GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 ANNO 139 - N. 114 In Italia EURO 1,40 www.corriere.it italia: 51575551575557 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281 Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: [email protected] Fondato nel 1876 Guida al lavoro Misure / 1 Bonus di 80 euro anche ai cassintegrati Misure / 2 Oggi il sì della Camera sui contratti a termine Su Sette D’Amico, Internet e la privacy negata di Andrea Ducci a pagina 10 di Lorenzo Salvia alle pagine 10 e 11 Domani il magazine con il Corriere della Sera RENZI, GRILLO E L’USO DELLE EMOZIONI I SENTIMENTI DEGLI ITALIANI La strage Ancora 120 persone bloccate. Tensione nelle piazze di Ankara e Istanbul, contestato e minacciato Erdogan Orrore nella miniera: i morti sono 274 Scontri in Turchia di GIOVANNI BELARDELLI © RIPRODUZIONE RISERVATA LE FRAGILITÀ DI UN PAESE di MONICA RICCI SARGENTINI È essuno mette in dubbio che un disastroso evento possa accadere, ma quando un grave incidente è prevedibile, anzi decisamente probabile come era stato denunciato due settimane fa, allora è irresponsabile definirlo «normale». la peggior strage sul lavoro nella storia dell’industria mineraria turca. Il bilancio dell’esplosione avvenuta martedì sera nella miniera di Soma è salito a 274 morti, circa 400 i minatori tratti in salvo. Ma all’appello mancano altre 120 persone. Tensione e scontri nelle piazze di Ankara e Istanbul, contestato e minacciato il premier Erdogan. CONTINUA A PAGINA 15 ALLE PAGINE 14 E 15 di ANTONIO FERRARI N AP / EMRAH GUREL motivi a tutti noti, il fondatore di Forza Italia non è più in grado di muoversi in questo campo con l’abilità (e i risultati) di un tempo. Ecco dunque che oggi sono solo Grillo e Renzi a occupare per intero il campo di una politica dei sentimenti che da tempo non era praticata con questa intensità. Fino al punto da trasformare la competizione politicoelettorale, tra quelli che i sondaggi accreditano come i due principali partiti, in uno scontro, appunto, tra la speranza e la rabbia. Tra due sentimenti che sono stati sempre elementi di base nella storia politica degli ultimi secoli (e forse di ogni tempo). Ma questo scontro, in una situazione difficile come quella italiana, con l’incertezza di prospettive che colpisce tutti e in particolare le nuove generazioni, rischia di assumere un carattere particolare. Nel senso che è più agevole il compito di chi fa appello al malessere profondo di un Paese impaurito dal futuro, puntando sul diffuso risentimento sociale verso corrotti e privilegiati. È più facile l’uso politico del risentimento rispetto a chi (Renzi) deve riuscire a convincere che ciò che non è stato fatto per decenni, ad esempio l’eliminazione dei mille interessi corporativi che ostacolano lo sviluppo, sarà finalmente fatto. Il rischio oggettivo cui si trova di fronte il leader pd risiede nel fatto che la speranza a cui invita gli italiani ha bisogno di risultati, e presto. La forza del fondatore del M5S sta invece nel fatto di poterne fare a meno, anzi dall’avvantaggiarsi di ogni dato negativo sull’economia, di ogni nuovo scandalo, di ogni riforma soltanto annunciata. La ricostruzione del Quirinale sulle presunte pressioni. L’ex premier: se lo attacco, finisco in cella Violenze e silenzio Napolitano: nessun complotto COMUNITÀ CRISTIANE, LE PIÙ COLPITE AL MONDO «Berlusconi si dimise e non fece obiezioni su Monti» «Le dimissioni di Berlusconi furono libere e responsabili». Il capo dello Stato interviene nella polemica innescata dalle dichiarazioni dell’ex ministro del Tesoro Usa Geithner sull’addio dell’ex premier al governo nel 2011, escludendo l’ipotesi di un complotto internazionale. Berlusconi aveva sollecitato una difesa del Colle. E ora dice: «Se attacco il Presidente finisco a San Vittore». Giannelli ALLE PAGINE 2 E 3 Conti, Di Caro, M. Franco di ANDREA RICCARDI Il commento MA NON SERVE LA COMMISSIONE D’INCHIESTA di MARZIO BREDA A PAGINA 39 La reazione: nessun illecito, tutto regolare Si apre il caso della Ubi Banca Indagati anche Bazoli e Pesenti Procura di Milano, smentita per Bruti di LUIGI FERRARELLA Quindici indagati, venti perquisizioni, le sedi di Ubi Banca e Ubi Leasing a Bergamo e Brescia visitate di prima mattina dalla Guardia di Finanza su mandato della Procura di Bergamo. Due i filoni di accusa: ostacolo alla vigilanza di Consob e Banca d’Italia; riciclaggio e truffa. Tra gli indagati il banchiere Giovanni Bazoli e Giampiero Pesenti (Italcementi). ALLE PAGINE 5 E 6 A PAGINA 9 Di Landro, Gerevini, Massaro, Ubbiali Primo sì alla Camera. In caso di contenzioso il tempo ridotto da tre anni a uno Il divorzio breve, sei mesi per un addio di ALESSANDRA ARACHI S i potrà divorziare in soli sei mesi, in caso di separazione consensuale. Se la separazione è conflittuale, invece, i mesi saranno dodici. Il divorzio breve, dunque, diventerà ancora più breve. Così almeno ha decretato ieri la commissione Giustizia di Montecitorio che ha accolto gli emendamenti di vari gruppi politici. Il testo sarà discusso in Aula dal 26 maggio. Attualmente il periodo di separazione deve durare almeno tre anni. A PAGINA 21 Colpo di scena nei due giornali B. BARKET / GETTY IMAGES / AFP e AFP / M. MEDINA 9 771120 498008 40 5 1 5> Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano C onsapevoli tutti di quanto la politica italiana sia ormai incentrata sulla figura del leader, non lo siamo forse abbastanza di un altro fatto. Quella stessa politica fa sempre più affidamento su alcuni sentimenti fondamentali. Renzi richiama ogni giorno la necessità di non cedere alle nostre paure, invita a contrastare il pessimismo; insomma, dichiara espressamente di voler ridare al Paese un orizzonte di speranza. Grillo punta anche lui sull’uso politico delle emozioni, vuole anche lui dare speranza agli italiani, ma è convinto che intanto occorra distruggere tutto l’assetto politico esistente. Per questo il sentimento su cui punta, quello che sta al centro dei suoi discorsi, è la rabbia, in particolare contro l’intero mondo dei partiti. Il fenomeno non è certo nuovo nella storia politica italiana. Come mostrava alcuni anni fa un bel libro di Ennio Di Nolfo su Le paure e le speranze degli italiani, il successo politico di De Gasperi alle elezioni del 1948 si basò in gran parte sulla capacità sua e della Dc di intercettare quei due sentimenti indicati nel titolo. Ma nella prima Repubblica i sentimenti diffusi nel Paese, le emozioni degli italiani, venivano richiamati dalla politica pur sempre entro il quadro di quelle grandi narrazioni ideologiche che, vent’anni fa, il crollo del sistema dei partiti doveva rendere obsolete. Dopo di allora è stato a lungo il solo Berlusconi ad avere piena consapevolezza della forza che il richiamo a sentimenti elementari, ad emozioni profonde, può avere nella democrazia di massa fondata sul ruolo centrale del leader e dei media. Ma ormai, per i Jill Abramson e Natalie Nougayrède Si dimettono le direttrici di New York Times e Le Monde di MASSIMO GAGGI e STEFANO MONTEFIORI A PAGINA 16 Le regole Rischi non visti e ritardi della finanza di SALVATORE BRAGANTINI A PAGINA 6 P apa Francesco andrà tra poco in Giordania, Israele e nei Territori palestinesi. Saranno a riceverlo i Patriarchi cattolici orientali. Incontrerà i Patriarchi ortodossi, Bartolomeo di Costantinopoli e quello di Gerusalemme. Sono tutti testimoni della crisi dei cristiani nella regione. Non si tratta solo di un declino dovuto a motivi storici, spesso c’è una vera persecuzione. In Iraq i cristiani erano molto più di un milione prima della guerra di Bush a Saddam Hussein: oggi ne restano poco più di 300.000, sottoposti a una forte pressione. Molti sono emigrati, taluni sono stati uccisi perché cristiani. I cristiani della Piana di Ninive, nel Nord Iraq adiacente al Kurdistan, cercano un modus vivendi con i curdi per garantirsi la sopravvivenza. Ma sono soli in questo loro tentativo. CONTINUA A PAGINA 39 2 Primo Piano Giovedì 15 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 La polemica Il caso Geithner Napolitano gela Berlusconi: ecco i fatti Nota del capo dello Stato per escludere trame segrete dietro gli avvenimenti del 2011 «Mai avuto notizia di pressioni subite dal premier». La ricostruzione data per data ROMA — Nessuna trama segreta, nessun complotto. Nulla che abbia in qualsiasi modo coinvolto, o anche solo lambito, il Quirinale. Dove, tra l’altro, non si ebbe notizia «di pressioni e coartazioni subite dal presidente del Consiglio nei momenti e nei luoghi di recente evocati»: di quello scenario nulla «fu mai portato a conoscenza del capo dello Stato». Le dimissioni di Silvio Berlusconi, preannunciate l’8 novembre 2011 e formalizzate quattro giorni più tardi, furono «liberamente e responsabilmente rassegnate» e, soprattutto, «non vennero motivate se non in riferimento a eventi politicoparlamentari italiani». A provocarle, cioè, era stata una precisa sequenza di fatti interni, visto che la maggioranza sulla quale si reggeva l’esecutivo era ormai in dissolvimento. Più che sgradevole è proprio insopportabile, per Giorgio Napolitano, trovarsi nel tritacarne di una campagna elettorale sgangherata, feroce e senza esclusione di colpi come quella in corso per le europee. Tutto succede per il libro di memorie dell’ex segretario del Tesoro americano, Timothy Geithner, in un passaggio nel quale si spiega che due anni e mezzo fa Gli interventi del Colle nel 2011 La Nota 1 2 3 Dopo il vertice europeo Davanti alle alte cariche Il messaggio di fine anno Il Colle ricorda di aver criticato le «sgradevoli espressioni» di leader Ue: il riferimento è ai sorrisi di Merkel e Sarkozy al vertice del 23 ottobre 2011 alcuni «officials» (parola vaga, riferibile a funzionari o ad alti burocrati o perfino a esponenti di governo) dell’Unione Europea tentarono di cooptare la Casa Bianca — che peraltro rifiutò — in una vasta trama per costringere il premier italiano «a cedere il potere». Una rivelazione subito colta da Berlusconi come una conferma, stavolta timbrata addirittura dall’amministrazione Usa, della sua vecchia teoria del golpe. Un racconto provvidenziale, insom- Parlando alle alte cariche dello Stato, il 20 dicembre 2011 Giorgio Napolitano ricostruì i fatti che portarono alle dimissioni di Berlusconi ma. Da rilanciare con il massimo riverbero mediatico alla vigilia del voto, utilizzando l’eterna chiave vittimistica. A costo di chiamare in causa con ripetuti strattonamenti lo stesso presidente della Repubblica, nella pretesa (più o meno esplicitamente suggerita agli elettori) che sia stato parte attiva o addirittura il regista della manovra per spodestare il Cavaliere. Un assedio polemico che il capo dello Stato ha voluto spez- di Massimo Franco Un Quirinale prudente smonta la vulgata del complotto del 2011 zare, ieri, dopo aver verificato per due giorni consecutivi che la rincorsa provocatoria si esasperava, con una nota scritta di proprio pugno nella quale ristabilisce la sequenza di quella travagliatissima crisi. Una storia ripercorsa molte volte, puntualizza, e della quale ha dato conto pubblicamente in diversi interventi. Ne parlò il 20 dicembre 2011, durante l’incontro con le alte cariche dello Stato convocate sul Colle per gli auguri di Natale L Marzio Breda a precisazione di Giorgio Napolitano era attesa: se non altro per l’insistenza con la quale Forza Italia ha rilanciato l’idea di un complotto internazionale contro il governo di Silvio Berlusconi, e chiesto al capo dello Stato di pronunciarsi come se ne fosse in qualche modo corresponsabile. Alcune frasi contenute in un libro di memorie di Tim Geithner, segretario al Tesoro Usa nell’autunno del 2011, ripropongono infatti l’ostilità delle cancellerie europee all’allora premier. Ma il comunicato di ieri pomeriggio diffuso dal Quirinale ridimensiona la tesi di una sorta di «golpe». Definisce «rivelazioni», tra virgolette di scetticismo, quelle di Geithner. E sfila Napolitano da una polemica che vuole coinvolgerlo in una vicenda ormai trita. Era inevitabile, però, che Berlusconi la ripescasse e la rilanciasse. In piena campagna elettorale per le europee del 25 maggio, e con un partito dato in calo rispetto alle politiche del 2013, la vicenda potrebbe aiutare la rimonta di FI. Alimenta la narrativa su un governo che alla fine del 2011 non sarebbe caduto per i contrasti nella sua coalizione e perché stava portando l’Italia sull’orlo di un tracollo finanziario, ma per un intervento estero. L’ex premier riparla di «quattro colpi di Stato». E dice di Geithner: «Ha raccontato come nel G20 di Cannes per due volte Angela Merkel e Nicolas Sarkozy convocarono una riunione per far sì che il nostro Paese fosse colonizzato», affidandolo alla «troika» Bce, Commissione Ue e Fmi. È difficile scansare l’impressione che sulla caduta di Berlusconi abbiano influito insieme ragioni internazionali e interne. Le prime, legate ad una situazione economica che stava sfuggendo di mano all’esecutivo di centrodestra, e preoccupava il resto dell’Ue e gli Stati uniti; quelle italiane, figlie di una maggioranza parlamentare che si era assottigliata e divisa sempre di più. Per questo, da mesi il Quirinale, e non solo, captando gli scricchiolii e registrando l’ostilità dei mercati, si guardava intorno per prevenire un vuoto istituzionale; e nel novembre del 2011 nacque il governo dei tecniBerlusconi ci di Mario Monti. Nel lessisfrutta le co cauto del presidente della «rivelazioni» Repubblica, i due aspetti sono presenti entrambi. per risalire Napolitano, però, non entra nei sondaggi nel merito delle dichiarazioni e degli episodi citati da Geithner. Ricorda che sono emersi in riunioni europee e internazionali alle quali «non aveva titolo per partecipare e non partecipò». Si limita a far presente che difese Berlusconi quando fu insultato da alcuni capi esteri con «inopportune e sgradevoli espressioni pubbliche». Per il resto, nega di avere mai avuto sentore di «pressioni e coartazioni subìte dal presidente del Consiglio» di allora. Per quanto ne sa, le sue dimissioni furono date «liberamente e responsabilmente»; e come tali «motivate» dallo stesso Berlusconi. Una ricostruzione così calibrata non deve sorprendere: non poteva mancare, né poteva essere diversa. E in fondo, nonostante si parli di «ricostruzione di circostanza», la replica del Quirinale sembra bastare anche a FI. Il partito si limita a sfruttare l’episodio per scuotere un elettorato di centrodestra deluso e tentato dall’astensione; e per contrapporre il Berlusconi democraticamente eletto ai governi successivi: dal 2011 all’attuale. Inserisce quegli avvenimenti in una campagna nella quale si accentua lo scontro non solo con Beppe Grillo ma con lo stesso premier Matteo Renzi: segno che Berlusconi teme la competizione del Pd nel suo serbatoio elettorale. Il rilancio sulla riforma delle due Camere; il martellamento su un premier arrivato a Palazzo Chigi senza elezioni; la protesta per non potere «attaccare il capo dello Stato e la magistratura» perché «basterebbe un passo falso per essere mandato ai domiciliari o al carcere di San Vittore»: sono tutti tasselli di un Berlusconi che chiede voti contro le presunte ingiustizie subìte. In passato, spesso ha funzionato. Stavolta, forse, sarà meno facile. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Anche nel messaggio di fine anno del 2011, spiega il Colle, il presidente ha ricordato le motivazioni «relative a fatti politici interni» di quella crisi e con il governo Monti insediato da appena qualche settimana. Ricostruì, e senza obiezioni di sorta, «il clima aspramente divisivo radicatosi nei rapporti politici» e accennò a come «la sostenibilità anche internazionale di quello stato di cose era giunta a un punto limite», aggravando «i problemi di fondo del Paese», acutizzati dai continui collassi dell’economia. Uno scenario disastrato, con una maggioranza spappolata, nel quale a lui «toccava solo registrare e seguire imparzialmente le reazioni delle forze in campo». E così fece, «fino a quando Berlusconi, prendendo atto di una situazione così critica, dopo l’esito negativo di una votazione significativa in Parlamento, si risolse, con senso di responsabilità, a rassegnare le dimissioni». Il via libera all’esecutivo tecnico che lo sostituì, per inciso, ebbe l’avallo dello stesso Cavaliere. E, precisò allora Napolitano, senza che «nulla fosse scalfito»: senza «nessuna forzatura, né tantomeno alcuno strappo al nostro ordinamento costituzionale». Certo, c’era poi il «contesto europeo». Ma anche qui il memorandum del capo dello Stato è utile a cancellare le amnesie interessate di questa campagna elettorale. Si vada a vedere, per esempio, il suo commento del 25 ottobre 2011 alle «inopportune e sgradevoli espressioni pubbliche» e di «scarsa fiducia nei confronti degli impegni assunti dal nostro Paese», aggiungendo eloquentemente che «nessuno può pretendere di avanzare pretese da commissario... da 60 anni accettiamo limitazioni di sovranità, ma in condizioni di parità con gli altri Stati». Un ammonimento che volle fare quando la Merkel e Sarkozy, nel pieno di un vertice internazionale, replicarono con sgradevoli risolini alle domande dei cronisti sull’affidabilità del premier italiano. Per il resto, dell’ostilità e delle eventuali manovre dei leader della Ue, al Quirinale non si sapeva nulla. Anche perché il nostro capo dello Stato, al pari dei suoi omologhi europei privi di potere esecutivo, non prendeva parte ai meeting dell’Unione. Di più: Berlusconi, ad ogni suo colloquio al Quirinale, dava una versione delle cose molto, molto diversa. Magari spinto da uno spirito autoconsolatorio, riferiva i suoi contatti con gli altri partner quasi alla stregua di una marcia trionfale, dove alla fine si decideva esattamente quello che aveva proposto lui. ❜❜ Corriere della Sera Giovedì 15 Maggio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 3 Il centrodestra Il leader azzurro cavalca la teoria del «golpe» La rabbia dell’ex Cavaliere: ma non attacco pm e Colle, potrei finire a San Vittore «Abbiamo motivi per essere furiosi e disgustati» E alza ancora il tiro su Renzi e le riforme Le dimissioni La mano di Silvio Berlusconi saluta attraverso il finestrino della sua auto che lascia il Quirinale: è il 12 novembre 2011, giorno in cui rassegna le dimissioni da presidente del Consiglio al capo dello Stato (foto Ansa/Di Meo) Il portavoce della Cancelliera: abbiamo collaborato con tutti i governi italiani Merkel e i timori per la tenuta del Ppe DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO — L’ultima cosa che Angela Merkel si augurava, a 10 giorni dalle Europee, era questa nuova tempesta che rischia di danneggiare la marcia di un Ppe in cui convivono faticosamente la sua Cdu e una Forza Italia sempre più antitedesca. Le rivelazioni nelle memorie dell’ex segretario al Tesoro Usa Geithner non vengono commentate, perché non si danno valutazioni sulla politica interna dei Paesi e «sui libri che ne riferiscono». È un silenzio carico di preoccupazioni. Ma Merkel fa sapere che a Berlino «si collabora in modo amichevole e cooperativo con tutti i governi italiani». Quindi, leggendo tra le righe, è accaduto così anche con quell’esecutivo che invece sarebbe stato fatto cadere, mentre l’Italia era precipitata in una crisi senza prospettive, da un fronte in cui la Cancelliera e il presidente francese Sarkozy avrebbero avuto un ruolo determinante. È stata una giornata di riflessione quella che si è conclusa con le poche, misurate parole del portavoce del governo tedesco. Forse si è voluto aspettare l’intervento di Napolitano, che ha sgombrato il campo dalla teoria del complotto. Era già accaduto in passato, quando il Wall Street Journal aveva parlato di una telefonata di Angela Merkel per chiedere la testa dell’allora premier. Dopo la smentita del Colle, fu diffusa una nota per confermare l’«accurata ricostruzione». Ieri una nuova puntata di un conflitto che non sembra destinato ad esaurirsi. Paolo Lepri © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Lo spiega a metà del suo lunghissimo discorso perché non risponde direttamente a Napolitano: «Quando faccio comizi, devo ricordarmi che non posso attaccare la magistratura e il capo dello Stato perché in quel caso, mi si dice, “scherzi col fuoco”, e basterebbe un passo falso per essere consegnato ai domiciliari o a San Vittore». Silvio Berlusconi cavalca il giallo del «complotto» illustrato nel suo libro dall’ex ministro del Tesoro americano Geithner, ma in serata evita di entrare di nuovo pubblicamente in rotta di collisione con il Quirinale. In mattinata era stato durissimo, e aveva sollecitato Napolitano e Renzi a difenderlo, a scendere in campo, a sposare la sua causa: «Siamo stati vittime di un colpo di Stato» ed è «gravissimo» che le alte cariche dello Stato restino in silenzio. Nel pomeriggio, dopo la replica del Quirinale, l’ex premier non è certo più tranquillo, ma evita attacchi diretti: «Abbiamo motivi per essere furiosi, delusi e disgustati per quello che è successo negli ultimi 100 giorni di governo e anche ieri...», dice all’inizio del suo intervento nella sala gremita del Parco dei Principi dove è arrivato per sostenere la candidatura di Antonio Tajani. E, da quel momento in poi, la lunghissima sfilza di recriminazioni, e lamenti, e accuse e denunce sovrasta tutto. Anche la necessità, pure sentita dai suoi, di mandare messaggi di proposta e non solo di sconforto a un elettorato stremato. No, il Berlusconi di questi giorni — colpito da inchieste giudiziarie che coinvolgono suoi ex fedelissimi come Scajola e anche personaggi vicini a FI come nell’inchiesta sull’Expo — sembra un leone in gabbia che lotta contro sondaggi niente affatto esaltanti e grandi difficoltà di risalita. Tanto che considera ormai il 20% come un risultato, se non auspicabile, certamente «non negativo», anzi «un miracolo». E tanto da non riuscire a fare un’arma di contrattacco ma piuttosto di difesa del suo passato la ricostruzione del complotto che arriva dall’America. La prima lamentela di Berlusconi è per i giornali che non avrebbero dato con il giusto risalto alla vicenda: «Avrei voluto vederlo sulle prime pagine: noi abbiamo subito 4 colpi di Stato in 20 anni!». Subito dopo arriva la ricostruzione: «Un ministro della prima amministrazione Obama ha raccontato come nel G20 di Cannes per due volte Merkel e Sarkozy convocarono una riunione per far sì che il nostro Paese fosse colonizzato, attraverso un prestito da 80 miliardi del Fmi e con la sospensione del potere lasciato alla Trojka». Ma Geithner ha raccontato anche di «pressioni di funzionari europei per dare una spinta al mio governo e dar vita a un governo dei tecnici guidato dal signor Monti. Anche Zapatero lo sapeva, una settimana prima che lasciassi mi chiese: “Ma perché ti dimetti? So che arriva Monti”...». Il fastidio Il leader infastidito dall’indifferenza ostentata da Renzi dopo le «rivelazioni» di Geithner Il partito La preoccupazione per i fondi per il partito: un tempo ero Paperon de’ Paperoni, oggi serve il fund raising I seggi La necessità di avere persone preparate ai seggi «per evitare che vengano sottratti voti a Forza Italia» E però, se Berlusconi non torna a chiamare in causa il capo dello Stato dopo la replica del Quirinale, a farlo in nome suo sono tutti gli esponenti del suo partito, fino alla Santanchè che definisce Napolitano, anche dopo la sua smentita, «il regista del complotto». Il tutto mentre il capogruppo Brunetta deposita la richiesta di istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta ad hoc, nel silenzio del Pd che non raccoglie. E non c’è dubbio che l’indifferenza ostentata di Renzi e dei suoi ha deluso e fatto arrabbiare Berlusconi, che forse non a caso — dopo aver affondato la lama contro un premier che è andato al governo senza elezioni — continua a indurire la sua posizione sulle riforme: «Renzi si faccia le riforme, è inutile prendere accordi prima se poi non vengono mantenuti, anzi vengono cambiati. Noi aspettiamo, da opposizione responsabile quale siamo, di vederle in Parlamento. Se le riteniamo buone diamo voto favorevole altrimenti non diamo il nostro voto». Insomma, l’ipotesi di una collaborazione dopo le elezioni su riforme e legge elettorale resta in bilico, come un senso di precarietà emerge da tutto il discorso che Berlusconi fa ai suoi sostenitori. Perché c’è il ricordo dettagliato degli ultimi venti anni, passati a «lottare per la libertà, e alla fine io non sono più libero», ma c’è anche l’oggi difficile: «Un tempo ero Paperon de’ Paperoni — scherza — e oggi mi ritrovo con una fideiussione di 87 milioni per aver finanziato Forza Italia... Bisogna ormai ricorrere al fund raising, serviranno persone specializzate nel raccogliere fondi». Come ne serviranno ai seggi per evitare che vengano sottratti voti a FI, cosa che l’ex premier giura che avvenne alle ultime elezioni: «Abbiamo calcolato che ci sono state annullate 25 schede a seggio, per 62 mila sezioni: un milione e seicentomila voti in meno». Paola Di Caro © RIPRODUZIONE RISERVATA L’accademia Sandro Gori, già responsabile per il Colle, e Massimo Sgrelli, a Palazzo Chigi fino al 2008: è importante anche per gli enti locali Come accogliere la regina d’Inghilterra: a scuola di protocollo Esperti di cerimoniale si associano: la forma è parte di una trattativa Quando Pertini baciò la bandiera ROMA — «Ricordo perfettamente la visita di Nixon in Italia nel 1968. Per motivi di sicurezza, era un anno complicato sul piano dell’ordine pubblico, venne sconsigliato il tragitto in auto dall’aeroporto a Roma. E così il presidente degli Stati Uniti atterrò in elicottero su piazza del Quirinale. Una scena oggi impensabile...». La memoria di Sandro Gori, per lunghi anni responsabile del cerimoniale della presidenza della Repubblica sotto i mandati di Pertini, Cossiga e Scalfaro, è una miniera di memorie,storie, aneddoti, ricordi. Materiale utilissimo oggi per la nuova esperienza professionale di Gori, che ha lasciato il Quirinale nel 2006 andando in pensione. È lui il presidente della neonata «Accademia del Cerimoniale-Protocol Academy», una nuova associazione professionale che riunisce esperti nel settore del protocollo internazionale e verrà presentata ufficialmente oggi. Con Gori c’è Massimo Sgrelli, dal 1992 al 2008 capo del Dipartimento del cerimoniale di Palazzo Chigi, Claudio Ligas, ex portavoce di Luciano Violante alla presidenza della Camera ed ex portavoce di Massimo D’Alema durante la segreteria Pds, e poi Laura Pranzetti Lombardini (au- trice de «Il dizionario contemporaneo di buone maniere») e Michele D’Andrea, esperto in cerimoniale e in decorazioni onorifiche. L’Accademia metterà a disposizione di enti locali, Comuni o Regioni, così come di aziende private, la propria esperienza nel campo dei rapporti istituzionali. Spiega Sgrelli: «Per molte ditte italiane non è facile relazionarsi correttamente con interlocutori che vengono da Paesi in cui la forma è parte essenziale della trattativa, penso a tante realtà dell’Oriente o del mondo arabo. Noi possiamo mettere a disposizione una conoscenza approfondita e una vasta gamma di professionalità». Sono vite piene di aneddoti e di ricordi. Per esempio Gori ha ancora negli occhi la prima visita di Elisabetta II alla quale partecipò nel 1980: «Mi fece impressione l’istintiva distanza alla quale si te- con qualche correzione nel 2008. nevano gli ambasciatori coinvolti Il perché lo spiega Massimo Sgrelnell’avvenimento. Vent’anni do- li: «L’Italia, nel dopoguerra, usciva po, nella visita del 2000, tutto era dall’enfasi del cerimoniale fasciben più sciolto e informale». Il sta, tipico delle dittature. Quindi presidente più attento alla forma e ci fu un rifiuto iniziale del probleall’etichetta? «Sicuramente Cossi- ma. Ricordo che nel 1992 ne feci ga, che aveva anche una cono- cenno a Giulio Andreotti, allora scenza approfondita del mondo presidente del Consiglio. E mi rimilitare». Il gesto più informale? spose con un sorriso: «Per carità, «Il primo bacio alla bandiera di non me ne parli nemmeno, nel Pertini. Ruppe, dopo gli anni difficili della nostra storia, un meccanismo che teneva anni fa, il 14 aprile 2006, l’Italia distante il tricolore coapprovava il primo codice di regole per me simbolo». il cerimoniale e il protocollo pubblico In realtà l’Italia si è data molto tardi un codice formale di regole protocolla- 1950 posi io il problema a De Gari. Le disposizioni in «materia di speri e ci furono discussioni su dicerimoniale e disciplina delle pre- scussioni...». E così il dossier vencedenze tra le cariche pubbliche» ne chiuso solo nel 2006. Paolo Conti risale appena al decreto del Consi© RIPRODUZIONE RISERVATA glio dei ministri del 14 aprile 2006 8 Bandiera Il capo dello Stato Sandro Pertini ( 1978-1985) bacia il Tricolore rompendo la ritualità del cerimoniale (Ap) 4 italia: 51575551575557 Giovedì 15 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 15 Maggio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 5 Istituti di credito L’inchiesta «C’era un patto per controllare Ubi Banca» Perquisizioni nelle sedi dell’Istituto. Bazoli e Pesenti tra i 15 indagati. Massiah: fiduciosi BERGAMO — Un incontro segreto a casa di Franco Polotti, il presidente del consiglio di gestione di Ubi Banca, il 13 marzo scorso, alle 18. Un giro di contatti tra sei uomini chiave del gruppo bergamasco Amici di Ubi banca e di quello bresciano Associazione banca lombarda e piemontese. È qui che spunta anche il nome di «Nanni», Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa San Paolo e del consi- Il retroscena Sospetti su un vertice a casa di Franco Polotti per concordare le nomine alla guida dell’istituto glio direttivo dell’anima bresciana degli azionisti. Oltre al suo, anche quelli di Andrea Moltrasio, presidente del consiglio di sorveglianza di Ubi, Armando Santus, suo vice, Mario Cera, vice presidente vicario e Italo Lucchini, componente del consiglio di gestione. È uno dei retroscena dell’inchiesta della procura di Bergamo che ha spedito i militari del Nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza guidati dal generale Giuseppe Bottillo a perquisire le sedi di Ubi Banca a Bergamo e della controllata Ubi Leasing, a Brescia. Quindici gli indagati, venti le perquisizioni, due i principali filoni su cui sta lavorando il pubblico ministero Fabio Pelosi. Il primo è l’ipotesi di ostacolo alla vigilanza, patti parasociali non comunicati alla Consob e alla Banca d’Italia per manovrare le nomine degli organi societari, dei comitati interni e delle società controllate. Il secondo, per riciclaggio e truffa, riguarda la cessione, secondo l’accusa sottocosto, di beni di Ubi Leasing a persone vicine ai vertici della banca. Come la barca Akhir 108, che valeva 10 milioni di euro e che è stata venduta a 3 milioni e mezzo, il Cessna dell’ex agente dei vip Lele Mora e alcuni automezzi. Nel primo filone sono indagati Emilio Zanetti, ex presidente del consiglio di gestione di Ubi ed ex presidente di Amici di Ubi banca, Moltrasio, Cera, Polotti, Bazoli e Victor Massiah, consigliere delegato di gestione Ubi. Italo Lucchini, componente del consiglio di sorveglianza di Ubi e del cda di Italcementi, lo è per operazioni compiute in conflitto di interessi con il gruppo. Per le compravendite Ubi Leasing figurano la figlia di Lucchini, Silvia, amministratore unico di Tuscany Charter srl, e Giampiero Pesenti, presidente di Italcementi. Stessa ipotesi per Giampiero Bertoli, ex amministratore delegato di Ubi Leasing; Guido Cominotti, ex responsabile del recupero e vendita di beni Ubi Leasing; e Alessandro Maggi, vice direttore generale vica- La carta d’identità Nome: UBI Banca (Unione di Banche Italiane) Data di nascita: Aprile 2007, dalla fusione per incorporazione fra Bpu (Banche Popolari Unite) e Banca Lombarda Sede principale: Bergamo Il blitz L’operazione ha riguardato uffici della società a Bergamo, Brescia e Milano 6 5% Le filiali all’estero 1.725 Le filiali in Italia 18.337 La quota di mercato in Italia (terzo gruppo bancario commerciale per capitalizzazione di Borsa) I dipendenti rio di Ubi Leasing. E, ancora, Michele Di Leo, amministratore unico di Cm Air Craft; Marco Diana, consigliere delegato della Marina di Verbella srl e Alessandro Miele, titolare di studio navale. La bufera sui vertici della banca - indica una nota di Ubi è stata sollevata da una serie di esposti. Nel 2012 lo ha presentato Giorgio Jannone, l’ex onorevole Pdl che delle critiche alla gestione aveva fatto il suo cavallo di battaglia. Ha poi corso alle elezioni per il rinnovo del consiglio di sorveglianza con una propria lista nel 2013 ma alla fine, colpo di scena, ha appoggiato la terza, minoritaria. Un altro è di Elio Lannutti, presidente di Adusbef ed ex parlamentare Idv. Nel luglio del 2013 si è poi aggiunto quello dei cinque consiglieri di sorveglianza capeggiati da Andrea Resti (della lista appoggiata da Jannone). Una spina nel fianco per i vertici. Lo si capisce da una conversazione annotata dai finanzieri. A proposito di una seduta, il presidente Moltrasio parla con Alberto Folonari, suo vice: «Non c’era il professore, nostro amico, e il clima quando non c’è è molto diverso». Altre circostanze sono ritenute interessanti dagli inquirenti. Come, appunto, quell’incontro da Polotti. Che Bazoli sia stato coinvolto emerge da un sms che il padrone di casa manda a «Nanni e Mario»: «Appuntamento per il 13.3 a casa mia con le tre persone che sapete». Mario è Mario Cera. L’incontro c’è stato? Non è dato saperlo, né se Bazoli vi abbia partecipato. Bastano però anche i soli contatti per interrogarsi sul suo ruolo, Azionisti Un’immagine della assemblea dei soci di Ubi Banca tenutasi a Brescia il 10 maggio scorso: all’appuntamento si erano presentati 6.900 soci in rappresentanza del 30% circa del capitale. Nel 2013 l’istituto di credito ha fatto registrare un utile netto di 250,8 milioni di euro (Fotogramma) L’inizio La bufera giudiziaria innescata da esposti degli ex parlamentari Jannone (Pdl) e Lannutti (Idv) tro. L’oggetto sarebbe proprio il rinnovo delle cariche nelle controllate: «Loro di Bergamo sono pronti con delle forze che non sono i professionisti di un certo tipo di una volta, vicini alla Curia e basta, sono delle risorse» e poi si fanno i nomi di grandi famiglie dell’economia «Bombassei, Radici, Confindustria». Fabrizio Massaro Giuliana Ubbiali © RIPRODUZIONE RISERVATA La vicenda La Finanza Le perquisizioni in varie città Ieri, nell’ambito di una inchiesta della procura di Bergamo su Ubi Banca sono scattate perquisizioni da parte della Guardia di Finanza (che ha impiegato 100 militari) in varie città d’Italia negli uffici di top manager del gruppo bancario, di noti banchieri e imprenditori . I nomi Gli uffici e gli indagati Le reazioni Il professore di Brescia accusato solo per ostacolo alla vigilanza La difesa: «Quegli accordi sono inseriti negli atti ufficiali» «Il presidente di Italcementi coinvolto per una barca» BERGAMO — «Tutto è stato debitamente comunicato»: Giovanni Bazoli, 81 anni, più di 50 tra imprese e banche, è intervenuto ieri con i suoi avvocati in merito alle notizie della variegata inchiesta della procura di Bergamo su Ubi Banca. «Il professore — hanno specificato i legali — è interessato dall’indagine in corso esclusivamente come presidente di un’associazione di Ubi Banca, non come presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa San Paolo». Il riferimento è all’associazione Banca lombarda e piemontese, che rappresenta l’anima bresciana dell’istituto di credito insieme all’associazione (stavolta bergamasca) Amici di Ubi. «L’indagine — riferiscono gli stessi legali — ha per oggetto presunti patti parasociali che non sarebbero stati comunica- lui che da due anni è fuori dagli organi di Ubi. Sul contenuto della riunione poco si sa. Quello, però, era un periodo «caldo» per la modifica dello statuto e per il rinnovo delle cariche sociali nelle società controllate. Colpiscono, inoltre, le parole tra Moltrasio e «Francesco» (si presume Iorio, direttore generale e componente del consiglio di gestione di Ubi, annotano gli investigatori), un paio di giorni prima la data dell’incon- ti alle competenti autorità. Si precisa che gli accordi che hanno dato vita a Ubi, dal cui consiglio di sorveglianza il professor Bazoli è peraltro uscito da oltre due anni, così come tutti i successivi, sono stati recepiti negli statuti e in atti ufficiali debitamente comunicati. Quanto alle altre ipotesi di reato oggetto delle indagini, esse non riguardano in nessun modo il professor Bazoli». Quindi una secca replica alle accuse sui patti occulti, e una netta presa di distanza dalle contestazioni di truffa e riciclaggio, l’altra gamba dell’inchiesta, che riguarderebbero invece la compravendita di beni di Ubi Leasing ceduti sotto costo a società «amiche»: almeno così ritiene l’accusa. Un fronte sul quale ieri ha insistito parecchio, invece, l’altro indagato eccellente, il presidente del consiglio di sorveglianza di Ubi Andrea Moltrasio. In una lettera inviata attorno alle 17 a tutti i dipendenti del gruppo ha parlato delle perquisizioni della Guardia di Finanza come di una «procedura conseguente alla presenta- 54 zione di due esposti già noti dal 2012, prodotti da parte di Jannone (Giorgio, l’ex deputato di Forza Italia e tuttora presidente delle Cartiere Pigna, ndr) e Lannutti (Elio, dell’Adusbef, ed ex senatore Idv, ndr) e di un esposto del luglio 2013 presentato dai Consiglieri di Sorveglianza Resti, Agliardi, Cividini, Gallarati e Zucchi. In relazione peraltro ai fatti oggetto degli esposti, il gruppo ha già fornito a suo tempo varie risposte e chiarimenti ai competenti organi di vigilanza». Moltrasio ha chiuso sottolineando «il nostro corretto operato. Ci stiamo prodigando per assistere le indagini e far chiarezza nell’interesse della reputazione della nostra banca e di tutte le parti coinvolte». La percentuale con cui la «lista istituzionale», guidata da Andrea Moltrasio, aveva conquistato, nel 2013, la maggioranza dei voti per il rinnovo del Consiglio di Sorveglianza di Ubi Banca. Tra gli oppositori Giorgio Jannone e Andrea Resti Nessun riferimento alle notizie sui presunti patti occulti per il controllo della banca, esattamente come ha fatto una delle figure più storiche della famiglia Ubi, ovvero Emilio Zanetti: ex presidente della Banca Popolare di Bergamo e del Consiglio di Gestione di Ubi. Per i bergamaschi «un uomo, una banca». È indagato: «Ho appreso la notizia dell’inchiesta dai telegiornali e non mi sono sorpreso. Credo sia un atto dovuto da parte della magistratura, in seguito agli esposti presentati già da tempo. Sono sereno e continuerò a esserlo rispetto a qualsiasi contestazione». Dichiarazioni quasi all’unisono, che hanno ricalcato una delle prime uscite di ieri, quella di Victor Massiah, consigliere delegato di Ubi Banca: «Siamo molto rilassati, fiduciosi, è una vecchia storia rispolverata non so per quali ragioni». Chi, invece, non ha voluto intervenire direttamente, è stato Giampiero Pesenti, presidente Italcementi, «coinvolto nell’inchiesta per l’acquisto dello yacht» come hanno precisato fonti a lui vicine. Le stesse hanno confidato che l’indagine «sarà in grado di far emergere la sua totale estraneità e la congruità del suo operato». Armando Di Landro © RIPRODUZIONE RISERVATA Il blitz del nucleo di polizia valutaria ha riguardato, tra gli altri, gli uffici di Franco Polotti, Andrea Moltrasio e Mario Cera; del consigliere delegato Massiah e del consigliere Italo Lucchini. Perquisiti anche gli uffici di Giovanni Bazoli e dell’imprenditore Giampiero Pesenti Le accuse Accordi segreti e riciclaggio I filoni d’indagine sono due: il primo ipotizza l’ostacolo all’attività di vigilanza per presunte anomalie nella modalità di comunicazione delle indicazioni dei vertici di Ubi Banca da parte di due gruppi di azionisti. Il secondo, ipotizza i reati di truffa e riciclaggio per presunte irregolarità nella compravendita di beni di lusso per alcuni ex dirigenti di Ubi leasing 6 Primo Piano Giovedì 15 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Istituti di credito Le operazioni L’aereo di Lele Mora e lo yacht Ecco le accuse sulle «svendite» I pm: rilevati dai clienti insolventi e poi svalutati con perizie L’ex manager delle star: su quel jet erano saliti DiCaprio e Costner Il rogito del notaio D’Abramo di Livorno è del 14 novembre 2011. Quel giorno una società schermata dalla fiduciaria Professional Auditing di Bergamo acquista «l’imbarcazione modello Akir 108 denominata Shedar». Insieme alla vendita di un Cessna Citation 500, il jet che fu di Lele Mora, è una delle tante operazioni transitate in passato dagli uffici di Ubi Leasing e finite nel mirino della Banca d’Italia e poi della procura (ma in molti casi intercettate anche dal sistema di controlli interni). Proviamo a capire come si fa, per esempio, a comprare nel 2011 a prezzi apparentemente di saldo una barca quasi nuova. Poi vediamo il jet. «Barca» è riduttivo per un motoryacht lungo 32 metri costruito nel 2009 dai Cantieri di Pisa e che solo di equipaggio (5 persone) costa esattamente 265 mila euro all’anno (2012). L’Akir nel 2010 diventa oggetto di un’operazione di leasing nautico di Le carte sparite La documentazione sul jet è sparita, non si sa chi l’abbia comprato dopo Lele Mora che dice di non ricordarne il valore Ubi Leasing con controparte Massimo Crespi, l’imprenditore degli yacht che due anni dopo sarà arrestato per evasione e frode fiscale. Prezzo della «nave»: 10 milioni più iva. Crespi ci fa qualche giretto poi smette di pagare le rate, è insolvente. Sono passati pochi mesi. Brutta grana per Ubi che si deve riprendere l’ingombrante mezzo. A inizio 2011 tra svalutazioni e perizie l’Akir viene «prezzata» 6 milioni e a quella cifra vi sarebbero delle offerte serie d’acquisto. Ma non si chiude, si tergiversa. Una «melina» che ad alcuni, anche dentro la banca, è sembrata incomprensibile. Così dopo l’estate (stagione persa per i ricavi da noleggio) una nuova perizia stabilisce che lo yacht vale intorno ai 4 milioni. La firma sul documento è del comandante Alessandro Miele che contemporaneamente è anche l’intermediario per conto di un misterioso acquirente. Lele Mora, 59 anni (Ansa) Valore iniziale (in euro) Valore finale (in euro) Valore iniziale (in euro) Valore finale (in euro) 1.313.000 60.962 Il Cessna Il velivolo del 1974 appartenuto a Lele Mora, modello Cessna 500-0143. L’aereo privato può trasportare fino a nove passeggeri ed è lungo poco più di 14 metri 10.000.000 3.500.000 Lo yacht La barca di lusso modello Akir 108. Lo yacht ha una lunghezza di 32,96 metri e la velocità massima è di 25 nodi. L’equipaggio (cinque persone) costa 265 mila euro all’anno L’epilogo è davanti al notaio di Livorno. Tuscany Charter srl acquista l’Akir per 3,5 milioni da Ubi Leasing. La provvista deriva da un finanziamento soci. Già, ma chi e’ l’azionista della Tuscany che ha preso per 3,5 milioni ciò che un anno e mezzo prima valeva 10 milioni? È un’operazione pilotata (e a danno della banca) per favorire qualcuno? L’unico socio è la Professional Auditing che fa capo al commercialista Italo Lucchini. Non è uno qualsiasi, Lucchini, perché ha poltrone di grande rilievo: consigliere di gestione di Ubi Banca nonché consigliere di Italcementi e vicepresidente di Italmobiliare, cioè le due holding al vertice del gruppo che fa capo alla famiglia Pesenti. Ma Lucchini con la sua Professional Auditing è solo un prestanome. I soldi sarebbero arrivati da Cipro, esattamente dalla società Vassiliko Cement, partecipata al 24% dal gruppo Italcementi. Comunque sia il proprietario finale dell’Akir, che poi, pressoché inutilizzata, è stata messa in vendita, è il presidente del gruppo Italmobiliare-Italcementi, Giampiero Pesenti (nessuna carica in Ubi). «Nei suoi confronti — riportavano ieri le agenzie indicando “fonti vicine” a Pesenti — sono ipotizzate irregolarità riguardanti attività personali che non coinvolgono Italcementi». Inoltre «si ipotizza un’operazione condotta a prezzi di favore, si confida invece che nel corso dell’indagine emerga la totale congruità e correttezza della transazione». Dallo yacht al jet il passo è breve, siamo sempre dentro Ubi Leasing. Ma il Cessna Citation 500 è un po’ più vecchiotto (1974). Nell’ottobre 2010, denunciando la presunta mala gestio in Ubi Leasing, Giorgio Jannone, ex parlamentare del Pdl, bergamasco, azionista di riferimento delle Cartiere Pigna, socio di Ubi, protagonista di un duro scontro con il vertice negli ultimi anni, pubblica la foto dell’aereo su Facebook accompagnandola da una didascalia: «Gli affaroni di Ubi: aereo a reazione 9 posti, acquistato da Ubi. Cliente Lele Mora (!). Pagato 1,8 milioni di dollari (pari a 1.313.000 euro, ndr) e venduto a 60.962 euro. Perdita per Ubi: circa 2 milioni di dollari». Ma chi ha comprato? Una società del Delaware, la Hnp Aviation. Non si sa altro perché la documentazione è sparita. Pare però che a intermediare la vendita del jet da Bergamo al Delaware sia stato lo stesso comandante Miele. Su quel Cessna hanno appoggiato l’illustre sedere «Naomi Campbell — ricorda oggi Lele Mora — Nicole Kidman, Kevin Costner, Leonardo DiCaprio e una volta lo prestai gratis a Baglioni. Non ricordo il valore esatto dell’aereo». Mario Gerevini [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA questo e altri giornali scaricateli da qui http://quoidianes.tumblr.com/ La storia La banca nata alla fine del 2006 dalla fusione tra la Lombarda di Brescia e le Popolari di Bergamo Unite contro lo straniero, le ex rivali insieme per forza MILANO — La rivalità e i campanilismi tra due città lombarde come Bergamo e Brescia, vicine geograficamente ma autonome nella gestione del potere, a fine 2006 vennero accantonate per una causa comune: proteggersi dallo straniero. Era il periodo delle grandi integrazioni: Intesa e Sanpaolo si erano appena fuse, i lavori erano in corso per Bpi e Popolare di Verona-Novara. La bresciana Banca lombarda, ricca, concentrata nel Nord Ovest produttivo e con un azionariato frastagliato era molto appetita per un’integrazione ma anche il bersaglio perfetto per una scalata. Un colosso estero a Brescia — si parlava di Crédit Agricole ma anche delle spagnole Bbva e Santander — sarebbe stato un concorrente temibile per i bergamaschi. Dunque meglio unire le forze, superando anche le difficoltà di sposare una spa, la Lombarda, con una popolare, Bpu, dove vige il voto capitario. Il matrimonio riuscì e nacque Ubi Banca, una popolare. Fu il capolavoro — così definito nelle cronache dell’epoca — di Giovanni Bazoli, vicepresidente dell’istituto bresciano e poi di Ubi. Nasceva uno dei co- lossi bancari italiani, oggi terzo per capitalizzazione (5,8 miliardi) e quinto per filiali (circa 1.700). Fu anche un modo per mettere al sicuro il 2,5% che la Banca Lombarda aveva in Intesa Sanpaolo, eredità del San Paolo di Brescia nel Nuovo Banco Ambrosiano (poi diventato Intesa) di cui Bazoli è da sempre il presidente. L’ispirazione cattolica delle due banche fu il collante, la lungimiranza dei grandi soci e il nuovo strumento di governo — il sistema duale — che ampliava il numero delle poltrone disponibili resero più agevole la fusione. A Bergamo le famiglie storiche dell’imprenditoria come Pesenti e Riva, la Confindustria locale; a Brescia Romain Zaleski, Cattolica Assicurazioni, l’editrice La Scuola, Mittel, Le fondazioni Cr Cuneo e Banca del Monte di Lombardia, La doppia anima Il capitale maggiore era dei bresciani ma i bergamaschi avevano i voti e le due parti non si sono mai amate gli istituti religiosi rappresentati dal notaio Giuseppe Camadini si accordarono su una governance paritaria: 11 membri a testa nel consiglio di sorveglianza, con presidente Gino Trombi (bresciano), poi sostituito da Corrado Faissola; 5 a testa in quello di gestione con presidente Emilio Zanetti (bergamasco). Bergamasco era l’ad Giampiero Auletta Armenise, bresciano il direttore generale Victor Massiah. Bazoli ne è stato vicepresidente fino a due anni fa quando lasciò per il divieto dei doppi incarichi. Ufficialmente fu un’operazione tra uguali ma in realtà le differenze c’erano. Il capitale maggiore era dei bresciani, ma i bergamaschi avevano i voti. E di fatto le due componenti non si sono mai amate. Per questo vennero stabilite fin dall’inizio regole complesse di «pariteticità» e «alternatività». E nacquero due associazioni di soci: gli Amici di Ubi Banca, bergamasca, e l’associazione Banca Lombarda e Piemontese. Nel 2013 in assemblea si scontrano per la prima volta tre liste. Ha vinto quella del consiglio uscente, che ha portato alla presidenza Andrea Moltrasio, bergamasco, e alla gestione Franco I due istituti Banca lombarda e piemontese Fondata nel 1998 La sede centrale era a Brescia Banche Popolari Unite Era il settimo gruppo bancario italiano e la sede sociale era a Bergamo Polotti, bresciano. Ma feroci sono stati gli scontri con la lista dell’oppositore Giorgio Jannone, che poi ha deciso di dirottare i voti sulla terza lista, quella capitanata dal professore della Bocconi Andrea Resti, che ha preso 5 posti nella Sorveglianza. Proprio Resti ha poi presentato un esposto contestando un patto occulto tra le associazioni. Su questo indagano il pm di Bergamo Fabio Pelosi e il nucleo valutario della Guardia di Finanza guidato dal generale Giuseppe Bottillo: mettendo insieme le norme del protocollo della fusione (che allora non era tra le carte considerate patto parasociale ma comunque era conosciuto in Consob, secondo fonti che hanno lavorato alla fusione), quelle dello statuto di Ubi, il regolamento del comitato nomine e gli statuti delle associazioni, i membri del comitato nomine (del consiglio di sorveglianza) sarebbero vincolati alle indicazioni provenienti dalle due associazioni. Un groviglio giuridico molto sottile che però renderebbe inattaccabile il controllo di Ubi. Fabrizio Massaro @fabriziomassar0 © RIPRODUZIONE RISERVATA Le regole IL CAMBIAMENTO E I RITARDI DELLA FINANZA di SALVATORE BRAGANTINI L’ apertura di indagini su personaggi chiave del gruppo Ubi Banca e della finanza costringe a tornare sulle peculiarità del nostro capitalismo; si ipotizzano l’ostacolo alle autorità di vigilanza e la truffa. Le indagini faranno il loro corso, gli accusati si difenderanno. Il doveroso avviso sulla necessità di evitare giudizi sommari va rafforzato: sull’accusa di truffa, ad esempio, quanto emerso echeggia note contestazioni sgorganti da fonti non limpidissime, per usare un eufemismo. Se è presto per sentenziare sull’esistenza di reati, è da tempo necessario rivedere alcuni principi alla base del nostro capitalismo relazionale, incapace di prendere atto dei mutamenti sociali intervenuti; in passato parve a molti naturale l’esistenza di una sorta di «zona grigia», dove certi comportamenti erano permessi a qualcuno in forza del suo ruolo sociale. Nell’Italia degli anni 60 e 70 pochi obiettavano se un vip (o aspirante tale) chiedeva uno sconto alla Fiat sull’auto che stava acquistando; negli anni 80 molti giornalisti accettavano quieti privilegiate assegnazioni di azioni su un’offerta che appariva succulenta. Da allora acqua sotto i ponti ne è passata tanta; simili comportamenti non sarebbero più tollerati anche da chi allora li trovò naturali. Non si può dire che gli standard etici siano migliorati, data la gragnuola di notizie che ci colpisce giornalmente, ma l’opinione pubblica è oggi, assai più di allora, assetata di informazioni trasparenti. Fino agli anni 80 la Consob (nata nel ‘74) faticava a farsi riconoscere come un’autorità di vigilanza con cui bisognava misurarsi, ma oggi il panorama è diverso. Se truffa c’è stata, qualcuno la pagherà; emergeranno le responsabilità anche di chi non ha controllato. Il caso L’ipotesi di reato più complessa, Italia lontana nella prospettiva dal mondo di questa riflese invischiata sione, è l’ostacoin vecchie reti lo alla vigilanza. Parrebbe che alcune associazioni di azionisti abbiano concluso accordi, non resi noti nella debita forma, sulla ripartizione degli incarichi-chiave prima della nascita di Ubi Banca. Questa è nata dall’incorporazione della Banca Lombarda Piemontese Spa (una holding bancaria controllata da un patto di sindacato) nella Bpu, a sua volta frutto della fusione di due popolari, Bergamo e Commercio & Industria. Tali patti sarebbero stati la condizione per l’accettazione, da parte dei soci, della fusione della loro Spa, ove votavano in proporzione al peso azionario, in una cooperativa, ove ogni socio ha un voto, quale che sia il numero di azioni possedute. La mancata o sommaria comunicazione sarebbe reato grave. Decisivo sarà stabilire se sono stati raggiunti accordi, anche non scritti, sulla suddivisione degli organi di vertice e se sono stati debitamente comunicati a Consob e mercato. Rileverà l’indagine che Consob e Banca d’Italia staranno svolgendo e l’arrivo di loro eventuali sanzioni; a tal fine esse esamineranno le comunicazioni effettuate e valuteranno se l’effettiva ripartizione di tali incarichi sia coerente con le richieste comunicazioni. Siamo rimasti indietro; agitano il capitalismo nel mondo ben altri problemi, dai quali il nostro è anniluce remoto, invischiato nelle vecchie reti. Viviamo gravi difficoltà, gran parte della classe dirigente è sotto accusa; c’è in questa una buona dose, non di populismo, ma di grossolana superficialità (cosa significa l’urlo di Grillo, «Tutti a casa»? Tutti chi, e dopo che sono andati via tutti chi resta, solo lui?). Va però riconosciuto che, al di là dei singoli, un’intera generazione ha clamorosamente fallito. I fatti non ci danno scampo: ai giovani consegniamo un Paese peggiore di quello che abbiamo ricevuto dai nostri vecchi. Non era scritto nel libro del destino. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 15 Maggio 2014 italia: 51575551575557 7 8 Primo Piano Giovedì 15 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Politica e giustizia Il Parlamento Genovese, slitta il voto. Scontro M5S-Pd «Melina sull’arresto, vi serve alle urne». I dem temono agguati con lo scrutinio segreto ROMA — Rischia di slittare a dopo le elezioni il voto sull’arresto del deputato pd Francantonio Genovese. E Beppe Grillo lancia un appello alle forze di polizia: «Ha già avuto due mesi per inquinare le prove. Secondo le accuse ha sottratto fondi pubblici per almeno 6 milioni di euro. Non lasciatelo scappare». È finita così ieri, alla Camera. Al netto di un duro scambio di accuse: la democrat Debora Serracchiani che parlava di «profumo d’imbroglio» nel voto del M5S; Grillo che replicava «vaneggiamenti»; Massimo Corsaro di Fratelli d’Italia che accusava Sel di fare «il lavoro sporco per conto del Pd» e i vendoliani che replicavano: «Ok all’arresto ma ora la battaglia è sul lavoro». Doveva essere il giorno della verità per Genovese, campione di preferenze del Pd messinese. L’aula avrebbe dovuto esprimersi sull’arresto richiesto dalla procura di Messina che lo accusa di essere stato il capo di un sodalizio criminale dedito, con truffe, riciclaggio e peculato, a sottrarre milioni di euro di finanziamenti europei alla formazione professionale, per arricchirsi e fare propaganda elettorale. La Giunta, a maggioranza, aveva già detto sì. E la riunione dei capigruppo aveva calendarizzato per ieri il voto. Ma i Cinquestelle, da subito, avevano denunciato manovre di «melina». E ieri, con Beppe Grillo, avevano sfidato il premier Renzi a non fare opera di «soccorso rosso» «anche se la carcerazione di Genovese costerà 20.000 voti (di scambio?)». Al termine di una giornata rovente è finita proprio con un rinvio. A stamattina, per ora. Ma la prospettiva è di uno slittamento lungo. Tra le proteste dei grillini che accusano: «Il Pd vuole spostare la votazione su Genovese a dopo le elezioni per incassare i suoi voti!». Ufficialmente il «sì», o il «no», alle manette in aula è stato posticipato per attendere la fine della discussione del decreto lavoro, prevista per stamane. Ma già dalla mattinata, ieri, si ventilava Montecitorio Francantonio Genovese, 45 anni, deputato pd: a marzo la procura di Messina ne chiede l’arresto Il calendario Per il deputato pd rinvio a stamattina ma si potrebbe andare avanti fino a superare le Europee Il no dell’Aula Durante il dibattito sul decreto lavoro bocciata la richiesta dei 5 Stelle di una votazione immediata l’ipotesi di uno slittamento tattico del voto (che deve stabilire se nei confronti di Genovese c’è una persecuzione giudiziaria). Il come era ancora incerto. Magari inserendo prima della discussione su Genovese il «decreto casa» appena approvato al Senato: un provvedimento che contiene misure per l’emergenza abitativa e, a sorpresa, due nuove norme sull’Expo: deroghe sugli appalti. Ma si poneva il problema dei tempi necessari al passaggio obbligatorio in commissione. Per l’attesa già si riparlava del provvedimento sugli Opg (ex manicomi giudiziari). Nel frattempo la discussione sul dl lavoro si dilatava. Anche a causa dell’ostruzioni- In Francia smo di Sel. Dura, ma vana, la contromossa di M5S. Bocciata per 122 voti la richiesta di votare subito, in una nota denunciavano «manovre di Palazzo»: «Il Pd è nudo: sta provando a rinviare». Dal partito di Renzi intanto arrivavano le controaccuse. La Serracchiani denunciava «puzza di imbroglio». E David Ermini rincarava: tentano «la mossa del cavallo. Andare in Aula, chiedere il voto segreto e poi liberare i franchi tiratori». Controreplica M5S: «Confondono le sigle. La frase corretta è “non so se fidarmi del Pd”». Oggi si continua. Virginia Piccolillo © RIPRODUZIONE RISERVATA L’esclusiva Il trio alla festa del 2 giugno a Montecarlo Udienza lampo Chiara Rizzo sarà estradata Amedeo Matacena insieme alla moglie Chiara Rizzo e all’ex ministro Claudio Scajola: la foto — pubblicata in esclusiva a pagina 32 dal settimanale «Oggi» — è stata scattata il 2 giugno 2011 a Montecarlo, alla festa della Repubblica organizzata dell’ambasciatore italiano Antonio Morabito. L’ambasciatore ha ribadito pochi giorni fa di aver chiesto a Chiara Rizzo di trovare «il modo perché il marito Matacena condannato con sentenza definitiva si consegnasse alle Autorità giudiziarie italiane». Scajola è accusato di aver favorito la latitanza all’estero dell’ex parlamentare del Pdl. DALLA NOSTRA INVIATA AIX-EN-PROVENCE — Meno di venti minuti d’udienza e Chiara Rizzo è accontentata: tornerà in Italia. Forse già domani, al massimo la settimana prossima. Ma per il momento dovrà restare in carcere, nella non accogliente prigione di Marsiglia. Si troverà presto, come chiede, faccia a faccia con i magistrati della procura di Reggio Calabria davanti ai quali è imputata di riciclaggio e di associazione a delinquere, per aver partecipato all’organizzazione della fuga a Dubai del marito, l’armatore ed ex parlamentare Amedeo Matacena, condannato a 5 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. L’accusa di «riciclaggio di denaro di provenienza illecita», pronunciata ieri dai giudici della Corte d’appello di Aix-en-Provence, competente a decidere sulla richiesta di estradizione, è suonata come una spiacevole novità alle orecchie dei difensori italiani, avvocati Buonaventura Candido e Carlo Biondi, presenti in aula. Ma non ha afflitto Chiara Rizzo quanto il doversi presentare alla sbarra in manette davanti alla figlia ventenne. Gli agenti le hanno Il ritorno tolto i «ferri». Lei si è preparata con cura Forse già domani all’incontro: i lunghi potrà tornare in capelli biondi Italia, davanti ai pm riavviati e di Reggio Calabria parzialmente raccolti, una camicia bianca a righe blu, pantaloni chiari, un golfino beige traforato. Sarà stata anche una delle donne più belle e invidiate di Montecarlo, avrà tenuto in pugno uomini di potere come l’ex ministro Scajola, ma adesso ha cambiato le sue priorità: «Ti prego, se puoi fammi avere qualcosa da mangiare. Da ieri non ho toccato nulla. Un pacco di biscotti, qualcosa così — prega, rivolta alla figlia —. Sei bellissima. Devi essere forte. E come sta tuo fratello? Mi dispiace molto, perdonami». Madre e figlia piangono abbracciate. I giudici non hanno ancora capito bene perché la signora non si appelli a qualche cavillo per evitare l’estradizione: «È sicura di aver ben compreso le conseguenze della sua decisione?», le chiede il procuratore generale aggiunto, Solange Legras. Sì, sì, qualunque cosa pur di lasciare la cella di Marsiglia, dove chi non ha un conto corrente francese non può acquistare allo spaccio neanche una saponetta o lo shampoo. L’avvocato d’ufficio, Geraldine Flori, promette di portarle qualcosa nel pomeriggio. Presto a Chiara Rizzo toccherà un altro viaggio sul cellulare, fino a Ventimiglia: «Soffro di claustrofobia» protesta debolmente, ma già rassegnata. Elisabetta Rosaspina © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Le carte I flussi del denaro proveniente da attività illecite. L’ipotesi di un passaggio dallo Ior grazie a Scajola I soldi investiti in Lussemburgo e le manovre per la candidatura Le accuse dei magistrati sui canali di riciclaggio ROMA — Sono almeno quattro i canali di finanziamento che sarebbero stati utilizzati dal gruppo che fa capo ad Amedeo Matacena per riciclare il denaro proveniente da attività illecite. L’associazione criminale, accusano i magistrati di Reggio Calabria, effettuava investimenti da milioni di euro in Italia e all’estero per conto della ‘ndrangheta. Le tracce di questi flussi sono nelle centinaia di faldoni sequestrati dagli investigatori della Dia. E uno potrebbe essere passato dallo Ior, la banca del Vaticano, proprio grazie a Claudio Scajola e al suo amico Giovanni Morzenti, l’imprenditore bergamasco indagato a Roma con monsignor Gaetano Bonicelli proprio per aver utilizzato un conto della Santa Sede per occultare i propri soldi. La foto a Roma con Gemayel L’esame dei documenti trovati nelle abitazioni di indagati e arrestati è cominciato ieri. Tra le carte custodite a Villa Ninina, la dimora ligure dell’ex ministro dell’Interno, c’è una foto che ritrae Scajola con Amin Gemayel, l’ex presidente libanese che si sarebbe adoperato per agevolare lo «spostamento» del latitante Matacena. È stata scattata due anni fa in occasione di un incontro ufficiale avvenuto a Roma, ma i pm ritengono sia importante per dimostrare la conoscenza fra i due poi confermata con la lettera che lo stesso Gemayel ha inviato al «mio caro Claudio» per assicurare il proprio appoggio. Altre carte sono rimaste accatastate in un magazzino annesso alla villa, gli uomini della Dia hanno filmato i faldoni prima di sottoporli a sequestro e nei prossimi giorni dovranno controllarli anche per verificare se custodiscano fascicoli riservati risalenti all’epoca in cui Scajola guidava il Viminale. I finanziamenti e la candidatura Ue L’ex ministro è accusato di essersi messo a disposizione di Matacena favorendo le cosche e per questo è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. I pm si sono convinti che fosse però «portatore di un interesse autonomo» nell’ambito del gruppo, forse convinto di poter ottenere vantaggi anche politici, per esempio la candidatura alle Europee. Non a caso allegano al fascicolo processuale «la conversazione ambientale registrata nello studio dell’avvocato Paolo Romeo nel novembre 2002 durante la quale si spiega in modo chiaro la ragione per la quale l’organizzazione criminale ha necessità di disporre di parla- mentari europei al fine di canalizzare gli enormi flussi di denaro che derivano dai contributi gestiti in sede comunitaria». Romeo è indagato nell’inchiesta sfociata nell’arresto di Scajola e degli altri presunti complici. Inserito dai rappresentanti dell’accusa nel «sistema» che ruota intorno a Matacena e che, dopo la sua condanna definitiva a 5 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, avrebbe puntato proprio su Scajola. Scrivono i pm: «Scajola diviene, per la impossibilità di Matacena ad avanzare candidature in sede di elezioni europee, l’interlocutore destinato, in caso di elezione, ad operare su indicazione del primo nella gestione e destinazione dei “finanziamenti”». Sarebbe proprio questo il secondo canale di riciclaggio, mentre il terzo passa dalle società di Matacena, sia pur intestate fittiziamente ad altri. Le operazioni finanziarie Per i pm l’ex ministro «diviene l’interlocutore destinato, se eletto, a operare su indicazione di Matacena nella gestione dei “finanziamenti”» I dubbi dell’avvocato e la mail Mps Per dimostrarlo gli inquirenti allegano alla richiesta di arresto una relazione firmata dall’avvocato Giuseppe D’Ottavio, «soggetto direttamente interessato alle vicende societarie» che elenca alcune anomalie relative alla gestione delle aziende di Matacena anche relativamente al ruolo di sua moglie Chiara Rizzo. Non a caso i pm rimarcano come «il legale sospetta la presenza di soggetti occulti dietro l’assetto societario, ipotesi che la presente indagine conferma attraverso l’esito delle risultanze provenienti tanto dalle captazioni telefoniche sull’utenza francese, ora in uso a Chiara Rizzo, che dalle mail pervenute nella casella di posta elettronica in uso a Martino Politi», il factotum di Matacena. La donna sarebbe diventata il perno di quel canale di riciclaggio verso il Lussemburgo, dove sarebbero stati effettuati alcuni investimenti, e Antigua, dove voleva fondare una nuova società insieme con Scajola. E per provare le «intestazioni fittizie», l’accusa esibisce una mail spedita il 27 novembre scorso da un funzionario di Mps ai fiduciari di Matacena: «Al fine di ottemperare alla normativa antiriciclaggio, e quindi poter indicare il titolare effettivo, della “Ulisse Shipping srl”, vi chiediamo di comunicarci la composizione societaria della vostra controllante e della eventuale catena di controllo sino ad arrivare alla individuazione di una o più persone fisiche che esercitano il controllo del gruppo. Poiché tale adempimento è fondamentale per il prosieguo del rapporto, vi chiediamo un riscontro nel tempo più breve possibile». Fiorenza Sarzanini [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 15 Maggio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 9 Politica e giustizia L’inchiesta milanese Le tensioni Robledo chiede tutela. Duello tra correnti al Csm: per Magistratura Indipendente necessaria un’ispezione a Milano «Pedinamenti doppi? Mai» Smentita per Bruti Liberati La Guardia di finanza contraddice il capo della Procura MILANO — «Nel corso delle attività di osservazione e controllo svolte dal personale di questa articolazione, non si sono registrati episodi di sovrapposizione operativa con personale della Sezione di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza presso la Procura della Repubblica»: in questo rapporto ufficiale indirizzato ieri al procuratore aggiunto Alfredo Robledo dai comandanti del Nucleo di Polizia Tributaria e del Gruppo Tutela Mercato, la Guardia di Finanza milanese scrive l’esatto contrario di ciò che il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati aveva invece affermato l’altro ieri in una lettera ufficiale al Consiglio superiore della magistratura: quella in cui lamentava che Robledo, «pur essendo costantemente informato del fatto che fosse in corso un’attività di pedinamento e controllo su uno degli indagati svolta da personale della polizia giudiziaria» nell’inchiesta dei pm Boccassini-Gittardi-D’Alessio su Expo, «aveva disposto un analogo servizio» di pedinamento del medesimo indagato «delegandolo ad altra struttura della stessa Gdf», al punto che «solo la reciproca conoscenza del personale che si è incontrato sul terreno ha consentito di evitare» che questo «evento surreale» arrecasse «gravi danni alle indagini». Ma questa descrizione — apparentemente di un preciso fatto storico nitidamente delineato nella dinamica e tempistica — viene ora contraddetta alla radice. E il fatto che nella relazione Gdf «si affermi e si dia documentalmente atto che tale episodio non è mai avvenuto», spinge Robledo a chiedere nuovamente tutela al Csm contro «le affermazioni del procuratore inveritiere e fuorvianti, radicalmente inventate e prive di qualunque fondamento», che «turbano il regolare svolgimento della funzione di coordinatore del dipartimento reati contro la Pubblica amministrazione» e sono «altamente lesive della dignità» di questa funzione. Se Robledo domanda dunque al Csm di essere nuovamente convocato, Bruti Liberati ieri sera non fa alcun commento, forse riservando al momento di un eventuale nuovo interessamento del Csm l’illustrazione della più complessiva documentazione che ritiene possa mostrare le sovrapposizioni che, a suo avviso, si sarebbero rischiate per responsabilità di Robledo tra le due più «calde» inchieste sull’Expo. Evento mai visto neanche negli anni delle polemiche politiche più accese, ora a invocare un’ispezione sulla Procura di Milano non è un componente «laico» del Csm (cioè della quota eletta dal Parlamento) ma «togato», cioè uno dei magistrati eletti dai colleghi ogni quattro anni nelle elezioni che, per l’imminente nuova consiliatura, si terranno all’inizio di luglio: Angelantonio Racanelli, della corrente di Magistratura indipendente (alla quale è vicino Robledo e di cui Cosimo Ferri è rimasto punto di riferimento anche dopo essere di- ventato sottosegretario alla Giustizia), ritiene l’ispezione «necessaria per restituire serenità a un ufficio dal ruolo fondamentale». Ma il togato Paolo Carfì, eletto dal cartello «Area» che comprende la corrente di Magistratura democratica di cui Bruti Liberati è storico esponente, giudica «intollerabile il comportamento» di Racanelli «componente di entrambe le commissioni che si stanno oc- vicenda in un contesto del tutto improprio. Immagino che la prossimità delle elezioni per il nuovo Csm non sia estranea», aggiunge Carfì, per il quale ciò «porta acqua al mulino di chi in questi giorni potrebbe avere interesse a danneggiare l’immagine della Procura ancora sotto i riflettori per inchieste giudiziarie e dibattimenti di grande impatto». Dalle ispezioni, per ora, il ministro Orlando sembra volersi tenere alla larga: «Dobbiamo ragionare i membri del Csm, in termini di sistecompreso il capo dello ma, attendo il laStato che lo presiede voro del Csm che sta affrontando il cupando del caso, la I e la VII: tro- caso»: «rapidissimamente», si vo estremamente grave che, così augura il vicepresidente del Csm consapevolmente contribuendo Michele Vietti, perché «di tutto ha ad alimentare le polemiche, un bisogno il sistema giudiziario, componente delle commissioni tranne che di delegittimazione». Luigi Ferrarella che ancora devono decidere sulla complessa questione abbia [email protected] nuto di strumentalmente usare la © RIPRODUZIONE RISERVATA 27 Interrogatorio segretato La kermesse Nove ore dai pm Maltauro ricostruisce le azioni sull’Expo MILANO — Dopo quasi 9 ore di interrogatorio, non ci vuole molto a capire che l’imprenditore Enrico Maltauro — uno dei 7 arrestati una settimana fa nell’inchiesta sugli appalti della sanità lombarda e di Expo 2015 — per tutta la giornata davanti ai pm Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio stava davvero mantenendo fede all’impegno che aveva preso nel primo interrogatorio di garanzia davanti al gip Fabio Antezza: e cioè quello non solo di ammettere la gran parte dei fatti contestatigli, ma anche di ricostruire nel dettaglio la totalità dei fatti materiali a sua conoscenza, lasciando poi che sia la dialettica processuale tra pm e avvocati a definirne il contenitore giuridico. E a darne plastica conferma alle 7 di sera arriva il provvedimento con il quale la Procura appone la segretazione al verbale, rispetto al quale non a caso i difensori Giovanni Dedola e Paolo Grasso declinano qualunque commento in forza delle «tassative indicazioni» ricevute dai pm. Anche Sergio Cattozzo, l’ex politico Udc e ora componente dell’Assembla nazionale del Nuovo centrodestra, il «consulente» al quale Maltauro aveva già detto di aver dato almeno 400.000 euro per interloquire con la politica e trovare il modo di far lavorare l’impresa di costruzioni vicentina, per 4 ore ha risposto alle domande dei pm, che proseguiranno la settimana prossima. Ma se l’inchiesta si proietta sul futuro La richiesta di nuove acquisizioni, i pm intanto non rinunciano a un Per i magistrati servono altri arresti: pezzo del (recente) passato dell’inchiesta: e, facendo tra i nomi, l’uomo appello al Tribunale del coop Levorato Riesame contro il rigetto di altre 12 catture di indagati per i quali il gip Antezza aveva ritenuto sussistenti i «gravi indizi» ma non le «esigenze cautelari», insistono perché siano arrestati l’amministratore Claudio Levorato di Manutencoop, cooperativa rossa da 1 miliardo di euro di fatturato e 18.000 dipendenti, e gli altri 1 che giovedì scorso avevano evitato o il carcere o i domiciliari. Il Tribunale del Riesame si dovrà quindi esprimere anche sulla custodia cautelare o meno per Giuseppe Nucci e Alberto Alatri, ex amministratore delegato ed ex responsabile finanze della Sogin, la società del ministero dell’Economia per le bonifiche dei siti nucleari; Giovanni Rodighiero e Walter Iacaccia, collaboratori dell’ipotizzato capo dell’associazione a delinquere, l’ex parlamentare dc e pdl Gianstefano Frigerio; Mauro Lovisari, direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Lecco; Patrizia Pedrotti e Paolo Moroni, direttore amministrativo e direttore generale di quella di Melegnano; Enzo Costa e Bruno Greco, operanti per conto di Ferco srl, Co.Lo.Coop. e Consorzio Nazionale Servizi; Angelo Morini e Paolo Leonardelli per la Servizi Ospedalieri spa di Ferrara. Dal carcere, «vissuto come esperienza drammatica», Primo Greganti invece «ha intenzione a mente fredda di preparare un memoriale», spiega l’avvocato Roberto Macchia, «per fornire chiarimenti e respingere in modo molto netto contestazioni che sembrano poco incisive, perché dagli atti non emergono episodi in cui abbia preso o dato denaro». L. Fer. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Pisapia e il via al «mercato universale» In attesa dell’Expo, a Milano, in piazza Castello, hanno aperto le bancarelle del «Mercato universale»: magliette e gadget delle squadre di calcio, vestiti, borse, fiori e cibo. Inaugurato ieri dal sindaco Giuliano Pisapia (foto Newpress), «Aspettando Expo: mercato universale» resterà davanti al Castello Sforzesco fino al 25 maggio (orario 924). E ad alcune critiche all’iniziativa, il sindaco ha replicato: «C’è sempre qualcuno scontento, ma qui vedo persone felici, turisti, cittadini, passanti». © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso I democratici negano. Schifani: nessuna traccia? Se l’ospite entra sottobraccio a un collega il controllo non c’è «Un mese fa in Senato». L’ultimo giallo di Greganti Il socialista Barani non ha dubbi: l’ho visto In cella il compagno G prepara un memoriale ROMA — «Certo che sono sicuro! Ho visto Primo Greganti un mese fa mentre andava alla buvette con alcuni senatori del Pd, credo fossero lombardi». Sono le sei del pomeriggio, i grillini preparano esposti in Procura sul «giallo» del «compagno G» e dal taschino del socialista d’antan Lucio Barani spunta l’eterno garofano rosso. Domenica l’esponente del gruppo Gal è entrato nel carcere di Opera e ha parlato con Greganti, un pezzo di storia del Pci riesumato dalla Procura di Milano nel corso dell’inchiesta sull’Expo. E adesso, che l’ex tesserato del Pd annuncia un «memoriale» per difendersi dalle accuse di corruzione e turbativa d’asta, i giornalisti cercano con la lente tracce del suo passaggio in Senato. Barani non ha dubbi: «Era Greganti. Chi di noi non lo riconoscerebbe?». È strano, perché nessuno dei senatori «dem» sembra invece averlo mai visto calcare il parquet scricchiolante di Palazzo Madama: colpa dei capelli bianchi? Eppure, durante il voto di fiducia sulla droga, è di lui che parlano i senatori del Pd. Chi scherza sul «gomblotto», chi tradisce un filo di imbarazzo, chi accentua una smorfia di stupore. Ecco il bersaniano Miguel Gotor: «Fantasmi... A volte ritornano. Ma io qui non l’ho mai visto, mai sentito nominare». Per la Guardia di Finanza, che lo ha pedinato, entrava in Senato ogni mercole- dì. Il problema è che non ha lasciato impronte. «Non risultano accrediti a nome Greganti» assicura una nota di Palazzo Madama, arrivata a sera dopo che Luigi Zanda, capogruppo del Pd, aveva telefonato a Grasso per chiedere lumi. A leggere tra le righe, però, non c’è scritto che non risultino ingressi. L’«esponente/lobbista del Pd», come lo chiama Grillo, potrebbe aver varcato uno dei tre accessi al braccio di un senatore, senza consegnare documenti. Lo conferma Renato Schifani: «Io sono qui dal ‘96 e accessi segreti non ce ne sono. Ma se un senatore arriva con una persona sottobraccio entra senza controlli, è la prassi». Greganti che entra ed esce da Palazzo Madama senza bisogno di farsi riconoscere, perché «coperto» da un membro del Parlamento... Ma chi? In questa caccia all’uomo tra i quadri e gli specchi il nome di Ugo Sposetti è quello che più ricorre. «Se cercate il “compagno G” chiedete al ”compagno S”» lo punzecchia un funzionario del Pd, alla presenza dell’interessato. «L’ha presa bene — rac- L’ente che organizza le esposizioni La fiducia del Bie: Milano un successo Ieri Vicente Loscertales, il segretario generale del Bie (Bureau international des expositions), l’ente che organizza le esposizioni universali, ha fatto visita alla società organizzatrice di Expo 2015. Loscertales ha incontrato il commissario Giuseppe Sala ed i vertici della società chiedendo informazioni dopo le vicende emerse in questi ultimi giorni. Confermata la fiducia negli organizzatori milanesi e nel programma. «Non credo ci saranno ripercussioni sugli investimenti e le presenze dei Paesi: Milano è una vetrina eccezionale», ha detto il segretario generale del Bie, precisando che Expo Milano 2015 «si fa, si farà bene e sarà un successo». «Quando è stata scelta l’Italia ero molto contento — ha detto al termine della sua visita sul sito espositivo — perché conosco la creatività e il senso della bellezza italiani. Ma conosco anche l’altra faccia della medaglia e quindi sapevo che il futuro sarebbe stato un po’ movimentato». Loscertales ha aggiunto: «Sono contento che il premier Renzi sia venuto subito © RIPRODUZIONE RISERVATA a Milano a far vedere il suo appoggio all’evento». conta Francesco Russo — con me ha scherzato “Greganti? È mercoledì e lo sto aspettando...”». Ma ai suoi l’ex tesoriere dei Ds rivela tutto il fastidio di essere anche solo accostato al personaggio: «Non lo frequento e non ho altro da dire». Maurizio Gasparri, uno che sui presunti affari delle Coop rosse ha spesso polemizzato, lascia cadere un «provate a chiedere a Sposetti», ma nel Pd lo difendono tutti. Il lombardo Massimo Mucchetti giura di non aver mai incrociato Greganti: «Il Senato è un porto di mare, ho visto tanti brasseur d’affaires di Eni ed Enel su questi divanetti e nessuno si è mai scandalizzato». La girandola dei sospetti diffonde la voce che la «segretaria storica» di Greganti lavori al gruppo del Pd. Ma lo spiffero non trova conferme. «Da noi il “compagno G” non si è mai visto — assicura il renziano Giorgio Tonini — Sottobraccio a qualcuno magari sarà successo, ma non penso più di una volta». I grillini sono scatenati. Per loro la storia del black out di martedì, che per molte ore ha spento il sistema informatico, puzza di bruciato. Oggi Mario Giarrusso presenterà un esposto in Procura: «Non era mai accaduto, se c’è stata una manomissione per coprire gli accessi di Greganti è una cosa molto grave». Palazzo Madama assicura che il blocco non ha prodotto conseguenze sui dati di accesso e che si è trattato di un guasto. Giarrusso ride: «Ma sì, sarà stata una coincidenza. Succede che qualcuno vinca al superenalotto». Monica Guerzoni © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 Primo Piano Giovedì 15 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Il governo Le misure Il bonus di 80 euro Anche cassintegrati e disoccupati avranno diritto al bonus di 80 euro La carica degli emendamenti per la riforma dell’Irpef, più di 800 ROMA — Il bonus Irpef di 80 euro andrà anche a disoccupati, cassintegrati e lavoratori in mobilità. Anche queste categorie rientrano tra i beneficiari del premio previsto dal decreto varato dal governo. A specificarlo è una circolare dell’Agenzia delle Entrate, che è intervenuta per chiarire alcuni dubbi interpretativi sull’applicazione del taglio del cuneo fiscale. Tra le novità della circolare è indicato che le somme percepite come incremento della produttività (i premi produzione), tassate al 10%, non concorrono al superamento del limite di 26 mila euro (tetto massimo oltre il quale si perde il diritto bonus). L’Agenzia specifica che il credito Irpef vale anche per i lavoratori che percepiscono somme a sostegno del reddito, come, per esempio, la cassa integrazione, l’indennità di mobilità e di disoccupazione. Il bonus è considerato dovuto alla luce del fatto che quelle somme costituiscono proventi conseguiti in sostituzione di redditi di lavoro dipendente, in altri termini vanno considerati assimilabili alla stessa categoria di quelli sostituiti. In dettaglio, l’entità del bonus va calcolata in base alle erogazioni effettuate nel 2014, tenendo pure conto dei giorni che danno diritto alle indennità. Va ricordato che spetta all’ente erogatore, in Le regole Premi di produttività Gli affitti con cedolare Sotto i 25 mila euro fuori conteggio da mettere in conto depositi sotto tutela 1 I premi produttività, tassati al 10%, non concorrono ai fini del bonus, cioè sono fuori dal calcolo della soglia di 26 mila euro (tetto oltre il quale non si ha diritto agli 80 euro) 2 L’Agenzia delle Entrate specifica che, ai fini del calcolo del tetto dei 26 mila euro, vanno considerati i redditi provenienti da affitti di immobili sotto regime di cedolare secca 3 Un emendamento presentato dal Pd mira a esentare tutti i conti correnti e i depositi al di sotto dei 25 mila euro dall’aumento dell’aliquota al 26% qualità di sostituto d’imposta, il compito di calcolare la spettanza del credito e il relativo importo. A proposito dei premi, la circolare ricorda che i redditi soggetti all’imposta sostitutiva per l’incremento di produttività non vanno calcolati ai fini del raggiungimento della soglia di reddito di 26 mila euro. In particolare, nel 2014 la retribuzione di produttività individuale che può beneficiare di questa agevolazione non può superare i 3 mila euro lordi e, quindi, solo fino a questa cifra resta fuori dal calcolo del tetto. L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che il bonus spetta anche ai lavoratori deceduti in rapporto al periodo di attività svolta nel 2014 e sarà calcolato questo e altri giornali scaricateli da qui http://quoidianes.tumblr.com/ 80€ 8 0€ 0€ CHI EROGA IL BONUS 640 euro (SE C’È IL SOSTITUTO D’IMPOSTA) netti totali Il sostituto per il 2014 d’imposta, (pagati 80 euro direttamente al mese in busta paga, da maggio senza necessità a dicembre) di richiesta del dipendente LA MISURA DEL BONUS A CHI SPETTA IL BONUS LIMITI DI REDDITO Dipendenti e assimilati (collaboratori continuativi o a progetto) e disoccupati. NON spetta ai pensionati Reddito complessivo Irpef del contribuente tra 8.000 e 24.000 euro* *oltre 24.000€ di reddito il bonus spetta in misura ridotta e decrescente fino ad azzerarsi a 26.000€ di reddito nella dichiarazione dei redditi del lavoratore deceduto presentata dagli eredi. Un chiarimento è destinato anche a chi svolge il ruolo di sostituto d’imposta. A partire dal fatto che una volta calcolato il credito la successiva ripartizione potrà avvenire tenendo conto del numero di giorni lavorati in ciascun periodo di paga. Volendo è possibile utilizzare anche altri criteri, purché siano oggettivi e costanti, ferma restando la ripartizione dell’intero importo del credito spettante tra le retribuzioni dell’anno 2014. Ieri intanto al Senato alla scadenza dei termini per la presentazione degli emendamenti al decreto Irpef, ritardata per un guasto al server di Palazzo Madama, sono state depositate quasi 800 proposte di modifica. Il Pd, interessato a fare quadrato sul provvedimento, ha presentato 135 emendamenti, che peraltro non incidono sulla struttura del decreto. Uno dei temi più delicati è quello relativo all’allargamento della platea dei destinatari del bonus. A porlo, del resto, è anche l’alleato di governo Ncd di Angelino Alfano. Tanto che Giorgio Santini, senatore Pd, ha specificato di non essere contrario a misure che allarghino il numero dei beneficiari degli 80 euro. Salvo l’obbligo di non cambiare l’impianto del decreto. Qualche novità inserita nelle proposte emendative del Pd riguarda infine la Rai. In un’ottica più conciliante, rispetto alla richiesta di ottenere 150 milioni di risparmi, è stato proposto di ripristinare il vincolo che obbliga Viale Mazzini ad avere le sedi regionali. I saldi dovranno restare gli stessi ha spiegato Santini ma l’obiettivo è individuare ulteriori strade alle soluzioni indicate dal decreto (aumento del canone, cessione di Rai Way, taglio delle sedi regionali). ✒ Più produttività alla Electrolux Stabilimenti salvi di RITA QUERZÉ F irmata l’intesa per Electrolux. Lo ha annunciato ieri il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi. Il piano prevede 150 milioni di investimenti. Inoltre esclude licenziamenti fino al 2017 e tiene aperti i battenti di tutti i quattro stabilimenti italiani del gruppo: Porcia (Pordenone), Susegana (Treviso), Solaro (Milano) e Forlì. Seimila i dipendenti coinvolti. «Un risultato straordinario e innovativo – ha commentato il ministro Guidi –. Raggiunto grazie all’impegno di tutte le parti coinvolte: istituzioni, azienda, lavoratori e organizzazioni sindacali». Oggi, presso la presidenza del Consiglio, il premier Matteo Renzi parteciperà alla formalizzazione dell’intesa raggiunta dopo nove lunghi mesi di confronto. Alcuni contenuti: i permessi sindacali saranno tagliati del 60% mentre le ore di assemblea non diminuiranno; mobilità incentivata per circa 300 lavoratori; contratti di solidarietà per quattromila addetti. Per l’amministratore delegato di Electrolux, Ernesto Ferrario, l’accordo «è di fondamentale importanza per la continuità produttiva». In tutti gli stabilimenti del gruppo l’intesa sarà sottoposta a referendum. Andrea Ducci © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Montecitorio Testo già passato al Senato Contratti a termine e decreto lavoro, il sì della Camera slitta ad oggi ROMA - Dopo un tira e molla andato avanti tutto il giorno, tra ostruzionismo e accuse di doppio gioco, la Camera ha rinviato ad oggi il voto e l’approvazione definitiva del cosiddetto decreto legge Poletti che rende più flessibili i contratti a termine. Uno slittamento che non ha a che fare tanto con il lavoro e con le norme contenute nel provvedimento. Ma soprattutto con il punto successivo nel calendario di Montecitorio, a sua volta rinviato, e cioè il voto sulla richiesta di arresto L’agenda Il dibattito riprende stamattina con l’obiettivo di chiudere nel giro di poche ore Corriere della Sera Giovedì 15 Maggio 2014 Primo Piano 11 italia: 51575551575557 # IL REDDITO IRPEF L’AUMENTO DI STIPENDIO La distribuzione per classi di reddito lordo annuo dei dipendenti in Italia, sulla base delle dichiarazioni Irpef Da 7.500 a 15 mila IN ASSENZA DI SOSTITUTO D’IMPOSTA Per i dipendenti cessati o quelli senza sostituto d’imposta, il bonus si ottiene in Unico o 730 del 2015 RAPPORTI DI LAVORO INFERIORI AI 12 MESI NEL 2014 Il bonus va rapportato ai giorni effettivi di lavoro nell’anno 2014 RAPPORTI DI LAVORO PART-TIME Il bonus spetta per l’intero importo (non va rapportato all’orario di lavoro ridotto) 6 = 26.000 20.000 40% 25% Li spenderà per arrivare a fine mese Li userà ogni mese per progetti specifici 15.000 miliardi e Fino a 7.500 euro annuo 655 milioni di euro Il costo del bonus per i lavoratori dipendenti Da 15 mila a 20 mila Gli 80 euro al mese che arriveranno in busta paga a partire da maggio, lei in linea di massima... Da 20 mila a 26 mila 18,82% dei dipendenti 20.000 15.000 7.500 20% 18,77% 17,40% Li metterà via per le emergenze e le spese extra 15% 18,45% Li risparmierà Fonte: Sondaggio Swg CORRIERE DELLA SERA Immobili e tasse Oggi l’incontro decisivo tra il ministero del Tesoro e il presidente dell’Anci, Fassino Tasi, spunta un minirinvio a luglio Comuni in ritardo, dovrebbero fissare le aliquote entro il 23 maggio ROMA — Il governo è pronto a intervenire sulla Tasi per evitare un pasticcio sul pagamento della prima rata della nuova imposta sui servizi indivisibili che riguarda le abitazioni. Oggi il ministero dell’Economia dovrebbe ricevere dall'Anci, l’associazione dei Comuni, guidata dal sindaco di Torino, Piero Fassino, un aggiornamento sulla situazione. «Siamo in attesa di capire se esiste un problema e di che dimensioni sia - fanno sapere da via XX Settembre -. Di conseguenza prenderemo le nostre decisioni senza escludere alcuna soluzione». Insomma oggi potrebbe essere una giornata importante. Anche perché il 31 maggio, data ultima per i Comuni per pubblicare le aliquote, si avvicina, e il rischio che la nuova imposta crei difficoltà è concreto. Attualmente infatti la norma prevede che i Comuni fissino entro il 23 maggio le aliquote della «nuova» Tasi, pubblicandole entro il 31 del mese. Se questo non avviene, la norma attuale prevede in automatico che il contribuente versi il tributo in base all’aliquota standard (1 per mille) e conguagli a fine anno. Il problema più grosso riguarda le case affittate, per le quali i Comuni dovrebbero anche fissare la quota di pagamento che spetta agli inquilini, che può arrivare fino al 30% dell’intera imposta. La maggioranza dei Comuni non ha ancora deliberato l’aliquota per il pagamento della prima rata e nemmeno la ripartizione dell’imposta sulle seconde case tra proprietari e inquilini. L’ipotesi di un rinvio del pagamento, circoscritta agli immobili dei Comuni che non hanno ancora scelto, viene considerata da più parti la soluzione più utile. E tra le idee che circolano sembra prevalere quella di un minirinvio a luglio. Il governo, ufficialmente, frena. Il sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio, ha spiegato al Corriere di essere contrario a modifiche, an- che se sta al Parlamento decidere. Il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, parlando ieri in commissione, a nome del governo, ha spiegato che «il dipartimento delle Finanze sta compiendo gli opportuni approfondimenti in merito alla problematica affrontata». Zanetti ha poi definito «ragionevole» lo slittamento a settembre, sia per le prime che per le seconde case, rinviando al confronto con l’Anci. Il presidente della commissione, Francesco Boccia, gli ha risposto con fermezza: Ristrutturazione Tra le novità c’è il via libera all’emendamento per svincolare i contributi dalle spese di ristrutturazione In affitto I sindaci dovranno decidere la quota di pagamento che spetta agli inquilini delle case in affitto «Non si possono far pagare le tasse a forfait e dunque la Tasi va rinviata al 16 settembre. I burocrati si adeguino anche se stanno al governo. È evidente - ha aggiunto - che non è un problema di cassa ma di caos. La cosa più saggia è far approvare il regolamento dei Comuni entro il 31 luglio e l’imposta entro il 16 settembre. Si tratta di usare il buonsenso». Resta in campo, come si è detto, l’ipotesi di un rinvio di un mese che darebbe tempo ai Comuni di deliberare prima della fine di giugno e di incas- Dopo la crisi Dublino, 200 milioni per l’edilizia Parola /1 Tasi ‘‘ E’ il tributo sui servizi indivisibili come illuminazione pubblica, sicurezza, gestione del verde. I servizi, insomma, garantiti dal Comune all’insieme dei suoi cittadini. La Tasi debutta quest’anno con un’aliquota che varia dall’ 1 al 3,3 per mille del valore catastale della prima casa. I Comuni hanno tempo fino a luglio per decidere Parola /2 Tari Un pacchetto di misure da 200 milioni di euro per stimolare il settore delle costruzioni da qui al 2020. Il premier irlandese Enda Kenny ha annunciato ieri al Campus Nazionale dello Sport in Abbotstown a Dublino, un progetto edile che mira a creare 60 mila posti di lavoro. Lasciata alle spalle la bolla immobiliare del 2006, Kenny ha detto di non voler ripetere gli errori del passato. «Il settore è crollato troppo — ha spiegato — stiamo pagando un prezzo troppo alto in posti di lavoro e alloggi». ‘‘ E’ la nuova tassa sui rifiuti. Anch’essa al debutto (l’anno scorso si è pagata la Tares, prima ancora la Tarsu). La Tari è dovuta da chi produce rifiuti urbani, indipendentemente dal fatto che si tratti di un proprietario o di un inquilino. Il Comune può disporre riduzioni ed esenzioni. Insieme con Tasi e Imu, la Tari costituisce la Iuc, imposta unica comunale sugli immobili © RIPRODUZIONE RISERVATA sare delle risorse, e ai contribuenti di pagare a luglio, con un solo mese di ritardo. Non solo: posticipare la scadenza di un mese consentirebbe di scavallare le elezioni europee, evitando a chi governa le città, di rendere pubblica una decisione, quella sul livello di tassazione, che il più delle volte non piace ai cittadini. Intanto, a proposito di case, ieri il decreto legge che porta questo nome ha avuto il via libera del Senato con 133 «sì» e 99 «no», e ora passerà alla Camera per la terza lettura. Tra le novità introdotte in questo passaggio c’è il via libera all’emendamento che svincola il bonus immobili dalle spese per le ristrutturazioni edilizie; l’ok alla cedolare secca al 10% per gli affitti nei Comuni colpiti da calamità naturali; interventi di edilizia sociale ad hoc per gli over 65; la possibilità di inserire una «clausola di riscatto» nel contratto di affitto degli alloggi sociali. E’ stato ritirato, invece l’emendamento che stanziava 50 milioni di euro per le fondazioni lirico-sinfoniche, che aveva suscitato forti polemiche. Inoltre, secondo un altro emendamento approvato, a decorrere dal 1° gennaio 2015 sarà considerata direttamente adibita ad abitazione principale, una ed una sola unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato, iscritti all’Aire e già pensionati nei rispettivi Paesi di residenza. A condizione che non risulti locata o data in comodato d’uso. Inoltre, sempre dal 2015, anche le imposte comunali Tari e Tasi saranno applicate, per ciascun anno, in misura ridotta di due terzi. Antonella Baccaro © RIPRODUZIONE RISERVATA questo e altri giornali scaricateli da qui http://quoidianes.tumblr.com/ del deputato Pd Francantonio Genovese. Ad allungare i tempi della discussione sul decreto lavoro sono stati i 170 ordini del giorno presentati in Aula. Nel corso della seduta il Movimento 5 Stelle li ha ritirati quasi tutti, proprio con l’obiettivo di arrivare più velocemente al voto sull’arresto di Genovese. Mentre i deputati di Sel hanno insistito per discutere e votare i loro, in modo da ostacolare il via libera al decreto Poletti che, secondo il partito, «rende ancora più precario il mercato del lavoro». Alle otto e mezza di sera la presidente della Camera Laura Boldrini ha messo ai voti la richiesta, presentata dal Movimento 5 Stelle, di andare avanti con una seduta-fiume che avrebbe portato al voto finale dopo mezzanotte. Ma la richiesta è stata bocciata e il dibattito riprenderà stamattina con l’obiettivo di chiudere a ora di pranzo. Non ci dovrebbero essere sorprese, perché alla Camera la maggioranza è larga. A questo punto mancano solo le dichiarazioni di voto e, in ogni caso, per la definitiva conversione in legge c’è tempo fino a lunedì prossi- mo. Il testo che dovrebbe essere approvato è uguale a quello uscito solo pochi giorni fa dal Senato. Le novità più importanti riguardano i contratti a termine senza causale, i più flessibili di tutti. La durata massima passa dai dodici mesi di adesso a tre anni mentre il numero delle proroghe, cioè i rinnovi senza interruzione, sale da uno a cinque. Viene fissato al 20% il limite dei lavoratori con contratto a termine sul totale dei dipendenti, un tetto finora rinviato alla contrattazione fra le parti. Ma per chi sfonda questa soglia non c’è più l’obbli- go di assumere il lavoratore «fuori quota», come nel testo uscito dal primo passaggio alla Camera su proposta della sinistra Pd. Bensì, dopo la contromossa fatta al Senato da Ncd, una semplice sanzione pecuniaria che può andare dal 20 al 50% dello stipendio previsto per il contratto a termine. Diventa più flessibile anche l’apprendistato, il contratto che almeno nelle intenzioni doveva rappresentare il principale canale di accesso al mercato del lavoro ma che negli anni non è mai decollato. Non viene solo semplificata la parte burocratica ma sale Le novità Sanzioni Apprendistato Solidarietà Si potranno stipulare fino a cinque contratti a termine in tre anni senza bisogno di specificare la causale. Sanzioni amministrative per le imprese che assumono a termine più del 20% del personale Le aziende con più di 50 dipendenti potranno assumere nuovi apprendisti solo se confermeranno a tempo indeterminato almeno il 20% di quelli che hanno già in carico Sale dal 25 al 35% lo sconto sui contributi per i contratti di solidarietà. Electrolux sarà una delle aziende che potranno accedere agli sgravi (i criteri saranno definiti dal ministero del Lavoro) da 30 a 50 il numero minimo dei dipendenti che un’azienda deve avere per essere obbligata ad assumere definitivamente il 20% degli apprendisti prima di prenderne di nuovi. Dopo il via libera al decreto legge, dovrebbe partire l’esame del vero e proprio Jobs Act, il disegno di legge delega approvato dal governo che contiene i principi del nuovo contratto unico a tutele crescenti e la riforma degli ammortizzatori sociali. Ncd, con Maurizio Sacconi, dice che quella sarà l’occasione per «unificare la regolamentazione del lavoro sia per il settore privato sia per quello pubblico». È la famosa armonizzazione già promessa dal governo Monti al momento di approvare la sua riforma del lavoro, quella che doveva scacciare la flessibilità cattiva scritta da Elsa Fornero. Una riforma che oggi, con il via libera al decreto Poletti, dovrebbe andare definitivamente in pensione. Senza essere stata applicata, nemmeno in una virgola, ai dipendenti pubblici. Lorenzo Salvia @lorenzosalvia © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 Primo Piano Giovedì 15 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Politica e tv Le tensioni Rai, la strategia del premier Tagli e sfida a Grillo sugli sprechi Renzi tira dritto sui risparmi: gli italiani sono con me Il battibecco con i tecnici di «Ballarò»: allora non votate Pd Il saggio di Claudio Cerasa Quella sinistra succube di sindacati e pm MILANO — Tra il 32 e il 34 per cento. Profumano di vittoria gli ultimi sondaggi del Pd prima dell’embargo. Eppure. Provate a sommare le forze di centrodestra. Sono lì, a una incollatura dai democratici, inchiodati alla soglia psicologica di un terzo degli elettori. Incatenati, per dirla con Claudio Cerasa, che nel suo Le catene della sinistra, a quei vincoli dà un nome, uno per uno. Quasi trecento pagine di cui la parte più interessante non è tanto quella sempre attuale — solo qualche giorno fa il ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha parlato di cattiva maestra televisione — della sinistra al cachemire schiava del «partito della cultura», ma quella dell’asse con i sindacati, la magistratura e la grande industria. È lì che si capisce come un campo che pure da anni si dice riformista sia percepito come immobilista e per questo condannato all’immobilismo nell’elettorato. Ancorato al voto dei pensionati, ma incapace di sfondare tra i 30-40enni, «un elettorato liquido, post ideologico, maggioritario, potenzialmente rivoluzionario e figlio di una grande e silenziosa pacificazione». Proprio quell’elettorato per il quale nelle intenzioni il Pd era nato, e con il quale invece si dimostra In libreria più abile a parlare Il saggio di Claudio uno come Grillo. Ma Cerasa «Le catene dove nascono queste della sinistra», catene? Cerasa offre edito da Rizzoli una chiave (pp. 306, 16) interessante: il peccato originale sta nel passaggio tra Prima e Seconda repubblica. Unica forza rimasta in piedi tra le macerie di Tangentopoli, il centrosinistra si «ammanetta» alle procure. Quello di cui ha bisogno — scrive Cerasa — è un «nuovo collante per forgiare la sua identità», e trovarlo «nell’azione purificatrice dei magistrati è una tentazione alla quale, in quel momento storico, nessun leader di centrosinistra può resistere». Di qui anche il rifiuto di affrontare la riforma di un sistema che pure non solo per Berlusconi, ma per la maggioranza del Paese, non funziona come dovrebbe. Ed è sempre durante Mani Pulite che il vecchio establishment «individua nella galassia che ruota attorno al partito degli eredi del Pci lo strumento migliore con cui provare a ridare una forma al Paese». Da quel momento «il tecnocrate... il banchiere, il potere forte diviene un simbolo della sinistra». Così Checco Zalone chiama la risata sicura quando parla dei comunisti ricconi mentre c’è un Paese fatto di piccole imprese, lavoratori precari, non coperti dall’articolo 18, che da decenni non si sente rappresentato da una sinistra che da un lato va a braccetto con Confindustria e dall’altro non si rende conto «che il mondo sindacale andava da una parte e il mondo dei lavoratori, dall’altro». E ora, riuscirà il «governo Bim Bum Bam», come lo chiama Cerasa, a spezzare le catene? Qualche segnale c’è — dallo scontro con i magistrati sui salari (che l’autore indica essere cresciuti del 60% in 10 anni) a quello coi sindacati sulla concertazione —, ma è ancora molto presto per dirlo. Di certo per augurare buona fortuna a Renzi meglio non parlare di rupture, ché a Sarkozy, quella volta, bene non portò. Marilisa Palumbo © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — «Andiamo avanti: su questo la gente sta con noi»: dopo il diverbio con Giovanni Floris e l’offensiva sulla Rai, Matteo Renzi, come gli è abituale, non innesta la retromarcia. Anzi va avanti spedito. Nemmeno il siparietto con i tecnici di Ballarò gli ha fatto cambiare idea. Il premier ha cercato di convincerli della bontà delle sue tesi. I suoi interlocutori gli hanno replicato seccamente: «Gli sprechi in Rai sono minori di quello che lei pensa e noi guadagniamo meno della concorrenza». Il presidente del Consiglio ha motteggiato così: «Allora non votate Pd». E quelli, di rimando: «Renzi, stai sereno». Dunque, Renzi non arretra. Eppure la sua sortita sulla tv di Stato, una volta tanto, non è stata studiata a tavolino. È nata sul momento. Sull’onda di quello che il presidente del Consiglio ha conside- Il retroscena rato un uso improprio del servizio pubblico da parte di un conduttore con un super stipendio che difendeva interessi corporativi. Il che non significa, ovviamente, che il premier non abbia in mente, e da tempo, di cambiare il pianeta Rai. «Deve essere un’azienda aperta al mercato e all’innovazione, non l’attuale struttura mastodontica e dispendiosa. Occorrerà ri- La protesta Lavoratori reggini con finte banconote da 80 euro contestano Renzi al suo arrivo in Prefettura (Ansa) disegnare le sue funzioni, ci vorrà una nuova governance», continua a ripetere ai collaboratori e agli esperti della materia con i quali è solito confrontarsi sull’argomento. «Nessuno vuole fare un favore a Mediaset»: Renzi giudica quanto meno «risibile» l’accusa che gli viene rivolta da una fetta del cosiddetto partito Rai. Però ritiene che, come sia necessario «mettere mano agli sprechi della politica e della burocrazia, occorra fare altrettanto con la tv di Stato». Vuole dire questo, il presidente del Consiglio, quando sostiene che anche la Rai è chiamata a fare la sua parte nell’ambito della «non più rinviabile spending review». Del resto, il segretario del Partito democratico, che ha dei particolari sensori rispetto a ciò che si agita nella società italiana, ha capito che in questa sua battaglia l’opinione pubblica non lo lascerà da solo né tanto meno gli si rivolterà contro. Anche perché su un punto il premier è chiaro: «Non ho la minima intenzione di impadronirmi della Rai — continua a ripetere a tutti — non ho nessun interesse a farlo, non è questo il mio obiet- I Bronzi Il premier Matteo Renzi ieri al Museo archeologico di Reggio Calabria. Dietro di lui il ministro Poletti (Ansa) tivo e non è questo ciò a cui penso quando immagino una tv di Stato trasformata, moderna e competitiva». Siccome non ci sarà «nessun editto bulgaro né fiorentino», Renzi è sicuro che gli italiani saranno dalla sua, perché in tutti è diffusa una grande diffidenza per certi «sprechi» del servizio pubblico, per alcuni «mega-stipendi», per le lottizzazioni e le difese corporative dei sindacati interni. Ciò non significa che a viale Mazzini come a Saxa Rubra non ci siano «ottimi professionisti», anzi, ce ne sono tanti, ma è il sistema che non funziona, secondo il presidente del Consiglio. Il quale non sembra troppo spaventato nemmeno per la rivolta del «partito Rai», che ieri gli si è scagliato contro con particolare virulenza. Piuttosto, un atteggiamento del genere lo stimola allo scontro, tanto più perché è convinto di stare dalla parte del giusto, «perché — ripete spesso ai suoi — non ci possono essere sacche di sprechi e stipendi da favola quando c’è tanta gente che non riesce ad arrivare alla fine del mese». E poi, sottolineano i renziani, volete mettere la soddisfazione, di strappare a Grillo questa bandiera? Anzi, di costringere gli uomini del Movimento Cinquestelle a difendere l’«odiata» Rai facendosi scavalcare dal premier in questa battaglia? Maria Teresa Meli © RIPRODUZIONE RISERVATA Il ministro e l’incontro con i dirigenti del partito di Obama in una sede vicino alla Casa Bianca Mogherini, missione con la spilla «Democrat» Così il Pd tesse la tela nei circoli di Washington DAL NOSTRO INVIATO WASHINGTON — Alla fine della colazione di lavoro, sapendo che stava per recarsi al Dipartimento di Stato per incontrare John Kerry, Amy Dacey ha dato a Federica Mogherini una spilla con la scritta «Democrat». «Mostrala a John e dille che te l’ho data io. Così si ricorderà che sei una dei nostri», le ha detto. Amy Dacey è una delle donne più potenti di Washington. Dopo aver diretto «Emily’s List», l’organizzazione democratica che promuove l’accesso delle donne a cariche elettive, dallo scorso ottobre è alla guida operativa del Democratic National Committee, la direzione nazionale del Partito democratico americano. Nel 2004 Dacey aveva avuto un ruolo I riflettori su Renzi Presenti personalità «interessate al successo di Renzi» ma preoccupate che non possa troppo a lungo confidare solo sulla popolarità di spicco nella campagna presidenziale di John Kerry. Organizzato da Matt Browne, principale collaboratore di John Podesta al Center for American Progress ed ex consigliere di Tony Blair, l’incontro della responsabile degli Esteri con Dacey e con altri dirigenti democratici è stato tenuto riservato dall’ambasciata d’Italia a Washington e dall’entourage del ministro, forse preoccupati del suo alto profilo politico e di partito. Ma dal punto di vista delle prospettive future di Matteo Renzi e dei democratici italiani, è stato un pezzo importante della missione americana della Mogherini, che ieri alla Casa Bianca ha visto Podesta e il Consigliere per la Sicurezza nazionale, Susan Rice. Come abbiamo appreso da una fonte privilegiata, la lista dei partecipanti era di primo piano. A discutere con l’ospite italiana e Dacey, in un palazzo a un isolato dalla White House, c’erano Colm O’Comartun, direttore esecutivo della Democratic Governors Association, molto legato al governatore della Virginia e probabile candidato presidenziale nel 2016, Martin O’Malley; Stan Greenberg, celebre mago dei numeri elettorali per Bill Clinton, Tony Blair, Al Gore e lo stesso Kerry; Cornell Belcher, sondaggista preferito di Barack Obama e analista della Cnn; Tom McMahon, che diresse il Democratic National Committee nel 2004, quando vennero gettate le basi della cosiddetta «strategia dei 50 Stati», quella che quattro anni dopo avrebbe avuto un ruolo decisivo nell’elezione di Obama. «Era un gruppo di persone rappresentative degli ambienti democratici americani, che sono interessati al successo di Matteo Renzi», ci ha spiegato la nostra fonte. È la stessa connection, che nel 2012 aveva portato l’allora sindaco di Firenze alla Convention Democratica di Charlotte. Si è parlato soprattutto di strategie politiche. Quali sfide simili hanno di fronte i democratici degli Stati Uniti e quelli italiani? Esistono analogie tra il movimento del Tea Party e quello di Beppe Grillo? Quali sono le strade per battere i movimenti populisti? In che modo si costruisce una maggioranza democratica stabile? La preoccupazione degli amici ameri- I colloqui La foto ricordo su Twitter Il mondo clintoniano Il ministro degli Esteri Federica Mogherini a Washington con Amy Dacey, capo del Democratic national committee e il sondaggista Cornell Belcher. La foto è stata twittata da Matt Browne del Center for american progress Federica Mogherini a Villa Firenze con l’ex segretario di Stato Madeleine Albright, che starebbe lavorando per organizzare un incontro tra il ministro degli Esteri italiano e Hillary Clinton, quasi certa candidata democratica alle presidenziali 2016 cani di Renzi è che il premier non possa troppo a lungo confidare soltanto sui suoi alti indici di popolarità, per far avanzare il suo progetto di cambiamento. E che dunque abbia bisogno di creare al più presto all’interno del partito le strutture in grado di mobilitare su base permanente i suoi sostenitori, non soltanto in tempi di campagna elettorale, usando sia gli strumenti delle moderne tecnologie comunicative, che il cosiddetto ground game, l’impegno sul terreno, proprio sul modello che ha consentito il successo di Barack Obama. Questi temi erano stati tutti evocati in un memorandum riservato, inviato dagli strateghi democratici Usa a Renzi e al suo braccio destro Marco Carrai nello scorso marzo. Federica Mogherini, con la sua vasta rete di contatti internazionali, è considerata l’interfaccia ideale di questo rapporto privilegiato tra i democratici d’America e d’Italia. Tanto più che il ministro degli Esteri mantiene contatti con tutte le galassie del Partito democratico: solo per un problema di calendario — il ministro è dovuto volare a Londra, dove oggi partecipa al vertice sulla Siria — a Washington è saltato l’appuntamento con Sidney Blumenthal, uno dei consiglieri più ascoltati di Hillary Clinton, che gli stessi ambienti a lei vicini danno per sicura candidata alla Casa Bianca nel 2016. A un prossimo incontro di Mogherini con Clinton stanno già lavorando in diversi. Non ultimo l’ex segretario di Stato nell’Amministrazione di Bill Clinton, Madeleine Albright, che proprio martedì sera il ministro degli Esteri ha incontrato a cena a Villa Firenze e con la quale si è a lungo intrattenuta. Pare che Albright abbia lamentato che, quasi vent’anni dopo la sua storica nomina, ci siano ancora poche donne ai vertici delle diplomazie mondiali. Paolo Valentino © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 15 Maggio 2014 Primo Piano 13 italia: 51575551575557 L’azienda Sale la tensione dopo lo scontro (non programmato) con Floris Il partito di viale Mazzini prepara la controffensiva: il primo sciopero generale Oggi il cda decide sul ricorso contro il piano L’agenda Tre visite in un giorno: Napoli, Reggio Calabria e Palermo 1 Ieri Renzi è stato in una scuola elementare di Secondigliano e a Napoli, in Prefettura; dalle 13.30 al Palazzo del Governo e al Museo archeologico di Reggio Calabria; alle 17.30 a Palermo, in Regione Oggi a Palazzo Chigi per la firma dell’accordo sulla Electrolux 2 Oggi alle 15.30 il premier sarà a Palazzo Chigi per la firma ufficiale dell’accordo sulla Electrolux. Il prossimo Consiglio dei ministri è in programma venerdì prossimo ROMA — Scontro frontale tra Matteo Renzi e il «partito» Rai. «La Rai non è né dei conduttori televisivi né dei sindacalisti dell’Usigrai. La Rai appartiene ai cittadini che la pagano attraverso il canone e la fiscalità generale» è la prima dichiarazione del presidente del Consiglio, ieri mattina, dopo lo scambio di battute martedì sera con Giovanni Floris durante Ballarò («Anche la Rai deve partecipare ai sacrifici, tocca anche a voi, la Rai può vendere Raiway e eliminare sprechi clamorosi nelle venti sedi regionali», con Floris che difendeva l’azienda e parlava di un suo possibile indebolimento dopo i 150 milioni richiesti dal governo alla tv pubblica nella spending review). Sempre ieri, di primissimo mattino, un tweet di Renzi: «Niente paura. Il futuro arriverà anche alla Rai. Senza ordini dei partiti. #cambiaverso#italiariparte». Il confronto Floris-Renzi (che non sarebbe piaciuto molto al direttore generale Luigi Gubitosi, da sempre ostile ai dibattiti sulla Rai in trasmissioni Rai) ha avuto anche uno strascico notturno. Ieri mattina presto circo- lavano ricostruzioni su un accesissimo confronto tra Renzi e i tecnici di studio di Ballarò, preoccupati per le ricadute dei tagli sull’azienda. La risposta dell’Usigrai, lo storico sindacato dei giornalisti, è immediata: «Ha ragione Renzi: la Rai non è dei conduttori e non è dell’Usigrai. Ma non è neanche del capo del governo. Che invece vuole decidere cosa la Rai deve vendere o chiudere. La Rai è dei cittadini. A partire da quelli onesti che pagano il canone per avere il servizio pubblico», dice il segretario Vittorio Di Il capogruppo di Forza Italia alla Camera Brunetta: bene il leader pd, mi copia ma gli lascio il copyright ROMA (P.Co.) — Renato Brunetta, Forza Italia, incoraggia Renzi: «Ha ragione quando dice che la Rai non è dei conduttori e non è dell’Usigrai. Il premier continua a copiarmi ma gli regalo volentieri il copyright». Poi Brunetta aggiunge: «Direi anche che la Rai non è nemmeno di chi la invade 5 ore al giorno, come sta facendo Renzi. Ma da questo punto di vista chi è senza peccato scagli la prima pietra ed essendo io una persona seria, sono pronto all’autocritica». Brunetta, lei è d’accordo anche sui 150 milioni che lo Stato chiede alla tv publica con la spending review? «Prima mi preoccuperei dell’efficienza, della produttività, del recupero del canone, della razionalizzazione del lavoro, dei 40 dirigenti nominati da Gubitosi... © RIPRODUZIONE RISERVATA e solo dopo arriverei ai 150 milioni». La vicenda Trapani che accusa il premier di aver richiesto i 150 milioni a Viale Mazzini ma di non aver minimamente pensato al recupero dell’evasione del canone «che da solo vale 500 milioni.» Il «partito» Rai si sta comunque organizzando. È in vista, per la prima volta, uno sciopero generale proclamato da tutte le sigle sindacali dei dipendenti (dalla Cgil all’Ugl) con i giornalisti. Però dall’esecutivo arriva un segnale distensivo dal sottosegretario Enrico Morando in Vigilanza: «Nella conversione del decreto Irpef il governo promuoverà una riforma del testo che escluda la Rai dalle società che devono garantire risparmi sui costi operativi del 2,5% nel 2014 e del 4% nel 2015, limitando il contributo ai soli 150 milioni di euro». Sulla linea Renzi, Massimo D’Alema: «Credo che anche la Rai possa dare il suo contributo alla spending review e penso che la proposta di una sua riorganizzazione vada nella giusta direzione». Oggi il consiglio di amministrazione di Viale Mazzini esaminerà il tema del possibile ricorso contro la richiesta del governo (appunto, i 150 milioni di euro). Il direttore generale Luigi Gubitosi non sarebbe convinto dello strumento, mentre molti consiglieri (Antonio Verro in prima fila) premono per presentarlo subito. La direzione generale sta studiando la revisione del piano industriale per tagliare spese (tranne l’adeguamento al digitale, ritenuto strategico dall’azienda). E quindi tutto appare possibile: tagli al personale, agli investimenti sul prodotto. Tra un mese e mezzo si vedrà. Paolo Conti L’attacco nello studio di «Ballarò» Martedì a «Ballarò» Renzi parla dei tagli alla tv di Stato: «Anche la Rai partecipi ai sacrifici, può vendere Raiway ed eliminare enormi sprechi nelle 20 sedi regionali» Il botta e risposta con il conduttore In onda c’è uno scontro con il conduttore Floris, che difende l’azienda e parla di un suo possibile indebolimento dopo i 150 milioni chiesti dalla spending review L’annuncio online: «Il futuro arriverà» Ieri il premier torna sull’argomento e assicura su Twitter: «Niente paura. Il futuro arriverà anche alla Rai. Senza ordini dei partiti.