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Anno XXII N° 02/2014 - 15 Marzo
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80 euro in più al mese in busta paga per i redditi più bassi
Il piano di Renzi per il taglio delle tasse
«Per la prima volta – dice Renzi – sarà messa nelle tasche degli italiani una significativa quantità di denaro»
Giorgio Lambrinopulos
A
rriva il piano Renzi
per il taglio delle
tasse. Obiettivo i
redditi più bassi, quelli fino
a 15mila euro, che potrebbero arrivare a intascare 80
euro in più al mese in busta paga. E nelle slides che
il premier ha preparato per
presentare le misure sul lavoro la copertina recita ‘Il
lavoro svolta, la svolta buona’. Pero si deve notare che:
Ci sono lotte interne al
Partito democratico. Nonostante la convalescenza,
Pier Luigi Bersani è arrivato a Montecitorio per
votare la riforma di legge
elettorale, ma non rinuncia
a togliersi qualche sassolino
dalla scarpa
Nel PD hanno il terrore
che se Renzi riesce a mettere a segno legge elettorale
e riforme del lavoro e del
fisco, loro vengono spazzati
via».
“Ho salvato il mio cervello per un pelo e non voglio
consegnarlo adesso, mi si
lasci libertà di pensiero”,
attacca Pier Luigi Bersani
in un intervista a Skytg24,
“Ho fatto eccezione alla
convalescenza per venire a
votare e fare il mio dovere
ma dico che questa legge
va migliorata, ci sono cose
che non mi convincono. Di
certo l’unità del Pd scricchiola, come dimostrano
anche le parole dello stesso
Matteo Renzi che a Repubblica svela un piano contro
di lui: “In questi giorni non
si è discusso di donne, si è
cercata un’operazione politica per dire che non controllavo il Pd”, ha detto il
premier, “Usando il voto
segreto, qualcuno ha tentato la rivincita cercando
di farmi fuori, e ha perso la
legge elettorale va ed è solo
il primo passo”.
Non c’è una congiura,
ma certamente c’è qualcuno che anche all’interno
del Partito democratico sta
cercando di fare saltare il
carro”, commenta amareggiato Roberto Giachetti
ad Agorà, “Tutti quelli che
hanno segnato la vita politica degli ultimi anni, non
ci hanno mai consentito di
approvare una nuova legge
elettorale: questo accade
perché un signore che si
chiama Matteo Renzi ha
deciso di caratterizzare la
sua battaglia per la leadership del Partito democrati-
co prendendo questa della
legge elettorale come prima
iniziativa ed è andato fino
in fondo: se non c’era Renzi stavamo ancora in commissione al Senato a fare le
audizioni di esperti...”.
A far rallentare il governo - viene riferito da fonti
parlamentari - il nodo delle
coperture, anche se da Palazzo Chigi viene spiegato
come si tratti di un rinvio
dovuto solo a questioni tecniche. E in serata sempre da
L
Palazzo Chigi si precisa che
coperture per le misure che
verranno approvate in Cdm
ci sono, sono solide e sono
circa il doppio di quelle che
verranno utilizzate.
Come ha evidenziato anche l’Europa, l’esecutivo ha
necessità di trovare risorse
strutturali e non una tantum:
in dubbio quindi - si spiega
- la possibilità di utilizzare le entrate derivanti dai
minori interessi sul debito
che insieme alla spending
review, avrebbero dovuto
costituire l’ossatura del finanziamento. E “per la prima volta – dice Renzi - sarà
messa nelle tasche degli italiani una significativa quantità di denaro”. Con buona
pace non solo della leader
Cgil Susanna Camusso ma
anche del numero uno degli
industriali Giorgio Squinzi:
“Ce ne faremo una ragione”, chiosa il presidente del
Consiglio, riferendosi ai
veti incrociati. ‘’Lui se ne
farà una ragione - replica
poco dopo il numero uno di
Viale Astronomia - noi però
abbiamo una ragione sola:
il bene del nostro Paese’’.
Le pressioni per cambiamenti in corsa sono insistenti, con Confindustria
che chiede apertamente
interventi a favore delle imprese. Se il tanto agognato
taglio dell’Irap non sembra
però aver trovato posto, il
governo - spiegano fonti vicine al dossier - è impegna-
to a mettere in campo un
corposo pacchetto di misure
in aiuto del mondo degli imprenditori. Oggi sul tavolo
del Cdm - fa sapere il viceministro all’Economia Enrico Morando - arriveranno
lo sblocco dei pagamenti
della P.a, provvedimento
che non solo sana la situazione pregressa ma mette in
campo un meccanismo per
evitare che lo scenario si ripeta, e il decreto legge casa
da 1,6 miliardi.
Inoltre, sempre oggi, il
governo dovrebbe approvare anche il Jobs act, che
fra le altre misure dovrebbe
prevedere sgravi per chi assume, a vantaggio appunto
delle imprese.
E resta alta la tensione tra
il presidente del Consiglio,
Matteo Renzi e le parti sociali in attesa di vedere quali saranno gli annunci del
Governo su fisco e lavoro. Il
presidente di Confindustria,
Giorgio Squinzi è tornato a
chiedere interventi per la riduzione della parte di cuneo
fiscale pagato dalle aziende
perché questo sarebbe più
utile alla crescita rispetto a
‘’qualche euro in più’’ nelle
tasche dei lavoratori. E rispetto alle dichiarazioni del
premier (abbiamo contro le
parti sociali? ce ne faremo
una ragione) ha ribadito che
la ‘’ragione sola’’ delle imprese ‘’è il bene del Paese’’.
Il Senato aspetta l’Italicum
a giornata era iniziata con un’agitata
assemblea dei deputati, convocata da Matteo
Renzi al Nazareno, con le
pasionarie delle quote rosa
sul piede di guerra contro il
premier. Il quale ha fatto sì
delle aperture, annunciando
che una prossima Direzione
allargata ai gruppi (reclamata anche da un gruppo
di donne) verrà chiamata
a stendere «l’elenco delle
modifiche prioritarie» da
apportare alla legge elettorale, per sottoporle a Forza
Italia prima del voto del
Senato. Ma è stato assai
duro nel richiamare i suoi:
«Chi vuol votare contro
dovrà spiegarlo bene fuori
di qui». La Bindi gli grida
che il Pd «è un partito ferito
da quei cento voti mancanti
sulle quote», ma il premier
richiama tutti: sull’Italicum, votato dalla Direzione
Pd, «non c’è da mantenere
un patto con Berlusconi, ma
un impegno chiaro che abbiamo preso come partito».
E chi prova ad affossarlo si
mette fuori.
Una rivolta prevista, tanto che Renzi ha spedito
in aula l’intero governo,
e qualcuno fa notare che
«senza il voto di ministri e
sottosegretari le preferenze
sarebbero passate». Gli uomini del premier per tutta
la giornata hanno lavorato
a blindare il gruppo, avvertendo i parlamentari che «in
gioco non c’è solo il patto
sull’Italicum, ma l’intera
legislatura». Mentre lunedì sulle quote rosa si era
evitato di dare indicazioni
di partito, ieri l’indirizzo
era chiaro: si deve votare
no, e lo stesso capogruppo
Roberto Speranza ha preso
la parola per ricordarlo ai
suoi.
Cosi arriva la prima grande vincita del Presidente
del Consiglio e resiste ancora l accordo con Silvio
Berlusconi, approvato alla
Camera l’Italicum. La riforma della legge elettorale ha
ottenuto 365 voti favorevoli
e 165 contrari. Il testo ora
passerà all’esame del Senato. Immediato il commento
di Matteo Renzi su Twitter:
“Grazie alle deputate e ai
deputati. Hanno dimostrato che possiamo davvero
cambiare l’Italia. Politica
1-Disfattismo 0. Questa e la
svolta buona”.
L’Italicum ottiene il sì al
termine di una maratona
notturna e dopo una serie
di votazioni ad altissimo
rischio. L’intesa RenziBerlusconi regge e vengono respinti per il rotto della
cuffia gli emendamenti che
potevano minarla, soprattutto quello sulla doppia
preferenza di genere dove
Matteo Renzi evita lo scivolone per 20 voti soltanto
e si vede costretto a schierare in Aula il governo a
ranghi compatti, ministri
e sottosegretari. Restano
bloccate le liste dei candidati in Parlamento e si evita
il peggio anche sull’emendamento per reintrodurre le
preferenze, bocciato per 35
voti (264 sì contro 299 no).
Ma sulle quote rosa, già
nelle dichiarazioni di voto,
il capogruppo del Pd Roberto Speranza avverte che
“non consentiremo che
Continua a pag 2
A cura di Paolo Monti
Democrazia inquieta
Popoli, religioni e partiti fra
Oriente e Occidente
Marcianum Press - pp. 208
€. 13,00
Nelle società contemporanee emergono insieme sia
la fatica sia l’esigenza di
riconoscersi entro efficaci
rappresentazioni pubbliche
e di trovare una sintesi nella
rappresentanza democratica.
Movimenti sociali di diversa natura e ispirazione, inclusa
quella religiosa, assumono un ruolo nuovo, spesso decisivo. Gli studi raccolti in questo volume affrontano questa
complessa relazione tra politica, società e religione, mettendo al centro le forme concrete in cui tale complessità
cerca espressione per contribuire al dibattito sul possibile
futuro della rappresentanza politica in società sempre più
plurali.
Cultura
2
Il senato aspetta l’Italicum ...
Continua dalla prima
nessun accordo ci fermi. Sulla
questione di genere c’è bisogno
di chiarezza, quanto avvenuto non
rappresenta una pagina positiva
della nostra democrazia”.
La riforma della legge elettorale ha tagliato un primo traguardo. Buona notizia. Adesso conta
come si va avanti. Diverse tra le
critiche espresse nell’Aula della Camera hanno una fondatezza
che l’onestà intellettuale non può
rimuovere”. Lo afferma Gianni
Cuperlo, leader della minoranza
Pd, che critica certe affermazioni attribuite a Renzi a proposito
di “complotti”: “Non si chiedono certo dei ringraziamenti, non
è stagione. Ma almeno di evitare
toni e parole impropri”.
Ci sono Enrico Letta e Pippo
Civati tra i 13 assenti ingiustificati
del Pd che non hanno votato per la
riforma elettorale. Trai deputati di
Forza Italia cinque sono risultati
assenti, uno si è astenuto ed uno
ha votato contro. Lo si evince dai
tabulati del voto.
Protesta dei Cinque Stelle in
Aula: i deputati del Movimento
espongono cartelli con i ritratti
dei leader del Pd e di Fi divisi da
un cuore ross: “Grande sintonia
Renzi-Berlusconi.
Condannati
all’amore”. La presidente Laura
Boldrini ha ordinato la rimozione
dei cartelli.
Solo dieci voti hanno salvato
ieri sera l’Italicum, e con esso il
governo Renzi e la legislatura.
Un margine più che esiguo, che
dà la misura della faglia profonda
che attraversa il Partito democratico e fotografa la sorda fronda di
mezzo gruppo parlamentare contro il suo leader
Un’avversione che, dice un parlamentare renziano, «ha spinto
molti dei nostri a votare nel segreto dell’urna con l’intento preciso
di far saltare il governo
«È evidente che per una parte
del Pd la priorità è l›accordo con
Berlusconi», tuona Stefano Fassi-
na. L’emiliano Maino Marchi, ex
Pci doc, spiega più chiaramente di
tutti l’allergia ideologica contro
il premier: «C’è un problema di
cultura politica nel Pd, le parole
di Renzi sulle quote rosa segnalano una matrice culturale lontana
dalla nostra». Ieri è tornato a parlare anche Bersani, che - in tono
gioviale - ha mandato più di un
siluro al suo successore. Ironizzando sulla «movida» renziana,
sull’eccesso di annunci e il rischio
di «dire più di quel che si fa», e di
«lasciare l’ultima parola a Berlusconi». E agitando lo spauracchio
dell’uomo solo al comando: «È
moralità politica mettere il proprio “io” al servizio del “noi” e
rispettare il collettivo».
Hanno il terrore che se riesce
a mettere a segno legge elettorale e riforme del lavoro e del fisco, loro vengono spazzati via».
Quanti siano stati i franchi tiratori
democratici è difficile calcolarlo visto che gli scambi incrociati sono stati molti. Sulla carta,
almeno una settantina ha votato
contro le indicazioni, anche se
solo Rosy Bindi e il lettiano Francesco Boccia lo hanno dichiarato
pubblicamente. Lettiani, bersaniani, bindiani hanno guidato la
fronda, cogliendo al volo l’alibi
della bocciatura delle quote rosa
per vestire di abiti politically correct il tentativo di indebolire il
premier e aprire la caccia a Renzi
per riprendersi la «Ditta» scippata dall’intruso fiorentino. Davide
Zoggia, dopo il voto di lunedì
sera, confidava che in molti si
erano messi d’accordo per votare
a favore delle quote rosa in modo
«palese», ossia alzando le dita per
far controllare il loro voto, e attribuire ai renziani la responsabilità
del no alle quote.
Ok legge elettorale. Buon lavoro, migliorabile al Senato e il
Nuovo Centrodestra sarà ancora
protagonista”.Lo scrive su twitter
il leader di Ncd e ministro dell’Interno Angelino Alfano.
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G. L.
N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo
La rinuncia di Benedetto,
un anno dopo
I
l 28 febbraio cade il primo
anniversario della storica rinuncia al Papato di Benedetto
XVI: la dichiarazione pubblica di
quella decisione epocale avveniva infatti esattamente un anno fa.
Quei giorni e quelle settimane di
sorpresa, di commozione e di agitazione li ricordiamo bene tutti: lì
per lì sembravano non finire mai.
Eppure, oggi, a rivedere uno per
uno tutti gli eventi che da allora si
sono susseguiti sembra sia passato non un anno ma quasi un secolo. E questo specialmente in Germania, la sua amata patria. Ma,
d’altronde, come avverte pure il
Vangelo (Luca 4,24 o Giovanni
4,44), nemopropheta in patria.
Con la sua terra Joseph Ratzinger,
prima da cardinale e poi da Pontefice, ha avuto sempre un rapporto
altalenante, certo non nella sua
natìa Baviera e al Sud in generale,
dove continua a essere ricordato
e stimato, ma nel resto del Paese
sicuramente sì.
Soprattutto, il ‘Paese legale’,
se ci passate l’espressione, compreso quello interno al mondo
ecclesiale. Anzi, qui – come sta
emergendo drammaticamente in
questi giorni ad alti livelli – la sua
predicazione sembra avere fatto
venire finalmente alla luce una
spaccatura profonda e allarmante
che, beninteso, forse si riscontrerà
pure in altre realtà e altri contesti
geografici, ma non con l’eco e i
numeri cospicui che si vedono da
queste parti.
Prendiamo il magistero sui cosiddetti princìpi pre-politici non
negoziabili ad esempio: diritto
alla vita, centralità della famiglia,
libertà di educazione e libertà religiosa. Che in Germania, come
nel resto dell’Occidente, peraltro,
vengono continuamente disattesi
a ogni livello come nulla fosse.
Nel corso degli anni, l’ampia riflessione sul tema del Pontefice ha
cercato di dimostrare invece come
una società che non solo non li difende, ma li combatte anche – e li
combatte radicalmente – alla lunga non possa stare in piedi. Detto
in termini più immediati e brutali
possibili: è destinata a scomparire
dalla scena del mondo.
Benedetto XVI
ha detto e spiegato questa analisi
scioccante rimandando alle evidenze concrete della
ragione
umana
– comune a tutti
– alla forza della
legge naturale –
pure comune a tutti – e al peso della
memoria
storica
continentale
più
recente, pure sotto
gli occhi di tutti.
Insomma: con strumenti e argomenti
laici, comprensibili
a chiunque e a ogni
latitudine, facendo
uso di una grammatica universale
propria dell’essere
umano in quanto
tale, come ha rimarcato intelligentemente
qualche
osservatore parafrasando i suoi
discorsi.
E qual’è stata la ricezione di
questa paziente e lunga riflessione da parte dei fedeli laici e poi
dei suoi confratelli, vescovi e
sacerdoti a un anno di distanza?
Che, pare di capire, oggi la maggioranza dei ‘cattolici’ (virgolette
d’obbligo) tedeschi preme, o premerebbe, per il riconoscimento
di varie e plurali tipi di famiglie,
chiedendo l’ammissione alla Sacra Comunione più o meno come
si chiede il diritto alle ferie pagate in altro campo. Della serie: mi
spetta per legge e guai a te se non
me lo dai.
Questo è l’esito della chiamata
missionaria alla nuova evangelizzazione per l’Europa apostata:
farsi secolarizzare dal mondo e
dal suo principe, apertisverbis.
C’è da rimanere esterrefatti. Anche perché poi tutto questo accade
mentre in alcune regioni, come il
Baden-Württemberg, si riscrivono i programmi d’istruzione scolastici sulla base della gender theory e chi, per esempio da ultimo
a Stoccarda, prova a manifestare
in piazza come può, fosse anche
un’associazione di genitori, viene
presa di mira, colpita e dispersa
come si fa…coni Black Bloc al
G8, avete presente? Sì, proprio
quelli che danno fuoco a negozi e
automobili trasformando una città
in una trincea da guerra mondiale.
Insomma: quanto sta accadendo
a nostro avviso dimostra proprio
tutta la lungimiranza e persino
l’urgenza assoluta della questione dei princìpi non negoziabili.
Se sono divisivi, se si accendono
così tanto gli animi, se per fare
una manifestazione sul punto non
basta più nemmeno più il cordone
della polizia allora dovrebbe essere ovvio che il nodo è proprio lì.
Altri temi, pure importanti, non
possiedono la stessa rilevanza
centrale per la costruzione dell’identità ecclesiale, della società
civile e della vita pubblica. E se
non si riesce a mettersi d’accordo
nemmeno sui minimi fondamentali, parlare di alleanze politiche
e strategie di rilancio è pura utopia. Tra l’altro, non si capisce (o
si fa finta di non capire) che l’attacco alle manifestazioni contro
il gender non è solo un attacco al
singolo tema in discussione nei
parlamenti ma che è anche, e più
aggressivamente, una negazione
frontale della presenza di Dio nel
mondo e delle sue ragioni, oltre
che dei suoi diritti originari.
Chi ritiene convintamente che
queste manifestazioni non debbano avere luogo (contro ogni
rispetto della libertà di espressione altrui, va da sè), quale che sia
il motivo, riterrà pure che nello
spazio pubblico certe posizioni
non debbano mai entrare: è ovvio.
Cioè che uno potrà pure pensarla diversamente dal programma
di educazione alla diversità che
viene imposto strumentalmente a
scuola o dalla pseudo-cultura del
pensiero unico che giganteggia
sui mass-media, purchè si tenga
ogni riserva per sè, nel piccolo
recinto della sua coscienza, e possibilmente stia zitto.
E‘ stupefacente, per dire il
meno, che un simile lavaggio del
cervello a trecentosessanta gradi
possa attecchire nella comunità
cristiana e persino in chi al suo
interno vi ricopre incarichi di responsabilità. Ancora più stupefacente dopo gli otto anni passati,
che peraltro, a dirla tutta, erano
stati introdotti dai ventisette di
Giovanni Paolo II, il Grande,
come giustamente lo si ricorda,
che nel suo testamento spirituale
(Memoria e identità. Conversazioni a cavallo dei millenni, Rizzoli 2005) aveva già paragonato
il comportamento del Parlamento
europeo su questi temi, cioè la
nuova questione antropologica, a
un nuovo totalitarismo che usa i
diritti dell’uomo contro l‘uomo.
Scriptamanent: c’è scritto proprio
così, nuovo totalitarismo. Ora,
totalitarismo in italiano di solito
vuol dire dittatura, Infatti poi
abbiamo avuto la dittatura del
relativismo, come l’ha chiamata
notoriamente il suo successore,
che ancora dura e va avanti alla
grande. Ma si sa, non c’è peggior
sordo di chi non vuol sentire.
Omar Ebrahime
Benedetto XVI con Papa Francesco
Cultura
N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo
3
I falsi miti del Novecento/5: Salvador Allende
Dall’alleanza con Hitler ai Tribunali di sterilizzazione, il crollo di una icona del progressismo
Julio Loredo
I
l “mito” di Salvador Allende
(1908-1973) sta lentamente
crollando. La sua elezione alla
presidenza del Cile nel 1970 è ancora presentata come un evento
epocale, pomposamente battezzata “la via cilena al socialismo”, la
prova vivente che il comunismo
poteva andare al governo per via
democratica. Il suo rovesciamento ad opera di Pinochet l’11 settembre 1973, scosse le sinistre
mondiali fino alle fondamenta,
inducendole a farne un mito, che
dura ancora oggi. Per mantenerlo
vivo si continuano a pubblicare libri, come quello di Luciano Aguzzi, «Salvador Allende. L’uomo, il
leader, il mito» (Ediesse, 2003),
o si girano film, come Salvador
Allende, di Patrizio Guzmán, una
coproduzione tra Belgio, Cile,
Francia, Spagna, Germania e
Messico (2005).
