ANNO XXI Numero 46 4 DICEMBRE 2014 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA EURO 1,50 CLASSIFICHE Messina sul podio SONDAGGI E STUDI SULLA QUALITÀ DELLA VITA RISCOPRONO LE CITTÀ SICILIANE AGLI ULTIMI POSTI. LE RAGIONI DI UNA CRISI SEMPRE PIÙ PROFONDA E LE PROPOSTE PER RIPARTIRE E T N IE B AM ’ A T I AL ITA U Q AV L L E D 1 RO O LAV 4 Dicembre 2014 il punto EDITORIALE Sull’isola svenduta L’ULTIMA TESTA a cadere è stata quella di Mariano Pisciotta, il ragioniere generale della Regione, l’uomo che tiene in mano le redini della spesa. Il governatore ha deciso di sostituirlo. Con chi? Lo scopriremo con il “pacco” di Natale. Accanto a torroncini e panettone, ci sarà il nome del funzionario che si prenderà la briga di firmare un nuovo prestito da tre miliardi di euro, che indebiterà la Regione per i prossimi trent’anni, con la motivazione alta che ci sono ancora da saldare i debiti ai fornitori della sanità. Ora sul governo Crocetta che è arrivato alla sua fase tre, c’è da fare più di una considerazione: l’attività propulsiva del governo si è annullata; le casse sono esangui e gli stipendi in tutte le partecipate, dall’Esa ai consorzi di bonifica, si esclude che arriveranno. Quella che doveva essere una “forza Rivoluzionaria” ha affievolito tutto il suo effetto normalizzandosi alla schiavitù dei partiti. Che hanno imposto uomini in tutti gli assessorati. Se un valore politico a Crocetta va riconosciuto è quello della “denuncia” demolitiva. Ma da queste macerie non è ripartita di pari passo nessuna forza ricostruttiva, né dell’economia, né della morale. Tanto che il Megafono si è spento. Non esiste più. Accordi con Assomineraria e trivelle facili, Muos, transazioni a danno del popolo siciliano sui diritti dello Statuto, sono l’immagine di una Sicilia “s-venduta”. Ma non era questo che una minoranza di siciliani aveva dato come mandato a chi ha votato “a sinistra”, forte di un centrodestra spaccato. La maggioranza dei siciliani, come in Romagna e Calabria, non è andata a votare. Il pericolo, prima della finta rivoluzione, è la finta democrazia di questi partiti. Peppe Grillo Eutanasia di un movimento DI DOMENICO BARRILÀ SU QUESTA PAGINA abbiamo dedicato parecchio spazio alla parabola, oramai in picchiata, del Movimento 5 Stelle, facendo spesso presente che il modello di leadership imposto dai suoi vertici avrebbe finito per disarticolarlo. Le ragioni delle nostre perplessità sono talmente elementari che non c’è neppure necessità di spiegarle, tuttavia la semplice evidenza spesso non basta a convincere gli increduli e i disattenti, quindi occorre aspettare che le cose facciano il loro corso fino in fondo, nel bene e nel male. I dirigenti del Movimento, che sono due, si sono lasciati scappare il primo treno a loro disposizione, mettendo le basi per rovinare una delle novità più originali del nostro povero panorama politico, restituendo fiato alla destre più razziste e violente nonché alla vecchia politica, proprio quella che dicevano di voler debellare. Il treno perso dai due improbabili leader politici fu l’incontro con Pierluigi Bersani, che poteva segnare una svolta rivoluzionaria per l’intero Paese e per la stessa politica, non solo italiana. Si poteva, e doveva, usare l’arma della ragionevolezza, mettendo sul tavolo riforme da realizzare subito, introducendo anche scelte etiche importanti, come la limitazione dei costi della politica, uno scandalo che fa arrabbiare i cittadini li rivolge contro le istituzioni, come attesta lo scioccante astensionismo delle regionali in Calabria e in Emilia, una quindicina di giorni fa. Consultazioni dalle quali lo stesso Movimento è uscito stritolato. Avessero usato, i dirigenti del M5S, la testa e la preoccupazione per gli interessi collettivi, il Paese avrebbe avuto un’occasione storica, forse irripetibile, per lasciarsi alle spalle molte delle gravi contraddizioni che lo bloccano, impoverendolo, e avremmo avuto un presidente della repubblica degno dell’uscente ma, soprattutto, avremmo lasciato a piedi quello che rimane della destra padronale, la vera vergogna dell’Italia dell’ultimo quarto di secolo. Caporedattore: Graziella Lombardo Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430210 P. IVA 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11-92 del 4 maggio 1992. Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229. Stampa: Sts - Società tipografica siciliana spa Strada 5 n. 35 Zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti: via San Camillo, 8 - 98122 (ME), CCP n. 90443839 Copie arretrate: euro 3,00. Progetto grafico: Davide Lopopolo per Psychodesign www.psychodesign.it. Internet: http://www.centonove.it email: [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile Enzo Basso Garante del lettore: Attilio Raimondi centonove pagina 2 Invece, posti di fronte all’alternativa tra risollevare il Paese o lucrare vantaggi dal suo ulteriore sfascio, il comico e la sua spalla si sono diretti dalla parte sbagliata, segnando il destino del loro Movimento. Per certi versi, persa l’occasione, è meglio sia finita così, una democrazia non può collassare nella testa di due individui che agiscono con la stessa spregiudicatezza con cui si travolgono i pedoni in certi videogame. Due persone che si sono avvitate nei propri limiti personali per mancanza di esposizione al confronto, proprio come accade ad un qualsiasi masaniello sudamericano. La democrazia, quale che sia in materia il pensiero dei due guru, resta una cosa seria, forte di un’autorità silenziosa ma capace di mettere in fuorigioco tutti i dilettanti che a turno cercano di stuprarla facendo finta di proteggerla. Non si può “fare” democrazia utilizzando metodi autoritari, prendendo decisioni umorali, aggredendo ed espellendo chi si azzarda a pensare con la propria testa. Per quanto possa apparire irreale, la parabola del M5S somiglia molto da vicino a quella di Forza Italia, un partito scritto, sceneggiato e diretto da un padrone, capace di piegare al proprio volere tutto ciò che conteneva, compresi centinaia di parlamentari della Repubblica. Senza democrazia non cresce nulla, e la destra italiana mostra di avere un rapporto imbarazzante con essa, a cominciare dalla Lega Nord, che addirittura sembra potere superare i consensi dell’ex Pdl. Una rincorsa tra destre sbagliate la cui somma non potrà mai generare una destra davvero europea. L’emergente Matteo Salvini è persona priva di orizzonti, se non quello di incassare i generosi dividendi delle paure dei cittadini, un uomo zeppo di contraddizioni, di cui parleremo con maggiore calma, in ogni caso una nuova brutta notizia per il Paese. Purtroppo il M5S, arenatosi proprio su questioni di democrazia interna, si è avvicinato pericolosamente alla cultura della destra. I risultati sono davanti ai nostri occhi. Senza processi democratici non si può concorrere alla democrazia. Distribuzione: Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso 9/11 - 98124 Messina telefono 090 692508. Distributore regionale: Eagleservices via M. Rapisardi, 62 - 95021 Acicastello (CT). 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A domandarselo è il parroco di Gesso, padre Franco Arrigo, al centro di uno scontro sul ripristino dell’altare maggiore della chiesa madre, intitolata a Sant’Antonio Abate (sec.XVII) e in restauro, che al suo interno custodisce opere di pittoriche di Antonio Catalano il Vecchio, Onofrio Gabrieli, Letterio Paladino e Giovanni Tuccari. Il nodo della questione è semplice. Tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta fu realizzato ex novo un coronamento dell’altare settecentesco più o meno esemplato da un precedente in legno (perduto in un incendio) risalente ai primi del secolo. Main sponsor dell’opera, Luciano Ordile, politico Dc di Salice e creatore delle soprintendenze siciliane. Nell’ambito del restauro della chiesa, il parroco ha sposato l’idea di riportare allo stadio primitivo l’altare, eliminando la superfetazione. «La proposta è partita dalla Soprintendenza ed è stata accolta dalla comunità parrocchiale. Solo due o tre persone sono in disaccordo, più un altro che ritiene di avere potere. Sono MESSINA Ciacio d’Alcamo, 007 di Vullo DIVENTA UN CASO POLITICO LA NOMINA DELL’EX AGENTE ALL’OSPEDALE PAPARDO MESSINA. Che ci fa un ex agente di polizia in una azienda sanitaria? Su chi deve indagare? Diventa un "caso politico" la nomina dell'ex agente Vincenzo Ciacio, come consulente a titolo gratuito del manager Michele Vullo, al Papardo Piemonte. Originario di Alcamo, legato da amicizia alla dirigente Asl Paolina Reitano, che ha firmato la delibera, l'ex agente è stato chiamato a collaborare per la sua esperienza di "polizia giudiziaria", una attività che in passato gli ha procurato qualche noia con la giustizia, poi chiarita. Un fatto questo che ha mandato su tutte le furie Rosario Crocetta. Che da Bruxelles, dove si trova, ha stigmatizzato la nomina "non concordata" e ha chiesto un'azione ispettiva all'assessore alla salute Lucia Borsellino per fare luce su questa vicenda. Lo "007" di Vullo, così, anzichè promuovere indagini, si ritrova oggetto di indagini. TOP SECRET AEROPORTO FONTANAROSSA La Procura di Catania indaga per aggiotaggio CATANIA. Una indagine riservata della Procura di Catania sulla gestione dell'aeroporto di Fontanarossa. L'accusa sulla quale si indaga: agiottaggio, avere fornito notizie riservate all'esterno. Sulla gestione del maggiore aeroporto della Sicilia, la direzione non ha risposto a due quesiti del presidente dell'Enac, che chiede conto sul piano di investimenti da 600 milioni che l'aeroporto dovrebbe portare avanti. COMUNE MESSINA Cucinotta diventa ricercatore, possibili dimissioni in vista L’altare della Chiesa di Sant’Antonio Abate un paio di anni fa (foto isolainfesta.net) convinto che il soprintendente avallerà l’operazione. Per quanto mi riguarda, la superfetazione possono portarla dove vogliono, anche in un’altra chiesa o in una villa», spiega Arrigo. Che aggiunge: «La spaccatura all’interno del paese è una diceria da social network. Ripeto, si tratta di quattro persone a cui si aggiungerà qualcuna, in buona fede, che verrà convinta». E il soprintendente Rocco Scimone, cosa dice? A lui spetta la decisione dopo i pareri favorevoli di tutte le unità operative che hanno voce in capitolo sulla questione, dall’architettonica alla storicoartistica: «Stiamo valutando la vicenda per vedere come meglio compenetrare le esigenze contrastanti. Si tratta di una superfetazione storicizzata, fu fatta nei primi del Novecento». (D.D.J.) SOMMARIO PRIMO PIANO 6/9. Messina dietro la lavagna Il Sole 24ore relega la città agli ultimi posti. Le proposte per tornare in alto POLITICA 9. Trivellazioni, la Sicilia si spacca Impasse all’Ars con la fuoriuscita di 5Stelle 10. Piani di zona, la Regione bacchetta Gli uffici fanno rilievi su tre delle dieci Azioni proposte dal Comune di Messina 11. Leanza, l’alleato Sicilia democratica proclama il segretario 12. Tortorici, Rizzo Nervo double face Sospeso dalla carica di sindaco, con le sue denunce ha innescato il blitz “terreni in Comune” SICILIA 13. Papardo, azienda dissanguata L’ospedale di Messina perde il centro trasfusionale, declassata ad emoteca 14/15. Tremestieri, l’insabbiato Radiografia di un’opera costata già tre milioni in manutenzioni 16/17. Pace. e discarica sia Cosa sorgerà davvero nell’impianto previsto nella zona nord. E chi lo costruirà 18. Taormina, “Le Rocce” in project La Provincia bandisce una gara per la concessione dello storico complesso di Mazzarò ECONOMIA 19. Tu chiamala se puoi Sviluppo Italia Langue la società affidata dal governatore al commercialista di Gela 20. Batteria, siamo esauste L’azienda di Giammoro in difficoltà. Le strategie del gruppo Franza 21. Il parcheggio? Trovalo su smarthphone Niente stress al volante grazie l’app di un ingegnere catanese 24. Qualcuno ci salvi dalla Merkel L’economia statunitense e quella europea 25. Qudfghkel L’economia statunitdfghdfgh POSTER 27. Mancuso, il nostro caro Angelo Moriva il 2 dicembre 2008 uno dei più grandi poeti italiani 28/29. Obiettivo integrazione Mostra fotografica alla Biblioteca regionale RUBRICHE 4-5. Settegiorni 26. Qui Europa / Consumatori 26. Consulenti 30/31. Libri/La Classifica/Lacerti di Letture 32/33. Cinema 34/35. Spettacoli 36. Mostre 38-39. Lettere & Commenti 38. Qui Scuola / Heritage / Ecologia 39. Eliodoro / 150 Parole da Palermo centonove pagina 3 MESSINA. Possibili dimissioni per l’assessore comunale alle Politiche Giovanili, Filippo Cucinotta. L’esponente della giunta Accorinti, infatti, nel giugno scorso ha vinto un concorso per ricercatore a tempo determinato a Ingegneria. Una volta chiamato in servizio, infatti, per Cucinotta diventerà un’impresa ardua conciliare didattica, ricerca e assessorato. MESSINA Arsenale Militare, Mauro Sidoti direttore ad interim MESSINA. Sarà il vicedirettore Mauro Sidoti a garantire l’interim, dopo il pensionamento del direttore dell’Arsenale militare di Messina Mauro Costa. In un primo momento era stato indicato il nome di un militare sardo, Satta, che ha però declinato l’invito. SANITA’ Catania e Messina le Asp più indebitate MESSINA. Le Asp più indebitate della Sicilia? Catania e Messina: la prima deve quasi 95 milioni alle imprese e 224 alle banche, la seconda 90 milioni ai fornitori e 148 alle banche. Solo le cifre all'esame del ministero della Sanità a Roma, dove hanno rilevato che "il Papardo di Messina, risulta esposto con le imprese per 12 milioni di euro e con le banche per 24". 4 Dicembre 2014 CHI SALE Rocco Scimone MESSINA. Il soprintendente di Messina è un ciclista provetto: tra le sue tappe preferite via Garibaldi, dove in sella alla bici non esita a fare slalom, per schivare le auto in doppia fila. Nello Musumeci CATANIA. Equiparare gli stipendi dei deputati siciliani a quelli delle altre regioni senza passare dall'equiparazione allo stipendio da senatore. E' la proposta che il presidente della commissione antimafia avanza nel progetto "Sarà Belissima", il tour per le città siciliane fatto per spigare come Crocetta ha affossato la Sicilia. Santi Consolo CALTANISSETTA. Il procuratore generale di Caltanissetta è il nuovo Capo del Dipartimento dell'Amminstazione Penitenziaria. Lo ha nominato il Consiglio dei ministri. Nato a Gangi, in provincia di Palermo, è stato sostituto procuratore generale in Cassazione e, prima di approdare a Caltanissetta, ha svolto le funzioni di Procuratore Generale di Catanzaro. Nicola Fiasconaro PALERMO. Il maestro pasticcere siciliano premiato alla VI edizione della Fiera Nazionale del Panettone e del Pandoro in corso a Roma «Per l'innovazione apportata ai prodotti, la comunicazione e l'internazionalizzazione». Ambasciatore in tutto il mondo delle eccellenze dolciarie, Fiasconaro guida, insieme ai due fratelli Fausto e Martino, l'azienda fondata nel 1953 dal padre a Castelbuono. Vania Contraffatto PALERMO. Il magistrato della Procura di Palermo, da ieri ricopre ufficialmente il ruolo di assessore regionale all'Energia e ai Rifiuti della Sicilia. Il Csm ha dato oggi il via libera all'aspettativa chiesta dalla pm della Procura. Contrafatto era stata nominata assessore un mese fa dal Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, ma fino ad oggi non si era potuta insediare perché mancava il nulla osta del Csm. settegiorni EX SICILCASSA Il Fondo pensioni ha un nuovo consiglio di amministrazione MESSINA. Il Fondo Pensioni ex Sicilcassa ha un nuovo consiglio di amministrazione. Tra pensionati e lavoratori ancora in servizio sono andati al voto 4200 bancari. Nove i membri del cda eletti in due sezioni che raccolgono gli iscritti che hanno optato per la capitalizzazione della pensione integrativa (sezione A) e quelli che invece continuano a percepire il vitalizio (sezione b). Nella prima sono stati eletti: per la lista «Aper» Marcello Critelli (593 voti) e Giuseppe Midili (409); per la lista «Impegno e Solidarietà» Enzo Giunta (373) e Achille Gattuccio (244); per la lista«Safed per la liquidazione» Fabio Martorana (329) e Salvatore Capparelli (241); per la lista «Obiettivo vendita» Stefano Leone (236); Per la lista «Irs» Giuseppe Iannì (181). Un solo eletto nella sezione B, Mario Entità (4 voti). È stato scelto anche il nuovo collegio dei revisori: ne fanno parte Andrea Ingrassia, Carmelo De Rose e Nuccio Prega dio. Entro poche settimane, con l' insediamento del consiglio, saranno indicati il presidente, il vicepresidente e l' eventuale responsabile. Quello di Sicilcassa è un fondo chiuso che gestisce un patrimonio immobiliare notevole, stimato di recente duecento milioni di euro. Gli immobili di pregio, oltre che a Palermo, si trovano anche a Roma, Catania e Agrigento. A Messina di recente sono stato ceduti due piani di un grande edificio di via Palermo che prima ospitava gli uffici Telecom, a una società di assistenza sanitaria. La vendita "in blocco" dell'intero patrimonio immobiliare non ha dato in passato i risultati sperati. Ora prende l'ipotesi della vendita per "blocchi". SOCIETÀ Edicazione alimentare, gli incontri dell’Airc MESSINA. “Educazione Alimentare, Stili di vita e Dipendenze”, è il tema degli incontri organizzati dall’Airc, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, che coinvolgeranno diversi Istituti Scolastici di Messina e Provincia. L’iniziativa è promossa dal Comitato Sicilia Airc ed è organizzata dalla Delegazione di Messina (Olga Mondello Franza, Adele Penna e Francesco Trimarchi). Il prossimo appuntamento il 17 dicembre all’Istituto Comprensivo di Mistretta, alle ore 9,30 con la dottoressa Certo, Medico Informazione Specialistico Università di Messina. Autostrade siciliane, premio allo studente Pollicino MESSINA. Il presidente del Cas Rosario Faraci giovedì 4 dicembre, ore 10 consegnerà il libro sulle “Autostrade Siciliane” allo studente Riccardo Pollicino – della classe II sez. B della Scuola Media “Falcone Borsellino” di Rometta Marea, facente capo al Comprensoriale di Saponara/Rometta - per la poesia dallo stesso composta titolata “L’Autostrada” pubblicata sul settimanale Noi Magazine lo scorso 16 ottobre. Per l’occasione i ragazzi avranno modo di visitare il Centro Radio del Consorzio. La Rosa alla Feltrinelli con i Racconti di un comunista di periferia” MESSINA. In prefazione, Simona Mafai, storica esponente della sinistra italiana, introduce così il personaggio e il momento storico: “Quanto diversa la situazione da quella del dopoguerra, quando Tindaro La Rosa aveva iniziato la sua coraggiosa e limpida vita politica e personale (...) Se non ci fossero stati i comunisti di periferia, non ci sarebbe stato il partito”. “Racconti di un comunista di periferia” (Lombardo Edizioni) è il titolo del libro di Santì e Rosa Elisa La Rosa, composto sulle carte di Tindaro La Rosa, storico dirigente sindacale e politico milazzese, che sarà presentato al Feltrinelli Point Messina martedì 9 dicembre alle ore 17:30. All’iniziativa, organizzata da Cia Messina e da Flai-Cgil, interverranno Santi La Rosa, Pippo Campione, Giovanni Mastroeni, Pippo Panarello e Gino Savoja. PACE DEL MELA. Esperti a confronto sui piani di prevenzione Convegno sui rischi sismici e idrogeologici MESSINA. Giovedì 4 dicembre, presso l’Auditorium di Pace del Mela alle 9,30, convegno sulla “conoscenza e la prevenzione dei rischi naturali – rischi sismici e idrogeologici”. Modera la presidente dell’associazione Consultiamoci, Amelia Mannino, con relatori il sindaco Giuseppe Sciotto; Michele Orifici, del Consiglio Nazionale Geologi, che illustrerà “Il piano di protezione civile nella prevenzione dei rischi geologici”; Sergio Bianchi, Presidente Associazione Vittime Studenti Universitari Sisma aprile 2009); Umberto Braccili, Giornalista RaiI, autore del libro “Macerie dentro e fuori“, che parlerà dell’esperienza dell’Aquila e Francesco Rubino, Presidente dell’Associazione Geologi di Messina 1995, che approfondirà sui “Rischi sismici e idrogeologici”. IL CASO. Costretto a lasciare il Genio Civile per l’Urega, si scopre ora che non ha i requisiti. Ecco come far bene il proprio mestiere può diventare rischioso L’ingegnere Sciacca? Paghiamolo per non far nulla MESSINA. Ora è certo: l’ingegnere Gaetano Sciacca all’Urega, l’organismo che controlla gli appalti sopra soglia comunitaria, destinato in un futuro prossimo a promuovere anche le gare nella sanità, non potrà andare. Lo ha accertato Fulvio Bellomo, capo del dipartimento dei Lavori pubblici, che ha verificato i requisiti chiesti dalla legge: occorre trovare figure che abbiano “adeguata esperienza in campo giuridico”: ex magistrati; ex intendenti di finanza; ex prefetti. La nomina di un architetto a Ragusa, è stata solo l’eccezione che conferma la regola. E ora? Ora Sciacca, che aveva subito firmato l’accettazione della carica, è ufficialmente senza incarico. Senza scrivania. E senza funzioni. E’ ufficialmente un ingegnere capo, retribuito, per non fare nulla. Una condizione alla quale, dopo avere già usufruito del periodo di ferie, non è abituato, tanto che dalla Protezione civile, il responsabile Foti, lo ha chiamato per portare a termine alcuni lavori dei quali ancora risultava essere “Rup”: Sciacca si è riservato di chiedere l’autorizzazione in Gaetano Sciacca assessorato. Un bel pasticcio quello combinato dal presidente Crocetta. Che prima ha aderito alle sirene della politica e ha fatto posto all’ingegnere Leonardo Santoro, in quota Udc, che ha lasciato l’incarico alla Motorizzazione provinciale. “Infastidito” dal battage che dei media sul trasferimento forzato di Sciacca, Crocetta centonove pagina 4 ha dichiarato in Tv che “Sciacca per i suoi lavori ha incassato trecentomila euro”. Una falsità: delle somme previste dalla legge per l’incarico di Rup, lo 0,25% dell’importo dei lavori, Sciacca ha destinato le somme a tutti i funzionari dell’ufficio. Gli importi a lui spettanti sono ottanta mila euro, non 300mila come annunciato da Crocetta. Questo a fronte di lavori realizzati per trecento milioni di euro, non solo a Giampilieri, già collaudati e rendicontanti: si tratta perlopiù di lavori europei. In partica il Genio Civile di Messina è stata la prima stazione appaltante della Sicilia per velocità di spesa e rendicontazione. Questa “colpa” è valso un pronunciamento negativo da parte del giudice del lavoro Bellino, cui aveva ricorso Sciacca. E ora vale da monito per l’esercito di dirigenti nullafacenti della Regione: fare il proprio mestiere in Sicilia può essere a “rischio”. Si rischia di essere diffamati in Tv e poi essere messi da canto. Sono gli effetti della Rivoluzione in corso. settegiorni ITALA. Il dipinto scoperto nell’antica chiesa dei SS. Pietro e Paolo MESSINA Dai restauri riaffiora Gesù nel tempio Stai con noi presenta il vigile civico ITALA. L'antica Chiesa dei SS. Pietro e Paolo continua a sorprendere. Durante i lavori di restauro e consolidamento, durati oltre due anni e finanziati dall'Assessorato Regionale dei Beni Culturali è riapparso un antichissimo dipinto murario raffigurante la presentazione al Tempio di Gesù bambino. Difficile stabilirne con esattezza periodo e tecnica di realizzazione, di certo si tratta di un'ulteriore prezioso tassello che va ad arricchire il già vasto patrimonio storico artistico del centro medievale. La Chiesa Arabo Normanna dei Santi Pietro e Paolo di Itala, fu costruita nell'anno 1093 dal Conte Ruggero il Normanno nel posto dove la tradizione locale vuole che sia avvenuta una cruenta battaglia fra Arabi e Normanni, risultata vittoriosa per questi ultimi. I lavori di consolidamento e restauro dell'edificio, per un costo di circa 300 mila euro, hanno interessato interventi sulle coperture e su alcune parti interne . La riapertura dell’antica Chiesa consentirà alla popolazione della frazione di Croce e ai numerosi turisti di ritornare a fruire del luogo simbolo della sua fede e della sua storia millenaria. Autentico gioiello architettonico della Sicilia Orientale, la chiesa di Itala, a differenze delle altre dello stesso periodo, è l’unica ad essere ancora aperta al culto. Meta prediletta di centinaia di turisti che da diverse parti d’Italia e d’Europa ogni anno raggiungono Itala per ammirarne la bellezza. La riapertura è vissuta come una grande festa di popolo. Tanto è l’entusiasmo suscitato da quest’evento presso le persone del posto che, in modo volontario, hanno voluto partecipare ai lavori di pulizia dopo la fine dei lavori interni in modo del tutto volontario. Sebiano Chillemi PALERMO. Consumo e progettazioni innovative in mostra Ai Cantieri “Fai la cosa giusta” PALERMO. Da venerdì 5 dicembre e fino alla sera della domenica 7, Fa’ la cosa giusta! Sicilia aprirà i suoi battenti ai Cantieri Culturali della Zisa di Palermo proponendosi come luogo d’incontro delle produzioni del consumo, progettazione e realizzazione innovativa, in una “voglia di futuro” improntata sulla sostenibilità e la compatibilità socio-economica e ambientale. Ai Cantieri Culturali, circa 80 espositori – tra aziende, associazioni e Istituzioni - presenteranno prodotti e servizi. Significativi, il progetto scuola che vede coinvolti tanti alunni – oltre 1.500 - guidati dai loro insegnanti, e un progetto, particolarmente importante in Sicilia, per il rilancio, economico ed alimentare, del pesce “ povero” ma ricco per la salute dei consumatori - che, per l’occasione, sarà fornito dai Gac (Gruppi di Azione Costieri) e cucinato dagli studenti dell’ IPSSAR Paolo Borsellino. Nel segno dell’innovazione, anche dal punto di vista fieristico, il nuovo spazio aperto “Io lo faccio già”, in cui idee, progetti e pratiche originali e virtuose potranno essere presentate a visitatori ed espositori. Ci sarà anche la Bottega del Baratto e quella del Benessere, dove i visitatori potranno prendere parte ad attività quali: meditazione Osho Kundalini, Zhineng qi gong, massaggio tibetano per cervicali, Tai chi chuan, Hatha yoga, massaggio Shiatsu, Feldenkrais, e tanto altro. MESSINA. Sarà presentata venerdì mattina al Comune l’iniziativa “Vigile Civico”, promossa dall’associazione “Stai con Noi”, in collaborazione con il comando dei vigili urbani. L’associazione di volontariato “Stai con Noi”, coordinata dal commercialista Fabio Puglisi, si propone di segnalare attraverso una “multa bonaria”, un grande foglio colorato affisso al parabrezza dell’auto, la “multa morale”: auto in doppia fila, auto di traverso che, come barriere architettoniche, impediscono il passaggio di portatori di handicap e di mamme che spingono carrozzine. “Non è escluso che in futurospiega Fabio Puglisi, la multa civica possa rappresentare anche un valore di multa economica: la legge prevede in alcuni casi un lavoro sostitutivo al lavoro dei vigili urbani”. L’iniziativa che è stata subito sposata dal generale Calogero Ferlisi, oltre che un ammonimento morale all’automobilista indisciplinato, rappresenta un momento di crescita civica dei cittadini, che prevede allo studio un altro step: l’istituzione del “nonno amico”, l’anziano che munito di fischietto aiuta gli alunni ad attraversare le strisce pedonali all’uscita della scuola. ROSA E NERO Premio alla memoria di Sandro Musco PALERMO. La Fondazione Ignazio Buttitta, come ogni anno, rende omaggio alla figura del Poeta assegnando il Premio Ignazio Buttitta a personalità siciliane che si siano distinte. In questa IX edizione si è deciso di premiare il professore Sandro Musco, alla memoria, per la sua intensa e preziosa attività di diffusione della cultura e il Coro della Settimana Santa di Montedoro per il rilievo esemplare e il valore antropologico e artistico delle sue esecuzioni. La cerimonia si svolgerà il 5 dicembre alle ore 18,30 al Museo internazionale delle marionette Pasqualino, a Palermo. I primi cinquant’anni di Totò Schillaci PALERMO. Ricordi e rimpianti. Un mondiale perso, la popolarità improvvisa e il regalo di Baggio. Ma soprattutto le notti magiche di Italia '90. Ha compiuto 50 anni lunedì Totò Schillaci, la sua vita come un romanzo, il ragazzo del sud che corona un sogno, una carriera breve ma costellata di intense emozioni destinate a non spegnersi mai. Sette anni al Messina tra serie B e C, 3 anni di Juve, 2 di Inter, poi Giappone; 16 volte in Nazionale. Oggi Totò è testimonial in tv, gestisce per passione una scuola calcio e organizza eventi sportivi a Palermo, dove ha scelto di tornare. Casa Memoria, un libro per l’anniversario di Felicia PALERMO. Il 7 dicembre 2014 ricorre il decimo anniversario della scomparsa di Felicia Bartolotta Impastato, madre di Peppino. Dalla morte del figlio Felicia ha speso la sua vita nel perseguire la strada della giustizia contro la sopraffazione mafiosa. Nasce così: Casa Memoria. In questa occasione, l'associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato Onlus inaugura il plastico del Mulinazzo in uno spazio all'interno di Casa Memoria e, insieme al Centro Siciliano di Documentazione “Giuseppe Impastato” Onlus, pubblica il libro “La memoria e l'arte” a cura di: Giovanni Impastato, Pino Manzella e Paolo Chirco. Il ricavato andrà a sostegno di Casa Memoria e delle attività dell’associazione. centonove pagina 5 4 Dicembre 2014 SCENDI Giampiero Neri MESSINA. Con il suo cognome è esperto per la comunicazione del sindaco, col nick di Facebook, Giampiero Già”, critica le decisioni di Accorinti. A provarlo, una sua presa di posizione sugli stalli temporanei riservati ai giornalisti: “Eppure tutti i dipendenti del Comune pagano il parcheggio oppure girano finché non ne trovano di liberi nelle zone limitrofe... da oggi la loro sfortuna è non essere giornalista...”