L’ECO DI BERGAMO 36 SABATO 12 APRILE 2014 Provincia Centinaia a Bottanuco per i funerali dei Magrì Centinaia di persone hanno partecipato ieri a Cerro di Bottanuco ai funerali dei coniugi Magrì. Lo strazio dei figli della coppia A pagina 38 [email protected] www.ecodibergamo.it/cronaca/section/ Pizzo ed ex Ols bombe ecologiche a Costa Volpino Le bombe ecologiche di Costa Volpino 2 Ex Ols - Officine laminatoi S metri quadrati e dimensioni ell’area su cui sorge l’ex Ols carti di lavorazione el ferro e scorie abbandonate 0 milioni preventivo di spesa er la rimozione delle scorie Anni ’90 Nelle due aree stoccate abusivamente per anni le scorie delle acciaierie: «La Regione ci aiuti» Costa Volpino GIUSEPPE ARRIGHETTI Se ne discuterà a metà aprile, ma l’intenzione della Provincia di Bergamo è chiedere alla Regione, e al suo assessore all’Ambiente, la bergamasca Claudia Terzi, di inserire la discarica di Pizzo e l’area della ex Ols (Officine Laminatoi Sebino) fra i siti da bonificare in via prioritaria e urgente. Questo almeno è quanto è stato riferito (verbalmente) dalla Giunta di via Tasso a Paolo D’Amico, il consigliere di minoranza di Sinistra per Bergamo che, in vista dell’ultimo Consiglio provinciale aveva presentato un ordine del giorno per chiedere alla Regione Lombardia di «pianificare urgentemente, in sinergia con i Comuni di Costa Volpino e Pisogne e le Province di Bergamo e Brescia, la bonifica dei siti contaminati». «Non c’è stato tempo di discuterne durante l’ultimo Consiglio – spiega ora D’Amico – ma dall’assessore all’Ambiente provinciale Enrico Piccinelli mi sono state date precise rassicurazioni: l’ordine del giorno verrà votato la prossima volta e c’è la disponibilità della maggioranza a mandarlo in Regione per sollecitare l’intervento del Pirellone». Due le «bombe ecologiche» sotto la lente: su un’area di 12 mila metri quadrati, accanto al porticciolo della località Pizzo un manipolo di case stese tra Costa Volpino e Pisogne -, alla fine degli Anni ’70 l’ex Acciaieria di Pisogne abbandonò circa 54 mila metri cubi di scorie contaminate. Le tracce evidenti La terra che negli anni vi si è accumulata sopra non basta nascondere le tracce evidenti di metalli pesanti: i laboratori finora consultati hanno confermato la presenza di piombo, zinco, nichel, cromo e arsenico. Secondo il censimento ufficiale effettuato dalla Regione Lombardia (disponibile sul sito internet www.reti.regione.lombardia.it) l’iter per la sua bonifica è ancora di là da venire, in quanto è ancora in corso il piano di caratterizzazione. «Eppure un piano di caratterizzazione era già Le discariche abusive Inquinamento da scorie di ferro In entrambi i casi, le due «bombe ecologiche» di Costa Volpino sono state «innescate» dall’abbandono abusivo di scorie della lavorazione del ferro. Nel caso della discarica abusiva di Pizzo, praticamente in riva al lago tra l’Oglio e il canale industriale, dall’ex Acciaieria di Pisogne, nel secondo, dalla ex OlsOfficine laminatoi Sebino. E in entrambi i casi si tratta di due acciaierie che hanno chiuso i battenti da anni. Senza ovviamente pensare di mettere mano alla corposa scia di scorie contaminate. Il tuo CUORE VERDE DOMANI GRATIS con il tuo quotidiano trovi eco.bergamo. stato effettuato tra il 1998 e il 1999 – ricordano i volontari di Legambiente Alto Sebino, l’associazione che qualche anno fa ha fatto riaccendere i riflettori su questa discarica – e nel 2001 si riunì anche una conferenza dei servizi per decidere come rimuovere il materiale depositato, ma nel 2002 l’iter si fermò di colpo». Eppure, i dati su cui si basano le