VENERDÌ 19 SETTEMBRE 2014 ANNO 139 - N. 222 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Via Campania 59/C - Tel. 06 688281 Tempi liberi Oggi Il weekend si fa in due di Pasquale Elia Domani La signora Ligabue L’autunno sta arrivando «L’ho conosciuto ma niente malinconie da terapista, non da fan» È un nuovo Capodanno di Luca Ricci Giannelli Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano 40 9 1 9> 9 771120 498008 a società Expo ha chiesto all’ingegner Antonio Acerbo, che ha ricevuto un avviso di garanzia con l’accusa di corruzione per l’appalto sulle Vie d’acqua, di dimettersi dall’incarico di subcommissario delegato. L’inchiesta della Procura, tuttavia, lascia altre ombre sugli appalti del Padiglione Italia. Si naviga a vista, dunque. Ma Milano avrebbe bisogno di una certezza: poter lavorare in condizioni di legalità e sicurezza. A PAGINA 60 - A PAGINA 25 Ferrarella Soglio Affluenza record alle urne per decidere sull’addio alla Gran Bretagna on la Scozia o senza la Scozia, da oggi il Regno Unito è diverso. L’esito del referendum avrà importanti ricadute costituzionali. E peserà sul futuro dei conservatori e dei laburisti. Se anche si scongiura la secessione, sarà inevitabile allargare gli spazi di sovranità della Scozia, a cominciare dalle tasse e dal welfare. E ciò significa viaggiare verso un assetto federale. Una storia, una bella storia, è alle spalle. E un’altra sta per cominciare. Gli scozzesi hanno votato in massa nello storico referendum sull’indipendenza, il cui esito è noto da stamane (risultati e analisi su corriere.it). Nella notte, i primi sondaggi: avanti i «no». I leader unionisti hanno battuto porta a porta città e villaggi per convincere gli indecisi, mentre l’indipendentista Alex Salmond — che ha incassato il sostegno dell’asso del tennis Andy Murray — ha lanciato i suoi supporter con pulmini e megafoni. La Regina Elisabetta ha atteso l’esito nel castello di Balmoral: oggi potrebbe tornare a Buckingham Palace e rivolgersi al Paese con un messaggio basato sulla formula «accetto e rispetto il risultato». ALLE PAGINE 2 E 3 ALLE PAGINE 2 E 3 Farina, Nicastro di FABIO CAVALERA C Sì in commissione alla legge, la sinistra del partito contro la riscrittura dell’articolo 18 Credito e ripresa Il Pd si spacca sul lavoro UN ERRORE NON ACCETTARE L’AIUTO DELLA BCE Autoriciclaggio, allarme su un patto per indebolire le norme di NICOLA SALDUTTI L’ala sinistra del Pd (Bersani, Cuperlo, Fassina) non vuole cancellare la possibilità di reintegrare i lavoratori licenziati: «No a deleghe in bianco al governo», che però incassa il primo sì in commissione al Senato. Intanto è allarme per un presunto patto PdFI per indebolire le norme sull’autoriciclaggio. In parapendio dall’Austria alla Toscana ALLE PAGINE 5 E 11 IN SCENA UN COPIONE SEMPRE IDENTICO di MARIA TERESA MELI S i dice che Renzi abbia sempre bisogno di un avversario. Sull’articolo 18 sapeva di trovarlo in una parte del Pd, la quale ha alzato gli scudi come in un copione sempre identico. Guastella, Guerzoni, Marro A PAGINA 60 WALDRAPP TEAM Il crac della sua società. Lui: i pm? Non dico nulla La ragazza che vola con gli ibis perduti C di MARCO GASPERETTI orinna, 25 anni, è una ragazza austriaca. Ambra, sei mesi, è una femmina di ibis. Ma è Corinna che ha insegnato ad Ambra a migrare. Si era persa a Salisburgo e lei l’ha guidata in A PAGINA 33 volo fino alla Maremma. Quindici arrestati Dopo una sentenza Usa C’era un piano per decapitazioni ispirate all’Isis in Australia Una bambina adottata da una single Sì dei giudici di ROBERTA GIACONI di ELENA TEBANO A PAGINA 17 con l’analisi di Guido Olimpio