ABCFD Guida al trading con i CFD a cura di Tommaso Grotto GUIDA AL TRADING CON I CFD 1 www.tradinglibrary.it Guida al trading con i CFD ABCFD A cura di Tommaso Grotto 2 Guida al trading con i CFD 3 Guida al trading con i CFD Sommario Prefazione Autore 1. Introduzione 1.1 Perché una guida? 1.2 Elogio ai prerequisiti 1.3 Una metodologia infallibile 1.4 CFD, questi sconosciuti 1.5 La storia, un distillato di rumori 2. Concetti 2.1 Broker, un falso mito 2.2 Contratti standard e mini 2.3 Sottostante 2.4 Leva finanziaria 2.5 Commissioni 2.6 Posizioni overnight 2.7 Esenzione dalle imposte di bollo 2.8 Negoziazione h24 2.9 Attività aziendali 2.10 Scadenza 3. Strumenti 3.1 Indici 3.2 Forex 3.3 Commodities 3.4 Azioni 3.5 Opzioni 3.6 ETF 4. Strategie 4.1 Time management 4.2 Risk management 4.3 Diversificazione di portafoglio 4 Guida al trading con i CFD 4.4 Money management 4.5 Tipologie di trading 4.6 Ordini 4.7 Speculazione long e short 4.8 Estrazione di capitale 4.9 Hedging 4.10 Anomalie sulle attività aziendali 4.11 Arbitraggi 5. IG 5.1 Tecnologie 5.2 Strumenti 5.3 Piattaforme 5.4 Supporto 5.5 Didattica Conclusioni Appendice 1: Piattaforme di trading Appendice 2: Analisi grafica e indicatori tecnici Appendice 3: Indici di profitto e rischio Appendice 4: Trading algoritmico Dizionario Bibliografia 5 Guida al trading con i CFD 6 Guida al trading con i CFD Alla mia famiglia per il sostegno continuo. Agli amici con cui condivido i momenti più divertenti. Alle persone che hanno incrociato la mia strada. Tommaso Grotto 7 Guida al trading con i CFD Prefazione Ho scoperto i Contract for Difference nel 2001. Terminati gli studi avevo iniziato a lavorare come junior trader presso un trading desk di un hedge fund global macro basato a Londra. Mi trasferii a Londra a Giugno 2001 e Ottobre 2001 rappresentò il minimo del mercato orso provocato dagli attacchi alle torri gemelle. Nuovi clienti europei, tra cui alcune banche italiane, erano favorevoli all’implementazione di strategie di trading anche sui titoli italiani. Mi fu subito comunicato che dopo il training mi sarebbe stata affidata una piccola linea di rischio per i titoli italiani, da utilizzare in CFD. Il mio capo, all’epoca, era un inglese ex trader sulle commodities che aveva gestito il prop trading su Forex e commodities per le principali banche della City e già nel 1984, all’età di 29 anni, aveva deciso di lanciare uno dei primi fondi hedge con 50 dipendenti. Risposi al mio capo con un “sure” entusiasta. “Sure”, per gli inglesi, non è una semplice traduzione in certo o certamente ma significa che hai la piena padronanza dell’argomento. Avevo terminato l’università e studi in finanza 3 mesi prima ma non avevo la più pallida idea di cosa fosse un CFD su un titolo italiano. All’epoca, digitando sulla versione di google in italiano la parola CFD, le uniche stringhe che venivano fuori riguardavano la computational fluid analysis; insomma, nozioni di fisica e per giunta in inglese. Pensai che tra i vari sistemi di trading dell’hedge fund ce ne fosse qualcuno riguardante lo studio dei fluidi; in realtà, di lì a breve, un sales di GNI (una delle nostre controparti che utilizzavamo per eseguire gli ordini) mi venne a trovare e mi mise davanti alla GNI Touch. Il trading online era fenomeno nato solo 4 anni prima in Italia. All’Università il trading online era un ottimo sistema per evadere le lezioni noiose di diritto commerciale o economia politica e dedicarsi a qualche cosa di più avvincente. Con i CFD mi si aprì un nuovo mondo, avevo lasciato l’Italia con piattaforme che ti permettevano di andare solo al rialzo, senza ordini in stop e senza leva. Con i CFD, invece, avevo libertà e soprattutto la leva overnight, implementata dai TOL italiani con molta resistenza. Inoltre, in un’unica piattaforma disponevo di migliaia di sottostanti su cui operare. I trader online italiani dovevano utilizzare strumenti poco trasparenti e onerosi come i covered warrant per agire a leva sul mercato italiano; io, invece, operavo direttamente sul book dei titoli italiani con i CFD a leva e in più potevo coprire il portafoglio con un semplice click andando short. Le performance furono ragguardevoli. 8 Guida al trading con i CFD Da quell’esperienza ho compreso che in Italia mancava questo tipo di prodotto e le restrizioni normative ne rendevano difficile la promozione. L’occasione si ebbe nel 2006 quando l’imminente introduzione della MiFID avrebbe regolamentato sul piano europeo i CFD (contratti finanziari differenziali) che sarebbero entrati a pieno titolo tra le definizioni del Testo Unico della Finanza (TUF). IG, da sempre primo operatore al mondo su questo tipo di prodotti, decise di entrare sul mercato europeo a pieno regime e mi affidò lo sviluppo del mercato italiano. Oggi i CFD sono uno strumento di trading noto e tutti ne parlano ma nel 2006 IG era l’unico operatore ad offrirli e a spiegarne i vantaggi dell’utilizzo. Dal 2006 il mercato si è evoluto tantissimo; la stessa IG ha implementato 4 nuove piattaforme e ha allargato l’offerta a nuovi mercati e all’utilizzo di smartphone e tablet. Inoltre, nuovi operatori sono arrivati e anche le banche italiane si sono dovute aprire al Forex ed in parte ai CFD. Nonostante questo importante sviluppo, sul mercato italiano manca ancora una guida completa che spieghi cosa sia un CFD e come funzioni. L’incontro con Tommaso Grotto e la lunga amicizia con Stella Boso di Trading Library ci ha portato a scrivere questa breve guida che ha l’obbiettivo di rendere consapevole il trader dello strumento che sta utilizzando. La guida è un valido supporto sia per il neofita che deve acquisire delle conoscenze di base, che per il trader evoluto, il quale conosce i mercati ma non necessariamente padroneggia i CFD. Tommaso Grotto in questo ha fatto un ottimo lavoro di sintesi e semplificazione. Buona lettura e soprattutto buon trading. Alessandro Capuano Head of IG Markets Italy 9 Guida al trading con i CFD Autore Tommaso Grotto è Analista Quantitativo specializzato nelle tecnologie di trading algoritmico. Ha partecipato come relatore a Mechanica 2011, ITForum 2011 e Mechanica 2012; insegna ai corsi di trading algoritmico tenuti dal Dr. Emilio Tomasini. Nel 2012 ha collaborato con Borsa&Finanza e collabora tuttora con Lettera di Borsa e Traders Mag Italia. Sta curando, inoltre, la sezione di trading automatico dell’Annuario del Trading Online. È fondatore di NeuroTrading e cofondatore di KsyTech. 10 Guida al trading con i CFD 11 Guida al trading con i CFD 1. Introduzione 1.1 Perché una guida? Non sarebbe stato più esauriente un libro colmo di definizioni, formule, codici di programmazione, grafici e via dicendo? Il trait d’union di quasi tutti i libri di trading è la ripetitività, a supporto di una filosofia di scrittura in cui il lettore è bombardato dagli stessi concetti, semplici ma amplificati talmente tanto da risultare, in conclusione, complessi. La formazione da Analista Quantitativo e, perché no, una predisposizione mentale tendente all’essenza, mi ha convinto a scrivere una guida semplice, concisa, analitica, allo stesso tempo teorica e pratica. In questo primo capitolo parleremo di prerequisiti e dell’importanza della metodologia. Nel secondo capitolo vedremo le basi dei CFD, necessarie per padroneggiare con efficacia lo strumento. Nel terzo capitolo affronteremo i vantaggi dei CFD applicati su alcuni sottostanti, in particolare indici, valute, materie prime, azioni, obbligazioni, opzioni ed ETF. Il quarto capitolo tratterà le tipologie di trading, la gestione delle posizioni, gli ordini e le strategie ordinarie. Il quinto capitolo sarà dedicato a IG, primo broker al mondo nella contrattazione di CFD, con particolare riferimento alle tecnologie e alla dotazione di piattaforme. Quattro appendici e un breve dizionario chiuderanno la dissertazione. La pretesa di questa guida è quella di esaurire l’argomento CFD, non l’argomento trading. Non si vuole sostituire ai libri operativi, prezioso plus per i trader che hanno in mano questa guida. 1.2 Elogio ai prerequisiti Se ho capito una cosa in questi anni è l’inutilità di buttarsi a capofitto su un’idea di trading senza avere assimilato i prerequisiti fondamentali e senza una metodologia affidabile. Non parlo della padronanza della terminologia, ma della completa comprensione degli strumenti con cui si vuole operare. Obiettivo di questa guida è sopperire al problema della mancanza di informazioni sui CFD in lingua italiana. Ogni concetto, dove possibile, sarà associato al rispettivo termine inglese (non dobbiamo dimenticare che la maggior parte del materiale bibliografico, cartaceo e digitale, è essenzialmente in lingua inglese). 12 Guida al trading con i CFD 1.3 Una metodologia infallibile “Ogni uomo è artefice del proprio destino”, dicevano i latini. Una metodologia non può fallire, a differenza di un’idea di trading. Di seguito un esempio di metodologia, dando per scontati i prerequisiti di cui sopra. Ho chiamato questa metodologia “3D”, nome dovuto, da un lato, all’integrazione ibrida di tre principi di lean startup (minimum viable product, validate learning e pivot), dall’altro, alle tre macro fasi principali del processo (design, development e deployment) in un contesto incrementale a iterazioni brevi, intendendo con quest’ultimo concetto la necessità di poter operare piccoli cambiamenti strategici in tempi molto ristretti, senza l’intervento della componente emozionale e osservando esclusivamente risultati oggettivi di performance. 