ripetute denunce di Legambiente parlano chiaro: il 25 febbraio del 2008, l’Arpa (l’Agenzia regionale per l’ambiente) eseguì una ulteriore indagine sulla contaminazione del sito, riscontrando che le scorie analizzate avevano le caratteristiche per essere classificate tra i rifiuti pericolosi (con contenuto di piombo compreso fra 1,2 e 2,6% del campione analizzato) e che devono quindi essere smaltiti in discarica; uno dei due campioni di terreni campionati era contaminato da zinco, piombo e arsenico in concentrazione superiore a quelle compatibili con la destinazione a prato; era in atto anche la cessione di sostanze basiche contaminanti (nitriti, rame, cromo e nichel) dai rifiuti alle acque del torrente Ogliolo, che lambisce la discarica e ne trasporta i veleni fino al lago. Nel frattempo, tra il primo piano di caratterizzazione del 1998 e oggi, è cambiata la proprietà: l’attuale, il gruppo scalvino Bettoni di Azzone, si è Ols viene messa in liquidazione me r a l l A iente b m a 1 Discarica di Pizzo dell’ex Acciaieria di Pisogne 12.000 metri quadrati Le dimensioni dell’area contaminata 54.000 metri cubi La quantità di scorie abbandonate piombo, zinco, nichel, cromo, arsenico Le scorie abbandonate 2 milioni il preventivo di spesa per la rimozione delle scorie, escluso lo smaltimento in discarica Appello perché siano inserite tra le priorità degli interventi di bonifica ritrovato tra capo e collo questa spada di Damocle che, secondo le previsioni più ottimistiche, prevede una spesa di oltre due milioni di euro solo per la rimozione delle scorie a cui aggiungere i costi dello smaltimento in discarica. «Noi siamo disponibili a fare la nostra parte – fanno sapere da Azzone – ma da soli non possiamo farci carico del costo di tutto l’intervento di bonifica». L’altra «bomba ecologica» è quella sepolta nell’area delle ex Officine Laminatoi Sebino spa: 135 mila metri quadrati a ridosso della linea ferroviaria tra Costa Volpino e Pisogne. Fino agli Anni ’90 vennero accumulate nei piazzali e nel sottosuolo grandi quantità di scorie ferrose e di altri scarti dei cicli di produzione. Qui la situazione è ancora più complicata perché non c’è, a oggi, un soggetto privato a cui gli enti pubblici possano fare riferimento. L’azienda venne messa in liquidazione negli Anni ’90 e le proprietà che si sono succedute non hanno mai voluto affrontare il problema, mentre quella at- La discarica abusiva di Pizzo milioni di euro previsti per la Bergamasca dal Pirellone non risolveranno certo tutte le criticità, ma possono essere un volano per avviare le bonifiche più onerose. «Si calcola che per la ex Ols e per l’area di Pizzo ci vogliano almeno cinque o sei milioni di euro – spiega Bonomelli –, soldi che la nostra amministrazione comunale non ha certo a disposizione, ma neppure i privati attuali proprietari delle aree». Per quanto riguarda in particolare Pizzo, con i veleni come arsenico, piombo e zinco trascinati nel lago dal vicino torrente Ogliolo «l’ultima conferenza dei servizi si è riunita circa un anno fa – ricostruisce il primo cittadino del Comune «Spesa da condividere» Nella discarica abusiva, depositati materiali contaminati «Qui siamo pronti a far la nostra parte Ma non tutto da soli» COSTA VOLPINO Cambiano le amministrazioni, ma il problema delle discariche abusive di Costa Volpino rimane. L’area in località Pizzo - dove sono state accumulate le scorie contaminate dell’ex Acciaieria di Pisogne -, e la ex Ols (Officine Laminatoi Sebino) sono due Oglio bombe ecologiche che il tempo ha fatto dimenticare, ma che certo non ha risolto. Per questo l’attuale sindaco