impag. novembre/dicembre 2007 - Società svizzera impresari

GENNAIO
FEBBRAIO
2014
1
EDITORIALE
La votazione popolare dello scorso 9 febbraio ha evidenziato il
disagio di gran parte della popolazione svizzera di fronte alla libera circolazione delle persone
concordata con l’Unione europea.
Si tratta di una materia talmente
complessa e articolata che ha portato, per ragioni diverse e individuali, ma anche contrastanti, ad
accettare l’iniziativa che propone
la revisione dell’Accordo, se non la
sua soppressione.
I rappresentanti dei vari settori
economici, sia a livello nazionale,
sia a quello cantonale, non sono
riusciti a spiegare ai cittadini e
convincerli che buona parte dei
lavoratori stranieri sono indispensabili per la sopravvivenza delle
aziende e per il benessere del
nostro Stato e dei suoi abitanti.
Il settore principale della costruzione in Ticino occupa ca. il 12%
di svizzeri, il 20% di domiciliati, il
13% di residenti e il 55% di frontalieri, quindi ben l’88% di stranieri,
pari a ca. 7’000 lavoratori! Se, con
l’introduzione di contingenti, la
quota degli stranieri dovesse
venir ridotta in maniera significativa, il settore, a non averne dubbi,
ne risentirebbe alquanto e si troverebbe in grandi difficoltà. Quindi per l’edilizia, come per altri settori in Ticino, il problema della
libera circolazione non è dato dal
numero di domiciliati, residenti e
frontalieri, bensì dai lavoratori
distaccati e dai padroncini, che
operano una concorrenza sleale
nei confronti delle imprese locali.
Questo problema, che negli ultimi
due anni ha assunto un’importanza sempre maggiore, è stato
oggetto di attenta riflessione da
parte del Consiglio di Stato ticinese che ha presentato un piano
con l’analisi di 62 misure valutate.
Di queste misure gran parte sono
state ritenute fattibili e verranno implementate o sottoposte
all’Autorità federale per la valutazione/applicazione, mentre altre
sono state ritenute non attuabili
per motivi diversi.
Un giudizio sull’efficacia di questo
piano non si può disgiungere da
quelle che erano le aspettative.
Chi si attendeva di vedere eliminata la concorrenza sleale che
questi prestatori di servizio fanno
alle imprese ticinesi sarà sicuramente rimasto deluso. Noi invece
eravamo fra quelli che auspicavano un’analisi a tutto campo delle
questioni ponderando vantaggi e
svantaggi rispettivamente fattibilità delle soluzioni e possiamo
esprimere una certa soddisfazione per il lavoro svolto e per il fatto
che, a livello cantonale, viene pro-
Quali
regole per
il mercato
del lavoro
internazionale
Nella stesura del documento con
le 62 misure valutate dal Consiglio
di Stato sono state coinvolte
anche le Associazioni padronali
della costruzione .
posto tutto quanto permesso
dalla legislazione vigente. Rimane
qualche amarezza poiché delle
tre misure che ritenevamo le più
incisive e che avevamo proposto
come tali, solo la prima (modifica
del modulo di notifica) è stata
accettata. La seconda – scambio
di informazioni fiscali, che avrebbe permesso di verificare il salario
realmente versato ai lavoratori
distaccati, smascherando il gioco
contabile che permette alle imprese estere di non corrispondere
i salari minimi svizzeri ed essere
così concorrenziali in maniera
scorretta – non è al momento
fattibile poiché richiederebbe di
rinegoziare la convenzione sulla
doppia imposizione! Visto come
la problematica sta interessando,
oltre che il nord delle Alpi, anche
il resto dell’Europa, è pensabile
che in un futuro prossimo se ne
possa riparlare.
La nostra terza proposta era tesa
a disincentivare coloro che per
eseguire lavori di manutenzione
nei propri immobili fanno capo a
ditte estere. L’intento era di non
ammettere le deduzioni fiscali per
queste prestazioni. La misura non
ha potuto essere accettata poiché
lesiva della parità di trattamento
prevista negli accordi bilaterali.
Peccato, poiché sarebbe stato un
ottimo deterrente per chi chiama
ditte o padroncini esteri per eseguire anche piccoli lavori di manutenzione negli stabili di loro
proprietà.
Alla luce dell’esito della votazione
del 9 febbraio si dovrebbe fare
una riflessione proprio sul ruolo
di queste figure di distaccato e
indipendente rispetto all’Accordo
di libera circolazione delle persone. Di fatto, e anche il loro statuto
lo sancisce, si tratta di prestatori di
servizio e non di persone che
hanno concluso un contratto di
lavoro in Svizzera. Una loro esclu-
sione dall’Accordo potrebbe perciò anche essere fattibile e questo
semplificherebbe tante cose. A chi
di dovere il compito di verificare
questa ipotesi.
Vittorino Anastasia
Direttore
SSIC Sezione Ticino
1
Responsabile
Nicola Bagnovini
EDITORIALE
3
LA POLTRONA
Intervista all’On. Claudio Zali,
Consigliere di Stato e Direttore
del Dipartimento del territorio
5
DEPOSITI PER INERTI
Strategia per fronteggiare l’emergenza esistente nel Sottoceneri
6
PERIZIA AMIANTO
Per evitare brutte sorprese
durante i lavori
7
SICUREZZA SUL LAVORO
Aggiornamento Preposti
TARIFFA A REGIA SSIC
Modifiche per il 2014
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Foto di copertina
SSIC TI, Bellinzona
9
ESPOPROFESSIONI
Edizione 2014 alle porte:
Lugano, 24-29 marzo
11
PARLIAMO DI ...