. Renato Accorinti MESSINA. Non sempre l’entusiasmo del sindaco di Messina è trascinante. Accorinti, giunto in piena messa in scena di “Istinto”, il primo degli spettacoli degli allievi del laboratorio teatrale “Nel Paese dei balocchi”, ha seguito lo spettacolo in piedi ma, dopo pochi minuti, ha esclamato ad alta voce: «Sento una bella energia!», distraendo il pubblico e gli attori sul palco. Sebastiano Sanzarello BARCELLONA. L’ex ex assessore alla Sanità, condannato a 4 anni dal tribunale di Messina, nell'ambito del processo scaturito sulle tangenti all' Aias di Barcellona Pozzo di Gotto. E’ in buona copmpagnia: 3 anni a Oreste Casimo e 1 anno e 6 mesi a Luigi La Rosa ex presidente Aias "pena sospesa" in quanto si è autodenunciato. Antonio Ruggeri MESSINA. E’ una brutta tegola quella che è arrivata in testa all’ex capo di gabinetto. Ruggeri, infatti, è statocondannato a quattro anni e mezzo di reclusione (in primo grado) con l’accusa di peculato: Ruggeri, da commissario dell’Ato3, ha in tascato136mila euro di compensi nonostante avesse dichiarato che l’incarico lo avrebbe svolto a titolo gratuito. Giovanni Foti MESSINA. Nonostante gli sforzi per risanare l’Atm, il direttore generale proveniente da Torino non ha fortuna: mercoledi mattina si è guastato un tram che aveva già dato segni di cedimento nei giorni scorsi, interrompendo il servizio e lasciando “in tredici” gli utenti. 4 Dicembre 2014 primopiano CLASSIFICHE. Lo studio de Il Sole 24 ore inchioda Messina nei bassifondi della graduatoria. Ecco perchè Messina dietro la lavagna Risultati disastrosi in affari e lavoro (con la provincia che salva la città) e invidiabili in sicurezza, con un aumento delle denunce per estorsione. male l’ambiente, meglio svaghi e cultura, poi l’inatteso: la focaccia non tira più... DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Novantaquattresima posizione, ma era la 91ma solo un anno fa, il bicchiere mezzo pieno dato dalla vittoria nei “derby” con Catania (novantacinquesima, appena una posizione dietro) e la dirimpettaia Reggio Calabria (penultima), spesso indicate come un Eldorado, bicchiere mezzo vuoto per il fatto che nonostante questa soddisfazione, in graduatoria Messina è sempre in fondo. Lo ha certificato il Sole 24 ore nell’indagine annuale sulla vivibilità nelle province italiane, dalla quale è stata stilata la graduatoria, basata su sei indici (tenore di vita, affari e lavoro, servizi-ambientesalute, popolazione, ordine pubblico, tempo libero) . Come se la è cavata Messina? Male, in una parola. INDICI...PUNTATI. Ogni indice è diviso in sei parametri, che danno un quadro completo di cosa va e cosa no nelle province italiane. Il primo è il tenore di vita, e testimonia che nei 108 comuni del messinese non si vive affatto bene. Perchè rispetto al 2013 si è abbandonato l’ultimo posto, ma ci si è piazzati al penultimo. Perchè? Tra gli indicatori ci sono quelli economici, e Messina città, in Sicilia, risulta tra i centri più ricchi. Non così la provincia invece: nei piccoli centri il reddito procapite, ma anche i consumi e i patrimoni familiari crollano drasticamente, facendo abbassare la media. Non aiuta nemmeno il fatto che uno dei parametri sia legato al costo delle case, notoriamente e immotivatamente alle stelle in città (anche se ridimensionato negli ultimi anni). AFFARI E’ LAVORO. Fosse affidato solo alla città, il parametro sarebbe disastroso. Scarsissimo tessuto imprenditoriale, poche aziende e quasi nessuna di respiro anche solo regionale, Messina stavolta è salvata dalla provincia (e nonostante questo ottiene un non entusiasmante 94mo posto). A parte il turismo, che risente positivamente di Taormina e isole Eolie, indicatore del fatto che in provincia si intraprende di più, è un semplice dato: quando la regione Sicilia va all’estero per fiere ed esposizioni, da Messina si porta dietro solo ed esclusivamente aziende della provincia. E’ accaduto, nel solo 2014, per le trasferte in Qatar, a Kiev, a Londra, a Parigi ma anche solo a Verona e Milano: nessuna impresa cittadina, numerose dalla provincia. Il Messina e la sua Provincia, salvate dal clima e dal panorama che vuol dire, ed è un dato preoccupante, che in città praticamente non esistono aziende in grado di interessare una clientela che non sia solo quella cittadina. MESSINA...AMBIENTE. A soddisfare il messinese, tradizionalmente, bastano la focaccia, la mezza con panna ed il clima. Ed è grazie al terzo parametro che nella graduatoria servizi, ambiente e salute, non ci si piazza all’ultimo posto (ma ci si va vicinissimi, al numero 97). Il resto è pressochè un disastro: dagli asili nido (meno di cento posti per oltre novemila potenziali bimbi utenti in città, anche peggio in provincia) all’esasperante lentezza della giustizia civile, ai catastrofici dati ecologici. Sorprendentemente, gli ospedali sembrano funzionare bene, dato che la migrazione sanitaria non è elevatissima. Quello, o il fatto che nessuno ha più una lira per andare a farsi operare altrove. POPOLAZIONE SENZA RADICI. L’indicatore della popolazione non è esattamente clemente con la provincia messinese, relegandola al 96mo posto. La principale causa è una migrazione fortissima di chi non trova sbocchi lavorativi ed è costretto a cercarli altrove. Così facendo si alza l’età media della popolazione e si perdono punti in graduatoria (e a cascata li fanno perdere anche in altri indici legati a reddito e PUNTI DI VISTA Quelli che “c’erano prima” e quelli “di adesso” MESSINA. A graduatoria ancora “calda”, sono iniziati gli indici puntati verso Renato Accorinti, incuranti del fatto che la classifica fosse provinciale e la maggior parte degli indicatori si riferissero, nella migliore delle ipotesi, in periodi in cui l’attuale amministrazione era in carica solo da qualche settimana (e in quella peggiore quando la candidatura di Accorinti non era nemmeno un’ipotesi). Il che è più o meno la linea di difesa seguita dall’assessore al Bilancio Guido Signorino (“avrebbero dovuto leggere con un po' più d’attenzione le statistiche che hanno commentato”, scrive il vicesindaco) contro le critiche piovute. C’è un problema. Quando a governare c’erano i politici, “quelli di prima”, per trovare le soluzioni ci si rivolgeva a sociologi ed economisti. Che incidentalmente sono diventati “quelli di ora”, quelli che oggi tengono le redini di palazzo Zanca. E non sembra stiano facendo meglio di quelli di prima. E dunque? A chi chiedere soluzioni? Centonove ci tenta, e decide di snobbare l’establishment e dare la parola a chi ha idee, proposte, visioni diverse. E magari non aspira a diventare “quelli di domani”. (A.C.) centonove pagina 6 produttività). Come si potrebbe ovviare? Con la percentuale di stranieri regolari in rapporto alla popolazione. E anche qui, non è che si faccia proprio a botte per vivere a Messina, dato che la percentuale è del 4,26% e piazza la provincia al 76mo posto. La curiosità è che sui Nebrodi, in particolare a Montalbano, ormai la popolazione è formata per la maggioranza da immigrati dall’Europa dell’est e da cittadini delle ex repubbliche sovietiche. Cittadine, sarebbe più corretto, visto che la stragrande maggioranza sono donne. ORDINE PUBBLICO. Dove tradizionalmente Messina ottiene ottimi risultati è la sicurezza: rispetto ad altre province, quella messinese, pur non essendo scevra da episodi di criminalità, è vissuta come più tranquilla. Bassissima microcriminalità (ottavo posto), poche truffe e furti in appartamenti, ad un rispettabilissimo 48mo posto per le rapine (indice destinato a salire nella graduatoria del prossimo anno, dato che negli ultimi mesi si sono moltiplicate esponenzialmente, sia in città che nell’hinterland), Messina se la passa male per quanto riguarda le estorsioni, 13,73 ogni centomila abitanti (e 87mo posto in classifica). Il che non è un dato negativo in assoluto, perchè vuol dire che finalmente si inizia a denunciare chi chiede denaro in cambio di “protezione”. Semmai era irreale il dato che emergeva negli anni scorsi, in cui sembrava che, soprattutto in città, il pizzo non lo pagasse nessuno. IL TEMPO CHE NON TORNA. A svaghi e ritrovi culturali e non, Messina si trova a metà classifica, quindi meglio degli anni scorsi. Merito di librerie (50mo posto, 7,87 ogni centomila abitanti con un vero e proprio boom in città negli ultimi anni), cinema (in città c’è il multisala con più “schermi” di tutt’Italia, in provincia si arranca un po’) ed un indice di sportività che contrasta con l’immagine pigra che il messinese ha di sè e dei suoi concittadini. A sfatare un mito, però, ci pensa un disastroso quanto inaspettato risultato: 92ma posizione nella classifica di ristoranti e bar per 100mila abitanti. In una città (ma anche una provincia) in cui ogni tre botteghe una è un bar o una rosticceria o una gastronomia o una pizzeria, le statistiche nazionali indicano invece meno di 500 bar o ristoranti ogni 100mila abitanti. Neanche la focaccia e la mezza con panna ormai tirano più. Non resta che affidarsi al clima... primopiano Mosè Previti Luciano Marabello Eric Delerue Francesco Palano Quero Pietro Saitta Alessandro Russo MESSINA. Hanno dai venti ai quaranta anni, sono attivi su diversi fronti e dicono la loro sul “fanalino di coda” Sei proposte per imprimere la svolta Dalla cultura e la crescita che cercano spazi, e potrebbero trovarli nei beni comuni, alla incapacità di valorizzare ciò che si ha, le occasioni di rilancio dell’area dello Stretto. Che passno anche dall’agricoltura e dalla politica MESSINA. Lasciandosi alle spalle le classifiche, ecco cosa propongono messinesi dai venti ai quaranta anni, diversamente attivi in città, rispetto ai diversi settori di crisi e di rinascita. ARTE E CULTURA. Per Mosè Previti, una specializzazione in arte contemporanea alle spalle e un presente da critico militante, esiste un problema di spazi: «Manca un luogo, un museo di arte contemporanea che sia vero e partecipato, animato da energie. Dico museo, ma penso anche a un’accademia o a qualsiasi sede dove chi ha agito e agisce sul territorio possa incidere ancora di più. La cultura dei giovani è cresciuta sul fronte dell’intrattenimento, ma manca ancora una estitica contemporanea. Messina è una città grigia, senza colori, e le cose che vengono fatte, come le piazzette tematiche, sono mausolei imbalsamati, luoghi da geometri privi di un segno di contemporaneità». BENI COMUNI. E, a proposito di luoghi, interviene Luciano Marabello, architetto e animatore del Laboratorio per i beni comuni di Messina: «La città deve dare nuovo significato alle cose che già ci sono, confrontandole con le esperienze delle altre. Si dovrebbe partire, insomma, da ciò che esiste, puntando su attività e ricerche che producano differenza, mettendole in circolo. In questo senso, i beni comuni possono assumere un ruolo importante, in un’epoca priva di soldi, come nuova forma di credito da erogare alle giovani generazioni per dar loro modo di fare». TURISMO. Insieme a Maria Fazio, Fabio Bruno e Francesco Pellegrino, è arrivato alle finali regionali del premio destinato alle startup con Itineranda. A Centonove, Eric Delerue, francese che vive a Messina con un’ampia esperienza nel campo del Turismo, racconta le sue impressioni: «Per i viaggiatori e per i suoi stessi abitanti, Messina è bella vista da lontano, all’approdo, che si arrivi dal mare o dai colli. L’impressione è che Messina non sa bene cosa fare dei suoi tesori. E infatti 4 Dicembre 2014 non fa niente. Vengono seppelliti dal cemento e dal degrado. Forse è per questo motivo che è una città di passaggio, di transito. Gli abitanti non ti trattengono, perché non sanno bene perché dovrebbero trattenerti. L’interesse proprio, immediato, sovrasta l’interesse pubblico a medio e lungo termine, non c’è una visione d’insieme della città, un progetto di città, tipico atteggiamento nel sud». AGRICOLTURA. C’è poi chi vede nella terra una risorsa per il futuro. È Francesco palano Quero, presidente della IV Circoscrizione e, da qualche tempo, imprenditore agricolo: «L’Agricoltura è una quota di sviiluppo che non stiamo sfruttando, visto che ci sono possibilità finanziarie, grazie ai fondi Ue, che consentono di investire per i prossimi sei anni. Fino ad ora, purtroppo, mancavano le precondizioni, ma finalmente la città, che ha tantissimi spazi privati e pubblici, potrebbe dare vita a nuove aziende grazie all’accesso alla misura per gli Agriturismi». SOCIETA’. Ottimista, dal suo punto di vista, è Pietro Saitta, sociologo: «Credo che la città sia ripartita abbondantemente per iniziativa spontanea. C’è una Messina ufficiale, che è scadente, e una città invisibile, impermeabile ai dati Istat, che è qualitativamente ottima. Penso al Teatro Pinelli, alla libreria Colaspece, alla Stanza dello Scirocco o al Retronouveau, ad esempio, tutte realtà che si muovono in maniera autonoma. Messina, a differenza di altre città, ha una marcia in più, perché la sua classe media produce forme autonome». POLITICA. «Fermo restando che le classifiche lasciano il tempo che trovano, è innegabile che la città vive nelle retrovie sul piano dei servizi erogati», spiega il renziano Alessandro Russo, rottamatore della prima ora. «La politica dovrebbero concentrarsi su ciò che rende civile un luogo, come trasporti, verde pubblico e servizi sociali funzionanti, abbandonando la logica clientelare. Fino ad ora, infatti, tutto è stato sacrificato sull’altare del mantenimento del potere attraveros coop, aziende e così via. Gli unici servizi, drammaticamente, sono stati ai potentati». (D.D.J.) QUI ATENEO Diversità uguale qualità IL PROGETTO DEL RETTORE DELL’UNIVERSITÀ PIETRO NAVARRA, CHE PUNTA ALL’INTERAZIONE TRA NAZIONALITÀ DIFFERENTI Pietro Navarra MESSINA. Da economista, il rettore dell’Università di Messina, Pietro Navarra, regala il suo punto di vista per email dagli Usa, dove si trova per motivi di studio: “La qualità della vita di un territorio è strettamente legata alla sua capacità di attrarre uomini e donne di talento. Pertanto, se la provincia di Messina si pone l’obiettivo di migliorare la sua qualità della vita deve creare un ambiente idoneo ad attirare intelligenze, a favorire la sperimentazione di nuovi stili di vita e incoraggiare l’affermazione dello spirito imprenditoriale. In questo ambito l’Università può giocare un ruolo decisivo, ma non può essere centonove pagina 7 lasciata sola nella partita. L’Università è pronta a investire importanti risorse economiche e intellettuali per promuovere a livello internazionale la città di Messina come centro di eccellenza nel settore della ricerca e della formazione avanzata. Investimento in formazione e ricerca e proiezione internazionale sono ingredienti essenziali per favorire nel territorio un confronto sistematico tra persone diverse per estrazione sociale e tradizioni culturali. Una diversità questa che genera competizione e concorrenza nella promozione di idee utili allo sviluppo economico e sociale. L’università, tuttavia, ha bisogno di sapere se le istituzioni territoriali, pubbliche e private, sono disposte a condividere e sostenere questo progetto. Un progetto che chiede a tutti di mettere in discussione se stessi, accettando una sfida che è destinata a favorire quel dinamismo e quella mobilità sociale che premia solo chi lo merita e ha voglia di impegnarsi per un futuro migliore". 4 Dicembre 2014 primopiano CONVEGNI. Due messinesi doc si interrogano sull senso di appartenenza dei Messinesi. Con una sonora bocciatura Sentimento sociale vo’ cercando Lo psicoterapeura Domenico Barrilà e il medico-scrittore Peppe Ruggeri, analizzano “Messinesità e messinesitudine” individuando le cause dei nostri mali peggiori. Con un monito... MESSINA. Essere o non essere? Si chiedeva il Bardo sotto le mentite spoglie del principe di Danimarca. La domanda, tutt'altro che oziosa, ha ricevuto nel corso dei secoli le risposte più diverse. Oggi, nel suo piccolo (ma il piccolo, si sa, è il presupposto stesso del grande) una variante di questa domanda se la pone Sergio Todesco, direttore della biblioteca regionale di Messina. E la variante è: messinesità o messinitudine, intendendo, sempre secondo Todesco, la prima come insieme dei difetti atavici dei messinesi, la seconda come insieme di virtù che riscattino infine questa pluriterremotata città. Un dibattito che matura alla vigilia di una classifica che ci vede sembre agli ultimi posti. E se è vero, come è vero, che siamo padroni del nostro destino, dovremmo interrogarci sulle motivazioni che ci spingono sempre più a farci del male. Ma soprattutto dovremmi cercare di capire quali leve muovere per risalire la china, scando nelle nostre radici per Da sinistra Domenico Barrilà, Sergio Todesco e Peppe Ruggeri recuperare orgoglio e dignità. Per parlarne, Todesco ha creduto di fare del suo meglio nell'invitare due messinesi i quali, a diverso titolo – l'uno trapiantato altrove ma con uno “zoom” stabilmente puntato sull'orologio della Cattedrale, l'altro caparbiamente stanziale malgrado le inevitabili geremiadi che gliene derivano – hanno espresso il proprio parere sull'argomento. Un argomento a cui Centonove - che ospita queste riflessioni - è sempre stato sensibile per i riflessi che proietta sulla vita della comunità e che settimanalmente, da vent'anni, cerca di registrare sulle sue pagine di cronaca, opinione e cultura. I due, che di “Centonove” sono collaboratori, si sono sottoposti ad alcune domande. Domenico Barrilà, psicoterapeuta adleriano, saggista e scrittore e Giuseppe Ruggeri, medico, scrittore e giornalista, non hanno avuto insomma bisogno di sottoporsi alla prova della macchina della verità per fornirci le loro risposte. Allora, come costruire la messinitudine? Qualche ricetta particolare? B. Gettare nella comunità messinese il seme del sentimento sociale, che non c’entra nulla con le pacche sulle spalle o con la generica socievolezza, a noi tanto cari. Il sentimento sociale richiede un genuino interesse verso il prossimo e la volontà deliberata di non nuocere ad esso. Cercare di salvarsi ognuno per proprio conto, magari sulla pelle del prossimo, non genera progresso, non ne ha mai generato. R. Io non parlerei di costruzione, ma piuttosto di ricostruzione. L'identità positiva di Messina, quella che l'ha fatta resa nei secoli e che le ha permesso, nonostante le ripetute devastazioni naturali e belliche, di risorgere ogni volta dalle sue stesse rovine, è ancora centonove pagina 8 viva ma sopita. E il motivo di questa latenza risiede nella mancanza della memoria. I messinesi non sono abituati a ricordare perché se lo facessero recupererebbero quel senso d'appartenenza indispensabile per appassionarsi alla loro città. Il centro e le periferie. Il “gap” sociale è evidente. Cosa comporta tutto questo? B. Le periferie di Messina contengono il genio della città, dobbiamo rimetterlo in circolo, per il bene di tutti. Non possiamo pensare che situazioni sociali di emarginazione e di miseria si possano tenere sotto controllo tutta la vita, fidando sulla rassegnazione dei poveri. Bisogna riscattarle, dando dignità ai luoghi e alle persone. Si tratta della nostra gente. Troppo comodo usare interi gruppi sociali come serbatoi di voti e poi lamentarsi se cresce la delinquenza. Dobbiamo cambiare approccio, senza dimenticare che le responsabilità della situazione sono collettive. R. La carenza di infrastrutture – piazze, centri commerciali, sistemi di comunicazione e quant'altro - delle zone periferiche nega di fatto un futuro a quanti vi abitano e, in particolare, ai giovani. Le periferie sono un “non luogo” per eccellenza (come direbbe Marc Augè) dove l'illecito diventa lecito e i confini tra il bene e il male non si distinguono più. Ma di fatto anche il centro, se carente di spazi aggregativi, diventa periferia. Se non si comunica, non ci si incontra, non si scambiano opinioni, non si esce dall'”io” per entrare nel “noi”. Un'ultima domanda: rinasceresti a Messina? B. Messina è la mia città, e siccome non si rinasce è la mia città per sempre. Sono messinese, sono milanese, sono europeo, ma se non fossi nato qui forse non avrei neppure la sensibilità che sento di possedere, quindi sarei una persona completamente diversa. Certo, da qui a dire che condivido tutto ciò che vedo ce ne corre, tuttavia trovo detestabile il vezzo di quei messinesi che tornano e si mettono a fare la morale a chi è rimasto. Se qualcosa non funziona bisogna farsene carico, sentirsene parte. L’abitudine di fare processi a tutti, molto messinese, è stucchevole, brucia tutto in fretta. Sanno tutti la risposta, ma se la tengono stretta e si fanno gli affari propri. Si guardano il film e poi ci dicono che loro l’avrebbero girato in modo diverso. Bene, si decidano a farlo. R. A volte qualche dubbio a riguardo mi attraversa. Poi mi concedo una pausa e penso allo stretto, al porto, alle colline. Antonello, che da Messina è spesso rimasto lontano, portava tutte queste cose nel cuore e non si stancava di raffigurarle nei suoi quadri che oggi sono esposti nei musei di tutto il mondo. No, non potrei rinascere in un posto diverso. 4 Dicembre 2014 politica IL DIBATTITO. Impasse all’Ars, dove il dibattito con la Regione si arena per la fuoriuscita dei Cinquestelle Trivellazioni, la Sicilia si spacca Il “sì” del governo cozza con le mozioni già approvate e le indicazioni della commissione. Diviso anche il Pd, con la posizione contraria di Ferrandelli. L’Isola a un bivio: o l’ambiente o i soldi delle società petrolifere MESSINA. Si chiamano Eni, Irminio, Schlumberger, Edison e Northern Petroleum (per citarne alcune), sono localizzate in diversi punti del globo e hanno due elementi in comune: il petrolio e la Sicilia. È nell’Isola, infatti, che i colossi stanno puntando, tra terra e mare, le loro trivelle, dividendo governo regionale e Ars sul “sì” o no alle ricerche e mandando in pezzi lo stesso partito democratico, divorato dal “no” di Fabrizio Ferrandelli e i deputati possibilisti. In ballo, l’ingresso economico derivato dalla tassazione derivata dall’eventuale sede legale dell’aziende, nonché i possibili posti di lavoro (tesi sostenute dal governatore Rosario Crocetta e in parte condivide dal segretario Fiom Maurizio Landini, che in questo caso non ha ricevuto i soliti plausi da sinistra), dall’altro l’inquinamento ambientale e il pericolo di danneggiare le faglie in zona sismica. Tra terra e mare, le richieste sono in tutto 39. LA MAPPA DELL’ORO NERO. Nell’ambito delle diciotto richieste inoltrate per effettuare ricerche su petrolio e gas, c’è anche il mare di Lipari, a un passo da Messina. A chiedere è stata la società italiana Eurobuildinger. Una circostanza che ha messo in allarme il popolo delle Eolie, tanto da spingere il consiglio comunale di Santa Marina Salina di adottare la delibera proposta dall’Anci schierata per il “no” con il suo presidente, Leoluca Orlando. Sempre nel messinese, ma anche a Enna e Caltanissetta, c’è la richiesta per cercare a terra petrolio e gas da parte della Fantozzi Fmg. Quali siano gli altri suoli più appetibili, lo si può vedere scorrendo le richieste, che non riguardano solo trivelle in mare: su Gela (nuovi siti), Biancavilla, Petralia Soprana (nel parco delle Madonie) si appuntano le richieste dell’Eni e Appennine Energy (solo nella patria del presidente della Regione). A Comiso c’è invece la richiesta dell’Edison, mentre per operare nell’area tra Enna, Agrigento e Caltanissetta è in attesa di una risposta la Mac Oil. Infine, per Scicli, ci sono le istanze della Irminio. Per quanto riguarda le trivelle in acqua, al centro dello scontro accesso all’Ars (una prima concessione è stata autorizzata grazie allo “Sblocca Italia” contro il quale si vuol proporre un referendum visto che la Regione perde le sue prerogative statutarie sul territorio, dovendo dare solo parere consultivo) attendono un sì la Schlumberger (Ragusa, Licata e Pantelleria), la Transunion Petroleum e la Northen Petroleum (Ragusa) e, ovviamente, l’Eni. I suoi obiettivi? Le zone appetite dai più, tra Gela e Licata. COSI’ ALL’ARS. I lavori sono stati rinviati a martedì 9 dicembre, cmplice l’abbandono dell’aula degli esponenti del Movimento 5 Stelle che già hanno incassato in commissione il “sì” al referendum contro lo Sblocca Italia”. La loro mancanza ha fatto arenare un dibattito iniziato la settimana scorsa e mai condotto direttamente dal presidente della Regione, assente, ma dalla sua vice, Mariella Lo Bello. Le ragioni dei grillini? Spiega Francesco Cappello: «È una pantomima: sono state approvate due mozioni per dire no alle trivelle, ma il governo le ignora e ha già detto che andrà avanti con le autorizzazioni. Non ci stiamo a far parte di questa sceneggiata». Sulla linea del “no”, spaccando il Pd, anche Fabrizio ferrandelli: «In campagna elettorale abbiamo parlato di futuro, di sviluppo sostenibile e di nuove generazioni, non di petrolio e di trivelle. Con la scelta di dire sì alle trivelle, questo governo improvvisamente si mette a guardare la strada dallo specchietto retrovisore». APPUNTAMENTI Ardizzone dice “36” IL PRESIDENTE DI PALAZZO DEI NORMANNI ORGANIZZA UNA RIUNIONE PER IL DIRITTO ALLE IMPOSTE DI PRODUZIONE PALERMO. La riforma dell'articolo 36 dello Statuto siciliano in materia di entrate tributarie sarà al centro di un incontro organizzato dal presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, con senatori e deputati eletti nell'Isola. L'appuntamento è per venerdì 5 dicembre, alle ore 11, nella sala gialla di palazzo dei Normanni. La riunione sarà anche l'occasione per un approfondimento dei rapporti finanziari tra lo Stato e la Regione e del tema relativo ai nuovi permessi per le trivellazioni di idrocarburi nel canale di Sicilia. «Da quasi un anno - spiega Ardizzone - l'Assemblea regionale ha approvato, all'unanimità, lo schema di progetto di legge costituzionale per la riforma dell'articolo 36 per consentire alla Regione di incamerare il gettito delle imposte di produzione, attualmente riservate allo Stato, in applicazione del principio di territorialità dell'imposta e in attuazione dei principi ispiratori del federalismo fiscale. Ho già avuto modo di parlare di ciò con il presidente del Senato Pietro Grasso, e con il presidente della Commissione Affari Costituzionali di palazzo Madama, Anna Finocchiaro, entrambi siciliani, chiedendo loro di incardinare il disegno di legge il prima possibile in Aula. Adesso mi sono fatto promotore di questo incontro con tutta la deputazione nazionale eletta in Sicilia perché ritengo che tutti noi, rappresentanti del popolo siciliano, dobbiamo assumerci la nostra centonove pagina 9 responsabilità fino in fondo». «L'Ars - ricorda il presidente - lo ha già fatto approvando il ddl proposto dal collega Michele Cimino, adesso è il momento che anche senatori e deputati intervengano in difesa delle istanze della nostra Regione, in vista della prossima trattazione in Parlamento del testo approvato all'Ars». Altro tema trattato nell'incontro di venerdì prossimo sarà quello relativo ai permessi per le trivellazioni, dopo le polemiche degli ultimi giorni a seguito del via libera del Governo nazionale a nuovi impianti in Sicilia. «Chi estrae e raffina il petrolio in Sicilia - sottolinea Ardizzone - deve pagare le imposte di produzione nell'Isola. Non siamo più disposti ad alimentare le casse del Nord. Si incardini immediatamente al Senato il disegno di legge-voto e si dia piena attuazione all'articolo 37 per assicurare alla Sicilia anche il gettito fiscale delle imprese che hanno sede legale altrove». 