Mauro Bonomelli e la sua maggioranza guardano con attenzione al meccanismo che si è messo in moto tra Provincia e Regione per la messa in sicurezza dei siti contaminati: i 14 1 L’ECO DI BERGAMO 37 SABATO 12 APRILE 2014 Lo stadio di Martinengo dedicato a Bepi Casari Dopo l’auto incendiata «Difendiamo la legalità» Martinengo ricorda lo storico portiere dell’Atalanta, Bepi Casari, nato in paese e morto l’anno scorso: gli intitolerà lo stadio comunale A pagina 42 Dopo l’incendio dell’auto della maestra delle elementari, a Cavernago l’amministrazione avvia un percorso di legalità. Oggi un corteo A pagina 47 2 Un sito per stoccare l’amianto ? La crociata di Cortenuova & Co Anche i Comuni confinanti con il comitato per fermare l’iter No al progetto di Tecnoservizi. Cividate: «Bloccheremo la strada» Oglietto serata precedente alla conferenza di servizi per la Via, ha GLORIA BELOTTI ricapitolato le criticità del proAll’ultima conferenza dei servizi getto e gli aspetti salienti emersi di Via (valutazione d’impatto durante la conferenza dei serviambientale) sul progetto di am- zi di fine febbraio, che agli atti pliamento del sito di stoccaggio aveva anche le osservazioni del di rifiuti pericolosi della società comitato, insieme alle mozioni Tecnoservizi, in località Casette contrarie dei Comuni di Cortea Cortenuova, il Comune di Ci- nuova, Calcio, Cividate al Piano, vidate al Piano ha assunto una Covo, Romano di Lombardia e ferma posizione sulla necessità Martinengo. di disporre di un monitoraggio «Confidiamo in un no alla dell’aria all’esterno del futuro Via, che la Provincia e gli enti impianto che, su ripreposti si esprimano chiesta della Tecnonegativamente sul servizi e se la Via sarà «Occorre progetto – ha dichiafavorevole, dovrebbe Vincenzo Rubimonitorare rato portare nel giro di un ni, presidente del comese circa all’Aia, l’aria mitato “No amianto” l’autorizzazione inte–. Se così non fosse, all’esterno grata ambientale che l’azienda otterrebbe del futuro l’autorizzazione intein pratica dà il permesso all’azienda di ambientale e impianto» grata ampliarsi per ospitapotrebbe dunque dare un’area di stoccagre il via allo stoccaggio dell’amianto. gio dell’amianto, noAlla conferenza nostante la Bassa bererano presenti i rapL’azienda gamasca vanti un’alta presentanti del locale tumorale e è in attesa mortalità comitato «No amiananche se Uniacque ha to», il Comune di Cordella evidenziato un’elevatenuova con il sindapermeabilità dei valutazione ta co Gianmario Gatta, i nostri terreni». d’impatto Il sindaco di CorteComuni di Calcio con il sindaco Pietro nuova ha ripreso ambientale Quartini e di Cividate quanto dichiarato alal Piano con il sindaco la conferenza del 24 Luciano Vescovi, il consigliere febbraio: «La nostra amminiprovinciale Romualdo Natali, i strazione, se passasse la Via, imtecnici di Via Tasso, Arpa e Asl. porrà alla società controlli e monitoraggi esterni non preanGià 2.000 firme nunciati», ma il comitato speraIl comitato, con le 2.000 firme va che a quest’ultima conferendei cittadini contro il progetto za il Comune si presentasse, oldi ampliamento della Tecnoser- tre che con il «no» politico, anvizi per poter stoccare rifiuti di che con un documento redatto amianto, ha sostenuto insieme dai tecnici comunali che atteai Comuni il «no» al progetto, già stasse la contrarietà all’ampliaribadito durante l’assemblea mento: «Siamo grati al sindaco pubblica di fine marzo a Corte- per il “no” politico e per aver nuova. Il comitato, durante la sostenuto davanti agli enti le 2.000 firme dei cittadini contro il progetto – ha evidenziato Rubini –; però