Oggi, però, questo mito comincia a crollare, demolito dai
documenti che un solerte ricercatore cileno, Victor Farías (insegna
storia all’Università del Cile), ha
ritrovato negli archivi dell’exGermania Democratica e sta divulgando nonostante difficoltà
ed ostracismi. Questi documenti
svelano il vero Allende, che emerge come un mediocre studente di
medicina e politico, oltre che fervente seguace delle teorie eugenetiche di stampo nazista, al punto
da proporre nel 1938 un progetto
di legge per sterilizzare i malati di
mente. Antisemita dichiarato, egli
acconsentì all’accordo segreto fra
il governo del Fronte Popolare e
la Germania nazista che concedeva a quest’ultima perfino l’uso
militare di un’isola nel Pacifico.
Il libro di Farìas su Allende anti-semita
Farías, che nel passato si è interessato alle infiltrazioni nazionalsocialiste nel suo Paese («Los nazis en Chile», Santiago, 2006), ha
cominciato a scovare documenti
che dimostrano un imbarazzante connubio fra i socialisti cileni
e gruppi hitleriani. Il suo libro
«Salvador Allende: Antisemitismo
y eutanasia» (Santiago, 2005) ha
suscitato una fortissima polemica internazionale non ancora
sedata. In seguito, ha pubblicato
«Salvador Allende: el fin de un
mito» (Santiago, 2006), con nuove e sorprendenti rivelazioni.
Le ricerche di Farías sulle infiltrazioni naziste nella sinistra cilena prendono spunto da un fatto
increscioso.
Nel 1963 la Repubblica federale tedesca sollecitò presso il
governo cileno l’estradizione di
Walter Rauff, già ufficiale delle
SS e responsabile di molteplici
crimini di guerra, compresa la
deportazione di centinaia di civili
milanesi verso i campi di sterminio nel 1942. Stretto collaboratore
di Adolf Eichmann, Rauff era uno
dei responsabili per il funzionamento delle camere a gas. L’istanza tedesca fu, però, respinta dal
presidente Eduardo Frei Montalva
(DC).
Nell’agosto 1972 Simon Wiesenthal tornò alla carica, consegnando all’allora presidente
Salvador Allende un dossier su
Walter Rauff e pregandolo di avviare la procedura di estradizione.
Vista l’affiliazione politica del
Presidente, il noto “cacciatore di
nazisti” si aspettava un gesto amichevole. Con enorme sorpresa,
Allende non solo rispose negativamente, ma rifiutò persino di
discutere l’argomento.
Racconta Farías: “Stavo scrivendo «I nazisti in Cile» quando
Wiesenthal mi chiamò e mi chiese
se sapevo chi fosse davvero Salvador Allende. Mi raccontò che
quando era stato avviato il processo al nazista Walter Rauff, un
uomo vicino a Adolf Eichmann,
considerato l’ideatore delle camere a gas, lui aveva scritto al
presidente cileno Allende affinché
lo aiutasse a consegnarlo alla
giustizia internazionale. Ebbene,
la risposta di Allende era stata
una lettera di una freddezza e di
una distanza che gli apparve dolorosa e incomprensibile”.
Farias decise allora di approfondire il perché di questo assurdo rifiuto, scoprendo “i numerosi
vincoli delle istituzioni cilene [nei
vari governi socialisti] con il fenomeno più abietto che ha conosciuto l’umanità e la decomposizione di un’icona costruita ad hoc
dalla sinistra internazionale”.
Questi vincoli, al suo parere, sono
sintomo dei “contatti, coincidenze e perfino simbiosi fra il marxismo e il nazismo, i due movimenti
generati dal totalitarismo radicale nel secolo XX. (...) Al di là del
loro antagonismo verbale-ideologico, ambedue i totalitarismi in
fondo coincidono”.
Molto pericolose sono le idee
esposte dal giovane Salvador Allende che, ad ogni piè sospinto,
citava Cesare Lombroso, Nicola
Pende ed altri noti razzisti sposandone esplicitamente le teorie.
Allende difendeva l’idea secondo
cui vi sono fattori genetici, e quindi razziali, che fanno propendere
alla delinquenza e al vagabondaggio. In particolare, il futuro presidente socialista riteneva indiani,
zingari, boemi e giudei “razze
geneticamente predisposte alla
delinquenza”: “Gli ebrei si caratterizzano per forme specifiche di
delitti come la truffa, la calunnia
e, soprattutto, l’usura. (...) Questo
ci fa supporre che abbiano una
predisposizione genetica alla delinquenza”.
Citando numerosi documenti,
Farias conclude: “Il giovane medico [Allende] si nutriva decisamente del razzismo scientifico più
estremista dell’epoca e delle sue
propaggini
nell’antisemitismo,
tanto da affermare che i supposti difetti degli ebrei non sono
attribuibili, come nel caso di tutti gli esseri umani, a condotte e
responsabilità individuali, ma a
caratteristiche genetiche immodificabili”.
Il libro di Farìas sulla fine
del mito di Allende
L’antisemitismo non è affatto
estraneo al socialismo cileno. Intervistato dal giornalista Eugenio
Lira circa i suoi odii più profondi, Carlos Altamirano, Segretario
del Partito socialista e compagno
politico di Allende, dichiarava
senza mezzi termini di nutrire il
suo rancore più grande per Mosè,
dal quale trae nome la religione
giudaica: “Mosè è un vecchio infelice, impotente e amareggiato
che non ha fatto altro che traumatizzare l’umanità. (...) Vecchio
mascalzone! Con i dieci comandamenti ci ha tolto ogni piacere
della vita. Dovremmo avviare
un movimento per spedire Mosè
all’inferno!”.
In veste di Ministro della sanità durante il governo del Fronte
Popolare (1937-1941) Allende
affidò a due noti razzisti, il dott.
Eduard Brücher e il dott. Hans
Betzhold, la messa a punto di un
“Programma eugenetico” al fine
di “rivendicare le qualità della
razza”. Tra le misure di “ingegneria sanitaria”, Allende proponeva
la sterilizzazione di tutti i malati
di mente. Questa sterilizzazione
Salvador Allende durante un comizio
sarebbe stata imposta con la forza
(“carattere punitivo”) tramite gli
appositi “Tribunali di sterilizzazione”.
Il dott. Brücher, segretario del
Comitato scientifico che consigliava Allende, proponeva di sterilizzare 12mila “degenerati”, al
fine di ottenere una “razza sana”
nell’arco di duecento anni. Egli
consigliava, inoltre, la sterilizzazione degli alcolizzati recidivi.
Nel progetto del Ministro Allende, le malattie veneree e la tossicodipendenza diventavano reati
penali, mentre i malati venivano
considerati un “problema sociale”
e quindi “costretti al trattamento”.
Coerente con le sue teorie naturaliste, Allende, considerava l’omosessualità un problema esclusivamente somatico. Citando gli
esperimenti di Steinach, Pézard
ed altri, egli proponeva l’impianto coatto di tessuto testicolare nel
ventre degli omosessuali al fine
di “restituire al paziente un sesso
definito”.
Ma le ricerche del prof. Farias
hanno portato alla luce documenti
ancor più sconcertanti.
Dal 1937 al 1941 il Cile fu governato dal Frente Popular, una
coalizione dei partiti comunista,
socialista e radicale. Scavando
nell’Archivio storico del Ministero degli Esteri tedesco, Farias ha
scoperto tre documenti che portano alla luce un episodio tenuto
fino ad oggi strettamente nascosto: le trattative segrete della sinistra cilena col governo del Terzo
Reich.
Un telegramma datato 21 novembre 1938 dell’ambasciatore
del Reich in Cile, von Schoen,
rivela che il governo del Frente Popular si era impegnato a
“fornire tutte le importazioni necessarie alle industrie sotto con-
trollo statale della Germania, a
inviare rame e ferro in quote da
fissare, nonché a cedere alla Germania tutti i diritti di pesca ed
altri sull’isola di Ipún, nel caso
il Reich avesse concesso al Cile
crediti per l’industria e materiale
bellico per un totale di 150-200
milioni di Reichmark”.
Poi in calce, l’ambasciatore nazista aggiunge una frase assai imbarazzante: “Per il solito corrotto,
Grove, avrei bisogno di 500.000
pesos”. Marmaduke Grove era il
capo del Partito socialista, nonché mentore politico di Allende.
In un telegramma del 6 gennaio
1939 von Schoen informava che
“le trattative con il Ministro delle
Finanze, il Ministro degli Esteri e
il Presidente del Frente Popular
Grove aprono eccellenti prospettive”.
Una nota datata 9 gennaio 1939
del consigliere Becker, del Dipartimento di politica economica del
Reich a Berlino, solleva il velo
su un aspetto assai inquietante di
queste trattative: “I cileni coinvolti in questa operazione esigono che il tutto resti segreto, anche
nei confronti dell’ambasciata del
Cile nella capitale del Reich”.
Detto a chiare lettere: la sinistra
cilena stava negoziando direttamente con Adolf Hitler, in margine ai canali diplomatici.
Il francobollo dedicato ad
Allende dalla DDR
Cultura
4
N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo
Storia del teatro: il teatro del Seicento
Da tutto questo si deduce che
nel barocco, gli spettatori erano
suggestionati da queste ricche immagini realizzate con molto impegno dai scenografi dell’epoca a
servizio dei teatri.
5.3 Le forme teatrali del Seicento
Quando si parla del teatro del
Seicento, dal punto di vista formale, si intende il Melodramma
o opera lirica. Con il termine Melodramma, si indica una forma di
teatro musicale puro dove vi è una
recitazione cantata, intonata per
tutto lo spettacolo; tale tipologia
di teatro si sviluppa dal barocco
in poi.
Nel rinascimento, non abbiamo un teatro musicale puro vero
e proprio, ma forme di teatro,
dove all’interno hanno convissuto elementi musicali con forme di
teatro recitato. Ma nel periodo barocco, non si sviluppa soltanto il
Melodramma, ma anche un teatro
recitato: la commedia dell’arte1,
che nel periodo rinascimentale
veniva rappresentata nelle stanze a pagamento. Melodrammi e
commedie dell’arte, durante il periodo barocco, venivano rappresentate nei teatri pubblici a pagamento, facendo la fortuna di molti
impresari. Nel Sei-Settecento sia
la produzione dei melodrammi
che di commedie dell’arte è abbastanza copiosa entrambi vanno di
pari passo.
5.4 Le origini del melodramma
Le origini del melodramma
sono da ricercarsi nello sviluppo
drammaturgico dei drammi pastorali di fine Cinquenceto e da
quello degli intermezzi rinascimentali fiorentini. Possiamo dire
che il melodramma, nasce a Firenze all’interno della corte Medicea, poiché all’interno di questa
corte, venivano allestiti gli intermezzi2, allo scopo di intrattenere
il pubblico, in quanto mancava il
sipario, si trattava dunque, di uno
spettacolo nello spettacolo.
A fine Cinquecento venivano
già messi in musica i drammi pastorali, infatti anche nella corte
medicea, venivano musicate le
favole pastorali le quali venivano utilizzate come intermezzo.
Tutto ciò giustifica, il perché, si
dava il nome di “favola pastorale”
alla prima forma di teatro musicale che eredita le caratteristiche
del dramma pastorale del 500 e
dell’intermezzo.
La favola pastorale, come genere può essere facilmente musicato, poiché ha un contenuto lirico,
e presenta cori danze e canzoni,
quindi il linguaggio della poesia
“fiorito e soave” e gli argomenti
trattati, sono adatti alla musica. A
tal proposito Doni, un teorico musicale del Seicento nel suo trattato
sulla musica scenica scrive:
Al linguaggio fiorito e soave gli
si può concedere di avere la melodia in tutte le sue parti, massime
perché vi si rappresentano deità,
ninfe e pastori di quell’antichissimo secolo, nel quale la musica era
naturale e la favella quasi poetica.
5.4.1 La camerata fiorentina
La prima produzione degli intermezzi e di drammi pastorali
risale alla “Camerata Bardi”, perché per la prima volta allestì gli
intermezzi musicali, nel 1589 per
la nozze di Cristina di Lorena con
Ferdinando de “Medici”. Spinti
dalla riscoperte e dall’amore verso la cultura classica greco-latina,
nel XVI secolo, si riunirono nella
casa di Firenze, del conte Giovanni Bardi, in via De Bonci, un
gruppo di nobili per discutere, di
scienze, arti, letteratura e musica.
La prima riunione in casa Bardi, si tenne il 14 gennaio 1573 e
vi parteciperanno il conte Bardi, i
musicisti Giulio Caccini, Emilio
De Cavalieri, Jacopo Peri, Vincenzo Galilei (liutista e padre di
Galilei) e i poeti come Ottavio
Rinuccini e Gian Battista Strozzi.
Lo scopo della Camerata Bardi,
fu quello di far rivivere la musica
greca, nella quale era integrata anche la poesia, cercando di elaborare un teatro musicale. A causa di
motivi politici, le riunioni in casa
Bardi, non si effettueranno più e
per discutere di cultura antica ci
si riuniva in casa Corsi. I componenti di tale camerata, si erano
preposti lo scopo di riportare l’antichità nella modernità e anche nel
campo musicale succede la stessa
cosa: l’antica tragedia greca riportata nella modernità. A quel tempo
si pensava che l’attore greco reci-
La commedia dell’arte è il teatro
delle maschere sviluppandosi nel rinascimento.
Gli intermezzi fiorentini erano
degli spettacoli allestiti tra un atto e
un altro di una commedia o tragedie
recitate.
Luisella Criniti
Parte ottava
Capitolo V
5.2.1 I meravigliosi fondali
scenici realizzati dal Torelli
Giacomo Torelli fu uno dei più
importanti scenografi del teatro
barocco, realizzò moltissimi fondali scenici per la rappresentazione di opere teatrali.
Realizzò i fondali per l’opera
Bellerofonte, un primo bozzetto
rappresenta un po’ sullo sfondo
la città di Matera, ma nella stessa
scena veniva cambiato il fondale
come se il personaggio andasse da
Venezia alla città di Matera.
Nel secondo bozzetto, troviamo
il cortile regio e la mutazione della
scena è data dalla grotta dei venti
che cambia la scena perché viene
presentato il mare agitato. Segue
poi la scena del secondo atto che
è ambientato nell’isola di Magista
affacciata sul mare turbato che si
vede sul fondale, nella stessa scena si vede la deliziosa boscareccia
che cambia fondale con la casa di
Venere.
Altri bozzetti scenici sono quelli delle Nozze di Teti e Peleo (la
scena dell’atto, prima rappresenta
la Grotta di Chironte centauro costituito da sassi e scogli orridissimi), la Venere Gelosa (dove sulle
quinte laterali si vedono file di alberi) e la finta pazza.
Fondale dell’opera Bellerofonte
2
1
tasse le tragedie cantando, e allora
che proprio così vengono riproposte queste tragedie antiche.
Il pensare che gli attori greci,
recitassero cantando, era sicuramente un errore storico, e nel fare
tale errore, nasce il nuovo genere
di teatro musicale cantato, chiamato “Melodramma”. La camerata Bardi da una parte sviluppa
musicalmente gli intermezzi musicali fiorentini, dall’altra parte la
camerata Corsi, ha reso autonomi
dall’essere legati alle tragedie e
alle commedie questi intermezzi,
dando origine al Melodramma
vero e proprio. Gli intermezzi
fiorentini, quindi divennero spettacoli autonomi di teatro musicale
vero e proprio, allestiti per un’intera serata. Questi intermezzi musicali, erano composti secondo lo
stile del recitar cantando: il testo
era cantato sulle note indicate dal
compositore.
Questo nuovo stile fu impiegato
sui canti monodici accompagnati
da uno strumento, rendendo comprensibile il testo all’ascoltare, al
contrario delle altre forme vocali
rinascimentali3.
La forma vocale utilizzata durante il rinascimento fu quella del
Madrigale4, che aveva una struttura musicale molto complessa
rendendo il testo poetico incomprensibile all’ascoltatore. Con il
recitare cantando si portò la musica alla purezza primitiva; la musica fù al servizio della poesia e non
al contrario . Questa nuova forma
fu impiegata nelle favole pastorali
e nelle rappresentazioni sceniche
e da essa nacquero le arie e tutte
quelle forme che disegnarono la
nascita dell’opera lirica.
La prima opera messa in musica
con il nome di favola pastorale e
la “Dafne” su libretto di Ottavio
Rinuccini e musiche di Jacopo
Corsi e Jacopo Peri, a distanza di
pochi anni, cioè nel febbraio del
1600, fu composta l’ “Euridice”.
Scena atto primo nozze di Teti e
Peleo grotta di Chironte centauro
Il pubblico mostro subito grande interesse, verso la favola pastorale, che era un nuovo prodotto
artistico, tutto ciò portò le corti ad
imitare queste tendenza, per una
politica di prestigio condotta dalle
grandi famiglie.
Le corti, presso i loro teatri,
proponevano la favola pastorale,
perché fare promozione culturale, voleva significare accrescere il
loro prestigio, il loro fasto, il lustro del casato; così si imitavano
tra di loro.
Tutto ciò vuol dire, che queste
rappresentazioni non solo venivano fatte a Firenze negli anni 16201630, ma anche in altre città come
Mantova e Roma.
5.5 Lo sviluppo de melodramDurante il periodo rinascimentale
era in voga lo stile polifonico fiammingo, per cui il testo poetico non era
facilmente comprensibile all’ascoltatore a causa delle voci.
4
Il Madrigale è una composizione
polifonica a più voci.
3
ma: Mantova e Roma
Dopo Firenze le prime due città
che anno contribuito allo sviluppo
del Melodramma furono Mantova
e Roma.
A Mantova operò Claudio Monteverdi compositore di origine
Cremonese. Nel 1590 entrò come
violista e come componente della cappella del duca di Mantova;
nel 1603 Francesco Gonzaga lo
nominò maestro di cappella “della camera e della chiesa ducale”.
Quando Vincenzo Gonzaga morì
si trasferì a Venezia dove fu nominato maestro di musica della “Serenissima” e maestro di cappella
di San Marco.
Monteverdi compose moltissimi madrigali e le musiche per
“l’Orfeo e l’Arianna”. L’Orfeo è
una favola pastorale, su testo di
Alessandro Striggio, composto
in stile monodico fiorentino del
recitar-cantando. La sua prima
rappresentazione avvenne il 24
febbraio 1607 presso il Palazzo
Ducale di Mantova in occasione
del carnevale.
La favola in musica Orfeo fu
tratto da un racconto della mitologia greca: Orfeo sposa Euridice,
che muore morsa da un serpente.
A questo punto Orfeo decide di
scendere nell’Ade per riprendersi Euridice placando con il suono
della cetra, le divinità infernali.
Plutone che governa il regno dei
morti, permette ad Orfeo di riavere Euridice, a condizione che
non si volta per guardarla prima
di tornare sulla terra, in caso contrario la perderà per sempre. In
quest’opera Monteverdi elaborò il
<<recitar-cantando>> fiorentino e
l’arioso, altro stile musicale, utilizzato nell’Arianna.
L’Arianna a differenza dell’Orfeo (favola pastorale) è una tragedia composta su testo poetico di
Ottavio Rinuccini; purtroppo non
ci è pervenuta la partitura, tranne
del celebre “Lamento di Arianna”
in quanto l’opera si e perduta.
Anche nell’Arianna utilizza non
solo il recitar-cantando5 ma anche
l’Arioso, così che il cantante deve
passare da uno stile vocale ad un
altro.
Arioso e recitativo si alternano passando da uno stile vocale
semplice ad uno più elaborato,
cosa molto interessante che accade nell’opera monteverdiana.
L’Arioso appartiene solo alle prime opere monteverdiane , perché
il Monteverdi che qualche anno
dopo, si trasferisce a Venezia, è
diverso perché subisce l’influenza di tutte quelle trasformazioni
che aveva subito il Melodramma
a Venezia. Gli ariosi venivano assegnati al protagonista, i cori eseguivano i madrigali e l’orchestra
con ampio organico, eseguiva i
ritornelli strumentali e le sinfonie. A sua volta nell’orchestra
d’archi, introdusse il tremolo e il
pizzicato proprio nei momenti più
cruciali dell’azione scenica. Altre
opere da citare, che scrisse Monteverdi sono: Il ritorno di Ulisse in
patria, Armida, Le nozze di Enea
con Lavinia, La finta pazza Licari
e l’incoronazione di Poppea dove
l’orchestra non è molto vasta, ci
sono molti personaggi, molti epiIl recitar-cantando è molto sillabico declamato quindi una recitazione intonata, l’Arioso ha una melodia
molto più complessa più elaborata,
più ornata.
sodi e scene di carattere diverso:
comico, drammatico, leggero e
appassionato.