4 Dicembre 2014 politica L’assessore ai Servizi sociali del Comune di Messina, Nino Mantineo MESSINA. Gli uffici fanno rilievi su tre delle dieci Azioni proposte dal Comune per i fondi della legge 328 Piano di Zona, la Regione bacchetta Nel mirino, l’indagine sui bisogni esternalizzata, il progetto sullo sport per gli anziani e il piano da 900 mila euro in confinanziamento con la Fondazione di Comunità. L’assessore Mantineo: «Chiariremo tutto con Palermo» MESSINA. La svolta potrebbe arrivare alla fine di questa settimana, quando l’assesore ai Servizi Sociali del Comune di Messina, Nino Mantineo, incontrerà Felicia Guastella (direttore dell’ufficio coordinamento Distretti Socio-Sanitari) e il suo staff per fugare le perplessità su alcune delle azioni proposte nel piano di zona del Distretto D26 di cui Palazzo Zanca è capofila. Si tratta di un piano complessivo da undici priorità e dieci azioni per un totale di 30.60.065 euro, di cui 2.610.000 provenienti dal Fondo nazionale previdenza sociale, quello elaborato dal distretto e legato agli interventi previsti dalla 328 del 2010. COSI’ LA DIRIGENTE. Tra la stesura e l’approvazione, ci sono alcune perplessità della Regione. Spiega Guastella: «Abbiamo fatto osservazioni in merito ad alcune azioni. In particolare, mi riferisco quelle di sistema e ad altre che devono essere più aderenti ai bisogni dei territori e che prevedono anche il cofinanziamento comunale, come la dieci». Ma cosa non quadra, alla Regione? «Riteniamo che vadano focalizzati meglio gli interventi per le fasce più deboli. Il nostro obiettivo è favorire un’azione reale sul territorio. Il Comune dovrà esplicitare meglio ciò che intende attuare, focalizzando l’azione reale. Mi riferisco all’azione 3, mentre per la dieci si deve inquadrare maggiormente l’intervento a supporto. Il nostro scopo continua - è essere concreti perché sappiamo quali sia la gravità del disagio nelle aree interessate dal piano». Proprio per questo, durante l’incontro verranno affrontate le osservazioni trasmesse da Palermo, anche se, avverte la dirigente, «la Regione può dare delle direttive, ma la decisione spetta sempre ai sindaci che compongono l’area. Insomma, abbiamo dei limiti, anche se speziamo in azioni concreete in risposta ai problemi. MANTINEO RISPONDE. Per l’assessore Mantineo, tutte le questioni sono ampiamente risolvibili: «Avrò un incontro l’incontro con la dottoressa Guastella per discutere delle richieste che ci sono arrivate. Qualcuna entra nel merito delle nostre valutazioni, ad esempio ci dice di valutare i bisogni della popolazione, tenuto conto che nella relazione abbiamo indicato sempre più gente a rischio di povertà. Le risorse assegnate al Comune sono 800 mila euro all’anno per il prossimo triennio, e lo spirito con cui ci siamo mossi è stato quello di dare vita ad azioni di sistema, dall’informatica all’analisi dei bisogno». Ed è proprio sul secondo punto che si sarebbe impuntata la Regione: «Per l’analisi, gli uffici sostengono che possa essere fatta attraverso il servizio di segretariato sociale del Comune. C’è poi la proposta di cofinanziamento della Fondazione di Comunità, per la quale dicono che deve essere effettuata una evidenza pubblica. Ritengo, però, che non vi sia conflitto, visto che il progetto presentato con un partner privato può prevedere una evidenza pubblica per scegliere gli altri soggetti. In ultimo, la discussione è superabile anche riguardo all’Azione relativa alle attività sportive per gli anziani: loro sollevano il dubbio che il centro polifunzionale dell’Annunziata non sia facilmente raggiungibile altro ancora, ma ricordo che il coinvolgimento dell’Ateneo qualifica tutto». LE AZIONI CONTESTATE. In sitesi, la Regione vuole chiarimenti su tre Azioni. La prima è la 2, “Indagine sui bisogni”. che ha come scopo, innanzi tutto, quello di migliorare la programmazione e la gestione dei servizi sociali territoriali. Questi i costi della triennalità: 60 mila euro per il responsabile, 45 in due per i rilevatori, 6000 di cancelleria, 4440 di Iva per un totale di 115.440. La seconda è la 3, “Anni d’Agento, che mette lo sport al centro della prevenzione attraverso percorsi di attivazione psico-fisica per anziani abili e che vedrà impiegati 4 instruttori sportivi pagati a prestazione professionale (spesa prevista nel triennio 24.960 euro). Così gli altri costui: 54.000 (utilizzazione Cittadella), 2.250 (iscrizione ai corsi), 39.000 (trasporto alla Cittadella), 8.580 (Iva sul Trasporto), per un totale di 128.790 euro. La terza è “Sviluppo è Coesione in cofinanziamento con la Fondazione di Comunità di Messina, che propone progetti personalizzati centrati sulla relazione persona-ambiente e “finalizzati a potenziare le capacitazioni dei soggetti deboli” su queste aree dei funzionamenti umani: materiali, affettivi, conoscenza, partecipazione. Totale più iva, 900.000 (450 mila euro a testa). D.D.J. MISTRETTA Quel Giardino cassato IL DISTRETTO SOCIO SANITARIO NON RIPROPONE “SPAZIO VERDE-SALUTE MENTALE”. NONOSTANTE I RISCONTRI MISTRETTA. Non rivedrà la luce, invece, il progetto “Spazio Verde-Salute Mentale: integrazione comunitaria solidale contro lo stigma”, che era inserita nella precedente programmazione della 328 e non è stato previsto nel nuovo piano del Distretto Socio Sanitari D28, che ha come comune capofila Mistretta. La “rivoluzione in giardino”, come veniva definita da suo ideatore Antonio Puzzolo, (dirigente medico psichiatra del servizio e ideatore-coordinatore del progetto), era stata inaugurata nel 2010 dal Centro di salute mentale di Mistretta. Finanziata con i fondi della legge 328 e il contributo di istituzioni e imprenditori locali, dopo aver ricevuto l'autorizzazione del Dipartimento di salute mentale e della Direzione del Distretto sanitario di Mistretta, aveva visto la bonifica e riqualificazione di un'area verde del servizio territoriale. Era nato così un giardino-laboratorio di circa 170 metri quadri per favorire, attraverso la fruizione, contemplazione e cura di uno spazio comune, il contatto tra i pazienti dello stabile e gli abitanti del luogo. Raggiunti i primi obiettivi, il progetto prevedeva inoltre la creazione di una bibliovideoteca ricca di brochure divulgative, testi, pubblicazioni e filmati naturalistici per consentire agli utenti lʼaccesso a conoscenze naturalistico-scientifiche di base attraverso cui migliorare il livello di interpretazione della realtà. Il progetto, dopo il centonove pagina 10 finanziamento iniziale di 8000 euro, era stato rifinanziato con 12.200 euro (sempre provenienti dalla legge 328) per le annualità 2010-12. L'area era regolarmente fruita da pazienti e accompagnatori e gestita da circa 4-5 soggetti coinvolti in gruppo o singolarmente. Vedeva inoltre lʼimpegno costante di un utente in funzione di custode e giardiniere. Tra giugno e settembre 2012 un gruppo di utenti, con la supervisione dei tecnici dell'Orto botanico di Messina, aveva arricchito il giardino mettendo a dimora cipressi, rose rifiorenti, siepi di berberis e bosso. Tra i partners che fin dall'inizio avevano sostenuto l'iniziativa, la Facoltà di Scienze botaniche dell’Università di Messina, il distaccamento di Mistretta del Corpo forestale dello Stato, l’Ente Parco Nebrodi, Legambiente Capo Dʼorlando e il Consorzio delle botteghe ceramiche di Santo Stefano di Camastra. politica 4 Dicembre 2014 DEBUTTI. Sicilia democratica proclama il segretario Leanza, l’alleato Il leader del nuovo partito chiede a Crocetta “stessa dignità” del Pd. Cusumano presidente DI FRANCESCO PINIZZOTTO GIARDINI NAXOS. “Saremo alleati liberi e forti del Partito democratico”. A conclusione dell’assemblea costituente di Sicilia Democratica, che lo ha eletto per acclamazione nel ruolo di segretario politico, Lino Leanza ha tracciato la linea del nuovo soggetto politico che conta già su sei deputati all’Assemblea regionale siciliana, circa 450 tra consiglieri comunali ed assessori, compresi alcuni esponenti politici delle città capoluogo, oltre a sedici sindaci di comuni isolani. Sd è rappresentato all’Europarlamento da Michela Giuffrida e nella giunta regionale dall’assessore all’Agricoltura Nino Caleca. «Sicilia Democratica - ha ribadito Leanza, chiudendo i lavori assembleari a Giardini Naxos il 30 novembre – rappresenta l’evoluzione del nostro percorso politico fondato sul valore del lavoro, della difesa degli interessi del territorio, della dignità della persona. Non saremo la stampella di nessuno, ma forti della nostra coerenza e del nostro coraggio puntiamo ad essere alleati del Partito Democratico». Sul palchetto degli invitati anche il Presidente della Regione Rosario Crocetta, cui Leanza ha chiesto “stessa dignità politica” del partito di Renzi, e l’ex sindaco di Pippo Currenti Agrigento Marco Zambuto.Leanza ha pure spiegato che nei prossimi giorni verranno costituiti gli organismi direttivi regionali e provinciali del partito, con l’obiettivo di avere riferimenti di Sicilia democratica in tutti i centri dell’Isola, con la prospettiva che all’inizio del nuovo anno verrà aperta una campagna di adesioni per programmare, nella prossima primavera, la celebrazione del primo congresso del nuovo soggetto politico. Folta la rappresentanza politica messinese che fa leva anche sui riferimenti del deputato di Giardini Naxos Pippo Currenti. “Penso che il mio bagaglio di esperienza potrà servire per ridare possibilità di crescita al territorio – ha detto Currenti – e puntare ancora più decisi sul turismo deve Zambuto, Giuffrida, Crocetta, Leanza e Caleca Lino Leanza INTERGRUPPO Ncd e Udc in cerca di identità... ROMA. L’appuntamento è all’hotel Ergife: qui l’Ncd di Angelino Alfano e l’Udc di Pierferdinado Casini dovranno scegliere chi guiderà l’Intergruppo: da questa scelta si capirà se quella del movimento di Alfano è un processo politico di “fusione per incorporazione”. Al centro della contesa la nomina del capogruppo, che l’ex delfino di Agrigento vorrebbe fosse riconosciuta a Renato Schifani, già presidente del Senato. Altro tema sul tappeto la linea politica in Sicilia: qui ci sono due posizioni divaricate. Da una parte la linea D’Asero-Germanà che vorrebbero una cooptazione dell’Ncd nel Governo Crocetta; dall’altra la linea dura dell’ex presidente dell’Ars Francesco Cascio, che continua a sottolineare come quello di Rosario Crocetta “sia solo un governo a perdere”, dove tra le altre cose tutte le caselle sono già state riempite. Nodo sul tappeto lo strappo siciliano di Gianpiero D’Alia, che ha battezzato “Udc Sicilia”. centonove pagina 11 essere un obiettivo prioritario del nostro gruppo politico”. Infine, Leanza ha indicato il senatore Nuccio Cusumano come presidente regionale dell’assemblea di Sicilia Democratica. 4 Dicembre 2014 politica PARADOSSI. Sospeso dalla carica di sindaco, con le sue denunce ha innescato il blitz “Terreni in Comune” Tortorici, Rizzo Nervo double face Dopo essere stato regolarmente candidato, è stato raggiunto da un provvedimento del Prefetto in ossequio alla Legge Severino per una condanna del 2011. Ma il primo cittadino farà appello, sulla scorta di De Magistris TORTORICI. Da sindaco di Tortorici a primo cittadino sospeso che ha dato vita a un’indagine giudiziaria su frodi all’Unione Europea. Sembra quasi una beffa, o un risarcimento, ciò che è accaduto nel giro di pochi giorni a Carmelo Rizzo Nervo, sospeso il 28 novembre dalla sua carica su disposizione del prefetto di Messina, Stefano Trotta. La decisione è giunta in ossequio alla legge Severino, in quanto il 29 aprile del 2011, Rizzo Nervo era stato condannato a otto mesi di reclusione (pena sospesa) con l’accusa di abuso d’ufficio aggravato. La guida del centro è quindi passata al vicesindaco Rosario Contiguglia. EFFETTO DE MAGISTRIS? Il primo cittadino, però, non demorde, e si rivolgerà al Tar per appellarsi al provvedimento sulla scorta di quanto ha fatto il collega di Napoli, Luigi De Magistris, che è ritornato in sella. In Sicilia, però, c’è chi ha deciso di dimettersi prima di essere colpito dalla sospensione, come l’ex sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, poi assolto. Tutto inizia nel 2003, quando scatta un contenzioso tra due privati per una strada in contrada Piano Canne. Uno, proprietario del fondo interessato, non vuole il passagio, mentre l’altro, Carmelo Rizzo Nervo consigliere di maggioranza, perora l’apertura. Rizzo Nervo viene raggiunto da una denuncia perché ordina agli operai di aprire la strada. Una denuncia culminata nella condanna, mentre il reato è finito prescrizione. Il provvedimento di sospensione è scaturito da una informativa dei carabinieri giunta a Palazzo del Governo il 27 novembre. La vicenda ha lasciato stupefatti un po’ tutti, soprattutto per una circostanza: essendo la Legge Severino operativa dal 2012, a Rizzo Nervo non si sarebbe dovuta permettere la candidatura. Su un altro fronte, il processo di appello, a distanza di tre anni, non è iniziato. “TERRENI IN COMUNE”. Neanche il tempo di riprendersi dalla sospensione del sindaco, che Tortorici è stata attraversata da un’altra bufera, quella scatenata dall’operazione “Terreni in Comune”, paradossalmente scatenata proprio da Rizzo Nervo. Si tratta di presunte truffe all’Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) con cui erano stati percepiti indebitamente circa 800 mila euro fra gli anni 2008 e 2012. Ai domiciliari sono finiti Antonia Strangio (rappresentante unico e amministratore del Centro di assistenza agricola Unsic di Tortorici) e Sebastiano Armeli (veterinario e consigliere comunale a Tortorici), gestore di fatto dell' Unsic. Hanno ordine di obbligo di dimora Maria Natalina Strangio (avvocato di Locri, titolare di diverse aziende, moglie di Armeli), Giuseppe Armeli (fratello di Sebastiano, collaboratore dell'Unsic e titolare di diverse aziende agricole). Infine è stato disposto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Mariella Marino Gammazza, ex collaboratrice dell'Unsic. I primi quattro, con altre 30 persone, sono anche indagati per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso ideologico commesso da privato in atto pubblico. I primi accertamenti delle forze dell’ordine erano nati dopo la segnalazione del sindaco, proprietario attraverso il Comune di 800 ettari di terreno destinati a pascolo, bosco o colture produttive, che erano risultati abusivamente inseriti da alcune imprese private nei fascicoli necessari per l'attivazione dei finanziamenti. LE ULTIME DISPUTE. Uomo dal carattere deciso, e forse troppo irruento per sua stessa ammissione, Rizzo Nerzo, negli ultimi mesi, ha anche ingaggiato un duro braccio di ferro con il viceprefetto Filippo Romano, commissario della Provincia di Messina, in merito all’affitto della sede distaccata dell’Itcg Lampedusa. MONFORTE SAN GIORGIO Vianni lascia, crisi per Cannistrà RASSEGNA LE DIMISSIONI DA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO L’EX MINORANZA ORA E’ MAGGIORANZA RELATIVA APPENA APPROVATO il bilancio di previsione all’unanimità (ormai a fine 2014!), lunedì 1, il presidente del consiglio comunale Nino Vianni ha rassegnato le dimissioni. Aprendo una crisi che dovrà fare valutare scenari futuri, vista la frammentarietà consiliare con l’ex maggioranza negli ultimi mesi sempre più distante dalle posizioni del sindaco Giuseppe Cannistrà. Hanno lasciato “Insieme si può” prima Rocco Visalli, Rosalia Nastasi e Cettina Casella, poi Antonio Pinizzotto, Mariarosa Maimone e Francesco Merlino, sottolineando il fallimento del progetto. L’ex minoranza consiliare, il gruppo “Uniti per Monforte” adesso (con 4 consiglieri) è maggioranza relativa e sia l’ex sindaco Nino Romanzo che l’ex vice Mimmo Di Toro figurano tra i papabili per Giuseppe Cannistrà l’elezione a presidente. centonove pagina 12 4 Dicembre 2014 sicilia CONTRACCOLPI. L’Ospedale di Messina perde il suo Centro Trasfusionale, declassato ad emoteca Papardo, azienda “dissanguata” L’Audit regionale ha bocciato la struttura perché non ha ottemperato alle prescizioni richieste sei mesi fa. «Tutto è stato bloccato dalla litigiosità degli operatori», spiega il manager Vullo. Che intende chiedere i danni MESSINA. «Intendo chiedere conto e ragione del danno sotto il profilo erariale. Secondo me, sussistono le condizioni per il lienziamento, ma l’ultima parola spetta al Consiglio di disciplina». Parla fuori dai denti, Michele Vullo, il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera PapardoPiemonte che ha “incassato” la perdita dell’accreditamento del Centro Trsfusionale da parte dell’Audit regionale. Un provvedimento che equivale all’acquisto di sangue all’esterno, con un costo che va dai 130 ai 150 euro a sacca. FULMINE A CIEL SERENO? Mentre la politica porva a metterci una pezza, restando in prima linea sul fronte della salvezza dei reparti “doppione” che si trovano nell’ospedale Piemonte, appartenente alla stessa azienda”, il siluramento del Centro Trasfusionale, per Vullo, era più che prevedibile, seppur evitabile. «A novembre c’è stata l’ultima visita del gruppo di lavoro dell’Assesorato alla Salute per verificare il possesso requisiti richiesti al Centro. Requisiti che non sono stati riscontrati. La bocciatura - spiega - è arrivata perché non erano stati definiti i criteri e le modalità di funzionamento, disciplinati da norme di generale codificate». LA PRIMA VISITA. Il problema è che, a novembre, l’ispezione era finalizzata a verificare se fossero state attuate le prescrizioni date sei mesi prima, nel corso del 2014, quando era stata effettuata la prima visita: «Era stato detto chiaramente ciò che mancava e che doveva essere attuato. Per un mese, su mio incarico dopo l’insediamento, un medico della direzione generale ha pregato i responsabili del Centro a risolvere tutto, ma è stato inutile», ricorda Vullo. LITI & MASOCHISMO. Per il direttore generale, alla base delle inadempienze c’è l’elevato tasso di litigiosità interno al Centro: «Personalmente - racconta -ho partecipato a una sola riunione e ho notato come i medici litigassero tra loro, dicendosene di tutti i colori. Una situazione che ha bloccato tutto, non ha permesso gli adempimenti richiesti e ci ha portato, a metà novembre, a non avere più un Centro Trsfusionale». DESTINO EMOTECA. Al Papardo ci sarà soltanto una emoteca, e ciò significa che il sangue dovrà essere comprato all’esterno. Con il Centro Trasfusionale, invece, nonostante la scarsa passione dei messinesi per la donazione, l’ospedale poteva contare su sangue a “costo zero”. In città e in provincia, restato in piedi i Centri del Policlinico, di Taormina e di Patti. Allo stato, il Papardo non ha neanche una convenzione con l’Avis, a differenza del “Gaetano Martino” di Messina. La perdita, per il Papardo, equivale a un danno sul milione di euro. Il perché? Acquistaresangue all’esterno costa, e non se ne può fare a meno: «L’ultima volta che ne abbiamo comprato, dall’ospedale di Brescia, lo abbiamo pagato 150 euro a sacca». COSI’ LA POLITICA. «Ho appreso con sgomento che per cause ancora poco chiare il Centro Trasfusionale del PALERMO Firelab a convegno QUATTRO GIORNI ALLO STERI PER I TECNICI DI LABORATORIO SI CHIUDERÀ oggi (4 dicembre, ndr) il quinto congresso nazionale della Fitelab, la Federazione Italiana Tecnici di Laboratorio Biomedico, che si sta tenendo a Palermo nella Sala Magna dello Steri. Tre giornate di lavoro che hanno spaziato dall'anatomia patologica e dalla telemedicina alla microbiologia e alla formazione continua, con interventi, di relatori, di docenti universitari, dirigenti medici ospedalieri e tecnici di laboratorio provenienti da diverse città italiane. L'evento prevede, infine, quattro sessioni accreditate in due differenti eventi formativi di Educazione continua in medicina (Ecm). Il congresso si svolge con il patrocinio del Ministero della Salute, della Regione Siciliana, del Comune di Palermo e degli atenei di Palermo e Catania. Provider e segreteria organizzativa sono a cura di Biba Congressi. Papardo, non ha superato le procedure di accreditamento istituzionale previste dall'Audit regionale», spiega il deputato del Pdr all’Ars Beppe Picciolo, da tempo in prima linea per la salvezza del Piemonte. Che aggiunge: «Ho già scritto una interrogazione per chiedere alla Regione, nella persona del massimo responsabile Mele, di riaprire i termini di verifica scaduti il primo novembre e contestualmente, supportato da validi argomenti, cercheremo di convincere il dirigente ad inviare una commissione per riaccreditare il centro che ricordo fa capo ad un ospedale di terzo livello. Mi domando: chi ed in cosa ha sbagliato? E chi pagherà veramente? Come si può da subito rimediare?». (D.D.J.). INTANTO... Piemonte, asse con l’Ncd MISSIONE ROMANA PER IL NUOVO CENTRO DESTRA E IL PDR PER SALVARE LO STORICO OSPEDALE MESSINA. Dopo la bocciatura da parte dell’assessorato regionale alla Salute del disegno di legge per la creazione dell’Azienda Piemonte -Irccs Neurolesi, la battaglia per la salvezza dello storicoospedale, e la creazione del nuovo soggetto, si sposta a Roma. “Siamo in contatto con il Ministero della Salute che sta valutando la fattibilità dell'accorpamento tra Piemonte e Irccs che riteniamo l’unica strada percorribile per salvare l'ospedale Piemonte”, scrivono in una nota i deputati del Ncd Vincenzo Garofalo, Bruno Mancuso e Nino Germanà. «È giusto, tuttavia, dire le cose con chiarezza. La competenza in materia di sanità spetta alla Regione Siciliana che, tra l'altro, dal 2013, con l'introduzione della norma che ha previsto i costi standard, ha gli stessi soldi per abitante di tutte le altre regioni d’Italia. Il piano di riordino regionale è in fase di elaborazione da quando assessore in Sicilia era Massimo Russo». Ad apprezzare l’intervento del Nuovo Centro Destra, il deputato all’Ars del Pdr, Giuseppe Picciolo: «Ho preso atto che esiste un livello più alto per risolvere le tanto controverse questioni che investono la sanità messinese – ha esordito il capogruppo all’Ars del Pdr - ed ho trovato nella deputazione locale del Ncd, rappresentata dagli onorevoli Garofalo e Germanà, una grande sensibilità per cercare di porre un freno alla pericolosissima deriva che il “traghetto Messina” sta prendendo. In centonove pagina 13 particolare ho riscontrato vera disponibilità nei colleghi messinesi per affrontare l’ultima emergenza che si è abbattuta sul sistema ospedaliero locale e che riguarda il declassamento del centro trasfusionale dell’Ospedale Papardo; tramite il dirigente regionale Mele - precisa Picciolo -siamo riusciti a raccogliere informazioni corrette per cercare di ottenere una proroga per l’accreditamento del centro Trasfusioni dell’ospedale Papardo, il cui termine ricordo è scaduto lo scorso primo novembre mentre a livello nazionale il dato ultimo è il 31 dicembre- Adesso con il concorso dei colleghi del Ncd cercheremo di ottenere da Roma una proroga di almeno un anno per cercare di dare modo a tutte le strutture ritardatarie di rientrare negli stringenti parametri richiesti da Bruxelles; sarà quindi cura del Ministro Lorenzin dare nuovo slancio alla sanità messinese». 4 Dicembre 2014 sicilia MESSINA. Radiografia di un’opera costata già tre milioni in manutenzione Tremestieri, l’insabbiato Mentre si cerca di accelerare sull'iter per affidare i lavori di ampliamento che costeranno altri 80 milioni, l'attuale porto resta un isolotto. E tardano ad arrivare le autorizzazioni regionali per riaprirlo L’attracco del porto a Tremestieri DI TIZIANA CARUSO MESSINA. Un’opera costata circa 40 miliardi delle vecchie lire, su cui i vertici dell’Autorità portuale di Messina affermano di avere speso almeno altri 3 milioni di euro per manutenzioni. Perché Tremestieri è stato più volte definito come uno dei porti più “insabbiati” d’Italia. E a questo “peccato originale” pare si stia cercando di porre rimedio anche attraverso un ampliamento dello scalo che costerà altri 80 milioni di euro. Un ampliamento sollecitato, in ultimo, anche dal neo assessore regionale alle Infrastrutture Giovanni Pizzo che ieri (mercoledì 3 dicembre) a Palermo ha avuto un incontro vis a vis con rappresentanti di Autorità portuale e Comune per avere lumi sullo stato delle procedure propedeutiche alla realizzazione dell'opera. A sollecitare lo sblocco dell’iter per l’ampliamento dell’approdo, lo scorso giugno, era stato anche il deputato messinese del Nuovo centro destra Enzo Garofalo, già presidente dell’Authority dal 2003 al 2006 e componente della commissione trasporti nelle ultime due legislature, con un'interpellanza rivolta, tra gli altri, al premier Matteo Renzi e al ministro Maurizio Lupi in cui si chiedeva di conferire i poteri speciali per l'emergenza traffico. Ma intanto i problemi dell'approdo di Tremestieri sono tornati a fare capolino sulle cronache locali anche dopo l’ultima mareggiata d'inizio novembre che ha fatto nuovamente puntare i riflettori su un porto che di grane, in questi anni, ne ha date davvero tante, ma soprattutto non ha mai assolto pienamente a quella che doveva essere la sua mission: eliminare i tir dal centro. LA STORIA. Della costruzione di un approdo a Tremestieri si parlava già dagli anni ‘80, quando in una conferenza di servizi l'idea ipotizzata era quella di uno scalo commerciale. Fu però a partire dal 2000 e dopo una serie di incidenti avvenuti a causa del transito dei “bisonti” in città che il progetto di un approdo alternativo alla rada San Francesco accelerò la sua corsa verso la realizzazione. Con la “benedizione” di Rocco Crimi, l’allora sindaco Turi Leonardi, il 5 novembre del 2001 scrisse una raccomandata al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al ministro dell'Interno Claudio Scaiola, al presidente della Regione Totò Cuffaro e al prefetto Giosuè Marino. La raccomandata fu rafforzata da una nota dello stesso prefetto e così, appena 10 giorni dopo, il Consiglio dei ministri, su proposta di Scaiola, dichiarò Messina la prima città d'Italia colpita dall'emergenza traffico. Nonostante si sia trattato di un'operazione a dir poco fulminea, per certi versi la “regia” in città risultò, come poche altre volte, in stato avanzato. Perché, come detto, della costruzione di un porto a Tremestieri si parlava già da anni, anche se si era discusso di almeno altre due alternative che però finirono, poi, nei cassetti: una “pressava” per la realizzazione di un approdo all’Annunziata, l’altra per uno scalo nei pressi di Mili. Nel conferire l'incarico di commissario per l'emergenza al prefetto Marino, nel dicembre del 2001, il ministro Scaiola dispose, con testuali parole, “la realizzazione di due approdi di emergenza nelle zone già individuate a Tremestieri da un precedente accordo di programma stipulato tra Comune e Regione”. LA SCELTA. Se all'origine di tutti i problemi dell'approdo della zona sud molti identificano proprio la collocazione dello scalo, risalire alle cause di quella scelta non è però cosa facile. C'era una votazione del Consiglio comunale, c'erano le risultanze della commissione Misiti e c'era anche l'accordo di programma siglato il 31 maggio del 2001 che, tra l'altro, identificava già sia le zone di realizzazione delle opere a mare che a terra. L’ITER. Nel 2003 si diede il via lavori che, inizialmente, dovevano completarsi in meno di un anno, ma il porto fu inaugurato solo nel 2006. Da allora, il continuo “ingolfamento” dell’approdo non ha mai pienamente permesso di evitare che i tir scorazzassero in città. La storia passata è, ancora oggi, storia recente, persino dopo gli ultimi lavori eseguiti dall’Autorità portuale che avrebbero dovuto mettere al riparo lo scalo anche dalle mareggiate. E invece all’inizio di novembre, come detto, si è assistito all’ennesimo dejavu’ a cui IL CASO Espropriazioni galeotte... pagandola, allora, poco più di 350milioni di lire. E fu così che una parte degli spazi dove oggi sorge l'infrastruttura, ad un certo punto, finirono con l'appartenere a MOLTI DEI TERRENI SUI CUI RICADONO LE OPERE A TERRA ERANO una società, di cui alcune quote erano DI UNA SOCIETÀ PARTECIPATA DALL’ONOREVOLE DI NCD per metà possedute proprio da chi, oggi, 1.676.885 euro, nell'aprile del 2004 a causa del porto di Tremestieri si deve MESSINA. E’ se è da tempo sotto gli occhi diventarono 2.972.506,31 euro, per poi dare e si da un gran da fare. A possedere di tutti l’impegno profuso dal assestarsi a 2.157.000 euro nella perizia di il 25% della Trefingest, anche dopo una parlamentare Enzo Garofalo nel settore variante approvata nel dicembre del variazione di denominazione della delle infrastrutture e, quindi anche per il 2004. Una parte delle aree su cui sono “Francesco Garofalo & c. s.r.l.” in porto di Tremestieri, c'è un motivo che sorte le “opere a terra” furono acquistate “Garofalo S.p.a.” datata febbraio 2002, lega il deputato del Ncd all’approdo della da una società, la Trefingest, che, almeno era per il 50% proprio il deputato zona sud a cui non manca il sapore di Vincenzo Garofalo. Due anni beffa. Oltre ai numerosi interventi in sede da statuto, come obiettivo aveva anche la realizzazione di dopo la Prefettura diede romana sulle vicende che hanno complessi turistici e di cui, quota seguito all’espropriazione di interessato l’infrastruttura e al nemmeno parte, faceva capo alla alla 10 delle 12 particelle troppo recente pressing per “Francesco Garofalo & c. s.r.l.” catastali che formavano i l’ampliamento, alle origini, ci sono state, società guidata dal padre di 17mila mq di proprietà della infatti, anche questioni immobiliari. Sì Garofalo, deceduto purtroppo Trefingest. L’atto di perché le opere a terra del porto sono anni fa. Precisamente fu nel espropriazione per pubblica state costruite anche attraverso giugno del 1987 che la Trefingest utilità, che risale al 10 marzo l'espropriazione di terreni privati. In un acquistò dalla Esso un’area di del 2004, sul bilancio della primo piano economico, del gennaio Enzo Garofalo circa 17mila mq a Tremestieri, società si tradusse in una 2003, per gli espropri erano stati stanziati centonove pagina 14 sicilia 4 Dicembre 2014 PROPOSTE. Il Pd sull’attraversamento veloce dello Stretto «Messina-Reggio più vicine» Incrementare i collegamenti marittimi, coincidenze efficienti con Fs, ricostituzione dell’ex Consorzio Metromare e tutela dei lavoratori di Ustica Lines. I quattro comandamenti per un “ponte” reale DI Giosuè Marino ancora oggi seguono ritardi nelle autorizzazioni necessarie a trasferire quella sorta di “isolotto di sabbia” che si è materializzato dopo l’ultima mareggiata. Non è servito nemmeno un summit all’Irrera tra il neo assessore all’Ambiente Maurizio Croce, l’ad di Caronte & Tourist Vincenzo Franza e il segretario dell’Autorità portuale Francesco Di Sarcina, avvenuto qualche giorno dopo l’ennesima chiusura dell’approdo, per velocizzare l’iter di “liberazione” di uno scalo che sembra quasi maledetto. LA SOLUZIONE. Adesso la ricetta di molti mali sembra essere l’ampliamento del porto, o almeno questo crede fermamente l’Auritorità portuale che nei mesi scorsi ha incassato l’ok dalla Commissione d’impatto ambientale per i lavori di “allargamento”, anche se, proprio secondo le stime dell’Authority ci potrebbero volere almeno quattro anni per vedere l’opera realizzata e per far si che tutto il gommato possa essere trasferito senza altri intoppi a Tremestieri. Nel frattempo si spera di poter rendere agibile