Trasporti speciali, autogru e
piattaforme di lavoro elevabili
DIRITTO DEL LAVORO
Risposte alle domande frequenti
sul sito Internet della SECO
12
HG COMMERCIALE
Azione chiodi a testa piatta
1
gennaio-febbraio
2014
LA POLTRONA
On. Zali, a pochi mesi dal suo
insediamento in Consiglio di
Stato e da una prima presa di
contatto con i molteplici aspetti
che riguardano il Dipartimento
del territorio, cosa ci può dire in
merito alle sue priorità e allo
svolgimento di questo suo importante mandato pubblico?
La principale sfida consiste nella
ricerca di un equilibrio costante tra
la disponibilità finanziaria e il livello delle prestazioni fornite alla
popolazione. Insomma da un lato
contenere la spesa pubblica e dall’altro confermare l’impegno, in
particolare del mio Dipartimento,
nel realizzare gli investimenti pianificati, che assicurano ricadute positive anche per l’economia locale.
Per quanto riguarda le sfide importanti per il prossimo anno mi sono
posto in particolare due priorità: la
prima è la gestione dell’emergenza
degli scarti edili con l’adozione di
misure prioritarie nel Sottoceneri,
quali l’apertura delle discariche e
dei centri di riciclaggio pianificati e
l’attuazione di tutti gli interventi
complementari per favorire il riciclaggio; la seconda è il recupero di
una qualità di vita e di una mobilità
sostenibili nel Sottoceneri, in particolare nel Mendrisiotto, con una
serie di azioni integrative che limitino il traffico pendolare, in particolare quello frontaliero, e incentivino
la mobilità aziendale.
Ci fa piacere apprendere che
tra le sue priorità rientri anche
la problematica della gestione
degli scarti edili. La carenza di
discariche per materiali inerti
continua infatti a destare forti
preoccupazioni in particolare
tra le imprese di costruzione
chiamate ad operare nel Sottoceneri, dove si dispone attualmente di una sola discarica
aperta, quella di Mezzovico, che
tra l’altro sarà presto esaurita
anche a causa della chiusura di
Stabio. Qual è la strategia del
Dipartimento del territorio in
questo ambito?
Per risolvere il problema nel Sottoceneri, regione nella quale si producono il 70% dei rifiuti edili non
riciclabili, nel corso del corrente
anno è prevista la riapertura della
discarica di Cadro, l’utilizzo da
parte di terzi del deposito AlpTransit di Sigirino, l’apertura della discarica di Monteggio e, nel 2015,
l’apertura della tappa 3 della discarica di Stabio. Inoltre sempre nel
Sottoceneri si procederà con il
consolidamento delle discariche di
Intervista
all’On.
Claudio Zali
grande volumetria previste dalla
scheda V7 del PD (Piano direttore
cantonale), impianti che però
hanno sollevato resistenze nella
consultazione svolta durante gli
scorsi mesi.
Contemporaneamente però per far
fronte alla situazione, e mi rivolgo
a tutti gli operatori nel settore dell’edilizia e del genio civile, occorre
attuare contemporaneamente anche gli altri provvedimenti: ridurre
al minimo indispensabile gli apporti di rifiuti edili in discarica, aumentare la separazione sul cantiere,
consegnare il materiale di scavo,
della demolizione mista, il calcestruzzo e l’asfalto agli impianti di
riciclaggio, incentivare la produzione e la messa sul mercato di
materiali riciclati di qualità, utilizzare la Borsa dei Materiali (presente
sul sito Internet www.ti.ch/boma) e
intensificare l’esportazione in Italia
del materiale di scavo non inquinato.
Un altro tema da noi sentito
riguarda l’approvvigionamento
di materiali inerti per i cantieri.
Sappiamo che dal punto di
vista del riciclaggio, l’Ente
pubblico si sta occupando da
tempo, con buoni risultati, di
promuovere questo approccio.
Il progetto, sul tavolo ormai da
anni, di estrazione d’inerti dalla
foce della Maggia non riesce
invece a decollare anche se, a
parer nostro, sarebbe interessante per sfruttare una delle
poche risorse naturali presenti
in Ticino senza far capo soltanto all’approvvigionamento dall’Italia o dalla Svizzera interna.
On. Zali, cosa ci possiamo attendere in previsione futura?
Gli studi preliminari condotti nel
quadro della pianificazione direttrice hanno evidenziato la fattibilità
tecnica, ambientale ed economica
per l’estrazione di inerti dal bacino
svizzero del Verbano. Tuttavia i
quantitativi estratti e la qualità del
materiale coprono solo il 10% circa
del fabbisogno e non permetteranno quindi di sostituire le importazioni e le forniture da Oltralpe.
La concretizzazione del progetto di
estrazione richiede, inoltre, ulteriori
approfondimenti sul materiale e
sull’impatto dell’attività sulla fauna
ittica. E non da ultimo, è indispensabile coinvolgere attivamente gli
attori locali per elaborare insieme
misure di compensazione che permettano di migliorare il progetto.
