MARTEDÌ 20 MAGGIO 2014 ANNO 139 - N. 118 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281 Letteratura e paradossi Quella smania censoria per essere corretti P Prenotazioni online LL’Antitrust indaga E Expedia e Booking Con il Corriere Braccialetti Rossi: il primo dvd della fiction di Pierluigi Battista a pagina 31 di Fabio Savelli a pagina 27 Oggi in edicola a 9,90 euro più il prezzo del quotidiano Giannelli Verso le Europee Il debutto del leader Cinque Stelle a Porta a Porta su Raiuno MILIZIE LIBICHE MIOPIA ITALIANA Grillo all’attacco, show in tv Battaglia finale con Renzi di FRANCO VENTURINI 9 771120 498008 40 5 2 0> Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano difendere la capitale. E un fantomatico governo ha sospeso il primo ministro appena designato e sciolto il Parlamento. Davanti a un simile rompicapo Haftar avrà i mezzi per prevalere, oppure sarà guerra civile su larga scala? Visto dall’Italia l’ennesimo terremoto libico può soltanto far crescere un allarme ormai permanente. È facile immaginare quale accelerazione imprimerebbe una guerra generalizzata al macabro business dei migranti che aspettano di rischiare la vita per giungere da noi. E sebbene l’Eni sia riuscita finora a limitare i danni, non è difficile prevedere che gas e petrolio diretti in Italia ne soffrirebbero ulteriormente. È ora che il governo italiano, mentre sollecita la solidarietà europea in tema di immigrazione, chieda anche la definizione di una strategia nei confronti della Libia. Non ha più molto senso invocare una illusoria «transizione democratica». Non basta che l’America affidi l’addestramento di soldati libici all’Italia (che lo sta facendo) e a qualche altro Paese europeo. Serve il coraggio di scegliere. Siamo per la Cirenaica autonoma o per il centralismo di Tripoli? Siamo con o contro, come si dovrebbe presumere, gli islamisti? Con o contro gli Haftar del momento? A favore o contro interventi senza «scarponi sulla sabbia» ma capaci di correggere almeno una parte degli errori commessi nel 2011 abbattendo Gheddafi senza pensare al domani? La bussola libica è impazzita, d’accordo. Ma prima o poi bisognerà aggiustarla, se non vogliamo che qualcuno chieda quante divisioni ha l’Occidente. La corsa siciliana del sardo Soru di GIAN ANTONIO STELLA R iuscirà un ispido uomo dell’isola del mirto nel miracolo di prendersi almeno un pezzo dell’isola del fico d’India? La storia della campagna elettorale per le Europee nella circoscrizione Isole, versante pd, è tutta qui. CONTINUA A PAGINA 6 Nei Comuni che hanno già deciso, la prima rata dell’imposta sulla casa si paga a giugno L’incontro Tasi, rinvio per le città in ritardo RASSEGNARSI, LA PAROLA CHE IL PAPA NON AMA Proroga al 16 settembre per chi non fissa subito le aliquote di LUIGI ACCATTOLI Incriminati dagli Usa cinque ufficiali di Pechino UN’INCREDIBILE E MOLTO SALATA TASSA DELLE BEFFE di ENRICO MARRO C i avevano detto — governo Letta — che non avremmo più pagato l’Imu sulla prima casa. E non è vero. Anzi, una parte dei proprietari pagherà di più. CONTINUA A PAGINA 2 Cyberguerra America-Cina: atto primo di MASSIMO GAGGI W ashington denunciava da anni attacchi informatici cinesi contro aziende americane. Ieri è passata alle vie di fatto: per la prima volta nella storia dei rapporti tra le due potenze, il ministero della Giustizia ha incriminato 5 ufficiali cinesi (le foto segnaletiche sono quelle dell’Fbi), accusati di aver rubato segreti industriali. A PAGINA 10 © RIPRODUZIONE RISERVATA di FRANCESCO ALBERTI A PAGINA 21 ALLE PAGINE 4 E 5 Guerzoni, Trocino «L Storia di una rinascita (dopo il sisma) miracoli sono di moda in Emilia da quando, maggio 2012, le fauci della terra si mangiarono a rate case e aziende, chiese e negozi, centri storici e scuole. Paolo Preti, modenese di 55 anni, il suo personale miracolo se lo è costruito da solo: la sua azienda, la «Meta» (meccanica di precisione), completamente distrutta due anni fa, non solo ha ripreso a pieno ritmo, «ma l’ultimo fatturato è stato superiore del 10% a quello del 2011, prima del sisma». CONTINUA A PAGINA 4 di ALDO GRASSO Emilia L’imprenditore Paolo Preti, l’azienda distrutta con 3 morti, la ripresa I a mia è una mossa politica, sono qui per combattere un pregiudizio…». Beppe Grillo si dice commosso di entrare nello studio di Porta a Porta ma svela subito che il pubblico è «la coreografia del Paese, pagato per non dire nulla». Alla fine ha deciso di usare l’arma della tv per tentare di vincere la sfida alle Europee con Matteo Renzi: dopo 20 anni di assenza dalla Rai, Beppe Grillo torna e si presenta sui divanetti della tanto vituperata Porta a Porta di Vespa. La battaglia con il leader di Pd e governo dura dal mattino, da quando il capo dei 5 Stelle ha previsto per «Renzie» sconfitta e sparizione con la «lupara bianca». E davanti a Vespa abbassa i toni AP / CHARLES DHARAPAK C Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: [email protected] Fondato nel 1876 IL CAOS DI TRIPOLI RIGUARDA ANCHE NOI on il suo gusto della provocazione Stalin chiedeva quante divisioni avesse il Papa, ma oggi, nel caos libico che è tornato ad infiammarsi, non è per nulla retorico domandarsi quante milizie abbia il generale Khalifa Haftar. In Libia è facile conquistare la ribalta del grilletto, non esiste il monopolio della forza perché non esiste lo Stato. Ma poi, fatalmente, giunge il momento di fare la conta: chi appoggia Haftar, quanti uomini ha, e quali mezzi? Nel puzzle di armi e petrolio che è oggi la Libia non vai lontano se non vinci questa gara a chi è più forte. Per questo è importante che la base aerea di Tobruk e le truppe speciali di stanza a Bengasi si siano schierate con Haftar. Per questo è un segnale che la milizia di Zindan (la più numerosa dopo quella di Misurata) si stia coordinando con il generale. E per questo contano gli appoggi che Khalifa Haftar dovrebbe aver maturato negli Usa e in Egitto: negli Usa vivendoci a lungo dopo aver rotto con Gheddafi, in Egitto perché il maresciallo Fattah al Sisi, che sarà eletto presidente tra una settimana, dopo Morsi vuole colpire tutti i Fratelli Musulmani, compresi quelli che crescono al di là del confine libico. Forse è proprio pensando all’Egitto e agli Usa che Khalifa Haftar ripete ad ogni occasione di «voler liberare la Libia dagli islamisti». Ma gli ostacoli restano formidabili. L’Algeria ha fatto sapere che interverrà qualora forze egiziane superassero il confine. Il sud della Libia è popolato da guerriglieri qaedisti che combattono nel Sahel. Alcune autorità di Tripoli hanno chiesto proprio agli islamisti di In Italia EURO 1,40 www.corriere.it italia: 51575551575557 La strage in Gallura L’inchiesta Arrestato il killer del piccolo Pietro e dei genitori: un amico di famiglia Eroina e canapa dall’Albania all’Italia su aerei da turismo di ALBERTO PINNA di A. GALLI e G. SANTUCCI A PAGINA 17 A PAGINA 23 Menicucci La scadenza per il pagamento della prima rata della Tasi, la nuova tassa sulla casa, slitta dal 16 giugno al 16 settembre. Ma solo nelle città che non fisseranno aliquote e detrazioni entro il termine già previsto dalla legge per venerdì prossimo. Al momento sarebbero la stragrande maggioranza: secondo Confedilizia hanno provveduto 972 Comuni su 8 mila. ALLE PAGINE 2 E 3 Pica, Pagliuca, S. Rizzo, L. Salvia Expo, ecco le nuove intercettazioni L’archivio di Scajola nella casa di uno 007 di FIORENZA SARZANINI L’ inchiesta sulla latitanza di Amedeo Matacena: Claudio Scajola aveva affidato parte del suo archivio, centinaia di documenti portati via dal Viminale, a un agente del servizio segreto militare, che li custodiva nel suo appartamento. Nuove intercettazioni nell’inchiesta sull’Expo. U na forte chiamata a scuotersi e a non cedere al sentimento della crisi è venuto ieri da papa Francesco che ha rivolto un doppio monito ai vescovi italiani riuniti in assemblea: perché reagiscano alla tentazione della «tristezza», entrino nel «vissuto della gente» e aiutino la società a «non cedere al catastrofismo e alla rassegnazione», sostenendo con ogni forma di «solidarietà creativa» disoccupati, cassintegrati, precari, imprenditori, migranti e rifugiati. Si direbbe che il primo obiettivo che si propone il Papa argentino in riferimento all’Italia sia quello di aiutare la Chiesa del nostro Paese a liberarsi dal complesso dell’arretramento e a uscire da sé per ritrovare vita e scopo nella missione. CONTINUA A PAGINA 33 ALLE PAGINE 8 E 9 ALLE PAGINE 14 E 15 Cavallaro, Guastella, Martirano, Piccolillo, Rosaspina Calabrò, Frattini, Vecchi 2 Primo Piano Martedì 20 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Le tasse Il negoziato Il prelievo sulla casa Come si prospetta la Tasi sulle prime abitazioni Aliquota prima casa Per i Comuni che non hanno deciso slitta al 16 settembre la scadenza Tasi Il posticipo nei centri che non fisseranno l’aliquota entro venerdì ✒ L'analisi LA TASSA DELLE BEFFE, LE FALSE PROMESSE DEL FISCO SEGUE DALLA PRIMA E anche gli inquilini dovranno far fronte a una nuova tassa, la Tasi, sui servizi indivisibili: illuminazione pubblica, polizia municipale, eccetera. Ma le salate addizionali Irpef che cosa le paghiamo a fare? Ci avevano detto, anzi è scritto nella legge di Stabilità, che per il pagamento della Iuc (Tasi, Imu e Tari) i Comuni avrebbero inviato a casa dei contribuenti i bollettini precompilati. E non è vero. I tecnici del ministero dell’Economia avevano preparato il relativo provvedimento, che però è rimasto, chissà perché, nel cassetto. Forse si sono resi conto che tantissimi Comuni non sarebbero stati in grado di fare i calcoli e spedirli in tempo, col rischio di una montagna di ricorsi. Eppoi dovremmo credere che dal 2015 il Fisco ci manderà a casa addirittura la dichiarazione dei redditi precompilata? Ci avevano detto che il nuovo sistema sarebbe stato all’insegna della semplificazione e del federalismo. E non è vero. Il governo Letta, estenuato da un pressing di mesi dell’allora Pdl che pretendeva l’abolizione dell’Imu sulla prima casa, si inventò una nuova tassa, la Iuc (imposta unica comunale) che ne nasconde tre: due vecchie, l’Imu e la Tari (tassa sui rifiuti) e una nuova, la Tasi appunto. Un gioco delle tre carte che cela un aumento del prelievo complessivo. Tanto è vero che mentre nel 2013 il gettito Imu era stato di 20 miliardi, per il 2014 quello di Imu+Tasi oscillerà tra i 24 e i 27 miliardi (ipotesi più probabile, visto che la gran parte dei Comuni imporrà le aliquote massime). L’ufficio studi della Uil ha calcolato che in 12 città capoluogo delle 32 che hanno fissato le aliquote si pagherà in media per la Tasi sulla prima casa più di quanto si pagava per l’Imu: dai 2 euro di Palermo agli 89 di Mantova, passando per i 64 di Milano. Quanto alla semplificazione, nessun passo avanti. Basti pensare che c’è chi pagherà quattro tasse diverse. Si tratta di coloro che hanno una seconda casa nel Comune di residenza sfitta: verseranno l’Imu, la Tasi, la Tari e infine l’Irpef nella dichiarazione dei redditi. Ovviamente con scadenze diverse, tra acconti, rate e saldi, ognuno secondo aliquote diverse e districandosi in un groviglio di detrazioni. Si calcola che per la sola Tasi si possono avere fino a 8.092 modalità di applicazione diverse e 75mila combinazioni di aliquote e detrazioni (per reddito, per rendita catastale, per nucleo familiare e così via). Morale: i calcoli uno non se li può fare da solo, ma deve mettersi in fila al caf o da un consulente. E lo deve fare all’ultimo minuto. E già, perché come è sempre accaduto negli ultimi anni, i Comuni mica decidono per tempo. Un po’ perché devono aspettare gli adempimenti del governo. Un po’ perché sperano che alla fine ci sia qualche proroga. Quest’anno poi ci sono pure le elezioni: domenica si vota per le europee, ma anche per le comunali in ben 3.900 municipi. Dove si vota, le amministrazioni hanno preferito non deliberare le aliquote odiate dagli elettori. Degli altri 4mila e passa Comuni meno di mille si sono assunti la responsabilità di decidere. Il resto non lo ha fatto e non si capisce perché. A questo punto, sulla prima casa, parte dei cittadini, quelli dei Comuni che hanno deciso, deve pagare la prima rata della Tasi entro il 16 giugno, come prevede la legge. Il resto, la maggior parte, avrebbe dovuto versare tutto a saldo il 16 dicembre. Normale, si direbbe seguendo la logica federalista che, ci hanno spiegato, ispira la riforma: i Comuni che hanno fatto i compiti a casa incassano il dovuto a giugno, gli altri niente fino a dicembre, così imparano. E invece no. E’ montata negli ultimi giorni la richiesta al governo della proroga della prima rata per i Comuni inadempienti. Richiesta che è stata accolta, con lo spostamento del termine al 16 settembre. Alla faccia del federalismo che dovrebbe responsabilizzare gli enti locali. Con l’aggravante che i cittadini dei Comuni che hanno fatto il loro dovere pagheranno subito mentre quelli dei Comuni inadempienti potranno comodamente aspettare fino a settembre. Non solo. I municipi ritardatari, spiega l’Anci, associazione dei Comuni, riceveranno dal governo un anticipo sul mancato gettito di giugno. Insomma, non ci rimetteranno nulla: ritardare ha pagato. Una beffa, invece, per chi ha rispettato i termini di legge. Il governo Renzi ha ereditato l’impianto di questa tassazione dal precedente esecutivo. Ma non se ne può disinteressare. Che senso avrebbe, appunto, lavorare per mandare a casa la dichiarazione dei redditi precompilata se contemporaneamente restasse in piedi questo sistema sgangherato di prelievo sugli immobili? Una proroga, per di più fatta così, non serve. Tranne che a premiare i furbi. Enrico Marro © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Un rinvio ma non per tutti. Alla fine il governo decide di far slittare la scadenza per il pagamento della prima rata della Tasi, la nuova tassa sulla casa. Dal 16 giugno si passa al 16 settembre. Ma solo nelle città che non fisseranno aliquote e detrazioni entro il termine già previsto dalla legge per venerdì prossimo. Al momento sono la stragrande maggioranza, visto che secondo Confedilizia hanno provveduto solo 972 Comuni su 8 mila. Ma qualche amministrazione si potrebbe mettere in regola proprio in questi ultimi giorni, adottando le delibere in zona Cesarini. Almeno così spera il governo, che preme lasciando intendere di non voler anticipare i soldi ai Comuni ritardatari, anche se il presidente dell’Anci afferma che l’anticipo ci sarà. Un dettaglio importante per i cittadini che, giustamente, vogliono solo sapere se devono pagare oppure no. Una questione di sopravvivenza per i sindaci, alle prese con bilanci sempre più difficili da far quadrare. L’Anci, l’associazione dei Comuni, aveva appoggiato la proroga chiedendo però al governo di anticipare i soldi che, senza i versamenti dei cittadini, verrebbero a mancare nei loro bilanci. Palazzo Chigi aveva risposto chiedendo di concedere il rinvio solo ai 4 mila Comuni dove si vota domenica prossima. In vista delle elezioni i consigli di queste città sono stati sciolti un mese fa e quindi c’è qualche giustificazione in più per non aver deciso in tempo i dettagli della Settemila ritardatari Soltanto 972 città hanno stabilito il prelievo, ne mancano oltre settemila nuova imposta. Forse un alibi più che una giustificazione, perché parlare di tasse non è mai popolare in campagna elettorale e secondo la Uil la Tasi peserà più della vecchia Imu in 12 capoluoghi su 32. In ogni caso la soluzione è stata esclusa dai tecnici del ministero dell’Economia perché un rinvio mirato sui soli Comuni al voto sarebbe stato giuridicamente discutibile. E così si è tornati all’ipotesi del rinvio per i soli ritardatari che, una volta sforata la scadenza di venerdì prossimo, avranno tempo fino al 31 luglio per adottare le relative delibere. Sono state scartate anche le altre due ipotesi sul tavolo fino a ieri mattina: rinviare la prima Il calendario La scadenza Per i «virtuosi» Per i Comuni che entro il 23 maggio avranno deliberato le aliquote della Tasi, la scadenza per il pagamento resterà il 16 giugno La proroga Per i ritardatari Per i Comuni in ritardo sulla delibera, la scadenza per il pagamento Tasi è stata prorogata dal governo al 16 settembre rata in tutti gli 8 mila Comuni italiani oppure lasciare le cose così come stanno facendo pagare entro giugno dove le delibere sono state adottate e tutte le seconde case con l’aliquota base e rinviare al saldo di dicembre i versamenti per la prima casa nei Comuni ritardatari. Un rebus poco digeribile, specie a pochi giorni dal voto. Il ministero dell’Economia parla di scelta fatta per «venire incontro alle esigenze determinate dal rinnovo dei consigli comunali e al bisogno di garantire ai contribuenti certezza sugli adempimenti fiscali». Il presidente dell’Anci Piero Fassino la giudica la «soluzione migliore». Per il momento si tratta solo di un annuncio. Per formalizzarlo serve un decreto legge che potrebbe essere approvato al prossimo Consiglio dei ministri, forse proprio venerdì prossimo. Sarà quella la sede per decidere se il governo anticiperà i soldi ai Comuni ritardatari, come sostengono i sindaci, oppure no. Nel governo c’è chi dice di no, perché si premierebbero due volte, rinviando il pagamento e anticipando i soldi, proprio le amministrazioni che non hanno rispettato una scadenza fissata per legge. Ma c’è anche chi si dice convinto del contrario, perché alla fine gli ultimi dettagli sulla Tasi il governo li ha decisi solo il 10 aprile, poco più di un mese fa. Fassino dà per scontato l’aiuto del governo: «Naturalmente — dice il presidente dell’Anci — ci sarà un’anticipazione in ragione tale che non si produca una Aosta 0,10% ad esclusione degli immobili A7, allo 0,15% con detrazioni dipendenti Brescia 0,25% dalla rendita catastale Bologna 0,33% dalla rendita catastale Cagliari con detrazioni dipendenti con detrazioni e aliquote 0,28- 0,33% dipendenti dalla rendita catastale con detrazioni dipendenti Ferrara 0,33% dalla rendita catastale Firenze 0,33% dalla rendita catastale Genova 0,33% dalla rendita catastale Milano 0,25% dal reddito e dalla rendita catastale Modena 0,25% dalla rendita catastale Napoli 0,33% con detrazioni da determinare Novara 0,25% per tutti Palermo 0,29% più detrazioni da determinare Pordenone con detrazioni dipendenti con detrazioni dipendenti con detrazioni dipendenti con detrazione dipendente 0,13% con detrazione dipendente dalla rendita catastale con detrazioni dipendenti Reggio Emilia 0,33% dalla rendita e del numero dei figli Roma 0,25% dalla rendita catastale Savona 0,25% più 30 per ogni figlio convivente Torino 0,33% dalla rendita e del numero dei figli Venezia 0,33% con detrazioni da determinare con detrazioni dipendenti con detrazione fissa di 80 euro con detrazioni dipendenti Fonte: Elaborazione Corriere della Sera su dati Agenzia Entrate 240 euro a famiglia è quanto, secondo la Uil, si pagherà in media per la Tasi 8 mila le modalità di applicazione della Tasi, con 75 mila combinazioni di aliquote e detrazioni crisi di liquidità». E il presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, dice che trasferire prima quei soldi comunque dovuti costerebbe solo «qualche milione di euro». Ma l’ultima parola spetta al decreto. Ieri, con 324 sì e 110 no, è passata la fiducia alla Camera sul decreto legge per l’emergenza abitativa. Oggi il voto finale sul provvedimento che introduce uno sconto fiscale per chi ha un reddito basso e un affitto da pagare e riduce al 10% la cedolare secca, il prelievo fisso per chi dà una casa in affitto a canone concordato. Per protesta i manifestanti del movimento per il diritto all’abitare hanno lanciato uova contro Montecitorio. Lorenzo Salvia @lorenzosalvia © RIPRODUZIONE RISERVATA Il rapporto Confartigianato I 42 primati negativi dell’Italia in Europa di SERGIO RIZZO ROMA — Per dare la misura dell’abisso che la crisi ha scavato fra l’Italia e la Germania basterebbero due numeri: i 941.500 posti di lavoro che noi abbiamo perduto e il milione 684.200 che loro invece hanno guadagnato. Tutta materia, questa, per chi sostiene che in Europa è arrivato il momento di farla finita con l’austerity alla tedesca; e si prepara, dicono i sondaggi, a mandare un segnale forte e chiaro alle elezioni di domenica prossima. Se non fosse che il rapporto appena sfornato dall’ufficio studi della Confartigianato descrive un Paese che arranca rispetto a tutti gli altri partner continentali per ragioni ben più profonde della politica di rigore nei bilanci pubblici. Un’Italia che scivola sempre più in basso in tutte le classifiche, dovendo fare i conti con problemi strutturali mai affrontati e risolti. Soltanto così si può spiegare perché nei principali indicatori economici e sociali presi in esame nel documento in questione, dall’occupazione alla spesa pubblica fino ai tassi di abbandono scolastico e all’uso di Internet, il nostro Paese presenti valori al di sotto della media dell’eurozona in ben 42 casi su 50. Prendiamo quello che nelle ultime settimane ci ha tristemente proiettato di nuovo all’attenzione delle cronache giudiziarie europee: la corruzione. Per l’autorevole Transparency international l’Italia occupa la casella numero 69 su 177 nazioni. Da quando l’indice viene misurato, nel 1995, anno in cui in Italia si celebravano molti processi di Mani pulite, abbiamo perduto ben 36 posizioni in graduatoria. Fra i Paesi dell’eurozona la sola Grecia è dietro di noi, all’ottantesimo posto. Semplicemente avvilente il confronto con la Germania, dodicesima fra i più virtuosi. Ed è perfino tedioso sottolineare come questa poco edificante performance italiana abbia certamente a che fare pure con una burocrazia lenta e oppressiva. Perché se è vero che il costo del personale della pub- blica amministrazione (10,5% del Pil) è in linea con la media del Continente, e nettamente inferiore a quello della Francia (13,3%), la differenza è tutta nell’efficienza. Da noi una disputa commerciale davanti al giudice civile si risolve mediamente in 1.185 giorni, contro i 547 dell’eurozona e i 394 della Germania. E se paradossalmente siamo oggi più veloci della media dell’area euro nella tempistica per avviare un’attività (6 giorni contro 11) e registrare una proprietà (16 giorni contro 31), restiamo al palo quando si tratta di ottenere una licenza edilizia (233 giorni a fronte di 167) o pagare le tasse (269 ore contro 187). Per non parlare dei tempi di pagamento dei fornitori da parte della pubblica amministrazione, che nonostante gli sforzi viaggiano ancora al ritmo gasteropode di 170 giorni, 124 in più rispetto alla Germania e 90 ai Paesi euro. Ancora: secondo Paese manifatturiero continentale, l’Italia impiega 37 giorni per esaurire una procedura di import-export, a fronte di 16 in Germania e 21 nell’eurozona. Il costo dell’energia per le piccole e medie imprese è da noi superiore del 30,1%. Paghiamo il gasolio per autotrazione mediamente il 37 l’Italia impiega 37 giorni per esaurire una procedura di import-export, a fronte di 16 in Germania e 21 nell’eurozona. In Italia una disputa commerciale dal giudice civile si risolve in 1.185 giorni, contro i 547 dell’eurozona e i 394 della Germania 17,4 per cento in più. E trasportiamo su rotaia appena il 12,2% delle merci, contro il 15,4 nell’eurozona e il 18,4 nell’intera Unione. E’ la fotografia, secondo il presidente della Confartigianato Giorgio Merletti, di un Paese «ancora troppo poco europeo a poche settimane dall’inizio del semestre di presidenza». Sintomo drammatico, l’andamento dell’occupazione: giovanile e non. In Italia i ragazzi di età compresa fra i 15 e i 24 anni che lavorano sono il 16,3%: metà delle media dei Paesi euro, attestata al 31,4%. I giovani sotto i trent’anni che hanno un’attività lavorativa e contemporaneamente seguono percorsi formativi sono il 3,4%, a fronte del 14,4% nell’eurozona. Il tasso di abbandono scolastico è di quasi quattro punti superiore alla media europea: circa il doppio della Germania. Paese nel quale il livello di scolarizzazione degli adulti è triplo del nostro. E l’uso delle nuove tecnologie? Oltre un terzo degli italiani (34%) non ha mai navigato su Internet, quota che si riduce a meno di un quinto (19,8%) nell’eurozona. Mentre i nostri connazionali che hanno rapporti telematici con la pubblica amministrazione sono il 10%, contro il 23% europeo. Difficile dunque stupirsi, di fronte a questi dati, se negli ultimi dieci anni la nostra produttività è diminuita dello 0,9 per cento mentre quella dell’eurozona aumentava del 6,9 per cento. E se la nostra crescita è da un ventennio la più bassa d’Europa, mentre la ricchezza prodotta da ciascun italiano (25.600 euro) risulta inferiore di 3 mila euro a quella dell’eurozona (28.600) e di quasi 8 mila a quella tedesca (33.300). Certo, sono numeri che non possono tenere conto dell’impatto dell’economia sommersa, che qui supera un quinto del Pil (21,1%), rispetto a una media dei Paesi euro pari al 14,4%: dato peraltro fortemente condizionato dal peso dell’Italia. Ma di questo non si può certo andare fieri. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 20 Maggio 2014 Il confronto con l’Imu 2012 Delibera pubblicata Aosta sì sì Brescia sì no 58 33 25 208 210 Bologna no 136 76 Ferrara no 24 65 Novara 0 44 129 58 Pordenone 18 16 Reggio Emilia 0 0 sì sì Savona no no 305 281 230 165 sì no 60 Torino -109 71 243 286 -43 119 -221 340 15 -139 232 265 -33 248 326 -77 661 951 -234 494 724 725 -290 -1 342 403 -65 443 448 -5 791 -207 998 674 -92 286 395 0 199 338 486 578 150 metri quadrati A7 260 -130 -44 2 95 80 640 770 Villetta -1 0 Milano Modena -266 422 48 -26 sì 110 metri quadrati A2 155 304 256 204 231 no Casa -204 879 363 -192 556 252 304 -52 186 -209 395 485 535 -50 250 -237 487 910 1.386 -476 CORRIERE DELLA SERA La bussola Per la seconda casa contribuenti subito allo sportello, il saldo di dicembre Detrazioni per i figli Proprietari e inquilini Chi paga (e quanto) la nuova super Imu La Tasi sulla prima casa costerà più o meno dell’Imu? Non è possibile dare una risposta univoca; in linea di massima costerà meno per le rendite catastali elevate, nella maggior parte dei casi sarà uguale a zero per le rendite basse (fino a 300 euro) che però anche con l’Imu non pagavano nulla. C’è poi una grande fascia di mezzo, diciamo tra i 300 e i 900 euro di rendita, dove la Tasi può costare di più, almeno dove il Comune non è intervenuto prevedendo detrazioni. Nelle tabelle di questa pagina presentiamo un quadro ancora provvisorio di come si presentano le aliquote nelle principali città italiane. Ricordiamo che perché la delibera sia efficace per determinare il pagamento della prima rata è necessario che entro il 31 maggio sia pubblicata sul sito del ministero dell’Economia e che il termine ultimo per inviare le delibere stesse è fissato in venerdì prossimo. Di fatto solo 850 Comuni fino a oggi hanno effettuato la pubblicazione e tra questi non ci sono ad esempio né Milano né Roma. Ma, al di là della tempistica dei pagamenti, vediamo nel concreto cosa potrebbe succedere con la Tasi in alcune città. Le detrazioni di Milano pesano sulle famiglie Il capoluogo lombardo ha deciso di tenere l’aliquota allo 0,25% prevedendo detrazioni legate al reddito (la discriminante è 21mila euro all’anno) e alla rendita catastale dell’immobile. Il criterio adottato da Palazzo Marino penalizza le abitazioni di medio livello e le famiglie con figli. Ipotizziamo un’abitazione ci categoria A3 e di 70 metri quadrati: un proprietario senza figli conviventi pagherà 230 euro a fronte dei 165 sborsati per l’Imu. Una differenza di 65 euro che nel caso vi fossero 2 figli salirebbe a 165. curo si avvantaggeranno rispetto all’Imu 2012 i proprietari di abitazioni di alta rendita catastale perché la Tasi sarà allo 0,25% a fronte dello 0,5% dell’Imu. Ipotizziamo un alloggio del valore catastale di 1500 euro (un quadrilocale in buona zona di categoria catastale A/2): nel 2012 ha pagato 1060 euro, con la Tasi si scende a 630. Bologna si fa in 23: le fasce di sconto in base alla rendita Il capoluogo emiliano ha compiuto una pregevole operazione matematica e ha previsto 23 fasce di detrazione a seconda del valore fiscale dell’immobile; per le case con rendita catastale fino a circa 1700 euro un contribuente senza figli pagherà praticamente la stessa cifra dell’Imu 2012, per cifre superiori pagherà meno: per un’abitazione A2 da 110 metri il conto Tasi sarà di 547 euro, quello dell’Imu era di 548. Aliquote massime a Genova, niente detrazioni ai figli La città della Lanterna ha portato al massimo l’aliquota prevedendo detrazioni per le rendite più basse ma non per i figli. Per cui su una casa di 70 metri quadrati il proprietario senza prole convivente può godere di un piccolo sconto di 26 euro ma se ci sono due figli pagherà 74 euro in più rispetto a due anni fa. Sconto doppio a Torino anche con l’aliquota top Doppia detrazione nel capoluogo piemontese, che tra l’altro aveva un’aliquota Rendita Per chi ha un’abitazione la cui rendita catastale è compresa Il vantaggio di Roma alle tra i 300 e i 900 euro la Tasi rendite catastali più alte Per la Capitale non è ancora chiaro co- potrebbe costare più dell’Imu me si articoleranno le detrazioni; di si- 3 Differenza 547 548 Genova no Imu 2012 -2 0 0 no sì Tasi 2014 A3 70 metri quadrati Casa sì Primo Piano italia: 51575551575557 ? Imu tra le più alte (lo 0,575%). Fino a 700 euro di rendita ci sarà una detrazione di 110 euro e 30 per ogni figlio. Così nonostante l’aliquota Tasi spinta fino allo 0,33% i contribuenti avranno un sicuro vantaggio; su una casa A3 da 70 metri si risparmieranno 139 euro, su una casa A2 da 110 metri il vantaggio sale a 290 euro La scelta di Novara, niente addizionale e detrazioni Restando in Piemonte, Novara ha fatto una scelta minoritaria, aliquota allo 0,25% senza l’ulteriore addizionale e nessuna detrazione. E’ una soluzione fiscale regressiva rispetto all’Imu. Per una casa A3 da 70 metri il proprietario senza figli paga 71 euro in più, che diventano 171 se i figli sono due. Per una villetta di 150 metri si risparmiano 52 euro. Brescia, le fasce intermedie restano penalizzate L’aliquota prevista è dello 0,25% con detrazioni che intervengono fino a una rendita da 700 euro. Le fasce intermedie rimangono penalizzate. Un’abitazione medio signorile da 110 metri infatti pagherà 48 euro in più rispetto all’Imu; con un figlio a carico il gap sale a 98 euro. Con una villetta si spenderanno 65 euro in meno senza figli, 35 in più con due figli. Aosta, pagherà chi era esente.Risparmi per tutti gli altri Il capoluogo della Vallée ha il primato delle pretese più moderate: 0,1% per tutti. Per le case di valore basso che prima non pagavano vi sarà da mettere in conto un piccolo esborso, ma per una villetta da 150 metri si risparmieranno i 234 euro che costituiscono al differenza tra i 260 della Tasi e i 494 versati nel 2012 per l’Imu. Gino Pagliuca © RIPRODUZIONE RISERVATA Tassi La frenata di Milano, l’attesa per le mosse Bce L’incertezza inizia a pesare in Borsa La spinta di Draghi Si è aperta all’insegna di un preve- «Article IV» dedicato alla Germania gli dibile nervosismo, e qualche vendita, economisti del Fondo sottolineano la settimana dei mercati finanziari che che «in un contesto più ampio» sono porta dritta al voto europeo. Piazza necessarie «condizioni monetarie più Affari ha scontato l’incertezza più di accomodanti per sostenere la ripresa altre Borse europee, con un ribasso nella regione». dell’1,6% dell’indice Ftse Mib, dopo Intervenuto a Francoforte, il presiperò scivoloni anche superiori al 3%. dente della Bundesbank Jens WeidSolo in parte, e solo in Italia, le ragioni mann ha osservato che sarebbe «miodel calo dei prezzi di Borsa sono tecni- pe concentrarsi solo sul cambio delche (ieri su molti titoli è stata «stacca- l’euro e ignorare l’effetto di stimolo ta» la cedola, il dividendo, provocan- derivante dai bassi tassi di interesse». do un impatto negativo anche sul paSecondo qualche analista, le attese niere generale) ed è chiaro che gli in- di un ridimensionamento dell’euro vestitori hanno cercato e trovato più giocano una parte nella corrente di di un’occasione utile per portare a ca- vendite in Piazza Affari dei fondi amesa qualche guadagno, interrompendo ricani, i più esposti in Italia in questo così un ciclo positivo che durava più o momento. Ma l’idea prevalente nelle meno dall’inizio dell’anno. Lo spread sale operative è che listino e spread tra Btp e Bund è anch’esso risalito a abbiano sofferto la doccia fredda del quota 181 punti (con il rendimento dato sul Pil negativo. del titolo di Stato decennale italiano al 3,14%), dopo aver sfiorato i 190, dai 173 punti della scorsa settimana e dopo i minimi visti a 154. Non giova l’affermarsi dei movimenti euroscettici e non è stato preso bene l’anMILANO nuncio di un maxi 20.600 aumento di capitale da 8 miliardi di Deut-1,60 20.400 sche Bank, il primo 20.200 gruppo tedesco del 20.000 credito, che si prepa19.800 ra con il resto delle 10:00 12:00 14:00 16:00 banche europee (ieri in calo generalizzato) LONDRA agli stress test della 6.860 Bce. Alle aspettative -0,16 6.840 sulle prossime mosse della Banca centrale 6.820 europea è legata la te6.800 nuta dei mercati du11:00 13:00 15:00 17:00 rante e dopo il voto. Ha sostenuto ieri Yves Mersch, componente FRANCOFORTE lussemburghese del 9.700 Comitato esecutivo dell’istituto presiedu+0,31 9.650 9.600 to da Mario Draghi: 9.550 «Le probabilità che il consiglio agisca già 9.500 alla prossima riunio10:00 12:00 14:00 16:00 18:00 ne a giugno sono auLo spread Btp-Bund mentate sostanzial181 mente». Mersch ha punti 185 lasciato capire che l’orientamento sarebbe quello di procede- 180 re all’acquisto di Abs («asset backed secu- 175 rities»), titoli emessi dalle banche a fronte 170 di cartolarizzazioni di 10:00 12:00 14:00 16:00 17:30 prestiti alle imprese. CORRIERE DELLA SERA Il meccanismo individuato per sbloccare il credito e sti«Sui mercati c’è una correzione, molare l’economia potrebbe essere che potrebbe durare relativamente annunciato il 5 giugno dal presidente poco. Lo spread era sceso parecchio della Bce, Mario Draghi, e poi messo a considerato che il 2014 è un anno di punto nelle settimane successive. Si ripresa ancora fragile. Tuttavia il Pil vedrà se l’effetto annuncio produrrà crescerà a fine anno tra lo 0,5 e lo lo stesso percorso virtuoso ottenuto 0,7%», dice Gregorio De Felice, capo nel 2012 dalla dichiarazione di Draghi economista di Intesa Sanpaolo che a difesa della moneta unica, l’ormai oggi presenta a Milano il rapporto di celebre «faremo qualsiasi cosa» per analisi dei settori industriali che mosalvare l’euro. Già scontato dai merca- stra un anno di crescita per la maniti, invece, è secondo più di un osser- fattura. «La frenata dello 0,1% nel privatore il taglio dei tassi d’interesse (al- mo trimestre non è un dramma, anlo 0,15% dallo 0,25% attuale) che po- che se certo ha un impatto emotivo, trebbe accompagnare le misure «non ma non compromette gli altri trimeconvenzionali» della Bce. stri» osserva ancora De Felice conferIl Fondo monetario internazionale mando il target di 140 punti per lo è tornato a chiedere intanto un ulte- spread a fine 2014. Paola Pica riore allentamento delle politiche © RIPRODUZIONE RISERVATA monetarie della Bce. Nel rapporto Le Borse 4 Primo Piano Martedì 20 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Verso il voto Le scelte Grillo nel salotto di Vespa: noi la rabbia buona Ma vuole i processi online A Porta a Porta con plastico e assegno da 5 milioni ✒ «Costretto» ad abbassare i toni da comizio SEGUE DALLA PRIMA Perché Grillo è andato da Vespa? Perché ha scherzato sulle accuse rivolte in passato al conduttore? Per almeno tre motivi. Il primo è il più ovvio, teorizzato dallo stesso leader pentastellato: «Vado a Porta a Porta per rivolgermi a quella gente di una certa età che ha un pregiudizio su di me e per dirgli che non sono né un violento né un esagitato». Ha ripetuto che rappresenta una «rabbia buona». Il secondo motivo è per ribadire la sua leadership, come Casaleggio ha fatto andando ospite di Lucia Annunziata. Quando il gioco si fa duro, entra in azione il Capo: «La nostra sarà una marcia trionfale». Il terzo motivo, il meno esplicito. Grillo cerca uno sfondamento a destra, cerca di prendere voti anche dai moderati che non hanno più fiducia in Berlusconi ma sono interessati a certi temi su cui l’ex comico ha molto insistito. Come l’Expo: «L’Expo deve chiudere, certo c’è la mafia dappertutto in quel posto». Dopo gli arresti, la tangentopoli da larghe intese può veicolare verso il M5S i voti di strati di società che non ne possono più, ma che qualche settimana fa non l’avrebbero preso in considerazione. Entomologia dei media: la vespizzazione di Grillo o la grillizzazione di Vespa? Mai e poi mai avremmo creduto di vedere Grillo nel salotto di Vespa ma la politica, com’è noto, è l’arte dell’impossibile. Grillo è costretto a fare un mini comizio, un po’ per volontà sua, un po’ per le domande incalzanti del conduttore. Se interrotto, è meno efficace. Del resto, il pubblico di Vespa, il «fossile», è tradizionalmente anziano, non è abituato ai toni esasperati, ad arringhe turpiloquenti. Si può dire che la classe politica è «una società a delinquere di stampo legale» che verrà cacciata, ma non in modo violento. L’abilità del comico, con la sua «pancia d’attore», è quella di cavalcare tutti i mal di pancia del Paese (per questo ha molto seguito), senza però mai indicare una soluzione che non sia l’avventura. Succeda quel che succeda, «non mi interessa». Aldo Grasso © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Comincia la giornata avvertendo «Renzie» che lo attende «la lupara bianca», ovvero la sparizione (politica). La termina in una sede per lui inconsueta, lo studio di «Porta a Porta», dove viene accolto dal direttore di Rai Uno Giancarlo Leone e da Bruno Vespa e dove prova (invano) a portare un plastico che raffigura il castello di Lerici con delle segrete da cui spuntano le facce di Renzi, Vespa, Monti e Napolitano. Il leader dei 5 Stelle smentisce mesi di campagna contro i talk show («ma questa è un’intervista faccia a faccia e non un talk», spiegava in settimana) e contro la Rai. Supera ogni riserva e va in quella tv di Stato con la quale i rapporti si sono chiusi da oltre 20 anni, da quando fu espulso per una battuta sui «socialisti che rubano», che fece infuriare Bettino Craxi e il suo scopritore Pippo Baudo. Ora il grande ritorno, non più da comico ma da capo dei 5 Stelle. «Una mossa politica», la definisce Grillo. Che aveva provato inutilmente ad avere uno streaming, ma che è comunque riuscito a spuntare una diretta, per sventare il rischio «manipolazioni». Grillo prova a portare con sé il plastico che aveva annunciato ore prima: «Se non me lo fanno portare, potrei anche offendermi e non andare più». Alla fine, però, il castello non viene mostrato in video: «Non mi fanno entrare con cose di plastica e poi fanno entrare Berlusconi...». Grillo, entrando, annuncia «processi online per politici e imprenditori» e nuove gogne che «dureranno un anno» per i cronisti, perché «abbiamo bisogno di uno sputo digitale». Si fa due risate e un «selfie» con Vespa. Ed eccolo in piedi, in studio, con la camicia bianca: «Sono commosso, è dal ‘93 che non vengo in diretta alla Rai». Gironzola per un po’, per sfuggire all’ingessatura del divano bianco, ma stavolta la tecnica del monologo funziona poco, perché Vespa lo incalza più volte: «Sono venuto qua per parlare con chi ha un pregiudizio, per dire che non sono Hitler o Stalin. È vero, qualche volta esagero, ma non abbiamo mai sfasciato vetrine o picchiato in piazza. Grido perché sono arrabbiato, ma è una rabbia buona». Poi le Europee: «Non solo vinceremo, sarà una marcia trionfale». Grillo chiede le dimissioni del presidente Napolitano, la chiusura dell’Expo («è una rapina»), definisce gli 80 euro di Renzi «una depravazione da voto di scambio», propone il reddito di cittadinanza recuperando soldi dai rimborsi elettorali, dai finanziamenti ai giornali, dal gioco d’azzardo online e dalle spese militari. Duetta con Vespa: «Sono qui per un comizio, mica per farmi intervistare da te, che sei un consulente in pensione, un fossile». Prova a mostrare un volto più rassicurante, scherza con «il figlio di Mussolini» (Vespa), cita Benedetto Croce e non dice parolacce: «Ma ogni tanto una serve». In trasmissione mostra un simbolo della «lotta al sistema»: l’assegno con i cinque L’arrivo Beppe Grillo arriva in Rai accolto da Bruno Vespa. Il leader dei Cinquestelle era assente dalla Rai da oltre 20 anni, da quando fu espulso per una battuta sui «socialisti che rubano» (Lapresse) milioni che i parlamentari a 5 Stelle restituiranno grazie al dimezzamento del loro stipendio. Prima di «Porta a Porta» era stata un’altra giornata all’at- tacco. Dopo le offese rivolte alla Merkel, l’«invito» alla vivisezione di Dudù (con correzione, perché «vogliamo vivisezionare il suo padrone, Berlusconi») e le citazioni di Hitler e di Stalin, in mattinata era toccato ai morti di mafia. «Prevenire è meglio che curare. La lupara bianca attende Renzie che in fondo è uno smargiasso, un fanfarone, ma Le immagini Il selfie Prima di entrare in studio Bruno Vespa si fa un selfie con Beppe Grillo. Nel corso della trasmissione molte le frecciate tra i due, che si danno sempre del tu. «Tu non sei un giornalista, sei un consulente in pensione», ha attaccato il leader M5S La riproduzione Un plastico del castello di Lerici, racchiuso in una teca di vetro, con un carcere dove compaiono le facce di Renzi, Vespa, Monti e Napolitano. Lo consegna Grillo a Vespa nel cortile della sede Rai di via Teulada I soldi In onda Grillo, in giacca e camicia bianca fuori dai jeans, mostra un gigantesco assegno a simboleggiare la restituzione delle eccedenze delle indennità e delle diarie dei parlamentari del Movimento 5 Stelle va avvertito: il Sistema assume i suoi uomini a progetto, se ci riescono, bene, altrimenti vengono fatti scomparire nel nulla. Come per la mafia. Lupara bianca». Il premier replica invitando a usare un linguaggio più moderato e a rispettare i morti di lupara bianca. Ma Grillo ostenta sicurezza, forte di sondaggi che lo danno sempre in crescita e gioca sui timori degli altri partiti su una sua vittoria: «Sono nel panico, sono terrorizzati! I mezzucci che stanno utilizzando sono ridicoli». Allusione alla segnalazione di una sua attivista, la cui madre avrebbe ricevuto una chiamata da una sezione del Pd per convincerla a non votare M5S. Ogni arma è buona per portare voti e così sul blog si moltiplicano parodie, lettere aperte e post polemici. C’è la rubrica che si chiede «Chi è il più grande contapalle?» (Renzi), la lettera ai piddini scritta imitando Totò e Peppino e perfino l’arruolamento di Rino Gaetano, con la citazione di «E io ci sto» («A te che odi i politici imbrillantinati...»). Alessandro Trocino © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista «Altro che sbarramento. L’euro? Serve un’uscita concordata, la moneta unica ha fallito» Meloni punta molto in alto: valiamo l’8 per cento La leader di Fratelli d’Italia: solo noi faremo l’interesse nazionale a Bruxelles ROMA — «Lo sbarramento? Non ci fa paura, potenzialmente abbiamo l’8%». Non starà esagerando, onorevole Giorgia Meloni? «No, non siamo sovrastimati. Alle politiche ci davano all’1% mentre avevamo il 2 e poiché gli ultimi sondaggi ci davano sopra al 4...». Una buona ragione per votarvi? «Il voto a Fratelli d’Italia è di destra e tutto italiano, a differenza degli altri. Chi sceglie Forza Italia e Ncd fa gli interessi della Germania, perché entrambi stanno in un Ppe governato dalla Merkel». Ma il Pd sta nel Pse... «Il Pse ha candidato Schulz, alleato della Merkel. La sinistra ha fatto una li- sta in omaggio a un comunista greco che si chiama Tsipras e Scelta europea ha messo sul simbolo il nome impronunciabile di un liberale belga, che comincia per “V”». Guy Verhofstadt. «In questo panorama desolante, con la Lega che vuole scindere la Padania e Grillo che fischierebbe volentieri l’inno, noi diciamo votate Fratelli d’Italia, un partito che non prende ordini da nessuno e lavora per difendere i vostri interessi». Non è avventato proporre di sciogliere l’area euro? «Noi proponiamo lo scioglimento concordato e controllato. L’euro è una moneta destinata a crollare». ❜❜ Il bivio Tornare alla lira presenta incognite, ma l’alternativa è la certezza del declino Se Renzi la sente, la mette a capo dei «gufi d’Italia»... «Renzi dovrebbe confrontarsi con i dati, che provano come l’euro abbia prodotto un fallimento. Tutte le nazioni, tranne la Germania, sono cresciute meno di quelle che stanno fuori. Noi non abbiamo adottato la moneta unica, ma il marco tedesco. Stiamo tirando la carretta per qualcun altro». Ma lei si immagina cosa accadrebbe se l’Italia uscisse dall’euro? «Uscire presenta alcune incognite, restare offre la certezza che andrà sempre peggio. Noi vogliamo smascherare le forze politiche, compreso il M5S. Cosa vuole fare Grillo in Europa? La sua rivoluzionaria proposta non è euro sì o euro no, ma euro forse». Non la spara grossa quando dice che con i duecento parlamentari di Grillo farebbe la rivoluzione? «Avere in mano un terzo della Came- ra e un quarto del Senato è un potere enorme, con cui Grillo non è stato in grado di portare a casa una risposta per migliorare la vita agli italiani. Io invece le cose le cambierei davvero». Fin qui cosa avete fatto? «Con nove deputati abbiamo fatto approvare l’impignorabilità della prima casa, la moratoria sulle sale giochi e siamo arrivati a un passo dall’abolire le pensioni d’oro». Che ci si fa con 80 euro? «Ci si pagano le tasse messe dalla sinistra». Grillo su Hitler? «Gli ha fatto contatto il microchip». Si è pentita di aver messo sui manifesti la celebre foto taroccata? «Era una banale bella foto. Non accettano che una donna possa essere coraggiosa, di destra e non avere i baffi». Monica Guerzoni © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 20 Maggio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 5 # Il retroscena Gli obiettivi del premier nella competizione con il Movimento di Grillo La corsa di Renzi per far decollare il Pd: successo solo con 5 punti di vantaggio Oggi l’ingresso nel quartiere generale del Biscione, ospite della D’Urso ROMA — «I gufi e i conservatori non si illudano, appena si chiuderà la campagna elettorale, riprenderò il cammino delle riforme che non è affatto interrotto. C’è ancora tanto da fare per ammodernare il Paese, cambiare le istituzioni, ridurre gli sprechi e sburocratizzare»: è il solito Matteo Renzi quello che si impegna negli ultimi giorni del suo tour de force prima del voto del 25 maggio. Il Renzi che non ha ancora finito di fare una cosa e già guarda avanti. Il che, ovviamente, non significa che il presidente del Consiglio non sia più che concentrato in questa battaglia contro Beppe Grillo. Sa che la vittoria dipenderà non solo dalla percentuale che riuscirà a ottenere il Pd ma anche dalla distanza che lo separerà dal Movimento 5 Stelle. Servono almeno cinque punti di distacco per poter dire che quello del Partito democratico versione Matteo Renzi è un successo pieno. Già, perché anche se, intervistato da Corrado Formigli a Piazza Pulita, l’inquilino di Palazzo Chigi sostiene di non considerare «le europee un voto politico», il suo Così sul blog Dopo la «vivisezione» per Berlusconi e Dudù, Beppe Grillo continua ad alzare il tiro nella campagna per le Europee. Ha parlato di «lupara bianca» il leader dei Cinquestelle attaccando ieri Matteo Renzi sul blog: «La lupara bianca attende Renzie. Il Sistema assume i suoi uomini a progetto, se ci riescono, bene, altrimenti vengono fatti scomparire nel nulla. Come per la mafia. Lupara bianca. Renzie è stato assunto a progetto per vincere le elezioni europee che perderà». E quindi, è la conclusione, «il 26 maggio, dopo le elezioni perse, partirà la caccia a Renzie». «I morti di lupara bianca esigono rispetto e credo che la politica dovrebbe riprendere il significato delle © RIPRODUZIONE RISERVATA parole» è stata la replica del premier. Il richiamo Agcom Ripresi Tg3, La 7 e Sky tg 24 per «l’eccessiva presenza del presidente del Consiglio» nelle loro trasmissioni obiettivo è proprio quello di «rovesciare il risultato delle elezioni politiche dello scorso anno in cui il M5S ha vinto rispetto al Pd». Per ottenere il risultato prefissato, comunque, Renzi confida agli amici che nello sprint finale «non tirerà fuori un coniglio dal cilindro». Per intendersi, nessuna mossa berlusconiana come quella dell’abolizione dell’Ici. E nemmeno nessun «cedimento alla demagogia alla Grillo». Ciò non significa che non farà niente: «In questi miei giri elettorali — spiega ai fedelissimi — ho visto l’Italia che funziona, ma non ho fatto finta di non vedere quella che invece non funziona, quella che non ce la fa. Ed è per questa parte del Paese che proporrò delle soluzioni concrete». Di qui l’annuncio che «questa sarà la settimana chiave per la scuola, perché dopo aver sbloccato il Patto di stabilità, venerdì ci saranno le risposte dei sindaci e poi finalmente si partirà con i cantieri». E ancora: verran- Bilaterale Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, 39 anni, con il premier polacco Donald Tusk, 57, a Villa Doria Pamphilj (Liverani) no