anche la seconda invasatura di un porto che, con tutta probabilità, dovrà ancora convivere con i “soliti” problemi di insabbiamento. plusvalenza di 170mila euro con la Trefingest che, allora, non riteneva comunque congruo il prezzo stabilito dall’ente espropriante e ipotizzava di adire le vie legali. Proprio il bilancio del 2004 testimonia come la plusvalenza patrimoniale che riportava la cifra di 170.553,09 euro fosse “pari alla differenza tra l’importo dell’indennità di esproprio e il valore dell’area iscritta a libro” ed è lo stesso rendiconto 2004 ad indicare che il 18 marzo del 2004 l’assemblea dei soci aveva dato mandato di inoltrare un’apertura di credito alla Unicredit, garantita con la procura dell’incasso dell’indennità di esproprio. “Apertura” attraverso cui i soci sono stati così rimborsati, “tuffandosi” nel disbrigo delle pratiche per lo scioglimento anticipato della società visto che l’espropriazione dell’immobile non consentiva l’attuazione dei programmi pianificati nell’87 e fino ad allora non ancora realizzati. PAOLA LIBRO MESSINA. Un fattivo incremento dei collegamenti marittimi in riva allo stretto dal porto storico a Villa San Giovanni, il mantenimento della linee marittime Messina–Reggio Calabria, coincidenze efficienti con il servizio ferroviario ad alta velocità sulla sponda calabrese, la ricostituzione dell’ex Consorzio Metromare e la tutela dei lavoratori dell’Ustica Lines. Questa in sintesi la proposta di delibera che il consigliere comunale Santi Daniele Zuccarello presenterà in Consiglio Comunale, assieme ai colleghi Donatella Sindoni, Paolo David e Francesco Pagano, annunciata il 28 novembre a Palazzo Zanca in presenza anche del personale dell’Ustica Lines, in risposta a quella proposta dell’amministrazione comunale per la mobilità tra le due sponde che “anziché avvicinare le città dello Stretto tende ad allontanarle”. La proposta dell’amministrazione comunale prevede, infatti, il solo collegamento con mezzi veloci tra Messina e Villa San Giovanni e la soppressione della tratta da e per Reggio Calabria che sarebbe sostituita da collegamenti ferroviari, sulla sponda calabra, da e per Villa San Giovanni. Ciò anziché facilitare la velocità e la continuità dei collegamenti territoriali degli utenti tra Messina e Reggio Calabria indurrebbe la necessità della fruizione di un ulteriore mezzo di trasporto pubblico, il treno appunto, da Villa a Reggio e, di conseguenza, l’allungamento dei tempi di percorrenza verso il capoluogo di provincia, rendendo difficoltoso il viaggio, in particolar modo, a persone anziane, con disabilità e con bagagli voluminosi. Improponibile in termini di efficienza, qualità, continuità territoriale sia a quei 8 milioni di passeggeri che durante l’anno si ritrovano a fare la spola tra le due coste (di cui il 35% utilizza i mezzi veloci), sia al personale dell’Ustica Lines, che con la soppressione della tratta di Reggio rimarrebbe senza lavoro. Inoltre, il servizio dovrebbe essere gestito dal Gruppo Ferrovie dello Stato attraverso la società controllata RFI che, dal 1° gennaio 2015, dovrà predisporre un sistema di mobilità marittimo idoneo a collegare le tre provincie dello stretto con mezzi navali veloci e navi bidirezionali. A questo punto si impongono diverse considerazioni: la prima relativa alla constatazione che la stessa società RFI, per mezzo della controllata Bluferries, possiede una flotta navale composta da tre navi bidirezionali e due mezzi veloci, le monocarene “Tindari” e “Selinunte”( la cui capienza massima è di 300 passeggeri), che risulterebbe insufficiente nel coprire il servizio richiesto dai flussi pendolari di entrambe le tratte; da qui la proposta dei consiglieri di ricostruire il Consorzio Metromare, rivelatosi in passato efficiente, necessario a garantire la funzionalità della linea marittima Messina-Reggio Calabria, anche nel week-end, e tutelando oltretutto i posti di lavoro. La seconda constatazione riguarda, invece, la mancata pubblicazione ad oggi di un bando ministeriale per il rinnovo della concessione del servizio, in scadenza al 31 dicembre 2014, e il mancato stanziamento di risorse finanziarie dal Governo centonove pagina 15 nazionale; alla luce di ciò non appare normativamente possibile proseguire in un regime di proroga oltre il mese di dicembre e sembra materializzarsi il rischio, in mancanza di soluzioni idonee, di interruzione del servizio di attraversamento veloce dello Stretto dal 01 gennaio 2015, che attualmente è fermo solo nel weekend a seguito del successivo scioglimento del Consorzio Metromare (avvenuto a gennaio 2014), e al succedersi di un regime di proroghe da parte di due vettori Ustica Lines (limitatamente alla tratta Messina-Reggio e Bluferries per la tratta Messina-Villa San Giovanni). Occorre agire in fretta per garantire il servizio e tutelare i lavoratori dell’Ustica Lines che rischierebbero di perdere il lavoro, aggiungendosi ai 15 operatori che la società a Giugno ha mandato a casa. “Si parla di area metropolitana ma di metropolitano c’è ben poco – asserisce Felice Ambriano – direttore macchina dell’Ustica Lines. Se un cittadino da Roma si vuole spostare a Napoli trova un treno ogni ora, ma se ci si vuole spostare da Messina a Reggio soprattutto nei week-end è quasi impossibile. Chiediamo alle istituzioni locali di trovare le risorse il prima possibile per garantire il servizio tra le due città e per poter parlare davvero di Area Integrata, altrimenti sono solo chiacchiere”. “La cosa più importante – puntualizza Paolo David, capogruppo Pd – è garantire un servizio efficiente ai passeggeri”. 4 Dicembre 2014 sicilia INCHIESTA. Cosa sorgerà davvero nell’impianto previsto in zona nord. E chi lo costruirà Pace, e discarica sia “Una discarica pubblica a Messina”, ha annunciato l’ex assessore ali Rifiuti Nicolò Marino. Che potrebbe servire anche i comuni vicini, orfani di Mazzarrà. Una gara che va a rilento ed un progetto con “parole d‘ordine” inquietanti DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. La verità l’ha detta l’ex assessore all’Ambiente Nicolò Marino: “A Messina sorgerà una discarica pubblica”. Questo sarà, alla fine, l’impianto di biostabilizzazione che l’amministrazione guidata da Renato Accorinti ha autorizzato a Pace, riviera nord, zona di pregio paesaggistico e di speranze turistiche della città. Un puzzle in cui tutti i pezzi stanno per andare al loro posto. Seppur lentamente. GARA SENZA PACE. Perchè le operazioni procedono a rilento, ma in pole position per aggiudicarsi i dodici milioni e mezzo di euro di lavori dell’impianto che in origine era concepito come stazione di trattamento e biostabilizzazione e via via si è arricchito di una discarica (e le sorprese non sono ancora terminate), c’è l’associazione temporanea d’impresa composta da Ccc, Sics e Cfc. Nella seduta del 26 novembre, l’ottava, la commissione ha valutato le offerte tecniche, temporali ed economiche ed assegnato all’Ati il miglior punteggio: ribasso del 13,440% e 278 giorni di tempo per il completamento dei lavori. A meno di stravolgimenti, ad aggiudicarsi la gara dovrebbe essere l’Ati siculo/romagnola: la Ccc (consorzio cooperative costruzioni) è di Bologna, la Cfc (consorzio fra costruttori) di Reggio Emilia, la Sics di Priolo Gargallo. LE STRANEZZE. Problema è che la gara, bandita dal responsabile del procedimento Maurizio Croce, oggi assessore al Territorio e ambiente, e dall’ex dirigente del dipartimento Acqua e rifiuti Marco Lupo) sta andando troppo a rilento. Perchè il bando è scaduto il 5 marzo, e la commissione se l’è presa comodissima, iniziando ad aprire le buste solo venerdi 8 luglio, esaminando due offerte, chiudendo la seduta e continuando dieci giorni dopo, il 18 luglio, mentre nel bando di gara, invece, era espressamente indicato l’inizio delle operazioni di verifica al 12 marzo. Oggi, a nove mesi di distanza, dopo otto sedute c’è solo una graduatoria. Altra singolarità è l’importo dei lavori per la discarica di Pace: a marzo, in sede di gara l’importo complessivo dell’appalto ammontava a 12 milioni e 343mila euro. All’apertura delle buste, a luglio, l’importo lievita a 14 milioni e 972mila euro. A fine novembre, nell’ultima commissione in ordine di tempo, l’importo torna indietro, ma ad una cifra diversa: 12 milioni e 323mila euro. L’IMPIANTO DEL MISTERO. Cosa sorgerà davvero a Pace? Un impianto di trattamento meccanico e biologico della frazione residuale di rifiuti indifferenziati, una discarica per rifiuti non pericolosi, ed un impianto di trattamento del percolato da discarica. Ad oggi, però, l’unico progetto previsto dal comune di Messina per l’area di Pace, quello che ha avuto le autorizzazioni amministrative previste dalla Regione e inserito nel piano regionale dei rifiuti, è un progetto che risale al 2007, che per il sito prevedeva una discarica da 330mila tonnellate di capienza, 287mila metri cubi di volume e da 40mila metri quadrati di superficie. Quanto basta per accogliere i rifiuti prodotti in città, che all’epoca del progetto erano pari a 124mila tonnellate all’anno (300 al giorno). Senonchè i programmi della Regione prevedono che a scaricare possano essere anche i comuni vicini, ora che Mazzarrà è chiusa e che, a pieno regime, è in grado di ospitare 300mila tonnellate di rifiuti all’anno, su una superficie di un milione e 720mila metri cubi, molti di più della discarica di Pace. Problemi degli altri comuni ma interrogativi risolti, quindi, per Messina? Nemmeno per idea. 43 MESI CONTRO 30 ANNI. Secondo il progetto del 2007, “la fase operativa dura circa 43 mesi. La fase post operativa, durante la quale la discarica non è più attiva in termini di utilizzo ma è sottoposta a monitoraggio ambientale, dura circa 30 anni”, quindi non esattamente un investimento conveniente. Non è il solo problema: manca infatti la valutazione ambientale strategica, benchè in sede di redazione del progetto definitivo, messo su carta centonove pagina 16 Il progetto dell’impianto di Pace, nel quale sono ben visi dal progettista Guido Di Capua della So.Ge.Am, si prendano in considerazione le prescrizioni contenute nel decreto A.I.A. soprattutto per quello che riguarda la discarica. Quali? Per esempio una serie di “accorgimenti tecnici finalizzati ad impedire che sia percepita la presenza della discarica al di fuori della fascia di rispetto”, o “adeguamento del corpo della discarica alla nuova normativa antisismica”, o, ancora “rideterminazione del volume massimo a disposizione della discarica a seguito della verifica geotecnica della stabilità dei versanti di scavo”. In venti righe, il termine ricorre tre volte. Sempre, ossessivamente. Comunque la si legga, quindi, si tratta proprio di discarica. Con alcuni tratti inquietanti. “TERMODISTRUZIONE”. L’assessore al territorio Daniele Ialacqua ha negato fino alla morte, ma nel progetto dell’impianto di Pace, aleggia un fantasma: inceneritore. Nella relazione Nicolò Marino 4 Dicembre 2014 sicilia PALERMO. Chiudono i tre principali siti: le strategie della Regione per l’imminente emergenza Dove ti stipo la munnizza COMMISSARIAMENTO E RIAPERTURE “STRAORDINARIE. PERCHÈ MANCANO GLI IMPIANTI PER LA DIFFERENZIATA ibili i futuri siti di abbancamento dei rifiuti generale descrittiva del progetto nell’impianto andranno circa 80 delle 300 tonnellate giornaliere di rifiuti che si producono in città. Quelle ottanta tonnellate, si legge nella relazione, “sono destinate all’impianto di termodistruzione adiacente al sito di realizzazione della nuova discarica”. E per togliere ogni dubbio, nella stessa relazione è ben specificato che si tratta di “attività dell’inceneritore”. All’interno di una discarica. Il paradosso è che dopo la stangata all’Italia da parte dell’Unione Europea, i siciliani potrebbero trovarsi a pagare multe per discariche delle quali non possono più usufruire. E questo, a cascata, potrebbe portare ad una spaventosa emergenza rifiuti, di proporzioni mai viste. Coi sigilli giudiziari a Mazzarrà sant’Andrea, con Motta sant’Anastasia che entro l’anno dovrebbe chiudere per saturazione (sempre che non intervenga la magistratura anche nel catanese), con l’impianto di Siculiana attualmente aperto (e chiuso) a singhiozzo perchè arrivato al limite della capienza, all’appuntamento del 15 gennaio la Sicilia potrebbe farsi trovare disastrosamente impreparata. Cosa succede il 15 gennaio? Che scade la proroga concessa dal governatore Rosario Crocetta ai conferimenti in discarica, in attesa che entrino a pieno regime gli Aro, la nuova forma di organizzazione del ciclo dei rifiuti su base regionale, che punta forte sulla differenziata. Qui arrivano ulteriori problemi. Il primo è che gli Aro sono ancora in fase embrionale (e infatti quasi sicuramente Crocetta si avvarrà di una ulteriore proroga fino al 15 aprile, che però sarà per legge l’ultima permessa), il secondo che la differenziata non è mai decollata, e portarla alle soglie oltre le quali i conferimenti in discarica saranno solo una minima parte (all’incirca al 65%) non è operazione che si possa attuare in tre mesi, dato che non ci si è riuscito in oltre dieci anni. La soluzione? Un commissariamento. Che il governo Renzi consegnerebbe nelle mani di Crocetta, perchè si possa continuare ad andare avanti con l’attuale regime di conferimento in discarica. Con la sola differenza, annunciata ma ancora senza spiegare come e quando, che alle discariche private (Mazzarrà, Motta, Siculiana) si sostituiranno discariche pubbliche. L’impianto di Pace a Messina potrebbe essere il prototipo del “new deal” dei rifiuti siciliani, che ogni giorno di più assomiglia all’old deal. La gestione commissariale potrebbe “in via PALAZZO ZANCA Palazzo Zanca, obiettivo 65% RIDUZIONE COSTI E PORTA A PORTA COSA PREVEDE IL PIANO ARO 2015/2018 MESSINA. L’obiettivo è il 65% di differenziata entro il 2015. A palazzo Zanca lo giurano, e ne sono talmente convinti da inserirlo nel piano Aro, che da un anno avrebbero dovuto sostituire gli Ato (i primi su base comunale, questi ultimi regionali) nella gestione dei rifiuti. All’interno del piano, la spesa prevista per il settore rifiuti nel quadriennio 2015/2018 sarà di poco meno di 148 milioni di euro. Il che, diviso quattro, fa trentasette milioni di euro all’anno. Una deciso risparmio rispetto ai 42 che oggi i cittadini (che dal 2013 pagano per intero, prima con la Tares e oggi con la tari, i costi del servizio di gestione rifiuti) versano nelle casse di Messinambiente e Ato3. Il primo passo è la raccolta porta a porta, che gradualmente sostituirà quella in strada mediante cassonetto: niente di sperimentale, dato che sono le normative nazionali e regionali a prevederlo, ma a Messina, a parte una piccola (e fallimentare) parentesi a faro di anni fa, di raccolta porta a porta non se ne è più parlato, benchè dalla regione siano in arrivo fondi per quasi cinque milioni proprio per la porta a porta. Chi gestirà il servizio? L’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua immagina che sia palazzo Zanca stasso a farlo. Tramite quale società non è ancora chiaro. Potrebbe restare Messinambiente, mondata dai debiti dopo la transazione con l’Ato3. Oppure potrebbe essere la nuova Multiservizi. (A.C.) Daniele Ialacqua centonove pagina 17 Vista aerea della futura discarica di Pace del tutto straordinaria”, come da formula di prammatica, permettere l’apertura di ulteriori vasche di contenimento dei rifiuti. Trucchetto che non riuscirebbe con Mazzarrà sant’Andrea, sequestrata dalla magistratura per indagini su disastri ambientali e abusivismi, ma che per Siculiana e Motta, in assenza di provvedimenti giudiziari, cadrebbe a puntino. E la differenziata? Al palo, e destinata a rimanerci per molto. Perchè servono impianti che oggi in Sicilia non ci sono, o ci sono ma non sono mai entrati in funzione. Un documento del 2011 indicava infatti impianti in sole cinque province (Agrigento, Enna, Palermo, Catania e Trapani), ma, si leggeva, “nessuna è in grado di assicurare l’autonomia di trattamento dell’umido proveniente da una raccolta differenziata del 35%. A livelli quindi assolutamente non soddisfacenti. Come è cambiata la situazione dal 2011? Non è cambiata. Sono sorti altri quattro impianti di trattamento a Gela, Bisacquino, Vittoria e Ragusa, ma non sono mai entrati in funzione benchè collaudati, e altri cinque si è cercato di mandarli a bando per la realizzazione. Dal 2012, però, le gare sono sempre andate deserte. Meglio le discariche. A.C. 4 Dicembre 2014 sicilia Una parte del complesso “Le Rocce” (foto Taorminainforma.it) SVOLTE. La Provincia bandisce una gara per la concessione dello storico complesso di Mazzarò degli anni ‘50 Taormina, “Le Rocce” in project Con base d’asta da cinque milioni di euro, il progetto di finanza prevede una concessione di massimo 41 anni dietro il pagamento di un canone. I vincitori dovranno intervenire nel rispetto dei vincoli ambientali TAORMINA. Al project financing, l’ingegnere Benedetto Sidoti Pinto lavorava da metà degli anni 2000, e per il recupero dello storico complesso “Le Rocce” di Taormina aveva manifestato interesse la società Pineta srl del Gruppo Marchese. Da pochi giorni, dopo anni di contenzioso con l’amministrazione della Perla dello Jonio sulla titolarità del bene, il commissario alla Provincia, Filippo Romano, è riuscito a mettere nero su bianco la “Procedura aperta per l’affidamento della concessione, mediante finanza di progetto, per la conservazione e rinaturalizzazione dell’area denominata Le Roccee dell’annessa struttura ricettiva alberghiera tramite lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria”. Le proposte dovranno essere compatibili con la struttura e la destinazione nel rispetto dei vincoli in cui ricade parte del complesso relativamente ad un’area di inreserre Sic”. L’entità dell’appalto è di 5 milioni 9120 euro, di cui tre e mezzo per lavori e 1.509.152 per somme a disposizione. Chi se lo aggiudicherà, avrà sessanta giorni per consegnare il progetto definitivo, altri trenta per quello esecutivo e 730 per terminare i lavori. Per aggiudicarsi il progetto di finanza, i partecipanti dovranno indicare il canone da corrispondere alla Provincia, il livello della qualità di gestione del servizio, le modalità di aggiornamento del canone, la durata della concessione, che non potrà essere superiore a 41 anni. CRITERI DI AGGIUDICAZIONE. A vincere, sarà l’offerta economicamente più vantaggiosa, ma a fare la differenza saranno anche i criteri e i sottocriteri di valutazione tecnico economica delle offerte e “relativi pesi e sottopesi”: valore tecnico ed estetico delle soluzioni migliorative; qualità o standard del servizio di gestione; contenuto qualitativo piano economico-finanziaria. Al bando, potranno partecipare imprenditori individuali, società commerciali, società cooperative, consorzi, raggruppamenti temporanei, soggetti che abbiano stipulato uil contratto di gruppo europeo di interesse economico (Geie). Tutti dovranno avere requisiti relativi al fatturato, al capitale socale e alle attività svolte in precedenza. Per quanto riguarda i progettisti, devono aver svolto nel decennio precedente progettazioni esecutive relative ad interventi appartenenti alla Classe e Categoria I della tariffa professionale per un importo complessivo non inferiore a 7 milioni di euro. UN PO’ DI STORIA. Struttura alberghiera realizzata dalla Regione negli anni ʻ50 per contribuire a sviluppare il turismo nel comprensorio, “Le Rocce” è stata per anni al centro di un contenzioso con il Comune di Taormina, risolta grazie alla mediazione della Regione. La Provincia, infatti, puntava sul project financing mentre l’amministrazione ne voleva fare un parco naturalistico. Una battaglia finita prima al Tar e poi al Cga di Palermo. Più recentemente, a seguito dello scioglimento delle Province, il sindaco Eligio Giardina aveva scritto al commissario Romano comunicando che riteneva ormai il bene nelle proprie disponibilità. (D.D.J.) RIASSUMENDO Dal Riviera a Mistretta ECCO I LAVORI IN CORSO SUGLI ALTRI ALBERGHI DI PALAZZO DEI LEONI. PER CASTELMOLA C’È L’IPOTESI TAORMINA ARTE Filippo Romano MESSINA. Per “Le Rocce” che vanno in appalto con un progetto di finanza, ecco lo stato dell’arte degli altri alberghi che, dalla Regione, sono transitati alla Provincia. A fare un punto, è il commissario riconfermato a Palazzo dei leoni, Filippo Romano: «Cominciamo dall’Hotel Riviera di Messina, per il quale è andata in appalto la seconda fase dell’operazione iniziata un anno fa con la selezione delle società immobiliari. Allo stato attuale ne sono rimaste sei, ed entro il 18 dicembre dovranno presentare le loro offerte. Per l’albergo esiste un vincolo di destinazione. Alle società, come incentivo, abbiamo centonove pagina 18 messo nella gara per l’acquisizione la disponibilità del cambio di destinazione d’uso e il deprezzamento del valore catastale, pari a venti milioni. Il prezzo di mercato, 12 milioni, potrà essere ridotto del 20%». Una storia a lieto fine è quella che si profila per il Santa Croce di Floresta e il “Sicilia” di Mistretta. «A fine estate - racconta - sono stati aggiudicati i restauri di entrambi i beni, che poi verranno messi a bando per la gestione con un canone basso, tenuto conto della localizzazione». Strategia differente, invece, per il “Portella Miraglia” sui Nebrodi: «I restauri li farà direttamente chi si è giudicato l’affitto, scontandolo l’onere dal canone di locazione che durerà 18 anni». Ancora da definire, infine, il destino del “Panorama di Sicilia” di Castelmola: «In atto, c’è un affitto in scadenza. Potremmo anche procedere con lo sfratto, ma non vogliamo lasciare il bene incustodito. Una idea - spiega Romano - potrebbe essere quella di conferire l’albergo alla costituenda Fondazione Taormina Arte». (D.D.J.) economia 4 Dicembre 2014 DIBATTITO DEL LIONS REGIONE. Langue la società affidata dal governatore alla commercialista di Gela, Caterina Volpe Tu chiamalo se puoi Sviluppo Italia La presidente ha chiesto la rescissione del contratto con la società di vigilanza a Messina, dove albergano solo due aziende. Altre due rischiano di perdere i fondi di Ivitalia aspettando di essere “incubate”. La crisi dell’azienda PALERMO. Attento a tutti gli scandali della formazione professionale, il presidente della Regione Crocetta è totalmente assente sul fronte di chi il lavoro dovrebbe autopromuoverlo. E’ il caso di Sviluppo Italia Sicilia, la società affidata alla presidenza della commercialista di Gela, Caterina Volpe, moglie del generale Tucci che il governatore aveva già mandato a far da commissario alla Provincia di Palermo. Dopo le dimissioni del direttore generale Vincenzo Paradiso, che ha lasciato la Sicilia per trovare nuovi impieghi in Lombardia, la società che sovrasta la sede dell’Irfis in via Bonanno a Palermo, va avanti per forza di inerzia. La presidente ha dato disposizione di rescindere il contratto con la società di vigilanza che a Papardo a Messina, controllava i quasi ottomila metri quadrati di incubatore di impresa costato allo Stato otto milioni di euro, dove, desolatamente vuoto, albergano due sole aziende: altre due che hanno chiesto di essere incubate non ricevono riposte da mesi e rischiano di perdere il finanziamento chiesto come start-up a Invitalia. Ma non c’è solo Messina nel cahier de doleance di Sviluppo Italia Sicilia: la totalità delle azioni della società è stata acquistata per dieci milioni di euro dal governatore Lombardo dalla casa-madre, nazionale. Settanta dipendenti che non prendono lo stipendio da mesi, ora la società che il governo Crocetta “ha ritenuto strategica” si presenta con un bilancio in perdita per 1,7 milioni per il 2014, che si aggiunge allo stesso risultato per il 2013. Risultato: una perdita netta di 3,5 milioni su un patrimonio netto di sei. A questo si aggiungono poi 1, 7 milioni di debiti verso i fornitori e 500mila verso i dipendenti. Il solo contratto in essere pera ssistenza tecnica con l’assessorato all’agricoltura è in “contenzioso”. A farne la spesa di questa situazione della società “in house”, oltre che i dipendenti, sono anche le venti Imprenditorialità La molla per lo sviluppo MESSINA. "Progettare il futuro, tra sharing economy e social innovation” è stato il tema dell’incontro-dibattito promosso dal Lion Club, Messina-Ionio, svoltosi lunedì scorso nel Salone delle Bandiere della Provincia, per favorire “nuove forme di imprenditorialità”. A dare testimonianza che l’autoimprenditorialità può essere la sola molla che aiuta i giovani a uscire dalle secche della crisi che ha ridotto al lumicino le opportunità di lavoro, sono stati diversi imprenditori in erba. Con entusioamo hanno raccontato i primi passi della loro impresa, le difficoltà burocratiche, l’accesso al mercato e anche gli errori che aiutano a crescere. Focus sui quali si sono intrattenuti gli esperti, come Beatrice Villari, manager design del Politecnico di Milano, Ivan Di Fiore, direttore generale della Innova Bic di Messina e Francesca Dugo, promotrice dell’incontro per conto del Distretto Leo108Yb Sicilia. L’incubatore di Papardo aziende allocate nell’incubatore di Catania e il possibile blocco di tutte le attività in convenzione con Invitalia nazionale, la società amministrata dal calabrese Domenico Arcuri cui vanno indirizzate per l’istruttoria le nuove domande di prestito d’onore, e fondi per l’imprenditoria giovanile. Rischiano di esser bloccate anche le attività di 130 imprese già ammesse a finanziamento e la certificazione di oltre sei milioni di spesa dell’assessorato alle Attività Produttive. I sindacati, allarmati dalla situazione, hanno chiesto una audizione alla commissione bilancio, che è stata fissata per giovedì 3 dicembre. Ma le risposte che finora sono arrivate sono del tutto dilatorie: a parte un paio di mensilità arretrate, i dipendenti sanno che non sono stati versati i contributi da due anni a questa parte. Chi dovrebbe aiutare i giovani a costruire una impresa si trova così con il cappio al collo di non sapere come fare ad arrivare a fine mese. Con una aggravante: l’impresa non può operare per statuto nel libero mercato. Può avere incarichi di assistenza tecnica solo da mano pubblica. Con questi risultati. Un momento della premiazione CATANIA Agroalimentare, Mai dire Maas CATANIA. Rischia la chiusura il Maas, il mercato agroalimentare di Catania, area vasta 390mila metri quadrati nella zona industriale di Catania. La Regione Siciliana, che ha il 94% delle quote, continua a disertare le convocazioni di assemblea. E i revisori dei conti, coordinati dal presidente del collegio, il messinese Francesco La Fauci, non escludono la possibilità che, in presenza di nuovi comportamenti omissivi del socio di maggioranza, possano essere portati i libri in Tribunale. La Fauci ha chiesto un incontro ufficiale al neo-assessore all’economia Alessandro Baccei, mentre il presidente Eamanuele Zappia ha chiesto di incontrare la segretaria centonove pagina 19 generale Patrizia Monterosso per rappresentare la gravità della situazione di bilancio. Sul Maas pesa un braccio di ferro con la coooperativa muratori di Ravenna, che ha ha già recapitato un decreto ingiuntivo di dodici milioni di euro, per i lavori svolti negli anni passati nella struttura. Nella compagine societaria del Maas, oltre che federazione mercati di Roma fanno parte anche il Comune di Catania, la Confcoooperative, e ari altri comuni limitrofi. Oltre che l’Ortofrutta, di recente al Maas è stato aperto anche il mercato ittico e quello dei fiori, tutti in rete tematica con i mercati nazionali e internazionali. 