Le finanze cantonali non stanno
vivendo un momento positivo,
e le recenti notizie provenienti
dalla Banca Nazionale non aiutano di certo. In questo delicato
contesto economico, non vorremmo che fossero gli investimenti infrastrutturali i primi ad
essere sacrificati. Dal suo osservatorio privilegiato, come vede
la situazione nell’ottica di mantenere una buona quota di investimenti pubblici, foriera di
crescita occupazionale ed economica?
Claudio Zali,
Consigliere di Stato e
Direttore del Dipartimento
del territorio.
Il Dipartimento del territorio gioca
un ruolo importante nel contesto
cantonale: dei 960 mio netti pianificati in Ticino per il quadriennio
2012-2015, quasi la metà (440 mio)
concernono il DT e in particolare
riguardano gli investimenti infrastrutturali nel settore della mobilità
(piani d’agglomerato, patrimonio
stradale, mobilità lenta), del territorio e delle sue risorse (beni culturali,
patrimonio forestale, rivitalizzazione dei corsi d’acqua, depurazione
delle acque, energie rinnovabili,
ecc.). Nonostante la difficile situazione delle finanze cantonali, il
Dipartimento si impegnerà, come
finora, a realizzare gli investimenti
pianificati, buona parte dei quali
già avviati.
3
gennaio-febbraio
2014
DEPOSITI PER INERTI
In Ticino, parlare di gestione di
materiali inerti provenienti dall’attività di cantiere è ormai diventato un tabù. In questo contesto i
preconcetti sono numerosi. Già il
fatto di usare il termine “discarica”
mette subito in cattiva luce l’attività di deposito di sostanze pulite
e non inquinanti che invece possono servire alla riqualifica di
determinate aree. A Gudo o a Gordevio, solo per citare un paio di
esempi, grazie al deposito e alla
sistemazione di inerti è stato possibile rimodellare zone incolte e
di scarsa utilità, ricavando parchi
per i bambini, pascoli, terreni coltivabili con mezzi meccanici e
bellissimi vigneti. Anche i grandi
progetti infrastrutturali come AlpTransit hanno dimostrato tutta
l’attenzione che, ai vari livelli,
viene riposta nella gestione del
materiale. Scavare una galleria
senza avere del materiale in esubero è impossibile. L’importante
è che questo materiale venga
impiegato intelligentemente, rispettando l’ambiente e, perché
no, portando addirittura dei miglioramenti allo stesso, soprattutto se valutati sul medio e lungo
termine. Parlando di discariche
per inerti, ci si immagina ancora
oggi i vecchi immondezzai di
paese dove trovava posto ogni
genere di rifiuto, anche inquinante (copertoni, frigoriferi, cisterne
della nafta, ecc.).
Per fortuna i tempi sono cambiati,
la sensibilità dei cittadini per il
rispetto della natura pure e le
attuali disposizioni in materia di
salvaguardia ambientale offrono
garanzie sufficienti affinché ogni
progetto di gestione degli inerti
avvenga in un contesto di sviluppo sostenibile. È inevitabile che vi
siano alcuni inconvenienti temporanei, in particolare quelli riferiti al
trasporto del materiale, ma con
i mezzi moderni e una buona
organizzazione si possono limitare rendendoli sopportabili. Purtroppo, quando si vuole affrontare il tema delle discariche, il
fronte del rifiuto, spesso guidato
dagli ambientalisti, immediatamente erige delle barricate, rifiutando addirittura di entrare nel
merito. Sarebbe sufficiente un
approccio “laico” e realista alla
problematica per trovare interessanti soluzioni anche in Ticino. È
proprio con questo spirito che la
SSIC Sezione Ticino alimenta da
anni, conscia delle reali esigenze
del settore della costruzione, la
collaborazione con la Divisione
dell’ambiente del Dipartimento
del territorio. Alcuni risultati sono
stati ottenuti anche se, nel campo
dei depositi per inerti, siamo
attualmente confrontati con una
situazione d’emergenza per il Sottoceneri. Tale situazione è ben
riassunta nella missiva inviata lo
scorso mese di gennaio, congiun-
tamente dai vertici del Dipartimento del territorio e da quelli
della SSIC Sezione Ticino, agli operatori del settore. Essa è riportata,
in forma integrale, nel riquadro
sottostante.
Strategia per
fronteggiare
l’emergenza
esistente nel
Sottoceneri
Destinatari:
- Imprese di costruzione, ditte di scavo, trasporti
e demolizioni del Canton Ticino
- Dipartimento del territorio, Divisione delle costruzioni
- AlpTransit San Gottardo SA, Bellinzona
Bellinzona, gennaio 2014
Discariche per materiali inerti - situazione di emergenza nel Sottoceneri
Egregi signori,
con la presente vi informiamo sull'attuale situazione della discarica per materiali inerti di Monteceneri e
Mezzovico-Vira (Petasio) e sulle future vie di smaltimento dei rifiuti edili minerali nel Sottoceneri.
Ai ritmi di deposito attuali è presumibile che la discarica di Petasio sarà ultimata e chiusa al pubblico a partire da settembre 2014. Avvicinandosi alla fase conclusiva della discarica, gli apporti giornalieri dovranno
essere progressivamente ridotti e non tutte le tipologie di rifiuti edili potranno essere accettate, così come
già in atto per il materiale limoso e argilloso che per motivi tecnici non è più accettato dallo scorso 11
novembre.
