MERCOLEDÌ 5 NOVEMBRE 2014 In Italia EURO 1,40 www.corriere.it Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Via Campania 59/C - Tel. 06 688281 Servizio Clienti - Tel. 02 63797510 mail: [email protected] FONDATO NEL 1876 www.menghishoes.com ANNO 139 - N. 262 Sconfitto l’Olympiacos Il libro Juve show con il brivido: soffre, si rialza, vince 3-2 Generosi e semplici Ecco gli eroi delle buone notizie Bonsignore, Perrone, Sconcerti, Tomaselli nello Sport alle pagine 46 e 47 Elisabetta Rosaspina a pagina 29 Loreto (AN) Domanda di legalità ed estremismi Tensione Bruxelles-Roma Attacco dell’Europa anche sul debito italiano troppo alto. Si ferma la Germania LA SICUREZZA NON È UN LUSSO Juncker sferza Renzi, è scontro di Giovanni Belardelli Il presidente della Commissione Ue: non siamo burocrati. La replica: voltate pagina Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano Duro scontro tra il premier Matteo Renzi e Jean-Claude Juncker. «Non sono il capo di una banda di burocrati», ha detto il presidente della Commissione europea, «se avessimo dato ascolto ai burocrati il giudizio sul bilancio italiano sarebbe stato molto diverso». Dura la replica del primo ministro: «Non andiamo più alla Ue con il cappello in mano». La Commissione lancia un nuovo allarme sul debito italiano. Congresso Usa Primi risultati L’America al voto giudica Obama I repubblicani avanzano in Senato da pagina 2 a pagina 5 Bocconi, Caizzi, Di Frischia Galluzzo, Offeddu, Sensini ESAMI DA SUPERARE La distrazione che ci può costare cara di Francesco Daveri A preoccupare Bruxelles è il debito pubblico italiano. Che pesa. Per la ripresa, oltre alle riforme, diventano quindi urgenti le privatizzazioni. a pagina 31 ● GIANNELLI AP / PATRICK SEMANSKY L a fiducia che gli italiani sembrano tributare a Matteo Salvini, collocandolo al secondo posto tra i leader politici sia pure a molta distanza dal presidente del Consiglio (Nando Pagnoncelli sul Corriere del 2 novembre), avrà pure molte cause. Ma se il segretario della Lega riscuote la fiducia del 28 per cento degli italiani e aspira ormai — come ha dichiarato ieri in un’intervista a Libero — a riempire il vuoto esistente a destra, ciò credo abbia soprattutto a che fare con la sua capacità di dare risposte, per quanto discutibili siano, a una effettiva domanda di sicurezza. Una domanda che cresce di fronte a episodi che avvengono spesso in pieno giorno, come nel caso recente della diciottenne violentata a Milano da un egiziano. O alla situazione incredibile determinatasi negli alloggi popolari della Regione Lombardia, della quale ci hanno parlato Andrea Galli e Gianni Santucci su questo giornale descrivendo una realtà abitativa illegale che pensavamo potesse esistere solo in luoghi tipo Scampia. Ebbene, nei suoi modi ruvidi, spesso inaccettabili, Salvini raccoglie abilmente questa domanda di sicurezza, senza farsi condizionare dai distinguo cui troppo di frequente, forse, ricorrono i nostri discorsi rispettabili: la percezione di insicurezza non vuol dire che i reati siano aumentati, la connessione tra determinati reati e immigrati clandestini non implica che tutti gli immigrati delinquano e così via. Dei distinguo Salvini, un po’ fascisticamente verrebbe da dire, «se ne frega». E se ha successo è anche (soprattutto?) perché i principali partiti, e direi più in generale il nostro discorso pubblico, hanno da tempo un problema a fare i conti con la sicurezza e dunque con la repressione di certi reati di particolare allarme sociale. Già Galli e Santucci, a latere della loro ottima inchiesta, notavano come il disastro delle case popolari milanesi (per cui un anziano può avere paura ad uscire di casa, per il rischio di ritrovarla occupata da abusivi) dipenda anche da un deficit culturale delle amministrazioni pubbliche, abituate a considerare l’occupazione abusiva un reato sociale più che criminale. Siamo del resto un Paese in cui la proprietà privata è considerata dal mainstream progressista, se non proprio un furto come scriveva Proudhon, qualcosa di vagamente sospetto; un sospetto che forse per estensione comprende chi ha un legittimo titolo di possesso come un affittuario regolare. Barbarie in Pakistan «Bruciata viva una coppia di cristiani» di Massimo Gaggi di Carlo Baroni L S o scenario peggiore, per i democratici, dai tempi di Eisenhower: così il presidente degli Usa Obama sul rischio per il suo partito alle elezioni di medio termine di ieri. Il voto potrebbe consegnare ai repubblicani, che già controllano la Camera, anche la maggioranza al Senato. I primi risultati: ai repubblicani i seggi senatoriali di Kentucky e West Virginia, due Stati chiave. (Nella foto: un elettore al museo di Wilmington, nel Delaware) alle pagine 10 e 11 continua a pagina 31 ono giunti anche dai villaggi vicini, per massacrarli. Una giovane coppia di cristiani, Shahzad Masih e Shama Bibi, è stata torturata per due giorni e poi data alle fiamme, in Pakistan, per «blasfemia contro il Corano». Un’accusa basata sulla testimonianza, non verificata, di un uomo che ha giurato di aver visto i due mentre bruciavano alcune pagine del libro sacro dell’Islam. a pagina 13 «La scienza è donna, così guiderò il Cern» Fabiola Gianotti, prima direttrice del super laboratorio di Fisica: lavorerò per la pace di Giovanni Caprara ● L’INTERVISTA italiana Fabiola Gianotti, 52 anni (nella foto), sarà il prossimo direttore generale del Cern di Ginevra, l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare. È la prima donna al vertice dell’istituzione scientifica svizzera: la nomina dopo una discussione di 15 minuti. Fabiola Gianotti, che ha contribuito alla scoperta del Bosone di Higgs, è stata informata con un sms. «Lavorerò per la pace». a pagina 25 - a pagina 30 Beppe Severgnini IL SINDACO PISAPIA «Vigilantes per fermare le occupazioni di case» di Maurizio Giannattasio MIKE STRUIK / CERN 9 771120 498008 41 1 0 5> L’ luxury outerwear «P iù sorveglianza, con vigilantes e telecamere. E nessuna tolleranza»: il sindaco di Milano Giuliano Pisapia illustra la strategia contro le occupazioni di case popolari. a pagina 19 cinziarocca.com Mercoledì 5 Novembre 2014 Corriere della Sera 2 # Primo piano Le riforme La replica alle accuse di Roma. Il capo del governo: meritiamo rispetto «Non siamo una banda di burocrati» Juncker, scontro aperto con Renzi La vicenda ● Il 28 giugno il vertice dei capi di Stato e di governo dei Paesi Ue approva la nomina di Juncker, candidato ppe, alla guida della Commissione. Si oppongono Gran Bretagna e Ungheria. Renzi dice «sì» a patto che siano rivisti i paletti Ue sull’economia: più flessibilità, per la crescita, e meno rigore DAL NOSTRO INVIATO BRUXELLES È scontro tra il premier Matteo Renzi e la Commissione europea, dove dal primo novembre l’europopolare lussemburghese Jean-Claude Juncker ha sostituito alla presidenza il portoghese Josè Manuel Barroso, membro sempre del Ppe. Proprio Juncker, che appoggia il rigido rispetto dei vincoli di bilancio nazionali preteso dalla cancelliera tedesca Angela Merkel (Ppe), ha attaccato frontalmente Renzi, che guida con il presidente socialista francese François Hollande i Paesi impegnati a chiedere più flessibilità nei conti pubblici per investire nel rilancio della crescita e dell’occupazione. E che da Roma ha subito replicato. «Devo dire al mio amico Renzi che non sono il capo di una banda di burocrati — ha detto Juncker intervenendo alla riunione dei presidenti dei gruppi politici dell’Europarlamento —. Io sono il presidente della Commissione, che è una istituzione europea. Quindi invito tutti i primi ministri a ri- Il giudizio Il presidente della Commissione: se si fossero ascoltati solo i burocrati il giudizio sul bilancio italiano sarebbe stato diverso spettare la mia istituzione perché non siamo meno legittimati rispetto ad altri». Il lussemburghese ha addirittura rimesso in discussione il via libera preliminare concesso alla legge di Stabilità, segnalando che «se la Commissione avesse dato ascolto ai burocrati il giudizio sul bilancio italiano sarebbe stato molto diverso». Renzi ha replicato così: «Per l’Italia, la sua storia, il suo futuro chiedo rispetto. Anzi: pretendo il rispetto che il Paese merita». Per il premier «in Europa ce la stiamo giocando, non l’abbiamo vinta né persa, ma stiamo facendo dei gol». «È cambiato il clima per l’Italia, in Europa non vado a dire “per favore ascoltateci”, non vado con il cappello in mano. Non vado a ❞ Renzi Il clima è cambiato Non vado alla Ue con il cappello in mano Bruxelles a farmi spiegare cosa fare e l’ho spiegato anche a Barroso e Juncker». È stato il capogruppo tedesco del Ppe Manfred Weber, che già alla presentazione del semestre di presidenza italiana dell’Ue aveva attaccato Renzi nell’aula di Strasburgo, a offrire una specie di assist al compagno di partito: sollecitandolo a replicare alle dichiarazioni del premier italiano all’ultimo Consiglio europeo, dove aveva annunciato trasparenza sugli alti costi dei Palazzi comunitari e indisponibilità a farsi dettare la linea dagli euroburocrati. «Il governo italiano ha avuto un comportamento irreprensibile — ha dichiarato il presidente degli eurodeputati socialisti Gianni Pittella — e non ac- ● Il premier, il giorno dopo, replica: «Ci sono momenti in cui persino Adenauer e De Gasperi diventerebbero euroscettici: c’è tanto da fare contro burocrazia e tecnocrazia» © RIPRODUZIONE RISERVATA Mogherini con Stoltenberg ● La nomina di Juncker è confermata a luglio dal Parlamento Ue. La sua Commissione, di cui fa parte per gli Esteri Federica Mogherini, riceve il sì di Strasburgo a ottobre: la sostengono popolari, socialisti e liberali ● Renzi, mentre da luglio è iniziato il semestre Ue a guida italiana, continua a premere per una Ue con meno rigore e più crescita. Il 23 ottobre viene pubblicata la lettera con cui Bruxelles chiede all’Italia chiarimenti sui conti pubblici cetto che si mettano in discussione le posizioni assunte dal governo Renzi in Europa, sempre leali, chiare e costruttive». Secondo l’esponente della sinistra pd Stefano Fassina «Juncker, prima di rispondere al governo italiano, dovrebbe chiedere scusa per gli errori comp i u t i d a l l a co m m i s s i o n e Barroso e per aver contribuito a portare l’eurozona sull’orlo del collasso». Lo scontro Commissione-Renzi è così aperto. Fa emergere anche le contraddizioni della maggioranza tra popolari e socialisti, messa in piedi in Europa solo perché è l’unica possibile per far partire la nuova Commissione e l’attività legislativa. Ivo Caizzi Il debutto di Lady Pesc: più cooperazione Ue-Nato È stato l’incontro con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg il primo evento pubblico ufficiale di Federica Mogherini da Alto rappresentante per la Politica estera europea: «La cooperazione tra noi deve migliorare», ha detto lei ieri al termine dell’incontro a Bruxelles, ricordando che Ue e Alleanza atlantica hanno «sfide comuni» e sottolineando «quanto sia importante un lavoro comune sulla Difesa». Mogherini poi ha annunciato che il segretario della Nato parteciperà al prossimo Consiglio degli Esteri dedicato alla Difesa. Stoltenberg ha ribadito che Ue e Nato «giocano ruoli diversi ma sono complementari: è interesse comune sviluppare la cooperazione». (Epa) Dietro le quinte di Luigi Offeddu DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Napoli, 8 giugno, in piena campagna per l’elezione del presidente della Commissione europea. Parla Matteo Renzi: «Il Ppe vuole sostenere Juncker? Bene. Che cosa intende fare lui nei prossimi 5 anni? Qualcuno che vuole continuare con le politiche degli ultimi anni non avrà il nostro consenso». Venti giorni dopo, il consenso ci fu. Ma intanto, era già iniziato tutto. Cioè l’inseguimento di Renzi a Jean-Claude Juncker con critiche e battute mai ben comprese a Bruxelles: e con quel sì finale alla sua nomina «ma solo con un documento che indichi dove vuole andare l’Ue». Come se l’altro, già approvato dalla maggioranza dei leader Ue, fosse un piazzista a zonzo con la valigetta vuota. BRUXELLES Quella vecchia frattura 422 nata dall’asse ostile tra l’Italia e Cameron Forse non c’entrano gran che, con le parole pronunciate ieri da Juncker e con il suo volto mai così teso, quasi indignato, le scintille scoccate giorni fa tra il suo predecessore, Josè Manuel Barroso, e lo stesso Renzi. Quando Renzi fece diffondere la lettera riservata di Bruxelles sul piano di Stabilità italiano, e poi avvertì: «Basta lettere segrete». «Non sono a capo di una banda di burocrati», dice ora Juncker, e così difende il prestigio della sua Commissione e anche di Barroso, ma la chiave di tutto sta appunto nel passato. «Non c’è un problema Juncker, è uno dei nomi — dichiarava Renzi durante la campagna di scelta per la Commissione —. I problemi emersi dal voto europeo sono altri». «Uno dei nomi» era poi quello sostenuto nell’Europarlamento dalla maggioranza, e fuori da quelle mura dalla Germania, dai Paesi scandinavi, da vari Paesi dell’Est. Dopo quelle parole, silenzio di Juncker. Ma non oblio, probabilmente. Juncker è infatti noto, da quando era presidente dell’Eurogruppo, per l’esperienza, l’abilità negoziale, ed anche per l’eccellente memoria. Così erano in diversi, qui, a pensare che ricordasse certi complimenti fiorentini, e che prima o poi si sarebbe levato i proverbiali sassolini dalle scarpe. Qualcuno è arrivato a pensare che la do- I precedenti Il lussemburghese non ha dimenticato l‘opposizione alla sua nomina manda sul governo italiano rivoltagli da Manfred Weber, capogruppo del Ppe e suo buon amico, fosse stata concordata in precedenza. Ma ovviamente è un’ipotesi non dimostrabile. I fatti, invece, sono tutti là, da interpretare. E anche le dichiarazioni del passato più o meno recente. Cinque mesi fa, subito dopo le elezioni europee, Renzi è da subito accanto a David Cameron, il premier britannico, e al presidente francese François Hollande, nell’opposizione alla «linea Merkel» che predilige appunto Juncker come futuro presidente della Commissione. Cameron arriva a dire che, se verrà eletto Juncker, la Gran Bretagna potrà anche uscire dall’Ue. Renzi naturalmente non lo segue su questa pista ideale da go-kart, ma non è molto meno determinato nel i voti ottenuti da Juncker, per la guida della Commissione, il 15 luglio al Parlamento Ue: 250 i no, 47 gli astenuti 221 i seggi dei Popolari, in maggioranza con i socialisti e democratici (191) e con i liberali dell’Alde (67) difendere le ragioni della sua opposizione. A Bruxelles o Strasburgo, la frizione fra un leader politico della Ue e uno dell’Italia non è certo una novità: prima e dopo il «kapò» regalato da Silvio Berlusconi all’attuale presidente dell’Europarlamento Martin Schulz, è stato quasi un susseguirsi continuo di rimbrotti e spintoni reciproci. Ma nel caso di Renzi e Juncker, chiunque porti la responsabilità della frizione, nel giro di pochi mesi si è già superato l’usuale livello di tensione. Certo possono contare in parte le differenti appartenenze politiche: Juncker è cristiano-democratico del Ppe, Renzi sta nel centrosinistra, nel Pd. E poi anche qualche distanza caratteriale può giocare un suo ruolo. Però c’è pure un’altra cosa: lo stile personale di Renzi, che in Italia desta spesso legittime simpatie, non combacia con certi protocolli di Bruxelles. Fin nelle cose più lievi: «Guardatelo — racconta divertito un funzionario di qui —, quando entra al Consiglio Ue si abbottona sempre la giacca stretta, e si guarda intorno soddisfatto. Chi faceva così? Ma Silvio, no?…». © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 5 Novembre 2014 PRIMO PIANO 3 Il retroscena di Marco Galluzzo ROMA «Se non è un burocrate, ma un politico, cosa che del resto tutti gli riconoscono, speriamo lo dimostri quanto prima, rispettando i patti per cui è stato scelto. Ci sono dei documenti precisi, di sicuro noi saremo inflessibili, alla base della nuova Commissione c’è per la prima volta dopo anni un’idea diversa di Europa, tocca anche a Jucker voltare pagina». Matteo Renzi queste cose le ha dette nel corso dell’ultimo Consiglio europeo. A porte chiuse, complice la conflittuale uscita di scena di Barroso, sono volate parole grosse, emersi rancori non solo politici, un clima di fine stagione e di grandi speranze legate al futuro hanno segnato anche i rapporti personali. «Nello scontro di ieri c’è ancora l’eco dell’ultimo vertice, che è stato a tratti brutto, cattivo», commenta chi ha assistito ai lavori di due settimane fa. Fra i due c’è anche un pizzi- Le trattative A Palazzo Chigi la riunione con la Bei per i progetti da inserire in un piano europeo A Bruxelles Il poster di fronte alla sede della Commissione: il volto più grande è quello di Jean-Claude Juncker; gli altri, dall’alto, Frans Timmermans, vicepresidente, Federica Mogherini, Lady Pesc, e Kristalina Georgieva, vice presidente con delega al Bilancio Il premier: ci sono dei patti, lui lo sa Il duro confronto nell’ultimo Consiglio europeo: speriamo dimostri di essere un politico La necessità di «un’idea diversa di Europa, sui programmi vi marcheremo a uomo» blema, «non è una questione di feeling personale» direbbe Renzi, come per la Camusso, il nodo è tutto politico ed è ancora aperto: farà Juncker quello che ha promesso al momento della sua scelta? Presenterà un piano di investimenti da 300 miliardi di euro effettivamente realizzabile, entro Natale, come lui stesso ha assicurato e come chiedono a Palazzo Chigi o a Parigi? E avrà la forza di implementarlo, di non costruire l’ennesima promessa non mantenuta, o di difficile applicazione, della Ue? «Contano i programmi e non le persone e sui program- Il capogruppo Weber co di ruggine, legata al passato recente: Juncker chiedeva nomi e non caselle, per la formazione della nuova Commissione, Renzi fu il primo ad infischiarsene associando il nome della Mogherini al posto di Lady Pesc. Del resto anche il navigato politico lussemburghese non si era guadagnato troppe simpatie: «Non basta vendere auto su eBay, c’è un problema più grosso che si chiama debito italiano», diceva in campagna elettorale, quando a Palazzo Chigi speravano ancora che non fosse lui a succedere a Barroso. E non facevano niente, oltretutto, per nasconderlo. Ma non è la ruggine il pro- Dal falco tedesco dei popolari la domanda assist che crea il caso Bavarese Manfred Weber, 42 anni, della Csu, è capogruppo del Ppe a Strasburgo È stato lui a confezionare la domanda a Juncker, assist perfetto per l’affondo sulla «banda di burocrati», davanti a tutti gli eurodeputati: Manfred Weber, capogruppo del Ppe a Strasburgo, falco della Csu (il partito bavarese «fratello» della Cdu). Lo stesso che già il 2 luglio, dopo il discorso di Renzi a Strasburgo per il via al semestre italiano, esortò il premier a non aggirare i paletti Ue sui bilanci e restare sulla strada del risanamento. «Non è la Bibbia, io parlo con Merkel», rispose Renzi. Imprenditore, Weber è un severo guardiano della linea del rigore. È diventato capogruppo con la quasi totalità dei voti dei Popolari. mi saremo inflessibili, vi marcheremo a uomo», è la linea di Renzi. Questo intende quando ripete che non andrà mai a Bruxelles con il cappello in mano. E se Juncker pretende rispetto, anche per l’istituzione che presiede, se precisa che se non fosse stato per il livello politico la manovra italiana sarebbe stata bocciata (dai tecnici), a Palazzo Chigi la mettono in questo modo: «Uno a uno e palla a centro, è una partita diversa dal passato». Renzi lo ripete in queste ore: «Se l’Unione europea non ha fatto sino in fondo il suo mestiere non è colpa dei tecnocrati, ma dei politici che lo hanno consentito. Ci aspettiamo che la nuova Commissione volti pagina...». E la ricerca di una stagione diversa è ovviamente all’insegna della crescita, come ha chiesto anche Mario Draghi, proprio nel corso dell’ultimo Consiglio, quando ha suonato una sorta di campanella di fine ricreazione, dicendo che la Ue non ha al momento una strategia precisa per la crescita. La prima volta che Juncker VIAGGIO NEL TEMPO? BASTANO DUE SECONDI. Grande Reverso Ultra Thin Duoface. Calibro Jaeger-LeCoultre 854/1. Due quadranti, un solo movimento. Per la prima volta l’iconico orologio Reverso svela un secondo volto nascosto nella sua cassa ultra piatta. Con due quadranti posizionati l’uno contro l’altro, offre a chi lo possiede un’esperienza unica: un viaggio nel tempo. Un raffinato connubio tra stile e performance orologiera, un savoir-faire che dura da più di 180 anni grazie agli Inventori della Vallée de Joux. TI MERITI UN VERO OROLOGIO. Boutique: Milano Roma Venezia Per informazioni: +39 02 36042 833 - www.jaeger-lecoultre.com ❞ Se l’Unione europea non ha fatto fino in fondo il suo mestiere non è colpa dei tecnocrati, ma dei politici che lo hanno consentito Ora ci aspettiamo che si volti pagina parlò di lavoro, legando il tema al suo mandato, Renzi in qualche modo lo prese in giro: «Finalmente, benvenuto nel club mister president». Ieri il primo ha rivendicato un ruolo migliore della narrazione renziana e ha restituito qualche calcio, mentre il presidente del Consiglio replicava parlando di gol fatti e subiti. In attesa della prossima partita, anche mediatica, a Palazzo Chigi si riuniva la task force governativa che insieme alla Bei (Banca europea degli investimenti) sta cercando di individuare una serie di progetti concreti, italiani e finanziabili nei prossimi anni, che possano confluire nel piano Juncker che verrà. Oltre ai dissapori personali, alle provocazioni del capogruppo del Ppe, Manfred Weber, il pupillo della Merkel che ieri ha innescato le dichiarazioni del presidente della Commissione (è lo stesso che ha litigato con il premier il primo giorno del semestre italiano), c’è anche chi sta lavorando per superare i contrasti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Mercoledì 5 Novembre 2014 Corriere della Sera 4 Primo Piano Le pagelle Allarme dall’Europa: il debito è troppo alto «Nel 2015 il picco del 133,8%, la ripresa più lenta del previsto». Si apre il caso Germania Inflazione ● L’inflazione italiana tornerà al 2% nel 2016 prevede la Commissione europea. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo, negativo nel terzo trimestre del 2014, nei prossimi mesi resterà basso. Poi l’anno prossimo salirà allo 0,5%, spinto dall’aumento dei prezzi dell’import e da una piccola ripresa dei consumi. ● Nel 2016 il nuovo balzo fino al 2% incorpora l’aumento dell’Iva, contenuto nella legge di Stabilità per salvaguardare gli obiettivi fiscali. Fino ad allora le aspettative di bassa inflazione, insieme con la persistente alta disoccupazione ● Il nuovo taglio del cuneo fiscale programmato dal governo contribuirà ad abbassare la pressione sul costo del lavoro. Il risultato: una decelerazione del costo unitario reale, che passerà dallo 0,4% del 2014 fino a -1% nel 2016, grazie anche a qualche miglioramento della produttività. BRUXELLES «La ripresa economica non sta avvenendo con la rapidità e con la forza che ci attendevamo a primavera». Dunque ancora «crescita debole» ovunque, nel 2014 (+1,3 nell’Ue, +0,8% nella zona euro) con lenta ripresa solo a partire dal 2015, quando gran parte dell’Unione Europea tornerà a crescere più dell’1%. «Crescita deludente» anche per la Germania: la Commissione stima un calo dall’1,3% di quest’anno all’1,1% nel prossimo. Nelle previsioni economiche d’autunno due commissari Ue, Jyrki Katainen e Pierre Moscovici, fra i più importanti perché si occupano di crescita e di affari economici, certificano l’annaspare dell’eurozona: «I suoi risultati sono i peggiori dell’Ue, come di altre regioni extraUe». E al centro dell’eurozona, sta l’Italia: crescita del Pil ancora negativa, a quota -0,4% nel 2014, con leggera risalita al +0,6% nel 2015 e al +l,1% nel 2016; debito pubblico che continua a salire in rapporto al Prodotto interno lordo (132,2% nel 2014, «picco» mai prima raggiunto del 133,8% nel 2015, tuttora il debito più grande in Europa dopo quello della Grecia); tasso di disoccupazione a livelli «storicamente alti» (inchiodati sul 12,6% sia nel 2014 che nel 2015, annunciati in discesa al 12,4% solo nel 2016); una disoccupazione che viene dipinta drammaticamente da Bruxelles «con possibili effetti di isteresi»: cioè di accumulo «ereditario», dalle crisi precedenti, quasi fuori controllo. E infine deficit pubblico che giunge a toccare il fatidico 3% del Pil nel 2014, per poi planare verso il 2,7% nel 2015, e verso il La storia di Sergio Bocconi Le previsioni della Commissione europea Pil (in %) Debito (% del Pil) 1,8 1,3 1,5 1,1 127,9 132,2 Italia Inflazione (in %) 133,8 0 12,6 12,4 1,2 10,3 10,4 10,4 10,2 5,3 5,1 5,1 0,6 0,1 92,2 95,5 -0,4 74,5 -1,9 98,1 72,4 76,9 2015 2016 2013 1 99,8 0,6 1,1 0 2014 2015 2016 0,7 2013 0,2 2014 0 2015 2016 2013 2014 2015 2016 Il gap di investimenti (Pil reale e investimenti) Pil (esclusi investimenti) Pil Investimenti privati Investimenti pubblici 105 100 95 90 85 80 75 2008 2009 2010 2011 2012 Fonte: Commissione europea 2,2 nel 2016. L’inflazione resta bassa, troppo bassa. C’è anche una constatazione di nicchia, che però la dice lunga sull’andamento della barca italiana: nel 2013 vi è stata una «crescita marginale» di alcune entrate, dovuta solo «all’Iva e alle tasse sulla proprietà che compensano un calo nelle tasse sull’impresa». In definitiva la Commissione ritiene che l’Italia potrà correre “Gli Stati Generali” «Pegno alle banche d’affari» Una norma nella legge di Stabilità potrebbe costringere l’Italia a versare miliardi di euro su conti esteri di garanzia a favore della banche d’affari internazionali con cui sono in essere contratti derivati su circa 160 miliardi di debito pubblico, denuncia il sito «Gli Stati Generali». © RIPRODUZIONE RISERVATA nuovi rischi se ritarderà ancora la ripresa della domanda esterna; ma dice anche che «le sue prospettive di crescita potrebbero trarre beneficio da un effettivo compimento del processo delle riforme». La campionessa della crescita nel 2015, forte di un Pil che sale del 3,6%, dovrebbe essere l’Irlanda che 4 anni fa era in bancarotta. Un altro cavallo ben piazzato, con Pil a quota Il circolo (vizioso) degli interessi Un macigno da 80 miliardi l’anno Sono interessanti a questo proposito le analisi condotte da esperti come Roberto Artoni (che ha scritto «Il debito pubblico in Italia dall’unità ad oggi») professore ordinario di Scienza delle finanze alla Bocconi. Perché è nell’equilibrio fragile fra le varie componenti macroeconomiche che si viene formando il disequilibrio che farà esplodere il debito pubblico italiano. Nel 1970 la situazione della finanza pubblica è «normale»: la spesa è pari al 33% del Pil e il debito al 37,1%. Seguono dieci anni di governi Rumor, Colombo, Andreotti, Moro, Cossiga, Forlani, nei quali «turbolenze» sociali, rallentamento dell’economia, costituzione di un welfare in parte «elettorale» e alta inflazione conducono un primo ribaltamento della situazione. Nel 1980 la spesa è così aumentata di otto punti al 40,8% del Pil mentre le entrate, cioè il gettito fiscale, cresce della metà. Il debito è 56,1%, il peso degli interessi passa dall’1,3 al 4,4% ma con i prezzi che aumentano al 21,1% l’anno i tassi reali sono negativi del 5,8%. Iniziano gli anni del craxi- 2013 2014 Corriere della Sera Con le privatizzazioni lo stock aveva sfiorato il 100% del Pil Il «minimo» nel 2007 al 103,3%, poi è tornato a salire Peccato originale, Moloch, Dna. In qualsiasi modo lo si voglia definire il debito pubblico italiano nasce e cresce con il Paese: quando il ministro delle Finanze Pietro Bastogi parla alla Camera il 29 aprile 1861 dice parole che oggi potrebbero essere definite di «stringente attualità»: «Perché l’Italia meriti il credito di tutta l’Europa deve cominciare a rispettare i debiti contratti...». Inizia così la lunga marcia del debito pubblico italiano che Quintino Sella riporta in sostanziale pareggio nel 1876. Cent’anni dopo siamo ancora «virtuosi»: nel 1975 il debito ha già fatto un primo balzo ma è ancora pari al 56% del Pil. A pagare in parte le «spese» è chi incassa interessi reali negativi di sette punti. Ed è il caso di sottolineare il costo del debito perché in futuro, cioè in questi ultimi dieci anni, sarà invece questo un autentico macigno per l’Italia, soprattutto in presenza di una crescita del Pil nominale pari a zero e negativa in termini reali. Circa 80 miliardi di media l’anno che contribuiscono a depotenziare qualsiasi politica economica. 4,8 0,5 69,6 60 2014 12,6 1,6 1,3 0,9 2013 12,2 1,6 1,1 0,3 Germania Disoccupazione (in %) 2 132,7 0,7 0,3 Francia Le tappe Il boom del debito negli anni 80 Nel 1980 l’Italia aveva un debito pubblico inferiore al 60% del Pil. Nel ‘92 il debito supera quota 100% del Pil (105,2%). Per questo ai governi Craxi degli anni 80 è spesso associato l’aumento del debito pubblico Dal ‘95 al 2005 il difficile rientro Dal ‘95 al 2005, periodo che comprende il settennato di Carlo Azeglio Ciampi presidente della Repubblica, il debito scende dal 121,20% nel ‘95 (governo Dini); al 103,9% nel 2004 ( Berlusconi) Il calo rinviato Crescita nel 2015 Dal 2005 il debito riprende a salire. Si arriva al 106,6% nel 2005 e 106,8% nel 2006. Nel 2015 potrebbe toccare il 133,8%. La diminuzione del debito è rinviata al 2016, quando si prevede un rapporto con il Pil al 132,7%, smo e la spesa si impenna ulteriormente portandosi nel 1985 al 50% del Pil. Sono però anche anni caratterizzati da un’inversione di tendenza nelle politiche monetarie internazionali che si inaspriscono a partire dall’America reaganiana. Nell’85 in Italia, (nonostante il buon andamento dell’economia) il debito sul Pil «vola» all’80,5% ed è importante osservare che se il totale della spesa pubblica cresce di cinque punti, gli interessi raddoppiano all’8,4% del Pil con tassi reali che adesso favoriscono i sottoscrittori dei titoli di Stato perché sono positivi e pari al 4,5%. Il macigno pesa. Il trend prosegue negli anni successivi e il debito che nel ‘90 è al 94% nel 1992 supera la soglia del 100%: siamo al 105%. Cambiano i governi, da Andreotti ad Amato e Ciampi, scatta l’adesione al trattato di Maastricht (che entra in vigore nel novembre del ‘93) e cadono anche i tassi e il loro peso relativo su spesa e Pil. Nel ‘92-93 cominciano anche le privatizzazioni che vedono Romano Prodi prima alla guida dell’Iri e poi nel ‘96 al- +2,9% dovrebbe essere la Grecia, un tempo fanalino di coda. La Francia riottosa deve rassegnarsi a «una crescita molto lenta» (+0,7% nel 2015). C’è infine una sorpresa: nel 2014 la Finlandia, già alfiere della crescita europea, vede il suo Pil calare dello 0,4%, né più né meno come l’Italia. Luigi Offeddu [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA l’esecutivo. Le cessioni di banche e aziende di Stato con lo smatellamento delle partecipazioni statali «fruttano» complessivamente 127-130 miliardi. Grazie dunque al combinato disposto di aumento delle entrate, riduzione delle spese, ritorno all’avanzo primario e un forte calo del peso degli interessi (che passano dal 10,1% nel ‘95 al 3,2% nel Duemila) il rapporto fra debito e Prodotto interno lordo scende dal 121% del ‘94 al 108 del 2001. Per toccare il «minimo» nel 2007 al 103,3% quando al governo c’è di nuovo Prodi. Pietro Bastogi, 1861 «Perché l’Italia meriti il credito di tutta l’Europa deve rispettare i debiti contratti» Ebbene: come e perché in meno di dieci anni si torna al 134%? L’avanzo primario è pari in media al 2%, la spesa, al netto delle cessioni pubbliche, resta intorno al 50% del Pil e anche le entrate non registrano rilevanti variazioni. Ma mentre il Pil cresce zero in termini nominali e ha segno meno in termini reali, gli interessi rappresentano in media sempre il 5% circa del Pil. Il debito, nonostante i tassi bassi e lo spread relativamente contenuto, costa. Tanto. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 5 Novembre 2014 PRIMO PIANO Padoan: manovra, niente assalti Sanità a rischio per le Regioni Il ministro: la pressione fiscale salirà al 43,6%, 6 miliardi per la Cig Ci sarà una «fase di stagnazione anche nel secondo semestre 2014, ma a settembre c’è stato un significativo incremento dell’occupazione». Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia, fa il punto sulla legge di Stabilità intervenendo in audizione di fronte alla Commissione bilancio di Montecitorio, dopo che sindacati e enti locali hanno duramente criticato il provvedimento: le Regioni, in particolare, temono «tagli nella sanità». La manovra, ammonisce il ministro, deve mantenere «la sua compattezza e unitarietà». I consumi privati hanno in parte risposto alle misure del governo — spiega Padoan — ma c’è ancora incertezza per gli investimenti». Comunque la ri- ROMA La legge di Stabilità, dopo l’approvazione in Senato e le modifiche chieste dall’Unione Europea, è approdata nei giorni scorsi alla Camera dei Deputati. L’analisi del testo è all’esame della Commissione bilancio: lunedì e martedì sono state fatte audizioni con le parti sociali duzione del rapporto tra debito e Pil «rimane una sfida ineludibile per l’Italia, che possiamo vincere solo tornando a crescere in modo sostenuto e stabile». Tra le note positive, «il sistema bancario italiano è solido e pronto a sostenere la ripresa». Con la legge di Stabilità, la pressione fiscale «mostra una riduzione contenuta nel 2015 — precisa Padoan — passando dal 43,3% del 2014 al 43,2%, e si stabilizza al 43,6% in ciascuno degli anni 2016 e 2017». Un aumento «solo dello 0,3%». «Solo?!», ha subito twittato il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta. Il ministro ha difeso anche le misure su Tfr e fondi pensione: l’aliquota sui rendimenti «resta decisamente inferiore» a quella sulle rendite finanziarie ( 26%). E ha sottolineato che per gli ammortizzatori sociali ci sono 6 miliardi in tre anni. Le critiche più forti alla manovra arrivano da Regioni e Comuni. Piero Fassino, presidente Anci, parla di «un taglio per 3,7 miliardi». Ma ci sarebbe uno spiraglio: «Il governo è disponibile a aumentare di 500 milioni il fondo crediti di difficile esigibilità (oggi pari a 1 mi- «Più crescita» Il ministro del Tesoro ha spiegato che la riduzione del debito si ottiene con la crescita liardo e mezzo)», annuncia lo stesso Fassino. E ci sarebbe pure la disponibilità ad accettare che gli oneri di urbanizzazione siano utilizzati anche per il 2015 sulla spesa corrente. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, avverte che «è impossibile non toccare anche la sanità, l’80% della spesa delle Regioni». Un giudizio complessivamente positivo sulla manovra viene invece dall’Associazione bancaria italiana (Abi), ma il direttore generale, Giovanni Sabatini, mette in guardia sulle misure di Tfr in busta paga. Stesso allarme da parte dell’Associazione costruttori (Ance) mentre Confcommercio stima che l’eventuale incremento di Iva e accise porterà una crescita ❞ Sangalli: nel triennio 2016-2018 i consumi delle famiglie caleranno di 65 miliardi Fassino: la verifica del ministero dà ragione ai Comuni: i tagli sono pari a 3,7 miliardi 5 dei prezzi del 2,5%. Dopo le proteste di ieri davanti al Mef e a Palazzo Chigi dei rappresentanti delle associazioni vicine ai malati di Sla e ai disabili, su input del premier Matteo Renzi, il governo ha deciso di aumentare da 250 a 400 milioni il fondo per i cittadini non autosufficienti (che era stato tagliato di 100 milioni). Intanto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, nel presentare l’accordo di partenariato 20142020 tra la Ue e l’Italia (del valore di 44 miliardi), annuncia che «è operativa l’Agenzia per la Coesione territoriale», istituita per il monitoraggio sistematico degli interventi finanziati con fondi europei. Poi Delrio avverte: «Chi non spende bene i fondi pubblici viene sostituito: a rischio sono 7-8 miliardi». Sempre ieri si è svolto a Palazzo Chigi un vertice per mettere a punto le proposte italiane per il piano di investimenti da 300 miliardi annunciato dal presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker. Francesco Di Frischia © RIPRODUZIONE RISERVATA Le misure Non autosufficienza niente tagli Fondo crediti difficili Da 1,5 a 2 miliardi Tfr in busta paga rischio previdenza Con l’aumento Iva crollo dei consumi Dalla Ue risorse per 8 miliardi Bonus di 80 euro esteso ai bebè Il taglio di cento milioni al Fondo per la non autosufficienza sarà eliminato e per l’anno 2015 le risorse del Fondo non solo saranno riportate a quota 350 milioni ma arriveranno a 400 milioni, 50 in più rispetto allo scorso anno. Questo l’impegno del sottosegretario Graziano Delrio Secondo il presidente dell’Anci Piero Fassino ci sarebbe la disponibilità da parte del governo che il fondo crediti di difficile esigibilità non sia più di 1 miliardo e mezzo, ma di 500 milioni in più, con «conseguente abbattimento — ha spiegato Fassino — del saldo di patto di Stabilità interno» Il governo prevede a partire dal marzo 2015 la possibilità per i lavoratori di chiedere l’anticipo del trattamento di fine rapporto in busta paga. La Banca d’Italia ha chiesto che sia una misura temporanea altrimenti ci sarebbero rischi sulla tenuta dei conti della previdenza. La legge di Stabilità non esclude incrementi di Iva e accise. Secondo Confcommercio, con i previsti aumenti Iva, nel triennio 20162018 si avranno 65 miliardi in meno di consumi da parte delle famiglie. La crescita dei prezzi nel 2018 rispetto al 2015 potrebbe essere del 2,5% Le risorse previste dai Fondi strutturali della Ue sono pari a 8 miliardi, inseriti nel piano 2007-2013. Oggi siamo solo al 62% della spesa e la scadenza per poter utilizzare queste risorse messe a disposizione dall’Unione Europea è fissata al 2015. Il presidente del Consiglio ha annunciato che il bonus da 80 euro verrà esteso nel corso del 2015 anche alle neomamme. La misura dovrebbe essere trasformata in una detrazione fiscale e resa permanente. Bisognerà vedere con quali limiti di reddito Retroscena Il Tesoro punta sui conti di primavera ROMA Passarla liscia a novembre, e giocarsi tutto alla prossima sessione di esami, quelli che contano veramente, perché si rischia una doppia procedura d’infrazione, nella primavera del 2015. Per allora, dicono i tecnici del ministero dell’Economia, le riforme strutturali che Bruxelles oggi vede solo sulla carta, saranno state almeno trasformate in legge dal Parlamento. E magari per aprile-maggio dell’anno prossimo sarà arrivata anche la tanto sospirata ripresa dell’econ o m i a a m i g l i o r a re l e p ro s p e t t i ve e l a sostenibilità dei conti pubblici. Il rischio di ricevere una nuova lettera intorno al 20 novembre, con la quale la Commissione dovrebbe esprimere un parare fortemente negativo sul progetto di bilancio italiano del 2015, non è del tutto escluso, ma è considerato dal governo molto remoto. Dopo l’altolà arrivato dalla Ue subito dopo il varo della legge di Stabilità, governo e Commissione hanno trovato un accordo, e la manovra di risanamento dei conti è stata rafforzata. Difficile che nell’arco di pochi giorni, benché oggi sia in carica una Commissione diversa da quella che inviò il primo avvertimento, possa essere rimessa in discussione un’intesa definita soddisfacente da tutti. Probabile che a novembre l’esecutivo la sfanghi, ma per la prossima primavera la partita si fa molto più dura. L’Italia non rispetta la regola di riduzione del debito pubblico e ciò apre concretamente la prospettiva di una doppia procedura di infrazione, una per il deficit eccessivo, una per l’esistenza di squilibri macroeconomici. Il governo spiega i mancati progressi con il rimborso dei debiti arretrati dello Stato e la bassa crescita dei prezzi, che hanno gonfiato il debito pubblico. Il primo argomento è solido, ma il secondo, il peso dell’inflazione, è quasi completamente trascurato dagli schemi analitici della Ue, ed è dunque meno forte. Più convincenti, sostengono al Tesoro, potrebbero essere i numeri che il governo potrà presentare a primavera. La congiuntura, più speranza che certezza, potrebbe migliorare. Ma soprattutto una buona parte delle riforme sollecitate per tanti anni dalla Ue potrebbe essere stata approvata, e alcune già attuate. Carte politiche sicuramente più pesanti da mettere sul tavolo rispetto a quanto non si possa fare oggi. Quella del debito rimane «una sfida ineludibile, che possiamo vincere solo tornando a crescere in modo sostenuto e stabile» diceva ieri sera il ministro Pier Carlo Padoan. Mario Sensini © RIPRODUZIONE RISERVATA Mercoledì 5 Novembre 2014 Corriere della Sera 6 # Politica Dietro le quinte Consulta, i 5 Stelle tentati da Sciarra dopo il no a Ferraioli Un profilo indipendente per la Corte? Sulla Rete c’è un gustoso filmato in cui Mara Carfagna presenta la candidata alle Europee di FI Marzia Ferraioli: «Accettando, mi ha detto che ora è al servizio del partito...». Per questo su quel nome, in pole position azzurra per la Consulta, il M5S ha detto no: «Non voteremo un politico». Romani, Gasparri e altri colonnelli di FI tengono il punto: «Cos’ha che non va la Ferraioli? È di FI? E allora parliamo di Silvana Sciarra, che è organica alla Cgil e ha firmato gli appelli di MD». Cioè la candidata del Pd che invece sarà messa ai voti online dallo stesso M5S perché ha «un profilo buono». (Dino Martirano) © RIPRODUZIONE RISERVATA Il leader pd esclude patrimoniali «Jobs act entro il primo gennaio» E sul Tfr va avanti: non cambieremo la norma, cittadini liberi di scegliere ROMA «Preferisco riaccendere la speranza, piuttosto che continuare nel piagnisteo dei gufi che non porta da nessuna parte». Mancano venti minuti a mezzanotte quando Matteo Renzi, in tv a Ballarò, rilancia l’azione del governo. Smentisce che le riforme siano finite nelle sabbie mobili, assicura di non avere in mente né una tassa patrimoniale né un prelievo forzoso dai conti correnti, conferma la nuova norma sul Tfr in busta paga perché «i cittadini sono liberi di decidere» e fissa la «dead line» entro la quale il Jobs act dovrà entrare in vigore: il primo gennaio 2015. Aumenta il passo, il leader del Pd. E conferma che, se la minoranza non toglierà il piede dal freno, blinderà la delega del lavoro: «Se il Parlamento accelera e chiude sono l’uomo più felice del mondo, se invece ❞ L’impianto della Severino non si tocca ma non mi torna la sospensione dopo un verdetto di primo grado ci sarà bisogno metterò la fiducia». Parole registrate prima dell’assemblea dei gruppi del Pd. Dove, alle nove di ieri sera, il segretario aveva cautamente aperto alle ragioni della sinistra, che di rimando aveva rinunciato del tutto al dibattito. Ma nella sostanza il capo del governo non sembra disposto a grandi concessioni. Il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, ammette che «non c’è nessun accordo». E Renzi, in tv, si dice dispiaciuto perché si aspettava «più comprensione dalla sinistra radicale». Eppure la serata di ieri ha portato una tregua in vista dei voti delicati su Alfano, sblocca Italia e Consulta. «Sul Jobs act ho visto una cauta apertura», confida da sinistra Alfredo D’Attorre. Renzi a sua volta tranquillizza: «La scissione? No. Io non voglio che se ne vadano, però nessuno può pensare di bloccare il processo di riforme. Basta giochini interni». Il cuore della sfida con la minoranza è il lavoro: «Il Jobs act è una riforma di sinistra come non ho mai visto e, a parte l’articolo 18, c’è un consenso generale su tutto. Stiamo togliendo alibi, non diritti». Non è una delega in bianco? «No, è una riforma che dà una mano a quelli che vanno in piazza». Renzi nega di aver mai parlato di un complotto della Cgil e invita a non fare del lavoro un campo di scontro. Al gruppo spende parole concilianti. «Non su tutto la pensiamo allo stesso modo — si appella alla minoranza — ma ci attende una sfida immane per cambiare l’Italia». Alle polemiche risponde rivendicando una «rivoluzionaria» ridu- ❞ Non su tutto la pensiamo allo stesso modo, ma ci attende una sfida immane per cambiare l’Italia In Toscana i rapporti ballerini tra Rossi e Renzi I detrattori l’hanno già definita la «Ballata di Enrico», ondivaga danza, ora a sinistra ora a destra, che il presidente della Toscana Rossi avrebbe iniziato dopo l’assist di Renzi per la ricandidatura. Il governatore non solo ha confermato il taglio alle Asl, da 16 a 3, ma anche una riduzione del personale del 10% con prepensionamenti e riorganizzazioni come chiede il premier. Piano che è subito piaciuto al governo. Che, invece, con il sottosegretario Luca Lotti, ha risposto picche alla richiesta di Rossi di un intervento dello Stato su Mps. (Marco Gasperetti) La legge elettorale Sull’Italicum l’idea di cambiare le soglie e un modello con capilista bloccati e preferenze La pausa danna in primo grado, come avvenuto a de Magistris. Soddisfatto perché il governo sta «cambiando faccia alla giustizia», Renzi si mostra addolorato per la vicenda di Stefano Cucchi: «Lo Stato è chiaramente responsabile, ma io non commento le sentenze». La prossima assemblea nazionale si terrà il 13 dicembre a Reggio Calabria e il Pd avvierà un gruppo di studio sulla riforma della Rai. L’assemblea si era aperta con l’applauso agli otto deputati di Migliore (Led) che hanno lasciato Vendola per il Pd. Con un tweet Roberto Speranza ha annunciato che oggi formalizzerà l’ingresso nel gruppo anche del centrista Andrea Romano. M. Gu. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, 39 anni, dopo la cerimonia per la Festa delle forze armate si ferma, accompagnato dalla scorta, al bar della galleria Alberto Sordi di Roma per un caffè (LaPresse) © RIPRODUZIONE RISERVATA La Camera vieta i lobbisti nei corridoi Fuori i lobbisti dal Parlamento. La settimana scorsa la Camera ha alzato il livello di allerta in vista dell’assalto alla diligenza che accompagnerà il dibattito sulla legge di Stabilità. Il comitato per la sicurezza dell’ufficio di presidenza di Montecitorio ha vietato ai rappresentati per i rapporti istituzionali delle aziende di accedere ai corridoi davanti alle commissioni parlamentari, quando queste sono riunite. «Divieto di posta», insomma. Proibito aspettare il deputato di turno per sensibilizzarlo. Le nuove regole, già in vigore, resteranno valide anche dopo l’approvazione della legge. La richiesta era stata avanzata dai 5 stelle. (Lorenzo Salvia) © RIPRODUZIONE RISERVATA zione fiscale, «la più grande della storia repubblicana». Se ha fretta di chiudere l’accordo sulla legge elettorale, non è per correre alle urne in primavera: «Si vota nel 2018, non dobbiamo aspettare il 2017 per cambiarla, va fatta subito». Con Forza Italia, nonostante il rinvio a giudizio di Verdini? Sì e senza imbarazzo, perché le questioni giudiziarie dell’ex premier e del senatore azzurro «attengono alla loro vicenda privata». Ma Berlusconi deve decidere «se ci sta o no». Soglia al 40% (che assegna il 55% dei seggi) e preferenze, con capilista bloccati. Ne parleranno oggi il ministro Boschi e Anna Finocchiaro. Se poi Forza Italia si sfila, Grillo è il benvenuto al tavolo. Un’apertura che il premier conferma sulla Consulta: «Lo stallo si supera cambiando schema di gioco e chiedendo a FI e M5S un’intesa». E la legge Severino? «Nella sua impostazione non si tocca» assicura Renzi e dice che «il patto del Nazareno non riguarda Berlusconi». Ma a lui non torna il fatto che si possa essere sospesi dopo una con- © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista Come in tutte le missioni (quasi) impossibili, può essere importante sparare il primo colpo: «Lo dico adesso, con largo anticipo: se sarò io a sfidare alle Regionali il governatore leghista uscente Luca Zaia, sia in caso di vittoria che di sconfitta, mi dimetterò dal Parlamento, la mia sarà una corsa senza rete al servizio, comunque vada, del Veneto». Pausa, tanto per capire l’effetto che fa. Poi l’affondo: «Mi aspetto che anche Alessandra su questo faccia chiarezza…». La trevigiana Simonetta Rubinato, 50 anni, deputato pd con un passato da sindaco di Roncade, dice di essere consapevole di partire nettamente sfavorita nelle primarie venete che il 30 novembre la vedranno opposta alla collega di partito Alessandra Moretti, pezzo da novanta della giostra mediatica di casa dem, una militanza nel- Rubinato e il derby rosa alle primarie venete: corsa di Moretti inopportuna, lo dice anche il web ❞ È stata premiata la mia tenacia, un errore evitare il confronto interno Chi vince tra me e Alessandra deve rinunciare alla poltrona le fila bersaniane, poi l’elezione alla Camera nel 2013 e qualche mese fa il gran balzo a Strasburgo con tanto di record di preferenze. Onorevole Rubinato, fino all’ultimo pareva che a Roma come in Veneto i vertici del Partito democratico fossero orientati a puntare direttamente sull’effetto-Moretti, saltando le primarie: poi cosa è successo? «Penso che la presenza della mia candidatura abbia giocato un ruolo importante, anche perché non sarebbe stato semplice spiegare alla base come mai si rinunciava al confronto interno. Diciamo che la mia tenacia è stata premiata». Ora però cominciano i problemi: la sua avversaria è molto più conosciuta di lei dentro e fuori il partito e vi aspetta una campagna elettorale terribilmente breve. «L’avevo messo in conto. Così come il fatto che il partito, l’intero apparato organizzativo, oltre ai vertici locali e nazionali, sostengono Alessandra. Per me, anche solo la raccolta delle firme sarà una corsa contro il tempo, ma il partito mi ha garantito sotto questo aspetto il suo appoggio per consentire un regolare svolgimento della consultazione interna. Per il resto, io intendo giocarmela fino in fondo». Una parte del web imputa alla Moretti un eccesso di nomadismo quanto a cariche: Camera (2013), Parlamento europeo (2014) e ora primarie con vista sulla Regione: intende attaccarla su questo punto? «È indubbio che dal Pd siano giunte ad Alessandra numerosi inviti a scendere in campo. Ma è altrettanto vero che alle recenti Europee lo stesso partito In corsa Simonetta Rubinato, 50 anni, di Treviso, avvocato, deputata, è candidata alle primarie del Pd in Veneto. Laura Puppato è tra i big in regione che la sostengono e la stessa Moretti avevano assunto precisi impegni con gli elettori circa la necessità di costruire una sorta di ponte tra il Veneto e l’Europa. Non so, sotto questo profilo, quanto sia opportuna la scelta di correre per la Regione, c’è il rischio di ricadute anche sul partito, cosa che sul web sta già avvenendo». Se toccherà a lei affrontare Zaia su cosa punterà? «Il Veneto ha tutte le carte in regola per ottenere lo status di regione a statuto speciale. Penso che l’enorme capitale umano e produttivo di questa terra, una delle locomotive del Paese, meriti quegli spazi e quelle risorse che solo un’autonomia responsabile può offrire. La strada è già tracciata nella Costituzione (articolo 116, terzo comma), non nei vuoti proclami della Lega». Francesco Alberti © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 5 Novembre 2014 ● La Nota di Massimo Franco IL RISCHIO DELL’ISOLAMENTO DOPO IL MONITO DI BRUXELLES Il retroscena di Monica Guerzoni I volti POLITICA L a durezza del presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, nei confronti del premier Matteo Renzi, sorprende e preoccupa. Stupisce perché emerge alcuni giorni dopo gli ultimi attacchi del capo del governo ai «burocrati di Bruxelles». E allarma perché si registra ad appena quarantotto ore dall’insediamento di Juncker e si rivolge al presidente del Consiglio della nazione che guida l’Europa per un semestre. Se il successore di José Manuel Barroso ha ritenuto di poter usare parole così ruvide nei confronti di Renzi, significa che riteneva di poterlo fare. Detto altrimenti: pensa o sa di avere dietro l’Europa che conta, unita nell’insofferenza contro le «critiche superficiali» di Roma. L’altro aspetto che fa riflettere è il modo scelto dal neopresidente per contestare le tesi renziane. «Se la Commissione avesse dato ascolto ai burocrati il giudizio sul bilancio italiano sarebbe stato molto diverso», dice. E lascia capire che solo una sorta di «generosità» politica ha permesso di attenuare valutazioni più impietose. «A Renzi dico che non sono il capo di una banda di burocrati: sono il presidente di un’istituzione che merita rispetto, non meno legittimata dei governi». Ha tutta l’aria di un richiamo a misurare i giudizi sull’Ue; e a rendersi conto che, se non trova alleati, rischia l’isolamento. È vero che la Commissione ha anche strigliato il premier britannico David Cameron per il suo rifiuto di pagare i contributi europei. Ma stranamente, la Francia che pure ha dichiarato esplicitamente di non voler rispettare il Patto di stabilità, non ha ricevuto lo stesso trattamento. È giusto contestare questo doppio standard vistoso; ma ci si deve anche chiedere perché venga applicato di nuovo a danno dell’Italia, come ai tempi di Silvio Berlusconi. Il semestre di presidenza è stato sempre considerato una vetrina internazionale per il Paese che guida l’Ue. A nemmeno due mesi dalla scadenza, il colpo che arriva da Bruxelles somiglia a un sasso scagliato contro le vetrate di palazzo Chigi. E si aggiunge alle previsioni economiche diffuse ieri dalla Commissione. C’è una sfasatura di oltre mezzo punto di Pil tra quanto 7 il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan vede da qui al 2017, e le proiezioni di Bruxelles. Il berlusconiano Renato Brunetta ne deduce che «l’Ue non crede a Renzi e Padoan». Lo stesso Movimento 5 Stelle, che pure non ha mai smesso di attaccare l’Europa e la moneta unica, approfitta delle parole di Juncker per puntare il dito strumentalmente sul premier. È un’offensiva che non aiuta gli sforzi di palazzo Chigi, stupito dalle critiche di Bruxelles. