slides Psicologia della Personalità 2013_14 - LEZIONI aa. 2014

Università degli Studi di Palermo
Corso di Laurea Scienze e Tecniche Psicologiche
Psicologia della Personalità
9 CFU – 60 ore
aa. 2013/14 - 2° semestre
prof. Maurizio Cardaci
Dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche e della Formazione
Studio 312, Edificio 15, v.le Scienze
Tel. 091-23897707
mcardax.weebly.com
[email protected]
[email protected]
1
Inizio lezioni e ricevimento studenti
•  Inizio lezioni:
1/04/2014
Sede: Edif. 19 v.le Scienze
•  Ricevimento
giovedì ore 10.15-13.00
c/o Studio 312
Edif. 15 v.le Scienze
2
Presentazione del Corso
• 
La psicologia della
personalità s’interessa
all’individuo, concepito
come un insieme
distintivo e indivisibile
di cognizioni, motivi,
atteggiamenti,
emozioni, credenze,
valori
• 
Questioni:
i.  Origini delle differenze
individuali (controversia
eredità/ambiente)
ii.  Coerenza e stabilità dei
tratti di personalità
iii.  Influenza della situazione
sul comportamento
individuale (controversia
persona/situazione)
iv.  Influenza del passato
sulla personalità
v.  Approcci metodologici
più appropriati nello studio
della personalità
3
Obiettivi formativi
Ø 
Conoscere, comprendere,
utilizzare....
...appropriatamente i principali costrutti teorici
e gli approcci metodologici riguardanti la
personalità
Ø 
Saper riflettere criticamente sui
molteplici aspetti e livelli di analisi
della personalità e del
comportamento umano
4
Argomenti del corso
I. 
Introduzione alla psicologia
della personalità
– 
II. 
Concetti e principi basilari
Descrizione e spiegazione
– 
– 
– 
– 
– 
Differenze individuali e
disposizionalismo: tratti,
temperamento e intelligenza
Coerenza della personalità e
unicità dell’individuo.
Interazionismo e sistemi socialcognitivi
Le situazioni
Il determinismo triadico reciproco
Spiegazioni top-down vs. bottomup
III. 
Sviluppo della personalità
nel ciclo di vita
–  Agentività umana
–  Sviluppo del sistema del sé
–  Stabilità, continuità e
cambiamento
–  Variabili genetiche e
ambientali nelle differenze
individuali
–  Relazioni interpersonali e
attaccamento
IV. 
Dinamiche della personalità
– 
– 
– 
– 
Strutture conoscitive
Esperienza affettiva
Processi inconsci e consci
Motivazione e autoregolazione
5
Testo di riferimento
G.V. Caprara, D. Cervone: Personalità
(Determinanti, dinamiche, potenzialità)
(Raffaello Cortina Editore)
_________
• 
NB Tutte le diapositive del presente Corso non
vanno diffuse né utilizzate fuori dallo specifico
percorso didattico per il quale sono state elaborate.
Devono essere considerate come una traccia
programmatica degli argomenti, da integrare con le
lezioni e con il testo di riferimento.
ü 
Fotocopiare libri è illegale ed offende chi ha studiato
e lavorato anni per realizzarli
6
Modalità di valutazione
•  Gli studenti in Scienze e Tecniche Psicologiche,
immatricolati nell’anno acc. corrente (2013/14) e
regolarmente frequentanti, al termine del Corso
potranno accedere a una verifica finale di
apprendimento consistente in un test a scelta
multipla (o in altra prova scritta)
–  Una volta superata la suddetta prova, lo studente potrà
accettare e registrare il voto proposto o chiedere di essere
valutato anche all’esame orale.
•  In tutti gli altri casi (non-frequentanti, mancato
superamento della verifica finale, appelli successivi
ecc.) la valutazione si baserà su un esame orale,
consistente in un colloquio finalizzato ad accertare la
padronanza complessiva degli argomenti trattati,
partendo da un argomento scelto dallo studente. 7
La personalità in differenti prospettive
Personalità.....
•  Configurazione unitaria e
coerente nell’arco di vita
•  Sistema complesso di strutture e
• 
Formazione di un senso
processi psicologici che
coerente e stabile di sé
contribuiscono all’unità e continuità
• 
Crisi e cambiamenti personali
della condotta e dell’identità ed
come sfide per il proprio senso
esperienza individuale
di auto-coerenza
•  Personalità come costruzione sociale
..dal punto di vista dell’ individuo...
(io.....me).... dal punto di vista degli altri…
(osservazione del comportamento altruiè
aspettative, credenze ecc.)…
• 
…dal punto di vista dello psicologo
– 
La personalità media il
funzionamento intrapsichico ed
emerge dalle transazioni personaambiente
Ø 
Temi comuni
•  Differenze inter-individuali:
confronti fra individui differenti
•  Coerenza e continuità intraindividuale
•  Interazione tra fattori biologici
e culturali
•  Ruolo di eredità e ambiente
nella genesi della personalità
–  Relazioni interpersonali e
influenze sociali sull’individuo
8
Questioni metateoriche e metodologiche
•  La personalità è un sistema complesso....
…le sue variabili possono essere misurate?
...come usare appropriatamente indicatori
comportamentali differenti?
•  Un esempio: l’ansia
– Variabili fisiologiche
– Variabili comportamentali
– Variabili cognitive
9
Persona e cultura
•  Lo studio della persona nel
contesto delle diversità culturali
–  La cultura è una configurazione di
meccanismi di controllo, piani,
ricette, regole, istruzioni per
regolare il comportamento (Geertz,
1973)
•  In che misura la cultura plasma la
personalità e le differenze
individuali?
–  p.e. individualismo/collettivismo
•  L’evoluzione culturale si intreccia
con quella biologica
• 
• 
• 
• 
Gli asiatici danno meno
importanza degli occidentali
alle caratteristiche individuali
Gli asiatici sono meno sensibili
degli occidentali alla
dissonanza cognitiva
Il legame tra autocritica e
depressione non è stato
rilevato tra i Giapponesi
Attualmente, la capacità di
digerire il lattosio si ritrova in
popolazioni dell’Europa del
nord e in alcuni popoli del
mediterraneo. Sono lattosiointolleranti molti asiatici,
africani e nativi americani
–  co-evoluzione
10
Disposizionalismo e differenze individuali
Tratti, temperamento, intelligenza
•  I tratti o disposizioni sono
considerati i componenti
fondamentali della personalità
–  Tendenze, variabili da un individuo
all’altro, a mostrare specifiche e stabili
configurazioni di cognizioni, affetti,
comportamenti
•  I tratti sono usati per descrivere e per
spiegare le differenze individuali
11
Questioni aperte nel disposizionalismo
1.  Le tendenze psicologiche dell’individuo sono
riferibili a dimensioni psicologiche universali
(comuni a tutti) o invece si organizzano in
maniera unica e peculiare per ognuno?
2.  Le differenze individuali possono essere spiegate
in termini di tendenze abituali cui corrispondono
specifiche risposte, oppure includono risposte
diverse
• 
Persone con le stesse disposizioni possono reagire
diversamente?
3.  Le tendenze disposizionali dipendono da
meccanismi biologici, sono costrutti ipotetici,
oppure sono sistemi di autoregolazione?
12
Approcci allo studio dei tratti
Concezioni nomotetiche
Concezioni idiografiche
•  Tassonomie unitarie di tratti
universalmente presenti in tutti gli
individui (dimensioni psicologiche
generali)
–  Tali dimensioni sono
riconducibili a tipologie generali
oppure a dimensioni
quantitativamente misurabili
•  I tratti sono visti come tendenze
globali della persona ad agire,
pensare, provare emozioni e stati
affettivi ecc.