1.3.1 Design Lo screening indica la ricerca continua di novità, micro e macro, sui mercati di interesse e la conseguente selezione di strumenti e titoli da scambiare, compresi i relativi time frame. Rientrano in questa categoria le watchlist, i tool di screening automatico disponibili in diverse piattaforme (MetaTrader compreso), l’analisi dei cluster in ottica di portafoglio, l’analisi di sentimento con particolare riferimento alle aziende del settore high tech, software di rating basati su analisi fondamentale o social rating. Non da meno lo screening manuale, se si sa dove guardare, come insegna Dave Landry. L’idea di trading [trading idea] è il fulcro di tutta la metodologia. Può nascere dall’esperienza maturata sul campo o da un’intuizione. In caso contrario, ci soccorrono libri operativi e tecnologia: sono facilmente reperibili formule e codici di programmazione di molti indicatori tecnici e pattern, marketplace online dove è possibile noleggiare strategie di trading ideate da altri trader (un fenomeno di tendenza che ha assunto il nome di mirror trading e che in Italia è attualmente bloccato da Consob), software basati su tecniche di intelligenza artificiale in grado di analizzare le serie storiche e di generare in automatico i segnali operativi (Adaptrade Builder in primis). Questi approcci non sono risolutivi, ma riducono di molto i bias cognitivi dei trader e forniscono soluzioni interessanti su cui riflettere, in grado di condurre, nel tempo, a nuove e particolari idee. 13 Guida al trading con i CFD 1.3.2 Development La strategia [trading game] include, oltre ai segnali operativi frutto dell’idea di trading, il timing, la gestione del rischio e il money management, aspetti che affronteremo abbondantemente nel capitolo 4. Tutte queste componenti, solide basi per un trading responsabile, possono essere parzialmente o completamente automatizzate. Si possono sviluppare strategie su singoli strumenti finanziari, multimercato, multi-time frame e di portafoglio. Il testing è la fase in cui si verifica la strategia di trading sulle serie storiche selezionate (valutate attentamente il provider dati secondo l’operatività di breve o medio termine) o sul portafoglio e comprende back-test, ottimizzazione (classica o genetica se la mole di dati da analizzare è notevole), analisi walk forward, analisi montecarlo e valutazione attenta dei report di performance (l’appendice 3 è dedicata agli indici di profitto e rischio). Test multi-mercato e multitime frame possono evidenziare eccesivi adattamenti [overfitting] delle strategie rispetto alle serie storiche. Le curve di profitto [equity curve] generate da queste strategie sono solitamente troppo belle per essere vere. L’obiettivo della fase di testing è di rendere la strategia più robusta, aumentando la fiducia da parte del trader. La fiducia è una componente discrezionale ma migliora l’esperienza di trading perchè evita l’entrata in gioco dell’emotività improvvisa. 1.3.3 Deployment La simulazione comprende trading simulato [paper trading], replay trading e scenari casuali, permettendo di valutare la strategia mediante l’investimento di un capitale virtuale. Diffidate dalle piattaforme che non offrono strumenti di simulazione avanzati o che in ambiente simulato non verificano i livelli bid-ask (dovrebbero essere inclusi nelle serie storiche), eseguendo gli ordini senza la disponibilità reale della controparte. Per sopperire a queste carenze sarete obbligati a simulare la contrattazione in mercati molto liquidi (con ampi volumi di scambio) e ricordatevi di considerare sempre commissioni, slippage e altre variabili che possono incidere sul risultato finale del trade. Le simulazioni dovrebbero durare diversi mesi, dipendentemente dal time frame utilizzato. 14 Guida al trading con i CFD Trading reale [live trading], lo step notoriamente più semplice da spiegare, indica il trading in tempo reale, con soldi reali. Come diceva Jesse Livermore, famoso speculatore del ventesimo secolo: “Il professionista cerca di fare la cosa giusta, piuttosto che focalizzarsi sul guadagno: egli ben sa che il profitto altro non è che la conseguenza di una serie di azioni corrette”. Nel prossimo capitolo scopriremo che i CFD sono uno strumento con diverse sfaccettature, adatto sia ai neofiti che ai trader professionisti: contratti mini e stop loss garantiti permettono di gestire il rischio in modo agevole, vice versa leva finanziaria, negoziazione h24 e la caratteristica di prestarsi ad arbitraggi, lo rendono uno strumento rischioso e complesso, adatto a trader con pluriennale esperienza. Questa metodologia ha lo scopo di farvi comprendere se l’idea di trading è attendibile o meno. Perfetta per trader algoritmici, un po’ meno per analisti tecnici e trader discrezionali, ma tutti potranno beneficiare di un processo coerente e rigoroso. 1.4 CFD, questi sconosciuti 1.4.1 Derivati I CFD (Contracts for Difference), sono uno strumento appartenente alla famiglia dei derivati. I derivati, di cui ricordiamo con facilità futures e opzioni, sono strumenti il cui prezzo è basato sull’andamento di un sottostante, ovvero il titolo o il contratto a cui fanno riferimento e che può essere un indice, una valuta, una materia prima, un’azione, un’obbligazione o anche un altro derivato, ecc. 1.4.2 OTC I CFD sono uno strumento flessibile perchè sono scambiati nei mercati OTC (Over the Counter). Rispetto ai mercati regolamentati, in cui i requisiti di accesso, organizzativi e operativi sono approvati da un’autorità di controllo (in Italia abbiamo la Consob), i mercati OTC dispongono di contratti non standardizzati, il book può non esistere e non vi sono obblighi di market making per gli intermediari finanziari. I principali sistemi informatici di scambio OTC sono il Forex, il NASDAQ, con una sezione di azioni OTC, OTCBB e OTC Markets (ex Pink Sheets e Yellow Sheets, nomi derivanti dal colore della carta con cui erano stampati gli elenchi di azioni e obbligazioni OTC). 15 Guida al trading con i CFD 1.5 La storia, un distillato di rumori Non potevo trovare una definizione più calzante di storia in un contesto finanziario. La citazione è di Thomas Carlyle, storico scozzese del 1800. I CFD, inizialmente, erano degli equity swap, un prodotto a marginazione esente da imposte di bollo, inventato a Londra nel 1990 da Brian Keelan e Jon Wood (i nomi più accreditati). Furono utilizzati nei primi tempi dagli hedge fund per coprire le esposizioni nel London Stock Exchange (LSE), per poi approdare al pubblico retail verso la fine degli anni 90. Il primo broker fu GNI, acquisito successivamente da MF Global (fallita nel 2011), a cui seguirono velocemente IG e CMC Markets, che si spostarono oltreoceano in Australia, per poi raggiungere anche altri paesi europei tra cui l’Italia. Per comprendere la diffusione raggiunta da questo strumento, notiamo che nel 2007 la borsa australiana Australian Securities Exchange (ASX) ha aggiunto alcuni CFD alla lista dei 50 titoli australiani più scambiati. Attualmente, i CFD sono utilizzati per lo più da un pubblico assortito di trader retail in ottica speculativa. 16 Guida al trading con i CFD 17 Guida al trading con i CFD 2. Concetti La scelta di uno strumento dovrebbe essere una diretta conseguenza delle opportunità e dei limiti offerti dallo strumento stesso. In questo capitolo parleremo di broker, contratti, sottostante, leva finanziaria, commissioni, posizioni overnight, negoziazione h24, attività aziendali, scadenza e tassazione. Risponderò ai quesiti che assillano ogni trader e svelerò alcuni falsi miti, il tutto arricchito con aneddoti e curiosità. 2.1 Broker, un falso mito 2.1.1 Dealing desk VS No dealing desk Il broker, o dealer, è l’intermediario finanziario che vi permette di contrattare i CFD. I broker si suddividono principalmente in due categorie: dealing desk (market maker) e no dealing desk. Un falso mito lega queste due categorie. Nel primo caso, i broker forniscono direttamente le quotazioni, creando un vero e proprio book sintetico su cui operare, ma non si posizionano contro i clienti, come spesso viene dichiarato. L’hedging delle posizioni aperte avviene mediante l’acquisto diretto dei sottostanti. Nel secondo caso, i broker operano da veri e propri intermediari: forniscono una quotazione, frutto di una comparazione tra le quotazioni fornite da varie banche centrali, applicano una commissione e inoltrano il vostro ordine a mercato. I broker dealing desk utilizzano spesso il sistema delle riquotazioni [requotes] per diminuire l’esposizione, non utilizzato, invece, dai broker no dealing desk. Questi ultimi non possono operare modifiche ai prezzi in qualità di broker ECN-STP. Nel capitolo 5 vedremo la tecnologia Price Improvement, soluzione alle riquotazioni proposta da IG. 2.1.2 ECN-STP Molto importante anche la comprensione degli acronimi ECNSTP. ECN sta per Electronic Communications Network e indica una modalità di selezione delle quotazioni provenienti dalle banche centrali, utilizzata dai broker no dealing desk. STP sta per Straight Through Processing e indica una modalità automatizzata di gestione degli ordini. Tutti i broker ECN sono anche STP, ma non il contrario. 18 Guida al trading con i CFD 2.1.3 DMA La specifica di broker DMA (Direct Market Access) implica la possibilità di eseguire direttamente gli ordini nei book dei mercati regolamentati, la visualizzazione di più livelli nei book (DMA L2) rispetto ai book OTC standard (OTC L1) e slippage ridotti grazie alla presenza di un numero inferiore di intermediari. Una volta eseguite le transazioni, queste vengono trasformate in CFD. 2.1.4 Gestione dei fondi Un altro aspetto da considerare durante la selezione di un broker è la gestione e tutela dei fondi: fidatevi solamente dei broker che utilizzano conti segregati. Un conto segregato è un deposito in cui i fondi dei clienti sono separati da quelli del broker, per assicurare la restituzione in caso di fallimento dell’azienda. Di esempio il caso di Peregrine Financial Group (PFG), fallita con un buco di oltre 260 milioni di dollari. I clienti non vedranno mai restituiti i loro fondi in quanto non erano stati depositati in conti segregati a cura di una banca depositaria, ma venivano gestiti direttamente da PFG. Ricordo, inoltre, che la differenza sostanziale tra banca e broker è che la prima può, per legge, utilizzare i fondi dei clienti per effettuare investimenti, a fronte di un tasso di interesse e di altri servizi; il broker, invece, deve agire da intermediario in cambio di una commissione e non può utilizzare i fondi dei clienti per operazioni di investimento. 