Considerata la situazione, nel Sottoceneri il Dipartimento del territorio si sta prodigando a breve-medio termine per concretizzare:
- la riapertura della discarica di Cadro (100'000 m3), da marzo 2014;
- l'apertura della discarica di Monteggio (500'000 m3), da fine 2014;
- l'utilizzo da parte di terzi di un deposito AlpTransit, le cui trattative sono in corso;
- l'apertura della terza tappa della discarica di Stabio, nel 2015.
Anche nell'ipotesi, non scontata, di rispettare le scadenze appena indicate, la continuità di smaltimento nel
comprensorio del Sottoceneri potrà subire delle ripercussioni. Ciò impone il massimo rigore nella gestione e
nella separazione dei rifiuti edili.
Per far fronte a questa situazione di crisi, tutte le imprese operanti nel settore dell'edilizia e del genio civile
sono chiamate a ridurre al minimo indispensabile gli apporti di rifiuti edili in discarica, attraverso:
· una migliore separazione sul cantiere, oggigiorno ancora molto carente (Concetto Multi Benne);
· la consegna del materiale di scavo, del calcestruzzo, dell'asfalto e della demolizione mista agli impianti di
riciclaggio (elenco non esaustivo disponibile presso l'Ufficio gestione rifiuti);
· la produzione e la messa sul mercato di materiali riciclati di qualità;
· l'utilizzo della Borsa dei Materiali (www.ti.ch/boma);
· l'intensificazione dell'esportazione in Italia.
Riguardo a quest'ultimo punto ricordiamo che l'esportazione in Italia spetta all'iniziativa privata ed è permessa sia per il materiale di scavo non inquinato, destinato alla riqualifica di cave di sabbia e ghiaia, sia
per il materiale di demolizione destinato ad un impianto di riciclaggio. L'esportazione è soggetta ad autorizzazione federale e pertanto deve essere inoltrata una notifica all'Ufficio federale dell'ambiente (vedi
procedura su www.ufam.ch >Temi >Rifiuti >Traffico di rifiuti >Traffico transfronta!iero di rifiuti >Notifica
per l'esportazione). Per l'ottenimento del permesso di esportazione sono necessari alcuni mesi. Il Cantone
esercita unicamente un controllo dei documenti di notifica, mentre non è competente né a livello pianificatorio né a livello di controllo delle tariffe di deposito. Attualmente una ditta (ITL Balerna, vedi dettagli su
www.ti.ch/gestione-rifiuti) e un grande cantiere sono già in possesso di questa autorizzazione, mentre
altre due ditte e un altro grosso cantiere sono in attesa di ottenerla. Per il Sottoceneri, l'obiettivo è quello di
portare il volume di materiale esportato a ca. 100'000 m3 all'anno e di aumentare di ulteriori 100'000 m3 il
volume di materiale riciclato.
Ciò permetterebbe di ridurre il volume depositato in discarica sempre per il Sottoceneri da 500'000 a
300'000 m3 all'anno.
Siamo certi della vostra comprensione e fiduciosi che da questa difficile situazione possano nascere iniziative virtuose volte ad incrementare il riciclaggio e ridurre il fabbisogno di deposito in discarica.
Per qualsiasi ulteriore informazione il Dipartimento del territorio, per il tramite dell'Ufficio della gestione dei
rifiuti e la SSIC rimangono volentieri a vostra disposizione.
Cordiali saluti.
DIPARTIMENTO DEL TERRITORIO
SSIC SEZIONE TICINO
5
gennaio-febbraio
2014
PERIZIA AMIANTO
Le nuove disposizioni contenute
nel Regolamento di applicazione
della Legge edilizia (RLE) – entrate
in vigore nel 2014 e che riguardano l'obbligo di verificare l'eventuale presenza di amianto negli
edifici realizzati prima del 1991 –
hanno sollevato diversi interrogativi presso i committenti, gli
architetti e i vari addetti ai lavori.
Una delle domande ricorrenti
riguarda le caratteristiche che
deve possedere la perizia che va
allegata alla domanda di costruzione e, in questo senso, l'art. 9
del RLE fa riferimento ai requisiti
definiti dall'Associazione svizzera dei consulenti amianto
(ASCA) oltre al fatto di far capo
ad uno specialista che figuri
nell'elenco, emanato dalla Suva,
delle aziende specializzate in
pianificazione e consulenza nel
campo delle bonifiche da amianto. Per affrontare l'argomento,
abbiamo interpellato Gustavo
Milani: specialista in materia di
amianto, membro di Comitato
dell'ASCA oltre che persona di
riferimento per la Svizzera Italiana
di questa associazione nazionale.
Signor Milani, innanzitutto per
quali motivi è importante verificare l'eventuale presenza di
amianto già al momento dell'inoltro della domanda di costruzione?
Tale verifica è molto importante
poiché permette ai progettisti ed ai
committenti di poter pianificare
correttamente i lavori ed evitare
problemi in fase di cantiere.
Ci sono vari aspetti da prendere in
considerazione, prima di tutto la
responsabilità di dover garantire la
sicurezza per la salute di chi opera
direttamente nei cantieri, senza
dimenticare chi è all’esterno dell’area di lavoro quali gli utenti degli
stabili ed il vicinato.
Un’eventuale bonifica amianto
comporta inoltre dei tempi e dei
costi che devono essere preventivati. Un controllo amianto serve
anche per una corretta gestione dei
rifiuti di cantiere i quali non possono essere mischiati con gli altri
rifiuti edili.