•  Tali tendenze sono dominiogenerali, cioè decontestualizzate
•  Le caratteristiche individuali
sono uniche e irripetibili
–  Non sono misurabili, ma sono
rappresentabili tramite
descrizioni qualitative e/o
narrative
•  Allport (1937):
–  La personalità è
l’organizzazione dinamica di
quei sistemi psicofisici che
determinano il modo unico di
adattamento dell’individuo
all’ambiente
•  La psicologia della
personalità si fonda sullo
studio di casi particolari,
non su leggi universali
13
Confronto fra le tradizionali concezioni tipologiche (categoriali) dei tratti
e quelle attuali (dimensionali) (da: Carver & Scheier Perspectives on Personality,
Pearson 2014)
14
Approcci disposizionali di tipo lessicale
• 
• 
Obiettivo: cercare un lessico
universale per decrivere la
personalità attraverso i termini
del linguaggio comune
Allport e Odbert (1936)
classificarono 17.953 parole
della lingua inglese in:
i.  Tendenze personali stabili:
p.e. aggressivo, socievole
ecc.
ii.  Umori e stati mentali
temporanei: p.e.
imbarazzato, turbato ecc.
iii.  Valutazioni sociali del
carattere: p.e. insignificante,
rispettabile ecc.
iv.  Altre caratteristiche (p.e.
fisiche)
• 
Cattell (anni ‘40): ipotesi
della sedimentazione
linguistica
–  Le differenze individuali
sono codificate nelle lingue
naturali
–  12 fattori di personalità
ricavati dalla lista di Allport e
Odbert
• 
Norman (1967)
–  2797 termini relativi a tratti
(auto- ed etero-valutazioni)
15
Approcci disposizionali basati su questionari
• 
Questionari:
–  Liste di
affermazioni su
comportamenti e
atteggiamenti
individuali verso cui
il soggetto esprime il
proprio livello di
accordo (p.e. per
nulla, poco,
abbastanza, molto,
moltissimo)
Alcuni questionari
• 
16 PF (Personality Factors) di Cattell
–  16 fattori (riservatezza/espansività;
alta/bassa capacità mentale; alta/
bassa forza dell’Io; sottomissione/
dominanza..ecc.
• 
EPI (Eysenck Personality Inventory)
–  3 super-fattori ( introversione/
estroversione; nevroticismo;
psicoticismo)
• 
CPS (Comrey Personality Scales)
–  8 dimensioni (fiduciosità/
difensività; ordine/mancanza di
controllo; conformismo/ribellione
ecc.)
• 
(Neo-PI) Neo Personality Index
(basato sui Big 5)
...mancanza di accordo fra gli studiosi...
16
AUTOVALUTAZIONE
ESEMPIO DI ITEM IN UN QUESTIONARIO DI PERSONALITA’
17
Approcci fattoriali alla personalità
•  Analisi fattoriale
–  Insieme di tecniche statistiche usate per:
1.  Ricondurre le variabili del questionario (risposte
dei soggetti alle affermazioni in esso contenute)
a un numero limitato di fattori riassuntivi
(costrutti ipotetici latenti)
2.  Determinare quanto “pesano” certi fattori nel
misurare una variabile
•  p.e. un punteggio elevato all’affermazione “ho
molti amici” può essere la risultante di 2 fattori:
•  “gradevolezza” che contribuisce al 75%
•  “estroversione” che contribuisce al 25%
18
Confronti basati sull’analisi fattoriale
•  Confronti inter-individuali •  Misurare le variabili della
(fra individui diversi)
personalità individuale
–  Ogni fattore (p.e.
–  Un soggetto che
nevroticismo, gradevolezza ecc.)
possiede in grado
i.  è presente in grado
elevato un certo fattore,
diverso in diversi
presenterà in grado
individui
elevato le caratteristiche
ii.  accomuna individui
influenzate da quel fattore
diversi con disposizioni
simili
•  p.e. individui con alti livelli
di coscienziosità saranno
precisi, accurati, affidabili,
perseveranti, ecc.
–––––––––
–  A differenza del tratto, il
fattore consente di
rappresentare in modo
quantitativo le
caratteristiche individuali e
di misurare le differenze
fra gli individui
19
Big Five: 5 fattori di base della personalità
1.  Estroversione (sorgenza, energia)
• 
Socievole, ottimista, assertivo,
ricerca di stimoli
• 
Big Five Questionnaire (BFQ)
(132 item) (Caprara et al.)
1. Energia,
2. Amicalità,
3. Coscienziosità,
4. Stabilità emotiva,
5. Apertura mentale
2.  Gradevolezza (amicalità)
• 
Gentile, disponibile, sensibile,
altruista ecc.
3.  Coscienziosità
• 
Puntuale, scrupoloso, ordinato,
disciplinato ecc.
• 
TinSit (tratti-in-situazione) (Van
Heck et al.)
•  Esplora i Big 5 in differenti
situazioni (conflitto
interpersonale, lavorare con altri,
relazioni interpersonali, svago,
viaggiare, rituali, sport, eccessi,
servire, commerciare)
4.  Nevroticismo (instabilità emotiva)
• 
Emotivo, instabile, ansioso,
impulsivo, vulnerabile ecc.
5.  Intelletto (cultura, apertura
all’esperienza)
• 
Curioso, originale, fantasioso ecc.
• 
Modello circomplesso
(Hofstee et al. 1992)
– 
90 possibili tipi di personalità
risultanti dalle combinazioni
bidimensionali delle 5 dimensioni
principali della personalità (Big 5)
20
ESTROVERSIONE
audace
!"
tenace
!"
sicuro di sé ! "
loquace
!"
spontaneo ! "
timido
sottomesso
insicuro
silenzioso
inibito
NEVROTICISMO
nervoso
ansioso
eccitabile
rilassato
posato
calmo
controllato
agitato
GRADEVOLEZZA
amichevole
caloroso
gentile
educato
ben disposto
!"
!"
!"
!"
!"
ostile
freddo
sgarbato
ineducato
avverso
COSCIENZIOSITÀ
attento
serio
responsabile
scrupoloso
operoso
!"
!"
!"
!"
!"
avventato
frivolo
irresponsabile
trascurato
pigro
INTELLETTO
immaginoso ! " semplice
riflessivo
!"
non riflessivo
raffinato
!"
grezzo
i. curioso
!"
i. non curioso
originale
!"
convenzionale
!"
!"
!"
!"
(adattato da Carver & Scheier 2014)
21
Generalizzabilità linguistica e culturale dei 5 fattori
•  Differenze linguisticoculturali
–  Punto di vista etico
•  esterno alla cultura
(traduzione dei
questionari da una lingua
all’altra)
–  Punto di vista emico
•  interno alla cultura
(impiego della lingua
locale per costruire i
questionari)
•  Studi basati sull’approccio etico
hanno replicato la struttura dei 5
fattori in culture occidentali e non
•  Studi basati sull’approccio emico
fanno emergere eccezioni e
differenze rispetto al modello
standard (inglese)
–  Nella cultura ungherese non
emerge il 5° fattore
–  A Taiwan i 5 fattori “emici” non
correlano con quelli “etici”
–  In differenti culture, i singoli termini
possono passare da un fattore
all’altro
•  p.e. il termine socievole può
descrivere a volte l’estroversione,
altre volte la gradevolezza
22
Tutti possiedono i 5 fattori?
•  I 5 fattori sono stati ricavati da
analisi statistiche su ampie
popolazioni, ma sono
applicabili al singolo
individuo?
–  Alcune ricerche dimostrano
che i tratti interni alle
persone non sono
riconducibili ai fattori che
emergono dalla
popolazione
•  p.e. in uno studio di caso
singolo, “responsabile”
saturava sull’estroversione
e non sulla coscienziosità
(Borkenau e Ostendorf,
1998)
•  Comportamenti quotidiani degli
individui (Mischel e Shoda)
–  I profili comportamentali
individuali sono stabili nel
tempo e sono indicatori
attendibili di personalità
–  Le medie e i punteggi globali
non spiegano le differenze
intra-individuali
•  p.e. 2 bambini ugualmente
aggressivi possono
manifestare in modo
differente la propria
aggressività (uno con i
coetanei, l’altro con gli
adulti)
23
Utilità pratica dei 5 fattori, ma controversie teoriche:
descrizione o spiegazione?
Ipotesi biologica
•  Sostenitori del “Modello Big 5”
–  Tratti come genotipi
–  Spiegano le differenze
individuali
•  Cause endogene del
comportamento abituale di una
persona
• 
–  Sistemi biologici poco
influenzati dall’ambiente
Sostenitori dei “Big 5”
–  Tratti come fenotipi
–  Sono semplici etichette
descrittive di comportamenti
abituali di una persona
Costrutti ipotetici
•  Sono entità o concetti
esplicativi non
direttamente osservabili,
ma inferibili dal
comportamento
manifesto
24
Temperamento e personalità
•  Temperamento
–  Caratteristiche individuali
influenzate dalle
determinanti biologiche
innate
–  Aspetti formali del
comportamento
• 
–  Le caratteristiche temperamentali
sono dimensionali o categoriali?
–  Il temperamento è una sorta di
“essenza” immutabile o è
suscettibile di cambiamenti durante
l’infanzia?