2.1.5 Associazione Italiana Broker Forex e CFD In Italia il tasso di crescita sugli scambi di CFD è tra i più alti d’Europa. Con l’obiettivo di tutelare gli investitori italiani, l’Associazione Italiana Broker Forex e CFD (www.assoforexcfd. it) si è data lo scopo statutario di cooperare con le autorità italiane garanti del mercato e del risparmio su temi inerenti il funzionamento dei mercati forex e CFD. I punti di lavoro comune non mancano, come per esempio il disegno di interventi di regolamentazione delle forme di comunicazione e pubblicità verso il pubblico, molte volte ingannevoli. Tra le società aderenti troviamo IG, CMC Markets, FXCM, XTB, ActiveTrades, Fineco e Saxo Bank. 19 Guida al trading con i CFD 2.2 Contratti standard e mini 2.2.1 Contratto per Differenza Il significato di Contratto per Differenza deriva dal contratto implicito che si instaura tra le parti: il venditore (il broker) si impegna a pagare al compratore (il trader) la differenza tra il valore corrente dell’asset acquistato e il valore nel momento in cui verrà chiusa la posizione. Nel caso in cui questa differenza fosse negativa, sarà il compratore a pagare questa differenza. 2.2.2 Contratti mini, mini lotti e frazioni di contratto Una peculiarità dei CFD sono i contratti mini, o mini lotti nel mercato delle valute, lotti inferiori a quelli quotati in borsa. Una caratteristica importante che aiuta i trader neofiti a consolidare la conoscenza e la padronanza dello strumento, evitando spiacevoli inconvenienti inziali dovuti a esposizioni difficili da gestire senza l’esperienza adeguata. Non solo, i contratti mini sono perfetti per testare una strategia per un successivo utilizzo in leva o, perchè no, direttamente sul sottostante di riferimento. Oltre ai contratti mini sono disponibili anche frazioni di contratto. I margini richiesti per queste tipologie di contratti sono davvero irrisori e alla portata di tutti. 2.3 Sottostante I CFD sono uno strumento replica, cioè replicano l’andamento del sottostante, ovvero lo strumento a cui fanno riferimento. I sottostanti possono essere diversi: indici, valute, materie prime, azioni, obbligazioni, opzioni, ETF, ecc. Esamineremo questi sottostanti nel capitolo 3, con particolare attenzione alle caratteristiche intrinseche dei relativi CFD. 2.4 Leva finanziaria 2.4.1 Leva finanziaria La leva finanziaria [leverage] permette di scambiare un contratto senza disporre del capitale richiesto, ma con il versamento di un margine, solitamente una minima parte del capitale richiesto dal contratto stesso. 20 Guida al trading con i CFD 2.4.2 Margine Il margine richiesto inizialmente viene detto margine di garanzia ed è calcolato in base alla volatilità giornaliera del titolo. La volatilità è un indice della variazione percentuale dei prezzi nel tempo. Di conseguenza, titoli con volatilità alta richiederanno un margine maggiore. Il margine di garanzia viene integrato giornalmente con il margine di compensazione intraday, in caso di aumenti anomali della volatilità del titolo. Nel caso in cui le perdite fossero maggiori al margine depositato, il capitale mancante verrà integrato tramite prelievo sul conto di deposito [margin call]. Il VIX, indice sulla volatilità, può essere un utile metrica sull’aspettativa del mercato in termini di volatilità. Un’ulteriore caratteristica dei CFD è che i margini sono più vantaggiosi di quelli richiesti dalla cassa di compensazione e garanzia (CC&G) dei mercati regolamentati. La CC&G è una società del gruppo Borsa Italiana, vigilata da Banca d’Italia e Consob, adibita a sistema di garanzia in qualità di controparte centrale per i mercati azionari e dei derivati italiani (IDEM). 2.4.3 Rischi correlati Il concetto di leva finanziaria è sempre associato a rischio. Spesso non si comprendono con esattezza le modalità di utilizzo della leva finanziaria e ciò può provocare notevoli disagi. Vi illustro uno scenario ipotetico: immaginiamo di voler scambiare un CFD in leva 1 a 10 su un sottostante del valore di 100.000€. Il margine richiesto sarà di 10.000€. Un movimento del 5% del titolo comporterà un profitto (o una perdita) pari al 5% del valore del sottostante, non del margine. In poche parole, se fossimo short sul CFD, un trend rialzista pari al 5% del valore del sottostante comporterebbe una perdita di 5000€. Nel capitolo 4 vedremo che i CFD e l’utilizzo della leva si prestano molto bene per strategie di hedging ed estrazione di capitale, ma comportano notevoli rischi operando in ottica speculativa. Sempre nel capitolo 4 parleremo di time management, risk management, money management e ordini, fornendo alcuni consigli pratici per evitare fin da subito spiacevoli sorprese, dovute all’apparente semplicità di questo strumento. 21 Guida al trading con i CFD 2.5 Commissioni La commissione è il prezzo da pagare per il servizo offerto dal broker. Esistono diverse tipologie di commissione, in particolare i costi di gestione del conto, le commissioni per side, markup e markdown e spread fisso denaro-lettera, quest’ultima la meno trasparente. • • • • I costi di gestione del conto [management fee], spesso pari a zero e inclusi indirettamente nelle altre commissioni, sono relativi al mantenimento del conto deposito legato all’account con cui operate. Le commissioni per side possono essere espresse in termini assoluti o percentuali e sono un prezzo da pagare ad apertura e chiusura di un ordine, quindi due volte per ogni trade. Sono la tipologia di commissione più ricorrente e più trasparente. Markup e markdown indicano la differenza in tick (o pip nel mercato delle valute) tra il prezzo fornito al cliente e il prezzo reale di mercato. Lo spread fisso denaro-lettera [bid-ask spread] indica una differenza di prezzo costante tra denaro e lettera, la quale comporta una commissione per il broker pari almeno allo spread. Il book, solitamente, è un importante indice di liquidità di un mercato; nel contesto dei broker dealing desk questo indice è relativamente snaturato. 2.6 Posizioni overnight Mantenendo aperta una posizione più di un giorno si incorre nel pagamento degli interessi giornalieri, addebitati in posizione long, accreditati in posizione short. Una gestione a se stante è quella del mercato delle valute in cui va considerato l’addebitamento TomNext per le posizioni aperte più di un giorno. Questo aspetto, in particolare, ci permette di intuire con facilità che i CFD sono adatti principalmente per trading intraday, scalping, day trading e swing trading. Sono sconsigliati, invece, per trading multiday e trading di posizione (i cosiddetti cassettisti) in posizione long a causa degli interessi giornalieri e in posizione short, con attenzione alle giornate in cui sono previsti gli extra dividendi, nel caso in cui si stiano contrattando indici o azioni. Nel capitolo 4 vedremo le differenze sostanziali tra le diverse tipologie di operatività. 22 Guida al trading con i CFD 2.7 Esenzione dalle imposte di bollo Un altro aspetto da considerare è l’esenzione dalle imposte di bollo, una tassa normalmente applicata a conti correnti e al controvalore di mercato (in alternativa nominale o di rimborso) dei dossier titoli, inclusi i conti di deposito. 2.8 Negoziazione h24 Il trading time dei CFD, a differenza di molti altri strumenti, consente di negoziare 24 ore al giorno senza interruzioni, anche in orari in cui i mercati sottostanti sarebbero chiusi. Nel capitolo 4 vedremo le implicazioni del time management in una strategia di trading, sia essa di breve o medio periodo. 2.9 Attività aziendali Le attività aziendali [corporate actions] sono le attività di gestione ordinaria di una società quotata e comprendono la distribuzione di dividendi, extra dividenti, gli aumenti di capitale, le OPA (Offerta Pubblica di Acquisto) e le emissione di altri diritti. I CFD riflettono puntualmente queste attività oggetto dei mercati sottostanti. Tutto ciò comporta un accredito pari all’entità dell’attività aziendale incorsa per i trader in posizione long, mentre i trader in posizione short vengono addebitati di tale cifra. Nel capitolo 4 vedremo come sfruttare questa anomalia durante la distribuzione degli extra dividendi. 2.10 Scadenza I CFD non hanno scadenza [cash settlement], né tanto meno costi di rollover. Inoltre, come abbiamo visto in precedenza, sono scambiati h24. Rispetto ad altri derivati, in particolare i future, non avviene consegna fisica. Unica eccezione sono i CFD trimestrali, future con scadenza trimestrale, a cui non segue una consegna fisica ma vengono applicati i costi di rollover per subentrare nel nuovo contratto a parità di condizioni. Sui CFD trimestrali non sono addebitati interessi giornalieri. 23 Guida al trading con i CFD 24 Guida al trading con i CFD 3. Strumenti Come accennato nel primo capitolo, i CFD sono uno strumento derivato, cioè i prezzi dei singoli CFD sono basati sull’andamento dei titoli sottostanti a cui fanno riferimento. In questo capitolo prenderemo in esame le caratteristiche distintive di indici, valute (Forex), materie prime (commodities), azioni, obbligazioni, opzioni ed ETF. Ognuno dei suddetti strumenti meriterebbe una trattazione a parte, noi ci concentreremo esclusivamente sui vantaggi che tali strumenti offrono nel contesto di una replica con i CFD, lasciando al lettore l’eventuale onere di approfondire le specifiche dei singoli strumenti menzionati. 3.1 Indici Gli indici azionari sono la sintesi del valore del paniere di titoli azionari a cui fanno riferimento. La volatilità degli indici è una buona approssimazione della variazione temporale del valore dei titoli inclusi nel paniere. Sono calcolati con diverse modalità, con riferimento al metodo di ponderazione utilizzato sui titoli (equally weighted, price weighted e value weighted, il più diffuso, che risolve i problemi dei due metodi precedenti, considerando la capitalizzazione di borsa dei titoli e le eventuali attività aziendali incorse durante l’anno, le quali posso portare a un ribilanciamento dell’indice). I primi indici a essere replicati presso i broker inglesi dopo l’espansione iniziale dei CFD, furono il Dow Jones (USA), il NASDAQ 100 (USA), l’S&P 500 (USA), il FTSE 100 (UK), il DAX 30 (Germania) e il CAC 40 (Francia), che diventarono in breve tempo i CFD scambiati con maggiore frequenza. Altri indici che vale la pena menzionare sono il FTSE MIB (ex S&P MIB), per quanto riguarda la Borsa Italiana, il Russel 3000 e il NYSE Composite, altri indici americani, il Nikkei 225 e il Topix per il Giappone. Gli indici possono essere classificati anche per settore industriale (ad esempio gli indici STOXX come l’EURO STOXX 50, indice di titoli dell’eurozona) o area geografica. 