VENERDÌ 21 FEBBRAIO 2014 ANNO 139 - N. 44 In Italia (con “Sette”) EURO 1,90 italia: 51575551575557 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Servizio Clienti - Tel 02 63797510 Fondato nel 1876 Fond Roma, Piazza Venezia 5 Tel. 06 688281 www.corriere.it Tempi pi liberi Oggi Domani Ricetta Bastianich Lidia: così ho preso per la gola l’America Ogni giorno, per un mese #Cambiome. E funziona Ora mi sento più forte Il weekend si fa in due di Massimo Gaggi di Elvira Serra L’AGENDA ECONOMICA DEL GOVERNO PURCHÉ SI DICA TUTTA LA VERITÀ Ucraina Decine di vittime. Gruppi di poliziotti prigionieri. Prime sanzioni europee: blocco dei beni e dei visti per i responsabili delle violenze Le barricate e il massacro Così si muore per l’Europa in una piazza di Kiev di ALBERTO ALESINA e FRANCESCO GIAVAZZI di FRANCESCO BATTISTINI A Kiev, Ucraina, è ormai guerra civile. I morti sono decine, il presidente Yanukovich ha ordinato ai cecchini di sparare per uccidere sui manifestanti che vogliono agganciarsi alla Ue e non alla Russia. ALLE PAGINE 2, 3 E 5 Natale, Offeddu, Valentino Parole e politica (AP / DARKO BANDIC) le tornare a crescere se non riparte l’offerta di credito all’economia. Lo si può fare anche con l’aiuto della Bce, come spiegavamo il 9 febbraio (nell’editoriale E ora le banche non hanno scuse). A ciò deve aggiungersi un’accelerazione del pagamento dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. Il governo uscente ne ha saldati 22 miliardi su circa 100: troppo pochi. Seconda cosa da fare: provvedimenti per ridare competitività alle imprese. La leva principale è una riduzione immediata e consistente del cuneo fiscale, finanziata con una combinazione di tagli di spese (immediate e future) e, se necessario, con imposte meno dannose delle tasse sul lavoro. Per portare gli oneri sociali a carico delle imprese al livello tedesco bisogna ridurli di 23 miliardi. 9-10 miliardi si possono reperire tagliando i sussidi alle imprese: 4 miliardi il primo anno, altri 5-6 nei due successivi. Un altro miliardo, o due, tagliando i costi della politica, come suggerito in uno studio di Roberto Perotti pubblicato su www.lavoce.info. I rimanenti 8 miliardi vanno reperiti dalla spending review: il commissario Cottarelli ritiene che sia un obiettivo raggiungibile già quest’anno. Altre risorse possono arrivare dalla revisione del costo di alcuni servizi (come l’università) che lo Stato offre quasi gratuitamente a tutti, indipendentemente dal reddito. Ridurre le imposte sul lavoro non basta. Bisogna anche riformare i contratti abolendo il muro invalicabile che separa chi ha un lavoro a tempo determinato da chi ne ha uno a tempo indeterminato. Qui il diavolo sta nei dettagli. Il dizionario di un Paese imprevedibile di ANNE APPLEBAUM A PAGINA 5 UNA TIENANMEN CHE NON VEDIAMO di FRANCO VENTURINI P iazza Maidan è diventata una Tienanmen nel bel mezzo dell’Europa, come potevano non reagire i governi della Ue? Davanti al loro collettivo silenzio l’Europa comunitaria avrebbe definitivamente rinunciato a essere soggetto politico, avrebbe tradito i suoi valori, avrebbe aperto una pericolosa frattura con Washington. Eppure ieri a Bruxelles i criteri dominanti sono stati quelli della misura e della gradualità. Fiori sulle bandiere che coprono i corpi di manifestanti antigovernativi uccisi a Kiev, in Ucraina CONTINUA ALLE PAGINE 2 E 3 Incontro nella notte per parlare di ministri e programma. Berlusconi evoca le elezioni La Rete, la vita Forti tensioni, si cerca l’intesa LE IDEE VINCENTI DEI GIOVANI D’ORO DI INTERNET Renzi vuole discontinuità, Alfano chiede un patto scritto di MASSIMO SIDERI Giannelli Il premier incaricato «Ho 60 giorni O c’è la svolta o siamo fuori» di MARIA TERESA MELI A PAGINA 8 Incontro nella notte tra il presidente del Consiglio incaricato Matteo Renzi e il leader di Ncd Angelino Alfano per parlare di ministri e valutare i punti critici dell’accordo di maggioranza. «Questione di ore e chiudiamo tutto», aveva detto Renzi in giornata. Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, intanto, evoca le elezioni. «Forse tra un anno. Bisogna sempre essere pronti per le urne». E aggiunge: «Renzi? Non è di scuola comunista». DA PAGINA 6 A PAGINA 11 L’abolizione del finanziamento pubblico Soldi ai partiti, attenti al trucco di GIAN ANTONIO STELLA P uò una macchina lanciata a pazza velocità bloccarsi con una sola frenata? No, rispondono i partiti. Ecco perché l’abolizione del finanziamento pubblico, votata ieri definitivamente, si prende tre anni di tempo. Tesi comprensibile. Le controindicazioni, però, sono diverse. Per non dire di certi dettagli piuttosto sospetti. Sui quali i grillini hanno dato fino all’ultimo battaglia. CONTINUA A PAGINA 12 CONTINUA A PAGINA 12 Sanremo Perché lo spettacolo che guarda al passato ha perso il pubblico giovane Il Festival? Affossato dalla nostalgia di ALDO GRASSO L a nostalgia è canaglia, ce l’avevano insegnato Al Bano e Romina proprio a Sanremo. La nostalgia piace al pubblico adulto ma allontana quello giovane. La nostalgia, un sereno equilibrio di inconvenienti, ci costringe a vivere in ciò che è perduto, ci fa credere di aver vissuto giorni migliori, ma intanto ci discosta dal presente. Se la curiosità dell’esordio aveva attratto oltre un milione di 25-34enni, il giorno successivo il numero si è quasi dimezzato. CONTINUA A PAGINA 56 - ALLE PAGINE 58 E 59 R. Franco, Laffranchi, Luzzatto Fegiz, Volpe con un intervento di Silvia Avallone Giochi olimpici AP / VADIM GHIRDA 9 771120 498008 40 2 2 1> Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano I l nuovo governo dovrà dimostrare (e in tempi brevissimi) di aver chiare quali sono le priorità e di essere determinato nell’affrontarle. Se saprà farlo tranquillizzerà i mercati e potrà rinegoziare i vincoli europei. Perché una rinegoziazione è inevitabile se si vuol far ripartire la crescita. Quali siano i problemi dell’Italia lo sappiamo da tempo: un debito pubblico enorme, una recessione che sembra non finire mai, banche che prestano col contagocce, una disoccupazione soprattutto giovanile elevatissima, una tassazione asfissiante, una burocrazia che impone oneri immensi alle imprese, e infine i costi della politica. La difficoltà non è dunque individuare le cose da fare, ma metterle in fila e poi affrontarle con determinazione. La prima è annunciare stime di crescita credibili. Le previsioni del governo uscente sono più ottimiste di quelle delle organizzazioni internazionali, inclusa la Commissione europea. Il governo prevede un aumento del prodotto interno lordo (Pil) dell’1% nel 2014 e dell’1,7% nel 2015. Il consenso internazionale è 0,5% nel 2014 e poco sopra l’1% nel 2015. Da che numeri parte il nuovo governo? Le previsioni di crescita sono cruciali perché costituiscono il punto di partenza per un piano credibile di riduzione del rapporto debito-Pil. Per avviare tale riduzione è necessario compiere tre passi: ridurre la spesa pubblica e le imposte, far ripartire la crescita e vendere aziende e immobili oggi posseduti da Stato, Comuni e Regioni. Per rilanciare la crescita, servono due interventi immediati. Primo: provvedimenti per allentare la stretta creditizia. È diffici- Carolina Kostner conquista il bronzo È polemica sull’oro russo di GAIA PICCARDI A PAGINA 62 M ark Zuckerberg, il trentenne fondatore di Facebook. Jan Koum, 37 anni, inventore con Brian Acton, di WhatsApp, l’applicazione ceduta a Fb per 19 miliardi di dollari. Daniel Ek, trent’anni, che nel 2006 ha creato Spotify. Il diciottenne Nick D’Aloisio, giovanissimo «padre» di Summly, la startup comprata da Yahoo! per una cifra, mai confermata, di 30 milioni di dollari. David Karp, newyorchese di 27 anni, cui si deve Tumblr, la famosa piattaforma lanciata nel 2007. Ecco chi sono i dieci giovani d’oro, il cui genio ha cambiato il web (e la loro vita). ALLE PAGINE 24 E 25 2 Primo Piano Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Ucraina Il massacro IL SOGNO SPEZZATO DI KIEV La capitale vive ore di guerra civile I cecchini di Yanukovich hanno ricevuto l’ordine di sparare per uccidere E il Paese adesso rischia la secessione DAL NOSTRO INVIATO 47 i morti di ieri negli scontri a Kiev, 75 da martedì, secondo il bilancio del governo. Ma per i dimostranti le vittime sono oltre cento Il sindaco Si vede qualche crepa: il sindaco di Kiev lascia il partito, i deputati condannano le violenze I luoghi della protesta Prigioniero Un poliziotto preso dai manifestanti Zona controllata dai manifestanti Hotel Khreshchatyk Piazza Europa linciasse. L’evacuazione del Parlamento, i leader dell’opposizione al sicuro nella zona delle ambasciate, il fuggi fuggi dal ministero degli Esteri, gl’impiegati del governo mandati a casa con l’ordine di non uscire e d’usare internet entro sera, «perché poi lo tagliano»… Echi di rivolta dalle province dell’impero: quattro treni di truppe in arrivo dall’Est filorusso, «ma uno che veniva da Dnipropetrovsk è stato fermato e i soldati sono scesi senza sparare»; la polizia della Transcarpazia, filoccidentale, che passa coi manifestanti; il consolato russo di Crimea che stampa passaporti per gli ucraini russofoni, un po’ come accadde nel 2008, prima dell’intervento di Mosca «a tutela dei fratelli» in Ossezia del Sud… «Putin dice che è molto preoccupato — gridano da un microfono di Maidan —: vuol dire che dobbiamo preoccuparci?». Leopoli, più europeista della capitale, si porta avanti: gli strateghi americani di Stratfor sostengono che il piano per la secessione dall’Est sia già pronto. Difficile uscirne. «Yanukovich farà la fine di Gheddafi», dice l’ex pugile Klitschko, liderino dell’opposizione. In effetti, si vede qualche crepa: inorriditi dal sangue, i deputati della Rada condannano l’uso della forza, il sindaco di Kiev lascia il partito, il fedelissimo onorevole Tyhipko osa dire che «il presidente ha totalmente CAMPO DEI MANIFESTANTI SEGUE DALLA PRIMA Via Piazza Indipendenza STADIO Hru she vsk y SEDE DEL ELL GO G GOV GOVERNO O k Via Hotel Ucraina Inst ytu tska PARLAMENTO shchaty Sono stati decisi il blocco dei visti e il congelamento delle disponibilità finanziarie all’estero per i responsabili della repressione (si saprà nei prossimi giorni se tra i colpiti c’è anche Yanukovich), oltre a un simbolico embargo sugli strumenti di coercizione ma non sulle armi. Rispetto alla ben maggiore severità che alcuni predicavano risulta chiaro che la maggioranza dell’Unione, guidata ancora una volta dalla Germania, vuole sì sanzionare la violenza ma tenta ancora di mediare, continua a puntare sul dialogo con Kiev e, se l’intransigenza di Putin lo renderà possibile, anche su quello con Mosca. È lecito esprimere qualche perplessità nei confronti di questo approccio prudente mentre in Ucraina la polizia viene autorizzata a sparare (cosa che ha già abbondantemente fatto) e molti temono uno stato d’assedio che potrebbe sfociare nella guerra civile. Ma in aggiunta allo scontato scetticismo sull’efficacia delle sanzioni, è la permanente complessità della questione ucraina a mettere alla prova gli strateghi occidentali e i loro governi. Le spaventose immagini di violenza rimbalzate da Kiev nel mondo intero ci ricordano l’antica spaccatura dell’Ucraina tra filo-occidentalisti e filo-russi, e ci fanno tornare ai tempi di quelle conferenze (Yalta, ma anche Teheran e Potsdam) che regolaro- Via Khre La Tienanmen alle nostre porte e l’incapacità di capire gli atleti della nazionale ucraina che partecipano ai Giochi di Sochi: alcuni sportivi pronti a lasciare per rispetto delle vittime Veduta aerea del centro di Kiev, cuore degli scontri Titolo da fare per il grafico ska Il commento Tra l’Occidente e la Russia 43 gua è morta all’alba, quando il presidente ha deciso la sua «operazione antiterrorismo», silurato il generale Volodymyr Zamana che s’opponeva a sparare sulla folla, nominato il durissimo Yuri Iliin, infine affidato la pratica Maidan ai servizi segreti dell’Sbu. E’ stato un attimo: dalla piazza sembra siano partiti all’improvviso con le molotov, i sampietrini, le bastonate. «Infiltrati a volto coperto, pagati 30 euro al giorno dal regime», giura Euromaidan. Con armi che finora non s’erano mai viste. Il nuovo ordine ai poliziotti era di tirare alzo zero, proiettili veri, e i poliziotti non si son fatti pregare. Una guerra incivile. Sniper lassù con le divise dei corpi speciali, cecchinaggio anche sul monastero ortodosso di San Michele. Barricate quaggiù a mani nude, 67 poliziotti acciuffati e trascinati nel municipio, i pope a far cordone intorno perché la folla non li L’assalto La finta tregua è morta all’alba: il presidente ha deciso la sua «operazione antiterrorismo» ailiv ykh L’Ukraina Hotel, come l’Ucraina Paese, è subito un ospedale da campo: le flebo, le appoggiano sulla stampante della reception; la rianimatrice Olga Bogomolets ha sangue fin sui gomiti. Padre Vasil, il pope d’Ivano-Frankiskv che tre giorni la settimana si fa ore di treno per dare la messa ai rivoltosi, entra sudato nel gelo, sistema la stola e benedice con la mano i cadaveri stesi sul marmo: il pensionato Yosip Shiling, 61 anni compiuti venerdì scorso: l’ingegner Igor Trachuk, 38, nato russo sul Volga di Zamnensk; il disoccupato Roman Tochyn Hodoriv, 45, volontario di Leopoli; il pittore Valeriy Bresdeniuk, un foro alla schiena, che a Maidan conoscevano tutti perché colorava di fiori e d’icone gli scudi di plastica del servizio d’ordine… Centrati con precisione. Alla testa, al collo, al cuore. Senza saper di crepare. O capendolo fin troppo: l’infermiera Olesya Zhukovskaya, 21 anni, raccontano che aveva una mano sulla gola che colava sangue e l’altra a scrivere un tweet da brivido, «sto morendo», mentre la portavano in barella all’ospedale 17 e i medici, fino a notte, cercavano di salvarla. Si sa chi è responsabile del massacro — «Yanukovich dev’essere processato all’Aja», dice dal carcere l’ex premier Yulia Tymoshenko —, non si sa bene chi l’abbia provocato. La finta tre- M Via KIEV — Da lontano, è un telo di plastica blu. Uno straccio grosso buttato là. «No, è un uomo!...». Alle nove e mezza del mattino arriviamo in piazza Maidan, richiamati dalle sirene e dalle facce di cera che risalgono di corsa la Yaroslaviv, e l’aria è già un fumo grigio di spari. Mattina di paura nera. Ti vengono tutti addosso. Scappano e urlano. La saracinesca d’una pizzeria s’abbassa. Un gruppo di mascherati corre e spintona. Qualcuno si ferma: ma che è quella cosa immobile davanti all’hotel Kozatski? Alt, retromarsh. Chi ci va? Tre col casco, ragazzini, corrono a zigzag. Ci mettono una vita, la loro vita, testa nelle spalle e ginocchia piegate. Ci arrivano, finalmente. Afferrano le gambe. Le trascinano via. Un’infinità per tornare indietro, fino allo zerbino d’una jeanseria, fiatone stravolto. L’ambulanza è inutile, nessuno che chiami un dottore: una riga di sangue, lo straccio è una faccia grigia, gli occhi semichiusi. Lo riconosce per caso un suo studente: si chiamava Bogdan Solchanyk, aveva 28 anni, insegnava storia all’Università cattolica di Leopoli. «Dieci anni fa, era venuto a fare la rivoluzione arancione — piange Igor, il suo amico —. Oggi era venuto per vedere me. Non era d’accordo con questa svolta violenta. Bogdan credeva nell’occupazione pacifica. L’hanno ammazzato senza sapere chi era». Ne hanno ammazzati così quarantasette. Un colpo secco, cecchini piazzati sul tetto dell’albergo Ukraina e alle finestre della Coop. Quarantasette in una mattina, anche se i medici della piazza aumentano a cento: caduti a grappoli, quanti non ne erano morti in tre mesi di rivolta. KIEV 0 300m no la divisione dell’Europa post-bellica. L’Ucraina si trovò beninteso nel blocco sovietico, Stalin non avrebbe digerito nulla di diverso. Ma quando nell’89 il cosiddetto «ordine di Yalta» fu spazzato via dalla caduta del Muro e poi da quella dell’Urss, l’Ucraina, con 60 milioni di abitanti e grande quanto la Francia, si scoprì abbandonata nel suo ruolo di cuscinetto Est-Ovest. L’Europa sbagliò, malgrado il tardivo appoggio alla Rivoluzione arancione guidata dalla Tymoshenko nel 2004. E poi, a peggiorare le cose, giunse il revanscismo di Putin con i suoi progetti di unione euro-asiatica. Lo scorso novembre la Ue sbagliò di nuovo, mettendo sul tavolo per Yanukovich seicento milioni di euro contro i miliardi del Cremlino: inevitabilmente il presidente ucraino scelse denaro e petrolio a buon prezzo, dimenticando che la metà, e forse ben più della metà del suo popolo voleva l’accordo con l’Europa per garantirsi un futuro migliore. Così è nata la contrapposizione in piazza, così è nata la violenza, così al braccio di ferro geopolitico tra Occidente e Russia per attirare l’Ucraina si è affiancata una estesa rivolta popolare. Putin accusa l’Ovest di interferenza, lui che ne ha fatte più di tutti. L’America «scandalizzata» non vuole dargliela per vinta, e certe ripercussioni su Sochi probabilmente non le dispiacciono. L’Europa cerca una via di mezzo che forse ormai non esiste Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 3 # Dopo gli scontri I corpi di alcune delle vittime sulla piazza Maidan a Kiev (Sokolovska Inna/Photomasi) Reale e virtuale La 21enne diventa il volto della Maidan Prima linea L’immagine che ha fatto il giro del mondo: Olesya Zhukovskaya, 21 anni, infermiera volontaria tra i dimostranti di Kiev, soccorsa dopo essere stata colpita al collo da un proiettile. E’ stata operata d’urgenza Su Twitter: «Muoio» La crocerossina ferita simbolo della protesta L’infermiera Olesya lotta per la vita 15 Le tappe Firma saltata Il 21 novembre 2013 il governo ucraino decide di sospendere la firma dell’accordo di associazione con l’Unione Europea per riavvicinarsi a Mosca Le proteste Il 24 novembre decine di migliaia di persone protestano a Kiev contro il dietrofront delle autorità. I manifestanti montano le tende a Maidan, la piazza principale. Il movimento si battezza Euromaidan L’escalation Il 16 gennaio il Parlamento approva leggi liberticide. Si riaccende la protesta, con scontri violenti. Il 22 gennaio si registrano i primi morti: 5 manifestanti. Da martedì nuova impennata di violenza miliardi di dollari il prestito promesso da Putin all’Ucraina dopo che Kiev ha rinunciato all’accordo di associazione con la Ue perso il controllo della situazione», un quarto degli ambasciatori ucraini nel mondo firma un documento pro Ue. Arriva la troika europea e Yanukovich non vorrebbe neppure riceverla, perché tanto è già in volo un inviato di Putin, l’unico che gl’interessi: provvede la Merkel con una telefonata, «un consiglio amichevole», e finisce che i tre Ue gli parlano cinque ore e strappano una promessa cui credono pochi, elezioni entro l’anno e nuovo governo. Fingere di negoziare, meglio che nulla. Per raffreddare un po’, Klitschko accenna a una «roadmap in discussione, vedremo, i risultati potrebbero spuntare nel giro di ore…». Non è un colpo da ko. E fuori tempo massimo, probabilmente: la passatoia in Europa è ormai un pretesto, si vuole al tappeto Putin e la luce spenta sulla sua banda d’oligarchi. Serviranno altri match, altre albe tragiche. Nessun dorma, si prepara il latte e non è la colazione: aiuta a sopportare i gas. Compare in piazza un signore abbronzato, il direttore di Microsoft Ucraina, in ferie per spazzare il selciato e passare il porfido alle donne, ai vecchi cosacchi, a studentelli senza peluria. Tutti scudi umani, se rispuntano i cecchini. Perché gli scudi colorati, di fiori o d’icone, non bastano più. 11 miliardi di euro le esportazioni dall’Ucraina verso l’Unione Europea. Verso la Russia ammontano a poco più di 10 miliardi L’icona che mancava a piazza Maidan è un’infermiera volontaria di 21 anni, volto pallido e sguardo basso, la pettorina bianca con il simbolo della croce rossa, maschera da sci sulla fronte, la mano destra stretta al cellulare e la sinistra pigiata sul fiotto di sangue dal collo. Sono le 10.44, l’ultimo messaggio su Twitter: «Muoio». Si cade sulla Maidan, nell’impasto di fango e neve, di protesta virtuale e terrore reale. Per scongiurare la morte, così tangibile e vicina, Olesya Zhukovskaya ha affidato la sua supplica al mondo impalpabile dei social, cronaca in diretta dell’indicibile, impossibile condivisione. Quel post su Twitter e VKontakte, il Facebook dell’Est, è stato rilanciato migliaia di volte in poche ore, accompagnato da centinaia di commenti e di «Mi piace», la Rete ha aperto il cerimoniale laico dell’addio mettendo in circolo foto che ritraevano la ragazza sorridente davanti alle barricate, zaino in spalla e berretto di lana sotto l’elmetto. Poi le voci del trasferimento in ospedale, le prime conferme dal campo, Olesya in sala operatoria, Olesya attaccata a un respiratore artificiale. In serata la conferma dall’account ufficiale dei dimostranti filoeuropei di EuroMaidan: «È in gravi condizioni, ma viva». Era arrivata a Kiev da pochi giorni, lasciando su Internet le tracce dell’avventuroso viaggio verso la capitale in fiamme. «Finalmente!» scrive quando le si spalanca davanti la piazza degli scontri. «La serata sarà terribile», dice annunciando l’arrivo di presunte forze russe accre- Francesco Battistini © RIPRODUZIONE RISERVATA In diretta L’ultimo tweet postato ieri da Olesya: «Muoio» più, perché è davvero difficile immaginare un accordo tra Yanukovich e la piazza mentre a Kiev continua a scorrere il sangue. E mentre, sarebbe disonesto non ricordarlo, nel campo dei rivoltosi cresce a scapito dei più moderati l’iniziativa non certo pacifica dell’estrema destra del «pravi sektor», formata da antisemiti esplicitamente nostalgici del nazismo. Quali che siano le promesse di Yanukovich agli inviati europei che ieri lo hanno incontrato a Kiev mentre in piazza Maidan scorreva altro sangue, prevedere il futuro prossimo dell’Ucraina è un esercizio ad alto rischio. Il partito del presidente non è più compatto, alcuni degli oligarchi più influenti non lo appoggiano più, e se intervenissero i militari non è detto che i soldati accetterebbero di sparare sul popolo. Isolato e influenzato dai falchi sia ucraini sia russi, Yanukovich sembra con le spalle al muro. Anche i rivoltosi, come abbiamo detto, dovrebbero fare pulizia. E poi c’è Putin: sarà disposto a lavorare con l’Europa per tenere a galla insieme un Paese sull’orlo del default e della miseria collettiva? Angela Merkel lo spera. Ma i segnali che giungono da Mosca, compreso l’invito a Yanukovich a «non fare lo zerbino», vanno nella direzione opposta. Franco Venturini ditato da «fonti affidabili». L’eccitazione dei vent’anni, la voglia di dare una mano, il senso di far parte di qualcosa di più grande. Mercoledì notte il presidente Viktor Yanukovich annuncia la tregua e il rilancio dei colloqui con l’opposizione. All’alba ricominciano gli scontri, il centro della città è sotto assedio, il Paese sembra lanciato verso la guerra civile. «Urgente a tutta Kiev! — scrive Olesya — Abbiamo bisogno del vostro sostegno! Stamattina è partito il massacro e non si fermerà prima di sera!». I manifestanti riprendono con i cellulari i cecchini appostati sui tetti. Si spara ad altezza d’uomo attorno alle cupole d’oro di San Michele. Proiettili di gomma, proiettili veri. Olesya cerca rifugio in una chiesa. Sale la conta dei morti e dei feriti, nelle strade si dispongono i cadaveri gli uni accanto agli altri, i ragazzi gridano: «È il prezzo della libertà». Un colpo al collo, Olesya scrive ancora. Qualcuno l’afferra, la stringe, la fotografa. Il suo nome vola sulla Rete, in caratteri cirillici e latini; il profilo Twitter resta muto, con il primo piano in bianco e nero che risalta sulle immagini della protesta rosso fuoco. Nelle corsie degli ospedali improvvisati tra alberghi e conventi si parla della piccola infermiera colpita dal nemico. Oleg Musiy, coordinatore dei soccorsi medici per i dimostranti, conferma che la ragazza è stata operata. Il popolo senza leader trova un volto, la crocerossina di Maidan che lotta per la vita. [email protected] Maria Serena Natale [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 italia: 51575551575557 Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 I ragazzi della Maidan Ucraina La diplomazia L’Europa «punisce» il regime La lista con i nomi dei responsabili Sì alle sanzioni, il rebus Yanukovich. E la trojka Ue media a Kiev DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — All’unanimità, i 28 Paesi dell’Unione europea hanno deciso una serie di sanzioni «urgenti» contro i responsabili della violenza in Ucraina. I loro nomi precisi si conosceranno forse oggi. Ma — dicono gli stessi Paesi Ue, riuniti con i loro ministri degli Esteri in un vertice di emergenza — la prima responsabilità della situazione attuale ricade «direttamente sul presidente Viktor Yanukovich e sulle autorità ucraine cui spetta il primo passo per riprendere il dialogo». Contro queste persone, scatteranno blocchi e restrizioni dei visti diplomatici, congelamento dei conti bancari, sospensioni delle esportazioni nel Paese di materiali usati nelle repressioni di piazza. È molto, è poco? E basterà l’aver lasciato a Kiev in ruolo di mediatori e con un gesto di indubbio coraggio — non solo politico — i tre ministri degli Esteri tedesco, francese e polacco? Cento e più morti per le strade di Kiev fanno dubitare che basti qualche visto negato a fermare il fuoco. Ma questo e non molto di più, forse, può fare oggi l’Europa: perché solo 3 mesi fa diceva «benvenuti» agli ucraini europeisti, facendo loro credere che molte porte fossero già aperte e che i ruggiti di Vladimir Putin fossero solo miagolii, e i gasdotti nelle sue mani solo canne vuote. Loro, moltissimi ucraini, si sentirono invitati, ci credettero e accettarono l’invito. Ma non era così, le porte non erano aperte, Putin non miagolava, e lo si vede ora che anche un inviato russo, Vladimir Liukhin, arriva nella Kiev in fiamme, parlando un linguaggio diametralmente opposto a quello della Ue: le sanzioni sono «un ricatto», le responsabilità dell’eccidio sono di quegli occidentali che hanno tentato un «colpo di Stato» contro Yanukovich e i suoi. Liukhin e i tre ministri europei potrebbero fermarsi a Kiev ancora per alcuni giorni: una mediazione Nel mirino Oggi si conoscerà l’identità delle persone colpite: visti bloccati, conti congelati a oltranza, che potrebbe rivelarsi l’unica via d’uscita dal caos. Dal canto loro Putin e Angela Merkel (che ieri ha parlato anche con Barak Obama), hanno promesso di far di tutto perché le rispettive diplomazie sciolgano il groviglio. E in ogni caso, come ha rilevato il ministro degli esteri italiano Emma Bonino, quella in corso a Kiev è «una violenza inaccettabile che come europei condanniamo con estrema fermezza: bisogna tentare un dialogo critico molto serrato, anche con la Russia, e la prima priorità è che l’Ucraina non esploda». Le sanzioni decise ieri potranno essere estese «a seconda dell’evolversi della situazione», come ha spiegato Catherine Ashton, alto rappresentante Ue per gli af- ✒ fari esteri. Ma pochi sanno dire di più. Mancava e manca, come hanno riconosciuto alcuni «sherpa», la chiarezza di visione su quello che davvero sta avvenendo all’Est. Una difficoltà che coinvolge anche gli Usa: quando Barack Obama avverte che ci saranno «conseguenze» se l’esercito ucraino scenderà nelle piazze, parla pur sempre di un Paese sovrano, come qui ricordano con una punta di acredine non solo gli inviati russi ma anche certi francesi e olandesi. A 69 anni dalla fine della guerra mondiale, ancora si incontrano i fantasmi dei grandi imperi (Mosca ne guidava uno, Kiev le era al fianco). Ma i leader più giovani di oggi, come quelli della Ue, a volte non li conoscono o non li riconoscono. Come quando il premier russo Dmitri Medvedev si augura che «il potere in Ucraina sia legittimo ed efficace, e che non venga calpestato come uno zerbino»: è un moderno primo ministro del 2014, colui che parla, ma nella sua voce, forse, c’è anche quella di uno zar. Premio Pulitzer Anne Applebaum è una editorialista del Washington Post e di Slate. Ha vinto il Premio Pulitzer nel 2004 per il libro «Gulag». Il suo ultimo libro, «Iron Curtain» (Cortina di ferro), verrà pubblicato in italiano da Mondadori La crisi ucraina può sembrare oscura a chi non conosce l’argomento — in realtà anche a chi lo segue da molti anni. Gli ucraini hanno un presidente, Viktor Yanukovich, che si è conferito e poi revocato poteri dittatoriali; ha annunciato e rotto una tregua; afferma di applicare la legge ma ingaggia delinquenti che trascinano i giornalisti fuori dalle auto e gli sparano. Intanto, l’opposizione ucraina ha tre leader diversi che, in qualunque momento, possono o meno controllare realmente la protesta ucraina. Tale opacità contribuisce a spiegare come mai l’Ucraina, dopo anni di stabilità, è diventata improvvisamente violenta e imprevedibile. Aiuta anche a spiegare perché molti, dentro e fuori il Paese, usano cliché storici per descrivere la situazione. Spesso, quei cliché servono a fare gli interessi di chi li usa. A volte sono solo cattive semplificazioni. In ogni caso, quella che segue è un’agile guida ai termini, parole e frasi da trattare con profondo scetticismo. Assistenza fraterna E’ un’espressione sovietica, utilizzata in passato per giustificare l’invasione sovietica di Praga nel 1968 e dell’Afghanistan nel 1979. «L’assistenza fraterna» serviva a evitare la rivolta, violenta o pacifica, degli Stati fantoccio. A dicembre, il presidente russo, Vladimir Putin, ha definito l’Ucraina un Paese «fraterno», indicando che la considera come uno Stato fantoccio. Questa settimana, un importante parlamentare russo ha dichiarato che lui e i suoi colleghi sono «pronti a dare tutta l’assistenza necessaria, qualora la fraterna popolazione ucraina dovesse chiederla». Questo potrebbe essere lo spunto per le organizzazioni filo-russe in Ucraina per chiedere l’intervento russo. Operazione antiterroristica E’ un’espressione dell’era Putin, utilizzata per giustificare l’invasione russa della Cecenia nel 1999. «Operazione antiterroristica» significa che è permesso tutto: il termine dava carta bianca ai russi di distruggere Grozny, la capitale cecena. É per questo che ha provocato orrore il monito del ministro della Difesa ucraino, secondo cui l’esercito «potrebbe essere impiegato in territorio ucraino per operazioni antiterroristiche». «Colpo di Stato» Questa espressione più universale è stata usata da novembre sia dal governo Come ha scritto lo storico Tim Snyder «il governo ucraino racconta a se stesso che i suoi oppositori sono ebrei e a noi che sono nazisti». Le macchie rimangono: Romano Prodi, già presidente della Commissione Europea ha appena scritto un blando articolo critico verso gruppi di estrema destra ucraini, come se fossero il problema maggiore. ucraino che dai commentatori russi per descrivere le proteste di strada a Kiev e altrove. Può voler dire qualunque cosa da «proteste pacifiche che non gradiamo» a «manifestanti che usano violenza contro la polizia» ma in entrambi i casi è un termine usato per giustificare una «operazione antiterroristica», e non necessariamente per descrivere un vero colpo di Stato. «Nazisti» o «fascisti» Questi termini storici sono stati usati per mesi da funzionari russi e ucraini per descrivere un’ampia schiera di leader e gruppi di opposizione. Su internet sono circolate foto false di inesistenti poster di Hitler a Kiev; recentemente il ministro degli Esteri russo ha rimproverato i suoi colleghi tedeschi di appoggiare i simpatizzanti di Hitler. C’è sicuramente un’estrema-destra in Ucraina, sebbene sia molto più piccola di quella francese, austriaca o olandese, e i suoi membri sono effettivamente diventati più violenti sotto la pressione dei manganelli, dei proiettili e degli attacchi della polizia. Al contempo, chi diffonde questi termini dovrebbe ricordare che in questa regione la più accesa retorica antisemita, omofoba e xenofoba non viene dall’estrema destra ma dalla stampa russa, e, in fin dei conti, dal regime russo. di PAOLO VALENTINO © RIPRODUZIONE RISERVATA Politica e stile «sovietico» Da «assistenza» a «nazisti» Lessico (con traduzioni) per interpretare la crisi Disertare Sochi? La tregua di Bubka (ma il disagio degli atleti resta) Luigi Offeddu Battaglia Le barricate dei dimostranti filoeuropei a Kiev. In basso, bossoli raccolti in piazza (Afp) di ANNE APPLEBAUM 5 Divisioni etnolinguistiche o «situazione jugoslava» Questi termini sono ancora più subdoli, usati sia in Occidente sia in Russia, per spiegare che il conflitto in Ucraina è atavico, inspiegabile, generato dall’odio profondo. In realtà, questo non è affatto un conflitto etnico. E’ un conflitto politico e — malgrado la sua attuale opacità — fondamentalmente non così difficile da capire. Contrappone gli ucraini — di lingua russa e ucraina — che vogliono vivere in una democrazia «europea» garante dei diritti umani e dello Stato di diritto, contro gli ucraini — anche qui sia di lingua russa che ucraina — a favore di un regime non democratico, oligarchico, capitalista, dipendente dalla Russia. Alcuni simpatizzanti del regime possono credere di combattere i fascisti e gli omosessuali europei militanti; altri possono semplicemente temere che le riforme radicali costeranno i loro stipendi. In ogni caso, questa non è una battaglia per una lingua o una chiesa. È una controversia profonda, fondamentale sulla natura dello Stato, le alleanze internazionali del Paese, il suo sistema legale, la sua economia, il suo futuro. Considerata la posta in palio per l’Ucraina, il minimo che noi osservatori esterni possiamo fare è di evitare sciocchi stereotipi quando discutiamo del suo destino. (Traduzione di Ettore Iannelli) © WASHINGTON POST/CORRIERE DELLA SERA - RIPRODUZIONE RISERVATA L acerata e insanguinata nelle strade di Kiev, l’Ucraina ritrova un’apparente e formale unità nella monade sportiva delle Olimpiadi. Al termine di una giornata ricca di colpi di scena e di annunci contraddittori, vince la mediazione del vecchio campione Sergei Bubka, che deve far ricorso a tutto il suo carisma per evitare una clamorosa spaccatura della squadra olimpica, dove quasi la metà degli atleti avrebbe voluto disertare e lasciare anzitempo Sochi, in segno di rispetto per le vittime degli scontri e di solidarietà con le forze dell’opposizione. Così, alla fine, l’ex campione di salto con l’asta può annunciare che chi non ha ancora gareggiato resta, mentre chi lo ha già fatto torna a casa come da calendario. Ma la tensione rimane alta e il disagio palese, dopo che ieri mattina la sciatrice Bogdana Matsoska (foto), che oggi dovrebbe scendere nello slalom speciale, aveva annunciato su Facebook che lei e il padre, che è anche il suo allenatore, sarebbero partiti prima della gara. «Ci rifiutiamo di partecipare ad altre prove olimpiche per protesta contro le azioni illegali verso i manifestanti, l’irresponsabilità del presidente e del suo governo di lacchè». Matsoska, che si è definita «una persona estranea alla politica e ai partiti», ha scritto di essere «infuriata per le azioni di Yanukovich, che invece di risolvere il conflitto negoziando, ha affogato nel sangue le speranze della nazione». Parole dure, un messaggio forte, di cui il Comitato Olimpico Internazionale, sempre restio ad chiamare le cose col loro nome quando si tratta di complicazioni politiche, ha dovuto prendere atto. Il portavoce del Cio, Mark Adams, ha confermato l’intenzione degli atleti dell’Ucraina, commentando che si trattava di una «decisione individuale che ognuno ha il diritto di fare». Adams però ha aggiunto che l’opinione di Bubka era che la squadra avrebbe fatto meglio a restare. E’ stato quasi un invito alla mediazione, che puntualmente si è messa in moto ed ha funzionato. «Siamo tutti commossi dagli avvenimenti drammatici e dalle vittime della violenza in Ucraina. Credo che gli atleti che rappresentano il nostro Paese alle Olimpiadi danno un dimostrazione di unità importante in questi tempi difficili», ha commentato Bubka. La tregua olimpica è salva. Ma il mondo là fuori continua a sanguinare. © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Primo Piano Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 La crisi di governo La giornata L’incontro I protagonisti del vertice di maggioranza che si è svolto ieri a Palazzo della Stamperia, poco distante dalla sede pd del Nazareno. Da sinistra, il portavoce dem Lorenzo Guerini, il braccio destro di Renzi Graziano Delrio e il ministro alle Riforme uscente dell’Ncd Gaetano Quagliariello (Ansa) Renzi: poche ore e chiudiamo Ma si tratta ancora con Alfano Ncd: restano i nodi. Il chiarimento rimesso a un faccia a faccia Il Quirinale: con il leader pd serena collaborazione istituzionale ✒ Se l’ultima ideologia è quella dell’anagrafe di PAOLO DI STEFANO N ella sedicente consultazione, il «vecchio» Grillo (65) ha rinfacciato, tra l’altro, a Matteo Renzi (39): «Sei un ragazzo giovane, ma sei molto vecchio». D’altra parte, Renzi aveva appena pronunciato la sua sentenza anagrafica su Eugenio Giani (54): in vista della sua «rivoluzione generazionale», il premier incaricato preferisce affidare la responsabilità di sindaco al coetaneo Dario Nardella (39). E mentre per la politica di Roma Giani sarebbe abbastanza giovane, non lo sarebbe per gestire il Comune di Firenze che pure ha sede in Palazzo Vecchio. Nello stesso pomeriggio, di mercoledì, Berlusconi (77) si è lasciato sfuggire tutto il suo entusiasmo anagrafico per il segretario Pd: «Bene, un premier con la metà dei miei anni». La svolta, per la verità, è precedente: si sa che con le ultime elezioni, la Camera è passata da un’età media di 54 anni agli attuali 45, e il Senato da 57 a 53. Resta tuttavia nettamente sopra il livello europeo la classe dirigente, la cui media sfiora i 60 anni, con picchi di 67 anni per i banchieri e di 63 L’uso dell’età anni per i prof universitari. Nel Paese del presidente «Giovane» e ottantottenne, del più alto «vecchio» sono di disoccupazione sempre più termini tasso giovanile, della classe del dibattito politico insegnante più anziana del mondo, di colpo, come per miracolo, si parla solo di quote-età. Ottimo segnale, per tanti versi: ci voleva proprio una ventata di freschezza, di novità, di speranza… Ma resta un dubbio: si tratta davvero di uno slancio di fiducia o siamo all’operazione di restyling e di populismo giovanilista? E poi in sostanza: se è escluso che l’esercito di attempati che ha occupato la politica italiana negli ultimi decenni fosse composto da falangi di «norbertibobbi», si può ritenere altrettanto improbabile che ogni trentenne per definizione (anagrafica) sia un Piero Gobetti (morto per altro neanche venticinquenne). Insomma, è curioso (e forse preoccupante) che lo status biologico di under 40 sia diventato un argomento cruciale del dibattito pubblico, una buona ragione su cui accapigliarsi, come fosse una «conditio sine qua non» e persino un valore in sé e dunque garanzia di efficienza, di competenza, di intelligenza, di onestà. E viceversa colpisce constatare che quella che una volta si chiamava con rispetto maturità o esperienza si sia capovolta (a prescindere) in babbionaggine o peggio da consegnare al primo negozio di robivecchi. Insomma, esauriti tutti gli –ismi novecenteschi, l’ultima ideologia veramente discriminante è quella anagrafica: la data di nascita. Oppure l’unico brand rimasto presentabile nella politica. E se falliranno i trentenni? Non ci resterà che passare ai ventenni e infine, forse, l’extrema ratio ci suggerirà di affidare la nostra disperazione più o meno adulta alla saggia innocenza dei bambini. ROMA — «È questione di ore e chiudiamo tutto», dice convinto il premier incaricato Matteo Renzi. E il suo plenipotenziario, Graziano Delrio, al termine del vertice di maggioranza, conferma: «Per me è andato benissimo». In realtà, l’intesa tra i partner della maggioranza sul programma di governo è di là da venire perché, come ammettono in molti, ci sono parecchi punti da chiarire. «È un work in progress», dice Pino Pisicchio del Centro democratico. Aggiunge Lorenzo Dellai (Popolari per l’Italia): «Stiamo arrivando a un punto di grande delicatezza e dunque a tutti è richiesta prudenza e senso di responsabilità». Puntualizza Renato Schifani, presidente del Nuovo centrodestra: «È un passo in avanti. È stata una riunione proficua ma non può essere definitiva». Però la fotografia che scatta Maurizio Sacconi con un tweet è diversa: «Ci sono molte criticità nel programma», aggiungendo, a mo’ di esempio, che «noi chiediamo la radice quadrata della legge Fornero, ma il Pd chiede la Fornero al quadrato». Contrapposto il giudizio di Marianna Madia (Pd): «È stato un vertice po- CANDIDATO A PREMI OSCAR® 9 tra cui miglior film GOLDEN GLOBE miglior film drammatico miglior regia miglior attore miglior sceneggiatura protagonista non originale TORONTO INTERNATIONAL FILM FESTIVAL PREMIO DEL PUBBLICO 12 ANNI SCHIAVO È CANDIDATO A 9 OSCAR® ED È CERTAMENTE IL PIÙ BELLO TRA TUTTI I CONCORRENTI. NATALIA ASPESI - DI FILM COSÌ CE N’È UNO OGNI MILLE. MAGISTRALE, STREPITOSO, UN FILM CHE RIMARRÀ NELLA LEGGENDA. IL FILM DELL’ANNO. sitivo. Abbiamo messo in luce le priorità: abbassamento delle tasse sul lavoro, crescita e mercato del lavoro». Il rischio di incartarsi rallentando i tempi e il timore di non fare nascere il governo sono evidenti e si aggiungono alle voci su tensioni registrate nel colloquio tra Renzi e Napolitano dell’altro giorno, smentite ufficialmente dal Quirinale che parla di «uno scambio di opinioni svoltosi in un clima di serena collaborazione istituzionale». Del resto è altrettanto evidente che in Senato senza i trentuno voti del Ncd (che sono decisivi) il Renzi 1 non salpa. Ed ecco perché in serata si diffonde la voce di un incontro tra lo stesso Renzi e Angelino Alfano proprio per superare lo stallo certificato nel vertice di maggioranza. Già in mattinata, però, era chiaro che nella riunione sul programma ci sarebbe stato un braccio di ferro tra Pd e Ncd. Un braccio di ferro innanzitutto sulla legge elettorale ma anche su altri temi divisivi come il lavoro, la giustizia, lo ius soli e le unioni civili. Parlando ai gruppi Alfano era stato esplicito: «Per rendere credibile che davvero togliamo il Senato così com’è, sarà indispensabile approvare una norma che attribuisca alla legge elettorale un vigore, una sua immediata applicabilità appena concluso il cammino delle riforme». Il vicepremier uscente aveva poi aggiunto che «se noi dobbiamo partecipare a un governo con una parte politica a noi avversa, cioè il Pd, dobbiamo partecipare a un governo che si proponga davvero cambiamenti radicali nel nostro Paese. O facciamo misure rivoluzionarie o è inutile galleggiare. Crediamo in un governo che abbia una straordinaria capacità riformatrice». E se vogliamo dare «un’impronta fortemente riformatrice al nuo- vo esecutivo dobbiamo avere un po’ di tempo a disposizione. Per averlo non si può giocherellare dicendo facciamo la legge elettorale e andiamo al voto». Insomma, date queste premesse, l’incontro si è svolto in un clima pieno di sospetti con molti protagonisti che si sono guardati in cagnesco. Già l’introduzione di Delrio avrebbe sollevato dubbi perché sarebbe stata una enunciazione di titoli annunciando che i dettagli li avrebbe indicati Renzi. «Il pro- Su Twitter Il capogruppo del Ncd al Senato Maurizio Sacconi, mentre è in corso il tavolo sull’agenda dell’esecutivo, scrive su Twitter: «Ci sono molte criticità nel programma di governo» gramma non ve lo consegno, ma ve lo illustro», sarebbero state le sue parole. Ma il vero punto di frizione che ha visto profilarsi un asse tra Ncd e partiti centristi contrapposto al Pd è stato quello di creare un nesso stringente tra legge elettorale e riforme istituzionali in modo da mettere in sicurezza la legislatura. Non solo. È stata posta anche con chiarezza l’esigenza di escludere lo schema delle doppie maggioranze. «Deve essere chiaro — farà notare più tardi Dellai — che la maggioranza che sostiene le riforme istituzionali può, anzi, deve essere più ampia di quella che sostiene il governo ma non può essere alternativa». Lorenzo Fuccaro Lorenzo_Fuccaro © RIPRODUZIONE RISERVATA Minoranza pd Civati: valuterò se votare la fiducia all’esecutivo POTENTE, MAGNIFICO, SBALORDITIVO C UNFILM DI STEVEM QUEEN © RIPRODUZIONE RISERVATA LA STRAORDINARIA STORIA VERA DI S OL O M ON NORT H U P AL CINEMA La minoranza interna del Partito democratico non ci sta. Peggio: minaccia di far mancare il sostegno al governo Renzi. O persino di abbandonare il Partito democratico. Lo ha detto ieri Giuseppe Civati, interpellato sulla possibilità di votare la fiducia all’esecutivo in gestazione: «Al momento no, ma valuteremo insieme agli altri parlamentari cosa sia meglio fare per rispettare un mandato elettorale che è stato così bistrattato». Ma, appunto, se la decisione dovesse essere quella di non votare la fiducia, la possibilità di un addio ai democratici si fa concreta: «E’ un po’ difficile restare nel Pd se non si vota la fiducia. Non tanto dal punto di vista del regolamento, ma dal punto di vista della coerenza». E dunque, «stiamo valutando con molta attenzione. Se dovessimo uscire con un voto di sfiducia sarebbe un fatto politico di estrema gravità». © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 italia: 51575551575557 7 8 Primo Piano Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 La crisi di governo La trattativa Il sindaco avvisa: non sarà un Letta bis Questa è la nostra ultima occasione L’obiettivo è quello di chiudere già stasera la lista con i ministri ROMA — «Ragazzi, ci stiamo giocando tutto: la faccia, innanzitutto, e poi il resto»: Matteo Renzi non ha più illusioni né disillusioni. Pensa solo al governo che verrà, e siccome sarà lui a farlo nascere è preoccupato e attento. Punto primo, «non potrà essere un Letta bis, perché non si capirebbe per quale motivo siamo arrivati noi. Sembrerebbe un cambio di guardia e basta. Va via Letta, arriva Renzi, ma non è così. Non è per questo che sta succedendo quello che sta succedendo». Il segretario del Partito democratico pensa al futuro. Ed è preoccupato. Il braccio di ferro con il Quirinale, che è stato debi- tamente smentito, non lo ha stremato. Lo dava per scontato. Sul futuro ha idee chiare, e non è nemmeno troppo ottimista: «È inutile girarci intorno. Io ho due mesi di tempo, neanche cento giorni. O faccio qualcosa in quel lasso di tempo o la gente penserà che la politica non vale niente». Per dirla alla Renzi: «O in sessanta giorni dimostriamo che siamo capaci di in- La posta in palio «Ragazzi, ci stiamo giocando tutto, la faccia innanzitutto. E poi tutto il resto» vertire la rotta veramente, e quindi variamo dei provvedimenti che vadano incontro alle esigenze degli italiani, o siamo fuori. In poche parole, siamo morti: adesso o mai più. Ve lo ripeto perché possiate ricordarvelo tutti, al di là delle lotte interne: questa è la nostra ultima occasione. L’ultima per il Pd senz’altro». Il segretario del Partito democratico è cauto e con tutti i sensi all’erta: «Mi bastano due mesi. Due mesi di grandi riforme e il Paese scorderà questo periodo buio, i malumori, le cose fatte male...». Solo due mesi, chiede Renzi. Ma gli basteranno? I piccoli partiti, a iniziare dal Nuovo centro- destra di Angelino Alfano, stanno facendo di tutto per evitare che la riforma delle elezioni politiche veda la luce. E infatti legano la sopravvivenza del patto di governo con quell’accordo preso alla vigilia delle consultazioni che saranno. Prima si fa l’esecutivo, poi si assicura che la riforma elettorale verrà fatta solo dopo la riforma del Senato (ossia solo dopo la sua cancella- Il partito Intanto il segretario pd pensa anche all’organigramma di chi terrà le redini del partito zione). Renzi però tira dritto e intende bruciare i tempi. Vorrebbe portare la lista dei ministri già stasera, per evitare il continuo assalto alla carovana: i nomi, più o meno eccellenti, di quanti da qui a oggi si accrediteranno presso lo staff del segretario saranno moltissimi. Lui, Renzi, valuta studia, freme e si preoccupa. Quindi spiega ai suoi fedelissimi: «Non so se ce la farò, ma ci proverò in tutti i modi con grande determinazione. O facciamo qualcosa adesso o la gente si allontanerà per sempre dalla politica». Quindi, di nuovo lo stesso refrain: «Ci stiamo giocando tutto, ma veramente tut- Il Pd ha chiesto di aderire a pieno titolo al Pse: come «full member» è specificato nella lettera, in inglese, firmata dal segretario Matteo Renzi e presentata ufficialmente ieri. Manca una settimana al congresso di Roma che lancerà la candidatura del presidente dell’Europarlamento, il tedesco Martin Schulz, alla guida della Commissione Ue (durerà due giorni, dal 28 febbraio al 1° marzo). E intanto ieri l’ufficio di presidenza del Partito socialista europeo ha anche analizzato l’ipotesi di cambiare il proprio logo (ma non il nome): al quadrato rosso con la scritta bianca «Pes» si aggiungerebbe, in basso, la dicitura «Socialists & Democrats», con caratteri più piccoli. Un ritocco che verrebbe incontro alle richieste del Pd. Al congresso di Roma sarà messo ai voti il manifesto per le Europee del Pse, che pone l’accento sull’economia secondo l’adagio «più sviluppo e meno austerità». to». È il gioco che a Renzi, in fondo in fondo, piace di più. Su quel tavolo è pronto a spendere le sue carte. Come sull’Economia. La vulgata lo vuole pronto a prendersi Tabellini. Lui nega: «Non sarà lui il nuovo ministro dell’Economia», ma si guarda bene dal dire chi potrebbe esserlo, continua a lasciare che si parli di Padoan, e lì si guarda bene dallo smentire. Piuttosto lascia correre e preferisce fare finta di niente. Piuttosto, predilige di gran lunga guardare l’organigramma del partito perché in quel foglietto che ancora tiene in tasca e che non ha buttato via dopo l’incontro con l’ex presidente del Copasir, smentito da Massimo D’Alema, sono conservati dei nomi preziosi. Nomi di personaggi che tra un po’ conquisteranno la ribalta del Pd. Di quel Partito democratico che, dice D’Alema, Renzi non potrà pensare di tenere ancora in vita mantenendone la leadership. L’ex presidente del Copasir lo ha spiegato a tutti: «Quando Matteo andrà a palazzo Chigi non potrà pensare di guidare sia il governo che il Pd. Ci vorrà qualcuno che tenga le redini della baracca». Il «Matteo» in questione pensa di riuscire a tenere in mano tutte le redini e di portare stasera a casa il risultato: «Si tratta, per carità, si discute, ma alla fine decido io, non c’è problema». © RIPRODUZIONE RISERVATA Maria Teresa Meli La richiesta Il Pd verso l’adesione al Pse © RIPRODUZIONE RISERVATA Lo streaming Le critiche al leader TEL 02 38 598 000 Grillo: fuoco amico Attacco sul blog ai dissidenti Rischio espulsioni MILANO — «Siamo sul piede di guerra». C’è tutta la distanza tra dissidenti e fedelissimi nelle parole di un esponente pentastellato. Una frattura palese. Un crescendo vorticoso dopo la nota di quattro senatori — Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella, Luis Alberto Orellana — critici verso Beppe Grillo per il modo in cui ha condotto l’incontro con Matteo Renzi. Ieri la replica del leader non si è fatta Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 9 # Saluti Mentre attraversava le strade del centro storico, Renzi, spesso al telefono, si è fermato a fare foto e a salutare negozianti e passanti (Ansa) A piedi Il premier incaricato Matteo Renzi, 39 anni, ieri a Roma mentre va a piedi dall’albergo alla sede del Pd di Sant’Andrea delle Fratte (Ansa) Strette di mano Nel tragitto, ieri mattina, Renzi si è fermato a parlare anche con un automobilista (Ansa) Il voto di maggio Il retroscena L’incontro fra i due leader. Ncd: su Fisco, diritti e lavoro non torniamo indietro Il difficile confronto nella notte Primo passo per cercare l’intesa Alfano: ci sono colonne d’Ercole che non possiamo superare ROMA — Renzi freme per cominciare la navigazione e anche Alfano sarebbe pronto a sciogliere le vele, ma senza aver concordato prima la rotta non lascerà il porto, perché «ci sono delle colonne d’Ercole oltre le quali non possiamo andare». Sono bastioni invalicabili che rischiano di far fallire altrimenti la missione, costringendo Ncd a restare a terra. E non è tatticismo. Perciò si tratta nel cuore della notte, perciò il capo del Pd e il leader del Nuovo centrodestra si sono incontrati. Nulla era scontato, tranne la volontà di arrivare a un compromesso. Ma certo ieri non potevano bastare degli scarni sms tra «Matteo» e «Angelino» per colmare il buco che rischiava di far precipitare la crisi. Il colloquio è andato abbastanza bene, anche se non ancora risolutivo. Nei brevi messaggi del pomeriggio, ognuno aveva fatto valere le proprie ragioni: Renzi riteneva che alzare la tensione «non contribuisce a risolvere i problemi», Alfano era convinto che il suo partito avesse «esigenze sulle quali non posso tornare indietro». A Ncd serve il patto alla tedesca sul programma, che al vertice di maggioranza non era stato siglato: serve l’accordo sulla norma per legare la legge elettorale alla riforma del Senato — una sorta di «salva vita» della legislatura — che va messa nero su bianco, non affidata a un gentlemen agree- attendere. Con un post intitolato «Fuoco amico» — corredato anche su Facebook dalle foto dei quattro — il capo politico del Movimento ha ammonito i dissidenti. Con tanto di parole polemiche di una attivista («Chi sono questi 4 senatori? Quanto consenso hanno portato al M5S tutti insieme?»). Sul web si è scatenata nei confronti dei parlamentari un’ondata di attacchi e insulti, che ha travalicato i confini del blog e invaso gli account dei social network dagli interessanti. Epiteti forti — «maiali», «Giuda» e altri — e molte richieste di espulsione. Gli animi sono surriscaldati anche tra deputati e senatori. I fedelissimi pretendono chiarimenti e un passo indietro dei senatori (da tempo indicati come «in uscita» dai Cinque Stelle, gli ultimi rumors ipotizzano ment; e serve infine l’intesa sulla squadra dei ministri, che non può essere lasciata a giochi mediatici e a boatos di Palazzo. Sono nodi che non sono stati ancora del tutto sciolti, ma il primo passo di stanotte è significativo. D’altronde, la novità,rispetto alle precedenti trattative di governo, è che per la prima volta il programma ha la stessa valenza dell’organigramma. E c’è un motivo se Ncd batte su questo tasto, perché — come dice Sacconi — «è in gioco la constituency del Nuovo centrodestra», la sua ragione sociale, il suo stesso nome. Sui temi del lavoro, del fisco, dei diritti — Alfano l’ha spiegato a Renzi — «non possiamo tornare indietro», conscio che Berlusconi avrebbe gioco facile a massacrarli, bollandoli come «ruota di scorta» del Pd: «E noi, che abbiamo l’ambizione di costruire un moderna coalizione moderata, non lo consentiremo». Per questo motivo la trattativa è entrata in una fase delicata, e un passo fal- Il nodo dell’Italicum Al tavolo il Nuovo centrodestra ha chiesto a Delrio garanzie sulla legge elettorale «Ma lui ha scartato» so potrebbe davvero far saltare tutto. È una partita doppia con il Cavaliere nei panni del convitato di pietra, vissuto dentro un pezzo di Pd come un potenziale alleato che «potrebbe regalarci la sorpresa di un appoggio esterno», e visto dentro Ncd come un temibile avversario. Ed è in un clima di tensioni e di sospetti che si è dipanata la giornata. Ogni dettaglio ha alimentato reciproche diffidenze. Perché Del Rio, al tavolo del programma, quando i centristi hanno chiesto garanzie sulla legge elettorale, ha scartato dicendo che «non è questa la sede per discuterne?». E perché dalla sede del Pd, in testa il portavoce della segreteria Guerrini, per tutto il giorno sono rimbalzate sui siti e sulle agenzie voci sull’assenza prima di Alfano poi di Lupi dalla lista dei ministri? «Sono espedienti tattici», aveva commentato il leader di Ncd, riunendo il suo partito. La stessa «estenuante» tattica adottata da Renzi con Letta e applicata ora per chiudere la vertenza di governo: stressare la trattativa sull’organigramma, per poi fare cedere l’alleato sul programma. E magari coprire mediaticamente il problema che in queste ore affligge il presidente del Consiglio incaricato sul ministero dell’Economia. In Rete Sul blog di Beppe Grillo il post di Antonio Noziglia: «Chi sono questi 4 senatori? Quanto consenso hanno portato al M5S tutti insieme?», chiede l’attivista. Il post ha ricevuto quasi 1.700 commenti International New York Times Matteo Renzi come un dipinto di Caravaggio: il premier incaricato viene raffigurato così in un articolo che parla del terremoto «giovane» che sconvolge la politica italiana contatti con Pippo Civati). «Ci devono dare spiegazioni», ripetono molti. «Se qualcuno non si trova in linea con la maggioranza del M5s credo possa decidere di dimettersi», ha detto il capogruppo alla Camera Federico D’Incà. Al momento l’ipotesi più probabile è una resa dei conti alla prossima assemblea congiunta, in programma la prossima settimana. I dissidenti rimangono però fermi sulle loro posizioni. «Nessun fuoco amico nel senso malevolo del termine, ma solo delle critiche senza lesa maestà», dice Campanella. «Non me ne vado dal gruppo del Movimento 5 Stelle», fa eco Orellana. Più caustico Battista: «Se ne dovrebbero andare tutti quelli che non accettano il confronto». E parlando dell’attacco sul blog il senatore friulano affon- Perché il leader del Pd sa che se dovesse assegnare a un tecnico come Padoan la poltrona di via XX Settembre, si porterebbe appresso l’immagine di un premier «commissariato» e non darebbe quel segnale di discontinuità a cui tiene prima di ogni cosa. Alfano è pronto a collaborare, a cercare soluzioni condivise, ma non può né vuole superare le «colonne d’Ercole», come gli impone il nome del suo partito. «E Renzi — attaccava nel pomeriggio Quagliariello — non può immaginare che la discontinuità sia fare da solo il programma senza concordarlo con chi dovrebbe dargli la fiducia, non può ipotizzare da solo appoggi esterni che magari in futuro diventano interni, nè può pensare di fare da solo una squadra con ministri diversi o comunque da assegnare a dicasteri diversi». Il leader del Pd a un certo punto ha compreso la portata della reazione del Nuovo centrodestra, i rischi che si portava appresso, aggravati da un sospetto che nel pomeriggio aveva preso corpo dentro Ncd, e cioè che l’idea di togliere Alfano dal Viminale fosse un segnale lanciato dai democratici a Forza Italia, un modo per consentire a Berlusconi di offrire qualcosa di più di un’«opposizione costruttiva» a fronte di un processo di «de-lettizzazione» della squadra di governo. Le ombre stavano per prendere il sopravvento, quando la trattativa è iniziata nella notte. Renzi non vede l’ora di partire, se è vero che sta già lavorando al discorso per la fiducia. E Alfano è pronto a salpare con lui, ma a patto di non superare le «colonne d’Ercole». da il colpo. «L’avrà scritto qualcuno che forse a quell’ora doveva andarsene a dormire — dice a Un giorno da pecora —. Sarà stato qualcuno della Casaleggio Associati o del nostro ufficio della Comunicazione». Per chiarire la propria posizione, Battista ha mandato un sms a Grillo e Casaleggio, senza ricevere risposta. Il confronto in streaming, comunque, continua a far discutere anche fuori dal Movimento. Critiche a Grillo arrivano dall’agenzia stampa dei ve- La difesa dei ribelli Orellana: non lascio il gruppo. E Battista manda un sms a Casaleggio e Grillo, che non rispondono Francesco Verderami © RIPRODUZIONE RISERVATA scovi, il Sir, che parla di «parole vuote» e «voti dispersi». «A mio parere lo streaming è una battuta pubblicitaria: non è trasparenza politica e non ha portato a nulla», commenta Piergiorgio Corbetta, membro del consiglio direttivo dell’Istituto Cattaneo, autore con Elisabetta Gualmini del saggio Il partito di Grillo (Il Mulino). Per il sociologo, «il dibattito sullo streaming si aggiunge a elementi di delusione sul modo di fare politica dei Cinque Stelle». «Il battibecco con i dissidenti? — analizza Corbetta — È una svalorizzazione del dissenso interno: non si sono create le strutture necessarie per gestirlo». Il sociologo avverte: «Si tratta del nuovo che avanza. Bisogna avere pazienza». Emanuele Buzzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Di Pietro torna in campo: «Guiderò l’Idv alle Europee» Torna l’ex pm, torna l’Italia dei valori. Alle prossime elezioni europee «ci presenteremo con il nostro simbolo. Io mi candiderò e guiderò questa squadra». Lo ha annunciato il presidente del partito, Antonio Di Pietro, ieri a Napoli per incontrare gli iscritti. L’ex segretario ha spiegato che sarà a capo di «una pattuglia che ha tanta voglia di servire il Paese e non di servirsene, come chi prende i voti e poi si accorda con gli avversari politici». Ricorda che l’Idv è fuori dal Parlamento perché «abbiamo detto che il governo Monti era sbagliato, quello stesso governo che oggi tutti criticano, a cominciare da Renzi». Il contesto in cui intende muoversi l’Italia dei valori continua a essere il centrosinistra: «Vogliamo rilanciare l’alleanza dove è possibile, con il nostro simbolo all’interno del centrosinistra con Pd e Sinistra ecologia e libertà (Sel)». Il che non gli ha impedito di intervenire su Renzi: «I suoi annunci non vanno oltre quelli di un abile venditore di fumo. È evidente che una riforma al mese non si può fare». Il presidente idv ha anche sottolineato l’inizio di un nuovo avvio proprio in Campania, dove il partito «ha ottenuto ottimi risultati e grazie a questi alcune persone hanno avuto la possibilità di entrare nelle istituzioni approfittando però del partito, a tal punto che è in corso anche un processo a Napoli contro Berlusconi e Lavitola, perché un giuda si è venduto per 30 denari». Il riferimento è a Sergio De Gregorio. Poi, il fondatore ha commentato le ultime vicende del partito: «Per l’Italia dei valori ora sarà come quando si fa un salasso, che indebolisce ma toglie anche tante tossine». © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 Primo Piano Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 La crisi di governo La squadra La vicenda La Direzione pd Il documento di sfiducia al premier Il 13 febbraio Matteo Renzi apre la Direzione del Pd leggendo un documento messo poi ai voti e approvato con 136 sì, 16 no e 2 astenuti: «La direzione — recita il testo di 25 righe — ringrazia Letta per il notevole lavoro svolto ma ritiene necessario e urgente dover aprire una fase nuova con un governo nuovo». Il 14 febbraio Enrico Letta sale al Colle e si dimette. Iniziano le consultazioni L’incarico Il sì con riserva: «Una riforma al mese» Lunedì il segretario del Pd viene convocato al Quirinale da Giorgio Napolitano che dopo le consultazioni di sabato e le riflessioni di domenica gli affida l’incarico di formare il nuovo governo. Il sindaco di Firenze accetta con riserva, si pone come obiettivo il 2018 e annuncia: «Faremo una riforma al mese: a febbraio la legge elettorale, a marzo la riforma del lavoro, ad aprile la pubblica amministrazione e a maggio il fisco» Le consultazioni Gli incontri con i leader dei partiti Martedì il presidente del Consiglio incaricato Renzi ha iniziato le consultazioni con i leader dei partiti, incassando il sì di Scelta civica e l’apertura condizionata del Nuovo centrodestra: «Il lieto fine lo avremo solo con una coalizione che non si sposta a sinistra». Gli incontri si sono conclusi mercoledì, con Forza Italia, Pd e Cinque Stelle. Record di clic per lo streaming dell’incontro tra Renzi e Beppe Grillo a Montecitorio Il timing La squadra e la fiducia alle Camere Al presidente Giorgio Napolitano, Matteo Renzi ha comunicato che scioglierà la riserva domani, giorno in cui sarebbe prevista la presentazione della squadra di governo e il giuramento dei ministri al Colle. Se il lavoro su programma e squadra andrà come auspicato dal premier incaricato, Renzi chiederà ai presidenti delle Camere di andare in Aula per la fiducia già dalla giornata di lunedì Resta il bivio per l’Economia In campo i nomi di Padoan e Delrio Incognita Tabellini. E il braccio destro del sindaco sente Saccomanni ROMA — In via XX Settembre l’attesa del successore di Saccomanni si è fatta spasmodica. Da giorni le voci si rincorrono e nell’ansia di conoscere se la battaglia per il Tesoro sarà vinta da un politico o da un tecnico, in diversi giurano di aver incrociato ieri al ministero Graziano Delrio. Il responsabile uscente degli Affari regionali, sottosegretario a Palazzo Chigi in pectore nonché papabile per l’Economia, avrebbe incontrato riservatamente Fabrizio Saccomanni. I rispettivi uffici stampa non certificano l’incontro a quattr’occhi, però confermano che qualche contatto negli ultimi giorni c’è stato. In queste ore affannose, in cui il segretario del Pd è sicuro di chiudere eppure cerca ancora il profilo giusto per la casella chiave del governo, il probabile «blitz» in via XX Settembre del braccio destro del premier incaricato è un prezioso indizio. Lucrezia Reichlin, Franco Bernabé, Salvatore Rossi e Domenico Siniscalco sembrano ormai usciti dai radar del Nazareno. E così nella testa di Renzi gli identikit si sarebbero ridotti a tre: il presidente in pectore dell’Istat Pier Carlo Padoan,il già rettore della Bocconi Guido Tabellini e Graziano Delrio, che verrebbe affiancato da due o tre vice «tecnici». Renzi resta convinto di aver individuato, nell’ex presidente dell’Anci, la persona giusta per guidare il Tesoro mantenendo ben saldi i rapporti con i partiti. «Io a via XX Settembre? Ma no...», smentisce il diretto interessato. Ed ecco che, nell’incertezza dell’ultimo giorno, torna a girare anche il nome dell’ex senatore del Pd Enrico Morando, che gode dell’antica stima di Napolitano. Grandi manovre anche attorno allo Sviluppo, poltrona su cui c’è chi vedrebbe bene Luca Cordero di Montezemolo. Il presidente della Ferrari ha cenato con Renzi («lo stimo molto»), non per parlare di governo, quanto di Alitalia. Se l’ex leader degli Industriali dovesse declinare l’offerta di un dicastero, cosa assai probabile, al Made in Italy potrebbe andare Carlo Calenda, ora viceministro. Tutto può ancora succedere. Se la tessera del Viminale non va a posto, i colpi di scena si sprecheranno. Perché il puzzle della squadra sia definitivamente chiuso tocca che Renzi trovi un Le ipotesi Dario Franceschini Ex segretario pd, quotato all’Interno o alla Giustizia Maria Elena Boschi Deputata pd: Riforme o Rapporti col Parlamento Nicola Gratteri Procuratore aggiunto a Reggio Calabria: Giustizia Andrea Orlando Il deputato pd resterebbe al ministero dell’Ambiente accordo con Alfano, che vuole un’intesa blindata e «alla tedesca» su quattro punti cruciali: giustizia, lavoro, ius soli e coppie di fatto. Con in più un timbro del premier sull’«emendamento Lauricella», quella norma che impegna la maggioranza ad approvare la legge elettorale solo dopo la riforma del Senato. Con la regola del «prima vedere cammello, poi dare tappeto», il Ncd minaccia sommessamente il voto anticipato e Gaetano Quagliariello avverte: «Finché non vediamo l’accordo non parliamo di ministri, se Renzi pensa di andare in Parlamento con un programma a noi sconosciuto non è detto che entriamo al governo». Il premier incaricato, stando almeno a ieri sera, non pareva granché allarmato e continuava a promettere ai suoi che il governo sarà «quasi del tutto delettizzato». Vale a dire, che i ministri dell’esecutivo di Enrico Letta lasceranno quasi tutti, e i pochi che rimarranno dovranno cambiare seggiola. Il braccio di ferro dura da giorni, Renzi non vuole Alfano vicepremier e neppure responsabile del Viminale, postazione cruciale alla quale potrebbe approdare Dario Franceschini o, in alternativa, Delrio. Renzi ha promesso nove donne su diciotto ministri e anche per questo Il nodo del Viminale Se agli Interni non resterà Alfano, la poltrona potrebbe toccare a Franceschini Graziano Delrio Probabile sottosegretario alla presidenza Guglielmo Epifani Ex segretario Cgil e del Pd, andrebbe al Lavoro Mauro Moretti Ad di Ferrovie dello Stato, in quota allo Sviluppo Renato Soru Ex governatore sardo, andrebbe all’Innovazione Mario Mauro Dei Popolari per l’Italia, resterebbe alla Difesa Carlo Calenda Viceministro allo Sviluppo, andrebbe al Made in Italy Federica Mogherini La responsabile Ue del Pd andrebbe agli Affari europei Maurizio Martina Sottosegretario pd, è dato alle Politiche agricole Stefania Giannini di Scelta civica ha qualche chance di farcela all’Istruzione. Beatrice Lorenzin confida di restare alla Salute. Maurizio Lupi potrebbe traslocare dalle infrastrutture alla Difesa e a quel punto Mario Mauro, ben visto al Colle, sarebbe a rischio. Gianpiero D’Alia potrebbe lasciare la Funzione pubblica per la segreteria dell’Udc e chissà se Michele Vietti ci spera, visto che aspira ancora alla Giustizia... Per il Guardasigilli il tam tam dei renziani ha lanciato anche i nomi di Livia Pomodoro e Giovanni Maria Flick. Ma Berlusconi ha chiesto a Renzi precise garanzie, il che ha fatto tornare in ballo (con forza) il democratico Andrea Orlando, ora all’Ambiente. La sinistra Pd chiede tre caselle e ne avrà solo due. Gianni Cuperlo si batte per un ministero economico o una postazione in Europa e se potesse scegliere affiderebbe il Lavoro a Guglielmo Epifani. Monica Guerzoni © RIPRODUZIONE RISERVATA A Sydney L’economista, vicesegretario dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo, non commenta le voci su un suo incarico «Io in via XX settembre? Sono qui al G20 per l’Ocse» Per Padoan non si è ancora concluso l’iter della nomina al vertice dell’Istat Chi è La carriera Pier Carlo Padoan, 64 anni, già consulente per la Banca mondiale, la Bce e la Commissione europea, capo economista e vicesegretario generale aggiunto all’Ocse, che ha rappresentato nelle ultime riunioni del G20 Finanza, presidente in pectore dell’Istat. È in corsa per il ministero dell’Economia del governo Renzi DAL NOSTRO INVIATO SYDNEY — «Sono qui come vicesegretario dell’Ocse» chiarisce Pier Carlo Padoan mentre assieme al direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, si appresta ad entrare nella sala dove è stata allestita la cena per i deputies, cioè per i numeri due dei partecipanti al vertice dei ministri e dei governatori delle banche centrali dei venti Paesi più ricchi del mondo. Tocca a loro preparare la discussione dei numeri uno che arriveranno invece a Sydney stasera. Fatta eccezione per il ministro italiano, Fabrizio Saccomanni il quale, come ha confermato mercoledì, ha deciso di restare a Roma per evitare che l’avvicendamento con il suo successore nel nuovo governo guidato da Matteo Renzi lo cogliesse nel bel mezzo del confronto internazionale. Sul tavolo ci sono temi molto delicati per la ripresa: dall’emergenza oc- cupazione alla differenza di velocità nella crescita tra Stati Uniti ed Europa. In Australia insomma non c’è il ministro ma invece qualcuno che non è ministro e potrebbe diventarlo. Un bel paradosso, non c’è che dire. Ma non è l’unico. La situazione è davvero particolare. Padoan, l’economista da giorni indicato come uno dei candidati più accreditati a ricoprire la poltrona forse più delicata del nascituro governo Renzi, quello del ministero di via XX Settembre, non è neanche o non è ancora presidente dell’Istat. Le procedure per rendere operativa la nomina, proposta dal consiglio dei ministri guidato da Enrico Letta, non si sono formalmente ancora concluse. Dopo il via libera del Parlamento, crisi che sta durando da ormai sei anni e da cui ha bisogno di uscire il prima possibile». Per poi osservare: «Quello che noi sogniamo è un ministro dell’Economia che possa operare, che possa prendere provvedimenti che servono all’economia e al sistema delle imprese del nostro paese. E speriamo che il governo non dimentichi che non c’è ripresa senza impresa». arrivato al termine di un percorso accidentato per una svista sulle norme in vigore, il decreto di nomina dovrà tornare alla ratifica del governo che peraltro non sarà lo stesso che lo ha proposto. Intanto sono passati due mesi e Padoan, presidente in pectore dell’Istat e candidato ministro, è a 23 mila chilometri da Roma ad occuparsi dell’attività dell’Ocse, l’organizzazione con sede a Parigi che rappresenta i paesi più industrializzati. «Io sono qui per svolgere il mio lavoro», ripete Padoan accennando in particolare alle due riforme tributarie che l’Ocse ha messo a punto per conto del G20. La prima riguarda gli standard fiscali, cioè lo scambio automatico di informazioni fra i governi per combattere l’evasione e i paradisi fiscali. La seconda, più difficile da realizzare, riguarda l’armonizzazione delle regole sui capitali mobili, cioè della tassazione dei profitti delle multinazionali dove vengono prodotti e non, come è ora, dove è più conveniente. © RIPRODUZIONE RISERVATA Stefania Tamburello Il presidente di Confindustria Squinzi «Paese stremato, servono risposte» «Il Paese è allo stremo». Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, dopo lo strale contro l’immobilismo del governo Letta, lancia la sfida a Matteo Renzi: «Serve un governo veramente capace di dare risposte». Di più: «Noi ci auguriamo — ha proseguito il capo degli industriali — che sia un governo veramente capace di operare per dare risposte a un Paese che è allo stremo, con una © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 Primo Piano 11 italia: 51575551575557 Forza Italia Il Cavaliere parlando ai parlamentari azzurri indica il leader pd come un’opportunità per il bipolarismo Berlusconi: avanti sulle riforme. Ma evoca il voto «Bisogna sempre essere pronti per le urne. Renzi? Non è di scuola comunista» ROMA — Cosa si sia detto in quei sette minuti di faccia a faccia solitario con Matteo Renzi forse resterà un mistero, e magari le supposizioni su trame segrete e strategiche avvenute nel brevissimo colloquio sono affascinanti fantasie più che possibili realtà. Ma non c’è dubbio che ieri Silvio Berlusconi, parlando per oltre un’ora ai suoi parlamentari convocati alla Camera, ha mandato segnali che aumentano la preoccupazione dei già preoccupatissimi Alfano e colleghi. La frase chiave che fa suonare il campanello d’allarme l’ex premier la pronuncia all’inizio dell’assemblea: «Tenetevi pronti per le Europee, ma anche per le Politiche, perché si potrebbe tornare alle urne tra un anno...». Parole che sembrerebbero dar ragione a chi immagina un patto segreto, siglato nei sette minuti o magari chissà quando e dove, tra Renzi e Berlusconi che potrebbe convenire ad entrambi: si fanno assieme le riforme con grande disponibilità, si fa la legge elettorale, e quando l’ex premier potrà tornare alla vita pubblica scontata la pena, si torna a votare. L’ipotesi appare credibile tanto da far chiedere ad Alfano l’assicurazione che non si voterà prima di aver riformato almeno il Senato, e tanto da costringere Berlusconi davanti al- La sfilata delle 500 Oggi a Roma i Club Forza Silvio organizzano una manifestazione con sfilata di Fiat 500 le telecamere a smussarla: «Non fraintendetemi, io non ho fatto previsioni. Ho detto che noi dobbiamo sempre essere pronti per le elezioni e le campagne elettorali, che capitino tra quattro anni, tre anni, due anni o un anno. Non ho assolutamente fatto nessuna previsione di nessun tipo». È comunque un fatto che il Cavaliere alle elezioni si sta preparando eccome, sondaggi alla mano e Club in rampa di lancio. I primi, ha detto ai suoi, gli confermano come «il 67% degli italiani gradiscono un’opposizione responsabile, che è quella che abbiamo promesso noi», ed è prevedibile che registreranno come «in tempi di crisi chi è al governo perde voti, chi è all’opposizione come noi li guadagna». Motivi per cui il Renzi tanto benvoluto, che «non è mai stato comuni- La strategia All’opposizione No alla fiducia ma dialogo sulle riforme, a partire da quella sulla legge elettorale: Berlusconi ha così sintetizzato la posizione di Forza Italia nei confronti del governo Renzi Il vertice al Nazareno Il dialogo tra il leader azzurro e il segretario pd sulla riforma elettorale ha avuto il suo momento centrale il 18 gennaio: Berlusconi è andato alla sede romana del Pd e ha siglato l’accordo con Renzi sta» e con il quale «si possono fare le riforme, è un’opportunità per il bipolarismo», che commette pure lui qualche errore come «aver concesso lo streaming a Grillo, non doveva», resta pur sempre un avversario che andrà sfidato. Come? Intanto impedendo che il Ncd abbia visibilità e spazio: «La gente ha capito di che pasta sono fatti, non accettate più spunti di dialettica con questi signori» è l’ordine ai suoi che, sospettano alcuni, deriva anche dal consiglio dato a Renzi di «non farli rientrare con le stesse facce al governo». Ma per presentarsi al meglio l’ex premier sa che bisogna riconquistare i propri elettori. E per due terzi del suo intervento, anche sconcertando un po’ i suoi, parla dei Club (che oggi a Roma davanti alla sede del partito ter- ranno una grande manifestazione con sfilata di decine di Fiat 500) e che dovranno essere una sorta di centri di assistenza per i cittadini, soprattutto «per i non abbienti, gli anziani, che sono il 40% della popolazione». Verso chi è in difficoltà bisogna mobilitare «avvocati, commercialisti, medici, dentisti» che possano gratuitamente dare il loro contributo attraverso i Club, bisogna pensare a «chi ha bisogno di un impianto ai denti, e non ha i soldi». Senza dimenticare una delle cose più importanti: «Tante persone sole hanno animali, noi dobbiamo aiutarli mettendo a disposizione veterinari. Ma non crediate che io penso solo ai cani per Dudù: anche per i chi ha mici dobbiamo darci da fare». Paola Di Caro © RIPRODUZIONE RISERVATA Il sondaggio Silvio Berlusconi arriva alla Camera per la riunione dei gruppi parlamentari di Forza Italia. Il Cavaliere porta sottobraccio i fogli del sondaggio secondo il quale il 67% degli italiani approverebbe una «opposizione responsabile». Nella foto piccola, da sinistra, Antonio Angelucci, Daniela Santanchè e Denis Verdini (di spalle il figlio di Angelucci) al caffè Giolitti prima della riunione (Ansa) Il retroscena Le confidenze allo staff: lo misureremo sulla legge elettorale Quelle parole di Silvio per Matteo Pascale: non è ancora fiducia totale ROMA — Amore politico? «Ma figuriamoci». Allora, se non proprio amore, un’infatuazione? «Nemmeno». C’è ammirazione per quello che era e rimane un avversario, «quella sì». Ma non si può «ancora» parlare di «fiducia totale». In nessun caso. «Nessun pregiudizio su Renzi ma bisogna rimanere alla finestra. Aspettare di vedere quello che succede sulle riforme. Capire se il presidente del Consiglio manterrà gli accordi, le promesse…». Per trovare qualcuno che all’interno del mondo berlusconiano sia ancora guardingo su Matteo Renzi, qualcuno che non abbia ancora ceduto ai peana che stanno contagiando quasi tutta Forza Italia, bisogna entrare nel sancta sanctorum dell’impero del Cavaliere. Nel suo cuore pulsante. Letteralmente. Perché sta proprio ad Arcore, dentro Villa San Martino, uno dei personaggi che guarda al presidente del Consiglio incaricato, se non con sospetto, con quella dose di diffidenza attendista che solitamente si riserva agli avver- Per 1,6 milioni La Corte dei Conti cita Durnwalder La Corte dei conti di Bolzano contesta a Luis Durnwalder un milione e 600 mila euro nell’ambito dell’inchiesta sui fondi riservati. Il presunto danno erariale provocato dall’ex presidente altoatesino riguarda il 93% dell’intero fondo degli ultimi 20 anni. L’atto di citazione della Corte darà luogo a un processo che si dovrebbe aprire all’inizio di maggio. L’ipotesi di concorso doloso al presunto danno erariale è stata applicata anche a quattro dirigenti della Provincia che non avrebbero controllato le spese del presidente. © RIPRODUZIONE RISERVATA sari. Anche a quelli con cui si dialoga. Il personaggio di questa storia è Francesca Pascale. Sarebbe proprio lei, la fidanzata e probabile futura sposa del Cavaliere, una dei pochi berlusconiani a non aver ceduto all’istinto di abbandonarsi a una fiducia incondizionata nei confronti di Renzi. E così l’altro giorno, proprio mentre Berlusconi saliva al Quirinale per dare il suo «via libera da opposizione responsabile» al governo del segretario del Pd, la signorina Pascale ragionava a voce alta con alcune amiche del partito. Qualcuna le ha chiesto se secondo lei «Renzi sarebbe un perfetto leader per il centrodestra». Una lettura che la fidanzata dell’ex premier avrebbe respinto al mittente. Con un ragionamento che, alle orecchie degli interlocutori, è suonato più o meno così: «Noi abbiamo già il miglior leader possibile. E Renzi, per quanto non sembri affatto uno dei tanti comunisti che ancora ci sono nel Pd, deve ancora dimostrare molte cose…». Ad esempio, sarebbe stata l’analisi della pre- mière dame del berlusconismo, «sulle riforme», dalla legge elettorale alla riforma del Titolo V. Sul percorso avviato nell’incontro al Nazareno che ha rimesso al centro della scena politica proprio Berlusconi, insomma. Morale della favola? La Pascale, che per indole è poco incline a facili entusiasmi, si collocherebbe rispetto a Renzi su una linea attendista. Molto più prudente di quella del fidanzato. «Aspettiamo, vediamo, capiamo. Il percorso sulle riforme — sarebbe la sua analisi — è ancora troppo lungo per giudicare adesso. Vediamo se i patti saranno rispettati». Ma se la Pascale si mantiene su posizioni guardinghe, tra i familiari di Berlusconi c’è chi, di Renzi, sarebbe entusiasta. È il caso di Barbara, la terzogenita dell’ex premier, la più grande dei figli avuti con Veronica Lario. Non a caso, fu proprio l’attuale vicepresidente del Milan a sdoganare l’allora sindaco di Firenze a Villa San Martino e dintorni. E non oggi, ma tre anni fa. «Renzi? Mi è sem- b r a ta u n a p e r s o n a c h e v u o l e davvero cambiare le cose», disse nel dicembre del 2010 a Vanity fair. «Da lui», aggiunse nella stessa intervista, «mi sentirei rappresentata. Credo che ad avvicinarci non siano le idee politiche ma la stessa cultura generazionale». Parole che, all’epoca, furono musica per le orecchie renziane. «Matteo», infatti, la ringraziò pubblicamente. «Le parole di Barbara Berlusconi fanno piacere. Sono come quei gol in trasferta nelle partite europee, valgono doppio». Seguì addirittura un invito pubblico. «Spero — disse Renzi — che Barbara venga a vedere la gara di ritorno di Fiorentina-Milan e che i rossoneri ci facciano la cortesia di restituirci i tre punti presi con una magia di Ibrahimovic nella partita di andata a San Siro». Per la cronaca, anche la gara di ritorno l’avrebbe vinta il Milan. Due a uno. E una delle segnature fu del brasiliano Pato, all’epoca fidanzato proprio con la figlia del Cavaliere. Tommaso Labate © RIPRODUZIONE RISERVATA Caso De Gregorio Il Csm apre una pratica sul giudice «prodiano» Il Consiglio superiore della magistratura si occuperà della vicenda del giudice Nicola Russo. Il magistrato è il presidente del collegio che a Napoli sta giudicando Silvio Berlusconi per la vicenda della compravendita dei senatori, tra cui Sergio De Gregorio. A suo tempo, il giudice Russo aveva segnalato di aver partecipato, quando non era ancora magistrato, a un comitato in sostegno della candidatura a presidente del Consiglio di Romano Prodi. Il presidente del Tribunale di Napoli non aveva ritenuto tale circostanza motivo sufficiente all’astensione dal processo. Ma il comitato di presidenza di Palazzo dei marescialli ha accolto la richiesta dei laici di centrodestra e ha aperto una pratica assegnandola alla Prima Commissione, quella a cui competono i trasferimenti d’ufficio dei magistrati per incompatibilità. Difficile però che l’iniziativa possa avere un seguito, dato che è stata apertamente contestata dai togati di tutte le correnti della magistratura. Peraltro, il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, ha sottolineato che il via libera del comitato di presidenza prescinde da una valutazione sul merito della richiesta, che spetta invece, appunto, alla Prima Commissione. Il caso è stato sollevato dal consigliere di Area, Vittorio Borraccetti, che ha espresso il suo «pieno dissenso» nei confronti dell’iniziativa dei laici di centrodestra: «È inaccettabile perché così si introduce il principio di una presunzione di sfiducia nei confronti di una persona che, prima di fare il magistrato, nel 1995, ha svolto legittimamente un’attività politica, rispetto alla quale non aveva alcun limite». E secondo Pina Casella di Unicost è «un’iniziativa sopra le righe», che ha definito Russo un giudice «di valore elevatissimo». Casella ha anche ipotizzato di chiedere l’apertura di una pratica di segno opposto a «tutela della dignità» dello stesso Russo. Mentre per Alessandro Pepe di Magistratura indipendente «non c’è nessuna possibilità di un sospetto» su un magistrato che ha sempre dimostrato «la massima correttezza». © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 Primo Piano Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Il voto alla Camera Sì alla riforma del finanziamento ai partiti Contributi diretti azzerati dal 2017, ma ci saranno detrazioni per i privati e 2 per mille ROMA — Dopo il referendum sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti (1993), il palazzo tirò fuori dal cilindro il meccanismo dei «rimborsi elettorali» che, a partire dagli anni 2001-2002, ha toccato la cifra stratosferica dei 180 milioni annui. Così con lo stratagemma di «un tanto al voto», elargito per di più automaticamente senza giustificativi di spesa, si è arrivati fino alla stagione del governo Monti che nel 2011, con la legge Bressa (Pd)-Calderisi (Pdl), ha dimezzato i rimborsi portandoli a 91 milioni di euro e ha introdotto un primo tentativo di cofinanziamento. Ma l’arrivo di Grillo in Parlamento e i continui scandali sulle spese allegre dei partiti (soprattutto a livello regionale) ha costretto la maggioranza delle «larghe intese» a compiere un ulteriore passo nuele Fiano del Pd) sono molte e riguardano il passaggio graduale da un sistema ancora basato sui finanziamenti diretti dei partiti (seppur dimezzati a partire dal 2012) a quello dei finanziamenti indiretti: incentivati grazie al meccanismo del 2 per mille e a quello delle detrazioni (26% fino a 30 mila euro) per le elargizioni liberali delle persone fisiche e delle società, il cui tetto non può comunque superare i 100 mila euro mentre Forza Italia aveva chiesto e ottenuto in prima lettura 300 mila euro. Per cui il conto alla rovescia dei rimborsi elettorali inizia ora. 2014: il fondo partiti passa da 91 a 68,25 milioni (meno 25%); 2015: la disponibilità passa a 45,50 milioni (meno 50%); 2016: si scende a 22,75 milioni (meno 75%); solo nel 2017, infine, i rimborsi diretti per i partiti toccheranno quota zero. Tuttavia lo Stato continuerà ad alimentare anche se indirettamente le casse dei partiti. Da quest’anno vengono attivati due canali per incentivare i finanziamenti privati che costeranno all’erario, a regime dal 2017, 60,6 milioni all’anno. Il risparmio, dunque sarebbe di 30 milioni all’anno ma potrebbe anche crescere se i cittadini elettori decideranno di non consumare tutto il «bonus» fiscale previsto per le donazioni e di non superare il tetto stabilito per il 2 per mille. I risparmi conseguiti dall’attuazione del decreto andranno al fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato. I partiti, comunque, dovranno pa- gare l’Imu sugli immobili di proprietà (la norma è stata introdotta in seconda lettura dal Senato) e potranno raccogliere fondi anche con gli sms o altre applicazioni da telefoni mobili. Non c’è un tetto, invece, per le donazioni alle fondazioni politiche alimentate spesso da aziende pubbliche (così come prevedeva un emendamento di Linda Lanzillotta al Senato). Le fondazioni dovranno garantire la «trasparenza dei Il meccanismo Si passerà gradualmente a elargizioni indirette: incentivi per quelle che arrivano da persone fisiche e dalle società bilanci e degli statuti». I tagli preoccupano molto grandi e piccoli partiti (dal 2014 la Cassa integrazione è estesa ai dipendenti delle forze politiche) che dovranno licenziare e ridimensionare le spese. Forza Italia, Ncd, Scelta civica e Partito democratico rivendicano, per usare le parole del relatore Fiano, «il cambiamento, con una legge che abolisce il finanziamento diretto e permette ai cittadini di decidere se e quanto finanziare i partiti». Per i grillini, che hanno già autonomamente rinunciato a 40 milioni di rimborsi, la legge è un imbroglio: «Vi lasciamo la responsabilità di mentire nuovamente e derubare gli italiani...», ha detto Roberta Lombardi. Dino Martirano © RIPRODUZIONE RISERVATA La protesta I punti Contrari i deputati del Movimento Cinque Stelle che attaccano: è solo un imbroglio contabile verso l’abolizione dei finanziamenti diretti ai partiti. Che, però, spariranno solo a partire dal 2017. È questa, in pillole, la storia del decreto legge Letta-Alfano-Quagliariello-Saccomanni convertito in legge dalla Camera con 312 sì, 141 no e 5 astenuti. Hanno votato contro solo i grillini, Sel e la Lega mentre il gruppo di Fratelli d’Italia si è astenuto. E poi c’è stato pure qualche attimo di tensione in Aula quando i deputati del Movimento Cinque Stelle, che ritengono un imbroglio contabile questa legge, hanno esposto i cartelli con su scritto «Bugia numero 1 di Renzi». In realtà il segretario del Pd, nonché presidente del Consiglio incaricato, non c’entra niente con questa legge. Che ha un’origine bipartisan in Parlamento e poi, dopo l’approvazione in prima lettura alla Camera e un lungo periodo di stanca al Senato, viene trasformata in decreto da Enrico Letta. Era dicembre del 2013 e ora, quasi allo scadere dei 60 giorni consentiti dalla Costituzione, il Parlamento ha onorato l’impegno preso dal governo (dimissionario ) tra Natale e Capodanno. Le novità della legge (relatore Ema- 1 Fondi dalle persone con tetto a 100 mila euro A partire dal 2014 sono previste detrazioni fiscali per le erogazioni liberali in denaro (da effettuarsi tramite bonifico) in favore dei partiti da parte delle persone fisiche. Il tetto è di 100 mila euro. Ma il vantaggio fiscale vale, per le persone fisiche come per le società, solo per la fascia 30-30 mila euro ed è fissato non oltre una detrazione del 26%. Tutto questo, ovviamente, ha un costo che viene spalmato in scaglioni di spesa: 27,4 milioni di euro nel 2015 e 15,65 milioni, a regime, a partire dal 2016. 2 La destinazione volontaria di parte delle imposte Viene introdotto, a partire dal 2014, un meccanismo volontario di contribuzione che riconosce al contribuente la facoltà di destinare il 2 per mille dell’Irpef (Imposta sui redditi delle persone fisiche) in favore di un partito politico. Il meccanismo ricalca quello dell’8 per mille (Irpef destinata alle confessioni religiose) ma con una differenza: il 2 per mille «inoptato» (cioè quello di chi non sceglie un partito) rimane all’erario. Tutto questo costa 7,75 milioni per il 2014, 9,6 per il 2015, 27,7 per il 2016, 45,1 dal 2017. © RIPRODUZIONE RISERVATA 3 © RIPRODUZIONE RISERVATA Il sistema dei controlli e i premi per i «virtuosi» La nuova legge prevede standard minimi di democraticità interna, trasparenza e controllo sulle spese dei partiti. Per esempio, per quanto riguarda il finanziamento dei privati con il meccanismo del 2 per mille, è previsto un «premio» per i partiti virtuosi che rispettano una quota minima (40%) per le candidature di genere. Per i partiti, inoltre, è obbligatorio produrre una certificazione esterna dei bilanci (anche per le sedi locali dotate di autonomia amministrativa). © RIPRODUZIONE RISERVATA L’analisi Il provvedimento e le critiche su trasparenza e costi per lo Stato Poche sanzioni e qualche trucco Tutti i dubbi di una (quasi) svolta SEGUE DALLA PRIMA Che la macchina dei soldi ai partiti, dopo l’abolizione decisa (inutilmente) dagli italiani nel referendum del 1993, avesse via via accelerato prendendo una velocità assurda è fuori discussione. Col trucco dei rimborsi delle spese elettorali le somme erano diventate spropositate. Stando a Roberto Perotti, della Bocconi, l’impennata finale fu nel 2008 (322 milioni), nel 2009 (268 milioni) ma soprattutto nel 2010 quando, a dispetto della crisi che già stava gettando nel panico milioni di italiani, le forze politiche si spartirono di soli rimborsi 369 milioni di euro. A quel punto i partiti, mentre montava l’insofferenza dei cittadini che si sarebbe poi sfogata nel voto a Beppe Grillo, non avevano scelta. Piacesse o no, dovevano tagliare. Il processo di adeguamento alle decisioni di quel lontano referendum, dopo l’accelerazione di Mario Monti che aveva portato da 182 a 91 i milioni di euro distribuiti, si è (quasi) concluso ieri. Con un taglio del 25% il primo anno, del 50% il secondo e del 75% il terzo, si dovrebbe passare a un’altra forma di finanziamento. Quel- lo volontario del «2 per mille» che i cittadini dovrebbero detrarre dalle tasse destinandolo a questo o quel partito. Il «quasi», però, è obbligatorio. Certo, quella di ieri è una svolta attesa da anni. Evviva. Ma se anche fossero forzate le accuse di «legge truffa» lanciate non solo dai grillini ma anche dal professor Perotti, secondo il quale alla fine del percorso i soldi sottratti alle casse pubbliche saranno più o meno due terzi di oggi, è fuori discussione che alcuni dettagli sono così contorti e pasticciati da lasciare dubbi. Ad esempio era una vergogna che chi regalava soldi ai partiti avesse detrazioni fiscali fino a 51 volte più alte di chi donava gli stessi soldi a una associazione non profit e (dopo mille denunce, per anni), quella norma è stata cambiata, ma come ricorda redattore sociale.it i donatori non sono stati messi ancora sullo stesso piano e dare denari al Pd, Sel o a Forza Italia resta 14 volte più conveniente che darli alla ricerca sul cancro: perché? La trasparenza sulle donazioni (c’è chi si è spinto a teorizzare che «magari a un imprenditore non fa piacere sapere che ha dato i soldi a un partito») ha fatto dei passi avanti ma, come denuncia il M5S, è ancora lontana dai livelli anglosassoni dove il deputato Alan Campbell fu obbligato a denunciare anche gli 88,61 euro ricevuti da una società di ricerca Populus per aver risposto a un sondaggio. Non ci può essere una dose omeopatica di trasparenza: o c’è o non c’è. Terzo punto da chiarire: accusa Roberta Lombardi che già dal prossimo agosto i partiti riceveranno degli anticipi su quelle donazioni presunte del «2 per mille». Se poi questi anticipi dovessero essere superiori alle donazioni effettive, cosa accadrà? È già successo, quando fu tentato l’esperimento del «4 per mille». La conclusione fu: cosa fatta capo ha. Quarto punto: dopo avere tentato l’abolizione delle sanzioni per quanti non ri- Il non profit penalizzato Versare denaro alla politica è più conveniente che farlo per la ricerca o il non profit. E i dipendenti hanno tutele superiori agli altri lavoratori spetteranno le nuove regole, la maggioranza che ieri ha varato l’abolizione del vecchio finanziamento pubblico, ha deciso che chi farà il furbo sarà escluso dall’elenco dei possibili beneficiari di quel «2 per mille». Non dovrà, però, restituire ciò che impropriamente aveva incassato. Abbiamo capito male? Per non dire di altre perplessità, come quelle sul «5 per mille» alle fondazioni o il trattamento «speciale» per i dipendenti dei partiti: massima comprensione per chi vede a rischio il proprio posto di lavoro, ma perché dovrebbero essere trattati in maniera diversa dagli altri cittadini italiani? Insomma, condividere i trionfalismi di chi saluta la riforma (per quanto prenda atto che certe esagerazioni sono finite) come una svolta epocale, è un po’ troppo. Tanto più che, sotto sotto, restano i dubbi di Riccardo Puglisi che su lavoce.info ha scritto che meglio sarebbe stato un drastico ridimensionamento dei fondi pubblici (previsti in mezzo mondo e indecenti solo quando sono esorbitanti) piuttosto che «una transizione così lenta al regime finale di finanziamento, che non è ottimale perché lascia maggiore spazio a furbi ripensamenti a livello parlamentare». A farla corta, è bene che i cittadini restino con gli occhi aperti... Gian Antonio Stella © RIPRODUZIONE RISERVATA Il commento Lavoro e riforme È ora di dire la verità SEGUE DALLA PRIMA La proposta giusta è quella di Pietro Ichino, che riprende un’idea degli economisti Olivier Blanchard (capo-economista del Fondo monetario internazionale) e Jean Tirole. Un contratto uguale per tutti, senza muri e con protezioni che crescono in funzione dell’anzianità sul posto di lavoro. Ad esempio: entro tre anni dall’assunzione un’impresa può licenziare liberamente, dal quarto anno in poi il licenziamento costa all’impresa una indennità (crescente con l’anzianità del contratto) e che finanzia (in parte) i contributi di disoccupazione. Va abolito il principio del reintegro obbligatorio, tranne nei casi di discriminazione. In questo modo verrebbe di fatto cancellato, per i neoassunti, l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Occorre anche ridurre il peso dei contratti collettivi, e legare maggiormente il salario alla contrattazione a livello aziendale. Il segreto del successo della Germania sta principalmente nell’avere fatto questo. La riforma del mercato del lavoro è impossibile senza una revisione degli ammortizzatori sociali. Una maggiore libertà alle imprese nella gestione della forza lavoro si deve accompagnare a tutele per chi rimane temporaneamente disoccupato. La Cassa integrazione (Cig) va abolita. Per tutti coloro che perdono il posto — e con le risorse ora destinate alla Cig e ai corsi di formazione gestiti dal sindacato — va introdotto un sussidio di disoccupazione decrescente nel tempo che li costringa a cercare lavoro (con la possibilità, al massimo, di due rifiuti). Il sussidio deve essere esteso anche alle categorie oggi non coperte dalla Cassa. Infine bisogna cedere aziende pubbliche e semipubbliche. Qui le priorità sono: riscrivere da zero il progetto di apertura del capitale delle Poste e impedire che la Cassa depositi e prestiti continui ad essere usata come un salvadanaio dello Stato per false privatizzazioni (vedi Ansaldo Energia) e sprechi risorse pubbliche facendo, senza saperlo fare, il mestiere del finanziatore di startup, e cioè di nuove aziende. Ma il nuovo governo non farà nessuna di queste cose se non sostituirà radicalmente i burocrati che gestiscono i ministeri (riformando i contratti della dirigenza pubblica e allineandoli a quelli del settore privato) cominciando dalla casta dei capi di gabinetto. Per farlo ci vuole coraggio perché questi signori sono depositari di «dossier» che tengono segreti per proteggere il loro potere. Bisogna aver il coraggio di mandarli tutti in pensione. All’inizio i nuovi ministri faranno molta fatica, ma l’alternativa è non riuscire a fare nulla. Alberto Alesina Francesco Giavazzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 Primo Piano 13 italia: 51575551575557 Il governo L’Europa L’Eurogruppo «Possibile superare il tetto del 3%. In cambio delle riforme» «le riforme economiche che hanno un impatto positivo sul bilancio pubblico». Traduzione: avranno più tempo per riportare il deficit sotto al 3% del Pil. E quell’ormai famoso 3% un giorno proclamato tetto invalicabile, diventerà — forse — più flessibile. Il «forse» è d’obbligo, perché Dijssembloen — anche se nell’Eurogruppo guida i ministri delle Finanze di tutta l’eurozona — non può decidere da solo. La sua idea è già una proposta formale, sul tavolo della Commissione che sul tema del «tetto» si è già divisa più volte. Ma intanto, l’architettura di una certa Europa dell’euro è per la prima volta rimessa in discussione al DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — «La proposta vale per tutti i Paesi», ha scandito Jeroen Dijsselbloem (foto). Cioè per la Spagna e per la Grecia, per l’Olanda e per l’Italia, e così via. «Per tutti», ha ripetuto il presidente olandese dell’Eurogruppo, non solo per i meno lazzaroni o magari per i più vicini a Berlino. Ed è stato allora che gli eurodeputati che lo stavano ad ascoltare hanno capito quanto quella stessa proposta fosse dirompente: «Tutti i Paesi» che chiedano più tempo per rimettere le briglie al proprio deficit pubblico, potranno ottenerlo purché dimostrino di aver compiuto livello più alto: il rapporto del 3% deficit/Pil, da raggiungere entro limiti precisi di tempo, è il pennone cui Angela Merkel ha appeso lo stendardo del suo «fiscal compact», l’insieme di regole coordinate che dovrebbero proteggere l’eurozona dal contagio finanziario. Ma dal La proposta Il commissario europeo Olli Rehn favorevole alla proposta lanciata da Jeroen Dijssenbloem giorno in cui la Cancelliera lo propose, a oggi, sono passati anni di feroce recessione. E così, ecco Dijssembloem pronunciare la frase impronunciabile: «più tempo», per rimettere in ordine le casse patrie. Poi assicura che anche Olli Rehn, rigorista Doc, commissario Ue agli Affari economici e monetari, «si è dichiarato d’accordo con la proposta e in futuro la Commissione si comporterà in questo modo». Ma forse quest’ultimo è un auspicio, più che una certezza. Luigi Offeddu [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Il piano L’ipotesi di un bonus di 450 euro per i redditi fino a 15 mila euro. Già nel 2014 possibili minori uscite per 3-4 miliardi Tasse sul lavoro, un taglio di otto miliardi Metà delle risorse dalla spending review. Nel mirino 2.023 società municipali La revisione della spesa 2013 dic 2014 Dic 2013 - feb 2014 feb Ricognizione tecnica per individuare le misure approvabili entro metà mar 2014 con i relativi risparmi attesi apr mag Mar - Apr 2014 Definizione degli obiettivi di Finanza pubblica (anche nel dettaglio); valutazione dell’impatto delle lug misure sull’economia Mag - Lug 2014 Le misure diventano legge, con effetti nell’anno in corso e nel triennio ROMA — Sette-otto miliardi da destinare quest’anno al taglio del cuneo fiscale, attraverso un aumento delle detrazioni sul lavoro dipendente concentrato sui redditi bassi (i benefici maggiori, fino a 450 euro di tasse in meno l’anno, ci sarebbero per chi guadagna 15 mila euro) e uno sconto del 10% sull’Irap pagata dalle aziende. Questo l’obiettivo al quale sta lavorando lo staff del presidente incaricato Matteo Renzi per dare, col prossimo governo, un colpo di frusta all’economia. Il tutto finanziato per almeno la metà dai tagli alla spesa pubblica affidati al commissario Carlo Cottarelli: 3-4 miliardi nel 2014, e poi sempre di più per arrivare ad almeno 32 miliardi nel 2016, agendo sui molti capitoli della spending review che sono stati oggetto di analisi in questi mesi. Qualche esempio? Lo sfoltimento delle 30.133 partecipazioni in società da parte di amministrazioni pubbliche: 349 quelle in mano a ministeri, agenzie fiscali e altre amministrazioni centrali; 21.900 quelle dei Comuni, 2.679 delle Province, 581 delle Regioni,1.562 delle università e così via. Per un totale, appunto, di oltre 30 mila partecipazioni in circa 7.400 società. Nel mirino di Cottarelli, in particolare, le 2.023 società partecipate dagli enti locali in rosso per complessivi 2,2 miliardi. Più in generale, si punta a una riduzione delle partecipazioni, anche di quelle non in deficit, se non strettamente giustificate: tra le società partecipate in perdita vi sono, per esempio, 54 aziende manifatturiere, 156 società di noleggio, agenzie di viaggio e di servizi alle imprese, 77 aziende di commercio e officine di riparazione per auto e moto. Altri capitoli importanti, la centralizzazione degli acquisti rafforzando il ruolo della Consip; il taglio della spesa per locazioni (730 milioni l’anno solo quella dello Stato centrale) e per i contratti di fornitura (energia, servizi, manutenzione), completando la definizione dei costi standard; riorganizzazione dell’amministrazione ve assunzioni per i primi 2-3 anni) saranno le due carte con le quali Renzi negozierà a Bruxelles l’accordo per ottenere flessibilità sul deficit del 3% del Pil. Obiettivo: poter spendere almeno 5 miliardi in opere pubbliche (in cima ai desideri di Renzi c’è il piano per l’edilizia scolastica). Ma a parte la spending review da dove arriveranno gli altri 3-4 miliardi per tagliare il cuneo? Dalla riduzione della spesa per interessi sul debito (lo spread sotto 200 aiuta) e dal- 30 Rendite finanziarie Taddei: rimoduleremo il prelievo sulle rendite finanziarie senza colpire il risparmio centrale attraverso l’accorpamento di strutture (per esempio le scuole di formazione dei dirigenti pubblici); attuazione dell’Agenda digitale; risparmi sugli esuberi di personale, da gestire attraverso l’estensione al pubblico degli ammortizzatori sociali; riordino e riduzione degli incentivi alle imprese; razionalizzazione della rete delle camere di commercio; controlli più severi sulle prestazioni sociali e assistenziali; riorganizzazione e informatizzazione degli uffici giudiziari; razionalizzazione degli enti vigilati e di ricerca dei vari ministeri. Spending review e riforma del lavoro (via l’articolo 18 sulle nuo- Cerimonia al Quirinale 2015 Avvio della revisione dei programmi e degli indicatori 2016 Nuova spending review per il triennio 2017-19 sulla base delle esperienze e dei criteri elaborati nel 2015-2016 A Della Valle e Zonin il premio Leonardo Riconoscimenti per Amplifon e Kerakoll Durante una cerimonia al Quirinale, il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha consegnato ieri il Premio Leonardo, riconoscimento destinato a chi si è particolarmente distinto nel promuovere l’immagine dell’Italia nel mondo. Vincitori ex aequo sono stati Diego Della Valle, presidente e amministratore delegato di Tod’s, e Gianni Zonin, alla guida della casa vinicola omonima e presidente della Banca popolare di Vicenza. Nella stessa occasione sono stati consegnati anche i premi «Leonardo International» all’imprenditore di Abu Dhabi Khaldoon Khalifa Al Mubarak; i premi «Leonardo Qualità Italia» alle aziende Amplifon, Dompé farmaceutici, Kerakoll e Mossi Ghisolfi; il premio «Leonardo startup» al presidente di Niso Biomed, Paul Muller. La cerimonia è stata anche l’occasione per consegnare i premi di laurea, destinati alle tesi più brillanti realizzate in diversi settori del made in Italy e finanziati da imprenditori soci del Comitato Leonardo. In particolare, i nove bandi dell’edizione 2013 hanno riguardato energie rinnovabili, meccatronica, moda, valorizzazione del patrimonio culturale, nautica e finanza d’impresa, per un totale di 11 premi di laurea del valore di tremila euro ciascuno. Dal 1997 a oggi il premio Leonardo ha sostenuto oltre 200 neolaureati. © RIPRODUZIONE RISERVATA OPENING VIA DELLA SPIGA, 46 MILANO mila Le partecipazioni che fanno capo allo Stato e alle amministrazioni locali. Si contano 2.023 società che generano, direttamente o indirettamente, per lo Stato perdite che ammontano a 2,3 miliardi di euro l’aumento di qualche punto del prelievo sulle rendite finanziarie. Come ha ribadito ieri il responsabile Economia del Pd, Filippo Taddei, le entrate saranno «certe e durature», «parte dalla spesa pubblica e parte dal fisco». «Una rimodulazione della tassazione sulle rendite finanziarie ci sarà — ha spiegato — perché c’è risparmio e risparmio, ma non lanceremo una campagna contro il risparmio». Enrico Marro © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 italia: 51575551575557 Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 15 italia: 51575551575557 Esteri L’intervista Parla l’architetto delle riforme che ha rimesso in piedi la Germania «Disoccupazione giovanile, il mio piano per l’Europa» Hartz: apprendimento e impiego in un altro Paese DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO — Ha riformato il mercato del lavoro tedesco, ora vuole sconfiggere la disoccupazione giovanile in Europa. Peter Hartz ritiene di poter dare il suo contributo per la soluzione dei problemi che conosce bene, come dimostrò quando fu chiamato da Gerhard Schröder a rinnovare il welfare in Germania. In quegli anni furono realizzati una serie di provvedimenti che portano ancora il suo nome. Oggi, l’ex dirigente della Volkswagen pensa che «si debba e si possa» affrontare con successo la gran- Giudizi «Il salario minimo? Arriva in ritardo» «L’Italia? Può imparare dai nostri errori» de emergenza che colpisce i Paesi europei, dove 5,7 milioni di giovani sono senza la prospettiva di un impiego. Ci crede, e si comporta di conseguenza, come dimostra il fatto che è diventato l’ispiratore di un’iniziativa che si concretizzerà tra qualche mese a Saarbrucken: un congresso internazionale da cui partirà quello che è stato chiamato il progetto degli «europatriates». Lontano dalla politica, è molto prudente sulle questioni legate al programma della grande coalizione guidata da Angela Merkel. Se lo si interroga per esempio sulle critiche fatte dallo La mappa Il tasso di disoccupazione per i giovani tra i 15 e i 24 anni. Il tasso medio nella UE28 è del 23,2% (dati dicembre2013) (%)10 20 30 40 Danimarca 12,9 Olanda 11,3 Gran Bretagna 20 Svezia 22,6 50 Estonia 22,7 Lettonia 25,3 Lituania 21,8 Germania 7,4 Rep. Ceca Polonia 18,8 27,4 Slovacchia 32,6 Romania Austria 8,9 23,3 Ungheria 24,6 Bulgaria 29,4 Belgio 23,1 Irlanda 24,6 Lussemburgo 20,3 Francia 25,6 Portogallo 36,3 Finlandia 19,4 ITALIA 41,6 Spagna Malta Croazia Slovenia Grecia 54,3 15 59 49,2 23,3 L’ANDAMENTO Italia Germania Cipro 40,8 41,6 Svizzera 40 35 30 25 20 15 10 5 0 10 4 10,4 2007 2008 2009 Fonte: Eurostat, Ilo 2010 2011 2012 74 7,4 2013 CORRIERE DELLA SERA Francia Il gesto «riparatorio» di Hollande: scelte due partigiane Il Panthéon apre alle donne ma alle femministe non basta DAL NOSTRO CORRISPONDENTE impegnate nella Resistenza durante la Seconda guerra mondiaPARIGI — Quando il 2 aprile le. 1791 morì Mirabeau, e la grande L’etnologa Germaine Tillion, chiesa di Sainte-Geneviève nel scomparsa ottantenne nel 2008, cuore di Parigi fu prescelta per fu uno dei pilastri della lotta alaccogliere le spoglie del conte ri- l’occupante nazista, riuscendo a voluzionario e degli altri grandi liberare molti prigionieri francedella République, nessuno pen- si e inglesi. Fu denunciata e desò che tra loro avrebbero potuto portata nel campo di concentraesserci un giorno delle donne. E mento di Ravensbrück. Sopravinfatti la grande scritta sul fron- visse e si battè poi in favore degli tone tuttora recita «Ai grandi uomini, la Pat r i a r i co n o scente». Finora erano entrate nel Panthéon solo due donne, e non per meriti del tutto propri: Sophie Eroine della Resistenza Geneviève AnthoBerthelot riponioz-de Gaulle, a sinistra, e Germaine Tillion sa accanto al marito grande chimico Marcellin Berthelot, e algerini durante la loro guerra di Marie Curie è stata aiutata — no- indipendenza, denunciando le nostante i suoi due premi Nobel torture commesse dall’esercito — dalla presenza del marito francese. Assieme a lei entra nel Pierre. Panthéon un’altra resistente e Dopo le proteste di molte superstite di Ravensbrück, Gefemministe il presidente della neviève Anthonioz-de Gaulle, la Repubblica François Hollande nipote del Generale. oggi comincerà l’opera di riparaLe due donne si incontrarono zione annunciando, con ogni nel lager, e fu Geneviève a decoprobabilità, l’ingresso nel Pan- rare poi l’amica Germaine con la théon di due donne, entrambe Gran croce della Legion d’onore. Dopo la guerra Geneviève Anthonioz-de Gaulle si è dedicata all’impegno umanitario dirigendo l’ong Atd Quart Monde. Assieme alle due donne Hollande farà i nomi di due uomini, anche loro appartenenti alla Resistenza: il giornalista Pierre Brossolette (1903-1944) torturato dalla Gestapo e Jean Zay (1904-1944), ministro dell’Educazione del Fronte Popolare, assassinato dai collaborazionisti della Milice. Le femministe francesi si dichiarano soddisfatte a metà. «Siamo felici che venga riconosciuto il ruolo molto importante che le donne hanno ricoperto nella Seconda guerra mondiale — ha detto al Figaro Anne-Cécile Mailfert, portavoce di Osez le féminisme —. Ma non basta. Nominando due donne e due uomini, il presidente Hollande non fa nulla per affrontare il problema della disparità. Con i quattro nuovi arrivi, riposeranno nel Panthéon 73 uomini e solo quattro donne». Un po’ deluso anche il filosofo Régis Debray, che sperava nella ballerina Joséphine Baker «per mettere un po’ di sole in questa cripta fredda e grave». Stefano Montefiori @Stef_Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA stesso Schröder al costoso piano di riforma delle pensioni o sulle idee di chi pensa che il nuovo esecutivo stia tradendo gli obiettivi dell’«agenda 2010» voluta dall’allora cancelliere socialdemocratico, la risposta è rapida ma significativa. «Preferirei non dire niente — sottolinea — perché dovrei criticare il governo». Sul colloquio che ha avuto a dicembre con il presidente francese François Hollande preferisce mantenere il riserbo. «C’è stato — osserva — troppo interesse dei media in Francia». Qual è la sua strategia per ridare speranza ai giovani? «La disoccupazione può essere ridotta ricollocando temporaneamente i giovani senza lavoro in un altro Paese europeo che li ospiti per l’addestramento e l’impiego. Il nostro progetto è diviso in sei punti, tra i quali la realizzazione di un piano di sviluppo personale, la ricerca di strumenti innovativi per finanziare l’apprendistato, l’individuazione di impieghi a tempo parziale che non pesino sulla previdenza sociale. Il problema della disoccupazione può essere combattuto con misure operative». Il profilo Dalla Volkswagen al governo Schröder Peter Hartz, tedesco, 71 anni, ex dirigente della Volkswagen, nel 2002 fu chiamato dall’allora cancelliere spd, Gerhard Schröder (insieme nella foto), a rinnovare il welfare in Germania. E’ l’ispiratore dell’«agenda 2010» che ha cambiato il mercato del lavoro tedesco L’uomo delle riforme Le leggi Hartz I, II, III e IV sono all’origine dell’attuale successo economico della Germania Al fianco di Hollande Indiscrezioni giornalistiche a gennaio riferiscono di un incontro di Hartz con il presidente Hollande all’Eliseo Nel campo del mercato del lavoro la Germania ha comunque molto da insegnare. Come giudica la tesi che il vero «segreto» del successo tedesco non siano le riforme del welfare realizzate nel decennio scorso ma la cogestione tra aziende e sindacati? «Il risultato delle riforme in Germania è stato prodotto da uno sforzo comune. Effettivamente la collaborazione tra le parti coinvolte nella cogestione — i sindacati e i datori di lavoro — è stata molto importante. Ma bisogna aggiungere che i fattori per il successo devono essere tre. In primo luogo la cogestio- ne, poi le riforme e infine è necessario che la congiuntura si metta in moto, come è accaduto tra il 2005 e il 2006 dopo quelle riforme. Naturalmente si deve anche dire che i sindacati sono stati molto moderati nelle loro richieste salariali affinché si potesse migliorare la competitività». L’Europa continua ad avere bisogno di seguire la strada dell’austerità o deve puntare maggiormente su politiche in grado di promuovere la crescita? «Bisogna fare tutte e due le cose. Si deve, dove è necessario, risparmiare e mettere atto impulsi per la crescita, i quali possono influenzare positivamente la congiuntura. Non c’è una alternativa tra le due cose. Ma ogni Paese deve fare i suoi compiti a casa in politica economica». Come valuta l’introduzione in Germania del salario minimo generalizzato? Crede anche lei che i livelli di occupazione verranno compromessi? «Un salario minimo arriva in ritardo, perché ognuno dovrebbe avere una retribuzione dignitosa. La questione riguarda il modo di organizzarlo, se non sia cioè più efficace collegarlo al successo dell’azienda. Ma questo riguarda le regole di applicazione. In linea di principio il salario minimo è una buona cosa». Venendo all’Italia, pensa che ci sia la possibilità di riguadagnare il terreno perduto e di riconquistare fiducia? «L’Italia ha una grossa cultura ed è un forte partner europeo. Sono convinto che può risolvere da sola i propri problemi. Non c’è bisogno di insegnamenti o di lezioni da parte della Germania. Gli italiani sanno grazie alla loro cultura e alla loro storia come affrontare la situazione. Potrebbe essere possibile che l’Italia tragga le conseguenze degli errori che abbiamo fatto nel nostro processo di riforme e dalle nostre esperienze, in modo da non ripeterli». Paolo Lepri © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 italia: 51575551575557 Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 Gossip e politica Esteri 17 italia: 51575551575557 Dopo il gossip sulla passione dell’ex moglie del tycoon per l’ex premier, la rivelazione che lui offrì i suoi consigli alla Brooks Due Coree, rivedersi 60 anni dopo Rebekah, Wendi e Tony «Triangoli» pericolosi Blair nella «rete» delle donne di Murdoch DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Tony Blair aveva una passione speciale per Wendi e Rebekah, le principesse del mondo Murdoch. Nulla di piccante, giurano gli amici dell’inner circle laburista. Ma che, adulterio o no, i suoi occhi e le sue attenzioni siano stati infiammati dalla bellezza e dall’intelligenza dell’ex moglie del tycoon (laureata a Yale) nonché dalla perfidia della ex principale collaboratrice dello Squalo non vi è il minimo dubbio. Non c’è da inorridire. Solo che l’architetto del New Labour ed ex inquilino di Downing Street rischia di restare stritolato in questa tenaglia di donne fatali e spregiudicate, affascinanti e scalatrici. Il caso vuole, ma forse è un gioco sottile di ricatti o di vendette orchestrate manco a dirlo dall’anziano e pimpante editore di tabloid e padrone di Sky, che nel processo per lo spionaggio telefonico il fantasma di Tony Blair stia diventando una presenza fin troppo reale e ingombrante. Il mondo blairiano è convinto che ci sia dietro lo zampino dell’ottantaduenne magnate il quale, colpito da gelosia fulminante, si starebbe togliendo lo sfizio di inguaiare il povero Blair. Sarebbe stato proprio lui a passare a Vanity Fair le note piccanti della ex consorte Wendi: «Oh merda, perché mi manca tanto Tony, ha un corpo così bello…». Probabilmente c’è da credere a Blair quando giura che non vi è stata Lui, lei e l’altro Simpatie In alto Rupert Murdoch, 82 anni, con l’ex moglie Wendi Deng, 45 anni. Qui sopra l’ex premier Tony Blair, che a Wendi pare «piacesse» molto nessuna relazione di letto fra lui e Wendi: niente più che simpatia. Ma la storia è venuta fuori alla vigilia delle battute più calde del processo per le porcherie combinate dai tabloid della galassia Murdoch, quasi un preludio ai capitoli successivi che si scrivono in tribunale dove i cervelli delle intrusioni devono rispondere di cospirazione. Insomma, il presunto scandalo del primo triangolo fra Tony, Wendi e Rupert è stato un assaggino prima dello scandalo vero, uno scandalo di immagine, che riporta sulla scena l’altra «signora» della corte Murdoch, ossia la chioma rossa di Rebekah Brooks, ex direttrice del Sun e di News of the World, ex numero uno di News International, il braccio di controllo dei giornali di famiglia. Questo secondo triangolo, fra Tony, Rebekah e Rupert, è politicamente serio. Non è solo roba da gossip rosa. Magicamente, fra mercoledì e ieri, con Rebekah finalmente chiamata a discolparsi in aula (impresa durissima se non impossibile), è saltata fuori la relazione speciale della diletta (di Rupert), direttrice e manager, con il «nemico» Tony. In due puntate, in due udienze, si è scritta una pagina davvero succulenta della storia. Il tutto grazie alla scoperta di una email indirizzata a James Murdoch (figlio di Rupert) e che la Brooks conservava nel computer. Ebbene, ne viene fuori uno spaccato imbarazzante: Tony Blair, nel 2011 pochi giorni prima del- Incontri tra famiglie A Londra Rebekah Brooks, ex numero uno di «News International» (Afp) l’arresto dell’amica e mentre il nuovo leader laburista Ed Miliband premeva per fare piazza pulita degli spioni, si offrì come consigliere dei Murdoch sulle strategie processuali, avvertì Rebekah che la bufera stava per arrivare, la invitò a «tenere duro» e a dire di essere costretta a riempirsi di pillole per dormire. Per gli amici e le amiche questo e altro, per carità, non ci si tira indietro. Comunque non è una pagina da incollare nella prestigiosa biografia di Blair. Il quale, Blair, si è ben guardato dallo spiegare. Rebekah, invece, ha messo il dito nella piaga: «Sì, Blair l’ho conosciuto nel 1997 e ci siamo frequentati». L’anima candida ha confessato di avere sognato il giornalismo da quando aveva 8 anni, di essere entrata nell’universo dei tabloid, di avere maneggiato soldi per comperare storie (ad esempio 250 mila sterline alla prostituta vendutasi all’attore Hugh Grant), di avere capito che senza «conoscenze» non si va avanti. Blair, all’epoca premier, entrò nella sua rete. Due donne, due triangoli. Amicizie o passioni. Galanteria o necessità. Scambio di favori o che altro? Lo Squalo apre i cassetti. E di Tony Blair si leggono le pagine più sconosciute: quelle delle sue debolezze. Fabio Cavalera @fcavalera © RIPRODUZIONE RISERVATA SEUL — Un centinaio di famiglie spezzate dalla guerra tra le due Coree si sono riunite ieri dopo oltre 60 anni di separazione. L’incontro si è svolto in territorio nordcoreano, nella stazione del Monte Kumgang (Diamante). E’ stata la prima riunione di famiglie coreane separate dalla guerra del 1950-53 organizzata dal 2010: il primo segnale distensivo dopo molti mesi in cui i due governi si sono scambiati accuse e minacce. Le tv hanno ripreso i sudcoreani sotto la neve al loro arrivo alla stazione dove li attendevano i familiari rimasti bloccati in Corea del Nord dopo la guerra. Scene emozionanti con intensi scambi di abbracci e ricordi. Una decina di loro è arrivata in sedie a rotelle. Un anziano sudcoreano, 93 anni, separato all’epoca dalla moglie incinta, ha conosciuto per la prima volta il figlio di 64 anni. Quella di ieri è stata solo la prima fase del programma di «riunioni familiari»: domenica altri sudcoreani andranno al Monte Diamante per incontrare i propri familiari nordcoreani. Nord e Sud sono ancora tecnicamente in guerra: il conflitto del 19501953 si è concluso solo con un cessate il fuoco e non è mai stato firmato un trattato di pace. Da allora decine di migliaia di famiglie coreane sono rimaste divise, da una parte e dall’altra del 38° parallelo. 18 italia: 51575551575557 Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 italia: 51575551575557 19 20 Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Cronache Napoli Duemila euro da pagare L’uomo si era messo a piangere: come farò a mantenere i miei figli? «Li ho pregati in ginocchio con le lacrime agli occhi. Non è servito a niente...». Lucia ha implorato gli ispettori del lavoro sperando che la sua disperazione valesse più di quel verbale: «Non potete farci questo, vi prego». Anche suo marito Eduardo ha provato a spiegare: «Io non sto sfruttando nessuno, è mia moglie, è qui ad aiutarmi...». Solo che lei non aveva un regolare contratto di lavoro, non aveva titolo per stare dietro il bancone della pizzeriapanificio di Casalnuovo (Napoli). Quindi hanno vinto le regole: una sanzione da duemila euro da pagare entro oggi e altri diecimila (qualcuno sostiene nove) da versare entro la fine del mese. Altrimenti sarebbe stata inevitabile prima la chiusura e poi il procedimento penale. Raccontano gli amici e i commercianti vicini che quando gli ispettori se ne sono andati (e parliamo di mercoledì mattina) lui, Eduardo, era in preda a singhiozzi inconsolabili: «Come facciamo adesso? Dove vado a prenderli tutti quei soldi? Che darò da mangiare a i miei figli?». Alla fine in qualche modo, bussando a mille porte, li aveva anche trovati i venti pezzi da cento euro che avrebbero evitato la chiusura immediata del negozio. Ma la forza di andare avanti, quella no: l’aveva perduta per sempre. Così ieri mattina alle cinque è uscito di casa, come Vittima Eduardo De Falco, a lato la sua panetteria fotografata ieri Non aveva assunto la moglie Pizzaiolo si uccide per la multa La donna: li avevo pregati in ginocchio di evitare il verbale Le conseguenze Se non avesse saldato quel conto l’uomo avrebbe dovuto chiudere l’attività e avrebbe subito una denuncia penale faceva ogni giorno. Ma stavolta non è andato a impastare pane e pizza per i primi clienti. Non ha spostato nemmeno di un metro l’utilitaria parcheggiata sotto la sua casa di Pomigliano D’Arco. Ha invece sigillato i finestrini, ha collegato un tubo fra lo scarico e l’abitacolo e si è chiuso dentro a respirare quel veleno finché il suo cuore ha smesso di battere. Aveva 43 anni e tre figli, Eduardo De Falco: una ragazzina di quattordici anni e due gemellini di cinque. Una vita spesa a svegliarsi all’alba e tornare a casa alle dieci di sera. La sua «Speedy pizza» aveva anche conosciuto anni di buoni affari dopo l’apertura, nel ‘94. Fu il primo forno elettrico del paese, un succes- so. Ma di quel periodo non è rimasto che un vago ricordo perché ormai da molto tempo era un continuo arrancare per arrivare alla fine del mese. Tanto che tre anni fa Eduardo e Lucia erano stati sul punto di chiudere: troppe spese, troppe tasse e guadagni troppo bassi. Ma i familiari l’avevano convinto a non farlo e l’avevano aiutato a La vicenda La sanzione Eduardo De Falco, pizzaiolo napoletano, si è tolto la vita dopo aver ricevuto una multa di 2mila euro dall’Ispettorato del lavoro. In seguito a un controllo si era scoperto che la moglie lo aiutava dietro il bancone del loro negozio La statistica Nel 2013 sono stati 149 i suicidi per ragioni economiche, secondo una statistica dell’associazione Link Lab, contro gli 89 dell’anno precedente. Il 45% delle vittime sono imprenditori rilanciare l’attività, all’inizio soltanto pizzeria e da allora anche panetteria. Lucia durante il giorno dava una mano. Ed è proprio per la sua presenza senza un contratto che gli ispettori hanno firmato il verbale dell’altro ieri. Uno choc per Eduardo che aveva appena finito di pagare una cartella esattoriale di Equitalia e che ne aveva ricevuta un’altra da poco. Adesso c’era da aggiungere la nuova multa e in più lo spettro della chiusura e di un procedimento penale. L’ha raccontato in lacrime a tutti i commercianti della via, il pizzaiolo. L’ha detto a Manuele, il fruttivendolo. A Davide, della pizzeria poco più in là: «Non so proprio come fare...Mi sono umiliato a piangere davanti a quelli... Mi stanno ammazzando. Ma può un uomo ridursi così?». Lucia dice che era così sconvolto da sembrare distante, assente: «Non era tanto per quei duemila euro quanto per essersi sentito colpito nella sua dignità di uomo e di padre di famiglia». Mercoledì sera, dopo aver trovato con l’aiuto di amici e parenti i soldi da pagare entro ieri, ha deciso di alzare al sua bandiera bianca. Una vita così dev’essergli sembrata una non vita. E fa tenerezza, ai suoi colleghi, il ricordo di domenica scorsa: la pasticceria vicino alla sua Speedy pizza è andata a fuoco e lui ha organizzato una colletta per aiutare il proprietario amico. Oggi, a Casalnuovo, ci saranno solo serrande abbassate: è un omaggio alla memoria di un uomo perbene che ha deciso di arrendersi. Giusi Fasano @GiusiFasano © RIPRODUZIONE RISERVATA Savona Tirreno Power, gli esperti della Procura sulle malattie La perizia sulla centrale: danni per 860 milioni di euro DAL NOSTRO INVIATO SAVONA — Ci sono le tragiche stime dei morti (oltre 400) e dei malati (oltre 2.600) e c’è quella del costo sanitario attribuito alla centrale a carbone di Vado: 860 milioni di euro. Secondo la procura di Savona è questo il danno sociale provocato dalla Tirreno Power alle casse pubbliche per le cure dei cittadini che vivono nell’area interessata dalle polveri sottili delle ciminiere. Un numero calcolato su sette anni di emissioni, dal 2000 al 2007, dal pool di specialisti voluti dal pubblico ministero per capire se c’è un nesso fra la centrale e l’aumento delle malattie cardiovascolari registrate nella zona. Dalla consulenza tecnica firmata da Paolo Franceschi, pneumologo dell’ospedale di Savona, Paolo Crosignani, ex direttore dell’unità di epidemiologia ambientale dell’Istituto dei tumori di Milano, e Stefano Scarselli, analista di qualità dell’aria, filtrano i contenuti che il procuratore di Savona, Francantonio Granero, considera inequivocabili: «Il nesso c’è e le cifre sono più o meno quelle, ahimè». Una consulenza che è un bollettino di guerra: oltre 300 morti per malattie cardiache, quasi 100 per patologie respiratorie, 457 bambini ricoverati per danni respiratori. Cifre alle quali i consulenti arrivano dopo aver mappato il territorio in zone di massima e minima ricaduta dei metalli inquinanti della centrale. «Non c’è chiarezza sul metodo, non c’è alcun nesso di causalità», hanno replicato alla Tirreno Power. Le malattie sono comunque aumentate. Lo conferma il presidente dell’ordine dei medici di Savona, Ugo Trucco: «Abbiamo documentato un eccesso di mortalità e di patologie rispetto ad altri territori della Liguria. In particolare neoplasie, malattie cardiovascolari e respiratorie». Parla di tumori, asma, bronchiti croniche, infarti, ictus, enfisemi eccetera. «Le cure hanno un alto e crescente costo collettivo». La Tirreno Power, società che fa capo a Gas de France e a Energia Italia della famiglia De Benedetti (attraverso Sorgenia), prende le distanze: noi non c’entriamo. Dopo aver aperto due fascicoli per disastro ambientale e omicidio colposo e considerata la stima del danno sociale, la procura sta valutando la possibilità di iscrivere la società stessa nel registro degli indagati per la responsabilità penale derivante da presunto illecito amministrativo: legge 231 del 2001. Reato punito con sanzioni pecuniarie o interdittive e che non esclude sequestri. L’esperto italiano di centrali a carbone Virginio Bettini, docente di Analisi e valutazione ambientale allo Iuav di Venezia Le costruzioni Le due ciminiere della centrale a carbone della Tirreno Power di Vado Ligure (Ansa) e consulente voluto dal Comune di Quiliano (fra i più colpiti), invita alla prudenza: «Ho letto bene il documento della procura, sicuramente c’è una connessione fra inquinamento ambientale e Tirreno Power. Ma questa consulenza non basta a stabilirlo con esattezza: bisogna implementare lo studio con i nuovi modelli di valutazione dell’impatto ambientale». 400 Le vittime provocate dalle emissioni della centrale della Tirreno Power a Vado Ligure, secondo la procura di Savona Andrea Pasqualetto [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 Cronache 21 italia: 51575551575557 ✒ Caserta Il custode della residenza di Carditello morto a Natale Incendiata l’azienda dell’eroe che difendeva la Reggia dai clan Bray: qualcuno infastidito dal suo lavoro «Tommaso Cestrone e la sua famiglia con il loro lavoro e la loro passione civile hanno riportato dignità a questa terra. Ciò evidentemente ha dato fastidio a qualcuno». Ieri il ministro uscente per i Beni culturali, Massimo Bray, è corso a San Tammaro, a pochi chilometri da Caserta appena ha saputo del rogo che, nella notte tra mercoledì e ieri, ha distrutto il fienile dell’azienda agricola di Tommaso Cestrone. Era lui, l’«Angelo di Carditello», l’uomo che per anni e anni, a titolo completamente gratuito e solo per passione civile, aveva custodito e curato la splendida Reggia di Carditello, il complesso architettonico (firmato da Francesco Collecini, braccio destro di Luigi Vanvitelli) e agrario settecentesco che i Borbone (Carlo I e Ferdinando I) destinarono a riserva di caccia e a grande azienda agricola modello. Dal 1920 il complesso era abbandonato (come ha raccontato spesso su queste pagine Gian Antonio Stella), spogliato di tutti i suoi arredi, la tenuta indecentemente Il protagonista Sopra Tommaso Cestrone, agricoltore che si occupava della Reggia di Carditello. L’uomo è morto la notte di Natale. A sinistra la Reggia, che si trova a San Tammaro (Caserta) lottizzata e distrutta. Nel dopoguerra, e per anni, la Reggia è stata ridotta a una specie di cava all’aperto. I camorristi locali hanno depredato marmi, camini, stucchi, pavimenti, cancelli, infissi, persino impianti elettrici. Ed era stato proprio lui, Tommaso Cestrone, l’agricoltore locale e volontario della Protezione civile, chiamato «l’Angelo di Carditello» a occuparsi di ciò che restava di quella Reggia, a lanciare continui appelli perché tutto non finisse, grazie ai costanti ribassi di L’Osservatorio Cai ai pm «Tutelare la libertà del fuoripista in montagna» L’Osservatorio sulla libertà in montagna e in alpinismo ha inviato al giudice Raffaele Guariniello una lettera in cui viene ribadita la necessità di tutelare la libertà in montagna. L’organismo, riconosciuto dal Club alpino italiano, ha scritto al pm — che sta indagando su alcuni casi di attività fuoripista in Val di Susa — per portare la posizione degli appassionati di montagna allarmati dal moltiplicarsi di ordinanze e divieti. Secondo l’Osservatorio, Guariniello sarebbe l’ispiratore della nuova linea adottata dalla Procura di Torino che prevede l’accusa di omicidio colposo anche per gli accompagnatori delle vittime da valanga. Per il Cai, distinguere tra pista e fuoripista, terreno protetto o d’avventura è indispensabile per garantire la libertà di chi va in montagna. © RIPRODUZIONE RISERVATA «Amianto negli elicotteri militari» Indagati i dirigenti dell’Agusta dell’Esercito, della Marina militare, dell’Aviazione, dei carabinieri, della polizia, del Corpo forestale. Tutti velivoli costruiti prima del 1992, ma Agusta avrebbe segnalato il problema in ritardo. E la bonifica sarebbe stata avviata molto dopo, anche se non ci sono dati precisi. Il numero di persone (fra piloti, equipaggi e manutentori) potenzialmente esposte al pericolo di malattie gravissime e incurabili nel tempo è stato enorme. Per Guariniello, la multinazionale non ha informato adeguatamente le autorità. Nel 1996 Agusta aveva trasmesso una segnalazione, giudicata lacunosa, al ministero. E solo nel settembre 2013 la Difesa ottenne l’elenco completo del materiale pericoloso presente negli elicotteri o giacente nei magazzini. Mario Pappagallo © RIPRODUZIONE RISERVATA Il giudice «L’articolo sullo yacht di Bossi jr fu giornalismo d’inchiesta» MILANO — «Espressione di un giornalismo propulsivo e induttivo di approfondimenti, quale quello d’inchiesta, esercitato nel pieno rispetto dei canoni elaborati dalla giurisprudenza consolidata di legittimità»: il gip di Milano Fabrizio D’Arcangelo giudica così l’articolo con il quale il Corriere della Sera ad aprile rivelò che uno yacht attribuito a Riccardo Bossi, figlio del Senatur Umberto, era ormeggiato in Tunisia. Il giudice archivia la querela nei confronti del direttore Ferruccio de Bortoli e del giornalista Giuseppe Guastella, difesi dall’avvocato Caterina Malavenda, presentata da Riccardo Bossi che si sentì diffamato dal sospetto che la barca, un Sunseeker da 21 metri, fosse stata acquistata da un suo prestanome con i soldi della Lega. A sostenerlo era stato un giudice di un’inchiesta dalle cui intercettazioni emergeva l’uso illegale Paolo Conti © RIPRODUZIONE RISERVATA Torino Sarebbero centinaia i militari morti o ammalatisi di mesotelioma, tumore strettamente collegato alla presenza di amianto nell’ambiente. Nei mezzi militari e in quelli di polizia e vigili del fuoco. Dalle navi ai carri armati, dagli aerei agli elicotteri. L’indagine della Procura di Torino è partita anni fa sulle navi militari (circa 300 marinai morti di mesotelioma e altre malattie collegate all’amianto). L’ultimo filone, due anni fa, riguarda gli elicotteri. E i vertici di Agusta (che in una nota dichiara di aver agito secondo la legge) risultano ora sotto inchiesta. Il procuratore Raffaele Guariniello ipotizza il disastro colposo per una dozzina di dirigenti (figure apicali fra gli anni 90 e il 2013) della multinazionale che costruisce gli elicotteri. L’amianto è presente in guarnizioni, pastiglie dei freni, tubi, rotori, ruote di elicotteri un’asta infinita, definitivamente nelle mani della camorra e della peggiore speculazione. L’8 gennaio scorso, finalmente, il passaggio definitivo della Reggia al ministero dei Beni culturali con la consegna da parte della Sga, che aveva ereditato i crediti in sofferenza del Banco di Napoli. Ma Tommaso Cestrone era morto pochi giorni prima, nella notte di Natale, proprio lì nella «sua» Reggia che aveva protetto nonostante intimidazioni, minacce, uccisioni delle sue pecore, una roulotte bruciata. L’altra sera l’estremo sfregio. Le indagini vanno già in una direzione: l’incendio doloso, difficile immaginare altro Ancora Massimo Bray: «In questi casi le istituzioni devono esserci per dare un segno di legalità. Tutti dobbiamo ricordarci del sacrificio di Tommaso che ha portato avanti un’azienda esclusivamente per l’amore che nutriva per questo territorio. Penso che il governo non dimenticherà Carditello, anc h e p e rc h é o r a c i s o n o migliaia di cittadini interessati e che vigileranno». Il destino di Carditello, assicurato comunque alla proprietà dello Stato, è incerto. C’è chi ha immaginato un grande osservatorio sull’ambiente nazionale, realizzato in accordo tra il ministero dei Beni culturali, quello dell’Ambiente e il dicastero dell’Istruzione e la ricerca scientifica. Ma sono ipotesi. Per ora c’è solo la Reggia, che va salvata davvero. di fondi della Lega. Il giornalista si recò in Tunisia dove trovò la «Stella», che non era stata ancora individuata dagli inquirenti, scoprendo che la barca era intestata all’imprenditore Stefano Alessandri e raccogliendo testimonianze secondo le quali era stata usata più volte da Riccardo Bossi. Individuato grazie all’articolo e interrogato dai pm, Alessandri negò di essere un prestanome, ma confermò che Bossi di frequente saliva a bordo. «Il carattere qualificante di tale tipologia di giornalismo — scrive D’Arcangelo — sta nel fatto che il giornalista anziché recepire la notizia passivamente da “fonti” esterne, la “attinge” autonomamente, direttamente e attivamente, indicando motivatamente e argomentando un sospetto di illeciti con il suggerimento di una direzione di indagine agli inquirenti». © RIPRODUZIONE RISERVATA Quarant’anni dopo la ricerca della verità su piazza della Loggia di GIOVANNI BIANCONI «I o mi rendo conto che siamo a quarant’anni di distanza dai fatti», esordisce e conclude il pubblico ministero dell’undicesimo processo per la strage di Brescia, 28 maggio 1974, otto morti e 102 feriti. «Ormai di questa vicenda dovrebbe occuparsi la storia, ma anziché all’archivio di Stato ne stiamo ancora discutendo in un’aula di giustizia», spiega con malcelata frustrazione il sostituto procuratore generale Vito D’Ambrosio. Dopo tanti tentativi non ci sono colpevoli condannati. Il verdetto d’appello del 2012 ha assolto gli imputati residui — tre ex estremisti di destra (uno, Carlo Maria Maggi, che il pm continua a indicare come mandante dell’attentato, ha compiuto 79 anni) e un carabiniere in pensione — con una sentenza che il pm definisce «illogica e contraddittoria». Ecco perché chiede alla Corte di cassazione di annullare quel verdetto: «Una decisione segnata da così gravi carenze e lacune non può rimanere l’ultimo atto di ricerca della verità. Nemmeno dopo quarant’anni». È la stessa aspettativa dei familiari delle vittime. Il presidente dell’Associazione, Manlio Milani, il 28 maggio ‘74 era in piazza della Loggia per manifestare contro il terrorismo nero insieme alla moglie, uccisa dalla bomba. Ieri era in aula, come sempre da quarant’anni. «È vero che è passato tanto tempo — dice — ma noi ne chiediamo ancora un po’ per avere una verità che si presenti come tale. Con il tempo la verità storica e quella processuale si stanno avvicinando, ormai i depistaggi e la responsabilità dell’area della destra sono assodati». Tra oggi e domani la Cassazione deciderà se concedere un’altra possibilità, oppure no. Se dichiarare la resa della giustizia e la vittoria finale dei depistaggi — quelli sì, accertati, a differenza dei colpevoli — attivati da subito per occultare le trame nascoste dietro la strage, o insistere nella ricerca di quella prova che finora, secondo i giudici, non è emersa dagli indizi raccolti. È uno dei paradossi italiani: apparati dello Stato si sono adoperati per proteggere i responsabili delle bombe (a Brescia e altrove, da piazza Fontana in poi), riuscendoci al punto che quarant’anni dopo altri rappresentanti dello stesso Stato si ostinano a chiedere un nuovo processo. Per piazza della Loggia sarebbe il dodicesimo. Comunque andrà, per lo Stato sarà una sconfitta. Anche se c’è modo e modo di perdere. © RIPRODUZIONE RISERVATA 22 italia: 51575551575557 Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 Cronache 23 italia: 51575551575557 Salute Esultano associazioni e sindacati: la colpa è della carenza di personale negli ospedali I medici stressati dai turni lunghi La Commissione Ue contro l’Italia Il caso sottoposto alla Corte di Giustizia. «Rischi per i malati» ROMA – I medici in Italia lavorano troppo. A lamentarsi non sono i sindacati, ma l’accusa è lanciata dalla Commissione europea che ha deciso di deferire il nostro Paese alla Corte di Giustizia dell’Ue appunto per non aver applicato correttamente la direttiva sull’orario di lavoro ai camici bianchi operanti nel servizio sanitario pubblico. Secondo l’istituzione comunitaria la normativa nazionale priva gli specialisti del loro diritto a un limite nell’orario lavorativo settimanale e a un minimo di periodi di riposo giornalieri. La direttiva prevede, in particolare, il limite di 48 ore per l’orario lavorativo settimanale medio e il diritto a periodi minimi giornalieri di riposo di 11 ore consecutive. Secondo le norme italiane, però, tali limiti non si applicano ai «dirigenti» operanti nel Servizio sanitario nazionale. Una anomalia per la quale la Commissione Ue ha inviato nel maggio 2013 all’Italia un parere motivato in cui si chiedeva di adottare le misure necessarie per assicurare che la legislazione nazionale ottemperasse alle regole già applicate nel resto dei Paesi membri. Ieri, infine, è arrivato il deferimento alla Corte Ue. Soddisfazione dalle associazioni dei medici e dai sindacati, che denunciano come il mancato ri- spetto dei limiti degli orari di lavoro «sia in vari casi dovuto alla carenza di personale», che obbliga i medici ad «allungare i turni». Il problema è che questa non è una questione «formale, poiché in gioco è la sicurezza stessa dei pazienti», rileva il presidente del Collegio italiano dei chirurghi, Nicola Surico: «Medici e chirurghi spesso sono costretti a prolungare il proprio orario perché Il caso «L’Ora della Calabria» nel caos Rotative bloccate per la notizia scomoda Il senatore: non c’entro Invece il direttore Luciano Regolo (già Novella 2000) e l’editore Alfredo Citrigno raccontano un’altra storia e l’ultima telefonata di De Rose, oltre la mezzanotte, l’hanno pure registrata, perché stavano insieme in macchina: «Pensaci bene a pubblicare, mi ha detto De Rose, il senatore verrà nominato sottosegretario alla Giustizia...», questa la versione di Citrigno. Poi, alle due di notte, il guasto in tipografia. Il figlio del senatore, Andrea Gentile, è coinvolto in un’inchiesta sulle consulenze d’oro dell’Azienda sanitaria provinciale. Anche lui ha telefonato a Citrigno poche ore prima di Le accuse andare in stampa: Il direttore e l’editore: inchiesta sul «Pretendeva che figlio del parlamentare, pressioni non si pubblicasse la n o t i z i a . Co s ì h o prima del blocco dell'impianto al direttore Lo stampatore: solo un incidente chiesto se l’inchiesta era fondata e lui mi ha giurato di sì. Perciò La «storia» a cui si riferisce il siamo andati avanti». Lo stamsenatore è accaduta martedì patore De Rose giura pure di notte, nella tipografia cosentina non aver mai pronunciato la fradi Umberto De Rose, che si defi- se minacciosa: «Ricordatevi che nisce «amico» di Tonino Gentile quando il cinghiale viene ferito e giura: «È saltato all’improvvi- ammazza tutti...» e sottolinea so l’impianto Ctp, ecco perché che ieri il giornale era in edicola mercoledì mattina non è uscita con il figlio del senatore in coL’Ora della Calabria». Il titolo di pertina. Il direttore Regolo, peprima pagina del quotidiano rò, conclude amaro: «Io amo la era: «Indagato Andrea Gentile, il mia terra, ma mi sento turbato e figlio del senatore». «Ma non è l’altra notte pensavo con solliestato un attentato alla libertà di vo al fatto che i miei figli vivono stampa — continua De Rose — a Milano e i miei fratelli all’estee io non ho fatto pressioni su ro. Né il ministro Alfano né il editore e direttore per conto del governatore Scopelliti ci hanno mio amico senatore. Da dieci espresso solidarietà ». mesi stampo il giornale senza Fabrizio Caccia prendere un soldo, mi devono Carlo Macrì quasi un milione di euro...». © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — «Fatti e vicende assurde che ledono il mio onore e la mia reputazione». Così, ieri, in una nota, il senatore Antonio Gentile, 64 anni, di Cosenza, pubblicista e dottore in geologia. «Ho dato mandato ai miei legali — informa il senatore del Nuovo Centro Destra, coordinatore del partito di Angelino Alfano in Calabria — di proporre querela nei confronti di quanti, senza alcun elemento e senza contraddittorio, mi hanno accusato di essere il responsabile di una storia incredibile rispetto alla quale sono totalmente estraneo». In Europa In Europa il limite è di 48 ore di lavoro alla settimana con riposi di 11 ore manca il personale, ma è ovvio che così aumenta il rischio degli specialisti di incorrere in errori». Un rischio confermato pure da Costantino Troise, segretario del maggiore sindacato dei medici dirigenti, l’Anaao-Assomed: «Le statistiche dimostrano che la maggior parte degli errori medici avviene proprio al cambio turni o a fine turno — rivela il sindacalista —. Il che vuol dire che il periodo di riposo, per l’attività specifica del medico, non è indifferente ai fini della sicurezza». È stato fatto dunque «un abuso — commenta Troise — escludendo i nostri medici dirigenti dall’applicazione della direttiva». Quindi un annuncio: «Stiamo valutando un mega ricorso per gli eventuali danni subiti dai medici». Per Massimo Cozza, segretario della Fp- Roma La foto tormentone del cinghiale a bordo del tram Un cinghiale (o un maiale cinese) a bordo di un tram. È successo a Roma, tra residenti e turisti, e le immagini stanno facendo il giro della Rete. E così, dopo la sorpresa dei maiali che pasteggiavano con l’immondizia, gli animali tornano ad essere protagonisti nella Capitale. L’animale è stato immortalato nei giorni scorsi da alcuni viaggiatori a bordo della linea 8, all’altezza della circonvallazione Gianicolense, a due passi dal quartiere romano di Trastevere. Dalle foto il piccolo cinghiale non sembra molto turbato, anzi se ne sta buono, tenuto a bada con un guinzaglio rosso (foto da odisseaquotidiana.blogspot.it) © RIPRODUZIONE RISERVATA La nomina Cgil Medici, «è imbarazzante dover aspettare che sia la Corte di Giustizia Ue a difendere il diritto anche per i medici italiani al limite di 48 ore per l’orario lavorativo». Ad esempio «un medico del pronto soccorso, in quanto dirigente, non ha forse diritto ai riposi? —– domanda polemicamente Cozza —. È impensabile che siano i turni massacranti di medici e operatori a sopperire alle mancanze del sistema». Per questo il sindacalista si chiede: «Vi fareste operare da un chirurgo stanco?». Parole condivise da Roberto Lala, presidente dell’Ordine dei medici di Roma (che ne vanta 41 mila) che ammette: «Non sono sorpreso: anzi. Sono grato all’Ue che ci viene in soccorso. Siamo trattati come dei “paria”, siamo quasi ai lavori forzati». Il sovraccarico di straordinari e la carenza di organici «li abbiamo segnalati tante volte anche noi, ma sempre inutilmente — ricorda Lala —. I risparmi, purtroppo, le Regioni li fanno sulle spalle dei lavoratori. Sono molto preoccupato per gli enormi rischi professionali e la carente copertura assicurativa». Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sull’obbligo dei tempi di riposo per i medici aveva notato: «Noi siamo in infrazione europea», ma «se applicassimo la direttiva Ue dovremmo chiudere i pronto soccorso». Amara era stata la conclusione del ministro: «In questo momento ci sono lavoratori pubblici che fanno grandissimi sacrifici. Il sistema si regge grazie a una grande responsabilità da parte di tutti». Servizi segreti, Scarpis nuovo direttore MILANO — In attesa della scelta definitiva che spetterà al prossimo governo, il sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega ai servizi, Marco Minniti ha designato il nuovo direttore (ad interim) dell’Aise, il servizio segreto militare. È l’attuale numero due dell’agenzia Paolo Scarpis, 68 anni, che subentra al generale Adriano Santini. Scarpis ha passato 25 anni della sua carriera a Milano dove è stato questore dal 2004 al 2006. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il piano Per la polizia meno presidi e più qualità Chiusura di alcuni commissariati, cancellazione delle squadre nautiche, di una ventina di presìdi della Stradale e di una trentina della Polfer. È il piano di «razionalizzazione» che il vice capo vicario della Polizia, Alessandro Marangoni, ha presentato ai sindacati che ora annunciano proteste. Ma la Polizia precisa: «Il piano risponde all’esigenza di mantenere alti gli standard di sicurezza dei cittadini ed evita inutili sovrapposizioni con l’Arma dei Carabinieri». Francesco Di Frischia © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA FIN-Project La nuova vetrata Vista: ambienti luminosi con grandi aperture scorrevoli FINSTRAL S.p.A. Via Gasters 1 39054 Auna di Sotto/Renon (BZ) T 0471 296611 · F 0471 359086 [email protected] www.finstral.com Vaticano Si è aperto il Concistoro Il Papa ai cardinali «Famiglia fondamentale per la vita del mondo» CITTA’ DEL VATICANO — rante un intervento di due ore «La famiglia oggi è disprezza- sui fondamenti teologici della ta, maltrattata, e quello che ci è famiglia, ha suggerito un apchiesto è di riconoscere quanto proccio «oltre il rigorismo e il è bello, vero e buono formare lassismo». Per «coniugare feuna famiglia, essere famiglia deltà alla parola di Dio e miseoggi; quanto è indispensabile ricordia». Ai cardinali che avequesto per la vita del mondo, vano espresso idee diverse («è per il futuro dell’umanita». normale, non siamo mumFrancesco si rivolge ai 150 car- mie!») Kasper ha indicato dinali arrivati ieri nell’Aula del quella «strada equa e miseriSinodo — anziché entrare per cordiosa» di cui aveva parlato ultimo, li ha attesi e salutati al Corriere: se il matrimonio sulla soglia uno per uno — e resta indissolubile ed è difficile apre così il concistoro di due immaginare «una soluzione giorni sulla famiglia che prece- per tutti», si possono definire de quello di domani per la cre- dei «criteri di discernimento» azione di 19 nuovi cardinali per «valutare con misericordia (ma Loris Capovilla, 98 anni, non ci sarà, il segretario di Divorziati e risposati Giovanni XXIII rice- «Coniugare fedeltà alla parola di verà la berretta a Dio e misericordia», ha detto il Sotto il Monte). Il confronto voluto porporato Kasper nella relazione dal Papa è un prolo- introduttiva riferendosi ai divorziati go al sinodo che si riunirà a ottobre. Il Papa parla della famiglia «cel- i casi concreti»: chi subisce un lula fondamentale della società abbandono, il paradosso della umana» e «riflesso del Dio Uno madre che prepara il figlio alla e Trino». Chiede una riflessio- comunione ma non può farla e ne «in profondità» e «senza ca- così via. Non c’è solo la via deldere nella casistica» per non l’annullamento delle nozze: ie«abbassare il livello del nostro ri Kasper è andato oltre indilavoro». Si tratta di testimonia- cando la strada della confesre «la bellezza del matrimo- sione, «è necessario riflettere nio» e sapere accompagnare le se la via del sacramento della «situazioni difficili» con una penitenza sia un cammino con azione pastorale «coraggiosa, cui cercare soluzioni alle situaintelligente e fatta con amore». zioni difficili». Del resto lo Così è significativo che il Papa chiede la maggioranza dei feabbia affidato la relazione in- deli, come si evince dai risultatroduttiva al cardinale Walter ti del questionario mondiale Kasper, che già vent’anni fa che lunedì discuterà la segrechiedeva una soluzione per i teria del sinodo. G. G. V. divorziati e risposati cui è ne© RIPRODUZIONE RISERVATA gata la comunione e ieri, du- 24 Cronache Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 10 Riccardo Zacconi Daniel Ek Jan Koum Mark Zuckerberg a cura di MASSIMO SIDERI Jack Dorsey Giovani d’oro del web L’innamorato deluso che creò il social network L’infanzia ucraina con il telefono sotto controllo L’allievo cattolico che ama i jeans e la musica punk Chitarra a 4 anni A ventitré era milionario I siti di incontri poi le caramelle quotate al Nasdaq M J J D R ark Zuckerberg, 29 anni (ancora per tre mesi), fondatore di Facebook, il più giovane miliardario del mondo (27 miliardi di dollari). Nato a White Plains, New York, da Karen, una psichiatra, ed Edward Zuckerberg, un dentista. Di lui è stato detto tutto e, soprattutto, raccontato tutto anche attraverso il film di David Fincher The Social Network, da cui non ne esce bene. Ha frequentato l’Università di Harvard nel cui dormitorio, dopo una delusione amorosa, ha iniziato a creare i prodromi del sito allora chiamato FaceMash, in realtà un sistema per votare le ragazze più carine. Come ampiamente noto l’idea originaria alla base di Facebook, costruire un social network degli universitari, era in realtà dei gemelli Winklevoss che hanno ottenuto delle azioni dopo avere fatto causa. Segno che qualcosa di vero ci fosse. an Koum, 37 anni, cofondatore insieme a Brian Acton di WhatsApp, la società di instant messaging venduta a Facebook per un valore complessivo di 19 miliardi di dollari. Ha messo le mani sul suo primo computer solo a 19 anni, tre anni dopo aver raggiunto la California dall’Ucraina. Ma le caratteristiche fondamentali di WhatsApp che ha sempre difeso — nessuna pubblicità e assenza di un archivio dei messaggi dei clienti — sono legate alla sua dura esperienza di vita nell’allora Urss. Nel villaggio fuori Kiev dove è cresciuto non c’erano spot di alcun tipo. E in famiglia non usavano il telefono perché erano controllati dalla Polizia. Curiosità per la serie «corsi e ricorsi» della storia: sia Koum che Acton, che si erano conosciuti in Yahoo!, avevano tentato di essere assunti da Facebook. Furono respinti. ack Dorsey, 37 anni, cofondatore di Twitter e di Square, sistema di pagamento che permette di usare le carte di credito con lo smartphone. Ricchezza stimata: 2,3 miliardi di dollari. Account su Twitter: @jack. Dorsey è cresciuto a St. Louis nel Missouri, in una famiglia fortemente cattolica che influenzò i suoi studi. Dopo la Bishop DuBourg High School, il futuro imprenditore ha studiato alla New York University. Come succede per Zuckerberg anche i giudizi su Dorsey passano da «genio» a «ladro di idee» senza soluzioni di continuità. Secondo l’innovation editor del New York Times, Nick Bilton, l’intuizione di Twitter non fu nemmeno sua ma di Noah Glass, licenziato tempo fa prima del successo definitivo dell’applicazione. Interessi: musica punk e jeans di alta qualità (sic!). aniel Ek, 30 anni, fondatore nel 2006 di Spotify, il più famoso servizio di musica in streaming, 310 milioni di ricchezza personale. A quattro anni gli fu messa in mano la prima chitarra (la nonna materna era una cantante d’opera e il nonno un pianista jazz). Qualche anno dopo arrivò il primo Commodore Vic20. A 23 anni era già milionario con una Ferrari Modena «rosso ciliegia» grazie ai primi affari con le dot.com. Ma era «frustrato». Allora mise insieme codici con musica e riuscì insieme a Martin Lorentzon, a fare pagare definitivamente le canzoni agli utenti. Curiosità: ha scoperto i suoi due gruppi preferiti, i Led Zeppelin e i Beatles, su Napster, il primo servizio «pirata» di condivisione di musica. Non aveva pagato nulla. iccardo Zacconi, nato a Roma nel 1967, cofondatore di King, la società di giochi famosa per Candy Crush Saga che si quoterà al Nasdaq. Non proprio un ragazzo. Si è fatto strada nel settore con i primi siti di incontri via web (match.com) e ha poi svoltato con le caramelle da schiacciare, un antistress il cui successo è legato al fatto che potrebbe giocarci anche Homer Simpson. «Sono più di un triliardo» quelle schiacciate fino ad ora, racconta con soddisfazione. Valore ipotizzato dello sbarco in Borsa: mezzo miliardo. Curiosità: pare che King sia riuscito a ottenere i diritti della parola «candy», caramella, in Europa acquistandoli da una società in fallimento. In teoria bisognerebbe chiedere a lui l’autorizzazione per aprire un negozio di liquirizie&co. Ma ha già detto che gli interessa solo difendere i suoi giochi su Internet. Stati Uniti Lo scossone e poi la risalita per il titolo a Wall Street Facebook stupisce la Borsa E c’è chi vede in WhatsApp uno strumento anti-spie DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Azioni Facebook sull’ottovolante e tutti a interrogarsi sulle reali intenzioni di Mark Zuckerberg il giorno dopo il clamoroso «blitz» della grande rete sociale americana che ha acquisito il servizio di messaggistica su Internet WhatsApp per la cifra record di 16 miliardi di dollari (19 se si calcola anche il pagamento in azioni che verrà effettuato in un secondo tempo a dirigenti e dipendenti della società di Mountain View). La cifra che verrà pagata per una società fondata nel 2009 dall’immigrato russo-ucraino Jan Koum e da Brian Acton è superiore all’intera capitalizzazione di tutto il gruppo Sony. Numeri che hanno lasciato tutti a bocca aperta perché WhatsApp, che pure è cresciuta in modo vertiginoso come volume di utenti (ora sono 450 milioni), rimane un’azienda molto piccola e ha un fatturato assai basso. Il seguitissimo blog tecnologico Mashable, ad esempio, si chiede perché Zuckerberg abbia deciso di spendere per un’azienda simile una quantità di denaro «superiore al Pil di Islanda, Giamaica, Bermuda e Fiji messe insieme». Anche Wall Street si è interrogata, ma dopo aver dato a caldo una risposta pessimista (azioni Facebook calate del 5 per cento dopo l’annuncio, l’altra sera e poi di nuovo in Il prezzo a persona Palo Alto pagherà 19 miliardi: 42 dollari per ogni utente dei messaggi flessione ieri mattina), ha cominciato a ragionare sull’affare e ha trovato più di un motivo di ottimismo, subito riflesso dal valore del titolo che in Borsa ha ripreso a salire e ha chiuso a 69,63 dollari (più 2 Le acquisizioni 2007 Parakey È la prima acquisizione di Facebook. Comprata per una cifra mai resa nota, Parakey ha un brevetto per il trasferimento facilitato sul web di immagini e testo da dispositivi mobili 2009 FriendFeed Per comprare l'aggregatore di aggiornamenti online Zuckerberg sborsa 15 milioni di dollari in contanti e 32,5 milioni in azioni 2011 Facebook Mobile Con la rivoluzione mobile Zuckerberg acquista una serie di piccole aziende, tra le quali Snaptu (60-70 milioni di dollari) Beluga, Push Pop Press e Gowalla Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 Cronache 25 italia: 51575551575557 Andrew Houston Evan Spiegel Kevin Systrom Nick D'Aloisio David Karp Mark e gli altri: dopo l’ultimo grande acquisto di Zuckerberg i volti degli innovatori che contano nella geografia della Rete La prima app nata sui banchi di scuola La fuga a 17 anni e la voce cambiata per fingersi adulto L’idea da un gioco Ha reinventato le fotografie Il bamboccione che ha detto no a tre miliardi Dall’Oregon alla confraternita dell’astronauta N D K Evan Spiegel, 23 anni, fondatore insieme a Bobby Murphy di Snapchat, famoso fino a 48 ore fa come il ragazzo che aveva avuto il coraggio di dire no a un’offerta da 3 miliardi di dollari da parte di Facebook. Ora qualche dubbio che possa avere fatto male i conti è lecito. Snapchat è un social network molto amato dai teenager visto che foto, frasi e video postati si autodistruggono in pochi secondi. Curiosità: nel 2012 per sviluppare il suo progetto aveva lasciato l’Università di Stanford ed era tornato a vivere a casa del padre avvocato, John W. Spiegel. Dalle nostre parti si direbbe «bamboccione». L’idea originaria di Snapchat era stata presentata da Spiegel come test durante un corso a Stanford dove ha studiato product design. ndrew Houston, 30 anni, fondatore di DropBox, il più noto sistema di archiviazione nelle nuvole di fotografie e file personali. Nato in Oregon nell’83 ha frequentato il prestigioso Massachusetts Institute of Technology (Mit). In questo caso galeotta fu la partecipazione alla Phi Delta Theta, una confraternita fondata da sei studenti ribelli dell’Università di Miami nel 1848, nota per avere avuto tra i propri illustri partecipanti Burt Reynolds e l’uomo dell’impronta più famosa della storia umana, Neil Armstrong, il primo a passeggiare sulla Luna. Fu lì che conobbe Arash Ferdowsi con cui ha poi fondato DropBox. La sua ricchezza personale supera i 400 milioni di dollari. ick D’Aloisio, 18 anni, nato in Australia, fondatore di Summly, startup ceduta a Yahoo! per una cifra, mai confermata ufficialmente, di 30 milioni. Si tratta di un’applicazione che permette di dare una gerarchia alle informazioni in Rete sintetizzandole in una sorta di «sommario». «Avevo avuto questa pessima esperienza quando stavo preparando gli esami» aveva raccontato lo stesso D’Aloisio. «C’erano tutte le informazioni su Google e Bing, ma per trovarle dovevi andare fuori e dentro i link delle pagine web». Il risultato fu Trimit, app per iOS, creata nel marzo del 2011. Scalò le classifiche e attirò l’attenzione del miliardario Li KaShing. Quando arrivò a Londra la delegazione del miliardario con un assegno da 300 mila dollari D’Aloisio gli disse che non poteva incontrarli «tra le 9 e le 17». Era a scuola. per cento). Si fa strada l’idea che, per la posizione di mercato che occupa nel web e per le competenze che ha sviluppato nel campo della messaggistica, Facebook sia la società che, più di qualunque altro gigante dell’economia digitale è in grado di capire come funziona il business di WhatsApp e di valorizzarlo. Alcuni si spingono a immaginare anche che, inglobando il nuovo canale di comunicazione, Facebook possa ora predisporre più facilmente una rete di protezione contro le incursioni dell’«intelligence»: una sorta di seconda linea di comunicazio- avid Karp, newyorchese 27enne fondatore di Tumblr, piattaforma lanciata nel 2007 che permette a tutti di diventare blogger. Le biografie su Steve Jobs raccontano come per il fondatore della Apple fu determinante il viaggio in giovane età in India. Karp è scappato invece a Tokyo a 17 anni, dopo aver iniziato a studiare da casa fin dai 15 anni di età e aver scelto tra i propri tutor un insegnate di lingua giapponese. La madre, Barbara Ackerman, era un’insegnante. Ma Karp non si è mai innamorato della scuola: ha sempre voluto fare l’imprenditore ma, come ha raccontato lui stesso, il problema a 17 anni era la sua voce: «Per raccogliere investimenti tentavo di avere una voce più profonda al telefono e mascherare la mia età». Tumblr ha superato questi problemi e nel 2013 è stata acquistata da Yahoo! per 1,1 miliardi. ne, davanti alle attività di spionaggio svolte a tappeto dell’Nsa, l’agenzia federale e dalla centrale britannica Gchq. In ogni caso si tratta di scommesse dall’esito incerto e i cui risultati si vedranno solo nel lungo periodo. Scommesse fatte a caro prezzo: mettendo sul tavolo 19 miliardi di dollari, Facebook brucia più Gli analisti Adesso Fb potrebbe diventare una rete di comunicazione planetaria Instagram 2012 Con un miliardo di dollari tra cash e titoli Facebook acquisisce Instagram Non è nota invece la cifra pagata per l'acquisizione di Glancee, la piattaforma sociale che unisce utenti per vicinanza geografica e interessi StoryLane 2013 Facebook compra Storylane giovanissima startup specializzata nello storytelling per la costruzione di una «bilbioteca di esperienze umane» WhatsApp 2014 Per la cifra astronomica di 19 miliardi di dollari tra contanti e azioni Facebook compra WhatsApp: a farle gola sono i 450 milioni di utenti attivi a Insta dei profitti di due anni della sua attività. Paga praticamente 42 dollari per ogni utente di WhatsApp. Molto, ma è anche vero che, alle quotazioni di Borsa di oggi, ogni utente di Facebook vale teoricamente 140 dollari, mentre quelli di Twitter di dollari ne valgono addirittura 160. E gli utenti di WhatsApp sono più attivi di quelli di Facebook (7 su 10 usano ogni giorno il servizio contro il 60 per cento della società di Zuckerberg). Un altro elemento che fa ben sperare gli esperti finanziari (37 dei 44 analisti sentiti dalla Reuters continuano a dirsi molto ottimisti sul futuro di Facebook) è che con l’acquisizione di WhatsApp, che è molto più forte del servizio Facebook Messenger in Europa, America Latina, Africa e Australia, la società di Zuckerberg diventa sempre più una rete planetaria di comunicazione alternativa ai grandi «carrier» delle telecomunicazioni, oltre che restare, ovviamente, il «social network» del mondo. Resta da vedere in che modo Facebook riuscirà a monetizzare il suo investimento e quale sarà la reazione degli utenti di WhatsApp al prevedibile sfruttamento commerciale dell’applicazione, tra pubblicità e uso dei dati. Koum, come abbiamo scritto ieri, ha sempre promesso con un linguaggio perentorio che nella sua società non ci sarebbe mai stato spazio per la pubblicità, per i videogiochi e per altri «trucchetti» commerciali: sulla sua scrivania è esposto in bella vista un foglietto con su scritto a penna: «Niente pubblicità! Niente videogiochi! Niente trucchi!». Ma a questo punto è difficile che possa mantenere le sue promesse. Massimo Gaggi EMANUELE LAMEDICA © RIPRODUZIONE RISERVATA evin Systrom, 30 anni, cofondatore con Myke Krieger di Instagram, applicazione di condivisione di immagini per smartphone che ha dato il colpo finale alla stampa fotografica, ceduta a Facebook per 1 miliardo di dollari. Si è laureato nel 2006 a Stanford per poi lavorare per un paio di anni in Google. L’inizio fu confuso: Instagram nacque come Burbn, app di social gaming che permetteva di fare dei check-in in alcuni posti fisici grazie alla geolocalizzazione. La possibilità di postare delle fotografie era solo una funzione marginale di Burbn. L’intelligenza di Systrom e del socio fu valutare velocemente che quella funzione introdotta quasi per caso poteva diventare un nuovo modo di condividere velocemente le esperienze con una delle funzionalità più usate degli smartphone: la macchina fotografica. A © RIPRODUZIONE RISERVATA 26 italia: 51575551575557 Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 italia: 51575551575557 27 28 italia: 51575551575557 Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 Moda 29 italia: 51575551575557 Pieghe di Gian Luigi Paracchini E Fendi trasforma il suo stilista in un pupazzo D iversi signori della moda ci hanno abituato, in un particolare afflato di narcisismo, ai loro ritratti su T-shirt, camicie, cravatte (anche boxer in qualche caso), presentati in passerella e poi messi in vendita. Ci mancava molto lo stilista in versione pupazzetto ma finalmente, per Fendi, il creativo franco-tedesco Karl Lagerfeld ha ovviato alla tremenda lacuna: eccolo comme d’habitude in camicia bianca e cravattina nera. Mancherebbero ventaglio e Coca-Cola, i due pezzi forti del suo rinomato snobismo, ma in compenso c’è la novità un po’ blasfema d’una cresta rosa-fucsia da volatile, mai percepita sul Karl reale. Il pupazzo viene mostrato trionfalmente in passerella da Cara Delevingne, modella inglese e ragazza di tendenza cara a Karl in quanto magra, cigliuta, snobissima, bisex e propensa pare a svaghi proibiti. Davvero indefinibile l’espressione della cara Cara con il Karl di pezza in mano: sicuro è invece il fatto che l’oggetto, già di culto fra le fan del maestro, finirà come charm da appendere alle borsette. Potrebbe chiamarsi Karlito e finire assieme a orsacchiotti, leoncini e altre bestioline. Il destino animalier del nuovo Lagerfeld. Charm Il pupazzo Karlito Viva la band Non sono soltanto dive, artiste e sex symbol di ogni epoca a infiammare l’ispirazione dei creatori di moda. A queste sfilate sta ricorrendo con insistenza la citazione alle groupie, quelle ragazze che vivono talmente in simbiosi con le band del loro cuore, da seguirle in tournée e magari pure in vacanza. Soprattutto un certo tipo di groupie degli anni 60-70, diventate poi famose come modelle e cantanti, tipo Marianne Faithfull e Anita Pallenberg talmente affezionate ai Rolling Stones da fidanzarsi con almeno tre o quattro quinti del gruppo. Sono state evocate da Gucci, da Blugirl e da altri, come simboli imperituri della Swinging London. E pensare che le loro madri ai tempi volevano riempirle di botte. Come un ragazzo A proposito degli Anni 60: Sylvie Vartan, moglie di Johnny Hallyday, era diventata famosa in Italia con una canzone che diceva «Come un ragazzo ho i capelli giù/porto il maglione che porti tu/e con la cinta mi tengo su i pantalon». Lei non lo sapeva ma anticipava quello che oggi è lo stile boyish, imperante fra le giovani donne. E guai a interpretarlo come una mancanza di femminilità perché non c’è niente di mascolino, tutt’altro, nello stile da ragazzo: soltanto un gioco seduttivo. Il dubbio però resta: che i nuovi ragazzi siano poco virili e dunque girlish? Segue dibattito. © RIPRODUZIONE RISERVATA Blugirl Abitini corti e svasati Just Cavalli Lo stile hippie Kristina Ti Spirito grunge Andrea Incontri L’abito fluido Il prossimo inverno Il ricordo: «Agli spettacoli di Pina Bausch le sere più belle della mia vita» Il rosso della Lola di Fassbinder Prada riscrive gli anni Settanta persino al supermercato! Penso che siano d’accordo con me molti uomini. E poi c’è che c’è meno edonismo, in giro: basta piacere, meglio piacersi». La «mission» è «possible» nel pieno rispetto delle regole impartite: oltre ai tacchi, sartorialità e comfort. Anni di riferimento, la fine dei Settanta, Blondie e Patty Smith. Il pantalone da jogging ever green persino nel tailleur gessato o nello smoking. Maglie-abiti di panno, pellicce di capra decostruite come certe architetture di Gehry. Anche Andrea Incontri pesca nell’architetto che è in lui e progetta e ricama circuiti di F1 per i capi della sua donna che va veloce e rivoluziona alcuni codici. Fra tutti quelli di tasche e zip: non più elementi d’uso, «brutti» e da «lavoro», ma iper decorativi. Così il cappottino è tutto una tasca applicata o il tubino ha una zip che è gambo di un lungo fiore. C’è tanta Firenze della nuova Just Cavalli. Il David e Santa Ma- Cappotti over, abito a sacchetto Atmosfere da teatro d’avanguardia I bagliori d’oro di Max Mara MILANO — Canta Barbara Sukova ed è facile riandare alla suggestione delle cantine, dei cinema d’essai e dei teatri underground dove negli anni 70 si «beveva» cultura tedesca. Suona l’orchestra, passano i vestiti della nuova collezione Prada e tutto sembra assimilabile a quei riferimenti: Kurt Weill, Margaret Von Trotta, Rainer Fassbinder, Pina Bausch. Nel suo «secondo atto», una performance musicale cioè dal vivo che alla collezione femminile unisce modelli maschili, Miuccia Prada ricorre a lampi del suo passato, quando pur non rinunciando mai al gusto estetico dei vestiti, frequentava quell’ambiente, confessando come le sette sere in una settimana in prima fila ad assaporare i messaggi e le idee di Pina Bausch «siano state le più belle della mia vita...». E qual è il risultato? Una trasposizione contemporanea di quello spirito che nei vestiti si ritrova innanzitutto nell’essenzialità dei capi riconducibili a quei pezzi: il cappotto over, l’abito a sacchetto, il maxi pullover, la gonna svasata o a tubo, la blusa. In materiali fintamente poveri: il montone, per esempio, che diventa lusso quando spunta (probabilmente dopo i salti mortali dell’ufficio sviluppo) a definire i contorni di un vestito di organza. Contorni: altro tema, netti e grafici, sempre segnati. Poi lo stivale di vernice con la zeppa. E il rosso, dominante, come nella Lola di Fassbinder. E ora via con il download. Da Max Mara c’è una moda didascalica che gioca su tessuti e su pesi. O sulle improvvisate, come i bagliori della pelle oro o della vernice screziata che appaiono e scompaiono a destabilizzare la classicità, per esempio, dei cappotti cammello o di tweed o di pied di poule, dei tubini di lana stretch. C’è il rispetto dei capi che hanno fatto la storia dell’eleganza senza tempo (dal tailleur al trench al caban) e l’irriverenza degli anni delle contaminazioni: lo sport, lo street syle, il tecnologico e perché no anche del rock e del punk. Due pezzi must have: i piumini di patchwork di tessuti maschile e il blazer-gilet. Chez Fendi attenti alle teste. Sibilano i droni volteggiando sulla passerella per riprendere e trasmettere uno fra i più interessanti show, così ricco e lavorato che non bastano i pochi minuti di spettacolo per cogliere ogni dettaglio: abiti scultura anatomici di visone rasato e di feltri ruvidi impreziositi da ciuffi o le gonne midi con i piccoli gilet svasati o i bolero che vanno sopra al cappotto. Un uso sconsiderato delle zip. Le reti e i tessuti tecnici che fanno da contraltare a sete e ricami Swarovski. Il lusso assoluto della doppia pelliccia. E da una atmosfera selvatica ecco per la sera stampati spazi siderali e universi stellati. E c’è pure il «Karlito», un Lagerfeld di visone formato mignon . Alla porta della maison Moschino per la prima diretta da Jeremy Scott suonano (ed entrano) Kate Perry e Rita Ora. Dire che la ressa è tanta è poco. Urla e selfie. È qui la festa? Macché, è lì, sulla passerella: fashion cooking, fast e jungle. Ecco il tailleur «McMoschino», colori (rosso e giallo) e logo (è un cuore) molto McDonalds. Così scarpe e pelliccia di visone. E per borsa? Ma un cartoccio di patatine! Jeremy Scott il visionario ci dà dentro con la «stampa valori nutrizionali»: che siano i jeans o i completi o l’abito da sposa e da gran ballo. C’è il cibo e c’è Spongebob, protagonista: «Uso il pop perché è universale e facile», spiega l’americano. E dieci pezzi sono già in vendita. Da Costume National Ennio Capasa butta giù tutte dagli stiletto: «Basta con questo stereotipo: vedo tacchi Moschino di Jeremy Scott Prada Montone rosso e forti contrasti nei colori Fendi Pelliccia ovunque: sofisticata, traforata o selvaggia Krizia Il ruggine e la maglia Costume National Il nuovo unisex sempre con le scarpe basse Max Mara Tessuti e pesi sovrapposti. Gilet e tubini in lana stretch Ports 1961 Tutto bianco. La gonna svasata e la camicia maschile ria Novella e piazza della Signoria sono «piazzati», imbrattati di colore, qua e là su pantaloni, maglie, gonne, cappotti fra un animalier e un fiore, fra chiffon e sete, velluti e pelle. Spirito libero la ragazza, sempre un po’ hippie. Che è anche il mood che si ritrova da Blugirl, solo in tinte pastello. Una groupie anni Settanta romantica all’ennesima potenza in stivali e vestitini corti e svasati. È hippy e grunge e decisamente eccentrica pure la nuova giovane donna di Kristina Ti: i pantaloni a sigaretta ma di velluto stampato fiori e imbevuto d’oro, le bretelle di paillette, il monorecchino, il cappuccio di volpe gialla. In serata la bella collezione di Ports ispirata a Charlotte Rampling e a quelli che si stanno rivelando gli anni di riferimento: i Settanta. Con le gonne midi e svasate, le camice maschili di chiffon, i trench di mongolia bianca e riccia, le stole di volpe ma aggiornati con maxi t-shirt e cappotti di lana giapponese che scolpisce la figura. A battesimo la prima borsa Ports 1961. I pezzi iconici sfilano da Krizia per i suoi 60 anni: i plissé e i bianco e neri e la maglia, in un 360 gradi che sa molto di punto e capo. Voci in platea di una vendita imminente. Bella e incisiva la collezione, come non accadeva da tempo. Paola Pollo © RIPRODUZIONE RISERVATA 30 italia: 51575551575557 Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 Moda 31 italia: 51575551575557 Le presentazioni Tendenza hippie per le lunghe maglie a trecce (adesso in cashmere) indossate con gli short e gli stivali MILANO — La moda pratica degli anni 70, quella delle ragazze che rubavano i vestiti ai loro compagni per correre più veloci verso l’emancipazione, riproposta in versione elegante. Da Woolrich il giaccone caratteristico degli eskimesi è in nylon bianco o nero con dettaglio in volpe, tono su tono. Il parka color militare che scende a uovo è realizzato in tessuto memory (dopo averlo strizzato torna perfetto), ha una chiusura ergonomica (zip diagonale), la bordatura in pelliccia e una pettorina con bavero rialzato, decisamente dark. L’eskimo con le punte dietro è foderato di coniglio Rex, il più prezioso tra i leporidi. Il marchio americano acquisito in licenza da Cristina Calori, imprenditrice che fa crescere la sua Wp Lavori in corso a due cifre, per il prossimo inverno sperimenta anche il piumino in alcantara 4 millimetri. E pure Salco cambia i connotati al piumino per renderlo un capo di lusso. Come? Decorandolo sul fondo con una cascata di paillettes degradé, o bordandolo con piume (vere e di plexiglass) o con tocchi di volpe e castoro. La piuma è anche stampata, nuovo camouflage pennuto antifreddo. Colori: blu, nero, blu, corallo e bordeaux per il bomber in lana tartan con maniche in volpe. A proposito di anni 70, Malo rilancia le maglie lunge lavorate con Il nuovo eskimo imita la pelliccia Torna il capo simbolo dei giovani, ma è prezioso Metamorfosi del decennio della contestazione la treccia a cuore, in lana cashmere bottonata. Si porta come allora: short in chevron, stivali alti e pull. Immancabile la sciarpona con frangia e il berretto. Un bel rilancio per la griffe acquisita dal gruppo Evanthe di Arezzo, dopo il crac di Ittierre. Accanto ai colori naturali ci sono il curcuma (ocra), il blu ortensia e il bordeaux. Praticità ed eleganza da portare dalla mattina al party. Basta sostituire il pull con la camicia di seta. La regola per indossare la maglia? Giocare con i volumi: pantaloni larghi, da ragazzo, con maglie un po’ corte o accostate, maglie e cap- Domani con «Io donna» Idee da mettere subito Che è speciale si vede già dalla copertina: Io donna, il «femminile» in edicola domani con il Corriere, è dedicato alle sfilate primaveraestate. Mentre in passerella scorre l’inverno prossimo, ecco dunque mille idee da mettere subito L’evento di Pomellato Sabbia L’anello della collezione Sabbia e un frame del video realizzato da Alex Tacchi Fra infanzia e isole magiche Tre corti per gli anelli icona P untare sui quei giovani talenti che hanno già fatto parlare di loro, per interpretare tre icone della gioielleria Pomellato. Nudo, Capri e Sabbia, tre collezioni storiche del marchio orafo milanese, tornano a vivere nelle short stories di Francesco Carrozzini, Pierluigi Ferrandini e Filippo Silvestris e Alex Tacchi, presentate ieri sera nella sede di via Bigli. Tre storie diverse tra di loro, a partire da quella ispirata a Nudo, reinterpretata dal milanese Francesco Carrozzini, conosciuto oltre che per i suoi short movie anche per i ritratti di personaggi come Morgan Freeman e Keith Richards. La sua storia è una parabola del Nudo È forse l’anello più conosciuto di Pomellato Al «Nudo» è dedicato il corto di Francesco Carrozzini nostro mutare continuo, quasi un Orlando di Virginia Woolf che vive il nostro tempo, ispirata dall’essenzialità della collezione Nudo, che per l’autore diventa il segno del cambiamento. L’incontro artistico tra i romani Pierluigi Ferrandini e Filippo Silvestris è avvenuto sul set di un videoclip de «Le Vibrazioni» presentati da Sergio Rubini: da allora hanno proseguito una collaborazione che li ha portati fino a «Capri». «È il viaggio nell’infanzia di una donna adulta, che torna nei luoghi dei suoi ricordi più belli, quelli che rimangono intatti nel tempo». Non è una Capri da cartolina, ma un’isola magica. «Abbiamo girato a dicembre, benedetti da due giorni di sole». Più dark e visionario è il racconto di Alex Tacchi, diplomato allo Ied in Digital Design, che orgoglioso parla di un traguardo personale. «Ho cominciato con Pomellato facendo le slide show per le presentazioni di fine anno. Girare un cortometraggio è una conquista». Per «Sabbia» è partito dal gioiello «così piccolo e prezioso» e ha proseguito seguendo il filo della narrazione. Non volevo ispirarmi banalmente alla sabbia del mare, per questo ho scelto la clessidra. «Tra gli infiniti granelli della clessidra del tempo noi siamo quelli che stanno passando ora». Il video inizia così e si avvolge intorno a un viaggio fantastico che si concluderà sulla superficie dell’anello Sabbia. Michela Proietti © RIPRODUZIONE RISERVATA pe over con legging in cashmere. Pantaloni maschili con doppie pinces e scarpe maschili anche da Fabiana Filippi, con un bel contorno di gilet portate sotto giacche e cappotti. E definisce la sua collezione «hippie chic» anche Francesca Ruffini (moglie del patron di Moncler), che lancia il brand Coast + Weber + Ahaus: fiori e disegni jacquard per capi sovrapposti, gilet passepartout, cardigan e giacchine che tagliano i volumi. L’eleganza rilassata degli anni 40 è interpretata in chiave pop dal duo Marcobologna, all’anagrafe Marco Giuliano e Nicolò Bologna, 27 e 29 anni. Colori pastellosi, rosino e verde menta per cappotti a uovo con revers grandi come quelli delle divise. Sotto, gonne a tubo con la stampa manga, sempre con un tocco di fucsia, e una camicia in twill di seta con fiocco. Cangiari arriva dalla Calabria con la sua moda sostenibile: cappotti e giacche dal taglio maschile e reversibili in lana cotta e alpaca bio con inserti patchwork (lavorati su telai a mano). La settimana della moda anima la città anche con i party. Da Loriblu, griffe marchigiana guidata dall’ex poliziotta Annarita Pilotti con il marito Graziano Cuccù, ieri sera Carlo Cracco ha cucinato per gli ospiti. Annarita intanto è fiera di aver rifatto gli amati anfibi accanto alle decolleté che hanno conquistato arabe e russe. Stasera è la volta di Gherardini che festeggia le nuove borse e la nuova boutique con Jade Jagger alla console. Maria Teresa Veneziani © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 italia: 51575551575557 Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 33 italia: 51575551575557 Tempiliberi Viaggi Benessere Food Moda Torte fatte in casa Fonte: Nielsen Nella borsa della spesa meno latte e yogurt (anche se tengono i «nuovi» gusti). E, nonostante l”aumento di prezzo, sale il consumo di burro. A influire sul trend il ritorno alle preparazioni «fatte in casa» Burro + 4,2% Yogourt -6,4% Latte fresco Design Tecnologia -4,3% Famiglia In cucina Un passato da profuga, poi il successo costruito negli Usa: la vita speciale della madre del «giudice» Joe Lidia Bastianich di MASSIMO GAGGI «Dopo Pola restammo due anni alla Risiera di San Sabba. L’America? Una festa, ma non per mio padre: è morto triste» «S ono passati più di vent’anni ma lo ricordo come fosse oggi. Ero seduta a quel tavolo lì con un cliente. Entra Joe, torna dal lavoro prima del solito. “Mamma mi sono licenziato, Wall Street non è per me. Adesso sto per un po’ qui”. Mi si strinse il cuore. Ma come, mi dissi, dopo tutti i sacrifici per farlo studiare, il Boston College, me lo ritrovo a ciondolare nel ristorante? Temevo che, mollato il posto di “trader” alla Merrill Lynch, si lasciasse andare. Perché il cattivo che vedete in “Masterchef”, nella vita quella cattiveria non ce l’ha: è soffice dentro. Ma è anche determinato, sa sempre cosa vuole, decide rapidamente. Ha assorbito nel suo carattere la grinta di noi esuli istriani e il pragmatismo che abbiamo imparato qui, in America. E infatti Joe si è rimesso subito a studiare, a esplorare. E si è inventato un nuovo “business” nella ristorazione». L’erede Joseph Bastianich detto «Joe» è nato il 17 settembre 1968, figlio di Lidia e Felice Bastianich Le radici strappate La grinta e la dolcezza della cucina italiana. I sapori come chiave del successo, catalizzatori di una vita nomade: Pola, la fuga dalla Jugoslavia di Tito, l’Italia che ti accetta ma non ti accoglie. Il periodo in un ex campo di detenzione nazista e poi l’avventura al di là dell’Atlantico: entusiasmo ma anche fatica e pena per le radici strappate, prima di arrivare al successo. Lidia Bastianich misura con lo sguardo il tavolo, carezza la tovaglia candida mentre racconta la sua vita nella penombra pomeridiana in un angolo di “Felidia”, il tempio del cibo della 57esima strada di Manhattan dal quale guida il suo impero della ristorazione: sette ristoranti da New York a Kansas City passando per il Friuli, le trasmissioni televisive nelle quali ha insegnato a cucinare a decine di milioni di americani, i libri, le linee di paste e di sughi col marchio di Lidia vendute nei supermercati, le gare in tv tra cuochi. «È cucina-spettacolo con tutte le sue esagerazioni, certo — sorride Lidia — ma ci sono dentro quei valori assoluti — passione per qualcosa e voglia di primeggiare — sui quali abbiamo costruito il nostro successo: è la lezione che abbiamo imparato qui in America, dove siamo arrivati dall’Italia senza nulla». Una lezione che trasmette a figli e nipoti e che cerca di far filtrare anche quando va nelle scuole, come pochi giorni fa nel Bronx dove è andata a portare un po’ di cultura italiana a 300 alunni delle elementari. O nella trasmis- Felidia L’insegna del ristorante: Felice + Lidia = Felidia La risiera La risiera di San Sabba, campo di sterminio nazista a Trieste sione che inizierà tra qualche settimana in Italia, “Junior Masterchef” su Sky1: «Cuochi ragazzini, ma vedesse che bravura e che determinazione!» Lidia ha più volte smontato e ricostruito la sua vita, sempre attorno a un rettangolo di legno: la tavola come àncora di un’esistenza vissuta al galoppo tra l’inebriante sapore del successo e il dolore degli affetti perduti. «Degli anni dell’infanzia a Pola ricordo soprattutto i momenti di gioia che erano quelli delle riunioni familiari attorno a un tavolo. Poi la fuga da un Paese che non ci voleva più, ma anche a Trieste fu dura. Per un po’ fummo ospiti di una zia, cercando di ricostruire la nostra vita attorno alla sua tavola. Ma non c’era lavoro, non potevamo restare. Chiedemmo asilo in America come profughi. Ce ne andammo alla Risiera di San Sabba, un ex campo di concentramento. I due anni più duri. Ancora davanti ai miei occhi. Tutti in fila per la razione quotidiana: prosciutto cotto, un formaggino, una mela. E anche lì la tavola — i lunghi tavoli della mensa — come unico luogo di socializzazione. Il luogo del calore e dei sorrisi: davanti a quel cibo, povero ma benedetto». Poi lo sbarco in America: «C’era lavoro per i grandi e per noi ragazzini era un mondo nuovo, affascinante: una festa. Ma per papà e mamma no: a volte la sera li sentivamo piangere sommessamente. Mia madre, Erminia, alla fine si è ambientata. Mio padre mai: è morto triste. Noi figli ci siamo dati da fare soprattutto per convincerli che avevano fatto la scelta giusta, venendo in America. Che qui saremmo riusciti a costruire qualcosa». La separazione A 14 anni Lidia Matticchio già lavora per un fornaio di Astoria, il padre di Christopher Walken. Poi va a lavorare in un ristorante italiano. A 16 anni incontra un altro emigrato dall’Istria, Felice Bastianich, che diventerà suo marito. Felice e Lidia, “Felidia”. Un lungo sodalizio, due figli, finito in separazione: un uomo buono ma senza la grinta, la determinazione della moglie. «Ci è rimasto vicino» racconta ancora Lidia, «ma non condivideva il mio accanimento, la dedizione totale al lavoro. Non era un uomo duro, aveva un temperamento artistico, suonava la fisarmonica. Qui non stava bene, volle rientrare in Istria. Ma anche lì non aveva più radici. È tornato a New York, veniva sempre a trovarci nei giorni di festa, fino a quando è morto, due anni fa». Già, i giorni di festa: quelli in cui l’impero Bastianich torna a essere famiglia con Lidia che riunisce figli e nipoti nella casa di Little Neck Bay a Long Island. La grande cucina che durante la settimana si trasforma in studio televisivo, la sala da pranzo dove si mangia e si coltiva il senso di appartenenza. E, nel retro, l’orto curato da nonna Erminia che a 93 anni, racconta Lidia, «esce a piantare il radic- In cucina Lidia Matticchio Bastianich (Pola, 21 febbraio 1947) in cucina. La chef italiana vive negli Stati Uniti dal 1958. Nel 1971, insieme con il marito Felice (detto Felix) si è messa in proprio aprendo il primo ristorante di quello che poi è diventato un impero gastronomico: il piccolo ristorante italiano «Buonavia» a Forest Hills, nel Queens ❜❜ Mio figlio e i sacrifici chio zuccherino e a legare le piante di pomodori». Cucina gli stessi piatti che offre ai clienti dei suoi ristoranti? «Gli ingredienti vengono dal nostro orto, ma la filosofia è quella: ingredienti semplici, di stagione, un tocco di personalità con le spezie giuste, ma senza la pretesa di inventare chissà cosa». Vent’anni fa Joe mi disse: Wall Street non è per me, mi sono licenziato. Pensai: ma Il complimento più bello Il complimento più bello ricevuto? «Da pacome, dopo tutti i sacrifici... ❜❜ Io, Felice e «Felidia» Con mio marito Felice creammo Felidia. Non era un uomo duro, non condivideva il mio accanimento ❜❜ La schiuma di pesce Innovare va bene, ma le invenzioni forzate, no. Non maciullo un pesce per trasformarlo in schiuma pa Benedetto XVI. Quando venne a New York, mi chiamarono: “Dovrai cucinare per lui”. Ero emozionatissima. Corsi a dirlo a mia madre. Rispose: “Il pontefice? Bene. E poi per chi altro cucini?” Preparai crauti, spätzle e strudel, specialità con le quali ho preso confidenza nei viaggi gastronomici su è giù per l’Italia, dalla cucina siciliana a quella tirolese. È la varietà, la ricchezza dell’Italia. Ed è stata la chiave del mio successo qui in America. Funzionò anche con papa Ratzinger: non esclamò “che buono” ma mangiò tutto e alla fine mi disse che aveva risentito i sapori della cucina di sua madre che, mi rivelò, era una gran cuoca. Ma io lo sapevo, mi ero documentata. Ed erano proprio quei sapori che volevo evocare». Niente cucina molecolare da queste parti... «No, no, innovare un po’ va bene, ma le invenzioni forzate, no: io non maciullo un pesce per trasformarlo in schiuma. Se punti tutto sull’invenzione il cliente pretende cose sempre radicalmente nuove, lo devi stupire: una corsa senza fine». © RIPRODUZIONE RISERVATA 34 Tempi liberi Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Viaggi la formula Lungo raggio Itinerari fuori dai circuiti tradizionali sulle orme di specie insolite e rare Gorilla, balene e arpie Gli altri safari Itinerari d’arte Alla scoperta dei nostri MoMa sconosciuti Il MAXXI e il Macro a Roma, nel quartiere Testaccio (sopra con le opere di Marco Tirelli), la Fondazione Pastificio Cerere e l’Accademia Francese «Villa Medici». Oppure a Firenze il Museo Marino Marini, il Castello di Ama, il centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci. Perché snobbiamo la nostra arte contemporanea se a Londra visitiamo la Tate e a New York ci mettiamo in coda al MoMa? Se lo è chiesto Caterina Biagiotti, direttrice della Fondazione Biagiotti Progetto Arte, fondazione senza scopo di lucro creata per promuovere giovani artisti italiani e internazionali. Sull’onda di questo pensiero ha deciso di promuovere il pacchetto «Art Unveiled in Italy» per avvicinare i turisti ai musei e alle collezioni dedicate all’arte contemporanea (www.artunveiledinitaly.com). Gli itinerari, riservati agli ospiti degli Hotel St. Regis di Roma e Firenze, possono essere combinati o personalizzati: per ogni destinazione e per ogni gruppo vengono organizzati tour nei principali musei e fondazioni, arricchiti da incontri con curatori e galleristi e con visite a studi d’artista. I pacchetti offrono anche un curioso fuori programma: la partecipazione a cene private ospitate nei musei, nelle case di importanti collezionisti e in fondazioni d’arte contemporanea. Il mecenatismo è il filo rosso del progetto: tutti i compensi per le visite vengono destinati alla Fondazione per la promozione di residenze artistiche e di mostre di giovani talenti. Nutrito anche l’elenco delle gallerie: Monitor, il Magazzino d’arte Moderna, Lorcan O’Neill, Ex Elettronica e molte altre. Dettaglio da segnare: il pacchetto Art Unveiled è prenotabile con minimo 14 giorni di anticipo. M. Pro. © RIPRODUZIONE RISERVATA Oranghi e mini elefanti: rotte diverse per incontrare animali diversi Il paese centroamericano ce t oa e ca o offre o e l’occasione di avvistare avvis vvistare migliaia di d uccelli rari fra cui cu l’aquila arpia La L costa coosta sta taa meridionale mer m meridio idionale idio nale del paese paese a maggio è il luogo m luog ideale id l per l’avvistamento di civette e gufi di grandi dimensioni come la grande civetta grigia C apovolgete le considerazioni che vi fanno scegliere una certa meta e, per una volta, lasciate che siano gli animali a decidere il vostro prossimo viaggio. Non partite per gli avvistamenti dei Big Five (leone, leopardo, elefante, rinoceronte e bufalo) nelle savane africane ma preparate la vacanza in funzione degli esemplari selvaggi che potrete incontrare: i gorilla di montagna in Uganda, gli elefanti pigmei e gli oranghi in Borneo o le balene in Baja California. Privilegiando gli «altri safari», quelli non codificati nei parchi africani, si possono scoprire zone fuori dagli itinerari più turistici come un piccola e incontaminata penisola in Costarica o la costa occidentale della Finlandia. Si può anche cercare in cielo e avvistare così la misteriosa aquila arpia che vive nella giungla del paese centroamericano. Uganda, l’incontro con i gorilla Il trekking non è proibitivo ma può essere impegnativo, i costi non sono abbordabili e tuttavia l’incontro è un’esperienza imperdibile. I gorilla di montagna vivono in una vasta foresta a cavallo di Uganda e Congo. Dal versante ugandese si raggiunge il Bwindi Impenetrable National Park che ospita circa 300 esemplari dei rarissimi gorilla che, pur in assoluta libertà, vengono monitorati da ranger e scienziati. Dalla base dei ranger si cammina per alcune ore (www.bwindiforestnationalpark.com) in gruppi di 8/10 persone al massimo. Tante le possibilità di pernottamento segnalate dal sito del parco. Le soluzioni più economiche si trovano nella cittadina di Kasese, le più costose all’interno della riserva (bwindiforestnationalpark.com/safari-lodges.html). Una curiosità: il primo gruppo di gorilla incontrato dai visitatori fu la «famiglia» Mubare nel 1993 (ogni gruppo viene «battezzato» dai ricercatori). I permessi giornalieri (con la quasi certezza di vedere i gorilla ma in caso negativo non è previsto il rimborso) costano 600 dollari e 350 in bassa stagione (aprile maggio e novembre); è un viaggio da «una volta nella vita», al cospetto dei lontani progenitori. E gli scimpanzé suonano il «tam tam» Nella riserva di Budongo, a un’ora d’auto dal Murchinson Falls Park (www.murchisonfallsnationalpark.com) nel centro dell’Uganda, si può tentare un incontro con gli scimpanzè; si pernotta al Paraa Logde (www.paraalodge.com). I ranger portano due o tre persone al massimo alla ricerca dei primati che possono sorprendere il turista battendo le radici dei baobab come se fossero un tam tam o con il loro amorevole accudimento dei piccoli. Da segnalare l’altissima professionalità dei ranger ugandesi «narratori» in prima persona dei loro parchi. Whalewatching, Messico e Sudafrica Quindici metri e 45 tonnellate che scivolano a pelo d’acqua o si lanciano in acrobazie per i whalewatchers più fortunati. La Baja California è uno dei santuari per le balene più visitati del mondo insieme al Sudafrica. A poche miglia al largo della penisola della Baja California (che appartiene al Messico e lo separa dall’Oceano Pacifico) si trovano le acque predilette(da gennaio a marzo) dalle balenottere azzurre. Le balene, migrano dall’Alaska per accoppiarsi e partorire qui. Le possibilità di avvistamento sono altissime, visto che in un braccio di mare relativamente ridotto convergono ben 15mila esemplari. Arrivano invece dal Polo Sud le balene che si possono osservare (anche da terra) nella sudafricana Hermanus Bay (www.hermanus.co.za). Il WWF ha riconosciuto la riserva come uno dei 12 migliori luoghi al mondo per l'avvistamento. Si Baja California (Messico) Il «Bwindi Impenetrable Forest» è la zona protetta dove «incontrare» gli impressionanti gorilla di montagna Costarica Solo qui, i lemuri del Madagascar Il film «Madagascar» ha fra i suoi co-protagonisti gli ironici lemuri King Julian e il sodale Maurice. I disegnatori della Pixar avranno studiato da vicino gli originali, i mammiferi endemici del Madagascar: sono 71 i tipi che si trovano allo stato selvaggio in quasi tutte le zone del paese; alcune varianti come gli Aye Aye sono a rischio di estinzione sia a causa delle deforestazione sia a causa di credenze popolari. Per i locali i lemuri aye aye portano sfortuna e vengono quindi sistematica- possono percorrere dodici chilometri lungo un sentiero con vista Oceano o noleggiare una barca per un eco-tour (www.hermanus-whale-cruises.co.za). Numerosi e di qualità i B&B dove pernottare (web.hermanus.co.za/7karensplace) come il 7 Karen Place. Hermanus si trova nella regione del Western Cape e si raggiunge in due ore dall’aeroporto di Città del Capo. Anche vicino alle coste liguri e sarde c’è un santuario (www.santuariodeicetacei.com), compreso nel territorio francese, monegasco e italiano che va da Punta Escampobariou (vicino a Tolone) a Capo Falcone (Sardegna), fino a toccare le coste liguri e toscane. Corto raggio A un’ora da Venezia: Palladio e la «Marca» B orghi e cittadine signorili, osterie e colline pettinate dai filari di glera, il vitigno da cui si ricavano le celebri bollicine venete. Quello della marca trevigiana, a nord di Venezia, è un paesaggio contadino lontanissimo dall’opulenza della Serenissima. Eppure, da quando la città consolidò in terraferma le ricchezze ottenute con i traffici «da mar», è considerato il suo «giardino». Per chi avesse voglia di seguire l’eco remota delle feste dei patrizi veneziani che da Venezia sciamavano nelle dimore di campagna poco disposti ad annoiarsi anche lontano dai palazzi sul Canal Grande, basta un’ora di macchina per raggiungere Conegliano (A27 per Treviso) e, da qui, in una ventina di chilometri, cantine e abbazie straordinarie. Da 200 anni le colline tra Conegliano e Valdobbiadene sono la patria del prosecco, protagonista del festival Vino in villa (terzo weekend di maggio, www.prosecco.it) di San Salvatore di Susegana, tra le mura del castello in cima a un il giardino della Serenissima Lungo la A27 per Treviso si raggiunge Conegliano, patria del prosecco, dove poter effettuare degustazioni in cantine che sono esse stesse dei luoghi da visitare Villa Barbaro a Maser È uno dei capolavori di Andrea Palladio, con sale affrescate da Paolo Veronese e una cantina storica che produce vini di pregio. Vicine, la Pieve del XIII secolo e l’Abbazia di Follina: severa e isolata, sorprende per la magnificenza colle panoramico. Per degustazioni in cantina, Villa Sandi, dimora in stile palladiano a Crocetta di Montello, è il posto giusto. Nell’azienda vitivinicola si gusta un ottimo prosecco e nella vicina Locanda Sandi si può dormire (tel. 0423.665033, www.villasandi.it). Ma il prezioso Docg vanta anche la più antica strada del vino italiana: poco più di 100 chilometri che partono simbolicamente dall’Istituto Enologico Cerletti di Conegliano, prima scuola enologica d’Italia (è del 1876) dove si scopre una magnifica bottega del vino affrescata (www.scuolaenologica.it). La visita colta? A Villa Barbaro a Maser (via Cornuda, www. villadimaser.it), uno dei capolavori di Andrea Palladio, con le sale affrescate da Paolo Veronese e una cantina storica da dove escono vini di pregio. Per mangiare con vista sulle colline c’è Ca’ del Poggio (www.cadelpoggio.it) a San Pietro di Feletto, alle spalle di Conegliano. La Pieve del XIII secolo, di origine longobarda e in puro stile Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 Tempi liberi 35 italia: 51575551575557 Nuovi orizzonti Il successo dei viaggi «maturi» Per chi ha visto tutto Turisti non per caso, ecco le mete giuste Caccia ai luoghi non convenzionali inseguendo arte e paradisi naturali Si trova solo qui. Il lemure prende il suo nome dagli spiriti notturni della mitologia romana per le sue abitudini «by night» Le balene grigie arrivano in Baja California da dicembre ad aprile. In Sudafrica il periodo migliore va da settembre in poi V Finlandia Uganda Borneo (Malesia, Indonesia e Brunei) Le fitte foreste del Borneo ospitano sia i più piccoli elefanti del mondo sia gli «espressivi» orangutani Madagascar Sudafrica mente uccisi. Fra le riserve dove avvistare i lemuri (11 varietà) c’è l’Andasibe-Mantadia Park nella regione di Mangoro nel Madagascar orientale (www.parcs-madagascar.com). Il sito nazionale parchi è ricco di informazioni ed è on line anche in italiano. Costa Rica, il più grande rapace del mondo Il National Geographic l’ha definito il luogo a più alto tasso di biodiversità della Terra. E’ il parco nazionale Corcovado, l’ultima grande area di foresta pluviale affacciata sul Pacifico in Centroamerica. Qui si fanno incontri unici al mondo, dal tapiro di Baird romanico, è vicina, così come l’Abbazia di Follina: imponente, severa e isolata, rispetta nella sua misurata solennità lo spirito monastico ma sorprende per la magnificenza del chiostro duecentesco. È invece un paesaggio d’acqua attraverso la laguna veneta, tra barene e casoni, quello che si spalanca agli occhi di chi, da Venezia, punta a sud e raggiunge Chioggia via mare (da Piazza San Marco al Lido con il vaporetto 1, poi dal Lido a Pellestrina con l’autobus linea 11, www.actv.it, ma anche via terra da Piazzale Roma con autobus 80). La «piccola Venezia» riflette ovunque l’origine di borgo marinaro, persino nella forma: una lisca di pesce centrata sul Canale della Vena con le calli e le case dai colori squillanti. Nel porto, tra l’allegro via vai di bragozzi, topi e bragagne (le imbarcazioni locali), i marinai sfoggiano il bottino della giornata: vongole, anguille e calamari. Come a Venezia, il vino e il buon cibo non mancano mai (entrate al Ristorante Mano Amica, tel. 041.401721). Nelle calli care al Goldoni , che qui abitò a Palazzo Poli, le «baruffe chiozzotte» riecheggiano ancora. Carlotta Lombardo © RIPRODUZIONE RISERVATA In pratica UGANDA Kampala, la capitale dell'Uganda è servita da Qatar, Egypt Air e Turkish airlines con prezzi a partire da 660 euro per un volo con partenza da Milano Malpensa o Roma Fiumicino (a/r 1/7 -30/7). A Kampala si può pernottare all'elegante Serena Hotel (serenahotels.com) o al B&B Apricot (apricotguesthouse.org) Da Kampala molti tour operator organizzano gli spostamenti per Bwindi e le Murchinson Falls fra cui Nature Link Safari (www.naturelinksafaris.c o.ug) compresi i permessi per visitare le zone dei gorilla. COSTA RICA San José, capitale della Costa Rica, è collegata a Milano e Roma da Lufthansa (via New York) , United e Iberia con tariffe a/r (partenza 1/7 rientro 30/7) da circa 820 euro. Da San José si raggiunge Osa (Puntarenas) con i bus locali o con un'auto a noleggio; le strade sono in buone condizioni e si percorrono i 220 chilometri in circa tre ore e mezzo. al formichiere gigante all’affascinante aquila arpia, il più grande rapace del mondo. Il Corcovado Park occupa la penisola di Osa e proprio il suo relativo isolamento ha favorito la conservazione di specie rare. A poca distanza da qui si può pernottare in strutture fra il mare e la giungla (drakeview.com) come l’Osa Mirador e il Vista Drake Lodge che organizzano anche le spedizioni di birdwatching. Birdwatching in Europa La bussola per gli amanti degli avvistamenti di rapaci e uccelli rari è Birdpal.org con indicazioni per le riserve con un’area dove gli appassionati possono segnalare le loro esperienze collegandosi a blog dedicati. In Europa alcune delle zone più ricche e meno visitate si trovano sulla costa occidentale finlandese nei dintorni di Oulu (www.visitfinland.com anche in italiano). Qui si concentrano decine di specie rare; maggio è il periodo propizio per avvistare la grande civetta grigia e la rarissima civetta delle nevi che in primavera si riproducono. Molte le specie legate all’ambiente artico come la ghiandaia siberiana, in un contesto che alterna la tundra alle coste rocciose. Borneo, oranghi ed elefanti pigmei E’ una delle aree più incontaminate del Pianeta e ospita centinaia di animali endemici. Fra questi gli elefanti pigmei e gli oranghi. La parte malese dell’isola (le altre sono sotto il Brunei e l’indonesiana Kalimatan), il Borneo, è divisa fra Sabah e Sarawah le zone di cui Emilio Salgari scrisse e che non visitò mai. Nel Sabah (in lingua locale «terra al di sotto del vento») la foresta pluviale è il solo habitat al mondo in cui vive l’orangutan oltre a essere rifugio dell’elefante pigmeo. Quest’ultimo, in poche centinaia di esemplari, vive nella Danum Valley e gli avvistamenti, anche se non facili (www.turismomalesia.it) sono possibili. Più facile l’incontro con l’orango del Borneo a patto di scegliere un itinerario accompagnati da guide come quello che porta al Sukau Rainforest Lodge. Si visita lo Sepilog Orang Utang Rehabilitation Centre per vedere i primati nel loro habitat naturale. iaggiano senza figli (a volte perché sono già grandi), hanno un’età compresa tra i 45 e i 60 anni, una cultura alta e la passione per l’avventura. Ecco l’identikit del viaggiatore «maturo», dove l’aggettivo non è (solo) un riferimento all’età, ma all’esperienza. «Hanno già visto tutto, sono stati in Messico, negli Stati Uniti, in Giappone e alle Maldive. Hanno fatto del viaggio una filosofia di vita e arrivati a un certo punto vogliono qualcosa di più», dice Maurizio Levi, tour operator nel settore dei viaggi non convenzionali (www.viaggilevi.com). Il motto del suo catalogo è «alla scoperta dell’insolito», con tour in Uzbekistan, Ghana (la vera novità dell’anno) e Turkmenistan. «Mentre la Francia già negli anni 70 esplorava i deserti, noi abbiamo iniziato vent’anni dopo: oggi sono più o meno 4000 i viaggiatori che annualmente viaggiano secondo questa formula». Tra le mete preferite c’è il Ladakh, in India, dove è impossibile trovare hotel di lusso ma si viene ricompensati dall’autenticità dei paesaggi. O l’altopiano del Panir, in Tagikistan, dove si dorme nelle case del villaggio. Oasi vicine Non c’è bisogno di andare dall’altra parte del mondo per fare un viaggio inconsueto. «Una meta vicina è la Tunisia, ma evitando i turistici Djerba o Hammamet. I nostri itinerari propongono i villaggi di dune in 4 per 4, le notti nelle case granaio dei villaggi berberi o in tenda». Con qualche ora in più di volo si arriva in Oman. «Qui attraversiamo la penisola arabica da Muscat a Salalah, con dune rosse di 300 metri: nel deserto non si va per vedere, ma per “sentire”, come spiegava bene Laurent Alain nel suo libro “Sapore di deserto”». Sorpresa donne La prossima partenza sarà tra una settimana, destinazione deserto del Ciad. «Più di due settimane tra grandiose formazioni di roccia e laghi, con i cellulari connessi solo per due giorni: avremo con noi un satellitare per le emergenze e i partecipanti saranno per la maggioranza donne». L’identikit del viaggiatore maturo regala anche questa sorpresa: le donne sono il 65 per cento, spesso single, perché il loro compagno è un po’ pigro. I prezzi sono mediamente alti, ma si possono tenere d’occhio le offerte: adesso si parte il 14 marzo per la Baja California (2110 più spese 550, 11 giorni) con uno sconto di 370 euro. «Si usano i fuoristrada per andare tra cactus giganti, cittadine minerarie, straordinarie missioni gesuitiche e la Sierra Tarahumara». L’avventura (comoda) Paesaggi selvaggi ma letti king-size: Palais Namaskar a Marrakech è l’indirizzo per chi cerca un nuovo modo, taylor made, di vivere il Marocco al netto dalla spartana essenzialità: le escursioni sono personalizzate e prevedono più giorni nei villaggi berberi sui monti dell’Atlante e giri in mongolfiera (www.palaisnamaskar.com). Gli adventure resorts di COMO propongono diverse offerte anche a secondo della preparazione fisica dell’ospite, con diversi itinerari tra cui il Bhutan. Tagliato su misura per gli sportivi è il pacchetto last minute per la Prima Maratona Internazionale del Bhutan che si terrà domenica. Nelle due strutture Uma by COMO di Paro e Punakha è compreso l’allenamento con sessioni di training dedicate all’acclimatazione, yoga e recupero post competizione (www.comohotels.com). Il giro del mondo Per chi ama le lunghe tratte, dal 19 aprile al 3 maggio, dopo una sosta a Buenos Aires, si va a Salta alla scoperta del paesaggio andino: un susseguirsi paesini arroccati come Cachi, Cafayate, Selectas. Poi si prosegue per Uyuni, la città alle porte del deserto di sale più grande al mondo, il Salar de Uyuni: a Colchani si soggiorna anche in un hotel fatto di sale (Viaggigiovani.it). Per chi ha visto davvero tutto, ma ha voglia di un «ripasso» generale, c’è il giro del mondo organizzato da Four Seasons: 23 giorni e 10 destinazioni, partendo da Los Angeles per finire a Londra(www.fourseasons.com). Tra le escursioni, anche esperienze da vivere almeno una volta nella vita, come la visita di due dei più grandi vulcani attivi al mondo alle Hawaii, i Giardini di Corallo nel Sud Pacifico, Ayers Rock, Elephant Cave a Bali, il Taj Mahal di Agra e il museo di Gandhi. Fabrizio Guglielmini Michela Proietti © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Verso l’insolito Dall’alto, un paesaggio tipico del Bhutan: qui domenica si corre la prima maratona del Paese; l’isola di Bora Bora, una delle mete del giro del mondo in 23 giorni organizzato da Four Seasons; il deserto di sale degli altipiani andini: è una delle mete del viaggio che esplora l’Argentina inconsueta. Sopra le reti dei pescatori in Oman: l’itinerario prevede la traversata del deserto della penisola arabica, da Muscat a Salalah 36 Tempi liberi Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Viaggi a medio raggio La mappa pa RUSSIA FINLANDIA Helsinki San Pietrobu Pietroburgo b rgo bu ESTONIA LETTONIA R U S S I A Mosca ITUANIA CDS L’idea Weekend da top model Trucco e foto nei Grigioni Corso da modella e di portamento in hotel, ovvero come rendere produttivo un «lazy weekend». Il Tschuggen Grand Hotel di Arosa (www.tschuggen.ch), in Svizzera, ha arruolato niente poco di meno che Kristina Joksimovik, la trainer professionista che insegna alle aspiranti Miss Svizzera come camminare su una passerella. L’obiettivo è svelare alle ospiti dell’hotel dei Grigioni tutti i trucchi non solo per camminare fluidamente sui tacchi ma anche per prepararsi a un casting da modella. Con l’offerta «Catwalking training @ The Tschuggen» la coach insegnerà alle partecipanti ad andare spedite sui tacchi alti, anche correndo. E non è finita: oltre alla camminata si parlerà di portamento, di come stare sedute, di come togliersi in modo elegante giacche e blazer così come assumere le migliori pose per farsi fotografare. Il workshop di catwalking, gratuito per tutte le ospiti dell’hotel, avrà luogo il 7 marzo, alle 16 e alle 19 (durata 90 minuti). Per