sbloccati i fondi per gli ammortizzatori sociali lì dove promesso, come, per esempio, in Calabria. Mentre sempre Renzi fa sapere che in settimana Fincantieri «annuncerà un’importante novità». Infine non si esclude una nuova «mossa fiscale» e nel frattempo il premier assicura che gli 80 euro varranno «anche per il 2015». Insomma, gli ultimi giorni di campagna saranno densi di impegni, anche se il presidente del Consi- glio continua a dire che non saranno «promesse elettorali alla Berlusconi».In questo suo tour elettorale in cui Grillo resta il bersaglio principale (come Renzi lo è per il comico genovese, del resto), il premier fa mostra di un certo ottimismo: «Stiamo dimostrando di non avere più paura delle piazze, di usarle, non stiamo più facendo l’errore che abbiamo fatto l’anno scorso. E nelle piazze, tra la gente, io vedo che c’è fiducia e «Mi tengo ben lontano dalla campagna elettorale» Napolitano: il governo ha un bel carnet di problemi «Mi tengo ben lontano» dalla campagna elettorale. Così Giorgio Napolitano a Ginevra, prima tappa della sua visita di Stato in Svizzera. Però, appunto: «Non parlo di questa fase interna dell’Italia che ha una contornazione di fondo non molto brillante». Eppure, il capo dello Stato ne è consapevole più di chiunque altro: «Questo governo ha un bel carnet di problemi da affrontare». Anche perché «razionalizzare significa sempre usare un po’ di bisturi. E questo provoca alte grida anche quando si tratta di rami secchi». Parlando ai funzionari italiani delle Nazioni Unite, il capo dello Stato ha poi affrontato i temi dell’immigrazione. Sottolineando «l’assoluta esigenza di ottenere un operativo e concreto modello di cooperazione con l’Unione Europea», dato che al momento invece «troviamo una certa sordità dell’Ue». In particolare, «non si riesce a far entrare negli schemi della Ue un uso effettivo di Frontex », l’agenzia che dovrebbe occuparsi della sorveglianza delle frontiere esterne dell’Unione: «Senza considerarci l’unico Paese con problemi di questo tipo, dovremo ottenere un maggior sostegno da parte delle istituzioni europee». Napolitano ha anche parlato del «profondo travaglio» che sta vivendo l’Ucraina. Secondo il presidente, «l’Italia sta dando il suo contributo. C’è la necessità di evitare irrigidimenti fra l’Unione Europea e la Russia». In Ucraina, ha aggiunto, «i diritti umani sono violati da più parti». © RIPRODUZIONE RISERVATA speranza in questo governo. Anzi, devo ammettere che il clima d’attesa che si è creato attorno all’esecutivo mi provoca un po’ di inquietudine. I populisti sono tanti, in Italia come in Europa, però non mi fanno paura, sono loro che hanno paura di noi e per questo provocano, ma io credo che la gente capisca che riesce a cambiare chi governa e propone, non chi sa solo urlare e insultare». Come Grillo a cui Renzi ricorda: «I morti di lupara bianca esigono rispetto, credo che dovremmo abituarci a un linguaggio più serio». E invece a quanto pare, secondo il premier, una parte dell’Italia politica pratica un altro sport: «C’è un lungo elenco di buffoni» dice a Piazza Pulita, non fa i loro nomi, ma aggiunge: «Mi preoccupa come viene vista l’Italia in Europa, perché la credibilità di Fi e M5S non è all’altezza delle aspettative che il nostro Paese suscita». Un avvertimento anche «agli statisti in camicia verde»: «Noi — dice Renzi scandendo bene le parole nel suo comizio serale a Napoli — cambieremo la legge sull’immigrazione». La mossa fiscale Non si esclude una nuova «mossa fiscale», mentre il leader assicura che gli 80 euro varranno anche per il 2015 Con Formigli, invece, il premier non elude le domande sul «caso» suscitato dalle sue polemiche nei confronti dei costi della Rai: «È giusto che anche chi sta lì guardi ai numeri e contribuisca alla ripartenza dell’Italia. Comunque io non ho mai incontrato né il direttore generale né il presidente della Rai e non metterò mai il mio partito nelle condizioni di prendere decisioni sulla Rai». A proposito di tv l’Agcom ha ripreso il Tg3, la 7, Sky Tg24 e Rainews per l’eccessiva presenza di Renzi nelle loro trasmissioni. E oggi nuova girandola di incontri e performance televisive: inclusa una comparsata in un programma nazional-popolare di Barbara D’Urso. Dopo la visita del 1996 di Massimo D’Alema è la seconda volta che un leader del maggior partito del centrosinistra mette piede nella tana del Biscione, a Cologno Monzese. Maria Teresa Meli © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Primo Piano Martedì 20 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Verso il voto Le scelte La campagna in salita del sardo Soru: trovare in Sicilia i voti indispensabili Missione (quasi) impossibile nella circoscrizione delle isole Previste tre preferenze e la regione di Crocetta ha il triplo degli elettori SEGUE DALLA PRIMA Quella di Renato Soru, infatti, appare sulla carta come una missione impossibile. O quasi. Certo, agli Aragonesi riuscì per qualche tempo di tenere insieme le due grandi isole del Mediterraneo. Da allora, però, è passato moltissimo tempo. E molto ne è passato da quando un sardo è andato a Bruxelles con le sue gambe, eletto dai sardi. Si chiamava Mario Melis. Ma fu eletto col vecchio sistema elettorale. Con quello nuovo che prevede tre preferenze, sospirano tutti da Cagliari a Sassari, è come scalare l’Everest con i sandali: la Sicilia ha il triplo degli abitanti e il triplo degli elettori. Se fanno asse, non c’è partita. Tanto è vero che la Gazzetta del Medio Campidano ha polemicamente raccontato la storia di Giovanna Corda, nata a Carbonia nel novembre del ‘52, che «ha dovuto emigrare in Belgio, a seguito dei genitori» per essere eletta al Parla- no» e tanto teneva alla propria patria isolana da usare l’identità come una sassata contro Luigi Pintor («se io sono un ex presidente, lui è un ex sardo») usava parole simili: «La sensazione di isolamento e di solitudine è un portato del nostro carattere. Il sardo è diffidente. Guardingo. Teme chiunque venga dal mare». Soru lo sa, che rischia di passare per un estraneo sbarcato dal mare su terra altrui. Ma è convinto che siano moltissime le prospettive in comune. «La terra. Da lì ❜❜ Solo se si alleano le nostre terre possono contare qualcosa nel cuore dell’Europa Il leader greco a Milano, Torino e Bologna facce da Europee mento europeo. Piazzato al secondo posto dopo Caterina Chinnici nella lista del Pd, l’ex governatore sardo polemizza che sì, «le regole sono fatte in un modo sbagliato: perfino nei cda delle società private è obbligatorio avere più rispetto per le minoranze». Sia come sia, ha preso a battere da settimane la Sicilia cercando di spiegare quanto possa essere essenziale, soprattutto oggi, «uscire dalla logica del campanilismo isolano e capire che solo se si alleano e danno battaglia insieme su certi obiettivi e certe criticità comuni, le nostre terre possono contare qualcosa nel cuore dell’Europa». Punto di partenza? I sentimenti comuni, su tutti il senso di «isolitudine», quello che Gesualdo Bufalino definiva così: «Isola e solitudine insieme. Da questo siamo dominati, noi siciliani: da una parte ci sentiamo rassicurati dal mare che ci avvolge come un ventre materno, dall’altra amputati di ciò da cui siamo esclusi. Presi da un sentimento insieme di claustrofilia e di claustrofobia». Francesco Cossiga, che si sentiva «prima sardo e poi italia- Tsipras: «Noi diversi dai 5 Stelle» Tour in Italia del leader greco Alexis Tsipras, candidato delle sinistre radicali alla presidenza della commissione Ue. Tsipras è stato nelle università di Milano e Torino (foto Ansa) e ha concluso con un comizio a Bologna. «Noi siamo diversi da Grillo — ha detto — denunciare non basta, si devono avere proposte alternative». bisogna cominciare. Dal rapporto con la terra, il paesaggio, la storia. Abbiamo insieme, noi e i siciliani, un serbatoio di bellezza unico nel Mediterraneo. E non ha senso che ciascuno difenda per conto proprio le proprie ragioni». Figlio della Sardegna contadina, raccontò un giorno a Simonetta Fiori del suo rapporto col nonno materno «Giovanniccu» Spada, bracciante agricolo alla giornata: «Nonno era gerunnaderi: non possedeva niente, oltre le sue braccia. Piccolo, scuro, i piedi avvolti negli stracci: le calze erano già un lusso. Viveva in una casa a un piano, in cucina la camera da letto. Non mangiava a tavola, ma davanti a uno sgabello basso. Trebbiava, potava in vigna, faceva guardianìa. “Chi non miete spigola”, mi diceva. Lui spigolava, raccoglieva quel che rimaneva delle spighe. E in autunno andava a cercare su scricchilloni, piccoli raspi d’uva. Non l’ho visto mai triste. E dalla campagna tornava sempre con le tasche piene di doni: mandorle, fichi, ciliegie, olive». Quanti vecchi simili a lui, sia pure più chiusi nell’angoscia, si ritrovano nelle pagine della Sicilia di Giovanni Verga, Federico de Roberto, Luigi Pirandello, Renato Sciascia? Per non dire delle miniere. Che unirono nello stesso destino i sardi che scavavano il carbone e i siciliani nelle zolfatare descritte da Adolfo Rossi: «Ad una svolta trovai un caruso biondo, disfatto dalla fatica, che non riuscendo più a salire, aveva deposto il fardello e accoccolato sopra uno scalino piangeva silenziosamente. Aveva gli occhi azzurri colle palpebre tutte rosse e grosse lacrime gli rigavano le guance incavate e illividite». Un passato comune di sofferenze, di isolamento, di emigrazione. E poi di illusioni industriali, di errori, di tradimenti di una classe politica spesso disastrosa. Di nuovi arretramenti. Di soldi europei buttati via. Da dove ricominciare? «Si possono fare un sacco di cose», spiega il fondatore di Tiscali, convinto che proprio il Web «senza luogo, senza tempo, senza nulla» possa essere una carta importante perché «l’unica cosa che puoi portarci è la tua identità». Grande spazio al turismo intelligente, responsabile, diffuso «che Chi è Imprenditore Renato Soru, 56 anni, è nato a Salnuri, in Sardegna. Nei primi anni Novanta inizia a collaborare nel settore dell’innovazione con l’imprenditore cagliaritano Nicola Grauso, creatore di Video On Line, il primo provider internet di dimensioni nazionali Nel 1997 fonda Tiscali, provider informatico che si impone come alternativa a basso costo alla telefonia tradizionale. La società cresce anche all’estero e nel 1997 viene quotata in Borsa Politico Inizia l’attività politica nel 2003, creando il movimento Progetto Sardegna. L’anno successivo viene eletto alla guida della Regione sostenuto dallo schieramento di centrosinistra. Si dimette nel 2008 per la mancata approvazione della legge urbanistica da parte del Consiglio regionale. Si ripresenta nel 2009 ma viene sconfitto dal candidato del centrodestra Ugo Cappellacci. È candidato alle Europee per il Pd nella circoscrizione Isole esca dalla logica dei villaggi che ammucchiano seconde case in riva al mare usate un mese all’anno per preferire piuttosto la scelta di vivere “dentro” i paesi che già ci sono, un progetto ancora più interessante in Sicilia dove esistono meravigliosi paesi a ridosso della costa». Grande spazio alla cultura «perché potremmo unire le forze e mettere su, insieme, una università del Mediterraneo». Grande attenzione «all’uso intelligente delle nostre risorse: i paesaggi, le ricchezze archeologiche, architettoniche, artistiche. E poi la gastronomia, i vini, le eccellenze. E l’agricoltura, dove noi sardi abbiamo molto da imparare da certe aree della Sicilia così belle e così ricche». Ma a cosa servirebbe tutto questo, se poi i trasporti restassero quelli di oggi, che inchiodano sia la Sicilia sia la Sardegna non solo all’isolamento degli abitanti ma a una condizione di inferiorità nella politica dell’accoglienza turistica rispetto alle realtà molto diverse come ad esempio le Baleari, che oggi vantano un reddito pro capite nettamente superiore? «I trasporti sono essenziali. Quale che sia il progetto per il futuro delle nostre isole, non puoi che partire da lì». E su questi temi sta battendo a tappeto non solo le terre sue, ma quelle dell’«isola sorella». Da Lampedusa («Ho passato una giornata con Giusi Nicolini, siamo andati insieme al cimitero. È pazzesco che l’Europa ci abbandoni, soli, ad affrontare questa tragedia epocale») a Palermo, da Gela a Corleone. Il paradosso, però, spiegano sotto l’Etna, è che l’imprenditore-politico potrebbe farcela non tanto grazie alla buona volontà che impiega nella sua campagna elettorale «fuori piazza» ma perché il partito democratico siciliano è frantumato da risse intestine insanabili. Tanto che alla fine potrebbe spuntarla davvero, nel gioco di veti e di ripicche, l’uomo venuto dall’isola del mirto… Gian Antonio Stella © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 20 Maggio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 7 # Verso il voto Le scelte Le mosse di Berlusconi Ora teme una diaspora del centrodestra FI nella morsa tra Grillo e Renzi ROMA — L’ultima paura si chiama «diaspora». Così la chiama un Silvio Berlusconi sempre più scorato rispetto alla piega che sta prendendo la sua campagna elettorale. Doveva essere una cavalcata verso l’obiettivo (probabilmente dall’inizio irrealistico) del 25%, si è rivelata una strenua resistenza, quasi un corpo a corpo, per non scendere troppo rispetto alla soglia psicologica e non solo del 20%. Il travaso In caso di risultato negativo c’è chi parla del passaggio di parlamentari a sostegno del governo In attesa del voto di domenica, e degli ultimi giorni di battente e furiosa campagna elettorale tutta volta a convincere gli indecisi a non votare «chi vuole solo tasse e Grillo», non sembra infatti che FI sia riuscita almeno nell’intento di riprendersi i voti persi rispetto agli altri partiti di centrodestra: né Ncd, né Fratelli d’Italia, né tantomeno la Lega — a quanto raccontano gli uni e gli altri — starebbero perdendo consensi in favore degli azzurri. Il travaso verso «il voto utile» tanto invocato da Berlusconi, insomma, non c’è. E se lunedì i voti veri Dal Libano Dell’Utri: accetterò l’estradizione «Come ho sempre detto, e come confermato dall’evoluzione di questa assurda vicenda, la decisione di recarmi in Libano non è stata determinata dall’intendimento di sottrarmi all’esecuzione della pena». Marcello Dell’Utri, da Beirut, annuncia che non si opporrà alla procedura di estradizione richiesta dall’Italia: «Non avrei scelto — ha detto — un Paese legato da un accordo d’estradizione con l’Italia viaggiando con il mio passaporto e comunicando a tutti col mio telefono cellulare che mi trovavo a Beirut presso l’hotel Phoenicia». La procedura di estradizione potrebbe essere completata tra domani e giovedì. Dell’Utri ha confermato che impugnerà la condanna davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. dovessero vedere una Forza Italia a livelli molto bassi e un Ncd e altri piccoli ben in sella, la ristrutturazione del centrodestra sarebbe tutta da inventare. Con il coltello non più dalla parte del manico di Berlusconi. Un cruccio enorme per Berlusconi, che ai suoi chiede «come sia possibile» quello che sta accadendo, ma che non ha ancora trovato né l’arma per contrastare i piccoli, né quella per cercare di non perdere altri voti nei confronti di Grillo e di Renzi. Sì perché ormai, tra gli azzurri lo dicono tutti, la vera competizione è a due, e Berlusconi è molti passi indietro. Impossibilitato com’è ad usare i toni virulenti del leader del M5S sull’Europa (è nel Ppe e ne sostiene il candidato Juncker) come quelli contro Renzi, con il quale ancora non ha deciso di rompere sulle riforme, il messaggio che manda risulta poco chiaro. Anzi, in Forza Italia ormai il caos è tale che nessuno ha idea di cosa potrebbe succedere se davvero Grillo vincesse le elezioni, e il governo ne uscisse enormemente indebolito. Perché nello stesso Berlusconi convivono due pensieri opposti: «Potrebbe essere il momento per tornare al governo e organizzare tutti insieme la resistenza contro quel pazzo», ha detto ad alcuni. Pronto però a scegliere anche la via opposta: L’intervista tv Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ieri era ospite di Paolo Del Debbio a «Quinta colonna» su Rete 4 «Se tutto crolla, forse converrà andare al voto con questa legge, e magari formare dopo un serio governo di larghe intese». In questo clima, si moltiplicano le voci di chi dà già per pronto una sorta di «soccorso bianco» per Renzi: un gruppo di forzisti, secondo alcuni con la benedizione di Verdini, in aggiunta a senatori sparsi, sarebbe pronto a staccarsi dalla casa madre per andare a puntellare almeno nei numeri il governo: «C’è un sacco di gente che ci sta pensando...», confermano i bene informati. Aggiungendo che, in caso di risul- La «gara» con Ncd Se Ncd dovesse ottenere un buon risultato, la ristrutturazione sarebbe tutta da inventare tato drammatico, l’esodo potrebbe essere ancora più massiccio. Ma una sola cosa sembra mettere d’accordo tutti in FI: «Berlusconi — dicono in coro — non lascerà». Comunque vada. Il sostegno della famiglia al partito e il suo personale non verranno meno, troppo cruciale è mantenere una presenza pesante in politica. Ma certo, in caso di sconquassi, molto andrà riorganizzato. E presto. Un ufficio di presidenza è stato già convocato per martedì per analizzare il voto e prendere eventuali decisioni. Tra le più urgenti, quella di dare un forte organo dirigente al partito visto che le dimissioni di Bondi da amministratore sono sempre più irrevocabili. Ma chi entrerà nel direttorio, con che poteri, lo si capirà anche dai risultati delle Europee. Cruciali per tutti. era onnipotente ministro dell’Economia continuasse. Desiderava prendere il posto del presidente del Consiglio. E ha semplicemente lasciato che altri facessero per lui. Gli altri stavano strozzando Berlusconi, lui si limitò a tenerlo fermo, non consentendogli di far nulla». Questo pensa, e racconta, Brunetta di Tremonti. Quello che invece pensa Tremonti di Brunetta è piuttosto noto. Restano memorabili un paio di incidenti. E uno, addirittura, finì in un video. Nella sala stampa del ministero del Tesoro (mercoledì 7 luglio 2011) Brunetta, che all’epoca era ministro della Pubblica amministrazione, stava dicendo la sua ai giornalisti quando Tremonti, titolare dell’Economia, ignaro che il Maggio 2011 Tremonti e Brunetta, ministri nel governo Berlusconi suo microfono fosse aperto, farfugliò ai collaboratori: «È proprio un cretino...». Autostima comune Poi, come annotò con attenzione GianSi conoscono da trent’anni, carlo Perna sul Giornale, si aggiustò la cravatta per darsi un contegno innocennon si sono mai amati te. Subito, però, ebbe come un guizzo, e e da sempre uno pensa si chinò pure sul ministro del Lavoro, di essere più colto Maurizio Sacconi: «È scemo, eh?». E Sacconi: «Non lo seguo neppure». e geniale dell’altro Poche ore dopo, tra Tremonti e Bru- di Massimo Franco L’incognita maggiore è un nuovo bipolarismo con un Sud antisistema L Fabrizio Roncone © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Paola Di Caro © RIPRODUZIONE RISERVATA Abbracci, insulti e accuse di complotto L’ultima baruffa tra Brunetta e Tremonti Su questo punto interrogativo, Brunetta inietta la sua dose di veleno. Sentite (sebbene la sintassi non sia felicissima, il concetto appare comunque abbastanza chiaro): «Forse perché avrebbe corso il rischio di salvare con l’Italia il per lui ormai nemico personale numero uno: Berlusconi, con tutto il suo governo». Punto, a capo, e accusa finale: «Insomma, lui non voleva che il governo di cui La Nota ’ascesa dell’Italia sulla cima dell’euroscetticismo era prevedibile: anche se attribuirla soprattutto alla crescita del Movimento 5 Stelle forse sottovaluta una lunga incubazione dentro altre forze politiche; e l’impatto che la crisi economica e il calo dell’occupazione, tornata ai livelli di undici anni fa, stanno producendo. L’aspetto nuovo, sottolineato dall’Istituto Carlo Cattaneo di Bologna nella sua inchiesta su diciotto nazioni europee, è il trasferimento di una tematica alimentata per anni dalla Lega Nord verso un Beppe Grillo che potrebbe fare il pieno di voti in primo luogo nel Mezzogiorno. D’altronde, scontento e rabbia sono più marcati in un’Italia meridionale dove la disoccupazione giovanile non è al 43 per cento nazionale, ma più alta; e dove il radicamento dei partiti tradizionali ha lasciato il posto ad una frammentazione figlia di lotte tra gruppi di potere. Per questo, nelle elezioni europee del 25 maggio si intravede non solo un potenziale bipolarismo tra il Pd del premier Matteo Renzi e il grillismo antisistema. Rischia di accentuarsi anche la spaccatura tra Nord e Sud del Paese sia sulle percentuali dei votanti, sia sui partiti premiati e puniti. La crescita delle forze ostili all’Europa è abbastanza uniforme. Eppure, si tenta di accreditare un’area mediterranea stremata dalle misure di austerità, e dunque più ostile Uno studio all’Ue. Il tema è poco dibattuto, del Cattaneo in Italia. Soprattutto in quefa emergere st’ultima settimana di comizi e in tv, è sovrastato un’Italia sempre apparizioni dagli insulti che Grillo contipiù euroscettica nua a riservare a Renzi, a Silvio Berlusconi, e a un capo dello Stato del quale già chiede le dimissioni, in attesa di una vittoria alla quale mostra di voler credere. Ma sotto traccia si avverte la preoccupazione di ritrovarsi il 26 maggio con un Paese disomogeneo anche politicamente. Più «governativo» al Centro-Nord, e più esasperato e d’opposizione, non solo all’Europa ma ai partiti tradizionali, al Sud. Le divisioni all’interno del Pd siciliano fanno dire che la sinistra sta aiutando, più o meno volutamente, proprio Grillo. E a Napoli il premier e il capo del M5S cercano di dedurre dalla piazza gli umori dell’elettorato: sebbene Grillo qualche giorno fa abbia dovuto fare i conti con lo scetticismo della città anche nei suoi confronti. Colpisce che la stessa Lega, in crisi negli insediamenti tradizionali, «sconfini» nel Mezzogiorno a caccia di consensi. Non può pensare di ottenerli con la strategia tradizionale. Il Carroccio, però, spera che la sua retorica antieuropea trovi terreno fertile anche sotto il fiume Po; e dunque di raccogliere almeno le briciole dei consensi a Grillo. La virulenza del suo linguaggio e il modo contraddittorio con cui il M5S si esprime non sono ostacoli, sembrerebbe. Conta il messaggio distruttivo, teso a esasperare lo scontro e a ridurre le distanze dal Pd. Se, come dice Valter Veltroni, il senso delle elezioni di domenica è «politico» (ma Renzi, prudente, dice di no), Grillo punta alla sconfitta della coalizione del premier, almeno con l’obiettivo di indebolirla. Alcuni alleati già chiedono una riunione di maggioranza subito dopo il 25: un presagio di difficoltà forse eccessivo, ma indicativo delle incognite in aumento. Il caso Il capogruppo di FI sfida l’ex ministro dell’Economia: non fece nulla per evitare il «golpe» del 2011 È primavera, le bouganville sono in fiore, Renato Brunetta e Giulio Tremonti litigano. Le loro baruffe hanno cadenza periodica, stagionale. Niente di feroce, vola qualche cretino e scemo, poi fanno pace, fingendo d’ignorarsi. A marzo Tremonti pubblicò con Mondadori un libro — Bugie e verità. La ragione dei popoli — in cui spiegava che, nel luglio del 2011, a travolgere Silvio Berlusconi fu un golpe contro l’Italia, ma non un «colpo di Stato» del Quirinale. Si trattò, secondo l’ex ministro dell’Economia, di una manovra del tutto esterna alla politica italiana. Ideata in Europa, tra i palazzi di Bruxelles e la Cancelleria di Berlino. Per far pagare all’Italia il conto delle banche tedesche (e magari francesi). Domani Brunetta manda in edicola con il Giornale la sua versione dei fatti, raccolta in un saggio — Berlusconi deve cadere. Cronaca di un complotto — nel quale ricostruisce gli ultimi giorni del Cavaliere a Palazzo Chigi. Dove — Brunetta ne è convinto — avrebbe voluto andarsi a sedere come premier proprio Tremonti. Che, per questo, avrebbe tramato con Giorgio Napolitano. Scrive Brunetta: «Fa male leggere all’alba di marzo 2014, a firma dell’ex ministro Tremonti, la ricostruzione di quello che è accaduto nel 2011. Una descrizione degli eventi di chi vuol dimostrare, ex post, che aveva capito tutto... Ma chi era ministro dell’Economia e delle Finanze fino al novembre del 2011? Se Tremonti aveva capito tutto di quello che stava succedendo, perché non ha fatto nulla per evitare che accadesse?». (Ansa) netta, chiarimenti e abbracci. Gli abbracci, però, solo se ci sono i fotografi nei paraggi. Al termine di un Consiglio dei ministri del 2009, come svelò Francesco Verderami sul Corriere, dopo una gazzarra fatta d’insulti e pesanti allusioni (Renato rimprovera regolarmente a Giulio di essere un economista con la laurea in Legge) Brunetta si alzò tendendo la mano a Tremonti. Il quale, però, reagì con un ghigno e una frase stretta tra i denti: «Non ti avvicinare, altrimenti ti prendo a calci nel culo...». Non si sono mai amati. Tremonti, 67 anni ad agosto, è leggermente più anziano di Brunetta, 63. Giulio viene da una ricca famiglia liberale bellunese trapiantata in Valtellina; adora le baite, gli abiti di sartoria, ha la «erre» che gira un po’ a vuoto. Renato è figlio di un ambulante veneziano — «Avevamo una bancarella accanto alla stazione, vendevamo gondole di plastica nera» — in nove vivevano in novanta metri quadrati, però poi fa il classico, si laurea in Economia e a 31 anni è in cattedra (ma trova Tremonti che è già un brillante docente) Quando diventano socialisti, Giulio viene accolto alla corte del marchese Franco Reviglio, gran professore e ministro delle Finanze; Brunetta s’arruola con i veneziani più ruvidi comandati da Gianni De Michelis. Giulio e Renato si conoscono da trent’anni. E, da trent’anni, uno pensa di essere più geniale e colto dell’altro (entrambi, da tempo, hanno però smesso di gareggiare in simpatia). ❜❜ 8 Primo Piano Martedì 20 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Il caso Expo L’inchiesta La cupola premeva per le nomine Tutte le telefonate di Grillo I contatti dell’ex senatore di Forza Italia, da Moretti a Guzzetti MILANO — Qualunque occasione era buona per estendere sempre più la rete delle relazioni oppure per far scendere in campo un proprio candidato, quando in un ente pubblico si liberava una poltrona utile. L’ex senatore di Forza Italia Luigi Grillo, uno dei personaggi più importanti della «cupola» politicoaffaristica abbattuta dagli arresti dell’inchiesta sull’Expo, provò a condizionare la nomina del nuovo amministratore delegato di Terna e a influenzare quello neodesignato per Finmeccanica. Arrestato l’ 8 maggio con altri sei dell’economia decide di cambiare i vertici della Sogin, la società pubblica per le bonifiche nucleari i cui appalti erano la gallina dalle uova d’oro per la cupola che aveva incassato munifiche tangenti dall’ impresa Maltauro, aggiudicataria di uno di essi. «L’intera vicenda è, naturalmente, oggetto di particolare attenzione» degli indagati, scrivono gli investigatori, per «gli ovvi rischi» di perdere contatti, soprattutto quello con Giuseppe Nucci, l’allora amministratore delegato (per lui erano stati chiesti gli arresti domiciliari, ma dopo che il gip Fabio Antezza ha detto no, i pm hanno fatto appello al TribuIn tribunale nale del Riesame). L’ex manager Nucci è una pedina Angelo Paris, troppo importante ieri a Milano per Grillo. Quando per l’interroa fine aprile si sta gatorio daper arrivare alla vanti ai pm nomina del nuovo nell’ambito ad di Terna, Grillo dell’inchiesta scende in campo su Expo (Ansa) per provare a collocare Nucci sul nell’indagine per associazione per ponte di comando del gruppo che delinquere finalizzata alla turbativa gestisce con 8 miliardi di investid’asta, alla corruzione e alla rivela- menti 63.500 chilometri di reti eletzione del segreto d’ufficio, l’ex se- triche di alta tensione. L’ex senatore natore ligure contribuiva a presi- si rivolge anche a Giuseppe Guzzetdiare con Gianstefano Frigerio, an- ti, presidente della Fondazione Cache lui ex parlamentare, ma ai tem- riplo, per sostenere «la candidatura pi della DC e poi anche di Forza di Giuseppe Nucci» al «vertice di Italia, e con Primo Greganti, il Terna» e realizzare il suo «disegno», «compagno G» arrestato durante annotano gli atti dell’inchiesta. Il 24 Mani Pulite per le tangenti rosse, i aprile scorso, una settimana prima rapporti dell’organizzazione crimi- delle nomine e quando ne mancano nale con i partiti e a garantire ai due ai futuri arresti, in una telefofunzionari corrotti promozioni in nata intercettata dagli inquirenti carriera. I tre si comportavano co- Guzzetti sembra rassicurare Grillo: me fossero «l’interfaccia» tra gli «Io ho segnalato, ho insistito, imprenditori e la politica, maggio- aspetto che mi dicano». Ma Nucci ranza e opposizione, secondo i pm non verrà nominato. Cassa Depositi Claudio Gittardi e Antonio D’Ales- e Prestiti, infatti, il 30 aprile indisio. cherà come nuovo ad Matteo Del A settembre 2013 il ministero Fante. Ex sottosegretario Luigi Grillo, 71 anni, ex parlamentare di FI (Imagoeconomica) ❜❜ La capitale di Finmeccanica in Italia è Genova, non dimenticarlo Luigi Grillo a Mauro Moretti L’attività di Grillo è sempre e comunque incessante. L’ex senatore ligure non perde tempo e riesce a contattare anche Mauro Moretti, fresco di nomina quale amministratore delegato di Finmeccanica dopo l’uscita dalle Ferrovie dello Stato. «Guarda che la capitale della Finmeccanica in Italia è Genova... non ti dimenticare... quando vuoi ti faccio un report di tutte le cose che ci sono a Genova», gli dice il 19 aprile in una telefonata registrata dalla Guardia di finanza di Milano. Anche in questo caso, la conversazione non ha alcun esito, ma insieme a tanti contatti dello stesso genere serve agli investigatori a dimostrare, appunto, come agiva Grillo. Si muoveva anche Sergio Cattozzo, l’ex segretario regionale dell’Udc in Liguria, ora nell’Assemblea nazionale dell’Ncd, pure lui arrestato quale componente della cupola. Anche il questo caso, come nei precedenti, la sua sembra un’attività lobbistica. Cattozzo, esattamente come Grillo, contatta chi riesce a raggiungere. Il 17 aprile, annota la Gdf che lo ha pedinato, incontra il presidente della Provincia di Milano Guido Podestà, probabilmente per parlagli «di un progetto che ha in mente a Genova che riguarda lo stesso Podestà». Sul piano delle indagini, ieri i pm Gittardi e D’Alessio hanno interrogato per 5 ore l’ex manager di Expo Angelo Paris, anche lui finito in cella, difeso dagli avvocati Luca Troyer e Luca Ponzoni, il quale nel primo interrogatorio di fronte al gip Antezza aveva già fatto ammissioni. Chiuso alle 20.45, il verbale è stato segretato dai due sostituto procuratori, ma Paris sarà sentito nuovamente nei prossimi giorni. Sempre ieri, il gip ha respinto la richiesta di arresti domiciliari presentata dagli avvocati difensori di Gianstefano Frigerio e basata sulle precarie condizioni di salute del loro assistito, che si era presentato al giudice su una sedia a rotelle. Il gip ha detto di no scrivendo che colui che per la Procura è la testa dell’organizzazione criminale non ha «dimostrato nessuna resipiscenza» e che restano «eccezionali le esigenze cautelari». Giuseppe Guastella ✒ Il Pd siciliano scivola sull’antimafia di FELICE CAVALLARO I veleni dell’antimafia declamata sono da tempo una insidia, ma a pochi giorni dal 23 maggio e dalle Europee sorprende la scivolata interna al Pd siciliano, consumata con un attacco dell’estroverso presidente della Regione Rosario Crocetta contro uno dei candidati del suo partito, il professore Giovanni Fiandaca, maestro di tanti magistrati di trincea, una vita a sinistra, nel Csm ai tempi del Pci, ma autore di un controverso testo sull’altrettanto controverso processo impiantato per fare luce attorno alla cosiddetta trattativa Stato-mafia. È accaduto tutto a Gela, con il governatore impegnato a sostenere la sua candidata, la sua ex segretaria. Ma non basta questo dettaglio a spiegare la violenza contro Fiandaca definito «il negazionista della trattativa che vuole anche l’abolizione del 416 bis», «una vergogna coperta con il nome di Caterina Chinnici (capolista)». Una «falsità», come replica Fiandaca, mentre reagiscono i colonnelli di Renzi, da Guerini a Faraone, big del Pd come il vice ministro Bubbico, magistrati che lavorarono con Falcone, da Giuseppe Ayala a Peppino Di Lello, tutti contro il «professionista» dell’antimafia. Risposta allo schiaffo di Crocetta che da ieri ha rafforzato un paladino, appunto Fiandaca, osannato quando si scaglia contro «l’antimafia delle carriere e degli affari». Psicodramma che ormai non potrà fermarsi al match di domenica. © RIPRODUZIONE RISERVATA [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Lo scontro in Procura La controreplica del magistrato al Csm per smentire le dichiarazioni del capo: «Nobili non fu sentito sul passaggio dell’inchiesta a Boccassini» Robledo e il caso Ruby: «Falso che Bruti abbia interpellato il pm» Il vice procuratore di Milano su Formigoni «Non ho mai chiesto la sua iscrizione» ROMA — Mente. L’ultima controreplica di Alfredo Robledo, alle contestazioni di Edmondo Bruti Liberati, giunta ieri al Csm esplode come una bomba nella guerra interna ai vertici della procura di Milano. E alla vigilia della seduta cruciale della prima e della settima commissione, che stamane alle 9.30 si riuniranno per tirare le conclusioni, assesta un duro colpo alle speranze di riportare la pace in procura e confermare lo stesso assetto per il futuro. Nelle cinque pagine di fuoco della relazione, infatti, Robledo respinge ogni appunto fatto dal procuratore, a partire dal «doppio-pedinamento» che, dice, non è «mai esistito». Ma, soprattutto, sul caso Ruby e sulla presunta rinuncia del procuratore aggiunto Alberto Nobili al coordinamento dell’inchiesta, in sostanza dà del bugiardo a Bruti Liberati. Secondo quanto riportato dalla stampa, dichiara Robledo, il procuratore capo avrebbe reso una dichiarazione «del tutto difforme dall’effettivo svolgimento dei fatti». Come prova porta lo stesso Nobili, capo del pool della criminalità comune. In «via diretta» gli avrebbe confermato che «non è mai stato interpellato sul punto, nè è stata richiesta la sua opinione». Non è ve- ro, dunque, che Nobili fu «ben felice» di rinunciare al Rubygate. Nessun assenso al subentro di Ilda Boccassini, avvenuto nella versione di Bruti Liberati e della collega in una riunione. Secondo Robledo, Nobili «venne meramente informato della decisione che era già stata presa dal Procuratore, della quale si limitò a prendere atto senza interloquire o commentare in alcun modo». Per verificare ciò Robledo chiede l’audizione urgente di Nobili. Alle critiche di aver assegnato a suo piacimento le inchieste, Bruti Liberati aveva replicato al Csm ricordando che il potere gerarchico del procuratore è insito nella legge. Ma Robledo contrattacca: il capo avrebbe violato i propri criteri di organizzazione interna, senza fornirne una motivazione. Poi, accusato da Bruti Liberati di aver condotto indagini non autorizzate rischiando con sovrapposizioni di metterle a repentaglio, Robledo ribatte punto su punto. Il pedinamento? «Confermo non essere mai avvenuto», replica Robledo. In caso contrario la Gdf avrebbe dovuto fare un rapporto, che agli atti non c’è: in allegato produce la conferma in tal senso della Gdf . Gli atti forniti al Csm con omissis di «dubbia efficacia» che avrebbero potuto compromettere l’inchiesta Expo? Non è successo. Ciò dimostra che furono efficacissimi. I cattivi rapporti con il capo della squadra mobile descritti dal capo? Solo scarsa frequentazione. Il contrasto sull’iscrizione sul registro degli indagati di Formigoni? «Mai affermato la necessità della iscrizione dell’on. Formigoni», rimarca Robledo. Ma, «alla luce dei verbali delle dichiarazioni di persone informate sui fatti» e «dalla mo- La vicenda Le accuse Il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, accusa il procuratore aggiunto, Alfredo Robledo, di essere stato di «intralcio alle indagini» sull’Expo, anche con un doppio pedinamento La replica Robledo accusa a sua volta Bruti Liberati di presunte violazioni nell’assegnazione dei fascicoli d’inchiesta I sindacati «Una follia fermare i lavori dell’esposizione» Fermare i lavori dell’Expo «sarebbe una follia per il nostro Paese». Ne sono convinti i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, a Berlino per il congresso mondiale dei sindacati. Per Camusso «l’Italia ci ha messo la faccia, l’insieme del Paese. Non condivido un’idea che rischia di farsi strada: che è inutile fare gli investimenti perché ci può essere la corruzione. Sarebbe il regresso di un Paese che non ha prospettive». Intanto Rosy Bindi (Pd), presidente dell’Antimafia, e Paolo Naccarato (Ncd) hanno presentato un ordine del giorno al decreto Casa che chiede che tutti i contratti per Expo che saranno stipulati in deroga al Codice dei contratti pubblici siano tracciati, cioè sia data comunicazione alla Guardia di Finanza e alla Dia per accertare «eventuali anomalie». © RIPRODUZIONE RISERVATA Insieme Alfredo Robledo (a sinistra) con il procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati (Newpress) tivazione del provvedimento di intercettazione in atti», affonda, «appare evidente che alcune iscrizioni che vennero effettuate nel mese di luglio 2012 avrebbero dovuto essere effettuate invece nel luglio 2011». Le «dichiarazioni richiamate», rileva infatti, «descrivono specifici fatti reato di corruzione, attribuendoli a soggetti ben individuati». Intanto mercoledì prossimo il plenum del Csm dovrà esprimersi su un’altra vicenda che riguarda Robledo: un esposto presentato Il doppio pedinamento «Confermo che non è mai avvenuto: la mancanza di un rapporto della Guardia di finanza lo dimostra» contro di lui dall’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini che lamentava alcuni comportamenti del pm nell’inchiesta Penati-Serravalle e in un’altra su «emendamenti in bianco» al bilancio del Comune di Milano. La Prima Commissione ha proposto l’archiviazione, ma con l’invio degli atti al Pg della Cassazione, titolare dell’azione disciplinare che attualmente sta anche conducendo una pre-istruttoria sull’esposto di Robledo contro Bruti Liberati da cui è nato lo scontro. Virginia Piccolillo © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 20 Maggio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 9 Il caso Matacena L’ex ministro La perquisizione L’estradizione In cella Claudio Scajola, ex coordinatore di Forza Italia ed ex ministro dell’Interno nel governo Berlusconi II, è stato arrestato l’8 maggio scorso insieme ad altre sette persone con l’accusa di aver favorito la latitanza dell’ex deputato di Forza Italia, Amedeo Matacena Quei dossier affidati da Scajola a un agente dei servizi segreti ROMA — Claudio Scajola aveva affidato una parte del suo archivio a uno 007 del servizio segreto militare. Si tratta di centinaia di documenti portati via dal Viminale e custoditi nell’appartamento di un funzionario dell’Aise. Lo hanno scoperto alcuni mesi fa gli investigatori del Nucleo tributario della Guardia di Finanza. E adesso, dopo l’arresto ordinato dal giudice di Reggio Calabria, la circostanza si trasforma nell’ennesimo misterioso tassello della vicenda giudiziaria che riguarda proprio il ruolo avuto dall’ex ministro dell’Interno nel gruppo di persone accusate di aver favorito la latitanza dell’ex parlamentare Pdl Amedeo Matacena, compresa la moglie di quest’ultimo Chiara Rizzo. Il segretario e l’eredità dei Salesiani Accade tutto nell’estate scorsa quando Luciano Zocchi, capo della segreteria di Scajola, subisce una perquisizione nell’ambito dell’inchiesta sull’eredità dei Salesiani avviata dalla Procura di Roma. L’uomo è un ex prete, è sospettato di aver partecipato al raggiro che l’ordine religioso avrebbe subito nella spartizione del patrimonio lasciato dal marchese Gerini. Nei suoi confronti è stata chiesta l’archiviazione, e l’avvocato Michele Gentiloni che assiste i Salesiani ha presentato opposizione. Il 9 luglio gli investigatori delle La vicenda La perquisizione Il 9 luglio dell’anno scorso gli uomini del Nucleo tributario della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito una perquisizione nella casa romana di Luciano Zocchi Il personaggio Zocchi era il capo della segreteria di Claudio Scajola. È un ex prete e la perquisizione scatta nell’ambito dell’inchiesta sull’eredità dei Salesiani: Zocchi era sospettato di aver partecipato al raggiro ai danni dell’ordine religioso I faldoni In quella perquisizione vengono trovati diversi documenti usciti dal Viminale e parte dell’archivio personale di Scajola Fiamme Gialle entrano nel suo appartamento della capitale e trovano decine di faldoni e documenti. C’è una cartellina verde «contenente appunti manoscritti riguardanti la morte di Marco Biagi», un faldone blu «contenente documentazione variaa relativa a Marco Biagi, Michele Scandroglio, Claudio Scajola e carteggio “Forza Italia”», una cartellina azzurraa «recante la dicitura “Cs/Im ml” contenente carteggio relativo alla vicenda del latitante Mario Ledda», una cartellina azzurra «recante laa dicitura “potere e verità non coincidono” contenente un nastro registrato, corrispondenza e documentazione relativa alla vicendaa Mario Ledda» e poi «appunti relativi al ministero dell’Interno», fogli che riguardano compravendita di appartamenti, fascicoli relativi a pratiche pensionistiche. Ledda è il pluricondannato poi morto in carcere che accusò Scajola di averlo aiutato mentre era latitante e sosteneva di essere stato lui a presentargli, nel 1995, Silvio Berlusconi. Il quaderno rosso e lo 007 Ad attirare l’attenzione dei finanzieri è un «quaderno rosso contenente l’elenco dei fascicoli consegnati a A.G.». Chiedono spiegazioni e accer- Il documento Una pagina del decreto di perquisizione nella casa dell’allora capo della segreteria di Claudio Scajola il 9 luglio 2013 da parte degli uomini del Nucleo di polizia tributaria di Roma tano che si tratta di uno 007. Vanno a casa sua dove trovano svariate buste imballate e piene di documenti. L’uomo si limita a spiegare che gli involucri «mi sono stati consegnati da Zocchi», ma nega di conoscere il contenuto. Una versione analoga la fornisce lo stesso Zocchi il giorno dopo, quando viene convocato dai pubblici ministeri e dichiara: «A.G. è un poliziotto che ho segnalato al generale Niccolò Pollari perché venisse assunto al Sismi. È stato effettivamente assunto e ora è funzionario. Quando mi sono dimesso sono state le segretarie a fare gli scatoloni e li hanno inviati nella sede di Forza Italia. Io li ho mandati a prendere ma poiché non avevo spazio a casa ho chiesto a T. di custodirle». Come è possibile che un ex ministro dell’Interno decida di affidare carte riservate a un’agente dei servizi segreti? Che cosa c’è in quelle buste e in quegli appunti? Una parte del materiale è stato trasmesso alla Procura di Bologna che ha avviato una nuova indagine e ha già interrogato lo stesso Zocchi e la moglie dell’ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, molto vicino a Biagi. E ciò fa presumere che nei documenti sequestrati ci fossero riferimenti specifici su quanto accaduto prima dell’agguato mortale delle Brigate Rosse al giuslavorista. Anche perché il fascicolo è stato assegnato al p pub pubblico ministero Antonello Gustapane, che aveva già indagato sulla scelta di non assegnare una scorta a Biagi. Una vicenda che certamente ha segnato la vita politica di Scajola, costretto a dimettersi da ministro dell’Interno dopo averlo definito «un rompicoglioni». Le società aperte all’estero Altri elementi potrebbero arrivare dall’analisi delle carte e dai contatti tra i magistrati di Roma e Reggio Calabria. Nei prossimi giorni il pubblico ministero Giuseppe Lombardo e il collega dell’Antimafia Francesco Curcio analizzeranno i fascicoli sequestrati a Imperia e Roma alla ricerca di nuove tracce sugli affari che avrebbero legato lo stesso Scajola a Matacena e a Chiara Rizzo. L’attenzione è concentrata su tutti i possibili canali di riciclaggio che portano all’estero e proprio su questo stanno lavorando gli investigatori della Dia che avrebbero già individuato alcune aziende intestate a prestanome ma in realtà al servizio dell’ex parlamentare di Forza Italia e, questa è l’accusa, delle cosche di ‘ndrangheta. Il ritorno di Chiara Rizzo oggi in Italia Con il furgone della polizia penitenziaria francese Chiara Rizzo arriverà oggi in tarda mattinata a Ventimiglia, poi in auto sotto scorta proseguirà fino a Genova, da qui in volo per Roma e infine, sempre in aereo, per Reggio Calabria. Salvo ripensamenti o cambi improvvisi di rotta, si conclude così il lungo periplo dagli Emirati Arabi uniti, via Francia, verso la giustizia italiana della moglie dell’armatore ed ex parlamentare di Forza Italia, Amadeo Matacena, condannato in contumacia a 5 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. I giudici di Reggio Calabria hanno molte domande da porle, soprattutto sui suoi rapporti con l’ex ministro Scajola, e qualche reato da contestarle riguardo all’organizzazione della fuga del marito e di qualche illecita manovra finanziaria per occultarne il patrimonio. Chiara Rizzo arriverà provata all’appuntamento. E non soltanto per la claustrofobia di cui avrà sofferto durante il viaggio in cellulare da Marsiglia, dove è stata detenuta, a Ventimiglia. Grazie alla legge francese, che permette le telefonate dal carcere, Lady Matacena ha potuto telefonare alla figlia, sfogando la sua disperazione, in una cella dove nessun’altra detenuta parla italiano, senza possibilità di incontrare i suoi legali italiani: «Il gip di Reggio Calabria ci vieta di comunicare con lei per altri cinque giorni — si lamenta l’avvocato Bonaventura Candido —. Stiamo valutando un ricorso alla Corte europea per i diritti dell’uomo». Elisabetta Rosaspina © RIPRODUZIONE RISERVATA Fiorenza Sarzanini [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista D’Ascola (Ncd) è anche senatore e relatore del ddl su falso in bilancio e riciclaggio: «Nessuna incompatibilità: lui è accusato di un altro reato» «Sono suo avvocato, ma non c’è conflitto d’interessi» ROMA — «Rinunciare alla difesa di Claudio Scajola? Mi dimostrino che c’è una incompatibilità, ma lo facciano con argomenti seri, e io rimetto il mandato...». L’avvocato reggino Nico D’Ascola, un professionista che veste e parla come un uomo di altri tempi, tira in ballo onore, rispettabilità, valori etici. E non indietreggia di un solo millimetro davanti a chi paventa il fumus di un possibile conflitto d’interessi per la sua doppia veste: quella di senatore del Ncd, nonché relatore del ddl anticorruzione, e la nomina a difensore dell’ex ministro dell’Interno di Forza Italia finito a Regina Coeli con l’accusa di aver favorito la latitanza del condannato Amedeo Matacena. Le è stato affidato il compito di redigere il testo base con le norme anticorruzione, poi è arrivata la richiesta dell’indagato Scajola. Non si poteva evitare la «contemporaneità»? «Guardi, io non faccio l’avvocato per caso. Un avvocato difende chiunque. Non può rifiutare, anche perché andrebbe incontro a un provvedimento disciplinare. Deve accettare, sempre, a meno che per motivi di coscienza poi non sia in grado di assicurare la sua prestazione professionale». Al Senato, lei ha appena depositato il testo base anticorruzione, sarà impegnato a partire dal 26 con i lavori di commissione e dell’Aula. «Ecco, appunto, io mi sto occupando di reati contro la Pubblica amministrazione, di false comunicazioni sociali e di autoriciclaggio. Invece a Scajola viene contestato l’articolo 390 per il favoreggiamento di un condannato in via definitiva. Il contenuto del ddl anticorruzione non c’entra nulla con quello che viene contestato a Scajola». Quindi, lei è sereno. Palazzo Madama Il senatore Nicola D’Ascola, è il relatore del ddl anticorruzione e il difensore di Scajola (Benvegnù-Guaitoli) «Ripeto, mi dimostrino con argomenti seri che c’è una incompatibilità e io ci ripenso». Il testo base anticorruzione che lei ha confezionato è ben più garantista della proposta originaria formulata dal presidente Pietro Grasso. Il testo Al Senato Dal 27 maggio si discuterà il disegno di legge anticorruzione Le novità Il testo introduce il reato di autoriciclaggio, ripristina il reato di falso in bilancio con pene da 1 a 4 anni e prevede un aumento dei tempi di prescrizione «Partiamo da un dato: quel testo in commissione ha avuto larghi consensi, compreso quello del M5S e del Pd. Ha votato contro solo Forza Italia. Poi il regolamento impone al relatore di non privilegiare il testo di Tizio o di Caio ma di considerarli tutti allo stesso modo. E nel nostro caso i testi presentati erano 5». Ma il ddl Grasso era più incisivo sul fronte della lotta alla corruzione. «Diciamo che il mio testo e quello del presidente sono perfettamente sovrapponibili per quel che riguarda l’inasprimento delle pene per i reati contro la Pubblica amministrazione. Io non sono intervenuto con il bilancino: ho semplicemente detto “fate voi”». Sulla non punibilità del concusso, però, non ha seguito l’indicazione di Grasso. «Guardi, una inversione a U di questo tipo non me la sono sentita di farla. L’intervento della legge Severino, che ha introdotto al punibilità del concusso, è