•  Il profilo temperamentale si
mantiene stabile nel tempo,
ma si esprime in modi diversi
secondo l’età e dipende
fortemente dal contesto
•  Il modo in cui l’individuo
risponde a certe situazioni
–  Per alcuni studiosi il
temperamento riguarda le
componenti emozionali
(Allport) o affettive (Eysenck)
–  Distinzione tra temperamento
e personalità (Strelau, 1997)
Domande sul temperamento
–  p.e. non si possono
accomunare bambini che
piangono in risposta a
limitazioni fisiche con altri che
piangono in risposta a stimoli
sonori (Kagan)
• 
Metodi di studio del temperamento
–  Osservazioni del comportamento
infantile; interviste con i genitori
25
Dimensioni del temperamento
•  Forza, equilibrio, mobilità (Pavlov)
•  Attività, ritmicità, avvicinamento/allontanamento,
adattabilità, soglia di responsività, umore, distraibilità,
attenzione (Thomas e Chess, 1977, 1980, 1986)
–  Bambini facili; difficili; lenti
–  Interazione temperamento/ambiente ("bontà di
adattamento")
•  Velocità, perseveranza, sensibilità sensoriale, reattività
emotiva, durata, attività (Strelau)
•  Emozionalità, attività, socievolezza (Buss e Plomin)
26
Personalità e intelligenza/e
•  Dall’intelligenza… alle
intelligenze
– 
– 
– 
– 
Il Q.I.
Fattore G (Spearman)
Abilità primarie (Thurstone)
Intelligenza fluida/
cristallizzata (Cattell)
–  Intelligenze multiple
(Gardner)
•  Linguistica; logicomatematica; spaziale;
musicale; corporeocinestetica; interpersonale;
intrapersonale
•  Intelligenza sociale
–  Strategie personali di
soluzione dei compiti
esistenziali (life tasks)
•  Intelligenza emotiva
e saggezza
–  Gestione e regolazione
delle emozioni proprie
e altrui
–  Autocoscienza,
automotivazione
27
Dal disposizionalismo all’interazionismo…
..influenze “se...allora” fra situazioni e tratti
•  Situazione A in cui raramente le
persone iniziano a parlare tra
loro...
•  Situazione B in cui spesso le
persone iniziano parlare tra loro...
•  Persona 1: in A tende a irritarsi
se pensa di essere ignorata
•  Persona 2: in B preferisce essere
lasciata in pace e s’infastidisce
quando gli altri iniziano a
raccontare i fatti propri
•  Interazione persona
çè situazione
•  ...Se si trova nella situazione
A, allora la persona 1 tenderà
a irritarsi (ma non la persona
2)...
•  ...Se si trova nella situazione
B, allora la persona 2 tenderà
a irritarsi (ma non la persona
1)...
(Mischel e Shoda, 1998)
28
Interazionismo e sistemi social-cognitivi
•  Il comportamento e le
• 
esperienze personali derivano
dall’influenza reciproca di
fattori individuali e
situazionali
•  Persona e situazione devono
essere studiate
congiuntamente
• 
–  Le cause del comportamento vanno
cercato nelle interpretazioni che le
persone danno delle situazioni
•  Occorre prendere in
considerazione le loro
transazioni
–  "scambi" reciproci persona/
situazione
Interazionismo statistico
–  Approccio descrittivo,
misura separatamente
le determinanti
personali e quelle
situazionali (e poi le
confronta)
Interazionismo dinamico
–  Considera il sistema
organismo-ambiente
come una totalità
(approccio olistico)
(Magnusson)
29
Contributi interazionisti
•  Endler: l’ansia di tratto è
•  Ricerche longitudinali su
fortemente ancorata alle
ampi gruppi di soggetti
situazioni
(Magnusson)
•  Hettema: quando l’individuo
–  L’aggressività nella prima
percepisce una perdita del
infanzia predispone alla
controllo sugli eventi
criminalità e all’alcol solo
ambientali può tentare di
se sono presenti altri
agire sulla situazione per
indicatori precoci di
modificarla o modificare la
rischio
propria attività di pensiero
•  iperattività, scarsa
•  Lazarus e Folkman: coping
concentrazione, scarso
centrato sul problema vs.
interesse scolastico, basso
rendimento, scadenti
sulle emozioni
relazioni con i pari
30
Tipi di interazione
1.  Adattamento Persona/ambiente
– 
Tratti personali e caratteristiche ambientali sono coerenti.
2.  Le persone scelgono gli ambienti
– 
Le persone a volte abbandonano la loro strada per scegliere
ambienti più idonei alle loro personali caratteristiche.
3.  Gli ambienti scelgono le persone
– 
Le persone spesso devono dare prova di possedere i tratti idonei
per accedere a particolari ambienti.
4.  Le persone trasformano gli ambienti
– 
Non solo le persone scelgono nuovi ambienti, ma li modificano
per adattarli a se stessi.
5.  Gli ambienti trasformano le persone
– 
Pressioni ambientali protratte produrranno un cambiamento a
lungo periodo della persona.
6.  Transazioni persona-ambiente
–  Si verificano mutui cambiamenti di persone e ambienti nel tempo
31
(Hettema e Kenrick, 1992)
Le situazioni
•  Setting comportamentali
• 
–  Spazi definiti dalle attività
sociali che vi si svolgono
•  Analisi funzionale delle
situazioni (Argyle et al.)
–  Obiettivi
–  Regole
–  Ruoli
Rappresentazioni mentali,
mediate da credenze
personali e da regole
culturali, degli eventi sociali
• 
Ambiti di vita sociale
•  Analisi lessicale (basata
sui termini delle lingue
naturali, Van Heck)
–  conflitto interpersonale, lavorare
con altri, relazioni
interpersonali, svago, ecc.
– 
Credenze, cognizioni,
comportamenti
i.  Relazioni condivise
ii.  Ranghi di autorità
iii.  Principio di uguaglianza
iv.  “Prezzo di mercato”
(Fiske)
32
Teorie social-cognitive della personalità
•  Superamento del disposizionalismo (tratti, fattori), ma
anche del situazionismo (controllo ambientale
immediato sul comportamento individuale)
•  Ricerca di unità di analisi alternative ai tratti
–  Processi cognitivi e affettivi di base che si
sviluppano e sono attivati nei contesti sociali e
generano la stabile organizzazione psicologica che
costituisce la personalità individuale
–  La persona-nel-contesto
•  I processi mentali dell’individuo interagiscono con il
contesto e producono le configurazioni di coerenza transsituazionale (da una situazione all’altra) che
caratterizzano il singolo individuo
33
Determinismo triadico reciproco
• 
• 
I tre elementi del determinismo triadico
reciproco: Persona, Comportamento,
Ambiente (Bandura)
Determinanti personali
– 
1. 
2. 
3. 
4. 
5. 
• 
le 5 capacità umane di base
Capacità di simbolizzazione
Capacità vicaria
Capacità di previsione
Capacità di autoregolazione
Capacità di autoriflessione
Auto-efficacia percepita
– 
Valutazione e orchestrazione delle proprie
capacità di mettere in atto piani di azione per
raggiungere determinati obiettivi e/o livelli di
prestazioni in determinati contesti
34
Disposizionalismo e teorie social-cognitive:
obiettivi comuni…..
•  Spiegare le differenze
inter-individuali
–  Confronti
riguardanti individui
differenti
•  Spiegare la coerenza
intra-individuale transsituazionale
– 
Confronti riguardanti
lo stesso individuo in
situazioni differenti
35
…e differenze fondamentali
• 
• 
Teorie disposizionali...
...utilizzano i tratti
...sono teorie Top-down (dall'alto
verso il basso)
...hanno obiettivi tassonomici generali
(p.e. Big 5)
–  Un piccolo numero di variabili
spiega le regolarità
comportamentali osservate
...ma...
– 
...incorrono in spiegazioni
"circolari" (non scientifiche)
–  attribuiscono alle cause e agli
affetti gli stessi attributi
(Nozick)
–  falliscono nel situare
l’individuo all’interno di una
tipologia generale fissa
•  Teorie social-cognitive...
•  ......sono teorie Bottom-up (dal
basso verso l'alto)
–  Studiano gli elementi
comportamentali particolari da cui
emergono le regolarità osservate
–  ...non hanno obiettivi tassonomici
generali
• 
–  p.e. la coscienziosità è spiegata dal
sistema di autoregolazione di obiettivi,
di preferenze ecc. che motivano
l’individuo “coscienzioso”
...attribuiscono la coerenza intraindividuale non ai tratti, bensì alle
rappresentazione del Sé e delle
situazioni (Cervone)
36
Un esempio di ricerca social-cognitiva bottom-up
– 
– 
– 
– 
In una ricerca di Cervone
(1997) i soggetti
dovevano indicare:
Le proprie principali
caratteristiche personali
Le situazioni nelle quali le
manifestavano
...inoltre dovevano
rispondere ad un
questionario di autoefficacia
1. 