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, si limita a ribadire: «Confidiamo che le nostre previsioni siano adeguate. Non ho nulla da aggiungere se non quello che è scritto nella Legge di stabilità». Renzi ribadisce: «In Italia ce la stiamo giocando, la partita non è vinta né persa ma stiamo segnando dei gol. Non vado con il cappello in mano a Bruxelles a farmi spiegare cosa fare. L’ho detto a Barroso e Juncker». Se non è una sfida, le somiglia. Il problema è se l’Italia abbia la forza per sostenerla senza diventare il capro espiatorio di errori commessi anche dall’Europa. E dai suoi burocrati. © RIPRODUZIONE RISERVATA Oltre un milione in due cene Ecco chi finanzierà il partito A tavola i Gavio, tra gli sponsor Nestlè e Cantine Ferrari. La sinistra: a chi ci affidate ● È stato invitato anche Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio ed ex deputato dc, alla cena milanese del Pd domani a Milano ● Nella lista degli ospiti paganti per la cena con Renzi, Marcello e Beniamino Gavio (quest’ultimo in foto), «re» delle autostrade del Nord ● Alla cena ci sarà anche Valerio Saffirio, fondatore della società di digital design Rokivo (nella foto mentre prova un progetto per Google Glass) ROMA Mille euro minimo per lanciare la «start up» del nuovo Pd, come amano dire al Nazareno. E la novità, alla vigilia della cena milanese di domani, è che la corsa a finanziare il «partito della nazione» di Renzi ha superato le attese più ambiziose. «Non me lo aspettavo, dovrò chiudere i cancelli» gongola il tesoriere Francesco Bonifazi, che ha già sfondato il muro del milione di euro e punta al milione e mezzo. Star della due-giorni di auto finanziamento il premier e un bel po’ di ministri: Maria Elena Boschi, Maurizio Martina, Marianna Madia. A forza di aggiungere un posto a tavola, per la cena al The Mall di Porta Nuova sono previsti oltre 600 coperti, tra gli invitati Dolce&Gabbana (che non andranno) e i big di Confcommercio, che hanno chiesto un tavolo per 10. Tra i nomi più in vista Beniamino e Marcello Gavio, «re» delle autostrade del Nord. Attesi anche Valerio Saffirio, fondatore della società di digital design Rokivo, Alessandro Perron Cabus (ad della Sestrieres Spa), Pietro Colucci di Kinexia (energie rinnovabili), Roberto De Luca di Live Nation Italia, Flavio Paone di Dreamcos Cosmetics. Tutta gente che ha una gran voglia di far sapere da che parte sta. In cambio di cosa? Bonifazi risponde confermando è al lavoro per una legge sulle lobby, «uno strumento che mi consenta di interloquire col mondo della finanza senza ambiguità». Molti commensali sono esponenti delle piccole e medie imprese, ma al Nazareno stanno cercando personaggi dello spettacolo e un calciatore di grido. Nei bicchieri verranno versati acqua minerale Norda, succhi di frutta Nestlé, vini Allegrini e Ferrari (a Milano) e Santa Margherita e Bertani (a Roma). E ogni marchio, sottolineano gli organizzatori, certifica l’adesione dei rispettivi produttori o manager. Il Pd cambia pelle anche così, tra un antipasto di mare e un dolcetto di Palombini, il catering dell’evento romano di venerdì al Palazzo delle Fontane dell’Eur. Bonifazi sogna in grande: «Parte una campagna totalmente innovativa di crowdfunding all’americana, che condurremo senza abbandonare la tradizione e che farà del Pd il partito più moderno d’Europa». I marchi della «ditta» saranno valorizzati attraverso la fondazione EYU, che A Milano sta per Europa, Youdem, Unità. E qui il tesoriere si concede una botta di orgoglio per aver raggiunto il pareggio di bilancio della Festa dell’Unità, dopo anni di perdite. «Il Pd ha in mano un tesoro e finalmente siamo riusciti a metterlo a regime» rivendica Alessia Rotta, che in segreteria ha la delega alla Comunicazione e che sta ragionando su una app in stile Obama per fare il pieno di donazioni. Bonifazi punta a chiudere in parità anche il bilancio del Pd dopo la chiusura del 2013 «con 10 milioni di perdite» e se fa di conto, giura, «non è per fare polemica con Bersani». Ma le cene di Renzi agitano la sinistra. Giorni fa, durante un’assemblea per chiedere ai parlamentari di darsi da fare, Bonifazi ha registrato le preoccupazioni della minoranza, che si sarebbe espressa con interrogativi come questo: «In che mani ci vendete? Questa non è la nostra gente». Ma il presidente del Lazio Nicola Zingaretti si è attaccato al telefono e così hanno fatto Fioroni e il lettiano Galperti. Molti bersaniani invece si sono smarcati. A cominciare dall’ex segretario, che diserterà entrambe le cene. Serata ventosissima e piovosa quella di ieri a Milano, dove il ministro alle Riforme e ai Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi ha partecipato all’evento conclusivo per le celebrazioni di Unicredit, un convegno dal titolo «I quindici anni di UniCredit: storia e prospettive future» (foto Lo Scalzo e Cavassi) © RIPRODUZIONE RISERVATA «La tessera a Serra? Deve aiutarci a dare volantini» Il segretario pd di Londra, anche lui bocconiano: sullo sciopero il finanziere rinneghi la sua posizione DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA «Nel partito c’è spazio anche per Davide Serra, ci mancherebbe. Benvenuto. E che partecipi attivamente. Lo aspettiamo alle nostre riunioni, che teniamo all’Inca-Cgil, e a volantinare per le elezioni dei Comites, i comitati rappresentativi della comunità italiana all’estero. La nostra vita non cambia se irrompe un personaggio di forte esposizione mediatica. Sarà un iscritto normalissimo, come tutti gli altri. Avrei preferito sapere della richiesta di iscrizione dall’interessato e non dai giornali. Ma va bene lo stesso». Roberto Stasi, lucano, 32 anni, laurea in Bocconi (come Davide Serra), analista finanziario di una grande banca nella City (lo stesso mondo di Davide Serra) è il segretario del circolo Pd di Londra. All’apparenza simili. Ma li divide tutto o quasi. Roberto Stasi ha sostenuto alle primarie Bersani («bersaniano fino all’ultimo») e Civati («ma oggi non appartengo a componenti»). Davide Serra, il fondatore di Algebris, è renziano. Roberto Stasi, che viene dalla sinistra giovanile e dai Ds, alla Leopolda non ha mai messo piede ed è critico («Mi sarei aspettato un invito ai se- Nella City Lucano, 32 anni, Roberto Stasi, laurea in Bocconi, analista finanziario, è il segretario del circolo del Partito democratico di Londra gretari dei circoli visto che è un evento di partito»). Davide Serra, che scettici e nemici bollano sbrigativamente come il «banchiere delle Cayman», alla Leopolda va, parla e fa discutere. Due mondi lontanissimi, per ora. In futuro si vedrà se il circolo pd londinese (erano 140 gli iscritti sono scesi a 60, con i renziani in minoranza) esploderà di idee o di equilibrismi. «Ci siamo presentati una volta. Poi non l’ho più sentito. Qualche giorno fa ha mandato una messaggera, una ragazza renziana, con la richiesta di adesione e le 15 sterline di contributo». La firma sulla prima tessera di Davide Serra la metterà proprio Roberto Stasi. Che apre le porte e piazza qualche paletto: «In verità ciò che mi interessa, in questi giorni, non è tanto Davide Serra ma semmai Enrico Berlinguer». Stasi e il circolo pd stanno organizzando per domani la proiezione di Quando c’era Berlinguer, presente Walter Veltroni, autore e regista del film, e il giorno dopo il dibattito su «Trent’anni senza Berlinguer». Per Stasi è fondamentale che «il partito resti legato a certi valori e mi auguro che questi valori ispirino lo stesso Davide Serra». Quali valori? «Che il partito è una organizzazione con una identità forte e un’anima ❞ Sopra ogni cosa il nostro deve essere il partito dei diritti dei lavoratori Più che il finanziere ora mi interessa Berlinguer Lo stiamo celebrando progressista. Che è il partito di chi lavora e naturalmente di chi crea lavoro. Sopra ogni cosa è il partito dei diritti dei lavoratori». Davide Serra è dinamico, non ha peli sulla lingua e divide. Scontato che non tutti nel pd londinese siano entusiasti del suo arrivo, precisa Roberto Stasi. «I renziani sono al settimo cielo. Invece, chi ha alle spalle una storia diversa lo è di meno o non lo è per niente. Io sono molto curioso e medierò». Non sarà tanto semplice. Perché ad esempio sul Jobs act le strade divergono. Stasi accoglie Serra così: «I diritti acquisti non si cancellano, semmai i diritti si allargano a chi non li ha. Che sia necessario intervenire sul mercato del lavoro è condivisibile ma è pretestuoso mettere al primo posto del Jobs act la questione dell’articolo 18. Qui non ci sto». Come dire: l’opposto di ciò che pensa Davide Serra. «Ci convincerà? Semmai saremo noi a convincere lui. E sul diritto di sciopero gli chiederò di rinnegare quello che ha detto. Intanto, i volantini lo aspettano». Insomma: il diavolo e l’acquasanta nel circolo londinese del pd. Ma chi è il diavolo? Fabio Cavalera fcavalera © RIPRODUZIONE RISERVATA 8 Mercoledì 5 Novembre 2014 Corriere della Sera POLITICA ● Il caso Il 4 novembre La festa dell’Unità nazionale e delle Forze armate Il precedente di Cuffaro e quei vitalizi revocati di Sergio Rizzo P Allarme di Napolitano «Rischio di violenze per estremismo e antagonismo» di Marzio Breda È un allarme forte che Napolitano lancia anche nella sua veste (costituzionale) di capo delle forze armate. «C’è il rischio che, sotto la spinta esterna dell’estremismo e quella interna dell’antagonismo, e sull’onda di contrapposizioni ideologiche così datate e insostenibili, prendano corpo nelle nostre società rotture e violenze d’intensità forse mai viste». Un doppio fronte, dunque: interno e internazionale. Il primo è una novità nelle sue riflessioni. Potrebbe fare perno — avverte — su una «conflittualità alimentata da ogni estremismo, che rifiuta pregiudizialmente il dialogo e la ragione, e alimentata pure da situazioni di profonda diseguaglianza»; per arginarlo «bisogna misurarsi con problemi di giustizia, di garanzia del rispetto delle regole». Il secondo è qualcosa con cui tutti hanno cominciato a fare i conti, l’avanzata dell’Isis, ormai «ai confini dell’Italia», con «aggressive forme di estremismo e fanatismo» che rischiano di «insediarsi» da noi, infiltrando la società». «Una minaccia reale, anche militare» che non permette tagli alla difesa, dice il presidente, ricordando il 4 novembre, festa dell’Unità nazionale e delle Forze armate (nella foto Marco Lanni, lo spettacolo di ieri delle Frecce tricolori con un arcobaleno nel © RIPRODUZIONE RISERVATA cielo romano). Berlusconi e i timori per l’ascesa di Salvini La contromossa del dialogo con Ncd L’irritazione del Cavaliere nei confronti di Orlando, che esclude modifiche alla legge Severino ROMA L’attesa è tanta per quello che Silvio Berlusconi dirà domani pomeriggio, quando riunirà parlamentari e dirigenti locali per dare la linea sulle prossime mosse del partito. Sui dossier più caldi — a partire dal patto del Nazareno — tutto sembra in discussione. Dell’incontro che doveva tenersi tra il Cavaliere e Matteo Renzi già questa settimana non si hanno conferme. È vero che il leader azzurro potrebbe arrivare a Roma già oggi, il che permetterebbe un faccia a faccia con il premier. Ma è altrettanto vero che il quadro politico — in FI come nel Pd — appare così in movimento da rendere non facile una nuova intesa al vertice in poche ore. Se infatti Renzi ha da gestire i malumori della sua minoranza, Berlusconi deve spiegare ai suoi che tipo di opposizione si va a fare a Renzi, con quale partito e con quali alleanze. E soprattutto, per quale obiettivo. Ieri a rendere più cupo il clima e confusa una situazione che Berlusconi vede aperta a ogni scenario («Renzi — dice — potrebbe cercare le urne, dobbiamo stare attenti») c’è stata la forte presa di distanza del ministro della Giustizia Orlando su possibili modifiche della legge Severino: «Non c’è alcun provvedimento in gestazione su questo tema, non è all’attenzione del nostro ministero». Se questo non esclude che il Parlamento possa agire autonomamente, è comunque la conferma che oggi il governo è nell’impossibilità di aprire la querelle sulla Severino. Nell’entourage di Berlusconi non se ne sorprendono («Come fa Renzi ad aprire ora una partita del genere con le difficoltà che ha nel suo partito?»), ma il Cavaliere è quello che meno di tutti si rassegna. Tanto che c’è chi pensa che la sua irritazione possa mettere a rischio il patto del Nazareno. A complicare il quadro è la posizione di Verdini (rinviato a giudizio per l’inchiesta P3), messo in discussione come mediatore tra Berlusconi e Renzi più tra i suoi colleghi di partito che dal governo, visto che il ministro Boschi sembra fare spallucce («Verdini? Il no- stro referente è FI») chiedendo comunque agli azzurri «un’accelerazione sulla legge elettorale». Berlusconi domani ai suoi ribadirà la linea tenuta fino a ora: non possiamo sganciarci dal patto sulle riforme perché servono al Paese. Poi, sui tempi e sui modi, è da vedere quale strada si imboccherà. Ma sta diventando un problema anche il rapporto con la Lega. Matteo Salvini si sta prendendo «tutto lo spazio che — dicono gli azzurri — gli stiamo lasciando nel centrodestra». E ieri in un’intervista a Libero ha lanciato il suo pro- Il confronto L’attesa per il nuovo faccia a faccia con il presidente del Consiglio sulle riforme Le confessioni della fidanzata dell’ex premier Pascale, la moto e Silvio: lo chiamo B «In privato lo chiamo Amore o B., a lui B. non piace, quindi da un po’ lo chiamo solo Amore. In pubblico, presidente». Comincia così il capitolo su Francesca Pascale nel nuovo libro di Bruno Vespa, Italiani volta gabbana, del quale Oggi — che a una Pascale in versione biker dedica la copertina — anticipa alcuni brani: «Ho comprato una Harley-Davidson e non posso nemmeno portarla ad Arcore — racconta lei —. Ho sempre avuto questa passione, ma da piccola non potevo nemmeno andare in bicicletta. Quando potei decidere da sola, non avevo i soldi e quando li ho avuti, B. mi ha proibito di comperarla. Non ho obbedito e tengo la moto da un concessionario Harley a Monza». La Pascale racconta anche della sua gelosia: « Ho conosciuto quasi tutte le donne che assediavano il presidente e sono stata gelosissima di tutte. Come lo sono ancora, anche di una commessa che vuole farsi una foto con lui. Noemi Letizia? È vero che siamo amiche. Alla festa dei suoi 18 anni c’ero anch’io. Dopo la serata il presidente mi disse: vedrai che ci monteranno sopra una storia…». La ventinovenne campana dice di essere oggi «sempre al suo fianco, lo inseguo, lo assedio, lo controllo, non lo lascio mai. Ora stiamo cercando una casa a Roma. Vorrei per noi una casa normale, luminosa, moderna e soprattutto separata dall’ufficio». © RIPRODUZIONE RISERVATA getto di un «nuovo soggetto politico» indirizzato in primo luogo a «FdI e Casapound»: «Berlusconi pensa a una nuova edizione di Forza Italia, ma il mondo è cambiato. Il nostro progetto va al di là delle forze politiche esistenti». Parole che hanno parecchio irritato i berlusconiani e provocato reazioni dure: «Salvini non può fare l’asso pigliatutto» tuona Brunetta. E la Bergamini avverte: «Non esiste centrodestra senza Berlusconi e senza FI, i numeri sono chiari». Ma tra gli azzurri cresce la sensazione di essersi infilati nell’ennesimo patto troppo oneroso. Alla Lega, finora, si è concesso molto. Non solo la candidatura alla presidenza di Regioni come l’Emilia-Romagna, ma anche il diritto di veto sull’alleanza con l’Ncd e gli altri centristi. Una linea avallata e condivisa da Berlusconi, che agli ex azzurri l’ha giurata. Ma una linea che sta tornando in discussione. Raccontano che nelle ultime ore i contatti tra emissari dei due partiti stiano riprendendo, complici anche le pressioni che arrivano dal territorio, soprattutto da Campania e Puglia. Le critiche degli azzurri alla stessa Lega per aver firmato la mozione di sfiducia ad Alfano, che FI difende, sono un segnale che il disgelo è possibile. Non a caso l’Ncd ringrazia e chiede a FI di ripensare le alleanze. «Se da loro verranno toni diversi e meno schiacciamento a sinistra, riprendere il dialogo è possibile» dicono da FI. Paola Di Caro © RIPRODUZIONE RISERVATA er difendere l’assegno regionale l’ex governatore ed ex senatore Totò Cuffaro, condannato a 7 anni per vari reati fra cui il favoreggiamento a Cosa nostra, aveva sostenuto che il concorso con la mafia non era previsto fra i reati che secondo le leggi possono far decadere il vitalizio a causa dell’interdizione dai pubblici uffici. E la sospensione dei versamenti mensili disposta «in via cautelare» dalla Regione Siciliana era faccenda così delicata, secondo il presidente dell’assemblea Giovanni Ardizzone, che si era ritenuto di chiedere un parere all’Avvocatura distrettuale di Stato di Palermo. La quale aveva a sua volta considerato la faccenda così delicata da chiedere un secondo parere all’Avvocatura dello Stato di Roma. Che il 27 ottobre ha sentenziato: a un soggetto già titolare di carica elettiva condannato a una pena superiore a 5 anni che prevede come in questo caso l’interdizione perpetua dai pubblici non si può corrispondere il vitalizio. E questo in base all’articolo 28 del codice penale secondo cui chi viene colpito da quella pena accessoria, indipendentemente dal reato commesso, viene privato di «stipendi, pensioni o assegni che siano a carico dello Stato». Vero è, spiega l’avvocato generale, che a suo tempo la Consulta ha dichiarato incostituzionale quella norma nella parte che riguarda le pensioni. Ma nella lettera di sei pagine spedita all’avvocatura palermitana e alla Regione, Michele Dipace argomenta che «il vitalizio dei deputati, pur potendo assumere connotati di tenore previdenziale, non trova titolo in un rapporto di lavoro, bensì in un mandato pubblico elettivo», ricordando come la Consulta e la Cassazione abbiano spesso ribadito «il tratto distintivo tra le pensioni e l’assegno vitalizio dei deputati fondato appunto sul diverso titolo da cui traggono fondamento». Oltre a far finalmente cessare una diatriba incomprensibile, questo parere sulla vicenda Cuffaro avrà conseguenze ben più estese. Perché il ragionamento non riguarda soltanto un singolo consigliere regionale e nemmeno la semplice totalità dei consiglieri regionali. Da ora anche ai deputati e i senatori ai quali sia stata comminata la pena accessoria dell’interdizione perpetua ai pubblici uffici l’assegno vitalizio non potrà essere soltanto sospeso, ma revocato. Un caso? Quello dell’ex senatore di FI Marcello Dell’Utri, anch’egli condannato a 7 anni in via definitiva. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 5 Novembre 2014 POLITICA 9 Le tensioni sul voto di sfiducia ad Alfano Distinguo nel Pd dopo il video sulle cariche, ma non si prevedono sorprese. Forza Italia con il ministro C’era ancora molta agitazione nel Pd ieri per i fatti accaduti la settimana scorsa durante la manifestazione degli operai della TyssenKrupp. Stasera alla Camera si vota la mozione di sfiducia al ministro dell’Interno Alfano, a firma Sel, Cinquestelle e Lega e la posizione del Pd era chiara, nonostante le insofferenze di qualcuno, dopo che il ministro aveva spiegato in aula che non c’è stata volontà di colpire gli operai e dopo che Landini e Camusso hanno accettato le scuse. Ma la trasmissione, domenica su Raitre, di un filmato nel quale un funzionario della polizia ordina agli agenti di «caricare» i manifestanti, getta un sasso pesante in un mare ancora mosso e ora di nuovo in tempesta. Già lunedì, il presidente del Pd Matteo Orfini aveva at- ROMA La vicenda ● Il 29 ottobre scontri a Roma al corteo per le acciaierie Ast di Terni: la polizia carica gli operai, tra loro il segretario Fiom Landini. Il corteo arriva dopo giorni di polemiche dure tra il governo e i sindacati sul Jobs act: lo scontro diventa politico ● Il giorno dopo Renzi incontra Landini. Alfano riferisce in Parlamento sulla gestione dell’ordine pubblico: «C’era il timore che il corteo si dirigesse alla Stazione Termini. È stato inutilmente imposto l’alt e c’è stato il contatto» ❞ Boccuzzi Se dal ministro non arrivano novità, sarà difficile per il sottoscritto votargli la fiducia taccato il prefetto di Roma («Capisco che è impegnato ad annullare matrimoni, ma potrebbe trovare un minuto per spiegare queste nuove immagini sulla carica»). Ieri ha ribadito al Corriere: «L’informativa di Alfano è stata smentita dalle nuove testimonianze video. È evidente che il corteo non andava verso Termini e che c’è stata una “carica a freddo”. Non credo ci saranno sorprese in aula ma ci aspettiamo che il ministro vada oltre. Chi dice che lui è direttamente responsabile della gestione della piazza dice una sciocchezza, ma è responsabile del suo ministero e se lo mandano in Parlamento a raccontare cose che vengono poi smentite clamorosamente, bisognerà pure cercare di capire meglio che cosa è accaduto». C’è tutta la giornata, conclude Orfini, per ascoltare cosa Alfano ha da dire di nuovo. Chiede più di un chiarimento, e cioè «individuare e rimuovere tempestivamente i responsabili di questa brutta pagina», la deputata Pd Chiara Grubaudo, mentre è esplicito il deputato Pd ed ex operaio della Tyssen, Antonio Boccuzzi: «Se dal ministro non arrivano novità rispetto alla scorsa settimana, sarà difficile per il sottoscritto votargli la fiducia». Dal ministero dell’Interno Oggi in Aula Orfini incalza ma alla fine anche i dem dovrebbero restare allineati © RIPRODUZIONE RISERVATA Sul caso di Stefano Cucchi appello del presidente del Senato Pietro Grasso (nella foto Mistrulli ieri all’Altare della Patria per la festa delle Forze armate): «Ci sono dei rappresentanti delle Istituzioni — ha detto — che sono certamente coinvolti. Quindi, chi sa parli. Che si abbia il coraggio di assumersi le proprie responsabilità perché lo Stato non può sopportare una violenza impunita di questo tipo». Polemico il M5S: «A furia di ricordargli cosa sia la giustizia Grasso ha deciso di diventare un M5S». Risposta di Grasso: «Ho dedicato la vita alla legalità». © RIPRODUZIONE RISERVATA Il prontuario sull’uso della forza per evitare nuovi casi Cucchi Nelle ultime direttive agli agenti l’accento sulla soglia del dolore ROMA Manifestazioni di piazza, servizi di controllo del territorio, gestione dei migranti, violenza su donne e minori: le nuove «regole d’ingaggio» per i poliziotti fissano i comportamenti da tenere in ogni situazione. E chiariscono in maniera netta le modalità di «intervento su persone che sono in stato di alterazione psicofisica» provocata da alcol o droghe. Perché mai più debba accadere un caso come quello di Federico Aldrovandi, morto per mano degli agenti che lo avevano fermato mentre tornava a casa ubriaco. Mai più possa ripetersi un caso come quello di Stefano Cucchi, morto dopo essere stato arrestato e «pestato», come hanno riconosciuto i giudici pur non trovando le prove per condannare gli imputati. Le piazze d’autunno La polemica per la gestione della piazza e di quei casi singoli finiti poi in tragedia non si placa e per questo i vertici del Dipartimento della sicurezza hanno ritenuto necessario accelerare l’entrata in vigore delle nuove norme. Anche in vista di un autunno che si prean- nuncia ricco di appuntamenti organizzati per protestare contro la politica del governo e più in generale per sollecitare interventi di sostegno per il mantenimento dei posti di lavoro. Il regolamento del prefetto Alessandro Pansa parte da un principio generale, troppe volte dimenticato: «L’uso della forza deve essere sempre proporzionato al grado di resistenza e violenza del soggetto interessato e deve cessare non appena lo stesso abbia desistito». Non solo: «La fase di coazione fisica deve essere limitata al tempo strettamente necessario perché il soggetto alterato può presentare una soglia del dolore molto superiore alla media». Il divieto di colpi al viso La direttiva fissa i vari stadi da seguire e dunque sottolinea come «non devono essere inferti colpi sul viso o in parti vitali del corpo e non deve essere compromessa o minacciata la possibilità dell’interessato di respirare». Viene ribadito che «è vietata ogni forma di accanimento nell’utilizzo dei mezzi di coazione fisica» e che Il documento In basso, il documento del Dipartimento di pubblica sicurezza del ministero dell’Interno con le istruzioni operative per gli agenti di polizia sull’uso legittimo della forza «in caso di soggetti alterati l’approccio deve essere maggiormente caratterizzato dalla gradualità dell’intervento privilegiando, ove possibile, l’azione di dialogo e persuasione». Manette e sfollagente Indispensabile, proprio per evitare eccessi e abusi, è ritenuto il corretto uso dei dispositivi e degli equipaggiamenti per i poliziotti in servizio di ordine pubblico. Per questo si specifica che «si può procedere all’ammanettamento quando è strettamente necessario per respingere una violenza o vincere una resistenza o per impedire la consumazione dei reati», ma soprattutto «quando è richiesto dalla pericolosi- C © RIPRODUZIONE RISERVATA Grasso interviene: «Chi sa parli» di Fiorenza Sarzanini Regole semplici, l’unica strada per lo sviluppo tà del soggetto, dal pericolo di fuga o da circostanze ambientali che ne rendono difficile l’esecuzione, sempre nel rispetto della dignità e della riservatezza della persona». Ancor più vincolanti sono le nuove disposizioni riguardo l’uso dello sfollagente che «deve essere utilizzato come strumento di difesa-offesa e non deve essere considerato come mezzo punitivo; deve essere impiegato con decisione, mai con brutalità; deve essere adoperato indirizzando i colpi agli arti superiori e inferiori, mai al capo, al volto e a tutte le parti vitali del corpo». E quindi, «l’operatore deve astenersi dall’utilizzo della sfollagente nei confronti di persone inermi che abbiano desistito in maniera evidente dalla propria azione violenta oppure siano in posizione tale da non nuocere e non realizzino alcuna forma di resistenza». Regola nuova anche per l’uso delle armi: «non si può sparare in caso di fuga del soggetto a meno che non sia effettuata mettendo in pericolo l’incolumità degli altri». [email protected] L’appello Il retroscena La lettera aro Direttore, ieri sul Corriere l’ottimo Danilo Taino, a proposito delle valutazioni Istat sulle conseguenze della manovra, ha opportunamente osservato che «il dibattito tutto chiuso nel circolo entrate/uscite è ormai vizioso». Potremmo più in generale aggiungere che tutta l’operazione interna ed europea rivolta, attraverso la politica di bilancio nazionale e la leva monetaria della Bce, ad accrescere la liquidità circolante nella società e nell’economia non è destinata a produrre sviluppo dei consumi e degli investimenti sic stantibus rebus. La profonda differenza con la flessibile realtà nordamericana, che ha positivamente e tempestivamente reagito agli stimoli monetari e di finanza pubblica, risiede in Italia nella rigidità indotta da una regolazione complessa e incerta. Sì, le regole contano e hanno il potere di influenzare fortemente i comportamenti umani, di disegnare una società reattiva ai segnali delle autorità pubbliche o, al contrario, di inibire e di rattrappire ogni buona volontà di fare. L’Italia ha conosciuto anni di sviluppo tumultuoso quando era un Paese flessibile anche se spesso quel dinamismo era incoraggiato da diffuse e accettate pratiche evasive o elusive rispetto alle norme di legge. Poi, tuttavia, il pendolo si è spostato all’estremo opposto. Le regole hanno subito un incremento geometrico, si sono fatte sempre più complesse e la giurisprudenza ha fatto il resto con la sua schizofrenia e imprevedibilità. Ora, le tanto invocate (dalla Commissione) riforme strutturali dovrebbero servire proprio a produrre regole semplici e certamente applicate. Per questa ragione in Italia si traducono nei provvedimenti relativi al mercato del lavoro, all’ordinamento tributario, alle pubbliche amministrazioni, alla giustizia. Tutte riforme che non possono essere il frutto di defatiganti compromessi ma devono dare luogo a soluzioni chiarissime. Gli investitori chiedono certezze interne sul lavoro, l’ambiente, le tasse nell’epoca dell’incertezza dei mercati finanziari e della dimensione geopolitica. Le famiglie chiedono certezze sulla tassazione della casa per programmare i loro consumi. All’informazione è lecito chiedere che alla prima patologia, magari estrema, non amplifichi il coro di coloro che immediatamente invocano un ulteriore giro di vite delle regole e delle sanzioni. La conquista delle regole semplici e certe investe la responsabilità di tutti. Maurizio Sacconi capogruppo Ncd in Senato © RIPRODUZIONE RISERVATA ● La trasmissione Gazebo, su Rai3, mostra domenica un video in cui un dirigente di polizia ordina la carica, mentre il corteo si dirigeva non a Termini ma verso il ministero dello Sviluppo economico ● Sel e 5 Stelle presentano una mozione di sfiducia per Alfano, che trova d’accordo anche la Lega non si aspettano sorprese, comunque. Alfano oggi probabilmente ripeterà che ci sono stati errori ma nessuna volontà di manganellare gli operai e aggiungerà che un video da solo non basta a dare un’interpretazione esaustiva della vicenda. Nel Pd c’è chi vuole riportare la calma. «In aula — dice Stefano Fassina — prevarrà tra di noi un atteggiamento di ulteriore disponibilità a vedere correzioni sostanziali dei comportamenti nei confronti di chi compie errori come quelli della settimana scorsa». Come dire: niente voto di sfiducia ma qualche atto concreto. Forza Italia vota contro la sfiducia, Ncd «apprezza» con Sacconi e Quagliariello e accusa la Lega di scelta «sconsiderata». Mariolina Iossa Mercoledì 5 Novembre 2014 Corriere della Sera 10 # Esteri Kentucky, West Virginia Volata repubblicana per prendere il Senato Primi successi dei conservatori in alcuni Stati chiave DAL NOSTRO INVIATO 44 La lunga notte dello scrutinio delle elezioni di Midterm comincia col primo trionfo repubblicano: in Kentucky prevale, e con un margine superiore al previsto, Mitch McConnell che, diventerà il nuovo leader del Senato se i conservatori riusciranno a conquistare, oltre alla Camera, anche l’altro ramo del Congresso. Tra i primi risultati che affluiscono nella notte, anche la notizia che, oltre a riconquistare i NEW YORK per cento l’indice di popolarità di Obama 3,5 per cento la crescita Usa: i disoccupati sono al 5,9% due collegi sicuri del South Carolina, e di quelli scontati di Oklahoma, Tennessee, Alabama, Maine e Mississippi, i conservatori vincono con Shelley Capito il seggio del West Virginia: uno dei sei che devono strappare ai democratici per conquistare la maggioranza al Senato. I democratici prendono, come previsto, Massachusetts e New Jersey. Rinnovo di un terzo dei senatori, di tutti i deputati e scelta dei governatori di molti Stati: ieri ha votato un Paese gran- de come un continente, con 319 milioni di abitanti, ma a decidere i nuovi equilibri del Congresso e a produrre quello che molti vivono anche come un referendum sulla presidenza Obama, sono stati molti meno dei 111 milioni che alcuni mesi fa hanno assistito in tv alla finale del «Superbowl». Quattro anni fa alle elezioni di Midterm votarono appena 90 milioni di cittadini, il 37 per cento dei 235 milioni di aventi diritto. Basso anche stavolta il numero dei votanti: le elezioni Vittoria Festa per Mitch McConnell, leader repubblicano al Senato rieletto ieri in Kentucky di mezzo termine negli Stati Uniti sono poco sentite e andare alle urne di martedì per molti cittadini è un’impresa. Con la Camera solidamente nelle mani dei conservatori, è proprio la battaglia per il controllo del Senato quella che ha reso incandescenti gli ultimi giorni di una campagna elettorale costata complessivamente quasi 4 miliardi di dollari ai due schieramenti politici. Una spesa enorme a fronte di una situazione di sostanziale ingovernabilità del Congresso che sembra destinata a cambiare di poco, anche se i repubblicani riusciranno nell’impresa di conquistare il controllo completo del Congresso. I sondaggi della vigilia davano per probabile un successo ampio dei repubblicani. I democratici sono «probabilmente di fronte al peggior scenario possibile dai tempi di Dwight Eisenhower», ha am- Iowa: Joni e i maiali L’Iowa, che sempre riceve grande attenzione durante le Presidenziali (primo a votare nelle primarie), è sotto i riflettori anche in queste elezioni di Midterm. La candidata repubblicana al Senato Joni Ernst (foto), la favorita nei sondaggi, si è resa famosa per uno spot in cui si definiva una ragazza di campagna cresciuta castrando i maiali, mentre il suo rivale Bruce Braley è apparso critico verso gli agricoltori Colorado: il test Democratici Obama: «Per i democratici è il peggior scenario dai tempi di Eisenhower» REDVALENTINO.COM AVAILABLE AT STORE.REDVALENTINO.COM messo ieri Obama. La destra, però, per riconquistare il Senato arrivando alla maggioranza di 51 seggi (oggi ne ha 45), deve davvero stravincere: deve riconquistare tutti i suoi senatori e sconfiggere i democratici in almeno sei delle loro roccaforti. Impresa possibile ma ardua, visto che i seggi contesi sono solo 13. Per farcela i repubblicani contano di strappare ai loro avversari soprattutto Iowa, New Hampshire, North Carolina, Arkansas, Colorado e Alaska, oltre al West Virginia. I repubblicani avanzano ma la competizione nella notte resta incerta in diversi Stati: un risultato chiaro sul Senato lo avremo, probabilmente, solo nella tarda mattinata di oggi (in Alaska, l’ultima a chiudere i seggi, si voterà fino alle sette del mattino, ora italiana). E se, com’è possibile, nessun candidato supererà il 50% dei voti nei due Stati che prevedono il ballottaggio — Louisiana e Georgia — potremmo dover aspettare altri due mesi per sapere chi avrà la maggioranza nel nuovo Senato. Un altro fattore di incertezza viene dal Kansas dove il senatore repubblicano Pat Roberts aveva un tale vantaggio sul candidato democratico da spingere quest’ultimo a ritirarsi facendo confluire i suoi voti su un indipendente molto popolare, Greg Orman, che potrebbe anche vincere a sorpresa questa contesa elettorale. M. Ga. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il Colorado rischia di passare dai democratici ai repubblicani, una indicazione importante anche in vista delle Presidenziali del 2016. Per il Senato, il repubblicano Cory Gardner (foto) è da tempo il favorito: in una campagna aspra e costosa, è riuscito ad associare il senatore democratico Mark Udall alla politica di Obama. A rischio anche il governatore democratico Hickenlooper Kansas indipendente? Guai per i repubblicani in una loro roccaforte. Pat Roberts, al Senato dal 1981, criticato perché non ha una casa in Kansas e «legato agli interessi di Washington», si è trovato testa a testa con l’indipendente Greg Orman (foto), il quale dice che voterà con la maggioranza. Rivolta anche contro il governatore Brownback «troppo conservatore» Georgia: gli «outsider» La democratica Michelle Nunn (figlia dell’ex senatore Sam Nunn) si scontra con il repubblicano David Perdue (cugino di un ex governatore). Buffo che entrambi si definiscano «outsider», perché corrono per la prima volta. C’è una terza candidata ed è possibile che nessuno ottenga il 50%, il che porterebbe al ballottaggio a gennaio. I democratici sperano di vincere questo Stato repubblicano Corriere della Sera Mercoledì 5 Novembre 2014 ESTERI 11 # Gli 8 Stati decisivi Probabilità di vittoria alla vigilia DEMOCRATICI REPUBBLICANI North Carolina La sfida Gli americani sono stati chiamati ieri a eleggere un terzo del Senato (più tre posti vacanti), tutti i deputati della Camera e 36 governatori Il Senato Le probabilità di vittoria Stato per Stato calcolate dal New York Times tenendo conto di sondaggi, finanziamenti ai candidati e altre variabili New Hampshire Minnesota Montana 71% 29% New Hampshire Maine DEMOCRATICI 66% sicuro probabile Michigan West Virginia Idaho sicuro Wyoming probabile 49% South Dakota Nebraska In bilico 34% Kansas* Oregon REPUBBLICANI Rhode Island Iowa 51% Alaska 34% 66% New Jersey Risultati finali Illinois Colorado Virginia Kentucky New Mexico Oklahoma Georgia Delaware Kansas 435 I deputati della Camera Vittoria repubblicana scontata ma se guadagnano 11 seggi, arrivando a 245, sarà la loro più ampia maggioranza dai tempi di Truman Massachusetts 33% Iowa North Carolina Arkansas Tennessee 67% 31% Hawaii 69% South Carolina Texas Colorado Georgia 20% Alaska 36 I governatori Una ventina le sfide in bilico, molte in Stati «blu» vinti da Obama nel 2012 Alabama Louisiana Mississippi 80% Louisiana *i dati per il Kansas si riferiscono al candidato indipendente e a quello repubblicano 15% Fonte: Real Clear Politics L’intervista di Massimo Gaggi 85% Corriere della Sera «Barack è uno che capisce il mondo Ma poi si rifiuta di entrare in scena» Il politologo Ian Bremmer: i democratici pagano la sua mancanza di leadership DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK A parte alcune situazioni locali specifiche, queste sono state elezioni largamente influenzate dalla scarsa popolarità di Obama. I democratici pagano la sua mancanza di leadership. George Bush non era un «thinker», non amava riflettere molto sulle cose, ma aveva il gusto del comando. Obama riflette molto, capisce tutto, ma non decide. Ian Bremmer, il politologo fondatore di Eurasia, fotografa così una campagna elettorale nella quale il presidente è rimasto quasi sempre in disparte. Tutta colpa sua? Lei è il teorico del G-zero, un mondo multipolare senza più un vero leader. «È vero, questo è un mondo diverso. Nessuno lo capisce meglio di Obama. Lui analizza tutto con precisione, ma si comporta come un osservatore esterno, non come uno che può incidere. Capisce il teatro del mondo meglio di chiunque altro, ma rifiuta di essere un attore su quel palcoscenico. Guardi la Siria, questione cruciale. Quando toccava a lui decidere sull’intervento militare, ha tirato in ballo tutti gli altri, dal Congresso agli altri Paesi». Dunque un Obama passivo e ancor più con le mani legate ❞ Mosse future Nei prossimi due anni il presidente avrà solo margini di manovra a livello internazionale dopo il voto: prospettiva poco incoraggiante per l’America. «Meno negativa di quanto sembri. Certo, i suoi margini di manovra il presidente li avrà quasi solo a livello internazionale. Non credo che all’interno ci si possa aspettare la riforma delle tasse, dell’immigrazione, della scuola o un grande piano di investimenti pubblici negli ultimi due anni del suo mandato. Se ci fosse una crisi acuta, se il Paese fosse in recessione, questo sarebbe un problema grave». «Ma con l’economia che cresce al 3,5 per cento non credo che gli operatori si preoccupino troppo di un governo passivo. Amministrazioni forti e molto attive in passato hanno fatto gravi errori. Riforme incisive, un governo intraprendente, sono necessari nei Paesi in via di sviluppo che vanno spin- 3,5 per cento: il tasso di crescita dell’economia americana 14 per cento: gli elettori Usa che approvano l’operato del Congresso ti sulla via della crescita. Ma non credo che imprese e investitori si allarmino per lo scarso movimentismo governativo di un Paese avanzato che comunque cresce bene, mentre l’Europa è in recessione e perfino la Cina rallenta scivolando in una situazione di incertezza». Non cambierà proprio nulla per l’America dopo questo voto? «Con l’indebolimento di Washington tenderà a diventare un Paese sempre più federale, decentralizzato». Nessuna possibilità di una breve tregua tra il voto di Midterm e le Presidenziali del 2016 per cercare almeno qualche compromesso minimo tra democratici e repubblicani, dall’immigrazione al commercio internazionale? «Sull’immigrazione non ve- do grossi margini. Sul commercio è possibile. I repubblicani certamente cercheranno di portare avanti il Tpp, la partnership degli Usa con gli alleati asiatici e del Pacifico. È anche il programma di Obama, che vuole condurre in porto anche l’accordo di libero scambio con l’Europa». «Qui deve vedersela soprattutto con le resistenze democratiche. Comunque il “free trade”, importante a livello internazionale, non può certo essere il testamento della presidenza Obama: il suo lascito lo dovremo cercare nel suo primo mandato presidenziale. La riforma sanitaria e il modo in cui ha reagito alla più grave crisi economica degli ultimi 80 anni aiutando il Paese a uscire dalla Grande Recessione». © RIPRODUZIONE RISERVATA Banche, energia, commerci: l’agenda della destra Il partito si prepara a portare avanti una raffica di leggi dal contenuto liberista DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK I repubblicani sogna- no, con una loro vittoria elettorale, di spingere gli Stati Uniti a essere più interventisti sulla scena internazionale, a partire dalla Siria e dalla presenza in Iraq, ma quella dell’uso delle forze armate è l’area di più stretta pertinenza del presidente che è anche «commander-in-chief». Sono altre le aree nelle quali un Congresso controllato dai conservatori potrebbe tentare di rimettere in moto il processo legislativo. L’agenda repubblicana è fitta di proposte su deregulation, La vicenda ● Pronte le proposte su deregulation e riduzione dei vincoli ambientali ● In vista accordi di libero scambio con Ue, alleati asiatici e del Pacifico sostegni alla produzione di energia, riduzione dei vincoli ambientali e, soprattutto, accordi di libero scambio con la Ue e gli alleati asiatici e del Pacifico. Qui preme anche Obama: forse è l’unica cosa che vedremo davvero realizzata. Il leader dei conservatori al Senato, Mitch McConnell, vuole sottrarre all’Epa, l’agenzia federale per l’ambiente, il potere di imporre alle compagnie elettriche una riduzione delle emissioni delle loro centrali a carbone. Ma se accadesse, Obama userebbe i poteri presidenziali di veto. I repubblicani vorrebbero, poi, dare il via libera al Keystone XL, l’oleodotto transamericano che dovrebbe portare il greggio dell’Ovest canadese fin nell’Est degli Stati Uniti. Un progetto sul quale Obama ha rinviato ogni decisione dopo che gli ambientalisti e una parte del suo partito hanno cominciato ad osteggiarlo, temendo l’impatto inquinante delle sabbie bituminose della regione dell’Alberta. Tornando al lavoro a metà novembre, poi, il vecchio Parlamento (quello nuovo entrerà in carica il 2 gennaio) dovrebbe rinnovare subito le misure temporanee del bilancio federale che scadono l’11 dicembre. Qui i repubblicani sono incerti se limitarsi ad autorizzare altri finanziamenti-tampone o se provare a forzare subito puntando su un taglio consistente della spesa sociale. Un’altra scadenza importante sul fronte del bilancio arriverà a marzo, quando il Congresso sarà chiamato di nuovo ad alzare il tetto «Filibustering» I democratici potrebbero reagire con l’ostruzionismo: e la paralisi continuerebbe del debito federale: un’altra occasione per tentare un scambio con nuovi tagli di spesa. Ma il deficit pubblico è molto calato negli ultimi due anni e il Paese non percepisce più un’emergenza di finanza pubblica. E, comunque, veto presidenziale a parte, anche in un Senato a maggioranza repubblicana, i democratici avrebbero sempre la possibilità di bloccare tutto facendo ricorso al filibustering: a parti invertite si ripeterebbe quello che abbiamo visto accadere fin qui. E la paralisi continuerebbe. M. Ga. © RIPRODUZIONE RISERVATA La star ● «Quando ti dedichi a cause umanitarie, sei consapevole dell’importanza della politica»: a dirlo, Angelina Jolie. L’attrice, ambasciatrice dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati, non esclude un suo impegno nella politica attiva ● Lo confessa in un’intervista rilasciata a Vanity Fair. «Un futuro in politica? Sono aperta alla possibilità — dice l’attrice 39enne —. Se si vuole davvero cambiare le cose, bisogna essere pronti ad assumersi delle responsabilità» Mercoledì 5 Novembre 2014 Corriere della Sera 12 Offerta valida per immatricolazioni fino al 30/11/2014 per Ford EcoSport 1.5 110CV a fronte di rottamazione o permuta di una vettura immatricolata entro il 31/12/2008 e posseduta da almeno 6 mesi. Solo per vetture in stock presso i FordPartner aderenti all’iniziativa. Prezzo raccomandato dalla Ford Italia S.p.A. IPT e contributo per lo smaltimento pneumatici esclusi. Ford Ecosport: consumi da 4,6 a 6,3 litri/100 km (ciclo misto); emissioni CO2 da 120 a 149 g/km. Esempio di finanziamento per Ford EcoSport a € 15.950. Anticipo zero (grazie al contributo dei FordPartner), 36 quote da € 285,43, escluse spese incasso Rid € 3, più quota finale denominata VFG pari a € 8.170. Importo totale del credito di € 16.909,52 comprensivo dei servizi facoltativi Guida Protetta, Assicurazione vita, Invalidità e disoccupazione. Totale da rimborsare € 18.553,48. 