chi vuole addentrarsi nella professione di modella, c’è anche la possibilità di partecipare al «Tschuggen Next Top Model», un servizio fotografico professionale con tanto di «trucco e parrucco», gli outfit preferiti del proprio guardaroba e un fotografo professionista a disposizione per 10 scatti d’autore che saranno salvati su un cd. L’emozione del backstage, con phon roventi e becchi d’oca tra i capelli, è garantita dal team di hairstylist che proporrà alle aspiranti modelle il look del momento: le trecce. Nel «Braid Bar» i parrucchieri professionisti proporranno alcuni look con tema «treccia» perfetti per ogni occasione: matrimonio, festa in famiglia, una cena romantica o per essere semplicemente alla moda. E l’accompagnatore della futura modella? Potrà rilassarsi, lui sì, nell’area wellness, una delle più grandi d’Europa con vista sulle montagne svizzere (foto). M. Pro. © RIPRODUZIONE RISERVATA Energia futurista Project Quarter, in un'ex villa del XVIII secolo, ospita festival, concerti e negozi di seconda mano di designer russi C’era una volta La seconda giovinezza della città più simpatica di Russia. Si mangia tardi come a Madrid e si beve tè come a Londra Un’isola riciclata e l’avanguardia Rivoluzione a San Pietroburgo I l cielo in una steppa. San Pietroburgo è la città simpatica per antonomasia di Russia. Orgogliosamente vissuta come paese rispetto al caos calmo della capitale. Chiamata confidenzialmente «Piter» sia dai giovani ricchi che parlano un perfetto inglese che da quelli che hanno imparato a comunicare grazie al traduttore del loro iPhone falso. Una città che non ha nessuna paura di reinventarsi. Si mangia tardi come in Spagna ma si fa l’aperitivo col tè (verde) come in Inghilterra. Ha aperto un centro fitness nel vascello Flying Dutch ed è diventata la capitale gourmand di Russia grazie a giovani chef che fanno spesa di pesce al mercato Kuznechny e la reinventano come da Teplo (v-teple.ru), ristorante salotto davanti al camino. Il primo Four Seasons di Russia, appena inaugurato in un palazzo reale dell’800 (fourseasons.com/stpetersburg), dal mese prossimo ospiterà una spa olistica, una rivoluzione per i russi, da sempre abituati a frustarsi con rami di betulla nella banya, il tradizionale bagno a vapore. All’interno è già un cult Sintoho, il miglior sushi di scampi dell’est Europa (a San Pietroburgo il consumo pro capite di sushi è più alto che a Tokyo). Siamo alla fine (o inizio) della Prospettiva Nevsky, cinque chilometri di vita vissuta in cui non manca niente. La città della luna di miele di Tchaikovsky resta una città elegante, dove il balletto è sacro e il teatro Mariinsky la sua mecca sulle punte. Dopo aver fatto tappa al Cafè Idiot (idiotspb.com), dove Dostoevskij mangiava trote alla griglia o da Botanika, vegetariano del momento, coppie di fidanzati arrivano per mano con la tenuta delle grandi occasioni e anticipo più che accademico. La rinascita dell’arte contemporanea invece non è solo il frutto del mare di rubli investiti da Putin, figlio non orgogliosamente riconosciuto della città. Il fermento passa soprattutto da posti come New Holland: come l’ex porto militare è diventato simbolo di una nuova filosofia (anche) sociale Erarta (erarta.com), la galleria privata più grande del Paese. Pure le spose fresche di matrimonio passano per farci le foto. Aperta tre anni fa, diretta da una donna, ospita concerti e esibizioni. Nel 2009 ha inaugurato in un’ex fabbrica di malto anche Rizzordi (rizzordi.org), una fondazione che si batte per sostenere le giovani avanguardie russe nella conquista del (resto) del mondo. Fino a qualche anno fa si preferiva tirar su edifici, oggi si riciclano spazi. Un’ex manifattura dell’800 è diventato Tkachi (tkachi.com), ritrovo hipster su cinque piani, un po’ ufficio co-working, atelier e scuola di L’omaggio dello scrittore ❜❜ Dostoevskij Sono belle le notti di San Pietroburgo, dove vivono strani uomini, i sognatori Sopra, il Loft Etagi, 3 mila metri in un ex panificio che ospita concerti e due gallerie d’arte all’ultimo piano. A sinistra, il Rizzordi inaugurato nel 2009, 4 mila metri quadri in un’ex fabbrica di malto: una fondazione che si batte per sostenere le giovani avanguardie russe nella conquista del (resto) del mondo. musica. Loft Etagi (loftprojectetagi.ru), 3 mila metri in un ex panificio ospita concerti e all’ultimo piano gallerie d’arte. Project Quarter ha tutta la fatiscente magia della Russia che fu, ma con u n’ e n e r g i a f u t u r i s t a . Z i f e r b l a t (nevsky81.ziferblat.net) è un’associazione culturale con divani carichi di libri e tavoli con scacchiere disegnate per ingannare la pausa del tè. La rivoluzione, in più, dorme poco. Si passa da piccoli club da dj set come Druzhba a vie come Dumskaya con un locale ogni cinque metri. La città dei teatri oggi è soprattutto il cuore di palchi dove sperimentare. Skorohod (skorohod.me), ex magazzino di scarpe da bambino, organizza le migliori performance di teatro e danze indie vietate ai minori di 21 anni. Soffitti alti, divani neri, un eterno bancone bianco. Chi viene in un posto del genere lo spiega la sua art director Tatyana Priyatkina: «Gente che non andrebbe mai in un teatro tradizionale perché preferisce giocare a frisbee a New Holland». Ovvero l’isola da dove è partita la rivoluzione architettonica (newhollandsp.ru): là dove c’era l’erba, ma anche rifiuti e le rovine dell’ex porto militare, ora c’è un quartiere dove fare yoga, giocare a ping-pong, comprare cibi bio o prendere in prestito romanzi nell’unica biblioteca in cui nessuno chiede poi di restituirli. L’isola era chiusa da 300 anni, oggi è il simbolo di una nuova filosofia sociale che ha portato ad aprire posti come il Taiga (space-taiga.org), che una colletta di utopisti ha trasformato da rudere in uno spazio con un ostello in salsa nordica, un negozio di chitarre, officina di bici e una scuola di inglese per stare al passo coi tempi. Forse sono andati oltre al loro sogno migliore. Stefano Landi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 Tempi liberi 37 italia: 51575551575557 Sapori & amori Scorribande Lardo di patanegra e mosto cotto, carbonara, pizzaiola reinterpretata: i sapori della tradizione Dove si mangia bene a Roma Pipero, una fabbrica di stelle di Corinna De Cesare I segreti della polenta, dal paiolo a Rachida di ROBERTO PERRONE I l Rex in via Torino è diventato il mio hotel di riferimento a Roma. È un piccolo albergo nella zona della stazione Termini. All’esterno non dice nulla, ma dentro si rivela intrigante con quel misto di arredamento fané e/o vintage, caratterizzato da vecchi computer Apple che spuntano un po’ dovunque. Mentirei però, se non dicessi che la prima volta sono arrivato qui seguendo il profumo delle testimonianze sul ristorante che sta appena a destra della hall, Pipero al Rex, dove ora mi accomodo ogni volta che arrivo nella Capitale. Sembra un nome inventato e invece si tratta proprio del nome del patron, Alessandro Pipero da Albano. Sebbene abbia conquistato ormai Roma con i suoi pochi e sempre occupati coperti, Pipero arriva al mat- La lista a quattro mani Con Alessandro abbiamo stilato questa lista di ristoranti: ecco la mappa della città che ci piace Fritta o con il ragù, con funghi o pesce. La polenta è uno di quei piatti dalle mille varianti per cui ognuno saprebbe raccontare il proprio segreto per cucinarla al meglio. «Non allontanarsi, starle vicino, non abbandonarla» l’aforisma di Rachida a Masterchef, che in pochi minuti e con un piatto solo è riuscita a far indignare i bergamaschi, i bresciani, i veneti e i friulani per i quali servirebbe almeno un’ora per «girarla». Che la facciate con il paiolo o senza, seguendo la ricetta tradizionale oppure usando l’istantanea, la polenta sarà la protagonista della gallery di questa settimana di Foodstagram, la rubrica del Canale Cucina di Corriere.it in cui raccogliamo le fotoricette dei lettori. Come quella di Laura Tedeschi che ha preparato una fantasiosa polenta con fegatini di pollo flambé sistemandola nel piatto come un bel sole giallo. O come Daniela Menchise, lucana felicemente adottata da Bologna, che ha realizzato delle polentine con pomodorini e ricotta seguendo una ricetta di Gordon Ramsay. Mary Capozzi, insegnante di matematica che vive a Boston, ha preparato invece una classica polenta gratinata alleggerita da verdure di campagna. Mandateci la vostra polenta via mail ([email protected]) oppure condividete le foto/ricette usando l’hashtag #fotoincucina. corinnadecesare © RIPRODUZIONE RISERVATA tino e riparte la sera. Nella sua cucina opera un giovane e brillante chef, Luciano Monosilio, che pare uscito, per l’aspetto, dai Tre Moschettieri. E Pipero, in questo senso, è come il signore di Treville, capitano dei moschettieri, un abile addestratore, valorizzatore di talenti. Prima di Luciano, stella 2013, da lui si sono svezzati Danilo Ciavattini, dell’enoteca La Torre (Hotel Villa Laetitia) e Roy Caceres del Metamorfosi, entrambi premiati dalla Michelin. È una specie di rabdomante, Pipero, che non trova l’acqua, ma il talento. «I ragazzi li devi motivare non con i soldi, ma con la passione». Scoprire il talento non è facile. Pipero ha fatto la scuola alberghiera («ho pensato che almeno si mangiava») poi le esperienze che gli occorrevano, tra cui sei anni a Labico con Antonello Colonna, infine ha aperto il suo ristorante ad Albano. Dall’ottobre del 2011 è sbarcato a Roma. Però tiene ancora casa nella sua cittadina e fa avanti e indietro, ogni giorno. «Se stai bene di testa non ti pesa nulla». È innamorato del suo lavoro e con altri colleghi ha dato il via a «Noi di sala» cercando di valorizzare l’altra La nostra scelta 1) Pipero al Rex Via Torino, 149 Roma Tel. 06-4815702 2) Roscioli Via dei Giubbonari, 21/22 Roma Tel. 06-6875287 3) Il San Lorenzo Via dei Chiavari 4/5 Roma Tel. 06-6865097 4) Armando al Pantheon Salita de’ Crescenzi 31 Roma Tel. 06-68803034 5) Settembrini Via Settembrini, 25 Roma Tel. 06-3232617 6) Open Colonna Scalinata di Via Milano 9/A Roma Tel. 06-47822641 7) Assunta Madre Via Giulia, 14 Roma Tel. 06-68806972 8) Tullio Via San Nicola da Tolentino, 26 Roma Tel. 06-4745560 9)Flavio al Ve l’avevo detto Via di Monte Testaccio, 97 Roma Tel. 06-5744194 10) Ciao Checca Piazza di Firenze, 25 Roma Tel. 06-68300368 (nella foto in alto, Alessandro Pipero, da Albano alla conquista di Roma con il suo chef Luciano Monosilio, a sinistra nell’immagine) ILLUSTRAZIONE DI MICHELE TRANQUILLINI #Foodstagram enorme ricchezza italiana legata alla tavola, cioè l’accoglienza, la capacità di mettere a suo agio il cliente, di guidarlo, di comprenderlo anche nelle sue spigolosità. Così eccomi qui, pronto ancora una volta per un nuovo percorso preparato dalla coppia Monosilio-Pipero: lardo di patanegra e mosto cotto; marshmallow panna, parmigiano, scorza d’arancio, nocciole; chips disidratate e yogurt; uovo cotto, tè cinese affumicato, patate due consistenze, crema e sifone, polvere di tè; rigatoni broccoli, salsiccia, spuma di pecorino; la famosa carbonara (spettacolo pirotecnico dei sensi, la migliore di Roma); reinterpretazione della pizzaiola; spuma di cioccolato bianco, crumble di mandorle, gelato alla nocciola, amarene. Se mi sono dimenticato qualcosa, è perché la pace dei sensi non giova alla memoria. La ricetta Lumache, lenticchie aglio e torba di LUCIANO MONOSILIO * Ingredienti per 4: 20 lumache; burro g 20; aglio; prezzemolo; sale; noce moscata; pepe; whisky torbato g 100. Cialde di cicoria: acqua g 500; cicoria centrifugata g 30; farina «00» g 200; sale g 1; carruba; paprica. Salsa d’aglio: aglio; g 500 latte; g 300 sale; panna g 100; sale e pepe instant gel g 5. Crema di lenticchie: lenticchie g 400; panna g 30; 1 carota; 1 costa di sedano; 1 cipolla; sale e pepe; acqua g 300. Decorazione: 6 foglie di melissa; 6 foglie erba pepe; 6 foglie cerfoglio; 4 foglie menta; pane croccante g 50. Preparazione. Crema d’aglio: sbianchire l’aglio, finire la cottura con latte e panna facendone una crema. Unire sale, pepe, instant gel e frullare. Crema di lenticchie: lasciare le lenticchie a bagno per una notte, asciugarle. Rosolare cipolla, carota e sedano. Unire le lenticchie e cuocerle come un risotto. Quindi frullare con panna e passare. Cialde di cicoria: frullare tutti gli ingredienti. Con il composto formare dei cerchi in una padella. In un’altra padella cuocere le lumache spurgate e lavate con burro, aglio, pepe, sale, noce moscata e prezzemolo a listarelle. Pane croccante: seccare il pane, frullarlo e rosolare il tutto con olio e sale. In forno a 100 °C per 5’. Disporre creme d’aglio e lenticchie sul piatto alternate, poi pane croccante, paprica e carruba sul fondo. Sopra le lumache. Terminare con erbe, cialde di cicoria e una spruzzata di whisky torbato. *Pipero al Rex Roma Con Pipero abbiamo parlato dei nostri gusti e stilato questa lista di ristoranti romani. Una specie di mappa della cucina della capitale che ci piace a quattro mani. Metà lui, metà io. Beh, Roscioli l’avrei messo anch’io. Forno, ristorante, negozio. Il San Lorenzo è uno dei punti di riferimento per il pesce, come Assunta Madre del mitico Johnny. Armando al Pantheon è un’istituzione, ma io mi trovo sempre bene da Tullio, dietro piazza Bernini. Open Colonna al palazzo delle Esposizioni unisce l’utile al dilettevole: molto interessante la mostra sugli anni 70. Settembrini segue la falsariga dei nuovi locali che sono più cose (ne abbiamo parlato due settimane fa): ristorante, bar, negozio con una joint venture gustosissima con Salvatore De Gennaro (ancora lui, meno male che ci rivediamo spesso) della Tradizione di Seiano di Vico Equense. Flavio (al Ve l’avevo detto) oltre a Testaccio ora è anche ai Quiriti. Ciao Checca è un interessante tentativo di street food della tradizione, recuperando un grande classico della cucina romana, la pasta con pomodoro e mozzarella (e non solo). Bene, ringrazio Pipero per la cena, per la compagnia, per la consulenza, ma anche per le sue perle di saggezza. «Il sogno della mia vita è il divano la domenica pomeriggio. È una delle gioie della vita, come la fettina panata fredda che ti aspetta quando rientri a casa la notte». Concordo. Ma un assaggio della carbonara di cui sopra, no? © RIPRODUZIONE RISERVATA Il documentario I «cavalieri» della bottarga che piacciono a Ken Loach A Berlino hanno avuto anche la benedizione di Ken Loach. Marco Giudici («Nocetta») Francesco Mengoni («Gesù» il moltiplicatore di pesci) e Sergio Amenta («il Topo», ex buttafuori e capo della ciurma), ovvero I cavalieri della laguna, i pescatori di Orbetello protagonisti del documentario di Walter Bencini presentato nelle sezione Culinary Cinema Film & Food del Festival , si sono guadagnati la stretta di mano e la stima del regista inglese affascinato dalla storia della loro cooperativa che produce bottarga e speranza. «Speranza in un modello di produzione alimentare diversa da quella industriale che ha fallito. Loro rappresentano uno dei presenti possibili» racconta Bencini, 45enne di Montevarchi che della laguna di Orbetello e dei suoi frequentatori (umani e non solo) si è innamorato anni fa, in occasione di un servizio che realizzò per Raisat Gambero rosso. Da allora ha cominciato a frequentare la cooperativa La Peschereccia, una sessantina di pescatori che gestisce anche uno spaccio e un mercato del pesce, produce bottarga (riconosciuta come presidio Slow Food) filetti di cefalo e anguilla affumicata. La sera A Berlino Un’immagine del documentario li si ritrova in veste di cuochi e camerieri tra i tavoli del incredibili sulla laguna, un ristorante «I Pescatori» di fronte paesaggio straordinario». Che, in alle vecchie scuderie della fortezza effetti, è il co-protagonista del spagnola di Orbetello a servire film, insieme ai «cavalieri». «Ho quanto pescato di giorno. scelto questo titolo, i cavalieri della «Dal ristorante vedi tramonti laguna, perché volevo sottolineare la loro dignità e nobiltà. Li considero dei resistenti. Quando sono in barca con grembiuli gialli e bandane sembrano addirittura dei samurai». Si raccontano anche con una buona dose di ironia, Il Topo, Nocetta, Gesù e gli altri (Loba, il Locco, Ricciolone, Lupo buono e Lupo cattivo, Barozzi, Giancarlino, Lo zitto). Bencini li ha seguiti da luglio a settembre, dopo aver accarezzato il progetto del doc per un paio d’anni. «Volevo che fossero loro a parlare, a raccontare la loro realtà. Quella di una comunità di lavoratori che ha saputo rinnovarsi guardando al passato. Accettando l’idea di un rapporto armonico con la natura. Siamo immersi in essa e ne facciamo parte mentre la usiamo. Se la natura non fiorisce, non fioriamo neanche noi». Una di quelle realtà che, nonostante le difficoltà sta sopravvivendo alla crisi. «Realtà che si pongono il problema della sostenibilità ambientale e economica e che vanno sostenute», sostiene Bencini. «Io l’ho fatto con il film ma chiunque può contribuire quando va a fare al spesa. Pensate a cosa state acquistando. Qualcosa si muove, quindici anni fa mi davano dell’utopista, ora la sensibilità in questo campo si sta diffondendo». Ha un sogno Bencini. «Che un bambino alla domanda cosa vuoi fare da grande risponda: il contadino o il pescatore». Stefania Ulivi @sulivi © RIPRODUZIONE RISERVATA 38 Tempi liberi Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Sapori & amori L’ingrediente L’obiettivo: diventare un simbolo dell’Italia La ricetta Carnaroli, La rivincita del riso Ora l’eterno secondo «minaccia» la pasta pomodoro e basilico INGREDIENTI Dove di Caterina Ruggi d’Aragona Alba, riapre (rinnovato) il tre stelle delle Langhe Una cucina più ampia. Una nuova sala che porta da 28 a 40 i coperti. Una lobby accogliente. E poi, la realizzazione di quattro camere, attese per maggiogiugno. Riapre con queste novità, dopo due mesi di lavori, «Piazza Duomo», il ristorante della famiglia Ceretto nel centro storico di Alba che vanta tre stelle Michelin, le prime nella storia delle Langhe. «Abbiamo sventrato e ricostruito il ristorante; senza cambiare nulla nell’indirizzo della cucina di Enrico Crippa», sottolinea Roberta Ceretto, esponente di terza generazione dei famosi produttori di Barolo e Barbaresco. Un’avventura avviata negli anni 30 dal nonno Riccardo. Oggi i Barolo Bricco Rocche, Brunate, Prapò e Cannubi San Lorenzo, assieme ai Barbaresco Bricco Asij e Bernardot, sono le punte di diamante di una produzione di 1.200.000 bottiglie all’anno di 16 diverse tipologie, vendute in oltre 60 Paesi. Due i ristoranti (Piazza Duomo e Piola, il primo tradizionale l’altro innovativo), con un progetto comune: la valorizzazione dei prodotti del territorio. Due anni di sperimentazione prima dell’apertura, nel 2005, di Piazza Duomo. L’anno successivo l’arrivo della prima stella, nel 2009 la seconda, nel 2012 la terza. «Il segreto? La determinazione di Enrico Crippa, timido ma abile capitano di un team che crede in lui e porta avanti il suo progetto: una cucina territoriale legata alla stagionalità». Piatto-icona di Enrico Crippa? L’insalata che comprende tra 20 e 50 erbe diverse, quelle che trova nell’orto di 2 ettari. © RIPRODUZIONE RISERVATA E se il piatto-simbolo dell’Italia non fosse la pasta ma il risotto? Chiedetelo agli chef di Vercelli o al produttore del famoso riso invecchiato Carnaroli Acquerello, cioè Piero Rondolino. Lo sosterranno a spada tratta. «È fuori discussione, nel mondo il risotto è un Presidio Tricolore», dice il patron della Tenuta La Colombara. E aggiunge qualche dettaglio: «Al primo posto non troviamo il giallo, alla milanese. I risotti importanti che identificano la nostra cucina all’estero sono piuttosto a base di funghi e ai tartufi». «Attenzione, però — avverte Rondolino —. La diffusione del piatto fuori dal naturale territorio passa da un elemento, la semplicità. Unita alla leggerezza. Fino all’utilizzo per la cottura dell’acqua invece del brodo, come sostiene il maestro Gualtiero Marchesi. Ovviamente, la materia prima deve essere eccellente». Insomma, il risotto, nelle sue varianti, sta conquistando il pianeta. E qui ci sovvengono le parole dell’imprenditore Mario Preve (Riso Gallo, storica azienda dell’area Pavese), il quale esporta anche in Oriente e suole ripetere di aver convinto i cinesi (noti produttori e consumatori di riso) «a mangiare il nostro risotto». Date queste premesse non c’è da stupirsi se la manifestazione «Fiera in Campo» (domani e domenica), organizzata dall’Associazione Nazionale Giovani Agricoltori al Centro Fiere Caresanablot (Vercelli), coinvolga per l’edizione 2014 chef di rango attorno al tema: «Riso. Colture&Cotture. Chi semina riso raccoglie risotti». Al riso, protagonista degli show cooking saranno dedicate le ricette create da Aurora Mazzucchelli («Marconi» di Sasso Marconi), Alberto Conti («La Bettola», Vercelli), Ilario Vinciguerra (dell’omonimo ristorante, Gallarate), Leandro Luppi («Vecchia Malcesine», Malcesine), Marco Gubbiotti («Cucinaa», Terni), Pino Cuttaia («La Madia», Licata), Maurizio e Sandro Serva («La Trota», Rivodutri), Gaetano Trovato («Arnolfo», Colle Val d’Elsa), Domenico Cilenti («Porta di Basso», Peschici), Christian e Manuel Costardi («Christian&Manuel», Vercelli), Christian Milone («Trattoria Zappatori», Pinerolo), Pasquale Palamaro («Indaco», Ischia), Luca Abbruzzino («Antonio Abbruzzino», Catanzaro), Roberto Petza («S’Apposentu», Siddi), Ivano Ricchebono («The Cook», Genova). Un vero tour nell’Italia dei risotti. (Facebook: Anga, Giovani di Confagricoltura). Dalle indiscrezioni della vigilia, spuntano 320 g di riso Carnaroli Cipolla tritata Brodo vegetale q.b. Burro Grana Padano 300 g di passata di pomodoro 1 costa di sedano 1 carota 1 cipolla rossa Olio extravergine di oliva Sale di Maldon e pepe nero di Sarawak Scorza di limone Nuove ricette (come quella con pomodoro e basilico) e nuove formule: adesso nei ristoranti lo si cucina anche per una sola persona. E il sogno: convincere i cinesi a mangiare il nostro PORZIONI 4 PREPARAZIONE 5 ore COTTURA 20 minuti Per il pesto Il libro Un grande fotografo, il mondo contadino. E un imprenditore illuminato, Piero Rondolino. Da qui l’idea del Racconto del Riso («An Italian Story of Rice»), volume con 210 foto in bianco e nero scattate nella Tenuta «La Colombara»(Vc) dove Gianni Berengo Gardin ha vissuto la risaia nelle stagioni. «È la narrazione del silenzio assordante delle terre che in primavera si fanno acqua» ha scritto Carlin Petrini nella prefazione elementi a sorpresa. Prendiamo il risotto di Christian Costardi , mattatore ai fornelli del suo ristorante nell’hotel Cinzia di Vercelli. «In carta — premette — abbiamo 20 diversi tipi di risotto. Cotti al momento, anche per una sola persona». Ed è una buona notizia considerato che nei menu di solito si trova scritto: Risotto per due. Ma il bello è che lo chef ha creato una ricetta che fa il verso agli spaghetti pomodoro e basilico. Trasformati in «Carnaroli, pomodoro e basilico». «Piatto nato un po’ per gioco — nota Christian — per dimenticare il pallido riso che mangiavo all’asilo. Poi, è risultato vincente. Lo serviamo, infatti, in una lattina simile al contenitore della mitica Zuppa Campbell». Riso a parte, gli altri ingredienti base, il pomodoro e il basilico, sono gli stessi usati per la pasta. Anche Costardi come Rondolino sentenzia: «Il risotto è il vero piatto italiano». Spostiamoci sull’Appennino bolognese, a Sasso Marconi, dove Aurora Mazzucchelli ha messo in cantiere un originale «Risotto al fieno e cagliata di latte di capra all’eucalipto». Per questa ricetta, ecco il Vialone Nano, riso pregiato non meno del Carnaroli. Racconta la chef: «Il fieno e l’erba medica sono presenze che caratterizzano l’ambiente in cui abito e dal quale mi lascio suggestionare. Il percorso di studio sul fieno ha origine con altri piatti. Ora, con questo risotto propongo la nota erbacea del fieno nella sua accezione calda». Infine, la Sicilia. Qui, il risotto di Pino Cuttaia (a base di Carnaroli Acquerello), diventa, in verità, magnifica «arancina». Insaporita dal ragù di triglie e finocchietto selvatico. Marisa Fumagalli © RIPRODUZIONE RISERVATA Racconti di cucina di Angela Frenda Tarte tatin al «radicchio rosa» di Gorizia con brie e noci L a tarte tatin? Io la trovo da sempre un dolce straordinariamente versatile. La prova è che accanto alle tante versioni dolci ne esistono altrettante salate. Come quella che vi propongo oggi in Racconti di cucina. Giocando con un piatto che ha una storia leggendaria. Questo dessert sarebbe originario di LamotteBeuvron, regione del Centro della Francia: le sorelle Stephanie (1838-1917) e Caroline Tatin (1847-1911) gestivano un ristorante, che esiste ancora sotto il nome di «hôtel-restaurant Tatin», di fronte la stazione frequentata da molti cacciatori. Una domenica di apertura della caccia, mentre preparavano una torta di mele per un pasto di cacciatori, una delle sorelle dimenticò di porre la pasta frolla 1 mazzo di basilico Aglio Pinoli Olio extravergine d’oliva Le fasi 1 Per il pesto, sfogliare accuratamente il basilico, lavarlo e asciugarlo bene e metterlo nel bicchiere del frullatore a immersione; frullare con aglio, pinoli, 1 o 2 cubetti di ghiaccio per evitare che il calore del frullatore scurisca il basilico e olio evo fino alla densità adeguata A freddo, mettere in una pentola la passata di pomodoro, la carota pelata e tagliata a pezzi, il sedano privato delle foglie e tagliato a pezzi, la cipolla pelata e tagliata in pezzettoni, l'olio extra vergine d'oliva far cuocere il tutto a fuoco lento per circa 4 ore, quindi frullare per rendere la passata liscia Foto: Laura Spinelli Le tecniche A sinistra, il taglio del radicchio A destra, invece, la tarte tatin sfornata (Foto Laura Spinelli) al di sotto della torta, lasciando caramellare così le mele nel burro e nello zucchero. Per rimediare all’errore mise la pasta frolla sopra al composto. I cacciatori apprezzarono questa torta, che divenne così la torta Tatin. Un mito, che proviamo a rifare con l’aggiunta di questo poetico radicchio che mi ha portato la mia amica Luisa dal mercato di Gorizia. Così bello che tagliarlo, e poi cucinarlo, è stata una sofferenza. Ma assaggiato il risultato, direi che ne è valsa la pena. 2 Ingredienti: 300 grammi circa di radicchio tipo Rosa di Gorizia, 200 gr di brie, 2/3 manciate di noci, 200 gr di farina, 100 gr di burro, 2 cucchiai di crema di aceto balsamico, 1 cucchiaio scarso di miele, sale e pepe qb Procedimento: sullo fondo di una padella versate un filo d’olio, l’aceto balsamico e il miele. Tagliate il radicchio a listarelle e fatelo stufare, finché non sarà morbido. Conditelo con sale e pepe e mescolatevi le noci spezzettate. Trasferitelo sul fondo di una tortiera. Fate raffreddare. Aggiungete il brie a cubotti. Preparate la brisée lavorando burro, farina e un cucchiaino di sale, quindi compattate il tutto e stendetelo in maniera che copra il ripieno: adagiatelo su di esso, rimboccate i bordi e riponete in frigo. Scaldate il forno a 180° e, solo quando sarà caldo, estraete la tortiera dal frigo e infornatela. Fate cuocere 30 minuti, fino a doratura, quindi lasciate riposare 5 minuti e capovolgete la tarte tatin sul piatto di portata. @angelafrenda © RIPRODUZIONE RISERVATA cucina.corriere.it Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 Tempi liberi 39 italia: 51575551575557 Pino Cuttaia CARNAROLI Ottima tenuta di cottura, è ideale per i risotti. Più ricco di amido rispetto all'Arborio, ha consistenza soda, chicco più lungo. Non tradisce quasi mai VIALONE NANO Varietà molto apprezzata, il vialone nano assorbe bene i condimenti ed è indicato per cotture al forno, minestre e dolci. Chicco tondeggiante, è un riso semifino NERO VENERE Nato nella Pianura Padana, è un riso integrale ed ha un costo mediamente più elevato. Adatto rni per contorni e insalate. nsalate te. ARANCINE NE DI RIS RISO IS SO Ù DI TRIGLIE CON RAGÙ E FINOCCHIETTO SELVATICO In Sicilia Nel posto delle mandorle la festa dei pasticcieri Aurora Mazzucchelli ARBORIO Ha il chicco h m molto grande, è versatil versatile. Adatto sia per i risotti A iso che per i risi i asciutti. L'Arborio ' r orio ha u una buona n ttenuta in cottura. È la qualità di riso superfino più diffusa e conosciuta ROSSO HERMES Riso integrale, rosso. Granello allungato e croccante, è nato di recente da incroci di risi in laboratori di sementi. Bollito, va condito con olio. È adatto a contorni ed insalate miste RISOTTO TT TO IENO E CAGLIAT IAT AT TA AL FIENO CAGLIATA DI LATTE DI CAPRA ALL”EUCALIPTO 3 Soffriggere nell’olio evo vo la cipolla tritata. Aggiungere il riso e farlo tostare, bagnare con il brodo vegetale. Aggiungere la passata di pomodoro e completare la cottura. Togliere dal fuoco e mantecare con burro e Grana Padano, terminando la mantecatura con un filo d'olio extravergine d'oliva 4 Impiattare all'interno della lattina mettendo sul fondo poco pesto e la scorza di limone tritata, riempire con il risotto, sopra ancora il pesto, la scorza di limone e qualche cristallo di sale maldon Christian e Manuel Costardi istorante chef del ristorante «Cinzia» a Vercelli CDS iPadella Oggetti al posto del cibo. Gli avocado sono bombe a mano I l Guacamole è una delle ricette più semplici del mondo. Su YouTube, però, ne esiste una versione davvero particolare, nella quale gli ingredienti principali non sono gli avocado bensì delle bombe a mano che contengono delle palline da biliardo. Al posto dei pomodori ci sono dei dadi rossi. E invece del lime, per rinfrescare la salsa, si affetta una pallina di gomma verde. Per servirlo, i nachos lasciano il posto alle fiche da Casinò. Niente di commestibile, insomma. Ma piacevole da guardare in rete e sulle bacheche dei social network dove il filmato è stato condiviso milioni di volte. A firmare questa colorata (e raffinata) creazione è Pes, giovane video maker italoamericano che vive in California. Il suo corto, «Fresh Guacamole», è stato candidato agli Oscar, quattro mesi, è necessario con grande successo di uno shooting, un set critica e di pubblico. Pes in fotografico all’avanguardia. realtà è un solo un E prima della produzione soprannome. All’anagrafe c’è un grande lavoro di l’artista è noto come Adam ricerca», ci tiene a precisare. Pesapane. «In realtà solo I risultati si vedono. Nessun mia mamma mi chiama dettaglio è lasciato al caso. I così», racconta. La signora materiali sono ricercati e Pesapane è di origini selezionati con estrema siciliane e ha cresciuto il cura, gli accostamenti figlio a suon di piatti della cromatici valutati cucina nostrana. Morale, sapientemente. Nel Pes è ghiotto di tonno e decidere i piatti da pistacchi e di risotti alla riprodurre, invece, a marinara. «Il cibo italiano «Fresh Guacamole» è stato candidato agli Oscar guidare il video maker è mi ha sempre molto l’istinto: «Per Fresh influenzato», continua. Non a Shangai che, una volta cotti, si Guacamole, ad esempio, ho scelto caso, in un altro suo video, a ammorbidiscono e si trasformano gli avocado perché adoro il materializzarsi sono i «Western in lacci di scarpe colorati. Pes non rumore che fanno quando Spaghetti». Qui, al posto della sceglie gli oggetti a caso per vengono tagliati». Ma non solo. pasta, a finire in pentola sono dei realizzare le sue video ricette: «Per «Vivendo in California li vedo tutti bastoncini di legno del gioco produrre un corto ci vogliono tre- i giorni e li considero un alimento comune. Ma le mie origini italiane mi influenzano continuamente». E per la sua prossima creazione annuncia di volersi ispirare ai piatti di mammà. «Credo che cucinerò qualcosa di italo –americano», annuncia. E c’è da star certi che anche questa volta YouTube apprezzerà il lavoro del giovane Adam. Se infatti le sue video installazioni sono diventate famose in tutto il mondo, Pes lo deve al predominio del cibo in rete (il cosiddetto foodie). Ed è solo grazie al passaparola su YouTube e Facebook che si è fatto conoscere. E ci ha insegnato che un avocado non sempre è quello che sembra. Marta Serafini ipadella.corriere.it @martaserafini © RIPRODUZIONE RISERVATA Decine di pasticcieri confezioneranno anche una gustosa riproduzione della cattedrale di San Gerlando, cinquanta chili di pistacchi, creme e cioccolato fondente, per ricordare l’arrivo del patrono di Agrigento nella città dei Templi dove fu vescovo nel 1088. La prima millenaria e allegra rievocazione di un approdo da ricordare con un denso programma di manifestazioni previste per sabato e domenica, fra i mandorli in fiore. Un programma di cerimonie religiose, ma anche uno spettacolare evento parallelo, artistico, gastronomico e culturale, che vale un viaggio, il «MandorlaFest». Degustazioni, laboratori, esposizioni e musica fanno da cornice ad un primo concorso di «Cake Design MandorlaFest» con i migliori pasticcieri siciliani in campo per realizzare fantastiche torte artistiche, leccornie e sapori della tradizione a base di mandorla, incredibili sculture fatte di zucchero e vegetali intagliati. La regia della rievocazione storica con 150 figuranti è opera di un insegnante dell’Accademia di Belle arti di Agrigento, Benedetto Raneri, che ha messo su una vera e propria compagnia di giovani capaci di organizzare rievocazioni storiche, «La Corte dei Giganti», tutti impegnati dalle 18 di sabato a sfilare nel centro storico di Agrigento con gli sbandieratori di Vicari, uno stuolo di arcieri e cavalieri, il gruppo dei Taratatà di Cateltermini, 70 comparse in costumi storici, la famiglia dell’Emiro con servi e guardie, i ragazzi del laboratorio medievale attivo in Curia. E sarà anche un modo per scuotere il sonno dei potenti lanciando un appello perché si intervenga sulla cattedrale chiusa dal 2010 a causa di un progressivo dissesto di natura idrogeologica. Felice Cavallaro © RIPRODUZIONE RISERVATA 40 Tempi liberi Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Sapori & amori Nel bicchiere La nuova scommessa (mondiale) del vino toscano nato per unire l’Italia anche a tavola Il Chianti classico diventa super Arriva la Gran Selezione di LUCIANO FERRARO Il blog Un’insalata caprese al cronometro: pronta in 3 minuti Il tempo è solo una scusa. Non è vero che per cucinare sano ci vuole troppo tempo. Ci vuole semmai un frigo pieno di verdura e di buoni ingredienti. Questo è uno dei migliori insegnamenti che mi ha dato la mia nutrizionista. Perché quando diciamo «faccio prima a prendermi un pezzo di pizza» stiamo cercando una giustificazione con noi stessi. Una scusa, appunto. E adesso ve lo dimostro, cronometro alla mano. Quanto ci vuole a prendere una pizza al taglio in pausa pranzo? Prima di tutto, la fila: in pausa pranzo c’è sempre, quindi diciamo 3 minuti. Poi c’è la scelta, se siete veloci 30 secondi; se la pizza non è già calda va riscaldata per almeno un paio di minuti. Subito dopo la cassa: ancora un po’ di attesa in coda, il conto, tira fuori il portafogli, paga, aspetta il resto. Poi torna al banco a prendere il tuo vassoio incartato per portar via: due minuti, circa? Totale: 7 minuti e mezzo. Indubbiamente «fast food», cibo veloce. Ora proviamo a preparare un’insalata. Fresca, leggera, con solo due verdure, ma molto saporite. E rapide da lavare e preparare. Partiamo dai cetrioli: ne sbucciamo e affettiamo due: 1 minuto e mezzo. Tagliamo a pezzi due bei pomodori rotondi, 45 secondi. Prendiamo tre bocconcini di mozzarella dalla confezione: 15 secondi; il condimento: altri 30 secondi. Totale: 3 minuti. Adesso, chi è il vero «fast»? Se non ci credete, provate anche voi la mia insalata in 3 minuti. Con un pelapatate sbucciate 2 cetrioli e tagliateli a dadini, affettate 2 pomodori a spicchi, uniteli in un piatto con la mozzarella (80 grammi) e una foglia di basilico. Condite con un cucchiaio di olio e il sale. Già fatto?! S eduto sotto uno dei due immensi lampadari di legno nella sala del trono di Palazzo Corsini, Giovanni Manetti fa servire il suo Vigna del Sorbo, un Chianti classico. Un «gioiello per il mondo», l’ha definito il critico americano Antonio Galloni. Sull’etichetta del rosso dell’azienda Fontodi (Sangiovese e Cabernet Sauvignon) luccicano due parole dorate: Gran Selezione. Due parole che scrivono un nuovo capitolo di una storia complicata e secolare. Iniziata nel Settecento e rilanciata dal barone Ricasoli con l’idea risorgimentale di creare un vino per l’Italia. La sua formula, del 1872: «Sangioveto per profumo e vigoria, Canajolo per l’amabilità e Malvagia per la leggerezza». Premessa: all’inizio il Chianti veniva prodotto tra le province di Firenze e Sie- Compromesso Ci sono voluti 4 anni di discussioni tra i 600 soci del Consorzio del Chianti classico per decidere il «sì» na. Poi in tutta la Toscana. Nel 1932 si decise di distinguere quello dalla zona originaria chiamandolo Chianti classico (9 i Comuni), con il marchio del Gallo nero. Due le versioni fino a ieri: annata e Riserva. E l’ultima arrivata, la Gran Selezione, cos’è quindi? Il Nirvana del Chianti classico, l’Everest del Gallo nero, l’Olimpo dei produttori. Questo almeno nelle intenzioni, con un occhio al mercato e uno alla ricerca del «vino perfetto» vagheggiata dal burbero Ricasoli, «l’insopportabile barone», come lo chiamava Cavour. In ogni caso una mossa di sfida, non solo mediatica, ai SuperTuscan. Ore 20 del 17 febbraio. L’Arno è piatto e luminoso. Che scaloni e che statue a Palazzo Corsini! Accanto alla pinacoteca privata più importante di Firenze, gli echi dei Medici e dei Machiavelli lasciano il posto a una folla di trecento commensali riuniti davanti all’altare del nuovo vino. Nobili a proprio agio tra il barocco, vignaioli intimoriti dallo sfarzo, chef con (o senza) libri di ricette, signore in lungo come a Sanremo. I gran cerimonieri sono il presidente del Consorzio del Chianti classico Sergio Zinga- Classici italiani Una veduta (con Fiat 500 vintage) di Panzano in Chianti (foto Toni Anzenberger/Contrasto) All’anteprima Il Chianti classico è una Docg che comprende 9 Comuni tra le province di Firenze e Siena: Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti e Radda in Chianti per intero e, in parte, Barberino Val d’Elsa, Castelnuovo Berardenga, Poggibonsi, San Casciano Val di Pesa e Tavernelle Val di Pesa. Sono previsti 12 mesi di affinamento per il Chianti classico d’annata, 24 per la Riserva, 30 per la Gran Selezione. Nella foto, Sergio Zingarelli, presidente del Consorzio, all’anteprima del Chianti classico Gran Selezione relli (Rocca delle Macìe), il direttore Giuseppe Liberatore, e l’ad della Company, la società per la promozione, Davide Gaeta. Tocca a loro raccontare il salto nella nuova coscienza chiantigiana. «La Gran Selezione è la vetta della piramide qualitativa — illustra Liberatore —. Funziona così: il vino d’annata arriva a tavola 12 mesi dopo la vendemmia; la Riserva, affinamento doppio, 24 mesi; la Gran selezione, 30 mesi. È la fascia più alta, deve rispondere a regole severe, le uve sono le migliori aziendali, significa che non possono essere acquistate e assemblate se vengono da poderi di altri». «Esportiamo 8 bottiglie su 10, abbiamo 7.200 ettari di vigneti, il giro d’affari, compreso l’indotto, è di 900 milioni con 1.200 posti di lavoro — fa i conti Gaeta —. La Gran Selezione è l’eccellenza per esaltare il legame con il territorio». «Una novità epocale, unica in Italia — annuncia Zingarelli — per innovare 300 anni di storia e puntare sui mercati internazionali». Ci sono voluti 4 anni di discussioni e compromessi tra i 600 soci del Consorzio per arrivarci. Il punto di partenza è stato: il Chianti classico ha un passato d’oro e un ottimo rapporto qualitàprezzo, ma da anni è stato sorpassato da altri rossi toscani. Una bella auto storica che potrebbe moltiplicare gli appassionati con un motore più moderno. Che fare quindi? L’idea stata quella di un vino con maggior struttura, che racconti meglio le terre da cui nasce. Il via libera del ministero dell’Agri- coltura è arrivato il 29 gennaio. C’è stata quindi una corsa delle aziende a portare le bottiglie alla commissione esaminatrice. Il risultato: 33 vini Gran Selezione. Eccoli: Badia a Passignano 2009 (Antinori nel Chianti Classico), Castello di Brolio 2011 (Barone Ricasoli), Vigna del Capannino 2010 (Bibbiano), Mocenni Particella 89 2010 (Bindi Sergardi), Don Vincenzo 2009 (Casaloste), Il Solatio 2010 (Castello d’Albola), Castello di Ama 2010 (Castello di Ama), Castello Fonterutoli 2010 (Castello di Fonterutoli), Bellezza 2010 (Castello di Gabbiano), Come un Nirvana L’obiettivo è creare una sorta di Nirvana del Chianti classico Il vino arriva sulle tavole dopo trenta mesi di affinamento Castello di Meleto 2010 (Castello di Meleto), Il Puro 2010 (Castello di Volpaia), Bruciagna 2010 (Castello La Leccia), Vigna La Prima 2010 (Castello Vicchiomaggio), Colle Bereto 2010 (Colle Bereto), L’Imperatrice 2010 (Fattoria di Corsignano), Lama della Villa 2010 (Fattoria di Lamole), Montemaggio 2009 (Fattoria di Montemaggio), Beatrice 2011 (Fattoria Viticcio), Vigna del Sorbo 2010 (Fontodi), I Fabbri 2011 (I Fabbri), Il Margone 2010 (Il Molino di Grace), Lornano 2010 (Lornano), Losi Millennium 2007 (Losi Querciavalle), Ottantu- no 2010 (Luiano), Sergio Zingarelli 2010 (Rocca delle Macìe), Riserva Ducale Oro 2010 (Ruffino), Cellole 2010 (San Fabiano Calcinaia), Il Grigio da San Felice 2010 (San Felice), Tenuta San Vincenti 2011 (San Vincenti), Lilliano 2010 (Tenuta di Lilliano), La Forra 2011 (Tenuta di Nozzole), Vignole 2009 (Vignole), Vigna Bastignano 2010 (Villa Calcinaia). Lo sprint ha lasciato al nastro di partenza nomi importanti, che si aggiungeranno nei prossimi mesi. La qualità è aumentata, i vini sembrano essersi rifatti la carta d’identità, accendendo una luce sul luogo di provenienza. Soprattutto quelli che nascono da singoli vigneti e non sono assemblati con uve di zone diverse. Floreale, ad esempio, quello «di montagna» della Fattoria di Lamole. Con un passo elegante il Castello di Ama che arriva da Gaiole. Fine e succoso il Puro da Volpaia. Più chiuso ma profondo il vino di Manetti, da Panzano. Mentre il Lilliano, da Castellina, «evoca pietra focaia e cuoio», secondo Franco Bernabei, uno degli enologi che ha promosso (o escluso) i vini della Gran Selezione. Ora le bottiglie partono per un tour: dopo l’anteprima di Firenze saranno presentate in Europa, Stati Uniti, Canada, Asia. Solo allora si saprà se l’idea del Nirvana del Chianti evoca quel «vino perfetto» cercato dal barone Ricasoli, «giusto, bello di colore, di eccellente qualità. Anche con 27 anni di vita». (divini.corriere.it) © RIPRODUZIONE RISERVATA Cocktail Il Broken flowers: un drink complesso che garantisce vivacità a una serata musicale Spezie e tequila: il festival si guarda (anche) così A Fiamma Sanò © RIPRODUZIONE RISERVATA Stinger Un aristocratico cocktail per compensare il nazionalpopolare dire il vero, il festival di Sanremo un suo cocktail ufficiale già ce l’ha. L’ha creato nel 2010 il barman Giorgio Manara, ed è molto «concept», una costruzione basata su alcuni prodotti-simbolo. Si beve in un bicchiere disegnato ad hoc e, va detto, è abbastanza eccentrico. Contiene il nobilissimo vino Rossese di Dolceacqua e vodka alla Pesca per ricordare i ricconi russi che svernavano a Sanremo prima della Rivoluzione d’ottobre. E poi il limone che in Liguria è pianta imprescindibile, e fiori a guarnire il tutto. Però, resta un drink assai poco adatto da fare a casa per poi buttarsi davanti al televisore per vedere le gesta di Fazio & Littizzetto. Per completezza, va anche ricordato che c’è un altro cocktail con il nome della città dei fiori, seppure scritto con la grafia sbagliata, San Remo. Contiene champagne, Cointreau, liquore al mandarino e succo di pompelmo. Ma anche questo mi pare un po’ estivo. E poco adatto a un dopocena im- pegnativo come il Festival. E allora, che cosa bere godendosi il meglio della canzone italiana? Di sicuro, qualcosa di speziato per tener desta la pupilla, che con il festival 2014 ogni tanto tende a spegnersi. E allora ho scovato questo Broken flowers, un drink strano. E complesso abbastanza da garantire la vivacità per il resto della serata. Lo ha creato Chris Lane del Lolinda di San Francisco. Servono tre parti di Tequila reposado (quella invecchiata tra i due mesi e tre anni) per dare sostanza, una parte e mezzo di Cynar per il profumo, una parte di succo di lime per donare acidi- Vecchie glorie Il cocktail ufficiale di Sanremo è stato creato nel 2010 dal barman Giorgio Manara e contiene Rossese e vodka alla pesca tà, una parte di succo di pompelmo per regalare profumo. E poi, per aggiungere spezia, una parte di sciroppo di cannella (quattro stecche di cannella bollite a fuoco basso in due tazze d’acqua per dieci minuti. Poi si toglie la cannella e si scioglie nella tisana una tazza e mezza di zucchero). Infine, due spruzzate energiche di Angostura per dare spessore. E si shakera il tutto. Per me, è stata una scoperta di nuovi territori. Se invece preferite contrastare gli zuccheri della kermesse, c’è un superclassico del dopocena: lo Stinger. È nato prima del Proibizionismo, ma negli anni del Gran Divieto è diventato popolarissimo: l’illusione era che la menta cancellasse il sapore d’alcol. Si shakerano due parti abbondanti di cognac (oppure brandy) con una parte di Crème de menthe bianca. Un contrasto aristocratico al nazionalpopolare in onda. E niente fiori. Marco Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 Tempi liberi 41 italia: 51575551575557 Tecnologie provate Corriere della Sera / Mirco Tangherlini SONY XPERIA Z2 TABLET Il modello più atteso del 2014 insieme all’iPhone 6 (che si vedrà nella seconda metà dell’anno). Secondo i rumors avrà specifiche tecniche «mostruose» (schermo 2K da 5,2 pollici, 3 GB di Ram), un sensore per impronte digitali, scocca in alluminio. Ma forse arriverà in due versioni, una delle quali meno potente e costosa App Nomination per City1Tap Come avere la città in mano Tenere un’intera città, Milano, in una sola mano. Con questa idea RCS Mediagroup e Accenture hanno conquistato una nomination ai Global Mobile Awards 2014, prestigioso riconoscimento assegnato annualmente nel corso del Mobile World Congress di Barcellona alle applicazioni e ai servizi per smartphone e tablet più interessanti. City1Tap, questo il nome dell’applicazione che si è distinta nella categoria Best mobile innovation for smart city, permette all’utente di leggere tutte le ultime notizie pubblicate sull’edizione mobile del Corriere Milano e le recensioni di ViviMilano, scegliere cosa andare a vedere al cinema e dove, raggiungendo la destinazione nel più breve tempo possibile, e decidere in quale ristorante cenare. E ancora, grazie alla collaborazione con Atm è possibile consultare in tempo reale i tempi di attesa degli autobus. Disponibile anche la funzione per chiamare un taxi o, per chi preferisce le due ruote, la localizzazione della stazione di bike sharing più vicina. Particolarmente utile è la sezione che mostra le offerte nei ristoranti circostanti e una lista dei supermercati più vicini e con il numero maggiore di prodotti scontati. A balzare all’occhio e a rendere gradevole l’uso è la semplicità e l’immediatezza della grafica, ingrediente che ha evidentemente reso competitiva l’applicazione disponibile gratuitamente per sistemi operativi iOs e Android. Fra gli altri finalisti della competizione ci sono anche un’app per trovare il parcheggio più vicino e più economico e Smart Location Guide, un sistema pensato per orientarsi all’interno di spazi chiusi, negozi o aeroporti, facendosi guidare dalle informazioni inviate allo smartphone da appositi sensori. I vincitori della competizione saranno annunciati martedì 25 febbraio durante un evento presentato dall’attore britannico James Corden. City1Tap è già stata premiata lo scorso ottobre agli Smau Mob App Awards. M.P. © RIPRODUZIONE RISERVATA DIMENSIONI Schermi più definiti ma anche più grandi: da 5 pollici in su, con molti modelli da 6 pollici. Di conseguenza crescono gli ingombri, ormai quasi da piccoli tablet Una delle più belle «tavolette» del 2013 torna in versione migliorata. Una piccola lavagna squadrata con un hardware superpotente, schermo da 10,1 pollici, risoluzione Full HD con schermo in formato 16:10 (1900 x 1200 pixel). Due caratteristiche d’eccezione: lo spessore di appena 6,4 millimetri e la capacità di funzionare anche immerso in acqua SAMSUNG GALAXY S5 SCHERMI Quest’anno diventeranno sempre più definiti. A Barcellona dovrebbero spuntare i primi display 2K: 2560 x 1440 pixel, 5 volte il numero di punti del Retina dell’iPhone 5s LG G PRO 2 SISTEMA OPERATIVO Android domina il mercato con circa l’80% delle vendite. Ma si vedranno interessanti alternative «indipendenti» e open: Sailfish Os di Jolla, Firefox Os, Ubuntu Touch e forse anche Tizen di Samsung Un «phablet» con schermo da 5,9 pollici dotato di una fotocamera da 13 megapixel in grado di registrare video in 4K, con uno stabilizzatore ottico perfezionato. I tasti, come nel G2 (uscito nel 2013), saranno sul retro. Sarà affiancato dal G2 Mini, versione più compatta ed economica SICUREZZA Il sensore dell’impronta digitale lanciato NOKIA X dall’iPhone 5s arriverà su altri modelli, come (forse) il Samsung Galaxy S5. Lg invece lancia il suo Knock Code: il telefono si sblocca con una combinazione di «colpetti» sullo schermo BLACK PHONE Noto anche come «Normandy», è il nome in codice del modello con cui la casa finlandese (l’acquisizione da parte di Microsoft non è ancora operativa) abbraccia per la prima volta Android. È una versione particolare, senza servizi Google. Sarà un modello di fascia bassa, mirato ai mercati emergenti Sviluppato in Svizzera, si candida a essere il telefono antiNsa. Promette infatti di essere «a tenuta stagna», impermeabile alle intercettazioni. Non lascerà tracce in rete, telefonate e sms saranno criptati. Usa PrivatOs, una particolare versione di Android i dettagli della quale saranno svelati a Barcellona ACCESSORI Lo smartphone si avvia a diventare sempre meno solitario e sempre più connesso ad altri dispostivi che controllano il benessere fisico: è prevista un’altra ondata di smartwatch (orologi) e activity tracker (braccialetti) Da Barcellona Le novità per il 2014: il Galaxy S5 di Samsung Più grandi e più utili: i telefonini del futuro E vincono i «braccialetti» L o scorso anno gli smartphone hanno venduto più dei tradizionali telefonini. È la prima volta che accade ed è il coronamento di un lungo inseguimento. Ne sono stati acquistati quasi 1 miliardo (967,7 milioni per l’esattezza, dati Gartner febbraio 2014) e quest’anno si salirà secondo le stime a 1,2-1,3 miliardi. Quali modelli domineranno? Quali porteranno le maggiori innovazioni? Molto si potrà capire al Mobile World Congress di Barcellona, la fiera di riferimento per il settore che lunedì apre al pubblico. L’evento più atteso sarà la presentazione del nuovo Galaxy S5 di Samsung. E’ uno dei due telefoni di fascia alta a cui tutti guardano, addetti ai lavoro e semplici appassionati. L’altro, l’iPhone 6, si vedrà solo nella seconda metà dell’anno. La casa coreana, che resta ampiamente la numero 1 al mondo (ha il 30% del mercato) ha affrettato i tempi per archiviare il precedente Galaxy S4. Il modello di punta del 2013 ha venduto bene ma non quanto si attendeva. Molti hanno continuato a comprare il più economico S3, il modello 2012 che ancora oggi si difende più che bene. E allora lunedì sera andrà scena «Unpacked 5», lo show-evento in cui tutti dedicato al nuovo Galaxy S, il quinto della famiglia. Lo scorso anno gli smartphone hanno battuto i cellulari tradizionali Il successo della formula «phablet»: un ibrido tra phone e tablet Potrebbe essere declinato in due versioni. Una disponibile fin da subito, un po’ meno costosa, con schermo Full Hd (1920 x 1080 pixel) e la tradizionale struttura in plastica. L’altra con scocca in alluminio, in arrivo in primavera, dotata secondo i rumors di specifiche tecniche strabilianti, a partire dallo schermo con risoluzione «2K» (2560 x 1440 pixel). Samsung dovrebbe provvedere anche a lanciare una nuova interfaccia grafica e nuove funzioni software, migliorando le potenzialità «smart» (scorrimento della pagina con la mano o lo sguardo, video che vanno in pausa se gli occhi guardano altrove, etc.) già viste sul Galaxy S4. Il frontale dovrebbe incorporare, come l’iPhone 5s, un sensore di impronte digitali. Quel che certo è che Samsung insisterà sulla strategia del «companion» gadget, dell’accessorio che si sposa allo smartphone e ne estende le potenzialità. Il Galaxy Gear, primo smartwatch (orologio intelligente), della casa coreana sarà presto — forse già a Barcellona — affiancato da un secondo modello da cui si attendono passi in avanti per superare i imiti (batteria, design, funzionalità ridotte) del primo tentativo. Quella degli smartwatch e degli «activity tracker» (i braccialetti, ma non solo, che monitorano il nostro stato fisico) è una tendenza che al Mobile World Congress troverà ampie conferme. Arriverà una pletora di nuovi prodotti: attese a presentazioni diverse aziende importanti come Htc, Huawei, Zte e altre. Questi accessori si candidano a complemento ideale dei nuovi smartphone, anzi dei dilaganti «phablet» ovvero di quei modelli mezzi «phone» e mezzi tablet. Telefoni dalle dimensioni extra-large. Abbiamo assistito a una vera invasione di modelli da 6 pollici e c’è chi, come Lg, a Barcellona rilancerà con le nuove generazioni targate 2014. Come il G Pro 2, un esemplare da 5,9 pollici su cui debutta la funzione Knock Code: per sbloccare lo schermo bisognerà «tambureggiare» un codice con le dita sul touchscreen. La fiera sarà anche l’occasione per fare il punto sui sistemi operativi. Android, ovvero Google, domina: il 78% del mercato è suo. Negli stand sarà possibile vedere all’opera piattaforme che nascono da realtà «open» e oggi ancora embrionali come Firefox Os, Sailfish Os della finlandese Jolla o Ubuntu Touch. Difficile capire se riusciranno a ritagliarsi uno spazio, seppur di nicchia. D’altronde anche un nome storico come BlackBerry è in grossa difficoltà e si sta rifocalizzando sul settore business. Ma potrebbe comunque portare un nuovo modello basato sul suo BlackBerry 10. Windows Phone invece sta crescendo, anche se lentamente. Microsoft resta in attesa di completare l’acquisizione della divisione mobile di Nokia e quest’ultima allora dovrebbe sorprendere presentando il suo primo modello Android. Un misterioso modello noto coi nomi in codice di Nokia X o Nokia Normandy: caratteristiche di fascia bassa, prezzo ridotto (intorno ai 100 euro) e mercati emergenti nel mirino. A bordo non avrà i classici servizi di Google: la versione di Android sarà ampiamente modificata rispetto a quella standard. Ma le nuove realtà parlano cinese. Si attendono fuochi d’artificio da nomi come Zte, Xiaomi, Huawei e soprattutto Lenovo, che poche settimane fa si è portata a casa un marchio storico come Motorola. Software negli Stati Uniti, hardware in estremo oriente: il futuro sembra avere la strada segnata. Paolo Ottolina (malditech.corriere.it) © RIPRODUZIONE RISERVATA Verso il futuro Pagare con un click e dimenticarsi i codici: si farà così E ntrare in un negozio, bere un caffè e pagare facendo strisciare lo smartphone sul Pos, senza dover tirare fuori il portafoglio. Oppure, navigare in Rete, sempre dal telefonino, imbattersi nel prodotto che si desiderava da tempo e completare l’acquisto con un paio di click. Sono azioni che in futuro faremo sempre più spesso, con buona pace del denaro contante. Il Mobile World Congress di Barcellona ospita ormai da qualche anno le ultime novità in materia di pagamenti Nfc, la soluzione che consente di far scorrere il dispositivo sul Pos e che in Italia si diffonderà in maniera capillare a partire dalla prossima primavera. Il circuito Visa porterà negli stand della fiera iberica V.me, un portafoglio digitale che consente di memorizzare le informazioni relative alle proprie carte (anche di altri circuiti), e di completare gli V.me Un «portafoglio digitale» che permette agli utenti di preregistrare le proprie carte di credito PayPal L’azienda fondata nel 1998 permette di pagare online senza diffondere i dati della carta di credito acquisti senza doversi perdere nella digitazione dei codici tradizionalmente richiesti, come il numero della carta o la data di scadenza. In Italia l’app arriverà nei prossimi mesi e sarà messa a disposizione dalle singole banche per sistemi operativi iOs e Android. Anche Mastercard toglierà il velo proprio a Barcellona a una soluzione simile chiamata Mastercard in-app. E anche PayPal, che per prima ha introdotto sistemi di questo genere, ha in serbo una novità destinata al nostro mercato entro fine anno. Si tratta di checkin, una funzione che permetterà ai clienti del servizio di scegliere di pagare all’interno dei negozi con un solo click sulla mappa presente sull’applicazione. Per verificare l’identità del cliente l’esercente non avrà che da controllare la fotografia che comparirà sul suo dispositivo. Martina Pennisi © RIPRODUZIONE RISERVATA 42 italia: 51575551575557 Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 43 italia: 51575551575557 Economia `V `ii ÀÃi /- /iÀ> >L > ÃiÌÌ>> >Ì ` iÜ 9À >}}À>Ì >i Ài Óä°ää /- Óä°{xÓ]Ón ä]äǯ e `À> È°n£Ó] /- Ì° - >Ài Ó£°ÇxÈ]£{ ä]äx¯ e À>VvÀÌi °È£n]nx ä]{ί *>À} >V{ä® {°Îxx]{ £n°nä]{x ä]䣯 Ü ià £È°£x]{ä ä]Ç{¯ e } } >Ã`>µ {°Óx]È ä]xÓ¯ e / i® £{°{{]£n Ó]£x¯ -E* xää £°nÎ]È£ ä]x¯ e >`À` £ä°äÈÓ]Óä ACQUISTI VIRTUALI, LA CORSA DEGLI ITALIANI C ondividiamo online i nostri acquisti, compriamo un prodotto sul web se i prezzi sono più bassi e quando invece decidiamo di recarci in un negozio per fare shopping, facciamo sempre prima una ricerca su internet. Come spiegano gli ultimi due «Prosumer Report» di Havas Worldwide, che da anni analizza i comportamenti dei consumatori in tutto il mondo. Consumatori divisi ormai in due categorie: i «Prosumer», capaci di anticipare e influenzare trend a livello mondiale e i «Millennial»(fra i 18 e i 34 anni) le cui abitudini avranno un impatto globale determinante nei prossimi decenni. Havas ha condotto un sondaggio che ha coinvolto più di 10.000 persone in 31 Paesi fra cui l’Italia, permettendo di individuare i trend. I risultati? A sorpresa, ben il 90% degli italiani intervistati (a fronte di un 88% globale) ha fatto acquisti online nel corso dell’ultimo anno. Lo strumento preferito per comprare sul web resta il computer di casa e solo il 20% si sente a proprio agio nel fare shopping con lo smartphone (contro il 64% dei cinesi e il 54% degli inglesi). Il successo dell’ecommerce non ci ha ancora rassicurato sulla sicurezza dei nostri dati sensibili, per cui continuiamo a sentirci molto più preoccupati rispetto alla media globale (33% vs 21%). Corinna De Cesare ä]Îί e /- Ì°-Ì>À La lente £ iÕÀ ä]Ó{¯ e ÓÓ°Î{]än £]£¯ ä]än¯ e £]ÎÇäÈ `>À £ iÕÀ £Î]£ää Þi > ÃiÌÌ>> ä]Ón¯ ä]£Ó¯ /Ì ` -Ì>Ì /Ì i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° ÓääÓ iÌÌ ¯ /Ì i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° ÓääÓ iÌÌ ¯ Ì« ££ä£Éä{É£{ Î]äää¯ £ää]Óx Ì« Èä£É££ÉÓÈ Ç]Óxä¯ £Î{]£ä Î]ä Ì« ä{ä£ÉäÓÉ£x {]Óxä¯ £äÎ]ÎÈ ä]£Ó Ì« £££xÉäÉÓÈ Î]£ää¯ £ä{]Ó Ó]Ó Ì« £ä£xÉä{É£x Î]äää¯ £äÓ]Èä ä]ÎÎ Ì« äÎä£ÉänÉÎ{ x]äää¯ £ä]È{ Î]ÇÎ £ iÕÀ ä]nÓÓä ÃÌiÀi ä]Îǯ Ì« £££xÉä{É£È Î]Çxä¯ £äx]Èx ä]È£ £ iÕÀ £]ÓÓäÎ vÀ° ÃÛ° Ì« äÈ£xÉäÉ£Ç Ó]£ää¯ £äÎ]Çn Ì« £Î£xÉäÉ£n £]Çää¯ £äÓ]ää ä]{ £]ÈÈ Ì« äxä£ÉäÓÉÎÇ {]äää¯ Ç]nÎ Ì« äÇä£ÉänÉÎ x]äää¯ £ä]£{ VÌ äÇä£É£ÓÉ£{ ä]{Óä¯ £ää]£n Î]ÈÇ Î]n{ ä]{x £ iÕÀ n]ÈäÈ VÀ°ÃÛi° ä]Óx¯ e £ iÕÀ £]x£n `°V>° ä]£¯ e Ì« ää£ÉäÎÉÓä {]Óxä¯ £ä]Ó{ Ì« ££ä£ÉäÎÉÓÓ x]äää¯ ££Ó]Çx Ì« £Îä£ÉäÎÉÓ{ {]xää¯ £äÇ]xn Ó]än Ó]Èä Î]äÇ VÌ änä£ÉäÉ£x ä]xä¯ £ää]ä{ VÌ ää£ÉäÇÉ£È ä]xÈä¯ ]xÇ VÌ £££xÉä{É£n ä]ÈÇǯ n] ä]ÈÓ ä]nÈ £]{È ä]ä¯ L’operazione La proposta presentata alla banche creditrici. Il nodo dell’immobile parigino già ceduto a Chelsfield Risanamento, torna Zunino. Con Barrack L’ex patron e Colony pronti a lanciare l’offerta pubblica. Titoli su del 12% Luigi Zunino ci riprova con l’Opa su Risanamento. La novità è che questa volta l’ex patron della società crollata sotto 3 miliardi di debiti ha per alleato Thomas Barrack, che con il suo Colony capital nei mesi scorsi ha già presentato un’offerta per gli immobili parigini della società, ma è stato battuto dal fondo inglese-saudita Chelsfield. Ieri, dopo le indiscrezioni del Sole 24 Ore relative a un’offertabis, il gruppo immobiliare guidato da Claudio Calabi su richiesta della Consob ha confermato di avere ricevuto il 17 febbraio, insieme alle banche azioniste, «comunicazione da parte di Colony capital» sull’offerta di Oui, società fondata da Zunino «che sarà riconducibile» a lui per il 30% e per il restante 70% a Barrack. Si tratta di un’operazione in due tempi: l’acquisto delle azioni di Risanamento detenute dagli istituti soci Intesa Sanpaolo (36%), Un anno in Borsa 0,25 D’ARCO Gli azionisti IERI più 12,31% a 0,23 euro Totale banche 63,6% Mps 3,01% 0,20 Mercato Sistema holding 11,72% (Zunino) 24,68% Bpm 6,68% 0,15 0,10 mar mag lug set 2013 Soci In alto, l’immobiliarista Luigi Zunino. Qui sopra, il finanziere Tom Barrack fondatore e presidente del fondo di private equity Colony Capital Unicredit (14%), Banco Popolare (3,5%), Bpm (3%), Mps (3%) e dalle tre holding di Zunino in liquidazione (24,7%); il lancio della conseguente Opa obbligatoria sulle azioni restanti. Sempre su richiesta della Consob, Zunino dovrebbe fornire al mercato al più tardi questa mattina ulteriori dettagli. Nel frattempo ieri il titolo ha «strappa- nov gen 2014 feb Banco popolare 3,54% to» al rialzo guadagnando il 12,31% a quota 0,23 euro. Prezzo che va confrontato con i termini dell’offerta che, per quanto si sa finora, sarebbero pari a 0,20 euro per azione per banche e holding Zunino, più 60 milioni messi sul piatto da Barrack a favore degli istituti a fronte di un maggior impatto fiscale atteso, e 0,25 euro per il Unicredit 14,4% Intesa Sanpaolo 35,97% mercato. Non è chiaro dunque se la nuova proposta presenti rispetto a quella firmata dal solo Zunino in giugno (che prevedeva un corrispettivo pari a 0,25 euro per azione) novità in grado di convincere le banche azioniste ad accettare. Fermo restando che una condizione necessaria per procedere dovrebbe essere lo stop alla vendita del «tesoro» immobiliare francese, che poi è il vero obiettivo dell’Opa. Il mese scorso il consiglio di Risanamento (con il voto contrario dei rappresentanti di Banco Popolare e delle holding Zunino) ha sottoscritto un accordo preliminare con Chelsfield per la cessione dei nove edifici posizionati nel centro parigino. Il prezzo concordato è stato di 1,225 miliardi al netto delle imposte di trasferimento (pari al 6%) e l’acquirente, che deve svolgere entro fine mese le due diligence, ha versato la caparra e messo l’intera somma concordata su un conto corrente. Una seconda condizione per l’Opa dovrebbe poi essere la riproposizione della scissione di Risanamento: da una parte gli immobili francesi, dall’altra una newco destinata alle banche contenente Santa Giulia, immobili Sky, i relativi debiti. E i vari rischi e contenziosi ancora aperti. Sergio Bocconi © RIPRODUZIONE RISERVATA L’istituto genovese Carige, sì al consorzio per l’aumento ma resta il nodo Fondazione Banca Carige ha costituito il consorzio di garanzia per avviare le azioni propedeutiche all’aumento di capitale richiesto con insistenza (e sembra con recenti pressioni) da Bankitalia. Un passo, quello del consiglio di amministrazione della banca genovese, che aumenta l’attrito con la Fondazione che detiene il 46,6 per cento delle azioni dell’istituto. La Fondazione aveva chiesto nel suo penultimo consiglio (l’ultimo si è tenuto ieri in parallelo con quello della Banca ed è stato aggiornato a lunedì) di rinviare l’aumento di capitale in attesa che la cessione del ramo assicurativo andasse a buon fine. Il neo-presidente della Fondazione, Paolo Momigliano, sta lavorando di forbice per ridurre l’esposizione e la carenza di liquidità che in questo momento non gli consente di sottoscrivere la quota della Fondazione che rischia di uscire fortemente diluita. Per questo la richiesta di uno stop ma il problema è nella difficoltà di vendita delle assicurazioni: Banca Carige ieri ha preso atto della situazione, per la cessione, scrive in una nota «non appare prevedibile allo stato, una conclusione in tempi brevi e in ogni caso in tempi coerenti con l’esigenza di rafforzamento patrimoniale del Gruppo Carige». Il termine ultimo che Bankitalia chiede di rispettare è quello del 31 marzo, per un aumento fino a 800 milioni di euro, cifra che potrebbe essere ridotta dalla recente cessione della Società di gestione risparmio a Arca per 100 milioni. Banca Carige ha sottoscritto accordi preunderwriting con Mediobanca, Citigroup Global Markets, Credit Suisse Securities, Deutsche Bank A.G. London Branch e Unicredit Corporate e Investment Banking, Commerzbank e Nomura International Plc. Il consorzio di garanzia si impegna a sottoscrivere le azioni Carige non sottoscritte all’esito dell’offerta in borsa. Il percorso tracciato dal board di Carige tuttavia dovrà fare i conti con la reazione della Fondazione. Non si esclude che si arrivi a una netta divaricazione con la convocazione di un’assemblea per rinviare l’aumento di capitale. Intanto il consiglio di Banca Carige ieri ha anche sostituito Evelina Christillin e Elena Vasco, consiglieri dimissionari ,con Roberto Pani e Giovanni Battista Pittaluga. Erika Della Casa © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA franco fontana full color Venezia Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti Palazzo Franchetti campo Santo Stefano 2842 15 febbraio | february 18 maggio | may 2014 promossa da | promoted by in collaborazione con in cooperation with Venezia Iniziative Culturali tutti i giorni | everyday 10 - 19 chiuso il martedì closed tuesdays info e prenotazioni info and bookings 041 8620761 www.ticket.it/fontana www.civitatrevenezie.it prodotta e organizzata da produced and organized by con | with catalogo | catalogue Marsilio 44 Economia Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # L’operazione Valore della transazione intorno a 500 milioni Q8 più forte in Italia, l’emirato compra i distributori Shell Il rilancio D’ARCO La rete dei carburanti n° punti vendita a fine 2011 Etihad-Alitalia, in campo Renzi e Montezemolo Air France: dossier aperto 4.698 Eni (quota di prodotto sul mercato 27-30% circa)* IP Gruppo Api 4.050 TotalErg 3.383 2.840 KPI (quota di prodotto sul mercato con Shell 17% circa)* Gli anglo-olandesi cedono 840 impianti 2.762 Esso (quota di prodotto sul mercato 15-16% circa)* licata, nei giacimenti petroliferi della Val d’Agri e di Tempa Rossa. La compagnia è poi da anni partner tecnico della Ferrari, cui fornisce carburante e lubrificanti. Cresce invece sul mercato nazionale il marchio Q8 (guidato da Alessandro Gilotti, dallo scorso giugno anche presidente dell’Unione petrolifera), che secondo le stime dovrebbe accrescere la propria rete di impianti arrivando poco sotto i 3.500 distributori. Ma, soprattutto, dovrebbe scavalcare la Esso al secondo posto quanto a quota di prodotti petroliferi immessi sul mercato: circa il 17% contro il 15-16%, grazie al 5-6% garantito da Shell. In prima posizione rimane l’Eni con una quota intorno al 27-29%. Si tratta, però, di un mercato che non accenna a riprendersi. Complice la crisi, nel 2012 i consumi italiani di benzina e gasolio sono scesi del 10,5%, e di un altro 3,3% nel 2013. La compagnia dell’emirato, come le altre «Noc», può però contare su forniture di materia prima a buon mercato. In più l’integrazione con gli impianti Shell permetterà a Ku- Tamoil 1.811 983 Shell Altri con marchio 540 *stime dai dati inviati al ministero dello Sviluppo wait Italia di completare al Nord la propria presenza territoriale, fino ad oggi più sbilanciata sul meridione. Un buon affare sembra anche essere quello sul fronte della lo- Della Valle torna sui giovani e il lavoro «Non state a casa o qualche scemo vi sgrida» Nuova puntata nella polemica tra il numero uno di Tod’s, Diego Della Valle, e il presidente di Fiat John Elkann. «Non state a casa a poltrire, altrimenti c’è qualche scemo che poi vi sgrida», ha detto ieri ai figli Della Valle a margine del Premio Leonardo al Quirinale. Il riferimento è alle recenti parole di Elkann sui giovani («non sono così determinati a cercare lavoro», «stanno bene a casa loro» e «non colgono le moltissime occasioni» offerte dal mondo globalizzato), Fonte: dati Unione petrolifera MILANO – La Royal Dutch Shell è una cosiddetta «Ioc», una «compagnia petrolifera internazionale» che nell’attuale situazione di mercato ha tutto l’interesse a concentrarsi sulla ricerca di petrolio e gas. La Kuwait Petroleum, braccio nell’energia dell’emirato (che è il nono produttore mondiale di greggio), è invece una «Noc», una «compagnia petrolifera nazionale» che punta a espandersi nella distribuzione e a raggiungere con i suoi prodotti petroliferi i mercati finali. Ecco perché ieri Shell Italia e Kuwait Italia hanno avuto buon gioco a raggiungere un accordo che riguarda il passaggio di mano di circa 840 distributori di benzina e gasolio dalla prima alla seconda. Per la Shell si tratta dell’uscita dal difficile e inefficiente mercato italiano della vendita di carburanti, un proposito annunciato da tempo. Tra qualche mese il marchio della conchiglia gialla e rossa non si vedrà più su strade e autostrade, ma la Shell non abbandonerà l’Italia. Al contrario: continuerà a occuparsi dei suoi cospicui interessi con Eni e la francese Total in Basi- seguite da una precisazione dello stesso presidente Fiat che ha detto: «Sono rammaricato che un messaggio nato per essere di incoraggiamento alla fine sia stato interpretato come un segnale di mancanza di fiducia nei giovani». Ieri Della Valle ha aggiunto: «Ho portato i ragazzi a vedere Roma - ha detto L’abbiamo girata in lungo e in largo. Così poi non vanno all’estero». gistica: Q8 potrà controllare anche le pipeline del sistema Sigemi in Valpadana e del sistema Filone a Trieste. Oltre a alcuni depositi per la distribuzione del carburante avio, settore dove Q8 è uno dei maggiori fornitori. Nella corsa ai distributori Shell (si parla di un controvalore pagato intorno ai 500 milioni) la Kuwait ha dovuto vincere la concorrenza dei libici di Tamoil. Al momento non si profilano operazioni simili sul mercato italiano. La Esso sta da tempo cedendo singoli pacchetti di impianti a piccoli gruppi. Ma quello dei troppi distributori con basso erogato medio resta il nodo che deve essere ancora risolto. Stefano Agnoli @stefanoagnoli © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Matteo Renzi entra nel dossier Alitalia. Ieri il presidente del consiglio incaricato ha incontrato lo sceicco Khaloon al Mubarak, ceo del fondo Mubadala del governo degli Emirati. Il confronto è avvenuto a casa di Luca Cordero di Montezemolo. Montezemolo e al Mubarak sono in affari da tempo: nel 2005 Mubadala ha acquisito il controllo del 5% delle azioni di Ferrari ed è diventato sponsor ufficiale della scuderia nel 2007. Khaloon al Mubarak, patron del Manchester City, siede anche del board di Maranello. Dal canto suo Air FranceKlm tiene aperta la partita Alitalia. L’amministratore delegato Alexandre de Juniac ribadisce che il gruppo, azionista al 7% di Alitalia, è vigile sul negoziato tra Italia e Emirati. «Mai detto che quello con Alitalia è un capitolo chiuso» ha aggiunto, spiegando che non c’è una discussione in corso con Etihad. Lo si capisce quando il manager esprime un auspicio da cui traspare una preoccupazione: «Se Etihad farà una transazione I conti con Alitalia, sarà in modo amichevole verso Air France, Air France-Klm prima perché siamo un partner e chiude il 2013 con secondo perché la partnership una perdita netta che abbiamo con Alitalia è pari a 1,8 miliardi estremamente favorevole ad Alitalia». Intanto ieri il commissario Ue per la Concorrenza, Joaquin Almunia, ha detto che le discussioni sulla ristrutturazione di Alitalia «saranno lunghe e difficili». Tornando a Air France-Klm, che ieri ha annunciato un investimento da 100 milioni nella compagnia brasiliana Gol, chiude il 2013 con una perdita netta che sale a 1,827 miliardi di euro (da 1,22) su cui pesano svalutazioni di attivi fiscali differiti. La parte di competenza delle perdite e degli accantonamenti per svalutazione della quota Alitalia pesa per 202 milioni di euro. De Juniac ha detto che Alitalia deve «mantenere e sviluppare» la scelta di collocare il proprio hub a Fiumicino e avere «una forte presenza» a Linate. Quanto a Malpensa, «mi pare che vi operino molte altre compagnie e Alitalia è in una posizione molto minoritaria. Mi pare che debba essere lasciata così com’è». Cioè non competitiva con Parigi. Intanto Alitalia ieri ha annunciato l’apertura di una base Air One a Verona. Si tratta di una decisione basata sull’aumento dei passeggeri del Nord Est che hanno utilizzato l’hub di Fiumicino (+5% sul 2012). A. Bac. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA INTERFUND SICAV 17A, rue des Bains L - 1212 LUXEMBOURG Il giorno 25 marzo 2014, alle ore 10:00, in Lussemburgo, presso la sede sociale 17a rue des Bains, sarà tenuta l’Assemblea Generale Ordinaria degli Azionisti della Società, chiamata a discutere ed a deliberare sul seguente ORDINE DEL GIORNO • Relazione del Consiglio di Amministrazione all’Assemblea Generale Ordinaria degli Azionisti e dei Revisori indipendenti. • Presentazione ed approvazione delle situazioni patrimoniali e dei rendiconti dei Compartimenti al 31 dicembre 2013. Presentazione ed approvazione del bilancio e del conto profitti e perdite, aggregati, della SICAV al 31 dicembre 2013. • Manleva da ogni responsabilità legale degli Amministratori in carica durante l’esercizio 2013. • Nomine statutarie. Gli azionisti che intendano partecipare all’Assemblea possono richiedere il biglietto di ammissione presso le sottoindicate Banche. - Fideuram Bank (Luxembourg) - Banque et Caisse d’Epargne de l’Etat, Luxembourg - Kredietbank Luxembourgeoise, Luxembourg - BGL BNP Paribas Luxembourg, Luxembourg Il CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE ESTRATTO AVVISO DI PROCEDURA APERTA PER L’AFFIDAMENTO DI STAMPATI DI VARIE TIPOLOGIE Si rende noto che, ai sensi del D.Lgs. 163/2006, è stato pubblicato nel Supplemento alla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea in data 31/01/2014 con il numero di riferimento n. 033993-2014-IT e sul sito www.ipzs.it il bando relativo alla procedura aperta per l’affidamento ai sensi del ai sensi del d.lgs. 163/06 finalizzata alla definizione di un accordo quadro con un unico operatore economico per ciascun lotto per l’affidamento di stampati di varie tipologie. Gli operatori economici interessati possono far pervenire le offerte, secondo le modalità previste dal suddetto bando, entro e non oltre le ore 12.00 del giorno 17/03/2014 a Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A. - Direzione Acquisti - via Salaria, 1027 - 00138 - Roma. ANAS S.p.A. DIREZIONE GENERALE Cassa depositi e prestiti AVVISO DI GARA PA 01/14 - Codice CIG: 56076581C6 - Itinerario Nord Sud S.Stefano di Camastra Gela. S.S. 117 “Centrale Sicula” - Lavori di ammodernamento e sistemazione del tratto compreso tra km 19+000 e km 23+200. Lotto B2 - Lavori di completamento. Codice CUP F86G01000080001. Tipo di procedura: Ristretta ai sensi dell’art. 55, comma 6, del D. Lgs. n. 163/2006 e ss.mm.ii. Criterio di aggiudicazione: Prezzo più basso inferiore a quello posto a base di gara determinato mediante offerta a prezzi unitari, ai sensi degli articoli 81 e 82 del D. Lgs. 163/06 e ss.mm.ii.. Luogo di esecuzione: Provincia di Messina, Comune di Mistretta - Importo complessivo dell’appalto € 57.494.285,04 Categoria prevalente: OG3 - Ulteriori categorie: OG11 - OG 13 - OS 21 - Responsabile del Procedimento: Dott. Ing. Antonio Marsella. Il bando integrale è stato inviato alla GUUE in data 19/02/2014, viene pubblicato sulla GURI n. 21 del 21 febbraio 2014, sull’albo della sede legale - Direzione Generale ANAS S.p.A. - Roma e sui siti internet agli indirizzi www.stradeanas.it e www.infrastrutturetrasporti.it. Termine per la presentazione delle domande di partecipazione alla suddetta procedura ristretta: ore 12:00 del giorno 1 aprile 2014. Le domande dovranno pervenire al Protocollo Generale della Direzione Generale dell’ANAS - Via Monzambano, 10 - 00185 - Roma. IL DIRIGENTE RESPONSABILE GARE E CONTRATTI Roma, lì 21/02/2014 Avv. Daniele Tornùsciolo VIA MONZAMBANO, 10 - 00185 ROMA Tel. 06/44461 - Fax 06/4454956 - 06/4456224 • sito internet www.stradeanas.it Cassa depositi e prestiti società per azioni Via Goito, 4 00185 Roma Capitale sociale euro 3.500.000.000,00 i.v. Iscritta presso CCIAA di Roma al n. REA 1053767 C.F. e iscrizione al registro delle imprese di Roma 80199230584 Partita IVA 07756511007 www.cassaddpp.it ANAS S.p.A. ANAS S.p.A. Compartimento della viabilità per l’Umbria Compartimento della viabilità per l’Umbria AVVISO DI GARA Procedura aperta PG01/14 - CIG 5604820BC5 - CUP F66G14000060001: Lavori di manutenzione ordinaria ricorrente - Centri Manutentori n. 1 e n. 2 - Province di Perugia e Terni - Esercizi 2014/2015/2016 - Perizia programmatica di spesa per lavori, noleggi e forniture per opere varie di manutenzione lungo le strade statali ricadenti nei Centri Manutentori 1 e 2 del Compartimento - RIPASSO SEGNALETICA ORIZZONTALE - Lavori anche notturni. Importo complessivo posto a base di gara: euro 2.500.000,00 IVA esclusa, di cui euro 300.000,00 per oneri relativi alla sicurezza non soggetti a ribasso. Categoria prevalente: OS10 classifica IV - importo euro 2.500.000,00. Criterio di Aggiudicazione: Criterio del prezzo più basso inferiore a quello posto a base di gara, con esclusione automatica delle offerte anormalmente basse, ai sensi degli artt. 86 comma 1, 122 comma 9 e 253 comma 20 bis del D. Lgs. n. 163/2006. Responsabile del Procedimento: Ing. Mario Liberatore. Il bando integrale è stato pubblicato sulla G.U.R.I. n. 21 del 21/02/2014, sull’albo della sede compartimentale di Perugia, sul sito informatico del Ministero delle Infrastrutture, sul sito del Servizio Regionale Osservatorio LL.PP. e sul sito internet all’indirizzo www.stradeanas.it. Termine di presentazione delle offerte per la suddetta procedura aperta ore 13:00 del giorno 20/03/2014. Le offerte dovranno pervenire presso ANAS S.p.A. - Compartimento della Viabilità per l’Umbria - Via XX Settembre, 33 - 06121 - Perugia. IL DIRIGENTE AREA AMMINISTRATIVA Alessandro FICORELLA VIA XX SETTEMBRE, 33 - 06124 PERUGIA Tel. 075/5749201 - Fax 075/5722929 • sito internet www.stradeanas.it CASSA DEPOSITI e PRESTITI spa AVVISO BUONI FRUTTIFERI POSTALI (BFP) BFP INDICIZZATI ALL’INFLAZIONE ITALIANA INDICE ISTAT FOI ex-TABACCHI Dicembre 2013: 107,10 Per conoscere il Coefficiente di Indicizzazione e i Coefficienti Complessivi di Rimborso Lordi e Netti per ciascuna serie di Buoni è possibile consultare il sito Internet di Cassa depositi e prestiti www.cassaddpp.it BFP INDICIZZATI A SCADENZA E BFPPremia Serie X10 X22; 28Q 30F; P06 P18 P30 P42 P54; P62 e P63 MEDIA INDICE EURO STOXX 50: 3084,302 La media è pari alla media aritmetica dei valori ufficiali di chiusura dell'Indice Euro Stoxx 50 rilevati nei giorni 10, 11, 12, 13 e 14 febbraio 2014. Maggiori informazioni sul meccanismo di indicizzazione e sugli eventuali premi sono disponibili presso tutti gli uffici postali e sul sito Internet di Cassa depositi e prestiti www.cassaddpp.it I Buoni serie 28Q (marzo I Buoni serie P54 (marzo I Buoni serie P42 (marzo I Buoni serie P30 (marzo I Buoni serie P18 (marzo I Buoni serie P06 (marzo AVVISO DI GARA Procedura aperta PG02/14 - CIG 5586393556- CUP F11B98000040011: S.S. n. 318 di “Valfabbrica” Lavori di costruzione del tratto in variante dalla s.s. 3 bis “Tiberina” S.G.C. E/45 in località Lidarno a Schifanoia. Lotto 5° - 2° Stralcio - Esecuzione degli impianti tecnologici (galleria Casacastalda ed illuminazione svincolo). Importo complessivo posto a base di gara: euro 5.161.119,59 IVA esclusa, di cui euro 137.031,12 per oneri relativi alla sicurezza non soggetti a ribasso. Categoria prevalente: OG10 importo: euro 2.370.056,64 Classifica IV. Ulteriori categorie a qualificazione obbligatoria, scorporabili e subappaltabili: OS9 importo: euro 768.283,59 Classifica III. OS13 importo: euro 500.681,83 Classifica II. OS19 importo: euro 483.543,87 Classifica II. OG4 importo: euro 397.612,72 Classifica II. OG3 importo: euro 328.499,58 Classifica II. OS3 importo: euro 312.441,36 Classifica II. Criterio di Aggiudicazione: Criterio del prezzo più basso inferiore a quello posto a base di gara, con esclusione automatica delle offerte anormalmente basse, ai sensi degli artt. 86 comma 1, 122 comma 9 e 253 comma 20 bis del D. Lgs. n. 163/2006. Responsabile del Procedimento: Ing. Mario Liberatore. Il bando integrale è stato pubblicato sulla G.U.R.I. n. 21 del 21/02/2014, sull’albo della sede compartimentale di Perugia, sul sito informatico del Ministero delle Infrastrutture, sul sito del Servizio Regionale Osservatorio LL.PP. e sul sito internet all’indirizzo www.stradeanas.it. Termine di presentazione delle offerte per la suddetta procedura aperta ore 13:00 del giorno 25/03/2014. Le offerte dovranno pervenire presso ANAS S.p.A. - Compartimento della Viabilità per l’Umbria - Via XX Settembre, 33 - 06121 - Perugia. IL DIRIGENTE AREA AMMINISTRATIVA Alessandro FICORELLA VIA XX SETTEMBRE, 33 - 06124 PERUGIA Tel. 075/5749201 - Fax 075/5722929 • sito internet www.stradeanas.it SOGEI - Società Generale d’Informatica S.p.A. Via M. Carucci, 99 - 00143 ROMA Telefono +3906/50252828 - Fax +3906/50258429 Società del Ministero dell’economia e delle finanze AVVISO APPALTI AGGIUDICATI Con riferimento alla procedura aperta, indetta con bando di gara pubblicato sulla G.U.U.E del 29 dicembre 2012 serie S 250-414376 e sulla GURI parte V n. 2 del 4 gennaio 2013, si informa che la fornitura di apparati per la centralizzazione dei servizi DDI degli Uffici dell’Amministrazione finanziaria - Gara BS1214 (CPV: 32420000-3, 48210000-3, 72250000-2), è stata aggiudicata alla Società Lantech Solutions S.p.A., ad un corrispettivo globale di € 374.335,00 (trecentosettantaquattromilatrecentotrentacinque/00) oltre l’IVA. Roma lì, 21 febbraio 2014 SOGEI - Società Generale d’Informatica S.p.A. Presidente e Amministratore Delegato - Cristiano Cannarsa 2009) riconoscono alla scadenza un premio aggiuntivo pari a circa il 28,00% lordo 2012) riconoscono al termine del secondo anno un premio aggiuntivo del 5,00% lordo 2011) riconoscono al termine del terzo anno un premio aggiuntivo del 2,50% lordo 2010) riconoscono al termine del quarto anno un premio aggiuntivo del 4,00% lordo 2009) riconoscono al termine del quinto anno un premio aggiuntivo del 6,00% lordo 2008) riconoscono al termine del sesto anno un premio aggiuntivo del 6,50% lordo Regione Veneto Azienda U.L.S.S. n. 22 Bussolengo AVVISO DI GARA L’ULSS n. 22 della Regione Veneto con sede in 37012 - Bussolengo - Vr - Villa Spinola - indice Procedura Ristretta a’ sensi dell’art. 3 - comma 38 del Decreto Legislativo 163/2006 e smi per l’aggiudicazione del SERVIZIO DI PULIZIA E SANIFICAZIONE DELLE STRUTTURE DELL’ULSS N. 22 DI BUSSOLENGO/VR. Per il bando di gara integrale e per ulteriori informazioni rivolgersi a: Servizio Provveditorato Economato - ULSS n. 22 - Via C.A. Dalla Chiesa - 37012 Bussolengo - Vr - tel. 045/6712841 - 842 - 843 - 365 Fax 045/6712894 - http://www.ulss22.ven.it. IL DIRETTORE GENERALE Avv.to Alessandro Dall’Ora CONSIP S.p.A. a socio unico Via Isonzo, n. 19/E 00198 - Roma Avviso per estratto Consip S.p.A. ha proceduto alla rettifica del Bando di gara relativo alla “Gara a procedura aperta ai sensi del d.lgs. 163/2006 e s.m.i., per la fornitura di carte nazionali dei servizi con funzione di tessera sanitaria, e relativi servizi, per il sistema di monitoraggio della spesa sanitaria ID 1429. CIG lotto 1 5493572F03 - CIG lotto 2 54935962D5”, e conseguentemente ha prorogato il termine di presentazione delle offerte alle ore 12.00 del 31/03/2014. Il testo integrale dell’avviso di rettifica è stato pubblicato sulla GUUE e sulla GURI, alle quali è stato inviato in data 18/02/2014, e può essere consultato sui siti www.consip.it e www.sogei.it. Dott. Domenico Casalino (L’Amministratore Delegato) Revoca dell’Avviso n. 5/2013 di Fondimpresa con pubblicazione di nuovo Avviso Si comunica che nella riunione del 12.02.2014 il Consiglio di Amministrazione di Fondimpresa, con sede in Roma, via della Ferratella in Laterano n. 33, C.F. 97278470584, esercitando la facoltà prevista dall’art. 12 dell’Avviso, ha deliberato di revocare l’Avviso n. 5/2013, con conseguente annullamento della seconda scadenza di presentazione delle domande, e di procedere, a seguito della pubblicazione del nuovo regolamento (UE) che disciplina alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato interno per il periodo 2014 - 2020, alla pubblicazione di un nuovo Avviso che recepisca la nuova disciplina in materia di aiuti di Stato. Il testo integrale della revoca dell’Avviso n. 5/2013 è pubblicato sul sito web di Fondimpresa www.fondimpresa.it. Il Direttore Generale Paola Vitto Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 Il caso Economia 45 italia: 51575551575557 Gli intrighi del Canale di Panama Cadono i veti, il cantiere riapre La ripresa dei lavori del consorzio Gupc (Sacyr-Impregilo) MILANO — Se non fosse per i protagonisti, quasi tutti di animo latino, la storia dell’ampliamento del Canale di Panama potrebbe essere la trama di una spy story, dove gli equilibri di una «giovane» repubblica (panamense) si mescolano con quelli finanziari dei costruttori europei (spagnoli e italiani) e si impastano con il sospetto di un coinvolgimento degli Stati Uniti, esclusi da una partita in cui fino al 1999 hanno giocato da protagonisti. Una spy story che per i toni si è trasformata più in una soap opera. Partiamo dall’ultima puntata, che non sembra essere definitiva perché le parti coinvolte si sono date 72 ore per trovare l’accordo. Ieri sono ripresi i lavori di espansione del Canale di Panama, dopo lo stop di due settimane fa. È dal 1914 che il Canale collega gli oceani Atlantico e Pacifico, accorciando il tragitto delle navi merci che fanno la spola tra l’Europa e l’America: lo attraversano circa 14 mila ogni anno. I lavori servono per permettere il transito alle nuove imbarcazioni extralarge, lunghe fino a 350 metri, con pescaggio di 18 metri e in grado di trasportare fino a 12 mila container, contro i 4 mila dei cargo che ora riescono a passare. Il consorzio europeo Gupc, che nel 2009 si è aggiudicato la commessa internazionale da 3,2 miliardi di dollari, ha bloccato i lavori in seguito alla rottura delle trattative con l’Autorità del Canale di Panama (Acp) sui costi aggiuntivi di 1,6 miliardi di dollari. Il consorzio è guidato dalla spagnola Sacyr, ma ne fa parte anche l’italiana Salini Impregilo con il 38% e con quote minori la belga Jan De Nul e la panamense Constructora Urbana. La disputa tra Acp e il consorzio era cominciata a dicembre e si è protratta fino al braccio di ferro di febbraio. Da un lato Panama decisa a non pagare ed assistita dagli avvocati di un grande studio legale americano che lavora anche per la Bechetel, la società Usa che nel 2009 perse la sfida per aggiudicarsi la commessa con disappunto di Washington (i cablogrammi dell’ambasciata Usa di Panama, pubblicati tre anni fa da Wikileaks, sono emblematici: «Gli spagnoli del consorzio hanno vinto offrendo un prezzo troppo basso: sicuramente chiederanno un adeguamento in corso d’opera». In realtà lo scarto fu tecnico). Dall’altro lato il consorzio che rivendica il pagamento e imputa gli extra costi a interventi non prevedibili, come la richiesta da parte dell’Acp di un calcestruzzo di qualità migliore e quindi più caro. Il 70% dell’opera è già stato realizzato, perciò non conviene a nessuno fermare tutto e procedere a una nuova assegnazione. Sarebbe controproducente per il presidente uscente di Panama, Ricardo Martinelli, che nei mesi scorsi ha alzato il livello dello scontro chiedendo il coin- La banca britannica Rbs, 30 mila tagli in vista Royal Bank of Scotland, controllata dallo Stato britannico, potrebbe tagliare 30 mila posti di lavoro nei prossimi anni, secondo quanto scrive la versione on line del «Financial Times». 1914 l’anno di inaugurazione del Canale di Panama. Sono in corso i lavori per il raddoppio delle vie di transito «La giustizia? Troppo costosa» La protesta dei 10 mila avvocati motivazioni delle sentenze concesse solo previo pagamento, il filtro in appello, la mediazione obbligatoria, le liti temerarie. Ma si infiammano anche contro la riforma delle circoscrizioni giudiziarie, che a molti ha chiuso il tribunale sotto casa. E prima di cantare l’inno di Mameli, in una nuvola di fumo tricolore, lanciano un appello: «Da Matteo Renzi ci aspettiamo si ponga il problema della difesa dei diritti dei cittadini». In diecimila, secondo le stime dell’Oua (Organismo unitario dell’avvocatura) che, insieme ad ordini e associazioni forensi, ha organizzato il corteo e l’astensione di 3 giorni, hanno attraversato la capitale, dopo un presidio a piazza Montecitorio, visitato da parlamentari di quasi tutti i partiti. Tutti a rassicurare quei rappresentanti di una categoria che ha raggiunto quo- Corteo La manifestazione degli avvocati ieri a Roma. Il corteo è stato il culmine di una tre giorni di scioperi e proteste indetti dall’Organismo unitario dell’avvocatura La vicenda Il raddoppio Ad aggiudicarsi i lavori per il raddoppio del Canale di Panama (foto sotto) è stato nel 2009 il consorzio Gupc (capofila la spagnola Sacyr, con l’italiana Salini Impregilo al 38%) per oltre 3 miliardi di dollari. Nel corso dei lavori sono emersi 1,6 miliardi di dollari di extra-costi volgimento dei governi spagnolo e italiano ma rifiutando poi l’offerta di mediazione della Commissione europea. Panama va a nuove elezioni a maggio, Martinelli non è più ricandidabile e lascerebbe una pessima eredità al candidato del suo partito se i lavori per il Canale, la maggiore fonte di ricchezza del Paese, non procedessero a ritmo serrato (ci sono in ballo circa 6 miliardi di dollari all’anno una volta che andrà a regime). Non ha interesse allo stop nemmeno il consorzio. Le paratie delle chiuse realizzate dall’italiana Cimolai sono già pronte. Inoltre sarebbero a rischio circa 10 mila posti di lavoro. Premono per una soluzione anche gli Stati Uniti, i cui porti commerciali così come quelli del Sudamerica, sono pronti ad accogliere i supercargo. Cos’ha evitato lo stallo? L’Acp avrebbe sbloccato quasi 40 milioni di dollari, mentre proseguono i negoziati – spiega il consorzio in una nota – «per un accordo globale, sulla base del contratto e delle leggi applicabili, che preveda il finanziamento necessario al completamento del progetto nel 2015». L’Autorità del Canale starebbe accettando di partecipare per circa il 50% agli extra costi, Zurich rinuncerebbe a un «perfomance bond» da 400 milioni per ottenere così, anche attraverso altre tranche minori, il rifinanziamento dei lavori. Questa parte offerta da Zurich e gli anticipi versati a suo tempo dall’Acp verrebbero ricompresi nel 50% a carico delle imprese. Comunque, bisognerà attendere anche il risultato dell’arbitrato internazionale di Miami. L’ultima puntata è ancora lontana. Francesca Basso © RIPRODUZIONE RISERVATA La manifestazione Per gli studi l'attività è calata del 30-40% ROMA — «La giustizia non è più per tutti. I costi sono già aumentati in maniera folle. La marca da bollo è passata da 8 a 27 euro. Ed è solo l’inizio». Marciano e sventolano bandiere tricolori gli avvocati. Hanno cappi al collo, lacci ai polsi, e cartelli con la democrazia pugnalata. Gridano contro le modifiche già fatte al codice di procedura civile che hanno avuto l’effetto paradossale di allungare di 2 anni la media dei procedimenti. E chiedono che vengano subito ritirate quelle annunciate: le La scadenza Un’opera da 5 miliardi di dollari. Il duello con l’Autorità, poi lo sblocco. Ogni anno passano 14 mila navi ta 260mila. E in tempi di crisi vede un crollo verticale degli introiti («del 30-40%», dicono). «L’avvocatura non ce la fa più a difendere i cittadini - avverte Nicola Marino, presidente Oua i costi sono aumentati: del 55,62% in primo grado, del 119,15% in appello e del 182,67% in Cassazione. La spesa per lo Stato è aumentata dai 773 milioni di euro del 2010 ai 785 del 2012. Un costo di 73 euro procapite, contro i 57,4 della media europea. E il ddl delega peggiora la situazione. Va ritirato. Con la norma contro le liti temerarie rischierà solo chi può permetterselo». Questo è negare il diritto alla difesa, dicono. E i giovani sottolineano le difficoltà di accesso, impari rispetto ai colleghi europei. Ed evidenziano che il gratuito patrocinio, da loro svolto per i non abbienti, viene già retribuito solo con un terzo delle tariffe, 3 anni dopo. C’è anche c h i va co n t ro corrente: «Basta difendere i tribunali aboliti - dice un avvocato romano - , a me ne basterebbe anche uno solo ma in grado di sostenere il processo telematico che dovrebbe partire a giugno ma già si avvia verso un rinvio». Virginia Piccolillo © RIPRODUZIONE RISERVATA Sanatoria per le cartelle fiscali fino al 31 marzo ROMA - Platea più ampia e più tempo a disposizione per fruire delle norme della legge di Stabilità sulla «rottamazione» delle cartelle esattoriali. L’Aula del Senato ieri ha approvato un emendamento al decreto sugli Enti locali che estende questa possibilità anche ai casi in cui «il debito tributario derivi da ingiunzione fiscale» ed allunga i termini dal 28 febbraio al 31 marzo prossimo. Com’è noto la legge di Stabilità 2014 ha dato ai contribuenti la possibilità di pagare, entro il 28 febbraio, in un’unica soluzione, senza interessi di mora e di ritardata iscrizione a ruolo, le cartelle e gli avvisi di accertamento esecutivi affidati entro il 31 ottobre 2013 a Equitalia per la riscossione. La modifica estende la possibilità a tutti i contribuenti indipendentemente dalle modalità di riscossione e sino a fine marzo. La norma diventerà definitiva se il decreto Enti locali sarà approvato entro venerdì prossimo alla Camera, dove è approdato dal momento che ieri il Senato lo ha approvato con 135 voti a favore, 23 contro e 45 astenuti. Dati i tempi, la Camera dovrebbe limitarsi a votare il decreto così com’è, pena la sua decadenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA 46 Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Data Valuta Quota/od. Quota/pre. AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC 18/02 EUR 5,088 5,084 Strategic Debt Fd X 20/02 GBP 1,066 1,066 Inflazione Più Arancio 19/02 EUR 55,200 55,210 KIS - Income P 18/02 EUR 107,890 107,880 PS - Absolute Return A 19/02 EUR 110,670 110,630 18/02 EUR 5,088 5,084 Strategic Debt Fd X H 20/02 EUR 1,293 1,292 Mattone Arancio 19/02 EUR 43,510 43,370 KIS - Italia P 18/02 EUR 131,130 131,010 PS - Absolute Return B 19/02 EUR 116,620 116,580 AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC 18/02 EUR 5,558 5,557 Strategic Debt Fd X H 20/02 USD 1,773 1,773 Profilo Dinamico Arancio 19/02 EUR 63,400 63,250 KIS - Italia X 18/02 EUR 129,580 129,460 PS - Algo Flex A 18/02 EUR 109,690 109,000 60,990 KIS - Key 18/02 EUR 130,680 131,270 PS - Algo Flex B 18/02 EUR 104,450 103,790 18/02 EUR 131,140 131,730 PS - Best Global Managers A 18/02 EUR 104,230 103,680 PS - Best Global Managers B 18/02 EUR 107,800 107,210 PS - Best Gl Managers Flex Eq A 19/02 EUR 110,020 109,910 PS - Bond Opportunities A 19/02 EUR 160,600 160,510 PS - Bond Opportunities B 19/02 EUR 119,680 119,610 PS - Dynamic Core Portfolio A 19/02 EUR 98,730 98,720 PS - EOS A 18/02 EUR 133,500 131,130 99,600 AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS 18/02 EUR AcomeA SGR - numero di tel. 800.89.39.89 [email protected] AcomeA America (A1) AcomeA America (A2) AcomeA Asia Pacifico (A1) AcomeA Asia Pacifico (A2) 19/02 EUR 19/02 EUR 15,744 16,201 19/02 EUR 15,823 16,283 4,167 19/02 EUR 4,175 4,274 4,282 AcomeA Breve Termine (A1) 19/02 EUR 14,463 14,460 AcomeA Breve Termine (A2) 19/02 EUR 14,609 14,606 AcomeA ETF Attivo (A1) 19/02 EUR 4,477 4,480 AcomeA ETF Attivo (A2) 19/02 EUR 4,577 4,581 AcomeA Eurobbligazionario (A1) 19/02 EUR 16,905 16,900 AcomeA Eurobbligazionario (A2) 19/02 EUR 17,082 17,076 AcomeA Europa (A1) 19/02 EUR 13,084 13,100 AcomeA Europa (A2) 19/02 EUR 13,387 13,404 AcomeA Globale (A1) 19/02 EUR 11,032 11,068 AcomeA Globale (A2) 19/02 EUR 11,418 11,455 AcomeA Italia (A1) 19/02 EUR 19,966 19,951 AcomeA Italia (A2) 19/02 EUR 20,450 20,435 AcomeA Liquidità (A1) 19/02 EUR 8,891 8,891 AcomeA Liquidità (A2) 19/02 EUR 8,892 8,892 AcomeA Paesi Emergenti (A1) 19/02 EUR 6,300 6,311 AcomeA Paesi Emergenti (A2) 19/02 EUR 6,459 6,471 AcomeA Patrimonio Aggressivo (A1) 19/02 EUR 3,838 AcomeA Patrimonia Aggressivo (A2) 19/02 EUR AcomeA Patrimonio Prudente (A1) 19/02 EUR 6,121 6,123 19/02 EUR 20,977 20,992 AcomeA Performance (A1) AcomeA Performance (A2) 19/02 EUR 21,258 18/02 EUR 105,727 105,582 Invictus Macro Fd 19/02 EUR 81,301 81,879 Sol Invictus Absolute Return 13/02 EUR 107,520 107,520 57,430 57,350 1,254 1,257 48,490 48,590 KIS - Multi-Str. UCITS A USD 18/02 USD 155,150 154,850 3,454 3,465 KIS - Multi-Str. UCITS D 18/02 EUR 114,050 113,830 20/02 USD 5,689 5,711 KIS - Multi-Str. UCITS P 18/02 EUR 116,760 116,530 UK Equity Fd B 20/02 EUR 4,184 4,184 KIS - Multi-Str. UCITS X 18/02 EUR 117,390 117,180 5,275 UK Equity Fd B 20/02 GBP 3,471 3,482 KIS - Selection D 18/02 EUR 122,990 122,960 5,942 5,938 UK Equity Fd B 20/02 USD 5,773 5,795 KIS - Selection P 18/02 EUR 124,730 124,700 6,836 6,847 UK Equity Fd X 20/02 EUR 4,387 4,387 KIS - Selection X 18/02 EUR 124,230 124,200 UK Abs Target Fd P2 20/02 GBP 18/02 EUR 5,334 5,334 UK Equity Fd A 20/02 GBP AZ F. Cash Overnight 18/02 EUR 5,246 5,246 UK Equity Fd A AZ F. Cat Bond ACC 14/02 EUR 5,293 5,293 AZ F. Cat Bond DIS 14/02 EUR 5,275 AZ F. CGM Opport Corp Bd 18/02 EUR AZ F. CGM Opport European 18/02 EUR 20/02 EUR UK Abs Target Fd P2 1,171 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it Invesco Funds AZ F. CGM Opport Global 18/02 EUR 6,221 6,206 UK Equity Fd X 20/02 EUR 4,262 4,262 Asia Balanced A 20/02 USD 23,270 23,300 AZ F. CGM Opport Gov Bd 18/02 EUR 5,459 5,455 UK Equity Fd X 20/02 GBP 0,519 0,521 Asia Balanced A-Dis 20/02 USD 15,360 15,380 AZ F. Commodity Trading 18/02 EUR 4,310 4,255 UK Equity Fd X 20/02 GBP 3,503 3,514 Asia Consumer Demand A 20/02 USD 13,270 13,370 UK Equity Fd X 20/02 USD 5,878 5,900 Asia Consumer Demand A-Dis 20/02 USD 12,940 13,040 Asia Infrastructure A 20/02 USD 13,380 13,430 Asian Bond A-Dis M 20/02 USD 10,002 10,013 Balanced-Risk Allocation A 20/02 EUR 14,570 14,610 AZ F. Conservative 18/02 EUR 6,380 6,369 AZ F. Core Brands 18/02 EUR 5,576 5,577 AZ F. Corporate Premium ACC 18/02 EUR 5,538 5,551 AZ F. Corporate Premium DIS 18/02 EUR 5,317 5,329 AZ F. Dividend Premium ACC 18/02 EUR 5,519 5,521 AZ F. Dividend Premium DIS 18/02 EUR 4,931 4,933 AZ F. Emer. Mkt Asia 18/02 EUR 5,607 Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - [email protected] AZ F. Emer. Mkt Europe 18/02 EUR 3,216 3,238 18/02 EUR 4,528 4,587 AZ F. European Dynamic 18/02 EUR 5,245 5,239 AZ F. European Trend 18/02 EUR 3,270 3,269 AZ F. Formula 1 Absolute 18/02 EUR 5,378 5,380 AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC 31/01 EUR 5,567 5,562 AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS 31/01 EUR 5,524 5,532 AZ F. Formula Target 2014 18/02 EUR 4,726 4,726 AZ F. Formula Target 2015 ACC 18/02 EUR 5,969 5,972 AZ F. Formula Target 2015 DIS 18/02 EUR 5,530 5,532 AZ F. Formula 1 Conserv. 18/02 EUR 4,945 4,944 AZ F. Global Curr&Rates ACC 18/02 EUR 4,301 4,324 AZ F. Global Curr&Rates DIS 18/02 EUR 4,090 4,112 AZ F. Global Sukuk ACC 14/02 EUR 4,938 4,938 AZ F. Global Sukuk DIS 14/02 EUR 4,938 4,938 AZ F. Hybrid Bonds ACC 18/02 EUR 5,173 5,167 AZ F. Hybrid Bonds DIS 18/02 EUR 5,114 5,108 AZ F. Income ACC 18/02 EUR 6,218 6,213 AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS 18/02 EUR AZ F. Institutional Target 18/02 EUR 4,485 4,242 5,472 14,182 14,278 20/02 USD 9,161 9,223 20/02 USD 11,786 11,794 18/02 USD 1480,795 1479,397 Em. Mkt Corp Bd A Bond Euro A 18/02 EUR 1235,020 1234,772 Euro Corp. Bond A 20/02 EUR 16,257 16,263 Bond Euro B 18/02 EUR 1194,885 1194,658 Euro Corp. Bond A-Dis M 20/02 EUR 12,437 12,442 Bond Risk A 18/02 EUR 1414,967 1414,761 Euro Short Term Bond A 20/02 EUR 10,851 10,852 Bond Risk B 18/02 EUR 1356,759 1356,577 European Bond A-Dis 20/02 EUR 5,538 5,543 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. A 18/02 EUR 1604,826 1603,104 Glob. Bond A-Dis 20/02 USD 5,750 5,759 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. B 18/02 EUR 1546,235 1544,560 Glob. Equity Income A 20/02 USD 59,880 60,160 CompAM Fund - SB Bond B 17/02 EUR 1063,363 1062,310 Glob. Equity Income A-Dis 20/02 USD 15,090 15,160 17/02 EUR 1101,235 1099,240 Glob. Inv. Grade.Corp. Bond A-Dis M 20/02 USD 17/02 EUR 1010,334 1009,630 Glob. Structured Equity A-Dis 20/02 USD 40,390 40,600 18/02 EUR 1411,785 1411,784 Glob. Targeted Ret. A 19/02 EUR 10,220 10,180 18/02 EUR 1338,287 1338,308 Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A 20/02 EUR 12,636 12,642 20/02 EUR 11,618 11,625 44,260 Multiman. Bal. A 17/02 EUR 115,971 115,772 Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Multiman. Bal. M 17/02 EUR 115,501 115,301 Greater China Eq. A 20/02 USD 43,780 Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A 12/02 EUR 71,723 71,195 India Equity E 20/02 EUR 24,880 24,990 Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M 12/02 EUR 74,616 74,059 Japanese Eq. Advantage A 20/02 JPY 2932,000 3005,000 Multiman.Target Alpha A 12/02 EUR 105,726 104,680 Pan European Eq. A 20/02 EUR 17,690 17,740 Pan European Eq. A-Dis 20/02 EUR 16,030 16,070 Pan European Eq. Inc. A-Dis 20/02 EUR 11,530 11,590 Pan European High Inc A 20/02 EUR 18,310 18,310 Pan European High Inc A-Dis 20/02 EUR 13,390 13,390 Pan European Struct. Eq. A 20/02 EUR 13,890 13,900 Pan European Struct. Eq. A-Dis 20/02 EUR 13,370 13,370 Renminbi Fix. Inc. A 20/02 USD 10,784 10,794 Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis 20/02 EUR 9,758 9,731 US Equity A EH 20/02 EUR 13,660 13,680 5,774 4,511 4,267 5,467 DB Platinum 18/02 EUR Agriculture Euro R1C A 61,910 60,850 AZ F. Italian Trend 18/02 EUR 3,601 3,603 Comm Euro R1C A 19/02 EUR 108,650 108,320 AZ F. Lira Plus ACC 18/02 EUR 4,741 4,757 Comm Harvest R3C E 19/02 EUR 74,270 74,470 18/02 EUR 26,745 26,730 AZ F. Lira Plus DIS 18/02 EUR 4,741 4,757 Currency Returns Plus R1C 19/02 EUR 928,210 928,770 Azimut Formula 1 Absolute 18/02 EUR 7,214 7,211 AZ F. Macro Dynamic 18/02 EUR 5,960 5,959 Dyn Aktien Pl R1C A 19/02 EUR 113,210 112,890 Azimut Formula 1 Conserv 18/02 EUR 6,884 6,882 AZ F. Opportunities 18/02 EUR 5,240 5,252 DB Platinum IV Azimut Formula Target 2013 18/02 EUR 6,916 6,919 AZ F. Pacific Trend 18/02 EUR 4,089 4,021 Croci Euro R1C B 20/02 USD US High Yield Bond A 19/02 EUR 116,840 US High Yield Bond A-Dis M 20/02 USD 10,682 10,665 20/02 USD 30,210 30,440 US Value Equity A-Dis 20/02 USD 28,890 29,110 18/02 EUR 6,704 6,704 AZ F. Patriot ACC 18/02 EUR 6,306 6,280 Croci Japan R1C B 19/02 JPY 8285,820 8304,740 18/02 EUR 12,894 12,893 AZ F. Patriot DIS 18/02 EUR 5,913 5,888 Croci US R1C B 19/02 USD 157,690 157,890 Azimut Prev. Com. Crescita 31/01 EUR 10,755 10,841 AZ F. Qbond 18/02 EUR 5,122 5,112 Dyn. Bd Stabilität Plus R1C A 19/02 EUR 95,170 95,280 Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C 31/01 EUR 10,760 10,844 AZ F. Qinternational 18/02 EUR 5,031 5,016 Dyn. Cash R1C A 19/02 EUR 101,550 Azimut Prev. Com. Equilibrato 31/01 EUR 11,905 11,912 AZ F. QProtection 18/02 EUR 5,197 5,194 Paulson Global R1C E 12/02 EUR Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C 31/01 EUR 11,907 11,910 AZ F. Qtrend 18/02 EUR 4,901 4,898 Sovereign Plus R1C A Azimut Prev. Com. Garantito 31/01 EUR 10,747 10,692 AZ F. Renminbi Opport 18/02 EUR 5,408 5,409 Systematic Alpha R1C A Azimut Prev. Com. Protetto 31/01 EUR 11,777 11,822 AZ F. Reserve Short Term 18/02 EUR 6,297 6,297 Invesco PowerShares Azimut Prev. Com. Protetto Cl. C 31/01 EUR 11,782 11,825 AZ F. Short Term Gl High Yield ACC 18/02 EUR 5,055 5,047 NASDAQ OMX Global Water Azimut Prev. Com. Obbli. 31/01 EUR 10,071 10,007 AZ F. Short Term Gl High Yield DIS 18/02 EUR 5,027 5,019 Azimut Prev. Com. Obbli. Cl. C 31/01 EUR 10,071 10,007 AZ F. Solidity ACC 18/02 EUR 5,896 5,888 Azimut Reddito Euro 18/02 EUR 17,280 17,267 AZ F. Solidity DIS Azimut Reddito Usa 18/02 EUR 5,987 6,004 5,554 18/02 EUR 5,668 98,660 98,820 PS - Equilibrium A 18/02 EUR 99,730 18/02 EUR 103,180 103,340 PS - Fixed Inc Absolute Return A 19/02 EUR 98,240 98,190 KIS - Target 2014 X 18/02 EUR 102,190 102,180 PS - Inter. Equity Quant A 19/02 EUR 109,410 109,300 PS - Inter. Equity Quant B 19/02 EUR 111,540 111,430 PS - Liquidity A 19/02 EUR 124,260 124,250 PS - Opportunistic Growth A 19/02 EUR 95,250 95,210 PS - Opportunistic Growth B 19/02 EUR 100,210 100,160 85,200 ASIAN OPP CAP RET EUR 19/02 EUR 12,221 12,216 FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR 19/02 EUR 107,590 107,517 PS - Podium Flex A 19/02 EUR 85,210 FLEX STRATEGY RET EUR 19/02 EUR 91,916 91,994 PS - Podium Flex C 19/02 USD 84,110 84,100 HIGH GROWTH CAP RET EUR 19/02 EUR 116,139 116,272 PS - Prestige A 18/02 EUR 100,450 100,060 ITALY CAP RET A EUR 19/02 EUR 25,100 25,077 PS - Quintessenza A 18/02 EUR 102,980 102,000 SHORT DURATION CAP RET EUR 19/02 EUR 914,613 915,659 PS - Quintessenza B 18/02 EUR 106,020 105,000 PS - Target A 18/02 EUR 103,560 110,420 PS - Target B 18/02 EUR 103,500 110,350 PS - Titan Aggressive A 18/02 EUR 105,460 103,710 PS - Total Return A 19/02 EUR 102,480 102,450 PS - Total Return B 19/02 EUR 95,790 95,760 PS - Valeur Income A 19/02 EUR 109,550 109,560 PS - Value A 18/02 EUR 103,970 102,490 PS - Value B 18/02 EUR 106,120 104,600 www.multistarssicav.com [email protected] T. +41 (0)91 640 37 80 Orazio Conservative A 19/02 EUR 100,250 100,220 Sparta Agressive A 19/02 EUR 101,350 101,550 WM Biotech A 19/02 EUR 157,000 158,080 WM Biotech I 19/02 EUR 1595,080 1605,960 www.pegasocapitalsicav.com www.newmillenniumsicav.com Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 18/02 EUR 8,589 8,581 AZ F. Top Rating ACC 18/02 EUR 5,008 5,015 18/02 EUR 8,681 8,669 AZ F. Top Rating DIS 18/02 EUR 5,008 5,015 6,149 AZ F. Trend 18/02 EUR 5,832 5,841 AZ F. US Income 18/02 EUR 5,439 5,453 137,240 137,250 NM Euro Equities A 19/02 EUR 46,170 46,130 Strategic Trend Inst. C 19/02 EUR 103,640 103,550 NM Global Equities EUR hdg A 19/02 EUR 69,650 70,130 Strategic Trend Retail C 19/02 EUR 101,640 101,560 NM Inflation Linked Bond Europe A 19/02 EUR 103,920 103,900 Fondo Donatello-Michelangelo Due 30/06 EUR 52927,939 52659,382 Fondo Donatello-Tulipano 30/06 EUR 47475,755 48904,331 Fondo Donatello-Margherita 30/06 EUR 27116,197 26640,389 Fondo Donatello-David 30/06 EUR 57863,932 57813,049 Fondo Tiziano Comparto Venere 30/06 EUR 477314,036 Caravaggio di Sorgente SGR 30/06 EUR NM Italian Diversified Bond A 19/02 EUR NM Italian Diversified Bond I 19/02 EUR 111,580 111,470 NM Large Europe Corp A 19/02 EUR 133,600 109,450 133,560 109,350 NM Market Timing A 19/02 EUR 103,780 103,660 NM Market Timing I 19/02 EUR 104,310 104,190 120,320 101,550 NM VolActive A 19/02 EUR 98,250 98,450 6312,200 6202,820 NM VolActive I 19/02 EUR 98,510 98,710 19/02 EUR 105,980 105,810 12/02 EUR 9974,710 9814,290 5,101 EUR Progress 19/02 6,262 EUR Quality 19/02 6,860 EUR 19/02 EUR 9,081 AUGUSTUM EQUITY EUROPE I 19/02 EUR 108,540 108,420 AUGUSTUM G.A.M.E.S. A 19/02 EUR 110,100 110,300 AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 19/02 EUR 146,130 146,380 A S&P Kairos Multi-Str. A 31/12 EUR 857158,267 847479,331 Kairos Multi-Str. B 31/12 EUR 561570,953 555514,933 Kairos Multi-Str. I 31/12 EUR 576858,129 570128,125 Kairos Multi-Str. P 31/12 EUR 527974,042 522536,062 Kairos Income 18/02 EUR 6,805 6,804 Kairos Small Cap 18/02 EUR 10,465 10,481 18/02 EUR 12,264 12,227 Azimut Trend Europa 18/02 EUR 13,152 13,147 Azimut Trend Italia 18/02 EUR 18,135 18,143 Azimut Trend Pacifico 18/02 EUR 6,811 6,712 Azimut Trend Tassi 18/02 EUR 10,094 10,089 Abs. UK Dynamic Fd P1 20/02 GBP 1,557 1,554 KAIROS INTERNATIONAL SICAV Azimut Trend 18/02 EUR 26,553 26,595 Abs. UK Dynamic Fd P1 H 20/02 EUR 1,713 1,709 KIS - America A-USD 18/02 USD 272,810 271,940 Abs. UK Dynamic Fd P2 20/02 GBP 1,589 1,586 KIS - America P 18/02 EUR 191,790 191,180 KIS - America X 18/02 EUR 192,720 KIS - Bond A-USD 18/02 USD 168,360 KIS - Bond D 18/02 EUR KIS - Bond P 31/12 EUR 14057,114 5026,339 14057,114 ABSOLUTE RETURN EUROPA 14/02 EUR BOND-A 31/12 EUR 696998,377 694086,829 4957,848 BOND-B 31/12 EUR 696998,377 694086,829 EQUITY- I 31/12 EUR 602512,491 601260,400 PRINCIPAL FINANCE 1 30/09 EUR Numero verde 800 124811 [email protected] 354,830 117,300 BInver International A 19/02 EUR 6,292 6,294 Greater China Equity B 19/02 USD 165,860 166,950 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 19/02 EUR 5,357 5,361 Growth Opportunities 19/02 USD 71,030 71,440 CITIC Securities China Fd A 19/02 EUR 5,068 5,133 Growth Opportunities Hdg 19/02 EUR 77,860 78,310 Fidela A 19/02 EUR 5,432 5,425 Japanese Equity 19/02 JPY 131,310 132,080 Income A 19/02 EUR 5,598 5,597 192,110 International Equity A 19/02 EUR 6,885 6,900 168,230 Italian Selection A 19/02 EUR 6,902 6,902 120,730 120,640 Liquidity A 19/02 EUR 5,340 5,340 18/02 EUR 124,610 124,520 Multimanager American Eq.A 19/02 EUR 4,689 4,689 KIS - Bond Plus A Dist 18/02 EUR 125,520 125,370 Multimanager Asia Pacific Eq.A 19/02 EUR 4,277 4,272 1,779 2,648 AZ F. Alpha Man. Credit 18/02 EUR 5,432 5,429 Europ. Equ. (ex UK) Fd A 20/02 EUR 3,195 3,209 AZ F. Alpha Man. Equity 18/02 EUR 4,848 4,844 Europ. Equ. (ex UK) Fd B 20/02 EUR 3,213 3,228 AZ F. Alpha Man. Them. 18/02 EUR 3,592 3,594 Europ. Equ. (ex UK) Fd X 20/02 EUR 3,223 3,237 AZ F. American Trend 18/02 EUR 3,118 3,111 Europ. Equ. (ex UK) Fd X H 20/02 GBP 2,825 2,838 KIS - Bond Plus D 18/02 EUR 127,540 127,380 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 19/02 EUR 4,009 4,020 AZ F. Asset Plus 18/02 EUR 5,517 5,516 Pan Europe Fd A 20/02 EUR 3,599 3,608 KIS - Bond Plus P 18/02 EUR 129,320 129,160 Multimanager European Eq.A 19/02 EUR 4,540 4,544 AZ F. Asset Power 18/02 EUR 5,363 5,361 Pan Europe Fd A 20/02 GBP 2,981 2,998 KIS - Dynamic A-USD 18/02 USD 171,950 171,860 Strategic A 19/02 EUR 5,104 5,102 AZ F. Asset Timing 18/02 EUR 5,014 5,013 Pan Europe Fd A 20/02 USD 4,911 4,941 KIS - Dynamic D 18/02 EUR 119,830 119,760 Usa Value Fund A 19/02 EUR 5,854 5,893 KIS - Dynamic P 18/02 EUR 121,980 121,920 Ver Capital Credit Fd A 19/02 EUR 5,449 5,446 5,102 AZ F. Best Equity 18/02 EUR 5,076 5,085 AZ F. Bond Target 2015 ACC 18/02 EUR 5,901 5,902 287,030 116,530 2,629 5,586 287,370 19/02 EUR 1,783 5,102 19/02 EUR Greater China Equity B 20/02 GBP 5,586 427,370 European Equity 7,243 20/02 EUR 18/02 EUR 437,290 427,110 7,237 Abs. UK Dynamic Fd P2 H 18/02 EUR 437,020 19/02 EUR 19/02 EUR Europ. Equ. (ex UK) Fd A AZ F. Best Cedola DIS 19/02 USD Emerg Mkts Equity Hdg Nextam Obblig. Misto 5,212 AZ F. Best Cedola ACC Emerg Mkts Equity 355,250 5,347 5,329 132,380 19/02 USD 5,217 5,323 94,340 132,190 European Equity B 5,341 18/02 EUR 94,210 19/02 USD 6,701 18/02 EUR AZ F. Best Bond 19/02 EUR Asian Equity B 6,704 18/02 EUR Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it www.vitruviussicav.com Asian Equity B 19/02 EUR AZ F. Active Strategy 60088,629 2547,337 Nextam Bilanciato AZ F. Active Selection 59550,161 2506,583 9,063 Azimut Trend America ABS- I www.sorgentegroup.com Per ulteriori informazioni, visitate il sito www.invescopowershares.net Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com 19/02 105,330 19/02 EUR 121,080 Maximum 105,430 NM Euro Bonds Short Term A 14/02 EUR 5,455 EUR 19/02 USD 131,100 NM Total Return Flexible A 10,990 EUR 105,190 Strategic Bond Retail C hdg 131,190 60,780 19/02 105,290 19/02 EUR 105,110 19/02 19/02 EUR NM Balanced World Cons A 60,480 Global Equity 106,650 Strategic Bond Retail C 143,740 105,130 Flex Equity 100 106,490 106,750 184,420 143,740 19/02 EUR Fondi Unit Linked Azimut Solidity 106,580 19/02 USD 184,630 19/02 EUR 14/02 EUR 99,460 EUR 19/02 EUR Strategic Bond Inst. C hdg 19/02 EUR NM Augustum High Qual Bd A NM Q7 Globalflex A 19/02 Strategic Bond Inst. C NM Augustum Corp Bd A 5,656 Azimut Scudo AZ FUND MANAGEMENT SA - tel.00352 2663811 18/02 EUR KIS - Sm. Cap P 5,546 Social Responsability AZ F. Strategic Trend KIS - Sm. Cap D NM Q7 Active Eq. Int. A Fondi Index Linked 18/02 EUR Nome 11,607 US Value Equity A Azimut Garanzia 6,162 11,625 116,770 Azimut Formula Target 2014 18/02 EUR 11,145 European Equity A Azimut Dinamico Azimut Strategic Trend 11,139 CompAM Fund - SB Flexible B European Equity B 5,779 20/02 USD Bluesky Global Strategy A CompAM Fund - SB Equity B 18/02 EUR Em. Loc. Cur. Debt A Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M 5,613 AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC 18/02 EUR AZIMUT CAPITAL MANAGEMENT SGR - tel.02.88981 61,120 19/02 EUR AZ F. Cash 12 Mesi AZ F. Income DIS www.azimut.it - [email protected] 19/02 EUR 19/02 EUR 5,495 21,273 Invictus Global Bond Fd Profilo Equilibrato Arancio Top Italia Arancio 5,781 5,499 6,000 AcomeA Patrimonio Prudente (A2) 19/02 EUR 1,228 Profilo Moderato Arancio 5,786 5,179 5,998 1,225 Nome 1,175 AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC 18/02 EUR AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS 18/02 EUR 5,086 5,173 20/02 GBP UK Abs. Target Fd P1 Nome KIS - Key X 3,949 5,080 AcomeA Patrimonio Dinamico (A2) 19/02 EUR 5,191 3,844 3,943 AcomeA Patrimonio Dinamico (A1) 19/02 EUR 5,192 Nome Japanese Equity B 19/02 USD 130,270 131,040 Japanese Equity Hdg 19/02 EUR 170,870 171,890 Swiss Equity 19/02 CHF 131,120 130,840 Swiss Equity Hdg 19/02 EUR 99,530 99,310 US Equity 19/02 USD 165,710 166,260 US Equity Hdg 19/02 EUR 182,500 183,110 20/02 EUR 3,577 3,585 Pan Europe Fd B 20/02 USD 4,876 4,905 Dividendo Arancio 19/02 EUR 47,890 47,960 KIS - Emerging Mkts A 18/02 EUR 122,030 122,190 Pan Europe Fd X 20/02 EUR 3,870 3,879 Convertibile Arancio 19/02 EUR 60,230 60,280 KIS - Emerging Mkts D 18/02 EUR 120,780 120,940 8a+ Eiger 19/02 EUR 6,090 6,071 Pan Europe Fd X 20/02 EUR 3,573 3,582 Cedola Arancio 19/02 EUR 57,170 57,200 KIS - Europa D 18/02 EUR 125,490 125,510 8a+ Gran Paradiso 19/02 EUR 5,322 5,316 Pan Europe Fd X 20/02 GBP 2,929 2,945 Borsa Protetta Agosto 19/02 EUR 61,530 61,480 KIS - Europa P 18/02 EUR 127,390 127,410 8a+ Latemar 19/02 EUR 5,897 5,900 8a+ Matterhorn 14/02 EUR 805304,936 778202,306 Pan Europe Fd B AZ F. Bond Target 2015 DIS 18/02 EUR 5,463 5,464 Strategic Debt Fd A AZ F. Bond Target 2016 ACC 18/02 EUR 5,333 5,327 Strategic Debt Fd A H 20/02 EUR 1,231 AZ F. Bond Target 2016 DIS 18/02 EUR 5,081 5,076 Strategic Debt Fd A H 20/02 USD 1,741 20/02 GBP 1,047 Tel 0332 251411 www.ottoapiu.it Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com [email protected] Borsa Protetta Febbraio 19/02 EUR 59,900 59,830 KIS - Europa X 18/02 EUR 127,790 127,800 1,231 Borsa Protetta Maggio 19/02 EUR 62,640 62,610 KIS - Global Bond P 18/02 EUR 100,880 100,840 PS - 3P Cosmic A 19/02 EUR 76,610 76,810 1,741 Borsa Protetta Novembre 19/02 EUR 60,400 60,310 KIS - Income D 18/02 EUR 104,410 104,400 PS - 3P Cosmic C 19/02 CHF 76,130 76,380 1,047 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 1335BCB Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 Sussurri & Grida Piazza Affari NUOVO BALZO PER A2A TERNA AI MASSIMI STORICI Sorgenia, le banche chiedono ai soci 200 milioni in più di GIACOMO FERRARI In rosso per quasi tutta la seduta, le Borse europee hanno recuperato terreno dopo l’avvio di Wall Street, riportandosi in parità al termine delle contrattazioni. Le preoccupazioni della mattinata (l’ipotesi di un rialzo dei tassi Usa e il rallentamento dell’attività manifatturiera cinese) sono state superate dai positivi dati macro americani. Anche Piazza Affari l’indice Ftse-Mib è terminato in leggerissimo progresso (+0,07%), grazie soprattutto ai rialzi di alcuni titoli energetici e industriali. Saipem, per esempio, è balzata del 2,99% sulla scia dei buoni risultati della concorrente Technip, mentre A2a (+2,19%) ha proseguito la corsa iniziata mercoledì dopo i dati preliminari di bilancio. Da parte sua Enel è cresciuta dell’1,72% e Terna, pur con un progresso inferiore (+0,92%), ha però toccato il suo massimo storico. Fra le performance migliori della giornata si collocano poi quelle di Fiat (+2,01%) e Azimut (+1,30%). Ha chiuso in forte ribasso, invece, Mediaset (-4,95%), per i timori di un rallentamento della raccolta pubblicitaria. Giù, inoltre, Ubi Banca (1,85%), Atlantia (-1,37%), StMicroelectronics (1,22%) e World Duty Free (-1,22%). © RIPRODUZIONE RISERVATA ÀÃ> Ì>>> i /Ì /i° (f.mas.) Restano distanti le posizioni tra la Cir della famiglia De Benedetti e le banche creditrici sulla complessa partita della ristrutturazione di Sorgenia, la società di energia gravata da 1,86 miliardi di debito di cui 600 milioni in eccesso. Dopo l’infruttuosa maxi-riunione della scorsa settimana tra i vertici di Cir — Rodolfo De Benedetti e Monica Mondardini — e gli amministratori delegati dei principali istituti (Fabrizio Viola di Mps, la più esposta, Federico Ghizzoni di Unicredit, Gaetano Micciché di Banca Imi, Pierfrancesco Saviotti del Banco Popolare, Victor Massiah di Ubi Banca, Giuseppe Castagna di Bpm) lunedì a Milano si terrà un nuovo summit tra le banche (e non escluso che vi partecipino di nuovo vertici) per decidere i prossimi passi. Mentre il socio austriaco Verbund ha già detto di non voler più investire in Sorgenia, Cir è pronta a fare la propria parte (cioè a mettere denaro fresco) a condizione che la ristrutturazione serva al piano industriale e venga concesso nel frattempo uno standstill. L’idea sarebbe di mettere sul tavolo non più di 100 milioni, mentre le 21 banche creditrici vogliono un impegno di 300 milioni per concedere un haircut sui debiti: a meno di un alleggerimento delle posizioni originarie, la significativa distanza sembra preludere a una prossima fumata nera. In quel caso, ha spiegato Cir, Sorgenia avrebbe liquidità solo per un mese, essendo già state revocate o sospese le linee di credito. E sul mercato c’è chi considera conveniente per Cir non investire ancora in Sorgenia: un report di Equita sim suggerisce alla holding di azzerare il valore di Sorgenia in bilancio e di non partecipare alla ricapitalizzazione, mantenendo in cassa i 350 milioni netti del Lodo Mon- dadori, che potrebbero servire alle altre attività del gruppo e a un eventuale rimborso anticipato dei 259 milioni del bond 2004, possibile proprio a causa della crisi di Sorgenia. Ma, intanto, chi di solito apre le danze (gli Usa) ha ora cominciato a ballare. © RIPRODUZIONE RISERVATA Fondo tutela depositi, Tercas accelera il cambio al vertice Tassi d’interesse al giro di boa (g.str.) Se due indizi fanno un sospetto, manca solo il terzo per la prova. La questione è quella dei tassi d’interesse, ormai a livelli rasoterra da diverso tempo nelle grandi banche centrali del mondo industrializzato. Adesso, però, non solo qualcosa inizia a muoversi controcorrente, ma spuntano anche le prime date per il possibile rialzo. Ieri è successo a Londra: «Il percorso più probabile per i tassi di interesse vede un aumento del costo del denaro nella prossima primavera, con a seguire un probabile incremento graduale», ha detto Martin Weale, uno dei nove membri del comitato di politica monetaria della Banca d’Inghilterra. Solo poche ore prima, oltre Atlantico, era stato il turno della Federal Reserve, la banca centrale statunitense. Due membri dell’«Open market committee» dell’Authority Usa hanno sottolineato la possibilità di un rialzo dei tassi d’interesse «prima della metà dell’anno»: così si legge nelle «minute» della Fed - pubblicate l’altroieri - dell’ultimo incontro del comitato (a fine gennaio). In altre parole, sui mercati anglosassoni, finora apripista di una politica monetaria aggressiva ed espansiva, il vento sta lentamente girando. O così sembra, soprattutto visto che la crescita economica sta rendendo meno necessario il forte allentamento monetario degli ultimi anni. Così non è, invece, in Europa. ä]Î{ ³£]Ó £]££È ³Ó]£ ³n]È£ ä]Çn{ ³ä]Èä ³££]nn Ç]x ³Î]xä ³£{]£Ç £]Ènä Î]äÎ ³£{]{Ó ä]Ç{ ³{]ä ³Îä]x £]äxä £]n£ ³£Ó]{È ]xx È]Îä ³£]ää ä]ä{ä Ç]£{ Ç]£{ ä]ää£ ³È]È{ ³£]Σ ä]Çä£ p p p p p p Ó]Î{ ³Ó]Ón Î]ÓÎ{ ä]xn ³{]ÎÎ ä]{ä £]nÎ ³n]Îx Î]È ä]Σ ³Î]nä Ç]Çxx p p p £]È{ ³]ä ä]ääx ³ä]Ó£ ³]{ £]Çn£ ä]Ó£ n]ÓÓ È]ÈÎä £]ÎÇ ³]Óä £È]Î£ä ³ä]xn ³£Ó]Çx È]£Óä ä]än ³x]Ç{ £ä]Çää £]{£ ³Ó]äÎ £x]äää ³£]Îä ³Ó£]È{ £]nÓä ä]Èn ³ÓÎ]ÓÇ È]Îää ³£]xä ³{]Îx Ó£]ÎÎä ä]În ³£]{ ££]xÇä ³ä]äÈ ³£Ç]nÇ È]xää ä]x ä]£ä {]äÓn ä]Ó£ ³{]nÓ £]£nx p p p Ó]ÈÓ ä]xÓ Ó]£Óä Ó]{{³ÓÇ]Î{ ä]nÓÎ £]äx ³ÓÓ]x£ ££x]{ää £]äÈ £ä]nx ä]Îä p {]ÈÇ £]äÎÇ ä]£ ³n]Çx ä]룂 ³ä]xÇ ³£Ó]Ç Î]££Ó ³ä]{ä ³{È]nÈ ä]x£ä ³ä]£ä ³£Î]Ó£ ä]{Îä p p p ³£]ÈÓ ³nÇ]În ä]£ £]xÇ ³£Î]È{ Ó]£{ £]xÇ ³££]ä Ó]äÎn ä]£x ³£]£È È]Ó{x ³Ó]äÓ ä]{£ ]xÎä ä]ÓÎ ³ÎÓ]Çä ä]Óx Î]ÎÈ ³Óx]äÈ ä]{£x £] ³£n] ä]{ä Î]n£ ³Îx]ÈÈ £]{n ³{]x³Ó{ä]ÎÓ ä]ÓÓ{ ³È]Çä ³xn]ÓÎ ä]{x ³ä]ÎÓ ³£È]Ç£ x]£Îä ä]xÈ ³Ç]Ç£ ä]ÎÇ p p p ³£]Èä ³££]Î Ó]nÇä ³£]äÓ ³È]ÇÈ Î{]ÇÓä {]xx ä]nÎ ä]n{Î p ä]£ä ä]x{ £]£Ç ³Ç] £n]nnä ä]Ó 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Cambio al vertice del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd). In vista dell’assemblea di febbraio l’esecutivo dell’Abi ha deciso mercoledì di proporre il giurista Salvatore Maccarone per il ruolo di presidente del consorzio bancario che garantisce i depositi dei risparmiatori fino a centomila euro. Maccarone succederebbe così a Paolo Savona. L’economista era stato nominato nel settembre 2010 dopo aver già ricoperto lo stesso ruolo negli anni ‘80. L’avvicendamento sarebbe stato accelerato dalla vicenda Tercas, la banca abruzzese commissariata e destinata a essere rilevata dalla Popolare di Bari. Alla fine dello scorso anno, su richiesta della Banca d’Italia, gli istituti consorziati sono stati costretti a ripianare parte delle perdite di Tercas. L’intervento si è rivelato oneroso in un anno difficile per il sistema. L’esborso già contabilizzato dalle banche consorziate è di circa 250 milioni. Francesco Micheli, membro del consiglio di gestione di Intesa SanPaolo e vice presidente vicario dell’Abi, ha indicato in circa 65 milioni l’esborso per il suo gruppo. Intesa Sanpaolo contribuisce al Fondo con una quota pari al 25%. L’intervento del Fondo su Tercas è inferiore, per le cifre in ballo, solo all’esborso per la liquidazione di Sicilcassa. *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® >Ì > VÕÀ> `i½>}iâ> }À>ÃÌV> ,>`VÀ° iÌi ÕÀii\ ÛiÃÌ °° > -V>`iâ> À *À° iÌÌ © RIPRODUZIONE RISERVATA +ÕÌ>â `ÀiÌÌ> ÃÕ Ìiiv\ Û> +1"/ Ã}> ÌÌ] >` iÃi«\ +1"/ > ÕiÀ {nÓÓ{Ó° ÃÌ ä]x ÕÀ «iÀ -- ÀViÛÕÌ° v ÃÕ ÜÜÜ°VÀÀiÀi°ÌÉiV> *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® °-° ,> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-,® £]£ÈÈ Ó °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°Ó® ä]än Vi>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® ]ÓÇx VÌi ÀÕ« I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° "® ÓÓ]nää VµÕi *Ì>L °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° *® ä]nÈx VÃ}> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° -® £]ÎÇx `iÀ«°Àiâi °°°°°°°°°°°°°°°°°°® £ä]nÎä i`ià I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® ä]ä{n i`ià £{Ü I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°7£{® ä]ää£ ivvi I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® ä]n££ V I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® p ¢ ,iiÜ>Lið°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® p iÀ 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Storie di giovani, italiani, che ce la fanno e hanno deciso di rimanere nel nostro Paese, nonostante la crisi, nonostante gli ostacoli burocratici. Hanno raccontato la loro storia durante l’evento Ted per Ied a Milano nei giorni scorsi. A partire da Benedetta Bruzziches, 27 anni, cresciuta a Caprarola, in provincia di Viterbo, diplomatasi allo Ied di Roma: ha vissuto e lavorato tra Roma, Milano, India, Cina e Brasile per poi tornare a Viterbo e dar vita alla linea di borse che porta il suo nome. Ha vinto numerosi premi e vende le sue creazioni in mezzo mondo. Altra designer di successo è Federica Moretti, 31 anni, che ha collaborato con Moschino, Just Cavalli, Vogue e Vanity Fair. Oggi disegna una collezione di cappelli con il suo nome e insieme a Salvatore Giunta — 30 anni, graphic designer che ha lavorato nel reparto creativo di Mtv — ha cofondato Studio Morinn, un gruppo di progettisti che operano in diversi settori. Salvatore ha poi collaborato con studi di comunicazione internazionali e per brand come Sony, Disney, Armani Jeans, Borsalino, EMI e Warner Music; e ha anche cofondato Ditroit studio di motion design che lavora per Nickelodeon, Comedy Central, Deejay Tv. Dal design all’agricoltura con Maria Letizia Gardoni, 25 anni, presidente di Coldiretti Giovani Impresa Marche dal 2011: produce ortofrutta con tecniche naturali e rifornisce i Punti Macrobiotici della sua regione. Tra i suoi obiettivi: quello di creare un luogo educativo in cui la realizzazione e il benessere della persona partano dal consumo di alimenti sani. Ancora un altro designer: Sandro Gonella, 33enne che nel 2006 ha fondato Ozona, brand di montature sartoriali per occhiali che ha ottenuto diversi riconoscimenti internazionali. Mentre manager di successo dell’area tecnologica è Matteo Sarzana, che a soli 32 anni è a capo di Vml, coordina le attività digital di tutto il gruppo Young&Rubicam in Italia, progetta strategie per importanti aziende italiane e multinazionali e insegna allo Ied al Master in brand management e communication. E’ tra l’altro fondatore di Avionerd, mobile app per i frequent flyers, e Mappedinworld, mappatura delle persone e imprese che lavorano nel settore tecnologico. Irene Consigliere IreConsigliere www.trovolavoro.it Tutte le inserzioni relative ad offerte o ricerche di lavoro debbono intendersi riferite a personale sia maschile che femminile, essendo vietata ai sensi dell’art. 1 della Legge 9/12/1977 n. 903, qualsiasi discriminazione fondata sul sesso per quanto riguarda l’accesso al lavoro, indipendentemente dalle modalità di assunzione e qualunque sia il settore o il ramo di attività e in osservanza alla legge sulla privacy (L. 196/03) © RIPRODUZIONE RISERVATA Le occasioni della settimana 276 le offerte pubblicate sul sito di Deutsche Telekom Heineken 20 neolaureati Con l’International Graduate Program, Heineken si propone di inserire 20 futuri manager. Il programma si distribuisce in 18 mesi e si svolge in tre Paesi diversi alternando formazione e lavoro. I candidati ideali sono laureati in discipline scientifiche ed economiche, con un’esperienza professionale di due anni e la padronanza di due lingue straniere. 269 le posizioni aperte nel gruppo Basf 108 Findomestic 120 contratti a tempo le opportunità nell’azienda energetica Rwe Energia Uffici del gruppo E.on: 177 sono le opportunità di lavoro sul sito www.eon.com Oltre 2.800 assunzioni nelle aziende tedesche Le opportunità del «made in Germany» in tutto il mondo Germania terra promessa? Non solo dei nonni, piuttosto dei figli, di quelle nuove generazioni che si affacciano timidamente al mercato del lavoro in cerca di riscatto. L’Anagrafe degli italiani residenti all’estero stima che solo nel 2012 la paventata fuga di cervelli verso il resto del mondo abbia interessato oltre 35.000 persone. Secondo l’Istituto di ricerca sul lavoro e l’occupazione di Norimberga, gli stranieri sono per la maggior parte giovani laureati nel richiestissimo ambito tecnico-scientifico, attratti da stipendi e benefit di tutto rispetto. Parliamo ad esempio di un alloggio, oppure corsi di lingua, o ancora consulenza nelle pratiche burocratiche: un sostegno insomma, con cui le imprese tedesche medio-grandi sperano di farli acclimatare. Assodato dunque che i più richiesti sono ingegneri, programmatori e informatici, quali settori sono potenzialmente più ricettivi? Ebbene, degli oltre 200.000 nuovi posti di lavoro previsti per il prossimo anno (di cui la metà riguarda personale sanitario), un quarto verrà creato dalla sola logistica (278 vacancies online per il gruppo Deutsche Post-DHL), mentre il fabbisogno del settore telematico è di ben 10 mila unità (sul sito di Deutsche Telekom sono pubblicate 276 offerte). Il dato occupazionale del settore chimico dovrebbe rimanere stabile (269 posizioni in Basf da consultare su: jobs.europe.basf.com), mentre è previsto un calo nel bancario-assicurativo a causa delle politiche di risparmio avviate da molti istituti di credito, in vista dell’auspicata unione La fiera il 27 febbraio Lavorare nel turismo (a.m.c.) Si terrà a Milano il 27 febbraio il Tfp summit 2014, settima edizione della job fair del settore turistico dove ogni anno si effettuano centinaia di colloqui di lavoro. Le posizioni aperte abbracciano ad ampio raggio il mondo alberghiero. Per partecipare ai colloqui: iscriversi nel sito www.tfpsummit.it bancaria (811 le richieste sul portale internazionale delle carriere di Allianz). Infine, quando si parla di ambienti altamente professionalizzanti e quindi appetibili per i nostri giovani connazionali, non possiamo dimenticare le grandi compagnie dei settori energy e automobilistico, tramite cui la Germania contribuisce in modo consistente al Pil europeo. Ebbene fra le più influenti a livello globale per la rivista americana Fortune c’è E.On (177 jobs found su www.eon.com) ed Rwe (108 posti: www.rwe.com), cui seguono Daimler (almeno 200 gli annunci visibili: career.daimler.com) e Bmw (730 circa su www.bmwgroup.com). Per quanti invece sono interessati ad un’esperienza di studio e di approfondimento, il Deutscher Akademischer Austauschdienst finanzia con borse di studio tirocini, soggiorni di ricerca o attività di docenza, con contributi economici per premi, convegni e seminari che possono arrivare fino a 25.000 e u ro ( d e t ta g l i e i n fo r m a z i o n i s u www.daad-italia.it). Donatella Giampietro Findomestic Banca (gruppo Bnp Paribas) desidera inserire (soprattutto a Milano, Firenze, Roma, Napoli e Catania) 120 persone che ricopriranno a tempo determinato il ruolo di operatore del credito occupandosi di gestione prestiti personali, gestione recupero e analisi del credito. Il periodo di lavoro sarà giugno-settembre. Le selezioni partiranno a marzo. Quanta 90 ingegneri e tecnici La divisione Energia, dell’agenzia per il lavoro Quanta ha in corso selezioni per 80 ricerche. I profili riguardano: 20 ingegneri elettrici,10 escavatoristi, 10 addetti alla movimentazione carichi, 20 tubisti, 10 montatori industriali, 15 manutentori impianti fotovoltaici e 5 verniciatori. La ricerca ha carattere di urgenza e riguarda esigenze in aziende distribuite in più sedi. Comune di Milano I bandi per 19 società Fino al 4 marzo sarà possibile presentare le domande per candidarsi a far parte di 19 organi di amministrazione e controllo di enti, fondazioni e società partecipate dal Comune. Tra i settori coinvolti ci sono la ristorazione, la mobilità e il tempo libero. a cura di Luisa Adani © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Argo Tractors azienda italiana leader nella progettazione, produzione e commercializzazione di trattori, con una presenza consolidata sui mercati esteri, ricerca: Azienda operante da 30 anni nel mercato odontoiatrico, offre l’opportunità di inserimento in un settore specializzato e professionale. L’azienda ricerca: RESPONSABILE MERCATO POLONIA AGENTI PER VENDITA NEGLI STUDI DENTISTICI E LABORATORI ODONTOTECNICI DISEGNATORE PROGETTISTA avrà la responsabilità di definire e gestire il budget di vendita della rete distributiva. Ha operato in aziende automotive di produzione e commercializzazione con sedi o filiali in Polonia; ha un’ottima conoscenza del territorio polacco, spiccate attitudini relazionali e negoziali, forte motivazione alla vendita, dinamismo e costanza nel perseguire gli obiettivi prefissati. La selezione è rivolta a polacchi (indispensabile la padronanza della lingua italiana) o ad italiani con fluente conoscenza della lingua polacca. E’ richiesta laurea in Ingegneria o diploma tecnico. Sede di lavoro: Polonia PER LE SEGUENTI PROVINCE: LC – SO – CO – MN – UD – TV – PN – PD – IM – SV – GE – PC – PR – RE – MO – BO FE – RA – FI – PI – LI – RI – TR – AP – TE – AQ – VT – ROMA – LE – RC – CT – TP – AG Il candidato ideale ha una forte motivazione per un lavoro indipendente, dinamico, motivato al successo, buone capacità dialettiche e un titolo di studio di scuola superiore. Si offre corso di formazione, esclusiva di zona, affiancamento in zona, elevata provvigione. Possibilità di realizzare redditi di alto livello, esercitare un’attività professionale di vendita, consulenza e assistenza alla clientela. Il candidato, nell’ambito della Ricerca e Sviluppo, dovrà seguire tutte le fasi del progetto di nuovi prodotti, comprendendo l’ideazione, la modellazione 3D, l’esame prototipi, la produzione di disegni esecutivi. [email protected] - www.argotractors.com Inviare dettagliato curriculum a DEI Italia Srl Via Torino 765, 21020 Mercallo (VA), al fax 0331/969271 oppure tramite email a [email protected] Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. GD EUROPE SRL azienda settore WELLNESS che fornisce apparecchiature estetiche e medicali e cosmetica professionale ricerca, con l’obiettivo di potenziare la struttura commerciale, Primaria officina meccanica di finitura, fucinati medio pesanti, con sede in media Valle Camonica, ricerca AGENTE MONOMANDATARIO ENASARCO La figura dovrà garantire il presidio del territorio di riferimento e fidelizzare la clientela attraverso una strategia commerciale e pianificazione dettagliata delle visite. REQUISITI RICHIESTI - comprovata esperienza pregressa nel ruolo - conoscenza del territorio e del settore di riferimento - dinamismo e determinazione al raggiungimento degli obiettivi SI OFFRE Rimborso spese mensile + provvigioni. Contatti: tel. 0125.1925216 Gli interessati possono inviare il proprio CV a [email protected] Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. 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Il presente annuncio è rivolto ad ambo i sessi ai sensi della legge 903/77,Inviare la propria candidatura con breve lettera di presentazione a: [email protected], specificando il consenso al trattamento dei propri dati personali ai sensi dell’art. 13 D. Lgs. 196/2003 e successive modificazioni. Rif: Secretarial StuBer 2014 Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 Economia 49 italia: 51575551575557 Carriere e persone Le statistiche Normalmente chi cerca un impiego deve aspettare in media 15 mesi Cambi di poltrona Cinque mesi per un lavoro nuovo L’outplacement (il servizio di ricollocamento che le aziende offrono ai licenziati) in Italia si adopera meno che in altri Paesi europei. «In Belgio, Francia e Finlandia, per citare qualche caso, l’attività coinvolge un elevato numero di candidati — spiega Marco Tagliabue, amministratore delegato di Corium, società di Openjobmetis — parliamo di un ordine di grandezza che è di circa 10 volte superiore rispetto a quello del Bel Paese». Ma l’outplacement sta crescendo (si stima un incremento del 10% nel 2014) e con buoni risultati. «Circa il 90% delle persone, tra manager, quadri e impiegati, trova lavoro in 5 o 6 mesi con l’outplacement», precisa Tagliabue. Mentre, in media, chi cerca un’occupazione con le proprie forze riesce a ottenere un’assunzione in 15 mesi o più (ultimo rapporto Istat). Come si spiega questa differenza di tempo? «Le persone, da sole, non sanno da che parte iniziare — precisa Cetti Galante, amministratore delegato di Intoo, società di Gi Group —: soltanto il 15% delle posizioni aperte si trovano in inserzione, secondo Unioncamere, mentre l’85% dei posti sono nascosti. Sono convinta che ormai i tempi siano maturi per ILLUSTRAZIONE DI XAVIER POIRET Outplacement, come funziona il ricollocamento aziendale rendere obbligatorio l’outplacement per le imprese che licenziano. Il servizio si potrebbe finanziare anche con fondi europei, regionali o interprofessionali e i benefici per lo Stato sarebbero enormi: per ogni 150 mila persone a cui si dà l’outplacement lo Stato risparmia quasi un miliardo di euro di ammortizzatori sociali perché i tempi del ricollocamento sono più rapidi di 6 mesi rispetto ai tempi normali». Dal punto di vista delle retribuzioni i ricollocati non si lamentano: l’80% riesce a ottenere uno stipendio uguale o superiore a quello precedente. Il dato non è scontato, visto che chi è ai margini del mercato del lavoro ha un potere negoziale limitato. «Le aziende cercano il meglio — sottolinea Tagliabue — e quando individuano il soggetto in grado di Gruppo Sapio Un premio alla ricerca italiana Si apre a marzo per chiudersi a settembre il bando per la XV edizione del Premio Sapio per la ricerca italiana, promosso dal gruppo Sapio (in foto il presidente Alberto Dossi) che dal 1999 incentiva la ricerca scientifica nel nostro Paese. Il premio Sapio è rivolto a studiosi, docenti e ricercatori. Tre le categoria in gara: industria, salute e junior. Porro sale in Acea Lardera in i-Faber ■ Eduardo Minardi, 59 anni, in azienda dal 1975, da marzo assumerà il ruolo di executive chairman di Bridgestone Europe. ■ Ludovica Lardera, 41 anni, è diventata chief executive officer di i-Faber, operatore attivo nella gestione degli approvvigionamenti. Vanta esperienze in UniCredit. ■ Massimiliano Salvi, 49 anni, è stato chiamato da Tirreno Power come direttore generale. Proviene da Manesa. Ha maturato esperienze in Acea e Cartiere Burgo. ■ Anna Maria Ricco, 44 anni, è stata nominata responsabile real estate Italy di UniCredit Business Integrated Solutions. Ha lavora- L. Lardera to in i-Faber, Origin, Andersen e McKinsey. ■ Stefano Porro ha ricevuto l’incarico di direttore relazioni esterne di Acea. Vanta esperienze in ministero Sviluppo Economico, Cdp-Simest, La Stampa e L’Unità. ■ Silvio Calcina, 56 anni, è il nuovo country manager Italia di Itway Vad, società di sicurezza it. Ha lavorato in Fast, Adcomp, Azlan e Checkpoint. S. Porro ■ Lucio Tubaro, 39 anni, da marzo assumerà il ruolo di direttore risorse umane di BTicino. Proviene da Legrand. a cura di Felive Fava [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA LE NOMINE Incarichi e promozioni su http://www.corriere.it/economia/lavoro/ Paola Caruso © RIPRODUZIONE RISERVATA Le società I casi dell’indotto di Sanpellegrino in Italia e di Nissan in Gran Bretagna Imprese satellite, assunzioni triplicate C’è anche l’indotto. Avete mai pensato alla quantità di lavoro generato indirettamente da un’azienda «che funziona»? Una società di consulenza strategica l’ha calcolato per Sanpellegrino, azienda che ha una produzione radicata nel nostro Paese, dove imbottiglia la sua acqua minerale. Secondo lo studio appena presentato, per ogni dipendente di Sanpellegrino si creano tre posti all’esterno: gli impiegati diretti (numeri del 2012) sono meno di 1600, ma tutta la filiera coinvolge oltre 4500 imprese che portano occupazione a 7000 persone tra fornitori, sistema logistico e distribuzione, inclusa la stessa Sanpellegrino. Vuol dire che c’è lavoro per chi produce materiali e componenti, per chi ripara macchinari, società di leasing, grossisti, dettaglianti, consulenti e non solo. «E’ il modo principale per generare occupazione. I distretti italiani hanno sempre funzionato così: la capofila e l’indotto caratterizzato dai piccoli che operano su assumere l’incarico, non badano al risparmio, ma vogliono che il nuovo assunto sia soddisfatto, per cui sono disposte a pagare il giusto». Nella maggior parte dei casi il contratto è a tempo determinato e per gli over 50, soprattutto colletti bianchi, le chance maggiori si hanno con incarichi da consulente o a partita Iva. «Per la mia esperienza, il 30% rientra direttamente a tempo indeterminato, contro una media nazionale del 17% — commenta Galante —. Si tratta per lo più di 30enni o 40enni. Ma tra quelli che ripartono con il tempo determinato, 6 su 10 ottengono il tempo indeterminato dopo due anni». E’ difficile che qualcuno scenda di livello: un dirigente di rado viene preso come quadro. E poi c’è chi, magari con i capelli bianchi, decide di diventare imprenditore. «Circa il 25% dei manager e il 12% degli impiegati affidati alla mia società ci ha chiesto aiuto per mettere in piedi un’azienda — dice Galante — per cui abbiamo anche supportato questi neoimprenditori, rimanendogli accanto per un anno nella fase di start-up, in modo da minimizzare i rischi di fallimento». su trovolavoro.it commessa», commenta Francesco Daveri, professore di Economia all’Università di Parma e docente nel programma mba di Sda Bocconi. Per fare un esempio di altro tipo e fuori dall’Italia, proprio in questi mesi la giapponese Nissan ha cominciato ad ampliare lo stabilimento di Sunderland nel Nordest dell’Inghilterra dove ha deciso di assemblare i modelli Infiniti. E l’effetto sull’occupazione previsto è di almeno 1000 posti: solo 280 internamente e più di tre volte tanto nell’indotto. «Un nuovo ricco mercato per i fornitori della regione», per usare le parole del Financial Times. Ma più forte e diverso è il «riflesso» provocato da Facebook, Apple & co in America. Secondo uno studio di Enrico Moretti, docente (italiano) alla Berkeley e autore de «La nuova geografia del lavoro» (definito da Forbes il libro d’economia più importante del 2012), per ogni nuovo posto di lavoro hi tech in una città se ne creano cinque in altri settori. Non solo per geni dell’informatica, dunque, ma anche per avvocati, insegnanti, infermieri, camerieri, parrucchieri, meccanici, muratori. Tutto bello? Non proprio. Perché l’Italia fatica a generare occupazione attraverso l’indotto tanto più in questi tempi di chiusure, ridimensionamenti, delocalizzazioni. «Nel momento in cui le aziende vanno a produrre da un’altra parte il meccanismo virtuoso della creazione dei posti di lavoro viene a mancare», rimarca Daveri. E non può neppure contare su un hi tech «trainante» come gli Usa. Qualche carta da giocare, però ce l’ha. «Moda e design sono la nostra Silicon Valley — sottolinea Claudio Lucifora, professore di economia politica all’Università Cattolica e presidente dell’Aiel — E potremmo anche aggiungere il turismo, se fosse più organizzato e professionale». Iolanda Barera © RIPRODUZIONE RISERVATA Giovani all’estero La storia Stefano sulla rotta Salerno-Lettonia-India Da Salerno all’altro capo del mondo, a Udupi nello stato del Karnataka, sud ovest dell’India. E’ l’approdo di Stefano Greco (foto), 29 anni, oggi assistente di Relazioni internazionali Ue alla prestigiosa Manipal University, dopo aver sgobbato nelle cucine tra Riga, Salerno e Amsterdam e in un sexy shop della capitale olandese. «Attività che mi sono servite per mettere da parte un po’ di soldi e puntare a un vero lavoro». Il cammino estero di Stefano era cominciato presto, a 16 anni, grazie a una borsa di Intercultura che l’ha spedito per il quarto anno di scuola superiore a Pajala, una piccola cittadina della Lapponia svedese a 150 chilometri a nord del Circolo polare artico. «Tornato in Italia, da Salerno mi sono trasferito a Trento per la laurea triennale in Società, politica e istituzioni europee, passando per l’Erasmus all’università di Azienda leader nel settore automotive per il potenziamento della propria struttura ricerca: Deutsche Bank Easy, divisione del gruppo Deutsche Bank Spa per il credito alle famiglie ed il light banking, cerca Agenti in attività finanziaria: “iscritti all'apposito elenco tenuto dall'Organismo degli Agenti e dei Mediatori, come previsto dal D.Lgs. 141/2010” La ricerca è da intendersi valida su tutto il territorio italiano: I candidati ritenuti idonei potranno contare: • sul prestigio di uno dei principali operatori sul mercato italiano del credito al consumo e sulla • solidità che deriva dall’appartenenza ad uno dei gruppi bancari più importanti al mondo • su una gamma prodotti completa e innovativa • sulla costante assistenza e consulenza per gli adempimenti burocratici e normativi necessaria • per lo svolgimento dell’attività agenziale Il curriculum vitae, corredato dalla dichiarazione di autorizzazione al trattamento dei dati personali in conformità al d.lgs. 196/2003 va inviato tramite email a [email protected] o per posta tradizionale a Agenti db Easy - Deutsche Bank Spa, Piazza del Calendario 1, DB3, 20126 Milano (MI). Cardiff in Galles». E la laurea specialistica? Troppo semplice giocarsela in Italia e così nuovo trasferimento, a Riga in Lettonia, dove nel 2010 ottiene il titolo in Studi europei. E per farsi le ossa in una vera attività, arrivano cinque mesi di lavoro nella lontana India, nell’organizzazione non profit New Life a Tiruchirapalli, per aiutare nel microcredito. C’è voluto il rientro a casa più un anno di lavoretti prima di tornare a Riga, come Asisstente project manager all’University of Latvia. «Un lavoro non retribuito ma che mi ha permesso di trovare i contatti giusti per la mia attuale attività in India, partita nell’agosto scorso». Enzo Riboni © RIPRODUZIONE RISERVATA OLTRE CONFINE Racconta la tua esperienza di lavoro all’estero all’indirizzo [email protected] Azienda leader nel settore automotive per il potenziamento della propria struttura ricerca: ADDETTO ASSICURAZIONE QUALITA’ TECNOLOGO DI PROCESSO ELETTRONICO ED ELETTRICO La figura professionale che stiamo cercando dovrà aver maturato una significativa esperienza in aziende di componentistica elettronica ed inserito all’interno della Direzione Qualità sarà chiamato ad occuparsi dell’implementazione e del mantenimento del Sistema Qualità Aziendale nel rispetto della normativa relativa alla Certificazione. Il candidato è laureato in ingegneria elettronica con esperienza maturata nell’ambito di aziende industriali certificate ISO TS16949:2009. La conoscenza della lingua Inglese e delle migliori metodologie, come SPC e FMEA, rappresentano i requisiti necessari per il completamento del profilo richiesto. 