#cambiaverso #italiariparte» Le sigle sindacali unite nella protesta Per l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti, la Rai «non è del governo, che decide se vendere o chiudere». Tutte le sigle sindacali dei dipendenti sono pronte a scioperare coi giornalisti © RIPRODUZIONE RISERVATA Offerta valida per immatricolazioni fino al 31/05/2014 per Ford Focus 5 porte 1.6 GPL 120CV a fronte di rottamazione o permuta di una vettura immatricolata entro il 31/12/2004 e posseduta da almeno 6 mesi. Solo per vetture in stock, grazie al contributo dei Ford Partner. IPT e contributo per lo smaltimento pneumatici esclusi. Ford Focus: consumi da 3,4 a 7,6 litri/100 km (ciclo misto); emissioni CO2 da 88 a 169 g/km. Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Le immagini presentate sono a titolo puramente illustrativo e possono contenere accessori a pagamento. ECOINCENTIVI SOLO A MAGGIO ECOINCENTIVI FORD SU TUTTA LA GAMMA GPL. 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Ieri sera il bilancio dell’esplosione era salito a 274 morti mentre sono circa 400 i minatori tratti in salvo. Ma all’appello mancano altre 120 persone. Dalla miniera di San José in Cile, dove nel 2010 33 minatori rimasero intrappolati per 69 giorni, mandano a dire ai fratelli turchi di non mollare. E loro continuano a cercare anche se le speranze di trovare vivi gli operai rimasti intrappolati sono pochissime perché a uccidere è stato il monossido di carbonio espulso da un vecchio trasformatore che si è surriscaldato: «Hanno ventilato ma il monossido uccide in 3 o 5 minuti — ha spiegato Mehmet Torun, membro della Camera degli ingegneri —. A meno di un miracolo, non dovrebbero esserci altri sopravvissuti a questo punto». Tra i soccorritori, però, c’è chi spera che i minatori abbiano raggiunto una «stanza sicura» rifornita di maschere d’ossigeno che è a circa 200 metri di profondità. Lì, con la porta chiusa, è possibile che qualcuno sia ancora vivo. In piazza A destra, nella foto grande, scontri tra manifestanti e polizia a Istanbul. Nella foto a sinistra, il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan tra i minatori C’è tantissima rabbia nell’aria. A Soma, ieri, la tensione si tagliava con il coltello. I rappresentanti del governo, come il ministro dell’Energia Taner Yildiz, che hanno tentato di rag- giungere il luogo dell’incidente riyet, si è vantato nel 2012 di si sono trovati di fronte ad una avere ridotto da 130 a 24 dollari folla ostile. «Erdogan assassi- il costo di una tonnellata di carno», «Erdogan ladro», gli slo- bone dopo la privatizzazione. gan più ripetuti. Al governo non Oggi la Turchia occupa il terzo viene perdonato di avere igno- posto nella classifica mondiale rato i ripetuti allarmi sulla mi- e il primo in quella europea per niera. L’ultimo era un’interro- le morti bianche. Nel 2012 hangazione presentata in Parla- no trovato la morte nelle miniemento appena due settimane fa re del Paese 61 persone, più di dal Chp, il partito laico di oppo- 1.000 tra il 2002 e il 2012. sizione, sui troppi incidenti avErdogan, però, ha respinto le venuti a Soma. accuse al mittente accusando i Così quando Erdogan è arri- contestatori di strumentalizzare vato l’accoglienza non è stata la tragedia per screditare il godelle migliori: la sua auto è stata presa a Mar Nero calci e, all’uscita Soma dalla conferenza Qui martedì Istanbul stampa, il premier è un’esplosione stato accolto da fiAnkara ha fatto crollare parte schi e da urla di «didi una miniera missioni» tanto viodi carbone lente da costringerT u r c h i a a 2 km lo a rifugiarsi in un di profondità vicino supermercaMar Mediterraneo to. La rabbia è dilagata in tutto il Paese. A Istanbul ci sono stati scon- verno in vista delle elezioni pretri violenti intorno a piazza Tak- sidenziali di agosto. Ma alla sim dove è avvenuta la rivolta di gente non sono bastati i tre Gezi Park, e un gruppo di giova- giorni di lutto e le bandiere a ni ha protestato davanti alla se- mezz’asta. Soprattutto molti de dell’azienda Soma Coal Mi- non hanno apprezzato le parole ning Company, che gestisce la del premier che, dopo essersi miniera, imbrattando il muro detto profondamente colpito dello stabile con scritte come dalla tragedia, ha precisato che «questo palazzo sorge sul san- gli «incidenti nelle miniere sogue dei lavoratori». Ad Ankara no un fatto normale. Avvengola polizia ha usato gas lacrimo- no anche in altre parti del mongeni e cannoni ad acqua per di- do». sperdere una folla di 3-4 mila Vaglielo a dire agli abitanti di persone. Soma, un paese dove ci sono 16 I sindacati hanno proclamato mila minatori su 105 mila abiper oggi un giorno di sciopero e tanti e che davanti al pronto puntano il dito contro le «priva- soccorso hanno fatto appendere tizzazioni selvagge» attuate dal la scritta: «Per quelli che danno governo islamico, a beneficio, la vita per una manciata di cardicono, di imprenditori amici. Il bone». Monica Ricci Sargentini proprietario della miniera di © RIPRODUZIONE RISERVATA Soma, ha ricordato ieri Hur- La Farnesina La solidarietà dell’Italia «Ogni aiuto necessario» ROMA — Il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha inviato ieri al suo omologo turco Ahmet Davutoglu un messaggio di condoglianze per la tragedia avvenuta nella miniera a Soma con un pesante bilancio di vite umane e di feriti. La responsabile della Farnesina ha espresso la solidarietà di tutta l’Italia al popolo turco, offrendo ogni assistenza ritenuta necessaria e rivolgendo un pensiero particolare di vicinanza ai parenti delle vittime. Anche l’Unione Europea ha offerto assistenza e aiuti alla Turchia per l’incidente minerario che ha fatto centinaia di morti. Il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha espresso le «condoglianze» al governo di Ankara e il presidente della Commissione, José Manuel Barroso, si è detto «molto triste» per il «terribile» incidente. Amnesty international ha invece chiesto «un’inchiesta imparziale e indipendente per l’accertamento delle responsabilità di funzionari dello Stato e di funzionari della compagnia che gestisce la miniera». «Giustizia va fatta per le vittime di questa tragedia», scrive sul proprio sito la sezione turca di Amnesty. La solidarietà con le famiglie delle vittime attraversa anche il mondo della musica. Su Twitter la popstar Rihanna ha dedicato la foto del proprio profilo alla tragedia della miniera di Soma. Corriere della Sera Giovedì 15 Maggio 2014 Esteri 15 italia: 51575551575557 # Soccorsi Un padre bacia il figlio salvato dalla miniera di Soma; a fianco, volti di sopravvissuti all’esplosione. Molti minatori sono ancora dispersi, centinaia le vittime (Afp, Ap, Epa) Le storie Lacrime e disperazione nelle vicende di povere famiglie I gemelli, il bambino La tragedia colpisce operai da «2 centesimi» I parenti: rischiano tutti la vita per nulla ✒ L'analisi 787 ERRORI E SCANDALI SCENE DA UN PAESE CHE ANNASPA SEGUE DALLA PRIMA La Turchia piange centinaia di minatori morti, e altre centinaia di dispersi, che sono sepolti nelle viscere della terra a Soma, vena carbonifera ritenuta essenziale per il Paese, e il primo ministro Recep Tayyip Erdogan, anche stavolta, non si smentisce. Dimostrando, con quella che è riduttivo definire una gaffe, l’assoluta incapacità a gestire passaggi delicati e a contenere emozioni. Le frasi, pronunciate davanti ai familiari delle vittime, che lo avevano accolto prendendo a calci la sua auto, insultandolo come «assassino» e «ladro», dimostrano, ancora una volta, come la Turchia stia attraversando una fase delicatissima, con un premier arrogante e assai poco avveduto e con un risentimento popolare condizionato e silenziato soltanto dalla paura. Invece di spiegare perché il partito di governo, l’islamico-moderato Akp, abbia deciso di respingere — appunto 15 giorni fa— la mozione dell’opposizione laica, presentata dal partito Repubblicano del Popolo, che chiedeva una commissione d’inchiesta sulla sicurezza proprio delle miniere di Soma, Erdogan ha risposto con una lezioncina storica sull’inevitabilità delle tragedie in miniera. Ha citato i gravi incidenti dell’Ottocento in Gran Bretagna, e forse ha dimenticato quanto disse nel 2010, per un’altra strage mineraria turca, sostenendo che le vittime erano «beatamente morte, perché questo è il destino di chi fa quel mestiere». Tuttavia, oltre inopportune In crisi esternazioni di Erdogan, è l’immagine complessiva del Dalle proteste Paese che appare assai del parco di Gezi, deficitaria. Dopo anni di lo sgretolamento crescita costante e di recuperata credibilità è stato costante internazionale, la Turchia si ritrova ad annaspare. Dalla repressione per le manifestazioni contro l’abbattimento di 600 alberi nel parco di Gezi, è stato un continuo sgretolamento: gli errori in politica estera, gli scandali, le frodi, le truffe elettorali, gli scontri con i fideisti dell’oppositore Fetullah Gülen, la sconfitta olimpica per i Giochi del 2020. E soprattutto un timore dilagante e contagioso fra la gente comune. Chi protesta con veemenza sa che lo aspetta la galera. Ci sono più giornalisti in prigione in Turchia che in Cina. Erdogan, che non conosce le regole della diplomazia, si sente forte del consenso numerico ottenuto nelle ultime elezioni amministrative. Vuole diventare presidente della Repubblica ad agosto. Ma non sarà facile. E’ pur vero che, in Parlamento, l’Akp ha i numeri per sostenerlo, magari non al primo scrutinio. Però alla fine il partito potrebbe cambiare strategia, frenando le ambizioni di un leader forte ma divisivo, e impedendogli di abbandonare una forza politica che, senza il premier, si indebolirebbe notevolmente. In quel caso, come sostengono molti osservatori, vi potrebbe essere il nuovo mandato del presidente uscente, Abdullah Gül. I minatori al lavoro nelle viscere della miniera di carbone di Soma al momento dell’incidente, martedì scorso. Circa 300 sono riusciti a raggiungere le uscite, gli altri sono rimasti feriti o intrappolati, la maggior parte a due chilometri di profondità DALLA NOSTRA INVIATA ISTANBUL — I primi funerali sono stati quelli di Ismail e Suleiman Ciad, 32 anni, gemelli monozigoti che il destino non ha voluto separare neanche nella morte. Ieri parenti e amici li hanno salutati per l’ultima volta. In ginocchio. Piangendo e pregando. I due uomini lavoravano nella stessa miniera da 11 anni e martedì erano nello stesso turno, i loro corpi sono stati rinvenuti uno accanto all’altro. Una storia che ha commosso gli abitanti di Soma dove tutti li conoscono. Ismail e Suleiman erano da sempre inseparabili. Quando erano partiti per il militare — raccontano gli amici — avevano fatto di tutto per essere messi nello stesso squadrone. E alla fine l’esercito li aveva accontentati. Anche il matrimonio, doppio naturalmente, era stato celebrato contemporaneamente. Uno di loro lascia due figlie gemelle. L’altro una figlia. «Oggi ho sepolto tre miei ex compagni di liceo», dice Giza Nergiz, un’insegnante d’inglese di 28 anni che si aggira sconsolata insieme al marito Onur Nergiz, 30 anni, che nella miniera ci lavorava ma come impiegato. «Un sacco di gente si lamentava della sicurezza — spiega l’uomo — ma la proprietà non ha mai fatto nulla. Ed ora eccoci qui». «Anche i miei amici me l’avevano detto», aggiunge lei e scoppia a piangere. I familiari dei minatori presidiano l’ospedale dove ogni tanto esce qualcuno con una lista in mano: è l’elenco dei sopravvissuti. Attendono col fiato sospeso che l’infermiere pronunci i nomi, pochissimi, di chi è stato salvato. E poi ripiombano nell’oblio. La dinamica Cortocircuito Martedì un’esplosione ha devastato la miniera di carbone di Soma, nella provincia occidentale turca di Manisa, a circa 400 chilometri da Istanbul. La deflagrazione sarebbe stata provocata da un cortocircuito in un generatore, seguita da un incendio e dal rilascio del micidiale monossido di carbonio Carbone I soccorritori, divisi in quattro squadre, hanno lavorato tutta la notte per cercare di salvare i compagni intrappolati, in condizioni difficilissime. Quasi ottocento minatori erano al lavoro al momento dell’incidente, e la maggior parte di loro è rimasta intrappolata fino a due chilometri di profondità Rapidità In casi come quello di Soma, la tempestività dei soccorsi è fondamentale, perché, in assenza di un’adeguata ventilazione, il monossido di carbonio che invade le gallerie uccide un essere umano in pochi minuti (dai tre ai cinque) Bilancio Ieri sera i corpi senza vita estratti dalla miniera erano 274, circa 400 i minatori tratti in salvo, molti dei quali feriti. Ma almeno 120 mancavano ancora all’appello Visite e polemiche Di recente, il ministro dell’Energia Taner Yildiz aveva visitato l’impianto lodandone la «tecnologia avanzata». In realtà da settimane i sindacati del settore denunciavano le carenze nelle misure di sicurezza Primo ministro Il primo ministro Recep Tayyip Erdogan, subito accorso sul luogo dell’incidente dopo aver cancellato una trasferta in Albania, è stato accolto da dure proteste e inviti a «dimettersi», mentre molti gli gridavano: «assassino» questo e altri giornali scaricateli da qui http://quoidianes.tumblr.com/ Antonio Ferrari [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Sembrano i fantasmi di loro stessi perché sono immobili e piangono, piangono e pregano, finché la disperazione non prevale e allora si agitano in un improvviso moto di rabbia. Magari si mettono a lanciare pietre contro gli agenti, anche se loro di solito non protestano mai. È che da ore non esce più nessuno con in mano quell’elenco prezioso. L’ultima ambulanza con su una persona ancora viva è arrivata ieri all’alba. «Non le sentiamo più da tante ore le sirene, stiamo per perdere la speranza», dice una donna. Sengul, una signora anziana, si strugge per la sorte dei suoi due nipoti: «Ecco cosa facciamo in questo Paese, rischiamo la vita per due centesimi», dice con un filo di voce. E tutti la consolano. Qui e là si raccolgono frammenti di vita e di disperazione. «Mio figlio se ne è andato, il mio Mehmet», grida Emine Gulsen all’entrata della miniera, ormai certa della morte del suo ragazzo di 31 anni. «Non perdere la speranza — le sussurra la zia — speriamo in Dio. Inshallah». Un signore si aggira davanti al magazzino che è stato adibito ad obitorio. Un giornalista gli chiede: «Ha perso un suo parente». Lui risponde: «Sì, mio nipote, Kemal Yıldız». Quanti anni aveva? «Quindici». sussurra lui. «Ma come era minorenne? E quante ore lavorava?», incalza il giornalista. «Non lo so, non voglio dire delle cose sbagliate. Non riesco più a ragionare», risponde lo zio e se ne va col capo chino. Di Kemal non sappiamo nulla a parte l’età. Ma tanto basta per far scoppiare la polemica sullo sfruttamento dei minori. Le autorità non confermano la presenza di quel nome nella lista dei dipendenti. Ma l’idea dei minatori bambini colpisce l’immaginazione, fa Fianco a fianco I due uomini lavoravano nella stessa miniera da 11 anni, i loro corpi sono stati trovati uno accanto all’altro La lista del dolore I familiari dei minatori presidiano l’ospedale dove ogni tanto esce qualcuno con una lista in mano venire in mente il Rosso Malpelo di Giovanni Verga o le storie di Émile Zola. In Turchia succede anche nel XXI secolo. Secondo un rapporto dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), nel 2010 degli 1,6 milioni di bambini economicamente attivi in Turchia, 310.400 (19,4%) hanno avuto infortuni sul lavoro e altri problemi di salute. Ieri Sol, un quotidiano di sinistra, accusava l’Akp di Erdogan di aver varato un nuovo regolamento in cui i ragazzi fra i 15 e i 18 anni sono considerati «operai giovani» e non ci sono lavori pesanti a loro vietati. Ogni tragedia ha i suoi eroi. Sono i soccorritori. Gli uomini che hanno avuto il coraggio di entrare nei cunicoli resi irrespirabili dall’esplosione. Uno di loro racconta di aver salvato tre persone ma aggiunge: «Poi siamo dovuti tornare indietro, altrimenti saremmo morti anche noi». Il monossido di carbonio uccide in pochi minuti. E la miniera ne era piena. Ma valeva la pena rischiare. Lo sa bene quel giovane che ha portato un minatore fino all’ambulanza e si è commosso nel sentirlo dire, ferito e stremato com’era: «Tolgo gli scarponi? Non vorrei sporcare». Mo. Ri. Sar. © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 Esteri Storie di carta Giovedì 15 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Abramson e Nougayrède, le prime donne al vertice dei due grandi quotidiani internazionali, estromesse nello stesso giorno NYTimes, l’addio di Jill in rotta con la redazione Al suo posto il primo afro-americano DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — È durato appena due anni e mezzo il turbolento regno di Jill Abramson alla guida del New York Times. La prima donna a dirigere il più autorevole quotidiano americano e del mondo è stata letteralmente rimossa ieri a sorpresa dal suo editore, Arthur Sulzberger che l’ha sostituita col suo vice, Dean Baquet. Il quale diventa, a sua volta, il primo direttore afroamericano della storia del Times. La decisione, comunicata all’improvviso ieri pomeriggio, ha lasciato senza fiato la redazione che non si aspettava una svolta così traumatica. Ma nuvole all’orizzonte per la Abramson ce n’erano da tempo. Poco amata in redazione per i suoi atteggiamenti sprezzanti e per l’impegno un po’ «a corrente alternata», protagonista di scontri interni con lo stesso Baquet dei quali qualche «gola profonda» del giornale aveva subito informato le testate rivali, la direttrice aveva più volte parlato, anche in interviste, delle sue difficoltà in redazione. Raccontando di aver pianto di rabbia quando i suoi problemi interni erano finiti su altre testate. Negli ultimi tempi erano peggiorati anche i suoi rapporti con l’amministratore delegato del giornale, Mark Thompson, che sta gestendo l’azienda con uno stile manageriale molto interventista. La rottura potrebbe essere maturata proprio qui, anche se Sulzberger, nello spiegare l’accaduto, ha detto che l’uscita di scena della Abramson è da attribuire ai metodi da lei seguiti nel gestire i rapporti con la Dal 2011 Jill Abramson, 60 anni, era stata nominata direttrice del «New York Times» nel settembre 2011, prima donna sulla tolda in 160 anni di storia del giornale redazione, mentre non è in discussione la qualità del giornalismo fin qui prodotto. L’editore ha anche smentito conflitti tra la redazione e la dirigenza amministrativa. Certo che è la seconda volta in un decennio che Sulzberger deve intervenire per cambiare all’improvviso il timoniere del giornale. Nel 2003 ci fu la rimozione di Howell Raines, che pagò per lo scandalo Jayson Blair, il giornalista-prodigio che inventava o copiava le sue storie. Poi la lunga e autorevole direzione di Bill Keller fino all’arrivo, nel settembre 2011, di Jill. Massimo Gaggi © RIPRODUZIONE RISERVATA Paralleli New York Fondato nel 1851 , il «New York Times» è il maggiore quotidiano liberal degli Stati Uniti. La diffusione media è di un milione di copie giornaliere. La nuova sede, in un grattacielo di 52 piani sull’Ottava Avenue inaugurato nel 2007, è stata disegnata da Renzo Piano. Jill Abramson, newyorkese, 60 anni, guidava il giornale dal 2011. In precedenza aveva lavorato tra l’altro per il settimanale «Time» negli anni 70 e per il «Wall Street Journal» (fino al 1997) Parigi Fondato nel 1944, «Le Monde» è un quotidiano che esce nel primo pomeriggio, campione dell’autorevolezza francese, con una linea politica di centro-sinistra. È presente su Internet dal 1995. Ha circa 400 giornalisti. La direttrice uscente, Natalie Nougayrède, ha cominciato la carriera nel ‘91 come corrispondente di «Libération» da Praga Le Monde, esce Natalie Si è scontrata sul digitale I 400 giornalisti la costringono a lasciare DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — La redazione di Le Monde ha vinto la sua battaglia, la direttrice Natalie Nougayrède si è dimessa. Prima donna a guidare il più influente quotidiano francese, la 46enne ex corrispondente da Mosca aveva preso il comando nel marzo 2013, con un blitz che aveva colto tutti di sorpresa: dai giornalisti, che conoscevano poco quella collega a lungo inviata nell’Est europeo, al trio di editori Xavier Niel, Pierre Bergé e Mathieu Pigasse, che accolsero con curiosità e favore l’inaspettata auto-candidatura di una reporter estranea alla vita di redazione e ai suoi giochi di potere. Nougayrède ottenne il gradimento di quasi l’80 per cento dei colleghi: quindici mesi dopo, quel capitale di stima e fiducia è svanito. La redazione si è rivoltata contro una direttrice giudicata autoritaria, e poco in linea con la tradizione di sinistra del giornale. Una settimana fa sette capiredattori su 11 avevano lasciato l’incarico con un clamoroso ammutinamento di massa, e pochi giorni dopo anche i due vicedirettori hanno rinunciato. Ieri è stata lei stessa a dare l’annuncio delle sue dimissioni. «La volontà di alcuni membri di Le Monde di ridurre drasticamente le prerogative del direttore è per me incompatibile con il perseguimento della mia missione — dice Nougayrède —. Inoltre, gli attacchi diretti e personali nei confronti della mia direzione e della mia azione mi impediscono di realizzare il piano di trasformazione che ho sottoposto agli azionisti e Dal 2013 Natalie Nougayrède, 47 anni, dal 1996 a «Le Monde», dirigeva il quotidiano dal marzo 2013. Si è dimessa dopo un contrasto con la redazione dei quasi 400 giornalisti che ha bisogno di un largo accordo, nell’interesse superiore del giornale. Non sussistono le condizioni di fiducia e ragionevolezza necessarie». I circa 400 giornalisti si sono ribellati contro lo spostamento di 57 di loro dalla carta all’online, percepito (a torto) come un declassamento, e peraltro non deciso da Nougayrède ma dal manager Louis Dreyfus. In pochi mesi, la prima direttrice di Le Monde è diventata un capro espiatorio, colpevole pure della transizione verso il digitale che riguarda il mondo intero, non solo Le Monde. Stefano Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 15 Maggio 2014 New York Esteri 17 italia: 51575551575557 Un percorso che conduce i visitatori tra testimonianze e macerie. Polemiche per l’interattività tipica di un parco tematico: «Un cimitero a pagamento» Il volto di una donna vigile del fuoco e il suo casco: il museo termina nella cavernosa Foundation Hall, davanti all’Ultima Colonna recuperata da Ground Zero nha tta n Due «tridenti» alti oltre 20 metri provenienti dalla torre Nord sono all’ingresso del padiglione di vetro DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Qualcuno ha imbastito polemiche prima ancora di visitarlo, definendolo un «memorial» che celebra la più grande tragedia americana con la leggerezza e l’interattività tipici di un parco tematico costruito per i turisti. Altri lo definiscono un cimitero visitabile a pagamento (il biglietto d’ingresso costa 23 dollari), visto che in un deposito sotterraneo attiguo sono conservati 14 mila resti delle vittime dell’attacco terroristico del 2001 non identificati o non rivendicati dalle famiglie. Ma il museo dell’11 settembre che verrà inaugurato stamattina da Barack Obama a Ground Zero, all’ombra del grattacielo che ha preso il posto delle Torri Gemelle (la Freedom Tower, poi prudentemente ribattezzata WTC1), è destinato a commuovere, a turbare, forse anche a sconvolgere, molto più che a intrattenere i visitatori. Quasi tutto realizzato nelle viscere della terra, questo luogo della memoria vuole rappresentare, anche simbolicamente, una discesa nell’oscurità, nell’incubo della sofferenza. Un percorso lungo il quale si è accompagnati da suoni, rumori, voci, grida, con un’intensità sconosciuta negli altri musei che ricostruiscono grandi tragedie. In superficie, sotto una grande cupola vetrata, ci sono quasi solo le gigantesche travi d’acciaio recuperate tra le macerie delle Twin Towers: strutture lunghe più di venti metri disposte verticalmente, come due monoliti. Poi la discesa fino al letto di granito al quale erano ancorate le fondamenta dei due grattacieli crollati 13 anni fa dopo essere stati colpiti dagli aerei dirottati dai kamikaze di Al Qaeda. La rampa scavata dai soc- Vista aerea del Museo (rendering) Memorial Plaza Ma Ground Zero Story NEW YORK Padiglione Museo (sezione) Museum Mall Una struttura di acciaio della parete della torre Nord, così contorta in seguito all’impatto diretto dell’aereo dell’American Airlines CORRIERE DELLA SERA I rumori, le grida: il museo dell’11/9 corritori alla ricerca delle vittime sepolte dai detriti è ora diventata una discesa fatta di scale mobili e scale grezze, di cemento armato: una via crucis che sprofonda per diverse decine di metri. Scendi avvolto dalle immagini della tragedia e, una volta in fondo, ecco la galleria delle vittime: i 2977 ritratti dell’11 settembre e i sei caduti nell’attentato precedente, quello del 1993, quando un altro gruppo di terroristi islamici fece esplodere un camion bomba alla base delle Torri. Lo sconvolgente memoriale di Ground Zero inaugurato oggi da Obama Dal museo ci si può affacciare sulle «vasche riflettenti», le «piscine» rettangolari circondate da cascate che costituiscono il vero e proprio monumento in memoria dei caduti. I lavori in tutta l’area erano iniziati nel 2007 ma le Reflecting pools dell’architetto israeliano Michael Arad sono state inaugurate già quasi tre anni fa, nel decennale dell’attacco. Per il museo, realizzato seguendo in gran parte il progetto originale di Daniel Libeskind, tutto è stato più laborioso e controverso. Un anno e mezzo fa ci La crisi ucraina Messaggio agli Usa September 11 Memorial Museum, Alice Greenwald, in passato curatrice del museo dell’Olocausto di Washington, non ha risparmiato ai visitatori immagini forti che possono suscitare angoscia e anche un certo senso di vertigine. Solo per i filmati più crudi, quello degli impiegati delle torri che si lanciano nel vuoto, è prevista la proiezione in salette separate rispetto al percorso principale del museo, con un’avvertenza all’ingresso. Massimo Gaggi © RIPRODUZIONE RISERVATA Greenwald contro tutti «Stampa reticente, Snowden anima pura» DAL NOSTRO INVIATO Rappresaglia di Mosca: «Stop alla cooperazione nella Stazione Spaziale» razione di 15 nazioni) almeno fino al 2024. L’annuncio di Rogozin arriva nel pieno della tensione tra Mosca e Washington sulla crisi ucraina. Il vice primo ministro non ha collegato direttamente le vicende di Kiev alla decisione sulla Stazione ma ha spiegato: «E’ preoccupante per noi continuare a sviluppare progetti di alta tecnologia in collaborazione con un partner inaffidabile come gli Stati Uniti, che attribuisce a qualsiasi cosa un significato politico». Secondo le parole di Rogozin, la Russia vuole usare le risorse oggi destinate alla Stazione per altri progetti spaziali. Il vice primo ministro ha aggiunto che il segmento russo della Stazione Spaziale «può esistere indipendentemente da quello americano, ma quello americano non può esistere senza la parte russa. In ogni caso la Russia agirà pragmaticamente e non porrà ostacoli al lavoro della Stazione». si mise anche l’uragano Sandy che seppellì il cantiere sotto 4 metri d’acqua il cantiere. Il museo che verrà inaugurato oggi dal presidente degli Stati Uniti potrà essere visitato dal pubblico a partire da mercoledì prossimo. Immagini crude, suoni agghiaccianti. Le ultime telefonate fatte ai propri cari dalle vittime intrappolate nei grattacieli in fiamme che stavano per crollare. La ricostruzione del volo degli aerei dirottati e del loro impatto con le torri. La direttrice del National L’incontro Il giornalista e il suo pubblico Rientro L’atterraggio della navicella russa Soyuz TMA-011M ieri in Kazakistan: la capsula torna dalla Stazione Spaziale Internazionale (Afp) MOSCA — Parte dallo spazio la prima rappresaglia russa contro le sanzioni Usa. Mosca non consentirà più al Pentagono di usare i motori dei razzi di fabbricazione russa per il lancio di satelliti militari mentre la Nasa potrà continuare ad usarli per quelli ad uso civile. Questa una delle misure annunciate dal vice premier Dmitri Rogozin, secondo il quale Mosca ha inoltre deciso di respingere la richiesta americana di prolungare oltre il 2020 l’uso della Stazione Spaziale Internazionale (Iss), dove sono presenti anche moduli Made in Italy. Per la Iss la collaborazione di Mosca è indispensabile perché le uniche navicelle per rifornire la Stazione e cambiare gli equipaggi sono le antiquate ma affidabili Soyuz, dopo che gli shuttle sono andati in pensione. Gli Usa vorrebbero continuare a tenere in volo la Iss (costata 100 miliardi di dollari e frutto della collabo- Padiglione One World Trade Center Memorial Plaza Memorial Museum Parete originale Le scarpe di una vittima: il museo ospita 14 mila resti non identificati delle vittime, protetti da un muro e accessibili solo ai familiari PARTNER NEW YORK — «Grazie per avermi aperto gli occhi, hai cambiato la mia vita». Mike, uno studente della New York University, si è messo disciplinatamente in fila davanti al microfono, quando, dopo l’intervista condotta da Matt Taibbi, è il momento delle domande del pubblico a Glenn Greenwald, la penna scelta da Edward Snowden per svelare al mondo i segreti della Nsa: l’abnorme uso della gran mole di dati reperibili su Internet da parte dello spionaggio americano. A quasi un anno dall’inizio delle rivelazioni, pubblicate in gran parte sul Guardian, il giornalista e avvocato americano ha scritto un libro — «No Place to Hide», «Sotto controllo» nell’edizione italiana pubblicata da Rizzoli e in edicola con il Corriere della Sera — del quale ha discusso l’altra sera in un affollato evento nella Great Hall della Cooper Union, a due passi dall’università di Lower Manhattan. Più una marcia trionfale che una conversazione fatta di botta e risposta: accolto dalla standing ovation degli studenti, trattato da Taibbi come un eroe che ha avuto il coraggio di sfidare le ire della superpotenza mondiale, Greenwald ha attaccato forse più gli organi di stampa tradizionali che la Nsa, l’agenzia dell’intelligence feder a l e p e r l a q u a l e E d wa r d Snowden ha lungamente lavorato prima direttamente, poi come contrattista esterno, prima di fuggire a Hong Kong coi segreti trafugati. Greenwald ha ricostruito i suoi rapporti con «la fonte», la diffidenza iniziale, la difficoltà di capire le sue motivazioni, il viaggio in Cina e la scoperta di un personaggio che, nelle parole del giornalista, non solo non ha tradito il suo Paese, ma è un’anima pura e coraggiosa che ha deciso di rivelare segreti sconvolgenti sapendo che questo potrebbe costargli il carcere a vita perché convinto che questa sia la cosa giusta da fare. L’unico modo per svegliare la nazione dal suo torpore e convincere le autorità a riformare strutture spionistiche andate al di là del loro mandato. Ma le L’evento Il reporter americano autore di «Sotto controllo» accolto come un eroe a New York frustate più dure sono per la stampa tradizionale, abbandonata da Greenwald che è passato, come Taibbi, a nuove piattaforme giornalistiche digitali alternative: The Intercept, l’impresa fondata dal miliardario della Silicon Valley, Pierre Omidyar. Greenwald attacca soprattutto il New York Times, troppo prudente e reticente. Ma poi se la prende con tutti: «Hanno giudicato gli atti di Snowden meritevoli di una pesante condanna penale, ma poi quando il capo dell’intelligence federale, James Clapper, viene sorpreso a mentire davanti al Congresso, nessuno ha il coraggio di scriverlo». M. Ga. © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 italia: 51575551575557 Giovedì 15 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 15 Maggio 2014 19 italia: 51575551575557 Cronache Immigrazione Il Papa: fermiamo queste stragi vergognose. La sopravvissuta siriana: mio figlio nascerà lontano dalla guerra «Il barcone affondato dagli scafisti» questo e altri giornali scaricateli da qui http://quoidianes.tumblr.com/ Arrestate due persone. L’agenzia Ue: in Italia sbarchi aumentati dell’823% DAL NOSTRO INVIATO CATANIA — Prima l’appello di papa Francesco: «Preghiamo per le persone che hanno perso la vita nel Mediterraneo; si mettano al primo posto i diritti umani e si uniscano le forze per prevenire queste stragi vergognose». Poi l’allarme di Frontex, l’agenzia europea per la gestione delle frontiere dell’Unione: «Nei primi quattro mesi del 2014 i migranti verso l’Italia sono aumentati dell’823% rispetto allo stesso periodo del 2013 (25.650 in Sicilia e 600 fra Puglia e Calabria). È necessaria un’azione immediata», con il seguito di una lettera di 46 deputati italiani (primi firmatari Marco Di Lello e Pia Locatelli) che chiedono al presidente del parlamento di Bruxelles Martin Schulz di aprire subito una conferenza europea sul- l’emergenza. Mentre il premier Renzi attacca la Ue: «L’Europa ci spiega tutto su come si deve pescare il pesce spada, ma gira la testa quando andiamo a soccorrere persone in difficoltà». Infine l’atto d’accusa e il monito del procuratore capo di Catania, Giuseppe Salvi, che disponendo il fermo dei due presunti scafisti del barcone naufragato lunedì scorso provocando la morte di 17 persone, fra cui 12 donne e due bambine, ha aperto un’indagine senza precedenti ipotizzando un reato che apre sinistri scenari sul futuro Incinta dei flussi migratoLa giovane ri: «Pensiamo che siriana, al abbiano provocato nono mevolontariamente se di gral’affondamento vidanza, della barca. Gli tra i pass ca f i s t i h a n n o seggeri del cambiato mentalibarcone tà, creano le situaaffondato zioni di pericolo al largo per rendere obblidelle coste gatorio l’intervenlibiche to dei soccorsi in mare. Se non si agisce sui punti di partenza ci saranno grossi problemi». Tradotto in codice penale: concorso in omicidio volontario plurimo, naufragio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Secondo quattro testimoni, tre siriani e un marocchino, lunedì Le cifre Adelaide La bimba deceduta per arresto cardiaco (Fotogramma) aperto un’inchiesta. Stando alle prime ricostruzioni, da qualche settimana la piccola soffriva di problemi legati all’alimentazione, con rigurgiti continui e vomiti. L’esame del sangue aveva stabilito che era celiaca. A quel punto la pediatra dell’Asl aveva consigliato di rivolgersi a una specialista dell’Asl che, a sua volta, aveva prescritto i controlli in ospedale. E così, ieri mattina, il padre Antonio e la mamma Claudia Costa, che abitano a Romano di Lombardia (Bergamo), hanno accompagnato la figlia al «Maggiore» di Crema. Insieme con loro c’erano anche i nonni. Stando alle testimonianze dei familia- Attivista anticancro Addio a Stephen 19enne coraggio È stata la madre ad annunciare su Facebook la morte di Stephen Sutton, il 19enne malato di cancro, diventato testimonial della raccolta fondi. Una campagna grazie alla quale ha raccolto oltre tre milioni di sterline a favore della ricerca. La sua scomparsa ha commosso tutta l’Inghilterra. © RIPRODUZIONE RISERVATA milioni di euro Il bilancio nominale per il 2014 per Frontex (Periodo gennaio-aprile) 26.310 2.780 (+846%) 2013 2014 36.000 (1ª gennaio - 11 maggio) 23.719 14.331 13.635 42.925 36.951 NEGLI EGLI ULTIMI DODICI ANNI 22.939 22.016 20.455 13.267 9.573 4.406 2002 2003 2004 2005 2006 Fonte: ministero dell’Interno, Aeronautica militare, Marina militare, Frontex scorso gli scafisti avrebbero prima spento il motore del barcone e poi provocato una falla nello scafo. Hanno «deliberatamente determinato un’avaria a seguito della quale l’acqua penetrava nell’imbarcazione fino a provocarne il capovolgimento e il naufragio», scrive il pm In ospedale per un esame Muore bambina di un anno ri, sino a un attimo prima Adelaide giocava tranquilla ma appena le è stato iniettato l’anestetico, è andata in fibrillazione ventricolare e ha avuto un arresto cardiaco. Erano le 9 circa. È stata subito trasferita nel reparto di Terapia intensiva, ma le sue condizioni si sono aggravate con il passare del 89,2 milioni di euro La spesa, al mese, per l’operazione «Mare Nostrum» 64.261 Crema Doveva fare la gastroscopia, arresto cardiaco dopo l’anestesia CREMA (Cremona) — Meno di un mese dopo aver spento la sua prima candelina, Adelaide Croce, una bambina nata il 23 aprile, è morta all’ospedale di Crema durante una gastroscopia. Chiamati dai parenti della piccola, i carabinieri sono arrivati in corsia e la procura di Cremona ha I MIGRANTI SBARCATI IN ITALIA 6-9 tempo. Il suo cuore ha definitivamente cessato di battere un paio di ore dopo. Anche se mancano certezze, la morte potrebbe essere stata causata da un’intolleranza al farmaco anestetico, anche se la bambina era stata sottoposta a tutti i test preliminari previsti dalle procedure. «Non presentava allergie — dice, sconvolto, il neurologo dell’ospedale, Roberto Sfogliarini —. Si tratta di un esame di routine. Nei soggetti in tenera età si preferisce farlo in sala operatoria perché non serve la collaborazione del paziente. Nei casi di età molto bassa, l’anestesia totale dà la possibilità di eseguire questi controlli senza che il piccolo si agiti troppo o si spaventi». «Siamo senza parole, annichiliti. Stiamo cercando di capire perché è potuto accadere», commentano dalla direzione sanitaria. Distrutti dal dolore, i genitori della bimba (la loro unica figlia) hanno denunciato l’accaduto ai carabinieri della compagnia di Crema, che si sono recati presso il nosocomio con i Nas di Cremona. È stato ascoltato il personale medico presente, sia durante le fasi dell’anestesia che della rianimazione. La magistratura ha aperto un’inchiesta disponendo l’autopsia (che potrebbe essere eseguita già oggi) per stabilire le ragioni della fibrillazione e della morte. L’ospedale si è messo a disposizione dell’autorità giudiziaria e il suo direttore generale, Luigi Ablondi, ha disposto un’indagine interna. Gilberto Bazoli © RIPRODUZIONE RISERVATA 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Foto: Alcuni dei migranti soccorsi ieri dalla Marina militare. Il loro barcone è stato intercettato a 40 miglia dalle coste della Libia nel provvedimento di fermo. «Un’accusa molto grave e tutta da dimostrare — ha replicato l’avvocato Francesco Turrisi che difende i due accusati, il marocchino Hamid Bouchab e il tunisino Haj Hammouda Radouan, entrambi di 23 anni —. Perché si sarebbero dovuti autoaffondare rischiando di morire? È vero che a volte determinano la rottura del motore per andare alla deriva fino a che vengono soccorsi dalle navi italiane. Ma la falla non è detto cioè che sia volontaria». Per capire un po’ cosa stia succe- 2014 D’ARCO La lettera a Schulz In 46 deputati italiani chiedono al presidente dell’europarlamento un summit sull’emergenza dendo sul Mediterraneo era sufficiente ieri entrare al palazzetto dello sport di Catania, dove sono stati accolti i 206 migranti superstiti della sciagura, e salire un paio di gradoni. Lì c’era la giovane naufraga siriana che ha sorpreso tutti per aver deciso di sfidare il pericolo con un bimbo in grembo. Aveva il volto bianco di crema antiustione, l’abito nero che le copriva i capelli e, più giù, l’anomalo pancione. Era seduta solitaria e diceva «nine» mostrando le nove dita delle mani. Nono mese di gravidanza, forse un record per chi affronta deserti, terre, popoli e lingue sconosciute e pure le sinistre acque del Canale di Sicilia che ha la fama di tomba dei fuggitivi. «Voglio andare in Germania», sorrideva mescolando l’inglese all’arabo. Ma perché correre un rischio così alto? «Perché voglio far nascere mio figlio in un Paese dove non c’è la guerra. Anche mio marito è andato via dalla Siria». Diceva di aver viaggiato da sola. «Yes, alone». E parlava di Libano, di Turchia, di Egitto, di Libia. Ha attraversato le alture siriane, ha raggiunto la Turchia e da lì, in aereo, Il Cairo. Poi il deserto con camion e mezzi di fortuna e infine il Mediterraneo libico. «Viaggio molto lungo», e si accarezzava il grembo. Ha rischiato tutto, anche di far nascere la sua creatura sul rimorchio di un camion o nell’inferno del mare. Ha rischiato di morire con lei, pur di scappare da quella terra. Come un’altra mamma, questa annegata con i suoi due figli, lasciando per sempre i due fratellini che urlavano fra i disperati del barcone. Andrea Pasqualetto [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 italia: 51575551575557 Giovedì 15 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 15 Maggio 2014 Cronache 21 italia: 51575551575557 Famiglia L’approvazione con modifiche in commissione alla Camera Mumbai Solo sei mesi per l’addio Il divorzio ora è brevissimo Primo sì. Novanta giorni in meno se c’è il consenso La nuova legge Da tre anni a 12 mesi se c’è contenzioso nella coppia 1 La commissione Giustizia della Camera ha dato il via libera al disegno di legge per il divorzio breve: il testo verrà discusso in Aula dal 26 maggio. Prevede una riduzione dei tempi di separazione a 12 mesi in caso di contenzioso, a partire dal momento del «deposito della domanda di separazione». La legge attuale prevede che il periodo minimo sia tre anni, da quando però i coniugi compaiono davanti al presidente del Tribunale La procedura velocissima in caso di consensuale 2 Se i due coniugi decidono di intraprendere la strada della separazione consensuale e in assenza di figli minori, il periodo scende ancora, a sei mesi, contando sempre dalla presentazione della domanda Oggi il ricorso per la consensuale deve essere depositato presso il Tribunale e di solito ci vogliono dai tre ai sei mesi solo perché vengano convocati in udienza Ritirato l’emendamento sullo scioglimento «diretto» 3 Non è passato l’emendamento che prevedeva il divorzio diretto in caso di separazione consensuale. La Commissione ha invitato a ritirarlo scrivendo che «pur condivisibile in linea di principio, richiede ulteriori approfondimenti» nella discussione nell’aula della Camera oppure «nell’ambito dell’esame di un autonomo provvedimento» ROMA — Il divorzio breve diventerà ancora più breve. Così almeno ha decretato ieri la commissione giustizia di Montecitorio accogliendo emendamenti al testo in discussione presentati da gruppi politici diversi che però dicevano tutti la stessa cosa: si potrà divorziare in soli sei mesi, in caso di divorzio consensuale. Se conflittuale, invece, i mesi diventeranno dodici. Il testo che ha avuto il via libera ieri in commissione alla Camera andrà in aula il 26 maggio prossimo. Ed è un testo ben più liberale di quello unificato che era arrivato per essere discusso, relatori Luca D’Alessandro di Forza Italia e Alessandra Moretti del Pd. In questo testo, prima degli emendamenti che sono stati accolti ieri ( e che sono stati presentati dal Pd, da M5S, dal Psi) si prevedeva che nel caso della via giudiziale i termini per la richiesta del divorzio fossero di dodici mesi mentre per la consensuale si scendeva a nove mesi ma soltanto nel caso non ci fossero in mezzo figli minori. Ieri la svolta. Non solamente perché si è deciso di togliere novanta giorni al periodo di attesa per avere un divorzio con- sensuale, ma soprattutto perché si è cancellata del tutto la condizione variabile dei figli minori. Non un dettaglio. Dopo la nuova legge sulla filiazione, i figli sono figli uguali a tutti gli effetti e in tutte le situazioni. Con questo inserimento nella legge del divorzio si introduceva di nuovo una discriminante fra figli nati fuori e dentro il matrimonio. E la commissione ha deciso di dire di no ad un’introduzione che, tra le altre, avrebbe potuto essere impugnata come anticostituzionale. Un’altra modifica al testo unico che era in discussione, meno importante ma da non sottovalutare, è l’inizio del conteggio del periodo di divorzio. Per capire: nel testo iniziale si pensava di far partire il conto dal momento del deposito della modifica. Adesso, invece, si parte dalla data di notifica, modifica fondamentale nel caso di divorzio giudiziale. Ancora: ieri è stato stabili- to (con un emendamento presentato da Sandra Zampa del Pd) che una volta entrata in vigore la legge verrà applicata immediatamente anche ai procedimenti in corso. In aula Il prossimo lunedì 26 maggio il testo sarà presentato in aula a Montecitorio I figli Evitato un emendamento discriminante fra figli nati fuori e dentro il matrimonio In India nozze di massa per risparmiare Non si sa quando il testo sarà approvato. «Andrà in aula il 26 maggio e in commissione c’è stata una larghissima maggioranza agli emendamenti», ha detto Donatella Ferranti del Pd, presidente della commissione giustizia di Montecitorio. E ha commentato: «E’ un passo avanti di civiltà giuridica che ci riallinea agli altri paesi europei». Oggi in Europa ad avere un divorzio lungo siamo rimasti soltanto noi, insieme caritatevoli per tagliare i costi delle cerimonie tradizionali che possono essere molto alti. Evitando così difficoltà alle famiglie più povere. A pesare sono soprattutto il costume diffuso in alcuni strati sociali di aspettarsi una dote cospicua e doni costosi da parte dei parenti delle spose (Afp/ Punit Paranjpe) 311 Separazioni ogni mille matrimoni in Italia nel 2011 (ultimo dato disponibile), secondo l’Istat 182 I divorzi ogni mille matrimoni nel 2011 Sono in costante aumento: nel 1995 erano solo 80 Nuove regole valide subito anche per i casi ancora pendenti 4 Spose in attesa durante un matrimonio di massa islamico a Mumbai, in India. Sono trentacinque le coppie che hanno celebrato le loro nozze in contemporanea nella capitale del Maharashtra. Nel subcontinente indiano i matrimoni di massa sono spesso organizzati da organizzazioni 15 La legge in discussione in Parlamento stabilisce anche che l’eventuale comunione dei beni tra i coniugi si sciolga quando in udienza presidenziale il giudice autorizza marito e moglie a vivere separati oppure al momento di sottoscrivere la separazione consensuale. Inoltre prevede che il divorzio breve si possa applicare anche ai procedimenti ancora pendenti Anni La durata media dei matrimoni prima della separazione Sale a diciotto per i divorzi a Polonia, Malta e Irlanda. E dire che era il 1970 quando l’Italia fece uno scatto in avanti sugli altri paesi approvando una legge sul divorzio all’epoca all’avanguardia. Ci ricordiamo tutti il referendum che cercò di far abolire questa legge: era il 1972, era maggio, il 12. L’abolizione della legge non passò, anche perché furono in tanti pure fra i cattolici che nel segreto dell’urna misero una croce per mantenere questa. All’epoca ci volevano cinque anni di attesa dalla separazione per poter ottenere il divorzio. E bisogna aspettare il 1987 perché questo periodo di tempo scenda a tre anni. Adesso siamo ad un passo: da tre anni a sei mesi-un anno. Non è la prima volta che il Parlamento ci prova ad approvare il divorzio breve. Sono alcuni anni che con formule più o meno simili si tenta di modificare una legge che, però, fino ad ora non ha mai passato la soglia delle commissioni. Lunedì 26 maggio il testo che ha unificato tante proposte di legge verrà presentato in aula alla Camera da Luca D’Alessandro e da Alessandra Moretti. Alessandra Arachi © RIPRODUZIONE RISERVATA Massimo Ammaniti «Così si riduce il valore del matrimonio» «Ma i tempi lunghi danneggiano i figli» ROMA — «Non penso proprio che questa legge sul divorzio breve sia una cosa buona, per la coppia e per la società». Paola Vinciguerra, psicoterapeuta, guarda con molta diffidenza al testo che ieri pomeriggio ha avuto il via libera dalla commissione di Montecitorio. Spiega: «Riducendo di molto il tempo di attesa fra la separazione e il divorzio si riduce di conseguenza il valore che viene Fretta dato all’impegno «Mai avere fretta di del matrimonio». rompere un legame Paola Vinciguerra non ha dubbi: come quello della «Quando velocizzi famiglia» la possibilità di rompere un legame come quello della famiglia fai perdere significato a tutto. La famiglia è alla base della nostra struttura sociale e l’impegno che noi prendiamo al momento del matrimonio è quello di far durare per sempre questo nucleo. E quando dico che si perde di significato, intendo anche di valore e di importanza». ROMA — «Credo che la legge sul divorzio avesse dato un tempo lungo ai coniugi perché sperava che così ci fosse il tempo di ricomporre la crisi. In realtà questo non è mai successo e tutto questi conflitti sono andati a danno dei figli». Massimo Ammaniti, psichiatra dell’età evolutiva, è favorevole alla nuova legge sul divorzio breve e, come spiega lui, lo è proprio in funRicatti zione dei figli. Dice infatti: «Una delle «Evita quelle cose che la scienza difficoltà e quei ha messo in luce è ricatti che i genitori che sono i conflitsi fanno tra di loro» ti, gli scontri e le manipolazioni quelli che poi fanno stare male i figli. Scatenano su di loro le peggiori conseguenze. Per questo sono favorevole ad un periodo ben più breve di attesa per il divorzio: è tutto un tempo che evita di mettere i figli in difficoltà e in balia dei ricatti che i genitori si fanno tra di loro». Al. Ar. © RIPRODUZIONE RISERVATA CARRERA 85/S Paola Vinciguerra CARRERAWORLD.COM Al. Ar. © RIPRODUZIONE RISERVATA 22 italia: 51575551575557 Giovedì 15 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 15 Maggio 2014 Cronache 23 italia: 51575551575557 L’iniziativa Sul Corriere.it un documentario web su chi è stato giovane a cavallo tra l’era analogica e quella digitale L’autore Il diario di noi ragazzi del Vhs di ERRICO BUONANNO ‘90 Anni Perché un documentario web su I ragazzi degli anni 90? Nostalgia, certo. Combustibile naturale per la generazione cresciuta nell’ultimo decennio dell’ultimo secolo dello scorso millennio, sospesa tra l’analogico e il digitale, la Prima e la Seconda Repubblica, la lira e l’euro... Circa 9 milioni di nati tra la metà degli anni ‘70 e quella degli ‘80, che ritroveranno se stessi nelle immagini girate da Errico Buonanno al liceo Tasso di Roma, e dintorni, nel 1997. Lo scrittore, all’epoca diciottenne, ha filmato in vhs la sua vita, i compagni e gli amici (tra cui Matteo Benedetti che ha prodotto la serie per Rcs, in collaborazione con Icamfilms). Le puntate, da oggi su Corrieretv, raccontano la storia di un gruppo di ragazzi e dell’epoca in cui vivevano: dalla politica alla musica, dagli amori ai motori(ni). Per contenuti e stile, ricordano il primo Nanni Moretti, autarchico, e la presa diretta di The Blair Witch Project (che però era finzione): un’autobiografica collettiva, una Smemoranda audiovisivo, per tutti. Questo revival non è solo un agrodolce rito per i ragazzi degli anni 90: può servire anche ai fratelli minori di oggi, i nativi digitali che non possono immaginare un’età recente ancora disconnessa; ma pure ai fratelli maggiori e ai genitori che hanno a cuore, oggi come ieri, il destino dei propri cari. I ragazzi degli anni ‘90 è Baggio, i Nirvana e Pulp Fiction Un’epoca da rivivere, per crescere questo e altri giornali scaricateli da qui http://quoidianes.tumblr.com/ In politica come nella cultura c’è un immaginario collettivo che ci riporta indietro un viaggio nel passato che farà recuperare il tempo perduto, almeno emotivamente, per chi allora era giovane: ma costringe tutti a misurare il tempo passato. Un esorcismo per uscire dall’incantesimo in cui vive il Paese. Quale? Quello degli anni Novanta, con il loro carico illusioni perdute e promesse mancate, rinnovate, tradite. Sono finiti da oltre un decennio, ma non sembra. Un paradosso, facile da verificare. La prova del nove, per chi oggi ha circa trent’anni, è spietata: può capitare di parlare di fatti degli anni 90 (il rigore Baggio, gli attentati a Falcone e Borsellino, la musica grunge, la discesa in campo di Silvio) con persone nate in quegli stessi anni. E, ragionando per assurdo: davvero viviamo nel 2014? Milano è sconvolta dalle tangenti, il compagno Primo Greganti è stato arrestato, in giro per il Paese ci sono le bandiere di Forza Italia, i vecchi partiti sono in crisi, Monica Lewinsky crea problemi ai Clinton, vanno di moda camicie a quadri tipo Kurt Cobain… Fatti accaduti negli anni 90 e oggi replicati, re-interpretati, come una cover. Così chi è cresciuto nei 90 vive in un luna park post-moderno di emozioni. Per gli anni di che belli erano i film Pulp Fiction, Trainspotting e Matrix, gli anni di Van Basten e di Van Damme, come cantava Max Pezzali degli 883, gli anni in motorino sempre in due, gli anni della guerra Blur contro Oasis, dei Red Hot Chili Peppers, dei Nirvana, gli anni di telefilm come X-files o Beverly Hills 90210, gli anni dello spot progresso anti-Aids gli anni di Non è la Rai di Ambra-Boncompagni e del Karaoke di Fiorello, gli anni dell’Erasmus che ha unito più dell’euro… Chissà quale sarà il bilancio di quegli anni stupendi e pacchiani, terribili e struggenti; storicizzarli è necessario, salutare: altrimenti il passato non passerà, il futuro non avverrà. Affidarsi agli storici? Nel 1992 Francis Fukujama ci ha già fregati tutti con l’accattivante teoria espressa in La fine della storia e l’ultimo uomo; e bisognerebbe scavare tra macerie mobili, come dimostra- Sul sito Un viaggio con i lettori su Corriere.it A partire da oggi, ogni martedì e giovedì su Corriere.it sarà visibile la web serie «I ragazzi degli anni 90». Scritta e girata da Errico Buonanno, in 15 puntate, racconta la vita privata e pubblica di un gruppo di maturandi del 97. Su www.corriere.it/cultura/speciali/2014/ragazzi-anni-90 articoli, sondaggi, gallery per rivivere gli anni Novanta. I lettori possono inviare le loro foto a: [email protected] no i fatti post-sovietici in Ucraina, di un decennio stretto tra due crolli: il Muro di Berlino nel 1989 e le Torri Gemelle del 2001. In mezzo, la prima guerra del Golfo, vista solo in tv con luminescenze notturne che la facevano sembrare il videogioco che non era; tanto che il filosofo Jean Baudrillard sostenne che La Guerra del Golfo non c’è mai stata. Non esistono più gli eventi storici, diceva. E il genocidio in Ruanda? E, in Italia, le stragi di Mafia, e Tangentopoli? Neanche i politici sono di grande aiuto. È ancora in corso il cataclisma iniziato vent’anni fa; alcuni meteoriti che l’hanno causato si sono eclissati di recente (Di Pietro e Bossi), altri provano a sopravviversi, come dinosauri contro i “nuovi”, esplosi negli anni Zero (Grillo e Renzi). Ma allora, chi può aiutare I ragazzi degli anni 90 a non morire di nostalgia? A non diventare ragazzi male invecchiati? Il documentario di Buonanno costringe tutti a guardarsi indietro, commuovendo e divertendosi, ma dando pure la sveglia: il tempo che oggi chiamiamo presente, era il futuro. E bisogna renderne conto, e bisogna tornare a pensarlo, volerlo. P.S.: fatelo inviando storie e foto dei vostri anni ‘90 a [email protected] Luca Mastrantonio criticalmastra © RIPRODUZIONE RISERVATA Nel 1997 avevo diciott’anni e tenevo un diario. Quando mi regalarono una telecamera Vhs, buttai via il diario e accesi la telecamera. Il mio piano era semplice: riprendere tutto. Filmare la vita quotidiana, mia e dei miei amici; sabati