4 Dicembre 2014 economia Gli operai dell’Esi che hanno protestato di fronte lo stabilimento nella zona industriale di Milazzo GIAMMORO. L’azienda che recupera batterie usate in difficoltà. La strategia del gruppo Franza Batterie, siamo “esauste” L’amministratore Genchi: «Chiederemo contratti di solidarietà per gli operai». Ma la salvezza della società passa dalla creazione di un consorzio regionale che gestisca il mercato DI GIANFRANCO CUSUMANO MILAZZO. La salvezza dell’Esi di Giammoro passa dalla creazione di un consorzio regionale che gestisca il mercato delle batterie esauste. L’azienda controllata dal Gruppo Franza, unica dell’isola specializzata nel recupero del piombo dalle batterie usate, per risollevarsi dal momento di difficoltà che sta attraversando, ha proposto al governo Crocetta di attivarsi per far nascere un consorzio regionale sulla falsariga di quello nazionale della raccolta e riciclo, (Cobat). L’organismo, frutto di un protocollo d’intesa, dovrebbe Luigi Genchi coinvolgere principalmente le aziende che si occupano della raccolta di questi rifiuti speciali. Ad anticiparlo è Luigi Genchi, amministratore della Esi spa, società nata diciassette anni fa con un fatturato che nei momenti di maggiore splendore toccava i 15 milioni di euro grazie alle vendita del piombo estratto alle stesse ditte produttrici di batterie. «Per evitare di licenziare personale chiederemo di attivare i “contratti di solidarietà” in modo da ridurre le ore di lavoro e mantenere gli stessi livelli occupazionali – sottolinea Genchi”. Gli operai, una quindicina, sono già sul piede di guerra ed hanno organizzato una manifestazione di protesta di fronte allo stabilimento nella zona industriale di Milazzo. Le difficoltà dell’azienda sono legate al calo della lavorazione delle batterie: si è passati da 15 milioni di tonnellate annue a 8 – 9 milioni. «A gestire il mercato – spiega Genchi – è il consorzio nazionale Cobat che da tempo ha deciso di aumentare i flussi verso il nord Italia a discapito della nostra azienda, l’unica che opera in Sicilia in questo settore (a livello nazionale sono sei). A gestirlo sono gli stessi produttori di batterie, obbligati allo smaltimento a norma di legge». Gli impianti che trattano questi tipi di rifiuti speciali non possono acquistare direttamente dai raccoglitori di batterie ma dal consorzio. “La nostra crisi è legata al fatto che non esiste un mercato libero – attacca Genchi - proprio per questo abbiamo preso contatti con l’assessorato regionale Energia per promuovere e firmare un protocollo e fare in modo che il materiale prodotto in Sicilia non venga inviato fuori. Basta coinvolgere i raccoglitori più grossi che attualmente fanno capo al Cobat. E questo consorzio che decide a quale impianto destinare le batterie». In attesa di creare il “Cobat Siciliano”, però l’azienda deve affrontare gli scioperi e le proteste. Negli ultimi mesi, secondo la Cisl, sono stati messi dipendenti in ferie forzate e per ben due volte è saltata la trattativa sulla cassaintegrazione ritenuta “alle porte”. Il sindacato ipotizza, addirittura, che l’azienda sia pronta ad impiegare lavoratori di ditte esterne. “Assistiamo a palesi provocazioni nei confronti dei lavoratori e del sindacato – spiega il segretario provinciale della Fim Cisl Messina, Nino Alibrandi – non abbiamo firmato l’accordo sulla cassaintegrazione proprio perché all’interno, al posto dei dipendenti, sono impegnati altri lavoratori di ditte esterne anche in attività che dovrebbero essere svolte dai dipendenti dell’Esi attualmente posti in ferie d’ufficio. Abbiamo chiesto chiarezza di ciò all’azienda, ma come risposta ci sono solo atti di ritorsione nei confronti dei lavoratori”. La Fim Cisl, che ha attivato le procedure di sciopero, è però disponibile a riattivare le trattative sulla cassaintegrazione. “Non appena l’azienda ci darà spiegazioni sulla presenza all’interno di dipendenti di società esterne – conclude Alibrandi – siamo pronti a sederci nuovamente al tavolo”. Genchi non si tira indietro. «Si tratta di un solo dipendente che fa capo ad un consorzio siciliano, quello che vorremmo potenziare assieme alla Regione Siciliana che svolge dal punto di vista burocratico attività di controllo e verifica del loro materiale depositato all’interno della nostra azienda in quanto non hanno un deposito di loro proprietà». AMBIENTE Ma sull’inquinamento cresce l’allarme MILAZZO. In passato L’Esi di Giammoro ha dovuto affrontare anche attacchi dagli ambientalisti. Uno studio epidemiologico dell'Università di Messina sugli effetti dell'inquinamento del polo industriale su un campione di ragazzini della Valle del Mela ha stabilito danni alla salute legati alla presenza di metalli pesanti come nickel, cromo e cadmio, dispersi nell'ambiente dalle industrie. Nel mirino la Raffineria di Milazzo, l'impianto di imbottigliamento di Gpl Ultragas, lo stabilimento Esi e la Centrale Termoelettrica Edipower. “Noi lavoriamo solo piombo – replica Luigi Genchi, amministratore della Esi – ogni sei mesi facciamo fare approfondire analisi ai nostri dipendenti e i valori sono tutti nella norma. Recentemente abbiamo anche ottenuto una importante certificazione europea (14001) che promuove i nostri impianti. Spendiamo circa un milione di euro l’anno per adeguamenti ambientali e tecnologici». centonove pagina 20 economia 4 Dicembre 2014 OCCORRE SAPERE TECNOLOGIA. Niente stress al volante grazie l’App di un ingegnere catanese Il Parcheggio? trovalo su smartphone Carlo Sciuto ha ritirato il “Cerisdi Awards”, premio per coloro che raggiungono straordinarie perfomance in vari settori. Ecco il progetto-pilota elaborato col figlio informatico e il project manager Pierluigi Buttiglieri di ANTONIO BONACCORSO CATANIA. Trovare un parcheggio è una missione impossibile ma in nostro soccorso arriva il progetto siciliano “Park Smart”. Un software per aiutare gli automobilisti nel trovare lo “stallo” libero più vicino sfruttando un'infrastruttura basata su telecamere di videosorveglianza, anche già esistenti nelle principali città. L'infrastruttura elabora automaticamente le informazioni e segnala tramite mobile app all'utente il parcheggio più vicino al veicolo in movimento. Il progetto è capitanato da Carlo Sciuto, ingegnere catanese, business developer di Park Smart, che ha ritirato lo scorso martedì anche il “Cerisdi Awards”, un premio per coloro che hanno raggiunto straordinarie performance in svariati settori, dalle nuove tecnologie all’imprenditoria, dal campo medicoscientifico a quello sociale. In precedenza l'intuizione siciliana si era aggiudicata100mila euro grazie al premio “Edison Start”. “ Abbiamo sviluppato l'idea - ha raccontato Sciuto - con l'ingegner Pierluigi Buttiglieri, che è un project manager, e mio figlio Marco, che è informatico. Grazie al Politecnico di Milano abbiamo poi ampliato la nostra formazione in modo da rendere la proposta di business attrattiva. Lo scorso agosto abbiamo finito l'algoritmo per la video analisi. Il mese successivo abbiamo testato i collegamenti con le app e presentato il prototipo funzionante, riscuotendo molto successo. Vogliamo arrivare a un progetto pilota che ci consenta di monitorare un' area di parcheggio con 2-300 posti auto. Abbiamo la possibilità di realizzarlo”. PROPOSTE Accesso a internet, parte l’iter in Sicilia PALERMO. L’Associazione Generazione Ypsilon, ha presentato il primo disegno di legge che mira a introdurre internet come diritto in uno Statuto regionale: quello della Regione Sicilia. E' stato appena assegnato alla I Commissione Affari Istituzionali del Parlamento Siciliano per iniziare l’iter istituzionale di esame normativo. E' lo “Schema di progetto di legge costituzionale da proporre al Parlamento ai sensi dell'articolo 41 ter, comma 2, dello Statuto recante Modifiche allo Statuto della Regione in materia di diritto di accesso ad internet”, per l’introduzione del nuovo art.33-bis volto a formalizzare il riconoscimento del diritto di accesso ad Internet nell’ambito delle norme statutarie vigenti. La ratio dell’intervento è rendere fruibili a cittadini e imprese gli straordinari benefici derivanti dalla diffusione generalizzata delle nuove tecnologie digitali, intraprendendo un concreto progetto di Agenda Digitale, realizzare un concreto piano generale di contenimento della spesa pubblica mediante economie virtuose derivanti dallo sfruttamento efficiente delle nuove tecnologie". centonove pagina 21 Ma c’è anche un aiuto per chi non ricorda dove ha lasciato l’auto Ecco di seguito alcune tra le migliori app Android per un parcheggio garantito: Parkopedia Parcheggi Una enciclopedia del parcheggio che vanta oltre 18 milioni di posti auto in 25 paesi diversi. L’applicazione permette di trovare il parcheggio più vicino a dove vi trovate, o all’indirizzo che inserite, fornendo anche indicazioni per raggiungerlo. ViaMichelin L’app dell’omino gonfio è utile e divertente. Non solo consente di trovare parcheggio inserendo un indirizzo e dichiarando la propria posizione, ma calcola anche gli itinerari non solo in auto, ma anche a piedi e in bici. Se invece il vostro problema è quello di trovare parcheggio, ma non riuscire poi a ritrovare l’auto, ecco che l’app che fa al caso vostro è Car Finder AR che, sempre sfruttando la geolocalizzazione, riesce a memorizzare le coordinate del parcheggio e a darvi le indicazioni giuste per ritrovarla. 4 Dicembre 2014 centonove pagina 22 4 Dicembre 2014 centonove pagina 23 4 Dicembre 2014 economia ANALISI. L’economia statunitense “regala” un quadro positivo sul quale l’Europa dovrebbe riflettere Qualcuno ci salvi dalla Merkel La Francia prova a risalire la china, ma l’Italia sembra vincolata ad una sorta di “non possumus”. Il tema? E’ sempre quello della Germania e del suo dogma monetarista e rigorista. Ecco perchè di MAURIZIO BALLISTRERI MESSINA. I dati dell’economia statunitense ci consegnano un quadro positivo, soprattutto sul versante del lavoro: la disoccupazione è scesa sotto il 6%. Ciò ha un enorme valore anche simbolico, significa che il tasso dei senza-lavoro è tornato quello del 2008, prima che scoppiasse la grande crisi finanziaria, segnata dal fallimento della banca d’affari Lehman Brothers e dal rischio del crollo del sistema creditizio americano, già pesantemente segnato dalla scoppio della bolla immobiliare dei mutui subprime. Al riguardo l’Europa deve riflettere, considerando che la disoccupazione media del Vecchio Continente è doppia di quella americana, che pure ha un mercato del lavoro ultraflessibile, segnato dalla libertà di licenziamento, abbandonando senza indugi le politiche economiche dell’austerità, che hanno provocato una vera e propria ecatombe sociale. C’è da registrare che a fronte del successo dell’Amministrazione-Obama, nessuna resipiscenza è maturata nelle classi dirigenti europee, tranne qualche timido segnale francese, per adottare politiche espansive sul piano monetario di stimolo alla domanda e, quindi, a produzione e lavoro, evidenziando l’attualità di una frase di Keynes circa l’establishment di governo: “sono prigionieri di qualche economista defunto”; in questo caso del monetarismo ideologico della Scuola di Chicago di Milton Friedman. Due i fattori determinanti delle politiche economiche Usa, l’uso della spesa pubblica, che ha portato il rapporto tra prodotto interno lordo e deficit all’11% (quasi 4 volte quello dell’Unione europea!), con il salvataggio di banche e industrie dell’auto, che ha fatto parlare di “socialismo all’americana”, e la centonove pagina 24 massiccia immissione di denaro nel sistema economico da parte della Federal Reserve, con tassi d’interesse quasi a zero. La grande innovazione sul piano dell’architettura finanziaria della Fed è stata l’acquisto intensivo di bond, che ha prodotto ben 4400 miliardi di dollari di liquidità per imprese e famiglie. Per l’Europa, nel pantano della recessione, della deflazione e della disoccupazione di massa, l’America deve essere un modello per politiche economiche espansive, oltre i timidi segnali della banca centrale di Mario Draghi. La Francia ci sta provando, mentre l’Italia sembra vincolata ad una sorta di “non possumus”; il tema è sempre quello della Germania e del suo dogma monetarista e rigorista, rappresentato dall’euro forte e dai vincoli sui deficit pubblici e sui debiti sovrani.E’ tempo di aprire un contenzioso politico, non affidato agli eurocrati di Bruxelles, con il “IV Reich tedesco” e con i suoi paesi satelliti come Olanda e Finlandia: parafrasando la massima di Cicerone rivolta a Catilina “Fino a quando dunque, Merkel, abuserai della nostra pazienza? (Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?). economia 4 Dicembre 2014 MESSINA. Si avvia a conclusione il fallimento del consorzio fidi: Il 23 gennaio la settima udienza La fine di Ascom La relazione del liquidatore, l’indagine della guardia di finanza, la sentenza del tribunale fallimentare, e quelle fideiussioni a copertura dell’80% dell’esposizione: ecco come è maturato il crac di ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Sette udienze, l’ultima convocata il 23 gennaio 2015 (prima udienza di verifica tardive), la prima esattamente un anno prima, il 24 gennaio 2014 per l’adunanza dei creditori per l’esame dello stato passivo. Si avvia verso la conclusione il fallimento (dichiarato a luglio 2013) della Ascom Finance, società cooperativa di garanzia collettiva fidi. Già in liquidazione. FALLIMENTO DICHIARATO. E’ il 17 luglio del 2003 quando il collegio di giudici della seconda sezione civile del tribunale di Messina Adolfo Fiorentino, Antonino Orifici e Ugo Scavuzzo decretano il fallimento della Ascom, e la affidano nelle mani del curatore Domenico Cataldo, che la riceve dal commercialista Enzo Barilà, che del consorzio è il liquidatore. Un’istanza CONFCOMMERCIO Intimidazioni e polemiche: è bufera IL PRESIDENTE PICCIOTTO RISPONDE AI SEI DISSIDENTI SULLO STATUTO MESSINA. Arriva in Prefettura l’episodio intimidatorio compiuto a danno di un consigliere di Confcommercio al quale, qualche giorno fa, qualcuno ha tagliato le gomme dell’automobile. A palazzo del Governo, mercoledi 3, si è tenuta una riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza al quale era presente anche Carmelo Picciotto, che di Confcommercio è presidente, che nelle ore successive all’accaduto ha espresso solidarietà al consigliere della sua associazione. All’interno della quale però non tira una buona aria. Lo stesso Picciotto a fine novembre, è stato messo nel mirino da sei membri del consiglio direttivo che ne contestavano la nomina di Caterina Mendolia a direttore sollevando un conflitto di competenze: “Nessun conflitto ha spiegato Picciotto - lo statuto parla chiaro, e inoltre i vertici romani dell’associazione hanno confermato che lo stesso statuto non ha bisogno di modifiche. Tra l’altro conclude, rispondendo ad un’altra delle critiche mosse dai sei consiglieri - nel 2014 ho tenuto sia consiglio che assemblea”. (A.C.) Carmelo Picciotto di fallimento depositata prima a Roma per lo stato d’insolvenza nel quale versava la società e poi, dopo l’eccezione da parte dei legali Alfonso Teramo e Francesco Saladino, a Messina, perchè era in riva allo Stretto che effettivamente la società operava. Qui il collegio di giudici scrive che “nessun dubbio può nutrirsi invero sulla sussistenza dei presupposti soggettivi di fallibilità”. Quali sono? FALLIBILITA’ SOGGETTIVA... “Alla data del 30 settembre 2012 si rilevano attività di valore superiore a nove milioni di euro e debiti, nei confronti dei soli fornitori, superiori a 500mila euro, cui vanno sommati poi debiti erariali e previdenziali per 93mila euro ed altri debiti per circa 432mila euro”: dati che i giudici traevano dalla relazione del liquidatore sulla situazione patrimoniale. Restavano, però, i “presupposti oggettivi”. Sui quali c’è stato un certo fermento. ...E FALLIBILITA’ OGGETTIVA. La Ascom contestava alla Guardia di Finanza una serie di errori in fase d’indagine che ne avrebbero compromesso la posizione. lettura che i giudici smontano, puntando poi il dito verso quelle “obbligazioni in relazione alle quali la garanzia sia stata escussa, riconducibili principalmente all’attività dell’unità locale di Roma la quale, senza che gli organi amministrativi abbiano mai operato alcun controllo, ha proceduto centonove pagina 25 al rilascio di fideiussioni non rientranti nell’ambito dell’attività sociale del consorzio”. Ma non solo di quelle, dato che, a Messina, i giudici rilevano isolvenze da 600mila euro tra 2007 e 2010. Ma il colpo di grazia doveva ancora arrivare. L’AUDIT DI UNICREDIT. Dalla relazione del liquidatore e da quella dell’istituto bancario Unicredit, emergono ulteriori magagne. “I procuratori e responsabili della sede romana, in concorso con un funzionario di Unicredit, hanno consentito a società del gruppo Marcaccini di godere di finanziamenti garantiti da fideiussioni che in realtà il confidi non avrebbe potuto rilasciare”. Per quali cifre? Ci ha pensato la Guardia di Finanza, che ha rilevato un’esposizione, da parte di società del gruppo (“insolventi in quanto originariamente incapienti”, scrivono le Fiamme gialle) per una cifra di cinque milioni di euro verso Unicredit: cifra garantita da fideiussioni rilasciate da Ascom Finance, “fino alla concorrenza dell’80% dell’esposizione”, scrivono i magistrati. Che aggiungono dell’altro. “APPARE INVERO SINGOLARE”. Il collegio dei giudici scava proprio intorno a quell’80%, spiegando perchè appare quantomeno inusuale: “La circostanza che proprio tutte le garanzie rilasciate in favore delle predette società siano fino all’80% appare invero singolare, alla luce di quanto specificato dal liquidatore nella propria relazione, nella quale, descrivendo l’attività del consorzio, precisava che lo stesso rilasciava garanzia per il 50% del finanziamento e, sono in casi particolari, fino all’80%”, si legge nella sentenza per la dichiarazione di fallimento. Quali sono le conseguenze di questa condotta? SENZA CONTROLLO. Riguardo agli organi del consorzio fidi, i giudici volgono lo sguardo verso il consiglio d’amministrazione: del quale si spiega che, con una delibera del 27 maggio 2009, “attraverso il conferimento delle procure per la gestione dell’attività della filiale, hanno di fatto trasferito tutti i poteri spettanti all’organo rappresentativo del Confidi a coloro che dovevano gestire la sede romana, i quali esercitavano, in quanto a ciò delegati, tutti i poteri spettanti agli organi di amministrazione e rappresentativi”. Con la conseguenza che, continua il collegio di magistrati, “attraverso le procure e la delibera, si fosse creato all’interno del Confidi un nucleo autonomo non sottoposto ad alcun controllo da parte della società e degli organi di questa”. 4 Dicembre 2014 economia UOMINI&BUSINESS QUI EUROPA. La regolamentazione messa in atto per tutelare i giocatori in tutta Europa. In particolare i minorenni Gioco d’azzardo online, ecco le nuove regole DI SALVATORE CIFALÀ MESSINA. In arrivo regole comuni per tutelare i giocatori d’azzardo online in tutta Europa, in particolare per i minorennni. A chiederlo è la Commissione europea in una raccomandazione agli Stati membri. L'obiettivo di questa iniziativa è assicurare un livello uniforme di tutela per la salute degli utenti e limitare gli eventuali danni economici derivanti da una pratica eccessiva o compulsiva del gioco d’azzardo.La raccomandazione è stata annunciata nel piano d’azione della Commissione “Verso un quadro normativo europeo approfondito relativo al gioco d’azzardo on-line”, adottata nell'ottobre del 2012 per fornire una risposta valida ed opportuna al rapido progresso della tecnologia on-line e all’incremento dell’offerta e dell’utilizzo di servizi di gioco d’azzardo on-line in Europa. La maggior parte degli utenti europei ritiene il gioco d’azzardo on-line un’attività ricreativa. Ad esso sono però associati molteplici rischi, soprattutto quando cessa di essere un’attività di puro intrattenimento e si trasforma in dipendenza per bambini, adulti e adolescenti. Si stima infatti che tra lo 0,1 e lo 0,8% della popolazione adulta soffra di ludopatia e che un ulteriore 0,1-2,2% mostri un coinvolgimento potenzialmente problematico nel gioco d’azzardo. Le nuove regole vogliono stabilire delle misure preventive per ridurre al minimo il potenziale danno ed a garantire che i servizi di gioco d’azzardo on-line siano offerti e pubblicizzati in maniera responsabile. Sulla base della raccomandazione della Commissione, i siti web di gioco d’azzardo dovranno avvertire i consumatori sui rischi legati al gioco d’azzardo. La pubblicità e la sponsorizzazione dei servizi di gioco d’azzardo on-line dovranno essere più trasparenti e più responsabili. Agli Stati membri spetterà tutelare i minori, negando loro l'accesso al gioco d’azzardo on-line e riducendo al minimo i contatti tra i minori e il gioco stesso, limitando anche la pubblicità in TV. Quando creeranno un conto di CONSUMATORI AGROALIMENTARE Occhio ai profumi Aziende in video per l’Expo I prodotti per profumare gli ambienti diffonderebbero sostanze irritanti, allergizzanti e anche tossiche. Analizzando un campione di aria prelevato da una stanza, dopo due ore di funzionamento di un deodorante o dopo avere spruzzato tre volte ad intervalli di 15 minuti, l’esito è preoccupante. L’uso dei deodoranti può provocare l’immissione continua nell’ambiente domestico di molteplici sostanze chimiche, anche se in concentrazione infinitesime ; si pensi a tutti quei modelli con diffusore elettrico o a quelle candele profumate quante sostanze liberano, benzene e formaldeide, riconosciute come cancerogene. E’ convinzione che sono tanti i deodoranti in grado di coprire un odore cattivo, con un altro più gradevole, mentre non eliminano niente; anzi le sostanze diffuse nell’aria si sommano e, allo scopo diversi studi stanno valutando le concentrazioni di sostanze tossiche emesse da alcuni prodotti di uso quotidiano: insetticidi, disinfettanti, colle, inchiostri... Critici inoltre, i giudizi sugli incensi mentre per le candele è consigliato utilizzare quelle non profumate. Francesco Sabatino - Adoc Uil Messina CATANIA. Un’opportunità per le aziende per partecipare a Expo Milano 2015. È il progetto Ris2Up, che permette alle imprese di raccontare la propria storia e presentare la propria attività all’Esposizione Universale. Se ne parla venerdì 12 dicembre dalle 10.30 alle 17.30 al Centro Congressi Radice Pura di Giarre (Catania), nell’incontro organizzato da B.l@bs e Siseco. «L’obiettivo – spiegano gli organizzatori - è rendere visibili le buone prassi delle imprese agroalimentari e di tutte le realtà vicine al tema Expo Milano 2015 «Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita». Il progetto Rise2Up ha lo scopo di far conoscere quelle realtà che realizzano cibi di alta qualità dai sapori unici e genuini, eccellenze spesso poco note e valorizzate». Le aziende che trattano agroalimentare o che sono vicine alla tematica di Expo, avranno la possibilità di realizzare dei video in cui raccontare la storia della propria azienda e i motivi di eccellenze. I filmati saranno proiettati da mega schermi interattivi installati all’interno dello stand del padiglione della Società civile, così da essere visibili ai visitatori di Expo 2015. gioco online, i consumatori dovranno fornire informazioni sulla loro età e identità. Un’assistenza costante verrà messa a disposizione dei giocatori per prevenire problemi relativi al gioco d’azzardo tramite operatori specializzati nella comprensione dei problemi di dipendenza dal gioco d’azzardo. Gli Stati membri sono inoltre invitati a realizzare campagne di sensibilizzazione sui rischi legati al gioco d’azzardo, oltre che a raccogliere dati sulla creazione e la chiusura dei conti di gioco e sulla violazione delle norme in materia di comunicazione commerciale. L'istituzione di autorità competenti in materia contribuirebbe ad assicurare l'efficacia e la conformità dei provvedimenti alla raccomandazione. Gli Stati membri hanno a disposizione 18 mesi a partire dalla pubblicazione della raccomandazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea per comunicare alla Commissione le misure adottate. La Commissione provvederà in seguito a valutare le misure adottate dagli Stati membri 30 mesi dopo la pubblicazione. IRSAP Respinti i ricorsi contro la nomina di Cicero PALERMO. Il Tar di Palermo ha respinto i ricorsi presentati da Casartigiani Agrigento (avvocati difensori Gaetano Armao e Stefano Catuara) contro le nomine adottate dal governo regionale di Alfonso Cicero a commissario straordinario e presidente dell' Irsap (legali Andrea Scuderi e Lucia Di Salvo), l'istituto che ha inglobato i consorzi delle aree industriali. FEDERAZIONE INFERMIERI Russello segretario a Caltanissetta CALTANISSETTA. Salvatore Russello è stato eletto nel collegio Ipasvi, Federazione nazionale Collegi infermieri, di Caltanissetta. Russello ricoprirà l'incarico di segretario. Roberto Cammarata, invece, fa il bis alla guida dell' organismo di tutela degli infermieri che ha eletto gli organi direttivi che resteranno in carica per i prossimi tre anni. Sarà affiancato da Alfonso Guarino come vicepresidente. NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO Lavoratori occasionali, niente maxisanzione se ci sono gli F24 Una valida documentazione fiscale salva il rapporto di lavoro occasionale dalla cd “maxisanzione” in ipotesi di verifica ispettiva. Il ministero del lavoro con la nota n.16920/14 ha, infatti, precisato che l’applicabilità della maxisanzione nelle ipotesi di riqualificazione in sede ispettiva di prestazioni di lavoro autonomo occasionale con partita IVA e/o ritenuta d’acconto, potrà avvenire solo in assenza di documentazione utile ad una verifica circa la pretesa autonomia del rapporto. Ricordiamo che la maxisanzione si applica nei casi in cui il lavoratore sia del tutto sconosciuto alla Pa, non sia stata effettuata alcuna comunicazione prescritta dalla norma, e/o nessuna registrazione che possa permettere di verificare la volontà del datore di non occultare il rapporto. La sanzione va da un minimo di 1.950 € ad un massimo di 15.600 €, più 195 € per ogni giorno di occupazione irregolare. Il ministero nella nota elenca la documentazione utile ad evitare la sanzione, confermando che per il lavoratore occasionale non è previsto alcun obbligo di comunicazione preventiva (come invece avviene per lavoratori subordinati, co.co.pro, ecc.). Gli ispettori, quindi, quando la prestazione di lavoro autonomo occasionale dovesse essere riqualificata come lavoro subordinato, oltre alla verifica della documentazione di carattere previdenziale per il limite di 5.000 € annui di compenso, dovranno considerare anche la documentazione fiscale. Per essere considerata valida ai fini dell’esclusione della maxisanzione, la documentazione fiscale obbligatoria dovrà riguardare il versamento della ritenuta d’acconto (20%) con modello F24, le rilevazioni contabili e il modello 770 (scade il 31 luglio dell’anno successivo), riferiti al periodo oggetto di accertamento. Tutti questi documenti consentiranno dal datore di lavoro/committente, pur a fronte di una riqualificazione della prestazione lavorativa da autonoma a subordinata, di non pagare la maxisanzione, in quanto il lavoratore non può essere considerato “in nero”. Attenzione però, perché la documentazione fiscale deve riferirsi ad un periodo che precede l’accertamento. Se, ad esempio, non sono ancora scaduti i temini per pagare la ritenuta d’acconto (entro il 16 del mese successivo all’erogazione del compenso), in assenza di altri elementi utili, la maxisanzione potrebbe essere applicata. Tutte le info dai Consulenti del lavoro. centonove pagina 26 poster 4 Dicembre 2014 MURALES DI UMANITÀ VARIA ANNIVERSARI. Moriva il 2 dicembre 2008 uno dei più grandi poeti italiani. La sua “culla” a Patti, al fianco di Quasimodo Mancuso, il nostro caro Angelo La seconda guerra mondiale, la morte del figlio. Una vita che rafforza sensibilità e voglia di scrivere DI BENITO BISAGNI PATTI. “Siamo fatti di tempo, che ci pesa dentro come un’ancora”. Se mai fosse possibile ridurre la vita di un uomo, di uno scrittore, di un artista in un semplice verso, questo pensiero sarebbe probabilmente tra i più adeguati per dipingere il quadro di ciò che il professore Michele Angelo Mancuso ha incarnato ed ha trasmesso a chi lo ha conosciuto ed a chi ne ha letto le opere. Non fosse altro perché queste profonde parole provengono dal professore stesso, tratte da una delle sue splendide poesie. Ed è proprio quello stesso tempo che è diventato un peso nell’intimità di chi vi era affezionato e che da ormai qualche anno, dal 2 dicembre 2008, data della sua scomparsa, deve fare a meno della sua presenza fisica. Michele Angelo Mancuso è stato un autore formidabile e, prima di tutto, un uomo sensibile. Crebbe in un ambiente privilegiato, a contatto con Salvatore Quasimodo, legato al padre del professore (altrettanto mirabile autore e grande docente) da una stretta amicizia ed ebbe modo di frequentare la famiglia del poeta Lucio Piccolo, tutte figure delle quali tante volte ha narrato i lati più celati e genuini, insomma meno “ufficiali”. Consuetudine vorrebbe che per un autore parlassero gli scritti, i libri, i versi. In realtà, se ci si fermasse alla produzione letteraria ne risulterebbero svilite l’essenza briosa, poliedrica e filantropica di Mancuso. E’ d’uopo, dunque, delineare alcuni aspetti complessi e simbolici della sua esistenza per apprenderne lo straordinario valore. Nacque a Patti nel 1926 e, come tutti i giovani dell’epoca, visse in prima persona le angosciose vicende belliche del secondo conflitto mondiale, in particolare la drammaticità degli eventi che seguirono lo sbarco in Sicilia delle truppe alleate, avvenimenti dei quali fu testimone diretto (in tante occasioni ebbe modo di narrare delle fughe notturne, dei “vagabondaggi” da un casolare all’altro, per evitare di essere colpiti dalle bombe provenienti dall’aviazione militare). Terminata la guerra, mise a frutto l’arguta e vivace intelligenza laureandosi in Lettere e Filosofia ed esercitando l’insegnamento di materie letterarie. Più tardi, sarà investito da un tragico avvenimento che lo accompagnerà e segnerà per tutta la vita, ovvero la morte del figlio “Micheluzzo” a causa di un incidente in moto. Scosso tremendamente, il professore volle tangibilmente farne rivivere la memoria nella sua stessa esistenza, conseguendo la laurea in Michele Angelo Mancuso Architettura a cui aspirava lo stesso “Micheluzzo”, con una energia e perseveranza commoventi, per dare una spirituale continuità alla personalità del figlio perduto. L’enorme sensibilità verso la realtà circostante sfociò in tante produzioni letterarie, dalla poesia alla prosa fino alle approfondite ricerche storiche. Inestimabile è il valore della raccolta di testi poetici “Siamo fatti di tempo”, principalmente composti in età giovanile, componimenti in cui Mancuso coniuga immagini malinconiche e di speranza, di inquietudine e di serena pacatezza al contempo, di vigorose sensazioni e di indagine nei reconditi confini dell’animo umano, affidandosi ad un linguaggio a volte immediato e che, successivamente, accede rapido ad uno stile ermetico, pullulante di richiami emotivi e sensoriali percepibili solo con una puntigliosa