stato molto importante ed è stato fatto anche in seguito alle raccomandazioni dell’Ocse. Per cui tornare indietro mi sembrerebbe una follia». E il falso in bilancio? «Anche su questo il mio testo si sovrappone a quello di Grasso perché inquadra un reato di pericolo procedibile d’ufficio». Invece per l’autoriciclaggio lei ha preso un’altra strada. «Con la formulazione larga si rischiava il paradosso: quello di fare condannare un ladruncolo a sei mesi per il furto e a 12 anni per aver utilizzato il provento di quel reato per comprarsi un panino. Io invece l’autoriciclaggio lo limito ai casi di chi investe in attività produttive e finanziarie». Come definirebbe il suo testo? «Di sicuro non è affetto da estremismo garantista». Dino Martirano © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 Martedì 20 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Esteri Cyberguerra La mossa dell’amministrazione Obama può aumentare la diffidenza tra le due superpotenze Usa, incriminati militari cinesi L’accusa: spionaggio elettronico I cinque ufficiali avrebbero rubato segreti industriali DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Uno, nel mondo degli «hacker», è stato soprannominato «Ugly Gorilla». Un altro era noto in Rete come KandyGoo. Ma Wang Dong, Gu Chunhui e gli altri tre cinesi finiti nel mirino della giustizia Usa non sono «smanettoni» qualsiasi: sono ufficiali dell’Esercito popolare di liberazione, l’Armata Rossa di Pechino. E lavorano nell’unità 61398: un palazzone bianco di uffici a Shanghai dal quale sono partiti alcuni dei più insidiosi attacchi informatici contro aziende americane. Washington li denuncia da anni. Non avendo ottenuto alcun risultato, è passata alle vie di fatto: ieri, per la prima volta nella storia dei rapporti tra le due potenze, il ministero della Giustizia ha formalmente incriminato i cinque ufficiali cinesi, accusati di Guerra segreta aver rubato segreti industriali a vari grandi gruppi americani: Westinghouse per il progetto di nuove centrali nucleari, Us Steel (acciaio), Alcoa (alluminio), Solar World (pannelli solari) e altro ancora. Ai cinque un «grand jury» che si è riunito a Pittsburgh, in Pennsylvania, ha contestato ben 31 capi di imputazione. Che, se processati, potrebbero costare loro diverse decine di anni di carcere. L’amministrazione Usa è la prima a sapere che la Cina non consegnerà mai i cinque militari. Ma, non essendo riuscita ad ottenere alcun risultato attraverso i negoziati diplomatici, Washington ha deciso di alzare comunque il tono dello scontro con un atto che è, sì, simbolico, ma manda un messaggio forte: «Non accetteremo più il sabotaggio di compagnie americane: sono azioni che costano molti posti di lavoro al nostro Paese» ha dichiarato ieri lo stesso ministro della Giustizia, Eric Holder. Il governo cinese ha reagito con veemenza accusando gli Usa di aver costruito a tavolino le prove contro i cinque militari e ha deciso, per rappresaglia, di sospendere la partecipazione ai negoziati bilaterali del Internet Working Group sino-americano: un comitato che era stato costituito proprio per cercare di risolvere le controversie sullo spionaggio cibernetico tra i due Paesi. Il comitato Il ministro della Giustizia «Non accetteremo il sabotaggio delle compagnie Usa: sono azioni che costano posti di lavoro al Paese» venne creato un anno fa: una decisione scaturita dal primo vertice informale tra Barack Obama e il nuovo presidente cinese Xi Jinping che si incontrarono lontano dalle telecamere a Rancho Mirage, in California. Allora il presidente Usa pose con forza la questione dello spionaggio industriale: un fenomeno di vastissime dimensioni, che ormai interessa almeno 140 gruppi statunitensi e che ha provocato all’America danni economici molto estesi. Le stime, su questo, variano dai 25 ai 120 miliardi di dollari. Ricostruite nei minimi dettagli da società specializzate nella sicurezza informatica come la Mandiant, queste incursioni informatiche per carpire segreti hanno già portato a gravi alterazioni della concorrenza. E fin dal 2012 il ministero della Giustizia ha creato una squadra di magistrati specializzati in questo tipo di indagini. Anche se i cinesi negano tutto, gli inquirenti hanno potuto facilmente dimostrare che, ad esempio, gli «hacker» militari rubavano le tecnologie nucleari di Westinghouse proprio mentre il governo cinese discuteva col gruppo Usa della costruzione di una nuova centrale atomica. Un anno fa Obama sperò di poter ottenere un cambiamento di rotta dal nuovo presidente. Ma Pechino, facendo leva anche sulle rivelazioni di Edward Snowden circa lo spionaggio a tappeto della Nsa, ha ignorato le richieste di Washington atteggiandosi, anzi, a vittima delle intrusioni senza limiti della potente macchina spionistica Usa. Washington, però, ha sempre sostenuto di spiare solo per motivi di sicurezza, non per dare un vantaggio illecito alle sue aziende. Ed è questo che contesta ora alla Cina che, ad esempio, nei pannelli solari sta togliendo quote di mercato all’americana Solar World vendendo a prezzi stracciati sistemi basati sulla tecnologia trafugata in America. Da qui la decisione di rompere gli indugi e andare allo scontro anche se questo può compromettere i pochi canali di dialogo rimasti tra i due Paesi. Massimo Gaggi © RIPRODUZIONE RISERVATA Tra Cina e Stati Uniti è in corso da tempo temp un conflitto nascosto che corre lungo g le linee ad alta velocit velocità cità di Internet Pechino LA STRUTTURA Secondo indiscrezioni, dietro gli attacchi informatici all’estero (Stati Uniti e altri Paesi occidentali) ci sarebbe l'«Unità 61398», una divisione segreta dell’Esercito di liberazione cinese con sede a Shanghai, nel distretto finanziario di Pudong CINA USA Shanghai LA REAZIONE Il presidente Barack Obama (nella foto). La Casa Bianca ha definito l’attacco informatico come «inaccettabile e un qualcosa che non può essere tollerato, sia da parte della Cina che di altri Paesi» PRECEDENTI Le foto segnaletiche diramate dall’Fbi di cinque ufficiali dell’esercito cinese accusati per la prima volta ufficialmente da un Grand jury americano di «spionaggio economico e furto di segreti commerciali» 141 Le organizzazioni, le industrie e gli enti internazionali che avrebbero subito «furti informatici» da parte dell’Unità 61398 In passato, gli Stati Uniti sono stati ati più volte nel mirino degli hacker ono, cinesi: colpiti i server del Pentagono, di grandi industrie e società informatiche e anche di grandi quotidiani come il New York Timess CDS La visita Alla firma un accordo per fornire alla Repubblica Popolare 38 miliardi di metri cubi all’anno Putin a Shanghai: «Venderò a voi il mio gas» Il Cremlino prova a rompere l’isolamento corteggiando la Cina, che resta «prudente» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO — Vladimir Putin si è fatto precedere a Shanghai da una mezza dozzina di navi, un sommergibile, aerei ed elicotteri. Le unità della marina russa partecipano a un’esercitazione di una settimana con la flotta cinese. Il leader del Cremlino invece incontra oggi il presidente Xi Jinping e punta soprattutto a concludere un grande accordo sulla fornitura di gas naturale russo alla Cina sul quale Mosca e Pechino stanno negoziando da anni. Il contratto tra la Gazprom e il governo cinese prevede che, a partire dal 2018 e per trent’anni, dalla Siberia arrivino 38 miliardi di metri cubi di gas all’anno, con la prospettiva di raddoppiare il quantitativo. Per Putin si tratta di uscire dall’imbuto nel quale si è infilato con l’avventura in Crimea, dimostrando che il suo regime non è isolato e ha un partner della forza della Cina che può aiutarlo a resistere alle sanzioni degli Stati Uniti e alle pressioni dell’Europa. «Le nostre posizioni sulle principali questioni internazionali sono simili se non identiche», ha detto Putin alla stampa cinese. Eppure, sia la presenza nel porto di Shanghai delle navi russe guidate dal potente incrociatore lanciamissili Varyag, sia la possibile firma della fornitura di gas, sono segnali di una relazione tra Mosca e Pechino sbilanciata a favore della Cina. Il viceministro dell’Energia russo dice che il contratto è pronto al 98 per cento: ma nel 2 per cento da risolvere c’è la questione del prezzo, anche se, secondo Russia Today, l’intesa sarebbe intorno ai 456 miliardi di dollari. I cinesi trattano al ribasso, forti della loro superiorità economica e della consapevolezza che Mosca ha un urgente bisogno di diversificare la clientela ora che tra shale gas americano e nuove fonti di energia europee la ricchezza di idrocarburi della Russia conta meno per l’Occidente. Il fatturato di Gaz- prom è generato all’80% in Europa. È dal 2004 che delegazioni russe e cinesi discutono sul gasdotto che dovrebbe collegare i giacimenti nella Siberia orientale con la Cina; lo scoglio è sempre stato il prezzo. Pechino ha saputo tener duro aspettando il momento più favorevole e nel frattempo ha trovato altri fornitori, come il Turkmenistan, il Qatar e la Birmania: a questo punto gli analisti scommettono che i russi saranno costretti a cedere sul prezzo. Anche le grandi manovre aeronavali nel Mar cinese orientale sono interpretate come un vantaggio per Pechino nella relazione con Mosca. Gli esperti di sicurezza ci vedono il sostegno russo ai cinesi nel confronto con il Giappone. La Cina invece non è stata altrettanto disponibile ad appoggiare il Cremlino nella sua avventura in Crimea ai danni dell’Ucrai- Il russo Rybolovlev Per l’oligarca il divorzio da 3 miliardi MOSCA — Un amore carissimo: Dmitrij Rybolovlev, il multimiliardario russo proprietario della squadra di calcio del Monaco, dovrà pagare oltre 4 miliardi di franchi svizzeri (circa 3,2 miliardi di euro) all’ex moglie Elena. Ultimo capitolo di una vicenda giudiziaria iniziata nel 2008, dopo una matrimonio durato 23 anni. La cifra fa impallidire anche quelle sborsate da personaggi come Rupert Murdoch e Roman Abramovich: è «il divorzio del secolo». na. Xi Jinping ha ordinato ai suoi diplomatici alle Nazioni Unite di restare fuori dalla sfida tra russi e occidentali, sia per non mettere a rischio i rapporti commerciali con Stati Uniti ed Europa che sono i mercati più importanti per le esportazioni cinesi, sia perché ogni caso di secessione di un territorio mette in allarme l’impero cinese che pensa al suo Tibet e allo Xinjiang. Per quanto riguarda il contratto sul gas, una fonte di Gazprom ha detto che a Shanghai tra oggi e domani si potrebbe arrivare comunque a una firma «politica» anche senza l’accordo definitivo sul prezzo. Dopo tutto la Cina, che già importa un terzo del suo gas, ha messo nel nuovo piano energetico la promessa di ridurre la dipendenza dal carbone altamente inquinante: l’obiettivo fissato da Pechino per il 2020 è di consumare 420 miliardi di metri cubi di gas all’anno, tre volte tanto rispetto ai 170 miliardi del 2013. I 38 miliardi di metri cubi di gas siberiano (che dovrebbero arrivare a 62 a pieno regime) rappresentano una quota importante. Ancora ieri però, Pechino ha voluto chiarire che sono gli amici russi ad avere più bisogno della firma: «La crisi per l’Ucraina e le sanzioni occidentali stanno forzando Mosca a guardare a Oriente», ha detto in un briefing per la stampa il professor Wang Yiwei, direttore del centro per gli studi europei dell’Università del Popolo. Guido Santevecchi @guidosant © RIPRODUZIONE RISERVATA Verso le presidenziali In marcia Soldati ucraini nell’Est (Afp) Mosca annuncia (di nuovo) il ritiro dall’Ucraina MOSCA — È la quarta volta che Vladimir Putin annuncia il ritiro delle truppe dalla frontiera ucraina e viene subito smentito dalla Nato che con i suoi satelliti dice di non aver visto alcun cambiamento significativo. Ora, però, al comunicato del Cremlino si accompagnano altri segni che potrebbero fare pensare a sostanziali passi avanti sulla strada della distensione. Nei prossimi giorni, tra l’altro, ci sarà una ripresa delle trattative tra Ucraina, Russia ed Europa anche sul fronte del gas e dei necessari finanziamenti per evitare il tracollo dell’economia di Kiev. Una indicazione importante della reale situazione potrà venire domenica, quando si svolgeranno nel Paese le elezioni presidenziali. Ci si chiede, infatti, cosa potrà accadere nelle regioni dell’Est e soprattutto nelle autoproclamate repubbliche indipendenti di Donetsk e Luhansk, i cui dirigenti hanno già detto che non riconosceranno i risultati del voto e non apriranno nemmeno i seggi. Hanno fatto molto rumore in Russia le notizie pubblicate dall’autorevole sito internet Slon su chi comandi effettivamente nelle roccaforti dei ribelli indipendentisti. Un giornalista che lo conosceva da tempo, afferma che il primo ministro della Repubblica di Slovyansk, Aleksandr Borodaj, è un politologo russo abbastanza noto. Russo è anche Igor Strelkov, il capo dei separatisti di questa città. Entrambi sarebbero stati poi dipendenti di un piccolo oligarca moscovita, tale Konstantin Malofeev. Sono state diffuse intercettazioni telefoniche in cui Malofeev, che finanzierebbe il tutto (magari con quattrini dei servizi segreti russi), impartisce ordini ai ribelli. Dopo aver detto al ministro della Difesa di ritirare negli alloggiamenti normali i 35-40 mila uomini che si trovano alla frontiera con l’Ucraina, Putin ha parlato al telefono con la cancelliera Angela Merkel. Il presidente russo ha anche giudicato positivamente i primi contatti tra il governo di Kiev e gli indipendentisti. Ha poi chiesto che anche le autorità ucraine ritirino l’esercito dall’Est dove è ancora in corso la cosiddetta «operazione antiterrorismo». Ma è improbabile che ciò avvenga, visto che pure i separatisti non cessano la loro attività: ieri si sono impossessati della sede delle ferrovie di Donetsk, uno snodo fondamentale. Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha detto che l’eventuale fornitura di gas all’Ucraina da parte della Slovacchia (che girerebbe a Kiev metano di Gazprom) non viola gli accordi. Un altro segno di apertura. Ma è sul ritiro delle truppe dalla frontiera che è puntata l’attenzione. Putin l’aveva detto la prima volta il 31 marzo. Poi lo aveva ri-annunciato il ministro della Difesa e quindi ancora lo stesso presidente il 7 maggio. Si spera che questa sia la volta buona. Ma Nato e Washington sono scettiche: «Vogliamo prove certe dell’effettivo movimento di uomini e mezzi». Fabrizio Dragosei @Drag6 © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 20 Maggio 2014 Esteri 11 italia: 51575551575557 La crisi Libia, sospeso il Parlamento. La Farnesina: «Italiani, valutate il rientro» La Libia trattiene il fiato, mentre il braccio di ferro tra fronte islamico e forze laiche si fa più serrato. «Siamo nella massima incertezza. Potrebbe prevalere la ragione che porta al dialogo, ma anche lo scoppio di una guerra civile fratricida destinato a devastare la capitale e a non produrre alcuna soluzione concreta, visto che le milizie nei due campi più o meno si equivalgono», sostengono tra i circoli diplomatici occidentali nella capitale libica. Segnale della crisi è anche la produzione petrolifera: Le elezioni sprofondata dal milione e 400mila barili quotidiani un anno fa ai 150.000 odierni. La grande maggioranza dei Paesi arabi chiude le proprie ambasciate e fa partire il personale. Lo hanno fatto nei giorni scorsi Algeria, Giordania ed Egitto, cui si sono aggiunti ieri Arabia Saudita ed Emirati. A Bengasi l’aeroporto è chiuso. Intanto cresce il numero delle unità scelte dell’esercito che ha deciso di sostenere Khalifa Haftar, l’ex generale di Gheddafi che sta coalizzando le milizie laiche contro quelle legate ai Fratelli Musulmani. Negli ultimi giorni gli scontri hanno causato oltre 80 morti a Bengasi. A Tripoli invece l’attacco domenica contro il Parlamento sarebbe costato almeno due vittime. Anche l’Italia, da sempre partner europeo e vicino privilegiato della Libia, prende provvedimenti. «La Libia è il Paese da cui provengono il 96 per cento degli sbarchi. Per noi è una priorità assoluta», allerta Matteo Renzi chiedendo la collaborazione dell’Europa. A Tripoli Militari dell’esercito libico Rafforzati dunque i contatti con i circa 1.200 tra italiani e italo-libici che risiedono nel Paese. Alitalia, che continua a volare da Roma (due compagnie aeree tunisine per contro hanno sospeso i collegamenti), favorisce biglietti e rientri. Soprattutto, il personale dell’ambasciata segue da vicino l’ottantina di imprenditori e rappresentanti italiani che da un paio di giorni si trovano nel Paese per partecipare alla «Libya Build», la fiera voluta dal governo locale per cercare di rilanciare l’economia. Tra loro molti imprenditori edili marchigiani decisi a non perdere le grandi opportunità che, nonostante la destabilizzazione, la Libia continua ad offrire. L’interscambio tra Italia e Libia resta in crescita, nel 2013 ha superato gli 11 miliardi di euro. Eppure adesso l’ordine di evacuazione arriva direttamente dalla Farnesina. Pare che la grande maggioranza dei visitatori italiani rientrerà oggi con un giorno e mezzo di anticipo sul programma. Lorenzo Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA Entrambi i candidati in lizza sono espressione di visioni sorpassate imprescindibili dall’esercito. Ma gridare alla controrivoluzione è un errore Quei vecchi stereotipi sull’Egitto Il generale Al Sisi non sarà un Faraone Ecco perché molti intellettuali appoggiano l’ex ministro della Difesa Pubblichiamo un articolo dello scrittore Marco Alloni. Nato in Svizzera nel ‘67, vive al Cairo da 17 anni. Sposato con una giornalista egiziana, ha due figli e si professa «musulmano ateo», «ateo per vocazione e musulmano per necessità». Ha scritto il romanzo «Shaitan» (Imprimatur, 2013) L’Egitto è sempre visto in termini di apocalisse. Che sia l’apocalittico, abusato «autunno arabo» che ha fatto seguito all’esultanza della «primavera» o l’allarmistico «golpe» con cui si è rimosso di fatto lo spettro della guerra civile, la misura intermedia della Realpolitik sembra negatagli. Ora un nuovo pathos, una nuova sindrome da «incompatibilità con la democrazia», si abbatte sulle rive nilotiche: il timor panico che, con la probabile vittoria di Abdel Fattah Al Sisi alle presidenziali del 26 e 27 maggio, si assista a un ripristino dell’ancien régime e al cosiddetto «ritorno dei militari». È un’ennesima deriva, forse un vero e proprio naufragio, di quel realismo politico che misurando il contingente per categorie dimentica che ancien régime è termine che mal si applica a un Paese che ha volto le spalle al passato, traversato tre ondate rivoluzionarie e scongiurato nel sangue l’alternativa islamista. E che, nell’equiparare sessant’anni di regime all’eventuale nomina di Al Sisi a raìs, rimuove di fatto ogni elemento di novità incarnato dall’ex ministro della Difesa e il sostegno trasversale che ne accompagna l’avvento. Un assioma dualistico vorrebbe In piazza Sostenitori dell’ex ministro della Difesa egiziano e candidato alla presidenza Abdel Fattah Al Sisi (Epa) che l’appoggio a Al Sisi sia eo ipso sostegno ai militari o alla gestione militare del Paese. Eppure non pro o contro l’esercito si esplicano le prossime presidenziali, ma in due visioni vecchio stampo — liberale (Al Sisi) e socialista-nasseriana (Sabahi) — che il commentatore Ibrahim Issa sa analogamente «imprescindibili dal sostegno delle forze armate». Riproporre la contrapposizione rivoluzionari/reazionari è quindi un azzardo anche sul piano sociale. Non foss’altro perché il sostegno a Al Sisi è trasversale ai due fronti, la vecchia classe intellettuale paradossalmente schierata con i giovani del Tamarrud e il fronte progressista frammentario al punto da risultare insussistente. La vera incongruità nell’evocare un ritorno all’ancien régime è anche nel fraintendimento della figura del mushir, che per la prima volta pronuncia una frase senza precedenti: «Se il popolo volesse depormi, lascerei il posto». Uomo intelligente, di smisurate ambizioni patriottiche, Al Sisi sa che sull’altare della storia gli si offre l’occasione di una svolta epocale più remunerativa dei biechi arricchimenti o della perpetuazione dello status quo, e che misurandosi con un popolo insorto, non con l’Egitto dell’obbedienza, se rifiuta l’agenda dei famosi «100 giorni» all’europea — su cui era scivolato il populismo Al voto di Morsi — nondimeno non può ignorare la svolta antropologica che il suo popolo reclama come contropartita alla fiducia. E questo atteggiamento, da statista non ancora prono all’equivoco dell’autoritarismo, lascia presagire uno scenario che mal si attaglia all’idea di una semplice replica del passato. Cruciale per cogliere il divario fra un Egitto macchiettizzato nei suoi manicheismi e la sua autentica vocazione rivoluzionaria resta comunque il sentire della gente. Lo scrittore Gamal Al Ghitani lo sintetizza in una formula: «Nel voler liberare il Paese dal terrorismo, Al Sisi ha assunto la decisione più pericolosa: l’Occidente non se ne avvede, ma incarna la richiesta di milioni di persone». Analoga posizione in Mohammad Hasanein Heikel, veterano del giornalismo nazionale: «Al Sisi è il candidato della necessità, l’unica alternativa possibile per sconfiggere il terrorismo». Gli fa eco Abdel Rahman Al Abdudi, bardo popolare: «Al Sisi, rispetto a Sabahi, rappresenta la novità politica adeguata al nuovo tempo di guerra». E lo scrittore Sonallah Ibrahim si spinge a parlare addirittura di un «cambio di rotta imprescindibile». Certo, resta l’incognita dell’incoronazione plebiscitaria, che in passato ha coinciso con la faraonizzazione del potere. Resta l’enigma sul margine di manovra effettivo delle future opposizioni. Ma se qualificare — come Alaa Al-Aswani — la prospettiva di una presidenza Al Sisi «espressione della rivoluzione» ha dell’ottimistico, gridare alla controrivoluzione è disfattismo della ragione. Marco Alloni © RIPRODUZIONE RISERVATA Seconda volta Per la seconda volta della rivoluzione del 2011 l’Egitto tornerà alle urne il 26 e 27 maggio per eleggere il presidente. Dal luglio 2013, quando il generale Al Sisi depose il presidente islamico Morsi, eletto l’anno prima, il Paese è retto da un presidente ad interim senza poteri di fatto. Il 5 giugno saranno annunciati i risultati Candidati I candidati sono due, ma l’esito è scontato. Il generale Abdel Fattah Al Sisi, 59 anni, ex ministro della Difesa nominato da Morsi, vincerà con una percentuale che si prevede superiore al 90%. Lo sfidante è il nasseriano e laico Hamdeen Sabahi (foto), 59 anni, figura chiave dell’opposizione sotto Mubarak, arrivato terzo nelle presidenziali 2012 12 italia: 51575551575557 Martedì 20 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 20 Maggio 2014 Esteri 13 italia: 51575551575557 La polemica Il leader dello Ukip costretto a scusarsi Catastrofe «No a vicini romeni» Sul populista Farage l’accusa di razzismo Alluvione nei Balcani: 47 morti Londra, gli euroscettici in difficoltà LONDRA — Alla vigilia di un’elezione che sembrava destinata a sigillare con i numeri l’importanza di Ukip nel panorama politico britannico, Nigel Farage scivola. Se ieri il leader del partito ha acquistato una pagina intera del quotidiano Daily Telegraph, storicamente schierato con i conservatori, per spiegare i suoi commenti sui romeni, vuol dire che quella frase, apparentemente «formulata male a causa della stanchezza», ha fatto qualche danno. Non era una frase innocua. Alla domanda «secondo lei ci si dovrebbe preoccupare se un gruppo di romeni si trasferisce nella casa accanto?» la risposta di Farage è stata un inequivocabile «sì». Le accuse di razzismo sono arrivate da destra e sinistra, ma il relativo silenzio del premier David Cameron e del leader laburista Ed Miliband è illustrativo della reale minaccia che l’Independence Party rappresenta non solo alle europee, ma anche alle politiche dell’anno prossimo. Per Cameron «Farage è il simbolo della politica dell’odio e della divisione, non la politica delle risposte», mentre secondo Miliband «Farage ha pronunciato una frase razzista, ma non è razzista». Il mes- La carta d’identità Il partito anti Europa nato dopo Maastricht «Ukip» sta per «United Kingdom Independence Party»: è il partito antieuropeista fondato nel 1993, un anno dopo il Trattato di Maastricht A Strasburgo insieme alla Lega Nord L’Ukip è rappresentato all’Europarlamento con 9 deputati sui 73 del Regno Unito. A Strasburgo fa gruppo con la Lega Rigidi sugli immigrati Meno tasse per i ricchi Il partito di Farage è euroscettico, ha una visione molto ristretta sull’immigrazione (anche all’interno dei Paesi Ue) e vuole detrazioni fiscali per chi ha redditi alti saggio è chiaro. Sparare a zero contro Farage, anche quando ha torto, può essere pericoloso. Il leader di Ukip non ha fatto marcia indietro, ha solo chiarito cosa voleva dire. In un’intervista con la Bbc ieri ha sopportato quattro volte che gli fosse chiesto se voleva scusarsi senza farlo, ammettendo esclusivamente di non aver utilizzato bene le parole: «Avrei dovuto spiegare subito che c’è un problema vero con la criminalità delle bande romene — ha sottolineato —. La maggior parte dei romeni che si sono trasferiti in Gran Bretagna è alla ricerca di una vita migliore, non costituisce una minaccia, ma è vero che il 92% dei crimini vicino ai bancomat è commesso da romeni, così come è vero che nei 28 Paesi dell’Unione il 7% dei reati è responsabilità di 240 bande romene». Se Miliband e Cameron hanno utilizzato toni moderati — «la politica è brutta abbastanza senza andare in giro ad accusare gli altri di razzimo», ha ricordato il premier — diversi deputati sono stati meno pacati. «Le frasi di Farage mi ricordano il razzismo che ha accolto i miei genitori quando si sono trasferiti qui», ha detto il laburista David Lammy, i cui genitori sono della Dietrofront Il leader del partito britannico «Ukip» Nigel Farage, 50 anni, in un pub di Bath (Ap) Ha detto ❜❜ La spiegazione La maggior parte degli immigrati cerca una vita migliore, ma c’è un problema vero con la criminalità delle bande romene Guyana. Dura anche la posizione di Yvette Copper, ministro degli Interni del governo ombra: «Essere preoccupati per l’immigrazione non vuol dire essere razzisti, ma è razzismo fomentare i timori altrui su vicini stranieri, come isolare un gruppo di stranieri piuttosto che un altro». Con le sue giacche tweed, le camicie a quadri e le cravatte con gli stemmi, Farage è un populista, un grande comunicatore nel quale la middle England tanto corteggiata da conservatori e laburisti sembra ritrovarsi con facilità. Non ha né l’accento di Eton di Cameron né il piglio da intellettuale di Miliband. Non si lascia intimidire e rara- mente perde colpi. La scivolata sui romeni si nota anche per questo. Se prima era un grande lavoratore, all’indomani delle critiche Farage è instancabile. Ha sull’agenda due giorni di fuoco. Parla con tutti, promette un «Carnevale multietnico» per «neri e minoranze» nel tentativo di trascinarli dentro il suo movimento, che definisce «una vera rivoluzione politica». I sondaggi danno segnali misti. Ukip potrebbe raddoppiare i suoi europarlamentari. Dalle urne uscirà come primo partito secondo alcune analisi, secondo o terzo secondo altre. Certo non è più una minoranza. Paola De Carolis © RIPRODUZIONE RISERVATA La peggior catastrofe degli ultimi 120 anni. È quella che ha colpito i Balcani. Un’alluvione che ha già causato 47 vittime in Serbia e Bosnia. Belgrado è in allarme per la piena della Sava. A Krupanj (nella foto) e a Obrenovac, la località più colpita, sono già state evacuate quasi ottomila persone. E altre duemila sono intrappolate sui piani alti delle case. Alle operazioni di soccorso in Serbia partecipano diecimila volontari. In Bosnia tre quarti della popolazione ha subito danni.. Tutto il Nord del Paese è allagato e destano preoccupazione per il rischio epidemie i corpi in decomposizione degli animali annegati. Sui luoghi interessati sono stati inviati inceneritori mobili. L’ambasciata della Serbia a Roma ha lanciato richieste d’aiuto per medicinali, indumenti, donazioni che si possono consegnare nelle sedi diplomatiche in Italia. Le donazioni si possono effettuare sul conto dell’ambasciata della Repubblica di Serbia, Iban: IT 86 I 02008 05120 000400724321, Swift: UNCRITM1723, Unicredit. 14 Martedì 20 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Cronache Santa Sede Per la prima volta un pontefice apre i lavori della Conferenza episcopale Il Papa e l’Italia della crisi: non cedere al catastrofismo Il discorso ai vescovi: «Le divisioni deturpano la Chiesa» CITTÀ DEL VATICANO — C’è un’immagine che dice tutto, quando Francesco ricorda ai vescovi italiani la tentazione distinguere «tra “noi” e “gli altri”» e mette in guardia dalle «chiusure» e dall’«attesa sterile di chi non esce dal proprio recinto e non attraversa la piazza, ma rimane a sedere ai piedi del campanile, lasciando che il mondo vada per la sua strada». La stessa crisi è una «emergenza storica» che «interpella la responsabilità sociale di tutti», dice: «Come Chiesa, aiutiamo a non cedere al catastrofismo e alla rassegnazione». È la prima volta che il Papa apre un’assemblea Cei, nell’aula del Sinodo c’è afa e il pienone delle grandi occasioni e l’attesa di una scossa storica: Bergoglio entra alle 16,53, accolto dal cardinale Bagnasco e dagli applausi, ascolta assorto la lettura del Vangelo di Giovanni sul primato di Pietro — il brano nel quale Gesù gli dice: «Pasci i miei agnelli...» — ed esordisce così: «Mi ha sempre colpito come fi- I tre luoghi «Come cristiani siate presenti prima di tutto in tre "luoghi": la famiglia, i disoccupati, i migranti» nisce questo dialogo:“Sèguimi”. Pietro ha avuto ancora la tentazione della curiosità e Gesù gli ripete: “A te che importa? Tu sèguimi”. Ecco, io vorrei andarmene con questo messaggio soltanto...». Risate dalla platea, ma il segnale è chiarissimo. «Quel seguire Gesù: questo è importante!». Francesco che spiega:«La spiritualità è ritorno all’essenziale». Che a uno degli episcopati più organizzati al mondo, anche economicamente, parla della «tentazione» e «presunzione» di chi si «illude di poter far conto solamente sull’abbondanza di risorse e di strutture, sulle strategie organizzative». E soprat- tutto consegna a tutti il discorso che Paolo VI tenne cinquant’anni fa ai vescovi italiani per chiedere «un forte e rinnovato spirito di unità», un testo che è una sorta di secondo atto di fondazione della Cei, «un gioiello, come fosse stato scritto ieri», dice, quasi chiedesse un nuovo inizio: «La mancanza o la povertà di comunione costituisce lo scandalo più grande, l’eresia che deturpa il volto del Signore e dilania la sua Chiesa», scandisce Bergoglio. L’unità «richiede un cuore spogliato di ogni interesse mondano», senza verticismi: la «nota dominante» indicata da Montini è «la libera e ampia possibilità discussione» tra i vescovi, in L’entrata L’arrivo di papa Francesco nell’aula del Sinodo, in Vaticano, per l’apertura dei lavori dell’assemblea della Conferenza episcopale italiana (foto Ansa / Claudio Peri) un’assemblea «è importante che ognuno dica ciò che sente, senza vergogna». I problemi sono altri: «Le chiacchiere, le mezze verità che diventano bugie, la litania delle lamentele, il rodersi della gelosia, l’accecamento indotto dall’invidia, l’ambizione che genera correnti, consorterie, settarismo: quant’è vuoto il cielo di chi è ossessionato da se stesso». La Chiesa italiana deve cambiare e guardarsi dal «ripiegamento che va a cercare nelle forme del passato le sicurezze perdute». Ai vescovi chiede «un annuncio cadenzato, mi raccomando, sull’eloquenza dei gesti: siate semplici nello stile di vita, distaccati, poveri e misericordiosi, interiormente liberi per affiancare le persone lungo le notti delle loro solitudini». Accanto al Papa ci sono il cardinale presidente Bagnasco e il vice Bassetti, possibile successore. L’assemblea discuterà le nuove regole ma i vescovi desiderano che il presidente resti di nomina papale, dopo una consultazione ampia della «base» con una rosa di nomi. Ma non è questione di persone, chiarisce Bergoglio, «i membri della presidenza sono tutti uomini del Papa!». Francesco cita I bambini ci guardano di De Sica: «Il popolo di Dio ci guarda». Ed esorta i vescovi a essere presenti in tre «luoghi» soprattutto: la famiglia (l’invito a «chinarsi» su chi «vede compromesso il progetto di vita» sembra riferirsi ai divorziati), i migranti e i disoccupati . Gian Guido Vecchi © RIPRODUZIONE RISERVATA Riciclaggio Il rapporto della vigilanza vaticana Transazioni sospette Da 6 a 202 in un anno ROMA — Il 2013 è stato un anno-record per quanto riguarda la segnalazione di operazioni finanziarie sospette in Vaticano. Sono passate dalle sei del 2012 a ben 202 dell’anno passato. La metà di queste segnalazioni (per la quasi totalità riguardanti lo Ior) si sono concentrate negli ultimi due mesi del 2013 (novembre e dicembre), visto che al Comitato Moneyval ne erano state segnalate (a far data dal 30 ottobre 2013) 105. Questa crescita, ha spiegato il direttore dell’Aif René Bruelhart, illustrando il Rapporto annuale,«riflette sia lo sviluppo della strumentazione legale, sia un miglioramento sostanziale della performance operativa delle entità soggette alla supervisione dell’Aif». Cinque di tutte le segnalazioni sono state inoltrate al Promotore di giustizia per le indagini penali. Il direttore Bruelhart ha parlato anche dell’ispezione interna allo Ior, sollecitata dal Comitato Moneyval. In particolare in relazione alla esistenza dei cosiddetti «conti misti ». Lo Ior infatti è cliente delle banche estere e come tale possiede dei suoi conti, ma il danaro che muove non è solo suo, ma anche quello dei propri clienti. Questo problema è emerso nel corso dell’ispezione e dovrà essere risolto: si tratta del nodo centrale nei rapporti con la Banca d’Italia e con il sistema bancario italiano. Proprio a motivo dell’esistenza di «conti misti» sono partite le indagini della ma- gistratura italiana per il reato di riciclaggio, a partire dal sequestro di 23 milioni di euro nel 2010. E dal 2011 è stata «congelata» tutta l’operatività dello Ior in Italia, con circa 120 milioni di euro ancora «bloccati» presso le banche italiane corrispondenti. Quanto al fatto che lo Ior ha annunciato a oltre mille clienti che non avevano più diritto a possedere un conto, Bruelhart ha precisato che nessun conto è stato chiuso per sospetto riciclaggio, né 120 Milioni di euro I soldi «congelati» dal 2011 presso le banche italiane dove erano stati aperti «conti misti» dallo Ior poteva esserlo, perché i conti sospetti devono essere monitorati secondo le procedure dell’autorità finanziaria (così come avviene in tutti i Paesi) e non semplicemente chiusi. L’Aif ha lavorato con quattro controparti estere, tra cui l’Uif della Banca d’Italia: 28 sono state le richieste di informazioni inoltrate dal Vaticano; 53 le richieste di informazioni ricevute. Tra le informazioni inviate in Italia anche quelle relative ai conti dell’arcivescovo emerito di Siena Gaetano Bonicelli e del manager bergamasco Giovanni Morzenti. M.Antonietta Calabrò © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 20 Maggio 2014 Cronache 15 italia: 51575551575557 Gerusalemme La celebrazione di Francesco e la preoccupazione per le trattative su una possibile gestione cattolica «Luogo sacro per noi» No degli ebrei oltranzisti alla messa nel Cenacolo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Le scritte in ebraico «Morte agli arabi, ai cristiani e a quelli che odiano Israele»: è la scritta apparsa al Centro Notre Dame di Gerusalemme GERUSALEMME — Ricostruito dai crociati, affidato da Roberto d’Angiò e la regina Sancia di Napoli ai francescani, conquistato da Solimano il Magnifico che lo trasformò in moschea, venerato dagli ebrei ultraortodossi che lo considerano il luogo dove venne seppellito re Davide. Tra le pietre contese di Gerusalemme quelle che formano l’edificio dove papa Francesco celebrerà la messa alla fine del suo viaggio sono ancora più contese. Sacre a tutte e tre le religioni monoteiste e sotto il controllo dello Stato israeliano. Gli oltranzisti ebrei sostengono che permettere al Pontefice di svolgere il rito nella sala del Cenacolo contravvenga alle regole in vigore dai tempi del Mandato britannico: ai fedeli è garantito l’accesso, ma le cerimonie non sono quasi mai permesse. In realtà già Giovanni Paolo II nel 2000 potè pronunciare queste parole: «Celebrando questa Eucaristia nella Stanza Superiore a Gerusalemme, siamo uniti alla Chiesa di ogni tempo e di ogni L’edificio La tradizione cristiana identifica con il piano superiore di un antico edificio posto sul monte Sion, a Gerusalemme, il luogo dove Gesù e gli apostoli consumarono l’Ultima cena. Al piano terra, la tradizione ebraica colloca la tomba di re Davide. Durante la dominazione ottomana l’edificio era stato trasformato in una moschea La città vecchia Porta di Erode Cupola della Roccia Chiesa del Santo Sepolcro Sala dello Spirito Santo 3 2 Muro del pianto Cittadella (Palazzo di Erode) Città di Davide Cenacolo 1 Cenacolo o Sala superiore Tomba di Davide D’ARCO luogo». A preoccupare gli haredim (e i musulmani) sono soprattutto le trattative tra il governo israeliano e la Santa Sede. L’anno scorso sembrava che un accordo fosse stato trovato: l’affidamento del Cenacolo alla Custodia di Terra Santa e quindi alla Chiesa cattolica. Con una formula di compromesso: lo Stato di Israele ne resterebbe il proprietario, lo spazio sul Monte Sion che secondo la tradizione ospitò l’ultima Cena di Gesù verrebbe dato in gestione ai francescani e aperto al culto cristiano. Le smentite non hanno fermato le proteste e le teorie complottiste, l’intesa segreta lascerebbe fuori e delusi gli altri. Secondo una voce, il Vaticano darebbe in cambio una Menorah, il candelabro salvato dalla distruzione del Secondo tempio di Gerusalemme. «Sono tollerante, posso capire, però condanno un attacco aggressivo a norme che funzionano dall’epoca dei britannici», dice il rabbino Yitzhak Goldstein al quotidiano Financial Times. Il giornale israeliano Haaretz ha invece lanciato un appello alla libertà di culto: «I cristiani a Gerusalemme non sono visitatori temporanei, sono parte della città, della sua storia e del suo presente. Sarebbe giusto permettere la libertà di culto sul Monte Sion anche per loro e un accordo che dia il via libera alle preghiere nella sala del Cenacolo porterebbe grandi benefici diplomatici». Gli ultraortodossi preparano una nuova manifestazione per giovedì, a pochi giorni dall’arrivo del Papa. La polizia israeliana e i servizi segreti interni temono che gli estremisti ebrei (quelli che lo scrittore Amos Oz ha definito «neonazisti») tentino azioni durante la visita. Gesti più vio- Le forze di sicurezza Giovedì, poco prima dell’arrivo di Bergoglio, ci sarà una manifestazione: polizia e 007 temono azioni durante la visita lenti e spettacolari degli insulti anti-cristiani apparsi sul centro Notre Dame a Gerusalemme. È per questo allarme che gli spostamenti di Francesco in Israele saranno molto più blindati che quelli tra i palestinesi a Betlemme. Dove lo aspettano anche una serie di manifesti-denuncia che associano opere pittoriche classiche a scene quotidiane per raccontare la vita sotto l’occupazione. Come si chiede Allison Kaplan Sommer su Haaretz: «Riuscirà lo stile amichevole e accessibile del Papa a sopravvivere al Medio Oriente? Se la paura impedirà agli israeliani, cristiani o meno, di vedere il vero Francesco sarà una grande perdita per noi». Davide Frattini @dafrattini © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 italia: 51575551575557 Martedì 20 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 20 Maggio 2014 Cronache 17 italia: 51575551575557 # Tempio Pausania Il fermato è incensurato, per il procuratore ha agito da solo Prato L’assassino era un amico di famiglia Con le mani in tasca sul luogo del delitto Giovane donna strangolata, interrogato il compagno Il piccolo Pietro è tornato a casa troppo presto: la strage era in corso PRATO — Ci sono segni di strangolamento sul collo di una ragazza cinese trovata morta a Prato. È quanto si apprende dagli investigatori. L’omicidio sarebbe avvenuto in una camera da letto dell’abitazione di via Pistoiese di proprietà di un cinese che la utilizza per l’attività di affittacamere. Nella casa vivono almeno altre quattro persone, tutte connazionali della vittima, ciascuno nella propria stanza. Il medico legale farebbe risalire la morte della giovane a circa seisette ore prima del ritrovamento. Il compagno della vittima, cher aveva anche il volto tumefatto è stato a lungo ascoltato dagli inquirenti che si sono serviti di un interprete perché non parla l’italiano. TEMPIO PAUSANIA — Non c’è un serial killer che gira per la Gallura, spietato anche con i bambini. L’assassino di Giovanni Maria e Giulia Azzena e del figlio Pietro, 12 anni, ha 32 anni, si arrangiava a tempo perso lavorando nella bottega del padre, tappezziere, a pochi passi dal palazzotto degli Azzena. Si chiama Angelo Frigeri, è di Tempio Pausania, fedina penale senza macchia: contro di lui «elementi oggettivi, certi», garantisce il capo della Procura Domenico Fiordalisi. Che tuttavia non aggiunge altro. Ha confessato? «Non dico nulla». Aveva complici? «Non mi esprimo». Frigeri è in stato di fermo: omicidio plurimo con l’aggravante della particolare crudeltà, accusa da ergastolo. Il procuratore vuole rassicurare la gente, scossa per la tragedia. Il caso sembrerebbe risolto dopo neanche 48 ore, ma non è chiuso. Gli elementi certi trapelano: tracce dappertutto, sangue, impronte, telefonate e immagini, sia pur sfocate e sommarie, di una delle telecamere di videosorveglianza. Frigeri è addirittura ritornato sul luogo del delitto, ha osservato con le mani in ta- Il ritorno Angelo Frigeri fotografato domenica mattina, il giorno dopo il delitto, in piazza Gallura a Tempio Pausania, a pochi metri dalla casa della famiglia Azzena. Il massacro secondo gli inquirenti è avvenuto nel primo pomeriggio di sabato. Il giovane arrestato è tornato per osservare i carabinieri al lavoro, mescolandosi tra i curiosi. Nella foto a lato ancora Frigeri ripreso ieri mattina all’uscita della caserma dei carabinieri di Tempio: è stato sottoposto a fermo perché dal suo racconto sono emerse numerose contraddizioni La difesa L’avvocato sostiene che Frigeri abbia avuto un ruolo marginale «rispetto ad altri esecutori materiali» sca i carabinieri del Ris in tuta bianca al lavoro nella casa e nel negozio di scarpe. Poche ore dopo è stato convocato in caserma. Fra i tabulati del cellulare di Giovanni Maria Azzena c’erano negli ultimi giorni ripetute telefonate, proprio con Frigeri. Lui ha cercato di giustificarsi: «Sono amico di famiglia». Poi ha voluto far ricadere i sospetti su tre fantomatici individui, «persone che non conosco», sostenendo di essersi limitato ad accompagnarli sotto casa Azzena. Racconto inverosimile, versioni contrastanti, dinieghi categorici e mezze ammissioni. Fra le altre, non confermata ma credibile — di fronte alle contestazioni sempre più stringenti e andate avanti per tutta la notte — la «quasi confessione» di aver soltanto ripulito la casa dopo il delitto. Poi è arrivato il suo avvocato Giovanni Azzena (omonimo di una delle vittime) e Frigeri ha fatto scena muta, facendosi scudo della facoltà di non rispondere. «Riteniamo che abbia agito da solo», è la convinzione dei carabinieri, «ma l’indagine continua». Punti non chiari: il movente e i complici. Può il fermato aver massacrato i tre da solo? Non è convinto l’avvocato difensore che infatti afferma: «Il mio assistito ha una posizione marginale rispetto all’esecutore materiale». Ma c’è una ricostruzione del delitto, «compiuto — ha precisato Fiordalisi — d’impeto e in più momenti»: Frigeri è arrivato nel negozio con Giovanni Maria Azzena prima delle 13, poco dopo sono saliti a casa, Giulia Zanzani li ha raggiunti dopo aver abbassato le serrande per la chiusura antimeridiana. E ha trovato il marito già legato e imbavagliato. Frigeri lo bastonava e lei ha cercato di difenderlo. Colpi per tutti e due, con una spranga. Una furia scatenata. Su Giulia già a terra, sfigurata, e sul marito ancora botte, fino all’ultimo sfregio: i fili strappati dal computer e stretti intorno al collo. Ed ecco il bambino: Pietro è arrivato verso le 13.45, ha fatto la strada scuola-casa, come sempre, con un compagno. Aveva le chiavi, ha aperto il portone; papà e mamma erano forse già nell’andito, riversi, l’assassino aveva forse già cominciato a ri- Ucciso a 12 anni Pietro Azzena, il ragazzino dodicenne rimasto vittima della strage in cui sono morti i suoi genitori, in una foto tratta da Facebook. Secondo gli inquirenti il bambino è rientrato a casa dalla scuola sabato proprio mentre era in corso l’aggressione pulire l’appartamento e si è precipitato su di lui con i fili elettrici fra le mani. Lo aveva riconosciuto, non poteva lasciarlo vivo: «Il ragazzino era un testimone scomodo — ha confermato il procuratore — anche di fatti di delinquenza pregressi». Ma perché una così spietata brutalità? Sul movente non c’è soltanto l’ombra dell’usura, di regolamenti dei conti su vecchie storie. I rapporti fra Azzena e Frigeri si erano fatti più stretti negli ultimi mesi, un incrocio di rapporti opachi e lo sfondo, tutto da esplorare, di furti e ricettazioni. Oro, gioielli. Roba da poche migliaia di euro. E Frigeri era probabilmente convinto di essere stato «bidonato». Cercava qualcosa nel negozio (e infatti i Ris hanno trovato anche lì impronte), forse un sacchetto. Azzena lo ha fatto salire a casa, nel tentativo (vano) di rabbonirlo. Ma il balordo lo ha legato a una sedia, «interrogato» e torturato. E dopo, massacrata la famiglia, è ritornato nel negozio per cercare il sacchetto. Sparito, insieme con la spranga. «Bastardo, devi sperare di non uscire presto di galera. Ti aspettia- © RIPRODUZIONE RISERVATA Giornalismo Il premio Ischia a Sarzanini e Ben Mehnni ratorio, tappezzerie per divani e tessuti, quasi dirimpetto alla casa degli Azzena, fa anche lavoretti di pronto intervento nelle case. Come e quando le strade di Giovanni Maria Azzena e di Angelo Frigeri si siano incrociate, fra amicizia e affari, non si sa. Il balordo, si sospetta, era uno degli «esattori» di un giro di usura. Lina Ben Mehnni, la blogger tunisina, che ha avuto un ruolo di rilievo nella informazione durante la «Primavera araba», è la vincitrice del Premio Ischia Internazionale di giornalismo (35/esima edizione). A Mario Orfeo, direttore del Tg1 e a Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera, sono stati assegnati i premi «giornalisti dell’anno» per la tv e per la carta stampata, mentre per la sezione «giornalismo online» riconoscimento al sito ANSA.it. Premio Mediterraneo a Lucetta Scaraffia per l’inserto «Donne Chiesa Mondo» sull’Osservatore Romano. Un riconoscimento speciale della Fondazione Giuseppe Valentino ad Antonio Manzo de Il Mattino per le interviste. La cerimonia di consegna del Premio Ischia si svolgerà il 27 giugno a Lacco Ameno e sarà trasmessa da SkyTg24. Alberto Pinna © RIPRODUZIONE RISERVATA mo», ha gridato un gruppetto di giovani mentre Frigerio usciva dalla caserma su un’auto civetta. Non alto, non robustissimo, fisico asciutto, un fascio di nervi. Mai un lavoro, a tempo perso idraulico, elettricista, tuttofare. Ha perduto la madre 7 anni fa ed è rimasto — dice chi lo conosce — sotto choc per mesi. Il padre Giorgio è artigiano, ha un labo- Il movente Secondo gli inquirenti l’aggressore cercava dell’oro o dei soldi in possesso di Giovanni Maria Azzena © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 Martedì 20 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Crediamo che anche il migliore dei materiali possa essere sempre migliorato: Super Titanio 5 volte più resistente del normale titanio Collezione da 178 a 298 euro 5 volte più resistente del normale titanio 40% più leggero dell’acciaio inox Vetro Zaffiro, prezioso ed inscalfibile Energia inesauribile grazie alla carica luce € 278 Corriere della Sera Martedì 20 Maggio 2014 Cronache 19 italia: 51575551575557 Milano I sindacati: interrompere la protesta. Domani l’incontro con il ministro Lupi Tassisti contro l’app dei noleggi Inseguimenti e due autisti feriti Corteo anti Uber. Il prefetto: sanzionato chi viola le regole MILANO — Scioperi selvaggi, divisioni sindacali, liti notturne tra guidatori di auto bianche e auto blu, tentativi di linciaggio sventati per un soffio. Tassisti ormai padroni delle strade di Milano, la questione, ieri, è ufficialmente diventata di ordine pubblico. Nella protesta contro Uber — la app della discordia che aggira le leggi offrendo vetture a noleggio che si comportano come taxi — è intervenuto ieri anche il prefetto Francesco Paolo Tronca, che ha convocato d’urgenza un vertice sulla sicurezza con il questore Luigi Savina. Due i fronti d’azione decisi. I tassisti saranno sanzionabili per interruzione di pubblico servizio se continueranno le agitazioni spontanee. E gli autisti Ncc (noleggio con conducente) affiliati a Uber potranno essere multati anche dagli agenti di polizia. Reato penale contro illecito amministrativo. La linea dura dei responsabili di sicurezza ha ulteriormente diviso i tassisti, già scissi in 23 diverse sigle sindacali. «Ma come? Se la prendono con noi e non con