Il padre del premier indagato per bancarotta Tiziano Renzi, 63 anni, padre del premier, è indagato a Genova con l’accusa di bancarotta fraudolenta. L’indagine è partita sei mesi fa dopo il fallimento della Chil Post, azienda di distribuzione giornali appartenuta alla famiglia Renzi, venduta nel 2010 e poi fallita nel 2013. «Sono certo che le indagini faranno chiarezza», ha detto Tiziano Renzi. A PAGINA 15 Bozza, Caccia, Dellacasa, Imarisio © RIPRODUZIONE RISERVATA Il gorgo che l’Expo deve evitare L Domani il magazine in edicola con il Corriere LONDRA NON SARÀ PIÙ LA STESSA Milano Le Vie d’acqua sotto inchiesta e la trasparenza per tutti gli appalti di GIANGIACOMO SCHIAVI 7kjkdde#?dl[hde Su Io Donna Ottanta pagine sul prêt-à-porter Voto sull’indipendenza in Scozia Per i primi sondaggi è avanti il no di FRANCO VENTURINI biare l’Europa, doveva e deve cambiare l’Italia. Non può bastare il suo ottimo risultato elettorale alle Europee. Fiducia nell’Italia significa riforme fatte e rese operative senza arenarsi nella vergognosa montagna dei decreti attuativi che non hanno mai visto la luce, significa pochi annunci ma seguiti da riscontri, significa non avere un Parlamento bloccato dai regolamenti di conti interni ai partiti (e qui la colpa non è di Renzi, o non è soltanto sua). Non vogliamo dire che il premier abbia fatto poco o nulla nei suoi primi mesi di governo. Non sarebbe nemmeno giusto liquidare ora i suoi «mille giorni». Ma un problema esiste, ed è di considerevole entità: se Renzi non capirà alla svelta che un certo atteggiamento retorico («se vogliono la guerra avranno la guerra», ecc.) risulta controproducente in Europa più che mai se non è puntellato da realizzazioni compiute, sarà il suo stesso progetto a finire contro un muro. Un muro che potrebbe chiamarsi Katainen prima ancora di chiamarsi Merkel. Resta l’ipotesi che Renzi sia arrivato alla conclusione che le resistenze alle riforme siano troppo forti, che si debba andare alle elezioni nel 2015 portando in dote i tentativi riformisti (vani?) cui stiamo per assistere a cominciare dal decreto lavoro. Si capirebbe, allora, che nella sua strategia certi messaggi diretti all’opinione pubblica nazionale prevalgano oggi sulla moderazione dei comportamenti verso l’Europa. Si tratterebbe comunque di un errore, perché il danno fatto renderebbe ancor più difficile una risalita già molto ardua. Ricordate il Telemaco del primo discorso a Strasburgo? Era coraggioso e pieno di speranza. Ma se non cambierà anche lui, assieme all’Italia e all’Europa, Ulisse non riuscirà a trovarlo. FHÛJ#À#FEHJ;H &)9EDL$B$*,%&*"7HJ$'9$'$ ?J7B?7D;IF7IF;:$?D7$F$#:$B$)+)% ;DJE9ED?B9EHH?;H;:;BB7I;H7:;B(&I;JJ;C8H;(&'*#FEIJ; H9IC;:?7=HEKFIF7D$)/I;JJ?C7D7B;:?IJH?8K?JE?D788?D7C&$D;?=?EHD?IK99;II?L?Ð'"+&!?BFH;PPE:;BGKEJ?:?7DE :98C?B7DE9EHH?;H;:;BB7I;H7Ð'"*&!?E:EDD7Ð&"+&Ð'"/ Il referendum E IL SEMESTRE INTANTO PASSA I Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: [email protected] Fondato nel 1876 IL MODO GIUSTO DI FARSI VALERE IN EUROPA n Europa non dobbiamo avere paura di dire la nostra. Non deve farci sentire più insicuri un presidente del Consiglio che «ci mette la faccia» per chiedere a Bruxelles (pardon, a Berlino) più elasticità in un rigore che, almeno per quanto riguarda il deficit al 3% del Pil, il governo intende rispettare. E tuttavia, se per l’Italia è una conquista mostrarsi meno timida del solito, c’è modo e modo di farsi valere. E basta poco, anche con le migliori intenzioni, a spararsi sui piedi. Matteo Renzi è pericolosamente vicino a questa dolorosa constatazione. Non gli manca di certo la capacità di comunicare, ma la