Soggetto (F)
–  Volitiva
Ø 
Ø 
Ø 
2. 
Buoni voti a scuola
(⇒coscienziosità)
Dà ordini alle persone
(⇒assertività, bassa
amicalità)
Rincuora un amico depresso
(⇒alta amicalità,
estroversione)
Soggetto (M)
– 
Timido, ma abile socialmente
Ø 
Sa agire in modo estroverso
Ø  La disposizione tradizionale
introversione/estroversione
non spiega le carattersitiche
di questo individuo
37
Lo sviluppo della personalità
•  "Sviluppo" non è sinonimo di crescita fisica o
maturazione
–  crescita fisica e maturazione sono suoi componenti
•  Lo sviluppo della personalità agentica coinvolge
attivamente le persone stesse che contribuiscono
a fissare i propri percorsi e obiettivi finali
•  Contestualismo evolutivo
–  Lo sviluppo non implica solo il dispiegarsi di eventi
psicologici interni alla persona, ma soprattutto un
insieme di transazioni con le altre persone e con
l’ambiente
38
Orologi dello sviluppo e prospettive temporali
• 
Divenire temporale
…Passato…Presente…
Futuro
1.  Orologio biologico
2.  Orologio psicologico
3.  Orologio sociale
• 
Transizioni psicosociali e
determinanti personali delle
traiettorie di vita
• 
scuola, inserimento lavorativo,
formazione di una famiglia,
pensionamento
39
Approcci teorici e (meta-teorici) allo sviluppo
•  Prospettiva meccanicistica
–  Sviluppo come cambiamento
cumulativo e continuo
•  Lo sviluppo consiste in un
aumento quantitativo delle
componenti psicologiche
–  Determinismo
•  Ricerca delle cause dello
sviluppo
–  Riduzionismo
•  Fenomeni complessi
spiegati come prodotto di
elementi semplici
•  p.e. Comportamentismo
–  Sviluppo=apprendimento
(aumento delle connessioni S-R)
•  Prospettiva organismica
–  Sviluppo come sequenza
epigenetica di cambiamenti
qualitativi
•  Nel corso dello sviluppo
emergono funzioni che in
precedenza non esistevano e
che non sono riconducibili a
cause precedenti; pertanto a
differenti età anche
comportamenti
apparentemente simili
possono avere motivazioni del
tutto diverse
–  Teleologia
•  Occorre considerare le finalità
dei processi di sviluppo,
anziché le loro cause
40
Prospettive contemporanee sullo sviluppo
•  Teoria sistemico-ecologica
(Bronfenbrenner)
–  Microsistema
•  Situazioni e persone ben
definite (casa, scuola, ecc.)
–  Mesosistema
•  Insieme di microsistemi
–  Ecosistema
•  Ambiti più ampi
indirettamente rilevanti per
lo sviluppo (p.e. le attività
dei genitori)
–  Macrosistema
•  Cultura e sistema sociale
• 
COMPITI EVOLUTIVI
–  Caratterizzano determinati
periodi della vita
41
Lo sviluppo del sistema del Sé
• 
Aspetti del Sé (James 1890)
– 
– 
• 
Sé materiale, Sé sociale,
Sé spirituale
Io e Me
Auto-consapevolezza...autocomprensione
i. 
ii. 
iii. 
Ricordi personali
Rappresentazioni cognitive dei
propri attributi
Teorie del sé
• 
Cambiano con l’età (p.e
inizialmente basate sulle
proprie abilità, poi
sull’accettazione sociale)
(Hart e Yates 1997)
•  Rappresentazioni mentali degli
attributi personali
–  Visione di sé (Harter)
•  Sentimenti del proprio valore
•  Autostima, sentimenti di
accettazione e padronanza
•  Convinzioni di auto-efficacia
(Bandura)
•  Conoscenza metacognitiva
delle strategie di autocontrollo
–  capacità di dilazione della
gratificazione, tolleranza
della frustrazione
•  Standard di autovalutazione
–  Giudizi su di sé
42
Stabilità delle caratteristiche personali nello sviluppo
i.  Stabilità assoluta
–  mantenimento nel tempo di un
attributo
ii.  Stabilità relativa
–  mantenimento nel tempo della
posizione dell’individuo a
confronto con altri
iii.  Stabilità strutturale
–  mantenimento nel tempo delle
correlazioni in una
popolazione (interindividuale)
•  Le autovalutazioni
psicometriche
longitudinali degli adulti
sono abbastanza stabili
(correlazioni 0.50÷0.70 a
distanza di anni)
•  La relativa stabilità delle
autovalutazioni
personali può dipendere
da una pluralità di
meccanismi personali e/o
sociali
iv.  Stabilità ipsativa
–  mantenimento nel tempo delle
correlazioni in singoli
individui (intra-individuale)
43
Continuità
•  Coerenza, regolarità del
cambiamento temporale
–  Discontinuità: cambiamenti
inaspettati in domini rilevanti
per il Sé
–  Perché alcune difficoltà
scompaiono nel corso dello
sviluppo, mentre altre
predispongono al
disadattamento?
•  Quale continuità tra le
caratteristiche di
temperamento ed esiti quali
depressione o condotte
antisociali?
•  Adattamento
–  Controllo dell’Io;
resilienza dell’Io
(Block)
• 
Reattività emotiva e controllo
–  Studi sulla mancanza di controllo
precoce e su affetti negativi precoci
(Rothbart e Bates, 1998)
•  Irritabilità e rabbia si associano a
condotte antisociali nell’infanzia
•  La tristezza si associa a
caratteristiche prosociali
(empatia)
–  Studi longitudinali (Caspi et al.)
•  Una scarsa controllabilità a 3 anni
predice alta emozionalità negativa
e basso controllo a 18 anni
•  Ragazzi con temperamento difficile
rimangono indietro a scuola e
raggiungono un status sociolavorativo più basso
•  Il temperamento difficile ha minori
effetti in individui di basso status
sociale perché non ne peggiora
ulteriormente la già bassa
condizione lavorativa
44
Strategie dello sviluppo ottimale (SOC)
i.  Selezione degli obiettivi all’interno dei limiti
biologici e culturali
ii. Ottimizzazione delle risorse personali e
sociali disponibili
iii. Compensazione delle perdite di risorse
personali e sociali
–  Esempi: Arthur Rubistein; Michael Jordan
(Baltes,1997)
45
Genetica e personalità
• 
Spiegazioni biologiche forti
vs. deboli del comportamento
• 
(Turkheimer,1998)
• 
–  Ambiente interno
Alcuni concetti della genetica
–  Eredità biologica
•  Intra-cellulare
–  Ambiente esterno
•  Extra-cellulare
•  Genotipo/fenotipo
•  Eredità poligenica
–  Ereditabilità
•  Proporzione di
varianza fenotipica
spiegata dalle
differenze genetiche
fra gli individui di una
data popolazione
–  Ereditarietà
•  trasmissibilità di alcuni
caratteri morfologici,
fisiologici e psichici da una
generazione all'altra
Lo sviluppo è il risultato di regolazioni che
coinvolgono
• 
• 
–  Ormoni
–  Comportamento, funzioni psicologiche
Organismo e ambiente interagiscono
nell’arco di vita
Differenze individuali
–  Influenze genetiche sull’intelligenza:
70%
–  Influenze genetiche su atteggiamenti e
credenze: 20-30%
–  Le influenze genetiche variano con l’età
•  Con l’età, le influenze genetiche nel QI
aumentano; quelle riguardanti
estroversione e nevroticismo
diminuiscono
46
Il metodo dello studio dei gemelli
•  Confronti fra gemelli monozigoti
(stesso patrimonio genetico) e
dizigoti (50% patrimonio genetico
comune)
–  Correlazioni fra misure di un tratto
fenotipico rilevate separatamente in
coppie di gemelli MZ e DZ
•  la somiglianza dovrebbe essere
maggiore in gemelli MZ, minore in
gemelli DZ
–  Alcuni tratti temperamentali hanno
una componente genetica
•  p.e. emozionalità, attività
• 
Varianza ambientale
1.  Gli effetti ambientali condivisi
(p.e. stesse esperienze
educative in famiglia)
aumentano le somiglianze fra
gemelli più di quanto ci si
possa aspettare in base a
quelle solo genetiche
2.  Gli effetti non condivisi
(esperienze uniche di ciascun
individuo) diversificano anche
gemelli cresciuti nella stessa
casa
(Plomin, Daniels, 1987)
47
Fattori ambientali e differenze individuali
•  Ambienti condivisi (p.e. stessa
educazione, scuola ecc.) sono
generalmente poco importanti
nel determinare le differenze
individuali ...
