VENERDÌ 10 OTTOBRE 2014 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Via Campania 59/C - Tel. 06 688281 LE CAMERE MESSE DA PARTE L’attrice Il presidente del Fai Rosario Dawson: «Il mio primo eroe? Il papà adottivo» «Norme antipaesaggio Rischi per l’ambiente» Michela Proietti a pagina 33 Paolo Conti a pagina 29 La voglia di resa dei conti nel Pd Renzi: alcune scelte inammissibili ● Giannelli RITUALITÀ E VERTICI TRA LEADER L’occasione che non si ripeterà di Antonio Polito di Enzo Moavero Milanesi D Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano I n Europa è difficile non rimanere sconcertati dall’immagine dei leader dei vari Paesi che si esprimono in modo divergente a distanza, salvo scambiarsi, quando s’incontrano, dichiarazioni pubbliche concilianti. Colpisce la placida genericità che caratterizza queste ultime, mentre le prime sono concrete e specifiche. Impressiona la frequenza del comportamento, diventato quasi abituale. continua a pagina 31 La Bce spinge per le riforme e avverte: in Italia e Germania peggiora il clima di fiducia GIUSTIZIA LA RICHIESTA RESPINTA DALLA CORTE I boss non assisteranno all’udienza di Napolitano di Giovanni Bianconi A FAVORE DI TOTÒ RIINA I Un Nobel per la letteratura anche un po’ italiano di Franco Cordelli, Stefano Montefiori, Ranieri Polese e Paolo Salom I l premio Nobel per la letteratura al francese Patrick Modiano, 69 anni (nella foto, nel 1978, a Parigi dopo aver ricevuto il Prix Goncourt): origini italiane, Modiano è lo scrittore della memoria allo alle pagine 48 e 49 specchio, autore tra l’altro di «I viali della circonvallazione » e «Villa Triste». di Mauro Covacich DISASTRO COME NEL 2011 S Genova, torna l’incubo alluvione Almeno un morto ANSA/TWITTER/VALERIA PREIA 9 771120 498008 l palazzo del Quirinale non è paragonabile a un’aula di giustizia: per questo la Corte d’assise di Palermo ha ieri ribadito il suo no alla partecipazione dei capimafia Totò Riina e Leoluca Bagarella all’udienza del processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia del 28 ottobre, quando a testimoniare sarà il presidente Giorgio Napolitano. L’ex ministro Nicola Mancino, imputato insieme ai boss, ha subito sollevato un’eccezione di nullità. I pubblici ministeri temono che la scelta dei giudici possa inficiare la futura sentenza. a pagina 12 Napoli, ragazzino violentato con un compressore. Tre sotto accusa: «Era troppo grasso» 41 0 1 0> Mario Draghi a Washington mostra il pollice verso agli eccessi di flessibilità di questi anni: «Dopo anni di recessione, e tassi di disoccupazione elevati, le imprese che hanno voluto o dovuto licenziare lo hanno già fatto». E quindi: «Non credo che la revisione delle regole del lavoro in Italia si tradurrà in massicci licenziamenti», dice. Il presidente della Bce dunque conclude che «deve essere più facile per le aziende assumere i giovani, non licenziarli». Con toni inusuali incalza i politici ad agire sul lavoro: «Chi non crea nuovi posti non sarà rieletto». alle pagine 2 e 3 Basso, Ferraino, Sensini, Tamburello Il premio Vince il francese Patrick Modiano Il codice della violenza contro l’obesità a pagina 23 con un articolo di Fulvio Bufi el Partito democratico si moltiplicano le voci che evocano provvedimenti — dalle sanzioni all’espulsione — per i tre dissidenti che non hanno votato la fiducia al governo sul Jobs act. Il premier Matteo Renzi, che ieri ha definito «inammissibile» il comportamento dei civatiani, chiede chiarimenti. alle pagine 5 e 6 Alberti M. Franco, Galluzzo Guerzoni, L. Salvia Draghi: assumere, non licenziare continua a pagina 31 eviziato perché obeso: un ragazzo di 14 anni è stato gravemente ferito con il tubo di un compressore da un gruppo di ventenni: «Sei grasso, ti gonfiamo di più». Fermati tre giovani, con pesanti accuse, che si difendono: «Era un gioco». La feroce violenza esplosa in un autolavaggio napoletano è espressione di un’allergia profonda da cui è affetto l’intero corpo sociale, la lipofobia. N Europa Il presidente della Banca centrale incalza i politici: a casa chi non agisce sul lavoro. Oggi il voto di Moody’s sul nostro Paese AFP a molti punti di vista, quello di Renzi è un governo extraparlamentare; forse il primo di una nuova era. Non solo perché il premier non siede in nessuna delle due Camere: c’era già il precedente di Ciampi, anche se gestito con altro stile. Ma per motivi più di merito. Si moltiplicano infatti i luoghi di decisione politica esterna che il Parlamento non può rimettere in discussione: il Patto del Nazareno, un discorso nella Direzione del Pd, un incontro estivo con Draghi. La stessa ratifica parlamentare si fa al contempo obbligata (con la fiducia) e vaga (con la delega), trasferendo sempre più il potere legislativo all’esecutivo: come è avvenuto sulla riforma dell’articolo 18, di cui nei testi votati non c’è niente, e tutto resta affidato alla tradizione orale e agli impegni verbali. Il parlamentare è ormai un’anima morta, legata al leader da un ferreo vincolo di mandato; il che, come in ogni servitù, lo induce alla rancorosa vendetta ogni volta che può agire in segreto, ad esempio col triste spettacolo della mancata elezione dei giudici della Consulta. In alternativa, se non è d’accordo, può solo disertare dal suo mandato (assentandosi o dimettendosi). La stessa definizione di presidente del Consiglio non si addice più a Renzi, il quale pur essendo primus non è certamente più inter pares tra i suoi ministri, come testimoniato dalla performance di Giuliano Poletti sulla riforma del mercato del lavoro. ANNO 139 - N. 240 Servizio Clienti - Tel. 02 63797510 mail: [email protected] FONDATO NEL 1876 Tempi liberi Ragioni ed eccessi In Italia (con “Sette”) EURO 1,90 www.corriere.it di Elvira Serra U na intera giornata di pioggia, violentissima a tarda sera. E Genova rivive l’incubo dell’alluvione 2011. Città allagata, vie come fiumi, nella notte trovato un cadavere. a pagina 27 Sabina Guzzanti e il brutto show della solidarietà di Luca Mastrantonio «S olidarietà a Riina e Bagarella: i traditori delle istituzioni ci fanno più schifo dei mafiosi»: così ieri, su Twitter, Sabina Guzzanti s’è schierata con i capimafia. Una schizofrenia digitale, quella della Cassandra d’Italia, che arriva proprio dopo il flop del suo film. a pagina 30 Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera 2 Primo piano La ripresa Draghi: chi non crea lavoro sparirà Il presidente della Bce: i giovani vanno assunti invece che licenziati «I politici che non aumenteranno i posti non verranno rieletti» L’agenda DALLA NOSTRA INVIATA «Deve essere più facile per le aziende assumere i giovani, non licenziarli», quanto meno non più di quanto sia ora, dice il presidente della Bce, Mario Draghi che a Washington nel corso di un dibattito alla Brookings Institution, in occasione dei lavori dell’assemblea del Fondo monetario, parla della riforma italiana, quel provvedimento che per il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan rappresenta «un risultato molto importante che sarà seguito da altre riforme molto ambiziose». «Non credo che la revisione delle regole del lavoro in Italia si tradurrà in massicci licenziamenti. Dopo anni di recessione, e tassi di disoccupazione elevati, le imprese che hanno voluto o dovuto licenziare lo hanno già fatto» afferma il banchiere ricordando che l’eccessiva flessibilità, e non solo in Italia, ha già mostrato le sue falle e non rappresenta quindi una soluzione. «Dal 2002 sono stati fatti contratti molto flessibili, posizioni che la crisi ha spazzato via» dice. Bisogna ri- WASHINGTON ● Dopo la votazione della fiducia al Jobs act nel corso dell’esame al Senato, il ddl sul lavoro andrà la prossima settimana alla Camera per la seconda lettura. Il governo ha sei mesi di tempo dall’approvazione definitiva della legge, per emanare i decreti delegati ● La garanzia sui mutui P arte il nuovo Fondo di garanzia per la casa, che va a sostituire il vecchio fondo «Giovani coppie», con una dotazione finanziaria di 650 milioni di euro che potranno attivare circa 20 miliardi di nuovi finanziamenti. Ieri la firma tra il Tesoro e l’Abi (Associazione bancaria). Il Fondo prevede la concessione di garanzie nella misura massima del 50% della quota capitale di mutui per l’acquisto di immobili, non di lusso, da adibire ad abitazione principale. Le giovani coppie, gli under 35 con lavoro atipico, i genitori single avranno accesso a un tasso calmierato. In attesa che la ripresa (+28,6% nei primi otto mesi 2014) si consolidi. © RIPRODUZIONE RISERVATA I prestiti per le abitazioni I mutui alle famiglie per la casa nei primi otto mesi 2014 (rispetto allo stesso +28,6 % periodo del 2013) Mutui erogati (dati in miliardi di euro) 5 4 5,251 4,337 2,270 2,215 4,477 2,058 3 2 I II III IV 2013 I Apr Mag Giu 2014 Anni 2010-2013 (Variazioni % tendenziali) 10 0 -10 -20 -30 -40 2010 2011 650 milioni di euro Il nuovo Fondo di garanzia statale per la casa Fonte: Abi, Istat 2012 2013 20 miliardi di euro L’attivazione possibile di nuovi finanziamenti d’Arco cominciare ad assumere, dunque, ma la crescita potenziale è troppo bassa per produrre da sola la riduzione della disoccupazione, aggiunge, e quindi occorre che intervengano subito i governi con le riforme sapendo che se non lo faranno, se non combatteranno efficacemente la disoccupazione,«non saranno rieletti, spariranno dalla scena politica». E questo dovrebbe essere «un importante incentivo» ad agire. Draghi si sofferma anche sulla congiuntura europea, che secondo l’Fmi — ieri il direttore generale, Christine Lagarde lo ha ripetuto sollecitando la stessa Bce ad acquistare i titoli di Stato se le cose non dovessero migliorare — è sull’orlo di una nuova recessione. «La crescita ha perso slancio» afferma il presidente dell’Eurotower, ribadendo che la Bce ha fatto già molto e che è pronta ad adottare nuove «misure non convenzionali» in caso di necessità. Un’affermazione che ha lasciato freddi gli investitori di Wall Street. In ogni caso non tutto è negativo visto che Draghi vede la rapida acce- lerazione della ripresa del credito già dall’inizio del 2015, «perché le banche avranno una maggiore capacità di bilancio per i prestiti». Padoan ha invece partecipato ad una tavola rotonda con il ministro delle Finanze tedesche, Wolfgang Schäuble, d’accordo sul piano di riforme da fare, sia con Draghi sia con Padoan. «La Germania non vuole certo essere arrogante e non deve dire all’Italia o ad altri cosa fare» ha detto sostenendo comunque che nessun Paese ha chiesto di cambiare le regole di bilancio europee, che contengono in sé la flessibilità necessaria. Padoan ha ribadito che le riforme sono necessarie «ma richiedono tempo» per essere realizzate soprattutto in Italia in presenza di bassa produttività e recessione. A Washington anche il Commissario per la spesa pubblica Carlo Cottarelli, che presto tornerà al Fondo, come Direttore esecutivo per l’Italia: La spending review, dice «non è né uno sprint né una maratona ma una corsa a staffetta». Stefania Tamburello © RIPRODUZIONE RISERVATA Conti pubblici E arriva il primo giudizio di Moody’s sul governo Renzi Per il governo Renzi e la sua politica economica arrivano i primi voti da parte delle agenzie di rating. Sono attesi oggi i giudizi di Moody’s e della canadese Dbrs sul merito di credito della Repubblica, previsti inizialmente a giugno, ma poi slittati in attesa delle prime mosse del governo sull’economia. Tra pochi giorni dovrebbe arrivare anche il giudizio di Standard and Poor’s, forse la più severa con l’Italia tra le agenzie di rating. Gli analisti di Moody’s hanno chiuso il rapporto qualche giorno fa e non è chiaro se abbiano tenuto conto dell’aggiornamento del Def, con le nuove variabili macroeconomiche tendenziali e programmatiche, che includono l’impatto delle misure che saranno varate la prossima settimana con la legge di Stabilità. L’ultima decisione di Moody’s sull’Italia è stata la conferma del rating, cioè del voto, pari a BAA2, piuttosto scadente (la Germania ad esempio ha una tripla A), con un miglioramento delle prospettive, da negative a stabili, e risale esattamente ai giorni del passaggio di consegne a Palazzo Chigi tra Enrico Letta e Matteo Renzi. Allora Moody’s affermò che il semplice cambio di governo non avrebbe modificato le sorti della politica economica italiana, ma in realtà il cambio di passo è stato molto deciso, anche se fin qui povero di risulta- ROMA ti concreti. I fondamentali dell’economia da allora a oggi sono tuttavia peggiorati e il governo ha deciso di cambiare il tono della politica economica, che da restrittiva come è stata finora, diventerà espansiva con il prossimo bilancio. La legge di Stabilità sarà varata dal Consiglio dei ministri il 15 ottobre, e secondo il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, avrà un valore complessivo di 20 miliardi, 10 La conferma L’ultima decisione sull’Italia è stata la conferma del giudizio BAA2 verranno dall’aumento del deficit tendenziale, altri 10, sempre secondo Baretta, dalla spending review, con una correzione minima del deficit pubblico (circa 1,5 miliardi). Il resto sarà destinato al finanziamento delle misure di rilancio dell’economia, dalla conferma del bonus di 80 euro, agli sgravi Irap, ai fondi per la ricerca, la scuola, i Comuni. Si lavora anche sullo spostamento del Tfr in busta paga, ma le modalità concrete, che il governo ha chiesto anche alle banche di studiare, ancora non ci sono. Mario Sensini © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 3 # ● Sorpresa medie imprese A nche l’industria ha il suo spread. Come nel confronto tra titoli di Stato, la partita è tra Italia e Germania. Il vincitore, manco a dirlo, è sempre lo stesso, con le sue Siemens, Basf, Volkswagen e via dicendo. Eppure c’è un «ma». Nelle stime di Nomisma la produttività della manifattura italiana è sotto del 20% rispetto a quella tedesca. Tuttavia — continua l’analisi — senza contare le imprese più piccole il divario scende intorno al 10%. E se si guarda solo alle medie aziende (50249 addetti) o a quelle «20-49», lo spread si capovolge addirittura: la produttività italiana è più alta della tedesca. Fino al 25-30% in più. © RIPRODUZIONE RISERVATA di Giovanni Stringa Italia-Germania, lo spread dell’industria La produttività delle imprese manifatturiere italiane rispetto a quelle tedesche (Germania=100). Per il totale dell’industria, per le imprese dai 10 lavoratori in su e per le sole medie aziende Totale delle imprese Dai 10 lavoratori in su ● La curiosità Boldrini, l’equità e la preferenza per Piketty di Francesca Basso Tra i 50 e i 249 addetti 130 125 120 115 110 105 100 95 90 E 85 80 75 70 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Eurostat La storia di Giuliana Ferraino «In Germania abbiamo un proverbio: tra ciechi, chi ha un occhio solo è re», sostiene Michael Mertin per descrivere come vede oggi il suo Paese. In un’eurozona ferma e incapace di fare riforme strutturali necessarie per attirare investimenti, Berlino primeggia, ma non sta poi tanto meglio degli alleati europei, agli occhi dei suoi manager e imprenditori. Come Mertin, 48 anni, laurea in Fisica e PhD in tecnologie laser all’Istituto Fraunhofer, presidente e ceo di Jenoptik, il gruppo multinazionale di ottica ed elettronica originato da una scissione della Carl Zeiss e quotato in Borsa a Francoforte. Sede a Jena, e fabbriche in Svizzera, Francia, Spagna, Stati Uniti e Cina, oltre che in Germania, Jenoptik impiega 4.300 dipendenti e fattura 600 milioni, due terzi all’estero. Gli ultimi dati sullo stato di salute dell’economia tedesca danno ragione a Mertin. L’export tedesco è crollato del 5,8% ad agosto su luglio, il dato peggiore dal gennaio 2009, al picco della crisi finanziaria, e l’import è sceso dell’1,3%. E consola poco che il surplus tedesco da 23,5 miliardi sia sceso 2011 Corriere della Sera «La Germania frena? Viviamo di export Economia ferma, soffriamo anche noi» fino a 14,1 miliardi, riducendo uno squilibrio che aveva messo Berlino nel mirino della Commissione Ue. La flessione dell’export, finora motore della crescita, è l’ennesimo indicatore negativo sulla frenata della locomotiva tedesca, dopo la caduta degli ordini all’industria (-5,7%) e della produzione (-4%) sempre ad agosto. E, dopo la contrazione dello 0,2% del Pil nel secondo trimestre, in molti temono che Berlino possa finire in recessione tecnica. «Il calo delle esportazioni? Sono state condizionate prima di tutto un fattore statistico: le vacanze estive quest’anno si sono concentrate ad agosto invece che essere spalmate su due mesi. Inoltre — spiega Mertin — ha influito la crisi ucraina e l’embargo contro la Russia, che ha bloccato le vendite di beni tedeschi verso Mosca e i suoi satelliti non solo nel settore automotive, ma in molte altre industrie. Ha poi giocato un ruolo la debolezza delle economie emergenti, che hanno diminuito gli investimenti in macchinari tedeschi in seguito a una riduzione dei prezzi nelle materie prime, come il carbone». Però esistono altre ragioni, con Il manager Michael Mertin, 48 anni, è laureato in Fisica e ha ottenuto un PhD in tecnologia laser all’Istituto Fraunhofer. Dal 2007 è ceo e presidente di Jenoptik, azienda tedesca quotata a Francoforte origine nella politica tedesca. «La frenata delle imprese tedesche è legata anche alle nuove leggi sociali varate dal governo di Berlino, come il salario minimo e il taglio dell’età pensionabile, scesa da 65 a 63 anni, mentre in un Paese che invecchia come il nostro si dovrebbe alzare a 70 anni. Tutto questo rende più cupe le prospettive economiche e spinge le aziende tedesche ad assumere meno», valuta Mertin. E cita un dato: «Il debito pubblico netto tedesco è l’80% del Pil, ma se si considera quello totale, includendo le pensioni, gli stipendi dei dipendenti pubblici e altre passività future del governo, ecco che sale al 285 % del Pil». Del peggioramento prendono atto i 4 maggiori istituti di economia in Germania, Ifo, Diw, Rwi e Iwh, che nel loro rapporto autunnale pubblicato ieri hanno corretto al ribasso le previsioni di crescita: il Pil tedesco quest’anno dovrebbe aumentare dell’1,3% e nel 2015 dell’1,2%, contro le più robuste stime di aprile, rispettivamente di +1,9% e + 2%. Meno di quanto prevede il Fmi (1,4% quest’anno). Mertin però è ancora più pessimista: «La crescita resterà sotto l’1% nel 2014», dice. È davvero «la fine del miracolo tedesco?», come titolava il sito online della Süddeutsche Zeitung e la Germania corre «il rischio di recessione», come azzardava la Faz? Di sicuro i dati negativi hanno suonato un campanello d’allarme per Angela Merkel, che ha parlato di «congiuntura un po’ offuscata» e ha promesso «grande decisione» per aumentare gli investimenti privati con la sburocratizzazione, il settore digitale e l’ammodernamento delle infrastrutture energetiche. «La più alta priorità sono gli investimenti», le ha fatto eco da Washington il ministro Wolfgang Schäuble. Ma «senza nuovi debiti». Tedeschi inflessibili e ostinati? Mertin condivide: «Gli investimenti pubblici non servono. E la politica monetaria della Bce ha senso. In Germania le imprese possono finanziarsi con tassi inferiori al 2%, non lo fanno. In Europa c’è tantissima liquidità, ma senza vere riforme strutturali non ci sono le condizioni per investire». E una nuova fabbrica Mertin l’aprirebbe «negli Usa o in Cina». @16febbraio © RIPRODUZIONE RISERVATA P ERCHÉ ACCONTENTARSI DI ESSERE PRECISI QUANDO SI PUÒ ESSERE I PIÙ PRECISI? MASTER TOURBILLON DUALTIME. Calibro Jaeger-LeCoultre 978B con data a scatto brevettata. Vincitore del primo Concorso Internazionale di Cronometria del ventunesimo secolo, tenutosi sotto la supervisione dell’Osservatorio di Ginevra, il Calibro Jaeger-LeCoultre 978 vanta una precisione impareggiabile in una nuova cassa in oro rosa dal diametro di 41,5 mm. Il suo regolatore a tourbillon composto da 71 elementi presenta una gabbia ultraleggera in titanio grado 5 e un largo bilanciere a inerzia variabile che batte al ritmo di 28.800 alternanze all’ora. TI MERITI UN VERO OROLOGIO. Boutique: Milano Roma Venezia Per informazioni: +39 02 36042 833 - www.jaeger-lecoultre.com 1,3 per cento la crescita del Pil tedesco nel 2014. Stima di aprile: +1,9% 5,8 per cento il calo dell’export tedesco ad agosto, il minimo dal 2009 ra luglio e la presidente della Camera, Laura Boldrini, sottolineava che «l’1% della popolazione mondiale possiede ben la metà delle risorse disponibili, mentre la metà più povera ha accesso ad appena l’1% della ricchezza». Citava, anche se non espressamente, il tema delle diseguaglianze connaturate al capitalismo, che sono il cuore del saggio dell’economista francese Thomas Piketty (foto sopra), esposte nel suo libro «Il Capitale del XXI secolo» (Bompiani). Nei mesi scorsi l’opera ha ottenuto un grande successo internazionale e ha diviso gli economisti. Il Financial Times lo ha criticato duramente e ha contestato i dati citati nel saggio. Ieri l’incontro alla Camera di Boldrini con l’ex consigliere economico di Ségolène Royal, alla presentazione del libro. Boldrini ha riconfermato la sua stima: «Ci tengo a sottolineare la ferma convinzione del professor Piketty, che personalmente condivido, sulla capacità della politica di cambiare l’andamento delle cose, di incidere sulla realtà, di modificare le dinamiche economiche e sociali per correggere disfunzioni e criticità. La corposa documentazione e i riscontri con i quali il professor Piketty ha sostenuto le sue tesi, rendono chiaro che, negli ultimi decenni l’analisi economica e gli orientamenti delle istituzioni sono stati segnati dall’obiettivo di ampliare gli spazi di mercato e di ridimensionare l’incidenza della politica». © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 5 # Primo piano Il premier Renzi va avanti sulla riforma e non esclude la fiducia alla Camera «Ci sarà un maggior coinvolgimento dell’Italia nella lotta all’Isis, saremo duri» ❞ A me non interessa se i magistrati ce l’hanno con me: non ce l’ho con loro. Ma ridurre le ferie non è un attentato alla democrazia I sacrifici li devono fare tutti, i politici, i sindacalisti Ma non può andar bene tutto quello che fanno i sindacati e non ciò che fanno i politici Siamo fermi da 30 anni, purtroppo non abbiamo la capacità di Fonzie di cambiare le cose con lo schiocco delle dita Di prima mattina arriva alla segreteria del Pd è dà la prima analisi del voto notturno e contestato sul Jobs act, due notti fa: «Sono contento anche del risultato numerico, 165 a 111 è molto forte. Poi le immagini dei fascicoli che volano fanno pensare agli italiani che senso ha. Rimane l’amarezza, immagini tristi. Gli italiani sono stanchi delle sceneggiate di alcuni, ma ieri è stato fatto un grandissimo passo in avanti. Loro continuano a fare sceneggiate, noi andiamo avanti». «Loro» forse sono anche una fetta del suo partito, quella minoranza che ha minacciato spaccature e poi ha votato, ma soprattutto i grillini. È un altro pezzo di analisi e Matteo Renzi la fa a porte chiuse: «La cosa da notare, e di cui essere contenti, è che si sono divisi, vedrete che alla fine in tanti verranno con noi, cominciano ad avere problemi, si stancheranno anche i loro elettori...». Poi una giornata intera chiuso a Palazzo Chigi, dove alle guardie del portone sembra sia arrivata una curiosa consegna del silenzio, ai cronisti che passano, d’ora in poi, meglio non comunicare più chi entra e chi esce. Ovvero, soprattutto, ROMA chi si è recato in visita dal presidente del Consiglio. Si diffonde anche la voce di un incontro con l’ad della Rai, smentita immediatamente. Poco dopo le nove Renzi si accomoda negli studi di Virus, su Rai 2, conferma che potreb- be mettere la fiducia sul Jobs act «anche alla Camera», si discute dell’arte di governare, con apparati che remano contro, il premier riassume così: «Non mi frega niente del consenso intorno a me, ma sul fatto di restituire un minimo di dignità all’Italia io sento che la stragrande parte degli italiani approva». Si discute delle riforme in corso, compresa la giustizia. I magistrati ce l’hanno con lui? «A me non interessa se i magistrati ce l’hanno con me: io Su «Fortune» non ce l’ho con loro. Se però mi dice che ridurre le ferie è un attentato alla democrazia si faccia vedere da uno bravo. I sacrifici li devono fare tutti, i politici, i sindacalisti, tutti». Maurizio Landini, Fiom, «vuole occupare le fabbriche, io le voglio tenere aperte, domani inauguro una fabbrica, io me le faccio a una a una, vado a parlare con i lavoratori». È ora di «smetterla di fare un ritratto caricaturale dell’Italia e cambiare le cose, siamo fermi da 30 anni, purtroppo non abbiamo la capacità di Fonzie, cam- Gli sgravi Il premier in tv: nella legge di Stabilità sgravi per i contratti a tempo indeterminato Con Zuckerberg tra gli under 40 più influenti biare le cose con lo schiocco delle dita». Settore smentite: «Non aumenteranno le tasse di successione e l’Iva». Mentre nella legge di Stabilità, che arriverà «il 15 ottobre», ci saranno «sgravi contributivi per i contratti a tempo indeterminato». A fine trasmissione parla anche della lotta all’Isis: «Per ora l’Italia interviene con un supporto logistico, dando armi ai curdi. Un maggior coinvolgimento è questione di settimane, con armi migliori e interventi nelle aree dei Paesi confinanti, saremo molto duri». Marco Galluzzo Matteo Renzi (foto, ieri alla segreteria pd) è al terzo posto nella classifica di Fortune sugli under 40 più influenti al mondo. Il premier è stato definito un «outsider carismatico», che affronta alcuni problemi perché «la sua agenda politica ed economica ha incontrato serie resistenze nel Parlamento». Nella classifica Renzi è alle spalle di Travis Kalanick, ceo di Uber, e di Brian Chesky, fondatore di Airbnb, e davanti a Mark Zuckerberg. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Manager e imprenditori per Matteo. «Non siamo una lobby» Ghetti, promotore dell’appello: macché partito. L’ex ad di Benetton: ho scoperto il premier grazie a mio figlio Sono 108 firme in fondo a una pagina a pagamento comparsa nell’edizione di ieri di questo giornale. In realtà sarebbero 110, «ma due amici, pur contribuendo alla colletta, hanno preferito non pubblicare i loro nomi». Il titolo dice tutto: «Noi sosteniamo Matteo Renzi». È un appello ad appoggiare l’azione del premier e «la sua volontà di non mollare». Una professione di fede in un governo — scrivono, rischiando un eccesso di enfasi — «creato con la decisione e il cipiglio di una volontà giovanile che non cerca sconti né per sé, né per le scelte da affrontare». Si definiscono «semplici italia- ni» e forse pensavano di passare inosservati. Invece nell’arco di poche ore su quelle 108 firme si sono concentrate curiosità e qualche dietrologia. C’è chi li ha ribattezzati «vip fan» scoprendo tra loro manager di livello, notai, consulenti finanziari, immobiliaristi. Ci sono gli ex ad di Benetton e Autogrill. E gente con il doppio cognome, indizio di nobiltà. Abbastanza per scomodare l’immancabile binomio «poteri forti e salotti buoni». Marco Ghetti, milanese, consulente aziendale con esperienze negli Usa e all’Olivetti, è il promotore della pagina: «Qui non ci sono lobby o amici degli Inserzione La pagina comprata dai sostenitori di Matteo Renzi sul Corriere della Sera di ieri. «Desideriamo andare avanti, insieme a chi ci crede», si legge nel testo. In calce 108 firme di professionisti e imprenditori amici, per non parlare poi, come ho sentito qualcuno dire, di un partito in embrione. C’è solo un gruppo di persone che, senza alcun fine personale, se non quello di far sentire la propria voce, ha voluto manifestare pubblicamente il proprio sostegno all’azione del premier». Crociata davvero disinteressata? Perentorio: «Non mi risulta che nessuno della lista sia amico di Renzi…». Gerolamo Caccia Dominioni, ex ad di Benetton, conferma: «Il premier? L’ho scoperto grazie a mio figlio diciottenne e al suo entusiasmo. In un’Italia sempre pronta a criticare, dovrebbero essere più fre- quenti atti di generosità come questo appello». Altri nomi di livello: Alberto de Vecchi, ex direttore di Autogrill; Antonio Perricone, ad di Amber Capital; Alberto Milla, fondatore di Euromobiliare; Clarice Pecori Giraldi, gran regista della casa d’aste Christie’s. «Invece tra le adesioni che ho raccolto io — afferma l’ingegnere Paolo D’Anselmi — ci sono docenti in pensione, dentisti, un segretario comunale: semplici cittadini…». Da non confondere, puntualizza Ghetti, con «cittadini semplici». Francesco Alberti © RIPRODUZIONE RISERVATA Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera 6 Primo piano I democratici ● La Nota di Massimo Franco L’ANOMALIA RENZIANA SVELA I LIMITI DEL PARTITO P uò darsi davvero che si dimettano dal Pd alcuni parlamentari per protesta contro Matteo Renzi e il «suo» Jobs act. In realtà, il provvedimento è di tutto il partito: almeno, di quello che sta prendendo forma sotto la leadership del segretario-premier. Nei giorni scorsi non si è consumato soltanto uno strappo inedito col sindacato di riferimento, la Cgil. La sensazione è che sia stato forgiato un modello di Pd totalmente slegato dalla tradizione passata. Si tratta della conseguenza inevitabile delle dinamiche aperte poco meno di un anno fa dall’elezione di Renzi; e successivamente del suo passaggio a Palazzo Chigi. Il fatto che l’altra notte in Senato i dissidenti alla fine siano stati pochissimi, almeno nel voto di fiducia, conferma l’incapacità di offrire una linea alternativa a quella del presidente del Consiglio. E le voci di scissione e gli annunci di abbandonare il Pd sono facce diverse della presa d’atto che la principale forza della sinistra ha subìto una metamorfosi. In qualche misura la stanno vivendo anche i dirigenti, che sono inclini o costretti a rivedere le vecchie appartenenze interne perché l’identità non può riflettere più le coordinate tradizionali. È significativa la diatriba seguita alla scoperta che il tesseramento è crollato. Rivendicando un modello che preferisce più voti a più tessere, Renzi manda in soffitta il Pd organizzato e militante caro ai predecessori. E indica un’organizzazione chiamata soprattutto a rastrellare consensi. Si delinea una forma di partito plasmata sul leader e sul suo potere verticale: anche per questa ragione insofferente nei confronti delle critiche e delle dissociazioni più o meno aperte. Quando i fedelissimi di Renzi lasciano balenare misure disciplinari contro chi non ha votato la fiducia in Senato, dicono esattamente questo. Disegnano una strategia fatta di fedeltà e di insofferenza verso i distinguo, le mediazioni, il dissenso, bollati come perdita di tempo e potenziale tradimento. È un approccio che gran parte del Pd sembra avere interiorizzato. Lo confermano le timidezze ed i silenzi che si avvertono tra gli esponenti storici, quando si chiede loro se parteciperanno o no allo sciopero della Cgil di fine ottobre contro il governo. Il vicesegretario Lorenzo Guerini si è sentito rispondere dall’ex viceministro Stefano Fassina che non si può piegare il dissenso in modo autoritario. Fassina gli ha ricordato che quando c’era da eleggere il capo dello Stato, un anno e mezzo fa, «lui e tanti altri che ora intendono dare lezioni votarono in modo diverso dall’indicazione del gruppi parlamentari». Riferimento interessante: sembra quasi un avvertimento cifrato in vista della successione a Giorgio Napolitano, possibile da qui a pochi mesi. Non si può escludere che la minoranza del Pd ottenga qualche concessione quando il Jobs act passerà alla Camera. L’ex segretario Pier Luigi Bersani lo chiede esplicitamente, e altri mostrano quasi di pretenderlo. Ma è difficile non vedere che la battaglia appare di retroguardia, perché in realtà, almeno finora, Renzi è riuscito a imporre la sua agenda e a dividere gli avversari interni. Si parla di un Pd «in sofferenza». E quanti sono indiziati di coltivare progetti di scissione si limitano a negarli per aggiungere subito che comunque, se non loro, qualcun altro romperà col premier. Ma non si capisce bene per fare che cosa. Quando uno degli oppositori, Gianni Cuperlo, spiega che quella renziana è stata «una sorta di scalata dall’esterno», rivela candidamente la verità di un partito espugnato grazie alle primarie; e frastornato da quanto è accaduto. La scalata «è del tutto legittima, intendiamoci, però è qualcosa di incredibilmente nuovo, originale e anche anomalo», conclude Cuperlo. Senza rendersi conto che la vera anomalia non è tanto Renzi quanto un Pd «scalabile»: un guscio di fatto vuoto, che chiunque dotato di spregiudicatezza e coraggio poteva occupare e riempire con valori estranei a quelli, ormai percepiti come desueti, della vecchia sinistra. © RIPRODUZIONE RISERVATA Le accuse del segretario sui dissidenti Renzi: rispetto per la scelta di Tocci e per i bersaniani, ma da altri atteggiamenti inammissibili L’ex leader: nessuno si aspetti da me la coltellata. In tanti chiedono sanzioni. Guerini: non li cacceremo La vicenda ● Il Jobs act passa in commissione lavoro al Senato il 18 settembre: gli 8 senatori pd votano tutti a favore. Ma il partito è diviso: la minoranza è contraria all’abolizione dell’articolo 18 ● La relazione di Renzi sul Jobs act è votata ad ampia maggioranza dalla direzione pd del 29 settembre: 130 sì, 20 no, 11 astenuti. La minoranza si divide sulla linea da tenere ● Renzi pone la fiducia sul Jobs act, mercoledì in Aula. Dalla minoranza solo un documento critico, ma senza strappi: arriva il sì e il testo passa. I ribelli rinviano la battaglia alla Camera. Tocci vota sì, ma annuncia le dimissioni. Mineo, Casson e Ricchiuti non votano ROMA Sanzione, espulsione o perdono? Il destino dei tre dissidenti è un tassello prezioso per costruire il profilo del «nuovo» Pd, dove la maggioranza prende tutto e la minoranza non esiste (quasi) più. I renziani duri spingono per cacciare dal partito Ricchiuti, Casson e Mineo, che per Giachetti è un «individualista anarchico». Ma la linea drastica non convince Palazzo Chigi, dove sanno bene che la parola espulsione fa rima con epurazione. E dove non è sfuggito il monito di Civati sulla contraddi- Sinistra in difficoltà La sinistra esce dal voto lacerata. E Civati continua ad agitare lo spettro della scissione zione fra il «partito degli elettori» e una «disciplina da Soviet». In segreteria Renzi ha avuto parole molto aspre e rivelato il suo fastidio per il comportamento «inammissibile» di Civati e compagni. Il leader rispetta la battaglia alla luce del sole di Tocci e dei bersaniani ma trova inaccettabile le scelte di altri. Il vice Lorenzo Guerini demanda la decisione al gruppo presieduto da Luigi Zanda e poi alla direzione, come a dire che il premier cerca un chiarimento, più che un processo. «Noi non cacciamo nessuno» assicura Guerini, ma ribadisce come non votare la fiducia al proprio leader «mette in discussione i vincoli di relazione con il partito». I renziani hanno voglia di resa dei conti. E che abbia vinto il leader lo ammette persino Mineo: «Renzi ha costretto i suoi oppositori a capitolare». Walter Tocci ha votato la fiducia, dimettendosi «per coerenza» da senatore. Renzi ha apprezzato. Ha detto che lo stima molto e farà di tutto perché continui a mettere «intelligenza, competenza e passione» al servizio del Pd e del Paese: «Tocci ha espresso le sue posizioni, ma poi ha accettato la linea. Le dimissioni sarebbero un errore, proverò a convincerlo». Parole che hanno fatto molto piacere a Tocci, il quale potrebbe tornare sul suo scranno: «Le dimissioni non sono un gioco, ma rifletterò». Le lodi di Renzi spaccano il fronte dei dissidenti: il confine tra vincitori e vinti è la lealtà alla ditta. La sinistra è lacerata e scossa. Civati continua ad agitare lo spettro della scissione: «Io no, ma magari la farà qualcun altro». Fassina non esclude «altri casi Tocci» e forse parla per sé. Bersani chiede «spazio per delle modifiche», ma Renzi non vuole toccare l’impianto del Jobs act, concedendo solo «piccoli I senatori ribelli Corradino Mineo 64 anni, ex direttore di Rainews24. Dissidente, sostituito dalla commissione Affari costituzionali Felice Casson 61 anni, in Senato dal 2006. Nel 2005 ha corso alle Comunali a Venezia, sconfitto da Cacciari Lucrezia Ricchiuti 58 anni, alla prima legislatura, civatiana. È stata vicesindaco di Desio (Monza e Brianza) © RIPRODUZIONE RISERVATA Il consiglio di Bankitalia lavorerà sulla questione E 15 senatori dem «puntano»Visco: lo stipendio da 495 mila euro va ridotto «Non si muoveva nulla e ho deciso di sparare il botto. Sapesse quanti colleghi mi stanno chiamando adesso, vogliono tutti aggiungere la loro firma». Il senatore del Pd Francesco Scalia, fede renziana dopo una lunga carriera negli enti locali del Lazio, ha presentato un’interrogazione sugli stipendi della Banca d’Italia. Il documento, sottoscritto da 15 senatori pd e due di Ncd, ri- ROMA corda che il governatore Ignazio Visco guadagna 495 mila euro lordi l’anno, 100 mila in più del numero uno della Banca centrale europea, 50 mila più del presidente dell’americana Federal reserve. E che gli stipendi di tutto l’istituto pesano per 747 milioni di euro l’anno. Qual è il problema? Da qualche mese per gli stipendi della pubblica amministrazione c’è un tetto: non più di 240 aggiustamenti». In segreteria Renzi ha cominciato a ragionare della natura del Pd, confermando come la scelta del «partito degli italiani» sia ormai tracciata. Guerini lo chiama «moderno bipolarismo post ideologico» e la sua costruzione passerà attraverso la modifica dello Statuto. E le tessere? Sono in calo, è vero, ma dalle 239.322 registrate al 30 settembre Guerini punta a quota 350 mila. Ma adesso, a sinistra, il tema è andare o no in piazza con la Cgil. I più radicali come Fassina e D’Attorre ci saranno, mentre Bersani si mostra dubbioso. Un siparietto lo rivela. Nel pomeriggio l’ex segretario incontra a Montecitorio la Camusso, che le chiede se andrà alla manifestazione il 25 ottobre. E lui: «Ti farò ciao ciao...». Che vuol dire, che la guarderà in tv? Bersani ride e smentisce, però tralascia di dire che sarà in piazza. E la Camusso: «Se vieni ci salutiamo, ma se non vieni non ci sentiremo soli». Scherzavano, certo. Ma lo scambio di battute conferma la tensione, le divisioni interne alla minoranza e lo stato d’animo di Bersani. A sera in tv, quando Santoro gli chiede di Renzi, l’ex segretario allarga le braccia: «Non si aspetti da me la coltellata, preferisco prenderla». Monica Guerzoni mila euro lordi l’anno, come la busta paga del capo dello Stato. In punta di diritto la regola non vale per la Banca d’Italia e il Parlamento, organi autonomi, anche sugli stipendi. Ma pochi giorni fa sia Camera che Senato, con molte resistenze interne, hanno approvato «spontaneamente» un piano per il taglio degli stipendi. Non solo. Investita del caso dallo stesso istituto di via Nazionale, la Governatore Ignazio Visco, 64 anni, guida la Banca d’Italia dal 2011 Bce ha fatto sapere che nel caso specifico il tetto di 240 mila euro non richiede una «rigida osservanza» ma ha il valore di «norma di indirizzo». Qualcosa conta, insomma. Così, il senatore Scalia e gli altri firmatari dell’interrogazione hanno deciso di chiedere al ministro dell’Economia se può verificare lo «stato di attuazione della norma di indirizzo». Chiedono a Pier Carlo Padoan, perché le interrogazioni parlamentari possono essere rivolte solo al governo. Ma parlano a suocera perché nuora intenda. E in effetti qualcosa si sta muovendo. Dalla Banca d’Italia fanno sapere che la questione delle retribuzioni è all’attenzione del consiglio superiore, organi- smo interno che vigila sulla gestione. Non c’è una seduta già fissata sull’argomento. Ma una decisione dovrebbe arrivare presto e comportare un taglio non solo per i vertici: governatore, direttore generale e vice, tutti abbondantemente sopra il tetto dei 240 mila euro. Ma avere effetti a cascata anche sui livelli dirigenziali più bassi, come appena fatto da Camera e Senato. La palla è in mano ai tredici componenti del consiglio superiore. Uno squadrone, almeno dal punto di vista giuridico. Tra loro c’è anche l’ex presidente della Consulta Cesare Mirabelli. Lorenzo Salvia lorenzosalvia © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 7 Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera 8 Primo piano Gli scenari Da Orlando allo stile di Poletti Quei dubbi sulla squadra dei ministri ● Il caso Le critiche del Csm alla riforma Legnini media e poi vota a favore ROMA Alla fine di un paziente lavoro di limatura del testo, anche il vice presidente Giovanni Legnini ha votato il parere critico che il Consiglio superiore della magistratura ha confezionato sul decreto legge n°132 (giustizia civile e ferie dei magistrati) varato il 12 settembre, quando l’attuale numero due di Palazzo dei Marescialli era ancora un membro del governo. Il testo del relatore, il giudice il Piergiorgio Morosini, ha ottenuto 20 voti in plenum mentre il laico Antonio Leone (Ncd) e il procuratore generale della Cassazione, Giancarlo Ciani, si sono astenuti. Il Csm ha votato quasi all’unanimità il parere sul decreto (accelerazione del processo civile grazie ai riti alternativi, riduzione di un terzo della sospensione dei termini feriali e delle ferie dei magistrati) ma intorno al plenum si è già materializzato un braccio di ferro tra il vicepresidente e i togati. Legnini, davanti alla fuga in avanti della VI commissione presieduta da Morosini (documento di oltre 90 pagine votate all’unanimità), ha prima convocato un pre-plenum serale per smussare gli angoli e per far moderare i toni e poi ha precisato: il parere «non supera i limiti delle prerogative spettanti al Consiglio nello spirito di leale collaborazione con governo e Parlamento». Legnini si è preoccupato molto quando ha sentito filtrare dalla commissione apprezzamenti sulla scelta del governo di ricorrere al decreto. E così ha puntualizzato: «Non si è inteso formulare alcuna censura sui presupposti di costituzionalità del decreto, perché trattasi di valutazione spettante ad altri poteri dello Stato». Chiarito che non c’è alcuna invasione di campo, il vice presidente ha preso atto che il «parere contiene sia un’espressione di condivisione di molte norme in esso contenute sia puntuali critiche di merito su altre disposizioni, accompagnate da suggerimenti e proposte...». Diversa, ma compatibile, la lettura data dal giudice Morosini: «L’intervento legislativo su materie così importanti con provvedimenti parziali e necessariamente disorganici non risolve i problemi, anzi crea incertezza negli operatori». Dunque, conclude il parere: «in mancanza di correttivi in sede di conversione» è prevedibile «una paradossale eterogenesi dei fini: rallentamento e paralisi, nei casi più gravi, delle procedure più semplici...». Dino Martirano © RIPRODUZIONE RISERVATA Le tensioni del premier con l’esecutivo. Ma in agenda c’è solo il dopo Mogherini Giustizia ● Andrea Orlando, 45 anni, è ministro della Giustizia del governo Renzi: prima era stato ministro dell’Ambiente nell’esecutivo Letta ROMA Un conto è avere problemi politici nel governo, e Renzi non ne ha. Altra cosa è avere problemi di personale politico nel governo, e Renzi si va rendendo conto di certe «inadeguatezze» nella squadra dei ministri. È consapevole che alcune scelte fatte con il bilancino delle correnti — quando otto mesi fa si insediò a palazzo Chigi — non sono più funzionali al suo disegno. L’idea l’aveva maturata già a ridosso dell’estate, dopo aver lanciato la candidatura in Europa della Mogherini. Ma proprio ora che si approssima la sostituzione di «miss Pesc» alla Farnesina, il rimpasto è stato derubricato a semplice sostitu- zione di chi — in corso d’opera — ha lasciato l’esecutivo per altri incarichi. Per quanto il risultato delle Europee e la sua presa sul Pd abbiano cambiato gli equilibri ereditati da Enrico Letta, la «rifondazione renziana» nell’esecutivo comporterebbe un passaggio alle Camere, una nuova fiducia, con le inevitabili tensioni che si porterebbe appresso. E il premier ora non si può permettere intoppi in Parlamento, mentre transita la carovana delle sue riforme: il Jobs act, la modifica del bicameralismo, la legge elettorale. E viste le attenzioni che la «Troika» riserva ai conti pubbli- ci italiani, l’ipotesi di un trasferimento di Padoan agli Esteri durante l’esame della legge di Stabilità non sembra avere fondamento, perciò è probabile — anche se non scontata — la promozione del vice ministro Pistelli a capo delle feluche. Certo, sono note le tensioni di Renzi con l’Economia e soprattutto con il capo di gabinetto di quel dicastero, Garofoli, che il premier vorrà far «marcare» da un suo fedelissimo, il siciliano Faraone, già membro della segreteria democratica, lasciata proprio per entrare in via XX Settembre al posto di Legnini, appena trasferitosi al Csm. Si sa, Renzi conta amici e ne- Lavoro ● Giuliano Poletti, 62 anni, ex presidente di Lega Coop (assume la carica nel 2013): da febbraio è ministro del Lavoro del governo Renzi mici, e talvolta si fa prendere dai dubbi. Così quando si è dovuto scegliere il commissario dell’Inps, ha scartato l’economista Marè — consigliatogli da Padoan — e ha optato per l’ex ministro Treu, propostogli da Poletti. In realtà, anche con il titolare del Lavoro ci sono state incomprensioni. Poletti è considerato dal premier un buon tecnico ma il suo stile rotondo da emiliano non si concilia con la velocità del fiorentino. Sul Jobs act immaginava di arrivare a un compromesso nel Pd: «Costruiremo il consenso con un po’ di riunioni». Ma in quelle riunioni spesso il ministro restava prigioniero, ci entrava sostenendo che «l’articolo 18 è una pena comminata agli imprenditori», ci usciva dicendo che: «Mo sai che c’è. Si tengono la pena». A Renzi non è piaciuto quell’approccio e nemmeno il modo in cui Poletti ha affrontato l’altro ieri l’Aula del Senato per la fiducia. Ma da qui a sostituirlo ce ne corre. D’altronde, il rapporto del premier con (quasi) tutti i suoi ministri è segnato da tensioni. Alcune tutelate dalla riservatezza (della Pinotti — per esempio — non ha gradito certe esternazioni da «madre della Patria»). Alcune filtrate all’esterno (il clamoroso strappo con Delrio). Altre infine rese pubbliche, come con l’Orlando «doroteo». Ma il Guardasigilli non è in partenza. Dopo aver incontrato mercoledì scorso il vice segretario del Pd Guerini, per mettersi «a disposizione del partito», il titolare della Giustizia ha chiuso il discorso su una sua possibile candidatura alle Regionali: «Ho avviato le riforme nel campo della magistratura, e quando inizio un lavoro mi piace finirlo». Invece di vedersela con gli elettori della Liguria o della Campania, Orlando continuerà a vedersela con le toghe. Insomma, in questa fase per Renzi non è funzionale cambiare gli equilibri. Così, terrà al suo posto Martina, la Giannini e persino la Lanzetta. E con la delegazione di Ncd il rapporto resta saldo, sebbene in estate avesse sperato che Lupi optasse per l’Europarlamento. Ma Alfano è alleato indispensabile per tenere a distanza l’altro alleato: Berlusconi. Francesco Verderami © RIPRODUZIONE RISERVATA Il sindaco di Barletta E Cascella si candida alla guida della sua provincia Pasquale Cascella si candida a presidente della Provincia Barletta Andria Trani. Il sindaco di Barletta, ex consigliere del Colle, ha spiegato: «La storia della Provincia di Barletta Andria Trani non può ridursi a un fatto burocratico e non può essere immiserita da logiche interne a uno schieramento politico». L’altro candidato alla carica è il sindaco di centrodestra di Bisceglie, Francesco Carlo Spina Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 9 Primo piano Il centrodestra Il benefit Per gli ex presidenti della Camera 1 2 3 4 5 Meno soldi