POLICLINICO “A. GEMELLI” Dipartimento di Medicina di Laboratorio Laboratorio Analisi I Il laboratorio nella diagnostica delle malattie infiammatorie croniche dell’intestino “è grazie alla curiosità di sapere che l’uomo ha iniziato a filosofare e la curiosità resta il primo movente della conoscenza”…. . Aristotele Umberto Basile Malattie Autoimmuni Il laboratorio nell’autoimmunità Breve sulle IBD Le Citochine Marcatori Di Flogosi Autoanticorpi Anticorpi rivolti verso antigeni batterici Take Home Message Horror autotoxicus Ehrlich (1900) COME ORIENTARSI ??? autoimmunità L’autoimmunità non va sempre interpretata come PATOLOGIA, ha un suo ruolo nell’economia dell’organismo Ø Distrugge cellule danneggiate o imperfette ØRiveste un ruolo protettivo in quanto contribuisce a regolare la risposta immune verso antigeni self mediante meccanismi di controllo del network idiotipico o mascherando i siti autoantigenici L’autoimmunità “fisiologica” comporta la presenza di autoanticorpi, linfociti B e T autoreattivi in assenza di malattia Autoanticorpi "fisiologici" di classe IgM, presenti a basso titolo, polispecifici con idiotipo cross-reattivo Avrameas ha dimostrato per primo la presenza di autoanticorpi nel siero di individui normali,nonché l’altissima frequenza di specificità dirette verso il self tra le immunoglobuline nel mieloma. eziopatogenesi Il sistema immunitario ha la capacità di discriminare tra le strutture che costituiscono l’organismo (self) di cui esso fa parte e quelle che provengono dall’esterno (non self). La conseguenza di tale capacità è che esso non reagisce contro le proprie strutture. Tuttavia in certi individui il sistema immunitario non riesce a discriminare tra self e non-self, diventando intollerante verso i propri costituenti, iniziando un processo autoimmune Le malattie autoimmuni sono plurifattoriali Dieta Infezioni Stress Farmaci Tossine Fumo Raggi U.V. Fattori Esogeni Sesso Età Razza Peso alla nascita Gravidanza Malattia Autoimmune HLA Non-HLA Fattori Genetici Criteri per la definizione delle malattie autoimmuni • Presenza di infiltrati localizzati nell’organo bersaglio o diffusi a livello dei diversi apparati o di tutto l’organismo. • Presenza di autoanticorpi e/o di linfociti autoreattivi circolanti e/o a livello dell’organo bersaglio. • Possibilità di identificare e isolare gli autoantigeni implicati nella reazione autoimmune. • Possibilità di riprodurre nell’animale la malattia, inoculando gli autoantigeni specifici. • Possibilità di trasferire passivamente la malattia mediante trasporto passivo di siero o di linfociti. • Trasmissione transplacentare. • Effetto benefico degli agenti immunosoppressori. Malattie autoimmuni Autoanticorpi La rilevazione degli autoanticorpi mostra generalmente un’eccellente correlazione con le manifestazioni cliniche autoimmunità nefrologia reumatologia dermatologia endocrinologia neurologia autoanticorpi Marcatori biologici per la diagnosi dei quadri clinici Si sconsiglia la ricerca di autoanticorpi come test di screening nei soggetti asintomatici e senza nessun fattore di rischio. Classificazione tradizionale (Roitt e Doniach,1969) Forme organo specifiche Risposte autoimmuni umorali e/o cellulomediate rivolte verso Ag di singoli organi Tiroidite di Hashimoto Alterazioni organiche e funzionali limitate agli organi bersaglio Forme non organo -specifiche LES, Artrite reumatoide Forme intermedie Sindrome di Goodpasture Risposte nei confronti dei costituenti del self diffusamente distribuiti, con lesioni anatomo- patologiche estese a diversi organi e apparati Coesistono risposte e relative lesioni, sia organo che non organo specifiche Risposta immunitaria verso antigeni specifici di un organo con relative manifestazioni cliniche Riconoscimento effettuato su un tessuto diverso dall’organo su cui sviluppa la sua azione patogena In base alla capacità di provocare danni, si distinguono autoanticorpi patogenetici, non patogenetici ed epifenomenici. Patogenetici sono quelli che correlano non solo con la patologia, ma anche con il suo andamento clinico e sono in grado di indurre in vivo