Dipartimento IMPRESA E MANAGEMENT Laurea magistrale in ECONOMIA E DIREZIONE DELLE IMPRESE Cattedra FINANZA AZIENDALE CORSO AVANZATO LE IPO DELLE IMPRESE A CONTROLLO FAMILIARE IL CASO BRUNELLO CUCINELLI RIASSUNTO TESI Relatore Prof. Ernesto Monti Candidato Stefano Rinaldi matr 653151 Correlatore Prof. Cristiano Cannarsa Anno accademico 2013 - 2014 LE IPO DELLE IMPRESE A CONTROLLO FAMILIARE - IL CASO BRUNELLO CUCINELLI Pag. 2 di 25 LE IPO DELLE IMPRESE A CONTROLLO FAMILIARE - IL CASO BRUNELLO CUCINELLI Pag. 3 di 25 LE IPO DELLE IMPRESE A CONTROLLO FAMILIARE - IL CASO BRUNELLO CUCINELLI CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE Sebbene la letteratura negli ultimi anni abbia dedicato attenzione maggiormente allo studio delle moderne public company, in realtà le società a controllo familiare ancora costituiscono la tipologia di impresa più presente a livello mondiale1. Tali considerazioni sono ancora più evidenti con riferimento al caso dell’Italia dove, ad oggi, l’82% delle imprese sono a controllo familiare ed il 58% dei grandi gruppi nazionali sono controllati e gestiti a livello familiare 2. Tuttavia, la caratteristica che contraddistingue l’Italia rispetto agli altri paesi sviluppati è la prevalente presenza di imprese di piccole dimensioni- con un numero di addetti fino 10 ed un fatturato annuo fino a 2 milioni di Euro- che, in Italia, rappresentano circa il 95% di tutte le imprese3. Scopo del presente studio è l’analisi delle imprese a controllo familiare con particolare riguardo alle imprese di successo di medie dimensioni nella realtà italiana Lo studio prende le mosse da una sintetica illustrazione delle principali teorie sul family business sviluppate a livello internazionale e dei conseguenti principali vantaggi e svantaggi del modello di impresa familiare, soffermandosi sulla dimensione ed i limiti del family business, con particolare riguardo alla realtà italiana. Nel prosieguo, si da evidenza della struttura proprietaria fortemente accentrata dei family business quotati e delle seguenti principali caratteristiche di bilancio: 1 IFERA, (2003), Family business dominate, Family Business Review, 16 (4), pp. 235-240 2 Corbetta G., Minichilli A. e Quarato F.,(2012), Osservatorio AUB su tutte le aziende familiari italiane di medie e grandi dimensioni. Executive Summary. Rapporto 2012 ISTAT, (2013), 9° Censimento Generale dell’Industria, dei Servizi e delle Istituzioni Non Profit, Censimento dell’industria e dei servizi 2011 3 Pag. 4 di 25 LE IPO DELLE IMPRESE A CONTROLLO FAMILIARE - IL CASO BRUNELLO CUCINELLI struttura finanziaria sbilanciata sull’indebitamento a breve termine e l’autofinanziamento; dinamica di crescita degli investimenti tecnici molto più sostenuta rispetto alle società non quotate, con prospettive di redditività futura superiori. In questo scenario, vengono rappresentati i benefici che la quotazione in borsa può garantire per un family business, anche sulla base di studi empirici sulla performance dei family business quotati dopo la quotazione. In seguito, si passa ad analizzare il caso dell’IPO dell’impresa familiare realizzatrice di prodotti in cashmere Brunello Cucinelli, confrontandolo con altri casi di successo di realtà imprenditoriali italiane a controllo familiare, nel settore del lusso- un’industria in continuo sviluppo e che sembra solo marginalmente aver risentito degli ultimi anni di crisi economica. Brunello Cucinelli, rappresenta un caso empirico di successo del Made In Italy nel mondo, che molto probabilmente non si sarebbe potuto realizzare senza il passaggio della quotazione in Borsa avvenuta nel 2012. L’evidenza che viene data in merito al successo dell’IPO, la costante crescita degli investimenti e la generale perfomance positiva sui mercati di operatività dell’impresa, permette di dimostrare come i punti di forza del family business uniti alla volontà di perseguire