Ci può descrivere brevemente
di cosa si occupa l'ASCA e le
possibilità per affiliarsi a questa
associazione?
L’Associazione svizzera dei consulenti amianto e di altre sostanze
tossiche negli stabili (ASCA) é stata
fondata con l’assemblea costitutiva
del 21 giugno 2010 a Berna. In essa
si sono riuniti dei professionisti svizzeri per le perizie di sostanze tossiche negli stabili (amianto, piombo,
Per evitare
brutte
sorprese
durante
i lavori
Prelievo isolamento multistrato
delle tubature.
Foto: Econs SA, Bioggio.
PCB, ecc.). Il suo scopo principale é
quello di stabilire degli standard di
qualità nelle perizie. L’ASCA vuole
servire anche da piattaforma di
scambio per le varie esperienze professionali, a livello regionale, svizzero ed internazionale. Essa intende
dare un sostegno tecnico, come
associazione professionale, alla direzione lavori, privati ed enti pubblici, confrontate con la presenza di
sostanze tossiche nell’edilizia.
Possono aderirvi gli studi di consulenza e gli esperti indipendenti,
che non abbiano legami con imprese di risanamento. Nel settore
dell’amianto ogni membro deve
avere, oltre una formazione specifica per effettuare i controlli, l’esperienza nell’ambito dell’edilizia e
della gestione ambientale. Inoltre
ogni membro è tenuto ad applicare
il capitolato d’oneri dell’associazione. La candidatura deve essere
inoltrata al segretariato dell’associazione che valuta l’idoneità del
candidato.
Chi è abilitato ad eseguire una
"ispezione amianto" e come
deve essere strutturata tale
perizia per essere riconosciuta
dall'Ufficio delle domande di
costruzione e/o dalla Suva?
Vi è una lista della Suva dei consulenti, che è messa a disposizione
volontariamente per facilitare l'accesso alle informazioni da parte
dell'utenza. La Suva comunque non
assume e non fornisce garanzie
sull'operato di tali professionisti.
L'iscrizione nella lista è a discrezione della Suva, nel senso che, prima
d'iscrivere un professionista o uno
studio, verifica l'attendibilità delle
competenze offerte.
In base al nuovo RLE (art. 9), un’ispezione amianto deve essere eseguita secondo il capitolato d’oneri
dell’ASCA, disponibile sul nostro
sito web (www.asca-vabs.ch).
In pratica, come viene svolta
un’ispezione amianto?
Lo scopo dell’ispezione è quello di
individuare tutti i materiali contenenti amianto presenti nell’edificio.
La perizia consiste in un controllo
visivo per identificare i materiali
suscettibili di contenere amianto
(MSCA), quali ad esempio fibrocemento, collante delle piastrelle, rivestimenti sintetici dei pavimenti,
posati prima del 1991. L’ASCA
mette a disposizione una lista degli
MSCA sul suo sito.
Se disponibile può essere utile consultare anche la documentazione
tecnica riguardante lo stabile (vecchi capitolati, piani, ecc.), al fine di
poter avere un istoriato chiaro dell’immobile ed individuare eventuali
materiali non visibili durante l’ispezione (tubature immurate, isolamenti, ecc.). In seguito all’identificazione dei MSCA, si effettuano i
prelievi dei campioni di materiali
per un controllo in laboratorio, questo permette di definire la presenza/assenza di amianto. Il numero
dei prelievi è stabilito in base ai vari
tipi di materiali individuati ed
anche in base alla loro superficie.
Nel rapporto bisogna riassumere la
situazione, con l’identificazione dei
materiali controllati e quelli con
amianto (copia delle analisi allegate), la loro localizzazione e definire
le vie di rimozione e risanamento.
Negli edifici ancora abitati, qualora
non fosse prevista la bonifica in
tempi brevi, è necessario dare delle
indicazioni sul corretto comportamento degli utenti con questi materiali e fare un’analisi del rischio.
Quanto può costare un’ispezione amianto per la ristrutturazione di una casa unifamiliare?
E per una palazzina di 4 piani?
Il costo di un’ispezione amianto
varia non solo dalla dimensione
dello stabile ma anche dalla tipo-
6
gennaio-febbraio
2014
logia e dal numero dei materiali da
controllare. Ogni oggetto deve essere valutato individualmente. Ci possono essere piccoli oggetti, come
una casa monofamiliare, dove sono
stati posati in periodi differenti vari
tipi di materiali, mentre altri stabili
di dimensioni maggiori che presentano pochi tipi di questi prodotti. Se
si vuole dare una stima, in generale
si valuta per una casa monofamiliare un costo che varia tra i 2'000 ai
3'000.- Fr. con circa 10-15 prelievi,
mentre per una palazzina di 4 piani
la spesa può variare dai 4'000 ai
5'000 Fr. con circa 30-35 prelievi.
Detto del costo per l'allestimento di una perizia, a quanto può
invece ammontare la spesa per
l'esecuzione del risanamento e
quali sono le ditte abilitate a
intervenire in questi casi?
Per quanto riguarda il costo di
bonifica non è possibile fare una
valutazione, poiché questo dipende
dalle superfici da risanare, dalla
tipologia del materiale, dalla difficoltà nel rimuovere il prodotto e da
come viene organizzato il cantiere.