loro?» inveivano alcune delle 200 persone riunite sotto la prefettura, in corso Monforte, nel cuore nobile della città. Anche perché dopo il lancio di uova contro la Lo sciopero Un cliente in attesa alla Stazione centrale di Milano: i tassisti sono rimasti fermi per protesta (Ansa) 20 per cento Di quanto sono mediamente superiori i prezzi di Uber rispetto a quelli dei taxi considerando lo stesso tragitto 30enne manager di Uber, Benedetta Arese, culmine della contestazione di sabato, ieri i tassisti avrebbero dovuto osservare una giornata di protesta «mitigata» con i turni liberi, svincolati dagli orari delle licenze comunali. Almeno in attesa dell’incontro di domani con il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi. E invece la tensione era già alta fin dal mattino, a causa delle aggressioni avvenute nella notte: due tassisti, in due diverse circostanze, tra le due e le quattro di lunedì mattina, hanno accerchiato due autisti Ncc che, nel tentativo di scappare, li hanno investiti con la propria vettura causando loro lievi ferite. Msc e Fincantieri Che cos’è Sullo smartphone Uber (in alto, il logo) è un servizio che permette di prenotare un’auto con conducente attraverso un’applicazione che si scarica sullo smartphone: l’app sfrutta il sistema di localizzazione e il pagamento con carta di credito Gli inizi Uber è partito quattro anni fa a San Francisco grazie a una start up fondata nel 2009 da Garrett Camp e Travis Kalanick ed è presente in ottanta città di tutto il mondo, in Italia a Milano e Roma I conti Uber ha superato un miliardo di dollari d’incassi e pensa a una eventuale quotazione a Wall Street: al momento la valutazione si aggira su tre miliardi e mezzo di dollari. La società ha ricevuto capitali freschi per 307 milioni di dollari Con Google Tra gli investitori c’è anche Google: Uber si è impegnata ad acquistare dal colosso web le sue auto «senza conducente», al momento in fase di test Sciopero «bianco» saltato, tutti in corteo dalla Stazione Centrale, centro di presidi e picchetti, prima di ascoltare il resoconto del vertice sulla sicurezza dalla delegazione sindacale, con la «garanzia che ogni tipo di sanzione» ventilata da prefetto e questore «non avrebbe riguardato il passato ma solo il futuro». Ma nonostante l’ultimatum del prefetto e le richieste dei sindacati d’interrompere l’agitazione, qualche ora più tardi i blocchi erano ricominciati, con i delegati sindacali a fare gara nel «dissociarsi». «Azioni disarticolate e disomogenee» per gli stessi tassisti, divisi nei conciliaboli alle piazzole della città tra chi vorrebbe lavorare e chi lo impedisce. Manca una guida ergo decide chi urla di più, di solito i 2-300 «irriducibili», legati all’universo ultrà e all’estrema destra. L’unico punto d’incontro dunque è il nemico Uber. E Uberpop, la versione low cost che permette a tutti di fare il tassista. L’accusano gli stessi Ncc: «Innovazione non significa illegalità». Alla sera, anche il viceministro dell’Economia, Enrico Morando, rimarrà ostaggio della contestazione allo scalo di Linate, non riuscendo a raggiungere l’incontro sulle banche alla fondazione Ambrosianeum dov’era atteso. L’onda lunga delle agitazioni milanesi, adesso, rischia di espandersi nel resto della Penisola. In particolare a Roma: «Siamo preoccupati — ha spiegato all’Adnkronos Alessandro Atzeni di Lazio Uilt settore taxi — l’incontro con il ministro di domani ci farà decidere come organizzarci» . Giacomo Valtolina © RIPRODUZIONE RISERVATA Quattro navi «allungate» nei Cantieri di Palermo PALERMO — Potrebbe davvero fare rinascere la speranza negli storici Cantieri navali di Palermo il programma di Msc Crociere e Fincantieri chiamato «Rinascimento» e avviato ieri con i lavori per ampliare la prima di quattro grandi navi della compagnia. Un impegno complessivo di 200 milioni di euro. Un ottimo risultato per l’impianto di Fincantieri, per le maestranze che avevano chiesto di lavorare ai resti della Concordia e che adesso saranno impegnate per oltre un anno. Primo intervento lo scafo da inserire al centro della «Msc Armonia», lunga 251 metri, stazza da 60 mila tonnellate, capacità di trasporto fino a 2.200 passeggeri. Tutto pronto per allungarla prima con un taglio chirurgico e poi con una maxi saldatura fino a 275 metri in modo da potere ospitare 2.680 viaggiatori con 193 nuove cabine passeggeri e 59 nuove cabine per l’equipaggio. Stessa operazione da compiere entro il 2015 sulle altre tre navi, Msc Lirica, Msc Sinfonia e Msc Opera. Tutti al lavoro adesso per la nuova sezione della Armonia che arriverà a Palermo il 31 agosto e ripartirà allungata il 17 novembre alla volta delle isole Canarie per le crociere settimanali della stagione invernale. Felice Cavallaro © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 italia: 51575551575557 Martedì 20 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 20 Maggio 2014 La storia Paolo Preti aveva avuto l’azienda distrutta dal terremoto dell’Emilia: tre suoi dipendenti erano morti sotto il capannone collassato 5,9 Prima e dopo Il capannone della Meta (a sinistra) crollato a San Felice sul Panaro (Modena) dopo la scossa del 29 maggio. A destra Preti davanti alla nuova sede della sua azienda ricostruita a Bomporto Il grado della scala Richter toccato dalla scossa di terremoto che investì l’Emilia e la provincia di Mantova il 20 maggio 2012. Il 29 maggio nuova scossa del 5,8 27 I morti causati dal terremoto, tutti residenti nelle province di Modena, Ferrara e Bologna. Le persone rimaste ferite in occasione delle due scosse furono invece 300 13,5 I miliardi di euro a cui ammontano i danni provocati dall’evento. Per il momento lo Stato ha stanziato per le opere di ricostruzione 4 miliardi. Un altro dovrebbe arrivare a breve 6.000 Le famiglie ancora oggi costrette a vivere fuori delle loro case e ospitate in moduli abitativi prefabbricati. Subito dopo il terremoto le famiglie sfollate erano 18 mila Cronache 21 italia: 51575551575557 «Così sono rinato (da solo) dopo il sisma» DAL NOSTRO INVIATO MODENA — Ha il tono del miracolato quando, ripensando all’abisso di due anni fa, sospira: «Non avrei mai creduto di fare così presto a rialzarmi…». I miracoli sono di moda in questo pezzo d’Emilia da quando, maggio 2012, le fauci della terra si mangiarono a rate (20 e 29 maggio, poi il 3 giugno, per non contare altre decine di scosse oltre il quinto grado della scala Richter) case e aziende, chiese e negozi, centri storici e scuole, sfregiando il profilo di una porzione di Italia (58 i Comuni colpiti tra Modena, Bologna, Ferrara, Reggio Emilia) che da sola rappresenta il 10% del Pil regionale e l’1% di quello nazionale. Morirono 27 persone, altre 300 rimasero ferite. L’incubo dell’Aquila e di altri sismi mai risolti aleggiava su queste terre. E invece, anche se i problemi restano e le proteste non mancano, molto è cambiato. Paolo Preti, modenese di 55 anni, sposato con 5 figli, il suo personale miracolo se lo è costruito praticamente da solo: la sua azienda, la «Meta» (meccanica di precisione), una trentina di dipendenti, un giro di affari sui 3 milioni, completamente distrutta nel maggio di due anni fa, non solo ha ripreso a pieno ritmo, «ma l’ultimo fatturato è stato superiore del 10% a quello del 2011, prima del sisma». Non fa polemica, non ha tempo, è uomo concreto: «I danni superavano i 6 milioni, se si considera la distruzione del capannone, la perdita delle scorte e dei macchinari. Ho Un aiuto subito Dai lettori del Corriere 1 milione alla Sardegna Lavori in corso La scuola media di Terralba (Oristano) sta rinascendo grazie alla sottoscrizione del Corriere OLBIA — A giugno sarà pronto il progetto per ricostruire la scuola Maria Rocca di Olbia, devastata dall’alluvione. Gli elaborati verranno presentati a giorni al concorso indetto dall’Ordine degli architetti della provincia di Sassari e dal consiglio nazionale. Il progetto premiato verrà messo gratuitamente a disposizione del Comune di Olbia e finanziato nel quadro di un accordo fra Il Corriere della Sera e il TG/la7 (che hanno raccolto più di un milione fra lettori e telespettatori, confluito Un aiuto per nel fondo «Un aiuto subito per la la Sardegna Sardegna») e la Fondazione Banco di Sardegna. Un intervento rapido, Saldo attuale del conto costo previsto 2 milioni e 200 mila euro, il primo a prendere corpo proprio nei giorni in cui a Olbia c’è Soldi spesi per scuola media Erminio Marcias di Terralba (OR) stata una manifestazione di protesta per i ritardi, dello Stato e ripristino opere 11.224 per della Regione Sardegna. Sei mesi murarie dopo l’uragano Cleopatra, infatti, 7.500 per lavori di edilizia le popolazioni stanno lamentando 16.958 adeguamento di non aver ricevuto gli aiuti sicurezza (nuovo gruppo antincendio) pubblici promessi. Soltanto a Olbia D’ARCO vi sono più di 500 ordinanze di sgombero, famiglie che hanno non hanno più una casa e vivono in alloggi provvisori o ospitati dai parenti. La scuola Maria Rocca era a ridosso di un canale, venne semidistrutta dall’onda di piena. Verrà ricostruita in un sito sicuro. Intanto una parte dei fondi, 35 mila euro, sono sati già spesi da Corriere della Sera e TGL/La7 nella scuola media Erminio Marcias di Terralba (Oristano) per lavori di ripristino edilizio e degli impianti di sicurezza. 1.065.482,17 L’imprenditore «Ho ricevuto dallo Stato solo il 15% dei danni» fatto domanda di risarcimento e finora ho ricevuto dallo Stato un primo acconto in aprile pari a circa il 15-20% dei danni». Da quel maggio 2012 esistono due «Meta». Una, a San Felice sul Panaro (Modena), è un ammasso di macerie segnato dal ricordo crudele di tre vite spezzate: l’ingegnere Gianni Bignardi, 62 anni, il caporeparto marocchino Mohamad Azarg, 46, e l’operaio indiano Kumar Pawar, 27. «Eravamo appena tornati in azienda – racconta Preti – dopo la scossa del 20 maggio. Non avevamo subito grandi danni e ci era stata concessa l’agi- bilità provvisoria. L’ingegner Bignardi stava effettuando sopralluoghi, i due operai erano al lavoro. A differenza nostra, non sono riusciti a scappare. Ancora adesso mi torna in mente quella scena…». L’altra «Meta», quella funzionante ora, è poco distante, a Bomporto. «Siamo stati costretti a delocalizzare. Il vecchio stabilimento è rimasto per 6 mesi sotto sequestro, i dipendenti sono finiti in cassa integrazione, ma nel frattempo siamo riusciti a recuperare qualche macchinario e a ricostruire la rete della clientela». Preti è solo uno dei tanti volti di una ricostruzione che, a strappi, rallentata dalla burocrazia e da una crisi feroce (la protesta dei vari comitati riguarda le disagiate condizioni di vita nei moduli provvisori, l’esosità delle bollette e la mancanza di una fiscalità agevolata), ha già investito più di 4 miliardi (un altro è in arrivo): «Non abbiamo mai promesso miracoli - ripete il governatore Vasco Errani -, ma torneremo più forti». Quando qui dicevano «tin bòta!» (tieni botta!) non era solo uno slogan. Francesco Alberti © RIPRODUZIONE RISERVATA 22 italia: 51575551575557 Martedì 20 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 20 Maggio 2014 Cronache 23 italia: 51575551575557 # L’inchiesta Da gennaio sequestrati 9.730 chili di canapa. Tutte le vie d’ingresso in Europa Piper L’aereo sequestrato dalla polizia albanese il 10 maggio dopo un incidente su una spiaggia a sud-ovest di Tirana: a bordo un italiano, sospettato di trafficare droga Eroina e erba dall’Albania in Italia La droga vola sugli aerei da turismo Gli investigatori: ora i trafficanti atterrano nei piccoli aeroporti MILANO — «Praticabilità campo: tutti i giorni e tutto l’anno». «Avvertire per atterrare: no». «Personale campo: soltanto su richiesta» oppure «dalle 9 al tramonto» o ancora «il fine settimana». Salvo abbordabili tasse di hangaraggio e stazionamento, nei piccoli aeroporti d’Italia meglio conosciuti come aviosuperfici — una striscia d’asfalto e più spesso d’erba come pista, nascosta fra il grano, i boschi, non lontano dalle strade statali di provincia che diventano facili vie d’accesso e comode vie di fuga —, i decolli e gli atterraggi sono gratuiti e liberi. In ogni senso. È facoltà dei piloti, che normalmente si affidano a un vecchio classico, il Cessna 172, o a un Piper, dichiarare la L’allarme Spostamenti sotto i 1.500 piedi per evitare i radar. L’allarme alla Questura di Milano: più controlli negli scali del Nord propria identità e la merce trasportata. In teoria dovrebbero firmare un’autodenuncia. Nei fatti i controlli sono rarissimi se non nulli. Da qualche mese, alla cloche di molti velivoli, specie in arrivo dall’Albania, ci sono personaggi scafati i quali, magari, hanno precedenti di polizia e detenzioni. Volano sotto i 1.500 piedi (450 metri) per fregare i radar. Hanno materiale da nascondere: droga. Certamente i criminali sono mele marce e i loro viaggi rappresentano anomalie in un mondo, il volo turistico, che ha appassionati e volontari, che mobilita energie e investimenti. Ma il nuovo fronte ormai è aperto. I narco-voli nei cieli d’Europa seguono rotte delineate: dal Marocco verso la Spagna e il Portogallo (tra 2011 e 2012 sono state scoperte 132 piste o «approdi» d’atterraggio clandestini, per lo più in Andalusia); dalla Fran- ✒ E Alfano lancia le denunce per sms I premi L’Oréal lia il territorio più esposto, non fosse altro per un discorso di numeri: 70 le aviosuperfici in Veneto, 30 in Friuli, 80 in Lombardia e altre 80 in Piemonte senza contare l’apertura di scali che privati ricavano sulle proprie tenute. Non serve granché. Dice un pilota: «Ho bisogno di una pista di quattrocento metri. Ho a bordo droga? Il volo da turismo rimane sotto quota 1.500 piedi, il fine settimana i cieli sono pieni di velivoli. Stranieri che arrivano da noi dalla Germania, dall’Austria, dalla Slovenia. Siamo tanti. Mischiarsi è facile. Sì, un radar militare ti nota. Ma poi? Perché seguire me e non un altro? Sulla base di quale sospetto?». Dall’Albania si trasportano marijuana e hashish prodotte in loco ed eroina in precedenza acquistata dalla Turchia. Gli stupefacenti riempiono valigie e sacchi imbarcati su Cessna e Piper. Da gennaio ad aprile, informano fonti della polizia albanese, in Italia sono stati sbarcati (e sequestrati) 9.730 chilogrammi di marijuana. Le organizzazioni criminali preferiscono, secondo tradizione, differenziare gli investimenti e così ecco i canali aperti anche con la Grecia (nell’identico periodo confiscati 13mila chilogrammi) e la Baviera, in Germania (5.600 chili). Ieri in Albania è stato convalidato l’arresto di Giorgio Riformato, 58 anni, originario di Luino, in provincia di Varese, autore di un atterraggio d’emergenza in Albania con il suo Piper; vicino al luogo, una spiaggia a un’ottantina di chilometri da Tirana, erano stati scoperti 460 chilogrammi di marijuana a lui ricollegabili, quantomeno secondo l’accusa. I tecnici stanno decriptando iPad e cellulare che aveva in borsa, alla ricerca di nomi, numeri, dritte. Ancora voci investigative, non convalidate da prove, parlano in queste ore di un atterraggio d’un pesante carico di droga in Emilia Romagna. Ma dove di preciso? Nella regione ci sono sessanta piccoli aeroporti, per lo più, come succede ovunque, privi di particolari restrizioni. Per esempio è sconsigliato il movimento in arrivo e in partenza in caso di pioggia intensa; spesso, alla Le rotte Uno degli aerei sequestrati dalla polizia inglese Voli carichi di cannabis nella notte o al tramonto: sono 30 gli aerei precipitati in questi tre Paesi dal 2007 INGHILTERRA RRA GERMANIA FRANCIA di ERNESTO MENICUCCI S e in America esiste l’Ncis (Naval Criminal Investigative Service), nella Capitale arrivano le Sms: «È l’acronimo di Squadre Mai Spaccio», annuncia il ministro dell’Interno Angelino Alfano, presentando al Viminale la direttiva «Roma Capitale sicura». Sei aree di intervento, più il capitolo a parte dei cortei, dall’abusivismo commerciale ai reati connessi alla movida, dalle norme sullo stadio ai furti e rapine. Fino alla prostituzione, specie quella minorile, e — appunto — allo spaccio di sostanze stupefacenti che, secondo il vicepremier e leader di Ncd, «si svolge soprattutto di fronte alle scuole dei nostri figli». Ecco, allora, la novità: la città divisa in tre macroaree (una alla Polizia, una ai Carabinieri, l’altra alla Guardia di Finanza) e le segnalazioni via cellulari, con un messaggino. «I due numeri sono già attivi», insiste Alfano. E li detta: «Il 338-6640311 è per avvertire della presenza di spacciatori. Il 334-6903373 è sulla prostituzione». Difficili da tenere a mente, quasi impossibili da memorizzare: meglio salvarli sul proprio telefonino, in caso. © RIPRODUZIONE RISERVATA Elicottero sequestrato a Cadice a una banda tedesco-spagnola Quadrante strategico per superare lo stretto della Manica. Il primo caso è del 2009: arrestato un pilota della Raf in pensione che portava cocaina dalla Francia al nord del Galles ALBANIA SPAGNA PORTOGALLO ITALIA GRECIA MAROCCO Velivolo sequestrato in Andalusia nel 2010 In Albania marijuana e hashish sono prodotte in loco mentre l’eroina arriva dalla Turchia CORRIERE DELLA SERA cia all’Inghilterra; dai Paesi Bassi al Baltico. Nel 2010 l’Europol già aveva alzato il livello d’allarme. In alcune parti dell’Europa hanno provato a correre ai ripari (Francia, Belgio, Olanda e Regno Unito condividono un lavoro di intelligence); da altre parti sono in ritardo. Eppure gli esempi non mancano: le offensive dei narcos sudamericani (che possiedono intere flotte per traffici verso Messico, Caraibi, Africa) e le controffensive degli Stati Uniti, in una contesa che dura da anni tra strategie e nuovi trucchi. In Inghilterra, la National crime agency ha appena lanciato un allarme sul traffico di droga e armi a bordo di piccoli aerei, sollecitando segnalazioni da parte di chi abita vicino agli aeroporti. Ora dei viaggi Albania-Italia è stata informata la Questura di Milano. Forse è proprio il Nord Ita- voce «regole da rispettare» segue la voce «nessuna». E allora introdurre restrizioni nei piccoli aeroporti e sollecitare ispezioni a campione delle forze dell’ordine, spiegano gli amatori del volo da turismo, soffocherebbe la filosofia stessa dello sport. Altro discorso, come le prossime indagini potrebbero scoprire, è la presenza di coperture e connivenze. Negli scali è scarsa la presenza di torri di controllo, ancorché artigianali, e di volontari alla radio che seguano l’atterraggio e invitino il pilota sbarcato a compilare il libro mastro: nome, provenienza, merce da dichiarare. Troppo, troppo poco per dichiarare guerra alla droga. Andrea Galli Gianni Santucci © RIPRODUZIONE RISERVATA Le cinque promesse della scienza al femminile MILANO — Maria Loredana Marcovecchio (Chieti), Alice Frigerio (Milano), Irene Paterniti (Messina), Maria Enrica Di Pietro (Università della Calabria), Sarah Caronni (Pavia). Cinque donne, cinque promesse italiane della scienza. La più giovane ha 27 anni, tre si sono formate in atenei del Centro-Sud. Sono state scelte fra 300 ricercatrici in giro per l’Italia. Sono le cinque scienziate under 35 che si sono aggiudicate quest’anno le borse di studio da 15 mila euro l’una del programma «L’Oréal Italia per le donne e la scienza». Con l’edizione di quest’anno — la dodicesima — arrivano a quota 60 le italiane premiate dall’avvio del progetto nell’ottobre del 2002, in collaborazione con la Commissione nazionale italiana per l’Unesco. Come ogni anno, le vincitrici del premio sono state selezionate da una giuria di nomi «illustri», presieduta dall’oncologo Umberto Veronesi, e gli assegni sono stati loro consegnati durante una cerimonia all’università Statale di Milano, moderata da Eliana Liotta, alla presenza dei rettori Giovanni Puglisi (Iulm) e Gianluca Vago (Università degli Studi di Milano) e di Cristina Scocchia (ad di L’Oréal Italia), Patrizia Toia (parlamentare europea) e, a sorpresa, Anna Maria Tarantola, presidente della Rai. Gli studi delle vincitrici (sopra nella foto con l’ad Scocchia) spaziano dalle scienze naturali alla Medicina, con obiettivi ambiziosi. Come quello di Sarah Caronni, 35 anni, dell’università degli Studi di Pavia, che si spende per la salvaguardia del Mediterraneo dall’invasione delle alghe.O come gli occhiali «bionici» per la riabilitazione delle paralisi facciali, progetto firmato da Alice Frigerio, 34 anni, della Statale di Milano. © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 italia: 51575551575557 Martedì 20 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 20 Maggio 2014 25 italia: 51575551575557 Economia `V `ii ÀÃi /- > ÃiÌÌ>> iiÀ> >L >Ì ` iÜ 9À >}}À>Ì >i Ài Óä°ää i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° £äx iÌÌ ¯ /Ì i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° £äx iÌÌ ¯ ä]£È Ì« Èä£É££ÉÓÈ Ç]Óxä¯ £ÎÇ]Ç Ó]Ç{ Ì« £ä£xÉä{É£x Î]äää¯ £äÓ]äx ä]Î{ Ì« £££xÉäÉÓÈ Î]£ää¯ ££ä]ÇÇ Ó]Ó Ì« £££xÉä{É£È Î]Çxä¯ £äx]{ä ä]{Ó Ì« äÎä£ÉänÉÎ{ x]äää¯ ££{]Ó Î]În Óä°Î£n]{È £]Èä¯ `À> È°n{{]xx ä]£È¯ £ iÕÀ £]x£¯ À>VvÀÌi °Èx]Î ä]Σ¯ e £ iÕÀ £În]Çää Þi /- Ì°-Ì>À £Ç°n£]{£ ä]ȯ *>À} >V{ä® {°{È]ÇÈ ä]Îä¯ e £ iÕÀ ä]n£{È ÃÌiÀi ä]äÓ¯ Ì« äÈ£xÉäÉ£Ç Ó]£ää¯ £äx]ä£ ä]{Ó Ü ià £È°xäx] ä]ä¯ e } } ÓÓ°Çä{]xä ä]ä{¯ £ iÕÀ £]ÓÓÓn vÀ° ÃÛ° Ì« £Î£xÉäÉ£n £]Çää¯ £ä{]ä£ Ì« ää£ÉäÎÉÓä {]Óxä¯ £££]È{ £]££ £]È£ Ì« äxä£ÉäÓÉÎÇ {]äää¯ £ä£]ä Ì« äÇä£ÉänÉÎ x]äää¯ ££{]Èn VÌ äÇä£É£ÓÉ£{ ä]{Óä¯ £ää]än Î]{ä Î]xÓ ä]x >Ã`>µ {°£ÓÓ]ÓÎ ä]Çǯ e / i® £{°ääÈ]{{ ä]È{¯ £ iÕÀ ]ä{È£ VÀ°ÃÛi° ä]Îǯ e -E* xää £°nn{]ÈÇ ä]Îȯ e >`À` £ä°{Óx]xä ä]x£¯ £ iÕÀ £]{ä{ `°V>° ä]ä{¯ e Ì« ££ä£ÉäÉÓ£ {]Çxä¯ ££{]Óä Ì« ££ä£ÉäÎÉÓÓ x]äää¯ ££È]£Ç Ì« £Îä£ÉäÎÉÓ{ {]xää¯ £££]{Ó Ó]äx Ó]££ Ó]ÈÓ VÌ änä£ÉäÉ£x ä]Înä¯ ]ä VÌ ää£ÉäÇÉ£È ä]xÈä¯ ]ÈÓ VÌ £££xÉä{É£n ä]ÇÓȯ £ää]£n ä]Ç ä]n £]£n La lente UNIPOL LANCIA L’INCUBATORE PER LE START-UP SOCIALI S arà il primo incubatore «di scopo», dove lo scopo è quello di dare risposte innovative, anche dal punto di vista tecnologico, ai cambiamenti sociali ed economici del Paese: dalla povertà alla diseguaglianze sociali alla mobilità fino ai cambiamenti climatici. Si chiama «Unipol Ideas» ed è stato presentato ieri a Milano dal presidente della compagnia bolognese, Pierluigi Stefanini, e dall’amministratore delegato Carlo Cimbri, che debuttano così nel mondo delle start-up. L’incubatore di Unipol ha la particolarità di essere tutto orientato al welfare. Per essere ammesse alla selezione, le start-up dovranno avere un’idea di business in grado di contribuire a ridurre le diseguaglianze e migliorare la qualità della vita dei cittadini. Oltre a selezionare i 10 progetti più promettenti (il 10 luglio scade il termine per presentare domanda), metterli in condizione di diventare un’azienda vera e propria e collegarli al proprio network, Unipol si è riservata la possibilità di investire direttamente nella startup con una quota di minoranza. Purché l’attività sia in linea con quella della compagnia assicurativa. Federico De Rosa © RIPRODUZIONE RISERVATA ä]£Î¯ e /Ì ` -Ì>Ì /Ì Ì« ä{ä£ÉäÓÉ£x {]Óxä¯ £äÓ]{n /- Ì° - >Ài Ó£°ÈÎä]Î /- £]ÎÇ£x `>À > ÃiÌÌ>> ä]££¯ ä]£{¯ e Il cambio Arriva la lista congiunta Milano-Brescia per il rinnovo con un anno di anticipo del board della società A2A, i sindaci scelgono Camerano Valotti dalla MM al gruppo energetico. Il nodo deleghe. Cao in consiglio MILANO — Si cambia. A2A dice addio al sistema duale e al management con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato: Valerio Camerano sarà il nuovo amministratore delegato e Giovanni Valotti presidente, Giovanni Comboni vice. Dopo giorni di trattative ieri i Comuni di Milano e Brescia, soci di maggioranza della multiutility lombarda con il 27,5% a testa, hanno depositato la lista co n g i u n ta p e r i l consiglio di amministrazione che sarà nominato dall’assemblea del prossimo 13 giugno. Nella 0,955 lista di maggioranza figurano anche Stefano Cao, Michaela 0,877 Castelli, Stefano Pareglio (indicati da 0,789 Milano), Elisabetta Ceretti, Fausto Di Mezza e Antonio Bo0,701 nomo (indicati da Brescia). 0,613 Le diplomazie dei due Comuni hanno lavorato fino all’ulti0,520 mo. Ieri nel primo pomeriggio l’ultimo faccia a faccia tra i sindaci Giuliano Pisapia ed Emilio Delbono nella sede di A2A a Brescia. La Leonessa puntava sull’attuale direttore generale Renato Ravanelli come amministratore delegato, in nome della continuità aziendale e dei buoni risultati ottenuti, mentre Milano spingeva per Stefano Cao, ex direttore generale Eni già nel consiglio di gestione e dal curriculum internazionale. I veti incrociati hanno fatto convergere i sindaci su Camerano fino a un paio di mesi fa amministratore delegato della società di vendita Gdf-Suez 2,55 miliardi La capitalizzazione in Borsa di A2A Il titolo in un anno è salito del 29,5% Energie, dal 2003 al 2006 direttore generale di Enel Gas e prima al vertice di Camuzzi. È stato selezionato con i cacciatori di teste, ma c’è chi sostiene che sia anche gradito agli ambienti renziani. Il nuovo board prevede 12 componenti, nove alla maggioranza (amministratore delegato condiviso, 4 consiglieri a Milano, 4 a Brescia) e tre alle mino- ranze. Per il collegio sindacale (la presidenza andrà alle minoranze) i sindaci hanno indicato Norberto Rosini e Cristina Casadio per il ruolo di sindaco effettivo e Paolo Prandi come sindaco supplente. La partita che ora si apre è quella delle deleghe. I Comuni sarebbero intenzionati a mantenere come direttore generale unico Ravanelli, anche se formalmente la decisione sarà presa dal board. Il mercato ha accolto bene le nuove nomine: il titolo ha chiuso a +1,86% a 0,82 euro. Certo, valore lontano dai massimi di marzo quando aveva raggiunto l’euro: è probabile che i Comuni posticipino la vendita del 5% annunciata nei mesi scorsi. Francesca Basso BassoFbasso Comune di Milano Ieri 27,5% 0,82 euro +1,86% Comune di Brescia 27,5% Lug Set Nov 2013 Gen Mar Mag 2014 Carlo Tassara spa Flottante 41,6% A2A spa (azioni proprie) 0,9% 2,5% D’ARCO Dalla lista della spesa ai mercati ecco il (vero) bilancio dell’euro sa e, contemporaneamente l’Europa è in grado di uscire da una visione totalmente incentrata sull’austerità, oppure non c’è spazio per la politica». Il punto è che «l’euro ha dodici anni di vita – sottolinea Sommella – è una moneta unica ma non unita» e che «l’Europa sta compiendo il percorso opposto degli americani: prima la moneta unica e poi, forse, una BanIl volume La copertina del libro di Roberto Sommella «L’euro è di tutti» (Giovanni Fioriti Editore) ca centrale prestatore di ultima istanza. Prima i vincoli di bilancio e poi, forse, un debito comune. Prima o sacrifici e chissà quando i diritti. Si odia l’euro perché si teme il futuro. Ma l’euro è di tutti ed è l’unico futuro possibile». Anche se Sommella non si sottrae dal sottolinearne i costi, come quando ricorda che «dal confronto tra i prezzi di cento beni di largo consumo nel 2001, ultimo anno di vita della lira, e il 2013, undicesimo anno di vita della moneta europea, emergono aumenti oltre il 100%». Nel dettaglio «per un litro di latte fresco nel 2001 bastavano 2.100 lire, cioè 1,08 euro, mentre oggi ne servono 1,65. Analogo discorso per carne, pesce, pizza». Fr. Bas. © RIPRODUZIONE RISERVATA Farmaceutica Pfizer, offerta a 120 miliardi Nuovo no di AstraZeneca AstraZeneca ha detto di nuovo no. E ha respinto l’ennesima avance di Pfizer. Il colosso farmaceutico americano ha rivisto al rialzo l’offerta d’acquisto a quasi 120 miliardi di dollari, 55 sterline per azione. Ma il consiglio di amministrazione di AstraZeneca ha bocciato la proposta, definendo la cifra offerta troppo ancora troppo MILANO — Non è servito neppure l’ultimo incontro, convocato ieri a Brescia alle 13.30. «Vogliamo discontinuità» ha insistito il sindaco Giuliano Pisapia di fronte al suo collega Emilio Del Bono, primo cittadino bresciano e ai due direttori generali uscenti di A2A, Paolo Rossetti e Renato Ravanelli. Un incontro breve, mezz’ora o poco più, per ribadire ciascuno le proprie posizioni. Alla fine, i sindaci hanno chiesto di poter stare da soli per fare il punto e prendere la decisione definitiva. Poi, più nulla. Rossetti e Ravanelli non hanno più avuto informazioni dirette da quelli che, di fatto, sono i soci di maggioranza della società in cui lavorano. Prima di arrivare all’annuncio ufficiale della nuova governance di A2A ci sono state anche due giorni di telefonate vorticose per cercare di ribaltare una decisione di fatto già presa: nominare amministratore delegato Paolo Camerano lasciando al palo chi si è occupato fino ad oggi dell’azienda garantendo risultati egregi (lo dicono i numeri, lo ripetono in molti tra Brescia e Milano) e che, nel caso di Ravanelli, almeno da quattro mesi era considerato il candidato naturale all’incarico di ad. Lo sconcerto è diffuso: il La partecipazione consiglio di detenuta da ciascuno sorveglianza dei Comuni di Milano lo ha messo e di Brescia nel nero su capitale di A2A bianco mentre si muovevano i sindacati, i consiglieri di minoranza, i politici di uno e dell’altro schieramento, i dirigenti dell’azienda. Uno schieramento variegato a sostegno di Ravanelli. Pisapia, in realtà, ha spiegato a tutti quelli con cui si è confrontato di avere avuto altri riscontri: la società ha lavorato bene, ma possono esserci soluzioni migliori, ha ripetuto. Tra l’altro, i cacciatori di teste che aveva messo all’opera gli avevano consigliato come prima scelta Stefano Cao, sostenuto anche in qualche ambiente bresciano. «Usiamo come criterio il merito, non i punteggi» ha consigliato qualcuno. Ma le decisioni non sono cambiate e unica mediazione è stata quella di rinunciare a Cao per trovare una soluzione condivisa con Brescia puntando su un terzo nome. Camerano, appunto. Dopo lo sconcerto, ecco la preoccupazione: con la nuova governance, A2A avrà un presidente con deleghe, un vicepresidente che ne chiederà, un comitato esecutivo (da nominare: saranno da 3 a 5 membri) un amministratore delegato, i due attuali direttori generali, dipendenti della società. Il rischio che dove comandano molti alla fine non comandi nessuno. 27,5 La recensione Dai confronti alle prospettive nel libro di Sommella MILANO — «Economia reale, moneta, decisioni di politica finanziaria, movimenti di capitali, sono vasi comunicanti e solo all’apparenza fiumi carsici paralleli. Leggere in tempo i segnali che arrivano da questi fronti serve a capire dove soffierà il vento, su tutti i mercati». Attorno a questa analisi ruota il libro di Roberto Sommella «L’euro è di tutti» (Giovanni Fioriti Editore), che traccia un bilancio dell’Europa a partire dall’introduzione della moneta unica. Nella prefazione il premier Matteo Renzi sottolinea che «l’Europa non è un’istituzione “altra” rispetto a ciò che siamo noi. Italia ed Europa, a dispetto di una certa propaganda, non sono due controparti, sono sulla stessa barca». E dunque per il premier «l’Italia è in grado di cambiare se stes- L’ultima mediazione tra Pisapia e Del Bono Poi la decisione sulla «discontinuità» © RIPRODUZIONE RISERVATA I soci Un anno in Borsa Retroscena bassa. Un «no» che è costato alla società inglese un capitombolo in Borsa. E che potrebbe far naufragare in via definitiva l’ipotesi di un colosso farmaceutico transatlantico: Pfizer ha infatti precisato che si tratta dell’ultima chance per raggiungere un’intesa visto che la legge inglese le concede tempo per ritirarsi fino al 26 maggio. Elisabetta Soglio © RIPRODUZIONE RISERVATA 26 Economia Martedì 20 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Sul mercato Il consigliere delegato, Jain: abbiamo scelto Paramount perché vuole diventare un socio centrale La classifica PwC Uno sceicco del Qatar per Deutsche La City di Londra sorpassa New York Investirà 1,75 miliardi di euro e rileverà il 6% della banca tedesca Ai mercati non è piaciuto il nuovo aumento di capitale da 8 miliardi, annunciato domenica sera da Deutsche Bank, che fa diventare la famiglia reale del Qatar primo azionista del primo istituto di credito tedesco, con una quota del 6% e un investimento di 1,75 miliardi di euro. Il titolo ieri ha chiuso in discesa dell’1,74%, a 30,20 euro, sul listino di Francoforte, ma nel corso della seduta era arrivato a perdere oltre il 2%, trascinando al ribasso l’intero settore bancario europeo. A entrare nell’azionariato di Deutsche Bank, tecnicamente, è Paramount Services holding, un veicolo di investimento posseduto e controllato dallo Sceicco Hamad Bin Jassim Bin Jabor Al-Thani del Qatar, al quale il gruppo tedesco ha ceduto circa 60 milioni di azioni, al prezzo di 29,20 euro a titolo, per un controvalore complessivo di 1,75 miliardi. Gli ulteriori 6,3 miliardi di aumento saranno chiesti agli altri soci, che sono prevalentemente fondi, con in testa l’americano BlackRock, finora maggiore azionista con una quota del 5,14% della banca tedesca (al 31 dicembre 2013). Il prospetto per emettere fino a 300 milioni di nuove azioni è atteso per il 5 giugno, dopo il via libera della BaFin, l’autorità di controllo sui mercati tedeschi, e ci sarà tempo fino al 24 giugno per sottoscriverlo. Il nuovo aumento di capitale, appena 13 mesi dall’ultimo, servirà a rafforzare il patrimonio di una banche meno capitalizzate d’Europa, alla vigilia degli stress test della Bce. E aiuterà l’istituto ad affrontare «le sfide impreviste», ha affer- D’ARCO miliardi L’andamento in Borsa 1,8 L’ammontare del nuovo I numeri di Deutsche Bank (Gli ultimi 6 mesi sul listino di Francoforte) Ieri 30,20 euro -1,74% 38 3 36 3 34 3 Jürgen Fitschen (a sinistra) e Anshu Jain, co-ceo di Deutsche Bank dic mato Anshu Jain, co-ceo di Deutsche Bank durante una conference call con gli analisti, ammettendo che è «impossibile quantificare» le richieste ulteriori che i regolatori potrebbero domandare per rendere il sistema finanziario più resi- gen feb mar apr 6% La quota venduta al Qatar per 1,75 miliardi 200 milioni 32 3 Le risorse per ristrutturare la banca commerciale in Germania e in Europa 30 3 100 mag stente verso le crisi. Con l’aumento di capitale, Deutsche Bank farà salire il suo Common Equity Tier 1, uno degli indicatori più importanti della solidità di un istituto di credito, dal 9,5 all’11,8%. Ma non è soltanto l’Unione bancaria, in vigore aumento di capitale Gli advisor che saranno assunti per aiutare i maggiori clienti da novembre, a costringere le banche dell’eurozona ad accumulare riserve, i famosi cuscinetti di capitale, per far fronte ai nuovi standard europei. Deutsche Bank si prepara anche ad affrontare un futuro pieno di «contenziosi difficili Convegno Aifi Poste, per Caio servono accordi per creare valore Poi c’è la Borsa MILANO — Francesco Caio, amministratore delegato di Poste Italiane ieri al settimo giorno di lavoro, ha avviato la ricognizione in vista della Borsa. «Sono entusiasta del lavoro che mi aspetta — ha detto ieri all’incontro con Aifi in Kpmg —. Stiamo lavorando a stretto contatto con il governo. Voglio avere consapevolezza di ogni area del gruppo. Quando il quadro sarà completo, informeremo il mercato». Ma quanto tempo richiederà l’indagine? Anche perché Poste si avvia a essere vigilata da Banca d’Italia con i criteri più stretti riservati alle banche. La quotazione, ipotizzata entro l’anno, potrebbe in parte slittare. L’idea di Caio è replicare la gestione Avio (venduta a Ge), che guidò. «Abbiamo riletto la storia di Avio come un pivot di filiera — ha detto —. Producevamo la scatola di riduzione dei motori aerei. È piccola, ma senza quella non si vola. Così ci siamo proposti non come fornitori, ma come il partner necessario a clienti come Ge, Safran. Come l’Intel dell’ingranaggio aeronautico. Siamo riusciti a creare valore con il riposizionamento». Altra leva per Poste è la digitalizzazione: «Renzi è sul tema. La pubblica amministrazione va trasformata da zavorra di Stato a competitività». © RIPRODUZIONE RISERVATA Giuliana Ferraino @16febbraio Londra supera New York e diventa il primo centro finanziario al mondo: è il risultato del nuovo indice preparato dalla società di consulenza PwC. La capitale inglese si aggiudica poi per la prima volta il titolo di città migliore a livello globale secondo la classifica PwC intitolata «Cities of Excellence», che analizza i più diversi parametri, economici, sociali e ambientali, dei 30 maggiori centri. La capitale britannica può contare su un margine di 55 punti rispetto alla seconda classificata, la «Grande Mela», seguita da Singapore, Toronto e San Francisco. Fra i fattori che più hanno influito sul successo di Londra, rileva il quotidiano britannico «Daily Telegraph» — che ha anticipato la ricerca — c’è stata la sua crescita tecnologica, che le ha fatto conquistare nella classifica della ricerca hi-tech il primo posto con Seul. La facilità del fare business, secondo David Snell di PwC, dipende molto dalla creazione di un «hub» tecnologico nella capitale come quello di Shoreditch, East London, cresciuto attorno a un «campus» in cui nascono le start-up legate a Internet. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche Puglia - Basilicata BARI AVVISO ESITO DI GARA PER ESTRATTO Pubblicazione ai sensi e per gli effetti dell’art. 65 del D.Lg. 163/2006 e s.m.i.. Procedura aperta per l’appalto relativo ai lavori di Realizzazione di una nuova infrastruttura a servizio del 6° Nucleo elicotteri dei Carabinieri presso l’aeroporto civile di Bari-Palese. Importo a base d’appalto: 5.237.681,92 di cui € 5.083.562,27 per lavori a corpo ed € 154.119,60 per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso. Data di aggiudicazione definitiva: 23.03.2014 a seguito del perfezionamento del finanziamento CIPE. Criterio di aggiudicazione: prezzo più basso inferiore a quello posto a base di gara determinato mediante ribasso sull’importo posto a base di gara, ai sensi degli artt. 81, 82 co. 2 lett. b), del D.lg. 163/2006 e s.m.i.. Offerte ricevute: N.ro 47. Impresa aggiudicataria: RTI Caradonna ing. Paolo srl - Tecnoedilizia Meridionale di Oronzo Caradonna - Tecnoelettra srl - Dema Impianti srl, con sede in Bari - via Zanardelli 64 per la complessiva somma di € 2.831.631,87 di cui € 2.677.512,27 per lavori a corpo, al netto del ribasso del 47,33%, ed € 154.119,60 per oneri inerenti l’attuazione dei piani di sicurezza. L’avviso integrale, trasmesso alla GUCE il 2.05.2014, pubblicato su GURI, 5^ Serie Speciale n. 54 del 14.05.2014, è disponibile sui siti Internet ai seguenti indirizzi www.serviziocontrattipubblici.it - www.provveditoratooopppuglia.it. Bari, lì 9.05.2014 IL PROVVEDITORE Dott. Ing. Francesco Musci AVVISO DI GARA MEDIANTE PROCEDURA APERTA CIG 5737041400 La Società CASA LIVORNO E PROVINCIA S.P.A. (CASALP) indice una procedura aperta, ai sensi degli artt. 3.37 e 55.5 del D. Lgs. 163/2006 e s.m.i., per STIPULA POLIZZA GLOBALE FABBRICATI (GARANZIE INCENDIO E RESPONSABILITA’ CIVILE TERZI) ED EVENTI CATASTROFALI relativa al patrimonio immobiliare di proprietà o amministrato da CASALP posto nei Comuni della provincia di Livorno - periodo 30/6/14 30/6/17. L’importo a base d’asta è di € 1.050.000,00 per l’intero periodo contrattuale di 3 anni. Il servizio verrà aggiudicato con il criterio del prezzo più basso, determinato mediante ribasso sull’importo posto a base d’asta, ai sensi dell’art. 82 del D. Lgs. 163/2006 s.m.i. Il termine perentorio per la ricezione delle offerte, (corredate dalla documentazione richiesta), da inviare a mezzo raccomandata del Servizio Postale o servizi autorizzati o a mano, alla SOCIETA’ CASA LIVORNO E PROVINCIA S.P.A. (CASALP) - Servizi Generali e Contratti - Viale I. Nievo, 57/59/61 - 57122 LIVORNO (Tel. 0586/448611 - Fax 0586/406063), è fissato entro e non oltre le h. 12,00 del giorno 13 GIUGNO 2014, a pena di irricevibilità. L’apertura dei plichi avverrà in seduta aperta dalle ore 9,30 del giorno 16 GIUGNO 2014. Per ogni informazione, il bando di gara, il disciplinare con i relativi allegati ed il capitolato speciale sono disponibili sul profilo committente della Società: www.casalp.it sezione Bandi di gara. Livorno, 20/5/2014 L’AMMINISTRATORE UNICO (Avv. Stefano Taddia) Ferrotramviaria S.p.A. Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: Alessandra Puato e imprevedibili», ha spiegato il direttore finanziario Stefan Krause, nonostante abbia già stanziato miliardi per far fronte a multe e cause legali. L’ingresso dell’emirato arabo serve a rendere meno doloroso il contributo dei soci attuali. La scelta del Qatar? «Abbiamo deciso per la società Paramount Services, società di investimento controllata da Hamad Bin Jassim Bin Jabor Al Thani del Qatar, perché ha intenzione di diventare un investitore centrale e di rimanere», ha affermato Jain. D’altronde l’emirato non è nuovo a incursioni nelle banche europee. Nel 2008 Qatar Holding, il braccio di investimento diretto della Qatar Investment Authority, e Challenger, un altro veicolo di investimento dello sceicco Al-Thani, nel 2008 hanno investito 6,1 miliardi di sterline in Barclays, permettendole in questo modo di non ricorrere al salvataggio pubblico. Il fondo di investimento del Qatar ha inoltre il 6% del Credit Suisse e partecipazioni in Bank of America e in Agricultural Bank of China. Ma anche in Italia il piccolo emirato, sia attraverso il fondo sovrano sia la famiglia reale, è molto attivo, soprattutto nel settore immobiliare e della moda, con investimenti nel complesso di Porta Nuova a Milano (possiede il 40%), in Costa Smeralda, rilevata dal tycoon americano Tom Barrack, in Valentino e Pal Zileri. Sono suoi inoltre gli hotel Baglioni e il Four Seasons di Firenze e il Gallia di Milano. RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02 2584 6665/6256 - Fax 02 2588 6114 Via Valentino Mazzola, 66/D - 00142 Roma Tel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682 Ferrovie del Nord Barese Sede legale Piazza Winckelmann n. 12 00162 Roma Appalto di lavori - Avviso di aggiudicazione Settori speciali Si rende noto che la Ferrotramviaria S.p.A. ha esperito una procedura aperta, ai sensi della parte III del D.Lgs. 163/2006 s.m.i., per l’affidamento dell’appalto per la progettazione esecutiva e la esecuzione dei lavori per la realizzazione della Stazione Andria Sud della Ferrovia Bari-Barletta, (CUP: H91C08000070008 CIG: 5098545C6C). Sono state ricevute n. 9 offerte. In data 14/02/2014, è stata definita la procedura di aggiudicazione dell’appalto suddetto in favore del costituendo RTI composto dal Consorzio Cooperative Costruzioni - CCC Soc. Coop. Designato mandatario; COBAR S.p.A; BALFOUR BEATTY RAIL S.p.A., designate mandanti. L’importo contrattuale finale, al netto del ribasso offerto pari a 21,22%, è pari a € 12.087.648,60, di cui € 119.745,60 per corrispettivo progettazione esecutiva, € 11.592.193,11 per lavori, € 45.542,09 per bonifica ordigni bellici, € 330.167,80 per oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso, il tutto oltre IVA. L’avviso di aggiudicazione è stato inviato, per la relativa pubblicazione, alla GUUE e alla GURI. Roma, 20 maggio 2014 IL LEGALE RAPPRESENTANTE - Gloria Pasquini AVVISO INDAGINE DI MERCATO Invito a manifestare interesse per la disponibilità di immobili in Milano da adibire a Nuovo Centro di Produzione della RAI - Radiotelevisione italiana Spa La RAI - Radiotelevisione italiana Spa (di seguito “RAI”), in attuazione del programma di razionalizzazione e sviluppo dei propri attivi immobiliari, ha interesse a valutare la possibilità di concentrare le attività direzionali, operative e di produzione radio televisiva della propria Sede di Milano, in un nuovo complesso immobiliare, con una tempistica la più possibile ridotta. A tal fine, con il presente invito, la RAI intende sollecitare Manifestazioni di Interesse da parte di soggetti interessati a fornire a RAI la disponibilità di un complesso immobiliare da adibire a Nuovo Centro di Produzione di Milano (di seguito “NCP”). Tutte le informazioni relative alle caratteristiche dell’area e del NCP nonché i contenuti e le modalità di presentazione delle Manifestazioni di Interesse sono riportati nel documento “Invito a manifestare interesse per la disponibilità di immobili in Milano da adibire a Nuovo Centro di Produzione della RAI Radiotelevisione Italiana Spa” disponibile nell’indirizzo internet www.ncpmilano.rai.it. Ciascun interessato dovrà far pervenire, entro le ore 13:00 del giorno 13 giugno 2014, la Manifestazione di Interesse in un plico chiuso con qualsiasi mezzo idoneo a garantire la chiusura originaria del plico e la segretezza della manifestazione di interesse, nonché ad escludere qualsiasi manomissione, a: RAI - RADIOTELEVISIONE ITALIANA Direzione Servizi Generali Presso “Ufficio Ricezioni e Spedizioni” RAI Via Pasubio, 7 - piano terra 00195 Roma La pubblicazione del presente invito e la ricezione della Manifestazione di Interesse non comportano per la RAI alcun obbligo nei confronti dei soggetti interessati, né, per questi ultimi, alcun diritto a qualsivoglia prestazione da parte della RAI, a qualsiasi titolo. Il presente avviso costituisce un invito a manifestare interesse, e non un invito ad offrire, né un’offerta al pubblico ex art. 1336 cod. civ., né una sollecitazione del pubblico risparmio ex art. 94 e ss. del D.Lgs. n. 88/98. La Rai si limita a rendere pubblica la sua esigenza di immobili di certe caratteristiche, non vincolandosi però a nessun criterio di scelta e anzi riservandosi il più ampio potere di valutare liberamente la convenienza delle offerte. La RAI si riserva di sospendere, interrompere temporaneamente o definitivamente i contatti con uno o tutti i soggetti che hanno manifestato interesse. REPUBBLICA ITALIANA Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12 Via Villari, 50 - 70122 Bari Tel. 080 5760 111 - Fax 080 5760 126 REGIONE PUGLIA Il Commissario Straordinario Delegato Per l’attuazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione Puglia previsti nell’Accordo di Programma siglato il 25/11/10 AVVISO PUBBLICAZIONE ESITO DI GARA Categoria Prevalente OS21 per classifica II fino a € 516.000,00 Il Commissario Delegato avvisa che sul sito www.dissestopuglia.it nella sezione “AVVISI E BANDI” è pubblicato l’AVVISO RELATIVO AGLI APPALTI AGGIUDICATI inerente l’aggiudicazione della procedura negoziata ai sensi dell’art.122 del Decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 e s.m.i. relativa all’Intervento “FG 039_A/10 Comune di Rocchetta Sant’ Antonio via Lacedonia - Consolidamento e recupero di aree comunali con interventi di ingegneria naturalistica in via Lacedonia e via Pioppi”. CUP: J75D12000090001 - CIG: 5477624651 L’avviso per estratto sarà altresì pubblicato sulla G.U.R.I. Il Commissario Straordinario Delegato: Dott. Maurizio Croce Corriere della Sera Martedì 20 Maggio 2014 Economia 27 italia: 51575551575557 # La fondazione Nomine Mps, il dopo Mansi nelle mani di Valentini. I fondi esteri in assemblea Pirelli, consiglio di transizione in attesa di Rosneft MILANO — Si profilano tempi non brevi per la successione di Antonella Mansi alla presidenza della Fondazione Mps dopo l’indisponibilità della manager a un nuovo incarico. Si riuniscono oggi la deputazione amministratrice, in scadenza, e quella generale — cui spetta per statuto la nomina dell’organo amministrativo — anche se è chiaro a tutti a Siena che la scelta sarà influenzata dai grandi elettori della Fondazione, cioè il Comune retto dal sindaco Bruno Palazzo Sansedoni, sede della Fondazione Mps Valentini e la Provincia, che peraltro sparisce l’8 giugno come ente locale. Probabilmente si andrà oltre la scadenza del mandato di Mansi del 9 giugno e questo comporterà un periodo di prorogatio. Tra i papabili si sono fatti i nomi di Enrico Totaro, attuale membro della deputazione amministratrice ed ex dirigente di Mps (considerato in quota Fisac-Cgil), l’ex sindaco ed ex vicepresidente del Parlamento europeo Roberto Barzanti, e l’ex vicesindaco Anna Carli (citata ieri dalla Nazione). Intanto Mansi domani parteciperà all’assemblea di Mps che dovrà votare l’aumento di capitale da 5 miliardi chiesto dai vertici Alessandro Profumo e Fabrizio Viola. Saranno presenti per la prima volta anche i fondi Fintech Advisory (messicano, ha il 4,5%) e Btg Pactual (brasiliano, al 2%), legati all’ente di Palazzo Sansedoni in un patto sul 9% che punta al controllo della banca anche ampliandosi ad altri soci. Tecnicamente i fondi saranno delegati della Fondazione perché la girata delle azioni non è arrivata in tempo per l’assemblea. Il via libera dei soci sancirà la svolta dell’istituto, che rinforzerà il capitale in vista degli esami della Bce e rimborserà gran parte dei Monti bond. L’aumento aprirà anche la partita dei nuovi azionisti, che potrebbe rimettere in discussione anche la governance in vista del rinnovo del board nel 2015. F. Mas. © RIPRODUZIONE RISERVATA Turismo Prezzi e tariffe delle due agenzie su Internet limiterebbero la concorrenza e danneggerebbero i consumatori «Il cartello delle prenotazioni online» L’Antitrust indaga Expedia e Booking Denuncia degli albergatori sulle clausole che escludono altre offerte Per capire forse conviene partire dalla metafora del «portiere» che si frapporrebbe tra noi (clienti) e loro (albergatori) imponendo il prezzo di affitto di una camera senza che le due parti possano fare alcunché. Di portieri in questo caso ce ne sarebbero due soli in tutto il mondo, dice Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi, e sarebbero in grado di condizionare il rapporto tra domanda e offerta a causa dell’esistenza della cosiddetta «parity rate», una clausola messa nero su bianco dai