sera, lezioni, proteste... Raccogliere immagini e registrare parole, per realizzare un documentario grandioso: una cronaca esatta dei miei anni ’90. Non ero uno storico e non ero un regista. Ero un ragazzo come tanti, che finiva il liceo e lo voleva salvare. Eppure già intuivo che raccontare i miei giorni significava anche parlare di qualcosa di grande, generale. Qualcosa che andava un po’ più in là della mia camera coi poster e del liceo nuovamente occupato. Filmare la nostra adolescenza significava anche filmare un vero momento di passaggio, la fine di un secolo confuso, coi nostri vestiti anni ’70, coi nostri ritmi anni ’60, con le sue ideologie anni ‘10. Filmare la nostra adolescenza significava — lo sentivo — filmare la nascita di qualcosa di nuovo, il 2000, il futuro, che si stentava a decifrare: nuova politica, nuove idee per l’Italia. Crollo dell’Urss, Tangen- Nel 1997 Errico Buonanno topoli e bombe avevano infranto la nostra innocenza. L’infanzia anni ’80 era finita, ma non potevamo ancora dirci maturi. Adolescente era tutto il Paese. Perciò decisi di filmare, sempre. Nastro vergine, pila, telecamera accesa. A scuola, durante le assemblee. Ai concerti, ai cortei: tasto «rec», luce rossa. Un reality, prima dei reality, quando «Reality» era solo la canzone de «Il tempo delle mele». Tutto un anno da spiare. Chiuso il liceo, mi ritrovai con un tesoro: giorni, montagne di girato. Un mondo e un’epoca su nastri, che misi in una busta gialla e gettai in fondo ad un armadio. Perché il ricordo diventasse Storia, e fossimo pronti a capire anche loro. Loro: «I ragazzi degli anni ‘90» che eravamo stati. © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 Giovedì 15 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Crediamo che anche il migliore dei materiali possa essere sempre migliorato: Super Titanio 5 volte più resistente del normale titanio Collezione da 178 a 298 euro 5 volte più resistente del normale titanio 40% più leggero dell’acciaio inox Vetro Zaffiro, prezioso ed inscalfibile Energia inesauribile grazie alla carica luce € 278 Corriere della Sera Giovedì 15 Maggio 2014 Cronache 25 italia: 51575551575557 Società Belli, ricchi e di successo: le relazioni che ci fanno sognare Vincenti e (quasi) perfette Storie di coppie invidiabili Dagli amori di Clooney al gossip su D’Amico-Buffon Le immagini Gli scatti Le prime voci su una relazione in corso tra la giornalista televisiva Ilaria D’Amico, 40 anni, e il calciatore Gianluigi Buffon, 36, erano state rese note a gennaio dal settimanale «Chi». Ora la rivista pubblica alcuni scatti che testimonierebbero un avvenuto incontro tra i due (sopra). Ieri sera Buffon era con la moglie Alena Seredova e i due figli allo Juventus Stadium (sotto) Gli altri Quella Buffon-D’Amico non è la sola coppia che di recente ha alimentato le cronache: ultima in ordine di tempo è quella formata da George Clooney, 53 anni, attore, e Amal Alamuddin, 36, avvocata (qui sopra). «Speculare» a BuffonD’Amico, la coppia formata dal portiere spagnolo Iker Casillas, 32, e dalla giornalista Sara Carbonero, 30 di MARIA LUISA AGNESE Lei che entra e lui che entra poco dopo, e il portone è sempre lo stesso. Dopo quattro mesi di appostamenti accaniti di paparazzi arrabbiati il settimanale Chi ha scodellato quelle che definisce le «prove del gossip dell’anno». Un gossip prima sussurrato, poi smentito, ma sempre coltivato sotto traccia sulla coppia BuffonD’Amico da quel 24 gennaio quando esplose sulla stampa, e che ora si confermerebbe essere ormai una relazione in piena regola, per quanto non sbandierata e ancora vissuta in una discreta clandestinità, fatta di accorti depistaggi (e ieri sera Buffon, forse in risposta ai gossip, si è fatto vedere con la moglie Alena Seredova e i due figli sugli spalti dello Juventus Stadium dove si giocava la finale di Europa League). Ma subito la nuova coppia grazie a quelle immagini galeotte si presenta agli occhi del mondo con le stigmate della favola contemporanea: belli, di successo, innamorati, giovani ma già nel pieno della consapevolezza. In una parola, invidiabili. Una coppia di quelle che hanno il potere di ispirare e accendere i sogni degli altri, quelli che la favola non ce l’hanno ancora ma sperano di averla presto. Pur provenendo da mondi differenti, il calciatore e la conduttrice tv, hanno quel certo non so che, quel quid che li rende speciali, una coppia che magari a prima vista può sembrare basata su alchimie improbabili e che invece si rivelano durature, magari grazie a quel mix apparentemente sbilanciato. Proprio come era successo con un’altra coppia a loro perfettamente speculare (calciatore più giornalista tv) e di altrettanto carisma mediatico: Iker Casillas e Sara Carbonero (eletta nel 2009 «reporter più sexy») che rivelarono il loro amore con un bacio «non canonico» in diretta, alla Coppa del Mondo 2010, e ora felici neogenitori del piccolo Martin. O come sta succedendo in questi giorni con la coppia internazionalmente invidiabile dei Cluna- Senato Droghe pesanti e leggere Sì definitivo al nuovo testo Niente carcere per il piccolo spaccio, solo sanzioni per uso personale e ampia possibilità di accesso a farmaci off label, ovvero al di fuori delle indicazioni per i quali sono stati autorizzati e previsti. Queste le novità introdotte dal decreto Lorenzin, ormai diventato legge con l’approvazione del voto di fiducia di ieri al Senato. Con 155 voti favorevoli, 105 contrari e nessun astenuto i senatori hanno dato il via libera, senza modificarlo, al testo giunto dalla Camera (dove pure era passato con la fiducia). La nuova norma va così a colmare il vuoto creato dalla bocciatura della legge FiniGiovanardi: il testo ripristina le tabelle con la suddivisione degli stupefacenti in base agli effetti e vede inserita la marijuana di origine naturale nella tabella due, ovvero tra le droghe leggere, mentre quella sintetica è nella tabella uno, insieme a cocaina, eroina e anfetamine. Spicca la riduzione di pena per il piccolo spaccio a 4 anni, scelta che esclude di fatto la reclusione in carcere. Inoltre, il reato non distingue tra droghe leggere e droghe pesanti, ma sarà compito del giudice graduare l’entità della pena in base alla qualità e quantità della sostanza venduta. Altre novità sono la reintroduzione dei lavori di pubblica utilità nel caso di condanna e la riduzione di sanzioni per l’uso personale. © RIPRODUZIONE RISERVATA muddin, crasi alla maniera dei Brangelina di Clooney (George) e Alamuddin (Amal): dopo anni di vagabondaggi sul fronte sentimentale l’ex scapolo più agognato del globo è stato catturato dal fascino fresco di Amal, esotica, bella alla maniera di Anne Hathaway, avvocato anglo-libanese di impegno e di grido, e apparentemente estranea al suo mondo. Così come sentimenti di identificazione e di ammirazione pop suscita, tornando in casa nostra, un’altra coppia apparentemente sbilanciata come quella formata da Michelle Hunziker, brillante donna di spettacolo, e dal suo bel Tomaso Trussardi, imprenditore del lusso. Asimmetrici quanto i BuffonD’Amico, esemplari sani e vincenti Domani su «Sette» Internet e privacy Cambiano le regole Il ritorno alla privacy. Nel nuovo numero di Sette, in edicola domani con il Corriere, si spiega come, dopo anni di scarsi controlli, i giganti del web ora lavorino per proteggere i dati degli utenti. Sul tema interviene anche Ilaria D’Amico: «Troppe regole potrebbero limitare il diritto alla verità». Insieme Ilaria D’Amico, 40 anni, e Gianluigi Buffon, 36, fotografati insieme all’Ospedale San Carlo Borromeo di Milano durante un evento benefico (Fotogramma) del prototipo italico, con le loro biografie opposte, anche se alfine convergenti. Lui calciatore classico, gigante della parata con un fulmineo bernoccolo per gli affari, e qualche intemperante simpatia giovanile per la destra (una ma- glietta con su scritto «boia chi molla», ma era un ragazzo), recentemente convertito al moderatismo, con endorsement montiano. Lei, che sul fronte estetico non ha nulla da invidiare a Carbonero, intervistatrice sempre attenta e preparata, una dichiarata simpatia per la sinistra, per quanto quella democratica all’americana e non i nostrani veterocomunismi. Un’intesa dunque post-ideologica, che è riuscita a superare i reciproci pregiudizi, perché Ilaria che di calciatori ne ha conosciuti parecchi nelle sue interviste, non ha mai avuto un debole per loro, e ora avrebbe confessato alle amiche «che ci ha messo parecchio tempo a convincere se stessa ad arrendersi». Solo dieci giorni fa, il 4 maggio, Ilaria dava ancora del lei a Buffon in un’intervista su Sky. Adesso queste foto potrebbero essere una liberazione per tutti: e d’ora in avanti, solo del tu, anche in tv. © RIPRODUZIONE RISERVATA La scelta di Barbara Berlusconi Geronimo La Russa un interista al Milan «Penso più al Catania» MILANO — Qualche anno fa, in un’intervista, il famoso padre Ignazio (ex ministro della Difesa nel governo Berlusconi, ex coordinatore del Pdl ora in Fratelli d’Italia) rivelò: «Se un giorno Geronimo mi dicesse che è di sinistra? Non ho di questi timori. Ho avuto molta più paura che diventasse milanista come mio fratello Romano». Milanista non lo è diventato, ma Geronimo La Russa — 34 anni, avvocato come il padre e il nonno Antonino, da sempre molto amico di Barbara Berlusconi — è entrato lo scorso 16 aprile nel consiglio d’amministrazione di Milan Entertainment e Milan Real Estate (due controllate del Milan) di cui Barbara è ora presidente. Non una posizione in cui si prendono decisioni di particolare rilievo (l’emolumento previsto per un posto nei due cda è di duemila e tremila euro lordi all’anno), ma comunque un primo passo nella galassia Milan e l’ennesimo verso la popolarità (tra i tanti «figli di» Geronimo è uno dei più noti, ultimamente coinvolto anche in una dinasty familiare, che ruota attorno a una polizza d’assicurazione sottoscritta dalla nonna; «Tutto un complotto di mio zio Libero», dice Geronimo). Per la terzogenita di Silvio Berlusconi coinvolgere l’amico di sempre (i due escono spesso assieme e lei, un anno fa, a Castiglione Olona, era una degli ospiti presenti al matrimonio di lui con Patrizia Silini, figlia di industriali del Varesotto) è stata una mossa quasi naturale: da quando è diventata vicepresidente e ad del Milan per la parte Amici Geronimo La Russa, 33 anni, con Barbara Berlusconi, 29, ad del Milan insieme ad Adriano Galliani (Italy Photo Press) commerciale, Barbara si vuole circondare solo di persone fidatissime. «Mi conosce bene come amico e come professionista, le serviva una persona di fiducia», spiega Geronimo. In effetti sono già molte le attività che i due hanno condiviso: sono i cofondatori dell’ente benefico Milano Young Onlus (insieme, tra gli altri, a Nicolò Cardi, Francesca Versace e Paolo Ligresti) e l’anno scorso lo stesso Geronimo era entrato nel cda della Cardi Black Box, la società a cui fa capo una galleria d’arte contemporanea, dove è impegnata anche BB. Geronimo è rimasto interista, ma solo simpatizzante, perché la fede di famiglia gli è arrivata un po’ annacquata, superata dall’affetto per il Catania («Certo che simpatizzo per l’Inter, ma quest’anno ho tifato perché restasse in A il Catania, purtroppo è andata male») e, soprattutto, dalla passione per i motori. Ama le auto sportive e la velocità (ha avuto un brutto incidente a bordo di una Bmw), ha corso la Mille Miglia su una Triumph TR3 del 1956 ed è anche stato vicepresidente dell’Aci di Milano per un anno e mezzo. Le polemiche non erano mancate perché la sua nomina era arrivata assieme a quella del fidanzato di Michela Brambilla e del figlio di Bruno Ermolli. «Poi mi sono dimesso io, perché non c’erano le condizioni per lavorare. Ora mi sono candidato di nuovo, con la lista “per lo sport e il rinnovamento”. Con me ci sono l’ex pilota Ivan Capelli, Massimo Ciceri e Enrico Radaelli. Questa è la mia vera passione». Insomma, il pallone non è in cima ai suoi pensieri e l’ingresso nei cda di Milan Real Estate e Milan entertainment è soprattutto un affare di amicizia. Non resta da capire come lo prenderà il padre Ignazio. Arianna Ravelli © RIPRODUZIONE RISERVATA 26 italia: 51575551575557 Giovedì 15 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 15 Maggio 2014 Cronache 27 italia: 51575551575557 Made in Italy Il ministro Guidi: «Un simbolo della nostra imprenditoria» La storia Francobollo e tour mondiale La Nutella festeggia i 50 anni Inventata ad Alba, oggi ha 30 milioni di fan su Facebook ROMA — Lo spuntino notturno? Nutella e cracker. Anche il ministro Federica Guidi non resiste alla tentazione della crema gianduia a base di cacao e nocciole più famosa del mondo. La confessione della titolare dello Sviluppo economico è stata fatta ieri in occasione dei 50 anni del prodotto di punta della Ferrero. Mezzo secolo di eccellenza italiana festeggiata non solo con numeri da record ma anche con un tour mondiale e un francobollo distribuito già oggi nei 14 mila uffici delle Poste. Il francobollo, il venticinquesimo della serie tematica «Le eccellenze del sistema produttivo e economico», non è solo il riconoscimento formale a una vicenda imprenditoriale fatta di lungimiranza e pragmatismo (la nocciola, per esempio, è stata la risposta alla carenza di cacao dell’epoca). È anche un passaggio simbolico chiave. Quando, infatti, ha spiegato Anto- nio Catricalà, presidente di sezione del Consiglio di Stato, si entra nel mondo della filatelia, si è davvero nella storia. E quella della Supercrema — così si chiamava il prodotto uscito dalla fabbrica di Alba nel 1964 — è davvero una storia di qualità. Anzi, «un anticorpo alla crisi, emblema della genialità dell’imprenditoria italiana», come ha aggiunto il ministro Guidi. Il tour invece prende avvio domani da dove iniziò tutto: da Alba, cuore delle Langhe e del buon mangiare italiano. A seguire eventi e incontri internazionali, con tappe in Russia, Emirati Arabi, Canada, Stati Uniti e ovviamente Europa. Non solo gli italiani apprezzano la crema spalmabile, ma anche i tedeschi e i francesi, con consumi di 60 e 70 mila tonnellate l’anno, intorno a 1 chilogrammo a testa. Sarà un vero e proprio «road show», tra assaggi e musica, con arrivo a Napoli, perché è proprio la Campania la regione dove si mangia più Nutella. L’ambasciatore Francesco Paolo Fulci, presidente della Ferrero Spa, ci tiene a sottolineare come salute (anche dei dipendenti) e cultura sono i due principi fondamentali dell’azienda. Così come mostra il quarto rapporto di responsabilità sociale presentato dalla società, «Condividere Valori per Creare Valore», l’unica nel settore alimentare ad aver ottenuto dalla «Global reporting initiative» il rating «A Plus». I numeri del successo globale sono evidenti: 11 stabilimenti in Il debutto La Nutella fa il suo esordio nel 1964. È prodotta dalla Ferrero, industria dolciaria di Alba (Cuneo). Nella foto sopra il francobollo emesso ieri tutto il pianeta, presente con dipendenti in 97 nazioni, i vasetti di Nutella commercializzati in un anno, messi in fila, farebbero 1,7 volte il giro della Terra e peserebbero quanto l’Empire State Building. Si può davvero prendere in prestito il titolo del libro di Gigi Padovani per descrivere la realtà della crema spalmabile più imitata ma inimitabile del pianeta: «Mondo Nutella. 50 anni di innovazione» (Rizzoli). E i fan dimostrano di apprezzare, anche su Internet. La Nutella ha infatti su Facebook quasi 30 milioni di «amici», su Twitter i follower sono invece circa 45 mila e il prodotto viene acquistato dall’83% delle famiglie italiane. È proprio come dice con una battuta Luisa Todini, presidente di Poste italiane, siamo tutti un po’ «stakeholder», sostenitori, di Nutella. Federica Colonna © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista immaginaria di ROBERTO PERRONE Buongiorno signora Nutella. «Signorina, prego». Mi scusi, pensavo all’età... 50 anni. «E non li dimostro. La vita comincia adesso, giovanotto, io mi sento molto giovane. Comunque la scuso, ma mi tolga le mani di dosso». Mi scusi, ma lei è molto appetitosa. «Non sia sfacciato. Lei si scusa un po’ troppo, lo sa?» Ha ragione, come tutti i golosi sono scuse di coccodrillo. «Basta con i convenevoli, che cosa voleva sapere?». Si ricorda il suo primo giorno? «Eccome. Pioveva, era il 20 aprile del 1964». Che cosa ha fatto? «Quel giorno sono uscita per la prima volta dalla fabbrica di Alba». Non erano un po’ preoccupati per lei, in giro per il mondo, da sola? «Beh, certo, però sapevano che ero una brava. Anzi, direi buona». Il primo amore? «Un ragazzo di Alba. All’inizio era un po’ timido, poi ha preso coraggio e si è buttato. Da quel momento è stata passione». Però non si è mai fidanzata. «E come avrei potuto? Sa quanti spasimanti ho?». Tanti, immagino. «Circa 120 milioni, sparpagliati in tutto il mondo. È difficile scegliere. E io non voglio scontentare nessuno». Io so che lei ha cambiato nome, come fanno spesso le donne. «Certe cose non si chiedono, però sì, prima mi chiamavo Supercrema». Con tutto il rispetto, meglio Nutella. «Anche a me piace di più Nutella però anche come Supercrema non ero male». Nella sua prima «reclame» (allora si chiamavano così) era abbinata a racconti sceneggiati Cuore, con la re- «Il mio primo nome fu Supercrema Nanni Moretti nudo mi fece arrossire» Dal Dopoguerra In bianco e nero L’interno del primo stabilimento ad Alba, nel 1947 Ora sono 20 in tutto il mondo Il film Nanni Moretti alle prese con un barattolo gigante di Nutella in una celebre scena del suo film del 1984 «Bianca» gia di Sandro Bolchi. Al giorno d’oggi le darebbero della buonista. «Più che altro, le ripeto, sono buona. Ma buonista non mi disturba affatto, il mio messaggio è rassicurante, positivo, il mio mondo è senza barriere, come nella campagna di Oliviero Toscani con i bambini di tutto il mondo». Senta, un momento di trasgressione l’avrà avuto, no? Che fa, arrossisce? «Se mi promette che rimane tra di noi glielo racconto». Ma certamente, spengo il registratore. «Rammenta il Carosello con Jo Condor che faceva i dispetti nella Valle Felice?». Purtroppo anch’io ho una certa età. Me la ricordo benissimo, poi arrivava il Gigante Amico e rimetteva le cose a posto. «Ehm... io... insomma, trovavo noioso il Gigante, mentre ho sempre avuto un debole per Jo Condor, una sera siamo anche usciti insieme». Ah, ah, signorina Nutella. Visto che siamo in tema, da quale dei suoi colleghi Ferrero accetterebbe un invito. «Nessuno dubbio. Dal Rocher, così elegante, a modo. Ha una classe innata». E poi ha anche Ambrogio e una bella auto. «Mi crede così venale?». Via, non s’inalberi che le salgono le calorie. A proposito, cosa risponde a chi l’ha accusa di essere troppo «pesante». «È una questione di quantità e frequenza: il segreto è tutto qui». I suoi spot restano nella memoria, lei quale preferisce? «Tutti, però sono legata all’ultimo, quello con i vasetti personalizzati. Anche “Che mondo sarebbe senza Nutella?” è molto significativo». Che mondo sarebbe senza Nutella? «Un mondo più incattivito. Io trasmetto calore e soprattutto convivialità. Ha mai fatto colazione con me in mezzo al tavolo?». Eccome, solo che io la guardavo e Le origini La Nutella è una crema gianduia a base di cacao e nocciole (in alto una delle prime pubblicità). La ricetta si basa su quella di una precedente crema «Pasta Giandujot» (1945). Poco dopo arriva «Supercrema» Il nome e le cifre Nutella è la combinazione tra la parola inglese «nut» (nocciola) e il suffisso «ella». Nel 2013 il fatturato della Ferrero è stato di 8,1 miliardi di euro gli altri spalmavano. «Come dicevo, basta non esagerare». Lei non ha mai avuto testimonial famosi, il grande attore, il famoso cantante. Se potesse prenderne in prestito uno da un altro prodotto? «Si aspetta che le dica George Clooney, eh? Invece scelgo l’orso con la voce di Abatantuono. Sono sicura che saprebbe apprezzarmi». Mi sembra di capire che nel dolce si sente una primadonna, Ma se fosse una spalmabile salata? «Sarei la pasta d’acciughe». Di quale squadra è tifosa? «Io tifo per la Nazionale». Si sbilanci. Il suo giocatore preferito? «Tutti, però ho un debole per Francesco Totti. Di me ha detto che sono il suo “doping”». Quali sono i suoi pregi e i suoi difetti? «Entusiasta, romantica, ottimista. Tra i difetti testarda e con un forte desidero di protagonismo. Sono ancora qui dopo 50 anni malgrado tutti i tentativi di imitazione». Il momento più imbarazzante della sua vita? «Quando mi sono trovata con Nanni Moretti nudo accanto. Non sapevo che fare». Grazie del suo tempo. Adesso avrei una richiesta personale, potrebbe autografare un barattolo per mio figlio? «Ma certo. Perché non l’ha portato? Io adoro i ragazzi e loro adorano me». Appunto, se lo portavo l’intervista durava tre cucchiaiate. © RIPRODUZIONE RISERVATA 28 Giovedì 15 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Ministero della Giustizia DIPARTIMENTO GIUSTIZIA MINORILE CENTRO PER LA GIUSTIZIA PER LA CAMPANIA - NAPOLI AVVISO DI GARA E’ indetta procedura aperta per l’affidamento del servizio di fornitura e confezionamento vitto per i minori ristretti presso gli Istituti Penali per i Minorenni (I.P.M) di Airola (Bn), di Nisida (Na) e per il personale di Polizia Penitenziaria e del Comparto ministeri dei predetti Istituti e del personale della Comunità per minori con annesso S.D.P. di Nisida (Na), ed il servizio di fornitura e confezionamento vitto con modalità di asporto per i minori ristretti presso il Centro di Prima Accoglienza di Napoli e Comunità per minori con annesso S.D.P. di Nisida (Na) e di S. Maria C.V. (Ce). Importo complessivo stimato (periodo 01.07.2014 - 31.12.2014) di € 326.697,00= I.V.A. esclusa - oltre € 6.533,94= per oneri relativi alla sicurezza, non soggetti a ribasso di gara. Aggiudicazione in unico lotto. Il bando integrale di gara è accessibile su www.giustiziaminorile.it, pubblicato su GUCE n. S64 del 01.04.2014 ed in estratto sulla GURI V^ Serie n. 46 del 23.04.2014. Eventuali informazioni e chiarimenti circa l’oggetto della gara, la procedura di partecipazione e la documentazione da produrre potranno essere richiesti per iscritto via fax al n. 0817448263 o per posta elettronica: [email protected]. IL DIRIGENTE CENTRO GIUSTIZIA MINORILE PER LA CAMPANIA - Giuseppe Centomani REGIONE TOSCANA ESTAV Nord-Ovest Sede Legale: via Cocchi, 7/9 Loc. Ospedaletto - 56121 PISA AVVISO DI RETTIFICA PUBBLICAZIONE Si rettifica il titolo della gara pubblicata in data 22/04/2014 con oggetto Servizio trasporto e sporzionamento pasti per l'Azienda Sanitaria USL 2 come segue: Servizio trasporti per la Fondazione Toscana Gabriele Monasterio. Le offerte dovranno pervenire telematicamente, nel rispetto delle modalità specificate nella documentazione di gara entro e non oltre le ore 12.00 del giorno 26/05/2014 (termine perentorio). Il bando integrale di gara è stato trasmesso alla G.U.U.E. il giorno 07/04/2014. La documentazione di gara è disponibile sul profilo della stazione appaltante al seguente indirizzo: https://start.e.toscana.it/estav-nordovest e sul sito internet all’indirizzo www.estav-nordovest.toscana.it. Per ulteriori informazioni tel. 0584.6056502 fax 0584.6059501. Le offerte non vincolano l’Estav Nord Ovest. U.O.C Acquisizione Servizi e Atttività Territoriali f.to dott. Antonio Riccò RESOCONTO INTERMEDIO DI GESTIONE AL 31 MARZO 2014 Si comunica che il Resoconto Intermedio di Gestione al 31 marzo 2014 sarà depositato, a disposizione del pubblico, presso la sede sociale e presso Borsa Italiana S.p.A. ed altresì pubblicato sul sito internet della Società www.rcsmediagroup.it entro la data odierna. Milano, 15 maggio 2014 AdF - Aeroporto di Firenze S.p.A. AdF - Aeroporto di Firenze S.p.A. AdF - Aeroporto di Firenze S.p.A. TRIBUNALE DI MODENA ESTRATTO DEL BANDO DI GARA La Committente: AdF - Aeroporto di Firenze S.p.A., con sede in Firenze, Via del Termine n. 11. Tel. 055/3061609-635, fax 055/3061779, comunica che è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 54 del 14/05/2014, sul sito internet dell’Osservatorio Regionale dei Contratti Pubblici della Regione Toscana, e sul sito internet della società http://aeroporto.firenze.it/ il bando di gara a procedura aperta ai sensi del D.Lgs. n. 163/2006 per l’affidamento l’Appalto per il servizio di conduzione e manutenzione degli impianti elettrici, più specificamente la conduzione il presidio, l’avviamento quotidiano e la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti elettrici dell’Aeroporto di Firenze. L’importo complessivo stimato dell’appalto, per l’esecuzione del Servizio suddetto, è pari ad Euro 281.614,27 Iva esclusa di cui Euro 7.194,33 Iva esclusa non soggetti a ribasso d’asta in quanto oneri per la sicurezza. Pertanto l’importo posto a base d’asta soggetto a ribasso è pari a Euro 274.419,94 (euro duecentosettantaquattromilaquattrocentodiciannove/9 4) Iva esclusa. Si precisa che l’importo sopraindicato è riferito alla durata complessiva di 1 (uno) anno del contratto di appalto. Il contratto avrà durata complessiva di 1 (uno) anno decorrente dalla data indicata in apposito verbale di consegna degli impianti sottoscritto congiuntamente da AdF e dall’Appaltatore. Alla scadenza naturale del contratto è facoltà di AdF prorogare, agli stessi termini e condizioni, il contratto fino ad un massimo di 1 anno. L’eventuale proroga, e la sua durata, verrà comunicata dalla AdF per iscritto con un preavviso di 60 giorni. Informazioni presso: AdF Aeroporto di Firenze S.p.A. (tel.055/3061609635) e sul sito http://aeroporto.firenze.it/. Le offerte dovranno pervenire entro e non oltre le ore 12:00 del 3 luglio 2014 al seguente indirizzo: AdF - Aeroporto di Firenze S.p.A., Via del Termine n. 11, 50127 - Firenze, Attenzione: Ufficio Acquisti. Aggiudicazione: Offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’art. 83 del D.Lgs. 163/2006. Responsabile del Procedimento: il Responsabile del Procedimento in fase di affidamento è l’Ing. Nicolino D’Ippolito. L’Amministratore Delegato Dott. Vittorio Fanti ESTRATTO DEL BANDO DI GARA La Committente: AdF - Aeroporto di Firenze S.p.A., con sede in Firenze, Via del Termine n. 11. Tel. 055/3061609-635, fax 055/3061779, comunica che è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 54 del 14/05/2014, sul sito internet dell’Osservatorio Regionale dei Contratti Pubblici della Regione Toscana, e sul sito internet della società http://aeroporto.firenze.it/ il bando di gara a procedura aperta ai sensi del D.Lgs. n. 163/2006 per l’affidamento l’Appalto per il servizio di conduzione e manutenzione degli impianti di smistamento bagagli, più specificamente la conduzione, il presidio, l’avviamento quotidiano e la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti di smistamento, trasporto e riconsegna dei bagagli da stiva dell’Aeroporto di Firenze. L’importo complessivo stimato dell’appalto, per l’esecuzione del Servizio suddetto, è pari ad Euro 376.782,85 Iva esclusa di cui Euro 11.510,95 Iva esclusa non soggetti a ribasso d’asta in quanto oneri per la sicurezza. Pertanto l’importo posto a base d’asta soggetto a ribasso è pari a Euro 365.271,90 (euro trecentosessantacinquemiladuecentosettantuno/90) Iva esclusa. Si precisa che l’importo sopraindicato è riferito alla durata complessiva di 1 (uno) anno del contratto di appalto. Il contratto avrà durata complessiva di 1 (uno) anno decorrente dalla data indicata in apposito verbale di consegna degli impianti sottoscritto congiuntamente da AdF e dall’Appaltatore. Alla scadenza naturale del contratto è facoltà di AdF prorogare, agli stessi termini e condizioni, il contratto fino ad un massimo di 1 anno. L’eventuale proroga, e la sua durata, verrà comunicata dalla AdF per iscritto con un preavviso di 60 giorni. Informazioni presso: AdF Aeroporto di Firenze S.p.A. (tel.055/3061609635) e sul sito http://aeroporto.firenze.it/. Le offerte dovranno pervenire entro e non oltre le ore 12:00 del 7 luglio 2014 al seguente indirizzo: AdF - Aeroporto di Firenze S.p.A., Via del Termine n. 11, 50127 - Firenze, Attenzione: Ufficio Acquisti. Aggiudicazione: Offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’art. 83 del D.Lgs. 163/2006. Responsabile del Procedimento: il Responsabile del Procedimento in fase di affidamento è l’Ing. Nicolino D’Ippolito. L’Amministratore Delegato Dott. Vittorio Fanti ESTRATTO DEL BANDO DI GARA La Committente: AdF - Aeroporto di Firenze S.p.A., con sede in Firenze, Via del Termine n. 11. Tel. 055/3061609-635, fax 055/3061779, comunica che è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 54 del 14/05/2014, sul sito internet dell’Osservatorio Regionale dei Contratti Pubblici della Regione Toscana, e sul sito internet della società http://aeroporto.firenze.it/ il bando di gara a procedura aperta ai sensi del D.Lgs. n. 163/2006 per l’affidamento del servizio di manutenzione preventiva e straordinaria di mezzi ed attrezzature di rampa presso l’Aeroporto “Amerigo Vespucci” di Firenze. L’importo complessivo stimato dell’appalto, per l’esecuzione del Servizio suddetto, è pari ad Euro 395.204,93 Iva esclusa di cui Euro 16.326,88 Iva esclusa non soggetti a ribasso d’asta in quanto oneri per la sicurezza. Pertanto l’importo posto a base d’asta soggetto a ribasso è pari a Euro 378.878,05 (euro trecentosettantottomilaottocentosettantotto/05) Iva esclusa. Si precisa che l’importo sopraindicato è riferito alla durata complessiva di 1 (uno) anno del contratto di appalto. Il contratto avrà durata complessiva di 1 (uno) anno decorrente dalla sottoscrizione del verbale di consegna degli spazi. Alla scadenza naturale del contratto è facoltà di AdF prorogare, agli stessi termini e condizioni, il contratto fino ad un massimo di 1 anno. L’eventuale proroga, e la sua durata, verrà comunicata dalla AdF per iscritto con un preavviso di tre mesi. Informazioni presso: AdF Aeroporto di Firenze S.p.A. (tel.055/3061609635) e sul sito http://aeroporto.firenze.it/. Le offerte dovranno pervenire entro e non oltre le ore 12:00 del 3 luglio 2014 al seguente indirizzo: AdF - Aeroporto di Firenze S.p.A., Via del Termine n. 11, 50127 - Firenze, Attenzione: Ufficio Acquisti. Aggiudicazione: Offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’art. 83 del D.Lgs. 163/2006. Responsabile del Procedimento: il Responsabile del Procedimento in fase di affidamento è l’Ing. Nicolino D’Ippolito. L’Amministratore Delegato Dott. Vittorio Fanti INVITO AD OFFRIRE CONCORDATO PREVENTIVO N. 12/2013 Fonderia Scacchetti Leghe Leggere srl Giudice Delegato: Dott.ssa Alessandra Mirabelli Commissario Giudiziale:Rag. Massimo Bettalico Il liquidatore Giudiziale invita ad offrire per l’acquisto di: Ramo aziendale produttivo per l’attività di fonderia composto come da perizie agli atti della procedura, per il quale è recentemente pervenuta offerta irrevocabile per l’acquisto al prezzo base di Euro 3.500.000,00 con pagamento parte immediato (1.200.000,00 Euro) il resto dilazionato entro un anno dall’aggiudicazione. L’offerta contiene inoltre l’obbligo del mantenimento di parte del livello occupazionale del personale dipendente, l’obbligo dell’acquisto delle giacenze esistenti e la loro valorizzazione oltre alle garanzie e la dichiarazione di manleva e rinuncia alla richiesta limitata di risarcimenti in caso di sopravvenienze. I soggetti interessati all’acquisto dovranno far pervenire agli organi della procedura, entro le ore 12,00 del giorno 29 Maggio 2014, via fax, con raccomandata a.r. o a mezzo P.E.C. ([email protected]), una offerta con l’indicazione del prezzo che non dovrà essere inferiore a € 3.500.000 e delle condizioni accessorie sopracitate (che potranno essere visionate a richiesta formulata dai possibili offerenti al Commissario Giudiziale), accompagnata da fotocopia del documento d’identità del sottoscrittore e, se formulata da società, da visura camerale portante i poteri del sottoscrittore. Il presente annuncio non comporta per la procedura alcun obbligo o impegno di vendita né alcun onere per eventuali mediazioni o consulenze. Ogni definitiva determinazione in ordine alla cessione è in ogni caso soggetta ad autorizzazione degli organi della procedura. Si precisa che, a parità di condizione, verrà preferita l’offerta già pervenuta prima del presente annuncio. Perizie, planimetria e fotografie sono a disposizione presso il liquidatore giudiziale. Per ulteriori informazioni contattare il Liquidatore Giudiziale Avv. Daniela Rozzi, con Studio in Modena, Via Canalino, 36 tel. 059 230515. Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: Capitale sociale sottoscritto e versato EURO 61.218.802,00 Sede sociale in Sant’Elpidio a Mare (FM) - Via Filippo Della Valle, 1 Codice Fiscale e numero di iscrizione nel Registro delle Imprese di Fermo 01113570442 Sede in Milano - via Angelo Rizzoli 8 Capitale sociale € 475.134.602,10 interamente versato Registro delle Imprese di Milano e Codice Fiscale n. 12086540155 RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Via Rizzoli, 8 20132 Milano Tel. 02 2584 6665/6256 Fax 02 2588 6114 RESOCONTO INTERMEDIO SULLA GESTIONE AL 31 MARZO 2014 Si rende noto che, in conformità a quanto disposto dall’art. 154 ter, 5° comma, del D. Lgs. 24 febbraio 1998 n. 58 (“TUF”), il resoconto intermedio sulla gestione al 31 Marzo 2014, approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 14 Maggio 2014, è depositato presso la sede legale della Società e messo a disposizione degli Azionisti e del pubblico nella sezione “Relazioni finanziarie” del sito internet della Società www.todsgroup.com. Sant’Elpidio a Mare, 15 Maggio 2014 Per il Consiglio di Amministrazione Il Presidente Diego Della Valle BANCA PROFILO S.P.A. Iscritta all’Albo delle Banche e dei Gruppi bancari. Appartenente al Gruppo bancario Banca Profilo e soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Arepo BP S.p.A. ai sensi dell’articolo 2497 e seguenti del c.c. Sede legale in Milano, Via Cerva n. 28. Capitale sociale Euro 136.794.106 interamente versato. Partita I.V.A., Codice Fiscale ed Iscrizione al Registro delle Imprese di Milano n. 09108700155. AVVISO DI MESSA A DISPOSIZIONE DEL RESOCONTO INTERMEDIO DI GESTIONE CONSOLIDATO AL 31 MARZO 2014 Ai sensi della vigente normativa, si rende noto che il Resoconto Intermedio di Gestione Consolidato al 31.03.2014 di Banca Profilo S.p.A. è messo a disposizione del pubblico presso la sede sociale e sul sito internet della Società, www.bancaprofilo.it, nella sezione Investor Relations/Bilanci e Relazioni 2014 (http://www.bancaprofilo.it/investor-relations/reports/2014). Milano, il 15 maggio 2014 Via Valentino Mazzola, 66/D 00142 Roma Tel. 06 6882 8650 Fax 06 6882 8682 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 Fax 081 49 777 12 Via Villari, 50 70122 Bari Tel. 080 5760 111 Fax 080 5760 126 Corriere della Sera Giovedì 15 Maggio 2014 29 italia: 51575551575557 Economia `V `ii ÀÃi /- >L > ÃiÌÌ>> ÝÀ > ÃiÌÌ>> /Ì ` -Ì>Ì >Ì ` iÜ 9À >}}À>Ì >i Ài Óä°ää /Ì /- Ì« ä{ä£ÉäÓÉ£x {]Óxä¯ £äÓ]xÇ ä]äÇ Ì« Èä£É££ÉÓÈ Ç]Óxä¯ £{ä]xä Ó]x{ Ì« £ä£xÉä{É£x Î]äää¯ £äÓ]£x ä]Óx Ì« £££xÉäÉÓÈ Î]£ää¯ ££Ó]nÇ £]nn Ì« £££xÉä{É£È Î]Çxä¯ £äx]ÈÓ ä]ÎÓ Ì« äÎä£ÉänÉÎ{ x]äää¯ ££n]£{ Î]£Ç Ì« äÈ£xÉäÉ£Ç Ó]£ää¯ £äx]n£ Ì« £Î£xÉäÉ£n £]Çää¯ £äx]ä£ Ì« ää£ÉäÎÉÓä {]Óxä¯ ££Ó]nä ä]Èx £]{£ Ì« äxä£ÉäÓÉÎÇ {]äää¯ £äx]{£ Ì« äÇä£ÉänÉÎ x]äää¯ ££n]ÎÇ VÌ äÇä£É£ÓÉ£{ ä]{Óä¯ £ää]£ä Î]£ Î]ÎÓ ä]xÎ Ì« ££ä£ÉäÉÓ£ {]Çxä¯ ££x]ÇÇ Ì« ££ä£ÉäÎÉÓÓ x]äää¯ ££Ç]xÇ Ì« £Îä£ÉäÎÉÓ{ {]xää¯ ££Î]È{ £]n{ £]Î Ó]În VÌ änä£ÉäÉ£x ä]Înä¯ £ää]ä£ VÌ ää£ÉäÇÉ£È ä]xÈä¯ ]{ VÌ £££xÉä{É£n ä]ÇÓȯ £ää]nn ä]Èn ä]ÇÓ £]ää Ó£°£n{]Èä ä]Î{¯ `À> È°nÇn]{ /- Ì° - >ÀiÓÓ°x{Î]{nä]{ί À>VvÀÌi °Çx{]Î /- Ì°-Ì>À £n°xnn]ÎÎ ä]Çä¯ *>À} >V{ä® Ü ià £È°ÈxÈ]xx ä]Îx¯ } } £ iÕÀ ä]än¯ e Û° {°xä£]ä{ ä]ä¯ ÓÓ°xnÓ]ÇÇ £]äί e >Ã`>µ {°£Ó£]x£ ä]Ó£¯ / i® £{°{äx]ÇÈ ä]£{¯ -E* xää £°nÎ]Ç ä]£n¯ >`À` £ä°È£Î]ä ä]Óx¯ e £]ÎÇ£ `>À £ iÕÀ £Î]Èxää Þi ä]££¯ e ä]{Ó¯ £ iÕÀ ä]n£ÇÇ ÃÌiÀi £ iÕÀ £]Ó£ vÀ° ÃÛ° ä]{ȯ e £ iÕÀ n]ä VÀ°ÃÛi° ä]än¯ e £ iÕÀ £]{xn `°V>° ä]£x¯ e ä]䣯 i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° £{äx iÌÌ ¯ /Ì i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° £{äx iÌÌ ¯ Mercati Collocati sette miliardi di Buoni del Tesoro poliennali a 15 anni, tassi in calo al 3,57% La lente CONFCOMMERCIO: L’AUTOTRASPORTO È IL BANCOMAT DELLO STATO I l settore dell’autotrasporto «come un bancomat per lo Stato». Una ricerca presentata ieri da Confcommercio ribalta la convinzione che questo comparto assorba risorse pubbliche più di quante ne produca. Il carico di imposte indirette che pesa sulle imprese del comparto sarebbe invece pari a più di sei volte il loro contributo al valore aggiunto nazionale. La pressione fiscale è pari al 44,1% a fronte del 40% tedesco, del 32,3% della Polonia e del 28,4% della Romania. Questi due ultimi Paesi sono diventati una sorta di pietra di paragone necessaria, dal momento che è proprio dall’Est che giunge la maggiore concorrenza per gli operatori italiani. Una concorrenza che non rispetta le regole se è vero, come documenta Conftrasporto, che per un’impresa italiana far operare un veicolo pesante (Tir), sul solo fronte del costo del lavoro, equivale a sborsare annualmente oltre 21 mila euro in più che per un’impresa slovena, circa 21 mila euro in più che una greca e oltre 12 mila euro in più che una spagnola. A tali penalizzazioni ogni anno vanno aggiunti tra assicurazione Rc auto, bolli e costi di revisione per ciascun veicolo extra costi aggiuntivi pari a 1.500 euro rispetto ad un’impresa spagnola, 1.200 euro rispetto ad una slovena e 500 euro rispetto ad una greca. A. Bac. © RIPRODUZIONE RISERVATA Bankitalia, nuovo record del debito questo e altri giornali scaricateli da qui http://quoidianes.tumblr.com/ A quota 2.120 miliardi. Weidmann (Bundesbank): non puntare il dito sull’Italia ROMA — Il debito pubblico italiano, in marzo, ha toccato i 2.120 miliardi di euro, un nuovo massimo. Questa volta però, spiega Bankitalia,l’incremento mensile (12,8 miliardi) è stato inferiore al fabbisogno (17,8 miliardi), per due motivi: perché sono diminuite di 2,7 miliardi le disponibilità liquide del Tesoro e perché l’emissione di titoli sopra la pari, l’apprezzamento dell’euro e gli effetti della rivalutazione dei Btp indicizzati all’inflazione hanno complessivamente contenuto l’incremento del debito per 2,3 miliardi. E proprio sul fronte dei titoli di Stato ieri il Tesoro, dopo aver fatto il pieno alle aste di Bot e Btp lunedì e martedì, ha ottenuto un nuovo successo con il collocamento della prima tranche del nuovo Btp a 15 anni, con scadenza 1 marzo 2030 effettuato mediante sindacato bancario. Il nuovo titolo è stato emesso per 7 miliardi di euro ad un tasso lordo annuo del 3,575%. Sui mercati continua tuttavia a prevalere il clima di attesa per le prossime mosse della Bce, annunciate per i primi di giugno. I riflettori ieri sono rimasti infatti puntati sulla Bundesbank e sulle indiscrezioni attorno ad una sua «apertura» verso misure più espansive dell’Eurotower. A confermare il cambio di passo, ipotizzato per la banca centrale tedesca nell’ambito del dibattito del consiglio direttivo guidato dal presidente Mario Draghi, è La corsa del debito pubblico Dati inn miliardi di euro 1.989 2050 1.851 2.089 2.107 1.907 2.120 1.769 1900 1750 2.069 stato ieri lo stesso capo della Bundesbank, Jens Weidmann, insolitamente benevolo con la situazioni dei cosiddetti paesi periferici dell’eurozona. «Si punta il dito contro l’Italia, la Spagna, la Grecia, ma la Germania - che nel passato è stata anche “la malata” d’Europa - ha molto da fare», ha affermato in- 1.671 2008 08 2009 2010 2011 2012 2013 gen ‘14 feb ‘14 mar ‘14 D’ARCO Fonte: Banca d’Italia fatti Weidmann. «Non tutte le misure in discussione sul tavolo della Bce sono adatte a combattere l’apprezzamento dell’euro e la tendenza al ribasso dell’inflazione», ha poi aggiunto il banchiere centrale. In particolare non lo sarebbe il Quantitative easing, cioè in primo luogo l’acquisto di titoli pubblici o privati, ha spiegato Weidmann, circoscrivendo così il possibile raggio d’azione della Bce. «Se necessario, la Bundesbank è pronta ad agire», ha affermato tuttavia Weidmann, ribadendo che «occorre prima valutare» i prossimi dati su inflazione e crescita e che comunque a Francoforte nessun impegno è stato ancora preso. Stefania Tamburello © RIPRODUZIONE RISERVATA Il Leone Il gruppo brasiliano è già socio di Mps con il 2%. Oggi la trimestrale di Trieste Generali verso la vendita della Bsi Trattativa in esclusiva con Btg pactual Generali avvia trattative in esclusiva per la vendita della Bsi con il gruppo d’investimento brasiliano Btg pactual, che in Italia è socio con il 2% di Mps, quota che fa parte del patto di sindacato sottoscritto con la Fondazione senese che ha venduto le azioni. Il gruppo del Leone, il cui consiglio ieri ha approvato i conti trimestrali che saranno resi noti questa mattina, ha così fatto il primo importante passo verso la dismissione del 100% detenuto nella banca svizzera, asset inserito dal group ceo Mario Greco fra quelli considerati «non core» e quindi compreso nel pacchetto di 4 miliardi di dismissioni previste dal piano industriale, già realizzate per oltre metà dell’obiettivo. Su Bsi, svalutata nel 2013 per 217 milioni la svalutazione effettuata dal Leone sulla partecipazione del 100% in Bsi nel bilancio 2013 217 milioni, passo preliminare alla cessione, da tempo correvano voci di trattative. Ma Greco ha sempre sottolineato che Trieste intendeva vendere con beneficio, quindi a prezzi considerati adeguati. L’istituto, entrato nel perimetro delle Assicurazioni Generali nel 1998, ha progressivamente spostato il raggio del proprio interesse dall’area ticinese all’Oriente. Oggi è ben posizionata a Hong Kong e Singapore. Per Btg pactual, società che capitalizza 13 miliardi di dollari e ha 100 miliardi di franchi svizzeri in gestione, Bsi rappresenterebbe dunque un’acquisizione strettamente «core». Per Trieste sarebbe un ulteriore passo verso il traguardo delle cessioni previsto nell’arco di piano e la concentrazione nel business assicurativo. La decisione di assegnare l’esclusiva per la trattativa non prevede una specifica delibera del board ma è molto probabile che ieri se ne sia parlato. Oggi, in conference call, è possibile che Greco fornisca sul punto ulteriori dettagli. Per quanto riguarda i conti trimestrali, il consensus del mercato si orienta verso un risultato netto in linea o leggermente superiore a quello del primo trimestre 2013 (pari a 603 milioni). Il mercato si aspetta inoltre un incremento dell’indice Solvency, con un consensus a 151%. Sergio Bocconi Mario Greco, alla guida di Generali © RIPRODUZIONE RISERVATA Metalli preziosi Addio al fixing per l’argento Dopo 117 anni chiude il fixing dell’argento, cioè la «fissazione» della quotazione ufficiale sul mercato di Londra. L’ultimo fixing avverrà a mezzogiorno del 14 agosto. A determinarne la fine è stato il ritiro della Deutsche Bank dal ristretto numero di banche responsabili del meccanismo con cui si definiscono i prezzi di riferimento dei metalli preziosi. L’istituto tedesco non è riuscito a trovare un sostituto e se per il fixing dell’oro - nato 12 anni dopo quello dell’argento non sembra che ci siano problemi visto che sono rimaste in campo quattro banche a governarlo, per l’argento le operazioni ricadrebbero solo su due istituti che non se la sentono di proseguire da soli anche perché sono aumentati i controlli. S.Ta © RIPRODUZIONE RISERVATA 30 italia: 51575551575557 Giovedì 15 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 15 Maggio 2014 Economia 31 italia: 51575551575557 Banche Il Tesoro autorizza l’operazione. Il rafforzamento patrimoniale scatterà a metà giugno Editoria Fondazione, 125 milioni su Mps Rcs MediaGroup, perdite del trimestre a 53,9 milioni «Segnali dalla pubblicità» L’ente potrà aderire all’aumento di capitale da 5 miliardi MILANO — La Fondazione Mps ha ricevuto dal Tesoro il suggello finale per restare e avere ancora un ruolo, seppur minoritario, nella banca senese. Il ministero dell’Economia ha autorizzato l’ente senese, presieduto da Antonella Mansi, a sottoscrivere l’aumento di capitale di Banca Mps da 5 miliardi di euro. In una nota la Fondazione ha poi spiegato che aderirà per la sua quota del 2,5%, «con un esborso pari a circa 125 milioni». Il rafforzamento patrimoniale, cresciuto rispetto all’originario aumento da 3 miliardi, dovrebbe partire a metà giugno per concludersi entro fine luglio. Ieri a Siena è arrivato anche il via libera di Bankitalia alla vendita da parte della Fondazione Mps del 6,5% della banca ai due soci sudamericani, Fintech (4,5%) e Btg Pactual (2%). Lo ha confermato l’ente senese un una nota. Con l’ok di Palazzo Koch, Fintech — hedge fund messicano con base in Usa — e Btg — holding di investimento brasiliana — dovrebbero poter partecipare all’assemblea del 20-21-22 maggio per votare sull’aumento di capitale. Nel patto con la Fondazione Mps, Fintech e Btg si impegnano a tenere le azioni per 16-24 mesi e a presentare una lista di sei persone per il board, all’appuntamento del rinnovo del consiglio nel 2015: all’ente senese Il gruppo Airbus-Alenia La trimestrale Atr, 100 ordini per 3 miliardi Astaldi, l’utile sale a quota 19 milioni Atr ha ottenuto «oltre 100 ordini fermi nei primi 4 mesi del 2014» per un valore stimabile in 3 miliardi di dollari. Lo ha comunicato la joint venture paritetica Airbus Group e Alenia Aermacchi (gruppo Finmeccanica), sottolineando che si tratta di un numero di vendite superiori alle 89 registrate nell’intero 2013. Utile netto in crescita del 4,9% nel primo trimestre 2014 per Astaldi, a 19,2 milioni di euro. I ricavi totali sono saliti a 551,6 milioni di euro (+3,8%). Margine operativo lordo (Ebitda) in crescita a 73,4 milioni (+24,4%). Il risultato aziendale prima delle imposte si attesta a 57,9 milioni (+20,2%). Oggi l’attività del gruppo si concentra in aree con profilo di rischio più ridotto. zato Mps al riscatto parziale di questi “Nuovi strumenti finanziari”. Ad esito dell’aumento di capitale, a cui sono subordinate le autorizzazioni, la banca «sarà in grado di riscattare Nuovi strumenti finanziari per 3,46 miliardi». L’ok riguarda, si legge in una nota della banca, il riscatto di nominali 3 miliardi (oltre a 126,9 milioni quale maggior importo dovuto in sede di riscatto). Banca d’Italia ha quindi autorizzato un ulteriore riscatto di 329 milioni «in considerazione della volontà di corrispondere gli interessi sui Nuovi strumenti finanziari relativi all’esercizio 2013 attraverso l’emissione di ulteriori Nuovi strumenti finanziari che saranno riscattati contestualmente all’emissione». Sul fronte giudiziario, il tribunale del riesame di Siena dovrà analizzare nuovamente il ricorso dei pm titolari delle inchieste su Mps valutando se «il collegamento tra la ristrutturazione di Alexandria e la stipula del complesso derivato sui Btp 2034 fosse stato limpidamente comunicato, come doveroso, a tutti i soggetti chiamati a pronunciarsi sull’opportunità o meno della seconda operazione». Lo hanno scritto i giudici della seconda sezione penale della Corte di Cassazione. Secondo quest’ultima, Banca Mps non è stata vittima del reato di usura. © RIPRODUZIONE RISERVATA Giovanni Stringa Il titolo a Piazza Affari Ieri -2,42% 23,39 euro 27 24 20 17 mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag D’ARCO spetta l’indicazione del candidato alla presidenza della banca, ai fondi quella del candidato al ruolo di «chief executive officer». «Da inizio anno - ha ricordato all’Ansa il direttore generale della Fondazione Mps, Enrico Granata - siamo scesi dal 31 al 2,5% del capitale della banca, vendendo gran parte delle quota sul mercato. Abbiamo azzerato il debito» con le banche e «post aumento avremo 450 milioni di risorse disponibili che verranno in- © RIPRODUZIONE RISERVATA vestite nell’arco dei prossimi mesi». Novità anche per i Monti bond, le obbligazioni emesse dal Montepaschi e sottoscritte dal Tesoro per rafforzare la patrimonializzazione della banca: Bankitalia ha ieri autoriz- Rcs MediaGroup chiude il primo trimestre 2014 con perdite dimezzate a 53,9 milioni e fatturato in calo del 7,8% a 262,9 milioni. Crescono però del 3,8% le attività digitali che raggiungono quota 35,3milioni, pari al 13,4% dei ricavi consolidati. Le cifre, ha detto agli analisti l’amministratore delegato Pietro Scott Jovane, «dimostrano che la squadra continua a fare il suo lavoro» ed «è quello che serve per raggiungere gli obiettivi di piano». Jovane ha aggiunto che per quanto riguarda la pubblicità «dal nostro punto di vista avremo una crescita in maggio e giugno, anche grazie ai mondiali di calcio». Il consiglio presieduto da Angelo Provasoli, che ieri ha approvato i conti, ha inoltre deliberato che il periodo per la conversione facoltativa delle azioni di risparmio in ordinarie sarà compreso fra il 19 maggio e il 6 giugno. L’andamento, si legge nella nota diffusa dal gruppo che pubblica il Corriere della Sera, «è in linea con i target comunicati». Le azioni di efficienza «hanno portato nel primo trimestre, rispetto al 2013, benefici per 14 milioni» a livello di margine operativo, «che posizionano la prospettiva di benefici complessivi» per quest’anno «nella fascia alta del target annuo di 50-60 milioni». Sempre nella nota si legge che il gruppo ha effettuato nel trimestre investimenti per 8,9 milioni, «oltre la metà in area digitale». L’indebitamento netto, come già noto, sale a 520,8 milioni «per la stagionalità tipica dei flussi di cassa, negativa nei primi mesi dell’anno». Il direttore finanziario Riccardo Taranto ha detto agli analisti che in Rcs «non consideriamo l’ipotesi di una rottura dei covenant» a fine anno. «La generazione di cassa è il mio primo target personale». Considerando poi l’evoluzione della gestione, se per il 2014 si prevede un risultato netto in miglioramento ma ancora negativo, si stima che i «ricavi crescano anche per effetto dello sviluppo atteso per le attività digitali». Il nuovo sito Corriere.it, ha sottolineato Jovane, «è al di sopra dei livelli precedenti al lancio» e nell’ultimo periodo, in alcune occasioni, «abbiamo ripetutamente superato il concorrente diretto». In particolare vengono visti in aumento «i ricavi pubblicitari», «per l’effetto positivo atteso per le nostre testate sportive derivante dai campionati di calcio 2014, per la crescita dei ricavi digitali e l’acquisizione di nuovi ricavi a seguito dei contratti di raccolta con altri editori». Previsto in aumento anche il margine operativo ante oneri non ricorrenti, con l’obiettivo di triplicarlo rispetto al 2013. Nell’area Media italia, Corriere e Gazzetta dello Sport confermano la posizione di leadership diffusionale (con copie digitali in crescita per il Corsera del 36% a quota 130 mila) e la raccolta dei mezzi online raggiunge il 24,2% dei ricavi pubblicitari. S.Bo. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Il Forum della Bers Rating Nicastro (Unicredit): così gli italiani crescono a Est Sul mercato seimila imprese DALLA NOSTRA INVIATA VARSAVIA — C’era anche l’ex ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni tra i relatori del Forum della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers). Ne è stato vicepresidente dal 2003 al 2006. L’appuntamento annuale organizzato quest’anno a Varsavia era sembrato, fino a qualche mese fa, una delle occasioni buone per festeggiare i 25 anni della caduta del Muro di Berlino e i 10 anni dell’allargamento a Est dell’Unione europea. Ma le recenti vicende che hanno coinvolto l’Ucraina e la Russia hanno annullato l’aspetto celebrativo. Anzi, la situazione geopolitica ha pesato sulle nuove previsioni per il Centro ed Est Europa presentate ieri. La contrazione della crescita nel 2014 del 7% in Ucraina e del 2,5% in Russia farà sentire in propri effetti nella regione, che invece cominciava a beneficiare dell’uscita dalla crisi dell’eurozona. Si tratta di un mercato importante per il made in Italy. Come conferma Unicredit, la banca italiana con la presenza più importante nell’area (fu la prima a mettere piede in Polonia nel 1999 con l’acquisto di Bank Pekao): «Delle 19 mila aziende che assistiamo nella regione, un terzo sono italiane – ha spiegato il general manager Roberto Nicastro –. Con un mercato domestico asfittico l’export è fondamentale. Per questo abbiamo sviluppato una serie di iniziative, dai centri sul territorio Il general manager nazionale a quelli nei Paesi di Roberto Nicastro destinazione, agli incontri tra operatori italiani di piccole dimensioni e possibili buyers stranieri, per offrire un supporto alle imprese». L’istituto di piazza Cordusio è anche la prima banca straniera in Russia. Le tensioni politiche dell’area non spaventano il gruppo. «Si tratta di capire cosa accadrà – ha commentato Gianni Papa, capo della divisione Cee di Unicredit –. Ma in ogni caso bisogna allargare la prospettiva dalla banca all’Europa». Non vengono fatti pronostici. «C’è cautela e attenzione sui prossimi sviluppi» spiega Saccomanni, che è intervenuto nel panel di apertura su riforme e sviluppo. L’ex ministro dell’Economia ha messo in evidenza che «le riforme sono importanti per la crescita, ma serve un’azione forte per sostenerla. E’ difficile farle in recessione». Quanto all’Italia, «ha avuto una recessione più lunga degli altri Paesi, ma ne siamo usciti nel 2013. Ora si sentono gli effetti dei conti in ordine, le condizioni sui mercati finanziari sono favorevoli, ci sono costi minori per banche e imprese. La nostra linea delle riforme viene portata avanti dal governo attuale, forse con maggiore forza, ma la via è quella». E sulla polemica di questi giorni sul “complotto” di Francia e Germania per sostituire il governo Berlusconi, Saccomanni si limita a ricordare che «erano cosa nota le pressioni internazionali sull’Italia». S&P promuove 4 banche greche Standard & Poor’s ha alzato il rating di 4 banche greche, inclusa la National Bank of Greece . L’agenzia americana ha giustificato l’upgrade con il miglioramento della capacità di credito legata al continuo accesso alla liquidità fornito dalla Ue Le stime di Sotheby’s Alberghi di lusso, Milano e Roma nel radar degli investitori asiatici MILANO — Si apre la caccia all’albergo di lusso italiano. Se a fare l’ultimo colpo a livello internazionale è stata la casa di orologi e gioielli svizzeri Chopard, che la settimana scorsa ha acquistato Hôtel Vendôme a Parigi, anche in Italia torna l’appetito per gli hotel nel segmento più alto. Nel mirino, soprattutto, le città di Milano e Roma. La prima a causa dell’Expo, l’evento che dalla prossima primavera porterà milioni di turisti all’ombra del Duomo, rilanciando così anche il mercato degli affitti, in forte affanno durante la crisi. A riaccendere l’interesse verso il settore alberghiero della capitale invece sono i programmi di espansione annunciati da Aeroporti di Roma, la holding della famiglia Benetton, che con il rilancio di Fiumicino punta al raddoppio dei passeggeri in arrivo sullo scalo romano. Obiettivo a cui contribuirà anche l’alleanza in dirittura di arrivo tra Alitalia ed Etihad, che ha scelto lo scalo romano come hub. L’interesse? Viene soprattutto da investitori asiatici, Singapore e Thailandia in testa, spiegano a Sotheby’s International Realty, il broker che si prepara a aprire il terzo ufficio in Italia: dopo Como e Milano, a giugno verrà inaugurata la sede di Firenze. Francesca Basso Giuliana Ferraino © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 Giovedì 15 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. AcomeA SGR - numero di tel. 800.89.39.89 [email protected] Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Data Valuta Quota/od. Quota/pre. AZ F. Best Cedola DIS 12/05 EUR 5,124 5,121 Asia Consumer Demand A 14/05 USD 13,860 13,720 PS - Best Global Managers B 13/05 EUR 105,940 106,150 AZ F. Best Equity 12/05 EUR 5,141 5,116 Asia Consumer Demand A-Dis 14/05 USD 13,510 13,380 PS - Best Gl Managers Flex Eq A 13/05 EUR 108,230 108,100 AZ F. Bond Target 2015 ACC 12/05 EUR 5,996 5,993 Asia Infrastructure A 14/05 USD 13,990 13,820 PS - Bond Opportunities A 13/05 EUR 163,470 163,360 AZ F. Bond Target 2015 DIS 12/05 EUR 5,500 5,498 Asian Bond A-Dis M 14/05 USD 10,210 10,175 ASIAN OPP CAP RET EUR 13/05 EUR 11,604 11,485 PS - Bond Opportunities B 13/05 EUR 121,900 121,810 Balanced-Risk Allocation A 14/05 EUR 14,940 14,840 FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR 13/05 EUR 110,169 109,811 PS - Dynamic Core Portfolio A 13/05 EUR 98,790 98,950 15,164 15,124 FLEX STRATEGY RET EUR 13/05 EUR 92,201 92,136 PS - EOS A 13/05 EUR 132,630 133,210 HIGH GROWTH CAP RET EUR 13/05 EUR 118,456 119,492 PS - Equilibrium A 13/05 EUR 100,900 100,900 ITALY CAP RET A EUR 13/05 EUR 25,439 25,530 PS - Fixed Inc Absolute Return A 13/05 EUR 99,310 99,320 SHORT DURATION CAP RET EUR 13/05 EUR 905,678 905,054 PS - Global Dynamic Opp A 13/05 EUR 100,990 100,970 PS - Global Dynamic Opp B 13/05 EUR 101,230 101,200 PS - Inter. Equity Quant A 13/05 EUR 109,680 108,690 PS - Inter. Equity Quant B 13/05 EUR 111,930 110,910 PS - Liquidity A 13/05 EUR 124,830 124,820 PS - Opportunistic Growth A 13/05 EUR 96,390 96,210 PS - Opportunistic Growth B 13/05 EUR 101,680 101,480 PS - Prestige A 13/05 EUR 99,380 98,150 PS - Quintessenza A 13/05 EUR 102,970 102,650 PS - Quintessenza B 13/05 EUR 106,080 105,750 PS - Target A 13/05 EUR 107,100 106,370 PS - Target B 13/05 EUR 107,120 106,380 PS - Titan Aggressive A 13/05 EUR 102,960 103,150 PS - Total Return A 13/05 EUR 101,910 101,890 PS - Total Return B 13/05 EUR 95,440 95,420 PS - Valeur Income A 13/05 EUR 110,990 110,940 PS - Value A 13/05 EUR 103,020 102,860 PS - Value B 13/05 EUR 105,210 105,040 AZ F. Bond Target 2016 ACC 12/05 EUR 5,428 5,417 Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - [email protected] Nome AcomeA America (A1) 13/05 EUR 16,278 16,226 AZ F. Bond Target 2016 DIS 12/05 EUR 5,147 5,137 Bluesky Global Strategy A 13/05 USD 1522,716 1520,804 Em. Loc. Cur. Debt A 14/05 USD AcomeA America (A2) 13/05 EUR 16,793 16,738 AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC 12/05 EUR 5,162 5,153 Bond Euro A 13/05 EUR 1241,251 1240,838 Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M 14/05 USD 9,668 9,642 AcomeA Asia Pacifico (A1) 13/05 EUR 4,088 4,039 AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS 12/05 EUR 5,162 5,153 Bond Euro B 13/05 EUR 1199,918 1199,530 Em. Mkt Corp Bd A 14/05 USD 12,257 12,225 AcomeA Asia Pacifico (A2) 13/05 EUR 4,203 4,153 AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC 12/05 EUR 5,641 5,639 Bond Risk A 13/05 EUR 1449,314 1447,929 Euro Corp. Bond A 14/05 EUR 16,707 16,676 AcomeA Breve Termine (A1) 13/05 EUR 14,683 14,666 AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS 12/05 EUR 5,219 5,218 Bond Risk B 13/05 EUR 1388,273 1386,962 Euro Corp. Bond A-Dis M 14/05 EUR 12,706 12,682 AcomeA Breve Termine (A2) 13/05 EUR 14,842 14,824 AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC 12/05 EUR 5,868 5,866 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. A 13/05 EUR 1651,785 1648,925 Euro Short Term Bond A 14/05 EUR 10,952 10,945 AcomeA ETF Attivo (A1) 13/05 EUR 4,586 4,587 AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS 12/05 EUR 5,527 5,525 1587,300 European Bond A-Dis 14/05 EUR 5,672 5,660 AcomeA ETF Attivo (A2) 13/05 EUR 4,698 4,699 AZ F. Cash 12 Mesi 12/05 EUR 5,352 5,351 Glob. Bond A-Dis 14/05 USD 5,800 5,795 AcomeA Eurobbligazionario (A1) 13/05 EUR 17,287 17,257 AZ F. Cash Overnight 12/05 EUR 5,258 5,257 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. B CompAM Fund - SB Bond B CompAM Fund - SB Equity B 13/05 EUR 12/05 EUR 12/05 EUR 1590,036 1074,345 1125,620 1074,390 1118,037 14/05 USD Glob. Equity Income A 61,520 13/05 EUR 17,484 17,453 AZ F. Cat Bond ACC 30/04 EUR 5,305 5,304 CompAM Fund - SB Flexible B 12/05 EUR 1015,605 1013,107 Glob. Equity Income A-Dis 14/05 USD 15,490 15,450 AcomeA Europa (A1) 13/05 EUR 13,322 13,439 AZ F. Cat Bond DIS 30/04 EUR 5,268 5,286 European Equity A 13/05 EUR 1410,858 1412,889 Glob. Inv. Grade.Corp. Bond A-Dis M 14/05 USD 11,465 11,443 AcomeA Europa (A2) 13/05 EUR 13,661 13,781 AZ F. CGM Opport Corp Bd 12/05 EUR 6,070 6,066 European Equity B 13/05 EUR 1335,765 1337,709 Glob. Structured Equity A-Dis 14/05 USD 41,050 41,100 AcomeA Globale (A1) 13/05 EUR 11,206 11,201 AZ F. CGM Opport European 12/05 EUR 6,842 6,814 Multiman. Bal. A 12/05 EUR 116,534 116,309 Glob. Targeted Ret. A 14/05 EUR 10,456 10,405 AcomeA Globale (A2) 13/05 EUR 11,626 11,621 AZ F. CGM Opport Global 12/05 EUR 6,267 6,237 Multiman. Bal. M 12/05 EUR 116,084 115,853 Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A 14/05 EUR 12,958 12,938 AcomeA Italia (A1) 13/05 EUR 20,574 20,839 AZ F. CGM Opport Gov Bd 12/05 EUR 5,556 5,558 Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A 07/05 EUR 72,883 72,719 Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis 14/05 EUR 11,841 11,823 AcomeA Italia (A2) 13/05 EUR 21,120 21,391 AZ F. Commodity Trading 12/05 EUR 4,396 4,387 Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M 07/05 EUR 75,925 75,746 Greater China Eq. A 14/05 USD 44,330 44,100 AcomeA Liquidità (A1) 13/05 EUR 8,906 8,906 AZ F. Conservative 12/05 EUR 6,477 6,475 Multiman.Target Alpha A 07/05 EUR 103,926 103,953 India Equity E 14/05 EUR 29,270 29,130 AcomeA Liquidità (A2) 13/05 EUR 8,907 8,906 AZ F. Core Brands 12/05 EUR 5,628 5,614 Japanese Eq. Advantage A 14/05 JPY 2923,000 2920,000 AcomeA Paesi Emergenti (A1) 13/05 EUR 6,402 6,369 AZ F. Corporate Premium ACC 12/05 EUR 5,582 5,573 Pan European Eq. A 14/05 EUR 17,740 17,780 AcomeA Paesi Emergenti (A2) 13/05 EUR 6,580 6,547 AZ F. Corporate Premium DIS 12/05 EUR 5,305 Pan European Eq. A-Dis 14/05 EUR 16,000 16,040 Pan European Eq. Inc. A-Dis 14/05 EUR 11,860 11,870 Pan European High Inc A 14/05 EUR 18,870 18,850 Pan European High Inc A-Dis 14/05 EUR 13,720 AcomeA Patrimonio Aggressivo (A1) 13/05 EUR 3,941 3,936 AZ F. Dividend Premium ACC 12/05 EUR 5,687 5,668 AcomeA Patrimonia Aggressivo (A2) 13/05 EUR 4,059 4,054 AZ F. Dividend Premium DIS 12/05 EUR 5,030 5,013 DB Platinum AcomeA Patrimonio Dinamico (A1) 13/05 EUR 5,267 5,252 AZ F. Emer. Mkt Asia 12/05 EUR 5,714 5,374 5,359 AZ F. Emer. Mkt Europe 12/05 EUR 3,177 3,167 AcomeA Patrimonio Prudente (A1) 13/05 EUR 6,283 6,255 AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. 