percorsi di crescita mediante la quotazione in borsa sono gli elementi che determinano il successo di un family business rispetto a società non controllate a livello familiare. In conseguenza di ciò si ritiene di poter concludere che le imprese di successo del settore del lusso devono costituire l’esempio a cui altre aziende similari italiane devono riferirsi, con evidenti vantaggi in termini di sviluppo dei mercati finanziari italiani – con l’incremento del numero delle IPO – e soprattutto dell’economia nazionale che da troppi anni stenta a realizzare una crescita sostenuta. Pag. 5 di 25 LE IPO DELLE IMPRESE A CONTROLLO FAMILIARE - IL CASO BRUNELLO CUCINELLI 1 I VANTAGGI E GLI SVANTAGGI DEL FAMILY BUSINESS La Commissione Europea4 nonché la letteratura italiana del Family Business5 individuano come elemento unico necessario per definire una azienda come familiare che il o i fondatori di un’azienda familiare coinvolgano la famiglia di appartenenza all’interno dei processi decisionali aziendali. Sulla base della definizione appena fornita e alla luce delle teorie, schemi di analisi nonché contributi pratici in tema di family business si possono individuare i principali punti di forza e di debolezza di un’azienda familiare. La visione e la prospettiva di lungo periodo, può essere considerato come l’elemento più caratterizzante le imprese familiari. Tale caratteristica nasce dal già ricordato altruism6 dei familiari “anziani” che desiderano consegnare ai propri discendenti una impresa sana dal punto di vista finanziario e competitiva dal punto di vista di business. Infatti, il coinvolgimento economico ed affettivo dei familiari nell’ impresa è molto elevato, l’impresa viene valutata come un bene da conservare ed accrescere salvaguardando la continuità aziendale. Dall’analisi RBV(Resource Based View), è possibile individuare come elemento di vantaggio le risorse inimitabili di un family business, che tale tipologia aziendale è in grado di sviluppare. Tra le più significative risorse ai nostri fini si ricorda il capitale sociale, che con riferimento all’impresa familiare corrisponde all’insieme delle risorse derivanti dalle relazioni che si sviluppano tra familiari e stakeholders, che possono condurre a vantaggi reciproci per le due 4 European Commission, (2012), Family business definition, http://ec.europa.eu/enterprise/policies/sme/promoting-entrepreneurship/family-business/#h2-2 5 Corbetta G, (2010), Le aziende familiari. Strategie per il lungo periodo, Milano, Egea 6 In Corbetta e Salvato (2004) con questo termine si intende l’insieme dei valori personali e imprenditoriali, durevoli nel tempo e condivisi tra i membri della famiglia. Tali valori guidano il comportamento della famiglia stessa verso l’impresa e, più in generale, verso la comunità di riferimento. Pag. 6 di 25 LE IPO DELLE IMPRESE A CONTROLLO FAMILIARE - IL CASO BRUNELLO CUCINELLI parti – ad esempio occupazione per la comunità, successo dei propri prodotti per l’azienda. Tuttavia, l’orientamento a lungo termine dell’impresa familiare spesso si traduce in vera e propria avversione al rischio che come noto mal si concilia con la performance delle imprese, fondate sul concetto di rischio. In particolare, il rischio, ad avviso di chi scrive, è la sostanziale “chiusura” del capitale ad azionisti esterni e la chiusura all’affidamento di ruoli manageriali ad outsider. Tali due elementi presi congiuntamente possono limitare lo sviluppo dei processi innovativi e soprattutto l’espansione dell’impresa nei mercati internazionali, deprimendo il valore del family business nel lungo termine. Infine, Il rischio di estrazione di private benefits a scapito degli azionisti di minoranza, nasce dalla possibilità che l’identità famiglia-impresa possa creare conflitti in seno alla famiglia che abbiano ripercussioni negative sulla performance aziendale. Ad esempio, si potrebbero architettare operazioni infragruppo per trasferire ricchezza ad una famiglia o semplicemente l’utilizzo delle risorse aziendali per soddisfare il proprio benessere personale. 