analisi. Così riflette: “… siamo / materia lieve / aria soltanto / e sempre / c’inonda lo spasimo / dei ranocchi impazziti”. Inestinguibile fu, poi, l’interesse di Mancuso per l’indagine storica, tradottosi in numerosi saggi e romanzi a partire da, tra gli altri, “Contenuto e forma” e “Arenaria, creta e memoria”, fino a “Sulla costa alta” e “I fiori del mandorlo”, quest’ultimo tra i lavori più recenti e più apprezzati. Incentrato sugli inarrestabili venti di cambiamento spiranti dopo lo sbarco di Garibaldi e dei Mille in terra siciliana e sulle vicende della decisiva battaglia di Milazzo, “I fiori del mandorlo” racconta, tra le altre cose, l’ingresso dell’Eroe dei due mondi a Palermo:”… si sentì lo scampanio festoso di alcune chiese e la gente cominciò a sciamare per le strade con bandiere e coccarde tricolori, inneggiando a Garibaldi e a Vittorio Emanuele o, indifferentemente, a Garibaldi e alla rivoluzione, imprecando contro i tiranni ed auspicandone la morte immediata”. E, ancora, fu corposo l’interesse per la cultura popolare e per le radici territoriali. Dedicò stupende pagine, come nel libro “Sonata per chitarra e lampione”, all’amatissima Ficarra, luogo d’origine del nonno e del padre, dove trascorse tanti momenti di spensieratezza. Inoltre, vestendo quasi i panni di un fine antropologo, in altre opere realizzò delle vere e proprie “radiografie” di molti personaggi dei suoi luoghi (è il caso di “Rapsodia paesana”), tratteggiandone amabilmente, con toni allegri ed umoristici le virtù e le curiose sfaccettature, attraversando i ricordi di LA SCHEDA Michele Angelo Mancuso è nato a Patti (Messina) il 30 settembre 1926. E’ stato un intellettuale poliedrico e non organico al sistema, dal quale ha sempre preso le distanze con sobria ironia. Ha pubblicato “Contenuto e forma”, saggio storico letterario (1969); “Siamo fatti di tempo”, poesie (1972); “Ficarra, Paese mio” (con Indaimo e Falcone), saggio storico-fotografico (1985); cenni storici nel volume “I Nebrodi” edito dall’Associazione Gente del Tindari; “Arenaria, creta e memoria”, saggio (1990) edito da Pungitopo; “Una lontananza di anni luce”, racconto edito dall’Associazione Beniamino Joppolo; “Sonata per chitarra e lampione” (1995). Con Yorick Editore ha pubblicato i romanzi “I Fiori del Mandorlo” (2003) e “Sulla costa alta” (2008) e la raccolta di racconti “Rapsodia Paesana” (2006). E’ morto a Patti il 2 dicembre 2008. gioventù del “Sabato fascista”, delle scorribande e dei tremendi scherzi architettati con gli amici ai danni di ingenue vittime, quando per trascorrere allegramente il tempo era necessario aguzzare ingegno e fantasia. Scolpiti nella memoria di chi ebbe modo di starvi a contatto, rimangono le tante occasioni di convivio a cui il professore, forte di un’indole allegra e di spirito giocoso, non usava sottrarsi, riuscendo a riunire attorno a sé un attento pubblico allietato dalle note della fisarmonica imbracciata per dar vita alle canzoni di un tempo, con in testa il cavallo di battaglia “Balocchi e profumi”. Ed è difficile riporre nel dimenticatoio gli occhi del professore Michele, vivi, vivaci, vispi, gentili, cortesi. Se non avesse comunicato scrivendo, probabilmente sarebbe bastato solo lo sguardo, indelebilmente impresso nella mente di chi dal professore ha potuto ricevere solo un grande tesoro di conoscenza e di sensibile altruismo. ACCADDE OGGI A MESSINA a cura di Felice Irrera 1530, approvati i capitoli del Consolato della seta G Il 5 dicembre 1530 viene trascritto negli archivi della Magna Curia messinese dal viceré Pignatelli il privilegio dell’imperatore Carlo V, in base al quale vengono approvati, confermati e ratificati i capitoli relativi al Consolato della seta, magistratura fondamentale per l’economia della città (Placido Samperi, “Messana illustrata”, vol. II, l. V). centonove pagina 27 4 Dicembre 2014 posteriniziative EVENTI. Gli “stranieri” di Sicilia in una splendida mostra fotografica di Attilio Russo alla Biblioteca regionale di Messina Obiettivo integrazione Dal Tempio induista di Catania alla moschea di Messina alla Sinagoga di Siracusa. Ecco l’isola che accoglie “Il sacro degli altri” DI MASSIMO LANZA MESSINA. In questi ultimi mesi la questione immigrati è tornata prepotentemente d’attualità “grazie” alla propaganda, a quanto pare efficace, portata avanti dalla Lega di Salvini per riconquistare consensi dopo lo scandalo dei fondi del partito usati a scopi privati che ha coinvolto Bossi e il suo figliol Trota. La mostra fotografica “Il Sacro degli Altri” organizzata dalla Biblioteca Regionale di Messina Giacomo Longo fa tornare in mente proprio le squallide immagini di un manipolo di leghisti guidati da tal Calderoli, che spargeva urina di maiale sui terreni dove doveva sorgere la Moschea. Spesso infatti pensiamo all’immigrazione solo in termini di sbarchi, centri di accoglienza iperaffollati, lavoro clandestino, permessi di soggiorno e degli immigrati cogliamo solo l’aspetto che più ci interessa da vicino, imprechiamo magari per quello che al semaforo tenta di venderci il pacchetto di fazzolettini, salvo magari scoprire, capita anche a Messina e fa notizia, che è invece un’immigrato a dar lavoro a qualche italiano e per fortuna non ci stupisce più vedere nello stesso banco con i nostri figli un bambino dal colore della pelle differente. STRANIERI A MESSINA. I dati Istat fotografano al 1 gennaio 2013 una popolazione straniera residente nel comune di Messina pari a 11.444 persone il 4,7% dell’intera popolazione, sono gli Srilankesi con 3.728 presenze i più numerosi seguiti dai 2.493 filippini e da poco più di un migliaio di marocchini, in crescita anche i cinesi che al momento sono 352. Palermo, Messina e Catania attraggono oltre la metà di tutti i cittadini stranieri residenti in Sicilia che sono quasi 140 mila. Aumentano le donne e si diversificano le nazionalità visto che oltre alla storica presenza di tunisini, sono Festa di Katina a Messina Preghiera islamica a Palermo. sempre più numerosi i romeni, i marocchini, gli srilankesi e i cinesi. Messina, supera Catania per numero di immigrati, questi i dati delle presenze straniere nelle tre principali province siciliane, Palermo 29.212, Messina 25.821, Catania 23.361. OLTRE I NUMERI. Numeri importanti quindi e queste persone nè più e nè meno che come la stragrande maggioranza di noi ha una religione, divinità da pregare e feste comandate. E per chi crede è naturale anche quando è all’estero cercare un luogo di culto della propria confessione per pregare o partecipare ad una funzione religiosa e lo è a maggior ragione per chi per bisogno, per sopravvivere a guerre ed epidemie si trova a vivere lontano dalla propria terra, dalla propria comunità. Come per noi anche per loro è quindi naturale cercare attraverso la preghiera, la frequentazione di un luogo di culto legato alla propria confessione religiosa cercare quel momento di speranza, conforto ma anche progettualità che si ha quando ci si rivolge alle proprie divinità quali esse siano. E sono proprio questi momenti quelli che documentano le splendide fotografie di Attilio Russo in mostra sino al 31 gennaio presso la Biblioteca Regionale Giacomo Longo di Messina, un aspetto diverso, intimo della presenza degli immigrati in Italia e nella nostra regione in particolare. Bisogna ricordare che la Costituzione, nei suoi principi fondamentali garantisce la libertà di culto e che questa libertà vale non solo per i cittadini italiani ma anche per i cittadini stranieri che vivono in Italia ove, ovviamente, non contrasti con le leggi dello Stato Italiano. In Sicilia sono tanti i luoghi di culto di altre confessioni religiose frequentati dai migranti, a Catania c’è un Tempio Induista e ogni anno una grande festa celebra la nascita di Ganesh figlio di Shiva e Parvati, moltissimi fedeli vengono anche richiamati dalla Maha Shivaratri, la notte di Shiva, la notte più sacra per l’Iduismo fatta di digiuno e meditazione. Sempre a Catania c’è un tempio Buddhista di scuola Theravada dove si celebra la Vesak la più importante festa Buddhista. A Comiso nel ragusano c’è invece la Pagoda della Pace dove si celebra il Rito della Luce. A Palermo c’è una Moschea, a Licata una Chiesa Ortodossa Russa, a centonove pagina 28 Siracusa una Sinagoga che ospita la locale comunità sefardita. LA MOSCHEA DI MESSINA. A Messina c’è una Moschea a Villa Garufi curata dalla locale comunità Islamica, frequentata prevalentemente da magrebini, egiziani e immigrati dal Bangladesh, ma anche dai migranti del Mali, Ghana e Senegal attualmente ospitati al PalaNebbiolo. Sempre a Messina c’è un tempio Buddhista di tradizione Theravada curato dal Centro Buddhista di Messina che si finanzia con l’autotassazione dei fedeli, Srilankesi in gran parte. La comunità Ortodossa Russa invece si appoggia alla Chiesa Valdese, quella Ortodossa Ucraina e quella Ortodossa Greca al momento non hanno un proprio luogo di culto. Molto bassa la presenza Induista legata soprattutto alla presenza in città e provincia di Mauriziani, Tamil ed Indiani. Un quadro insomma variegato che Attilio Russo, autore negli ultimi vent’anni di un monumentale lavoro che lo ha portato a fotografare oltre 700 feste popolari religiose tra Sicilia e Calabria per un totale di oltre 400mila immagini, ha documentato con le sue foto, scatti mai vouyeristici ma sempre condivisi con queste comunità straniere. Attilio Russo quindi non si limita al semplice scatto ma si integra alla comunità di cui documenterà poi il momento di festa, partecipa per diverso tempo alla vita della comunità stessa, questa partecipazione condivisa da ancor più forza alle sue immagini donandogli una naturalezza unica, originale, mai posata. posteriniziative 4 Dicembre 2014 IL LIBRO. Il saggio di Stefano Rodotà. Sul valore della solidarietà. Dove riecheggia liberté ed egalité Accoglienza tra utopia e necessità DI LUIGI FERLAZZO Un momento dell’inaugurazione Le foto di Russo ci parlano di abiti, oggetti, colori, gesti a prima vista lontani nel tempo e nei luoghi ma che lo sguardo stupito e partecipe di una bambina in pigiama in braccio alla madre dietro i vetri di una finestra restituisce all’attualità di tempi e luoghi che ci sono così familiari da riconoscerli nei nostri. “Non è un caso che abbiamo scelto il periodo natalizio per questa mostra – ci dice Sergio Todesco ex assessore alla Cultura del Comune di Messina, incarico che ha lasciato per assumere la direzione della Biblioteca Regionale Giacomo Longo - vogliamo dare anche noi il nostro contributo fatto di libri ed immagini al dialogo tra le religioni che rimane l’unico metodo per sottrarsi agli integralismi da qualsiasi parte provengano. Dialogo tra le religioni che sembra essere il motivo conduttore dell’azione pastorale di Papa Francesco e vorrei sottolineare la straordinaria coincidenza che ha attualizzato ancor di più l’inaugurazione della nostra mostra apertasi lo stesso giorno in cui il Papa con un gesto eclatante si è tolto le scarpe all’interno della Moschea Blu per pregare accanto al Gran Mufti. Culto di Ganesh a Catania NATOLI MESSINA. E’ appena uscito il saggio di Stefano Rodotà sulla “Solidarietà. Un’utopia necessaria” (Editori Laterza, pp.141, euro 14), intenso per la passione giuridica e insieme politicosociale trasfusa nel testo dall’autore, e denso per i contenuti impegnativi e propositivi che portano alla ricostruzione del concetto di solidarietà muovendo da suggestioni e motivazioni religiose per giungere alle conclusioni non in chiave di discontinuità bensì di convergenza con quelle laiche e costituzionali. Ciò premesso e prima di entrare nel merito del saggio, più che di un’utopia necessaria parlerei di una necessità imprescindibile e urgente per salvare la dignità dell’uomo e la democrazia in Italia, in Europa e nel mondo. Il discorso di Rodotà ci induce a riflettere sul valore della solidarietà laica e dell’amore cristiano per il prossimo o se si vuole della fraternità che sta anche alla base della rivoluzione francese, ma anche del Vangelo di Matteo, che deve essere posto al centro del dibattito sociopolitico pena la fine della democrazia e dello Stato di diritto. Rodotà nella scrittura di questo saggio è stato certamente ispirato dalla triste esibizione di politici appartenenti a partiti del nostro arco costituzionale, i quali non perdono occasione (si pensi soprattutto agli appartenenti alla Lega Nord) per denunciare come malfattori, e usurpatori dei posti di lavoro degli italiani, gli immigrati (provenienti peraltro da Paesi nei quali non vengono più rispettati la persona e la dignità umana), chiedendo l’intervento del governo italiano perché li rimandi ai loro Paesi di origine. E si potrebbe continuare circa le richieste di questi politici sulla linea tipica del cosiddetto homo homini lupus. Ma come si fa a riconoscere in costoro la dimensione di fratelli, stante il loro Stefano Rodotà e la copertina del libro odio per altri fratelli, oltre al fatto che essi per di più si siano dimenticati del principio di solidarietà sancito dall’art. 2 della nostra Costituzione? Tale principio suona così: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. Insomma, “dal dovere morale alla regola giuridica” – come titola il capitolo 2 del saggio di Rodotà – è tutto un richiamo alla necessità della solidarietà e Rodotà cita Montesquieu: “Qualche elemosina fatta a un uomo nudo per le strade non basta ad adempiere gli obblighi dello Stato…” E qui si coglie” – osserva l’autore – “l’eco del Vangelo di Matteo e delle sue opere di misericordia: dare da mangiare agli affamati, vestire gli ignudi”. E aggiungerei che lo stesso Vangelo ricorda come nel Giudizio universale Dio terrà conto del comportamento di ogni uomo nei confronti del fratello. In altri termini, Matteo vuol dire che la vita non può essere vissuta all’insegna dell’egoismo e della chiusura in se stessa, bensì deve essere aperta e donata agli altri. E Matteo continua ancora: “E allora il Re dirà a quelli che sono alla sua destra:Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi…perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare…ero straniero e mi avete accolto…In verità io vi dico che quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me”. Qui come si vede riecheggia la fratérnité che è uno dei tre pilastri della rivoluzione francese insieme a liberté ed egalité. E Rodotà ricorda inoltre quanto venne scritto già nell’art.3 del codice civile del 1865, con il quale “il godimento dei diritti civili fu sciolto dal vincolo con la cittadinanza nazionale e così riconosciuto anche allo straniero senza la condizione, allora obbligante, della reciprocità…”. E se, centonove pagina 29 soggiunge l’autore, la lettura dell’art.2 Cost. (principio di solidarietà) avviene correttamente e cioè insieme agli articoli 1 (la Repubblica è fondata sul lavoro) e 3 (principio di uguaglianza), allora si ha la conferma “dei legami inscindibili tra dignità, solidarietà e uguaglianza”. Vorrei aggiungere quanto – come ricorda Rodotà – disse Hannah Arendt e cioè che “il diritto di avere diritti, o il diritto di ogni individuo alla umanità, dovrebbe essere garantito dall’umanità stessa”, e l’invito dello stesso autore all’Unione europea e alla sua responsabilità “per consentire politiche redistributive delle risorse necessarie per l’accoglienza dei migranti… e tutto ciò conferma la necessità di una ricostruzione del principio di solidarietà nella direzione cosmopolitica”. E vorrei concludere citando una frase pronunciata da Papa Bergoglio a Strasburgo nel suo recente discorso al cui centro poneva la dignità della persona umana e il valore della solidarietà: “Auguro che il Parlamento europeo sia sempre più la Sede dove ogni suo membro concorra a far sì che l’Europa, consapevole del suo passato, guardi con fiducia al futuro per vivere con speranza il presente”. E ho citato questa frase perché me ne ricorda un’altra incredibilmente simile, pronunciata nella sua ultima lezione (1973) da un grande giurista come Salvatore Pugliatti – certamente riconosciuto maestro dallo stesso Rodotà – che affermava: “Se l’oggi non risolverà i problemi ereditati dall’ieri, non ci sarà per l’umanità un domani”. Orbene, queste due frasi, una della più alta carica morale della Terra e l’altra dell’umanista-giurista, sembrano possedere il carisma profetico, o se si vuole il taglio escatologico, e le inserisco qui quasi a ribadire quanto il discorso dello stesso Rodotà ci esorta a pensare. 4 Dicembre 2014 posterlibri NOVITA’. Il successo “social” del romanzo di Eliana Camaioni. Che viaggia da Messina a Torino I precari de L’amoretiepido Una sorta di “fiction” che racconta i trenta-quarantenni adulti per caso e i guai di una società che ha saltato un paio di generazioni, lasciandole all’angolo. Le presentazioni in tutta Italia MESSINA. Da Messina a Torino e poi a Brescia. Viaggia veloce “L’amoretiepido”. “Colpa” di una complicità immediata tra il romanzo, edito da Pungitopo, e il “lettorato”. Personaggi e lettori si vogliono bene fin dalle prime pagine. E così la pubblicazione del libro porta all’autrice, la messinese Eliana Camaioni, oltre che “fan”, anche nuovi amici. Basta leggere i post: con Rosa e Lapo, con Luisa, Carlo, Loredana e Mario si fa fatica a comportarsi da semplici conoscenti. Ma tant’è. Nuovi amici li attendono al Nord. Venerdì 12 dicembre alla Biblioteca Centrale di Torino il romanzo sarà presentato dal giornalista e scrittore Gigi Padovan. “Mi ha contattato – racconta Eliana Camaioni - dicendosi interessato ed incuriosito dal fatto che, a dispetto del titolo romantico, è un libro che parla di precari”. Poco dopo, domenica 16 dicembre, Camaioni sarà ospite del Caffè Letterario Primopiano, al Circolo Arci di Brescia. “Qui affronteremo invece gli aspetti psicologici e relazionali del romanzo: verrà presentato in occasione di un incontro mensile che il circolo organizza con le coppie di coniugi, e l’incontro avrà come tema l’amore, in tutte le sue accezioni”. Sullo sfondo, anche un incontro a Milano, ma ancora non c’è la data. Intanto, Radio Vivi Centro LACERTI DI LETTURE (sede a Brescia), ha intervistato l’autrice premettendo: “siamo molto attenti a trovare, in tutta Italia, nuove promesse della letteratura e della musica”. E aggiungendo: “siamo stati molto colpiti dal successo social del romanzo”. Il successo social è una pagina Facebook dedicata che ha aperto i battenti il 28 ottobre e un mese dopo era a quota 1142. Alla insolita presentazione messinese – un bancone da bar al centro di un salottino sul palco dell’ex Chiesa di S. Maria Alemanna – “L’amoretiepido” ha avuto il sold out ed è stato raccontato tra recital e interviste, conquistando un mucchio di applausi anche a scena aperta. “La cosa più frequente che mi si dice – commenta Camaioni - è ciò che ha detto la libraia Viviana Montalto nel suo intervento: questo libro è un compagno di viaggio, una realtà nella quale riconoscere parti di sé o storie di vita che ci girano attorno. Ogni lettore, incredibilmente, potrebbe dare un nome e cognome a ciascuno dei sei personaggi del romanzo”. D’altronde, prova ne siano i tanti commenti social, questo è un libro “che si fa leggere”. “Mi hanno scritto lettori che non sono lettori abituali, dicendo: ‘l’ho divorato in un pomeriggio’. Il lessico è accessibile, la storia scorre, funziona anche il sistema dell’abolizione dei capitoli, sostituiti da semplici stacchi bianchi, senza interruzione di pagina”. Sogno nel cassetto dell’autrice, trasformare il romanzo in pièce, sia perché è piaciuta la teatralizzazione realizzata per la presentazione messinese sia perché la storia è ambientata tra Mistretta e Messina, e quei luoghi, quelle caratterizzazioni, quelle dinamiche relazionali hanno un tocco di sincerità che li fa “piantare” in mente. Sincerità, sì, ma semplice verosimiglianza. Niente cronaca, niente autobiografia nel romanzo. A Camaioni l’hanno chiesto in tanti e lei ha dovuto sempre ricordare che l’unica parte bio è quella relativa all’insegnamento precario, ai tornanti percorsi su pullman, al rapporto con gli alunni. Il resto è fiction. Ma una fiction capace di raccontare i trentaquarantenni adulti per caso, i guai di LA CLASSIFICA Eliana Camaione una società che ha saltato un paio di generazioni, dimenticandole in un angolo, le fragilità tragiche e comiche di queste figure perennemente in mezzo al cammino della loro vita. “Vittime tutti. Anche di se stessi”, conclude l’autrice. DI FELICE IRRERA È sostanzialmente una storia della ricerca di sé attraverso esperienze e viaggi: da Trieste a Brest, da Rio de Janeiro a Lisbona, Angela si sposta, lavorando. Trova finalmente un lavoro stabile come cameriera in un albergo, ma vive sempre con profonda inquietudine e curiosità con lo zaino pronto, credendo, in fondo, nell’amore come unico luogo a cui tornare. Francesca Bonafini, Casa di carne, Avagliano 2014, pp. 148, € 14,00 Casati Modigliani Dan Brown 1Sveva La moglie magica - Sperling & Kupfer 4 Inferno - Mondadori Markus Zusak Stefano Benni 2Storia di una ladra di libri - Frassinelli 5 Pantera - Feltrinelli Tiziano Tersani Massimo Gramellini - La magia di 3straordinaria Un' idea di destino. Diari di una vita 6 un buongiorno - Longanesi Longaneri www.wuz.it FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA) Verità non difficile TUTTI SAPPIAMO E ABBIAMO LE PROVE. Ma sono prove morali e in questa società non valgono più. Valgono solo le prove di carta, le prove formali. Quest’ultime, chi delinque le mette a posto prima. Preordina, le prove che valgono, prima di commettere il delitto, così non potrà mai essere condannato. Nessun tribuna-le può condannarlo, ha agito secondo leggi, atti, delibere. Atti e leggi, che però egli stesso ha prodotto, ha contribuito, ha ispirato, ha manipolato, usando una rete di potere anch’essa preordinata a tale scopo. Sono delitti per i quali non si potrà mai condannare chi li commette: sono delitti perfetti. “Io so, Io so i nomi dei responsabili di quel che viene chiamato sistema di potere. Io so i nomi dei responsabili delle stragi. Io so i nomi del <vertice>. Io so i nomi del gruppo di potenti. Io so i nomi delle persone che stanno dietro a dei personaggi comici che opera alquanto operettisti-camente. Io so i nomi delle persone che stanno dietro ai malfattori comuni, che si sono messi a disposizione come sicari. Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti di cui si sono resi colpevoli. Io so ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizio. Io so perché sono un intellettuale, uno scritto-re che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentati di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare arbitrarietà, follia e mistero. Credo che la ricostruzione della verità non sia così diffici-le. Tale verità, lo si sente con assoluta precisione, sta dietro una grande quantità di interventi anche giornalistici e politici: cioè non di immaginazione o di finzione come è per natura il mio. I giornalisti e i politici, centonove pagina 30 pur avendo delle prove e certamente degli indizi non fanno i nomi. Il co-raggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia. All’intellettuale- profondamente e visceralmente disprezzato da tutta la borghesia italiana, si deferisce un mandato falsamente alto e nobile, in realtà servile: quello di dibattere i problemi morali e ideologici. Lo so che non è il caso, in questo momento particolare di dare pubblicamente una mozione di sfiducia contro l’intera classe politica. E lo faccio in quanto io credo alla politica, credo nei principi formali della democrazia, nel parlamento, nei partiti. Sono pronto a ritirare la mia sfiducia solo quando un uomo politico deciderà di fare i nomi dei responsabili che egli sa, come me, ma su cui a differenza di me, non può non avere prove o almeno indizi.” Lacerti tratti da: “Il romanzo delle stragi ” - 1974 Pier Paolo Pasolini 4 Dicembre 2014 posterlibri L’AUTRICE PRESENTAZIONI. Manuale sull’arte del ricevimento costruito sulle tradizioni e i ricordi della famiglia Agnello Siamo ospiti di Simonetta Dai menù alla preparazione della tavola, dall’accoglienza al commiato. Ne “Il pranzo di Mosè” l’arte di mettere a proprio agio e l’atmosfera incantata delle estati siciliane MESSINA. Simonetta Agnello Hornby apre le porte della casa di Mosè, la tenuta dove da cinque generazioni la famiglia materna trascorre le vacanze estive. Insieme a Chiara, amata sorella, ci accompagna alla scoperta di questo luogo incantato. Nella campagna di Agrigento, a pochi chilometri dalla Valle dei Templi, sorge su una collina la masseria ottocentesca che ogni estate accoglie in processione incessante parenti, amici e conoscenti della famiglia. Chiunque risalga la stradella che conduce alla casa padronale viene ospitato, nutrito, accudito. Come Mamma Elena e zia Teresa facevano un tempo, Simonetta e Chiara mettono ogni nuovo venuto a proprio agio; hanno imparato, aiutando la madre e la zia, l’arte dell’accoglienza e del convivio. Si cucinano ancora oggi i prodotti dell’orto e quanto offerto dalla fattoria, utilizzando l’olio dell’antico oliveto che copre i fianchi della collina. La tavola della sala da pranzo continua ad allungarsi e restringersi per accogliere gli ospiti. A tavola, si discute di cibo e si trascorrono ore serene, allietate dalla compagnia e dal piacere di una conversazione vivace. Il pranzo di Mosè (Giunti Editore collana Italiana pp. 192 + 16 | 16.00 euro| eBook 9.99 euro) è stato presentato lunedì scorso alla Libreria Bonanzinga di Via Simonetta Agnello Hornby dei Mille. Simonetta Agnello Hornby ha incontrato i lettori e firmato le copie del suo nuovo libro Mosé - oggi raffinato agriturismo biologico (www.fattoriamose.com) - è rimasto il luogo caldo e magico dove si muovevano sicure Mamma Elena e zia Teresa: gli ospiti sono ricevuti allo stesso modo, il cibo della campagna gode del medesimo rispetto, si cucina e si consumano insieme pranzi gioiosi. Simonetta lo dimostra raccontando sei occasioni di convivio nella Mosè di oggi, mostrandoci i prodotti di stagione e guidandoci nella scelta dei menù. Svela le ricette tramandate da generazioni e quelle segrete delle monache, trasforma i resti in pietanze squisite. Ci conduce tra le stanze ombrose della grande casa fino alla luminosa sala da pranzo. Spiega come decorare la tavola e come disporre gli ospiti in modo da mettere ciascuno a proprio agio e facilitare la conversazione. E ci fa assistere alla piacevolezza di un pranzo sempre ottimo, perché preparato con amore e assaporato in compagnia. Sono sei le diverse situazioni presentate, per mostrare come a Palermo-Londra andata e ritorno SIMONETTA AGNELLO Hornby è nata a Palermo nel 1945. Dal 1972 vive a Londra, dove è stata avvocato dei minori e presidente part time dello Special Needs and Disability Tribunal. Ha esordito con La Mennulara (2002), cui sono seguiti La zia marchesa (2004), Boccamurata (2007), Vento scomposto (2009), La monaca (2010), La cucina del buon gusto con Maria Rosario Lazzato (2012), Il veleno dell’oleandro (2013), Il male che si deve raccontare con Marina Calloni (2013) e Via XX settembre (2013), tutti per i tipi di Feltrinelli. Ha pubblicato inoltre Camera oscura (Skira, 2010), Un filo d’olio (Sellerio, 2011) e La pecora di Pasqua con Chiara Agnello (Slow Food, 2012). Il suo ultimo libro, La mia Londra, è uscito per Giunti nel maggio 2014. ciascuna occorra prepararsi in modo differente. Ognuna è accompagnata da aneddoti autobiografici, dunque dalla presenza delle figure che popolano la memoria dell’autrice: i parenti già incrociati nei racconti autobiografici - sagome note per chi vi è già affezionato e sempre divertenti per chi ancora non le conosce - e poi gli invitati, quei personaggi che hanno bussato alla porta di Mosè negli anni dell’infanzia, che Simonetta mai dimenticherà e mai ci farà dimenticare. Come La mia Londra era una guida insolita e personale a una delle mete più amate nel mondo, Il pranzo di Mosè è un è un manuale di arte del ricevimento costruito sulle tradizioni, i ricordi e la storia della famiglia Agnello. GASTRONOMIA Il cibo? E’ festa TANTE GUSTOSE RICETTE TRA IRONIA E STORIA NEL VOLUME DI BASILE E DOMINICI PALERMO. “La cucina rallegra le grandi feste religiose con la gioiosità dei colori, con i suoi profumi intensi e la gradevolezza delle decorazioni barocche delle bancarelle. Tutte maniere d’intendere i piaceri della vita.” Così scrive Gaetano Basile nell’introduzione a “Il cibo è festa. Tradizioni e ricette della cucina siciliana”, un libro scritto con Anna Maria Musco Dominici per le Edizioni d’arte Kalòs, che vuole ricordare le grandi tradizioni di un’Isola dove il convivio è celebrato meglio che in qualsiasi altra parte del mondo. Di feste, tradizioni e sapori siciliani si è discusso mercoledì 3 dicembre, presso la Chiesa di Sant’Antonio Abate a Palermo in occasione della presentazione del volume che più che un libro di cucina, è un divertente scritto sulla cucina siciliana con tante gustose ricette. Per confezionarlo Gaetano Basile e Anna Maria Dominici, che per primi hanno portato la cucina in televisione, hanno unito l'indagine attenta e scrupolosa dello storico all'amore, alla genialità e alla fantasia di chi è stata per anni tra pentole e fornelli. In queste pagine Basile ricorda le grandi tradizioni di quest'Isola, in cui da sempre il cibo ha scandito il tempo dei suoi abitanti. La cucina allieta infatti le feste siciliane con la gioiosità dei suoi colori, l'intensità dei