’Uguaglianza.
L
o sviluppo dei popoli, in modo
tutto particolare di quelli che
lottano per liberarsi dal giogo della
fame, della miseria, delle malattie
endemiche, dell'ignoranza; che cercano una partecipazione più larga
ai frutti della civiltà, una più attiva valorizzazione delle loro qualità
umane; che si muovono con decisione verso la meta di un loro pieno
rigoglio, è oggetto di attenta osservazione da parte della Chiesa. Se
un fratello o una sorella sono nudi,
dice san Giacomo, se mancano del
sostentamento quotidiano, e uno
di voi dice loro: "Andate in pace,
riscaldatevi, sfamatevi", senza dar
loro quel che è necessario al loro
corpo, a che servirebbe?» (Gc 2, 1516). Oggi, nessuno lo può ignorare:
sopra interi continenti, innumerevoli sono gli uomini e le donne tormentati dalla fame, innumerevoli i
bambini sottonutriti, al punto che
molti di loro muoiono in tenera
età, che la crescita fisica e lo sviluppo mentale di parecchi altri ne
restano compromessi, che regioni
intere sono per questo condannate
al più cupo avvilimento.
Parole di Paolo VI
• La proprietà privata non costituisce per alcuno un diritto incondizionato e assoluto. Nessuno è
autorizzato a riservare a suo uso
esclusivo ciò che supera il suo bi-
45
Comunità aperta
•
•
•
•
•
•
sogno, quando gli altri mancano
del necessario.
Il lavoro è umano solo se resta intelligente e libero.
I popoli della fame interpellano
oggi in maniera drammatica i popoli dell'opulenza. La Chiesa trasale davanti a questo grido d'angoscia e chiama ognuno a rispondere
con amore al proprio fratello.
L'avarizia delle persone, delle famiglie e delle nazioni può contagiare i meno abbienti come i più
ricchi, e suscitare negli uni e negli
altri un materialismo che soffoca
lo spirito.
La ricerca esclusiva dell'avere diventa [...] un ostacolo alla crescita
dell'essere e si oppone alla sua vera
grandezza: per le nazioni, come
per le persone, l'avarizia è la forma più evidente del sottosviluppo
morale.
La fame può diventare una forza
sovversiva di conseguenze incalcolabili.
La sofferenza dei poveri è nostra!
E vogliamo sperare che questa
nostra simpatia sia di per sé stessa capace di suscitare quel nuovo
amore che moltiplicherà, mediante un'economia provvida e nuova
al suo servizio, i pani necessari per
sfamare il mondo.
• La pace, oggi, è più fondata sulla
paura che sull'amicizia; è più difesa dal terrore di armi micidiali che
dalla mutua alleanza e fiducia tra i
popoli! E se la pace fosse, Dio non
voglia, domani interrotta, la rovina dell'intera umanità è possibile.
Come puoi contribuire alle spese per la ristrutturazione del Focolare
1 - Anzitutto, frequentandolo: ciò dà senso all’impegno che si sta affrontando.
2 - Offerta libera che può essere consegnata ai sacerdoti, al diacono o nel corso della raccolta “pro opere
parrocchiali” e “pro Oratorio”, normalmente la prima e la seconda Domenica di ogni mese e in altre particolari occasioni, di volta in volta indicate
3 - Offerta libera tramite versamento o bonifico, detraibile ai fini dell’Irpef, sul CC n. 2085X87, presso la
Banca Popolare di Sondrio - ag. di Coccaglio; ABI 05696 - CAB 54360 - CIN X, intestato a “Il Focolare A.P.S. ONLUS”. Per il bonifico è necessario il codice IBAN: IT87 X056 9654 3600 0000 2085 X87
4 - Impegno morale o scritto a versare una quota fissa periodica, in occasione della giornata mensile “pro
Oratorio” o direttamente ai sacerdoti o al diacono
5 - Prestiti gratuiti (senza interesse)
6 - Contribuire alla ristrutturazione dell’Oratorio può essere un modo alternativo per partecipare alle gioie
o ai lutti di parenti o amici
7 - Oltre all’8 per mille secondo le possibilità indicate sul modulo per la dichiarazione dei redditi, è possibile destinare a enti specifici il 5 per mille. È possibile attuare questa opzione indicando nell’apposito spazio della dichiarazione dei redditi il CF n. 91018070176 dell’associazione “Il Focolare A.P.S.
onlus”
46
Comunità aperta
La 40ma Marcia della solidarietà “Vita per la Vita”
RIEVOCAZIONE STORICA DELLA PRIMA EDIZIONE
“NOI CORRIAMO PER LA VITA, LA PACE, LA SOLIDARIETÀ E LA CIVILTÀ DELL’AMORE SENZA FRONTIERE”
Coccaglio (Bs) – Roma - Piazza San Pietro (Città del Vaticano) - Albano Laziale (Rm) - 5/13 Agosto 2014
D
opo la Santa Messa concelebrata dal parroco don Giovanni e
da don Mario Pelizzari, partecipante
alla prima edizione della “Marcia” del
1975, alla presenza del Sindaco, dei
rappresentanti regionali, provinciali e locali dell’AVIS e dell’AIDO, da
molti labari dei gruppi AIDO, accompagnata dai vespisti del neonato ”Vespa Club” di Coccaglio e la suggestiva
cerimonia dell’accensione del “Tripode”, in perfetto orario, martedì 5
agosto alle ore 9.30, salutata da molti
Coccagliesi, la “Fiaccola” è partita in
direzione di Roma per l’ultima edizione della “Marcia della Solidarietà
Vita per la Vita”, che in quarant’anni
ha percorso oltre 80.000 km in giro
per il mondo promuovendo valori e
principi di grande spessore cristiano
e civile come la solidarietà senza frontiere, la civiltà dell’amore, la donazione, anonima e gratuita, del sangue,
degli organi dei tessuti e delle cellule.
L’accoglienza riservata ai 47 partecipanti che hanno portato la “Fiaccola” lungo lo stesso percorso della
prima edizione, è stata eccezionale.
Le emozioni e gli incontri con le autorità civili e religiose, con le gente e
le associazioni di volontariato, sono
stati ovunque numerosi e partecipati.
Ricordarli tutti è impossibile.
Ogni giorno, ogni partenza e ogni
arrivo, ogni passaggio, hanno avuto
uno propria storia.
Ricordiamo e ricorderemo per sempre alcuni momenti che ci hanno riportato in dietro nel tempo, come;
a - l’accensione della “Fiaccola” da
parte di Papa Francesco in piazza S.
Pietro il 25 giugno;
b - il ricordo al cimitero con gli amici
che erano con noi nel 1975 e che ci
hanno lasciato;
c- la partenza dal sagrato della nostra
parrocchia alla stessa ora e con tanta
gente, come nel 1975, a condividere
con noi l’iniziativa;
d - l’incontro con molte persone che
hanno avuto la fortuna di essere trapiantate di un organo o che hanno
ricevuto il sangue. In particolare ricordiamo l’arrivo a Castelvetro Piacentino dove la “Fiaccola” è arrivata
ed ha acceso il “Tripode” portata da
un giovane sportivo locale, che ha
donato il proprio midollo a mamma
ALBA presente con il papà CRISTIANO ad applaudire quel figlio che con
47
tanto amore e l’aiuto dei suoi 5 fratelli, gli ha ridato la vita;
e- l’incontro con moltissimi Parroci in
particolare con quello di Livorno che
con i nostri “Tedofori” ha corso e portato egli stesso la “Fiaccola” per molti
chilometri e on il parroco di Caspoggio (MS), che ha accolto l’arrivo della
“Fiaccola” verso mezzogiorno, al suono delle campane in festa;
f - gli sbandieratori di Filattiera e di
Gavorrano, i musicisti e i cantanti di
Castagneto Carducci, di Ladispoli, ecc.
Comunità aperta
Prima di concludere ci piace evidenziare che il progetto di comunicazione/informazione affidatoci dalle
Associazioni Nazionali che hanno
patrocinato la Marcia, grazie al lodevole impegno di tutti i partecipanti è
stato compiutamente realizzato.
L’unico rammarico è stata la scarsa
adesione dei giovani, nonostante per
loro la partecipazione fosse completamente gratuita.