1.1 I limiti dei family business in Italia Analizzando la dimensione del family business in Italia, alla luce dei punti di forza e di debolezza forniti nel precedente paragrafo, è possibile effettuare un bilancio dei limiti della struttura imprenditoriale a controllo familiare italiana. Anzitutto, va ricordato che la gran parte delle imprese italiane sono di piccolissima dimensione, con scarsa competitività sia a livello locale che internazionale. La maggior parte di queste imprese preferisce mantenere piccole quote di mercato a livello locale, senza portare avanti innovazioni di prodotto ma limitandosi a stringere alleanze, per lo più creando piccole reti di imprese, scarsamente competitive. In secondo luogo, con riferimento alle aziende familiari di maggiore dimensione, permane un sistema di governance dell’azienda altamente arretrato Pag. 7 di 25 LE IPO DELLE IMPRESE A CONTROLLO FAMILIARE - IL CASO BRUNELLO CUCINELLI che vede una presenza ancora estremamente limitata di consiglieri non familiari nei CdA delle aziende familiari. I vantaggi ottenibili dall’inserire consiglieri non familiari in azienda è dimostrato dall’osservato recupero di redditività nei tre anni successivi da parte delle aziende con reddittività decrescente nei 3 anni precedenti l’inserimento del consigliere. In terzo luogo, persiste una tendenza eccessiva a limitare l’entrata di nuovi soci nella compagine azionaria. I primi tre azionisti delle imprese a controllo familiare detengono in media una quota del 94%, e solo il primo socio detiene il 70% delle quote sociali. Dunque, è evidente come sia impossibile in queste circostanze usufruire di competenze di soci esterni, come società di private equity, che in particolare per la aziende familiari arrivate alle terza-quarta generazione possono rappresentare una leva finanziaria nonché di competenze estremamente significativa. Infine, la difficoltà a pianificare con adeguato anticipo la successione al vertice coinvolge tutte le aziende familiari ma in misura più rilevante quelle di prima generazione7, dove l’anzianità di servizio del leader supera di molto quella delle aziende di seconda e terza generazione. È stato osservato come esista una relazione inversa tra età del fondatore e performance aziendale in quanto, nell’ultimo decennio, le imprese con leader oltre i 70 anni hanno realizzato una crescita dei ricavi negativa(-1.8%) e un ROE-reddittività del capitale netto- del 3%8. Secondo la classificazione dell’Osservatorio AUB, le generazioni sono state definite utilizzando un intervallo temporale di 25 anni quale discrimine tra una generazione e la successiva. 8 Corbetta G., Minichilli A. e Quarato F.,(2012), Osservatorio AUB su tutte le aziende familiari italiane di medie e grandi dimensioni. Executive Summary. Rapporto 2012 7 Pag. 8 di 25 LE IPO DELLE IMPRESE A CONTROLLO FAMILIARE - IL CASO BRUNELLO CUCINELLI 2 IPO E PERFORMANCE DEI FAMILY BUSINESS IN ITALIA E NEL MONDO Dai dati Consob del 2012 sulle società quotate italiane9 emerge come, per i family business quotati, la limitata crescita del fatturato – in aumento del 3.4% rispetto al 7.4% del 2011- e della redditività - ROE pari al 5.3% contro l’8.4% del 2011- è stata compensata dalla crescita degli investimenti tecnici - pari al 50% delle risorse finanziarie contro il 45% del 2011 -, più sostenuta nelle società quotate rispetto a quelle non quotate10. In termini di struttura finanziaria sebbene le società quotate stiano riducendo la propria leva finanziaria - pari al 100%, in riduzione del 30% rispetto al 2011 il ricorso all’autofinanziamento e al debito a breve termine- rispettivamente, il 90% del fabbisogno e il 23.4% dei debiti totali - sono ancora di molto superiori alle altre fonti di