manca l’anello di congiunzione tra Comune e l’operato del comitato, che sarebbe sancito da una dichiarazione tecnica». «Il nostro consulente ambientale fornirà lo scritto, ma penso che un’amministrazione comunale risulti più forte manifestando contrarietà politica, perché sul fronte tecnico hanno più valore le posizioni di Asl e Arpa» ha commentato dopo quest’ultima conferenza il sindaco Gatta. Cortenuova tuale è un gruppo composto da tre società, tutte in fallimento. E i calcoli di spesa per la bonifica ammontano a circa 10 milioni di euro. «Ecco perché – spiega D’Amico – la Provincia di Bergamo e il Comune di Costa Volpino non devono perdere il treno dei 14 milioni di euro stanziati dalla Regione per la bonifica dei siti inquinati bergamaschi: se riusciamo a muoverci unitariamente, possiamo finalmente racimolare le risorse necessarie per bonificare i due siti inquinati dell’Alto Sebino». 1 ©RIPRODUZIONE RISERVATA L’Asl: nessun problema Un cartellone contro il sito di stoccaggio dell’amianto a Cortenuova Le tappe L’opposizione tra mozioni e assemblee L’opposizione all’ampliamento del sito di Tecnoservizi in località Casette era emerso fortemente già in un’assemblea pubblica di un anno fa, organizzata dal comitato «No amianto»: un centinaio di persone, nella sala civica di Cortenuova avevano espresso le loro preoccupazioni, rientrando il paese nella zona segnalata dall’Asl ad alto livello tumorale. Alta affluenza anche alla camminata del 16 giugno scorso, volta a sensibilizzare al «no» Regione, Provincia e Comune. A fine luglio in Consiglio comunale erano state approvate le mozioni di minoranza, sulle criticità del progetto di Tecnoservizi, e maggioranza, che responsabilizzava Stato, Regione e Provincia per una risoluzione del problema amianto. A questo primo successo del comitato, sono seguiti altri momenti di confronto con l’amministrazione, che ha in seguito deliberato di dichiararsi politicamente contrario al progetto. Nel frattempo in Consiglio a Cividate, Calcio, Covo, Martinengo e Romano sono state presentate mozioni avverse al progetto. Intanto, l’Arpa si è riservata qualche giorno per svolgere indagini sugli odori, mentre l’Asl non ha riscontrato particolarmente problematica la proposta della società: ciò preannuncia un punto forte a favore del progetto di Tecnoservizi, «ma sarà la Provincia alla fine che dovrà tirare le somme dei vari pareri e pronunciarsi se dare o no parere favorevole alla valutazione d’impatto ambientale. Poi sarà la Regione a decidere per l’autorizzazione integrata ambientale – ha rimarcato il sindaco di Cividate Luciano Vescovi –. Per quanto riguarda Cividate, così come per Calcio e gli altri Comuni, è “no” al progetto di ampliamento e stoccaggio dell’amianto. Io ho sollevato due altre questioni: innanzitutto ci dovrà essere un monitoraggio dell’aria esterna all’impianto, perché chi ci assicura che il materiale in transito sarà sempre imballato idoneamente? Poi, dato l’alto numero di mezzi e camion in movimento da e per l’impianto, la questione viabilità si fa stringente: una delle strade d’accesso ricade nel territorio di Cividate, quindi quella via sterrata dovrà essere messa in sicurezza, ossia sistemata, dalla Tecnoservizi, altrimenti porrò il divieto di transito ai mezzi». Come rimarcato dal sindaco Vescovi, riecheggiato dal consigliere provinciale Natali, a questo punto desta preoccupazione l’esterno dell’impianto, più che l’interno. «Il dialogo con la Tecnoservizi sulla questione viabilistica è aperto – ha concluso Vescovi –, vedremo come si evolverà la vicenda». 