In molti ci chiedono perché terminiamo questa nostra esperienza. Come
tutte le cose hanno un inizio e una
fine, così anche quest’esperienza. È
certo che il nostro impegno non terminerà. Faremo qualcosa di diverso
e meno impegnativo. Ci stiamo lavorando. Ora godiamoci la bellissi-
g - l’incontro con molti amici che nel
passato hanno partecipato alla Marcia e hanno voluto venirci a salutare;
h - l’incontro ad Albano Laziale con
la famiglia dell’amico Enrico Cecchinelli presidente storico di quella
sezione Avis e partecipante per alcuni
anni alla marcia;
l - l’accensione prima e lo spegnimento poi del “Tripode “ e della “Fiaccola” ad Albano Laziale, portata da
due “Tedofori”, uno con la maglietta
della prima edizione e uno con quella dell’ultima. Per chi ha partecipato
a tutte o a moltissime edizioni della
marcia è stato veramente una emozione fortissima e indimenticabile.
ma esperienza dell’ultima edizione.
Del passato, sul quale costruiremo il
nostro futuro, parleremo in un’altra
occasione.
48
Comunità aperta
“Educare alla custodia del creato, per la salute dei nostri paesi e delle nostre città”
Messaggio per la 9ª Giornata per la custodia del creato
(1° settembre 2014)
Ridenti pascoli ai piedi del monte Alben, semicoperto dalle nuvole,
al passo di Zambla, tra val Seriana e val Brembana
“Si spergiura, si dice il falso, si uccide, si ruba, si commette adulterio,
tutto questo dilaga e si versa sangue
su sangue. Per questo è in lutto il
paese e chiunque vi abita langue, insieme con gli animali selvatici e con
gli uccelli del cielo; persino i pesci
del mare periscono ” (Os 4, 2-3).
S
embra scritta per i nostri tempi
questa tremenda pagina di Osea.
Raccoglie tante nostre dolorose analisi
e ben descrive lo smarrimento che vivono molti territori inquinati in Italia
e nel mondo. Se infatti viene spezzata
l’armonia creata dall’alleanza con Dio,
si spezza anche l’armonia con la terra
che langue, si diventa nemici versando
sangue su sangue e il nostro cuore si
chiude in paura reciproca, con falsità e
violenza. L’alleanza resta così la categoria fondamentale della nostra fede,
come ci insegna tutto il cammino della Bibbia: la fedeltà a Dio garantisce la
reciproca fraternità e si fa ancora più
dolce la bellezza del creato, in luminosa armonia con tutti gli esseri viventi.
È quel giardino in cui Dio ha collocato
l’uomo, fin dall’inizio, perché lo custodisse e lo lavorasse. Scrive papa Francesco: “Come esseri umani, non siamo meri
beneficiari, ma custodi delle altre creature.
Mediante la nostra realtà corporea, Dio
ci ha tanto strettamente uniti al mondo
che ci circonda che la desertificazione del
suolo è come una malattia per ciascuno
e possiamo lamentare l’estinzione di una
specie come fosse una mutilazione! Non lasciamo che al nostro passaggio rimangano
segni di distruzione e di morte che colpiscono la nostra vita e le future generazioni”
(Evangelii gaudium 215). Il giardino
violato In particolare, oggi possiamo
rilevare alcune aree critiche dove il degrado è particolarmente evidente, dove
questa rottura dell’alleanza primitiva
diventa devastante. Anzi, spesso il degrado esterno manifesta la corruzione
interiore del cuore e dei valori fondativi
della vita. In primo luogo, viviamo con
terrore l’inquinamento, che in vaste
aree del pianeta si fa sempre più pervasivo. Non sempre le attività produttive
sono condotte con il dovuto rispetto
del territorio circostante. La sete del
profitto, infatti, spinge a violare tale
armonia, fino alla diffusione nell’ambiente di veri e propri veleni. Con situazioni estreme, che diventano purtroppo fonte di tumori. Non sempre ci
accorgiamo subito di questa violenza
contro il territorio. Anzi, spesso è mi49
stificata ed altre volte viene addirittura
giustificata. Di fatto, la consapevolezza
davanti a questi comportamenti criminali richiede tempi lunghi. Matura
sempre lentamente, spesso solo tramite la dedizione, eroica, di chi, facendo il
proprio lavoro con serietà, è come se si
immolasse per creare tra la gente una
adeguata coscienza della gravità del
problema.
Pure molto gravi sono le conseguenze
disastrose determinate da eventi meteorologici estremi. In questi ultimimesi,
per le inattese bombe d’acqua, si registrano anche morti, oltre a distruzioni
immani di case, fabbriche e strade. Tutto un territorio è messo in ginocchio.
E spesso le città colpite restano sole o
avvolte da una solidarietà solo emotiva, superficiale. La cosa più grave è la
carente consapevolezza da parte della
comunità civile nazionale circa le vere
cause che a monte determinano questi
tristi eventi! Restiamo sì addolorati,
ma poco riflettiamo ed ancor meno siamo disposti a cambiare, per mettere in
discussione il nostro stile di vita!
Un terzo fattore di gravità è rappresentato dalla mancanza di una vera cultura preventiva davanti ai tanti disastri
sociali e meteorologici. È l’aspetto culturale del problema, di certo l’aspetto
più preoccupante, perché completa
il quadro globale della violazione del
giardino di Dio: “Siamo infatti tutti chiamati a prenderci cura della fragilità del popolo e del mondo in cui viviamo” (Evangelii gaudium 215).
Impegni conseguenti
Oggi, la coscienza ecologica è in consolante crescita, ovunque. Anche con dolorose contrapposizioni tra ambiente
e lavoro. Specie nelle città industriali.
Certo, proprio questa accresciuta consapevolezza del dono ricevuto da Dio ci
spinge a garantire un ambiente sosteni-
Comunità aperta
bile, per noi e per i nostri figli, nella gioia di godere della bellezza del giardino.
Con una parola chiave: custodire.
Il papa ci ha incoraggiati, fin da subito.
Nella sua omelia del 19 marzo 2013,
data d’inizio del suo ministero petrino,
ci ha esortato: “La vocazione del custodire non riguarda solamente noi cristiani
perché ha una dimensione che precede e
che è semplicemente umana, riguarda tutti. È l’avere rispetto per ogni creatura di
Dio e per l’ambiente in cui viviamo”.
Per questo, anche in vista del Convegno
ecclesiale nazionale di Firenze 2015 attorno al nuovo umanesimo basato su
Cristo, ci permettiamo di suggerire alle
nostre Chiese italiane questi impegni
conseguenti: la coscienza di un impegno culturale; la denuncia davanti ai
disastri; la rete di speranza nel futuro.
1
. La priorità dell’impegno culturale.
La custodia della terra ci chiede di
amarla, vigilando con matura consapevolezza. La terra ci appartiene. Tutti
siamo chiamati a questo compito che si
fa premura già nelle scuole accrescendo
la coscienza ecologica viva tra i giovani.
Si tratta di concretizzare quella “conversione ecologica” che ci porta a ritrovare il
gusto per la bellezza della terra e lo stupore davanti alle sue meraviglie. Ma da
qui, anche la capacità critica per cogliere
le ingiustizie presenti in un modello di
sviluppo che non rispetta l’ambiente.
Abbiamo cioè bisogno di un’economia
capace di generare lavoro senza violare
la terra, valorizzandola piuttosto come
ricchezza produttiva e come crescita sociale. Si pensi alla interconnessione tra
rispetto dell’ambiente, agricoltura, turismo e benessere sociale. Solo insieme si
cresce. Solo insieme saremo competitivi,
proprio perché rispettosi della tipicità
con cui Dio ha costruito l’armonia dei
colori, delle lingue, delle culture e dei
volti. La catechesi può lavorare molto
nel cuore dei ragazzi portandoli alla
bellezza della preghiera in una liturgia
armoniosa con il creato, nella gioia del
rendere grazie e benedire il Signore, già
in famiglia, davanti alla tavola preparata. Del resto arte e catechesi sono sempre
state in stretta alleanza con la liturgia
per quel gusto della bellezza che diventa
la prima coscienza contro ogni inquinamento e quell’energia vitale che ci permette di ricostruire i territori violati dai
disastri ambientali.