consapevolezza di dover rendere l’Italia più credibile quando la si guarda dalle capitali europee che contano, quella sì sembra fargli difetto. Il suo linguaggio è spesso aggressivo verso «l’Europa da cambiare», obiettivo che condividiamo ma con altro stile. La sua sfida per imporre Federica Mogherini nel ruolo di Alto rappresentante per la politica estera è stata vinta, ma ha creato malumori, per l’eccesso di irruenza troppo diverso dalle paludate mediazioni cui è abituata la Ue. Quanto al semestre di presidenza italiana, era nato zoppo per il tempo che avrebbe richiesto il ricambio della Commissione. E comunque quando qualcosa si prova a fare siamo alle solite, come dimostra il poco rispettoso tira e molla sul vertice che si terrà l’8 ottobre a Milano per discutere di lavoro. Un errore di calcolo pare del resto emergere sull’effettiva consistenza dell’«asse» con la Francia che ha le stesse nostre rivendicazioni, ma che si guarda bene dall’irritare la Germania, debole com’è nelle sue alte sfere politiche. Germania che a sua volta lascia trapelare una certa insofferenza nei confronti di una Italia definita «inconcludente». Per convincere e ottenere (forse), Renzi, oltre a cam- In Italia (con “Sette”) EURO 1,90 www.corriere.it italia: 51575551575557 A PAGINA 29 Il cardinale Pell «Comunione, no ai divorziati» di MARIA A. CALABRÒ A PAGINA 23 Vecchi I l mercato tende, per sua natura, a cercare rapidamente una spiegazione delle cose (inspiegabili) che accadono. Ieri era una giornata molto importante per capire quante possibilità ci sono di riuscire a combattere il calo dei prezzi (la deflazione), uno scenario di forte rallentamento dell’economia in Europa. E la Banca centrale europea ha messo in campo una delle armi più efficaci: la possibilità per le banche europee di finanziarsi a un tasso d’interesse molto basso, pari allo 0,15%. Tanto per avere un’idea la media dei tassi di finanziamento per le imprese viaggia ancora intorno al 9%, quasi dieci volte di più. E che cosa è accaduto? Che gli istituti di credito hanno bussato alle porte di Francoforte chiedendo molti meno fondi di quanto non ci si aspettasse. Soltanto 82 miliardi di euro rispetto ai circa 150 miliardi previsti. CONTINUA A PAGINA 60 A PAGINA 50 Chiesa, Massaro 2 Primo Piano Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Il referendum Via da Londra La scheda L’affluenza Sono stati più di quattro milioni gli scozzesi che si sono registrati per votare: più del 97 per cento degli aventi diritto. Ammessi alla consultazione anche i sedicenni (il 17,2 della popolazione) che si sono presentati numerosi negli uffici elettorali. Trentadue le circoscrizioni. Le donne rappresentano più della metà della popolazione. In totale gli scozzesi sono l’8 per cento di tutti gli abitanti del Regno Unito che conta 63 milioni di abitanti. I seggi erano 5.579 e sono rimasti aperti dalle 7 alle 22 ora locale (le 23 in Italia). L’affluenza alle urne è stata altissima. In quasi ottocentomila hanno scelto di votare per posta Il Parlamento L’Act of Union aveva sancito, nel 1707, l’unione tra Londra ed Edimburgo. Ma nel 1999 Londra ha concesso la prima forma di devoluzione con la creazione del Parlamento scozzese che ha competenze su scuola, sanità, ambiente e giustizia. Però è presente anche una rappresentanza di deputati scozzesi nella Camera dei Comuni. Ed esponenti della Scozia sono chiamati a far parte delle maggiori istituzioni pubbliche britanniche in base al principio della par condicio L’economia La Scozia è il maggior produttore di petrolio della Ue, costruisce il 28 per cento dei computer europei, ha un tasso di