finanziamento, impedendo di finanziare opportunamente gli investimenti a lungo termine e rappresentando un forte freno alla crescita del business. Infine, persiste una partecipazione ancora limitata di investitori istituzionali e fondi di private equity, che possono essere decisivi per un miglioramento delle performance dei family business11. Dall’analisi di una ricerca di alcuni autori del 200412 su imprese italiane quotatesi in Borsa tra il 1995 e il 1998, è emerso che la quotazione in borsa ha permesso ai family business di realizzare una crescita strutturale – osservando un crescita media del fatturato del 12% nei due anni successivi all’IPO rispetto al 5.6% delle società non quotate -, di aumentare le operazioni di finanza 9 CONSOB (2012), Relazione al ministro dell’Economia e delle Finanze 10 La caduta del fatturato e della reddittività osservati nei periodi considerati sono da imputare alla seconda ondata di crisi economica che ha colpito in particolare l’Europa dal 2011. 11 Solo 92 imprese quotate presentano almeno un investitore istituzionale con partecipazione media del 6.6%. Al contrario, le famiglie controllano il 61% delle società italiane quotate ( 26% della capitalizzazione totale di mercato), di cui il 70% delle quotate nel segmento STAR e il 50% delle quotate nel segmento MID CAP. 12 Mazzola P., Marchisio G, (2002), The Role of Going Public in Family Businesses LongLasting Growth: A Study of Italian IPOs, Family Business Review Pag. 9 di 25 LE IPO DELLE IMPRESE A CONTROLLO FAMILIARE - IL CASO BRUNELLO CUCINELLI straordinaria (64 operazioni di M&A concluse nel periodo considerato) ed infine favorire l’internazionalizzazione, portando le vendite estere dal 50% del periodo precedente all’IPO al 60% nel periodo successivo. Anche in ottica internazionale emerge come la performance dei family business si distingua rispetto alle imprese non controllate da famiglie. La banca d’affari Credit Suisse13 ha creato un indice che misura nel complesso la performance in borsa di 255 family business quotati, e da cui emerge che, dopo la recessione del 2009, il valore delle azioni dei family business è cresciuto molto di più del valore delle azioni delle imprese del MSCI index 14 (si veda la figura seguente). 13 Credit Suisse,(2012), Family businesses: Sustaining performance, Research Institute[Report] Il MSCI (Morgan Stanley Capital International) index è stato creato dalla banca d’affari Morgan Stanley e ricomprende imprese con medio grande capitalizzazione di mercato in 23 paesi sviluppati. Con circa 1,610 imprese che fanno parte dell’indice, esso copre approssimativamente l’85% della capitalizzazione del totale del flottante di mercato, in ogni paese. 14 Pag. 10 di 25 LE IPO DELLE IMPRESE A CONTROLLO FAMILIARE - IL CASO BRUNELLO CUCINELLI 3 CUCINELLI: UN’AZIENDA FAMILIARE ITALIANA QUOTATA CHE CREA VALORE Brunello Cucinelli è un’azienda a controllo familiare operante nel settore dei beni di lusso ed è conosciuta a livello internazionale per i suoi prodotti in cashmere ad alto valore aggiunto e dai prezzi molto elevati. A partire dal 2005 la strategia di sviluppo del business si è caratterizza per l'apertura di negozi monomarca sia in franchising sia gestiti direttamente (DOS), in Italia e in particolare all'estero, da dove proviene circa l’80% dei ricavi. Il forte processo di crescita e sviluppo di questa particolare azienda familiare nel primo decennio del 2000 ha convinto Brunello Cucinelli alla quotazione in Borsa dell’azienda avvenuta il 27 Aprile 2012. L’IPO si è rilevata un grande successo, con domanda di azioni di venti volte superiore all’offerta e prezzo dell’azione a quasi due anni dalla quotazione di molto superiore al prezzo di offerta – attualmente pari a 20 euro contro i 7.75 euro dell’offerta. Dall’analisi dettagliata dell’andamento delle principali grandezze ed indici economico- finanziari dal 2009 al 2013 (si