In generale le bonifica da amianto,
ai sensi dell’art. 60b della OLCostr,
possono essere svolte solo da ditte
specializzate riconosciute dalla
Suva. Vi è una lista ufficiale, elabo-
rata dalla Suva e suddivisa per Cantoni, reperibile all’indirizzo Internet
www.suva.ch/amianto alla rubrica “Contatto Elenchi di indirizzi”,
“Ditte riconosciute specializzate
in bonifiche da amianto”.
Materiali quali le lastre in fibrocemento, se in buone condizioni e se
non danneggiate durante i lavori di
rimozione, possono per contro essere smantellate da un’impresa normale, basta seguire le indicazioni
della specifica scheda tematica
della Suva “Rimozione all'aperto di
lastre in fibrocemento contenente
amianto” (codice 33031.i).
SICUREZZA SUL LAVORO
Per quanto riguarda la prevenzione degli infortuni e delle malattie
professionali, le ditte firmatarie
del Contratto nazionale mantello
per l’edilizia principale hanno
l’obbligo (vedi Appendice 5, Art. 6,
Cpv. 2b del CNM) di formare un
Preposto alla sicurezza sul lavoro
conformemente a quanto prescritto dal Concetto settoriale
«sicuro». I Preposti devono prima
di tutto frequentare il corso di
base (della durata di 1 giorno) che
viene svolto regolarmente al nostro Centro di formazione professionale (CFP) di Gordola. Questa
formazione permette di acquisire
le basi per organizzare la sicurezza all’interno della propria azien-
da, adattando la valutazione dei
pericoli e l’attuazione delle misure preventive in funzione delle
proprie attività. Per mantenere la
validità del loro attestato, i Preposti sono tenuti a frequentare
un corso annuale di aggiornamento. Per il 2014, la SSIC TI ha
previsto le seguenti tre possibilità:
il 26 e il 27 marzo al CFP di Gordola mentre il 3 aprile alla SUPSI
di Trevano. Le ditte hanno ricevuto tramite posta l’invito al corso
con il programma dettagliato e il
relativo tagliando d’iscrizione. Il
tutto è pure reperibile nelle news
del sito Internet www.ssic-ti.ch. I
temi sviluppati quest’anno riguardano in particolare: il ruolo del
capocantiere a livello di formazione pratica sul cantiere, le regole
vitali per i lavori del genio civile, la
formazione per lavori particolarmente pericolosi e le novità sulla
perizia amianto che deve essere
allegata alla domanda di costruzione per la ristrutturazione degli
edifici realizzati prima del 1991.
Nicola Bagnovini
Vicedirettore
SSIC Sezione Ticino
TARIFFA A REGIA SSIC
La SSIC pubblica con frequenza
biennale il catalogo delle tariffe
a regia per i lavori da impresario
costruttore (anni pari) e, in alternanza, il compendio (anni dispari)
con gli adeguamenti dei salari e
di alcuni materiali. Questa base
tariffale contempla i salari dei vari
professionisti e specialisti di cantiere, la fornitura di materiale,
l'inventario (macchine, attrezzi,
utensili e materiale d'esercizio) e
il ricorso a prestazioni di terzi
(mezzi di trasporto e di sollevamento). Rappresenta dunque un
importante strumento di riferimento (al quale vengono poi
applicati dei ribassi percentuali
definiti a livello contrattuale) per
il calcolo di compensi, in alternativa a prezzi specifici stabiliti prima
dell'esecuzione della prestazione
lavorativa ordinata. Quest'anno la
Sede centrale della nostra asso-
ciazione, considerando che i cambiamenti di prezzo degli elementi
che concorrono a comporre le
tariffe hanno registrato delle
variazioni trascurabili, ha deciso di
rinunciare all'aggiornamento. A
livello nazionale, la validità delle
tariffe a regia del 2013 viene dunque prolungata per il 2014.
In Ticino il rincaro dei salari è però
più marcato, dato che agli aumenti salariali dello 0.8%, concordati
nell'ambito del CNM e ripresi dal
CCL, si aggiunge anche la nuova
introduzione del prelievo del contributo per il Fondo Cantonale
per la Formazione Professionale
(fissato dalla competente Commissione al tasso dello 0.09% per
il 2014). La nostra Sezione ha così
deciso di calcolare e di pubblicare
Aggiornamento
Preposti
Modifiche
per il 2014
i salari a regia anche per il 2014.
Come di consueto, questo documento è stato distribuito agli
abbonati nel corso del mese di
gennaio, assieme ad altre circolari
tecniche. Chi volesse ordinare il
libro delle tariffe a regia 2014
e la circolare tecnica dei salari a
regia 2014 per il Ticino, può
farlo scaricando i relativi formulari dal nostro sito Internet:
www.ssic-ti.ch
> Segretariato Bellinzona
> Documentazione
> Abbonamenti SSIC
oppure telefondando al nostro
Segretariato (091 825 54 23).
Alain Hohl
Capo Ufficio tecnico
SSIC Sezione Ticino
7
gennaio-febbraio
2014
ESPOPROFESSIONI
Da lunedì 24 marzo a sabato 29
marzo, si terrà al Centro Esposizioni di Lugano, l’undicesima
edizione della rassegna biennale ESPOPROFESSIONI. Nel 2012
si festeggiò infatti un importante
traguardo: vent’anni in cui sono
stati accompagnati migliaia di
giovani a compiere la loro prima
scelta di adulti: che cosa fare da
grandi. Ed ESPO, assieme a questi
ragazzi, è diventata grande con
loro. Oggi è infatti un faro illuminante nel panorama dell’orientamento scolastico e professionale
della Svizzera italiana per tutti i
giovani, ma anche per gli adulti
che stanno cercando il loro percorso professionale. Una finestra
che si apre sul mondo del lavoro:
un pianeta vasto e dinamico, dove
trovano posto tante professioni
diverse in costante evoluzione e
trasformazione.