disoccupazione più basso rispetto al Regno Unito, il 7,5 contro il 7,8 per cento. Però ha una spesa pubblica per abitante superiore al resto dell’isola. Il pil pro capite è pari a 26.424 sterline, contro le 22.336 del Regno Unito. Tra i colossi bancari, a Edimburgo hanno sede la Royal Bank of Scotland e la Bank of Scotland Scene da Edimburgo In alto l’ufficio della campagna antiseparazione «Better Together». Qui sotto, i «cupcake» di una pasticceria che ha fatto un sondaggio tra i clienti (Foto di Alessandro Rota) In Scozia è il giorno del giudizio I sondaggi: la vittoria al «no» DAL NOSTRO INVIATO EDIMBURGO — Elisabetta è nell’amato amato castello di Balmoral nell’Aberdeenshire. E lì fra le 6.30 e le 7.30 del mattino di venerdì (ora britannica) saprà se dovrà inserire il doloroso capitolo della secessione scozzese nella sua lunga storia di regina o se avrà la certezza che il Regno resta Unito. Poi deciderà se tornare a Buckingham Palace e, come sostengono i corrispondenti reali, se rivolgersi con un messaggio al Paese. Lo fece nel 1999 con i sudditi australiani quando votarono e bocciarono il referendum per la repubblica. Dovrebbe ripetersi anche questa volta con una formula che suona: «Accetto e rispetto il risultato». La democrazia è democrazia. Sua maestà, nei giorni scorsi, ha invitato gli scozzesi a riflettere bene. E gli scozzesi hanno riflettuto, si sono messi in coda, hanno votato con enorme partecipazione. E a urne chiuse gli ultimi due sondaggi di YouGov e del tabloid Sun concordano nel dare gli unionisti avanti di otto punti, 54 a 46. Il direttore di Vessilli, cornamuse (e realismo), nella notte il conteggio Ma molti hanno scelto pensando ai problemi concreti YouGov si è sbilanciato in nottata: «Al 99% ha vinto il no». Diffidare è sempre necessario ma ben sei rilevamenti nel giro di 24 ore hanno stabilizzato la vittoria, non il trionfo, dello schieramento contrario al divorzio da Londra. Nella sostanza la Scozia appare divisa quasi a metà, lo scarto è minimo. «Il D-day per l’Unione» ha titolato il Times. «Giorno del destino» hanno titolato insieme il Guardian e Scotsman. L’Union Uomini e donne Nei sondaggi le donne sono per lo status quo: niente secessione. Più indipendentisti gli uomini Jack e la croce bianca di San Giorgio su sfondo azzurro per l’intera prima pagina del Daily Telegraph. Sintesi di una data, 18 settembre, che segna un punto di svolta per il Regno Unito. I leader tory, laburisti e liberaldemocratici hanno battuto porta a porta le città e i villaggi per convincere gli indecisi. L’indipendentista Alex Salmond ha lanciato i suoi supporter con auto, pullmini, vessilli, megafoni. «Siamo nelle mani del popolo scozzese e non c’è nulla di più sicuro che essere nelle mani del popolo scozzese», ha ottimisticamente rilanciato il numero uno separatista. A Edimburgo sono sbarcate delegazioni dei «fratelli» catalani, baschi, corsi, sardi e veneti, convinti che «saremo noi a fare la grande festa». Ma lo smash migliore a favore della secessione lo ha messo a segno il campione del tennis Andy Murray. A Wimbledon, nel 2013 quando aveva vinto dopo un’attesa per il Regno Unito durata 77 anni, si era avvolto nel drappo britannico. Ieri ha usato Twitter per esternare il suo pensiero da scozzese: «Let’s do it». Ovvero ha abbracciato la causa di Alex Salmond. Il sì è più visibile nella strade e davanti ai seggi. Il no è silenzioso. Maggioranza allegra e chiassosa? O maggioranza silenziosa? Gli scozzesi votano con molta attenzione ai problemi concreti. I sondaggi dicono che 70 sostenitori su 100 dell’indipendenza non badano alla motivazioni nazionaliste e