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Inserito all’interno della Direzione Ingegneria di Processo, il candidato avrà le seguenti responsabilità: - seguire l'attività di sviluppo e di avviamento di nuovi processi e tecnologie nell’ambito della produzione elettronica; - partecipare alle attività di industrializzazione delle schede elettroniche e delle connessioni elettriche; - gestire e sviluppare tutti i processi di saldatura, sia in ambito elettronico che elettromeccanico; - affiancare e supportare il team di produzione nell'implementazione di modifiche a tecnologie ed impianti già presenti in azienda. Il candidato, in possesso di laurea ad indirizzo elettronico o elettrico, deve aver maturato una significativa esperienza in un ruolo analogo, presso aziende operanti nel settore dell’elettronica o della componentistica elettromeccanica. E’ richiesta una sviluppata competenza tecnica relativa alle tecnologie di saldatura di componenti elettronici ed elettromeccanici. Completano il profilo la notevole propensione alle attività di prevenzione e problem solving e dei metodi associati (FMEA di processo etc..) e conoscenza dei sistemi informativi. L’azienda offre l’opportunità di operare all’interno di un team multidisciplinare di alto livello ed in continua crescita. Sede di lavoro: Correggio (RE). Gli interessati sono pregati di inviare dettagliato Curriculum Vitae a mezzo fax al 0522/731600, oppure per e-mail [email protected], autorizzando espressamente il trattamento dei dati in conformità alla Legge 196/2003 sulla privacy, oppure presentare domanda di assunzione recandosi presso: SPAL AUTOMOTIVE SRL, Via per Carpi, 26/B 42015 Correggio (RE) Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Azienda leader nel settore giardinaggio per il potenziamento della propria struttura, ricerca: Azienda leader nel settore giardinaggio per il potenziamento della propria struttura, ricerca: COMMERCIALE ITALIA / ESTERO MARKETING SPECIALIST Il candidato ideale, in possesso di diploma o di laurea tecnica, possiede valida esperienza maturata in aziende di attrezzature da giardinaggio e outdoor living in ruoli prettamente commerciali. Ha conoscenza di pianificazione vendite, di sviluppo rete distributiva, di gestione agenti, di rapporti con la GDO e GDS acquisita attraverso una significativa esperienza maturata nel settore specifico del giardinaggio. Il ruolo richiede: - individuare nuove opportunità di business; - analizzare nuovi mercati; - promuovere l’Azienda ed i suoi prodotti; - gestire i rapporti con i Clienti; - valutare il livello di servizio e la presenza dei principali competitors internazionali. Desideriamo incontrare persone ricche di dinamismo; disponibili a viaggi, capaci di muoversi con autonomia ed orientamento ai risultati. Una buona cultura informatica unita ad una padronanza della lingua inglese ne completano il profilo. L’Azienda offre un ruolo con partecipazione diretta alla realizzazione di un progetto commerciale in una realtà di rilievo; formazione e supporto nella crescita; retribuzione in linea con capacità, professionalità ed esperienze. Sede di lavoro: Correggio (RE) Gli interessati sono pregati di inviare dettagliato Curriculum Vitae a mezzo fax al 0522/731600, oppure per e-mail: [email protected] o per posta: via Per Carpi, 26/B - Correggio (RE) autorizzando espressamente il trattamento dei dati in conformità alla D.Lgs n° 196/03. Sulla privacy. Inserito nell’ambito della Funzione Marketing, il candidato ideale, in possesso di un diploma di laurea in economia/marketing o equivalente, dovrà sviluppare le ricerche e i fabbisogni dei mercati serviti dall’azienda. Coordinerà la raccolta dei dati statistici nelle aree dove l’azienda opera con nuovi prodotti e relativa comunicazione pubblicitaria, verificando il posizionamento di eventuali competitors. Fornisce all’Ingegneria di Prodotto aziendale informazioni adeguate ed aggiornate sui nuovi prodotti immessi sul mercato dalla concorrenza e collabora con la direzione per quantificare quote di mercato e previsione di vendita. Per questa posizione si ricerca un candidato con almeno 5 anni di esperienza maturata in analoga posizione e con buone competenze tecniche, visione strategica e passione per tutto quello che riguarda il social marketing. Una fluente conoscenza della lingua inglese, unita a ottime conoscenze informatiche ne completano il profilo. Sede di lavoro: Correggio (RE). Gli interessati sono pregati di inviare dettagliato Curriculum Vitae a mezzo fax al 0522/731600, oppure per e-mail: [email protected] o per posta: via Per Carpi, 26/B - Correggio (RE) autorizzando espressamente il trattamento dei dati in conformità alla D.Lgs n° 196/03.sulla privacy Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. 50 italia: 51575551575557 Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 51 italia: 51575551575557 IL FESTIVAL DALL’8 AL 22 MARZO Tahar Ben Jelloun protagonista di Dedica a Pordenone «Scrivere tra due culture: uno sguardo duplice sul mondo»: la 20ª edizione di Dedica, festival promosso dall’Associazione Culturale Thesis, a Pordenone dall’8 al 22 marzo, avrà come protagonista lo scrittore franco-marocchino Tahar Ben Jelloun (foto). Sarà un’edizione speciale per la rassegna che nella sua storia ha visto protagonisti i premi Nobel Wole Soyinka e Nadine Gordimer, scrittori come Paul Auster, Anita Desai, Amos Oz, Claudio Magris. L’approfondimento su Ben Jelloun prevede 11 appuntamenti in due settimane: conversazioni, spettacoli, conferenze, proiezioni, musica (il programma su www.dedicafestival.it). Il festival si apre con l’incontro con lo scrittore a cui seguirà, il 10, la proiezione del documentario Partire, ritornare. In viaggio con Tahar Ben Jelloun di Francesco Conversano e Nene Grignaffini. Tra gli altri appuntamenti la messa in scena de Il libro del buio con l’attore Tindaro Granata, mentre il 13 Ben Jelloun presenta il Cultura Sarà l’architetto Joseph Grima, responsabile della Storefront for Art and Architecture, il direttore artistico di Matera 2019. Matera, infatti, è nella short list con altre 5 città italiane per diventare capitale europea della Cultura. Entro il 21 luglio è prevista la presentazione del nuovo dossier di candidatura, entro settembre la visita della giuria, a novembre la decisione. Adorno e il segreto della musica: piacere (anche) senza conoscenza La tecnica è per gli esperti ma il pubblico non rimane escluso di GILLO DORFLES L Cristoforo Munari (Reggio Emilia, 1667-Pisa, 1720), Natura morta (1707, olio su tela, collezione privata) ca; ecco perché quando parliamo di «ascolto disattento» (da cui Adorno mette in guardia), ci riferiamo non a un modo di ascoltare rigido ed esclusivamente scientifico, ma a quello che unisce sia i dati linguistici che quelli sentimentali. La situazione di un ascolto disattento è indubbiamente caratteristica della musica, e in un certo senso è legata proprio a una questione acustica oltre che patetica (che ovviamente non si verifica in nessun’altra produzione artistica), soprattutto se si tiene conto del grado di percezione specialistico del brano musicale che appare molto diverso da quello di un’opera visiva proprio per una diversità del senso corporeo, dell’udito rispetto al- © RIPRODUZIONE RISERVATA Joseph Grima direttore di Matera 2019 Estetica Un saggio di Giacomo Fronzi sul pensiero critico del fondatore della Scuola di Francoforte a vasta opera critica ed esegetica rivolta da Adorno alla musica e ai suoi rapporti con le altre arti costituisce certamente un esempio di analisi non solo storica e umanistica ma anche tecnica e linguistica di questa arte: un’arte, la musica, che troppo spesso viene seguita da chi non ne possiede i segreti del linguaggio o da chi non ne riconosce l’aspetto tecnico e scientifico e fruisce soltanto quello «patetico» o addirittura sentimentale. Ecco perché il problema dell’ascolto è quello dove Adorno compie uno studio accurato circa i segreti non sempre evidenti di questa arte, puntando soprattutto su quella che è la sua fruizione da parte di un pubblico che molto spesso finisce per lasciarsi «addormentare» dai suoni che ascolta sprofondando (il ché non è purtroppo insolito) in un dolce sonnellino. Adorno mette in rilievo la scarsa attenzione con cui viene seguita una composizione musicale anche nel caso dei più rigorosi concerti. Ma, senza volere esagerare, dobbiamo riconoscere che molto spesso la presenza di un pubblico non preparato o soprattutto disattento, finisce per condurre al disappunto e alla noia, anziché alla esaltazione delle composizioni musicali. Naturalmente il problema della musica e della sua composizione è da sempre molto diverso da quello delle altri arti perché anche un ascolto «aleatorio» e non del tutto cosciente può essere sufficiente a provocare una «piacevole sensazione sensoriale» e magari una partecipazione sentimentale da parte dell’ascoltatore. Non c’è dubbio d’altra parte che una autentica e profonda comprensione del testo musicale non è possibile senza un bagaglio di conoscenze tecniche e di una educazione specialisti- nuovo romanzo L’ablazione, pubblicato da Bompiani in occasione di Dedica. Il 20 la proiezione di Notte senza fine. Amore tradimento incesto, primo lungometraggio di Elisabetta Sgarbi, interpretato da Anna Bonaiuto, Laura Morante, Galatea Ranzi e Toni Servillo, ispirato dall’omonimo libro (Bompiani), che raccoglie tre racconti di Amin Maalouf, Tahar Ben Jelloun e Hanif Kureishi. (an.m.) la vista. Ecco allora quanto è importante e addirittura necessario saper distinguere in un brano musicale alcune peculiarità, non solo acustiche, ma ritmiche e sintattiche per poter giudicare la diversità tra i vari intervalli, ritmi e la presenza di molti «accidenti» che concorrono a rendere più completa la composizione in parola: ecco perché, ad esempio, accade Fruizione L’ascolto tuttavia va accompagnato dall’analisi: solo così si avrà una comprensione effettiva e profonda spesso che un ascoltatore sufficientemente educato all’ascolto attento di un’opera musicale sia in grado immediatamente di distinguere tra i diversi intervalli e i diversi accordi che il brano sta offrendo, non solo, ma potrà apprezzare la presenza di alcuni «stratagemmi» indispensabili. Si pensi al fatto di riconoscere la presenza delle dodici note in un brano dodecafonico, oppure la presenza di uno di quei particolari ritornelli che Wagner aveva composto per identificare i diversi personaggi delle sue opere. Ecco ad esempio, come ascoltando un’opera quale il Parsifal, l’ascoltatore riconoscerà immediatamente il motivo di Amfortas e del Graal allo Il filosofo Il libro di Giacomo Fronzi, «Theodor Wiesengrund Adorno. Pensiero critico e musica», con prefazione di Paolo Pellegrino è pubblicato da Mimesis, pp. 378, € 28 Con Horkheimer, Adorno (19031969, nella foto) è stato il protagonista della Scuola di Francoforte. Dopo una prima serie di scritti sulla musica, dagli anni Quaranta sviluppò una serie di riflessioni sulle forme impersonali di dominio, sfociate nel suo libro più celebre, La Dialettica dell’Illuminismo (1947) A fianco di questa opera di critica sociale, svolta anche in Minima Moralia del ‘51 e Dialettica negativa del ‘66, Adorno sviluppò scritti di estetica, raccolti principalmente nella colossale Teoria Estetica, uscita postuma nel 1970. Suoi scritti sull’argomento sono anche in Parva Aesthetica del 1967 stesso modo come riconoscerà quello di Brunilde, di Wotan, o del Walhalla nell’opera l’Oro del Reno. Certamente la preparazione tecnica del nostro uditorio allarga a dismisura anche la nostra capacità fruitiva come del resto avviene per tutte le arti, ma in maniera diversa, in funzione della sensorialità investita. Tuttavia, oltre alla presenza di una coerenza armonica e melodica che permette di individuare a fondo la strutturazione del brano musicale è anche indispensabile riconoscere il fatto che l’attenzione dovrà essere alla base di ogni percezione e che l’ascolto non accompagnato dall’intensa analisi acustica e tecnica non permetterà mai una comprensione effettiva di quanto viene ascoltato. In un recente e molto articolato saggio di Giacomo Fronzi (Theodor Wiesengrund Adorno. Pensiero critico e musica, prefazione di Paolo Pellegrino) l’autore ripercorre tutta l’opera di Adorno sia nell’aspetto specificatamente estetico che filosofico, che in quello più tecnico e si sofferma soprattutto sui saggi «adorniani» dedicati ai diversi musicisti contemporanei, le cui composizioni hanno avuto una maggiore interpretazione da parte dell’analisi di Adorno. Fronzi ha compiuto delle esemplari ricerche attorno al pensiero di Adorno, interpretando le molte considerazioni dello stesso, come del resto anticipa l’ottima introduzione di Paolo Pellegrini. Non mi è possibile riferire tutte le precisazioni tecniche e didattiche compiute dall’autore a proposito di un ascolto critico e coscienzioso come non è possibile cogliere sempre le sottigliezza della tecnica in un’opera visiva. Credo che non si possa parlare di un amore per l’arte senza questa attenzione e volontà di raggiungere un’effettiva comprensione dei vari linguaggi artistici. A questo proposito dobbiamo ancora una volta riconoscere quanto sia giusto e auspicabile che l’ascoltatore sottostia a questo genere di audizione critica, affrontando le difficoltà di un brano mai ascoltato per non cadere nell’equivoco della non comprensione, dovuto alla propria ignoranza. Fernand Léger — La Ville, 1919, olio su tela, 231.1 x 298.4 cm A. E. Gallatin Collection, 1952 - © Fernand Léger by SIAE 2014 Design Sebastiano Girardi Venezia — Museo Correr — 8 febbraio — 2 giugno 2014 1910 – 1930 Organized by www.mostraleger.it call center 848082000 © RIPRODUZIONE RISERVATA 52 Cultura Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 L’evento Per sei mesi un percorso attraverso il Novecento: opere e ambigue ideologie moderniste che ruppero con la tradizione Da sinistra: Umberto Boccioni, Elasticità (1912); Giacomo Balla, Il Vestito Antineutrale. Manifesto Futurista (1914); Antonio Sant’Elia, Studio per stazione per treni e aeroplani (1913-1914); Fortunato Depero, Diavoletti neri e bianchi. Danza di diavoli (1922-23) Futurismo, l’America scopre il sogno italiano Un secolo dopo, il movimento artistico di Marinetti va in mostra a New York dal nostro inviato a New York MASSIMO GAGGI L’ aeropittura, dai voli transatlantici di Italo Balbo (Giacomo Balla) al paracadutista lanciato nel vuoto (Tullio Crali). Ma anche la ricostruzione dell’atelier di scultura dinamica di Umberto Boccioni e un ricchissimo percorso che attraversa quasi tutte le altre forme d’arte: letteratura, cinema, teatro, musica, fotografia, design. Anche l’architettura e perfino la gastronomia (la messa al bando della pastasciutta decretata da Marinetti nel Manifesto della cucina Futurista) e la moda: il Vestito Antineutrale proposto nel 1914 dallo stesso Balla come divisa del futurista deciso a spingere per l’intervento italiano nel conflitto mondiale. Da oggi e per più di sei mesi la grande spirale del Guggenheim, il celebre museo d’arte contemporanea affacciato su Central Park a New York, si trasforma in un percorso mozzafiato attraverso le esplosioni dell’arte d’avanguardia, le intuizioni geniali, i deliri, la fascinazione per la velocità e il fanatismo bellicista del futurismo italiano: un movimento artistico e culturale che, a lungo trascurato nel Dopoguerra per la sua stretta associazione col fascismo, da noi è stato riscoperto e ha acquistato notorietà soprattutto grazie a due grandi mostre organizzate qualche decennio fa a Torino e a Venezia. Ma negli Stati Uniti (e negli altri Paesi europei) non c’è mai stato nulla di simile: un’esposizione che farà molto discutere e che è di grande interesse anche per l’Italia. Perché l’ultima esposizione, quella veneziana di Palazzo Grassi, risale a quasi trent’anni fa (1986) e perché alcune delle 360 opere di 80 artisti esposte a New York sono sconosciute anche in Italia. Vivien Greene, la curatrice della mostra, ti racconta con entusiasmo e orgoglio, per fare un esempio, come è riuscita a ottenere dal ministero delle Poste di poter trasportare in America ed esporre i cinque murales dipinti nel 1934 da Benedetta, la moglie di Filippo Tommaso Marinetti, il fondatore di questo movimento culturale: opere che rappresentano in un trionfo di luce e colori il volo, la navigazione, il trasporto su strada, la rivoluzione del telegrafo e quella delle onde radio. Queste gigantesche rappresentazioni sono rimaste chiuse per ottant’anni nella sala delle riunioni (non aperta al pubblico) dell’ufficio postale di Palermo. Ha aiutato certamente il fatto che Vivien — un padre diplomatico che fu console americano a Palermo, madre italiana che vive tuttora nella città siciliana — parli perfettamente la nostra lingua, sia di casa a Palermo e faccia la spola tra l’Italia e New York, dove, al Guggenheim, è responsabile per le collezioni d’arte dell’Ottocento e della prima parte del Novecento. La mostra, che segue lo sviluppo cronologico, parte con l’edizione originale del quotidiano francese «Le Figaro» del 20 febbraio 1909 sul quale Marinetti pubblicò il suo Manifesto del Futurismo. È un’esposizione ricchissima e interdisciplinare, che è stata completata con la realizzazione di tre documentari e l’organizzazione di una serie di eventi pubblici che si svolgeranno nei prossimi mesi. «Compresa — racconta divertita la Greene — una serata culinaria in calendario a luglio: l’abbiamo battezzata Anti Pasta Evening. Ai fornelli ci sarà mia madre che è una chef». La Greene, spalleggiata da un comitato di trenta dei maggiori esperti mondiali d’arte moderna, ha scelto con cura le opere da esporre con l’obiettivo di rendere al meglio l’ambizione di questa avanguardia culturale di sovvertire il mondo in tutte le sue manifestazioni. Un obiettivo chiaro fin dal titolo dell’esposizione: Italian Futurism, 1909-1944: Reconstructing the Universe. Così si passa dalle cupe ambizioni di un’avanguardia che voleva ripartire da zero cancellando il passato, bruciando musei e biblioteche, al- l’opera poetica di Marinetti dall’agghiacciante titolo Guerra sola igiene del mondo, alle geniali intuizioni dell’architetto futurista Antonio Sant’Elia. Il quale nei suoi disegni del 1914 intitolati Stazione per treni ed aeroplani immaginava quello che allo Charles de Gaulle di Parigi (grande aeroporto in superficie, treni ad alta velocità Tgv nel sottosuolo) è stato realizzato quasi un secolo dopo: una stazione ferroviaria con una pista di decollo sul tetto. Certo, i disegni di Sant’Elia ricordano molto la stazione centrale di Milano: per dare spazio al trasporto aereo sarebbe stato necessario spianare via Vittor Pisani. Ma per i futuristi anche le città dovevano essere provvisorie, demolite e ricostruite da ogni generazione in base alle esigenze del momento. Salendo lungo la spirale della «rotunda», il visitatore esplora i primi, incerti, esperimenti pittorici: le influenze del divisionismo e del cubismo, poi pian piano cresce la fascinazione Sotto: Ivo Pannaggi, Treno in corsa (1922). Nella foto a fianco (da destra): Carrà, Marinetti e Boccioni per la rappresentazione della velocità. Dalla distorsione delle forme in movimento di Boccioni ai lampi di Balla, ai labirinti geometrici di Carlo Carrà, al Gino Severini di Memorie di un viaggio che, per rompere le barriere spazio-tempo getta tutto in aria in una composizione incoerente di locomotive, case, pozzi e montagne, tra le quali spunta la basilica parigina del Sacré-Coeur a Montmartre. E proprio sull’incoerenza e le contraddizioni della straordinaria vicenda del futurismo la mostra insiste molto: «Abbiamo esplorato — racconta ancora Vivien Greene — i rapporti sempre più stretti del movimento col fascismo, ma anche la determinazione con la quale Mussolini si rifiutò sempre di accettare il futurismo come arte di Stato». Realizzata senza un patrocinio diretto dello Stato italiano (che ha comunque dato un contributo coi molti quadri prestati da musei pubblici come il Mart, il museo d’arte contemporanea di Rovereto, oltre che coi murales di Palermo), l’esposizione ha potuto contare sulla disponibilità di molti collezionisti privati che hanno offerto le loro opere. Venti quelle concesse dalla sola Laura Mattioli, che a Soho ha creato il Cima (Center for Italian Modern Art) dove in questi giorni verranno esposte opere di un altro celebre futurista italiano, Fortunato Depero. Oltre che sull’aiuto di alcune fondazioni private, la manifestazione del Guggenheim, che ha come sponsor principale la Lavazza, ha potuto contare sugli importanti contributi del Moma, il museo d’arte moderna di New York e del Metropolitan. Dal quale vengono alcuni piccoli fotogrammi sbiaditi che a chi ha poca conoscenza della materia (come chi scrive queste note) dicono poco. «Eppure — si entusiasma Vivien — sono forse la cosa più preziosa di questa esposizione: la testimonianza di come i futuristi cercarono di cimentarsi anche con forme nuove e più nitide di rappresentazione artistica della realtà. Ma di questi fotogrammi futuristi in giro ce ne sono pochi. E chi li ha li espone il meno possibile perché la luce li deteriora. Il Metropolitan ci ha dato un permesso speciale per sei mesi». L’evento L’esposizione Italian Futurism, 1909-1944: Reconstructing the Universe, Solomon R. Guggenheim Museum (1071 Fifth Avenue), New York, fino al 1° settembre (Info Tel +1 212 423 35 00; guggenheim.org, a cura di Vivien Greene, senior curator del Guggenheim). Catalogo Guggenheim (pp. 352, $ 60). Le opere La mostra propone più di 360 opere firmate da oltre 80 artisti tra pittori, designer, fotografi, scrittori (da Boccioni a Marinetti, da Depero a Sant’Elia) © RIPRODUZIONE RISERVATA A colloquio Francesca Lavazza racconta l’incontro fra l’azienda e l’iniziativa statunitense. Pensando a Bilbao Guggenheim e tazzina da caffè, la parentela di due icone di STEFANO BUCCI «E ra destino che il Futurismo e Lavazza si incontrassero, prima o poi — assicura Francesca Lavazza, direttore Corporate Image dell’azienda nata a Torino nel 1895 — visto che solo quattordici anni dopo la fondazione della Lavazza, un nome che è da sempre sinonimo di caffè, Filippo Tommaso Marinetti, uno dei padri del futurismo, era stato soprannominato Caffeina d’Europa». Ma non è neppure un caso che sia successo proprio ora e proprio a New York: «La mostra che il Guggenheim dedica al futurismo italiano è la prima panoramica completa mai realizzata fuori del nostro Paese, non ci poteva essere momento migliore per questo incontro, è la prima volta che collaboriamo a progetti così ambiziosi, anche perché l’America potrebbe essere il nostro secondo mercato dopo quello italiano». O come ha dichiarato Antonio Baravalle, amministratore delegato di Lavazza, «la nostra seconda casa». Un incontro non certo casuale, considerati i precedenti (oltre alla contingenza fisica della sede veneziana del Guggenheim): i calendari Lavaz- za con tanto di tazzine e caffè firmati (tra gli altri) da Helmut Newton, Annie Leibovitz, Elliott Erwitt; la sponsorizzazione della mostra sul Genio di Leonardo alla Reggia di Venaria Reale per i 150 anni dell’Unità d’Italia; la collaborazione con il Miart e il Mia di Milano. E soprattutto il progetto realizzato con Steve McCurry: «Dal 2002 documenta con le sue fotografie i volti, le storie, gli interventi realizzati da Lavazza nei diversi Paesi produttori di caffè come Perù, Colombia, Honduras, India, Brasile, Tanzania. Paesi in cui siamo impegnati anche a migliorare le condizioni sociali dei lavoratori, il rispetto per l’ambiente». Certo l’appuntamento del Guggenheim è «più speciale del solito»: «Meglio parlare di partner- Precedenti I calendari firmati da Helmut Newton, il progetto con Steve McCurry, la mostra sul «Genio di Leonardo» la collaborazione con Miart e Mia Sopra: Francesca Lavazza, dal 2005 Corporate Image Director di Lavazza. Tra le altre partnership culturali dell’azienda torinese il progetto con il fotografo statunitense Steve McCurry in diversi Paesi produttori di caffè, dal Brasile alla Tanzania, dal Perù alla Colombia ship più che di sponsorizzazione, un termine troppo freddo e asettico, considerata la maggiore vicinanza anche geografica a Marinetti e al Futurismo» precisa Francesca Lavazza. Che individua nella stessa forma del Guggenheim, progettato nel 1943 da Frank Lloyd Wright e icona senza tempo dall’architettura, un ulteriore segno di affinità: «La tazzina di caffè e il museo, con le dovute differenze, sono entrambi contenitori di cultura». Le anomalie (positive) della mostra del Guggenheim coinvolgono ancora di più Lavazza (un fatturato 2012 pari a 1.330,7 miliardi): «Una mostra che durerà sei mesi, un impegno importante e una anteprima per altre possibili collaborazioni, ci piacerebbe pensare anche al Guggenheim di Bilbao. E da questo progetto un piano triennale, il prossimo anno potrà arrivare a New York anche una grande mostra dedicata a Alberto Burri». È così che «lo stesso slancio in avanti, lo stesso desiderio di novità e di creatività trasforma i futuristi di Marinetti nei futuri ambasciatori del made in Italy». Sotto il segno di Lavazza e della Caffeina d’Europa. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 Addii L’intellettuale, «scopritore» tra l’altro di Veltroni, già assessore, è scomparso ieri a 67 anni Elzeviro L’omaggio di Napoli al musicista UN’AULA PER MUTI AL CONSERVATORIO di PAOLO ISOTTA E ntro nella Direzione del Conservatorio napoletano di San Pietro a Majella, il più illustre al mondo per storia e tradizione. È l’erede dei quattro antichi nei quali si formarono e insegnarono i grandi della Scuola Napoletana; e Direttori ne furono fra gli altri Mercadante, Martucci, Cilea, Alfano, quest’ultimo il più grande compositore italiano del Novecento. Venne costituito nel 1808 quale Real Collegio di Musica che fondeva i quattro antichi e nel 1825 si allogò nell’attuale sede, ch’era il convento dei Celestini. Nella piccola sala alcuni fra i preziosi dipinti della quadreria (v’è anche, oltre alla Biblioteca con manoscritti d’importanza planetaria, un museo di strumenti musicali): sulla scrivania un piccolo Martucci tredicenne, all’epoca nella quale il suo maestro Cesi lo con- ❜❜ L’iniziativa è prevista a marzo insieme alla mostra su Verdi nella città dusse a Mosca per sbalordire la Russia. Poco più in là il Leonardo Leo di Pompeo Batoni, il pittore dei principi: dall’attitudine fiera e dal prezioso abito si attesta quale l’operista europeo di maggior successo. Il Direttore, eletto nel 2011, è una signora, Elsa Evangelista, direttrice di coro e organista: i suoi quattro fratelli sono del pari musicisti. Il I di marzo s’inaugurerà la mostra su Verdi e Napoli, Verdi a Napoli, da lei voluta. «Esponiamo tra l’altro la partitura dell’Alzira e quella del Quartetto, che fanno parte della nostra Biblioteca. E per l’occasione si conferirà il primo Premio San Pietro a Majella a Riccardo Muti, il quale di tutti gli allievi viventi del Conservatorio è il più illustre. «Muti fu qui discepolo di Vincenzo Vitale per il pianoforte, di Ugo Rapalo per la lettura della partitura, di Ugo Ajello per la direzione d’orchestra; avrebbe poi proseguito gli studî al milanese Verdi, con Bruno Bettinelli per la Composizione e Antonino Votto per la direzione d’orchestra. «Per la circostanza», mi dice la Evangelista, «avrà Terza Pagina 53 italia: 51575551575557 Pasolini e canzoni, lo stile Borgna Traghettò il Pci (e Roma) verso un’idea più aperta di cultura di PAOLO FRANCHI luogo per la prima volta una nuova iniziativa, particolarmente solenne. Penso che non sia necessario attendere la morte di un musicista per onorarlo, e onorarci, coll’intitolazione di un’aula: possiamo farlo anche per i vivi. Quindi il grande spazio al pianterreno, contiguo alla Sala Scarlatti, diverrà l’Aula Riccardo Muti. La cerimonia avverrà alla presenza del dedicatario dopo l’inaugurazione della mostra alle quattro del pomeriggio del I. Credo anche, da buona Napoletana, che con questo a Muti allunghiamo la vita! Non gli faremo fare una lectio magistralis giacché l’ha tenuta pochi mesi fa coll’orchestra dei nostri allievi in occasione del conferimento da parte dell’Istituto Universitario Orientale dell’ennesima laurea honoris causa». La Evangelista ha segnato la propria direzione con iniziative importanti. Ha fondato le Edizioni San Pietro a Majella che hanno pubblicato nell’occasione d e l q u a d r i ce n te n a r i o un’anastatica di Madrigali di Carlo Gesualdo e attende a iniziative mercadantiane nelle quali, ancora, verrà coinvolto Muti, che al Maestro di Altamura ha dedicato e dedicherà fatiche. «Certo, l’onore di occupare una simile cattedra richiede una dedizione assoluta. Ed è anche impegnativo dirigere un’Istituzione nella quale insegnano musicisti come Laura De Fusco, Francesco Nicolosi, Antonio Florio e Dinko Fabris: ai quali tutti Lei, caro Maestro, ha dedicato articoli». Qui debbo aggiungere, da ex insegnante, che negli ultimi anni, a parte Roberto De Simone, altro illustrissimo allievo, i Direttori che hanno preceduto la Evangelista non hanno brillato per curriculum né per qualità organizzative. Per fortuna lo vedo dall’esterno; quando me ne andai c’era una minuscola compositrice romana (allora la nomina era ancora ministeriale) che credeva d’essere un caporale, nel film di Totò «Siamo uomini o caporali?». E che ogni volta riceveva lezioni di dottrina da parte di noi Napoletani. Eppure il Conservatorio è illustre quanto l’Alma mater studiorum, la nostra Università Federico II. «Per adesso andiamo avanti; siamo nelle mani di Dio e di San Gennaro. Ma Muti gli è devoto?». Confermo: «Devotissimo!». © RIPRODUZIONE RISERVATA Kermesse Il nuovo romanzo di Manfredi al Modena Buk festival Sessanta eventi in due giorni, sabato 22 e domenica 23 febbraio, con la partecipazione di 101 editori medi e piccoli. Al Modena Buk Festival 2014 Valerio Massimo Manfredi presenta il nuovo romanzo L’oste dell’ultima ora (Wingsbert House), ispirato alle nozze di Cana; le scrittrici francesi Pauline Delpech e Anne Marie Mitterrand (nipote del presidente) raccontano la «Nuova letteratura europea» a dialogo con la scrittrice svizzero-coreana Laure Mi Hyun Croset; in scena, Conciliare stanca, un dramma sul «femminicidio» scritto da Francesco Zarzana con il prefetto vicario di Modena Mario Ventura, e interpretato da Caterina Vertova. Info bukfestival.it C on Gianni Borgna non se ne va soltanto una personalità per tanti aspetti irripetibile e impossibile da catalogare sulla scorta delle categorie che attualmente vanno per la maggiore. Se ne va una stagione della sinistra italiana. Un tempo in cui l’idea (e la pratica) di un rapporto stretto non solo tra politica e cultura, ma tra politica, cultura e amministrazione era, almeno come ambizione, nell’ordine delle cose. Un’epoca in cui un giovane colto e brillante che voleva vivere appieno il tempo suo e dei suoi coetanei senza mettersi a fare il grillo parlante poteva anche pensare che il lavoro politico a tempo pieno (o, se preferite, la politica come scelta di vita e come mestiere) fosse la forma più alta di attività intellettuale. Agli inizi degli anni Settanta (e poi forse per tutta la vita, nonostante un’infinità di delusioni) Gianni lo pensò, eccome. A chiamarlo a guidare la gioventù comunista romana fu il futuro sindaco della capitale, il viterbese Luigi Petroselli, all’epoca segretario del Pci a Roma, noto tra i suoi con il nomignolo di Joe Banana. Ne fu ripagato, sia in termini di fedeltà (mai supina) alla linea del partito sia, soprattutto, in termini di apertura politica e culturale (mai corriva) verso quanto di nuovo e (per il Pci) di controverso, a dir poco, andava maturando tra i giovani. Attorno a Borgna, si saldò un gruppo di giovanotti che avrebbero fatto strada: Walter Veltroni, Goffredo Bettini e Ferdinando (a quei tempi solo Nando) Adornato, naturalmente, ma pure (cito un po’ alla rinfusa) Fabrizio Barca, Giulia Rodano, Lucio Caracciolo, Giorgio Mele, Marco Magnani… Assieme, fecero un bel giornale, «Roma Giovani», dove tra gli altri mosse i primi passi nel mestiere Paolo Lepri. Misero su iniziative sin lì impensabili, come i Festival del Pincio e di Villa Borghese, questa seconda completa di seratona, per un paio di generazioni indimenticabile, con Gino Paoli. E (soprattutto Borgna, Veltroni, Bettini e Adornato) incontrarono Pier Paolo Pasolini. Fu amore politico, intellettuale e civile a prima vista. Per loro, per quel che rappresentavano o pensava potessero rappresentare, la speranza di un’altra Italia, Pasolini, sin lì vicino ai radicali, si pronunciò pubblica- Una immagine di Gianni Borgna in occasione di «Roma capitale europea della Cultura» nel 2011. È morto ieri a 67 anni mente, alla vigilia delle elezioni regionali del 1975, per il voto comunista, nonostante fosse un critico severo della politica e della cultura di un partito, il Pci, da cui era stato espulso molti anni prima per la sua omosessualità. Borgna, convinto fino all’ultimo che nel novembre del 1976 Pasolini fosse caduto vittima di un complotto, gli ha dedicato, con passione intatta, tre delle sue più recenti fatiche. Una bella mostra, Pasolini Roma, curata assieme a Jordì Ballò e ad Alain Bergala, che, dopo Barcellona e Parigi, aprirà finalmente i battenti anche nella capitale, il 6 marzo. Un’opera teatrale, Una giovinezza enormemente giovane. E un saggio pubblicato da Vallecchi, Una lunga incomprensione, scritto a quattro mani con Adalberto Baldoni: un intellettuale di quella destra eterodossa verso la quale Borgna, il comunista che nell’89 rifiutava di cambiar nome al suo partito, ma pure l’assessore alla Cultura delle giunte Rutelli e Veltroni che voleva dedicare una strada a Giuseppe Bottai, non ha mai nascosto la sua curiosità. Autrice di «Il buio oltre la siepe» Harper Lee fa causa al «suo» museo È iniziata ufficialmente la causa civile della scrittrice statunitense Harper Lee, 87 anni, contro il Monroe County Heritage Museum di Monroeville, in Alabama, la cittadina natale dell’autrice del romanzo Il buio oltre la siepe. Nell’azione legale depositata davanti alla Corte federale dell’Alabama, gli avvocati di Harper Lee sostengono che il museo sfrutta il nome della scrittrice a scopo di lucro per vendere souvenir e gadget. Lee non ha gradito che il suo nome e il suo libro vengano associati ad oggetti come secchielli per il ghiaccio in argento o strofinacci da cucina. Poi, naturalmente, c’è il Borgna più noto. L’appassionato di musica leggera e di mode culturali giovanili che, Gramsci alla mano, «sdogana» Sanremo. L’amministratore comunale che nel 1993 raccoglie, quasi dieci anni dopo, in Campidoglio, l’eredità di Renato Nicolini, l’indimenticato «assessore all’Effimero» di Giulio Carlo Argan, di Petroselli e di Ugo Vetere, che però baderà soprattutto alle strutture permanenti, diventando un infaticabile «motore di cultura» (parola di Francesco Rutelli), e un architrave del «modello Roma». Il manager al vertice della Fondazione Musica per Roma, la società di gestione del «suo» Auditorium, che sarà scalzato da Gianni Alemanno senza che Pd e sinistra alzino barricate per difenderlo. E infine c’è il Borgna che ci mancherà, mi mancherà di più, quello che non ha mai abbandonato la Vespa e i libri, l’ironia garbata e il lessico d’altri tempi, la fede laziale e, nonostante tutto, la passione politica. In una parola, il nostro Profumetto. Lo pensavamo pressoché eterno, come un monumento della sua Roma. Invece non c’è più. © RIPRODUZIONE RISERVATA Torino Nel programma anche vari concorsi Parigi A rischio l’idea dell’Institut des civilisations Secoli di splendori delle corti La filologia nella banlieu Venaria come «reggia d’Italia» Uno schiaffo alla ricerca S i ricomincia, l’8 marzo, con gli «Splendori delle corti italiane» e in particolare con quella degli Este: un percorso straordinario tra Umanesimo, Rinascimento e Barocco «dedicato al collezionismo e al mecenatismo della dinastia estense dal Cinquecento al Settecento, tra opere di Correggio, Tiziano, Tintoretto, Velázquez, Guercino (a destra: Venere, Marte e Amore, 1634, particolare). La nuova stagione, quella del 2014, della Reggia di Venaria Reale (presentata ieri a Milano dal presidente Fabrizio del Noce, dal direttore Alberto Vanelli, dall’assessore alla Cultura della Regione Piemonte Michele Coppola e da Renato Mannheimer, responsabile dell’Istituto di ricerca Ispo) non è fatta solo di mostre. Ci saranno, tra l’altro, il festival gastronomico degli orti contemporanei (Ortoinfestival, dal 30 maggio al 2 giugno) e un concorso internazionale per carrozze d’epoca nei Giardini e al Parco della Mandria (5-6 luglio). Dall’alto dei suoi 651.618 visitatori del 2013, con il sogno «di trasformarsi dalla Versailles d’Italia nel suo Louvre», la Venaria (tra i primi cinque siti artistici più visitati del nostro paese) ha scelto di programmare al meglio anche il proprio futuro e le proprie strategie. Commissionando all’Ispo un’indagine sul livello di notorietà della reggia e al tempo stesso sulle sue debolezze: rispetto all’ultima ricerca (del 2008) il livello di conoscenza nazionale è aumentato del 13% , raggiungendo il 36%. Dopo la tv, lo strumento principale di conoscenza sono stati il passaparola e i social media. Risultati entusiasmanti secondo del Noce e Vanelli («è la prima volta che un bene culturale fa un check up di se stesso»). Dunque, la reggia di Venaria è così diventata quella Reggia d’Italia degli slogan che ne avevano caratterizzato il rilancio (dopo 2 secoli di totale abbandono era stata riaperta nel 2007). Prossimi obiettivi? «Trasformarsi ora nella Reggia dei Contemporanei continuando a puntare sull’idea di bellezza italiana ma anche sulla digitalizzazione». (st.b.) © RIPRODUZIONE RISERVATA di LUCIANO CANFORA S e in campo culturale l’Italia piange, la Francia non ride. Anche Oltralpe la ricerca viene posposta alla burocrazia, detta pomposamente «politica universitaria». Con conseguenze talora devastanti. Da tempo, sin dalla presidenza Sarkozy, è stato inventato un «Campus Condorcet» relegato fuori Parigi, a Aubervilliers. L’idea, tutta politica, di spostare l’alta cultura (in particolare l’École Pratique) in banlieue era molto astratta e molto «politicamente corretta», ma poco intelligente sul piano degli studi e della ricerca. Basti pensare all’insensatezza di spezzare il legame, anzi la contiguità materiale, tra la biblioteca della Sorbonne e quella dell’École Pratique. Ora una nuova alzata d’ingegno, per dirla col Manzoni, si abbatte sull’Institut de recherche et histoire des textes: si scorporano la sezione araba e quella greca per esiliarle a Aubervilliers. Tale iniziativa, che si spera possa essere bloccata, rischia di spazzar via il progetto, già in fase di avanzata attuazione, di costituire un’«Institut des civilisations» facente capo al prestigioso Collège de France, fondato nel 1530 dal re Francesco I (nel ritratto). Qui si nota la divaricazione tra la politica, che persegue effetti demagogici (potenziare le periferie con la filologia bizantina!), e la ricerca, che persegue obiettivi scientificamente sensati. L’episodio è poco noto, ovviamente, in Italia, ma ha messo a rumore uno dei settori più avanzati della ricerca umanistica in Francia. Tra l’altro la stretta attinenza tra cultura araba, civiltà bizantina e tradizione greca non dovrebbe sfuggire a chi abbia esperienza decorosa della storia intellettuale dell’Occidente. Viene spontanea una proposta: esiste una «Valutazione della qualità della ricerca» per consentire l’accesso ai gradi alti dell’istruzione, perché non creare analogo strumento per disciplinare e migliorare l’accesso ai gradi alti della politica? © RIPRODUZIONE RISERVATA 54 Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Eventi UNA MOSTRA A ROVIGO L’appuntamento Le suggestioni Universi A Palazzo Roverella dipinti, notturni e allucinati incisioni, manifesti, foto popolati da ninfe e centauri Vento del Nord Nell’universo dell’inconscio Così l’arte dell’altra Europa affascinò l’Italia di inizi ‘900 V eniva dai paesaggi innevati, dai fiordi, dalle foreste, da quegli spazi reali e fantastici popolati di miti e di simboli che si aprivano al sogno e al mistero dell’esistenza, l’ondata di arte e pittura che tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento avrebbe segnato profondamente l’esperienza culturale italiana. Ossessione nordica, l’aveva definita nel 1901 il grande critico Vittorio Pica, sintetizzando con straordinaria efficacia quel fenomeno, quasi una malia, che stava caratterizzando le prime Biennali veneziane, con largo spazio riservato a Böcklin, indiscusso maestro che aveva introdotto questo nuovo filone artistico in atmosfere mediterranee, o a Klimt, a cui nel 1910 verrà dedicata addirittura una personale. Se fino a quel momento a svolgere il ruolo da protagonista nel panorama europeo era stata la Francia, ecco che adesso l’asse si spostava e proprio gli artisti nordici apparivano più svincolati da seduzioni ottocentesche e ingessature accademiche, liberi di esplorare i territori della modernità, di sperimentare soluzioni tra le più avanzate e dirompenti. Sarà oggi la mostra di Palazzo Roverella, curata da Giandomenico Romanelli, a raccontare attraverso più di 150 opere tra dipinti, incisioni, manifesti delle prime Biennali, fotografie, illustrazioni, tutta l’importanza di questo momento della grande arte europea, ricco di infinite sfaccettature e di reciproche corrispondenze. «Furono scelte, quelle veneziane, fatte a ragion veduta, che determinarono orientamenti critici e di gusto, che seppero evitare le secche del tardo impressionismo e guardare al di là delle Alpi, ripercorrendo la linea culturale delle Secessioni, di Vienna e di Monaco, di Lipsia e di Darmstadt fino al Grande Nord, al mondo scandinavo, al filone simbolista esoterico dei fiamminghi, agli scozzesi della scuola di Glasgow e agli italiani che con sensibilità e linguaggi diversi ne hanno subito la fascinazione e condiviso le ricerche, De Chirico e De Carolis, Sartorio e Laurenti, Tito e Casorati, Tosi, De Maria o Wolf Ferrari tra i tanti. Né va dimenticato che l’Italia, da poco unificata, sentiva forte il richiamo di esperienze artistiche di carattere nazionale, come quelle nordiche, che avevano saputo recuperare un’identità comune attraverso gli antichi miti, le saghe popolari, le radici culturali», sottolinea Romanelli. Ad aprire il percorso della mostra, a far entrare la dimensione onirica sulla scena, sarà Arnold Böcklin, con quei suoi paesaggi notturni avvolti dal silenzio, con quella «Rovina sul mare» così inquietante e misteriosa e quel- Il lancio Le prime Biennali di Venezia si occuparono di quella pittura e si parlò di ossessione nordica Affinità Ai filoni secessionisti ed esoterici risposero artisti italiani come Sartorio, Laurenti, Wolf Ferrari l’immaginario popolato di satiri e ninfe, di tritoni e nereidi appartenenti a un’età dell’oro ancora primigenia, densa di valenze e suggestioni. Una lezione che fruttificherà in Max Klinger, in Diefenbach con i suoi universi allucinati e visionari, negli ambienti esoterici di Khnopff, nelle isole dell’italiano Wolf Ferrari, artista raffinato attento anche a citazioni klimtiane o nella celebre «Lotta di centauri» di un De Chirico non ancora metafisico. Da interpretazione simbolica o verista adesso il paesaggio cambia, si fa trascrizione dell’interiorità, di stati d’animo e di sentimenti, mentre la pittura appare più sintetica, essenziale, seguendo il richiamo di Pont-Aven, dei nabis e dei fauves, come in Akseli Gallen- Kallela, cui la Biennale del 1914 dedicherà una monografica, in Leo Putz, in Cuno Amiet, in Tullio Garbari o Gino Rossi. Se anche gli interni domestici mutano, diventando fiaba del quotidiano, poesia del silenzio fatta di luci e atmosfere sommesse, sarà l’immagine femminile a denotare il rinnovamento più radicale, Movimento In alto, la tela «Visione antica», di Cesare Laurenti (1901) e, a destra, «Il peccato», di Franz von Stuck (1909). Due esempi che dimostrano come, ai primi del secolo scorso, la sensibilità mediterranea e le correnti nordiche si siano incontrate per dare vita a un patrimonio di suggestioni comuni con tele dinamiche e profonde I visionari La predilezione per la matita e la grafica creò una sorta di confraternita artistica Quelli che la verità sta nel bianco e nero Klinger, Kubin, Martini: il disegno che dialoga con il soprannaturale di FRANCESCA BONAZZOLI A ben guardare, l’ossessione nordica che secondo il critico Vittorio Pica aveva travolto gli artisti italiani, sedotti dalle avanguardie di matrice germanica, andava letta al contrario. La vera ossessione nordica fu infatti la passione travolgente che prese i popoli germanici per il mondo antico. Un’ossessione, appunto, fu per esempio quella di Heinrich Schliemann per Troia, che portò l’antiquario tedesco a investire la vita e i propri beni nella ricerca dell’antica città cantata da Omero. Le scoperte archeologiche, gli studi di filologia, i repertori sulle genealogie degli dei e dei miti, tutto questo materiale di conoscenze sul mondo greco fu messo insieme proprio da studiosi di area germanica, tanto che ancora oggi il tedesco è lingua imprescindibile per chi studia l’antichità. Dunque fu la Grecia, attraverso la Germania, a produrre quel nuovo e perturbante repertorio di misteri, dimensioni ignote, mostri e inquietudini che poi affascinò, di ritorno, i nostri artisti italiani. I centauri e le sirene di Arnold Böcklin nonché le sue isole con i cipressi che crescono in Grecia e in Italia; le Meduse, le Arpie e i Sileni di Franz von Stuck; i boschi e i fiumi coperti di neve di Akseli Gallen Kallela trovavano un’eco nel panteismo greco di fauni e ninfe. Tale mondo di simboli e di creature ibride non solo univa per affinità elettive il Nord al Sud, ma attraverso la Germania si calava senza dissonanze nella contemporaneità e infine compiva il suo viaggio di ritorno del «grand tour europeo» con i nostri De Chirico o Alberto Martini. Un’ossessione circolare, insomma, che passava dall’uno all’altro di questi artisti che fra il sentimento della modernità e il culto del passato sentivano un legame indis- Il trattato teorico Nell’«arte dello stilo» si afferma la capacità del disegno di esaltare gli aspetti oscuri dell’esistenza solubile. I più immaginifici fra questi spiriti inquieti prediligeranno il disegno e l’incisione, il bianco e nero, come è stata appunto intitolata una sezione della mostra di Rovigo. Secondo Fernand Khnopff, per esempio, l’artista era un vate, un eletto, e proprio per questo al medium artistico della pittura preferiva il disegno, privo com’era di mediazione con le forze soprannaturali e in diretto contatto con la dimensione onirica e mentale. Lo stesso rapporto che intratteneva col disegno Alfred Kubin, uno dei più geniali disegnatori del fantastico, il quale riusciva a liberarsi delle allucinazioni che lo tormentavano solo fissandole con la matita. Max Klinger, la cui produzione grafica gli ha dato maggior gloria di quella come pittore o scultore (fu lui a realizzare il monumento a Beethoven per la XIV Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 Eventi 55 italia: 51575551575557 La guida «L’ossessione nordica — Böcklin, Klimt, Munch e la pittura italiana» sarà ospitata al Palazzo Roverella di Rovigo da domani al 22 giugno. La mostra è organizzata e prodotta dalla Fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo. Esposte 120 opere degli autori del nord Europa e di una serie di artisti italiani che, a cavallo tra Otto e Novecento, furono da loro influenzati. Catalogo: Marsilio. Info: tel. 0425/460093, www.mostraossessionenordica.it A Rovigo e dintorni La città offre ai visitatori i tesori di uno storico passato (Palazzo Roncale, Teatro Sociale, Tempio de La Rotonda, Museo dei Grandi fiumi), ma tutto il Polesine, terra tra Adige e Po, è ricco di paesini silenziosi, musei (come quello archeologico di Adria e quello della giostra di Bergantino), scenari naturali incontaminati e una forte tradizione enogastronomica (il bundlin, la faraona in tecia, la cacciagione, i malafanti...). Info: www.polesineterratraduefiumi.it Scarica l’«app» Eventi Informazione, approfondimenti, gallery fotografiche e la mappa degli appuntamenti più importanti in Italia. È disponibile sull’App Store di Apple la nuova applicazione culturale del «Corriere della Sera Eventi». È gratis per 7 giorni. Scambi L’attrazione irresistibile per il Sud dell’artista svizzero e del filosofo Bachofen L’altrove mediterraneo di Böcklin (che amava litigare con Wagner) E Savinio fu «arbitro» tra le isole dei morti e la campagna romana di EMANUELE TREVI S ono in grado di testimoniare su un episodio tardivo di «ossessione nordica». Era la fine degli anni Settanta, il fondo più buio del pozzo degli Anni di piombo, quando alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma venne allestita una piccola mostra con la celebre serie del Guanto di Max Klinger. In tantissimi abbiamo visitato quella saletta come se fosse stata la strabiliante porta d’accesso al sogno di un altro, che però poteva anche essere, catturato chissà come dalla mano di quell’infallibile disegnatore, uno degli infiniti sogni che, pur fatti da noi stessi, si dissolvono senza rimedio al risveglio. Tra le vittime del sortilegio, va ricordato almeno Francesco De Gregori, che alle avventure del più ce- Sguardi di donna Il caso Hammershøi e la solitudine Spicca tra le altre tele perché quella nota surreale che ritroviamo più o meno negli altri «scandinavi» qui si fa solitudine, silenzio, distanza. È il quadro «Interno con donna seduta» del danese Vilhelm Hammershøi (1864-1916). Artista originalissimo, apprezzato ai suoi tempi ma poi, alla sua morte, improvvisamente dimenticato (in quel periodo le avanguardie stavano conquistando rumorosamente la scena). E da qualche anno, timidamente riscoperto. Tra Vermeer e Hopper, i suoi interni con le donne ritratte di spalle hanno raccontato un mondo. Dall’alto, in senso orario: «Le due bambine» di Casorati; «Ora sacra» di Hodler; «Interno con donna seduta» di Hammershøi uscendo dai ristretti confini dell’atelier per immergersi nella natura o per dar voce a ciò che la parola non riesce ancora, ai desideri, alle pulsioni più nascoste e inconfessabili dell’inconscio, prendendo le sembianze di quella femme fatale di provocante sensualità che rivolge lo sguardo allo spettatore nel celeberrimo «Peccato» di von Stuck. Ancora capolavori carichi di pathos, virtuosismi dai forti contrasti luminosi e i neri profondi degli inchiostri, sono le opere che chiudono il percorso, il ciclo del «Guanto» di Klinger e quello dei «Misteri» di Alberto Martini, le incisioni di Luigi Bonazza e gli altissimi esiti di Munch, che esordirà in Biennale proprio attraverso la grafica, anch’essa teatro dei suoi incubi e delle sue lacerazioni interiori. Francesca Montorfano © RIPRODUZIONE RISERVATA ❜❜ Nuovi orizzonti Nel mondo luterano la mitologia era sinonimo di peccato: per lui la felicità fu staccarsi dalle origini lebre guanto della storia dell’arte dedicò addirittura una delle sue canzoni. Se erano stati capaci di ossessionare a varie riprese i diffidenti pubblici meridionali, questi grandi maestri del Nord erano stati a loro volta ossessionati irrimediabilmente dal Sud. È questa reciprocità il segreto della storia di Klinger e anche di quella del più grande di tutti, Arnold Böcklin, che a Roma trovò anche moglie e finì i suoi giorni nella campagna di Firenze, dopo aver reinventato, a colpi di tempera all’uovo e resina di ciliegio, tutta una mitologia pagana intesa come suprema sintesi dell’umano e del bestiale — non a caso, il centro propulsivo dell’immaginazione del maestro svizzero è il centauro. In virtù di uno di quei semplici casi che danno ai posteri l’occasione di ricamarci un po’ sopra con la fantasia, Böcklin (nato nel 1827) veniva da Basilea come il grandissimo Johann Jakob Bachofen, l’autore del Matriarcato, labirintica e geniale ricostruzione del Destini incrociati Arnold Böcklin Alberto Savinio Francesco De Gregori Reinventò la sua poetica proprio in Italia, sedotto da Firenze e Roma. Qui conobbe la futura moglie Il pittore-scrittore ha raccontato la vita di Böcklin nonché i memorabili litigi di quest’ultimo con Wagner Il cantautore romano ha dedicato la canzone «Un guanto» alla famosa e omonima serie di disegni di Klinger mondo antico pareggiata solo, per l’energia della visione e la profondità delle intuizioni, dalla Nascita della tragedia di Nietzsche. Cresciuti in un severo ambiente luterano, nel quale la stessa parola «mitologia» poteva suonare come un sinonimo di «peccato», sia il pittore che il filosofo trovarono probabilmente la loro felicità nello staccarsi dalle origini, proiettandosi con tanto slancio nell’altrove mediterraneo da farne qualcosa di completamente estraneo ai classicismi consolidati, portassero pure la firma di Goethe e Winckelmann. Furono in pochi a capire la portata dell’esperimento. In Francia si discuteva molto delle sproporzioni anatomiche del busto dei centauri (ma Böcklin affermò con fierezza: «io non dipingo per i francesi!»). Come Böcklin, anche Bachofen, più vecchio di una decina d’anni, amava la campagna romana più della stessa Roma, e se il primo sembra scrivere poemi mentre dipinge, il secondo dà l’impressione di utilizzare la sua sterminata erudizione come i pennelli e i colori di uno strabiliante affresco. Niente a che vedere, però, con la fusione delle arti predicata da Wagner. Alberto Savinio ha profuso tutta la sua inimitabile ironia nel racconto dei tre disastrosi incontri avvenuti tra il musicista e il pittore. Una volta Böcklin venne invitato da Wagner ad assistere a un’esecuzione per piano del Crepuscolo degli dei. Suonava Rubinstein, ma Wagner capì subito che lo svizzero si annoiava a morte, e saltò su esclamandogli in faccia: «Vedo che non vi intendete affatto di musica!». E Böcklin, di rimando: «Più di quanto voi v’intendete di pittura». Bisogna leggere la biografia che Savinio ha dedicato a Böcklin gustandone ogni singola frase. Apparve nel 1943, come secondo capitolo di una raccolta intitolata Narrate, uomini, la vostra storia. Nel 1943 gli uomini di lingua tedesca che si aggiravano per l’Italia erano nient’altro che orde di assassini e depredatori. Savinio guarda alla moda di Böcklin con nostalgia per il tempo dei nonni, quando la vita poteva ancora sembrare un bel gioco. Nelle loro cornici liberty, le riproduzioni dell’«Isola dei morti» figuravano immancabilmente nei salotti accanto al pianoforte e al busto di Beethoven. Cercando le ultime tracce di quel mondo scomparso, Savinio bussa alla porta della casa romana di un certo professor Pallemberg, genero di Böcklin. Nel salotto del villino sulla via Nomentana è appesa una testa di bambino. Non è un’opera del maestro, ma di uno dei suoi tanti figli, anch’esso pittore. La vicinanza di un prosaico termosifone ha sconciato il quadro di brutte macchie. Sembra di essere arrivati davvero, in quella sera di guerra, a un capolinea della memoria e del gusto. Poi inizia la storia dell’arte, che è tutta un’altra storia. Notturni «Rovina sul mare» di Arnold Böcklin (1880). Una delle tele dove il tema esoterico si mescola a diversi richiami classici © RIPRODUZIONE RISERVATA Incubi a tratti A sinistra, disegno della serie «Il guanto» di Max Klinger (foto in alto, 1857-1920). A destra, l’incisione «Misteri» di Alberto Martini mostra della Secessione per la quale Klimt creò invece il celebre «fregio di Beethoven») scrisse addirittura un trattato teorico in lode del bianco e nero. «Griffelkunst» (L’arte dello stilo), questo il titolo del saggio, analizza tutte le tecniche su carta che non fanno ricorso alla tavolozza. La pittura e il colore, secondo Klinger, esaltano il regno del visibile, la bellezza, la Il paragone «La penna è il bisturi dell’arte, uno strumento acuto difficile come il violino» vita, la luce, lo splendore della natura. Il disegno, invece, dà forma agli aspetti oscuri dell’esistenza, ai suoi misteri e agli incubi interiori. Il disegnatore, infatti, non riproduce la realtà vista dall’occhio, ma quella della fantasia, che non esiste se non nella propria testa. Ecco perché i lavori con lo stilo sono per lo più visioni notturne o allegoriche come il sogno rac- contato nel ciclo di dieci disegni (tre anni dopo eseguiti anche a incisione) intitolato «Fantasie di un guanto trovato, dedicate alla donna che lo perse». Si tratta di una narrazione illogica e surreale del ritrovamento di un guanto femminile da parte di Klinger su una pista di pattinaggio a Berlino; nel terzo foglio il protagonista si addentra nel regno dei sogni e il guan- to, di volta in volta piccolo, esageratamente grande, attivo o passivo, diventa il protagonista di avventurosi episodi notturni che terminano al mattino, quando il guanto viene ritrovato su un tavolino. Anche uno dei nostri disegnatori più visionari, Alberto Martini, grande ammiratore di Klinger, usò la china per illustrare i racconti di Edgar Allan Poe o l’«Amleto» di Shakespeare, ovvero testi che aprono al regno del noir e della follia. «La penna — scriveva Martini — è il bisturi dell’arte del disegno, è uno strumento acuto difficile come il violino». Ciò che legava questi amanti del bianco e nero era, infatti, il culto per il virtuosismo e coloro che lo praticavano in grande solitudine si sentivano una confraternita di eletti connessa nei secoli da sentimenti di filiazione. Non affermava forse Eraclito, uno dei sacerdoti dell’ossessione nordica, che «Il Sovrano che si rivela nell’oracolo di Delfi non dice e non nasconde, ma fa uso di segni»? © RIPRODUZIONE RISERVATA 56 Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Corriere della Sera SMS Idee&opinioni Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile RIFORME SEGUE DALLA PRIMA Dei nove milioni di spettatori che hanno seguito la prima parte della serata di mercoledì, più di un terzo aveva compiuto 65 anni: 3.094.000 (e il 40% di share) fra gli over 65. Fra le fasce più giovani, gli ascolti sono tutti in discesa: discreti fra i cinquanta-sessantenni (1.620.000), piuttosto scarsi fra i 1524enni, con solo 561.000 individui. Com’è possibile che il Festival, modellato e condotto come lo scorso anno, abbia avuto un’emorragia di audience? Le motivazioni possono essere tante, ma certamente il genetliaco della Rai è un peso non da poco. L’idea di spalmare nei vari programmi la celebrazione dei 60 anni ha finito per danneggiare irrimediabilmente Sanremo, nonostante l’impegno di Fabio Fazio e la sua bravura a dominare l’imprevedibile. Ma è stato proprio il prevedibile ad affossare il Festival. Con tutto il rispetto, ma se sul palco salgono Tito Stagno, Raffaella Carrà, Cat Stevens, il ricordo del Maestro Manzi, la pur grandissima Franca Valeri, le gemelle Kessler, Claudio Baglioni, Renzo Arbore, persino Laetitia Casta, ebbene se c’è tutto questo passato che torna, il Festival fatalmente si trasforma ne «I migliori anni», perde quella «freschezza pop» che Fazio era riuscito a dargli. Anche il tema della bellezza, di fronte ai disastri del presente, di fronte al treno deragliato, lì a due passi, sulla linea Savona-Ventimiglia (la linea della vita di Fazio) si impossessa completamente dello spettatore più adulto e gli riempie gli occhi di lacrime e il cuore di nostalgia. Ma i giovani, anche quelli sdraiati, fuggono, non è roba loro. Tutta colpa della spending review e di una scarsa dimestichezza con il prodotto dei vertici aziendali. Vuoi ricordare i 60 anni? Chiama Conti o, meglio ancora, Pippo Baudo. Vuoi valorizzare Sanremo? Chiama Fazio e non guardare indietro. Aldo Grasso © RIPRODUZIONE RISERVATA LA BOLIVIA ANTICAPITALISTA DI MORALES DIVENTA MODELLO DI BUON GOVERNO ✒ Si può uscire dal solco del cosiddetto pensiero unico, nazionalizzare imprese e redistribuire reddito, e allo stesso tempo non provocare disastri in economia. La piccola Bolivia, nel cuore del Sudamerica, continente malato di populismo, ne è un buon esempio. I due mandati di Evo Morales, il primo presidente indio, si avviano alla conclusione con un saldo che lascia pochi dubbi. Lo scorso anno l’economia boliviana è cresciuta del 6,5 per cento, eccezione in una regione che ha sofferto un forte rallentamento. Il Paese andino non ha debito in eccesso, il bilancio è in pareggio e soprattutto ha riserve internazionali pari alla metà del suo Pil. Tutto questo mentre Morales non smette di tuonare contro il capitalismo, l’imperialismo Usa, la finanza internazionale. E in politica resta ancorato al Venezuela chavista (ne ha appena giustificato le azioni di repressione contro gli studenti), all’Argentina dell’inflazione fuori controllo, a Cuba. Gli scettici sostengono che non è il modello ibrido boliviano a funzionare, ma il merito è dei prezzi elevati del gas naturale, principale prodotto di esportazione. È un fatto però che le nazionalizzazioni hanno avuto successo, e le risorse ricavate dallo Stato e distribuite attraverso i programmi sociali hanno ridotto la povertà e messo in moto i consumi. Il Fondo monetario internazionale promuove Morales soprattutto per l’accorta gestione del bilancio dello Stato e mantiene una missione nel Paese. I principi socialisti sono compatibili con l’equilibrio macroeconomico, ha detto di recente il ministro dell’Economia, Luis Arce. Come dire che la catastrofe che sta vivendo il Venezuela, con il cambio disintegrato e gli scaffali dei negozi vuoti, si poteva evitare. Alla fine quello boliviano è appena il successo del pragmatismo sull’ideologia, guidato da un uomo che il mondo aveva accolto all’inizio come un personaggio appena folcloristico, uscito dalle piantagioni di coca. Ora Morales vuole restare al potere, concorrendo per un terzo mandato consecutivo. E qui i numeri dell’economia potrebbero non essere tutto. Quando un governo diventa regime, il buonsenso spesso va a gambe per aria. Rocco Cotroneo © RIPRODUZIONE RISERVATA GIUSTO RICONOSCERE LA REALTÀ DELL’INDIA LE MINACCE NON RISOLVONO IL CASO MARÒ ✒ I media di New Delhi dicono che all’ambasciata dell’India a Roma sono arrivate più di cento lettere di insulti e di minacce e un pacco con un proiettile. E commentano (Times of India) che «l’Italia ora ricorre a tattiche di intimidazione nel tentativo di ottenere la liberazione dei due marines», Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Non è così: a parte qualche esagitato, la grande maggioranza degli italiani non intende minacciare; vuole una soluzione giusta del caso. Al momento, tra Roma e Delhi è aperta una controversia seria che Roma ha voluto sottolineare richiamando il suo ambasciatore. Che però non ci fa dimenticare quanto l’India sia importante per il mondo. Non si tratta solo di un Paese di oltre un miliardo e 200 milioni di abitanti e di una grande economia. Si tratta anche della realtà nella quale si decide un pezzo davvero importante del futuro del pianeta. Detto semplicemente, l’India sta cercando di vincere la sua povertà storica usando la democrazia. Pur tra contraddizioni, ingiustizie e violenze, è uno sforzo gigantesco che si porta dietro una sfida alla quale tutti dovrebbero essere interessati. In gioco è la possibilità di dimostrare che non solo nel ricco Occidente ma anche nei Paesi poveri — e l’India è povera a centinaia di milioni — la democrazia si può affermare. Se ci riuscirà — se cioè saprà mantenere un sistema elettorale decente, ridurre la corruzione e affermare regole uguali per tutti — avrà realizzato qualcosa di un’importanza non inferiore alle rivoluzioni che hanno portato la democrazia in Europa e America. Se vincerà la povertà senza rinunciare a libertà e diritti, anche quando sembra che intralcino lo sviluppo economico, dimostrerà anche che il modello di crescita autoritario cinese non è l’unico proponibile per i Paesi emergenti. Una notizia magnifica. Dire questo non significa non essere critici e indignati per i ritardi e per le incongruenze indiane nel caso dei marò. È in realtà il modo forse migliore per ricordare a Delhi che un Paese democratico segue le regole internazionali e non oppone ostacoli pretestuosi alla cooperazione tra Nazioni. E per fare presente ai pochi italiani che vorrebbero minacciare che non sarà uno stupido proiettile a convincere gli indiani. Danilo Taino @danilotaino © RIPRODUZIONE RISERVATA Le piccole vittorie necessarie a Renzi per vincere la sfida dei cento giorni di ROGER ABRAVANEL M atteo Renzi deve recuperare in fretta credibilità con i suoi elettori che sono stati confusi dalla staffetta con Enrico Letta e iniziano a dubitare della sua coerenza. Dopo aver promesso «mai più larghe intese», va al governo con Alfano e senza elezioni. Dice che «non vuole il posto di Letta» e lo manda a casa 15 giorni dopo averlo detto. Renzi ha solo cento giorni, quanto manca alle elezioni europee, per recuperare credibilità e dimostrare velocemente che lui può veramente «fare» qualcosa per la nostra disastrata economia. Ma cosa? i problemi del Paese richiedono riforme profonde che avranno bisogno di anni, non di tre mesi. Lotta all’evasione fiscale, alla corruzione, alla burocrazia, ai tempi biblici della nostra giustizia civile, alla assenza di meritocrazia nella scuola e nella università. Tutte riforme essenziali che dovranno partire subito ma i risultati non si vedranno per un bel po’. Tutti, incluso lo stesso Renzi, parlano di «lavoro», ma se anche il magro aumento di Prodotto interno lordo