2
. La denuncia davanti ai disastri ecologici. Ma la custodia del creato è
fatta anche di una chiara denuncia nei
confronti di chi viola quest’armonia del
creato. È una denuncia che spesso parte
da persone che si fanno sentinelle dell’intero territorio, talvolta pagando di persona. Siamo loro profondamente grati,
perché ci hanno insegnato un metodo: ci
vuole sempre qualcuno che, come sentinella, coglie per primo i problemi e rende consapevole tutta la comunità della
gravità della situazione. Specie davanti
ai rifiuti. Chi ha tristemente inquinato,
deve consapevolmente pagare riparando
il male compiuto. In particolare va bloc-
cata la criminalità che ha speculato sui
rifiuti, seppellendoli e creando occasione di morte, distruggendo la salubrità
dell’ambiente. Ma anche le nostre piccole violazioni quotidiane vanno segnalate, quando siamo poco rispettosi delle
regole ecologiche..
3
. La rete di speranza. Siamo chiamati
a fare rete lasciandoci coinvolgere in
forme di collaborazione con la società
civile e le istituzioni. Va maturata insieme una rinnovata etica civile. Per questo
è preziosa la dimensione ecumenica con
cui è vissuta la giornata della custodia
del creato. È importante che nessuno resti spettatore, ma tutti attori, vigilando
con amore, pregando intensamente lo
Spirito di Dio, che rinnova la faccia della
terra e accrescendo la cultura ecologica.
Matureremo così una vera cultura preventiva, trovando la forza per riparare le
ferite in modo fecondo. Solo così, tramite questa rete, potremo andare alle radici
profonde dei disastri sociali ed ecologici,
superando la superficiale emozione del
momento. Tanti nostri stili di vita vanno
cambiati, per assumere la sobrietà come
risposta autentica all’inquinamento e
alla distruzione del creato. Del resto,
una terra custodita è la prima fonte di
lavoro per i giovani! Siamo in un tempo
di crescente consapevolezza ecologica. I
giovani poi ne sono sentinelle vigili ed
efficaci. Con loro e con lo sguardo negli
occhi dei nostri bambini possiamo ancora sperare a spazi di armonia, di vita
buona e di benedizione leggendo insieme un altro testo di Osea: “E avverrà in
quel giorno – oracolo del Signore – io risponderò al cielo ed esso risponderà alla terra; la terra
risponderà al grano, al vino nuovo e all’olio e
questi risponderanno a Dio”(Os 2, 23-24).
Roma, 15 giugno 2014
Solennità della SS. Trinità
COMMISSIONI EPISCOPALI PER I
PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO, LA
GIUSTIZIA E LA PACE,PER L’ECUMENISMO E IL DIALOGO.
50
Comunità aperta
ASSOCIAZIONI SOLIDALI
per Padre Battista Omodei e Suor Clara Pagani
S
abato 29 marzo presso il Teatro dell’Oratorio Femminile,
la Compagnia Teatrale la piccola Ribalta ha messo in scena Che fét che fói, ga èntra le röse di Maria Grazia Tosini.
Il ricavato della serata è stato donato a Padre Omodei per la
sua comunità a Legaspi (città che dista 500 Km da Manila nelle Filippine) dove opera in favore della nutrizione di bambini
e il recupero di adulti con handicap neurologici e traumatici.
Purtroppo Legaspi, che era stata risparmiata dal devastante
tifone del novembre scorso, è stata investita in pieno, purtroppo, dal tifone dell’inizio di agosto. Per fortuna le strutture
importanti hanno tenuto, ma ci sono stati comunque molti
danni al centro Sagrada Famiglia. E la somma raccolta, grazie
alla Piccola Ribalta, aiuterà Padre Battista a riorganizzare il
suo Centro e cercare di riprendere una vita normale (di seguito la lettera di Padre Battista con la descrizione del tifone).
non possono essere seguiti dalle famiglie. E’ difficile il cammino della Comunità rwandese verso la riconciliazione dopo
il genocidio del Rwanda, uno dei più sanguinosi episodi della
Storia del XX secolo. Da aprile a metà luglio del 1994, in circa
100 giorni vennero massacrate sistematicamente con armi da
fuoco e machete, circa 1 milione di persone, prevalentemente
di etnia Tutsi, ma non venne risparmiata una larga parte di
Hutu moderati.
Durante la serata ha portato il suo saluto anche Padre Giovanni Magoni in partenza il giorno dopo per il Brasile, dopo
un brevissimo periodo di riposo in Italia. Suor Clara è ritornata in Rwanda l’8 settembre, in un momento ancora una volta difficile per l’Africa per l’infezione ebola che ha già creato
molte vittime e che crea ancora molta paura e sgomento.
G
Sr Clara, appena giunta così ci ha scritto:
Carissimo d. Giovanni e parrocchiani un grazie di cuore per l'accoglienza e per la generosissima offerta grazie anche da parte dei
ragazzi del centro INTIGANDA. Sono ben arrivata in Rwanda,
il viaggio Ë andato bene alle ore 22 ero già a casa a Butare. L'indomani ho avuto una bella accoglienza da parte dei ragazzi e degli
educatori. Ho già ripreso il mio servizio a pieno ritmo. Un caro
saluto a tutti. Con affetto. Sr. Clara
razie invece a Giuseppe Lancini, agli amici della Musica,
e ai familiari del compianto Enzo Franceschetti, si è potuta organizzare lunedì 16 giugno presso l’Auditorium San
Giovanni Battista in Castello un bellissimo Concerto Lirico
che ha visto la partecipazione di Giuseppe Lancini, e altri cantanti professionisti. Il concerto è stato dedicato a Suor Clara
Pagani e al suo Centro dove accoglie bambini e ragazzi che
Farmacie di turno – GUARDIA FARMACEUTICA
Dal 15 settembre al 12 novembre 2014
La farmacia di Coccaglio, P.zza Marenzio 10, resta aperta anche il Giovedì.
Primo
Secondo
COCCAGLIO
Piaz. L. Marenzio 10
15– 16
Settembre
15 – 16
Ottobre
CHIARI
Piazza Moro
2
17 – 18
Settembre
17 – 18
Ottobre
CHIARI
Via Sala
2/1
19 – 20
Settembre
19– 20
Ottobre
PALAZZOLO (6)
V. Marconi
14
21 – 22
Settembre
21 – 22
Ottobre
ROVATO
Via C. Battisti
102/a
23 - 24
Settembre
23– 26
Ottobre
CAZZAGO
Via Duomo
51
25– 26
Settembre
25 – 26
Ottobre
CHIARI
Via Rivetti
31
27 - 28
Settembre
27 – 28
Ottobre
COCCAGLIO
Via E. Mattei
3
29 – 30
Settembre
29 – 30
Ottobre
ROVATO
Via Bonomelli
122
01 - 02
Ottobre
31 – 01
Ott. Nov.
ERBUSCO
Via Provinciale
21
03 - 04
Ottobre
02– 03
Novembre
COLOGNE
Piazza Garibaldi
8
05 - 06
Ottobre
04- 05
Novembre
Via Garibaldi
6
07 – 08
Ottobre
06 – 07
Novembre
CASTELCOVATI
Via De Gasperi
74
09 - 10
Ottobre
08 – 09
Novembre
CHIARI
Via xxv Aprile
17
11 - 12
Ottobre
10 – 11
Novembre
ROVATO
Via Cavour
14
13 – 14
Ottobre
12 – 13
Novembre
PALAZZOLO
(15)
51
Comunità aperta
Legazpi, 6 agosto 2014
C
arissima,
ricevo la tua e-mail il giorno della Trasfigurazione del Signore e dell'anniversario della morte del nostro papa Paolo VI. Grazie. Fa sempre piacere ricevere l'affetto degli amici.