–  Gemelli MZ allevati
separatamente mantengono
le loro similarità
–  ...tuttavia in certi casi il
comportamento individuale è
influenzato da ambienti condivisi
•  p.e. il comportamento antisociale è
influenzato oltre che fattori genetici
da ambienti condivisi
•  Ambienti non condivisi
(esperienze diverse per ciascun
individuo) sono invece importanti
per le differenze individuali
• 
• 
Varie caratteristiche potrebbero
dipendere principalmente da fattori
genetici per alcuni individui, da
fattori ambientali per altri
–  p.e. Il comportamento antisociale
femminile è più influenzato
geneticamente di quello maschile
(Eley et al. 1999)
Correlazioni gene-ambiente (Plomin)
1.  di tipo passivo (influenze genetiche
condivise con i propri familiari)
2.  di tipo reattivo (esperienze provocate
dalle reazioni altrui alle proprie
caratteristiche genetiche)
3.  di tipo attivo (scelta di situazioni
correlate alle proprie caratteristiche
genetiche)
48
Sistemi cerebrali e personalità
• 
Pavlov
1.  Tipi collerici (eccitazione) 2. Tipi
malinconici (inibizione) 3. Tipi
sanguigni (vivaci, pronti) 4.Tipi
flemmatici (tranquilli, pazienti)
–  Proprietà del sistema nervoso:
1) forza 2) equilibrio 3) mobilità
• 
Eysenck
–  Introversione/Estroversione
• 
• 
• 
1.  Sistema di inibizione (paura, ansia,
evitamento di stimoli nocivi)
2.  Sistema di avvicinamento (premi,
rinforzi, comportamenti impulsivi)
3.  Sistema lotta-fuga (aggressione,
fuga)
• 
negli estroversi: inibizione
corticale più alta (meno
condizionabili)
negli introversi: più alto
arousal (eccitabilità) del
sistema reticolare (che regola • 
il livello di vigilanza)
–  Nevroticismo: maggiore
eccitazione del sistema
limbico
Gray
Cloninger
•  Ricerca di novità
•  Evitamento del pericolo/danno
•  Dipendenza dal premio
...a fronte di questi modelli psico-biologici
si può tuttavia affermare che....
...i modelli social-cognitivi
possono essere più appropriati di
quelli biologici per spiegare la
maggior parte dei comportamenti
(Matthews, Gilliland, 1999)
49
Le relazioni interpersonali
• 
Importanza delle relazioni
interpersonali
–  Psicoanalisi
–  Fenomenologia
–  Approcci sistemicorelazionali
–  Apprendimento sociale
–  Scambio sociale
•  Attaccamento (Bowlby, Ainsworth)
–  Propensione a stringere relazioni
emotive con particolari individui
•  È presente nel neonato e permane
durante l’intera vita
•  Relazione stabile tra il bambino e il
caregiver (madre o altra figura
affettiva)
•  Il comportamento di attaccamento
del bambino e quello protettivo della
madre formano un sistema
interattivo complesso
50
Stili di attaccamento
• 
Differenze individuali nelle
modalità di attaccamento
i. 
– 
(Ainsworth)
• 
Strange situation
– 
– 
1. 
2. 
3. 
4. 
5. 
6. 
Osservazione del comportamento
infantile in situazioni non familiari o
con estranei
Variabili comportamentali
Vicinanza e ricerca del contatto
Mantenimento del contatto
Resistenza
Evitamento
Ricerca
Distanza dall’interazione
Bambini sicuri
ii. 
Bambini insicuri-evitanti
– 
iii. 
• 
– 
Relazioni armoniose con il
caregiver, cooperativi
Ansiosi e ambivalenti
Bambini insicuri-resistenti
–  Aggressivi e distaccati
Il temperamento del bambino e la
sensibilità della madre influenzano
lo stile di attaccamento
–  p.e. un atteggiamento
genitoriale negligente o
rifiutante favorisce un
attaccamento evitante
Emergono influenze culturali sullo
stile di attaccamento
51
Stabilità e pervasività attraverso le generazioni
• 
Adult Attachment Interview (Kaplan, Main, 1985)
– 
i. 
Intervista semistrutturata basata sui ricordi autobiografici
degli adulti. Identifica modelli di attaccamento speculari a
quelli infantili
Adulto autonomo (circa il 60% della popolazione)
• 
ii. 
riflessioni aperte e critiche sul proprio stile di attaccamento
Adulto preoccupato
• 
ansioso e preoccupato per le sue relazioni con i genitori
iii.  Adulto distaccato
• 
denigra o minimizza le sue prime esperienze di attaccamento
52
Orientamenti interpersonali e personalità
• 
Configurazioni dei modelli
mentali di attaccamento e
delle relazioni affettive tra adulti
i. 
Persone sicure
• 
• 
Stabiliscono con relativa facilità
e fiducia rapporti affettivi
Big 5: più estroverse, amicali,
coscienziose
ii.  Persone insicure-evitanti
• 
Hanno difficoltà a entrare in
contatto intimo con altri
individui
iii.  Persone ansiose-ambivalenti
• 
Temono il rifiuto da parte degli
altri
(Hazen, Shaver,1987)
–  Individui paurosi
•  Temono l’intimità, visione
negativa di sé e degli altri
•  Big 5: più nevrotici e introversi
–  Individui distaccati
•  Visione positiva di sé,
negativa degli altri
–  Individui sicuri
•  Visione positiva di sé e degli
altri
•  Più interessati alla ricerca di
informazioni, prosociali; più
flessibilità cognitiva
–  Individui preoccupati
•  Visione negativa di sé,
positiva degli altri
•  Big 5: più nevrotici e introversi
(Bartholomew,1993)
53
Variabilità degli orientamenti interpersonali
•  Nel corso della vita, gli individui non si rappresentano,
né utilizzano un unico stile interpersonale
•  Studi longitudinali evidenziano un 30-40% di
cambiamento degli stili di attaccamento
•  Tale variabilità è correlata alla capacità social-cognitiva
dell’uomo di adattarsi alle esperienze e circostanze
sociali
–  Nonostante la relativa stabilità (anche generazionale) degli stili di
attaccamento, le persone sono capaci di superare gli effetti nocivi di
negative esperienze precoci
–  Non esistono quindi spiegazioni biologiche “forti” del
comportamento di attaccamento
54
Le dinamiche della personalità
•  Strutture e processi mentali attraverso cui
attribuiamo significati agli eventi
– Schemi (Bartlett)
– Costrutti personali (Kelly)
– Sistemi di convinzioni (Belief Systems) (p.e. Dweck)
.…intervengono quando interpretiamo i motivi di un
comportamento altrui, quando pensiamo a noi stessi,
quando ci rappresentiamo un evento sociale o elaboriamo
una prospettiva temporale ecc.
55
Attivazione conoscitiva temporanea
•  Stimoli sociali (prime) producono la preattivazione automatica del costrutto che con
maggiori probabilità sarà utilizzato per
interpretare l’evento (priming)
•  p.e. individui pre-attivati con aggettivi ostili
possono interpretare una successiva situazione
socialmente ambigua in termini di ostilità
–  Un costrutto appena utilizzato per
interpretare le azioni di una persona
bersaglio, ha più probabilità di essere
utilizzato per interpretare quelle di un’altra
persona (Higgins, Rholes, Jones, 1977)
56
Attivazione conoscitiva duratura
•  Il priming è influenzato anche dalle
differenze permanenti nei sistemi
individuali dei costrutti
i.  I costrutti presenti nel sistema di una persona
possono non esserlo nel sistema di un’altra
ii.  Persone che hanno memorizzato lo stesso
costrutto possono utilizzarlo con maggiore o
minore facilità
57
Inferenze spontanee sui tratti altrui
•  La conoscenza derivante dalle
•  Gli individui traggono
proprie esperienze influenza le ns.
inferenze spontanee sui
inferenze sociali
tratti altrui quando ne
–  “il poliziotto spinge Davide
osservano i comportamenti
fuori dalla strada”
–  Ciò vale soprattutto per gli
•  Azione aggressiva o
protettiva?