colossi delle agenzie online booking.com ed Expedia nei contratti stipulati con gli alberghi. Vincolo che impedisce alle strutture turistiche di praticare prezzi più bassi al cliente pena l’estinzione dell’accordo e la sparizione degli hotel dai principali motori di ricerca. L’esito - secondo l’accusa dell’associazione degli albergatori - sarebbe persino l’oblio del proprio nome da Internet e l’incapacità di intercettare la clientela che cerca alloggi in Rete. La crociata degli alberghi ieri ha avuto a suo modo una rivincita. L’Antitrust ha deciso di avviare un’istruttoria nei confronti di questi due colossi 2,2 miliardi di euro all’anno, gli investimenti di Expedia.inc in tecnologia e marketing La clausola La clausola di «parity rate» è quel vincolo sul contratto che lega le agenzie online come Booking ed Expedia e l’albergatore per il quale l’hotel s’impegna a garantire l’identico prezzo su tutti i canali distributivi. Se la struttura ricettiva applica una tariffa più bassa al cliente finale sul proprio portale le agenzie online possono rescindere il contratto comportando la sostanziale sparizione dell’albergo dai motori di ricerca come Google. Secondo Federalberghi sarebbe anti-concorrenziale del turismo online «per verificare se limitino o meno la concorrenza nei servizi di prenotazione ostacolando la possibilità per i consumatori di trovare offerte più convenienti». Il faro dell’Authority sarà acceso per oltre un anno perché la fine dell’indagine è prevista per luglio 2015. E potrebbe portare a due soluzioni alternative: 1) Una sanzione parametrata al mercato italiano e al giro d’affari di Booking ed Expedia; 2) Una presentazione di impegni utili a rimuovere ogni ostacolo che impedisca l’effettiva concorrenza sul mercato. La difesa dei colossi del turismo in Rete è tutta basata sul predominio tecnologico che Booking ed Expedia avrebbero rispetto a tutti gli altri portali aggregatori. Van- Garanzia Giovani Il ruolo delle Regioni e delle agenzie Lavoro, la spinta di Poletti «Delega avanti o sarà stralcio» O in tempi ragionevoli (si parla di sei mesi o poco più) il parlamento vara la legge delega sul lavoro. O il governo stralcerà i temi più urgenti. E andrà avanti in altro modo. Sottinteso: via decreto. Parola del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ieri a Milano per un convegno organizzato dall’agenzia per il lavoro Adecco con il patrocinio della regione Lombardia. Poletti è entrato di nuovo sul delicato tema della concertazione: «Negli ultimi dieci anni ha paralizzato l’azione dei governi. Ciascuno deve abbassare la propria bandiera. Le bandiere sono importanti: ci dicono chi siamo e da che storia arriviamo. Ma a volte vanno davanti agli occhi e impediscono di vedere il futuro». Per quanto riguarda i possibili argomenti oggetto di stralcio, Poletti non si sbilancia. Di certo i contenuti «forti» della delega sono soprattutto la riforma degli ammortizzatori, la semplificazione contrattuale e la creazione di una agenzia nazionale per il lavoro. Il ministro del Lavoro ha rilanciato sulla Garanzia giovani. Come opportunità in sé: 1,5 miliardi Ue tra fondi Ue e nazionali per offrire opportunità di lavoro a 900 mila giovani. Ma anche come prova generale della riforma dei servizi per l’impiego. A oggi i giovani che si sono iscritti al portale della Garanzia Giovani sono 50 mila. Il ministro ha annunciato una campagna di informazione che scatterà subito dopo le elezioni europee. «Ma attenzione, non sarà indirizzata ai giovani, quelli ci sono già. Ci rivolgeremo piuttosto alle imprese. Abbiamo bisogno delle loro opportunità di lavoro». Ma la Garanzia giovani suscita anche qualche perplessità. Tra i dubbiosi c’è Pietro Ichino, giuslavorista, senatore di Scelta Civica. «I centri per l’impiego non si sono ancora attivati per contattare i 50 mila iscritti al portale della Garanzia Giovani. Avanti così e l’iniziativa sarà un buco nell’acqua», ha detto Ichino, ieri, durante una videochat sul sito del Corriere con il giuslavorista Tiziano Treu. Cruciali per l’attuazione Le aziende della Garanzia Giovani saranno le regioni. La Lombardia è già partita con il sistema della «dote lavoro». Determinate a Il ministro entrare in partita anche le I giovani agenzie per il lavoro private. iscritti alla Ieri Adecco ha annunciato lo stanziamento di 10 milioni garanzia aggiuntivi per la formazione. sono 50 Una buona parte andranno ad mila. Ora aiutare giovani con profili ditocca alle stanti da quelli cercati dalle aziende. «Contatteremo dieimprese cimila imprese entro settembre – ha assicurato l’amministratore delegato Federico Vione –. L’obiettivo è creare 100 mila posti colmando il gap che esiste tra occasioni d’impiego reali e curriculum dei giovani disoccupati». ❜❜ Rita Querzé rquerze © RIPRODUZIONE RISERVATA taggio competitivo ottenuto al prezzo di significativi investimenti. Jean-Philippe Monod, direttore Corporate per il Mediterraneo di Expedia, li quantifica in 2,2 miliardi di euro al- In alto Darren Huston, ceo di booking.com A sinistra Dara Khosrowshahi, ad di Expedia l’anno, la gran parte spesi in strumenti di indicizzazione sui motori di ricerca. In filigrana s’intravede però il presumibile motivo del contendere tra gli albergatori di casa nostra (che citano il caso tedesco, perché anche in Germania c’è un’analoga iniziativa dell’authority locale) e le agenzie online: la percentuale di commissioni su ogni transazione effettuata su questi portali. Federalberghi fissa l’asticella al 30%. Come dire: per ogni 100 euro spesi dal cliente, 30 andrebbero a Booking ed Expedia per la loro attività di intermediazione. I manager delle agenzie online la contabilizzano a meno della metà. Certo è che sorprende come i portali comparatori di prezzi - Trivago.com e Kayak.com - siano controllati dalle holding a monte di Booking ed Expedia. Una forma indiretta di controllo sui prezzi praticati sui siti degli alberghi? Fabio Savelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Pirelli si avvia verso un rinnovo provvisorio del consiglio. Provvisorio perché nel board ci saranno ancora i rappresentanti di Lauro61, la holding controllata da Clessidra, Intesa Sanpaolo e Unicredit, a cui fa capo il 26,19% della Pirelli, che ieri ha depositato la lista per il rinnovo del board indicando al primo posto Marco Tronchetti Provera. Sulla quota, come noto, è in corso una trattativa con Rosneft che Clessidra, la venditrice (le due banche resteranno anche se con quote inferiori alle attuali), puntava a chiudere in tempo utile per lasciare ai russi i posti nel board e uscire dalla partita del riassetto Pirelli dopo aver raddoppiato il valore dell’investimento in poco meno di un anno. Ma mancano ancora diversi dettagli da definire e dunque il 12 giugno l’assemblea Pirelli nominerà un consiglio di transizione, destinato a cambiare una volta che Rosneft avrà diritto a subentrare a Clessidra nella stanza dei bottoni. Solo oggi si saprà invece se nel board ci sarà la famiglia Malacalza, gli ex alleati di Tronchetti che nello scioglimento dell’alleanza hanno ottenuto il 6,9% di Pirelli. Ieri sera, a poche ore dalla scadenza del termine, la lista non risultava ancora depositata. Federico De Rosa © RIPRODUZIONE RISERVATA 28 Martedì 20 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. AcomeA SGR - numero di tel. 800.89.39.89 [email protected] Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Data Valuta Quota/od. Quota/pre. AZ F. Best Cedola DIS 15/05 EUR 5,129 5,129 Asia Consumer Demand A 19/05 USD 13,920 13,920 PS - Best Global Managers B 13/05 EUR 105,940 106,150 AZ F. Best Equity 15/05 EUR 5,130 5,147 Asia Consumer Demand A-Dis 19/05 USD 13,570 13,570 PS - Best Gl Managers Flex Eq A 16/05 EUR 108,730 108,980 AZ F. Bond Target 2015 ACC 15/05 EUR 5,996 6,003 Asia Infrastructure A 19/05 USD 13,930 13,960 PS - Bond Opportunities A 16/05 EUR 163,620 163,800 AZ F. Bond Target 2015 DIS 15/05 EUR 5,500 5,507 Asian Bond A-Dis M 19/05 USD 10,245 10,240 ASIAN OPP CAP RET EUR 16/05 EUR 11,565 11,672 PS - Bond Opportunities B 16/05 EUR 122,010 122,140 Balanced-Risk Allocation A 19/05 EUR 14,950 14,960 FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR 16/05 EUR 110,652 110,890 PS - Dynamic Core Portfolio A 13/05 EUR 98,790 98,950 15,214 15,167 FLEX STRATEGY RET EUR 16/05 EUR 91,944 92,135 PS - EOS A 13/05 EUR 132,630 133,210 HIGH GROWTH CAP RET EUR 16/05 EUR 115,300 114,427 PS - Equilibrium A 16/05 EUR 101,040 101,010 ITALY CAP RET A EUR 16/05 EUR 25,117 25,081 PS - Fixed Inc Absolute Return A 16/05 EUR 99,480 99,470 SHORT DURATION CAP RET EUR 16/05 EUR 904,871 904,437 PS - Global Dynamic Opp A 16/05 EUR 98,150 99,400 PS - Global Dynamic Opp B 16/05 EUR 98,390 99,640 PS - Inter. Equity Quant A 16/05 EUR 109,090 110,000 PS - Inter. Equity Quant B 16/05 EUR 111,330 112,250 PS - Liquidity A 16/05 EUR 124,840 124,870 PS - Opportunistic Growth A 16/05 EUR 96,580 96,670 PS - Opportunistic Growth B 16/05 EUR 101,880 101,980 PS - Prestige A 13/05 EUR 99,380 98,150 PS - Quintessenza A 13/05 EUR 102,970 102,650 PS - Quintessenza B 13/05 EUR 106,080 105,750 PS - Target A 13/05 EUR 107,100 106,370 PS - Target B 13/05 EUR 107,120 106,380 PS - Titan Aggressive A 13/05 EUR 102,960 103,150 PS - Total Return A 16/05 EUR 102,200 102,190 PS - Total Return B 16/05 EUR 95,720 95,710 PS - Valeur Income A 16/05 EUR 111,190 111,230 PS - Value A 13/05 EUR 103,020 102,860 PS - Value B 13/05 EUR 105,210 105,040 AZ F. Bond Target 2016 ACC 15/05 EUR 5,415 5,437 Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - [email protected] Nome AcomeA America (A1) 16/05 EUR 16,116 16,028 AZ F. Bond Target 2016 DIS 15/05 EUR 5,134 5,155 Bluesky Global Strategy A 15/05 USD 1523,816 1524,126 Em. Loc. Cur. Debt A 19/05 USD AcomeA America (A2) 16/05 EUR 16,627 16,536 AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC 15/05 EUR 5,148 5,168 Bond Euro A 15/05 EUR 1240,849 1241,582 Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M 19/05 USD 9,700 9,670 AcomeA Asia Pacifico (A1) 16/05 EUR 4,066 4,110 AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS 15/05 EUR 5,148 5,168 Bond Euro B 15/05 EUR 1199,507 1200,226 Em. Mkt Corp Bd A 19/05 USD 12,298 12,288 AcomeA Asia Pacifico (A2) 16/05 EUR 4,181 4,226 AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC 15/05 EUR 5,642 5,650 Bond Risk A 15/05 EUR 1443,877 1448,057 Euro Corp. Bond A 19/05 EUR 16,703 16,715 AcomeA Breve Termine (A1) 16/05 EUR 14,649 14,647 AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS 15/05 EUR 5,220 5,227 Bond Risk B 15/05 EUR 1383,031 1387,051 Euro Corp. Bond A-Dis M 19/05 EUR 12,703 12,711 AcomeA Breve Termine (A2) 16/05 EUR 14,808 14,806 AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC 15/05 EUR 5,867 5,874 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. A 15/05 EUR 1652,380 1652,612 Euro Short Term Bond A 19/05 EUR 10,937 10,937 AcomeA ETF Attivo (A1) 16/05 EUR 4,485 4,465 AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS 15/05 EUR 5,526 5,533 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. B 15/05 EUR 1590,575 1590,815 European Bond A-Dis 19/05 EUR 5,642 5,650 AcomeA ETF Attivo (A2) 16/05 EUR 4,594 4,574 AZ F. Cash 12 Mesi 15/05 EUR 5,352 5,352 CompAM Fund - SB Bond B 14/05 EUR 1075,937 1075,658 Glob. Bond A-Dis 19/05 USD 5,793 5,792 AcomeA Eurobbligazionario (A1) 16/05 EUR 17,227 17,223 AZ F. Cash Overnight 15/05 EUR 5,258 5,258 CompAM Fund - SB Equity B 14/05 EUR 1130,755 1129,685 Glob. Equity Income A 19/05 USD 61,010 60,910 AcomeA Eurobbligazionario (A2) 16/05 EUR 17,423 17,420 AZ F. Cat Bond ACC 30/04 EUR 5,305 5,304 CompAM Fund - SB Flexible B 14/05 EUR 1019,200 1017,457 Glob. Equity Income A-Dis 19/05 USD 15,370 15,340 AcomeA Europa (A1) 16/05 EUR 13,028 13,005 AZ F. Cat Bond DIS 30/04 EUR 5,268 5,286 European Equity A 15/05 EUR 1397,665 1407,222 Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M 19/05 USD 11,451 11,456 AcomeA Europa (A2) 16/05 EUR 13,361 13,337 AZ F. CGM Opport Corp Bd 15/05 EUR 6,080 6,083 European Equity B 15/05 EUR 1323,238 1332,305 Glob. Structured Equity A-Dis 19/05 USD 40,500 40,530 AcomeA Globale (A1) 16/05 EUR 11,085 11,085 AZ F. CGM Opport European 15/05 EUR 6,791 6,842 Multiman. Bal. A 14/05 EUR 116,715 116,750 Glob. Targeted Ret. A 19/05 EUR 10,433 10,414 AcomeA Globale (A2) 16/05 EUR 11,502 11,501 AZ F. CGM Opport Global 15/05 EUR 6,257 6,293 Multiman. Bal. M 14/05 EUR 116,269 116,302 AcomeA Italia (A1) 16/05 EUR 19,824 19,654 AZ F. CGM Opport Gov Bd 15/05 EUR 5,555 5,568 AcomeA Italia (A2) 16/05 EUR 20,352 20,176 AZ F. Commodity Trading 15/05 EUR 4,391 4,415 AcomeA Liquidità (A1) 16/05 EUR 8,900 8,901 AZ F. Conservative 15/05 EUR 6,454 6,478 AcomeA Liquidità (A2) 16/05 EUR 8,901 8,902 AZ F. Core Brands 15/05 EUR 5,616 AcomeA Paesi Emergenti (A1) 16/05 EUR 6,383 6,393 AZ F. Corporate Premium ACC 15/05 EUR AcomeA Paesi Emergenti (A2) 16/05 EUR 6,562 6,571 AZ F. Corporate Premium DIS 15/05 EUR Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A 19/05 EUR 12,952 12,954 72,883 Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis 19/05 EUR 11,835 11,837 Greater China Eq. A 19/05 USD 44,130 44,240 India Equity E 19/05 EUR 30,160 29,850 5,634 Japanese Eq. Advantage A 19/05 JPY 2870,000 2889,000 5,589 5,586 Pan European Eq. A 19/05 EUR 17,330 17,360 5,312 5,309 Pan European Eq. A-Dis 19/05 EUR 15,640 15,670 Pan European Eq. Inc. A-Dis 19/05 EUR 11,660 11,650 Pan European High Inc A 19/05 EUR 18,790 18,790 Pan European High Inc A-Dis 19/05 EUR 13,660 13,670 Pan European Struct. Eq. A 19/05 EUR 14,170 14,140 Pan European Struct. Eq. A-Dis 19/05 EUR 13,470 13,440 Renminbi Fix. Inc. A 19/05 USD 10,579 10,587 Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis 19/05 EUR 9,358 9,380 US Equity A EH 19/05 EUR 14,120 14,090 US High Yield Bond A 19/05 USD 11,867 11,917 AcomeA Patrimonio Aggressivo (A1) 16/05 EUR 3,917 3,917 AZ F. Dividend Premium ACC 15/05 EUR 5,680 5,702 AcomeA Patrimonia Aggressivo (A2) 16/05 EUR 4,035 4,035 AZ F. Dividend Premium DIS 15/05 EUR 5,023 5,043 Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A 14/05 EUR 74,698 Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M 14/05 EUR 77,724 75,925 Multiman.Target Alpha A 14/05 EUR 103,902 103,926 DB Platinum AcomeA Patrimonio Dinamico (A1) 16/05 EUR 5,247 5,242 AZ F. Emer. Mkt Asia 15/05 EUR 5,798 Agriculture Euro R1C A 15/05 EUR 67,130 67,140 Comm Euro R1C A 16/05 EUR 112,270 112,230 Comm Harvest R3C E 07/05 EUR 74,930 74,490 5,799 AcomeA Patrimonio Dinamico (A2) 16/05 EUR 5,354 5,349 AZ F. Emer. Mkt Europe 15/05 EUR 3,198 3,221 AcomeA Patrimonio Prudente (A1) 16/05 EUR 6,263 6,256 AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. 15/05 EUR 5,025 5,065 AcomeA Patrimonio Prudente (A2) 16/05 EUR 6,401 6,394 AZ F. European Dynamic 15/05 EUR 5,173 5,205 AcomeA Performance (A1) 16/05 EUR 21,977 21,941 AZ F. European Trend 15/05 EUR 3,324 3,363 AcomeA Performance (A2) 16/05 EUR 22,302 22,265 AZ F. Formula 1 Absolute 15/05 EUR 5,210 5,294 AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC 30/04 EUR 5,583 5,578 Currency Returns Plus R1C 16/05 EUR 935,200 934,760 DB Platinum IV 16/05 EUR Croci Euro R1C B AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS AZ F. Formula Target 2014 Invictus Global Bond Fd 13/05 EUR 14/05 EUR Invictus Macro Fd Sol Invictus Absolute Return 15/05 EUR 107,154 80,433 102,320 30/04 EUR 15/05 EUR 5,522 4,767 Croci Japan R1C B 16/05 JPY 8048,390 8172,450 Croci US R1C B 16/05 USD 162,410 162,160 Dyn. Cash R1C A 16/05 EUR 101,530 101,530 Paulson Global R1C E 07/05 EUR 6173,080 6156,720 Sovereign Plus R1C A 16/05 EUR 107,340 107,490 Systematic Alpha R1C A 14/05 EUR 10371,970 10321,000 US High Yield Bond A-Dis M 4,783 AZ F. Formula Target 2015 ACC 15/05 EUR 6,066 6,087 80,123 AZ F. Formula Target 2015 DIS 15/05 EUR 5,569 5,588 AZ F. Formula 1 Conserv. 15/05 EUR 4,940 4,971 AZ F. Global Curr&Rates ACC 15/05 EUR 4,417 4,425 AZ F. Global Curr&Rates DIS 15/05 EUR 4,161 4,168 AZ F. Global Sukuk ACC 30/04 EUR 4,951 4,925 AZ F. Global Sukuk DIS 30/04 EUR 4,856 4,925 AZ F. Hybrid Bonds ACC 15/05 EUR 5,303 5,328 AZIMUT CAPITAL MANAGEMENT SGR - tel.02.88981 AZ F. Hybrid Bonds DIS 15/05 EUR 5,191 5,215 19/05 USD 19/05 USD US Value Equity A 19/05 USD US Value Equity A-Dis 10,764 31,170 29,800 Data Valuta Quota/od. Quota/pre. www.multistarssicav.com [email protected] T. +41 (0)91 640 37 80 Orazio Conservative A 16/05 EUR 100,850 100,860 Sparta Agressive A 16/05 EUR 101,540 101,450 WM Biotech A 16/05 EUR 137,900 138,180 WM Biotech I 16/05 EUR 1404,200 1407,070 www.newmillenniumsicav.com Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 NM Augustum Corp Bd A 16/05 EUR 190,920 190,840 NM Augustum High Qual Bd A 16/05 EUR 146,270 146,030 NM Balanced World Cons A 16/05 EUR 134,310 134,430 NM Euro Bonds Short Term A 16/05 EUR 138,190 138,110 NM Euro Equities A 16/05 EUR 47,600 47,460 NM Global Equities EUR hdg A 16/05 EUR 71,030 70,910 NM Inflation Linked Bond Europe A 16/05 EUR 105,490 105,450 NM Italian Diversified Bond A 16/05 EUR 112,290 112,400 NM Italian Diversified Bond I 16/05 EUR 114,680 114,770 NM Large Europe Corp A 16/05 EUR 135,780 135,890 NM Market Timing A 16/05 EUR 105,590 105,910 NM Market Timing I 16/05 EUR 106,380 106,700 NM Q7 Active Eq. Int. A 16/05 EUR 62,550 62,580 NM Q7 Globalflex A 16/05 EUR 105,480 105,090 NM Total Return Flexible A 16/05 EUR 121,800 122,070 NM VolActive A 16/05 EUR 100,370 100,100 NM VolActive I 16/05 EUR 100,790 100,510 10,809 31,120 29,750 Nome www.pegasocapitalsicav.com Strategic Bond Inst. C 15/05 EUR 107,040 106,960 Strategic Bond Inst. C hdg 15/05 USD 107,210 107,120 Strategic Bond Retail C 15/05 EUR 105,630 105,560 Strategic Bond Retail C hdg 15/05 USD 105,740 105,660 Strategic Trend Inst. C 16/05 EUR 103,700 103,960 Strategic Trend Retail C 16/05 EUR 101,570 101,830 Fondo Donatello-Michelangelo Due 31/12 EUR 51470,165 52927,939 Fondo Donatello-Tulipano 31/12 EUR 46691,916 47475,755 Fondo Donatello-Margherita 31/12 EUR 27926,454 27116,197 Fondo Donatello-David 31/12 EUR 58259,864 57863,932 Fondo Tiziano Comparto Venere 31/12 EUR 468728,464 477314,036 Caravaggio di Sorgente SGR 31/12 EUR Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com Fondi Unit Linked 14/05 Flex Equity 100 www.azimut.it - [email protected] 119,730 5,535 106,673 102,269 119,700 Nome Kairos Multi-Str. A 31/03 EUR 873555,970 873230,021 Kairos Multi-Str. B 31/03 EUR 571470,686 571552,756 Kairos Multi-Str. I 31/03 EUR 588531,969 588092,605 Global Equity 14/05 5,456 EUR Maximum 14/05 5,253 EUR Progress 14/05 6,464 EUR Azimut Dinamico 15/05 EUR 26,353 26,494 AZ F. Income ACC 15/05 EUR 6,267 6,294 Azimut Formula 1 Absolute 15/05 EUR 6,958 7,068 AZ F. Income DIS 15/05 EUR 5,781 5,806 Azimut Formula 1 Conserv 15/05 EUR 6,868 6,907 AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC 15/05 EUR 4,635 4,642 Azimut Formula Target 2013 15/05 EUR 6,946 6,963 AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS 15/05 EUR 4,345 4,352 KAIROS INTERNATIONAL SICAV Azimut Formula Target 2014 15/05 EUR 6,746 6,763 AZ F. Institutional Target 15/05 EUR 5,522 5,570 KIS - America A-USD 15/05 USD 266,990 269,500 AZ F. Italian Trend 15/05 EUR 3,476 3,628 KIS - America P 15/05 EUR 187,730 189,510 KIS - America X 15/05 EUR 188,870 190,650 14/05 Quality www.sorgentegroup.com 11,105 EUR Kairos Multi-Str. P 31/03 EUR 537043,435 537063,412 Kairos Income 16/05 EUR 6,801 6,804 Kairos Selection 16/05 EUR 10,375 10,383 AUGUSTUM EQUITY EUROPE I 16/05 EUR 108,870 109,220 AUGUSTUM G.A.M.E.S. A 16/05 EUR 111,580 111,760 AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 16/05 EUR 148,370 148,610 7,072 EUR Azimut Garanzia 15/05 EUR 12,881 12,887 Azimut Prev. Com. Crescita 30/04 EUR 11,073 11,031 AZ F. Lira Plus ACC 15/05 EUR 4,923 4,955 ABS- I 31/03 EUR 15709,208 14994,109 15/05 EUR 4,822 4,853 ABSOLUTE RETURN EUROPA 09/05 EUR 5029,131 5020,233 Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C 30/04 EUR 11,086 11,042 AZ F. Lira Plus DIS Azimut Prev. Com. Equilibrato 30/04 EUR 12,137 12,092 AZ F. Macro Dynamic 15/05 EUR 6,004 6,019 BOND-A 28/02 EUR 721205,818 703354,240 Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C 30/04 EUR 12,145 12,098 AZ F. Opportunities 15/05 EUR 5,197 5,232 BOND-B 28/02 EUR 721205,818 703354,240 Azimut Prev. Com. Garantito 30/04 EUR 11,002 10,923 AZ F. Pacific Trend 15/05 EUR 4,050 4,057 EQUITY- I 30/04 EUR 613699,760 608277,667 Azimut Prev. Com. Protetto 30/04 EUR 11,904 11,865 AZ F. Patriot ACC 15/05 EUR 6,575 6,670 PRINCIPAL FINANCE 1 31/12 EUR Azimut Prev. Com. Protetto Cl. C 30/04 EUR 11,913 11,872 AZ F. Patriot DIS 15/05 EUR 6,103 Azimut Prev. Com. Obbli. 30/04 EUR 10,226 10,177 AZ F. Qbond 15/05 EUR 5,278 Azimut Prev. Com. Obbli. Cl. C 30/04 EUR 10,226 10,177 AZ F. Qinternational 15/05 EUR Azimut Reddito Euro 15/05 EUR 17,427 17,510 AZ F. QProtection Azimut Reddito Usa 15/05 EUR 6,020 6,018 Azimut Scudo 15/05 EUR 8,746 Azimut Solidity 15/05 EUR Azimut Strategic Trend 2451,889 2506,583 Numero verde 800 124811 [email protected] Nextam Bilanciato 16/05 EUR 6,867 6,861 Nextam Obblig. Misto 16/05 EUR 7,412 7,398 BInver International A 16/05 EUR 6,399 6,391 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 16/05 EUR 5,571 5,565 Asian Equity B 16/05 EUR 95,510 96,240 CITIC Securities China Fd A 16/05 EUR 4,989 4,985 Asian Equity B 16/05 USD 134,070 135,090 Fidela A 16/05 EUR 5,448 5,465 Emerg Mkts Equity 16/05 USD 448,740 446,610 Income A 16/05 EUR 5,703 5,703 Emerg Mkts Equity Hdg 16/05 EUR 438,350 436,270 International Equity A 16/05 EUR 7,052 7,032 European Equity 16/05 EUR 275,560 276,530 Italian Selection A 16/05 EUR 6,819 6,798 European Equity B 16/05 USD 340,590 341,800 Liquidity A 16/05 EUR 5,339 5,341 Greater China Equity B 16/05 EUR 103,930 104,390 Multimanager American Eq.A 16/05 EUR 4,738 4,741 Greater China Equity B 16/05 USD 147,940 148,600 69,050 KIS - Bond A-USD 15/05 USD 171,600 171,950 KIS - Bond D 15/05 EUR 122,810 123,060 KIS - Bond P 15/05 EUR 126,940 127,190 KIS - Bond Plus A Dist 15/05 EUR 125,710 125,980 KIS - Bond Plus D 15/05 EUR 130,800 131,070 6,191 KIS - Bond Plus P 15/05 EUR 132,820 133,090 5,286 KIS - Dynamic A-USD 15/05 USD 175,320 175,040 5,143 5,160 KIS - Dynamic D 15/05 EUR 122,130 121,930 15/05 EUR 5,280 5,297 KIS - Dynamic P 15/05 EUR 124,400 124,190 AZ F. Qtrend 15/05 EUR 5,042 5,079 KIS - Emerging Mkts A 15/05 EUR 124,020 124,220 8,782 AZ F. Renminbi Opport 15/05 EUR 5,253 5,256 Dividendo Arancio 16/05 EUR 49,880 49,730 KIS - Emerging Mkts D 15/05 EUR 122,460 122,660 8,822 8,882 AZ F. Reserve Short Term 15/05 EUR 6,300 6,302 Convertibile Arancio 16/05 EUR 61,290 61,250 KIS - Europa D 15/05 EUR 124,240 126,410 Multimanager Asia Pacific Eq.A 16/05 EUR 4,519 4,507 Growth Opportunities 16/05 USD 69,470 15/05 EUR 6,259 6,272 AZ F. Short Term Gl High Yield ACC 15/05 EUR 5,108 5,113 Cedola Arancio 16/05 EUR 59,010 59,000 KIS - Europa P 15/05 EUR 126,390 128,590 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 16/05 EUR 4,275 4,272 Growth Opportunities Hdg 16/05 EUR 76,090 75,630 Azimut Trend America 15/05 EUR 12,459 12,546 AZ F. Short Term Gl High Yield DIS 15/05 EUR 5,030 5,034 Borsa Protetta Agosto 14/05 EUR 61,960 61,890 KIS - Europa X 15/05 EUR 126,930 129,140 Multimanager European Eq.A 16/05 EUR 4,568 4,604 Japanese Equity 16/05 JPY 123,770 125,710 Azimut Trend Europa 15/05 EUR 13,359 13,507 AZ F. Solidity ACC 15/05 EUR 5,997 6,031 Borsa Protetta Febbraio 14/05 EUR 60,710 60,400 KIS - Global Bond P 15/05 EUR 102,890 102,850 Strategic A 16/05 EUR 5,208 5,212 Japanese Equity B 16/05 USD 122,790 124,720 Azimut Trend Italia 15/05 EUR 17,683 18,423 AZ F. Solidity DIS 15/05 EUR 5,603 5,634 Borsa Protetta Maggio 14/05 EUR 62,840 63,310 KIS - Income D 15/05 EUR 104,090 104,120 Usa Value Fund A 16/05 EUR 5,895 5,873 Japanese Equity Hdg 16/05 EUR 160,980 163,510 Azimut Trend Pacifico 15/05 EUR 6,781 6,799 AZ F. Strategic Trend 15/05 EUR 5,767 5,783 Borsa Protetta Novembre 14/05 EUR 60,910 60,970 KIS - Income P 15/05 EUR 107,640 107,660 Ver Capital Credit Fd A 16/05 EUR 5,573 5,577 Swiss Equity 16/05 CHF 132,800 132,790 15/05 EUR 5,081 5,090 Inflazione Più Arancio 16/05 EUR 56,740 56,710 KIS - Italia P 15/05 EUR 129,470 131,350 Swiss Equity Hdg 16/05 EUR 100,830 100,830 61951,842 59550,161 Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it www.vitruviussicav.com Azimut Trend Tassi 15/05 EUR 10,145 10,201 AZ F. Top Rating ACC Azimut Trend 15/05 EUR 27,880 27,929 AZ F. Top Rating DIS 15/05 EUR 5,081 5,090 Mattone Arancio 16/05 EUR 45,520 45,860 KIS - Italia X 15/05 EUR 129,320 130,820 US Equity 16/05 USD 166,720 165,150 AZ F. Trend 15/05 EUR 6,120 6,131 Profilo Dinamico Arancio 16/05 EUR 64,560 65,120 KIS - Key 15/05 EUR 135,010 135,480 US Equity Hdg 16/05 EUR 183,610 181,880 AZ F. US Income 15/05 EUR 5,442 5,441 Profilo Equilibrato Arancio 16/05 EUR 62,340 62,660 KIS - Key X 15/05 EUR 137,730 138,210 AZ FUND MANAGEMENT SA - tel.00352 2663811 AZ F. Active Selection 15/05 EUR 5,370 5,418 Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com [email protected] AZ F. Active Strategy 15/05 EUR 5,063 5,070 Profilo Moderato Arancio 16/05 EUR 58,560 58,700 KIS - Multi-Str. UCITS A USD 15/05 USD 150,630 151,010 AZ F. Alpha Man. Credit 15/05 EUR 5,486 5,484 Top Italia Arancio 16/05 EUR 48,910 48,370 KIS - Multi-Str. UCITS D 15/05 EUR 110,740 111,010 PS - 3P Cosmic A 16/05 EUR 72,660 AZ F. Alpha Man. Equity 15/05 EUR 4,867 4,880 KIS - Multi-Str. UCITS P 15/05 EUR 113,490 113,780 PS - 3P Cosmic C 16/05 CHF 72,190 71,080 AZ F. Alpha Man. Them. 15/05 EUR 3,567 3,578 Abs. UK Dynamic Fd P1 19/05 GBP 1,450 1,455 KIS - Multi-Str. UCITS X 15/05 EUR 114,310 114,590 PS - Absolute Return A 16/05 EUR 113,160 113,340 AZ F. American Trend 15/05 EUR 3,152 3,177 Abs. UK Dynamic Fd P1 H 19/05 EUR 1,592 1,598 KIS - Selection D 16/05 EUR 122,870 123,140 PS - Absolute Return B 16/05 EUR 119,350 119,540 AZ F. Asset Plus 15/05 EUR 5,551 5,553 Abs. UK Dynamic Fd P2 19/05 GBP 1,482 1,487 KIS - Selection P 16/05 EUR 124,820 125,090 PS - Algo Flex A 16/05 EUR 109,710 110,380 AZ F. Asset Power 15/05 EUR 5,388 5,394 Abs. UK Dynamic Fd P2 H 19/05 EUR 1,661 1,668 KIS - Selection X 16/05 EUR 124,580 124,800 PS - Algo Flex B 16/05 EUR 104,740 105,370 AZ F. Asset Timing 15/05 EUR 5,026 5,030 UK Abs. Target Fd P1 19/05 GBP 1,162 1,162 Invesco Funds KIS - Sm. Cap D 16/05 EUR 99,230 100,030 PS - BeFlexible A 16/05 EUR 85,980 85,910 AZ F. Best Bond 15/05 EUR 5,369 5,372 UK Abs Target Fd P2 19/05 EUR 1,111 1,110 Asia Balanced A 19/05 USD 24,670 24,630 KIS - Sm. Cap P 16/05 EUR 103,950 104,780 PS - BeFlexible C 16/05 USD 84,730 84,660 AZ F. Best Cedola ACC 15/05 EUR 5,671 5,672 UK Abs Target Fd P2 19/05 GBP 1,191 1,190 Asia Balanced A-Dis 19/05 USD 16,220 16,200 KIS - Target 2014 X 15/05 EUR 100,230 100,230 PS - Best Global Managers A 13/05 EUR 102,190 102,420 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it 71,610 Tel 0332 251411 www.ottoapiu.it 8a+ Eiger 16/05 EUR 6,107 6,111 8a+ Gran Paradiso 16/05 EUR 5,229 5,246 8a+ Latemar 16/05 EUR 5,931 5,927 8a+ Matterhorn 09/05 EUR 841561,700 856702,492 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 13351E7B Corriere della Sera Martedì 20 Maggio 2014 Sussurri & Grida Piazza Affari GIÙ UNIPOLSAI E GENERALI IN CONTROTENDENZA STM Il ritorno di Bianchi allo Sviluppo, il piano di Guidi di GIACOMO FERRARI Lo stacco dei dividendi è il principale responsabile del calo di ieri di Piazza Affari. La discesa dell’indice Ftse-Mib (-1,6%) risulta però meno grave se si tiene conto che l’effetto cedola ha coinvolto 16 dei 40 titoli che compongono l’indice principale e che il suo impatto è stato calcolato nell’1,46%. Al netto dunque di questo elemento puramente statistico, la Borsa italiana appare allineata al resto d’Europa, dove hanno pesato le nuove incertezze politiche, dall’Ucraina alla Libia. In più, il nostro listino è stato condizionato ieri dallo spread Bund-Btp (in chiusura a 181 punti base), che ha colpito soprattutto i valori finanziari. Unipolsai ha così ceduto il 3,9%, seguita da Generali (-3,76%), mentre fra i bancari il peggiore è stato Unicredit (-3,20%). Giù inoltre Yoox (-3,42%), Snam (-3,29%) e Gtech (-3,12%). In controtendenza StM (+2,27%), il cui management ha confermato agli analisti tutti i target per il corrente esercizio. Bene anche A2a (+1,86%) e World Duty Free (+1,83%), spinta dal giudizio buy (comprare) di Citigroup, oltre a Tod’s (+1,65%) e Finmeccanica (+1,55%). Nel resto del listino, infine, Rcs è cresciuta del 4,54%. © RIPRODUZIONE RISERVATA ÀÃ> Ì>>> i /Ì /i° (a.duc.) La data si avvicina. Il 26 maggio saranno trascorsi novanta giorni dal primo voto sulla fiducia al Governo di Matteo Renzi. La scadenza coincide con il termine per la cessazione automatica degli incarichi di alta dirigenza nella pubblica amministrazione. Il cosiddetto spoils system. Tra i candidati a fare le valige c’è Antonio Lirosi, ex Mister Prezzi, nominato segretario generale del ministero dello Sviluppo economico il 31 gennaio, appena tre settimane prima dell’insediamento di Renzi. La brusca uscita di scena dell’ex ministro Flavio Zanonato e l’arrivo di Federica Guidi hanno cambiato verso al ministero di Via Veneto. Lirosi, già ex capo di gabinetto di Enrico Letta nel 1999 quando era ministro dell’Industria, ha scontato anche l’eredità di un riassetto organizzativo del ministero che si è rivelato poco efficiente. L’estate scorsa l’ex capo di gabinetto, Goffredo Zaccardi, aveva letteralmente smantellato i quattro mega dipartimenti a cui facevano capo i settori energia, impresa, comunicazione e coesione, in pratica le funzioni dei tre diversi ministeri confluiti a suo tempo sotto il nome di ministero dello Sviluppo economico. In base al riordino nei mesi scorsi tutte le attività sono finite sotto quindici direzioni coordinate dal segretario generale. L’obiettivo della riforma mirava, tra l’altro, alla riduzione dei dirigenti generali (da 25 a 19) e dei dirigenti di seconda fascia (da 185 a 130). Nei fatti il piano di riorganizzazione di una struttura, dove lavorano oltre 3 mila persone, non ha portato finora alcun beneficio né miglioramento, tanto che ai ver- tici del ministero di Via Veneto pensano di fare un passo indietro e vorrebbero ripristinare i dipartimenti. Il progetto è allo stato embrionale, ma intanto sarebbe stato individuato il successore di Lirosi. La scelta dovrebbe cadere su Andrea Bianchi, ossia l’ex direttore generale delle Politiche industriali e della competitività del ministero dello Sviluppo Economico, che nel maggio scorso aveva deciso di lasciare per accettare l’incarico per la direzione delle politiche industriali di Confindustria. Il suo sarebbe, insomma, un ritorno dopo un anno esatto e con una mission che prevede l’ennesimo piano di riordino della struttura. Bianchi era arrivato al ministero per la prima volta nel 2007 al fianco di Pier Luigi Bersani, del quale era stato precedentemente capo della segreteria tecnica. ³£]ä Ó{]nÎ ä]n{{ ³£]nÈ £]£ ä]Çn{ £]ÈÎ ³£Ó]ÇÎ Ç]x £]n£ £Ó]Ç £Ç]Înä p ³În]ÈÓ ä]Ç{ ä]Èn ³£ä]ÈÇ £]äxä p ³În]ÇÎ ]xx p Ó]Çx ä]äÎ ³£Ó]xä Îx]Ç£ ä]ää£ Î]ÓÎ ³Î£]Óx ä]Çä£ p p p £]Çn ³x]{x Î]ÓÎ{ ³Ó]ä ³£{]Σ ä]{ä ä]ÈÇ ³]ä Î]È {]Ç p Î]Çää £]£ä £]Ç{ Ç]x£ä p p p ³Ó]£Ç £{]xx ä]ääx ä]nä ³££]£Ç £]Çn£ ³ä]£{ x]Ón È]È£ä ³ä]££ ³£{]xÎ £È]Î£ä ³£]x£ ³{]ÎÎ È]£Óä £]Î{ Î]£ £ä]Çää ä]Σ ³ä]{{ £x]äää ä]Îä £]xÈ £n]{nÓ ³£]xÈ ³£x]{ È]Îää ä]ÈÎ ]Î Óä]xää £]În ³££]nÎ ££]xÇä ä]Îx ³Ó]Ó È]xää ³ä]x ³Ç]äÓ {]äÓn ä]ÈÇ ³£x]Ó n]ÇÓ p p p ä]Ç Ó]{Ó Ó]£Óä {]ää³Óä]££ ä]nÓÎ ä]ÈÇ ³Î]£Ó £ä]£ää Ó]{ä ³£Ó]£ ä]Îä Ç]£{ ³ÎÇ]xÇ £]äÎÇ Ó]x ³£È]ÇÓ ä]룂 ä]Î ³]x£ Î]££Ó ä]ÓÈ ³xä]nn ä]x£ä ³£]£x ³{Î]£ä ä]În{ p p p Ó]äx ³Çx]{ä ä]£ £]äx ³Ó]ä Ó]£{ £]n ³ÓÇ]xn Ó]äÎn Ó]Î{ ³£ä]än È]Ó{x ³ä]ÈÇ ³Ç]ä ]xÎä £x]Ó{ ³n]nx ä]Óx ³ä]ÈÈ ³n]äÎ ä]{£x ³ä]£Ç ³Óä]nä ä]{ä ä]nÎ ³{Î]ÇÓ £]{n £]{³£x£]£Ó ä]ÓÓ{ £]Ó ³Îä]{Ó ä]{x ä]Î ³£n]£ x]£Îä x]{n £ä]Çä ä]ÎÎn p ³{]xä Óä]äää ä]äÈ ³£n]È{ Ó]nÇä ³ä]ÓÎ £{]Èn Ón]äää ³Ó]ä Î]Ón ä]n{Î p p p ³Î]Ó ³Î{]n£ £n]nnä Ó]ÈÓ ³ÎÎ]{È ä]äÇÈ £]Ó ÓÇ]äx £]£ää ³ä]Î{ ] ££]ÇÈä £]Σ x]ä{ È]ÇÎä ³ä]x£ ³£]Î {]xä £]Ón n]ÓÓ x]{£x ä]È£ ³Ó]x £]{£Ç £]£n ³£]xÓ £]äxä ³ä]È ³Ó]ÎÎ £]x £]nä £]£x x]Ç£ä Ó]È ³ÓÎ]ä{ ä]äxx ä]{Î £ä]È Ó]Ç{ä £]£ £Î]£ä £È]£ä ³Ó]£È ³Î£]Ç £]ÎÎÇ ä]ÈÈ ³£È]nÈ n]Èää ³£]ÓÓ ³ÎÈ]{Ç {]£ÈÓ £]£È ³ÇÈ]ä £]ÇÓÈ Ó]äÇ ³{Î]äx ä]£n{ ³ä]nÓ ³££]£{ ä]ä{{ p ³]În ä]ÓxÓ Î]£Ç ³Ç]xÎ ä]Îää £]Ó{ £Ó]nÎ ä]È £]Îä ³ÎÇ]xx ä]ÓäÇ ä]£Î {]Ó£ Ç]xÇä ³È]äÈ ³xÈ]Ç ä]xÈä ³ä]£n ]Èn ä]{ °"°/° £]ÓÓä ££{]{ £]äÓ Óx{£]Ó £ä]Èä £nÈ]ä ÓÎ]£Èä ÇÎ]Î £]£Ó£ ÎÇ]Ç £]ÎÇx n]ä £Î]Ènä £Óä]Ç ä]äxÇ Î]n ä]ääÓ p £]Îää ££Î]x p p Î]xn £xÈ]ä ä]Ènx xÓ]{ {]nä x]n {]{ää ££äÎ]x n]xÓä £ÎÇÓ]Ó p p ä]ääÇ n]£ Ó]ÎÓÈ {ÈÈ]n Ç]£ä Çä]È £]Înä £xÎ{]ä Ç]ÈÇx £È£Î]Ç £Ó]xä ÇÓ]È £Ç]ÎÎä Èn] Óx]n{n ÓÈnÈ]È n]È{ä n£]Ó Óx]££ä ÓÎ{£]È £È]Îxä ÇÈÇ]Î ]È{x ÓÎÎÈ]Ó x]{{x £ÎÇ]x £x]Çnä ÓäÇx]Î p p Ó]x{È £ÎÇ]È Î]nÇä {È]ä £{Ç]{ää p ä]ÈÇä £££È]Ç Ó]ÓÈ {]£ ä]x £Çä]È Î]Èä xÎÓ]£ £]ä{ä £ÈÇ] ä]ÈÇÈ £nÓ{]Î p p ä]{ÇÈ ÓÎx] Î]Înä ÎΣ] Î]£x{ Îx]Î Ç]ÎÓä p ££]Çnä È]x ä]È{Ó Ç{]{ ä]Èx{ £] ä]ÈÈ{ ££ÎÇ]Î Ó]ÓÎÈ £]È ä]Îä {£]n ä]n{x Ó£] È]nÎä £Ç{]£ ä]{xä £Ó]Î Ó£]{nä ä]Ç {]£Îä ä]n În]nä £È]x ä]Î{ ÎÓ]{ p p Ón]nää £ÇÈ] ä]£{Ç nÓ]È ÓÈ]Óxä £ÎäÓ]x £x]£xä £{Ó] n]äxä ÓÇ{]ä x]Îää {Ó]x Ç]ÇÓä {ÓÈ]Ó £]ÈÇä £Ç] £]Î{n £xx]Ó Î]äää Σx]ä È]ÎÓä Î{nÇ]Ó ä]änÇ ÓÓ]Ó Î]ÎÎÓ £ÓÈ]Î £]Ènä £È]Ó Î]££ä p ££]ää £ÇÈ]Ó Ç]{{ä £n] x]Îx Îä]x ä]În£ Ó£] ä]äÈ£ ££]£ ä]Σä Óx]Ó ä]{£x xÇ] £]ÓÓä Çx]ä ä]{ÓÓ Îä]Î n]nää £äx{]Ó £]ää nÎ]{ ä]xÇ£ Îxx]n i /Ì /i° }ii -iÌ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° "® >v *ÀiÃÌÌ¿ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° *® Ài`° ÀÌ}> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ,® Ài`° iÀ}>>ÃV°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® Ài`° > iÝ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® Ài`° 6>ÌiiÃi °°°°°°°°°°°°°°°°° 6® Ài`° 6>ÌiiÃi £äÜ °°°°7 6£ä® Ài`° 6>ÌiiÃi £{Ü °°°°7 6£{® Àië °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ,® ë °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° -*® ¿V I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-® ¿V £È Ü>ÀÀ I°°°°°°°°°°°7-£È® >`> I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® >> I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® >i °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® >i ÀV °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ,® >Ì>}V I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® i¿} °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® i> >«Ì> I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® iV>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® >ÃÀ iÝ I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® }Ì> Àà I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® > ÀÕ« I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® / I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°/® `à À°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ,® -°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-® °° iÝ I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® V> I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® > I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® i°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® i Àii *Ü iÝ °°°°°°°°°°°°°°°*7® iÀÛÌ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° 6® }iiÀ} I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® iÝ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® À} iÝ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°,® À}Þ >«Ì>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® À}Þ >«Ì> £ÈÜ °°°°°°°°°°°°7 £È® ëÀiÌ I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*,/® Õi`à °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°1® ÕÀÌiV I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°/® ÝÀ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°8"® Ý«ÀÛ> I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°8*,® >V ,iiÜ>Lià iÝ I °°°°,® iÀÀ>}>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-,® >Ì°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® `> I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® iÀ> > I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® iVV>V>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® ÕÃÝ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°1® >LiÌÌ *À°-°°°°°°°°°°°°°°°°°°® >à *Õð°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-*® ivÀ> I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® iiÀ> iÝ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® iÝ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°"® ÀÕ«« `Ì° ¿Ã«ÀiÃð°°°°°°°°°°-® ÌiV iÝ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°/® iÀ>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°,® À>` 6>}} °°°°°°°°°°°°°°°°°6® iÝ I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® -i Ó{ "Ài °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-Ó{® (c.d.c) Non succedeva da cinque anni: Ryanair ha chiuso l’anno fiscale con un utile netto di 523 milioni di euro, in calo dell’8% ma al di sopra delle attese degli analisti. Tant’è che alla Borsa di Dublino il titolo della low cost irlandese ha toccato ieri un incremento del 10% portandosi verso i 7 euro ad azione. Il calo dei profitti è stato giustificato dalla riduzione dei prezzi adottata per contrastare la concorrenza, della sterlina debole e dei più elevati costi del carburante. Ma il management del vettore si è detto ottimista per l’esercizio in corso. Il fatturato e £Î°äÈ°£{ £{°äÇ°£{ £{°än°£{ £Ó°ä°£{ £{°£ä°£{ £{°££°£{ ÓÎ x{ nx ££{ £{È £ÇÇ ]È{ ]Îä ]nÈ ]nÎä ]ÇÈÎ ]ÇÓx ä]Î{ ä]{Î ä]În ä]{Ç ä]{n della prima pietra di Jihua park destination center, il primo network di strutture mix di fashion outlet, aree dedicate al divertimento, sport e alberghi, che Jihua, gruppo cinese controllato dallo Stato ha affidato per la ideazione e gestione ad Arcoretail, controllata da Arcotecnica specializzata nella fornitura di chiavi in mano per il real estate. Un progetto da 3,8 miliardi che punta a creare mete per il nuovo turismo interno cinese e che punterà anche sui grandi brand internazionali della moda. © RIPRODUZIONE RISERVATA *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® p ä]xxä p £È]{ä È]Óx £]{n p ä]ÎÈ£ p £]ÇÎä ä]x{{ ä]£äx Î]Óxä £]{{ ÓÎ]Ónä £È]Óxä n]Çää £x]ä £]{{ä £]xÓÓ Ó]äää Î]£xn Î]nxÓ ÎÇ]ÇÈä ä]{n ä]ÓÈä ÓÓ]Èxä £]n£ä ä]Èä Î]ÇÈ Ó]ä{Ó {]Óxä {È]{ä £n]äÇä £ä]Çxä ä]£Î ä]äÓÓ Ç]{Îä ä]Çn{ Ó]ÓÓ{ Σ]£{ä ä]näx £]ÓxÎ ÓÓ]Èxä Ç]Ó{x Ó]nÇä Ç]ÓÎx x]nnx ä]xxx Ó]x£È £]Èää {]ÇÈä Î]Ç£ä £x]nÈä Ó]n£{ £]{Ç{ £]xÇä Ó]äÓÈ ä]ÈÎä £]£nn ä]nä p p £]Îx ]Ó p p ³ä]£n ³È]x{ £]Ç ³n]nÓ ³ä]x{ ³££]În p p £]Óγ£££]n p p £]{n ³ÎÓ]äÈ Ó]Èn £x]ÓÈ ³È]{ ³£]ÓÈ £]È x]xÓ ³Î]{Î ³£È]x ³£]ä{ È]Î ³ä]Î ³£]äÈ £]xn ³{]nÓ ³ä]În ³Î{]ÓÈ ä]äÇ ³£x]ÈÈ ³{]Ç ³£]n{ Ó]{ £Ç]£Ç ä]äÈ ³{Ó]ä Ó]{n Ó]ÇÎ ä]xx ³£ä]ÇÇ ä]Ç Ó]Ç ³Ç]{{ £x]ÎÈ Î]{ ³{Ó]£n Ó]£È ³Ç]£È ³£]£ ³£È]Èx ä]nx ³ÓÈ]nÇ Ó]{n ³£ä]Èn ä]Çä ³Î]Óä Ó]x x]ÇÇ ä]ÓÓ p ³ä]Çx ³£]Çx ³ä]ÓÇ p Ó]Óx ä]ÈÎ £]ä ³£]ÎÎ Î]ä{ ³Î]äÈ ³£]xx Ó]În 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cantieri Ryanair aumenta ricavi e passeggeri, di Jihua park ma non gli utili (s. bo.) Si è svolta a Changchun la cerimonia di posa © RIPRODUZIONE RISERVATA >Ì > VÕÀ> `i½>}iâ> }À>ÃÌV> ,>`VÀ° iÌi ÕÀii\ ÛiÃÌ °° > -V>`iâ> À *À° iÌÌ il numero di passeggeri sono infatti aumentati del 3% e per l’anno 2014-2015 la compagnia ha rassicurato gli investitori con previsioni di guadagni futuri tra i 580 e i 620 milioni di euro con una crescita del traffico del 4% a 84,6 milioni di passeggeri. Non è stato un anno facile, quello appena archiviato, per il vettore guidato da Michael O’Leary: due tagli delle stime sugli utili, riduzione del traffico annuale dei passeggeri, incremento della concorrenza. Questioni che hanno portato O’Leary a cambiare del tutto strategia, con tariffe più flessibili per il bagaglio, nuovo sito internet, pubblicità e offerte per il segmento business. Uno sforzo valutato positivamente dagli analisti. Ora manca solo il giudizio dei passeggeri. +ÕÌ>â `ÀiÌÌ> ÃÕ Ìiiv\ Û> +1"/ Ã}> ÌÌ] >` iÃi«\ +1"/ > ÕiÀ {nÓÓ{Ó° ÃÌ ä]x ÕÀ «iÀ -- ÀViÛÕÌ° v ÃÕ ÜÜÜ°VÀÀiÀi°ÌÉiV> *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® °-° ,> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-,® ä]nÈä Ó °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°Ó® ä]nÓä Vi>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® ]Î{x VÌi ÀÕ« I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° "® £Ç]Înä VµÕi *Ì>L °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° *® £]ä{n VÃ}> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° -® £]£ÈÓ `iÀ«°Àiâi °°°°°°°°°°°°°°°°°°® £Î]ÎÈä i`ià I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® ä]äÎ i`ià £{Ü I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°7£{® ä]ää£ ivvi I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® £]äxä ¢ ,iiÜ>Lið°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® p iÀ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°, ® Î]xÓÓ LiÌ iÃð°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°/® ä]xÈÇ «v°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*® {]{{ä > `} °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® Î]Çää Ã>` -Ìà iÝ I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-/-® Ç]ÈÓä ÌV *i °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*® p Ài> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°,® 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È la sfida lanciata dal festival di antropologia del contemporaneo Pistoia-Dialoghi sull’uomo (23-25 maggio). La rassegna, giunta alla quinta edizione, propone il tema «Condividere il mondo. Per un’ecologia dei beni comuni». Da oggi, sul profilo Twitter @DialoghiPistoia e su @La_Lettura, temi, anticipazioni e riflessioni dai protagonisti del Festival e dai lettori. Anteprima Parla il giallista nordico, erede della scuola di Stieg Larsson. Con «L’inganno del passato» (Marsilio) ne ripropone temi e ambienti Quando i cuori battevano per Mosca Ombre rosse nel paradiso svedese Montelius racconta una storia di spie alla Le Carré. Quasi vera dal nostro inviato STEFANO MONTEFIORI STOCCOLMA — «Solo mio padre si è salvato, ed è tutto merito della Corea del Nord», dice, a suo modo grato a Pyongyang, Magnus Montelius, seduto nel caffè a due passi dalla stazione di Stoccolma. Lo scrittore svedese, 49 anni, proviene da una famiglia molto nota in Svezia, per meriti accademici e per un attaccamento irragionevole alla Russia dei soviet. Sua nonna, docente di chimica, imparentata con diversi membri dell’Accademia che sceglie i premi Nobel, ha presieduto a lungo l’Associazione sovietica di Svezia. Suo nonno è stato per molti anni parlamentare comunista e direttore del Partito comunista svedese. «Anche i miei genitori erano comunisti — racconta Montelius —, si sono conosciuti nel partito e solo mio padre a un certo punto ha aperto gli occhi, grazie appunto a un viaggio premio in Corea del Nord. Al ritorno era sconvolto e del comunismo non voleva più saperne. Il resto della famiglia non l’ha presa bene, lo hanno trattato da traditore, amici di trent’anni non hanno più voluto parlargli. Mia madre non lo ha seguito nella scelta, è rimasta fedele alla sua ideologia, una specie di religione. Mio zio materno, giornalista nel giornale svedese «Aftonbladet», tuttora la pensa così. E non stiamo parlando di eurocomunismo, di un comunismo all’italiana… I comunisti svedesi erano stalinisti, per loro Mosca era il Vaticano». Il gioco delle appartenenze, delle lealtà di gruppo e delle fedeltà ideologiche sta al fondo di L’inganno del passato (Marsilio), il primo romanzo di Montelius dopo alcuni racconti di successo. Consulente di tematiche ambientali, soggiorni di lavoro in America Latina, Asia ed Europa dell’Est, Montelius è diventato all’improvviso una star in Svezia, tradotto poi in Francia e nel resto dell’Europa, grazie a questa spy story che ricorda il Le Carré de «La talpa». «La vicenda dei Cinque di Cambridge è quello che mi ha fatto appassionare alla Guerra fredda e alla sua letteratura, ho letto tutto l’esistente su di loro e credo che sia questo interesse ad avermi spinto a scrivere. Oltre naturalmente alla mia storia famigliare che era lì, sullo sfondo». I cinque di Cambridge erano gli agenti segreti britannici che a partire dagli anni Trenta, durante la Seconda guerra mondiale e poi negli anni Cinquanta passarono informazioni al nemico, l’Unione Sovietica. L’«inganno del passato» di Montelius si apre con il ritrovamento di un corpo, ai piedi della terrazza di Ersta a Stoccolma, nel 1990, nei giorni del disfacimento del blocco comunista dell’Est. Addosso al cadavere c’è un passaporto albanese, ma le autorità di Tirana ne- L’autore Uno scorcio del quartiere di Gamla Stan a Stoccolma (Nancy Steve Ross) ❜❜ I comunisti da noi erano stalinisti, l’Urss era il Vaticano ❜❜ La passione per la Guerra fredda viene da «La talpa» gano che un loro connazionale con quelle generalità sia mai esistito. La polizia svedese sembra pensare ad altro, non ha voglia di perdere tempo dietro alla morte dell’ennesimo immigrato, ma il giornalista precario Tobias Meijtens — che fa il tassista per arrivare alla fine del mese — intuisce che c’è qualcosa di misterioso intorno a quella morte e decide di andare a fondo, facendosi aiutare dalla più titolata collega Natalie Petrini. «Il personaggio di Tobias è ispirato a una persona che ho conosciuto davvero — racconta Montelius —, un tassista che un giorno mi ha accompagnato dall’aeroporto di Arlanda verso la città. Aveva una pila di libri sul sedile davanti, continuava a parlarmene e a chiedermi se li avevo letti, mi sembrava una persona entusiasta e molto in gamba. Quando sono sceso dal taxi ho pensato che avevo il mio protagonista». Ha rubato molto alla realtà per i suoi personaggi? «Abbastanza, non solo per i personaggi ma anche per gli ambienti. La scena di Belgrado, nel libro, l’ho scritta durante uno dei miei soggiorni di lavoro nella capitale serba. È un romanzo al quale ho dedicato una enorme quantità di tempo, ma continuando con la mia occupazione. Quindi, di giorno scrivevo dossier e fredde relazioni per punti sui problemi per l’ambiente, e la sera portavo avanti di nascosto il mio romanzo: non ho voluto parlarne a nessuno prima di finirlo, e prima di sentirmi soddisfatto del risultato. Ce n’è voluta, perché l’ho riscritto sei volte: volevo evitare scene troppo lunghe con troppe informazioni, che di solito fanno comodo a chi scrive ma stancano il lettore, e anche trovare una via di mezzo nell’affrontare Stoccolma. I luoghi sono riconoscibili, ma senza troppi indirizzi e descrizioni: credo che i lettori abbiano piacere a fare lavorare un po’ anche la loro immaginazione». Se Stieg Larsson con la saga Millennium ha esplorato l’influenza sotterranea dell’estrema destra nella società svedese, e ha evocato il nazismo come scheletro nell’armadio di alcuni suoi protagonisti, Montelius ambienta il romanzo in una non meno affascinante associazione d’estrema sinistra, la «Veritas» dell’Università di Uppsala, di fantasia ma non troppo. Perché ha voluto parlare di quegli ambienti accademici filosovietici? «Una volta finito il libro, mi è sembrato chiaro chiaro che c’era anche un bisogno personale, legato ai miei nonni e ai miei genitori. Ho compiuto ricerche, ho chiesto di vedere gli archivi dei servizi segreti svedesi, e ho scoperto per esempio che c’erano spie del governo al matrimonio Magnus Montelius (49 anni, nella foto) è cresciuto in un ambiente diplomatico svedese legato all’Unione Sovietica, ha lavorato come consulente per l’ambiente nei Balcani e nelle vecchie repubbliche sovietiche. Dopo aver vissuto in Africa e America Latina, Magnus Montelius è tornato (per ora) a vivere a Stoccolma. «L’inganno del passato» (pubblicato dalla Marsilio nella traduzione di Laura Gemi, pagine 368, 18,50) ha segnato il suo esordio come scrittore, oltre a costituire una grande sorpresa per critici, librai e lettori del suo Paese. Il volume ha riscosso immediatamente un grande successo in diversi Paesi europei, anche per le descrizioni di ambienti poco noti al pubblico della società svedese dei miei genitori, ho visto le foto della festa di nozze nel dossier a loro dedicato». Montelius non ha l’aria di voler regolare i conti con il proprio passato, sembra avere attraversato serenamente questo pezzo di storia nazionale e famigliare. «Da quando mi sono avvicinato alla politica da ragazzo mi sono sempre sentito liberale piuttosto che legato alla sinistra, ma non vivo questa differenza come una dramma — spiega. «Ho pensato che anzi era un buon punto di partenza per parlare dei comunisti in Svezia: li conosco benissimo, ma non sono coinvolto in prima persona, non ho niente da farmi perdonare». Erano importanti? «Non molto, da un punto di vista di percentuali elettorali, ma molto presenti nella cultura, molto capaci di influenzare il dibattito politico». Come mai questa fascinazione degli scrittori svedesi per la descrizione delle correnti estremistiche nella società? Larsson scrive della destra, lei della sinistra. «Non so, forse è un caso, ma potrei aggiungere che la Svezia è da sempre percorsa da movimenti sotterranei, anche se non importanti numericamente. Siamo un Paese non abituato al conflitto, esporre chiaramente il proprio disaccordo non è visto di buon occhio. I due partiti principali, la socialdemocrazia e il centrodestra, sono sempre stati poco diversi tra loro. Sotto il nostro benessere si è sempre nascosto un malumore sotterraneo, espresso dalle ali estreme. Credo che questo sia un elemento piut- Il fascino del thriller È una conseguenza del fatto che il Paese non è abituato ai conflitti, ad esporre i propri disaccordi. Così lo attirano tutti gli estremismi tosto affascinante per uno scrittore: ha a che fare con il mistero, con una realtà più complessa di quel che appare, con l’importanza dei non detti che qualcuno si incarica di fare venire finalmente alla luce. È una cosa molto svedese, questa tendenza di mettere la polvere sotto al tappeto. Già in Danimarca, i nostri vicini scandinavi sono molto più capaci di litigare, di difendere apertamente la loro diversità di vedute: credo che sia un atteggiamento più sano». Se il cadavere dal passaporto albanese non è quel che sembra, a che cosa porta il suo ritrovamento? «Tobias e Natalie scoprono che c’è di mezzo un vecchio e clamoroso tradimento, avvenuto anni prima, a favore dell’Urss. Descrivendo l’associazione Veritas uso molte delle mie conoscenze di quel mondo, fatto di insigni docenti, intelligenti, colti e preparati, che per cecità volontaria e granitici patti di lealtà a un gruppo ristretto hanno scelto di restare fedeli a una causa chiaramente impresentabile». «L’inganno del passato» è una spy story fatta di colpi di scena, ma anche di psicologia dei personaggi, di indagine sui motivi che li fanno agire in un certo modo. La lezione di Le Carré. @Stef_Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 20 Maggio 2014 Cultura 31 italia: 51575551575557 Valori Ne «Il mistero nuziale» (Marcianum) il cardinale rilancia i temi dell’indissolubilità e della verginità Il dibattito Letteratura e paradossi dai campus Usa QUELL’ANSIA CENSORIA PER ESSERE CORRETTI di PIERLUIGI BATTISTA Perché la Chiesa non dice solo no Il «bell’amore» secondo Scola è differenza fra uomo e donna di ALDO CAZZULLO Il volume «C Scrittori sotto accusa: Nabokov, Dostoevskij e Shakespeare P er chi avesse ancora qualche dubbio sulla smania censoria che si nasconde dietro le pur nobili motivazioni del «politicamente corretto», l’ultima conferma viene dall’America, fonte «New York Times»: i rappresentanti degli studenti di alcune università, prima fra tutti quella di Santa Barbara in California, vorrebbero imporre ai docenti l’obbligo di segnalare un «pericolo» nel caso in cui nei programmi di studio ci si dovesse imbattere in libri che contengano scene di sangue, «abusi sessuali» e «violenza misogina», e tutto per non urtare la sensibilità di allieve e allievi che abbiano vissuto episodi drammatici e che abbiano manifestato sintomi da «stress post-traumatico». Intenzioni più che ammirevoli. Peccato però che, se prese alla lettera, dovrebbero suggerire un minaccioso bollino rosso da applicare sulla copertina di un’infinità di «libri pericolosi». Lolita di Nabokov dovrebbe andare direttamente al rogo, insieme a una copia dei due film che hanno tratto dal romanzo. Il grande Gatsby aveva una relazione insana con il crimine, e per di più ha sfiorato lo stalking con la venerata Daisy: bollino rosso nelle università. Delitto e castigo configurava un atteggiamento discriminatorio nei confronti delle donne anziane e sole, per quanto usuraie: avviso di pericolo da affiggere nei college. Senza considerare che le malefatte di Lady Macbeth, le inclinazioni omicide di Coriolano, i maltrattamenti subiti da Re Lear, il pregiudizio razziale vagamente accarezzato nel Calibano, le vessazioni imposte ai giovani Romeo e Giulietta dovrebbero consigliare un gigantesco bollino rosso sull’opera omnia di William Shakespeare. I libri raramente contengono buoni sentimenti. E quasi mai i buoni libri promuovono l’edificazione morale di chi legge. Nulla, nella tragedia greca, è facilmente riconducibile ai dettami del politicamente corretto: stupri, violenza, parricidi, matricidi, conflitti cruenti per il potere e per il denaro, dèi capricciosi e meschini. Non si può eliminare la guerra feroce dell’Iliade e non si impara da Achille che non bisogna fare scempio dei cadaveri. Ha scritto Harold Bloom che la letteratura non fa di noi dei «buoni cittadini». I libri non possono essere devitalizzati e non c’è nessun marchingegno che possa difendere chicchessia dal pericolo contenuto nei romanzi, nei film, a teatro. Non sarà l’ansia censoria degli studenti americani a fare della cultura qualcosa di asettico, inodore e insapore come l’acqua. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’autore dell’articolo, Pierluigi Battista, ha appena pubblicato da Rizzoli il pamphlet «#I libri sono pericolosi. Perciò li bruciano» (pagine 154, 11) ontinua a diffondersi un’immagine dell’insegnamento della Chiesa sulle questioni legate all’amore, al matrimonio e alla famiglia lontana dalla verità. Si dice che a prevalere nell’esperienza e nella comprensione cristiane dell’amore sia la parola “no”. E questo è radicalmente falso». Prende lo spunto da questa considerazione Il mistero nuziale, il saggio (appena pubblicato da Marcianum Press) con cui il cardinale Angelo Scola rielabora i due libri già usciti sul tema nel 1998 e nel 2000, anche in vista delle due prossime assemblee del Sinodo dei vescovi che Papa Francesco ha voluto dedicare alla famiglia. Al centro della riflessione dell’arcivescovo di Milano c’è il concetto di «bell’amore». L’amore come fondamento del cristianesimo, l’amore che tiene insieme l’universo e la storia, «dal rapporto uomoAngelo Scola donna a quello tra le Persone della Trinità». «La proposta del bell’amore, che la Chiesa compie da duemila anni, racchiude in sé il grande “sì” di Dio all’umanità: sì al bene della differenza sessuale, sì al dono di sé che non si risparmia, sì alla consegna della propria esistenza per sempre, sì al dono della vita generata e accompagnata, in un paziente lavoro di educazione» — scrive Scola. «Del bell’amore sono espressioni paradigmatiche sia il “per sempre” del matrimonio indissolubile, sia quello della “verginità” per il Regno dei cieli. Entrambe le vocazioni dicono la pienezza umana del cristianesimo e si illuminano vicendevolmente. Entrambe, tuttavia, appaiono “scandalose” per la mentalità dominante». L’arcivescovo di Milano evoca un dato di fatto: la rottura sempre più frequente dei matrimoni, di cui è segno anche il progetto di legge avviato nel parlamento italiano sul divorzio breve; e le pressioni per il superamento del celibato dei sacerdoti. La sfida è non rinunciare ai propri valori, anzi rilanciarli, nella convinzione che lo stile di vita affettiva e sessuale indica- Il saggio del cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, «Il mistero nuziale, Uomo-donna, matrimoniofamiglia», è pubblicato dalla Marcianum Press (pp. 296, 29), e viene presentato oggi alle 18 nell’Aula Magna dell’università Lumsa di Roma, in Borgo Sant’Angelo 13. Intervengono il rettore Giuseppe Dalla Torre, il presidente dell’Unione giuristi cattolici Francesco D’Agostino, la vicepresidente del Comitato nazionale per la bioetica Laura Palazzani. Modera Gian Guido Vecchi, giornalista del «Corriere della Sera» Marc Chagall, «Il cantico dei cantici», illustrazione per i versetti 3-4 to dalla Chiesa sia buono e conveniente per l’uomo di oggi. Proprio mentre la proposta della dottrina cattolica viene considerata datata, impotente a favorire il desiderio umano di gioia piena, contraria alla libertà e priva di realismo, incapace di tener conto di ciò che l’uomo ha imparato circa se stesso e circa il mondo delle emozioni, degli affetti, dei rapporti con l’al- tro, proprio in un momento come questo Scola valuta che la proposta cristiana basata sul «per sempre» sia una grande chance di realizzazione e di felicità. Da qui il recupero dell’idea biblica del «bell’amore», con la sua capacità di coniugare l’amore alla bellezza, e di farla splendere sul volto degli altri. Non a caso i padri della Chiesa riferi- Su Corriere.it Il booktrailer del nuovo Murakami Haruki Murakami, nato nel ‘49 (foto di Elena Seibert) In occasione dell’uscita del nuovo libro dello scrittore giapponese Haruki Murakami (L’incolore Tazaki Tsuruku e i suoi anni di pellegrinaggio, traduzione di Antonietta Pastore, Einaudi, pp. 272, 20), è online un booktrailer. Il video ispirato al romanzo è da oggi accessibile dal sito Corriere.it ed è stato scritto e diretto da Alessandro Toscano e Valentina Vannicola. Si avvale inoltre dei disegni e dell’animazione di Fabio Valesini con la musica e il sound design di Stefano Guzzetti. La voce è di Felice Montervino. (c. br.) scono il tema biblico del «bell’amore» non solo alla Madonna, ma anche a Gesù. Tommaso parla della bellezza come dello «splendore della verità»; per Bonaventura colui che contempla Dio, cioè che lo ama, è reso «tutto bello». Ma questa capacità — annota il cardinale — spesso manca nell’esperienza sessuale degli uomini e delle donne di oggi. Viverne la bellezza significa strappare la sessualità al dualismo tra spirito e corpo; come se trattenessimo la sessualità nell’animalesco e poi a tratti avessimo spiritualissimi slanci d’intenzione di bell’amore. In realtà ognuno di noi, inscindibilmente uno di anima e di corpo, ha da fare i conti con la dimensione sessuale del proprio io per tutta la vita, dalla nascita fino alla morte. Da qui l’esigenza di riscoprire il nesso tra il «bell’amore» e la sessualità: la soddisfazione piena del desiderio è ritrovare il vero volto dell’altro. E la risposta cristiana alla questione resta il matrimonio indissolubile, basato sulla differenza uomo-donna, e la castità dei sacerdoti, vista non come sacrificio e rinuncia ma come parte del bell’amore, dell’impegno che va oltre le contingenze, e quindi come componente del mistero nuziale: «Nella vita del popolo di Dio — conclude Scola — la famiglia educa tutti i fedeli a concepire i propri rapporti, anche quelli legati al compito sacramentale del ministero presbiteriale, secondo la dinamica nuziale del sacramento». © RIPRODUZIONE RISERVATA Milano Dal 22 al 25 maggio il Congresso della Società Psicoanalitica Industria Il libro di Stefano Righi sull’opera del fondatore dell’Edison Il soggetto motore dell’inconscio La via che rilancia gli eredi di Freud Un progresso fatto di luce (elettrica) L’avventura di Giuseppe Colombo di SILVIA VEGETTI FINZI di MARCO GERVASONI cercare soluzioni. Il suo oggetto, l’Inconscio, rappresenta infatti quella dimensione atemporale che, attraversando individuo, società e cultura, proietta un’ombra sulla soggettività razionale e cosciente. L’interpretazione dei sogni costituisce, in questa prospettiva, un’esperienza che riconsegna alla narrazione del giorno i fantasmi della notte. Porre l’Io là dove dominano esperienze anonime e impersonali aiuta a supe- rare l’alienazione dell’estraneità senza volto. In questo senso, l’estensione dell’atteggiamento psicoanalitico all’intero ambito delle esperienze umane potrebbe consentire di passare dalla passività del soggetto che subisce, all’attività del soggetto che responsabilmente agisce. L’indagine psicoanalitica risale alle origini dell’esperienza psichica per coglierne tutte le potenzialità. Non da sola però, ma cercando sinergie con altre conoscenze. Cito, come esempi di questa nuova, straordinaria apertura: la collocazione del Congresso nell’Università Statale di Milano, il commento di produzioni musicali, la lettura di brani letterari, la lezione magistrale di Antonino Ferro Da Freud a Francis Bacon, l’attribuzione del Premio Musatti allo scienziato Vittorio Gallese, coscopritore dei «neuroni a specchio», la progressiva introduzione di articoli in inglese nella storica «Rivista di Psicoanalisi». Sull’insieme spira l’aria di una stagione nuova che sembra smentire chi vorrebbe relegare il sapere dell’inconscio nell’archivio del passato. © RIPRODUZIONE RISERVATA N el suo volume La città illuminata (Rizzoli, pp. 320, 20), Stefano Righi pubblica una pagina dell’«Illustrazione italiana» del 1877 che riproduce il secondo «esperimento di luce elettrica». Siamo a Piazza del Duomo a Milano, si vede una folla con ombrelli e al centro una specie di moderno obelisco dalla cui testa promanano scintille di luce. L’invenzione dello statunitense Edison era solo all’inizio in Italia, ma da lì a pochi anni, e a pochi metri, in via Santa Radegonda, il centro di Milano sarebbe stato elettrificato dalla prima centrale non solo d’Italia ma d’Europa. A quel punto l’obelisco sarebbe diventato assai più alto e il camino della centrale avrebbe sovrastato le case e le costruzioni, quasi a eguagliare in altezza le guglie del vicino Duomo. Era la marcia del progresso. Non da oggi si ironizza sul progresso e soprattutto sulla concezione che ne possedevano gli uomini dell’Ottocento. Ma se si pensa all’effetto che l’introduzione dell’elettricità ebbe sulle vite di tutti, l’invenzione di Edison fece veramente l’effetto della luce che squaderna le tenebre. Se l’Italia o almeno, negli anni Ottanta dell’Ottocento, Milano, poteva dirsi elettrificata, lo si deve però a Giuseppe Colombo, il vero protagonista di questo volume. Ingegnere, docente del Politecnico, imprenditore, acuto interprete dei tempi nuovi, con i suoi viaggi per introdurre in Italia GIUSEPPE COLOMBO (1836-1921) complesse combinazioni scompongono la trama identitaria della parentela. Di fronte a questa dispersione di consapevolezza e intenzionalità, la psicoanalisi, forte del suo sapere e di una plurisecolare pratica di ascolto, si trova in una posizione privilegiata per cogliere il problema e LUCIAN FREUD, «IB AND HER LOVER» L’ insieme delle relazioni che saranno presentate, dal 22 al 25 maggio, durante il XVII Congresso della Società Psicoanalitica Italiana a Milano, costituisce la più aggiornata radiografia del nostro stato d’animo durante un periodo di crisi talmente grave che sembra cancellare il futuro. L’imperativo del titolo: All’origine dell’esperienza psichica. Divenire soggetti contiene, al tempo stesso, il problema e una possibile via d’uscita. Il termine «soggetto», subiectum, nel contradditorio significato di «sottoposto» e di «protagonista», percorre tutta la tradizione filosofica. Ma negli ultimi decenni si propone con particolare urgenza per l’espandersi, nella nostra vita, di dimensioni impersonali, derive incontrollabili, esiti imprevedibili. Negli scambi cifrati della finanza mondiale, come nella galassia di internet, il soggetto si disperde nel proliferare d’interazioni senza referenti, comunicazioni anonime, che non consentono di rispondere alla domanda «chi parla?». Mentre, nel campo dell’ingegneria genetica, quelle tecnologie che ne permettessero l’elettrificazione. Certo, non sarebbe bastato il genio schumpeteriano, come ben scrive Righi, di Colombo, se non fosse stato attorniato da tecnici e scienziati altamente qualificati, non solo del Politecnico, ma anche delle Università di Padova, Torino e Pavia, di maestranze e soprattutto di investitori che credettero in quello che poteva apparire un folle sogno. Su questo folle sogno c’era però il sostegno non solo della borghesia milanese, ma anche di tutta la popolazione: Righi lo mette ben in mostra inventando la figura di Carlo, ragazzo di fatica del Caffè Gnocchi in Galleria — il primo a essere elettrificato — che segue l’impresa di Colombo con sforzo e passione, fino quasi a volerla emulare. Era un tempo in cui la borghesia milanese si occupava degli affari pubblici: Colombo, un liberale ostile a Crispi e alla sua impresa coloniale, fu deputato, ministro e presidente della Camera nei mesi a cavallo dei due secoli. Un esponente di quel liberalismo lombardo un po’ troppo sommariamente raccontato come gretto e conservatore. La storia narrata da Righi procede ben oltre: mostra il cammino dell’elettrificazione che si estende via via al Paese con la Edison, la società fondata dallo stesso Colombo. Il cuore del libro sta però nella prima parte, con quel clima da grande ballo Excelsior, da fiat lux, in quella Milano — lo mostra il saggio di Andrea Colombo nella seconda parte del volume — che era la capitale della modernità. E non era retorica né uno slogan pubblicitario. © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 italia: 51575551575557 Martedì 20 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 20 Maggio 2014 33 italia: 51575551575557 Corriere della Sera SMS Idee&opinioni Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile NOI E BRUXELLES SEGUE DALLA PRIMA Questo Papa non segue le vie gerarchiche, rimescola le carte, non rispetta le priorità acquisite: possono essere tante le metafore per descrivere le iniziative di papa Francesco verso l’episcopato italiano. L’ultima è quella di ieri e tutte portano il segno della sorpresa e mandano in confusione il compassatissimo destinatario, cioè il vertice della Cei. L’anno scorso papa Bergoglio sorprese tutti non solo con le direttive che trasmise all’assemblea — tra esse il richiamo a un maggiore protagonismo nel dialogo con la società — ma soprattutto con il gesto di fermarsi a parlare con tutti e di uscire dalla Basilica in amichevole camminata. Ieri di nuovo la novità è stata di governo e di gesto: ha dato la linea ad apertura dell’assemblea invitando i vescovi a fare uso della loro «libertà» di dibattito e ha voluto che il suo discorso fosse seguito da una libera discussione. Papa Bergoglio ama sparigliare i giochi della nomenklatura ecclesiastica, in particolare di quella italiana che è la prima al mondo per storia e ambizioni. In novembre aveva spostato improvvisamente il vescovo Mariano Crociata dalla segreteria della Cei a Lati- na, in dicembre sorprendendo ogni aspettativa ha messo al posto di Crociata il vescovo di Cassano all’Ionio Nunzio Galantino. Per il Concistoro di febbraio si attendevano due cardinali residenziali italiani, Venezia e Torino, che non sono arrivati. Ha dato invece la porpora, inaspettatamente, all’arcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti, che è anche uno dei tre vicepresidenti della Cei: ecco dunque che il vertice della Conferenza episcopale è stato abbondantemente terremotato, se non anche rifatto. Né Francesco agisce solo sul vertice. Il 21 giugno andrà in visita a Cassano all’Ionio dov’è vescovo Galantino. Il 5 luglio andrà in visita a Campobasso dov’è arcivescovo Giancarlo Bregantini al quale aveva affidato le meditazioni della Via Crucis al Colosseo: dunque anche con le visite governerà o almeno provocherà la Cei a muoversi. Anche per questa via pare di intendere che l’obiettivo di papa Francesco in riferimento alla nostra Chiesa — almeno il più urgente — sia quello di smuoverla dalle postazioni dove da decenni si è ritirata in difesa e di rimetterla in missione. Luigi Accattoli www.luigiaccattoli.it © RIPRODUZIONE RISERVATA UNA ÉLITE DI INSEGNANTI A TEMPO PIENO PER RITROVARE IL PRESTIGIO PERDUTO ✒ Si dice — ed è vero — che la qualità di un sistema scolastico non può essere superiore a quella degli insegnanti. Come tutti i suoi predecessori, il ministro Giannini ha dichiarato di voler mettere gli insegnanti in cima all’agenda e introdurre novità radicali entro giugno, con modi e tempi, diciamo, da «riforma del Senato». Per ora ha formato una commissione, chiamata «Cantiere Docenti». I temi di cui la commissione si occuperà — formazione, reclutamento e valorizzazione della carriera — sono decisivi per elevare la qualità dei docenti: oggi, a causa del meccanismo delle graduatorie per anzianità, la scuola è caratterizzata da un eccesso patologico di precari, dall’assenza di giovani (in Italia solo l’1% degli insegnanti ha meno di 30 anni, altrove spesso più del 10%) e dall’incapacità di attrarre i migliori laureati. Cambiare è necessario, ma finora nessun ministro ci ha provato. Ne avrà il coraggio il ministro Giannini, che è anche il segretario di un partito in campagna elettorale? Il Cantiere dovrà concentrarsi su poche priorità. Per dare agli insegnanti nuove motivazioni e un prestigio sociale oggi appannato, la principale è, a mio avviso, la differen- ziazione delle carriere. Un passo in avanti sarebbe di offrire ai docenti l’opzione di un orario di lavoro full time, circa doppio di quello attuale. Ne trarrebbe riconoscimento il lavoro di preparazione delle lezioni e dei compiti che tanti insegnanti — ma non tutti — già svolgono a casa. Ma non è solo questo. A chi scegliesse il tempo di lavoro prolungato andrebbero infatti affidate quelle attività che, accanto alle lezioni, sono cruciali per una buona scuola: il supporto e il recupero di chi ha più difficoltà, la programmazione dell’offerta formativa, l’orientamento degli studenti, il rapporto con le famiglie. Poiché una simile opportunità professionale non potrà riguardare tutto il corpo insegnante, chi è disponibile al tempo pieno dovrebbe essere selezionato attraverso severi concorsi ad hoc che non premino, però, solo l’anzianità. A tutto ciò dovrebbe corrispondere un sostanzioso adeguamento contributivo che metta i docenti in linea con gli standard europei, chiudendo con l’epoca del «poco ti do, poco ti chiedo». Andrea Gavosto Direttore Fondazione Giovanni Agnelli © RIPRODUZIONE RISERVATA ESPERIENZA ALL’ESTERO E NEL LEGGERE BILANCI CHI MANDARE AL PARLAMENTO DELL’UNIONE ✒ Ma chi vogliamo mandare in Europa? Vecchi arnesi della politica italiana che vogliono riciclarsi? Pensionati senza arte né parte con qualche spintarella politica? Animatori di onlus, ma volontari non disinteressati? È possibile tracciare un profilo del candidato/a ideale a occupare un seggio del parlamento europeo? Credo che in primo luogo vorremmo vedere dal curriculum che abbia svolto con qualche successo un’attività professionale, cioè che non abbia fatto solo attività politica o sindacale. In secondo luogo vorremmo che avesse qualche familiarità con le istituzioni europee: ma non nel senso di essere stato un funzionario europeo, perché è anche alla burocrazia europea che imputiamo una serie di inadempienze, ritardi, eccessi (con le dovute eccezioni, come Mario Monti o Stefano Micossi). Può aver rappresentato un’impresa, un’associazione di categoria nei suoi rapporti con l’Unione europea e aver conosciuto la burocrazia di Bruxelles dall’altra parte della barricata. Può aver rappresentato un’istituzione culturale e aver aspirato alla distribuzione di fondi europei destinati alla cultura. Oppure può aver rappresentato un’istituzione educativa, scientifica, di ricerca e aver aspirato anche qui alla distribuzione di fondi europei. Però eviterei al riguardo i dinosauri dell’università italiana a caccia di riconoscimenti e titoli. Qualcuno ha parlato di attitudine a gestire fenomeni migratori: ma qui il problema è politico-diplomatico e non è certo affidato ai singoli parlamentari. Eviterei di diffondere facili illusioni. Penso che vorremmo avere a Bruxelles o a Strasburgo persone che sappiano riportare in Italia uno stile, un comportamento, una disciplina che nel nostro Paese manca. Non solo dare alla Ue ma anche prendere e non soltanto soldi. Invece sarebbe opportuno che avesse dimestichezza coi bilanci pubblici e sapesse valutare il grado di solvibilità di un Paese con sane regole contabili, che spesso non hanno molto a che fare coi rating: perché di bilanci si parlerà nel prossimo parlamento e ci aspettiamo qualche positiva novità in tema, ad esempio, di fiscal compact. Franco Morganti © RIPRODUZIONE RISERVATA Le riforme per contare in Europa e ottenere una spinta alla crescita di MICHELE SALVATI C hi insiste sulla necessità di profonde riforme strutturali affinché il nostro Paese possa ritornare a crescere corre il rischio di essere annoverato tra i seguaci di Jens Weidmann, il super-austero governatore della Bundesbank. Le riforme di struttura sono spesso da lui presentate in alternativa a misure di espansione e di solidarietà promosse dall’Unione europea, a suo dire inefficaci e comunque inaccettabili per i Paesi più prosperi e meglio governati a causa dei loro effetti ridistributivi a favore dei Paesi più poveri e indisciplinati. Rigore e riforme strutturali non sono però alternative secche: nei limiti in cui è politicamente possibile — è la sfiducia reciproca tra i vari Paesi dell’Unione il vero scoglio da superare — l’Europa può (e deve) essere indotta a sostenere misure espansive più forti e nello stesso tempo l’Italia può (e deve) accelerare misure strutturali serie, che eliminino i veri ostacoli che stanno alla radice del suo declino. Ostacoli che si annidano nella confusione e nell’incapacità di decisione della politica, negli sprechi e nella inefficienza delle amministrazioni pubbliche, nella scarsa competitività dei segmenti dell’economia meno esposti alla concorrenza internazionale. Oltre a corruzione e delinquenza, che sono purtroppo caratteri diffusi nell’intera società. Una piena coscienza di questi ostacoli, e anche, nei loro tratti generali, delle misure necessarie ad affrontarli, l’avevano sia Monti, sia Letta. E comune era la convinzione che la possibilità di ottenere iniziative favorevoli alla crescita in sede europea è strettamente legata all’incisività delle misure strutturali adottate in Italia: senza di queste anche impulsi espansivi forti provenienti dall’esterno sarebbero sprecati e si fornirebbero buone scuse ai numerosi Weidmann pronti ad alimentare sfiducia nei confronti del nostro Paese. La differenza di Renzi rispetto a Monti e Letta sta soprattutto nella maggiore forza che l’attuale capo del governo è riuscito ad accumulare, in parte per fortuna, in parte per abilità politica. E di conseguenza nel disegno di riforma più ambizioso che è riuscito a impostare e che include tutti e tre gli ostacoli alla crescita prima menzionati: la riforma della politica, quella dell’amministrazione pubblica e quella dell’economia. Come i giornali ci ricordano un giorno sì e l’altro pure, è un disegno che incontra molte resistenze, soprattutto all’interno del Pd, a cominciare dalla sua impostazione iniziale — CONC LE TANTE SORPRESE DI PAPA FRANCESCO CON L’OBIETTIVO DI SMUOVERE LA CHIESA l’accordo con Berlusconi —, continuando con le difficoltà opposte dai tradizionali orientamenti politici e dagli insediamenti elettorali della sinistra e finendo — questa è la difficoltà maggiore per un politico che ha fatto della velocità la sua cifra caratterizzante — con la lentezza con la quale matureranno i risultati delle riforme. Sulla lentezza si può scommettere, perché non sarà certo una spending review straordinaria a rendere efficiente una pubblica amministrazione lasciata degradare per tanti anni: sarà necessaria una cura ordinaria, paziente e continua, per ottenere quest’effetto. E non è nel giro di pochi anni, e con miracolistiche politiche industriali, che si possono creare dal nulla le centinaia di medie imprese competitive che ci mancano al fine di sostenere un reddito e un’occupazione come quelli che ancora gli italiani si aspettano: che i risultati occupazionali del nostro Paese possano essere a fine d’anno ancor peggiori di quelli con cui l’anno è iniziato è una possibilità da tenere purtroppo in seria considerazione. Le uniche riforme che possono avere un effetto rapido sono quelle che indirizzano la politica su un binario di maggiore stabilità ed efficacia, se le riforme elettorali e costituzionali saranno approvate nei tempi previsti. Ma, nonostante se ne discuta da decenni e siano numerose le proposte elaborate in tutti i loro dettagli che giacciono in Parlamento, le esitazioni, i sospetti, le ostilità nel confronti del progetto riformatore del governo sembrano crescere di giorno in giorno. Forse tutto questo non inciderà negativamente sulle probabilità di successo del Partito democratico nelle imminenti elezioni europee, affidate per ora al passo di carica con cui Renzi ha affrontato il suo compito e alle aspettative che ha suscitato. Forse c’è ancora la possibilità che un buon successo elettorale e un rafforzamento del governo indeboliscano le resistenze che il processo riformatore incontra. Ma se è vera la connessione che ho prima suggerito tra riforme strutturali interne e credibilità esterna nel sollecitare un maggior impegno europeo per politiche di crescita, il successo di Renzi nel gestire il semestre europeo è strettamente legato ai suoi successi italiani. E dunque, oltre alla qualità delle proposte di riforma della governance europea che egli illustrerà, sarà determinante l’impressione che riuscirà a suscitare nei nostri partner che le riforme strutturali interne che ha preannunciato, per quanto lente nel maturare effetti, sono state avviate e saranno proseguite. Insomma, che Weidmann ha torto e che un maggiore impulso di crescita esterno non sarà sprecato dai «soliti italiani». © RIPRODUZIONE RISERVATA LETTERA SUL LAVORO Decreto Poletti, i limiti di un testo storico di PIETRO ICHINO C aro direttore, solo un osservatore un po’ fazioso può negare che il decreto Poletti, convertito definitivamente in legge giovedì, costituisca una svolta importante nel nostro diritto del lavoro. Non è forse importante stabilire, per la prima volta in mezzo secolo, che il contratto di lavoro a termine non può più essere considerato «socialmente pericoloso»? Tuttavia il decreto, oltre a essere scritto in modo illeggibile per la quasi totalità dei suoi destinatari (su questo punto torno più avanti), contiene diverse disposizioni scritte in modo difettoso: dei veri e propri errori tecnici. Non sarebbe il caso di scriverne per il grande pubblico, se non fosse per questo: la Commissione parlamentare che ha approvato il testo definitivo era pienamente consapevole di questi difetti; eppure non ha voluto o potuto correggerli. Conoscere questa vicenda dal di dentro aiuta a capire perché le leggi italiane sono così frequentemente mal fatte. Il più vistoso dei difetti contenuti nel decreto è nella norma che commina la nuova sanzione per i contratti a termine stipulati in violazione dell’unico limite rimasto: quello per cui i lavoratori assunti in questo modo non possono essere più del 20 per cento rispetto ai lavoratori stabili. Fino a ieri — essendo il contratto a termine considerato «in sé cattivo», in assenza di adeguata motivazione — il rimedio per la stipulazione irregolare era pacificamente costituito dalla conversione in contratto a tempo indeterminato. Ora che, con questo decreto, il contratto a termine non è più conside- rato intrinsecamente pericoloso, la Commissione lavoro del Senato, modificando una scelta compiuta su questo punto in prima lettura dalla Camera, decide di prevedere per il caso di superamento del limite del 20 per cento soltanto un’ammenda a carico del datore di lavoro, che non incide sulla validità del termine apposto al contratto. Non c’è pieno consenso su questa scelta tra i partiti della maggioranza; ma, per evitare il rischio che il decreto decada, mancata conversione in legge entro il termine di 60 giorni, il compromesso viene raggiunto con l’aumento dell’ammenda. Il governo si incarica di presentare l’emendamento. Senonché nel corso del suo esame ci si accorge di un difetto di chiarezza: esso non dice esplicitamente che la sanzione pecuniaria sostituisce la vecchia sanzione della conversione in contratto a tempo indeterminato, cosicché qualcuno potrebbe intendere che ora si applichino entrambe le sanzioni. Basterebbe un subemendamento che contenesse il chiarimento; ma se il governo o il relatore lo presentasse, occorrerebbe differire ulteriormente la chiusura dei lavori per consentire la presentazione di eventuali sub-subemendamenti, col rischio di sforare rispetto ai tempi previsti. D’altra parte la correzione non potrà essere fatta in sede di assemblea plenaria, perché il governo — per accelerare l’approvazione ed evitare sorprese — porrà la questione di fiducia sul testo uscito dalla Commissione. Si opta dunque per la soluzione di inserire il chiarimento nella relazione che viene svolta in Aula dal relatore a nome della maggioran- za, prima della discussione generale e del voto di fiducia: così si esplicita l’intendimento del legislatore. Già, ma il chiarimento resta solo negli atti parlamentari: non nel testo che andrà nella Gazzetta Ufficiale. E di difetti di chiarezza come questo, corretti soltanto da un chiarimento contenuto nella relazione in Aula (oppure non corretti neppure in quel modo, perché il compromesso politico è consistito proprio nel lasciare la norma ambigua), ce ne sono altri tre o quattro, di non secondaria importanza. Con tutto il rischio di contenzioso che ne consegue, per la gioia dei soli avvocati. Poi c’è un difetto di forma del testo legislativo, che è davvero imperdonabile. Il decreto è scritto nella forma dell’«intarsio». Per esempio: «Nell’articolo 4, comma 1, del d.lgs. n. 368/2001, le parole da … a … sono sostituite con le seguenti: … ». Risultato: nessuno, tranne i funzionari del ministero che hanno scritto la norma, può capirne immediatamente il significato e la portata pratica, se non dopo un paziente lavoro di taglia e incolla sulla base del vecchio testo. Non sarebbe costato nulla scriverla così: «L’articolo 4 del d.lgs. n. 368/2001 è sostituito dal seguente: “…”». Gli stessi parlamentari lavorerebbero assai meglio su di un testo scritto in questo modo. E forse, anche nelle situazioni di emergenza, si eviterebbero molti errori. www.pietroichino.it Senatore di Scelta civica relatore in Senato sul decreto legge n. 34/2014 © RIPRODUZIONE RISERVATA 34 italia: 51575551575557 Martedì 20 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 20 Maggio 2014 35 italia: 51575551575557 Lettere al Corriere L’IMMUNITÀ PARLAMENTARE NEI PAESI DELLA «COMMON LAW» Risponde Sergio Romano Che cosa succede a un parlamentare indiziato per un delitto grave nel diritto anglosassone, la «common law»? Intendo per grave quello che loro chiamano «felony», vale a dire: omicidio, anche colposo, violenze, incendio doloso, evasione fiscale, frode, smercio di narcotici, intralcio alla giustizia, e cosi via. E come si comportano le democrazie che sono rette dal diritto «civile», di origine napoleonica, come quella italiana o francese? È diverso? Lo chiedo pensando ai parlamentari accusati di un delitto grave che rimangono al loro posto per anni, di appello in appello, fino al giudizio definitivo. Frank Rizzo, Roma Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 Che a decidere l’ arresto di un cittadino italiano — in teoria con diritti pari ai miei e di chiunque altro — siano i parlamentari, mi suona come un’incredibile barzelletta. Stento a credere che anche negli altri Paesi del mondo (dittature a parte) esista questa sorta di immunità politica. Franco Milletti [email protected] Cari lettori, e vostre lettere affrontano aspetti diversi di una stessa questione: il trattamento che un’Assemblea riserva a un parlamentare incriminato o condannato. Quella che Franco Milletti giudica, con riprovazione, una «immunità politica», è in realtà una delle garanzie che hanno L permesso ai Parlamenti di tutelare la proprio indipendenza contro le intromissioni dei sovrani e le decisioni di una magistratura tradizionalmente al servizio del trono o del potere esecutivo. La diffidenza con cui molti italiani considerano oggi i loro deputati e senatori non dovrebbe autorizzarli a dimenticare che non vi è democrazia là dove il Parlamento non può garantire a se stesso un alto grado d’intangibilità. Il caso della Gran Bretagna è significativo. La magistratura britannica può processare un parlamentare e infliggergli una pena detentiva, ma non può impedirgli di partecipare ai dibatti ed esercitare il diritto di voto. Toccherà alla sua Camera, se mai, limitare con decisioni autonome le sue prerogative. Il caso degli Stati Uniti è forse ancora più interessante. In linea di principio un candidato incriminato continua a godere dei diritti collegati alla sua funzione e può addirittura candidarsi al Congresso in una successiva tornata elettorale. Ma il Congresso, a sua volta, può diventare per lui una specie di magistratura straordinaria. Può impedirgli, anche nella fase che precede il processo, di presiedere una commissione o un gruppo parlamentare. Può condurre una indagine parallela. Può privarlo del diritto di voto se è condannato a una pena de- tentiva superiore ai due anni. La Camera dei rappresentanti, in particolare, può infliggergli una misura disciplinare: ammonimento, censura, riduzione del trattamento pensionistico nel caso dei reati di corruzione. Se il caso è particolarmente grave, la Camera dei rappresentanti può anche espellere un suo «congressman»; ma soltanto se la maggioranza è composta da due terzi dell’Assemblea. In altre parole, cari lettori, nessun parlamento democratico può interamente rinunciare a essere giudice dei suoi membri. Se questo accadesse, il Legislativo smetterebbe di essere un potere e l’unico potere pressoché totalmente autogovernato sarebbe quello dei magistrati. sono 40 carceri fantasma, costruite, inaugurate e mai utilizzate. I parlamentari come si giustificano? SUCCESSIONI TASI / 1 SVIZZERA La legge salica Slittamento inutile Referendum bocciato Caro Romano, vuole spiegarci in che consiste esattamente la legge salica da lei citata nella risposta «I guai dello stato islamico: come scegliere il successore»? Si fa un gran parlare della Tasi, e molti sembrano dimenticare la questione della pressione fiscale. A furia di mettere tasse, la ripresa dei consumi diventa una chimera. Invece di far slittare la Tasi al 16 settembre, bisognerebbe fare marcia indietro. Per farlo, basta tagliare tante spese inutili a livello pubblico. Maurizia Massari Codogno (Lo) Ai Franchi Sali (un gruppo nazionale da cui discendono, fra gli altri, Clodoveo e Carlomagno) viene attributo un corpus legislativo che ebbe grande importanza nell’alto Medioevo. Fra le loro leggi non vi era, paradossalmente, una norma sulle successioni reali che va, per l’appunto sotto il nome di legge salica. Statuisce che la successione sia soltanto maschile e fu per molto tempo quella di alcune monarchie europee. Ma non fu applicata in altre monarchie, fra cui quella inglese, dove la donna, in mancanza di un erede maschile, può salire al trono. Recentemente la legge britannica è stata modificata: l’erede è il primogenito, indipendentemente dal sesso. Giovanni Attinà [email protected] TASI / 2 Una sola aliquota È quanto mai deprimente seguire le vicende Tasi che avvalorano l’inettitudine, a La Svizzera ha sonoramente bocciato il salario minimo maggiorato richiesto dai sindacati. Là, alle proposte cervellotiche, si risponde con il buon senso; qui si sciopera (meglio se il venerdì)! tutti i livelli, della nostra burocrazia. La causa della impasse forse si trova nella scellerata scelta di demandare ai Comuni la definizione delle aliquote. Perché non fissare un’unica aliquota? Non siamo forse tutti cittadini uguali davanti al fisco anche locale? Perché dobbiamo sentirci ostaggi dell’ultimo amministratore comunale incapace di decidere o, meglio, piuttosto capace di far pagare ai cittadini le sue inefficienze gestionali? Giorgio Tincani, Monza RICHIESTA AI POLITICI Carceri fantasma Tommaso Marchisio [email protected] Periodicamente viene richiesta la costruzione di nuove carceri per evitare il disumano affollamento. Secondo «Italia più giusta», che riporta i dati dei sindacati di polizia carceraria confermati anche da Emergency, in Italia ci © RIPRODUZIONE RISERVATA Teresiana Eliodeni [email protected] ELEZIONI EUROPEE Festival di frottole In questa campagna elettorale assistiamo al festival di chi la spara più grossa. Grande è il disorientamento e la rabbia degli elettori, i quali vorrebbero poter porre la domanda: dove si prendono le risorse? Quale spesa pubblica si taglierà? Quando si parlerà di come risolvere i mali del nostro Paese? Sergio Guadagnolo [email protected] PROMESSE ELETTORALI La tua opinione su sonar.corriere.it Graziano Delrio: a giorni decideremo sulla proroga della Tasi. Sarebbe una scelta opportuna? E i casalinghi? SUL WEB Risposte alle 19 di ieri La domanda di oggi Sì Tassisti di Milano in rivolta contro le «auto con conducente» di Uber. Siete d’accordo con la loro protesta? 87 No 13 Tra le tante promesse elettorali c’è quella di dare 1000 euro alle casalinghe. Senza nulla togliere alle donne, e i casalinghi? Giuseppe Bodini Gessate (Mi) @ E-mail: [email protected] oppure: www.corriere.it oppure: [email protected] Il sale sulla coda di Dacia Maraini Quel parco conteso per il bene comune A mici di Caserta mi scrivono esasperati. Ancora una volta il cuore della città, il bene della collettività, il grande parco di Macrico (Magazzino centrale ricambi mezzi corazzati) viene fatto oggetto di cupidigia da parte di imprenditori. Lo spazio verde, che comprende ben 324.505 mq, di cui buona parte coperta da alberi e prati, fa gola a molti. In teoria si dichiarano tutti d’accordo che il parco debba restare tale, ma c’è chi lo chiama ipocritamente Parco Urbano, riservandosi la possibilità di nuove costruzioni al suo interno. E c’è invece chi chiede l’assoluta proibizione di ogni costruzione, per mantenere al centro della città un polmone verde, necessario al bene di una Caserta, i cui bambini, come è stato scritto, sono «costretti a convivere in mezzo a cave, cementifici, discariche, con un tasso di mortalità per tumori tra i più alti d’Italia». Da una parte stanno le istituzioni, sempre in bilico fra interessi privati (spesso collusi col malaffare) e gli interessi della comunità. Dall’altra, a difendere i beni cittadini c’è stato finora il coraggioso vescovo Nogaro, ci sono state le tante e tenaci associazioni di difesa del territorio, fra cui «Macrico verde» e la Associazione «Ex Canapificio». C’è la prestigiosa suor Rita che lavora da anni nella città per dare riparo alle prostitute africane. «Recentemente, il Consiglio comunale di Caserta ha approvato all’unanimità una delibera alquanto “nebulosa”», mi scrive Vincenzo Fiano. Gli chiedo cosa intenda per nebulosa e mi risponÈ un’area verde de che il Comune, pur avendo preso in considerazione le ricernel cuore di che e i progetti delle associazioni cittadine, e pur avendo espresso Caserta che fa «l’intento di escludere la realizzagola a molti zione di una edilizia residenziale», lascia ancora delle porte aperimprenditori te all’abuso. Da una parte si dimostra sensibile alle richieste dei casertani che si battono da anni per rendere pubblica la proprietà dell’Istituto diocesano di sostentamento del clero, ormai abbandonata, con baracche fatiscenti dal tetto di lamiera, che va in rovina. Dall’altra cerca di introdurre la possibilità di nuovi fabbricati. Il problema è che si sta per elaborare il nuovo Piano urbanistico comunale e le ingordigie degli speculatori si sono riaccese, cercando appoggi politici. I cittadini più attenti e combattivi oggi chiedono: 1) Rendere il Macrico area «non edificabile». Giorni fa c’è stata una bellissima manifestazione a cui hanno partecipato in massa le scuole medie ed elementari della città colorando le mura abbandonate. 2) Acquisire l’area, sull’esempio della Reggia di Carditello, presa a suo tempo dall’ex ministro ai Beni culturali, Bray. Per questo sono stati invitati i ministri ai Beni culturali e all’Ambiente Franceschini e Galletti: perché conoscano di persona il parco e appoggino il progetto comune. 3) Permettere, nelle costruzioni che già sono presenti nel Macrico, solo attività turistiche, culturali, sportive e sociali, co-gestite dalle associazioni. Chiedono troppo? Certamente no. Ma abbiamo visto e vediamo continuamente come sia difficile per la nostra classe dirigente capire quale sia il bene comune di una città. ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA Interventi & Repliche Nidasio Villa Adriana di Tivoli Leggo sul Corriere del 14 maggio l’articolo di Sergio Rizzo sul presunto rischio per Villa Adriana di uscire dalla Lista dei siti Unesco «Patrimonio dell’Umanità». Purtroppo nel testo vi sono inesattezze che richiedono alcune precisazioni. Il ministero per i Beni Culturali, che dovrà rispondere ai chiarimenti chiesti dall’Unesco (in nessun documento ufficiale l’organo internazionale ha parlato di cancellazione dalla Lista), ha già espresso — attraverso le Soprintendenze Regionale ai Beni Culturali e Archeologica del Lazio — il proprio parere favorevole alla lottizzazione, dopo un iter accuratissimo, con stringenti prescrizioni concordate con la proprietà, la Impreme srl. Prescrizioni che hanno comportato una riduzione delle cubature e delle altezze degli edifici, due piani, e una serie di accorgimenti per eliminare l’impatto ambientale. Anzitutto, è stata eseguita un’indagine archeologica con la scoperta di una villa romana che rimarrà visitabile con percorso didattico — a spese dell’impresa costruttrice — all’interno del nuovo insediamento. E’ stata definita l’area, all’interno del lotto, direttamente visibile da Villa Adriana, prescrivendone la inedificabilità e concordando la creazione di un parco diviso in due parti: la prima è un belvedere sulla Villa, di grande interesse paesaggistico, con la piantagione di cipressi e ulivi; la seconda è un orto botanico in cui coltivare le piante di cui sono stati ritrovati i semi negli scavi recenti della Villa. Il criterio seguito con le soprintendenze è stato di ridefinire il margine dell’abitato di Tivoli, rivolto verso Villa Adriana, con un assetto che rispetti l’inestimabile sito archeologico. Purtroppo attualmente il margine è segnato da una zona industriale disordinata, che non tiene in nessun conto la vicinanza con un insieme monumentale così importante. Per conferire al margine dell’abitato dignità urbana, è stata concordata con la soprintendenza una quinta alberata continua, di cipressi e lecci, che in futuro costituirà il nuovo margine urbano. Il lungo iter di approvazione del progetto di Tivoli è un esempio di pieno rispetto delle regole e di attento controllo da parte degli organi di tutela del territorio, che comunque non possono prescindere dai diritti acquisiti, riconosciuti in questo © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. 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Sergio Rizzo EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. 