e spazi I traslochi forzati dei colonnelli azzurri Così il partito di Berlusconi risparmia 20 mila euro Il primo avviso, bonario, arriva così. Il telefono squilla e dall’altro capo c’è quella cadenza toscana nota in tutto il partito. «Oh, sono Denis. Senti, come sai abbiamo un problema di riduzione degli spazi e stiamo riorganizzando le stanze al partito. Per cui, mio caro, se non ti chiedo troppo…». Nonostante sia il depositario del patto del Nazareno, su Denis Verdini grava anche l’ingrato compito di comunicare ad alcuni dei titolari delle stanze del quartier generale nazionale di Forza Italia che gli spazi si sono ristretti. L’hanno ribattezzata, scherzandoci sopra, la rooming review. La revisione delle stanze. Le casse del partito sono vuote e la tesoriera Maria Rosaria Rossi, su mandato dell’ex Cavaliere, ha disdetto l’affitto del terzo piano del palazzo di piazza San Lorenzo in Lucina. Benefici? Si risparmiano 20 mila euro di affitto al mese. Costi? I 40 dipendenti dell’amministrazione, che lavoravano al terzo piano, devono trasferirsi al piano nobile. Morale della favola? Tutti i dirigenti di Forza Italia che oc- ROMA Palazzo Theodoli Bianchelli Sede di alcuni uffici della Camera, ospita: lo studio di Fini (3), della segretaria (4), dello staff (5). Bertinotti ha lasciato l’ufficio suo (1) e dello staff (2) Bertinotti «sfrattato» dal Palazzo. Per colpa di Fini di Renato Benedetto Complice dello «sfratto» è stato il suo vicino. Fausto Bertinotti il 30 settembre ha fatto gli scatoloni e ha lasciato l’ufficio, che gli spettava da ex presidente della Camera, accanto a Montecitorio, nel palazzo Theodoli Bianchelli. Era un diritto a vita che il Parlamento mettesse a disposizione, per le ex terze cariche dello Stato, ufficio e staff. Poi è stato Gianfranco Fini, nel 2012, da presidente, a porre un limite a questo beneficio: casa e staff per 10 anni, ridotti a 5 nell’era Boldrini. Ora che Bertinotti è andato via, con una proroga di un anno sui termini, è proprio Fini, con gli uffici al piano di sotto, l’unico ex presidente ancora inquilino a Palazzo (fino al 2018). Con la storica segretaria Rita Marino e due dello staff. Mentre le quattro persone, pagate dalla Camera, della squadra di Bertinotti hanno lasciato e hanno chiesto di essere inserite nell’elenco degli ex lavoratori della Camera, da cui si può pescare © RIPRODUZIONE RISERVATA per le assunzioni. cupavano il piano nobile e che hanno uffici altrove — presidenti di commissione, deputati e senatori — sono pregati di sgomberare la propria stanza alla sede nazionale del partito. Tra quelli che hanno ricevuto l’avviso c’è anche chi aveva già provveduto da sé. Tipo Laura Ravetto che, come presidente della commissione di con- Sacrifici Ravetto e Bondi hanno lasciato l’ufficio. Fiori è passato da 4 locali a uno, Capezzone rischia trollo su Schengen, può usare un dignitoso ufficio della Camera. «Denis, io la stanza l’ho già lasciata. Ho tolto la mia roba già da tempo…». Altri come Marcello Fiori, che non essendo parlamentari non hanno i privilegi logistici degli eletti, l’hanno comunque presa di buon grado. Il numero uno dei club aveva quattro stanze. Adesso ne ha una sola. «E la di- La vicenda ● Berlusconi inaugura la nuova sede di San Lorenzo in Lucina il 19 settembre 2013: il ritorno al simbolo di Forza Italia è in corso, ma il partito è ancora Pdl, prima della scissione di novembre ● Il partito vara un piano di revisione delle spese. La sede costa troppo: viene disdetto l’affitto del terzo piano vido con otto collaboratori», dice. «Mica è un sacrificio. Per me è un privilegio. Chissenefrega della stanza singola...». La rooming review del tandem Rossi-Verdini sta già mostrando i suoi frutti. Sandro Bondi ha fatto gli scatoloni e ha portato le sue cose al Senato. Deborah Bergamini e Giovanni Toti si sono ridotti la metratura a disposizione. Ma ci sarebbe chi, rispetto all’ordine di scuderia, continua a resistere. Delle resistenze di Daniela Santanché, smentite dalla diretta interessata («Falsità»), ha dato conto il sito del settimanale Oggi. Da Forza Italia, smentite o non smentite, fanno semplicemente notare che la Santanché continua ad avere una stanza a San Lorenzo in Lucina pur non avendo sostanzialmente «il ruolo», visto che le deleghe sulla ricerca di fondi sono state trasferite alla Rossi. Le stesse fonti danno per imminente anche «l’avviso di sfratto» (virgolette d’obbligo) nei confronti di Daniele Capezzone, il portavoce eterodosso (sta con l’area Fitto) invitato a lasciare la stanza al partito perché «può usare quella di presidente della commissione Finanze di Montecitorio». E dire che Berlusconi, quel terzo piano aggiuntivo, l’aveva affittato proprio per mettere fine alla «guerra delle stanze» che s’era scatenata dopo il trasferimento da via dell’Umiltà alla nuova sede. Peccato che il buco nelle finanze del partito si sia dimostrato più forte della voce del capo. Tommaso Labate © RIPRODUZIONE RISERVATA Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera 10 V I A D E LL A S PI G A 1 9, M I L A N O 02 3 65 3 3 1 0 6 Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 11 Primo piano I partiti L’inchiesta di Emanuele Buzzi e Alessandro Trocino Paola Taverna La mappa dei consensi Le preferenze alle Politiche 2013 e alle Europee 2014 14,61 12,36 20,00 15,74 Trentino Alto Adige 18,50 19,59 Valle d’Aosta Lombardia Friuli Venezia Giulia 2013 2014 27,22 18,87 Veneto 26,54 19,86 Piemonte L’evento ● Si apre oggi a Roma alle 19 al Circo Massimo la kermesse Italia 5 Stelle: una tre giorni di dibattiti e concerti organizzata dal Movimento. L’area della manifestazione vedrà disseminati tanti piccoli gazebo che andranno a formare prospetticamente la sagoma dell’Italia ● Oggi a parlare sarà il leader del Movimento, Beppe Grillo: dopo il suo intervento la parola passerà alla musica. Lo stesso Grillo sarà impegnato in un duetto con Edoardo Bennato (foto) ● Domani invece si alterneranno sul palco i parlamentari e alcuni amministratori locali pentastellati. Ognuno si dedicherà a un intervento a tema e avrà a disposizione quindici minuti di tempo. Grande assente tra i relatori il sindaco di Parma Federico Pizzarotti. Domenica chiuderanno la kermesse Luigi Di Maio e, infine, lo stesso Grillo ● Per la manifestazione Grillo ha ricevuto 261 mila euro di donazioni Emilia Romagna D a mercoledì Beppe Grillo è a Roma, all’hotel Forum. Alterna un gelato e la caccia a denaro contante («ma dove mettete i bancomat a Roma?») a colloqui politici, per trovare un bandolo a un Movimento che celebra oggi la sua tre giorni al Circo Massimo. I sondaggi continuano a premiare i descamisados a 5 Stelle, ma il Movimento è a un bivio. In Parlamento appare impotente: la rivolta permanente risulta un’arma spuntata e inefficace. Di qui il bivio: scegliere la Piazza come interlocutore privilegiato, esaltando la parte più populista e di pancia; oppure cambiare strategia politica, dialogando con interlocutori esterni. Ma per farlo servono leader forti. Grillo e Casaleggio puntano su Luigi Di Maio, giovane vicepresidente della Camera. Ufficialmente si nega. Ma ieri Grillo lo ha ricevuto per tre ore, in ho- L’analisi D’Alimonte: «Anche se c’è Renzi, le ragioni del voto anti establishment permangono» tel. «Perché avete scelto proprio lui?», gli chiediamo. La risposta è scherzosa ma eloquente: «Per rovinargli la vita». L’evoluzione Se Di Maio rappresenta il (possibile) futuro, il presente è la Piazza. L’asticella da superare è impegnativa. Nel 2010 il Movimento fece segnare 140 mila presenze alla Woodstock a 5 Stelle, lo scorso anno Grillo annunciò dal palco del terzo VDay, a Genova, 200 mila partecipanti. Il termometro politico dei sondaggi assicura che i Cinque Stelle sono in buona salute. Oscillano in una forbice compresa tra il 20 e il 23%: un consolidamento dei risultati ottenuti nell’ultimo biennio, valori ormai difficili da etichettare come una bolla destinata a sgonfiarsi in tempi rapidi. «È un movimento anti establishment: le ragioni del voto ai Cinque Stelle non sono cambiate negli ultimi due anni. Anzi restano immutate, alimentate da una certa diffidenza nei confronti di Matteo Renzi», assicura il politologo Roberto D’Alimonte. Che immagina anche l’orizzonte dei pentastellati nel breve-medio termine: «Finché c’è Grillo come leader e le condizioni economiche rimangono inalterate, una chance i Cinque Stelle l’hanno. Ma ci sono molte variabili: prima tra tutte proprio Renzi e le sue riforme». Anche Antonio Noto vede «il consenso slegato dall’attività parlamentare del M5S: ciò che avviene al Senato o alla Camera conta non più del 20%, l’80% dell’elettorato li vota perché li considera gli unici in grado di cambiare il ceto politico in Italia». Per il direttore di Ipr Marketing è necessario che «il Movimento assuma una forma più organizzata se vuole durare più a lungo». Scettico, invece, Piergiorgio Corbetta, dell’Istituto Cattaneo. «L’ultimo anno mezzo non è stato positivo per loro: la grande pro- 24,64 19,23 Liguria 32,13 24,51 Marche Toscana Umbria 21,00 21,63 27,16 19,47 Abruzzo 32,10 25,95 Lazio 24,01 16,68 11 I Comuni amministrati dai Cinque Stelle: 3 sono capoluoghi di provincia 29,87 29,74 Molise Campania 27,70 25,17 Puglia Basilicata 27,67 27,34 Sardegna Calabria 22,14 22,93 29,68 30,51 Totale Italia 24,26 21,16 25,55 21,16 25,52 24,61 Sicilia 33,61 26,30 24,85 21,50 Corriere della Sera RITORNO IN PIAZZA IL MOVIMENTO L’irrilevanza in Aula e la forza nei sondaggi Radiografia dei 5 Stelle messa o utopia di trasformare la politica da una democrazia rappresentativa a democrazia deliberativa grazie alla Rete è fallita». Non solo. «La protesta ha favorito Renzi, che se ne è impossessato», spiega Corbetta. In ogni caso, i Cinque Stelle sembrano non poter prescindere da Grillo. La leadership Di Maio sarà l’ultimo a parlare dal palco. Un segnale, si dice, dell’investitura a leader. Il faccia a faccia di ieri con Grillo fa capire che tra i due il rapporto è stretto. Eppure è difficile che ci sia una reale investitura, se non simbolica. Anche perché nel Movimento sono in molti a non gradire. A favore di Di Maio c’è il cerchio magico di Grillo e Casaleggio. Ma la pancia del Movimento è meno morbida. I dissi- ❞ denti non lo considerano all’altezza. Ma anche tra parlamentari non schierati i dubbi ci sono. Marta Grande lo dice chiaramente: «Di Maio? Non è riconosciuto come leader carismatico dal nostro gruppo. Prima o poi dovremo affrontare seriamente il problema della leadership». Anche perché, altrimenti, si rischia di perdere la rotta. Come spiega Walter Rizzetto, tra i più critici: «Siamo nel caos. Procediamo in ordine sparso. L’ostruzionismo non ci sta portando a nulla. Dovremmo deciderci a cambiare: a convergere con altri partiti, innanzitutto sui singoli temi, ma non solo». I sindaci Da tempo il sindaco di Parma Federico Pizzarotti è emarginato dal Movimento. Non è un caso la sua esclusione dal palco Perché scegliere il vicepresidente della Camera per il futuro? Per rovinargli la vita Beppe Grillo del Circo Massimo. Del resto lui stesso non perde occasione per segnare la sua autonomia. Al suo posto, sul palco, ci sarà Filippo Nogarin, sindaco di Livorno. Che Di Maio definisce «il sindaco più rappresentativo dei 5 Stelle». Quello dei sindaci è un capitolo incandescente per il M5S. Perché spesso (come è successo alla Lega) ottengono una visibilità e un’autonomia mal tollerata dal centro. Marco Fabbri, sindaco di Comacchio, ha appena disobbedito ai diktat del blog, accettando di entrare in un listone con il Pd per le Provinciali. Fabbri non ha timori e alla Nuova Ferrara spiega: «Beppe non deve mettere il naso nelle questioni locali. Se lo fa, gli ho già detto che sono libero di dirgli vaffanculo». Autonomia rivendicata, con altri toni, da altri sindaci. Come Fabio Fucci, di Pomezia: «Noi sindaci siamo gente pratica, non facciamo polemiche. Pizzarotti è un ottimo sindaco». Alvise Maniero, di Mira, si smarca: «Non ho il chip di Casaleggio nel cervello, nessuno mi ha mai detto cosa fare. Siamo in trincea, pensiamo solo a combattere e a rispondere ai nostri elettori». © RIPRODUZIONE RISERVATA ❞ Walter Rizzetto Siamo nel caos, procediamo in ordine sparso ❞ Fabio Fucci Noi sindaci siamo gente pratica Pizzarotti? È ottimo «Momento durissimo Puntiamo su Di Maio» ROMA «Luigi è bravo, è il leader del futuro». Paola Taverna, sanguigna senatrice del Movimento 5 Stelle, già capogruppo, in una pausa dei lavori del Senato ragiona del futuro del Movimento e sulla tre giorni al Circo Massimo. Come arrivate al raduno? «Questo è uno dei momenti più duri, più difficili per noi. Ho l’impressione che le cose che facciamo in Parlamento non riescano a passare fuori. Che la gente non capisca come lavoriamo in Parlamento. Renzi sta asfaltando tutto, non ci lascia spazi, ci sta mettendo nell’angolo. La gente ci dice che non stiamo cambiando le cose: ma noi siamo opposizione, non abbiamo la possibilità di far passare le leggi ora. Non funziona così il Parlamento». Da più parti si mette in discussione la leadership di Grillo e Casaleggio. E si parla di un’investitura ufficiale di Luigi Di Maio. «Luigi ha 28 anni, è il più bravo vicepresidente della Camera che abbiamo mai avuto. Però lo stanno mettendo in mezzo. Additarlo a leader è un modo per farlo fuori, per isolarlo. I media si innamorano di certe definizioni: il leader, la A Palazzo Madama Paola Taverna, 45 anni, è senatrice pasionaria. Ma noi dobbiamo proteggerlo: alla manifestazione non ci sarà alcuna investitura. Dobbiamo essere orizzontali. Staremo sulla stessa linea, compatti: io, Luigi e Alessandro Di Battista». Ma prima o poi bisognerà sciogliere questo nodo. E Di Maio è una delle figure più stimate del Movimento. «Sì, Luigi è davvero bravo e se lo meriterebbe tutto il ruolo di leader. Anzi io credo che in prospettiva, in futuro, di sicuro avrà un ruolo da leader, da protagonista. Ma in questo momento dobbiamo respingere il giochino dei media. Dobbiamo pensare a dare il massimo e a farci capire dalla gente». Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti non perde occasione per criticarvi. Ha sollevato un problema di leadership ma anche di programmi. «Io non so cosa voglia Pizzarotti, non lo capisco. È un bravo amministratore, ma continua a fare uscite polemiche gratuite. Da parte nostra non c’è alcun accanimento. Certo, c’è stato uno scontro sulla questione dell’inceneritore, ma poi basta. È lui a provocare. E sinceramente non capisco che ruolo voglia interpretare. Per me resta un bravo amministratore e basta». Duro lavoro, quello del sindaco. «Bisogna farlo bene. Prendi Roma: Marino è fuori di testa. Sta facendo robe incredibili. Io vengo da anni ogni giorno da Torre Maura al centro: quest’anno ho dovuto pagare una cifra enorme di Ztl». Al. T. © RIPRODUZIONE RISERVATA Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera 12 Primo piano Processo Stato-mafia «Il Colle non è un’aula di giustizia» Niente boss all’udienza di Napolitano Respinta anche la richiesta di Mancino. Sabina Guzzanti: solidarietà a Riina e Bagarella Riina ● Totò Riina è stato capo di Cosa nostra dal 1982 fino al suo arresto, nel 1993 a Palermo. Era latitante dal 1969 DAL NOSTRO INVIATO PALERMO Il palazzo del Quirinale non è un luogo come un altro, né può essere paragonabile a una normale aula di giustizia. D’altro canto il diritto di difesa non risulta compromesso dall’assenza dell’imputato, rappresentato dai suoi avvocati e in grado di porre questioni sull’atto al quale non ha assistito nel seguito del dibattimento. Sulla base di questi due principi-chiave, la corte d’assise di Palermo ha ribadito il suo no alla partecipazione dei capimafia Riina e Bagarella e dell’ex ministro Nicola Mancino (che ne avevano fatto specifica richiesta) all’udienza del processo sulla co- siddetta trattativa fra lo Stato e Cosa nostra in cui testimonierà il presidente della Repubblica. In pochi minuti il presidente della corte Alfredo Montalto ha letto ieri mattina la lunga e articolata ordinanza che il prossimo 28 ottobre lascerà gli imputati fuori dal portone del Quirinale. Suscitando non poche perplessità nei pubblici ministeri, che avevano espresso opposto parere nel timore che una simile decisione possa inficiare la futura sentenza, e l’immediata eccezione di nullità da parte dell’avvocato Nicoletta Piergentili, difensore di Mancino. Alla quale, presto, si aggiungeranno quelle dei legali di Riina e Bagarella. Tutta- via quest’atto è già una pietra militare nella storia giudiziaria d’Italia, il primo che regola le modalità di una deposizione mai verificatasi in un processo penale che per l’occasione diventa «a porte chiuse» sebbene non segreto. Cinque pagine scritte in punto di diritto, foriere di reazioni politiche che poco o nulla hanno a che vedere con i rifermenti giuridici indicati. Chi ha gridato allo scandalo per il parere favorevole della Procura alla partecipazione degli imputati — basata anch’essa sull’interpretazione dei codici — ora si dichiara soddisfatto per lo «sventato pericolo» di portare i capimafia al cospetto del capo Bagarella ● Leoluca Bagarella, arrestato nel 1995, è stato condannato all’ergastolo anche per la Strage di Capaci dello Stato; a sinistra come a destra. Viceversa chi sosteneva i diritti dei boss senza eccezione alcuna, grida allo scandalo; avendo come obiettivo più Giorgio Napolitano che i giudici di Palermo. Come Sabina Guzzanti che in rete ha commentato: «Solidarietà a Riina e Bagarella privati di un loro diritto». Il ragionamento della corte parte sempre dall’articolo 502 del codice di procedura penale, preso a prestito per un evento inedito che la legge non regola altrimenti. In quella norma la presenza degli imputati nelle testimonianze rese a domicilio è un’eccezione, non la regola. Ma c’è da tenere presente l’eccezione contraria rappresentata dal luogo in cui il processo si trasferirà per un giorno: il palazzo in cui presidente della Repubblica esercita le sue funzioni. Esiste una «immunità riconosciuta alla sede» da una sentenza della Corte costituzionale che «impedisce, ad esempio, anche l’accesso delle forze dell’ordine, e quindi al giudice di disporne, con la conseguenza che non sarebbe possibile assicurare l’ordine durante l’udienza», come normalmente avviene nei tribunali. Quanto al diritto degli accusati di partecipare personalmente alle udienze, questo è già limitato dalle videoconferenze imposte ai detenuti rinchiusi al «carcere duro»; sistema previsto «soltanto per le attività svolte nell’aula di udienza, e non anche per le attività processuali da svolgersi al di fuori di essa». Per esempio gli «esperimenti giudiziali» esterni, «ovvero l’ispezione dei luoghi». Dunque non tutte le attività processuali devono necessariamente svolgersi alla presenza degli imputati, e tra queste rientra un esame testimoniale che deve essere reso, per legge, in una sede che gode di una particolare immunità di «natura costituzionale». Stesso discorso per la presenza del pubblico: non è un «valore assoluto», e in questo caso può essere esclusa per ragioni che comprendono persino «l’ordine pubblico e la sicurezza nazionale». Infine, il diritto di difesa viene «comunque adeguatamente assicurato — scrivono i giudici — dall’assistenza tecnica e dalla facoltà di proporre domande da parte dei difensori che lo esercitano anche in forza di un potere di rappresentanza, legale e convenzionale». Una decisione presa secondo una particolare interpretazione di norme e codici, legittima e discutibile insieme, che rende meno dirompente l’udienza al Quirinale e per questo viene giudicata «fondata e opportuna» dalla presidente della commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi. Ma per l’avvocato Valerio Spigarelli, ex presidente dell’Unione Camere Penali, resta «fragile, erronea e rischia di diventare una mina vagante nel processo». Gio. Bia. © RIPRODUZIONE RISERVATA ● L’analisi I paradossi dell’ex ministro escluso assieme ai capimafia di Giovanni Bianconi È pieno di paradossi il processo sulla presunta trattativa fra lo Stato e la mafia al tempo delle stragi del 1992-93, come forse è inevitabile che accada quando alla sbarra figurano uno accanto all’altro boss pluriergastolani, politici ed ex ministri, alti ufficiali dell’Arma di carabinieri. L’ultimo s’è palesato ieri, subito dopo la lettura dell’ordinanza con cui la Corte d’assise ha escluso la presenza degli imputati al Quirinale per la deposizione del presidente della Repubblica. Una immediata eccezione di nullità è stata sollevata non dai difensori di Riina e Bagarella (che prevedibilmente lo faranno in seguito), ma dall’avvocato di Nicola Mancino. Anche l’ex ministro, accusato di falsa testimonianza, voleva assistere all’udienza in cui verrà ascoltato Giorgio Napolitano, ma i giudici hanno escluso lui come i boss; e del resto non potevano fare distinzioni tra l’uno e gli altri: ammettere l’ex ministro avrebbe necessariamente aperto le porte del Quirinale, sia pure in videoconferenza, anche ai capimafia detenuti. Ogni imputato ha diritto di difendersi come crede, compreso Mancino che considera inesistente il reato contestatogli e perciò si sente «ospite incomprensibile» di questo processo. Il paradosso è che certamente non era sua intenzione mettere in difficoltà il presidente della Repubblica, ma prima con l’istanza di partecipazione e adesso con la protesta seguita alla decisione della Corte ha rischiato di farlo, e di continuare a farlo. Del resto è stato lui ad aprire il «capitolo Quirinale» dell’indagine e del dibattimento con le sue insistenti telefonate al consigliere giuridico di Napolitano, Loris D’Ambrosio, sfociate nella richiesta d’intervento del presidente della Repubblica alla Procura generale della Cassazione a inchiesta in corso, già scandagliata dai giudici nelle precedenti udienze; poi con le intercettazioni casuali e «indirette» dei suoi colloqui con il capo dello Stato, foriere del conflitto tra poteri davanti alla Corte costituzionale che ha ordinato la distruzione di quelle registrazioni; fino alla lettera di D’Ambrosio al presidente della Repubblica scritta nel pieno delle roventi polemiche seguite alla pubblicazione dei colloqui tra lui e Mancino, per annunciare le dimissioni prontamente respinte da Napolitano che dopo la morte del consigliere rese pubblica la missiva, divenuta oggetto della deposizione che dovrà rendere. Alla quale Mancino non potrà assistere, motivo per cui eccepirà la nullità della testimonianza. E magari, su quella base, di una eventuale sentenza a lui sfavorevole. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 13 Primo piano Sentenza Finmeccanica Orsi assolto per le tangenti all’India Il caso degli elicotteri, l’ex ad e Spagnolini condannati a 2 anni per frode fiscale Cade l’accusa di corruzione internazionale: la Procura aveva chiesto 6 anni L’accusa ● L’ex ad di Finmeccanica Giuseppe Orsi (foto) e Bruno Spagnolini (ad di Agusta Westland) erano accusati dalla Procura di Busto Arsizio di aver pagato una tangente da 28 milioni ad un ufficiale indiano e ad alcuni politici ● Lo scopo sarebbe stato ottenere una modifica al bando di gara indiano per la fornitura di 12 elicotteri VARESE Assolti per la presunta maxitangente sugli elicotteri indiani, ma condannati per frode fiscale. Ieri mattina il tribunale di Busto Arsizio (presidente Luisa Bovitutti, a latere Piera Bossi e Maria Greca Zoncu) ha smontato la teoria di una grande mazzetta internazionale nascosta dietro alla vendita di elicotteri di Agusta Westland, una controllata di Finmeccanica, ma ha condannato i due ex manager Giuseppe Orsi (ex ad di Finmeccanica) e Bruno Spagnolini (ex ad di Agusta) alla pena di 2 anni per frode fiscale. I vertici delle due aziende erano accusati dalla Procura di Busto Arsizio (pm Eugenio Fusco) di aver pagato, attraverso una sovrafatturazione a società di comodo, una tangente da almeno 28 milioni di euro a un alto ufficiale indiano e a politici non meglio identificati, per ottenere una modifica al bando di gara del governo indiano per la fornitura di 12 elicotteri, che nel complesso valeva 566 milioni di euro. La sentenza è da un lato molto favorevole agli imputati. I manager sono stati riconosciuti non colpevoli «perché il fatto non sussiste» rispetto alla principale imputazione, la corruzione internazionale, per la quale Orsi era stato arrestato e portato in carcere per 80 giorni nel 2012. Ma i giudici li hanno comunque condannati per il reato di frode fiscale, limitatamente al periodo dal maggio 2009 al giugno 2010, perché hanno ritenuto che una parte delle fatture contestate dai pm fossero state fatte per operazioni inesistenti: la pena tuttavia è stata sospesa. Per entrambi è stata decisa l’interdizione dai pubblici uffici per un anno, il pagamento delle spese processuali, il risarcimento all’Agenzia delle Entrate da decidere in sede civile e una provvi- Il Sinodo La discussione La coppia ai vescovi: «Cambiate idea sulla contraccezione» Troppo lontana «la dottrina morale» della Chiesa dalla «prassi» dei cattolici sulla contraccezione. Lo hanno detto al Sinodo della famiglia due brasiliani sposati da 41 anni. «Nella grande maggioranza — hanno spiegato — i fedeli usano anche altri metodi oltre a quelli naturali previsti dalla Chiesa» sionale da 1,5 milioni di euro. Orsi è apparso sollevato, ma il primo pensiero a caldo dopo la sentenza è stato per la sua ex azienda, che nel frattempo ha perso la commessa indiana: «Non mi aspettavo niente di diverso perché non ho commesso il fatto, ma ho passato ottanta giorni difficili per un’accusa che ora si è dimostrato non esistere. Spero che adesso lo Stato indiano possa riconsiderare la sua decisione di congelare la commessa». Anche per l’ad di Finmeccanica Mauro Moretti, «soddisfatto per l’insussistenza della corruzione internazionale», la sentenza permette al gruppo italiano di «riaprire quel dialogo che si era interrotto con le istituzioni indiane». Il legale di Orsi, Ennio Amodio, aggiunge: «La formula che il fatto non sussiste significa che non c’è alcuna prova di un pagamento irregolare all’ufficiale indiano e che gli imputati non hanno interferito nella gara per gli elicotteri presidenziali». La Procura aveva chiesto 6 anni per Orsi e 5 anni per Spagnolini. Nella stesa inchiesta, invece, aveva patteggiato a 1 anno 10 mesi Guido Haschke, l’uomo che era accusato di aver fatto da intermediario per la maxitangente. Roberto Rotondo © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Il commento I tempi del mercato e le conseguenze dei processi di Nicola Saldutti I tempi della giustizia sono legati naturalmente all’accertamento della verità. E quindi non sempre (anzi quasi mai) riescono a tener conto delle ragioni del mercato o della vita delle imprese che vengono coinvolte nei procedimenti giudiziari. Così può accadere che i due manager Finmeccanica, Giuseppe Orsi e Bruno Spagnolini, vengano assolti dall’accusa di aver pagato una maxitangente. Assoluzione che arriva però solo qualche mese dopo il riassetto al vertice. Questo non vuol dire certamente che le cose potevano andare in modo diverso, ma che il percorso dei processi, ancor prima della loro definizione, è in grado di modificare profondamente la vita delle aziende. Ieri il consigliere delegato di Finmeccanica Mauro Moretti, ha dichiarato: «La sentenza ci permette inoltre di ulteriormente riaprire quel dialogo anche con le istituzioni indiane che si era interrotto a causa delle note vicende». Come dire: anche la società può ripartire. © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 15 Esteri Diplomazie Un simbolo politico L’artista con l’ombrello che rischia tre anni di carcere di Antonio Ferrari di Guido Santevecchi Perdere Kobane o aiutare i curdi? Erdogan al bivio Esibirsi con un ombrello può costare tre anni di carcere in questi giorni a Pechino. È la conseguenza della rivolta dei ragazzi di Hong Kong, che hanno adottato l’ombrello come simbolo della loro sfida per la democrazia. A casa del poeta Wang Zang i poliziotti sono arrivati in forze, una dozzina: cercavano l’arma del delitto, il parapioggia pieghevole color celeste che l’artista aveva impugnato in una foto twittata in segno di solidarietà con i ragazzi di Hong Kong. L’imputazione per Wang è «turbativa dell’ordine». La rivolta democratica di Hong Kong ha segnato un’inversione nella storia «politica» dell’ombrello: negli anni Trenta, per colpa di Neville Chamberlain era diventato il segno dell’appeasement con la Germania nazista: il premier britannico lo agitò entusiasta il 30 settembre 1938 quando scendendo dall’aereo che lo riportava dalla conferenza di Monaco assicurava alla gente di aver salvato la pace. L a città siriana di Kobane, adagiata al confine con la Turchia, rischia di cadere totalmente tra le grinfie assassine dell’Isis. È una città abitata da una maggioranza curda, e a difenderla sono rimasti rocciosi guerriglieri che hanno un assoluto bisogno di armi e di aiuti per non soccombere. Aspettavano il soccorso dai loro fratelli curdo-turchi del Pkk. Troppo fratelli, legati e solidali per piacere alla Turchia, che da una parte ha approvato — con molti mal di pancia parlamentari — la decisione di «entrare in guerra» contro i tagliagole assieme agli alleati della Nato e dei Paesi arabi moderati, ma dall’altra non ha nessuna voglia di lasciarsi risucchiare nel conflitto. La ragione è semplice: il sultanopresidente Recep Tayyip Erdogan sta vivendo un tormento molto personale: gli alleati della Nato, a cominciare dagli Stati Uniti, considerano l’Isis, e non il presidente siriano Assad, il pericolo numero uno, mentre per Erdogan il nemico vero è Assad e non l’Isis. Il problema è serio per Ankara ed è decisamente imbarazzante per il neopresidente della Repubblica, che proprio a ridosso della sua elezione aveva rivolto carezze e sorrisi alla minoranza curdo-turca. Ora però si trova davanti a un dilemma: se aiuta i curdi di Siria contro l’Isis, finisce per aiutare anche l’odiato Pkk, da sempre ritenuto un movimento terrorista; se non aiuta i curdi di Siria sarà ritenuto responsabile della caduta di Kobane nelle mani degli islamici più fanatici. La verità è che l’arrogante e climaterico Erdogan, che durante l’effimera stagione delle primavere arabe aveva abbandonato gli amici del passato per inseguire il sogno di diventare il pilastro democratico di tutto l’Islam, ha fatto di tutto per favorire gli estremisti, compresi i famigerati seguaci di Al Baghdadi. Ora la Nato, di cui la Turchia è (era?) il bastione orientale, chiede spiegazioni e impegni, l’Unione europea è sempre più scettica sulla candidatura della Repubblica di Erdogan, e il prestigio di Ankara si sta decisamente appannando. Mentre Kobane rischia di morire. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA I 17 colpi che infiammano il Missouri Un altro ragazzo nero ucciso dalla polizia vicino a Ferguson. Proteste in piazza Il giovane afroamericano ucciso. Il poliziotto bianco che spara. La protesta del quartiere. Il timore di un’altra rivolta a St. Louis, in Missouri, lo stato già «caldo» per i fatti di Ferguson, che dista una trentina di chilometri dal luogo del nuovo incidente. WASHINGTON 18 anni L’età di Vonderrit Myers, ucciso dalla polizia a St. Louis Le due versioni. Un agente è di pattuglia come guardia privata, un secondo lavoro perfettamente legale negli Usa. Si avvicina a tre persone di colore, ritiene che abbiano un atteggiamento sospetto. Non fa a tempo a fermarli, scappano. Il poliziotto insegue un giova- ne che, ad un certo punto, si volta e lo affronta «con fare minaccioso». C’è un inizio di lotta, il ragazzo estrae una pistola e apre il fuoco almeno tre volte. L’agente risponde con 17 proiettili, il fuggitivo rimane senza vita. Non è chiaro da quanti col- 30 chilometri La distanza tra il luogo della sparatoria e Ferguson pi sia stato centrato. Poco distante — sostengono le autorità — trovano una Ruger calibro 9, usata probabilmente dalla vittima, Vonderrit Myers, 18 anni. I familiari del ragazzo contestano la ricostruzione e sostengono che era disarmato. «Aveva in mano un panino e non una pistola», afferma il cugino. La notizia della sparatoria si diffonde rapida. Molti escono dalle abitazioni, gridano, accerchiano le pattuglie arrivate nel frattempo nella zona. La polizia però ripiega mentre si accende qualche tafferuglio. Il comandante evita di alzare la tensione, però difende il comportamento del suo uomo che avrebbe agito secondo le procedure. Quindi fornisce qualche dato su Myers, un giovane con precedenti. Infatti portava un bracciale elettronico alla caviglia, quelli usati per tracciare i criminali in libertà provvisoria. Dopo gli spari Molti residenti sono usciti da casa gridando e hanno accerchiato le pattuglie degli agenti Ora c’è il timore che la tensione si trasformi in rabbia. L’episodio segue quello di Ferguson, la cittadina dove quest’estate un agente — sempre bianco — ha ucciso un ragazzo di colore, Michael Brown. Era disarmato. Quella storia ha acceso una rivolta durata per settimane e con polemiche sul comportamento delle forze dell’ordine. Una vicenda resa ancora più delicata dalla contrapposizione razziale che ovviamente ha coinvolto molte comunità afro-americane. L’inchiesta dovrà dare delle risposte. E non sarà facile viste le forti pressioni, anche esterne. Parte dell’opinione pubblica ritiene che la magistratura sia sempre troppo morbida nel giudicare i poliziotti coinvolti in casi controversi. Guido Olimpio @guidoolimpio © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 ESTERI 17 FRANCIS FUKUYAMA Parla il politologo Usa che 25 anni fa decretò «la fine della storia». Ora torna con un nuovo saggio «La storia è ripartita (anche in Italia) È la democrazia che ha perso velocità» Il profilo ● Francis Fukuyama, 61 anni, è un politologo americano. Il nonno aveva lasciato il Giappone nel 1905 a causa della guerra del suo Paese contro la Russia. Francis è nato a Chicago ma è cresciuto a New York ● All’Università di Harvard ha conseguito un dottorato con una tesi sulla minaccia dell’Unione Sovietica di intervenire in Medio Oriente ● Si è imposto all’attenzione internazionale, nel 1992, con il saggio intitolato «La fine della storia» nel quale sostiene che i sistemi vigenti nelle democrazie occidentali sono il punto d’arrivo dell’evoluzione socio-culturale e politica del mondo, la «fine della storia» appunto ● Fukuyama è stato associato al pensiero neo conservatore, ma in seguito ha preso posizioni divergenti con questo movimento ● Dal 2011 il politologo americano insegna all’Università californiana di Stanford ❞ DAL NOSTRO INVIATO WASHINGTON Contrordine: la storia non è finita con la caduta del «muro di Berlino» e il conseguente, inevitabile trionfo della democrazia liberale, come aveva annunciato Francis Fukuyama nel suo saggio più celebre, pubblicato 25 anni fa. Ce ne eravamo accorti, direte voi. Ma ora ad ammetterlo è lo stesso politologo della Stanford University: «Lo so, a molti l’ipotesi della fine della storia è sembrata sbagliata o, quantomeno, bisognosa di una revisione. Io continuo a credere che l’idea di fondo sia corretta: in tutti questi anni un sistema politico alternativo alla democrazia liberale, capace di essere accettato e di diffondersi nelle principali aree del mondo, non è emerso. Ma è anche vero che il sistema liberaldemocratico non solo non ha trionfato ovunque, ma dà segni di decadenza in molte parti dell’Occidente e in modo particolare negli Stati Uniti: oggi registro limiti e involuzioni dei processi politici che non avevo visto nella festosa eccitazione del 1989». Incontro Fukuyama a Washington dove è ospite di vari «think tank» nei quali si discute della revisione delle sue posizioni, così come le ha esposte in «Political Order and Political Decay» (Ordine politico e decadenza), il suo ultimo saggio. Dal mondo arabo a Vladimir Putin, dalla Cina all’Iran, sono in molti a sfidare il modello basato sulla democrazia liberale, anche quando sembrano abbracciare le regole dell’economia di mercato. «La mia analisi dell’89, poi tradotta in slogan, era una reazione alla profezia di Marx: la storia finirà nel socialismo. Niente affatto, dissi allora, finirà in un sistema fatto di economia liberale e istituzioni politiche democratiche. L’affermazione definitiva di questo sistema obiettivamente non c’è stata. Ma non sono emersi nemmeno modelli alternativi credibili: quelle che vengono dall’Islam radicale sono resistenze e reazioni alla modernizzazione. Quella di Putin è una battaglia antistorica che il presidente russo può combattere — oggi e non so per quanto tempo ancora — grazie alla posizione di preminenza che Mosca occupa nel mercato energetico europeo. Quanto può durare? Quello governato dal Cremlino è un sistema fragile, che non attira nessuno che non parli russo. Solo la Cina, con la sua autocrazia efficiente, potrebbe proporsi come modello alternativo. Ma anche lì ci sono grosse nubi: con l’automazione e il rallentamento dell’economia, la disoccupazione di massa non risparmia più nemmeno il gigante asiatico. Nel quale, intanto, si rafforza un ceto medio sempre più vasto: si accontenterà di vivere in una dittatura altamente produttiva o chiederà libertà e democrazia? Vedremo. Per me i problemi principali sono all’interno delle democrazie occidentali. Soprat- Ingredienti I sistemi politici liberali hanno bisogno di tre cose: uno Stato solido, istituzioni democratiche e il rispetto della legalità Simboli Una bandiera americana con 48 stelle: sventolava su una nave Usa che partecipò allo sbarco in Normandia nel 1944 tutto quella Usa, profondamente malata». Eppure abbiamo sempre considerato quello americano — presidenzialismo più «checks and balances» — un sistema capace di decidere ma anche di evitare gravi abusi dell’esecutivo. «Quell’equilibrio è andato in fumo con la polarizzazione della politica americana. La democrazia si è trasformata in “vetocrazia”. Non solo per il “muro contro muro” tra repubblicani e democratici: le lobby hanno acquisito una capacità crescente di usare i meccanismi di controllo che bilanciano il presidenzialismo per tenere in ostaggio le istituzioni. A questo punto funzionano meglio i sistemi parlamentari europei». Nel suo libro, però, lei è severo anche con l’Europa. E dedica un capitolo molto amaro all’Italia. «Le difficoltà dell’Europa le vedono tutti: un progetto incompiuto, economia asfittica, un sistema di tutele sociali che nell’immediato può attutire la crisi occupazionale, ma è sempre più insostenibile. Poi c’è l’Italia che è un caso a sé. Ricor- ❞ L’Italia Ricorda gli Stati Uniti del XIX secolo. Ma le scelte di Renzi mostrano che guarda lontano, a differenza di altri leader europei ❞ Decadenza Negli Stati Uniti la democrazia è diventata vetocrazia, per via del «muro contro muro» tra i partiti e anche del potere delle lobby da gli Stati Uniti del XIX secolo, soprattutto per via del sistema clientelare creato alla fine della Seconda Guerra mondiale dalla Democrazia Cristiana: allora un modo di mantenere un controllo elettorale, soprattutto al Sud, ed arginare l’avanzata del comunismo. Con tutte le degenerazioni successive che non devo certo raccontare a lei. Anche gli Stati Uniti nell’Ottocento e altri Paesi europei hanno vissuto vicende simili: un degrado del sistema politico che Max Weber ha chiamato “patrimonialismo”. Solo che gli Usa, dopo la Guerra civile, l’hanno corretto. Anche altri Paesi sono corsi ai ripari. L’Italia no: ha avuto un’occasione storica dopo la fine della Guerra fredda, vent’anni fa, ma Berlusconi l’ha gettata via. Non è servito nemmeno Bossi che con la Lega avrebbe dovuto rappresentare in modo ancor più forte le istanze di modernizzazione dei ceti medi, del mondo produttivo. Invece si è smarrito nel suo sterile populismo. Ora ci prova Renzi in condizioni ben più difficili: vedremo». C’è chi critica il premier italiano perché, stretto tra le emergenze del debito pubblico e della disoccupazione, è partito dalle questioni istituzionali: Senato e sistema elettorale. «Non mi sembra sbagliato, per quello che vedo da lontano. Per non finire nella spirale della decadenza, i sistemi politici liberali hanno bisogno di tre cose: uno Stato solido, governabile; istituzioni democratiche; il rispetto della legalità. Affrontando la questione del Senato (che negli Usa è all’origine della paralisi del Congresso, ma sono sistemi diversi) e la riforma della giustizia civile, Renzi guarda lontano a differenza di altri leader che investono il loro capitale politico cercando risultati immediati. Comunque vedo che si sta occupando anche di riformare il lavoro: un’agenda coraggiosa. Ma anche un’agenda obbligata dai vincoli europei, credo». Per diffondere il liberalismo, dice lei, servono Stati forti, democrazia e legalità. Ma nel suo libro sembra che a volte il rafforzamento dello Stato venga per primo: secondo lei ha sbagliato Washington a puntare sulla democratizzazione anche dove, dalla Libia allo stesso Egitto, le condizioni ambientali erano molto difficili? «Il caso libico ci dice che portare la democrazia dove non c’è uno Stato serve a poco. Ma bisogna tenere conto in modo pragmatico di tutti i fattori. Si può sostenere, ad esempio, che l’Iraq sia stato portato alle urne troppo presto. Ma era necessario dare legittimità agli attori politici. L’ayatollah Sistani, guida spirituale in Iraq, ebbe la saggezza di capirlo. Oggi a Bagdad paghiamo non la costituzione prematura di un governo autonomo, ma la sciagurata decisione del plenipotenziario Usa in Iraq, Paul Bremer, che 11 anni fa smantellò l’esercito iracheno». Massimo Gaggi © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 ESTERI CARO ETGAR CARO SAYED «Ho lasciato Israele e ora ho solo paura» «Ti regalo un sogno Tre Stati per la pace» Lo scrittore arabo-israeliano partito per l’America La risposta dell’autore ebreo che abita a Tel Aviv Sayed Kashua ● Arabo israeliano, 39 anni, scrittore e giornalista in ebraico, la lingua in cui ha studiato a Gerusalemme, dove ha vissuto fino all’inizio di luglio. L’escalation sfociata nella guerra a Gaza l’ha convinto ad accettare una cattedra in Illinois, dove è andato a vivere con moglie e figli ❞ C aro Etgar, come stai? Come stanno Shira e Lev? Mi fa uno strano effetto scriverti. Proprio questa settimana ti pensavo. Ho parlato di te ai miei studenti di ebraico e alla fine ho mostrato loro uno dei tuoi racconti, «Spero che muoiano». Ci abbiamo messo un’ora per arrivare a metà. Sono volenterosi, i miei studenti, ma il loro ebraico è ancora zoppicante. Non è per il racconto che ho pensato a te. Ti ho pensato perché già si avverte nell’aria l’arrivo dell’inverno. Non è ancora cominciato, certo, siamo solo all’inizio dell’autunno, ma le giornate sembrano già più fredde di quelle invernali a Gerusalemme. Fa freddo qui, nel cuore dell’Illinois. Come sai, siamo arrivati qui d’estate o, per essere più esatti, siamo scappati qui d’estate, e tranne che per qualche maglietta a maniche corte e un paio di pantaloni, non siamo riusciti a portarci dietro niente da casa nostra. L’inverno è in arrivo e i ragazzi non hanno ancora vestiti caldi da mettere. «Su giacche e cappotti non faccio economie», ho detto a mia moglie. Lo sai, se per i cappotti non faccio economie, lo devo a te. Tu forse non te lo ricordi, ma quella volta che abbiamo viaggiato insieme in taxi da Lipsia a Berlino, forse quindici anni fa, mi hai raccontato la storia di tuo padre e una frase è rimasta scolpita nella mia memoria: «È sopravvissuto perché si era portato dietro il cappotto». Mi sentivo perseguitato, La fuga Ad ogni modo, ti informo che abitiamo il razzismo a Champaign, nell’Illinois. Non c’è molto in crescita da fare o vedere, a parte l’Università e le dal 2000 è vaste pianure coltivate a granoturco. Straesploso con namente, i ragazzi si sono adattati molto prima di quanto pensassi. Tutto sommafuria ❞ Qui ci sono solo campi di mais e l’università ma i ragazzi si sono adattati ❞ Io però non riesco più a scrivere. E ho paura di mettere radici in questa terra to mi sembrano felici. Lo capisco dalla fretta che mi mettono la mattina per salire in macchina, perché non vogliono far tardi a scuola. Anche mia moglie non si trova poi tanto male. E io, che ero così contento di essere partito, di aver messo in salvo la famiglia, lontano da quel posto tremendo chiamato Israele, di aver allontanato i miei cari dall’odore del sangue e della polvere da sparo, qualche volta mi sento sprofondare. Ho paura di mettere radici qui e ho paura del giorno in cui dovrò tornare a casa, a Gerusalemme, in Israele, in Palestina. La partenza è stata traumatica. Mi sentivo un profugo che scappava per salvarsi la pelle e la decisione di andarmene così in fretta l’ho presa ancor prima dello scoppio della guerra di Gaza. Quel giorno, quando il ragazzo palestinese è stato arso vivo a Gerusalemme, ho capito che non potevo più lasciar uscire i miei figli. Quel giorno, ho chiamato l’agenzia di viaggi e ho chiesto di farci partire il prima possibile. Purtroppo ci sono voluti diversi giorni e quella maledetta guerra era già scoppiata, e il razzismo che ho visto crescere sin dalla fine del 2000 è esploso con una furia terrificante. Avevo una paura tremenda, mi sentivo perseguitato. Lo sai benissimo, nella mia carriera sono al culmine del successo, c’era un film in uscita quest’estate e una nuova serie già in fase di realizzazione proprio allo scoppio del conflitto. Di colpo, sono diventato il nemico. All’improvviso ho avuto paura della ragazza che ci portava l’acqua sul set, Etgar, e persino l’assistente alla produzione, che non avevo mai incontrato prima di allora, mi ha sbarrato la strada e mi ha detto con fare superiore: «Dovremo stanarli tutti, uno a uno, a suon di bombe». Mia moglie ha sempre sostenuto che sono un pauroso e per di più con un disturbo paranoide della personalità. Eppure te lo giuro, Etgar, io l’ho visto come mi guardavano in modo diverso persino i miei più cari amici ebrei. Non avevo mai pensato di andare a vivere all’estero. Ho sempre respinto quella Le lettere di due amici In questa estate di guerra Sayed Kashua, scrittore arabo, ha lasciato Israele perché — dice — ha perso la speranza. Dall’America manda una lettera all’amico Etgar Keret, autore di racconti e sceneggiatore ebreo. Un dialogo a distanza per cercare una soluzione (anche con la fantasia). possibilità, e con orgoglio. «Qui devo combattere una battaglia». Ma quest’estate ho capito di averla persa. Quest’estate ho capito che non potevo più raccontare bugie ai miei figli, di come un giorno avrebbero goduto dei medesimi diritti degli altri cittadini in un Paese democratico. Quest’estate, ho capito che i cittadini arabi di Israele non avranno mai una vita diversa, ma al contrario, staranno peggio e i ghetti in cui sono confinati diventeranno solo più affollati, più violenti e più poveri con il passar degli anni. La lingua perduta Però ho tanta paura a restare qui, che cosa potrà esserci mai per me in questo posto, se non riesco a scrivere? E che farò mai senza l’ebraico, che è l’unica lingua in cui so scrivere? Mi fa male dover constatare come, in questa ricerca di una nuova lingua, non riesco a considerare come valida alternativa l’arabo, che è la mia lingua materna. Ho saputo che tu e tua moglie avete passato giorni difficili perché avete osato esprimere un’opinione diversa, contraria alla violenza e alla guerra, e perciò ti scrivo ancora, forse perché mi aspetto da te un piccolo spiraglio di speranza. Puoi mentire se vuoi, ma ti prego, Etgar, raccontami una storia a lieto fine. Un caro saluto, Sayed © RIPRODUZIONE RISERVATA C aro Sayed, che piacere ricevere la tua lettera, ma quanta tristezza dopo averla letta. Conosco bene la cittadina dell’Illinois dove ti trovi adesso. Qualche anno fa, quando Lev era ancora alla materna, sono stato