3.1.1 Vantaggi dei CFD sugli indici • • Disponibilità di lotti mini, ancora più piccoli di quelli offerti dalle borse. Margini più vantaggiosi rispetto alla CC&G (Cassa di Compensazione e Garanzia). 25 Guida al trading con i CFD • • Negoziazione h24, anche a mercati chiusi. Stop loss garantiti. 3.2 Forex Il mercato delle valute, meglio conosciuto come Forex (Foreign exchange market) è il mercato in cui le valute vengono scambiate tra loro. I tassi di cambio sono influenzati da molteplici fattori, di cui il principale è sicuramente l’inflazione, ovvero il rapporto tra la moneta e il suo potere d’acquisto. Il Forex è il mercato più liquido al mondo con i maggiori volumi di scambio (il valore totale delle transazioni supera in media i 2000 miliardi di dollari al giorno), un ampio numero di operatori attivi, istituzionali e retail, ed è geograficamente decentrato, anche se la piazza principale, ad oggi, è Londra. I 10 maggiori “trader” di valute sono tutte istituzioni bancarie e banche centrali: Deutsche Bank, UBS, Citigroup, Barclays, Royal Bank of Scotland, Goldman Sachs, HSBC, Bank of America, J.P. Morgan Chase e Merril Lynch. 3.2.1 LIBOR, TUR ed EURIBOR Il LIBOR (London Interbank Offered Rate) e l’EURIBOR (Euro Interbank Offered Rate) sono dei tassi variabili, calcolati giornalmente. Il LIBOR, è il tasso di riferimento europeo al quale le banche si prestano denaro tra loro; questo tasso è minore del TUS (Tasso Ufficiale di Sconto), cioè il tasso con cui la banca centrale concede prestiti ad altre banche, nonché termometro del mercato finanziario in quanto determinante del tasso interbancario, applicato ai prestiti fra banche, e del tasso applicato dalle banche ai propri clienti. Il TUS, nel 1999, è stato sostituito nella zona euro dal TUR (Tasso Ufficiale di Riferimento) e fornito dalla BCE (Banca Centrale Europea). L’EURIBOR, invece, è un indice del costo del denaro a breve termine e viene solitamente utilizzato per calcolare i tassi di interesse relativi a molte operazioni finanziarie, tra cui mutui e futures. 3.2.2 Monete, majors, cross-valutari e valute esotiche Le monete più scambiate sono il Dollaro americano (USD), l’Euro (EUR), lo Yen giapponese (JPY), la Sterlina britannica (GBP), il Franco svizzero (CHF), il Dollaro australiano (AUD) e il Dollaro 26 Guida al trading con i CFD canadese (CAD). Le principali coppie di valute (Majors) sono l’Euro-Dollaro americano (EUR-USD), la Sterlina inglese-Dollaro americano (GBP-USD), il Dollaro australiano-Dollaro americano (AUD-USD), il Dollaro americano-Yen giapponese (USD-JPY), il Dollaro americano-Franco svizzero (USD-CHF) e il Dollaro americano-Dollaro canadese (USD-CAD). I cross-valutari, invece, sono le coppie di valute che contengono le Majors (EUR, JPY, GBP, ecc.), dollaro escluso, mentre le valute esotiche sono le valute dei paesi emergenti, quali, ad esempio, il Brasile. 3.2.4 Vantaggi dei CFD sulle valute • • • • • • Leva a 200 con IG. Disponibilità di mini lotti. Nessuna riquotazione grazie alla tecnologia Price Improvement di IG. Negoziazione h24. Trading interbancario con DMA L2 (Direct Market Acess). Stop loss garantiti. 3.3 Commodities Le materie prime, chiamate anche commodities, derivano dal francesismo commodité, che letteralmente significa ottenibile comodamente. All’interno di questa categoria ricadono tutti i beni offerti sul mercato senza sostanziali differenze qualitative, cioè prodotti ottenuti allo stesso modo, indipendentemente dal produttore. Una materia prima deve essere facilmente stoccabile e conservabile nel tempo, cioè non deve perdere le caratteristiche originarie. Inoltre, grazie all’elevata standardizzazione che ne ha permesso una contrattazione a livello internazionale, possono costituire il sottostante di numerosi strumenti derivati, in particolare dei futures. Le principali materie prime negoziabili nei mercati internazionali sono le energetiche (petrolio, benzina, gas naturale, etanolo, ecc.), i metalli (platino, oro, argento, alluminio, rame, zinco, ecc.), i prodotti agricoli (mais, frumento, avena, soia, ecc.), i prodotti tropicali (legname, tabacco, caffè, zucchero, cacao, cotone) e le carni (suini, bovini, ecc.). Un bene o un servizio diventano una commodity quando perdono le loro caratterisithce di differenziazione, come ad esempio i microprocessori o determinate medicine; questo processo chiamato commodification, è spesso dovuto a una diffusione globale 27 Guida al trading con i CFD della conoscenza legata alla produzione efficiente del bene o del servizio stesso. I principali centri di negoziazione delle commodity sono NYMEX (New York Mercantile Exchange), CBOT (Chicago Board of Trade), ICE (Intercontinental Exchange), CME (Chicago Mercantile Exchange), LME (London Mercantile Exchange) e NYBOT (New York Board of Trade). I principali indici sulle commodities, nati per valutarne l’andamento generale e dei singoli gruppi tematici, sono l’SP Goldman Sachs Commodity Index, il Dow Jones-UBS Commodity Index e il Reuters/Jefferies CRB Index. 3.3.1 Vantaggi dei CFD sulle commodities • Margini più vantaggiosi rispetto alla CC&G (Cassa di Compensazione e Garanzia). • Personalizzazione delle size. 3.4 Azioni L’azione è un titolo finanziario che rappresenta una quota di una società. Il possesso di una o più azioni è la condizione necessaria per essere considerati soci di una società per azioni o di una società in accomandita per azioni. Sono disponibili azioni di diverso tipo che all’interno di ciascuna categoria devono offrire uguali diritti: azioni ordinarie, privilegiate, di risparmio, di godimento, ecc. Il valore delle azioni di una società è detto capitalizzazione. Il vantaggio dell’emissione di azioni per l’azienda emittente è rappresentato dal recupero di liquidità finanziaria necessaria per eventuali investimenti, mentre per il possessore dà diritto a ricevere una quota dei profitti dell’azienda noti come dividendi, oltre a possibili guadagni derivanti dalla vendita delle azioni stesse in seguito a quotazione sul mercato azionario. Il rendimento di una azione dipende dall’incremento (o decremento) del valore dell’azione in un dato periodo a cui si aggiungono eventuali dividendi pagati nello stesso periodo. 3.4.1 Vantaggi dei CFD sulle azioni • • • • Conveniente sistema di marginazione a scaglioni di IG Trading interbancario con DMA L2 (Direct Market Acess). SOR (Smart Order Router). MTF (Multilateral Trading Facilities). • Stop loss garantiti. 28 Guida al trading con i CFD 3.5 Opzioni L’opzione [option] è uno strumento derivato, in particolare un tipo di contratto che conferisce al possessore il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare o vendere il titolo a cui l’opzione si riferisce (sottostante) a un determinato prezzo di esercizio dell’opzione stessa (strike price), entro una determinata data, a cui va sommato un costo iniziale non recuperabile (premio), dovuto alla sottoscrizione del contratto. La differenza sostanziale rispetto agli altri derivati è che il possessore di un’opzione non è obbligato ad acquistare o vendere il sottostante, a meno che non ne tragga effettivamente un vantaggio. Le opzioni sono largamente impiegate a fini speculativi o come copertura finanziaria negli investimenti a medio e alto rischio. Le opzioni si distinguono in call e put, conferendo, rispettivamente, il diritto di acquistare o di vendere il titolo. Se l’opzione può essere esercitata solamente alla scadenza, questa viene detta “europea”, se invece il possessore ha il diritto di esercitare l’opzione per tutto il tempo che intercorre tra la sottoscrizione dell’opzione stessa e la sua scadenza, l’opzione è detta “americana”. Acquistando opzioni di tipo call o vendendo put si possono assumere posizioni rialziste (long call/put); viceversa, si possono assumere posizioni ribassiste vendendo call o comprando put (short call/put). A seconda della relazione fra prezzo di esercizio e il prezzo di mercato le opzioni sono definite “In the money” quando il detentore avrebbe convenienza a esercitare l’opzione se fosse alla scadenza, “At the money” quando il detentore è in posizione di indifferenza e “Out of the money” quando il detentore non avrebbe convenienza ad esercitare l’opzione se fosse alla scadenza. Esistono numerose varianti rispetto alla definizione tradizionale di opzione (plain vanilla) e sono rappresentate dalle opzioni esotiche. Il nome plain vanilla, semplice vaniglia, è un riferimento anglosassone alla richiesta più semplice di gelato. IG mette a disposizione opzioni binarie, opzioni touch, knock e range, opzioni barriera (up/down) e opzioni personal. 3.6.1 Vantaggi dei CFD sulle opzioni • • Margini più bassi. Opzioni su indici negoziabili h24. 29 Guida al trading con i CFD 3.6 ETF Gli ETF (Exchange-traded fund), quotati in Italia dal 2002, rientrano nel gruppo OICR (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio). Sono fondi comuni d’investimento o SICAV (Società di Investimento a Capitale Variabile), caratterizzati da una gestione passiva in quanto replicano l’andamento di un indice, o benchmark. Permettono di investire in diversi mercati, tra cui quello azionario, obbligazionario, delle commodities, ecc. Il ribilanciamento degli ETF è automatico e avviene nel momento in cui uno o più asset finanziari vengono sostituiti nell’indice. Il patrimonio degli ETF è autonomo e completamente separato da quello dell’emittente, fattore che li rende più sicuri rispetto ad altre forme di investimento e meno costosi a livello di commissioni. Il valore della quota di un fondo, al netto delle spese di gestione, è detto NAV (Net Asset Value), fondamentale per vendere nuove quote o rimborsare quote esistenti. Il delta NAV, invece, è la discrepanza tra il prezzo di negoziazione e il NAV. Gli ETF sono uno strumento molto liquido (negoziazioni fino a un milione di euro posso essere operate nelle borse valori, per cifre superiori si deve operare OTC con i market maker), alcuni sono scambiati in tempo reale ed è prevista la vendita allo scoperto (ETF strutturati), possono staccare dividendi (ETF a distribuzione) o meno (ETF ad accumulazione). Per distinguere i vari acronimi, ETP (Exchange-traded products) indica la macrofamiglia di strumenti finanziari che replicano un indice, di cui fanno parte gli ETF e gli ETN (Exchange-traded notes); gli ETN sono delle note e non dei fondi (contratti simili a obbligazioni senza cedola a lunghissima scadenza), soggetti al rischio di controparte (eventuale fallimento dell’emittente), replicano indici, come a esempio l’indice di volatilità (VIX), o commodities e in quest’ultimo caso assumono il nome di ETC (Exchange-traded commodities) e sono emessi da società SPV (Special Purpose Vehicle). 