Il coro risulta quasi assente,
gli episodi dei cantanti sono brevi e numerosi. Monteverdi, aveva composto, in occasione delle
nozze di Francesco Gonzaga con
Margherita di Savoia, il Ballo
delle Ingrate, che fu rappresentato a Mantova il 4 giugno 1608 al
palazzo ducale. Tale balletto6 fu
pensato per la corte e in questo,
usava le danze come il minuetto,
il Salterello, la pavana e gagliarda, che si alternavano ad episodi
cantati.
Il Ballo delle Ingrate, con testo
poetico di Ottavio Rinuccini, fu
pubblicato nel 1638 nell’ottavo
libro di Madrigali. Quando nel
1613, si trasferì definitivamente a Venezia, scrisse gli ultimi
tre libri di Madrigali (in tutto ne
scrisse otto, di cui i primi cinque
riguardano la polifona rinascimentale), nello stile monodico del
basso continuo, tipico del barocco. Sono libri molto interessanti,
perché attraverso questi si inaugura il teatro barocco da camera.
L’ultimo libro di Madrigali risale
al 1638, si tratta dell’ottavo libro
dal titolo “Madrigali guerrieri e
Amorosi” dove Monteverdi stesso scrive:
“Madrigali guerrieri e amorosi
con alcuni opuscoli rappresentatovi che saranno per brevi episodi
rappresentati fra i canti senza gesta”.
con ciò voleva dire che in questo ottavo libro presenta i madrigali di natura guerresca e amorosa
con opuscoli rappresentativi e tali
rappresentazioni saranno allestiti
per due brevi episodi fra un madrigale (canto) e l’altro.
Uno di questo è il famoso Combattimento di Tancredi e Clorinda
il cui testo fu tratto dal XII canto
della “Gerusalemme liberata” del
Tasso. Non si tratta di un Melodramma ma di una forma di teatro da camera; viene utilizzato il
recitar-cantando in stile monodico
e rappresentato all’interno delle
corti per intrattenere i signori, non
ha quindi lo scopo del teatro. Nel
caso del “Combattimento di Tancredi e Clorinda”, utilizza lo “stile
concitato “ che, dal punto vista
vocale è un intensa e rapida sillabazione, data dal ritmo pirrichio
(cioè ritmo dato da crome ribattute).Attraverso lo stile concitato
l’autore esprime l’agitazione del
personaggio e la sua ansia psicologica di fronte al combattimento
e per creare suspense, nel pubblico, utilizza il tremolo degli archi;
questa forma di teatro da camera,
si sviluppò nella Mantova degli
anni 1620-1630.
Bozzetto scenico della
finta pazza del Torelli
5
6
Balletti erano forme di teatro musicale coltivato all’interno delle corti
rinascimentali, approfondimento al
capitolo 4.
Cultura
N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo
N
5
Il card. Marx ed il No di Francesco
alla “nuova idolatria del denaro”
ella sua recente esortazione apostolica Evangelii
Gaudium, pubblicata a
chiusura dell’Anno della Fede il
24 novembre 2013, Papa Francesco ha dedica ben due paragrafi al
tema dell’economia senza volto,
utilizzando titoli molto eloquenti
come No alla nuova idolatria del
denaro (v. i punti 55-56) e No a
un denaro che governa invece di
servire (nn. 57-58).
Due passaggi, in particolare,
meritano di essere rilevati, entrambi contenuti nel capitolo
secondo, nel quale il Pontefice
analizza i motivi della crisi moderna dell’impegno comunitario.
In tale contesto, nella sua diagnosi
“anti-plutocratica”, Bergoglio individua un male sociale di fondo
la cui estirpazione è necessaria
per risollevare la società mondiale dalla «crisi finanziaria che
attraversiamo». Alla sua origine,
infatti, denuncia il Papa, «vi è una
profonda crisi antropologica: la
negazione del primato dell’essere umano! Abbiamo creato nuovi
idoli. L’adorazione dell’antico vitello d’oro ha trovato una nuova
e spietata versione nel feticismo
del denaro e nella dittatura di una
economia senza volto e senza uno
scopo veramente umano. La crisi
mondiale che investe la finanza
e l’economia manifesta i propri
squilibri e, soprattutto, la grave mancanza di un orientamento
antropologico che riduce l’essere
umano ad uno solo dei suoi bisogni: il consumo» (n. 55).
Questa degenerazione dell’economia, scrive il Papa, è dovuta all’abbandono dell’etica: «La
si considera controproducente,
troppo umana, perché relativizza il denaro e il potere. La si avverte come una minaccia, poiché
condanna la manipolazione e la
degradazione della persona. In
definitiva, l’etica rimanda a un
Dio che attende una risposta impegnativa, che si pone al di fuori
delle categorie del mercato» (n.
57).
Copertina dell’Esortazione
apostolica Evangelii Gaudium
Sulla scia del Santo Padre, sono
molti gli osservatori che, dentro
e fuori la Chiesa, stanno affrontando con la medesima chiave di
lettura la drammatica situazione
del sistema economico e sociale
di oggi, che è in preda alla bramosia del consumo, dell’arrivismo e
dello status symbol. In particolare sull’argomento è da segnalare
il lungo commento sugli aspetti
etico-sociali dell’Evangelii Gaudium pubblicato il 10 gennaio
dall’Osservatore Romano, a cura
dell’arcivescovo di Monaco e Frisinga Reinhard Marx, che è anche
componente del Collegio degli
otto Cardinali istituito da Papa
Bergoglio per affiancarlo nell’opera di riforma della Curia (che,
fra l’altro, si è riunito per la seconda volta, sempre sotto la guida
di Francesco, dal 3 al 5 dicembre
2013).
La tesi di fondo dell’articolo del
porporato, richiamata nel significativo titolo da lui scelto, Oltre
il capitalismo, è che una società
come quella Occidentale dell’ultimo secolo, costruita sull’elogio
del denaro e dell’avidità, è destinata come vediamo alla decadenza assoluta ed all’alienazione dei
suoi membri. Il cardinale premette giustamente che l’attuale dibattito sulla crisi del capitalismo non
nasce perché il Papa si è pronunciato con l’Evangelii Gaudium,
«ma perché, a partire dagli anni
Novanta, abbiamo sperimentato
uno sviluppo sempre più acuto
verso un capitalismo finanziario,
che ha portato a una crisi catastrofica». Questa crisi, però, secondo il Card. Marx non ha finora
portato ad una vera auto-critica
e, di conseguenza, ad un nuovo
orientamento sul modo di concepire la società e l’economia globale. Per questo è secondo lui molto
positivo l’«esteso dibattito» suscitato dall’esortazione apostolica del Pontefice, un «documento
pieno di dinamismo positivo e di
incoraggiamento a testimoniare
il Vangelo», che s’inserisce pienamente nella tradizione dei suoi
predecessori, anche se il suo stile assomiglia «a un’esortazione
profetica, a un incoraggiamento a
pensare e ad agire in modo nuovo».
E’ quindi l’economicizzazione di tutti gli ambiti della vita, la
centralità del denaro, che il Papa
critica duramente in tutta l’esortazione apostolica, sono i fattori
da estirpare nella vita sociale per
tentare la ricostruzione. L’economicizzazione, infatti, spiega
l’arcivescovo di Monaco, «non
ha significato e non significa altro che rendere il ritmo della società dipendente dagli interessi
dello sfruttamento del capitale, e
ciò a livello globale». Questo capitalismo selvaggio, in sostanza,
è considerato come un “evento
naturale” dagli artefici dell’attua-
Cardinale Reinhard Marx
le sistema economico, e il compito degli uomini e della politica
non sarebbe di conseguenza che
quello di adattarsi ad esso. Invece, scrive il Card. Marx, «pensare che da qualche parte esistano
mercati puri, che fanno emergere il bene attraverso la libera
concorrenza è mera ideologia».
Contro le “strutture di peccato”
che questa ideologia ha originato
soprattutto nell’ultimo secolo, si
erge quindi il monito dell’Evangelii Gaudium: «Il denaro deve
servire e non governare!» (n. 58).
Giuseppe Brienza
Quello che spesso si dimentica di dire
U
na bomba ad orologeria
con il conto alla rovescia già avviato sopra le
nostre teste: così, semplificando
e interpretando un po’ l’intervento giornalisticamente, si potrebbe definire il Discorso tenuto
da Papa Benedetto XVI il 21 dicembre 2012 alla Curia romana
in occasione dei rituali auguri
natalizi, uno degli ultimi in assoluto del suo pontificato e forse
il più rilevante dal punto di vista
magisteriale. In quell’occasione,
affrontando il tema dell’ideologia del gender (o ‘gender theory’,
in inglese) in tutte le sue conseguenze pubbliche, specialmente
educative, politiche e culturali il
Pontefice faceva riferimento a un
importante intervento recente del
Gran Rabbino di Francia, Gilles
Bernheim, che - come portavoce
della comunità ebraica - obbligatoriamente sollecitato a dire la sua
in riferimento al progetto di legge Taubira (poi approvato, il 20
aprile scorso), meglio noto come
“Le mariage pour tous”, esponeva
chiaramente, e ordinava in modo
coerente, oltre che laico e interreligioso, una serie di obiezioni di
natura giuridica, antropologica, filosofica e morale all’estensione di
un riconoscimento pubblico quale è il matrimonio a coppie dello
stesso sesso. L’intervento, passato
praticamente sotto silenzio dopo
qualche giorno di vivaci polemiche, è ora messo intelligentemente
a disposizione di chiunque lo voglia leggere grazie a una meritoria
iniziativa editoriale di Gabriele
Mangiarotti di CulturaCattolica.
it (cfr. G. BERNHEIM, Quello
che spesso si dimentica di dire.
Matrimonio omosessuale, omogenitorialità e adozione, Salomone
Belforte & C., Livorno 2013, Pp.
66, Euro 10,00). Il saggio integrale di Bernheim è introdotto da una
presentazione di monsignor Luigi
Negri, Arcivescovo di FerraraComacchio, che riprendendo la riflessione sulle plurisecolari radici
giudaico-cristiane della tradizione
occidentale, riporta l’impostazione del discorso sull’evidenza perenne della legge morale naturale
che precede la nostra esistenza e
quindi confuta alla base ogni pretesa ‘dittatura del desiderio’ della
società contemporanea ben rappresentata da certe espressioni del
linguaggio ormai diventate di uso
comune (“sento così, perciò questo è vero” oppure “la maggioranza sente così e perciò questo
è vero”), sintomatiche del nuovo
“totalitarismo tecnocratico” (p.
12) che tutto omologa e appiattisce nel nome di un egualitarismo
estremo che non conosce confini
né limiti. Su posizioni analoghe si
trova anche un esponente di punta
dell’ebraismo italiano come Giorgio Israel, docente presso l’università La Sapienza di Roma, che
nel suo intervento da intellettuale
laico (“La difesa della religione e
della civiltà”) identifica significativamente nella teoria del gender
“la punta di lancia di una battaglia ideologica volta a distruggere quello che viene chiamato
l’’essenzialismo’ della cultura occidentale” (p. 14) e quindi il suo
patrimonio culturale e spirituale
(non solo meramente religioso)
più autentico, citando come esponente di rilievo di questo percorso
intellettuale l’influente filosofa
statunitense contemporanea Donna Haraway, la più nota teorica
del cyborg (un organismo cibernetico che è allo stesso tempo
uomo e macchina) come metafora tipica della condizione umana
post-moderna: “siamo di fronte
a una battaglia ispirata a un’avversione profonda per le radici
stesse della civiltà e della cultura
occidentali che viene da lontano,
fin da quegli anni sessanta del secolo scorso in cui gli studenti dei
campus statunitensi scandivano
lo slogan “From Plato to Nato”
(“da Platone alla Nato”), che può
far sorridere ma illustra meglio di
lunghi discorsi l’ideologia in gioco” (p. 15).
Il saggio vero e proprio
di Bernheim che segue immediatamente dopo spiega come la lotta
democratica contro l’ingiustizia
e la discriminazione nulla abbia
a che fare con le rivendicazioni
politiche e legislative derivanti
dall’ideologia del gender che invece – come tutte le ideologie nella storia – semmai si caratterizza
proprio per una negazione radicale della realtà esistente e dei dati
per così dire più fattuali. Così, il
rischio “irreversibile” (p. 21) è
quello di dare luogo a una confusione “di genealogie, di norme (il
bambino-soggetto diventa bambino-oggetto) e di identità” (p. 21),
una confusione che si rivelerebbe
nefasta “per l’insieme della società e che fa perdere l’interesse
generale a vantaggio di quello di
una infima minoranza” (ibidem).
Nella prima parte della sua trattazione (“Analisi delle argomentazioni dei sostenitori di una legge”
pp. 23-43) Bernheim, prestando
la voce e la penna ai suoi avversari, si pone delle domande significative e risponde pazientemente
ad ognuna delle rivendicazioni
politiche più diffuse in pubblico
restando sempre – ed è qui il valore aggiunto della testimonianza
– su un piano di laicissima logica
argomentativa e razionale, mentre
nella seconda (“Dietro le discussioni, il confronto di due visioni
del mondo” pp. 45-54) affronta
la questione da una prospettiva
antropologica confrontandosi con
idee come – tra le altre – quelle
della scrittrice Simone de Beauvoir (1908-1986), che in Francia è
stata una delle prime a teorizzare
una distanza netta tra il femminismo biologico e naturale (donne
si nasce) e il femminismo culturale e quindi artificialmente costruito (donne si diventa), fino ad
arrivare alla più recente queer theory che si propone di “far sparire
la differenza sessuale tra uomo
e donna” (p. 47) sostenendo che
“non essendo che una convenzione sociale, l’identità sessuale non
è in alcun caso determinante per
la psiche dell’individuo. Non bisogna, quindi, tenerne conto” (p.
47). La conclusione finale, drammatica nei toni, illumina però
senza retorica l’effettiva posta in
palio: “Di fronte a queste dilaganti rivendicazioni, è legittimo
chiedersi se l’obiettivo dei mili-
tanti non è la distruzione pura e
semplice del matrimonio e della
famiglia, come sono tradizionalmente concepiti. In questo obiettivo, il matrimonio omosessuale e il
diritto all’adozione per le coppie
dello stesso sesso non saranno
che un mezzo per fare esplodere
le fondamenta della società, per
rendere possibile ogni forma di
unione ed, infine, liberare l’uomo
da una morale ancestrale e far
sparire così definitivamente la nozione stessa di differenza sessuale” (p. 49). In appendice del libro,
per approfondire ulteriormente il
discorso a più voci, un contributo
del rabbino di Torino Alberto Moshe Somekh e di suor Maria Gloria Riva, studiosa dell’arte moderna e contemporanea occidentale,
che si concentra sul concetto di
differenza sessuale commentando
l’originale dipinto “Omaggio ad
Apolinnare” - raffigurato in copertina - del pittore ebreo russo,
poi naturalizzato francese, Marc
Chagall (1887-1985) per dire
che “con un anticipo di un secolo
(siamo nel 1911-1912 quand’egli
dipinge quest’opera) [Chagall]
già affermava che la temperatura
di un secolo, le battute o gli arresti di una generazione derivano
proprio dal modo di concepire la
coppia, la distinzione fra i sessi e
la tensione costante della sessualità verso quel compimento che
inevitabilmente per essere raggiunto la trascende” (p. 66).
Omar Ebrahime
6
Informazione Regionale
I volontari Lilt in piazza per la
prevenzione oncologica
dalla
Sicilia
A
ugusta (CT) - Un gruppo
affiatato e motivato di volontari, ovvero di “guerrieri”, come sono stati definiti dal
promotore dell’iniziativa il presidente regionale della LILT (Lega
Italiana Lotta contro i Tumori- sezione di Siracusa) Claudio Castobello, ha “asserragliato”, volendo
mantenere la metafora bellica, la
piazza Duomo di Augusta, domenica scorsa, per promuovere
un evento solidale che coniuga
insieme musica e spettacolo con
N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo
la prevenzione oncologica. La
LILT- sezione di Siracusa, infatti,
sta promuovendo un evento nazionale in collaborazione con la
Sanremo Academy Productions,
al fine di sensibilizzare e di diffondere sempre più capillarmente
nel territorio aretuseo la cultura
della prevenzione oncologica e,
in particolare, con l’ obiettivo
di aprire un nuovo centro diagnostico nella città di Augusta.
Continuano, allora, le iniziative
congiunte tra la LILT e la Sanre-
mo Productions Academy diretta
dal maestro Ermanno Croce che,
dopo aver ospitato lo scorso anno
gli artisti siracusani al teatro Ariston, approda in terra di Sicilia
con due grandi spettacoli ed una
selezione per i prestigiosi Sanremo Promo Awards. Il Teatro Città
della Notte di Augusta ospiterà la
19^ edizione del concorso nazionale “Sanremo Promo Awards”,
che avrà luogo nei pomeriggi del
21 e del 22 marzo con lo scopo di
selezionare i migliori artisti del
centro sud che accederanno alla
semifinale nazionale nel mese di
aprile a Milano, esibendosi davanti ad un pubblico di produttori
e discografici. Dalla semifinale
milanese usciranno i cinque finalisti che si contenderanno, infine,
i Sanremo Promo Awards 2014.
L’Accademy offre, inoltre, due
spettacoli: il primo, che andrà in
scena venerdì 21 marzo alle 21,
si tratta di un musical dal titolo
“Ciao Lucio”, nato da un’idea del
maestro Ermanno Croce, in collaborazione con Iskra Menarini e
Carmela Moffa. Un vero viaggio
musicale attraverso le canzoni, i
filmati e le testimonianze dirette,
che ricordano Lucio Dalla, per far
rivivere le molteplici eterne emozioni che il cantante bolognese ha
regalato con i suoi brani; unico
spettacolo riconosciuto ed approvato dai familiari di Lucio Dalla,
che prevede anche una versione
didattica proposta alle scuole nelle mattine di venerdì 21 e sabato
22 marzo, alle 10.30. Ancora una
serata di solidarietà è in programma sabato 22 marzo alle 21, che
ospiterà sul palco megarese il musical “I migliori anni della nostra
vita”, in cui saranno proposti quei
brani che hanno fatto crescere
intere generazioni, le hits di successo di Battisti, Zero, Zucchero,
Cocciante, inframmezzati dalla
partecipazione straordinaria del
noto cabarettista Giovanni Cacioppo. Un ricchissimo programma, due giornate intere di musica
e spettacolo in favore della LILT
“per un mondo senza più tumori”.
Il ruolo delle donne infortunate
e invalide sul lavoro
R
agusa - “Le donne sono
madri, mogli, lavoratrici
e anche badanti. Quando
a questi aspetti si aggiunge anche
quello dell’invalidità il quadro si
complica. Ma noi siamo qui per
lanciare un chiaro messaggio.
Le donne non devono arrendersi. E noi siamo vicini a loro, così
come facciamo da quindici anni
a questa parte”. Lo ha detto il
presidente nazionale dell’Anmil,
Franco Bettoni, sabato 8 marzo a
Ragusa, partecipando all’iniziativa promossa dal locale gruppo
Donne, guidate dalla presidente
territoriale Maria Agnello, con la
collaborazione della presidente
territoriale di Siracusa, Giorgia
Lauretta. Un tema molto sentito
dall’Associazione nazionale fra
mutilati ed invalidi del lavoro
quello de “Le abilità residue delle
donne infortunate sul lavoro” che
è stato affrontato nel corso di un
incontro a cui hanno partecipato,
oltre agli associati iblei, anche i
presidenti dei Consigli territoriali provinciali siciliani assieme al
neo presidente regionale Antonino Capozzo, ragusano, eletto
appena ieri pomeriggio nel suo
nuovo ruolo. “Per me è un grande onore – ha affermato Capozzo – avere concretizzato la mia
prima uscita pubblica
a Ragusa. Ho detto
che sarò il presidente
di tutti e mi assumerò
in pieno questo impegno. C’è parecchio da
lavorare nella nostra
regione per superare i
problemi legati ad una
questione
culturale
che, purtroppo, investe donne e uomini
infortunati e invalidi
del lavoro. Nei prossimi giorni illustrerò
il mio programma ma
intanto voglio fare
sentire la mia personale vicinanza a tutti
gli associati iblei e
non solo. Cercheremo di fornire risposte
sempre più puntuali”.