Sì, questa volta l’uragano è arrivato. Speravamo ma... sono
state sette ore di vento e pioggia. Quando lo vivi è terribile,
ma dopo pensi che altri ne hanno avuto di più forti e poi ce ne
sono tanti che non sai più se dirlo, a chi dirlo e che fare. Dopo
tutto siamo stati fortunati. Sette ore chiusi in casa, ascoltando il vento a 160 km all'ora, vetri che si rompono, finestre che
sbattono anche le hai chiuse bene, acqua da buttar fuori dalla
casa mentre ne arriva dell'altra, piante che scricchiolano e cadono. Però siamo tutti vivi e non abbiamo avuto grandi danni
alle strutture. Il nostro ginnasio ha resistito egregiamente. È
la prima volta che veniva messo alla prova da un tifone. Anche
la scuola per disabili ha tenuto bene, così pure la fisioterapia,
la nostra residenza e quella dei nostri ammalati in carrozzella.
Ma tutto quello che c'era intorno lo ha distrutto: la piccola
casetta che usavamo per alloggiare mamme e bambini che venivano da lontano per la fisioterapia è stata divelta completamente. Non era in muratura, ma era una buona costruzione.
Altre costruzioni simili, tutte sono state danneggiate. Anche
il nostro pollaio-scuola per i nostri disabili è stato completamente distrutto e poi sono venuti i ladri a finire quello che il
vento non ha fatto. L'acqua è mancata e a tratti manca ancora. Meno male che avevamo appena finito il pozzo nuovo, ed
è stato una fortuna. Poco a poco stiamo risistemando tutto.
Non abbiamo ancora la corrente elettrica. Se tutto va bene
l'avremo a metà settembre. Andiamo col generatore ma non
più di 12 ore al giorno. Però, ripeto siamo stati fortunati. Abbiamo potuto pulire tutta la casa in breve tempo e riprendere
le attività dopo due giorni di pulizia. È bello vedere la pazienza della gente. Sono già rassegnati ai due mesi senza corrente.
Mentre ti scrivo sono le nove di sera ed è già tutto in silenzio
e oscuro. Noi faremo funzionare il generatore fino alle dieci
di sera e poi riprenderemo alle 8 domani mattina. Per il resto
tutto bene. Il clima è buono. Non troppo caldo e non troppo
freddo e nemmeno molta pioggia. La mia salute è buona. Per
ora basta così. Grazie ancora della vicinanza. Buone vacanze
se vai. Un ricordo al Signore. Saluti a tutti.
Don Battista
52
Comunità aperta
La Giornata Misisonaria Mondiale
PERIFERIE CUORE DELLA MISSIONE
(19 ottobre 2014)
L
a parola “periferie” ricorre
frequentemente nel magistero di papa Francesco, che si
è presentato come ”venuto dalla
fine del mondo” e che ci spinge
continuamente a “uscire”, a creare nelle comunità le condizioni
per favorire l’”inclusione”.
Lui stesso non poteva che richiamare tutta la Chiesa a raggiungere le “periferie esistenziali”:
dimenticati, esclusi, stranieri,
umanità insomma ai “margini”
della nostra vita (ma possiamo
considerarci “noi” centro?).
Nel tema della prossima giornata missionaria mondiale è contenuta una duplice “provocazione”
per le nostre Chiese locali: accogliere l’invito a uscire dal nostro
modo di pensare e vivere, per
essere Chiesa attratta dai “lontani della terra”, per riscoprire
il “cuore” della missionarietà, che è
la gioia sperimentata dal missionario
mentre evangelizza, sapendo che annunciando Gesù, tutti sono arricchiti
e resi testimoni della gioia del Vangelo (= lieta notizia). Soffermiamoci
sul termine “periferia” per assimilare
quale stile viene richiamato con questo tema: la periferia è il cuore della
missione della Chiesa, è il cuore di ciò
che vibra, ciò che raccoglie i desideri e
le scelte dell’uomo, infatti chi pone il
suo cuore nelle periferie è uno che esce
continuamente dalle sue sicurezze e
s’incammina verso l’altro che vive lontano da sé… Dio ci spinge a uscire da
noi stessi per incontrare, nel volto dei
fratelli, il suo stesso volto: “Ciò che avete fatto a uno di questi piccoli, l’avete fatto
a me” (Mt 25,40). Dio s’identifica coi
miei fratelli… il cuore paterno di Dio
vuole abitare tra gli ultimi… Andare /
Uscire verso gli ultimi (poveri e peccatori) per i cristiani non vuol dire solo
andare verso i fratelli e le sorelle, ma
scoprire che Dio è già qui, Lui accanto all’umanità. Se le “periferie” sono
il “luogo” dove si converte la Chiesa,
andare verso le periferie (e abitarvi da
poveri in mezzo ai poveri) significa far
risuonare l’annuncio del Regno che
libera dall’attaccamento disordinato
nei confronti delle ricchezze… Nella
settimana di formazione di Assisi, a
fine agosto 2013, meditando il passo di Atti 3,4, è stato fatto notare che
la guarigione dello storpio presso la
porta del Tempio, è una immagine
chiara del dinamismo che qui vogliamo illustrare: Gesù ordina all’uomo
storpio: “Alzati, mettiti nel mezzo” (la
periferia diventa il centro della scena,
mentre Gesù si colloca in secondo
piano); Gesù vuole che tutti guardino
con benevolenza e con misericordia
quell’uomo, perché in modo fraterno si comprenda che la malattia lo
ha “spinto fuori”, lo ha costretto a
vivere ai margini… Potrebbe sembrare
53
in controtendenza questo tema
rispetto al titolo del prossimo
Convegno Missionario Nazionale di Sacrofano: “Alzati e va’ a
Ninive, la grande città”. In realtà il
suggerimento è quello di vedere
nella “grande città” e nella vita
della “gente di Ninive” le periferie, o comunque un luogo di
molteplici povertà materiali e
spirituali, dove moltissimi uomini e donne “non sanno distinguere la destra dalla sinistra”.
Al numero 127 dell’Evangelii
Gaudium, papa Francesco scrive,
parlando della predicazione (e
Giona si è dimostrato profeta
efficace verso quelli di Ninive):
“C’è una forma di predicazione che
compete a tutti noi come impegno
quotidiano. Si tratta di portare il
Vangelo alle persone con cui ciascuno
ha a che fare, tanto ai vicini quanto
agli sconosciuti. E’ la predicazione informale che si può realizzare durante una
conversazione ed è anche quella che attua
un missionario quando visita una casa…”
L
’esortazione apostolica “Evangelii
Gaudium” (traducibile sia in “la
gioia del vangelo” ma anche “la gioia
di evangelizzare”) ci guiderà sicuramente neIl’itinerario di questi anni,
ed i sussidi che vengono proposti da
Missio, contribuiranno a sviluppare ciò che la preghiera preparata per
la Giornata Missionaria Mondiale,
contiene come enunciato: Il Signore
ci aiuti a uscire dalle nostre certezze
per incontrare chi sembra “lontano”;
lo Spirito ci richiami a essere Luce del
mondo alla periferia di ogni uomo,
dove le tenebre impediscono ai nostri
fratelli di essere pienamente uomini; il Padre ci renda misericordiosi e,
commuovendoci per i fratelli più poveri, ci renda Dono per tutti.
Cultura e notizie • Curiosando nello Scrigno
La Chiesa del Cuore Immacolato di Maria
di G. Pedrali
P
Dio, si fa strada fra le spine. Questo simbolo sta ad indicare il ruolo
della Vergine Maria nella vita di
ogni giorno. Nelle difficoltà ci si
deve rivolgere a Lei quale madre
nostra e di Dio.
La gloria dello Spirito santo, presente sul presbiterio, ci riporta al
giorno della Pentecoste quando,
con Maria, gli Apostoli diedero
vita alla Chiesa. Lo stesso richiamo lo troviamo nella volta della
chiesa arcipretale.
Bello è il simulacro dedicato a Mafoto 2
ria Nascente alla quale è consacra-
oiché il nuovo bollettino uscirà in concomitanza dell’inizio dell’anno
oratoriano, ho ritenuto bello dedicare questa pagina dell’arte alla scoperta del nostro Oratorio femminile - ancora chiamato da molti “dalle Madri”- in ricordo della preziosa testimonianza e del lungo lavoro operato dalle
indimenticabili Madri Canossiane. E’ bello che la gente chiami ancora così
quel luogo poiché questo denota l’affetto e l’amore che i coccagliesi hanno ancora oggi verso le Madri Canossiane.
