Italia Oggi Sette - Lombardi Molinari Segni Studio legale

IV
Lunedì 28 Luglio 2014
AT T UA L I TÀ
Dopo i debutti in borsa seguiti dai grandi studi legali, adesso c’è il timore di uno stop
Ipo, ora il rischio è la frenata
Il mezzo flop di Fincantieri fa slittare la quotazione di Poste
Pagina a cura
DI DUILIO LUI
l rischio maggiore è che il
motore si inceppi proprio
ora che aveva ripreso a
viaggiare a pieni giri. La
freddezza con la quale il mercato ha accolto il debutto di Fincantieri e il rinvio delle ipo di
Rottapharm e Sisal mettono in
dubbio il proseguimento di un trend che nella
prima metà dell’anno
ha fornito grossi mandati agli studi legali.
Perché la consulenza
nello sbarco in Borsa
è una di quelle operazioni più profittevoli
per le law-firm, nonché un’occasione per
creare i rapporti con
le aziende, in vista di
nuovi mandati. Soprattutto grazie al decollo dell’Aim,
il listino dedicato alle realtà di
piccole dimensioni, che consente
ai grandi studi d’affari di entrare in contatto con una fascia del
mondo produttivo altrimenti
difficile da raggiungere.
I
Nctm regina dell’Aim
In particolare, è Nctm a essersi distinta in questi primi
mesi nella consulenza per lo
sbarco sul listino dedicato alle
pmi. A cominciare dalla primo
ipo dell’anno, firmata da Green
Power, società attiva nel business delle energie rinnovabili.
L’operazione è stata seguita
da Andrea Iovieno e Luka
Plattner, il duo che ha curato
anche lo sbarco sul mercato di
Gala, attiva nella fornitura di
energia elettrica alle pubbliche
amministrazioni e alle partecipate. Nell’occasione il global
coordinator Banca Profilo si è
affidata a Norton Rose Fulbright, con un team guidato dal
partner Paolo Daviddi, assistito dalla of counsel Donatella de Lieto Vollaro. Plattner e
Iovieno sono stati poi affiancati
da Eugenio Siragusa, Paolo
Rampulla e Andrea Mantellini (questi ultimi due specializzati nella consulenza fiscale)
nell’ipo di Plt Energia, specializzata nell’eolico, fotovoltaico e
biogas. Nctm ha seguito anche
le quotazioni di Ecosuntek (con
il team di equity capital markets), Triboo Media (Plattner).
Tra gli altri studi attivi
sull’Aim da segnalare Clifford Chance, che ha seguito
lo sbarco di Expert System (al
lavoro sull’operazione Claudio
Cerabolini, Maria Sole Betti
Guaraldi e Paolo Fumagalli), società specializzata nella
tecnologia semantica, e Legance (Giorgio Vanzanelli, Antonella Calogiuri, Stefano
Bandini e Lorenzo Sperti), al
fianco di Energy Lab, che opera
nella progettazione e analisi finanziaria e assicurativa per gli
investimenti in fonti di energia
rinnovabile.
Un poker di studi
per la corazzata Fincantieri
L’ipo più importante a Milano
da inizio anno è stata Fincantieri, corazzata della cantieristica
che si è quotata a fine giugno
con una capitalizzazione di 1,32
miliardi di euro. Un’operazione
complessa non solo per le grandezze in gioco, ma anche per
l’obiettivo di conquistare investitori internazionali (in buona
parte mancato, dato che la quota destinata agli istituzionali è
stata ridotta dall’80% inizialmente previsto a poco più del
10%), nonché per la presenza
di un azionista di riferimento
pubblico come Fintecna. Così
nell’operazione sono intervenuti
sei studi legali per un totale di
20 avvocati: Gianni Origoni
Grippo Cappelli & Partners
ha assistito Fincantieri con un
team coordinato dal partner
Francesco Gianni, e composto dal partner Fabio Ilacqua,
la senior associate Maria Sole
Conticelli e l’associate Smeralda Mazzei per i profili di capital markets, dal socio Giuseppe Cannizzaro con la senior
associate Ludovica Di Paolo
Antonio e l’associate Edoardo
Manni per i profili di corporate governance, infine dal socio
Antonello Lirosi per i profili
pubblicistici dell’operazione.