3.7.1 Vantaggi dei CFD sugli ETF • Disponibilità della leva finanziaria. • Stop loss garantiti. 30 Guida al trading con i CFD 31 Guida al trading con i CFD 4. Strategie La padronanza della metodologia è il primo passo per un trading coerente con le proprie aspettative. In questo capitolo approfondiremo la metodologia illustrata nel primo capitolo introducendo i concetti di time management, risk management e money management e position sizing. Il secondo passo è la comprensione delle dinamiche legate all’operatività, in particolare le tipologie di trading, gli ordini e le strategie attuabili con i CFD: speculazione long e short, arbitraggi, estrazione di capitale, diversificazione di portafoglio, hedging e sfruttamento delle anomalie sulle attività aziendali. I CFD si prestano per speculazioni e arbitraggi, ma anche per strategie di investimento e copertura del rischio, eliminando la complessità propria dei derivati, con particolare riferimento a opzioni e futures. 4.1 Time management Con time management indichiamo tutti i concetti relativi alla gestione del tempo. Vediamo i principali: il time-frame è la misura temporale del flusso di dati e può essere intraday (tick o barre composte da uno o più minuti) o multiday (barre giornaliere, settimanali e mensili), il trading time si riferisce ai momenti della giornata in cui è possibile fare trading (solo giorno o giorno e notte, come nei CFD) e ai periodi in cui la borsa di riferimento è chiusa e l’attività di trading non è permessa; al trading time vanno associati almeno altri due dettagli: i momenti in cui l’operatività è sconsigliata (l’orario di pranzo noto come “spaghetti time” e la prima e l’ultima mezzora in cui i titoli hanno volatilità fuori dalla media) e il fuso orario di riferimento che, per certi versi, determina e vincola la vita del trader. Un altro concetto è quello di timing e implica la messa a punto di filtri temporali per l’apertura di una posizione. Anche la differenza tra intraday e overnight ricade in questo elenco, determinando, nel contesto dei CFD, il pagamento o meno di un tasso di interesse. Per finire, lo slippage determina la differenza tra il prezzo richiesto e il prezzo reale di esecuzione, determinato dall’efficienza del broker e critico in un contesto di trading intraday. La tecnologia Price Improvement di IG evita il problema dei requote e assicura l’apertura delle posizioni al prezzo richiesto. Nel vocabolario trovate alcuni approfondimenti di concetti appena visti. 32 Guida al trading con i CFD 4.2 Risk management Il risk management comprende i segnali di gestione del rischio, l’ottimizzazione delle strategie e la diversificazione di portafoglio. I segnali di gestione del rischio più utilizzati sono lo stop loss, livello statico di chiusura della posizione, il breakeven stop, un livello dinamico utilizzato per coprire il solo costo della posizione aperta, il trailing stop, livello dinamico che si aggiorna al raggiungimento di determinati target di prezzo e il profit target (o take profit), livello statico utilizzato per cautelare un target di profitto della posizione. IG mette a disposizione anche gli stop loss garantiti, una variante sicura degli stop loss classici, in cui la posizione viene chiusa esattamente al livello richiesto e non si è soggetti, come avviene per lo stop loss classico, ai gap del mercato. Tutti questi segnali possono essere ottimizzati simulando le performance ipotetiche al computer mediante back-test, forward-test e stress-test. Di seguito un approfondimento minimo sul concetto di selezione e diversificazione dei titoli, aspetto fondamentale in ottica di portafoglio. 4.3 Diversificazione di portafoglio La diversificazione di un portafoglio di titoli [asset allocation] è un’attività di risk management, complessa ma cruciale, consistente nella riduzione della rischiosità del suo rendimento, mediante la presenza di molteplici asset, non perfettamente correlati tra loro. Investendo in modo non correlato sul portafoglio, aggiungendo un’ampia gamma di titoli, tra cui anche i CFD, è possibile frazionare il rischio complessivo dell’operazione. Il concetto di diversificazione nasce con la Modern Portfolio Theory (MPT), introdotta e formalizzata da Herry Markowitz, una delle più diffuse teorie di portfolio selection. La brillante intuizione dell’economista, premio Nobel insieme a Merton Miller e William Sharpe nel 1990, fu il cambiamento di ottica: egli evidenziò come dovesse essere il portafoglio a presentare un adeguato rapporto di risk/reward e non i singoli strumenti in maniera individuale. In seguito venne presentata la Post Modern Portfolio Theroy (PMPT), risposta multilaterale che introdusse elementi di finanza comportamentale e fornì diversi spunti di innovazione sulla misura del rischio. MPT e CAPM (Capital Asset Pricing Model) non sono nati per l’allocazione degli asset anche se è l’obiettivo per cui spesso vengono utilizzati. 33 Guida al trading con i CFD 4.4 Money management Il money management comprende, invece, tutte le tecniche empiriche e non, di gestione del capitale e delle posizioni (position sizing), prestandosi a spiegare quanto investire piuttosto di come investire. Ogni tecnica implica una diversa sopportazione del rischio, quindi è bene comprendere innanzitutto la propria propensione al rischio prima di valutare la tecnica di money management a cui affidarsi. Spesso le trattazioni su questo argomento iniziano spiegando la differenza tra i processi stocastici di martingala e antimartingala, per arrivare a illustrare la nota formula di John Kelly. Lo spazio a disposizione non ci permette di trattare questo argomento complesso in modo esauriente, quindi mi limiterò a indicarvi i nomi di alcune famose tecniche di money management, di cui potrete trovare ampie definizioni in molti libri: fixed ratio, proposto da Ryan Jones in alternativa a fractional ratio, optimal f, secure f, reduced f, percent volatility model, aggressive ratio, asymmetric ratio, timid bold equity, equity curve trading, z-score, probability of ruin, ecc. Un accenno va fatto anche all’indice Expectancy, proposto da Van Tharp, utile strumento di position sizing di cui trovate una breve descrizione nel dizionario a conclusione della guida. Per finire, un potente metodo statistico di simulazione a supporto del money management è l’analisi Montecarlo, che mescola casualmente l’ordine degli avvenimenti in una serie storica permettendo una valutazione probabilistica più accurata della strategia oggetto dell’analisi. 4.5 Tipologie di trading Ogni tipologia di trading è ben categorizzata per approccio, operatività o temporalità. L’approccio deriva solitamente dalla formazione del trader e si distingue nelle seguenti tipologie: analisi fondamentale, analisi macroeconomica, trading discrezionale, analisi grafica, analisi tecnica e analisi quantitativa (a quest’ultima appartiene il trading algoritmico, argomento oggetto di un’appendice a fine guida). L’operatività si distingue in base alla strategia adottata: trend following, channel breakout, stop & reverse, pullback trading, gap trading, pattern trading, scalping, spread trading, mean reversion, contrarian, noise trading, random entry, strategie mercato-neutrali (il pairs trading ne è un esempio) e delta-neutrali, arbitraggi, ecc. A livello temporale si distinguono in intraday, day trading (apertura e chiusura della posizione in giornata), swing trading (apertura e chiusura della posizione in 3-5 giorni), multiday trading (posizioni 34 Guida al trading con i CFD aperte per settimane) e position trading o cassettisti (posizioni aperte per mesi o anni). 4.6 Ordini Prima di entrare nel vivo della trattazione riguardante le strategie attuabili con i CFD, è importante comprendere la differenza tra le diverse tipologie di ordini a disposizione. Gli esempi si riferiscono all’entrata long; per entrata short e relative chiusure, i concetti devono essere capovolti. Il market order (MKT od ordine al meglio) viene eseguito senza condizioni al prezzo disponibile al momento dell’esecuzione; dovrebbe essere utilizzato solo nei fast market quando non si è assolutamente disposti a perdere un’opportunità di trading. Lo stop order (STP od ordine in stop) viene eseguito come market order quando il prezzo raggiunge o supera il livello richiesto, il limit order (LMT od ordine al limite), invece, richiede un prezzo uguale o migliore al prezzo richiesto. L’ordine goodfor-day (GFD od ordine giornaliero) è valido solo nella giornata in cui viene immesso, mentre l’ordine good-till-cancel (GTC od ordine valido fino a cancellazione) viene rinnovato, qualora non eseguito, anche nei giorni successivi sino a cancellazione da parte del trader. Esiste anche l’ordine GTD valido fino a data specificata al momento dell’ordine. L’ordine order-cancel-order (OCO od ordine cancella ordine) consiste nell’esecuzione combinata di due ordini, uno dei quali sarà annullato dal primo ordine eseguito. L’ordine onetriggers-other (OTO od ordine aggiungi ordine) permette di piazzare un secondo ordine non appena eseguito il primo. Ognuno di questi ordini andrebbe abbinato a un segnale di risk management tra quelli visti nel precedente paragrafo (stop loss, trailing stop, profit target, ecc.). 