osservatori che ragionano
–  Individui aggressivi attribuiscono ostilità
in termini disposizionali
agli altri più frequentemente
•  Differenze individuali nelle
associazioni di concetti
–  p.e. in uomini inclini alle
molestie sessuali, il priming
del concetto di “potere”
facilita la risposta a stimoli
sessuali
•  Priming e inferenze sociali sono
processi automatici, non
consapevoli
58
Schemi del sé
•  Strutture interconnesse di conoscenze
che guidano i pensieri e le azioni riguardanti
se stessi, altre persone e/o situazioni sociali
•  Gli schemi di sé influenzano la percezione di sé, degli
altri e le relazioni interpersonali
–  Possono essere generali, ma di solito si
riferiscono ad aspetti particolari della vita
•  I due punti di “osservazione” del sé:
i.  punto di vista nostro…
ii.  ...punto di vista di persone per noi significative
59
Differenze individuali negli schemi del Sé
•  Le persone “schematiche”
in un dato attributo
–  Identificano l’attributo
come importante e
danno autovalutazioni
estreme (alte/basse)
–  p.e. donne fortemente
centrate sull’attributo
“indipendenza femminile”
–  Forniscono molti esempi
collegati all’attributo
–  Rifiutano informazioni
incongruenti con la loro
immagine di sé
–  Rispondono più velocemente
a parole associate all’attributo
•  Le persone “a-schematiche” in un
dato attributo
–  Non ritengono importante
l’attributo e si auto-percepiscono
nella media
Markus (1977)
•  Valenza degli schemi
–  Gli schemi possono includere
informazioni positive o negative su
se stessi in alcuni ambiti
•  p.e. donne “schematiche positive”,
“negative”, “co-schematiche”, “aschematiche” a proposito della
sessualità
60
Standard internalizzati e domini del Sé
•  Criteri personali di valutazione
delle proprie azioni o eventi
(Super-Io freudiano)
•  Guide del Sé e domini del
Sé: standard apprezzati o
desiderabili per il soggetto
(Higgins et al.1986)
1.  Sé attuale. Caratteristiche
effettive
2.  Sé ideale. Caratteristiche
desiderate
3.  Sé
imperativo.Caratteristiche
che si dovrebbero
possedere
•  L’impatto emozionale degli
eventi dipende dall’attribuzione
soggettiva di significati e dagli
standard personali di valutazione
Vulnerabilità emozionale del sé
•  Esempi…
–  Discrepanza sé attuale/sé
imperativo: agitazione
–  Discrepanza sé attuale/sé
Ideale: avvilimento
61
Complessità del Sé
•  Gli individui differiscono nella
complessità dei costrutti
personali
–  Maggiore/minore
articolazione degli
attributi usati per
categorizzare gli eventi
•  Persone con costrutti
più semplici
sovrastimano la
probabilità che altri
possano pensare/agire
come loro (“falso
consenso”) (Ross et al.
1977)
•  Effetti della complessità del Sé
–  Secondo alcune ricerche una
maggiore complessità è
protettiva rispetto a eventi
stressanti (Linville, 1985,
1987)
–  ...secondo altre, un concetto di
sé differenziato si associa a
più alti livelli di depressione
e minore autostima
(Donohue, et al. 1993)
62
Altri aspetti dell’identità personale...
•  Oltre che in attributi distinti, l’identità personale si
declina in narrazioni (memorie) autobiografiche di
tipo narrativo...
•  ...in “copioni” emozionali (script) (Tomkins, 1979)...
•  ...in “ricordi auto-definitori” associati ai motivi e
obiettivi personali più importanti (Singer e Salovey,
1993)
•  Anche il “dialogo interiore” è importante nell’autoriflessione e nella rielaborazione del sé
63
L’esperienza affettiva: emozioni e umore
•  Umore
–  Sottofondo affettivo a
tutto ciò che facciamo
(Davidson, 1994)
–  Differisce dalle
emozioni in quanto è
durevole, meno
specifico, meno
intenso, non è
riferibile ad eventi
particolari
• 
Emozione
– 
– 
Esperienza affettiva
intensa, di breve durata
e dotata di intenzionalità
(riconducibile a un
particolare evento)
4 aspetti dell'emozione
1. 
2. 
3. 
4. 
Risposte fisiologiche
Comportamenti
Sentimento soggettivo
Valutazione cognitiva
(appraisal)
64
i. 
Modelli dimensionali
ii.  Modelli categoriali
–  Ipotizzano uno spazio
–  Sono basati sul linguaggio
affettivo nel La
quale
è possibile
struttura
delle emozioni
–  Identificano emozioni
collocare tutte le emozioni.
qualitativamente diverse a
Esempio
•  Approcci dimensionali
base
biologica
•  Approcci
categoriali
• 
Piacere
⇔
dispiacere
–  Ipotizzano uno spazio affettivo nel
–  Sono
basati
sul linguaggio
–  Es.
rabbia,
disgusto, paura,
•  Attivato
⇔ quieto
quale
è possibile
collocare tutte le
gioia, tristezza,
emozioni sorpresa
emozioni. Esempio (Russell, 1979) –  Identificano
qualitativamente
diverse1975)
a
(Ekman, Friesen,
•  Piacere
⇔ dispiacere
Non catturano
le differenze
qualitative
•  Attivato ⇔ quieto
tra le emozioni
(Russell, 1979)
base biologica
•  Non vi è accordo su quante e
•  Non viquali
è accordo
e
sianosulequante
emozioni
quali siano le emozioni
fondamentali
fondamentali
Approcci
componenziali
•  iii. 
Approcci
componenziali
–  Ogni
emozione
è il risultato della
–  Ogni
emozione
è il risultato
di elementi
dellacombinazione
combinazione di
elementi
fisiologici,
espressivi,
fisiologici,
espressivi,
tendenze
tendenze
motivazionali
motivazionali
68
• 
Non colgono le differenze qualitative tra
le emozioni
65
Dimensioni valutative e temi relazionali in alcune emozioni
66
Confronti interculturali nei processi di appraisal
Appraisal: valutazione cognitiva “automatica” tramite cui
interpretiamo il significato e la valenza affettiva di un evento e
conseguentemente reagiamo emozionalmente ad esso
•  Similitudini interculturali
•  Differenze interculturali
–  In Africa, Europa, Asia,
America la gioia è
associata a eventi
inaspettati ritenuti
coerenti con i propri
standard interni
–  Colpa e vergogna sono
associate a circostanze
dovute alla propria
responsabilità personale
–  Individui di differente
provenienza usano
differenti criteri di giudizio
•  Ad esempio, gli
Africani giudicano
“immorali” alcune
situazioni più spesso
dei Latino-americani
67
Basi neurofisiologiche delle emozioni
•  A differenti emozioni corrispondono differenti meccanismi
fisiologici
–  Ad esempio rabbia, paura e tristezza (ma non il disgusto) sono
associate ad aumento della frequenza cardiaca
•  Differenze individuali nella asimmetria emisferica
–  Individui con dominanza dell’emisfero sinistro riportano più
esperienze affettive positive; rispondono in modo più positivo a
spezzoni di film divertenti (Tomarken et al. 1992)
•  Anche la rabbia si associa ad una maggiore attivazione dell’emisfero
sinistro
–  Individui con dominanza dell’emisfero destro rispondono in modo
più negativo a film con contenuti paurosi o disgustosi
68
Espressioni facciali ed emozioni primarie
• 
Le 6 emozioni fondamentali
1. 
2. 
3. 
4. 
5. 
6. 
• 
Rabbia
Disgusto
Paura
Gioia
Tristezza
Sorpresa
Altri indicatori
– 
– 
– 
Voce
Gesti
Postura
•  L’espressione facciale è
considerata un indice di
adattamento sociale o
psicopatologia
(Ekman, Friesen, 1975)
69
Differenze individuali nell’espressione degli stati affettivi
–  Esiste una tendenza individuale a
sperimentare particolari emozioni e tale
tendenza è correlata ai tratti di personalità
–  Alcune persone sembrano cronicamente di buon
umore; altre di cattivo; alcune sono affettivamente
stabili, altre no ecc.