Nel suo intervento,
Bettoni, intervenuto a
Ragusa assieme al direttore generale dell’associazione nazionale,
Sandro Giovannelli, ha ricordato
che “una donna infortunata, proprio perché costretta ad essere
inquadrata nei molteplici ruoli
che ho già ricordato, ha maggiori difficoltà, rispetto ad un uomo,
ad integrarsi. Se però questo percorso le viene in qualche modo
agevolato all’interno del nucleo
familiare, è all’esterno, nella società, che si riscontrano ostacoli a
prima vista insormontabili. E noi
stiamo lavorando proprio per questo. Per fare in modo che tale gap
culturale possa essere colmato e
superato. E’ un disagio che investe tutto il nostro Paese, da Nord
a Sud. Le donne infortunate ed
invalide perdono, spesso, il posto
di lavoro o sono messe nella condizione di andarsene. Dobbiamo
evitare che accada. La battaglia
che conduciamo è una battaglia
di genere. L’attenzione verso le
donne, a maggior ragione verso
le donne infortunate e invalide
del lavoro, sarà sempre crescente
da parte dell’Anmil”. Il direttore
generale Giovannelli, ringraziando l’associazione di Ragusa per
l’ospitalità, ha comunicato quali
saranno le novità normative che
potranno interessare a breve gli
associati anche se è stata richiesta una maggiore attenzione da
parte del nuovo Governo nazionale soprattutto perché, modificandosi continuamente gli assetti
parlamentari, si rischia il blocco
di percorsi legislativi già avviati,
costretti a subire continui intoppi.
La presidente territoriale di Ragusa, Maria Agnello, ha ringraziato i prestigiosi ospiti per avere
accolto l’invito della sede locale
dell’Anmil ricordando che “, per
noi, l’8 marzo, è un momento particolare. Un momento in cui ricordiamo che le numerose battaglie
che ci riguardano non sono finite.
Ma siamo pronte ad andare avanti e ad affrontarle”. Al termine
dell’incontro, una delegazione di
soci Anmil, guidata dal presidente
nazionale Bettoni e dal presidente
regionale Capozzo, si è recata in
viale del Fante per depositare una
corona d’alloro dinanzi al monumento ai caduti sul lavoro realizzato dal maestro Franco Cilia,
presente per l’occasione alla cerimonia. Un momento significativo
e toccante che ha chiuso nella maniera più adeguata una giornata
ricca di spunti.
La delegazione dinanzi al monumento ai caduti di viale del Fante
Volantari lilt
A Etnapolis bambini “spettattori”
con l’Opera dei Pupi
C
atania - A Etnapolis bambini “spett-attori” con
l’Opera dei Pupi. Avvia
percorsi inediti, infatti, la nuova
generazione della storica famiglia
Napoli che, sul palco di Etnapolis, in occasione della Festa della
Donna, ha messo in scena uno
spettacolo interattivo introducendo nuove tecniche teatrali per
l’episodio “Vi cuntu e vi cantu…
l’arrivo di Angelica a Parigi”. Insieme alla protagonista Angelica,
infatti,che a Parigi fa innamorare
di sé il conte Orlando, sul palco in
veste di cavalieri e paladini sono
intervenuti - armati di spada, elmetto e scudo - anche bambine e
bambini del pubblico.
Una sorpresa per grandi e piccini, veder trasformati i piccoli
visitatori di Etnapolis, in veri paladini di Francia, protagonisti di
qui “cunti” che hanno animato
l’infanzia di generazioni di sici-
liani. Davide Napoli lo aveva anticipato: “Coinvolgeremo anche il
pubblico per far comprendere sia
l’arte dei pupari dietro le quinte,
ma anche le dinamiche di uno
spettacolo che da sempre conquista gli spettatori con storie che
sfumano nella leggenda”. L’Opera dei Pupi, tra l’altro, dal 2008 è
stata dichiarata dall’Unesco fra i
patrimoni dell’Umanità.
Domenica pomeriggio, grande
partecipazione ai laboratori creativi di pupi ecologici: è qui che,
riciclando i cartoni dei negozi di
Etnapolis, hanno preso vita pupi
coloratissimi ispirati alle storie di
“Orlando, Rinaldo e della Bella
Angelica”. I personaggi leggendari della “Chanson de Roland”
- ritagliati su cartoncino e dipinti con pennelli in colori vivaci –
sono diventati il souvenir di una
domenica spensierata trascorsa
giocando in compagnia.
EP, bambini spett-attori con i pupi dei Fratelli Napoli (ph. Gisella Lauria)
INSERTO
N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo
Corriere Letterario
A cura di Antonio D’Ettoris
Olschki pubblica la
rivista “Gradiva”
A
partire dal 2013 la rivista
“Gradiva.
International
Journal of Italian Poetry”
è pubblicata dalla Casa editrice
Olschki in collaborazione con
l’Associazione Gradiva.
“Gradiva”, attualmente diretta da Luigi Fontanella, è uno dei
più longevi periodici di poesia e
poetologia italiana diffusi a livello internazionale. Pubblica sia
testi originali che studi critici ed
è particolarmente attenta alla produzione letteraria novecentesca e
contemporanea.
Fondata da Adriano Berengo
nel 1976 come rivista di letteratura e psicanalisi, dal 1982 ha
aperto le porte anche a nuove
impostazioni critiche e a testi
poetici inediti, per assestarsi nel
2000 sulla sola poetologia. Tra i
suoi collaboratori può vantare,
per il passato, Cesare Garboli,
Dante Della Terza, Alfredo Giuliani, Glauco Cambon, Octavio
Paz, Edoardo Sanguineti, Giuliano Manacorda, e attualmente
Giorgio Baroni, Luigi Bonaffini,
Alfredo De Palchi, Barbara Carle,
Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Jonathan Galassi, Laura Lilli,
Valerio Magrelli, Plinio Perilli,
Robert Pinsky, Rebecca J. West.
Fedele alla sua vocazione internazionale, “Gradiva” dedica ampio
spazio alla traduzione di poeti
italo-americani e propone in versione inglese una selezione della
migliore poesia italiana contemporanea.
L’annata 2013 è costituita ancora da un fascicolo doppio, mentre
a partire dal 2014 la rivista uscirà
con cadenza semestrale in fascicoli singoli.
La copertina di Gradiva
7
Lingua italiana: la Crusca
interrogata risponde
D
opo
quasi
vent’anni
dall’apparizione del volume La Crusca risponde
(1995), ne appare il seguito: La
Crusca risponde. Dalla carta al
web (1995-2005), a cura di Marco
Biffi e Raffaella Setti, con prefazione di Nicoletta Maraschio, da
alcuni anni presidente dell’Accademia della Crusca. Il volume
esce presso Le Lettere (pp. 260,
€ 22). Sono riportate le risposte
a circa duecento nuovi quesiti
sul lessico e sulla grammatica
dell’italiano, fornite dagli esperti
linguistici della celebre Accademia, i quali affrontano i più svariati casi di sintassi, etimologia,
pronuncia, grafia, spaziando dai
neologismi ai forestierismi, dal
parlato allo scritto al linguaggio
in uso nei nuovi mezzi di comunicazione. La “Consulenza Linguistica” della Crusca risponde
- sia attraverso il semestrale La
Crusca per voi, sia mediante il
sito accademiadellacrusca.it - a
domande che arrivano a centinaia ogni anno. Il dialogo con
scuole e “amatori della lingua”,
inaugurato dall’allora presidente
dell’Accademia Giovanni Nencioni nel 1990 con la fondazione
della rivista, è proseguito sotto la
direzione di Francesco Sabatini e
si è ampliato, grazie alla rete, in
modo straordinario. In tal modo
si è aperto a un pubblico vasto ed
eterogeneo, perfino non italiano.
Marco Bertoncini
La copertina del libro
“Navi uomini e deità nel Mediterraneo antico”
P
er l’edizione Capone è stato
pubblicato l’ultimo lavoro
di Orazio Ferrara :”Navi
uomini e deità nel Mediterraneo
antico”.
Orazio Ferrara, nato a Pantelleria nel 1948, vive in provincia di
Salerno.
Il libro narra della affascinante
storia degli uomini che vivevano
sul Mediterraneo antico.
Narra dei miti, dei riti, delle
scoperte, delle battaglie, dei trionfi sul mare, delle navi che solcavano le azzurre acque di quello
che i romani chiameranno poi
Mare Nostrum.
L’autore racconta di Melqart,
Colui che estende l’orizzonte, che
apriva nuove e sempre più lontane
rotte ai marinai spingendoli a raggiungere quella sottile linea blu,
dove il cielo incontra il mare, e
della benefica Asherah, Colei che
cammina sul mare, che al mattino indicava ai naviganti la via
del giorno e alla sera quella della
notte.
Ma racconta anche della nave
siro-palestinese di Ulu Burun
della tarda Età del bronzo e del
Elisabetta Piqué
Francesco
Vita e rivoluzione
Lindau - pp. 384 €. 19,00
Muovendosi su un terreno che conosce molto
bene, Elisabetta Piqué ci presenta il ritratto di un
uomo di grande umiltà, gentile ma deciso, che
ha più volte messo in gioco la sua vita durante
la dittatura militare in Argentina, che si muove
con naturalezza ai vertici del potere, senza mai perdere il suo formidabile senso
dell’umorismo. Raccogliendo centinaia di testimonianze, spesso inedite, di persone a lui vicine, l’autrice delinea un affresco completo che per la prima volta abbraccia il
passato, il presente e il futuro del Papa.
Quasi una vita di Gesù è un saggio che ricostruisce, Georges Bernanos
partendo dai testi autografi di Bernanos, un progetto Quasi una vita di Gesù
da lui a lungo pensato, ma che si decise a scrivere
San Paolo
solo nei suoi ultimi mesi di vita, quando ormai era
pp.
112 €. 7,90
gravemente ammalato. E infatti Bernanos morì prima di poter realizzare la sua Vita di Gesù e di essa abbiamo soltanto il frammento iniziale, che viene proposto in due pagine a stampa subito dopo l’Introduzione del curatore. Poche righe che però esprimono chiaramente il suo desiderio di
scrivere una vita di Gesù per le persone semplici e umili: «Vorrei parlare di Gesù Cristo
molto semplicemente agli uomini che non lo conoscono più, vorrei parlarne dalla soglia di
una chiesa o dietro un pilastro, da povero uomo come gli altri».
suo ricchissimo carico; dell’ammiraglio cartaginese Annone che,
superato lo Stretto di Gibilterra,
naviga in quel vasto e sconosciuto oceano, dove tramonta definitivamente il sole; della splendida
Nike di Samotracia, esaltazione
plastica del divino che scende e
celebra l’uomo, spingendolo a
cercare il suo destino più alto sul
mare.
Michele Gaetani
La copertina del libro
Sembra che la questione del Giudizio finale,
Balmary, Marguerat
Andremo tutti in paradiso quello in cui, alla fine dei tempi, Dio giudicherà i
Paoline - pp. 194 €. 17,90 “buoni” e i “cattivi”, non sia più “di moda”. Dopo
secoli di “terrorismo sacro” che ha alimentato la
paura dell’inferno, lo spirito moderno ha preso le distanze dall’immagine di un
Dio giudice. Tuttavia, l’idea che ci sia una ricompensa per le azioni che ciascuno
ha compiuto nella propria vita continua a suscitare interesse e si fa interprete di
una sorta di desiderio di rivalsa contro il Male, che pare assediare il nostro mondo. In queste
pagine, la psicanalista Marie Balmary e il teologo Daniel Marguerat affrontano la questione
alla radice: quella dei testi biblici, che – almeno all’apparenza – sono molto severi al riguardo
(anche quelli evangelici).
Sulla base di alcuni pionieristici studi recenti e Cappelletti, Ghelfi, Vicentini
grazie a una lunga ricerca d’archivio, il volume
Una storia silenziosa
traccia un quadro articolato del collezionismo Marsilio - pp. 256 €. 28,00
privato a Ferrara nel XVII secolo, riportando
alla luce personaggi e fatti di una realtà poco conosciuta ma ricca di novità e
talenti, in cui il passato cinquecentesco è il motore e l’ispiratore di una cultura
artistica originale e attrattiva per gli altri centri italiani, legata inizialmente alle
presenze di Guercino, di Scarsellino e Carlo Bononi. I viaggi e i contatti di artisti, committenti e collezionisti contribuiscono ad alimentare una storia silenziosa ma avvincente.
Ferdinando Montuschi
Gli equilibri dell’amore
Edb - pp. 144 €. 12,00
Le storie dei senza fissa dimora (clochard, senza tetMichele Capitani
Romanzi non scritti to, barboni, come sono chiamati) sono tutte diverse,
Edb - pp. 192 €. 16,50 interessanti, irripetibili, ma con alcuni tratti comuni:
la povertà, la paura, la solitudine, i sogni. Un’intera
letteratura, anche sociale, ritiene che le persone senza dimora abbiano fatto una
scelta di vita e che la loro condizione è solo il frutto di una responsabilità personale. Sappiamo, e il libro lo testimonia con forza, che non è così. Al contrario
emerge il disperato sforzo di tanti “invisibili per i più” di diventare “visibili”, poter accedere
ai servizi sociali e sanitari, avere un alloggio modesto e un po’ di salute.
Amare per dovere è la peggior sorte che possa capitare all’amore. Eppure accade spesso che la mancanza di consapevolezza di ciò che avviene nella
vita affettiva e l’incapacità di cogliere i condizionamenti della propria storia e dei propri vissuti rendano faticosa la ricerca di un
equilibrio tra la cura di sé e l’attenzione per gli altri. La capacità di accogliere,
condividere e rendersi disponibili quando le persone e i fatti implicitamente lo
richiedono è uno degli esiti naturali, ma non scontati, dell’accettazione incondizionata di se stessi e della costruzione armoniosa della propria identità personale.
Gelosia e invidia: la paura di perdere ciò che
Valentina D’Urso
si ha e il desiderio di possedere ciò che non
Psicologia della gelosia e
si ha. Sono le emozioni più legate al posdell’invidia
sesso, intervengono in molti nostri pensieri,
Carocci - pp. 170 €. 14,00
nei nostri progetti, rimpianti, soddisfazioni
e delusioni; in definitiva influiscono in modo significativo sul nostro grado di
benessere. In questo volume gelosia e invidia sono inserite in un ampio quadro
di processi emotivi e quindi esaminate singolarmente da vicino nel loro rapporto con l’ambiente culturale e con le situazioni concrete.
L’indagine sonda le origini ‘concettuali’ del
Fabrizio Ammetto
doppio-concerto per due violini in Vivaldi,
I concerti per due
la natura, la disseminazione e la relazione
violini di Vivaldi
reciproca delle fonti, occupandosi anche Olschki - pp. XXXII-368 €. 38,00
dell’analisi delle composizioni. Seguono
una descrizione dei concerti per due violini di Telemann e Bach, una ricostruzione - effettuata dall’autore - dei due concerti incompleti RV 520 e 526 di Vivaldi, un elenco
completo delle edizioni moderne dei suoi concerti per due violini e una discografia scelta
degli stessi.
LIBRI DA LEGGERE
8
LIBRI
INSERTO
Cinzia Bearzot
Il federalismo greco
Il Mulino
pp. 116 €. 11,00
L’antica Grecia ebbe nella
polis la forma principale di
organizzazione politica, e sulla polis è centrato il pensiero
politico greco. Non meno importante però fu il federalismo.
Il volume traccia un sintetico
profilo di questa particolare
forma di stato.
è
LEGGERE
CULTURA
Una casa senza biblioteca è
come una fortezza senza armeria
(da un antico detto monastico)
a cura di Maria Grazia D’Ettoris
Potere, politica, legge: l’eredità di Benedetto XVI
“
Dedicato a Papa Ratzinger l’ultimo numero del Bollettino
di Dottrina sociale della Chiesa
Potere, politica, legge: l’eredità di Benedetto XVI” è il
titolo del “Focus” tematico
dell’ultimo numero, appena pubblicato dalle Edizioni Cantagalli
di Siena, del “Bollettino di Dottrina sociale della Chiesa” (anno
IX, n. 4/ottobre-dicembre 2013,
pp. 48), dedicato all’eredità di
Papa Ratzinger, ad un anno dalla
sua rinuncia al pontificato.
Diretta da Stefano Fontana,
questa rivista si avvale di collaborazioni internazionali ed è pubblicata anche in Spagna ed America
Latina. Esce con cadenza trimestrale (4 fascicoli annui) a cura
dell’Osservatorio Internazionale
“Cardinale Van Thuân”, il cui presidente è Monsignor Giampaolo
Crepaldi, Arcivescovo di Trieste.
Anche questo numero monografico, come di consueto, si apre
con l’editoriale di Mons. Crepaldi, intitolato Il posto di Dio
nel mondo. Il vescovo triestino
vi sottolinea una delle specificità
dell’insegnamento di Benedetto
XVI, cioè quella di spiegare chiaramente come di fronte a Dio non
esistano “neutralità”, né da parte
delle persone né da parte delle società. «Costruire un mondo senza
Dio - scrive Crepaldi - non vuol
dire costruire un mondo neutro.
Un mondo senza Dio è un mondo
senza Dio e non un mondo neutro.
In questo modo Benedetto XVI,
che ha avuto sovente parole di apprezzamento per le società caratterizzate da una “laicità aperta”,
ci ha insegnato a non illuderci che
possa esistere una laicità che non
accetti la centralità di Dio esimendosi dall’essere perciò contro
Dio e contro l’uomo».
Sullo stesso tema, ma da una
angolazione diversa, verte il saggio del Direttore responsabile
della rivista, il prof. Fontana, Le
preoccupazioni di Benedetto XVI
e la Dottrina sociale della Chiesa.
A fronte dell’enorme, inedita, urgenza cui si trova di fronte oggi la
Chiesa e la comunità internazionale, vale a dire la ricostruzione
dell’umano a partire dalla riproposta di Dio, Fontana evidenza il
fatto assolutamente «significativo
che Benedetto XVI abbia insistito sulla legge morale naturale in
una cultura che rifiuta il concetto
stesso di natura».
Ai vari aspetti del Magistero
ratzingeriano sono quindi dedicati
tutti gli altri contributi del nume-
C
ro, fra i quali Il contributo della
Chiesa alla politica secondo Joseph Ratzinger-Benedetto XVI,
di Arturo Bellocq, docente nella
facoltà di teologia della Pontificia
Università della Santa Croce, Il
diritto naturale in Benedetto XVI,
del teologo bolognese don Gianluca Guerzoni e Carità e verità
nella Deus Caritas Est del giornalista cattolico Fabio Trevisan.
Il Bollettino DSC si riceve per
abbonamento ma è anche reperibile nelle principali librerie cattoliche.
Giuseppe Brienza
La copertina del bollettino
onservali nella tua
Joseph Ratzinger
Benedetto XVI
Il posto di Dio nel mondo
Cantagalli
pp. 264 € 14,00
Un libro in cui è raccolto il pensiero di Benedetto XVI su tutto ciò che ha a che fare con
la gestione della cosa pubblica, la legislazione ispirata ai principi fondanti la dignità
umana, l’amministrazione e il bene comune,
la società orientata ai principi di solidarietà
e sussidiarietà, la democrazia, l’ordine internazionale, la buona politica, l’etica della
politica, i diritti umani, la responsabilità del
legislatore, i principi che devono ispirare i
cattolici impegnati in politica.
Georges Bensoussan
L’eredità di Auschwitz
Come ricordare?
Einaudi
pp. XIII-198 €. 20,00
“La memoria di Auschwitz è una memoria
viva, non legata al solo martirologio. La
commemorazione, come l’insegnamento,
non portano da nessuna parte se si limitano a
far riflettere sull’orrore. La loro importanza
consiste nel riesame politico e non moraleggiante della nostra civiltà”, scrive Georges
Bensoussan. Un libro fondamentale che ci
invita ad adottare un approccio critico più lucido e diretto, perfino provocatorio: la Shoah
è stata un’aberrazione imprevista e unica nel
corso della Storia, o piuttosto una sua inevitabile evoluzione?
B
A cura di Bernardo Cervellera
Asia
La sfida del terzo millennio
I dieci anni di AsiaNews
Cantagalli - pp. 216 €. 13,00
Il volume pubblicato in occasione dell’anniversario dalla fondazione dell’Agenzia giornalistica AsiaNews ripercorre le tappe attraverso cui le pagine web di AsiaNews sono
divenute sempre più una fonte indispensabile
di informazione sulla vita sociale, politica,
economica e religiosa in Asia.Con il messaggio di Papa Francesco ad AsiaNews.
Erich Lehmann
La guerra dell’aria
Il Mulino
pp. 230 €. 20,00
Il volume ricostruisce la vita e l’opera di
Giulio Douhet (1869-1930), primo teorico
del bombardamento strategico e difensore
dell’indipendenza dell’arma aerea, scrittore
militare di fama internazionale in particolare per il trattato “Il dominio dell’aria” (1921
). La vasta documentazione inedita consente
all’autore di ricostruire nel dettaglio la carriera di questo ufficiale intransigente il quale,
pur di diffondere la sua visione della politica
aerea e militare italiana, non esitò a entrare
in rotta di collisione con i superiori, pagando
persino col carcere le sue convinzioni.