4.7 Speculazione long e short Per speculazione long e short si intende la compravendita di uno o più titoli in un range temporale che va da microsecondi (highfrequency e low-latency trading) a una settimana o più giorni (swing e multiday trading) con ipotesi rialzista (long) o ribassista (short) sui titoli. Un trade rialzista prevede l’acquisto reale del titolo e la sua successiva rivendita a un prezzo maggiore di quello di acquisto; un trade ribassista, detto anche allo scoperto o a nudo, si configura piuttosto come un prestito di denaro e la speranza è quella di poter 35 Guida al trading con i CFD acquistare successivamente il titolo venduto allo scoperto a un prezzo inferiore, guadagnando su una tendenza a ribasso. Il termine short, che in italiano significa breve, nasce in riferimento al fatto che la fasi discendenti dei mercati durano storicamente meno e sono inferiori a quelle ascendenti. I CFD sono per lo più utilizzati per operazioni di speculazione, a cui si prestano alla perfezione. Il capitolo “Concetti” dovrebbe avervi chiarito i pregi ed esaltato le insidie dei CFD, per permettervi di operare in modo consapevole. 4.8 Estrazione di capitale Per estrazione di capitale si intende l’operazione di sostituzione, dove possibile, del capitale investito su più titoli con i relativi CFD. Questa operazione permette di recuperare il capitale non soggetto al deposito dei margini, fornendo l’opportunità di disinvestirlo o reinvestirlo, tendenzialmente a minor rischio, facilitando l’attività di diversificazione di portafoglio, argomento del prossimo paragrafo. L’estrazione di capitale e le strategie di hedging, come vedremo in seguito, sfruttano la leva finanziaria, caratteristica che ha reso i derivati così diffusi. 4.9 Hedging Le strategie di hedging, o copertura del rischio, servono per diminuire l’esposizione e il profilo di rischiosità di un titolo o di un portafoglio, soprattutto nei contesti in cui si vuole tutelare un patrimonio acquisito o parzialmente da acquisire (mi riferisco alle stock options, benefit spesso offerto al top management delle aziende ma non solo), evitando di perdere (e come rovescio della medaglia, di guadagnare) nei momenti particolarmente sfavorevoli o presunti tali. Di fatto funzionano come un’assicurazione. Queste strategie possono essere attuate grazie a vendite allo scoperto dei medesimi titoli o mediante strumenti derivati come opzioni put e call, contratti future e forward e ovviamente con i CFD, sfruttando la leva finanziaria. In questo modo è possibile diminuire la volatilità del titolo o del portafoglio, a patto di accettare un profit-lock sui titoli oggetto di hedging. La convenienza nell’adottare uno strumento in leva è dovuta al minor investimento di capitale da vincolare per la strategia di copertura, pari al margine richiesto dal contratto. Lasciando la posizione aperta per lunghi periodi si sarà soggetti agli interessi overnight, prezzo da pagare per poter usufruire di questa utile opportunità di salvaguardia del proprio capitale. 36 Guida al trading con i CFD 4.10 Anomalie sulle attività aziendali Come abbiamo visto nel capitolo “Concetti”, i CFD replicano l’andamento dei titoli sottostanti, comprese le attività aziendali: distribuzione di dividendi, extra dividenti, aumenti di capitale ed emissione di altri diritti. La conoscenza dei momenti in cui avverranno queste attività, potrà servire, da un lato, a evitare addebiti per i trader in posizione short; viceversa, permetterà ai trader in posizione long di avvantaggiarsi guadagnando, oltre all’eventuale trend favorevole, l’ammontare relativo all’attività aziendale avvenuta, con particolare riferimento agli extra-dividendi. Spesso, nelle riviste di settore e nei calendari degli stock exchange sono reperibili informazioni sulle date delle attività aziendali previste dalle aziende che, per qualche motivo, le hanno annunciate pubblicamente. Per mettere in pratica questa strategia è necessario acquistare il titolo poco prima della chiusura del giorno precedente l’attività aziendale, per poi rivendere subito dopo l’apertura del giorno seguente. L’account verrà accreditato del dividendo netto e il rischio di questa strategia è moderatamente basso. L’unico problema sta, eventualmente, nella verifica della veridicità delle informazioni sulle attività aziendali previste dalle aziende: fidatevi esclusivamente delle fonti di settore attendibili e confrontate le date con quelle degli anni precedenti. 4.11 Arbitraggi Gli arbitraggi, a differenza della speculazione o di altre strategie, sono operazioni che consistono nell’acquistare un titolo su un mercato e rivendendolo su un altro, sfruttando differenze di prezzo dovute a errori tecnici dei mercati o ad asimmetrie, al fine di ottenere un profitto. Una specifica degli arbitraggi, inoltre, è l’assenza totale di rischi per l’operatore. Gli arbitraggi derivano spesso da conoscenze di insider anche se bisogna riconoscere che i sistemi di monitoraggio degli intermediari finanziari riescono a riconoscere con facilità queste pratiche e a bloccarle sul nascere. 37 Guida al trading con i CFD 38 Guida al trading con i CFD 5. IG IG è un’azienda inglese, prima al mondo nella contrattazione di CFD. In questo capitolo esploreremo l’offerta del broker, esaltando i punti di forza che lo differenziano dai principali concorrenti a livello e che gli stanno assicurando una posizione privilegiata, grazie all’ampia disponibilità di strumenti e titoli, alla cura per i dettagli, alla trasparenza e alle continue innovazioni tecnologiche, sia a livello di servizio generale che di accessibilità della piattaforma, disponibile nelle versioni desktop, online e mobile (per iPhone e iPad). IG ha ricevuto numerosi riconoscimenti a livello internazionale come migliore provider CFD del 2010 e del 2011 e migliore provider DMA del 2011, oltre a essere il maggiore fornitore di conti CFD del Regno Unito. 5.1 Tecnologie • • • ECN-STP: un insieme di specifiche tecnologiche che sottintendono delle politiche trasparenti nelle quotazioni, basate sui prezzi calcolati dalle banche centrali, e procedure informatizzate e automatiche per la gestione degli ordini. IG dispone di un proprio ECN chiamato Forex Direct. DMA L2: il normale circuito Over the Counter (OTC, livello 1) permette la visualizzazione di un singolo prezzo denarolettera. La tecnologia DMA L2 (Direct Market Access, livello 2) permette l’accesso diretto al book con un numero maggiore di livelli di prezzo, contenendo potenzialmente lo spread di mercato e permettendo l’inserimento di ordini prima, durante e dopo le aste, per sfruttare una liquidità più ampia e avvantaggiarsi sul prezzo. Eliminando gli intermediari durante l’esecuzione degli ordini, si favorisce, inoltre, lo slippage. Il circuito DMA di IG, vincitore di numerosi riconoscimenti a livello internazionale, è chimato L2 Dealer. Il book di L2 Dealer aggrega sia i prezzi delle borse principali che MTF. MTF: gli MTF (Multilateral Trading Facilities) sono piattaforme alternative con cui negoziare sul mercato azionario. Sono in grado di offrire prezzi migliori rispetto alle principali borse e rappresentano oltre il 40% della liquidità complessiva. IG permette di operare su Chi-X e BATS. Le dark liquidity pool sono spesso utilizzate dagli investitori 39 Guida al trading con i CFD • • • • • • istituzionali che non vogliono rivelare il prezzo, il volume e chi effettua l’ordine. La tecnologia di IG ti permette di accedere alle dark pool, fornita dagli MTF come Chi-X o BATS. Per cui ad ogni inserimento di ordine, la piattaforma verifica se c’è della liquidità nelle dark pool. Nel caso tale liquidità non ci fosse, l’ordine viene poi inviato sui book in chiaro. Così si può beneficiare di maggiore liquidità di mercato e aumentare le probabilità che i tuoi ordini vengano eseguiti a un prezzo potenzialmente migliore. In passato gli MTF e le dark pool erano disponibili solo per la clientela istituzionale. IG ha consentito l’accesso anche ai trader retail attraverso le nostre due piattaforme con accesso diretto al mercato: la piattaforma online e la L2 Dealer. SOR: il sistema SOR (Smart Order Routing) ricerca il miglior prezzo esistente sui vari circuiti di negoziazione e indirizza l’ordine nel mercato che ha il prezzo migliore. Multi-Venue: tecnologia che permette di ricevere migliori quotazioni, grazie alla disponibilità di prezzi aggregati provenienti da diverse borse, migliore esecuzione degli ordini, grazie ad una maggiore liquidità, ricerca automatica del miglior prezzo possibile e informativa prezzi gratuita grazie a MTF. Multi-Venue, abbinata a SOR, permette di ricevere i migliori prezzi disponibili sul mercato azionario con i CFD. FIX: La tecnologia FIX consiste in un sistema che permette lo scambio elettronico in sicurezza e in tempo reale di ordini di negoziazione. IG offre FIX anche per gli OTC. FIX permette anche di utilizzare gli algoritmi e i modelli di trading automatici. IG offre FIX DMA, che permette di accedere agli scambi del mercato sottostante e di fare trading automaticamente. Il nome FIX (Financial Information eXchange) deriva da un protocollo, ormai standard de facto, creato nel 1992 per regolare lo scambio di informazioni inerenti alle transazioni nei mercati finanziari. Depositi su conti segregati: la gestione dei depositi dei clienti è delegata a conti segregati, conti a cui IG non può attingere in caso di difficoltà aziendali o bancarotta. Price Improvement: tecnologia innovativa che punta a fornire al cliente il miglior prezzo disponibile ed evita gli spiacevoli inconvenienti derivanti dalle riquotazioni. Stop loss garantiti: segnale di risk management fondamentale, 40 Guida al trading con i CFD la specifica “garantito” assicura la chiusura della posizione esattamente al raggiungimento del target di prezzo impostato. Rispetto allo stop loss classico, non sempre eseguito nel momento giusto, il garantito è a pagamento ma riduce lo stress piscologico, soprattutto nelle posizioni aperte con un investimento importante. 5.2 Strumenti 5.2.1 Strumenti Numerosi gli strumenti sottostanti su cui è permessa l’operatività: valute (forex), indici, azioni, materie prime (commodities), opzioni, opzioni binary, opzioni personal, obbligazioni, tassi di interesse ed ETF. Abbiamo avuto modo di affrontare le caratteristiche principali di tutti questi strumenti nel capitolo 3. 