e in vitro le tipiche alterazioni della stessa. Sono generalmente di classe IgG e nelle donne gravide possono passare la placenta e provocare una malattia neonatale transitoria passiva. Non patogenetici sono quelli che correlano con la malattia ma non con il suo andamento clinico. Non sono in grado di provocare la malattia in vivo e in vitro e possono essere presenti in soggetti sani, molti dei quali non svilupperanno mai la M.I. Nelle donne gravide, pur passando la barriera placentare, non sono in grado di indurre alterazioni nel feto o nel neonato. Epifenomenici sono presenti in quei soggetti dove avviene una enorme liberazione di autoantigeni come traumi chirurgici, necrosi o processi infiammatori. Sono transitori e le malattie non presentano i criteri della classificazione. Autoanticorpi nei soggetti normali Gli autoanticorpi possono essere presenti in individui con apparente buona salute. Nel soggetto normale se presenti a basso titolo sono da considerarsi un reperto fisiologico e sono la dimostrazione dell’esistenza in periferia di cloni autoreattivi in stato di parziale inibizione. Essi possono avere un ruolo fisiologico contribuendo alla clearance dal circolo degli Autoantigeni che continuamente si liberano a causa del turnover cellulare mediante la formazione di C.I.C. non patogeni. Alti titoli nel siero di soggetti sani sono da considerarsi markers predittivo di malattia autoimmune Malattie Autoimmuni Il laboratorio nell’autoimmunità Breve sulle IBD Le Citochine Marcatori Di Flogosi Autoanticorpi Anticorpi rivolti verso antigeni batterici Take Home Message “Un dato diventa informazione quando è capace di modificare la probabilità delle decisioni” “la cosa più difficile è sapere a cosa serve sapere …” Perché ricorriamo al laboratorio?? Conferma diagnostica Monitoraggio malattia Monitoraggio terapia ed eventi avversi Definizione prognostica Il Laboratorio nell’Autoimmunità Gli esami di laboratorio in immunologia clinica sono oggetto di articoli e rassegne a carattere divulgativo, per aiutare il medico pratico in una disciplina in continua evoluzione e sempre più specialistica. L’errore più comune consiste nel sopravvalutare l’esame stesso, quasi fosse in grado, da solo, di confermare o escludere una diagnosi. Lo stesso esame può avere risultati differenti al variare del laboratorio, indipendentemente dall’accuratezza dell’esecuzione. Test ideali a specificità e sensibilità assoluta non esistono in nessun campo della medicina di laboratorio. Caratteristiche rilevanti di un marker di attività biologica: - costo - semplicità di campionamento e analisi - riproducibilità – Sensibilità = VP/(VP+FN) – Specificità = VN/(VN+FP) – Valore predittivo positivo = VP/(VP+FP) – Valore predittivo negativo = VN/(VN+FN) – Accuratezza diagnostica = (VP+VN)/totale Le più autorevoli associazioni operanti nel campo dell’ Autoimmunità (FIRMA, SiMeL, AMCLI..) propongono linee guida per la diagnostica autoimmune: • • • • Per raggiungere la migliore accuratezza diagnostica Per fornire al clinico informazioni precise Per inquadrare il più possibile il paziente Per limitare incertezze e dubbi in un campo in cui sovente le patologie hanno un esordio subdolo e nel contempo • Per limitare gli sprechi dovuti a richieste non appropriate • Per ridurre il carico economico sia sul paziente che sulla Regione in un percorso diagnostico che richiede esami spesso costosi • Per utilizzare al meglio le risorse umane e tecniche Il percorso dovrebbe essere condiviso dai clinici e dagli specialisti di laboratorio Esistono Linee guida per • • • • • ANA DNA ENA ANCA ANTICORPI ANTI FOSFOLIPIDI Esistono percorsi diagnostici suggeriti per la ricerca di autoanticorpi • Nelle connettiviti sistemiche • Nella celiachia • Nelle vasculiti • Nel diabete mellito di tipo I Seguire le linee guida Dare al paziente ed al clinico le informazioni appropriate Contenere i costi ed i tempi Malattie Autoimmuni Il laboratorio nell’autoimmunità Breve sulle IBD Le Citochine Marcatori Di Flogosi Autoanticorpi Anticorpi rivolti verso antigeni batterici Take Home Message IBD pathogenesis Genetics Immune dysregulation IBD Barrier dysfunction Microbial flora Malattie infiammatorie intestino (IBD) La gestione delle malattie infiammatorie intestinali è estremamente complessa per la loro variabilità nella presentazione clinica e nell’evoluzione e rappresenta un tipico esempio di integrazione fra varie figure professionali chirurgo gastroenterologo nutrizionista Medico di famiglia Le IBD principali sono il morbo di Crohn (CD) e la rettocolite ulcerosa(UC). 