L
'oratorio femminile nacque nel 1868, molto tempo prima di
quello maschile che invece venne aperto nei primi anni del Novecento. Tanti oratori femminili della nostra diocesi devono la loro
nascita alle Congregazioni religiose. Anche a Coccaglio nel 1868,
molto prima che esistesse un oratorio maschile, fu eretto l'oratorio
femminile aperto alle ragazze del popolo per dare loro un'educazione religiosa, le basi di una professionalità domestica nel taglio
e cucito e l'opportunità di un sereno svago. Il merito di questa iniziativa si deve a una donna della Compagnia di sant'Angela Merici,
Maria Tonelli, che donò tutti i suoi beni per questo nobile scopo. Fu
aiutata in questa pionieristica opera da altre Angeline come Polotti,
Vigorelli e Rossi. Nel 1920, sotto la guida pastorale di mons. Dossena, l’educazione e la formazione delle fanciulle e ragazze venne
affidato in modo ufficiale alle Figlie della Carità Canossiana nella
persona delle rev.da madre Manenti – qui con madre Maina (foto1).
Coccaglio divenne così sede primaria dell’Istituto Canossiano e
diede molte delle sue figlie a questa congregazione di suore. Nel
1933 sotto la guida di don Francesco Rossi l'oratorio fu dotato
di alcune aule di catechismo,
inaugurate con una grandiosa
festa popolare. Nel tempo si ridiede impulso alla scuola di canto e si rilanciò la Compagnia teatrale. La piccola, ma accogliente,
foto 1
chiesa dell’oratorio femminile si
presenta ad aula unica ed affrescata dal m° Rubagotti. E’ sobria e
tutto parla della Vergine Maria. È dedicata a Dio e posta sotto la
protezione del Cuore Immacolato di Maria. Il Cuore Immacolato
di Maria è una devozione la cui memoria liturgica fu estesa a tutta
la Chiesa da papa Pio XII nel 1944. La memoria, obbligatoria dal
2000, cade il giorno dopo la solennità del Sacro Cuore di Gesù, si
tratta quindi di una celebrazione mobile. L'origine di tale culto può
trovarsi nelle parole dell'evangelista Luca, dove il Cuore di Maria
appare come uno scrigno che racchiude i più santi ricordi. Come
si può vedere, tutto, in questo luogo di preghiera parla di Maria e
del suo prezioso ruolo di mediatrice di grazie. L’unico affresco della
volta (foto 3) mostra un giglio bianco che, illuminato dalla luce di
foto 3
ta tutta la Comunità parrocchiale (foto
2). Particolare è la colonna dove poggia
il Tabernacolo (foto 4) come possiamo
notare è raffigurato il miracolo di Gesù
dei cinque pani e dei due pesci. Vi è
posta la scritta: <<prendete e mangiate
questo è il mio pane>>. Sull’acro soglio,
due angeli tengono un cartiglio con
scritto: salve Regina mater misericordiae, richiamo forte al ruolo di Maria.
foto 4
Inoltre sono poste anche delle statue
(in gesso) legate alla pietà popolare ed
alla devozione di Coccaglio verso di esse. Troviamo il sacro Cuore,
san Giuseppe, sant’Angela Merici, sant’Agnese e san Rocco.
54
Cultura, sport, notizie
100 ANNI!
Mons. Luigi Morstabilini
Per Maria Comensoli ved. Fossati, decana del paese, il 16 agosto sono scoccate le 100 primavere. Originaria della val
Camonica e lontana parente dell'omonima santa biennese, ha festeggiato la meta in buona salute e invidiabile lucidità
circondata daifamiliari, dai responsabili e dal personale della Casa Albergo.
Un film da vedere...
MALEFICENT
di Sara
E
se le streghe tanto temute, crudeli e malefiche così descritte delle
fiabe non fossero realmente così? E se questo loro odio verso le altre
creature fosse dovuto a un fortissimo dolore subito in passato???
E se il vero Amore tanto osannato e ricercato da tutti non fosse per forza
tra la principessa prigioniera di un Malefico incantesimo e un bellissimo
principe conosciuto per caso in un bosco, ma fosse un altro tipo di Amore??? E se fosse proprio questo “altro Amore” a liberare la principessa
dall’incantesimo???
Beh… questa volta non vi anticipo niente di più… il mio consiglio è quello di sedersi comodi sul divano e prepararsi per un viaggio in un fantastico mondo incantato; tra fatine, elfi, creature magiche e stravaganti e
con la curiosità di vedere una storia molto conosciuta da un altro punto
di vista!!!
Buona visioneee ;)
55
Cultura e notizie
Numeri Telefonici d’immediata utilità
MUNICIPIO
. centralino
- fax
- Ufficio vigili
- segreteria
- Agente di servizio
- Emergenze
. Ufficio Anagrafe
. Ufficio Tributi
. Ufficio Ragioneria
. Ufficio Servizi sociali
. . Ufficio Tecnico
. Servizi 24 su 24
Associazione Pensionati
030 7725711
030 7721800
030 7725702
030 7725724
335 7250663
335 7637031
030 7725704
030 7725707
030 7725709
030 7725716
030 7725731
335 7637031
030 7703666
Guardia medica – Rovato, via
Lombardia 33/a zona stazione
030 7701921
Pronto soccorso di Chiari
030 711170
Soccorso stradale
116
Guardia di Finanza
117
Carabinieri
112
Soccorso pubblico di emergenza 113
Vigili del fuoco
115
Emergenza sanitaria
118
telefono azzurro
1.96.96
Guardia farmaceutica
800
297002
Ufficio invalidi
030
297002
Corpo Forestale delle Stato
1515
Prenotazioni Az.Osp.Chiari
Visite dal lunedì al sabato
800 017446
www.comune di coccaglio.it 8-20.
Visite con urgenza – bollino
verde .fas.A
dal lunedì al sabato ore:
Scuola Materna
030 7721562
8,30 -16.
Scuola Elementare
030 723730
Scuola Media
030 7721190
Esami radiografici
dal lunedì al venerdì
ore 8,30 - 16.00
Radio parrocchiale
030 2731444
Prestazioni libera
Ferrovie
030 7703004
professione dal
Poste Italiane
030 7721318
Lunedì al venerdì:
Farmacia Tallarini
030 7701217
ore 8,30 – 13,30
Farmacia Comunale
030 7248650
Centralino
Fondaz. Don Gnocchi Rovato 030 72451
Richiedei –Palazzolo
030 7303850
COGEME num. verde
Coccaglio in rete
Volontari del soccorso
sede
servizio diurno
servizio notturno
Dott. Paola Valzorio
Dott. Antonio Bravi
Dott. Emilio Bonfreschi
Dott. Maria Battagliola
030
030
030
030
Ospedale di Iseo
Stessi numeri di
prenotazione dell’ospedale
di Chiari tel. 030 98871
Centralino di Iseo
7241719
723716
7700720
7240121
56
800.638.638 n.ro verde
030
7102301
030
7102301
030
7102822
030
71021
030 7703929
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Ospedale Mellini di Orzinuovi stessi numeri di
prenotazione dell’ospedale
Centralino di Orzinuovi
di Chiari tel. 030 99441
Cultura e notizie
Proèrbe e poesìe cüntade só nel nòst dialèt.
Stórie e tradisiù dèla nòstra provìncia
I detti del dialetto bresciano
zione del vino richiede grande impegno da parte di tutti quelli che lavorano in cantina, perché le operazioni da fare sono
tante e la sorveglianza del mosto che bolle nel tino deve essere
attenta.
SETTEMBRE
Setèmber cala e söt el fa madurà ogni fröt
Un settembre caldo e asciutto fa maturare ogni frutto. Così Sé per San Gal el sarà bröt , gh'è tré més de malandà
dovrebbe essere il clima di settembre quando maturano gli Se per San Gallo -16 ottobre- non vi sarà stato bel tempo, per
ultimi frutti dell'anno e in particolare l'uva che si arricchisce tre mesi andrà male.
di zuccheri. Il caldo non deve essere però torrido e asciutto, né
deve essere secco, come sottolineano i proverbi.