veda la tabella che segue). è emerso che l’IPO ha certamente costituito un elemento fondamentale per la crescita dell’azienda Brunello Cucinelli. La quotazione, difatti, ha permesso all’azienda non solo di ottenere risorse finanziarie per sostenere lo sviluppo del business, ma anche di aumentare e migliorare la visibilità ed immagine sul mercato. Pag. 11 di 25 LE IPO DELLE IMPRESE A CONTROLLO FAMILIARE - IL CASO BRUNELLO CUCINELLI Anno 2009 2010 2011 2012 2013 158.14 203.6 242.64 279.32 322.48 - 28.75 19.17 15.12 15.45 29.78 31.23 15.17 15.28 15.37 - 35.03 -42.11 16.00 16.10 Andamento dei ricavi netti Ricavi netti (milioni/€) Crescita dei ricavi netti (%) M isure ed indici di redditività Gross margin (%) Crescita del gross income (%) EBITDA margin (%) Crescita dell' EBITDA (%) Utile netto (milioni/€) Crescita dell'utile netto (%) 9.00 11.37 16.22 16.86 18.30 - 62.66 69.98 19.65 25.33 4.90 9.58 20.27 22.48 30.48 - 95.59 111.65 10.93 35.55 ROA (%) 3.50 6.43 11.82 10.33 11.23 EBIT/ Totale attività (%) 8.00 12.97 19.88 18.35 17.61 ROE (%) M isure ed indici di struttura finanziaria 24.15 40.18 63.64 29.18 23.45 Debito a lungo termine / Equity (%) 149.65 106.20 50.52 10.84 15.32 46.00 37.96 30.68 16.58 18.57 Posizione finanziaria netta (milioni/€) Debito totale / Totale attività (%) 61.03 52.41 48.86 0.90 16.10 Interest coverage ratio (%) 5.29 12.31 18.32 19.31 8.22 Fonte: Personale rielaborazione dei dati di Bilancio della Brunello Cucinelli Brunello Cucinelli emerge come una di quelle aziende italiane di eccellenza, capaci di fare leva su competenze distintive, sia in termini di expertise, quali la qualità del prodotto, sia in termini organizzativi, quali l’attenzione allo sviluppo delle risorse umane con una cultura d’impresa innovativa e non fondata unicamente sul profitto. Tale azienda non solo è in grado di realizzare l’obiettivo principe di ogni impresa, cioè la creazione di valore per gli azionisti, ma riesce a realizzare obiettivi più ampi riferibili alla categoria degli stakeholders. Con riferimento a quest’ultimo punto è forte l’attaccamento all’Italia e il desiderio di contribuire al recupero della crescita e al miglioramento complessivo del sistema paese, ad esempio mantenendo tutta la produzione in Italia, e un forte focus sul territorio nazionale in termini di vendite complessive dei prodotti dell’azienda umbra. Infine, dall’analisi comparativa con le altre aziende italiane del settore del lusso come Luxottica, Tod’s e Prada, si evidenziano forti somiglianze con Brunello Cucinelli, in termini di caratteristiche di prodotto (alta qualità), canali di Pag. 12 di 25 LE IPO DELLE IMPRESE A CONTROLLO FAMILIARE - IL CASO BRUNELLO CUCINELLI crescita (sviluppo del business retail e forte espansione internazionale, in particolare negli emergenti) e figure caratterizzanti l’azienda (l’omonimo imprenditore per Brunello Cucinelli, Leonardo Del Vecchio per Luxottica, Diego Della Valle per Tod’s, Miuccia Prada per Prada). Dunque, un insieme di caratteristiche che costituiscono i punti di forza delle aziende familiari, la volontà di aprirsi allo sviluppo e alla crescita mediante la quotazione in Borsa, e l’adozione di modelli imprenditoriali e manageriali delle grandi imprese moderne, per lo più multinazionali, hanno portato tali aziende a raggiungere i vertici del settore in cui operano e contribuendo positivamente all’immagine ed al rilancio economico del nostro paese. 