10% dei pazienti sviluppa patologie con caratteristiche miste tra UC e CD. Problema predire le complicanze e la risposta alle diverse terapie > l’interesse a degli eventuali marker laboratoristici capaci di indirizzare il clinico. Definizioni Retto colite ulcerosa (CU) Morbo di Chron (MC) Caratterizzata da un’infiammazione diffusa della mucosa del colon Infiammazione “transmurale”che può colpire qualsiasi tratto del tubo digerente (dal cavo orale all’ano) Eziopatogenesi Ø Patologia geneticamente correlata probabilmente su base poligenica con modalità di trasmissione non conosciute Ø Molti fattori esogeni possono avere qualche ruolo nello sviluppo della malattia in individui geneticamente suscettibili. Il meccanismo potrebbe essere perpetrato da una disregolazione della risposta immune Ø Le indagini utili nella diagnosi e nel followup delle IBD (colonscopia, scintigrafia, esami radiologici) benchè accurate, sono spesso costose ed invasive; Ø Sono state identificate sostanze prodotte dall’organismo in relazione all’infiammazione (misurate nel sangue e/o nelle feci) che possono essere utilizzate come “surrogati” dell’attività infiammatoria stessa. Malattie Autoimmuni Il laboratorio nell’autoimmunità Breve sulle IBD Le Citochine Marcatori Di Flogosi Autoanticorpi Anticorpi rivolti verso antigeni batterici Take Home Message Immunopatogenesi delle IBD • • • • • • • Alterazione dell’equilibrio del sistema immunitario intestinale Gli Antigeni luminali accedono alla mucosa sottostante tramite una barriera permeabile e una risposta immunitaria innata errata dello strato epiteliale Le cellule dendritiche riconoscono microbi commensali come patogeni. Cellule T naive si differenziano in cellule T effettrici (Th1, Th17, Th2) e cellule NK T Cellule effettrici (Th1, Th17, Th2) predominano su cellule T regolatorie (Th3, Tr) Cellule T attivate tramite citochine proinfiammatorie stimolano i macrofagi a secernere grandi quantità di TNFa, IL-1 e IL-6 I leucociti entrano dalla vascolarizzazione della mucosa e rilasciano chemochine che amplificano e perpetuano questo circolo vizioso Baumgart and Carding Lancet 2007 Le Citochine All’aggressione esterna, l’organismo risponde con una reazione normale immediata e transitoria, localizzata nella zona dell’intervento lesivo, caratterizzata da tutte le fasi del processo infiammatorio, con attivazione di leucociti, fibroblasti, cellule endoteliali e liberazione di numerosi mediatori chimici (citochine). 28 La “International Cytokine Society” include in questa definizione: Interleuchine Interferoni Fattori di necrosi tumorale (TNF) Fattori di crescita Fattori stimolanti colonie Chemochine. 29 Le Citochine Le citochine sono proteine secrete come gli ormoni che regolano sopravvivenza, proliferazione e differenziazione delle cellule tramite il mantenimento di una complessa rete di comunicazione cellulare. Il loro potenziale uso clinico offre al ricercatore stimolanti vie di analisi con valore diagnostico e di trattamento orientato verso l’uso terapeutico. 30 Definizione scientifica “Le citochine sono definite dalla comunità scientifica come “proteine solubili prodotte dai leucociti, che agiscono a concentrazione picomolare come mediatori chimici fra le cellule, ma non come molecole effettrici nel loro proprio ambiente ”*. * The cytokine facts book, Callard & Gearing, 1994. 