NOVEMBRE
Se a setèmber ta sentèt tunà, le bòte i-è de preparà
Se a settembre senti tuonare, le botti puoi preparare. S'avvici- Quànd che te vegnerèt... di Licinia Valseriati
na il momento della vendemmia, se settembre non promette
d'essere un mese asciutto e soleggiato, è meglio preparare la Quànd che te vegnerèt...a porta i fiùr, per me, nel Camvendemmia in modo che l'uva non debba soffrire poi delle in- posanto, te racomande, fiöl, d'esser seré, sànsa dulur per
temperie sulla pianta. Più genericamente si può pensare che è me, sènsa rimpianto. G'ho it, néla me vita töta quanta,
necessario preparare con buon anticipo i vasi per la vendem- la grassia del Signur de véder e capì, d'esser capit, de iga
mia, con l'acqua perché il legno rinvenga. In particolar modo èn cör che canta. E, po', te ‘l sèt che me so miga "lé": ‘so
il tino •la brènta, la èsa- e la bigoncia -la soiöa- che per primi dènter nel tò cör, nel tò pènser, nel sang dèi fiöi. E möreró
vengono usati.
del töt apena quànd ghe sarà piö nel mond chi me völ bé.
(Quando verrai a portare i fiorì, per me, al Camposanto, ti
A setèmber l'ùa l'è madürà e ‘l fich el pènd
raccomando, figliolo, di essere sereno, senza dolore per me,
A settembre l'uva è matura e il fico pende. Settembre è il mese senza rimpianto. Ho avuto nell'intera mia vita, la grazia del
dei frutti e della loro raccolta. Il proverbio ricorda l'uva che è Signore di vedere e capire, d'es¬sere capito, di avere un cuore
matura e il fico che cornicia ad afflosciarsi per essere già ben che canta. E, poi, lo sai che io non sono "li": sono dentro nel
maturo.
tuo cuore, nel tuo pensiero, nel sangue dei figli. Morirò del tutto solo quando non ci sarà più nel mondo chi mi vuole bene).
OTTOBRE
STÓRIE
A utùer el vi l'è 'ndè le bòte
A ottobre il vino è nelle botti. Terminano in questo periodo le
operazioni della ven¬demmia e il vino è nei tini e nelle botti,
vasi in cui avviene la lavorazione e l'invecchia¬mento. I tini,
come le botti, erano fatti di legno e le doghe sono gli elementi
che venivano tenuti insieme da cerchioni di ferro. Ormai anche questo proverbio sopravvive al mondo in cui è nato. Le
botti e i tini nelle cantine moderne sono per lo più di cemento
e rivestiti internamente di vetro per eliminare tutti gli inconvenienti cui andava soggetto il vaso di legno: muffa, sapori,
difficoltà di lavaggio. Anche le bigonce sono tutte di plastica
e le botti di doghe di rovere si usano solo per un particolare
invecchiamento.
Dal libro “L’Africa che mi è rimasta nel cuore” di Tarcisio Benerecetti.
Giorno 30 aprile 1989 – Domenica. –
Cronaca parziale del primo viaggio in Zaire, ora Repubblica
Democratica del Congo presso la missione di Kiliba retta da
Don Tarcisio Moreschi di Malonno.
Aveva piovuto per tutta la notte e alle prime luci dell’alba
le condizioni atmosferiche non erano di certo migliorate.
Dei violenti scrosci accompagnati da folate di vento imperversavano da un capo all’altro della vallata. Le nuvole
erano compatte e minacciose e non lasciano intravede-
A utùer vi e cantina da la séra a la matina
A ottobre vino e cantina dalla sera alla mattina. La prepara57
Cultura e notizie
re la ben che minima schiarita, nemmeno all’orizzonte,
come succedeva di sovente in quelle località durante la
stagione delle piogge. Quella mattina, alle sei in punto,
Giovanni ed io scegliemmo di accompagnare don Franco a Sasira, un villaggio sperduto nel centro della savana,
a circa trenta chilometri da Kiliba, dove il missionario
avrebbe celebrato la Messa domenicale.
Per colmare quelle distanze, da noi percorribili in poco
meno di trenta minuti, in quel territorio, con delle strade spesso impraticabili, occorrevano delle ore e si correva
pure il rischio di restare impantanati in qualche sperduta
località. Ciò diventava ancora più tragico nel caso in cui
l’inconveniente capitava in zone disabitate e dove non si
trovava anima viva che potesse dare una mano per poterne uscire.
“Guarda quel ponte!“ gridò Giovanni allarmato. A circa
duecento metri da noi, verso il fondo della discesa, un
vecchio ponte gettato sopra un torrente ingrossato dal
nubifragio era paurosamente inclinato a monte. C’era
effettivamente da preoccuparsi nel vedere come l’acqua
batteva con forza su quei pilastri probabilmente lesionati.
“Ah, quello lì? E’ tanto che si trova in quelle condizioni.
Basta rallentare un poco”, disse don Franco. La riduzione
della velocità valse solo a migliorare la tenuta del mezzo
su quella strada piena d’acqua, ma non servì di certo a
confortarci.
“Non c’è pericolo che crolli? Sembra debba cadere proprio da un momento all’altro”, dissi a mia volta, “So persino cosa mi risponderesti se ti chiedessi il perché non lo
riparano”.
“Bravo! Cominci ad imparare. Te l’avevo detto come la
pensano da queste parti”, ridacchiò don Franco. Ai bordi della carreggiata, a dispetto del diluvio, molte persone
andavano imperterrite a piedi senza il ben che minimo riparo. Tra quelle, un bambino: lui, il più furbo, si riparava
sotto una provvidenziale foglia di banano. La rassegnazione di questa gente era ammirevole: l’acqua, il caldo, le
malattie, le privazioni e ad anche la morte, facevano parte
della vita. Nessuno correva, nessuno si preoccupava. Il
tempo e lo stress non esistevano in quel Paese.
Attorno al fuoristrada, parcheggiato nel piazzale, c’era
molta animazione. Sembrava ci fossimo dati l’appuntamento in tanti quella mattina. Il piccolo cassone, sul
retro della cabina, era stato protetto da un telo impermeabile posato sopra ad una specie di gabbia metallica
assicurata alle sponde. Solamente nell’affrontare il primo
tratto del nostro percorso mi resi conto di com’eravamo
carichi. Ad ogni curva e ad ogni buca parevano lamentarsi
tutte le parti metalliche del veicolo. Osservai incuriosito
don Franco seduto al posto di guida.
“Ma, in quanti siamo qua sopra? Oltre a noi tre intendo”,
dissi preoccupato.
“Diverse donne. Non so quante. Due bambini e persino
una capra. Una delle donne tiene tra le braccia il figlioletto morto ieri, avvolto in una coperta. Lo porta a Sange,
per seppellirlo vicino ai morti della sua famiglia. Sange,
si trova ancora sulla strada statale. Ci dovrebbe essere un
grosso mercato stamattina, ma con questo tempo, chissà
se lo faranno. In quel punto facciamo scendere le donne
e prendiamo la stradina che attraversa tutta la savana”.
“Non occorrono delle autorizzazioni da queste parti per
trasportare un morto?“ chiese Giovanni.
“Forse, ma chi lo viene a sapere? Le autorità hanno altro
da pensare, in questi momenti”, rispose don Franco.
Ad un terzo del percorso, l’acquazzone era diventato talmente violento da mettere in serie difficoltà persino don
Franco, avvezzo ai nubifragi tropicali. Il fondo stradale
era ormai diventato come il letto di un fiume ed era impossibile percepire dove si trovassero le buche più profonde disseminate in quel vecchio asfalto. Non erano delle
semplici buche, ma delle larghe e piuttosto profonde cavità. Solamente chi conosceva bene le condizioni di quella strada era in grado di guidare sotto la pioggia senza
correre il rischio di ribaltarsi.
All’uscita dalla statale e prima di deviare in direzione di
Sasira, sostammo a Sange. La pioggia non accennava a
calmarsi. Le raffiche del vento spazzavano impetuose la
piazza, segnata da innumerevoli rivoli d’acqua torbida
che scendevano veloci verso la savana.
“Con questo tempaccio hanno proprio deciso di non farlo il mercato”, affermò il missionario. Non c’era proprio
anima viva in quel posto. La mamma con il figlioletto
morto, altre tre donne e due bambini scesero a terra. La
funerea comitiva scomparve rapida dietro le prime case
ed il luogo si fece nuovamente deserto.