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Bruciati vivi. Lei si chiamava Shama Bibi e aveva 30 anni. Lui era Shahzad Masih, cinque di più. Una giovane coppia, come tante.Tre figli e un altro in arrivo. Erano cristiani. Qualcosa che, in certe parti del Pakistan, è meglio tenere nascosto. Lavoravano in una fabbrica di argilla. In un posto dal nome che sembra inventato, Chak 59, un villaggio che non si trova neanche sulle mappe. Vicino a Kot Radha Kishan, a sud di Lahore, nella regione del Punjab. Nei giorni scorsi il padre di Shahzad era morto. Dopo il funerale i due giovani erano tornati nella sua casa. Per ripulirla e sistemarla. Dentro c’erano delle vecchie carte che, ormai, non servivano più. Shama aveva pensato di bruciarle, facen- done un piccolo rogo nel cortile. Un uomo che assisteva alla scena giurava di aver visto tra quei fogli anche alcune pagine del Corano. Abbastanza per essere accusati di blasfemia. Senza stare a verificare se il testimone fosse attendibile. Una colpa che aveva già causato la morte di altri cristiani in Pakistan. Una folla di musulmani inferociti si è messa in cammino da cinque villaggi. Ha sequestrato i due giovani. Li ha portati nella fabbrica di argilla dove lavorano. Li ha picchiati. Due giorni da incubo. Che, forse, nessuno potrà raccontare. Poi i corpi di Shama e Shahzad, ancora vivi, sono stati buttati come sacchi dentro la fornace ardente. Solo allora la notizia è arrivata alle autorità, allertate dagli altri cristiani del villaggio. Il blitz nella fabbrica quando tutto era ormai finito. E per arrestare trentacinque carnefici. La storia di Shama e Shahzad raccontata da un avvocato che si batte per i diritti umani, Sardar Mushtaq Gill. «È una vera tragedia — ha detto il legale — un atto barbarico e disumano. Il mondo intero deve condannare fermamente questo episodio che dimostra come sia aumentata in Pakistan l’insicu- Il caso I prezzi delle schiave nelle mani dell’Isis Il mercato ● Sin dal loro emergere come gruppo dominante nella galassia dei jihadisti ribelli, i militanti dell’Isis hanno trasformato le loro «prede di guerra», in particolare yazidi e cristiani, in «schiavi» ● Secondo quando dichiarato dagli stessi militanti, nelle zone da loro controllate si tengono «mercati degli schiavi», dove esseri umani vengono venduti per cifre che partono da pochi euro fino a un massimo di 115 Il prezzo più alto sul mercato degli schiavi di Mosul resta quello per i bambini (maschi e femmine) compresi tra il primo anno d’età e i nove: 200 mila dinari iracheni, pari a circa 115 euro. Sono in stragrande maggioranza yazidi, ma viene segnalato anche qualche cristiano. Sembra che siano stati catturati durante le grandi offensive dello Stato islamico (noto come Isis) nel centronord Iracheno dai primi di giugno e fine agosto. Per le donne le somme cambiano in proporzione all’età. Quelle comprese tra i 10 e 20 anni non possono essere vendute per meno di 150 mila dinari. Tra i 20 e 30 la cifra scende a 100 mila. Tra i 30 e 40 si abbassa sino a 75 mila. Oltre i 40 e sino a 50 il valore è di almeno 50 mila. L’editto è stato promulgato dal «Califfato» il 20 ottobre 2014, lo riprendono i media di Bagdad e tra i funzionari Onu in Iraq desta gravi preoccupazioni. Il riferimento ai bambini rimanda alla recente accusa di Human Rights Watch per cui Isis avrebbe metodicamente torturato circa 150 minorenni curdi catturati in maggio attorno alla cittadina assediata di Kobane. L’editto specifica con tono rammaricato che il «prezzo delle donne e dei prigionieri è notevolmente calato» negli ultimi tempi, causando «effetti negativi» sulle finanze dello Stato islamico. I motivi sono evidenti. La guerra costa. E, ora che i raid aerei della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti hanno danneggiato i pozzi petroliferi controllati dall'Isis in Siria, è ovvio che il traffico di esseri umani assurga a fonte di approvvigionamento importante per le sue casse. Da qui la necessità di alzare le quotazioni. Vi si rileva anche il tentativo di un controllo più serrato sulla popolazione. In altri decreti resi noti da Isis negli ultimi tre giorni, studenti e pubblici ufficiali sono obbligati a indossare lunghi caffetani in stile afghano. Inoltre tutte le abitazioni abbandonate vengono requisite. Ogni matrimonio va contratto presso le autorità Isis. Gli imam disposti a celebrare le nozze in privato saranno uccisi. E le feste per gli sposi non possono costare più di mezzo milione di dinari: i contravventori rischiano 30 frustate. Lorenzo Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 milioni, il numero dei cristiani in Pakistan: un milione sono i cattolici 4 la percentuale, di cristiani del Punjab, la regione dove sono più numerosi 1980 l’anno in cui sono state introdotte le prime leggi contro il reato di blasfemia rezza tra i cristiani». E il monito: «Basta un’accusa per essere vittime di esecuzioni extragiudiziali. Vedremo se qualcuno sarà punito per questo omicidio». Già, perché un portavoce della polizia, Muhammad Bin Yameen, ha raccontato che i due giovani erano già morti, a causa del pestaggio subito, pri- Famiglia Una foto di Shahzad Masih e Shama Bibi, la coppia cristiana uccisa a «Chak 59», un villaggio vicino alla città di Lahore, diffusa dal sito web «Christians in Pakistan». I loro corpi sarebbero stati bruciati in una fornace. Erano accusati di blasfemia 13 ma di essere gettati nella fornace. Una ricostruzione che potrebbe cambiare la gravità delle accuse ai responsabili. La persecuzione contro i cristiani in Pakistan è aumentata negli ultimi anni dopo un periodo di relativa tolleranza e convivenza. Il caso di Asia Bibi, la giovane condannata a morte per blasfemia, continua a scuotere le coscienze. Un altro cristiano, Sawan Masih, è nel braccio della morte dallo scorso aprile. Anche per lui la pena capitale è stata chiesta per aver profanato la religione islamica. Nei giorni scorsi è stato incontrato in carcere da Joseph Francis, leader dell’Ong Claas (Centre for legal aid assistance & settlement) che segue e assiste casi di cristiani discriminati e perseguitati in Pakistan. In una nota inviata all’Agenzia Fides, Francis ha raccontato che Sawan Masih ha ribadito la sua innocenza, si è detto molto deluso per il corso seguito finora dalla giustizia. «Purtroppo gli estremisti stanno diventando molto potenti, talvolta anche tribunali e polizia sembrano impotenti», ha commentato a Fides Joseph Francis. L’odissea di Sawan Masih è cominciata nel marzo 2013, quando l’uomo è stato accusato di blasfemia. Alla notizia del suo arresto si sono registrati disordini a Lahore, dove più di 178 case del quartiere cristiano di Joseph Colony sono state date alle fiamme da un gruppo di fanatici musulmani. Nella primavera scorsa è giunta la condanna a morte, mentre nessun musulmano è stato ancora punito per la devastazione. Carlo Baroni © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 Mercoledì 5 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 5 Novembre 2014 Diplomazie di Fabio Cavalera Quelle accuse degli 007 inglesi ai social media R obert Hannigan non è un tipo qualsiasi. Da pochi giorni dirige l’agenzia britannica dello spionaggio elettronico, il Government Communications Headquarters (Gchq, foto sopra), l’intelligence che si occupa di intercettare e decrittare le comunicazioni via computer, via cellulare, via tablet. Nel centesimo anno di vita del Gchq, abbandonando la consuetudine di coprire ogni attività di questa branca dei servizi segreti (fino a qualche tempo fa lo era persino il nome del suo capo), Robert Hannigan ha scritto un articolo sul Financial Times per puntare l’indice contro Facebook, Twitter e WhatsApp che sono divenuti indirettamente «rotte in grado di agevolare il crimine e il terrorismo», addirittura «network di comando e di controllo della linea d’azione dei criminali e dei terroristi». Le osservazioni di Hannigan hanno un fondamento. E la storia recente dell’Isis, dei proclami e dei video lanciati in Rete dimostra quanto l’estremismo politico e religioso siano oggi allenati nell’utilizzo delle tecnologie e nella manipolazione della platea mondiale degli internauti. Scontato dunque che l’intelligence si ponga pubblicamente il problema di come individuare i soldati del radicalismo. Ma occorre che le strategie di contenimento siano chiare e trasparenti. E’ vero che i colossi del «tech» hanno criptato in modo severo i loro codici, rendendo molto difficile alle agenzie investigative l’ingresso e il controllo dei sospetti. Ed è vero che un accordo per disciplinare questa attività è necessario e urgente. Non bisogna però dimenticare che gli sbarramenti sono stati posti dopo gli sconfinamenti compiuti dalle intelligence americana e britannica che in passato hanno violato i confini della riservatezza di migliaia di persone per niente affiliate al terrorismo o alla criminalità. Togliere all’Isis l’arma del web va bene. Discutere sulla privacy, senza trasformarla in un dogma inespugnabile, può andare altrettanto bene. Purché si pongano paletti efficaci contro le tentazioni di censura generalizzata e soprattutto contro le deviazioni di cui le tradizioni dei servizi segreti sono piene. @fcavalera © RIPRODUZIONE RISERVATA ESTERI 15 Scontro finale sul voto in Catalogna La Corte costituzionale spagnola vieta la consultazione che ha sostituito il referendum Ma il governo di Barcellona non cede: «È troppo tardi, noi andiamo avanti lo stesso» Questa volta la Catalogna non ci sta, fa finta di non sentire e tira dritto verso il voto del 9 novembre. Madrid ha deciso per la seconda volta di vietare l’appuntamento indipendentista? Barcellona risponde con uno strappo. Non sarà un Rubicone, ma ci assomiglia molto. I quattro giorni che mancano al voto di domenica saranno uno più elettrico dell’altro. Il separatismo catalano è a una svolta. Per la prima volta, la dirigenza politica della Regione esce dall’ambito del dibattito teorico e della frizione istituzionale per affrontare la sua prima azione di rivolta o, per usare le parole dei suoi ideologi, di disobbedienza civile alla maniera di Gandhi o Martin Luther King. Nei palazzi di Madrid, è evidente, la stessa ribellione è etichettata come spregio delle regole democratiche e oltraggio alla Costituzione. Anche se la violenza sembra, per fortuna, poter restare fuori dal palcoscenico, gli scenari che si aprono sono foschi. Difficile immaginare che domenica qualcuno mandi la Guardia Civil a proibire fisicamente il voto o a sequestrare le schede sulle Ramblas. A Barcellona ci sono centinaia di migliaia di volontari pro voto. L’aspettativa è di fiumi di catalani alla ricerca di un «seggio» dove esprimere la propria opinione (non vincolante) sul futuro della Catalogna: Stato federato o Stato indipendente? Il tricorno degli agenti avrebbe un sapore assolutamente fuori luogo. Madrid però potrebbe comunque decidere di andare sino in fondo nella difesa delle formalità legali con denunce e quindi inabilitazioni, processi e persino arresti per il presidente catalano Artur Mas e i suoi collaboratori. A quel punto la reazione della piazza è difficile da immaginare. E le valanghe iniziate sono difficili da contenere. La crisi catalana ha davvero pochi precedenti nell’Europa democratica. Ieri i giudici hanno, all’unanimità, dichiarato illegittimo Ucraina «Revocare l’autonomia» La reazione di Kiev al voto separatista Dopo il voto nelle Repubbliche separatiste dell’Ucraina orientale, Kiev valuta se revocare la legge che prevede uno statuto speciale di tre anni per la regione. Ieri la questione è stata affrontata dal Consiglio di sicurezza e di difesa nazionale. Il presidente ucraino Petro Poroshenko ha poi ordinato l’invio di rinforzi militari nella zona per scongiurare una nuova offensiva dei ribelli. Poroshenko ha comunque ribadito che il suo governo resta favorevole a una soluzione pacifica del conflitto. Resta alta la tensione anche a livello internazionale. Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha definito «sciagurato e controproducente» il voto di domenica scorsa che ha «ufficialmente» investito la leadership filorussa di Donetsk e Luhansk. Il leader ● Artur Mas, 58 anni, è presidente della Catalogna dal 2010. Il governo di Madrid potrebbe tentare di impedire il voto per l’indipendenza catalana, dichiarato illegale, con il suo arresto (Afp) anche il «processo di partecipazione popolare» che aveva ufficialmente sostituito la «consulta popolare» a sua volta bocciata a settembre. Il tribunale non ha accettato la maschera nominale che Barcellona ha sovrapposto al voto nel tentativo di renderlo potabile. Se la «consulta» era stata considerata illegittima, la «partecipazione popolare» con lo stesso quesito, le stesse schede e le stesse urne ha subito la stessa sorte. Tutti, in realtà, se l’aspettavano. Difficile ora è capire dove e quando si fermeranno i duellanti. E soprattutto chi lo farà per primo. «Che sia cristallino come l’acqua — ha detto ieri il portavoce della Generalitat Francesc Homs — il “processo partecipativo” va avanti. Ce ne assumiamo tutte le conseguenze». Fino alla settimana scorsa Mas e i suoi dicevano che non avrebbero mai operato al di Stella catalana Una manifestazione degli indipendentisti a Barcellona tra i colori della «Estelada», la bandiera della Catalogna (LaPresse) fuori della legalità, ma ieri l’accento si era spostato: «Non faremo mai nulla contro la libertà di espressione e la libertà di pensiero dei cittadini catalani». Homs ha annunciato ricorso al Tribunale costituzionale, ma anche una denuncia contro il governo centrale di Mariano Rajoy per aver «attentato al diritto di partecipazione, alla libertà di espressione e di opinione». Significativa la reazione a caldo della pasionaria dell’indipendentismo, quella Carme Forcadell che, restando nell’ombra della «società civile», ha un peso decisivo sulla mobilitazione di milioni di catalani: «Lo Stato spagnolo non ci ha deluso nemmeno stavolta. Con l’ennesimo “no”, ha dato un’altra ragione all’indipendentismo». Andrea Nicastro © RIPRODUZIONE RISERVATA Mercoledì 5 Novembre 2014 Corriere della Sera 16 Cronache Il Vaticano su Brittany «Non c’è dignità nei suicidi assistiti» Il filosofo Remo Bodei: «Un atto grave di cui va rispettato il coraggio» La Santa Sede: ma il Signore l’ha accolta Dice che «la dignità non è mettere fine alla propria vita, è un’altra cosa», che «il suicidio assistito è un assurdo». Ma insieme spiega: «Non giudichiamo le persone, nessun buon cristiano lo farebbe mai». E a Brittany Maynard, la giovane americana affetta da un tumore al cervello inguaribile che ha deciso di farla finita, dedica parole importanti nello stile della Chiesa di Francesco: «Il gesto in sé non lo possiamo accettare, ma solo Dio sa che cosa è accaduto nella coscienza di questa donna che ha sofferto così tanto, la coscienza è un santuario inaccessibile, e sono certo che il Signore ha capito e l’ha accolta». Monsignor Ignacio Carrasco de Paula, già rettore dell’università della Santa Croce — l’ateneo dell’Opus Dei —, è dal 2010 il presidente della pontificia Accademia per la Vita, il «ministro» della Santa Sede in tema di bioetica. È un vescovo che parla anche come medico e psichiatra. «Da cristiano sono convinto che Dio mi abbia dato la vita come un dono prezioso e CITTÀ DEL VATICANO Il caso ● Dieci mesi fa a Brittany Maynard viene diagnosticato un tumore maligno al cervello. I medici le danno pochi mesi di vita ● Brittany decide di fare il suicidio assistito. Su YouTube spiega il perché e il suo video viene visto da nove milioni e mezzo di persone. Si apre il dibattito sul diritto a morire con dignità la tengo finché Lui me la chiederà. Da medico, per la mia esperienza in ospedale, le posso dire che il pensiero di uccidersi è normale, tra i malati terminali, ma solo pochissimi lo mettono in atto. La dignità sta altrove». Che per la Chiesa l’eutanasia sia inaccettabile è noto, l’Osservatore Romano di oggi dedica al tema un articolo in prima pagina dal titolo: «Il diritto inesistente». Ma monsignor Carrasco va oltre e argomenta anche dal punto di vista medico: «Nessuno dev’essere lasciato solo con la sua disperazione, i malati hanno bisogno di non sentirsi abbandonati. Un grande studioso come Harvey Chocinov ha studiato migliaia di casi e parlato di “terapia della dignità”: nel senso di restituire dignità alle persone in fin di vita, stare loro vicino, assisterle. La dignità si legge negli occhi di chi sta loro intorno». E come si fa, in concreto? Brittany non ha visto altre vie d’uscita... «Può darsi sia dipeso dal gruppo pro eutanasia che ha gestito il suo caso. Ma è un Felice Brittany Maynard in una immagine serena. Era nata in California nel 1984 e si è laureata a Berkeley come insegnante. Ha viaggiato in tutto il mondo, lavorando anche in scuole e orfanotrofi di Nepal e Costa Rica. A casa faceva volontariato per una associazione animalista. Nel 2012 si è sposata con il fidanzato Daniel Diaz (Photomasi) errore, le alternative esistono. La terapia del dolore, la medicina palliativa può accompagnarti nelle ultime settimane, c’è ancora tempo per stare vicino alle persone care, non muori al momento della diagnosi infausta. Ci sono centri che aiuta le persone a vivere gli ultimi mesi: di questo abbiamo bisogno. Il pericolo della mentalità eutanasica è abbandonare i malati, arrivare a una società che li scarta come costi “inutili”: la “cultura dello scarto” di cui parla Francesco». Resta la possibilità di un’autodeterminazione, conclude Carrasco: «Certo, e non solo nel rifiuto dell’accanimento terapeutico. Un paziente in fase terminale ha diritto di rifiutare i trattamenti che non si sente di affrontare. Accade spesso: rinuncio a una chemioterapia, che tanto non cambierebbe la situazione, per passare in casa le mie ultime settimane di vita, tra i miei familiari. Questo è un esempio di dignità». Gian Guido Vecchi © RIPRODUZIONE RISERVATA Remo Bodei, filosofo: davvero non c’è dignità nel mettere fine alla propria vita? «La morte è un’ovvietà che non smette di sorprenderci e di interrogarci. Ma ogni storia è diversa, e ci vuole rispetto di fronte a quello che gli altri scelgono sulla loro pelle. Anche la Chiesa dovrebbe dimostrarsi un po’ più misericordiosa e cominciare ad applicare quel “Chi sono io per giudicare?” che il Papa ha pronunciato in un altro contesto». Il suicidio «assistito» è diverso dal suicidio «tout court»? «Il suicidio è sempre un atto gravissimo, perché non riguarda soltanto il singolo individuo, ma la famiglia, la società. Ma è un atto coraggioso, e questo lo rende degno». Condivide la scelta di Brittany Maynard di rendere pubblica la sua morte? «C’è forse un problema di spettacolarizzazione, che può risultare sgradevole. Ma in questo caso, diventa una testimonianza. Non condivido la crudeltà inutile che il dolore nobilita: chi ne stabilisce il limite?». El. Ser. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 5 Novembre 2014 CRONACHE 17 Terzo giorno di ricerche Gilberta, la professoressa scomparsa a Frosinone I sommozzatori dei vigili del fuoco (nella foto) ieri hanno scandagliato per ore il fiume Fibreno, in provincia di Frosinone. Ma anche al termine del terzo giorno di ricerche non si trova Gilberta Palleschi, 57 anni, insegnante e segretaria regionale dell’Unicef scomparsa sabato. Sembra esclusa l’ipotesi dell’allontanamento volontario. Nei giorni scorsi erano stati rinvenuti la sim del suo telefono cellulare (ma non l’apparecchio), le chiavi dell’auto e un braccialetto spezzato sulla strada di campagna che da Fontechiari porta a Broccostella. In quella stessa zona i cani molecolari avevano perso le sue tracce. © RIPRODUZIONE RISERVATA Sì al divorzio facile e cause più veloci Passa con la fiducia il primo provvedimento del pacchetto Giustizia. Meno ferie per i magistrati 5 Milioni i procedimenti pendenti della giustizia civile che la riforma vuole velocizzare ROMA Grazie a un altro voto di fiducia, il governo porta a casa il primo provvedimento del pacchetto Giustizia varato il 30 agosto dal Consiglio dei ministri. Con 353 sì e 192 contrari, la Camera ha approvato il testo proposto dalla II commissione per convertire in legge il decreto che mira a velocizzare la giustizia civile, sepolta sotto 5 milioni di procedimenti pendenti. Il voto finale è previsto per domani. Poi non resta che attendere la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale per vedere gli effetti del provvedimento: tra gli altri il divorzio davanti all’ufficiale civile senza l’assistenza obbligatoria dell’avvocato (solo in assenza di figli minorenni), la riduzione dei termini feriali nei tribunali (la sospensione sarà dal 1° al 31 agosto) e la contrazione (da 45 a 30 giorni) delle ferie dei magistrati. In realtà, il decreto che ha fatto molto rumore perché sottrae ben 15 giorni al periodo estivo di sospensione dei termini feriali, contiene molti interventi per arginare i 4,5 milioni di procedimenti civili che ogni anno vengono aperti nei tribunali. I correttivi messi a punto prevedono la facilitazione del procedimento arbitrale e la conciliazione con l’assistenza degli avvocati. Una corsia preferenziale che, però, avrà un costo per chi la richiede. Dello stesso segno sono gli interventi finalizzati a frenare l’abuso di giustizia: chi perde la Ieri lo sciopero I cameramen fermano le reti Rai In onda le repliche Dirette che saltano e ricorso massiccio alle repliche. Praticamente un palinsesto estivo. Con qualche eccezione, come il Ballarò di Giannini che non poteva perdere l’occasione di avere come ospite Matteo Renzi. È il risultato dell’astensione dal lavoro — ampiamente annunciata — dei cameramen Rai, che ieri ha mandato in tilt la programmazione di viale Mazzini. Tutta colpa dello sciopero regionale dei cameramen di Roma, proclamato dallo Snater. A farne le spese la programmazione in diretta, con il I disagi Programmazione in tilt: resiste «Ballarò» con Renzi, interviste registrate per Vespa day time delle reti Rai praticamente azzerato. Sono saltati tutti i programmi live, da Uno Mattina a I fatti vostri, da Agorà a La Prova del Cuoco, da Elisir a Geo&Geo, sostituiti da repliche. Anche La vita in diretta e Porta a Porta sono stati azzoppati: al posto di Cristina Parodi c’era la fiction con Proietti; Bruno Vespa ha attinto invece alle interviste registrate a monsignor Paglia e Giorgio Albertazzi. Sono sopravvissuti i telegiornali (con camera fissa), mentre a salvarsi sono stati so- lo pochi programmi: in versione ridotta come Linea Notte e 2Next; o in versione integrale, come il più atteso di tutti: Ballarò con l’intervista a Matteo Renzi in piedi grazie a una squadra ridotta di operatori interni. «L’adesione è stata massiccia, intorno al 95% — ha affermato il segretario nazionale Snater, Piero Pellegrino —. Praticamente si sono astenuti tutti gli operatori di Roma. L’azienda sta forzando la figura professionale dell’operatore. La mansione deve farla l’operatore, ma la Rai la sta affidando anche ad altre figure professionali. Per questo gli operatori sono arrabbiati». Spiega: «La Rai da un anno a questa parte ha comprato i cosiddetti “zainetti”, che sono telecamere molto leggere. Così, invece di utilizzare una squadra di cameramen per la copertura di un evento, si utilizza uno, al massimo due dipendenti, per lo più tecnici e non più operatori. Questo ha fatto arrabbiare i cameramen che rivendicano il loro ruolo e la loro professionalità». Non è la prima volta che uno sciopero mette in crisi i palinsesti Rai. Era già successo a dicembre 2010 e l’adesione massiccia fece saltare tutte le dirette, mentre i tg andarono in onda in forma ridotta, senza servizi audio e video. Renato Franco © RIPRODUZIONE RISERVATA Il pacchetto ● Varato il 30 agosto scorso, il pacchetto Giustizia mira a smaltire i tanti procedimenti pendenti ● Fra i provvedimenti il divorzio senza avvocato e la riduzione dei termini feriali dei tribunali causa dovrà rimborsare le spese dell’intero processo; le cause semplici saranno sempre istradate sul binario del rito ordinario; chi non paga volontariamente i propri debiti alla fine dovrà sborsare molto di più; il creditore potrà conoscere tutti i beni del suo debitore, con accesso per il tramite dell’ufficiale giudiziario alle banche dati pubbliche (anagrafe tributaria, archivio dei rapporti finanziari). Previste, poi, nuove modalità di pignoramento degli autoveicoli. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, è molto soddisfatto: «Ora abbiamo il primo provvedimento del pacchetto Giustizia che diventa legge e pone le condizioni per affrontare l’arretrato civile e anche per cambiare il processo civile che affronteremo con la delega in maniera più organica». Il secondo passo infatti, dopo l’istruttoria affidata dal ministro alla commissione presieduta dal giudice Giuseppe Berruti, sarà quella di coordinare in un disegno organico gli interventi messi in cantiere. A proposito delle ferie dei magistrati, ora si attende l’assemblea generale indetta per domenica in Cassazione dal- I debitori Il creditore potrà conoscere tutti i beni di un debitore grazie anche alle banche dati l’Associazione nazionale magistrati: «La misura non è punitiva ma è una richiesta di collaborazione per aiutare al Paes e » , d i ce i l re s p o n s a b i l e Giustizia del Pd, David Ermini. Al Senato, invece, con margini meno rassicuranti per la maggioranza, oggi iniziano le votazioni in commissione sul testo Buemi emendato dal governo che amplia la responsabilità civile dei magistrati. E qualche serio grattacapo per il Pd potrebbe arrivare da un altro ddl di Enrico Buemi (socialista eletto nelle liste dem) che propone di modificare, in senso garantista, la legge anticorruzione che porta il nome di Paola Severino. Dino Martirano © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 Mercoledì 5 Novembre 2014 Corriere della Sera CRONACHE Sugli autobus con le guardie armate Liti con il controllore, aggressioni agli autisti, bande di vandali e colpi di fucile sparati contro i mezzi Da Brescia e Verona fino a Salerno, scoppia l’allarme sicurezza per le aziende pubbliche di trasporti Con la pistola Due vigilantes in servizio armato fotografati ieri alla stazione degli autobus di Bergamo. La città lombarda ha deciso di rafforzare i controlli sui passeggeri in coincidenza con l’inizio dell’anno scolastico: spesso i protagonisti delle intemperanze peggiori sono infatti giovanissimi studenti (Fotogramma) In Italia ● Valerio Prignachi (nella foto) è il presidente di Brescia Mobilità, la società che ha deciso di fare ricorso a un servizio armato a bordo dei suoi mezzi pubblici dopo il ripetersi a distanza ravvicinata di aggressioni al personale e danneggiamenti ● Brescia è solo l’ultima città italiana in ordine di tempo a ricorrere a misure tanto drastiche. In precedenza avevano arruolato vigilantes le aziende pubbliche di Verona, Salerno, Bergamo e la società Trenord che gestisce i treni pendolari che vanno e vengono da Milano Tutto è cominciato con i biglietti non pagati e le liti con il controllore. Poi si è passati all’aggressione agli autisti, agli ubriachi che pretendevano di fare il loro comodo anche nelle ore di punta tra passeggeri attoniti e impauriti. Si è arrivati agli autobus presi prima a bottigliate e poi addirittura a colpi di fucile. Con la gente a bordo. A quel punto i responsabili di Brescia Mobilità, la società che gestisce i trasporti urbani nella città lombarda, hanno stabilito che la misura era colma e hanno varato la più drastica delle misure: i loro pullman viaggeranno scortati a bordo da guardie armate. Brescia che decide di trasformare i mezzi pubblici nella diligenza di «Ombre rosse» purtroppo non è un caso isolato: è solo l’ultimo episodio che racconta quale Far West sono divenuti questi luoghi che dovrebbero essere di tutti e invece non sono di nessuno. Anzi, sono posti dove detta legge il più forte e il più violento. La decisione di «blindare» gli autobus con forme di vigilanza (armata o no) è già stata adottata a Bergamo, a Verona, a Salerno, sui convogli di Trenord (l’azienda che ha in mano i treni pendola- 20 Euro il costo, all’ora, per la vigilanza pagato a Salerno 500 Le persone sanzionate a Bergamo in un mese di controlli ri che vanno e vengono da Milano). Una misura analoga è stata chiesta dai sindacati a Taranto, dove due giorni fa un autista ha subito l’ennesima aggressione, e caldeggiata a Roma dove i dipendenti dell’Atac costretti a farsi medicare in ospedale erano stati 58 nel 2013 e sono diventati 91 nell’anno in corso (dati Federsicurezza). A Taranto due giorni fa la Cisl ha denunciato una situazione incredibile: spinelli fumati sui bus nelle ore di punta, sedili sradicati e gettati dai finestrini, autisti presi a pugni alla minima reazione. Ma i problemi sono ovunque. E alcuni giorni fa persino un assessore piemontese di Sel ha chiesto corse riservate ai passeggeri rom, considerati i più intolleranti e pericolosi. Ma come è maturata la decisione di Brescia? «A preoccuparci è stata l’escalation ravvicinata di episodi violenti — spiega Valerio Prignachi, presidente di Brescia Mobilità — e la necessità di fornire risposte. Ne abbiamo discusso a lungo, ci è sembrata la mossa più efficace pensando alla stragrande maggioranza degli utenti che pagano il biglietto». Dicono che spesso i protagonisti delle aggressioni più violente siano giovanissimi. «Vero. E mi domando se abbiano la consapevolezza di quello che fanno. Trent’anni fa a nessuno sarebbe venuto in mente di prendere a pugni un autista». La strada su cui si è incamminata Brescia era già stata battuta, come detto, da altre città a Nord e Sud. Tra queste Salerno, dove la linea degli au- Escalation Tutto parte dai controlli su chi non paga il biglietto. Poi la situazione degenera tobus verso Napoli gestita dalla Sita era divenuta teatro di violenze a catena. «Già le prime corse del mattino — racconta il direttore di Sita, Simone Spinosa — sono frequentate da tossicodipendenti. Il tasso di evasione del biglietto è altissimo, se il controllore ne chiede conto si vede mostrare nella migliore delle ipotesi una carta d’identità scaduta. Così abbiamo deciso di mettere a bordo una guardia giurata. Ma abbia- mo dovuto fermarci per mancanza di fondi. Vedremo di ricominciare a gennaio». La presenza di uomini armati ha funzionato come deterrente contro vandali e bulli ma ha anche un suo valore economico. Sui mezzi della Sab, l’azienda pubblica di trasporti di Bergamo, dal 15 settembre a ieri ben 500 passeggeri sono stati pizzicati senza biglietto. Ma cosa ha trasformato in una palestra di soprusi e danneggiamenti dei luoghi che per antonomasia dovrebbero essere «bene pubblico»? «Bene pubblico? In Italia purtroppo questo concetto è al livello zero — si rammarica Rocco Ungaro, segretario della Filt Cgil della Lombardia — . Non a caso gli episodi di violenza si concentrano nelle periferie urbane, nei luoghi meno presidiati». «Non voglio giustificare le cause di questo degrado solo con la crisi economica — prosegue il sindacalista — però lo stato in cui versano treni e i bus pubblici in tutto il Paese è eloquente: non inducono certo al rispetto della cosa pubblica». Claudio Del Frate @cdelfrate ● Il focus Il caso Bergamo «Ora ci insultano ma non reagiamo» di Fabio Paravisi BERGAMO «Biglietto, prego». Il passeggero che scende dall’autobus si fruga nelle tasche, e intanto scruta con preoccupazione lo strano controllore che ha di fronte: giacca militare, basco e pistola che penzola dalla cintura. A Bergamo si fa così: di fronte a una massa di viaggiatori a scrocco che scavano un buco di 400.000 euro nel suo bilancio e a intemperanze di teppisti che aggrediscono i conducenti, la società di trasporti Sab ha deciso di affiancare ai suoi otto controllori anche due pattuglie di guardie giurate. Gli agenti si piazzano di fronte ai bus e controllano chi sale e chi scende. E sono tanti quelli che hanno le tasche vuote. «Ci dicono di tutto, tentano di metterci le mani addosso e gli stranieri ci danno dei razzisti — spiega una delle guardie —. Noi cerchiamo di mantenere la calma, un po’ alla volta la gente si abitua». Per ora il servizio viene effettuato solo a terra, lasciando così aperto l’altro problema, quello delle aggressioni agli autisti. «Ogni mese sento dai colleghi episodi paurosi — racconta Ivan Moioli, conducente da 25 anni e finito in ospedale dopo essere stato preso a testate da uno scroccone —. Di fronte a certi comportamenti siamo nella situazione di dover scegliere se intervenire o abbassare la testa e far finta di niente». «Abbiamo visto che troppi viaggiatori hanno perso il rispetto per il bene pubblico e per la gente che lavora — spiega il direttore generale della Sab Valentina Astori —. Le guardie giurate mi sembrano una risposta adeguata». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA UNA MARCIA IN PIÙ ALLE TUE DIFESE? SU CON IMMUNO Per preparare il tuo organismo all’arrivo della stagione fredda e quando le tue difese immunitarie sono messe a dura prova dalle molteplici situazioni di stress, SU con Sustenium Immuno Energy. La sua formula a doppia azione, con GLICINA, GLUTAMMINA, VITAMINE e ZINCO, è studiata per ATTIVARE e RINFORZARE le tue difese immunitarie. Disponibile in FARMACIA. Corriere della Sera Mercoledì 5 Novembre 2014 CRONACHE Sanità lombarda L’intervista di Maurizio Giannattasio I cancelli Alcune famiglie all’ingresso di un condominio dell'Aler, la società della Regione Lombardia che dal 2009 gestisce le case popolari di Milano (Newpress) MILANO Sindaco Giuliano Pisa- pia, l’ex prefetto Lombardi ha dichiarato: «Nel 2011 è cambiata l’amministrazione comunale e qualcuno della giunta disse anche che occupare non è reato. Non fu un buon messaggio». Qual è la posizione ufficiale del Comune sulle occupazioni abusive? «Noi siamo sempre stati chiari: siamo contro ogni occupazione abusiva sia perché è un reato sia perché chi occupa illegalmente una casa la toglie a chi ne ha diritto». A Lombardi che replica? «A Lombardi rispondo dicendo basta strumentalizzazioni. Si cerca ancora una volta di nascondere il disastro di Aler e di scaricare su altri la responsabilità di una situazione drammatica. La verità è semplice: le case popolari di Milano sono gestite dal 2009 da Aler che è una società della Regione, di cui l’ex prefetto è il presidente». Tutta colpa dell’Aler? «Malgrado i nostri tentativi, Aler ha continuato a non dare risposte alle richeste degli inquilini. L’unico modo per ripristinare la legalità e tutelare chi abita nelle case popolari era quello di cambiare gestione. E lo abbiamo fatto: dal primo dicembre la gestione delle 28 mila case del Comune passerà direttamente a noi attraverso una società partecipata che ha già dato prova di essere efficiente e attenta ai problemi dei cittadini». L’accusa che vi viene mossa ❞ Niente tolleranza La mia giunta non è mai stata tollerante. Però meglio la prevenzione della repressione è di non aver messo a disposizione gli assistenti sociali rendendo così vani gli sgomberi. «È del tutto infondata. Noi mettiamo a disposizione assistenti sociali per gli sgomberi programmati che si occupano anche della sistemazione dei minori». Siete stati eletti nel 2011. Perché aspettare così tanto tempo prima di cambiare rotta? «Da quando sono sindaco, ho sempre sollevato in tutte le sedi il problema dell’emergenza abitativa a Milano e nel Paese. Il 12 settembre 2013 nel primo incontro del Comitato dell’Ordine e Sicurezza con l’attuale prefetto, che ha sostituito proprio Lombardi, ho chiesto con forza di intervenire sulle occupazioni abusive. In seguito a questa richiesta, è stato riattivato il tavolo settimanale per contrastarle. Non c’è mai stato alcun tipo di “tolleranza” da parte nostra». Come pensate di poter gestire 30mila case in soli tre mesi? «È una grande sfida, ma vogliamo dimostrare concretamente, con i fatti, che si può fare meglio, che si può gestire onestamente e con efficienza lo straordinario patrimonio edilizio che è frutto della migliore tradizione di Milano, quella solidale». Cosa metterete in campo contro le occupazioni abusive? Salvini ha chiesto l’utilizzo dell’esercito. Voi che fare- 19 «Pronti a schierare i vigilantes Così si ferma il racket delle case» Milano, il sindaco Pisapia: le occupazioni abusive penalizzano i più deboli Chi è ● Giuliano Pisapia 65 anni, avvocato, ex deputato, dal 2011 è sindaco di Milano te: i vigili? I vigilantes privati? Le telecamere? «Salvini dovrebbe protestare contro la Regione guidata da Maroni e governata dalla Lega negli ultimi 15 anni. Ricordo che l’assessore regionale alla casa nella scorsa giunta è stato arrestato e rinviato a giudizio per collusioni con la ‘ndrangheta. È la Regione ad aver nominato i vertici di Aler passati e presenti. Non appena inizierà la nuova gestione si opererà sia sulla prevenzione che sulla repressione dell’illegalità». Esercito? «No, l’esercito ha un’altra professionalità. Per prima cosa rimetteremo i portieri negli stabili che sono il primo presidio di legalità e che possono segnalare subito i problemi; coinvolgeremo i comitati degli inquilini che sono vittime del racket, rinforzeremo la sorveglianza con gli istituti di vigilanza e le telecamere. Certo non faremo miracoli ma sono convinto che la situazione migliorerà e che il contrasto all’illegalità produrrà i suoi frutti». Non è che in passato avete chiuso un occhio sulle occupazioni abusive ritenendolo più un reato sociale che penale? «Legalità e rispetto sono punti cardine della mia amministrazione. Poi, è evidente che vi sono risvolti anche di carattere sociale. Ma ciò non ha nulla a che vedere con la tolleranza in presenza di situazioni illega- li. Anche perché, ripeto, chi occupa una casa abusivamente la toglie a chi ne ha diritto e che si trova in una situazione ancora peggiore. Contro il racket delle occupazioni la risposta deve essere ferma e incisiva. Bisogna punire il racket e aiutare chi ha bisogno». Il governo ha chiesto a prefetti e sindaci di impegnarsi di più sulle occupazioni. Cosa chiedete voi al governo? «Chiediamo di impegnarsi su un terreno, quello dello casa, che è esplosivo in tutta Italia. C’è il rischio che salti quel che rimane della pace sociale, sarebbe un dramma. Aiuti chi affronta una situazione difficilissima». © RIPRODUZIONE RISERVATA 1278 Le occupazioni sgomberate in flagranza o riuscite a Milano da gennaio 324 Gli italiani che hanno occupato case; gli stranieri sono stati 954 Corruzione, San Raffaele patteggia 10 milioni MILANO In attesa di arrivare a una sentenza di primo grado nel processo alle persone, l’inchiesta Maugeri-San Raffaele aggiunge altre fiches pesanti alle somme sinora recuperate a favore dello Stato: ai 17 milioni sborsati un anno fa dalla Fondazione Maugeri, ieri si è infatti aggiunto il patteggiamento della Fondazione San Raffaele Monte Tabor valso 1 milione di euro di sanzione pecuniaria e altri 9 milioni confiscati come provento della corruzione della Regione Lombardia negli anni della presidenza dell’ex pdl e oggi senatore alfaniano Roberto Formigoni. La Fondazione San Raffaele era imputata come persona giuridica in base alla legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti per i reati commessi dai propri vertici e dipendenti nell’interesse aziendale. A monte, cioè, c’era il capo di imputazione che negli ex presidente e vicepresidente della Fondazione San Raffaele, don Luigi Verzé e Mario Cal, uno morto il 31 dicembre 2011 e l’altro suicida il 18 luglio 2011, individuava i vertici che «dal 2002 al 2011» si sarebbero «accordati per corrispondere negli anni ingenti somme di denaro, non inferiori a 9 milioni, all’intermediario Pierangelo Daccò e a Roberto Formigoni per l’adozione, in violazione di legge, di provvedimenti Don Verzé e Cal La Fondazione concorda la pena sulle condotte imputate agli scomparsi Verzé e Cal amministrativi della giunta regionale Formigoni diretti a procurare al San Raffaele indebiti vantaggi». Quali? «Una “protezione globale” nella remunerazione delle funzioni non tariffabili, nel finanziamento di progetti non profit, e nella comunicazione di informazioni riservate sulla politica sanitaria in Regione». La pena, concordata dai pm Laura Pedio e Antonio Pastore con la curatela fallimentare della Fondazione (dunque preacquisto del gruppo Rotelli) rappresentata dall’avvocato Giovanni Accinni, è stata ratificata ieri dal giudice Alessandro Santangelo, così come il giudice Andrea Ghinetti aveva fatto un anno fa nel patteggiamento della Fondazione Maugeri per 1 milione di sanzione pecuniaria e 16 milioni di confisca. Non sempre, però, i patteggiamenti fioriscono: ieri, infatti, la X sezione del Tribunale presieduta da Gaetano La Rocca ha respinto per la seconda volta (dopo già il gip Fabrizio Vanore) la richiesta di patteggiamento avanzata dall’avvocato Fabrizio Magrì, coimputato dell’ex direttore generale di «Infrastrutture Lombarde» Antonio Rognoni nell’inchiesta sulle contestate turbative d’asta nell’assegnazione dei servizi legali: 1 anno e 11 mesi (uno più della prima proposta), con confisca di 226.000 euro, è stata ritenuta dal giudice pena non congrua per Magrì, per il quale il processo ordinario ripartirà l’11 novembre. Luigi Ferrarella [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 Mercoledì 5 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 5 Novembre 2014 Il caso di Sergio Rizzo CRONACHE 21 Protezione civile condannata a pagare per il mancato G8 alla Maddalena Senza soldi per combattere le emergenze, dovrà versare 39 milioni alla società Mita 3 Milioni Il denaro presente nelle casse della Protezione civile 400 Milioni Il denaro pubblico speso per la costruzione delle opere per il G8 della Maddalena 27 Mila I metri quadrati di edifici realizzati per l’evento del luglio 2009 alla Maddalena, poi spostato a L’Aquila In cassa, la Protezione civile ha tre milioni. Anzi, li aveva prima delle alluvioni di ottobre. Mentre scriviamo di sicuro non li ha più. Il suo capo Franco Gabrielli si sgola ripetendo che dal 2011 le risorse sono state ridotte al lumicino, mentre avrebbe bisogno almeno di 300 milioni l’anno. Tutto inutile. Dieci giorni fa, in compenso, un collegio arbitrale presieduto da Franco Gaetano Scoca ha deciso che la Protezione civile deve pagare 39 milioni alla società Mita resort di Andrea Donà dalle Rose ed Emma Marcegaglia, ex presidente della Confindustria: nominata nella scorsa primavera presidente dell’Eni, ironia della sorte, dal governo con cui era in causa. Ma perché mai Gabrielli, che non ha un euro per combattere il fango, dovrebbe dare tutti quei soldi a una società che gestisce lussuose residenze posseduta per metà da un imprenditore che è anche manager pubblico? Semplice: sono i danni che Mita resort avrebbe subito in termini di mancati guadagni a causa della bonifica mai completata dello specchio di mare antistante all’ex Arsenale della Maddalena. E il capo della Protezione civile si dovrebbe persino leccare i baffi, visto che la richiesta iniziale era addirittura di 210 milioni. L’avvocatura dello Stato ha ovviamente deciso di impugnare il lodo. Ma comunque vada a finire, questa storia è un altro pezzetto dell’eredità ammorbante di quel bluff del G8 in Sardegna capace di regalare alla Maddalena un cimitero di ferro e cemento disabitato da cinque anni che il mare sta divorando. Ricordiamo com’è andata. Per organizzarlo su quell’isola meravigliosa non si badò a spese. In un baleno il conto arrivò a 400 milioni, con appalti maggiorati del 60 per cento a causa dell’urgenza e di vari di- Il «bando sartoriale», come l’ha definito su Repubblica Carlo Bonini, fu aggiudicato all’unico partecipante: Mita resort, appunto, presieduta allora da Emma Marcegaglia. Che oltre a essere presidente della Confindustria era anche in affari con una società statale, Ita- lia turismo del gruppo Sviluppo Italia, nonché con i «patrioti» (definizione di Berlusconi) che avrebbero dovuto salvare l’Alitalia. Quattrocento milioni letteralmente buttati dalla finestra. La decisione del premier Silvio Berlusconi di spostare il G8 Allerta maltempo I danni Ad Andrea Donà dalle Rose ed Emma Marcegaglia i danni per i «mancati guadagni» sagi, assegnati alle ditte della Cricca specializzate nell’accaparrarsi i lavori dei Grandi eventi gestiti dalla Protezione civile dell’allora onnipotente Guido Bertolaso. Nel vecchio Arsenale venne realizzata una struttura alberghiera di lusso che avrebbe dovuto ospitare per il G8 i potenti della Terra. Sarebbe stata una propaganda formidabile per il suo impiego successivo come resort e yacht club, da assegnare in concessione trentennale ai privati. Nubifragi e allagamenti dalla Liguria alle isole Maltempo su tutta Italia. E si moltiplicano gli avvisi di allerta. Per Liguria e Toscana, dove in alcune zone è scattato il livello più alto. Poi per Piemonte, Lombardia, zone tirreniche e isole. Allagamenti nell’Imperiese ( foto Ansa) e scuole chiuse in Liguria e Maremma. © RIPRODUZIONE RISERVATA dalla Maddalena all’Aquila sconvolse lo scenario. La concessione venne rinegoziata e allungata di altri dieci anni, fermo restando però l’impegno a realizzare le bonifiche dell’area marina destinata a ospitare lo yacht club. Dove c’era di tutto, dal mercurio agli idrocarburi pesanti. Peccato che quelle bonifiche non siano mai state completate, e che addirittura l’operazione abbia provocato, secondo la magistratura di Tempio Pausania che ha indagato 17 persone, danni ambientali ancora più gravi. Vero è che questo non ha impedito l’organizzazione delle regate della Luis Vuitton World series, round della Coppa America di vela. Proprio lì in quell’acqua avvelenata e sempre con i soldi della vecchia Protezione civile. Ma nemmeno ha impedito che sulla faccenda si abbattesse un diluvio di carte bollate. Con lo Stato che cercava di tirare in ballo la Regione Sardegna e la Regione che faceva di tutto per divincolarsi. E intanto che litigavano, l’hanno avuta vinta i privati. I quali vengono pure liberati dalla concessione, col risultato che lo spettrale resort di lusso dovrà essere preso in carico dal suo proprietario, la Regione Sardegna. Buona fortuna al governatore Francesco Pigliaru. © RIPRODUZIONE RISERVATA DAL 3 AL 9 NOVEMBRE I GIORNI DELLA RICERCA ® SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA TORNANO I GIORNI DELLA RICERCA®: TANTI APPUNTAMENTI DIVERSI PER CONOSCERE I PROGRESSI DELLA RICERCA SUL CANCRO E SOSTENERE IL LAVORO DEI RICERCATORI. Lorenzo, 17 anni fa è guarito dal cancro. Scopri la sua storia e tante altre su airc.it. CONTRO IL CANCRO, IO CI SONO. Donatori, volontari, ricercatori: ci sono migliaia di persone che insieme, ogni giorno, sostengono la ricerca. Perché sanno che, soltanto uniti, potremo rendere il cancro sempre più curabile. CERIMONIA AL QUIRINALE AIRC ENTRA NELLE SCUOLE I CIOCCOLATINI DELLA RICERCA 6 NOVEMBRE 5 E 6 NOVEMBRE 8 NOVEMBRE I Giorni della Ricerca® si aprono con una cerimonia al Palazzo del Quirinale. In questa occasione il Presidente della Repubblica, alla presenza delle più alte cariche dello Stato, del mondo della ricerca e della cultura, consegna i premi AIRC “Credere nella ricerca” e biennale FIRC “Guido Venosta”. Anche quest’anno i ricercatori AIRC incontrano gli studenti di oltre 50 scuole secondarie per renderli partecipi dei progressi della ricerca e condividere con loro la passione con cui affrontano le sfide di ogni giorno. In 600 piazze migliaia di volontari AIRC distribuiscono una speciale confezione di cioccolatini Lindt per sostenere il lavoro dei ricercatori. Da lunedì 10 novembre, la distribuzione prosegue in oltre 1.600 filiali UBI Banca. LA RAI PER AIRC INCONTRI NELLE UNIVERSITÀ UN GOL PER LA RICERCA DAL 3 AL 9 NOVEMBRE 5 NOVEMBRE 8 E 9 NOVEMBRE Per una settimana le trasmissioni televisive e radiofoniche RAI raccontano al pubblico i risultati ottenuti nella cura del cancro e le nuove sfide sulle quali stanno lavorando migliaia di ricercatori. AIRC organizza quattro Incontri, in collaborazione con le Università di Bari, Ferrara, Firenze e Trento, per raccontare agli studenti delle discipline scientifiche le nuove frontiere della ricerca e le storie dei suoi protagonisti. I grandi campioni del calcio italiano invitano i loro tifosi a sostenere i giovani talenti della ricerca. Anche la Nazionale italiana sarà al fianco di AIRC in occasione della partita del 16 novembre. PER INFORMAZIONI E DONAZIONI: 800.350.350 - WWW.AIRC.IT - CCP 307272 PARTNER ISTITUZIONALI PARTNER “UN GOL PER LA RICERCA” Mercoledì 5 Novembre 2014 Corriere della Sera 22 ESTETISTA PROFESSIONISTA Corriere della Sera Mercoledì 5 Novembre 2014 L‘analisi di Danilo Taino CRONACHE Sempre meno poveri Ma la crisi minaccia l’obiettivo «miseria zero» Calo dal 43 al 15% di chi vive con 1,25 dollari al giorno 1,01 miliardi Quanti vivono al di sotto della soglia di povertà (cioè con meno di 1,25 dollari al giorno) Negli ultimi trent’anni Quanti si trovano in povertà estrema 2,25 2 Miliardi di persone I dati 1,75 1,5 1,94 1,86 43 55% 1,92 1,95 1,77 1,74 1,75 39 35 36 1,25 45% 1,37 35 30 1 50% 1,63 29 21 0,5 La quota della popolazione dell’India che vive al di sotto della soglia di povertà (con meno di 1,25 dollari al giorno) 30% 25% 19 15 0,25 20% 15% 10% 0 1981 1984 1987 1990 1993 1996 1999 2002 2005 2008 2011 Fonte: «Ending extreme poverty» - Banca mondiale 30% 35% 1,01 26 0,75 40% 1,25 Percentuale sulla popolazione La bellissima notizia è che la povertà estrema è in ritirata su tutta la linea. A essere sinceri, non è una notizia freschissima: i Millennium Goal delle Nazioni Unite si proponevano di dimezzarla entro il 2015 (rispetto ai livelli del 1990) e l’obiettivo è stato raggiunto con cinque anni di anticipo, nel 2010. E, lo scorso ottobre, la Banca mondiale ha pubblicato nuove stime, sempre riferite al numero di persone che nel mondo vive con meno di 1,25 dollari al giorno (a parità di potere d’acquisto, cioè relativizzati al costo della vita) e ha rivelato dati ancora più straordinari: tra il 1990 e il 2011, il numero di estremamente poveri è crollato da oltre un miliardo e 250 milioni a 250 milioni, nonostante l’incremento demografico; si è cioè scesi dal 43 al 15% della popolazione mondiale. Si tratta della maggiore riduzione della povertà mai registrata. Sorprendente. Il risultato è da attribuire alla crescita economica straordinaria che ha investito i Paesi in via di sviluppo negli scorsi 25 anni: è il vero trionfo di quel fenomeno spesso incompreso che si usa chiamare globalizzazione, qualcosa che in Occidente ha molto spaventato — e continua a spaventare — ma che ha consentito a decine di economie di emergere. In concreto, la caduta delle barriere agli investimenti e al commercio internazionale indotta dalla fine della Guerra Fredda ha significato che numerosi Paesi sono entrati nel mercato globale delle merci e della finanza. La Cina, che ha iniziato il processo di apertura alla fine degli anni Settanta, e l’India, che ha liberalizzato agli inizi dei Novanta, sono gli esempi di maggiore successo nella riduzione della povertà: insieme, 232 milioni strappati alla miseria solo tra il 2008 e il 2011, dice la Banca mondiale. d’Arco Ma anche altri Paesi, in Asia, Africa e Sudamerica, hanno preso la stessa strada. Le belle notizie tendono ad alimentare la speranza. Infatti, le Nazioni Unite puntano ora all’eliminazione completa della povertà estrema su tutto il pianeta. All’Assemblea generale dell’Onu del prossimo autunno, verranno adottati nuovi Obiettivi del Millennio — per il dopo 2015. Una discussione globale, accesa e non priva di scontri, è in corso per arrivare a stabilirli (global conversation, viene chiamata) ma un obiettivo certo è l’azzeramento della povertà entro il 2030. È a questo punto che le noti- 415 Milioni Quanti sono i poveri nell’Africa subsahariana. Nell’Asia del Sud in 399 milioni vivono con 1,25 dollari al giorno 23 Genova zie cessano però di essere solo positive. Se la globalizzazione e l’apertura delle economie sono state le chiavi dei successi degli scorsi 25 anni, ci si inizia a interrogare su cosa invece accadrà nel prossimo quindicennio, di fronte a una globalizzazione in frenata, se non in arret r a m e n to . I l c o m m e r c i o mondiale, per dire, quest’anno crescerà solo del 3,1% e forse del 4% nel 2015: livelli non paragonabili a quelli a due cifre degli anni scorsi. Il sistema finanziario, che ha spinto gli investimenti ad attraversare le frontiere, sta per molti versi tornando più nazionale, comunque meno globale, dopo la Grande Crisi. Il grande fenomeno che ha dato il nome alla crescita impetuosa dei Paesi emergenti fino a un paio d’anni fa, Bric — Brasile, India, Russia, Cina — sta sfaldandosi: Brasile e Russia di fatto hanno bloccato la loro crescita, l’India è alle prese con un serio rallentamento (anche se ha prospettive buone), la stessa Cina sta cambiando modello di sviluppo e, nel processo, rallenta al punto che la sua crescita tende a scendere sotto al 7% annuo. Niente di drammatico: potrebbe trattarsi di un rallentamento ciclico. Se su di esso, però, si agganceranno le tensioni geopolitiche del