invitato a insegnare all’Università dell’Illinois e ci sono andato con tutta la famiglia per qualche settimana. Ancora oggi Lev dice che Roma e New York saranno pure città affascinanti, ma nessun posto al mondo è paragonabile a Urbana nell’Illinois e tutto per la nostalgia del bowling e della sala videogiochi (era rimasto colpito dal numero impressionante di distributori di bevande gassate). Perciò non mi sorprende affatto sentire che i tuoi ragazzi si siano adattati così bene e capisco anche perché tu faccia fatica a ritagliarti un tuo spazio laggiù. Mi chiedi una storia a lieto fine, allora eccola, ci provo. Il racconto Il 2015 segnò una svolta storica in Medio Oriente e tutto grazie all’idea brillante di un rifugiato arabo-israeliano. Una sera lo scrittore era seduto in veranda nella sua casa a Urbana nell’Illinois e fissava le sconfinate distese di mais che si perdevano in lontananza. Alla vista di quell’immensità, gli venne in mente che forse i guai che travagliavano il suo Paese d’origine erano dovuti al semplice fatto che non c’era abbastanza spazio per tutti. «Se potessi soltan- to mettere in valigia questi campi — si disse — ripiegandoli per bene per farceli stare tutti, me li porterei in aereo in Israele. Passerei la dogana seguendo la striscia verde per coloro che non hanno nulla da dichiarare, perché non avrei con me materiale sovversivo né altro da sottoporre all’ispezione. Una volta a casa non dovrei far altro che tirarli fuori ed ecco fatto, di colpo ci sarebbe abbastanza terra per i palestinesi e per gli israeliani». Era molto emozionato quando entrò in casa e si mise a spiegare la situazione alla moglie, ma questa si rifiutò di condividere il suo entusiasmo. «Scordatelo — gli disse con voce fredda — non funzionerà mai». Lo scrittore ammise che forse era necessario perfezionare alcuni particolari, come quello di convincere gli agricoltori dell’Illinois a cedergli tutti quei campi. «Non si tratta di questo, sciocco — gli disse la moglie —. Da una parte, i fanatici ultra-ortodossi direbbero che Dio ha promesso solo a loro tutti quei campi di mais e dall’altra i messianici razzisti sarebbero pronti a sostenere che quei campi gli sono stati assegnati in eredità sin dall’alba dei tempi. La realtà è, caro marito mio, che siamo nati in un luogo dove, anche se tanti vorrebbero vivere assieme in pace, ci sono ancora parecchie persone, da un lato e dall’altro, che si oppongono e faranno di tutto perché questo non succeda mai». La mattina seguente, lo scrittore sorseggiò in silenzio il suo schifoso caffè americano, senza nemmeno dire buongiorno alla moglie (era ancora offeso per quello «sciocco» del giorno prima) e dopo aver accompagnato i bambini a scuola, si sedette al computer per scrivere un racconto. Ma mentre dipanava la sua storia, s’imbatté in un’idea brillante, cento volte migliore della precedente, su come risolvere i guai del Medio Oriente. Se il problema stava non nel territorio, bensì nella gente, bastava modificare la «soluzione dei due Stati» in una «soluzione dei tre Stati», in modo che i palestinesi sarebbero vissuti nel primo, gli israeliani nel secondo, mentre i fondamentalisti religiosi, i razzisti e tutti coloro che volevano la guerra avrebbero occupato il terzo. La moglie si mostrò meno sprezzante verso questo piano, per non parlare poi di Barack Obama, che lo scrittore aveva casualmente incontrato in un locale vicino a una stazione di rifornimento, alla periferia di Urbana, nell’Illinois, e che si era dichiarato decisamente a favore. Il terzo Stato In meno di un decennio furono creati tre Stati, uno accanto all’altro, in quell’angolino del Medio Oriente: lo Stato di Israele, lo Stato della Palestina e la Repubblica de La-forza-è-la-sola-lingua-che-capiscono, un posto dove la guerra civile infuriava senza sosta, frequentato solo dai trafficanti d’armi e dai giornalisti. Lo scrittore, uomo assai modesto, rifiutò educatamente il Premio Nobel che gli veniva offerto, fece la valigia e se ne tornò con la famiglia nella sua vecchia casa in Israele. E ogni volta che Barack Obama sbarcava in Medio Oriente, nell’ennesimo tentativo di riportare la pace nella Repubblica de La-forza-è-la-solalingua-che-capiscono, si fermava a far visita allo scrittore che era riuscito, da solo, a restituire la pace al suo popolo. Poi andavano insieme sul balcone dello scrittore, che si affacciava su una vallata coltivata a terrazze, e tutti e due si gustavano in silenzio un bel piatto di pannocchie. Ecco il racconto. Non sono sicuro che sia davvero un racconto, né posso giurare sul suo ottimismo, ma non so fare di meglio. Stai attento alla salute e, qualunque cosa accada, non cercare scorciatoie quando si tratta di cappotti. Con affetto, Etgar L’abbraccio Un ragazzo palestinese con un amico israeliano nei primi anni Novanta (Ricky Rosen) © RIPRODUZIONE RISERVATA 19 Etgar Keret ● Ebreo israeliano, 47 anni, autore di racconti, graphic novel e sceneggiature per cinema e tv Sposato con la regista Shira Geffen, con cui ha diretto il film Meduse (2007) premiato a Cannes. La coppia è politicamente impegnata per un soluzione pacifica del conflitto israelo palestinese ❞ Ti mando un racconto Non giuro sul suo ottimismo ma meglio non so fare ❞ L’uomo capì che il nodo non era la terra ma la gente, e ne parlò con Obama ❞ Nacquero così Israele, la Palestina e uno Stato per tutti gli estremisti e i razzisti 20 Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 21 22 Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 23 Cronache Seviziato a quattordici anni perché è obeso L’aggressione in un autolavaggio di Napoli. Fermato un 24enne: «Era un gioco». Lite tra i parenti Se esistesse una graduatoria della barbarie, quello che ha dovuto subire un quattordicenne l’altro giorno a Napoli sarebbe decisamente in cima: violentato con il tubo di un compressore e ferito gravemente dal potente getto d’aria che gli ha provocato lacerazioni interne e quindi emorragie. È accaduto in un autolavaggio del quartiere Pianura, periferia a ridosso della zona flegrea. Vittima e aggressori sono tutti della zona, si conoscevano ma non erano amici. E poi i tre ritenuti dai carabinieri gli autori della violenza hanno tutti 24 anni, quindi sono ben più grandi della loro vittima. Che hanno preso di mira perché è sovrappeso, «e allora adesso ti gonfiamo ancora di più», pare che gli abbiano detto prima di cominciare a infierire. Uno dei tre è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio: si chiama Vincenzo Iacolare, è un balordo con precedenti per droga e furto e stamattina davanti al giudice delle indagini preliminari ci sarà l’udienza di convalida del fermo. Gli altri due sono stati denunciati in stato di libertà: non avrebbero compiuto materialmente le sevizie ma si sarebbero limitati a guardare e incitare. E forse anche a filmare: i loro cellulari sono stati sequestrati e saranno analizzati da NAPOLI Il caso ● Il commento Nella dittatura dei corpi l’unico, violento precetto dice: «Tu devi essere magro» di Mauro Covacich L a tua obesità è un’offesa personale, un oltraggio al mio sguardo. La mostruosa violenza esplosa in quell’autolavaggio napoletano è la manifestazione cutanea di un’allergia ben più profonda di cui è affetto l’intero corpo sociale, la lipofobia. Il grasso è nocivo se ingerito, è nocivo se incarnato nella persona che ci si siede accanto, è nocivo anche solo se visto passare. È nocivo e in fondo pericoloso perché costituisce una provocazione cocente alla mia regola di vita, il cui un unico precetto ordina: sii magro. Non: sii giusto. Non: sii buono. Non: sii capace. Non: sii saggio. Ma: sii magro. Quando andavo a trovare mia nonna, più o meno all’età di quel ragazzino seviziato e ridotto in fin di vita, lei mi diceva: come sei diventato bello grasso! Ci restavo male, ma per lei era un complimento. Ero florido, in salute, quindi bello. Erano gli anni Settanta, la fame era una guerra vinta, ma popolava ancora gli incubi dei vecchi. Inoltre, la bellezza era una condizione più complessa che riguardava anche ciò che le persone dicevano e facevano, i loro modi, quei particolari segni di distinzione che li individuavano come esseri unici — qualcuno si sarebbe accorto di me anche se ero bello grasso. Oggi la frenesia imposta dall’epoca spinge la bellezza in superficie: per esprimerla ci è rimasto solo il corpo. Lo dico pensando alla videoinstallazione di Francesco Vezzoli in mostra qualche mese fa al Maxxi di Roma, il cui titolo, Comizi di nonamore, omaggia il documentario di Pasolini. Nel video l’artista mette in scena un talk show ricreato sulla formula di un famoso programma di intrattenimento, invertendo i ruoli rispetto all’originale televisivo — tre giovani uomini devono misurarsi nel corteggiamento di una donna tronista — e facendo indossare i panni della pollastrella a icone «storiche» del fascino femminile, stelle del cinema non prive di ironia come Jeanne Moreau e Catherine Deneuve. Ebbene, cosa si inventano i tre ragazzi per conquistare queste inarrivabili femme fatale? Cantano? Ballano? Recitano poesie? No, si spogliano, esibiscono gli addominali, ricalcando perfettamente lo stereotipo della donna oggetto. Quando il tempo stringe, gli addominali valgono più di mille discorsi, e ormai, lo si voglia o no, ogni nostro incontro assume la forma di uno speed date. Difficile negare lo stress che genera questo assetto performante. La magrezza è segno di superiorità, l’indifferenza (simulata) ai bisogni primari. Lattuga, tapis roulant, centrifuga di maracuja e guarana, ecco il passaporto per entrare nel regno dei belli. È un accesso festeggiato talvolta come una nuova vita, il processo metamorfico dei grandi obesi ingaggiati da Extreme makeover, scavati dalla chirurgia, escissi da loro stessi per indossare la divisa taglia small del nostro esercito. Le macchine desideranti auspicate da Deleuze e Guattari sono diventate in un baleno automi del godimento e del benessere. Doveva essere una liberazione dal potere borghese, autoritario e repressivo, invece è diventata la proliferazione del potere incarnato negli individui, milioni di padroni al cui dispotismo siamo tutti asserviti. Devo piacere a tutti, sempre, subito. E come me, ognuno di voi. Magri, sani, pronti all’uso. Il nuovo dogma ha comportato una medicalizzazione della vita — «mangiare bene», «bere bene» — un’ecologia sociale solo apparente, che non ci spinge mai al «pensare bene». Chi elude questa disciplina piena di pungolanti privazioni non può che apparire un sovversivo, la sua semplice presenza è un affronto alla nostra rettitudine arianoide. Ti faccio esplodere, un gesto che tradisce un vero e proprio desiderio di annientamento. Ma l’odio per le persone in sovrappeso si estende bel al di là di quell’autolavaggio. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’aggressione A Napoli, nel quartiere Pianura, mercoledì scorso, un ragazzo di 14 anni si reca con il suo motorino in un autolavaggio (foto in basso, Olycom). Lì viene deriso da tre ragazzi, tra cui il figlio del titolare, perché grasso e viene aggredito e seviziato con una pistola ad aria compressa. Il 14enne ora si trova ricoverato in Rianimazione per gravissime lesioni all’intestino La madre della vittima «Sono vigliacchi e senza cuore. Un gioco? Non penso che si giochi così? Se volevano farlo potevano usare un secchio d’acqua. Per poco, invece, non l’hanno ucciso. Mio figlio non ha capito la gravità della situazione, gli ho detto che gli devono togliere l’aria dalla pancia e poi tornerà a casa» I genitori del fermato I familiari di Vincenzo Iacolare, 24 anni, che è stato fermato per l’aggressione si chiedono: «È giusto che lui stia in carcere, perché ha fatto una cosa grave. Ma perché gli altri due sono in libertà? Non voleva fare del male non si è reso conto della gravità del gesto» un perito incaricato dal magistrato. Secondo qualche voce giunta ai carabinieri un breve video ci sarebbe: non del momento cruciale della violenza ma di qualche attimo prima, quando con il tubo del com- pressore Iacolare avrebbe iniziato a spruzzare aria sulla faccia del quattordicenne. Il ragazzo era lì per far lavare il suo scooter. Fino a poco prima con lui c’era anche il padre, che però poi si era allontanato L’omicidio dell’ultrà del Napoli De Santis: «Disperato per Ciro» La tragedia In una lettera ai pubblici ministeri l’ultrà romanista Daniele De Santis (sopra) ricostruisce le fasi dell’omicidio di Ciro Esposito (a sinistra) del quale è accusato «Sono disperato per la morte di Ciro Esposito ma stato costretto a sparare perché mi stavano ammazzando». Ieri, Daniele De Santis, l’ultrà romanista accusato di omicidio volontario per la morte di Ciro, non ha risposto ai pm adducendo motivi di salute. Agli inquirenti ha però confermato il contenuto della lettera inviata in Procura giorni fa. «Dice che ha sparato perché aveva paura ma io non gli credo, è una bugia», ha risposto Antonella Leardi, madre di Ciro. «È disperato? Allora ha una coscienza». perché doveva tornare nella sua officina di carrozziere. È stato allora che quei tre — che non lavorano nell’autolavaggio ma vi si intrattengono spesso perché uno di loro è parente del titolare — hanno cominciato a prenderlo di mira. Fino a passare dallo sfottò a quel gesto odioso. Sono stati due dipendenti dell’autolavaggio ad accorgersi che il quattordicenne stava male e a portarlo in ospedale, avvertendo anche i suoi familiari. I medici del San Paolo sono dovuti intervenire chirurgicamente per fermare l’emorragia interna e rimarginare le ferite. Fino a ieri sera non avevano ancora sciolto la prognosi. La segnalazione ai carabinieri è arrivata proprio dal Pronto soccorso, e i militari hanno impiegato poche ore a rintracciare i tre balordi, che tra l’altro il quattordicenne ha riconosciuto in foto. Iacolare e gli altri due si sono difesi dicendo che non volevano far del male, per loro era «solo un gioco». Un atteggiamento che ai parenti del quattordicenne è sembrata una ulteriore provocazione, e ieri pomeriggio è mancato davvero poco che tra alcuni di loro e i familiari dell’arrestato scoppiasse una rissa. Fulvio Bufi © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera CRONACHE La sfida ad Alfano sulle nozze gay Milano registra sette matrimoni ● La testimonianza Anche se forse non varrà più conservo quell’atto che parla di una coppia «normale» di Stefano Bucci Il ministro: in Italia non si può fare. I sindaci: serve subito una legge ROMA Angelino Alfano, vicepremier e ministro dell’Interno, non si cura delle disobbedienze dei sindaci d’Italia: «Non c’è una legge e dunque non si può fare quello che alcuni sindaci hanno fatto, ovvero registrare in Italia nozze tra persone dello stesso sesso contratte all’estero». Ma le polemiche non si placano e il braccio di ferro continua. Era cominciato martedì scorso, il braccio di ferro: il ministro Alfano ha scritto ai prefetti per far sparire dai registri comunali i matrimoni gay, contratti all’estero. Da tanti Comuni è arrivato un deciso «non ci stiamo». E ieri il primo cittadino di Milano, Giuliano Pisapia, è passato dalle parole ai fatti: «Ho firmato personalmente la trascrizione di sette matrimoni fra persone dello stesso sesso che si sono celebrati all’estero». Così Milano si aggiudica il record di nozze omosessuali registrate in Comune, mentre al coro dei sindaci dissidenti si aggiunge Filippo Nogarin, primo cittadino pentastellato di Livorno. Il sindaco di Grosseto intanto sta esaminando la questione: ad aprile, era stato il primo a trascrivere le nozze gay celebrate all’estero su ordine del Tribunale, che aveva accettato il ricorso di una coppia di sposi, Giuseppe Chigiotti e Stefano Bucci (giornali- sta del Corriere). Poi però in secondo grado i giudici hanno annullato l’ordinanza per vizio di forma. Un guazzabuglio, insomma. Perché la verità è che questo Hunziker e Trussardi sposi a Bergamo Festa con polemica (sui parcheggi) Sarà Giorgio Gori, in veste di sindaco, a celebrare oggi a Bergamo le nozze tra Michelle Hunziker e Tomaso Trussardi. Malumore dei residenti per i parcheggi riservati (a pagamento) agli ospiti degli sposi lungo le Mura venete. KENYA: Progettazione e Opere per creazione di uno schema irriguo nel West Pokot - credito d’aiuto AID 1797 Il Governo della Repubblica del Kenya, tramite il “Ministry of Environment, Water and Natural Resources, State Department of Water” “Kerio Valley Development Authority”, ha bandito una gara per progettazione e realizzazione di opere (appalto integrato), relative al progetto di creazione di uno schema irriguo, di un deposito e di quattro mangiatoie per il bestiame nel West Pokot oltre al drenaggio del bacino di Korellach ed alla riabilitazione del sistema irriguo esistente. L’Opera è interamente finanziata dal Governo Italiano a credito agevolato tramite il Ministero degli Affari Esteri - Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo. La gara è aperta alle Imprese Italiane che possono richiedere all’Ambasciata del Kenya in Italia o al Kerio Valley Development Authority, agli indirizzi indicati nel bando, una copia dei documenti di gara previo pagamento di 100,00 euro. Le offerte dovranno essere redatte in inglese e pervenire all’indirizzo: AVVISO DI GARA PER ESTRATTO ENTE AGGIUDICATORE: Grandi Stazioni S.p.A., Via G. Giolitti n. 34 Roma - Telefono 06-478411; Posta Elettronica Certificata (PEC): [email protected]; Telefax 06-47841376; Sito internet: www.grandistazioni.it. PROCEDURA DI GARA, CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: procedura negoziata con il criterio del prezzo più basso. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’, LUOGO DI ESECUZIONE ED IMPORTO: Fornitura di energia elettrica sui punti di prelievo situati nei complessi delle stazioni ferroviare Grandi Stazioni S.p.A. ed in quelle che saranno eventualmente oggetto di futura gestione. Trattasi di fornitura di energia elettrica, per un periodo di 12 mesi, su n. 91 punti di prelievo già attivi, di cui n. 64 in BT e n. 27 in MT, per un consumo complessivo stimato pari a circa 69.127 MWh. Nel corso del contratto potranno essere attivati ulteriori punti di prelievo, fino ad un massimo di 10, per un maggior consumo stimato di circa 15.000 MWh. TERMINE PER LA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE DI PARTECIPAZIONE: 17 ottobre 2014, ore 10,30. PUBBLICAZIONE DEL BANDO: il bando di gara è stato inviato alla G.U.U.E. per la pubblicazione il giorno 01/10/2014. Il medesimo bando e la documentazione posta a base della procedura è pubblicata sul sito internet dell’Ente aggiudicatore www.grandistazioni.it, nella specifica sezione “Gare di appalto”. Il Responsabile della Funzione Affari Legali Societari e Acquisti Avv. Guido Santocono Kerio Valley Development Authority KVDA Plaza, 13th floor Oloo Street P.O. Box 2660-30100 Eldoret (Kenya) Tel/fax: +254 532063361/+254 532063362 Email: [email protected] Contact: MR David Kimosop AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI PALERMO Scadenza presentazione offerte entro le ore 12.00 (ora del Kenya) del 5 Dicembre 2014. Tribunale Ordinario di Roma Sezione fallimentare - Fallimento 203/14 G.D. dott.ssa L. De Renzis - Curatore avv. G.L. Righi Si rende noto che il G.D. con ordinanza del 9.10.2014 ha disposto la VENDITA SENZA INCANTO in unico lotto del ramo d’azienda avente ad oggetto l’attività di affissione e vendita di spazi pubblicitari costituita, tra l’altro, da n. 1.919 impianti (cartelloni pubblicitari) di cui n. 1.218 da rimuovere entro il 31.12.2014 (Comune di Roma, Milano e Palermo) e n. 416 muniti di autorizzazione amministrativa e/o caratterizzati da “rapporti commerciali di fatto”. Il tutto come meglio descritto nell’elaborato peritale redatto dalla dott.ssa C. Saulini e dal dott. A. Mechelli depositati in atti, nello stato di fatto e diritto in cui si trovano, al prezzo non inferiore ad € 550.000,00 oltre spese e imposte di legge, in caso di gara aumento minimo € 5.000,00. La vendita avrà luogo davanti al Giudice Delegato, nell’aula della sezione fallimentare del Tribunale di Roma, all’udienza del 29.10.2014 alle ore 15,00. Le offerte in bollo dovranno essere depositate in cancelleria, in busta chiusa entro le ore 12,00 del 28.10.2014, accompagnate da assegno circolare pari al 30% del prezzo base a titolo di cauzione. Ulteriori informazioni: Tribunale di Roma cancelleria sezione fallimentare G.D. dott.ssa L. De Renzis, Curatore avv. G.L. Righi tel. 06 68135702 - fax 06 68131310 PEC [email protected] o sul sito www.astegiudiziarie.it, www.tribunale.roma.it, www.giustizia.lazio.it. Il presente avviso non costituisce proposta irrevocabile, né offerta al pubblico, né sollecitazione al pubblico risparmio, né impegna in alcun modo il Curatore a contrarre con gli offerenti. RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano zi, invitandolo ad intervenire. «Appare evidente come sulla questione delle trascrizioni dei matrimoni sia indispensabile un quadro legislativo nazionale, colmando un vuoto normativo», ha scritto Fassino, rilevando che «il tema è infatti troppo delicato per essere lasciato al caso per caso, né si può affidarlo alle ordinanze prefettizie». E lontano dai Comuni il dibattito si accende. Ieri alla Camera si sono incontrati Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle Riforme del Pd, e Mara Carfagna, responsabile del dipartimento dei diritti di Forza Italia. Era stata proprio Carfagna ad invocare «un Nazareno dei diritti», intendendo con ciò un’alleanza fra Pd e Forza Italia sui temi etici. «Ma questo patto è già finito ancor prima di cominciare», fa rilevare Eugenia Roccella, parlamentare del Ncd. La verità è che il Pd e Forza Italia, al di là dei patti, su questi temi etici sembrerebbero già abbondantemente allineati, non sulla stessa linea del vicepremier. E persino la Lega, che pure è nettamente contraria ai matrimoni gay, non risparmia critiche ad Alfano. Dice infatti il segretario leghista Matteo Salvini: «Alfano si è messo a parlare delle trascrizioni perché ha visto i sondaggi». Alessandra Arachi A Il caso ● Martedì il ministro dell’Interno ha invitato i Comuni a non trascrivere le nozze gay contratte all’estero ● La Corte d’appello di Firenze ha intanto annullato per vizio di forma l’ordinanza del Tribunale di Grosseto che ad aprile aveva aperto alle trascrizioni. Il sindaco però non l’ha cancellata © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: scontro sta mettendo in luce la voragine legislativa italiana. Ed è quello che Piero Fassino, sindaco di Torino e presidente dell’Anci, ha scritto ieri in una lettera al premier Matteo Ren- lla fine ci sono riusciti: la mia storia con Giuseppe non è più quella storia «normale» che sempre, da 27 anni a questa parte, avremmo voluto che fosse. In fondo avremmo voluto «soltanto» vedere riconosciuto il nostro matrimonio celebrato due anni fa a New York, come succede «normalmente» per le coppie «normali». Dopo la grande gioia, sono arrivate la sentenza della Corte d' appello di Firenze che pilatescamente ci aveva rimandato al Tribunale di Grosseto per un vizio di forma, e, in sorprendente contemporanea, la circolare del ministro Alfano. Per questo il sindaco che aveva trascritto le nostre nozze ha preso tempo per far studiare la questione. Staremo a vedere. Intanto, nell’attesa, la prima cosa che ho fatto, quando il nostro avvocato mi ha chiamato, è stato guardare il certificato di matrimonio che il Comune mi aveva rilasciato: «Bucci Stefano coniugato con Chigiotti Giuseppe, New York , 16/12/2012». E come un bambino l’ho messo da parte, anche se tra poco potrebbe non valere più (ma per ora resta importantissimo, non solo per noi). Cosa faremo se le nostre nozze dovessero essere cancellate? Decideremo nei prossimi giorni. Tre le possibilità: ricominciare la trafila per il riconoscimento del nostro «matrimonio» al Tribunale di Grosseto, il ricorso in Cassazione, o «cambiare Paese» (eventualità che la rabbia del primo momento ci aveva fatto balenare). È certo che andremo avanti (magari fino a Strasburgo) per vedere riconosciuti i nostri diritti. I diritti di una coppia che vorrebbe solo essere normale. O che, almeno, non vorrebbe essere di serie B. Basterebbe poco: la volontà (vera) dei politici di riconoscere l’unione di due persone (che si chiami matrimonio o civil partnership). Perché in fondo quello che conta, senza sembrare «troppo» Liala, è solo l’amore. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 Fax 02 2588 6114 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 Fax 081 49 777 12 Via Campania, 59 - 00187 Roma Tel. 06 6882 8650 Fax 06 6882 8682 Via Villari, 50 - 70122 Bari Tel. 080 5760 111 Fax 080 5760 126 Si avvisa che con delibere n. 352 del 17.10.2013 e 422 del 22.04.2014 è stata aggiudicata la procedura aperta, per la fornitura di attrezzature sanitarie destinate a Presidi diversi dell’ASP di Palermo, suddivisa in lotti. Importo complessivo di aggiudicazione € 485.509,00 IVA inclusa. Gli atti di gara sono disponibili sul sito www.asppalermo.org. Per il Direttore Generale Dott. Antonino Candela COMUNE DI FORTE DEI MARMI (LU) ESTRATTO DI GARA A PROCEDURA APERTA PER L’AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO DI GESTIONE DI ATTI SANZIONATORI AMMINISTRATIVI IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO SPECIALE POLIZIA LOCALE In esecuzione alla determina dirigenziale n. 845 del 29.08.2014 RENDE NOTO che è indetta gara a procedura aperta per l’affidamento del servizio di gestione degli atti sanzionatori amministrativi relativi al Codice della Strada ed a tutte le violazioni previste dalle vigenti normative derivanti dalle attività della Polizia Municipale comprese quelle relative a veicoli con targa estera ovvero compiute da contravventori residenti/con sede all’estero. n. CIG: 5885162D4E. Il bando di gara, il capitolato d’oneri, il disciplinare e la documentazione complementare sono visionabili sul sito: http://start.e.toscana.it/rtrt/. Le offerte vanno inoltrate esclusivamente per via telematica collegandosi tramite il sito http://start.e.toscana.it/rtrt/ al link di dettaglio della gara. La scadenza, a pena di esclusione, per la presentazione delle offerte è per le ore 12,30 del giorno 24.11.2014. All’apertura dei plichi si procederà pubblicamente il giorno 25.11.2014 alle ore 9,30 presso l’Ufficio Gare e Contratti nella Sede Comunale. Il Responsabile del Servizio Speciale Polizia Locale Comm. Giuseppe Antonelli COMUNE DI TRAPPETO PROV. DI PALERMO AVVISO DI GARA E’ indetto gara procedura aperta ai sensi Art. 55 del D. Lgs n. 163/2006 e ss.mm.ii., le cui offerte dovranno pervenire entro le ore 10.00 del 13.11.2014, appalto lavori “Manutenzione straordinaria e ristrutturazione dello stesso per l’adeguamento statico edificio comunale destinato a Scuola Elementare - Istituto comprensivo Rettore Evola” - CUP D16E11000370001 - Lotto “A” CIG 570158264E - Lotto “B” CIG 570165528D, per l’importo a.b.a. di € 375.798,13 - Categoria OG1 classe III°. Il bando di gara integrale è pubblicato all’Albo Pretorio on - line e al link “bandi di gara” alla voce “Lavori” del sito istituzionale Comune di Trappeto www.comune.trappeto.pa.it e per estratto nella G.U.R.S. n. 41 del 10.10.2014. Trappeto, lì 07.10.2014 Il Responsabile Settore Tecnico Arch. Cusumano Michele I giudici: reato diverso, Esposito non va sospeso Il Riesame sul caso dell’affitto del pm È «oltremodo assodato che fin dall’inizio dell’occupazione nel marzo 2009» di una casa di quasi 100 metri quadri nel centro di Milano il pm Ferdinando Esposito ( foto) «non è mai stato intestatario dell’affitto» e «non ha mai corrisposto canone e spese di 31.000 euro l’anno» fino al dicembre 2013, «in una risalente abitudine di avvalersi di società riferibili a suoi amici che provvedevano ad accollarsi i relativi oneri». E quando gli «amici» MILANO (uno inquisito proprio in quel periodo dalla Procura) hanno smesso di pagargli l’affitto, e il pm ha chiesto all’altro suo amico avvocato (ora suo denunciante) Michele Morenghi di subentrare nel pagamento con l’immobiliare Double gestita dall’amministratrice Cristina Rossi, «i dati a disposizione convergono in una condotta del pm Esposito di pressione sull’amministratrice della società». «Ma una tale pressione» sulla donna, per il Tribunale del Riesame di Brescia, «si è risolta invocando un piacere da fare a lui stesso o a Morenghi, e paventando la sostituzione (dell’amministratrice, ndr) nella carica, richiami all’evidenza del tutto estranei alla professione svolta o alla qualità rivestita»: la condotta del pm sull’amministratrice «può sussumersi nella tentata violenza privata», i cui limiti di pena però «non consentirebbero l’adozione della misura interdittiva». È questa la motivazione con la quale i giudici del Riesame (Mocciola-Stefana-Guerrerio) hanno respinto il ricorso del pm Silvia Bonardi per ottenere la sospensione del pm Esposito respinta in agosto dal gip Marco Cucchetto: il quale a sua volta aveva additato piuttosto un altro reato, e cioè una tentata induzione indebita «essendo di palmare evidenza l’abuso della qualità di magistrato e il vantaggio economico personale» nel farsi prestare 10.000 euro da un commercialista che poi Esposito aveva raccomandato a un pm del pool «reati finanziari» per qualche consulenza. «Nelle conversazioni con Morenghi» sull’affitto, per il Tribunale è «assente qualsivoglia minaccia o indebita pressione» asserita da Morenghi, la cui versione suona «dissonante logicamente dagli elementi acquisiti», e minata «da una profonda inaffidabilità narrativa»: il pm Esposito ha sì «insistito perché l’amico lo soddisfacesse, ma «nell’ambito di quella cordiale e stretta frequentazione che li legava». Luigi Ferrarella [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 CRONACHE Ebola, corsa contro il tempo: è l’epidemia peggiore dopo l’Aids Prosecco Zonin Insieme a chi ami. L’allarme dagli Stati Uniti. Più controlli negli aeroporti di tutto il mondo Negli Usa ● Allo scalo La Guardia di New York c’è stato lo sciopero di 200 addetti che puliscono le cabine degli aerei per paura del contagio ● Reclamano per le condizioni di sicurezza e la loro salute DAL NOSTRO INVIATO Vedendolo uccidere da vicino, in una camera d’ospedale pulita e attrezzata a portata di metrò, il virus Ebola fa più paura. Fino a che colpiva in Africa era diverso, solo terrore da film come quel Virus Letale girato ormai quasi 20 anni fa. Ora invece spuntano casi sospetti ovunque, segno di una psicosi che si allarga. In Macedonia, in Francia, nei Paesi Baschi spagnoli, negli Usa. Ora 200 inservienti dell’aeroporto di New York si rifiutano di pulire i vettori in arrivo dall’Africa e il Comune di Madrid deve indire un bando perché non trova infermieri disposti a lavorare nel reparto infettivi. È bastata una settimana. Anzi MADRID meno perché Thomas Eric Duncan, liberiano giunto in Usa con il virus in corpo, è morto a Dallas mercoledì e Teresa Romero, infermiera di Madrid, ha scoperto di essersi infettata nel suo stesso ospedale lunedì. I farmaci anti virali, sperimentali, rari e costosi, non si sono dimostrati decisivi. Il tentativo, fatto in Africa di iniettare anticorpi di chi ha superato naturalmente il contagio neppure. La situazione mondiale resta comunque squilibrata. Da dicembre 2013, un solo contagiato in Occidente contro 8.011 in Africa, meno di 10 morti contro 3.870 in Africa. L’Assemblea Generale dell’Onu ascolterà oggi la relazione dell’inviato speciale per il morbo, ma già il 58% degli americani 3.857 I decessi causati dal virus Ebola. Il tasso di letalità è del 46% 8.011 Le persone che hanno contratto il virus da dicembre I collegamenti I voli diretti per l’Europa dai tre Paesi africani più colpiti da Ebola GRAN BRETAGNA Operativi Sospesi Londra-Gatwick Londra-Heathrow BELGIO Bruxelles Da Conakry (GUINEA) Parigi-Charles de Gaulle Bruxelles Liegi (solo cargo) Parigi-Charles de Gaulle FRANCIA Da Freetown (SIERRA LEONE) Bruxelles Londra-Heathrow Londra-Gatwick Parigi-Charles de Gaulle Liegi (solo cargo) ITALIA Da Monrovia/Roberts (LIBERIA) Londra-Heathrow Bruxelles Liegi (solo cargo) COME VIAGGIARE «SICURI» I consigli dell’Organizzazione mondiale della sanità 1 Evitare il contatto fisico con chiunque mostri i sintomi AFRICA Conakry GUINEA Freetown SIERRA LEONE Monrovia/Roberts LIBERIA 2 Lavare continuamente le mani, anche con soluzioni disinfettanti 3 Segnalare al personale di volo se si presentano i sintomi (febbre, spossatezza, dolori, mal di testa, diarrea, vomito) o se ci sono passeggeri che non stanno bene Fonte: Flightstats.com, Reuters, Organizzazione mondiale della sanità, compagnie aeree L’intervista MILANO «Medici e infermieri si esercitano in simulazioni no stop. Tutto è pronto come se il Paziente Zero di Ebola potesse arrivare da un momento all’altro. Ma l’allarme è ingiustificato». Giuliano Rizzardini, 56 anni, è il primario di Malattie infettive del Sacco di Milano, ospedale di riferimento — assieme al Lazzaro Spallanzani di Roma — per l’emergenza Ebola. Cosa vi aspettate che succeda nei prossimi giorni in Italia? «Numerosi casi sospetti, ma nessun malato vero». Su che basi si fonda il suo ottimismo? Corriere della Sera vorrebbe bloccare i voli dai Paesi a rischio e il direttore del Centro Usa di controllo e prevenzione delle malattie Thomas Frieden si è lanciato in una paragone ardito: «Questo di Ebola è il rischio peggiore dopo l’Aids. Dobbiamo reagire in fretta». A guidare è come al solito Washington. Domenica gli aeroporti Usa cominceranno a misurare la febbre ai viaggiatori dalle aree a rischio. Canada e Gran Bretagna hanno già deciso di fare lo stesso. Non è più tempo di ponti levatoi, però sono misure che potrebbero essere seguite da tutti gli europei. L’Italia non ha collegamenti diretti con l’area a maggior rischio. Per questo la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha ipotizzato una «tracciabilità» dei passeggeri. Una decisione europea potrebbe arrivare venerdì 17. Intanto Roma ha messo a punto una procedura in caso di sospetto contagio (basta una febbre) a bordo degli aerei. A Fiumicino e Malpensa sono pronte aree di sosta riservate, ambulanze speciali e tute protettive. Stanno cambiando anche le procedure ospedaliere in modo che un malato non diventi suo malgrado anche un untore. In questo caso è l’Europa a guidare visto che il primo contagio extra africano è successo in Spagna all’infermiera Teresa Romero. La Commissione europea di salute e prevenzione ha condiviso l’esperienza spagnola e gli Stati membri dovrebbero essere impegnati ad aggiustare le procedure. Le condizioni della donna sono peggiorate. Il fratello parlava di cedimento degli organi interni. Poi è stato smentito. L’ospedale Carlos III di Madrid dov’è ricoverata ha deciso di liberare l’intero quarto piano per gestire i troppi pazienti in osservazione e prepararsi al peggio. Rischiano l’infezione decine di sanitari entrati in contatto con lei in una fase in cui la malattia non era neppure presa in considerazione. Anche in Texas sono in osservazione poco più di 20 «contatti» di Thomas Eric Duncan. E per l’Africa? Il presidente della Banca mondiale, Jim Yong Kim, ex medico, ha esortato ad aiutare i Paesi più colpiti. «Chiudere i confini non funzionerà». Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha chiesto di aumentare di 20 volte gli aiuti. Risposte? Nessuna. Andrea Nicastro © RIPRODUZIONE RISERVATA «Simulazioni per allenare i medici A Milano già otto falsi allarmi» «L’unico volo diretto con i Paesi africani occidentali è con la Nigeria, che tra poco dovrebbe tornare zona free dall’Ebola. È difficile, dunque, che a Malpensa o a Fiumicino sbarchino casi a rischio». Ma un malato potrebbe arrivare in Italia dopo avere fatto scalo in qualsiasi altra parte d’Europa. «È improbabile, perché in questo caso verrebbe intercettato prima». C’è chi potrebbe avere i primi sintomi di Ebola una volta arrivato in Italia. «Certo. Ma i rapporti con Guinea Conakry, Sierra Leone e Esperto Giuliano Rizzardini, primario del reparto Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano Liberia sono limitati. Meglio, comunque, essere pronti. Abbiamo già avuto almeno otto falsi allarmi». Di che casi si trattava? «Una donna nigeriana che parlava male sia l’italiano sia l’inglese, per esempio, è stata classificata come caso sospetto perché lamentava febbre sopra i 38 e dolori addominali. Ma, appena è stata fatta un’anamnesi più approfondita, abbiamo capito che non poteva essere Ebola: la paziente, infatti, era in Europa da più di tre settimane». Avete messo in conto la diffusione del panico? «Sarà necessario filtrare bene i pazienti nei Pronto soccorso. Altrimenti scatteranno inutilmente tutte le procedure di sicurezza e di isolamento, dai medici con le tute di protezione, alle visite negli ambulatori blindati». Simona Ravizza @SimonaRavizza © RIPRODUZIONE RISERVATA facebook.com/proseccozonin twitter.com/proseccozonin 25 26 Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 CRONACHE 27 # Genova travolta dall’acqua: un morto Alluvione nella notte, città allagata come nel 2011. Il cadavere di un uomo trovato in zona Brignole Esondano i torrenti Bisagno, Scrivia e Fereggiano. Paura anche in provincia: 3 persone salvate dalle auto 120 I millimetri di acqua caduti in un’ora a Genova, facendo allagare i sottopassi 180 Centimetri è l’altezza raggiunta dall’acqua in alcune zone della città e di Montoggio 118 Decine le telefonate al 118: a Montoggio hanno chiamato molti automobilisti intrappolati Allagata Una strada completamente allagata a Genova: le vetture quasi galleggiano. Il primo bilancio è di una vittima in città Genova rivive l’incubo alluvione, che tre anni fa fece sei morti e lasciò sconvolta la città. Ieri si contava una vittima: poco prima dell’una di questa notte i vigili del fuoco hanno trovato il cadavere di un uomo, tra via Canevari e la stazione Brignole, alle spalle del quartiere di Borgo degli Incrociati, dove ieri notte dieci auto erano accatastate una sopra l’altra. La vittima è stata trovata dai carabinieri vicino ad una palina dell’autobus: probabilmente l’uomo è stato travolto dalla piena del Bisagno e non è riuscito a mettersi al riparo. Poco distante un altro uomo, intrappolato in un tunnel dentro la sua auto, gridava per chiedere aiuto. Paura anche nella vicina Montoggio, dove fino a sera mancavano all’appello tre persone, che sono però state ritrovate intrappolate nelle loro auto e soccorse dai pompieri. Tutto il paese ha però continuato a essere isolato telefonicamente, come buona parte di Genova, e mancava la corrente in molte case. A fine serata restava l’apprensione per altri automobilisti travolti dall’acqua che i sommozzatori non erano riusciti a trovare, mentre altre vetture sono proprio rimaste Sorpreso dalla piena La vittima trovata vicino alla fermata del bus: portata via dal Bisagno in piena (Twitter/Meteoweb) incastrate tra le mura delle abitazioni. L’ondata di maltempo ha colpito il capoluogo ligure già da ieri mattina. Maggiormente tormentato dalle piogge è stato il Ponente di Genova: Bolzaneto, Certosa, Rivarolo e la Val Bisagno. Oltre centoventi millimetri di pioggia sono caduti in un’ora, facendo allagare i principali sottopassi.Molte le auto travolte dall’acqua. In serata il sindaco Marco Doria chiedeva ai suoi concittadini di spostarsi nei piani alti. Nel giro di poche ore oltre a essere esondato il torrente Bisagno, nella zona di Brignole, la stessa colpita dall’alluvione del 2011, non hanno retto gli argini del torrente Scrivia e del Rio Fereggiano, trascinando auto parcheggiate, cartelli stradali e allagando l’area dietro lo stadio Ferraris. La Protezione civile intorno a mezzanotte girava per le strade con un megafono invitando i cittadini a non uscire di casa e a rifugiarsi nei piani alti. In alcune zone l’acqua del torrente è arrivata a un’altezza di un metro e ottanta, come nell’area di Sant’Agata, in corso Sardegna. Avvisaglie del maltempo si erano avute già dal mattino, a Recco, dove una scuola materna era stata evacuata per precauzione. Verso mezzanotte e venti ha smesso di piovere e questo se non altro ha permesso all’acqua di defluire verso il basso. Oggi le scuole di ogni ordine e grado, dal nido all’università, resteranno chiuse. E si potrà fare l’appello di chi non è tornato a casa. Elvira Serra © RIPRODUZIONE RISERVATA Nel 2011 ● Il 4 novembre 2011 Genova fu colpita da una terribile alluvione: in poche ore caddero oltre 500 millimetri di pioggia ● Il bilancio fu di 6 vittime, tutte in via Fereggiano, tutte donne, comprese due bimbe di uno e 8 anni 28 Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 CRONACHE 29 # Battaglia sulle norme antipaesaggio Dopo il patteggiamento Galan torna a casa e abbraccia la figlia Gli insulti del paese: «Sei un ladro» Carandini: dare il via ai cantieri con il silenzio assenso è un rischio per l’ambiente «Se questo governo vuole direttamente abolire la tutela del nostro paesaggio e del nostro patrimonio, che lo dica apertamente… Non c’è più spazio per una semplice preoccupazione, è ormai allarme rosso per il paesaggio e per il nostro patrimonio urbanistico e monumentale». Andrea Carandini, presidente del Fondo Ambiente Italia ed ex presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, ha appena analizzato il disegno di legge Madia sulla riforma della Pubblica amministrazione in discussione al Senato. L’allarme rosso di cui parla Carandini (che non esclude un appello al presidente Napolitano, suo e di altri intellettuali impegnati nell’universo della tutela, se le cose non cambieranno) riguarda l’articolo 3 comma 2 e 3 sotto il titolo «Silenzio assenso tra amministrazioni». Ovvero quel meccanismo per cui se un’amministrazione locale chiede un parere a un’altra amministrazione per un progetto edilizio o urbanistico, dopo 60 giorni può considerare un eventuale silenzio come un assenso, quindi un via libera (ed ecco il passaggio che intimorisce Carandini e molti altri) «anche ai casi in cui è prevista l’acquisizione di assensi, concerti o nulla osta comunque denominati di amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, dei beni culturali e della salute dei cittadini, per l’adozione di provvedimenti normativi e amministrativi di competenza di amministrazioni statali o di altre amministrazioni pubbliche». La prima parte riguarda direttamente gli uffici delle soprintendenze e i loro compiti istituzionali di tutela. Carandini ritiene «gravissima e senza precedenti» questa formulazione: «So che sarà possibile presentare emendamenti fino al 17 ottobre e mi au- 17 Ottobre La data entro cui si possono presentare emendamenti al disegno di legge Madia guro che si intervenga senza indugio. Voglio essere chiaro. Il governo fa bene a voler snellire le procedure, a “sbloccare” questo Paese. Ma se un iter prevede un parere sul paesaggio, su un bene urbanistico o architettonico, la macchina del ministero dei Beni culturali deve essere in grado di esprimerlo per evitare devastazioni». E allora, Carandini? Non è uno Lezione in piazza a Montecitorio I bambini dell’Aquila: ricostruiteci le scuole Una lezione davanti a Montecitorio. L’hanno organizzata alcuni bambini dell’Aquila accompagnati a Roma dai genitori e da ActionAid per chiedere al governo di ricostruire, a 5 anni dal terremoto, le scuole della loro città. sprone a darsi da fare? «Le soprintendenze sono state svuotate di personale e mezzi. Sono state volutamente prosciugate e azzoppate. Negli uffici delle soprintendenze milanesi, sempre più impoverite, è stato calcolato che ogni funzionario avrebbe 3-4 minuti per esaminare le pratiche contenenti un parere, se si dovesse osservare il termine di legge. Ma se si azzoppa un’amministrazione non le si può poi chiedere di correre. Vedo, insomma, l’intenzione di togliere di mezzo ciò che viene visto come un intralcio, appunto la tutela e il sistema delle soprintendenze, mentre parliamo invece di un sistema che assicura l’applicazione dell’articolo 9 della Costituzione, cioè la tutela del paesaggio e del nostro immenso patrimonio storico-artistico». Proprio citando l’articolo 9, c’è chi sta progettando un appello al Quirinale per evitare che il silenzio assenso metta i Comuni nelle condizioni di costruire anche in aree vincolate, per non parlare dei centri storici. Positivo, invece, il parere di Carandini sull’articolo 17 dello sblocca Italia che introduce misure fiscali che favoriscono il recupero del patrimonio edilizio esistente, disincentivando il consumo di suolo: «Il provvedimento appare positivo, ma andrebbe inserito in un intervento più generale, che vincoli lo sviluppo alla pianificazione dell’uso del territorio che manca da due generazioni». Paolo Conti © RIPRODUZIONE RISERVATA La norma ● È in discussione al Senato il disegno di legge Madia sulla riforma della Pubblica amministrazio ne ● Il presidente del Fai Andrea Carandini e altri ambientalisti sono critici sulla norma del cosiddetto silenzio assenso, prevista nel disegno di legge, per la quale, se un’amministrazione chiede un parere a un’altra su un progetto edilizio o urbanistico, dopo 60 giorni può considerare un eventuale silenzio come un assenso «Ladro!». «La villa è anche nostra». «Portiamo via il muretto». Non è stato un ritorno trionfale quello di Giancarlo Galan (nella foto) nella sua villa di Cinto Euganeo. Ad attenderlo, oltre ai giornalisti, c’erano compaesani decisamente poco bendisposti. «Altro che macchine fotografiche, lanciafiamme!». Ce l’avevano anche con il giudice di Venezia che ha deciso la scarcerazione, dopo l’accordo fra difesa e accusa sul patteggiamento a 2 anni e 10 mesi e la restituzione di 2,6 milioni di euro da parte dell’ex governatore del Veneto, accusato di aver incassato oltre 4 milioni di tangenti. Una resa sulla quale i suoi legali, Antonio Franchini e Niccolò Ghedini, hanno precisato che Galan «ha accettato l’inaccettabile ed è giunto all’accordo per la difficoltà di proseguire lo stato di carcerazione e poter riabbracciare la famiglia e la figlia Margherita». L’ha fatto ieri, visibilmente dimagrito, nella casa di Cinto Euganeo. © RIPRODUZIONE RISERVATA 30 Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera ● Il rischio L’esigenza di razionalizzare, qualificare e semplificare la pubblica amministrazione è reale. Ma essa è un insieme di servizi per i cittadini, specie i più deboli: dipingerla come un covo di ladri è sbagliato. E pericoloso ANALISI & COMMENTI di Luca Mastrantonio La solidarietà ai capimafia della Cassandra d’Italia Guzzanti «esagera» (per fini di botteghino) S abina Guzzanti ha smesso di far ridere da anni, diventando la regina dei nostri satiri tristi: ieri comici e giullari, oggi politici e profeti. Crede di essere la Cassandra d’Italia perché non è seguita come pensa di meritare. Nonostante buone recensioni, visibilità e distribuzione, per esempio, il suo film sui rapporti Statomafia La Trattativa ha fatto flop. Libera scelta degli spettatori? No, per Guzzanti c’è un complotto da combattere con tutti i mezzi: compresa la schizofrenia digitale. Così ieri su Twitter s’è schierata con i capimafia che hanno chiesto di poter assistere alla deposizione di Giorgio Napolitano: «Solidarietà a Riina e Bagarella privati di un loro diritto. I traditori nelle istituzioni ci fanno più schifo dei mafiosi». Per lei il Capo dello Stato e il Capo dei capi pari sono: «Le stragi sono state progettate all’interno delle istituzioni. I mandanti sono colpevoli quanto gli esecutori». Poi, prima del collegamento video sul suo sito, rilancia con spot: «Andate a vedere #latrattativa e capirete perché i traditori nelle istituzioni fanno più schifo dei mafiosi». In chat, alle 16, ha rivendicato la provocazione perché se non si dicono «cose esagerate» non si viene ascoltati. Le cose esagerate possono essere inventate, perché non bisogna «aspettare gli esiti di sentenze» limitate alle responsabilità penali, e tarde, bisogna «prendersi la responsabilità di giudicare e di trarre le conclusioni da quello che possiamo sapere». Al minuto 11 e 38 del video, 4 ore dopo aver solidarizzato con Riina e Bagarella, attacca la cultura antidemocratica di Berlusconi e ha un attimo di lucidità: «La mafia è il contrario della democrazia — dice Guzzanti — e chi solidarizza con la mafia ha per forza una formazione culturale antidemocratica perché lo scopo della mafia è sottomettere i più per sfruttarli al meglio». Discorso, però, valido anche per chi solidarizza con degli stragisti per fini commerciali di botteghino. @criticalmastra © RIPRODUZIONE RISERVATA Su Corriere.it Puoi condividere sui social network le analisi dei nostri editorialisti e commentatori: le trovi su www.corriere.it aro direttore, la pubblica amministrazione sta morendo. E ne pagheranno le conseguenze i deboli, i privi di tutela, in una parola coloro che non hanno santi in Paradiso. Perché l’amministrazione non è una dispensatrice di stipendi ai suoi inutili dipendenti, ma un insieme di funzioni e servizi per i cittadini, e soprattutto per coloro che non possono permettersi di rivolgersi o di comprare i servizi altrove. Basta, quindi, con una rappresentazione della realtà negata dai numeri, e dunque sostanzialmente falsa. A parità di popolazione, la Gran Bretagna ha oltre 5 milioni di dipendenti pubblici, l’Italia poco sopra i tre. I nostri dipendenti risultano i più anziani in Europa (oltre il 50% ha più di 50 anni), e la media è alta perché non vi sono nuovi assunti ai quali i già occupati possano trasmettere competenze e buone prassi — in una parola insegnare il mestiere. L’amministrazione centrale dello Stato è al collasso e sempre più spesso si fonda sul senso di responsabilità di singoli. Nei ministeri vi è stato un progressivo prosciugamento: i ministeriali sono circa 160 mila (erano 274 mila nel 2000), e oggi scarseggiano il personale e le competenze tecniche indispensabili, i mezzi e le risorse finanziarie. Al contempo, è crollata la spesa per investimenti, che nel 2013 era pari, per l’intero settore pubblico, al 2,7% del Prodotto interno lordo. Stiamo distruggendo l’amministrazione pubblica. Forse non è un disegno consapevole, certo non è un bene. Non per i cittadini e per le imprese, che non ricevono più ser- DORIANO SOLINAS C ● Il corsivo del giorno SE SI TOGLIE LA DIGNITÀ AI DIPENDENTI PUBBLICI di Oberdan Forlenza vizi adeguati o almeno decenti (meno sanità, meno sicurezza, meno gestione infrastrutturale). Non è un bene per i giovani, perché non si assume, mentre la disoccupazione giovanile — con laurea e senza — aumenta. I cittadini reclamano più sicurezza, e mancano almeno 20 mila carabinieri e poliziotti. È indispensabile la lotta all’evasione, e mancano i finanzieri. Siamo il Paese con il più grande patrimonio artistico — una grande risorsa anche economica — e sono venti anni che non si assumono storici dell’arte. Negli uffici pubblici mancano ingegneri, chimici, biologi, medici, infermieri; mancano insegnanti che diano con serenità ad altri la formazione necessaria. Al tempo stesso i giovani sono disoccupati, e quella minoranza che nonostante tutto trova lavoro, spesso non adeguato al titolo di studio, ha dovuto sottostare a pressioni e ricatti. Vi è il rischio tangibile di diseducare all’etica del concorso, al principio che negli uffici pubblici si accede per merito e non per raccomandazione. Occorre cambiare mentalità e tendenza, rivitalizzare l’amministrazione senza negare l’esigenza di razionalizzare, di qualificare, di eliminare inutili complessità burocratiche, senza nascondere le negatività esistenti. Occorre dire basta al messaggio che tutto ciò che è pubblico è inutile e negativo. Occorre restituire la dignità. Basta con i dipendenti pubblici rappresentati, nel migliore dei casi come scansafa- tiche, nel peggiore come ladri. Perché non è così, e la mortificazione continua non aiuta. Alla politica delle assunzioni dettata solo dal puro contenimento della spesa deve sostituirsi una seria programmazione delle esigenze di una amministrazione moderna e tecnicamente qualificata. Concorsi, non assunzioni per raccomandazione. Impiego stabile e qualificato, non precariato intellettuale. Selezione della dirigenza con criteri concorsuali oggettivi e di merito, non come premio di fedeltà servili. Serve anche un’amministrazione professionale e rispettata perché il Paese possa uscire dalla sua crisi. Consigliere di Stato, Segretario generale della Giustizia Amministrativa © RIPRODUZIONE RISERVATA UNA MARCIA IN PIÙ ALLE TUE DIFESE? 