N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo
Pierfrancesco Prosperi
La demolizione di
Auschwitz
Leone
pp. 280 €. 13,00
È soddisfatto di sé Roger Federman, contitolare della più
importante ditta di demolizioni della California del 2015.
Gli affari vanno a gonfie vele,
è un uomo che si compiace di
fare bene il suo lavoro; se c’è
da distruggere qualcosa e far
sparire i resti come se non ci
fossero mai stati, lui è l’uomo
giusto. L’amore per il suo lavoro gli consente anche di lenire
il dolore per la morte della moglie, l’adorata Laura, stuprata e
uccisa anni prima da un teppista. Tutta la sua vita però subisce
una brusca svolta quella sera in cui, nella luce incerta del crepuscolo, vede avanzare verso la sua casa un ometto dall’aria
stranamente, assurdamente familiare. Quarantacinque anni,
altezza media, esile con tendenza alla pinguedine. Baffetti,
occhiali a pincenez, occhi piccoli e scuri dal taglio sottile e
inclinato che gli danno un’aria vagamente giapponese. D’un
tratto ricorda dove lo ha visto: nelle vecchie foto in bianco
e nero, nei filmati sulla Seconda guerra mondiale. È proprio
Heinrich Himmler, il ministro degli Interni di Hitler. Oppure il
suo fratello gemello...
Emanuela Zuccalà
Sopravvissuta
ad Auschwitz
Paoline
pp. 155 €. 9,90
Quando fu liberata, con l’arrivo degli Alleati, Liliana Segre
aveva 14 anni e pesava 32 kg.
Come abbia potuto sopravvivere nell’inferno di Auschwitz
in quelle condizioni, non sa
spiegarselo ancora oggi. Non è
mai più ritornata ad Auschwitz.
Dopo tanti anni di voluto silenzio, la donna ha deciso di testimoniare per una serie di ragioni private e universali insieme:
il debito verso i suoi cari scomparsi ad Auschwitz; la fede nel
valore della memoria, e nella necessità di tenerla viva per tutti
coloro che verranno dopo. L’esperienza inumana del periodo di
deportazione, non ha condizionato la sua volontà di essere una
donna di pace e di perdono. E racconta soprattutto per i giovani
e per gli adulti che si occupano di giovani. Per tutti è importante conoscere ciò che successe allora e ricordare… perché simili
aberrazioni della storia non si ripetano più.
iblioteca
A cura di Maurizio Bossi
Giovan Pietro Viussex
Olschki
pp. XLII-352 €. 35,00
Fin dalla fondazione a Firenze nel 1819
del suo Gabinetto Scientifico Letterario,
Giovan Pietro Vieusseux svolse un’intensa
opera di mediazione culturale fra la penisola e l’Europa, favorendo così il progressivo
formarsi nella prima metà dell’Ottocento
di una moderna coscienza italiana. Attraverso le potenzialità di un’Italia in cerca
di se stessa emerge dal volume un quadro
complessivo e problematico di un’Europa
in forte movimento.
Giorgio Jossa
Tu sei il re dei giudei?
Carocci
pp. 250 €. 21,00
Convinto che dopo la “riscoperta” del Gesù
ebreo lo studioso non possa esimersi dal collocarne la vicenda nel contesto storico, e che
le nostre fonti forniscano tuttavia alcuni dati
storici essenziali, Jossa delinea uno sviluppo
coerente della sua vita e del suo pensiero, in
cui gli aspetti della personalità e i temi della
predicazione non soltanto si intrecciano strettamente ma si modificano anche progressivamente. Ne risulta un’immagine complessiva
in grado di spiegare in maniera convincente
l’azione, i contrasti e la morte di Gesù.
P. F. De Marchi, D. Galli
Litigare è un’arte...
che si impara
Paoline - pp. 136 €. 12,00
L’ambiente scolastico è sempre più interessato
da comportamenti conflittuali che possono
sfociare in dinamiche disfunzionali e patologizzanti. Il progetto presentato dalle autrici è
stato realizzato in alcune scuole medie inferiori
a Novara negli anni scolastici 2005/2006 e
2006/2007 e prevede un percorso formativo per
docenti (quattro incontri a cadenza settimanale)
e uno per studenti (cinque incontri a cadenza
settimanale).
Domenico Fisichella
Dittatura e monarchia
Carocci
pp. 415 €. 22,00
Sul piano internazionale il fascismo si muove tra Francia e Gran Bretagna da una parte,
Germania dall’altra. Le sfide si susseguono
su diversi terreni: delitto Matteotti, Patti
lateranensi, depressione del 1939, imprese
coloniali, guerra civile spagnola, legislazione razziale, seconda guerra mondiale. È
in questo ampio scenario che si colloca il
problema delle relazioni tra dittatura e monarchia.
N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo
Letteratura Mediterranea
INSERTO
Quando ci si può guardar soffrire e raccontare quello che si è visto, significa che si è nati per la letteratura.
Specie rare
Giovanna Crisà
A
lcune lettere inedite di Mendel e un
drammatico episodio d’infanzia sono l’eredità che lega Antonia a suo
nonno. Perso nel limbo fra
ricordi e realtà, il vecchio
Linnaeus combatte con la
scomparsa della sua leggendaria memoria. Due biologi
marini si innamorano sulla
labile linea di confine fra
terra e mare, ma devono
fare i conti con la labilità
dei sentimenti. Di racconto
in racconto, Andrea Barrett
applica il suo sapiente microscopio narrativo a queste
e altre «specie rare», personaggi eccezionali per sete di
conoscenza e anticonvenzionalità, ma comunissimi
nella loro dolente umanità.
Se la scienza è una lente
d’ingrandimento che permette di leggere il grande
libro della natura, la letteratura è un prisma con cui
scomporre, analizzare e descrivere le mille componenti
della vita. È così che l’amore per la scienza si combina alla scienza dei rapporti
umani, producendo una
straordinaria serie di storie
Caterina Bonvicini
Correva l’anno del
nostro amore
Garzanti
pp. 266 €. 16,40
N
Ti ricordi la Casa Rossa?
M
entre una madre
perde inesorabilmente la memoria,
il figlio non fa che ricordare,
anzi impara a ricordare. Il
racconto della Casa Rossa è
questo viaggio inversamente proporzionale, perché ora
il tempo non fa più da fissativo ma da solvente: il dissolversi delle memorie della
madre è il set dei ricordi del
figlio. Nell’itinerario percorso in direzioni contrarie
c’è la ricerca di un appuntamento, la rinnovata speranza di incontrarsi in qualche
fortunato luogo dell’anima.
Come la Casa Rossa, nel
Cilento, dove si trovano le
radici e le memorie, assie-
C
me autentiche e mitiche, di
una famiglia. Risalendo di
ricordo in ricordo, Giulio
Scarpati “riracconta” alla
madre, affetta dal morbo
di Alzheimer, la storia della sua famiglia: ripercorre
tutte le tappe del consueto
viaggio a Licosa, per anni
loro meta estiva e luogo a
lei particolarmente caro, fa
il ritratto nitido della persona vitale che era prima
di ammalarsi, percorre ogni
possibile strada per farla reagire e restituirle i ricordi
delle cose, dei nomi, di una
vita intera. E attorno alla
Casa Rossa, il cuore della
memoria condivisa, ruotano
gli aneddoti più malinconi-
Born to run
hristopher McDougall, giornalista, ex
inviato di guerra e
runner dilettante, in questo libro straordinario ci
racconta il suo viaggio avventuroso sulle tracce dei
Tarahumara, una popolazione che vive nei selvaggi
Copper Canyon dello stato
messicano di Chihuahua.
I Tarahumara - «il popolo
più gentile, più felice e più
forte della terra» - sono i più
grandi runner di tutti i tempi, capaci di correre decine
di chilometri in condizioni
estreme senza apparente
fatica e senza subire infortuni. Il loro segreto consiste in una dieta frugale ma
perfettamente equilibrata
(se escludiamo il topo alla
griglia e un distillato locale piuttosto alcolico di cui
sono ghiotti), in una tecnica
della corsa particolarmente
efficace e in un atteggiamento mentale più simile
alla saggezza del filosofo
che all’aggressività a cui i
nostri campioni ci hanno
abituato.
Coinvolgente e ironico,
McDougall punteggia il
suo racconto di aneddoti su
grandi corridori del passato
come Emil Zatopek o Roger
Bannister, e di singolari scoperte, arricchite di consigli
tecnici e dati scientifici, sul
mondo delle ultramaratone.
Sapevate che la dieta ideale per un ultramaratoneta è
quella vegetariana? E che
più le scarpe da running
sono ammortizzate più sono
pericolose, e che quindi il
modo migliore di correre è
indossare le scarpe peggiori? E avreste mai immaginato che i corridori raggiungono il picco della velocità a
27 anni, dopo di che comincia un lento ma inesorabile
declino? Ma anche che a 65
anni, grazie all’allenamento, possono ottenere le stes-
ci e più divertenti, a partire
dal periodo della guerra e
dai vecchi rituali cilentani, l’esplorarsi dei corpi, la
scoperta del sesso. Passando
per le vicende del Giulio angelo biondo, ragazzino sempre obbediente, al quale si
contrappone l’alter ego Giulio il pazzo, meno inquadrato e più artista.
Giulio Scarpati
Ti ricordi la
Casa Rossa?
Mondadori
pp. 140 €. 16,00
se prestazioni di quando ne
avevano 19?
G.C.
Christopher McDougall
Born to run
Mondadori
pp. 396 €. 17,50
Èdouard Bourdet
Brendan O’Carroll
I marmocchi di Agnes
Beat
pp. 384 €. 9,00
in cui l’invenzione romanzesca è intessuta di elementi
reali, la curiosità scientifica
è intrecciata alla passione, la
storia è intimamente legata
alla contemporaneità.
Andrea Barrett
Specie rare
Dedalo
pp. 288 €. 16,00
9
el giardino di una
villa, Olivia e Valerio giocano felici. Sono cresciuti insieme
e da sempre sono amici
inseparabili. Eppure provengono da mondi molto
diversi: Olivia è l’erede
di una ricca famiglia di
costruttori, mentre Valerio
è il figlio del giardiniere
e della cameriera. Differenze profonde nell’Italia
violenta e instabile degli
anni Settanta. Differenze
che per due bambini come
loro non significano nulla.
Geraldine Brooks
Annus mirabilis
Beat
pp. 334 €. 16,00
666: la peste da Londra arriva a Eyam
attraverso un pezzo
di stoffa. E la trasporta fino alla casa di Anna
Frith, una servetta vedova
con due bambini, che in
cambio di qualche soldo
ospita un giovane sarto
innamorato di lei. Manipolando la stoffa, il sarto
diventa la prima vittima
della terribile malattia.
Attraverso la voce e lo
sguardo di Anna, assistiamo al drammatico e incalzante susseguirsi degli
eventi. Dalle preghiere,
gli abitanti di Eyam passano alle pratiche magiche e
poi alla crudele caccia alle
streghe, in un innarrestabile crescendo di ottusità
e superstizione.
1
Sono passati tre anni dalla morte di Rosso, il marito, e la
vita non risparmia i colpi bassi ad Agnes Browne. Frankie,
la pecora nera della famiglia, la deruba di tutti i suoi averi
e fugge in Inghilterra. Cathy, da bambina vivace e assetata
di avventure, diventa donna e si fidanza con un poliziotto
di Cork; Mark, che alla morte di Rosso ha fatto da padre
ai fratelli, si sposa; il balbuziente e poco dotato Simon
ottiene un posto da inserviente in ospedale grazie a un esilarante colloquio di lavoro; Rory, il figlio gay, subisce le
angherie di un gruppo di skinhead, ma riesce a diventare
un parrucchiere di successo e a conquistare l’amore di un
collega; infine Trevor, il più piccolo e il più tardo di tutti,
si rivela un bambino prodigio, un artista in erba, un «tesoro nazionale». E la resistenza di Agnes alla corte di Pierre,
il bel francese, si fa sempre più debole… Agnes saprà affrontare tutto questo – drammi, tragedie, commedie – con
lo spirito e l’ironia delle donne irlandesi, sempre pronte a
regalare una battuta o una replica sferzante.
Amity Gaige
Il sogno di Schroder
Einaudi
pp. 280 €. 19,50
«Nel giro di poco tempo avrei avuto a che fare con un
omicidio, con guerriglie tra narcotrafficanti e con un uomo
senza un braccio che correva tenendo una ciotola di formaggio spalmabile sulla testa. ... In seguito mi sarei imbattuto in un Batman Scalzo, nel Nudista, nei Boscimani
Kalahari, nel Mutilato delle Unghie dei Erik Schroder ha
cinque anni quando “senz’altro bene che la mano di mio
padre stretta fra le mie” attraversa la frontiera della Germania dell’Est per non farvi più ritorno; ne ha quattordici
il giorno in cui, nella cupa cittadina operaia di Dorchester, Massachusetts, in cui è cresciuto, s’imbatte nel foglio
che gli cambierà la vita. È l’opuscolo pubblicitario di un
campo estivo sul lago Ossipee e mostra schiere di ragazzi americani felici e ben integrati. Per essere come loro
a Erik basterà farsi come loro: un inglese impeccabile e
senza accenti, una storia famigliare radicata nella cittadina
immaginaria di Twelve Hills, a Cape Cod, un cognome di
provata americanità. Anzi, il più americano dei cognomi,
Kennedy, quello del presidente “Berliner” più amato dai
tedeschi, col cui illustre ceppo potrà magari lasciar intendere una lontanissima parentela. E poco importa se per
raggiungere lo scopo dovrà tagliare i ponti con il suo passato e chi ne ha fatto parte: ogni guerra ha i suoi caduti...
Lucinda Riley
Il profumo della
rosa di mezzanotte
Giunti
pp. 640 €. 9,90
India, Darjeeling. È il centesimo compleanno di Anahita
Chavan, per tutti Anni. La famiglia si riunisce per festeggiarla, ma la sua felicità non è completa perché intorno
alla tavola manca uno dei suoi figli. Anche se un certificato ne testimonia la morte, Anni sa che non è così: i suoi
poteri di sensitiva le dicono che non è morto da bambino, come tutti credono, ma che è ancora in vita. Quindi
lascia ad Ari, uno dei nipoti, il compito di fare luce sul
passato e gliene consegna la chiave: un manoscritto in cui
ha raccolto la storia della sua vita. Inghilterra, Dartmoor.
L’attrice americana Rebecca Bradley è ad Astbury hall sul
set del suo nuovo film. Lord Astbury, schivo proprietario
del maniero, si mostra fin troppo gentile nei suoi confronti
e insiste sulla somiglianza tra Rebecca e sua nonna... Sarà
il viaggio di Ari in Inghilterra e l’incontro con Rebecca
a gettare nuova luce sul periodo inglese di anni durante
la Prima guerra mondiale e sull’amore tormentato tra lei
e Donald, erede di Astbury Hall. Un viaggio alla scoperta delle proprie radici che gli darà modo di scoprire che
anche lui ha le stesse capacità sensitive della nonna e di
svelare i segreti rimasti sepolti per intere generazioni.
Religione
10
Via Crucis tra gli ammalati
R
agusa - Una Via Crucis rivolta ai malati e ai sofferenti. In grado di portare il messaggio di Cristo tra chi ha bisogno di sostegno, di una parola di conforto. E’ quella che è stata animata venerdì 7 marzo, la prima di questo periodo quaresimale,
dal direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale della salute, don Giorgio Occhipinti,
nei reparti dell’ospedale Civile di Ragusa. Un momento pregnante che, partecipato dai
componenti della cappellania ospedaliera e dai volontari dell’Avo, ha coinvolto anche i
medici e gli operatori sanitari oltre ai fedeli che non hanno voluto fare mancare il proprio affetto nei confronti dei numerosi pazienti del nosocomio. “E’ stato un momento
molto sentito, bellissimo – dice don Occhipinti – un momento nel corso del quale è
stata manifestata la sofferenza del Cristo in Croce che ha preso su di sé tutti i peccati del
mondo. Se vogliamo, un accostamento ancora più pieno a questa cerimonia specifica
della Quaresima per quanti vivono una situazione di grave difficoltà fisica e non solo”.
Subito dopo, lo stesso don Occhipinti ha proceduto a benedire i malati presenti nei vari
reparti. L’ufficio diocesano per la Pastorale della salute ha programmato un’altra Via
Crucis per il 14 e 28 marzo e per l’11 aprile all’ospedale Maria Paternò Arezzo con
inizio alle 17. All’ospedale Civile la Via Crucis tornerà il 21 marzo e il 4 aprile a partire dalle 16 ma sarà preceduta, alle 15,30, dalla preghiera della Divina misericordia.
“Invitiamo i fedeli a partecipare – continua don Occhipinti – per fare sentire la propria
vicinanza a chi si trova in un letto d’ospedale e ha bisogno di un caloroso segnale d’aiuto, anche soltanto in termini di presenza”.
N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo
Riflettiamo
con
iflettiamo
con ii Libri
ibri
È una storia bellissima, talmente bella che sem-
Gian Franco Svideroschi
Il Papa e l’amico ebreo
Cairo
pp. 128 €. 10,00
bra nata dalla fantasia di uno scrittore. Invece è
la storia vera di due ragazzi, uno cristiano e uno
ebreo, cresciuti insieme in una cittadina polacca, Wadowice, tra gli anni Venti e Trenta, due
amici per la pelle. La scuola, i compagni, i professori, gli amori, le simpatie
e le inimicizie sono quelli di due ragazzi normali; ma l’epoca in cui vivono
non lo è: l’antisemitismo, l’occupazione nazista, la guerra e le deportazioni cambieranno
la loro vita per sempre. Tuttavia il legame che li unisce, le memorie condivise, si dimostreranno più forti di ogni altra cosa...
Lo scontro tra le fedi cristiane che si apre con la Vincenzo Lavenia
Riforma protestante e il perdurare del conflitto con
Il catechismo
l’islam contribuiscono in età moderna alla rinascita
dei soldati
dell’idea di guerra santa. Per iniziativa dei gesuiti, Edb - pp. 128 €. 9,80
tra Cinque e Seicento compaiono anche i primi catechismi destinati ai soldati, un genere che avrà vasta fortuna assumendo talvolta la forma del libretto illustrato e dello scritto epistolare o diaristico. Rispetto
all’estemporanea predicazione bellica del clero cattolico medievale, si struttura così in
modo nuovo il rapporto tra pietà cristiana e valore militare con l’intento di trasformare la
sciagura della guerra in risorsa spirituale.
Carlos Maria Antunes
Attraversare la propria
solitudine
Paoline - pp. 116 €. 10,00
Il testo, che è una poetica presentazione della
spiritualità cristiana, tratta della necessità di “attraversare la propria solitudine” per imparare a
conoscere veramente noi stessi. Il silenzio e la
solitudine che l’autore propone non hanno niente
a che fare con il chiudersi in se stessi in un atteggiamento individualistico di
intimità emotiva; anzi, si fanno ascolto e apertura all’Altro, agli altri, si fanno preghiera e
accoglienza e sfociano in comunione. Quando abbiamo percorso il pellegrinaggio all’interno del nostro cuore, diveniamo “veggenti”, scopriamo attraverso la misericordia di Dio
sperimentata nella nostra storia la bellezza e le potenzialità dell’altro.
Ottanta piccole storie, tutte con protagoRosario Carello
nista Papa Francesco, per raccontare dove
I racconti di
nascono il coraggio, la simpatia, la coerenPapa Francesco
za, la forza, la fede dell’uomo chiamato nel San Paolo - pp. 136 €. 9,90
2013 a guidare la Chiesa. Ottanta aneddoti
di vita, molti dei quali inediti, che ci aiutano a capire il pensiero e le scelte
di Papa Francesco: la povertà, la sobrietà, il rigore personale, la tenerezza,
la vicinanza alla gente. Storia dopo storia, dalla A alla Z, un viaggio avvincente che getta
una nuova luce su una delle personalità più folgoranti del secolo: Jorge Mario Bergoglio.
A. Ciucci, P. Sartor
In cucina con i santi
San Paolo
pp. 160 €. 17,50
più amati.
Le ricette che hanno segnato le vite dei santi o che
a esse sono ispirate: dai mostaccioli che un’amica
preparava a san Francesco al dolce preferito di Giovanni Paolo II, dai maccheroni di san Pio da Pietrelcina alla polenta per papa Giovanni XXIII. Sessanta
modi di scoprire (e gustare) gli aromi e i sapori che hanno accompagnato i
santi e i beati più amati. Sessanta ricette legate o ispirate alle vite dei santi
In questo piccolo libro, il Patriarca di Venezia ci Francesco Moraglia
invita a ripercorrere i primi passi di fede della co- Atti degli apostoli, gli
munità cristiana. Un invito a “ripensare il nostro
inizi della Chiesa
modo di dire sì a Gesù Cristo”, in chiave personale
Cantagalli
e comunitaria.
pp. 72 €. 4,50
La Via Crucis nei reparti
Tomas Halik
La notte del confessore
Paoline
pp. 280 €. 19,90
Il libro scaturisce dall’esperienza dell’autore che, trascorrendo molte ore in confessionale attraverso l’ascolto attento, paziente e
di continuo discernimento ha potuto toccare con mano delusioni, vuoti interiori, crisi
del “sistema religioso”. L’autore esprime la
convinzione che le crisi (modi di pensare,
esperienze, comportamenti), anche le “crisi
di religione” non vadano evitate o eluse, ma
attraversate e vissute come enormi finestre
di opportunità che Dio apre per ciascuno.