patriottiche, pensano alle oppor- tunità, alle «conseguenze pratiche». E ancora più alta (78 su 100) è la percentuale di chi si esprime per l’unione avendo come metro di giudizio sempre le «conseguenze pratiche». Mediamente, 19 scozzesi su 100 affidano la scelta nell’urna al cuore, alla identità nazionale. Sono più indipendentisti gli uomini, se fosse per loro (53 su 100) la Scozia sarebbe indipendente. Le donne (58 su 100) scelgono lo status quo: staccarsi porta incertezza, niente secessione. I giovani sono separatisti in maggioranza. I 65enni e oltre credono che sia meglio proseguire il cammino con Londra. «Ce la giochiamo sul filo di lana» aveva ammesso Alistair Darling, che ha diretto la campagna di «Better Together», il fronte antiseparazione. Chi aveva puntato sul «fattore paura» come unico elemento condizionante della scelta è smentito dalla fotografia dell’elettorato: il 58% degli scozzesi si è espresso guidato dal sentimento di speranza, solo il 38 dalla paura. La Scozia ha votato con passione e con timore, con fiducia e con realismo. Da oggi indipendentisti e unionisti torneranno a lavorare assieme «nell’interesse della Scozia e del Regno Unito» è scritto nell’accordo che consentì nel 2012 il referendum. E domenica i leader dei due fronti insieme parteciperanno alla funzione religiosa della riconciliazione. Fabio Cavalera @fcavalera © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 3 # In piazza Una manifestazione a favore dell’indipendenza alla periferia di Edimburgo (Afp) ✒ L'analisi Il Regno Unito cambia per sempre I Tory sull’orlo di una crisi di nervi DAL NOSTRO INVIATO 97 59 la percentuale degli scozzesi che si sono registrati per votare al referendum sulla secessione: un’affluenza record, pari a 4.285.323 elettori. Il numero di chi ha votato per posta è stato di 789.024 elettori. I seggi erano 5.579 il numero dei rappresentanti della Scozia alla Camera dei Comuni di Westminster su un totale di 650 deputati. Dal 1998 è stato ricreato anche un Parlamento scozzese, con sede a Edimburgo, che è composto da 129 deputati LONDRA — Il Regno Unito da oggi è diverso. L’esito del voto, anche con la probabile vittoria del no che i sondaggi notturni danno avanti di 8 punti, avrà importanti ricadute costituzionali. E peserà sul futuro dei conservatori e dei laburisti. La retorica dei vincitori cancellerà per qualche ora la realtà che è comunque una: c’è un altro Regno Unito. David Cameron ha il merito di avere accettato la sfida, ritenendo il referendum separatista un esercizio naturale di democrazia, visto che lo chiedeva il primo partito scozzese. Ma sia il premier britannico sia il leader dell’opposizione Ed Miliband hanno commesso un grave errore: hanno sottovalutato gli indipendentisti, la loro crescente capacità, con toni moderati e pragmatici, mai volgari e folcloristici, di toccare le corde passionali del nazionalismo. Non un populismo verboso e arrogante, semmai l’orgoglio politico con solide radici storiche e culturali, unito a intelligenti strategie comunicative. I più alti dirigenti della amministrazione statale avevano ammonito Downing Street sin da gennaio che l’abile Alex Salmond, il «first minister» di Scozia, stava recuperando terreno e che il quadro si stava modificando. E pure i leader laburisti scozzesi avevano riportato a Londra le medesime preoccupazioni, segnalando che una parte partito si andava schierando per il sì. Ma soltanto nelle ultime due settimane David Cameron e Ed Miliband si sono svegliati dal torpore promettendo una più ampia devoluzione alla Scozia, specie in materia fiscale. Così, per i silenzi e per i ritardi di Londra, il