–  Alcune persone si mostrano ambivalenti o conflittuali
nell’espressione emozionale
–  L’espressione facciale è stata messa in relazione
all’adattamento sociale o alla psicopatologia
70
Altre differenze individuali nell’esperienza affettiva
• 
Dimensioni dell’umore
– 
1.  Positività-negatività
2.  Alta/bassa attivazione
Lungo tali dimensioni emergono
differenze individuali
–  In alcune persone è più
importante la dimensione
positività/negatività, in altre
quella alta/bassa attivazione
–  Tali differenze sono
relativamente coerenti in
differenti situazioni e in
confronti tra autovalutazioni
ed eterovalutazioni
• 
Differenze individuali e culturali nel
benessere soggettivo
–  In uomini sposati l’esperienza di
affetto negativo declina con l’età dai
25 ad oltre 70 anni (ciò non si verifica
con uomini non sposati)
–  Nella cultura occidentale benessere e
felicità sono maggiormente correlati
che in altre culture
• 
Relazioni tra espressione affettiva e
attivazione fisiologica
– 
Soggetti istruiti a inibire la propria
espressione emozionale in presenza di
shock dolorosi, avevano più bassi livelli di
attivazione fisiologica (Lanzetta et al.
1976)...ma
–  ...soggetti a più bassa espressività
facciale, manifestavano una maggiore
attivazione fisiologica
71
Processi inconsci ed esperienza cosciente
•  Domande sulla coscienza...
–  Come nasce a partire da stati
cerebrali?
–  Qual è la relazione tra
processi mentali consci e
inconsci?
• 
...coscienza e inconscio non si
riferiscono a sistemi unitari, ma ad
una molteplicità di processi
–  Ad esempio, un contenuto può
essere inconscio non solo perché
emotivamente indesiderabile
(Freud), ma anche perché
immagazzinato in formato non
verbalizzabile in forma
dichiarativa..
• 
Molti modi di elaborare le
informazioni
•  Pensiero conscio intenzionale;
pensiero automatico; struttura
profonda (Harré et al. 1985)
•  Forme e livelli della coscienza...
–  Coscienza primaria (delle cose)/c. di
ordine superiore (di sé) (Edelman,
1992)
–  Coscienza fenomenica (sensazioni,
percezioni, sentimenti, desideri)/ c. di
accesso (riflessione) (Block, 1995)
–  Consapevolezza sensoria
(sensazioni)/c. cognitiva (riflessioni sui
propri stati interni)/c. del controllo
(scelta tra azioni)/c. delle proprie
caratteristiche (Kagan, 1998)
–  Sistema esperienziale/s. razionale
(Epstein, 1994)
• 
Cognizione implicita: influenza
psicologica di eventi dei quali non si
ha memoria esplicita e cosciente
–  Stimoli subliminali (millisecondi) presentati
in esperimenti di laboratorio influenzano la
categorizzazione di parole-bersaglio
72
Coscienza e forme di autoconsapevolezza
• 
Funzioni della coscienza:
riflessione, previsione e
controllo comportamentale
– 
Osservare e prevedere il
comportamento proprio e
altrui
i.  Autoconsapevolezza
oggettiva: capacità di
differenziare il me dal non me
ii.  Autoconsapevolezza
soggettiva: conoscenza di sé
come agente diretto
all’obiettivo ed emotivamente
impegnato a raggiungerlo
i.  Autoconsapevolezza
privata dei propri
pensieri e sentimenti
•  Autoconsapevolezza
pubblica della
percezione che gli altri
hanno di noi
73
Componenti della coscienza
• 
• 
• 
Componenti percettive
(consapevolezza di stimoli
esterni)
Componenti esecutive
(attenzione, memoria di
lavoro)
Componenti linguisticosimboliche
(rappresentazioni mentali,
dialogo interno ecc.)
(Edelman, 1992)
• 
Perché è difficile controllare intenzionalmente
la nostra coscienza (pensieri, desideri ecc.)?
–  quando si è cognitivamente indaffarati, bandire
dalla propria coscienza i pensieri non attinenti al
compito, può paradossalmente rinforzare tali
pensieri (Wegner, Wenzlaff, 1996)
–  ... il fallimento del controllo provoca un aumento
dell’attivazione fisiologica (ansia)
_______________
• 
Stati di flow (“flusso”)
–  stato di coscienza focalizzato, ottimale e
piacevole, sperimentato soprattutto quando le
persone svolgono compiti impegnativi nei quali
si sentono competenti (Csikszentmihalyi et al.
1990)
74
Stati affettivi e pensiero cosciente
• 
In che modo stati d’animo affettivi possono influenzare il pensiero
cosciente?
i. 
L’individuo è incline a considerare contenuti mentali coerenti
con il suo stato d’animo (fissamento)
– 
ii. 
p.e. chi si trova in uno stato d’animo positivo, può concentrarsi su eventi
o ricordi a valenza positiva
Gli stati d’animo possono influenzare le strategie cognitive
– 
p.e. chi si trova in uno stato d’animo negativo, può elaborare in modo
più metodico le informazioni prima di una decisione
iii.  Gli stati d’animo possono spingere l’individuo a regolare la propria
esperienza cosciente
– 
p.e. attività della persona finalizzate a “riparare” uno stato d’animo
negativo
iv.  Lo stato d’animo (sia positivo che negativo) può accentuare
l’attenzione su di sé della persona
v.  Giudizi e decisioni personali riflettono lo stato affettivo (anche
transitorio) dell’individuo (affetto-come-informazione, Schwartz,
1990)
– 
p.e. è differente giudicare la propria vita in una giornata di sole o in una
di pioggia
75
Rimozione e stile di coping repressivo
•  Esiste la rimozione postulata da
Freud? Come funzionano i
meccanismi di difesa?
• 
–  Esistono prove che le persone
bandiscono dalla coscienza contenuti
sgradevoli per preservare un’immagine
positiva di sé?
• 
Da studi empirici si evince che non tutti
gli individui, ma solo alcuni (“soggetti
R”) tendono ad reprimere materiale
ansiogeno, negando di provare ansia o
di essere ansiosi, pur essendolo
–  Nella prospettiva evolutiva, alcuni meccanismi
di difesa da impulsi indesiderabili sono più
primitivi (p.e. negazione), altri più maturi (p.e.
sublimazione)
–  Bambini in età prescolare usano la negazione
più spesso di bambini più grandi, i quali p.e.
utilizzano la proiezione (Cramer, 1997)
• 
• 
In compiti ansiogeni (p.e.
descrivere in pubblico le proprie
caratteristiche indesiderabili) i
soggetti R, pur
apparentemente calmi,
manifestano forti indici
fisiologici di ansia (conduttanza
cutanea)
I soggetti R riportano scarsa
memoria non solo delle
esperienze negative, ma anche
di quelle positive, pertanto...
...lo stile di coping repressivo
potrebbe consistere nella
tendenza generale a reprimere
tutti i vissuti emotivi
76
Espressione delle emozioni e salute
L’espressione di vissuti emotivi
riduce lo stress?
i.  La discussione scritta di questioni
emotive ha effetti positivi…
(Pennebaker et al. 1990)
ii.  …tuttavia, rimuginare
eccessivamente sui propri problemi
non attenua, anzi a volte aumenta, i
propri problemi (soprattutto in individui
disforici)
i. 
• 
...in contrasto allo studio
di Pennebaker et al.
persone che si
impegnano poco in autoanalisi sono meno inclini
alla depressione (NolenHoeKsema et al. 1997)
differenti metodi di ricerca e
popolazioni, nonché
l’entità delle esperienze
stressanti potrebbero
spiegare questi differenti
risultati...
77
Motivazione e autoregolazione
• 
Prime elaborazioni teoriche
–  Istinto (James)
•  Tale nozione non
tiene conto della forte
variabilità culturale
delle motivazioni
umane
–  Pulsione, bisogno
(Freud, Hull, Murray,
Maslow)
•  I vari modelli
pulsionali non sono
basati su criteri
oggettivi
•  Una stessa azione
può essere
espressione non di
uno, ma di più bisogni
•  Motivazione e personalità
–  Successo, appartenenza,
potere (McClelland, 1985)
–  Motivazione alla riuscita
(Atkinson, 1964): aspettativa
(di raggiungere la meta) x valore
(attribuito alla meta)
–  Teoria dell’attribuzione (p.e. Weiner,
1996): giudizi soggettivi sulle cause delle
azioni
–  Teoria del controllo (Carver, Scheier,
1998): feedback negativi riducono le
discrepanze tra azione e standard del sé
(esiti desiderabili); feedback positivi
aumentano le discrepanze tra azione e
standard del sé (esiti indesiderabili)
78
Le teorie social-cognitive della motivazione
Le credenze e le anticipazioni sul futuro
guidano le azioni attuali (Bandura, 1991)
i. 
Teoria dell’azione pianificata
(Ajzen, 1996)
Aspettative riguardanti l’esito i. 
delle azioni (conseguenze)
ii.  Percezioni di auto-efficacia
ii. 