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La ripresa dell’economia è inferiore alle attese, qualche Stato (come l’Italia) resta in recessione; si correggono al ribasso le previsioni; la disoccupazione peggiora. L’Europa perde velocità: il Fondo monetario internazionale rileva che solo la Germania ha — per quanto? — una delle prime sette economie del mondo. In un simile contesto, mi sembra arduo ipotizzare che la prospettiva meramente nazionale offra un futuro roseo. Dunque, l’Unione mantiene la sua validità, reale, non solo ideale: ma deve decidere, subito, una linea politica comune, comprensibile per tutti i cittadini e attenta alle urgenze. Più tardi, si penserà a riassetti più radicali. Facile a dirsi, difficile a farsi? Quasi impossibile: se i governi nazionali continuano a contraddirsi, badando ai rispettivi interessi, al breve orizzonte elettorale; se si forzano regole da poco approvate, senza averne sperimentata l’intrinseca duttilità; se prevale la scarsa fiducia fra popoli europei, spesso preda di stereotipi divisivi e fantasmi del passato. Eppure, si possono concordare iniziative efficaci e di reciproco, generale giovamento, non egoistiche o minute. Non partiamo da zero: nei mesi scorsi, le propo- SEGUE DALLA PRIMA N on è un modo di fare nuovo; fa parte delle consuetudini di un’Unione Europea molto dialettica e più raramente unita. Tuttavia, oggi, stride con le residue aspettative dei cittadini preoccupati e delusi. Una simile immagine pubblica contrasta con l’estrema urgenza di ridar loro fiducia, di fronte all’onda lunga di una crisi economica che non finisce e alla tragedia della guerra in terre a noi vicine. Sono schermaglie che non aiutano la costruzione di un sentimento europeista e che, nei frangenti attuali, appaiono particolarmente pericolose. L’Unione non è uno Stato federale, ha competenze limitate (sebbene rilevanti), strutture e meccanismi complessi che, tuttora, possono dipendere dal consenso dei membri. Viene percepita lontana, invasiva, burocratica. Le ricorrenti polemiche, gli incomprensibili minuetti, inducono a identificarla come parte del problema, non come un’imprescindibile fonte di soluzioni. La crisi economica globale ha assunto nella Ue caratteri peculiari, evidenziandone i limiti istituzionali e scuotendo le basi stesse dell’euro. Dopo non poche esitazioni e difficoltà, è stata attenuata la tempesta che aveva colpito, soprattutto, i Paesi con squilibri maggiori nei conti pubblici. Le intese raggiunte in seno al Consiglio europeo (in particolare nel giugno 2012) e il correlato, innovativo attivismo della Banca centrale europea, hanno scongiurato il rischio sovrano immediato, preservando stabilità e integrità dell’eurozona. L’azione complessiva ha imposto regole più rigorose, perché le precedenti non garantivano la fiducia degli investitori, indispensabili per finanziare gli alti debiti pubblici nazionali. Una fase acuta e distruttiva della crisi è stata così superata, ma molti problemi ri- 31 ste sono state numerose, interessanti. Ne ricorderei due, sulle quali accelerare i lavori. La prima, riguarda gli investimenti pubblici per stimolare l’economia, da attivare con risorse comuni europee, poiché i singoli Stati sono vincolati dalle regole Ue: impiegare al meglio i fondi stanziati nel bilancio 2014-2020 (una sfida per l’Italia); concretizzare — spiegando, finalmente, da dove affluiranno — i 300 miliardi di «investimenti addizionali pubblici e privati nell’economia reale per i prossimi tre anni», annunciati dal nuovo presidente della Commissione europea; vivacizzare l’azione della Banca europea degli investimenti (Bei); osare e dotare l’eurozona di una capacità di bilancio che le consenta di finanziarsi presso gli investitori, emettendo appositi titoli. La seconda proposta attiene alle riforme strutturali nazionali: ogni Paese sa quali sono quelle che deve fare e tutti ne devono fare; resto convinto che serva un meccanismo europeo che, per accelerarle, preveda forme di utile incentivo, a fronte di dettagliati impegni, volontari e vincolanti, dei governi a varare vere riforme favorevoli a crescita e occupazione. Andiamo verso due Consigli europei (ottobre e dicembre), l’occasione per ritrovare un passo spedito nell’Unione. Un’evidente, singolare opportunità per la presidenza semestrale italiana, oramai, in dirittura finale. © RIPRODUZIONE RISERVATA Diritti umani violati il Nepal segua l’esempio argentino Nepal dovrebbe ● ❞ Ilprendere esempio dall’Argentina, sostengono Ram Kumar Bhandari ed Erik B.Wilson nell’editoriale del Kathmandu Post. Entrambi i Paesi si sono trovati a dover investigare sulle violazioni dei diritti umani commesse da forze dello Stato durante i rispettivi regimi. Il governo nepalese ha deciso di istituire la Commissione per la verità e la riconciliazione. Rimasta per ora sulla carta. Manca la volontà di punire i responsabili di rapimenti e omicidi commessi durante la rivolta maoista, ma si può almeno arrivare alla verità. Spagna modello di sanità, ora untore di Ebola il bailamme e ● ❞ Ebola, attacchi di panico: Xosé Luís Barreiro Rivas, dalle colonne de La Voz de Galicia, non si capacita che la Spagna sia passata in pochi giorni dall’essere un modello per la Sanità mondiale a untore internazionale del virus più temuto. In un clima di rivolta politica interna. Senza giustificare il governo, e tantomeno l’operato in generale della ministra della Sanità, l’editorialista vede un caso di isteria collettiva: «Siamo di fronte a un errore tecnico che si è generato in uno dei migliori sistemi sanitari al mondo». Stavolta lasciate fuori la politica. a cura di Elisabetta Rosaspina SEGUE DALLA PRIMA ur senza nostalgie per il regime parlamentare uscente, davvero impossibili, bisogna riconoscere che qui siamo oltre. È come se avessimo sostituito a vent’anni di mancate riforme istituzionali la biografia e la personalità di un leader di quarant’anni: una riforma costituzionale incarnata, in personam invece che ad personam. Prima o poi doveva succedere: la democrazia parlamentare non può sopravvivere a periodi troppo lunghi di paralisi. A Bersani e D’Alema che protestano per l’andazzo odierno andrebbe risposto che ne sono in buona parte responsabili. Però non è detto che la nuova costituzione materiale che si sta delineando sia l’unica forma di post-democrazia possibile. Non è vero che funziona così ovunque. Perfino in un regime presidenziale come quello statunitense i parlamentari hanno un incomparabile potere di condizionare le scelte dell’esecutivo. Perfino a Westminster le ribellioni in Aula sono all’ordine del giorno. Perfino in Germania la Merkel ha dovuto spesso ricorrere ai voti dell’opposizione per resistere alle defezioni interne della sua maggioranza. Istituti come la sfiducia costruttiva, sistemi elettorali basati sul collegio uninominale, o anche un presidenzialismo dotato di check and balances, consentono di avere insieme governi autorevoli e Parlamenti liberi. Sarebbe il caso di pensarci per tempo. Perché democrazia è certamente decisione, ma è anche e soprattutto potere di controllare il potere. Ogni giorno, e non solo una volta ogni cinque anni. Antonio Polito © RIPRODUZIONE RISERVATA I NUOVI «SERVI DELLA GLEBA» DELL’ECONOMIA DI PUTIN D a un bel pezzo avevamo abbandonato la confortante certezza — un’illusione — che la storia camminasse speditamente sulla via del progresso. Con ostacoli, certo, con arresti, ma comunque senza invertire mai il senso di marcia, senza regredire. In avanti, sempre. Alcuni segni ci avevano messo sull’avviso. Ad esempio il vigoroso ritorno del principio dinastico, cioè della successione al potere all’interno del medesimo gruppo familiare. Nelle democrazie — negli Stati Uniti d’America, in India —, ma anche nei regimi comunisti — in Corea del Nord, nello Stato indiano del Kerala — formalmente dittature del proletariato. Ma pur così disillusi, fino al ritorno della servitù della gleba non ci saremmo mai spinti. E invece il Financial Times ieri riportava un’intervista a Sergei Pugachev, oligarca russo in esilio a Londra, il quale testualmente dichiarava: «Oggi in Russia non c’è proprietà privata. Ci sono solo servi che appartengono a Putin». Dove «servi» significa in russo «servi della gleba», non domestici, ma og- getti, come nei romanzi di Tolstoj, dove più propriamente si misuravano in «anime». Pugachev, di suo, non dev’essere un fiorellino di campo. È un cinquantunenne barbuto che a 29 anni fonda una banca e a 45 ha una fortuna stimata di due miliardi di dollari. Il presidente russo Vladimir Putin lo accusa di aver portato in Svizzera 700 milioni della banca. Lui dice che sono suoi e che gli servivano per certi commerci. Sta di fatto che Putin l’ha fatto fuori, come poi lo scorso settembre ha spossessato di Bashneft, gigante del petrolio, e messo in galera Vladimir Yevtushenkov, altro potentato. Procedure e metodi ben noti alla storia europea, praticati con successo da Luigi XIV e Pietro il Grande fino a Stalin, ossia ad ogni instaurazione del potere assoluto e dell’assolutismo come ideologia. Quel che stupisce in questa stagione di regresso è la subitaneità del crollo. L’edificio illuminista fondato sull’universalità dei valori e dei diritti, sugli sforzi di miglioramento, rovina intorno a noi. Ma, forse, preferiamo non vedere. Gian Arturo Ferrari © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 Tempiliberi Viaggi Benessere Food Moda Fonte University of Stavanger 33 Libro (di carta) batte ebook Vince la carta. Toccare con mano e sfogliare un libro “tradizionale” aiuta a memorizzare meglio. Mentre chi legge un ebook è meno concentrato. Lo ha dimostrato uno studio su 50 laureati. E la notizia ha fatto il giro della stampa estera. Chi comprende e assimila il testo: dei lettori su carta 57% dei lettori digitali 44% Design Tecnologia Famiglia Contesa dai più importanti registi di Hollywood, ha vissuto in una casa occupata. Il suo primo eroe? Il papà adottivo. Anche per questo lotta per le donne. Insieme agli uomini «N New Yorker Rosario Dawson è nata nel 1979 a New York. Ha debuttato nel cinema a 16 anni nel film «Kids» di Larry Clark e ha lavorato con Oliver Stone, Quentin Tarantino e Gabriele Muccino. È stata legata al regista Danny Boyle ed è impegnata nelle associazioni «Voto Latino» e «Studio One Eighty Nine» on riesco a pensare a un mondo senza uomini. La loro funzione è importantissima, credo che dovremmo portarli dalla nostra parte, sarebbe più facile ottenere ciò per cui lottiamo». L’elemento maschile è predominante in Rosario Dawson: si intuisce da piccoli dettagli, contenuti in un corpo incredibilmente attraente. Nulla è quello che sembra: a partire dal nome, che pare un errore di trascrizione anagrafica e invece è proprio un nome da donna. «Si chiamava così anche mia nonna, viene da Rosarium, è spagnolo». Indossa scarpe stringate Lanvin e un paio di ripped jeans. Chi l’ha vista nuda nel film «In trance» avrebbe altre risposte da dare. «Ma la parte migliore di me è la rasatura della tempia sinistra», dice mentre accarezza la sua chioma half hawk, metà della testa rasata e l’altra metà naturale. Non esistono conflitti di genere: tutto è fluido in questa sensuale trentacinquenne contesa da registi come Spike Lee e Oliver Stone che ha azzerato le differenze grazie al suo impegno sociale. «Nelle mie associazioni in difesa delle donne coinvolgo sempre i maschi. Solo in questo modo possiamo vincere la violenza, facendo capire agli uomini che ci sono molti uomini che odiano chi fa male alle donne». Gli spintoni e la scala «salvavita» Famiglia In alto con la madre Isabel: tra loro ci sono 16 anni di differenza. Sopra con l’amica Abrima Erwiah: hanno creato la Fashion Rising Collection, che supporta progetti antiviolenza La storia di Rosario è un copione scritto da uno sceneggiatore formidabile. La sua stessa vita è il racconto di uomini che deludono e uomini che riscattano gli errori degli altri. Greg, il padre putativo, è stato il suo primo eroe. «Ha sposato mia madre Isabel abbandonata da mio padre, mi ha cresciuta e mi ha protetta. Del papà biologico non ho mai sentito la nostalgia, non potrei, non lo conosco». Sullo sfondo della storia c’è la città di New York e una casa occupata nel Lower East Side di New York. «Sono cresciuta con i teli di plastica alle finestre». Tra i primi ricordi c’è la scala «alternativa» costruita dalla madre, per evitarle di incontrare gli ubriachi del sottoscala, un posto «creepy» dice lei, incredibilmente spaventoso. «Ho imparato a convivere con gli spintoni e anche con qualche mano sul sedere. Mio fratello Clay a volte tornava a casa con un occhio nero. Ma nella mia famiglia trovavo tutta la sicurezza del mondo». Dalla nonna, Rosario Isabel, ha ereditato l’impegno nel sociale. «Faceva la sindacalista mentre lavorava in una fabbrica di vestiti». Dalla madre di origini portoricane e afro-cubane, la bellezza («è alta un metro e ottanta») e l’arte di cavarsela. «È capace di fare tutto, persino l’idraulico. A 16 anni è rimasta incinta e la cosa strana è che tutti pensavano che sarebbe accaduto anche a me, in un certo senso ho cambiato le pagine di un destino già deciso da altri». Crescere in una famiglia così «giovane» ha avuto dei vantaggi. «Mi sentivo una di loro, quando arrivavano gli amici dei miei mi sforzavo di fare domande intelligenti. Se mi facevano notare che era ora di andare a dormire mi opponevo: io sono come voi, dicevo». La bellezza e l’inferno Hollywood «Hey, do you want to be in my movie?». Una domanda di uno sconosciuto e la vita cambia: alla stessa età in cui la madre rimane incinta, per Rosario si aprono le porte di Hollywood. Larry Clark, che aveva scelto il baraccone fatiscente dei Dawson per girare il film «Kids» (quello che ha reso famosa Rosario Dawson «Mia madre mi ha avuta a sedici anni Così ho cambiato un destino già deciso» di Michela Proietti anche Chloe Sevigny), nota Rosario fuori di casa e la scrittura nel cast. «Direi che non sono stata sempre bella, dato che nessuno mi invitava fuori. Ogni tanto mi raccontano che qualcuno della mia ex scuola dice di essere uscito con me. Io rispondo: ma che bugiardo, ero invisibile e tu non mi hai mai considerata!». Dopo «Kids» arrivano altri ruoli, con Oliver Stone («Alexander»), Spike Lee («He got game»), Danny Boyle («In Trance»), Chris Columbus e Quentin Tarantino. «Hollywood un inferno? Ha fatto di me un’attrice, casomai direi il contrario. L’inferno è trasformare la celebrità nella tua stessa vita, un meccanismo che somiglia a quelli che pensano alla vecchiaia come a una tragedia. Io ho i miei interessi e i miei eroi: sono quelli che aggiustano le case nella mio vecchio quartiere o che convincono la comunità latina a votare». Il successo l’ha aiutata a realizzare i sogni degli altri: al padre Greg, per i 50 anni, ha regalato un’Harley Davidson, il fratello Clay si è potuto iscrivere al college. La madre, sull’orlo della depressione, è partita con lei in Sierra Leone. «Dovevamo rimanere una settimana, siamo state tre mesi. Mi ha aiutato a trascrivere elettronicamente i certificati delle persone sieropositive. Sierra Leone significa Terra del Sorriso» . Le amicizie (che non cambiano) «Rosario ha sempre avuto un cuore enorme, già da piccola si occupava dei problemi di tutti. È una ❞ I teli di plastica Sono cresciuta con i teli di plastica alle finestre. Mia madre è capace di fare tutto, persino l’idraulico: lei mi ha cresciuta e protetta I ragazzi bugiardi Ogni tanto qualcuno della mia ex scuola dice di essere uscito con me. Io rispondo: ma che bugiardo. Allora non mi invitava nessuno new yorker». Abrima Erwiah è sua amica dai tempi dell’infanzia a New York. Insieme condividono un progetto di moda e solidarietà: si chiama Fashion Rising Collection e con parte dei ricavati sostiene le donne africane vittime di violenze. Nonostante la celebrità di Rosario, sono rimaste unite. «Le mie amicizie sono le stesse di quando ero piccola. Abrima era pazzesca, parlava già le lingue e sapeva ciò che voleva fare». Rosario Dawson ha continuato a studiare dopo il successo: se non fosse diventata una diva, oggi sarebbe una biologa marina. Spike Lee l’ha invitata alla New York University per parlare de «La 25°ora», il film che le ha dato la vera celebrità. Ha lavorato con gli attori più pagati e i registi migliori. Del suo ex Danny Boyle dice con un sorriso: «Sì è finita, ma siamo ottimi amici. I figli? Vorrei non parlarne, possibile?». Le piacerebbe lavorare per Almodóvar e racconta che la gente ancora la ferma lungo la strada per il film «Sette anime» di Gabriele Muccino. «Un uomo diretto, virile, fine, intelligente, quasi maniacale: raggiunge un risultato sempre migliore di quello che si è prefisso. Mi ricordo che diceva a Will Smith “non fare Will Smith», gli urlava in mezzo a un campo d’orzo “ti voglio nudo e vulnerabile come un neonato”. Ha fatto un film capace di far piangere gli uomini, e il miracolo è che nessuno si vergogna di dire che con quel film ha pianto». © RIPRODUZIONE RISERVATA Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera TEMPI LIBERI Salento Viaggi Le destinazioni Si chiama «La Strea», sulle carte geografiche comuni è impossibile trovarla ma per arrivarci non servono barche o aliscafi. L’isola(foto) appena dietro l’angolo di Porto Cesareo, nel cuore del Salento, si raggiunge a piedi, con una passeggiata di 200 metri in acqua alta 50 centimetri. Un piccolo paradiso rinato grazie all’impegno di un comitato di gente comune che lo scorso anno ha deciso di La Strea, l’«isola» protetta che si raggiunge a piedi valorizzare l’area, dove vivono specie, vegetali e animali, protette. Fuga perfetta per evadere dalla quotidianità della terraferma, adesso regala gli scorci colorati di inizio autunno, ma con 28 gradi quasi estivi di giorno. Le sistemazioni sono curate e di atmosfera: il bed and breakfast La Strea (www.lastrea.net) offre camere a partire da 40 euro a notte. © RIPRODUZIONE RISERVATA I parchi giochi Percorsi Genova è stata turca I posti segreti degli ottomani Nel solco del rapporto che Genova ha stretto con Beyoglu, la parte europea di Istanbul storicamente legata ai mercanti liguri, si sono aperte due mostre di grande interesse sull’arte Ottomana. L’occasione di visitare due palazzi dei Rolli, Palazzo Bianco e il privato Palazzo Lomellino per ammirare alcuni pezzi mai esposti prima si abbina con un percorso ideale fra «turchi e turcherie» che si snoda nel centro storico, nelle antiche dimore e nelle chiese sulle tracce di ammiragli, avventurieri, mercanti e diplomatici. Si può iniziare proprio da Palazzo Bianco, in via Garibaldi, dove sono esposti documenti e manufatti che testimoniano le contaminazioni culturali fra genovesi e turchi tra il 1400 e il 1700: paramenti sacri, piante e piviali, ricavati da preziose stoffe importate da Istanbul, ceramiche Iznik con decori blu che hanno influenzato i genovesi tanto da dar vita alle «turcherie», a cominciare dal tradizionale mezero, tessuto con l’albero della vita. A Palazzo Lomellino la mostra sull’arte Ottomana, «Astrazione: uno sguardo sulla Sublime Porta», fra il 1450 e il 1600, offre scenograficamente al visitatore pezzi unici di uno dei più grandi collezionisti internazionali di arte islamica, Alessandro Bruschettini. Rari tappeti di corte cinquecenteschi (non se ne trovano più, un tappeto oggi può valere anche 10 milioni di euro) e due pezzi forte: il Corano appartenuto a Maometto II e una tughra, la firma di Solimano il Magnifico, esempio di raffinatissima calligrafia. Una piccolissima sezione dedicata all’armeria, molto «pensata» (testiere per cavalli da parata e non da combattimento), con una sola lama: «E’ un momento delicato — dice Bruschettini — per i rapporti con l’Islam ma proprio per questo la mostra vuole essere un esempio di come culture diverse si sono incontrate, rispettate e capite e possono farlo ancora». La visita può continuare nella città vecchia, dove la conoscenza del Gran Turco è testimoniata in quadri, affreschi, arazzi: la ricercatezza dell’abbigliamento di corte e dei mercanti e il fascino esotico del turbante suscitavano curiosità e ammirazione. Negli affreschi del Carlone della chiesa dell’Annunziata non mancano numerose figure di turchi, così come nell’olio sempre del Carlone nell’Oratorio di San Giacomo della Marina. Inevitabile la tappa a Palazzo del Principe, dove sono esposti gli arazzi che rappresentano la battaglia di Lepanto. In piazza Giustiniani 6 il Palazzo di Marcantonio Giustiniani fu della famiglia che aveva il suo potere nell’isola di Chio, ultima colonia genovese nel Levante, mentre in piazza Postavecchia 2 si erge Palazzo De Franchi, grandi mediatori della Repubblica in terra turca. In via Balbi Palazzo Reale fu dimora di Eugenio Durazzo, inviato straordinario della Repubblica alla corte ottomana nel 1666. Per chi vuole saperne di più (c’è un programma di conferenze al Castello D’Albertis) www.museidigenova.it. Erika Dellacasa © RIPRODUZIONE RISERVATA Il parco giochi diventa a tema zucche e streghe dall’11 ottobre Halloween Party con i dj di Radio 105. Feste a tema nei weekend di ottobre prima del 31 www.mirabilandia.it/it/eventi/ halloween-2014 www.gardalandmagichalloween.it/ halloween/it/ Tra i più grandi d’Europa, al confine tra Francia e Svizzera, organizza un supertour a tema Valmontone, Roma. Dal 4 ottobre, tutti i week end fino al 2 Novembre, il parco giochi si tinge di nuove atmosfere, magicamente tenebrose europapark.de/de/park/veranstaltungen/ halloween-im-europa-park www.magicland.it In Europa Un weekend mostruoso L' Andare alla tradizionale festa celtica di Edimburgo oppure a ballare in un parco a tema vestiti da strega? Tutto quello che si può fare per divertirsi ad Halloween, la notte più pazza dell’anno «Anonima teatranti» si prepara alla notte del 31 ottobre nelle campagne della Lucchesia con un dispiegamento di forze degno del Cirque du Soleil. Più di altri eventi a tema, «Halloween Celebration», in quel della Garfagnana, è il simbolo dell'ormai ventennale «effetto boomerang» delle antiche feste celtiche rientrate in Europa dagli Stati Uniti sotto forma di Jack 0'Lantern. Che siano città, parchi a tema o kermesse spontanee, Halloween è diventato (anche) un fenomeno europeo ma nonostante i costumi e le decorazioni all'americana, le vecchie superstizioni resistono e in Germania (ma è solo un esempio) la notte del 31 ottobre i coltelli da cucina vengono fatti sparire seguendo un'antica abitudine. L'ormai sfuggente ibrido celtico-americano entra ed esce dalle discoteche, riempie i parchi giochi e i centri storici delle città a tradizione «ghost friendly» d'Europa, dall'Irlanda alla Galizia, con anteprime che nel caso di «Mirabilandia» cominciano già domani. cinque giorni in attesa della fatidica notte del 31 ottobre. Halloween Celebration non è un rave né frutto di un’amministrazione comunale incurante della spending review ma la creazione di un gruppo di appassionati che dal 1993 si è impegnata a sviluppare un Halloween Festival in quel della Garfagnana, zona che di per sé ha storie di «ponti di diavoli» e di streghe antiche di secoli. «Società del fuoco» di Edimburgo Con le streghe in Lucchesia Bisogna spingersi fino a Borgo Mozzano, nella provincia di Lucca, per trovare l’interpretazione più sfrenata (www.halloweencelebration.it) della festa pagana di Halloween creata da uno staff di cento persone fra macchinisti, scenografi e un «anonima teatranti». Va in scena un party a tema kolossal che comincia con un'anteprima di ben P Pparra 34 La Beltane Fire Society (beltanefiresociety.wordpress.com) ha fatto rivivere l’antica celebrazione celtica di Samhuinn (si pronuncia Sar-wayn da cui Halloween deriva) il 31 ottobre nelle strade del centro storico di Edimburgo. La festa si rifà alle origini del rito (i passaggio fra autunno e inverno) e i corpi dipinti, insieme alle evoluzioni dei mangiafuoco, invadono il centro storico attraversando la Royal Mile, la strada che taglia in due la Old Town della capitale. La compagnia, specializzata in street performance, si è formata nel 1988 e da allora riunisce centinai di volontari e figuranti per la notte del 31 ottobre (e per la festa Beltane del primo maggio da cui prende il nome) per un evento di rilievo internazionale e di grande bellezza coreografica: un «canovaccio» racconta lo spodestamento dell'estate da parte del Re dell'inverno sotto lo sguardo vigile di Cailleach, rappresentazione Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 TEMPI LIBERI Mete hipster Amano il cinema alternativo, sono appassionati di fotografia, si spostano in bici. Volagratis ha individuato alcuni itinerari per ricalcare le orme degli hipster: ecco dove andare (e quanto spendere). Bruxelles — La capitale belga (foto) è la «città delle barbe» grazie anche al festival organizzato ogni anno dall’Orde van de Brusselse Moestasje, l’Ordine dei Baffi, poco distante dalla Grand Place. I partecipanti si Festa della barba a Bruxelles O in bici in Olanda dividono in tre categorie: barba parziale, barba completa e baffi divertenti (dal 23 al 26/10, volo e hotel 2 persone 303 euro) Canada — È il Paese delle camicie a quadri amate dagli hipster. Inoltre uno dei quartieri hipster per eccellenza si trova a Toronto: il Kensington Market, riferimento per il vintage (dal 24/10 al 2/11, volo e hotel per due 1.036 euro) Amsterdam — Un hipster viaggia sulla sua 35 bici: con più di 600.000 biciclette, qui oltre il 40% della popolazione si sposta con questo mezzo. Un modo pratico per scoprire gli edifici avanguardisti, le zone verdi e luoghi come la galleria Nieuw Dakota e il NDSMWerf dove converge la scena artistica locale e si trova il più grande mercato di seconda mano d’Europa (dal 23 al 26/10, volo e hotel per 2 da 443 euro www.volagratis.com). © RIPRODUZIONE RISERVATA Le città Derry Irlanda del Nord Ospita dal 17 ottobre al 2 novembre una non stop (la più grande d’Europa) dedicata ad Halloween Ferrol e Lugo Vigo celebrano in Galizia la versione locale della festa dei morti «Noite dos Calacús» burgo Edim Borgo a Mozzano mette in scena un famoso party a tema kolossal che è giunto ormai alla sua 21° edizionea cui partecipano circa 10mila visitatori Danze e spettacoli animano la notte scozzese del 31 dando vita al «The Beltane Fire Society ». Una manifestazione, di origine celtica per festeggaire il passaggio dall’autunno all’invero celtica di una divinità che vigila sugli umani e le stagioni. Ovviamente musica, danze (e fuoco) sono al centro della rappresentazione che l'anno scorso è stata seguita da 10 mila persone. Si vola (tariffe da 230 euro) da Milano e Roma con Easyjet (easyjet.com) e British airways (britishairways.com). In Galizia, terra di riti celtici I celti migrarono in Spagna (fra il 900 e il 330 prima di Cristo con un lungo processo di contaminazione) e portarono con loro riti e tradizioni, per questo l’Halloween spagnolo è molto vicino alle radici di Samhuinn. E specialmente in Galiza, dove i festeggiamenti cominciano il 31 ottobre con il Dia De Las Brujas, il giorno delle streghe o Noite dos Calacús, delle zucche. Le città da visitare sono Vigo, La Coruña e Ferrol (per motivi religiosi Santiago di Compostela resta defilata rispetto alle feste popolari pagane) dove l'interesse dei residenti più che al travestimento va al quemada: una bevanda alcolica mix di alcool, caffè non macinato zucchero e buccia d'arancia. In più la Galizia di per sé è già una terra di un ricco immaginifico fra leggende di fantasmi e di morti che tornano a visitare i vivi. Voli via Madrid (da circa 200 euro) con Iberia (iberia.com), Vueling (vueling.com) e Air Europa (www.aireuro- Qui vicino A Borgo Mozzano, Lucca, uno staff di cento persone mette in scena una delle rappresentazioni più sfrenate dell’antica festa pagana pa.com). Mirabilandia per l'Horror Festival Il parco giochi più grande d'Italia (a Savio, nel ravennate) si attrezza a partire da domani, sabato 11, con una sequenza di weekend a tema in vista del 31 ottobre quando l'animazione vestirà solo i panni di scheletri e streghe (www.mirabilandia.it on line due biglietti adulti e due bambini a 89 euro) per l'Halloween Horror Festival in programma dalle 18 alle 22. Un parco dedicato alla magia «Rainbow magicland» è il parco in provincia di Roma (www.magicland.it) dedicato alla magia. Le diverse aree del parco anticipano Halloween ogni weekend, e fino al 31 ottobre propongono feste a tema. L’Halloween party del 31 ottobre offrirà spettacoli con animazione per tutta la giornata e una Halloween night fino a mezzanotte. Gli show sono ospitati in due teatri all’interno del parco (ingressi con la formula parco+hotel a partire da 39,90 euro a persona). Horror show nel cuore d'Europa Il più grande parco d'Europa dopo «Disneyland Paris», Europark (www.europapark.de/en il sito non è on line in versione italiana; ingressi 35 euro adulti, 30 per bambini fino a 11 anni) organizza fino al due novembre una serie di spettaco- Pparra Lucca La festa «All HallowsEve», la vigilia di Ognissanti. È una variante scozzese dall’inglese arcaico il nome della festività anglosassone di tradizione celtica che si celebra la notte del 31 ottobre. Diventata festa laica, si è affermata negli Usa da metà ‘800 con la simbologia della morte e del macabro. Ora si festeggia anche in Italia in modi vari: dalle feste in maschera al girovagare dei bambini di casa in casa chiedendo «dolcetto o scherzetto». Il simbolo è la zucca intagliata li «Halloween Circus» e «Horror Nights» dove i visitatori hanno la possibilità di partecipare come figuranti. Il parco è in territorio tedesco, si raggiunge con cinque ore d'auto da Milano e quattro da Torino. Da Basilea, A5 in direzione Rust. Ricco di attrazioni ad alto contenuto tecnologico il parco ha due controindicazioni: i tempi di attesa di circa 45 minuti e i rallentamenti che spesso si incontrano per raggiungerlo. Per le notti dark arrivano i dj Più lontano In Galizia, a Vigo, La Coruña e Ferrol si celebrano i celti con la quemada, mix alcolico Un altro parco giochi kolossal (nel veronese a Castelnuovo del Garda, www.gardaland.it per acquisti on line ingr. a 29 euro) ha preparato un 31 ottobre declinato in musica, dispiegando la squadra di disc jockey di Radio105 con un'apertura straordinaria fino a mezzanotte. Fabrizio Guglielmini © RIPRODUZIONE RISERVATA 36 Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera TEMPI LIBERI Sapori Food&Book a Montecatini & amori Scrittori che parlano di cibo nei propri romanzi. E chef che comunicano tecniche e idee attraverso le ricette. Ecco l’anima di «Food&Book»: un festival sul rapporto tra libri e gastronomia. La seconda edizione torna dal 10 al 12 ottobre a Montecatini Terme, con autori come Andrea Vitali (nella foto), Errico Buonanno, Francesco Carofiglio, chef e scrittori esordienti. «Sono loro la vera novità di quest’anno», spiega il direttore Degustazioni, presentazioni letterarie e un concorso per scrittori esordienti editoriale del festival Carlo Ottaviano. Oltre alle presentazioni letterarie e agli showcooking, infatti, 17 autori in erba scelti tra 102 candidati presenteranno i propri progetti a tema enogastronomico ad alcuni editor. E poi: degustazioni e una mostra di 31 menu storici serviti a bordo delle navi della Marina.. Alessandra Dal Monte © RIPRODUZIONE RISERVATA Dall’arrosto «telecomandato» con la slow cooker al factotum Bimby: viaggio tra i gadget (e il loro reale utilizzo) che prima o poi finiscono sulle mensole della nostra cucina Cosa (e perché) serve in cucina I Il libro «Home cooking» è il libro della scrittrice e food writer Laurie Colwin, scomparsa a 48 anni l sentore che stesse accadendo qualcosa di singolare l’ho avuto quando un collega solitamente pacato una mattina mi ha fatto trovare sulla scrivania un foglio con la fotografia di qualcosa di simile a una bomba ad orologeria. «Cos’è?», ho chiesto perplessa. «Il mio nuovo oggetto del desiderio: la slow cooker a infrarossi. Pensa, ci ho fatto l’arista ieri. La metto su la mattina e con una app l’ho controllata e seguito la cottura mentre ero al lavoro. Al ritorno, la carne era pronta!». La mia perplessità è aumentata quando a casa di una carissima amica, una sera lei si è esibita in un risotto alle zucchine.... fatto con il Bimby (il food processor forse più famoso al momento). «Com’è?», mi ha chiesto ansiosa. E io ho dovuto ammettere: «Buono». Ma il nodo, mi sono detta, non è come siano questi piatti cucinati con nuovi strumenti. Bensì cosa resti alla fine del cucinare. Di quel governare il fuoco, i liquidi di cottura, le temperature, le consistenze dei cibi, le alchimie... E se davvero, come sembra, nella cucina di oggi debbano essere presenti così tanti oggetti. Ecco: cosa serve, davvero, per cucinare? È chiaro che qui le risposte divergono dividendosi in due grandi famiglie. Coloro che riempirebbero la cucina di ogni aggeggio di ultima generazione. E quelli (dei quali fa parte chi scrive) che invece sono convinti che gli oggetti davvero essenziali siano pochi. Pochissimi. Basta solo saperli scegliere. High tech o Low tech, dunque, questo è il dilemma. Perché è indubbio che la slow cooker con app farebbe la gioia di qualsiasi persona che al suo ritorno dopo una giornata di lavoro voglia trovare qualcosa di realmente decente a tavola. Così come l’impastatrice (ce ne sono oramai di bellissime e coloratissime) campeggia come un vero trofeo nelle cucine delle più grandi food writer del mondo. Insomma, dopo averla vista sullo sfondo della cucina di un’appagatissima Nigella Lawson, chi non la vuole avere? E poco importa se serve davvero. Perché gli oggetti del desiderio seguono altre strade per entrare nel cuore. Alla prova del fuoco, il vero atout dell’impastatrice è sul montaggio dei bianchi: l’aria che riuscirete a incorporare con lei sarà difficile da replicare con un frustino, anche se elettrico. E la cocotte di ghisa? L’arrosto che fa è inimitabile in quanto a morbidezza della carne e originalità dei sapori. Mentre un mondo a parte è il Bimby, re assoluto dei food processor. Cucinare con il Bimby è una filosofia di vita: inserisci tutti gli ingredienti insieme e alla fine ti trovi il piatto pronto. Qualunque piatto: dal gelato al cous cous. C’è chi se lo porta dietro anche in vacanza. Esistono poi tutta una serie di altri oggetti che prima o poi finiscono sulle mensole di una cucina foodie. Stampi da bundt, da plumcake, grattugie elettriche, termometro per la carne, sifone, tasca da pasticciere super tecno (e nessuno dice la verità: basta un po’ di carta forno...), microonde, friggitrice elettrica, la macchina per il pane, il coltello elettrico, lo schiaccia aglio.... Secondo una recente inchiesta del Guardian, anche i grandi chef hanno i loro oggetti del desiderio. Jamie Oliver anela a un vaso da marmellata con chiusura tecnologica. Yotam Ottolenghi allo schiacciapatate della Masterclass (sembra che Desideri / 1 Dopo averla vista dietro Nigella Lawson chi non desidera una impastatrice? Desideri / 2 Lo chef Jamie Oliver ha confessato di anelare a un vaso da marmellata con chiusura tecno La novità L’albume? Balla da solo Basta complicate operazioni di «separazione» e passaggio tra un guscio e l’altro: l’ultima tendenza sugli scaffali dei supermercati sono gli albumi d’uovo (Stockfood) già filtrati, in brick oppure in bottiglia (a.d.m.). come lui nessuno altro riesca a schiacciare le verdure). Nigella Lawson si lascia andare a una confessione: «Soccombo da anni ai gadget». Ma è legata a doppio filo con un contenitore di plastica pare insostituibile. Michel Roux, il grande chef: la scatola da tartufi. Angela Hartnett, altra grande cuoca: la cocotte di ghisa. Mary Berry,giornalista di cibo: il food processor.... Ma è Laurie Colwin, scrittrice e food writer per il New York Times e Gourmet, ad aver dato la linea in un capitolo del suo primo libro, Home cooking, piccolo gioiello della scrittura gastronomica. La Colwin, scomparsa prematuramente a 48 anni, in The Low Tech Person’s Batterie de Cuisine, ha infatti raccontato il suo rapporto con i gadget e in generale con gli oggetti da cucina. Stilando una sua classifica di quello che è, davvero, essenziale per lei in cucina. E nel compilarla affidandosi a un principio: «Pentole e stampi sono come i maglioni: ne puoi possedere una moltitudine, ma ti troverai a usare sempre i soliti tre». La sua lista? Due coltelli. «Uno piccolo e uno grande, meglio se in acciaio inossidabile». Due cucchiai di legno, «Uno con il manico lungo e uno corto». Due spatole di gomma, «una larga e una più stretta». Un paio di forbici da cucina decenti. Due padelle, una piccola e una larga. E se si pensa alla padella per omelette, beh, secondo Colwin «può essere sostituita benissimo da quella piccola». Due taglieri, «uno piccolo e uno grande. Il piccolo «è per preparare il trito d’aglio o affettare un uovo». Due teglie da forno. Due pentole da zuppa di due dimensioni diverse. Una casseruola (ebbene sì, anche Laurie Colwin ne aveva una). Un paio di pinze da cucina, fondamentali per girare qualunque cosa (senza bruciarsi). Una grattugia. Una grattugia piccola, solo per formaggio, aglio, zenzero o uova. Delle bastardelle (ciotole in acciaio), almeno 3 di tre diverse dimensioni. Un forchettone in acciaio: ha usi infiniti. Magari sarebbe da aggiungere: un libro di Laurie Colwin. Angela Frenda @angelafrenda © RIPRODUZIONE RISERVATA Racconti di cucina di Angela Frenda Le meringhe classiche fatte con il metodo delle quenelles A mare la meringa è una prova di fede. Non esiste nessuno (e diffidate di chi dice il contrario) che non abbia paura di farle. Perché sa che anche se fino a quel momento ha avuto fortuna (serve, oltre alla bravura) il vento può cambiare. Quel dolcetto bianco può tradire. Non montarsi. Crollare miseramente sotto i nostri (oramai inutili) colpi di frusta. E no, avere un mixer di quelli costosi non rende l’impresa più facile. C’è, come avviene spessissimo in pasticceria, un mix di elementi: la temperatura dei bianchi d’uovo, la consistenza dello zucchero... Ma ognuno di noi ha anche i suoi trucchi. Separare con attenzione maniacale i rossi dai bianchi. O ancora, il limone: per fare le meringhe dei nostri sogni qualche goccia aiuta. Cimentarsi con la ILe meringhe classiche si conservano bene in una scatola di latta Sotto, una fase della preparazione in trasmissione (Foto Claudia Ferri) meringa vuol dire mettere da parte ogni terrore di sbagliare. Affidarsi completamente alle parole di Julia Child, che ogni cuoca/cuoco che si rispetti dovrebbe scolpirsi nella parete della cucina: mentre si sta ai fornelli l’errore è necessario. Ed è per questo che considero le meringhe la frontiera di chi aspira al piglio di Cyrano tra i fornelli. La formula che vi propongo oggi per la videoricetta di Racconti di cucina è stata provata una sera d’inverno dopo aver deciso di smettere di aver paura. Ed è a prova di qualunque fallimento. Ingredienti: 200 gr di albumi, 200 gr di zucchero semolato extrafino, 200 gr zucchero a velo, alcune gocce di succo di limone, sale qb Procedimento: unite lo zucchero semolato con lo zucchero a velo e mescolateli insieme. Mettete gli albumi in una ciotola e unitevi me- tà degli zuccheri. Iniziate a montare a neve ben ferma con le fruste. Aggiungetevi ora qualche goccia di limone che servirà per mantenere la meringa bianca. Una volta raggiunta la giusta consistenza, unite il restante zucchero, e amalgamate con una spatola mescolando dal basso verso l’alto. A questo punto potete prendere i cucchiai e sperimentare il metodo delle quenelles per formare le meringhe. Cucinarle poi a 75° per circa 1 ora e mezza. Verso la fine della cottura, di solito apro lo sportello e lo lascio socchiuso mezz’ora a forno spento per far sì che l’umidità fuoriesca. @angelafrenda © RIPRODUZIONE RISERVATA Raccontidicucina.corriere.it è la rubrica di videoricette di Cucina.corriere.it Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 Ricette per la vita Piatti di casa e ricordi d’infanzia Inviateci i vostri TEMPI LIBERI Ricordi d’infanzia, sapori di casa, ricette per finire gli avanzi oppure quelle associate a un momento particolare. Chi non ha il proprio piatto preferito? La Cucina del Corriere ha deciso di mobilitarsi e di coinvolgere i lettori. E lo fa con un’iniziativa, «Una ricetta per la vita», pensata insieme a Women for Expo e che continua ancora in queste settimane. L’invito è a tutti i lettori che vogliano raccontare un esempio di buona pratica alimentare per combattere gli sprechi o mandare un pensiero rivolto al futuro su L’iniziativa Per partecipare e inviare la propria ricetta, è necessario registrarsi su cucina.corriere.it cibo e nutrimento, il tema di Expo 2015. Inviateci, dunque, le vostre ricette. C’è tempo fino al 30 giugno 2015. Le tre migliori selezionate riceveranno in premio una Staub, una cocotte ovale nera, due petit wok rosso ciliegia o una cocotte rotonda con cestello per la cottura al vapore. Per partecipare a «Una ricetta per la vita», è necessario registrarsi a Corriere.it. Tra le ultime ricette inviate, quella del far bretone, un dolce tipico della zona del Finistère: sbattete le uova con lo zucchero, aggiungete la farina, 37 poi il latte caldo e il rum e mescolate fino a che non ci saranno più grumi; intanto sbucciate e tagliate le mele e sistematele in una pirofila rettangolare imburrata abbondantemente insieme all’uvetta. Infine, mettete la cannella, versate il composto in una teglia e infornate a 200 gradi per 1 ora. I dettagli e le altre ricette all’indirizzo cucina.corriere.it/inviaricetta-per-la-vita. La ricetta Isabella Fantigrossi © RIPRODUZIONE RISERVATA ●Barfly Uova in camicia e fagiolini nella stessa pentola di Marco Cremonesi Auguri Bloody Mary Ottant’anni fa nasceva il cocktail più famoso al mondo PREPARAZIONE Prendi le verdure (perfetti fagiolini o zucchine molto tenere) e mettile in una pentola con un po’ di burro e uno spicchio d’aglio. Devono diventare tenere e non soffriggere. Quindi coprirle parzialmente Scoperchiare, aggiungere una grattugiata di pepe, mettere le verdure ai lati della pentola e aggiungere un altro tocco di burro Rompere nella pentola una o due uova, e coprire per farle cucinare nel burro e nel liquido di cottura delle verdure INGREDIENTI La food writer Laurie Colwin, scomparsa a 48 anni 250 g di zucchine o fagiolini freschi puliti 1 tocco di burro Qb sale e pepe 2 uova fresche possibilmente biologiche Salare e pepare ancora se necessario. Se volete, aggiungere anche del formaggio grattugiato con un coltello e servire con due fette di pane tostato FOTO: Stocksy di Veronika Studer Gli oggetti del desiderio 1. Cocotte grande 3. Vaporiera 2. Bimby 4. Slow cooker elettronica 5. Food processor a data di nascita è controversa. Eppure ormai ne abbiamo una convenzionale, e tanto vale festeggiare: il Bloody Mary compie 80 anni. Uno dei cocktail più famosi, primo esempio della fusione tra tecniche da bar e da cucina, nasce al King Cole bar dell’Hotel St.Regis di New York per mano del francese Fernand Petiot. Il suo creatore, che l’aveva chiamato Red Snapper, ne raccontò la nascita come evoluzione del semplice succo di pomodoro corretto con vodka che beveva l’attore George Jessel. Petiot ne