12/05 EUR 5,017 4,976 6,421 6,393 13/05 EUR 22,016 21,913 12/05 EUR 66,980 67,110 Comm Euro R1C A 13/05 EUR 114,160 113,920 Comm Harvest R3C E 06/05 EUR 74,490 74,360 Currency Returns Plus R1C 13/05 EUR 935,390 935,070 13/05 EUR 120,940 120,760 5,698 AcomeA Patrimonio Dinamico (A2) 13/05 EUR AcomeA Patrimonio Prudente (A2) 13/05 EUR Agriculture Euro R1C A AZ F. European Dynamic 12/05 EUR 5,205 5,193 AZ F. European Trend 12/05 EUR 3,360 3,335 Croci Euro R1C B AcomeA Performance (A2) 13/05 EUR 22,340 22,235 AZ F. Formula 1 Absolute 12/05 EUR 5,314 5,287 AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC 30/04 EUR 5,583 5,578 AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS AZ F. Formula Target 2014 Invictus Global Bond Fd 13/05 EUR 07/05 EUR Invictus Macro Fd Sol Invictus Absolute Return 08/05 EUR 107,154 80,123 102,269 106,673 79,564 104,220 www.azimut.it - [email protected] AZIMUT CAPITAL MANAGEMENT SGR - tel.02.88981 Azimut Dinamico 12/05 EUR 26,498 26,442 AZ F. Formula Target 2015 ACC AZ F. Formula Target 2015 DIS 30/04 EUR 12/05 EUR 12/05 EUR 12/05 EUR 5,522 4,778 6,077 5,579 7983,240 164,320 163,730 Dyn. Cash R1C A 13/05 EUR 101,530 101,530 Pan European Struct. Eq. A 14/05 EUR 14,330 14,350 Pan European Struct. Eq. A-Dis 14/05 EUR 13,630 13,640 Renminbi Fix. Inc. A 14/05 USD 10,594 Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis 14/05 EUR 9,377 9,370 US Equity A EH 14/05 EUR 14,290 14,280 US High Yield Bond A 14/05 USD 11,920 11,913 Paulson Global R1C E 07/05 EUR 6173,080 6156,720 Sovereign Plus R1C A 13/05 EUR 107,200 106,930 Systematic Alpha R1C A 07/05 EUR 10321,000 10321,770 US High Yield Bond A-Dis M 14/05 USD 14/05 USD US Value Equity A 6,069 14/05 USD US Value Equity A-Dis 10,812 31,530 30,150 Quota/pre. www.multistarssicav.com [email protected] T. +41 (0)91 640 37 80 Orazio Conservative A 13/05 EUR 101,090 100,880 Sparta Agressive A 13/05 EUR 102,170 101,920 WM Biotech A 13/05 EUR 139,260 140,330 WM Biotech I 13/05 EUR 1417,950 1428,780 www.newmillenniumsicav.com Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 NM Augustum Corp Bd A 13/05 EUR 191,250 190,860 NM Augustum High Qual Bd A 13/05 EUR 146,240 146,020 NM Balanced World Cons A 13/05 EUR 134,790 134,540 NM Euro Bonds Short Term A 13/05 EUR 138,260 138,190 NM Euro Equities A 13/05 EUR 47,980 47,930 NM Global Equities EUR hdg A 13/05 EUR 71,750 71,660 NM Inflation Linked Bond Europe A 13/05 EUR 105,530 105,340 4,973 4,972 12/05 EUR 4,401 4,398 AZ F. Global Curr&Rates DIS 12/05 EUR 4,146 4,144 AZ F. Global Sukuk ACC 30/04 EUR 4,951 4,925 AZ F. Global Sukuk DIS 30/04 EUR 4,856 4,925 AZ F. Hybrid Bonds ACC 12/05 EUR 5,324 5,314 AZ F. Hybrid Bonds DIS 12/05 EUR 5,212 5,202 6,302 NM Italian Diversified Bond A 13/05 EUR 112,570 112,370 NM Italian Diversified Bond I 13/05 EUR 114,940 114,740 NM Large Europe Corp A 13/05 EUR 135,840 135,670 NM Market Timing A 13/05 EUR 106,150 105,890 NM Market Timing I 13/05 EUR 106,930 106,670 NM Q7 Active Eq. Int. A 13/05 EUR 62,230 61,770 NM Q7 Globalflex A 09/05 EUR 105,090 104,730 NM Total Return Flexible A 09/05 EUR 122,070 122,120 NM VolActive A 13/05 EUR 99,890 99,810 NM VolActive I 13/05 EUR 100,320 100,250 10,805 31,530 30,140 07/05 Flex Equity 100 Kairos Multi-Str. A 31/03 EUR 873555,970 873230,021 Kairos Multi-Str. B 31/03 EUR 571470,686 571552,756 Global Equity 07/05 5,339 EUR Maximum 07/05 5,183 EUR Kairos Multi-Str. I 31/03 EUR 588531,969 588092,605 Progress 07/05 6,393 EUR Quality 07/05 7,020 EUR Kairos Multi-Str. P 7,095 7,061 AZ F. Income DIS 12/05 EUR 5,815 5,814 6,910 6,907 AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC 12/05 EUR 4,614 4,613 Azimut Formula Target 2013 12/05 EUR 6,954 6,945 AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS 12/05 EUR 4,326 4,325 KAIROS INTERNATIONAL SICAV Azimut Formula Target 2014 12/05 EUR 6,760 6,752 AZ F. Institutional Target 12/05 EUR 5,565 5,557 KIS - America A-USD 12/05 USD 271,530 267,970 Azimut Garanzia 12/05 EUR 12,886 12,888 AZ F. Italian Trend 12/05 EUR 3,720 3,708 KIS - America P 12/05 EUR 190,920 188,410 Azimut Prev. Com. Crescita 30/04 EUR 11,073 11,031 AZ F. Lira Plus ACC 12/05 EUR 4,934 4,932 ABS- I 31/03 EUR 15709,208 14994,109 KIS - America X 12/05 EUR 192,070 189,540 Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C 30/04 EUR 11,086 11,042 AZ F. Lira Plus DIS 12/05 EUR 4,833 4,831 ABSOLUTE RETURN EUROPA 09/05 EUR 5029,131 5020,233 KIS - Bond A-USD 13/05 USD 171,820 171,620 Azimut Prev. Com. Equilibrato 30/04 EUR 12,137 12,092 AZ F. Macro Dynamic 12/05 EUR 6,000 5,999 BOND-A 28/02 EUR 721205,818 703354,240 KIS - Bond D 13/05 EUR 122,980 122,850 Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C 30/04 EUR 12,145 12,098 AZ F. Opportunities 12/05 EUR 5,238 5,209 BOND-B 28/02 EUR 721205,818 703354,240 KIS - Bond P 13/05 EUR 127,110 126,970 12/05 EUR 3,967 3,986 EQUITY- I 31/03 EUR 608277,667 608644,044 PRINCIPAL FINANCE 1 31/12 EUR 11,002 10,923 30/04 EUR 11,904 11,865 AZ F. Patriot ACC 12/05 EUR 6,644 6,656 Azimut Prev. Com. Protetto Cl. C 30/04 EUR 11,913 11,872 AZ F. Patriot DIS 12/05 EUR 6,166 Azimut Prev. Com. Obbli. 30/04 EUR 10,226 10,177 AZ F. Qbond 12/05 EUR 5,264 Azimut Prev. Com. Obbli. Cl. C 30/04 EUR 10,226 10,177 AZ F. Qinternational 12/05 EUR Azimut Reddito Euro 12/05 EUR 17,541 17,538 AZ F. QProtection Azimut Reddito Usa 12/05 EUR 5,992 5,992 Azimut Scudo 12/05 EUR 8,771 Azimut Solidity 12/05 EUR Azimut Strategic Trend 106,820 107,150 106,980 Strategic Bond Retail C 13/05 EUR 105,570 105,420 Strategic Bond Retail C hdg 13/05 USD 105,690 105,530 Strategic Trend Inst. C 13/05 EUR 104,150 103,780 Strategic Trend Retail C 13/05 EUR 102,020 101,660 Fondo Donatello-Michelangelo Due 31/12 EUR 51470,165 52927,939 Fondo Donatello-Tulipano 31/12 EUR 46691,916 47475,755 Fondo Donatello-Margherita 31/12 EUR 27926,454 27116,197 Fondo Donatello-David 31/12 EUR 58259,864 57863,932 Fondo Tiziano Comparto Venere 31/12 EUR 468728,464 477314,036 Caravaggio di Sorgente SGR 31/12 EUR www.sorgentegroup.com AUGUSTUM EQUITY EUROPE I 13/05 EUR 110,950 110,890 AUGUSTUM G.A.M.E.S. A 13/05 EUR 112,920 112,770 AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 13/05 EUR 150,060 149,860 31/03 EUR 537043,435 537063,412 12/05 EUR 30/04 EUR 106,970 13/05 USD 11,076 EUR 12/05 EUR Azimut Prev. Com. Protetto 13/05 EUR Strategic Bond Inst. C hdg Fondi Unit Linked Azimut Formula 1 Conserv Azimut Prev. Com. Garantito www.pegasocapitalsicav.com Strategic Bond Inst. C Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com Azimut Formula 1 Absolute AZ F. Pacific Trend Nome 10,591 5,572 12/05 EUR 6,303 8141,670 13/05 USD 4,769 AZ F. Global Curr&Rates ACC 12/05 EUR 13/05 JPY Croci US R1C B 5,535 AZ F. Formula 1 Conserv. AZ F. Income ACC Croci Japan R1C B Quota/od. 13,710 DB Platinum IV AcomeA Performance (A1) Data Valuta 61,340 AcomeA Eurobbligazionario (A2) 5,296 Nome Kairos Income 13/05 EUR 6,806 6,806 Kairos Small Cap 13/05 EUR 10,442 10,436 2451,889 2506,583 Numero verde 800 124811 [email protected] Nextam Bilanciato 13/05 EUR 6,930 6,926 Nextam Obblig. Misto 13/05 EUR 7,428 7,418 BInver International A 13/05 EUR 6,445 6,444 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 13/05 EUR 5,587 5,564 Asian Equity B 13/05 EUR 96,000 94,670 CITIC Securities China Fd A 13/05 EUR 4,999 4,937 Asian Equity B 13/05 USD 134,750 132,890 Fidela A 13/05 EUR 5,488 5,481 Emerg Mkts Equity 13/05 USD 447,490 445,210 Income A 13/05 EUR 5,715 5,708 Emerg Mkts Equity Hdg 13/05 EUR 437,130 434,890 International Equity A 13/05 EUR 7,108 7,085 European Equity 13/05 EUR 284,180 283,480 Italian Selection A 13/05 EUR 7,004 7,092 European Equity B 13/05 USD 351,260 350,390 Liquidity A 13/05 EUR 5,342 5,341 Greater China Equity B 13/05 EUR 104,170 104,470 Multimanager American Eq.A 13/05 EUR 4,796 4,750 Greater China Equity B 13/05 USD 148,290 148,730 70,090 www.vitruviussicav.com KIS - Bond Plus A Dist 13/05 EUR 125,900 125,710 KIS - Bond Plus D 13/05 EUR 130,990 130,800 6,177 KIS - Bond Plus P 13/05 EUR 133,010 132,810 5,261 KIS - Dynamic A-USD 13/05 USD 174,700 174,280 5,127 5,106 KIS - Dynamic D 13/05 EUR 121,690 121,390 12/05 EUR 5,277 5,255 KIS - Dynamic P 13/05 EUR 123,950 123,650 AZ F. Qtrend 12/05 EUR 5,051 5,018 KIS - Emerging Mkts A 12/05 EUR 122,320 121,210 8,763 AZ F. Renminbi Opport 12/05 EUR 5,246 5,251 Dividendo Arancio 13/05 EUR 50,000 49,670 KIS - Emerging Mkts D 12/05 EUR 120,790 119,700 8,863 8,874 AZ F. Reserve Short Term 12/05 EUR 6,301 6,302 Convertibile Arancio 13/05 EUR 61,600 61,470 KIS - Europa D 13/05 EUR 126,540 126,160 Multimanager Asia Pacific Eq.A 13/05 EUR 4,475 4,431 Growth Opportunities 13/05 USD 70,140 12/05 EUR 6,260 6,252 AZ F. Short Term Gl High Yield ACC 12/05 EUR 5,110 5,106 Cedola Arancio 13/05 EUR 58,960 58,830 KIS - Europa P 13/05 EUR 128,720 128,330 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 13/05 EUR 4,253 4,209 Growth Opportunities Hdg 13/05 EUR 76,820 76,760 Azimut Trend America 12/05 EUR 12,624 12,493 AZ F. Short Term Gl High Yield DIS 12/05 EUR 5,032 5,028 Borsa Protetta Agosto 07/05 EUR 61,890 61,890 KIS - Europa X 13/05 EUR 129,270 128,870 Multimanager European Eq.A 13/05 EUR 4,616 4,588 Japanese Equity 13/05 JPY 125,150 122,970 Azimut Trend Europa 12/05 EUR 13,494 13,399 AZ F. Solidity ACC 12/05 EUR 6,017 6,024 Borsa Protetta Febbraio 07/05 EUR 60,400 60,480 KIS - Global Bond P 12/05 EUR 102,700 102,670 Strategic A 13/05 EUR 5,248 5,243 Japanese Equity B 13/05 USD 124,140 121,980 Azimut Trend Italia 12/05 EUR 18,890 18,829 AZ F. Solidity DIS 12/05 EUR 5,621 5,627 Borsa Protetta Maggio 07/05 EUR 63,310 62,770 KIS - Income D 13/05 EUR 104,130 104,130 Usa Value Fund A 13/05 EUR 5,963 5,965 Japanese Equity Hdg 13/05 EUR 162,750 159,900 Azimut Trend Pacifico 12/05 EUR 6,642 6,678 AZ F. Strategic Trend 12/05 EUR 5,770 5,759 Borsa Protetta Novembre 07/05 EUR 60,970 61,090 KIS - Income P 13/05 EUR 107,670 107,670 Ver Capital Credit Fd A 13/05 EUR 5,583 5,579 Swiss Equity 13/05 CHF 133,150 133,030 Azimut Trend Tassi 12/05 EUR 10,226 10,225 AZ F. Top Rating ACC 12/05 EUR 5,077 5,071 Inflazione Più Arancio 13/05 EUR 56,610 56,480 KIS - Italia P 13/05 EUR 131,980 132,730 Swiss Equity Hdg 13/05 EUR 101,100 101,000 Azimut Trend 12/05 EUR 27,786 27,739 AZ F. Top Rating DIS 12/05 EUR 5,077 5,071 Mattone Arancio 13/05 EUR 46,210 45,940 KIS - Italia X 13/05 EUR 131,320 131,910 US Equity 13/05 USD 167,910 168,600 AZ F. Trend 12/05 EUR 6,100 6,087 Profilo Dinamico Arancio 13/05 EUR 65,200 64,880 KIS - Key 13/05 EUR 135,360 135,300 US Equity Hdg 13/05 EUR 184,920 185,640 AZ F. US Income 12/05 EUR 5,421 5,423 Profilo Equilibrato Arancio 13/05 EUR 62,650 62,410 KIS - Key X 13/05 EUR 138,080 138,020 AZ FUND MANAGEMENT SA - tel.00352 2663811 AZ F. Active Selection 12/05 EUR 5,417 5,405 61951,842 59550,161 Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com [email protected] AZ F. Active Strategy 12/05 EUR 5,064 5,066 Profilo Moderato Arancio 13/05 EUR 58,600 58,470 KIS - Multi-Str. UCITS A USD 12/05 USD 150,840 150,290 AZ F. Alpha Man. Credit 12/05 EUR 5,477 5,477 Top Italia Arancio 13/05 EUR 50,360 50,920 KIS - Multi-Str. UCITS D 12/05 EUR 110,900 110,490 PS - 3P Cosmic A 13/05 EUR 71,720 AZ F. Alpha Man. Equity 12/05 EUR 4,843 4,824 KIS - Multi-Str. UCITS P 12/05 EUR 113,650 113,230 PS - 3P Cosmic C 13/05 CHF 71,220 71,120 AZ F. Alpha Man. Them. 12/05 EUR 3,552 3,533 Abs. UK Dynamic Fd P1 14/05 GBP 1,464 1,466 KIS - Multi-Str. UCITS X 12/05 EUR 114,460 114,030 PS - Absolute Return A 13/05 EUR 113,220 113,130 AZ F. American Trend 12/05 EUR 3,198 3,163 Abs. UK Dynamic Fd P1 H 14/05 EUR 1,608 1,609 KIS - Selection D 13/05 EUR 124,470 124,410 PS - Absolute Return B 13/05 EUR 119,410 119,310 AZ F. Asset Plus 12/05 EUR 5,537 5,532 Abs. UK Dynamic Fd P2 14/05 GBP 1,496 1,498 KIS - Selection P 13/05 EUR 126,430 126,370 PS - Algo Flex A 13/05 EUR 110,670 109,960 AZ F. Asset Power 12/05 EUR 5,370 5,358 Abs. UK Dynamic Fd P2 H 14/05 EUR 1,678 1,680 KIS - Selection X 13/05 EUR 125,870 125,820 PS - Algo Flex B 13/05 EUR 105,630 104,960 AZ F. Asset Timing 12/05 EUR 5,028 5,025 UK Abs. Target Fd P1 14/05 GBP 1,190 1,192 Invesco Funds KIS - Sm. Cap D 13/05 EUR 101,700 102,090 PS - BeFlexible A 13/05 EUR 85,580 85,400 AZ F. Best Bond 12/05 EUR 5,363 5,363 UK Abs Target Fd P2 14/05 EUR 1,138 1,139 Asia Balanced A 14/05 USD 24,610 24,510 KIS - Sm. Cap P 13/05 EUR 106,530 106,930 PS - BeFlexible C 13/05 USD 84,340 84,170 AZ F. Best Cedola ACC 12/05 EUR 5,666 5,663 UK Abs Target Fd P2 14/05 GBP 1,220 1,221 Asia Balanced A-Dis 14/05 USD 16,190 16,120 KIS - Target 2014 X 13/05 EUR 100,240 100,230 PS - Best Global Managers A 13/05 EUR 102,190 102,420 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it 71,650 Tel 0332 251411 www.ottoapiu.it 8a+ Eiger 13/05 EUR 6,232 6,267 8a+ Gran Paradiso 13/05 EUR 5,243 5,259 8a+ Latemar 13/05 EUR 5,981 5,979 8a+ Matterhorn 02/05 EUR 856702,492 860696,577 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 13351E2B Corriere della Sera Giovedì 15 Maggio 2014 Sussurri & Grida Piazza Affari IL RIMBALZO DI TELECOM I CONTI SPINGONO BREMBO L’Inter di Thohir mette il marchio in cassaforte di GIACOMO FERRARI Ancora una seduta senza storia per le Borse europee, con gli indici che alla fine sono rimasti mediamente sui livelli della vigilia. Quanto a Piazza Affari, è stato soprattutto il comparto bancario a frenare il Ftse-Mib, che in chiusura ha registrato un calo dello 0,34%. Le trimestrali continuano a tenere banco e a orientare le mosse degli operatori, anche se spesso le prime reazioni vengono corrette il giorno successivo. È ciò che è accaduto per esempio a Telecom Italia, rimbalzata del 2,79% dopo il calo di martedì. Sempre i conti del trimestre hanno spinto ieri Salvatore Ferragamo (+2,15%), mentre Fiat ha recuperato il 2,07% e Campari l’1,76%, grazie anche al giudizio positivo di Société Générale che ha elevato il target-price a 6,6 euro. Balzo, fuori dal listino principale, per Brembo (+5,96%), anche in questo caso dopo i risultati trimestrali. Sul fronte delle perdite spicca soprattutto Mediaset (6,58%), colpita dal downgrade di Nomura. Tra i bancari, invece, più di tutti hanno perso terreno la Popolare dell’Emilia Romagna (-3,47%), Banco Popolare (3,31%) e Mediobanca (-3,17%). Significativa, infine, anche la flessione di Yoox (-3,36%). © RIPRODUZIONE RISERVATA ÀÃ> Ì>>> i /Ì /i° ( f.ta.) L’Inter chiude il cerchio della riorganizzazione messa in cantiere con l’arrivo di Erick Thohir. Lo schema dell’operazione, piuttosto complessa, prevede la nascita entro l’estate di una società controllata al 100% che diventerà riferimento esclusivo per le attività di sponsorizzazione e valorizzazione del marchio, nonché proprietaria dello stesso. Questo significa che diventerà titolare dei contratti attualmente in carico alla capogruppo e, per quanto riguarda il marchio, all’Inter brand srl. La nuova società sta dando gli ultimi ritocchi a un finanziamento bancario intorno a 200 milioni che finiranno alla capogruppo e daranno la possibilità di far fronte interamente ai 150 milioni di debiti verso le banche. Così verrà rispettato l’impegno preso da Thohir quando ha chiuso l’accordo con il venditore, Massimo Moratti. Tra le banche coinvolte ci sono Unicredit e Goldman Sachs. La riorganizzazione societaria è stata approvata nei giorni scorsi dall’assemblea ordinaria della capogruppo ma le tecnicalità, confermano fonti bancarie, sono ancora in via di definizione. L’assemblea aveva come ordine del giorno la cessione di ramo d’azienda, spiegata dallo stesso Thohir (in lingua inglese, con l’intervento di un traduttore). Al tavola della presidenza era presente Massimo Moratti, che è rimasto in silenzio, mentre il figlio Angelomario, molto attivo nel seguire le vicende societarie e molto legato al direttore generale Marco Fassone, era seduto in prima fila. Un paio di azionisti ha espresso qualche perplessità, sottolineando che attraverso la creazione della nuova società Tohir tiene fede agli impegni presi con Massimo Moratti ma senza far arri- vare soldi freschi. L’imprenditore indonesiano, del resto, ha già versato 75 milioni in occasione dell’aumento di capitale fatto quando è diventato l’azionista di controllo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Più profitti a Banca Imi (e 24 collocamenti) (f.d.r.) Banca Imi chiude i primi tre mesi dell’anno con 181 milioni di euro di utile netto, in aumento del 24,5%, e 416 milioni di margine di intermediazione, grazie anche all’effetto del ritorno di interesse degli investitori per il mercato italiano. «C’è un forte flusso di liquidità sul mercato e sul settore corporate», spiega Gaetano Miccichè, amministratore delegato di Banca Imi e direttore generale di Intesa Sanpaolo, mostrando ottimismo sull’evoluzione dei risultati e sottolineando la «sostenibilità dei conti, dimostrata per il decimo trimestre consecutivo, nonostante la crisi e la forte volatilità degli spread». Il margine di intermediazione ha potuto beneficiare in particolare di una decisa crescita dei profitti da negoziazione titoli e derivati, che hanno raggiunto i 173 milioni. Al contempo sono diminuite le rettifiche e gli accantonamenti sui crediti, del 13,6%, a 43 milioni. Con 24 collocamenti, per un controvalore di 2,4 miliardi di euro, Banca Imi si è confermata leader nel segmento delle emissioni obbligazionarie, e per il resto dell’anno ha già messo in cantiere i mandati per le Ipo di Fincantieri, Poste, Rottapharm e Cerved, rafforzando così il peso sull’equity capital market. ³ä]{ £]{ ä]ä£ Ó]£È ³ä]£Ó ä]Çn{ ä]£ä ³£Ç]nx Ç]x Î]{£ È]Σ £n]Ç£ä ³ä]£ä ³Î]£x ä]Ç{ Î]nÓ ³£x]äx £]äxä ä]£x ³În]ÇÎ ]xx ä]ÇÓ ³Î]xä ä]ä{ä ££]££ {Ó]nÈ ä]ää£ p ³{Î]Çx ä]Çä£ p p p ³£]Çx ³n]£{ Î]ÓÎ{ £]Óx ³£]{È ä]{ä Ó]xä ³££]££ Î]È ä]äx p {]äxä ³ä]£ ä]£ Ç]x£ä p p p Ó]ä{ £Ó]ÇÎ ä]ääx Î]ÇÈ ³£Ç]nä £]Çn£ ³ä]{ä Ó]£x È]È£ä ä]Ó£ ³£È]n £È]Î£ä £]{È ³{]ÈÈ È]£Óä ä]Î ³Ó]£Ç £ä]Çää ³£]£ ³Ó]ÓÓ £x]äää Ó]n{ ä]äx £]n£ä ³ä]nÈ ³£Ç]£ä È]Îää x]£Ó x]ÈÓ Ó£]ÓÓä ³£]Ón ³£Ç]ÈÎ ££]xÇä Î]{Ç ³x]{ä È]xää £]£x ³££]Ón {]äÓn Î]Σ ³Ó£]ÓÇ n]ÇÓ p p p £]È£ ³ä]ä Ó]£Óä Î]{{³ÓÎ{]Î ä]nÓÎ ³ä]än ³{]{ £ä]£ää ³Î]äÈ ³£]È ä]Îä £]Çä ³xÓ]xÈ £]äÎÇ {]nÓ ³ÓÎ]xä ä]룂 ³ä]{È ³££]xä Î]££Ó Ó]Ó ³xä]£ä ä]x£ä Ó]nÇ ³{n]Çx ä]În{ p p p Î]nä ³Ó]È{ ä]£ ä]Ç{ 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°°°°°°°°°°°°°°°°°6® I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® ]Ç{ ]ÎÓ ]nn ]nÈä ]n£Î ]ÇÇÓ ,i`° ä]Ó ä]Ón ä]ÓÈ ä]ÎÎ ä]ÎÇ © RIPRODUZIONE RISERVATA Terna, la rete greca nel mirino Utile netto trimestrale a 125 milioni di euro (+2,5%) per Terna. Ma la notizia è uscita dalla conference call: il responsabile finanza Andrea Crenna ha rivelato che la società della rete ha manifestato l’interesse per la privatizzazione della rete greca. Tra i concorrenti anche i cinesi di China State Grid. © RIPRODUZIONE RISERVATA *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® ä]xäÈ p ä]xÈn p £Ç]Èää È]{x £]xnx p ä]Înx p £]nää ä]xÇÈ ä]£än Î]{£ä £]Î{ä ÓÎ]ää £È]Óää n]Çnä £x]nä £]{Èn £]{£x Ó]Èää Î]{{ä {]£äÈ În]Çää ä]{ ä]{ä ÓÎ]äää £]nxä ä]nä {]£È{ Ó]££È {]{Îä {È]ÈÓä £n]nxä £Ó]ÎÈä ä]£{x ä]äÓ{ Ç]xäx ä]n£Î Ó]ÓxÓ Î£]£xä ä]nÎx £]Îä{ ÓÎ]Óä Ç]{ää Î]äÇä Ç]ÎÎx x]Çx ä]ÈÓä Ó]xn ä]äÎÇ {]n£ä Î]ää £È]xÎä Î]äxÓ £]xÎÇ Óä]Èä Ó]äÎn ä]Èxä £]Óxn Ó]nn n]xn p p ³£]{Î È]n p p x]äÓ ³£ä]È ³ä]x{ ³£Ó]ÓÇ ³ä]ÎÓ ³£Ç]n{ p p p³£Óx]Çn p p ³£]Ó ³ÎÇ]{ä £]nÇ £ä]Ón p ³{]Óx £]£ä ä]nÇ Î]nä ³n]£x £]Èx Î]ä ä]{Î ³ä]Çx Î]{È ³x]Çn ä]nÇ ³ÎÎ]{Ó p ³£Ç]£ ä]ÇÇ ³££]{Ó ä]{ £x]{x £]ä{ ³xx]ÈÈ ³£]£Î ³Î]È Ó]ÇÈ ³£Î]xÓ ä]ÈÎ Ó]nÓ ä]{È ³ÎÎ]ä{ Î]£È ³{{]În £]nÈ ³]xÎ Î]ÓÈ ³£]än ä]xÎ ³ÎÓ]nÇ ä]xÈ ³Î]äÓ Î]{Ó ³ä]äx £]x£ Ç]È{ ä]n{ £]Óx ³Ó]ÓÈ {]£Ç ³ä]äÎ x]Ç Ó]{Ç ³Ó]£x ³Ó]äÇ Ó]ÓÎ ä]x ³ä]Óx Î]Îx ä]än Ó]Î ³£]ÓÈ ³£]£ ³ä]Îä £]ÎÈ Î]Çä ³ä]£ ä]{ ³£]£Ç Î]Èä ³£{]È ³ÎÇ]ÈÈ ³È]Óä ³n]nÎ ³Ó{]Îx 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Chiunque frequenti gli Stati Uniti sa che il fundraising è la leva che muove (quasi) ogni cosa: lo praticano l’asilo e l’università, la biblioteca e il museo d’arte moderna, l’ospedale e perfino il giornale investigativo online (è il caso di ProPublica). In Italia, per diffondere la cultura di donare a una giusta causa, finora poco applicata, è nato il Festival del Fundraising. In parte occasione di incontro (non solo per conoscere ma anche per raccogliere risorse), in parte percorso formativo, con 4 percorsi tematici e 6 Masterclass, il Festival è giunto alla settima edizione. Durante l’evento di quest’anno, in corso fino a venerdì, a Pacengo di Lazise, in provincia Verona, per la prima volta verrà inoltre presentato il primo censimento dei fundraiser italiani, curato da Philanthropy Centro Studi Doxa in collaborazione con Assif, che ha individuato oltre seimila persone opranti nel settore. © RIPRODUZIONE RISERVATA >Ì > VÕÀ> `i½>}iâ> }À>ÃÌV> ,>`VÀ° iÌi ÕÀii\ ÛiÃÌ °° > -V>`iâ> À *À° iÌÌ Al Festival il censimento dei fundraiser italiani +ÕÌ>â `ÀiÌÌ> ÃÕ Ìiiv\ Û> +1"/ Ã}> ÌÌ] >` iÃi«\ +1"/ > ÕiÀ {nÓÓ{Ó° ÃÌ ä]x ÕÀ «iÀ -- ÀViÛÕÌ° v ÃÕ ÜÜÜ°VÀÀiÀi°ÌÉiV> *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® °-° ,> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-,® ä]Ó£ Ó °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°Ó® ä]nÎÇ Vi>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® ]ÇÇä VÌi ÀÕ« I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° "® £n]Ç£ä VµÕi *Ì>L °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° *® £]äxÓ VÃ}> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° -® £]Óän `iÀ«°Àiâi °°°°°°°°°°°°°°°°°°® £Î]ÎÈä i`ià I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® ä]ä{£ 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Parteciperanno, tra gli altri, Valeria Viparelli, Maurizio Bettini, Paolo Matthiae e Marco Mancini. Interverrà il ministro Stefania Giannini. Maestri A piedi, in treno, in corriera: il racconto del lungo percorso compiuto dallo scrittore, che fu ispirato da Giulio Einaudi Ritorno al paese del dolore invisibile questo e altri giornali scaricateli da qui http://quoidianes.tumblr.com/ Il viaggio in Italia di Ceronetti trent’anni dopo: pietà per gli eterni mali nazionali di GIORGIO MONTEFOSCHI R itrovo ad uso di segnalibro, nelle pagine della vecchia edizione di Un viaggio in Italia di Guido Ceronetti, un biglietto ferroviario RomaFondi andata e ritorno, classe seconda, pagato un po’ meno di diecimila lire il 25 gennaio 1997: una data che, essendo parecchio lontana da quella dell’uscita del volume, il 1983, è indizio di una rilettura. Sottolineate a matita sono soltanto quattro righe della prefazione, nelle quali sta scritto: «Campo di lotta tra Bene e Male è dappertutto, dove c’è un uomo capace di pensare: in Italia il loro contendere ha sempre coinvolto anche la bellezza, l’ha avuta come suprema moderatrice, oggi per vittima». Dunque non rileggo a salti, guidato dalla matita, bensì da capo e per intero questo libro violento, in cui abitano il furore e la pietà, e un desiderio inesausto di rivelazione, quale adesso, integro e con poche aggiunte, lo ripropone Einaudi. Subito, confine dell’Asia, ritrovo Trieste, il sabato verso sera «sommersa dalla carta sporca», con i compratori slavi che vengono da oltre confine, contratti, gravati da una profonda tristezza. Poi, corriere e treni; in trattoria uova e insalata, polenta e ceci; noia bene addomesticata nelle stanze d’albergo; un lago Maggiore, al crepuscolo, corrusco e sublime; Santa Chiara quieta con l’altare rivolto verso Dio; molte altre chiese, e a Rogarolo il Po: «calmo, antico, sublime (ormai è una marasca di veleni, ma l’occhio ancora sogna) col tremolare senza fine delle foglie morenti sulla sponda lombarda…». Il dio acquatico, è vero, ha abbandonato il fiume alle centrali elettriche e a quelle nucleari; il vuoto della vita agricola è assordante nei campi; i preti dagli altari rivolti al pubblico dicono cose stupide o banali; nelle serate culturali i freudiani fanno di peggio; nei treni e nelle corriere la gente non parla, apre la bocca (invece nelle cabine dei telefoni afferrano le cornette e le consumano quasi); sui muri, per le strade, le scritte espongono l’ottusità e la paura; eppure «questo grande rottame naufrago col vecchio nome di Italia è ancora, per la sua bellezza residua, un non pallido aiuto alla pensabilità del mondo». E a Torino, la città delle messe nere, c’è il Cottolengo. Qui «le facce di felicità pura e come incantata, delle piccole suore e dei fratelli cottolenghini sono facce di ben remunerati, di soddisfatti da una paga che non appartiene al mondo e che si guadagna ancora più per grazia che per fa- L’autore La nuova edizione di «Un viaggio in Italia» di Guido Ceronetti è pubblicata dalla Einaudi (pp. XVI-376, 22) con un’appendice di testi inediti e una nuova prefazione dell’autore. L’edizione originale del viaggio, compiuto fra il 1981 e il 1983, era stata pubblicata con supplementi nel 2004. Guido Ceronetti, 87 anni, è poeta, filosofo, scrittore, giornalista e drammaturgo. Tra le sue ultime opere «L’occhiale malinconico», «La lanterna del filosofo» e «Insetti senza frontiere» tica. Nella paga della gente cottolenghina c’è un barlume di quel che giustifica l’essere e salva da un orrore senza fine la vita». Quanti Ospizi della Carità, quanti Alberghi dei Poveri, quante bocche sdentate piegate sulla minestra, quanti cucchiai impugnati con l’ultima forza per vincere il tremore, quanta generosità salvatrice in questa Italia priva di Spirito, assediata dalla volgarità, corrotta dalla Bestia del danaro. E quanti Ospedali, quante corsie, quanti letti a contenere piaghe e dolori indescrivibili. Quanti pazzi storditi dagli psicofarmaci. Quante donne nude, o che si cambiano, in questi ospedali dei pazzi: deformi, come Aida a Nemi. Siamo a Lucca, ora, nel vecchio Ospedale: «Mi manca di non aver fatto il medico, sarei stato benissimo in un posto come questo, tra i busti e le crepe, avviluppato nel grande lenzuolo della sofferenza umana, prescrivendo pochissimo, tisane e qualche cardiotonico, aiutando a morire bene, con poco dolore, gli incurabili, chiudendo finestroni, rincalzando coperte, leggendo poesie ai più intelligenti…». Sicuramente non le poesie del Pascoli, «poeta e scrittore di una mediocrità intollerabile, autore di versi e prose il- da Cima da Conegliano al rogo di Riccardo Perucolo leggibili»; e neppure quelle di Ezra Pound, sepolto a Venezia nell’isola di San Michele, a due passi da Stravinskij, autore di musiche buone «per accompagnare il salto delle pulci». Da Barga a Castelvecchio, per un momento, i torrenti, le montagne innevate e il tripudio primaverile nel fondo valle hanno dischiuso il mistero delle cose. A Venezia, la Tempesta del Giorgione «è una rappresentazione difficilissima da capire, per la sua privazione assoluta di tragico, di movimento, di angoscia… Il silenzio della Tempesta più la guardi più si dilata, si prova un disagio per un mistero che non ha ombre… Si possono immaginare parecchi fulmini: nessuno di loro farà paura». A Santo Stefano di Sessanio, in Abruzzo, c’è un vero asino: «splendida immagine di pace, orecchie di sapiente, occhi di bontà», con il quale vale la pena parlare un poco «della vita e della morte, di chi vince e di chi perde, di chi sa e di chi non sa…». Palermo è devastata, non si vede il mare (però anche il porto di Genova è un inferno, con navi disumane di Caronte). I paesi attorno a Catania deturpano le pendici del vulca- Le tappe Cavallerizza e Mole Antonelliana di Torino fotografate da Gabriele Basilico ed esposte nella mostra «Sei per Torino». Oltre a Torino, il viaggio di Guido Ceronetti compie tappe significative a Trieste, in Romagna, in Abruzzo, Napoli fino a Palermo no. A Sulmona, appena finita la celebre processione della Settimana Santa, dopo che la Madonna è corsa incontro al Risorto, tutti mangiano e bevono e ascoltano la musica sui prati. Tutti mangiano, ovunque, in Italia, e troppo (cosicché «la sovralimentazione non produce tanto adipe e malattia coronarica quanto demenza»). Tutti urlano, sporcano, inquinano, rubano, uccidono, si ammazzano. Il paesaggio è sconvolto. I miasmi industriali nascondono il cielo. La Chiesa ha dimenticato o spento i suoi riti. Come non capire che «le società umane civilizzate, guardatele, non sono più che aggregazioni di follia tenute insieme dalla paura e dalle coercizioni»? Dov’è la Luce? A Segesta, dopo la pioggia, davanti alle colonne percorse da quei soffi ineffabili? A Noto, un piccolo borgo che percorri come l’infinito, un sogno dell’immanenza divina? Nell’arte barocca, «in quel non terminato che racchiude e invita al riposo»? Nei cimiteri? Nei libri? Nella povertà cristiana? Nelle Acque Superiori del Po, vale a dire nelle acque invisibili? Napoli è «uno dei peggiori luoghi d’Italia». Ma ha anche spazi perfetti (per esempio, la chiesa del Gesù Nuovo: «Mi piacerebbe essere prete in una chiesa come il Gesù Nuovo, o altra, purché barocca, ma conservando la mente libera»), e un quadro mirabile a Capodimonte, San Girolamo che toglie la spina al leone, sul quale meditare quando la mente fa fatica. La spelonca è tutta stipata di libri e di «materiale mentale», eppure il santo filologo ha sospeso ogni sua attività mentale per dedicarsi a togliere la Spina dalla zampa dolente del Leone: «Così bisogna ricordarsi di essere: mai troppo assorbiti nel mentale e nell’astratto, nella parola (anche la più sacra), per non dimenticare il Piede dell’Animale-che-soffre, il Leone dal ruggito implorante a cui va tolta, prima di pensare ad altro, la spina che lo tortura». Trent’anni sono trascorsi da questo viaggio nel dolore e nell’invisibile. Il dolore è eterno. E l’invisibile non si manifesta. Quasi mai. A noi non è concesso altro che bussare a qualche porta. Per esempio a quella del monastero di Sant’Antonio in Polesine, «luogo incantato di vecchia Ferrara fuori del tempo». Lì, una suora decrepita, molto sorda, suor Ildefonsa, mostra gli affreschi (scambiando un santo per un altro) e soprattutto «tiene sermone». Vorrebbe che il viaggiatore si confessasse perché — dice — è sufficiente una piccola confessione ogni tanto, tutti i peccati sono lavati, poi ci ritroveremo tutti in Paradiso… «Anche lei — insiste — avrà peccati…». «Pochi, suor Ildefonsa». «Bisogna lavare anche quelli». © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 15 Maggio 2014 Status symbol L’enciclopedia, che da 85 anni classifica lo scibile, pubblica un’altra Appendice Elzeviro In un saggio Boncinelli e Giorello a confronto TEATRO DEL BARDO METAFORA DEL MONDO C ❜❜ Amleto e Cleopatra, due personaggi di Shakespeare che valgono come archetipi li momenti difficili, scuotere e risvegliare le coscienze oggi palesemente in crisi. Ambedue appassionati cultori di Shakespeare, i due ragazzi suppergiù settantenni, s’incontrano, chissà quanto per caso, in occasione del 450° anniversario della nascita del Bardo di Avon. Ed ecco prendere forma Noi che abbiamo l’animo libero di Edoardo Boncinelli e Giulio Giorello (Longanesi, pp. 202, € 14,90): due saggi, E.B. sull’Amleto di Amleto, G.G. sulla Cleopatra di Antonio e Cleopatra più un lungo dialogo tra i due a cura di Ilaria Cozzaglio. Detto per inciso, quel «noi che abbiamo l’animo libero» lo recita il principe danese, trasmettendo qualcosa di più della propria innocenza: «Dal piano dell’assenza di colpa ci fa passare alla possibilità di affrontare le sfide del mondo senza timore». Meglio ancora: Cleopatra e Antonio, tragici personaggi liberi: «...anzitutto, dall’ossequio al miserabile potere delle corti, ai giochi della politica, alla stessa finitudine delle umane creature. Si tratti di purificare la Danimarca dalla corruzione o di salvare l’Egitto dall’imperialismo di un ingombrante alleato». Il XXI secolo secondo la Treccani Otto nuovi volumi : da Internet alla classifica dei Paesi più corrotti di ARMANDO TORNO I nostri due — sia detto con immensa, empatica stima — scienziati mattacchioni («Cos’è mai la pazzia?», Amleto Atto II, il cortigiano Polonio, «Se vogliamo definirla, cos’altro è, se non l’essere pazzi?») si divertono così, rimandando al Bardo e poi divagando e poi a Shakespeare ritornando. Usano il teatro come metafora del mondo, parlano e sparlano di italici filosofi di oggi, e di Copernico, Socrate e tanti altri, di questioni «di genere», di Camus, di infiniti ispiratori e portatori di conoscenza e saggezza. Vagliano la condizione umana, ovviamente la vita e ovviamente la morte, la fallibilità della ragione e la sete di gloria, la precarietà dell’esistenza e la molla creatrice, la responsabilità, l’anelito alla libertà. E la contrapposizione tra il «fragile principe ribelle» e la «regina accorta e sensuale» diviene la strada attraverso cui affrontare timori, speranze e passioni degli uomini e delle donne contemporanei che arrancano attraverso i dilemmi della morale, della religione, della politica. Scrive G.G. che «Shakespeare annuncia e mette in scena le crisi che segnano il trapasso dal medioevo all’età moderna». E.B. sottolinea a sua volta la potente vicinanza del Bardo «con la sua dinamica di guerra e amore, col suo intrico di passioni che alimentano e sono alimentate dal conflitto, tra popoli ed entro un popolo, fino a quel tipo di “guerra civile” che si dispiega nell’animo dei singoli protagonisti». Quindi G.G. ritorna a una sorta di guerra civile della coscienza, riconoscendo in ciò l’ombra lunga di Giordano Bruno. Di rinvio in rinvio, sorta di ping pong tra due menti «pazze» e sopraffine. La conclusione? Impossibile. Scegliamone, fra le tante, una proposta dal genetista biologo riferita all’ultimo monologo dell’Amleto. Scrive E.B.: «”Che cos’è mai l’uomo, se il suo massimo pregio e l’impiego del suo tempo non consistono che nel dormire e nel mangiare? Una bestia, niente di più. Certo, chi ci fece con tanto discernimento, capaci di guardare in avanti e indietro, non ci diede tali abilità e una ragione quasi divina perché ammuffissero in noi per il disuso”. Shakespeare insegna, se non a “beffarsi”, a cercar di indovinare ciò che pare “invisibile”, e ad agire coraggiosamente nelle nebbie del domani». [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Pubblicato il bando L’edizione dedicata alle donne del premio Barbiellini Amidei Fino al 15 giugno sono aperte le iscrizioni al premio giornalistico intitolato a Gaspare Barbiellini Amidei, rivolto ai giovani giornalisti sotto i 35 anni che abbiano saputo raccontare l’Italia e l’Europa contemporanee. Il premio è rivolto ai servizi giornalistici pubblicati o trasmessi tra il 1° gennaio 2013 e il 15 giugno 2014, che abbiano riguardato il tema «Verde, Bianco e ROSA? L’Italia delle donne». La giuria, composta da nomi prestigiosi del giornalismo, valuterà il miglior articolo pubblicato su quotidiani, periodici e web e il miglior servizio radiotelevisivo trasmesso da emittenti locali e nazionali. La scrittrice Dacia Maraini sarà il giurato speciale per l’edizione 2014. I n molti ricorderanno il programma televisivo ideato da Renzo Arbore, andato in onda nel 1985: Quelli della notte. In una puntata Riccardo Pazzaglia, in vesti professorali, pose un quesito che fece discutere accanitamente: «Ma Parigi è sempre Parigi?». Se ben ricordiamo non si arrivò a soluzioni ma, tra retoriche e ironici voli nella logomachia, la domanda servì per rintuzzare un mito tra frizzi e lazzi. Parigi, appunto. Ora potremmo aggiornarla: «Ma la Treccani è sempre la Treccani?». Per rispondere ricorriamo ai dati: nell’era di Internet si vendono ogni anno poco più di 150 copie dell’Enciclopedia italiana, meglio nota come «la Treccani». Insomma, una ogni due giorni e qualche ora. L’Istituto, fondato nel ’25, cominciò a pubblicare l’opera nel ’29. Tale enciclopedia è uno status symbol da 85 anni, anzi l’Italia soffre di «treccanite». Ora è disponiL’opera bile l’VIII Appendice. È di L’VIII Appendice, ben otto volumi, coordinata da dedicati rispetTullio Gregory tivamente a filo(qui sopra), sofia, economia, verrà presentata diritto, scienze, oggi all’Istituto storia e politica, Lombardo a tecnica e gli ultiBrera (ore 16) mi due a un Lessico del XXI secolo. Tullio Gregory, direttore scientifico di questa parte e anima dell’iniziativa, ci ha confidato: «Il complesso panorama odierno, con tutte le sue trasformazioni e contraddizioni, si rispecchia anzitutto nel nostro linguaggio quotidiano. Non soltanto nell’invasione della terminologia legata alla Rete ma anche nella trasposizione nell’uso corrente di vocaboli nati in contesti tecnici, quali per esempio default, spread, debito sovrano o banca etica. Il Lessico del XXI secolo costituisce uno strumento critico per comprendere questi primi anni del millennio, passando attraverso i linguaggi e, IL FONDATORE GIOVANNI TRECCANI DEGLI ALFIERI (1877-1961) di STEFANO JESURUM he cosa succede se un noto filosofo della Scienza che è stato anche matematico, un simpatico signore con l’aria di aggirarsi perennemente per le piazze e le strade di Paperopoli — chiamiamolo Giulio — incontra un suo semicoetaneo, biologo genetista di vaglia che un tempo era un fisico, altrettanto buontempone e svagato — chiamiamolo Edoardo? Accade che, naturalmente, parlano, si confrontano, conversano. Badate bene: non argomentano di pallose tematiche scientifiche, interessanti, certo, utilissime, seppur per noi cittadini comuni astruse e lontane, ma di ciò che forse più amano al mondo, ovvero di arte, letteratura, teatro. Insomma di cultura, sola arma, con i suoi insostituibili archetipi psicologici, capace a loro avviso di farci procedere, superare gli attua- Terza Pagina 35 italia: 51575551575557 con essi, presenta i grandi problemi posti dalla globalizzazione, dalla concentrazione di esagerate ricchezze e di immense povertà». Conclude Gregory: «Non sono dimenticate realtà sconcertanti, quali il continente di plastica, ovvero l’isola galleggiante formatasi nel Pacifico di 2.500 chilometri di diametro; né taluni nuovi dati, come la statistica internazionale dei Paesi corrotti». E qui, aggiungiamo, l’Italia è in una posizione di rilievo. Questa VIII Appendice verrà presentata oggi all’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Let- tere (Milano, Palazzo Brera, ore 16) da sette relatori: Enrico I. Rambaldi, Giorgio Lunghini, Antonio Padoa- Schioppa, Paolo Mazzarello, Giuseppe Galasso, Giuseppe O. Longo, Tullio Gregory. Qualcuno si chiederà quanti sono i volumi degli «aggiornamenti» della Treccani. Referendo dati dello stesso Istituto, diremo che la I Appendice fu pubblicata nel 1937, l’anno dopo la fine dell’opera, costituita da 35 volumi. Eccone poi una seconda in 2 tomi (usciti nel 1949) che, come scrisse Gaetano De Sanctis, «obbiettivamente e serenamente aggiornano»: ospitava quelle voci che non comparivano nell’originale, per esempio Matteotti. Ci fu inoltre un volume di indici, comprensivo di quest’ultima parte, nel 1952. La III Appendice riguardava gli anni 1949-60 (2 volumi); la quarta il periodo 1961-1978 (3 volumi); la quinta copriva il lasso di tempo tra il 1979 e il 1992 (5 volumi). Poi arrivò il 2000: si realizzò la VI Appendice in 4 tomi, 2 di testo e altri 2 di nuovi indici (ne circolarono anche 2 di fotografie, oggi introvabili e non più venduti nel «pacchetto» dell’opera). La VII Appendice era di 3 volumi con l’aggiunta di un dvd (2005) e infine ecco l’ottava con gli 8 tomi ricordati. Va detto che non tutti gli acquirenti della «grande» comprano gli aggiornamenti. L’Istituto ricorda le 70 mila copie vendute del corpus maggiore e offre i dati delle ultime appendici: la V del 1992 si è fissata a 55 mila, la VI del 2000 a circa 35 mila, la VII del 2005 è arrivata intorno alle 21 mila e quella che verrà presentata oggi è già a quota 8 mila. Va da sé che taluni dati non sono controllabili, come quelli relativi ai volumi usciti tra il 1935 e il 1943 con testi dell’enciclopedia: il primo di essi conteneva Fascismo, voce firmata da Benito Mussolini (redatta da Giovanni Gentile) e Gioacchino Volpe. Il futuro della Treccani? Crediamo che il nuovo presidente Franco Gallo (e i novelli vice Giovanni Puglisi e Mario Negri) abbiano notevoli progetti. Per chi scrive l’avvenire è legato alla capacità dell’Istituto di essere una realtà culturale e non una delle tante imprese editoriali. La «treccanite» insegna. © RIPRODUZIONE RISERVATA Premio Volponi alla carriera Corrado Stajano lascia la Garzanti Corrado Stajano (foto) lascia la casa editrice Garzanti. E lo fa con una lettera al presidente Gherardo Colombo. La frattura arriva a pochi mesi dall’uscita dell’ultimo libro di Stajano, La stanza dei fantasmi, accolto con grande favore dalla critica. Einaudiano, si dimise (con Carlo Ginzburg) dalla casa editrice torinese quando l’acquistò Silvio Berlusconi per passare appunto alla Garzanti dove ha pubblicato sette libri, tra i quali Promemoria (Premio Viareggio 1997) e La città degli untori (Premio Bagutta 2010). In ottobre, con le Edizioni Archinto, uscirà Destini. Testimonianze di un modo perduto, una raccolta di ritratti di personaggi della cultura italiana. Stajano ha appena vinto il premio Volponi alla carriera «Lettere ed Arti». La motivazione fa riferimento al suo stile netto e penetrante oltre al fatto che «la sua opera si configura nel complesso come caso esemplare di etica della scrittura». L’iniziativa La presentazione sabato, sarà attivo in autunno Presto al via il portale dei festival Online programmi, date, budget di IDA BOZZI S arà annunciato anche il nuovo portale nato su iniziativa del Cepell, Centro per il Libro e la Lettura, durante il nuovo incontro del network «Città del libro», cui aderiscono 75 festival culturali italiani — il terzo incontro dopo Torino nel 2013 e Roma a gennaio 2014. L’appuntamento sarà a Cagliari domani e il 17 maggio, ed è promosso dal Cepell e dalla Fondazione per il Salone del Libro, con Anci Associazione nazionale comuni italiani, ed è organizzato dal festival «Leggendo Metropolitano» di Cagliari. Nel programma dei lavori, domani gli interventi di Romano Montroni presidente del Cepell, e Rolando Picchioni presidente del Salone del libro, con Luigi Zoja e Gian Arturo Ferrari. E sabato 17, dopo l’intervento di Maurizio Braccialarghe dell’Anci, proseguirà il confronto sulle esperienze e «buone pratiche» dei festival culturali con Oliviero Ponte di Pino per la kermesse milanese di Bookcity, Gian Mario Villalta per Pordenonelegge e Matteo Salvi per BergamoScienza, oltre a interventi di Marino Niola (su festival, nuove tecnologie e Internet), Rossana Rummo e Francesca Barracciu. Una novità che riguarda i festival ma anche gli utenti sarà presentata sabato 17 dalla direttrice del Cepell Flavia Cristiano, insieme a Luca Fornara e Claudio Giustini del Poligrafico dello Stato: il nuovo «Portale delle Città del libro», non ancora online ma completo per quanto riguarda la struttura e pronto per accogliere i dati dei festival, che sarà lanciato di quest’autunno. «Presenteremo a Cagliari — illustra Flavia Cristiano — la struttura del portale che è stata realizzata a cura del Poli- grafico dello Stato, e che una volta online (pensiamo in autunno) avrà lo scopo di informare il pubblico su tutti i festival delle Città del libro, con programmi, date, e in futuro anche numero di visitatori, budget e altro». Intanto, molta strada è ancora da fare, spiega il presidente del Cepell Romano Montroni, proprio sui requisiti cui le Città del libro devono corrispondere: «Occorre stilare un decalogo — spiega Montroni — e non è ancora terminata l’identificazione delle caratteristiche e dei requisiti necessari, e le proposte verranno fuori dalle discussioni». Tra gli argomenti dell’incontro sardo, i prossimi programmi di lavoro: «È nostra intenzione nel 2015 attivare le Città del libro in maniera propositiva: faremo il possibile perché vi siano tanti piccoli o meno piccoli “Saloni del libro”, come abbiamo fatto per l’iniziativa del ”Maggio dei libri”, che è in corso e intorno alla quale c’è moltissima animazione». In autunno sarà probabilmente online anche un’altra iniziativa del Cepell, il portale «Invito alla lettura». Spiega Flavia Cristiano: «Si tratterà di un portale dedicato ai grandi libri e autori degli ultimi 150 anni, sull’impronta della mostra torinese per i “150 anni di editoria italiana”. Lungo alcuni percorsi cronologici e tematici si potranno trovare i testi digitalizzati, i materiali iconografici e audiovisivi, oltre alla posizione nelle biblioteche italiane e così via». © RIPRODUZIONE RISERVATA biennale disegno rimini 36 Cultura Giovedì 15 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Le iniziative del Corriere 1914-1918 L’iniziativa Da oggi in edicola i dvd prodotti La questione «Tutte le maggiori potenze da Rcs e Rai per il centenario della guerra furono responsabili, non solo la Germania» l’Isonzo e arrivare a Vienna in un paio di mesi. Sperava di risolvere la guerra a favore dell’Intesa. Ma non è un caso d’incoscienza isolato. I generali di tutti gli altri Paesi in lotta, all’inizio del 1915, credono ancora, al pari di Cadorna, che si possa chiudere il conflitto in breve tempo, magari entro l’estate. Perciò lanciano una serie di offensive sanguinose e inconcludenti». Resta da capire perché prevalse la scelta dell’intervento, cui erano contrarie le masse popolari socialiste e cattoliche, nonché un leader liberale influente come Giovanni Giolitti. «La classe dirigente in realtà era quasi tutnia e la Gran Bretagna, anche se non ta a favore della guerra, era convinta bisogna sottovalutare le responsabili- che l’Italia, se voleva essere una potentà di piccoli Stati come la Serbia». za europea, non potesse rimanere fuoPerò la prima mossa dei tedeschi è ri dal conflitto. Anche la piccola boraggredire il Belgio, Paese neutrale. ghesia urbana era in prevalenza inter«Potrà sembrare un discorso cinico, ventista, soprattutto gli studenti. Lo ma in guerra atti del genere sono da stesso Giolitti era più prudente di Anmettere in conto. Nella lotta per la so- tonio Salandra, che lo aveva sostituito pravvivenza di solito non si rispettano alla guida del governo, ma non prese le regole. Per quanto grave sia quel- mai posizione in modo netto». E la Chiesa? «Il Papa Benedetto XV l’episodio, non credo si possa parlare di una prevalente colpa tedesca. Del invoca la pace e nel 1917 definisce la resto la Germania imperiale del 1914 guerra “inutile strage”, ma nel comnon è quella di Hitler: ha un Parlamen- plesso il mondo cattolico italiano tieto eletto a suffragio universale ma- ne a dimostrare il suo patriottismo e schile, un forte movimento operaio, la aderisce allo sforzo bellico, così come libertà di stampa. Lo stesso vale per avviene in tutti gli altri Paesi. Per esempio Angelo Roncalli, il futuro Papa Giovanni XXIII, presta Lo studioso servizio senza nessun problema nei servizi Nato a Pavia nel 1936, sanitari dell’esercito. Giorgio Rochat è uno dei Prevale nelle grandi maggiori studiosi di storia Chiese la visione tramilitare. Ha scritto con dizionale per cui il Mario Isnenghi il saggio buon cristiano deve «La Grande guerra 1914obbedire alle autorità 1918» (Il Mulino) costituite, anche se si tratta di combattere». Però durante il conflitto cresce l’inl’Austria-Ungheria, ma non per la Russofferenza dei soldati italiani, come sia zarista, Paese dell’Intesa». Eppure c’è chi pensa che si debba dimostra il gran numero dei fucilati in parlare di una «guerra dei trent’anni» modo sommario o per ordine delle dal 1914 al 1945. Rochat non è convin- corti marziali. «Da noi — osserva Roto: «La Grande guerra è un conflitto a chat — le esecuzioni sono un migliasé, anche se non ne esce un assetto io, il quadruplo rispetto alla Francia e stabile e quindi c’è un legame con le dieci volte più che in Germania. Dicrisi successive. Del resto nelle guerre pende dalla migliore organizzazione mondiali vediamo una tendenza della tedesca: dalle capacità degli ufficiali e Germania ad acquisire l’egemonia eu- dal rispetto dell’autorità diffuso nella ropea che non è cessata dopo il 1945 e truppa. D’altronde un terzo dei nostri anzi sembra essersi realizzata proprio soldati sono analfabeti, mentre quasi nessuno lo è nelle armate tedesche e adesso con mezzi pacifici». E l’Italia? Nel 1915 la guerra di trin- asburgiche. Però nell’esercito italiano cea era già cominciata: perché il no- non avvengono i massicci ammutinastro Paese non ricavò alcun insegna- menti che si verificano invece tra i solmento da quanto stava accadendo? «In dati francesi e austro-ungarici, per effetti i progetti del comandante Luigi non parlare dei russi». Cadorna –—spiega Rochat — si fon@A_Carioti davano sull’illusione di sfondare sul© RIPRODUZIONE RISERVATA Giunse al fronte la modernità E colse i generali di sorpresa di ANTONIO CARIOTI I documentari F Ogni giovedì col «Corriere» olle incoscienza è forse l’espressione più adatta a descrivere il clima in cui l’Europa corse alle armi nel 1914, come sottolinea lo storico militare Giorgio Rochat: «Da entrambe le parti, nei Paesi dell’Intesa come negli Imperi centrali, tutti erano convinti che il conflitto sarebbe durato pochi mesi, sarebbe stato eroico e vittorioso. Troppi sottovalutavano, o consideravano in modo errato, l’influenza del progresso tecnico». Secondo Rochat l’unica innovazione di cui si era capita l’importanza era la ferrovia: «Dall’antichità ai tempi di Napoleone, gli eserciti si erano mossi a piedi e il cavallo era rimasto il più efficiente mezzo di locomozione. Rifornire un armata in territorio nemico era molto difficile. Ma le ferrovie cambiano tutto. Masse enormi possono essere spostate in fretta e adeguatamente nutrite. Se nel 1859 il Piemonte aveva faticato ad alimentare 50-60 mila uomini impiegati in Lombardia contro gli austriaci, nel 1917 e nel 1918 l’Italia riesce a sostentare circa due milioni di uomini schierati al fronte». Si contava appunto sui treni per accorciare la guerra. Ma non fu così. «Una volta trasportati grandi eserciti alla frontiera, oltre i confini i soldati dovevano muoversi a piedi e bisognava rifornirli con i carri trainati da cavalli, in un contesto nel quale l’enorme aumento di potenza delle bocche da fuoco, cannoni e mitragliatrici, favoriva i difensori rispetto agli attaccanti. Si potevano distruggere le fortificazioni con l’artiglieria, ma poi nell’avanzare bisognava spostare i pezzi a mano, dando al nemico il tempo di riorganizzarsi. Ciò spiega lo spaventoso dispendio di vite umane per guadagnare pochi chilometri. Solo con l’uso intenso dei veicoli a motore, specie dei mezzi corazzati appoggiati dall’aviazione, la situazione sarebbe cambiata nella Seconda guerra mondiale». Oggi È in vendita da oggi in edicola con il «Corriere della Sera» e la «Gazzetta dello Sport» il dvd «La Belle époque finisce a Sarajevo» (nella foto), prima uscita della serie «14-18 Grande guerra 100 anni dopo». Si tratta di venti documentari, presentati da Paolo Mieli e condotti da Carlo Lucarelli, che narrano le vicende del primo conflitto mondiale con la consulenza storica di Antonio Gibelli e Mario Isnenghi. I dvd saranno in edicola ogni settimana al giovedì fino al 25 settembre. Il primo è in vendita al prezzo speciale di 1,99 più il costo del quotidiano, mentre il secondo costerà 5,99 e i successivi 10,99, cui va sempre sommato il prezzo del giornale. Del resto negli eventi del 1914 pesò anche un caso di parziale di motorizzazione: «È un po’ un mito la storia dei taxi parigini utilizzati per spostare le truppe francesi durante la vittoriosa resistenza sulla Marna. Tuttavia è vero che il generale Joseph Joffre fu avvantaggiato dal fatto di poter trasportare i soldati più facilmente, trovandosi in territorio amico, rispetto ai tedeschi, che erano giunti alla porte di Parigi, ma dovevano marciare a piedi. Decisive furono le ferrovie, ma anche i taxi servirono a far affluire rinforzi nel punto giusto al momento giusto». A proposito di trasporti, spesso si dice che il precipitare della guerra fu dovuto anche alla necessità di attuare una mobilitazione rapida. In particolare i generali tedeschi erano ossessionati dall’idea di sconfiggere subito la Francia, prima che la Russia riuscisse a mettere in campo le sue masse sterminate di soldati. «La questione esiste — replica Rochat — ma non è determinante. Nell’estate del 1914 non si mostrano bellicosi soltanto i militari. Anche i leader politici spingono verso la guerra. È vero che la mobilitazione è un meccanismo rigido, per cui anche un breve ritardo può avere effetti gravi. Ma non sono le esigenze della mobilitazione che costringono ad affrettare l’inizio delle ostilità: semmai sono il pretesto con cui si giustifica una condotta dettata dalla volontà politica di ricorrere alle armi». C’è un responsabile principale della catastrofe? Si può parlare di colpa tedesca? «L’Europa all’epoca era dominata dall’asse franco-britannico, appoggiato dalla Russia. La Germania era la potenza emergente, che voleva sovvertire quell’equilibrio. La guerra nasce da un contrasto di potenza in cui tutti gli attori seguono una logica imperialista: non vedo francamente uno Stato più responsabile degli altri. Direi che tutti lo sono in proporzione al loro peso sullo scacchiere internazionale, quindi i più colpevoli sono la Germa- 22 maggio 29 maggio 5 giugno VEDETTA DI UN BATTAGLIONE DI MARINA, MUSEO CENTRALE DEL RISORGIMENTO, ROMA Giorgio Rochat: nel 1914 si pensava a un conflitto breve 12 giugno Ottimismo illusorio sull’orlo dell’abisso Una scintilla a Sarajevo incendia il continente L’invasione del Belgio Neutralità o intervento e la battaglia della Marna il terribile dilemma Inutili fiumi di sangue nella lotta per Verdun La crescita dell’economia e lo sviluppo della scienza, agli inizi del Novecento, sembravano proiettare l’Europa verso un futuro di prosperità. Ma i nazionalismi s’inasprivano, le potenze rafforzavano i loro arsenali, le ingiustizie sociali non venivano meno. Come racconta il primo dvd, «La Belle époque finisce a Sarajevo», sotto l’apparenza spensierata si preparava la tragedia che avrebbe travolto le illusioni e precipitato il continente nell’abisso. Con l’uccisione dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo, erede al trono dell’Austria-Ungheria, assassinato assieme alla moglie da un giovane bosniaco di etnia serba, Gavrilo Princip, si mette in moto un meccanismo infernale. Vienna accusa la Serbia, la Russia si schiera con Belgrado, la Germania appoggia gli austriaci. Il dvd «Sarajevo: 28 giugno 1914» spiega come dall’attentato si sia arrivati a un conflitto con milioni di morti. Nel dvd «L’attacco» è ricostruita la prima drammatica fase del conflitto. Il 3 agosto 1914 i tedeschi invadono il Belgio, Paese neutrale, e dilagano in Francia. Sembra che nulla possa arrestare la poderosa macchina bellica del Kaiser, ma a breve distanza da Parigi, nella prima metà di settembre, i francesi respingono gli invasori sul fiume Marna. Man mano il fronte si stabilizza e comincia la terribile, logorante guerra di trincea. Quando il fronte occidentale si stabilizza, comincia il grande carnaio delle offensive che costano perdite enormi senza sortire risultati apprezzabili. Nel dvd «Morire a Verdun» si racconta forse la più emblematica di queste vicende. L’attacco tedesco contro la roccaforte francese di Verdun, che costa fiumi di sangue a entrambe le parti per lunghi mesi di asprissimi combattimenti, ma lascia la situazione pressoché invariata. 