Sullivan & Cromwell, invece,
ha agito con un team composto
dallo european counsel Oderisio De Vito Piscicelli e dagli
associate Giovanni Colantuono e Nicolò Mainoni. Inoltre
Fincantieri è stata assistita internamente da Guido Masini,
socio di Rcc. Fintecna si è affidata a Chiomenti (il dossier è stato seguito dai soci Francesco
Tedeschini, Enrico Giordano e Paolo Valensise), mentre
Lombardi Molinari Segni (al
lavoro il name partner Antonio
Segni, i partner Lidia Caldarola, Federico Vermicelli e
Mauro Pisapia e l’associate
Alberto Recchia, e Latham
& Watkins (con il socio Antonio Coletti, l’of counsel Ryan
Benedict e gli associate Giancarlo D’Ambrosio e Irene Pistotnik).
Frenata in vista?
Il timore più grande è legato
alla possibilità di esaurimento
della fase Toro che ha caratterizzato Piazza Affari negli
ultimi due anni, portando per
altro il listino milanese a far
segnare la migliore performance nel primo semestre 2014
(+12,4%). Dopo la lunga corsa,
però, evidentemente si pensa
a una pausa di riflessione da
parte degli investitori,, altrimenti sarebbe difficile da spiegare quanto accaduto intorno
all’ipo Fincantieri negli ultimi
giorni. La prima privatizzazione dell’era Renzi si è trovata
a fare i conti con una risposta
fredda da parte degli istituzionali: il prezzo finale è stato fissato a 0,78 euro per azione, sul
livello minimo della forchetta:
il controvalore dell’offerta sarà
così di 351 milioni di euro, con
il 25% sul mercato a partire
da giovedì. La capitalizzazione sarà invece di 1,32 miliardi
di euro, per un gruppo per una
società che ha chiuso il 2013
con ricavi per 3,8 miliardi di
euro, un Ebitda di 298 milioni
e un risultato d’esercizio di 85
milioni. Proprio questa operazione potrebbe costringere
il governo a rivedere il piano
di privatizzazioni che avrebbe
dovuto portare in Borsa, a partire dall’autunno, altri gruppi
sotto il controllo pubblico. A
cominciare da Poste, annunciata come ipo dell’anno per
una valutazione intorno ai 6
miliardi. A seguire l’operazione
per il Tesoro è Gianni Origoni Grippo Cappelli, mentre
Clifford Chance affianca la
società. Quest’ultimo segue anche il dossier relativo alla possibile quotazione di Rai Way, al
fianco delle banche consulenti,
mentre il ministero dello Sviluppo economico si è affidato a
Bonelli Erede Pappalardo.
Intanto, il clima di incertezza
sui mercati ha spinto due società a rinunciare alla quotazione:
si tratta di Sisal (che si era affidata a Linklaters e Latham
& Watkins) e Rottapharm (che
aveva optato per Shearman &
Sterling, Latham & Watkins
e Tremonti Vitali Romagnoli Piccardi, quest’ultimo l’advisory fiscale).
DI RECENTE, LA SCALATA DI GTECH SU IGT E, AL CONTRARIO, L’ACQUISIZIONE DI INDESIT DA WHIRLPOOL
Crescono le operazioni lungo l’asse Italia-Usa
L’
interscambio tra l’Italia e gli
Stati Uniti vale poco meno di
40 miliardi di euro, con l’export
italiano che incide per due terzi.
A rafforzare gli incroci commerciali negli
ultimi tempi hanno contribuito anche numerose operazioni di m&a tra i due paesi,
con gli studi legali impegnati a gareggiare
sui mandati di maggior peso.