antepone la nascita al 1921 e riconosce la paternità del nome a Jessel. Ma la vicenda resta controversa. Certo è che il Bloody Mary, diventato presto il drink bandiera del St.Regis (ne servivano 150 a serata), fu — insieme con il Martini cocktail di Roosevelt — simbolo della fine del proibizionismo. Oggi Petiot inorridirebbe nel vedere come è stata stravolta la sua ricetta: bicchieroni pieni di cianfrusaglie che arrivano a contenere interi polli arrosto. La ricetta dell’associazione dei bartender è più sobria: 4,5 cl di vodka; 9 cl di succo di pomodoro; 1,5 cl di succo di limone; 2 o 3 spruzzate di salsa Worcestershire; tabasco; sale al sedano; pepe. Si mescola nel ghiaccio e si filtra in un bicchiere highball. A guarnire un gambo di sedano e una fetta di limone. L Online Storie di vini e liquori su barfly.corriere.it Rossana&co, le caramelle che non ci «lasciano» E lo chef Andoni Luis Aduriz lavora a The Candy Project, «mappa» mondiale dei bonbon C he sapore aveva la Rossana? Meraviglioso e indefinibile, un po’ nocciola, un po’ latte. E la mou? Latte? Sì, ma. Zucchero? No, era il sapore di mou e basta, creato apposta per te. Replicabile, ma senza archetipi. Le caramelle che non riusciamo a scrostarci di dosso sono quelle nate e cresciute con noi, dalla personalità che si è silenziosamente sovrapposta alla nostra. Tanto che lo chef stellato Andoni Luis Aduriz sta lavorando a The Candy Project, una «mappa» mondiale delle caramelle, viste non solo sul piano gastronomico ma anche socio- culturale. Carattere, si diceva. Per capirci: la menta decisa delle Pastiglie Leone c’è, sì, ma è un ricordo preciso. La Rossana invece non è un ricordo definito: è più una sensazione, quella gioia zuccherina del ritorno a casa stanchi e felici dopo la gita. E le caramelle hanno anche una storia che parte da lontano, forse dall’arrivo degli Arabi in Sicilia, prima dell’anno Mille? Di qui l’origine del nome, kora (piccolo globo) e mochalla (dolce)? O arrivarono con i primi Crociati dopo le guerre in Terra Santa? Ma pare che i Romani conoscessero già i confetti, con il miele al posto dello zucchero. I La caramella Rossana, creata dalla Perugina nel 1926 frati poi hanno avuto un ruolo importante: nelle ricerche per trovare rimedi con erbe e sciroppi, spesso creavano bonbon per sbaglio. Le balsamiche Monk’s furono ideate dal monaco britannico William di Doncaster mentre addolciva l’eucalipto. Già nel XVIII secolo a Torino si costituì l’Università dei Confettieri e Acquavitai. Nell’Ottocento nascevano le grandi industrie dolciarie. Quella fondata da Enea Sperlari a Cremona recita: «Passione per la dolcezza dal 1863». La Rossana nacque nel 1926 e porta il nome della donna amata da Cyrano de Bergerac. Il logo del Chu- pa Chups lo ha disegnato Salvador Dalí. E oggi? Continuiamo ad apprezzare le caramelle: per «Food & Thought» in Italia se ne vendono 6 milioni di chili in bar e tabacchi. E quante scene-chiave della nostra vita sono legate ai dolcetti di zucchero. Si pensi a Lolita nel film di Kubrick. Ma vogliamo parlare delle Morositas e delle forme di Cannelle? Per la verità, molti spot di dolcezze hanno cavalcato il richiamo sessuale. Come Mental e «Io ce l’ho profumato». Via ai ricordi. Roberta Scorranese [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera TEMPI LIBERI Sapori Cosa comprare, come cucinare: «Milano Golosa» & amori Conoscere per non sprecare: saper distinguere un prodotto di qualità, cucinarlo bene e conservarlo al meglio. Questo punta a insegnare «Milano Golosa», kermesse a metà tra la gastronomia e la formazione ideata dal «Gastronauta» Davide Paolini. Dall’11 al 13 ottobre, al Palazzo del Ghiaccio, i visitatori della terza edizione impareranno come acquistare cibo ottimo risparmiando grazie all’«Università della spesa». Poi: prove di Tre giorni di lezioni, dimostrazioni e assaggi dell’eccellenza gastronomica italiana Goji, dolce e amara La bacca miracolosa arriva anche in tavola La ricetta Passatelli di bacche, porcini e zucca gialla speziata A caccia di cibo nei boschi Sulla scia di Redzepi ené Redzepi ha aperto la strada, con licheni, muschi e bacche raccolti nella foresta scandinava e nobilitati al rango di ingredienti da ristorante stellato. Adesso il «foraging», ovvero il procurarsi la materia prima nei boschi, è diventato un vezzo italiano. Domani Valeria Mosca, antropologa, divulgatrice e cuoca «su richiesta» sarà protagonista di un curioso appuntamento in occasione della terza edizione di Milano Golosa. «Alberi da mangiare: cibo spontaneo del primo autunno» è il titolo dell’incontro, in cui verranno spiegate le regole di raccolta e l’utilizzo, con prove pratiche di riconoscimento, di pino mugo, abete rosso, faggio, betulla e frutti spontanei autunnali come il biancospino e il prugnolo. Per la raccolta si spazia dai boschi di montagna ai greti dei fiumi: Valeria Mosca, dalla sua base brianzola, frequenta la Valtellina dove in questa stagione si raccolgono frutti di rosa selvatica e la corteccia di betulla per una farina molto aromatica da usare per biscotti al profumo di bosco. Da anni la chef sperimenta la ricchezza dei nostri territori proponendo «piatti selvatici»: tra questi il pane ai licheni, il brodo di licheni, miso e ginepro e piatti più elaborati come il salmerino leggermente caramellato del lago di Como e aghi di larice ( foto), una varietà che vive in zone del lago profonde nutrendosi di piccoli crostacei che gli danno una sfumatura rosata. La guarnizione è di foglie fritte di rumex alpinus o rabarbaro alpino. R C o l o r a n o d i ro s s o i l muesli al risveglio, molti le «annegano» nello yogurt magro, altri le scelgono per guarnire macedonie di frutta fresca e sorprendere gli amici, che a colpo d’occhio le confondono con i più tradizionali chicchi di melograno. Il quarto d’ora di celebrità ora è tutto per le bacche di goji, microsfere scarlatte originarie della Mongolia, considerate da 2000 anni un rimedio naturale per mantenere l’organismo in salute, tanto da meritarsi il nome di «frutto della longevità». Da Noberasco, negozio specializzato in frutta fresca con sedi a Torino, Milano e Albenga, se ne vendono 10 chili a settimana. Un etto di bacche bio tibetane costa 7 euro, 100 grammi di bacche secche mongoliche 5 euro. Tutt’altro che a buon mercato, ma lo stesso attraenti INGREDIENTI Per la zuppa: 500 g polpa di zucca 800 ml brodo di pollo Per il caramello: 80 g succo di bacche di goji 80 g zucchero di canna 80 g chorizo PROCEDIMENTO Soffriggere lo scalogno con il burro (30 g), unire la zucca e tostare Bagnare col vino (100 ml), coprire con brodo di pollo e cuocere. Frullare il tutto, ed emulsionare col burro (50 g) Lasciare gli ingredienti dei passatelli, con le bacche dry tritate, per 20 min. Cuocere i porcini in olio evo a 75° Caramellare il chorizo tagliato con zucchero di canna (80 g) Coprire con succo di bacche, e ridurre ad un terzo del volume Lavorare l’impasto dei passatelli in striscioline, cuocere nel brodo di pollo e scolare Unire nel piatto la crema, i passatelli, i funghi e il caramello Elio Sironi Autore della ricetta, è lo chef del Ceresio 7 di Milano. Nato in Brianza, si è formato tra Germania, America e Giappone. Dopo il Bulgari di Milano, nel 2011 ha aperto il Madai a Porto Cervo (foto Claudia Ferri) per il potere antiossidante e l’alto contenuto di ferro e vitamine (B1, B2, B6 ed E). I fantasiosi fino ad oggi le hanno usate anche in insalata, in abbinamento (ideale) con i pinoli. Ma A.D.M. © RIPRODUZIONE RISERVATA Per i passatelli: 150 g pane cassetta bianco 80 g ricotta magra 150 g parmigiano qb sale, noce moscata, lime, curry, zafferano, cannella, anice stellato, alloro 15 g bacche dry di goji 200 ml brodo di pollo 4 porcini Salutista ma gustosa: la ricetta «imprevedibile» Il «foraging» cucina alle «Officine del gusto», produttori all’opera mentre realizzano le loro specialità nei «Making show» e una «Sala del tempo» dove si potranno capire gli effetti dell’invecchiamento sugli alimenti. Tra le eccellenze anche il Consorzio del prosciutto toscano, che mostrerà il procedimento della «spillatura». la novità è che possono essere un ingrediente per piatti più elaborati: con la cottura mantengono inalterate molte delle loro proprietà . Elio Sironi del ristorante milanese Ceresio 7 le ha conosciute da vicino grazie allo stile salutista dei suoi clienti. È nata così l’idea di portarle in pentola, accanto agli ingredienti della sua cucina mediterranea ispirata alla «sem- plicità esigente». I passatelli, pasta della tradizione marchigiana, sono stati impastatati oltre che con mollica di pane e parmigiano, anche con minuscoli pallini rossi. Il succo di goji è stato usato poi per la salsa che guarnisce il piatto «dando rotondità alla ricetta». Lo chef ha declinato le bacche anche con puntarelle e acciughe e con le sarde in saor, al posto dell’uva sultanina. «Quel giudizio sospeso tra dolce e amaro rende la bacca di goji versatile», dice Sironi, che fotografa un modo di mangiare più educato. «Oggi si inizia un pranzo quasi sempre con un’insalatina, la gente ha capito che certi cibi ti fanno più felice: le bacche in questo caso sono gustose e sostano meno nello stomaco di un pollo alla piastra». Già da qualche tempo i «superalimenti», di cui le bacche di goji occupano il podio, sono entrati a far parte della dieta dei consumatori più esperti: ne sono un esempio l’acqua di cocco (secondo il New York Times addirittura destinata a superare la stessa minerale, per quantità di consumi) e le bacche di Maqui, considerate l’alimento antiossidante per eccellenza. Pietro Leeman, lo chef di Joia Leggero, il ristorante vegetariano con una stella Michelin, produce nella sua cucina l’acqua di cocco da usare per le ricette. «È un ottimo ingrediente per preparare il nostro waffle vegano, rinunciando così a uova e latte di mucca», spiega Leeman, che sperimenta ogni giorno il valore delle proteine vegetali. Anche le bacche di goji fanno parte di questo universo, utilizzate secche o ammorbidite, per «ingrandire le molecole e potenziare l’effetto antiossidante». Tra le sue ricette c’è il risotto vegano con mantecatura di sedano, rapa e broccolo crudo, servito con una spuma di cavolo romanesco e contorno di bacche di goji. Con un’accortezza. «Per le spiccate proprietà nutritive vanno usate con parsimonia, quasi in dosi omeopatiche». M. Pro. © RIPRODUZIONE RISERVATA Michela Proietti © RIPRODUZIONE RISERVATA FOTO DI CLAUDIA FERRI 38 Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 Vini e lusso Sapori Al via a Milano la «Vendemmia» di Montenapoleone & amori Il caso E tra Israele e Palestina scoppia la lite sui ceci T © RIPRODUZIONE RISERVATA Vino, cibo e lusso. Dopo l’appuntamento di ieri con le degustazioni nelle boutique del Quadrilatero milanese, continua in questi giorni, alla sua quinta edizione, la Vendemmia di via Montenapoleone. L’iniziativa è organizzata dall’associazione della via milanese con il patrocinio dell’assessorato al Commercio, turismo e servizi di Regione Lombardia, dalla Provincia e dal Comune di Milano insieme a Confcommercio. L’obiettivo è quello di far vivere un’esperienza che unisca la cultura del vestire a 39 quella enogastronomica. Fino a domenica alcuni tra i ristoranti più esclusivi del centro offriranno uno speciale menù a prezzo fisso (30 euro per il pranzo e 50 per la cena), mentre sarà esposta a Palazzo Reale un’installazione di Stampone. Oggi intanto il Padiglione dell’Arte Contemporanea (PAC) ospiterà un’esclusiva degustazione delle 100 etichette del Comitato dei Grandi Cru d’Italia (l’evento è a invito). I. Fan. © RIPRODUZIONE RISERVATA Venezia, le viti sono tornate Un nuovo vigneto a Torcello e un altro a Mazzorbo: la storia (antica) di «Venissa» di Luciano Ferraro ra Israele e Palestina scoppia la guerra dei ceci. A luglio, negli stessi giorni in cui le forze armate israeliane davano inizio all’operazione «Protective Edge» nella Striscia di Gaza, sulla costa orientale degli Stati Uniti partiva la nuova campagna pubblicitaria di «Tribe», il secondo marchio di hummus più venduto negli States. Campagna dai toni, è l’accusa, fortemente allusivi al conflitto. «O sei un membro oppure no», è il nuovo slogan di «Tribe», che significa «tribù». Dove il riferimento è all’espressione «member of the tribe», slang usato dagli ebrei americani per definire un ebreo. Perché la crema di ceci e tahina «Tribe» è della Tribe Mediterranean Foods di Taunton (Massachusetts), rilevata nel 2008 dalla Osem Company, uno dei più grandi produttori e distributori alimentari d’Israele (controllato al 51% dalla Nestlé). Così, tanti hanno letto in chiave politica i manifesti. Per esempio «Il tuo stomaco non dovrebbe mai essere costretto a compromessi» («settle» è il termine usato, lo stesso di «trovare un accordo»; ma «settlement» è anche «insediamento»). E ancora: «Se non ce n’è abbastanza per tutti, è un peccato per tutti». Il riferimento ai territori contesi, per molti, è evidente. L’azienda si difende. Il chief executive Adam Carr parla al New York Times di «critiche pretestuose»: gli avvenimenti internazionali non hanno peso sul marketing, la campagna era stata studiata mesi prima delle tensioni e rientra in una strategia per rosicchiare quote alla rivale Sabra. Ma la protesta contro «l’uso politico dello hummus nel conflitto israelopalestinese», cui aderiscono da Occupy Wall St. alla Boston Coalition for Palestinian Rights, infuria sui social network: Tribe è entrata nel mirino di Boycott, disinvestment and sanctions (Bds), il movimento di pressione politica pro causa palestinese, che ha tappezzato New York di poster che fanno il verso alla campagna dell’azienda. Gastropolitica o solo un ottimo antipasto? Costanza Rizzacasa d’Orsogna @CostanzaRdO TEMPI LIBERI C’ è una Venezia che si sente come Antonio, il mercante di Shakespeare: «Veramente non so perché sono così triste», ripete ogni giorno. Una città melanconica che prima mandava bastimenti in tutti i mari e ora s’indigna scambiando per invasore un attore hollywoodiano con la sua flotta di paparazzi. Oltre Venezia, come nel Cinquecento, c’è Belmonte, l’isola sognata dallo scrittore, regno della bellezza. O meglio, ci sono più Belmonte, isole nella laguna. Il loro tesoro non è nascosto in tre scrigni come nella commedia cinquecentesca, ma ha radici tra la terra e l’acqua. Nella Venezia Nativa, la naci armeni dell’ordine dei mekhitaristi con base all’isola di San Lazzaro. Nasce così, con gli enologi Desiderio Bisol e Roberto Cipresso, Rosso Venissa, l’annata sul mercato è la 2011. «Abbiamo prodotto circa 5.000 bottiglie - racconta Matteo - al posto dell’etichetta c’è una foglia di rame ideata dal signore del vetro Giovanni Moretti. Per il primo Venissa, con la Dorona, invece l’etichetta è d’oro, recuperando l’antica tradizione dell’uso di questo metallo: molto tempo prima del risotto di Gualtiero Marchesi, l’oro compariva sui piatti della Serenissima, al punto che il doge fu costretto ad intervenire vietandone l’uso smodato e talvolta intossicante». Le bottiglie costano dai 120 ai 140 euro. Tutto, nella Venezia Nativa del vino, è cominciato con Flavio Franceschet e Mauro Lorenzon, animatori dell’associazione «La Laguna nel bicchiere», che hanno ritrovato pergole di uve perdute in giardini e luoghi sacri. Poi è arrivato nell’isola di Sant’Erasmo l’imprenditore televisivo francese Michel Thoulouze, l’inventore di Tele+ e di decine di altri emittenti in tutto Torcello Aeroporto Marco Polo La g u na ve ne ta Mazzorbo Murano S. Erasmo VENEZIA P.zza S. Marco La raccolta Un momento della vendemmia nel nuovo vigneto della famiglia Bisol a Mazzorbo, che si aggiunge a quello di Torcello km 1 il mondo. Produce l’Orto, uvaggio di Malvasia istrana, Vermentino e Fiano d’Avellino. Nella stessa isola sta per sbarcare un vignaiolo della Borgogna. E poi c’è la grande ricerca svolta dalle università di Padova e di Milano (grazie al professor Attilio Scienza), con il Consorzio Vini Venezia ed il Centro per la Viticoltura di Conegliano. È stata redatta la mappa genetica dei piccoli vitigni in 11 zone della laguna. Sono state trovate Albana, Dorona, Garganega, Glera, Malvasia istriana, Moscato giallo, Tocai friulano, Trebbiano toscano e romagnolo, Verduzzo trevigiano e Vermentino; e tra i rossi Marzemino, Merlot e Raboso veronese. «Per salva- Prima L’antico vitigno, 80 piante, è stato ritrovato e salvato a Mazzorbo nel 2002 E dopo Venissa ora raddoppia: è stato trovato un vigneto di 40 anni di Merlot e Carmenere prima ad essere abitata dopo la fuga da Altino conquistata dai barbari nel 639, si torna a coltivare la vite. Un nuovo vigneto è nato a Torcello, un altro a affianca quello già esistente a Mazzorbo. Al riparo delle mura del convento di Santa Lucia, i Carmelitani scalzi hanno fiutato il vento nuovo, riportando in vita un antico vigneto. Arrivano nuove energie. Come quelle di Matteo Bisol, 27 anni, dalla Valdobbiadene del Super Prosecco, laurea in Economia a Ca’ Foscari e master in consulenza strategica. Con la moglie Veronica, interior designer, si è trasferito a Mazzorbo per occuparsi a tempo pieno di vino, poco meno di un ettaro di Dorona, antico vitigno, 80 piante ritrovate e salvate nel 2002. Il padre, Gianluca Bisol, le aveva piantate nel 2006. Quattro anni dopo è uscito il primo vino, Venissa, nome ispirato a un verso del poeta Andrea Zanzotto. «Vivo e lavoro qui - racconta Matteo - il mio mondo è un ex convento, con una vigna murata e il campanile in mezzo, una terra incredibile, ricca di minerali e percorsa da acqua salmastra. Abbiamo aperto un ristorante e alcune suite. Sono rimasti gli orti di cui si occupano gli anziani di Burano». L’operazione Venissa in questi giorni è raddoppiata. In un’isola che appartiene ad una ricca famiglia di industriali è stato trovato un vigneto di 40 anni, Merlot e Carmenere. Laguna Nord, dove volano degli aironi cenerini e delle garzette, tra le valli da pesca degli Stefanel e degli Swarovski. Filari che si devono alla costanza dei mo- guardare questa biodiversità spiega Carlo Favero, direttore del Consorzio - stiamo realizzando due vigneti sperimentali che raccoglieranno le viti recuperate ed alcune varietà storiche. Il primo, a Torcello, è già completato, il secondo sarà pronto nei prossimi mesi». Sorgerà nel convento dei Carmelitani scalzi, sul Canal Grande, dove è sepolto l’ultimo doge, Lodovico Manin. Sul tema oggi viene presentato il libro «Il vino nella storia di Venezia - Vigne, cantine e mescite di vino nelle terre dei Dogi tra il XIII e XXI secolo», di Manna Crespan, Gabriella De Lorenzis, Carlo Favero, Serena Imazio, Daniele Migliaro, Jacopo Nardi, Andrea Pitacco e Attilio Scienza. «Venezia ha un’antica tradizione di commercio del vino scrivono gli autori - ma non di produzione viticolo-enologica locale. La Serenissima aveva scelto di non avere un retroterra e di proiettare i propri interessi sul mare, secondo il motto “coltivar el mar e lassar star la tera”. Tuttavia le viti sono presenti e vengono ancora ricavate piccole quantità di vino per uso familiare o per le funzioni religiose.» Così ora le viti rinate possono diventare l’antidoto alla mestizia della città, sulla scia delle parole di Graziano ad Antonio nel «Mercante di Venezia»: «Le rughe della vecchiaia mi vengano per l’allegria e le risate, il fegato mi si riscaldi con il vino piuttosto che il cuore mi si raffreddi mortificati dai lamenti!». © RIPRODUZIONE RISERVATA 40 Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera TEMPI LIBERI Sapori Tra i masi per assaggiare mosto, castagne e formaggio & amori In altre parti del mondo lo chiamano «indian summer» o «foliage», in Alto Adige invece è il momento del «Törggelen», l’usanza di camminare di maso in maso per assaggiare il mosto, il vino nuovo o il vino vecchio accompagnati dalle immancabili I nomi sembrano usciti da una saga fantasy: Barbatass, Fatulì, Tombea, Silter e Bagòss. Questi magici formaggi bresciani da oggi a domenica verranno celebrati a Castegnato (Bs) nella XIX edizione di «Franciacorta in bianco», showcooking, «Keschtn» (castagne arrostite) e da molti altri prodotti tipici, dallo speck ai formaggi. Il termine deriva dal latino «torquere» — pressare, strizzare, attorcigliare — e si riferisce proprio ai grappoli d’uva «pressati» per produrre il vino. Il «Törggelen» originale si vive esclusivamente nelle vallate con castagneti e vigneti, all’interno dei masi che servono piatti della tradizione contadina. Un sentiero gourmet per l’autunno d’oro della regione. Massimo Spampani © RIPRODUZIONE RISERVATA Fatulì, Tombea e Bagòss E il formaggio diventa magico degustazioni, dibattiti, e la rassegna di 80 produttori, provenienti non solo dal territorio ma da tutta Italia. Oltre a essere degustato, il formaggio verrà assolto dall’accusa di «alimento-killer». Il formaggio non fa impennare il colesterolo e, stagionato, è particolarmente adatto agli intolleranti al lattosio. Ne discuteranno domenica (ore 17) il dottor Silvio Spinelli e Marzio Nocchi, promotori del progetto Àmati!, coordinati da Paolo Massobrio. Ma conosciamo meglio i protagonisti della nostra saga for- ILLUSTRAZIONE DI MICHELE TRANQUILLINI di Roberto Perrone Inizia in Alto Adige la stagione del «Törggelen», percorso gourmet tra le valli ma-fantasy. Il Barbatasso o Barbatass è una libera interpretazione del formaggio caprino. Deve il nome alla peluria simile a una barba che ricopre l’esterno della forma all’inizio della stagionatura. Le piccole forme cilindriche hanno colore bianco Gli indirizzi ● 1)Azienda Agricola San Faustino (Fatulì) Loc. San Faustino, 7 (foto) Ceto (Bs) Tel. 328-1932486 ● 2) Parco Alto Garda Br. E. Righetti & C (Tombea) Piazza Madonna Pellegrina Valvestino (Bs) Tel. 0365-74063 ● 3) Promofranciacorta (Bagòss) Via Manzoni, 5 Passirano (Bs) Tel. 339-1389204 ● 4) Az. Agr. Val Persane Via Valle di Mompiano, 90 Brescia Tel. 339-6905735 ● 5) Consorzio Tutela Silter Camuno Via A. Moro, 28 Breno (Bs) Tel. 0364-22386 ● 6) Cascina La Benedetta (vaccini e caprini) Via Brescia, 91 Rodengo Saiano (Bs) Tel. 338-6829925 ● 7) Az. Agricola Danesi (vaccini e caprini) Via Padana Superiore, 200 Ospitaletto (Bs) Tel. 030-6848023 ● 8) Az. Agricola Fr.lli Esposto (Farina di Castegnato) Via Molino, 58/60 Castegnato (Bs) Tel. 030-2722202 ● 9) Apicoltura Cella V. Trepola, 52 Ospitaletto (Bs) Tel. 030-640003 ● 10) Lanzani Bottega e Bistrot Via A. Da Brescia, 41 Brescia Tel. 030-313471 azzurro con venature azzurre di muffa che compaiono talvolta all’interno. Il gusto è sapido, erbaceo e persistente. Il Fatulì, in dialetto «piccolo pezzo», viene realizzato con il latte della capra bionda dell’Adamello. Ha pasta di colore giallo e crosta scura, per l’affumicatura a cui contribuiscono rami e bacche di ginepro. Il Tombea, da latte vaccino crudo di Bruna Alpina, stagiona almeno 90 giorni, ha crosta marrone e pasta di colore giallo concentrato: ideale con polenta taragna, gnocchi alla malghese e spiedi bresciani. Il Silter prende il nome dal locale attiguo alla malga dove sono conservate a stagionare le forme. Di pasta semicotta, ha sapore dolce e aromatico. Infine uno dei grandi formaggi italiani, il Bagòss (come si chiamano gli abitanti del posto) di Bagolino, valle del Caffaro, Alto Bresciano. Di pasta cruda, da latte parzialmente scremato, viene stagionato, da disciplinare, almeno 12 mesi, ma può arrivare a 24/36. È un formaggio di grande spessore e di grandi forme (16/18 kg) con tradizioni antiche: durante la fase di rottura della cagliata viene aggiunto un cucchiaino di zafferano. Il colore bruno ocra è dovuto all’olio di lino con cui viene strofinata la crosta nel corso della stagionatura. Chiamato «grana dei poveri», ha rischiato l’estinzione nel secolo scorso ma è rinato a nuova, spettacolare vita, testimoniata, attenti, dai numerosi tentativi d’imitazione. Può essere grattugiato, ma rimane un sensazionale formaggio da tavola. L’olfatto percepisce le note speziate di zafferano e verdi di pascolo e fieno. Sul palato un sentore di mandorle e nel finale un pizzico di piccante. Sia lodato il formaggio, grande ricchezza italiana. © RIPRODUZIONE RISERVATA La ricetta Risotto al Barbatasso INGREDIENTI PER 4 PERSONE: 350 grammi di riso vialone nano Isola della Scala (Verona); 130 grammi di burro; 16 castagne; 200 grammi di Barbatasso; 40 grammi di miele di castagno; 2 litri di brodo vegetale con sole verdure ma non pomodoro; sale per il brodo. PREPARAZIONE: sciogliere il burro in una casseruola, aggiungere il riso e tostare a fiamma bassa per 2 o 3 minuti quindi aggiungere metà delle castagne sbucciate e precedentemente bollite in acqua salata per 10 minuti. Portare il riso a metà cottura aggiungendo il brodo vegetale, quindi unire metà del Barbatasso e portare il tutto a cottura (circa 15-18 minuti). Togliere dal fuoco e aggiungere il Barbatasso, le castagne rimaste e il miele di castagno, quindi mantecare per 3 minuti aggiustando con un filo di brodo. Servire in un piatto piano caldo accompagnando con il vino Libero Esercizio di Stile rosé da Pinot Nero dell’azienda agricola Cantrina Bedizzole (Bs). •Trattoria Urbana Mangiafuoco, Brescia Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 TEMPI LIBERI A Torino Tecnologie Cinema e cultura digitale: al via la View Conference Provate La View Conference festeggia quest’anno la 15esima edizione. L’appuntamento più importante a livello europeo quando si parla di grafica, cinema e cultura digitale prende il via al Centro Congressi di Torino lunedì 13. Ad aprire i lavori tre cosiddetti «guru» dell’animazione in computergrafica: Tom McGrath (regista di «Madagascar») in rappresentanza della Dreamworks, Alvy Ray Smith per la Pixar (è uno dei fondatori) e Glen Keane, vero veterano della Disney (da «La bella e la 41 bestia» ad «Aladdin»). Gli appuntamenti andranno avanti fino al 17 ottobre con decine di altri ospiti, tra cui l’italiano Alessandro Carloni, che presenterà il suo «Dragon Trainer 2». Chiusa la Conference, mercoledì stesso inizierà al cinema Massimo la ViewFest, ossia la tre giorni dedicata alle proiezioni delle anteprime che chiuderà la settimana torinese. Per informazioni e biglietti cliccare su: Viewconference.it. Lo smartwatch di Si14 e Pullsar permette al datore di lavoro di controllare le attività di produzione e di ubicazione del lavoratore. La piattaforma del device consente a tutti gli operatori coinvolti nella catena e agli addetti al controllo di sapere cosa accade, dove e quando Il braccialetto è stato progettato per resistere all’acqua e dunque essere usato in ambienti industriali e all’aperto Questo device monitora le funzioni vitali degli operai, soprattutto a livello cardiaco, consentendo così di prevenire decessi sul lavoro ma aprendo un delicato problema di privacy. Il datore di lavoro potrà infatti venire a conoscenza di tutti i problemi di salute del lavoratore Questo tipo di tecnologie in genere affiancano al monitoraggio del lavoratore la raccolta di dati. Questo ulteriore passaggio dà la possibilità al datore di lavoro di monitorare la produttività globale ma anche dei singoli dipendenti Corriere della Sera / Mirco Tangherlini Il Grande Braccialetto che vi controllerà «V ai alla corsia numero 3, prendi 10 scatoloni del prodotto XYZ, mettili sul montacarichi numero 72 e poi recati all’uscita 22». Gli ordini all’operaio compaiono su un display collocato sul suo polso. Non è un film di fantascienza. Siamo in Gran Bretagna, patria della rivoluzione industriale, dove da qualche mese il controllo dei lavoratori attraverso braccialetti elettronici è diventato una realtà, nei depositi di Tesco (ma potrebbe essere anche da Marks&Spencer, Sainsbury’s o Boots). Lo smartwatch dei grandi magazzini è molto simile a quello che viene ora lanciato in Italia da Si14 e Pullsar. «Il device entra in azienda e diventa strumento di lavoro per gli operai nel miglioramento dei processi produttivi», recita il comunicato stampa. Al di là dell’aspetto ludico su Gli «ordini» vengono dal display al polso: in Gran Bretagna arriva in fabbrica la nuova tecnologia indossabile. I rischi? Privacy finita chael Blakemore, professore dell’Università di Durham, in Gran Bretagna la diffusione di tali sistemi, anziché rendere il lavoro più efficiente, rischia di trasformare i lavoratori in automi che prendono ordini da computer. Per Ethan Bernstein dell’Harvard Business School, c’è poi la possibilità che scatti il paradosso della trasparenza. Che, tradotto, significa: la produttività degli impiegati diminuisce se questi sanno che il capo li sta spiando. Morale, a guadagnarci sembra essere solo la salute. Un progetto condotto dalla Goldsmiths, University of London, dopo aver monitorato 120 impiegati di una media company, ha stabilito che le tecnologie indossabili (occhiali, braccialetti e orologi) migliorano la postura e la concentrazione dell’8 per cento. Altro capitolo è la privacy. Le tecnologie indossabili – così come in passato le app e i software – permettono di incamerare una quantità enorme di dati sensibili, fattore che ha fatto schizzare questo mercato da 1,6 a 5 miliardi di dollari. «Se un’azienda chiede ai suoi impiegati di indossare i Google Glass, questa imposizione può essere vissuta come forma di mobbing», ha dichiarato l’avvocato del lavoro Sue McLean a Computer Weekly. Ma, d’altro canto, un dipendente può usare i Google Glass per registrare e divulgare informazioni riser- A favore Secondo le aziende i braccialetti aiutano a monitorare la salute dei dipendenti Contro Secondo una ricerca dell’Università di Durham, il lavoratore diventa un automa cui puntano tra gli altri Apple e Samsung, lo smartwatch da lavoro, design accattivante e simile agli orologi digitali degli anni 80, permette al datore di lavoro di trasformarsi nel Grande Fratello. Il padrone saprà se il dipendente si sta prendendo una pausa autorizzata o meno, dove si trova in qualunque momento della giornata e se è produttivo. Secondo i detrattori (tra questi ci sono i sindacalisti britannici) l’ingresso in fabbrica delle tecnologie indossabili (in inglese wearable technology) rappresenta un pericolo per l’erosione dei diritti dei lavoratori. Per gli entusiasti – in genere si tratta di chi ha il coltello dalla parte del manico – questi gadget sono invece una manna perché monitorano la salute dei lavoratori, evitando così morti sul lavoro. E non solo. «I braccialetti elettronici consentono di migliorare la produttività», dice chi li percepisce come meri strumenti. Secondo una ricerca di Mi- vate». Dunque, in attesa che la legge (e gli Stati) trovino un giusto compromesso, c’è poi chi invita a non demonizzare troppo il progresso. «Il controllo della produttività è possibile anche attraverso tecnologie più obsolete come un pc aziendale», sottolinea Filippo Renga coordinatore dell’Osservatorio Mobile della School of Management del Politecnico di Milano. Ma non solo. Sono i meccanismi psicologici a essere ancora i migliori strumenti. «Si pensi alla sottile forma di controllo che c’è dietro l’invio di una mail nel weekend o nel fare una battuta al sottoposto per una sua fotografia che si è vista sulla sua bacheca Facebook», continua Renga. Per controllare un dipendente non è necessaria la Nasa. Basta solo un po’ di psicologia spiccia, molto più economica e meno sanzionabile di un braccialetto elettronico. Marta Serafini martaserafini © RIPRODUZIONE RISERVATA 42 Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 43 Economia bXk bkk ÂÅk @Î b "kÞ ; @~~Â@Î @k Âk Õæ±ææ 1/ ! Þ kÅ "@Åb@¶ /G, zææ bÂ@ Â@XxÂÎk ,@Â~® @X|æ¯ !@bÂb 1®"k¯ ¤±ÐpÕ`| ¤Ê±ÉÕæ`Ð |±ÐÊ`|Ð ¤±ÐÕ`Õæ ʱ|Ф`pz ±ææz`æÕ |±¤|¤`|z ¤æ±ÕÉÐ`Éæ ¤z±|Ép`Ð ¤`Ð|° ¤`ʤ° ¤`ʤ° ¤`pÊ° æ`Ép° æ`¤¤° æ`Ê|° æ`Êа æ`Éz° e æ`а æ`Õ° æ`æÊ° æ`Õæ° e e e La proposta Nens Il «Wef» e il vertice di Davos Riforma Irpef per sostenere i redditi Quota d’iscrizione più cara del 20% Una riforma dell’Irpef per ridurre il numero dei poveri e tagliare il cuneo fiscale. Un’operazione da 14,7 miliardi l’anno. E’ la proposta del Nens, l’associazione che ha tra i promotori Pier Luigi Bersani e Vincenzo Visco per «sostenere il reddito delle famiglie». La copertura verrebbe dal recupero dell’evasione di Iva, Irpef e Ires, che vale fino 59 miliardi di euro l’anno. Il World Economic Forum, l’istituzione che organizza ogni anno il vertice di Davos sulle Alpi svizzere, costerà il 20% in più per i propri 120 «partner strategici» (soprattutto grandi multinazionali). Il Wef ha scritto ai propri super partner alzando la quota d’iscrizione annuale all’organizzazione da 420 mila a 500 mila euro. Lo scrive il «Financial Times». Telecom punta a Metroweb E a 7 miliardi per la fibra ottica Il passaggio al Fondo strategico della Cassa depositi. Il gruppo: no comment @N ¤ k× ¤ k× ¤ k× ¤ k× ¤`ÕÉÊÐ ¤ÐÉ`ÐÉææ æ`ÉpÉz ¤`Õ¤æÉ b@ àk ÅÎkÂk x± Åݱ 1Î b /Î@Î 1Î kb± -×α .kb± kxx± æ¤æ kÎÎ ° ά ¤|¤zˤÕË¤Ê ¤`zææ° ¤æÕ`æ æ`Ðz ά ¤|æ¤Ëæpˤ ¤`zææ° ¤æÕ`ÕÊ æ`pРά pæ¤Ë¤¤ËÕ z`Õzæ° ¤Õp`|p Õ`Ðz La Lente di Enrico Marro La crisi del lavoro e i 14,7 miliardi di sussidi a carico dei contribuenti N el 2013 gli ammortizzatori sociali sono costati ai contribuenti ben 14,7 miliardi di euro. Su una spesa totale di 23,8 miliardi per cassa integrazione, mobilità, disoccupazione e Aspi, di cui 13,8 per sussidi e 10 miliardi per contributi figurativi, solo 9,1 miliardi sono stati finanziati con i contributi pagati da imprese e lavoratori. Il resto, appunto, è stato coperto dalle tasse. I numeri del rapporto Uil sugli ammortizzatori curato dal dipartimento diretto da Guglielmo Loy dimostrano quanto sia costata alle casse pubbliche la crisi: quasi un punto di Pil all’anno. In particolare, la spesa per la cassa in deroga e la mobilità in deroga (a favore delle piccole imprese e dei settori non coperti da cassa e mobilità ordinarie), che ammonta a circa 2 miliardi, è finanziata interamente dalla fiscalità generale. Le piccole imprese, infatti, non versano nulla per gli ammortizzatori in deroga. Passando invece ai sussidi per i quali è prevista la contribuzione e facendo la differenza tra versamenti e spesa, solo la cassa ordinaria presenta un saldo positivo di 777 milioni. Tutte le altre voci sono in rosso: 8,9 miliardi l’Aspi e la disoccupazione; 2,3 miliardi la mobilità; 2,2 la cassa straordinaria. I lavoratori che nel 2013 hanno beneficiato di sussidi sono stati 4,5 milioni, in pratica un dipendente privato su tre. In media hanno ricevuto nell’anno 5.191 euro. Prima della crisi, nel 2008, per gli ammortizzatori la spesa era stata di 10 miliardi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Telecom Italia «non commenta». Ma il dossier Metroweb sembra volere uscire prepotentemente dai tombini. Il timing non è casuale. Metroweb Italia — che controlla Metroweb Milano, società compartecipata anche da Swisscom — è per il 53,8% di F2i e per il 46,2% di FSI Investimenti , società costituita, guardacaso, lo scorso luglio e controllata per il 77% dal Fondo Strategico di Franco Bassanini e e per il 23% dalla Kuwait Investment Authority. Bassanini, non è un mistero, è anche alla guida di Cdp. Ma non è un mistero nemmeno che Vito Gamberale pensasse di trasformare Metroweb nella famosa Società della rete partecipata da tutti gli operatori. Un progetto che aveva causato un braccio di ferro con Telecom, riluttante a mollare la rete, unico asset che garantisce il debito monstre del gruppo telefonico. Con l’uscita di Gamberale da F2i, evidentemente, si apre una stagione nuova per il futuro della società. Il passaggio è comunque delicatissimo se si considera che Telecom è in piena fase di transizione con gli azionisti, da Telefonica a Mediobanca a Intesa a Generali, che hanno ampiamente fatto capire di considerarsi già fuori, psicologicamente, dal capitale della società. E un nuovo potenziale azionista, Vivendi, che ha mostrato l’interesse a entrare ma che di fatto ha solo un’opzione a trasformare in titoli Telecom parte delle azioni della nuova società che si sta formando dalla fusione in Brasile tra Gvt e Vivo. Una delle strade possibili potrebbe essere il passaggio dell’intero pacchetto MeMILANO La ragnatela Metroweb 53,8% Fondi Italiani per le Infrastrutture 46,2% Fondo Strategico Italiano Metroweb Milano METROWEB ITALIA 10,6% Swisscom (Fastweb) 1,7% Metroweb Management 87,7% 85% Metroweb Genova d’Arco troweb nel Fondo Strategico per poi trattare l’eventuale passaggio a Telecom. Tra i nodi da sciogliere c’è la partecipazione di Swisscom (e dunque Fastweb) al piano di sotto, Metroweb Milano. Fastweb ha comunque dei contratti a lunghissima scadenza in Me- t rowe b e , s e m b r a , a n c h e favorevoli alla società svizzera. Dunque, da questo punto di vista non ci dovrebbero essere problemi. Certo, non può non colpire che sempre in questi giorni sia riemerso tra i rumor che scaldano la Borsa la possibile vendita di Fastweb a Voda- La partnership I mattoncini Lego, addio a Shell fone, dossier ormai sotto la cenere da anni ma, comunque, mai negato (il punto è solo la valorizzazione ma se Telecom si prendesse Metroweb il valore difensivo di Fastweb per Vodafone sarebbe sicuramente più alto. D’altra parte i contanti non mancano al gruppo ingle- Fastweb In questi giorni i rumor della possibile vendita di Fastweb a Vodafone scaldano la Borsa Come chiedeva Greenpeace (foto), Lego non rinnoverà la partnership con Shell a causa delle trivellazioni della compagnia nell’Artico. La collaborazione con l’azienda di giocattoli durava dagli Anni 60. © RIPRODUZIONE RISERVATA se che ha i famosi 3,7 miliardi del piano «molla»). Resta da capire se per Telecom ci sia un altro tipo di molla: quello dello sblocca Italia. All’articolo 6 si legge che per accedere ai benefici da 7 miliardi da investire in reti ultraveloci che ci aiutino a colmare il gap con l’Agenda europea 2020 non si possono utilizzare investimenti «previsti in piani industriali o finanziari o in altri idonei atti approvati entro il 31 luglio 2014». Il passaggio in Metroweb potrebbe forse aprire uno spiraglio. Massimo Sideri [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Fca, Exor avrà il 46% dei voti Fiat Chrysler da lunedì a Wall Street, nel pomeriggio a Piazza Affari Parte il road show: sul tavolo dei fondi Usa il 7% del gruppo MILANO Il 30% del capitale. Il 46% 416 milioni il costo per Fca del riacquisto delle azioni legate al recesso: effetto che ha penalizzato il titolo, in calo ieri del 2,14% . Da lunedì la doppia quotazione di Fca a Wall Street e Milano dei diritti di voto. È questo il nuovo peso che, grazie al voto multiplo previsto dalla legge olandese, Exor avrà in Fiat Chrysler Automobiles. Lo si ricava da un «avviso» di Borsa Italiana. E dai calcoli sui numeri che ieri, prima dell’apertura di Piazza Affari, Fca ha comunicato sui risultati definitivi del recesso. È da quelli che, alla vigilia dello sbarco a Wall Street, si arriva al dato del 46%: una presa più che salda sul controllo assembleare e che, tra l’altro, consente alla holding guidata da John Elkann ampi margini di manovra. Margini da utilizzare, come ha ribadito lo stesso numero uno di Exor a Businessweek, eventualmente in futuro: se (o quando) si presentasse la chance di un’alleanza in grado porta- re Fiat Chrysler in cima alla classifica mondiale dei costruttori, la famiglia Agnelli avrebbe spazio per diluire la propria quota senza dover rinunciare al ruolo di primo azionista. C’è anche altro, però, nei numeri di chiusura dell’operazione di recesso. L’ultima fase, terminata lunedì scorso, riguardava l’offerta in opzione ai soci Fiat dei titoli «restituiti» (a 7,727 euro) da chi ha scelto di non seguire il gruppo nella fusione «olandese» e nella quotazione americana. Sono state assorbite 6.085.630 azioni su un totale di 60.002.027. La differenza la ricomprerà Fca, per una spesa di 416 milioni che Sergio Marchionne conta di recuperare (a prezzi superiori) con il road show in partenza negli Usa subito dopo l’esordio al New Recesso ● I soci Fiat hanno assorbito 6.085.630 azioni sul totale di 60.002.027 derivanti dal recesso. Così si è conclusa l’operazione nei confronti di chi ha scelto di non seguire il gruppo nella fusione «olandese» York Stock Exchange, lunedì prossimo. Convinto che per i grandi investitori istituzionali Usa «il titolo sarà interessante», tanto più dopo il sorpasso su Toyota al terzo posto delle vendite negli Stati Uniti, l’amministratore delegato metterà potenzialmente sul piatto un doppio pacchetto: l’equivalente di quello derivante dal recesso e 34,6 milioni di azioni proprie. In tutto 88,5 milioni di titoli: circa il 7% del capitale. Porterebbe liquidità preziosissima. Cui intanto però Piazza Affari, nel penultimo giorno al listino della «vecchia Fiat» (Fca esordirà lunedì pomeriggio, in parallelo con Wall Street), fa pagare i 416 milioni di spesa in arrivo: -2,14%, a 7,09 euro. Raffaella Polato © RIPRODUZIONE RISERVATA Piazzetta Cuccia Mediobanca, Di Carlo lascia a novembre ma resta advisor (c.ci.) Il primo novembre Massimo Di Carlo, vicedirettore generale di Mediobanca, lascerà l’istituto, dov’è responsabile dell’attività di credito e finanza strutturata, per gravi motivi familiari. L’amministratore delegato Alberto Nagel, sottolineando «la stima per le alte qualità professionali di Di Carlo», si è assicurato che continui a collaborare con il gruppo come senior advisor con focus sullo sviluppo del wealth management e delle sinergie di prodotto fra private e corporateinvestment banking. Di Carlo, 51 anni, è uno dei manager centrali della costruzione della «nuova Mediobanca», la gestione seguita all’uscita di Vincenzo Maranghi nel 2003, che aveva subordinato le dimissioni alla continuità manageriale e all’indipendenza dell’istituto. In Mediobanca dall’87, Di Carlo ha fatto da subito parte del team dei top manager guidato da Nagel che ha preso le redini dopo la svolta, entrando anche in consiglio nel 2008 con il ritorno alla governance tradizionale. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’offerta Cdp Reti, il 14% alle fondazioni La Cassa chiede 700 milioni I negoziati sono condotti in prima fila dall’amministratore delegato Giovanni Gorno Tempini e Leone Pattofatto, capo delle partecipazioni in gestione separata della Cdp. Interlocutori privilegiati, una dozzina di fondazioni e casse previdenziali tra cui Cariplo, Crt e Compagnia di San Paolo. Tra meno di due mesi, quando la cassa di via Goito conta di perfezionare il closing per l’ingresso della cinese State grid Europe nel veicolo Cdp reti, per una quota del 35%, anche il secondo passo dovrà avere contorni definiti. La dote messa in palio da Cdp tra gli investitori italiani è il 14% residuo della subholding, fermo restando così il 51% e il controllo. Per l’en plein la Cdp conta sulla bontà dell’investimento e sulla moral suasion del ministro Pier Carlo Padoan. Quel 14% viene proposto a un prezzo di 700 milioni. La contropartita è uno yield garantito attorno al 7%. Il patto stretto tra Cdp e i cinesi, che avranno tre e due membri nel board Cdp reti, preclude ogni ruolo di governance ai nuovi soggetti istituzionali ma garantisce un’uscita al fair value dopo tre anni. Carlo Turchetti © RIPRODUZIONE RISERVATA 44 Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 ECONOMIA L’accordo L’esperienza delle unità di business delle navi militari di Fincantieri e le competenze nei sistemi di combattimento, nell’elettronica e nei sistemi di difesa navali del gruppo Finmeccanica. Le due aziende ieri hanno annunciato un accordo di collaborazione nel settore delle costruzioni navali militari con l’obiettivo di aumentare la competitività sui mercati nazionali ed esteri. «Dobbiamo fare cose che sono vendibili fuori dal nostro paese» ha sottolineato Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri in una conferenza alla quale hanno partecipato il ministro della Difesa, Roberta Pinotti e l’ad di Finmeccanica, Mauro Moretti (foto). Finmeccanica e Fincantieri insieme per le navi militari © RIPRODUZIONE RISERVATA 45 L’operazione su Roger Vivier Tod’s, crescita a una cifra nel 2015 Per Tod’s il 2015 dovrebbe essere «migliore dell’anno in corso, il fatturato dovrebbe crescere a una cifra», ha annunciato il cfo Emilio Macellari. Per il 2014 c’è «tranquillità» circa il raggiungimento del consensus di fatturato e redditività. Cresce nel secondo semestre la Cina, anche se di recente sono calate le vendite a Hong Kong, che pesa per il 10% nel giro d’affari. Da 2015 inoltre partiranno le discussioni per acquisire Roger Vivier, il marchio di scarpe di lusso di proprietà della famiglia Della Valle, che Tod’s produce in licenza. Thyssen chiude a Terni, 530 licenziati Fallita la mediazione del governo. Delrio: è andata male ma insisteremo. Via l’integrativo ● Il caso La corsa paracadute dei depositi bancari di Giovanni Stringa L’esito di una trattativa lunga un mese lascia dietro di sé solo rimpianti e posti di lavoro persi. Gli Acciai Speciali Terni — società controllata dalla multinazionale tedesca ThyssenKrupp — ha annunciato ieri l’avvio della procedura di mobilità per 537 addetti. La cancellazione della contrattazione di secondo livello per tutti i lavoratori, cioè una riduzione netta in busta paga quantificabile in circa il 20% del salario. Infine la chiusura di uno dei due forni dell’impianto, con contestuale riduzione di un terzo dei volumi prodotti che così scenderebbero a meno di un milione di tonnellate. Una delle tre T (oltre Terni, anche Taranto per l’Ilva e Termini Imerese) «da salvare urgentemente», per dirla con le parole del premier Matteo Renzi, si trasforma così nel primo (fallito) tentativo di mediazione da parte del governo. Che induce il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, a voler esorcizzare la sconfitta con l’arma della rassicurazione: «È andata male, ma insisteremo». Non è servita neanche la volontà di per- MILANO La vicenda ● Un mese fa Acciai Speciali Terni avviò la procedura di mobilità per 537 addetti motivandola con la necessità di un piano di contenimento costi per 100 milioni di euro ● Il governo riuscì ad ottenere una sospensione della procedura cercando di trovare una mediazione in grado di evitarla. Tentativo fallito suasione del «ministro metalmeccanico» Federica Guidi, titolare del dossier al ministero dello Sviluppo. Vertenza che ora finirà inevitabilmente per approdare al dicastero del Lavoro prima dei licenziamenti veri e propri (la legge consente 7 5 g i o r n i d i te m p o ) . Pe r un’analisi più approfondita potremmo persino inquadrare la vicenda all’interno di un confronto italo-tedesco ai massimi livelli (è la tesi di Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Ue, che invoca apertamente un tavolo a due tra Renzi e Merkel). Non si possono omettere le origini del cortocircuito di Ast, venduta tre anni fa ThyssenKrupp ai finlandesi di Outokumpu per ma- Montepaschi in Borsa Ieri 1,016 euro +0,20% 2,0 1,4 0,8 Dic 2013 Ott 2014 d’Arco accettato la richiesta dell’ente di fare spazio ai nuovi soci. Confermate le indiscrezioni delle settimane scorse: per Fintech è entrato il fondatore dell’hedge fund, David Martinez Guzman; per la società di investimento brasiliana Btg Pactual è stato indicato l’italiano Roberto Isolani, membro del comitato strategico di Btg e tra gli uomini di fiducia in Europa del fondatore Andre Esteves. Non è un passaggio di poco conto, considerato che Mps si trova ad affrontare un passaggio estremamente delicato come l’esame della Bce in vista della vigi- C rescono. E sempre più velocemente. Ad agosto i depositi bancari del settore privato sono saliti del 3,1% rispetto a 12 mesi prima ( +2,9% a luglio). Sono gli ultimi dati di Banca d’Italia. Famiglie e imprese continuano a riversare la propria liquidità nei tradizionali conti correnti, nonostante i rendimenti rasoterra. Invece di investire (le aziende) e di fare acquisti (i cittadini), chi può aumenta i risparmi, intesi come paracadute anticrisi. Sono tante «formiche» che accantonano per il futuro, con la deflazione che preannuncia prezzi più bassi a venire. Ma — piaccia o no — il mondo dell’economia ha anche bisogno di un po’ di «cicale», per rilanciare consumi, crescita e lavoro. E ha bisogno di credito. Ma i prestiti bancari ai privati, sempre ad agosto, sono scesi del 2,5% . © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA AVVISO A PAGAMENTO L’esordio dei fondi esteri nel consiglio di Mps Entrano Martinez e Isolani Dopo 7 mesi di attesa dall’acquisto delle azioni Montepaschi e dalla firma del patto di sindacato con la Fondazione Mps che li ha resi di fatto azionisti di controllo congiunti della banca, ieri i fondi esteri Fintech Advisory (al 4,5%) e Btg Pactual (al 2%) hanno fatto il loro ingresso dentro il consiglio di amministrazione, dopo le dimissioni di Marco Turchi e Paola Demartini, due dei quattro amministratori espressione delle Fondazione che hanno milioni di tonnellate all’anno di acciaio inox prodotto da Ast Acciai Speciali Terni Una foto d’archivio dell’impianto ternano dove si produce acciaio inox Viola: «Daranno il loro contributo» MILANO 1,5 nifesta volontà «di non proseguire la produzione di acciaio inossidabile» (i tedeschi l’avevano messo nero su bianco nell’atto di vendita). Quell’operazione non andò in porto soltanto per colpa della Commissione europea che ravvisò una posizione dominante da parte dell’acquirente mettendo in standby le attività per due anni e poi costringendo ThyssenKrupp al riacquisto. «Con il paradosso — segnala Marco Bentivogli, segretario nazionale Fim-Cisl — che ora la produzione di acciaio speciale rischia di travalicare i confini dell’Unione Europea, diventando appannaggio dei concorrenti asiatici». Mentre sul fronte domestico, dice Mario Ghini, responsabile Uilm per la siderurgia, c’è anche l’ipotesi che la cancellazione della contrattazione di secondo livello inaugurata da Thyssenkrupp possa persino disattendere l’accordo del 1993 tra le parti sociali che disciplinò l’ammontare dell’integrativo per tutti i lavoratori inserendolo nei contratti collettivi nazionali. Fabio Savelli lanza unica. I risultati dell’asset quality review e degli stress test dovrebbero attorno a fine ottobre. Da quei due numeri finali dipenderà il futuro della banca, in particolare la necessità o meno di un nuovo aumento di capitale. Il ceo Fabrizio Viola si è comunque dichiarato «tranquillo» sull’esito degli esami Bce. Mercoledì Viola sarebbe stato ricevuto a Francoforte per il dialogo conclusivo con la banca centrale sulle risultanze degli esami, con dati rigorosamente top secret. «Sono persone molto preparate, daranno il loro contributo, sono contento di averli nel consiglio», ha detto Viola. I nuovi amministratori — in carica fino ad aprile 2015 — hanno ruoli di rilievo, sebbene nessuno dei due prenderà il posto di vicepresidente che era di Turchi. Isolani è entrato nel comitato esecutivo costituito da Viola, dal presidente Alessandro Profumo, da Pietro Giovanni Corsa — ora unico vicepresidente — e dai consiglieri Alberto Giovanni Aleotti Lorenzo Gorgoni. Martinez è entrato invece nel comitato nomine e remunerazione e, insieme con Isolani, nel comitato controllo e rischi. «Soddisfazione» è stata espressa dalla Fondazione Mps presieduta da Marcello Clarich sulle due cooptazioni, che ora vuole «procedere verso il consolidamento di una base azionaria stabile nel mediolungo periodo». Fabrizio Massaro © RIPRODUZIONE RISERVATA VORREMMO PRODURRE IN ITALIA E PER L’ITALIA! Non sappiamo se valga ancora la pena di lottare per il nostro Paese, ma non ci importa neppure il saperlo: se così fosse saremmo come quelli che non lo fanno. A noi stanno a cuore l’avvenire di questo Paese e gli interessi veri degli italiani. Con le nostre modeste capacità vogliamo essere con chi, e non sono pochi, ha l’ambizione di concorrere in maniera positiva ad invertire la deriva economica, civile e politica dell’Italia attuale ed innescare la ripresa, che non è e non potrà essere solo economica. Cosa possiamo fare in concreto noi imprenditori, con o senza la politica? Moltissimo, se tutti ci convinciamo che abbiamo un ruolo più che importante: riscoprire il senso e il valore dell’economia civile, quell’economia che ha a cuore l’uomo e la società nel suo divenire. Chi crea posti di lavoro alle Persone? Chi consente loro di vivere con dignità e di programmarsi un futuro, chi un domani creerà lavoro per i loro figli? Lo Stato? Ha già molti dipendenti che normalmente per propria missione non generano ricchezza anzi costano Spetta a noi imprenditori uscire dall’ambito aziendale e rendersi conto del ruolo sociale che abbiamo il dovere di compiere, perché ogni posto di lavoro creato crea ricchezza economica e civile. Siamo o no convinti che ogni persona che percepisce uno stipendio è direttamente o indirettamente un nostro cliente? Cosa fare per mettere in moto questo meccanismo? Dobbiamo ricondurci a concetti che si esprimono con parole che ormai sembrano aver perso importanza, tanto vengono ripetute e mai poste in atto: innovazione, competitività, internazionalizzazione. Noi dobbiamo investire su noi stessi e sulla nostra attività specifica, sul coinvolgimento dei collaboratori, sulla loro formazione tecnica e civile, su strutture e prodotti, servizi, macchinari con tanto tanto entusiasmo. E poi: dove siete Banche? Il discorso non vi tocca? Dove sei Stato, che ti sento solo quando mi tassi? Cosa ti inventerai, ancora burocrazia per ostacolarmi? Da tempo attendiamo riforme volte al cambiamento. Sentiamo la necessità di interventi volti a promuovere politiche industriali favorendo investimenti su ricerca e innovazione, a ridurre i costi del lavoro, a ristabilire il rispetto della legalità, l’efficienza della pubblica amministrazione, ad accorciare i tempi della giustizia civile, a ridurre la pressione fiscale. Non è pensabile sopportare una fiscalità che in termini reali, è ben oltre il 50%! Desidereremmo uno Stato che si fida dei suoi cittadini, liberando gli imprenditori da vincoli ed adempimenti che costano 20 miliardi l’anno e disperdono risorse. Dobbiamo valorizzare il brand più forte che ci sia nel mondo, il Made in Italy e non lasciare che lo stesso venga svilito; non è più pensabile che il Made in Italy sia relegato a qualche nicchia che essendo tale non può creare più di tanti posti di lavoro. Abbiamo molti buoni esempi da seguire, seguiamoli! Puntiamo alla qualità, a tecnologie non obsolete, ad offrire con soddisfazione al mercato nazionale ed estero i prodotti che lo stesso domanda… ricerca e sviluppo non devono e non possono essere più argomenti di marketing strategico, oppure orientate all’ottenimento di qualche agevolazione fiscale. Chi lo merita deve ricevere una mano, perché si possa uscire da questa situazione. Aziende…. patrimonializzatevi, investite su voi stesse, fate crescere i più meritevoli, mettetevi in gioco! Ne vale la pena. Ristabilire queste minime condizioni significa permetterci di restare nel nostro Paese, metterci al lavoro liberando energie nuove per ricostruire, perché nella nostra mente conosciamo la direzione da prendere. Per riuscirci però abbiamo bisogno di un cambiamento ora: non vogliamo il posto di qualcun altro, vogliamo costruire il nostro. Non chiediamo privilegi, solo le condizioni di dignità e flessibilità necessarie a prendere in mano il nostro futuro, quello dei nostri figli e dell’Italia, affinché competenze, formazione e capacità possano essere poste al servizio di un progetto collettivo e condiviso. Desideriamo cambiare il Paese per non dover cambiare Paese e vogliamo poter restare qui per farlo, per ricostruire l’espressione della nostra imprenditorialità, all’altezza delle nostre aspettative, dei nostri bisogni e delle nostre speranze, di una nuova idea di sviluppo, rispettosa delle persone e dell’ambiente, libera dai dogmi e capace di compiere una vera redistribuzione della ricchezza. Se riusciremo a credere in noi stessi e nei nostri prodotti anche gli altri ci crederanno e l’Italia sarà vista in maniera diversa dall’attuale. Dobbiamo metterci in gioco in prima persona, come abbiamo sempre fatto. Il cambiamento parte da noi, dal dare valore al rispetto delle regole, dall’evitare facili scorciatoie e dal comprendere che i comportamenti etici li dobbiamo richiedere a noi stessi, riscoprendo quelle radici che hanno alimentato lo spirito che ha reso grande il nostro tessuto imprenditoriale. Dobbiamo crescere responsabilmente e civilmente per creare i presupposti per la crescita economica. Imprenditori, politica, genitori, scuola, vogliamo provarci? O vogliamo solo lamentarci? Le nostre aziende devono avere un ruolo più incisivo su questi temi perché è nel nostro interesse. Se le aziende cambiano il modo di pensare diventando consapevoli delle scelte che si devono fare (ora!) anche attraverso i propri rappresentanti a livello nazionale …. tutti insieme qualcosa possiamo fare. Anche le Associazioni di categoria debbono ripensarsi in una forma più dinamica, innovativa e con un rinnovato interesse creare rapporti e sinergie che si spingano oltre i confini provinciali e che siano di reale supporto al mondo imprenditoriale. Dipende da noi e dalla nostra voglia di metterci in gioco. NOI CON LA NOSTRA AZIENDA Per scrivere certe cose bisogna crederci e se ci credi vuol dire che hai già messo in pratica quello che affermi. Possiamo iniziare dicendo che non abbiamo mai fatto un’ora di cassa integrazione. Per affrontare la crisi del 2009 abbiamo ridotto la produzione, abbiamo parcheggiato prodotti a magazzino e ci siamo fatti carico delle perdite derivanti. Il nostro personale ha mantenuto il suo stipendio. Scelta di politica aziendale nel rispetto dei nostri collaboratori, a tutto vantaggio del nostro ambito territoriale e della nostra azienda. Ma non è solo questo che abbiamo fatto e stiamo facendo. Seguendo i concetti che abbiamo espresso abbiamo continuato ad investire cifre importanti in prodotti innovativi, in ricerche di mercato, in formazione, in macchinari sempre più prestazionali, in personale ed in nuovi stabilimenti e creato altre filiali commerciali all’estero, con perseveranza e grande impegno economico. Chi investe non guarda alla situazione di oggi, ma soprattutto alle prospettive del Paese. Fra 2 anni saranno 40 anni dalla nostra nascita, operiamo in un settore altamente competitivo dove non c’è spazio per chi non ha le carte in regola il che significa che ogni risultato te lo devi sudare. Se possiamo fare della nostra azienda un qualcosa di socialmente utile, vuol dire che si può, si deve e che molti altri lo possono fare, nell’interesse di tutti, nostro, dell’Italia e degli Italiani. R.B. - C.E.O. Pneumax Spa Via Cascina Bar bellina - 24050 Lurano - Ber gamo Tel. 035/ 41 92 777 - Email: [email protected] Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera 46 RETE AGENTI - Creazione reti vendita di agenti per aziende 338.37.66.816 www.efb-retivendita.it oppure nei giorni feriali presso l’agenzia: Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). ADDETTA amministrazione del personale, assunzioni cessazioni, trasformazioni rapporti con enti programma presenze Word, Excel, posta elettronica. 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CGM Opport Corp Bd AZ F. CGM Opport European AZ F. CGM Opport Global AZ F. CGM Opport Gov Bd AZ F. Commodity Trading AZ F. Conservative AZ F. Core Brands ACC AZ F. Core Brands DIS AZ F. Corporate Premium ACC AZ F. Corporate Premium DIS AZ F. Dividend Premium ACC AZ F. Dividend Premium DIS AZ F. Emer. Mkt Asia AZ F. Emer. Mkt Europe AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. AZ F. European Dynamic ACC AZ F. European Dynamic DIS AZ F. European Trend AZ F. Formula 1 Absolute ACC AZ F. Formula 1 Absolute DIS AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS AZ F. Formula Target 2015 ACC AZ F. Formula Target 2015 DIS AZ F. Formula 1 Conserv. AZ F. Global Curr&Rates ACC AZ F. Global Curr&Rates DIS AZ F. Global Sukuk ACC AZ F. Global Sukuk DIS AZ F. Hybrid Bonds ACC AZ F. Hybrid Bonds DIS AZ F. Income ACC AZ F. Income DIS AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS AZ F. Institutional Target ACC AZ F. Institutional Target DIS AZ F. Italian Trend ACC AZ F. Italian Trend DIS AZ F. Lira Plus ACC AZ F. Lira Plus DIS AZ F. Macro Dynamic AZ F. Opportunities AZ F. Pacific Trend AZ F. Patriot ACC AZ F. Patriot DIS AZ F. Qbond AZ F. Qinternational AZ F. QProtection AZ F. Qtrend AZ F. Renminbi Opport AZ F. Reserve Short Term AZ F. Short Term Gl High Yield ACC AZ F. Short Term Gl High Yield DIS AZ F. Solidity ACC AZ F. Solidity DIS AZ F. Strategic Trend AZ F. Top Rating ACC AZ F. Top Rating DIS AZ F. Trend AZ F. US Income Corsi Data Valuta Quota/od. 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 30/09 30/09 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 06/10 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 6,156 6,562 6,436 5,680 3,914 6,600 5,615 5,612 5,709 5,370 5,814 5,091 6,437 3,142 5,317 5,194 5,192 3,326 5,289 5,276 5,600 5,526 6,179 5,622 5,026 4,527 4,229 5,411 5,267 5,382 5,218 6,376 5,846 4,775 4,436 5,628 5,589 3,370 3,368 4,970 4,786 6,190 4,925 4,425 7,055 6,482 5,341 5,189 5,329 5,019 5,333 6,305 5,087 4,959 6,217 5,762 6,027 5,145 5,145 6,580 5,846 Quota/pre. Nome 6,150 6,516 6,395 5,680 3,860 6,589 5,605 5,602 5,705 5,367 5,812 5,090 6,439 3,102 5,048 5,193 5,192 3,319 5,274 5,260 5,598 5,524 6,162 5,606 5,023 4,516 4,219 5,428 5,283 5,371 5,208 6,379 5,849 4,765 4,427 5,633 5,593 3,369 3,367 4,953 4,769 6,179 4,916 4,392 7,055 6,482 5,331 5,178 5,326 5,008 5,319 6,305 5,077 4,949 6,219 5,764 6,030 5,137 5,137 6,570 5,870 Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - [email protected] Active Dollar Bond A Active Emerging Credit A Active Emerging Credit B Active European Credit A Active European Credit B Active European Equity A Active European Equity B Active Liquid Bond A Active Liquid Bond B Multiman. Bal. A Multiman. Bal. M Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M Multiman.Target Alpha A SB Bond B SB Equity B 5,335 SB Flexible B 5,333 5,055 5,453 5,062 3,665 3,504 4,726 5,553 DB Platinum 5,467 5,000 Agriculture Euro R1C A 5,416 Comm Euro R1C A 5,675 Currency Returns Plus R1C 5,081 DB Platinum IV 5,207 Croci Euro R1C B 6,032 Croci Japan R1C B 5,484 Croci US R1C B 5,496 Paulson Global R1C E 5,187 Sovereign Plus R1C A 5,212 Systematic Alpha R1C A 5,127 4,812 5,000 4,810 5,686 5,210 5,908 5,515 5,377 Fondi Unit Linked 5,276 Flex Equity 100 5,002 Global Equity 5,002 Maximum 5,332 Progress 5,294 Quality 07/10 07/10 07/10 07/10 07/10 07/10 07/10 07/10 07/10 06/10 06/10 01/10 01/10 01/10 06/10 06/10 06/10 USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 1519,532 1666,218 1601,339 1454,137 1390,396 1376,525 1300,735 1239,347 1196,381 119,628 119,474 78,337 81,639 105,059 1079,267 1179,485 1027,839 07/10 08/10 08/10 EUR EUR EUR 55,080 96,930 924,800 08/10 08/10 08/10 30/09 08/10 01/10 EUR JPY USD EUR EUR EUR 115,450 8859,540 168,920 5277,210 106,830 10594,910 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 10,471 5,631 5,219 6,531 7,249 EUR EUR EUR EUR EUR 1519,677 1666,488 1601,617 1455,933 1392,130 1386,908 1310,455 1239,392 1196,435 119,543 119,383 78,317 81,609 104,859 1077,121 1173,877 1025,545 Data ABSOLUTE RETURN EUROPA BOND-A BOND-B EQUITY- I PRINCIPAL FINANCE 1 03/10 29/08 29/08 29/08 30/06 Valuta Quota/od. Quota/pre. Nome 4800,301 4911,938 EUR EUR 775797,091 770258,141 EUR 775797,091 770258,141 EUR 598452,457 592432,355 EUR 62759,815 60323,743 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 51,790 61,490 59,980 62,030 60,950 63,090 61,540 57,670 43,750 65,540 63,590 59,900 46,300 51,780 61,630 60,010 62,640 61,210 63,830 61,610 57,610 44,000 66,160 63,990 60,030 46,600 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it Invesco Funds Asia Balanced A Asia Balanced A-Dis Asia Consumer Demand A Asia Consumer Demand A-Dis Asia Infrastructure A Asian Bond A-Dis M Balanced-Risk Allocation A Balanced-Risk Select A Em. Loc. Cur. Debt A Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M Em. Mkt Corp Bd A Euro Corp. Bond A Euro Corp. Bond A-Dis M Euro Short Term Bond A European Bond A-Dis Glob. Bond A-Dis Glob. Equity Income A Glob. Equity Income A-Dis Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M Glob. Structured Equity A-Dis Glob. Targeted Ret. A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Greater China Eq. A India Bond A India Equity E Japanese Eq. Advantage A Pan European Eq. A Pan European Eq. A-Dis Pan European Eq. Inc. A-Dis Pan European High Inc A Pan European High Inc A-Dis Pan European Struct. Eq. A Pan European Struct. Eq. A-Dis Renminbi Fix. Inc. A Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis US Equity A EH US High Yield Bond A US High Yield Bond A-Dis M US Value Equity A US Value Equity A-Dis TARIFFE PER PAROLA IVA ESCLUSA 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 USD USD USD USD USD USD EUR EUR USD USD USD EUR EUR EUR EUR USD USD USD USD USD EUR EUR EUR USD USD EUR JPY EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR USD USD USD USD Tel: 02 77718.1 54,790 www.kairospartners.com 97,620 927,530 Kairos Multi-Str. A 31/08 EUR 31/08 Kairos Multi-Str. B EUR 116,390 Kairos Multi-Str. I 31/08 EUR 8971,360 Kairos Multi-Str. P 31/08 EUR 165,930 Kairos Income 08/10 EUR 5345,180 Kairos Selection 08/10 EUR 106,850 KAIROS INTERNATIONAL SICAV 10580,040 KIS - America A-USD 07/10 USD 07/10 KIS - America P EUR 07/10 KIS - America X EUR 08/10 KIS - Bond A-USD USD 08/10 KIS - Bond D EUR 08/10 KIS - Bond P EUR 08/10 KIS - Bond Plus A Dist EUR 08/10 KIS - Bond Plus D EUR 08/10 KIS - Bond Plus P EUR 08/10 KIS - Dynamic A-USD USD 08/10 KIS - Dynamic D EUR 08/10 KIS - Dynamic P EUR 07/10 KIS - Emerging Mkts A EUR 07/10 KIS - Emerging Mkts D EUR 08/10 KIS - Europa D EUR 24,940 16,020 13,950 13,580 14,170 10,311 14,950 9,780 14,546 9,069 12,580 17,059 12,856 11,027 5,850 5,718 57,790 14,390 11,535 41,660 10,511 13,076 11,866 46,470 10,043 35,010 3143,000 17,110 15,440 11,430 18,940 13,630 14,200 13,510 10,806 10,354 13,930 11,697 10,377 31,940 30,530 874712,613 570753,978 590447,998 536380,732 6,814 10,257 272,950 191,910 193,430 174,360 124,570 129,070 127,070 131,850 134,250 175,800 122,260 124,660 128,250 126,230 118,810 25,030 16,080 14,090 13,720 14,220 10,301 14,930 9,780 14,516 9,050 12,583 17,045 12,845 11,032 5,845 5,710 58,350 14,520 11,521 42,220 10,546 13,085 11,874 46,860 10,015 35,420 3191,000 17,370 15,680 11,580 18,990 13,670 14,340 13,630 10,806 10,410 14,070 11,729 10,406 32,520 31,090 n. 1 Offerte di collaborazione: € 2,08; n. 2 Ricerche di collaboratori: € 7,92; n. 3 Dirigenti: € 7,92; n. 4 Avvisi legali: € 5,00; n. 5 Immobili residenziali compravendita: € 4,67; n. 6 Immobili residenziali affitto: € 4,67; n. 7 Immobili turistici: € 4,67; n. 8 Immobili commerciali e industriali: € 4,67; n. 9 Terreni: € 4,67; n. 10 Vacanze e turismo: € 2,92; n. 11 Artigianato trasporti: € 3,25; n. 12 Aziende cessioni e rilievi: € 4,67; n. 13 Prestiti e investimenti: € 9,17; n. 14 Casa di cura e specialisti: € 7,92; n. 15 Scuole corsi lezioni: € 4,17; n. 16 Avvenimenti e Ricorrenze: € 2,08; n. 17 Messaggi personali: € 4,58; n. 18 Vendite acquisti e scambi: € 3,33; n. 19 Autoveicoli: € 3,33; n. 20 Informazioni e investigazioni: € 4,67; n. 21 Palestre saune massaggi: € 5,00; n. 22 Chiromanzia: € 4,67; n. 23 Matrimoniali: € 5,00; n. 24 Club e associazioni: € 5,42. Data Fissa: +50% Data successiva fissa: +20% Per tutte le rubriche tranne la 21, 22 e 24: Neretto: +20% Capolettera: +20% Neretto riquadrato: +40% Neretto riquadrato negativo: +40% Colore evidenziato giallo: +75% In evidenza: +75% Prima fila: +100% Tablet: + € 100 Tariffa a modulo: € 110 Rubriche Compravendite immobiliari Nel testo dell’inserzione è obbligatorio indicare la classe energetica di appartenenza dell’immobile e il relativo indice di prestazione energetica espresso in kWh/mqa o kWh/mca a seconda della destinazione d’uso dell’edificio. Nel caso di immobili esenti dall’indicazione, riportare la dicitura “Immobile non soggetto all’obbligo di certificazione energetica”. Data Valuta Quota/od. KIS - Europa P KIS - Europa X KIS - Global Bond P KIS - Italia P KIS - Italia X KIS - Key KIS - Key X KIS - Liquidity D KIS - Liquidity P KIS - Multi-Str. UCITS A USD KIS - Multi-Str. UCITS D KIS - Multi-Str. UCITS P KIS - Multi-Str. UCITS X KIS - Selection D KIS - Selection P KIS - Selection X KIS - Sm. Cap D KIS - Sm. Cap P KIS - Target 2014 X 08/10 08/10 07/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 07/10 07/10 07/10 07/10 07/10 07/10 07/10 07/10 07/10 08/10 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 121,360 121,880 103,320 131,480 131,170 133,240 136,210 103,540 107,160 152,440 111,870 114,890 115,950 121,270 123,550 123,880 93,690 98,470 100,260 Quota/pre. Nome 122,830 123,360 103,310 132,130 131,690 133,550 136,520 103,540 107,170 152,940 112,240 115,270 116,340 122,040 124,330 124,500 94,670 99,500 100,260 ASIAN OPP CAP RET EUR ADWISE L/S CAP RET EUR FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR HIGH GROWTH CAP RET EUR ITALY CAP RET A EUR SELECTED BOND DIS RET EUR SELECTED BOND CAP RET EUR VALUE OPP CAP RET EUR 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 12,819 106,823 115,737 111,175 24,358 5,722 119,784 92,132 12,969 106,546 115,952 112,183 24,449 5,729 119,930 92,179 Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it Dividendo Arancio Convertibile Arancio Cedola Arancio Borsa Protetta Agosto Borsa Protetta Febbraio Borsa Protetta Maggio Borsa Protetta Novembre Inflazione Più Arancio Mattone Arancio Profilo Dinamico Arancio Profilo Equilibrato Arancio Profilo Moderato Arancio Top Italia Arancio La nostra Agenzia di Milano è a disposizione per proporvi offerte dedicate a soddisfare le vostre esigenze e rendere efficace la vostra comunicazione. 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Nome 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 5,360 5,358 5,070 5,457 5,096 3,662 3,476 4,736 5,559 5,483 5,000 5,421 5,682 5,087 5,219 6,037 5,488 5,505 5,196 5,220 5,135 4,817 5,000 4,815 5,691 5,215 5,915 5,521 5,378 5,276 5,005 5,005 5,320 5,283 MONEGLIA vendesi terreno con permesso di costruire 4 ville e 8 box, splendida posizione vista mare, 900 metri dalla spiaggia. 348.30.09.370 Cernusco sul Naviglio •PORZIONE Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport con le edizioni stampa e digital offrono quotidianamente agli inserzionisti una audience di oltre 8 milioni di lettori, con una penetrazione sul territorio che nessun altro media è in grado di ottenere. 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Com. Crescita EUR 30/09 Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C EUR 30/09 Azimut Prev. Com. Equilibrato EUR 30/09 Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C EUR 30/09 Azimut Prev. Com. Garantito EUR 30/09 Azimut Prev. Com. Protetto EUR 30/09 Azimut Prev. Com. Protetto Cl. C EUR 30/09 Azimut Prev. Com. Obbli. EUR 30/09 Azimut Prev. Com. Obbli. Cl. C EUR 06/10 Azimut Reddito Euro EUR 06/10 Azimut Reddito Usa EUR 06/10 Azimut Scudo EUR 06/10 Azimut Solidity EUR 06/10 Azimut Strategic Trend EUR 06/10 Azimut Trend America EUR 06/10 Azimut Trend Europa EUR 06/10 Azimut Trend Italia EUR 06/10 Azimut Trend Pacifico EUR 06/10 Azimut Trend Tassi EUR 06/10 Azimut Trend EUR AZ FUND MANAGEMENT SA - tel.00352 2663811 06/10 AZ F. Active Selection ACC EUR 06/10 AZ F. Active Selection DIS EUR 06/10 AZ F. Active Strategy EUR 06/10 AZ F. Alpha Man. Credit EUR 06/10 AZ F. Alpha Man. Equity EUR 06/10 AZ F. Alpha Man. Them. EUR 06/10 AZ F. American Trend EUR 06/10 AZ F. Asia Absolute EUR 06/10 AZ F. Asset Plus EUR 06/10 AZ F. Asset Power EUR 06/10 AZ F. Asset Timing EUR 06/10 AZ F. Best Bond EUR 06/10 AZ F. Best Cedola ACC EUR 06/10 AZ F. Best Cedola DIS EUR 06/10 AZ F. Best Equity EUR 06/10 AZ F. Bond Target 2015 ACC EUR 06/10 AZ F. Bond Target 2015 DIS EUR 06/10 AZ F. Bond Target 2016 ACC EUR 06/10 AZ F. Bond Target 2016 DIS EUR 06/10 AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC EUR 06/10 AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS EUR 06/10 AZ F. Bond Target 2018 Eq Op ACC EUR AZ F. Bond Target 2018 Eq Op CLD DIS 06/10 EUR 06/10 AZ F. Bond Target 2018 Eq Op DIS EUR 06/10 AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC EUR 06/10 AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS EUR 06/10 AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC EUR 06/10 AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS EUR 06/10 AZ F. Cash 12 Mesi EUR 06/10 AZ F. Cash Overnight EUR 06/10 AZ F. Carry Strategy ACC EUR 06/10 AZ F. Carry Strategy DIS EUR 30/09 AZ F. Cat Bond ACC EUR 30/09 AZ F. Cat Bond DIS EUR BANCHE multinazionali ricercano appartamenti in affitto Milano. 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Equity Quant B EUR 08/10 125,290 PS - Liquidity A EUR 08/10 100,490 PS - Liquidity B USD 08/10 97,530 PS - Opportunistic Growth A EUR 08/10 103,350 PS - Opportunistic Growth B EUR 07/10 97,480 PS - Prestige A EUR 07/10 103,540 PS - Quintessenza A EUR 07/10 107,940 PS - Target A EUR 07/10 108,110 PS - Target B EUR 07/10 104,130 PS - Target C USD 07/10 107,780 PS - Titan Aggressive A EUR 08/10 102,140 PS - Total Return A EUR 08/10 96,090 PS - Total Return B EUR 08/10 112,730 PS - Valeur Income A EUR 07/10 106,770 PS - Value A EUR 07/10 109,130 PS - Value B EUR 07/10 104,550 PS - Value C USD 114,770 121,240 109,610 104,920 86,530 85,020 102,670 106,790 109,980 164,320 122,690 102,370 121,270 93,970 98,770 101,050 101,700 115,140 117,740 125,300 100,480 97,760 103,590 98,910 103,660 107,850 108,000 104,030 108,500 102,180 96,120 112,760 106,870 109,230 104,630 www.multistarssicav.com [email protected] T. +41 (0)91 640 37 80 Orazio Conservative A Sparta Agressive A WM Biotech A WM Biotech I 08/10 08/10 08/10 08/10 EUR EUR EUR EUR 102,140 101,620 161,600 1650,980 102,450 101,970 157,570 1609,830 www.pegasocapitalsicav.com 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 Strategic Bond Inst. C Strategic Bond Inst. C hdg Strategic Bond Retail C Strategic Bond Retail C hdg Strategic Trend Inst. C Strategic Trend Retail C EUR USD EUR USD EUR EUR 107,200 107,360 105,600 105,720 101,200 98,910 107,310 107,470 105,710 105,840 101,550 99,250 www.newmillenniumsicav.com Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 NM Augustum Corp Bd A NM Augustum High Qual Bd A NM Balanced World Cons A NM Euro Bonds Short Term A NM Euro Equities A NM Global Equities EUR hdg A NM Inflation Linked Bond Europe A NM Italian Diversified Bond A NM Italian Diversified Bond I NM Large Europe Corp A NM Market Timing A NM Market Timing I NM Q7 Active Eq. Int. A NM Q7 Globalflex A NM Total Return Flexible A NM VolActive A NM VolActive I 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 08/10 03/10 03/10 08/10 08/10 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 191,750 146,360 137,430 139,380 46,150 72,880 106,150 111,600 114,240 137,640 104,530 105,730 59,530 105,160 122,140 105,090 105,900 AUGUSTUM EQUITY EUROPE I AUGUSTUM G.A.M.E.S. A AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 08/10 08/10 08/10 EUR EUR EUR 105,810 110,200 146,990 192,020 146,490 137,570 139,420 46,560 72,160 106,130 111,700 114,340 137,660 105,030 106,230 59,300 105,260 122,200 105,020 105,830 www.sorgentegroup.com Fondo Donatello-Michelangelo Due Fondo Donatello-Tulipano Fondo Donatello-Margherita Fondo Donatello-David Fondo Tiziano Comparto Venere Caravaggio di Sorgente SGR 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 EUR 51470,165 52927,939 EUR 46691,916 47475,755 EUR 27926,454 27116,197 EUR 58259,864 57863,932 EUR 468728,464 477314,036 2451,889 2506,583 EUR www.vitruviussicav.com 873974,630 Numero verde 800 124811 570591,037 [email protected] 589705,032 536171,250 08/10 6,994 EUR 6,814 Nextam Bilanciato 08/10 7,665 EUR 10,285 Nextam Obblig. Misto 08/10 5,770 BInver International A EUR 08/10 5,714 EUR 276,770 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 08/10 5,920 EUR 194,590 CITIC Securities China Fd A 196,120 Fidela A 08/10 5,356 EUR 174,400 Income A 08/10 5,732 EUR 124,610 International Equity A 08/10 7,409 EUR 129,110 Italian Selection A 08/10 6,366 EUR 127,250 Liquidity A 08/10 5,336 EUR 132,040 08/10 5,138 American Eq.A EUR 134,440 Multimanager 08/10 4,750 EUR 175,820 Multimanager Asia Pacific Eq.A 08/10 4,458 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A EUR 122,270 08/10 4,378 EUR 124,660 Multimanager European Eq.A 08/10 5,227 EUR 128,250 Strategic A 08/10 6,168 EUR 126,230 Usa Value Fund A 120,250 Ver Capital Credit Fd A 08/10 5,498 EUR 08/10 94,250 94,700 Asian Equity B EUR 08/10 132,410 133,040 USD 106,480 Asian Equity B 08/10 433,120 435,520 Mkts Equity USD 109,860 Emerg 08/10 423,170 425,480 Mkts Equity Hdg EUR 146,530 Emerg 08/10 267,080 269,450 European Equity EUR 08/10 329,510 332,500 European Equity B USD 08/10 110,870 110,750 Greater China Equity B EUR 08/10 157,740 157,590 Greater China Equity B USD 08/10 77,390 75,950 Growth Opportunities USD 08/10 84,740 83,160 Growth Opportunities Hdg EUR 08/10 131,820 133,680 Japanese Equity JPY 08/10 130,700 132,540 Japanese Equity B USD 08/10 171,290 173,680 Japanese Equity Hdg EUR 08/10 131,050 131,360 Swiss Equity CHF 08/10 99,590 99,830 Swiss Equity Hdg EUR 08/10 170,230 168,350 US Equity USD 08/10 187,420 185,350 US Equity Hdg EUR 7,004 7,660 5,833 5,716 5,910 5,396 5,735 7,386 Tel 0332 251411 6,429 www.ottoapiu.it 5,336 5,168 8a+ Eiger 08/10 5,810 5,879 EUR 4,804 8a+ Gran Paradiso 08/10 5,210 5,221 EUR 4,503 8a+ Latemar 08/10 5,760 5,774 EUR 03/10 EUR 739346,769 767691,821 4,425 8a+ Matterhorn 5,232 6,114 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 13353D1B www.kneip.com 5,511 Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 ECONOMIA/MERCATI FINANZIARI ● Piazza Affari 47 Sussurri & Grida I dubbi delle banche sul passaggio di Giochi Preziosi a Lee di Giacomo Ferrari Wall Street frena l’Europa A Milano giù Mediaset e Ubi I deludenti dati macro americani (calo delle vendite all’ingrosso e aumento delle scorte di magazzino) hanno dato il colpo di grazia ai listini europei. Si è salvato solo Francoforte (+0,11% il Dax 30), mentre tutti gli altri hanno chiuso in forte ribasso. Il Ftse-Mib di Piazza Affari ha ceduto l’1,34%, frenato da alcune blue-chips appartenenti a diversi comparti. Maglia nera a Mediaset (5,27%), penalizzata dai dati Nielsen sulla raccolta pubblicitaria del settore tv. Fra i bancari spicca invece il calo di Ubi (-4,36%); seguono Yoox (-3,81%), Autogrill (-3,68%, che si aggiunge alla flessione della vigilia) e Finmeccanica (-3,61%). In controtendenza Campari (1,09%), oltre a Luxottica (+0,69%) e Tenaris (+0,50%). © RIPRODUZIONE RISERVATA (d.pol.) Le banche frenano la Ocean Global di Michael Lee, ossia l’imprenditore di Shenzen che si è candidato a fare la staffetta al fondo Clessidra nel capitale di Giochi Preziosi. Uno stop al negoziato, in dirittura d’arrivo, è stato invece imposto dal pool di creditori che include anche Bnp Paribas, Barclays, Credit Agricole, Intesa Sanpaolo, Natixis e Unicredit, le banche che hanno finanziato il proprietario Enrico Preziosi, oggi esposte con il gruppo attorno a 350 milioni. Le condizioni, la governance e le garanzie chieste da Lee, storico partner commerciale di Preziosi, non sarebbero state soddisfacenti. Malgrado l’impegno a rimanere nella compagine dichiarato dal fondo Idea capital promosso dal gruppo De Agostini e socio al 5%, nonché di Intesa Sanpaolo, l’azionista finanziario di maggior peso con il 14,2%. L’operazione serviva a favorire il disimpegno di Lauro 22, il veicolo partecipato da Clessidra con il 57,6%, Hvb (24,2%) e al 18,2% il fondo Hamilton Lane. E che avrebbe ceduto a Ocean Global il 38% di Giochi Preziosi. Lee l’avrebbe rilevata per circa 50 milioni, con l’impegno di ricapitalizzare l’azienda. Riuscirà a convincere le banche a riaprire il negoziato? © RIPRODUZIONE RISERVATA $./ 1" "k 1Î 1k± ±/± .@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ Õ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®Õ¯ Xk@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ XÎk Â׬ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® $¯ X¶×k ,Î@N ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ,¯ XÅ~@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® /¯ bk¬±Âkäk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kbkÅ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kxxk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ £ .kkÞ@NkÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®."¯ NkÎkÅű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ ¬x ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!,¯ @ b~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"!¯ Å@b /ÎÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1/¯ Âk@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ ÅX¬@Ýk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/ ¯ ÅÎ@b K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ Î@Î@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ ×Î~±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ×ÎÅÎÂ@b@ 1!±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ ×ÎÅÎÂ@bk !k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®31!¯ ä×α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>!¯ G /¬k@kÂÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ @X@ kkÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ @X@ xÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ @X@ ,¬± @ .±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ @X@ ,¬± /b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,/$¯ @X ,¬@Âk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ @X ,¬@Âk Þ¤æ ±±±±±±±±±±±±±±±®9,¤æ¯ @ÅXkα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ @ÅÎ~±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ÎkX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ X@ @Â~k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® .¯ X@ @Â~k  ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ..¯ X@ @Î 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Continua la riorganizzazione delle società in casa De Brabant. Dopo la cessione estiva a Ernst& Young di Between — nota per l’organizzazione dell’appuntamento autunnale di Capri a cui nessuno del mondo delle telecomunicazioni mancherebbe mai — e la fusione di Jakala con Seri ora sembra che i progetti di François (foto)e del figlio Matteo De Brabant si concentrino sulla meno nota Alkemy Spa, una società di ecommerce che però non disdegna il buon vecchio metodo della vendita per corrispondenza. Alkemy è controllata al 40,6% proprio da Jakala mentre un altro 6,53% è di Between Group. Il momento in Borsa è delicato per l’ecommerce: Jack Ma con la sua Alibaba ha segnato un nuovo record storico nelle Ipo, ma si trova ad anni luce di distanza. Banzai sembra sempre intenzionata a quotarsi, anche se Rocket Internet, la fabbrica dei «cloni» dei geniali fratelli tedeschi Samwer, ha da pochi giorni fatto registrare la seconda peggiore partenza in Borsa 8@± .x± ® °¯ ´¤`Ê æ`ÊÉ Ð`|Ê Õ`p¤ æ`Ð ´z`pz ´æ`¤z Õ`ÉÐ |`ÐÐ r ´æ`Õ ´¤`Ðz ¤`É| æ`ÊÐ Õ`Õæ r ´æ`z¤ ´æ`|Õ ¤`Õ Ð`Êp ¤`¤ ¤`Õ Õ`Ðæ ¤`¤É æ`| ¤`|Õ ¤`ÕÕ Õ`æÐ æ`ÊÕ r r æ`¤ ´Ð`zÕ Ð`Ê ´Õ`æÐ æ`p¤ ´æ`¤¤ Ð`æ Ð`|¤ r Ð`¤É æ`ÕÐ ´Õ`|¤ r æ`|z ´æ`pz ´æ`Ê ´Õ`|Ð æ`Ðp Õ`p¤ ´¤`Êp Ð`Êz ´æ`Êp r ¤`Õp ´¤`| æ`Õz r z`Õ æ`¤æ Õ`Õ¤ æ`¤æ Ð`ÐÊ r Ð`pÊ r ¤`pz æ`| ´¤`æ æ`æ Õ`¤p ¤`p| ´æ`ÉÉ r |`Õp ´¤`Õ¤ ´¤`¤z æ`p| ´æ`ÕÐ ´Ð`pz Õ`ÕÕ z`æ Ð`zp æ`ÊÊ |`z| r ´¤`zÕ r Õ`Êæ Ð`Õp r æ`ÉÐ Ð`Ðz z`Õz æ`|É ´¤`|æ æ`|É Ð`¤p r ¤`pÊ ¤`ÕÊ r æ`pp ´¤`ÐÕ ´¤`Êæ |`æ¤ 8@± ! !@ß @¬Î@ä æÕËæ¤ËÕæ¤| ® ® °¯ ®kׯ ®kׯ b kׯ p`Õæ æ`|Ê æ`pz¤ Õ|Ê`p ¤¤`Ðæ æ`ÉÐÉ ¤`æÕ ÕÐ|`Ê ´¤¤`ÕÕ É`z ¤¤`Õææ Õææ|`Ð ÕÉ`Ð| ¤Ð`p¤æ ÕÐ`¤Êæ ʤ`z ´|¤`zÐ æ`É| ¤`|Ð Ðp`Ð ´¤p`z ¤`æzæ ¤`ÐÉz Ð`æ ´Ðp`æ¤ `zz ¤|`æææ ¤¤Ê`p |Ê`zæ æ`æÕ¤ æ`æzÉ Õ|`¤ ´¤Ð|`zæ æ`Éæ¤ ¤`ʤ ÕæÊ`¤ r r r r É`z| Õ`ppÊ Ð`zp ¤ÐÐ`æ p`ææ æ`|zæ æ`Êpz |Õ`Õ ´p`¤Ê Ð`Ê |`pæ ¤æææ` r Ð`Éææ |`zp ¤ÕÐ|` ´Õ|`Õ Ê`zÕz `¤ææ ¤É|Ê`Ê r r r r ´æ`|z ¤`Éæp Õ`ÐÕÊ |¤Ê`Ð Õ¤`ÉÕ z`pæz p`Ðpæ z¤`| ´p`æz ¤Ê`Фæ Õ¤`Ð¤æ ¤|ppz`Ð ¤Õ`Õz z`ÐÉæ É`ÊÉz ¤ÐÕ`z ¤Ð`Êz `Ðæ ¤Õ`zæ pp|`É Ð`¤Ê ¤|`zæ ¤É`ÐÐæ ÊÊ` |`p ¤É`¤Ðæ Õz`p|p ÕÊÉæ`É `Õ| z`zpæ p`Ê|æ ÊÐ` ¤¤`Õæ ¤`Õææ Õz`¤¤æ ÕÐÊ|`É ´¤|`|Õ ¤¤`zÉæ ¤Ê`Ðzæ ÉpÉ`p Õ`Õ¤ z`æÊz p`ÉÊÕ ÕÊÐ`Õ É`¤p Ð`æÊ |`|Êz ¤|ÊÉ`| ´É`Ê p`ÉÕ ¤z`Épæ |¤Õ¤`z r r r r p`¤¤ Õ`æpæ Õ`z|Ê ¤Õ` ´¤zÕ`ÉÐ æ`pÕÐ Ð`pÉæ ÐÉ` ´Õ`Ê ¤æ`¤ææ ¤zÐ`pææ r |Ê`æÊ æ`æ æ`ÕÉ| ¤æÕÕ`Õ ´ÕÕ`ÕÐ æ`æ¤ ¤`| Ð`æ ´¤æ`Êæ æ`Ð¤É æ`z ¤z` ´¤Õ`ÉÕ Ð`æp Ð`Êæ z|Ê`p ´¤Ê`Ê æ`z¤æ ¤`æ|æ ¤Ðæ`É ´zÊ`ÊÊ æ`Ðp| æ`ÉÕÉ Õp¤¤`Ð r r r r ´zÉ`Éæ æ`¤ æ`|ÉÊ ÕÕæ`Õ ´¤`æ Õ`¤| Ð`Ðp Ðæ`Õ ´¤Ê`Êp Õ`æÐp Ð`¤z| Ф`¤ ´¤Õ`|æ Ê`Õ|z É`pæ r ´¤Õ`ÕÊ `zÐæ ¤¤`Épæ ÉÐ`É ´p¤`ÕÊ æ`Õz æ`Ê|Õ Ê|`¤ Ð`zÕ æ`ÐpÉ æ`Êz| pÕ`Ð ´`| æ`|Éz æ`ÊÉÕ É`| ´Õ|`Õ| ¤`|p Õ`ÕÐÊ ¤É`| ´¤¤|`æz æ`ÕÕ| æ`Ðæ ÐÊ`¤ ´`|| æ`|z æ`p|z ¤p`Ð ´ÐÊ`ÊÊ z`¤Ðæ `zz Õæz`Õ ÕÊ`æÕ æ`ÕÉp æ`|zæ ¤æ`Õ r r r r ´|`Éz Õ`pÉæ |`¤Ðæ p¤`| ¤p`z Õp`æææ Ðp`pæ ¤zp` ¤æ`¤Õ æ`ÉÐp æ`Ð| Ðæ`¤ r r r r ´¤¤`¤ ¤p`ppæ Õ`ÊÊæ ¤z|Õ` ´ÐÕ`Ф æ`æÉÊ æ`¤|É pæ`z Ð`|Ð ¤z`pÕæ ÕÊ`Õzæ ¤æpz`Ê Õ¤`É ¤æ`ÕÐæ ¤z`¤zæ ¤ÉæÉ`Õ ¤Ð`zÕ Ê`¤Éz p`æzæ ÕzÉ`æ ¤Ê`Éæ Ð`pzæ z`Ðææ Ðz`¤ ¤Ð`|É z`¤æz É`ÉÕæ |¤Õ`z Õ`æÐ ¤`ÐpÊ ¤`ÊÉæ ¤É`Ð ´|`ÉÕ ¤`z Ð`æææ Õzz`æ Ð`ÐÐ æ`ÉÕ ¤`Ð|p ¤Õ|`| p`zÉ z`|pz Ê`|Õæ ÐÕ¤p`Ê ´Õp`Ðz ¤`ÉÊæ Õ`ÉÉ ÕÐ`Ð Ðp`Õ| ¤`¤Ê Ð`ÐÐÕ p`z Ð|`æÉ ¤Õ`pÐæ ¤`Êpæ ÉæÕ`Ð ´Õ|`æp ¤`ÐÐÉ Ð`¤¤æ r ´¤¤`|¤ p`Êææ ¤Õ`Õ|æ ¤Éæ`| ´|`Õ| |`¤ÊÕ É`||æ ÉÕ¤`Õ ´Ê|`ÉÉ ¤`ÉÕÊ z`Ðz Õp`¤ ´|É`Õz æ`¤p| æ`Ðp¤ Õ¤`É r |`|zæ z`æææ Õ¤` Õ`zæ æ`æÐÉ æ`æʤ ¤æ`| ´Õ`ÊÉ æ`ÕÐæ æ`Фæ ÕÐ`¤ ¤Õ`|| æ`ÕÊ| æ`|¤z |É` Õp`Õæ æ`pÕæ ¤`ÕÕæ Ê||`Õ ´ÊÉ`zÊ æ`¤ÉÉ æ`|¤| pÊ`Ð ÕÊ`ÐÉ z`Ðz p`pææ p¤Ð`Ê Ð¤`Ф æ`Ðpæ æ`zɤ ÕÉÕ`Ð r r r r |z`Õ¤ æ`Ðææ æ`Ê|p ¤z`Õ r r r r ´Ð`ÉÕ z`ÊÊæ É`Épæ ÕæÕæ`É ¤Õ`p| æ`Éæ| ¤`Õæ Õ¤`¤ r r r r ´¤Ð`ÊÊ ¤`Фæ Õ`æ|p |`Ê ÐÉ`æÉ æ`|æÕ æ`ÉÐ| ¤É¤`Ð ÕÊ`ÉÊ æ`æÉÐ æ`¤Õp r ¤|`zÐ Õ`Ðæ |`Õææ |`¤ æ`zÊ ¤`Õ¤z ¤`pææ ¤ææ`p ÕÕ`pæ ¤`Õææ ÕÊ`pÐæ ÉpÉ`Ð ¤Õ`| ¤|`æææ ¤p`æÉæ zÉz`æ ´|`ÕÕ É`Éææ ¤æ`æææ zæÊ`Ê ´¤`zÊ ¤¤`pÊæ ¤É`æææ Õ¤z¤`| ´¤Ð`ÉÐ ¤`ÕæÉ ¤`zÕ |ÐÊ`p ´Õæ`pÉ ¤`¤pæ ¤`zæ ÕФ`æ ¤Ê`ÕÕ Õp`Êpæ Ðz`Êæ ¤Ê|Ê` ´Ð`Õp Õ`¤pæ Ð`pæÕ |Ð`Ð Ðz`pÊ Õ`zææ |`Êæ Ð` ´¤Ð`pz ÐÐ`|zæ ||`æææ ¤¤Õz`p 8@×Î@ @ ¤Ð¤æ¤| -V>`iâ> ° ¤|±¤æ±¤| ¤|±¤¤±¤| ¤Õ±¤Õ±¤| ¤|±æ¤±¤z ¤Ð±æÕ±¤z ¤Ð±æб¤z ¤ ÐÕ Êæ Ð ¤ÕÐ ¤z¤ *À° iÌÌ ,i`° ` `| `p `ɤ æ`æÕ `Ð æ`æ `¤ æ`¤Õ © RIPRODUZIONE RISERVATA Lisa Su prima donna alla guida dei chip di Amd (c.d.c.) Una donna a capo di una delle più grosse multinazionali di semiconduttori. Lisa Su, 44 anni, un passato di studi in ingegneria al Mit, il Massachusetts Institute of Technology, è diventata il nuovo amministratore delegato di Amd, l’Advanced Micro Devices, multinazionale fornitrice di chip per le consolle dei videogiochi Sony. Una sorpresa per i mercati (che ha reagito buttando giù il titolo Amd fino al 7%) e a quanto pare per lo stesso Rory Read che da appena tre anni ricopriva il ruolo di presidente e Ceo. Lisa è nota per la sua attitudine a bruciare le tappe: nel 2002 ad appena 32 anni, finì sulla rivista del Mit perchè in cinque anni di lavoro in Ibm, era già diventata un «executive». È arrivata in Amd nel 2012. © RIPRODUZIONE RISERVATA -×Î@ä bÂkÎÎ@ Å× Îkkx_ Ý@ -3$1 Å~@ ÎÎ` @b kÅk¬_ -3$1 @ ×k |pÕÕ|Õ± ÅÎ æ`z × ¬k /!/ ÂXkÝ×α x Å× ÞÞÞ±XÂÂkÂk±ÎËkX@ ,Âkää .x± ®kׯ æ`ÊÕz æ`É|Õ `ÕÕæ ¤|`z¤æ ¤`æÉæ ¤`Õ| ¤Ð`Õæ æ`æÕ¤ ¤`pÉÊ r Ð`æpp æ`|zÊ |`|æÕ |`¤¤p p`ÊÉz r ¤`Ép Ê`æææ ¤É`pzæ z`ÐÉæ `Ðæ ¤z`Ðææ ¤p`ÕÉæ z`pæ Õæ`Õ¤æ ¤|`Êææ Ê`ææ Ð`¤pÊ ¤¤`¤æ r Õ`¤Ðæ Õ`æpæ ¤zæ`¤ææ æ`æ ¤`Õæ| æ`||Õ Ð`zæp æ`zÉ æ`ÊÕ| r æ`Ð¤É Õ`ÊÕæ Õ`ÐÉp É`Õzæ ¤¤`æpæ æ`|É| æ`|¤¤ æ`zÕÉ ¤`pzæ æ`|pæ æ`z|z É`|ææ æ`Õpæ r Ð`ææ Õp`ÊÊæ æ`pæp r ÕÕ`zzæ æ`¤æÐ ¤z`ææ ¤æ`ÕÐæ Ê`¤Éz Ð`ppÕ z`¤æz ¤`|ææ Õ`¤Õp ¤`æ¤z z`z|z Õ`Ðææ ¤`ÕÉ ¤Õ`pÐæ ¤`pÕ| ¤æ`æ¤æ |`|Ðæ Õ`pz| æ`ÕÉÐ |`ÉÐæ æ`æ|Ð æ`ÕÊÕ æ`ÕÊ| æ`pÕæ æ`ÐæÕ Ê`æÐæ æ`Ðpæ r æ`ÐÐ| r Ê`æææ æ`p¤æ r ¤`|p æ`|æ| æ`æÉÊ Õ`|æ ¤`ÕÐÕ ¤`Õææ ¤|`æææ p`Êzæ ¤|`Õ|æ ¤`|¤Ê ¤`zÐz Õ`ÐÐæ Ð`æÉp Õ`z|æ Ðp`p¤æ "k 1Î 1k± bŠ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®".¯ !/±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!/¯ ±± K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ X@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ @ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ k ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ k Âkk ,Þ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,9¯ kÂÝα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"8¯ ~kkÂ~ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ Â~±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Â~à @¬Î@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ Â~à @¬Î@ ¤ÊÞ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9 ¤Ê¯ ŬÂkÎ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.1¯ ×kbű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3¯ ×ÂÎkX K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ ß±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®:$¯ ߬ÂÝ@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®:,.¯ @X .kkÞ@NkÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ kÂÂ@~@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ @Î ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ b@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kÂ@ !@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ X@Îk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® 1¯ kX@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kXX@X@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®" ¯ "! ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"!¯ ×Åß ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3¯ @NkÎÎ ,±/± ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ @Å ,×Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯ kxÂ@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kkÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kß±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ Â׬¬ bα ÁŬÂkÅű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ÎkX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ kÂ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Â@b 8@~~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8¯ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ /k Õ| $Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/Õ|¯ @ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!/¯ bkÅÎ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ b×ÅÎÂ@ k ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ Îk Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Îk Â׬ ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Îk¬׬ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ ÎkÅ@ /@¬@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯ ÎkÅ@ /@¬@ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,.¯ ÝkÅÎ k /Ý׬¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ÂXk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. ¯ Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Å@~ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Å@~ ä /Ý׬¬ K±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ 1 9; K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®19¯ Î@Xkkα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ Î@N@Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!¯ Î@N@Âk ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!.¯ 8/ Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ 8/ Â׬ ¤Ê Þ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®98/¯ ×ÝkÎ×Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®38¯ ±.±kÂ~à±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ kß@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®":¯ @ Â@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ @b .kä K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ @ä ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ ×ßÎÎX@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3:¯ ÝkÎ×Âk Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8"¯ ! !@Âk 1kXÎ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!1¯ !@@~kkÎ k ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®! ¯ !.. 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¤ÕÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9,.¤Õ¯ ,x@Â@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,"¯ ,¶×@b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,-¯ ,Âk G ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®, ¯ ,Âk G ± ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®, ,¯ ,~± /±@×ÅÎ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,/¯ ,~Â@xX bÎÂ@k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,$¯ ,Âkű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,./¯ ,Âk×b@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ ,Â@ b×ÅÎÂk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ ,ÂàÅ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.;¯ . .± k !kbX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.!¯ .@ÎÎ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.1¯ . / !kb@~Â׬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. /¯ .kXÂb@Î K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. ¯ .k¬à K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.;¯ .kÎkα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ .Å@@kα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®."¯ .ÅÅÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.$/¯ / /@N@x /±¬±@± K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ /@kÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ /@kÅ ÂX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ /@x Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ /@¬k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!¯ /@¬k ÂŬ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!.¯ /@ ¬Âk~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ /@ ¬Âk~ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ /@Â@Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/./¯ /@α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ /@Ýk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/8¯ /XÂkk /kÂÝXk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ /k@Î ,±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ /k@Î , ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ /kÂÝä Î@@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ /kÂÝä Î@@ ¤z Þ@ K ±±±±±±±±±±±®9/.¤z¯ /kÅ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ //±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ /ÎkÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ /@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/"¯ /@ @Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ /~kx K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ / ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ / ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/."¯ /¬@Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯ /¬@Xk Þ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9/,¯ /Îkx@k K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ /Îkx@k ÂŬ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1.¯ /1!XÂkkXα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1!¯ 1 1@N× ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1,¯ 1@N× ¤ÐÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®91,¤z¯ 1/±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ 1kkX 1 ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®11¯ 1kkX 1 !kb@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!¯ 1kkX 1 !kb@ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!.¯ 1kkX 1 ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®11.¯ 1k@ÂÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1"¯ 1kÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1."¯ 1kÂkÂ~@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1.¯ 1kÅkX K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ 1ÅX@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ 1ÅX@ ¤|Þ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®91/¤|¯ 1bÁű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1$¯ 1ÂkÝ ±b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ 1:1 kÅ×Î K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1:1¯ 3 3 @X@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3¯ 3XÂkbα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3 ¯ 3XÂkbÎ ÂŬ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3 .