Medio Oriente e quelle tra Russia e Ucraina, il quadro potrebbe diventare davvero negativo per i poveri della terra: i venti di guerra spingono sempre le economie a chiudersi. Insomma, un mondo a zero povertà è a portata di mano. Ma non è affatto scontato. @danilotaino © RIPRODUZIONE RISERVATA Proteste annunciate e rischio sicurezza: annullato l’incontro con Oscar Farinetti Non è un buon momento per Oscar Farinetti. La Fondazione Edoardo Garrone, che organizza a Genova incontri con imprenditori e personalità della cultura sotto il titolo «L’Italia s’è desta?», ha annullato quello previsto stasera con il fondatore di Eataly «per motivi di sicurezza». La Fondazione informa di «aver ricevuto da fonti ufficiali segnalazioni di probabili attività di contestazione nei confronti di Oscar Farinetti», quindi «si è ritenuto opportuno cancellare l’evento per garantire la sicurezza dell’ospite e del pubblico in sala». Farinetti è spesso a Genova, dove ha aperto nel Porto Antico un ristorante-mercato di Eataly. Nei giorni scorsi l’imprenditore si era dichiarato così amareggiato dalle accuse dei sindacati dei Cobas dopo il licenziamento di due dipendenti da aver pensato «a lasciare l’Italia e investire all’estero». La settimana scorsa nella sede di Eataly a Roma un ex dipendente, ha accoltellato un cuoco e un addetto alla sicurezza. Questa volta a mobilitarsi è un gruppo organizzato su Facebook con il come «sciopero sociale». Slogan: «Contestiamo Farinetti #noprecarietà#bastasfruttame nto». Erika Dellacasa © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 Mercoledì 5 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 5 Novembre 2014 CRONACHE Gianotti, è italiana la prima donna a capo del Cern 25 New York La nomina in soli 15 minuti. La scienziata del bosone di Higgs informata da un sms: «Già fatto?» Hanno impiegato 15 minuti a scegliere Fabiola Gianotti come prossimo direttore generale del Cern di Ginevra. «Già fatto?» ha commentato lei, quasi incredula, quando le è arrivata la notizia via sms. Non ci sono state molte discussioni sulle altre candidature: l’olandese Frank Linde, direttore del Nikhef, e il britannico Terry Wyatt dell’Università di Manchester. Fabiola Gianotti è la prima donna alla guida del più importante laboratorio di ricerca nucleare esistente al mondo. Entrerà in carica dal primo gennaio 2016. Nel suo futuro ci sarà il potenziamento del super acceleratore Lhc e lo scandaglio in profondità della montagna di dati finora raccolti dai quali è già emersa la scoperta del bosone di Higgs che ha meritato il Premio Nobel per la fisica. Ma sono attesi altri importanti risultati, che potrebbero aprire la porta a una nuova fisica. «L’elezione della Gianotti conferma come i talenti italiani siano in grado di competere sulla scena internazionale», ha commentato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Accogliamo con gioia immensa l’elezione di Fabiola Gianotti al vertice del grande laboratorio — dice Fernando Ferroni, presidente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare — che così sarà ora diretto da un’italiana, figlia della nostra scuola. Dimostrando la sua vitalità e visibilità a livello globale. Per l’Italia è un riconoscimento straordinario». La nomina di Fabiola Gianotti è avvenuta da parte di un comitato internazionale costituito apposta. Dal 2009 la dire- ● La parola CERN Il Cern (Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire) è il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle. Si trova al confine tra Svizzera e Francia alla periferia di Ginevra. Ne fanno parte 21 Stati membri zione del Cern era stata del fisico tedesco Rolf-Dieter Heuer, affiancato dal direttore della ricerca e del computing Sergio Bertulucci. La scienziata italiana è autrice di 500 pubblicazioni e fa parte del Scientific Advisory Board del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Ma i tanti incarichi non l’hanno mai allontanata dalla ricerca nel suo mondo delle particelle elementari, entusiasmando con la sua semplicità chi la incontra. G. Cap. © RIPRODUZIONE RISERVATA Moratti all’Onu: sì alla finanza sociale DAL NOSTRO INVIATO Chi è ● Fabiola Gianotti, romana, 52 anni, è fra i protagonisti indiscussi della fisica contemporanea. Figlia di un geologo piemontese e di una letterata siciliana, Gianotti si è laureata in fisica subnucleare all’Università di Milano. Lavora al Cern dal 1994, dove è fisico di ricerca del Physics Department. È coordinatrice di Atlas, considerato il più grande esperimento scientifico mai realizzato ● Il 4 luglio 2012 ha annunciato la scoperta del bosone di Higgs. Annuncio fatto con Peter Higgs, padre della teoria sulla «particella che permea l’universo». La scoperta è stata premiata con il Nobel ● Il 26 febbraio 2009 il presidente Giorgio Napolitano l’ha nominata Commendatore della Repubblica. La rivista Time l’ha collocata nel 2012 al quinto posto nella graduatoria di «Persona dell’anno» e per Forbes è fra le 100 donne più potenti del mondo In laboratorio Fabiola Gianotti, 52 anni, è nata a Roma, si è laureata in fisica nucleare all’Università Statale di Milano (foto di Claudia Marcelloni / Cern) Signora delle particelle Il sogno di ballare alla Scala e l’amore per il pianoforte «Esploro l’infinita bellezza della musica della scienza» «Sognavo di diventare una ballerina del teatro Bolshoi o della Scala. Mi attirava danzare, disegnare figure nell’aria, ma ero anche una bimba curiosa, cercavo mondi nella fantasia. E così arrivai alla scienza». Fabiola Gianotti, protagonista della scoperta del bosone di Higgs, la famosa «particella di Dio», ha appena ricevuto la notizia della nomina a direttore generale del Cern di Ginevra. «È capitato tutto all’improvviso e la giornata è diventata frenetica». Ma la voce è sempre calda, le parole veloci: «Avrò molto lavoro da fare», dice, come se dovesse affrontare uno dei tanti normali compiti che già affollano la sua agenda quotidiana. Il Cern, il laboratorio europeo di ricerca nucleare, è oggi il luogo più importante al mondo per indagare la natura e, grazie al super acceleratore Large Hadron Collider, per volare in quel nuovo mondo inseguito da bambina. «Studiavo e leggevo la biografia di Marie Curie e la sua passione, la sua dedizione mi hanno contagiato portandomi a studiare fisica». Da allora ha dedicato la vita alla ricerca. Fabiola Gianotti, 52 anni, romana d’origine, si è for- mata all’Università Statale di Milano e vent’anni fa, scienziata dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, è entrata al Cern studiando alcune parti del superacceleratore con il quale avrebbe più tardi lavorato. Quando guidava l’esperimento Atlas era a capo di tremila ricercatori di ogni nazionalità. «La fisica al Cern ti porta a vivere in una dimensione umana straordinaria senza differenze di sesso, età, nazionalità. Qui ci si misura con le capacità che si è in grado di esprimere e per certi aspetti potrei dire che al Cern la scienza è donna, perché ognuna di noi gode delle stesse opportunità, senza timori, in un confronto di cultura e valori individuali che forse non ha pari altrove. Bisogna solo credere e vivere fino in fondo ciò che abbiamo scelto». E con questa consapevolezza guarda con entusiasmo al futuro. «So di avere davanti prove difficili da affrontare, dovrò compiere scelte ardue, ma sogno di mantenere il Cern al vertice dell’eccellenza scientifica mondiale. La fisica fornisce basi della conoscenza che possono trasformarsi in tecnologie preziose. Chi pensa che la fisica quantistica sia presente nelle telecomunicazioni per codificarle, ad esempio, oppure che nel Gps ci sia l’applicazione della teoria della relatività di Einstein? Eppure è così. Lo stesso Web è nato al Cern». Quando racconta le sue ricerche, Fabiola usa con disinvoltura la parola «bellezza» per comunicare il fascino delle dimensioni che esplora con la mente. «La nuova fisica è un giardino incantato», spiega facendo scivolare le parole verso le altre passioni che l’accompagnano. Ha un unico rammarico: la sfida di cui è stata protagonista l’ha allontanata un po’ dalla musica, dall’amato piano- Con il Nobel Il fisico britannico Peter Higgs con Fabiola Gianotti nella sede del Cern, vicino a Ginevra (Balibouse) In Svizzera Fabiola Gianotti nei laboratori del Cern di Meyrin dove ha iniziato a lavorare nel 1994 forte. «Le note di Schubert, il mio autore preferito, mi riempivano l’animo. Ora il mio tempo è tutto nella musica della nuova fisica». «Non so se riuscirò a eguagliare i grandi italiani che mi hanno preceduto alla guida del Cern: Edoardo Amaldi, che ne è stato uno dei fondatori; Carlo Rubbia, che qui ha conquistato il Nobel; Luciano Maiani, che ha dato il via alla costruzione del nuovo acceleratore Lhc. Avverto la grande responsabilità del mio compito, il prestigio che l’accompagna, ma non sono preoccupata e sono cosciente della modestia con la quale devo guardare al mio impegno. Qui si può far progredire la scienza, ma il Cern ha anche valore come luogo di educazione, e come laboratorio di straordinaria interazione sociale nella quale il concetto di pace è alla base dello studio, della convivenza e dell’esplorazione». Fabiola Gianotti ha conquistato la copertina del settimanale americano Time come donna dell’anno, la rivista Forbes l’ha inclusa tra le cento donne più influenti del mondo, il suo nome è di prestigio in tanti comitati internazionali, e numerosi sono i riconoscimenti attribuiti al suo lavoro. Lei sorride e accompagna le parole verso l’amore per la fisica ricordando con orgoglio di appartenere a una preziosa tradizione italiana che con Enrico Fermi ha avuto il suo caposcuola. Giovanni Caprara © RIPRODUZIONE RISERVATA ❞ Parità Al Cern la scienza è donna: ognuna di noi gode delle stesse opportunità senza timori ❞ L’eredità Non so se riuscirò ad eguagliare i grandi italiani che mi hanno preceduta, da Amaldi a Rubbia NEW YORK «Nel mondo c’è un bisogno crescente di politiche sociali, ma gli Stati hanno problemi di bilancio sempre più stringenti mentre le istituzioni multilaterali come la Banca Mondiale hanno possibilità d’intervento limitate. Nei Paesi industrializzati, soprattutto Gran Bretagna e Stati Uniti, si stanno sperimentando formule innovative in vari campi — dalla dispersione scolastica al reinserimento sociale degli ex detenuti — promosse da soggetti privati, filantropici e non, che usano strumenti finanziari nuovi come i “social impact bond”. Questo modello va sperimentato anche nei Paesi in via di sviluppo: è importante che l’Onu abbia portato per la prima volta al suo interno la discussione sulla finanza sociale». Letizia Moratti (sopra), intervenuta ieri alla conferenza delle Nazioni Unite su questi nuovi strumenti finanziari nella sua veste di fondatrice della Fondazione San Patrignano, spiega il significato di questo primo confronto che apre la strada alla definizione di nuove politiche di sviluppo economico e sociale soprattutto per i Paesi più arretrati. È ormai tempo di definire programmi d’intervento per la fase successiva a quella dei «Millennium Goals» fissati nel 2000. Obiettivi per i quali era stata prevista una scadenza a fine 2015, centrati solo in parte a causa di ostacoli di vario tipo. Ora serve una nuova agenda con interventi capaci di scavalcare quegli ostacoli. La conferenza di ieri, organizzata per iniziativa dell’ambasciatore italiano Sebastiano Cardi e alla quale hanno partecipato anche Susana Malcorra, capo di gabinetto del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, e vari altri dirigenti dell’Onu, delle organizzazioni inglesi, filippine e canadesi impegnate su questo fronte, è servita ad avviare questa riflessione. Con la collaborazione anche di un rappresentante dell’Ubs, la banca più impegnata, insieme all’americana Goldman Sachs, in questo nuovo tipo di finanza. «Bisogna lavorare sui Paesi emergenti che hanno bisogno di strumenti diversi come i “social development bonds”» spiega Moratti. «Anche qui si cominciano a vedere esperimenti interessanti, soprattutto in Uganda, Pakistan, Swaziland e Mozambico. Esperienze-pilota alle quali bisogna dare sostanza con un impegno internazionale. Il G-20 ha già inserito la finanza sociale nella sua agenda dei lavori in Australia, la prossima settimana, e in Turchia tra un anno. Ora tocca all’Onu: c’è un anno di tempo per definire un nuovo modello di collaborazione tra imprese, ong, governi e istituzioni multilaterali». Massimo Gaggi © RIPRODUZIONE RISERVATA 26 Mercoledì 5 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 5 Novembre 2014 CRONACHE 27 I magnifici otto Piazza Duomo Da Vittorio Dal Pescatore Le Calandre Lo chef Enrico Crippa ad Alba, nel Cuneese, confermato tre stelle Gli chef Enrico e Roberto Cerea a Brusaporto (Bg) La chef Nadia Santini a Canneto Sull’Oglio (Mantova) Lo chef Massimiliano Alajmo a Rubano (Pd), confermato tre stelle Nel 1956 l’Italia della Guida Rossa andava dalle Alpi a Siena. Nel 1956 venivano illustrate formalità di ingresso in Italia, gli orari delle dogane e i prezzi della benzina. Nel 1956 si segnalavano gli hotel con il riscaldamento e l’acqua corrente (solo fredda, in molti casi). La Michelin festeggia la Guida d’Italia numero 60 indicando Spa, Wifi, metropolitana più vicina. E, novità, diventa social sbarcando nel rutilante e spesso futile — come hanno dimostrato i rumors sul declassamento di Carlo Cracco per eccesso di protagonismo, smentiti nei fatti — mondo della rete. Un ingresso in grande stile con una app che fornirà, gratuitamente, le stesse informazioni su alberghi e ristoranti della Guida. Una specie di Trip Advisor di lusso, con una fondamentale differenza: si potrà interagire, suggerendo, commentando, ma senza cambiare il giudizio che rimarrà prerogativa dei famosi ispettori guidati dal misterioso Sergio Lovrinovich che concede pochissimo di sé, curriculum e piatto preferito a parte: pisarei e fasò. La Michelin continua a seguire l’evoluzione del mondo e del Paese. Sessant’anni fa, nell’Italia del boom economico con un benessere diffuso nasceva il turismo di massa. Presentando l’edizione 2015, in tempi difficili, Michael Ellis, direttore internazionale delle Guide, dopo il numero degli stellati — 332, otto con tre, confermati, trentanove con due, duecentottantacinque con una: tre in più del 2014 — elenca i ristoranti che offrono un pasto completo a meno di 25 euro, 1.330, di questi 163 Bib Gourmand e 16 stellati (a pranzo, ma vuol pur dire qualcosa). Siamo passati dal boom alla crisi che colpisce soprattutto la fascia media dei ristoranti, Domani lo speciale Le cinquantenni di «Beauty» Non più ansiose di inseguire la propria identità, pronte a una nuova partenza con concretezza e un po’ di ironia, anche nel campo della bellezza. Il numero dello speciale Beauty (domani in edicola gratis con il Corriere) mette in primo piano le scelte delle cinquantenni di oggi. In 48 pagine, molti reportage e ritratti di personaggi, oltre alle tendenze della cosmetica di questo inverno. Ma anche uno sguardo a sport e benessere. Osteria Francescana Enoteca Pinchiorri Lo chef Massimo Bottura a Modena Italo Bassi e Riccardo Monco a Firenze La Pergola Reale Lo chef tedesco Heinz Beck al Waldorf Astoria di Roma Lo chef Niko Romito a Castel di Sangro (Aq) confermato tre stelle L’eccellenza del gusto La svolta social della Guida Michelin con un’app per i migliori ristoranti Tutti confermati gli otto «tre stelle» Le novità ● «Piccolo Principe» (Viareggio, LU) e «Taverna Estia» (Brusciano, NA) passano da una a due stelle ● Una stella: «Sarri» (Imperia), «La Gallina» (Gavi, AL), «Locanda di Orta» (Orta San Giulio, NO), «Del Cambio» (Torino), «Il Saraceno» (Cavernago, BG), «Lido 84» (Gardone Riviera / Fasano, BS), «Berton» e «Iyo» (Milano) «Umami» (Bormio, SO), «Feva» (Castelfranco Veneto, TV), «Macelleria Damini» (Arzignano, VI), «La Bottega del Buon Caffè» e «Winter Garden by Caino» (Firenze), «Le tre lune» (Calenzano, FI), «La Torre» (Tavarnelle Val di Pesa, FI), «Silene» (Seggiano, GR), «L’Imbuto» (LU), «Il Tino» (Lido di Ostia, RM), «Aroma» e «Stazione di Posta» (Roma), «Relais Blu» (Massa Lubrense/Ter mini, NA), «President» (Pompei, NA), «Mammà» (Capri, NA), «Il Flauto di Pan» (Ravello, SA), «Cappero» (Eolie/Vulcano) , «I Pupi» (Bagheria, PA), «Il Bavaglino» (Terrasini, PA) quella che aveva cominciato a prosperare proprio quando la Rossa si era affacciata in Italia, e pranzare fuori non era più solo una necessità ma un piacere. Tiene meglio la fascia alta, grazie alla spettacolarizzazione, all’internazionalizzazione e alla diffusione del talento: undici cuochi neo-stellati hanno meno di 35 anni. Siamo sempre secondi dopo la Francia, noblesse oblige, ma più o meno con lo stesso numero di stellati, 14 per cento del totale loro, 12 noi. L’Italia è cambiata, ma una stella cambia ancora la vita di uno dei 2.700 (2.693 per l’esattezza) ristoranti segnalati in queste pagine sottili. Tra le novità 2015 la doppia stella al Piccolo Principe di Viareggio e alla Taverna Estia di Brusciano. La regione con più avanzamenti è la Toscana, sei nuove stelle più un passaggio da una a due; Lombardia ancora leader con 58 stellati. La Campania è tra le regioni più dinamiche, stessi due stelle della Lombardia; a li- Le tre stelle italiane Piazza Duomo Alba (Cn) Da Vittorio Brusaporto (Bg) Dal Pescatore Canneto sull’Oglio (Mn) Le Calandre Rubano (Pd) Enoteca Pinchiorri Firenze Osteria Francescana Modena La Pergola Roma Reale Castel Di Sangro (Aq) CdS vello di province le più brillanti (20) sono quelle di Roma e Napoli. C’è il primo etnico, Iyo di Milano; con le Tre Lune di Calenzano premiati tre bravissimi cuochi-ragazzini; la stella alla Macelleria Damini di Arzignano (Vicenza) promuove il nuovo che avanza: locale misto, macelleria, negozio, ristorante. Due cancellazioni dolorose e non per demeriti. Perde due stelle il Rigoletto di Reggiolo, ma le riprenderà quando Gianni D’Amato e la sua famiglia rientreranno nella bella sede danneggiata dal terremoto. Addio a Frank Rizzuti, pregevole cuoco lucano che se n’è andato troppo presto. Roberto Perrone (ha collaborato Isabella Fantigrossi) © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Il commento Premio al giapponese d’Italia e la fuga dei cervelli in cucina di Angela Frenda T empi nuovi, in casa Michelin. Tutto cambia. E anche la guida ai ristoranti più prestigiosa del mondo pare aver capito che è ora di affrontare il mondo in modo diverso. La app gratuita è il simbolo più vistoso del nuovo corso. Ma a stupire (positivamente) alla presentazione della Edizione 2015 è stata la stella assegnata a Iyo. Un giapponese fusion apprezzato e noto a Milano, che grazie al suo chef 60enne Haruo Ichikawa ( foto) e al giovane sous chef Lorenzo Lavezzari passa di diritto tra le new entry stellate. Aperto da anni in zona Sempione, come ha scritto Marisa Fumagalli sul suo blog Il dito nel piatto «interpreta il Giappone con creatività e un occhio di riguardo all’Occidente». Classe ‘54, lo chef Ichikawa ha un curriculum importante: formazione fra Tokyo e Los Angeles, poi le cucine dei più importanti ristoranti giapponesi di Milano, infine l’approdo nel 2008 all’Iyo. La sua abilità, e quella del giovane proprietario Claudio Liu, è stata determinante. Risultato? La sua tartare di ricciola con mango o la tagliata di manzo kobe può, davvero, lasciare senza parole. A tanti, però, questa stella è parsa un segnale: la ristorazione italiana, pur con tutte le eccellenze, stenta a decollare per quanto riguarda le nuove generazioni. Pochi emergono con evidenza. In giro c’è sempre più mediaticità e sempre meno concretezza, borbottano gli addetti ai lavori. Ma forse occorre interrogarsi sul perché i giovani chef spesso scelgano di andar fuori. Magari a Parigi ad aprire un bistrot e con quello correre per le stelle. O perché di Christian Puglisi parliamo (celebrandone il talento) in tutta Europa, e invece qui si stenti a trovargli un alter ego. O a premiarne uno. @angelafrenda © RIPRODUZIONE RISERVATA 28 Mercoledì 5 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 5 Novembre 2014 CRONACHE 29 Gli autori Andrea Camilleri 89 anni, scrittore La saggezza dell’età che serve ai giovani Una racconto di fantascienza ipotizza che la società del futuro elimini le persone all’età di sessant’anni in nome del progresso. «Ha ragione l’autore del racconto? I vecchi sono sempre e comunque inutili» si chiede Andrea Camilleri e da qui parte per riflettere sul rapporto sempre più difficile, nell’epoca in cui «il sapere si acquisisce attraverso Internet e attraverso le favole che raccontano i politici», tra giovani e anziani. ILLUSTRAZIONE DI ALBERTO RUGGIERI © RIPRODUZIONE RISERVATA IL LIBRO DELLE BUONE NOTIZIE Generosi, semplici, di successo Ecco gli eroi della normalità Il debutto ● «Buone notizie» ha debuttato il 29 giugno 2012 sulle pagine del «Corriere» con la storia dell’Angelo invisibile, il benefattore milanese che aiuta chi è rimasto indietro e ha poi creato la Fondazione Condividere per i bisognosi. Da allora le storie sono pubblicate anche sul blog omonimo e nella sezione sociale di Corriere.it ● I lettori possono segnalare notizie dell’Italia positiva alle mail lmattiucci@cor rieresociale.it e mgasperetti@ corriere.it Che una buona notizia faccia notizia potrebbe già essere, di per sé, una cattiva notizia. Notizia, in quasi tutte le redazioni del mondo, è qualcosa di notevole perché inatteso, sorprendente o, per enfatizzare un po’, clamoroso. Funziona soprattutto se suscita angoscia, rabbia e magari orrore. Ma siccome sangue, indignazione e paura hanno il difetto di provocare assuefazione, capita che il dosaggio richiesto debba aumentare. E aumenti. Le buone notizie, si è creduto finora, perdono la gara con quelle cattive perché rispecchiano una realtà banale: non vendono, non generano traffico online, non scatenano dibattiti, non scaldano Facebook e Twitter. Ma se si scopre che, senza voler molestare De Amicis, scaldano i cuori e addolciscono l’umore quotidiano, ecco che una dose diventa necessaria, come un piccolo spot rinfrescante, durante il film dell’attualità che inizia e finisce con un prevedibile «mal»: malcostume, malgoverno, malfunzionamento, malasanità, malavita, maleducazione, malcontento. Quando proprio non è colpa di nessuno: maltempo. «Buone notizie», ovvero «Storie di un’Italia controcorrente nelle pagine del Corriere della Sera», il volume curato dal vicedirettore Giangiacomo Schiavi, ne riunisce 79, pubblicate sul giornale e sull’omoni- ❞ mo blog del Corriere.it, del cui eterogeneo equipaggio fanno parte scrittori come Andrea Camilleri ed Erri de Luca, sacerdoti battaglieri, come don Gino Rigoldi e don Antonio Mazzi, attori come Maria Grazia Cucinotta e Giobbe Covatta, e molti giornalisti. Contribuiscono tutti, regolarmente, a rifornire quell’armadietto di pronto soccorso dal quale attingere l’antidoto alla ordinaria malvagità. «Controcorrente» non è una definizione casuale; e lo si capisce fin dalle prime pagine dedicate «agli eroi della normalità», perché sono proprio le parole del maestro dei bastian contrari del giornalismo italiano, Indro Montanelli, a spiegare l’impari battaglia per la notorietà tra fatti edificanti e ladrocini, pace e guerra, galantuomini e malfattori. «Prendiamo un argomento qualunque: la scuola — proponeva Montanelli —. Un professore non dovrebbe costituire una notizia, se si presenta regolarmente in classe; se fugge a Las Vegas con la bidella, lo diventa. Se le pagine milanesi del Corriere talvolta ignorano la scuola, vuol dire che quel giorno il provveditorato non si è fatto venire strane idee, i professori hanno compiuto il proprio dovere, le bidelle pure e sui voli per las Vegas ci sono ancora posti disponibili». Aveva ragione quando si dichiarava pronto ad ammettere Se riaffiora il giornalismo della normalità vuol dire che essere normali è diventato eroico che «in Italia i bravi ragazzi sono più numerosi dei delinquenti, ma i quotidiani non possono pubblicare ogni giorno nomi e cognomi di quelli che non hanno rubato in casa, non hanno picchiato i genitori, non hanno ingerito droga e non si sono rotti la testa in automobile». E aveva ragione a non rallegrarsi di fronte al sensazionalismo della normalità: «Vuol dire che essere normali, in questo Paese, è diventato eroico». Ma che ci fosse un’Italia invisibile e tenace sulla sua retta via, meritevole di più attenzione, l’aveva capito un altro grande direttore, Candido Cannavò, dimostrando un fiuto eccezionale quando si trattava di scovare una ballerina, pittrice e scrittrice senza braccia, Simo- ● Sul sito Il blog «Buone Notizie» di Corriere.it (http://buoneno tizie.corriere.it) raccoglie ogni giorno le storie della bella Italia che vuole ricostruire i ponti per una migliore convivenza L’opera Le storie in edicola con il «Corriere della Sera» S ettantanove storie per abbattere il luogo comune del giornalismo secondo il quale una buona notizia «non è una notizia» e raccontare un’Italia che spesso è migliore dell’immagine che in tanti hanno del nostro Paese. Le raccoglie Buone Notizie, in edicola con il Corriere della Sera (a 7,90 euro più il prezzo del giornale). Curato dal vicedirettore Giangiacomo Schiavi, ospita contributi di giornalisti (da Gian Antonio Stella ad Antonio Polito, Elvira Serra e Salvatore Giannella), scrittori e personalità del mondo del volontariato, come don Gino Rigoldi, don Antonio Mazzi, l’economista Giorgio Fiorentini e il presidente di «Con il Sud» Carlo Borgomeo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Indro Montanelli na Atzori («e la chiamano disabile!»), o «pretacci» capaci di strappare adepti alla ‘ndrangheta e Maddalene al marciapiede. C’è una morale, sì, ma non sono favole. Non è una favola, la storia di Marco Gasperetti sul clandestino cinese Yan che, per primo, ha osato rompere il muro di omertà attorno alla Chinatown degli sfruttatori di una fabbrica fantasma, a Prato. Una pressa a caldo per etichette gli ha spappolato una mano, ma sono state le minacce dei suoi negrieri, se avesse parlato, a spingerlo ad andare alla polizia. Normale? Mica tanto, se il compenso alla fine è una vita sotto scorta. Anche laurearsi a 28 anni in Scienze della formazione e del servizio sociale non ha niente di epico, a meno di essere autistico, come nel caso di Andrea Paolucci. Non è una favola, ma chissà che non diventi un esempio la sua tesi da 110 e lode, intitolata «La mia vita nel Pozzo». Soprattutto per come è stata scritta. E discussa: racconta Nico Falco che la seduta di laurea si è svolta tramite la proiezione di tabelle e grafici e Andrea ha risposto alle domande attraverso la messaggistica istantanea. Difficile immaginarne un uso migliore. Perfino l’economia, di questi tempi, fornisce buone notizie. A Luca Mattiucci, quella di una storica casa editrice risorta a Scampia grazie all’ex scugnizzo Rosario Esposito. A Davide Illarietti, quella di Enzo Muscio che ha impegnato la casa e tutti i suoi risparmi per riaprire l’azienda che lo aveva licenziato prima di fallire: «Ora è lui il titolare e ha ridato il lavoro a una ventina di colleghi». Questa, forse, Montanelli l’avrebbe messa in prima pagina. Elisabetta Rosaspina © RIPRODUZIONE RISERVATA Susanna Tamaro 56 anni, scrittrice Raccontare il bene con parole semplici L’Europa si trova ormai a fare i conti con gli effetti del «Grande Inganno», anni durante i quali chi doveva vigilare per il progresso collettivo non lo ha fatto, ma ha invece ridotto la complessità della vita umana all’unica dimensione del consumo edonistico. Adesso è urgente, avverte Susanna Tamaro, recuperare l’empatia, fin dall’educazione dei bambini, e lavorare per «riposizionare al centro del discorso umano l’idea del bene». © RIPRODUZIONE RISERVATA Maria Grazia Cucinotta 46 anni, attrice Dove mamme e papà tornano a sperare Si chiama Casa Iride. È a Roma e ospita ragazzi in stato vegetativo. «Hai visto, ti ha sorriso...» dice a Maria Grazia Cucinotta una mamma, la sua mano stringe quella del figlio e lo accarezza mentre continua a parlarle di lui, che non è un neonato ma è come se fosse tornato a esserlo dal giorno dell’incidente. Nelle stanze accanto Gianluca, Patrick, Paola. E con loro la professoressa Rachele Zylberman e il suo sogno: estendere il progetto in tutta Italia. © RIPRODUZIONE RISERVATA Gian Antonio Stella 61 anni, giornalista I ragazzi siciliani vincono a New York Cosa c’entra New York con Mirabella Imbaccari, alle pendici dei monti Erei, nel profondo della Sicilia? C’entra. E Gian Antonio Stella racconta il perché: i taxi della metropoli Usa viaggiano in buona parte con un programma di gestione ideato qui dai ragazzi della Edison Web. Loro lavorano a questo: pubblicità personalizzata che individua in ogni momento il cliente che sale su un taxi o passa davanti a una vetrina. Il sistema ha attirato l’attenzione di operatori commerciali e multinazionali. © RIPRODUZIONE RISERVATA Mercoledì 5 Novembre 2014 Corriere della Sera 30 ● I temi dimenticati A 177 giorni dall’avvio di Expo 2015 le analisi sul motto dell’evento, «Nutrire il pianeta», sono poche e limitate agli addetti ai lavori. Ecologia, approvvigionamento alimentare e lotta agli sprechi sono argomenti da non trascurare ANALISI & COMMENTI di Pierluigi Battista La sventura di essere candidati alla Consulta da Forza Italia è un argomento di cui si parla e si comunica poco: Expo 2015. «Ma come?», si dirà, «se scorrono fiumi di inchiostro e si spendono tante parole sulla prossima esposizione universale di Milano!». Certo, ma non mi riferisco ai bronzi di Riace, all’albero della vita, alle vie d’acqua, alla mascotte, agli architetti dei padiglioni, alla parcella del critico d’arte reputato. Vorrei tornare a bomba, al famoso motto «Nutrire il pianeta. Energia per la vita», che fu l’argomento che affascinò la giuria e fece vincere a Milano la competizione internazionale nel 2009. Può darsi che mi sia distratto o che sia poco informato, ma a distanza di pochi mesi dall’apertura del maxi evento, le analisi sui «temi caldi» dell’agroalimentare sono state scarsissime. Mi si dice che esperti nelle diverse discipline sono al lavoro da tempo per approfondimenti nei diversi cantieri ma, dal mio punto di vista di semplice cittadino, il grumo interdisciplinare è molto difficile da interpretare: manca sensibilità sul cibo e sull’agricoltura, sul valore di saper produrre e consumare alimenti in maniera sostenibile, perché il contenuto è complesso e intricato. E a rendere più impervio il tutto è la mancata collaborazione degli specialisti che sguazzano in una babele di linguaggi dei vari settori, mettendo all’angolo i non addetti ai lavori. So bene che criticare Expo in questo momento di debolezza italica provoca critiche di lesa maestà. Sia chiaro, non sono un expo-scettico («comunque vada sarà un successo», diceva Chiambretti dal palco dell’Ariston di Sanremo) e sono anche convinto che il commissario Sala e i suoi collaboratori stiano facendo il loro meglio, stretti tra intrallazzi da evitare e urgenze procedurali da soddisfare. Affermo solo che sarebbe bello se i cittadini fossero acculturati sugli aspetti che sono sul tavolo della discussione e sulle loro priorità. Cominciamo dall’approvvigionamento alimentare. Come far fronte al probabile aumento della domanda di cibo legato alla crescita della popolazione mondiale (che potrebbe essere anche il 50% in più in pochi decenni)? Per aumentare i sistemi produttivi meno efficienti, occorre davvero integrare le coltivazioni convenzionali con soluzioni innovative sviluppate dalla ricerca biotecnologica? Possiamo superare più razionalmente il braccio di ferro sugli Organismi geneticamente modificati (Ogm) che polarizza i commentatori tra sicurezza alimentare e credenze popolari para-ambientaliste? Come mantenere una elevata biodiversità, a li- U na delle peggiori sventure politiche, in quest’epoca di travagliata transizione, consiste nell’essere candidato di Forza Italia alla Corte costituzionale. Oramai sono quattro candidature già liquidate. Da Antonio Catricalà a Donato Bruno, da Ignazio Caramazza ad Alessandra Sandulli, come in un celebre romanzo di Agatha Christie, uno a uno la potenza spietata e recidiva dei franchi tiratori, dei malpancisti, dei criptodissidenti, dei malmostosi che vorrebbero contestare la linea di Berlusconi ma non possono farlo apertamente, procede alla decimazione. Chissà, forse prima o poi qualcuno si stancherà di questo gioco al massacro e miracolosamente la Consulta potrà includere i due nuovi membri scelti dal Parlamento. O forse no. Già circolano altri nomi di candidati e candidate che sperano ardentemente nella non veridicità delle indiscrezioni. Non sia mai. Una figuraccia. Un impallinamento scientifico. Fino ad esaurimento. Fino a quando il numero dei papabili graditi a Forza Italia (e in possesso dei requisiti, come dovrebbe essere ovvio, ma in Italia niente è ovvio e scontato) non avrà termine. Con grave sfregio alla dignità delle istituzioni, la cui credibilità viene seriamente compromessa da questo torneo ad eliminazione. Come se fosse un gioco, come se fosse una questione di faide interne a un partito il funzionamento di un organo così importante come la Corte costituzionale. E con una fotografia dello stato di salute di Forza Italia davvero preoccupante. Nessun candidato (o candidata) può oramai ragionevolmente immaginare o sperare che attorno al suo nome si possa aggregare un numero sufficiente di voti per raggiungere la Consulta. Un’elezione continuamente rinviata che sembra quasi mimare l’andamento di un reality. «Sei stato nominato»: e non vai alla Corte, ma esci dal Grande Fratello. Le istituzioni possono attendere. © RIPRODUZIONE RISERVATA BEPPE GIACOBBE C’ ● Il corsivo del giorno È TEMPO DI PARLARE (DAVVERO) DI EXPO di Severino Salvemini vello nazionale e locale, magari intervenendo sui Paesi dove il tema è più deregolamentato? Passiamo agli aspetti ecologici. Quanto e quando la carenza d’acqua e i cambiamenti climatici metteranno a rischio una prassi alimentare troppo spensierata? Poiché le riserve agroalimentari sono oggi basse, quali nuovi contesti potranno essere messi a cultura senza causare gravi impatti ambientali? E si potrebbe continuare con il dramma degli sprechi. Come conciliare il dato di milioni di tonnellate di cibo buttato via con la cifra di un miliardo di persone che soffrono la fame? Si può procedere nella prassi dell’«usa e getta», perpetuando un disprezzo nei confronti di un atteggiamento indispensabile del dono a chi ha bisogno? La sfida del «chilometro zero» è solo uno slogan di marketing (come il zero miles statunitense) oppure nasconde una filosofia profonda? E quali le conseguenze economiche per i Paesi di questo modo di pensare (abbiamo fatto i calcoli di cosa voglia significare per l’Italia?)? Ecco, questi sono solo alcuni dei temi caldi di Expo 2015. Peccato che nelle cene tra amici si discuta più facilmente della quotazione in Borsa della Ferrari o dell’avvenenza delle ministre del governo Renzi, rispetto alla nutrizione del pianeta. Peccato, perché questo sarebbe stato un argomento nuovo, poco esplorato, su cui tutti avrebbero da guadagnare ad essere meno ignoranti. Un argomento su cui ognuno di noi non può che concordare. Aiutateci a capire di più. Altrimenti, come diceva Einaudi, sarà il silenzio degli spiriti. © RIPRODUZIONE RISERVATA FABIOLA GIANOTTI DIRETTRICE DEL CERN GRANDI ITALIANI CRESCONO (SOPRATTUTTO ALL’ESTERO) di Beppe Severgnini I Su Corriere.it Puoi condividere sui social network le analisi dei nostri editorialisti e commentatori: le trovi su www.corriere.it fatti: l’italiana Fabiola Gianotti sarà il prossimo direttore generale del Cern di Ginevra, l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare. Il commento: bella notizia, ma non sorprendente. Ogni volta che gli scienziati italiani vengono messi in condizione di lavorare bene, i risultati arrivano. Lavorare bene vuol dire: disporre di mezzi economici sufficienti e strutture adeguate; operare con procedure ragionevoli; poter scegliere i collaboratori (e allontanarli, quand’è il caso); non dover lottare quotidianamente contro politicanti ubiqui e bradipi burocratici. Certo, non tutti si trovano a diri- gere grandi laboratori o istituti internazionali. Una sola è arrivata al vertice nel centro del superacceleratore Lhc, che ha studiato il bosone di Higgs. Ma la regola è la stessa: i buoni luoghi generano buoni pensieri, e i buoni pensieri conducono a grandi risultati. I nomi degli italiani arrivati ai vertici della scienza mondiale sono molti. Un brevissimo elenco, tra le persone che ho conosciuto: l’immunologo Lanzavecchia in Svizzera, il biologo Vescovi in Canada, il genetista Pandolfi a Harvard, il fisico Coppi al MIT, Ferrari a Houston (nanotecnologie mediche), Cipolla a Cambridge e Soatto a Ucla (robotica). Molti altri hanno successo in Italia, per fortuna. Ma state certi: hanno successo perché, a un certo punto, hanno potuto lavorare con serenità. Le congratulazioni, e la nostra soddisfazione per carriere come quella di Fabiola Gianotti, rischiano di nascondere una sorpresa che non ha motivo d’esistere. Gli italiani non sono solo intelligenti e intuitivi; quando vogliono, sono precisi e affidabili. Messi nelle giuste condizioni, spesso arrivano all’eccellenza. Non vale solo per gli scienziati: vale per tutti noi. Esistono i caratteri nazionali, ma non esiste un determinismo etnico. Sono gli ambienti che producono i comportamenti. È il terreno che produce i frutti, o li porta a marcire. Mi è capitato di vederlo più volte: una persona, in un cattivo ambiente di lavoro, si comporta male; spostata in un buon ambiente di lavoro, si comporta bene e arriva al successo. Ecco: facciamo in modo che l’Italia diventi un ambiente buono. Altrimenti, per lavorare bene, gli italiani onesti e capaci dovranno andarsene. Ieri non è arrivata solo la notizia della nomina di Fabiola Gianotti. Ne è arrivata anche un’altra sulla Fondazione San Raffaele del Monte Tabor: ha patteggiato un milione di euro di sanzione pecuniaria. Altri 9 milioni le saranno confiscati, come provento del reato di corruzione nell’ambito del caso Maugeri di Pavia, per cui è stato rinviato a giudizio l’ex governatore lombardo, oggi senatore ncd, Roberto Formigoni, insieme ad altre 9 persone. Conosco ottimi medici, persone perbene, che lavoravano nella Fondazione: come si sentono, oggi, leggendo queste cose? @beppesevergnini © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 5 Novembre 2014 IL GIUDIZIO DELLA COMMISSIONE DICIAMOCI LA VERITÀ SUL DEBITO PUBBLICO CI ERAVAMO DISTRATTI di Francesco Daveri Interventi La mancata crescita rende urgente riprendere il discorso delle privatizzazioni per ridurre l’esposizione: un’occasione non solo per fare cassa N elle 192 pagine delle sue previsioni autunnali la Commissione europea descrive per il 2015 uno scenario di crescita appena positiva e di inflazione quasi a zero per i Paesi della Unione nel suo complesso. È un quadro molto peggiorato rispetto a quello descritto solo sei mesi fa nei documenti di primavera della stessa Commissione. Per l’Italia c’è la conferma di dati negativi sul Prodotto interno lordo (Pil) che dovrebbe attestarsi su un meno 0,4 per cento nel 2014 per poi tornare a un piccolo segno più (0,6 per cento) nel 2015. Per il nostro Paese, però, a differenza che per altri partner europei, il rinvio al futuro di una ripresa più decisa ha implicazioni particolarmente pesanti per la finanza pubblica. Senza una crescita più robusta peggiora il deficit, non casualmente proiettato dalla Commissione al 3 per cento per il 2014 e al 2,7 per cento per il 2015 nel caso in cui siano attuate le misure della legge di Stabilità annunciate dal governo. A preoccupare Bruxelles, non è però tanto il deficit italiano (Francia e Spagna sono messe peggio di noi), ma il dato sul debito pubblico. Nel 2013 — ricorda la Commissione — è solo grazie alla recente revisione dei conti nazionali che il debito italiano è sceso al 127,9 per cento del Pil. Già nel 2014, invece, senza la crescita e dovendo — finalmente — onorare parzialmente il rimborso dei debiti della Pubblica amministrazione, è previsto in risalita sopra al 130 per cento del Pil (al 132,2 per cento) per poi toccare il 133,8 per cento a fine 2015, e stabilizzarsi lì intorno negli anni successivi. Le note preoccupate della Commissione ricordano una verità: se è vero che (vedi il Giappone) si può convivere senza andare in default con un grande debito pubblico, è però altrettanto vero che una grande massa di debito pubblico pesa sulle spalle di qualsiasi economia. Nel caso dell’Italia l’onere comincia con gli 80 miliardi di euro di interessi che ogni anno lo Stato deve versare ai suoi creditori. Rispetto a prima della crisi, oggi una gran parte di questo debito è nelle mani di italiani e di banche italiane. Ma il risultato (tasse più alte per pagare gli interessi di un debito che non scende mai e anzi continua a crescere) è una partita di giro di cui si fatica a vedere la ragione ultima se non l’estrema ratio di un Paese che vuole solo galleggiare senza pensare al futuro. Il peso del debito pubblico va però oltre l’onere degli interessi sull’indebitamento passato e si estende alla necessità di trovare acquirenti ai tassi prevalenti sul mercato per un enorme ammontare delle quote in scadenza. Il conto è presto fatto: se la rapida ripresa dell’economia americana — ipotesi tutt’altro che campata per aria — portasse con sé un aumento di un punto percentuale dei tassi di mercato, nei prossimi 12 mesi lo Stato italiano dovrebbe pagare 3,2 miliardi di euro in più sui 323 miliardi di euro di debito in scadenza da rinnovare. L’analogo della risicata spending review di quest’anno. Sostenere un debito pubblico grande come quello italiano è una scommessa rischiosa sull’evoluzione dei tassi e delle condizioni del credito nel mondo su cui l’Italia è per ora assicurata dall’impegno della Bce a difendere l’euro. Fino a quando, rimane da vedere. Certo, il peso del debito pubblico è oggi meno evidente. È meno evidente perché lo spread, la differenza nel costo del debito italiano rispetto al debito tedesco, oscilla intorno ai 150 punti, cioè 400 punti base in meno della fine del 2011. Ma — lo dice la Commissione nelle poche righe finali della sua scheda sull’Italia — il problema resta. Sotto ai dati contabili, detta legge l’algebra impietosa del debito. Al di là delle occasionali ●I 232 MILIONI DI MIGRANTI UN TERZO ARRIVA IN EUROPA COMMENTI DAL MONDO Hong Kong, il plutocomunismo e le sue ambiguità ovvero quel ● ❞ Plutocrazia, sistema di governo nel quale il denaro (dal greco ploutos) costituisce la base del potere (kratos). Per spiegare l’esperimento del Partito comunista cinese a Hong Kong occorre una nuova categoria, il «plutocomunismo» che ha introdotto prime forme di trasparenza fiscale e finanziaria. L’economista Thomas Piketty su Libération: qui emergono le contraddizioni di un sistema che nega il nesso tra democrazia «economica» e «politica», e vede nei diritti una minaccia all’integrità territoriale della Cina. Quello scambio di spie con Cuba Ultimo tabù Usa Alan Gross. Per ● ❞ Salvate gli Stati Uniti è giunto il revisioni contabili, un Paese può rientrare dal suo accumulo passato senza tirare la cinghia degli avanzi di bilancio solo se cresce rapidamente: lo hanno fatto la maggior parte dei Paesi europei nel secondo Dopoguerra e, negli anni Novanta, i Paesi scandinavi, ma godendo di favorevoli condizioni di ripresa globale. Per l’Italia di oggi diventa allora urgente affiancare al graduale riequilibrio di bilancio e alle riforme per promuovere la crescita, le privatizzazioni, già contabilizzate da Bruxelles per uno 0,5 per cento del Pil e per ora assenti dall’agenda politica. Privatizzazioni che — vale la pena di ricordarlo — potrebbero essere un’altra occasione per riattivare la crescita e non solo per fare cassa. © RIPRODUZIONE RISERVATA 31 momento di considerare lo scambio di prigionieri e riportare a casa l’uomo arrestato nel 2009 a Cuba. L’International New York Times di Dean Baquet interviene sulla vicenda dell’americano condannato a 15 anni per aver lavorato a un programma segreto di ampliamento dell’accesso a Internet sull’isola, un caso diplomatico che è l’ultimo ostacolo alla normalizzazione dei rapporti con L’Avana. Se il prezzo della libertà di Gross è il rilascio di tre spie cubane da 16 anni nelle prigioni federali, val la pena tentare. a cura di Maria Serena Natale l dibattito sul programma italiano Frontex che si è concluso nei giorni scorsi e la transizione al nuovo programma Triton dell’Ue ha monopolizzato l’attenzione dei media, ma si tratta solo di un aspetto, sia pur assai importante, di un fenomeno complesso come quello migratorio che va dall’accoglienza dei rifugiati alla integrazione sociale dei migranti, dai rapporti economici alle relazioni interculturali ed è sempre più una questione prioritaria per i governi nazionali e le organizzazioni internazionali. Il numero dei migranti nel mondo (secondo l’Onu) ha raggiunto nel 2013 i 232 milioni, con un aumento di oltre il 50% nell’ultimo quarto di secolo. L’Europa è la regione che accoglie la percentuale maggiore (31,3% del totale), seguita dall’Asia con il 30,6% e dal Nord America (23%). In Italia sono oggi presenti cinque milioni e mezzo di stranieri, regolari e non, e l’area milanese è la più multietnica d’Italia con quasi mezzo milione di stranieri sui tre milioni di abitanti della provincia. L’immigrazione nei suoi molteplici aspetti è il tema della Conferenza Metropolis 2014, organizzata dalla Fondazione Ismu, che si svolge a Milano fino al 7 novembre a Milano Congressi e si articola in otto sessioni plenarie e oltre ottanta workshop con seicento parte- cipanti provenienti da tutte le grandi città del mondo. A Milano, sempre organizzata da Ismu, si era svolta nel 1996 anche la prima conferenza di Metropolis, un network di istituzioni pubbliche e private, ricercatori ed operatori, rappresentanti di organizzazioni internazionali e nazionali, sorto per iniziativa del governo canadese e della Carnegie Foundation, la cui importanza è cresciuta negli anni fino a diventare un importante forum mondiale di confronto di esperienze e risultati di ricerca, valutazione e proposta di politiche pubbliche, trasferimento di innovazioni e di buone pratiche.Tra le sessioni plenarie particolarmente interessanti sono quelle sulla governance dell’immigrazione da parte dell’Ue dopo la conclusione del programma di Stoccolma, sulle migrazioni forzate e i conflitti nel Mediterraneo, sul contributo delle migrazioni allo sviluppo, e sul ruolo dei media nell’orientare l’opinione pubblica in merito al fenomeno migratorio. I workshop forniranno risposte a domande come quella se sia preferibile attuare interventi specifici a favore dei migranti o far fronte ai loro bisogni all’interno di politiche maistream rivolte a tutti coloro che condividono le stesse esigenze di istruzione, occupazione, assistenza sanitaria. Alberto Martinelli © RIPRODUZIONE RISERVATA LA SICUREZZA NON È UN LUSSO LEGALITÀ ED ESTREMISMI SEGUE DALLA PRIMA Siamo un Paese che produce molta retorica sulla legalità, ma che lascia che in certe zone della sua Capitale (e non solo) si possano formare accampamenti evidentemente illegali. O che racket di questuanti possano collocare ogni mattina, nei soliti punti delle solite strade, povere persone, spesso ragazze e ragazzine (ma non importa, ci giriamo dall’altra parte), in condizione di semischiavitù. Ma appunto, la cultura egemone sembra non avere più le parole per chiamare l’illegalità col nome che le spetta. Sembra aver smarrito perfino il principio fondamentale che vuole l’amministrazione della giustizia finalizzata, certo, alla riabilitazione del delinquente, ma prima ancora alla protezione della società, cioè dei cittadini comuni e onesti. Con il bel risultato di avere delle carceri-lager in cui i detenuti tutto possono fare meno che lavorare alla loro riabilitazione; e al contempo non pochi condannati ritornati in libertà e in grado di delinquere, in conseguenza di una decisione magari giuridicamente ineccepibile ma anche condizionata dal clima culturale di cui si diceva. Insomma, se le altre forze politiche, a destra e a sinistra, non sapranno dare risposte — sperabilmente più accettabili di quelle di una Lega vicina al Front National di Marine Le Pen — alla domanda di sicurezza del Paese, la percentuale di fiducia nel suo leader Salvini potrebbe crescere ulteriormente. Giovanni Belardelli © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 happy hours. 13MP + 5MP 5,5” IPS HD Quad-core da 1.2GHz 3000 mAh Corpo in alluminio 32 Mercoledì 5 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 5 Novembre 2014 33 Economia bXk bkk ÂÅk @Î b "kÞ ; @~~Â@Î @k Âk Õæ±ææ 1/ ! Þ kÅ "@Åb@¶ /G, zææ bÂ@ Â@XxÂÎk ,@Â~ ® @X|æ¯ !