31 Citochine nella risposta infiammatoria delle IBD IL- 4 IL- 5 IL- 1 0 Regulating the sequences of mediators Affecting type and modes of response Mediating inflammation Humoral –mediated Immune response UC CD IL- 1 2 IL- 1 8 Regulating the sequences of mediators Affecting type and modes of response Mediating inflammation IFN g TNF a Cellular – mediated Immune response 32 Malattie Autoimmuni Il laboratorio nell’autoimmunità Breve sulle IBD Le Citochine Marcatori Di Flogosi Autoanticorpi Anticorpi rivolti verso antigeni batterici HOME TAKE MESSAE CRP ASCA P-ANCA PAb Omp C antibody I2 antibody Anti-glicani (ACCA, ALCA,AMCA,) Anti-PAb Anti globet cells CRP CRP CRP PROTEINA C REATTIVA Standard (CRP) - 118KDa - 5 protomeri di 206aa - Gene mappato sul cromosoma 1, assenza di evidenti mutazioni (essenziale per la vita) - Sintesi negli epatociti sotto controllo di citochine proinfiammatorie come IL-6, IL-1, TNF Il fegato sintetizza da 1 a 10 mg/die, nella risposta di fase acuta circa il 20% della sua capacità sintetica del può essere dedicata alla produzione della CRP. Al cessare dello stimolo della IL- 6, la produzione di CRP si normalizza entro 2- 4h, mentre l’emivita ematica della proteina è di circa 24h EVIDENZE DISPONIBILI 1. Marcatore per eccellenza della fase acuta 1. Il suo aumento nell’infiammazione acuta e cronica riflette il grado di flogosi 1. Monitoraggio della terapia e delle infezioni 1. Aumento maggiore nei Batteri Gram – rispetto ai Gram + 1. Aumento nel 90% dei pz. con Artrite Reumatoide e come fattore di progressione, nel Morbo di Chron e nella Colite Ulcerosa 1. Ipotesi come fattore prognostico in diversi tumori INDICAZIONI PER LA RICHIESTA 1. Artrite Reumatoide per rischio di progressione, Morbo di Crohn e Colite Ulcerosa e monitoraggio per terapia con agenti anti-TNFα 2. Monitoraggio di flogosi ed infezioni (usato nella pratica ma con poche evidenze ). 3. Esame da non ripetere prima di 24h Emery P, Gabay C, Rheumatol Int, 2007 CRP CRP CRP Malattie Autoimmuni Il laboratorio nell’autoimmunità Breve sulle IBD Le Citochine Marcatori Di Flogosi Autoanticorpi Anticorpi rivolti verso antigeni batterici Take Home Message Marcatori sierologici Autoanticorpali Possibilità di distinguere correttamente la CU dall’MC Presentazioni cliniche difficili da diagnosticare in età pediatrica con tecniche invasive p ANCA atipici : presenti nell’80% delle CU e nel 45 % delle MC ASCA: Presenti nel 6070 % delle MC e nel 8-14 % delle CU La positività del p-ANCA associata alla negatività degli ASCA avrebbe un valore predittivo nelle diagnosi delle CU (88-92 % ) La positività degli ASCA e la negatività del p-ANCA avrebbero un valore predittivo di diagnosi di MC del 95 % Positività di ASCA in circa il 50% dei soggetti celiaci. ANCA Citoplasmatici ë Perinucleari ì VASCULITI Atipici é IBD NOMENCLATURA DEGLI ANCA Gli ANCA sono rivolti contro antigeni presenti nei granuli dei neutrofili e nei lisosomi dei monociti Vari metodi sono usati per la loro determinazione, ma a livello internazionale i dati bibliografici fanno riferimento all’IFI. Un ulteriore nuovo approccio è rappresentato dall’uso di antigeni ricombinanti che permettono di conservare anche gli epitopi conformazionali Pattern citoplasmatico (C-ANCA) Classica fluorescenza citoplasmatica granulare con accentuazione centrale o interlobulare Pattern nucleare/perinucleare (P-ANCA) Fluorescenza perinucleare, con o senza estensione nucleare: include gli ANA granulocito-specifici Pattern atipico nucleare/perinucleare (P-ANCA) Catepsina G, elastasi, β-glicuronidasi, lattoferrina Lisozima, BPI (bactericidal/permeability inceasing protein) α-enolasi, catalasi, istone H1HGM-1 e 2 (high mobility group non-histone chromosomal proteins) Terjung B,et al.. Clin Exp Immunol, 2001;126:37-46. Anticorpi anti-citoplasma dei neutrofili (ANCA): sono anticorpi diretti contro alcune proteine citoplasmatiche dei neutrofili, la cui individuazione riveste un ruolo diagnostico importante ANCA citoplasmatici (c-ANCA) sono diretti contro una serin proteinasi, la proteinasi 3 localizzata nei granuli azzurrofili dei neutrofili, e sono presenti in oltre il 90% dei casi di granulomatosi Wegener tipica ANCA perinucleari (p-ANCA) sono diretti principalmente contro la mieloperossidasi e l’elastasi dei neutrofili. Una positività per p-ANCA è stata riportata con varie percentuali in pazienti affetti da