¯ 3¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3"¯ 3¬ ¬Âݱ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3",¯ 3¬/@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/¯ 3¬/@ ÂŬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/.¯ 3¬/@ ÂŬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/.¯ 8 8@Å@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ 8@ b×ÅÎÂ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8"¯ 8@ @ݱ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8¯ 8ÎÎÂ@ Åű K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ 9 9Âb ×Îà Âkk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9¯ ; ;ß K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®;$$:¯ > >~@~ 8kΠK±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>8¯ >×XX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>3 ¯ >×XX ¤| Þ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9>3 ¤|¯ >×XX ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>3 .¯ ,Âkää .x± ®kׯ Õ`ÊÊÕ Ê`|æ z`¤Êæ æ`¤¤ r ¤`|ææ ¤`æzÉ æ`|p¤ ¤æ`Éæ æ`ÉÊÉ ¤`Êzæ æ`Ð|z ¤`æ¤Ê æ`æ|æ |`Ð| Õ`p|| |`pææ r r æ`ÐÉz ¤`ÕÕæ Õ`|pÊ ¤`|pz ¤`zæ æ`Éæ¤ r Ð`¤zÕ ¤`Êpæ ¤æ`¤|æ `Ðpæ Ê`|z æ`ÕÉÕ æ`ÐÐæ æ`ÕÉæ ¤Ð`¤Ðæ ¤Ð`ʤæ æ`Õp| Õ`Êzæ æ`zÉ ¤Õ`Ðpæ zp`Õææ æ`ÊÊæ æ`¤|Õ ¤`ÐÐz ¤Ð`Õææ Ê`¤|æ z`¤Ðæ ¤æ`Õææ ¤z`É|æ r Õ`Ê|Õ ¤¤`¤¤æ æ`pæÉ ¤Õ`|zæ ¤Ð`¤ææ r æ`ææ¤ r |`¤Õ r 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Dunque, il dilemma dei De Brabant è poco shakespeariano e molto pragmatico: quotarsi o non quotarsi? smarteconomy.corriere.it !kÎk @×Âkk $ æ ÎÎ k@ kÎÎkÂ@ /ÎkÂ@ ®Ý±X¯ Õ¤p`Õz Õ|æ`zÉ /ÎkÂ@ ®±X¯ Õ¤`æÐ Õ|Ê`|¤ /ÎkÂ@ ®¬ÅαÉ|¯ Õ¤`æÐ Õ|Ê`|¤ Â×~kÂÂ@b ÕÐ`pp ¤±æ¤Õ`æÉ !@Âk~ Î@@ ¤É|`É ¤É`ÉÕ !@Âk~ /Ýääk ¤ÉÕ`|z ¤Ð`ÊÊ !@Âk~ Â@XkÅk¤É¤`z¤ ¤Ð`æp $ !@ ®×ÂË~±¯ Ф`ÕÉ Ð¤`ÐÐ $ bÂ@ ®×ÅbËX@¯¤±ÕÕÉ`zæ ¤±ÕÕÊ`Éz Â~kÎ !@ ®×ÂË~±¯ r |Éæ`¤z ,@Î !@ ®×ÂË~±¯ r Ð|`¤ ,@@b !@ ®×ÂË~±¯ r Õ¤`zÉ æ ÎÎ ×ÂN !@ÎÎ /kÂ@ ,k± ¤ ÅkÎα ¤ kÅk Õ kÅ Ð kÅ | kÅ z kÅ 1±ÐÊæ æ`æÕæ æ`ææÊ æ`æ|Õ æ`æÉ 1@ÅÅ ÐÊz æ`æÕæ æ`ææÊ æ`æ|Ð æ`æpæ ,k± 1±ÐÊæ Ê kÅ æ`¤É É kÅ p kÅ kÅ æ`Õz¤ ¤æ kÅ ¤¤ kÅ ¤Õ kÅ æ`ÐÐÕ ÐÊz æ`¤p¤ æ`Õz| æ`ÐÐÉ -VÌ ÌiÀÛ Î@@ ä]äx ×Â¤É ä]äx @@b@ ä]Ç @@ÂX@ ä @b@ ä]äx Â@X@ ä]äx æ`æz æ`æz ¤ æ æ`æz æ`æz -VÌ ÌiÀÛ kÂ@@ @¬¬k ±± 3/ /Ýkä@ ä]äx ä]Î ä]Óx ä]Óx æ`æz æ`¤ æ`z æ`Õz æ`Õz $./ /1. 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Da Guanda è uscito Dora Bruder (2004). Einaudi ha pubblicato: Sconosciute (2000); Bijou (2005); Un pedigree (2006); Nel caffè della gioventù perduta (2010), L’orizzonte (2012). Da Lantana sono usciti Riduzione di pena (2011) e il biografico Fiori di rovina (2012). Rusconi aveva edito I viali di circonvallazione (1973) e Villa Triste (1976); nel 1979 era uscito, per Cde, Via delle Botteghe Oscure, già premio Goncourt. Per Feltrinelli era apparso Domeniche d’agosto (1987). Infine, Donzelli ha pubblicato il romanzo per ragazzi Caterina Certezza (2014), illustrato da Jean-Jacques Sempé. (S.Col.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Riconoscimenti Ieri l’annuncio dell’Accademia di Svezia. L’ultimo transalpino, nel 2008, era stato Le Clézio Modiano Biografia di Franco Cordelli R ● Patrick Modiano (1945; sopra in una foto da giovane) è nato a BoulogneBillancourt nell’Île-deFrance. Incoraggiato a scrivere da Raymond Queneau, amico di famiglia, Modiano ha esordito per Gallimard nel 1968 con La place de l’étoile (premio Roger Nimier). Nel 1978 ha vinto il premio Goncourt con Rue des Boutiques Obscures ● Oltre che romanziere Modiano è sceneggiatore; ha lavorato tra gli altri con Louis Malle, Jean-Paul Rappeneau e Patrice Leconte per Il profumo di Yvonne, tratto dal suo Villa triste ipensando non da ora, ma già dal 1997, l’anno in cui apparve Dora Bruder e che restituì a Patrick Modiano qualcosa di più che la dignità di scrittore, ripensando all’epoca in cui uscirono in Italia i suoi primi romanzi, I viali di circonvallazione, Via delle Botteghe Oscure o Villa Triste, si prova un senso di struggimento, o di amarezza, forse analogo al sentimento tanto spesso evocato da Modiano in quei libri, e con frequenza crescente nei successivi — poco meno o poco più di trenta romanzi. Fu lui stesso a rivelare come vi sia nella sua vita un evento cruciale, la scomparsa del padre e poi il suo tornare in scena. Il padre era stato arrestato in quanto ebreo durante l’occupazione di Parigi, ma liberato dalla banda di via Lauriston, di cui era capo un certo Eddy Pagnon — un losco personaggio non privo di contatti con gli occupanti. Questo ambiguo evento, questa oscura storia, riappare spesso nei romanzi, da La ronde de nuit a Domeniche d’agosto a De si braves garçons; ma, si direbbe, in modo indiretto in ogni cosa Modiano abbia scritto. In che senso? È, questo senso, questo senso per definizione sfuggente, inafferrabile, buio, il cuore (o il motore) della sua narrazione. Si pensa inevitabilmente all’autobiografia, o all’autofiction. Riguardo alla prima, Modiano disse di ammirare in modo speciale Parla, ricordo di Nabokov. Ma pensava di non essere riuscito a scrivere qualcosa di analogo per la semplice ragione che l’infanzia dello scrittore russo era stata armoniosa, al contrario della sua. «Mi sarebbe piaciuto scrivere qualcosa di elegiaco, di Il premio Nobel per la letteratura al francese timido ed elegiaco che cerca se stesso nella memoria 1968 L’esordio con La place de l’étoile , pubblicato da Gallimard 1978 Vince il premio Goncourt per il romanzo Rue des Boutiques Obscures 15 I Nobel per la letteratura ottenuti dalla Francia (compresi i naturalizzati) commovente». In realtà elegiaci e commoventi i suoi romanzi lo sono tutti: era la ragione per cui negli anni Settanta Modiano venne rifiutato dall’establishment letterario italiano in modo radicale. Non solo: poiché veniva pubblicato dall’editore Rusconi venne classificato (e quindi liquidato) come scrittore di destra. In quanto all’autofiction, a precisa domanda egli rispose: «Sapere se nei miei libri si riscontra dell’autofiction, avrei difficoltà a dirlo. C’è sempre una mancanza di lucidità su ciò che si scrive... Certo, il mio narratore talvolta si chiama Patrick, Patoche, ma è una specie di facilitazione. C’è Riduzione di pena che ha una dimensione autobiografica. Ma adoperavo l’io perché mi permetteva di trovare un tono, una forma. È questo che è complicato, quando si scrive: trovare un tono. In ogni caso non potrei servirmi della mia vita troppo intima. Perché l’autofiction è anche questo... Servirsi di elementi intimi della propria vita lo trovo un po’ imbarazzante. I miei libri sono meno autofiction che fan- ❞ tasticherie su alcuni elementi che possono anche essere lontanissimi dalla mia sfera personale. L’io che uso, in generale non ho l’impressione che si tratti di me». E così davvero è. Patrick sempre ritorna, ma Patrick non è mai ciò (colui) che è. Succede ogni volta questo: all’improvviso un luogo, una fisionomia, un nome, un ritaglio di giornale sembrano riportare in luce qualcosa di segreto, un nodo irrisolto, che non si riesce a sciogliere. Il narratore ne appare ossessionato — ossessionato da qualcosa di futile, che futile potrebbe, strano a dirsi, non essere. Egli diventa allora un facsimile di segugio, di detective, addirittura una spia: è lo stesso Modiano a usare una parola così forte: spia — quasi ci stesse introducendo in un romanzo poliziesco. Di tale genere di romanzo nella sua opera vi sono tracce evidenti e tuttavia remote: un nome porta a un altro nome, un luogo a un altro luogo. Ma tutti i nomi e tutti i luoghi finiscono per produrre lo stesso risultato: uno scacco matto, o qualcosa del Il cuore o il motore della sua narrazione è sfuggente, inafferrabile e buio Legato al mistero e alle ombre del padre, che si salvò dal nazismo non senza ambiguità Storia di famiglia A Parigi dalla Toscana, via Salonicco L’albero genealogico dello scrittore ha rami sparsi nel mondo e radici italiane di Paolo Salom F rancesca Modiano sta consultando un volume che si intitola The Genealogical Story of the Modiano Family (Storia genealogica della famiglia Modiano) alla ricerca della pagina che possa confermare una connessione tra i suoi avi e quelli di Patrick, Premio Nobel che certo aggiunge lustro a una famiglia antica, prestigiosa (e numerosa: sono almeno 1.700). «Il libro — spiega Francesca, 51 anni, al telefono dalla sua casa milanese — è stato scritto da un Mario Modiano, in Grecia. È in inglese per permettere a tutti noi che portiamo questo cognome di conoscere i nostri avi, le nostre connessioni nei secoli: i Modiano sono sparsi ovunque». Francesca ha un fratello che si chiama Patrick, come il Premio Nobel per la letteratura. «Da ieri — conferma Francesca al “Corriere” — riceviamo messaggini di congratulazioni, su Facebook si sprecano le battute. In verità io non so se e quando la famiglia dello scrittore e la nostra siano collegate. Potremmo anche avere un parente in comune, visto che la genere. Del romanzo poliziesco, o di spionaggio, non rimane che un’atmosfera impregnata di apprensione, di nostalgia, di malinconia. Il narratore, la spia, ha attraversato luoghi, nomi e circostanze che sempre lo hanno ricondotto alla sua infanzia, alla sua adolescenza, agli anni misteriosi del padre — quando il padre era una specie di fantasma, segnando colui che più tardi avrebbe raccontato di tutto ciò le conseguenze. Ma, in effetti, quali le vere conseguenze che sia possibile definire leggendo i libri di Modiano? Il rimbalzare di pagina in pagina, o di romanzo in romanzo, di un nome dopo l’altro, sortisce un effetto di colpi di gong che cominciano smorzati e sempre più vanno smorzandosi — fino a persuaderci che di reale in quanto viene percepito non vi sia nulla. Nulla, in Modiano, è reale. Ecco perché si accanisce sui dettagli: «Noi siamo rimasti soli nel salone per alcuni minuti, e faccio uno sforzo di memoria per raccogliere il maggior numero di dettagli. Le porte-finestre che nostra storia comincia nel 1570 a Salonicco. Ma non sono in grado di confermarlo». Nel libro di Mario si racconta di come un Samuel Modillano si stabilì a Salonicco sotto il dominio Ottomano alla fine del Sedicesimo secolo. Rabbino e studioso, Samuel arrivava dall’Italia, probabilmente da Modigliana (oggi nel forlivese, nel ‘500 appartenente alla Toscana). Per via delle differenti grafie il cognome divenne Modiano. Molti continuarono a registrarsi presso i consolati del Granducato prima e dell’Italia poi per non perdere la cittadi- nanza. Altri si legarono a differenti nazionalità e si sparsero per il Vecchio e il Nuovo mondo. Un discendente di uno dei tanti rami italiani, Albert, padre del futuro Premio Nobel, nacque a Parigi nel 1912. Verso la fine della Seconda guerra mondiale si legò a Louisa Colpijn, attrice fiamminga non ebrea che nel 1945 diede alla luce Patrick. Albert Modiano sfuggì alle persecuzioni naziste non senza ambiguità. Suo figlio ne sarebbe stato per sempre influenzato. @PaoloSalom © RIPRODUZIONE RISERVATA davano sul viale erano socchiuse per il caldo. Era il 19 di boulevard Raspail. Nel 1965. In fondo alla stanza un pianoforte a coda. Il divano e le due poltrone erano dello stesso cuoio nero. Il tavolino basso, in metallo argentato. Un nome come Devez o Duvelz. La cicatrice sulla guancia. La camicetta sbottonata. Una luce molto forte di proiettore. Esso illumina solo una parte dell’arredamento, un istante isolato, lasciando il resto nell’ombra». L’ombra potrebbe essere un’altra metafora ossessiva — come il dettaglio, come l’istante, come il nome. Ho tratto la cita- Estetica Il modello è Nabokov: c’è sempre una mancanza di lucidità su ciò che si scrive zione precedente da Fiori di rovina del 1991, un romanzo che inizia con il suicidio inspiegabile di una coppia felice e che non porta da nessuna parte. A un certo punto, il giovane Patrick segue Jacqueline, che esce di corsa da un locale pubblico e si lascia accompagnare a casa sua. Dalla finestra guardano l’uomo che ha seguito Jacqueline. È laggiù, immobile sotto l’acqua. «La pioggia a forza di cadere su di lui, lo cancellava... Invano appoggiavo la fronte contro il vetro e scrutavo il muro grigio scuro, di quell’uomo non c’era più traccia. Era scomparso in questa maniera improvvisa che avrei notato dopo in altre persone, come mio padre, e che vi lascia perplessi al punto che non vi resta che cercare alcune prove e indizi per convincere voi stessi che queste persone siano veramente esistite». © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 Da Francoforte Festa da Einaudi 4 premi in 5 anni di Ranieri Polese «Quattro Nobel in cinque anni». È giustamente felice Ernesto Franco, direttore dell’Einaudi, alla notizia del premio assegnato a Patrick Modiano. E ricorda, in ordine cronologico, gli altri recenti Nobel di casa Einaudi: Mario Vargas Llosa (2010), Mo Yan (2012), Alice Munro (2013). Di Modiano, dice, dovrebbe CULTURA uscire a breve il romanzo L’erba delle notti (e intanto l’Einaudi ha acquistato tutta la backlist). «Abbiamo cominciato a pubblicarlo nel 2000, con i racconti de Le sconosciute. Poi sono venuti Bijou, Un pedigree, Nel caffè della gioventù perduta e L’orizzonte. Modiano vende, mediamente, sulle 4 mila copie; Un pedigree, la sua bellissima autobiografia, è andata un po’ meglio. È uno dei casi in cui valore commerciale e valore letterario non coincidono, ma è un autore di prima grandezza e siamo orgogliosi di averlo nel catalogo Einaudi». Unico, inconfondibile per il suo stile, dice Franco, «è lo scrittore di una città. È Parigi: chi vuole imparare a scoprire che cosa Parigi rivela e nasconde non può fare a meno delle sue pagine». Il suo primo romanzo uscì nel 1968, ma «Modiano, grazie alla sua scrittura, continua a rimanere nuovo, anche nei confronti di scrittori francesi bravi venuti dopo di lui. Rappresenta un 49 valore che supera il tempo». C’è festa anche allo stand Gallimard, che espone l’ultimo romanzo, Pour que tu ne te perdes pas dans le quartier. Non sono del tutto sorpresi, i bookmaker a Parigi lo davano al quinto posto. Bravi, dicono, gli editori stranieri che lo traducevano già prima. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’incontro «Mi sento sdoppiato: io autore, io vincitore» «Philip Roth? L’ho letto, da giovane» dal nostro corrispondente Stefano Montefiori «È bizzarro...», «è difficile...», «è complicato»: sono queste le parole ricorrenti di Patrick Modiano durante quasi un’ora di conferenza stampa che lo ha visto all’altezza del suo mito. Un uomo di timidezza leggendaria, una persona gentile che sembra quasi dispiaciuta di fare delle affermazioni perché inevitabilmente si fa torto al loro contrario, e niente è mai chiaro, o facile, o liquidabile con poche frasi-sentenza. In questo affascinante regno delle nebbie, di ricordi rarefatti e sensazioni immerse nel garbo, nella saletta strapiena al numero 5 di rue Sébastien-Bottin (diventata rue Gallimard in occasione del centenario della casa editrice più prestigiosa del mondo), il «Corriere della Sera» ha posto l’ultima domanda del pomeriggio al Premio Nobel per la Letteratura: signor Modiano, che pensa dell’opera di Philip Roth, il grande favorito del Nobel ed eterno sconfitto? Le piacciono i suoi romanzi? E anche qui, lo scrittore di La place de l’étoile (il primo libro, uscito nel 1968) tiene fede alla reputazione di uomo poco istrionico: «Sì, cioè, avevo letto il... quando avevo... ero molto giovane... non mi ricordo... Sì, Portnoy... mi aveva fatto un effetto... uno humour... mi aveva molto colpito all’epoca.... Poi ho letto che vuole smettere di scrivere ma non sono sicuro che manterrà la sua decisione, è difficile...». Patrick Modiano ha appreso di avere vinto il premio Nobel della Letteratura quando ormai il presidente dell’accademia svedese, Peter Englund, lo aveva annunciato al mondo. «Per adesso non siamo riusciti a contattarlo», ha detto Englund intorno alle 13. C’è riuscita poco più tardi la figlia, che ha trovato Modiano mentre passeggiava vicino al giardino del Lussemburgo, «allora ho continuato a camminare, per cercare di... per provare a fare l’abitudine a questa idea. Non me lo aspettavo per niente, e quindi ho sentito una specie di sdoppiamento, come se avessero dato il premio a un altro scrittore con il mio stesso nome e cognome». I romanzi di Modiano sono un viaggio — agevole, perché la scrittura non è mai tortuosa o artificialmente ricercata — nel clima PARIGI Patrick Modiano, vincitore del premio Nobel (Foto Frédéric Dugiet Fotopqr/Le Parisien, LaPresse) emotivo dell’autore, dove la trama è il pretesto per raccontare se stessi e il proprio mondo, e un giallo può restare senza soluzione, perché non è quello il punto. «La mia carriera dura da quarantacinque anni ma in realtà mi sembra di scrivere sempre lo stesso romanzo», ha detto ancora ieri Modiano. Una lunga storia dove il peso più grande ce l’ha il rapporto con il padre Albert Modiano, ebreo francese di origine italiana, arrestato durante il collaborazionismo e liberato probabilmente grazie a una compromissione con gli occupanti nazisti. «Ma perché mi hanno dato il premio? Voi lo sapete già?», chiede Modiano ai giornalisti. «Mi interessa molto, perché io sono sempre immerso nei miei libri, ma poi non so bene come vengano giudicati fuori... Sono un osservatore trop- Comunicazione L’ha informato della vittoria la figlia, mentre lui stava passeggiando a Parigi, ma non nel suo quartiere po vicino e non saprei dire bene che cosa scrivo. Ma loro, dall’esterno... Devono per forza avere trovato una frase sintetica, una formula che riassuma la mia opera...». La motivazione dell’Accademia reale svedese è questa: «Per l’arte della memoria con la quale ha evocato i destini umani più inafferrabili e svelato il mondo vissuto durante l’Occupazione». Modiano dedica il premio al nipotino svedese, «è nato lì perché mia figlia si è trasferita in Svezia, ha due anni», incassa 8 milioni di corone (circa 878 mila euro), e non ha paura di pronunciare il discorso solenne di accettazione a Stoccolma: «Il mio è un lavoro solitario, non sono abituato al pubblico e a tutta questa attenzione... Mi ha chiamato anche il presidente Hollande, parlandomi dell’importanza della letteratura... A Stoccolma si tratterà di leggere un testo già preparato, sarà la scrittura a proteggermi». @Stef_Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA I Bronzi sono trasportabili. Il no soltanto per ritardi normativi «Manca ancora un registro di tutti i beni e dei criteri condivisi per il prestito delle opere d’arte» di Bruno Zanardi I n merito alla vexata quaestio del trasporto dei Bronzi di Riace all’Expo di Milano, non vorrei si ricavasse l’impressione che il parere negativo si debba al non aver voluto la Commissione prendersi la responsabilità di quel viaggio. Perché i Bronzi, a mio parere (ma non solo), sono trasportabilissimi. Ne è da ultimo prova la statua policroma di marmo dell’Augusto di Prima Porta, pesante circa una tonnellata e colma di vecchie fratture, quindi un’opera ben più fragile dei Bronzi che però, grazie alle nuove tecniche di imballaggio realizzate in team da Enea e Musei Vaticani, è stata mandata qualche mese fa da Roma a Parigi, andata e ritorno, senza riportare danno alcuno. Il mio no è invece venuto da due ragioni. Una, l’impossibilità di superare il quesito posto dal ministero, che le statue potessero essere mosse «senza pregiudizio alcuno», cosa impossibile da sottoscrivere in tutta sicurezza. Seconda ragione, che restauro e tutela hanno assunto in Italia un tale ritardo culturale da sconsigliare una qualsiasi azione fuori dal piccolo trantràn burocratico delle Soprintendenze. Basti che, in Commissione, per ❞ Impossibile soddisfare la richiesta fatta dal ministero che le statue viaggiassero «senza pregiudizio alcuno» per venire esibite all’Expo di Milano non mandare i Bronzi a Milano si è addirittura invocata la Costituzione. Cosa serissima la Carta. Spesso però dimenticando, i suoi fautori, che se all’articolo 9 essa prescrive di tutelare il patrimonio artistico, subito dopo afferma la necessità di promuovere la ricerca scientifica. Una rimozione dovuta al credere di molti che la ricerca storico-artistica delle Soprintendenze sia appunto la vera e sola «Ricerca». Quasi questa non avesse invece segnato il proprio fallimento con l’essere, dopo un secolo e oltre di studi, ancora lontanissima dall’aver concluso la redazione del catalogo del patrimonio artistico del Paese. Evi- dentemente ritenendo, fautori della Carta e Soprintendenze, che sia possibile far tutela senza esattamente sapere quale sia il numero delle opere da conservare, dove queste si trovino e quali ne siano i materiali costitutivi. Quindi proseguendo imperterrite il proprio lavoro, ancora le Soprintendenze, senza mai essersi rese conto che il tema della tutela è nel frattempo divenuto quello della conservazione del patrimonio artistico in rapporto all’ambiente, quindi della ricerca scientifica necessaria all’attuazione di questa nuova e sempre più urgente azione di salvaguardia. Dove proprio al- Beni ● Uno dei Bronzi di Riace esposto al museo di Reggio Calabria l’assenza d’un razionale e coerente atteggiamento scientifico di tutela si deve, ad esempio, il fatto incredibile ma vero che in un Paese come il nostro, dove le richieste di prestiti di opere d’arte sono da sempre continue, ancora non esiste un protocollo cui far riferimento per lo spostamento delle opere. Così da evitare che nello stesso momento in cui noi facciamo il viso feroce e non mandiamo i ben solidi Bronzi a Milano, senza batter ciglio si spedisce a New York il fragilissimo dipinto su tavola del Parmigianino La schiava turca per esporlo alla Frick Collection. © RIPRODUZIONE RISERVATA 50 Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera SPETTACOLI Su Rai3 Camila al debutto: il mio «Kilimangiaro» tra viaggi e blogger Cittadina del mondo. Camila Raznovich, nata a Milano da padre russo e madre toscana, ha vissuto più all’estero che in Italia: «Sono una viaggiatrice per definizione», dice la nuova conduttrice di «Kilimangiaro», il programma che da domenica riparte su Rai3. «Abbraccio Licia Colò, pioniera del programma — esordisce Camila (nella foto con Dario Vergassola) — e sono consapevole di raccogliere l’eredità di un prodotto di successo, ma ho l’ambizione di poter dare a “Kilimangiaro” un’impronta diversa». Tante le novità: «Saremo in continuo contatto con la contemporaneità, raccogliendo le testimonianze di veri globetrotter e di blogger con cui ci collegheremo via Skype. Tra le nuove rubriche, l’Osservatorio internazionale in collaborazione con la Farnesina, per indicare ai viaggiatori le “zone calde” del pianeta dal punto di vista geopolitico. E poi le “inkieste”, con particolare attenzione ai problemi dell’ambiente». (e. co.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Fenomeno Fedez «Io canto, non sono il nuovo Pasolini» «Louder Than Words» In radio il singolo dei Pink Floyd «Ballata magica per l’amico morto» Il ritorno dei Pink Floyd è iniziato 21 anni fa. Risale al 1993 «Louder Than Words», la canzone inedita, una ballad sognante e sospesa, da ieri in radio. Lancia «The Endless River», album che potrebbe essere il capitolo finale della storia del gruppo. Il titolo del disco chiude un cerchio. Riprende la penultima frase di «The Division Bell», l’ultimo album della band datato 1993. E da quelle sessioni arriva il materiale inedito. Sarà un disco, esclusa questa prima canzone, solo strumentale. «È un flusso continuo di musica che si costruisce gradualmente su quattro movimenti separati — spiega David Gilmour (a Il suo disco è primo in classifica, in tv è un divo E fa il produttore: volevo con me suor Cristina La carriera ● Il rapper Fedez compirà 25 anni mercoledì prossimo ● Nel 2011 ha autoprodotto il suo primo cd «Penisola che non c’è», subito seguito da «Il mio primo disco da venduto» ● Fedez ha un canale su YouTube con 157 milioni di visualizzazioni, vanta 1 milione e 200 mila Mi piace su Facebook, e 400mila follower su Twitter ● Il suo ultimo album, «PopHoolista», è già disco d’oro. «Rolling Stone» gli ha dedicato la copertina (foto in alto) R ide Fedez alla notizia del successo in classifica per «Pop-Hoolista», il suo secondo album. Ride, è al numero 1, ma fuori dal suo ufficio c’è la tempesta. «Grillo mi ha detto che mi presta gli avvocati...». E parte un’altra risata. «Non sono Partito», la sua canzone per la manifestazione del Movimento 5 Stelle, è stata accusata di vilipendio al capo dello Stato. «Napolitano rappresenta un’istituzione simbolo di legalità: se non va a testimoniare sulla trattativa Stato-mafia che cambi mestiere. Lo direi pure a un muratore che fa un muro storto. È triste che dire l’ovvio in Italia ti faccia sembrare il nuovo Pasolini. Però è l’inno di partito più bello che c’è...». La concorrenza è scarsa... «Arrivo dai centri sociali e a 16 anni ero l’idolo del Leoncavallo con un pezzo in cui campionavo “Meno male che Silvio c’è” ed elencavo le indagini in cui era coinvolto Berlusconi». Dal Leoncavallo al numero 1 in classifica. Si riconosce? «All’inizio l’imborghesimento mi ha spaventato. Poi ho capito che devo prendere l’arte per l’arte e il lavoro per il lavoro. Devi portare il tuo mondo dentro un contesto senza svilire la tua dignità». In «Veleno per topic» se la prende col mondo hip hip e sembra avercela con Fabri Fibra. Che le ha fatto? «Ho una mia idea di rap che non combacia con quella degli altri, ma sono arrivato dove loro vorrebbero. Ti odiano non quando ti vendi ma quando ti iniziano a comprare. Fabri mi voleva nella sua etichetta, ha preso male il mio no e in radio ha detto di non sapere chi fossi. Salvo farmi i complimenti pubblici al momento del successo... Però arti- sticamente lo stimo». Emis Killa: amico o rivale? «Siamo cresciuti assieme. Ho rosicato quando lui ha avuto successo prima di me. Siamo tornati amici, ci scambiamo sms, siamo in sana competizione ma farei volentieri un disco con lui». Ha sorpreso tutti in tv. Come va con i giudici di «X Factor»? «Avevo ansia di finire in un meccanismo più grande di me, di essere fuori contesto. Ho litigato con tutti i giudici. Loro sono personaggi tv e quando si accende la luce rossa della telecamera parte il riflesso di Pavlov». Anche lei ha degli autori che ❞ Da imprenditore dico che l’articolo 18 è solo un simbolo, per sanare l’economia è molto meglio ridurre le tasse la aiutano. Si è adeguato? «Mai farti condizionare nel giudizio dal gusto per la battuta. Dico sempre quello che penso». Ha pianto davanti alle telecamere. Un rapper può lasciarsi andare alle lacrime? «In America il rapper è sia quello che parla di quante donne si ha, sia Kanye West che si commuove da Letterman. In Italia siamo fermi a uno stereotipo». Con J-Ax ha fondato Newtopia, una factory che spazia dal rap ai format tv. Come va? «È stato un investimento, anche economico, importante. È dura. Il tempo è poco e ci vorrebbe più gente a lavorare, ma se un dipendente mi costa il doppio di quanto riceve iun busta paga...». Via l’articolo 18? «È il simbolo di una lotta e qualcuno vuole farlo cadere per dimostrare che sta con gli imprenditori. Ma non è il fulcro per cambiare l’economia: sarebbe più utile tagliare le tasse». Suor Cristina l’avreste messa sotto contratto? «Certo, ma non ce l’hanno voluta dare. Il nostro progetto era un disco benefico di duetti con grandi star, da Lady Gaga ad Ali- cia Keys. Hanno fatto altre scelte: finirà per non vendere nulla». Fra 20 anni si vede a S. Siro o in Parlamento? «Candidato mai. Non voglio essere un esempio di onestà e senso civico. È il sistema che renderebbe corruttibile anche me». Si sente la voce di una generazione? «Mi sembra lampante». Andrea Laffranchi Sorriso Fedez, il cui vero nome è Federico Leonardo Lucia, è nato a Milano il 15 ottobre del 1989 sinistra nella foto con Nick Mason) —. Ho chiesto a Polly (Samson, sua moglie, ndr) di scrivere i testi. Secondo lei quello che le avevo fatto sentire non aveva bisogno di parole. Ascoltarci suonare era più interessante di qualunque testo. Alla fine ha scritto le parole solo di questa canzone che esprime la magia che si crea quando noi tre suoniamo insieme». Tre, perché all’epoca c’era ancora Rick Wright, il tastierista scomparso nel 2008. «È un tributo. Aver ascoltato queste cose mi ha fatto rimpiangere una volta di più la sua morte», ha detto Gilmour. «Penso che Rick sarebbe entusiasta. L’elemento più significativo di questo disco è ascoltare quello che lui ha fatto», ha aggiunto il batterista Nick Mason. A. Laf. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA UN CASO MONDIALE 4 EDIZIONI 45.000 COPIE “Un libro importante e giustamente celebrato.” Joseph Stiglitz Premio Nobel per L’Economia 2001 “Il libro più importante dell’anno, e forse del decennio. Un’opera superba, che cambierà il modo in cui pensiamo la società e ci occupiamo di economia.” P a u l K r u g m a n , New York Times Premio Nobel per L’Economia 2008 IN LIBRERIA E IN EBOOK @libribompiani LibriBompiani www.bompiani.eu Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 SPETTACOLI Torino Il Consiglio di Indirizzo del Teatro Regio ha riconfermato Walter Vergnano sovrintendente del Teatro. Vergnano a sua volta ha ribadito che proporrà la riconferma del maestro Gianandrea Noseda (foto) quale direttore musicale e, d’intesa con Noseda, del maestro Gastón Fournier-Facio quale nuovo direttore artistico. Il sindaco Piero Fassino, presidente dell a Fondazione, dopo settimane di mediazione avrebbe quindi trovato un punto di equilibrio anche chiamando Fournier, attuale coordinatore della direzione artistica alla Scala di Milano. Il Regio ha conti in equilibrio, 16mila abbonati e ricava il 20% degli introiti dai biglietti e un altro 20% dagli sponsor. Torna la pace al Regio Confermato Vergnano, atteso il sì di Noseda 51 Domani su «Io Donna» McConaughey, da sex symbol a divo impegnato La metamorfosi di Matthew McConaughey (44 anni): il divo racconta a Io Donna, il femminile in edicola domani con il Corriere, la trasformazione da sex symbol a interprete da Oscar. «Il merito — dice — è di mia moglie Camila che mi spinge a crescere e ad accettare anche ruoli impegnati». Come nel nuovo film di Christopher Nolan, «Interstellar», in cui l’attore texano si occupa del futuro della Terra. Il compositore-migrante «Dal barcone al palco» Shkurtaj, albanese, arrivò in Italia nel ’91 sfidando il mare La sua opera «Il naufragio» chiude il festival alla Biennale S i chiama Admir Shkurtaj il compositore che viene dal mare. Sbarcato più di vent’anni fa sulle coste della Puglia da uno dei primi barconi di profughi in fuga dall’Albania. «Era il 1991, avevo 22 anni — ricorda —. Dieci ore in mare tra speranza e paura. Con l’Italia sempre più vicina, con il mio Paese sempre più lontano. Ogni minuto di quella traversata è impresso per sempre nella mia anima». Una memoria dolorosamente ineludibile. «Quel rimorchiatore mi aveva portato senza incidenti fino a Brindisi. Sapevo che lì avrei trovato accoglienza. Erano i primi viaggi, gli esuli non venivano ancora respinti». Qualche anno dopo tutto sarebbe cambiato. Il 20 marzo 1997, Venerdì Santo, nello stesso braccio di mare percorso da Admir, un’altra motovedetta, la Kater, carica di albanesi, fu speronata da una nave della Marina militare italiana, decisa a impedirne l’approdo sulle nostre coste. Delle 120 persone a bordo ne morirono 81. Tren- tuno avevano meno di 16 anni. «Un traghetto quasi uguale al mio, gente del mio Paese, gli stessi miraggi, gli stessi timori… Ma a me è andata bene, a loro no». Destini decisi dalla roulette del caso. Admir ne è ben consapevole. Adesso che è un compositore affermato, lui non dimentica. A quei suoi ideali, sfortunati, compagni di viaggio rende ora omaggio con un’opera, Il naufragio, ispirata a una tragedia del mare divenuta simbolo di tutti i «boat people». «Quest’opera è qualcosa che “dovevo” fare. Dentro c’è un po’ di vita vissuta. Anche se la mia è fortunatamente a lieto fine. In Italia ho potuto riprendere gli studi musicali iniziati a Tirana e mi sono diplomato al Conservatorio di Lecce». Il naufragio, libretto di Alessandro Leogrande, tratto dal suo romanzo-reportage (Feltrinelli), avrà così la sua «prima» domenica prossima alle Corderie dell’Arsenale di Venezia, commissionata dalla Biennale Musica diretta da Ivan Fedele, Concerto e disco Bartoli: otto anni per scoprire il ’700 napoletano tra gli zar DAL NOSTRO INVIATO «Per otto anni ho seguito questo progetto, sono andata tante volte a San Pietroburgo in treno e per mare, perché non mi piace volare: uno dei viaggi più belli è stato in rompighiaccio da Lubecca. Mi sono messa i guanti e ho frugato negli archivi della biblioteca del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, tra partiture vecchie di secoli, e finalmente li ho trovati: gli spartiti dei compositori Francesco Araja, napo- VERSAILLES Dama bianca Cecilia Bartoli, mezzosoprano, è nata a Roma il 4 giugno 1966 letano, e dei suoi successori Hermann Raupach e Domenico Cimarosa alla corte degli zar». All’indomani di uno spettacolare concerto nella sala degli specchi di Versailles, la grande diva della lirica Cecilia Bartoli racconta con entusiasmo di come è nato «St. Petersburg» (Decca), l’album inciso con I Barocchisti diretti da Diego Fasolis. «Mi è sempre piaciuto fare ricerca, andare a ritrovare musica dimenticata per allargare il repertorio, visto che i compositori contemporanei non riescono scrivere per noi cantanti liriche... Sarebbe bello lavorare con compositori di oggi che scrivessero per noi. Mozart componeva opere pensando già a quali cantanti le avrebbero interpretate. Oggi non è così, la musica atonale crea una specie di barriera tra compositori e cantanti, così per trovare musica nuova da cantare non posso che rivolgermi al passato. Ed ero incuriosita dalla storia di Araja, di cui conosciamo i lavori del periodo napoletano ma ignoravamo completamente la fase russa». Le tre zarine Anna, Elisabetta e Caterina, nel Settecento chiamarono alla corte di San Pietroburgo i compositori di opera napoletani, segnale dell’apertura di quel Paese alla cultura occidentale. «Finora si pensava che l’opera cominciasse in Russia con Una vita per lo zar di Glinka nell’Ottocento — spiega Bartoli —. Invece le partiture che ho scoperto al Teatro Mariinskij con l’aiuto del maestro Valery Gergiev dimostrano che è cominciata cento anni prima, con Araja. Sono melodie bellissime, è come se il compositore napoletano fosse riuscito a captare la vena malinconica russa e a fonderla nel suo barocco». Per la prima volta in questo album Cecilia Bartoli canta anche in russo, due composizioni di Hermann Raupach. Prossimi concerti in Italia l’anno prossimo a Milano in occasione dell’Expo. Stefano Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA Volto Admir Shkurtaj, 45 anni, ha terminato gli studi musicali a Lecce evento di chiusura del 58° Festival della musica contemporanea. Spettacolo realizzato con i Cantieri Teatrali Koreja di Lecce, regia di Salvatore Tramacere, in scena 4 cantanti, 3 attori, un coro, 6 strumentisti. «È un’opera d’acqua, di sale e ruggine», spiega Shkurtaj. E in partitura ci sono anche le voci di quella notte di paura e morte. Ordini e contrordini, urla e implorazioni. Sommersi e salvati. Grida prodotte da lamiere graffiate, rantoli emessi da una tromba affogata nell’acqua, singhiozzi strappati alla cupa cupa, antico strumento delle Puglie. E la fisarmonica di Admir, anche lui in scena, a intrecciare il suo suono con tutti gli altri. «Le notizie quotidiane Superstiti Una scena di «Il naufragio», l’opera di Admir Shkurtaj tratta dal reportage di Leogrande sul disastro della motovedetta albanese Katër i Radës, nel 1997 di barconi affondati e migranti annegati vengono ormai accolte quasi con indifferenza o con vuota retorica. Ma chi le archivia così non ha idea di quel che si prova davvero. Se potesse vivere solo un attimo di quella realtà, si renderebbe conto di quanto sia terribile». Giuseppina Manin © RIPRODUZIONE RISERVATA 52 Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 53 ● Risponde Sergio Romano ● Visti da lontano L’INCERTO FUTURO DELL’ISOLA DI PORTORICO di Massimo Gaggi Se anche la tecnologia si appoggerà al welfare LETTERE AL CORRIERE USO DELL’INGLESE Esibizionismi linguistici Caro Romano, a proposito della sua risposta «Inglese lingua del mondo: i rischi e i vantaggi», concordo circa l’esigenza di affrontare la globalizzazione, ma come si spiega il nostro ministero del Welfare o il Questions time in Parlamento? Magari ce ne sono anche altre di queste perle. E i francesi con il loro rifiuto di ogni anglismo? In un recente articolo su Sette, si afferma che i cittadini portoricani possono raggiungere gli Usa senza visto, essendo il loro uno Stato federato. La popolazione di Portorico, con un referendum del 2012, si era dichiarata favorevole all’adesione agli Usa, come il 51° Stato federale, ma mi risulta che sia ancora in attesa della decisione degli Usa di accettare o meno la domanda. Che prospettive può avere? C’è qualche affinità con le Hawaii, l’ultimo Stato entrato nella Federazione? Valentina Micillo [email protected] Le lettere firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579 @ [email protected] www.corriere.it [email protected] Dino Mori Cerreto Guidi ( Fi) Nella mia risposta ho scritto che nell’uso dell’inglese vi sono anche manifestazioni di provinciale esibizionismo. I casi da lei citati rientrano per l’appunto in questa categoria. L’ La tua opinione su sonar.corriere.it RISSA IN SENATO / 1 Libro contro Grasso Dopo aver assistito allo squallore della discussione al Senato sul voto di fiducia, mi domando: è possibile che un senatore che scaglia un libro contro il presidente Pietro Grasso possa ancora esercitare una funzione così rappresentativa? Paolo Origoni [email protected] RISSA IN SENATO / 2 I parlamentari inglesi Spagna: soppresso il cane dell’infermiera colpita da Ebola «per evitare altri contagi». Giusto? OFFERTE AI DOCENTI Ore aggiuntive Molti dirigenti scolastici offrono in questi giorni a docenti di ruolo ore di insegnamento aggiuntive al proprio orario di cattedra, © RIPRODUZIONE RISERVATA SUL WEB Risposte alle 19 di ieri Sì La votazione in Senato è stata uno spettacolo indegno. Proporrei di far vedere ai parlamentari una riunione del Parlamento inglese: ordine, educazione, nessuno adopera il pc o il cellulare e non appena qualcuno alza la voce viene richiamato all’ordine. Arcangelo Ferrari , La Spezia Cara Signora, isola di Portorico è stata spagnola dal giorno in cui Cristoforo Colombo vi mise piede durante il viaggio del 1493, sino alla guerra ispano-americana del 1898, quando divenne territorio degli Stati Uniti. Formalmente, nell’ambito della Federazione americana, è uno Stato «non incorporato»: una formula difficilmente traducibile nel linguaggio giuridico italiano, utilizzata per evitare espressioni «scorrette» come ex colonia o territorio dipendente. Questo statuto incerto e difficilmente classificabile ha fatto dei portoricani (circa tre milioni e mezzo) altrettanti Giani bifronti. Sono cittadini degli Stati Uniti e possono entrarvi liberamente senza visto. Ma quando sono nella loro isola non possono votare per il presidente della grande Federazione americana ed eleggere i loro rappresentanti al Congresso. Eleggono tuttavia un delegato che può partecipare ai lavori delle commissioni e votare in alcune fasi procedurali, ma è quindi, per molti aspetti, un parlamentare dimezzato. Il referendum del 2012 è diventato un complicato rebus giuridico. Le domande, sulla scheda, erano due. Volete conservare il vostro attuale statuto territoriale? Che cosa desiderate essere: Stato federale, Stato associato, Stato indipendente? Alla prima domanda il sì ha vinto con il 54% dei voti. Alla seconda domanda le tre opzioni offerte agli elettori hanno avuto, rispettivamente, il 61,11%, il 33,34% e il 5,55%. A prima vista, quindi, hanno prevalso coloro che vorrebbero fare della loro isola uno Stato federale. Ma qualche giurista ha osservato che la risposta alla prima domanda è meno chiara di quanto appaia a prima vista. È vero che i sì hanno prevalso con il 54%, ma nel voto per la seconda domanda (quale opzione?) le schede bianche erano un terzo del totale. Se quelle schede sono presumibilmente contrarie alla trasformazione di Portorico in 51° Stato della Federazione americana, il sì alla prima domanda diventa quanto meno discutibile. La discussione non è ancora terminata e nasconde forse una certa riluttanza, anche tra i portoricani, a modificare lo stato delle cose, soprattutto in un momento in cui le finanze dell’isola sono minacciate da un debito pari a 70 miliardi di dollari. Vi sarà una decisione, forse, quando le domande del referendum saranno più esplicite o verrà convocata per il futuro dell’isola un’Assemblea costituente. 56% 44% No La domanda di oggi Nella nuova sede di Microsoft in Germania si potrà lavorare senza essere per forza in ufficio. Piacerebbe anche a voi? altrimenti destinate a supplenze temporanee per i precari, e numerosi colleghi hanno accettato. Questo è ingiusto sia per la mancanza di solidarietà e spirito di categoria sia, soprattutto, per il disinteresse dimostrato dai sindacati che non prendono posizione per impedire a chi ha già un lavoro a tempo indeterminato di togliere speranze, punteggio e uno stipendio, anche ridottissimo, a una nuova generazione. Amelia Somma, Udine TASSE Quale semplificazione? Le tasse (ma non dovevano diminuire?) si accavallano ormai in modo spaventoso e quasi si fatica a stare dietro a tutte le scadenze.Tuttavia la politica continua a proclamare che semplificheranno i tributi. Avevamo appena imparato a calcolare l’Imu e l’Ici e oggi ci troviamo a dover calcolare la Tasi, ecc. ecc. E si continuano sistematicamente a punire i contribuenti più piccoli e a premiare i più grandi. Quando in Italia si ragionerà seguendo la logica? per l’affrancatura, con notevoli perdite di tempo e denaro. Mi chiedo quale sia il motivo di tale politica commerciale. Negli Stati Uniti i francobolli si possono acquistare regolarmente anche nelle loro farmacie, peraltro dotate di molte cose extra medicinali. Walter Bolzan Oderzo (Tv) Andrea Delindati Manerbio (Bs) POSTE ITALIANE Spariti i francobolli Poste Italiane da un po’ di tempo non stampa e non vende più francobolli. Pertanto chi scrive una lettera e/o una cartolina è costretto a recarsi presso uno sportello postale CAROVITA Prezzi a confronto Pare che un «paniere» di dodici prodotti acquistati in Israele costerebbe il doppio di quanto costano a Berlino. Chissà quanto costerebbero in Italia… Vincenzo Scotto di Suoccio S econdo Gartner, la più accreditata tra le società di consulenza che studiano l’impatto della tecnologia sui sistemi produttivi, da qui al 2025 robot e droni sostituiranno un terzo dei lavoratori Usa. Dopo Apple, anche altre società hi-tech come Amazon (oltre a gruppi finanziari come Fiat Finance) sono finiti nel mirino della Commissione Ue per i regimi fiscali di favore concessi loro da alcuni governi europei, come Irlanda e Lussemburgo. Due notizie apparentemente prive di legami. Eppure un filo le collega. L’Italia oggi è impegnata a darsi un mercato del lavoro più flessibile. Cosa necessaria anche per attirare investimenti esteri e per recuperare i ritardi sugli altri partner europei che riforme simili le hanno già fatte. Ma se questa è l’esigenza immediata, bisogna anche cominciare a guardare verso l’orizzonte della rapida diffusione dei processi di automazione. Le visioni ottimistiche di chi pensava che i posti di lavoro ceduti ai robot sarebbero stati più che compensati da nuove opportunità d’impiego offerte dall’evoluzione tecnologica, cominciano ad appannarsi. La maggioranza degli esperti, ormai, si è convinta che per un bel po’ di anni, fino allo sviluppo di nuovi prodotti ad alta intensità di lavoro, dovremo attrezzarci a gestire un’ulteriore riduzione delle opportunità d’impiego. Come? Nessuno lo sa bene e l’argomento scotta: c’è il rischio di beccarsi il marchio di neodirigisti e di entrare in conflitto coi giganti di Internet. Da tempo, comunque, gli economisti stanno provando a escogitare tecniche di redistribuzione della ricchezza prodotta dalle tecnologie digitali che consentano anche di ammortizzare il trauma dei lavoratori stritolati dai processi di disruption tecnologica, cercando di non cadere nelle tradizionali forme di assistenzialismo. Più facile a dirsi che a farsi. E, comunque questo è un (ingrato) compito della politica. La settimana scorsa l’hanno scritto anche i liberali dell’Economist: «La tecnologia avanza e distrugge occupazione. I redditi modesti della generazione penalizzata dalla tecnologia andranno sostenuti con crediti d’imposta o con sussidi». Mentre sul Financial Times John Gapper incalza: «Come le banche, anche l’industria digitale si sta facendo la fama di dipendere dal welfare». Che fare? La discussione è aperta. Sembra giusto chiedere un contributo all’industria hi-tech: fa enormi profitti che poi non riesce nemmeno a reinvestire. Non è detto che quello che pare giusto sia anche praticabile. Ma non far pagare tasse a chi ha già chiuso in cassaforte centinaia di miliardi di dollari di profitti non sembra la strategia più lungimirante. © RIPRODUZIONE RISERVATA Rho ( Mi) INTERVENTI E REPLICHE Quel convegno con Rocco Siffredi È difficile valutare a distanza un evento senza averne preso parte(«Siffredi e gli urologi. Le ironie collaterali di un marketing da spot televisivo» , Corriere del 30 settembre). Il nostro, pur di fuori del corpus scientifico del congresso, è stato un pezzo importante del progetto di Siu, Pianeta Uomo, il cui ruolo è quello di avvicinarci alla società «laica», e parlare in maniera semplice alle persone normali di tematiche complesse. Rocco Siffredi, inoltre, non era solo sul palco: eravamo presenti io e un altro collega urologo, una attrice brava e ironica come Debora Villa e una moderatrice brillante come Selvaggia Lucarelli. Si è parlato dell’importanza dello stile di vita per poter invecchiare meglio senza rinunciare a una buona sessualità. Chi meglio di chi usa la sessualità come lavoro (cosa di cui non ha motivo di vergognarsi) può esserne testimone? Smettere di fumare, nutrirsi con cibi sani, svolgere attività fisica, controllarsi periodicamente, sono punti importanti per tutti noi. Se lo ripete anche Siffredi male non fa, anzi. Sulla sessualità si può e si deve anche scherzare, ma non — e qui Siffredi è stato chiarissimo — sull’acquisto di farmaci per l’erezione al mercato illegale del web, sui rischi di malattie sessuali, sul fatto che in Italia ci sono 20 mila matrimoni © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI FONDATO NEL 1876 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger CONDIRETTORE AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli CONSIGLIERI Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. 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Perché dei circa 3 milioni d’Italiani affetti da disfunzione erettile, solo il 20% si cura e ben il 50% di essi abbandona la terapia dopo la prima pillola: vuole dire che la maggior parte degli Italiani non riconosce l’impotenza come malattia e ancor di più è ignara del fatto che essa è sintomo di ipertensione, diabete, obesità e depressione. Vincenzo Mirone, Segretario generale Virus Ebola: la sorveglianza negli aeroporti In merito alla sorveglianza sanitaria sui viaggiatori: bene che ci siano i controlli sanitari negli aeroporti (Corriere dei ieri), ma questi controlli dovrebbero essere volti a tracciare non solo i soggetti sintomatici, perché se la persona è nella fase d’incubazione, non ha sintomi. I controlli in aeroporto dovrebbero fornire le dovute informazioni al viaggiatore e garantirne la rintracciabilità e la sorveglianza a domicilio, come è stato fatto per contenere altre epidemie nel passato, dando perciò disposizioni adeguate anche ai medici di medicina generale. Ma mi sembra che finora tutto ciò non sia ancora stato posto in essere, per quanto riguarda i potenziali contagi da Ebola, in Italia. Mario De Cesare, Milano EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • RCS Produzioni Padova S.p.A. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. 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Fr. 3,00; (con Sette Fr. 3,50), (quando pubblicato con Style Magazine Fr. 3,50);Cipro € 2,20; Croazia Hrk 17; CZ Czk. 64; Francia € 2,20; Germania € 2,20; Grecia € 2,50; Irlanda € 2,20; Lux € 2,20; Malta € 2,20; Monaco P. € 2,20; Olanda € 2,20; Portogallo/Isole € Società italiana di Urologia ISSN 1120-4982 - Certificato ADS n. 7682 del 18-12-2013 2,50; SK Slov. € 2,20; Slovenia € 2,20; Spagna/Isole € 2,50; Hong Kong HK$ 45; Thailandia THB 190; UK Lg. 1,80; Ungheria Huf. 700; U.S.A. USD 5,00. ABBONAMENTI: Per informazioni sugli abbonamenti nazionali e per l’estero tel. 0039-02-63.79.85.20 fax 02-62.82.81.41 (per gli Stati Uniti tel. 001-718-3610815 fax 001-718-3610815). ARRETRATI: Tel. 02-99.04.99.70. 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Viaggio nel tempo” € 8,80; con “Tiziano Terzani” € 10,80; con “I capolavori dell’Arte” € 7,80; con “Ufo Robot” € 11,89; con “James Bond collection” € 11,89; con “Scrivi Vecchioni, scrivi canzoni” € 11,89; con “English Express” € 12,89 Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera 54 Sport Under 21 Per la fase finale dell’Europeo (Repubblica Ceca, giugno 2015) e per l’Olimpiade di Rio 2016. Il premio per l’Under 21 è doppio e l’interesse della Federcalcio è tale che il nuovo d.g. Michele Uva è arrivato alla vigilia della sfida di andata del playoff contro la Slovacchia per testimoniarlo. Oggi a Zlaté Moravce (ore 17, diretta Rai3) Di Biagio va con il 4-2-3-1 con Bardi; Zappacosta, Rugani, Bianchetti, Biraghi; Baselli, Viviani; Berardi, Bernardeschi (foto), Battocchio; Belotti. Il ritorno martedì a Reggio Emilia. Di Biagio esordì un anno fa in azzurro: amichevole con la Slovacchia vinta 4-1. «Ma soffrimmo e questa sarà un’altra storia». Gli azzurrini sfidando la Slovacchia per l’Europa e per Rio © RIPRODUZIONE RISERVATA Nazionale Contro l’Azerbaigian Conte pretende gioco e 3 punti per la qualificazione all’Europeo e per cancellare le brutte figure che il nostro calcio continua a collezionare: veleni in campo e squalifiche fuori Italia, vinci per dimenticare Le qualificazioni Gruppo H Oggi, ore 20.45 Bulgaria-Croazia (Sky Sport 3, Sky Calcio 3) ITALIA-Azerbaigian (Raiuno) Malta-Norvegia Classifica Bulgaria, Croazia, ITALIA 3; Azerbaigian, Malta, Norvegia 0 Gruppo A Oggi, ore 20.45 Lettonia-Islanda Olanda-Kazakistan (Sky Sport 1, Sky Calcio 1) Turchia-Rep. Ceca Classifica Rep. Ceca, Islanda 3; Kazakistan, Lettonia 1; Olanda, Turchia 0 Gruppo B Oggi, ore 20.45 Belgio-Andorra (Sky Sport Plus, Sky Calcio 2) Cipro-Israele Galles-Bosnia Classifica Cipro, Galles 3; Belgio*, Israele*, Andorra, Bosnia 0. *una partita in meno Gruppo C Bielorussia-Ucraina 0-2 Macedonia-Lussemburgo 3-2 Slovacchia-Spagna 2-1 Classifica Slovacchia 6; Spagna, Macedonia, Ucraina 3; Bielorussia, Lussemburgo 1 Gruppo E Inghilterra-San Marino 5-0 Lituania-Estonia 1-0 Slovenia-Svizzera 1-0 Classifica Inghilterra, Lituania 6; Estonia, Slovenia 3; San Marino, Svizzera 0 Gruppo G Liechtenstein-Montenegro 0-0 Moldova-Austria 1-2 Svezia-Russia 1-1 Classifica Austria, Montenegro, Russia 4; Svezia 2; Liechtenst. 1; Moldova 0 DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Per la classifica e per l’onore. Mettere sotto il tenero Azerbaigian, magari con il condimento di una bella goleada, non sarebbe impresa da consegnare alla storia, ma aiuterebbe ad annacquare le polemiche e ad allontanare le figuracce che hanno inquinato il nostro calcio negli ultimi giorni. Tanto per cambiare, siamo nella bufera. I veleni di Juventus-Roma e la sospensione lunga 6 mesi a carico del presidente federale Tavecchio hanno rispedito il nostro movimento all’inferno. Conte, nel suo piccolo, stasera proverà a sollevarci il morale e a restituirci la dignità, sulla strada della continuità. L’Azerbaigian, dentro il Barbera esaurito (34mila spettatori) e la trasferta PALERMO di Malta contro l’italiano Ghedin, lunedì sera alla Valletta, sono il perfetto trampolino di lancio verso la Croazia (16 novembre a Milano), la tappa più ostica sulla strada di Euro 2016. E se vincere qui, nell’ultimo scampolo di estate siciliana, è un dolce obbligo, quello che chiede il nuovo allenatore è di farlo confermando i progressi sul piano del gioco: attaccare sempre con 5 uomini, sfruttare l’ampiezza del campo, mantenere il ritmo indiavolato dall’inizio alla fine. Rispetto alla sfida con la Norvegia del mese scorso ritroviamo 3 titolari, tutti juventini, tutti importanti: Chiellini in difesa, Marchisio e soprattutto Pirlo in mezzo al campo, che aggiunti a Buffon e Bonucci, altri due leader, fanno della Nazionale una squadra ad alta gradazione bian- Palermo, ore 20.45 Italia Azerbaigian 3-5-2 4-2-3-1 1 Aghayev 1 Buffon 2 Allaverdiyev 13 Ranocchia 3 Yunuszade 19 Bonucci 6 Guseynov 3 Chiellini 20 Budak 20 Darmian 2 Garayev 15 Florenzi 19 Amirguliyev 21 Pirlo 8 Marchisio 7 Abdullayev 23 Pasqual 11 Aliyev 17 Nadirov 11 Immobile 10 Dadashov 7 Zaza Arbitro: Gocek (Turchia) Tv ore 20.45, diretta Raiuno conera. «Sta a noi tenere viva la fiammella accesa dopo le prime due vittorie. Dobbiamo regalare alla gente emozioni, passione ed entusiasmo», racconta Conte prima di avvisare i naviganti azzurri che «non ci sono partite Da Natal a Palermo, il ritiro lampo di Pirlo «Eccomi, ma sono tornato solo per Conte» Dura un attimo, l’addio alla Nazionale: «L’unico per cui potevo cambiare idea è Conte: fosse arrivato un altro c.t. non sarei qui». Andrea Pirlo è tornato. E sul monumento azzurro con la sua espressione serafica questa sera ci sarà una t a cca i n p i ù : i l c . t . a ve va un’emergenza a centrocampo per gli infortuni di De Rossi, Verratti e Bonaventura e ha chiamato in fretta il 113. Come le presenze di Pirlo, che stasera ricomincia dall’Azerbaigian, con cui aveva debuttato dodici anni fa e supera Dino Zoff (112), diventando il quarto azzurro più presente di sempre: «Superare un grande del calcio come nel suo gioco. Darmian e Pasqual sono favoriti su Candreva e De Sciglio, però la decisione definitiva arriverà soltanto questa mattina. Resta la necessità di conquistare 6 punti nei prossimi 3 giorni per arrivare a punteggio pieno allo scontro diretto con la Croazia: «Non faccio calcoli. Vogliamo vincere il girone e qualificarci quanto prima. Chi ha tempo non aspetti tempo», la massima del c.t. che è tornato, come ogni volta, sull’annoso problema degli stranieri: «Bisognerebbe essere più spavaldi nel lanciare i giovani italiani. Gli stranieri vanno bene, ma soltanto se sono più bravi dei nostri. Non devono essere acquistati solo per far presa sui tifosi». Una battaglia lunga e difficile. Alessandro Bocci © RIPRODUZIONE RISERVATA Coppia Antonio Conte, 45 anni, c.t. della Nazionale, e Andrea Pirlo, 35. Il centrocampista della Juventus giocherà questa sera contro l’Azerbaigian la sua 113ª partita in maglia azzurra (Ansa) Il personaggio DA UNO DEI NOSTRI INVIATI scontate e avversari sprovveduti. L’Azerbaigian ha perso soltanto all’87’ contro la Bulgaria». Precisazioni inevitabili, ma al di là di tutto Conte non teme cali di tensione. Perché in questi giorni a Coverciano la Nazionale ha lavorato con la solita feroce convinzione che aveva colpito l’allenatore durante il primo raduno. «Ho respirato sensazioni positive», racconta alle 8 della sera mentre i mille tifosi che hanno assistito all’allenamento intasano i viali intorno allo stadio. La Nazionale avrà il fuoco dentro e dovrà aggredire i modesti azeri, al numero 95 del ranking Fifa, sin dalle prime battute. Ma che Conte non intenda lasciarsi abbindolare dalla pochezza degli avversari è testimoniato dall’incertezza mantenuta sulla scelta degli esterni, giocatori chiave Sorpasso PALERMO ● Dino Zoff ha giocato 112 volte in Nazionale ● Questa sera Andrea Pirlo lo supererà, a quota 113 diventando il quarto azzurro più presente di sempre Zoff, un mito, mi rende molto orgoglioso. E anche giocare contro la squadra del mio debutto è una sensazione particolare, quasi un nuovo inizio. Ho avuto la fortuna di lavorare con Conte per tre anni, c’è un grandissimo feeling. Tornare per dare una mano era il minimo che potessi fare, non c’è stato un attimo di ripensamento. Qui c’è un progetto importante per due anni e ci sarà da divertirsi. Vincere l’Europeo sarebbe la ciliegina dopo due Mondiali sfortunati». Mentre Zoff è tornato sul comodino degli italiani con la sua autobiografia («Dura solo un attimo, la gloria»), Pirlo era in Polonia per la traduzione del suo bestseller («Penso quindi Infortunati Osvaldo fuori un mese anche Thiago Motta k.o. PALERMO Un colpo basso. Per Conte e per Mazzarri. Più per Mazzarri che per Conte. Pablo Daniel Osvaldo è rientrato a Milano con uno stiramento di secondo grado all’adduttore della gamba sinistra, come evidenziato dagli esami strumentali. Nella migliore delle ipotesi l’attaccante resterà fuori un mese e, oltre a saltare le partite con Azerbaigian e Malta, perderà tutto il prossimo ciclo di ferro con l’Inter. Fuori gioco anche Thiago Motta (tendinopatia). Sta meglio invece Verratti (caviglia destra), che sarà disponibile per la trasferta a Malta. a.b. © RIPRODUZIONE RISERVATA gioco»): lo juventino ha giocato per la prima volta nella stagione contro la Roma e non era inizialmente tra i convocati, quindi torna prima del previsto nel tinello azzurro dopo la fallimentare spedizione brasiliana: «Ho trovato un’aria nuova — sottolinea Andrea —. una squadra vogliosa di cancellare un brutto Mondiale. Lo ha già fatto con due buone prestazioni, ma adesso bisogna riconfermarsi. Il gruppo sta bene e ha voglia di fare una grande partita». Dagli azeri andata e ritorno, per Pirlo è l’occasione anche di guardarsi alle spalle e vedere un altro pezzo di futuro azzurro: «Dodici anni fa ero più o meno lo stesso di adesso. I sogni erano gli stessi che avevo da bambino: giocare in Nazionale, vincere un Mondiale e ho avuto la fortuna di realizzarli. Ma ho anche la fortuna di avere altri sogni ed è anche questo che mi dà la forza per andare avanti». Nel ritiro brasiliano, Pirlo aveva confermato la sua volontà di lasciare l’azzurro. Era l’11 giugno: «Smetto per dare spazio ai giovani. Certo, se poi ci dovesse essere ancora bisogno di me, non c’è problema, torno: io sto mollando, perché se rischio di non giocare mi incavolo, ma in caso contrario… ». Già sull’aereo che volava basso dopo la sconfitta del 27 giugno a Natal, il regista azzurro aveva fatto una prima inversione di marcia. Ora la manovra è completata, anche se non c’è la certezza del posto, in un ruolo dove Conte vede in campo solo uno tra lui, De Rossi e Verratti (con l’opzione Marchisio sempre valida): «Per me non è cambiato niente — dice Andrea —. La voglia di giocare è la stessa, torno con grande entusiasmo. A volte ci sarò, altre no. Ma ho dato la mia disponibilità anche per questo. E non c’è nessun problema. Io in campo fino a quarant’anni come Totti? Non mi pongo limiti, mi diverto ancora, con lo stesso spirito di quando ho iniziato. E a Francesco dico: arrabbiarsi per una partita ci sta, l’importante è non esserlo per tutta una stagione». Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 SPORT Colpo di scena Dopo Roma gli americani conquistano Bologna. Il patron del club rossoblù Albano Guaraldi, a capo della cordata che fu messa insieme nel dicembre 2010 dall’ex presidente Unipol Gianni Consorte, ha deciso di accettare l’offerta dell’avvocato newyorkese Joe Tacopina (foto), lo stesso che difese Amanda Knox nel processo per l’omicidio di Meredith Kercher. Quella del club rossoblù è stata una cessione ricca di colpi di scena. Il 25 settembre La classifica amara di Standard&Poor’s Poveri i nostri club I più ricchi ● Nella sua ricerca, Standard & Poor’s non ha considerato Real Madrid e Barcellona, per mancanza di dati ● Il Real resta comunque la squadra più ricca e di maggior valore nel mondo dello sport, non solo del calcio ● Il presidente Florentino Perez (foto) ha annunciato d’aver chiuso la stagione 2013-14 con un fatturato di 604 milioni (record), 38,5 milioni di utili e 71,5 di debiti (-21% rispetto all’anno prima) C’è un nuova, dannata classifica europea. Dannatissima per l’Inter. Non molto meglio per Roma e Milan. Mediocre anche per la Juve ma in miglioramento. L’ha compilata Standard & Poor’s (S&P), l’agenzia di rating famosa per i giudizi che assegna alla stabilità finanziaria dei diversi Paesi: ora, ha rivolto la sua attenzione alle società di calcio europee. Ha cioè messo assieme le due facce più competitive del mondo d’oggi: finanza abbinata al football. Il risultato è il ranking di 44 club, determinato dalla loro solidità finanziaria. Solo cinque meritano la Tripla A. E solo tre finiscono con la Tripla D, livello che in finanza si definirebbe junk, spazzatura: tra queste tre c’è l’Inter, che se la gioca con la francese Lens, messa un po’ peggio, e con la spagnola Tenerife, messa appena meglio. Gli analisti di S&P Capital IQ hanno preso i bilanci di 44 squadre (purtroppo non avevano a disposizione quelli di Barcellona e Real Madrid per insufficienza di dati). Da lì hanno estratto 24 voci che hanno permesso loro di misurare la solidità finanziaria di ogni club, divisa in tre categorie: qualità e prudenza nella gestione, solvibilità e liquidità. Sulla base dei risultati, hanno assegnato, per ogni categoria, un giudizio: Top per i migliori, che possiamo fare corrispondere a un rating A; Sopra la Media che può essere paragonato a un rating B; Sotto la Media, rating C; Al Fondo, rating D. Hanno corredato il tutto con fatturato e indebitamento. Le squadre che hanno ottenuto i pieni voti, la Tripla A, sono solo cinque: nell’ordine, Gli avversari l’olandese Ajax, le britanniche Arsenal, Celtic e Manchester United, la francese Saint-Étienne. La prima delle italiane è la Fiorentina, al 14° posto. Alla posizione 15 segue la Lazio e alla 16 la Juventus. L’analista Pavl Sabic, che ha diretto lo studio di S&P, nota come la solidità finanziaria della Juve cominci a rafforzarsi dal 2012, con la vittoria di quel campionato, e da allora continui in positivo: una struttura di bilancio forte aiuta i risultati sul campo e viceversa, in un circolo virtuoso. In pieno circolo vizioso — risultati di gioco negativi che gareggiano con una gestione societaria cattiva — sembra invece finita l’Inter, che merita i voti peggiori possibili in tutte e tre le categorie di valutazione del bilancio, al 43° posto, penultima. Una situazione che deve preoccupare seriamente. «Perfomance in deterioramento sul campo combinate a difficoltà economiche e preoccupazioni finanziarie potrebbero affondare un’impresa (o un football club)», sostiene Sabic. Il Milan finisce al 35° posto, non lontano dall’Inter, e la Roma al 37°: ambedue nettamente sotto la media nelle categorie analizzate. La nuova analisi di Standard & Poor’s andrà ampliata e migliorata: la presenza in classifica, al 23° posto, del Siena, società fallita la scorsa estate, andava evitata. Nel complesso, però, introdurre nel mondo del calcio comparazioni finanziarie non può che essere positivo. I club italiani dovrebbero rifare qualche conto. Danilo Taino @danilotaino 44 il gruppo statunitense aveva già raggiunto l’intesa per acquisire la società, ma all’ultimo momento saltò tutto. Gianni Morandi, presidente onorario dei rossoblù, annunciò di aver convinto Massimo Zanetti, patron della multinazionale del caffè Segafredo, a riprendere le redini del Bologna. Gelati gli americani, sotto choc un’intera città che aveva già srotolato le bandiere a stelle e strisce. Pareva tutto deciso con Zanetti futuro Rating Operatività Solvenza Liquidità Dopo Roma Bologna Tacopina acquista la società rossoblù Top Sopra la media Sotto la media Junk Club 2 Arsenal Inghilterra 3 Celtic Scozia Le linee guida Thohir: per l’Inter stadio accogliente dirigenti capaci e mercato asiatico 4 Man. Utd Inghilterra 5 St. Etienne Francia 6 Borussia D. Germania 7 Borussia M. Germania 8 Bayern M. Germania 9 Man. City Inghilterra 485,4 (386,6) 104,1 (23,5) 435,7 (108,7) 84,6 (2,4) 329,3 (84) 149,8 (25,9) 533,8 (143,9) 696,5 (552,2) club europei analizzati e studiati da S&P, l’agenzia di rating che ha preso i bilanci societari misurandone la solidità finanziaria 11 Lione Francia 128,1 (68) 12 Valencia Spagna 157 (301,2) 13 Tottenham Inghilterra 14 FIORENTINA Italia 15 LAZIO Italia 16 JUVENTUS Italia 17 Espanyol Spagna 18 Duisburg Germania 0,7 (1,4) 5 19 Broendby Danimarca 19,6 (12,1) 20 Millwall Inghilterra 20,6 (30,2) 21 LIVORNO Italia 26,1 (1,8) 22 UDINESE Italia 83,7 (4,3) 23 SIENA Italia 85 (11) 24 Silkeborg Danimarca 11,1 (58,8) 25 R. Huelva Spagna 9,4 (6,5) 26 Bordeaux Francia 88 (25,7) 27 BOLOGNA Italia 87,9 (13,2) 28 Benfica Portogallo 79 (366,5) 29 Ol. Marsiglia Francia 30 Nantes Francia 31 Rangers G. Scozia 28,4 (2,6) 32 Monaco 1860 Germ. 19,5 (6,8) 33 Porto Portogallo 34 Alemannia A. Germ. 35 MILAN Italia 36 Ruch Chorzow Polonia 37 ROMA Italia 38 Sp. Lisbona Portog. 39 Ik Start Norvegia 40 PALERMO Italia 41 Katowice Polonia 0,4 (0,1) 42 Tenerife Spagna 5,3 (15) 43 INTER Italia 44 Lens Francia la posizione della Fiorentina, prima delle italiane, seguita da Lazio e Juve. Messe male Milan (35°), Roma (37°) e Inter (43°) © RIPRODUZIONE RISERVATA 131,1 (0,1) Tolosa Francia 14 Guido De Carolis In milioni di dollari Ajax Olanda 10 i club che hanno ottenuto i pieni voti, la tripla A di Standard & Poor: Ajax, Arsenal, Celtic, Manchester United e St. Etienne presidente, ma sul traguardo il rilancio dagli Usa: offerta di 18 milioni e ok dai soci. C’è anche il magnate Joey Saputo (5° uomo più ricco del Canada secondo «Forbes») nel gruppo di investitori messi insieme dall’ex vicepresidente della Roma Tacopina che entro il 15 ottobre deve versare i primi 7 milioni per assicurarsi il club e chiudere una partita infinita. Fatturato (Indebitamento) 1 55 64,6 (2,5) 237 (92,7) 152,9 (6,3) 99,4 (26,3) 398,8 (267,4) 69,6 (55,4) 128,9 (11,7) 20,7 (11,8) 98,1 (120,5) 21,9 (5,7) 306,5 (180,4) 5,3 (2,1) 162,2 (132,6) 37,4 (228,3) 6,8 (0) 84,6 (14) 254,2 (115,2) 16,9 (45,4) Ospite d’onore, insieme al presidente della Roma James Pallotta, del Leaders Sport Business Summit a Stamford Bridge (Londra), Erick Thohir ha spiegato come intende gestire l’ Inter. Punto primo: «Bisogna avere una buona dirigenza per costruire una squadra forte e all’Inter ne abbiamo portati tanti di bravi negli ultimi sette mesi. È fondamentale avere in società un giusto equilibrio tra lo sport e il business, visto che il calcio è un prodotto mediatico ma anche di consumo. E, allora, conviene affidarsi a dirigenti qualificati». Che devono pure essere in grado di fare le veci del presidente, visto che Thohir risiede in Indonesia. La lontananza non sembra, comunque, costituire un problema per il presidente. «Provo a essere presente a Milano una volta al mese — ha ricordato Thohir — e in ogni caso ricevo periodicamente rapporti su quello che succede all’Inter». Ma quello che gli interessa più di ogni altra cosa è l’estensione del brand Inter in Asia. «È un continente che sta crescendo e ci vive la metà della popolazione mondiale: dei 260 milioni di potenziali tifosi interisti, 165 sono asiatici. Normale che noi si punti ad ampliare il nostro marchio non solo in Europa ma pure nel continente asiatico e negli Usa». Capitolo nuovo stadio. «È fondamentale averne uno di proprietà, però è ancora più importante il business nello stadio — ha spiegato Thohir —. La casa dei tifosi deve funzionare 365 giorni l’anno e i tifosi devono poter interagire con la squadra, inviare messaggi ed essere coinvolti. Ne stiamo parlando col Comune di Milano per fare in modo che possa realizzarsi questo progetto». Franco Fiocchini © RIPRODUZIONE RISERVATA d’Arco © RIPRODUZIONE RISERVATA Il pluridecorato Vogts vuole una squadra senza paura Il c.t. degli azeri non si fa illusioni per oggi ma recrimina ancora per la semifinale di Messico '70 DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Non si può avere tutto dalla vita. Berti Vogts, 68 anni da compiere il 30 dicembre, ha vinto tanto in carriera (anche con il Borussia Moenchengladbach, 5 titoli e 2 volte la Coppa Uefa), compresi 2 titoli mondiali (da giocatore, nel 1974, da vice di Beckenbauer come c.t., nel 1990) e 2 europei (nel 1972 da capitano e nel 1996 da c.t.: unico nella storia), ma dal 2008 pedala in salita sulla panchina dell’Azerbaigian. A Baku, c’è passione per il calcio e ci sono i soldi, ma la base dalla quale attingere è modesta e non c’è grandissima voglia di applicarsi. Vogts non ha fatto niente per nasconderlo: «In quattro giorni troviamo Italia e Croazia e due partite così vicine sono già un problema. Non posso dire che La partita del secolo PALERMO Rivera chiude il conto con la Germania Gianni Rivera segna il gol del 4-3 al 6’ del secondo supplementare di ItaliaGermania, semifinale mondiale giocata a Città del Messico il 17-6-1970 e definita «la partita del secolo» l’obiettivo è fare 6 punti. Qualche giocatore è fuori condizione ed è rimasto a casa, qualche altro è stanco. Chi ha giocato con il Qarabag contro l’Inter, ad esempio, non si è ancora ripreso e non ho capito perché. L’Italia è molto forte, Conte ha dato un gioco efficace alla squadra, perché passa velocemente dalla fase difensiva a quella offensiva; affrontarla ci permetterà di fare esperienza, ma non voglio che qualcuno vada in campo con la paura. A me era capitato di dover marcare Mazzola a 23 anni e non mi sono spaventato. Non si può scendere in campo con la paura, altrimenti non si gioca a calcio. E non voglio giocatori che dopo mezz’ora chiedono il cambio per stanchezza». Rispetto alla squadra che ha perso al 42’ della ripresa contro la Bulgaria, a Baku (1-2), al- l’esordio delle qualificazioni europee, Vogts cambia almeno 4 giocatori e la squadra non migliorerà. Ma si consola pensando all’Italia: «Io sono felice ogni volta che torno da voi. Mi è spiaciuto che l’Italia sia uscita subito dal Mondiale, ma capita, perché non sempre giocatori forti riescono a esprimersi al massimo». In Italia Vogts ha vinto il Mondiale del 1990; contro l’Italia (terza partita del girone, 0-0, rigore sbagliato da Zola) ha costruito la base per il titolo europeo 1996, quasi a sorpresa (e al golden gol contro i cechi). Ma il 4-3 dell’Azteca (17 giugno 1970) non l’ha ancora digerito: «Non mi fa piacere pensare a quella partita. Noi eravamo una squadra forte che poteva andare avanti, ma quel giorno l’Italia ha dimostrato di essere migliore di noi. E non abbiamo avuto fortuna neanche con l’arbitro in alcuni episodi. Quali? Rivedete la partita e capirete. Ma è stata soltanto sfortuna in una grandissima semifinale, una delle più belle partite della storia. Sono sicuro che se si chiedesse a chi ama il calcio quale partita vorrebbe rivedere, almeno il 60% risponderebbe Italia-Germania del 1970». Vinta dall’Italia e non certo per merito dell’arbitro, il messicano (nato in Perù) Arturo Yamasaki Maldonado (19292013). I tedeschi continuano a lamentarsi per un rigore su Beckenbauer; gli azzurri avevano protestato perché il gol di Schnellinger («noi lo chiamavamo l’italiano») era arrivato in fondo a un interminabile recupero di secondo tempo. Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera 56 I figli Ettore con Mimma, Carlo, Rossella con Marcello e Laura con Silvio annunciano, a funerali avvenuti, la scomparsa di Parisina Dettoni Moretti mamma buona, generosa, allegra e di grande spirito.- Il giorno 4 novembre alle ore 18 presso la parrocchia di San Satiro in Milano verrà celebrata una Santa Messa in ricordo. - Milano, 10 ottobre 2014. I nipoti Carola, Martina, Cecilia, Nicolò, Marco, Tomaso, Pietro, Giovanni e Virginia ricorderanno sempre con affetto la loro "grande e mitica" nonna Parisina insieme ai bisnipoti Edoardo, Alessandro, Tommaso, Matteo e Andrea. - Milano, 10 ottobre 2014. Gianni e lo zio Giusy si stringono a Ettore, Carlo, Rossella e Laura e piangono con loro la scomparsa della cara zia Parisina - Bergamo, 10 ottobre 2014. Cara Parisina sei stata forte.- Il venire a trovarti era una gioia per me e, attraverso i tuoi racconti, un rinnovare il legame di solida amicizia che da sempre esiste tra le nostre famiglie.- Mila con la famiglia Melidonis è vicina con profondo affetto ai tuoi familiari. - Casnate - Milano, 10 ottobre 2014. Partecipano al lutto: Vali, Paolo Mazzilli e figli. Fiammetta Jabès Norsa con i figli Aldo e la moglie Maria Luisa, Diana, i nipoti e i pronipoti rimpiange la compagnia affettuosa di Parisina Dettoni Moretti amica di unepoca lontana ed è vicina a Ettore e a tutta la sua grande famiglia. - Milano, 9 ottobre 2014. Dopo una vita dedicata allarte contemporanea è serenamente mancato Salvatore Ala Lo annunciano con profonda tristezza la moglie Caroline e il figlio Alberto.- Un ringraziamento particolare al Professore Paolo Spina e al Dottore Dario Cavoretto. - Milano, 9 ottobre 2014. Con grande amore e profonda tristezza la moglie Isa, i figli Renza, Paola e Stefano, la mamma centenaria Renza, la sorella Emma, i cognati ed i nipoti piccoli e grandi annunciano la scomparsa di Felice Gajo La sua gioiosa passione per la vita, la sua forza, la sua dignità anche nei momenti più difficili e la sua profonda fede resteranno con chi lo ha conosciuto.- I funerali si svolgeranno nella chiesa di Santa Maria Assunta a Canegrate, sabato 11 ottobre alle ore 10.30.- Non fiori ma offerte allAssociazione AIRC. - Canegrate, 9 ottobre 2014. Partecipano al lutto: Giulia, Filippo e Alessandro Gussoni. La comunità dei padri e fratelli gesuiti de La Civiltà Cattolica comunica che il Signore ha chiamato a sé Padre Angelo Macchi S.I. scrittore de La Civiltà Cattolica e per molti anni direttore e redattore di Aggiornamenti Sociali.- Ringraziamo il Signore per averlo avuto a lungo confratello esemplare e prezioso collaboratore, attento interprete dei segni dei tempi in campo sociale e politico per molti decenni.- I funerali si svolgeranno venerdì 10 ottobre alle ore 10.30, nella cappella de La Civiltà Cattolica, in via di Porta Pinciana 1, Roma. - Roma, 9 ottobre 2014. Cara Laura ti siamo affettuosamente vicini nel grande dolore per la scomparsa del tuo caro papà Franco Farina I tuoi colleghi Mariagrazia Bruzzone, Alessandra Erbetta, Elisa Ciceri, Luisa Chiapparini, Marina Grisoli, Elio Maccagnano, Ludovico DIncerti, Valentina Caldiera, Valeria Cuccarini, Carlo Boffano, Giuseppe Faragò, Ida Milanesi e tutto il personale del Reparto di Neuroradiologia dellIstituto Carlo Besta Milano. - Milano, 9 ottobre 2014. Gli amici di una vita ricordano con tanto affetto il loro caro Cucù Arch. Enrico Schiappapietra e stringono in un grande abbraccio Emanuela e Federico.- Aurelio e Anny con Mariolino, Piero e Valeria, Silvio e Marina, Eugenio, Lino. - Milano, 9 ottobre 2014. La scomparsa di una persona come il Cavaliere Ufficiale Alberto Redaelli è una perdita non solo per la sua azienda ma per tutti coloro che lo conoscevano.- BillerudKorsnäs si unisce al dolore dei famigliari e dei dipendenti porgendo le più sentite condoglianze. - Milano, 10 ottobre 2014. Il Presidente Marco Pedroni, il Direttore Generale Bruno Aceto, il Consiglio Direttivo e tutti i colleghi di Indicod-Ecr sono vicini con affetto a Marco, alla mamma Rosanna e ai familiari tutti, partecipando commossi al loro grande dolore per la perdita del caro papà Giovanni Cuppini - Milano, 9 ottobre 2014. I Fratelli della Cinque Giornate 844 si uniscono al dolore della famiglia per la scomparsa del carissimo Ferdinando Preda maestro di vita e compagno di fecondi lavori. - Milano, 9 ottobre 2014. Rosanna Ragusa, Alessandro Banfi e Paolo Liguori con i colleghi di Tgcom.it, del canale e di News Mediaset, si stringono con affetto ad Andrea per la scomparsa del caro papà Cesare Saronni - Milano, 9 ottobre 2014. Ricordando la vita di lavoro passata insieme, un caro saluto e ricordo a Elena Cumani Pierluigi Ghianda. - Bovisio Masciago, 9 ottobre 2014. Ferruccio ed Elisabetta de Bortoli ricordano la figura cristallina e coraggiosa di Luciano Segre - Milano, 9 ottobre 2014. Augusta e Mariella ricordano Lazard Italia partecipa commossa al dolore di Marina per la perdita del padre Nicholas Gonatas - Milano, 9 ottobre 2014. Franco (Califfo) Gastaldelli con una Messa domenica 12 ottobre, ore 17 nella chiesetta Piani Resinelli, Lecco. - Milano, 10 ottobre 2014. Monica Amari Staglieno è vicina con grande affetto a Caroline e Alberto per la scomparsa di Salvatore Ala RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Milano, 9 ottobre 2014. SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE Con commozione e profonda tristezza ci stringiamo a Caroline e Alberto: il caro amico Salvatore ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 lascia un grande vuoto.- Raphaelle Blanga e i Direttori di Sothebys lo ricordano con affetto e stima. - Milano, 9 ottobre 2014. Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: [email protected] La famiglia Pagani annuncia con grande tristezza e commozione la scomparsa del caro Mario amato fratello, cognato, zio.- Il suo ricordo resterà sempre vivo nei nostri cuori e nei nostri pensieri.Guido, Inge, Roberto, Sara, Riccardo, Michela con Matteo e Alberto. - Milano, 9 ottobre 2014. Paolo e Nanda Kahlberg sono vicini a Rosanna, Guido e a tutta la famiglia Pagani per la perdita del caro zio Mario che ricorderemo sempre con tanto affetto e stima. - Milano, 9 ottobre 2014. Il club 4S Morgan Drivers abbraccia Rosanna per la perdita del caro Mario Pagani - Santa Margherita Ligure, 9 ottobre 2014. Tomaso e Luisetta Kemeny ricorderanno sempre il geniale poeta e amico Ugo Carrega CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: Corriere della Sera Gazzetta dello Sport PER PAROLA: Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 300,00 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 - e-mail: [email protected] Informativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. 196/2003 (“Codice in materia di protezione dei dati personali”). 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REPV BBLICA Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Ufficio Scolastico per la Lombardia Bergamo - Milano, 9 ottobre 2014. PRESENTA LA WEB SERIE ONLINE SU CORRIERE.IT La Scelta di Catia è la nuova web serie di Corriere della Sera: 10 puntate, 60 giorni di navigazione con il comandante Catia Pellegrino e i suoi uomini sulla nave Libra, nello stretto di Sicilia, a salvare vite umane. Un esercito di persone spinto dalla disperazione, nel mediterraneo, davanti alle nostre coste. La realtà è sempre come ci appare? REGIA DI ROBERTO BURCHIELLI PRODOTTA DA ITALI ANA IN COLLABORAZIONE CON La scelta di Catia è anche visibile all’indirizzo marina.difesa.it Corriere della Sera Venerdì 10 Ottobre 2014 57 SPORT MotoGp Prove in Giappone, Marquez al match point Ciclismo Basket Andy Schleck getta la spugna: ritiro a 29 anni Via alla serie A con replay e Inno di Mameli Oggi a Motegi, prime prove del Gp del Giappone, quart’ultimo atto del Motomondiale che potrebbe già confermare Alex Marquez campione del mondo. Ma un po’ tutti tenteranno di bloccare il primo match point iridato dello spagnolo della Honda, a cominciare da Jorge Lorenzo, rinfrancato dalla vittoria di Aragon: «Sono in un buon momento, darò battaglia perché sono più vicino a Marquez, anche se Marc è irraggiungibile». Voglia di riscatto, invece, per Valentino Rossi: «Ho assorbito la caduta di Aragon, ora sono al cento per cento». Il lussemburghese Andy Schleck, vincitore del Tour de France 2010 e della Liegi-Bastogne-Liegi 2009, si ritira: motivi di salute lo spingono ad abbandonare ad appena 29 anni. Il più giovane dei fratelli Schleck non si è ancora ripreso dalla caduta all’inizio dell’ultimo Tour (ha riportato la rottura dei legamenti crociati di un ginocchio): il team Trek non gli aveva prolungato il contratto. Andy Schleck ha vinto il Tour 2010 per squalifica a posteriori di Alberto Contador. A Peccioli, la 62a Coppa Sabatini è stata vinta da Colbrelli su Finetto e Pellizotti. Instant replay ovunque, realtà che nel calcio è in fase di studio, e Inno di Mameli prima di ogni partita, come nella Nba e nel nostro volley in occasione delle sfide scudetto e delle finali della Coppa Italia e della Supercoppa: sono le novità della serie A di basket , che ha la partnership Rcs e Gazzetta dello Sport. Dopo Veroli Cremona-EA7 Milano, anticipata a domani per gli impegni di Milano in Eurolega, dopodomani il clou sarà Openjobmetis Varese-Vitasnella Cantù: il derby segna il via delle dirette della domenica sera su Raisport2. Fiorello e il popolo del volley spingono l’Italia in semifinale Dopo il dramma di Bianchi Tutti pazzi per Piccinini & Co., avanti al Mondiale grazie alla Russia 534 presenze in azzurro della veterana Eleonora Lo Bianco: record Forza Jules Sulle monoposto (qui la Ferrari) c’è un pensiero per Bianchi (E.Colombo) F1, dura riprendere 202 Divisi sulla sicurezza Chiudere l’abitacolo? 2 centimetri d’altezza di Valentina Diouf, martello azzurro SOCHI Che almeno ora non diano tutta la colpa a lui, ● Debutto russo A Sochi è giunto il momento di accendere i motori per il primo Gp di F1 della Russia. Nel circuito ricavato nel parco olimpico dei Giochi invernali 2014, oggi si tengono le prove libere: P1 dalle 10 alle 11.30, P2 dalle 14 alle 15.30 ● Mondiale piloti: 1. Hamilton (foto) 266; 2. Rosberg 256; 3. Ricciardo 193; 4. Vettel 139; 5. Alonso 133 ● Mondiale costruttori: 1. Mercedes 522, 2. Red Bull 332, 3. Williams 201, 4. Ferrari 178 ● Lotus cambia La Lotus ha annunciato il passaggio, nel 2015, ai motori Mercedes (ora ha i Renault) ● Diretta Tv Oggi diretta su SkysportF1Hd a Jules Bianchi che andava troppo veloce (180 km/h al momento dell’impatto) nonostante le bandiere gialle. Perché anche se ci sarà scritto così nel rapporto sull’incidente che il delegato tecnico Charlie Whiting consegnerà al presidente Fia Jean Todt (atteso a Sochi oggi), non cambia il fulcro della questione. E cioè che se c’è una gru attorno alla pista, deve uscire la safety car. I piloti ne parleranno oggi nella consueta riunione. Sono visibilmente sconvolti. «C’è una nuvola grigia sopra di noi», è l’immagine che sceglie Adrian Sutil che è stato il testimone diretto dello schianto di Jules contro la gru che rimuoveva la sua Sauber. «Emotivamente è dura — dice Fernando Alonso —. Siamo professionisti e cercheremo di correre per Jules». «Suzuka è stata la gara peggiore della mia vita — aggiunge Felipe Massa —, anche peggio di quella del mio incidente, perché di quella non ricordo niente». Li unisce il dolore, li unisce la convivenza con il rischio («Conosciamo i pericoli, ma in pista siamo felici»), sono divisi sul tema della sicurezza. «Quello che è successo è inaccettabile — tuona Sergio Perez, pilota Force India —. Vogliamo sapere i dettagli, ci aspettiamo delle risposte dalla Fia, dovranno ascoltarci. Se c’è una gru in quella posizione, è un problema. In futuro dovrà uscire la safety car». Felipe lo segue: Pareri opposti «Dobbiamo lottare per Massa: «Utile per avere il massimo della sicurezza possibile e Bianchi». Vettel: un trattore fuori pista «F1 speciale per non lo è». Sebastian i cockpit aperti» Vettel, prossimo pilota Ferrari (a proposito, «spero di poter fare un annuncio a breve, capirete perché ho dovuto aspettare»), invece non è del tutto d’accordo: «È facile dire dopo che ci voleva la safety car, ma le condizioni erano complicate. Sono state circostanze davvero sfortunate che hanno portato alla catastrofe. Bastassero più safety car avremmo risolto il problema in un attimo». E tra le ipotesi di lavoro torna quella (già discussa, poi accantonata) di chiudere l’abitacolo, creando una cellula sopra la testa dei piloti. Alonso la proverebbe: «Sono d’accordo, quantomeno a testarla. Siamo nel 2014, abbiamo la tecnologia, c’è l’esempio degli aerei e quindi perché no? Gli incidenti peggiori degli ultimi anni sono stati alla testa. Anch’io a Spa nel 2012 avrei potuto morire, è stata questione di centimetri (la Lotus di Grosjean era volata in aria ed era ricaduta sulla sua Ferrari, sfiorandolo, ndr)». Massa ne può parlare a ragion veduta: «Per il mio incidente sarebbe stato perfetto, forse anche per quello di Jules». Vettel, di nuovo, è più dubbioso: «Una delle cose speciali delle auto di F1 è l’abitacolo aperto, d’altro canto è giusto pensarci». La Marussia ha iscritto il pilota di riserva Alexander Rossi, ma non ha ancora deciso se lo schiererà. «Quella resta la macchina di Jules» . Arianna Ravelli © RIPRODUZIONE RISERVATA le volte dell’Italia tra le prime 4 del Mondiale (2002, oro, e 2006, 4a) finale». L’obiettivo finale, già. In un clima di leggera euforia nazionale, una sbornia da bollicine di cui l’Italia del volley abbonda, le azzurre tornano in campo stasera a Milano contro la Russia. Passerella? Macché, il c.t. ha il dente avvelenato: «Ci hanno battuto al Grand Prix. Diciamo che vorrei togliermi un sassolino dalla scarpa...». L’onda d’entusiasmo, come spesso succede, è partita sui social. Il più scatenato è Fiorello, che anche durante Italia-Usa non ha perso l’abitudine di twittare in corso d’opera («Ci siamo! Forza ragazze! Grandissime, primo set vinto: avanti così! E sono dueee: calma adesso! Asfaltate le americane!) e che, compiuta l’impresa, ha scritto quello che tutti pensano: «Meriterebbero Raiuno in prima serata». In caso di finale domenica sera per l’oro, la Rai sta valutando di sconvolgere i palinsesti per trasmettere live le azzurre su una rete generalista; ma, se non altro per scara- Risultati ● Così ieri Cina-Rep. Dominicana 3-2; UsaRussia 3-1 ● Così oggi ore 17.30: Brasile-Rep. Dominicana ore 20: Italia-Russia (foto: Bonitta) ● Così in tv ore 20 diretta RaiSport1 manzia, è presto per parlarne. A ruota di Fiorello, dagli account Twitter ha cominciato a tifare mezzo gotha dello sport italiano; mercoledì il selfie con il presidente del Consiglio Matteo Renzi, ieri lo scambio di sms tra c.t.: Antonio Conte ha scritto a Marco Bonitta («Abbiamo visto tutti quello che stanno facendo: quella azzurra è una squadra che trasmette molte emozioni, speriamo che possano portare avanti il loro sogno») e Bonitta ha promesso di rispondergli a stretto giro di posta. Dovrà farsi vivo anche con Roberto Mancini, altro calciofilo sedotto dal volley. È il Mondiale di casa, il primo delle donne del volley in Italia: attendersi tifo e attenzione era lecito. Ma questa dimostrazione d’affetto (domani e dopo Forum sold out) ha sorpreso anche loro. «Ci stiamo divertendo». Godetevi il lunapark, ragazze. Gaia Piccardi © RIPRODUZIONE RISERVATA Leggere le avvertenze riportate sulle confezioni. Le prove DALLA NOSTRA INVIATA Siamo donne, oltre a Fiorello (e alle gambe) c’è di più. Il Forum pieno come ai match dei cugini — maschi — della pallacanestro (e prima i palazzetti di Roma e Bari): 11 mila spettatori assordanti e tante, tantissime, groupies urlanti per Ele, Moki, Vale, Picci, Fiocco e le ragazze del gruppo. Un milione e 575 mila (5,89% di share) davanti alla tv per lo scoppiettante debutto — 3-0 agli Usa, che ieri cedendo un set alla Russia hanno aritmeticamente qualificato l’Italia alla semifinale — nella terza fase di questo Mondiale rivelatore delle sorelle d’Italia e di Marco Bonitta, il c.t. che rischiando di essere una minestra riscaldata aveva chiesto un patto di sangue: «Ci ha rinchiuse dentro la scatola, come diciamo noi — spiega Eleonora Lo Bianco, veterana tra formidabili deb —. Significa concepire ogni gesto, ogni pensiero, ogni pallone in allenamento e in partita senza mai perdere di vista l’obiettivo Per le cartilagini articolari, un brevetto innovativo. Dalla Ricerca Bios Line una formula innovativa a base di Avovida, estratto di Soia e Avocado® ricco in fitosteroli. Con Boswellia serrata, utile per la funzionalità articolare e Vitamina C, per la normale funzione delle cartilagini. FORMULA BREVETTATA n. 1392395 Flexjal® Forte Integratore - ADATTO ANCHE A VEGETARIANI E VEGANI - SENZA GLUTINE Flexjal® Forte Crema-gel da massaggio - NICKEL TESTED Dal tuo Erborista e Farmacista di fiducia. biosline.com Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera 58 Tv TELERACCOMANDO .¤ di Maria Volpe Michelle si sposa in collegamento con «Striscia» A memoria d’uomo non era mai successo che una star televisiva si sdoppiasse tra la conduzione e il proprio matrimonio. Stasera succederà anche questo. La funambolica Michelle Hunziker (37 anni, foto) oggi si sposa con il suo compagno Tomaso Trussardi, papà della sua piccola Sole che oggi compie un anno, e del figlio/a in arrivo. Non sarà dunque tecnicamente in studio di fianco a Piero Chiambretti (funambolica sì, ubiqua no) ma il tiggì satirico di Canale 5 si collegherà con Bergamo, in diretta, dove si svolge la festa nuziale. Il testimone della sposa è Antonio Ricci, deus ex machina di «Striscia». Tutto in famiglia insomma. Testimone di lui è invece Vittorio Feltri che li ha fatti conoscere. Quello che non si vedrà in diretta saranno le nozze civili celebrate in comune dal sindaco Giorgio Gori. Le telecamere mostreranno invece la grande festa che si svolgerà a Palazzo Trussardi, che si affaccia su Via delle Mura, sempre a Bergamo. Tra gli chef che si occupano della cena Carlo Cracco e Antonino Canavacciuolo. Tra gli invitati sono attesi Silvio Berlusconi, Francesca Pascale, Silvia Toffanin ed Ezio Greggio. Assisteremo a una forte contaminazione di generi televisivi: dalla satira alla commedia sentimentale, dal docu-reality all’intrattenimento. Striscia la notizia Canale 5, ore 20.40 ʱææ 3.$"9/± ÎÎ×@ÎF ʱ¤æ .3"$± ÎÎ×@ÎF ʱÐæ 1 ¤± ʱ|z 3"$!11"± ÎÎ×@ÎF ¤æ±zz . ,;.± ÎÎ×@ÎF ¤¤±¤æ $"1 11± ÎÎ×@ÎF ¤Õ±ææ ,.$8 3$ $± 8@ÂkÎF ¤Ð±Ðæ 1$."± ¤|±ææ 1 ¤ $"$!± ÎÎ×@ÎF ¤|±æz $ $,$ 1± 8@ÂkÎF ¤|±|æ 1$.1$ $ .$"· 8.11$ "± ÎÎ×@ÎF ¤Ê±ææ 81 " .11± ÎÎ×@ÎF ¤p±zæ ¿.1± -×ä± b×Xk @ ΠÕæ±ææ 1$."± Õæ±Ðæ -3 >$" !,$"1 3.$, Õæ¤Ê_ Î@@ äkÂN@@± @X ®ÂkÎÎ@¯ "k ¬Â~Â@@_ 1~¤ Êæ ÅkXb ÕбÕæ 18ɱ ÎÎ×@ÎF æ±Õz 1¤ "$11± æ±zz 1!,$ ± ¤±ææ "!1$.$ ± ÎÎ×@ÎF ¤±zæ /$11$8$ ± ÎÎ×@ÎF Õ±æz .9" 8/$" ,.81± X×kÎ .| ¤Ê±Õz 81 /.1 3" 1". !. "± /kÂk ¤É±¤æ . 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La storia ha per protagonisti Claudio (Raoul Bova), un ricco 40enne che ha ereditato dai genitori una palazzina che gli permette di vivere di rendita, e un vicequestore della Polizia, Luisa (Vanessa Incontrada). Veramente c’è un terzo incomodo, l’angelo VELVET Paula Echevarría Per le storie iberiche di Echevarría 3.355.000 spettatori, 12,7% di share )/" %% 3 2 2=( 28* 28* 273 2=2 2* 27* 27* 2* /&)'6 %% *8* *72 *!= *!* * ! *7* *7 *! * = *73 9/ $ Uriel (Ugo Pagliai), che da un po’ di tempo s’interessa alla vita scapestrata di Claudio (Canale 5, mercoledì, 21.25). Nessuno pretende che Reali sia come Frank Capra in La vita è meravigliosa o come Wim Wenders ne Il cielo sopra Berlino (anche se qui siamo più sul terreno scivoloso di Ghost), ma un po’ di attenzione alla comicità involontaria dovrebbe essere il minimo sindacale richiesto a un regista e ai suoi sceneggiatori. Bova sa recitare solo quando rincorre qualcuno, ma ci vuole davvero una bella faccia di bronzo per indurlo a parlare come Don Camillo con l’angelo di Castel Sant’Angelo; Incontrada è tanto ca- ANGELI. UNA STORIA... Vanessa Incontrada L’attrice superstar della fiction: 4.701.000 spettatori, 19,6% di share rina negli spot pubblicitari (e misteriosamente fa il pieno di pubblico anche su Rai1); Pagliai sembra risvegliarsi dal set de «Il segno del comando» (1971). La fiction è stata presentata come una metafora della solidarietà, della speranza, della lotta contro le forze del Male. Potrebbe facilmente essere letta anche come una metafora di abuso della credulità popolare. Nell’attesa che l’angelo della dimenticanza stenda il suo pietoso velo, per penitenza, agli sceneggiatori è consigliato il libro di Massimo Cacciari «L’Angelo necessario». © RIPRODUZIONE RISERVATA /$&) -9/6) %6$&) -9/6) 8! 066&/ ( )66)/ 9); $' * )66)/ *3 )66)/ '"*# '(* #(* "# "0 #'"# # #" "#, "#" '"0 '+ / 6966 % 066$&' $' )/0) '# +/ %.$'$<$) %% +/)00$& %.6%$ ;/ 9' 6&+) 9 , % )/ %% +/0 )' /$ 9&$ 09)$'6% % -9% +)/6 '9$ +$)"" $90 $' +/6$)%/ % )/ ;06 &') % )/ 061 $% '6/) 9 $'; )' +/)&)'6)/$) $ %6 +/00$)' ' 0%) 6&+) 0)%""$6) 06$% '# %) 0%;) -9%# $069/) 09%% )0' )/ ++''$'), &+/69/ )%6/ % ')/& );9'-9, &%+ !$#((# ' $# #*"0 *"0'# ' )06 )/$') $%') /'6) '<$ /$06 '); )%)"' $/'< /9"$ ')' .-9$% )& &+)00) +)%$ /$ )6'< 6'</) '!# , %/$ 6'$ %/&) %"#/) "%$/$ %$ )% 9;)%) )+/6) $)""$ );0$ &+)/%$ ; )/< =47 )/< !4 )/< 342 )/< 4( $ !" )# !#! #*. ) ##! #4!# )* !. $, $ $/ $0 $ $ $+ // 0 $" 0 0/ 0 05 ) %#**# .! )#.#! 1!# )!4 !#2 !" !. 0/ $/ $ $ $/ $, $+ 0" 0 0, 0 $, 0+ 0$ !" %) $ $/ $ $ $+ $, $ ('1 **! !# %# !. !" 0 0/ 0 0 $ 0 /5 ) # +)) &)00) )%6) &)00) )%6) "$66) !. $" $, $0 $/ $ $5 $ ) )1 *) * #.!4 & ) 0 05 0/ 0+ 0 00 0+ !" # #)!# )!.# )*. ! !4 )#! $ $0 $, $ $ $+ $+ !" /') $/ $ !. !" "# 59 23 81 71 16 63 26 89 24 82 28 !" $+ $/ !. !" 05 ) $+ #* )+/6) 10eLotto I numeri vincenti 15 66 16 70 19 72 28 77 29 79 30 80 38 83 42 86 45 87 48 90 48 Numero Oro !. !" $+ ) $5 !! );0$ $+ 5 '6) 20 26 41 45 89 59 Numero Jolly 48 Numero SuperStar Jackpot indicativo prossimo concorso: 31.900.000,00 Ai 5 stella: Ai 4 stella: Ai 3 stella: Ai 2 stella: Agli 1 stella: Agli 0 stella: www.corriere.it/giochiepronostici Ai 6: Ai 5+ Ai 5: Ai 4: Ai 3: – – 70.778,25 437,35 19,31 ' – 43.735,00 1.931,00 100,00 10,00 5,00 LA SOLUZIONE DI IERI 6 7 5 4 8 3 9 2 1 4 1 2 6 5 9 3 8 7 3 8 9 7 1 2 5 4 6 1 6 4 9 7 8 2 5 3 2 5 8 3 6 1 4 7 9 9 3 7 2 4 5 6 1 8 7 4 3 8 2 6 1 9 5 5 2 6 1 9 7 8 3 4 8 9 1 5 3 4 7 6 2 Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 Altri giochi su www.corriere.it $5 +'(* "# '" 050 )#!. )# 0/5 /5/ / )#!. 1*# ( " '# ! # "*# - #' #( " ( ** ((# "' +"( $05 *" " '"(# "/ ' )#!. # ' #" (#" ** )**#! $5$ #/# 5 '( "#+,' , "" #! !. $ $ $ 0$ $ 9 9 5 7 3 6 8 6 4 6 8 7 3 2 5 4 9 7 5 3 5 1 4 8 1 7 2 2 Superenalotto - Combinazione vincente 17 ' . )**#! 5 *## ! #$"" ' "# '(, !(*'! GIOCHI E PRONOSTICI SUDOKU DIFFICILE 19 75 38 49 41 58 22 55 18 50 10 #"' '* !. $ )!# $ $ *. 1 0, )13* $/ $+ #!) $)""$ 9;)%)0) &+)/% Lotto Estrazioni di giovedì 9 ottobre 2014 48 42 16 BARI 80 70 83 CAGLIARI 77 72 45 FIRENZE 80 90 10 GENOVA 72 86 53 MILANO NAPOLI 87 15 82 28 30 70 PALERMO 79 66 50 ROMA 29 19 72 TORINO VENEZIA 38 90 80 29 55 73 NAZIONALE " $5 $5 (" !+'# + "# "# *.) .! ( # !. 0" $ 00 0 05 0/ 00 .9/)+ )$'6% 066'6/$)'% +$: 0+)06 %% +/69/<$)'$ 6%'6$# +$%)66 9' '6/) +/00$)'/$) 09% "') '$6) )' 6&+) -9$'$ +$: '9;)%)0) +$);)0), 9% )/ %% '$';$ $')%6/ "$0 '# /$ / +)%/ )' %$& $';/'% %)%$ ';$6 ') 00 -9)6, /;% %.%6 +/00$)' 09% /06) % )'6$''6 )' % 6&+) 0)% %$& +$: %), # "'# ' " # # +"#( '( '# #( +" ** $# Venerdì 10 Ottobre 2014 Corriere della Sera 60 G H I B L I LA MENTE DICE SÌ IL CUORE DICE ASSOLUTAMENTE SÌ. MASERATI GHIBLI. A PARTIRE DA 68.000 €* LA NUOVA MASERATI GHIBLI È EQUIPAGGIATA CON UNA GAMMA DI AVANZATI MOTORI 3 LITRI DOTATI DI CAMBIO AUTOMATICO ZF A 8 RAPPORTI, INCLUSO IL NUOVO PROPULSORE TURBODIESEL. DISPONIBILE ANCHE CON IL SISTEMA A TRAZIONE INTEGRALE Q4. maserati.com Fanpage Maserati Italia VALORI MASSIMI (GHIBLI DIESEL): CONSUMO CICLO COMBINATO 5.9 L/100 KM. EMISSIONI CO2: 158 G/KM. *PREZZO CHIAVI IN MANO, IPT ESCLUSA RIFERITO ALLA VERSIONE DIESEL. PREZZO DI LISTINO AL 01.04.2014 Instagram Maserati Italia
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