(convinzione di essere capaci di
eseguire determinate azioni)
iii. 
iii.  Obiettivi e standard (scopi
desiderati dell’azione)
iv.  Reazioni affettive riferite a sé
Atteggiamento della persona
verso un certo comportamento
Percezione della pressione
sociale a metterlo (o non
metterlo) in atto
Controllo percepito (percezione
della facilità/difficoltà di
esecuzione)
Teoria degli obiettivi (Locke, Latham,
1990) (Goal setting)
•  Rappresentazioni mentali di scopi
ed esiti futuri
79
Motivazione e cognizione
Aspetti cognitivi della motivazione
Pensieri, convinzioni, aspettative influenzano
i nostri scopi
Aspetti motivazionali della cognizione
I nostri scopi influenzano il modo in cui
pensiamo
• 
Le tassonomie motivazionali universali
(top-down, p.e. scala di Maslow) non
spiegano l’interazione fra motivazione e
sistema personale del sé
–  ....per spiegare tale interazione nel corso
del tempo e attraverso le varie situazioni è
preferibile un approccio bottom-up
•  Autoregolazione
–  Capacità degli esseri
umani di valutare e
riflettere sulle proprie
capacità di eseguire
determinati corsi di
azione
•  Capacità di
autoregolare i propri
corsi di azione
80
Processi di autoregolazione motivazionale
i. 
Standard personali
• 
Gli esseri umani hanno la capacità di valutare le azioni secondo
criteri interni (standard personali) di valore, adeguatezza ecc.
ii.  Reazioni autovalutative emotive
• 
Le persone si sentono bene (o male) quando il loro
comportamento è (o non è) all’altezza dei loro standard
iii.  Autoefficacia (Bandura)
– 
– 
– 
Le persone sono motivate a impegnarsi in una prestazione (anche
difficile) se si sentono capaci di affrontarla
Chi dubita della propria efficacia evita il compito o abbandona alle
prime difficoltà (ansia)
L’autoefficacia (da non confondersi con autostima) è un buon
predittore della prestazione in differenti ambiti (scolastico; lavorativo;
sociale, ecc.)
iv.  Scopi
• 
Rappresentazione mentale di un esito futuro cui le persone
dirigono i propri progetti e il proprio impegno
81
Convinzioni di auto-efficacia/convinzioni di esito
•  Convinzioni/aspettative di efficacia
–  autoregolazione del comportamento;
capacità di mettere in atto un
comportamento
•  Relazione agenti-mezzi (E. Skinner,
1996)
•  Convinzioni/aspettative di esito
–  controllo del risultato; conseguenze
gratificanti (o meno) del comportamento
•  Relazione mezzi-fini (E. Skinner, 1996)
•  Distinzione aspettative
vs. fantasie di successo
–  Aspettative di controllo
ottimistiche hanno
positivi effetti sulla
motivazione
–  Fantasie positive
possono invece indurre a
sottovalutare lo sforzo
richiesto per raggiungere
il successo e quindi
possono essere
controproducenti
•  p.e. perdere peso
(Oettingen, Wadden, 1991)
82
Persona⇒ Comportamento⇒
Esito
Convinzioni
Aspettative
di autodi esito
efficacia
Aspettative di auto-efficacia/aspettative di esito
(Bandura, 1977)
83
Attivazione differenziata del sistema del sé
•  La riflessione cosciente su di sé
non è utilizzata di continuo
–  p.e. attività familiari richiedono
un basso monitoraggio
cosciente
–  in situazioni che coinvolgono
standard interpersonali, le
persone possono trascurarli,
elaborando giustificazioni per le
proprie azioni o svalutando
coloro cui hanno arrecato
danno (disimpegno morale)
• 
L’auto-riflessione cosciente interviene
in momenti decisionali particolarmente
importanti o impegnativi
•  Agenticità e volizione personale
–  Atti di volontà (volizione)
•  Comandi per il sé
•  Metacognizione, modelli
mentali di sé (Johnson-Laird,
2005)
–  Limiti dell’agenticità personale
•  Azioni dannose o impulsive;
sovrastima delle proprie
capacità di affrontare il
compito, rinuncia, ecc.
84
Autoefficacia, automotivazione e goal setting
•  Quanto sono generalizzabili in
situazioni differenti le
convinzioni individuali di
autoefficacia?
–  La generalizzazione
dell’autoefficacia (alta/bassa) è
maggiore quando è coerente
con gli attributi schematici
(positivi/negativi) di sé
(Cervone, 1999)
•  Automotivazione e goal setting
–  Porsi obiettivi dipende da…
...Livello dell’obiettivo
•  Obiettivi impegnativi o
complessi richiedono
feedback per la riuscita
…Specificità dell’obiettivo
•  Obiettivi più specifici facilitano
la riuscita
…Prossimità dell’obiettivo
•  Obiettivi distali richiedono di
essere suddivisi in sottoobiettivi prossimali
–  In compiti semplici un
aumento dello sforzo dovuto
a insoddisfazione per il
proprio rendimento migliora
la prestazione (ciò non vale
con compiti complessi)85
Obiettivi e differenze individuali
•  Obiettivi complementari
–  p.e. studiare all’università
e farsi amici
• 
–  Persone con alte aspettative di
raggiungere i propri obiettivi; minori
livelli di ansia
• 
•  Obiettivi conflittuali
–  p.e. essere un buon
genitore vs. obiettivi
professionali
•  Le persone con obiettivi
conflittuali sperimentano più
stress
Pessimisti difensivi
–  Persone con aspettative basse di
raggiungere i propri obiettivi,
nonostante buoni livelli di
prestazione o successi (maggiori livelli
di ansia)
–  Più ampie discrepanze sé attuale/sé
ideale, ma maggiore successo
accademico (Cantor et al. 1987)
• 
•  Controllo degli impulsi
–  Persone sovra/sotto
controllate
Ottimisti
Orientamento all’azione (Kuhl,1994)
–  Individui interessati ai passi da fare per
raggiungere gli obiettivi
• 
Orientamento allo stato (Kuhl,1994)
–  Individui preoccupati per come si
sentono e non per l’obiettivo
86
Il paradigma della dilazione della gratificazione
• 
Durante un esperimento (Mischel at
al.), ad alcuni bambini era offerta la
possibilità di avere uno fra due premi:
uno immediato (minore); uno più
desiderabile che richiedeva di
attendere
–  Quando i bambini vedevano i premi
erano più insofferenti
–  Quando i premi non erano visibili, i
tempi di attesa erano maggiori
–  L’autocontrollo dipende da strategie
mentali di rinvio della gratificazione
–  I bambini più capaci di rinviare la
gratificazione, erano più abili a
controllare gli impulsi, a pianificare le
proprie azioni, anche durante
l’adolescenza
• 
Due sistemi di regolazione
dell’autocontrollo (Metcalfe,
Mischel, 1999)
i.  Sistema caldo
•  Azione immediata
ii.  Sistema freddo
•  Strategie cognitive che
mitigano gli impulsi e
riorientano lìattenzione
–  Come interagiscono questi
due sistemi a livello di
regolazioni (e differenze)
individuali?
87
Lo stato attuale della psicologia della personalità
• 
Questioni cui oggi possiamo rispondere grazie ai progressi empirici
nello studio della personalità
• 
Esistono continuità significative nella personalità
dall’infanzia all’età adulta? Vi è accordo sul numero
di dimensioni necessarie per descrivere le differenze
individuali fenotipiche?Le eterovalutazioni e le
autovalutazioni convergono quando si valuta la
personalità di un individuo? Gemelli identici cresciuti
in famiglie diverse avranno una personalità simile? Le
persone precocemente colpite da avversità possono
raggiungere uno stato di adattamento e di benessere
normali negli anni successivi? Emozioni diverse sono
associate a configurazioni neurofisiologiche diverse?
Le emozioni influenzano la memoria e il pensiero? Il
pensiero riferito al Sé contribuisce in modo causale al
cambiamento motivazionale, emozionale e
comportamentale? ...ecc
88
...Verso un’unificazione teorica
–  Teorie disposizionali
• 
Due cornici teoriche generali
nella ricerca attuale sulla
personalità
•  Teorie tratto/disposizionali
vs.
•  Teorie social-cognitive
•  Il modello dei 5 fattori
–  Prove transculturali,
autovalutazioni ed
eterovalutazioni, studi sui
gemelli, ecc.
–  Teorie social-cognitive
•  Interazionismo
–  Il funzionamento della
personalità comporta interazioni
reciproche tra le persone, il loro
comportamento e l’ambiente
socioculturale
•  Agentività umana
–  Le persone sono agenti causali
che contribuiscono
proattivamente al proprio
sviluppo
89