Oltre ai giovani ed agli adulti
la fiera si rivolge in particolare
anche ai genitori ed agli insegnanti della scuola obbligatoria.
Ai genitori poiché trovano, idealmente raccolte in un unico spazio,
le informazioni necessarie per collaborare con i propri figli nelle varie fasi del processo che conduce
alla scelta professionale. Possono
inoltre raccogliere la necessaria
documentazione sulle numerose
possibilità di formazione di base
e continua ed, in generale, sugli
sbocchi professionali al termine
dell’apprendistato. E soprattutto
rendersi personalmente conto dei
differenti bei mestieri che i loro
figli potrebbero intraprendere.
Agli insegnanti in quanto viene
proposta un’occasione unica per
mostrare ai propri allievi uno
spaccato concreto della realtà
socio-economica del Cantone,
con l’opportunità di poter cogliere validi spunti per lavori di ricerca nella materia insegnata o in
attività interdisciplinari a sostegno del percorso di scelta dei
giovani.
Il settore della formazione professionale ticinese, negli ultimi
decenni, ha fatto passi da gigante.
La società è cambiata, trasformando molti paradigmi su cui si fondava, e con essi anche la politica
formativa e la sensibilità per la
formazione, che sono costantemente aumentate, portando ai
successi odierni. Una via che è
diventata a tutti gli effetti una formazione di serie A, e non più di
serie B come lo era in passato,
dunque di pari dignità con gli
studi liceali.
Oggigiorno ci sono ben 55 organizzazioni del mondo del lavoro
che si occupano di corsi intera-
Edizione 2014
alle porte:
Lugano,
24 – 29 marzo
Un’immagine scattata allo stand
dei muratori durante la passata
edizione di ESPOPROFESSIONI.
Anche quest’anno, i mestieri
della costruzione saranno
presenti alla rassegna.
ziendali per 120 mestieri, circa
3'000 aziende formatrici con circa
6'000 apprendisti in formazione,
ed oltre 4'700 giovani che frequentano scuole professionali di
base e superiori a tempo pieno.
Senza contare gli oltre 3'000 studenti che frequentano la SUPSI, il
vertice dell’intero sistema.
Il sistema duale svizzero della formazione professionale è peraltro
citato come un esempio valido
anche in vari studi scientifici dell’OCSE. Prova ne è che la disoccupazione giovanile nel nostro
Paese è ben al di sotto della
media europea. La Svizzera si
situa pure al 2° posto al mondo,
per numero di medaglie conquistate, nell’ambito dei WordSkills,
ossia i campionati mondiali dei
mestieri. Però il lavoro di informazione e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica che resta da fare
è ancora molto. Il tasso di liceali
nel nostro Cantone è uno fra i più
alti in Svizzera. Bisogna pertanto
insistere nel sensibilizzare i giovani, le loro famiglie e i loro insegnanti che coloro i quali scelgono
un tirocinio, al termine della scuola media, hanno davanti a sé tutte
le porte aperte per continuare gli
studi ed avere di conseguenza
successo nella loro vita professionale. Ben vengano quindi eventi
come ESPOPROFESSIONI.
La settimana dedicata al mondo
delle professioni si svolgerà, come
detto in entrata, al Centro Esposizioni di Lugano dal 24 al 29
marzo. La cerimonia di apertura è
prevista lunedì sera alle ore 18.00
e darà avvio a tutta una serie di
eventi che animeranno il palco
della fiera (concorsi, esibizioni
sportive e professionali, sfilate di
moda, cerimonie per la consegna
di diplomi, giochi, concerti ed
altre attrazioni per ragazze, ragaz-
zi e famiglie. La fiera assumerà
inoltre una valenza informativa
grazie alle conferenze che permetteranno di approfondire diversi temi legati alla formazione,
al mondo del lavoro, al rapporto
tra la scuola e i genitori. Il tutto
si svolgerà in una sorta di arena
che vuol essere dedicata al dialogo, all’incontro e al confronto tra i
principali attori che si occupano,
in prima persona, della formazione e dell’educazione dei giovani.
Il programma dettagliato della
manifestazione, così come la lista
e l’ubicazione degli stand con le
singole professioni in mostra, è
reperibile sul sito Internet:
• www.espoprofessioni.ch
Gli orari di apertura al pubblico
sono i seguenti:
• Lu
18.00–22.00
• Ma-Ve 09.00–22.00
• Sa
09.00–18.00
Vi aspettiamo numerosi!
La homepage del sito Internet
www.espoprofessioni.ch
dalla quale è possibile accedere
a tutte le informazioni riferite
alla fiera biennale dedicata alle
professioni del Cantone Ticino.
Gianni Moresi, Membro
Comitato d’organizzazione
ESPOPROFESSIONI 2014
9
gennaio-febbraio
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PARLIAMO DI ...