Invita dunque a non cercare un Dio accomodante, bensì a riscoprire il significato del
prendere su di sé la propria croce.
Anna Maria Canopi
Dio amico dell’uomo
Il Vangelo della fedeltà
Paoline
pp. 122 € 9,00
Il Vangelo non è altro che il mirabile documento della fedeltà e dell’amicizia di Dio
nei confronti della creatura umana. Fedeltà
e amicizia che, nella storia della salvezza,
si sono concretizzate e manifestate in Gesù,
Figlio obbediente fino al dono di sé sulla
croce. Nella consapevolezza che Cristo e
la sua Parola rinvigoriscono la fede di ogni
credente per una risposta consapevole e generosa, l’autrice in questo libro, commentando alcuni brani di Vangelo, offre spunti
di meditazione e di riflessione.
I
L
ibri dello
Encicliche di Giovanni XIII
Edb
pp. 256 €. 6,00
Nel 50° anniversario della morte, il volume
raccoglie le otto encicliche firmate da papa
Roncalli, rendendole accessibili al grande
pubblico in formato tascabile e a prezzo
contenuto. Il testo è fornito nella sola lingua
italiana. Ad Petri cathedram. Sacerdotii
nostri primordia. Grata recordatio. Princeps
pastorum. Mater et magistra. Aeterna Dei sapientia. Paenitentiam agere. Pacem in terris.
Emiliano Antenucci,
Maria Gloria Riva
L’arte del silenzio
San Paolo - pp. 96 €. 12,50
Il silenzio è un dono di Dio, non lo si ‘acquista’ e neppure lo si ‘conquista’, ma lo si
riceve in dono. Bisogna, però, desiderarlo e
accoglierlo in cuore umile e povero, pieno
di stupore. Per ‘insegnare’ il silenzio, è stato scelto un suggestivo percorso attraverso
l’arte di un mistico: il beato Angelico. Conducendo dolcemente il lettore a contemplare
gli affreschi del convento domenicano di San
Marco in Firenze, suor Gloria Riva lo aiuta a
cogliere la bellezza spirituale degli affreschi,
così da fare un vero incontro con il mistero
del Verbo incarnato.
S
pirito
PTomas Halikapa Francesco
Lumen fidei
Enciclica sulla fede
San Paolo
pp. 115 € 2,50
Al termine dell’Anno della Fede, la prima,
attesissima enciclica di papa Francesco, dedicata alla fede cristiana e all’identità dei credenti, in un’edizione completa e arricchita da
introduzione e commenti. Introduzione e linee
guida per la lettura di mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la
Nuova Evangelizzazione.
Francesco
Non abbiate paura di
sognare cose grandi
Mondadori
pp. 140 €. 9,90
Dal giorno della sua elezione, papa Francesco
ha dato a tutti l’impressione di parlare un linguaggio semplice e diretto, espressione di un
eccezionale carisma, capace di trasmettere la
gioia e la forza del messaggio cristiano. Un
Papa che fin da subito si è impegnato a parlare
con tutti, con ogni mezzo a disposizione: non
sorprende quindi l’enorme successo riscosso
dal suo account su Twitter, con cui invia ogni
giorno messaggi incisivi, appelli ed esortazioni.
Enzo Pace
Angelo Ficarra
Un vescovo senza Chiesa
Morcelliana
pp. 160 €. 15,00
La vicenda del vescovo di Patti Angelo Ficarra (1885-1959), destituito e assegnato
alla diocesi-fantasma di Leontopoli Augustamnica, è una pagina significativa della
storia dei dimissionamenti forzati di vescovi in epoca moderna. Da uno spaccato
particolare quale è la Sicilia di quegli anni,
il caso Ficarra rende possibile comprendere
non solo un capitolo della storia interna alla
Chiesa italiana tra fascismo e rifondazione
dello Stato democratico, ma anche della
società nazionale intesa come articolazione
del sistema politico e della società civile in
tutte le sue espressioni, in particolare nel
rapporto con il sacro e con il cattolicesimo.
Valerio Lessi
Pietro Sambi
Nunzio di Dio
Cantagalli
pp. 215 €. 16,00
Questo libro ripercorre l’esperienza di
monsignor Pietro Sambi, arcivescovo e
nunzio apostolico dalla fede schietta e certa
e dalle indubbie doti diplomatiche. Dalla
campagna romagnola Sambi è inviato in
Camerun, Israele, Cuba, Algeria, Nicaragua, Belgio e India. In ogni circostanza si
distingue per un fervente amore alla Chiesa, per la capacità di tessere rapporti personali con tutti e conquistare con il suo vivace
carattere romagnolo.
N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo
Informazione Regionale
Nuove professionalità per il
turismo enogastronomico
dalla
Sicilia
C
atania - Le opportunità
dell’enogastronomia
in
Sicilia raccontata ai futuri
chef e sommelierin un workshop
formativo per chi, lasciati i banchi
di scuola, dovrà fare i conti con il
mondo delle imprese.
Questo lo spirito delladue giorni organizzata dalla società Civita Srl, in collaborazione con
l’Istituto Superiore Fermi-Eredia,
partner nell’ambito del piano
formativo G.I.A.R.A. (Generare
Innovazione nell’Agroalimentare per Rafforzare le Aziende), finanziato da Fondimpresa, il fondo
interprofessionale costituito da
Confindustria Cgil, Cisl Uil.
Guardare con consapevolezza
ai mestieri del futuro, dunque,
in un settore in forte crescita nonostante i tempi di crisi, e creare
un legame sempre più solido tra
mondo dell’impresa e mondo della scuola, mostrando quali possono essere le competenze vincenti.
Così come sempre più indissolubile deve essere il rapporto tra
chef e sommelier, cibo e vino, a
loro volta, espressione di un territorio ancora tutto da scoprire.
Una full immersion con due docenti d’eccezione: lo Chef Sebi
Sorbello (componente del direttivo F.I.C. Federazione Italiana
Cuochi) e il Sommelier Vittorio
Cardaci (delegazione catanese
della F.I.S.A.R. – Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori), rivolta a una settantina
di studenti delle tre classi dell’area Cucina, dell’area Enologia e
dell’area Sala dell’istituto.
“Stare con i ragazzi è sempre
un’esperienza bellissima,perché
trasmettono il loro entusiasmo,
la voglia di conoscere e andare
avanti – racconta Sebi Sorbello – Noi abbiamo l’obbligo di
avvertire i ragazzi, però, che per
diventare dei bravi ristoratori
non basta essere dei buongustai,
Scuola: scambio culturale tra
studenti catanesi e olandesi
Catania - “L’idea di Europa viene rinsaldata ogniqualvolta giovani di nazionalità diverse si incontrano portando ciascuno il proprio
patrimonio culturale”.
Lo ha detto l’assessore ai Saperi e alla Bellezza condivisa Orazio Licandro accogliendo, con il
prof. Alfio Pennisi, preside del liceo classico Nicola Spedalieri di
Catania, gli allievi dell’Antonius
college di Gouda, in Olanda, rimasti per qualche giorno nella
nostra città per uno scambio culturale con i nostri liceali.
A Catania sono stati ospitati,
dalle famiglie dei nostri liceali, 25
alunni della scuola olandese, qui
per studiare usi e costumi locali e
festività regionali.
Referente del progetto per lo
11
Spedalieri è stata la prof.ssa Paola
Smecca, coadiuvata dai docenti
Anna Reitano, Maria Grazia Marchisello, Annalisa Montironi e
Vincenzo Cro.
Lo scambio culturale era articolato in due fasi: nella prima gli
studenti olandesi sono stati ospiti
a Catania, visitando i nostri musei, i nostri monumenti Patrimonio dell’Umanità (hanno voluto
scattare una foto ricordo davanti
alla Chiesa di San Nicolò l’Arena), e hanno effettuato anche
un’escursione sull’Etna, altro sito
inserito dall’Unesco nella World
Heritage List. Nella seconda fase
saranno gli studenti dello Spedalieri a recarsi in Olanda per studiare il sistema didattico e lo stile
di vita di quel Paese.
serve fatica, passione, scuola.
Noi, attraverso il cibo, raccontiamo un territorio rispettando la
tradizione,rivisitandolo con un
linguaggio moderno e innovativo
”.
“Conoscere il vino e il territorio – ha aggiunto Vittorio Cardaci
– assimilarne il concetto del consumo ragionato e del servizio è
fondamentale, sono le basi di un
mestiere che deve mettere insieme competenze di cucina, enologia e sala” .
“Abbiamo creduto molto in
questa attività mirata al rafforzamento del binomio menù-vino –
ha sottolineato Nanda D’Amore
di Civita – Ci è sembrato utile
puntare un faro sull’enogastronomia perché è un settore che in
Sicilia ha enormi potenzialità e
ci sono forti segnali di crescita
e di sbocchi lavorativi per i giovani. Non a caso si è voluto che
i ragazzi della terza classe cucina
preparassero dei piatti che, a loro
modo, tra tradizione e innovazione, raccontassero un territorio,
con la supervisione di un grande
chef come Sebi Sorbello, per poi
lasciare che i compagni della terza
enotecnica abbinassero i migliori
vini siciliani, consigliati da Vittorio Cardaci”. “Le scuole sono
sempre più aziende che riescono
ad andare avanti se hanno la capacità di intercettare nuovi flussi,
nuove competenze, scommettendo sulla capacità di sviluppo e miglioramento – ha concluso D’Amore – e l’ istituto Fermi- Eredia
ha contenuti e requisiti”.
“Lo scopo del workshop – ha
sintetizzato il preside Alfio Pe-
trone–è stato quello di mettere insieme e far dialogare i ragazzi del
settore cucina e dell’enotecnico
per creare una figura più consapevole e qualificata”.
“Negli anni abbiamo cercato
di essere più incisi per quanto riguarda figure professionali nuove
– ha proseguito il docente Felice
Arona – che vanno incontro alle
richieste del mercato del lavoro”.
Al dibattito di oggi presente
anche la presidente regionale
di Confindustria Turismo e Alberghi, Ornella Laneri che ha
annunciato l’avvio di un nuovo
progetto in collaborazione con
la Regione“Le Vie del Gusto”
che partirà dalla scoperta di un
pezzo di territorio, la tratta della
circumetnea Riposto-RandazzoBronte, tra i più interessanti sotto
il profilo paesaggistico ed enogastronomico. “Sin dal mio insediamento- ha spiegato Ornella
Laneri – ho puntato sul turismo
enogastronomico,
ritenendolo
uno dei principali motori di ripresa dell’economia perché lega
l’agroalimentare, il turismo e i
servizi”. “ In questo senso, Expo
2015 che quest’anno dopo quasi
un secolo torna in Italia,con i suoi
oltre 8 milioni di visitatori sarà
un’occasione unica per la Sicilia
– ha proseguito – perché la nostra
Regione ha il numero maggiore di
beni Unesco in Italia e un potenziale di crescita enogastronomico
enorme”.
“E’ fondamentale che i contatti
tra scuola e impresa siano continui – ha concluso Giacomo Rota
Cgil Catania in rappresentanza di
Obr Sicilia organismo bilaterale
assieme a Confindustria – cosa
che avviene negli altri Stati da
anni, noi abbiamo l’obbligo di fare
vedere agli studenti cosa succede
dopo,com’è il mondo delle aziende. Come sindacato riteniamo
importantissimo che giovani diventino cittadini consapevoli dei
propri diritti e dei propri doveri.
La partita dell’Enogastronomia,
connesso a un turismo di qualità è
certamente quella vincente.”
Palazzo degli Elefanti: baby Consiglio
approva “ordine del giorno”
C
atania - “ L’istituzione del
Comitato unico di garanzia per le pari opportunità,
la valorizzazione del benessere di
chi lavora e contro le discriminazioni”. Questo l’ordine del giorno
approvato all’unanimità dal baby
Consiglio dell’Istituto comprensivo Parini che per alcune ore, nella
giornata dedicata alle donne, ha
sostituito l’Assemblea cittadina.
Nell’aula consiliare del Palazzo di
Città infatti, la presidente Francesca Raciti e le consigliere Ersilia
Saverino, Elisabetta Vanin, Erika
Marco, Maria Ausilia Mastrandrea, Elena Ragusa, Beatrice Viscuso (coautrici con gli studenti
dell’odg) e il consigliere Manlio
Messina hanno accolto, in veste di
tutors, i ragazzi che avevano chiesto di dar vita alla simulazione di
una seduta consiliare, secondo i
principi della cittadinanza partecipata e condivisa. Ha voluto dare
il proprio sostegno all’iniziativa
anche il sindaco Enzo Bianco, con
la sua presenza in aula tra i piccoli consiglieri, assessori, sindaco
(Simone Monasteri) e presidente
del consiglio (Marta Molino), al
fianco della presidente Raciti e
dei componenti della Giunta: Valentina Scialfa, Orazio Licandro e
Luigi Bosco. I tre assessori, titolari di Scuola, Saperi e Bellezza
condivisa e Lavori Pubblici, han-
no seguito passo passo, raccolto e
fatto proprie tutte le sollecitazioni dei piccoli consiglieri, su temi
come legalità, lotta alle mafie, al
bullismo, alla violenza contro le
donne, ma anche edilizia scolastica, verde pubblico, salute, sport,
barriere architettoniche.
“ Vi ringrazio di cuore – ha detto
il sindaco Bianco rivolto agli studenti – per averci dato un esempio
di buona amministrazione, come
può essere anche l’approvazione
all’unanimità, e in pochi secondi,
di un ‘ordine del giorno’ così importante”.
“E’ per noi un onore e un piacere – ha sottolineato la presidente
Raciti – aprire l’aula consiliare
alle scuole per far conoscere da
vicino il senato della città, che è
il luogo dove iniziano i dibattiti e
si avvia la realizzazione di attività
e opere che, mi auguro, possano
seguire l’indirizzo da voi tracciato
oggi, per un società a favore delle
pari opportunità e contro ogni tipo
di discriminazione.”
Gli studenti che hanno partecipato all’incontro, guidati dalla
preside Carmela Trovato e dagli
insegnanti, sono, oltre a Marta Molino e Simone Monasteri:
Lorenza Inserra, Giada Spampinato, Alice Narcisi, Giulia Testa,
Rachele Greco, Pietro Arena,
Giorgia Lucenti, Sofia Carpinteri, Giuseppe Barbarino, Matteo
Mancino, Mario Razete, Anna
Spitaleri (assessori); Simone Rau,
Cristiano Scuderi, Giulia Donzì,
Martina Massimino, Francesco
Pennisi, Emiliano Pallone, Giuliana Nizzari (consiglieri).
Attualità
12
N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo
La persecuzione dei cristiani in Pakistan
M
entre nel mondo si prega
per l’unità dei cristiani
delle diverse confessioni non accenna a diminuire l’emergenza libertà-religiosa in Pakistan, dove ancora oggi i seguaci
di Gesù che vogliano restare fedeli al Vangelo devono affrontare
persecuzioni, intimidazioni e non
di rado processi giudiziari di vario tipo fino a subire la condanna
a morte. Da ultimo, la situazione
potrebbe persino peggiorare se la
recente proposta della Corte Federale della Shari’a di estendere
la pena capitale anche ai supposti
casi di blasfemia contro il Corano
dovesse trovare riscontro a livello
legislativo. Di fatto, Asia Bibi, la
donna cristiana, madre di cinque
figli, arrestata nel giugno 2009
in seguito a un’accusa artefatta di blasfemia verso il profetta
dell’islam Maometto, è ancora in
carcere e nemmeno la pressione
mediatica internazionale sembra
aver sortito alcun effetto. Per non
dimenticarla, e soprattutto per informare sull’ignota quanto drammatica quotidianità dei cristiani
dalle parti di Islamabad le associazioni dei cristiani pakistani in
Italia hanno organizzato a Roma,
presso il centrale Convento Gesù
e Maria, una giornata di riflessione e denuncia dal titolo “Legge
sulla blasfemia e pena di morte
in Pakistan: una condanna per
gli analfabeti”. Una delle cause
dell’attuale situazione di sopruso
e violenza generalizzata è infatti
proprio l’analfabetismo che colpisce larga parte della popolazione
e – all’interno di questa – in particolar modo le donne (solo una su
due è in grado di leggere e scrivere correttamete). Soprattutto, scarsissima è la conoscenza dell’arabo
(che è invece la lingua ufficiale del
Corano): in tutta la nazione si stima che solo il 5% sia in grado di
padroneggiarlo adeguatamente. In
questo contesto di estrema povertà
e miseria, quindi, incrementare ulteriormente la possibilità di essere
processati per avere diffamato il
libro sacro dell’islamismo apparirebbe come un totale non-senso
logico e giuridico se non fosse
per la pressione sociale e culturale che proprio i gruppi radicali
Shahbaz Bhatti
e fondamentalisti esercitano sul
governo e sull’opinione pubblica.
Una pressione che ha raggiunto
oramai livelli spaventosi: oltre al
caso di Asia Bibi (e senza parlare
degli omicidi di quanti a livello
politico ne avevano sostenuto la
difesa, come il governatore del
Punjab Salmaan Taseer (19442011) e il ministro federale per
le minoranze religiose Shabhaz
Bhatti (1968-2011)) le cronache
degli ultimi anni registrano oltre
2500 vittime extra-giudiziarie e
veri e propri pogrom, come quelli
che provocarono la morte di sette
cristiani a Gojra (in provincia di
Faisalabad, nel Punjab), tra cui
due bambini, bruciati vivi nell’agosto del 2009.
Ne ha parlato approfonditamente Marta Petrosillo in rappresentanza dell’Associazione dei
Pakistani Cristiani in Italia: la studiosa ha spiegato che nell’attuale
quadro giuridico e sociale “neanche i bambini o i disabili mentali”
possono considerarsi al sicuro,
come dimostra il recente caso di
Rimsha Masih, la ragazzina di 12
anni, affetta da un ritardo mentale (la sindrome di Down) che era
stata accusata strumentalmente
di aver bruciato delle pagine del
Corano (in realtà le fantomatiche
prove a suo carico erano state fabbricate dal suo stesso accusatore,
un imam locale) e successivamente – con non poche difficoltà
e l’intervento diretto nientemeno
che del ministro dell’immigrazione canadese – è riuscita a trovare
rifugio nel Paese nordamericano
con la sua famiglia, per evitare il
peggio. Insomma, “é sufficiente
un’accusa, il più delle volte infondata, perché una persona possa
essere arrestata. La norma non
prevede l’onere della prova da
parte dell’accusatore, è il presunto blasfemo che deve provare la
sua innocenza. La polizia dovrebbe ricercare le prove ma l’alto numero di casi e la pressione della
comunità ostacolano le indagini.
Spesso l’accusato non può neanche contare sulla testimonianza
di familiari e amici, perché se
parlassero in sua difesa, rischierebbero di essere incriminati a
loro volta. Le accuse non cado-
no se non nei successivi gradi di
giudizio, quando l’imputato ha
trascorso già un lungo periodo in
carcere. Younis Masih è stato rilasciato nel novembre scorso dopo
essere stato assolto dall’accusa di
aver insultato il profeta Maometto, [ma] si trovava in carcere dal
settembre 2005”. D’altra parte,
ha aggiunto Petrosillo, “a decidere l’apertura di un’indagine e
l’esito di un processo, specie nei
primi gradi di giudizio, è spesso
la grande pressione esercitata sia
sulle forze di polizia che sui giudici dei tribunali di primo grado,
in molti minacciati e talvolta uccisi. Nel 1997, un anno dopo aver
prosciolto un ragazzino cristiano
di 11 dall’accusa di blasfemia,
il giudice dell’alta corte di Lahore, Arif Bhatti, è stato ucciso
perché, spiegherà il suo assassino, assolvendo un blasfemo aveva si era anch’egli macchiato di
blasfemia”. E’ chiaro quindi che
c’è un problema anzitutto culturale ed educativo - di dialogo, di
comprensione e di confronto leale
con l’altro, in quanto religiosamente diverso - alla base, ma in
questo caso le altre leggi dell’Ordinamento dello Stato (che pure
in teoria sarebbe repubblicano) e
gli orientamenti sposati dalle Supreme Magistrature non aiutano
affatto a fare chiarezza, anzi, sembrano peggiorare ancora di più le
cose, come ha spiegato il successivo relatore.