@bÂb 1 ®"k¯ ¤p±Ð|`ÊÐ ¤É±ÐzÊ`æ |±Êæ`zÕ Õ±ææÉ` ʱ|zÐ`É ±¤ÊÊ`|É |±¤Ðæ`¤ ¤æ±¤z|`|æ ¤Ê±pÊÕ`|É Õ`Õ|° æ`æÊ° æ`Êа æ`|° æ`zÕ° æ`Õ° ¤`zÕ° Õ`¤Õ° Õ`Éа e @N ¤ k× ¤ k× ¤ k× ¤ k× ¤`Õz¤| ¤|¤`Êææ æ`Ép¤ ¤`Õæzz b@ æ`¤Ê° e àk æ`¤Ê° ÅÎkÂk æ`¤Ð° e x± Åݱ ݱ 1Î b /Î@Î 1Î kb± ά ¤|¤zˤÕË¤Ê -×α .kb± kxx± æ|¤¤ kÎÎ ° ¤`zææ° ¤æ¤`ɤ æ`zæ ά ¤|æ¤Ëæpˤ ¤`zææ° ¤æ¤`z¤ æ` ά pæ¤Ë¤¤ËÕ z`Õzæ° ¤ÕÊ`|¤ Õ`| ά ¤Ðæ¤ËæË|| |`Ézæ° ¤¤p`pÊ Ð`¤ La Lente di Francesca Basso La retromarcia dell’Authority e l’altalena di Snam e Terna P rima il crollo poi il rimbalzo. Due giorni sulle montagne russe per i titoli di Snam e Terna, le due società che trasportano gas ed energia elettrica, che ieri hanno chiuso rispettivamente a +3,61% e +0,11%, unici rialzi (insieme a Mps) in una giornata negativa per la Borsa (-2,24%) , come per le altre utility. Ad accendere la miccia era stata la decisione dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas di tagliare le tariffe per il servizio di stoccaggio del gas naturale per il periodo 2015-2018 (remunerazione scesa dal 6,7% al 6%). L’annuncio risale a venerdì scorso, lunedì gli effetti a Piazza Affari con Snam e Terna che perdono l’11,3% e il 6,6%. Cosa ha influito sul rialzo di ieri? Lunedì sera l’Authority è tornata sui propri passi precisando che modificherà le modalità per fissare il costo del capitale investito e riconosciuto in bolletta (Wacc), quello che aveva tanto preoccupato gli investitori spingendoli alla fuga perché lo aveva legato per il quadriennio 20152018 a un livello di inflazione stabile all’1,5% mentre finora era variabile: ora il Wacc sarà in relazione alle variabili esposte a fenomeni esogeni, come appunto l’inflazione, così come il rendimento del Btp decennale. Di qui il recupero di ieri, che però è stato solo parziale. Del resto, sottolineano gli analisti di Mediobanca, per i mercati non c’è peggior cosa dell’incertezza e un’Authority che fa retromarcia non è un bel segnale per gli investitori internazionali. © RIPRODUZIONE RISERVATA Montepaschi, il giorno dell’aumento Fonspa Bank debutta sul piano Bazoli: aggregazione con banche estere? Basta steccati. Faro Consob su Nit Holdings Sarà un’operazione completamente di mercato, tale da non dare adito a dubbi sull’intenzione del Monte Paschi di Siena di colmare integralmente le carenze di capitale - pari a 2,1 miliardi - segnalate dagli stress test della Bce. E tale da soddisfare completamente le richieste del nuovo organismo di vigilanza unico che ieri è diventato operativo a Francoforte e che il per il 10 novembre aspetta il piano della banca senese. Oggi a Rocca Salimbeni si riunisce il consiglio di amministrazione per dare via libera all’aumento di capitale da realizzare entro il prossimo luglio e che il mercato ha già dimostrato di apprezzare: il titolo Mps ieri ha proseguito il suo rafforz a m e n to g u a d a g n a n d o i l 5,35%. L’operazione dovrebbe ricevere il pieno appoggio degli azionisti principali (Fondazione Mps, Fintech, Btg Pactual e Axa) anche se la Fondazione ieri ha rinnovato le sue perplessità di fronte ad un’operazione che potrebbe portare ad una diluizione dell’attuale quota. «Bisogna capire come fare per rendere più pesante la nostra partecipazione del 2,50% in banca Mps», ha detto Marcello Clarich, presidente dell’ente che ieri ha annunciato di aver come advisor Credito Fondiario (Fonspa Bank). Intanto la Consob ha acceso un faro sulla Nit Holding, una società incorporata a Hong Kong, che lunedì ha annunciato la disponibilità a sostenere con 10 miliardi di euro il rilancio del Monte. Anche il consorzio di collocamento, guidato da Ubs e Citi, allargato ad altri colossi dell’in- ROMA I soci La vicenda Mercato 83,85% Fintech Advisory Inc*4,5% Axa Sa 3,73% Ubs Ag 3,42% Fondazione Monte dei Paschi di Siena* 2,5% Btg Pactual Europe LLP* 2% *Patto di sindacato Il vertice ● Alessandro Profumo, presidente di Banca Mps. Al termine degli stress test per l’istituto senese è emerso uno «shortfall» (deficit di capitale) pari a 2,1 miliardi di euro d’Arco vestimento, è pronto. Ma a fare ancora discutere a Siena è proprio l’ipotesi indicata da Clarich e cioè una possibile ulteriore diminuzione del legame della banca col territorio. È stato per questo che nei giorni scorsi il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha scritto a Matteo Renzi per chiedergli di valutare l’intervento dello Stato nella ricapitalizzazione di Mps. Tale ipotesi però, ancora ieri, è stata smentita dal sottosegretario alla Presidenza, Luca Lotti, che a Siena ha partecipato ad una riunione con Rossi: «Spetta al consiglio d’amministrazione pronunciarsi, non al governo: a breve verranno prese delle decisioni che io spero siano positive». A negare un intervento pubblico è comunque il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che ha in mano il dossier. «Sarà un’operazione di mercato, l’intervento pubblico è escluso» ha, del resto, detto a più riprese Padoan e gli stessi amministratori di Mps lo han- no confermato rinunciando all’ipotesi di un prolungamento del prestito dello Stato. Con l’operazione sul capitale oggi il Monte approverà anche una serie di misure per rafforzare la patrimonializzazione. Certo l’aumento che sarà deciso oggi, non esclude di per se un futuro di alleanze per la banca anche se finora ci sono state solo manifestazioni di non interesse: da Unicredito a Intesa Sanpaolo, da Bnp-Paribas a da ultimo Santander hanno affermato di non avere nei rispettivi piani l’integrazione con Mps. E a proposito delle aggregazioni della banca senese come di altre il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, dopo aver ribadito che il suo gruppo è più interessato all’estero che all’Italia, ha sostenuto che «nel mondo attuale non debbono più esistere steccati di questo genere». Stefania Tamburello ● Il 26 ottobre sono stati pubblicati i risultati dell’asset quality review della Bce che ha individuato 25 banche sottocapitalizzate in Europa, di cui nove in Italia ● Per Mps è stato individuato un deficit patrimoniale di 2,1 miliardi. Numeri che hanno subito messo in difficoltà il titolo in Borsa dell’istituto ● Per coprire la carenza di capitale emersa nei test della Bce, Mps darà il via libera a un aumento di capitale. Oggi si terrà il consiglio di amministrazione © RIPRODUZIONE RISERVATA Caprotti: più vendite? Solo con lo sconto Il fondatore di Esselunga: «Renzi cerca di semplificare le cose» La deflazione? «Altro che meno 0,3 per cento (il dato di settembre dei prezzi al consumo calcolato dall’Istat, ndr.). È a meno due per cento per il secondo anno consecutivo». Neanche quello che potremmo definire un «palliativo» è servito ad invertire la rotta: «Gli 80 euro? Noi non li abbiamo sentiti. La gente ha paura e preferisce risparmiare più che spendere alla cassa». Il punto di osservazione di Bernardo Caprotti, fondatore di Esselunga, secondo attore di mercato nella grande distribuzione in Italia, più che un caleidoscopio - per sua natura multiforme e multicolore - somiglia piuttosto a quello di una reflex: istantanea chiara, senza zone d’ombra: «Quest’anno dice - chiuderemo con un utile al netto delle imposte giù del 30 per cento. È il nostro scontrino della crisi». L’altro indizio ciclico - a suo dire - investe il terreno delle promozioni: «Ol- tre il 40% dei nostri prodotti è venduto a sconto. Il vino, ad esempio, supera la soglia del 50%». Come dire: una bottiglia su due rischia di essere venduta sottocosto perché per atte- Alimentare Il fondatore di Esselunga Bernardo Caprotti, 89 anni Low cost La semestrale Ryanair, i profitti crescono del 32% Ryanair chiude la semestrale con utili a 795 milioni di euro (+32%) e rialzo delle stime del 20% sui risultati di fine anno. © RIPRODUZIONE RISERVATA nuare l’impatto sul conto economico «bisogna ragionare sui volumi». Eppure - in un quadro così incerto - per Esselunga oggi sarà un bel giorno: l’insegna inaugura dopo qualche anno di attesa (per le varianti in corso d’opera) il nuovo punto vendita al Galluzzo, Firenze: 2.500 metri quadrati, 30 casse e 128 lavoratori. Il caso vuole proprio la città amministrata fino ad un anno fa da Matteo Renzi: «Lo trovo simpatico - dice - cerca di semplificare le cose». Il riferimento è alla legge sul lavoro in gestazione in Parlamento, accusata di creare ulteriore precarietà («è una favola», risponde netto) e di svuotare definitivamente l’articolo 18 dello Statuto: «La maggior parte della gente neppure sa che esiste». La chiusura è sul tessile nell’occhio del ciclone per la vicenda Moncler: «Io so solo che chi lavora bene l’ho sempre tenuto». Fabio Savelli © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Il caso Eni, pronto l’addio a South Stream Enel cederà fino al 22% di Endesa Nuove strategie per Enel ed Eni. Il big nazionale dell’elettricità, che già da tempo aveva annunciato l’intenzione di ridurre la propria quota nella controllata spagnola Endesa, sarebbe pronto a farlo da dopodomani per una cifra tra 2,5 e 3 miliardi di euro. Oggi Enel dovrebbe annunciare l’operazione, come riferisce l’agenzia Bloomberg, ma l’azienda non commenta. Il collocamento interesserebbe investitori istituzionali e semplici risparmiatori. La società guidata da Francesco Starace dovrebbe cedere una quota tra il 17% e il 22%, scendendo così dall’attuale 92% a un livello tra il 77% e il 73%. In questo modo la quota di flottante salirebbe a circa il 25%, mentre ora è troppo bassa per dare liquidità al titolo, come sottolineato una settimana fa da Starace. Ieri l’Enel ha nominato Luigi Ferraris responsabile dell’area America Latina a partire dal 12 novembre, in quella data Alberto De Paoli subentrerà nell’incarico di Chief financial officer. Anche l’Eni sta rivedendo le proprie strategie, a partire dal gasdotto South Stream, fortemente voluto da Gazprom per portare il gas russo in Europa aggirando l’Ucraina ma mai sostenuto dall’Ue. Il Ceo Claudio Descalzi ha spiegato in commissione Industria del Senato che due sono le ipotesi sul tavolo: «O l’Eni riesce a mantenere il suo impegno “budgetario” di 600 milioni o i conti verrebbero ad essere messi in pericolo. Eni non spenderà più di quello messo in budget, abbiamo l’opportunità contrattuale di uscire e la valuteremo». Il nodo sta nel finanziamento: in origine doveva essere coperto al 70% a debito e per il 30% equity, ma se si andasse al 100% con risorse proprie «Eni mai e poi mai potrebbe, con l’attuale situazione, mettere 2,4 miliardi sulla realizzazione del South Stream. Saranno mantenuti i contratti di Saipem e avremo il gas» Sulle cessione della controllata infine un altolà: «niente spezzatino Saipem». Fr. Bas. © RIPRODUZIONE RISERVATA Mercoledì 5 Novembre 2014 Corriere della Sera 34 REGIONE SICILIANA AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA POLICLINICO “PAOLO GIACCONE” TRIBUNALE CIVILE DI BOLOGNA AVVISO POST INFORMAZIONE - ESITO DELLA GARA a) Amministrazione aggiudicatrice: AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA POLICLINICO “PAOLO GIACCONE” - AREA PROVVEDITORATO - VIA ENRICO TOTI N. 76 90128 PALERMO - TELEFONO 091/6555500 - TELEFAX 091/6555502. b) Procedura di aggiudicazione: Procedura aperta. c) Oggetto dell’appalto: Fornitura di dispositivi medici di cardiochirurgia per l’Unità Operativa di Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “Paolo Giaccone”, articolata in 6 lotti. d) Criterio di aggiudicazione: Art. 83 del D.LGS n. 163/2006, in favore del concorrente che avrà presentato l’offerta economicamente più vantaggiosa. e) Numero di soggetti partecipanti: 6. f) Data di aggiudicazione: Deliberazione Direttore Generale n. 891 del 20 settembre 2014. g) Imprese aggiudicatarie: la documentazione di aggiudicazione con l’indicazione delle imprese aggiudicatarie dei relativi lotti con gli importi di aggiudicazione sono reperibili sul sito aziendale www.policlinico.pa.it alla sezione Bandi ed avvisi. I seguenti Lotti non sono stati aggiudicati, per assenza di offerte valide, e pertanto, sono da considerarsi deserti: LOTTO N. 3: GARZE LAME PER MICROCHIRURGIA - CIG 5397336690 LOTTO N. 4: PELLICOLA IN POLIURETANO - CIG 5397337763 h) Ulteriori informazioni potranno essere richieste direttamente al Responsabile del Procedimento Dott. Aldo ALBANO telefono 091/6555500 - 3357783230. IL DIRETTORE GENERALE - Dott. Renato LI DONNI Sezione Fallimentare SEZIONE CIVILE Il giorno 12 dicembre 2014 ad ore 10,00 per il lotto n. 1, ad ore 10,10 per il lotto n. 2, ad ore 10,20 per il lotto n. 3, 10,30 per il lotto n. 4, 10,45 per il lotto n. 5 presso la sala delle udienze del Tribunale di Bologna Sala Tassinari - Municipio di Bologna - Piazza Maggiore 6 - Bologna Riunito in Camera di Consiglio e composto da: Dott. Tommaso Sciascia — Presidente, Dott. Gemma Carlomusto — Giudice, Dott. Simona di Nicola — Giudice Relatore, ha pronunciato il seguente: Decreto Vista la proposta di concordato preventivo (N.4/2014 r. C.P.) presentata dalla COGEME SET S.p.a. in liquidazione, con sede principale in Patrica (FR), Frazione Pantane, Via Ferruccia snc e sede legale in Milano alla Via degli Olivetani n.10/12 (Codice Fiscale 10367480158); Omissis Rilevato che risultano sussistenti le condizioni di ammissibilità desumibili dagli artt.1, 160, 161 e 163 L.F. (come modificati dal d.lgs.169/2007) Omissis Visti gli artt. 160, 161 e 163 LF. P.Q.M. Dichiara aperta la procedura di Concordato Preventivo proposta dalla COGEME SET S.p.a. in liquidazione, con sede principale in Patrica (FR), Frazione Pantane, Via Ferruccia snc e sede legale in Milano, Via degli Olivetani n.10/12 (Codice Fiscale 10367480158), con ricorso depositato in data 11 Aprile 2014; Delega alla procedura il Giudice Dott.ssa Simona Di Nicola; Nomina commissario giudiziale l'Avv. Antonello Lucchese, con studio in Frosinone alla Via Anagni 15; Omissis ordina la convocazione dei creditori davanti al G.D. per l'udienza del 25 Novembre 2014, ore 11,30; Omissis Ordina che il presente decreto sia pubblicato e notificato nelle forme previste dall'art. 166 L.F. nonché mediante inserzione sui giornali "Il Corriere della Sera" e " La Repubblica", e che il Commissario Giudiziale notifichi, a norma degli artt. 88 e 166 L.Fall., un estratto del presente decreto agli Uffici competenti per l'annotazione sui pubblici registri. Così deciso in Frosinone nella camera di consiglio del 07.10.2014. VENDITA SENZA INCANTO DI BENI IMMOBILI DI PERTINENZA DEL FALLIMENTO ANTER COSTRUZIONI S.R.L. N. 176/13 G.D. Dott. Pasquale Liccardo CURATORE dott. Alessandro Servadei 1) La vendita comprende i beni immobili nella consistenza indicata nella relazione peritale contenuta nel fascicolo del fallimento CONDIZIONI DI VENDITA Per il lotto N. 1 il prezzo base d’asta è di € 38.000,00 composto da Abitazione al piano terreno di mq 48 circa sita in comune di Lugo (RA) Corso Garibaldi n. 79; Per il lotto N. 2 il prezzo base d’asta è di € 38.000,00 composto da Abitazione al piano primo di mq 44 circa sita in comune di Lugo (RA) Corso Garibaldi n. 79; Per il lotto N. 3 il prezzo base d’asta è di € 38.000,00 composto da Abitazione al piano secondo di mq 32 circa sita in comune di Lugo (RA) Corso Garibaldi n. 79; Per il lotto N. 4 il prezzo base d’asta è di € 2.000,00 composto da posto auto scoperto al piano terra di circa mq 11 sito in comune di Massa Lombarda (RA) via Zaganelli n. 19 (Condominio Piccadilly); Per il lotto N. 5 il prezzo base d’asta è di € 700.000,00 composto da terreno edificabile di oltre mq. 34.000 circa a vocazione residenziale in parte già urbanizzato sito in comune di Faenza (RA) frazione Granarolo Faentina; Le offerte in aumento non potranno essere inferiori ad Euro 500,00 per i lotti da 1001,00 ad Euro 10.000,00 - Euro 1.000,00 per gli i beni da 10.001,00 fino a 50.000,00 - Euro 2.000,00 per i beni valutati oltre i 50.000,00 e fino a 300.000,00 - Euro 5.000,00 per i beni valutati oltre i 300.000,00 e fino a 650.000,00 - Euro 10.000,00 per tutti i beni valutati oltre i 650.000,00; Modalità di pagamento Termine massimo di pagamento è 120 giorni dall’aggiudicazione. Ogni offerente, tranne il fallito e tutti i soggetti per legge non ammessi alla vendita, dovrà depositare entro le ore 12 dell’ultimo giorno non festivo precedente quello delle vendite, presso l’Ufficio Unico Vendite presso il Tribunale di Bologna, Via Farini n. 1, unitamente all’istanza in bollo di partecipazione all’asta, la ricevuta di effettuato pagamento sul Conto Corrente bancario presso la Unipol Banca, filiale di via Farini n. 2 Bologna, Iban: IT48W0312702408000000002481 di una somma pari al 20% del prezzo da lui proposto da imputarsi a cauzione. Per maggiori informazioni relative alle modalità di partecipazione alle vendite rivolgersi al Curatore della procedura fallimentare dott. Alessandro Servadei con studio in via Via San Felice N. 26 tel: 051234065. Avviso di vendita e verbale di inventario su www.astegiudiziarie.it. ELEA SPA IN AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA PROVINCIA REGIONALE DI CALTANISSETTA ora Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta (l.r. 8/2014) ESTRATTO DI BANDO DI GARA Si rende noto che il giorno 26 novembre 2014, alle ore 9,30 sarà espletata gara a pubblico incanto ai sensi del D.L.gs. n. 163/06 come recepito dalla L.R. n. 12/2011, del D.P.R. n. 207/2010, del D.P.R.S. n. 13/2012, per l’appalto per la messa in sicurezza dell’asse viario (S.P. N. 10) di collegamento tra il centro sperimentale in agricoltura di Gela e la città di Niscemi (Tratto Ponte Olivo-Niscemi dal km 0+000 al km 9+500) - CIG 57755040AD CUP I37H14000140001. Importo complessivo: € 1.140.000,00 di cui € 951.143,90 soggetto a ribasso, € 163.356,10 per costo della manodopera ed € 25.500,00 per oneri della sicurezza, non soggetti a ribasso. Categoria prevalente OG 3 class. lII - Cat. Scorp. OS 1 class. I. Finanziamento: fondi Ministero dello Sviluppo Economico. Le offerte e la documentazione prescritta dovranno pervenire entro le ore 11,30 del 25.11.2014. Il bando di gara integrale è pubblicato all’Albo Pretorio del Comune di Niscemi, sul sito internet www.provincia.caltanissetta.it e per estratto sulla G.U.R.S n. 43 del 24.10.2014. IL FUNZIONARIO DELEGATO TITOLARE DI P.O. (Dott. Francesco Ferlisi) REGIONE TOSCANA ESTAV Nord-Ovest INVITO A PRESENTARE UN’OFFERTA VINCOLANTE PER L’ACQUISTO DEL 25% DI ALPHABET SCARL I Commissari Straordinari di Elea spa in AS (“ELEA”), invitano a presentare un’offerta irrevocabile di acquisto per il pacchetto azionario rappresentante il 25% del capitale sociale di Alphabet scarl di proprietà di ELEA. Le modalità e le condizioni per la presentazione dell’offerta vincolante sono indicate nel “Regolamento per la procedura competitiva di cessione del 25% di Alphabet scarl” (“Regolamento”) predisposto dai Commissari Straordinari e pubblicato nel sito www.elea.it. In relazione al prezzo di offerta, così come disciplinato al punto 2 del Regolamento, si segnala che lo stesso dovrà essere uguale o maggiore di Euro 700.000,00, a pena di esclusione dalla procedura di vendita competitiva. La presentazione dell’offerta vincolante, così come disciplinata nel Regolamento, dovrà avvenire mediante consegna della stessa presso lo studio del Notaio Dott. Vincenzo Tavassi in Roma, via Emanuele Gianturco n. 5, entro le ore 12:00 del giorno venerdì 5 dicembre 2014. Ente per i Servizi Tecnico - Amministrativi di Area Vasta Sede Legale: Via cocchi 7/9 Loc. Ospedaletto - 56121 Pisa ESITO DI GARA PER ESTRATTO Si rende noto che ESTAV NORDOVEST ha indetto una procedura aperta svolta mediante piattaforma telematica START, per la fornitura di Trapani per neurochirurgia da destinare alla AOUPI ed alla Azienda USL 6 di Livorno, per il periodo di tre anni con opzione di rinnovo per ulteriori tre anni. Il bando integrale di gara è stato spedito in data 10/10/2014 alla G.U.U.E. La documentazione per partecipare alla gara è disponibile al seguente indirizzo: http://start.e.toscana.it/estav-nordovest. Le offerte dovranno essere inviate mediante piattaforma telematica START entro e non oltre il 4/12/2014. Il Direttore Acquisti Farmaci e Dispositivi Medici Dr.ssa Lucia Sabbatini (Firmato l’originale) MINISTERO DELLA DIFESA AERONAUTICA MILITARE Avviso di aggiudicazione di appalto - G.U.R.I. nr 79 del 14/07/2014 Stazione appaltante: AERONAUTICA MILITARE - COMANDO LOGISTICO - Servizio di Commissariato ed Amministrazione - Reparto Commissariato - Direzione di Commissariato - Via Roma 26 - 00012 Guidonia Montecelio - RM - IT - (tel. 07744003010-15) - CF/PI 80115410153 - e-mail [email protected] - PEC [email protected]. Natura dell’appalto: approvvigionamento nr. 588 giacconi impermeabili e nr. 3590 giubbetti stagioni intermedie per esigenze del personale A.M. - CIG 5830135B97. Procedura: procedura ristretta accelerata con criterio di aggiudicazione, anche in presenza di una sola offerta valida, al prezzo più basso sull’importo presunto di Euro 259.760,65 IVA esclusa; offerte pervenute 2; aggiudicazione: Determina nr. 12 del 01/10/2014; aggiudicatario: Lovers srl., Via Concordia 12 Olginate (LC); importo di aggiudicazione: Euro 218.447,24 i.v.a. esclusa; prezzi unitari (i.v.a. esclusa): giaccone impermeabile Euro 85,53; giubbetto: Euro 46,84; Organismo responsabile dei ricorsi: TAR del Lazio sez. Roma via Flaminia 189 Roma Italia 06328721 fax 0632872310; Informazioni sui ricorsi: Stazione appaltante; pubblicazione GUCE: 25/10/2014; avviso inviato il 21/10/2014. IL DIRETTORE - Col. C.C.r.n. Giuseppe MIDILI AZIENDA OSPEDALIERA SAN CAMILLO FORLANINI P.ZZA C. FORLANINI, 1 00151 ROMA TEL. 06.55552580 - 55552588 FAX 06.55552603 ESTRATTO BANDO DI GARA Questa Azienda ha indetto con deliberazione n. 587 del 22/10/2014 una gara a procedura aperta per la fornitura di Reattivi e Diagnostici vari di uso manuale per le necessità della U.O.C. Microbiologia e Virologia dell’Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini per un fabbisogno di mesi 12 e un importo complessivo presunto di Euro 452.000,00 + Iva quale limite massimo di aggiudicazione. La gara verrà aggiudicata ai sensi dell’articolo 82 del D.L.vo. n. 163/06. Le offerte, la documentazione amministrativa, redatte in conformità a quanto previsto nel bando integrale di gara, dovranno pervenire all’Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini - Ufficio Protocollo Generale, P.zza C. Forlanini, 1 - 00151 Roma entro e non oltre le ore 12.00 del 08/01/2015, pena l’esclusione. Il bando è stato pubblicato sul sito internet http://www.regione.lazio.it, http://www.serviziocontrattipubblici.it e sul sito internet dell’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini http://www.scamilloforlanini.rm.it/benieservizi.it. A quest’ultimo indirizzo verranno rese note le comunicazioni inerenti la presente gara; eventuali chiarimenti potranno essere richiesti entro e non oltre il 29/12/2014. NUMERO GARA: 5778586; CODICE CIG - Lotto 1: 5957795FF3. Data invio C.E.: 27/10/2014. IL DIRETTORE GENERALE DOTT. ANTONIO D’URSO I.V.G. di MONZA S.r.l. ISTITUTO VENDITE GIUDIZIARIE 20900 - MONZA - via Aspromonte, 15 Tel. 039-2842611 Fax 039-2842927 E-Mail: [email protected] - www.ivgmonza.it GIOVEDI’ 06 NOVEMBRE 2014 ALLE ORE 11,00 IN RONCO BRIANTINO (MB) VIA ENRICO MATTEI s.n.c. FALL.TO N. 221/13 - LOTTO 153/14 STEMATERASSI SRL Giudice Delegato: Dr. Nardecchia Giovanbattista Curatore: D.ssa Maria Cristina Abbiati La vendita comprende: LOTTO UNICO COSTITUITO DA TESSUTI E COMPONENTI utilizzati per la PRODUZIONE DI MATERASSI nonché materassi NUOVI così come meglio descritto nell’elenco dettagliato disponibile sui siti Internet: www.ivgmonza.it e www.astagiudiziaria.com BASE D’ASTA: € 12.000,00 (Oltre ad IVA del 22%) Rilancio minimo € 300,00 LE OFFERTE IRREVOCABILI DI ACQUISTO DOVRANNO ESSERE DEPOSITATE PRESSO LA SEDE I.V.G. ENTRO E NON OLTRE LE ORE 18.00 DEL 05/11/2014 TRIBUNALE DI FROSINONE Il Giudice Estensore Dott.ssa Simona Di Nicola Il Presidente Dott. Tommaso Sebastiano Sciascia ============== TRIBUNALE DI FROSINONE SEZIONE FALLIMENTI CONCORDATO PREVENTIVO COGEME SET S.P.A. IN LIQUIDAZIONE N. 4/2014 R. C.P. Il Commissario Giudiziale AVVISA Che con provvedimento emesso in data 17.10.2014, il Giudice Delegato presso il Tribunale di Frosinone - Dott.ssa Simona Di Nicola - a seguito di istanza presentata dal Commissario Giudiziale -Avv. Antonello Lucchese - visti gli artt. 171, 172 e 174 L.F., ha differito l'udienza per l'adunanza dei creditori della COGEME SET S.p.a. in liquidazione, in Concordato Preventivo, [con sede principale in Patrica (FR), Frazione Pantane, Via Ferruccia snc e sede legale in Milano, Via degli Olivetani n.10/12 (Codice Fiscale 10367480158)], al giorno 11 FEBBRAIO 2015 — ore 10,30, COMUNICA altresì, che l'indirizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC) della procedura è il seguente: [email protected] Il Commissario Giudiziale Avv. Antonello Lucchese AVVISO DI GARA PER ESTRATTO ENTE AGGIUDICATORE: Grandi Stazioni S.p.A., Via G. Giolitti n. 34 Roma - Telefono 06-478411; Posta Elettronica Certificata (PEC): [email protected]; Telefax 06-47841376; Sito internet: www.grandistazioni.it. PROCEDURA DI GARA, CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: procedura negoziata con il criterio del prezzo più basso. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’, LUOGO DI ESECUZIONE ED IMPORTO: Fornitura di gas naturale (gas metano) presso i punti fisici di riconsegna intestati a Grandi Stazioni S.p.A. e destinati al funzionamento degli impianti ubicati nei complessi immobiliari delle stazioni ferroviarie gestite. La fornitura riguarda in particolare n. 23 punti di riconsegna già attivi (fornitura base) per un consumo totale stimato di 7.500.000 di Smc/anno. Nel corso del contratto potranno essere attivati ulteriori punti di riconsegna su una o più delle stazioni gestite da Grandi Stazioni S.p.A. fino ad un massimo complessivo di n. 5 (fornitura opzionale) per un maggior consumo massimo stimato di 1.500.000 Smc/anno. E’ prevista inoltre l’opzione per un ulteriore anno di fornitura. TERMINE PER LA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE DI PARTECIPAZIONE: 17 novembre 2014, ore 10,30. PUBBLICAZIONE DEL BANDO: il bando di gara è stato inviato alla G.U.U.E. per la pubblicazione il giorno 28/10/2014. Il medesimo bando e la documentazione posta a base della procedura sono pubblicati sul sito internet dell’Ente aggiudicatore www.grandistazioni.it, nella specifica sezione “Gare di appalto”. Il Responsabile della Funzione Affari Legali Societari e Acquisti Avv. Guido Santocono REGIONE VENETO - AZIENDA ULSS N. 9 DI TREVISO ESTRATTO DI AVVISO DI AGGIUDICAZIONE DI APPALTO L’Azienda U.L.S.S. n. 9 di Treviso - Via S. Ambrogio di Fiera n. 37 - 31100 Treviso, con Deliberazione del Direttore Generale n. 945 del 15/10/2014 ha aggiudicato - ai sensi del D. Lgs. n. 163/2006 - la gara a “procedura aperta ex art. 153, commi 1-14, del D.Lgs. n. 163/2006 e ss.mm. e ii. (finanza di progetto), per l’affidamento del Contratto di costruzione e gestione relativo alla progettazione definitiva ed esecutiva, alla esecuzione dei lavori di realizzazione della “Cittadella Sanitaria” presso il Presidio Ospedaliero di Treviso, nonché alla gestione, per l’intera durata della concessione, di alcuni servizi non sanitari rivolti all’Azienda ULSS n. 9 di Treviso, di alcuni servizi commerciali compatibili con l’attività sanitaria” - CIG: 0651876915 - CUP: I49H10000320006. Numero offerte complessive ricevute: 6. Aggiudicataria: A.T.I. costituita tra FINANZA E PROGETTI S.p.A. (mandataria), LEND LEASE CONSTRUCTION (EMEA) Limited, CARRON CAV. ANGELO S.p.A., SIRAM S.p.A., BILFINGER SIELV Facility Management S.r.l., TECNOLOGIE SANITARIE S.p.A (mandanti) - Strada Statale Padana verso Verona n. 6 - 36100 Vicenza. Valore dell’investimento: € 224.812.750,79=, IVA esclusa. Data di spedizione alla G.U.U.E. dell’avviso di aggiudicazione di appalto: 21/10/2014. Data di spedizione alla G.U.R.I. dell’avviso di aggiudicazione di appalto: 21/10/2014. Treviso, lì 21/10/2014 Il Direttore Generale dell’Azienda ULSS n. 9 di Treviso - Dr. Giorgio Roberti CASA S.p.A. Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: Giunta Regione Marche Servizio Attività normativa e legale e Risorse strumentali P.F. Sistemi informativi e telematici RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 - Fax 02 2588 6114 Via Campania, 59 C - 00187 Roma Tel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 - 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12 C.so Vittorio Emanuele II, 60 - 70122 Bari Tel. 080 5760 111 - Fax 080 5760 126 ESTRATTO DI BANDO DI GARA Procedura aperta ai sensi del D.Lgs. n. 163 del 12/04/2006 per “Fornitura di servizi in n. 2 lotti per 2 anni: Help desk e assistenza client, applicativi CAD e multimediali, Rete telematica regionale, manutenzione apparati”. Categoria di riferimento 7. Lotto n. 1 - Help desk e servizi di assistenza client CPV 50324000-2 - CIG 592860686F Importo a base d’appalto Euro 271.272,00 al netto dell’IVA Lotto n. 2 - Assistenza networking CPV 72315100-7; 72315200-8 CIG 5928614F07 Importo a base d’appalto Euro 330.076,00 al netto dell’IVA • ENTE APPALTANTE: REGIONE MARCHE - P.F. Sistemi informativi e telematici - Via Tiziano n. 44 - 60125 Ancona - tel. 071/806.3915 - fax 071/806.3071. • Procedura di aggiudicazione: procedura aperta con il sistema di cui all’art. 83 del D.Lgs. n. 163 del 12/04/2006. • Modalità di partecipazione: offerta in plico chiuso, recante all’esterno l’indicazione della gara, che dovrà pervenire alla Regione Marche entro e non oltre le ore 12,00 del giorno 18/12/2014 a pena di esclusione. • I soggetti interessati possono avere assistenza informativa ed i documenti di gara presso la Posizione di funzione Sistemi informativi e telematici della Regione Marche (Rosella Falcioni tel.071/8063513 - fax 071/8063066 - indirizzo e-mail: [email protected]). • Copia del bando di gara è pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Marche in data 30/10/2014 e copia, in vari formati, del disciplinare di gara e dei modelli allegati per la partecipazione alla procedura d’appalto può essere reperita presso il sito Internet della Regione Marche: www.regione.marche.it alla rubrica “Bandi”. IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO (Dott.ssa Serenella Carota) ESPERO Fondo Nazionale Pensione Complementare per i lavoratori della Scuola Sollecitazione di pubblica offerta per la gestione finanziaria Il Consiglio di Amministrazione del Fondo Espero in data 29 ottobre 2014 ha deliberato di procedere alla selezione di un gestore del patrimonio del Fondo per un mandato azionario globale. Il Bando di sollecitazione pubblica ed il questionario di selezione dei gestori possono essere richiesti all’indirizzo e-mail: [email protected]. Le offerte dovranno pervenire entro e non oltre le ore 16 del 26 novembre 2014. Il Presidente di Espero Renato Berretta COMUNE DI GORGONZOLA Provincia di Milano AVVISO DI ASTA PER CESSIONE AREA COMMERCIALE Il giorno mercoledì 10 dicembre 2014 alle ore 10,00 in seduta pubblica presso la sede comunale sarà tenuta pubblica asta con il metodo delle offerte segrete da confrontarsi con il prezzo base, ai sensi dell’art. 73 e segg. del RD 827/1924, per l’alienazione di area edificabile a destinazione commerciale sita in Comune di Gorgonzola (MI) a confine con la SS11 e con il nuovo Centro Sportivo per una estensione complessiva di mq 10.230,00 distinta al Catasto Terreni al fg. 15 mapp. 261 parte, 300 parte, 301 parte. L’immobile è interamente di proprietà del Comune di Gorgonzola (MI). Prezzo base consultare il bando di gara all’indirizzo web: www.comune.gorgonzola.mi.it. Le offerte dovranno essere presentate all’ufficio protocollo del Comune di Gorgonzola (MI), Via Italia, n. 62 - 20064 Gorgonzola (MI) - entro le ore 12.00 del giorno antecedente a quello fissato per l’asta. Il bando integrale e gli elaborati tecnici sono disponibili sul sito internet www.comune.gorgonzola.mi.it. Per ogni informazione e chiarimento gli interessati potranno rivolgersi all’Ufficio Demanio e Patrimonio (tel. 02/957011). Gorgonzola, 05 novembre 2014 Il Dirigente Dott. Salvatore Ferlisi Via Fiesolana n. 5 - 50122 FIRENZE Tel. 055/226241 - Fax 055/22624269 www.casaspa.it AVVISO DI PREINFORMAZIONE PER ESTRATTO EX ART. 123 DEL D.Lgs. 163/2006 DI GARE DI APPALTO A PROCEDURA RISTRETTA SEMPLIFICATA PREVISTE NEL CORSO DELL’ANNO 2015. Ai sensi dell’art. 123 del D.Lgs. 163/2006 e s.m., CASA S.p.A. ha proceduto a pubblicare l’avviso di preinformazione delle gare che prevede di esperire mediante procedura ristretta semplificata nel corso dell’anno 2015. L’Avviso integrale è pubblicato sulla G. U. della Repubblica Italiana, sull’albo Pretorio dei comuni interessati, nonché in quello della stazione appaltante. L’avviso integrale è reperibile anche sul sito internet www.casaspa.it. Le imprese interessate dovranno far pervenire a CASA S.p.A. esclusivamente con le modalità indicate nell’Avviso, per segnalare il proprio interesse a concorrere agli appalti. TERMINE RICEVIMENTO DOMANDE: 15.12.2014. DATA SORTEGGIO PUBBLICO: 16.12.2014, ore 10,00, presso la sede della Società. IL DIRETTORE GENERALE (Arch. Vincenzo Esposito) Corriere della Sera Mercoledì 5 Novembre 2014 ECONOMIA Fondazioni Il cortocircuito rischia di essere culturale: le fondazioni bancarie sono descritte come soggetti che hanno esclusivamente interessi nelle banche. Eppure la loro natura costitutiva attribuisce loro attività filantropiche. Per le quali la fondazione Cariplo guidata da Giuseppe Guzzetti (nella foto) intende destinare 143 milioni di euro nel 2015. Peccato che il budget sia condizionato alla legge di Stabilità, che prescrive l’aumento del prelievo fiscale nei loro confronti da gennaio: «Saremmo costretti a tagliare almeno 20 milioni» rileva Guzzetti. Cariplo, più tasse Taglierà erogazioni per 20 milioni Fabio Savelli Risparmio gestito Banca Generali, utili a 132 milioni (+26%) Banca Generali chiude i primi nove mesi con un utile netto di 132,4 milioni di euro, in progresso del 26% e 330,6 milioni di margine di intermediazione, in aumento del 23%, di cui 101,3 milioni registrati nel terzo trimestre in cui il sostegno è arrivato soprattutto dalle commissioni nette, cresciute del 46% a 68 milioni. L’amministratore delegato di Banca Generali, Piermario Motta, ha confermato il dividendo fissando nei 95 centesimi del 2013 il livello minimo. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Tirreno Power, la battaglia di Vado IN BREVE FCA Marchionne incassa 10,8 milioni con opzioni Due settimane per la decisione sulla centrale del gruppo controllato da Sorgenia e Gaz de France-Suez. Chiarini (GdF): non accetteremo discriminazioni MILANO Non è un buon periodo per le aziende dell’energia. Mentre le banche creditrici di Sorgenia non hanno ancora firmato il concordato (previsto per i prossimi giorni) anche per Tirreno Power i nodi arrivano al pettine. Il 18 novembre è la data clou, quella che secondo l’azienda controllata a metà tra la stessa Sorgenia e il colosso francese Gaz de France-Suez potrebbe portare addirittura alla chiusura definitiva dell’impianto a carbone di Vado Ligure. Quel giorno la Conferenza dei servizi dovrà decidere se la centrale savonese, sotto sequestro da marzo, dovrà attenersi o meno ai criteri contenuti nel «Pic», il «parere istruttorio conclusivo» emesso dal ministero dell’Ambiente. Se decidesse per il sì – bocciando in sostanza il piano di rilancio da 80 milioni messo a punto qualche mese fa dall’azienda per allineare Vado «alle migliori pratiche internazionali» – i soci e i vertici di Tirreno Power ritengono di non avere altra scelta che chiudere la centrale: parametri irraggiungibili, sostengono. Un problema non da poco visto che, come sottolinea lo stesso numero uno del gruppo Gdf-Suez in Italia, Aldo Chiarini, «l’impianto di Vado dà lavoro a oltre 750 lavoratori, tra diretti e indiretti, e sostiene la vita economica e sociale della provincia di Savona, già in grave crisi sotto il profilo dell’occupazione». Tirreno Power in queste ore ha presentato al ministero le I creditori Tirreno Power 157,8 157,8 Gruppo Bnp Paribas* Gruppo Unicredit** 78,9 78,9 78,9 78,9 78,9 78,9 70,1 Ing Intesa Cassa Depositi e Prestiti Mediobanca Monte dei Paschi Portigon (West Lb) Calyon Bbva 8,9 d’Arco sue controdeduzioni, affermando che «tutti i limiti di legge alle emissioni sono stati rispettati» e che le ultime analisi tecniche, compreso il parere istruttorio della Regione Liguria di settembre, avrebbero provato che non ci sarebbe stato alcun miglioramento dell’aria da quando l’impianto è stato fermato dalla Procura. Ma la questione, sempre secondo gli azionisti Tirreno, è ancora più complessa: «Se gli stessi parametri pubblicati nel rapporto della Commissione tecnica del ministero dell’Ambiente dovessero essere applicati anche agli altri impianti a carbone presenti in Italia – aggiunge Chiarini – praticamente tutti dovrebbero essere chiusi, mettendo a rischio la politica energetica nazionale». Nel caso, quindi, altre 12 centrali, quasi tutte dell’Enel e di A2A. Uno scenario estremo, che non La lettera del ministero: «Cassa integrazione, le risorse sono finite» milioni la cifra stanziata e già esaurita dalla legge di Stabilità 2014 per la cig straordinaria per cessazione di attività 1 milione i lavoratori che secondo la Cgil risultano coinvolti dalla cassa integrazione da gennaio a settembre 868,4 totale % 18,2 18,2 9,1 9,1 9,1 9,1 9,1 9,1 8,1 1 *(Bnp Paribas + Fortis) - **(Unicredit + Mediocredito Centrale) Il caso 50 (posizione al 30 giugno scorso, in milioni di euro) «Allo stato, non sono disponibili risorse finanziarie». Così una nota della Direzione generale degli ammortizzatori sociali e incentivi all’occupazione, destinata alle altre direzioni del ministero del Lavoro, ha avvisato che i fondi destinati al rinnovo della cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività, cioè per le aziende destinate alla chiusura, sono finiti. La comunicazione è di venerdì scorso, 31 ottobre. E a stretto giro, quello stesso giorno, un’altra direzione generale del ministero ha preso carta e penna, comunicando ai vertici delle aziende interessate che gli incontri previsti per questa settimana slittavano a data indefinita. La lettera è firmata da Giuseppe Sapio, dirigente dell’ottava direzione, quella sulla Tutela delle condizioni di lavoro e delle relazioni industriali, che in una ventina di riga spiega che non può «procedere all’esame congiunto richiesto» a causa «dell’insussistenza dei fondi» per le proroghe di un anno della cassa integrazione straordinaria (sempre quella per cessazione di attività). Fonti del ministero del Lavoro confermano la nota interna e la lettera inviata in prima battuta a due aziende perché i 50 milioni stanziati dalla precedente legge di stabilità sono esauriti, ma il caso è già stato risolto stornando fondi da altri capitoli di spesa del ministero. Quindi, entro pochi giorni, gli incontri con le aziende verranno riconvocati, senza rischio mobilità, cioè licenziamento, per i lavoratori. Fabio Tamburini © RIPRODUZIONE RISERVATA Azionista Aldo Chiarini, numero uno del gruppo Gdf-Suez Italia si può però escludere. E in ogni caso lo stesso capo italiano di Gdf Suez sostiene che «Tirreno Power non può accettare di essere discriminata» e che contro una decisione avversa «farà ricorso a ogni legittimo strumento». Il nodo Tirreno Power, però, è complesso anche dal punto di vista finanziario. Venerdì scorso lo standstill con le banche creditrici è stato prorogato a fine gennaio. Se la decisione 35 sul «Pic» fosse favorevole all’azienda, la trattativa per la ristrutturazione del debito da 868 milioni potrebbe proseguire in parallelo al piano di rilancio da 80 milioni. Le indiscrezioni puntano su una soluzione sul modello Sorgenia, con circa 400 milioni convertiti in azioni e con Bnp e Unicredit a fare la parte del leone. Se invece Tirreno dovesse fermare Vado la situazione diventerebbe assai più difficile: la centrale a carbone è l’asset più rilevante per i margini economici della società. Senza quel contributo le banche sarebbero chiamate a uno sforzo maggiore e le tensioni sotto traccia tra di esse potrebbero venire a galla. Da una parte ci sono infatti gli istituti coinvolti anche in Sorgenia, che sono soci e creditori. Dall’altra Mediobanca, Ing e Bbva (il 20% del debito) che sono solo creditori e non sarebbero disposti ad assumersi impegni che a loro non spettano. Stefano Agnoli @stefanoagnoli © RIPRODUZIONE RISERVATA Consulenti ● Una nutrita squadra di advisor presidia la partita su Vado e con le banche Sorgenia si è affidata a Lazard, GdF Suez ha scelto Blackstone, Tirreno Power Banca Leonardo ● Il 18 novembre la Conferenza dei servizi deciderà sul rispetto nella centrale a carbone dei parametri fissati dal ministero dell’Ambiente Il ceo di Fca e presidente di Cnh Industrial, Sergio Marchionne, incassa una plusvalenza di 10,8 milioni con l’esercizio di 6,25 milioni di stock option sulle azioni delle società. L’operazione è stata comunicata all’Afm, la Consob olandese, dove hanno sede Fca e Cnh. Le opzioni andavano esercitate a pena di decadenza entro il 3 novembre. Il manager ha ora in portafoglio 12,1 milioni di ordinarie Fca. USB Fondazione Maugeri, allarme dei sindacati «La salute è un bene pubblico, non privato». Così l’Unione sindacale di base (Usb) della Fondazione Maugeri. Nei giorni scorsi la rottura delle trattative e la disdetta unilaterale del contratto per tutti i lavoratori della fondazione. Il gruppo starebbe per chiedere il concordato preventivo. «Un’opportunità, non una sciagiura» sottolinea l’Usb, che ha rivolto un appello alle Regioni perché intervengano. Mercoledì 5 Novembre 2014 Corriere della Sera 36 APPRENDISTA commesso, scaffalista, 25enne offresi GDO, negozi abbigliamento. No vendita domiciliare, perditempo. 347.89.61.445 BARISTA 48enne offresi anche come facchino sala colazioni trentennale esperienza. 348.92.40.735 BARMAN 24enne qualificato corso Flair academy esperienza settore offre disponibilità immediata. 340.69.13.870 Gli annunci si ricevono tutti i giorni su: www.piccoliannunci.rcs.it [email protected] oppure nei giorni feriali presso l’agenzia: Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). NUOVA APERTURA OFFERTA SPECIALE Cucina giapponese e italiana. Sconto 40% à la carte presentando questo annuncio solo la sera. Parcheggio. Quota/od. B RERA Santo Sepolcro: dimora 187 mq., vista panoramica. CE in corso. [email protected] FORO BONAPARTE appartamenti, uffici ristrutturati, edificio d'epoca. 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CGM Opport Corp Bd AZ F. CGM Opport European AZ F. CGM Opport Global AZ F. CGM Opport Gov Bd AZ F. Commodity Trading AZ F. Conservative AZ F. Core Brands ACC AZ F. Core Brands DIS AZ F. Corporate Premium ACC AZ F. Corporate Premium DIS AZ F. Dividend Premium ACC AZ F. Dividend Premium DIS AZ F. Emer. Mkt Asia AZ F. Emer. Mkt Europe AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. AZ F. European Dynamic ACC AZ F. European Dynamic DIS AZ F. European Trend AZ F. Formula 1 Absolute ACC AZ F. Formula 1 Absolute DIS AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS AZ F. Formula Target 2015 ACC AZ F. Formula Target 2015 DIS AZ F. Formula 1 Conserv. AZ F. Global Curr&Rates ACC AZ F. Global Curr&Rates DIS AZ F. Global Sukuk ACC AZ F. Global Sukuk DIS AZ F. Hybrid Bonds ACC AZ F. Hybrid Bonds DIS AZ F. Income ACC AZ F. Income DIS AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS AZ F. Institutional Target ACC AZ F. Institutional Target DIS AZ F. Italian Trend ACC AZ F. Italian Trend DIS AZ F. Lira Plus ACC AZ F. Lira Plus DIS AZ F. Macro Dynamic AZ F. Opportunities AZ F. Pacific Trend AZ F. Patriot ACC AZ F. Patriot DIS AZ F. Qbond AZ F. Qinternational AZ F. QProtection AZ F. Qtrend AZ F. Renminbi Opport AZ F. Reserve Short Term AZ F. Short Term Gl High Yield ACC AZ F. Short Term Gl High Yield DIS AZ F. Solidity ACC AZ F. Solidity DIS AZ F. Strategic Trend AZ F. Top Rating ACC AZ F. Top Rating DIS AZ F. Trend AZ F. US Income Data Valuta Quota/od. 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 6,149 6,509 6,470 5,654 3,858 6,579 5,648 5,645 5,723 5,330 5,798 5,027 6,551 3,152 5,214 5,214 5,212 3,302 5,261 5,247 5,603 5,521 6,183 5,575 5,007 4,521 4,186 5,443 5,248 5,405 5,191 6,336 5,769 4,765 4,389 5,638 5,556 3,284 3,282 5,036 4,748 6,189 4,941 4,497 7,010 6,346 5,344 5,237 5,316 4,964 5,357 6,299 5,083 4,918 6,190 5,680 6,095 5,145 5,145 6,658 5,861 Quota/pre. 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East M Multiman.Target Alpha A SB Bond B SB Equity B SB Flexible B DB Platinum Agriculture Euro R1C A Comm Euro R1C A Currency Returns Plus R1C DB Platinum IV Croci Euro R1C B Croci Japan R1C B Croci US R1C B Paulson Global R1C E Sovereign Plus R1C A Systematic Alpha R1C A Fondi Unit Linked Flex Equity 100 Global 100 Global Equity Maximum Progress Quality 03/11 03/11 03/11 03/11 03/11 03/11 03/11 03/11 03/11 31/10 31/10 29/10 29/10 29/10 31/10 31/10 31/10 USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 31/10 03/11 03/11 EUR EUR EUR 55,170 95,780 940,500 55,240 96,180 939,620 03/11 31/10 03/11 22/10 31/10 31/10 EUR JPY USD EUR EUR EUR 118,060 9117,450 173,900 4625,780 107,200 10922,760 118,630 8785,000 173,650 4518,990 107,210 10697,960 29/10 29/10 29/10 29/10 29/10 29/10 10,320 4,994 5,640 5,194 6,504 7,214 1522,008 1673,909 1608,262 1451,914 1387,818 1373,988 1297,774 1238,987 1195,723 120,068 119,968 75,162 78,404 104,555 1073,257 1171,232 1024,157 EUR EUR EUR EUR EUR EUR 1522,820 1673,709 1608,122 1452,081 1388,028 1379,267 1302,823 1239,061 1195,828 119,106 119,005 75,695 78,923 104,224 1073,454 1157,447 1019,734 Data ABSOLUTE RETURN EUROPA BOND-A BOND-B DYNAMIC EQUITY EQUITY- I PRINCIPAL FINANCE 1 31/10 29/08 30/09 03/11 30/09 30/06 Valuta Quota/od. Quota/pre. Nome 4686,799 4647,064 EUR EUR 775797,091 770258,141 EUR 799809,103 775797,091 EUR 500000,000 EUR 609757,601 598452,457 EUR 62759,815 60323,743 Data Valuta Quota/od. KIS - Europa D KIS - Europa P KIS - Europa X KIS - Global Bond P KIS - Italia P KIS - Italia X KIS - Key KIS - Key X KIS - Liquidity D KIS - Liquidity P KIS - Multi-Str. UCITS A USD KIS - Multi-Str. UCITS D KIS - Multi-Str. UCITS P KIS - Multi-Str. UCITS X KIS - Selection D KIS - Selection P KIS - Selection X KIS - Sm. Cap D KIS - Sm. Cap P KIS - Target 2014 X 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 03/11 03/11 03/11 03/11 03/11 31/10 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 121,800 124,510 125,020 103,250 133,080 132,500 134,440 139,570 103,490 107,120 153,320 112,500 115,570 116,680 120,390 122,710 123,260 93,700 98,550 97,930 03/11 03/11 03/11 29/10 29/10 29/10 29/10 03/11 03/11 03/11 03/11 03/11 03/11 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 52,940 63,060 60,000 62,210 61,200 63,180 61,790 57,550 46,450 66,910 64,600 60,310 45,630 53,130 63,050 60,060 61,850 61,050 62,750 61,820 57,650 46,550 66,160 64,060 60,080 46,600 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it Invesco Funds Asia Balanced A Asia Balanced A-Dis Asia Consumer Demand A Asia Consumer Demand A-Dis Asia Infrastructure A Asian Bond A-Dis M Balanced-Risk Allocation A Balanced-Risk Select A Em. Loc. Cur. Debt A Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M Em. Mkt Corp Bd A Euro Corp. Bond A Euro Corp. Bond A-Dis M Euro Short Term Bond A European Bond A-Dis Glob. Bond A-Dis Glob. Equity Income A Glob. Equity Income A-Dis Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M Glob. Structured Equity A-Dis Glob. Targeted Ret. A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Greater China Eq. A India Bond A India Equity E Japanese Eq. Advantage A Pan European Eq. A Pan European Eq. A-Dis Pan European Eq. Inc. A-Dis Pan European High Inc A Pan European High Inc A-Dis Pan European Struct. Eq. A Pan European Struct. Eq. A-Dis Renminbi Fix. Inc. A Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis US Equity A EH US High Yield Bond A US High Yield Bond A-Dis M US Value Equity A US Value Equity A-Dis 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 03/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 04/11 USD USD USD USD USD USD EUR EUR USD USD USD EUR EUR EUR EUR USD USD USD USD USD EUR EUR EUR USD USD EUR JPY EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR USD USD USD USD 25,070 16,110 14,270 13,880 14,510 10,369 15,060 9,800 14,501 8,997 12,672 17,116 12,877 11,019 5,861 5,684 58,670 14,600 11,573 43,110 10,570 13,147 11,927 47,190 10,247 37,200 3394,000 17,310 15,620 11,680 19,050 13,710 14,700 13,980 10,891 10,559 14,400 11,806 10,426 32,530 31,100 118,890 121,530 122,030 103,170 131,340 131,110 134,210 139,330 103,490 107,120 152,360 111,790 114,840 115,940 120,500 122,820 123,330 93,440 98,260 97,930 ASIAN OPP CAP RET EUR ADWISE L/S CAP RET EUR FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR HIGH GROWTH CAP RET EUR ITALY CAP RET A EUR SELECTED BOND DIS RET EUR SELECTED BOND CAP RET EUR VALUE OPP CAP RET EUR 03/11 03/11 03/11 03/11 03/11 03/11 03/11 03/11 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 12,951 108,554 115,137 111,795 24,515 5,735 120,060 91,875 12,988 109,053 115,074 112,564 24,589 5,725 119,857 91,865 31/08 31/08 31/08 31/08 03/11 03/11 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com [email protected] 03/11 115,500 PS - Absolute Return A EUR 03/11 122,040 PS - Absolute Return B EUR 03/11 111,300 PS - Algo Flex A EUR 03/11 106,590 PS - Algo Flex B EUR 03/11 86,470 PS - BeFlexible A EUR 03/11 84,950 PS - BeFlexible C USD 28/10 101,670 PS - Best Global Managers A EUR 28/10 105,830 PS - Best Global Managers B EUR 03/11 109,920 PS - Best Gl Managers Flex Eq A EUR 03/11 164,520 PS - Bond Opportunities A EUR 03/11 122,850 PS - Bond Opportunities B EUR 03/11 102,540 PS - Bond Opportunities C USD 28/10 117,910 PS - EOS A EUR 03/11 88,560 PS - Equilibrium A EUR 03/11 98,550 PS - Fixed Inc Absolute Return A EUR 03/11 100,130 PS - Global Dynamic Opp A EUR 03/11 100,870 PS - Global Dynamic Opp B EUR 03/11 116,910 PS - Inter. Equity Quant A EUR 03/11 119,590 PS - Inter. Equity Quant B EUR 03/11 125,280 PS - Liquidity A EUR 03/11 100,500 PS - Liquidity B USD 03/11 97,270 PS - Opportunistic Growth A EUR 03/11 103,160 PS - Opportunistic Growth B EUR 28/10 96,240 PS - Prestige A EUR 28/10 102,570 PS - Quintessenza A EUR 28/10 107,740 PS - Target A EUR 28/10 107,920 PS - Target B EUR 28/10 103,970 PS - Target C USD 28/10 105,310 PS - Titan Aggressive A EUR 03/11 102,000 PS - Total Return A EUR 03/11 96,020 PS - Total Return B EUR 03/11 112,840 PS - Valeur Income A EUR 28/10 106,300 PS - Value A EUR 28/10 108,680 PS - Value B EUR 28/10 104,180 PS - Value C USD 115,070 121,580 110,330 105,650 86,100 84,570 100,760 104,860 108,580 164,400 122,770 102,460 115,830 90,050 98,510 99,360 100,080 114,860 117,490 125,200 100,440 96,930 102,780 95,620 101,950 106,750 106,930 103,020 103,610 101,800 95,830 112,740 104,460 106,780 102,340 www.multistarssicav.com [email protected] T. +41 (0)91 640 37 80 03/11 102,890 102,860 Orazio Conservative A EUR 03/11 102,480 102,520 Agressive A EUR 25,130 Sparta 03/11 172,230 172,210 Biotech A EUR 16,140 WM 03/11 1760,480 1760,100 EUR 14,360 WM Biotech I 13,980 14,500 10,335 15,100 9,820 14,576 9,043 12,686 17,102 www.newmillenniumsicav.com 12,866 Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 11,015 5,855 NM Augustum Corp Bd A 03/11 193,300 193,170 EUR 5,692 03/11 146,770 146,870 EUR 58,630 NM Augustum High Qual Bd A 03/11 138,430 138,160 EUR 14,590 NM Balanced World Cons A 03/11 139,140 139,170 EUR 11,567 NM Euro Bonds Short Term A 03/11 46,900 47,320 EUR 43,130 NM Euro Equities A 03/11 74,700 74,670 EUR 10,555 NM Global Equities EUR hdg A 03/11 106,010 106,160 EUR 13,134 NM Inflation Linked Bond Europe A 03/11 112,110 111,990 EUR 11,916 NM Italian Diversified Bond A 47,020 NM Italian Diversified Bond I 03/11 114,820 114,680 EUR 10,241 NM Large Europe Corp A 03/11 137,800 137,800 EUR 37,250 NM Market Timing A 03/11 105,230 104,910 EUR 3309,000 NM Market Timing I 03/11 106,510 106,190 EUR 17,380 NM Q7 Active Eq. Int. A 03/11 55,620 55,690 EUR 15,690 NM Q7 Globalflex A 31/10 104,070 104,660 EUR 11,690 NM Total Return Flexible A 31/10 122,220 121,830 EUR 19,050 NM VolActive A 03/11 103,860 103,880 EUR 13,710 03/11 104,960 104,970 EUR 14,730 NM VolActive I 14,010 10,885 10,565 14,390 11,755 10,381 32,600 31,170 03/11 107,340 107,990 AUGUSTUM EQUITY EUROPE I EUR 03/11 113,460 113,480 AUGUSTUM G.A.M.E.S. A EUR 03/11 151,430 151,440 AUGUSTUM G.A.M.E.S. I EUR Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com Kairos Multi-Str. A Kairos Multi-Str. B Kairos Multi-Str. I Kairos Multi-Str. P Kairos Income Kairos Selection KAIROS INTERNATIONAL SICAV KIS - America A-USD KIS - America P KIS - America X KIS - Bond A-USD KIS - Bond D KIS - Bond P KIS - Bond Plus A Dist KIS - Bond Plus D KIS - Bond Plus P KIS - Dynamic A-USD KIS - Dynamic D KIS - Dynamic P KIS - Emerging Mkts A KIS - Emerging Mkts D Data Fissa: +50% Data successiva fissa: +20% Per tutte le rubriche tranne la 21, 22 e 24: Neretto: +20% Capolettera: +20% Neretto riquadrato: +40% Neretto riquadrato negativo: +40% Colore evidenziato giallo: +75% In evidenza: +75% Prima fila: +100% Tablet: + € 100 Tariffa a modulo: € 110 Quota/pre. Nome Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it Dividendo Arancio Convertibile Arancio Cedola Arancio Borsa Protetta Agosto Borsa Protetta Febbraio Borsa Protetta Maggio Borsa Protetta Novembre Inflazione Più Arancio Mattone Arancio Profilo Dinamico Arancio Profilo Equilibrato Arancio Profilo Moderato Arancio Top Italia Arancio RICHIESTE SPECIALI Nel testo dell’inserzione è obbligatorio indicare la classe energetica di appartenenza dell’immobile e il relativo indice di prestazione energetica espresso in kWh/mqa o kWh/mca a seconda della destinazione d’uso dell’edificio. Nel caso di immobili esenti dall’indicazione, riportare la dicitura “Immobile non soggetto all’obbligo di certificazione energetica”. www.piccoliannunci.rcs.it [email protected] Quota/pre. Nome n. 1 Offerte di collaborazione: € 2,08; n. 2 Ricerche di collaboratori: € 7,92; n. 3 Dirigenti: € 7,92; n. 4 Avvisi legali: € 5,00; n. 5 Immobili residenziali compravendita: € 4,67; n. 6 Immobili residenziali affitto: € 4,67; n. 7 Immobili turistici: € 4,67; n. 8 Immobili commerciali e industriali: € 4,67; n. 9 Terreni: € 4,67; n. 10 Vacanze e turismo: € 2,92; n. 11 Artigianato trasporti: € 3,25; n. 12 Aziende cessioni e rilievi: € 4,67; n. 13 Prestiti e investimenti: € 9,17; n. 14 Casa di cura e specialisti: € 7,92; n. 15 Scuole corsi lezioni: € 4,17; n. 16 Avvenimenti e Ricorrenze: € 2,08; n. 17 Messaggi personali: € 4,58; n. 18 Vendite acquisti e scambi: € 3,33; n. 19 Autoveicoli: € 3,33; n. 20 Informazioni e investigazioni: € 4,67; n. 21 Palestre saune massaggi: € 5,00; n. 22 Chiromanzia: € 4,67; n. 23 Matrimoniali: € 5,00; n. 24 Club e associazioni: € 5,42. 