1 ©RIPRODUZIONE RISERVATA Legambiente più popoloso dell’Alto Sebino – e tutti gli enti avevano concordato di dare alla proprietà, il gruppo Bettoni di Azzone, il tempo necessario per formulare una proposta di bonifica del sito, tenendo conto della loro disponibilità a intervenire, chiaramente evidenziata, ma anche delle difficoltà economiche per le aziende provocate da questi anni di crisi». Il nuovo piano di caratterizzazione, dopo quelli di fine Anni ’90, è ormai pronto: «Manca solo una piccola porzione di terreno – sottolinea il sindaco Bonomelli –, ma quel che manca sono purtroppo soprattutto le risorse economiche. Ripulire un’area che qualcuno quarant’anni fa ha usato come discari- ca abusiva non è certamente facile. Soprattutto perché le risorse economiche ingenti che questo intervento richiede». L’area di Pizzo presenta anche un’anomalia urbanistica: la fascia spondale stretta fra l’area recintata e il lago era classificata dal vecchio Piano regolatore generale come un’area di trasformazione a verde pubblico, «una destinazione certamente inconciliabile con l’attività estrattiva presente alla foce dell’Oglio a Pizzo e con l’area contaminata. Andremo presto in variante del Piano di governo del territorio – conclude Bonomelli - e saneremo anche questo aspetto». 1 G. Ar. «Se ne parla da anni Senza esito» «La discarica abusiva di Pizzo, con i suoi veleni che finiscono nel lago d’Iseo, è la principale emergenza ambientale di tutto il lago» dice Massimo Rota, presidente di Legambiente Alto Sebino, stanco però di rimbalzare contro il muro di gomma della burocrazia e dei costi. «Per bonificare i 12 mila metri quadrati inquinati servirebbe un coinvolgimento vero, forte, di tutto il territorio ma a essere sincero noi come circolo siamo stati lasciati soli in questa battaglia. Nes- sun amministratore dal 2009 ad oggi si è mai fatto vivo». L’interessamento del consigliere provinciale Paolo D’Amico è recente, così come i contatti con il sindaco di Costa Volpino, Mauro Bonomelli: «Abbiamo colto una rinnovata disponibilità ad affrontare la questione – aggiunge Rota –, ma come sempre è difficile stabilire una tempistica precisa: rimane il fatto che quelle scorie di acciaierie, quando il livello del lago o del torrente Ogliolo si alza, vengono dilavate e portate nel Sebino». Servirebbe una mobilitazione generale, qualche gesto eclatante o clamoroso «perché Pizzo è finito in un vicolo e non se ne esce più: già all’inizio degli Anni ’80, subito dopo l’accumulo dei materiali, ci furono i primi verbali. Ma da allora cosa è cambiato? Nulla». CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEA ORDINARIA I signori soci sono convocati in assemblea presso il Club Ricreativo di Pignolo Onlus, Via Santa Elisabetta 11, 24121 Bergamo, per il giorno 29 aprile 2014 alle ore 7.00 in prima convocazione ed occorrendo, in seconda convocazione per il giorno 30 aprile 2014 alle ore 17.00, stesso luogo, per discutere e deliberare sul seguente ORDINE DEL GIORNO 1. approvazione del bilancio al 31 dicembre 2013; con relazione degli amministratori e dell’Organo di consulenza tecnico amministrativa; 2. passaggio di un componente effettivo tra i componenti supplenti e nomina di un nuovo membro effettivo dell’Organo di consulenza tecnico-amministrativa. Il presidente f.to dott. Paolo Riva Bergamo, 14 marzo 2014 Presso la sede, Via Zambianchi n. 8 - Bergamo è depositato il bilancio al 31.12.2013. Ogni socio potrà richiederne copia telefonando il lunedì ed il giovedì, dalle ore 15 alle ore 18, al numero 035.230.824 oppure inviando una e-mail a [email protected].
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