risultato è rimasto in bilico fino all’ultimo e la Scozia si divide sostanzialmente a metà. A livello costituzionale e istituzionale la conseguenza è evidente: se anche si scongiura la secessione, sarà inevitabile allargare gli spazi di sovranità della Scozia (l’hanno giurato Cameron, Miliband e Clegg), a cominciare dalle tasse e Scenari di ribellione La prospettiva di una devoluzione ampliata è contestata da un centinaio di deputati conservatori inglesi Londra Il premier David Cameron L’errore Sia il premier sia il leader laburista hanno sottovalutato gli indipendentisti con i loro toni moderati e pragmatici dal welfare. E ciò significa viaggiare verso un assetto federale, una Londra e un parlamento di Westminster molto meno dominanti politicamente, tenuto pure conto delle inevitabili spinte che arriveranno dall’Irlanda del Nord e dal Galles e tenuto conto che molti fra gli unionisti scozzesi hanno votato «no» in forza della promessa di una più ampia delega di poteri. Con l’indipendenza nascerebbe un nuovo Regno Unito che non ha più la Scozia. Ma con la Scozia che resta nasce un nuovo Regno Unito federale. Non è un gioco di parole: nulla sarà come prima. Questa considerazione, condivisa da tutti gli analisti, porta a una seconda ricaduta che è politica e che tocca sia David Cameron sia Ed Miliband. La prospettiva di una devoluzione ampliata viene contestata da almeno un centinaio di deputati conservatori inglesi i quali prefigurano scenari di ribellione al loro premier e una dura opposizione ai Comuni. Dopo le insubordinazioni sui matrimoni gay, dopo le fibrillazioni antieuropee, dopo le rincorse allo Ukip, ora la devoluzione: i conservatori sono sull’orlo della crisi di nervi. Alla vigilia delle elezioni non è un segnale rassicurante per Cameron che punta alla riconferma. E non è che stiano meglio i laburisti. L’incubo referendum li ha allarmati e divisi. Con la secessione Ed Miliband perderebbe ogni speranza di andare a Downing Street dato che la Scozia è un fortino laburista. Con l’unione confermata e con la devoluzione, invece, cresce e si moltiplica il «peso» condizionante dei 41 parlamentari laburisti scozzesi oggi presenti a Westminster: saranno determinanti negli equilibri numerici nel caso in cui Ed Miliband riuscisse a vincere le consultazioni generali della prossima primavera. Questo referendum cambierà gli equilibri costituzionali e politici del Regno Unito. Una storia, una bella storia, è alla spalle. E un’altra sta per cominciare. F. C. @fcavalera © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso Ventitremila abitanti e zero disoccupazione, grazie ai giacimenti nel Mare del Nord: «Vogliamo restare con Londra» E le isole Shetland sognano la «controsecessione» I residenti delle terre ricche di petrolio La mappa chiedono di votare, Edimburgo dice no DAL NOSTRO INVIATO LONDRA — Hanno il petrolio, quasi zero disoccupazione, un reddito superiore ai patrioti del sud e sono anche un po’ vichinghi, visto che la città più vicina è la scandinava Bergen e la Norvegia li regalò alla Corona britannica nel Quindicesimo secolo: perché mai i 23 mila abitanti delle 100 isole Shetland (solo 16 abitate) avrebbero dovuto votare sì all’indipendenza della Scozia, che dista 150 chilometri di mare e vuole il loro greggio? Meglio farsi proteggere dalla lontanissima Londra: già nella consultazione del 1979 il 73% degli shetlander votò contro i secessionisti di Edimburgo. Questa volta il Parlamento autonomo scozzese non è stato liberal: mille abitanti avevano firmato ad aprile una petizione chiedendo un referendum indipendentista. Un altro, da tenersi nell’arcipelago. Una