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Cronenberg lo fa con lo sguardo stralunato e «amorale» dell’adolescente Agatha (Mia Wasikowska) che sbarca a Hollywood con un segreto da nascondere dietro le bruciature che le hanno rovinato il corpo: diventa la segretaria tuttofare di un’attrice che teme la china degli anni (Julianne Moore), frequenta un autista con ambizioni artistiche (Robert Pattinson) e si interessa a un nevrotizzato Il vento di Jessica A sinistra Jessica Chastain (37 anni) sul tappeto rosso di Cannes. L’attrice è protagonista al Certain Regard di «The Disappearance of Eleanor Rigby». A fianco, gli attori del film di David Cronenberg «Maps To The Stars»: da destra, Mia Wasikowska (24 anni), Robert Pattinson (28), Evan Bird (14) e Sarah Gadon (27) Belli e perduti La generazione dei ventenni superstar «Cattivi sullo schermo, insicuri nella vita» CANNES — L’avevamo lasciato due anni fa, miliardario accovacciato nella smisurata limousine bianca di Cosmopolis a fare cosacce proibite con Juliette Binoche. Lo ritroviamo adesso chauffeur di una limousine nera, pronto a scivolare sul sedile posteriore per un veloce quanto rovente incontro erotico con Julianne Moore, nevrotica diva di Maps of the Stars, sempre per la regia di David Cronenberg. Donne belle e mature. Ma Robert Pattinson non bada all’anagrafe. «Do sette a entrambe» risponde scoppiando a ridere all’impertinente che ha osato chiedergli con quale delle due gli sia piaciuto di più. E aggiunge guardando la rossa Julianne: «Certo, lei è davvero sublime. È stata un’esperienza magnifica anche se mi ha fatto sudare molto». Scordatevi Twilight. Robert ha messo un paletto nel cuore del casto vampiro Edward e pure in quello della sua fidanzatina fedifraga Kirsten Stewart. E ora, forte di un sex appeal speziato allo humour, non se ne lascia sfuggire una. Nella vita come sullo schermo. Ma perché sempre in auto? Cronenberg, che le adora e ne fa uso improprio fin dai tempi di Crash, spiega che un’intera generazione di americani è stata concepita sul sedile posteriore delle vetture, free zone della rivoluzione sessuale, fuori dal controllo dei genitori. Quarant’anni fa. Anzi quattromila. Per i giovani attori ieri al Festival, come parlare del tempo degli Egizi. Del gruppetto Pattinson è il più «vecchio»: 28 anni contro i 23 di Mia Wasikowska e i 14 di Evan Bird. Tre talenti giovani e giovanissimi. Incarnazioni di una generazione di belli e perduti: troppo precoci, troppo cinici, troppo fragili. L’aria innocente di Le fragilità di Tatum Ruolo complesso anche per Channing Tatum, 34 anni, muscoloso wrestler che affronta le ansie della celebrità Mia, così bionda e delicata, non deve trarre in inganno. Nei panni di Agatha ha già dato fuoco alla casa, e ora è pronta a massacrare l’odiosa Julianne Moore a colpi di statuetta dorata. Premio vero vinto da Cronenberg per Spider. «La Los Angeles del film è davvero la città degli Angeli caduti — ammette Mia, già adolescente con pulsioni suicide in The Treatment —. Ma qui non si parla solo di Hollywood. Il culto della celebrità, del denaro, dell’essere qualcuno non ri- guarda solo il mondo dello showbiz. Per emergere dall’anonimato la gente è pronta a tutto. E il web spinge al massimo verso quelle frontiere pericolose». Peggio di lei fa solo Evan Bird, vera rivelazione del film, fratello incestuoso di Mia-Agatha. Un angioletto tutto riccioli biondi, occhi azzurri e pelo sullo stomaco. La star di una serie tv (nella realtà Bird lo è stato di «The Killing») pagata in modo esagerato, viziata oltremisura, drogata e psicotica. Temendo di venir scavalcato da uno ancora più piccolo di lui, strozzerà il «rivale» mentre fa pipì. «Benji non ha il senso del limite, è ossessionato dai fantasmi e teme di diventare pazzo come sua sorella», spiega Evan. Fuori dal set però, la sua è una vita normale, tutta scuola e chitarra, garantisce. Ma non è facile essere una star e restare un ragazzo come tutti. Pattinson ha ammesso di aver sofferto di insicurezza e crisi d’ansia per le responsabilità sempre Valerio Cappelli più grandi che la logica del successo gli parava innanzi. Le stesse crisi che in Foxcatcher si trova ad affrontare Mark Schultz, campione olimpionico di lotta libera nell’84, adocchiato dallo straricco e nevrotico John Du Pont (Steve Carell) per realizzare un delirio di onnipotenza: diventare il suo coach. Una storia vera, cui ha collaborato il vero Schultz. A interpretarlo sullo schermo l’aitante Channing Tatum, 34 anni, per l’occasione dotato di muscolatura impressionante, da vero wrestler. «Me la sono conquistata con sei mesi in palestra. Le ho prese di santa ragione e le ho anche date. A furia di colpi avevo le orecchie e le ginocchia dolenti». Ma la lotta più dura Mark ha dovuto ingaggiarla con se stesso. «Con i sentimenti e i turbamenti smossi da quell’uomo, che si poneva come un padre ma si comportava come un padrone». Un ruolo complesso anche per la presenza sul set dell’originale. «Vedevo il vero Mark, mentre tentavo di avocare il suo doppio. Non è stato facile». In cambio ha recuperato quegli addominali che la vita familiare, sposato con Jenna Dewan, una bimba di due anni, avevano trasformato in rassicuranti cuscinetti di ciccia facendogli perdere il titolo di uomo tra i più sexy del mondo. Una carriera iniziata a 19 anni come spogliarellista e che gli verrà buona qualche anno dopo, quando Soderbergh gli proporrà il ruolo di Magic Mike, subito diventato idolo di donne e gay. Prossimo film? «X-Men: Apocalypse». Nuovi combattimenti in vista... «Ma stavolta solo per fiction: sarò Gambit, un mascalzone dal cuore d’oro». © RIPRODUZIONE RISERVATA Giuseppina Manin La tredicenne lanciata da «Le meraviglie» Gelsomina, diva per un giorno: vorrei tornare in Romania DA UNO DEI NOSTRI INVIATI CANNES — Maria Alexandra Lungu è un po’ intimidita dalla baraonda di Cannes. Lei è la piccola protagonista di Le meraviglie. Interpreta Gelsomina, la maggiore delle quattro sorelle del piccolo, strano regno campestre creato da suo padre nel film di Alice Rohrwacher che rappresenta l’Italia in concorso. Ha 13 anni, vive a Montefiascone, vicino a Viterbo, e ha un desiderio: «Vorrei tornare in Romania, dove sono nata e dove ci sono il mio cane e i miei nonni». Perché? «Perché qui non ho amici, e un po’ me ne vergogno. Vivo in Italia da quando ho sei anni, ma alle compagne di classe (devo fare gli esami di terza media) sono antipatica. Si è alzata una in piedi e me l’ha detto chiaramente a nome di tutti. Quando finalmente un giorno sono riuscita a uscire con alcune di loro, siamo andate alle giostre e mi hanno abbandonato là». E quando sei partita per Cannes cosa è successo? «Una compagna mi ha detto “beata te”, e un ragazzo ha aggiunto che il film fa schifo. Non l’aveva Figlia Maria Alexandra Lungu in «Le meraviglie» nemmeno visto». La discriminano, ma non vuole parlare di razzismo. «In Romania mi sentivo più libera». È nata in un villaggio chiamato Negrlaesti, dove la vita non è così lontana da quella che racconta Alice Rohrwacher. «Il suo film è diverso dagli altri, non è finto, dice cose vere, che possono succedere». Come ci sei arrivata? «Avevo visto un volantino, cercavano quattro bambine dagli 8 ai 14 anni. Mi sono presentata per curiosità». I suoi genitori la sorvegliano a pochi passi da lei, il padre fa il camionista, la madre è casalinga. «E quello laggiù è mio fratello di 14 anni. Mi prende in giro perché ho recitato, secondo me è un po’ invidioso». Monica Bellucci nel film è la fatina del concorso televisivo. «Io la tv non la guardo molto, vedo i film al computer». Non hai in camera il poster di un’attrice? «Lo avevo di Miley Cyrus, ma dopo che ha fatto dei video in cui era nuda non mi piace più. La mia attrice preferita è Vittoria Puccini». Pensi che ti sarà difficile tornare alla normalità? «No, sto vivendo tutto come un gioco. La produzione mi ha dato quattro vestiti, spero che mi regaleranno quello rosa con le scarpe e il cinturino blu». Cosa vorresti fare da grande? «La veterinaria o la biologa. Ma mi piacerebbe continuare nel cinema. Vorrei incontrare un’altra regista come Alice, è una persona dolce, vuole bene a tutti». © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 20 Maggio 2014 Spettacoli 37 italia: 51575551575557 L’urlo del cast di «Turist» Da sinistra, Kristofer Hivju, Vincent Wettergren, Lisa Kongsli, Ruben Ostlund, Clara Wettergren attore di 13 anni (Evan Bird) e alla sua famiglia (John Cusack e Olivia Williams). A tenere insieme tutti c’è la fragilità psicologica di chi vive col terrore di perdere la propria popolarità, l’invidia per il successo altrui, la depressione curata con pseudo-guru e droghe varie oltre all’angoscia per un passato che torna a manifestarsi sotto forma di strani e inquietanti «fantasmi». Ma che Hollywood fosse il regno dell’apparire lo sapevamo dai tempi di Rodolfo Valentino almeno, e Cronenberg non fa quasi niente per scavare più a fondo: registra dialoghi ipocriti e vuoti, mostra dive che fanno le puzze in bagno, racconta di incesti, gelosie, egoismi con uno stile volutamente dimesso e «quotidiano». Che La capriola del ballerino L’acrobatica performance dell’ex fidanzato di Madonna, il ballerino Brahim Zaibat I disegnatori per la libertà Da sinistra, Pisan, Zlatkovsky, Plantu e Nadia Khiari tra i protagonisti del docufilm «Caricaturistes» funzionava e bucava lo schermo quando ci parlava della follia dell’umanità (come nel geniale Crash) ma che su Hollywood e la sua mancanza di libertà (l’omonima poesia di Eluard fa da filo conduttore del film) dà solo l’impressione dell’ennesimo proiettile sparato sulla Croce Rossa. Ben diverso, invece, l’approccio di Bennett Miller che sceglie uno stile classico e controllato per raccontare la follia (autentica) del miliardario John du Pont (Steve Carell, irriconoscibile e bravissimo) e del suo sogno di diventare l’allenatore dei lottatori americani alle Olimpiadi di Seul (1988), di cui faranno le spese i fratelli Schultz, Dave (Mark Ruffalo) e Mark (Channing Tatum). Dialoghi ridotti l’osso, La polemica Maps to the Stars di David Cronenberg Foxcatcher di Bennett Miller da evitare interessante da non perdere capolavoro Il fascino di Julianne L’attrice americana Julianne Moore (53 anni), in gara con «Maps to the Stars» una grande direzione d’attori e una messa in scena che sembra «fermarsi» sulle persone e sulle cose (la gigantesca villa del miliardario, il suo parco immenso) come per offrire allo spettatore la possibilità di scavare nell’immagine, di scoprire quello che a un primo sguardo potrebbe sfuggire. Il risultato è una tensione sempre più palpabile, di cui si intuiscono le «ragioni» (il peso della tradizione di famiglia, una madre — affidata a una indimenticabile Vanessa Redgrave — fredda e intransigente) e che però non toglie sorpresa e mistero alla follia di chi pensa che i soldi diano l’onnipotenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’attrice di «Una separazione» avrebbe offeso la «castità e l’innocenza» delle donne Teheran condanna la giurata Il bacio di Leila è un caso politico Jacob: l’ho abbracciata io. Le iraniane in Francia: regime misogino In giuria Leila Hatami è nata a Teheran, il 1º ottobre 1972. L’attrice fa parte della giuria di Cannes DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Il film scandalo Strauss-Kahn denuncia Abel Ferrara Dominique Strauss-Kahn non vedrà Welcome to New York. Ma sporgerà denuncia per diffamazione contro il film di Abel Ferrara che ricostruisce lo scandalo in cui fu coinvolto l’ex direttore del Fondo monetario internazionale, accusato di stupro da una cameriera. «Il mio cliente è inorridito e disgustato», ha detto il legale di DSK, Jean Veil. Ma non ne impedirà la circolazione: «Non è un censore». Indignata anche l’ex moglie di Strauss-Kahn, Anne Sinclair. CANNES — Gilles Jacob si è affidato anche a Twitter per cercare di smorzare quello che sta diventando un caso internazionale tra Iran e Francia. Il presidente del Festival di Cannes, squisito padrone di casa, mercoledì sera, in occasione dell’inaugurazione di Cannes 67, ha accolto sul red carpet l’attrice Leila Hatami, una della componenti della giuria di Jane Campion, con un bacio sulla guancia. Rabbiosa la reazione delle autorità iraniane. «Che si tratti o meno di un’artista, la donna iraniana è il simbolo della castità e dell’innocenza», ha commentato con durezza il viceministro della Cultura del governo di Rohani Hossein Noushabadi stigmatizzando il comportamento «inappropriato» della acclamata protagonista di Una separazione di Asghar Farhadi. «Coloro che partecipano a avvenimenti internazionali devono tenere in considerazione la credibilità e la castità degli iraniani, per non mostrare un’immagine negativa». Jacob ha affidato a due tweet la difesa dell’attrice. «Sono io che ho baciato Mme Hatami. In quel momento, lei rappresentava per me tutto il cinema iraniano, dopo è ridiventata se stessa». E, ancora. «Questa polemica basata su un’abitudine consolidata in Occidente non avrebbe dovuto aver luogo». Leila Hatami è più di un’icona per il cinema iraniano. Nata a Teheran 41 anni fa, figlia d’arte. Il padre è il rinomato regista Ali Hatami, la Sulla guancia Il bacio sulla guancia tra Leila Hatami e Gilles Jacob, 83 anni, presidente del Festival Affetto I tweet del presidente del Festival: manifestazione di affetto consolidata in Occidente madre attrice celeberrima, Zari Khoshkam. Una figura fondamentale per Leila. «Mio padre era molto possessivo» ha raccontato tempo fa in un’intervista. «Mia madre, dopo un po’, non ha fatto più film se non con la sua regia. Dopo la rivoluzione islamica a mia madre è stato proibito continuare perché all’inizio della carriera aveva recitato in ruoli considerati leggeri. Da allora si è accontentata di fare il bucato e cucinare. È stato durissimo per lei e per molti altri. Io non l’ho mai dimenticato». Oggi la censura colpisce lei, non per un french kiss, ma per il castissimo bacio di un signore gentile di 83 anni (la legge islamica istituita nel 1979 proibisce ogni contatto fisico tra un uomo e una donna che non sia della stessa famiglia) che rischia di avere un’eco maggiore di tutte le denunce sulla libertà di espressione artistica dei cineasti iraniani. Pare sia stato criticato anche il vestito troppo corto che lasciava scoperte le caviglie. Laila Hatami non è nuova a gesti dal grande significato simbolico. Come quando, in un’intervista nel 2012 a Euronews, alla domanda sulla condizione delle donne nel cinema iraniano, più che le sue parole furono le lacrime che non riuscì a trattenere a fare il giro del mondo. Il bacio e la polemica che ne è seguita dicono moltissimo della condizione di «misoginia imperante in Iran», ha commentato Simin Nouri, che dirige l’Associazione delle donne iraniane in Francia. Il paradosso è che la censura arriva mentre l’attrice è stata chiamata qui per esercitare il suo insindacabile giudizio. Libero arbitrio, qualcosa che nell’Iran del moderato Rohani fa ancora molta paura. Stefania Ulivi © RIPRODUZIONE RISERVATA Il personaggio L’attore premio Oscar gira in Costa Azzurra. «Vivo da 18 anni in Italia, resta il Paese dove sto meglio» Colin Firth: sul set per Woody, tra ciarlatani e truffe CANNES — Se l’aspettava così Woody Allen? «No. Prima di girare mi ero fatto mille fantasie su di lui. Poi però… È stata una vera sorpresa», ammette Colin Firth, fresco di set di Magic in The Moonlight, riprese tra Nizza e dintorni, a giugno nelle sale Usa, da noi a dicembre. «Sono cresciuto con i suoi film — prosegue l’attore premio Oscar nel 2011 per Il discorso del re —. Da Prendi i soldi e scappa a Manhattan. Ogni volta mettevo un nuovo tassello al mio ritratto immaginario. Uno dei miei libri preferiti è la sua biografia. Quando mi ha chiamato per questa commedia romantica ambientata in Costa Azzurra degli anni Venti, ero entusiasta. Un po’ emozionato all’idea di incontrarlo come regista. L’impatto è stato molto diverso. Woody è gentile sì, ma non socializza con nessuno». Mai usciti una sera a cena? «Mai. Nemmeno una telefonata ». Sorriso L’attore Colin Firth, 53 anni E come regista? «Avevo sentito dire che non dirigeva quasi. Invece dirige eccome. Cura ogni inquadratura. Quando tutto è pronto ti dice: ora fammi vedere. E se quello che gli mostri non gli piace te lo fa ripetere finché non viene come ha in mente». Il suo ruolo? «Sono un inglese un po’ arrogante che arriva qui per smascherare una truffa imbastita da una bella mistica ciarlatana, Emma Stone». Naturalmente se ne innamorerà? «Naturalmente». E tutto finirà bene? «Non posso dirlo se no Woody s’arrabbia. Mi sono divertito a indossare quei costumi e girare su auto d’epoca». Insomma quasi una vacanza «Per niente. La commedia è il genere più difficile per un attore. Con il tragico te la cavi sempre, con il comico devi fare centro e basta». È vero che il suo Mr. Darcy sarebbe dovuto comparire nudo in un momento di «Orgoglio e pregiudizio»? «È vero. In una scena lui deve fare un tuffo nel laghetto del giardino. È un uomo solo, ha caldo, mi pareva normale che si buttasse in acqua senza niente. Ma la Bbc che l’ha prodotto non ha approvato. Il costumista ha dovuto confezionare in fretta e furia un paio di orrendi bragoni d’epoca. Peccato». Stavolta è al festival senza un film «Non mi pare vero... Adoro i festival ma una volta tanto sono qui in altra veste, per promuovere un progetto di “lusso sostenibile” ideato da mia mo- Il programma di oggi In concorso Due titoli in gara: «Deux Jours, une nuit» di JeanPierre e Luc Dardenne con Marion Cotillard (foto) e «Still the water» di Naomi Kawase Fuori concorso «Coming Home» di Zhang Yimou con Gong Li e «Geronimo» di Tony Gatlif; nella sezione Un certain regard sarà la volta di «The salt of the heart» di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado glie Livia e realizzato da Chopard» Lusso sostenibile: sembra un ossimoro. «No. Si possono fare oggetti di alto artigianato realizzati con oro “fairmind”, estratto dalle miniere della Colombia, dove i lavoratori sono pagati il giusto. Quest’anno la Palma d’oro del Festival sarà fatta con quest’oro». Prossimo film? «Un thriller su una guerra con i droni. Helen Mirren sarà un colonnello dei servizi segreti. E io sarò per la prima volta anche produttore». Da tempo vive in Italia, che pensa del nostro cinema? «Sembra in ripresa, sta creandosi una nuova identità. La grande bellezza mi ha colpito. Voglio fare un film nel vostro Paese con un vostro regista». E dell’Italia che pensa? «È il Paese dei paradossi. Vorrei incontrare un italiano che lo capisce. Da 18 anni vivo in Toscana. Forse non ho più l’innamoramento dei primi tempi. Ma resta il luogo dove sto meglio». G. Ma. © RIPRODUZIONE RISERVATA 38 italia: 51575551575557 Martedì 20 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 20 Maggio 2014 Spettacoli 39 italia: 51575551575557 Taormina Il concerto con gli amici Cortellesi, Baglioni, Mengoni, Antonacci, Mannoia. Stasera su Raiuno Il regista aveva 80 anni Addio a Mario Missiroli innovatore del teatro È morto ieri a Torino Mario Missiroli, regista teatrale e di cinema. Aveva 80 anni e dal 1977 al 1985 diresse il Teatro Stabile di Torino. Missiroli era nato a Bergamo il 13 marzo del 1934. Era considerato uno dei registi più innovativi della scena teatrale italiana. Domani al Teatro Gobetti verrà allestita la camera ardente. di FRANCO CORDELLI Festa A Laura Pausini, 40 anni, ieri a Taormina per «Stasera Laura». Qui sopra la cantante nel duetto con Marco Mengoni (25) su «Primavera in anticipo» ndando a ritroso nel tempo, per quel tanto o quel poco che si incrociano la storia di un regista e quella di uno spettatore fedele — di più: di un ammiratore —, il primo pensiero è per la telefonata ricevuta la scorsa primavera. Non sentivo Mario Missiroli da tanto tempo, sapevo che non viveva più a Roma, che si era trasferito a Torino e che non era stato bene. Missiroli mi annunciava l’uscita di un suo libro, Il moderno e la crepa. Lo ricevetti, ne scrissi. Lo sentivo guarito, era in forma. Ma come regista quando lo avevo visto all’opera l’ultima volta? Dieci anni prima, con Victor di Roger Vitrac, ne fu interprete l’attore che più lo rappresentò, Paolo Bonacelli: una commedia come Victor e un autore come Vitrac non potevano mancare nella sua straordinaria vicenda sottilmente, insidiosamente riformistica. Dico riformista invece di rivoluzionaria credo a ragion veduta. Missiroli fu in sostanza un borghese illuminato. Come persona a volte rischiò di più, in molti ricordano un intervento nel grande convegno di Prato sul teatro del 1975. Con il giovane assistente Flavio Ambrosini aveva preparato un certo tipo di intervento. Laura e la lunga notte dei duetti: musica e gag contro la pioggia Alla fine canta da sola sul palco, senza orchestra e ballerini DAL NOSTRO INVIATO TAORMINA — Ne resterà soltanto uno. La frase culto di Highlander va girata al femminile. E quella che resta è la Pausini. Non molla mai. Dritta all’obiettivo perché, lo dice il sottotitolo di «Stasera Laura», il concerto evento andato in scena domenica a Taormina: «Ho creduto in un sogno e ho fatto bene». Per celebrare il sogno di vent’anni di successi nel mondo (e quaranta, appena compiuti, all’anagrafe) Laura ha invitato amici e colleghi. Maggio pieno, Sicilia, ma si sa, signora mia, non ci sono più le mezze stagioni. Un maglione di lana ci sta tutto. Dopo un’ora e mezza di canzoni, ospiti e sketch che pescano dal libro dei ricordi, arriva la pioggia. Serata tv (questa sera alle 21.15 su Rai1) a rischio. Gli autori tagliano le canzoni di Laura e via con gli ospiti uno dietro l’altro. Verso mezzanotte l’orchestra deve mollare. Suonano a cielo aperto, non c’è copertura per non nascondere il monumento e gli strumenti rischiano di andare a farsi benedire. Vola qualche parola dietro le quinte. Il maltempo non molla. Il palco è scivoloso, e anche i ballerini danno forfait. Alla fine persino la band abbandona: troppo rischioso con tutti quei cavi che girano... Siamo attorno all’una di notte. Si potrebbe anche andare a casa. Laura ferma tutti. E da sola si mette a cantare i pezzi tagliati. La sua voce riempie il Teatro Antico. Anche quando grida contro l’omofobia e per l’amore senza distinzione di genere (andrà in onda o verrà tagliato?). Finisce, esce dal palco. Le passano un accappatoio e torna in scena fradicia per un ultima cantatina, addirittura senza microfono... «Mi sembrava giusto fare i brani che avevamo tagliato. La gente aveva pagato un biglietto e ne aveva diritto. Poi mi sono fatta prendere la mano dal pubblico che ne chiedeva altre», ride l’Highlander di Solarolo a notte inoltrata. E chissà se questo fuori programma andrà in onda. Per lo show gli ospiti erano da grande serata. Pippo Baudo cui è affidata l’apertura: «Quell’uomo mi ha cambiato la vita. Fu per sua scelta personale se andai a Sanremo nel 1994», riconosce Laura. Con Paola Cortellesi c’è un siparietto sui tic delle neomamme come loro. A Claudio Baglioni chiede di autografare il diario delle superiori per sostituire quello falso che mostrava alle amiche con orgoglio. Benedizione per Marco Mengoni che cerca di seguire le sue orme conquistando il mercato latino. Divertimento a mille con una band di tutte donne: Malika (violoncello), Emma e Paola Turci (chitarra), Noemi (pianoforte), L’Aura (basso), Syria (deejay), La Pina a rappare e la Pau al flauto traverso. Sono le colleghe-amiche. Ma ci sono anche le amiche dei tempi della scuola. Con una c’è un debito: Laura andò senza di lei a vedere un concerto di Raf per paura che il suo idolo di gioventù notasse l’altra. Li presenta. Con altre tre canta «Le cose che vivi». In scena anche la Mannoia, Biagio Antonacci che le regalò «Tra te e il mare» e «Vivimi». E un duetto virtuale con Lucio Dalla: «Mi vide in un piano bar e mi disse: “Vai e spacca il c... ai passeri”. Ho scelto “Felicità” perché è malinconica, romantica e scherzosa allo stesso tempo. Come me». Tutto made in Italy: «Qui celebro i miei anni formativi e io durante l’adolescenza ascoltavo solo musica italiana». È la sua prima avventura televisiva. «Fare tv è più difficile e anche più appagante di quello che mi immaginassi». Ci tornerà presto. «Spero non sia l’ultima volta. Mi piace l’idea di fare il varietà. Devo solo imparare a ballare, anche se non arriverò mai ai livelli della Cuccarini». E se gli ascolti di questa serata andassero male? «Torno da mia figlia Paola. È lei che mi ha dato il coraggio per fare queste cose». Andrea Laffranchi © RIPRODUZIONE RISERVATA Il film Sandrelli in «La bella di Lodi» diretta da Missiroli nel 1963 Ma quando sentì Dario Fo aggredire il partito Comunista (e si era alla vigilia del trionfo elettorale del Pci) gettò quell’intervento e appoggiò le tesi già oltranziste di Fo. Egli era da poco direttore dello Stabile di Torino, sindaco Diego Novelli. Quell’intervento gli costò qualche problema. Ma gli anni di Torino furono gli anni della consacrazione, con spettacoli memorabili, ossia dissacratori, beffardi, irriverenti, come Verso Damasco di Strindberg, Trilogia della villeggiatura di Goldoni, La Mandragola di Machiavelli, I Giganti della montagna di Pirandello e (lo ricordo come fosse oggi) il più bel Pasolini che abbia visto, un’edizione di Orgia con Laura Betti. Il punto cruciale è come Missiroli arrivò a dirigere un teatro pubblico: durò a lungo, ma se non sbaglio fu l’unica volta, di lui non ci si fidava né politicamente né da un punto di vista commerciale. Vi arrivò come regista rivoluzionario, un termine forse più adatto a descrivere la prima fase della sua storia. Partì dalle cantine romane, lui che era nato a Bergamo e di famiglia agiata. Faceva spettacoli a basso costo. Non erano spettacoli di teatro-immagine o gestuali, erano spettacoli per così dire normali. Ma non erano normali i suoi autori, erano anzi sconosciuti. Chi potrà mai dimenticare Il matrimonio di Gombrowicz e Commedia ripugnante di una madre di Witkiewicz. E chi potrà dimenticare A proposito di Liggio? Era uno spettacolo sulla mafia, scritto dallo stesso Missiroli sulla base di documenti. A proposito di Liggio, prodotto in modo privato, con gli attori tutti coperti da una maschera ripugnante come la commedia della madre, fu un successo ma fu anche l’atto di coraggio di un artista che se girò un film con Arbasino era altrettanto prossimo a uno scrittore come Sciascia, che in quegli anni si occupava dello stesso tema mafioso e che più di una volta fu inviso ai nemici e ai presunti amici. Il film Eros sul web, arrivano le ragazze di «Cam Girl» Donne che si vendono sul web, rincorrendo il sogno dell’indipendenza economica attraverso una webcam: la regista Mirca Viola affronta il fenomeno della cyber prostituzione nel film Cam Girl, in sala da giovedì. Interpretato da Antonia Liskova, Alessia Piovan, Sveva Alviti e Ilaria Capponi (con la partecipazione di Marco Cocci, Maria Grazia Cucinotta ed Enrico Silvestrin), il film racconta le storie drammatiche di quattro ragazze fragili, e delle difficoltà a cui vanno incontro in seguito a scelte sbagliate. «Volevo raccontare il mondo di tante donne che non trovano lavoro e si vendono sul web», ha detto la regista. I L L A T O H A O S C U R O D E L L ’ E U R O P A I L T H R I L L E R C H E C O N Q U I S T A T O I L M O N D O JOAKIM Z ANDER © RIPRODUZIONE RISERVATA L’ologramma che divide Alla Scala «Vergogna»: il pubblico contro Lachenmann Jacko resuscita: è polemica Michael Jackson resuscita e scuote i Billboard Awards 2014: vestito con una giacca dorata e pantaloni rossi, è tornato sul palco grazie ad un ologramma. Una performance surreale che ha suscitato polemiche sui social media. Applausi m anche urla («vergogna)»: si è diviso ieri sera il pubblico della Scala dopo la prima parte del concerto del ciclo Pollini in cui la Musikfabrik Koln ha eseguito Zwei Gefuhle. Musik Mit Leonardo (Due sentimenti. Musica con Leonardo), brano contemporaneo di Helmut Lachenmann che era anche voce recitante. Non appena è terminato si sono sentiti fra gli applausi buu e grida del tipo «Fuori dalla Scala». A mettere poi tutti d’accordo ci ha pensato Maurizio Pollini che ha eseguito nella seconda parte le sonate 109, 110 e 111 di Beethoven fra applausi scroscianti. 2 E D I Z I O N I / I N C O RS O D I PU B B LI C A Z I O N E I N 3 0 P A E SI IN LIBRERIA E IN EBOOK @libribompiani Bompiani www.bompiani.eu 40 Martedì 20 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Sport ManU a Van Gaal, Enrique al Barça Serie B, colpo di Bari e Siena Sarà Louis Van Gaal, attuale c.t. dell’Olanda, l’uomo della ricostruzione al Manchester United dopo il flop con David Moyes. Suo vice sarà Ryan Giggs, che aveva guidato la squadra nelle ultime 4 giornate di Premier League. Annunciato anche il nuovo tecnico del Barcellona: è Luis Enrique, ex tecnico della Roma che quest’anno allenava il Celta Vigo. Posticipi della 40ª giornata di serie B: Bari-Cittadella 1-0, Latina-Siena 0-3. La classifica: Palermo p. 82; Empoli 68; Cesena 65; Latina 64; Modena 62; Bari (-4) 60; Crotone 59; V. Lanciano, Spezia e Siena (-8) 58; Trapani 57; Avellino 56; Carpi 55; Brescia 53; Pescara 51; Ternana 48; Cittadella 45; Varese e Novara 43; Padova 38; Reggina (-1) 28; Juve Stabia 19. Destino granata La sorpresa Trovato l’accordo nell’incontro (segreto) con i dirigenti Gli dei maligni contro il Toro Caro Alessio sei uno di noi La Juventus vota Antonio di ALDO GRASSO Il rigore di Cerci non poteva che finire così, nelle braccia del portiere della Fiorentina. È da domenica sera che non riesco a cancellare la scena, mi gira in testa come un’ossessione, come una moviola infernale. È il 94’, la partita volge al termine, il Toro ha recuperato due volte lo svantaggio, dopo vent’anni ha la grande occasione per tornare in Europa, persino il pubblico di Firenze lo incoraggia. Alessio Cerci (nella foto) è il nostro giocatore di maggior talento, si è dannato tutta la partita e adesso si prende la responsabilità degli undici metri (i suoi compagni si voltano dall’altra parte). È da domenica sera che penso a cosa gli è balenato per la testa: basta un niente per passare alla storia (la piccola ma indispensabile storia del calcio), la porta è spalancata. È stato uno strano e fantastico campionato, nonostante quei gol presi all’ultimo minuto, i non pochi errori arbitrali, l’Europa buttata via a Torino contro il Parma (uno a zero, undici contro dieci, Immobile che si fa scioccamente espellere...). È il 94’, se Cerci la butta dentro non solo c’è l’Europa, ma c’è qualcosa di ancora più importante, una sorta di grande riscatto contro il destino. Da Superga, gli dei maligni si sono coalizzati contro il Toro. Non si distraggono mai, non scelgono mai un altro obiettivo. Il rigore di Cerci è come i pali e la traversa presi ad Amsterdam contro l’Ajax (13 maggio 1992), le sue lacrime sono come le lacrime versate per Ferrini, Meroni, il campionato «rubato» del 1972, i presidenti indagati, la sfortuna, l’onta della serie B. L’aspetto più bello del gioco del calcio sono i sogni che regala. Ma è come se noi, tifosi granata, fossimo espropriati del diritto di sognare. Da domenica sera Cerci è uno del Toro, ovunque vada, fratello di sfiga. Ma forse conviene consolarci con un campionato bello, al di là delle aspettative, sperando che il presidente Cairo ci restituisca presto il piacere di sognare ancora. © RIPRODUZIONE RISERVATA Tweet del club dopo il faccia a faccia Conte resta almeno per un altro anno Colazione con Sinisa, merenda con Antonio. Ed è questa che fa la differenza. La Juventus vota Antonio. In fondo è una storia alla Totò, quella che si è conclusa ieri sera, un po’ farsesca. Alle 20.34 ora di Twitter la Juventus cinguetta: «Stagione 2014/15: allenatore Antonio Conte». Stringato e paradossale. Così si conclude la lunga giornata di Andrea Agnelli, vissuta nel tentativo di combinare il presente (e anche il passato) con il futuro. Non c’è la stretta di mano in diretta, come un anno fa, mentre è identica l’assenza di spiegazioni che manda in archivio le tribolazioni dell’allenatore tricampeon, nell’ultimo mese un tormento per i tifosi bianconeri. Doveva finire ieri sera per forza. L’allenatore scelto per il dopoConte, Sinisa Mihajlovic (ricevuto a Torino da Agnelli), aveva comunicato alla Sampdoria che entro oggi, martedì 20 maggio, avrebbe dato una risposta sulla proposta di rinnovo contrattuale al club genovese. A proposito. Il tweet bianconero è paradossale: Conte, come lui stesso aveva sottolineato domenica, ha ancora un anno di contratto. E quindi annunciare che siederà in panchina anche per la stagione 2014-2015 non vuole dire nulla. Prima di ricostruire cosa nasconde il tweet, facciamo un riassunto della giornata. In una Torino uggiosa fin dal mattino si cerca la sede dell’incontro chiarificatore tra l’allenatore in carica, il presidente e i dirigenti Beppe Marotta e Fabio Paratici. Però, a differenza di un anno fa, il chiarimento avviene lontano dal palazzotto di corso Galileo Ferraris. Probabilmente (ma anche su questo nessuno dei diretti interessati dà soddisfazione) alla Mandria, nella residenza della famiglia Agnelli. Intorno alle 19, Conte è avvistato a Torino, mentre azzanna un gelato insieme con il fratello Daniele. Un’ora e mezzo dopo, ecco il tweet societario. Oggi «Vota Antonio» è atteso a un tour nel Centrosud tra Melfi e Rieti come conferenziere a un evento Fiat e come prescelto per il premio Scopigno. La vicenda si è risolta in fretta, quasi che le parole di Antonio Conte delle ultime settimane non siano state pronunciate. Domenica sera, alla fine delle sue fatiche annuali, l’allenatore aveva ammesso che, ripensandoci, sareb- 5 titoli vinti da Antonio Conte nelle sue tre stagioni alla Juventus: oltre ai tre scudetti, due Supercoppe italiane, nel 2012 e nel 2013 be stato meglio stare zitti. Non ha tutti i torti. Bene per i titoli dei media, ma frasi come «questa Juventus non può vincere la Champions» o «non si può entrare in un ristorante da 100 euro con 10 euro» hanno provocato un po’ (eufemismo) di irritazione in Andrea Agnelli, che per molto meno ha allontanato Alex Del Piero. Il presidente era favorevole a chiudere con Conte e avviare un rinnovamento. E non era il solo. Forse anche l’allenatore voleva uscire da trionfatore, convinto che in Europa la squadra, senza grandi investi- menti non possa andare lontano e che anche in campionato, con alcuni giocatori fondamentali logorati (e con il Mondiale ad aumentare i problemi), non sia possibile ripetersi ai livelli abissali del 2013-2014. È successo che le parti si sono Richiesta Mihajlovic Mihajlovic (che ha incontrato Agnelli) voleva una risposta entro oggi per informare la Samp assestate su posizioni conosciute. Nel club è prevalsa la linea Marotta, cioè mediazione e conservazione: allenatore che vince non si cambia, ma si tiene fino a prova contraria. Soprattutto se, come in questo caso, l’alternativa individuata (Mihajlovic) è rischiosa, per l’inesperienza del tecnico con una squadra di vertice e per l’opposizione dei tifosi. Insomma, meglio il noto che l’ignoto. Conte, invece, che non ha chiesto nulla (non si è discusso nemmeno di rinnovo, bizzarro per un chi ha vinto tanto ed è in scadenza nel 2015), Futuro rossonero Inaugurata la nuova sede. Berlusconi ha confidato di «poter essere costretto» a tenere Seedorf. A meno che non si liberi Ancelotti «Il Milan ha deluso, torneremo grandi» Barbara promette investimenti «In Champions entro 2 anni» MILANO — Fortissimamente voluta da Barbara Berlusconi, proprio ora proprio qui, con uno sforzo supremo per rispettare i tempi (e consueti brividi last minute), l’inaugurazione della nuova sede del Milan arriva al momento giusto. Cosa si fa quando ci si sente giù? Ci si chiude in casa e si cerca chi può capirci. Ecco perché nel momento più duro dei rossoneri, fuori dall’Europa dopo 16 anni, può essere salutare consolarsi nelle mura avveniristiche di Casa Milan, 9 mila metri quadrati divisi tra negozio, ristorante, uffici e museo. «È stata una stagione molto deludente — ammette Barbara —. Noi abbiamo il dovere morale di metterci subito al lavoro per far tornare il Milan ai livelli che merita. Dal punto di vista sportivo tornando in Champions entro due anni e da quel- lo commerciale con iniziative come questa». E poi, la frase che fa più sperare i tifosi: «La mia famiglia ha deciso di investire per colmare il gap con gli altri top club europei. Noi non abbiamo nessuna intenzione di lasciare l’impegno del Milan, è una questione di cuore. L’apertura ad altri possibili partner di minoranza riguarda esclusivamente la realizzazione di un nuovo stadio». Per lo stadio, si vedrà. Intanto c’è stato il taglio del nastro di Casa Milan, con i milanisti di oggi (Clarence Seedorf acclamato dai tifosi) e di ieri, senza Roberto Donadoni (accostato alla panchina rossonera, ha preferito non alimentare le voci) e ovviamente senza l’ex tecnico Allegri che, al memorial Currò a Savona, ha però tenuto a precisare: «Se c’è qualcosa di Allegri in questo Milan? Sì, c’è molto». Hanno tutti visi- Taglio del nastro Barbara Berlusconi inaugura la nuova sede. Alla sua sinistra il sindaco Pisapia, a destrra Galliani. Nel tondo, Clarence Seedorf (Buzzi, LaPresse) tato il museo ipertecnologico ideato dall’architetto Fabio Novembre: tanti touch screen, una nuova sala con una mega riproduzione della Coppa dei Campioni, una postazione in cui gli ologrammi di Barbara, Baresi, Shevchenko, Maldini e Kakà spiegano cos’è il Milan e una riproduzione in fil di ferro dell’elicottero con cui, nell’86, Silvio Berlusconi atterrò all’Arena per dar via alla sua era nel calcio. Altri tempi. «Il Milan deve tornare a vincere, deve tornare competitivo, nei prossimi giorni mio padre e Galliani si incontreranno per indicare la strada per tornare grandi e decideranno anche sull’allenatore», continua Barbara. Seedorf in realtà vede in crescita le sue chance di restare: Berlusconi, in ambienti politici, ha confessato che, alla fine, potrebbe essere «costretto» (parola sua) a continuare con l’olandese, perché troppo costoso pagare i 5 milioni di contratto. L’unico candidato vero, in grado di accontentare la piazza e valere uno sforzo economico simile, è Carlo Ancelotti: per il clamoroso ritorno è però necessario che il Real perda la Champions. Le perplessità su Seedorf, però, restano tutte. Ieri il tecnico è stato visto conversare (con la mano di fronte alla bocca per impedire la lettura del labiale) solo con i tre brasiliani: Kakà (che «resterà al Milan al 99,9%», secondo quanto svelato da Galliani), Robinho e Gabriel. Freddezza con il resto della squadra. Dopo la partita col Sassuolo, l’allenatore ha ammesso per la prima volta l’esistenza di giocatori scontenti nello spogliatoio: si mormora che, se dovesse restare, una decina di giocatori chiederebbe di andarsene. Nel caso, sarà compito di Galliani ricostruire certi equilibri. Intanto l’a.d. ha comunicato al Valencia di non voler riscattare Rami a 7,5 milioni, ma di essere disponibile ad acquistarlo per 4. Venerdì l’incontro a Lisbona, dove Galliani andrà per assistere alla finale di Champions. Forse, per la prima volta in vita sua, tifando contro Ancelotti. Arianna Ravelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 20 Maggio 2014 No alla licenza Uefa Ora il Parma rischia l’esclusione dalla Coppa Sport 41 italia: 51575551575557 Fra le squadre che hanno ottenuto dalla Federcalcio la licenza Uefa, non c’è il Parma. La società presieduta da Tommaso Ghirardi (foto), che ha ottenuto il diritto a partecipare all’Europa League partendo dal terzo preliminare, si è vista respingere il ricorso per la mancata concessione della licenza dalla Commissione di secondo grado. La bocciatura è legata ad una ritenuta Irpef di circa 300 mila euro, che il club non ha pagato perché riteneva di non doverlo fare. «Riteniamo la nostra documentazione corretta», aveva ribadito Ghirardi. C’è anche un problema legato allo stadio: «Avevamo indicato Modena come sede con la volontà di intervenire nelle prossime settimane sul nostro stadio. Confidiamo anche in questo caso di avere la possibilità di giocare a Parma dopo un nuovo sopralluogo». Il Parma è assente dall’Europa dal 2007 (Coppa Uefa). Ora sarà l’Alta Corte di Giustizia del Coni a discutere il caso mercoledì 28 maggio. Nel caso in cui venisse bocciato ancora il ricorso del Parma, in Europa League andrà il Torino, che ha chiuso al settimo posto. A Coverciano Tutti in raduno: Prandelli deve gestire gli strascichi del campionato Il caso Tristi, nervosi e preoccupati L’Italia sul lettino del c.t. Cerci, Balotelli, Destro: in azzurro per ritrovarsi DAL NOSTRO INVIATO FIRENZE — Cerci è affranto, Balotelli nervoso, Destro preoccupato. Le facce tristi dell’Italia. Il campionato ha lasciato il segno sulla nazionale che ieri sera (entro la mezzanotte con piccola deroga per i milanisti) si è radunata a Coverciano. Questa mattina Cesare Prandelli inaugurerà il raduno con un breve ma sentito discorsetto ai 30 convocati (più Mirante): dimenticatevi del campionato e del mercato, mettetevi alle spalle ciò che è stato e concentratevi su ciò che sarà. Cioè sul Mondiale. «Voglio gente che abbia un solo pensiero in mobile, che con Alessio ha trascorso la domenica sera e buona parte del lunedì. Anche Cairo, il presidente che vorrebbe trattenere Cerci al Toro, è stato magnanimo: «Non deve prendersela. I rigori, a volte, si sbagliano». Però il giocatore va ricostruito psicologicamente. Balotelli, invece, ha raggiunto Coverciano di cattivo umore, dopo essersi presentato in mattinata al tribunale di Brescia che stabilirà tempi e modi con i quali l’attaccante potrà vedere la figlia Pia. L’esclusione dalla partita con il Sassuolo lo ha innervosito. Per lui il Mondiale diventa un passaggio fondamentale, il Il programma Gli azzurri lavoreranno a Coverciano fino a giovedì. Due giorni di riposo e nuovo raduno, stavolta definitivo, da domenica. Il 31 amichevole a Londra con l’Irlanda, il 4 giugno test col Lussemburgo a Perugia. La sera del 5, partenza per il Brasile Chi invece sorride Cassano euforico per la conquista dell’Europa col Parma, Pepito Rossi confortato dai numeri forse si è reso conto che questa volta non ci sarebbero stati margini. O sì, o no. Il successore era già sull’uscio. Come il club, ha fatto qualche conto. Ah, last but not the least, nessuno dei due contendenti voleva perdere un tallero. E un divorzio non consensuale è sempre molto dispendioso. Messa così, appare una scelta all’italiana, di retroguardia. A un futuro radioso il compito di smentire questa sensazione. Insieme Antonio Conte, 44 anni, festeggia con lo staff tecnico la vittoria del terzo scudetto consecutivo in bianconero, a lato il presidente della Juventus Andrea Agnelli (PegasoNews) Filippo Bonsignore Roberto Perrone RIPRODUZIONE RISERVATA testa», aveva detto il c.t. al Corriere della Sera. Anche la condizione psicologica sarà una discriminante nella scelta (entro la mezzanotte del 2 giugno) dei 23 che voleranno a Rio. Ma i giocatori non sono robot e per alcuni cancellare l’ultima domenica di campionato non sarà facile. Cerci è avvilito. Il suo errore dal dischetto ha significato l’esclusione del Toro dall’Europa League. Ieri è scattata una specie di catena della solidarietà per rincuorare l’ala granata, tanto forte tecnicamente, quanto fragile dal punto di vista psicologico: «Non è un rigore che cambia il tuo campionato. Sempre a testa alta, l’importante è aver dato il massimo e tu lo hai fatto», il tweet del gemello Im- crocevia decisivo dopo una stagione più ricca di ombre che di luci. Mario è sicuro di andare in Brasile, ma non di giocare titolare. Il suo futuro è un buco nero: non sa cosa lo aspetta in azzurro e non sa se il Milan lo confermerà. Intanto riceve l’incoraggiamento di Roberto Baggio, a Firenze per la partita del cuore: «Spero che al Mondiale Balo faccia meglio di me. Ha grandi qualità, deve solo capirle…». Destro, invece, è legittimamente preoccupato per le sue condizioni: dopo le 4 giornate di squalifica è tornato nella Roma senza incantare. Due presenze, zero gol. Un mese fa era sicuro di partecipare alla missione sudamericana, ora dovrà rimontare per restare tra i 23. Però sa di godere della stima quasi incondizionata di Prandelli. Diverso, invece, lo stato d’animo degli altri tre attaccanti. Cassano è euforico per aver conquistato l’Europa League e sogna il suo primo campionato del mondo; Rossi ha scritto sulla sua pagina facebook un messaggio che fotografa il suo stato d’animo: «Orgoglioso di esserci». I due sono in ballottaggio. Antonio il viaggio in Brasile può solo perderlo, Giuseppe deve guadagnarselo, anche se i numeri lo confortano: 16 gol in 21 presenze, uno ogni 99 minuti (soltanto Destro ha fatto meglio). «Spero che Pepito possa andare al Mondiale», l’augurio di Baggio, un altro che ha molto sofferto. Occhio a Insigne: dopo un campionato sottotono ha giocato alla grande l’ultimo mese, tanto da far sbilanciare Benitez: «A Lorenzo non rinuncerei mai». Ma a decidere sarà solo Prandelli. Alessandro Bocci Opposti Balotelli triste, Cassano euforico (Forte, Sport Image) © RIPRODUZIONE RISERVATA Dopo il 5° posto Mazzarri per ora continua con il contratto in scadenza, mentre resta incerto il futuro del club Inter in Europa, ma i conti non quadrano La caduta con il Chievo ha chiuso una stagione appena sufficiente MILANO — Domani a metà giornata, Walter Mazzarri racconterà tutta la verità, nient’altro che la verità sulla sua prima stagione all’Inter, quella che ha definito come la più sofferta della sua carriera. Dopo mesi d’inferno, si annunciano considerazioni clamorose, visto che da almeno un mese tutto è rinviato a questo momento. Una specie di redde rationem per tutti e su tutto. All’appuntamento, il tecnico che ha riportato l’Inter in Europa si presenta senza rinnovo di contratto (scade il 30 giugno 2015, ma prima del ritiro di Pinzolo verrà allungato al 2016, nonostante il passo sia in contrasto con le convinzioni di Thohir), dopo un campionato sofferto e tormentato, chiuso da una partita sciatta contro il Chievo, che ha coinciso con l’ottava sconfitta. È vero che tutto era deciso, quinto posto compreso, ma l’atteggiamento visto a Verona, le scelte di formazione e le modalità con le quali è stato affrontato l’impegno sono apparse poco in linea con quello che dovrebbe essere lo spirito nerazzurro. Essere «da» Inter e non solo essere «dell'» Inter. Situazione aggravata dal fatto che il «clan dell’asado», come si sono autodefiniti Zanetti (ieri, attraverso www.inter.it ha diffuso una commovente lettera di ringraziamento a tutti, ricordando che la «partita» continua), Cambiasso, Samuel e Milito, ha chiuso con una sconfitta, che non mai una sensazione piacevole. Soprattutto perché in tribuna c’era Moratti, che si era mosso pensando ad un finale diverso. Fa r g i o ca re Ca m b i a ss o in mezzo alla difesa In edicola «Javier Zanetti, c’è un solo capitano» è il volume sulla straordinaria carriera del campione nerazzurro, dagli esordi all’addio, in edicola con la Gazzetta dello Sport a 12,99 euro. Undici capitoli con la presentazione di Gianfelice Facchetti non è stato il massimo. I 60 punti conquistati, sei in più rispetto alla precedente stagione, non sono un grande traguardo, pur con tutte le attenuanti del caso, compreso il passaggio di proprietà da Moratti e Thohir e la chiusura di campionato, nemmeno lontanamente paragonabile al disastro di aprile-maggio 2013. Tralasciando i 42 punti di distacco dalla Juve e i 25 dalla Roma, che sono apparse di un altro pianeta, pesano i 18 punti in meno rispetto al Napoli e anche i cinque dalla Fiorentina, che non ha quasi mai avuto Gomez; il 5 gennaio ha perso Rossi; è arrivata in finale di Coppa Italia ed è arrivata ai quarti di Europa League, partendo dal preliminare. Quindici pareggi sono troppi, così come è sconcertante il fatto che la squadra abbia chiuso con un solo rigore a favore in 38 giornate (sbagliato da Milito). In sintesi: il bilancio è appena sufficiente, non entusiasmante, e di questo forse società e tecnico dovranno tenere conto nel programmare la nuova stagione. Archiviato l’anno zero, l’Inter riparte senza più alibi, visto che se ne sono andati anche quelli che negli ultimi tempi sono state considerate presenze ingombranti e ormai fuori moda. Si vedrà che cosa sarà in grado di fare in concreto la nuova generazione, perché nel calcio, più della carta d’identità contano i valori tecnici, la forza morale del gruppo e la capacità di non sentirsi mai arrivati. La rosa sarà di 24-25 giocatori; l’obiettivo è quello di fare una squadra da corsa e da combattimento; il mercato resta in salita, fra il rientro di alcuni giocatori in prestito, il budget limitato per gli acquisti e il monte-ingaggi da media classifica. Più che parole, dalla nuova Inter si attende chiarezza verso l’esterno e un piano credibile, dopo tante parole, che per ora non hanno trovato riscontro nei fatti. Ieri Massimo Moratti ha detto alla tv svizzera, ricordando quanto gli diceva suo padre, Angelo: «Il compito di un presidente è distribuire felicità fra la gente. Con una vittoria, con un grande acquisto, con le emozioni». Se lo sentono i nuovi dirigenti, lo portano in tribunale. Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA Il Bologna in vendita con il via libera degli ultrà BOLOGNA — Albano Guaraldi, Massimo Zanetti e il capo degli ultrà del Bologna. Incontro decisamente particolare quello che venerdì si è svolto a Villorba, vicino Treviso, in cui l’attuale presidente del Bologna Guaraldi (nella foto)e il socio di minoranza Zanetti, proprietario del colosso del caffè Segafredo, hanno parlato del futuro del club. Come scrive il Corriere di Bologna, infatti, Guaraldi si è portato all’incontro Cristian Frabboni, 43 anni, esponente del gruppo Beata Gioventù: l’elemento decisamente spiazzante è che la curva rossoblù da tempo (ben prima della retrocessione in B) contesta il presidente e proprio gli ultrà di Beata Gioventù sono tra i contestatori più accaniti, allo stadio Dall’Ara e anche nel corteo pacifico che a marzo portò 2.000 tifosi a protestare vicino a casa di Guaraldi. Delusi e arrabbiati per le tante bugie che Guaraldi ha detto in passato e diffidenti sulle reali volontà del presidente di lasciare il club, i tifosi hanno chiesto e ottenuto (come e perché, dovrà spiegarlo Guaraldi) di partecipare all’incontro, mentre Zanetti e il suo uomo di fiducia, l’ex dirigente di Parma e Bologna Luca Baraldi, non erano a conoscenza di chi fosse la persona che accompagnava Guaraldi. Ieri il presidente del Bologna aveva a più riprese smentito la presenza del tifoso, ma è stato lo stesso gruppo Beata Gioventù poi a confermare il tutto con un comunicato: «Nella giornata di venerdì — si legge nella nota — un nostro rappresentante ha avuto modo di constatare quanto entrambi gli imprenditori abbiano voglia di aiutare il Bologna. Invitiamo Massimo Zanetti e Albano Guaraldi a proseguire ciò che noi abbiamo appurato, presenziando all’incontro, visto il paventarsi di una soluzione positiva apprezzata da tutti. Prendiamo atto del tentativo di Guaraldi di rimediare a errori madornali evidenti a tutti e nel contempo chiediamo a Zanetti di non diminuire la voglia dimostrataci di aiutare i nostri colori». A Bologna — ma anche nella maggior parte delle piazze italiane — non era mai accaduto che un capo ultrà partecipasse ad un incontro per la cessione della società. Alessandro Mossini © RIPRODUZIONE RISERVATA 42 Martedì 20 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Gli annunci si ricevono tutti i giorni su: www.piccoliannunci.rcs.it [email protected] oppure nei giorni feriali presso l’agenzia: Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). 