L’automezzo ripartì poi verso il centro della piana per raggiungere la nostra meta, dove i missionari di Kiliba disponevano di una chiesetta ed alcune aule per l’insegnamento del catechismo e la frequenza delle scuole primarie. La
celebrazione delle Messe festive e la somministrazione dei
Sacramenti, da parte di almeno uno di loro, avvenivano
solo nelle domeniche previste da un calendario che rispettava i turni di tanti altri villaggi sparsi nel vasto territorio
della parrocchia. Più che in una pista sembrava di trovarci
dentro al letto di un torrente. I colpi delle pietre schizzate
via dalle ruote o affioranti dal terreno risuonavano secchi
sul fondo dell’auto. Ad ogni cambio di direzione il fango
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Cultura e notizie
ci faceva slittare paurosamente in tutte le direzioni, col
rischio di finire tra le pietre della savana. Abbandonata
Sange si fecero sempre più rade anche le capanne. Con
la pioggia battente in quel modo, e così a lungo, l’umidità risaliva velocemente lungo le pareti di fango di quegli
abituri. Dalle soglie si affacciavano dei bambini spauriti
e sporchi. All’interno della pianura, il territorio non più
coltivato, diventava savana ricoperta di radi cespugli e da
grandi euforbie dalle braccia spinose, protese verso l’alto
a canna d’organo. Sulle loro punte stazionavano in vedetta decine di candidi aironi, volgarmente chiamati “guarda-buoi”, perché si nutrono in parte dei parassiti dei macilenti bovini portati al pascolo. Altri aironi, nonostante
la pioggia, continuavano a volteggiare nel cielo grigio.
I primi appezzamenti di terreno coltivato, in quel tratto
in leggera pendenza verso il centro della vallata, apparvero a poca distanza dal villaggio. Le fioriture intense delle
piantine di cotone, il verde uniforme delle piantagioni di
arachidi e l’ocra dei campi incolti, delimitati dalle siepi di
confine, avevano l’aspetto irreale di larghi fazzoletti stesi
nella vallata. Gli alberi di mango, le piante delle papaie e
delle banane, usi in Africa ad evidenziare tutti gli insediamenti umani, li trovammo ad un centinaio di metri delle
prime capanne.
Giovanni.
“Chi glielo fa fare? Loro non passano di certo attraverso
la buca per uscire dal villaggio. I guai sulla strada li hanno
combinati quelli come noi che vanno e vengono con degli
automezzi. I nativi camminano solo a piedi”.
POESIA
di Tarcisio Benerecetti
Autunno
Il sole d’agosto è rimasto solo nel cuore.
Son emigrate pur le rondinelle gaie,
lasciandoci in custodia i loro nidi
con lo sperar di ritrovarli al lor ritorno.
Da qualche minuto aveva smesso di piovere. Nel centro
della pista, tra il nostro furgone e quelle rozze abitazioni,
apparve un’enorme pozza d’acqua putrida che occupava
tutta la larghezza della strada. A mio avviso doveva essere
anche abbastanza profonda. Non c’erano altre soluzioni
per proseguire: o fare gli ultimi trecento metri a piedi, oppure tentare di superarla con il nostro automezzo.
“Forse ce la facciamo, se restiamo sulla destra!“ esclamò
imperterrito don Franco, sicuro del fatto suo. Poi aggiunse subito: “Dalla parte opposta ci restiamo dentro di sicuro!“ Né io né Giovanni ci azzardammo a parlare. A dir la
verità non ne avemmo neppure il tempo in quanto coinvolti, nostro malgrado, nei rapidi eventi di quella difficile
manovra. Senza dire altro, il prete arretrò di una decina
di metri, innestò la marcia, portò il motore al massimo
dei giri, e si buttò a capofitto verso la voragine colma di
liquami. Sballottati all’interno di quel bolide subimmo
impotenti sia gli effetti di una sbandata paurosa sia il
brillante superamento della buca. Ci lasciammo solo alle
spalle una nuvola di vapore ed una cascata di acqua marcia lanciata dalle ruote in tutte le direzioni.
“E’ mai possibile che durante la settimana non ci sia nessuno che riempia quel buco con delle pietre?“ si lamentò
Nell’aria più fresca attorno ai casolari
s’avverte l’odor del nuovo pane
che ci rammenta i caldi di d’estate
quando col sole si mieteva il grano.
Le nebbie han teso il velo sopra i campi
ove il colono ha duramente lavorato.
Ad una ad una cadono le foglie
e l’alitar del vento le posa sopra i prati.
Gli alberi qua e là nelle campagne
hanno l’aspetto di scheletri viventi
che tendono verso il cielo i rami nudi
nel invocar l’arrivo d’una nuova primavera.
Le erbe degli orti ormai son appassite
e nei giardini sono fioriti i crisantemi
destinati per lo più ad essere staccati
per dare un po’ di colore al dì dei morti.
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Cultura e notizie
Offerte per le opere Parrocchiali 23 giugno – 13 settembre 2014
Giornata per le opere parrocchiali (tavolino) del 6 luglio 2014
Eccedenza sulla colletta domenicale del 6 luglio 2014
NN
Coro Montorfano, in occasione del 50°
NN
Giornata per le opere parrocchiali (tavolino) del 3 agosto 2014
Eccedenza sulla colletta domenicale del 3 agosto 2014
“Parva oblatio pro gratiarum actione”
NN
NN
Giornata per le opere parrocchiali (tavolino) del 7 settembre 2014
Eccedenza sulla colletta domenicale del 3 agosto 2014
€500,00
€100,00
€600,00
€500,00
€500,00
€460,00
€128,00
€250,00
€500,00
€
50,00
€431,00
€206,00
Totale
€4.225,00
Altre offerte per la Parrocchia 13 settembre 2014
Per i poveri
In onore della Madonna del Carmelo
In occasione del Matrimonio
In onore della Madonna
In occasione del Matrimonio
In onore di p. Pio
In memoria del caro Sposo
In onore di s. Domenico
In memoria del caro Sposo e Papà
In memoria del caro Sposo, in occasione della veglia funebre
In occasione dell’anniversario di Matrimonio
In occasione del 64° anniversario di Matrimonio
In occasione del 50° anniversario di Matrimonio
In onore della Madonna
NN
Dalla chiesetta di s. Rita, per Enel
€
50,00
€
20,00
€200,00
€
20,00
€200,00
€
20,00
€200,00
€
20,00
€200,00
€
50,00
€
20,00
€
20,00
€
50,00
€
20,00
€200,00
€
40,00
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Cultura e notizie
Offerte pro Oratorio 13 settembre 2014
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In occasione del Battesimo
In occasione del Battesimo
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Visita alla famiglia e della bened. della casa
Visita alla famiglia e della bened. della casa
Visita alla famiglia e della bened. della casa
Visita alla famiglia e della bened. della casa
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In onore del 40° Ord.sac. di fra Andrea Faustini
NN
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Visita alla famiglia e della bened. della casa
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Giornata “pro Oratorio” del 13 luglio
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Visita alla famiglia e della bened. della casa
Visita alla famiglia e della bened. della casa
Visita alla famiglia e della bened. della casa
Visita alla famiglia e della bened. della casa
In occasione del Battesimo
In occasione del Battesimo
Visita alla famiglia e della bened. della casa
Visita alla famiglia e della bened. della casa
Visita alla famiglia e della bened. della casa
Visita alla famiglia e della bened. della casa
Visita alla famiglia e della bened. della casa
Visita alla famiglia e della bened. della casa
Visita alla famiglia e della bened. della casa
Visita alla famiglia e della bened. della casa
Visita alla famiglia e della bened. della casa
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Visita alla famiglia e della bened. della casa
Visita alla famiglia e della bened. della casa