sindrome di Churg-Strauss, sindromi vasculitiche miste, glomerulonefrite con semilune e sindrome di Goodpasture etc. ANCA atipici perinucleari(p-ANCA) La β-tubulina TBB5p umana condivide un alto grado di omologia strutturale con la proteina divisione cellulare batterica FtsZ, un precursore evolutivo della β-tubulina, che è presente in quasi tutti i batteri della microflora intestinale ØpANCA come marker prognostici CU • Lo sviluppo di pouchite cronica dopo ileo-pouch anastomosi è stato associato a titoli elevati di p-ANCA anche se uno studio successivo non ha confermato tale ipotesi. Fleshner PR, 2001 Aisenberg, 2004 • La presenza di p-ANCA è stata associata a malattia refrattaria e precoce ricorso alla chirurgia Sandborn WJ, 1996; Sobajima J, 1996 Stratificazione dei soggetti P-anca • La maggior parte degli studi non supporta una relazione tra presenza e titolo di pANCA e attività della UC • La loro presenza non è legata a durata ed estensione di CU • I pazienti pANCA+ con CU avrebbero maggior frequenza degli alleli HLA-DR2 e minore di DR4, rispetto agli ANCAYang H 1993 • La positività per pANCA nel MC si assocerebbe a un fenotipo “UC-like” Vasiliauskas EA, 2000 ASCA • Gli anticorpi anti-Saccharomyces cerevisiae (ASCA) sono anticorpi diretti principalmente contro un fosfo petidemannano di 200kDa della parete cellulare del ievito Saccharomyces cerevisiae. Gli ASCA potrebbero essere il risultato di anticorpi cross-reattivi contro antigeni presenti in un organismo non-lievito non ancora identificato. Il Mannosio si trova non solo nel lievito ma anche nei micobatteri e altri microrganismi. • Sia gli anticorpi IgA e IgG sono dosati in ELISA per gli ASCA ma esistono anche tecniche in IIF. Ø Valutazione dell’attività di malattia • La presenza degli ASCA nel MC è stabile nel tempo e indipendente dall’attività di malattia Vermeire, 2001 Quinton, 1998; Sendid, 1996 (eccezione: Berni Canani 2004 evidenzia ASCA a titolo inferiore nei bambini operati). ASCA IgG-IgA in IIF ØStratificazione dei pazienti ASCA nel MC • malattia ileale Vasiliauskas, 2000; Vermeire, 2001; Zholudev, 2004 • esordio precoce Peteers 2001, Quinton 1998, Koutroubakis 2001,Vermeire 2001 • malattia fibrostenosante e fistolizzante Vasiliauskas, 2000, Norman , 2001 Mow 2004, Walker 2004 • chirurgia multipla dell’intestino tenue Abreu, 2001 MA: • non relazione con caratteri clinici Annese,2004 ASCA predicono IBD? • Uno studio sui sieri delle reclute dell’esercito israeliano • 10/32 soggetti che in seguito hanno sviluppato un MC erano positivi agli ASCA anni prima della diagnosi clinica. Israeli, Gut 2005 ØBuona specificità, bassa sensibilità 1998 2001 2001 2001 1998 1999 ØLa specificità migliora in combinazione ØMarker di suscettibilità nelle famiglie? l Dati incerti: alcuni studi trovano pANCA nel 16-30% dei parenti sani di pazienti con UC, altri presentano dati contrastanti. l Numerosi studi concordano su presenza di ASCA nel 2569% dei familiari di pazienti con MC l Non vi è concordanza tra coniugi: fattore genetico o esposizione infantile ad agenti esogeni? l Uno studio su gemelli suggerisce che ASCA sarebbero marker di risposta ad agente ambientale, ma l’intensità di risposta sarebbe geneticamente determinata Halfvarson, 2005 Qual è il significato degli ASCA e pANCA nella patogenesi delle IBD? n n n Possono rappresentare veri autoanticorpi Riconoscere componenti della flora intestinale Fungere da autoanticorpi tramite il meccanismo del “mimetismo molecolare” Anticorpi pancreatici n n n Gli autoanticorpi contro il pancreas esocrino (PAB) sono stati trovati quasi esclusivamente in pazienti con CD ( sebbene con piuttosto bassa sensibilità). Nel saggio IFI su sezioni di umana o tessuto pancreatico di primate , i PAB presentano due pattern citoplasmatici specifici I e II extracellulari. Recentemente ,una glicoproteina ( GP2 ), un glicosilfosfatidilinositolo ( GPI ) – ancorata alle cellule acinose pancreatiche è stato identificato come target dei PAB in CD. Roggenbuck D et al. Gut2009;58:1620-8 55 PAB IIF Prevalence Crohn’s disease 39% Ulcerative colitis 2% Blood donors 