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Forse Paolino Moretti, appena nominato allenatore dell’anno (e dei miracoli), per una sera ha sentito cantare il gallo dell’appagamento e ha abdicato alla fede ad oltranza, rinunciando anche a correre. C’era sì il rischio di farsi male, ma sarebbe servita una via d’uscita dalla partita-palude nella quale i caimani milanesi, di norma, non lasciano scampo. Molto più pathos e brividi blu a Sassari, nell’altra apertura del tabellone di sinistra. Brindisi ha sempre condotto, anche di 14 punti (46-50), sfiorando il colpaccio esterno. Ma l’Enel è stata bloccata sul limitare della vittoria da Caleb Green (18), che a 15 secondi dal termine infilzava la tripla del primo vantaggio sardo (75-73), trasformatosi poi nella sentenza definitiva perché il brindisino James, sullo scadere, si mangiava i 3 tiri liberi del sorpasso offrendo su un piatto d’argento l’1-0 al Banco di Sardegna. Stasera, alla destra del tabellone, primo atto anche tra Siena e Reggio Emilia e tra Cantù e Roma: la seconda, a naso, sarà la sfida più lunga e cruenta. Quarti, gara 1 Disputate ieri EA7 Emporio Armani Mi Giorgio Tesi Pistoia Banco Sardegna Sassari Enel Brindisi Oggi (ore 20.30) Montepaschi Siena Grissin Bon Reggio Emilia Acqua Vitasnella Cantù Acea Roma (diretta Raisport1) Gara 2 Domani a Milano e a Sassari, giovedì a Siena e a Cantù 73 59 75 73 Werther Pedrazzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Due vite che sembrano un film: pallottole, malattie e fatica. Il manager: «Sono come i keniani dell’atletica, umili e affamati» Nairo e Rigo, quei rivali uniti dal passato km 61 11. Basso (Ita) a 2’01’’ 12. Rolland (Fra) a 2’56’’ 13. Poels (Ola) a 3’03’’ 14. Monfort (Bel) a 3’41’’ 15. Brambilla (Ita) a 3’45’’ 22. Cunego (Ita) a 6’35’’ 183. Bol (Ola) a 1.52’32’’ Così oggi 10ª tappa, ModenaSalsomaggiore Terme, 173 km. Tv: 15.10 Raitre, Raisport 2 98 112 132 75 - Fidenza 23 34 166 - Salsomaggiore SALSOMAGGIORE TERME 156 m 62 - Parma MODENA 35 m 24 - Brescello Connazionali Nairo Quintana (a sinistra), 24 anni e Rigoberto Uran, 27 (Ansa, Ap) Classifica generale 1. Evans (Aus) in 38.49’34’’ 2. Uran Uran (Col) a 57’’ 3. Majka (Pol) a 1’10’’ 4. Pozzovivo (Ita) a 1’20’’ 5. Morabito (Svi) a 1’31’’ 6. Aru (Ita) a 1’39’’ 7. Ulissi (Ita) a 1’43’’ 8. Kelderman (Ola) a 1’44’’ 9. Quintana (Col) a 1’45’’ 10. Kiserlovski (Cro) a 1’49’’ 25 - Guastalla condo solo dietro a Froome non c’è molto da stupirsi. Su questi schermi siamo ancora in attesa del primo ciak buono. Le salite iniziali del Giro sono state condizionate dalla maxi caduta di «Montecasino», come dice con ironia involontaria la maglia rosa Cadel Evans, scaltro in quell’occasione a guadagnare 50’’, che si aggiungono a quelli incassati nella cronosquadre iniziale. Gli avversari comunque non hanno gradito che l’australiano abbia approfittato di un incidente che ha coinvolto quasi tutti e alla prima occasione buona proveranno a farglielo capire. anche nelle corse a tappe. Petacchi in pianura e Brambilla sulle prime salite sono un aiuto importante. Ma i ragazzi delle Ande, che oggi al Giro rispetteranno il lutto nazionale per la tragedia dei 32 bambini morti in un incidente stradale a Fundacion, sanno che devono fare da soli. E Rigoberto non è mai stato così in forma. Nel panorama sempre più ristretto di pretendenti a Giro, Tour o Vuelta, i colombiani sono il fattore nuovo (in gara c’è anche il team Colombia diretto da Claudio Corti) e dopo la Vuelta conquistata da Lucho Herrera ormai 27 anni fa, sono qui per vincere: «Adesso sbarcano in Europa molto più giovani — spiega Giuseppe Acquadro, procuratore di Quintana, Uran, Betancur e altri talenti — mentre una volta arrivava- La situazione 18 - Mirandola DAL NOSTRO INVIATO MODENA — Dalle Ande a Montecarlo. Passando per Oropa e lo Zoncolan. Dalla durezza degli inizi, tra miracoli, taxi notturni e pallottole in una Colombia che sembra quasi in bianco e nero, al sogno della maglia rosa che può cambiare una carriera. Le vite di Nairo Quintana e Rigoberto Uran sembrano un film. E non solo perché sono loro gli attori principali del Giro o perché il Principato dei vip adesso è la loro casa. Il capellone Rigo a 12 anni ha avuto il padre ucciso accidentalmente in una sparatoria tra narcotrafficanti e per portare qualche soldo a casa ha venduto biglietti della lotteria agli angoli delle strade. Quando poi, vestito coi pantaloni lunghi e la camicia, ha cominciato a vincere le prime gare in bicicletta, ha capito che il tagliando giusto ce l’aveva nel taschino: è emigrato giovanissimo a Brescia (domenica ha riabbracciato la sua famiglia «adottiva» prima della partenza) ed è cresciuto gradualmente, fino al secondo posto al Giro dell’anno scorso dietro al dominatore Nibali. Nairo è di tre anni più giovane (classe ’90) ma sembra più vecchio. Da neonato ha avuto una malattia dal nome poco rassicurante, «il male del morto», che nella credenza popolare andina verrebbe trasmessa alle donne incinta da chi è stato vicino a un defunto. Tre anni di coliche micidiali si sono risolti grazie a una pozione magica, un infuso di nove radici e tuberi. «El cichitito» per guadagnare ha guidato anche i taxi di notte ed è diventato ciclista per raggiungere la scuola, 16 km di discesa e soprattutto 16 di salita all’8%, ogni giorno. A 18 anni Quintana fu investito da un taxi e restò cinque giorni in coma. Se poi uno così debutta al Tour e finisce se- Tra questi c’è sicuramente Quintana. L’uomo più atteso sembra una sfinge pensierosa dietro agli occhiali scuri. Ma una volta ridotto l’ematoma all’anca sinistra, sulle grandi salite Nairo uscirà allo scoperto: Montecampione domenica prossima è il primo traguardo che ha cerchiato di rosso. La sua squadra, la spagnola Movistar, sembra attrezzata per l’alta montagna: «E lui è davvero un duro» sintetizza Eros Capecchi, che assieme ad Adriano Malori fa parte della guardia scelta del 24enne colombiano. Uran è passato da Sky, che l’anno scorso lo ha promosso capitano solo quando Wiggins gli aveva già fatto perdere tempo prezioso, alla squadra belga Omega, dominatrice storica delle classiche alla ricerca di un po’ di gloria 21 - San Giovanni in Persiceto 19 - Crevalcore Quintana e Uran, entrambi colombiani Dai duri inizi al sogno della maglia rosa 157 168173 no qui troppo tardi per crescere. E poi oggi la possibilità di vivere lunghi periodi in altura fa la differenza. I colombiani sono come i keniani nell’atletica. E sono meno viziati degli europei: già il fatto di dover emigrare per forza in Europa è un grosso sacrificio, anche perché loro sono molto legati alla famiglia. Questo li fa crescere più in fretta». Nairo, che ha una bimba di tre mesi, ha la fama di un carattere difficile, ma in realtà è solo un po’ introverso e diffidente. Rigo, fidanzato in Colombia con la figlia di un industriale, è più espansivo e prende la vita con il sorriso. Anche se come tutti i cavallini di razza, sente molto la corsa. E naturalmente anche la rivalità con il connazionale, l’elemento chiave per la riuscita del film. Con un finale ancora tutto da scrivere. Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA Addio a Jack Brabham Campione del mondo anche come costruttore Vinse un titolo a piedi Se n’è andato serenamente nella casa sulla Gold Coast australiana, assicurano i familiari, nonostante la malattia al fegato avesse ormai preso il sopravvento sulla sua tempra di guerriero, che resisteva a dispetto della rispettabile età di 88 anni. L’automobilismo si leva il cappello e saluta Sir Jack Brabham, «Black Jack» per tutti, l’unico in F1 capace di diventare campione del mondo sia come pilota sia guidando un’auto che portava il suo nome. Cominciamo da qui: Brabham conquistò i primi due titoli, nel 1959 e nel 1960, a bordo di una Cooper Climax. Il terzo, nel 1966, arrivò invece grazie a una monoposto autoprodotta, la Brabham BT 19. In quella stessa stagione centrò pure l’iride dei costruttori, impresa bissata nel 1967 assieme alla vittoria tra i piloti del neozelandese Dennis Hulme. In realtà Sir Jack vanta una curiosità precedente, in una A spinta Brabham iridato spingendo l’auto carriera in F1 sviluppatasi tra il 1955 e il 1970 nella quale ha collezionato 126 «start», 14 vittorie, 31 podi e 13 pole position: Brabham sarà infatti ricordato anche come l’unico campione del mondo che si è laureato... a piedi. Accadde nell’ultimo giro del Gp degli Usa del 1959, a Sebring: a 800 metri dal traguardo, la sua Cooper Climax rimase senza benzina. Ma «Black Jack» ebbe la lucidità di realizzare che, se fosse riuscito a spingere la monoposto oltre la linea d’arrivo, sarebbe stato classificato e avrebbe centrato il titolo. Detto e fatto: scese in fretta e furia, spinse (senza aiuti, pena squalifica), passò il traguardo e arrivò quarto, battendo per 4 punti Tony Brooks e per 5,5 Stirling Moss. Fu il trionfo della fantasia e della passione per i motori (estesa all’aviazione: era stato meccanico dell’Air Force australiana), una vita legata a filo doppio con velocità e brivido. Nel 1962, Brabham aveva deciso di lanciare una scuderia assieme a Ron Tauranac. Il sodalizio proseguì fino al ‘70, anno del ritiro di «Black Jack» e della cessione della squadra al socio. Ma la crisi s’era ormai appropriata del team, che nel 1972 fu rilevato da Bernie Ecclestone: sarebbero arrivati altri due Mondiali con Nelson Piquet e pure pagine tristi, come la morte di Elio De Angelis, in prova al Castellet nel 1986. Brabham, dopo la scomparsa nel 2013 del ferrarista José Froilan Gonzalez, era il più anziano pilota vincitore di un Mondiale rimasto in vita. Ma già a fine carriera lo chiamavano il «nonno volante». Così una volta, al via di un Gp, Sir Jack si presentò con una barba finta. Campione e spiritoso: un mix spesso presente in una F1 che purtroppo, da ieri, forse è stata definitivamente inghiottita dalla storia. Flavio Vanetti © RIPRODUZIONE RISERVATA 44 Martedì 20 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 La moglie Ninna, i figli Pietro con Jenny, Stefano con Eloisa, Andrea con Aicha, le nipotine Zoë e Bianca, le sorelle Matilde, Pinuccia con Francesco, Maria Luisa e i parenti tutti annunciano con dolore la scomparsa del loro caro Mino Potestà Il funerale avrà luogo a Milano nella parrocchia San Giuseppe della Pace il 21 maggio alle ore 11.- Non fiori ma opere di bene. - Milano, 19 maggio 2014. Partecipano al lutto: Carlo Baccaredda Boy. Alessia Molteni. Gisella Moroni. Elio DAniello. Paolo Aziani. Marco Sbrozi. Eugenio Franti. Lorenza e Luigi Ferrari. Il Presidente Paolo Mieli e lAmministratore Delegato Laura Donnini con tutta RCS Libri si uniscono alla famiglia nel dolore per la scomparsa di Girolamo Potestà - Milano, 19 maggio 2014. Naila e Michele Casini profondamente addolorati per la perdita del caro ed indimenticabile amico Mino abbracciano affettuosamente Ninna, Pietro, Stefano e Andrea. - Milano, 19 maggio 2014. Franca Guglielmino con Marta abbraccia forte forte lamatissima moglie Ninna e la sua famiglia nel ricordo di un grande editore dott. Mino Potestà raro esempio di onestà intellettuale, sempre aperto al nuovo.- Pur con lamara coscienza dei tempi, non aveva mai smesso di credere "nel libro" fino allultimo al timone della barca: la Principato.- Ciao Mino, antico amico vivace e ironico.- Grazie per la tua costante disponibilità e generosità. - Milano, 19 maggio 2014. Rosa Marinoni Mingazzini e Luciana Salmoiraghi, profondamente colpite dalla perdita del Dott. Girolamo Potestà ricordano commosse le sue doti intellettuali e umane e la sincera amicizia che ha caratterizzato anni di fattiva collaborazione. - Legnano, 19 maggio 2014. Federico Cerruti profondamente addolorato per la scomparsa dellamico Dott. Girolamo Potestà ammirato per la sua grande vita operosa porge infinite condoglianze alla moglie e ai suoi tre figli. - Torino, 20 maggio 2014. Franco, Carla e Claudia partecipano commossi al dolore per la scomparsa di Mino Potestà e sono vicini con grande affetto a Ninna e ai figli Pietro, Stefano, Andrea. - Milano, 19 maggio 2014. Tutto il personale della Casa Editrice Cetem partecipa commosso alla scomparsa del Dott. Girolamo Potestà che fino allultimo ha dimostrato grande forza danimo e tenacia.- Un affettuoso abbraccio alla moglie e ai figli. - Milano, 19 maggio 2014. Giulio, Emanuele, Alessio Bona e i collaboratori della Vincenzo Bona partecipano al dolore della famiglia per la scomparsa del dott. Girolamo Potestà Mino Partecipano al lutto: Il professore Paolo Auteri. Ulrico Carlo Hoepli con i figli Barbara, Giovanni e Matteo. Silvana Bertè Gianotti affettuosamente vicina alla famiglia per la perdita del caro amico Dott. Mino Potestà - Genova, 19 maggio 2014. Il presidente Franco Menin, il consigliere delegato Gianni Cicognani, i dipendenti, collaboratori e promotori editoriali della casa editrice Principato e Cdslibri partecipano con grande commozione al dolore della moglie Ninna e dei figli Pietro, Stefano e Andrea per la scomparsa del Dott. Mino Potestà di cui non dimenticheranno mai la profonda umanità e linfaticabile dedizione allazienda nei tanti anni di presidenza del gruppo Principato. - Milano, 19 maggio 2014. Franco Menin piange la scomparsa dellamico fraterno Mino Potestà e ricorda con gratitudine e nostalgia i tanti anni passati assieme alla Casa Editrice Principato, la naturale consonanza dintenti, i sentimenti profondi, la fiducia e la spontanea confidenza che ci hanno uniti nel rapporto personale e nel lavoro.Un affettuoso, commosso abbraccio a Ninna, Pietro, Stefano e Andrea, con tanta ammirazione per il coraggio e la serenità che hanno saputo avere nel lungo tempo della malattia. - Milano, 19 maggio 2014. Profondamente addolorata per la prematura scomparsa del Sandro Disertori e nel ricordo dei tanti anni di lavoro trascorsi insieme, porge le più sentite condoglianze.- Famiglia Torri. - Milano, 19 maggio 2014. uomo unico che ha condotto una vita lunga e straordinaria e che rimarrà per sempre un esempio per tutti noi che lo abbiamo conosciuto e amato e a cui continueremo ad ispirarci.- Grazie per tutti i momenti che ci hai regalato e per gli insegnamenti che ci hai impartito.- I funerali avranno luogo venerdì 23 maggio 2014 alle ore 11.30 nella parrocchia di Cavaion Veronese (Vr). - La Casetta - Affi, 19 maggio 2014. Il Presidente dellAssociazione Italiana Editori, Marco Polillo, ed il Direttore Alfieri Lorenzon, partecipano al dolore della famiglia e della casa editrice Principato per la scomparsa del Dott. Girolamo Potestà per molti anni Consigliere dellAIE, a cui ha sempre dedicato il suo generoso e fattivo contributo anche in qualità di tesoriere dellassociazione. - Milano, 19 maggio 2014. Partecipano al lutto: Ivan Cecchini. Federico Motta. Tutti i dipendenti e i collaboratori dellAssociazione Italiana Editori partecipano al dolore della famiglia e della casa editrice Principato per la scomparsa del Dott. Girolamo Potestà la sua sensibilità e disponibilità sono state decisive per il lavoro di tutti. - Milano, 19 maggio 2014. Il Presidente Giorgio Palumbo e il Consiglio del Gruppo Educativo dellAssociazione Italiana Editori partecipano al dolore per la scomparsa del Dott. Girolamo Potestà sinceramente sensibile ai problemi generali delleditoria e in particolare alle politiche relative al settore educativo. - Milano, 19 maggio 2014. La casa editrice Lattes partecipa al dolore della famiglia per la scomparsa di Girolamo Potestà - Torino, 19 maggio 2014. Pietro Donzella, Giorgio Giampiccolo e tutto il personale dello studio esprimono profonda commozione per la scomparsa del nonno grazie per il tempo trascorso insieme e per quello che mi hai insegnato.- Ti porterò sempre nel mio cuore.- Ale. - Milano, 19 maggio 2014. Dott. Girolamo Potestà Ciao Mino grazie per laffetto, lamicizia e gli insegnamenti.- Un abbraccio a Ninna e ai tuoi figli.- Pietro Donzella. - Milano, 19 maggio 2014. È mancata improvvisamente Marisa Vittoria Bianchi Lo annunciano addolorati Luisa Ermanno con Paola Daniele e Marta insieme agli amati nipotini Viola Giacomo Giulio Pietro e Carlo.- Per giorno ed ora delle esequie telefonare allo 02.32867. - Milano, 19 maggio 2014. Le amiche dellesagono Anna, Olga, Mirella, Paola, Gianna, Ester e Vera, addolorate e commosse, partecipano al dolore dei familiari per la perdita della carissima Vittoria Bianchi - Milano, 19 maggio 2014. Gianni e Lorenza, Franz e Anna, Giovanni e Donata, Betta, Pierre, partecipano con grande affetto al dolore della cara Mariacarla per la scomparsa del suo amatissimo Ing. Oreste Spadoni che ci ha costretto a pensare con le sue riflessioni e che ora ha raggiunto in pace i suoi amici Newton, Leibniz e Platone. - Milano, 19 maggio 2014. Lo Studio Nicolini - Commercialisti Associati partecipa sentitamente al dolore della famiglia per la scomparsa del Dott. Lodovico Maria Reina Mario Rubagotti Ne danno il triste annuncio la moglie Linda con le figlie Cristina e Claudia, i nipoti Alessandra e Francesco con Alessandro e Luca.- I funerali si svolgeranno martedì 20 maggio, alle ore 15, nella chiesa di Santa Gemma, in Monza, indi proseguiranno per il cimitero di Biassono.- Si ringraziano quanti interverranno alla cerimonia. - Monza, 19 maggio 2014. Massimo Lilly con Mariacristina nel ricordo dellindimenticabile Sandro si stringono con affetto a Marisa e Luca. - Milano, 19 maggio 2014. Anna e Mario Chiaravalli piangono lamico Sandro e si stringono in questo doloroso momento in un affettuoso abbraccio a Marisa e Luca. - Cavaria con Premezzo, 19 maggio 2014. Elena, Alberto, Paola e Matteo si stringono con affetto al dolore di Linda, Cristina e Claudia per la perdita di Mario Rubagotti Partecipano al lutto: I dipendenti del Gruppo Chiaravalli. Franco Battaglia con Anna, Francesca con Giuseppe, e Adelchi si uniscono con tutto il loro affetto allinconsolabile dolore di Linda, Claudia e Cristina Rubagotti per la scomparsa del caro Rossella e Luigi con grande dolore per la perdita dellamico - Erbusco (Bs), 19 maggio 2014. Sandro Mario Carla, Marcello, Luisa, Renato si stringono con profondo cordoglio a Linda, Claudia e Cristina Rubagotti per la perdita del caro sei stato prezioso per me in questi anni, mi mancherai tanto.- Marisa. - Milano, 19 maggio 2014. Partecipano al lutto: Enrico Nicolini. Corrado De Girolami. Antonio Fontana. Paola Tasselli Fumagalli. Cristina e Corrado si stringono a Marisa e Luca nel ricordo di - Erbusco (Bs), 19 maggio 2014. Enrica commossa è vicina con tanto affetto a Filippo Alessandro e Marisa, ad Agnes, Peter e familiari in questo momento di dolore per la repentina scomparsa del carissimo Sandro Disertori ammirandone gli alti valori umani, la grande cultura, la simpatia e la semplicità. - Turbigo, 19 maggio 2014. Franca Barberini, Gianni Vetrini, il Consiglio di Amministrazione ed il Collegio Sindacale di Barberini S.p.A., partecipano al lutto della famiglia Reina e della Illva Saronno Holding S.p.A. per la scomparsa del Dott. Lodovico Reina - Silvi, 19 maggio 2014. Lello ed Elisabetta si stringono con un abbraccio affettuoso a Filippo per la perdita dellinsuperabile papà Sandro Disertori - Busto Arsizio, 19 maggio 2014. Lorenzo e Mariachiara sono vicini al super cugino Alessandro per la perdita del suo adorato nonno Sandro - Busto Arsizio, 19 maggio 2014. Pinuccia, Chicca e Giovanni Miramonti con i loro familiari si stringono con affetto a Filippo Alessandro e Marisa, ad Agnes e tutta la famiglia per la perdita del caro Alessandro Disertori - Robecchetto, 19 maggio 2014. Alessandro Ezio e Silvia si stringono a Filippo, Marisa e Alessandro per la scomparsa del caro Alessandro Disertori - Milano, 19 maggio 2014. Partecipa al lutto: Lo Studio Simonelli Associati. Quando è un titano a salutarci, il distacco è difficile, indipendentemente da età e condizioni Alessandro Disertori è stato un titano e Filippo e Peter ne proseguiranno lesempio con le loro splendide famiglie.Ne siamo convinti.- Per questo sorridiamo anziché rattristarci.- Maurizio ed Enrica. - Milano, 19 maggio 2014. Il Rotary Club Milano Nord-Est si stringe con grande affetto alla famiglia del socio fondatore Alessandro Disertori Tutti i soci ricorderanno con grande amicizia lamico Alessandro testimone storico del nostro secolo breve. - Milano, 19 maggio 2014. Franzo Grande Stevens, soci, collaboratori e dipendenti tutti dello Studio Grande Stevens si stringono allAvvocato Filippo Disertori nel dolore per la perdita del padre Ing. Alessandro Disertori - Torino, 19 maggio 2014. Presidenza, direzione e soci tutti del Circolo dellUnione di Milano ricordano con profondo rimpianto il consocio dott. ing. Alessandro Disertori - Milano, 19 maggio 2014. I dipendenti e i collaboratori della Vetrobalsamo S.p.A. si stringono con affetto alla famiglia per la perdita del caro Dott. Lodovico Maria Reina I suoi insegnamenti non verranno mai meno. - Milano, 19 maggio 2014. Il Consiglio di Amministrazione, i Sindaci e i Dirigenti della Vetrobalsamo S.p.A. partecipano al lutto della famiglia per la perdita del Dott. Lodovico Maria Reina - Milano, 19 maggio 2014. Il consiglio di amministrazione, dirigenti e collaboratori della Illva Lugano SA nel porgere le loro più sentite condoglianze, sono vicini al loro amministratore delegato Augusto Reina e alla sua famiglia per la perdita del Dott. Lodovico Reina - Lugano, 19 maggio 2014. Lazienda Bormioli Rocco SpA partecipa commossa al lutto della famiglia Reina per la perdita del Dott. Ludovico Reina - Fidenza, 19 maggio 2014. Luca Garavoglia, presidente di Davide Campari-Milano S.p.A., gli officers e tutti i collaboratori partecipano con profondo cordoglio al lutto della famiglia per la scomparsa del Dott. Lodovico Reina - Milano, 19 maggio 2014. Lodovico Maria Reina Partecipano al lutto: I soci ed i collaboratori dello Studio Legale Savanco. Antonio e Gabriella Gandini con Ubaldo e Maria Teresa Baldi sono vicini a Elena e Giorgio Balma per la scomparsa del caro Dott. Giuseppe Gorini - Voghera, 19 maggio 2014. Carmela con tanto affetto abbraccia Pupa e famigliari nel ricordo del caro Dott. Giuseppe Gorini - Albizzate, 20 maggio 2014. Il maestro Franco Daleffe ha concluso il cerchio della natura da lui celebrata con la sua arte per risvegliarsi in un mondo abitato dal vero, dal bello e dal buono.- Gli tributiamo lultimo saluto terreno oggi dalle ore 10 fino alle ore 14.30 presso la sua abitazione in Nova Milanese via Mazzini 13 che si concluderà con la cerimonia nella chiesa di SantAntonino Martire.- La famiglia. - Nova Milanese, 19 maggio 2014. Sandro - Milano, 18 maggio 2014. Sandro Arminio Partecipano al lutto: Franca, Renzo e Matteo. Si è spenta Rita Pagani Cesa Cito Ne danno lannuncio i figli, i nipoti e la pronipote uniti nel dispiacere ma certi del suo premio eterno.- I funerali si terranno mercoledì 21 maggio alle 11 presso la parrocchia di Santa Francesca Romana.- Non fiori ma un contributo allAssociazione Prometeo Onlus IRCCS oppure alla Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica. - Milano, 19 maggio 2014. Partecipano al lutto: La cugina Vittoria con figlie e nipoti. La famiglia Lang. Nicoletta Masoni con le figlie Daniela, Stefania e Paola partecipa al dolore della famiglia Cito per la perdita della cara nonna Rita - Milano, 20 maggio 2014. Il Dipartimento di Scienze Radiologiche del Policlinico "Agostino Gemelli" dellUniversità Cattolica del Sacro Cuore partecipa commosso al dolore della famiglia per la scomparsa del Mario Il condominio Villa Margherita di via Ramazzotti 1 Monza si unisce al cordoglio della famiglia per la scomparsa di Mario Rubagotti - Monza, 19 maggio 2014. Elena, Bindo ed Alessandro annunciano con immenso dolore la scomparsa del nostro amatissimo Partecipano al lutto: Cristina Rastelli e Riccardo Peroni. Philippe Elena e Sebastiano Daverio abbracciano con tanto affetto Elena Bindo e Alessandro nel ricordo di Mario artista, grande amico e un vero signore. - Milano, 19 maggio 2014. Prof. Enrico Bock Sergio Escobar, Luca Ronconi e il Piccolo Teatro tutto ricordano con affetto Mario Missiroli Luigi Formenti I funerali si terranno nella chiesa di S. Martino, a Veduggio con Colzano, il giorno 21 maggio, ore 14,30. - Veduggio, 20 maggio 2014. rag. Giuseppe Vassena ha raggiunto la Casa del Padre lasciando a coloro che lhanno conosciuto ed amato lesempio di una vita semplice ed onesta conforme ai principi della fede cristiana che lha sempre ispirato.I funerali verranno celebrati nella chiesa parrocchiale di San Martino in Villapizzone mercoledì 21 maggio alle ore 14,45.- La cognata Linuccia e i nipoti tutti. - Milano, 20 maggio 2014. RCS MediaGroup SpA - Direzione Pubblicità partecipa al dolore di Louise Santoniccolo per la perdita della madre, signora Maria Quaquarelli - Milano, 19 maggio 2014. 20 maggio 2010 - 20 maggio 2014 Incancellabile e dolcissimo vive il ricordo di Pier Federico Bergamini La moglie Relly, la figlia Marcella, il nipote Alessandro con immenso amore di sempre. - Milano, 20 maggio 2014. 20 maggio 1994 - 20 maggio 2014 Incancellabile e dolcissimo vive il ricordo di Ele Natale Borroni I tuoi cari con limmenso amore di sempre. - Confienza, 20 maggio 2014. Domani, 21 maggio, ad un anno dalla sua scomparsa i figli Marco, Alberto, Daniel ricordano con infinito affetto e nostalgia il papà Francesco Federico Pavoncelli - Napoli, 20 maggio 2014. Mario Missiroli Per un ultimo saluto mercoledì al Teatro Gobetti di Torino dalle ore 10 alle 18.- I funerali giovedì 22 presso la Sala del Tempio crematorio del cimitero Monumentale di Torino.- Per orario telefonare allo 0118194094.- Un ringraziamento particolare al dottor Comandone, al dottor Gulotta ed al personale medico-infermieristico dellospedale San Luigi di Orbassano.- Non fiori ma offerte a Onlus - Gruppo Italiano Tumori Rari Iban IT77P0200830740000002341216 (UniCredit - agenzia di Pianezza). - Torino, 19 maggio 2014. ricordando il suo pluridecennale impegno nellIstituto di Radiologia del Policlinico "Gemelli". - Roma, 19 maggio 2014. Renato, Anna e Giancarlo annunciano la scomparsa del loro amato padre Il 17 maggio circondato dallaffetto dei suoi cari il - Biassono, 19 maggio 2014. si stringono a Marisa e Luca. - Milano, 19 maggio 2014. - Milano, 19 maggio 2014. - Milano, 19 maggio 2014. Eurovetro Srl, Origgio. - Origgio, 19 maggio 2014. È mancato allaffetto dei suoi cari Sandro - Milano, 19 maggio 2014. - Milano, 19 maggio 2014. - Milano, 19 maggio 2014. Dott. Lodovico Maria Reina sono vicini in questo triste momento a tutta la famiglia. - Saronno, 19 maggio 2014. Ti ricorderemo sempre con immenso affetto ci mancherai tanto.- Un forte abbraccio a Marisa e Luca.- Maso, Lela, Davide e Simona. - Milano, 20 maggio 2014. Sandro Ciao I Sindaci della Cetem Srl partecipano commossi al lutto della famiglia per la scomparsa del Il Collegio Sindacale della Casa Editrice Giuseppe Principato SpA esprime le più sentite condoglianze alla famiglia del compianto Pierluigi e Patrizia Galli partecipando al dolore per la scomparsa del Dott. Lodovico Maria Reina Caro Maurizio, Luca, Massimo e Luciano sono vicini a Filippo in questo momento di tristezza per la perdita del papà Dott. Girolamo Potestà Dott. Ludovico Reina Amministratori, Dirigenti e dipendenti tutti, porgono le più sentite condoglianze alla famiglia per la scomparsa del Partecipa al lutto: Vittorio Dotti. - Torino, 19 maggio 2014. Dott. Girolamo Potestà Caro te ne sei andato.- Con te scompare un editore nobile e un vero amico, un uomo illuminato e coraggioso.- Abbraccio la tua famiglia e i collaboratori della casa editrice che hai creato e reso grande, ma soprattutto tua moglie che ha lottato accanto a te e ti ha straordinariamente sostenuto.- Con rimpianto e affetto Laura Cavallari. - Milano, 19 maggio 2014. Agnes, Peter con Lydia Michael Alexandra ed Edoardo, Filippo con Marisa e Alessandro annunciano con profondo dolore la scomparsa a 95 anni dellamatissimo protagonista di tante stagioni teatrali. - Milano, 19 maggio 2014. Presidente, Consiglio di Amministrazione, Collegio Sindacale, Direzione e personale tutto della Banca di Credito Cooperativo di Sesto San Giovanni sono vicini in questo tristissimo momento a Angelo Lamperti per la perdita delladorata consorte 20 maggio 2006 - 20 maggio 2014 Amelia Vidotto Ti pensiamo sempre.- Augusto, Nicoletta, Annalisa, Luca. - Milano, 20 maggio 2014. “Sorgiamo tutti dal rumore delle nostre vite, attraverso lo spazio del silenzio e ritroviamo il tempo per amare, per amarci di nuovo”. Nel trigesimo della scomparsa di CORRADO ZAINI Silvana. Ozzano Emilia, 20 maggio 2014 A tutti voi che, con una manifestazione d’affetto unica, avete trasformato una tristissima giornata di dolore in un caloroso e affettuoso grande abbraccio a CORRADO ZAINI un grazie infinito. Non dimenticheremo mai. Silvana, Giovanni, Alessandra, Silvia, Nicoletta e Simona Zaini. Ozzano Emilia, 20 maggio 2014 Raffaella Villa Ciao nonno Luigi ti porteremo sempre nei nostri cuori.- Renato, Ornella, Jacopo e Gaia. - Capriano di Briosco, 20 maggio 2014. Anna e Sandro con Stefano, Fabrizio e Tatiana salutano con tanto affetto il caro papà e nonno Luigi Ci mancherai. - Veduggio, 20 maggio 2014. Giancarlo, Lorenzo e Nicolò conserveranno per sempre nei loro cuori il caro ricordo del loro papà e nonno Luigi Michele Damone CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE A funerali avvenuti Franca Quaroni Cattaneo con i figli, i nipoti e Marco annuncia lultimo viaggio della mamma SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ Santina (Nina) Brandini Cattaneo - Milano, 20 maggio 2014. Ferdinando, Vince e Lionello partecipano con molta commozione al dolore della famiglia per la scomparsa dellamico carissimo Luigi Formenti ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: [email protected] I dipendenti della Formenti e Giovenzana SpA partecipano con profonda commozione al lutto della famiglia del signor Il vuoto che lasci è straziante SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE I funerali si terranno oggi alle ore 14.45 presso la parrocchia Ognissanti via Bressanone, 25 Milano. - Milano, 19 maggio 2014. Con immenso amore. - Monza, 20 maggio 2014. - Veduggio, 20 maggio 2014. RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano - Sesto San Giovanni, 19 maggio 2014. I Grafici di Redazione del Corriere della Sera si uniscono al dolore della collega Anna per la scomparsa del padre Ing. Franco Brunner - Milano, 19 maggio 2014. È mancato allaffetto dei suoi cari Isabelle Berthet Romano Curti Ci mancherai tanto.- Con amore Matteo e Stefano con Cristina e la piccola Violante, Maria Rosa con Sergio. - Milano, 19 maggio 2014. A funerali avvenuti lo annunciano la moglie Piera, i figli Antonella, Riccardo e Simona e lo zio Gianni. - Monza, 20 maggio 2014. TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: PER PAROLA: A MODULO: Corriere della Sera Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti:€ 540,00 Gazzetta dello Sport Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 - e-mail: [email protected] Corriere della Sera Martedì 20 Maggio 2014 45 italia: 51575551575557 Il Tempo Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile :* :>> , :>,! ! :> 6 !> :>,5 :>:5 !, :>!> !! :>9 !5 :> : , :>!* 9! :>9* !! -&2( -".2 (.2 &:" "$&( (-"&( ($(& &(6 "-&: &(& -5" 2 ' 488%() % 0))%'0. 2)8%%'+) 3%)+ +)/;%483 '28'% -+38)+ 8)8+ 4+' 8(-38;3 %4()8 48%< 4; 8;88 '28'%. )8)8+ +""% )+3 /;'$ -%+""% 8(-+3' -+83))+ %)83443 %' +3+<48 % 3%'%<% %8'%)%. 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((2 &#(# 5$ Da giovedì con il Corriere Grande Guerra secondo dvd: il «casus belli» Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 3 9 5 4 8 2 7 6 1 2(($% (*&!& 5$"&( !"&( % Sudoku Diabolico 2 $."&#" .$( "%5-( "%88+ %"& (-+44+ 8)% 3+8+) ;)+ %3)= )+< (-3% +44+ %"& +' % ' -+44)8 )8%%'+) 3%)+ 0))%'0 %)%=% +)/;%483 '2;3+- -38%3 '' =+) (3%%+)'% ' %833)+. (-+ %) -3<')= 4+'""%8+ 4; "3) -38 '' )=%+)% ;3+- 4'<+ %48;3% -%+<+4% )$ 8(-+3'4$% 4;' ")+ )%8+ 3)% +%)8' =+) %)';)=8 '' +33)8% %)48%'% 8')8%$. (-+3'% )$ 4;'' -;'%$ '8%$ 83 ')% ;'"3%. "22 $ .."( "( &"-( 5&(. "-. "-(" (. 5& "22 $ *( Oggi su www.corriere.it I più letti Video Grillo da Vespa Elezioni europee Il leader M5S a «Porta a Porta»: rivedi i momenti salienti. Renzi in diretta Scuola in Gallura 1 Strage Fermato 32enne Veronica Lario, scontro 2 sulle foto di «Chi» corteo di protesta 3 Uber, in centro a Milano Grillo da Vespa: «Spero 4 che accetti il plastico» «Io, pensionato 5 Corsico: rovinato dalla slot» Maestre in musical Milano: per raccogliere fondi, le insegnanti rifanno «Mamma mia». Cinema Monica, diva vera La Bellucci e i suoi (quasi) 50 anni felici, senza ritocchi. Alle 10.30, in collegamento dal Piccolo Teatro Paolo Grassi di Milano, l’intervento del presidente del Consiglio. Giornata lombarda per il premier, poi a Bergamo. 46 Martedì 20 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Tv in chiaro Teleraccomando ,>£ di Maria Volpe PER DISTRARSI PER DISTRARSI Fabio De Luigi sceneggiatore Quella villa piena di bugie Questo film di Gabriele Salvatores (2010), che torna alla commedia, si ispira a «Sei personaggi in cerca d’autore» di Pirandello ed è tratto dall’omonima commedia di Alessandro Genovesi prodotta dal Teatro dell’Elfo di Milano. Protagonista è Fabio De Luigi ( foto), che dà il volto a Ezio, uno sceneggiatore. I personaggi del film — tra loro Diego Abatantuono, Margherita Buy, Fabrizio Bentivoglio — parlano con la macchina da presa e interagiscono con il loro autore, Ezio. Molti brani di Simon and Garfunkel nella colonna sonora. Graceland è il nome di una villa nel sud della California confiscata a un ex trafficante di droga, amante di Elvis Presley, e divenuta dimora per agenti sotto copertura della DEA, dell’ FBI e delle dogane. Per vivere sicuri, tutti gli abitanti della villa sono costretti a creare una fitta rete di bugie, che condizionano ogni loro mossa. L’arrivo del neo agente FBI Mike Warren (Aaron Tveit), uno dei migliori elementi che l’agenzia ha addestrato a Quantico, renderà la vita del leggendario collega, l’agente FBI Paul Briggs (Daniel Sunjata), e di tutti i suoi coinquilini, ancora più complicata. Happy family Rai Movie, ore 21.15 Graceland FoxCrime, ore 21.55 ,>Ó À>°Ì ,>Î À>°Ì ,iÌi{ À>°Ì >>ix Ì>>£ >Ç /Û i`>ÃiÌ°ÌÉÀiÌi{ i`>ÃiÌ°ÌÉV>>ix i`>ÃiÌ°ÌÉÌ>>£ È°Îä / £° *,6-" -1 6/ -6, ",/° È°{x 1 "// ° ÌÌÕ>ÌD ££°Óx 1 "// < ° ÌÌÕ>ÌD £Ó°ää *,"6 1" "° 6>ÀiÌD £Î°Îä /", ° £{°ää / £ " "° ÌÌÕ>ÌD £{°£ä 6,//" ° ÌÌÕ>ÌD £x°Óä 6/ ,//° ÌÌÕ>ÌD £È°xä , *, /" /", ° £Ç°ää / £\ i Ìi« v> £n°xä ½,/° +Õâ° `ÕVi >LÀâ Àââ Óä°ää /", ° Óä°Îä , /1"° 6>ÀiÌD° `ÕVi >Û Ã> -, Ó£°£ä ,"-" ,"° VÕiÌ Ó£°£x -/-, 1,\ " ,1/" 1 -" "° ViÀÌ° `ÕVi >ÕÀ> *>Õð i «À}À>>\ /} £ Èä ÃiV` n°£x 1 1" <<"° -iÀi n°Îx -*,/ "1-76- -,/ 7-/, ° /v £ä°ää /Ó -° ÌÌ° £ä°xä <" 1,"* Óä£{° ÌÌÕ>ÌD ££°ää // 6"-/,° ÌÌ° £Î°ää / Ó ", "° £Î°£ä ,// , *1//°°°° £{°£x //" //"° ÌÌ° £È°£x / "" 7° /v £Ç°£ä <" 1,"* Óä£{° /6" ,"/" ° ÌÌÕ>ÌD £Ç°xä / Ó - °°-° £Ç°xx , / -*",/° £n°£x / Ó° /" Ó° £n°{x -+1, -* ", ££° /iiv Óä°Îä / Ó Óä°Îä° Ó£°ää " \®° -iÀi £ä°ää , *, /" <" 1,"* Óä£{° ÌÌÕ>ÌD £ä°£ä ,/,° ÌÌÕ>ÌD ££°£ä / Î 1/° ££°£x -,° ÌÌÕ>ÌD £Ó°ää / ΰ £Ó°Îä ,// , *1//°°°° £Î°£ä /*" -/",° ÌÌÕ>ÌD £{°ää / ,° / , /"° £{°Óä / ΰ /" ΰ £{°xä /, " ,"° ÌÌ° £x°ää / Î °°-° £x°äx /, *<< ,° ÌÌÕ>ÌD £x°£ä ," ½/ Óä£{\ £äc Ì>««>\ `i> ->Ã>}}Ài /iÀi° Và ® £n°äx -*// " "° VÕiÌ £n°£x "° VÕiÌ £°ää / ΰ/ ,°/ , /"° Ç°Óä 6 ° /iiv n°£x 1 /,° /iiv° Ài` ÀÞiÀ °{ä , ,° /iiv £ä°{x , // ½/ ° ÌÌÕ>ÌD ££°Îä / { /"°/ £Ó°ää / /6 ",-° /iiv £Ó°xx - ", "° /iiv £{°ää " -*",/" ",1° ÌÌÕ>ÌD £x°Îä 1, -/,//" Ó£° /iiv £È°Îx , " /6 -* ° 6>ÀiÌD £È°{x - ½/ -,,° £n°xx / { /"°/ £°Îx -,/"° /iiÛi> Óä°Îä /*-/ ½",° ->« "«iÀ> È°ää / x *, * ° ÌÌÕ>ÌD n°ää / x // ° n°{x // " +1° ÌÌÕ>ÌD £ä°ää / x ", £ä° ££°ää ",1° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / x° /"°/ £Î°{ä 1/1° ->« £{°äx , ,/" £Î° ,i>ÌÞ £{°£ä /"6/, ° ->« £{°{x 1" " ° /> à ܰ `ÕVi >À> i «« £È°äx , ,/" £Î° ,i>ÌÞ £È°£x -,/"° /iiÛi> £Ç°£ä *"," +1° ÌÌÕ>ÌD £n°xä 6 / 1 /,"t +Õâ° Óä°ää / x° /"°/ Óä°{ä -/,- "/< 6" ½,,1 <° /} ->ÌÀV È°xx , -° -iÀi Ç°Óx 6 -/,° 6>ÀiÌD n°Óä 1, 7° 6>ÀiÌD °Óä " 6",,° 6>ÀiÌD £ä°äx ,° "1- 6-" ° /iiv £Ó°äx "//" /" 5 ", "° ÌÌÕ>ÌD £Ó°Óx -/1" *,/"° /"°/ £Î°äx -*",/ -/° £Î°{ä , ,/" £Î° ,i>ÌÞ £{°£ä -*-" ° >ÀÌ £{°Îx 6 -/,° 6>ÀiÌD £x°Óx ," ° >ÀÌ £x°xä 1, 7° 6>ÀiÌD £È°{x /",9 ° -iÀi £Ç°{ä " 6",,° 6>ÀiÌD £n°Îä -/1" *,/"° È°ää / Ç° È°xx "6 -° ÌÌÕ>ÌD Ç°ää " 1- ,-- -/*° ÌÌÕ>ÌD Ç°Îä / Ç° Ç°xä " 1- /"° ÌÌÕ>ÌD Ç°xx " 1-° ÌÌÕ>ÌD °{x " ,° ÌÌÕ>ÌD ££°ää ½, /,° ÌÌÕ>ÌD £Î°Îä / Ç° £{°ää / Ç ," ° ÌÌÕ>ÌD £{°{ä -/,-9 E 1/ ° /iiv £È°{ä "--," ",,° /iiv £n°£ä ½-*//", , 9° /iiv Óä°ää / Ç° Óä°Îä "//" <<"° ÌÌ° Ó£°£ä -1° 6>ÀiÌD° } E ,ÃÃ] >Ì> /ÀÌÌ>] Ã>LiÌÌ> Ài}À>V Óΰ{x / Ó° Ó{°ää Ó 8/° " " 1/1,"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi >Ã> ÀÕV ä°xx , *, /" Óä°ää "° ÌÌÕ>ÌD Óä°£ä * +1"/ "° ÌÌÕ>ÌD Óä°Îx 1 *"-/" -"° ->« Ó£°äx <" 1,"* Óä£{ " , < -/*° ÌÌÕ>ÌD ÓΰÓx " *1 " 6° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£x 6 -/", -"*,66--1/° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi 6Viâ 6iÕÌ ä°Îx , " 6, -1 ° À>°] 1Ã>] £®° ,i}> ` -v> ««>° ÀÃÌi Ó£°£ä -" /° À>>ÌV] Ì>>] Óä£ä®° ,i}> ` > *> Õ}° >Û` V] >À> À>â> ÕVÌÌ>] ÀV 6iÀÃ\ /}VÆ iÌi°Ì £°Óä °-° - , ° /iiv Óä°xx *,// 1 / ,-° >V Óΰäx ,// -1*,,/° 6>ÀiÌD° `ÕVi *iÀ >LÀiÌÌ Ó£°£ä ,-" " ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀV iÌ>> Ó{°ää / Ç / -° ÌÌÕ>ÌD £°£ä "6 -° ÌÌÕ>ÌD° £°£x "//" <<"° Óΰxä *",/ *",/° ÌÌÕ>ÌD £°£x / £ "//° /*" ° £°xä /"," -* -° /", ° £°äx 7 6ä° /iiv /" Ó° £°xx **1 / /" ° ÌÌÕ>ÌD Ó°Îä ", - ° À>°] Ì>>] £ÈÓ®° ,i}> ` iÀ>À` iÀÌÕVV° À>ViÃV ,ÕÕ Óΰ{ä /,8° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÕV> /iiÃi £°Îä / x "//° i «À}À>>\ ,>ÃÃi}> ÃÌ>«>°°° Ó{°ää /Î "//° ä°£ä / ," ° £°ää /" ΰ £°äx -* *° £°£x ---° /iiv° Ì > ÕÌÃÞ] >i iÝ>`iÀ Ã] Ài> >i à >Ç°Ì ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕLiÀ £°xx " ,° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi /â>> *>i> ÌÛ°Ì £{°£x - ,1-° -iÀi £x°£ä 7 ,° /iiv £È°ää /-\ - //½ -iÀi £È°xä /½- 1* "** " /," /*"° 6>ÀiÌD £Ç°Óä / 8 79¶ ,/", " -¶ 6>ÀiÌD £Ç°xä £È /° 6>ÀiÌD £n°xä 6 66, ° 6>ÀiÌD £°xä *, ° 6>ÀiÌD Óä°£x 7 ,° /iiv Ó£°£ä /-/" ° ,i«ÀÌ>}i Óΰää 8 " / \ ,6 / 8° 6>ÀiÌD ii>Þ /6 £{°ää *- -/ Ó° VÕ,i>ÌÞ £x°ää " 1*9 9° ÕÃV>i £È°ää 6 -- Ó° -iÀi £È°Îä 1", ,"° 6>ÀiÌD £È°xx 9 /° £Ç°ää 9 /-° Õð £n°ää /9° /iiv £n°xx 9 /° £°ää 5 Èä - " ° 6>ÀiÌD Óä°ää +1 "° 6>ÀiÌD ÓÓ°ää 9 / ° 6>ÀiÌD 2 -/$/ ?$! $/!2 "*1/ Film e programmi BerlusconieRenzi Comicità, il meglio intervistaconMentana di Gigi & Ross ,>{ ,>x À>°Ì Ospiti in studio per tre faccia a faccia con il direttore del Tg di La7, Enrico Mentana (foto): Matteo Renzi, Silvio Berlusconi e Alessandro Di Battista Speciale Bersaglio Mobile La7, ore 21.10 Gigi & Ross (foto insieme) propongono la prima di due puntate del «best of» del programma appena concluso: sketch, battute inedite e dietro le quinte tutti da ridere. Il meglio di Made in Sud Rai2, ore 21.10 Pausini, show in tv tra canzoni e ricordi Basquiat, storia di un’icona dell’arte Da Taormina (registrato domenica), Laura Pausini è la protagonista di uno show tra canzoni e ricordi. Tra gli ospiti Baudo, Baglioni, Paola Cortellesi Stasera... Laura! Rai1, ore 21.15 Nel docu-film di Jean Michel Vecchiet amici e colleghi raccontano l’artista di Brooklyn morto per overdose nel 1988, a 27 anni, che Andy Warhol aiutò a sfondare nel mondo dell’arte. Jean-Michel Basquiat Rai Storia, ore 21.15 Ç°ää ,/ ° -iÀi Ç°{x ,° -iÀi n°Îä " " , ° -iÀi °Óä , ° -iÀi £ä°äx *,6/ *, / ° -iÀi £ä°xä ,"/,- --/,-° -iÀi ££°Îx -/,° -iÀi £Î°äx -*" /° -iÀi £Î°xä *,6/ *, / ° -iÀi £{°{ä ,"/,- --/,-° -iÀi £x°Óx äÓ£ä° -iÀi £È°£ä -/,° -iÀi £Ç°{x , 7- ", "° £Ç°xä " " , ° -iÀi £n°{ä ,° -iÀi £°Îä 8 ° -iÀi Óä°Óx ,"-° -iÀi Ó£°£ä \° / ÀiÀ®° ,i}> ` ÀÃÌ> ° ÀÃÌ>Ãi° Óΰää 7" , ° ÌÌÕ>ÌD ÓΰÓx 8-/ <° >Ì>ÃViâ>® À>°Ì £°£ä ,1 ,° ÕÃV> Óä°Îx *--*,/"1/° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£x ,1 "1° À>>ÌV® Óΰää 6 //, -"7° /> Ã Ü Óΰxä " " / - " - , ° ÌÌÕ>ÌD ,> -ÌÀ> £n°Îä ", " -/",° VÕiÌ £°ää ° °° ° VÕiÌ £°{x 1" -/,"-° VÕiÌ Óä°Îä /*" -/",° VÕiÌ Ó£°£x << -/ ° V° ÓÓ°£x ",,6 ½ "° VÕiÌ ,> ,> *ÀiÕÀ>°Ì Ûi £n°xx * 6/° /iiÛi> £°{ä /-"° ->« "«iÀ> Óä°£ä "--," ," ° -iÀi Ó£°£ä -1", *- ° Óΰ£ä , Ó // ,° ä°xx , 7- "//° À>°Ì £Ó°£ä £{°ää £È°£ä £Ç°{x £Ç°xä À>°Ì / ," ° ,/° 6/",° , 7- ", "° ",<<" / " / ° £°Îä -1" " " ,"-° Ó£°£x **9 9° ÓÓ°xä 1, " ½",° ,> Õ« À>°Ì ,i> /i Ài>ÌiÌÛ°Ì >Ãà /Û >Ý >Ç` `>Ý°Ì V>ÃÃ°Ì >Ç°Ì £Ç°xx 7 8 1° >ÀÌ £n°Óä 1* , Óä£ÎÉÓä£{° ÌÌÕ>ÌD £n°{x "1- " 1-° /iiv £°Îä 6"//° /iiv Óä°Óä / ,1-° /iiv Ó£°£ä 7 8 1° >ÀÌ ÓÓ°Óx 1 1 * ° >ÀÌ £°Óx "-- /",/\ -° ÌÌ° Óä°Óä "-- /",/° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä " -*6" --, /° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°£ä " -*6" --, /° ÌÌÕ>ÌD £Ó°£x 7E",,° /v £{°ää -," ° -iÀi £È°ää / ", "° ÌÌÕ>ÌD £È°Îä / -*",/° ÌÌÕ>ÌD £Ç°ää -/,//" *"<° -iÀi Óä°{x -/", *"/ ° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°Îä " - "° ÌÌÕ>ÌD £n°Îx *,1/"¶ 6 1/"t VÕiÌ>À £°Îä , //"t VÕiÌ>À Óä°Óä " *1 ° VÕiÌ>À Ó£°£ä /,"9° 6>ÀiÌD ÓÓ°ää , ° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°xä 1/"° VÕiÌ>À £Ç°£ä / ,° "< -"7° 6>ÀiÌD £n°xx / Ç° £°ää "" ° ÌÌ° £°Îä ,9½- /"9° /iiv Óä°£ä 1" ° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä -°"°-° //° ,i>ÌÞ ä°£ä / ,° "< -"7° 6>ÀiÌD ,> 99 Àà i >x /Û Óäää À>°Ì £°äx "9° >ÀÌ £°£ä - * / 6®° >ÀÌ £°Îä "//",-- *1 ° >ÀÌ £°xä ,/" " < " ","° >ÀÌ Óä°£ä *** *° >ÀÌ Ó£°Óä * "" , " "9° >ÀÌ Àði`>ÃiÌ°Ì £x°xä " -1 < ½",° £Ç°{ä "/ ° 6>ÀiÌD £Ç°xä 1 6° £°Îx /° /iiv Óä°Óä <<,° /iiv Ó£°£ä " -/6° ÓÓ°xx -/", ° ViÌÛ°Ì £°£x , 1"° VÕiÌ>À Óä°£x , ° 6>ÀiÌD Ó£°£ä -/, 1-° 6>ÀiÌD Óΰ£x -/", ½" ° ÀÌV] À>V>ÉiÀ>>] £ÇÇ®° ,i}> ` ÕÃÌ >iV i`>ÃiÌ°Ì £n°Óä 8/, "6, " /" ° V° £°Óä ° /iiv Óä°£x "* -* ° -iÀi Óä°Óä 1 *, ° /iiv Ó£°££ 6,/ /° Óΰ£x 9 9 ,° -iÀi ÌÛÓäää°Ì £°xx -/", "1,-° ÌÌÕ>ÌD Óä°ää ,"-," "1,- ,/° ,i}i Óä°Îä 1", ", "° ÌÌ° Óä°xx / /° Ó£°Óä *,/ -° ÓÓ°Îx **9 9-° Corriere della Sera Martedì 20 Maggio 2014 47 italia: 51575551575557 Pay Tv Film e programmi Checco Zalone sogna di sfondare Checco Zalone (foto) è un aspirante cantante che lascia il suo paesino in Puglia per trasferirsi a Milano in cerca del successo. E si innamora della figlia di un leghista. Cado dalle nubi Premium Cinema, ore 21.15 L’asso nella manica di Julia Stiles -Þ i> -«ÀÌ £n°xx 7"6, ½",/ -Ì>V ` ÛÛiÀi] 7ÛiÀi à ÀÛ}i > Õ «Ài`ÌÀi V i `ÛÀiLLi LiÀ>À `> ` `i½ÀÌ>ÌD° iV ViÀV> ` >««ÀvÌÌ>Ài° -Þ i> £ £°£ä 66, 1 -" " "t Ó -iV` V>«Ì `i> ÃÌÀ> ViÌÀ>Ì> ÃÕ ->Ì>} Õiâ ° iViÀ®] Õ V>«i V i }V> i ,i> >`À`] > v>V ` iV > i <`>i° -Þ i> Ìà *, " *" -*"-" i À}>ââ> >ÌÀ° Õ m Õ Li i`V V i ÃÌ> «iÀ ëÃ>Àà i ÌÀ> `Õi ÃVVV> > ÃVÌ>°°° -Þ i> *>Ãà £°£x /" ,iiÃi 7Ì iÀë m Õ> ÃÌÕ`iÌiÃÃ> ââ> «iÀ > «ÀiÃ`iâ> `i Ì>Ì ÃÌÕ`iÌiÃV° -Þ i> ÕÌ £°Óä / 6 // Õ > ` `ÃÌ>â> `> v>ÌÌ >ÀÀ>Ì º Û ÌÀÛiÀ¢»] ½iÝ >}iÌi `i> > ÀÞ> à ÌÀ> >âi «iÀ Ã>Û>Ài > ÃÕ> v>}>° -Þ i> >Ý £°Óx 1 , " ," >` ÀV m ° -À` i ÛViÛiÀÃ>° `iÌV>Li > ÃVi> `i º>VV iÀ»° À}i -Ìi i £x{° -Þ i> >ÃÃVà ӣ°ää " ,-"" ÀÌÀ `>> À>`i ÕiÀÀ>] >ÀÀÞ `iV`i `ÀÌÀÛ>Ài Ãi ÃÌiÃÃ] >`> > Ìi > ÃÕ> ÛÌ> i «>ÀÌi >> ÛÌ> `i½>>Þ>° -Þ i> >ÃÃVà 1"6" *,-" "ÃV>À Vi }À v ÃÌÀ>iÀ > ° /À>ÌÀi] V i µÕ À>VVÌ> ÃÕ >Ài «iÀ Vi>° i V>ÃÌ *° ÀiÌ° -Þ i> ÕÌ ½ , 6/ /"/9 , 1> V««> >ÃV`i }>À` Õ> ÃV>Ì> VÌiiÌi À `iÃ`iÀ «iÀ > >ÃVÌ> ` Õ L>L° *ÀiÃÌ À Ã} à >ÛÛiÀ>t -Þ i> >Þ 1 " -,," /1//", 1 «âÌÌ ° ÕÀ« Þ® ` -> À>VÃV `iÛi ÌiiÀi > L>`> Õ >ÃÃ>Ãà «ÃV«>ÌV° -Þ i> >Ý Ó£°£ä "-, /À>ÌÌ `> Õ> «mVi Ìi>ÌÀ>i] v m ÌiÀ«ÀiÌ>Ì `> Õ V>ÃÌ ÃÌi>Ài\ Õ> ,LiÀÌÃ] Õ`i >Ü] Ûi "Üi i >Ì>i *ÀÌ>° -Þ i> Ìà / , `>] L>iÀ> ` Ì>iÌ ÕÌ> `>> >ÃVÌ>] VÌÀ> Õ ÃViâ>Ì V i «À}iÌÌ> Õ ` «iÀ v>À> iëÀiÀi° ,i}> ` ÕV iÃð -Þ 1 ÓÓ°{x / 6 ,¶ 1 L>iÀ «ÀviÃÃÃÌ> ° >`iÀ>î «iÀ ÛÌ>À>Ì Ãi}> `>â> Õ> ÃVÕ> V Ìii>}iÀ ÃV>iÌi `Ã>`>ÌÌ>Ì° -Þ i> *>Ãà Óΰää / ,1 ,9 ," 1 *--" > À>â ` ÕÌiÀ -° / «Ã] > ÛVi`> ` *>Õ i«] }À>ÃÌ> iÜÞÀiÃi V i i} > xä à ÌÀ>ÃviÀÃVi > *ÕiÀÌ ,V° -Þ i> Ìà ,- >Ài ° i}® «iÀ Û> Ìii«>ÌV> m VÌ>ÌÌ V Õ ÃiÀ> iÀ V i ÕVV`i L>Li° À}i ° À`>° -Þ i> >Ý Óΰäx 6 1/" *,- /t *i««] LLÌiV>À Õ «>iÃi ` Ì>}>] Ûii «iÀ iÀÀÀi iiÌÌ *ÀiÃ`iÌi `i> ,i«ÕLLV>° i >««ÀvÌÌiÀD «iÀ V>L>Ài «>iÃi° -Þ i> £ Óΰ£ä "1, ½ÌiÃ> ÃÌÀ> `½>Ài ` i i iÀ}iÃ] `Õi iÝ Ãi}>Ì ` ÕÃV> ÌÌ>Ìi° *Ài>Ì V > *>> `½À i ½"ÃV>À° -Þ i> ÕÌ Óΰ£x " *"*"" / " }i i -V>À«i ÃVii}}> v `ÀiÌÌ `> ° ,à i ÌiÀ«ÀiÌ>Ì `> 1° /}>ââ i 6° >ÃÃ> i £Ç£° -Þ i> >ÃÃVà ä°{x "1 /- *>ÀÌi` `> £n{ «iÀ >ÀÀÛ>Ài >½> ÓÎää] à >ÌÌÀ>ÛiÀÃ> i ÃÌÀi ` Ãi «iÀÃ>}}] }Õ i}>Ì >½>ÌÀ ` `vviÀiÌi° -Þ i> >Ý n°Îä -"\ 1" --/" Çc À `½Ì>> ÕÀëÀÌ °{x / -\ *," /1, " /Ài /* ` ÕÃÃi`Àv ÕÀëÀÌ ££°ää "\ 6" /, -iÀi -Þ -«ÀÌ £ £Ó°ää / -\ - " " /1, " /Ài /* ` ÕÃÃi`Àv° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £{°ää -"\ 1" --/" Çc À `½Ì>> ÕÀëÀÌ £{°Îä -"\ " --"", /, Çc À `½Ì>>° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £Ç°Îä / -\ - " " /1, " /Ài /* ` ÕÃÃi`Àv° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ "\ ---1"" -iÀi -Þ -«ÀÌ £ 1/""-"\ "** - iÀÀ>À >i}i -Þ -«ÀÌ Ó £°£x "/" -"\ /" 1 -*79 ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ Óä°Óä -/\ -, - *9 " + , £® ,>-«ÀÌ £ Ó£°ää "\ 6,*"" 1 >«Ã i>}Õi ÓääÈÉäÇ -Þ -«ÀÌ £ Ó£°Îä 1/""-"\ * -*, / -,- vviÀÌ> ÕÀëÀÌ Ó£°Îx -/\ - /" " "" ° *>Þvv -Þ -«ÀÌ Ó -iÀi /Û ÌÀ>ÌÌiiÌ ,>}>ââ VÕiÌ>À £{°xä , - Ý Ài £x°{x /1//" ,/" ÃiÞ >i " - Ý Ài £Ç°ää 1 " ÃiÞ >i £n°Îä -Þ 1 £°{x 1" ",/1 ,t ÃiÞ >i Óä°Îä / /",9 Ý Ó£°äx /1//" ,/" ÃiÞ >i Ó£°£ä "",, -, -Þ i> £ Ó£°£x ,9 Vi`i Ó£°Îä ° °/° , ÃiÞ >i Ó£°{x ,9 Vi`i Ó£°xx /- ÃiÞ >i , Ý Ài ½, 1 6"/ Ý / "" 7 Ý vi £°£x 6//", " 1", -Þ i> >Þ £°Óä ½1"" - -Þ 1 £°Îx 1 " "<, " Ý vi £°xä 1 " "<, " Ý vi , 1" -Þ 1 Ó£°ää 6-/ -*"- " /," -1" , 1 ", /" -Þ i> *>Ãà ÓÓ°ää 6-/ -*"- " /," -1" , ÓÓ°{x /"* -Þ 1 Óΰäx /"1, ÃiÞ >i Óΰ{x , /,"*"/ ,"9-] 1 -" " /1//" 6"1t -Þ 1 £n°£x *"" 89 Ó £°ää 7 8 1 i`à £°xä - ""9"" 9-/,9 ° iÀ>} ," "" " +1-/ -,7"" i`à Óä°Óä / "" 9 /1 - -"7 iÀ>} "9 // - , i`à /" Ó Ó£°ää 7 8 1 i`à ӣ°äx -/,9 1//9 iÀ>} Ó£°£ä "9 // - , Ó 7 8 1 ,> Õ« Ó£°£x / ,1, -"7 >ÀÌ iÌÜÀ £{°xä *,/",,' /1" " £x°{x -/ \ " *,-1// £È°Îx /"* ÃVÛiÀÞ -ViVi £n°£ä - *"--\ 7 ÃVÛiÀÞ >i £°äx 1 ,1 ÃVÛiÀÞ >i Óä°ää , +1//," ,1"/ ÃVÛiÀÞ >i , 1" ÃÌÀÞ >i Ó£°ää , " *,, ÃVÛiÀÞ >i --" ,-/1," ÃÌÀÞ >i Ó£°£ä " //" ÃVÛiÀÞ -ViVi Ó£°Îä , " *,, ÃVÛiÀÞ >i --" ,-/1," ÃÌÀÞ >i £x°{ä " * ",/"° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £È°än 1 *, ° /v 9 £È°£ä / ,/ /,-° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £È°Ó£ -* "° ,ÕLÀV> " £È°xÈ +1 "-/," -1" ," Ó° /Û 9 £Ç°£Ç 1 "// " ° *ÀiÕ i> £Ç°ÓÈ / ° /iiv " £n°Óä " " */ " ",° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £n°{Î 1 *, ° /iiv 9 £°ää , ,*/° ,ÕLÀV> *ÀiÕ i> £°£È Ó 6, " ,° *ÀiÕ i> £°ÎÎ / 6*, ,-° /v 9 £°Îx Óä°ÓÓ Óä°ÓÎ Óä°{ä Scoraggiata dal proprio fallimento elettorale, Hannah (Julia Stiles) scommette con una collega che riuscirà a trasformare un venditore di birra in un perfetto candidato per la Camera dei Rappresentanti. Un amore di candidato Sky Cinema Passion, ore 21 Clooney e Tarantino banditi in fuga I fratelli Seth e Richard (George Clooney e Quentin Tarantino, foto insieme) dopo una rapina fuggono in Messico. Hanno appuntamento in un bar: scopriranno che si tratta del covo di vampiri sanguinari. Dal tramonto all’alba Studio Universal, ore 21.15 Lo storico concerto di Cocker a Berlino i`>ÃiÌ *ÀiÕ In occasione del 70esimo compleanno di Joe Cocker, il concerto che il rocker tenne al Metropol di Berlino nell’ottobre del 1980, dove cantò alcuni tra i suoi successi più famosi. Joe Cocker: live at Rockpalast Sky Arte HD, ore 23.30 £{°äÈ / " "6° *ÀiÕ i> £{°Ó£ +1 "-/," -1" ,"° /Û 9 £{°{n ,° "1- 6-" ° /iiv " £x°În / *--,° *ÀiÕ i> £x°Î ,° "1- 6-" ° /iiv " 1," ",,° /iiv " / 6*, ,-° /v 9 1," ",,° /iiv " *," / , / £° VÕiÌ>À -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Ó£°£x " 1° *ÀiÕ i> Ó£°£x "--* ,° /iiv 9 Ó£°£x /," /" ½° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> A fil di rete di Aldo Grasso Jay Leno da Fazio: grande lezione di tv C hissà cosa avrà pensato Jay Leno, uno dei più grandi conduttori della tv americana ospite domenica di Fabio Fazio a «Che tempo che fa», della tv italiana. La speranza è che i consigli che Fazio gli ha chiesto, parlando molto di sé lungo tutta l’intervista, abbiano lasciato il segno. Un’intervista che pareva la negazione del modo di fare tv di Leno, resa ancor più surreale dalla traduzione simultanea. Il 6 febbraio scorso Jay Leno ha lasciato dopo ventidue anni di messa Vincitori e vinti in onda su NBC la conduzione del «Tonight Show», un pezzo Megan della storia della tv ma anche Montaner di storia della cultura americaSpagna na. Dal suo divano sono passacontro ti tutti quelli che valeva la peGermania, na di intervistare: politici, atla soap-opera batte il tori, musicisti, personaggi che tv-movie. Domenica sera stavano attraversando il loro è leader Canale 5, con quarto d’ora di celebrità. l’ormai consueta soap «Il Curiosamente, Leno si ritira segreto» (interpretata da nello stesso anno in cui anche Megan Montaner): gli David Letterman ha annunciaspettatori del prime time to l’addio al suo show: due sono 3.802.000, per una maestri che si sono dimostrati share del 15,5% grandi anche nel cogliere il momento di fare un passo inJulia dietro senza aspettare che la Brendler brillantezza dei loro programDomenica mi si appannasse, lasciando la prima spazio a una nuova interesserata di sante generazione di condutRai1 è dedicata tori, da Stephen Colbert a Jimall’Africa vista dal film my Fallon, che da Leno ha racper la tv tedesco «La colto il testimone su NBC. leggenda delle gru» Lo stile di Leno è stato mol(interpretato da Julia to diverso da quello di LetterBrendler e da Kai man, anche perché i loro Schumann): per show sono stati molto in3.595.000 spettatori, fluenzati dall’umore della cit14,4% di share tà da cui vanno in onda, Letterman da New York, Leno da Los Angeles: forse meno cinico, ma incredibilmente comunicativo e comico. Per dire, è uno che prima di ogni puntata s’intratteneva a lungo fuori onda con il pubblico in studio, improvvisando sketch a volte anche più brillanti di quelli nel programma. E proprio al pubblico ha dedicato con umiltà e commozione il discorso di chiusura del suo «Tonight Show». Una lezione da non dimenticare. © RIPRODUZIONE RISERVATA Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv ÓÓ°äÈ "--* ,° /iiv 9 ÓÓ°Î{ -1/-° /iiv " ÓÓ°x /1// - 6/ /° *ÀiÕ i> ÓÓ°x *½ /1 ° /iiv 9 Óΰ£ä - / " -/,**"° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓΰxÓ *,//9 // ,-° /v 9 ä°Î£ 11-/ ,1- 1- 1",° *ÀiÕ i> ä°{ä ,° "1- 6-" ° /iiv " ä°{x / ", -° /iiv 9 £°ää "- 1*° VÕiÌ>À -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £°ÓÓ ,° "1- 6-" ° /iiv " £°Îä / " 6 ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £°Îx *, /""° /iiv 9 48 italia: 51575551575557 In vendita unicamente nei negozi esclusivi Louis Vuitton. Tel. 800 30 89 80 Scar ic hi l’app Louis Vuitton pass per scopr ire contenuti esclusivi. Martedì 20 Maggio 2014 Corriere della Sera
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