Visita alla famiglia e della bened. della casa
Visita alla famiglia e della bened. della casa
Visita alla famiglia e della bened. della casa
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In occasione del Battesimo
Giornata “pro Oratorio” del 10 agosto
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Visita alla famiglia e della bened. della casa
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Visita alla famiglia e della bened. della casa
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Visita alla famiglia e della bened. della casa
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Visita alla famiglia e della bened. della casa
Visita alla famiglia e della bened. della casa
Visita alla famiglia e della bened. della casa
AVIS di Coccaglio festa celebrata in Oratorio
Dal Gruppo dei ravioli
Visita alla famiglia e della bened. della casa
Visita alla famiglia e della bened. della casa
Visita alla famiglia e della bened. della casa
Visita alla famiglia e della bened. della casa
Visita alla famiglia e della bened. della casa
In occasione del Battesimo
NN
€100,00
€50,00
€20,00
€50,00
€20,00
€20,00
€200,00
€100,00
€50,00
€50,00
€20,00
€20,00
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€40,00
€5,00
€20,00
€20,00
€20,00
€10,00
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€100,00
€50,00
€20,00
€20,00
€20,00
€20,00
€10,00
€5,00
€10,00
€10,00
€50,00
€50,00
€1.170,00
€50,00
€20,00
€20,00
€40,00
€50,00
€20,00
€10,00
€10,00
€50,00
€80,00
€50,00
€20,00
€15,00
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€30,00
€10,00
€20,00
€50,00
€20,00
€10,00
€50,00
€20,00
€5,00
€20,00
€3,00
€20,00
€20,00
€50,00
€150,00
€ 890,00
€20,00
€20,00
€10,00
€150,00
€50,00
€50,00
€50,00
€5,00
€20,00
€50,00
€10,00
€30,00
€50,00
€5,00
€50,00
€20,00
€50,00
€5,00
€20,00
€10,00
€20,00
€20,00
€1.200,00
€4.000,00
€15,00
€50,00
€50,00
€20,00
€30,00
€50,00
€50,00
Cultura e notizie
Visita alla famiglia e della bened. della casa
€50,00
Versamenti su “Il Focolare onlus”
07-07-2014
05-08-2014
04-09-2014
€150,00
€150,00
€150,00
Totale offerte
€10.843,00
Debito precedente
Interesi passivi al 30-06-2014
e altre spese bancarie
Totale debito
Debito residuo
€252.129,51
€1.175,30
€253.304,81
€242.461,81
Il “grazie” a tutti gli offerenti, in particolari al “Gruppo dei
Ravioli” e agli acquirenti dei medesimi; alla sez. AVIS, anche per
aver scelto di celebrare la propria festa nell’Oratorio, là dove, a
Coccaglio, essa nacque
questa è l’immagine che doveva trovarsi
a pag. 43 del numero di luglio
62
Cultura e notizie
PARROCCHIA “S. MARIA NASCENTE”
Coccaglio
Orario delle celebrazioni
FESTIVO
ore 16.30
ore 17.30
ore 18.00
ore 7.30
ore 8.15 c.a
ore 8.30
ore 9.00
ore 10.30
ore 15.00
ore 17.30
ore 18.00
s. Messa (Casa Alb. - sabato *)
s. rosario
s. Messa festiva del sabato R
s. Messa
Lodi
s. rosario
s. Messa R
s. Messa R
preghiera pomeridiana, sospesa nelle solennità
s. rosario
s. Messa R
nelle solennità
ore 17.00
ore 17.30
Cultura e notizie
Legenda dei simboli:
* salvo variazioni
** posticipata ad altra ora in caso di funerale
*** anticipata o posticipata ad altra ora
in caso di funerale o di
celebrazione serale sostitutiva
La Parrocchia in rete:
http://www.coccaglio.com
Parrocchia: orario delle celebrazioni, calendari, appuntamenti, ecc.:
http://www.coccaglio.com/Parrocchia.asp
servizio per il Battesimo, il Matrimonio e il
Funerale
http://www.coccaglio.com/mbf.htm
Oratorio (in allestimento):
http://www.coccaglio.com/oratorio
Archivio del Bollettino parrocchiale
http://www.coccaglio.com/archiviobollettino.asp
s. rosario
Vespro solenne
e benedizione eucaristica
Guida al sito internet
http://www.coccaglio.com/sito.asp
Radio parrocchiale (ECZ-InBlu)
http://www.coccaglio.com/radioparrocchiale.asp
FERIALE
ore 7.15
s. rosario R
ore 7.50
Lodi
R
ore 8.00
s. Messa R
ore 8.30
s. rosario o altra devozione R
ore 8.55
Ora di Terza, quando prevista R
ore 9.00** s. Messa R
ore 16.00
s. rosario o altra devozione
ore 16.30*** s. Messa, con il Vespro (variazioni riguardo
all’ora e al luogo: v. calendario liturgico)
NB: Lodi, Ora media e Vespro sono in canto in caso di Ufficio funebre
R = viene trasmesso/a via radio
Numeri telefonici (premettere sempre 030)
Indirizzi di posta elettronica
Parrocchia: [email protected]
Oratorio: [email protected]
[email protected]
redazione del bollettino parrocchiale:
[email protected]
redazione del sito internet:
[email protected]
Charitas parrocchiale:
[email protected]
Gruppo Missionario:
[email protected]
Scout: [email protected]
Casa canonica (abit. don Giovanni) 7721248
Sacrestia - Ufficio parrocchiale
# 7243028
fax Parrocchia
7248203
Segreteria Oratorio “Il Focolare”
723575
Oratorio femminile
7721625
Abitazione don Fabrizio
7721039
Abitazione don Titta
7700340
Abitazione don Lino
7243194
Diacono Francesco
723392
Del Barba Pierino/Orat. femm.
7721102
# durante gli orari di sacrestia
91.85 MHZ
FASCE ORARIE PER LE TRASMISSIONI DALLA NOSTRA CHIESA:
FERIALI: dalle 7.00 alle 7.30; dalle 8.00 alle 9.30;
dalle 18.00 alle 19.30, dalle 20.00 alle 21.30
FESTIVI: dalle 8.30 alle 12.00; dalle 18.00 alle 19.30
Al di fuori di questi orari (per un totale di 5 ore giornaliere)
non ci è possibile trasmettere le nostre celebrazioni
per altre informazioni, v. il sito internet
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Cultura e notizie
PREGHIERA PER LA BEATIFICAZIONE
DI PAPA PAOLO VI
Dio grande, ricco di bontà e di sapienza,
Tu hai voluto lasciare un’impronta profonda del tuo Spirito nella vita del beato Giovanni Battista Montini, papa Paolo VI. Attraverso la testimonianza della famiglia hai posto in lui il seme prezioso della fede
e, nei diversi eventi della vita, lo hai fatto crescere verso un amore personale verso Gesù e verso un servizio
senza riserve alla Chiesa. Gli hai dato un’intelligenza chiara, capace di apprezzare la bellezza e di cogliere
le ambiguità del mondo contemporaneo; e nello stesso tempo, gli hai messo in cuore una passione viva
per il vangelo e il desiderio instancabile di comunicarlo agli uomini d’oggi.
Noi ti ringraziamo per il dono che in questo modo hai fatto alla tua Chiesa e Ti preghiamo:
Metti dentro di noi un amore integro, senza riserve per Gesù, che hai mandato per noi e per la nostra
salvezza. Fa’ che sappiamo custodire nel cuore tutte le sue parole, arricchire la nostra immaginazione
con la memoria delle sue azioni, portare insieme a lui la croce quotidiana del nostro dovere. Che il nostro cuore sia riempito dall’amore di Gesù e non trovi riposo se non in Lui.
Donaci un amore incondizionato verso la Chiesa. Fa’ che riconosciamo in essa la presenza attiva del tuo
Figlio e la guida dello Spirito; che non ci lasciamo scandalizzare dai limiti nostri e degli altri, ma che
sappiamo vedere in Lei la sposa “tutta gloriosa, senza macchia né ruga”, fatta tale dal sacrificio di Gesù.
Donaci infine, un amore grande per tutti gli uomini: l’ammirazione sincera per le conquiste del pensiero e del lavoro umano; la condivisione delle gioie e delle sofferenze di tutti; la partecipazione attiva
e consapevole alla costruzione del mondo futuro. Fa’ che non confondiamo l’amore per il mondo con
l’accettazione della mondanità o la giustificazione del peccato; che il nostro amore sia fondato sulla
verità e sulla fedeltà al vangelo.
La memoria di Paolo VI sia per noi modello e stimolo; la sua intercessione sorgente di fiducia e di energia spirituale sempre nuova. Amen.
† Luciano Monari
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