Tris di studi per GTech-Igt
L’operazione più recente in ordine di
tempo ha visto un’azienda italiana nel
ruolo di predatrice. Gtech (ex Lottomatica) ha sottoscritto un accordo per la
fusione con International Game Technology, (società quotata al Nyse), un colosso dei casinò e del social gaming, con
sede a Las Vegas. Il valore complessivo
dell’operazione è di circa 4,7 miliardi di
euro. La portata dell’operazione spiega
la partecipazione di una nutrita schiera
di avvocati. Al fianco della società americana ha operato Allen & Overy, con
un team guidato dal partner corporate
Paolo Ghiglione, coadiuvato da Marco
Biallo, Francesca Croci e Alessandra
Mistura, per gli aspetti societari, e da
Francesco Bonichi (tax) coadiuvato
da Michele Milanese, oltre al team di
diritto amministrativo coordinato dal
counsel Filippo Bucchi insieme agli
associate Maria Vittoria La Rosa e
Alfonso Polillo. Lo studio si è anche
avvalso di Guido Ferrarini, of counsel
di Allen & Overy ed esperto di corporate
governance e regolazione dei mercati di
capitali. Anche i team di international
capital markets e diritto del lavoro sono
stati coinvolti, con i counsel Gianpaolo
Garofalo e Livio Bossotto. Mentre il
gruppo italiano si è affidato allo studio a
stelle e strisce Wachtell Lipton, oltre che
a Clifford Chance (con i soci Patrick
Sarch e Sarah Jones) per gli aspetti di
financing, e a Lombardi Molinari Segni (al lavoro i partner Antonio Segni
e Lidia Caldarola, nonché Giovanna
Giansante e Stefano Cirino Pomicino
di Lombardi Molinari Segni). Lo studio Shearman & Sterling, invece, ha
assistito le banche Barclays, Citigroup e
Credit Suisse con un pool di professionisti internazionali, coordinato da Valerio
Fontanesi e Fabio Fauceglia.
Big in campo per Whirlpool-Indesit
Poche settimane fa ha seguito la direzione opposta l’italiana Indesit, passando sotto il controllo della Whirlpool
(l’operazione dovrebbe chiudersi entro
la fine dell’anno con l’ok delle authority
coinvolte). Quest’ultima si è affidata a
Cleary Gottlieb, che ha messo al lavoro
un team guidato dai soci Roberto Casati e Roberto Bonsignore, affiancati
da Gerolamo da Passano, Francesco
De Lorenzi e Andrea Cazzani, mentre
Mario Siragusa e Matteo Beretta si
sono occupati degli aspetti antitrust, affiancati da Saverio Valentino e Luigi
Nascimbene. Emanuela Nespoli, socio
dello studio Toffoletto De Luca Tamajo
si è occupata invece degli aspetti di diritto
del lavoro. Il venditore Fineldo ha optato
per lo studio Gianni Origoni Grippo
Cappelli, con un team guidato da Francesco Gianni e composto da Andrea
Aiello e Ludovica Di Paolo Antonio.
Mentre il cda di Indesit è stato seguito
da Paul Hasting (al lavoro sul dossier,
i soci Bruno Cova e Antonio Azzarà),
con gli amministratori indipendenti che
hanno invece optato per Michele Carpinelli dello studio Chiomenti. Per Indesit
gli aspetti di governance del processo di
acquisizione sono stati seguiti dal team
interno guidato dal general counsel Giuseppe Catalano.Tra le operazioni di
minori dimensioni, lo studio Lca (Andrea Messuti, Stefano Giannone Codiglione e Silvia Cerri) ha affiancato la
software-house Usa Fleetmatics Group
nell’acquisizione di Kkt, spinoff dell’Università di Firenze che ha sviluppato un
software per ottimizzare la gestione delle
flotte aziendali. Gli aspetti di diritto Usa
sono stati curati da Goodwin Procter.
Dinamismo nel private equity
La ripresa dell’m&a lungo l’asse ItaliaUsa è dovuta anche alla spinta del private equity, tornato dinamico dopo una
lunga pausa di riflessione. Nelle scorse
settimane Marcolin (controllata dal fondo
Pai Partners) ha siglato un accordo per
l’acquisizione della società americana
Viva International, che le consentirà di
rafforzare la presenza nel mercato americano degli occhiali da sole. Il compratore
si è affidato a Latham & Watkins (a
guidare il team di lavoro è stato Stefano Sciolla, coadiuvato da Giovanni
Sandicchi, Adel Aslani-Far, Jocelyn
Noll, Kurt Rajpal, Kristin Mendoza,
Carrie Girgenti e Lori Goodman),
mentre il venditore ha optato per la lawfirm Buchanan Ingersoll & Rooney.
Infine, il fondo di private equity Change
Capital Partners, assistito da un team legale dello studio Lms (Fabio Labruna,
Felice D’Acquisto e Andrea Di Rosa),
ha acquisito la maggioranza di Frette.