Il settore della costruzione utilizza regolarmente ditte esterne per
molte necessità operative. Attività che comportano peculiarità e
rischi legati al traffico stradale, ai
vincoli posti dalle infrastrutture,
alla richiesta di specifici permessi,
al sollevamento di carichi pesanti anche ad altezze rilevanti, e così via. Situazioni potenzialmente
pericolose per le persone, che
possono causare ingenti danni
materiali a terzi. Prima di assegnare questi interventi a chiunque è
quindi fondamentale che, oltre al
preventivo di spesa, si tengano in
considerazione le conseguenze in
un quadro più completo, onde
evitare di arrecare danni economici o d’immagine ai committenti.
Le certificazioni di qualità sono un
primo segnale di affidabilità: l’azienda che ne è in possesso è
stata oggetto di severe verifiche
da parte di auditor specializzati
esterni. Oltre al profilo ISO
9001:2000, il nostro Gruppo è
certificato IPAF Rental Plus, cioè
la più importante certificazione
mondiale nel campo del noleggio
di piattaforme di lavoro elevabili
(a oggi, unica azienda in Europa,
al di fuori dell’Inghilterra). Questa
certificazione verifica l’intero processo di erogazione del servizio, a
tutela della sicurezza e dell’efficienza dei clienti: dal livello di
formazione del personale e dei
tecnici alla cura della manutenzio-
Sui cantieri, si è spesso
confrontati con situazioni
complesse, da gestire con
la massima attenzione.
ne delle macchine e della relativa
attrezzatura, fino alle coperture
assicurative (nel nostro caso una
RC aziendale con copertura da
CHF 30’000’000). Un rigoroso percorso organizzativo che ci spinge
a investire costantemente anche
nella formazione e nella struttura.
I nostri clienti sono assistiti nella
fase di analisi delle soluzioni di
sollevamento attraverso sopralluoghi sul posto, elaborazione di
progetti su Autocad e, in seguito,
nella richiesta di tutti i permessi
necessari per l’esecuzione del
lavoro. Anche in caso di noleggio
"a freddo" (cioè senza operatore)
le imprese hanno bisogno di part-
ner affidabili che possano garantire loro un parco di piattaforme di
lavoro elevabili adeguato, diversificato e sempre controllato, con le
necessarie coperture assicurative
e il corretto peso dei veicoli che
circolano sulla strada.
Se oggi è facile cadere nella trappola di illudersi di pagare meno
scegliendo un’offerta allettante,
sempre più imprese sono comunque consapevoli dei vantaggi che
derivano dall’affidarsi a un partner
professionale efficiente e rigoroso.
Paolo Vismara
Titolare
Camillo Vismara SA, Cadro
DIRITTO DEL LAVORO
Nell’ambito del servizio di consulenza giuridica che forniamo ai
nostri associati, siamo spesso confrontati con interrogativi di vario
genere riguardanti il diritto del
lavoro. In questa occasione analizziamo la seguente domanda:
«Qual è la data determinante per
la validità della disdetta?»
«La disdetta è valida solo dopo
essere stata ricevuta dalla controparte. Spetta alla parte che dà la
disdetta dimostrare l'avvenuta comunicazione.
Se la disdetta è data per lettera, è
determinante la data in cui tale lettera viene recapitata dalla posta (e
quindi non la data del timbro
postale). Se la posta lascia un avviso di ritiro nella cassetta delle lettere, la disdetta è considerata recapitata il giorno in cui è prevedibile il
ritiro in buona fede. Normalmente
si tratta del primo giorno dopo il
tentativo di recapito infruttuoso.
La situazione è diversa in caso di
assenze note al datore di lavoro
Trasporti
speciali,
autogru e
piattaforme
di lavoro
elevabili
(vacanza, ricovero in ospedale,
ecc.). Una disdetta durante le
vacanze è valida solo al rientro a
meno che il lavoratore (o il datore
di lavoro) sia rimasto a casa o si sia
fatto inoltrare la posta. Secondo
un'altra interpretazione, la disdetta
è considerata recapitata solo quando il destinatario ritira la lettera di
disdetta alla posta, al più tardi tuttavia alla scadenza del termine di
sette giorni per il ritiro. Di fronte a
tale incertezza si raccomanda di
inviare la disdetta con sufficiente
anticipo per poter rispettare anche
il termine di sette giorni per il ritiro.
In caso di consegna personale della
lettera di disdetta è determinante la
data della consegna. Per poterla
dimostrare successivamente, chi dà
la disdetta dovrebbe farsi firmare
una ricevuta. Se tale conferma di
ricevuta è negata, bisognerebbe
chiamare dei testimoni e inviare la
disdetta anche per posta.»
Tale risposta è stata ripresa dal
sito Internet della Segreteria di
Stato dell’economia (SECO), reperibile all’indirizzo:
www.seco.admin.ch
nelle seguenti rubriche:
→ Temi
→ Lavoro
→ Diritto del lavoro
→ FAQ sul diritto del lavoro
→ Disdetta
Allo stesso indirizzo Internet è
riportata una serie di quesiti ricorrenti, accompagnati dalla risposta
degli esperti e dalla relativa base
giuridica di riferimento. Consigliamo pertanto di consultare
tale sito visto che le informazioni
contenute sono di pratica utilità
per una corretta gestione dei
rapporti con il personale.
Risposte
alle domande
frequenti sul
sito Internet
della SECO
Davide Rotanzi
Responsabile tecnico
SSIC Sezione Ticino
11
gennaio-febbraio
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