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Com. Crescita EUR 31/10 Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C EUR 31/10 Azimut Prev. Com. Equilibrato EUR 31/10 Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C EUR 31/10 Azimut Prev. Com. Garantito EUR 31/10 Azimut Prev. Com. Protetto EUR 31/10 Azimut Prev. Com. Protetto Cl. C EUR 31/10 Azimut Prev. Com. Obbli. EUR 31/10 Azimut Prev. Com. Obbli. Cl. C EUR 31/10 Azimut Reddito Euro EUR 31/10 Azimut Reddito Usa EUR 31/10 Azimut Scudo EUR 31/10 Azimut Solidity EUR 31/10 Azimut Strategic Trend EUR 31/10 Azimut Trend America EUR 31/10 Azimut Trend Europa EUR 31/10 Azimut Trend Italia EUR 31/10 Azimut Trend Pacifico EUR 31/10 Azimut Trend Tassi EUR 31/10 Azimut Trend EUR AZ FUND MANAGEMENT SA - tel.00352 2663811 31/10 AZ F. Active Selection ACC EUR 31/10 AZ F. Active Selection DIS EUR 31/10 AZ F. Active Strategy EUR 31/10 AZ F. Alpha Man. Credit EUR 31/10 AZ F. Alpha Man. Equity EUR 31/10 AZ F. Alpha Man. Them. EUR 31/10 AZ F. American Trend EUR 31/10 AZ F. Asia Absolute EUR 31/10 AZ F. Asset Plus EUR 31/10 AZ F. Asset Power EUR 31/10 AZ F. Asset Timing EUR 31/10 AZ F. Best Bond EUR 31/10 AZ F. Best Cedola ACC EUR 31/10 AZ F. Best Cedola DIS EUR 31/10 AZ F. Best Equity EUR 31/10 AZ F. Bond Target 2015 ACC EUR 31/10 AZ F. Bond Target 2015 DIS EUR 31/10 AZ F. Bond Target 2016 ACC EUR 31/10 AZ F. Bond Target 2016 DIS EUR 31/10 AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC EUR 31/10 AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS EUR 31/10 AZ F. Bond Target 2018 Eq Op ACC EUR AZ F. Bond Target 2018 Eq Op CLD DIS 31/10 EUR 31/10 AZ F. Bond Target 2018 Eq Op DIS EUR 31/10 AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC EUR 31/10 AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS EUR 31/10 AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC EUR 31/10 AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS EUR 31/10 AZ F. Cash 12 Mesi EUR 31/10 AZ F. Cash Overnight EUR 31/10 AZ F. Carry Strategy ACC EUR 31/10 AZ F. Carry Strategy DIS EUR 31/10 AZ F. Cat Bond ACC EUR 31/10 AZ F. Cat Bond DIS EUR BILOCALI -trilocali nuovissimi viale Monza. Varie metrature, box. 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Grower D EUR 285,420 281,410 CITIC Securities China Fd A USD 03/11 6,046 EUR 200,400 197,560 Fidela A EUR 03/11 5,409 EUR 202,050 199,180 Income A EUR 03/11 5,707 EUR 174,220 174,080 International Equity A USD 03/11 7,646 EUR 124,390 124,280 Italian Selection A EUR 03/11 6,150 EUR 128,930 128,820 EUR 03/11 5,330 A EUR 124,310 124,150 Liquidity EUR 03/11 5,364 EUR 132,200 132,030 Multimanager American Eq.A EUR 03/11 4,905 Multimanager Asia Pacific Eq.A EUR 134,690 134,520 EUR 03/11 4,546 EUR 176,360 176,500 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A USD 03/11 4,435 EUR 122,680 122,770 Multimanager European Eq.A EUR 03/11 5,144 EUR 125,090 125,180 Strategic A EUR 03/11 6,343 EUR 127,490 126,160 Usa Value Fund A EUR 125,400 124,090 Ver Capital Credit Fd A 03/11 5,507 EUR EUR www.pegasocapitalsicav.com 03/11 03/11 03/11 03/11 03/11 03/11 Strategic Bond Inst. C Strategic Bond Inst. C hdg Strategic Bond Retail C Strategic Bond Retail C hdg Strategic Trend Inst. C Strategic Trend Retail C EUR USD EUR USD EUR EUR 107,470 107,650 105,830 106,030 100,130 97,830 107,480 107,660 105,840 106,040 100,120 97,830 www.sorgentegroup.com Fondo Donatello-Michelangelo Due Fondo Donatello-Tulipano Fondo Donatello-Margherita Fondo Donatello-David Fondo Tiziano Comparto Venere Caravaggio di Sorgente SGR 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 EUR 51470,165 52927,939 EUR 46691,916 47475,755 EUR 27926,454 27116,197 EUR 58259,864 57863,932 EUR 468728,464 477314,036 2451,889 2506,583 EUR www.vitruviussicav.com Asian Equity B Asian Equity B Emerg Mkts Equity Emerg Mkts Equity Hdg European Equity European Equity B Greater China Equity B Greater China Equity B Growth Opportunities Growth Opportunities Hdg Japanese Equity Japanese Equity B Japanese Equity Hdg Swiss Equity Swiss Equity Hdg US Equity US Equity Hdg 03/11 03/11 03/11 03/11 03/11 03/11 03/11 03/11 03/11 03/11 31/10 31/10 31/10 03/11 03/11 03/11 03/11 EUR USD USD EUR EUR USD EUR USD USD EUR JPY USD EUR CHF EUR USD EUR 95,530 134,110 439,620 429,740 273,890 337,410 112,430 159,910 78,580 86,100 137,700 136,220 178,580 132,970 101,010 173,650 191,210 96,220 135,080 439,610 429,700 273,880 337,400 112,650 160,240 78,320 85,780 131,910 130,680 171,340 134,100 101,870 173,310 190,820 6,931 7,683 5,882 5,903 6,014 5,381 5,701 7,662 Tel 0332 251411 6,194 www.ottoapiu.it 5,330 5,319 8a+ Eiger 03/11 5,837 5,866 EUR 4,907 8a+ Gran Paradiso 03/11 5,160 5,159 EUR 03/11 5,722 5,734 EUR 4,538 8a+ Latemar 24/10 EUR 730085,977 709649,798 4,427 8a+ Matterhorn 5,114 6,330 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 133543B www.kneip.com 5,504 Corriere della Sera Mercoledì 5 Novembre 2014 ECONOMIA/MERCATI FINANZIARI ● Piazza Affari 37 Sussurri & Grida Cdp Reti e la (prima) maxicedola da 1,5 miliardi alla Cassa di Giacomo Ferrari (c. tur.) La maxicedola da 1,5 miliardi a favore della Cassa depositi ha adesso l’imprimatur di Cdp Reti, la subholding nata due anni fa per rilevare il 30% Snam dall’Eni e rimpolpata con il conferimento in natura del 29,85% Terna al valore di libro (1,32 miliardi). Dopo lo slittamento dei dossier Poste, Ferrovie, Sace, Enav e altro ancora, dell’ambizioso piano di privatizzazioni (0,7% del Pil pari a 10 miliardi) che il ministro Pier Carlo Padoan aveva ereditato dal predecessore al Mef, Fabrizio Saccomanni, la dote di Cdp Reti sarà il primo concreto incasso. Il primo assegno in assoluto per lo Stato. La forma tecnica deliberata in assemblea è la distribuzione parziale delle riserve (ammontano a 3,52 miliardi stando al reporting package) in pancia alla subholding dei gasdotti Snam e dei tralicci Enel, mentre i fondi da far risalire alla controllante Cdp verranno attinti da un finanziamento dell’identico importo di 1,5 miliardi già negoziato e a carico per il 45% del pool Unicredit, Imi, Mediobanca, Hsbc, SocGen, Bnp Paribas e 55% della stessa spa di Via Goito. Il montaggio dell’alleanza stretta in Cdp Reti con i cinesi di State grid corporation prevede questa scaletta. Primo, la Giù il lusso con energia e banche Yoox e Saipem in caduta I l nuovo pesante ribasso di Piazza Affari (-2,24% l’indice Ftse-Mib, secondo peggior risultato in Europa dopo quello del Psi 30 di Lisbona che ha ceduto il 2,84%) è dovuto al taglio delle stime di crescita nell’Eurozona. Le vendite hanno toccato la quasi totalità delle blue-chips: i comparti del lusso (Yoox -5,70%), del credito (Ubi Banca -4,93%, Popolare Milano -4,45%, Bper -4,10%) e il petrolifero (Saipem -4,84%). Soltanto tre i valori in recupero: prima di tutto Mps (+5,35%) alla vigilia dell’odierno cda convocato per discutere e deliberare il capital plan; poi Snam (+3,61%) e Terna (+0,11%), dopo i chiarimenti dell’Autorità per l’Energia sui criteri di valutazione dello stoccaggio del gas. © RIPRODUZIONE RISERVATA $./ 1" "k 1Î 1k± distribuzione degli 1,5 miliardi di riserve. Poi il pagamento di Pechino dei 2,1 miliardi per il 35% del capitale al closing, tra un mese circa. Infine la vendita per 700 milioni di un altro 14% agli istituzionali italiani (Fondazioni Cariplo e Crt, San Paolo, Inarcassa, Cassa forese e altre ancora). Un’operazione che per la Cassa depositi vale 5,3 miliardi, in linea con il net asset value di Cdp Reti, che resterà sotto governo pubblico con il 51%. Resta invece tutta da giocare la seconda partita. Quanta parte di quel tesoretto vorrà trattenere Cdp guidata da Franco Bassanini (foto) per riequilibrare i molti esborsi degli ultimi anni (Sace, Simest, Fincantieri, Snam) e quanti ne vorrà il dicastero di Padoan? Non è un confronto scontato. E si scioglierà solo in primavera, con la destinazione dell’utile di bilancio di via Goito. © RIPRODUZIONE RISERVATA Crescent punta a Braccialini (d.pol.) Battute finali in vista dell’accordo che 8@± .x± ® °¯ Õ`æÉ ¤`| ´¤`ÕÐ ¤`Êp ´æ`Ðp ¤`Éæ ´¤`Ê ´æ`ÊÉ æ`p| r ´æ`æÉ r ´æ`Êz æ`æz ¤`pÊ r ´¤`ÉÉ Õ`ɤ æ`p Ð`Õz ´æ`¤Ê ´¤`zÐ æ`pÊ æ`pÊ Õ`ÐÕ ¤`ÉÊ |`¤æ Õ`ÐÕ Ð`æp r æ`Õz ´¤`¤Ê æ`|¤ ´Ê`ÊÉ ´z`¤Õ ¤`¤É ´æ`¤Õ ´æ`zæ |`|z r æ`Õ ¤`Êæ ´¤`ÕÐ Ð`æÉ ´æ`|É z`ææ Õ`Õz r r ¤`¤Õ Õ`Õ| r ´æ`¤Õ ´Õ`ÐÕ ´æ`æÉ ´¤`ÕÐ r r ¤`pz Õ`¤z æ`zz Ð`Éæ ¤`|¤ ´æ`Õ¤ Õ`ÐÉ æ`æÉ ¤`Êæ |`Éz æ`ÉÕ æ`pp ´¤`zÉ ´æ`Õ| æ`Õ¤ æ`¤æ Õ`pÕ æ`zÊ ´¤`| ´¤`zÉ æ`z¤ ´æ`¤É Õ`pæ |`¤| ´¤`|æ Õ`ÉÊ |`æ¤ r æ`É| r Õ`|Ê |`|Ð r ´Õ`ÊÊ Ê`¤æ r |`Êp r æ`z| æ`ÉÉ Õ`Õp æ`ÉÕ ´æ`Êp ´æ`Õ¤ ´æ`¤Ê ´¤`|Ê Ð`ÐÊ æ`zæ 8@± ! !@ß æÕËæ¤ËÕæ¤| ® °¯ ®kׯ ®kׯ ¤Ð`¤Õ æ`|Ê æ`pz¤ p`É æ`Éæ¤ ¤`æÕ ´¤Ð` É`z ¤¤`Õææ Õ`Ê| ¤Ð`p¤æ ÕÐ`¤Êæ ´Õ¤`Ê æ`É| ¤`|Ð ´|`pÊ ¤`æФ ¤`ÐÉz ´Ð|` `zz ¤|`æææ ÊÕ`Õz æ`æ¤z æ`æzÉ ´¤Êz`Éz æ`Éæ¤ Õ`¤|| r r r ¤É`Ép Õ`É|| Ð`zp ¤`Ðz æ`|ææ æ`Êpz ´¤Ð`ÉÊ Ð`Ê |`pæ r Ð`ÊÕÊ |`zp ´Õp`ÕÐ Ê`zÕz `¤Êæ r r r ´Ð`Ф ¤`Éæp Õ`ÐÕÊ Õ`p¤ z`ÐÊæ p`Ðpæ ´`Ê ¤Ê`Фæ Õ¤`Ð¤æ ¤|`É z`æÐæ É`ÊÉz ¤z`É| `|Õæ ¤Õ`zæ Ð`ʤ ¤|`Ézæ ¤É`ÐÐæ |`|Õ ¤Ê`|¤æ Õz`p|p ¤æ`| z`zpæ p`Ê|æ `ÕÐ ¤p`zpæ Õz`¤¤æ ´`zÊ ¤¤`zÉæ ¤Ê`Ðzæ p`æÉ z`æÊz p`ÉÊÕ ¤¤`zz Ð`æÐÊ |`|Êz ´Ê`¤Õ p`ÉÕ ¤z`Épæ r r r ´Õ`¤Ê Õ`æpæ Õ`z|Ê ´¤ÐÕ`ÐÕ æ`pÕÐ Ð`pÉæ ´|É`ÐÊ ¤æ`¤ææ ¤Éæ`ææ z`p æ`æÊÉ æ`ÕÉ| ´¤p`Ép æ`æ¤ ¤`| ´É`zæ æ`Ð¤É æ`z ´¤¤`pÐ Ð`æp Ð`Êæ ¤`|É æ`zææ ¤`æ|æ ´|Õ`pz æ`Ðp| æ`ÉÕÉ r r r ´Êæ`æ| æ`¤ æ`|ÉÊ ´¤¤`pÕ Õ`¤| Ð`Ðp ´¤Õ`pÊ Õ`æÐp Ð`¤z| ´z`ÕÉ Ê`Õ|z É`pæ ´p`Õ `zÐæ ¤¤`Épæ ´ÉÕ`p æ`Õz æ`Ê|Õ p`¤É æ`ÐpÉ æ`Êz| ´¤¤`pÉ æ`|Éz æ`ÊÉÕ ´Ð¤`ÊÐ ¤`|p Õ`ÕÐÊ ´p`zÊ æ`ÕÕ| æ`Ðæ Ð`ʤ æ`|pæ æ`p|z ´|Õ`|É z`¤Ðæ `zz ÐÊ`|Ê æ`ÕÐÊ æ`|zæ Õ`pæ ¤p`¤zæ ÕÐ`Ézæ æ`z Õ`Épæ |`¤Ðæ ¤p`ÐÐ Õp`æææ Ðp`pæ r r r r r r ´Õp`æ¤ ¤p`ppæ Õ`ÊÊæ ´¤æ`æ æ`æÉÊ æ`¤|É ÐÉ`Êp ¤|`pæ ÕÊ`Õzæ Õæ`ÊÉ `ÊÊz ¤z`¤zæ ¤¤`ÉÊ z`Éz p`æzæ ¤p`zæ Ð`ÊÉæ z`Ðææ ¤Õ`pæ |`É| É`ÉÕæ ¤`|É ¤`Ðʤ ¤`ÊÉæ p`Ê ¤`pzæ Ð`æææ p`Ðp æ`ÊÕ ¤`Ð|p p`æ z`¤pæ Ê`|Õæ ´ÕÊ`¤Õ ¤`ÉÊæ Õ`ÉÉ ||`¤æ ¤`ÊÐ Ð`ÐÐÕ ÐÊ`É ¤Õ`æææ ¤`Êpæ ´Õp`zÉ ¤`ÐÐÉ Ð`¤¤æ ´¤¤`|¤ p`Êææ ¤Õ`Õ|æ ´¤æ`¤Ê |`¤ÊÕ É`||æ ´ÊÐ`ÊÕ ¤`ÉÕÊ z`Ðz ´Ðz`Ép æ`¤p| æ`Ðp¤ r |`|ææ z`æææ ¤¤`ÐÊ æ`æÐÉ æ`æʤ É`| æ`ÕÐæ æ`Ð¤æ ¤`|æ æ`Õ|Ð æ`|¤z Õ`æÉ æ`ÉpÐ ¤`ÕÕæ ´zÕ`ÉÐ æ`¤ÉÉ æ`|¤| Õ|`ÊÊ z`¤z p`pææ ÐÕ`¤Ê æ`ÐÊz æ`zɤ r r r zp`Õ¤ æ`ÕzÕ æ`Ê|p r r r ´Õ`pz z`Ê|æ É`Épæ ¤z`Õ¤ æ`Éæ| ¤`Õæ r r r ´¤¤`¤ ¤`Фæ Õ`æ|p |Ê`zÉ æ`Ð|Ð æ`ÉÐ| r r r Ðæ`¤É Õ`|æÕ |`Õææ É`¤p ¤`¤ÐÊ ¤`pææ Õz`ʤ ¤É`ÉÊæ ÕÊ`pÐæ ¤¤`Ê ¤Ð`Ê|æ ¤p`æÉæ ´p`Ф É`Éææ ¤æ`æææ ´ÕÉ`Ê ¤¤`pÊæ ¤É`æææ ´¤`Êp ¤`ÕæÉ ¤`zÕ ´¤z`æ| ¤`¤pæ ¤`zæ ¤¤`| ÕÉ`Êæ Ðz`Êæ ´zæ`ÉÉ Õ`¤pæ Ð`pæÕ |¤`Õ Õ`Ðææ |`Êæ ´¤É`Õ ÐÐ`|zæ ||`æææ @¬Î@ä ® b kׯ ÕÐÉ`Õ Õ|Õ¤`Ê Õææp`É zp`Ê ÐÐ`¤ pz`Õ ¤Õæ` ¤Ê`p ÕФ` r ¤¤p`p ÐÊ`É ¤æÐp`¤ ¤¤ÊÕ`Ê ¤pææ` r |Õ`Ê zÐÉ`Õ ¤z¤|æ`¤ ¤Ð||`p p|`z Êz`Ê ÕÊ|z`Õ Ê|`¤ Õ|Õ¤`Ê Éʤ`Ð ÕÉpz` ¤Ðz`É |æ|Ð`| r ¤|Õ`Ê ÐÐ`Õ r ÉzÕ`Ê Õ` ¤zÊ`Ê z|Ð`Ê ¤¤¤`p ÕzzÕ`Ð r ÕÕ¤`É Õ¤`¤ Õ`æ r Éæ` ÊÕ`Ð Ép`z ¤ÕÐÐ` ¤p`Ð ÐÕ`Ð ¤Ê`Ê Õ¤Ð`É p`p p|`| ÉÊ`æ ¤ÊÐ`z r r ¤É||`Ê Êp`z ¤¤ÕÐ`É ¤É|p`¤ ÕzÉ`Õ ÐÐ`¤ |æÊ`Ê ¤É`Ð ÕÕÊ`Õ ¤Õæ`p ÐÕ¤`z ÕÐ`¤ É`z Êʤ`æ r ¤Éæ`z É|Ê`æ Õp`É Õæ`Õ pÊp`p `É Õ¤`p |z`Õ ÊzÕ`Ê ÉÉ`¤ p||Ê`| ÕÉ|`É r ¤¤`Ê r Õææ¤`æ pp`p r |p`¤ ¤|`æ r |æ`z z`Ê ÉÊæ`Õ zÉ|`| zÐÐ`z ÕÕÉz`| |zÉ`æ Õ¤p`Õ ¤ÉÕÉ`z |Ê` Ð`Ê ¤¤ÐÐ`Õ "k 1Î 1k± bŠ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®".¯ !/±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!/¯ ±± K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ X@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ @ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ k ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ k Âkk ,Þ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,9¯ kÂÝα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"8¯ ~kkÂ~ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ Â~±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Â~à @¬Î@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ Â~à @¬Î@ ¤ÊÞ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9 ¤Ê¯ ŬÂkÎ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.1¯ ×kbű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3¯ ×ÂÎkX K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ ß±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®:$¯ ߬ÂÝ@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®:,.¯ @X .kkÞ@NkÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ @Î ÂàÅk ×α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ kÂÂ@~@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ b@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kÂ@ !@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ X@Îk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® 1¯ kX@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kXX@X@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®" ¯ "! 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±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.;¯ zÊ`Ézæ .kÎkα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ æ`zÐz .Å@@kα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®."¯ æ`æÐ .ÅÅÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.$/¯ ¤`Õp / /@N@x /±¬±@± K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ¤Õ`Õæ /@kÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Ê`æzæ /@kÅ ÂX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ z`æÐz /@x Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ¤æ`Êzæ /@¬k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!¯ ¤¤`Éæ /@¬k ÂŬ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!.¯ r /@ ¬Âk~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Õ`Õ¤æ /@ ¬Âk~ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ `pÊæ /@Â@Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/./¯ æ`Éz /@α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ ¤Õ`Фæ /@Ýk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/8¯ ¤Õ`Êææ /XÂkk /kÂÝXk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ r /k@Î ,±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ æ`ææ¤ /k@Î , ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`pÉæ /kÂÝä Î@@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ Ð`zæ /kÂÝä Î@@ ¤z Þ@ K ±±±±±±±±±±±®9/.¤z¯ r /kÅ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ ¤Õ`|æ //±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ É`æz /ÎkÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ æ`æÉ| /@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/"¯ ¤`ÕÕÕ /@ @Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ Ð`Êæ /~kx K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ Õ`æ|p / ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ Ê`¤|æ / ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/."¯ ¤`Ép¤ /¬@Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯ r /¬@Xk Þ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9/,¯ r /Îkx@k K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ æ`Õpæ /Îkx@k ÂŬ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1.¯ r /1!XÂkkXα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1!¯ z`Ðzz 1 1@N× ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1,¯ Õ`|pp 1@N× ¤ÐÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®91,¤z¯ æ`z¤æ 1/±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`|Êæ 1kkX 1 ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®11¯ æ`pÉÐ 1kkX 1 !kb@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!¯ æ`|Ð 1kkX 1 !kb@ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!.¯ æ`zpÐ 1kkX 1 ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®11.¯ æ`ÊÊ 1k@ÂÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1"¯ ¤|`Éæ 1kÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1."¯ Ð`Éz| 1kÂkÂ~@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1.¯ ¤`z|É 1kÅkX K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`Ê|æ 1ÅX@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`æ|Õ 1ÅX@ ¤|Þ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®91/¤|¯ æ`æææ 1bÁű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1$¯ Éæ`¤zæ 1ÂkÝ ±b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ Õ`ÉÉp 1:1 kÅ×Î K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1:1¯ É`Épæ 3 3 @X@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3¯ z`ppz 3XÂkbα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3 ¯ z`z|æ 3XÂkbÎ ÂŬ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3 .¯ É`Ézæ 3¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3"¯ Ð`ɤæ 3¬ ¬Âݱ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3",¯ Ð`|Õæ 3¬/@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/¯ Õ`æ|p 3¬/@ ÂŬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/.¯ ÕÕp`ææ 3¬/@ ÂŬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/.¯ Õ`æÊæ 8 8@Å@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ ¤Õ`p¤æ 8@ b×ÅÎÂ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8"¯ ¤`¤É¤ 8@ @ݱ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8¯ |`ÉÉæ 8ÎÎÂ@ Åű K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ p`Éæz 9 9Âb ×Îà Âkk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9¯ Ê`|Êz ; ;ß K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®;$$:¯ ¤|`ÉÐæ > >~@~ 8kΠK±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>8¯ z`||z 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K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`æ¤z kxxk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Õ`¤ÕÊ £ .kkÞ@NkÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ r k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®."¯ Õ`É|Ê NkÎkÅű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ æ`|ææ ¬x ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!,¯ |`ÊÐæ @ b~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"!¯ Ð`pÊp Å@b /ÎÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1/¯ p`zæ Âk@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ r ÅX¬@Ýk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/ ¯ ¤`p|æ ÅÎ@b K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ z`Ðpæ Î@Î@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ ¤p`¤Õæ ×Î~±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ z`Õ¤z ×ÎÅÎÂ@b@ 1!±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ `Êæ ×ÎÅÎÂ@bk !k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®31!¯ ¤z`ÕÐæ ä×α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>!¯ ¤p`ÐÊæ G /¬k@kÂÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ z`Épæ @X@ kkÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ Õæ`ÊÊæ @X@ xÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤Ð`pæ @X@ ,¬± @ .±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ z`ÉÕz @X@ ,¬± /b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,/$¯ Ð`æÐÊ @X ,¬@Âk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ ¤¤`æææ @X ,¬@Âk Þ¤æ ±±±±±±±±±±±±±±±®9,¤æ¯ r @ÅXkα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ Õ`ÐÊp @ÅÎ~±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤`¤Õ ÎkX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤Éæ`Õææ X@ @Â~k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® .¯ æ`æÉ| X@ @Â~k  ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ..¯ ¤`¤Éæ X@ @Î K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`|Ðæ X@ ÎkÂN@Âk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ Ð`|pæ X@ ,¬±ÎÂ×Â@ k @ä K±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ æ`zæÕ X@ ,¬±!@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,!¯ æ`zÊ X@ ,¬±/¬kα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,$¯ r X@ ,Âx ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.$¯ æ`ÐÕÕ X kÅÂ@ä@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Õ`|Êæ X kÅÂ@ä@ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Õ`Ðææ X /@Î@bk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/"1¯ Ê`Éæ X /@Âbk~@ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.,¯ ¤æ`Ézæ kk 1k@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ æ`|zÕ k~k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`Ф k /Î@N ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"/¯ æ`zÐ kÅÎ 3 ± ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ ¤`Êæ @kÎÎ b×ÅÎÂk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`|Õz @X@@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® !¯ æ`|pæ kÅÅk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ É`ɤz kÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`Õ|¤ k @Âα ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ ¤`||æ ä K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>¯ Õ`ÕÕ ±kÂÂ@Âkű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Õp`ppæ Â~ÅkÅ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ r Â~ÅkÅ@ ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$.¯ r ÂkN K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Õz`Êæ ÂÅX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ æ`æpÉ Â×k ×Xk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ ¤Ê`ÐÊæ ×ää 3Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>3¯ ¤æ`|ææ ×ää 3Xk ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>3.¯ Ê`Ðææ @b Î K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ Ð`Ép @ ± K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ z`¤|z @kxx ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ ¤`|æp @Î@~Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® 1¯ ¤`pzæ @Î@~Âk b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ æ`ÊÕ @¬@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ,.¯ z`zÕz @¬k Ýk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ Õ`ÕÊæ @ÂÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ..¯ ¤`É|| @ÎÎX@ Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® //¯ ¤Õ`Ðææ k 1kÂ@¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® 1 ¯ ¤`pæ kNÂk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® !¯ ¤æ`æ¤æ kkΠK±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® !¯ |`ÊpÕ kα @ÎÎk 1 K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® 1¯ Õ`pÐ| kÂ@± .XXkÎÎ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. ¯ æ`ÕzÕ kÂÝkb±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® .8¯ |`zÕæ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ æ`æÐ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ æ`ÕÐÊ XXk@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ æ`Õ|Р±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® .¯ æ`p¤æ @ÅÅ bα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ æ`ÕÉz " b×ÅÎÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® "¯ Ê`¤Éæ xbk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® $¯ æ`ÐÉÊ ~kk /kα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® $¯ r @x ,ÂkÅÎÎÁ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ",¯ æ`Õzz Âkb± ÂÎ~@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® .¯ r Âkb± @±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ z`zæ Âkb± 8@ÎkkÅk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® 8¯ æ`Épp ÂkŬ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® .¯ r Ŭ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® /,¯ ¤`|ÊÊ ÁX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ æ`Ð|Ð ÁX ¤Ê 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Al lavoro sul dossier c’è l’amministratore delegato Riccardo Braccialini, seconda generazione degli imprenditori che fondarono l’azienda negli anni Cinquanta, azionista con il 22% della società che fattura circa 80 milioni di cui il 70% all’estero. Dall’altra parte ci sono Sami Sindi e David Hand, ex banchieri di Morgan Stanley, che anni fa lanciarono uno dei primi fondi di private equity del Far East. Appunto il gruppo Crescent, base a Shanghai e testa di ponte in tutta l’Asia. Al centro del negoziato, il 78% del capitale in mano alla Sici della Regione Toscana, il club di investitori raccolti sotto il cappello della Hat, e la Popolare di Vicenza. Una pattuglia che sostenne i Braccialini quando si ricomprarono la società dal dissesto della Mariella Burani. A primavera Braccialini spingeva per l’Ipo. Ma la convinzione di dovere ancora investire, a scapito forse della redditività a breve, lo ha convinto a rimandare. !kÎk @×Âkk $ æ| Ý k@ kÎÎkÂ@ /ÎkÂ@ ®Ý±X¯ Õ¤p`Ê Õ|æ`ÉÐ /ÎkÂ@ ®±X¯ ÕÕæ`Êp Õ||`pÐ /ÎkÂ@ ®¬ÅαÉ|¯ ÕÕæ`Êp Õ||`pÐ Â×~kÂÂ@b Õ|` ¤±æÕÕ`¤Ð !@Âk~ Î@@ ¤ÉÕ`Ê ¤z`¤É !@Âk~ /Ýääk ¤ÉÕ`Ðp ¤|`|É !@Âk~ Â@XkÅk¤É¤`Õ ¤|`Ф $ !@ ®×ÂË~±¯ Ðæ`ÐÕ Ðæ`Õz $ bÂ@ ®×ÅbËX@¯¤±¤Ê`Õz ¤±¤ÊÊ`zæ Â~kÎ !@ ®×ÂË~±¯ r |Ф`Õz ,@Î !@ ®×ÂË~±¯ r ÐÐ`¤Õ ,@@b !@ ®×ÂË~±¯ r Õ¤`zÕ æ| Ý ×ÂN !@ÎÎ /kÂ@ ,k± ¤ ÅkÎα ¤ kÅk Õ kÅ Ð kÅ | kÅ z kÅ Ê kÅ 1±ÐÊæ æ`æ¤| æ`ææ æ`æ| æ`æp| æ`¤pÊ 1@ÅÅ ÐÊz æ`æ¤| æ`ææ æ`æzæ æ`æpz æ`¤p ,k± 1±ÐÊæ É kÅ p kÅ kÅ æ`Õʤ ¤æ kÅ ¤¤ kÅ ¤Õ kÅ æ`ÐÐp ÐÊz æ`ÕÊz æ`Ð|Ð -VÌ ÌiÀÛ Î@@ ä]äx ×Â¤É ä]äx @@b@ £]ääÓ @@ÂX@ ä @b@ ä]äx Â@X@ ä]äx æ`æz æ`æz ¤ æ æ`æz æ`æz -VÌ ÌiÀÛ kÂ@@ @¬¬k ±± 3/ /Ýkä@ ä]äx ä]Î ä]Óx ä æ`æz æ`¤ æ`z æ`Õz æ $./ /1. 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Partecipano il ministro Dario Franceschini, il presidente del premio Gian Luigi Rondi (che lo ha istituito nel ‘75, un anno dopo la morte del regista) e la famiglia De Sica. Il riconoscimento, patrocinato dal Quirinale, viene attribuito ogni anno a personalità sia italiane che straniere che si siano distinte nel campo del cinema e delle altre arti, della cultura, delle scienze e della società: per il complesso della carriera o per l’anno preso in esame. Tra i vincitori del Premio Editoria nelle precedenti edizioni, Inge Feltrinelli, Roberto Calasso, Cesare De Michelis, Renata Colorni. Vintage Da Dosso e Battista Dossi ai ricordi dell’Accademia Filarmonica Romana, con Boulez e Stockhausen che si ignoravano durante i loro soggiorni di Alberto Arbasino «N Appellativi «Magna, Stravì, che bbono!», pare che fosse un leggendario invito di Adriana Panni, dopo aver girato fra gli ospiti nei parchi della Filarmonica battagliero di Alfonso I d’Este, che è qui, si trova anche a Modena, o sarà una copia da Battista Dossi? («Si veda soprattutto la minutezza nei particolari nello sfondo», per Longhi). E davvero Paolo Giovio intendeva ornare con ritratti illustri una dimora fiorentina, e non quella villa leggendaria sopra le credute rovine di una Villa Pliniana, su un ramo del Lago di Como? Ma costerebbe troppo un invio del Trionfo di Bacco (di Dosso Dossi) dal Museo di Bombay dove fu riconosciuto accanto a un Bonifacio Veronese fra tante Venezie poverette. A un secondo piano, dove non va mai nessuno... In tempi di crisi, certo sarà più conveniente rivolgersi alla Galleria Borghese o a Castel S. Angelo. Davanti a tanti sederini e culetti di putti e amorini e angiolotti e bimbi grassi, difficile non commentare che evidentemente la pedofilia ci sarà sempre stata, anche prima della nozione e del vocabolo. ✽ ✽ ✽ «Magna, Stravì, che bbono!», pare che fosse un leggendario invito di Adriana Panni, dopo aver girato fra gli ospiti nei giardini della Filarmonica, e vedendo Stravinskij un po’ perplesso, con una immensa porchetta dell’Ariccia ancora in mano. A un ricevimento in suo onore. Deciso a non perdermi una successiva occasione, questa si presentò nei saloni dell’appartamento, piena di notevoli quadri. E lì, commemorando qualche decennale della Scuola di Darmstadt, alcuni superstiti venuti per gratitudine (Boulez, Stockhausen, Bussotti...) sedevano nei soggiorni senza parlarsi reciprocamente. E lì Boulez, circospetto: «Adrianà, qu’est-ce que c’est, cet abbacchiò?». E lei, serenamente: «Magna, a’ Pierre, che è bbono». Ero beato. Un’altra volta, all’Argentina, una animata spettatrice commentava molto infervorata la messinscena della Carmen, di Peter Brook, che aveva disposto una scena centrale, con panche tutte intorno. E Adriana, tranquilla: «In teatro, se poffà tutto quanto se vvole. I posti, se ponno mette e se ponno togliere». Anche a borsettate. E anche all’estero. Un musicologo raccontava i suoi ordini perché un tassista procedesse in una via pedonale e molto affollata, fino al migliore albergo di Salisburgo. BOULEZ, MADERNA E STOCKHAUSEN NEL 1956 (FOTO HANS KELLER; STOCKHAUSEN FOUNDATION FOR MUSIC) on più andrai, farfallone amoroso... Semplicetta farfalla al lume avvezza... Come t’han bene nomato, tenue farfalla... Ma chi le farfalle cerca, sotto l’arco di Tito»... Alla bella mostra di Dosso a Battista Dossi nel grandioso Castello del Buonconsiglio, a Trento, Giove con una palandrana rossa e a piedi nudi, molto intento, dipinge appunto farfalle, molto allegoriche. Mentre Mercurio, nudo ma con un velo molto raffaellesco alle spalle, zittisce una famosa dama abbigliata e inginocchiata. Forse la Virtù? Ma se il Musico possiede più Arte del Poeta – direbbe Rousseau – l’Attore sacrificherà come lo Spettatore le Parole alla Musica, trasformando lo Spettacolo in un Concerto? Tragico perché barocco, o in quanto neoclassico? Più o meno amabili congetture (la Virtù? la Vergine?) si proponevano in fondo a una sfilata di strepitosi saloni italiani, al Kunsthistorisches Museum viennese, dove si soleva rivedere e commentare questo celebrato Dosso, donato nel 1951 dal conte Anton Lanckorònski , secondo quelle didascalie. Ora invece questa opera del Dosso risulta venire da Cracovia, dal Castello Reale del Wawel, presso la Cattedrale. E neanche dal celeberrimo Museo Czartoryski, famoso per le sue collezioni e il Leonardo da Vinci, La dama dell’ermellino. Forse c’è qualche imprecisione? Il ritratto Il narcisismo dei musicisti seduti al tavolo senza parlarsi E alla reception, una borsettata sul tavolo. «So’ la sora Panni». Le stanze furono trovate subito. L’Accademia Filarmonica Romana fu una sua creatura, e il Teatro Olimpico una conquista. Ma già all’Eliseo: si ricorda ancora un BrechtWeill interpretato da Laura Betti e Carla Fracci. E via, poi, con Adriana e la sua energia propulsiva, attraverso differenti direttori artistici: concerti con la Grubevora, la Horne, la Ricciarelli, la Ludwig, la Lott... Trofonio, Undine, Affekte, danze con Nikolais e Alvin Ailey e Twyla Tharp e la Carlson, omaggi a Monteverdi, Benedetti Michelangeli, Rubinstein, Cardew, Kagel, Sinopoli, Schiff, Il convitato di pietra, Acis and Galatea, messe illustri in Santa Maria sopra Minerva... Ricorderò sempre Adriana, proprietaria e ridanciana, a pranzo dopo un concerto con Svjatoslav Richter: tre gradini di disli- vello, e tutti lì in fila a rendere gli omaggi. ✽ ✽ ✽ Ancora da vent’anni ci manca Paolo Valmarana, allegro e sorridente fra pareti piene di ricordi e omaggi degli amici artisti. Con un occhio notevole: mi segnalò un mirabile Piranesi (quando ancora si riteneva che valessero poco) in Türkenstrasse, a Monaco ovviamente di Baviera. Un tramonto sulla piazza del Quirinale, Monte Cavallo, con le statue colossali dei Dioscuri, Castore e Polluce, sopra un antico tempio di Quirino, ma senza ancora l’obelisco fatto installare da Pio VI. Suo padre, il marchese Giustino, era prodigo di arguzie e facezie. Con un altro senatore vitalizio, Montale, fu munifico di chiacchiere e orpelli e una generosa colazione in un ristorante di via Frattina che non esiste più. E raccontava Goffre- do Parise che traevano vecchie vesti da vecchi bauli per «fare conversazion», loro due. ✽ ✽ ✽ Se ne è andata Magda Olivero, praticamente centenaria. E allora si può ricordare una sua apparizione al Metropolitan di New York. Luogo allora terribile. Non si cambiavano mai gli allestimenti, come tutt’ora a Vienna. E si ricordava il caso di un eccellente soprano che per consiglio del suo agente pretese una nuova mise en scène, ma non venne accontentata. Preceduta da tutta una sua leggenda in Texas, dunque da mettere alla prova, Magda Olivero interpretò l’intero «Vissi d’arte» su un pliant con testa in giù all’indietro. E fu un canto sublime, il suo, malgrado la posa inconsulta, davanti a uno Scarpia esterrefatto. Trionfi. ✽ ✽ ✽ Bompiani ristampa l’«Itinerario» del 1933 Nel Paese di Alvaro la terra cerca il mare di Matteo Collura amasse l’Italia e la Q uanto conoscesse a fondo, Corrado Lo scrittore Corrado Alvaro (San Luca, 15 aprile 1895 – Roma, 11 giugno 1956). Scrisse Gente in Aspromonte (1930) Alvaro lo dimostrò con il pamphlet politico del 1944, L’Italia rinuncia? (riproposto tre anni fa da Donzelli). Ora Bompiani ristampa Itinerario italiano (prefazione di Carmine Abate, introduzione di Massimo Onofri, pp. 378, 15), raccolta di scritti del 1933: una miniera di appunti estemporanei, di acute riflessioni, di visioni che, dopo l’abbaglio dell’inaspettato, si trasformano in utili spunti per il lettore di oggi. La datazione degli scritti è importante, perché ci dice cos’era l’Italia allora per uno scrittore nato nel 1895, e cosa sia oggi. Alvaro è testimone di una realtà arcaica e dolorosa, quella della sua Calabria, ma anche dell’Italia uscita stremata dalla Prima guerra mondiale e finita nel guado del regime fascista. Restano nella memoria rapide osservazioni. Liguria: «Dove la terra è difficile, la gente cerca il mare». Roma: «Il sud vi si è pietrificato come in un profondo strato geologico, il nord vi si libera dai geli». Milano che «si allarga», ma lascia in piedi cascine e osterie. E, a Lucca, il miracolo della «morte immortale» di Ilaria del Carretto. © RIPRODUZIONE RISERVATA Rammentando Andrea Emo... Volentieri ascoltava i commenti ad alta voce dei francesi, in piazza San Pietro. Con una preferenza: «C’est presqu’aussi beau qu’à Versailles». E fu contento quando gli riferii un giudizio di francesi davanti a un orrido allestimento, a una Biennale veneziana: «Quand-même, une présence». Come si divertirebbe, ascoltando «In Paris there is Notre-Dame, but St. Peter’s in Rome is fat»... Soltanto l’inizio dell’imbarazzante disco Valmouth, l’antico e magari deplorevole musical di Sandy Wilson, dai romanzetti di Ronald Firbank, entusiasticamente prefati da Osbert Sitwell, Ernest Jones... Tanti anni fa, l’amico scrittore veneto Toni Cibotto mi invitò a spargere fiori sulla tomba appunto di Firbank, sepolto al Verano romano dopo la sua conversione al fasto del cattolicesimo... Facile da trovare, allora. Ma ecco qui nel disco, a proposito della leggendaria cattedrale di Clemenza: «Every transept – is a concept»... «Each mosaic – is archaic»... e via, prima di ogni sfruttamento delle pubblicità. Con lazzi e sogghigni ad ogni menzione di «rococo», ovviamente. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 5 Novembre 2014 CULTURA Digitale La mossa italiana di Amazon: abbonamento mensile senza limiti con 700 mila titoli di Alessia Rastelli Anniversari Franco Antonicelli, il sogno coraggioso di «fare cultura» Da Harry Potter ai bestseller di Marcello Simoni ai fumetti di Zerocalcare. Oltre 700 mila ebook (15 mila in italiano) a 9,99 euro al mese. Dopo l’esordio americano, Amazon lancia anche in Italia Kindle Unlimited, il servizio che consente di leggere quanto si vuole, pagando un abbonamento. Una formula già sperimentata nella musica, grazie alla quale si fruisce del brano o, nel caso di Amazon, del libro, senza possederli. Gli ebook che rientrano nel servizio — selezionati dopo accordi con gli Segna libro editori ma anche autopubblicati — sono disponibili sul Kindle Store, il «negozio» di libri digitali di Amazon, riconoscibili da un’etichetta. Possono essere sfogliati sul Kindle, il dispositivo di lettura dell’azienda di Seattle, e — attraverso le applicazioni del gruppo di Jeff Bezos — sui tablet e gli smartphone con sistema operativo Android, su iPad, iPhone, Mac e pc. Chi legge con Unlimited, inoltre, usufruisce delle stesse funzioni disponibili per gli ebook Kindle, dai dizionari a WordWise, lo strumento che fa apparire definizioni semplici sopra parole complesse. Per quanto, infatti, altre iniziative di abbonamento abbiano già visto la luce (Oyster e Scribd, ad esempio, negli Usa; Bookolico in Italia), la forza di Amazon — o la pericolosità, a seconda dei punti di vista — è nel vastissimo catalogo e nei servizi offerti dal suo ecosistema, ricco e integrato, ma chiuso. La pace secondo il «Patriarca» eminenza grigia della ’ndrangheta di Francesco Cevasco È vvertimento per il lettore del libro di cui si sta per parlare. Non si fidi — caro lettore — del titolo e nemmeno dello «strillo», la scritta sotto il titolo, in copertina. Il titolo dice: Il Patriarca. Sotto si dice: La misteriosa storia di ‘Ntoni Gambazza, lo sconosciuto re della ‘ndrangheta che dall’ombra ha retto per trent’anni i fili dell’organizzazione. Detta così uno pensa a una — magari bella, documentata, ricca di dettagli inediti, come in questo caso — biografia di uno dei tanti cattivoni malavitosi che sconciano il nostro Paese. E, invece, questo libro, è (anche) un’altra cosa. Una vera inchiesta sulla ‘ndrangheta. Dove nasce in quella Calabria dell’Aspromonte. Dove cresce in quel capoluogo di Reggio. Dove allunga le sue mani insanguinate fino a Milano. Dove prospera nella Borsa e nelle Banche (con la b maiuscola). Si comincia da Antonio Pelle nato a San Luca, in provincia di Reggio Calabria, il primo marzo 1932 e morto a Locri il 4 novembre 2009. ‘Ntoni Gambazza è lui. E Andrea Galli, l’autore di Il Patriarca (Rizzoli-Bur) lo racconta. Già a pagina 19 si capiscono molte cose: «Nullatenente. Nullafacente. Assunto dallo Stato a cinquant’anni con un contratto a tempo indeterminato. Trafficante in fuga tra casolari, bunker e cunicoli dell’Aspromonte. Latitante curato da cliniche private e ospedali pubblici. Imputato difeso dallo studio legale del presidente della Repubblica Giovanni Leone. Parente di poliziotti, amico di direttori di carceri e agenti dei servizi segreti; protetto da politici, medici, magistrati, professori universitari, commercialisti, preti e massoni. Miliardario ai tempi delle lire, milionario ai tempi dell’euro, eppure beneficiario di contributi economici da parte A FRANCO ANTONICELLI (SUL PALCO) NEL 1945 scelte metodologiche e concreto operare critico, proprio anche d’una formazione che coniuga il Croce «maestro e padre» con Gobetti, modello cui disperatamente rifarsi (e relativa appendice della scuola torinese di Augusto Monti). Che sono poi le direttive etico-estetiche cui si atterrà con tenace fedeltà nel suo lavoro critico e politico, nel quale rigore morale e rigore estetico stanno in lui strettamente connessi nella concezione d’una letteratura come dovere e come servizio. Che è quanto Antonicelli — «poeta» (con Improvvisi e altri versi) e fine lettore di poeti, aperto a cogliere l’aria del tempo presente ma disposto a una umanissima pietas verso chi ci ha preceduto lasciandoci quel suo po’ di bene; che anche questo appartiene alla civiltà letteraria», per dirla con Cesare Angelini, sul «Corriere della Sera» del 15 luglio 1970 — è venuto espletando in letture critiche nelle quali, come ha scritto sulla «Nuova Stampa» del 27 marzo 1953 parlando di Pancrazi, «dev’esserci tutto, ma anche, e sopra ogni cosa, il pensiero e il senso del presente, di ciò che appare e ha significato nel farsi dei nostri giorni, che si lega con gli altri discorsi, le altre creazioni, le altre lotte del tempo che trascorre». Un operare instancabile, come ricordano i numeri della sua bibliografia: che contano 356 articoli su «La Stampa» (1949-1965), 468 sul «RadiocorriereTv» (1952-1968) nella rubrica significativamente titolata Leggiamo insieme, oltre a tanti contributi sparsi sulle teste più svariate, dall’«Unità», al «Giornale Storico della Letteratura Italiana», sino all’«Almanacco Biellese» o alla «Voce della Dora». Ciò che evidenzia da un lato grande disponibilità, e dall’altro un Antonicelli lettore vorace e accanito, che vanta tra suoi presupposti la ricerca erudita, l’analisi filologica del testo pronta a un confronto delle varianti insieme rapido e puntiglioso (che sa trarre «soddisfazione e vanto dalla correzione anche soltanto di una virgola di una vecchia edizione», annotava Norberto Bobbio), curioso e sempre informato sulle ultime novità; ma anche pronto a cronache, divagazioni e note di costume, sempre con gran voglia di partecipare ad altri le proprie scoperte e amori letterari (Carducci, Pascoli, d’Annunzio, Gozzano). In un tono raffinato e familiare: una colloquialità nel segno di una «alta» semplicità. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’appuntamento Franco Antonicelli. Il coraggio della cultura è il titolo della tre giorni che si apre oggi alle 19 nella sede dell’Unione culturale «Franco Antonicelli» di Torino (via Cesare Battisti 4b, info tel 011 56 21 776, www.unioneculturale. org) in occasione del 40°anniversario della scomparsa dello scrittore e intellettuale avvenuta il 6 novembre 1974 Torna la mano leggera di Elizabeth von Arnim (18661941), nata in Australia, cresciuta nel milieu culturale inglese «abitato» da personaggi come Katherine Mansfield e H. G. Wells. È autrice di una ventina di libri percorsi da humor sottile, finezza psicologica, grande gusto di ambientazione. Come Due gemelle in America appena riedito da Bollati Boringhieri (traduzione di Simona Garavelli, pp. 386, 17,50). Cornovaglia, settembre 1947. Due amici, entrambi ecclesiastici, passano una vacanza insieme giocando a scacchi. Tranne una sera, quando uno dei due deve scrivere l’omelia funebre per un gruppo di persone decedute anni prima, nel crollo di un albergo. Tre pagine e il lettore è agganciato. La maestria di Margaret Kennedy (1896-1967) in La festa (Astoria, traduzione di Bruna Mora, pp. 324, 17,50). a cura di Cristina Taglietti @al_rastelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Il libro inchiesta di Andrea Galli di Ermanno Paccagnini soprattutto come uomo politico — antifascista, presidente del Cnl, senatore nel gruppo Sinistra indipendente — che è spesso ricordato Franco Antonicelli (1902-1974). Finendo per dimenticare il fine letterato che, ad esempio, come direttore della Biblioteca Europea della Frassinelli ospita, oltre a Melville, Joyce, e altri ancora, le prime traduzioni italiane d’un Kafka appena riscoperto in Germania (Il processo e Il messaggio dell’Imperatore); e che, come editore in proprio con la Francesco De Silva, nel 1947 accoglie Se questo è un uomo di Levi, rifiutato da vari editori. Del resto, nel panorama critico novecentesco la figura di Antonicelli si staglia come una delle più singolari per disposizione intellettuale, 39 Impegno Sopra: il giornalista del «Corriere della Sera» Andrea Galli, autore de Il Patriarca (Rizzoli-Bur, pagine 308, 13). In precedenza ha pubblicato Cacciatori di mafiosi (Rizzoli-Bur). A sinistra: pistole dismesse (Reuters). A San Luca, paese di Gambazza, interi arsenali di armi sono murati della Regione Calabria. Condannato a ventiquattro anni di galera per omicidio. Detenuto, poi graziato e rimesso in libertà dal successore di Leone: Sandro Pertini. Condannato nei tre gradi di giudizio per traffico di stupefacenti e di nuovo detenuto». Insomma, un italiano vero. Galli racconta la vita di questo galantuomo. E la cala dentro i tempi, i luoghi e la politica di quegli anni: il primo e il secondo Dopoguerra; così si capisce meglio come sia potuto accadere. Accadere che il figlio di una famiglia povera e non malavitosa abbia voglia di diventare un figlio della ‘ndrangheta, poi un «picciotto» ragazzo pronto a far del male, poi un capetto, poi un paciere tra famiglie che si scannano, poi un capo dei capi. Antonio Pelle è soprannominato gambazza perché zoppica un po’: forse si è sparato da solo per sbaglio in una Festival di Vercelli Poesia civile, riconoscimento all’inglese Tony Harrison I l poeta inglese Tony Harrison riceverà in Italia il premio alla carriera al Festival di poesia civile di Vercelli, giunto alla decima edizione. L’anteprima si svolgerà a Milano, mercoledì 12 (alle ore 17.30) all’Università Cattolica, con un dialogo tra il poeta, Enrico Reggiani e Giovanni Greco, che ha curato il volume in uscita a novembre presso Interlinea, Afrodite del Mar Nero e altre nuove poesie (il libro sarà prenotabile allo 0321 612571 o via mail all’indirizzo [email protected]). Harrison (nato a Leeds nel 1937) ritirerà il premio giovedì 13 novembre alle 21 al Museo Borgogna di Vercelli. Sempre giovedì, alle ore 17 al Museo Leone, ci sarà Mohammed Sgaier Awlad Ahmad, poeta che è diventato uno dei simboli della rivoluzione tunisina, fondatore e animatore della Maison de la Poésie di Tunisi. Leggerà un’elegia per Mohamed Bouazizi, il giovane ambulante che nel 2010 a Sidi Bouzid s’è dato alle fiamme per protesta. Sabato 15, al Seminario Arcivescovile (18 e 30), confronto su «Parole sensibili: etica e poesia» con Franco Buffoni, Valerio Magrelli, Aldo Nove e Davide Rondoni (www.poesiacivile.com). gamba, forse gli hanno sparato ma non importa. Lui il suo nome se l’è fatto perché al momento giusto ha saputo sparare agli altri. Bambino pastore non voleva più quella vita. E dal tratturo è passato velocemente alla strada asfaltata del traffico di droga e di armi. Ci sapeva fare ed era anche alto (un metro e settantacinque, a Il personaggio Antonio Pelle ha retto i fili dell’organizzazione mentre lo Stato voltava lo sguardo quei tempi non era poco) e bello. Le donne servivano non per conquistarle, ma per combinare matrimoni utili alla pace tra le cosche: se c’è troppa guerra poi arrivano i carabinieri e rompono le scatole. Gambazza capisce e diventa un «diplomatico»: «A Pelle si attribuiscono meriti determinanti anche come “arbitro” nella faida di San Luca, quella dei sei morti ammazzati a Duisburg, in Germania, nel Ferragosto del 2007 — scrive Galli —. La mattanza finisce in mondovisione; i tedeschi, infastiditi, devono ammettere per qualche giorno le infiltrazioni nel loro Paese dei clan calabresi. Troupe televisive invadono San Luca». Ma, poi, ‘Ntoni sistema tutto, la pace torna e tutti i rompiscatole (giornalisti italiani e stranieri, carabinieri, poliziotti, magistrati italiani e stranieri) se ne tornano a casa senza aver disturbato troppo. E nel paese di San Luca a 250 metri d’altezza sul mar Jonio torna la pace. La pace della ‘ndrangheta, la pace del «Patriarca», la pace della droga e delle armi, la pace dei maschi complici e delle donne succube, la pace dello Stato che guarda da un’altra parte. La pace del «Patriarca». © RIPRODUZIONE RISERVATA 40 Mercoledì 5 Novembre 2014 Corriere della Sera SPETTACOLI L’inserto Style Fashion Issue: cinema e moda secondo Scorsese Domani, in regalo con il Corriere, uscirà l’allegato Style Fashion Issue, un’inserto di 96 pagine dedicato a moda e cinema. Il fascicolo prevede una copertina doppia: da un lato c’è Luca Argentero e, dall’altro, Giorgio Pasotti (nella foto): sono stati scelti i due attori come modelli per posare di fronte all’obiettivo del noto fotografo di moda Rankin. Oltre alle interviste ai protagonisti della copertina, l’inserto ospita anche un doppio editoriale a firma di Luca Guadagnino e Martin Scorsese. Il regista americano scrive: «Il cinema è una viaggio nella psiche, tra realtà e immaginazione: costumi e décor hanno un peso fondamentale. Sono un film nel film». La rivelazione del comico Laganà: ho la sclerosi ma resto in palcoscenico «È stato un percorso lento iniziato sei anni fa, di cui quattro passati a metabolizzare una malattia per cui provavo senso di colpa e vergogna»: l’attore comico Rodolfo Laganà (57 anni, foto) ha raccontato la sua battaglia contro la sclerosi multipla, ad un convegno a Roma. «Scappare non serve a niente, anzi mi ha fatto peggiorare — ha detto —. Credo sia importante parlarne e condividere. Non lascerò il palcoscenico». Jim Carrey ❞ «Sono già nonno e non ho perso la voglia di ridere» Al cinema non amo i seguiti, ma questa pellicola diretta come vent’anni fa dai fratelli Farrelly era un evento al quale non potevo dire di no L’attore nel sequel di «Scemo & più scemo» LOS ANGELES Ritorna Jim Carrey, il divo che ha il nome famoso quanto il suo volto. La maschera più riconoscibile di Hollywood. Istrionico in The mask e apprezzato in The Truman Show. Carrey ha 52 anni e sorride, non c’è da stupirsi, con quella sua aria solo apparentemente svagata. Vent’anni dopo il primo atto di Scemo & più Scemo e ancora diretto dai fratelli Peter e Bobby Farrelly in Scemo & più scemo due, che sarà distribuito in Italia da Rai Cinema/01 e dalla Leone Film fondata dai figli di Sergio. «Non sono un attore da seguiti — dice Jim —, ma questo era un evento anche per me, che nel frattempo sono diventato nonno e impiego gran parte del mio tempo a scrivere libri illustrati per ragazzi o a