19 giugno 26 giugno 3 luglio Passano dieci mesi dal 28 luglio 1914, data d’inizio della guerra, al 24 maggio 1915, giorno in cui l’Italia apre le ostilità con l’Austria-Ungheria. Un periodo di polemiche, incertezze, discussioni, trattative sottobanco. Infine, con il patto di Londra del 26 aprile 1915, Roma decide di schierarsi con l’Intesa (Gran Bretagna, Francia e Russia). È la complessa vicenda ricostruita nel dvd «Non ancora: l’Italia dalla neutralità all’intervento». 10 luglio 17 luglio Cadorna non sfonda la linea dell’Isonzo Jutland, nulla di fatto Le imprese di Rizzo Il tramonto ottomano cambia il Medio Oriente Resistenza ad Asiago e conquista di Gorizia Il rifugio della scrittura per tollerare l’inferno Anche sul fronte italiano prevale la guerra di trincea, con le truppe del comandante supremo Luigi Cadorna che danno inutilmente l’assalto, per lunghi mesi, alle solide posizioni difensive austroungariche. S’intitola «L’Italia in guerra» il dvd che racconta le prime quattro battaglie dell’Isonzo, combattute nella seconda metà del 1915. L’esercito italiano perde 250 mila uomini tra morti e feriti, senza ottenere alcun reale successo. Il conflitto viene deciso dagli eserciti di terra, ma combattono anche le flotte. Nel dvd «Guerra in mare» si parla della offensiva sottomarina condotta dai tedeschi; dell’incerta battaglia dello Jutland, con cui i britannici impediscono alla flotta del Kaiser di lasciare le sue basi; delle imprese compiute dai Motoscafi antisommergibile (Mas) italiani, che con Luigi Rizzo affondano nel giugno 1918 la corazzata austriaca Santo Stefano. S’intitola «L’Impero ottomano nella Grande guerra» il dvd dedicato al tramonto della potenza turca, che entra in guerra nell’autunno 1914 al fianco della Germania e dell’Austria-Ungheria. I turchi non possono mantenere possedimenti così vasti: si macchiano di un genocidio nei riguardi degli armeni, devono subire la rivolta degli arabi. Ma dal crollo del loro impero deriveranno molti dei problemi che tuttora tormentano il Medio Oriente. Gli austro-ungarici non restano sulla difensiva sul fronte italiano: nel maggio 1916 lanciano la Strafexpedition, un’offensiva che li porta a conquistare Asiago, che poi però dovranno presto abbandonare. In seguito Cadorna ottiene il suo maggiore successo: l’ingresso delle truppe italiane a Gorizia il 9 agosto 1916. Ma l’esito della guerra resta altamente incerto. Sono le vicende narrate nel dvd «Punire l’Italia: la Strafexpedition». Nel dvd intitolato «Lettere dal fronte» si parla di un fenomeno relativamente nuovo: l’enorme massa di corrispondenza (per la sola Italia sono 4 miliardi di lettere e cartoline) che viene scambiata tra i combattenti al fronte e i loro cari. Molti soldati imparano a leggere e scrivere durante il conflitto. Era anche un modo per fuggire dall’orrore della guerra e per affermare la propria esistenza, messa a rischio ogni giorno dal fuoco nemico. Corriere della Sera Giovedì 15 Maggio 2014 Cultura 37 italia: 51575551575557 Grande Guerra Geopolitica Il grande caos suscitato dalla sconfitta dei turchi Un sisma che sconvolse anche il Medio Oriente Pesano tuttora gli errori di Londra e Parigi di LORENZO CREMONESI M edio Oriente e Prima guerra mondiale: è il tema affrontato nell’ottavo dvd della serie «14-18 Grande guerra». Ma di solito se ne parla poco. In genere tendiamo a raccontare il conflitto come una «guerra civile europea». Dimenticando però che quello stesso conflitto condusse non solo alla fine dell’Impero ottomano, ma soprattutto resta all’origine della destabilizzazione cronica che da un secolo scuote gli ex Paesi coloniali sulla sponda meridionale del Mediterraneo, dal Marocco alla Mezzaluna fertile. Tanto che il caos violento delle cosiddette Primavere arabe, esplose nel 2011 e tuttora al centro delle tensioni regionali, viene letto anche come l’ennesimo tentativo da parte delle popolazioni locali di cambiare e rimodellare i confini «artificiali» concordati segretamente nel 1916 tra Francia e Inghilterra (i cosiddetti patti Sykes-Picot), ancora prima che le truppe del generale Allenby raggiungessero Gerusalemme nel novembre 1917. Se è vero che in Europa la Grande guerra terminò solo nel 1945, in Medio Oriente invece la si sta ancora combattendo e in questo momento in modo più cruento che mai. Lo scenario più apocalittico è quello siriano, oltre 150 mila morti in tre anni, quasi 9 milioni di profughi, il Paese in ginocchio sotto il tallone della repressione della dittatura alawita e spaventato dagli eccessi anarcoidi dei fondamentalisti sunniti. Questa era stata per oltre quattro secoli una provincia ottomana, comprendente anche Palestina e Transgiordania. Se paragonata ai tumulti del Novecento, l’era del dominio del sultano da Costantinopoli appare tutto sommato pacifica. Alla fine dell’Ottocento Mark Twain nel suo scanzonato Innocenti all’estero descrive una Gerusalemme «quieta, trasandata e sonnolenta sino alla noia». La sua indignazione nasce dopo aver rilevato la sporcizia dei Luoghi Santi e le beghe da pollaio tra le diverse denominazioni cristiane. Nulla a che vedere però con le tensioni politiche che seguiranno le prime sommosse arabe antisioniste scaturite dalla Dichiarazione Balfour del 1917, con cui Londra prometteva di creare in Palestina un «focolare ebraico». Alla base di tutto questo sta quella Linea nella sabbia, così come recita il titolo di un libro dell’inglese James Barr pubblicato di recente, tracciata brutalmente con il righello dagli ufficiali coloniali di Londra e Parigi. La logica era semplice. La regione veniva divisa in due, senza tener conto affatto delle realtà locali, ignorando tradizioni religiose, etniche, divisioni tribali antiche millenni. Il confine partiva sopra San Giovanni d’Acri, tra la Galilea settentrionale e il Libano meridionale, tracciava la frontiera che tutt’oggi divide la Giordania dalla Siria e quella tra l’Iraq e la Turchia contemporanei. A sud est stava la zona di influenza britanni- 24 luglio 31 luglio 7 agosto ca, a nord quella francese. Poco importava che in mezzo si trovasse l’unità etnico-territoriale del popolo curdo, ancora meno che i cristiani dei monti del Libano fossero amalgamati ai drusi, con i quali si massacravano da anni. E poco importava soprattutto che venissero così tradite le promesse di indipendenza nazionale fatte dagli inglesi agli arabi per garantire la loro fedeltà nella lotta contro turchi e tedeschi. Dallo sgambetto nacquero quelli che un altro noto storico britannico, David Fromkin, nel suo Una pace senza pace, chiama gli «Stati figli di Francia e Inghilterra: Libano, Siria, Giordania, Iraq, Israele e Palestina». Un tradimento che pesa tutt’oggi nei modi di pensare e nei pregiudizi delle piazze arabe nei confronti degli occidentali, una volta soprattutto gli inglesi e adesso gli americani. Scriverà Lawrence d’Arabia nell’introduzione al suo classico I sette pilastri della saggezza: «Era evidente, sin dall’inizio, che, se avessimo vinto la guerra, le nostre promesse sarebbero state carta straccia». È una condanna impietosa, la sua, contro le ingiustizie commesse nei confronti degli arabi Il mito L’ufficiale britannico Thomas Edward Lawrence (1888-1935), detto «Lawrence d’Arabia», nella Grande guerra operò in Medio Oriente contro i turchi da parte delle potenze vittoriose. «Se fossi stato un consigliere onesto, avrei detto agli arabi di tornare a casa e non arrischiare la vita per una simile prospettiva», aggiunge autocritico, giustificandosi solo con la sua speranza di allora per cui una travolgente vittoria della rivolta araba contro l’esercito ottomano avrebbe potuto indurre le grandi potenze a rivedere il proprio atteggiamento. Ma così non fu. Di conseguenza la versione tradizionale dell’antisionismo arabo, che sia di matrice laica come quello di Nasser o dell’Olp, oppure islamicofondamentalista come quello di Hamas e dei Fratelli musulmani, resta fortemente impregnata dal «peccato originale» derivato dalla Prima guerra mondiale. Come del resto non è difficile trovare tra le milizie estremiste sunnite, che oggi stanno cavalcando il progetto del «nuovo califfato» per abolire il confine tra Siria centro-meridionale e Iraq occidentale, il desiderio di ricostruire un Medio Oriente rinato dalle ceneri dei confini coloniali. 14 agosto © RIPRODUZIONE RISERVATA 21 agosto La strada della vittoria passa per le fabbriche Due rivoluzioni in Russia Prigionieri abbandonati Vincono i bolscevichi a un destino disumano Caporetto, ottobre 1917 È il momento più buio L’intera società mobilitata donne e civili compresi Con il dvd «L’industria della guerra» si passa dal fronte alle retrovie, analizzando il ruolo primario che ebbe la produzione di massa nell’alimentare il conflitto. C’è uno sviluppo enorme dei mezzi bellici: cannoni e mitragliatrici più potenti, aerei e sottomarini da combattimento, i primi carri armati, le armi chimiche. Le necessità militari portano inoltre all’immissione di forti contingenti di donne nel lavoro, specie nelle fabbriche di armi e munizioni. Dopo due anni e mezzo di guerra la Russia è esausta, come racconta il dvd «La fine degli Zar». Nel marzo 1917 la capitale Pietrogrado si ribella e Nicola II è costretto ad abdicare: è la «rivoluzione di febbraio» (il calendario russo è indietro rispetto a quello occidentale). Il governo provvisorio cerca di continuare la guerra, ma il 7 novembre è abbattuto dalla «rivoluzione d’ottobre» dei bolscevichi di Lenin, che nel marzo 1918 sigla la pace con i tedeschi. Il 24 ottobre 1917 le forze austro-tedesche sfondano il fronte italiano a Caporetto, nell’alta Val d’Isonzo, e dilagano alle spalle dello schieramento di Cadorna. Al nostro esercito non rimane altro da fare che ritirarsi disordinatamente nella pianura friulano-veneta. Soltanto sulla linea del Piave e del Monte Grappa si riesce a organizzare una linea capace di bloccare l’avanzata nemica. È un momento buio, ricostruito nel dvd intitolato «Caporetto». La Grande guerra non coinvolge soltanto i combattenti al fronte. Si tratta di un conflitto totale, in cui le società dei Paesi in lotta vengono mobilitate e sottoposte ai rigori di una rigida disciplina. Il dvd «Fronti interni» si sofferma su questi aspetti, con le donne chiamate al lavoro per sostituire gli uomini, la creazione di «zone di guerra» nelle regioni interne, le varie forme di sostegno ai combattenti, l’esplosione della propaganda bellica. 28 agosto 4 settembre S’intitola «Il lato oscuro della vittoria» il dvd che si sofferma sul prezzo terribile pagato dai soldati italiani durante la guerra. Una vicenda particolarmente grave riguarda i prigionieri catturati dagli austriaci e dai tedeschi, per i quali il governo di Roma non organizza alcuna assistenza, sospettandoli di scarso patriottismo o di diserzione. Ma c’è anche il dramma dei troppi soldati che vengono fucilati per ordine delle corti marziali. 11 settembre 18 settembre 25 settembre Imbracciano il fucile anche gli americani Garrisce il tricolore su Vittorio Veneto Le armate del Kaiser costrette ad arrendersi Ma la pace non placa nazionalismi e rancori Un ricordo indelebile per poeti e romanzieri Il 6 aprile 1917 si verifica una svolta decisiva per le sorti del conflitto, illustrata nel dvd «Gli Stati Uniti e la Grande guerra». Il presidente americano Woodrow Wilson, che già da tempo aiutava le potenze dell’Intesa, decide di scendere direttamente in campo contro la Germania e l’Austria-Ungheria. Il trasporto delle forze Usa in Europa non è immediato, ma il loro arrivo cambia l’equilibrio complessivo delle forze. Fallita in giugno l’ultima offensiva austriaca sul Piave, l’iniziativa passa alle forze italiane, che in autunno sfondano le linee nemiche a Vittorio Veneto. L’impero asburgico è allo stremo e il suo esercito collassa. Il dvd «Vittorio Veneto» ricostruisce l’ultimo atto della guerra, che si conclude con la resa austro-ungarica. Il 4 novembre 1918 il generale Armando Diaz, nuovo comandante italiano, emana il celebre «bollettino della vittoria». I tedeschi lanciano le loro ultime offensive nella primavera del 1918, ma la superiorità dell’Intesa è ormai netta in fatto di uomini e mezzi, soprattutto grazie al contributo degli Stati Uniti. Il dvd «La resa dei conti» ricostruisce le ultime fasi della guerra, con la progressiva avanzata degli Alleati sul fronte francese, che comincia con la battaglia di Amiens (agosto 1918) e acquista sempre maggior vigore, fino a determinare la resa dell’esercito tedesco. Con la resa della Germania, l’11 novembre 1918, la guerra termina. E due mesi dopo, a Versailles, si apre la conferenza di pace. Ma l’assetto che i vincitori danno all’Europa lascia aperti molti problemi, senza contare i conflitti provocati dai tentativi rivoluzionari di chi vorrebbe imitare la Russia bolscevica. Il dvd «La fine della guerra» si sofferma su queste vicende, oltre che sul modo in cui viene coltivata e tramessa la memoria del conflitto. Bastano i nomi di pochi autori famosi per comprendere quanto il primo conflitto mondiale abbia inciso sulla poesia e sui romanzi del Novecento: Giovanni Comisso, Carlo Emilio Gadda, Emilio Lussu, Carlo Salsa, Ardengo Soffici, Giani Stuparich, Giuseppe Ungaretti. È una produzione letteraria vasta, articolata, spesso molto sofferta. Un territorio esplorato appieno nel dvd «La guerra degli scrittori», che conclude la serie. 38 italia: 51575551575557 Giovedì 15 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 15 Maggio 2014 39 italia: 51575551575557 Corriere della Sera SMS Idee&opinioni Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile AFRICA, ASIA, AMERICA LATINA ✒ Una commissione parlamentare d’inchiesta per verificare la vecchia teoria del «golpe» rilanciata da Berlusconi dopo le rivelazioni dell’ex segretario del Tesoro Usa, Tim Geithner? Un’ipotesi tutta elettorale e montata sul nulla. E non solo per il fatto che qualcuno, tra i falchi di Forza Italia, potrebbe magari essere tentato di chiamare come testimoni il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, o la cancelliera Angela Merkel o chissà chi altro, dei vertici Ue, coprendoci di ridicolo. Ma perché sarebbe sufficiente un minimo di memoria storica, per smontare una simile pretesa. Tanto più se si pensa di giocare d’azzardo fino in fondo, a costo di associare il capo dello Stato al presunto schema di trame e manovre incrociate di cui ha fatto cenno — ma quasi mordendosi la lingua come chi sa e non può dire — lo stesso premier detronizzato. Basterebbe ricordare come andarono le cose in quell’autunno 2011, quando il Cavaliere cominciò a parlare dei «traditori irriconoscenti» che facevano evaporare la sua maggioranza, ammettendo con «tristezza e dolore» l’estrema difficoltà del proprio governo. Baste- rebbe che, in un soprassalto di sincerità, Berlusconi ricostruisse ciò che disse a Napolitano la sera dell’8 novembre, presentandosi al Quirinale con un’aria provatissima e chiedendogli «che cosa debbo fare?», per sentirsi rispondere quel che ormai era ovvio: «Non ci sono ragioni per continuare...». Basterebbe che non negasse di aver accettato e avallato lui stesso, dopo aver confermato quattro giorni più tardi le dimissioni e mentre i suoi gruppi parlamentari si guardarono bene dal chiedere un reincarico, la nomina di Mario Monti a Palazzo Chigi, per evitare uno scioglimento delle Camere destinato ad avere «ricadute dirompenti». Basterebbe che ammettesse quanto era nel frattempo accaduto in Europa, dove si scontrava con un crescente clima di ostilità del quale aveva però sempre evitato di fare cenno al suo rientro a Roma. Ecco, basterebbe questo per domandare — e questa sì sarebbe una cosa utile — la ricostruzione di una verità storica su cui alcune zone d’ombra gravano davvero. Marzio Breda © RIPRODUZIONE RISERVATA ALLARME PER GLI ANZIANI DENUTRITI SCOMPARSI DAI RADAR DELLA SOCIETA’ ✒ La metà dei pazienti anziani che arrivano in stato di malnutrizione al Policlinico di Pavia non è una notizia, è un allarme. Lo studio del reparto di Nutrizione Clinica che segnala un aumento dei casi di disagio nell’alimentazione spiega meglio dell’Istat le condizioni reali di tanti pensionati italiani. Un milione e seicentomila, oltre 65 anni, non vivono: sopravvivono. Sono anziani fragili scomparsi dai radar della società civile, sopraffatti dalla solitudine e dalle dinamiche dell’invecchiamento precoce. Su di loro si abbattono patologie rese croniche dalla moderna medicina: ipertensione, abbassamento delle difese immunitarie, depressione, ictus, infarto, Parkinson, demenze, Alzheimer. Una famiglia su dieci deve affrontare l’emergenza di una persona non autosufficiente: e non sempre ce la fa. Gli aiuti dello Stato sono scarsi, a volte quasi nulli. La crisi accentua un allarme che riguarda migliaia di pensionati: il 42 per cento riceve meno di mille euro al mese. Molti addirittura la metà. È facile scivolare nella povertà, che significa deprivazione, apatia, abbandono. In questo caso, spiega il geriatra del Policlinico di Milano, Carlo Vergani, «senza una vera medicina sul territorio e senza l’attenzione della comunità, il pensionamento al minimo diventa una ghigliottina». Nel secolo degli anziani, l’Italia è impreparata. Lo studio di Pavia documenta una situazione che non si può nascondere come la polvere sotto il tappeto. Chissà quanti altri sono i casi nelle città e nei paesi che non vengono radiografati. La crisi è impietosa con le fasce deboli, dice il medico che ha curato l’indagine, Riccardo Caccialanza: «Carne e pesce si mangiano poco, si diminuiscono le proteine fondamentali per la salute dei muscoli e delle ossa, è più facile ammalarsi». Il ministro della Salute Lorenzin non lasci cadere questa denuncia. La malnutrizione è la spia di una condizione di grave disagio. L’appoggio del volontariato è utile e importante, ma non basta. Per i tanti anziani che sopravvivono, serve un nuovo welfare, politico e sanitario. Il silenzio sul martirio dei cristiani le comunità più perseguitate nel mondo di ANDREA RICCARDI SEGUE DALLA PRIMA La grave situazione siriana è sotto gli occhi di tutti. Nelle zone controllate dagli islamisti, la vita dei cristiani è impossibile. Il gesuita italiano, Paolo Dall’Oglio, è ancora prigioniero. Lo sono altri religiosi, come Mar Gregorios Ibrahim, siro-ortodosso, e Paul Yazigi, greco-ortodosso. Da Aleppo assediata e senz’acqua da giorni, giungono le voci disperate dei cristiani, terrorizzati di finire nelle mani islamiste. Forse, tra qualche anno, il Medio Oriente, che ha visto nascere il Cristianesimo, sarà vuoto di cristiani. Del resto i territori della Turchia attuale, un tempo abitati da folte comunità cristiane e ebraiche (più del 19% nel 1914), registrano una presenza cristiana ridotta allo 0,2 % della popolazione turca. Nel 2015 si compiranno cent’anni dalla strage degli armeni, una questione che vede un duro dibattito tra la storiografia turca che nega il genocidio e quella armena. Si dimentica spesso che, nel 1915, furono uccisi con gli armeni in Turchia anche mezzo milione di cristiani siriaci, caldei, cattolici, assiri, prefigurando una vera strage cristiana. A cent’anni da quella dolorosa storia, sarà forse necessario che le Chiese cristiane s’interroghino assieme se c’è futuro nella regione, piuttosto che procedere in ordine sparso e senza visione. Anche questo è ecumenismo. La persecuzione dei cristiani da parte dei musulmani (o dei gruppi islamisti) non può essere spiegata con lo scontro tra Occidente e Islam. Ghassan Tuéni, grande giornalista libanese, ricordava che i musulmani si uccidono soprattutto tra loro, mentre i cristiani sono un obiettivo secondario. Sono colpiti nel Nord Nigeria da parte di Boko Haram, che attacca pure i musulmani (le giovani recentemente rapite appartengono a tutte le religioni). I cristiani si trovano in una difficile condizione non solo nei Paesi musulmani. In alcuni Stati dell’India soffrono la pressione dei fondamentalisti induisti e la vittoria elettorale del BJP di Narendra Modi, fondato sull’ideologia nazionalista dell’Hindutva, fa molto temere. In tante situazioni le minoranze cristiane rappresentano l’«altro», che si vuole sopprimere per il suo messaggio pluralistico. Come sostiene il libanese musulmano Mohammed Sammak, tante società, private della minoranza cristiana, sono a rischio di totalitarismo religioso. Già i totalitarismi del Novecento avevano percepito la presenza cristiana come una forte resistenza al loro dominio sui popoli. Giovanni Paolo II, che aveva conosciuto da vicino il nazismo e il comunismo, parlò del Novecento come di un secolo del martirio. DORIANO SOLINAS LE DIMISSIONI DI SILVIO BERLUSCONI NON SERVE UNA COMMISSIONE D’INCHIESTA Nella solenne celebrazione al Colosseo, nel 2000, evocò i martiri di tutte le confessioni cristiane, ricordando come nel sangue i cristiani fossero già uniti in un ecumenismo dei martiri. Papa Wojtyla ha avuto un ruolo decisivo nel risvegliare la coscienza cristiana e occidentale distratta di fronte a questo dramma. All’Occidente, preso dai sensi di colpa, sembrava eccessivo — quasi vittimista — parlare di persecuzione dei cristiani. Oppure parlarne serviva fondare la teoria dello scontro di civiltà e di religione. Ma i cristiani non sono solo occidentali. Abitano i Paesi del Sud del mondo, sono spesso minoritari. La loro condizione d’insicurezza rivela quanto il Cristianesimo sia cambiato: è una religione che prevalentemente vive in quello che un tempo veniva chiamato il Terzo Mondo, una realtà di poveri, non protetta da istituzioni o da legami internazionali. Le storie di questi cristiani sono spesso ignorate, come quella dei cattolici laotiani costretti ad abbandonare una regione del Paese sotto la congiunta pressione buddista e comunista. Perché in Asia restano anche i drammatici problemi delle minoranze cristiane con i governi comunisti. I cristiani nel mondo sono tutt’altro che un’estensione dell’Occidente cristiano, anche se vengono considerati tali dai loro persecutori a fini di propaganda. La Chiesa cattolica nel 2025 — secondo alcune proiezioni — vivrà per il 74% nel Sud e solo per il 26% in Europa e in Nord America. Non va dimenticato che anche nella cattolica America Latina, religiosi e religiose sono colpiti dalle mafie o dalla violenza diffusa perché, con una vita pacifica e generosa, ostacolano il dominio dei poteri oscuri. Oggi la sensibilità al dramma dei cristiani è cresciuta. Le istituzioni europee, fino a ieri riservate nel parlarne, riconoscono che ormai i cristiani sono la comunità più perseguitata nel mondo. L’ebraismo italiano ha mostrato grande attenzione a questa realtà. Non è un problema confessionale, ma di coscienza civile. Quello che uccide, dopo i colpi dei persecutori, sono il silenzio e l’ignoranza. Per questo bisogna parlare di questo dramma e sensibilizzare l’opinione pubblica. Resta una grave questione per la Chiesa cattolica che si deve interrogare su come essere solidale con i cristiani in difficoltà. Il prestigio di Francesco può essere influente, come possono esserlo il dialogo e i rapporti personali. Rimane la responsabilità degli Stati che intendono dare spazio ai diritti umani nella loro politica internazionale. Sono scenari nuovi che chiedono nuove responsabilità. Questa sera il Colosseo si spegne per accendere i riflettori sui cristiani perseguitati nel mondo: alle 19,45 la Comunità di Sant’Egidio e la Comunità ebraica di Roma, con il sostegno del sindaco Ignazio Marino, si riuniranno sotto l’Anfiteatro Flavio assieme alla cittadinanza per esprimere solidarietà ai cristiani che rischiano la vita per professare la propria religione. © RIPRODUZIONE RISERVATA Giangiacomo Schiavi © RIPRODUZIONE RISERVATA SALVARE I NAUFRAGHI NON BASTA GIORNATA IN GONNA CONTRO LE MOLESTIE QUELLE POLEMICHE CHE DIVIDONO LA FRANCIA Bloccare all’origine la rotta di Lampedusa ✒ L «Quel che solleva la gonna» è il libro della sociologa Christine Brard sulla relazione tra abbigliamento e rapporto uomo-donna, e anche l’iniziativa di alcuni liceali della regione di Nantes, che hanno invitato i compagni e le compagne ad andare a scuola domani indossando la gonna, per protestare contro le discriminazioni e le molestie sessuali. Dal 2010 in Francia si organizzano «giornate della gonna», nelle quali le studentesse sfidano gli atteggiamenti sessisti dei compagni: in molte scuole, soprattutto in banlieue, una ragazza che indossa una gonna si attira apprezzamenti, insulti, quando non violenze. «La giornata della gonna» è diventato anche un film interpretato da Isabelle Adjani. La novità è che domani anche i ragazzi sono invitati a mettersela, come mostra il manifesto dell’iniziativa — patrocinata dal ministero dell’Educazione nazionale —, nel quale da una gonna spuntano due gambe, una delle quali è chiaramente maschile. In realtà, agli studenti dei 27 licei viene chiesto soprattutto di portare un adesivo con la scritta «Io sono contro il sessismo, e voi?», come è già successo un anno fa. Allora solo tre o quattro ragazzi si spinsero oltre indossando il kilt. In ogni caso, l’idea ha scandalizzato gli organizzatori della manif pour tous, cioè il vasto movimento che si è opposto al matrimonio degli omosessuali e che ha individuato nella «teoria di genere» un nuovo motivo di aggregazione e di scontro con il governo. Di fronte alla veemenza delle proteste l’esecutivo è sembrato fare marcia indietro. Il ministro dell’Educazione nazionale, Benôit Hamon, duramente interpellato in Parlamento dalla deputata di centrodestra Véronique Louwagie, ha negato che gli istituti chiedano anche ai ragazzi di andare a scuola in gonna, e ha parlato di «menzogne propagate dalle organizzazioni radicali». La richiesta di indossare la gonna non è comunque posta in nome della teoria di genere o di una presunta indifferenziazione sessuale: il senso dell’iniziativa è solo mostrare solidarietà alle ragazze molestate. Le polemiche mostrano però quanto questi temi siano delicati e sensibili, in una Francia ancora divisa dal mariage pour tous. Stefano Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA di ALDO CAZZULLO e drammatiche testimonianze degli uomini dello Stato impegnati nell’operazione Mare Nostrum non possono essere ignorate. I marinai che lunedì scorso hanno salvato 240 naufraghi — e recuperato almeno 17 salme — raccontano una situazione insostenibile. Basta ascoltare la denuncia dell’elicotterista Vincenzo Romano, raccolta sul Corriere da Andrea Pasqualetto: «Qui è un inferno, bisogna esserci per rendersene conto. È un inferno di proporzioni enormi che solo chi fa il nostro lavoro può capire». Non è possibile fare come se tutto questo non stia accadendo. Lampedusa è al centro di una vera e propria crisi internazionale. Che va affrontata e risolta. Invece finora la reazione prevalente è l’ipocrisia. Salviamo i migranti dal mare e lasciamo che spariscano, verso il cuore di un’Europa pilatesca che si disinteressa di quel che avviene nel Canale di Sicilia e nel luogo dove la crisi ha origine: la sponda africana e mediorientale del Mediterraneo. Salvare i naufraghi è un dovere. Ma non basta. Bisogna chiudere la rotta di Lampedusa. Invocare la povertà dei migranti non è sufficiente. La carità va sempre praticata. Ma la dignità non è un valore meno importante. Il divario tra Nord e Sud del mondo non si colma salendo su un barcone, mettendo la propria vita e quella dei propri cari nelle mani degli scafisti, cioè di mercanti di carne umana, e affidandosi ai capricci del caso e ai cavilli del diritto, per cui approdare in un lembo di terra vicino alle coste africane dà accesso al mondo che va dalla Sicilia alla Scandinavia. Un mondo che è certo infinitamente più ricco, ma che in questo momento non ha bisogno di manodopera (anzi ha un eccesso di manodopera), e che prima rinchiude i disperati in campi strapieni e disumani, per poi destinarli spesso al ruolo di manovali della malavita o del lavoro nero. Non è in discussione il diritto di asilo per i profughi. A maggior ragione per i profughi della guerra siriana, da cui l’Occidente ha distolto gli occhi. Ma la dignità di un profugo non può essere affidata a un mercante di schiavi. I Paesi al confine della Siria, a cominciare dalla Turchia, ospitano già milioni di siriani. Salvare loro la vita è un dovere della comunità internazionale. Ma la salvezza non passa dalle carrette che percorrono il Canale di Sicilia. Non si tratta ovviamente di rimpiangere Gheddafi, e tanto meno i suoi aguzzini, che per anni hanno esercitato sui migranti e sui profughi ruberie e violenze. Ma è chiaro che Frontex, l’impotente agenzia europea che do- vrebbe fermare i flussi clandestini, non può prescindere da una politica molto più ambiziosa rivolta a stabilizzare i nuovi governi nordafricani e a costruire con loro partnership e accordi seri. La tragedia che si consuma tra la Libia e Lampedusa è uno dei frutti avvelenati del collasso di Stati — non da ultimo la Somalia — in cui si sono insediati gli estremisti islamici, che approfittano della debolezza del potere centrale per occupare intere regioni e imporre la propria legge, sollevando ondate di fuggiaschi. Si tratta di una questione epocale, che richiede un impegno lungo e difficile, e anche un consenso convinto dalle opinioni pubbliche. Oggi questo consenso non c’è. L’aria tira semmai verso il disimpegno e l’isolazionismo. Le notizie dei morti in mare generano tentativi di strumentalizzazione, che sfruttano da una parte il senso di colpa, dall’altra l’indifferenza e l’allarme sociale per l’immigrazione. Se la lotta per stabilizzare il Sud del Mediterraneo appare oggi difficilissima, da qualche parte bisognerà pur cominciarla. Fermare la rotta di Lampedusa, non sbarrando la porta nell’ultimo miglio ma chiudendola sulle coste da cui parte il traffico di vite umane, è il primo passo. Rimandarlo non è più possibile. © RIPRODUZIONE RISERVATA 40 Giovedì 15 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). ABILE esperta referenziata impiegata ufficio commerciale customer care with problem solving ordini offerte inglese francese windows mac offresi 331.12.23.422 ABILE impiegata tecnico-commerciale offresi part-time. 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A me interesserebbe molto leggerle ma ricordo con disappunto che i supposti diari di Hitler si rivelarono una truffa di cui fu vittima il Times: 60 quaderni, pagati quasi 4 milioni di dollari semplicemente contraffatti. Ci si può fidare stavolta? Ubaldo Di Ubaldo diubaldo.ubaldo@ hotmail.it SBARCHI DI MIGRANTI / 1 Una linea di traghetti Caro Romano, potrebbe sembrare una provocazione ma lo è solo in parte. Se non vogliamo usare le maniere forti per fermare l’assalto alle nostre coste e ci arrendiamo all’inevitabile, vediamo almeno di adottare una soluzione meno costosa del piano «Mare nostrum». Penso che l’istituzione di un servizio regolare e gratuito di traghetto tra un porto a scelta del nord Africa e l’Italia ci costerebbe meno. Inoltre faremmo risparmiare soldi e rischi ai migranti e saremmo più coerenti con la nostra politica di accoglienza. Luigi Nale, Modena L’organizzazione di un traghetto è obiettivamente un invito al viaggio. Possiamo salvare la vita a quelli che corrono un rischio, ma non possiamo trattarli come profughi se abbiamo facilitato il loro viaggio. Aggiungo che l’esistenza del traghetto aumenterebbe considerevolmente il numero dei viaggiatori. SBARCHI DI MIGRANTI / 2 I rottami galleggianti Perché gli Stati occidentali non finanziano l’acquisto e Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 Caro Di Ubaldo, personaggi storici, soprattutto quando accendono l’immaginazione e suscitano consenso o riprovazione, hanno una seconda vita: quella in cui parlano dall’oltretomba grazie a testi autografi che appaiono improvvisamente sul mercato editoriale e giornalistico. Dopo Waterloo e l’esilio di Napoleone nell’isola di Sant’Elena, cominciarono a circolare documenti che gli venivano attribuiti. Il caso più interessante fu quello di un «Manoscritto pervenuto misteriosamente da Sant’Elena» che aveva, a prima vista, il crisma dell’autenticità. Era scritto nello stile dell’impe- I ratore, conteneva giudizi e analisi interessanti. In Inghilterra fu pubblicato da John Murray, uno dei maggiori editori del tempo, ed ebbe varie edizioni anche in Italia. Napoleone era ancora vivo, ne ricevette una copia a Sant’Elena, lo lesse rapidamente e lo dichiarò falso. Cominciò allora una caccia all’autore che finì per puntare il dito sul circolo ginevrino degli amici di Madame de Staël. Ma qualcuno continuò a credere che fosse opera di Napoleone e lo l’immediata distruzione dei rottami galleggianti usati per i trasporti? Il traffico si bloccherebbe e il costo sarebbe irrisorio . Ugo Papa [email protected] CONTRO LA RUSSIA Sanzioni francesi Sembra che la Francia non intenda sospendere la fornitura di navi portaelicotteri Mistral alla Russia, anche se si dichiara anche non essere armate. Certo non sono battelli per turismo lungo il Volga. Le sanzioni così fermamente annunciate pochi giorni fa da Hollande con una tale enfasi che sembrava volesse «spezzare le reni» alla Russia, forse si ridurranno a qualche marca di champagne... «Pecunia non olet» e tutto il mondo è paese! NO ALL’IMU E ALLA TASI Tornare alla vecchia Ici Manca un mese alla scadenza della prima rata sia dell’Imu che della Tasi e ancora nessuno sa dire come e quanto si deve pagare: né l’Agenzia delle Entrate, né i Comuni, né i Caf, né i commercialisti. E per i privati temo che sarà impossibile districarsi nel marasma anche quando, come sempre all’ultimo momento, i dati verranno comunicati. Per favore, Renzi, cancelli questi provvedimenti e riproponga la vecchia cara Ici con regole uguali per tutti e con, magari, qualche agevolazione in più sulle prime case non di lusso! Licio Felici [email protected] Arrigo Borin, Milano La tua opinione su sonar.corriere.it Il premier Renzi: lo Stato è più forte dei ladri, bisogna vincere la sfida dell’Expo. Siete ottimisti? TURISMO scorsa un giocatore è stato punito dal giudice sportivo con tre giornate di squalifica. Il ct Prandelli ha ritenuto di convocarlo ugualmente perché il fallo era lieve... Perché dobbiamo vergognarci così spesso di essere italiani? E perché Coni e Federazione rimangono in silenzio? Carlo Radollovich carlo.radollovich@ libero.it MONDIALI DI CALCIO Le convocazioni Per mesi è stato sbandierato il codice etico della nazionale di calcio: chi è squalificato non può essere convocato. Ebbene per un grave fallo di gioco commesso domenica SUL WEB Risposte alle 19 di ieri La domanda di oggi Sì L’appello ai giovani di Laura Boldrini, presidente della Camera: impegnatevi nella politica. Servirà? 59 No 41 di Beppe Severgnini dio invece è quello del 2007 quando Marcello Dell’Utri annunciò di essere entrato in possesso di diari relativi al periodo dal 1935 al 1939. Suscitarono molti dubbi ma furono pubblicati, sia pure con un caveat nel titolo («veri o presunti»), dall’editore Bompiani. Qualche tempo dopo, presso Bollati e Boringhieri, apparve uno studio di Mimmo Franzinelli intitolato Autopsia di un falso. Per concludere, caro Di Ubaldo, credo che di queste rivelazioni dovremmo essere sempre molto diffidenti e attendere il responso degli esperti che in questo caso sono gli storici e i grafologi. È spiacevole ammettere che la Spagna, prima in coda all’Italia per quanto concerne il turismo, ci sta superando. Tra i 50 migliori ristoranti al mondo, Madrid ne annovera 7 e noi solo 3, mentre le nostre Riviere (Ligure e Adriatica) subiscono sempre più la concorrenza di Canarie e Baleari. A quando un concreto rilancio del nostro settore turistico? © RIPRODUZIONE RISERVATA Flavio Arcidiacono, Milano RINNOVO CARTA D’ARGENTO Domanda a Trenitalia Sono titolare di una Carta d’Argento Trenitalia di validità annuale che scadrà il 21 maggio. Trovandomi a Formia, mi sono recato alla biglietteria della locale stazione ferroviaria, ma l’addetta si è rifiutata di rinnovarla affermando che ciò è possibile solo dopo quella data! E non ha cambiato parere neanche dopo che le ho detto che l’anno scorso, a Roma, hanno convalidato la Carta circa un mese prima della scadenza. Domanda a Trenitalia: c’è una spiegazione a questi due comportamenti diversi nella stessa regione?E ha senso il rinnovo annuale per un documento che è gratuito ed essendo personale non è utilizzabile da altri? Luigi Contemi , Roma Interventi & Repliche Comunione e Liberazione: l’attività La notizia delle recenti indagini sull’Expo ha provocato la pubblicazione, sulle pagine del Corriere, di una serie di articoli che − senza l’attribuzione di alcun fatto preciso − coinvolgevano Comunione e Liberazione nella ricostruzione degli interessi e/o delle strategie che avrebbero mosso coloro che sono indagati. Questo lede la dignità del movimento ecclesiale di Cl, totalmente estraneo alla vicenda. L’unico scopo di Cl è l’educazione alla fede, come noto ai suoi aderenti e a tutti i lettori dei quotidiani sui quali sono stati pubblicati articoli e interviste di don Carrón. Cl non ha interessi economici o partitici, neppure in via strumentale alla realizzazione del proprio scopo, come più volte evidenziato dagli stessi responsabili: court al movimento in quanto tale con l’effetto di alimentare pregiudizi senza ragione. Alberto Savorana Ufficio stampa di Cl Scrutatori scelti fra i disoccupati Sul Corriere del 12 maggio un lettore tesse l’elogio del proprio Comune di residenza dove, per le prossime consultazioni elettorali, è stata data la possibilità di lavorare ai disoccupati e invita gli altri centri italiani ad agire in questo senso. Sino a quando tale prassi non diventerà legge, si continuerà impunemente a nominare scrutatori architetti, commercialisti, professionisti in genere e... milionari. Faccio presente che, qualche © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli [email protected] - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. CONSIGLIERI DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 Tel. 02-62821 Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306 DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri Le case troppo asettiche dei «social network» H o visitato quattro cafeterie, tre ristoranti, capanne del Montana in California, prati verticali, mastodontici passeri di legno. Ho visto mense spaziali e cabine insonorizzate; ho ammirato sale per l’allattamento, ho giocato a calciobalilla e a ping pong. Ho letto la parola «Mojo!» sulle tazze da caffè. Ho scattato foto, ho percorso il corridoio dov’è passata Lady Gaga. Ho guardato l’America da terrazze dove si può fare tutto. Cantare, mangiare, amoreggiare: salvo fumare. Ecco le mie visite nei quartieri generali di Twitter (mercoledì, San Francisco), Skype (sabato, Palo Alto), Google (Mountain View, 2012) e Amazon (2012). Le visite ad Apple e a Microsoft sono lontane nel tempo, ma i ricordi sono simili. Facebook, mi dicono, non è diverso. Capisco la necessità di proteggere la proprietà intellettuale. Ma tutto mi pare, francamente, esagerato. Mettiamola così: i social network sono poco sociali, quando gli bussi alla porta di casa; e i giganti della Rete sono piuttosto guardinghi, se si tratta di accogliere ospiti. Non spaventosi come The Circle, dall’omonimo romanzo di Dave Eggers. Spaventati, invece. È vero quello che mi dice Diego Piacentini: «Noi di Amazon possiamo aprire i magazzini al pubblico, e lo facciamo. Ma cosa può mostrarti una compagnia basata sul software?». Ribatto: d’accordo. Ma, allo stesso tempo, cosa può temere? Skype è essenzialmente un algoritmo di compressione video: e gli algoritmi, è vero, non si visitano come il Grand Canyon. Non capirei nulla anche se mi venisse Le deludenti messo sotto il naso: faccio parte visite nei della vasta schiera degli utenti inoffensivi. Potrei chiedere cosa quartier pensano della net neutrality e se generali di ha ragione Claudio Scajola a sceTwitter e Skype gliere Skype perché «i cellulari sono uno strumento del c...». Ma prima dovrei spiegargli chi è questo gentiluomo, e perché non ama parlare al cellulare. Dopo aver firmato un impegno a non divulgare informazioni — quali? — ho visitati gli uffici di Skype in compagnia di Paolo Zuliani, udinese, affezionato a «Italians». I luoghi di lavoro sono comunque interessanti: come le case, rivelano molto di chi li abita. Skype opera in un luogo allegro, è una società simpatica e offre uno splendido servizio. Speriamo che Microsoft — campione di diffidenza — non ne cambi lo stile, ora che l’ha acquisita. Più di tutti mi ha colpito Twitter. Ho apprezzato la visita nel nuovo quartier generale di Tenderloin, a San Francisco. Ma ho avuto l’impressione di seguire i passi di cantanti, attori, sottosegretari in visita: qualche sala, caffè, foto, grazie, arrivederci. Ho provato a dire che con 529 mila followers un po’ di business glielo porto. Ho fatto notare d’aver centrato la buca giocando a Cornhole, conosciuto come bean bag toss, corn toss, baggo, bags e Lawn Darts for Drunks (dardi da giardino per ubriachi). Niente da fare: visita standard. Vuoi vedere che è meglio tenersi i sogni, invece d’infilarsi in casa loro? @beppesevergnini ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA Vauro «Fin dall’inizio il movimento è vissuto esclusivamente grazie ai sacrifici economici delle persone che vi aderiscono. […] Per sostenere la vita delle nostre comunità in Italia e nel mondo e le iniziative caritatevoli, missionarie e culturali, il movimento di Comunione non ha bisogno d’altro; e per questo siamo liberi da tutto e da tutti nello svolgere il nostro compito come movimento» (don Julián Carrón, 2012). Da giornalista ben comprendo che l’uso della parola «ciellino» per indicare persone un tempo aderenti al Movimento Popolare e oggi a partiti o a imprese iscritte alla CdO costituisca una semplificazione giornalistica. Ma questo impiego risulta fuorviante quando le condotte e gli interessi dei singoli vengono attribuite tout FONDATO NEL 1876 CONDIRETTORE E-mail: [email protected] oppure: www.corriere.it oppure: [email protected] Italians stesso André Malraux, intellettuale e ministro della Cultura, negli anni Settanta del secolo scorso rischiò di cadere nella trappola. Terminata la Seconda guerra mondiale, i falsi più diffusi furono quelli attribuiti a Hitler e a Mussolini. I diari del primo furono considerati autentici persino da uno dei maggiori storici inglesi, Hugh Trevor Roper, autore di un buon libro su Gli ultimi giorni di Hitler apparso nel 1947. Erano falsi, come lei ricorda nella sua lettera, ma l’errore di Trevor Roper fu trattato dai suoi colleghi britannici come un perdonabile incidente di percorso. Nella storia dei falsi mussoliniani, l’ultimo episo- Superati dalla Spagna @ PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it PREZZI DI VENDITA ALL’ESTERO: Albania € 2,00; Argentina $ 14,50 (recargo envio al interior $ 1,00); Austria € 2,00; Belgio € 2,00; Canada CAD 3,50; CH Fr. 3,00; CH Tic. 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Franco Bellini, Udine EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. Centro stampa 09034 Elmas (Ca) - Via Omodeo, 5 - Tel. 070-60.131 • BEA printing sprl 16 rue du Bosquet - 1400 Nivelles - Belgium • Speedimpex USA, Inc. 38-38 9th Street Long Island City - NY 11101 USA • CTC Coslada Avenida de Alemania, 12 - 28820 Coslada (Madrid) - Spagna • La Nación Bouchard 557 - 1106 Buenos Aires - Argentina • Miller Distributor Limited Miller House, Airport Way, Tarxien Road – Luqa LQA 1814 - Malta • Hellenic Distribution Agency (CY) Ltd 208 Ioanni Kranidioti Avenue, Latsia - 1300 Nicosia - Cyprus • FPS Fernost Presse Service Co. Ltd 44/10 Soi Sukhumvit, 62 Sukhumvit Road, Bang Chark, Phrakhanong - Bangkok 10260 - Thailandia na + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20. In Campania, Puglia, Matera e prov., non acquistabili separati: lun. Corsera + CorrierEconomia del CorMez. € 0,93 + € 0,47; m/m/g/d Corsera + CorMez. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. 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PREZZI: *Non acquistabili separati, il venerdì Corriere della Sera + Sette € 1,90 (Corriere € 1,40 + Sette € 0,50); il sabato Corriere della Sera + IoDonna € 1,90 (Corriere € 1,40 + IoDonna € 0,50). A Como e prov., non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + Cor. Como € 1,20 + € 0,20; ven. Corsera + Sette + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20; sab. Corsera + IoDon- La tiratura di mercoledì 14 maggio è stata di 476.267 copie ISSN 1120-4982 - Certificato ADS n. 7682 del 18-12-2013 Hong Kong HK$ 45; Thailandia THB 190; UK Lg. 1,80; Ungheria Huf. 650; U.S.A. USD 5,00. ABBONAMENTI: Per informazioni sugli abbonamenti nazionali e per l’estero tel. 0039-02-63.79.85.20 fax 02-62.82.81.41 (per gli Stati Uniti tel. 001-718-3610815 fax 001-718-3610815). ARRETRATI: Tel. 02-99.04.99.70. 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La vita del “Papa buono” nelle sue parole” € 11,30; con “La grande cucina italiana” € 11,30; con “Lucia Annibali, Io ci sono” € 14,30; con “Grande Guerra. 100 anni dopo” € 3,39; con “Holly e Benji ” € 11,39; con “English da Zero” € 12,39; con “English Express” € 7,39; con “Biblioteca della Montagna” € 10,30 42 Giovedì 15 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Spettacoli Insieme Nicole Kidman (46 anni) e Tim Roth (53), protagonisti di «Grace di Monaco», alla cerimonia di apertura del Festival L’apertura del Festival A Una storia patinata sullo sfondo dello scontro Francia-Monaco di PAOLO MEREGHETTI nche i sovrani piangono. E se ti capita di sposarne uno, come successe nel 1956 a Grace Kelly diventata moglie di Ranieri III di Monaco, lacrime e dispiaceri sono dietro la porta. È un po’ questa la morale che sembra volerci trasmettere il film Grace di Monaco di Olivier Dahan, scelto per inaugurare (fuori concorso) questa sessantasettesima edizione del Festival di Cannes, costruito secondo il più rodato (e prevedibile) schema delle biografie cinematografiche: l’eroe — in questo caso l’eroina — scopre di aver fatto una scelta discutibile (il matrimonio reale), deve decidere se cogliere l’occasione di fuggire (tornare a Hollywood per interpretare Marnie) ma alla fine accetta fino L’attore inglese opo mille ruoli Tim Roth (il pianista di Tornatore) è diventato il principe Ranieri (nella foto sotto). Con quel sorriso sornione che Quentin Tarantino ha ben sfruttato in Le iene dice: «Da sempre mi piacciono le sfide. Questa è stata particolarmente stimolante e mi sono molto divertito anche a indossare i blazer blu del Principe Ranieri e le sue camicie con gemelli. Perché questo film racconta prima di ogni altra cosa una relazione e un matrimonio d’amore; e, poi, parla anche di politica, dei problemi del Principato, del bel mondo. Non è stata sempre una favola la vita dei coniugi Ranieri, insomma, e per me è stato un vero piacere impossessarmi di un mondo intero in una vicenda che non è un film biografico bensì un’avventura dei sentimenti, su uno sfondo sociale». Per prepararsi al ruolo, l’attore inglese dice: «Ho letto molti libri, sfogliato tante Grace Kelly in una foto degli anni Cinquanta L’orgoglio di Roth: figlio di immigrati nei panni di Ranieri D questo e altri giornali scaricateli da qui http://quoidianes.tumblr.com/ riviste d’epoca, sono entrato nella vita privata di una donna, non di un’attrice e, a poco a poco, sono diventato il Principe di una storia che a mio parere è stata e resta romantica. Poi, siccome spesso il lavoro mi ha portato in Francia, ho anche analizzato i rapporti tra la cosiddetta Rocca di Monaco, Parigi e Charles De Gaulle. Il film di una vita, anzi di due vite, quelle di Grace e del suo Principe, mi ha coinvolto e ci ho creduto e prima di giudicarlo o di accettare le critiche di chi lo rifiuta a priori sarà bene che sia visto con serenità, curiosità e anche stupore da coloro che vorranno viverlo senza preconcetti. Non come una biografia storica, ma come un film». I percorsi della vita, prosegue, sono imprevedibili. «Da ragazzo volevo diventare uno scultore e un artista, poi mi sono innamorato del cinema. Essere attore mi ha offerto avventure senza pari, come recitare con quello spirito libero che è Werner Herzog , andare a spasso nel Pianeta delle scimmie diretto da Tim Burton, recitare per quella donna e regista deliziosa che era Nora Ephron e… essere presente a Cannes. Tutto ciò è un privilegio». Ha recitato per Giuseppe Tornatore in La leggenda del pianista sull’Oceano: rimpianti per ruoli rifiutati, premi non ricevuti, scelte professionali e di vita? «No. Sono figlio di immigrati inglesi e irlandesi, mia madre era un’insegnante, mio padre un giornalista pieno di passioni e curiosità. Da loro ho imparato che la vita va sempre vissuta con slancio, generosità, interesse. E, sebbene abbia interpretato tanti film violenti, non ho mai glorificato la violenza sugli schermi». Giovanna Grassi © RIPRODUZIONE RISERVATA Principesse DAL NOSTRO INVIATO CANNES — Alte, bionde, algide, inarrivabili (anche per i tacchi), patinate, sofisticate… Si possono guardare come se fossero un quadro, Grace Kelly e Nicole Kidman. Solo che la prima, alta 1 metro e 70, è il «ritratto» della perfezione non palestrata, il famoso ghiaccio bollente, con quella sensualità che, se scoperta, può essere esplosiva; l’altra, 10 centimetri di più, combatte ogni giorno con le efelidi e dopo il botulino («è stato un errore») ha perso l’originale espressività. Impossessandosi di sei mesi della vita di Grace, quando deve decidere se accettare la proposta di Hitchcock di tornare, da principessa, sul set per Marnie («una frigida cleptomane»), Nicole Kidman ha aperto un festival tiepido alla prima proiezione per la stampa. Grace di Monaco di Olivier Dahan è il film della discordia, osteggiato dai Grimaldi che rinfacciano al regista il «Delitto perfetto» per gli aspetti romanzeschi tra politica e gossip (uno fra tutti, Ranieri le chiede «preferisci Hollywood a me?», il matrimonio rischia di andare a rotoli e Nicole-Grace si domanda a sua volta lacrimando in uno dei tanti primi piani «cosa succede se divorzio?»). Ma il festival corre più veloce del rancore: «Mi rattrista che la famiglia Grimaldi si sia opposta, capisco i figli, ma siamo stati rispettosi, Grace e Nicole a confronto: due simboli di bellezza diversi per stile e ritocchi Ha detto di loro ❜❜ Francesca Neri La sovrana ha incarnato i due sogni delle ragazze: sposare un principe e diventare attrice. La Kidman vuole congelare il tempo non c’era nessuna malizia», commenta la protagonista. Sotto gli abiti di Chanel e Dior, Grace portò a Monaco lo stile del film Alta Società. In Nicole, questo ruolo ha risvegliato l’amore per la moda che aveva abbandonato da tempo: «Grace mi ha contagiata, ho messo in soffitta i jeans». L’hanno acconciata allo stesso modo. Secondo i biografi di corte, Grace passò dallo chignon delle nozze al taglio corto, ribattezzato artichoke, «carciofo», per poi tornare nella maturità alle onde bionde. Se la principessa diceva che «il mio vero successo è di non aver mai dato scandali», l’altra si mostrò nature in Eyes Wide Shut all’ombra preistorica di Tom Cruise, e proprio a Cannes, due anni fa, in Paperboy era una ninfomane che usava tutto quello che aveva a portata di mano per una seduta di sesso, compresa la lavatrice. Ma c’è tempo per le analogie. Sia Nicole (con The Others) che Grace Kelly (La ragazza di campagna) hanno vinto l’Oscar; entrambe cominciarono da piccole come ballerine. Poi Nicole dice: «Anche per me la famiglia viene prima di tutto», ed eccoci giunti al cuore di questa storia monegasca, che nasce e muore a cinquanta chilometri dal festival. Principesse. Una vera e l’altra sul set. Un mito di ieri a confronto con un’icona di Hollywood. Due modelli di bellezza, con schiere di fan e ammiratrici. Come Francesca Neri, che cominciò la sua carriera proprio a Cannes: qui fece i primi provini per Le età di Lulù di Bigas Luna. Al Centro sperimentale di cinematografia, nella foto ricordo ogni allievo doveva impersonare un famoso film, Francesca scelse Grace di Monaco «con la gonna bianca a ruota» in La finestra sul cortile. Per lei Grace è un mito doppio, perché «ha incar- nato i due sogni delle ragazze: diventare principessa e fare l’attrice. Lei è il simbolo dell’eleganza innata. La Kidman attira per la sua intelligenza di scegliersi i film, di costruirli, di produrli. È un nuovo tipo di diva, inarrivabile ma attiva dal punto di vista lavorativo. I ritocchi chirurgici? Quando ti proponi come icona di bellezza e di stile perdi il senso della misura, vorresti congelare il tempo e commetti degli errori. Non è facile, con noi donne i giudizi passano da “quanto è bella” a “com’è invecchiata”, per voi uomini si dice invece “quanto è invecchiato bene”. Grace Kelly non si è ritoccata, o forse poco e bene. È una cosa che appartiene al nostro tempo. Strano che il ruolo più intenso di Nicole è Virginia Woolf in The Hours, dove viene imbruttita». Grace era l’armonia: la fronte alta, lo sguardo, le gambe. Aveva fatto spot per un insetticida, aspirapolveri e dentifrici. «Ho visto tanti documentari su di lei, la cosa più straordinaria è il momento che racconta il film di Dahan: la rinuncia al cinema. Probabilmente l’avrebbe fatta anche se avesse sposato un borghese, all’epoca era un gesto che si faceva. È giusto che i figli di Grace si arrabbino e che il festival proponga il film, che è un’altra cosa dalla vita reale». Ma se non è la Kidman c’è un’altra erede di Grace? L’attrice direbbe piuttosto Cate Blanchett, connazionale di Nicole. Ma forse la moglie di Ranieri ricorda un’altra principessa triste, Lady Diana, per l’abilità mediatica, la capacità di entrare senza filtri nel cuore della gente. «In entrambe ci si poteva immedesimare nei loro sentimenti, nelle loro rinunce». Valerio Cappelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 15 Maggio 2014 Spettacoli 43 italia: 51575551575557 In attesa Fan attendono l’arrivo del cast di «Grace» e di Nicole Kidman con una gigantografia della star australiana La giuria La presidente Jane Campion (60) tra i giurati Sofia Coppola (43) e l’attore e regista messicano Gael Garcia Bernal (35) in fondo il suo ruolo e si dimostra all’altezza del compito (dimostrando di avere