previsto per il 2014 raddoppiasse, il lavoro non crescerebbe: nel migliore dei casi la disoccupazione aumenterebbe meno del previsto, che non è un risultato entusiasmante. E allora che fare? Una frase celebre nel mondo delle imprese che si apprestano a grandi cambiamenti dice che bisogna «svaligiare qualche stazione di benzina prima di rapinare la banca». Il che significa ottenere dei «piccoli e veloci successi» che però siano coerenti con una strategia più ampia. Renzi ha già dichiarato priorità e scadenze nei primi tre mesi. Riforma elettorale a febbraio, lavoro a marzo, pubblica amministrazione ad aprile, Fisco a maggio. La chiave sarà realizzare delle «piccole vittorie» su queste priorità. Le opportunità ci sono. Lavoro Renzi deve stare attento a due cose. Primo, il contratto unico che ha promesso nel Jobs act è giusto ma non darà risultati a breve; secondo, gli incentivi all’assunzione dei giovani, soprattutto se fatti con pochi soldi, rischiano di essere dati ad aziende che avrebbero assunto comunque o assumeranno per finta, chiudendo una azienda e riaprendola con «nuovi» lavoratori. Il vero problema è come cambiare la competitività dei giovani rispetto all’«usato sicuro» dei lavoratori maturi, con una formazione più efficace di quanto fa oggi la scuola. I giovani italiani hanno enormi difficoltà a inserirsi nel mondo del lavoro, il che spiega perché la disoccupazione giovanile è da decenni molto più alta della disoccupazione complessiva. In Paesi come la Germania, la Svizzera, l’Austria c’è un modello di apprendistato di grande successo, che sarebbe ora di importare anche in Italia. La chiave è portare i giovani in azienda per un periodo lungo già durante il corso di studi, in modo che si diplomino avendo appreso non solo le competenze tecniche, ma anche a inserirsi nell’organizzazione, comunicare e lavorare in gruppo. L’apprendistato all’italiana è diverso, inizia molto più tardi, dopo il diploma o la laurea e alla fine diventa solo un modo per ridurre i contributi Inps del neoassunto. L’Enel ha importato in Italia l’apprendistato «alla tedesca», con un progetto che prevede l’assunzione di 150 ragazzi che frequentano le DORIANO SOLINAS QUELLA MANIA DI GUARDARE INDIETRO CHE ALLONTANA I GIOVANI DA SANREMO superiori, i quali completeranno gli studi alternando la scuola con la formazione e il lavoro retribuito in azienda. Dopo due anni passeranno dall’apprendistato al lavoro stabile, previa valutazione del merito. Se Renzi approva in fretta i decreti che autorizzano questo nuovo tipo di formazione e dà qualche incentivo in più è possibile che altre aziende seguano questo esperimento, aumentando di molto la preparazione al lavoro dei nostri giovani. Riforma della pubblica amministrazione Renzi si propone di sburocratizzare la pubblica amministrazione, il che è sacrosanto, ma non si può fare in tre mesi: le leggi inutili cancellate un tanto al chilo non hanno portato risultati. L’unico modo di semplificare davvero è modificare le regole con un dialogo costruttivo e informato tra cittadini, imprese e politica. Tagliare la spesa per ridurre le tasse è invece un sicuro successo. Carlo Cottarelli sta lavorando da mesi e ha promesso 16 miliardi dalla spending review in due anni. Prima di lui abbiamo avuto Bondi e Giarda. Non si sono visti grandi tagli. Ebbene, Renzi identifichi un solo miliardo tra quelli «promessi», fattibile da subito e lo apporti a riduzione di tasse, sulla prima busta paga. Sono 50 euro a dipendente, una tantum. Gli altri verranno. Riforma del Fisco Un Fisco non oppressivo è giusto, ma ricordiamoci che in Italia il Fisco opprime soprattutto perché fa pagare troppo a chi paga tutte le tasse e nel frattempo tollera la più alta evasione dopo la Grecia. La lotta all’evasione deve essere quindi la priorità, e anche in questo Renzi deve differenziarsi dai suoi predecessori nell’ottenere risultati visibili in fretta. Nel 2012, con il decreto Monti sull’accesso ai conti correnti, le informazioni del Fisco su spese e patrimoni degli italiani sono arrivate a livelli unici al mondo. Il nostro Fisco dispone oggi di enormi banche dati e una decina di enti di controllo diversi (agenzie fiscali, Guardia di Finanza, Equitalia ecc.). Nonostante questa potenza di fuoco, nell’ultimo anno il recupero dell’evasione appare addirittura peggiorato. Renzi spieghi come intende portare qualche risultato nel 2014, non solo in termini di evasione accertata, ma di incassi. Gran parte di queste azioni dipenderà dal team che Renzi metterà al ministero dell’Economia, che da noi ha poteri come in pochi altri Paesi. I ministri che lo hanno guidato fino ad oggi non solo avevano rapporti con le istituzioni internazionali, ma guidavano in prima persona la macchina del Fisco, del Tesoro e del controllo della spesa pubblica, con un ruolo di viceministri e sottosegretari nel migliore dei casi marginale. Prova ne sia che le spending review sono state affidate ad «esterni» (nel Regno Unito le ha sempre gestite il ministero delle Finanze). Se Renzi vuole integrare efficacemente le banche dati e usarle con successo, riorientare la ragioneria generale a una efficace spending review e rendere più efficiente il ministero, deve aggiungere una dimensione di eccellenza manageriale che oggi manca. Piccole vittorie nella direzione giusta e nuova leadership economica e manageriale, sono queste le leve che Renzi deve usare nei suoi primi cento giorni. Meritocrazia.corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA POLITICA DI COESIONE Giocare a carte scoperte per il Sud di ALESSANDRO LATERZA C aro direttore, fra tutti i dati che hanno raccontato l’andamento della crisi, uno è particolarmente significativo. Dal 2007 gli investimenti fissi lordi sono diminuiti nel complesso di oltre 80 miliardi di euro, di cui circa 28 al Sud. Un tracollo, frutto di una stretta diffusa in Europa, ma particolarmente accentuata in Italia: alle difficoltà dell’economia reale si sono sommate le difficoltà di finanza pubblica, in un corto circuito che ha espresso nel Mezzogiorno la sua massima virulenza, stante il peso maggiore dell’attore pubblico nell’economia. Di questa tendenza di lungo periodo alla riduzione degli investimenti, molteplici sono le conseguenze: per esempio, il collasso dell’assetto idrogeologico; i servizi pubblici che non migliorano; il riposizionamento dell’apparato produttivo che procede a strappi; l’occupazione e il credito che non riprendono. La necessità di impostare una politica volta al rilancio degli investimenti, pubblici e privati, appare dunque di tutta urgenza: in questa direzione, un ruolo fondamentale può essere svolto dalla politica di Coesione. Qui sono le risorse per favorire le assunzioni dei giovani, qui la dotazione del credito d’imposta per la ricerca; con queste risorse si possono finanziare strumenti di garanzia per riattivare i circuiti creditizi, o gli interventi per il miglioramento delle competenze degli studenti. Qui il dissesto idrogeologico e l’adeguamento antisismico degli edifici possono trovare risorse decisive. È una politica che, in questi anni, ha sofferto di forti contraddizioni, mischiando iniziative meritorie con altre più improbabili, ma i cui effetti economici, al netto della crisi, sono stati condizionati da un elemento fondamentale: pochi attori giocano a carte scoperte. Non le amministrazioni, centrali e regionali, che hanno accumulato una spesa da certificare nel biennio 2014-15 sui fondi strutturali per oltre 22 miliardi di euro, di cui circa 2/3 al Sud. Non il governo uscente il quale, pur sollecitato dal ministero alla Coesione sulla necessità di sostenere il ciclo di spesa delle Regioni escludendo dal patto di Stabilità interno il cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali, inserisce questa misura fondamentale, a futura memoria, solo nel documento programmatico «Impegno Italia». Non il Parlamento, che per il 2014-20 ha votato disciplinatamente nella legge di Stabilità un rifinanziamento ingentissimo pari ad oltre 54 miliardi di euro, del braccio nazionale della politica di coesione, il Fondo sviluppo e coesione, disinteressandosi in egual misura della insussistenza degli interventi già deliberati per il 2007-13 e delle effettive disponibilità delle nuove allocazioni. Non l’Europa, che ai proclami sul rilancio degli investimenti non fa seguire alcuna conseguente decisione volta ad escludere tale spesa dal calcolo del patto di Stabilità e crescita. Sulla carta, sono virtualmente disponibili risorse ingenti, senza contare quelle accantonate dal Piano di azione e coesione del ministro Barca: su come e quando potranno essere inserite nel circuito economico l’incertezza è diffusa. Analoghe perplessità possono essere evidenziate anche per la nuova programmazione 2014-20, il cui ciclo lungi dall’avviarsi dal primo gennaio 2014, stenta a partire nel concreto, stretto da una sintonia difficile da trovare tra governo e Regioni e dai primi, già colpevoli, ritardi nella definizione dei programmi. La verità, vi prego, sulla politica di Coesione, verrebbe di dire. Se è vero che il 97% delle risorse per lo sviluppo regionale 2007-13 può vantare impegni giuridicamente vincolanti (cioè esiste una impresa o una amministrazione incaricata di eseguire un intervento), la domanda non deve essere «cosa si fa con queste risorse», quanto «perché ciò che avevamo deciso di realizzare è così in ritardo». E se il ritardo crea un rischio di restituzione di risorse, bisogna trovare alternative efficaci: prima fra tutte, uno strumento di natura automatica, volto al sostegno diffuso degli investimenti delle imprese. Non rileva stabilire preventivamente quanto Mezzogiorno e politiche di Coesione siano al centro dell’attenzione del presidente incaricato; né se ci sarà un ministero della Coesione e se e quando partirà l’Agenzia per la Coesione; né è dirimente il numero di ministri anagraficamente ascrivibili al Sud. Rileva, e molto, la chiarezza e la trasparenza sulla effettiva disponibilità delle risorse e sulle condizioni per utilizzarle, e l’impegno a farne un tema centrale del prossimo semestre italiano di presidenza Ue. Giochiamo a carte scoperte, per favore, e ognuno si assuma, una volta per tutte, le sue responsabilità. Vicepresidente di Confindustria per il Sud © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 57 italia: 51575551575557 Lettere al Corriere LE BANCHE NELLA CRISI LA REGIA DELLA BANCA D’ITALIA Risponde Sergio Romano Il Governatore di Bankitalia Visco ipotizza, nel rispetto delle regole europee, il ricorso alla «bad bank» per raccogliere i crediti deteriorati degli istituti di credito italiani. È comodo e veloce togliere i crediti a rischio dal bilancio, metterli in un cassetto e migliorare i coefficienti patrimoniali. Il dubbio, è se poi, su quei crediti, sapientemente accantonati, gli strateghi del risparmio non inventino qualche bel prodotto finanziario da rifilarci... Andrea Sillioni [email protected] La Banca d’Italia ha rivalutato le quote e la cosa sarebbe utile se fosse finita lì. Solo che oltre a rivalutare si è impegnata a riacquistare le azioni di tutte le banche (solo da Unicredit il 27%). Quindi NEL NOSTRO PAESE Referendum Caro Romano, mi sembra che nel nostro Paese i referendum previsti dalla Costituzione non siano soltanto abrogativi, ma siano previsti anche quelli propositivi e consultivi. Oppure sbaglio? Carlotta Sereni Gallarate Esiste il referendum popolare che permette l’abrogazione totale o parziale di una legge quando è chiesto da almeno cinquecentomila elettori e il numero dei votanti supera il quorum (50% più uno). Esiste il referendum con cui gli elettori sono chiamati a pronunciarsi sulla fusione di Regioni esistenti o la creazione di nuove Regioni. Esiste il referendum confermativo per l’approvazione di una legge costituzionale quando è stato richiesto da un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. Non abbiamo il referendum propositivo tipico della legislazione svizzera, ma esistono le leggi d’iniziativa popolare con cui non meno di 50.000 elettori Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 dovremo sborsare fior di miliardi. Le banche pagano un miliardo di tasse e ne incassano dieci e si trovano rivalutato il capitale sociale senza chiedere un euro. Non vi sono passaggi di denaro e quindi la liquidità delle banche resta immutata, e con essa la possibilità di prestiti. Lionello Leoni [email protected] Cari lettori, vostri quesiti sono diversi, ma hanno due caratteristiche comuni: concernono entrambi la Banca d’Italia e trasudano diffidenza per la maggiore istituzione finanziaria nazionale. Siete autorizzati a «pensare male», beninteso, ma qualche informazione in più potrebbe servire a chiarire i termini della questione. I La «banca cattiva» è quella che viene creata per ospitare i prodotti “tossici” e i prestiti non più esigibili che appesantiscono il portafoglio di altri istituti di credito. Recentemente la formula è stata utilizzata da due Paesi, Irlanda e Spagna, che erano sull’orlo del precipizio, e ha dato, a quanto sembra, buoni risultati. In Spagna la banca cattiva è stata creata con capitali provenienti dallo Stato (il Fondo pubblico spagnolo per la ristrutturazione bancaria) e da altre banche interessate al risanamento dei conti pubblici del Paese. Con questo capitale la nuova banca ha comperato i possono inviare una proposta al Parlamento. Non posso dirle purtroppo quante di esse giacciano intonse negli archivi delle Camere. Costi della politica Confronto fallito Uno scontro, quello tra Beppe Grillo e Matteo Renzi, dove hanno prevalso l’inciviltà e la cattiva educazione. Non è bello assistere ad un torrente in piena dove prevalgono gli insulti e le cattive maniere. Grillo, come al solito, ha ingiuriato e offeso, ha distrutto senza costruire. Ha avuto una splendida occasione per confrontarsi e l’ha miseramente fallita, usando l’arroganza. Peccato! Ho ascoltato il confronto fra Renzi e Grillo. Al termine Matteo Renzi ha affermato che è Beppe Grillo che non vuole ridurre i costi della politica. Ricordo a Renzi che i grillini sono gli unici che in Parlamento hanno rinunciato a parte dello stipendio e destinato il ricavato insieme al finanziamento pubblico al partito alle piccole imprese in difficoltà, lo avessero fatto al Pd e in altri partiti le cose in Italia andrebbero molto meglio. Giovanni Bertei La Spezia Adolfo Somarolini Treviso La tua opinione su sonar.corriere.it Sanzioni dell’Unione Europea per il governo di Kiev dopo i massacri di piazza. È una misura sufficiente? tro tre anni. Se alla scadenza l’operazione non sarà stata completata, Palazzo Koch potrà acquistare temporaneamente una parte delle quote per rimetterle sul mercato. Credo a questa promessa perché la Banca centrale ha nella operazione un duplice interesse. In primo luogo vuole sbarazzarsi di una legge che pesava sulla sua testa come una spada di Damocle: quella voluta da Giulio Tremonti, allora ministro dell’Economia, che prevedeva l’attribuzione del suo capitale allo Stato. In secondo luogo perché preferisce essere una public company, va a dire una società con un azionariato molto diffuso. A Palazzo Koch pensano, con ragione, che i manager sono tanto più forti quanto più i loro padroni sono numerosi. SOSTEGNO «MADE IN ITALY» accettabile per un investimento puramente finanziario, mentre allontanerebbe chiunque volesse intraprendere una nuova attività produttiva o svilupparne una esistente (come ad esempio rilevare il sito produttivo di Termini Imerese). Dovere di tutti RENZI E GRILLO / 2 RENZI E GRILLO / 1 prodotti tossici a prezzi di mercato (vale a dire fortemente scontati) e li ha trattati nel modo in cui i pompieri frugano tra le macerie di un casa bruciata per recuperare ciò che è ancora utilizzabile. In ultima analisi la banca cattiva serve a smaltire il debito distribuendo l’onere su un largo numero di soggetti, tutti egualmente interessati al buon esito della operazione. Nel frattempo le altre banche, alleggerite del fardello delle sofferenze, hanno ricominciato a prestare denaro nell’interesse dell’economia nazionale. Quando ha rivalutato il suo capitale, la Banca d’Italia ha deciso che il numero delle azioni possedute dai singoli azionisti non possa superare il 3% e che ciascuno di essi debba conformarsi all’obbligo en- Il presidente del Consiglio incaricato, Matteo Renzi, si è presentato in visita al Presidente della Repubblica alla guida di vetture di marca italiana. Ogni atto a sostegno del «made in Italy» dovrebbe (deve!) essere sentito come un dovere da parte della nostra classe politica e non solo. Attilio Lucchini [email protected] INVESTIMENTI DALL’ESTERO Criticità insuperabili Da una parte si parla di attrarre investimenti dall’estero, dall’altra si obbietta che il nostro Paese presenta criticità insuperabili. Tutto ciò potrebbe essere anche SUL WEB Risposte alle 19 di ieri La domanda di oggi Sì Secondo voi Sanremo ha perso audience perché le star invitate sono troppo avanti negli anni? 26 No 74 © RIPRODUZIONE RISERVATA Valentina Micillo, Milano CANONE RAI Rimborso impossibile Mia zia, titolare di un abbonamento Rai, è mancata questo mese. In quanto erede ho chiesto al servizio abbonamenti Rai il rimborso per la parte di canone 2014, di cui nessuno avrebbe usufruito.Ma mi è stato negato. Ritengo ingiusto che la Rai si appropri di denaro versato anticipatamente per un servizio cessato a causa di un decesso e non di recesso volontario. In quanto erede, mi è concesso solo di usufruire del suo abbonamento, ma essendo già intestataria del mio, mi troverei titolare di due abbonamenti! La Rai è di tutti: anche dei morti? Barbara Gollini [email protected] @ E-mail: [email protected] oppure: www.corriere.it oppure: [email protected] Visti da lontano di Massimo Gaggi Cercare un lavoro con la laurea in arte «U na laurea in storia dell’arte? Meglio andare a lavorare in fabbrica». L’eterno dibattito sull’utilità di un titolo di studio in materie umanistiche che offrono pochi sbocchi di lavoro, contrapposto alle discipline scientifiche che, almeno sulla carta, danno maggiori possibilità, è riesploso in America tre settimane fa per una sortita di Barack Obama, liquidata dai più come infelice, ma in realtà volutamente provocatoria. Il presidente americano si è scusato ieri con una lettera inviata a Linda Downs, direttore della College Art Association: una delle prime a protestare per le parole da lui pronunciate durante una visita a uno stabilimento della General Electric. Impegnato in un tour tra la gente per spiegare le sue idee sul rilancio del mercato del lavoro, appena esposte nel Discorso sullo Stato dell’Unione, Obama disse allora davanti a una platea di operai che molti giovani americani potrebbero guadagnare di più e trovare più facilmente lavoro imparando un mestiere utile nell’industria, piuttosto che diplomarsi in discipline storico-artistiche. Giulio Tremonti l’aveva detto da noi qualche anno prima con linguaggio più brusco: «Con l’arte non si mangia». Provocando, manco a dirlo, una tempesta di polemiche. Pur avendo usato parole più prudenti, Obama sapeva di andare incontro allo stesso destino: «Adesso mi seppelliranno di e-mail di protesta». È successo e il presidente (peraltro laureato in materie umanistiche) ha preso carta e penna: «Chiedo perdono, non volevo mettere in dubbio l’importanza di una delle materie che al college ho studiato con più passione. Parlavo del mercaLa gaffe di Obama to del lavoro, non del valore della storia dell’arte. Accetti le mie scuse. sugli studi Stavo solo dicendo ai giovani che magari non si sentono portati per un umanistici percorso accademico che non riapre un annoso lungo devono vivere una formazione tecnica come una soluzione di ripiego, vidibattito sto che può aprire loro una carriera valida e ben retribuita». La Downs ha accettato le scuse, ma la polemica continua perché negli Usa, costretti a importare ingegneri e matematici, le università lamentano il crollo delle iscrizioni nelle discipline classiche e avvertono che tutto questo è pericoloso perché è qui che si impara a sviluppare il pensiero critico. Una polemica che rischia di diventare una partita a ping pong senza fine se non si prova a cambiare registro. Come fa il critico d’arte Jonathan Jones che sul Guardian distingue: «Anche ai miei tempi studiare storia dell’arte sembrava inutile, un parcheggio di prestigio. Andavo nella biblioteca della mia università inglese e mi sembrava piena di gente interessata solo alla prossima battuta di caccia alla volpe: era la laurea facile ed elegante per gli aristocratici. Non è più così: oggi facoltà artistiche e corsi postuniversitari sono frequentati da ragazzi determinati che lavorano sodo. Sanno che anche l’arte può rendere, magari attraverso le gallerie, le riviste specializzate, le case d’aste». Ha ragione lui. Non è importante solo cosa si studia ma anche come si studia: conosco ragazzi che puntano alla laurea in discipline artistiche perché le amano, ma cercano di specializzarsi con un occhio alle carriere, come quelle di manager dei musei, che possono offrire uno sbocco concreto. @massimogaggi ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA Interventi & Repliche Sanremo: al festival solo over 35 Tutti d’accordo che bisogna recuperare la bellezza, fare largo alle nuove generazioni, ridare loro fiducia, ma pare proprio che di giovani in Italia non ce ne sono più. Nemmeno in occasione del Festival di Sanremo, dove occorre energia, grinta e talento, gli organizzatori sono riusciti a trovarne un paio. Conduttori, inviati, «valletta»: tutti over 35. Gli ospiti, poi, hanno in media più di 50 anni di carriera alle spalle perché hanno iniziato a lavorare da giovanissimi, quando in Italia c’erano molti impresari, meno vecchi e tante opportunità, a partire da Sanremo. Oggi i giovani sono spariti dalle aziende, dalle fabbriche, dai giornali e persino dal Festival della Canzone italiana. Forse sono a Londra a fare i camerieri, forse ad accumulare master, forse sul divano ad aspettare che qualcosa cambi. Solo alle Olimpiadi si vedono Italiani e Italiane dalle facce fresche, senza rughe e senza paura del domani, della crisi e dello strapotere dei vecchi. Fabio Fazio fa leggere una lettera del maestro Manzi che insegnò l’italiano agli analfabeti. È una lettera del 1975. Fa venire i brividi! stiamo godendo. Così solo martedì mi sono accorto di averla dimenticata nel posto bagagli al di sopra delle poltrone. Ho telefonato a questa rete ferroviaria: e con grande gentilezza un ragazzo mi ha detto che sarebbero state effettuate ricerche. Il che è avvenuto e ieri ho ritirato la giacca. Paolo Isotta Maria Micaela Ariani Roma Domenica scorsa ho preso un treno Italo da Milano a Napoli. Avevo una bellissima giacca tirolese (non uso soprabito) della quale mi sono completamente dimenticato per via dell’anticipata primavera che in questi giorni Con riferimento all’articolo del Corriere del 13 febbraio a pagina 1 e 11 su Matteo Renzi, ci preme informare che il dott. Sandro Fratini è tuttora il presidente dell’azienda Rifle e non l’ex patron, come erroneamente indicato. Rifle Srl, Firenze © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI FONDATO NEL 1876 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger CONDIRETTORE Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli [email protected] - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. CONSIGLIERI DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 Tel. 02-62821 Fulvio Conti, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306 DIRETTORE GENERALE DIVISIONE QUOTIDIANI Alessandro Bompieri PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it PREZZI DI VENDITA ALL’ESTERO: Albania € 2,00; Argentina $ 10,50 (recargo envio al interior $ 1,00); Austria € 2,00; Belgio € 2,00; Canada CAD 3,50; CH Fr. 3,00; CH Tic. 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La mancata tassazione dei proventi della prostituzione trae origine dall’antica idea che lo Stato non debba lucrare sul vizio, ma ci può dire se, oggi come oggi, sia più immorale assoggettare a prelievo quei redditi o concedere loro il privilegio di una totale esenzione? La foto di Francesco Escalar Magistrati bocciati dal Csm Qualcosa si muove all’interno della Magistratura. il Csm ha bocciato 145 EDIZIONI TELETRASMESSE: Tipografia Divisione Quotidiani RCS MediaGroup S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. 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Como € 1,20 + € 0,20; ven. Corsera + Sette + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20; sab. Corsera + IoDon- La foto pubblicata a pagina 15 del Corriere della Sera del 19 febbraio con Veronica Lario e Silvio Berlusconi è del fotografo Francesco Escalar e i diritti sono riservati. na + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20. In Campania, Puglia, Matera e prov., non acquistabili separati: lun. Corsera + CorrierEconomia del CorMez. € 0,93 + € 0,47; m/m/g/d Corsera + CorMez. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Veneto, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorVen. € 0,90 + € 0,40; ven. Corsera + Sette + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Trentino Alto Adige, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. 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Romanzi, novelle e teatro” € 9,80; con “English da Zero” € 12,89;con “Grandi Italiani” € 13,80; con “Biblioteca della Montagna” € 10,80; con “Il Mondo” € 4,90 58 Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Spettacoli Il Festival Crolla l’audience: oltre tre milioni di spettatori in meno rispetto al 2013 Guarda il video con una chiamata gratuita al +39 029 475 48 50 Classici e pop A sinistra, l’omaggio di Matheuz ad Abbado. A destra, Fabio Fazio (49 anni) e Renzo Arbore (76) ieri sul palco dell’Ariston Fazio e il calo di ascolti: basta, non parlate di colpe del buonismo «Mi avete rotto... con questa definizione» Il 2015? Fatemi finire, ci penso dopo la finale. Quest’anno sono ancora qua con la vestaglia Il confronto Media seconda serata Picco Share 42,9% 2013 33,9% ,9% % SHARE ❜❜ 11.551.000 Il futuro cale — legata alle canzoni — è quella della contemporaneità». Spiega ancora il conduttore: «Rivendico il rischio di ripresentarsi per il secondo anno consecutivo: una coppia già edita è per sua natura poco sorprendente. Come pure rivendico le scelte fatte: le canzoni in gara rispondono a un target ben preciso: sono contemporanee, non abbiamo ceduto a un cast di persone straconosciute. Il pop l’abbiamo messo in questo racconto 7.711.000 Difendo anche l’effetto nostalgia. E non credo di giocarmi la carriera per qualche punto di share (tv anni 60), le gemelle Kessler (sempre bianco e nero), Rufus Wa i n w r i g h t c h e c a n t a «Across the Universe» (Beatles, 1969), Baglioni che propone il suo meglio di e si ferma al 1990, che son pur sempre 24 anni fa. E poi gli omaggi ai defunti (Jannacci, De André, Freak Antoni, ieri Abbado), commemorazioni dovute ma che magari provocano il rito scaramantico e propiziatorio (cambiare canale) del pubblico anziano di Rai1. Fabio Fazio non è d’accordo: «L’idea è quella di appropriarci dei canoni del passato per riportarli al presente. Luciana che balla con le Kessler è l’unione dei due tempi. In questo senso riportiamo il passato al presente con una mediazione. Questa è la linea orizzontale del progetto alla base del Festival. Quella verti- 15.653.000 ❜❜ 33,9%). Sanremo come un Don Matteo qualunque, e infatti sabato all’Ariston arriva Terence Hill. Possibile? L’anno scorso erano stati 11.330.000 (share del 42,9%). La parola alla difesa. Per Leone (il direttore di Rai1, non il regista) si tratta di un calo fisiologico e congiunturale: «Solitamente gli ascolti della seconda puntata sono in calo rispetto alla prima. Non si può mai parlare di ascolti senza tenere conto del contesto competitivo. Si è avuto un calo di 12 punti percentuali di share rispetto alla prima serata. Ricordo il contesto, su Canale 5 è stata trasmessa la partita di Champions Milan-Atletico Madrid con il 18%, partita vista sulla pay dal 7%, quindi il 25% del pubblico ha guardato la partita. L’anno scorso su Rai2 c’era una tribuna politica vista dal 2%, stavolta un film, Vulcano, che ha realizzato il 5%». Il tema del Festival è la Bellezza, ma qui la bellezza fatta a curva è quella dell’Auditel. L’analisi di Fazio, pre-unchained: «La curva degli ascolti è molto netta e rassicurante: appena finisce la partita, il Festival torna a posizionarsi sopra il 40/45% di share. È un dato matematico». In discussione c’è anche l’impianto del Festival, uno show che sembra guardare (troppo) indietro: l’altra sera la fiction sul maestro Manzi 11.330.000 Lo share SPETTATORI DA UNO DEI NOSTRI INVIATI SANREMO — Fazio Unchained. Fazio Scatenato come in un film di Tarantino, come in uno spaghetti western di Leone (il regista, non il direttore). L’ira funesta del Sempre Paziente scocca all’una e mezza di fuoco, ora di Sanremo Valley. Il Cattivo è un temerario giornalista che gli chiede se non ritenga che il modello iperbuonista del Festival nell’Italia disperata si sia un po’ usurato. Manca solo il sottofondo di Morricone quando il pistolero Fazio estrae la sua risposta: «Mi sono proprio rotto le palle. Io non ne posso più di questa parola, “buonista”. In un Paese costruito sulla rabbia, interpretare la buona educazione come buonismo è un’istigazione a delinquere». Dice pure che si trattiene se no probabilmente al posto di «palle» userebbe la rima preferita di Luciana Littizzetto su Baglioni. Questione di generi. Fino a quel punto era andato in onda il Processo del giovedì. Ovvero gli ascolti della serata numero due di Sanremo 2014 sono da considerare un crollo, una crisi, un calo? Tutti a guardare le curve dell’Auditel per capire se il rigore è giusto o no. I dati, per prima cosa: mercoledì sera il Festival è stato seguito da 7.711.000 spettatori (share del 2014 frammentario sui 60 anni della televisione. È chiaro che c’è un effetto nostalgia, parola alla quale voglio molto bene». Nella scansione dei tempi si parla anche di futuro. Leone ha già detto che vuole un Fazio III. Replica l’interessato: «Quest’anno sono qua con la vestaglia, il prossimo arrivo con la flebo. Non so, ci penso dopo sabato. Fatemi finire, poi vedremo». Sottolinea ancora: «Immodestamente non credo di giocarmi la carriera su qualche punto di share della seconda serata di Sanremo». Nessun pentimento sulle scelte fatte: «Martedì e mercoledì sono avvenute cose di cui sono orgoglioso: da Ligabue a Cat Stevens, a Rufus e Claudio Baglioni. Quello con Franca Valeri è stato un momento bellissimo e doveroso di televisione. Il programma aveva finalmente la quadratura». Con la quadratura della curva il cerchio sarebbe perfetto. Renato Franco ErreEffe7 C.D.S. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista È l’unica donna a guidare i musicisti. Moglie di Enrico Ruggeri, ha partecipato al concorso per quattro volte Andrea Mirò, la cantautrice che dirige l’orchestra DA UNO DEI NOSTRI INVIATI SANREMO — La si nota subito. Non solo perché è l’unica donna a dirigere l’orchestra del Festival. «Non credevo che un ciuffo tinto di verde potesse colpire così tanto. Si è già visto nel punk, ma forse la gente si immagina un direttore d’orchestra in abito da sera. Quanto all’atteggiamento sono molto fisica, vorrei fare di più, mi viene subito voglia di imbracciare una chitarra». Cantautrice in proprio, è stata in gara a Sanremo per quattro volte. Moglie di Enrico Ruggeri e mamma di due bambini, Andrea Mirò questa volta all’Ariston dirige i Perturbazione e, fra i giovani, Zibba. «Non accetto qualsiasi incarico, non sono un travet. Mi sono messa al servizio di artisti che stimo e che conosco da anni — dice —. Con loro ho messo da parte la mia cifra e ho cercato di valorizzare il loro lavoro». Stile moderno, ma tecniche antiche. «Dirigo con la partitura scritta a mano, non la stampo. Però non uso la bacchetta. Qualche anno fa ci ho provato, proprio qui a Sanremo con Nina Zilli ed Enrico, usandone una di quelle da sushi. Non mi sentivo a mio agio e l’ho lanciata dietro. Quasi infilzo la Parietti in prima fila». Nome d’arte al maschile scelto da ragazza per provocare e per omaggiare il grande pittore, 46 anni, diploma al Conservatorio di Alessandria, martedì ha pubblicato «Segni (e) particolari» un album in cui con Alberto Patrucco, comico e chansonnier, rilegge Brassens: «Aveva- mo un amore comune e Patrucco, che è considerato un esperto del personaggio anche in Francia, ha tradotto i testi che sono ancora moderni e contemporanei». Nell’album ci sono anche Ale e Franz, Ricky Gianco, Eugenio Finardi ed Enrico Ruggeri. Famiglia musicale: «Mio marito ed io in passato abbiamo collaborato più di quanto non accada oggi. Sento la difficoltà di affrancarmi dalla sua figura. Lui non è mai intervenuto a mio favore ma a volte ti senti un gregario. E quando ci chiamiamo a giudicare il lavoro dell’altro lo facciamo da professionisti: i giudizi duri non si risparmiano». Pagelle al Festival, suoi protetti esclusi: «Renga ha una voce che va di brutto. “Il cielo è vuoto” è un gran pezzo: si sente la penna di Diego Mancino e Cristiano De André riesce a trasmettere molto. E poi la Carrà: quando ero una ragazzina era uno dei miei miti. Sa mettersi ancora in gioco. In una tv dove vedo tanti senza arte né parte, non vedo nessuna che possa prendere il suo posto». Sul podio Andrea Mirò, 46 anni; a sinistra, con Ruggeri a Sanremo nel 2003 A. Laf. © RIPRODUZIONE RISERVATA ✒ La mezza parolaccia del conduttore gentile di MARIA VOLPE F abio Fazio ha sbottato. Gli è scappata una mezza parolaccia. Non era mai successo. In conferenza stampa ha detto: «Non voglio più sentire la parola buonismo, mi sono rotto le palle». Luciana Littizzetto ha poi commentato: «Si vede che un po’ lo sto contagiando. Sono felice che stia cambiando». Oltre la battuta c’è un po’ di verità: Fazio che si sbottona, che perde l’aplomb, che esce dal ruolo di perfettino, ce lo restituisce più umano. Anche se la verità è che Fabio non è mai stato né buono, né buonista. Da anni, in molti, lo considerano affetto da buonismo. E lui ha sempre commentato: «Le domande scomode sono un mito, che bisogno c’è di essere cattivi?». Il suo punto di vista è chiaro: non intende fare del male a chi ha davanti. Perché aggredire? Meglio ascoltare e capire. Come dissentire? Il suo garbo e la sua educazione, il suo essere vintage nell’anima , gli sono valsi diversi appellativi, tra cui «maestro di cerimonie», «sacerdote culturale», «santino del veltronismo». È vero, Fazio non incalza, non mette nell’angolo. Ma questo non è il suo mestiere: Fabio non è giornalista. È un intrattenitore colto che, tuttavia, ovviamente, può fare anche ottima informazione. Lui incontra, non intervista. Chiarito l’equivoco, l’accusa di buonismo, in senso «politico», non ha più ragione d’essere. Buono poi nel senso di morbido, sentimentale, incline alla compassione, proprio non lo è mai stato. Il personaggio che si è costruito al fianco di Luciana, sulla falsariga di Sandra e Raimondo, non lascia dubbi: quel garbo nasconde cinismo e distacco (come quello di Vianello). Proprio come l’irruenza delle Mondaini e delle Littizzetto cela un animo delicato che cerca riparo nell’esuberanza. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 Spettacoli 59 italia: 51575551575557 Protagonisti # Sul palco Dall’anatema sulla chirurgia estetica alla disabilità, commuove il monologo di Lucianina sulla bellezza Acrobazie Dergin Tokmak, 40 anni, affetto da polio da bambino, si è esibito dopo il monologo della Littizzetto Scherzo Due dei componenti del gruppo Shai Fishman and the A cappella all stars durante la finta contestazione La terza serata Lunghi applausi al monologo sulle diversità. Poi l’Ariston canta e balla con i finti contestatori Littizzetto tuona contro i pregiudizi Festa con Arbore, gag sulla vecchiaia Renga in testa alla classifica provvisoria del televoto, seconda Arisa DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Piazzati o vincenti Le astuzie del «fattore S» C ome arrivare vincenti o piazzati a Sanremo? Serve un lampo di genialità di qualche secondo, la combinazione emozionale di accordo e parola. Esempio del 2012: quella esplosione vocale di Kekko dei Modà ed Emma con la parola «Arriverà». Astuzie 2014. Giuliano Palma, quando canta «Così lontano»: quasi uno sgorgare d’acqua di sorgente che poi rallenta e si diluisce «come fosse uno scherzo del destino». Ricetta Renga (Elisa autrice) in «Vivendo adesso»: l’orchestra tace, lui va avanti a cappella, poi torna a saldarsi con l’orchestra nell’esplosione del verso «Amami ora come mai». Terzo esempio di fattore Esse (come Sanremo). Renzo Rubino nel passaggio «Ora che stai pensando fermati e datti un voto». Sembra una frase alla Marzullo. Invece è già slogan. Mario Luzzatto Fegiz © RIPRODUZIONE RISERVATA La scrittrice SANREMO — Fazio è un frullatore. E nella terza serata butta dentro tutto e accende. Lo fa con la musica. In apertura c’è la classica e il ricordo di Claudio Abbado con Diego Matheuz che dirige l’orchestra della Fenice di Venezia nell’ouverture da Le nozze di Figaro di Mozart. Quindi le canzonette con la gara (Renga è in testa per la classifica provvisoria del televoto davanti ad Arisa). E a metà serata la tradizione napoletana interpretata da Renzo Arbore. Lo fa anche con lo spettacolo. Il monologo della Littizzetto contro i pregiudizi, la presa in giro del pubblico con un flashmob, l’ironia sottile (era presente in doppia veste) di Arbore che scherza sulla vecchiaia lanciando l’associazione «Amnesy International», fingendo vuoti di memoria perché «quando arriveranno non si vedrà la differenza» e ringraziando per «il premio che non è alla memoria». Luciana parte lentissima. Il monologo sulla bellezza, racconto guida di questo Sanremo, prende il via dalla barba di Fazio, ma è una barba. Luoghi comuni sull’ossessione per l’apparire, sulle bugie in stile «faccio vita sana e mangio crusca» delle donne che ricorrono al bisturi. Per far ridere deve tirare fuori un vaffa... Cambia registro. «La bellezza non è la normalità, un mondo di tutti uguali è come il nazismo che uccideva i deboli e i diversi». Il primo verdetto 1) Francesco Renga «Vivendo adesso» 2) Arisa «Controvento» 3) Renzo Rubino «Ora» 4) Perturbazione «L’unica» 5) Raphael Gualazzi e Bloody Beetroots «Liberi o no della coppia» 6) Cristiano De André «Il cielo è vuoto» 7) Giusy Ferreri «Ti porto a cena con me» 8) Antonella Ruggiero «Da lontano» 9) Noemi «Bagnati dal sole» 10) Riccardo Sinigallia «Prima di andare via» 11) Francesco Sarcina «Nel tuo sorriso» 12) Giuliano Palma «Così lontano» 13) Ron «Sing in the rain» 14) Frankie Hi nrg «Pedala» Voce Francesco Renga (45 anni) ieri sera sul palco dell’Ariston Ed ecco esempi di diversi che hanno sconfitto i pregiudizi: Jillian Mercado, modella in sedia a rotelle, e Alex Zanardi, ex pilota che ha perso le gambe ed è diventato campione alle Paralimpiadi. La Litti invita Ferrero e Barilla a mettere dei bimbi down negli spot. Incita le mamme ad insegnare ai figli a capire le diversità altrimenti «non puoi sorprenderti se poi il tuo dà fuoco a un barbone ubriaco e sporco: i fiammiferi glieli hai dati tu». La bellezza vista dall’altra parte, insomma. Il critico d’arte Flavio Caroli (sembra di essere a Che Sanre- Effetto Ariston «Tg2 Insieme» sfiora il 15% Effetto Ariston su «Tg2 Insieme», primo appuntamento della giornata in onda sul secondo canale Rai dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 11. Per tutta la settimana, dopo l’anticipazione delle notizie di giornata e la rassegna stampa letta da Stefano Marrone (in studio Marzia Roncacci, in collegamento da Sanremo Francesca Romana Elise), il programma si è focalizzato su canzoni ed eventi del Festival raggiungendo punte di ascolto del 15 per cento. Oggi, l’ultimo approfondimento: ospiti in studio Renzo Arbore, Arisa e Noemi. mo che fa…) racconta invece la bellezza classica, quella di Van Gogh. Arriva il contestatore. Dalla platea grida che vuole sentire le canzoni e non pistolotti sull’arte. Fazio scende, sembra scocciato («è un virus»), gli offre il microfono e quello si mette a cantare. Arriva la sicurezza e lo porta fuori. Ma anche il bodyguard canta. E poi si alza un’altra persona. E un’altra ancora. Tutti cantano. È uno scherzo degli Shai Fishman and the A cappella all stars. Un flash- mob geniale. La trovata più bella di queste tre serate, un numero in stile «Glee». «Questo lo abbiamo organizzato noi», chiude ironico Fazio. Ieri c’era la gara. Tutti e 14 i cantanti sul palco, con una sola canzone. I migliori sono stati Francesco Renga con «Vivendo adesso», in ripresa dopo il passaggio a vuoto del debutto, i Perturbazione divertenti e ironici con «L’unica», un intenso Cristiano De Andrè e Gualazzi e Bloody Beetroots, gli unici da ballare. E c’è la prima classifica. Renga è il preferito del televoto. Sul podio telefonico anche Arisa e Renzo Rubino (con il pubblico che rumoreggia). Le canzoni sembrano funzionare meno rispetto all’anno scorso. Le radio non sembrano convinte. Nessuna è fra le 50 più trasmesse (dati EarOne), i primi sono Gualazzi e Bloody Beetroots al 61esimo posto, mentre l’anno scorso c’era almeno Marco Mengoni (atteso questa sera come ospite). Andrea Laffranchi © RIPRODUZIONE RISERVATA Silvia Avallone, che fa parte della Giuria di qualità, racconta il viaggio verso Sanremo che diventa meta e simbolo di un intero Paese Quel palco resta il sogno della provincia affamata di futuro Il Festival può durare nel tempo perché ha il potere di uno specchio in cui vedere che cosa diventiamo di SILVIA AVALLONE Q uando mi è stato proposto di far parte della Giuria di Qualità del Festival di Sanremo, stavo camminando sotto un porticato di Bologna. Mi sono fermata: sorpresa, incredula. Poi, riponendo il cellulare in borsa, ho pensato che i personaggi letterari — quelli che crei tu con le parole, che vivono solo dentro i libri — anche se sono immaginari, in realtà, in qualche misura diabolica, esistono davvero. Sì, perché Marina Bellezza, la mia tirannica protagonista, si sarebbe venduta l’anima pur di solcare il palco dell’Ariston e vincere Sanremo. Lei, figlia tradita dalla sua famiglia e dall’Italia, affamata di futuro e di rivalsa, nata nel 1990, ignara di come fosse il mondo prima dell’avvento di Berlusconi e degli sms, ha sempre pensato che il Festival fosse il suo personalissimo risarci- Autrice Silvia Avallone è nata a Biella nel 1984 e vive a Bologna. Con il libro «Acciaio» (Rizzoli), tradotto in 22 lingue e diventato un film, ha vinto numerosi premi, tra i quali il Campiello Opera Prima. Nel 2013 ha pubblicato «Marina Bellezza» mento. Ho fatto la valigia e mi dirigo verso il suo sogno, lo realizzerò per lei, anche se in platea e non in gara. Ricordo che l’anno scorso, mentre raggiungevo la metà del romanzo, a vincere il Festival era Marco Mengoni con L’essenziale: un ritornello — «Mentre il mondo cade a pezzi / io compongo nuovi spazi e desideri» — che si addice molto ai miei personaggi, e a tutta la mia generazione. Per ora non so, e non immagino, cosa sia il Festival visto dall’interno. Conosco solo quello visto dalla provincia: dalle case, dai problemi di ogni giorno discussi a cena intorno alla tavola, sparecchiando, lavando i piatti. Perché continuiamo a guardarlo da 64 anni a questa parte? Al di là della competizione, della curiosità per le canzoni e per lo spettacolo, ciò che nel Festival mi ha sempre affascinato è il fatto di essere trasmesso in eurovisione da una provincia per le altre province. E questa parola, per me, non ha nulla di negativo: anzi. La provincia siamo noi, con i nostri pregi e i nostri difetti, e Sanremo ci restituisce parte di quello che siamo. Per questo mi è piaciuto seguire il Pre-Festival di Pif: i cartelli stradali scritti giusti e quelli scritti sbagliati, il liceo cittadino che resiste, il lungomare ventoso, il corso poco frequentato nelle sere d’inverno, il Casinò. Ricordo una sera della mia infanzia: nonna e io sedute al tavolino di un bar ad aspettare che il nonno tornasse da una partita di blackjack. Chissà se quella volta ha vinto o perso. Chissà se oggi ce la faremo, oppure no. Il Festival è occasione di leggerezza, di svago, eppure non è mai solo questo. La sua capacità di durare nel tempo forse ha proprio a che vedere con il suo potere di specchio dove tutti andiamo ad affacciarci — chi lo ama e chi no — per controllare cosa stiamo diventando, come siamo diventati. Ci appartengono realtà e metafora dei vagoni in bilico sulla ferrovia che conduce dall’Italia alla Francia, all’estero, all’altrove. Ci appartengono la bellezza dei paesaggi, dei centri storici, della cultura che ci rende grandi, e la bruttezza che li de- Il programma di oggi I duetti e la gara La quarta serata del Festival prevede i duetti dei 14 «Big» in gara. Tra gli altri, Scamarcio, che si esibirà con Francesco Sarcina sulle note di «Diavolo in me» di Zucchero. Durante la serata si conoscerà anche il vincitore delle «Nuove proposte». Gli ospiti Saliranno sul palco del Teatro Ariston Gino Paoli, il cantautore scozzese di origine italiana Paolo Nutini, gli attori Luca Zingaretti ed Enrico Brignano (nella foto). turpa e ce li porta via. Ci appartengono l’energia inarrestabile di Raffaella Carrà, di Yusuf Cat Stevens e di Franca Valeri che hanno fatto storia, e l’energia dei miei coetanei che resistono alla corrente che sembra far franare tutto. Il Festival ci fa evadere dai problemi, e ce li ricorda. Almeno da qui, dalle nostre case. Questa sera scoprirò cosa si respira in quel piccolo teatro diventato celebre nel mondo, aggirando il binario interrotto da Genova a Ventimiglia, portando con me queste parole di Mathias Énard: «se non facciamo uno sforzo verso i nostri sogni quelli spariscono, solo la speranza o la disperazione può cambiare il mondo». E questo per me rimane il punto. Da provincia a provincia, alla ricerca di un segnale, di un appiglio: nei testi delle canzoni, nelle voci, nelle esecuzioni dell’orchestra. Credo che gli spettatori, fuori e dentro l’Ariston, quest’anno vivano il Festival con questo gigantesco interrogativo. Il passaggio possibile dalla disperazione alla speranza, lo sforzo verso il sogno di qualcosa che si chiama futuro. © RIPRODUZIONE RISERVATA 60 italia: 51575551575557 Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 L’intervista Spettacoli 61 italia: 51575551575557 Dalla nomination ai Grammy al recente tour con l’Orchestra di Santa Cecilia. L’artista argentina arriva in Italia per tre concerti Sol, violoncellista che incanta: la musica è anche seduzione La carriera «Credo negli sguardi. Cresciuta con il mito di Rostropovich» «A vevo otto anni quando papà, per le mie lezioni di musica, mi portava avanti e indietro da Cordoba a Buenos Aires: ottocento chilometri in automobile», racconta Sol Gabetta. Una bel giro ogni volta...«Noi abbiamo un altro concetto delle distanze in Argentina. Ma presto andai a studiare in Europa». A 32 anni, è una violoncellista molto famosa e apprezzata, a breve il debutto con Rattle e i Berliner. Papa Francesco alcuni giorni fa l’ha ricevuta in Vaticano: «Mi ha detto in spagnolo di pregare per lui, io gli ho risposto se poteva pregare per me. Allora ha concluso: va bene, allora preghiamo insieme l’uno per l’altra. Gli ho dato un mio cd ma non aveva capito che era mio, era interessato, ma non credo che la musica sia in cima ai suoi interessi». Dal primo al 3 marzo, Sol Gabetta è in concerto a Varese, Reggio Emilia e Ravenna. Il direttore Antonio Pappano, alla fine della recente trionfale tournée di Santa Cecilia in Germania, ha detto alla sua orchestra che i quattro sold out si sono avuti anche grazie a lei. Sul palco, Gabetta ha un modo di porsi teatrale, a Monaco aveva una seduzione intellettuale e un gioco di sguardi ora verso il podio di Pappano ora verso il primo violino. Lei non si tira indietro: «Non sempre si riesce a trovare questo feeling, i concerti li vedo proprio come una trilogia tra orchestra, direttore e solista. La teatralità? Me lo dice sempre mia madre». Franco-russa con origini italiane («il mio carattere riflette il mio sangue»), parla sei lingue, ha avuto una nomination ai Grammy (gli Oscar della musica) e diversi compositori scrivono per lei, ha un violoncello Gli annunci si ricevono tutti i giorni su: www.piccoliannunci.rcs.it [email protected] oppure nei giorni feriali presso l’agenzia: Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). ABILE esperta referenziata impiegata ufficio commerciale customer care inglese francese pc offerte ordini offresi. 331.12.23.422 ABILE tecnico commerciale esperienza pluriennale settore amplificazione sonora evacuazione offresi. Cell: 320.41.04.317 ADDETTA paghe contributi pluriennale esperienza offresi. 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Ha un repertorio dal barocco al contemporaneo; non ha an- RETI AGENTI, massima qualità. Esperto crea, avvia e gestisce reti vendita appositamente per aziende clienti. 338.37.66.816 COMMERCIALE / venditore con pluriennale esperienza disponibilità lunghe trasferte valuta proposte. 342.93.35.487 ESPERTO venditore 56enne settore sanità ottima presenza professionalità disponibilità trasferte Italia. 349.84.71.099 PERITO Elettronico 59 anni, esperienza pluriennale vendita componentistica elettronica attiva/passiva, semiconduttori, sensori per automazione di macchine, buon Inglese. Mobile 335.78.83.524 AUTISTA di direzione, fattorino, esperienza ventennale e referenziato, iscritto liste mobilità. 338.18.10.874 AUTISTA patenti B,C,CQC, pluriennale esperienza accompagnatore disabili/scuole cerca lavoro. Disponibilità immediata. 393.43.72.282 CONDUTTORE manutentore di impianti condizionamento riscaldamento con patente secondo grado vapore. Disponibilità immediata. 328.42.68.082. 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In questo periodo il suo pane è il Concerto di Elgar, considerato l’addio tardivo al Romanticismo, «dove si riverberano gli echi della Prima guerra mondiale e il violoncello è una voce che chiede la libertà mentre l’orchestra prende un’altra strada, qui c’è un fortissimo e lì c’è un doppio pia- BADANTE regolare, referenziata, offresi fissa Milano, hinterland. Disponibile sabato/domenica 320.94.63.401 BADANTE signora referenziata, cerco lavoro fisso disponibile anche weekend. 328.40.56.917 BADANTE uomo italiano con esperienza offresi assistenza anziani/disabili, fissa/temporanea presso famiglia/struttura, non fumatore, attestato O.S.A, referenze. 345.16.90.107. ATTICO luminoso panoramico corso Vercelli. Soggiorno, angolo cottura, bicamere, biservizi. CE: B - IPE: 49,29 kWh/mqa 02.88.08.31 www.filcasaimmobili.it ATTICO LUSSO piazza Mondadori. Soggiorno, cucina, tricamere, triservizi, terrazzi, serra, box, posto auto. 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Notte degli Oscar Christoph Waltz fra i presentatori Christoph Waltz sarà fra i «presentatori» della cerimonia degli Oscar che sarà condotta da Ellen DeGeneres il 2 marzo a Los Angeles. L’attore austriaco ha al suo attivo due «statuette» da attore non protagonista per i film «Bastardi senza gloria» e «Django Unchained», entrambi diretti da Quentin Tarantino. © RIPRODUZIONE RISERVATA QUADRILOCALI AUTISTA Presidenziale, fiducia, esperienza e professionalità, cerca lavoro c/o aziende/privati. 347.32.39.328 AUTISTA privato, italiano, tuttofare, altezza 1,82, assistenza disabili, trasferimenti, mobilità. 339.33.06.199 AUTISTA privato, piccoli lavori, bella presenza, ragioniere, colto, affidabile, tre lingue. 388.48.40.484 COLF baby-sitter, cerco lavoro fisso o giornata, Milano o fuori. Referenziata. 328.40.56.917 CONTABILE neopensionato, autonomo fino bilancio, adempimenti/dichiarazioni, offresi contabilità piccola azienda Milano. 328.68.59.679. Germania con l’Orchestra di Santa Cecilia guidata da Pappano. Dal 1 al 3 marzo sarà a Varese, Reggio Emilia e Ravenna nissimo ed ecco che si sprigiona la forza di questa musica che parla direttamente al cuore, una volontà di stare assieme ma non possiamo, come due metà di una stessa persona». Nei bis spesso propone un pezzo del lettone Peteris Vasks in cui, in maniera insolita, suona e canta, fa dei vocalizzi. «A volte lo esegue un uomo in falsetto, il violoncello è lo strumento più vicino alla voce umana tanto che il pubblico non si rende subito conto se sto cantando o suonando. Vasks mi ha dedicato un Concerto che ho inciso. C’è un rapporto fisico ancora più stretto di quello che i violinisti hanno con il loro strumento, infatti lo abbracciamo, è come un’appendice del nostro corpo». Rostropovich è stato un punto di riferimento per lei? «Lui è stato un mondo: ha fatto allargare il nostro repertorio, ha avuto per moglie una cantante come Galina Visnevskaja, era impegnato politicamente, ha suonato sotto il Muro di Berlino...». Sol, chiamarsi col nome di una nota sembra una predestinazione. «Invece non ha niente a che vedere con la musica». Dietro c’è un dramma della sua famiglia: «Sono l’ultima di quattro fratelli. Mia sorella, che ha 15 anni più di me, è autistica, l’iperattività è il problema maggiore, non può sedersi tre minuti di seguito, i miei genitori quando possono la portano ai miei concerti e la musica la tranquillizza. I miei hanno anche avuto due gemelli, che sono morti. Mia madre era sotto shock, a mio padre disse che non voleva che la famiglia finisse così. E sono nata io: Sol è il sole che rinasce dopo quella tragedia». INGEGNERE 61enne ex imprenditore, dinamico offresi per collaborazione a 360 gradi. 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Secondo voi il capitano storico deve rimanere in nerazzurro e iniziare magari una carriera da dirigente (A) o è giusto che cambi maglia (B)? Vota con uno squillo. Chiamata gratuita A +39 029 475 4851 B Fontana portabandiera Di Centa k.o. +39 029 475 4852 Arianna Fontana, un argento e due bronzi nello short track con la possibilità di aggiungere un’altra medaglia (oggi sarà di scena nei 1000 metri) sarà la portabandiera dell’Italia nella cerimonia di chiusura dei Giochi di Sochi, in programma domenica al Fisht Olympic Stadium. L’azzur- ra sfilerà con la bandiera che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha consegnato al Quirinale ad Armin Zoeggeler per la cerimonia di apertura. Olimpiade finita per Giorgio Di Centa. L’azzurro, 42 anni, due ori a Torino, non disputerà la 50 km di fondo a causa dell’ernia. Pattinaggio Vince tra le polemiche la russa Sotnikova, premiata dalla giuria, davanti alla coreana Yu Na. Alle loro spalle una fantastica Carolina, che chiude con 216,73 punti totali, record personale: «E pensare che volevo smettere» Bronzo magico La Kostner splendida terza con uno straordinario Bolero «È l’Olimpiade che sognavo» DA UNO DEI NOSTRI INVIATI SOCHI — L’incontro con se stessa, il vedersi così bella e vera e nuova riflessa nel ghiaccio della finale olimpica, non era mai stato così intenso. Condotta all’appuntamento dal ritmo incalzante di un Bolero di pancia e di bronzo, l’amplesso l’ha lasciata rauca, vuota, quasi esanime. Cerca le parole con la cura con cui Adelina Sotnikova ha cercato, e ottenuto, il primo oro russo nell’artistico donne ai Giochi relegando la divina Yu Na all’argento; prende tempo, perché nulla vada sprecato. «A Vancouver pensavo di aver raggiunto i miei limiti. Volevo smettere ma il pattinaggio mi mancava troppo. Ho accettato i miei errori e quattro anni dopo eccomi qui, sul podio di Sochi. Ho lasciato tutta me stessa là fuori. È l’Olimpiade magica che sognavo». Che notte unica, e potente, dentro l’Iceberg Palace che chiedeva la medaglia a Julia Lipnistkaia, la minuscola 15enne caduta anche nel libero (sarà quinta), e invece l’ha avuta dalla russa di scorta, Adelina Sotnikova, 17 anni, 11 salti strapagati perché il fattore campo non esiste solo nel calcio: Yu Na, campionessa uscente, ha scontato il forfeit di Plushenko e la disfatta della squadra di Ovechkin nell’hockey, l’Olympiada Valdimirovna aveva bisogno di un colpo di coda per farsi ricordare e scalfire il medagliere, ma la polemica molto mediatica (cui i miti coreani non si sono accodati, né Yu Na: «La giuria giudica, io pattino. Qualsiasi cosa dicessi, non cambierebbe niente, e comunque a Sochi non avevo la stessa motivazione di Vancouver») è smorzata dall’altissimo ❜❜ Pazienza premiata A Vancouver pensavo di aver raggiunto il limite, ho avuto pazienza a insistere contenuto tecnico del programma di Adelina e da due atterraggi difettosi della coreana, che si ritira e concorrerà per una poltrona di membro Cio. Fuori dalla bagarre, a mente lucida, all’Italia rimane lo strepitoso bronzo della Kostner, ottava medaglia fin qui, un premio al talento e alla carriera: «L’aspettavo dal 2010, aver pazienza ripaga» dice lei con gli occhi da cerbiatta umidi, la pelle d’oca, la voce rotta. Si era messa le cuffie da rapper («Ascoltavo i Negramaro») per non sentire gli applausi alle bambine senza seno prima di lei, mentre in tribuna compariva uno striscione («Carolina boys»), i campanacci venuti da Ortisei facevano un gran baccano e l’amico speciale Tomas Verner, che poi rivendicherà per la prima volta la prelazione di possesso sul cuore della campionessa («Per me è la migliore. Riservata La campionessa azzurra sa custodire bene i suoi segreti Chi è Carolina Kostner è nata a Bolzano l’8 gennaio 1987. Ha cominciato a pattinare all’età di 4 anni Il programma Per conquistare il bronzo dietro alla russa Sotnikova (con lei nella foto) e alla coreana Kim Yu Na, ha eseguito nel corto l’Ave Maria di Franz Schubert e nel libero il Bolero di Maurice Ravel, con le coreografie di Lori Nichol Tomas nuovo amore e futuro nel libro dei misteri di Carolina DA UNO DEI NOSTRI INVIATI SOCHI — La protagonista del suo romanzo preferito, «Di viole e liquirizia», è una donna fiera e fragile, rieducata all’amore dall’incontro con un uomo straniero. Una congiunzione astrale di solitudini che ben conosce e un’anima che, non a caso, le somiglia. Carolina Kostner è l’atleta italiana di maggiore longevità che negli anni ha rivelato meno di sé. Sui tornanti che separano Ortisei, dove tiene fa- miglia, e Oberstdorf, dove vive dal 2001 (quando la patinoire del paese chiuse per i danni provocati da una frana), ha seminato segreti ben custoditi dalla distanza, dalla barriera della lingua (in casa parla ladino, con il coach tedesco), dagli angoli acuti di un carattere dolcissimo quando arrivi al nocciolo, ma lungo la strada tortuoso e chiuso come la valle nella quale affonda radici e affetti. Scontrosa da bambina, poi diffidente, infine, in quest’ul- tima fase della maturità, diretta e addirittura, a volte, spiritosa, è sempre stata abbottonata sugli uomini cui ha permesso di starle accanto, tutti sportivi come papà Erwin, il cui spirito competitivo (partecipò nell’hockey ai Giochi ’84), unito all’ambizione di completare ciò che mamma Patrizia (ex pattinatrice) aveva abbozzato e la cugina Isolde ottenuto, è passato nel suo dna. Stéphane Lambiel, Alex Schwazer, Tomas Verner. Non è importante sapere quando Felicità Carolina Kostner in azione e, in alto, con il tricolore (Epa) Non c’è nessuna al mondo come lei. Dove la porterò a festeggiare? Sarà la signorina a decidere…») si accomodava nel suo angolo. Il Bolero, be’, il Bolero di Carolina (216.73 punti totali, primato personale) ieri ha alzato un altro po’ l’asticella, perché è evidente che da Sochi in poi pattinarlo, per chiunque, non sarà più la stessa cosa. L’ha aperto con un Lutz perfetto, ha trasformato in una com- Carolina ha preso le distanze da Alex, nel suo portfolio recente di foto non ve n’ è t r a c c i a e quando ne pronuncia il nome (mai in pubblico) le si riempiono gli occhi di lacrime. Il ragazzo del mistero, oggi, è un amico che la conosce come i ghirigori che dipinge sul ghiaccio: Tomas si è piazzato 11° nella gara del giapponese Hanyu orfana di Plushenko ed è rimasto a Sochi per Carolina. L’ha applau- dita in tribuna, l’ha aspettata dopo premiazione, interviste e antidoping, ha festeggiano con lei al villaggio. Alex non è mai stato così lontano, e Tomas vicino, come nei giorni di questa Olimpiade. Se il pudore la frena sulle questioni private (legittimo), il prossimo mistero riguarda il futuro. Sublimata con la medaglia olimpica una carriera nella quale non si è fatta mancare nulla, cosa farà da domani Carolina Kostner? Greta Garbo si sarebbe ritirata ieri sera, e oggi guarderebbe gli altri dalla terrazza di Olimpia affacciata sul mare, sorseggiando un Martini con l’oliva. Prima di avviare una scuola di pattinaggio che porterà il suo nome (il Un oro mondiale Il palmares Il bronzo conquistato ieri a Sochi è la prima medaglia olimpica di Carolina Kostner: nel 2006 ai Giochi di Torino si era piazzata 9ª, nel 2010 a Vancouver 16ª. Per lei anche un oro, due argenti e due bronzi ai Mondiali, cinque ori, due argenti e due bronzi agli Europei binazione l’Axel semplice improvvisando come una ballerina del Bolshoi, è rimasta in piedi per miracolo sul triplo Loop sostenuta dagli dei del ghiaccio, ma che fosse la notte di Carolina si è capito sul Salchow (egregio) anticipato per lasciar spazio al gran finale, la sequenza di passi e la trottola conclusiva, chiusa faccia a faccia con la giuria e con un sorriso commosso sul volto. «Sognavo un pubblico diverso ma il mio allenatore mi ha detto: meno ti incitano, meglio è. Non ho mai sperato che Adelina e Kim sbagliassero e ho sempre avuto fiducia nelle giurie: voglio credere che prendano le decisioni giuste». Carolina ha dominato nell’interpretazione, pagando piccole sbavature grondanti emozione. Grazie a lei il pattinaggio artistico è tornato a casa, restituito alla bravura dell’interprete rispetto alla ginnastica acrobatica dei maschi. «Importante non era la medaglia, ma il cammino fin qui. Avevo una paura pazzesca: mi vedevo a pochi passi dal raggiungere la cima della montagna. Abbi il coraggio di farli, mi sono detta, stasera o mai più». Non sarà mai perfetta, non lo è mai stata. Ma quando si ritirerà («Va valutato a freddo: di certo non intendo più dedicare tanto tempo all’allenamento»), la gamma delle nostre emozioni sarà un po’ più povera. Per questo, già un po’ ci manca. Gaia Piccardi © RIPRODUZIONE RISERVATA post-carriera è già scritto), Carolina ha impegni contrattuali da rispettare, sponsor che vanno gratificati con l’apparizione sul ghiaccio della medaglia di Sochi. Dal suo calendario ufficiale 2013-2014, però, il Mondiale di Saitama (24-30 marzo) è sparito e ieri non ha chiarito il dubbio. La strada di Carolina Kostner da Ortisei, partita dal paesello per danzare il Bolero in faccia al mondo, sembrerebbe terminare a fine stagione, tre Olimpiadi dopo l’infelice debutto di Torino 2006, condonato grazie all’alibi dell’età e del ruolo di portabandiera. Zoeggeler declinò, toccò a Carolina. Ancora non lo sapevamo, ma era nata una stella. g.pic © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 Nell’ hockey si giocano le semifinali Sport 63 italia: 51575551575557 Svezia-Finlandia alle 13 e Canada-Stati Uniti alle 18: il torneo di hockey ghiaccio gioca oggi le semifinali. Una sfida europea tra i finlandesi, che hanno buttato fuori la Russia e gli svedesi e una nordamericana tra i canadesi, campioni in carica, e gli States. Ieri, intanto, si è concluso il torneo femminile. Il Canada ha conquistato il quarto oro consecutivo superando, come quattro anni fa a Vancouver, gli Stati Uniti 3-2 all’overtime. Nella finale per il bronzo, successo della Svizzera che si è imposta alla Svezia col risultato di 4-3. La Brignone non sa ancora se gareggerà Sono due le azzurre iscritte oggi allo slalom femminile (prima manche ore 13.45, seconda ore 17.15), gara di chiusura del programma delle donne dello sci alpino. Si tratta di Chiara Costazza e Federica Brignone, con quest’ultima che sosterrà comunque un provino nella mattinata della gara per verificare le condizioni del ginocchio destro che ha subìto nel corso della prima manche del gigante di martedì un leggero trauma distorsivo-contusivo in seguita alla caduta della prima manche e decidere se prendere parte o meno alla competizione. Il campione A Vancouver vinse lo slalom, poi più nulla I risultati Razzoli, una medaglia per cancellare quattro anni da buttare «Sono qui senza aver rubato il posto» DA UNO DEI NOSTRI INVIATI SOCHI — Buttiamola lì: e se domani lo slalom olimpico lo rivincesse Giuliano Razzoli, il campione che con realismo dobbiamo ribattezzare «incompiuto»? «Io so solo che ho l’occasione per ribaltare tutto, da una stagione andata male a un quadriennio nel quale avrei potuto fare di più: stavolta mi basterebbe una medaglia qualsiasi, non necessariamente quella d’oro». Procedendo col passo del gambero, il buon Giuliano da Razzolo, frazione di Villa Minozzo, ha raggiunto il pendio di Rosa Khutor, augurandosi — o immaginando — che la montagna incantata incontrata quattro anni fa a Whistler Mountain si sia in qualche modo spostata nel Caucaso. Il sospetto che il suo momento possa essere di nuovo giunto si lega a vari segnali premonitori, tutti positivi. Ad esempio: non sarebbe stato né convocabile né convocato (alla memoria della gloria che fu), se il contingente assegnato all’Italia dello sci fosse rimasto da 14-15 unità. Ma alla fine è stato aumentato a 19 «e allora io sono rientrato nella quota senza rubare il posto a nessuno, perché questo va chiarito — si infervora, lui che di solito è pacioccone — affinché non sembri Ricordo «L’oro? Mi accontenterei di qualcosa di meno, cerco di ricordare quel giorno perfetto» che sono un usurpatore». Ma se è entrato in squadra per il rotto della cuffia — nel parterre di Kitzbuehel, meno di un mese fa, parlava già come chi è rassegnato all’esclusione — perché non liberare la fantasia e immaginare che il destino stia mettendo in ordine le caselle del mosaico più pazzo immaginabile, detto che l’Italia ci proverà (con buone chance) pure con Moelgg, Gross e Thaler? È la legge misteriosa del «quando meno te l’aspetti», però è anche vero che per corteggiarla occorre un minimo di presenza dell’atleta. Allora, a che punto è lo slalomista Giuliano Razzoli, chiamato a difendere il suo tesoro? «Mi sento meglio e sono pronto, ma non nascondo che questo è stato un anno duro: il col- Il caso La federazione internazionale vuole vederci chiaro Cadute (tante) e risalite (di meno). È stata la colonna sonora del quadriennio del Razzo e ora che Sochi — ecco un’altra analogia con il 2010 — ripropone lo stesso scenario, quello di un’Italia affamata di oro che si appella alla coda dei Giochi per non stare nelle re- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI ASSESSORATO DELLE INFRASTRUTTURE E DELLA MOBILITA’ DIPARTIMENTO DELLE INFRASTRUTTUREE DELLA MOBILITA’ E DEI TRASPORTI AVVISO DI GARA Il Dipartimento delle Infrastrutture, della Mobilità e dei Trasporti Servizio 2 - Trasporto Regionale Aereo e Marittimo-, dà avviso che sarà esperito il giorno 28 marzo 2014 alle ore 10,00, con il criterio di aggiudicazione del prezzo più basso, di cui all'art. 82 del decreto Legislativo 163/2006, il pubblico incanto per l'affidamento del servizio di collegamento marittimo di pubblico interesse mediante unità veloci da passeggeri tra e verso le Isole Minori della Sicilia, per le seguenti unità di rete: Lotto 1) Unità di rete Isole Egadi - CIG 5593121575 - importo a base d’asta: €uro 24.806.000,00 oltre IVA al 10%;. Lotto 2) Unità di rete Isole Eolie - CIG 5593129C0D - importo a base d’asta: €uro 39.548.400,00 oltre IVA al 10%. Requisiti e modalità per la presentazione delle offerte, da far pervenire al Dipartimento delle Infrastrutture, della Mobilità e dei Trasporti - Servizio 2 - Trasporto Regionale Aereo e Marittimo, via Leonardo da Vinci, 161 - 90145 Palermo, entro le ore 12,00 del 27 marzo 2014, sono riportate nel bando integrale, capitolati d'appalto e relativi allegati tecnici, depositati presso il Servizio 2 “Trasporto Regionale Aereo e Marittimo”, consultabili presso il sito internet: http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_PORTALE/PIR_L aStrutturaRegionale/PIR_AssInfrastruttureMobilita/PIR_InfrastruttureMobilitaTrasporti. Il bando è stato pubblicato alla GUUE n. S28 del 08.02.2014. Responsabile del procedimento: Dr.ssa Salvatrice Severino. Il Dirigente Generale - f.to Giovanni Arnone AUTORITA’ PORTUALE DI TRIESTE AVVISO En plein Il podio dei 10000: Kramer, Bergsma e De Jong (Afp) sta è no. Così l’Isu cercherà di aiutare le singole federazioni con incentivi ad hoc. Non è finita. Bollato come televisivamente noioso, lo speed skating potrebbe inserire gare con partenze di gruppo, come nel fondo, e staffette miste uomini-donne. Le novità si aggiungerebbero alle prove classiche, con due pattinatori in corsie dedicate. «Voglio vedere i grandi nomi lottare spalla a spalla, mentre le staffette potrebbero diventare interessanti perché le differenze di velocità determinerebbero incertezza» sostiene Cinquanta. La sua prima idea piace, la seconda meno. Ad ogni modo, chissà che la girata di mestolo a livello mondiale non dia la sveglia a noi italiani. Dopo aver dilapidato il patrimonio di Torino 2006 (due ori Flavio Vanetti © RIPRODUZIONE RISERVATA REGIONE SICILIANA Lo strapotere dell’Olanda fa male al pattinaggio di velocità SOCHI — Ci sono due notizie sul fronte dell’Olanda del pattinaggio veloce. La prima è che l’altro giorno la ceca Sablikova, già bi-olimpionica a Vancouver, nei 5000 metri ha negato il settimo oro alla nazionale orange, consolatasi peraltro con l’argento della Wust, con il bronzo della Kleibeuker e con la visione di un medagliere lievitato fino alla bellezza di 21 medaglie (sulle 26 assegnate fin qui nella disciplina). Oggi e domani si chiude con le due staffette, ma se non altro qui l’Olanda non può essere una, doppia e sovente pure trina. La seconda notizia è che l’International Skating Union, presieduta dall’italiano Ottavio Cinquanta, aprirà un’indagine sullo strapotere dei «dutch», che in una gara hanno avuto perfino la sequenza oro-argento-bronzolegno: non quadra che nazioni quali Usa, Canada e Norvegia abbiano rimediato legnate. «O questi Paesi dormono, oppure non so… » è il commento presidenziale. Pare che non ci siano pensieri strani (traduzione: doping) sul conto dell’inchiesta da aprirsi. Bene o male gli olandesi restano il popolo che pattina per definizione, avendo 150 mila tesserati, 300 impianti fissi e canali che d’inverno diventano lingue gelate lunghe addirittura 200 chilometri, sulle quali si riversano migliaia di praticanti. Però il dominio è così clamoroso che in questi giorni ha scoraggiato gli avversari (c’è chi si è ritirato) e ha alimentato la perplessità degli stessi ipercannibali, la cui domanda è identica a quella di Cinquanta: «Tutto ciò fa bene al pattinaggio?» La rispo- Ultima speranza Giuliano Razzoli, unico oro azzurro a Vancouver po alla schiena all’inizio di gennaio a Bormio, i ruzzoloni, i risultati che non sono arrivati. Lo sci è così, spesso fa arrabbiare: a volte rimedi, a volte no. Ti girano le scatole, ti monta il nervoso — e a me è successo —, ma poi tiri avanti e cerchi di pensare positivo». trovie del medagliere, viene da domandargli se pure sul suo fronte ci siano delle similitudini tra passato e presente. «L’unico aspetto in comune è l’emozione per la sfida: ecco, è davvero uguale. Purtroppo, sono differenti gli approcci: a Vancouver arrivavo da una stagione in crescita, fatta di podi e della prima vittoria; invece a Sochi porto più che altro il desiderio di riscatto. Tenterò di rammentare come mi sentivo quattro anni fa e di trasferire qui la sciata, davvero perfetta, di quel giorno». La strategia è semplice: avrà un numero attorno al 20, troverà una pista peggiore che in Canada (dove aveva il pettorale 13), dovrà prima di tutto limitare i danni. «Se resto attaccato ai migliori, poi posso scatenare i cavalli. La neve è simile a quella di Whistler Mountain: la “saleranno”, cosa che mi sta bene». Avanti, vediamo come butta. Per costruire una continuità mai sbocciata c’è ancora tempo («Probabilmente cambierò qualcosa: è seccante aver deluso, però io ho sempre sciato col cuore»), ora è il momento di tornare a colpire. Con una preghiera: Giuliano, tutto ma non la medaglia di legno. Risata: «Ah no, quella semmai me la faccio preparare a casa da mio padre». e un bronzo, con Enrico Fabris volto dei Giochi), siamo spariti più improvvisamente di quanto non fossimo apparsi. Il presidente federale Bolognini in questi giorni ha promesso — e noi annotiamo, a futura memoria — che farà riaprire l’Oval per alcuni mesi all’anno, strappandolo all’attuale destino, che non è legato alle lame. Già, gli stranieri costruiscono gli impianti del ghiaccio per creare i pattinatori, noi per farci fiere e concerti (quando va bene): è lo spaccato della solita Italia cialtrona e fastidiosa, che non investe mai nella cultura sportiva. Poi magari ci stupiamo se Francia o Svizzera ci bagnano il naso e noi ci ritroviamo ventunesimi tra i 25 Paesi fin qui andati sul podio… f.van. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’Autorità Portuale di Trieste comunica che sono attualmente libere aree, manufatti e specchi acquei del Punto Franco Vecchio da assentire in concessione sulla base della “Variante al Piano Regolatore Portuale per l’ambito del Porto Vecchio”, approvata con decreto del Presidente della Regione Autonoma F.V.G. in data 10 settembre 2007 e successivamente pubblicata sul B.U.R. (n. 41 dd. 10.10.2007). Le domande di concessione dovranno essere corredate di tutta la documentazione prevista dagli artt. 5 e ss. del Regolamento per l’Esecuzione del Codice della Navigazione, secondo le indicazioni disponibili - a decorrere dal 18.2.2014 - nella sezione “Avvisi Procedimenti e Bandi di Gara” del sito internet www.porto.trieste.it. Le istanze di concessione dovranno pervenire, a pena di esclusione, entro il termine perentorio del 30 giugno 2014, ore 12.00. A decorrere dal 1° luglio 2014 verranno attivate le procedure per l’assentimento delle concessioni demaniali ai sensi dell’art. 36 e ss. del Codice della Navigazione. AUTORITA’ PORTUALE DI TRIESTE Il Presidente Per la pubblicità legale e finanziaria rivolge rivolgersi a: RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano CASSA DEPOSITI E PRESTITI SPA ESTRATTO AVVISO DI AGGIUDICAZIONE APPALTO 1) Ente aggiudicatore: Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. Via Goito, 4 - 00185 Roma. 2) Oggetto dell’appalto: Servizi Upgrade licenze Serena e servizi di manutenzione - CPV 72500000 CIG 556469860E. 3) Impresa aggiudicataria: Serena Software Europe Ltd. - Abbey View Everard CloseAL1 2PS St. Albans, Regno Unito. 4) Data di aggiudicazione dell’appalto: 28/01/2014. 5) Durata dell’appalto: 48 mesi. 6) Importo di aggiudicazione: € 880.000,00 oltre IVA. 7) Pubblicazioni: avviso volontario per la trasparenza ex ante pubblicato sulla GUUE del 04/02/2014, rif. 2014/S 024-038512; avviso di aggiudicazione pubblicato sulla GUUE dell’08/02/2014 rif. 2014/S 028-045207. 8) Responsabile del Procedimento: Avv. Micaela M. Ortolani. COMUNE DI BARI Ripartizione Stazione Unica Appaltante, Contratti e Gestione Lavori Pubblici AVVISO DI AGGIUDICAZIONE ASTA S13008 Si rende noto che è stata esperita Procedura aperta con aggiudicazione in favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa per SERVIZI DI GESTIONE, ASSISTENZA E MANUTENZIONE DEGLI ELABORATORI E DELLE PERIFERICHE DEL SISTEMA INFORMATIVO UNITARIO DEL COMUNE (SIUC) 2013-2015. I.B.A. € 675.000,00, oltre € 1.000,00 per oneri della sicurezza derivanti da rischi da interferenza non soggetti a ribasso d’asta, Iva esclusa. L’appalto è stato aggiudicato in data 03.02.2014, giusta Determinazione Dirigenziale Ripartizione Stazione Unica Appaltante, Contratti e Gestione Lavori Pubblici n. 2014/160/000228, al RTI I&T Servizi s.r.l. – CLE s.r.l., P. Iva 03175220759 per l’importo di € 479.901,00, Iva esclusa. IL DIRIGENTE Avv. Marisa Lupelli CITTA’ DI TERMINI IMERESE PROVINCIA DI PALERMO ESITO DI GARA Si rende noto che con determinazione dirigenziale n. 2264 del 28.11.2013 i lavori “Parco Termale - il sistema di mobilità” sono stati aggiudicati definitivamente alla ditta Lavori e Costruzioni s.r.l. con sede in Alcamo con il ribasso del 30,3132%. Il Dirigente del I Settore (Dott. Antonio Calandriello) Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 o 02 2584 6256 Fax 02 2588 6114 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12 Via Valentino Mazzola, 66/D 00142 Roma Tel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682 Via Villari, 50 - 70122 Bari Tel. 080 5760 111 Fax 080 5760 126 Le medaglie di ieri Freestyle Cross maschile 1. Chapuis (Fra) 2. Bovolenta (Fra) 3. Midol (Fra) Halfpipe femminile 1. Bowman (Usa) 89.00 2. Martinod (Fra) 85.40 3. Onozuka (Gia) 83.20 Combinata nordica Gundersen LH / 4,5 km fondo squadre 1. Norvegia 46’48’’5 2. Germania 47’13’’8 3. Austria 47’09’’9 8. Italia (Runggaldier, Bauer, Costa, Pittin) 47’54’’7 Hockey femminile finale 3°-4° posto Svizzera-Svezia 4-3 finale 1°-2° posto Canada-Usa 3-2 Curling femminile finale 3°-4° posto Gran Bretagna-Svizzera 6-5 finale 1°-2° posto Svezia-Canada 3-6 Pattinaggio di figura Libero individuale femminile 1. Sotnikova (Rus) 224.59 2. Kim Yu Na (Cor) 219.11 3. Kostner (Ita) 216.73 11. Marchei (Ita) 173.33 Medagliere O A B T 10 4 7 21 1. Norvegia 8 6 11 25 2. Usa 8 4 4 16 3. Germania 7 9 7 23 4. Russia 7 9 4 20 5. Canada 6 7 9 22 6. Olanda 6 3 2 11 7. Svizzera 5 0 1 6 8. Bielorussia 4 4 7 15 9. Francia 4 0 0 4 10. Polonia 3 2 1 6 11. Cina 2 6 4 12 12. Svezia 2 6 2 10 13. Austria 2 4 2 8 14. Rep. Ceca 2 2 1 5 15. Corea Sud 2 1 4 7 16. Slovenia 1 4 3 8 17. Giappone 1 3 0 4 18. Finlandia 19. G. Bretagna 1 0 2 3 1 0 0 1 20. Slovacchia 0 2 6 8 21. Italia Finali di oggi e italiani in gara Freestyle ore 11.41: cross femminile Sci alpino ore 13.45 e 17.15: slalom femminile (Costazza, Brignone) Curling maschile ore 9.30: finale 3°-4° posto Cina-Svezia ore 14.30: finale 1°-2° posto Canada-Gran Bretagna Biathlon 4x6 km staffetta femminile (Gontier, Oberhofer, Ponza, Wierer) Short track ore 18.43: 500 m maschile ore 18.53: 1.000 m femminile (Fontana, Valcepina) ore 19.18: 5.000 m staffetta maschile (Confortola, Dotti, Lobello, Rodigari, Viscardi) Così in tv tutte le gare in diretta su: Sky Olimpiadi 1 (can. 206) Sky Olimpiadi 2 (can. 207) Sky Olimpiadi 3 (can. 208) Sky Olimpiadi 4 (can. 210) Sky Olimpiadi 5 (can. 211) Cielo (DTT can. 26, Sky can. 126, TivùSat can. 19) 64 Sport Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Serie B, Crotone sfida il Brescia Rugby, fatta l’Italia anti Scozia Ciclismo, via al 51° Laigueglia Stasera alle 20.30 (diretta tv Sky calcio 2 e Premium) anticipo della 26ª giornata di serie B tra Crotone (36 punti) e Brescia (37). In Lega Pro l’Ascoli ha esonerato il tecnico Bruno Giordano affidando la squadra a Flavio Destro, il padre di Mattia, attaccante della Roma. Saranno 172 i corridori (tra cui Damiano Cunego) che parteciperanno alla 51ª edizione del Trofeo Laigueglia, classica d’inizio stagione. La corsa, che si svilupperà lungo un tracciato modificato per il maltempo, vedrà al via 22 squadre. Giro d’Andalusia: dopo aver vinto il prologo ad Almeria, Alejandro Valverde si è imposto anche nella prima frazione. Il c.t. Brunel ha scelto l’Italia che domani affronterà la Scozia nella terza giornata del Sei Nazioni (Roma, ore 14.30): McLean; Esposito, Campagnaro, Garcia, Sarto; Allan, Gori; Parisse, Barbieri, Zanni; Furno, Geldenhuys; Castrogiovanni, Ghiraldini, De Marchi. Questa sera alle 21, Galles-Francia (diretta tv su Dmax, canale 52 d.t., canale 28 TivuSat). Europa League I bianconeri sprecano contro il Trabzonspor La Juve va in altalena domina e vince ma a volte si distrae Festa con gol di Osvaldo, chiude Pogba DAL NOSTRO INVIATO TORINO — Mamma l’Europa. E li turchi, certo. Malgrado i colori e l’importanza diversi, l’Europa League attira un popolo numeroso allo stadio. L’appello di Conte non è andato disatteso. Abbiamo visto, anticamente, partite di Champions con meno partecipazione. Tutti convocati, anche però, quell’atteggiamento bianconero da campagna fuori dai confini del calcio italiano che lascia talvolta perplessi. Alla fine la rilevanza dell’impegno, mai negato dai giocatori e, soprattutto del risultato (2-0), rendono l’Europa più dolce, ma non cancellano le solite perplessità. Madama, infatti, in veste europea, si presenta come al solito con quel non so che di svagatezza che consente anche a pallidi avversari come questi (certo imbattuti finora ma non dotati di sensazionali poteri) di affacciarsi con qualche pretesa dalle parti di Buffon. Tra l’altro, dopo i gol presi su situazioni da calcio piazzato ogni punizione o corner vede i giocatori bianconeri aggrediti dalla tensione. L’altro aspetto negativo europeo è il numero di occasioni sprecate. Almeno sei o sette. Nette. La Juve fa centro alla prima opportunità con Osvaldo che festeggia il gol d’esordio con la maglia bianconera grazie a un assist involontario di Kadir Keles che devia, di testa, un passaggio di Tevez: con la strada spianata, il neo juventino non sbaglia. Invece falliscono (anche per reattività del portiere, certo) gli altri che potrebbero rimpinguare le casse bianconere in vista del ritorno: Isla tira su Onur dopo una bella azione personale, ma un assist sarebbe stato meglio. Tevez conclude a rientrare, ma la conclusione fa la ceretta al palo. Ancora l’Apa- che si vede respinto da Onur. E, nel secondo tempo, il portiere turco è ancora decisivo su Osvaldo, non si fa sorprendere neanche da Pirlo, è reattivo su ogni tentativo juventino. A parte queste caratteristiche negative, in generale è la solita Juve. Possiede il controllo del gioco, e gioca con spirito unitario, malgrado qualche passaggio stonato e qualche prestazione nervosetta come quella di Pogba (nel primo tempo, meglio nel secondo) o come quella di Pirlo, che, per essere lui, sbaglia un po’ troppi palloni. Angelino Ogbonna talvolta gigioneggia, però tampona sempre. Peluso parte bene ma poi crede di essere Roberto Carlos dei bei tempi e sparacchia in curva due palloni che potevano avere un Juventus Trabzonspor 2 0 Marcatori: Osvaldo 15’ p.t.; Pogba 49’ s.t. JUVENTUS (3-5-2): Buffon 6,5; Caceres 6, Bonucci 6, Ogbonna 6; Isla 6 (Vidal 6 22’ s.t.), Pogba 6,5, Pirlo 6,5, Marchisio 6,5 (Giovinco 6,5 31’ s.t.), Peluso 5,5; Osvaldo 6,5 (Llorente 6 22’ s.t.), Tevez 7. All.: Conte 6,5 TRABZONSPOR (4-1-4-1): Onur Kivrak 7,5; Bosingwa 6, M. Yumlu 5,5, A. Demir 6, K. Keles 5; Bourceanu 6 (Y. Erdogan 5,5 22’ s.t.); O. Adin 6,5, Colman 6, Zokora 6, O. Hurmaci 5,5 (Mierzejewski s.v. 36’ s.t.); E. Gural 5 (Henrique 6 12’ s.t.). All.: Mandirali 6 Arbitro: Kulbakov (Bielorussia) 6 Ammoniti: Zokora, M. Yumlu Recuperi: 0’ più 5’ destino migliore. Insomma è la Juve d’Europa, non c’entra se sia rimodellata o no, ma è sempre altalenante. Il Trabzonspor non sembra poter diventare pericoloso, molto più inquietanti appaiono i suoi (numerosi) tifosi che a metà della ripresa, con un improvviso spettacolo pirotecnico, costringono l’arbitro Kubalkov a sospendere la gara per un paio di minuti. La Juventus rischia di subire un gol, anzi uno lo prende (Olcan Adin), ma viene annullato perché la palla è uscita — Del tutto o no? Non è facile capirlo — oltre il fondo. L’ultimo quarto d’ora è bailamme organizzato. La Juve gioca con tre punte. Tevez, Llorente che ha rilevato Osvaldo e Giovinco che si prende l’applauso della gente. Conte: «Non avevo dubbi, il tifoso bianconero ama i suoi giocatori. A livello umorale ci può essere qualche fischio di troppo, ma io ho bisogno di tutti e tutti devono essere appoggiati». Tutti ci danno dentro, è un finale strano per la Juventus, lunga come il Trabzonspor. Si rischia il contropiede da una parte e dall’altra. «Cercavamo il secondo gol — spiega il tecnico bianconero — e ci siamo sbilanciati un po’ troppo, ma era un atteggiamento voluto. Ho trovato le mie risposte sul campo. È un percorso duro e c’è bisogno di tutti». Conte rinnova l’appello. Pogba, dopo aver colpito un palo (con deviazione decisiva di un turco), risponde con un destro risolutivo grazie a una magia di Carlitos Tevez. La fine è dolce anche perché, malgrado quando sbandamento, Madama resta illibata. Compresa questa e contando campionato e Coppa Italia, è la prima volta in otto partite. Può solo far bene. Il dirt track, la moto che corre sulle piste non asfaltate, è l’allenamento preferito dei piloti. Diverte e fortifica, ma ha i suoi rischi. Marc Marquez ( foto) li ha conosciuti bene mercoledì, mentre si stava allenando a Lleida, in Spagna. All’improvviso, una caduta peggiore delle altre. La torsione. La frattura. Diagnosi: rottura del perone della gamba destra. Ma nessun dramma. Il pilota, portato subito all’ospedale universitario Quirón Dexeus di Barcellona, è stato visitato dal dottor Xavier Mir. Il luminare, che oltre a Marc ha curato tanti piloti, dopo gli esami radiografici ha escluso danni ai legamenti o fratture scomposte: «Non servirà intervenire chirurgicamente — ha spiegato Mir —. Penso che ci vorranno dalle tre alle quattro settimane per il Fiorentina senza problemi La Lazio sconfitta in casa Roberto Perrone Juve a parte, una vittoria (Fiorentina), un pareggio (Napoli) e una sconfitta (Lazio) per le altre tre squadre italiane impegnate nell’andata dei sedicesimi di Europa League. Tre gol della Fiorentina sul campo dell’Esbjerg. Matri rompe l’equilibrio (8’ p.t.): lancio di Mati Fernandez, aggancio al volo dell’attaccante che di sinistro anticipa difensore e portiere. Due minuti dopo, il pareggio con Pusic, ma la squadra di Montella chiude prima dell’intervallo: al 15’ segna Ilicic; al 37’ Aquilani trasforma il rigore. Qualificazione ipotecata e mezz’ora di partita anche per Mario Gomez. Ha molto sofferto il Napoli in casa dei gallesi del Swansea, che avrebbe meritato di vincere, per quanto ha costruito nella partita, finita invece senza gol. Serio infortunio per il portiere Rafael. Serata negativa per la Lazio, battuta all’Olimpico dai bulgari del Ludogorets: dopo 8’, la squadra di Reja aveva già rischiato di andare sotto, fallo di Cana su Dyakov, rigore parato da Berisha. Il gol del Ludogorets è arrivato al 45’, con un tiro di Bezjak. Nella ripresa, la Lazio ha cambiato passo; rigore di Felipe Anderson, parato (4’); espulsione di Dyakov (9’), ma anche la Lazio ha avuto un giocatore espulso (Cavanda, 28’) e non è riuscita ad arrivare al pareggio. Le partite di ritorno giovedì prossimo. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA MotoGp Incidente a Marquez Si rompe il perone ma salterà solo i test Le altre italiane Il Napoli pareggia in Galles Esbjerg Fiorentina Marcatori: Matri 9’, Pusic 10’, Ilicic 15’, Aquilani (rig.) 37’ p.t. ESBJERG (4-4-1-1): Dubravka 5; P. Ankersen 6, Dobro-Ampem 4,5, Knudsen 5, Jacobsen 5; Levken 5 (Rasmussen s.v. 27’ s.t.), J. Ankersen 5, Andreasen 6 (Bergvold s.v. 38’ s.t.), Fellah 5,5; Lyng 5 (Andersen 5 1’ s.t.); Pusic 6. All.: Frederiksen 5 Lazio Ludogorets 0 1 Marcatore: Bezjak 45’ p.t. LAZIO (3-4-3): Berisha 6,5; Ciani 5, Cana 5, Radu 5,5; Cavanda 4,5, Onazi 5,5, Biglia 5,5, Lulic 5 (Kakuta 5,5 23’ s.t.); Felipe Anderson 4,5 (Candreva 5,5 13’ s.t.), Klose 5 (Perea s.v. 33’ s.t.), Keita 6. All.: Reja 5 FIORENTINA (4-3-3): Neto 6,5; Roncaglia 6, Savic 6, Compper 6, Pasqual 6; Borja Valero 6,5, Aquilani 6,5 (Pizarro s.v. 30’ s.t.), Mati Fernandez 6 (Bakic 6 20’ s.t.); Ilicic 7; Matri 6,5 (Gomez 6 11’ s.t.), Matos 6. All.: Montella 6,5 LUDOGORETS (4-2-3-1): Stoyanov 7,5; Junior Caicara 5,5, Mantyla 6, Moti 6,5, Minev 6; Dyakov 4,5, Zlatinski 6; Aleksandrov 6, Marcelinho 7 (Juninho s.v. 43’ s.t.), Misidjan 6 (Lumu s.v. 41’ s.t.); Bezjak 7 (Espinho 6 15’ s.t.). All.: Stoev 6,5 Arbitro: Karasev (Russia) 6 Ammoniti: Pasqual, Jacobsen, licic, Dobro-Ampem Recuperi: 1’ più 3’ Arbitro: Zwayer (Germania) 5 Espulsi: Dyakov 10’, Cavanda 28’ s.t. Ammoniti: Cana, Zlatinski Recuperi: 1’ più 4’ Ciclismo & doping Superbike al via recupero». Significa che il campione del mondo della MotoGp salterà sicuramente i test del 26/28 febbraio a Sepang in Malesia e, al 90 per cento, anche quelli successivi del 3/5 marzo a Phillip Island in Australia. Non è in dubbio invece la sua partecipazione alla prima gara del Mondiale, il 23 marzo in Qatar. Marquez ha già iniziato la riabilitazione con la terapia magnetica e non potrà appoggiare il piede a terra per due settimane. «È stato un incidente dovuto alla sfortuna che potrebbe capitare a chiunque in qualsiasi momento. Per fortuna non ci sono danni ai legamenti e la frattura non è scomposta», ha commentato MM in un comunicato congiunto con la Honda. Che tira un sospiro di sollievo assieme al suo asso: la caccia al bis mondiale potrà partire senza problemi. 1 3 Savoldelli si difende «Ferrari? Era solo il mio preparatore» L’Aprilia diventa un bolide d’argento al.p. È stata presentata, sulla pista di Phillip Island in Australia, la nuova livrea delle Aprilia Rsv4 ufficiali che prenderanno parte al campionato 2014 della Superbike. Il costruttore italiano campione mondiale in carica, ha svelato le Rsv4 numero 50 e 33 con cui Sylvain Guintoli e Marco Melandri (nella foto) andranno da domenica prossima a caccia del titolo iridato. Abbandonato il binomio nero-rosso degli ultimi anni, Aprilia Rsv4 si è trasformata in un bolide d’argento. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA È un puzzle con tanti pezzettini già al loro posto e altri (importanti) ancora da collocare. Convocando ieri l’ex ciclista e due volte vincitore del Giro d’Italia Paolo Savoldelli (foto), la Procura Antidoping del Coni ha cercato di ricomporre i tasselli di un episodio scabroso della storia del ciclismo italiano, partendo da dieci righe di una lunga confessione resa nel 2012 dal corridore americano Tom Danielson all’agenzia antidoping del suo paese, l’Usada. Nella confessione (che incastrò Lance Armstrong) Danielson cita un episodio avvenuto Giro d’Italia 2006: un suo compagno di squadra avrebbe usufruito di un programma di doping organizzato per assumere Epo durante la corsa. Nel documento originale il nome del compagno era criptato, al contrario di quelli di altri due protagonisti: Joan Bruyneel, mentore di Armstrong, e Michele Ferrari, il suo consulente farmacologico. Ieri a Savoldelli la Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 Basket, Milano ok in Eurolega Sconfitta Malaga Napoli 0 0 SWANSEA (4-2-3-1): Vorm 6,5; Rangel 6,5, Williams 6,5, Chico 6,5, Davies 6; Britton 6,5, Canas 6 (Shelvey s.v. 26’ s.t.); Routledge 6,5, Dyer 6,5 (Emnes s.v. 33’ s.t.), Hernandez 5,5 (De Guzman 6 11’ s.t.); Bony 6,5. All.: Monk 6,5 NAPOLI (4-2-3-1): Rafael 7 (Reina 7 1’ s.t.); Maggio 5, Britos 4,5, Henrique 6,5, Reveillere 5; Dzemaili 5,5, Inler 5,5; Insigne 6,5 (Mertens s.v. 30’ s.t.), Hamsik 6,5, Callejon 6; Higuain 6 (Pandev s.v. 38’ s.t.). All.: Benitez 5,5 Anzhi Genk 0 0 Chornomorets Lione 0 0 Dnipro Tottenham 1 0 Dinamo Kiev Valencia 0 2 Esbjerg FIORENTINA 1 3 JUVENTUS Trabzonspor 2 0 Liberec Az Alkmaar 0 1 Paok Benfica 0 1 Ajax Salisburgo 0 3 Porto Eintracht 2 2 LAZIO Ludogorets 0 1 Maccabi Basilea 0 0 Maribor Siviglia 2 2 Real Betis Rubin Kazan 1 1 Swansea NAPOLI 0 0 Viktoria Plzen Shakhtar 1 1 Le date Ottavi: 13 e 20/3 Quarti: 3 e 10/4 Semifinali: 24/4 e 1/5 Finale: 14/5 a Torino Arbitro: Bebek (Croazia) 6,5 Ammoniti: Hernandez, Insigne, Maggio, Hamsik Recupero: 3’ più 4’ Procura del Coni (in possesso dei documenti senza omissis) avrebbe contestato di essere quel «Corridore 1» protagonista dell’episodio. Era lui il capitano di quella Discovery ed era lui a essere allenato da Ferrari. Savoldelli è rimasto in Procura oltre due ore, accompagnato dal suo avvocato, Pierfilippo Capello, figlio del c.t. della Russia. All’uscita, ammissioni e nette prese di distanza. «Collaboravo con Ferrari, era il miglior preparatore e non mi ha mai proposto nulla di strano. Era inibito? Boh... Doping di squadra alla Discovery? Quando sono arrivato non si faceva. Non potrei mai aver parlato di Epo con Danielson, io non so una parola d’inglese, lui di italiano: quella confessione gli ha permesso di farsi ridurre la squalifica». La Procura ha preso tempo per sentire altri testimoni della vicenda, che va ovviamente provata. Savoldelli, ex corridore e con palmarès messo in cassaforte dalla prescrizione, rischia fino a 4 anni di inibizione e, soprattutto, la faccia. © RIPRODUZIONE RISERVATA Seedorf e la caduta da cui ripartire Sacchi: «Con il cambio di modulo ha trovato equilibrio» MILANO — E se la bruciante sconfitta contro l’Atletico si rivelasse una preziosissima lezione per il Milan e per Clarence Seedorf? Si può costruire una squadra da una caduta, anche se beffarda, anche se a Milanello le balle ancor gli girano, soprattutto se si rivede l’incredibile parata su Poli di Courtois (il portiere figlio di pallavolista che i rossoneri avevano seguito, ma che il Chelsea si è aggiudicato, da ragazzino, per otto milioni e che al Chelsea tornerà) e se si ripensa alla mancata espulsione di Insua per il fallo su De Sciglio (che ha rimediato «solo» una distorsione alla caviglia senza ossa rotte e starà fuori 10 giorni) e lo si confronta con il rosso preso da Tutte k.o. le squadre di casa In Champions il fattore campo non esiste più Classe Kakà, 31 anni, sempre importante (Forte) De Sciglio e Balo out Distorsione alla caviglia e sofferenza alla spalla: si spera di recuperare entrambi per la Juve Professore Seedorf, 37 anni, allena il Milan dal 16 gennaio scorso (Ansa) Montolivo, sempre in Champions, contro l’Ajax per un fallo che non aveva messo k.o. nessuno. Dieci giorni, con possibilità di guarire prima, è invece la diagnosi per il problema alla spalla (sofferenza di primo grado all’articolazione della clavicola) di Mario Balotelli: se il recupero non si complicherà entrambi i milanisti dovrebbero farcela per la Juventus (2 marzo), ma di sicuro domenica contro la Sampdoria lasceranno il posto, rispettivamente, ad Abate e Pazzini. È chiaro che, considerati risultato, passaggio ai quarti ora decisamente difficile (nella sua storia il Milan solo una volta ha ribaltato in trasferta una sconfitta in un turno di coppa a eliminazione, nel 1955 contro i tedeschi del Saarbrucken) e infortuni, ieri, a tutti i livelli, non potevano abbondare i sorrisi. Questa volta, però, non emergono indiscrezioni sulla reazione del presidente Silvio Berlusconi, che, come tutti, spera ancora nell’impresa a Madrid l’11 marzo. Ci credono di sicuro i gioca- Le proposte di Snai sulla Data Ora Partita Convincente Adel Taarabt, 24 anni, si è inserito subito bene (Forte) Punto fermo Mario Balotelli, 23 anni, è una certezza (LaPresse) tori, che non si sono visti schiacciati dai capilista della Liga, tra cui Balotelli che ha twittato il suo giudizio sulla partita: «Ieri grande Milan ma sfortunato! Bravissimi ragazzi, comunque!». Il clima è diverso rispetto al dopo-sconfitta di Napoli, perché molto diverso è stato il Milan che si è visto in campo. I maligni potrebbero sottolineare che la quadratura del cerchio è stata trovata la sera delle scelte obbligate, quando cioè Honda non era schierabile e Robinho era out. Ma forse sarebbe un tantino ingeneroso per il tecnico olandese che ha istruito per bene Poli (fin lì impiegato quasi per nulla) e il convincente Taarabt sui movimenti da svolgere nelle due fasi. Come gli ha riconosciuto pure Arrigo Sacchi (a Radio24), Seedorf ha raggiunto la terra promessa della compattezza e dell’identità di squadra: «Per la prima volta in stagione il Milan ha giocato come un collettivo e Clarence è riuscito a dare equilibrio a una squadra fino- ra squilibrata: grazie a intelligenza ed elasticità mentale ha capito che il modulo migliore per affrontare l’Atletico era il 44-2 e ha messo in campo una squadra vera». Se, con il Napoli, a ogni ripartenza il Milan aveva dato l’impressione di poter subire gol, contro l’Atletico non è mai sembrata davvero in sofferenza (come dimostra lo scarso impegno di Abbiati). Se è vero, come dice Seedorf, che sono gli interpreti a fare il modulo (e quindi Poli è naturalmente portato a giocare più da mediano), ora bisognerà vedere se l’allenatore olandese confermerà gli interpreti di mercoledì, o si lascerà tentare dal reinserire Honda, che fin qui ha convinto poco, e che potrebbe essere invece l’alternativa a Kakà in partita in corsa, quando il brasiliano comincia a calare fisicamente. Staremo a vedere. La sconfitta dell’Atletico può trasformarsi in opportunità, basta volerla cogliere. Arianna Ravelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Serie A Risultato Finale 1 X 2 U/O 2.5 Under Over Risultato Finale + Under Over 2,5 X/Ov 2/Un 2/Ov Risultato Finale + Gol no Gol 1/Un 1/Ov X/Un 1/G 1/NG X/G X/NG 2/G 22/2 20.45 Bologna Roma 7,00 3,80 1,50 1,95 1,75 13 12 4,75 13 3,70 2,25 14 12 4,80 12 3,10 2,60 23/2 12.30 Livorno Verona 2,50 3,20 2,75 1,80 1,90 5,40 3,80 4,05 11 5,95 4,25 4,65 4,70 3,85 9,00 5,15 5,15 2/NG 5,85 23/2 15.00 Chievo Catania 2,15 3,10 3,50 1,60 2,20 4,15 3,80 3,55 13 7,00 7,00 4,45 3,60 4,15 8,00 7,50 23/2 15.00 Inter Cagliari 1,40 4,25 8,00 1,90 1,80 3,35 2,10 4,95 17 15 16 3,05 2,30 5,65 13 18 13 23/2 15.00 Sampdoria Milan 3,10 3,30 2,25 1,73 2,00 6,00 5,10 4,00 12 4,75 3,65 6,00 5,45 4,15 9,50 4,45 3,95 23/2 15.00 Udinese Atalanta 1,75 3,40 4,75 1,65 2,10 3,60 3,05 3,90 14 9,00 9,00 3,70 2,90 4,55 8,00 11 8,00 23/2 18.30 Juventus Torino 1,25 5,50 12 2,15 1,63 3,35 1,85 7,00 21 22 22 2,95 1,90 8,00 16 26 21 23/2 20.45 Lazio Sassuolo 1,45 4,25 7,00 1,95 1,75 3,55 2,15 5,10 16 14 13 3,10 2,45 5,50 13 15 12 24/2 19.00 Parma Fiorentina 2,50 3,25 2,75 1,78 1,92 5,35 3,80 4,05 11 5,90 4,30 4,65 4,70 3,90 9,50 5,15 5,15 24/2 21.00 Napoli Genoa 1,30 5,25 9,00 2,05 1,70 3,35 1,95 6,50 21 18 17 3,00 2,05 7,50 14 20 15 Le quote sono soggette a variazioni. Aggiornamenti nei Punti SNAI o sul sito www.snai.it Marco Bonarrigo © RIPRODUZIONE RISERVATA Milano non ha mai conquistato. La vittoria del Panathinaikos contro l’Olympiacos, raggruppa la EA7 al secondo posto con le due ateniesi. Sarà spettacolare, giovedì al Forum, la disfida contro il Pana. spiraglio all’Unicaja (62-54 al 36’) bastava la chirurgia laser di Nicolò Melli per risistemare tutto. 70-59 il risultato finale: Malaga sotto i 60, in Eurolega si vince così, alzando la muraglia oltre la quale si può vedere l’accesso ai playoff europei, che Milan La sconfitta con l’Atletico brucia, ma ci sono indicazioni positive. Mario: «Grandi, ma sfortunati» Questi i risultati delle gare d’andata dei sedicesimi di finale di Europa League. Le gare di ritorno si disputeranno giovedì 27/2 alle ore 19 e 21.05 Swansea foto, 29 punti), anche senza Ale Gentile, visibilmente debilitato dalla gastroenterite e caparbiamente sostituito dai minuti-utilità di Bruno Cerella. Bene pure Jerrels (13), e anche quando una umanissima flessione sembrava riaprire uno DESIO — (w.p.) La miglior difesa di tutta l’Eurolega per 30 minuti lancia Milano a +20 (57-37) nel tempio sferico di Desio e non lascia che mai l’amore nasca per Malaga, impietosamente recisa da Keith «mano di forbice» Langford (nella Sedicesimi Primo gol Pablo Daniel Osvaldo, 28 anni, segna il suo primo gol bianconero (Liverani) Sport 65 italia: 51575551575557 SNAI S.p.A. concessione n° 4028 - 4311 - 4801 - 4501 - 15215a Consulta le probabilità di vincita dei giochi con vincita in denaro su www.aams.gov.it, www.snai.it o presso il tuo Punto SNAI E’ vietato il gioco ai minori di anni 18 Il gioco può causare dipendenza patologica C’è una ragione di più per immaginare che il Milan possa vincere a Madrid la partita di ritorno con l’Atletico (11 marzo). Le prime quattro gare degli ottavi hanno segnato il crollo del fattore campo, con poker vincente di chi ha giocato in trasferta. Martedì il Paris St. Germain ha stravinto in casa del Bayer Leverkusen (40, gol di Matuidi, doppietta di Ibrahimovic e rete di Cabaye) e il Barcellona ha fatto festa a Manchester: 20 al City (rigore di Messi e gol di Dani Alves). Mercoledì, 2-0 del Bayern all’Emirates Stadium, contro l’Arsenal ridotto in 10 (espulso il portiere Szczesny, 39’ p.t.) e 1-0 dell’Atletico a San Siro (Diego Costa di testa). In sintesi: nove gol segnati dalle squadre in trasferta e nemmeno uno da quelle di casa. Chi viaggiava era oggettivamente più forte di chi ospitava, quindi il pronostico è stato rispettato e la sfida di Leverkusen ha messo in vetrina una differenza tecnica e tattica gol segnati imbarazzante (per il dalle squadre Bayer secondo in in trasferta nelle Bundesliga), con il prime quattro partite degli ottavi Psg che avrebbe potuto segnare di Champions almeno altri tre gol. Il fattore campo sembra contare sempre meno anche in rapporto al fatto igol segnati che in Champions dalle squadre che hanno giocato giocano calciatori di in casa nell’andata grande personalità, che non soffrono degli ottavi certo i fischi del pubblico, anche se gli applausi fanno sempre bene e aiutano molto. Per reti firmate da Ibrahimovic spiegare l’en plein in questa edizione delle squadre in di Champions: trasferta, bisogna le ultime 2 martedì scomodare anche il a Leverkusen rendimento dei portieri: a Leverkusen, Sirigu non ha dovuto fare gli straordinari, ma ha dato sicurezza alla squadra di Blanc. A San Siro, con l’aiuto di traversa e palo, Thibaut Courtois ha salvato due volte l’Atletico nel primo tempo (Kakà e Poli). A Manchester, Valdes ha compiuto un grandissimo intervento sull’1-0 per il Barça. A Londra, Neuer ha parato il rigore di Ozil sullo 0-0 (8’ del primo tempo), ma quella di affidare proprio a Ozil il rigore, che avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi, non è stata un’idea brillante da parte di Wenger. Il perché è stato spiegato dallo stesso Neuer: «So bene come tira i rigori ed ero certo che avrebbe aspettato un po’ di tempo prima di decidere in quale angolo calciare». Prima di essere compagni nello Schalke, nell’Under 21 e in nazionale, avevano frequentato la stessa scuola, la Gesamtschule Berger Feld di Gelsenkirchen e giocavano nella stessa squadra, anche se Neuer è nato nel 1986 e Ozil nel 1988 . 9 0 10 Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA 66 italia: 51575551575557 Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera 19/23 VERONA FEBBRAIO Ravelli partecipa a: PROGETTO FUOCO PADIGLIONE 6 STAND B7 Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 Sport 67 italia: 51575551575557 Inter L’arrivo del presidente (oggi il Cda) coincide con una notizia clamorosa Thohir a Milano: preso Vidic Ma ora può partire Zanetti Mourinho lo vuole al Chelsea per giocare fino al 2015 MILANO — José Mourinho chiama Javier Zanetti e il capitano sta meditando di lasciare l’Inter, dopo 19 stagioni. La notizia è stata data da Massimiliano Nebuloni a Sky Sport 24, a metà pomeriggio e ha poi trovato conferma ad alto livello, anche se nulla è stato deciso. Quando è suonato il cellulare, il giocatore tutto si sarebbe aspettato tranne che lo Special One potesse proporgli di trasferirsi a Londra per continuare a giocare nella prossima stagione con il Chelsea, prima di iniziare (dal luglio 2015) a fare il dirigente con un ruolo operativo nell’area tecnica. Un’offerta da valutare bene prima di prendere una decisione definitiva: non arriva da un tecnico qualsiasi, ma da Mourinho al quale il capitano interista è legato da un rapporto di stima e affetto, oltreché da cinque trofei in due anni vinti insieme. Ben diverso da quello non proprio idilliaco con Mazzarri, che l’ha ormai relegato al ruolo di capitano non giocatore. E Zanetti, invece, vorrebbe ancora giocare, confortato dai brillanti test atletici. Dopo il grave infortunio del 28 aprile 2013 a Palermo (rottura del tendine d’ Achille) e il recupero a tempo di record, il giocatore era tornato in campo a San Siro (10 novembre) negli ultimi 12 minuti della partita con il Livorno. Applausi e consensi Cesare Romiti ricorda con grande commozione Gianni Borgna nella sua vita di uomo di cultura e politico, ed in particolare per l'impegno profuso quale presidente della Fondazione Musica per Roma, avendo avuto modo, in qualità di consigliere, di apprezzarne le grandi qualità. - Roma, 21 febbraio 2014. Il Presidente Aurelio Regina, l'Amministratore delegato Carlo Fuortes, i dipendenti e i collaboratori della Fondazione Musica per Roma si stringono attorno alla moglie Anna Maria e alla famiglia Borgna per la scomparsa del carissimo e indimenticabile Gianni già Presidente della fondazione e artefice insostituibile della realizzazione dell'Auditorium Parco della Musica. - Roma, 20 febbraio 2014. Saluti Javier Zanetti, 40 anni, e Eric Thohir, 43: il capitano potrebbe lasciare l’Inter (Ansa) Caso Neymar Barça rinviato a giudizio Il caso Neymar si ingrossa, il Barcellona rischia pesanti sanzioni. Il giudice ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio per frode fiscale di 9,1 milioni di euro relativi al trasferimento del brasiliano. In caso di condanna, potrebbero esserci conseguenze anche per la giustizia sportiva. In difesa dell’operazione si è espresso ieri il padre di Neymar. La moglie Graziella, i figli Stefano, Paolo, Emma e Andrea e i nipoti tutti, piangono la scomparsa dell'amato Il 20 febbraio 2014, confortato dall'amore della moglie Anna e dall'affetto dei fratelli, dei nipoti e dei parenti tutti, è ritornato al Signore l' Giorgio Gentili Ing. Stefano Teofilatto avvenuta il 19 febbraio.- Le esequie si terranno sabato 22 alle 14.45 nella chiesa del Corpus Domini in via Pagano a Milano. - Milano, 20 febbraio 2014. Il Presidente Carlo Salvatori, il Vice Presidente Oliver Baete, l'Amministratore Delegato KlausPeter Roehler, il Consiglio di Amministrazione, il Collegio Sindacale, i Dirigenti e i collaboratori tutti di Allianz S.p.A. si uniscono commossi al dolore del Vice Direttore Generale Stefano Gentili e della famiglia per la scomparsa dell'amato padre Ing. Giorgio Gentili - Milano, 20 febbraio 2014. Il Presidente del Teatro dell'Opera di Roma, Professor Ignazio Marino, il Sovrintendente Carlo Fuortes, il Consiglio di Amministrazione e tutto il teatro esprimono profondo cordoglio per la scomparsa di Gianni Borgna persona di straordinaria umanità, instancabile e raffinato intellettuale che per tutta la vita si è dedicato con passione innovatrice alla crescita della vita culturale di Roma e del Paese. - Roma, 21 febbraio 2014. Dacia Maraini, il Consiglio direttivo, il Comitato scientifico e i membri dell'Associazione Fondo Alberto Moravia ricordano e ringraziano l'amico e collaboratore Gianni Borgna per il suo prezioso contributo e volgono alla famiglia il loro più caro pensiero. - Roma, 20 febbraio 2014. il Dopo lunga malattia si è spento serenamente Partecipano al dolore di Emma per la dipartita del papà Giovanni Sciuto Maestro Montevago È mancato all'affetto dei suoi cari il Rag. Angelo Chiaravalle Lo annunciano con infinita tristezza la figlia Maila e la sorella Clelia.- I funerali saranno celebrati nella chiesa della Beata Vergine Immacolata e Sant'Antonio, per il giorno e l'ora contattare Impresa San Siro al n. 02.32867. - Milano, 20 febbraio 2014. I dipendenti della Fitre SpA si uniscono commossi al dolore dell'Ingegner Romano Borroni e dei figli Monica, Raffaella, Michele, Claudio per la perdita della carissima moglie e mamma Mariagrazia Balzarini - Milano, 20 febbraio 2014. Giorgio Gentili tutti gli altri partners di LS Lexjus Sinacta - Milano unitamente ai collaboratori e dipendenti. - Milano, 20 febbraio 2014. La società Vitale Barberis Canonico SpA partecipa al dolore della famiglia Barizza per la scomparsa del signor Gianfranco Barizza Jean Antonini annuncia la morte dell'amata consorte Luciana Del Pero Le esequie avverranno sabato 22 febbraio ore 9 presso la chiesa SS. Patroni d'Italia, Milano. - Milano, 20 febbraio 2014. Franco Origone - Milano, 20 febbraio 2014. Mario Viscardi Ciao nonno Mario, grazie per tutto quello che hai fatto e per il grande esempio di forza.- La tua famiglia. - Cinisello Balsamo, 20 febbraio 2014. Mario Gilardoni Alonso soddisfatto la Rossa cresce bene SAKHIR — Questo anticipo di mondiale, in Bahrein, sembra sempre più un affare privato tra la Ferrari e i team motorizzati Mercedes. Ieri Fernando Alonso ha concluso la sua due giorni con la F14-T, che continua a utilizzare la stessa unità motrice del primo test (e poi dicevano che questi motori erano fragili…). 97 giri percorsi, terzo miglior tempo, 1’36”516. Siamo già sotto il miglior passaggio in gara del Gp 2013. Meglio hanno fatto Magnussen (McLaren, 1’34”910) e Hulkenberg con la Force India: tutti e due con il motore tedesco. La differenza è grande, ma i tempi ora contano poco e i rivali hanno usato pneumatici più morbidi. «Sono soddisfatto di come la squadra ha lavorato nella preparazione invernale», commentava Fernando. Che in due giorni è arrivato a 161 giri e sta «scoprendo» quanta elettronica ci sia in queste nuove F1. «Ogni tanto capita di riavviare il computer di casa: immagina farlo su una monoposto… Certe regolazioni si cambiano intenzionalmente, altre volte succede e basta. Ma non sono mai grossi problemi». I problemi li ha ancora Vettel con la Red Bull: ieri i giri sono arrivati (59, alla fine) ma il suo tempo di 1’40”340 indica che ai motori Renault non si può ancora tirare il collo. Anche perché la parte elettrica dà ancora problemi. «Non so se si possa dire che stiamo raggiungendo gli altri, ma almeno abbiamo imparato molte cose», dice il campione del mondo, che oggi passa il volante a Daniel Ricciardo. Alonso è prudente: «Prima di Melbourne tutti, anche Red Bull, saranno venuti a capo dei problemi». Ma intanto il team delle bibite sarebbe diventato favorevole alla proposta di Ecclestone (che ha vinto a Londra una causa per danni — risparmiando un centinaio di milioni — e in un’intervista ha difeso la politica anti-gay di Putin) del «tre per due»: ovvero gli ultimi tre Gp — non solo quello di Abu Dhabi — a punteggio raddoppiato. Sarà perché pensano di recuperare solo nel finale? Oggi, intanto, sulla Rossa sale Kimi Raikkonen. a.a. Franco Fiocchini © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Triennale Design Museum La Sindrome dell’Influenza 6a edizione. Ultimi giorni. Fino al 23 Febbraio Con profondo amore e infinito rimpianto Roselisa ricorda il professore avvocato Giuseppe Tarzia nel nono anniversario della sua scomparsa.- Una Santa Messa sarà celebrata lunedì 24 febbraio alle ore 18 nella chiesa di San Vittore. - Milano, 21 febbraio 2014. Maria Laura con i figli e i nipotini ricorda con grandissimo affetto e rimpianto l'amato "zione" professore avvocato Giuseppe Tarzia - Milano, 21 febbraio 2014. Maria Tullia Lebano con immutato affetto i suoi cari la ricordano a chi l'ha conosciuta ed amata.- Messa di suffragio presso la chiesa di San Marco il 22 febbraio 2014 ore 18,30. - Milano, 21 febbraio 2014. Antonio Ferraro Da nove anni sei sempre nei miei pensieri e nei miei ricordi più belli.- Donata. - Milano, 21 febbraio 2014. Ci ha lasciato Vincenzino Sacchi Vivrà nel ricordo di quanti lo hanno conosciuto e amato.- La moglie, le figlie, i generi, i nipoti. - Milano, 20 febbraio 2014. Luciana Del Pero - Milano, 20 febbraio 2014. F14-T Fernando Alonso sulla pista di Sakhir, Bahrein (Epa) Nel quinto anniversario della scomparsa di È mancato Ne danno il triste annuncio Fernanda, Fabio e Luca con le famiglie, Claudia, Vanna e i parenti tutti. - Milano, 20 febbraio 2014. Avv. Marcello Gondolini La Famiglia Artistica Milanese partecipa al dolore della famiglia per la scomparsa della socia onoraria nei piani dell’allenatore. Per Zanetti, la priorità resta l’Inter, perché al cuore non si comanda: lui vorrebbe giocare un’altra stagione, però è impensabile che in società gli propongano il rinnovo del contratto, mentre Mourinho gli offre l’opportunità di un anno in Premier League, oltre a un ritorno (quasi sicuro) in Champions. Al capitano non resta che confrontarsi con Erick Thohir, arrivato ieri alle 13.10 a Milano (oggi presiederà il consiglio d’amministrazione), per valutare le proposte del presidente riguardo al ruolo che potrebbe ricoprire all’Inter a partire dalla prossima stagione. Il Cda di oggi servirà a ratificare il passaggio di quote da Roeslani allo stesso Thohir che presenterà l’accordo raggiunto con le banche indonesiane per il passaggio del debito del club dalla vecchia alla nuova proprietà e chiarirà le novità previste in consiglio. Il presidente ha ringraziato Marco Branca («è stato di aiuto in tutti questi anni, ma i tempi cambiano e ora tocca ad Ausilio») e ha confermato l’acquisto di Vidic, difensore centrale serbo, 32 anni compiuti il 21 ottobre, in scadenza di contratto con il Manchester United. «Vidic? È fatta per il suo arrivo al 90% ma è ancora presto per l’annuncio», ha sottolineato Thohir prima di rendere omaggio a Samuel ed Hernanes. «Il difensore ha dato maggior solidità in difesa, mentre il brasiliano offre alla squadra un’opzione in più in mezzo al campo». L’Inter ha salutato Cristian Chivu, tramite il suo profilo Twitter. «In bocca al lupo, forte come sempre» è il messaggio rivolto al giocatore, arrivato all’Inter nel 2008 e operato ieri a Miami ancora una volta al piede. - Pratrivero, 20 febbraio 2014. - Milano, 20 febbraio 2014. Antonio e Carola ricordano con affetto il caro Gianni e si associano al dolore dei familiari tutti per la scomparsa del La Quipos e tutti i suoi autori e collaboratori sono vicini in questo doloroso momento ad Agostino, Orietta e alla famiglia per la perdita del caro Cati Belloni, Jone e Learco Sandi, Mariolina e Vigilio Morini, Franco Mazzetti, Giorgio Negri ricordano commossi il caro amico Partecipano al lutto: Le famiglie Antonini Del Pero. Le famiglie Payne Dagrata. La famiglia Pegoraro. N.H. Ne danno il triste annuncio la moglie Cettina, i figli Elvira e Giuseppe e le nipoti Carola, Martina, Giorgia.- I funerali si svolgeranno oggi 21 febbraio alle ore 14.45 presso la chiesa interna del Pio Albergo Trivulzio in Milano, viale Bezzi 12. - Milano, 20 febbraio 2014. dei Conti di Tuscolo I funerali si svolgeranno sabato 22 febbraio ore 10 presso la chiesa SS. Nome di Maria, via Centuripe 18/22 - Roma. - Roma, 20 febbraio 2014. non formali, prima della panchina a Bologna, della partita intera con la Samp, dei 70 minuti con il Parma, dei 68’ nel derby e degli 8’ all’Olimpico con la Lazio, quando era entrato al posto di Ranocchia, dopo il gol di Klose. L’ultima apparizione in campo di Zanetti risale al 9 gennaio, 61 minuti a Udine in Coppa Italia: da allora sette panchine consecutive che hanno fatto capire al giocatore di non rientrare più Test di F1 1999 - 2014 Luciana Pirotta Balestrini Sempre più nei nostri cuori e pensieri.- I tuoi cari. - Nerviano, 21 febbraio 2014. RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano N.H. Giovanni Sciuto SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE Maestro Montevago - Milano, 20 febbraio 2014. ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 La famiglia Castiglione partecipa al dolore di Elvira, Carola e familiari tutti per la perdita del caro N.H. Giovanni Sciuto Maestro Montevago - Milano, 20 febbraio 2014. Alfio e Cristina con Valeria e Davide partecipano con affetto al dolore dei familiari per la perdita del "carissimo" CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it - e-mail: [email protected] SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ Giovanni Sciuto TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: - Milano, 20 febbraio 2014. Corriere della Sera È serenamente mancato il Cavaliere Mario Russo Ne danno il triste annuncio la moglie Teresa, i figli Claudio con Cristina, Francesco con Marina, Antonella con Fabio ed i nipoti Massimiliano, Mario, Marco e Ginevra. - Sesto San Giovanni, 20 febbraio 2014. Gazzetta dello Sport PER PAROLA: Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 540,00 Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 Gianluigi, Giovanni e gli amici tutti partecipano al dolore di Claudio e famiglia per la perdita dell'amato papà L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Rag. Mario Russo Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 - fax 02 25886632 - e-mail: [email protected] - Sesto San Giovanni, 20 febbraio 2014. La moglie Angelica con Antonio Cristina Arianna e Matteo e con tutti i parenti annunciano con dolore la morte dell'amato Servizio sportello da lunedì a venerdì: Milano: Via Solferino 36 orario continuato dalle 9 alle 17.45 Dott. Vittorio Boccazzi I funerali si terranno sabato 22 febbraio alle ore 14.45 presso la chiesa Madonna della Medaglia Miracolosa in via Fratelli Rosselli 6. - Milano, 20 febbraio 2014. Francesco Ferrari partecipa al dolore di Angelica e Antonio per la scomparsa del caro ed indimenticabile Dott. Vittorio Boccazzi - Milano, 20 febbraio 2014. Informativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. 196/2003 (“Codice in materia di protezione dei dati personali”). Conformemente all’impegno e alla cura che la nostra società dedica alla tutela dei dati personali, La informiamo sulle modalità, finalità e ambito di comunicazione e diffusione dei Suoi dati personali e sui Suoi diritti, in conformità all’art. 13 del D. Lgs. 196/2003. Per permetterle di usufruire dei servizi offerti da RCS MediaGroup S.p.A., la stessa deve trattare alcuni Suoi dati. I dati personali che Lei fornirà al Titolare, verranno registrati e conservati su supporti elettronici protetti e trattati con adeguate misure di sicurezza. I dati saranno trattati da RCS MediaGroup S.p.A. esclusivamente con modalità e procedure necessarie per fornirLe il servizio da Lei richiesto. I dati non saranno diffusi ma potranno essere comunicati, sempre per la predetta finalità, a RCS MediaGroup S.p.A., oltre che a società che svolgono per nostro conto compiti di natura tecnica od organizzativa strumentali alla fornitura del servizio richiesto, e che sono stati nominati Responsabili del Trattamento. Lei ha diritto di conoscere, in ogni momento, quali sono i Suoi dati e come essi sono utilizzati. Ha anche il diritto di farli aggiornare, integrare, rettificare o cancellare, chiederne il blocco ed opporsi al loro trattamento. Ricordiamo che questi diritti sono previsti dal Art.7 del D. Lgs 196/2003. Per ogni informazione riguardo ai diritti può rivolgersi, a tal fine, al Responsabile del trattamento dei dati personali di RCS MediaGroup S.p.A. scrivendo allo stesso c/o RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano. Triennale di Milano viale Alemagna 6 Milano triennale.org martedì-domenica 10.30/ 20.30 giovedì 10.30/23.00 Con il contributo straordinario di Partner Fondatore Triennale Design Museum Partner tecnico Partner Istituzionali Triennale di Milano 68 italia: 51575551575557 10 10 ANNI MILA euro per l’arredo di assistenza garantita*** 10 EURO al mese** completo SALDI 10 FINO AL 50% RATE a tasso +10+10 10 FINITURE di legni e colori zero* 10 GIORNI per la consegna Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 69 italia: 51575551575557 Il Tempo Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile 3* *26* 3* *2( 2= *2 2=2 *2( 276 *=7 3* *2* *22 2== # '8# #80 +#) 0+/0 08%% /#)'# &/##)'%#1 :# :# +#)/ % )/ )' +#) #80 '! -8# '5/) 0/ 5&+) +#9 0#855) 0)%#5) % '5/), % ;$' //#: 8' #&+8%0) # /# +#9 / )/ )' 8' +/)/00#:) %) 5/&#) +#9 '8# %)%# +#) ++/#& % )/"05 08% &#)"%5) /#5#) +)# % 8 '% )/0) # )&'#1 5&+) &#%#)/ %5/):, #9 0)% #'#<#) 055#&', #' #$' $' - # + 2* *2 2*2 *2 2=3 *26 #* "!* $$ # '- '-# # )05 ! )/#') '): )%)' /'5) '<# /#05 #%') #/'< /8# ')' .-8#% )& &+)00) , %/# 5'# +)%# /# )5'< 5'</) # %/&) %!/) %#/# 8/ # %# )% 8:)%) )+/5) #)# ):0# &+)/%# : )% # )/5) )/5 )%5) )/5 %&) )00) #55) PLQ PD[ ')' )05 /# )%)' )%<') /0# %#/# . . & % ( . & /') #)# &+)00) 5'# /)5)' 8') #/'< '): &+/# 8:)%)0) PLQ PD[ & ( ( ) . . ( & ) % .-8#% 00#' #%') +)%# %# %/&) &+)/% PLQ PD[ % % ) % & )+/5) 1 4 1 Puzzles by Pappocom 6 4 3 9 4 4 5 8 2 8 1 2 5 3 5 9 Altri giochi su www.corriere.it /& /8# 0/ #0 )5'< , %/# #&#'# ):0# PLQ PD[ . % ) & ( . PLQ PD[ ) & ( ) . )& )/#') /'5) /#05 #' '<# /)' # 6 8 Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 LA SOLUZIONE DI IERI 6 9 1 8 3 7 2 5 4 8 3 4 6 5 2 7 1 9 5 7 2 1 4 9 3 6 8 9 8 5 7 1 3 4 2 6 4 1 7 5 2 6 9 8 3 2 6 3 9 8 4 1 7 5 7 4 6 2 9 8 5 3 1 3 5 8 4 7 1 6 9 2 1 2 9 3 6 5 8 4 7 10eLotto I numeri vincenti Lotto Estrazioni del 20 Febbraio BARI CAGLIARI FIRENZE GENOVA MILANO NAPOLI PALERMO ROMA TORINO VENEZIA NAZIONALE 78 8 31 68 80 55 53 69 89 34 5 18 71 50 79 56 88 82 16 43 54 86 23 27 43 70 72 79 25 54 84 78 21 60 75 17 67 13 28 7 81 42 33 38 4 12 63 29 4 34 45 18 73 49 60 4 0 , 0 8 16 18 31 34 43 50 53 54 55 56 68 69 71 78 79 80 82 88 89 '7@@ )= (-$)7$ -27$ ( -$37 -27$ ' ) '33$#*)72*3 &$ 2*)"$ $'(*)7 $(*) :2$3$ *)*' &$ *)7"$)' ) *()$* $ 2@* ) $*(* $ *:2)7 -2$ *$* '7*27 *2($* "$3#'(')* *'2 *--*'* # 2*) # 2(* &$ $=$ )* 3$(* *)7(-$*) *)7 $ )* # (''* &$ )$= &$ ) $(*) # 2(* &$ )7 72$) (< # (''* &$ $ * $ 33 # 2 # $(-$ '- $ $:3$ '7 $ '7 :372$ '-$)* 2@@ *2)* ' )*) :)$=$ -$&*) $73"2 # 2)@ ':32 :2)3 2)* 9AAA 2 ) ') # ' 33$2$ ') *2*)3 '*3 # 233)*) $)3 ) $ $'$* *' 2*$ ' 1'7$(* ' 2) ' )'3 ''':) 7'3 2 2(*' '7*-$)* $ 3$ * :2*)@* $3:2$) *(-2)3*2$* $=77 *27$) 1(-@@* ' 33$)$ *)7 '* = ' ) $7* $ *2 -- ' # $(- '- 2($3 )'* # $ '' )'' (-$7''*5@@$) # *' *'' )@$ # '=2 *' 2$ *' 2$ # 2$''= "$$$* 23) # (''* &$ =2*)# $=77 *)) $ (-$ '$* *) # '- :3$ *)7 *)*) (- * # 2@@* # 2 ) )2*77 9AA9 33* ' *)' # (''* &$ 33* *'' 33* ) '' 2$)*#' %* $)@*'* *@@ $ 33 # '*"#::2 ) 27$)* $ 372*@@ =3'77*5*)*') '' = 2=$3$* 7*) (-* '$#* $ ($* $(*) *2)* '' ' *)7 ($7 =$)*'$ 33* )$)* *23* 2($)$''* "(*)$> *)7#') . / *)7 )=2 . / 70*2$7@ # *2=$ '$ . / ) ) . / $7@;"' . / +') . / 70)7*) . / )7 )*#*)72*3 &$ 2:33*)#*)72*3 &$ 2=$)$ "(-*':#*)72*3 &$ "(-*2"2 * ) *:2(?:2 233*)? 2$)$7#*)72*3 &$ 233*)? 7 )#*)72*3 &$ ":$' $' *2 )*) I più letti Combinazione vincente 14 26 47 63 78 80 68 Numero SuperStar Jackpot indicativo prossimo concorso: 2.700.000,00 Ai 6: nessuno Ai 5 stella: nessuno 46.962 Ai 5+ nessuno Ai 4 stella: Ai 3 stella: 2.181 Ai 5: 75.756,33 Ai 2 stella: 100 Ai 4: 469,62 Agli 1 stella: 10 5 Ai 3: 21,81 Agli 0 stella: www.corriere.it/giochiepronostici Moto Un «razzo» da record Il mezzo a due ruote costruito dalla Triumph punta a toccare i 650 km all’ora. Foto Superenalotto 37 Numero Jolly 99 0 Oggi su www.corriere.it Giochi e pronostici 8 3 7 6 : Sudoku Difficile 2 8, )0 ,,, $ ' )//'5# #'05#%# 5%'5#! +)/5') '8# +#) #80 08%% /#)'# '5/)"055'5/#)'%# )#'5%# 55) #% '5/)"8 %% +'#0)% /#, )%# +#) '! 08% #5//') '5/% +#9 0#855) 0)%#5) %5/):, #- New York Times a Kiev, «almeno 100 morti» 1 Massacro Evacuati palazzi del potere, si spara per strada Sanremo, quei disperati in galleria 2 già sotto accusa per assenteismo compra WhatsApp, operazione 3 Facebook record da 14 miliardi di euro Delrio, l’alter ego (pacato e riservato) 4 del segretario: come Renzi ha il mito di La Pira esecutivo, stop dagli alfaniani 5 Nuovo «Ancora criticità nel programma del governo» Il premier incaricato Renzi ritratto come il «Fanciullo con il canestro di frutta» di Caravaggio. Guarda Rugby Vigilia di Italia-Scozia Domani gli azzurri in campo per evitare il cucchiaio di legno. A spese della Scozia Sanremo Le pagelle Il look di ogni star presente al Festival viene passato ai «raggi x» dall’inviata Angela Geraci 70 Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Tv in chiaro Teleraccomando ,>£ di Maria Volpe PER CAPIRE PER CONOSCERE Telese segue Denzel, la vita il nuovo governo di Malcom X Uno speciale per tenere viva l’attenzione sul nuovo governo. Proprio stasera Matteo Renzi potrebbe rendere noti i nomi dei ministri scelti che giureranno domani. Molti gli ospiti di Luca Telese (foto) in studio. Tra loro: Giorgia Meloni, Fabrizio Cicchitto, Elisabetta Gardini, Giorgio Airaudo, Alessandro Sallusti. Previsti anche collegamenti con Firenze per vedere come la moglie, la famiglia e il cerchio magico di Renzi stanno vivendo il momento. Debutta anche il giornalista Parenzo come inviato del programma. Infine un’analisi del match tra Grillo e Renzi: chi ha vinto? Per ricordare il 49esimo anniversario della scomparsa del grande predicatore dell’autodifesa dei neri, arriva uno dei film più riusciti di Spike Lee, Malcolm X, con Denzel Washington (foto). Primo film occidentale a proiettare sequenze girate in un luogo sacro (La Mecca), l’opera racconta la vita di uno dei più grandi, ma anche controversi, capifila afroamericani del XX secolo. L’attivista statunitense è stato assassinato a New York il 21 febbraio 1965 per mano di membri dell’organizzazione di cui era stato portavoce, la Nation of Islam. Matrix Canale 5, ore 21.10 Malcom X Rai Movie, ore 22.50 ,>Ó À>°Ì È°ää 1," 7-° ÌÌÕ>ÌD È°£ä 1 "// ° ÌÌÕ>ÌD È°Îä / £° *,6-" -1 6/ -6, ",/° È°{x 1 "// ° ÌÌÕ>ÌD £ä°Îä 1 "// 6,° ÌÌÕ>ÌD £Ó°ää *,"6 1" "° 6>ÀiÌD £Î°Îä /", ° £{°ää / £ " "° ÌÌÕ>ÌD £{°£ä 6,//" ° ÌÌÕ>ÌD *,6-" -1 6/ -6, ",/° £Ç°ää / £° £n°xä ½,/° +Õâ° `ÕVi >À Ì Óä°ää /", ° Óä°Îä È{c -/6 -, <" / ° 6>ÀiÌD° `ÕVi >L >â] ÕV>> ÌÌââiÌÌ\ /}£ Èä ÃiV° ä°Îä /£ "//° £°ää /*" ° £°äx -"//"6" ° ÌÌÕ>ÌD £°Îx /","° ÌÌÕ>ÌD Ó°Îx ,7 6-" *,6/° VÕiÌ Î°äx /-/" *,"/" -/ 6 /1 -" - ""° ÌÌÕ>ÌD ,>Î À>°Ì ,iÌi{ À>°Ì >>ix Ì>>£ >Ç /Û i`>ÃiÌ°ÌÉÀiÌi{ i`>ÃiÌ°ÌÉV>>ix i`>ÃiÌ°ÌÉÌ>>£ >Ç°Ì ÌÛ°Ì *-° /iiv 6 ° /iiv 1 /,° /iiv , ,° /iiv - "- ¶ ÌÌÕ>ÌD , // ½/ ° ÌÌÕ>ÌD / { /"°/ / /6 ",-° /iiv - ", "° /iiv " -*",/" ",1° ÌÌÕ>ÌD , " /6 -* ° 6>ÀiÌD <",,"° /iiv -* ", ½,° / { /"°/ -,/"° /iiÛi> /*-/ ½",° ->« "«iÀ> n°ää / x // ° n°{x /" / */,"° ÌÌÕ>ÌD n°xä // " +1° ÌÌÕ>ÌD £ä°äx / x ", £ä° ££°ää ",1° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / x° /"°/ £Î°{ä 1/1° ->« £{°£ä /"6/, ° ->« £{°{x 1" " ° /> à ܰ `ÕVi >À> i «« £È°£ä -,/"° /iiÛi> £È°xx *"," +1° ÌÌÕ>ÌD £n°xä 6 / 1 /,"t +Õâ° `ÕVi *> à Óä°ää / x° /"°/ Óä°{ä -/,- "/< 6" ½,,1 <° /} ->ÌÀV° `ÕVi â >VV iÌÌ] â Ài}} È°xx , -° -iÀi Ç°{ä 1 *, ° /iiv °Îä 6,7""° /iiv ££°Óx ,° "1- 6-" ° /iiv £Ó°Óx -/1" *,/"° /"°/ -*",/ -/ / *<" ° £Î°äx -*",/ -/° £Î°{ä 1/1,° >ÀÌ £{°äx -*-" ° >ÀÌ £{°Îä ," /° >ÀÌ £{°xx /",9 ° -iÀi £x°{x 1 1" £ÉÓ° -iÀi £È°Îä "7 / 9"1, "/,° /iiv £È°xx /° /iiv £n°Îä -/1" *,/"° /"°/ £°Óä °-°° - , ° /iiv È°ää / Ç° i «À}À>>\ iÌiÆ "ÀÃV«Æ /À>vvV È°xx "6 -° ÌÌÕ>ÌD Ç°ää " 1- ,-- -/*° ÌÌÕ>ÌD Ç°Îä / Ç° Ç°xä " 1- /"° ÌÌÕ>ÌD Ç°xx " 1-° ÌÌÕ>ÌD °{x " ,° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi /â>> *>i> ££°ää ½, /,° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÞÀÌ> iÀ £Î°Îä / Ç° £{°ää / Ç ," ° ÌÌÕ>ÌD £{°{ä -/, - , - "° /iiv £È°{ä / -/, /° /iiv £n°£ä "--," ",,° /iiv Óä°ää / Ç° £Ó°Óä /-\ - //½ -iÀi £Î°Óä ," 1 , -1*,-/,° /iiv £{°£x - ,1-° -iÀi £x°£ä ", 9° /iiv £È°ää / "° 6>ÀiÌD £È°xä / "° 6>ÀiÌD £n°xä ," 1 , -1*,-/,° /iiv £°Óä - ,1-° -iÀi Óä°£x ", 9° /iiv Óä°{ä ", 9° /iiv Ó£°£ä /-/" ° -iÀi ÓÓ°ää *""° -iÀi Óΰää , 9"1 / " ¶ 1 -*, /" ½",° 6>ÀiÌD Óä°Îx 1 *"-/" -"° ->« Ó£°äx ,"° âi] ÕÃÌÀ>ÉvÀ>V>É}iÀ >>] Óä£Ó®° ,i}> ` -Ìi° 1ÀV /ÕÕÀ] / iÀ}>] ,v >ið Ó£°£x +1,/" ,"° ÌÌÕ>ÌD Ó{°ää *"7, *"/,° À>>ÌV] 1Ã>] £nÈ®° ,i}> ` -`iÞ ÕiÌ ° ,V >À` iÀi] Õi ÀÃÌi] ii >V>° Ó£°£ä /,8° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÕV> /iiÃi Ó{°ää / x "//° /"°/ ä°Îä -/,- "/< 6" ½,,1 <° /} ->ÌÀV° `ÕVi ° >VV iÌÌ] ° Ài}} Ó£°£ä ,,"7° /iiv° -Ìi« i i] >Ìi >ÃÃ`Þ ÓÓ°xä / /"",,"7 *"*° /iiv ä°Îx ,6"1/" ° /iiv° Þ ÕÀi] /À>VÞ -«À`>Ã] >V>À ëÃÌ Óä°Îä "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕLiÀ Ó£°£ä /, "° / ÀiÀ] ÀÉÌÉ1Ã>] £È{®° ,i}> ` ° À>i iiÀ° ÕÀÌ >V>ÃÌiÀ] *>Õ -Vvi`] i>i Ài>Õ° ÓΰÓä -1*,-/", Óä£{° 6`ivÀ>iÌ Ó{°ää /Î "//° ä°£ä / ," ° /" £°äx /Î - ° ÌÌÕ>ÌD Ó°Óä // *,"1° i`>] Ì>>] £nn®° ,i}> ` 6ÌÌÀ i -ÃÌ ° iÀÀÞ >D £°äx 1" " ° /> à ܰ `ÕVi >À> i «« Ó°Îx / x\ ,>ÃÃi}> ÃÌ>«>Æ iÌi°Ì ΰäx / ,° /iiv Ó°äx -*",/ -/° Ó°Îä -/1" *,/" ", /° ΰää ,"-° /iiv ΰxx /t /iiv Óΰ{x / Ç / -° ÌÌÕ>ÌD ä°xx "6 -° ÌÌ° £°ää ,,1 ° âi] 1Ã>] £nn® È°{ä ,/"" -° ,>}>ââ n°£ä <",,"° /iiv n°Îx -*,/ "1-76- -,/ 7-/, ° /iiv £ä°ää /Ó -° ÌÌÕ>ÌD /" Ó° ££°ää // 6"-/,° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / Ó ", "° £Î°Îä /Ó / *,° ÌÌÕ>ÌD £Î°xä /Ó - 6,° ÌÌÕ>ÌD £{°ää //" //"° ÌÌÕ>ÌD £È°£x " - // ,,-"/° /iiv £Ç°{x / Ó - °°-° £Ç°xä , *9,° ÌÌÕ>ÌD £Ç°xx , / -*",/° £n°£x / Ó° Ç°Îä /, 1" ", " ," ° ÌÌÕ>ÌD n°ää ",° ÌÌÕ>ÌD £ä°äx , *, /" -*<","° ÌÌ° £ä°£x ,/,° ÌÌÕ>ÌD ££°£ä / Î 1/° ££°£x -,° ÌÌÕ>ÌD £Ó°ää / ΰ /Î 1", /° ÌÌÕ>ÌD £Ó°{x * +1"/ "° ÌÌ° £Î°£ä /*" -/",° ÌÌÕ>ÌD £{°ää / ,°/ , /" £{°Óä / ΰ /" ΰ £{°xä /, " ,"° ÌÌ° £x°ää / Î °°-° £x°äx /, *<< ,° ÌÌÕ>ÌD £x°£ä , *9,° ÌÌ° £x°£x /,, "-/,° /v £È°äx -*// " "° VÕiÌ £È°{ä "° VÕiÌ £°ää / ΰ/ ,°/ , /" Óä°ää "° ÌÌÕ>ÌD Óä°£ä - " "- 1/° ,i>° £n°{x -+1, -* ", ££° /iiv Óä°Îä / Ó Óä°Îä° Ó£°äx 6,1- " /" ° /> Ã Ü ÓΰÓä / Ó° ÓΰÎx "//6" * /° ÌÌÕ>ÌD ä°Óx , *, /" /", ° ä°Îx /", " 7, ° >Ì>ð] 1Ã>] Óä£Ó®° ,i}> ` ivv ÕÀÀ È°Óx Ç°Óä n°Óä °{x £ä°{ä £ä°xä ££°Îä £Ó°ää £Ó°xx £{°ää £x°Îä £x°{x £È°£x £n°xx £°Îx Óä°Îä ii>Þ /6 £x°Îä " 1*9 9° ÕÃV>i £Ç°ää 9 /-° Õð £n°ää -8 ,-° /v £°ää *,// " /,"**"° -iÀi £°Îä -- E "9° /v Óä°ää ", *-1° ÕÃV>i Óä°Óä 1", ,"° 6>ÀiÌD Óä°{x ,"" ° 6>ÀiÌD Ó£°ää " " "° V° ÓÓ°ää 9 / ° 6>ÀiÌD ÓΰÎä , ",,", -/",9 Ó° /iiv 2 -/$/ ?$! $/!2 "*1/ Film e programmi Il conte Jim Carrey mira all’eredità Stallone, un ex pilota che torna a correre ,>{ Tre fratelli orfani vengono affidati alle cure di un parente: il conte Olaf (Jim Carrey, foto), interessato a mettere le mani sull’eredità lasciata ai ragazzi dai loro genitori. Lemony Snicket Rai 4, ore 21.10 Renny Harlin dirige un film ambientato nelle corse della Champ Car. Sylvester Stallone (foto) è l’ex campione Joe Tanto che torna a correre per sostenere un pilota di talento. Driven Iris, ore 21.05 Ç°äx n°Îx °Óä £ä°äx £ä°xä ££°Îx £Î°äx £Î°xx £{°äx £{°xä Tredonnescomparse perGianluigiNuzzi Giacobbo alla scoperta dei vulcani d’Italia Christiane Seganfreddo, Elena Ceste, Roberta Ragusa: tre donne scomparse al centro del programma di cronaca nera condotto da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero. Quarto grado Rete 4, ore 21.15 In questa puntata terminerà il viaggio in tre puntate sulla storia geologica dell’Europa. Roberto Giacobbo condurrà il pubblico alla scoperta dei vulcani d’Italia. Obiettivo Pianeta Rai2, ore 23.35 £x°Îx £È°Óä £Ç°äx £Ç°xä £Ç°xx £°Óx £°Îx Óä°Óx Ó£°£ä ÓÓ°xx ,>x À>°Ì À>°Ì -/,° -iÀi "-/ 7",° -iÀi 8 ° -iÀi *,6/ *, / ° -iÀi ,"/,- E --/,-° -iÀi -/,° -iÀi ,1-° /iiv , *9,° ÌÌ° *,6/ *, / ° -iÀi ,"/,- E --/,-° -iÀi äÓ£ä° -iÀi " /, ° -iÀi 8 ° -iÀi , 7- ", "° -/,° -iÀi , *9,° ÌÌ° - /1,9° -iÀi -1*, /1,° -iÀi " 9 - / 1 -, -",/1 / 6 /° ÛÛiÌÕÀ>®° ,i}> ` À>` -LiÀ}° 7" , ° £Ç°Óä "" /"1, ,/° ÌÌ° £n°£x 6 //, -"7° /> Ã Ü £°äx 1] , -/ ] -/,6 -° Õð Óä°Óx , *9,° ÌÌ° Óä°Îx *--*,/"1/° ÌÌ° Ó£°£x *,"6 *, 1 /, - ° ,> -ÌÀ> £n°Îä ° °° ° VÕiÌ £°Îä ,- -/ //° VÕiÌ Óä°äx , x{° VÕiÌ Óä°Îx /*" -/",° VÕiÌ Ó£°Óä -7", /" - , 9° VÕiÌ ÓÓ°£x ",,6 ½ "° VÕiÌ Óΰäx -11+° VÕiÌ ,> ,> *ÀiÕÀ>°Ì Ûi £n°{ä * 6/° /iiÛi> £°Óä , *9,° ÌÌ° £°Îä ,9 76-\ " // 1",° -iÀi Óä°£x ,- " ," ° -iÀi Ó£°£x -" " ,/" /° ÃiÀi À>°Ì À>°Ì £x°{ä -*", ,° £Ç°Óä , 7- ", "° £Ç°Óx , *9,° ÌÌÕ>ÌD £Ç°Îx 1 /," "° £°£x °°° *-° Ó£°£x /" ",-"° ÓÓ°xä " 8° ,> Õ« À>°Ì ,i> /i Ài>ÌiÌÛ°Ì >Ãà /Û >Ý >Ç` V>ÃÃ°Ì `>Ý°Ì >Ç°Ì £Ç°Îä 1 1 * ° >ÀÌ £Ç°xx 7 8 1° >ÀÌ £n°Óä 1* , Óä£ÎÉÓä£{° ÌÌÕ>ÌD £n°{x , ° /iiv £°Îä 6"//° /iiv Óä°Óä 6 /","1-° /iiv Ó£°£ä 7 8 1° >ÀÌ ÓÓ°ää 1 1 * ° >ÀÌ £°£ä /" -*"- , -° ÌÌÕ>ÌD £°{ä /" -*"- , -° ÌÌÕ>ÌD Óä°£ä -/ ,9° ÌÌ° Ó£°£ä " 1° ÌÌ° ÓÓ°£ä ,9 "--\ -"19° ÌÌÕ>ÌD Óΰäx ,9 "--\ -"19° ÌÌÕ>ÌD ä°äx -" ° £È°ää / ", "° ÌÌÕ>ÌD £È°Îä / -*",/° ÌÌÕ>ÌD £Ç°ää *,"/"° ÌÌÕ>ÌD £Ç°{x 7E",,° -iÀi £°Îä *1 /" *"° ÌÌÕ>ÌD Óä°xä 7 / ° ÓÓ°Îä 7E",,° -iÀi ÓΰÓä --,° ÌÌ° £x°{x , //"t V° £È°£ä /", /-",° ÌÌÕ>ÌD £Ç°xx , //"t V° £°{ä " *1 ° VÕiÌ>À Óä°Îä ,19 -" 1 *,*,// ,Õ}LÞ Ó£°ää ,- È <" ,Õ}LÞ ÓÓ°xä ,19 -" 1 *"-/*,// £n°äx " "° ,i>° £n°xx / Ç° £°ää 5 //° ÌÌÕ>ÌD Óä°äx 1" ° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä " " *1,° ÓÓ°xä /,, ,/° £°ää / ,° "< -"7° ,> 99 Àà i >x /Û Óäää À>°Ì £°äx - * / 6®° >ÀÌ £°Îä - /"*" "° >ÀÌ £°xä ,/" " < "° >ÀÌ Óä°£ä *** *° >ÀÌ Ó£°Óä 1"6 6 /1, */, * ° Ó£°{x 1" "// " 6" 9" 9"° Àði`>ÃiÌ°Ì ££°xÓ ° £Î°{ " 6" /° £x°Î -// - ° £Ç°Óx " 1 /1,° Óä°£Ó , ° /iiv Ó£°äÓ ,6 ° Óΰäx ,/] " -*,° ViÌÛ°Ì £Ç°ää "*\ - -" -* ° -«ÀÌ ÀiÌÌ>® £°ää "*° -«ÀÌ Óä°Îä "*\ -" /"9° ÌÌÕ>ÌD Óä°{x , ° Ó£°£x 1 1"° Óΰ£x "/ /" / *, , 1° 6>ÀiÌD i`>ÃiÌ°Ì £n°ää " /" -*"-° V° £°äx " - "° ,i>ÌÞ £°Îä ° /iiv Óä°Óä 1 *, ° /iiv Ó£°££ -, *, / "° Óΰää 1" " ° /> Ã Ü ÌÛÓäää°Ì £°xx -/", "1,-° ÌÌÕ>ÌD Óä°ää ,"-," "1,- ,/° ,i}i Óä°Óx 1", ", "° ÌÌ° Óä°xä / /° Ó£°Óä 1 ", / " 6- "6"° ,i}i Corriere della Sera Venerdì 21 Febbraio 2014 71 italia: 51575551575557 Pay Tv Film e programmi Un ispettore bracca l’ex galeotto Jackman Dall’omonima opera di Victor Hugo, il musical firmato da Tom Hooper sulla redenzione dell’ex carcerato Jean Valjean (Hugh Jackman, foto), ricercato da decenni dallo spietato ispettore di polizia Javert. Les Misérables Premium Cinema, ore 21.15 McConaughey e Keitel marinai in guerra -Þ i> -«ÀÌ £Ó°Óä ,/< ->à >] >`i] 9>à i i à i µÕ>ÌÌÀ >`iÃViÌ `i }ÀÕ«« `ii À>Ìâ] >««i> }ÕÌi >> } ÃV ° -Þ i> >Þ £Î°äx " 1 *- *, 6 +Õ>ÌÌÀ "ÃV>À] ÌÀ> VÕ µÕi «iÀ }À v i }À >ÌÌÀi > ° >À`i] «iÀ > «iV> `ÀiÌÌ> `> vÀ>Ìi i° -Þ i> "ÃV>À £{°äx " 1 ","" /1//" , L m Õ `Ã>ÃÌÀ] ÀiÃVi > > >ÌiiÀi Õ >ÛÀ] > « à L>ÌÌi i] >`Ài Ã}i > VÕ ÃiÀÛi Õ >}}À`° -Þ i> >Þ £x°{x 1" ", / 1> }À>Ì> ÛÃÃÕÌ> `> «iÀÃ>}} `i½Ì>> ` }}] Õ> vÌ}À>v> `i} Ì>>] V À Ûâ i` À `viÌÌ° -Þ i> £ £È°äx ½/, , 1> V««> V i ÀiÃVi >` >ÛiÀi v} à ÀÛ}i > >Ìi V i à vvÀi Vi >`Ài ÃÕÀÀ}>Ì° > }Û>i «iÀ¢ à ÀÛi> «iÀVÃ>°°° -Þ i> >Ý £Ç°Óä - 1-] * /1" *, ÃÌÀiÌÌ À>««ÀÌ ÌÀ> i v>}i 7>} i "ÃÌÀvv m V«ÀiÃà `>> Ài>âi ÌÀ> *>Õ 7>}® i > v}> `i} "ÃÌÀvv° -Þ i> £ £n°Óx ½1/" *,/", Ûi "ÃV>À «iÀ v `ÀiÌÌ `> ° iÀÌÕVV ViÌÀ>Ì ÃÕ> ÛÌ> ` *Õ9] ½ÕÌ «iÀ>ÌÀi `i> >° -Þ i> "ÃV>À £°Óä " / -"/9 1 iÀ «ÀviÃÃÃÌ> ÛiÃÌ}> «iÀ VÌ `i> >v> ÃÕ Õ> À>«> ivviÌÌÕ>Ì> `> ÌÀi À>}>ââ `ÕÀ>Ìi Õ> «>ÀÌÌ> ` «iÀ° -Þ i> ÕÌ Ó£°ää ","" *--" >ÃÌ ÌiÀ>â>i ° À>Ì] -° Ài i ° ->ÌÀ>® «iÀ Õ v ëiÌÌ>V>Ài] >LiÌ>Ì i> -«>}> `i £n£ä° -Þ i> >ÃÃVà *9 -1 - -*"-/ i £nx *i}}Þ -Õi ° /ÕÀiÀ® Û> > Õ> viÃÌ> ` iÝ ÃÌÕ`iÌ `i½> £Èä i ` V« à ÀÌÀÛ> `iÌÀ i Ìi«° À}i ° ° ««>° -Þ i> ÕÌ 1 1\ ,-6" > i i>] iÌÀ>L ÃÌÕ`iÌ] à ÀÌÀÛ> >VV`iÌ>iÌi ÃÕ Õ½Ã> `iÃiÀÌ>° >ÌÌiÃ> `i ÃVVÀð°° -Þ i> >Þ -7 ½ -/ 1 ÃiÀ>iÀ iÃV}Ì> Õ> ÃiÀi ` }V «iÀ i ÛÌÌi] «iÀ v>À à V i à ÕVV`> > ÛVi`>° -Þ i> >Ý -" - 1> `> > LÃ} ` Õ `>ÌÀi «iÀ VL>ÌÌiÀi > >>ÌÌ> ` ÃÕ v}° -Þ i> *>Ãà ӣ°£ä ,/ 1", ½ "-/," /À>ÌÌ `>½ À>â ` Ài> Õi] i>ÀÌ m `ÀiÌÌ `> ° -vÌiÞ] V ° ÀÀi] ° «i iiÌÌ i *° iÌÌ>Þ° -Þ i> £ / -" /7", > ÃÌÀ> ` >À <ÕViÀLiÀ} i `i> >ÃVÌ> `i> ÃÕ> ºVÀi>ÌÕÀ>» >À>\ ÃV> iÌÜÀ >ViL° -Þ i> "ÃV>À ÓÓ°Îx -/1,/ // 1 /"*" " LÃ} ` >vviÌÌ ` Õ Ì«] ë}i ½>>i >` iÌÀ>Ài Vi iLÀ ivviÌÌÛ ` Õ> v>}> ` Õ>° ° >Ûð -Þ i> >Þ ÓÓ°{x ,/9 À> *Ài `i> ÕÀ> > iÃÌÛ> ` >ið 1 «iÃVÛi` >«iÌ> v>½ «ÀÛ «iÀ À>`i À>Ìi i «iÀ`i > ÌiÃÌ>° -Þ i> ÕÌ ÓÓ°xä -*,/ ",/ -«Ã>Ìà ÌÀ«« }Û>] iiÃÌi i iÃÃi à à Ãi«>À>Ì >> Ã}> `i ÌÀi̽>° iV` «iÀ¢ ` iÛÌ>Ài `ÛÀâ i À>iÀi >V° -Þ i> *>Ãà Óΰää "6 E - ,/- +Õ>` >Ìi ë>ÀÃVi «À ÃëiÌÌ>Ì m ÃÕ >ÀÌ >Û`] iÀi`i ` Õ> ÀVV> v>}>° ëÀ>Ì >> ÃÌÀ> ÛiÀ> ` ,LiÀÌ ÕÀÃÌ° -Þ i> £ £{°Îä +1/<" \ " " -/,- ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £x°Îä // ,\ 1// ,"" ,/" ,>-«ÀÌ £ £È°ää -"\ 1, , À ` `>ÕÃ>° vviÀÌ> ÕÀëÀÌ £Ç°ää 1/""-"\ *" /" 1,"*" -*79 vviÀÌ> ÕÀëÀÌ £n°ää "\ -7 - /9 *" 1 ÕÀ«> i>}Õi -Þ -«ÀÌ £ £n°£x 7,-/ \ 77 "-/ - "7 t -Þ -«ÀÌ Ó £°äx -"\ 1, , À ` `>ÕÃ> ÕÀëÀÌ £°£x 6\ ",- -- "1,- 9>V Ì E -> Óä°ää "\ 7", " *" -*- VViÌÕÀi >ÌV *>Þ° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ Ó Óä°Îä *1/"\ / , VÌÀ ÌiÀ>â>i° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ Óä°{ä "\ *,1 6 /" >«>Ì Ì>> i}> *À ,>-«ÀÌ £ Ó£°ää "\ -, ", / 1 ÕÀ«> i>}Õi -Þ -«ÀÌ £ ÓÓ°ää "\ 16 /1- /,<" -*", 1 ÕÀ«> i>}Õi -Þ -«ÀÌ £ -iÀi /Û ÌÀ>ÌÌiiÌ ,>}>ââ VÕiÌ>À £{°£ä £x°Îx £È°Îx £Ç°Óx £n°ää £°£ä Óä°Îä Ó£°ää £{°{ä *," / ,1 79 1- ££ Ý vi £x°ää , 79 ,> Õ« £È°Óx "-- - -Þ 1 £n°Óx 1 ", -/, 1-/, -Þ 1 £n°{x 1 " "<, " Ý vi £°£ä -/, < Î -Þ 1 Óä°{x /"/ 7*"1/ *," / /1//"t Ó Ó£°ää +1//," /," / Ý vi Ó£°Óä / **, / \ *, "--Þ 1 Ó£°Îä - 1" ÓÓ°ää +1//," /," / Ý vi £n°{x - 9 /"*" " ÃiÞ >i £n°xä ,7",- ," -\ * , >ÀÌ iÌÜÀ £n°xx 1"6 66 /1, */, * i`à £°ää // - , iÀ>} £°äx ," Ó £°£x " -/,", ," " " 1 >ÀÌ iÌÜÀ -*" " Vi`i £°Óx "9 // - , i`à £°Îä "9 // - , i`à /" Ó £°{ä 91" >ÀÌ iÌÜÀ £{°äx -+1, -* 1" >Ì> i}À>« V £x°Óä ""/\ /", "-/, ÃVÛiÀÞ >i £È°Óä - " - " - - ", £Ç°Îä "- " ,, ÃVÛiÀÞ -ViVi £n°Óx ", , - -"7 ÃVÛiÀÞ -ViVi £°Óä , -/, - ÃVÛiÀÞ -ViVi Óä°ää , +1//," ,1"/ ÃVÛiÀÞ >i Ó£°ää 9/1-/,- ÃVÛiÀÞ >i ÓÓ°ää 11/", -, ÓÓ°xä *," , 6" >Ì> i}À>« V £x°x 1 ° /iiv " £È°än -"* *+1 ° /iiv 9 £È°£x "- 1*° VÕiÌ>À -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £È°{x / 7" ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £È°xä 1 ° /iiv " £Ç°ää - " , "° /Û 9 £Ç°äÇ 1/1° *ÀiÕ i> £n°ÎÇ " /, ° /iiv 9 £n°{ä -/1" <" \ 9 7," /" Óä£{° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £n°xä 6-" -1 *° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £°Ó£ ---° /iiv " £°ÓÈ , *, ° /iiv 9 £°Îx 1 ,/" /,"**"° *ÀiÕ i> Óä°£x ---° /iiv " Óä°£n , *, ° /iiv 9 Ó£°ä£ <""° - Ü *ÀiÕ i> Ó£°£x - -,-° *ÀiÕ i> Ó£°£x / ° /iiv " Ó£°£x , *, ° /iiv 9 Ó£°£x " 1-° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> 1942. Un sottomarino Usa deve catturare un sommergibile tedesco per impadronirsi di un decodificatore segreto. Nel cast Matthew McConaughey, Harvey Keitel (foto insieme) e Bill Paxton. U-571 Studio Universal, ore 21.20 Il nerd Eisenberg inventa Facebook Il film racconta la storia di Facebook, il social network più usato al mondo, e del suo creatore, il giovane nerd Mark Zuckerberg (Jesse Eisenberg, foto). Dirige il regista David Fincher. The Social Network Sky Cinema Oscar, ore 21.10 Ó£°äx Ó£°xx ÓÓ°ää ÓÓ°äx ÓÓ°£x ÓÓ°Óä , Ý " - Ý Ài ,9½- /"9 Ý vi 6"// ÃiÞ >i , E "- Vi`i ° °°-° Ý Ài / /",9 Ý / -/ Ý Ài -*9 ""7 Ý 1" ",/1 ,t ÃiÞ >i /,9 Ý Ài 7 , Ý ," -" Ó + 1 - 1" 1",°°° >ÀÌ iÌÜÀ / -*"6, 1 ÃiÞ >i ", 9 Ý Jack Kerouac e la Beat Generation i`>ÃiÌ *ÀiÕ Lo scrittore «On the road» Jack Kerouac rivive in un intenso ritratto che ripercorre la storia della Beat Generation con testimonianze inedite. Tra gli altri William F. Buckley e Carolyn Cassady. American Rebels - Jack Kerouac Sky Arte HD, ore 22.45 £{°ÓÓ ,° "1- 6-" ° /iiv " £{°Îx /," " -",° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £x°£Ó ,° "1- 6-" ° /iiv " £x°Óä 1 *, ° /iiv 9 £x°ÓÇ 6 9 ,-/ , " ° *ÀiÕ i> A fil di rete di Aldo Grasso Bellezza italiana e mediocrità diffusa S anremo Settebellezze. Se all’Ariston sento ancora parlare di bellezza metto mano alla pistola. Ah, i danni involontari, il fuoco amico de La grande bellezza (che poi, a ben vedere, il titolo giusto sarebbe stato Il grande autocompiacimento), l’idea che basti la parola, come il famoso lassativo. A un programma televisivo si chiede di essere bello (a cominciare dalla scenografia), non di parlare di bellezza perché ormai il vocabolo è logorato, a furia di usarlo a sproposito è diVincitori e vinti ventato una vuota carcassa, non significa più nulla. In questi anni, la Bellezza è passata dall’esteFederica tica all’estetismo, dall’anima al Sciarelli corpo (specie nei concorsi di Gli scomparsi bellezza), dalla passione alla della Sciarelli compassione («bella dentro»). battono i film L’unica cosa che sappiamo con «bene rifugio». certezza sulla bellezza è che non Sanremo in calo per via esiste una ricetta per produrla o del Milan, ma anche di Federica Sciarelli che una scritta per indicarla. tiene bene col suo «Chi La Bellezza con cui noi siamo l’ha visto...?». Per Rai3 costretti ogni giorno a confrongli spettatori sono tarci è quella creata dai media, 2.630.000, per una altrimenti detta «moda». Oggi è share del 9,3% bello questo, domani quello. Avevano già capito tutto le streghe nel primo atto del Macbeth Matthias quando gridano: «Il bello è brutKoeberlin to e il brutto è bello…». I film «bene Noi autori di Sanremo, inverifugio» ce, siamo Buoni e Belli, siamo superati dagli noi il modello cui dovreste aspiscomparsi della Sciarelli. rare; per questo i monologhi Molte reti si rifugiano sul sanremesi sulla bellezza hanno cinema meno costoso: un incedere imbarazzante, come così fa Rai2, che manda se la Bellezza fosse un valore asin onda il film tv soluto e atemporale. «Vulcano», con Matthias Forse dovremmo fare un picKoeberlin: gli spettatori colo esame di coscienza: ma esisono 1.379.000, ste ancora la tanto decantata bel4,7% di share lezza italiana? Non dovremmo per caso cominciare a fare i conti con una mediocrità diffusa, che ci vede tutti coinvolti in un costante degrado del gusto, nessuno escluso? Come sosteneva Simone Weil, c’è tanta bellezza persino nella politica, nei gesti quotidiani, nei paesaggi, nell’architettura, ovviamente nell’arte e nella conservazione dell’arte. Basta saperla cogliere perché, è noto, la bellezza non sale su un palco ma è negli occhi di chi guarda. © RIPRODUZIONE RISERVATA Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv Ó£°Óä 1xÇ£° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓÓ°äÈ *, /""° /iiv 9 ÓÓ°x / 6*, ,-° /iiv 9 Óΰäx 6,° /iiv " Óΰ£x -/1" <" \ 9 7," /" Óä£{° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓΰÓx °°° *,"/<" /-/" ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Óΰ{n / 6*, ,-° /iiv 9 ÓΰxÎ - ""*° *ÀiÕ i> Óΰxn 6,° /iiv " ä°Î " /, ° /iiv 9 ä°{{ -* "° ,ÕLÀV> " ä°xÈ ,° "1- 6-" ° /iiv " £°äx , 1 , -/",° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> 72 italia: 51575551575557 Venerdì 21 Febbraio 2014 Corriere della Sera
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