dipingere quadri e creare sculture». Quando ha iniziato a dipingere? «Sin da ragazzo. Ricordo l’enorme impressione che provai guardando un libro su Monet e Van Gogh. Sembrava che la luce uscisse dalle pagine. Una sensazione vitale che vale più di quella del cinema». Cosa ricorda del tempo in cui viveva in un caravan con i suoi genitori? «Vengo da una famiglia di artisti canadesi e con orgoglio sono cittadino canadese dell’Ontario, anche se nel 2004 ho chiesto la cittadinanza Usa. Papà era musicista, mia madre aveva un talento artistico in vari Il profilo ● Jim Carrey, 52 anni, attore, comico, doppiatore e produttore, è arrivato al successo con commedie come «Ace Ventura L’acchiappanimali» (‘94), «Scemo & più scemo» (‘94) e «The Mask-Da zero a mito» (‘94) ● Con «The Truman Show» (‘98, foto) e «Se mi lasci ti cancello» (2004) si è rivelato attore drammatico campi. Eravamo poveri, ma ricchissimi per altre emozioni e valori». Il cinema non è mai stato tutto per lei… «È vero: avevo e ho ancora bisogno di libertà, di sentirmi coinvolto nell’impegno sociali e in attività creative. Non diventerò mai un supereroe. I miei personaggi hanno sempre avuto una sorta di disadattamento, la stessa e fertile sensazione che a volte provavo da giovane». Appena si è sparsa la notizia del possibile sequel di «Scemo & più scemo» sul web i fan si sono scatenati. «La cosa mi ha entusiasmato al punto che mi sono messo a eseguire alcuni brani della colonna sonora. Non sono un patito di Internet, se non per la mia fondazione TruLife, ma è stato bello sentire che il primo film aveva lasciato il segno». Cosa chiede oggi al cinema? «Divertimento, sorrisi e pensieri. Lo chiedo anche a YouTube. Mi piace vedere i lavori sperimentali di tanti giovani». Quando ripensa alla sua carriera di cosa è più orgoglioso? «Ho amato molto The Truman Show, che nel 1998 puntò il dito sulla tv. Oggi la televisione realizza le cose migliori, alcune mini serie sono davvero eccezionali, senza contare che sta facendo crescere bene una nuova generazione di autori e dà spazio a molte attrici». I miei genitori erano artisti e anch’io amo dipingere e scolpire Tutto nacque da ragazzo con un libro su Monet e Van Gogh Coppia Jeff Daniels, 59 anni e Jim Carrey (a destra) in una scena del secondo capitolo del film diretto ancora dai fratelli Farrelly È ancora vero che predilige le favole? «Sì, ma non perché voglia rendere romantici i miei ricordi. Forse per spiegarlo dovrò scrivere un libro sulla mia vi- ta,sui miei lavori. Scrivere è un lavoro solitario, che mi piace, proprio come lavorare il marmo». Forse scrivendo ritorneranno tanti momenti e incon- Nel film di Danny Boyle Bale rinuncia a interpretare Steve Jobs Christian Bale non interpreterà Steve Jobs. La presenza dell’attore nel film di Danny Boyle era stata confermata dallo sceneggiatore Aaron Sorkin, ma Bale ha deciso di rinunciare alla parte. Un rifiuto che si aggiunge al precedente di DiCaprio e che riapre la caccia all’attore che sarà Jobs nel film tratto dall’unica biografia da lui approvata. tri della sua vita. Vuole sceglierne uno? «No, sarebbe ingiusto, perché nella vita ho avuto più di quanto mi aspettassi. Non dobbiamo mai dimenticarci di questo». Ha attraversato periodi cupi, come accade a tanti comici? «Non proprio. La verità è che io sono davvero come il personaggio di Scemo & più scemo, conservo la capacità di sorprendermi. La vita è un enigma e decifrarla, esplorarla è la sfida più grande e avvincente». Giovanna Grassi Ho ancora bisogno di libertà, di sentirmi coinvolto in attività sociali e creative. Il cinema non è tutto per me, non sarò mai un supereroe © RIPRODUZIONE RISERVATA «La mia Medea contemporanea per punire un camorrista» «Malacrescita» di Borrelli al Piccolo, storia di una madre che spinge alla pazzia i gemelli avuti dal boss A teatro ● Il lavoro «Malacrescita» va in scena da oggi a domenica al Piccolo Teatro Studio Melato di Milano ● Mimmo Borrelli, autore, regista e interprete dello spettacolo ha vinto la prima edizione del premio intitolato a Giovanni Testori C ome nei testi di poesia che si rispettino, anche quelli di Mimmo Borrelli liberano una musica che supera il significato immediatamente decifrabile. Napoletano originario di Torregaveta, classe 1979, il drammaturgo-regista-attore Borrelli ambienta le sue pièce nei Campi Flegrei, da cui trae la sua linfa linguistica essenzialmente dialettale, ma di un dialetto insieme arcaico e modernissimo, ricavato sul terreno da parlanti ottantenni e da ventenni, per reinventarlo in una sua personale forma, appunto, tragico-lirica. Per questo, gli piace sentirsi un erede partenopeo di Giovanni Testori (ha vinto la prima edizione del premio intitolato alla scrittore lombardo). Senza dimenticare Eduardo e Raffaele Viviani, più vicini a casa. Nonostante l’età, Borrelli è più che una personalità «emergente» del teatro italiano, in virtù di una ormai lunga esperienza di burattinaio, teatrante di strada, cantante e autore: ‘Nzularchia (2004), ‘A sciaveca (2006) e La madre (sottotitolo: In scena Mimmo Borrelli, napoletano, classe 1979, in un momento dello spettacolo «Malacrescita» in scena a Milano ‘I figlie so’ piezzze ‘i sfaccimma), da cui ha tratto Malacrescita, che con la sua regia e con le musiche di Antonio della Ragione va in scena da oggi al Piccolo Teatro di Milano. «Per disperazione e per sopravvivenza — dice — dopo 70 repliche de La madre al Teatro Mercadante di Napoli, ho dovuto ripensare allo spettacolo, ridurlo, ribaltarne la drammaturgia». Storia di una Medea contemporanea, Maria Sibilla Ascione, figlia di un camorrista e donna di Francesco Schiavone detto «Santokanne», piccolo boss della terra dei fuochi, matura la vendetta contro quest’ultimo. Madre di due gemelli, un po’ vergine innocente, un po’ strega, non trova di meglio che impostare la sua ritorsione di- struggendo il frutto dell’amore, e cioè crescendo i propri figli non a latte ma a vino, e in definitiva condannandoli alla deformazione fisica e mentale, e all’abbandono. Mentre nel testo originale era lei, sopravvissuta, a raccontare le conseguenze della sua tragica depravazione, in Malacrescita la situazione si ribalta: sono i due bambini dementi a prendere la parola, immersi in una tomba di bottiglie di vino e L’autore «Dopo 70 repliche a Napoli, ho dovuto ridurre e ripensare lo spettacolo» pomodori, utero e discarica insieme. Pascale intona un canto funebre alla madre-aguzzina, ricreando frammenti di discorsi paterni e materni in dialogo con il fratello Totore, che reagisce non con parole ma con suoni e rumori di giocattoli, carillon, campane, «sonorità di un’infanzia violata e segregata». Evocazione viscerale di urla, ossessioni, rantoli, lugubri borbottii di una vita domestica infernale. Niente paura, l’emozione non passa necessariamente attraverso il livello semantico razionale, ma attraverso quell’indicibile sintonia di suono e senso proprio della poesia. Paolo Di Stefano © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 5 Novembre 2014 SPETTACOLI 41 # ● La recensione Il piano di Libetta è degno dei grandi di Paolo Isotta giorno fa ho parlato del grande pianista Evgenij Kissin: ma Q ualche noi italiani, come i lettori ricorderanno per averne io parlato più volte, il nostro Kissin lo abbiamo e anche il nostro Zimmermann. Si tratta di Francesco Libetta, leccese quarantacinquenne il quale, rispetto a questi due mostri sacri, ha il pregio d’esser latinista e grecista, d’aver studiato la Composizione, d’esser anche direttore d’orchestra, scrittore e cultore di Gino Marinuzzi sul quale ci darà il libro definitivo. Egli ha tenuto un concerto nella Cappella Palatina della Reggia di Caserta; e per me riascoltarlo è ogni volta essere avvinto dal fascino promanante dalla sua bravura e musicalità. Dopo le Variazioni di Beethoven su Nel cor più non mi sento di Paisiello, una Parafrasi di Liszt da Mercadante ha mostrato un fulmineo cambio di timbro pianistico; e di nuovo collo Chopin dello Scherzo in Do diesis minore. Il Mephisto-Walzer di Liszt ha mostrato un pianista del quale non sapresti se lodare più il virtuosismo (le sue doppie ottave non hanno confronto), la libertà o la profondità; mentre l’esecuzione della Sonata op. 109 di Beethoven ha mostrato un pianista che si tiene nell’esempio di Wilhelm Kempff e Claudio Arrau e © RIPRODUZIONE RISERVATA che un giorno sarà prossimo alla loro grandezza. Lo schiaffo di Taylor Swift: via da Spotify La cantante: basta dischi in streaming gratuito. La replica: in 40 milioni ti vogliono, non te ne andare baby Il caso ● Spotify è un servizio di streaming musicale nato nel 2006 a Stoccolma e diventato un colosso a livello internazionale ● Taylor Swift, 24 anni, ha pubblicato il suo primo disco nel 2006, vendendo oltre cinque milioni e mezzo di copie ❞ È una storia d’amore, baby. Ma forse non di un amore disinteressato. Eppure il popolare servizio di streaming musicale Spotify ha scelto proprio alcuni passaggi delle più struggenti canzoni di Taylor Swift per convincerla «a non farsi lasciare». Lei però pare irremovibile nella sua scelta di troncare questa relazione che, letteralmente, non le dava quasi nulla. L’addio risale a lunedì, quando l’artista più pagata del mondo (secondo Forbes) ha deciso di rimuovere tutte le sue canzoni da Spotify (non sono serviti nemmeno gli scatoloni), senza lasciare nemmeno un biglietto di spiegazione. Il dolore della società nata in Svezia nel 2006 e diventata presto un colosso non ha tardato a farsi sentire. Nel comunicato diffuso ieri, si legge: «Amiamo Taylor Swift e i nostri oltre 40 milioni di utenti la amano ancora di più. Quasi 16 milioni di loro hanno ascoltato le sue canzoni negli ultimi 30 giorni ed è inclusa in più di 19 milioni di playlist. Speriamo che cambi idea e si unisca a noi nel creare una nuova economia Un giorno saranno gli artisti e le loro etichette a stabilire il prezzo di un album Taylor Swift Eravamo entrambi giovani quando ti abbiamo vista la prima volta Resta, resta Spotify Sul palco La cantautrice americana Taylor Swift è nata il 13 dicembre 1989 ed è l’artista più pagata secondo «Forbes» della musica che funzioni per tutti. Crediamo che i fan debbano poter ascoltare musica dove e quando vogliono e che gli artisti abbiano un diritto assoluto di essere pagati e protet- ti dalla pirateria. È per questo che paghiamo quasi il 70 per cento dei nostri ricavi alla comunità musicale». Ma la staffilata al cuore arriva nel post scriptum: «Ps: Taylor, eravamo entrambi giovani quando ti abbiamo vista per la prima volta, ma ora ci sono più di 40 milioni di noi che vogliono che tu resti, resti, resti. È una storia d’amore, baby, dì solo sì». Parole che appartengono alla cantante. O meglio, a due sue canzoni: Love Story e Stay, stay, stay. Le storie d’amore quando finiscono spesso diventano storie di soldi. Taylor Swift ha le idee chiare su entrambi gli ambiti: da una parte ci sono le sue canzoni, dall’altra la dichiarazione di qualche tempo fa, in cui sosteneva che «la musica è arte e l’arte è importante e rara. Le cose rare e importanti sono preziose, hanno un valore e per questo devono essere pagate. La musica non dovrebbe essere gratis: un giorno saranno i singoli artisti e le loro etichette a decidere il prezzo di un album. Spero non sottovalutino mai se stessi e la loro arte». Lei sembra non farlo. Settimana scorsa è uscito il suo nuovo disco, 1989, il cui singolo, Shake It Off, è stato il più ascoltato su Spotify. Poco dopo la rottura, il servizio di streaming ha creato una playlist intitolata: «Cosa suonare mentre Taylor è via». Un ripiego. Quando ci si lascia anche questa, in fondo, non è una novità. Chiara Maffioletti © RIPRODUZIONE RISERVATA Il concerto a Milano Eccentrica Lady Gaga (il cui vero nome è Stefani Joanne Angelina Germanotta) in concerto La popstar è nata a New York il 28 marzo 1986 MILANO Il lato A di Lady Gaga. Musicale, si intende. Quello B è la sophisticated lady che rilegge gli standard jazz in coppia col crooner Tony Bennett. Quella non va in tour, e si mostra su Instagram mentre da un’imprecisata stanza milanese firma autografi. La Gaga popstar ha portato ieri al Forum di Assago il suo mondo fatto di ritmi dance, spettacolo kolossal e hit mondiali (anche se l’ultimo album è stato un flop per i suoi livelli). E anche tante parole. A volte troppe, luoghi comuni che interrompono lo spettacolo. A volte centrate. Come quando legge una lettera di un fan che le racconta una vita fra le mille difficoltà e sofferenze di chi non ha la forza di dichiararsi gay. Lei lo invita sul palco: «Se siete gay e vivete in Italia tenete la testa alta e siatene orgogliosi. Non nascondetevi, siamo nel 2014!». A volte vuole vincere facile. «Non mi interessa quanto successo possa avere, ma ricordo sempre che la mia famiglia è emigrata da questo Paese. Mia nonna vendeva vestiti per pochi spiccioli e mio nonno era un ciabattino. In fondo sono una ragazza italoamericana». Tante barbone hipster, parrucche colorate e stravaganze in libertà (ma ci sono anche maglioni in cachemire) fra i dieci/undicimila che hanno esaurito il Forum in poche settimane dall’annuncio per l’unica data italiana dell’«artRAVE: The Artpop Ball». Il palco di Lady Gaga, che l’aspetta per tre quarti d’ora rispetto all’orario annunciato, è un mondo altro, un pianeta un po’ Atlantide sommersa, un po’ isoletta greca. Parole a parte c’è la musica. E quando partono i classici come «Poker Face», «Just Dance» e «Telephone» (in versione ridotta, peccato) si balla e basta. Andrea Laffranchi © RIPRODUZIONE RISERVATA RIZZOLI GALLERIA DA NOI, INCONTRARE LO SCRITTORE CHE AMI E UN’EMOZIONE. POWERED BY ©Jerry Bauer Lady Gaga dal palco: «Gay, non nascondetevi» Da noi, scopri il valore t i a conversare con i lettori, così della condivisione. Invitiamo gli autori ogni incontro diventa uno scambio, un dialogo aperto e sincero che arricchisce tutti i partecipanti. Non a caso, in occasione della pubblicazione de “L’ombra del collezionista”, ci farà visita Jeffery Deaver. Vieni a conversare con lui e con Roberto Costantini in Galleria a Milano, giovedì 6 novembre alle ore 18:30. Gli amici di Roma possono incontrarlo venerdì 7 novembre alle 18:00 presso la Libreria Nuova Europa nel C.C. I Granai, via Mario Rigamonti 100. Con lui Carlo Bonini, relatore dell’incontro. SCOPRITI LETTORE. Galleria Vittorio Emanuele II Milano Mercoledì 5 Novembre 2014 Corriere della Sera 42 Eventi La guida Agli Arcimboldi l’unica tappa italiana fino al 23 novembre Al teatro degli Arcimboldi di Milano, dall’11 al 23 novembre, torna Swan Lake di Matthew Bourne, una rilettura che, pur fedele alle musiche di Ciajkovskij, trasforma il balletto in una vera pièce teatrale. Lo spettacolo è prodotto da Broadway Entertainment Group e New Adventures, in collaborazione con Show Bees e quella di Milano è l’unica tappa italiana. Regia e coreografie di Matthew Bourne; set e costumi di Lez Brotherston; disegno di Luci Rick Fisher; musiche di Pyotr Ilyich Ciajkovskij. John Ollivier e Chris Trensfield si alterneranno come Swan/Stranger, mentre Simon Williams sarà il Principe. Lo spettacolo va in scena da martedì a domenica alle 20.45, sabato e domenica anche alle 16. Sono previste riduzioni speciali per gruppi e per spettatori under 14 e over 65. Costo dei biglietti: da 22 a 75 euro. Per le varie informazioni sui gruppi: [email protected]. Per informazioni, i siti Internet teatroarcimboldi.it; swanlaketour.com e showbees.it L’appuntamento Dall’11 novembre torna a Milano lo spettacolo di Matthew Bourne che ha stravolto l’immaginario di un caposaldo della danza classica. In realtà l’opera di Ciaikovskij si è sempre prestata a interpretazioni tratte dall’inconscio di Valeria Crippa S i fa presto a dire ambiguo. Con quel collo così, lungo e sinuoso come un serpente tentatore, le carni nere e peccaminose (secondo i bestiari medievali) sotto l’ingannevole piumaggio bianco, l’habitat acquatico, archetipo di fecondità e di potenza cosmica. È dalla Grecia Antica che il Cigno si è costruito una solida reputazione di creatura doppia e magica, simbolo di energia e grazia, bellezza irraggiungibile e sensualità ferita, metamorfosi, pulsione primordiale e tensione verso un altrove sublime. «L’immagine del cigno è ermafrodita — scrive l’epistemologo Gaston Bachelard in L’eau et les rêves —. Il cigno è femminile nella contemplazione delle acque luminose, è maschile nell’azione. Per l’inconscio l’azione è un atto. Per l’inconscio non vi è che un atto...». Tra i simboli più arcaici, il volatile che gli antichi greci credevano iperboreo, proveniente cioè dal Nord più remoto, ha esercitato un fascino incorrotto in letteratura, pittura, musica. Dalle altezze siderali delle Metamorfosi di Ovidio, dove trainava in volo il carro di Venere, complice del congiungimento carnale tra il mortale Adone e l’immortale Afrodite, alla Leda (perduta) di Michelangelo, alla quale si accoppiava incarnando Zeus, il Cigno è planato, a fine Ottocento, nel cuore del balletto zarista dopo aver attraversato, carico del fardello dei suoi molti significati, Germania, Turchia, Iran, Siberia, Russia e territori slavi. E si è inabissato nelle acque incantate, senza vie di fuga, del «Lago» di Piotr I. Ciajkovskij IL MAGO DEI CIGNI QUEI POSSENTI UOMINI PIUMATI AL POSTO DELLE BALLERINE IN TUTÙ UN «LAGO» CHE SEDUCE DA 20 ANNI dove ha sprigionato tutta la sua energia perturbante. Va detto, però, che all’inizio il balletto non fu subito un trionfo, a causa delle mediocri coreografie di Julius Reisinger per la prima messinscena al Bolshoi di Mosca nel 1877. Ma quando, più tardi, il principe Vsevolojskij, direttore del Mariinskij di San Pietroburgo, incaricò il principale maître de ballet del teatro imperiale Marius Petipa di ricreare la coreografia, assistito da Lev Ivanov, nacque il capolavoro che dal 1895 continua a sedurci con le sue atmosfere lunari tardoromantiche. Dalla coreografia originale (e successive varianti più o meno canoniche) si discostano altre versioni. Nel 1976 il coreografo americano John Neumeier trasforma, in «Illusions: Like Swan Lake», il principe Siegfried in Ludwig di Baviera, stretto tra follia, omosessualità e suicidio. Nel 1986 lo svedese Mats Ek riscrive «Swanlake» in chiave contemporanea per il Cullberg Ballet, sfruguglia nella simbologia e cambia i connotati ai cigni, calvi e androgini in tutù. È nel 1995 che l’inglese Matthew Bourne mette mano al suo «Swanlake» colpito dalla potente ferocia che emana dalla partitura di Ciajkovskij e che il balletto classico nasconde, a suo giudizio, sotto lo smagliante scintillio di donne-cigno in tutù, composte in liriche schiere dalle braccia fluttuanti. E parte proprio dall’ipnotico dispiegarsi delle estremità superiori: «I cigni hanno un’apertura alare impressionante che in scena può essere rappresentata, con maggiore efficacia, dalla possente muscolatura maschile, piuttosto che dalla Il mito del volatile Dalle Metamorfosi di Ovidio è planato nel balletto zarista con un’energia perturbante Ampiezza visiva Il coreografo inglese colpito non dalla grazia ma dall’impressionante apertura delle ali © RIPRODUZIONE RISERVATA «Gli sponsor mi lasciarono Ma poi ho vinto la mia sfida» Incantesimi Da sinistra: le prove dello spettacolo; quindi il coreografo Matthew Bourne (1960) Foto: Helen Maybanks Bourne e lo show di danza di maggior successo al mondo N iente male per un ex cacciatore di autografi con la passione per Gene Kelly e Fred Astaire, tardivo allievo di danza (studi al celebre Laban Centre di Londra, iniziati alla non tenera età di 22 anni), originario di Hackney, un distretto dell’hinterland della capitale inglese, dove nel Cinquecento la corte Tudor villeggiava all’ombra del palazzo di Enrico VIII. Oggi, a 54 anni, il coreografo-regista Matthew Bourne è l’indaffarato sovrano di un impero dello spettacolo, l’Adventures in Motion Pictures (compagnia da lui fondata nel 1987 e poi rilanciata come New Adventures nel 2002), costruito sulla scia dei trionfi del «Lago», ritenuto lo spettacolo di danza di maggior successo al mondo, osannato dai vip Mikhail Baryshnikov, George Clooney, Shirley MacLaine, Johnny Depp, Nicole Kidman, Jack Nicholson. Il primo a essere sorpreso dell’irresistibile ascesa è proprio lui, Bourne, vincitore di 5 Olivier Award e di un Tony per un musical nel West End. «Swan Lake fu un azzardo imprenditoriale — racconta con modi compassati e occhi chiari cangianti che si burla- no dell’interlocutore —. L’idea dei cigni maschi era tosta da accettare negli Anni 90: fui piantato in asso da potenziali sponsor e dallo scenografo che avevo inizialmente scelto, si aspettavano una farsa di travestiti. Adam Cooper, che per primo interpretò il ruolo del Cigno, rischiò la propria carriera al Royal Ballet. Al debutto ero terrorizzato: prima che si aprisse il sipario, il direttore d’orchestra salì sul podio, la gente applaudì, lui girò le spalle e se ne andò. Panico. Ma si era solo dimenticato di prendere lo spartito e tornò al suo posto. Alcuni spettatori che si aspettavano il “Lago” tradizionale lasciarono il teatro a metà balletto». Lez Brotherston è l’autore di costumi che lasciano i cigni a torso nudo e a piedi scalzi, con Il debutto «Ero terrorizzato. L’idea dei cigni maschi era dura da accettare negli Anni 90. L’interprete principale rischiò la carriera al Royal Ballet» Forza e satira Nella foto grande, a destra, il corpo di ballo dei cigni maschi; in basso, la parodia della famiglia reale, altro momento dello spettacolo. La rilettura del capolavoro da parte di Matthew Bourne esordì nel novembre 1995 al Sadler’s Wells di Londra (foto: Helen Maybanks) fragile grazia delle ballerine», spiega. Da ciò la scelta di far ruotare il «Lago» intorno a un corpo di ballo di cigni uomini: «Il Principe si trova così attratto da una creatura maschile. Perciò qualcuno l’ha definito un balletto gay, non era però mia intenzione», precisa. Ai suoi cigni maschi, Bourne dona movimenti di rapace energia, tratti dall’osservazione del volo degli anatidi. E pesca a fondo negli «Uccelli» di Alfred Hitchcock, mutuando momenti della coreografia (la scena della camera da letto reale) dall’invasione minacciosa dello stormo. Altra chiave di volta è il tema del tormento di Ciajkovskij per la propria omosessualità inconfessata di cui sarebbe intrisa la partitura del «Lago»: da qui, l’idea di raccontare l’impossibilità di esprimere liberamente se stessi eleggendo la Royal Family a simbolo della rinuncia all’identità autentica per la ragion di Stato e gli obblighi di casato: «Negli anni Novanta gli scandali reali riempivano le pagine dei giornali inglesi — ricorda il coreografo —. E nella trama del “Lago” c’è proprio una regina madre smaniosa di trovare una consorte adeguata al recalcitrante figlio». Bourne si insinua così nella psicologia di un principe indolente, imprigionato dal protocollo, che tanto assomiglia a Carlo nel triangolo con Diana e Camilla. Proiettando il «Lago» in questo sapido affresco londinese, Bourne sfoggia tutta l’arguta complessità della sua anima british, l’alto e il basso, il gossip aggressivo dei tabloid stile «Sun», l’ironia pungente alla Oscar Wilde, il teatro musicale del West End, la satira alla George Bernard Shaw che, d’improvviso, si squarcia in poesia. capelli a cresta e pantaloni bianchi dalla foggia indiana simili al manto selvaggio di un animale. Un contributo fondamentale alla popolarità dello spettacolo lo diede, nel 2000, il film di Stephen Daldry «Billy Elliot» che si concludeva con un cameo di «Swan Lake», interpretato proprio da Cooper nel ruolo di Billy da adulto, ormai ballerino di successo dopo un’infanzia di lotte e pregiudizi. Perciò oggi, nell’immaginario della danza maschile, questo «Lago» è una bandiera amata da superstar come Marcelo Gomes, principal dell’American Ballet Theatre, che l’ha danzato pochi mesi fa in tour in Giappone, o come il nostro Roberto Bolle che avrebbe voluto interpretarlo alla Scala. Ora «Swan Lake» giunge in Italia in esclusiva al Teatro degli Arcimboldi di Milano, dall’11 al 23 novembre, e vedrà nei ruoli principali i danzatori di New Adventures: John Ollivier e Chris Trensfield si alterneranno come Swan/Stranger, mentre Simon Williams sarà il Principe. Bourne stesso diede l’addio alle scene come ballerino, nel ’99, nel ruolo del machiavellico Segretario Privato legato alla Regina da attrazione fatale. L’arrivo a Milano di «Swan Lake» dovrebbe preludere a un rapporto continuativo con gli Arcimboldi: «Sarà l’inizio di una collaborazione organica con New Adventures — annuncia il produttore italiano Gianmario Longoni —. Di Bourne ci piacerebbe portare, in collaborazione con AterDanza, «Sleeping Beauty» dopo l’Expo e «Car Man». In effetti c’è solo da scegliere nel ricco paniere di Matthew il cantastorie (ama definirsi «storyteller»): dal dickensiano «Nutcracker!», che condivide l’estetica eccentrica, a colori sgargianti, del cinema di Tim Burton (con cui Bourne ha lavorato nel musical «Edward mani di Forbice») a «Cinderella» nella Londra bombardata dalla Luftwaffe e «Dorian Gray», calato nel mondo della moda. V. Cr. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 5 Novembre 2014 EVENTI L’iconografia Scarica l’«app» Eventi Da sinistra: «Leda col cigno» di Cesare Da Sesto, copia della perduta Leda di Leonardo; Jonas Kauffman in «Lohengrin» a Bayreuth (2010); Rudolf Nureyev e Liliana Cosi ne «Il lago dei cigni» alla Scala (1974); Natalie Portman ne «Il cigno nero» (2010) 43 Informazione, approfondimenti, gallery fotografiche e la mappa degli appuntamenti più importanti in Italia. È disponibile sull’App Store di Apple la nuova applicazione culturale del «Corriere della Sera Eventi». È gratis per 7 giorni. Eventi ● Il commento L’incrocio di generi amato dai riflettori di Maurizio Porro P erfino Amleto. In un film tedesco del ‘21 il principe dell’essere o non essere era interpretato da un’attrice, Asta Nielsen, come aveva fatto in teatro anche Sarah Bernhardt, di cui Proust fu un ammiratore devoto. Così, alla già abbondante ambiguità sessuale dei personaggi scespiriani, prodighi di dubbi sulla natura del desiderio, si aggiunge quella del cambio di sesso, spesso usato dall’autore ma con malizia e nessuna innocenza in molte sue commedie. Il teatro è il regno del travestitismo. A parte i periodi in cui alle donne era vietato salire sul palco (dal Globe Theater al teatrino dell’oratorio dei Legnanesi), ci sono i salti mortali del cambio di sesso per far cadere nel tranello la coscienza sessuale macha, come dimostra il capolavoro di Blake Edwards Victor Victoria dove Julie Andrews recita una donna che si traveste da uomo che a sua volta si traveste negando alla fine ogni specifica identità. L’uomo vestito da donna è un super classico comico e quasi nessuno è rimasto indenne, da Cary Grant a Tognazzi, a Serrault passando per le performance eccezionali di Hoffmann-Tootsie e del duetto jazz Lemmon-Curtis di A qualcuno piace caldo. E all’inverso Albert Nobbs ci fa conoscere una magnifica Glenn Close maschile, come lo era stata in tempi non sospetti la radical Katharine Hepburn, per non dire della Dietrich che si sentiva molto a suo agio coi pantaloni. Ma c’è anche la provocazione: e se Medea di Euripide fosse un uomo? Ecco lo spettacolo di Ronconi con Branciaroli «seduto» sul titolo. Finora si è salvata Maria Stuarda, ma ci sono pochade dove il travestitismo serve a parodiare le virtù borghesi della famiglia, pure l’innocua «Zia di Carlo» e non solo le matte di Copi. Ma il grande sponsor dell’omologazione dei sessi (almeno tre) è il regista della Mancha, Pedro Almodovar, specie con Tutto su mia madre in cui un ex marito e padre diventa un trans, ed è questo il topos dell’ultima generazione di camuffamento. C’è un cinema transgender che non è porno, ma mostra personaggi in bilico — con una loro vocazione sociale e antropologica a rivoluzionare ogni preconcetto genitale biblico. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’etologo di Danilo Mainardi I l lago dei cigni, balletto classico tra i più famosi sulle musiche di Ciajkovskij, è da anni messo in scena da Matthew Bourne in una versione rivoluzionaria: il corpo di ballo è tutto maschile. Entusiasti consensi da un lato, con aggettivi che ne esaltano l’audacia. Scalpore e scandalo dall’altro, per la tradizione violata e l’amore omosessuale fra il principe e il cigno. E allora parliamo di questo meraviglioso uccello, penetriamo nella biologia e nello stile di vita di una specie, da sempre simbolo di eleganza, modello di fedeltà coniugale. È proprio così? La bellezza del cigno è indubbiamente sublime, ricorda la pura fierezza di un destriero. Un’aura che gli viene soprattutto da quel collo lungo, ripiegato ed elegante, percorso da una sottile collana di piccole vertebre (in media tra 20 e 30) che lo rendono appunto flessuoso e Elegante, aggressivo: l’animale che mescola i sessi Nessuna distinzione tra maschi e femmine. Che fanno coppia stabile (e tradiscono equamente) snodabile. E che gli regalano posture aggraziate come nelle parate nuziali quando, ad esempio, prima di accoppiarsi, i due partners nuotano appaiati, reclinano il collo tuffando il capo, insieme e ripetutamente, in acqua. E che rendono signorile persino il pasto, fatto principalmente di erbe e radici, strappati con forza con becco e mandibole, consumandone anche qualche chilo al giorno. Un’eleganza che di colpo muta in terrifica minaccia quando in ballo c’è la difesa del territorio, del nido e della prole. Il collo proteso, le piume rigonfie ad aumentare ulteriormente la già imponente mole accompagnano l’aggressività, manifesta soprattutto nei mesi primaverili. Minacce, inseguimenti e anche veri attacchi sono sferrati non solo a conspecifici ma anche a oche, anatre e, non di rado anche a persone che si avvicinano al nido. Sono noti attac- Danza La due facce Una bellezza che si esprime nel volo, nel mangiare, nell’intimità. In difesa del territorio e della prole tutto ciò muta in attacco, anche agli umani Una coppia di cigni durante la fase prima dell’accoppiamento, quando nuotano insieme chi a canoe e kajak. Colpiscono con la giuntura carpale dell’ala e possono ferire anche seriamente. È il maschio soprattutto a farsi avanti, ma la difesa della prole riguarda la coppia. Perché, è noto, il cigno vive in coppia, la stessa per tutta la vita. È monogamo e tutto di lui lo dice: non c’è alcun dimorfismo sessuale, cioè mancano caratteri distintivi fra i sessi, come di regola accade nelle specie che formano coppie stabili, per la vita. Non servono effetti speciali, come ad esempio al pavone con la sua ruota, quando hai garantito per la vita il tuo partner al fianco. Il cigno è così: maschio e femmina non si distinguono. Ma merita davvero di essere simbolo di fedeltà coniugale? Le ricerche dicono proprio il contrario. Sono fedifraghi i cigni. Lo dicono le analisi del Dna fatte da ricercatori che hanno rivelato nelle nidiate nu- merosi figli illegittimi, frutto di segreti convegni extraconiugali. Come si spiega? Certamente il patto monogamico è conveniente per allevare la prole, ma un pizzico di infedeltà fa bene ad entrambi e anche alla specie. La femmina, tradendo, mette al mondo una prole con una più ampia, salutare, variabilità genetica. Il maschio accetta, diciamo così, il tradimento perché mentre la femmina è impegnata in segreti convegni amorosi, lui si intrattiene con quella di un altro, estendendo la diffusione dei propri geni. Sarà bene dunque lasciar perdere i simboli. Dovrebbe farlo forse anche lo spettatore più critico alle scelte di Bourne, rilassandosi e senza far caso tanto al sesso di chi danza, ma lasciandosi invece avvincere dalla bellezza dei corpi, dei costumi, della scenografia. © RIPRODUZIONE RISERVATA 44 Mercoledì 5 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 5 Novembre 2014 45 ● Risponde Sergio Romano INQUILINI DELLA FARNESINA E POTERI DEL QUIRINALE Caro Romano, è tuttora aperto il processo di beatificazione del delegato di Pubblica sicurezza Giovanni Palatucci, ultimo questore di Fiume. Si sarebbe speso con altissimo rischio personale per la salvezza di migliaia di ebrei destinati alla deportazione, facendosi sponda della sua autorevolezza istituzionale. È possibile che, oltre a Palatucci, altre figure con incarichi di Stato importanti si siano rese protagoniste di atti eroici negli anni delle persecuzioni razziali? DA NAPOLI A PERUGIA Quei fascicoli traslocati In tv ho assistito al serafico trasferimento di fascicoli dal Palazzo di giustizia di Napoli a un sobborgo di Perugia, per mancanza di spazi (almeno questa è la giustificazione ufficiale). È mai possibile che nell’area partenopea non esistano edifici per la sistemazione di quei fascicoli? È ridicolo pensare che un fascicolo venga trasferito da una sede a un’altra distante centinaia di chilometri e ciò avvenga tutte le volte che un giudice lo richieda. Il ministro della Giustizia non si è ancora accorto della assurda anomalia? Nicodemo Settembrini Arezzo Da quanto si legge, sembra che il presidente della Repubblica non fosse d’accordo sul/sui nominativi presentati dal presidente del Consiglio, per il ruolo di ministro degli Esteri, ruolo lasciato libero dall’onorevole Mogherini, passata all’incarico prestigioso alla Ue. Alla fine, è stato scelto l’onorevole Gentiloni, che avrebbe le caratteristiche richieste da Napolitano. Può il presidente della Repubblica, secondo la Costituzione, rifiutarsi di nominare il/la candidato, proposto dal presidente del Consiglio? Attilio Lucchini [email protected] Le lettere firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579 @ [email protected] www.corriere.it [email protected] Caro Lucchini, a Costituzione è molto meno esplicita di quanto molti pensino. Se rileggerà l’art. 87, lei constaterà che il presidente, oltre a rappresentare l’unità nazionale, ha un lunga serie di attribuzioni fra cui il comando della Forze Armate, la presidenza del Consiglio supremo di difesa, la dichiarazione dello Stato di guerra deliberato dalle Camere, la ratifica dei trattati internazionali, la nomina dei senatori a vita e di alcuni membri della Corte costituzionale. Ciascuna di queste attribuzioni può essere interpretata in modo più o meno restrittivo, ma non vi è presidente, da Einaudi a Ciampi, che non abbia detto al Paese quale fosse la sua visione del mondo, dell’Unione Europea e della parte che l’Italia avrebbe dovuto avere nel contesto internazionale. Esiste poi una regola non scritta che si applica a tutte le presidenze: grazie alla flessibilità della Costituzione, il potere del capo dello Stato è tanto maggiore quanto più la classe politica si dimostra incapace di esercitare le sue funzioni L Alessandro Prandi alessandro.prandi51@ gmail.com Sono certo che molte persone hanno silenziosamente aiutato gli ebrei ogniqualvolta potevano farlo senza mettere a repentaglio la propria vita. Ma il caso di Palatucci è diverso. Fu deportato a Dachau dove una targa, nella Stanza della Memoria, ricorda la sua morte, due mesi prima dell’arrivo delle truppe americane nell’aprile del 1945. di Gian Antonio Stella La gabella (da abolire) che pesa sugli studiosi LETTERE AL CORRIERE SALVATAGGI DI EBREI Giovanni Palatucci ● Tuttifrutti La tua opinione su sonar.corriere.it Matteo Renzi: se facciamo ciò che siamo in grado di fare, l’Italia sarà locomotiva in Europa. Condividete? SUL WEB Risposte alle 19 di ieri Sì 40% 60% No La domanda di oggi Jean-Claude Juncker (Commissione Ue) a Matteo Renzi: non sono a capo di una banda di burocrati. Condividete? e di rispondere alle attese della società nazionale. Il caso di Napolitano, a questo proposito, è particolarmente esemplare. Nell’ultima fase del settennato il capo dello Stato ha detto più volte che non aspirava a un secondo mandato e ha aggiunto di essere convinto che la non rielezione «fosse l’alternativa che meglio si conforma al nostro modello costituzionale di presidente della Repubblica». Certamente lei non ha dimenticato, caro Lucchini, che cosa accadde dopo le elezioni del 2013 e la fine del mandato presidenziale. Napolitano fu pregato di tornare al Quirinale per mettere fine a uno dei più imbarazzanti momenti vissuti dal Parlamento repubblicano. Acconsentì, ma non esitò a porre delle condizioni. Dopo avere rimbrottato le Camere per la mancata approvazione di una nuova legge elettorale, ricordò che la paralisi del processo riformatore era stata provocata da «esitazioni circa le scelte da compiere, calcoli di convenienza, tatticismi, strumentalismi». Avrebbe accettato di rimanere al Quirinale, almeno per un certo periodo, ma aggiunse: «Ho il dovere di essere franco: se mi troverò di nuovo di fronte a sordità come quelle contro cui ho cozzato in passato, non esiterò a trarne conseguenze di fronte al Paese». Aggiungo che Matteo Renzi deve la presidenza del Consiglio alla nomina del capo dello Stato, non ha la maggioranza al Senato, è contestato da parecchi compagni di partito, ha bisogno del presidente della Repubblica. Preferirei che la Costituzione italiana fosse meno ambigua e che il nostro sistema costituzionale facesse una chiara scelta fra premierato britannico e presidenzialismo francese. Ma se questo non è ancora accaduto, la colpa non è di Giorgio Napolitano. © RIPRODUZIONE RISERVATA DIRETTIVE EUROPEE Banche e consenso CAPITALI ESPATRIATI Patto valido dal 2017 L’Europa chiede alle banche di rispettare parametri di capitalizzazione sempre più stringenti e gli istituti di credito rispondono tagliando ulteriori fidi alle imprese. Le banche solide vanno a beneficio dei cittadini europei, ma se non si sostengono le aziende, queste falliscono provocando recessione e disoccupazione. Bruxelles poi non si lamenti se cala il consenso nei confronti delle istituzioni comunitarie! A Berlino è stato firmato da 51 Paesi un accordo per lo scambio automatico di informazioni fiscali che renderà la vita difficile dal 2017 a chi ha esportato illegalmente capitali. Ma perché rimandare al 2017? Gianluigi Melesi [email protected] Maria Pia Torretta mariapiatorretta@ hotmail.it NONNI ITALIANI Funzioni determinanti I nonni pensionati spesso fanno opera di supplenza familiare, sociale ed economica, affiancando i genitori, impegnati sul lavoro, sostenendo economicamente le famiglie e fungendo da ammortizzatori sociali quando qualche congiunto si trova senza lavoro. I nonni sono quindi diventati un elemento essenziale non soltanto delle comunità familiari, ma dell’intera organizzazione sociale. Anche per questo non andrebbero tartassati come invece avviene sempre più spesso in occasione di ogni manovra finanziaria! Mario Pulimanti C he differenza c’è tra lo studio dei «Princìpi di scienza nuova» di Giambattista Vico e l’acquisto di una bottiglia di Chateau Margaux per una serata con gli amici? Nessuna, secondo lo Stato italiano: sono entrambi due sfizi. Vuoi toglierti il capriccio? Paga. Pare impossibile, infatti, ma a distanza di mesi non è stato ancora posto rimedio a una delle leggi più insensate votate negli ultimi tempi. Quella che vieta ai ricercatori, agli studenti, agli studiosi in genere di fotografare con il telefonino o con una macchina digitale i libri sui quali stanno lavorando per una tesi, un dottorato, una ricerca… All’estero, come ha spiegato su Il Giornale dell’Arte Mirco Modolo, non è così: «A Londra e Parigi gli studiosi possono riprodurre i documenti con mezzi propri». Ovvio: ogni Paese ha tutto l’interesse di mettere a disposizione il proprio patrimonio bibliografico. Più cresce la classe dirigente che vuole capire, approfondire i temi, più cresce il Paese. Da noi no: il decreto ArtBonus ha liberalizzato le foto nei musei e nei siti archeologici per i turisti, ma si è rimangiato l’apertura, che era nel testo originario, alle libere riproduzioni per motivi di studio dell’intero universo dei beni culturali, a partire dalle biblioteche. Con quella apertura, riassume Modolo, «si poneva fine a un vero e proprio commercio delle riproduzioni sulle spalle dei ricercatori: prima dell’entrata in vigore del decreto alcuni istituti consentivano l’uso della propria fotocamera dietro pagamento di un canone (che poteva giungere sino ai 2 euro a scatto), altri negavano invece tassativamente il ricorso al mezzo proprio per garantire il massimo del profitto alle ditte private cui era concesso l’appalto del servizio di riproduzione in esclusiva». Due euro a scatto? Cento euro per una cinquantina di pagine? Non è un contributo spese: è una gabella. Così lenta, costosa, da costringere perfino qualche universitario a cambiare la tesi per le spese esorbitanti delle riproduzioni fotografiche. Fu salutato con gioia, il primo testo dell’ArtBonus. Macché: grazie a un emendamento galeotto, l’entusiasmo venne subito frustrato: libere foto per i turisti, libera gabella come prima per gli studiosi. Un suicidio: come possono le biblioteche pubbliche estorcere pedaggi a studenti, storici, studiosi? Non c’è scritto nella Costituzione, all’art. 9, che «la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica»? © RIPRODUZIONE RISERVATA Lido di Ostia -Roma Vincino INTERVENTI E REPLICHE Riforma dell’Isee e disabili Dal 2015 entra in vigore la riforma dell’Isee, l’indicatore della situazione economica delle famiglie utilizzato per regolare l’accesso ai servizi locali. Un ostacolo al cammino della riforma potrebbe venire dal ricorso al Tar del Lazio da parte di un insieme di associazioni che ritengono ingiustificata l’inclusione nel reddito ai fini Isee delle indennità esenti da imposta. Sarebbe un risultato paradossale. Mentre l’Isee attuale riconosce alle persone con disabilità un abbattimento indipendente dalla gravità della disabilità e tanto più alto quanto più alti sono il reddito e il patrimonio familiari, la riforma favorisce quelle con disabilità più gravi e quelle più povere. Questo avviene riconoscendo i maggior costi che devono essere affrontati da una persona con disabilità. Ad esempio: una persona non autosufficiente con indennità di accompagnamento, di poco più di 6.000 euro all’anno, ne includerà l’80% (5.000 euro) in Isee, ma potrà poi dedurre non solo, per un pari ammontare, le spese di cura certificate, ma anche altri 7.000 euro (9.500 se minorenne) per spese di cura non certificabili (es. relative alla cura prestata da un familiare) e altri 5.000 per spese riconosciute a fini fiscali. L’Isee riformato permette poi al disabile adulto che vive con i genitori di costituire nucleo a sé stante: in molti casi il suo Isee si azzera. L’impatto della riforma, valutato con un modello di microsimulazione, mostra che più del 60% delle © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI FONDATO NEL 1876 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger CONDIRETTORE AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli CONSIGLIERI Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli [email protected] - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. 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Maria Cecilia Guerra, Pd Bankitalia: le funzioni di Salvatore Rossi Salvatore Rossi è dal 10 maggio 2013 direttore generale di Banca d’Italia e non vicedirettore generale come indicato su CorrierEconomia del 3 novembre. Ci scusiamo con l’interessato e con i lettori. EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • RCS Produzioni Padova S.p.A. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. 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Viaggio nel mondo” € 8,30; con “I capolavori dell’Arte” € 7,30; con “Ufo Robot” € 11,39; con “James Bond collection” € 11,39; con “Scrivi Vecchioni, scrivi canzoni” € 11,39 Mercoledì 5 Novembre 2014 Corriere della Sera 46 Sport Champions League In vantaggio con una punizione di Pirlo, poi vicini all’eliminazione dopo i 2 gol dell’Olympiacos: un’autorete di Roberto e la prodezza del francese rimettono in corsa i bianconeri. E Vidal nel finale fallisce un rigore Pogba tiene la Juve in Europa Scossa Il gol di Paul Pogba, 21 anni, che regala alla Juventus il 3-2 sull’Olympiacos e che permette ai bianconeri di tornare in corsa per la qualificazione agli ottavi di finale di Champions (Pegaso) Le pagelle DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Scende la pioggia ma non crolla il mondo addosso a lei. Con una prova imperfetta sul piano del gioco ma agonisticamente potente, intrisa di umidità e di fatica, la Juventus rimette in sesto il risultato e il percorso qualificazione respingendo, più che l’Olympiacos, l’idea dell’inadeguatezza europea che sull’1-2 comincia a cadere come le gocce martellanti. Certo, se Vidal trasformasse all’ultimo minuto un rigore conquistato dal pervicace Tevez, anche da un punto di vista numerico (in caso di arrivo al fotofinish) il risultato non farebbe una grinza. Ma va bene così. Dopo due sconfitte in Champions League Madama, con la difesa a 4, si rialza, reagendo prima al pareggio e poi allo svantaggio, aggredendo la partita, ottenendo una vittoria importante per cementare il carattere e la solidità del gruppo. È una partita in salita in cui la Juventus si trova meglio nelle asperità che su un terreno pianeggiante. Ad esempio segna i TORINO DA UNO DEI NOSTRI INVIATI A TORINO Juventus Lichtsteiner trascinatore 5,5 Buffon Un momento di leggera follia, che non passa inosservato: legge male un cross, deviandolo in corner. Alla pagina successiva, arriva l’1-1 dei greci. 7 Lichtsteiner La sua sembra frenesia, poi diventa corsa, sostanza, qualità e quantità. Sia nei cross, che nella fase difensiva, meno semplice con il passaggio alla difesa a 4. Trascinatore. 5,5 Bonucci La palla gol, di testa al 29’ p.t. ce l’ha anche lui, ma colpisce male. Anticipato da N’Dinga sull’1-2, ancora una volta di testa: più che un film già visto, è una serie tv. 5,5 Chiellini Le capocciate velenose sono anche per lui, che si fa bruciare da Botía sull’1-1. Vince un uno contro uno chiave con Mitroglou e protegge una difesa che cambia pelle. 6 Asamoah In dubbio fino all’ultimo per problemi a un ginocchio, nasconde bene il dolore. Prima di uscire zoppicando si fa notare per un gran bel cross nel cuore dell’area. Ma anche per la paga presa da Elabdellaoui in velocità. 6 Marchisio Fa il tagliando ai guantoni di Roberto dopo 11’ con un tiro da fuori. Poi confeziona un pacchetto regalo che Vidal davanti alla porta non apre. Poco dopo succede anche a lui. Ammaccato, lascia a Padoin. 7 Pirlo Un’altra magia su punizione, come sabato, ma più complicata. È la numero 45 in carriera. Purtroppo per lui, non basta. Allora, dimostra segnali di crescita: fa il cross da cui nasce il gol di Llorente, recupera palloni, gli smista con destrezza. Bella rivincita, dopo il flop dell’andata. 7 Pogba Si guadagna con una bella progressione la punizione da cui arriva l’1-0. Si mangia un gol pure lui, ma si rifà con il destro del k.o. Decisivo, con margini di miglioramento. 5,5 Vidal Trequartista spurio, fa intravvedere momenti del passato glorioso. Poi sbaglia un sacco di scelte e anche il rigore, che sarebbe stato importante per la differenza-reti. 5,5 Morata Ha l’occasione (31’ p.t.) per cambiare la storia della serata e non solo. Tira a lato, intimorito dal connazionale Roberto. Esce presto a inizio ripresa: la staffetta prosegue. 6 Tevez Continua a sbagliare troppo, non solo al tiro, ma anche nell’ultimo passaggio. Ma fino all’ultimo è una furia. 7 Llorente Il suo «vamos» dopo il 2-2 scuote lo Stadium. Poco importa se la palla colpita da lui sbatte sul palo e poi addosso a Roberto. È tornato e galoppa come raramente si era visto: scarica il pallone che Pogba trasforma in gol e semina pericolo. 6 Padoin Utile alla causa nel finale, assorbe una discreta quantità di botte. 6,5 Allegri Esce dalle montagne russe con il sorriso un po’ storto, ma è pur sempre un sorriso per la reazione da grande squadra. Con il varo della difesa a 4 può nascere una nuova Juve. L’importante era tornare padroni del proprio destino. Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA 100 partite in Champions League per Andrea Pirlo, 8 i suoi gol 1 gol in 18 partite disputate in Champions per Paul Pogba 108 vittorie per la Juventus in Coppa Campioni e Champions; 55 pari, 58 k.o. gol più difficili e sbaglia quelli più semplici. La seconda magia consecutiva di Andrea Pirlo su punizione non è da tutti: solo a pochi eletti riescono queste prodezze balistiche. Questa più pulita, rispetto a quella di Empoli. Poi, però, Madama fallisce le occasioni lineari, con Bonucci (di testa), con Morata (incredibile) e con Pogba che toglie il pallone dal piede, più caldo, del giovane spagnolo (il crestoluto francese non riuscirà a infilare neanche una successiva occasione): tutti liberati davanti a Roberto che respinge, di suo, una sassata di Marchisio. Il guaio è che oltre a sbagliare, come sempre, sotto la porta degli altri, la Juventus commette errori anche davanti alla sua. Buffon smanaccia in modo improbabile un pallone regalando un corner all’Olympiacos: Chiellini perde la sfida con Botia che inzucca il pareggio. Ahi. Massimiliano Allegri non recupera Ogbonna (o forse preferisce proprio giocare così) e quindi schiera la difesa a quattro, con Lichtsteiner e Asamoah esterni, centrocampo a tre Juventus Olympiacos 3 2 Marcatori: Pirlo 21’, Botía 24’ p.t.; N’Dinga 16’, Roberto (aut.) 20’, Pogba 21’ s.t. JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon 5,5; Lichtsteiner 7, Bonucci 5,5, Chiellini 5,5, Asamoah 6 (Pereyra s.v. 38’ s.t.); Marchisio 6 (Padoin 6 26’ s.t.), Pirlo 7, Pogba 7; Vidal 5,5; Morata 5,5 (Llorente 7 13’ s.t.), Tevez 6. All.: Allegri 6,5 OLYMPIACOS (4-2-3-1): Roberto 6,5; Elabdellaoui 5,5, Botía 7, Abidal 5, Masuaku 5,5; N’Dinga 6,5 (Kasami s.v. 33’ s.t.), Milivojevic 5,5; Maniatis 6 (Diamantakos s.v. 38’ s.t.), Dominguez 5,5 (Fuster s.v. 27’ s.t.), Afellay 5,5; Mitroglou 5. All.: Michel 5,5 Arbitro: Atkinson (Inghilterra) 6 Ammoniti: Vidal, Botía Recuperi: 1’ più 4’ con Vidal più avanzato. Risultato? Tanta veemenza, un po’ (troppa) concitazione e una serie di offensive più a spallate che con il rigore del ragionamento. Manca sempre poco al gol, manca un ultimo passaggio sproporzionato, il tentativo di un assist preferito al tiro, ge- nerosità fuori luogo di Vidal con Tevez. In ogni caso la superiorità della squadra di Allegri è limpida. L’Olympiacos, pur avendo a disposizione ampi spazi, non ne approfitta. La netta impressione è che la Juventus abbia regalato un gol ai greci veramente sorprendenti solo nel numero incredibile di tifosi al seguito: raramente si è visto lo spicchio degli ospiti così gonfio. Infatti, il 2-1 di N’Dinga, colpo di testa su cross di Maniatis, avviene sugli sviluppi di un calcio piazzato. È un gol così, come l’altro. La dimostrazione? Non appena Madama, ferita nell’orgoglio, incattivita, si scaraventa all’attacco in un minuto segna due gol: con una carambola Llorente-palo-Roberto e con un destro tagliaerba di Pogba. L’ingresso di Llorente dà più pesantezza alle offensive della Juventus, il nuovo vantaggio più sicurezza. Manca il rigore di Vidal, ma per ora può andare bene così. La Champions è viva e lotta con Madama. Roberto Perrone © RIPRODUZIONE RISERVATA Il dopopartita Pirlo è sollevato «Una vittoria fondamentale, adesso è tutto nelle nostre mani» TORINO All’inferno e ritorno. La Juventus di Champions arriva a un passo dal baratro, vede l’eliminazione in faccia, in un minuto si rialza con Llorente e Pogba, soffre e vince. Alla fine di una notte pazzesca avrebbe potuto anche sistemare il conto degli scontri diretti, ma Vidal all’ultimo respiro ha fallito il rigore che avrebbe messo a posto la differenza reti. Andrea Pirlo comunque si accontenta: «È una vittoria fondamentale, abbiamo sofferto, siamo andati sotto ma abbiamo avuto la calma e la forza di ribaltare il risultato. Ora è tutto nelle nostre mani, lo sapevamo, abbiamo ancora due partite da sfruttare al meglio». La scossa decisiva è arrivata da Fernando Llorente: «Era una gara decisiva, per niente facile dopo il secondo gol dell’Olympiacos. Sono entrato in un momento difficilissimo e sono contento perché la squadra Implacabile Andrea Pirlo (LaPresse) è stata molto razionale e in pochi minuti abbiamo ribaltato la partita». Pogba è soddisfatto ma cauto: «Sappiamo che in Champions non dobbiamo scherzare, è una questione d’esperienza, sappiamo che la prossima volta non dovremo mollare neanche un po’». Anche Gigi Buffon sorride: «Abbiamo dato l’idea di squadra che ha uno stile europeo. Siamo stati bravi a rimanere in partita e a non concedere nulla dopo il pari e nella ripresa abbiamo ricominciato a macinare gioco e occasioni e alla fine siamo stati meritatamente premiati. Aver messo a repentaglio la qualificazione e una vittoria più che meritata per due gol su palle inattive sarebbe stato una punizione troppo severa». Filippo Bonsignore © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 5 Novembre 2014 SPORT 47 Real Madrid e Borussia Dortmund promossi agli ottavi con due giornate d’anticipo Gruppo A Malmoe-Atletico Madrid 0-2 JUVENTUS-Olympiacos 3-2 Classifica Atletico Madrid 9; JUVENTUS e Olympiacos 6; Malmoe 3 Prossimo turno (26/11) Atletico Madrid-Olympiacos Malmoe-JUVENTUS ● Gruppo B Basilea-Ludogorets 4-0 Real Madrid-Liverpool 1-0 Classifica Real Madrid 12; Basilea 6; Ludogorets e Liverpool 3 Prossimo turno (26/11) Ludogorets-Liverpool Basilea-Real Madrid L’analisi Poco calcio vero ma non si giudicava la qualità bianconera di Mario Sconcerti E ra una di quelle partite in cui conta quasi soltanto il risultato, inutile discutere di altro. E il risultato è arrivato in modo avventuroso e regolare. La Juventus vale un po’ più di questo Olympiacos che sa difendersi e tenere la palla, una piccola squadra con ambizioni audaci, ben impostata ma con idee più grandi dei mezzi a disposizione. La Juve non è stata molto diversa, ma è riuscita a rovesciare la partita quando aveva cominciato a perderla. Il suo grande merito è stato questo. Di calcio vero ne ha mostrato poco e quasi non ha importanza. Nessuno doveva giudicare la qualità europea della Juve dalla partita con l’Olympiacos, si doveva solo capire chi potesse ancora andare avanti. Così Tevez ha confermato la sua stanchezza attuale; Morata, che tutti volevano in squadra come un nuovo profeta, è stato soprattutto notato per aver lasciato il posto a Llorente autore di un gol fondamentale. Lo stesso Pogba che alla fine decide la partita, non pesa per quel che dovrebbe, si fa da solo un assist su un passaggio sbagliato, sembra sempre muoversi con pigrizia. La difesa prende due gol sulle due uniche azioni avversarie, non c’è stato niente insomma di davvero entusiasmante, eppure è giusto essere quasi entusiasti. Perché la Juve è ancora in corsa, ha vinto una partita che ha rischiato di perdere. La Champions si prende un po’ per volta, il primo passo è capire che ha un senso esserci dentro. La partita con l’Olympiacos ha detto quasi soltanto questo, che la corsa è giusta, la qualificazione possibile. Che Pirlo vale ancora da solo un progetto internazionale mentre il resto è come la miglior concorrenza, lusinga e illude più di quanto realizzi. Salva tutto in questa Juve l’umiltà di Marchisio, Asamoah, Lichtsteiner, dei due difensori centrali che si adattano a ogni evenienza. Non è chiara ancora la qualità generale. Pogba sta crescendo piano per i mezzi che ha, Morata sembra a tratti un esperimento velleitario. La Juve è tutta nell’applicazione operaia delle sue seconde scelte, si sono defilati gli artisti, come pensassero di aver già dato sufficienti segnali di sé. Ma non è così, non se è giusto considerare l’Olympiacos ancora un avversario marginale da dimenticare in fretta. © RIPRODUZIONE RISERVATA Gruppo C Zenit-Bayer Leverkusen 1-2 Benfica-Monaco 1-0 Classifica Bayer Leverkusen 9; Monaco 5; Zenit e Benfica 4 Prossimo turno (26/11) Bayer Leverkusen-Monaco Monaco-Zenit S. Pietroburgo Gruppo E Oggi, ore 20.45 Manchester City-Cska Mosca (SkySpPlus, SkyC2) Bayern Monaco-ROMA (Canale 5) Classifica Bayern Monaco 9; ROMA 4; Manchester City 2; Cska 1 Gruppo D Arsenal-Anderlecht 3-3 Borussia D.-Galatasaray 4-1 Classifica Borussia D. 12; Arsenal 7; Anderlecht 2; Galatasaray 1 Prossimo turno (26/11) Anderlecht-Galatasaray Arsenal-Borussia Dortmund Gruppo F Oggi, ore 20.45 Psg-Apoel Nicosia (SkyC4) Ajax-Barcellona (SkySp1, SkyC1) Classifica Psg 7; Barcellona 6; Ajax 2; Apoel Nicosia 1 Gruppo G Oggi, ore 20.45 Sporting Lisbona-Schalke (SkyC5) Maribor-Chelsea (SkySp3, SkyC3) Classifica Chelsea 7; Schalke 5; Maribor 2; Sporting Lisbona 1 Guardiola sta con Garcia «Ammiro chi ha coraggio» Calcioscommesse Con il Bayern la Roma vuole cancellare con il gioco il 7-1 dell’andata DAL NOSTRO INVIATO Pep Guardiola è un soffio di aria fresca in una stanza chiusa. Si può discutere se sia il miglior allenatore del mondo, ma non c’è dubbio che lui e nessun altro è il miglior testimonial per il calcio. Nella conferenza stampa prima di Bayern-Roma quasi si infuria alla domanda se all’andata la Roma è stata presuntuosa ad affrontare il Bayern a viso aperto, venendo punita con il pesantissimo 7-1 che, secondo molti, ha traumatizzato i giocatori anche nelle gare seguenti. «Che cosa c’è di brutto nell’essere presuntuosi? Non lo capisco. Io ammiro la gente che vuole vincere, quelli che dicono: vado e ci provo. La Roma, un minuto dopo l’1-0, ha avuto MONACO DI BAVIERA Fedeltà Il tecnico giallorosso non ha dubbi: «Non cambieremo il nostro gioco» la possibilità di pareggiare con Gervinho. All’inizio del secondo tempo ha avuto quattro occasioni di fila. Essere coraggiosi sia contro gli avversari piccoli sia contro quelli grandi è una cosa più che positiva. Restando dietro a difendere, forse, la Roma non avrebbe perso così, ma di sicuro non avrebbe mai vinto. Tutto quello che la Roma ha costruito di buono con Rudi Garcia — e non è poco — è frutto del suo coraggio». I cinici possono pensare: spera di rifilare altri 7 gol a un avversario che si scopre. Eppure la fede nel proprio gioco e il coraggio di alzare l’asticella sono l’unica via per costruire una grande squadra. Questo è il compito di Garcia: non vincere la Champions, ma portare la Roma a un livello più alto. Perdendo 7-1? È un rischio che si deve correre. Altrimenti c’è sempre la vecchia via: un difensore in più, un attaccante in meno. Il prezzo da pagare, però, è altissimo: i giocatori ambiziosi sono per squadre coraggiose. Se non le trovano, vanno Avversari Rudi Garcia (in alto) 50 anni, in due stagioni alla Roma 37 vittorie, 9 pareggi e 9 sconfitte, e Pep Guardiola, 43 anni, due al Bayern con 52 vittorie, 8 pari e 7 sconfitte (Pegaso, Ap) Monaco, ore 20.45 Bayern 3-4-3 1 Neuer 5 Benatia 17 J. Boateng 27 Alaba 10 Robben 21 Lahm 3 Xabi Alonso 18 Bernat 25 Muller 9 Lewandowski 7 Ribéry Arbitro: Çakir (Turchia) Tv: ore 20.45 Canale 5 Roma 4-4-2 26 De Sanctis 24 Florenzi 44 Manolas 2 Yanga-Mbiwa 3 Cole 4 Nainggolan 16 De Rossi 15 Pjanic 20 Keita 27 Gervinho 8 Ljajic Qui Milan altrove. Rudi Garcia, adesso, è di fronte a qualcosa di più di una partita. Paradossalmente è una gara quasi inutile. Moltissimo, per come sono messi calendario e classifica, passerà dall’ultima gara, quella del 10 dicembre, all’Olimpico, contro il Manchester City. Ma come ci può arrivare la Roma? E, soprattutto, è peggiore il rischio di prendere un’altra imbarcata oppure di dare alla squadra il segnale che si è cambiato rotta perché il coraggio non è più pane per la Roma ed è meglio coprirsi? «Non cambieremo il nostro gioco, la nostra filosofia e la nostra identità. Questo, però, non vuol dire essere stupidi. In certe gare, quando si gioca contro le squadre più forti, ti devi adattare. Ma se vogliamo continuare a ottenere dei risultati bisogna continuare a seguire la linea del gioco che ci ha portato fin qui. A giugno 2013 sarebbe sembrato un grande risultato venire qui, all’Allianz Arena, a giocare». Né presuntuosi, insomma, né paurosi. Ci può stare il rombo a centrocampo, con Pjanic trequartista, ma anche il solito 4-3-3: «Abbiamo poche possibilità di fare risultato positivo, forse una su dieci, però ce la giocheremo. Non siamo venuti a fare le vittime. Mi interessa più il contenuto che il risultato, perché so che qui nessuna squadra ha ancora fatto un punto. Nella rosa del Bayern ci sono sei giocatori nella lista dei 23 del Pallone d’oro, più Ribéry che era nella top 3 dell’anno scorso. Dobbiamo essere allo stesso tempo umili e coraggiosi, mettendo il naso alla finestra quando sarà possibile». Torosidis sembra non poter recuperare, l’alternativa è inventarsi Florenzi esterno difensivo. Dubbi anche in attacco, tra Totti, Iturbe e Destro, ma potrebbe esserci anche una grande sorpresa: Ljajic. Più che una partita di calcio sembra un romanzo di formazione, alla «Giovane Holden». Al «vecchio Rudi» il compito di capire dove vanno a dormire le anatre di Central Park durante l’inverno. Luca Valdiserri © RIPRODUZIONE RISERVATA Gruppo H Oggi, ore 20.45 Shakhtar Donetsk-Bate B. (SkyC7) Athletic Bilbao-Porto (SkyC6) Classifica Porto 7; Shakhtar Donetsk 5; Bate Borisov 3; Athl. Bilbao 1 ❞ Guardiola Non vedo che cosa ci sia di brutto nell’essere presuntuosi Io ammiro la gente che vuole vincere e quelli che dicono: vado e ci provo Essere così è positivo La Roma contro di noi ha avuto diverse palle gol ❞ Garcia Dovremo mantenere la nostra identità: questo però non vuol dire essere stupidi, contro le squadre forti ti devi adattare Ma se vogliamo ottenere risultati, si deve continuare su questa linea La Procura di Cremona in pressing su Di Vaio Scrive Wikipedia sul 2010-11 del Bologna: «Nell’ultima parte una lunga serie di risultati fa chiudere la stagione al 16º posto». Una raffica di sconfitte crea danni alla classifica e, chissà, profitti per gli indagati dalla Procura di Cremona che entro l’anno chiuderà l’inchiesta sul calcioscommesse. Dall’analisi dell’ultima tranche di pc, tablet e smartphone, emerge l’attenzione particolare sul Bologna dell’ex capitano Marco Di Vaio, transitato dall’indagine per Bologna-Bari (0-4) ultima di quella stagione e che ora ha smesso con il calcio giocato. Ma allora, maggio 2011, il capitano giocava, segnava ed era uno dei temi caldi nelle chat di Manlio Bruni, commercialista di Beppe Signori legato al clan dei bolognesi. Scrive Bruni il 6 maggio 2011: «Ho mandato sms a beppe. lui 10 giorni fa era col capitano e lui gli aveva detto...a 41 ci siamo già», dove 41 è la quota salvezza. La partita da sistemare è il derby col Parma dell’ 8 maggio, ma «beppe» non dà certezze fino al giorno prima, finché Bruni chatta: «Dice che ha parlato col capitano che lo ha rassicurato (...). tieni conto che anno scorso parma ha mollato bologna. quindi per me viene sicuro». Pari? «Certo, quello sicuro». E la partita è finita 0-0. Con ombre pure sul 2-1 del 2010. In ogni caso a dicembre si chiude col calcio, ma si continua sul tennis. Giovedì Daniele Bracciali è stato interrogato a Cremona e gli inquirenti gli hanno chiesto conto della chat con il solito Bruni. Soffermandosi su uno scambio: «Mi sono arrivate voci strane su contratto di oggi, vabbe speriamo non siano vere», scrive «braccio». «Ma voci di chi?...Impossibile, tranquillo», replica Bruni. «Ma e gente che nn sa che io conosco il tipo. mi hanno detto che ha venduto appartamento per 300mila. pazzesco». In Procura sono convinti che per «appartamento» si intenda il compenso per perdere la finale del torneo di Casablanca, il soggetto in questione sarebbe Potito Starace. Andrea Arzilli © RIPRODUZIONE RISERVATA Qui Inter Stasera Trofeo Berlusconi contro il San Lorenzo L’infermeria si svuota in vista dell’Europa Honda spiega il calo: «Gli avversari ci conoscono» Guarin: «Pronto a giocare contro il St. Etienne» Rossonero Filippo Inzaghi 41 anni (Ansa) MILANO C’era una volta il Trofeo Berlusconi. Slittato in autunno, MILANO Buone notizie dall’infermeria per Mazzarri, alla vigilia stretto nel calendario della Champions, questa sera — davanti a Silvio Berlusconi — il Milan affronterà il vincitore della Coppa Libertadores, il San Lorenzo di Almagro (squadra di cui è tifoso papa Francesco). Non convocati Zapata e De Jong per acciacchi, sarà assente Abate che salterà anche la gara con la Samp. Galliani, ieri a Milanello, ha convinto Inzaghi a non lasciare spazio solo alle seconde linee. Imperativo evitare brutte figure. «Le nostre difficoltà sono da mettere in relazione a un calo di condizione fisica e al fatto che ormai gli avversari conoscono il nostro modo di giocare» ha spiegato Honda alla presentazione della partnership fra Braun e Fondazione Milan. Monica Colombo della sfida col St. Etienne: Nagatomo, Guarin e Osvaldo sono stati convocati. In compenso rimane a Milano Hernanes, a riposo precauzionale, per proseguire la riabilitazione dopo il problema muscolare accusato nella partita con la Sampdoria. Fredy Guarin, ex di turno, ha avvertito: «Lo stadio sarà stracolmo, la solita bolgia, perché St. Etienne è una città piccola dove il calcio resta la passione più grande, anche perché in città non c’è molto altro da fare. E poi è una sfida importante sia per noi, che vogliamo vincere il girone, sia per i francesi che puntano al secondo posto. Ora sto bene, sono guarito e ho in testa solo di tornare a giocare». E il colombiano lo farà, probabilmente, dall’inizio. Franco Fiocchini © RIPRODUZIONE RISERVATA Nerazzurro Walter Mazzarri 53 anni (Ansa) © RIPRODUZIONE RISERVATA Mercoledì 5 Novembre 2014 Corriere della Sera 48 Gigi, Emanuela ed Alessandro, con immenso dolore annunciano la scomparsa della loro adorata Maria Luisa Collareta Stagno Il suo coraggio e la determinazione per tutto ciò che ha affrontato e risolto nella sua meravigliosa esistenza, saranno un vero, insuperabile esempio per tutti noi.- Un ringraziamento particolare al Professor Mario Boccadoro, direttore, alla Dottoressa Francesca Gay e a tutta la struttura del Reparto di Ematologia dellOspedale Le Molinette di Torino.La camera ardente è allestita presso la Casa Funeraria San Siro di via Amantea, dalle ore 8 alle ore 19.- I funerali si terranno giovedì 6 novembre ore 11 presso la chiesa di San Pietro in Sala, piazza Wagner, 2 Milano. - Milano, 4 novembre 2014. Con affetto ricordano Maria Luisa gli amici di sempre: Mirella, Maria Pia, Paolo e Giovanna, Rossella e Tullio, Elda e Fernando, Anna e Giorgio, Maria Luisa e Vincenzo, Rosalba e Giorgio.- Un affettuoso abbraccio a Gigi, Emanuela e Alessandro. - Milano, 4 novembre 2014. Sono stati anni formidabili, quelli con lui.- La moglie Lella, i figli Fabio, Claudio e Paolo con nipoti, parenti e amici sono tristi per la morte di Enzo Arrigoni Dopo una lunga malattia è mancato allaffetto dei suoi cari lamato Luca Cesana "Beati qui lugent quoniam ipsi consolabuntur". Il giorno 4 novembre 2014 ha lasciato questo mondo Ne danno il triste annuncio la mamma Annamaria e la moglie Giuliana.- Si ringraziano di cuore la Direzione Sanitaria degli Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi, i medici Dottoressa Giuliana e Dottor Napoli e tutto il personale dellistituto per laccoglienza riservata a Luca, laffettuosa assistenza e le scrupolose cure prestate.- La camera ardente per lultimo saluto a Luca sarà allestita nellabitazione privata di Malgrate dalle ore 12 alle ore 17 di mercoledì 5 novembre.- Grazie di esserci stato, tesoro mio.- La tua mamma. - Lecco, 4 novembre 2014. ringraziando chi gli ha voluto bene e scusandosi con tutti coloro verso i quali abbia mancato.- I funerali verranno celebrati nella chiesa di Santa Maria delle Grazie giovedì 6 novembre alle ore 14.45.- Lo ricorda con particolare affetto il cugino Fabrizio Agustoni con Vittoria e i loro figli. - Milano, 4 novembre 2014. - Milano, 4 novembre 2014. Anna e Luigi Monolo insieme a Vittorio si uniscono al dolore della figlia Giuliana per la perdita del caro Tutti i suoi più cari amici e numerosi allievi del Collegio San Carlo di Milano ricorderanno sempre che ha lottato con forza e volontà per rimanere accanto al suo Gigi e ai suoi figli adorati che abbracciamo con amicizia. - Milano, 5 novembre 2014. Partecipano al lutto: Paola DAmico. Elisabetta Soglio. - Lecco, 4 novembre 2014. - Milano, 4 novembre 2014. Partecipano al lutto: Monica, Carlo, Luca e Francesca. Gigi e Isa sono amorevolmente vicini a Gigi, Alessandro, Manuela per la perdita della nostra amatissima Mario Ilaria Marchesi e famiglia si stringono a Gigi Emanuela Alessandro con affetto e amicizia per la perdita della carissima indimenticabile Il Direttore Andrea Monti e tutte le Redazioni de La Gazzetta dello Sport partecipano con grande affetto al dolore del collega Claudio, per la scomparsa del papà Maria Luisa Maria Luisa Partecipano al lutto: Gianpiero e Antonella Missiroli. Gianni e Lella Soro con Francesca e Andrea si stringono con affetto a Gigi ed Emanuela in questo momento di grande dolore per la perdita della cara Maria Luisa Piero e Donatella con Caterina abbracciano affettuosamente Gigi, Manuela e Alessandro nel dolce ricordo di Maria Luisa - Milano, 4 novembre 2014. Marco e Rossella ricordano con grande tristezza Maria Luisa Stagno - Milano, 4 novembre 2014. - Milano, 4 novembre 2014. Tina e Dino si stringono affettuosamente a Gigi, Emanuela ed Alex nel ricordo dellamata Simonetta, Ornella e Amos si stringono con affetto a Emanuela, Alessandro e al papà Gigi per la perdita della cara mamma Maria Luisa Maria Luisa - Vinovo (TO), 4 novembre 2014. - Milano, 4 novembre 2014. Gerolamo, Marco e Paolo Orecchia si uniscono commossi al dolore di Gigi per la perdita della cara Cristiano e Marinella sono affettuosamente vicini a Emanuela, Alessandro e Luigi, per la perdita della loro cara mamma Maria Luisa - Vinovo (TO), 4 novembre 2014. I Consigli di Amministrazione di Farid Industrie SpA e di Feg Brivio SpA unitamente ai Dirigenti e ai dipendenti del gruppo, partecipano al cordoglio di Luigi Stagno per la scomparsa della moglie Maria Luisa - Vinovo (TO), 4 novembre 2014. Gli amici Giorgio e Angela, Piero e Annie, Gingi e Cristina, Massimo e Zevi, Franco e Giuliana, Renato e Rosanna, Alberto e Milena, Ezio e Mariangela, Maurizio e Augusta, Silvano e Caia, Felice e Silvana sono affettuosamente vicini a Gigi e famiglia nel dolore per la perdita della cara amica Maria Luisa - Milano, 4 novembre 2014. Ciao Maria Luisa per sempre sarà con noi il ricordo della tua forza e del tuo coraggio.- Paolo e Lena, Stefano ed Aurelia abbracciano con tanto affetto Gigi, Alessandro e Manuela. - Milano, 4 novembre 2014. Roberto e Gabriella con Alessandro, Minù, Edoardo, prendono parte allimmenso dolore che ha colpito Gigi, Manuela ed Alessandro, per la perdita di Marialuisa Maria Luisa della quale conserveranno un bellissimo ricordo. - Milano, 4 novembre 2014. Alfredo Capitani, Massimo Tentori, Stefano Laggetta con Milano Industrial partecipano al lutto della famiglia di Gigi Stagno per la scomparsa della moglie Maria Luisa Collareta - Milano, 4 novembre 2014. Il Golf Club Monticello partecipa con profondo cordoglio al dolore della famiglia per la scomparsa di Maria Luisa Collareta - Cassina Rizzardi, 4 novembre 2014. Il Comprensorio Monticello partecipa con profondo e sentito cordoglio al dolore dei famigliari per la perdita della signora Maria Luisa Collareta Stagno - Cassina Rizzardi, 4 novembre 2014. Partecipano al lutto: Francesco e Umberto Bandiera. Michele Berardi. I dipendenti del Comprensorio Monticello. Massimo Colombo e lo Studio Colombo Cipolla Mattavelli Marchesi e Associati partecipano con commozione e cordoglio al dolore di Luigi, Emanuela e Alessandro Stagno per la perdita della cara Maria Luisa Collareta moglie e madre di incredibile coraggio e forza danimo e si stringono a loro nellimperituro ricordo. - Milano, 4 novembre 2014. - Milano, 4 novembre 2014. Marco e Resi piangono la scomparsa della cara amica Angelo e Chiara Polimeno esprimono profondo dolore per la scomparsa del loro amatissimo zio Maria Luisa e abbracciano Gigi, Alessandro e Manuela con grande affetto. - Milano, 4 novembre 2014. Sergio Meucci, Maurizio Mondini, Sara Piovella e Stefano Primatesta esprimono il loro cordoglio per la scomparsa di Maria Luisa Collareta alla famiglia Stagno. - Milano, 4 novembre 2014. Anna Pastore e famiglia partecipano con profonda commozione al dolore dellamico Luigi e dei suoi cari per la perdita della loro amatissima Maria Luisa - Milano, 4 novembre 2014. Mario e Monica stringono in un affettuoso abbraccio Emanuela, Alessandro e Luigi per la perdita della cara mamma e moglie Maria Luisa - Milano, 4 novembre 2014. Benedetta e Furio Fabbri si uniscono al dolore dellamico Gigi, di Alessandro e di Manuela, per la perdita della cara Maria Luisa - Scandicci, 4 novembre 2014. Furio Fabbri, il Consiglio di Amministrazione ed i dipendenti di Gorent SpA, sono vicini al Dottore Luigi Stagno e famiglia per la prematura perdita della moglie Maria Luisa - Scandicci, 4 novembre 2014. Bernadette e Nicola, abbracciano con tanto affetto Luigi, Emanuela e Mattia, Alessandro per la perdita della cara Maria Luisa consapevoli che nessuna parola potrà alleviare il loro grande dolore. - Milano, 4 novembre 2014. Ambasciatore Bruno Bottai - Roma, 5 novembre 2014. Tristissima per la perdita dellamico di una vita Bruno Bottai Giovanna Lozoraitis Pignatelli è vicina a Mitzi a Orsola e ad Angelo con tutto il suo affetto. - Roma, 4 novembre 2014. Mimma Cirimbilla Ugo, Flaminia Della Chiesa dIsasca, Elsa Toledano Sabbatucci ricordano con grande affetto e nostalgia lamico di sempre Bruno Bottai - Roma, 5 novembre 2014. Anna e Folco Quilici, addolorati per la perdita dellamico Bruno Bottai sono vicini con affetto alla famiglia. - Roma, 2 novembre 2014. LAmbasciatrice di Francia Catherine Colonna, Presidente onorario, il Presidente Mario dUrso, il Segretario Generale Françoise Marie Plantade ed il Tesoriere Fabrizio Lemme, della Section de la Société des Membres de la Légion dHonneur en Italie, ricordano commossi l Ambasciatore Bruno Bottai grande protagonista della diplomazia italiana. - Roma, 4 novembre 2014. Francesco Penta partecipa al dolore dei famigliari e ricorda con affetto e riconoscenza lamico e maestro Avv. Carmelo Alessio gentiluomo e collega insigne. - Milano, 4 novembre 2014. Paolo Lanati 1000 Miglia Srl partecipa al lutto dellIngegner Paola Lanati per la perdita del padre. - Brescia, 4 novembre 2014. ma sanno che il Signore lha accolto fra i buoni.Il funerale oggi alle 14.45 a Milano, San Francesco di Sales, via Commenda.- Non fiori ma offerte a Servizio Cani Guida Lions c.c. 42123208.- Grazie col cuore al dottor Aldo Marini e al reparto di Chirurgia dUrgenza del Policlinico di Milano. - Milano, 5 novembre 2014. La Direzione e la Redazione del Corriere della Sera sono vicine a Claudio Arrigoni per la scomparsa del padre Enzo Arrigoni Luca Enzo Arrigoni - Milano, 4 novembre 2014. Alessandro Bompieri e la divisione Risorse Umane sono vicini a Claudio Arrigoni e alla famiglia per la scomparsa del padre Enzo - Milano, 5 novembre 2014. Francesco Carione, i colleghi della divisione Gazzetta dello Sport e dellarea video partecipano con affetto al dolore di Claudio e della famiglia per la scomparsa del padre Enzo Arrigoni - Milano, 5 novembre 2014. Roberto, Emanuela, Cecilia, Rachele e Giovanni sono vicini a Claudio e alla sua famiglia.- Ci mancherà la carica vitale di Enzo - Milano, 4 novembre 2014. Il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia e la Giunta Comunale sono vicini a Fabio per la scomparsa del padre Enzo Arrigoni - Milano, 4 novembre 2014. Il Presidente Basilio Rizzo e il Consiglio Comunale di Milano partecipano con profondo cordoglio al lutto del Presidente del Consiglio di Zona 1 Fabio Arrigoni per la scomparsa del padre Enzo Arrigoni - Milano, 4 novembre 2014. È mancato allaffetto dei suoi cari Giampiero Biscaldi Ne dà lannuncio: Lia con Mariagiovanna, Elisa, Nicola, Riccardo, Federico, MariaRosa e Giorgio.Una prece.- I funerali avranno luogo giovedì 6 novembre alle ore 14 nella chiesa parrocchiale di Agnellengo.- Indi la cara salma sarà tumulata nella tomba di famiglia nel cimitero di Vespolate.- Un grazie di cuore ai medici che lhanno assistito e a Rosaria, Elvio, Rachele, Natale, Gina e Antonietta che gli sono stati vicino con tanto affetto. - Novara, 4 novembre 2014. Partecipa al lutto: Paola con Stefano, Silvia, Guido e Anna. Leopoldo e Mariuccia, Enzo e Annarosa e Virgilio profondamente addolorati stringono in un forte abbraccio Lia e Mariagiovanna nel ricordo e nel rimpianto di Giampiero caro cugino sensibile, generoso e sono vicini con profondo affetto ai famigliari tutti. - Milano, 4 novembre 2014. Flora Paola Matteo si stringono affettuosamente a Lia, Mariagiovanna e ai famigliari per la sofferta perdita di Giampiero Biscaldi Marco Borioli Armando e Carla Panzeri sono affettuosamente vicini alla mamma Annamaria per la perdita del figlio Marco Borioli Presidente I colleghi dirigenti del Gruppo SEA ricordano con profonda commozione l Partecipiamo al dolore per la scomparsa dell Arch. Salvatore De Falco Elena Caligaris Bonardi Consigliere e Presidente Onorario della nostra associazione, ed amico carissimo.- Presidente e soci dellOsservatorio sulle Attività di Manutenzione degli Aeroporti. - Cinisello Balsamo, 4 novembre 2014. nonna Nelly - Milano, 5 novembre 2014. Renzo Sara Nicoletta Sebastiano e Silvia sono vicini a Bianca e famiglia per la perdita della carissima Nelly Bonardi - Milano, 4 novembre 2014. Gli amici Buzzi Cappellini Lori sono vicini con tanto affetto a Bianca e famiglia per la scomparsa della mamma Elena Caligaris Bonardi - Milano, 4 novembre 2014. Ludovico e Ines con Beatrice e Caterina, Giulia e Marco con Federico e Viola si stringono attorno alla nonna Maria piangendo il nonno, nonno bis "Siamo quaggiù solo per pochi giorni e poi non moriamo ma, semplicemente, torniamo a casa". (Gandhi) lascia la moglie, le figlie, i generi, i nipoti, la sorella, i parenti e gli amici.- Il funerale sarà celebrato a Cogliate nella parrocchia San Giuseppe mercoledì 5 novembre alle ore 15.- No fiori ma offerte.- La famiglia. - Cogliate, 3 novembre 2014. Partecipano al lutto: Le cugine Annamaria con Silvia, Adele con Piercarlo e Tina. Il Presidente Gino Paoli, il Consiglio di Gestione, il Consiglio di Sorveglianza, il Direttore Generale Gaetano Blandini e tutto il personale di SIAE ricordano con profondo rimpianto Augusto Martelli pianista, compositore, direttore dorchestra, produttore discografico, grande appassionato di jazz e di musica brasiliana, autore di canzoni di successo per il gotha della musica italiana, da Mina a Jovanotti.- Aveva trovato la sua completa realizzazione nelle sigle radiofoniche, nelle colonne sonore, nei cartoni animati, nel duro lavoro quotidiano in tanti programmi delle tv commerciali.- Era iscritto alla SIAE da oltre cinquanta anni. - Roma, 4 novembre 2014. Pino Creperio Marina Manganelli Buzzetti - Milano, 4 novembre 2014. Marino e Dida ricordano con affetto Pino Creperio e sono vicini a Daniela e a tutta la sua famiglia in questo triste momento. - Desenzano del Garda, 4 novembre 2014. Sandro e Mariagrazia partecipano con affetto al dolore di Daniela per la perdita del padre Pino Creperio - Milano, 4 novembre 2014. Giuseppe Creperio Partecipano al lutto: Federico e Mara Kerbaker. Carlo e Giovanna Valtolina. Dopo una esistenza lunga e serena la mamma se ne è andata lasciandoci una carezza e la dolcezza di tutta una vita, che porteremo sempre con noi.I funerali si svolgeranno giovedì presso la parrocchia SS. Silvestro e Martino, via Maffei Milano.- Per orario chiamare lo 02.58301356 oppure 3358101951.- Giuliano e Claudia con Giovanna e Gianmaria. - Milano, 4 novembre 2014. I colleghi ed il personale della chirurgia plastica, della chirurgia senologica e della radiologia senologica della Fondazione Ospedale Maggiore Policlinico si stringono al collega Franco Campagna ed alla famiglia per la scomparsa della mamma - Milano, 4 novembre 2014. Le esequie si terranno il giorno 6 novembre alle ore 9.30 in Roma presso la chiesa di San Roberto Bellarmino (piazza Ungheria).- La tumulazione avverrà lo stesso giorno alle ore 15.30 presso il cimitero di Castellabate (Salerno). - Roma, 5 novembre 2014. Antonio Bozzi che ha voluto raggiungere senza indugio la moglie Luisa.- Il funerale si terrà giovedì 6 novembre alle 15 nella chiesa di piazza Velasquez. - Milano, 4 novembre 2014. Partecipa al lutto: Lamica Alice. Gli amici della redazione Monza-Brianza del Corriere della Sera sono vicini a Leila per la perdita della mamma signora Mariantonietta Ballo Federico Berni, Manuela Cagiano, Claudio Colombo, Diego Colombo, Luigi Corvi, Giovanna Maria Fagnani, Mario Giarda, Laura Guardini, Olivia Manola, Marco Mologni, Fabrizio Radaelli, Rosella Redaelli, Riccardo Rosa, Francesco Sanfilippo. - Milano, 4 novembre 2014. Con la scomparsa di Adele Guffanti si spegne una sicura, solidissima amicizia durata cinquantanni.- Carla e Rinaldo Pellegrini ne sono profondamente addolorati. - Milano, 4 novembre 2014. Gianprimo con Mariuccia, Michela e Martina, Giuseppe con Magda e Cristina ricordano limpareggiabile amico e si stringono affettuosamente ad Eva e Francesca moglie e figlia di Gianfranco Vitale - Milano, 3 novembre 2014. Il Presidente, i Consiglieri, i soci e i dipendenti del Golf Club Milano porgono le più sentite condoglianze alla famiglia per la scomparsa di Giovanni Trolese - Parco di Monza, 4 novembre 2014. 1961 - 2014 Oggi ricorre il triste anniversario della scomparsa di Cesare Bellù Partecipano al lutto: Il fratello Teodolo e famiglia. Augusta Falciola. Nella Filippi Virginia Ippolito Alferano Stefano Maddalena e Roberto annunciano la scomparsa del papà Vito Borghi Roberto, Michele con Francesca, Paolo con Stefania e i figli sono vicini alla mamma Bianca nel dolore per la perdita della cara Alvaro Rumi - Milano, 4 novembre 2014. La Fondazione Pio Alferano annuncia la scomparsa dellamato Arch. Salvatore De Falco Si è spenta serenamente circondata dallaffetto dei suoi cari Partecipano al lutto: Vittorio e Nicoletta Fadigati. Giorgio e Giovanna Bonfanti. Uberto, Ada Manetti. Alvaro Rumi - Moltrasio, 4 novembre 2014. - Linate, 4 novembre 2014. - Linate, 4 novembre 2014. Ne danno il triste annuncio i suoi figli Bianca, Laura, Gianluigi, Alberto, Carlo, Paolo e Giacomo.- Il funerale verrà celebrato giovedì 6 novembre ore 14,45 in Santa Maria del Suffragio. - Milano, 5 novembre 2014. Partecipano al lutto: Pietro Pastore. Paola, Arrigo, Isabella Amaduzzi. Umberto con Giorgia Dario e Lucia abbraccia Gianluca e tutta la famiglia per la scomparsa di Il Presidente e il Consiglio di Amministrazione di SEA partecipano al dolore dei suoi cari per la scomparsa dell Arch. Salvatore De Falco Luca che troppo presto ha lasciato la vita. - Lecco, 4 novembre 2014. sig.ra Mariemma Arcelli Fontana Piceci - Milano, 4 novembre 2014. Mirella e Cristina Cirla sono vicine a Stefano e a tutta la famiglia per la scomparsa di Partecipano al lutto: I cugini Rho, Bertola e Costaguta. con molto affetto. - Milano, 4 novembre 2014. Partecipano al lutto: Guido e Luisa Grattarola. Giovanni e Roberta Ivaldi. Antonio e Anna Oddone. Sandro, Giovanna e Francesca Tronconi. Marco Ratto e famiglia esprimono la loro vicinanza al Dottor Luigi Piceci e ai famigliari tutti per la perdita della moglie I figli, le nuore e i nipoti lo ricordano con immutato affetto e rimpianto. - Seregno, 5 novembre 2014. Marco Cappelli Una sola settimana...ci manchi come laria.- Non ti dimenticheremo mai.- Rofis, Emic, Ero, Valina, Ziki, Angio, Manu, Bothe, Valenta e Pippo.- Ciao Rufus. - Milano, 5 novembre 2014. - Milano, 4 novembre 2014. Migia piange con Lia e Maria Giovanna la scomparsa del carissimo Giampiero - Novara, 4 novembre 2014. Angela e Daniela Scevola con Alberto abbracciano con affetto Lia e Mariagiovanna per la perdita del caro Giampiero - Milano, 4 novembre 2014. Un grande abbraccio a Lia per la perdita del suo amato Giampiero amico di una vita passata insieme coltivando le stesse passioni.- Continua a correre veloce!- Nereo e Elda Franco Tomasini Marco, Camilla e famiglia Vesna e Sergio. - Milano, 4 novembre 2014. Mariolina con Paolo e Anna, Marco e Federica si stringe con grande affetto a Lia, Maria Giovanna e Nicola nel ricordo del carissimo amico Giampiero - Novara, 4 novembre 2014. Enrico, Brunetta, Eugenio e Chiara con grandissimo dolore sono vicini a Lia per la perdita del caro Giampiero TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE Corriere della Sera PER PAROLA: Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 300,00 ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: [email protected] SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Gazzetta dello Sport PER PAROLA: Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 - fax 02 25886632 - e-mail: [email protected] Servizio sportello da lunedì a venerdì: Milano: Via Solferino 36 orario continuato dalle 9 alle 17.30 Informativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. 196/2003 (“Codice in materia di protezione dei dati personali”). 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I dati non saranno diffusi ma potranno essere comunicati, sempre per la predetta finalità, a RCS MediaGroup S.p.A., oltre che a società che svolgono per nostro conto compiti di natura tecnica od organizzativa strumentali alla fornitura del servizio richiesto, e che sono stati nominati Responsabili del Trattamento. Lei ha diritto di conoscere, in ogni momento, quali sono i Suoi dati e come essi sono utilizzati. Ha anche il diritto di farli aggiornare, integrare, rettificare o cancellare, chiederne il blocco ed opporsi al loro trattamento. Ricordiamo che questi diritti sono previsti dal Art.7 del D. Lgs 196/2003. Per ogni informazione riguardo ai diritti può rivolgersi, a tal fine, al Responsabile del trattamento dei dati personali di RCS MediaGroup S.p.A. scrivendo allo stesso c/o RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano. - Novara, 4 novembre 2014. Corriere della Sera Mercoledì 5 Novembre 2014 SPORT 49 Infortuni Fiorentina, Bernardeschi fuori per 5 mesi Amore finito Kakà si separa dalla moglie dopo nove anni Olimpiade Roma 2024: Renzi ha incontrato Malagò Continua la maledizione degli attaccanti alla Fiorentina: dopo Giuseppe Rossi (rientro previsto per febbraio) e Mario Gomez (tornato domenica dopo un mese e mezzo), tocca a Federico Bernardeschi, che dovrà stare fuori 5 mesi. Il 20enne attaccante viola è stato sottoposto ieri a un intervento di stabilizzazione e sintesi della frattura al malleolo esterno del piede destro, procurata lunedì da uno scontro fortuito in allenamento . Il giocatore sarà tenuto a riposo 6 settimane, prima di cominciare la riabilitazione. Kakà si è separato dalla moglie Caroline Celico, che aveva sposato nel 2005. Lo ha confermato ieri un agente del calciatore ai media locali: «Si sono separati, ma non posso comunicare altri dettagli. È una questione privata», ha detto. A settembre Caroline Celico aveva ammesso che il rapporto con l’ex campione del Milan, ora al San Paolo e dal mese prossimo in Usa con gli Orlando City, stava affrontando una crisi: «Siamo insieme da 13 anni, avevo 18 anni quando ci siamo sposati. Ogni relazione ha dei periodi di crisi». È durato mezz’ora l’incontro fra il premier Renzi e il presidente del Coni, Malagò. Si è parlato soprattutto della possibilità di riportare l’Olimpiade a Roma nel 2024. Oggi Malagò parte per Bangkok per l’assemblea dei Comitati Olimpici mondiali (Acno); dal 20 novembre a Baku per l’assemblea di quelli europei e dal 7 dicembre a Montecarlo per la sessione straordinaria del Cio, che annuncerà le regole per rendere più sostenibile la candidatura olimpica. Già a Bangkok si capirà se esistono margini perché Roma possa decollare. L’INTERVISTA GREGG POPOVICH Parla l’allenatore dei San Antonio Spurs campioni Nba, 5 titoli conquistati in 15 anni «Orgoglio, disciplina e psicologia Soltanto così si entra nella storia» ❞ Dicono che siamo vecchi ma con il g.m. pensiamo agli Spurs del futuro: siamo già avanti di 5 anni Belinelli crescerà migliorando in difesa, Gallinari è un combattente, mi piace per carattere e mentalità Ho padre serbo e madre croata, ma l’America per due emigranti è servita ad annullare le diversità DAL NOSTRO INVIATO SAN ANTONIO A tu per tu con il numero 1 delle panchine, con l’allenatore campione Nba che è anche un campione nella vita. Colto, curioso, capace di trovare il buono perfino nelle difficoltà, coraggioso e dalla leadership infinita: Gregg Popovich è questo e altro ancora, un duro che sa essere gentile, un coach che trasforma la squadra in una famiglia. Lo staff che lo assiste è sempre suo ospite a cena, durante le trasferte: conti salati, Pop adora i vini costosi. «Ma guadagno tanto, è giusto che paghi io». Che cosa significa allenare i San Antonio Spurs? «Vuol dire appartenere a un’organizzazione che ha fissato uno standard di lavoro e che opera con classe. È un privilegio far parte di questo programma. Siamo il vero centro di potere della Nba? È una leggenda. Ma siamo seri e capaci, questo sì». Disciplina o «less is more»: quale concetto si adatta meglio alla sua filosofia? «Entrambi. Senza la disciplina non si va da nessuna parte, e non solo nel basket. “Less is more” è invece un formidabile mantra: la maggior parte della gente accumula troppo di tutto, dal talento alle ansie. Però il “meno” funziona meglio del “più”». Lei è ormai uno dei grandi coach della storia. Ma a suo giudizio, chi è il migliore? «Pat Riley è stato straordinario, per consistenza e capacità nella conduzione: era quasi incontrastabile». C’è rivalità tra allenatori? «Ci sono piuttosto rispetto e complicità: sappiamo quanto sia duro il mestiere, tra di noi c’è empatia e condividiamo i successi di ogni collega». ❞ Punteremo a ripeterci, ma se non ce la faremo che male sarà? È difficile vincere un titolo... E poi c’è anche altro nella vita: se non lo capisci, hai un problema Padre serbo, madre croata: Gregg Popovich condivide entrambe le identità? «Sì. C’è differenza tra serbi e croati, ma l’America, per due emigranti come i miei genitori, è servita ad annullare le diversità: io sono cresciuto in questo spirito». Che è poi quello della vecchia Jugoslavia... «Sì, nella mia famiglia c’è stata più Jugoslavia, che Serbia o Croazia». Quello spirito che cosa le ha dato sul piano personale e su quello del lavoro? «Prima di tutto l’orgoglio, poi la disciplina per fare le cose giuste e per lavorare sodo». Dal 1999 al 2014: cinque titoli, qualche passaggio a vuoto ma una sostanziale continuità ad alto livello. Qual è il segreto della longevità degli Spurs di Popovich? «La fortuna ha il suo peso. David Robinson stava concludendo il suo ciclo, ma scovammo Tim Duncan, che fece pure in tempo a giocare assieme all’ Ammiraglio: ecco la base di tutto. Aggiungo le sinergie tra proprietà, general manager e staff tecnico: pochi club hanno questa armonia, anzi altrove ci sono liti e paranoie». Due titoli di fila vi mancano: proverete a sfatare la tradizione. ● Gregg Popovich (foto) è nato a Chicago il 28/1/1949 ● Nella Nba allena i San Antonio Spurs dal 1988 (con un intervallo ai Golden State Warriors, 1992-1994) ● Per lui 5 titoli Nba: nel 1999, 2003, 2005, 2007 e 2014 «Certo. Punteremo a ripeterci, ma se non ce la faremo che male sarà? È già così difficile vincere un titolo... E poi la vita deve andare avanti: c’è anche altro a cui badare e se non lo capisci, hai un problema». Qual è il miglior quintetto di sempre degli Spurs? «Robinson, Duncan, Elliot — Leonard è ancora troppo giovane, ma nel tempo potrà diventare l’ala perfetta —, quindi Ginobili e Parker». Può scegliere tra Jordan, James o Bryant: chi prende? «Michael Jordan». Quanto più forte può diventare Marco Belinelli? «Marco è un ottimo passatore ed è un grande attaccante che sta imparando a selezionare i tiri. La sua crescita sarà però basata sulla difesa e su una ancora maggiore responsabilità verso la squadra». Che cosa pensa degli altri italiani nella Nba, Gallinari, Bargnani e Datome? «A me piace in particolare Gallinari, per il carattere e per la mentalità. Belinelli è più Fenomeno All Blacks, quando il nero va su tutto Popolari e vincenti, i rugbisti neozelandesi nella top 5 dei marchi più famosi al mondo Vestono di nero e hanno un paio di abitudini consolidate: vincono (quasi) sempre e fanno sempre l’esaurito. Gli All Blacks non sono solo la squadra di rugby più famosa (e più forte), sono molto più famosi dello sport che giocano. E allora si spiega perché sabato scorso, al Soldier Field di Chicago, la tana dei Bears del football, si siano presentate 62 mila persone (di più non ne entravano) che non conoscono il rugby ma hanno comunque pagato per vedere la haka, la danza maori che è il biglietto da visita dei neozelandesi, e il massacro (74-6) dei loro connazionali. Il 2014 — certifica Forbes — è stato l’anno del calcio. È infatti cambiata la classifica delle squadre più «preziose» e ora ai primi tre posti ci sono Real Madrid (valore 3,44 miliardi di dollari), Barcellona (3,2) e Manchester United (2,81) mentre vecchie potenze economico sportive come i New York Yankees del baseball sono quarti a quota 2,5 e i Dallas Cowboys del football ancora più indietro. Qui non c’è traccia Spettacolo Sonny Bill Williams (Ap) All Blacks di All Blacks perché il rugby non è popolare dappertutto e la Nuova Zelanda è un mercatino più che un mercato con i suoi 4 milioni di abitanti. Ma nella classifica della popolarità i rugbisti neozelandesi sono tra i primi cinque con Real Madrid, Manchester United, Ferrari e New York Yankees. Insomma, non producono fatturati astronomici (l’All Black medio non arriva a 200 mila euro l’anno), New York Yankees Scuderia Ferrari ma riempiono qualsiasi stadio in qualsiasi paese, Italia compresa (81 mila a San Siro nel 2009, 72 mila all’Olimpico due anni fa). Come hanno costruito la loro leggenda gli All Blacks? Vincendo soprattutto, fin dal loro primo tour in Europa nel 1905, quando eseguirono la prima haka e indossarono le prime maglie nere. I giornali britannici li chiamavano «The Origi- Manchester United Real Madrid completo, ma Danilo è un combattente che non si ferma davanti a nulla». Ettore Messina ora è uno dei suoi vice: cosa gli chiede? «L’ho voluto perché può rendermi migliore: Ettore è un tecnico raffinato, che capisce gli aspetti mentali e le sfumature del basket. La sua personalità e la sua intelligenza sono un valore aggiunto». Squadra esperta, ma non più giovane: ci sarà da pensare agli Spurs del futuro. «Ne parlo ogni giorno con R.C. Buford, il manager: ci credete che, come data, siamo già avanti di cinque anni?». Gli Spurs sono ormai un’icona, ma lei ha mai sognato di allenare squadremito come i Celtics o i Lakers? «No, mai. Lascerei gli Spurs solo per (risata)... i Positano Tigers o per i Portofino Flyers. Non esistono, però io non scherzo: se li creassero, li allenerei gratis». Burbero ed esigente, eppure molto umano: come si fa a conciliare i due aspetti? «Cerco di capire che cosa un giocatore ha bisogno e che cosa si aspetta da me sul piano personale: qualcuno la chiama psicologia». Chi vincerà quest’anno? «Vedo equilibrio, conteranno anche gli episodi marginali. Ma gli Spurs sono tra le squadre che possono farcela». LeBron James ha fatto bene a lasciare Miami? «Sì. Ogni atleta deve pensare a ciò che è meglio per se stesso, a prescindere dal giudizio altrui: per LeBron il meglio era tornare a Cleveland». C’è un errore per il quale ancora oggi si metterebbe in castigo? «Si dice che in gara 6 della finale 2013 con Miami io abbia sbagliato tanto: magari è vero, ma se ne può discutere perché non c’è nulla di assoluto». Dopo quella partita, Popovich portò a cena la squadra per evitare che lo choc s’impadronisse della sua creatura. Non riuscì a vincere, quell’anno, nonostante la settima partita in casa; ma ce la fece dodici mesi dopo. Forse fu grazie anche a quella serata assieme, in cui nacque un giuramento silenzioso. Flavio Vanetti © RIPRODUZIONE RISERVATA nals» poi, per un errore di battitura (backs, tre quarti, si trasformò in blacks), nacquero gli All Blacks. Solo cinque Nazionali in oltre un secolo sono riusciti a batterli almeno una volta e solo gli Springboks sudafricani, i loro veri nemici, hanno un bilancio accettabile (44,6% di vittorie). In Nuova Zelanda sono in prima pagina quasi tutti i giorni ed entro tre anni a Auckland e dintorni si terrà un referendum per far diventare la bandiera nera con la felce d’argento la nuova bandiera nazionale. Adesso gli All Blacks sono in Europa per affrontare l’Inghilterra sabato prossimo, la Scozia il 16 novembre e il Galles il 23. Twickenham, Murrayfield e il Millennium sono ovviamente esauriti da mesi. Domenico Calcagno © RIPRODUZIONE RISERVATA Mercoledì 5 Novembre 2014 Corriere della Sera 50 Tv .¤ .Õ Ê±ææ 3.$"9/± ÎÎ×@ÎF ʱ¤æ .3"$± ÎÎ×@ÎF ʱÐæ 1 ¤± ,.8/$" /3 81 // 8. 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Il Tempo e la Storia Rai3, 13.10 e Rai Storia, 20.50 Da Sciarelli i casi Ceste e Ragusa E lena Ceste e il telone ritrovato vicino al suo corpo: il programma condotto da Federica Sciarelli analizzerà i reperti rinvenuti accanto alla mamma di Costigliole d’Asti. Poi si torna a parlare del mistero ancora fitto attorno alla scomparsa di Roberta Ragusa. Chi l’ha visto? Rai3, ore 21.05 Gay senza tabù a San Francisco A rriva l’irriverente serie che ha come protagonisti tre amici gay a San Francisco. Una serie moderna capace di mostrare il sesso e i gesti di affetto tra gay senza tabù, in modo intenso. Looking Sky Atlantic, ore 0.10 ¤Ê±Ðz 81 /.1 3" ¤É±¤z ¤É±Õæ ¤p±æz ¤p±zæ ¤±Ðz Õæ±Õæ Õ¤±¤æ ÕÕ±¤æ 1". !. "± /kÂk . "9/ $."$± $" $ . ± /kÂk .$" $$± /kÂk /, 8.1± /kÂk /1.± /kÂk 31; " 1 /1± /kÂk 31.± /kÂk 31.± /kÂk ¤É±ææ .">$"_ ! $ ¤±¤z . 3$± X×kÎ@ X×kÎ@ Õ汤z . !± 8@ÂkÎF Õæ±|z . !± 8@ÂkÎF Õ¤±¤æ ! 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A me spiace che Toni Capuozzo vada in onda su Rete4, quando sull’ammiraglia di Mediaset gli approfondimenti hanno preso AMORE CRIMINALE Barbara de Rossi Gli amori superati dai viaggiatori: Rai3, 1.394.000 spettatori, 5,3% di share *0 && 494 48 4 4 3++ 484 3?4 3? 48 :0 # 4 0'*(7 && +4 +3?8 +4) +3?+ +3+9 +4 +3?? +3? +3?) +48 spiace che il giornalismo rappresentato da Capuozzo stia passando di moda perché non fa troppi ascolti e rischia di inimicarsi troppi politici. Eppure se dopo ogni disastro ambientale è impossibile rialzare la testa, se i funzionari che fanno il loro dovere vengono rimossi, se molti sono costretti a spostare le attività perché privi di speranze, significa che le inchieste «vecchia maniera» hanno ancora senso. Prima della definitiva rassegnazione, prima di assecondare gli umori della piazza, prima di smettere di assumersi una qualche responsabilità. ormai tutta un’altra piega, e dove il giornalismo d’inchiesta sembra un lontano ricordo. E comunque era il caso di seguire la puntata di Terra! dedicata all’ultima alluvione di Genova, dopo la mazzata del 2011. Lorena Bari e Mimmo Lombezzi hanno dato voce agli abitanti dei quartieri colpiti, senza mai eccedere in populismo, mostrando situazioni concrete. Poi hanno cercato di capire come sono stati spesi i soldi pubblici, quelli raccolti per risanare il territorio e impedire che a ogni scroscio di pioggia si debba temere lo straripamento dei torrenti. A me PECHINO EXPRESS C. della Gherardesca Finale per Pechino su Rai2: gli spettatori del sono 2.470.000, share del 9,9% © RIPRODUZIONE RISERVATA 0#'* .:07* &7#'* .:07* 98 *77*0 3 (*<'0 :*< #( 8+ *77*0 + (*<'0 '"*# '(* #(* "# "0 #'"# # #" "#, "#" '"0 '+ (7(1* '&7',* * # & *0 1,# &,# 0&,#2 *07# 7',*0&# (! 1:& '#* 11* #00(* 1:&& 0 #*(#! ' &#* &70*<- # ,0*11#'# #*0(# #& '&7',* #(7(1* (0 *((70(*1# 1:&& 0 #*(# & '#*"11* #00(* 1*,077:77* 1: .:&& #*(#! 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" 0 (7* $$ / !" ) !! 18 23 29 58 Ai 5 stella: Ai 4 stella: Ai 3 stella: Ai 2 stella: Agli 1 stella: Agli 0 stella: www.corriere.it/giochiepronostici – – 13.544,54 244,54 14,50 – 24.454,00 1.450,00 100,00 10,00 5,00 7 6 4 7 "# 6 3 2 LA SOLUZIONE DI IERI 9 2 8 3 1 4 7 6 5 3 1 7 6 5 9 8 2 4 5 6 4 7 2 8 3 1 9 8 7 3 5 9 6 2 4 1 2 5 6 1 4 7 9 3 8 4 9 1 2 8 3 6 5 7 1 8 9 4 6 2 5 7 3 7 4 2 8 3 5 1 9 6 6 3 5 9 7 1 4 8 2 Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 Altri giochi su www.corriere.it +'(* "# '" 050 )#!. )# 0/5 /5/ / )#!. 1*# ( " '# ! # "*# - #' #( " ( ** ((# "' +"( $05 *" " '"(# /"/ ' )#!. # "#+,' $5 $5$ "" ' #" (#" ** )**#! #/# 5 '( 3 8 5 6 3 3 1 8 9 2 7 4 1 8 2 7 9 3 5 5 8 2 88 44Numero Jolly 2Numero SuperStar Jackpot indicativo prossimo concorso: 36.900.000,00 Ai 6: Ai 5+ Ai 5: Ai 4: Ai 3: " !. $0 $ # *<1# 9 Superenalotto - Combinazione vincente 13 ' 5 , '(, #! GIOCHI E PRONOSTICI SUDOKU DIFFICILE Estrazioni di martedì 4 novembre 2014 '* !. $0 )!# " $ 05 )13* $$ #* # :<*&*1* Lotto "# !(*'! ' !. #"' *.) .! + "# *## ! #$"" ' "# !+'# . )**#! (" ,** '*11* *&7* '*11* *&7* #77* $" " $ $ ) )1 ( # $5 $5 # "'# ' " # # +"#( '( '# #( +" ** $# 52 Mercoledì 5 Novembre 2014 Corriere della Sera
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