4 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE 4.1 Necessità di un cambiamento di cultura delle imprese familiari e di un ruolo più attivo dei mercati finanziari in Italia Il 70 % delle società italiane, sia di piccole che di medie dimensioni, sono a controllo familiare. Dunque dal loro sviluppo dipende gran parte della crescita del nostro paese, attraverso il recupero della competitività del nostro sistema industriale a livello internazionale. Si è mostrato in precedenza come i family business mondali realizzano sui mercati finanziari performance superiori rispetto alle società non controllate da famiglie. Queste imprese sono premiate sui mercati finanziari in quanto riescono ad affiancare a valori tipici delle imprese familiari, - come la visione strategica di lungo periodo e la forte sensibilità a tematiche di carattere sociale che rafforzano il legame con la comunità circostante - elementi più tipicamente attribuibili alle imprese multinazionali moderne - come la presenza di consiglieri di amministrazione indipendenti e di manager esterni alla famiglia e la partecipazione alla struttura proprietaria di investitori istituzionali, come società di private equity. Pag. 13 di 25 LE IPO DELLE IMPRESE A CONTROLLO FAMILIARE - IL CASO BRUNELLO CUCINELLI La presenza di investitori istituzionali, in particolare, è in grado di stimolare il rinnovamento delle logiche di gestione tradizionalmente conservatrici delle imprese familiari, conducendole alla crescita internazionale attraverso la garanzia di risorse finanziarie e la disponibilità di adeguate competenze di business. In Italia, tuttavia, i family business di successo, che presentano gli elementi appena menzionati, sono ancora una percentuale ridotta all’interno della complessiva struttura imprenditoriale. E le problematiche che queste aziende riscontrano sono dovute alle caratteristiche stesse della realtà imprenditoriale italiana, generalmente di piccola dimensione e con struttura finanziaria fondata sul credito bancario, l’indebitamento a breve termine e l’autofinanziamento. La parziale risoluzione di queste problematiche può essere ottenuta con la quotazione in Borsa, che tuttavia è spesso ostacolata da aspetti al di fuori di valutazioni di carattere economico – finanziario. È stato dimostrato infatti che uno degli elementi di maggiore ostacolo alla crescita dei family business italiani è la forte diffidenza delle famiglie imprenditoriali nei confronti della quotazione in Borsa, che invece è una scelta in grado di attivare un circolo virtuoso, rivoluzionando la governance, la struttura proprietaria e soprattutto la mentalità dell’impresa, guidandola verso un forte sviluppo internazionale e un dimostrato superiore miglioramento della redditività rispetto alle imprese non quotate. Tale diffidenza è dovuta alla necessità di dover sottostare ad obblighi aggiuntivi che derivano dalla quotazione in Borsa (come la esempio la pubblicazione periodica di bilanci infra annuali e l’adozione di sistemi di governance societaria predefiniti), tali da limitare il potere decisionale della famiglia proprietaria ed imporre la necessità di tener conto anche di obbiettivi ed esigenze manifestate dagli azionisti di minoranza. Ad avviso di chi scrive il limite di molte famiglie imprenditoriali italiane è sostanzialmente di carattere culturale e rappresenta il principale ostacolo alla crescita essendo frutto di una formazione culturale e manageriale ancora estremamente limitata. Tale atteggiamento spesso si allarga a questioni più Pag. 14 di 25 LE IPO DELLE IMPRESE A CONTROLLO FAMILIARE - IL CASO BRUNELLO CUCINELLI strettamente di business a causa di atteggiamenti conservatori ed avversi al rischio, limitando lo sviluppo dei processi innovativi e soprattutto l’espansione dell’impresa nei mercati internazionali, deprimendo il valore del family business nel lungo termine. Pertanto si deve cercare di favorire un cambiamento di mentalità nelle aziende familiari, cercando di promuovere meglio, in primo luogo attraverso la CONSOB e Borsa Italiana, i benefici della quotazione, presentando alle aziende interessate ad una IPO, la performance dei family business quotati mondiali, nonché i casi nazionali di imprese simili sia in termini di business che di dimensione dell’azienda a coloro che si presentano alla quotazione, evidenziando anche gli obblighi di