A seguire è stata infatti la volta del professor Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte
Costituzionale, che affrontando
il tema da una prospettiva squisitamente giuridica ha chiarito che
la libertà religiosa, fin dalle sue
prime codificazioni internazionali (a partire dalla Dichiarazione
Universale dei Diritti dell’Uomo
del 1948), è stata sempre riconosciuta come un diritto innato, alla
stregua del diritto alla vita, perchè fa da base, e coerentemente
presuppone, tutti gli altri diritti,
a partire dalla libertà di pensiero e di espressione. Non a caso
oggi viene considerata come un
caposaldo imprescindibile di un
moderno Stato di diritto, almeno
in Occidente. Viceversa la proposta della Corte pakistana sembra
andare invece proprio nel senso
opposto perchè non solo nega
i fondamenti – teorici e pratici
– che rendono possibile socialmente la libertà religiosa ma introduce addirittura un’ipotesi di
reato penale “senza specificare
in che cosa consiste la fattispecie
del delitto di blasfemia” e quindi
venendo clamorosamente al principio di tassatività (secondo cui
uno Stato che si fondi sulla forza
della legge deve indicare sempre
e comunque chiaramente ai suoi
consociati quali siano le attività
riprovate penalmente e quali no).
Altri rappresentanti della comunità pakistana, come Adan Farhaj e
Jeem Phey Ghouri, hanno peraltro ricordato come storicamente
la Repubblica nasca (nel 1947)
con delle radici chiaramente multiconfessionali e come il padre
fondatore stesso della Patria, Mohammad Ali Jinnah (1876-1948),
avesse in mente non uno Stato
islamico ma laico, che accogliesse
tutte le realtà religiose presenti già
allora al suo interno. Oggi invece
Asia Bibi
l’islamismo radicale (anche dopo
l’opera di islamizzazione promossa dal generale Muhammad Zia
ul-Haq (1924-1988), dittatore per
un decennio (1978-1988)), sembra avere preso piede ovunque
al punto che la secolare presenza
dei cristiani, come quella di altre
minoranze, viene sempre meno
tollerata pubblicamente e molti
sono costretti a fuggire in Paesi dell’Estremo Oriente come la
Thailandia o le Filippine. Anche
per questo i vari deputati presenti e intervenuti (tra cui Luca Volontè, Luigi Bobba, Elena Centemero e Massimiliano Fedriga)
hanno promesso di richiamare nei
prossimi giorni l’attenzione del
Parlamento auspicando un pronunciamento - per una volta unanimemente bipartisan - che faccia
luce su questo autentico dramma
dimenticato dei giorni nostri e
richiami concretamente l’attenzione dell’opinione pubblica, anzitutto nelle scuole e nei grandi
mezzi di comunicazione sociale.
Volontè, in particolare, ha fatto
presente che tramite la piattaforma civica citizengo (www.citizengo.org) è già possibile firmare una
petizione in sostegno di Asia Bibi
che ha raggiunto le 15.000 sottoscrizioni e sarà consegnata personalmente alla stessa Bibi da una
delegazione ufficiale in visita nel
carcere dove attualmente si trova
il prossimo febbraio. In conclusione, Attilio Tamburrini dell’Osservatorio per la Libertà Religiosa
del Ministero degli Esteri e Luisa
Capitanio Santolini, già deputato alla Camera, ora esponente
dell’associazione Italia-Pakistan
ISIAMED, hanno ricordato i recenti interventi del Pontefice in
materia (Papa Francesco ha infatti
denunciato più volte che oggi nel
mondo contro i cristiani vi sono
più persecuzioni di duemila anni
fa, da ultimo nell’Angelus del 17
novembre) sottolinenando come
quella attuale sia una “persecuzione diffusa” a livello capillare
e non episodica che interessa - in
modo diverso - praticamente tutti
i continenti. Perchè le emergenze
appaiono tali in tutta la loro gravità occorre però che se ne parli
e qualcuno se ne faccia eco: dopo
la giornata romana, a cui hanno
partecipato in prima persona in
veste di moderatori anche giornalisti di primo piano di Tv2000 e
di Rai2, si spera che ora anche le
altre realtà laiche più ‘impegnate’
di denuncia sociale - sempre attente alla tutela dei diritti umani,
ma solitamente un po’ distratte sul
campo religioso - ne tengano debitamente conto.
Omar Ebrahime
La rivoluzione del
concepimento
C
hiamiamola quinta rivoluzione, la rivoluzione
del concepimento. Paradigmatica al riguardo la storia di
Thomas Beatie che alla nascita
si chiamava Tracy Lagondino e
aveva le caratteristiche fisiche del
sesso femminile: cambia sesso e si
sposa con Nancy con la quale vive
in Oregon. Quando nel 2002 si fa
asportare i connotati femminili,
non lo fa in maniera radicale ma
mantiene l’apparato riproduttore.
Ad un certo punto decide di avere
un figlio e, anatomicamente ne ha
facoltà. Il colpo di scena è l’utilizzo di un ovulo della moglie e di
sperma da donatore: voilà ecco il
primo uomo (anagraficamente) in
cinto. Dopo il terzo figlio ha deciso di fare l’isterectomia e chiudere definitivamente con le ultime
parti della sua natura femminile.
È sua una frase che la dice lunga
sul dove ci stiamo dirigendo come
umanità: «Avere un bambino
non è né maschile né femminile.
È semplicemente umano» (La
Repubblica, 24-1-2014, pag. 39).
Come se essere di sesso maschile
o femminile non contasse più.
Effettivamente, se si guarda alle
statistiche negli Usa un bambino
su cento nasce in laboratorio e
in Inghilterra addirittura uno su
cinquanta. Abbiamo messo in un
angolo la natura. La uccideremo
prestissimo: si sperimentano uteri
artificiali e così la mater/paternità
(in rigoroso ordine alfabetico)
sarà a portata di tutti.
Comincio a essere a favore
dell’educazione sessuale nelle
scuole, almeno si manterrà la memoria di come funzionavano le
cose e chissà…
Informazione Regionale
N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo
dalla
Calabria
C
rotone - Pochi minuti dopo
la sua proclamazione sul
palco dell’Ariston, un altro
premio è stato consegnato ad Arisa, vincitrice della 64esima edizione del Festival della canzone
italiana con il brano “Controvento”. Si tratta del premio di “Casa
Sanremo”, diretto da Vincenzo
Russolillo, che Arisa ha ricevuto
nel salotto del Festival, che per
tutta la settimana della kermesse ospita i più importanti eventi
collaterali al festival. E’ opera del
maestro orafo crotonese Michele Affidato il premio ricevuto da
Arisa nella notte di festeggiamenti per la vittoria conquistata con il
brano “Controvento” che ha sbaragliato la concorrenza e si è piazzato sul podio prima di “Liberi o
no” di Raphael Gualazzi e Bloody
Beetroots e “Ora” di Renzo Rubino. Il premio, che raffigura la lira,
lo strumento musicale, realizzato
con la tecnica della foglia d’oro su
una lastra d’argento che poggia su
una base di vetro fuso, lo scorso
anno era andato a Marco Mengoni, vincitore del 63esimo Festival.
Sono numerosi gli eventi che il
maestro Michele Affidato ha impreziosito, durante l’ultimo Festival della canzone italiana. Oltre a
quello di “Casa Sanremo”, l’orafo
crotonese ha realizzato, quest’an-
no, la “Palma d’Argento” per il
premio speciale “Numeri Uno
Città di Sanremo” ideato dal patron Ilio Masprone e destinato a
quei personaggi ed interpreti che
hanno contribuito a rendere famoso il festival nel mondo. Alla
vigilia dell’inizio del Festival di
Sanremo, la “Palma d’Argento”
è stata consegnata, lo ricordiamo,
a Pippo Baudo dal vicesindaco
di Sanremo Claudia Iolli e dallo
stesso Affidato, cui sono andati i
complimenti e la stima dello storico e popolare presentatore che
dopo aver salutato il pubblico così
gli si è rivolto: “Ringrazio il Maestro. Se lo merita perché l’autore
di questa opera è lui e se io vivrò
un ricordo piacevole di questa ennesima gita a Sanremo lo dovrò a
lui”.
“Mi ha emozionato la considerazione che Baudo ha avuto nei
miei riguardi – commenta Affidato - Ho avuto modo ci conoscerlo diversi anni fa e ritrovarmi a
Sanremo per premiarlo insieme al
vice sindaco di Sanremo per me
non solo è stato un grande onore
ma anche un riconoscimento al
mio lavoro condiviso con i miei
collaboratori”.
Il maestro orafo Affidato ha
inoltre realizzato i premi per l’evento “Dietro le Quinte”, anche
Festival di Sanremo, ad Arisa la
“Lira” di Affidato
questi consegnati a personaggi
del mondo della musica italiana: l’autore Franco Migliacci, lo
storico vicedirettore di “Sorrisi e
Canzoni” Rosanna Mani, il maestro e arrangiatore Fio Zanotti ed
il manager di cantanti Pasquale
Mammaro. Alla serata erano presenti, tra i tanti ospiti, Antonio
Caprarica, Vittorio Sgarbi, Fegiz,
Alba Parietti, Dario Salvatori, il
segretario generale del premio e
direttore di Rai Basilicata Fausto
Taverniti, Marino Bartoletti e tanti altri personaggi della musica.
In occasione di questo Festival,
Affidato ha realizzato anche il
premio per la Fipi (Federazione
Internazionale Proprietà Intellettuale) consegnato a Federico
l’Olandese Volante, presidente
dell’Ansar (Associazione Nazionale Speaker Autori Radiofonici).
Durante la settimana del festival Casa Sanremo è stata il fulcro delle iniziative che ha visto
la presenza anche della Calabria.
Ha infatti ospitato la serata delle
eccellenze calabresi organizzata
da GG Eventi diretta da Giuseppe Greco, nell’ambito della quale sono stati premiati le aziende
I Greco, Amarelli, Montagna, lo
chef Luigi Ferraro di Mosca, il
Padron di Casa Sanremo Vincenzo Rusolillo. I premi erano, ancora una volta, di Michele Affidato.
Testimonial della serata l’attrice
Daniela Fazzolari di Centovetrine. Presenti anche Fausto Taverniti, direttore di Rai Basilicata,
e Gianmaurizio Foderaro, voce
di Rai Radiouno. A Casa Sanremo c’erano quella sera anche la
look maker di Corigliano Calabro
Continua il festival pianistico del Rotary
e della Beethoven
C
rotone - Continua in un
crescendo veramente favoloso il Festival Pianistico che la Beethoven in collaborazione con il Rotary Club di
Crotone stanno proponendo ad
una cittadinanza entusiasta.
Erano veramente in tantissimi
presenti nell’Auditorium del Liceo Musicale “O.Stillo”, sito in
Largo Panella, Domenica 08 Marzo per applaudire il pianista Alexander Panfilov, alle ore 18.00.
E gli applausi erano ampiamente meritati da parte dell’artista,
poiché ha realizzato un concerto
veramente all’insegna della grande tradizione dell’intramontabile
Scuola russa.
Proveniente e formatosi nella Scuola del M° Andrei Diev a
Mosca, e già vincitore di moltissimi Concorsi Internazionali a
Crotone era stato invitato poiché
vincitore del I Premio Assoluto
nel 51° Concorso Internazionale
“A.Speranza” di Taranto.
Un’esecuzione esemplare da
grande virtuoso che per l’occasione ha proposto un programma
che comprendeva: L.V.Beethoven
– “Fantasia in sol minore op. 77”
, “Sonata in fa minore op. 57”
(“Appassionata”); Stravinskij “Trois Mouvements de Petrouchka” - Danse russe - Chez Petrouchka - La semaine grasse.
Una lettura quella di Panfilov
dell’appassionata di Beethoven
particolare che tentava di scavare
nei meandri più riposti dell’anima,
creando sonorità taglienti, come
un lampo gettato sul turbinio delle
passioni che arrivavano proprio in
fondo all’anima, anche se il tema
riproposto era trasformato nella
seconda idea espandendosi nobile
e colmo sopra un compatto e cupo
mormorio di un accompagnamento di terzine, per esplodere poi
come furia cieca delle passioni
violentando la materia sonora
fino a parossismi espressionistici
nell’ultimo tempo.
Un materiale tematico quello
utilizzato da Beethoven che si dilata come l’eco di una voce in una
caverna e che Panfilov ha saputo
utilizzare e trasmettere forte di
una tecnica poderosa che dominava la tastiera traendone sonorità
13
insperate. In Stravinskij, invece
ha evidenziato la parte strumentale dalla figura puramente coreografiche, Petrouchka è l’essenza
vera nella quale il materiale melodico non rivela il più piccolo eccletismo di carattere folkloristico,
liturgico, fiorito sul modello del
bel canto.
Il ritmo, la sensualità armonica,
l’invenzione strumentale e la potenza sonora, sono l’essenza stessa della vita e delle opere. Qualità
queste messe veramente in luce
del pianismo trascendentale di
Alexander Panfilov.
Naturalmente bis a ripetizione sottolineati da applausi sentiti
hanno concluso una serata all’insegna dei grandi appuntamenti
artistici.
Alexander Panfilov
Affidato premia Arisa
Anna Celestino che nell’anno del
festival dedicato alla bellezza ha
curato il centro benessere di Casa
Sanremo e la “Multimediasystem
produzione televisiva” diretta da
Raffaele Minniti che ha ripreso
con le proprie telecamere vari
eventi nel festival.
Nella settimana sanremese sono
tanti gli artisti che Affidato ha incontrato in varie manifestazioni
ricevendo appezzamenti per la
sua arte orafa. “Sono onorato –
conclude Affidato – di aver potuto contribuire anche quest’anno a
realizzare delle opere per l’evento
più importante della televisione
italiana.
Un successo la festa di Carnevale dei
bambini dell’Oratorio Benedetto XVI
P
latania (CZ) - I bambini
dell’Oratorio
Benedetto
XVI “Un tesoro per tutti”
hanno portato per le vie di Lamezia Terme e Platania paese
un’aria festosa e spensierata insieme ad una ventata di allegria e sano divertimento proponendo, nei giorni dedicati al Carnevale, musica, balli e maschere colorate, ma soprattutto un bellissimo
carro allegorico ed un enorme
pupazzo, alto più di quattro metri,
costruito con le loro mani dopo
alcuni mesi di lavoro e che rappresenta il noto conduttore televisivo Raffaele Bellakioma,.
È stato proprio l’originale
carro ad attirare l’attenzione e
suscitare il compiacimento dei
numerosi cittadini durante la
sfilata dei bambini dell’Oratorio
della parrocchia sia quando
hanno attraversato le vie di
Lamezia Terme e sia giorno 8
quelle di Platania dove sono stati
presenti il sindaco Michele Rizzo
con al seguito l’intera giunta comunale, il comandante Giorgio
Carafa con i carabinieri della
stazione di Platania, l’associazione “La Misericordia” di Lamezia Terme, con il suo Governatore
Giovanni Scalzo e tantissima gente incantata dalla performance dei
ragazzi dell’oratorio.
«In un clima di festa – sottolinea
il parroco del piccolo centro del
Reventino don Pino Latelli - i
bambini dell’Oratorio Benedetto
XVI “Un tesoro per
tutti, nel corso delle
sfilate di carnevale,
non solo sono stati
in grado di dare
un messaggio di
speranza a tutti
i
giovani
nel
guardare il futuro
con più fiducia,
ma anche sono
stati
contagiosi
nel
trasmettere
, attraverso la
musica, i canti e i
balli, un’atmosfera
di spumeggiante allegria e
di un entusiasmante sano
divertimento».
Il carro allegorico si è ispirato
al noto personaggio televisivo di
Lamezia Terme Raffaele Bellakioma, presente con la sua troupe
alla sfilata di Platania a registrare la trasmissione “Noi siamo i
giovani”.
«I
bambini
dell’Oratorio
– sottolinea la responsabile
dell’Oratorio Maddalena Cimino
– sono riusciti a lanciare un
grido di speranza e infondere
nel cuore fiducia a tanti giovani
che vedono nel futuro solo buio e
pessimismo».
I bambini dell’oratorio, artefici dell’enorme pupazzo colorato,
alto più di quattro metri, per realizzare la loro apprezzata opera,
hanno lavorato più di due mesi,
aiutati dalla responsabile dell’Oratorio Maddalena Cimino e dai
volenterosi animatori Ferdinando
Cimino, Angelo Buonarota, Antonio Mariano e Giovanni Butera,
che, insieme al tecnico dei suoni
Giuseppe Di Cello, hanno consentito l’ottima riuscita delle manifestazioni.
A conclusione della partecipata
sfilata di Platania, i presenti sono
stati deliziati da una creazione artistica del Cake Design Ferdinando Cimino titolare della pasticceria “La dolce vita” di Platania.
Informazione Regionale
14
dalla
Calabria
C
rotone - Il Presidente della
Regione Giuseppe Scopelliti e la Vicepresidente
Antonella Stasi hanno partecipato
alla cerimonia di posa della prima
pietra relativa al progetto “Antica
Kroton” presso l’area antistante la
zona industriale di Crotone. All’iniziativa hanno preso parte anche
l’assessore regionale all’urbanistica Alfonso Dattolo, il consigliere regionale Salvatore Pacenza, il Presidente della Provincia di
Crotone Stano Zurlo ed il primo
cittadino Peppino Vallone.
Il Progetto “Antica Kroton”
punta a realizzare un sistema di
sviluppo compatibile recuperando la vasta area archeologica di
Crotone sia nella articolata porzione cittadina che in quella prospiciente l’ormai dismesso nucleo
industriale. L’idea strategica è
individuata nella valorizzazione
integrata delle risorse culturali,
turistiche, ambientali, da sviluppare nel progetto la cui idea forza
è identificata nel recupero, nella
conservazione e nella fruizione e
valorizzazione del sito dell’An-
tica Kroton, ponendo a base del
progetto le ricerche effettuate recenti e passate, che denunciano
l’esistenza di un patrimonio archeologico di inestimabile valore nel quartiere settentrionale di
Crotone, in zona ex Montedison,
vulnerabile e fortemente a rischio
dall’espansione del nucleo industriale ad essa adiacente.
Il recupero di queste aree e la
loro bonifica in termini di disinquinamento, offrono una opportunità unica per la restituzione al
patrimonio culturale mondiale di
uno dei centri urbani archeologicamente più rilevanti della Magna
Grecia e nel contempo, di definire
un sistema integrato di sviluppo
che pone al centro l’industria culturale sia con il recupero degli antichi mestieri d’arte, ormai in via i
scomparsa, che lo sviluppo di professionalità “nuove” calibrate sulle necessità emergenti del settore,
per la realizzazione e la gestione
di un eccezionale “Attrattore Culturale” a livello di bacino del Mediterraneo quale l’Antica Kroton.
Una precedente rimodulazione
Donne in cammino
I
sola Capo Rizzuto - Si è svolta lunedì 10 marzo la giornata
dedicata alle donne all’Istituto
Comprensivo Karol Wojtyla, una
giornata di memoria più che di
festa dal titolo “Donne in Cammino”. L’evento, fortemente voluto
dall’istituto, è stato patrocinato
dall’amministrazione comunale
di Isola, con la presenza attiva del
vice sindaco con delega alla pubblica istruzione, Patrizia Battigaglia, impegnata in prima linea. La
giornata è iniziata presso l’istituto
sito in località Spartitore, proseguita poi con una lunga carovana
che ha attraversato buona parte
del paese, conclusasi poi con la
manifestazione vera e propria nella villa comunale. All’evento ha
partecipato anche l’istituto comprensivo di Botricello, infatti il
vero obiettivo di questa giornata è
quella di farla passare per tutte le
località che ne sentono il bisogno,
Botricello sarà dunque la prossima tappa. E’ intervenuto anche il
sindaco Gianluca Bruno che ha
voluto fare un saluto ai presenti:
“Siamo qui oggi per celebrare
La consegna ufficiale delle maglie
la giornata della donna, questo
deve essere un cammino duraturo per tutto l’anno. La donna ha
un ruolo importante nella vita di
tutti i giorni, ricordo anche che la
mia giunta è composta prevalentemente da donne. Quello che mi
auguro ora è che questa iniziativa venga raccolta da altri istituti
scolastici e portati avanti, così
come sta facendo ora Botricello
che prenderà il testimonial”. Il
vice sindaco Patrizia Battigaglia,
con delega alla pubblica istruzione, ha mostrato per l’ennesima
volta vicinanza alle scuola, puntando decisamente allo sviluppo
della stessa: “L’iniziativa parte
dal comune di Isola Capo Rizzuto
e ci auguriamo possa percorrere
tutta la Calabria, la maglia è il
simbolo di una stafetta che dovrà
portare il messaggio della donna
in cammino. Io mi sento un esempio in quando donna”. Alla fine
della manifestazione c’è stato il
passaggio ufficiale delle maglie
dall’istituto di Isola a quello di
Botricello.