5.2.2 Margini Per quanto riguarda la leva, i margini sono calcolati su 4 livelli e, per esempio, si parte dal 5% sul mercato azionario e dallo 0,5% sul forex. L’adozione degli stop loss garantiti aumenta il margine iniziale richiesto ma assicura di non perdere più del margine versato. Posizioni con stop loss non garantiti, trailing stop e ordine al limite richiedono un margine inferiore ma hanno una rischiosità maggiore. 5.2.3 Commissioni IG offre commissioni per side minime sul mercato azionario e spread ridotti (markup) su tutti gli altri mercati, per un totale di oltre 10.000 titoli su cui è possibile fare trading. Una commissione ridotta è applicata in caso di posizioni overnight: per azioni e indici la commissione è calcolata a partire dal tasso interbancario (EURIBOR per operazioni in Euro), per le valute è pari al tasso tom-next più uno spread. Un minimo tasso è applicato sulle conversioni di valute nel momento in cui le posizioni vengono chiuse e i fondi devo essere trasferiti o addebitati sul conto. Sulla gestione dei conti deposito non è applicata nessuna tassa di margin calls o di estratti conto. I dati in tempo reale sono a pagamento ma possono essere azzerati in caso di operatività minima. Alcune commissioni sono addebitate sui versamenti con carta di credito, sulle posizioni short e sull’utilizzo degli stop loss garantiti. 41 Guida al trading con i CFD 5.3 Piattaforme 5.3.1 Piattaforme online e mobile IG mette a disposizione una suite potente, completa e accessibile di piattaforme in grado di coprire le esigenze del trader più sofisticato. È disponibile una piattaforma online, accessibile via browser, una serie di piattaforme per smartphone e tablet, compatibili con i sistemi operativi iOS, Android, Windows Phone e Blackberry. Piena compatibilità con iPhone, iPod Touch, iPad e iPad Mini. Tutte le piattaforme permettono di accedere al miglior prezzo disponibile senza riquotazioni grazie alla tecnologia Price Improvement, supportano l’accesso diretto al mercato (DMA), il 99,3% degli ordini vengono eseguiti entro 0,1 secondi (Best Execution), ProBackTest permette il backtest delle strategie in modo agevole, gli alert possono essere personalizzati e automatizzati secondo variabili predefinite. 5.3.2 Insight Con Insight si possono confrontare i dati di mercato, utilizzare i grafici per identificare le opportunità di investimento e scoprire in tempo reale che scelte fanno 140.000 trader che operano con noi attraverso gli indicatori del sentiment di mercato. Insight è completamente integrato con la piattaforma di trading online: fornisce watchlist personalizzabili e tutte le funzionalità per operare. Il servizio di news push fornito da Reuters mostra le notizie di interesse del trader, ordinate per categoria e singolo mercato. Per finire, il calendario economico e il diario di trading permettono di tenere traccia dell’operatività passata e delle posizione aperte. 5.3.3 L2 Dealer L2 Dealer, la piattaforma di punta di IG, fornisce inoltre funzionalità avanzate tra cui Multilateral Trading Facilites (MFT) con Dark Liquidity Pools, Smart Order Routing per la selezione automatica del miglior prezzo tra DMA e MTF, strumenti per scalping via book e via grafico, grafici avanzati personalizzabili con oltre 70 indicatori e indicatori personalizzati, ordini iceberg e asteriscati, possibilità di inserimento degli ordini da Microsoft Excel. 42 Guida al trading con i CFD 5.3.4 Conto virtuale È possibile chiedere l’apertura di un conto demo della durata di 2 settimane, funzionale per provare la piattaforma online ed eventualmente le versioni mobile, oltre a scoprire se i titoli di vostro interesse sono disponibili. Di seguito alcuni screenshot tratti dalla piattaforma online e dalle versioni mobile per iPhone e iPad. Notate la coerenza e la cura dei dettagli, requisito spesso trascurato nella maggior parte delle piattaforme di trading. 5.4 Supporto Il customer care è raggiungibile via telefono o email. Sul sito web è disponibile una vasta raccolta di domande frequenti (FAQ) con relative soluzioni e un dizionario che copre la terminologia più diffusa. Le persone che hanno aperto un conto, inoltre, possono beneficiare della sezione dedicata alle proprie domande, a cui gli analisti rispondono direttamente. Non solo, è possibile aprire un conto premium che offre una linea diretta con un operatore personalizzato, inviti ai migliori eventi culturali, sportivi e di trading sponsorizzati da IG, le ricerche di mercato curate dagli analisti, oltre a ricevere gli interessi sui fondi depositati sul conto IG. 5.5 Didattica I servizi legati alla didattica sono molteplici, in particolare sono disponibili seminari in sede, online e su richiesta. Numerosi anche gli analisti che curano i commenti giornalieri, disponibili tutte le mattine, e settimanali, sia sull’andamento generale della borsa, che sulle novità dei titoli offerti. Nel dettaglio, sono disponibili tre focus su forex, commodities e indicatori economici, quest’ultimo disponibile su Insight. Una politica di fidelizzazione attivata è relativa all’invito di amici in cambio di un bonus. IG è molto attiva sui social network, in particolare su Facebook e Twitter dove sono ricondivise le news principali, e su YouTube in cui sono disponibili video news curate dal team di analisti. 43 Guida al trading con i CFD Conclusioni La conoscenza approfondita degli strumenti su cui operare è il primo passo verso un trading consapevole. ABCFD si propone come una guida originale, propedeutica ai libri operativi che trattano le strategie da un punto di vista tecnico, mettendo in evidenza l’importanza dei prerequisiti e della metodologia. L’approccio sintetico ma preciso, guida il lettore in un percorso coerente e funzionale: vengono sviscerati i CFD, argomento principale della guida; sono trattati in modo esauriente i prerequisiti, la metodologia, gli strumenti, le strategie e l’offerta di IG. La guida inoltre, si sofferma spesso sul concetto di “idea di trading”, prerogativa essenziale per un trading di successo. Come ci ricorda Samuel Butler, noto scrittore inglese: “La vita è l’arte di trarre conclusioni sufficienti da premesse insufficienti”. 44 Guida al trading con i CFD Appendice 1: Piattaforme di trading Ogni broker propone una serie di piattaforme proprietarie, spesso non alla pari delle piattaforme non proprietarie. Innanzitutto dobbiamo distinguere le piattaforme in tre categorie: desktop, online e mobile. Le prime, girano sui principali sistemi operativi odierni (Microsoft Windows e Apple Mac OS X), le seconde sono applicazioni web accessibili mediante un browser di ultima generazione (Mozilla Firefox, Google Chrome, ecc.), le ultime possono essere applicazioni web ottimizzate per smartphone e tablet o direttamente app native sviluppate per i sistemi operativi mobile più utilizzati (Apple iOS e Google Android). Le piattaforme nascono come supporto alla medotologia applicata e mettono a disposizione del trader una serie di strumenti di analisi e testing a cui è impossibile rinunciare. Se non ricordate gli step in cui si suddivide una metodologia, tornate al capitolo 1 e leggete attentamente il paragrafo “Una metodologia infallibile”. 45 Guida al trading con i CFD Appendice 2: Analisi grafica e indicatori tecnici I pattern sono basati sulle figure dell’analisi grafica (doppi e tripli massimi e minimi, testa e spalla normali e rovesciati, triangoli, rettangoli, cunei, bandiere, pennelli, spike, diamanti, ecc.) o su fenomeni, legati a variabili basate non esclusivamente sui prezzi, che si ripetono con frequenza sulle serie storiche analizzate. La tipologia di trading basata su questa ripetitività nel tempo (breve, medio e lungo periodo) è chiamata pattern trading. Prendiamo come esempio il gap o spike, una figura meno mistica di altre presenti in letteratura. Si individua nei grafici quando le quotazioni di un titolo subiscono un salto, verso l’alto o verso il basso, determinando un aumento o una diminuzione del prezzo in modo non convenzionale e difficilmente prevedibile. I gap si notano con più facilità nelle fasi di riapertura dei mercati in cui le quotazioni di partenza della nuova giornata non riflettono il prezzo di chiusura del giorno precedente, a causa di quanto accaduto nel periodo in cui la borsa era chiusa. Il fenomeno dei gap ha segnato la nascita di una tipologia di trading chiamata, appunto, gap trading. Rientra nelle strategie di pattern trading ed è spesso automatizzata. Gli indicatori tecnici, invece, sono spesso basati su formule matematiche che cercano di identificare i trend di un titolo, le rotture di un canale (in questo caso si chiamano oscillatori e le strategie che ne derivano sono dette channel breakout), le inversioni di tendenza, ecc. La maggior parte degli indicatori tecnici si basano su informazioni relative ai prezzi. Meno conosciuti, purtroppo, gli indicatori non di prezzo, basati su volumi, volatilità, tempo, sentimento, forza relativa e ampiezza. Gli indicatori più famosi sono le medie mobili semplici ed esponenziali, l’RSI (Relative Strenght Index), l’ATR (Average True Range), le bande di Bollinger, il ROC (Rate of Change) a cui è collegato anche il TRIX, il MACD (Moving Average Convergence/Divergence), il CCI (Commodity Channel Index), l’ADX (Average Directional Index), il SAR (Parabolic Stop and Reverse), il momentum, lo stocastico e molti altri. 