lungo termine che una quotazione in Borsa determina, così come è stato fatto nel presente lavoro. Una proposta proveniente da alcuni autori15 per incentivare l’ avvicinamento delle aziende al mercato mobiliare è il ricorso ai club deal, operazioni intermedie tra un’offerta pubblica e un collocamento privato, in cui un numero ristretto di primari investitori supportano l’IPO di un’azienda in una prospettiva di medio lungo termine. Inoltre si deve favorire l’entrata significativa nel capitale sociale di soci istituzionali – dunque tale da garantire un potere decisionale adeguato-, in particolare imprese di private equity. Ad esempio, secondo Bassanini e Bellone (2012) è possibile facilitare la possibilità di contatti con gli investitori istituzionali, prima della presentazione formale della domanda di ammissione a quotazione a Borsa italiana. Per coloro i quali manifestino un positivo interesse nei confronti dell’azienda che si va a quotare è possibile anche offrire prelazioni o raccogliere ordini indicativi utili per avere un’idea anticipata della struttura proprietaria societaria dopo la quotazione. 15 Bassanini F., Belloni E.,(2012), Time for growth. Favorire la quotazione in borsa, Ricerca promossa da Le Fondazioni Astrid e ResPublica Pag. 15 di 25 LE IPO DELLE IMPRESE A CONTROLLO FAMILIARE - IL CASO BRUNELLO CUCINELLI Inoltre, per favorire un maggiore interesse da parte degli investitori istituzionali che gestiscono ingenti risorse finanziarie- in particolare banche ed assicurazioni - si propone di introdurre meccanismi di sgravio nel calcolo dei requisiti patrimoniali per gli investimenti in imprese di recente quotazione (es. fino a 3 anni post quotazione). Infine, i costi per la quotazione in Borsa, ancora abbastanza elevati, possono essere ridotti, semplificando i requisiti di ammissione a quotazione per le imprese che abbiano ottenuto un punteggio elevato nell’ambito del cosiddetto rating di legalità16 riducendo di molto l’aggravio non solo finanziario ma anche di tempo che la dimostrazione del rispetto di tali requisiti determina. 4.2 La quotazione per crescere a livello internazionale: l’esempio da seguire dell’industria del lusso Dal presente lavoro è emerso che la quotazione in Borsa ha come principale motivo la volontà di sfruttare le risorse finanziarie dell’IPO e l’effetto immagine che da questo deriva per sviluppare l’azienda oltre i confini nazionali. I confini nazionali non sono ormai più sufficienti per garantire l’ottenimento di adeguati margini stante la ormai consolidata globalizzazione dei mercati e lo sviluppo di aziende multinazionali. I family business che sono riusciti a comprendere questa evoluzione in corso nei mercati internazionali sono proprio quelle che si sono quotate e che rappresentano le imprese più dinamiche del tessuto imprenditoriale italiano. Luxottica, Tod’s, Prada e Salvatore Ferragamo hanno mantenuto la propria produzione in Italia, garantendo un prodotto interamente made in Italy, ma crescendo tutte con il medesimo sistema, partendo dalla quotazione in Borsa per poi disporre delle risorse e dell’immagine adeguata per poter aprire con successo negozi monomarca nei mercati a maggiore crescita nel settore del Lusso, in 16 Si fa riferimento ad un indice introdotto da qualche hanno che viene assegnato dalla Consob alle imprese quotate che rispettano una serie di requisiti in termini legali Pag. 16 di 25 LE IPO DELLE IMPRESE A CONTROLLO FAMILIARE - IL CASO BRUNELLO CUCINELLI particolare la Cina e il Sud Est Asiatico, ma anche l’Australia ed alcuni paesi del Medio-Oriente. Per quanto riguarda Brunello Cucinelli, la guida dell’omonimo imprenditore, è l’elemento decisivo che ha permesso all’impresa di raggiungere un successo formidabile al tempo della quotazione in Borsa e che gli sta garantendo la crescita e lo sviluppo del business. L’azienda ha creato valore a partire dall’IPO e presenta