suoi profumi, l'allegria dei suoi conviti. Per i siciliani un piacere antico di oltre duemila anni che si rinnova intatto e che questo libro vuole appunto rievocare. Testi e foto di grandi autori, temi di interesse artistico e culturale, massima cura editoriale: così nascono i libri delle Edizioni d’arte Kalós. La casa editrice, specializzata in pubblicazioni d’arte e di carattere turistico, guide e cataloghi, presta particolare attenzione alla conservazione e alla tutela del territorio siciliano e della sua identità. Attiva dal 1989, oggi continua ad essere punto di riferimento per l’arte e la cultura in Sicilia. centonove pagina 31 4 Dicembre 2014 postercinema DOCUMENTARI. Girato in acque messinesi, è destinato al grande circuito e ai piccoli schermi IL CAST “U Ferru – The Harpoon” accende le luci sul valore della tradizione e l’unicità dello Stretto. Tra analisi introspettiva e conservazione dell’ecosistema e delle tradizioni marinare Il cast è composto da : regista, autore del soggetto, coautore della scenografia e condirettore della fotografia : Marco Leopardi produttore: Diego D’Innocenzo protagonisti: Nino e Giuseppe Donato, messinesi Musiche originali : Rosario Di Bella , catanese. Fotografia: Marco Pasquini Montaggio: Maurizio Pecorella , palermitano Cacciatori in mare DI PAOLA LIBRO MESSINA. “ ’Nta sti loghi, unni tuttu è in muvimentu, nescunu fora i me pinseri: avi ancora sensu ammazzari sti ‘nimali per manciari? Sta soffirenza di st’animali non frega propriu nenti? […] Forsi è possibili essiri un cacciatori e difenniri la natura nello stessu tempu?” Le riflessioni del protagonista messinese Giuseppe Donato, biologo naturalista e cacciatore di pesce spada, prendono forma tra l’azzurrità delle acque dei fondali dello Stretto di Messina attraverso un monologo interiore, reso esplicito dalla voce narrante dello stesso, conferendo al docu-film “U Ferru – The Harpoon”, prodotto dalla romana Terra srl con il contributo della Sicilia Film Commission, del regista Marco Leopardi e del produttore Diego D’Innocenzo, una prima chiave di lettura alquanto particolare e ricca di implicazioni culturali ed esistenziali. Il docufilm è stato presentato sabato 29 novembre alla Marina di Nettuno. “Inizialmente è stato problematico conciliare le due attività, quella di biologo naturalista e di cacciatore di pescespada – afferma il protagonista della storia Giuseppe Donato - perché il mio corso di studi mi impartiva altre direttive; ho avuto delle difficoltà nell’arpionare il pescespada per seguire la storia della mia famiglia, legata da decenni alla tradizionale pesca del pescespada con l’arpione nello Stretto di Messina. Nonostante ciò, ho compreso il senso della vita: o cacci o vieni cacciato ma, comunque sia, anche noi un giorno diventeremo fonte di alimento per qualcun altro, quando non ci saremo più. E’ il ciclo della vita. Questa, per di più, è Nino sulla passerella all’alba una lotta alla pari: il pescespada che cacci con le feluche ha pari probabilità di essere catturato che di andare via perché non ha un amo e non è impigliato in una rete”. L’ambiente subacqueo diventa, quindi, una sorta di spazio dell’anima in cui per il protagonista è più facile elaborare i propri pensieri. “Un punto di vista non banale che lascia ad ogni singolo spettatore la risposta su cosa sia più giusto nel rapporto con la natura puntualizza il regista Leopardi, nonché autore anche delle riprese subacquee - e che consente di ricordare nello stesso tempo il valore della tradizione e l’unicità dello Stretto”. E tra una riflessione e l’altra del protagonista si succedono le concitanti azioni di pesca del pescespada dalla feluca, le eccezionali riprese sia terrestri sia subacquee (ad opera di Marco Pasquini, condirettore della fotografia insieme al regista, mentre il montaggio è di Maurizio Pecorella) del panorama messinese (Ganzirri, Punta Faro, arcipelago Eoliano) che restituiscono l’immagine più pura e genuina di una città che potrebbe offrire molto di più agli uomini: carrellate che esprimono bene il senso dell’azione sulla imbarcazione, inquadrature dall’alto al basso e viceversa, dall’albero della nave verso il costante fluire delle onde del mare, dalla spiaggia e dall’imbarcazione verso il cielo, o ancora dal fondale verso quella massa di acqua che sovrasta il subacqueo, fanno comprendere la grandezza della natura di fronte all’essere umano con sonorità molto elettroniche (di Rosario Di Bella) che rendono la storia attuale e viva. “Il documentario – affermano regista e produttore nel corso della presentazione del docufilm - è destinato ad essere distribuito in due versioni, una lunga per il grande schermo e per i festival nazionali ed internazionali ed un’altra più breve, di 50 minuti, per le emittenti tv tra cui la Rai”. DA NON PERDERE Il mare di Caliò MESSINA. Il mare al quadrato. E’ il tema della mostra personale di Simone Caliò (Messina 1975, nella foto accanto), pittore ben attivo entro e fuori i confini nazionali. Cura di Katia Giannetto, si inaugura giovedì 4 dicembre alle ore 19 a Messina Art Gallery e potrà essere visitata fino al 20 dicembre. PALERMO Efebo d’oro, il pienone di Anime nere Francesco Munzi PALERMO. Con la proiezione del film “Andiamo a quel paese” di Ficarra e Picone, si è aperto a Palermo, mercoledì 3 dicembre al cinema Rouge et Noir, la trentaseiesima edizione dell' Efebo d'oro, il Premio del Centro di Ricerca per il Cinema e la Narrativa, presieduto da Egle Palazzolo, che viene assegnato ai film e alle opere televisive ispirate alla letteratura. Efebi d'oro 2015 sono Francesco Munzi per la regia del film “Anime nere”, Saverio Costanzo per la regia della serie televisiva “In Treatment”, Ficarra e Picone, cui viene assegnato l'Efebo d'oro alla carriera dalla Banca Popolare Sant'Angelo. E ancora: Italo Moscati, per il volume su Eduardo De Filippo, che riceve il premio per il miglior libro cinematografico dell'anno. Fa il pieno di targhe “Anime nere”: la giuria ha deciso infatti di premiare l'autore del romanzo Gioacchino Criaco e gli attori Fabrizio Ferracane, Peppino Mazzotta e Aurora centonove pagina 32 Quattrocchi. Analogo premio va a Guido Caprino per “In Treatment”. Dopo la giornata inaugurale, il programma prevede giovedì 4, alle 17,30 al Rouge et Noir la proiezione di una puntata tratta dalla serie televisiva, “In Treatment”, diretta da Saverio Costanzo, cui seguirà una conversazione tra lo psicanalista Alfonso Accursio ed il giornalista Giovanni Giordano. Appuntamento con i giovani venerdì 5 dicembre alle 8,30, sempre al Rouge et Noir, per la proiezione di “Anime nere” cui farà seguito la conversazione con il regista Francesco Munzi e gli attori Fabrizio Ferracane e Peppino Mazzotta condotta dal giornalista Sergio Buonadonna. Si chiude venerdì 5 dicembre, alle 18,30 al cinema De Seta dei Cantieri Culturali alla Zisa con la cerimonia di premiazione condotta da Eleonora Lombardo. Saranno presenti, il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, l'assessore Regionale al Turismo, Sport e Spettacolo, Cleo Li Calzi, l'assessore alla Cultura del Comune di Palermo, Andrea Cusumano, e il direttore generale di Banca Sant’Angelo, Ines Curella. postercinema 4 Dicembre 2014 CINEMA. L’indagatore dell’incubo torna sul grande schermo. La pellicola diretta da Claudio Di Biagio Tutti matti per Dylan Dog Il film indipendente “Vittima degli eventi” liberamente ispirato al celebre fumetto rende giustizia ad un personaggio straordinario Claudio Di Bioagio e Luca Vecchi. In basso il “mitico” Dylan Dog DI PIETRO FRAZZICA MESSINA. Al cinema Iris di Messina è stato proiettato “Vittima degli eventi”, film indipendente liberamente ispirato al celebre fumetto Dylan Dog. La pellicola, diretta da Claudio Di Biagio e sceneggiata da Luca Vecchi, nomi noti nell’ambito del web video making italiano per via dei loro precedenti lavori con The Jackal e The Pills, è stata realizzata dopo soli due anni dall’uscita nelle sale di una deludente produzione americana basata sullo stesso soggetto. Il Dylan Dog diretto da Kevin Munroe ha la grave colpa di avere completamente snaturato il personaggio nato dalla fantasia di Tiziano Sclavi, sradicandolo dall’ambientazione londinese e trapiantandolo a forza in una New Orleans che fa da sfondo a pacchiane scazzottate tra vampiri e licantropi. La performance interpretativa di Brandon Routh, nei panni del protagonista, ha contribuito a lasciare gli spettatori con l’amaro in bocca. Desiderando rendere giustizia al personaggio, Di Biagio e Vecchi hanno deciso di cimentarsi nella realizzazione di un mediometraggio lanciando una campagna di crowdfunding per finanziarne la produzione il cui budget molto contenuto è stato rispettato grazie alla disponibilità da parte degli attori e della troupe a prestare la propria opera gratuitamente. La problematica dei diritti d’autore è stata superata ricorrendo alla formula del fan film, che consente di rielaborare un soggetto preesistente protetto da copyright a condizione di non ricavarne profitto. L’ingresso alle proiezioni è infatti gratuito e il film può essere visto anche su youtube. Questa versione Made in Italy, realizzata col tacito benestare della Bonelli Comics, si discosta in parte dall’originale, essenzialmente per esigenze di budget; stavolta Dylan vive a Roma, tuttavia la scelta della location si rivela perfettamente plausibile poiché la Città Eterna, con le sue strade ei suoi monumenti ricolmi dell’eco di un imponente e sanguinoso passato, è in grado di evocare suggestioni gotiche al pari o forse più di Londra. Sia pur adottando un approccio volutamente dissacratorio nei confronti del personaggio, lasciando intendere che, quando non è intento nei suoi compiti di indagatore dell’incubo, Dylan Dog sia uno studente di architettura che non disdegna di fare il piacione in facoltà, la sua essenza è stata comunque rispettata. La presenza scenica di Valerio Di Benedetto lo rende credibile nel ruolo di protagonista nonostante rimangano nella sua recitazione tracce dell’impostazione tipica di chi si è formato nel teatro. Il cast è impreziosito dalle presenze di Alessandro Haber, Massimo Bonetti e una sempre impeccabile Milena Vukotic. Il film risulta complessivamente gradevole nonostante il ritmo della narrazione a tratti tenda a impantanarsi e il regista faccia un uso eccessivo delle inquadrature oblique, scelta stilistica motivata dal desiderio di riprodurre le vignette in una citazione troppo pedissequa che dà l’impressione trovarsi davanti a un fumetto filmato piuttosto che a un film ispirato a un fumetto. Nonostante le sue imperfezioni, il lavoro del ventiseienne Di Biagio è degno di nota, soprattutto tenendo conto dei mezzi limitati a sua disposizione. A lui e a Luca Vecchi, che interpreta Groucho oltre ad aver scritto la sceneggiatura, va il merito di avere saputo realizzare il primo vero film di Dylan Dog, riuscendo a mantenere intatta l’atmosfera del fumetto al di là dei cambiamenti apportati, intento che Kevin Munroe non sembra essersi prefisso nonostante i milioni di dollari a sua disposizione. Al termine della proiezione Claudio Di Biagio, di ritorno da una trasferta promozionale a New York, si è soffermato in sala a dialogare col pubblico svelando i retroscena della realizzazione del film. Ha infine espresso il desiderio, ampiamente condiviso dai fan, di far proseguire l’avventura cinematografica dell’indagatore dell’incubo dando il via ad una serie la cui realizzazione è subordinata alla ricerca di un produttore disposto a investire in un’idea capace di portare nuova linfa nel piatto conformismo del panorama televisivo italiano. L’APPUNTAMENTO Camicia rossa e Clarks, come nasce uno stile Dylan Dog è un personaggio immaginario, protagonista dell'albo a fumetti horror Dylan Dog, edito dalla Sergio Bonelli Editore e costruito da Tiziano Sclavi sulla base del personaggio di John Silence dello scrittore inglese Algernon Blackwood. Il suo nome è stato ripreso dal poeta Dylan Thomas, ed era il nome che Tiziano Sclavi dava provvisoriamente a ogni suo personaggio nelle prime fasi della loro realizzazione. In questo caso però il nome rimase quello. Le fattezze di Dylan Dog (realizzato da Claudio Villa e disegnato per la prima volta da Angelo Stano) sono ispirate all'attore Rupert Everett, e l'ambientazione tipica è quella decadente di Londra. Dylan veste sempre allo stesso modo, con camicia rossa (tranne in alcune copertine disegnate da Villa e nel ciclo "Gli inquilini arcani", storie a colori fuori serie con testi di Sclavi e disegni di Corrado Roi, in cui indossa una camicia bianca), giacca nera, jeans Levi's e scarpe Clarks. centonove pagina 33 4 Dicembre 2014 posterteatro Giovanna Battaglia PROTAGONISTE. L’attrice messinese per amore si racconta. Dal Teatro ai progetti sociali Battaglia: «Io e Frida» Dal diario di una donna coraggiosa, di cui si è celebrato quest’anno il 60esimo anniversario dalla scomparsa, lo spettacolo organizzato dall’associazione Medici cattolici DI GIGI GIACOBBE MESSINA. Debutta domani sera alle ore 19 (venerdì 5 dicembre) nel Teatro Cristo Re Frida Kahlo uno spettacolo ideato dall’attrice Giovanna Battaglia, talento naturale originaria di Napoli ma da un quarto di secolo residente a Messina, chiusa nella sua giacchetta bordeaux su gonna nera e maglia a righe, che in modo rigoroso quasi calvinista, in sintonia col suo viso ovale e capelli neri tirati sulla fronte e tenuti indietro da lunghe forcine, ci parla volentieri dell’evento per il quale darà voce calandosi nei panni della grande pittrice messicana nata il 6 luglio 1907 e morta a Coyoacán il 13 luglio 1954. I disegni musicali saranno curati dalla vocalist Rosalba Lazzarottto accompagnata alla chitarra da Antonio Livoti, le coreografie sono di Giusy Rigolizio che danzerà con Valentina Granata, le luci di Renzo Di Chio. Giovanna come è nato questo spettacolo? «Il 2014 è stato l’anno di Frida Kahlo di cui s’è celebrato il 60° anno della sua scomparsa con una grande mostra a Roma e altre manifestazioni in Italia a lei dedicate e dunque anche noi abbiamo voluta ricordarla con questo spettacolo di beneficienza pensato e voluto da Maria Giannetto, donna colta amante del Teatro nonché organizzatrice di eventi e direttrice amministrativa dell’Ambulatorio Polispecialistico dell’Amci (Associazione Medici Cattolici Italiani) la cui raccolta dei fondi andranno devoluti a questa struttura, in collaborazione con i padri rogazionisti che hanno messo a disposizione il Teatro Cristo Re». Perché fai sempre personaggi forti, come già avvenuto con Filumena Marturano e ora con Frida Kahlo, di grande impatto emotivo, sofferti e sofferenti, straziati e stazianti dagli avvenimenti della loro vita? «E’ più facile creare l’empatia con questi personaggi, ricchi dentro, perché si riesce meglio a rivivere i loro sentimenti ed entrare più agevolmente nella loro intimità e poi dubito molto che ci siano in Teatro personaggi banali, tutto consiste nel ri-leggerli attentamente e profondamente». Chi è Frida Kahlo per te ? «E’ una donna completa piena di dolore e di vita che ha amato sino alla fine, non solo un uomo, ma l’arte e ha lasciato il segno di sé nel mondo, tant’è che ne parliamo ancora oggi». Da dove hai tratto i testi dello spettacolo? «Li ho tratti da un libro di Rauda Jamis titolato “Frida Kahlo”, in cui ci sono pagine del diario di Frida che io ho assemblato in maniera cronologica. Pagine che partono dalla sua adolescenza felice e rivoluzionaria sino al tragico incidente occorsole mentre viaggiava su un autobus scontratosi con un tram, durante il quale una sbarra di ferro le attraversò il corpo uscendo dalla vagina e segnandola per sempre. Ma che probabilmente fu l’inizio per la sua creazione artistica perché l’immobilità a cui fu costretta per lungo tempo la spinse a ritrarsi e fare i primi autoritratti rimirandosi su uno specchio posto dalla madre su un alto baldacchino. Così la pittura da quel momento consentì a Frida di vivere e dare un senso a quella sua vita caratterizzata per sempre dal dolore fisico». Come si articola lo spettacolo? «Insieme ai brani letti e interpretati da me, c’è il contributo notevole della Lazzarotto, gli accompagnamenti alla chitarra di Livoti che danno uno sfondo musical-sentimentale alle parole e in più ci sono i movimenti coreografici della Rigolizio che danza con la giovane Granata». Zothecas amputat cathedras centonove pagina 34 Di recente hai partecipato con altri artisti, intellettuali e giornalisti in difesa dell’isola pedonale con uno spettacolo inscenato sulla Via dei Mille. Cosa pensi della sentenza del Tar regionale che ha consentito la riapertura di questo spazio cittadino? «Quando si restituisce questo spazio alle automobili, allo smog e al traffico caotico, non penso nulla di buono, penso piuttosto che sia stato tolto anziché dato. Mi chiedo chi possa essere soddisfatto di questa decisione, anzi ho già la risposta: sono stati accontentati quegli automobilisti che non sanno più godersi la città e fare due passi a piedi e anche quei commercianti che ritengono l’isola pedonale la causa primaria dei loro mancati introiti ». Cosa ti manca del Teatro, quello che per tanti anni hai fatto al San Carlino, al Pirandello e in tanti altri palcoscenici cittadini, regionali e nazionali? «Il Teatro fatto malamente in maniera pedestre e ne vedo tanto in giro, non mi manca affatto. Mi manca invece il Teatro di qualità, quello della parola esplicitata con talento e professionalità ». Qual è il Teatro che gradisci e che senti vicino alle tue qualità artistiche? «Un Teatro basato su una recitazione che non mistifica, che non falsifica, che non imbroglia le carte». In questo momento stai facendo un Corso di Dizione e Recitazione presso “Music-Life”, una scuola di musical diretta da Christian Gravina e Francesca Morabito, due splendidi cantanti lirici messinesi. Con quale spirito lo fai? «Con lo spirito di far partecipi i giovani dell’importanza della parola teatrale e non solo, perché la dizione non vale esclusivamente per la recitazione ma per un corretto uso della nostra lingua meravigliosa e bistrattata , in particolare, da politici e da altre categorie professionali che appaiono in pubblico e nei media ». Che cos’è il Teatro per Giovanna Battaglia? «Una delle più belle espressioni dell’umano che è sempre in cerca della felicità ». posterspettacoli 4 Dicembre 2014 MUSICA Nada Malanima Tappa a Messina Alcuni momenti dello spettacolo di Giovanna Velardi DANZA. La nuova coreografia di Giovanna Velardi che fa rivivere il mito della dea madre Se Demetra ritorna a Enna DI PAOLO RANDAZZO ENNA. C’è un aspetto del mondo antico greco-latino che particolarmente sfugge ad ogni possibilità di ricostruzione di senso e comprensione integrale, si tratta del mito, ovvero di quella particolare attività che, sin dalla preistoria, ha provato a spiegare il mondo e a rappresentarlo attraverso la creazione di racconti. Da questa attività (gli specialisti la definiscono “mitopoiesi”) è scaturita quindi una massa enorme e fluttuante di narrazioni che, nei secoli e nel susseguirsi delle civiltà, hanno cambiato funzione rispetto alla realtà. Una materia incandescente e densa di senso che ancora oggi attrae ed affascina moltissimi intellettuali ed artisti e della quale, probabilmente, si sottostima la capacità di continuare ad essere operativa e di produrre significati. Ne abbiamo parlato con Giovanna Velardi, giovane e autorevole coreografa palermitana che nel suo ultimo spettacolo si è rivolta al mito di Demetra (la dea madre per eccellenza, dea delle messi, della fertilità e dei legami coniugali) e Persefone (prima vittima e preda e poi sposa di Ade, dio degli Inferi): un mito antichissimo e capillarmente diffuso in Grecia, in Magna Grecia, in Sicilia, elemento centrale dei misteri eleusini e, tradizionalmente, legato al territorio di Enna e Pergusa. Perché ha sentito la necessità di rivolgersi al mito greco? E perché proprio il racconto di Demetra e Kore? «Il mito di Demetra è venuto seguito di un lavoro sull'apparenza del potere: volevo insomma avviare una critica sulla società patriarcale, sul potere maschile, su un modello fallimentare e provare a ripensare ad un mondo più introspettivo, riflessivo, anche più materno, un mondo che sappia accudire, con un autentico recupero del femminile. Demetra è dunque un’occasione per parlare dell’oggi, in modo schietto, anche violento. Tutto questo con la danza si può fare, il ratto di Persefone e la caduta negli inferi servono a mettere in evidenza che siamo carne da macello e che oggi, nonostante il ciclo delle stagioni e il tempo che ci fornisce le occasioni, non sappiamo cogliere la mostruosità del non essere, l'alienazione che siamo diventati, corpo vuoto come carne da maltrattare che non ha più neanche la forza di risollevarsi. Oggi viviamo esattamente questa stagione. La società del potere dei soldi, dell'oggetto che ci ha fatto diventare bestie». Quale significato hanno, o possono avere, oggi i miti ne contesto di una civiltà di immagini sempre più virtuali e vuote di realtà corporea? «Dico che il recupero della memoria storica, oggi (e spero di evitare ogni retorica superficiale), è più che mai solo una ricerca di consapevolezza del senso della nostra apparenza alla storia: solo recuperando le nostre radici possiamo esprimere senza confusione un disagio e cercare nuove azioni rivolte a modelli più corrispondenti alla nostra realtà. La società dell’immagine, dei prodotti, degli oggetti, ha dimostrato il suo essere fallimentare annientando l'uomo e impedendogli una spinta progressista, una spinta che renda possibile l'ascolto di noi stessi e del mondo esterno. Ascolto inteso anche come comunicazione profonda rivolta al bisogno e allo scambio, non di merci, ma del pensiero e dell'emotività, tutto ciò che non può essere gettato via o sostituito velocemente perché richiede un senso del tempo dilatato che si scontra con la velocità del virtuale che ci lega alla macchina. Il mito è una occasione di disamina profonda, occasione per riparlare di archetipi d’inconscio collettivo, di essere e di malessere, un’occasione per fare avanzare un modello critico e riparlare di pensiero e non di immagine come oggetto e finzione. Il mito per riparlare dell'uomo, del corpo, della mente. Non per continuare ad essere corpi-oggetto». Come può la danza esprimere questi significati? «La danza ha il grande potere di comunicare e legare, in modo sconvolgente, uno stato d' animo e fisico recuperando il pensiero simbolico, restituendo interezza espressiva al corpo come unicum (corpo, mente, parola, movimento, emozione, sensazione, racconto), un corpo che oggi ha divorziato con l'espressività fluida perché si è fatto corrompere dalla velocità, dalla apparenza, da quella inespressività insomma, che incarna l'idea del corpo immagine. Basti pensare alla superficialità senza anima della donna-oggetto». C’è un nesso tra il suo aver scelto di restare a vivere e a lavorare in Sicilia e la possibilità di avvertire ancora come via e vitale la potenza del mito? «Non lo so davvero, “Demetra” è uno spettacolo ideato con il francese Dominik Barbier, lui lavora prendendo spunto dal mito. Il mito non c'entra soltanto col mio stare qui, in questa terra, ma piuttosto, tout court, col mio stare al mondo». centonove pagina 35 MESSINA. Retronouveau presentata una grande artista ed interprete, tra le più conosciute ed amate della canzone italiana, in grado di rinnovarsi in oltre 40 anni di carriera: Nada Malanima conosciuta da tutti semplicemente come Nada il 6 dicembre ore 22 (Retronouveau - Via Crocerossa, 33). ata artisticamente a 15 anni, debutta al Festival di Sanremo con " Ma che freddo fa", ad oggi un successo non solo in Italia ma in tutto il mondo. Seguono “Pà diglielo a mà “ (Sanremo 1970) e “il cuore è uno zingaro” con cui vince il Festival di Sanremo nel 1971. Seguono collaborazioni con i grandi cantautori italiani, da Paolo Conte a Piero Ciampi, che scrivono per lei. Abile nel rinnovarsi musicalmente ed artisticamente, interpretando al meglio lo stile e la musica contemporanea, Nada si è distinta sia come cantante, sia come scrittrice. Nel marzo di quest’anno, vede la luce il nuovo album " Occupo poco spazio" prodotto con Enrico Gabrielli. Il disco ottiene consensi positivi da pubblico e critica, venendo selezionato tra i sei migliori dischi dell’anno per il prestigioso Premio Tenco. In tour per L’Italia, Nada si esibirà in un evento esclusivo per Sicilia e Calabria, il 6 dicembre a Messina, accompagnata dalla sua band, per due ore di concerto, in equilibrio tra classici del suo repertorio e produzioni recenti. Nada 4 Dicembre 2014 posterarte INAUGURAZIONI Il mare secondo Cilia Alla Camera di Commercio di Ragusa le opere del maestro. A piedi nudi sulla sabbia Taglio del nastro con l'on Ardizzone ed il Generale Tuzzolino MESSINA. Le tre S del terremoto del 1908 in una mostra fotografica Sisma, soldati e solidarietà Al teatro Vittorio Emanuele i baraccamenti militari degli Orti della Maddalena. Fino al 28 dicembre. Per non dimenticare MESSINA. È stata inaugurata al Teatro Vittorio Emanuele, la mostra storico-fotografica: “Messina all’indomani del Terremoto del 1908. I Baraccamenti Militari degli Orti della Maddalena”, realizzati dal Genio Militare per l’acquartieramento dei 20.000 soldati mobilitati in soccorso delle popolazioni colpite dal tremendo sisma. L’inaugurazione è stata preceduta da una Conferenza, a cura di Vincenzo Caruso, direttore del Museo di Forte Cavalli e del Capitano Fausto Furnari, ufficiale del 4° Rgt Genio di Palermo, durante la quale sono state illustrate le modalità di costruzione degli splendidi Chalet in legno realizzati presso l’area denominata “Gli Orti della Maddalena” e gli interventi del Genio Militare in favore delle popolazioni colpite da calamità naturali, con particolare riferimento alla Sicilia. Il Comandante della Brigata Aosta, Generale Marco Tuzzolino ha introdotto i relatori evidenziando l’importanza delle attività svolte dal genio militare dal 1908 ad oggi. I lavori si sono conclusi con l’intervento dell’onorevole Giovanni Ardizzone, Presidente dell’Assemblea regionale, che ha ringraziato la Brigata Aosta per quanto fatto e farà per la Sicilia. La mostra fotografica sarà aperta al pubblico fino al 28 dicembre tutti i giorni, escluso il lunedì. RAGUSA. Si inaugura sabato 6 dicembre, alle ore 18.30, presso la Sala Borsa “Pippo Tumino” della Camera di Commercio di Ragusa, la mostra La voce del mare, catalogo Aurea Phoenix Edizioni, a cura di Andrea Guastella. L’esposizione raccoglie una selezione di dipinti per lo più recenti del maestro Franco Cilia dedicati al mare. Dal testo in catalogo di Andrea Guastella: “C’è un video di Franco Cilia che lo riprende in riva al mare. Franco cammina a piedi nudi sulla sabbia. Si avvicina al fronte delle onde, ma non troppo. Sta tastando il terreno; cerca una sabbia né umida né asciutta: una sabbia per disegnare. Trovatala, si piega in ginocchio e, con un dito solo, ritto come un pennello, traccia sicuro delle linee. L’immagine ha un che di evangelico. Mi ricorda l’episodio in cui scribi e farisei conducono a Cristo un’adultera, pronti a lapidarla, e Cristo, non degnandoli di un cenno, si china al suolo e disegna. Che mai starà disegnando? Piero Bigongiari, il compianto poeta toscano, mi confidò una volta che secondo lui in quel gesto era compreso il senso del teatro, della poesia e della pittura. Un senso che nasce dalle cose, ma senza spiegarle, anzi voltando loro le spalle. Contrapponendo la concentrazione alla dispersione, l’interiore all’esteriore, il silenzio alla parola. Solo alla fine Cristo parla, ma ancora una volta non comanda nulla. Si limita a rispondere a quegli uomini “chi di voi è senza peccato, scagli per primo la sua pietra”. E tutti, chiosa la Scrittura, se ne andarono, cominciando dai più vecchi. Forse non lo avrebbero fatto, se Cristo non avesse stabilito una pausa di attesa. Forse, guardando a terra, quegli uomini videro la loro ombra, e in essa le proprie colpe. O forse rimasero semplicemente spiazzati dall’assurdità RAGUSA Tutti matti per “Quisque Faber Fortunae Suae” PROLUNGATA AL 14 DICEMBRE LA MOSTRA DI FRANCO BATTIATO Franco Battiato alla mostra MODICA. La mostra personale di pittura “Quisque Faber Fortunae Suae” di Franco Battiato, allestita presso la Galleria Lo Magno in Via Risorgimento 91, continuerà a regalare emozioni fino al 14 dicembre. Visto il successo dell'iniziativa e il notevole afflusso di pubblico, il direttore della galleria Giuseppe Lo Magno ha deciso di posticipare di una settimana la chiusura. La manifestazione ha fatto registrare finora numeri da record. Il Teatro Garibaldi, dove lo scorso 16 novembre si sono tenuti la proiezione del film "Temporary Road (una) vita di Franco Battiato" e l'incontro con l'artista, era gremito. Al vernissage hanno preso parte oltre cinquecento persone, mentre nei giorni successivi la mostra ha avuto circa trecento visitatori, giunti da tutta la Sicilia. «Desidero esprimere i miei più vivi ringraziamenti - afferma Giuseppe Lo Magno - al maestro Franco Battiato per la sua disponibilità e a tutti coloro che hanno collaborato alla riuscita dell'evento. Prossimi appuntamenti con la proiezione del film "Temporary Road" di Giuseppe Pollicelli e Mario Tani, che si terranno il 5 e 6 dicembre negli spazi della galleria con inizio alle ore 18. centonove pagina 36 Franco Cilia dell’atto. Una donna sta per morire e quest’uomo