N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo
Antica Kroton, posata la prima pietra
degli interventi, approvata dalla Giunta regionale, ha previsto
l’assegnazione di 4,7 milioni per
la bonifica dei suoli, 36 milioni di
euro per operazioni di scavo archeologico e restauro, 9.8 milioni di euro per la realizzazione del
Parco Archeologico, 14,5 milioni
di euro per la realizzazione del
teatro virtuale e museo multi sensoriale, per un totale di 65 milioni.
Intanto, è stato completato il
reclutamento dei docenti (35 in
tutto) dei corsi di formazione del
progetto Antica Kroton per 628
corsisti, 400 già ammessi e gli
altri 228 che verranno individuati
facendo scorrere le graduatorie,
grazie ai finanziamenti aggiuntivi
della Regione, che complessivamente ha stanziato un milione e
89 mila euro. Fondi in parte già
erogati alla Provincia che si occupa della gestione dei corsi. Il percorso formativo, concordato con
la Soprintendenza regionale, prevede anche tre mesi “on the job”
in un cantiere dell’area archeologica. I corsi sono stati riservati ai
percettori crotonesi di ammortizzatori sociali (mobilità in deroga
ed ordinaria) ed è richiesta la frequenza per quattro ore al giorno
ed i corsisti percepiranno un rimborso di 250 euro mensili, aggiuntivi ai sussidi sociali.
“Con la posa della prima pietra – ha dichiarato il Presidente
Scopelliti - diamo il via ad un
intervento importante, un investimento corposo che offrirà una
occasione di concreto riscatto
economico e sociale per questa
porzione di territorio che possiede un patrimonio che necessita di
essere adeguatamente valorizzato
in chiave culturale e turistica con
il coinvolgimento di lavoratori e
imprese locali. Sono contento di
essere qui oggi insieme al Sindaco, al presidente della Provincia,
ai consiglieri regionali, e ad Antonella Stasi che più di tutti ha tenacemente perseguito questo obiettivo seguendo in prima persona
tutte le procedure. Ho anche sentito la parlamentare Dorina Bianchi, insomma , un vero e proprio
gioco di squadra. Non si era mai
visto prima - ha aggiunto Scopelliti - un investimento tanto cor-
poso in questa parte di territorio
perché un tempo la politica credeva che non vi fosse un adeguato
ritorno in termini elettorali. Noi
invece riteniamo che far riscoprire l’antica Kroton rappresenti un
segnale forte che può ritornare
utile al territorio e a tutta la regione promuovendo bellezze che
oggi sono sconosciute e che meritano adeguata valorizzazione. Ieri
abbiamo lanciato la campagna di
comunicazione dedicata ai bronzi
di Riace e ad altre 5 bellezze paesaggistiche della Calabria, una
per ogni provincia. È nostra precisa volontà, dopo gli interventi
adeguati, lanciare anche Sibari e
l’Antica Kroton”.
La Provincia accoglie i partecipanti al progetto
Network Mediterraneo per l’eGovernment
C
rotone - Nella giornata
di oggi il presidente della Provincia di Crotone
Stano Zurlo, e l’assessore all’Innovazione tecnologica Gianluca
Bruno, hanno accolto, nella sede
istituzionale dell’Ente i diversi
rappresentanti dei Paesi che partecipano attivamente al 3° meeting
previsto nell’ambito del progetto
“MEDeGOV” (Network Mediterraneo per l’eGovernment) di
cui l’Ente intermedio è partner.
Il progetto intende favorire l’interazione tra cittadini, imprese e
istituzioni del bacino del Mediterraneo con le pubbliche amministrazioni. Interazione che, spesso,
viene resa difficoltosa dalla distanza e da problemi di accessibilità. Al meeting di Crotone hanno
partecipato, tra gli altri, Nikos
Margaritis, Thanos Lolis, Maria
Sidiropoulou, Dinos Papapolyzos
per la Grecia; Suleiman Shaher
Sindaco di Salfeet (Palestina);
Ioannis Spandos, Nikolaos Xypolias per la Macedonia. L’iniziativa
è co-finanziata dal Programma
Enpi Cbc Med e dal Fesr (Fondo
Europeo di Sviluppo Regionale)
all’interno della Priorità 4 -promozione del dialogo culturale e
della governance locale – Misura
4.3 (Miglioramento dei processi
di governance a livello locale).
I destinatari del progetto sono le
autorità locali e regionali, i politici locali, regionali e nazionali e
gli impiegati del settore pubblico.
Beneficiari finali saranno i cittadini, le imprese, le pubbliche amministrazioni. Il progetto, che ha
una durata di 30 mesi, è iniziato
nel 2012 e si concluderà nel mese
di luglio prossimo. “La Provincia
di Crotone –dichiara il presidente
Zurlo- in tema di eGovernmant
intende facilitare e migliorare la
vita delle persone e delle imprese
che interagiscono con essa, nonché contribuire, attraverso la semplificazione e la trasparenza delle
procedure, allo sviluppo sociale
ed economico del territorio. Non a
caso tra gli obiettivi figurano quelli relativi all’individuazione delle
potenzialità delle infrastrutture di
eGovernment esistenti all’interno
delle pubbliche amministrazioni
che partecipano al progetto; la segnalazione di eventuali ostacoli e
criticità nell’adozione di sistemi
di eGovernment; la realizzazione
di una piattaforma pilota di eGovernment”. “Tra gli interventi a
livello politico –dichiara l’assessore Gianluca Bruno- vi sono l’interattività dei servizi pubblici, la
democrazia elettronica, l’efficienza della pubblica amministrazione, le capacità tecnologiche e la
qualificazione delle risorse umane
interne alla pubblica amministrazione”. Nel corso dei lavori del
meeting crotonese tutti i partner
hanno avuto modo di confrontarsi
sulle tematiche oggetto del progetto, valutarne lo stato di avanzamento. La giornata di lavoro si
è dimostrata, soprattutto, utile e
proficua per la condivisione delle
diverse strategie operative dell’eGovernment. Tutti i rappresentanti istituzionali dei Paesi partner
hanno ringraziato il presidente
della Provincia Zurlo per l’ospitalità loro riservata. Ai lavori hanno
partecipato i responsabili del progetto dell’Ente nonché gli esperti esterni che collaborano con la
Provincia.
Economia
N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo
15
A cura di Gianfranco D’Ettoris
Affitti e condominio
Confedilizia risponde
La rubrica fornisce risposta solo a quesiti di interesse generale. Non saranno, pertanto, presi in considerazione quesiti né
a carattere personale né relativi a questioni già pendenti innanzi
all’Autorità Giudi­zia­ria.
I quesiti vanno inoltrati alla Confedilizia tramite le oltre 200
Associazioni territoriali aderenti alla stessa e presso le quali è
possibile attingere anche ogni ulteriore informazione. Per gli
indirizzi delle Associazioni consultare i siti www.con­fe­dilizia.it
www.con­fe­di­li­zia.­eu oppure telefonare al numero 06.67.93.489.
PIU’ RIUNIONI FISSATE CON
UN’UNICA CONVOCAZIONE
La nuova normativa condominiale consente all’amministratore di
fissare, con un’unica convocazione, più riunioni di condominio
consecutive?
Sì. La nuova formulazione dell’art.
66, ultimo comma, disp. att. c.c.
stabilisce espressamente che “l’amministratore ha facoltà di fissare più
riunioni consecutive in modo da
assicurare lo svolgimento dell’assemblea in termini brevi, convocando gli aventi diritto con un unico
avviso nel quale sono indicate le
ulteriori date ed ore di eventuale
prosecuzione dell’assemblea validamente costituitasi”. In argomen-
to occorre, comunque, precisare
che la giurisprudenza già da tempo
riconosceva tale facoltà in capo
all’amministratore (cfr. Cass. sent.
n. 4846/’88).
STUDIO PROFESSIONALE
E OPZIONE PER LA
CEDOLARE SECCA
Il proprietario di un immobile
locato a studio professionale può
optare per la cedolare secca?
La risposta è negativa. Immobili
di questo tipo non sono ricompresi
nell’ambito applicativo della cedolare
secca (art. 3, comma 1, d.lgs. n. 23 del
14.3.’11).
Confedilizia: approvata in via definitiva
la delega per il nuovo catasto
S
ul problema del Catasto e
di cui alla legge delega approvata, il Presidente della
Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato:
“Se i principii della legge delega non saranno traditi dai decreti
di attuazione, avremo un Catasto
nella cui erezione l’iniziativa dei
cittadini potrà dispiegarsi in diversi modi di controllo e di proposta a cominciare dalla possibilità,
finora inesistente, di impugnare
nel merito valori patrimoniali e
rendite. Va riconosciuto ai Presidenti delle Commissioni Finanze,
Capezzone e Marino, di essersi
impegnati sugli aspetti della trasparenza e della partecipazione
dei cittadini e quindi per assicurare un costruttivo contraddittorio
fra le parti sociali interessate. Lo
stesso modo di procedere, ne siamo certi, vorrà seguire l’Agenzia
delle entrate/territorio sia in sede
nazionale che locale così che possa nascere un Catasto partecipato,
caratterizzato da giusti valori per
l’applicazione delle imposte sugli
atti di trasferimento e da rendite
realmente derivate dai redditi accertati nel triennio 2011-2013,
fermo che le stesse non potranno
comunque superare i valori in essere”.
Carlo Rovelli
La realtà non è
come ci appare
Cortina
pp. 241 €. 22,00
Tempo, spazio e materia appaiono generati
da un pullulare di eventi quantistici elementari. Comprendere questa tessitura profonda della realtà è l’obiettivo della ricerca in
gravità quantistica, la sfida della scienza
contemporanea dove tutto il nostro sapere sulla natura viene rimesso in questione.
Carlo Rovelli, uno dei principali protagonisti di questa avventura, conduce il lettore
al cuore dell’indagine in modo semplice e
avvincente.
Claudio Balzaretti
La cioccolata cattolica
Storia di una disputa tra
teologia e medicina
Edb - pp. 96 €. 8,50
La pianta del cacao cresce solo in particolari
condizioni climatiche e la sua zona d’origine è l’America centrale. Gli europei devono
perciò attendere la scoperta del nuovo continente per gustarne il frutto, che compare
sulla scena innanzitutto come bevanda, la
cioccolata, e apre una singolare disputa che
coinvolge la teologia e la medicina. La cioccolata è cibo, bevanda oppure medicina?
Dai fondi europei non si può prescindere,
ma bisogna farne un uso diligente
T
ra il 2007 e il 2013 l’Unione europea ha messo
a disposizione dell’Italia
poco più di 21miliardi di euro in
Fondi per lo sviluppo economico,
quelli che dovrebbero servire per
gli interventi strategici come infrastrutture di trasporto, incentivi
alle imprese innovative; ebbene,
il nostro Paese ne ha usati, a fine
periodo, meno della metà, cioè
il 45,88%. Secondo il Comitato
delle Regioni, organo consultivo
in ambito europeo, il principale
scoglio, nel nostro Paese , è la burocrazia, nella fase di valutazione
dei progetti, in attesa di finanziamento. In realtà, nelle regioni italiane non ci sono professionisti in
grado di far marciare progetti con
i soldi di Bruxelles. Diversamen-
te, i fondi strutturali richiedono
una pianificazione “dal basso”
che deve coinvolgere tutti gli attori politico-amministrativi, dal
Governo nazionale, alle Regioni,
alle Province, ai Comuni, fino ai
sindacati e alle imprese. Ma c’è di
più. Nel 2014 dovrebbe iniziare la
programmazione per usare i fondi europei nel periodo 2014-2020
e, sempre, secondo il Comitato
delle Regioni le regole per accedervi sono diventate, ancora, più
complicate di quelle della programmazione 2013-2014(Cfr.Panorama del 28.02.2014). A questo
punto, noi diciamo che se da un
lato dai fondi europei non si può
prescindere, dall’altro bisogna
farne, anche un uso diligente. Vediamo come. Auspichiamo che
le Istituzioni nazionali e locali si
concentrino su come spendere tra
il 2014 e il 2020, gli oltre 80miliardi di euro messi a disposizione
del nostro Paese dall’Unione europea; ovvero, puntino su una logica di sviluppo nazionale, volta
al rilancio degli investimenti con
una semplice osservazione della
realtà di disagio sociale: la dilagante disoccupazione, specie dei
nostri giovani; le scuole fatiscenti,
in attesa di restauro; le infrastrutture incomplete, il territorio dissestato e il patrimonio culturale in
stato di abbandono. Tutte priorità,
queste, che i fondi europei finanziano.
S. R.
Per il mondo che naviga in Rete, una cyber-sicurezza
I
n primis, prendiamo il fenomeno dei dati, i “big date”, ovvero, la nuova risorsa naturale,
in un mondo sempre più digitale;
stiamo parlando di un mercato da
quasi 200miliardi di euro a livello
mondiale-3miliardi in Italia - con
crescite che superano il 20 per
cento. Insomma, si registrano più
dati nella Rete, che stelle in cielo. In sostanza, stiamo parlando
di una leva tecnologica che può
spingere alla crescita dei Paesi.
Un bel mondo, Internet, semplice,
complicato, divertente, pericoloso; tiene attaccati 110milioni di
utenti, oltre due milioni, in Italia.
A questo punto, però, dobbiamo
dire, senza mezzi termini, che c’è
il problema della sicurezza digitale. Solo nel 2013, il cyber-crimine, negli Stati Uniti, ha causato
danni per 1.000 miliardi di dolla-
U
ri; e dopo, i recenti scandali sullo
spionaggio informatico e i casi
di furti di dati digitali. Ebbene,
l’Unione europea ha messo a disposizione 85milioni di euro, per
il 2014, per progetti di cyber-sicurezza, nell’ambito del programma
di ricerca Horizon 2020. Obiettivo è sviluppare soluzioni di “information tecnology” che possano
garantire un ambiente digitale sicuro ed affidabile in Europa. Ma
c’è di più. Nel nostro Paese, in attuazione dell’art.3 del DPCM del
24 gennaio 2013, vengono adottati il “Quadro strategico nazionale per la sicurezza dello spazio
cibernetico” ed il “Piano nazionale per la protezione cibernetica
e la sicurezza informatica(Cfr.
www,pubblica
amministrazione24.ilsole24ore,com./), Poi, un
nuovo software -che permetterà
di individuare, in tempo reale e
in modo automatico, i tentativi
di furti di identità(ovvero, dati
personali sensibili) e sventarli sul
nascere-, è stato messo a punto,
grazie al progetto “Web Pro ID”,
coordinato dal gruppo di ricerca
eCrime dell’Università di Trento.
Il progetto, durato tre anni e finanziato dalla Commissione europea
con 200.000 euro, è nato allo
scopo di prevenire e contrastare
la sottrazione di dati personali.
Ancora, su Twitter, spesso viene riversata una mole incredibile
di informazioni che, a volte non
sono vere; ora, alcuni ricercatori
europei stanno lavorando per un
software, scova bugie, che si chiama Pheme.
Salvatore Resta
A cura della CONFEDILIZIA di Crotone - Via Lucifero 40 - Tel. 0962/905192
Sito Internet: www.godel.it/confediliziakr
tilità
J. F. Gayraud, C. Ruta
Colletti criminali
L’intreccio tra mafie e finanze
Castelvecchi
pp.187 €. 17,50
La «mano invisibile», regolatrice dei mercati, è una finzione. Ben altre mani fanno
sentire il loro peso sul mondo reale e nei santuari della finanza, Wall Street in testa: sono
quelle del crimine. L’incontro tra malaffare
e «colletti bianchi» è una realtà che non interessa solo livelli marginali dell’economia,
ma che ormai riguarda le aree strategiche del
sistema. Jean François Gayraud e Carlo Ruta
– tra i massimi esperti del fenomeno mafioso
– in questo saggio in forma di dialogo raccontano le vicende dei «colletti criminali»
negli ultimi cento anni, fino ai nostri giorni.
Pierre Papon
Facciamo il pieno di energie!
Dedalo - pp. 64 €. 7,50
Lea, Felicia e Carola prendono il treno per
trascorrere le vacanze di Pasqua dai loro
nonni scienziati. Dal finestrino vedono le
macchine sull’autostrada, campi di pale eoliche, una centrale elettrica... quante domande
da fare al nonno! Durante il loro soggiorno in
campagna le tre ragazze curiose scopriranno
che cos’è l’energia e quanti tipi ne esistono:
cinetica, meccanica, elettrica, eolica, nucleare, solare... e altre ancora. E soprattutto impareranno come funziona il fantastico monopattino ibrido del cuginetto Oscar.
Andrea Miconi
Teorie e pratiche del web
Il Mulino
pp. 180 €. 13,00
L’esperienza del web è oggetto di rappresentazioni diverse e parziali, spesso sfuggenti.
Questo volume offre una ricostruzione delle
analisi più significative che di tale esperienza
sono state proposte, orientata da due convinzioni di fondo: la prevalenza della spiegazione rispetto alla misurazione quantitativa, che
pure costituisce la moda del momento; la continuità delle questioni sollevate dalla network
society con i nodi problematici su cui le scienze sociali si interrogano da tempo.
Luciano Mirone
Un “suicidio” di mafia
La strana morte di Attilio Manca
Castelvecchi
pp. 235 €. 18,50
Viterbo, ore 11:00 del 12 febbraio 2004. Un
uomo riverso sul letto. Per terra una pozza di
sangue. Nel braccio sinistro due buchi. A pochi metri due siringhe da insulina. Il cadavere
è quello di Attilio Manca, 34 anni, originario
di Barcellona Pozzo di Gotto, in Sicilia, primo urologo italiano a operare il cancro alla
prostata col sistema laparoscopico. I magistrati di Viterbo sono sicuri che si tratti di un
decesso per overdose, causato dall’assunzione di eroina, alcol e tranquillanti. Peccato che
il giovane medico sia un mancino puro. Quei
buchi dunque si trovano sul braccio sbagliato.
José Noriega
Enigmi del piacere
Cibo, desiderio e sessaulità
Edb
pp. 280 €. 26,00
La prima parte di questo libro si interroga
sulle ragioni per le quali il cibo e il sesso attraggono gli esseri umani, sul ruolo
dell’amore e sull’originalità di ciò che nella
riflessione classica veniva denominata “ragione pratica”, ovvero il modo di pensare
rivolto all’azione. La seconda parte affronta invece il rapporto tra fame, libido e “vita
buona”, una vita nella quale non tutto è
dato dall’inizio e in cui si deve raccogliere
la sfida di costruire rapporti con gli altri e
con il creato.
Giuseppe Berta
Produzione intelligente
Un viaggio nelle
nuove fabbriche
Einaudi, pp. 158 €. 16,50
Giuseppe Berta riconosce il delinearsi di
un nuovo modello, articolato intorno a un
insieme di gangli di “manifattura intelligente”, all’interno di imprese in cui l’associazione produttiva si coniuga con l’alta qualità dei servizi e dell’assistenza. Un
reticolo che travalica le precedenti linee di
demarcazione territoriale grazie a cui si era
conformata la rappresentazione delle differenti Italie economiche. Il disegno, però, è
ancora embrionale: contribuire al suo assestamento è un passo decisivo verso il superamento della crisi.
G. Brienza, R. Cavallo, O. Ebrahime
Mandela, l’apartheid e il Nuovo
Sudafrica
La storia “ancora da scrivere” del Sudafrica di Nelson Mandela e del suo partito, l’African National Congress (ANC), rappresenta una ulteriore dimostrazione di quella decolonizzazione che, come scrive Rino
Cammilleri nella Prefazione «fu solo l’inizio dei problemi dell’Africa lasciata a se stessa». Dopo una sintetica storia del Sudafrica contemporaneo, il libro documenta le poco conosciute implicazioni di Mandela e
dell’ANC con il comunismo nazionale ed internazionale, le ombre che hanno accompagnato la fine
dell’apartheid (dal dilagare della criminalità e dell’Aids alle scelte abortiste ed omosessualiste del nuovo
Sudafrica) e, infine, la collocazione geopolitica di un Paese che s’interroga sul suo destino dopo la morte,
avvenuta il 5 dicembre 2013, del padre della sua emancipazione.
Giuseppe Brienza, giornalista pubblicista, dottore di ricerca in “Ordine internazionale e diritti umani”
all’università degli studi di Roma “La Sapienza”.
Roberto Cavallo, giornalista pubblicista, esperto in geopolitica e diritto internazionale.
Omar Ebrahime, studioso di Dottrina sociale della Chiesa, membro della Direzione dell’Osservatorio
Internazionale “Card. Van Thuan”.
I-88900 Crotone, via Lucifero 40
Tel. 0962/90.51.92 Fax 0962/1920413
www.dettoriseditori.it
ISBN 978-88-89341-68-1
pp. 140 € 12,90