una valutazione in Borsa sostanzialmente coerente con le floride prospettive di sviluppo del business nel settore ad alta crescita del lusso. È necessario, infine, fare un cenno, per completezza d’analisi, ai risultati più recenti della quotazione in borsa di Moncler, un altro family business italiano del lusso, marchio di origini francesi e dal 2003 sotto il controllo di Remo Ruffini, che è sia presidente che CEO dell’azienda, guidandola a una crescita significativa, dopo averla rilevata sull’orlo del fallimento. Il 16 dicembre del 2013 è avvenuta la quotazione in Borsa e nel primo giorno di contrattazione il titolo ha guadagnato oltre il 40%, con una domanda superiore di 31 volte rispetto all’offerta. Il fatturato è quasi decuplicato rispetto al 2003, anno in cui Ruffini comprò il marchio francese ed è frutto di una strategia di internazionalizzazione nei mercati sviluppati e nei mercati emergenti che ha comportato una progressiva diminuzione del peso dell’Italia. Un parte di questo successo è dovuto all’entrata nel capitale azionario, a partire dagli anni 2000, di società di private equity , come il fondo Carlyle, che dopo aver sostenuto la crescita del business con le proprie competenze e risorse finanziare, hanno venduto le proprie quote proprietarie con l’IPO, raccogliendo circa 785 milioni di euro. Si è dimostrato dunque che tutte le aziende familiari di successo menzionate, presentano come elemento comune, la capacità di sapere affiancare alle caratteristiche più positive delle aziende familiari la tendenza ad adottare sistemi e modelli manageriali tipici delle grandi imprese multinazionali a proprietà diffusa. Pag. 17 di 25 LE IPO DELLE IMPRESE A CONTROLLO FAMILIARE - IL CASO BRUNELLO CUCINELLI Da un lato, infatti, si evidenziano nei family business di successo la visione a medio- lungo termine, l’impegno a tempo pieno della famiglia allo sviluppo della propria impresa, l’attenzione alle tematiche sociali e allo sviluppo e rispetto delle risorse umane, l’attaccamento al territorio nazionale e l’impegno al miglioramento delle condizioni economiche del paese. Dall’altro, le aziende familiari di cui si è discusso adottano modelli manageriali e di governance innovativi e si aprono, in termini di capitale azionario e governo societario, all’ingresso di soggetti esterni alla famiglia, capaci di apportare competenze e risorse per lo sviluppo dell’impresa, maturando come obiettivo primario di crescita, lo sviluppo del business oltre i confini nazionali. Il primo passo per il raggiungimento di un obiettivo simile è proprio la quotazione in Borsa, che insieme alla garanzia delle risorse finanziarie necessarie, spinge l’impresa a migliorare il proprio business già prima della quotazione al fine di presentarsi ai mercati con un immagine positiva consolidata già da tempo e tale da garantire il continuo miglioramento di questo aspetto anche nel lungo termine. In conclusione, le imprese del settore del lusso devono costituire l’esempio a cui altre aziende similari italiane devono riferirsi, con evidenti vantaggi in termini di sviluppo dei mercati finanziari italiani – con l’incremento del numero delle IPO – e soprattutto dell’economia nazionale che da troppi anni stenta a realizzare una crescita sostenuta. Pag. 18 di 25 LE IPO DELLE IMPRESE A CONTROLLO FAMILIARE - IL CASO BRUNELLO CUCINELLI 5 BIBLIOGRAFIA 1) Arregle, J. L., Hitt, M. A., Sirmon, D. G., & Very, P. V., (2007), The development of organizational social capital: Attributes of family firms, Journal of Management Studies, 44(1), 73–95. 2) Bain & Company, Fondazione Altagamma, (2013), Luxury Goods Worldwide Market Study, October 2013 (12th Edition), [Report] 3) Bancel F., Mittoo U.R. (2009), Why do European firms go public?, European Financial Management, 15(4), 844-884 4) Bandiera O., Guiso L., Prat A., Sadun R. (2010). 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