46 Guida al trading con i CFD Appendice 3: Indici di profitto e rischio Gli indicatori di profitto e rischio, con relativi grafici esemplificativi, possono essere calcolati manualmente, mediante l’ausilio di fogli di calcolo come Microsoft Excel, o ritrovati già calcolati nei report di performance delle piattaforme di trading più avanzate, come visto in Appendice 1. Questi indicatori permettono di valutare con oggettività scientifica i risultati delle strategie applicate su singoli titoli o su portafogli. Un altro obiettivo è quello di comprendere se la rischiosità delle strategie è coerente con il profilo di rischio che siete in grado di sopportare. • • • • • • Expectancy: è un indicatore inventato da Van Tharp che calcola l’aspettativa di vincita (o perdita) media per ogni euro rischiato. È un indicatore utile per il money management e in particolare per il position sizing. Walk forward index: risultato dell’analisi walk forward, misura la robustezza della strategia testata in un contesto più realistico del classico backtest. L’analisi walk forward suddivide i dati storici in intervalli temporali e per ciascuno testa e ottimizza i valori degli input della strategia. Questo indice considera la redditività generale della strategia, la consistenza e la distribuzione dei profitti, il drawdown massimo e la distribuzione dei drawdown. Sharpe ratio: ideato da William Sharpe, premio Nobel per l’economia, esprime la performance di un portafoglio in rapporto al rischio (volatilità e deviazione standard) del portafoglio stesso. Average trade: indica il profitto medio per trade e dovrebbe essere abbondantemente superiore alla somma di commissioni e slippage. Ottime equity line, troppo belle per essere vere, sono spesso collegate ad average trade bassi che non contano commissioni e slippage. Nella realtà queste strategie sarebbero fallimentari. Tenete d’occhio i report di performance e diffidate da average trade troppo bassi. Profit factor: il fattore di profitto indica il rapporto tra profitto netto e perdite nette. È fondamentale che questo indicatore sia maggiore di 1, meglio se maggiore 2. Percent profitable: indica la percentuale di trade che hanno 47 Guida al trading con i CFD • • • • avuto esito positivo e che hanno comportato dei profitti sul numero totale di trade. Questo indicatore permette di capire se la strategia guadagna molto in pochi trade o se, a parità di trade vincenti e perdenti, guadagna di più nei trade vincenti o viceversa. È sempre consigliabile un profitto ben distribuito piuttosto di profitti concentrati in pochi trade. Questi indicatori più quelli disponibili nelle piattaforme, esprimono la bontà oggettiva di una strategia e vi permettono di evitare di incappare in risultati sovraottimizzati (overfitted) o in scenari che non ricadono nella media, ma in eccezioni ai casi generali. Number of trades: indica il numero totale di trade nel periodo considerato. La frequenza di trade determina il time-frame ideale (intraday o daily). Non solo, è importante osservare il rapporto tra il numero di trade chiusi in profitto rispetto a quelli chiusi in perdita, traendone le opportune conclusioni. RINA index: comparso per la prima volta sulla piattaforma TradeStation, esprime la rischiosità considerando profitti totali, drawdown medio e tempo a mercato. Utili in termini di money management, invece, sono la media mobile o il profit factor dell’equity line, indicatori interessanti per valutare se un preciso momento è indicato o meno per aprire nuove posizioni. P&L Explained: acronimo di profit & loss, è un riepilogo esaustivo che include profitti, perdite, commissioni e tutti i costi di gestione (commissioni, slippage, management fee, account fee, interessi overnight, altri costi) derivanti dall’attività di trading. Per ogni trade è sintetizzato l’impatto delle variabili legate al tempo, al prezzo, alla volatilità, al cambiametno dei tassi di interesse, ai nuovi trade e ai trade cancellati. Max drawdown, max intraday drawdown e average drawdown: indicano rispettivamente il drawdown massimo consecutivo, il drawdown massimo giornaliero e il drawdown medio. Questi indicatori di base sono spesso inclusi negli indicatori più complessi, come il Walk forward index o il RINA index, visti in precedenza. 48 Guida al trading con i CFD Appendice 4: Trading algoritmico Il trading algoritmico, chiamato anche trading quantitativo o trading automatico, è una particolare tipologia di trading in cui il processo di gestione e compravendita dei titoli viene parzialmente o completamente automatizzato da algoritmi di trading più o meno sofisticati. Le strategie di trading algoritmico che ne derivano sono chiamate anche trading system, robot o expert advisor, quest’ultimo termine utilizzato nel contesto della piattaforma MetaTrader. Il grado di complessità è dato dal linguaggio di programmazione e dalla completezza dell’ambiente di sviluppo integrato: sono disponibili diverse librerie in Java, C++ e C#, adatte a un pubblico di trader con formazione prevalentemente informatica, ma anche piattaforme di trading con linguaggi procedurali o, nel migliore dei casi, a oggetti, pensati per un pubblico esigente di trader retail. Esistono anche piattaforme di trading con interfacce grafiche per comporre strategie in modalità drag & drop, nate per accontentare il segmento dei trader meno competente in informatica, ma desideroso di sfruttare la potenza del trading algoritmico. L’automazione non comprende solamente la gestione dei segnali operativi, ma anche lo screening dei titoli, il risk management e il money management. L’automazione parziale, per chi non volesse affidare il proprio trading esclusivamente al PC, può essere realizzata grazie ai warning, messaggi (visuali, sonori, email, sms, ecc.) che avvisano il trader sul verificarsi di una situazione prevista a priori nell’algoritmo: per esempio, la rottura di un livello di supporto o resistenza genera un segnale di acquisto o vendita, ma la decisione sull’esecuzione resta a carico del trader. Il trading algoritmico può essere attuato con qualsiasi time-frame anche se è particolarmente consigliato per strategie intraday e obbligatorio per strategie high-frequency, in cui sono richiesti enormi volumi di scambio, tempi di esecuzione dell’ordine di microsecondi e periodi a mercato molto brevi. 49 Guida al trading con i CFD Dizionario Time-frame: si riferisce alla misura temporale del flusso dati. I time-frame più utilizzati sono intraday, con barre al minuto, daily, weekly e monthly con barre rispettivamente giornaliere, settimanali e mensili, spesso utilizzate per swing trading e trading di posizione. Tick e pip: movimento minimo di un prezzo in un determinato intervallo di tempo. Il termine tick è adottato a livello generale, mentre il termine pip si riferisce in modo preciso al mercato delle valute (forex). Il valore di un punto di un titolo è dato dalla somma di più tick., secondo i termini del contratto. Serie storica: storico completo o parziale dei dati relativi a prezzi (apertura, chiusura, massimo e minimo), volumi di scambio e disponibilità della controparte nel book. Durante la fase di analisi è consigliabile scaricare una porzione significativa delle serie storiche di riferimento, cercando di includere i momenti anomali accaduti nel passato, in modo tale da poter osservare la capacità o meno di reazione delle strategie nei contesti più critici. Book, denaro e lettera: l’elenco delle proposte di acquisto e di vendita in un dato istante temporale. È diviso in livelli, maggiore è il numero di livelli, maggiore è considerata la profondità e, di conseguenza, il numero di prezzi a disposizione su denaro (ask) e lettera (bid), rispettivamente l’elenco delle proposte di acquisto e di vendita. Slippage: aumento del prezzo di acquisto o vendita di un titolo causato dalla differenza tra il prezzo richiesto al broker e il prezzo effettivamente eseguito. Lo slippage incide principalmente nelle strategie di trading intraday in cui i tempi a mercato sono molto brevi e l’obiettivo è guadagnare pochi tick investendo un numero alto di contratti contemporaneamente. Lo slippage può essere diminuito in modo considerevole adottando un broker che supporti la tecnologia DMA, ovvero l’accesso diretto al mercato. Volume e liquidità: il volume indica la quantità di contratti scambiati in un determinato periodo di tempo. La liquidità è riferita in modo diretto al volume di scambio e indica se un titolo è scambiato molto (alta liquidità) o poco (bassa liquidità). 50 Guida al trading con i CFD Mercati toro, orso e laterali: i mercati toro (bull) sono i mercati rialzisti, i mercati orso (bear) sono i mercati ribassisti, i mercati laterali sono i mercati in cui le fluttuazioni dei prezzi non determinano trend ben definiti, in cui avvengono spostamenti minimi sugli stessi livelli di prezzo. Posizioni long, short e flat: long sono le posizioni con previsioni rialziste, short le posizioni con previsioni ribassiste, flat indica l’essere fuori dal mercato, quindi non avere una posizione aperta. Le strategie in cui non si è mai in posizione flat sono chiamate stop and reverse, nome affidato anche all’indicatore tecnico SAR (Parabolic Stop and Reverse), inventato da Welles Wilder, a cui dobbiamo anche l’invenzione dell’indicatore tecnico RSI (Relative Strenght Index). SAR è pensato per impostare i trailing stop, importante segnale di risk management, grazie all’individuazione dei pullback, ovvero le inversioni di tendenza. Equity line, run-up e drawdown: curva dei profitti derivante da operatività reale o simulata. I run-up, ovvero i profitti consecutivi, dovrebbero essere tendenzialmente costanti nel tempo e ben distribuiti nella curva dei profitti. I drawdown, ovvero le perdite consecutive, dovrebbero essere limitate, meglio se inferiori al 5% del capitale investito. 51 Guida al trading con i CFD Bibliografia • • • • • • • CFDs: The definitive guide to contracts for difference David James Norman - 2010 CFDs Made Simple: A straightforward guide to contracts for difference - Peter Temple - 2009 CFDs Made Simple: A beginner’s guide to contracts for difference success - Jeff Cartridge e Ashley Jessem - 2011 Trading Systems That Work: Building and evaluating effective trading systems - Thomas Stridsman - 2000 The Evaluation and Optimization of Trading Strategies Robert Pardo - 2008 Trading Systems: A new approach to system development and portfolio optimisation - Emilio Tomasini e Urban Jaekle - 2011 The Lean Startup: How today’s entrepreneurs use continuous innovation to create radically successful businesses - Eric Ries - 2011 52 Guida al trading con i CFD 53 Trading Library S.r.l. Via S. Martino, 5 • 20900 Monza (MB) Tel. 039.230.88.70 • Fax 039.390.19.31 www.tradinglibrary.it
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