disegna, avranno pensato. Dovrebbero ricordarsi di questa storia quanti accusano gli artisti di disinteressarsi della vita. Il loro disimpegno è, in realtà, un impegno primordiale. Come la battaglia di Cristo non è contro gli uomini, ma contro gli spiriti dell’aria che li rendono malvagi, così quella degli artisti avviene su un piano spirituale. I loro avversari, in definitiva, sono i sogni: materia informe, ma da non sottovalutare. Non sono forse stati loro – il sogno dell’uguaglianza o quello del dominio – a trascinare gli uomini mille e mille volte nella catastrofe cupa della guerra? Perciò l’artista, anziché riviverli, preferisce raccontarli. Lasciare che essi trasformino le immagini – sempre ispirate alla natura, anche quando sono astratte – in visioni sempre nuove. A volte terrificanti. Certo, ognuno reagisce ai sogni in modo differente. Io, ad esempio, pur avendo con la pittura di Franco una lunga consuetudine, rimango sempre turbato quando, nella penombra del suo studio, egli accende le luci lasciando che i suoi incubi si liberino dalla prigione delle tele e danzino come forsennati tra le pareti della stanza. Altri, meno paurosi, penseranno ai colori cangianti come a innocui fuochi d’artificio. Franco stesso minimizza la pericolosità dei sogni giocando a fare il medium. Fatto sta che i sogni non sono solo una minaccia: sono il carburante e la meta di ogni azione. Chi sogna inizia infatti a vivere ciò che desidera, acquistando un coraggio, una determinazione indefettibile che gli consente di plasmare a proprio piacimento la realtà. La battaglia non è dunque contro i sogni, ma con i sogni, insieme a loro. È la battaglia per la forma, non quella della forma contro una materia da schiacciare. Franco deve essersene accorto fissando il mare”. E’ possibile visitare la mostra fino al 23 dicembre. posterrubriche NUOVE VISIONI MUSICA PALERMO DI CESARE NATOLI DI MARCO OLIVIERI Happy Birthday, forse Cinema Natalizio Mentre si attende in città l’arrivo di film di qualità come “Due giorni, una notte” dei Dardenne e “Sils Maria” di Olivier Assays, il successo di “Andiamo a quel paese” di Ficarra e Picone precede la lotta degli incassi nel periodo natalizio. Tra i più quotati, il tentativo interessante di proporre una comicità sarcastica e poco zuccherosa con “Ogni maledetto Natale” (nel cast spicca Corrado Guzzanti), diretto dagli autori di “Boris” Ciarrapico, Torre e Vendruscolo. Da segnalare, oltre a “Scusate se esisto!” di Riccardo Milani con Paola Cortellesi e Raoul Bova, il ritorno di Aldo, Giovanni e Giacomo con “Il ricco, il povero e il maggiordomo” e, su un versante internazionale, “Magic in The Moonlight” di Woody Allen, “Lo Hobbit. La battaglia delle cinque armate” di Peter Jackson, “L’amore bugiardo – Gone Girl” di David Fincher e “Il ragazzo invisibile” di Gabriele Salvatores, presto nelle sale. Nel frattempo, il nuovo film d’animazione targato “Dreamworks”, “I pinguini di Madagascar”, promette molto all’inizio, con un buon incipit, ma poi si perde nel già visto sul piano narrativo. Un divertimento preconfezionato e destinato ai più piccoli, ma con alcune battute che saranno apprezzate dai più grandi, senza però alcuna traccia di originalità. Si punta sullo stordimento di un’azione incessante e prevedibile, da sorbirsi senza troppe riflessioni, tra un popcorn e una patatina. Cinema da dimenticare in fretta. CONCERTI “Tre terzi”, nove inediti in cd PALERMO. Mille copie per cominciare, ma con l’obiettivo di venderne molte di più. È un’amalgama di aspettative e contenuti “Tre terzi”, l’omonimo cd della band palermitana diventata un fenomeno sociale, che sarà in vendita dal 5 dicembre. Nove tracce, inedite, musicate dagli stessi Tre Terzi, alcune scritte in collaborazione con Carmelo Piraino e Tiziano Di Cara, registrate e mixate da Riccardo Piparo nello studio Lab music. Il disco sarà disponibile negli showcase che vedranno alleate cinque realtà imprenditoriali dell’intrattenimento culturale, che hanno unito le loro forze in nome della musica inedita di qualità. Una coalizione insolita, dove il mastice è la stessa band, formata da Claudio Terzo, Ferdinando Moncada, Nicola Liuzzo e Diego Tarantino. I Tre Terzi si esibiranno: il 5 dicembre al Giardino (sede temporanea di Il Ricovero) in via Isaac Rabin, il 12 dicembre al Palab in piazzetta del Fondaco, il 19 dicembre alla Officina Di Dio in via Bertolino Giuseppe Puglisi e il 25 dicembre al Jackass di via Sammartino 117. Il 19 gennaio la tappa più importante, al teatro Golden in via Terrasanta. 4 Dicembre 2014 Una delle scene dello spettacolo “Un errore umano” Un errore così umano Al teatro Biondo lo spettacolo del palermitano Gigi Borruso PALERMO. Nel panorama teatrale palermitano Gigi Borruso è, ormai da anni una delle personalità artistiche più solide e versatili sia come attore, sia come regista e drammaturgo. Allievo di Michele Perriera, ha collaborato per anni con Roberto Guicciardini, per poi continuare a lavorare nelle più disparate situazioni che gli sono capitate nella scena palermitana (ieri con la “Compagnia dell’Elica”, oggi con “Transit teatro”). È bello allora trovare nel cartellone del Biondo la ripresa di “Un errore umano”, spettacolo intenso che ha debuttato tre anni fa e ora viene ripreso per ben tre settimane, tutti i giorni in Sala Strehler dal 2 al 17 dicembre (esclusi i lunedì). In scena, oltre allo stesso Borruso (attore, dramma-turgo e regista), troviamo Serena Rispoli. «Una pièce racconta l’autore - centrata sulla confessione di una donna siciliana che, precipitata nell’inferno di una famiglia mafiosa, tenta di ribellarsi ma è ridotta al silenzio e internata in una clinica psichiatrica. Lia è una donna inventata ma non irreale. Attraverso le sue parole è possibile immaginare la storia di tante altre donne, figlie, madri, mogli di “uomini d’onore”. Intuire la sua paura, il desiderio di verità, la rivolta, soffocate nella sua solitudine. Questa donna ha perduto tutto: i suoi figli, la sua dimensione femminile, il suo posto nella società. Devastata dal dolore, stordita dalle “cure”, è tuttavia determinata a impedire che si svolga lo spettacolo realizzato dai pazienti della clinica dov’è internata. Con la sua rabbia, la sua ironia disperata, Lia sosterrà una lotta all’ultimo respiro con il cinismo e l’accattivante amoralità dell’istituzione clinica. Il suo carceriere diverrà il suo unico confidente. Il loro duello assumerà i connotati di una danza grottesca, dai contorni surreali e a volte comici. Della mafia e dello squasso morale che l’ Italia per essa ha subito è stato detto tanto, ma tante verità stentano a venire a galla e la nostra coscienza troppo spesso si accontenta di commemorazioni, di contrizioni ad uso e consumo dei media, mentre rifiuta di vedere la silenziosa barba-rie che sta dietro le nostre piccole o grandi complicità. Lia, forse, testimonia solo la ribellione dei perdenti. Eppure solo un perdente conosce ancora la furia e la gentilezza che servono a immaginare un’altra vita». Paolo Randazzo Che “Happy Birthday to you” sia la canzone più famosa al mondo non ci sono dubbi. Eppure anche quella melodia che si canta ad ogni compleanno sta facendo discutere negli USA, per aspetti legati a diritti d’autore e dispute legali. Anche se sono in pochi a saperlo, infatti, i diritti di questa canzone popolare scritta alla fine del XIX secolo da una insegnante di nome Patty Smith Hill e da sua sorella Mildred Hill - sono stati acquisiti nel 1998 dalla Warner/Chappell Music Inc., che li ha rilevati dalla Birch Tree Ltd. Un affare non da poco: si stima che la canzone possa rendere circa due milioni di dollari all'anno. Infatti, ogni volta che il brano viene riprodotto in film, spettacoli e intrattenimenti di ogni genere è necessario corrispondere ai detentori dei diritti una certa somma pari a circa un migliaio di dollari, onde evitare di infrangere le leggi sul copyright e i incorrere in sanzioni fino a 150.000 dollari, in base al Copyright Act del 1976. Finora nessuno si è mai sognato di incappare in problemi di questo tipo e ha preferito pagare, ma una società di produzione cinematografica che sta facendo un documentario proprio su “Happy Birthday” ha deciso di intraprendere una class action nei confronti della Warner, sostenendo che la richiesta di 1500 dollari sia tale da configurare il reato di appropriazione indebita di copyright. Se la corte desse ragione ai querelanti, la Warner potrebbe essere obbligata a restituire tutto ciò che ha raccolto negli ultimi tre anni, ossia circa sei milioni di dollari. Effettivamente, gli studiosi del diritto d'autore, negli ultimi anni, hanno sollevato molti dubbi sul copyright della canzone pubblicato la prima volta nel 1893, più di 120 anni fa. Al fine di stabilire da che parte sta la ragione si stanno riconsiderando le modalità in cui il brano è stato stampato e pubblicato in tutti questi anni. Ai giudici l’ultima parola. DE GUSTIBUS Vini, il siciliano Santagostino Baglio nei Top 100 Wine Spectator, la rivista americana più influente nel mondo del vino, ha finalmente pubblicato la sua lista dei 100 migliori vini recensiti nel 2014. I parametri utilizzati sono stati: la qualità del vino, la disponibilità sul mercato statunitense e un elemento definito dagli autori “excitement”, concetto impossibile da tradurre con una sola parola ma che vuole esprimere quel tocco di classe e originalità in grado di fare la differenza. La classifica vuole rendere omaggio ai migliori produttori del mondo vinicolo e celebrare quelle aree geografiche naturalmente destinate a una produzione enologica di eccellenza. Unico vino siciliano ad entrate nei Top 100 il Santagostino Baglio Sorìa Rosso di Firriato, che aveva già ottenuto da Wine Spectator lo straordinario punteggio di 91 punti, ma anche i Tre Bicchieri centonove pagina 37 della prestigiosa guida del Gambero Rosso. Un vino dallo strepitoso rapporto prezzo qualità il Santagostino Rosso che ha sempre trovato l’approvazione dei giudici internazionali più severi ma anche l’amore incondizionato dei winelover più esigenti, grazie alla sua immediata riconoscibilità, per stile gusto-olfattivo, ampiezza del frutto ed eleganza dei tannini. Nei Top 100 l’Italia ha raccolto complessivamente 19 piazzamenti, con la Toscana e il Piemonte che vantano il maggior numero di aziende premiate. Santagostino Rosso nasce dai vigneti della tenuta di Baglio Sorìa, nel cuore della Sicilia occidentale, dove la brezza di mare arriva a toccare le eleganti geometrie del vigneto. Qui, negli anni ’80, ha avuto inizio il grande sogno della maison Firriato: la tenuta è immersa in uno dei angoli più autentici e affascinanti della Sicilia e i vigneti si inseriscono armoniosamente in uno scenario naturale mozzafiato, confinante con la riserva naturale delle Saline di Trapani e Paceco, un terroir unico per condizioni pedoclimatiche. 4 Dicembre 2014 posterlettere QUI SCUOLA GUI HERITAGE DI ANDREA SMITH DI SERGIO BERTOLAMI Le novità per i precari L’identità dell’anima Secondo punto a favore per i precari, che vedono ridurre disuguaglianze e discriminazioni anche contrattuali. All'ARAN è stato sottoscritta l'ipotesi di contratto per le elezioni delle RSU e novità riguarda proprio i precari. "Nei comparti Scuola e AFAM”, prevede l'art. 1, comma 5, “sono eleggibili i dipendenti con rapporto di lavoro a tempo determinato cui sia stato conferito un incarico annuale fino al termine dell'anno scolastico/accademico o fino al termine delle attività didattiche". Il primo punto messo a segno, invece, è la sentenza della Corte di Giustizia Europea, che riconosce l'abuso per l’Italia dell’uso dei contratti a tempo determinato, senza la previsione di modalità certe per il reclutamento. La sentenza non è operativa e per il riconoscimento del diritto al ruolo bisogna ricorrere al giudice. Gli interessati devono dimostrare di avere prestato almeno 36 mesi di servizio con contratti su posti vacanti e disponibili. Sono, quindi, necessari almeno 4 contratti fino al termine dell’attività didattica o fino al 31 agosto e sono esclusi quelli per supplenze riferite alla sostituzione dei colleghi assenti. La sentenza era attesa e c’è da dire che non a caso nel progetto della “Buona scuola” è prevista una massiccia operazione di immissioni in ruolo di circa 150.000 docenti, dei quali il 90% riservato agli aspiranti inclusi nelle graduatorie ad esaurimento. Graduatorie dalle quali, in via generale, si attinge per i contratti a tempo determinato e nelle quali è compresa la stragrande maggioranza dei docenti che potrebbero invocare il beneficio della Corte Europea. E l’immissione in ruolo potrebbe non bastare, perché tra le rivendicazioni non bisogna escludere la decorrenza della nomina, il riconoscimento dell’anzianità giuridica ed economica e il pagamento, con gli interessi degli eventuali mesi estivi non remunerati. ECOLOGIA&AMBIENTE MESSINADRASTICA di Fabio Amato Patchwork e Tartan MESSINA. E finalmente anche quest'anno sta arrivando il Santo Natale! Lo si sente nell'aria! E lo si vede anche per le strade! Le persone iniziano ad uscire, incravattati, le signore indossano le pellicce, anche se ci sono 30°gradi ed i babbididio per le strade aumentano. A Natale escono tutti e passeggiano. Ma anche la Città cambia, si ristruttura, una caratteristica della nostra città è il "Patchwork" che altro non è che un manufatto che consiste nell'unione, tramite cucitura, di diverse parti di tessuto, peccato che da noi non vengono usati nè tessuti, nè lane pregiate ma asfalto, rozzo e grezzo asfalto ed il patchwork, viene usato nelle strade. Guardate le strade e vi renderete conto delle altissime opere di maestria con le quali sono fatte le nostre strade. Sono tutte ripizzate!!!! E la strada ripizzata per eccellenza è Via Duca degli Abbruzzi, la stradina che porta in Via Brasile , e che ha raggiunto l'apice del Patchwork. Pezzi di asfalto, di diversi colori sparsi qua e la e che creano un effetto ottico bellissimo ed inimitabile. Vi chiederete a questo punto cosa c'entra il Tartan, che altro non è che un tessuto colorato, prettamente rosso e verde natalizio , che crea una schema definito uguale nell'ordito e nella trama. Ed infatti a Messina, tutte le nostre strade, ed a Natale anche i marciapiedi, si trasformano, per miracolo, dal Patchwork al Tartan, e quindi diventano rosse, verdi e colorate. E questo avviene ogni Santo Natale! Oltretutto il miracolo avviene proprio in quella zona della città, dove le strade hanno nomi sud americani, via Bolivia, via Venezuela e via Uruguay ed infatti la notte di Capodanno si va tutti li a ballare la samba .Buon Natale e Buon Anno. Preparatevi tutti. Sembrerebbe Messina una città senza memoria e per questo senza identità. Ma non è così. La sua memoria è sopita nei libri, come quelli conservati nella Biblioteca Universitaria, dove nel Cortile dei Gentili il direttore Sergio Todesco ha dato spunto a due relatori d’eccezione, Giuseppe Ruggeri e Domenico Barrilà, d’intrecciare distinguo tra la messinesità del luogo comune e la messinitudine solare dello spirito. Non s’è persa, dunque, l’anima colta della città: quella reale segnata negli annali o quella percepita dai viaggiatori. Con la catastrofe del 1908 - l’ultima, non l’unica - si è persa l’anima popolare della tradizione orale. Ad ogni tragico evento Messina è stata lacerata nel tessuto urbano, ma anzitutto nei sentimenti spontanei che perduravano tra la gente. La memoria orale non è migrata oltre la frattura perché sono periti i latori di una cultura che, nel passaggio fra generazioni, garantiva la continuità mutevole dei metri di giudizio. Non ignoriamo, dunque, il susseguirsi degli eventi locali registrati dai cultori di storia patria, né le manifestazioni formalizzate delle classi subalterne antropologicamente raccolte e trascritte. Il blackout, irrimediabilmente, riguarda come gli accadimenti al tempo fossero vissuti o giudicati, quale realmente fosse il sentire di una collettività che non ha avuto modo di essere trasmesso da padre in figlio. Una messinesità interrotta. Poi reinterpretata e immaginata nel folklore. Consuetudini, atteggiamenti, mentalità, non frutto diretto della memoria ma di un indesiderato oblio. Allo stato dei fatti, nella messinitudine, tutti da ricostruire. [email protected] DI ANNA GIORDANO Il coraggio di volare E’ QUANDO NON riesci a salvarli che ti invade la rabbia e la tristezza. Quando ali spezzate, zampe fracassate o tutto insieme, ti narrano della cattiveria umana e speri di riuscire ad offrire a quel falco, a quell’airone o quel che è, una parte diversa di questa becera umanità. Non lo capiscono, non possono, e spesso le ferite sono troppo gravi perché sopravvivano fino all’esito dei miracoli che pure Fabio Grosso, veterinario di immensa esperienza, esercita da perenne volontario. Chi ce la fa, appena si libra in volo, finalmente libero, chissà, forse intuisce, forse no, che quei mesi, a volte anni di degenza sono stati finalizzati al suo recupero. Alcuni volano via veloci, altri virano verso di noi, passandoci sopra, mi piace pensare che abbiano capito e che, a modo loro, ci stiano ringraziando. Il loro volo, magico, coraggioso, deciso e allo stesso tempo potente, fermato da noi, in ogni modo, voluto o non voluto, ma sempre noi siamo la causa. Fili della luce, piloni, luci accecanti, fucili, pale eoliche ed ostacoli a go go, o criminali dal grilletto facile che si dilettano ad uccidere, troppo vigliacchi per fronteggiare il prossimo, preferendo gli indifesi, anche a due zampe. O morte per inedia, territori distrutti dal fuoco, rasi al suolo da ruspe veloci, sconquassanti ogni cosa, ogni essere vivente, invisibile ai più, anche quando di grosse dimensioni e fattezze. Cemento su cemento, degrado, discariche abusive, veleni che si insinuano nel corpo, tanti e tali da impedire agli animali di nutrirsi, trovandoli esanimi su spiagge e colline, uno su mille, se va bene. Gli altri muoiono silenziosi. Anche un licheno mi induce a tenerezza, un fungo, un fiore, un insetto o la pupa di una centonove pagina 38 farfalla, il bruco che attraversa la strada. In quel del New Jersey, mentre guidavo timorosa in mezzo ai monti Appalachi e beccai la migrazione dei bruchi, trasformando la guida in una gimkana da brivido. Li salvo, tutti, dove posso, altri soccombono perché non riesco a fermare il lento declino di quelle che erano terre stupende. Forse è sbagliato avere sensibilità, forse è meglio nascere ghiacciolo e fare una vita normale, indifferente a ruspe, degrado, veleni. Forse quel falco che non ce l’ha fatta ora vola libero in un cielo senza di noi, forse un dio vede e un giorno ci farà sapere che la nostra presenza su un pianeta che stiamo distruggendo senza battere ciglio non ha più senso. Un pianeta dove si osteggia chiunque provi a salvarlo, in ogni modo, anche e soprattutto vigliacco. Spero che quel falco, dei tanti che i vigliacchi han privato del volo, adesso sia libero veramente, soprattutto senza la nostra indecente presenza. postercommenti ELIODORO DIBATTITI di Paola Zito Alzheimer, se la Regione non assegna i fondi Malattia di Alzheimer: camminiamo insieme. E’ il tema del convegno che si è svolto sabato 29 novembre alla chiesa di Santa Maria Alemanna organizzazio dall’associazione Ariad Onlus di Messina. Numerosi i contributi su un tema che tocca profondamente numerose famiglie. Tra questi, quello di Paola Zito, della Cisl, che si è soffermata sulle politiche socio-sanitarie integrate per le persone non autosufficienti. Ne riportiamo uno stralcio significativo: Le risorse assegnate al “fondo per le non autosufficienze” per l’anno 2014 sono pari a 350 milioni; 340 milioni sono stati attribuiti alle regioni; 10 milioni al ministero del lavoro e delle politiche sociali, per progetti sperimentali di “vita indipendente”. A queste si aggiungono quelle provenienti dal Fondo per le Politiche della Famiglia pari a 459.500,00. Alla regione Sicilia, che continua a non avere un fondo dedicato alla non autosufficienza, è stato destinato l’8,25% (il 60% in base alla popolazione residente di età pari o superiore a 75 anni e il 40% in base alle specifiche esigenze socio-sanitarie regionali) pari a 28.050.000. (...) Il dipartimento regionale dell’Assessorato della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro, il 17 Gennaio 2014 ha emanato le linee guida per la presentazione di progetti assistenziali per persone in condizione di disabilità gravissima; il 13 febbraio 2014 sono state fornite a tutti i distretti socio – sanitari, ulteriori integrazioni e chiarimenti circa: l’elaborazione dei progetti di assistenza domiciliare che doveva essere integrata con le forme di assistenza di cui usufruiscono i disabili gravissimi al fine di soddisfare possibili ulteriori esigenze del paziente”; il 7 luglio 2014 lo stesso Dipartimento, poiché quasi tutti i distretti, nella predisposizione dei progetti personalizzati, non hanno tenuto conto ne’ dei bisogni del paziente ne’ 150 PAROLE DA PALERMO Meno tasse se curi le aiuole DI MARIA D’ASARO Il 10/11 scorso, il giornale “Il Tirreno” ci ha informato della proposta che due consiglieri comunali faranno al Comune di Grosseto: cittadini, negozianti o associazioni che si prendono cura del verde pubblico – un’aiuola, le fioriere di una piazza, un parco giochi - potranno avere uno sconto su Tasi o Tosap. Forse se importassimo anche a Palermo la proposta dei consiglieri grossetani otterremmo spazi pubblici più puliti e curati. Non servono a molto infatti iniziative “mordi e fuggi”, quali quelle degli attivisti di “Guerrilla gardening”, che sistemano con generosità spazi verdi della città, che però poi sono destinati a morire per mancanza di cure. Perché, come scriveva anni fa Augusto Cavadi nel libretto Volontariato in crisi, tutte le azioni di volontariato hanno senso solo se tendono a trasformarsi da attività episodiche ad azioni di lungo periodo. Meglio ancora se collegate alle istituzioni e con un meritato, pur se modesto, personale guadagno. 4 Dicembre 2014 dell’assistenza di altre prestazioni usufruite, ha ritenuto necessario, con l’Assessorato alla Salute, individuare le patologie riconducibili alla tipologia di “disabilità gravissima” attraverso un tavolo tecnico che, ha stabilito che le tipologie sono sei… le ultime integrazioni risalgono a poco più di un mese fa… A distanza, quindi, di quasi un anno dallo stanziamento dei fondi, i malati gravissimi e le rispettive famiglie non hanno ricevuto alcunché in spregio del loro disagio, bisogno reale e permettetemi di dire, sono stati lasciati alla disperazione e all’abbandono! A cosa servono le leggi, i provvedimenti, le circolari se poi non si riesce ad applicarle? (...) Perché c’è ancora chi indugia? Perché l’Amministrazione comunale di Messina, dove da più di 20 anni, non si effettua alcuna analisi dei bisogni degli utenti sul territorio, non istituisce uno sportello di segretariato sociale, non crea uno staff di lavoro che pianifichi, controlli e formi il personale? Noi riteniamo sia improcrastinabile l’attivazione di un tavolo di concertazione allargata anche tra gli altri, alle Associazioni di Volontariato che hanno le chiavi di lettura di quanto accade alle persone e alle comunità. L’Ariad, da anni si batte perché ai malati di Alzheimer e ai loro familiari venga fatta assistenza e non assistenzialismo! Dei 28.050.00 la Regione Sicilia ha destinato alle persone affette da gravi patologie cronico degenerative non reversibili 6.806.250,00. Non sono tanti a fronte del bisogno ma troviamo il modo di impegnarli al più presto! La Cisl, a più livelli, ha fatto proposte, ha fornito all’amministrazione comunale studi e documenti, ha impegnato tempo e risorse umane per favorire e sollecitare la promozione di un innovativo. Purtroppo, ad oggi, non riscontriamo che vi sia una visione d’insieme delle politiche sociali che permetta di rendere il sistema, messo in crisi dalla contrazione delle risorse degli Enti Locali, capace di rispondere ai bisogni. (...) Il tema della “vita indipendente” è stato considerato una delle priorità del primo programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità. Il programma è uno degli strumenti con cui il legislatore ha dettato le linee di azione: programmare gli interventi e i servizi, redigere progetti individualizzati, ridurre l’eterogeneità tra le Regioni, non solo nella spesa ma anche nei modelli di intervento. In Sicilia sono stati tre i progetti approvati, due in provincia di Palermo e uno a Barcellona… Credo che il dato si commenti da solo! ANIMAL HOUSE La sveltina di Matteo Renzi CATANIA - Più che una visita istituzionale è stata una "sveltina" quella di Matteo Renzi: dall'aeroporto un sgommata per visitare due aziende d'eccellenza, parapubbliche o paraprivate, e una dolciaria, ma già delocalizzata al nord, qualche selfie d'ordinanza e poi toccata e fuga a casa Bianco, palazzo degli elefanti, dove il sindaco ha raccontato una Catania di fantasia e il premier ha fatto finta di crederci. Tutti e felici e contenti, anche i sindaci rigorosamente centrosinistra presenti in sala. Fuori la protesta dei centri sociali, a beneficio delle telecamere. Sembrava la stessa regia. E dopo la sgommata verso l'aeroporto, utti a casa, felici e contenti. ANTIBUDDACI DI DINO CALDERONE Messina fra identità e futuro MESSINA. L'iniziativa che la Biblioteca Regionale Universitaria, diretta da Sergio Todesco, ha promosso circa un anno fa e denominata “Cortile dei Gentili”, continua a produrre preziose occasioni di dialogo e confronto di grande qualità, per il bene di tutti i cittadini. L'ultima, in ordine temporale, ha avuto come titolo “Contro la messinesità. Come costruire insieme la messinesitudine”, ed ha visto, come relatori, due interlocutori privilegiati: Domenico Barrilà e Giuseppe Ruggeri. Perchè privilegiati? Entrambi, infatti, sono messinesi, ma con lo sguardo attento e partecipe di chi osserva senza sentirsi omologato all'ambiente nel quale è immerso. Il primo vive ormai da 42 anni nel milanese e, grazie alla professione di psicoterapeuta, ha acquisito una grande capacità di lettura e comprensione di comportamenti umani a livello non solo individuale ma sociale. I frequenti soggiorni in riva allo Stretto, poi, gli hanno permesso di non perdere il rapporto con la città e i suoi abitanti. A differenza di tanti messinesi trapiantati altrove, che esprimono spesso giudizi di condanna senza possibilità di riscatto per la città, Barrilà ha mantenuto un rapporto intelligentemente critico, ma sempre propositivo e costruttivo. Ruggeri, invece, vive e lavora a Messina, ma la sua attività di scrittore ne ha potenziato le qualità descrittive e interpretative della società locale. Infine, il presentatore dell'incontro, Sergio Todesco, da antropologo e studioso di lungo corso di questi problemi, non si è certo limitato ad offrire un' asettica introduzione al tema, quello identitario, che sta a cuore a non pochi messinesi. Che dire? L'importanza di momenti pubblici come questo consiste, soprattutto, nel non avere indugiato solo in ricordi e nostalgie (che pure ci stanno!) della Messina che non c'è più e che non potrà più ritornare, ma nell'aprirsi ad una dimensione identitaria che non è fatta solo di memoria e tradizione, ma anche di futuro, ancora in gran parte da cercare e realizzare, per arricchire la città di opportunità che in questo momento sembrano purtroppo quasi assenti. In questo senso il “Cortile dei Gentili” è uno stimolo e un incoraggiamento a non disperare. [email protected] DI ROBERTO SALZANO L’evento di Forte Ogliastri Se ci arrivassero notizie di qualcuno in cerca del nostro sostegno, potremmo rifiutare di dargli un po’ di supporto? Se noi fossimo in difficoltà, non spereremmo di incontrare qualcuno in grado di tirarci fuori dai guai o renderli più sopportabili? Non poche sono a Messina le realtà che hanno a cuore le sorti di un gran numero di amici a quattro zampe e si impegnano con costanza a migliorare le loro condizioni di vita: tanti sono gli amanti degli animali che, in un modo o nell’altro, richiamano l’attenzione sul tema dell’assistenza ai randagi e tante sono le iniziative organizzate. Le varie associazioni animaliste saranno presenti venerdì 12 dicembre dalle ore 17 al Forte Ogliastri, in occasione di un evento nato con l’intento di ottenere un aiuto concreto e materiale da centonove pagina 39 chiunque voglia e possa fare qualcosa per regalare affetto a tutti quegli esemplari che non hanno la fortuna di vivere con una famiglia che si prenda esclusivamente cura di loro. Per fronteggiare al meglio le esigenze dei numerosi ospiti delle strutture di ricovero, vi è la necessità di contare sulla partecipazione attiva di persone sensibili, disposte a donare articoli destinati ad incrementare le risorse a disposizione. Particolarmente graditi saranno croccantini per cuccioli e non, scatolette di paté e bocconcini, collari e guinzagli, ma anche altro materiale sarà certamente benaccetto, come coperte e medicine. A nessuno sarà negata la possibilità di contribuire in qualche modo, perché un aiuto in buona fede è sempre provvidenziale. Banchetti solidali, simpatici gadgets perfetti per il Natale, sempre più vicino: il ricavato sarà destinato per intero ai quattrozampe. Basterà qualche rapido clic sulla pagina Facebook BAU mercatino e coloro che vorranno potranno trovare la maniera di prendere parte nel loro piccolo alla missione davvero speciale dei volontari.
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