più carattere si sarebbe detto in un film un po’ meno ingessato di questo). Niente di particolarmente scandaloso, grazie anche alla bellezza ancora radiosa di Nicole Kidman nel ruolo della protagonista, sul cui volto la macchina da presa si ferma in insistiti primi piani (per testimoniare che sono svaniti i segni degli interventi estetici degli anni passati?). Certo, il principe Ranieri di Tim Roth non è particolarmente simpatico e l’influenza di Aristotele Onassis (Bruce Lindsay) nelle decisioni politiche del Principato è un po’ troppo sottolineata per salvaguardare l’autonomia delle decisioni reali, ma forse il vero motivo dello scandalo — e della mancanza dei principi monegaschi alla proiezione — è stato quello di attribuire alla principessa Antoinette, sorella di Ranieri, la parte della traditrice, pronta a svendere la sovranità di Monaco alla Francia e a De Gaulle in cambio del trono. Rivelazione storiografica o invenzione cinematografica? Probabilmente di tutto un po’, aggiungendo una bella dose di finzione alla storia reale del blocco che la Francia aveva messo nel 1961/62 intorno al Principato per fermare il flusso di società francesi che sceglievano Monaco per evadere il fisco nazionale. Mentre la sceneggiatura di Arash Amel sembra preoccupata soprattutto di trasformare la vita di In rosso L’attrice americana Jane Fonda (76 anni) alla proiezione di «Grace di Monaco» che ha aperto il Festival di Cannes Il film ripercorre gli anni di matrimonio tra Grace Kelly e il principe di Monaco da evitare interessante da non perdere capolavoro Chic L’attrice franco-italiana Chiara Mastroianni (41), figlia di Marcello e Catherine Deneuve, ieri a Cannes Grace in una serie di colpi di scena con rovesciamenti di fronte (la dama di corte interpretata da Parker Posey è fedele o no?) e «duelli» vari all’interno della famiglia reale. Altre cose sono decisamente inventate (Hitchcock non è mai andato a Monaco per riportare Grace sulle scene, De Gaulle non ha partecipato al ballo della Croce Rossa del 1961 con cui la principessa contribuisce a sbloccare il braccio di ferro con Parigi). Ma quelli sono anche i soli momenti in cui il film sembra scrollarsi di dosso quella patina accademica e asettica che ingessa tutta l’operazione, dandogli un’aria educata e un po’ inutile. © RIPRODUZIONE RISERVATA La storia Angélique Litzenburger, protagonista di «Party Girl», diretta dal figlio In passerella L’attrice premio Oscar Nicole Kidman (46) a Cannes (Epa) Se la seduttrice femminista trasforma la vita in commedia La presidente Jane Campion «Ma le registe restano poche» Durante la tradizionale conferenza stampa della giuria che si è tenuta ieri pomeriggio a Cannes, la regista neozelandese premio Oscar (Lezioni di piano, 1994) Jane Campion, presidente della giuria, non ha dato alcuna indicazione su come lei intenda giudicare i suoi colleghi. La produttrice e sceneggiatrice ha voluto inoltre sottolineare ancora una volta la grave carenza di donne nell’industria del cinema. «Le donne non sono affatto rappresentate tra i registi — ha detto —. Solamente il 7 per cento dei film, sui 1800 sottoposti alla selezione per partecipare al Festival, sono diretti da donne». In giuria con la regista, altre 4 donne: Carole Bouquet, Leila Hatami, Do-yeon Jeon e Sofia Coppola. E 4 uomini: Willem Dafoe, Gael Garcia Bernal, Jia Zhangke e Nicolas Winding Refn. © RIPRODUZIONE RISERVATA CANNES — La ragazza delle feste sbar- te prima di girare». Quel che ne esce è il cherà sulla Croisette oggi. Una ragazza di ritratto di una donna libera, fuori dalle sessanta e passa anni, tutta riccioli grigi, convenzioni, indipendente. «Una femmiocchi azzurri bistrati sotto le rughe e un nista dei suoi tempi. Non nel senso politisorriso malizioso che nasconde appena co del termine, ma in quello di una donna un pizzico di malinconia. Perché Angéli- che si è sempre mantenuta da sé, senza que Litzenburger, protagonista di Party mai contare sugli uomini e che da sola ha Girl, film che aprirà Un Certain Régard, se- cresciuto i figli. Coraggiosa in ogni scelta, conda sezione ufficiale del Festival, è una in primis per quel lavoro insolito che a lei seduttrice militante, che ha fatto della sua piaceva così tanto». arte un mestiere. Rigorosamente notturUn lavoro ai margini del perbenismo no e dal sapore un po’ peccaminoso. En- sociale, che Angélique ha svolto con imtraineuse in una «boîte de nuit» della Lo- peccabile professionalità. «Altri tempi — rena, impegnata notte dopo notte a sorri- assicurano i registi —. L’entraineuse allodere ai clienti, a stuzzicarli, convincerli a brindare con lei. Un bicchiere via l’altro, finché il conto sale debitamente. E così passano il tempo, gli amori, le delusioni. Ma un giorno Angélique si rende conto che tra le colleghe è diventata la decana. Gli uomini le piacciono sempre e lei piace a loro, però gli «anta» incalzano. È arrivato il momento di ritirarsi, cambiare vita e dire sì a un cliente Sul set Angélique Litzenburger in «Party Girl» che le chiede di sposarlo. E con quel matrimonio da terza età si apre il film, collettivo e anomalo, che atIl programma di oggi tinge dalla realtà trasformandola in finzione. A realizzarlo tre giovani registi così In gara amici da voler intrecciare le risposte tutti Due i film in concorso oggi: «Mr. insieme: Marie Amachoukeli, Claire BurTurner» di Mike Leigh con Timothy ger, Samuel Theis. Quest’ultimo figlio di Spall e «Timbuktu» di Angélique, uno dei quattro che lei ha avuAbderrahmane Sissako con Ibrahim to con tre uomini diversi, due dei quali Ahmed e Toulou Kiki anche suoi mariti. «La storia di mia maAltre sezioni dre è così speciale che ho deciso di rac«Party girl» di M. Amachoukeli, contarla come fosse un romanzo», spieC. Berger, S. Theis aprirà la sezione ga. Dove il filo della memoria di AngéliUn Certain Régard mentre «Bande que si dipana tra aneddoti e battute, fede filles» di Céline Sciamma la stosità e tristezza. Sempre con la capacità Quinzaine des Réalisateurs e «Più di andare avanti, di buttarsi alle spalle dobuio di mezzanotte» di Sebastiano lore e fatica. «Una vitalità indomita che fa Riso la Semaine de la Critique pensare a quella di Anna Magnani in Mamma Roma. L’abbiamo rivisto più vol- ra aveva a che fare con il mondo festoso del varietà. In qualche modo rientrava nello spettacolo, anche lei era un’artista della notte. Oggi è tutto diverso, le ragazze arrivano in gran parte dall’Est, girano di locale in locale senza fermarsi e la seduzione si limita a esercizi di lap dance». Forte del rapporto di fiducia con i registi, Angélique è stata al gioco: si è raccontata, ha interloquito con i figli e con i nipotini, ha accettato di fare i conti con un passato comune non sempre facile e felice. «La cinepresa ha registrato tutto senza mai giudicare, anche se il nostro è stato un légame complicato — accenna Samuel —. Angélique ha dato a noi figli tanto amore e si è fatta amare. Ma il suo è un amore forte, violento, faticoso. Sono andato a vivere a Parigi. Tra noi c’è stata una frattura. Poi ci siamo ritrovati. Questo è il film della riconciliazione». Alle riprese hanno preso parte anche molti abitanti del paesino della Lorena dove la donna vive. «Attraverso la sua storia si racconta anche quella di una regione mineraria oggi segnata dalla crisi. La gente del posto si è prestata con entusiasmo a ricostruire quel mondo. Angélique è diventata l’eroina della zona». Il film pone anche molte domande sull’amore, sugli inevitabili compromessi della vita. «Quando si è ritirata dal mestiere mia madre ha sentito vacillare la sua forza. E tra la sorpresa di tutti, ha accettato un matrimonio “sicuro”, “ragionato”. Che invece è finito presto e male». Visto che il marito numero tre è sparito in fretta, nel film a interpretarlo è un attore vero, Joseph Bour. «Si è calato così tanto nel ruolo che alla fine ha detto che si sentiva parte della famiglia». Famiglia oggi festosamente allargata, figli, nipoti, registi, concittadini, tutti in arrivo sul tappeto rosso del Festival capitanati da Angélique. Attrice per una notte, seduttrice per sempre. Originale Laetitia Casta, 36, in un particolare modello di Dior Spacco Blake Lively, 26, in un abito Gucci Première dal profondo spacco Giuseppina Manin © RIPRODUZIONE RISERVATA GENOVA-PALERMO: VIAGGIA IN FAMIGLIA IN CABINA A PARTIRE DA 112€* CARLA - 46 ANNI - PRIMO COMMISSARIO SUL MIO TRAGHETTO SONO SEMPRE IN MOVIMENTO, PER ESSERE IL PUNTO FERMO DI TUTTI. Romantica Nadja Auermann, 43 anni, in un abito romantico di Dolce & Gabbana A PASSEGGERO CON LA TUA AUTO TRAGHETTI PER: SARDEGNA, SICILIA, SPAGNA, TUNISIA, MAROCCO *prezzo per 2 adulti e 2 bambini con auto in cabina. Tasse incluse, disponibilità limitata (10.000 cabine disponibili, nel periodo da maggio a settembre) VIAGGIATE SERENI, VIAGGIANO CON NOI OGNI ANNO 1.678.000 PERSONE. 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Bendjelloul era salito alla ribalta lo scorso anno con il documentario sulla storia del cantante folk Sixto Rodríguez, diventato famoso a sua insaputa, che aveva ottenuto ampi consensi al punto da arrivare a vincere il premio Oscar Con la statuetta Malik Bendjelloul sorridente nel 2013 a Los Angeles, dopo aver vinto l’Oscar per il miglior documentario, «Searching for Sugar Man» Il regista che inseguiva le storie e fece riscoprire «Sugar Man» Bendjelloul suicida a 36 anni: vinse l’Oscar nel 2013 C ercava storie in giro per il mondo, ma non ha saputo cercare se stesso. Malik Bendjelloul, il regista premio Oscar di Searching for Sugar Man, è morto. Aveva 36 anni e la polizia ha ritrovato il corpo martedì nella periferia di Stoccolma e la famiglia ha annunciato che si è trattato di un suicidio. «Non sempre la vita è semplice — ha detto il fratello Johar —. Sono stato molto con lui negli ultimi tempi. Soffriva di depressione. E adesso non so che fare». Nel 2013 il regista svedese aveva vinto l’Oscar per il miglior documentario con Searching for Sugar Man, racconto della ricerca di Sixto Rodríguez, folker americano di origini messicane diventato famoso a sua insaputa in Sudafrica durante l’apartheid. «Aveva fatto un gran film e ci mancherà», ha twittato Michael Moore, altro documentarista da Oscar. Simon Chinn, produttore del docu, lo ha ricordato così: «Era pieno di vita, speranza e ottimismo e felicità e guardava al futuro. L’idea che non ci sia più è troppo difficile da gestire». Bendjelloul era stato giornalista per la tv pubblica svedese Svt, poi si era licenziato per girare il mondo alla ricerca di storie da raccontare e proprio uno viaggio in Sudafrica aveva avuto l’idea su Sixto. «Aveva trovato questa storia incredibile ed era determina- Il musicista Chi è Sixto Díaz Rodríguez (foto) è nato a Detroit il 10 luglio 1942. Famiglia di origini messicane, dopo un laurea in filosofia ci prova con la musica. Debutta nel 1967 con un 45 giri, quindi nel ’70 e nel ‘71 gli album, «Cold Fact» e «Coming From Reality», fra folk, blues, psichedelia e testi impegnati to a renderle giustizia. Il fatto che nessuno ci credesse non lo aveva scoraggiato», ha detto Chinn. Malik ci aveva messo 4 anni a finire il progetto, a corto di fondi aveva terminato le riprese usando un iPhone. In questi mesi stava lavorando a un nuovo docu-film sull’ambientalista sudafricano Lawrence Anthony. Dopo il documentario, presentato al Sundance Festival nel 2012, Sixto è diventato un artista cult tanto da mettere in piedi un tour mondiale (a marzo ha suonato a Bologna e Milano). Sugar Man, dal titolo di una canzone che parla di uno spacciatore, era una star a sua insaputa. A cavallo fra anni 70 e 80 aveva venduto centinaia di migliaia di dischi. Nel momento sbagliato e nel posto sbagliato però... In Sudafrica allora c’era l’apartheid e il Paese era un fortino chiuso e impermeabile al resto del mondo. Così Sixto, che dopo un paio di album senza successo si era ritirato dalla musica e faceva il muratore, non sapeva di essere l’idolo di una generazione: i suoi dischi erano una boccata d’ossigeno per quella parte di borghesia bianca che non si rassegnava all’apartheid. Laggiù nessuno sapeva che fine avesse fatto. Qualcuno lo dava addirittura per suicida con un gesto spettacolare su un palco. Qualcuno, protetto dall’isolamento internazionale del Sudafrica, gli aveva pure fregato i soldi dei diritti. Nel 1997 due fan sudafricani avevano provato a cercarlo e si erano imbattuti nella figlia che aveva raccontato loro la vera storia. Sixto era tornato a suonare trionfalmente con tour sold out in Sudafrica. Il mondo è arrivato grazie a Malik. «Pereira ha modificato una stagione pronta Io a Parigi non l’ho fatto» H a tracciato un bilancio positivo e felice dei suoi nove anni alla Scala, ieri, il sovrintendente Stéphane Lissner. Poi si è tolto qualche sasso dalla scarpa con la stampa e, spinto dai giornalisti, ha accennato al suo successore, quell’Alexander Pereira di cui oggi il Cda del teatro dovrebbe decidere la sorte. «Tutti i Paesi d’Europa fanno transizione di anni tra i sovrintendenti. Forse qui non si è abituati. Se ci sono stati errori dovete chiedere al Cda. La stagione 2014-15 che io ho presentato era pronta e in equilibrio finanziario. Pereira ha fatto delle modifiche: alcuni titoli sono rimasti, alcuni ritirati, altri aggiunti. Io, a Parigi, non ho cambiato nulla di quanto pianificato da Nicolas Joel (il suo predecessore all’Opera, ndr)». È stato questo l’unico, ma significativo, accenno diretto al «caso Pereira», al quale si aggiungono le considerazioni che si possono trarre dai dati presentati. «In nove anni abbiamo fatto 172 produzioni, 117 di opera e 55 ballo», ha riferito Lissner. «Le coproduzioni sono state 26, di cui 12 andate in scena prima alla Scala. Non ho acquistato opere ma abbiamo fatto 15 affitti. Complessivamente 131 allestimenti sono stati fatti in Scala, riprese comprese (ndr anche dagli anni precedenti la sua gestione), ma circa la metà sono state nuove produzioni». Quindi il bilancio dei suoi anni. Pochi i riferimenti artistici, molti economici. Tra i primi, il ricordo dello spettacolo più amato (Il Tristan di Barenboim e Chéreau), la complessità di rappresentare l’opera italiana («alcuni cantanti si sono rifiutati di venire a cantare il repertorio italiano per timore dei fischi; per convincere Anja Harteros a cantare il Simon Andrea Laffranchi © RIPRODUZIONE RISERVATA partner selezionato La carriera Poca fortuna, vendite scarse e la casa discografica taglia il suo contratto, lo licenzia. I suoi dischi diventano famosi in Sudafrica (e Australia) dove fa alcuni tour. Viene riscoperto nel Sudafrica post apartheid da due fan che vogliono ricostruire la sua storia. Con il documentario «Searching for Sugar Man» diventa un cult nel mondo Lissner e la Scala. Oggi il Cda Insieme Stéphane Lissner (61 anni) e Alexander Pereira (66) Boccanegra ci sono voluti 5 anni), l’orgoglio per aver portato quasi tutti i migliori cantanti e i direttori d’orchestra, a parte Simon Rattle e Riccardo Muti: «Nel 2010 gli ho inviato una lettera per invitarlo a dirigere qualunque titolo nell’anno verdiano e wagneriano. Non ha risposto». Una stoccata sull’orchestra: «La sua qualità è migliorata grazie a Barenboim, anche perché ha ampliato il repertorio». Lissner ha ribadito che «nove-dieci anni per un sovrintendente in un teatro sono sufficienti» e ha insistito su due aspetti: l’equilibrio economico (con lui 9 anni di bilancio in pareggio) e l’impegno dello Stato per conservare il teatro pubblico, «e in Italia questo aspetto non c’è perché lo Stato destina solo lo 0,6% del bilancio alla cultura». Con un Fus in calo del 25% «abbiamo portato il patrimonio netto da 32 milioni a 35, aumentato la biglietteria del 40% (da 21 a 30,3 milioni), portato gli abbonati da diecimila a 16.962. Su 950 milioni di bilancio abbiamo ricevuto in 9 anni solo 3 milioni di fondo straordinario. Oggi su un bilancio di 115 milioni, 43 sono privati. La Scala ha 32 milioni di biglietteria e 42 di contributi pubblici e si mantiene per ricavi propri al 63%, unico teatro in Europa». E questo grazie ai contributi dei fondatori, anche di quelli (Mapei, Telefonica e Tod’s) che nemmeno siedono nel Cda. Lascia un teatro decisamente rinnovato per il tipo di spettacoli proposti e un buon rapporto con lavoratori e l’Accademia: «Avevamo 523 allievi nel 2005, oggi sono 1.191 e il 70% di loro trova un posto di lavoro». Pieluigi Panza © RIPRODUZIONE RISERVATA Rinnovata la convenzione Il 31 a Cagliari Rai Scuola e Miur «Uniti contro l’ignoranza» Nannini, Renga e Marcorè Show benefico pro Sardegna Uniti contro «l’ignoranza» in una battaglia «per la crescita culturale, economica e sociale» dell’Italia, a partire dagli studenti. Il ministero dell’Istruzione, con Stefania Giannini, e la Rai, con la presidente Anna Maria Tarantola, hanno rinnovato la convenzione (ideata negli anni Sessanta da Aldo Moro) per la produzione di programmi formativi a partire dal canale Rai Scuola. «Il ministero dell’Istruzione e la Rai hanno lo stesso avversario — ha esordito il ministro Giannini — l’ignoranza». Il direttore di Rai Scuola Silvia Calandrelli ha sottolineato: «Il canale (Rai Scuola ch. 146 del Digitale Terrestre e ch. 33 TivùSat) è una mediateca che mette insieme le competenze televisive e le conoscenze scientifiche». Ricca la programmazione con una prima serata dedicata alla scienza con «Nautilus» (Elena Cattaneo la prima protagonista) e accordi con la Biennale di Venezia, Banca d’Italia, Accademia dei Lincei, Teatro di Roma, Indire, Polizia e Guardia di Finanza, per citarne solo alcuni. «La Rai — ha concluso la presidente Tarantola — è la maggiore agenzia culturale del Paese nella formazione informale, capace di comunicare con il linguaggio dei giovani attraverso i nuovi media». Un concertone per la Sardegna. L’iniziativa «Sardegna chi_ama» ideata e diretta dal jazzista Paolo Fresu, si terrà il 31 maggio a Cagliari all’Arena Grandi Eventi di Sant’Elia e l’incasso verrà interamente destinato al ripristino delle scuole danneggiate dall’alluvione che ha colpito la Sardegna lo scorso novembre. Fra gli ospiti musicali della serata che partirà alle 19.30 ci sono Gianna Nannini, Francesco Renga, Mauro Pagani, Eugenio Finardi, Gianmaria Testa, Omar Pedrini, Ornella Vanoni, Samuele Bersani, Raphael Gualazzi, Gaetano Curreri e gli Stadio, Salmo, Marco Carta, Paola Turci, Ron, Cristiano De André, Alice, Claudio Coccoluto, i Perturbazione, Amii Stewart, il Devil Quartet, Tazenda, Sikitikis, Raffaele Casarano, Luca Aquino, Piero Marras, Luigi Lai, Elena Ledda, Antonello Salis, Gavino Murgia, NeonElio, Franca Masu, Menhir, Lavinia Viscuso, l’Orchestra d’archi del Teatro Lirico di Cagliari e Celso Valli. Ci sarà anche il contributo di attori come Lella Costa, Ascanio Celestini, Neri Marcorè e Geppi Cucciari. I biglietti (35 euro in platea e 25 in tribuna) si possono acquistare presso i punti vendita del circuito Box Office. © RIPRODUZIONE RISERVATA 46 Spettacoli Giovedì 15 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 In Platea ESCHILO E ARISTOFANE Orestea Agamennone e Coefore/Eumenidi, nel cast Elisabetta Pozzi, Francesco Scianna, Ugo Pagliai; Le vespe (foto) regia di Avogadro (in scena al Teatro greco, Siracusa) 7 giorni sul palco di CLAUDIA PROVVEDINI Così fan tutte Quando si sceglie di dirigere Mozart con una tastiera di ENRICO GIRARDI Opera Una scena del «Così fan tutte» di Mozart S e a 33 anni — 30 al netto del servizio militare obbligatorio in Israele — un ragazzo ha già diretto 40 titoli d’opera in tutta Europa, parla sette lingue, è salito più volte sul podio della Scala e diventa ospite fisso della Staatskapelle di Dresda, la più antica orchestra del mondo, si può dire quel che si vuole. Ma nulla sarà mai oggettivo quanto la realtà, che dice che Omer Meir Wellber è un musicista con una marcia in più rispetto a ogni altro della sua generazione. Alla Semperoper di Dresda il direttore scritturato per la Daphne di Strauss si ammalò alla vigilia della «prima». Nacque così il rapporto privilegiato tra Wellber e quel teatro: poche ore ed egli era lì, in buca, a dirigere quel titolo raro e difficile. Non così male, se il giorno dopo ancora era pronto un contratto per lui di sette opere negli anni a venire. Così fan tutte è una di queste sette. La prima della trilogia Mozart-Da Ponte che Wellber farà per intero proprio alla Semperoper, suonando il clavicordo non solo nei recitativi secchi, come è prassi, ma anche in diversi numeri musicali. La partitura mozartiana prescrive, a tal proposito, l’ad libitum ma quasi nessuno decide di farlo (lo si sente solo in qualche disco). È un rischio non obbligatorio, perché mai prenderlo? Se però si realizza il basso continuo con estro e sensibilità l’effetto è garantito: si può giocare con le citazioni, dare il tempo del numero che viene anticipandolo nel recitativo, si possono cucire recitativi e arie a favore del ritmo teatrale dello spettacolo. Queste cose Wallber le fa così bene che spiace non le faccia sistematicamente in tutta l’opera. Non dirige «dalla» tastiera ma «con» la tastiera, dettando tempi rapidi, un caleidoscopio di colori ma anche momenti di indugio elegiaco, quando necessario. La messinscena è di Andreas Kriegenburg. Gioca su quanto c’è d’astratto nel dramma dapontiano ma incide poco. Ha fatto un bel Ring a Monaco e presto lo si vedrà anche in Italia. In compenso il cast, pur senza essere di alto livello, è funzionale alla concertazione di Wellber. Si distingue il soprano Rachel Willis-Sørensen, giovane e bravissima Fiordiligi. La Staatskapelle suona stupendamente, come sa. Questo Così fan tutte e le Nozze di Figaro incise per Sony da Currentzis sono, in materia di cose mozartiane, i fatti salienti della stagione. teatro e musica NUOVE VISIONI Barbiere di Siviglia A capriole, Quelli © RIPRODUZIONE RISERVATA voto 8 CLASSICA The Gospel According To The Others Passione per orchestra nell’oratorio laico di Adams Nel 2000 John Adams compose un Oratorio laico sul tema del Natale. Ora chiude il cerchio con una sorta di Passione per soli, coro e orchestra che affronta il tema della morte in termini altrettanto laici, ponendo cioè l’accento sul riflesso della morte di Cristo nell’animo dei fratelli Maria Maddalena, Marta e Lazzaro. Ben congegnato il libretto di Peters Sellars, una collazione dei testi biblici con frammenti di vari scrittori, tra cui Primo Levi. Ma la vera sorpresa viene dalla musica. Il minimalismo è ormai una pallida matrice sullo sfondo; più in evidenza arrivano le sonorità della tradizione Gospel e degli oratori di Elgar e Tippett. Il risultato di tale alchimia è una musica viva e appassionata, ben diretta in questo cd DG da Gustavo Dudamel a capo delle maestranze orchestrali e corali di Los Angeles. (E. Gir.) dischi 1111111111 voto 8 PIANO E VOCE Dino Rubino Piano, flicorno, con Casini e Lanzoni; F. Puglisi piano solo e con G. Guidi, voce John Di Leo (dal 15, Asioli, Correggio) Il gabbiano A Firenze il festival teatrale Fabbrica Europa, a Scandicci la nuova «Eneide» di Cauteruccio Sette ore di «volo» verso la libertà di FRANCO CORDELLI I naugurazioni e ritorni a Firenze lo scorso fine settimana. Si è inaugurato il Teatro del Maggio, si è celebrato il ritorno in pubblico di Francesco Nuti, a Scandicci Giancarlo Cauteruccio, uno dei nostri maggiori registi, ha allestito l’Eneide trent’anni dopo il debutto, e alla Stazione Leopolda ha preso il via un’edizione di Fabbrica Europa tra le più ricche di proposte degli ultimi anni. Prima di parlarvi dell’in patria celebratissimo Gabbiano di Tomi Janežic (nato a Lubiana nel 1972 e detto «il Peter Brook slavo» ma anche «un Mozart del teatro contemporaneo») voglio dire due parole proprio sull’Eneide, uguale e diversa da quella del ricordo. Era uguale per come salivano dal nulla le immagini dell’addio alla Grecia e quelle di una costa sconosciuta, il litorale del Lazio: figure disegnate come nei fumetti, figure imponenti come ci appaiono nell’infanzia. Era uguale per la musica dal vivo, la musica travolgente dei Beau Geste (Gianni Maroccolo, Antonio Aiazzi e Francesco Maielli, tutti provenienti dai Litfiba e da ormai lungo tempo autonomi). Era uguale per la voce del racconto, mentre lo stesso regista traversava su e giù la scena: voce remota, dolente e trionfale. Era diversa in due cose: per l’uso dei laser, che questa volta rendeva la scena tridimensionale invece che bidimensionale; e per quel raggio rosso che compare all’improvviso, come a tagliare tutto in due, a spaccare in due il mondo. Era il segnale di una rottura, di una liberazione dal testo, dalla sua ipoteca, dal suo peso. Se oltre che conoscenza, a teatro cerchiamo piacere, quello fu un segnale di piacere assoluto, totale. Si potrebbe parlare di liberazione dal testo anche per Il gabbiano, ma in tutt’altro senso. Qui siamo nel cuore del teatro occidentale contemporaneo. Lo voglio dire meglio: nel brodo di coltura del contemporaneo. È come se non si riuscisse a uscire dal recinto di ciò che in letteratura si chiama autofiction e in teatro è il teatro chiuso in se stesso: non nella drammatica riflessione su di sé nel senso di Pirandello ma nel senso della pura domesticità, della vita quotidiana, come essa entra, penetra, si insinua nelle pieghe di ogni drammaturgia e di ogni scrittura scenica. Gli attori di Janežic colpiscono per tecnica, carattere e fisicità. Ma siamo lontani da ciò che il vecchio Tanizaki intendeva in Sulla maestria (ora tradotto per Prima nazionale Una scena di «Il gabbiano» di Cechov del Teatro Nazionale Serbo, per la regia di Tomi Janežic Adelphi). Tanizaki parla di tecnica come concentrazione spirituale e come esercizio in levare. Qui siamo all’opposto. Nel primo tempo (due ore) gli attori, vestiti con i propri abiti, dicono cose come: occorrono nuove forme; chi sono io? come sono? com’è Trigorin? non lo capisco, è molto riservato; Nina dice che ama: ma in che modo lo dice? qui c’è solo declamazione e in un pezzo teatrale ci deve essere un po’ di amore; gli attori sono persone che vengono scelte, se non lo sei non vali niente; di fronte a un’attrice sono tutti in ginocchio, e io sulla scena mi sento ebbra. Tutte cose così, ripeto: per due ore. Poi comincia Il gabbiano, con i costumi. Ma si procede nel senso consunto e disinvolto della destrutturazione del testo attraverso la coazione gestuale (l’attore che fa Trigorin si spoglia e riveste per quaranta minuti), la ripetizione (d’una stessa frase), la dilatazione (d’una sillaba), il denudamento (di un corpo, quello di Nina). Noi ascoltiamo con le cuffie, siamo quindi condizionati. E anche se i quattro atti cambiano quattro volte prospettiva (la quarta è analoga alla seconda) la durata di oltre sette ore più che liberare Il gabbiano dal testo lo sfibra, e sfibra lo spettatore. © RIPRODUZIONE RISERVATA 1111111111 voto 7 Enrico IV Branciaroli dirige e interpreta il dramma di Pirandello La follia per difendersi dall’accusa di omicidio di MAGDA POLI N ell’Enrico IV di Luigi Pirandello al Sociale di Brescia con la regia di Franco Branciaroli, c’è una netta separazione espressiva tra il primo e il secondo atto. Quasi una dicotomia insanabile, il primo è recitato sopra le righe in un grottesco stilizzato a significare ipocrisia, vacuità, sventatezza mentre nel secondo prende sopravvento un crudo, nostalgico ragionare, con Branciaroli che offre di Enrico una interpretazione bellissima, carica di crudeltà, fatica di vivere, lucidità verso un senso della vita che sfugge e bisogna reinventare, rendendo quasi visibile il processo del reale che perde peso e consistenza nella misura in cui la finzione e l’arte ne acquistano: la realtà dei personaggi reali è ben poca cosa ri- POP Mini World In scena Branciaroli (a destra) sul palco spetto alla verità complessa della «finzione» del personaggio «irreale. Nel «pazzo» Enrico la finzione è l’unica «realtà» percorribile sia perché rinsavito dopo anni gli sarebbe impossibile rientrare in una vita che gli risulta estranea, sia perché uccide il responsabile della sua sventura e la «follia» diventa protezione. Paradosso di JAZZ Play Blue questo affascinante spettacolo, il secondo atto sembra venire a spiegare il primo, è come se i personaggi che arrivano ipocritamente benevoli per aiutare a uscire dalla sua gabbia mentale Enrico, siano come lui li pensa, mediocri e corrotti, convenzionali e inconsistenti, fissati da sempre e per sempre nei loro stilemi di perbenismo, capaci di uccidere e seppellire la vita altrui. Bravi gli attori Melania Giglio, Antonio Zanoletti, Giorgio Lanza, Tommaso Cardarelli che efficacemente seguono il dettato registico. Folgorante il finale nel quale Enrico, nella bella scena di Margherita Palli, sale su un cavalluccio da giostra pronto a scomparire tra essere e apparire. © RIPRODUZIONE RISERVATA 1111111111 voto 8 ROCK Turn Blue Indila, nei sussurri leggeri Le improvvisazioni di Bley Black Keys di nicchia c’è il fascino dell’Asia insofferenti ad ogni regola ma allargano gli orizzonti Ogni tanto dalla Francia arriva una ventata di freschezza e di novità (ricordate Vanessa Paradis, Guesch Patti, Alizée o la più recente Zaz?). Il nuovo fenomeno della scena musicale francese si chiama Indila, cantautrice di origini indiane che con il singolo «Dernière Danse» ha raggiunto 39 milioni di visualizzazioni su YouTube. Considerata la nuova Edith Piaf, con il disco d’esordio «Mini World» (Capitol) spopola nelle classifiche del suo Paese e si prepara a conquistare anche il pubblico italiano. È un concentrato di stilemi musicali d’Oltralpe: eleganza, intensità, sussurri leggeri e gusto sofisticato, a cui si aggiunge il fascino dell’Asia meridionale presente in molte atmosfere musicali. Lei è graziosa e ha un timbro vocale ammaliante. Un po’ come la Bjork degli inizi, unisce melodie d’altri tempi a sonorità moderne. Canzoni come «Tourner Dans Le Vide», «Comme Un Bateau» e «Tu Ne M’Entends Pas» possiedono una magia incontaminata e naif. (Mario Luzzatto Fegiz) «Play Blue» è anagramma del nome di Paul Bley, il protagonista di questo potente recital per pianoforte registrato a Oslo nell’agosto 2008 e ora pubblicato dall’Ecm. Il rapporto dello storico jazzista canadese (classe 1932, un passato al fianco di grandi nomi quali Ornette Coleman, Charles Mingus e Sonny Rollins) con l’etichetta tedesca è antico: quarantenne aveva realizzato per essa «Open, To Love», uno dei dischi imprescindibili del jazz contemporaneo. Questa musica è tutt’altro: quattro lunghe improvvisazioni (più un bis che rivisita appunto un brano di Rollins, «Pent Up House») basate su sentimenti più che su temi strutturati, una pubblica confessione che da un lato conferma Bley come uno dei grandi del free jazz storico, dall’altro ne esalta l’afflato lirico insofferente a ogni regola. Come ogni poeta, in fondo, dovrebbe essere. (Claudio Sessa) © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA 1111111111 di Grock. Egumteatro Bellas Mariposas fiaba crudele (Dal 15; fino al 18, Franco Parenti, Milano) 1111111111 voto 8 1111111111 voto La nicchia per tutti. Sembra un controsenso, anzi lo è. Ma è la chiave del successo dei Black Keys. Con «Turn Blue» (Nonesuch/ Warner) gli americani Dan Auerbach e Patrick Carney sono arrivati all’ottavo album, fanno musica per rock-snob ma con numeri da popstar. A differenza del precedente «El Camino» che puntava sulle canzoni, qui si privilegia il collettivo. L’impianto resta quel blues-rock ruvido e scarno che gli ha fatto vincere 6 Grammy: chitarra e batteria restano i cardini su cui girano storie d’amore finite male (Dan ha appena divorziato) come «It’s Up to You Now», ma più spesso lasciano il posto di guida ad altri strumenti. «Weight of Love» apre psichedelica alla Pink Floyd di «Wish You Were Here», la ritmica apre gli spazi e la voce di Dan arriva dopo 2 minuti abbondanti. «Fever» ha un irresistibile riff di synth, «Year in Review» ricorda gli Arctic Monkeys (e c’è un campione di Nico Fidenco). Uno dei dischi dell’anno. (Andrea Laffranchi) 8 11111111r 11 © RIPRODUZIONE RISERVATA voto 8,5 Corriere della Sera Giovedì 15 Maggio 2014 FABBRICA EUROPA Dai Balcani Balanescu e Manole in Gogol; Kamerni T. 55 con Karanovic e Bravo. Danza: Singspiele, Maguy Marin sperimentale; Home, Louise Vanneste (15, 16, 17, Firenze) cinema THE GREAT DISASTER Sul Titanic Tragica storia di Giovanni Pastore lavapiatti. Con Mathieu Pastore, regia Renato Sarti (fino al 17, Cooperativa, Milano) NON SI UCCIDONO COSÌ ANCHE I CAVALLI? Gigi Dall’Aglio/Michela Lucenti Regia/coreografia per la maratona di ballo disperato (foto a destra) dal SPIDER-MAN 2 di Marc Webb 545.254 2 W UN FIDANZATO PER MIA MOGLIE di Davide Marengo 295.719 Classifica Cinetel relativa all’ultimo weekend LEGENDA in discesaU in salitaW novità N stabile = La malinconica eternità dei vampiri di Jarmusch Due vampiri si aggirano tra Detroit e Tangeri a rinnovare eccessi romantici e seduzioni con il rock: d’amore si muore per sempre, lo diceva l’amico Marlowe. Jarmusch trabocca di malinconia in questo ménage a tre di canini. Portati dalla desolazione degli occhi della Swinton e di Tom Hiddleston si può vagare con loro nell’eternità tempo puntando sul dolore di vivere, ma ci sono anche tempi morti, tempi vampiri. (m. po.) voto 7 La moglie del sarto Cucinotta vedova armata di ago e unghie Il melodramma del regista teatrale Massimo Scaglione spinge fino alla tragedia: la Cucinotta vedova di un sarto è bersagliata da speculazioni immobiliari mentre la gente mormora e la figlia si sposa. Ostacolata dal potere ma difesa dalla Chiesa, rischia di finire in rovina. Benvenuti nel Sud del 60, dove la donna vince con una nuova creatura: un inno alla speranza che non manca di retorica ed eccessi ma tiene un ritmo da sceneggiata. (m. po.) 1111 111111r romanzo di McCoy e film di Pollack (dal 21, Elfo Puccini, Milano) NUOVA DRAMMATURGIA Detto Gospodin L’uomo e il lama, di P. Lohle, regia Jorio; Vera, Vera, Vera amori al funerale, di H.Squires, regia Benvenuti (fino al 17; dal 20, Piccola Corte, Genova) ANNO KILOWATT Iaia Forte Reading di L’isola di Arturo della Morante, dopo Silvia Gribaudi What age are you acting?. Dal 18/7 Festival (16, 17 Sansepolcro) FOLLIA COSCIENTE Enrico IV Di Pirandello. Metateatro con Franco Branciaroli anche regista, Godzilla 3D Adrenalina e dialoghi convenzionali nel kolossal di Edwards Solo gli amanti sopravvivono Box office 1 = 1111111111 THE AMAZING Spettacoli 47 italia: 51575551575557 voto 6,5 Melania Giglio, Antonio Zanoletti (fino al 18, Sociale CTB, Brescia) CANTIERE GARIBALDI Warlikowskij Dopo il suo master, Eros e Priapo da furore a cenere con Massimo Verdastro, regia Roberto Bacci (19; 24, Garibaldi, Palermo) © RIPRODUZIONE RISERVATA Il treno va a Mosca reale Dopo 60 anni ritorna il mostro Ilvalsocialismo bene un viaggio per colpa di un disastro nucleare Questo documento di Ferrone-Manzolini tratta del racconto di uno di quei viaggi laici della speranza che invece di andare a Lourdes puntavano su Mosca per vedere il socialismo reale. Gioia grande ma anche grande reticenza nel tacere alcune brutture. Testimonianza forte, da Romagna a Urss, spiritosa, italiana: the end con la morte di Togliatti e sembra l’ideale prefazione al film di Veltroni su Berlinguer. (m. po.) di MAURIZIO PORRO C ome ogni vera star, Godzilla arriva ad agitarsi sullo schermo 3D solo 60 minuti dopo l’inizio. Al suo secondo film dopo Monsters, il regista inglese Gareth Edwards racconta che nel 1999 in una base nucleare delle Filippine muore in un misterioso incidente la moglie di un ingegnere, lasciando un piccino da accudire. Ed eccoci 15 anni dopo col giovanotto cresciuto che aiuterà il padre a scoprire la verità sul maxi mostro preistorico simile all’antenato che provoca tsunami (bella la corsa del cane e dietro il finimondo) e distrugge S. Francisco, minacciando di nuovo la rovina della famiglia. Per clausola, il nuovo film, 29° della serie, col compito di farci dimenticare il deludente remake di Emmerich del ‘98, doveva rispettare l’origine nucleare del disastro. Tenuta in notturna l’azione, color del fango, sotto cieli bigi, rimorsi e rimpianti, l’autore si diverte a rinnovare gli optional per cui il lucertolone dalla grafica squamosa spigolosa lunga 106 metri e 70 cm d’altezza (designer Andrew Baker), torna in superficie dove combatte non solo contro i soldatini ma con altri suoi pari mostruosità come Muto, creatura a 8 zampe, finendo per inabissarsi di nuo- 111 1111111r voto 7,5 Padre vostro Gli scherzi da prete e il boom di cicogne Paura Una scena di «Godzilla 3D» diretto dall’inglese Gareth Edwards vo nel profondo dell’oceano in attesa del 30° reboot. Ma lasciamo aperto il pacco sorpresa. Ossequioso al genere nella tradizionale scansione narrativa che rispetta al millesimo, per cui gran retorica familiare e grand bouffe di sentimentalismo da happy birthday daddy prima delle scene clou in cui il mondo va in pericolo (è colpa sua), Edwards firma un’edizione con momenti di presa adrenalinica ma anche alcuni «tacet» di emozione, di buona coerente presa scenografica ma convenzionale nei dialoghi. La priorità è degli effetti speciali, gli attori fanno il loro dovere e Bryan Cranston passa il testimone ad Aaron Taylor-Johnson, mentre intorno si agitano e piangono Sally Hawkins, reduce da Woody Allen, la Binoche per un saluto, Ken Watanabe che non può certo lanciare la prima pietra. © RIPRODUZIONE RISERVATA 1111 111111r voto Questa condom pochade di Vinko Bresan è stata il successo più clamoroso della Croazia e racconta l’exploit del giovane prete che per frenare il crollo delle nascite in un’isola dalmata, si mette a bucare i preservativi sostituendo poi con le vitamine le pillole anticoncezionali. Sarà un’originale commedia degli equivoci che finisce con un boom di cicogne, tutto con un’aria molto rustica e casereccia. (m. po.) 6,5 1111111111 voto 7 48 Sport Striscione antigay, multa e lavori sociali Scolari evasore in Portogallo? I quattro giovani tifosi altoatesini del Bayern, che in Champions contro l’Arsenal avevano esposto uno striscione antigay, dovranno versare al Bayern una multa di 2.000 euro ciascuno e svolgere 10 ore di lavori socialmente utili. L’Uefa aveva imposto al Bayern 10.000 euro di multa e la chiusura di una curva. Il danno economico complessivo ammonterebbe a 150.000 euro. Il dopo Seedorf L’operazione è difficile e costosa (il tecnico guadagna 7 milioni netti) ma Galliani ci prova e guarda interessato alla finale di Ronaldo e compagni contro l’Atletico Madrid di Simeone MILANO — Carlo Ancelotti torna al Milan? Che sia una suggestione o un’ipotesi concretamente percorribile lo scopriremo fra dieci giorni. Nelle ultime ore il Milan sta valutando un nome affascinante per la panchina rossonera, dopo aver contemplato e scartato diversi candidati. Inzaghi considerato l’erede naturale di Seedorf è stato giudicato inesperto, Spalletti troppo costoso, Montella troppo blindato (clausola rescissoria da 6 milioni), Donadoni non risponde totalmente al profilo richiesto per riportare entusiasmo alle latitudini milaniste. Il sogno di Galliani è quello di richiamare a Milano l’allenatore del Real Madrid atteso sabato 24 maggio dalla finale di Champions League a Lisbona con l’Atletico. Gara che da un lato può lanciare Carletto nell’olimpo merengue propiziando la conquista della Decima, dall’altro nasconde il rischio di certificare una stagione fallimentare (visto che il Real ha detto addio alla Liga). La speranza dei rossoneri è quella di riaccogliere a Milanello colui che occupò la stanza numero 5 per otto stagioni. «Resto al Real anche il prossimo anno» ha dichiarato Ancelotti a inizio mese, legato com’è ai madridisti da un contratto di due anni a 7 milioni di euro netti. In effetti, a mente fredda, viene da chiedersi: perché un tecnico che guida una delle più ricche e forti squadre del mondo, dovrebbe acquistare un biglietto di sola andata Barajas-Malpensa consapevole di non ritrovare più la grandeur di un tempo? È rimasto legato a tutto l’ambiente milanista (di certo Galliani sente con maggior frequenza Carletto rispetto all’attuale allenatore), potrebbe propiziare la permanenza a Milano di Mauro Tassotti (al momento determinato a preparare le valigie dopo una sofferta convivenza con Seedorf), consentirebbe a Pippo Inzaghi di crescere sotto la sua ala protettiva, riporterebbe armonia in un gruppo ora lacerato in microclan. Soprattutto, dopo uno scudetto e due Champions ottenute nel suo precedente mandato, garantirebbe al Milan una ripartenza con rinnovato slancio. Altro domandone: perché mai il Real dovrebbe privarsi dopo una sola temporada del suo celebrato tecnico (che finora ha vinto la coppa di Spagna)? Qualora l’allenatore emiliano arrivasse a sollevare la Champions che in Plaza de Cibeles non viene festeggiata dal 2002, potrebbe chiedere di Giovedì 15 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Brutte notizie dal Portogallo per il ct della nazionale brasiliana, Felipe Scolari, a poche settimane dall’inizio dei Mondiali: Scolari, che ha allenato il Portogallo dal 2003 al 2008, è finito nel mirino del fisco portoghese per una presunta evasione di circa 7,4 milioni di euro. Lo rivela la stampa brasiliana, precisando che se fosse condannato rischierebbe 12 anni di reclusione. Aspettando Ancelotti Il Milan tenta Carlo per un clamoroso ritorno Se il Real dovesse mancare la Champions... questo e altri giornali scaricateli da qui http://quoidianes.tumblr.com/ andare via da trionfatore dopo aver regalato la Decima? Difficile. In caso contrario, dopo un eventuale flop Florentino Perez tratterrebbe ancora al Bernabeu Ancelotti? Radio-mercato dice di no. Insomma, il Milan (che pur augura a Carletto ogni bene: anche ieri non sono mancati i contatti) vigila e aspetta. «Un giorno tornerò in Italia e poi il Milan lo allenerei pure gratis. Galliani lo sa e penso che in passato ne abbia pure approfittato un po’...» disse nell’agosto di due anni fa Carlo. Chissà se hanno parlato anche di questo Bronzetti (vicinissimo ad Ancelotti e al mondo Real) e Galliani nell’incontro che ieri mattina hanno avuto a Casa Milan. Di Dopo una notte in discoteca Balotelli a caccia del ladro MILANO — (m. col.) Notti tragiche inseguendo un gol (e un ladro). Dopo il derby del 4 maggio scorso, vinto con una capocciata di De Jong, Mario Balotelli ha avuto l’ennesima serata no limits. Uscito all’alba dall’Hollywood, la discoteca cult di corso Como — secondo la ricostruzione di «Diva e donna» — il giocatore rossonero, in compagnia del fratello Enoch, si sarebbe accorto al momento di salire in macchina di essere stato derubato del cellulare. A quel punto sarebbe iniziata la caccia al ladro con Enoch lanciatosi all’inseguimento del presunto colpevole. Braccato (il settimanale parla di uno straniero di colore), sarebbe iniziata una rissa nella quale sarebbero stati coinvolti altri passanti e Mario. Qualcuno avrebbe anche provato a fermare l’attaccante milanista. Poi solo l’arrivo dell’ambulanza ha sedato il tumulto. Il Milan ha fatto sapere di non essere a conoscenza dell’episodio e ha evitato commenti sull’argomento. © RIPRODUZIONE RISERVATA certo è stato affrontato l’argomento riguardante il riscatto di Adil Rami dal Valencia. Gli spagnoli sarebbero disposti a concedere uno sconto sui 7 milioni di euro già fissati, arrivando però a 6. Il Milan ne mette sul piatto 4 e conta sulla volontà del giocatore di rimanere. In sede si è rivisto anche Mino Raiola, ufficialmente per la firma sul primo contratto da professionista di Cosimo La Ferrara, il baby attaccante degli Allievi, classe 1998, fino al 30 giugno del 2017. Ma si è discusso anche del rinnovo di Abate e ovviamente di Mario Balotelli. Resta il grande dilemma: Supermario ci sarà al Milan anche l’anno prossimo? Le frecciate di Silvio Berlusconi alla punta, la necessità di fare cassa sacrificando un big, le intemperanze continue del giocatore fanno propendere per un addio prima della fine dell’estate. Chissà se a quell’epoca in panchina ci sarà Ancelotti. Monica Colombo © RIPRODUZIONE RISERVATA L’identikit perfetto Ai rossoneri serve un condottiero in grado di unire e riappacificare le varie anime dopo una stagione tormentata Esperto e amato: l’uomo giusto al momento giusto MILANO — Italiano, perché deve conoscere alla perfezione cosa significhi essere l’allenatore del Milan. Con esperienza, perché non è più tempo di certi esperimenti tattici e ci vuole un fisico bestiale, abituato a navigare in tutti i mari, per gestire uno spogliatoio abbattuto e litigioso. Ecco, soprattutto un uomo che sappia mettere d’accordo tutti. All’interno e all’esterno. Se si uniscono i puntini dell’identikit tracciato dal Milan in questi giorni per il futuro allenatore, viene fuori il faccione di Carlo Ancelotti. A pensarci, l’uovo di Colombo. Soluzione apparentemente semplice e perfetta, ma ovviamente complicata (molto complicata) sul piano dei quattrini. Il ritorno del tecnico che tutti (media compresi) ricordano con affetto, al quale generazioni di giocatori rossoneri e non si dicono debitori e che è il modello sia dell’allenatore attuale, Seedorf, sia di uno dei candidati, Filippo Inzaghi, destinato ora a crescere con calma perché tanto, un giorno, quella panchina sarà sua. Al Milan nessuno ricorda una stagione così: già un esonero è qualcosa che non si vede di frequente a queste latitudini, figurarsi due (quello di Seedorf arriverà nelle prossime settimane, anzi pare che siano già iniziate le discussioni tra gli avvocati delle due parti). E poi: veleni, spifferi, polemiche, clan contrapposti, manie di grandezza, giocatori convocati a cena dal presidente, battutacce presidenziali e la- Altri pretendenti Troppo caro Luciano Spalletti ha ancora un contratto con lo Zenit di 4 milioni (Ansa) Blindato Vincenzo Montella è blindato da una clausola di rescissione di 6 milioni (LaPresse) Inesperto Filippo Inzaghi, ora alla Primavera, è giudicato troppo inesperto (Fotogramma) biali vicepresidenziali. A monte, una società condotta da un duopolio che ora lavorerà anche in pace, ma è pur sempre costretto a una convivenza difficile e precaria. In tutto ciò serve un uomo con la capacità di unire, una specie di presidente della Repubblica superpartes, una figura che sappia riportare armonia, in grado di abbozzare di fronte alle richieste del presidente (Carlo è un uomo di mondo), di saper domare anche i cavalli più bizzosi (Ibra adorava Ancelotti ai tempi del Psg, la speranza è che succeda anche con Balotelli), di far cambiare idea anche a Mauro Tassotti, il vice di una vita, ora deciso ad andarsene dopo il difficile periodo con Seedorf. Se l’operazione riuscisse, sarebbe il capolavoro di Adriano Galliani. a. rav. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 15 Maggio 2014 Sport 49 italia: 51575551575557 Magic zittisce Donald Sterling Scott spodesta il re Woods Marquez prolunga fino al 2016 L’ex stella della Nba Magic Johnson ha risposto duramente al patron dei Los Angeles Clippers Donald Sterling per il suo atteggiamento razzista verso i neri e verso chi ha contratto il virus Hiv come Magic. «Vive ancora nell’età della pietra, non si possono fare quei commenti su afroamericani, latinos e malati di Aids», ha dichiarato Magic Johnson. L’australiano Adam Scott, 33 anni, si appresta a diventare il nuovo n.1 del golf mondiale, spodestando il mito Tiger Woods, nella nuova classifica internazionale che sarà pubblicata lunedì. Scott non parteciperà questa settimana alla Open Irving che inizia oggi in Texas, ma perderà meno punti di Woods in classifica, tenendo conto dei risultati degli ultimi due anni. Marc Marquez in Honda fino al 2016. Il pilota spagnolo, leader del MotoGp con quattro vittorie su quattro, ha rinnovato il suo contratto con la casa giapponese in scadenza quest’anno. Marquez, campione del mondo lo scorso anno con la Honda da esordiente, è il primo dei big che definisce il suo futuro in questa stagione, in cui scadono la maggior parte degli accordi. Il sogno Carlo Ancelotti, 54 anni, ha allenato il Milan dal 2001 al 2009 e ha giocato in rossonero dal 1987 al 1992 . È al Real da una stagione (Afp) Mondiale Le nazionali del passato erano più attrezzate, ma anche questa può pensare in grande Il piano di Prandelli per lanciare in alto un’Italia figlia della crisi e degli stranieri Buffon, la difesa e Pirlo i punti di forza; i dubbi veri restano in attacco MILANO — Ci sono state nazionali più forti fra quelle che hanno rappresentato l’Italia al Mondiale. Ma Cesare Prandelli da martedì potrà lavorare in serenità per ripetere il mezzo miracolo di Euro 2012. La sua storia dimostra che il c.t. è un allenatore più che un selezionatore: partito dal settore giovanile, non ha perso la passione di insegnare calcio e di lavorare sulla squadra, anche se si tratta di nazionale. Se l’Italia è tornata a pensare in grande, è perché ha trovato un c.t. che ha rimesso il gioco al centro del progetto. I tempi di costruzione dell’Italia per il Brasile (esordio il 14 giugno con l’Inghilterra) sono Grandi bellezze 1970: staffetta Rivera e Mazzola La solidità di Bearzot Questa nazionale non ha la solidità di quelle di Bearzot e nemmeno la forza di quella di Valcareggi data a centrocampo con Pirlo, che in Brasile ritroverà l’ammirazione di un popolo per le sue giocate, come si è visto durante la Confederations 2013, De Rossi, al terzo Mondiale e Thiago Motta, reduce dalla migliore stagione della sua carriera (al Psg) e da costruire bene in attacco, dove si vive di una doppia speranza: la voglia di Balotelli e la possibilità di avere Rossi. Rispetto al passato, questa Italia, seconda a Euro 2012 e terza alla Confederations, appare al momento lontana dalla vetta rappresentata da altre nazionali. Non ha la solidità di quelle di Bearzot, quarta nel 1978 e prima nel 1982, sintesi perfetta di qualità tecniche, dedizione alla causa, carisma, con il blocco Juve (Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli e Rossi) innervato da campioni come Oriali, Conti, Antognoni, Graziani e Altobelli più la felice incoscienza di Bergomi. E non ha nemmeno la forza dell’Italia di Valcareggi, seconda nel 1970, con De Sisti (il Pirlo di oggi), la staffetta Mazzola-Rivera e una coppia d’attacco eccezionale (Boninsegna-Riva). La forza di Lippi Superiore anche l’Italia di Vicini, la sintesi di Sacchi, una grande squadra quella mondiale di Lippi 1982: blocco Juve Pablito Rossi Inter Cambiasso, il divorzio è vicinissimo MILANO — Mercoledì di lavoro all’Inter con un lungo vertice ad Appiano fra il d.g., Fassone, il d.s. Ausilio (rientrato da Londra) e Mazzarri. Più che parlare di mercato in entrata, si è cercato di programmare la prossima stagione e di mettere a fuoco alcuni movimenti (reali e ipotetici) in uscita. Adesso la questione centrale è legata al nome di Esteban Cambiasso (foto), che ha il contratto in scadenza. La dirigenza nerazzurra punta a incontrare il giocatore in queste ore, per arrivare ad un annuncio prima della partita con il Chievo. La volontà di Thohir e dei suoi collaboratori è quella di non rinnovare il contratto a Cambiasso, uno dei giocatori simbolo dell’Inter morattiana (15 trofei in dieci anni, visto che era arrivato a Milano nel 2004 a parametro zero dal Real) e del triplete del 2010, per segnare una cesura chiara con il passato. Resta però un piccolo margine per avviare una trattativa, anche perché Cambiasso ha spiegato che i soldi sono secondari. Ma forse questo non conta più. © RIPRODUZIONE RISERVATA strettissimi, perché la nazionale è considerata dalla Lega di serie A quasi un fastidioso intralcio e Prandelli dovrà scegliere i 23 con una sola amichevole a disposizione (31 maggio a Londra con l’Irlanda), dopo quella del 5 marzo a Madrid; ai tempi di Sacchi, la nazionale era al centro del mondo: il campionato era finito il 1° maggio 1994 e il Mondiale azzurro era cominciato al Giants Stadium di New York il 18 giugno, e comunque un mese esatto dopo la finale di Coppa dei campioni del Milan (4-0 al Barcellona, 18 maggio). Come all’Europeo, Prandelli ha puntato sul blocco Juve (sei azzurri) più quattro milanisti. Sono stati chiamati giocatori di dodici squadre: oltre a Juve e Milan, Torino, Fiorentina, Parma e Paris St. Germain (3); Roma e Napoli (2); Genoa, Inter, Verona e Lazio (1). Con una scelta comunque coraggiosa, il c.t. ha puntato su un mix fra la coscienza storica dell’Italia (Buf- 1994: singoli e squadra Robi Baggio Leader Andrea Pirlo, 34 anni, è il leader di centrocampo su cui il c.t. Cesare Prandelli vuole costruire le proprie fortune al Mondiale (Andreoli) fon, gli juventini della difesa, Pirlo, De Rossi, Marchisio, Montolivo e Thiago Motta più Balotelli) e quelli che gli sembrano gli azzurri più in forma, anche se con pochissima esperienza in nazionale (10): Perin, Darmian e Romulo non hanno mai giocato in azzurro; Paletta e Immobile, il capocannoniere, sono fermi a una presenza; Parolo è a quota due; Verratti e Insigne a quattro; Destro e Pasqual a cinque. Viste le caratteristiche del gruppo e le scelte tutt’altro che scontate per passare da 30 a 23 giocatori (in attacco, ad esempio, c’è il ballottaggio Cassano-Rossi), saranno decisivi gli allenamenti fino all’Irlanda, perché qualsiasi progetto calcistico, senza la verifica sul prato, è pura teoria. Al momento l’Italia, guidata da Buffon, appare solida in difesa, anche se è da verificare la condizione di Barzagli, collau- 2006: difesa Fabio Cannavaro Era più forte anche l’Italia di Vicini, terza nel 1990, con una difesa quasi insuperabile (Zenga, Bergomi, Ferri, Baresi, Maldini, un gol subito in sei partite) più Donadoni e Giannini più Schillaci e Baggio. E l’Italia di Sacchi, seconda a Usa 1994, è stata la sintesi fra le qualità dei singoli (i due Baggio, 7 gol su otto) e la capacità di essere squadra (zona, pressing, fuorigioco), senza libero e senza centravanti. Era una grande Italia quella di Marcello Lippi, campione del mondo nel 2006, costruita sulla difesa (Buffon e Cannavaro), sull’asse Pirlo-Gattuso in mezzo al campo, ma capace di chiudere con la Germania con Totti, Iaquinta, Gilardino e Del Piero. Quella che volerà in Brasile è un’ Italia diversa, figlia di un campionato pieno di stranieri e della crisi, ma la garanzia è Prandelli: dategli una squadra e vi solleverà il mondo. Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA Tempi che cambiano Antonini attacca Prandelli per l’esclusione di Gilardino, la moglie di Nasri insulta Deschamps in 140 caratteri Polemiche, liti, insulti: il Bar Sport oggi è su twitter Cesare Prandelli lascia a casa dal Mondiale Alberto Gilardino e Luca Antonini, che del Gila deluso e arrabbiato è compagno di squadra al Genoa, entra a gamba tesa sulle caviglie del c.t. con un tweet: «Tu non hai i requisiti per questa nazionale: troppo eticamente corretto, troppe presenze, troppi gol, troppo forte! Mi spiace, amico Gilardino». Benvenuti al Bar Sport della Luisona, del professore, dello sparaballe e dell’espertone capace di declinare tutte le formazioni dell’Italia dal paleolitico ai giorni nostri, quel luogo di aggregazione, caffé e parole in libertà che nell’era dei social network ha cambiato indirizzo. Si è trasferito nell’iperspazio sconfinato di Internet, dove, con la fondamentale complicità di chi facebookka e ritwitta la qualunque (i tifosi attivi sulla piattaforma di Facebook sono 500 milioni nel mon- I messaggi Luca Antonini: «Tu non hai i requisiti x questa nazionale: troppo eticamente corretto, troppe presenze, troppi gol, troppo forte! Mi spiace amico @GilaGilardino» Domenico Criscito: «Non nascondo il dispiacere.. ci sono rimasto piu di merda adesso che due anni fa all’europeo.. grazie a tutti per il sostegno» Anara Atanes (compagna di Samir Nasri): «Fuck France and fuck Deschamps. What a shit manager!» do, 14,88 milioni solo in Italia, cioé il 60% degli italiani che vi accedono ogni mese: più di spagnoli, inglesi, francesi), chiunque si sente in diritto di mettere per iscritto il proprio parere. Il cambiamento non è da poco. Se a Rivera giravano le scatole per la staffetta con Mazzola al Mondiale ‘70, a saperlo erano solo Valcareggi e i compagni; e a nessuna moglie veniva in mente di condensare la sua irritazione in 140 caratteri, come invece, complice quel pettegolo di twitter, ieri ha fatto la compagna di Samir Nasri, centrocampista francese del Manchester City escluso dal c.t. Deschamps dal gruppo dei Bleus che voleranno in Brasile. «Fuck France and fuck Deschamps — ha scritto madame —, what a shit manager...» (per la traduzione rivolgersi all’Accademia della Crusca). Moglie e tweet dei paesi tuoi. «Odio i tifosi del Livorno. Divertitevi in B!» ha augurato la fidanzata di Giuseppe Rossi, Jenna Lynn, agli ultrà amaranto, colpevoli di aver fischiato e dileggiato Pepito al ritorno in campo dopo il lungo infortunio. E se delle love story Mario Balotelli/Fanny Neguesha e Mauro Icardi/Wanda Nara sappiamo tutto, ahinoi, grazie agli aggiornamenti via social puntuali come il bollettino dei naviganti, nel marzo 2010 scoprimmo con sgomento che l’apparentemente mite Carolina Celico, moglie di Kakà, nasconde sotto mentite spoglie un’anima guerriera. Con il Re- Ultima moda Kakà e Pepito Rossi difesi dalle compagne sui social, dove poi basta un clic per smentire o cancellare tutto al Madrid eliminato negli ottavi di Champions e il suo Ricky sostituito nel secondo tempo, «Pellegrini è un vigliacco incompetente» twittò iraconda, salvo ritirare il messaggio a stretto giro. Perché sui social si vomita di tutto e poi si cancella, ci si sfoga e poi si dà la colpa ad altri, si lancia il sasso e si nasconde la mano, si smentisce, conferma e poi smentisce di nuovo con un clic, e non si perdona mai. «Finalmente godo anch’io!!!» sbottò lady Antonini all’esonero di Max Allegri dal Milan, il club che ha venduto il suo Luca a quel Genoa dove oggi il povero Gilardino giace cornuto e mazziato. La Luisona, accigliata, osserva il traffico di dati, probabilmente pensando che si stava meglio quando si stava peggio e ci si accapigliava, vivaddio, di persona. Gaia Piccardi © RIPRODUZIONE RISERVATA 50 Sport Giovedì 15 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 A Torino La vittoria arriva dal dischetto, impressiona la serie di finali perse dai portoghesi Benedetta dai rigori la festa del Siviglia È l’ottava maledizione del Benfica questo e altri giornali scaricateli da qui http://quoidianes.tumblr.com/ L’Europa League va agli spagnoli, il rimpianto di Conte in tribuna DAL NOSTRO INVIATO TORINO — L’Europa League buttata. Cominciamo col dire chi è la vera sconfitta di questa finale 2014: la Juventus. Il solito maldestro atteggiamento bianconero di Coppa ha ingigantito il Benfica, ma il Siviglia, speculativo e cinico, è anche peggio. Antonio Conte, in tribuna con molti dei suoi annunciati sostituti, avrà avuto la stessa amara sensazione di fronte a due squadre mediocri, incapaci di superarsi. L’irresolutezza di entrambe le contendenti non può che trascinare la risoluzione di tutto ai rigori e qui la maledizione di Bela Guttmann è per l’ottava volta più forte della benedizione di Eusebio. Il Benfica perde ancora, per il secondo anno consecutivo. L’Europa League è per la terza volta del Siviglia, per gli sbagli dal dischetto di Cardozo e Rodrigo e in misura minore, però c’entra anche lui, per le parate del portoghese Beto. Viene così premiata la tattica della squadra più debole, la tattica di tutti coloro che si sentono in inferiorità, nel pronostico e nella tecnica. Uno: cercare di non prendere gol; due: cercare di fare un gol magari approfittando di un contropiede o di un errore degli avversari; tre: tirare tardi, verso i calci di rigore. Missione compiuta. Ovviamente questa, all’inizio, Siviglia Benfica 4 2 (ai calci di rigore; 0-0 dopo i tempi supplementari) Sequenza rigori: Lima (gol), Bacca (gol), Cardozo (parato), Mbia (gol), Rodrigo (parato), Coke (gol), Luisao (gol), Gameiro (gol) SIVIGLIA (4-2-3-1): Beto 8; Coke 6, Pareja 7, Fazio 6, Moreno 6; Mbia 6,5, D. Carriço 6; Reyes 6,5 (Marin 5 33’ s.t.; Gameiro 7 14’ p.t.s.), Rakitic 6, Vitolo 5,5 (Figueiras s.v. 5’ s.t.s.); Bacca 5. All. Emery 6 BENFICA (4-3-3): Oblak 7; Maxi Pereira 6,5, Luisao 6,5, Garay 6,5, Siqueira 6 (Cardozo 4,5 9’ p.t.s.); Amorim 6, A. Gomes 6, Gaitan 5 (Cavaleiro s.v. 13’ s.t.s.); Sulejmani 6 (Almeida 6 24’ s.t.), Lima 5, Rodrigo 4,5. All. J. Jesus 5,5 Arbitro: Brych (Germania) 5 Ammoniti: Fazio, Moreno, Siqueira, Coke, Almeida Recuperi: 2’ più 2’; 1’ più 2’ appare la strada più impervia, ma non la meno percorribile. Il Benfica ha le migliori occasioni nel finale del primo tempo con Maxi Pereira e Rodrigo. Interventi decisivi di Beto. La capacità di palleggio del Benfica è notoria e decisamente superiore, ma la ruvidezza del Siviglia la tiene a bada, anche con le cattive. Sulejmani, sulla fascia destra, costringe in pochi minuti Fazio e Moreno a due falli da ammonizione, però paga con l’uscita anticipata dal campo. Il Benfica reclama almeno due rigori, e quello di Fazio su Gaitan, nel finale del primo tempo, for- Esultanza Beto, portiere portoghese del Siviglia, esulta: ha appena parato il suo secondo rigore (a Rodrigo, dopo quello respinto a Cardozo) ed è stato protagonista nella vittoria sul Benfica (Afp) Il presidente Uefa se ci stava. Ma l’arbitro tedesco Brych appartiene alla categoria «se non vedo il sangue non fischio». Jorge Jesus opta per un 4-3-3, Unai Emery invece per il 4-2-3-1 e consegna le chiavi della squadra a Rakitic biondo e mobile raccordo tra centrocampo e attacco. La differenza c’è e si vede. Il Siviglia offre una furiosa resistenza, il Benfica si distingue per le occasioni fallite. Lima, Rodrigo e di nuovo Lima, con, nel primo caso, salvataggio clamoroso a portiere battuto, di Pareja, rappresentano la fiammata iniziale dei portoghesi a inizio secondo tempo. In tribuna Antonio Conte guarda il match, con qualche rimpianto, parlottando con Andrea Agnelli e John Elkann. Buon segno? In campo la partita si sfilaccia. A differenza di una classica finale tutta tensioni e braccino corto, questa diventa una specie di prateria con spazi aperti dove si infilano veloci e ripartenti gli attaccanti dell’una e dell’altra squadra. Il Siviglia ha più di una occasione con Vitolo e, soprattutto, con Reyes che esalta le doti di Oblak. Dall’altra parte è Beto che salva su una traiettoria maligna di Lima da lontano, mentre Garay salta bene ma alza troppo di testa. È più forte Bela Guttmann di Eusebio, lassù, tra le nuvole fresche? In attesa di decisioni, dopo un assedio finale sterile – il Siviglia è ormai tutto barricate e rarissime sortite – il Benfica viene trascinato ai supplementari. Nel primo quarto è il Siviglia, con il vice Falcao, il colombiano Bacca, a fallire il vantaggio. Il secondo quarto è una lunga agonia che trascina i pochi giocatori non stremati ai calci di rigore. Perché non siamo stupiti di questo finale? Roberto Perrone © RIPRODUZIONE RISERVATA Platini: «Bene la tecnologia ma non troppo» TORINO — Tecnologia nel calcio, sì ma con giudizio. Parola di Michel Platini: «Non sono contrario a utilizzarla per determinare se è gol o no, ma non ritengo corretto impiegarla per il fuorigioco». Il presidente dell’Uefa ribadisce la sua posizione in occasione del briefing sugli arbitri prima della finale di Europa League, insieme al responsabile arbitrale Uefa, Pierluigi Collina. «Quando sono diventato presidente — spiega Platini — ho immaginato di avere più occhi sul campo per controllare meglio ciò che accade». Questa considerazione ha ispirato il sistema dei cinque arbitri con i due addizionali dietro le porte. «Già 35 federazioni su 54 lo adottano» rileva Collina. Altro tema sensibile, la cosiddetta «tripla sanzione» per il giocatore che commette fallo in area di rigore e che viene sanzionato con calcio di rigore, espulsione e successivo turno di squalifica. Collina conferma il giudizio del Comitato Esecutivo Uefa: «È troppo penalizzante, propendiamo per il cartellino giallo al posto del rosso». Ora si attendono le determinazioni dell’Ifab. Platini chiosa con un accenno all’Italia: «Il problema del calcio italiano non sono gli arbitri ma la violenza negli stadi che si combatte con strutture più moderne». Filippo Bonsignore © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 15 Maggio 2014 Sport 51 italia: 51575551575557 Il rombo in F1 resta un problema Il motore a trombetta fa pernacchie e non crea rumore Prova La «tromba» montata (Colombo) La soluzione studiata per ridare la voce ai motori della F1 è terribile. Meglio l’«afonia» del turbo che questa pernacchietta insistente. La soluzione è stata sperimentata ieri dalla Mercedes nei test di Montmelo, a Barcellona, ma i presenti ci sono rimasti male nel sentire quel suono che non ha nemmeno la forza della sgradevolezza: peggio, è comico. Anche esteticamente, quella trombetta posteriore, una specie di megafono, è brutta da vedere. La macchina che sta dominando il Mondiale (con Hamilton e Rosberg) pareva, sul piano del sound, e solo su questo, un giocattolo, non certo un prodigio della tecnica. Dov’è finito il rombo? Non può essere quella trombetta piazzata nel posteriore a riscoprirlo. La malattia è seria, la terapia impostata no. La Lotus, anch’essa impegnata nei test, ha scherzato su twitter domandando ai colleghi della Mercedes: «Potete abbassare il volume?». La replica, altrettanto ironica: «Cosa? Non riusciamo a sentirvi. Alzate la voce». Questa improvvisa assenza del rumore ha spiazzato gli appassionati, non solo i nostalgici, che ricordano con emozione quel ruggito, interprete perfetto dell’aggressività di una macchina che supera i 300 all’ora. Il turbo ha smorzato quell’acuto che creava fascino, massì anche un certo timore. Il ronzio da turbo ha provocato polemiche, l’opposizione persino di Ecclestone, da qui la ricerca di una soluzione, che non può essere quella impostata ieri. La stessa Renault prende le distanze: «Siamo coinvolti nel processo supervisionato dalla federazione internazionale, ma bisogna pensare alle conseguenze che ogni modifica può portare». Come dire: il rumore sarà pur importante, ma stiamo attenti alle conseguenze e soprattutto non peggioriamo la situazione. Quanto ai test di ieri il più veloce è stato Pastor Ciclismo Finale di gara tra pioggia, freddo, vento e poi sole. Oggi salita conclusiva di 9 km L’impresa di Ulissi riscalda il Giro «Mi aspettavano al varco, eccomi» L’italiano scatta e fa il vuoto: «E dicono che non vinco sopra i 200 km» 78 105 113 147 168 176 215 248 257 C.D.S. Ordine d’arrivo 5ª tappa, TarantoViggiano, di 203 km 1. Ulissi (Ita) in 5.12’39’’ (media 38,957 km/h) 2. Evans (Aus) a 1’’ 3. Arredondo (Col) s.t. 4. Uran Uran (Col) s.t. 5. Majka (Pol) s.t. 6. Matthews (Aus) s.t. 7. Rodriguez (Spa) s.t. 9. Pozzovivo (Ita) s.t. 10. Quintana (Col) s.t. 12. Scarponi (Ita) s.t. 19. Aru (Ita) s.t. 20. Pellizotti (Ita) s.t. 24. Basso (Ita) s.t. 26. Cunego (Ita) s.t. 55. Sanchez (Spa) a 1’15’’ 195. Stamsnijder (Ola) a 26’12’’ Classifica generale 1. Matthews (Aus) in 17.41’23’’ 2. Weening (Ola) a 14’’ 3. Evans (Aus) a 15’’ 4. Uran Uran (Col) a 19’’ 5. Majka (Pol) a 26’’ 6. Boasson Hagen (Nor) a 35’’ 7. Roche (Irl) a 37’’ 8. Scarponi (Ita) a 41’’ 9. Cataldo (Ita) a 49’’ 10. Aru (Ita) a 52’’ 12. Basso (Ita) a 1’07’’ 13. Brambilla (Ita) s.t. 14. Quintana (Col) a 1’09’’ 19. Pozzovivo (Ita) a 1’12’’ 22. Ulissi (Ita) a 1’23’’ 34. Sanchez (Spa) a 1’35’’ 40. Rodriguez (Spa) a 1’47’’ 55. Moser (Ita) a 2’33’’ 69. Hesjedal (Can) a 3’40’’ 195. Carretero (Pan) a 50’27’’ la sua seconda tappa rosa, dopo quella a tavolino (con Visconti declassato per scorrettezze) nel 2011. La punta della Lampre si conferma il giovane italiano più vincente, anche come istinto killer, e la speranza più solida per le grandi classiche, sulla scia del compaesano Paolo Bettini e «grazie a un allenatore-motivatore no delle arpe dove in effetti sembra di essere in provincia d’Irlanda: negli ultimi quindici chilometri piove, tira un vento freddo ma poi torna di nuovo il sereno. Una tempesta, anche emotiva, che accompagna Gianluca Brambilla, all’attacco sulla discesa tecnica e scivolosa. Il vicentino viene ripreso a 1300 metri dal traguardo, dopo aver avuto anche 37’’ di vantaggio. A testimonianza che tra gli uomini di classifica più adatti a questi brevi strappi c’è l’intenzione di cominciare a marcare il territorio: il più attivo, Rodriguez, è anche quello più in ritardo in classifica dopo l’imbarcata nella cronosquadre. Purito frusta il suo gregario Moreno, fa selezione nell’ultimo chilometro, ma fino a un certo punto: la maglia rosa Matthews resiste. Evans si lamenta di essere rimasto senza squadra al momento decisivo, ma su questi traguardi ha sempre sofferto la velocità e la freschezza di scattisti come Ulissi: l’abbuono di 6’’ rafforza comunque la sua pole position tra i motori adatti alle tre settimane, a soli 15’’ dalla maglia rosa del Rivincita Diego Armando Ulissi, 24 anni di Cecina, alza le mani sul traguardo di tappa (LaPresse) come Michele Bartoli». «Partire tra i favoriti è sempre difficile — dice Ulissi, che colleziona vini rossi e nel tempo libero mette a dura prova i pollici con la playstation — tutti mi aspettavano al varco, ma mi sono fatto trovare pronto. Sto godendo, perché mi ci voleva proprio una vittoria così. Sono stato bravissimo e alla mia età credo di essere più avanti del previsto, nonostante i presunti esperti dicano che sopra i 200 chilometri io non riesca a vincere. Per emergere ci vuole tempo. Io sto crescendo gradualmente. Peccato solo che sia una testa di c… e quando non sento sensazioni ottime mi demoralizzo, come nelle classiche di quest’anno. Ma con questa vittoria si è invertito il trend». L’inglese è d’obbligo in questo Giro, ma dopo le volate bagnate tra l’Irlanda e Bari, Ulissi, papà di una bimba di un anno e mezzo, risveglia il Giro degli italiani sullo strappo (percorso due volte) di Viggiano, il paesi- © RIPRODUZIONE RISERVATA In vendita a 1.500 euro su eBay il tesserino della Federazione ciclistica italiana appartenuto a Marco Pantani. La cosa ha suscitato l’ira della madre del Pirata, Tonina: chi l’ha fatto «si deve vergognare». A farlo, secondo Tonina, sarebbe stato «un amico di squadra» del figlio, che oltre alla licenza dell’Uci del 1997 ha messo in vendita all’asta anche diverse maglie della Mercatone Uno indossate da Pantani. Cadel (e poi forza Mark Bresciano: sì, la gloria pedatoria italo-australiana, che qui tutti ti raccontano avere cromosomi viggianesi). Il primo che sul cellulare ha la foto del Porsche Cayenne da 160mila dollari, posteggiato a Montecarlo. L’altro che, la macchina, se l’arreda con gli adesivi Free Tibet. Il ventitreenne Bling che deriva il soprannome dalla mania di correre con gli orecchini, le croci, il bracciale di diamanti e oro bianco, gode con una Honda sotto il sedere e un Calvin Klein addosso, tenta (spesso inutilmente) di cambiarsi la reputazione: «Molti pensano che io sia vanitoso, ma non è vero…». Il campione Evans che è cresciuto con gli aborigeni e ha cominciato a vincere tardi, solo quando i dopati gli han lasciato spazio, e ha sposato una pianista di Varese e ha adottato un bimbo etiope e ha incontrato il Dalai Lama e sulla bici tiene una poesia talismano: «Il mio nome significa guerriero in gaelico», dice sempre, nemesi d’un pacifista. Così appaiati dal presente, così diversi nelle vittorie conquistate (dieci a zero per Evans) e nei pensieri (giudicate voi). Ehi Blind, è l’affondo, ma tu ed Evans andate d’accordo o no? «Qualche volta». E quando? «Non quando ho io la maglia rosa». © RIPRODUZIONE RISERVATA Francesco Battistini Messo all’asta Il tesserino di Pantani fa infuriare la mamma Rivali Michael Matthews (a sinistra), 23 anni, e Cadel Evans, 37 (Ansa, Ap) rimasto solo ed è andata così…». Australiani di Viggiano. Aussie di seppia che riaffiorano sempre e si consumano piano, pianissimo, in questo Giro pluvio. Maglia rosa e maglia chissà. Che s’appendono al palco della Val d’Agri ed è come se fossero a casa loro, perché un po’ questa terra lo è: per un secolo ci sono stati più emigranti che abitanti, erano tanti a far la vita agra laggiù e le vie dei canti di Viggiano sono piene di piroscafi e di bauli riempiti e partiti, spesso mai tornati, sicuramente mai dimenticati. Forza Bling e forza ROMA — Solo un paio di giorni. È quanto è durata la permanenza di Roger Federer nell’amata Roma per gli Internazionali d’Italia. Una rapida uscita di scena, ma con finale thrilling, quella toccata all’ex n.1 del mondo, rispedito a Basilea tra le braccia di Mirka e dei suoi quattro figli da un Chardy, francese n. 47 al mondo, che a un quindici dalla doccia ha deciso di non darla vinta ad avversario illustre e pubblico. Uscito dal centrale battuto per 1-6, 6-3, 7-6, Federer ha fatto capire di non aver immediatamente metabolizzato una sconfitta che potrebbe costargli un posto nella classifica Atp e, di conseguenza, anche la testa di serie numero 4 al prossimo Roland Garros: in altre parole la garanzia di non incontrare Nadal o Djokovic prima delle semifinali. «Non è stato divertente uscire dal campo pensando a cosa era appena successo –— ha chiarito Roger, che non ha sfruttato un matchpoint nel Paolo Tomaselli Bling e Cadel, gli opposti in bicicletta DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Tonfo Federer Roma stregata «Sono frustrato e arrabbiato» connazionale. Anche perché oggi si replica, ma su scala più ampia. La salita finale verso Montecassino è ben più lunga (9 km)e impegnativa. E i balconi aperti ieri sul nuovo Giro, possono già sbattere in faccia a qualcuno. Personaggi Matthews e Evans, gli australiani diversi. Unica cosa in comune: la voglia di vincere VIGGIANO (Potenza) — Dalla vita si può voler di più d’un lucano: un australiano, per esempio. O magari due. Il giovane Michael «Bling» Matthews. Il veterano Cadel Evans. L’uno che resiste con la maglia del primo contro ogni gufo, il rosa logora chi non ce l’ha, e intanto mette le mani sul manubrio e ben avanti: «Ho voglia di tenermela finché posso, da adesso però sarà tutto molto più duro». L’altro che a 37 anni vola ancora come una rondinella, all’arrivo come in classifica, e se qualcuno pensa ci voglia provare, beh, lui non smentisce: «Conosco il piacere della vittoria». Due «aussie» che si sfiorano e un (bel) po’ s’ignorano. Al giovin canguro chiedono a chi s’ispiri: «Io non ho modelli, sono un corridore diverso da tutti…». Dall’anziano vogliono sapere chi sia l’erede: «Ho ancora tutta la vita davanti…». A Bling buttiamo lì se si senta di somigliare in qualcosa a Evans, e il riferimento non è alla bici, ma l’effetto è in surplace: «Non ci somigliamo in niente, lui è uno da scalate lunghe e io sono uno da scalate brevi…». Su Evans si vorrebbe sapere se senta rivalità col ragazzo, ma siccome è troppo felice e arrabbiato per la tappa, quel che sente è soltanto per i compagni di squadra, maledizione, «sono d.d. © RIPRODUZIONE RISERVATA Tennis Il trend da invertire «Per emergere ci vuole tempo, io sto crescendo gradualmente. Questa vittoria inverte il trend» 41 - Cassino 53 MONTECASSINO 484 m 150 - Vairano Scalo 473 - Scorzo 101 - Eboli km 20 55 - Maddaloni 65 - Caserta 463 - Polla SASSANO 469 m 37 - Nola La tappa di oggi 6ª tappa, SassanoMontecassino di 247 km, tappa di media montagna con arrivo in salita, con una pendenza del 5% negli ultimi 8 km. Viene commemorato il bombardamento di Montecassino nel 1944 Così in tv ore 14.30: Eurosport ore 15.10: Raitre, RaiSport2 DA UNO DEI NOSTRI INVIATI VIGGIANO (Potenza) — Eccola qua, l’Italia che cresce, si abbatte, si rialza, ci riprova e alla prima occasione buona vince, aprendo i balconi al futuro e a quel po’ di sole che finalmente scalda la prima vittoria azzurra. Diego Armando Ulissi, chiamato così in onore di Maradona e di suo nonno, si inventa un tiro a Giro che finisce sotto l’incrocio dei pali, con Cadel Evans e soprattutto Joaquin Rodriguez a fare la figura di un portiere e di un difensore frastornati: il 24enne di Cecina scatta negli ultimi cento metri e fa il vuoto, conquistando 5 - Salerno 196 - Cava de’ Tirreni Le classifiche Maldonado che con la sua Lotus ha fermato il cronometro sull’1’24’’871. Rosberg, con la Mercedes «a trombetta», si è limitato a far registrare un 1’26’’187. Soddisfatto, e questa è una novità, anche Kimi Raikkonen con la Ferrari che, dopo i tanti problemi di martedì, ha fatto 93 giri e il terzo crono della giornata in 1’26’’480 (a 1’’6 da Maldonado). © RIPRODUZIONE RISERVATA tie break del terzo set —. Ero arrabbiato e frustrato per aver perso in quel modo, ma devo accettarlo perché ho dato tutto». L’ennesima delusione da queste parti per il fuoriclasse svizzero, mai in grado in carriera di fare suo il titolo del Foro Italico. La giornata ha invece sorriso, oltre a Nadal (ma che fatica con Gilles Simon: 7-6, 6-7, 62), Serena Williams e Sharapova, anche alle nostre Errani, Schiavone e Pennetta. Sarita, ancora alle prese con problemi respiratori durante il match vinto (6-2, 6-3) contro la russa Makarova, al terzo turno troverà la sua bestia nera, la ceca Cetkovska, con cui ha perso entrambi i precedenti mancando sempre palle match. La ritrovata Leonessa si è sbarazzata alla distanza (3-6, 6-1, 7-6) della spagnola Muguruza, mentre la Pennetta, anche lei dopo una lotta serrata, ha avuto la meglio (6-2, 2-6, 6-3) sulla svizzera Bencic. Fuori gioco al termine di una partita «double face» Camila Giorgi, eliminata dalla statunitense McHale con il punteggio di 16, 6-3, 6-1. Sergio Torrisi © RIPRODUZIONE RISERVATA 52 Giovedì 15 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Donatella e Stefania con Diego e Alberto, Federica e Yuri, Pierandrea, Micol e Samantha annunciano che la loro adorata mamma e nonna Elisabetta abbraccia con tanto affetto Stefania, Donatella e famiglie e partecipa al loro grande dolore per la perdita dellamatissima mamma Letizia e Gian Marco Moratti sono vicini con affetto a Stefania e si stringono al suo dolore per la scomparsa della mamma Il mio sole non risplende più ma la sua luna continuerà a rifletterne la luce.- Anty annuncia che ha perso il suo grande amore Tere Orelli Broggini Tere Tere Orelli Broggini Alfonso Franco Grassi ha raggiunto il suo Carlo.- I funerali si svolgeranno oggi nella chiesa di Santa Maria Beltrade via Nino Oxilia 8 alle 14.45.- Non fiori, ma, chi lo desidera, può donare a: "Non basta il pensiero" Onlus - telefono 0332.523367. - Milano, 15 maggio 2014. Grazie mamma per tutto lamore grande che ci hai dato, per averci insegnato che la famiglia è il bene più grande e importante e per averci fatto crescere ogni giorno con il tuo sorriso.- Sei stata la nostra "roccia" e ci mancherai tanto, anche se ti pensiamo felice con il nostro fantastico papà.- Le tue ragazze Dona e Stefi. - Milano, 15 maggio 2014. Ciao nonna grazie per esserci sempre stata.- Chicca. - Milano, 15 maggio 2014. - Monza, 15 maggio 2014. - Milano, 15 maggio 2014. Partecipa al lutto: Cocchi Castoldi. Carlo e Silvia De Benedetti si stringono affettuosamente a Stefania e ai ragazzi nel dolore per la scomparsa di Guido e Nicoletta abbracciano con affetto Stefania e Donatella in questo momento di dolore per la scomparsa della cara mamma Tere Broggini - Milano, 14 maggio 2014. Cara Tere nonna la tua bontà continuerà a vivere con la mamma, la zia e tutti noi.- Mi mancherai tantissimo ma so che sarai sempre lì con il nonno Carlo al nostro fianco a proteggerci ed a volerci bene.- Ti voglio bene Micky. - Milano, 15 maggio 2014. Pierandrea e Samantha con le loro bambine Alex e Tali ricorderanno per sempre lamore e la bontà della nonna più tenera del mondo nonna Tere - Milano, 15 maggio 2014. Per quella tua timida "accoglienza" che chiamiamo amore, grazie Tere Diego. - Milano, 15 maggio 2014. Giorgio, Marino e Lucia, Leopoldo e Irene, Paolo e Marinella, Alberto ed Anita, Paolo e Giulia partecipano con affetto al grande dolore di Stefania per la perdita della mamma Tere Orelli Broggini - Milano, 14 maggio 2014. Marco e Nicoletta Castellani con Federico partecipano con affetto al dolore di Stefania e della sua famiglia per la perdita della mamma Siamo vicini con affetto a Stefania, Donatella e a tutta la famiglia per la perdita della cara mamma - Milano, 14 maggio 2014. Valeria e Nicola abbracciano con tutto il loro affetto Stefy amica carissima che ha perso la sua mamma tanto amata, signora Carlo e Dorina Tognoli partecipano addolorati al lutto per la morte dellamico Tere Broggini Alfonso Grassi Tere Broggini Juanita, Alessia e Lorenzo abbracciano commossi Stefania, Donatella e i nipoti per la perdita dellamata e indimenticabile mamma Tere - Milano, 15 maggio 2014. Alberto, Clara con Alessandro e Annalisa sono affettuosamente vicini a Stefania nel dolore per la scomparsa della mamma Tere Broggini - Montecarlo, 14 maggio 2014. Guido e Rezan sono vicini con affetto a Stefania per la perdita della sig.ra Tere Broggini Teresa Orelli Broggini - Milano, 14 maggio 2014. Mariuccia Massimo ed Elena sono vicini con un forte abbraccio a Stefania e Donatella per la perdita della loro adorata mamma Tere - Milano, 14 maggio 2014. Carlo e Noris sono vicini con affetto a Stefina e a tutta la famiglia per la scomparsa della madre Gigi e Cicci abbracciano con laffetto di sempre Stefania per la perdita della mamma Partecipano al lutto: Etty e Sergio Dente. Tere e partecipano al dolore della famiglia. - Milano, 14 maggio 2014. Tere Tere Broggini Rirì abbraccia forte Stefania nel ricordo della mamma sei stata la migliore moglie, mamma, suocera e nonna del mondo.- Grazie.- Tuo genero Alberto. - Crans Montana, 15 maggio 2014. Cara Stefina ti abbracciamo forte in questo triste momento.- Rubina e Riccardo. - Milano, 14 maggio 2014. Teresa Tere - Milano, 15 maggio 2014. I dipendenti di Api Gioielli S.r.l. sono vicini alla signora Stefania e partecipano al dolore per la scomparsa della cara mamma Tere - Milano, 15 maggio 2014. Reyes Dietrich e Lourdes Flores della Sabbadini of America si stringono con affetto alla signora Stefania per la scomparsa della cara mamma Tere - New York, 15 maggio 2014. Birgit Krhal, Maurizio Bennardo e Michela Paganini di Four Emotions si uniscono al dolore della signora Stefania per la scomparsa della cara mamma Tere - Saint Moritz, 15 maggio 2014. Peter e Francesca abbracciano con tutto il loro affetto la loro cara Stefi e Donatella nel ricordo dellamatissima mamma Teresa Broggini Teresa Orelli Broggini - Milano, 14 maggio 2014. - Milano, 14 maggio 2014. Piero e Marilena Francese partecipano al dolore di Stefania per la scomparsa della mamma Lo Studio Boselli & Partners partecipa al dolore della famiglia Sabbadini per la scomparsa della sig.ra Teresa Orelli Broggini - Bogogno, 14 maggio 2014. Elio e Rosanna con Giacomo e Francesca abbracciano con affetto Stefania addolorati per la perdita della cara mamma Tere Broggini - Londra, 14 maggio 2014. Solo, Jeannette con Marco e Alessandra, Claudia e Eugenio sono vicini con affetto a Stefania per la perdita della sua cara mamma Tere Orelli Broggini sig.ra Tere Orelli Broggini - Milano, 14 maggio 2014. Teresa Orelli Broggini Partecipano al lutto: Tony e Anna Antognini. Marco e Cristina Stella. In loving memory George William Barrow - Milano, 14 maggio 2014. Ludovica, Andrew e Paul. - Milano, 13 maggio 2014. Daniela e Silvia sono vicine alle care amiche Stefania e Donatella nel profondo dolore per la perdita della adorata mamma Un abbraccio da Patrizia, Pietro, Martina e Margherita a Ludo, Andrew e Paul.- Vi siamo vicini nel triste momento della perdita di Tere Orelli Broggini George - Milano, 14 maggio 2014. Elisabetta, Nella, Nicoletta, Reyes e Lourdes abbracciano la signora Stefania e partecipano con affetto al suo grande dolore per la scomparsa dellamatissima mamma Carlo e Rossella, Leonardo e Nicoletta, si stringono affettuosamente a Stefania per la perdita della cara mamma Tere Tere - Milano, 15 maggio 2014. - Milano, 14 maggio 2014. - Londra, 14 maggio 2014. Luca e Patrizia con Giacomo e Nausicaa esprimono il loro cordoglio per la morte di George Barrow e sono vicini a Paul e alla famiglia. - Milano, 14 maggio 2014. Tutta lADI ricorda con commozione Alfonso Grassi protagonista di tanti momenti condivisi ed è vicina con affetto ad Anty Pansera. - Milano, 14 maggio 2014. Arturo DellAcqua Bellavitis con Silvana Annicchiarico, a nome del Triennale Design Museum e Claudio De Albertis con Andrea Cancellato, a nome della Triennale di Milano, profondamente addolorati per la scomparsa di Alfonso Grassi Alfonso Grassi - Milano, 14 maggio 2014. ricordano la sua generosa attività progettuale e di divulgazione culturale e abbracciano fortemente Anty Pansera. - Milano, 14 maggio 2014. Partecipa al lutto: Kebebush Jacob. Tutte le donne di DcomeDesign si uniscono in un grande abbraccio ad Anty e al suo - Milano, 14 maggio 2014. Ciao caro Alfonso sarai sempre con noi.- Angelo, Marina, Nicolò, Alberto, Luisa, Alberto, Rosalba. - Milano, 14 maggio 2014. Ucci Frattini partecipa al dolore di Anty per la perdita di Alfonso Grassi - Milano, 14 maggio 2014. Alberto Marangoni ricorda il fraterno compagno di vita e di lavoro Alfonso Alfonso - Milano, 14 maggio 2014. Partecipano al lutto: Luisa Bocchietto. Valentina Downey. Annalisa Gamba. Daniela Gerini. Silvana Peira. Patrizia Sacchi. Loredana Sarti. Patrizia Scarzella. Quadrifoglio Comunicazione. I condomini e lamministratore del condominio di corso Garibaldi 104 - Milano partecipano al lutto della Dottoressa Pansera per la scomparsa del signor Arch. Alfonso Grassi - Milano, 14 maggio 2014. I dipendenti dellazienda Panarello si stringono con affetto al dolore di Giangiuseppe, Daniela e di tutta la famiglia Zappacosta per la perdita del caro amico e collega - Milano, 14 maggio 2014. Mariateresa è vicina ad Anty con laffetto e ad Alfonso con la preghiera. - Milano, 14 maggio 2014. - Milano, 14 maggio 2014. Paolo e Giuliana Clerici sono vicini con grande affetto a Stefina e partecipano al dolore di tutta la famiglia per la scomparsa della madre Alfonso Grassi del quale ricordano le grandi doti umane e professionali. - Milano, 15 maggio 2014. Todo abbraccia con grande affetto Anty e partecipa al dolore per la perdita di Teresa Broggini Orelli - Milano, 14 maggio 2014. - Milano, 14 maggio 2014. Cara I dipendenti della Sabbadini S.r.l. partecipano con profonda commozione al lutto della signora Stefania per la scomparsa dellamata mamma Partecipano al lutto: Patrizia e Mimosa. Paola Ferrario e famiglia. Paolo e Giuliana Berzi. Irene e Fabio Lopez. Vanni e Medi, Chicco e Silvia, Giorgio ed Elena, Guido e Rosella, Stefano e Serena. Elena e Piero De Amicis. Maria ed Emilio Pinetti. per lamicizia che ci lega da generazioni se ne va con te una parte di me.- Stringo forte Donatella e Stefania che per me sono sorelle.- Gabriella con Angelica e Niccolò. - Milano, 14 maggio 2014. Franco, Patrizia, Daniele e Sabrina. - Milano, 14 maggio 2014. Ciao Tere Orelli Broggini - Milano, 15 maggio 2014. designer I funerali si svolgeranno il 16 maggio alle ore 11 presso la chiesa Santa Maria Incoronata, corso Garibaldi 116 Milano. - Milano, 14 maggio 2014. Il Presidente Adolfo Guzzini e il Consiglio di Amministrazione del Gruppo Guzzini sono vicini ad Anty con sentita commozione per la scomparsa del marito Piernoè e Daniela con i figli abbracciano Anty in questo triste momento ricordando il caro amico Alfonso con cui hanno condiviso viaggi e piacevoli giornate a Dorga. - Milano, 14 maggio 2014. Mauro Zappacosta - Genova, 14 maggio 2014. Il consiglio di amministrazione e i soci dellazienda Panarello si stringono con affetto al dolore di Giangiuseppe, Daniela e di tutta la famiglia Zappacosta per la perdita del caro amico e collega Mauro - Genova, 14 maggio 2014. Dopo una vita interamente dedita alla famiglia ed al lavoro, è mancato allaffetto dei suoi cari È mancato allaffetto dei suoi cari il Prof. Giuseppe Migliori Ne danno notizia la moglie Albarosa, i figli Giovanni, Chiara, Fausto e le loro famiglie, ricordandone la fede incrollabile e il suo amore per la vita.- I funerali avranno luogo giovedì 15 maggio alle ore 10.30 presso la parrocchia della Brunella a Varese. - Varese, 14 maggio 2014. I nipoti ed i cugini Canti, Grando, Migliori, Sevesi, Trevisan di Saint Leon, il fratello Camillo con Mariangela e la cognata Annamaria si stringono con affetto alla moglie Albarosa ed ai figli Giovanbattista, Fausto, Chiara e alle loro famiglie nel ricordo del fratello, cognato e zio Prof. Giuseppe (Puccio) Migliori - Saronno - Milano - Genova, 14 maggio 2014. Partecipano al lutto: I cugini Rigamonti. Il Presidente, lAmministratore Delegato e i colleghi tutti del Gruppo Salini Impregilo S.p.A. annunciano con profonda tristezza la prematura scomparsa di Ernesto Zocchi e si uniscono commossi al dolore della famiglia. - Milano, 14 maggio 2014. Il Dottor Giuseppe (Pino) Folli ringrazia sentitamente tutti coloro che hanno partecipato con affetto e simpatia al suo lutto per la morte della moglie Dottoressa Silva Nascimbeni Folli - Milano, 15 maggio 2014. 15 aprile 2014 - 15 maggio 2014 Nel trigesimo della scomparsa del Rag. Dino Bonavita LAssociazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani - AOGOI - con il suo Presidente, Professor Vito Trojano ed il suo Segretario Nazionale, Professor Antonio Chiantera, partecipa con profondo cordoglio al lutto della famiglia per la perdita del caro collega e amico Prof. Giuseppe Migliori - Milano, 14 maggio 2014. Paolo, Francesco ed Eleonora con Emanuela, Evelina e Clemente e tutti i nipoti, annunciano la scomparsa del loro adorato padre e nonno affettuoso la moglie Maria, il figlio Alberto con Roberta e Isabella lo ricordano con immutato affetto. - Milano, 15 maggio 2014. 1987 - 2014 Gastone De Santis Ci mancano tuttora la tua voglia di essere, il tuo sostegno e il tuo amore.- Marisa, Francesco, Claudio, Nadine, Simona e le loro famiglie. - Milano, 15 maggio 2014. Avvocato Filippo Nazzaro Una funzione verrà celebrata venerdì 16 maggio alle ore 10.30 nella Basilica di Santa Maria del Popolo. - Roma, 15 maggio 2014. Renato e Giuliana abbracciano affettuosamente Eleonora e i suoi famigliari nel triste momento della scomparsa del papà Avvocato Filippo Nazzaro - Milano, 14 maggio 2014. Gabriele ed Evelina Galateri partecipano con affetto al dolore di Eleonora per la scomparsa del padre Filippo Nazzaro Josel Gang Da tre anni custodiamo i tuoi ricordi, ci prendiamo cura dei tuoi fiori e ricordiamo le tue piccole grandi massime di vita.- In fondo è come se tu fossi ancora qui.- Tua sorella Susi e tua nipote Giulia. - Milano, 15 maggio 2014. 15 maggio 2011 - 15 maggio 2014 Dott. Luciano Damiani Carissimo Luciano è stato facile volerti bene sei rimasto nei nostri cuori.- Angioletta Antonio Luigi Francesco. - Brescia, 15 maggio 2014. 15 maggio 2004 - 15 maggio 2014 Ti ricordiamo sempre con tanto amore Alberto Rusignuolo - Milano, 15 maggio 2014. Gli amici del Dipartimento di Neurochirurgia della Fondazione Istituto Neurologico "Carlo Besta" medici, infermieri e segretarie, sono vicini ad Adriana Scardigli in questo momento di profonda tristezza per la perdita della madre Gisella Bartolini - Milano, 14 maggio 2014. La moglie, i figli, le nuore, i nipoti. - Bresso, 15 maggio 2014. Stefano Rocchi Ciao Stefano, sei sempre nel mio cuore.- Manchi a tutti.- Cristina. - Monza, 15 maggio 2014. Lino Erba Ciao Alfonso Ora mi resteranno soprattutto i nostri ricordi bambini.- Sei stato un fratello e lultimo legame della mia famiglia dorigine.- Lella coi figli Roberto e Silvia e il compagno Renato. - Milano, 14 maggio 2014. Ci ha lasciato il carissimo amico Arch. Alfonso Grassi indimenticabile riferimento delle nostre vacanze a Dorga.- Adele, Viviano, Mariagrazia, Alberto, Ida, Giorgio, Lucia, Alfredo, Maride, Franco, si uniscono al dolore di Anty e della famiglia in un forte abbraccio. - Milano, 14 maggio 2014. Amico di sempre Alfonso Grassi Si uniscono al profondo cordoglio Pier Carlo e Inge. - Milano, 14 maggio 2014. LAssociazione Amici della Presolana, e in particolare Vincenzo, Elvira, Ruggero, Piergiovanni, Maria e Beatrice, si stringono affettuosamente attorno allamica Anty, profondamente addolorati per la scomparsa del caro Alfonso Grassi - Castione della Presolana, 14 maggio 2014. Ne danno il triste annuncio la figlia Laura con Daniele, il figlio Michele con Alessandra, le adorate nipoti Caterina e Camilla, parenti ed amici tutti.- I funerali saranno celebrati domani venerdì 16 maggio alle ore 15.30 nella Basilica del Duomo. - Monza, 15 maggio 2014. RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 Partecipano al lutto: La cognata Titti con i figli. Giorgio e Duccio Battistoni. CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: [email protected] Ciao Lino rimarrai sempre nel nostro cuore.- Grazia, Francesca, Camilla, Fiore. - Monza, 14 maggio 2014. Enrica ricorda i lunghi anni affettuosamente condivisi e con Gheri, Tata, Mario e Dodo abbraccia Laura e Michele nel loro profondo dolore per la perdita del padre Lino Erba - Villasanta, 14 maggio 2014. Mario, Paolo, Luca, Matteo Ramella con le loro famiglie sono vicini con affetto ai cugini Fiorina e Massimo nel ricordo del loro papà Carlo Gino e dei tanti momenti felici condivisi in gioventù. - Milano, 14 maggio 2014. SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: Corriere della Sera Gazzetta dello Sport PER PAROLA: Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 540,00 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 - e-mail: [email protected] Servizio sportello da lunedì a venerdì: Milano: Via Solferino 36 orario continuato dalle 9 alle 17.45 Corriere della Sera Giovedì 15 Maggio 2014 53 italia: 51575551575557 Il Tempo Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile questo e altri giornali scaricateli da qui http://quoidianes.tumblr.com/ 8! 9>>8 9>>+ + 9> - ! 9>-9 9>99 !5 9>8! !+ 9>88 9 9>!5 5 9>!! !> 9>8! !+ -&2( -".2 (.2 &:" "$&( (-"&( ($(& &(6 "-&: &(& -5" * .344&,* .34*7 4:& <&&*& (*& ,*7&*:3 &*(:*=3 ( *,473 *&4,( ()*, &*, 47, .,37*, *:& &:4 .&,"" 7).,3(& 4:(( 3"&,*& 3&7&$ ( :/ ( 4:, ,3, ,&*7( 4*,*, ,33*7& 34$ 477*73&,*(&/ ,)*& :* *:,< .344&,* &* 33&<, ((27(*7&, 3""&:*"3 ( 3"&,*& *73(& )3&&,*(& .,37*, )(7)., 4:(( 3"* .,& *$ 4:( 347, & 477,3& *(( "&,3*7 & (:*'/ ,+5"$ %*(..( -" (2&: *($" 2&:-( $"-" ,47 ,3&*, *,< ,(,"* ,) ).,44, / (3& 7*& &(*, 3*7, *=& 3&47 &3*= 3:"& *,* 10:&( .,(& 3& ,7*= 7 $-%( (3), ("$3, "(&3& :3 & (& ,( :<,(, ,.37, &,""& ,<4& ).,3(& < ,37, ,37 ,(7, ,37 (), %8 *,* ,47 3& ,(,"* ,(=*, 34& "(&3& )) )4 ' ' ) ) ) ) 4) 4; 4) 44 3*, &,""& %8 )/ )0 0 )) )4 )3 )3 44 4) ) 44 4) 4 :<,(,4, 10:&( 44&* &(*, .,(& (& (3), ).,3( %"& %8 0 ) )/ ' ) ) )/ ) )' 4; 4) 4) 43 4) ,.37, 2 6 Puzzles by Pappocom 7 2 3 5 4 1 7 8 6 4 9 6 7 1 3 2 6 8 5 4 Altri giochi su www.corriere.it 3 Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 LA SOLUZIONE DI IERI 7 9 6 5 3 1 4 8 2 3 4 8 9 2 6 1 5 7 1 2 5 4 7 8 6 9 3 9 3 1 2 5 4 7 6 8 8 5 2 7 6 9 3 1 4 4 6 7 8 1 3 9 2 5 3) 3:"& 43 &4 ,7*= / (3& &)&*& < Sudoku Diabolico 9 2 1 4 6 8 7 5 3 9 5 7 3 1 9 2 8 4 6 $."&#" .$( -$"&( %.2-% "6 -.6" - (&- 5$"&( 2(($% (*&!& "%5-( "&& $-( -"" "$&( &#- 5-.2 -" ".(& (% -$$(& "-& 2& 5&"." $-" "&77, %"& ).,44, 7*& 3,7,* :*, &3*= *,< ).3& ,44, %"& ,( & 2(7 .344&,* (( ==,33 $ ,*0:&477, & 477,3& ,3 ,&*7(& ((2:3,. .,4&=&,**, &( 4:, *73, 4:( "*, *&7,/ :47 .,4&=&,* <,3&4 ( &44 & 3& 34 477*73&,*( 4:( &733*, *73( (&)*7 :* .344&,* .,4&=&,*7 4:& (*& $ .,37 )(7)., &:4, 4: 0:47 =,* *$ 4:(( *&4,( &7(&* *73,%)3&&,*(/ (73,< &( 7)., .&; 47&(/ 6 8 9 3 4 5 2 7 1 %"& %8 ' ' )/ ); 4) )/ )' 4; ); 4) 4; ,<4& ,) ,3&*, 3*7, 3&47 &* *=& 3,* %"& %8 0 ' ' / ); )) 44 4; 4; 4) 4; 4) 44 $!" !&!" &#(# &(56- Oggi in edicola con il Corriere La biblioteca di papa Francesco Secondo libro Da oggi con il Corriere della Sera il secondo libro della collana «La biblioteca di papa Francesco», in collaborazione con Civiltà Cattolica. Disponibile Il a 10,90 euro padrone del mondo di più il prezzo del quotidiano Robert Hugh Benson. 9&9 !"( &2"( 7 (-# $ "-( & -&".( (. &$. .$& "% "-2 & (#9( -. ((2 5$ !"&( "22 $ .."( "( &"-( 5&(. "-. "-(" (. 5& "22 $ *( Oggi su www.corriere.it I più letti Addio a Stephen Malato di tumore Teatro alla Scala Morto a 19 anni. Ha raccolto 3,5 milioni contro il cancro. Foto. Il cda sul dopo Lissner Tecnologia Rizzo? Senza 1 «Chiara trucco, irriconoscibile» Scajola, Lady Matacena: 2 sì all’estradizione incidente in una 3 Turchia, miniera: 245 morti Verso il bonus di 80 euro: 4 chi lo percepisce e come fotografa uccisa 5 Camille, «Vado dove non c’è luce» Google Glass Vendita libera negli Usa a 1.500 dollari. Costo di fabbrica: 150 dollari. Sport Pantani In vendita su eBay il suo tesserino da Pro. La madre: «Vergogna». Dopo nove anni Stephane Lissner (foto) lascia la Scala per andare a dirigere a settembre il teatro de l’Opera di Parigi. Alle 9 il cda. Successore designato resta Alexander Pereira. 54 Giovedì 15 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Tv in chiaro Teleraccomando ,>£ di Maria Volpe PER DISTRARSI PER RIFLETTERE Elisa, aneddoti Innocenzi ospita musica, emozioni Salvini e Kyenge Terza puntata del programma dedicato alla musica italiana. Stasera è di scena Elisa (foto). Un’ora di racconto tra musica e parole con cui la poliedrica cantautrice svela come è nato il suo primo album interamente scritto in italiano, «L’anima vola» (che dà il titolo alla puntata). Ad aneddoti e confidenze raccontate dall’artista con la consueta ironia, si alternano le immagini del concerto che si è svolto lo scorso 22 marzo all’Unipol Arena di Bologna in occasione della prima parte de «L’anima vola». C’è anche il duetto con Giuliano Sangiorgi sul brano di Elisa «Ti Vorrei Sollevare». Titolo molto chiaro: «A chi la banana?». Stasera Giulia Innocenzi (foto) ospita, il primo faccia a faccia tra Matteo Salvini, leader della Lega Nord, e Cécile Kyenge del Pd. I temi al centro del dibattito sono l’immigrazione, l’emergenza sbarchi e il razzismo che negli ultimi tempi ha segnato le cronache italiane, addirittura quelle sportive (il lancio delle banane contro un giocatore di colore a Bergamo, durante la partita Atalanta-Milan). Marco Travaglio, Vauro e Gianni Dragoni racconteranno a loro modo la campagna elettorale mentre Michele Santoro introdurrà la puntata Canzone - Elisa Rai1, ore 23.20 AnnoUno La7, ore 21.10 ,>Ó À>°Ì ,>Î À>°Ì ,iÌi{ >>ix Ì>>£ >Ç /Û À>°Ì i`>ÃiÌ°ÌÉÀiÌi{ i`>ÃiÌ°ÌÉV>>ix i`>ÃiÌ°ÌÉÌ>>£ >Ç°Ì ÌÛ°Ì È°ää 1," 7-° ÌÌÕ>ÌD È°£ä 1 "// ° ÌÌÕ>ÌD È°Îä / £° *,6-" -1 6/ -6, ",/° È°{x 1 "// ° ÌÌÕ>ÌD ££°Óx 1 "// < ° ÌÌÕ>ÌD £Ó°ää *,"6 1" "° 6>ÀiÌD £Î°Îä /", ° £{°ää / £ " "° ÌÌÕ>ÌD £{°£ä 6,//" ° ÌÌÕ>ÌD £x°Óä 6/ ,//° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi *>> *iÀi}] À>V >Ài° i «À}À>>\ ,> *>À>iÌ /ii}À>iÆ /} £Æ i Ìi« v> £n°xä ½,/° +Õâ -, Óä°ää /", ° Óä°Îä , /1"° 6>ÀiÌD Ó£°£ä ,"-" ,"° VÕiÌ Ó£°£x 1 " ° -iÀi° >v] i> 6ÕÌV] >Õi> À>` È°xx ,/"" -° ,>}>ââ n°£x 1 1" <<"° -iÀi n°Îx -*,/ "1-76- -,/ 7-/, ° /v £ä°ää /Ó -° ÌÌ° £ä°xä <" 1,"* Óä£{° ÌÌÕ>ÌD ££°ää // 6"-/,° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / Ó ", "° £Î°Îä / Ó "-/1 -" /° ÌÌÕ>ÌD £Î°xä Îΰ ,ÕLÀV> ` >ÌÌÕ>ÌD £{°ää //" //"° ÌÌ° £È°£x / "" 7° /v £Ç°äx <" 1,"* Óä£{° /6" ,"/" ° ÌÌÕ>ÌD £Ç°xx / Ó - °°-° £n°ää , / -*",/° £n°£x / Ó° £n°{x -+1, -* ", ££° /iiv £ä°ää , *, /" <" 1,"* Óä£{° ÌÌÕ>ÌD £ä°£ä ,/,° ÌÌÕ>ÌD ££°£ä / Î 1/° ££°£x -,° ÌÌÕ>ÌD £Ó°ää / ΰ £Ó°Óx * +1"/ "° ÌÌÕ>ÌD £Ó°xä ," ½/ Óä£{\ À >ÌÌ>° V° £Î°£ä /*" -/",° ÌÌÕ>ÌD £{°ää / , / , /"° £{°Óä / ΰ /" ΰ £{°xä /, " ,"° ÌÌ° £x°ää / Î °°-° £x°äx /, *<< ,° ÌÌÕ>ÌD £x°£ä ," ½/ Óä£{\ À ÀiÌÌ> Èc Ì>««>\ ->ÃÃ> ÌiV>Ãð ® £n°äx -*// " "° VÕiÌ £n°£x "° VÕiÌ £°ää / ΰ/ , / , /" Ç°Óä 6 ° /iiv n°£x 1 /,° /iiv °{ä , ,° /iiv £ä°{x , // ½/ ° ÌÌ° ££°Îä / { /"°/ £Ó°ää / /6 ",-° /iiv £Ó°xx - ", "° /iiv £{°ää " -*",/" ",1° ÌÌÕ>ÌD £x°Îä 1, -/,//" Ó£° /iiv £È°Îx " " ,"--"° À>>ÌV] 1Ã>] £xx®° ,i}> ` 7> ° 7i>° 7>Þi] >ÕÀi >V>] Ì> LiÀ}° i «À}À>>\ /}VÆ iÌi°Ì £n°xx / { /"°/ £°Îx -,/"° /ii° È°ää / x *, * ° ÌÌÕ>ÌD n°ää / x // ° n°{x // " +1° ÌÌÕ>ÌD ££°ää ",1° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / x° /"°/ £Î°{ä 1/1° ->« £{°äx , ,/" £Î° ,i>ÌÞ £{°£ä /"6/, ° ->« £{°{x 1" " ° /> Ã Ü £È°äx , ,/" £Î° ,i>ÌÞ £È°£x -,/"° /iiÛi> £È°xx *"," +1° ÌÌÕ>ÌD £n°xä 6 / 1 /,"t +Õâ Óä°ää / x° /"°/ Óä°{ä -/,- "/< 6" ½,,1 <° /} ->ÌÀV° `ÕVi V>ÀÀ> i *Vi n°Óä 1, 7° 6>ÀiÌD °Óä " 6",,° 6>ÀiÌD £ä°äx ,° "1- 6-" ° /iiv £Ó°äx "//" /" 5 ", "° ÌÌÕ>ÌD £Ó°Óx -/1" *,/"° /"°/ £Î°äx -*",/ -/° £Î°{ä , ,/" £Î° ,i>ÌÞ £{°ää , ,/" £Î 6° ,i>ÌÞ £{°£ä -*-" ° >ÀÌ £{°Îx 6 -/,° 6>ÀiÌD £x°Óx ," ° >ÀÌ £x°xä 1, 7° 6>ÀiÌD £È°{x /",9 ° -iÀi £Ç°{ä " 6",,° 6>ÀiÌD £n°Îä -/1" *,/"° /"°/ È°xx "6 -° ÌÌÕ>ÌD Ç°ää " 1- ,-- -/*° ÌÌÕ>ÌD Ç°Îä / Ç° Ç°xä " 1- /"° ÌÌÕ>ÌD Ç°xx " 1-° ÌÌÕ>ÌD °{x " ,° ÌÌÕ>ÌD ££°ää ½, /,° ÌÌÕ>ÌD £Î°Îä / Ç° £{°ää / Ç ," ° ÌÌÕ>ÌD £{°{ä -/, - , - "° /iiv £È°{ä "--," ",,° /iiv° *iÀÀi `Þ] ÀÕ >`iÀ] Ìi> Õ>` £n°£ä ½-*//", , 9° /iiv° iÌÌiÃ] >i 7Þ>À] >ÀÀÞ >Và £Î°{x , <" \ " </¶ 6>ÀiÌD £{°£x - ,1-° -iÀi £x°£ä 7 ,° /iiv £È°ää /-\ - //½ -iÀi £È°xä / " Ó° 6>ÀiÌD £Ç°xä £È /° 6>ÀiÌD £n°xä 6 66, ° 6>ÀiÌD Óä°ää , <" \ " </¶ 6>ÀiÌD Óä°£x 7 ,° /iiv Ó£°£ä /*, "-/ "6 Ó° ÌÌÕ>ÌD Ó£°Óä *, /," /"° i`>® Óä°Îä / Ó Óä°Îä° Ó£°ää " \®° -iÀi Ó£°£ä ° °°-° " -° /iiv° Àà "½ i] ] `> ÕÌ Óΰää <" 1,"* Óä£{° /,6-/° ÌÌÕ>ÌD Óä°ää "° ÌÌÕ>ÌD Óä°£ä * +1"/ "° ÌÌ° Óä°Îx 1 *"-/" -"° ->« Ó£°äx **""-° âi] 1Ã>] Óään®° ,i}> ` ` >ÀÀð ` >ÀÀÃ] 6}} ÀÌiÃi] ,iji <iÜi}iÀ° Óä°Îä /*-/ ½",° ->« "«iÀ> Ó£°£x / */,"/° âi] 1Ã>] £n®° ,i}> ` i> -iiÀ° ° +° iÃ] -ÌiÛi -i>}>] >>À` ->ÀÌ>°\ /}VÆ iÌi°Ì Ó£°£ä 1// 1 ° 6>ÀiÌD° ` >}] Û> -ÌÀÌ] >V *ÀiÌÌ ÓΰÎä /,8° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÕV> /iiÃi £°Îä / x "//° /"°/ £°Óä °-° - , ° /iiv Ó£°£ä 7 "/, /1,° VÕiÌ° `ÕVi >iÌÌ> V}> Ó{°ää ,// -1*,,/° 6>ÀiÌD Óä°ää / Ç° Óä°Îä "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕLiÀ Ó£°£ä "1 "° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi Õ> Viâ Ó{°ää / Ç / -° ÌÌÕ>ÌD £°£ä "6 -° ÌÌ° ÓΰÓä <" ° - ½ 6"° ÕÃV> ä°Îx / £ "//° £°äx /*" ° £°£ä /"," ÓΰÎä / Ó° Óΰ{x ,1- "- < ½---- "° i`>] LÉ1Ã>] Óään® Óΰ£ä +1 , *<<" ½/° , /1//" - ,//" ,6" -/,//° ÌÌÕ>ÌD° Ó{°ää / Î "//° ÓΰÓä ",° âi] 1Ã>] £nÈ®° ,i}> ` iÀ}i *> Ã>Ìð -ÞÛiÃÌiÀ -Ì>i] À}ÌÌi iÃi £°xx ---° /iiv° Ì > ÕÌÃÞ] >i iÝ>`iÀ Ã] Ài> >i à £°£x "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕLiÀ £°xx " ,° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi /â>> *>i> ,>{ ,>x ,> -ÌÀ> ,> Õ« Ó°ää -/,- "/< 6" ½,,1 <° /} ->ÌÀV° `ÕVi V>ÀÀ> i *Vi Ó°Îx 1" " ° ii>Þ /6 £È°Îä 1", ,"° 6>ÀiÌD £È°xx 9 /° £Ç°ää 9 /-° ÕÃV>i £n°ää /9° /iiv £n°xx 9 /° £°ää <," "1,° /iiv Óä°ää +1 "° 6>ÀiÌD ÓÓ°ää 9 / ° 6>ÀiÌD ÓΰÎä -° /iiv ä°Îä ", *-1° ÕÃV>i ä°{x 1", ,"° 6>ÀiÌD £°£x ,"" ° 6>ÀiÌD 2 -/$/ ?$! $/!2 "*1/ Film e programmi Demi Moore bollata AldoGiovanniGiacomo come adultera vainondalacomicità Massachusetts, 1600. La moglie di un colono (Demi Moore, foto), ha una relazione extraconiugale e rimane incinta. Non volendo rivelare il nome del padre, viene bollata con la «A» di adultera. La lettera scarlatta Iris, ore 21.05 Secondo appuntamento con Aldo, Giovanni e Giacomo (foto) e il loro spettacolo comico. Sul palco anche l’attrice Silvana Fallisi, moglie di Aldo. Ammutta Muddica Canale 5, ore 21.10 L’opera che ricorda la strage di Brescia Cervicalgia, cause e cure Il compositore Montalbetti ha scritto «Il sogno di una cosa» opera dedicata alla memoria della strage di piazza della Loggia di Brescia, andata in scena il 9 maggio a Brescia Il sogno di una cosa Rai5, ore 21.20 Cervicalgia, quali sono le cause che la provocano e come si può curare? Michele Mirabella ne parla con Stefano Negrini, docente di Medicina fisica all’Università Statale di Brescia. Elisir Rai3, ore 11.15 À>°Ì À>°Ì Ç°£ä -, 6/ -/,° -iÀi Ç°Îx ,/ ° -iÀi n°Óä ,° -iÀi °äx " " , ° -iÀi °xä , ° -iÀi £ä°Îx *,6/ *, / ° -iÀi ££°Óä ,"/,- --/,-° -iÀi £Ó°äx -/,° -iÀi £Î°Îx -*" /° -iÀi £{°Óä *,6/ *, / ° -iÀi £x°äx ,"/,- --/,-° -iÀi £x°xä äÓ£ä° -iÀi £È°Îx -/,° -iÀi £Ç°Óä , 7- ", "° £Ç°Óx -/,° -iÀi £n°£ä " " , ° -iÀi £n°xx ,° -iÀi £°{ä 8 ° -iÀi Óä°Óx ,"-° -iÀi Ó£°£ä -" ° âi® ÓΰÓx -1*, /1,° -iÀi £Ç°xä , 7- ", "° £Ç°xx 6 //, -"7° /> Ã Ü £n°{x /"6 ° ÕÃV> Óä°£ä , ,,<° ÕÃV> Óä°Îx *--*,/"1/° ÌÌ° Ó£°£x */,1- *,- /° ÕÃV> Ó£°Óä -" " 1 "-° ÕÃV> £°Îä 6,/ * °£Ó 1" -, ,° V° Óä°Îä /*" -/",° VÕiÌ Ó£°£x ° °° ° VÕiÌ Óΰ£ä 1" -/,"-° VÕiÌ Óΰ{x 6" ½/ ,"° VÕiÌ ,> ,> *ÀiÕÀ>°Ì Ûi £n°äx , 7- ", "° £n°£ä /"*<"° /iiÛi> £n°xx * 6/° /ii° £°{ä /-"° ->« Óä°£ä ," 7"° -iÀi Ó£°£ä 1 , *,- / ,9 - ,° ÌÌ° Ó£°£x 1 61"/° À>°Ì À>°Ì £Î°xx -" /, /"° £x°xx - ,/"° £Ç°{ä , 7- ", "° £Ç°{x -* / -° £°Óx +1-/" 1",° Ó£°£x +1 "6 // 1",° À>°Ì ,i> /i Ài>ÌiÌÛ°Ì >Ãà /Û >Ý >Ç` V>ÃÃ°Ì `>Ý°Ì >Ç°Ì £Ç°xx 7 8 1° >ÀÌ £n°Óä 1* , Óä£ÎÉÓä£{° ÌÌÕ>ÌD £n°{x "1- " 1-° /iiv £°Îä 6"//° /iiv Óä°Óä / ,1-° /iiv Ó£°£ä 7 8 1° >ÀÌ ÓÓ°Óx 1 1 * ° >ÀÌ £Ç°Îx , **° ÌÌÕ>ÌD £n°Îä "/" ° ÌÌ° £°Óx -/ ,9° ÌÌ° Óä°Óä "-- /",/° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä 8/, "6,\ " /" -1, ° ÌÌÕ>ÌD £Î°xä -/,//" *"<° -iÀi £È°ää / ", "° ÌÌÕ>ÌD £È°Îä / -*",/° ÌÌÕ>ÌD £Ç°ää --,° ÌÌÕ>ÌD £Ç°xä -," ° -iÀi Óä°{ä -/,//" *"<° -iÀi ÓÓ°Óx " - "° ÌÌÕ>ÌD £È°xä ,*",/ - 1,/9° VÕiÌ>À £Ç°{x *,"*,/9 7,-° V° £n°Îx 1 ,° V° £°Îä , //"t V° Óä°Óä " *1 ° VÕiÌ>À Ó£°£ä /8- /,< ° ÌÌ° ÓÓ°ää ½1""° VÕiÌ>À £Ç°äx " /" -*"-° VÕ,i>ÌÞ £n°ää / ,° "< -"7° 6>ÀiÌD £n°xx / Ç° £°ää ,9½- /"9° /v Óä°ää "" ° ÌÌ Óä°£ä 1" ° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä -8 / /9° /v ÓΰÓx / ,° "< -"7° ,> 99 Àà i >x /Û Óäää À>°Ì £n°Îä **° >ÀÌ £n°xx "9° >ÀÌ £°£ä - * / 6®° >ÀÌ £°Îä "//",-- *1 ° >ÀÌ £°xä ,/" " < " ","° Óä°£ä *** *° >ÀÌ Ó£°Óä * "" , " "9° >ÀÌ Àði`>ÃiÌ°Ì £Ç°ÓÇ "/ ° £Ç°Î{ , "] " 6"6 ,° £°Ó /° /iiv Óä°£{ <<,° /iiv Ó£°ä{ //, - ,//° ÓΰÓÈ 6" +° £°Óä , 1 ,° ViÌÛ°Ì i`>ÃiÌ°Ì £°£x , 1"° VÕiÌ>À £°{x , 1"° VÕiÌ>À Óä°£x , ° 6>ÀiÌD Ó£°£ä " ,"° À>>ÌV] 1Ã>] Óä䣮° ,i}> ` ,V >À` iÞ° >i Þi >> £n°Óä 8/, "6, " /" ° V° £°Óä ° /iiv Óä°£x "* -* ° -iÀi Óä°Óä 1 *, ° /iiv Ó£°£ä 1 ½"// / "" 9,° ÓΰÓx " "1/° ,i>ÌÞ ÌÛÓäää°Ì Óä°Îä 1", ", "° ÌÌ° Óä°xx / /° Ó£°Óä ,-/" - ,/" "° ÓÓ°Îä 1 -,/ 6,- 1" -, " ** , - "° ,i}i Óΰ{ä 6 ,/,"° Corriere della Sera Giovedì 15 Maggio 2014 55 italia: 51575551575557 Pay Tv Film e programmi Accorsi e Mezzogiorno amore in crisi Carlo (Stefano Accorsi, foto con Giovanna Mezzogiorno) sta per sposare Giulia, che è incinta. Ma il matrimonio non va come previsto: un’adolescente (Martina Stella) affascina lo sposo. L’ultimo bacio Cinema Emotion, ore 21.15 La rockstar Brand fa impazzire Hill -Þ i> -«ÀÌ £ä°£x ½* "/-/ -ÌVV> Õ> v>}> Ûii LÀÕÌ>iÌi ÕVVÃ>° ½m Õ ÌiÃÌi `i> V>ÀivV>] v} >`iÃViÌi] ÛÛ «iÀ À>V° -Þ i> £ ££°Îä 6 ääÇ `iÃÌ ` ÌÕÌÌ } iÀ `ii v>Li m >VV>Ì `> >] > v}>ÃÌÀ> `i> >ÌÀ}> V>ÌÌÛ>° -Þ i> >Þ £Ó°xä " 1 ","" /1//" , L m Õ `Ã>ÃÌÀ] ÀiÃVi > > >ÌiiÀi Õ >ÛÀ] > « à L>ÌÌi i] >`Ài Ã}i > VÕ ÃiÀÛi Õ >}}À`° -Þ i> >Þ £{°ää ,"--" 1 v] ÌÀ>ÌÌ `> Õ LÀ ` >ÀV `] À>VVÌ> i ÃÌÀi V i ýÌÀiVV> >½ÌiÀ ` Õ> Lââ>ÀÀ> ÃVÕ> À>>° -Þ i> ÕÌ £x°{ä ," ,LiÀÌ iÀ] Õ >}>Ìi `i> v>â>] m ÀÌÀ>ÌÌ `i ÃÕVViÃà > `iÌÀ >> v>VV>Ì> `À>Ì> à >ÃV`i Õ> Ài>ÌD `i ÌÕÌÌ `vviÀiÌi° -Þ i> £ 1 ", " *,/1, 1 }À ` >ÛÀ `i «ÀiÌÀi ÀÕÃà *° i ««®° `iÌV>Li ½i«Ã` V ° -À` i «> ` >` ÀV° -Þ i> >ÃÃVà £È°{x " ,- " ½ÃëiÌÌ>Li >ÃVÌ> ` Õ½>Vâ> ÌÀ> Õ «âÌÌ vÌÀ>Ì ° i««®i >và V i m V>ÀV>Ì ` Ãi}ÕÀi *>V®° -Þ i> >Ý £Ç°Îä ,," Î - 61"/ />i ÃÕ Ã Ãi`> ii V>Ãi >ÃÃiâ> `i «À«ÀiÌ>À] > ÀÕL>] iÌÌi À`i] «ÕÃVi i >}}ÕÃÌ>° À}i `Õ° -Þ i> ÕÌ £°ää ½, 1 6"/ 1> ÃÌÀ> `½>Ài vÀ> ` v>L>] ëÀ>Ì `> º VÕÌ `i VÕÌ» ` >L>ÌÌÃÌ> >Ãi° -Þ i> >ÃÃVà ӣ°ää 1" * " ° À> `À}i `Õi ÃÌÀ Ã>VÀ Vi ° >ÀÛ i /° vÕi Õ> «iV> >ÌLiV>] >LiÌ>Ì> i> ÃiV`> }ÕiÀÀ> `>i° -Þ i> >ÃÃVà /8 ,6, ,° i À m Õ Ài`ÕVi `> 6iÌ> V i à ÌÀ>ÃvÀ> }ÕiÀÀiÀ iÌÀ«Ì>° ° ÃÌiÀ m Õ> }Û>ÃÃ> «ÀÃÌÌÕÌ>° *>> `½"À > >ià «iÀ ° -VÀÃiÃi° -Þ i> ÕÌ x v À>VVÌ> > ÃÌÀ> ` Õ }ÀÕ«« ` iÀ VÃVÕÌ > L>L\ >LL >Ì>i] } *>õÕ>i] > >Ì> `i iÌ°°° -Þ i> >Þ -" /"- ,7", 1 Õ Ã >ÕÌ>VVÕÃ> `i ÌiÌ>Ì V` `i> }i] ÕVVÃ> «iÀV j ÌÀ>`Û>° > µÕ>VÃ> ÌÀ>° ° «Ã° -Þ i> >Ý / 7",- «ÃÃiÃà ` Õ >ÃVÀÌÌ >] ½>ëÀ>Ìi ÃVÀÌÌÀi ,ÀÞ ià «ÕLLV> Vi vÃÃi ÃÕ° ÃÕVViÃà m i`>Ì >°°° -Þ i> *>Ãà ӣ°£ä - ,9 "6 x ÕÛ V>«Ì `i> Ã>}> «ÕÌ> v>À `i> «>À`> ÃÕ *>À>À> VÌÛÌÞ] } iÀ] ½L> `i *>iÌ> `ii -Vi°°° -Þ i> £ , 1 ", " 7 - >Ü m -«>}> V > ÃÕ> v>}> «iÀ Õ> Û>V>â> i >VÕ Õ À>«ÃV ÃÕ> >`Ài] ÃÕ vÀ>Ìi i > ÃÕ> v`>â>Ì>°°° -Þ i> Ìà ÓÓ°{x 6"1 > -«Ã> >V >L> 1° / ÕÀ>® `iÛi Ûi`V>Àà `i ÃÕ iÝ >VÉiÀ] V i > VÀi` ÀÌ>° À}i +° />À>Ì° -Þ i> £ ½1/" " /", ½, > ÌiÀÀ> m `ÛÃ> µÕ>ÌÌÀ >â i ÕV `V >À> Õ> ÌiÀÀLi }ÕiÀÀ> >i v>â `i½À>] `i½VµÕ> i `i½À>° -Þ i> >Þ ÓÓ°xä ½ " " *-/" 1> }Û>i V>iÀiÀ> Ûi`V>ÌÀVi i Õ VÃÃ>À ` «â> Ãv`ÕV>Ì ÕÃV i vÀâi VÌÀ > VÀ>ÌD° -Þ i> >ÃÃVà £{°ää -/\ ,""9 *>Þvv -Þ -«ÀÌ £ £È°Îä "\ 6", " ", / -iÀi -Þ -«ÀÌ £ £Ç°Îä "\ -6 1 ÕÀ«> i>}Õi -Þ -«ÀÌ £ £n°£x 9 / E - 9>V Ì E -> £°ää "\ *,", £Î >}>âi ,>` Ì Ì i Óä£{ 7À` Õ« ,>-«ÀÌ £ Óä°Îä / -\ -9 -/1" ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ Ó Ó£°ää "\ ,/", " i}> *À\ -Õ«iÀV««> ,>-«ÀÌ £ / -\ "//6 ° ---" -, /* 7À` /ÕÀ >ÃÌiÀà £äää ,>° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ Ó ÓÓ°ää -"\ --- " " / -- "° Ó{Ç Çc À `½Ì>> ÕÀëÀÌ ÓÓ°{x "\ -6 1 ÕÀ«> i>}Õi -Þ -«ÀÌ £ Óΰää -"\ *,-" - / ,, À `i> >vÀ>° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ -/\ ,""9 *>Þvv -Þ -«ÀÌ Ó Óΰ{x 9 / E - 9>V Ì E -> Ó{°ää 6\ / 1,/1- ,// 9>V Ì E -> ä°Îä "\ -6 1 ÕÀ«> i>}Õi -Þ -«ÀÌ £ -iÀi /Û ÌÀ>ÌÌiiÌ ,>}>ââ VÕiÌ>À £{°ää 1" ",/1 ,t ÃiÞ >i £x°ää 7/ "9- ,> Õ« £È°ää , Ý £Ç°ää 1 " ÃiÞ >i £n°ää 1 *, Ý vi £°ää "-/ 7-*,, Ý vi Óä°ää "9 " *,"" Ý vi Ó£°ää °-°° Ý Ài 7 , Ý - Ý vi ÓÓ°ää /- ÃiÞ >i ," -" Ó Óΰäx *** <1 i`à Óΰ£x ," -" Ó ÓΰÓä /- ÃiÞ >i ÓΰÎä *** <1 i`à £{°£x 1 1" Ó Ý vi £x°£x *," / ,1 79 -/,- £ Ý vi £È°ää -/, 1- -Þ 1 £Ç°£ä , " - " i`à £Ç°{ä - 1" £°Óä ½1"" - -Þ 1 £°xä , 1" -Þ 1 Óä°£x ½- / / -Þ 1 Ó£°ää 11/", -, Ó£°£ä ½- / / -Þ 1 ÓÓ°xä 1-/< *,// -Þ i> *>Ãà ÓÓ°xx *" ½ // -Þ 1 Óΰäx /"1, ÃiÞ >i Óΰ{x , /,"*"/ Óΰxä 1 1" Ó Ý vi Óΰxx ½- / / -Þ 1 £È°äx "9 // - , i`à £Ç°ää -1/,, 1 -*"-6 Ó £n°ää -*" " Vi`i £°äx ,9 Ó Óä°ää 6 /1, / >ÀÌ iÌÜÀ Ó£°äx7 9 , - ",- *<< iÀ>} Ó£°£ä "9 // - , Ó 7 8 1 ,> Õ« Ó£°£x / ,1, -"7 >ÀÌ iÌÜÀ Ó£°Óä 7 8 1 i`à ӣ°xä 7 8 1 i`à ӣ°xx - ""9"" 9-/,9 ° iÀ>} £x°£ä /-", ÃÌÀÞ >i £È°£ä , " , ÃVÛiÀÞ -ViVi £Ç°Óx /", ½"," >Ì> i}À>« V £n°ää ÃÌÀÞ >i £°ää , ÃÌÀÞ >i Óä°ää , +1//," ,1"/ ÃVÛiÀÞ >i Ó£°ää /"* , ÃVÛiÀÞ >i , ÃÌÀÞ >i ÓÓ°ää /-", ÃÌÀÞ >i ÓÓ°£x -6 - - i`à ÓÓ°Îx , " , ÃVÛiÀÞ -ViVi £È°££ 1 *, ° /iiv 9 £Ç°ä£ /- ½",° 9 £Ç°äx °°° ,,6 *"9° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £Ç°£Ç - ",-" ,° *ÀiÕ i> £n°Îä -* "° ,ÕLÀV> " £n°{ä -"° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £n°{Ó 1 *, ° /v 9 £°£Ç " <<, *"°°° 66, ° *ÀiÕ i> £°ÎÎ / 6*, ,-° /iiv 9 £°ÎÇ 1," ",,° /iiv " Óä°ÓÎ / 6*, ,-° /iiv 9 Óä°Óx 1," ",,° /iiv " Óä°{ä "- 1*° V° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Ó£°£x ", ",/° *ÀiÕ i> Ó£°£x -1/-° /iiv " Ó£°£x / 6*, ,-° /iiv 9 Ó£°£x - / " -/,**"° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓÓ°äx , 1° /iiv 9 ÓÓ°äÈ ---° /iiv " ÓÓ°xÇ *½ /1 ° /iiv 9 Aaron (Jonah Hill), impiegato presso una casa discografica, riceve un compito molto delicato: accompagnare una rockstar fuori di testa (Russell Brand, foto con Hill) in concerto a Los Angeles. In viaggio con una rock star Cinema Comedy, ore 21.15 Il misterioso sequestro della famiglia di Cavill Un uomo d’affari (Henry Cavill, foto) in vacanza con la famiglia, al ritorno da una gita scopre che hanno rapito sua madre, suo fratello e la sua fidanzata. Colpa di una misteriosa valigetta... La fredda luce del giorno Sky Cinema Hits, ore 21.10 A fil di rete di Aldo Grasso Chiambretti in studio è un po’ impacciato I l primo giudizio su un programma lo dà il palinsesto. Se «Chiambretti Supermarket» va in onda a mezzanotte, significa che la rete nutre qualche perplessità, pur avendo messo a disposizione del conduttore un mega-studio, scenografie sontuose, coreografie, persino l’intervento scritto di Fulvio Abbate su Andy Warhol (Italia 1, tutti i giorni). Il caso di Chiambretti è curioso: da quando si è intestardito a condurre un programma in studio ha perso tutta quella forza innovativa che caratterizzava i suoi primi interventi. È come Vincitori e vinti svuotato, impacciato, smarrito. Forse non ha più alle spalle un Anna Bruno Voglino che gli dica cosa Valle fare, forse non è stato capace di costruirsi una efficace squadra Fiction contro cinema, vince di autori (dicono abbia il bracci«Mister no corto), forse è in preda alle Ignis». Prima serata sue ossessioni. con in testa Rai1: in Il suo tormento (non ne fa un onda Anna Valle nella mistero) è non essere Fabio Fafiction che racconta la zio. Non la persona ma il ruolo storia dell’imprenditore che Fazio ricopre nella tv italiaGiovanni Borghi, na. Il parlare continuamente di «Mister Ignis», per markette, il desiderio di «ven5.224.000 spettatori, dere» l’arte in tutte le sue forme 20,1% di share e di allestire una telepromozione alla sua massima espressioJulianne ne, persino la classifica dei libri Hough più venduti sono sintomi peCinema santi del suo assillo: guarda che contro anche tu, caro Fabio, fai solo Fiction in markette. prime time. Canale 5 E se il brodo di coltura di Farisponde a «Mister zio è la sinistra politicamente Ignis» con «Vicino a te corretta, quello di Chiambretti è non ho paura», film il «mostruoso», è Cristiano Maldel 2013 diretto da gioglio, è il variegato discount Lasse Hallström con del baraccone mediatico, è BeJulianne Hough: per len che legge Dostoevskij, è il fi3.081.000 spettatori, glio di Salvador Dalì… 12,7% di share C’è anche il momento in cui potrebbe riscattarsi, intervistando Ciro Immobile. Ma Chiambretti ci fa sapere che Ciro è in collegamento dalla sua pizzeria di Torino (sua di Piero) e la cosa non pare molto elegante. Se poi bisogna stare svegli per vedere Malgioglio che la tira in lungo per cantare «Malafemmina», beh forse è il caso di aspettare che in rete finiscano i momenti più riusciti senza perdere altro tempo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv Empire State Building i`>ÃiÌ *ÀiÕ icona architettonica L’Empire State Building è probabilmente uno degli edifici più famosi al mondo. Ma una nuova struttura sta per ridefinire lo skyline di New York: la Torre Uno del World Trade Center. Megastrutture National Geographic, ore 21.55 £{°ÎÎ ½", " *,<<"° /Û 9 £{°{{ ,° "1- 6-" ° /iiv " £x°£Ó <""° - Ü *ÀiÕ i> £x°£x ½ , 6""° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £x°Óä ,° *ÀiÕ i> £x°Îx ,° "1- 6-" ° /iiv " Óΰäx * "° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓΰÎÓ - " "- 1/° *ÀiÕ i> Óΰxä , *, ° /iiv 9 ä°Ón ,° "1- 6-" ° /iiv " ä°{Ó *, /""° /iiv 9 £°£ä * "9 / 7° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £°£{ ,° "1- 6-" ° /iiv " £°ÎÎ / ", -° /iiv 9 £°Î *,"/° *ÀiÕ i> Ó°Ó{ / ", -° /iiv 9 Ó°{n -* "° ,ÕLÀV> " Ó°xä " * ",/"° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ΰäÇ -1/-° /iiv " 56 italia: 51575551575557 Giovedì 15 Maggio 2014 Corriere della Sera
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