0% From these: IgA IgG IgA and IgG 9% 36% 55% 56 Anticorpi Anti-GAB • Cellule caliciformi, cellule epiteliali intestinali specializzate a regolare la produzione di muco e fattori che contribuiscono alla riparazione e regolazione epiteliale di infiammazione (GAB) sono stati rilevati principalmente in pazienti UC adulti con prevalenza variabili dal 15% al 46,6%. • Il substrato antigenico per IIF è una linea di cellule di cancro umano HT29-8-N2,delle cellule caliciformi intestinali. Corr SC, et al. FEMS Immunol Med Microbiol 2008;52:2-12. GAB IIF Prevalence Ulcerative colitis 28% Prevalence Crohn’s disease 0% Blood donors 0% From these: IgA IgG IgA and IgG 8% 23% 69% Valutazione di GAB e PAb GAb pANCA Ulcerative colitis 76% GAb + pANCA 83% 28% PAb ASCA Crohn’s disease 39% 70% PAb + ASCA 80% Malattie Autoimmuni Il laboratorio nell’autoimmunità Breve sulle IBD Le Citochine Marcatori Di Flogosi Autoanticorpi Anticorpi rivolti verso antigeni batterici Take Home Message Ø Ruolo nella fisiopatologia n La presenza di anticorpi sierici reattivi contro microbi intestinali significa che vi è una perdita di tolleranza immunologica nei confronti della flora normalmente residente nell’intestino, e normalmente coesistente col nostro sistema immunitario. Anticorpi rivolti verso antigeni batterici n n n Anticorpi anti-OmpC: anticorpi che riconoscono la proteina C presente sulla porzione esterna della membrana cellulare di Escherichia coli Anticorpi anti-I2: anticorpi che riconoscono una proteina di membrana di Pseudomonas fluorescens Anticorpi anti-CBir1: anticorpi antiflagellina espressa da Clostridium phylum 62 Anticorpi rivolti verso antigeni batterici Recentemente sono stati identificati anticorpi (nei soggetti con morbo di Crohn) che riconoscono residui carbossilici dei glicani. Queste molecole sono espresse sui globuli rossi, sulle cellule del sistema immunitario ma anche sulla parete cellulare di batteri patogeni e miceti n •Anti-laminaribioside (ALCA) n •Anti-chitobioside (ACCA) n •Anti-mannobioside (AMCA) n •Anti-mannoside sintetico (AΣMA) n La presenza di questi autoanticorpi confermerebbe l’ipotesi che nei malati di Crohn vi è una perdita di tolleranza nei confronti di agenti microbici presenti nel lume intestinale a causa di un difetto del sistema immunitario 63 n 64 Malattie Autoimmuni Il laboratorio nell’autoimmunità Breve sulle IBD Le Citochine Marcatori Di Flogosi Autoanticorpi Anticorpi rivolti verso antigeni batterici Take Home Message Take Home Message • Le proteine CRP e calprotectina sono oramai diventati basilari per la diagnosi e monitoraggio delle IBD. • La letteratura dimostra l’inutilità di analisi aggiuntive come la VES. • ASCA e P-ANCA sono i marcatori meglio conosciuti in letteratura per le IBD. • A differenza degli ASCA, che sono in genere test ELISA più semplice da eseguire, il test P-ANCA atipico dipende dalla capacità del personale, sia per l'esecuzione che per l'interpretazione dei risultati del test. • Marcatori più recenti derivati da vari marker microbiologici dell'intestino , come la Omp , I2, e CBir1, così come i vari marcatori glicani offrono nuovi modi per stratificare i pazienti in sottogruppi sierologici . Take Home Message • • La presenza della risposta sierologica contro questi vari marcatori possono agire come indicatori prognostici della gravità e del comportamento della malattia Evoluzione di profili efficaci di test sierologici comporterà una minore spesa sia per la parte laboratoristica che per quella terapeutica. Pannelli dei marcatori sierologici per identificare i pazienti ad aumentato rischio di malattia più grave possono beneficiare in anticipo di terapie,ed a lungo termine è un obiettivo pratico primario. • Saranno necessari ulteriori studi clinici prospettici per determinare l'evoluzione del ruolo nella pratica clinica delle valutazioni sierologiche in IBD . GRAZIE, per l’attenzione Domande…. Discussione…. Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice. Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così. Martin Luther King
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