secessione dalla secessione. Però Edimburgo non ha fatto come Londra e ha risposto picche: vi abbiamo già dato molta autonomia. Il referendum oltre il referendum avrebbe dovuto tenersi la settimana prossima. Ieri il ministro per la Scozia Alistair Carmichael ha detto che le Shetland potrebbero diventare territorio autonomo sul modello dell’Isola di Man. Una beffa: come se le Baleari si liberassero della Catalogna se questa si libera della Spagna. Il dominus e il domino del nazionalismo: se lo svegli parte l’onda. Bye bye scozzesi: altri fermenti autonomisti corrono sulle onde dalle isole Orkney alle Western Isles. Ma sono le Shetland le più ambite e inquiete. L’arcipelago, passato agli inglesi nel 1469 come dote di una principessa danese, divenne nell’800 una delle capitali della pesca alla sardina. Il vero boom è arrivato con la scoperta dei giacimenti nel Mare del Nord negli anni 70 del ‘900: il terminal di Sullom Voe è tra i più grandi d’Europa. Gli shetlander galleggiano sul 20% delle riserve nazionali di petrolio e gas. Gli alberghi dell’unica cittadina, Lerwick, sono pieni di businessmen, nel porto stazionano sei navi da crociera dove vivono i Mar di Norvegia Unst Yell ISOLE SHETLAND Whalsay Mainland Bressay SCOZIA Gran Irlanda Bretagna Londra Mar del Nord 1.700 dipendenti dell’impianto francese Total. Per questi vichinghi l’ideale sarebbe nessun cambiamento. «Anche il movimento indipendentista rappresenta una minoranza — ha detto ieri al Wall Street Journal il rappresentante dell’amministrazione locale Malcolm Bell —. Però la devolution non si deve fermare a Edimburgo». La questione dell’indipendenza scozzese ha acceso le spinte localiste in Inghilterra, in misura minore in Galles. E anche lassù, sulla piattaforma isolata delle Shetland popolata più da uccelli marini che da umani (la colonia delle pulcinelle di mare conta 250.000 esemplari). Chi non vorrebbe un po’ di Devo Max (il massimo dell’autonomia)? Quando un giornalista del Guardian ha visitato Lerwick alcuni giorni fa ha trovato bandiere norvegesi nei giardini delle case. Nessuna traccia di Union Jack o di Saltire, il vessillo scozzese. Curiosamente il movi- Le ricchezze dell’arcipelago Il petrolio. I giacimenti del Mare del Nord, vicino all’isola Mainland, sono i più grandi d’Europa: 866 mila barili al giorno, per un prezzo di 100 dollari ogni barile Gas. Sempre nel campo dell’energia posto importante ricopre la produzione di gas: più di trenta miliardi di metri cubi all’anno. Ma si pensa anche alle energie rinnovabili Lana. Le isole Shetland sono rinomate anche per gli allevamenti di bestiame, in particolare gli ovini. Dalle pecore viene lavorata una delle qualità migliori di lana Pesca. Le acque del Mare del Nord sono ricche di fauna ittica. Particolarmente redditizia è la pesca delle aringhe. E Lerwick, capitale delle Shetland, è il mercato principale mento indipendentista nelle Shetland sembra più rappresentato dai meno giovani (al contrario dei vicini-colleghi di Aberdeen con la loro vibrante Generation Yes). «Meglio il diavolo che conosci», ha detto a Robert Crampton un’insegnante trentenne. E Sonny Priest, padrone della birreria Valhalla Brewery, ha detto ieri al Wsj: «Per la nostra produzione ci servono ingredienti dall’Inghilterra. Indipendenza vuol dire costi più alti». Meglio restare attaccati a Londra (che produce, o comunque tratta, il 20% della ricchezza del Regno Unito). Nella Storia Cento isole (15 disabitate) che la Norvegia regalò alla Corona britannica nel Quindicesimo secolo Petrolio, bandiere norvegesi e pulcinelle di mare, gli shetlander si preparano al festival di metà inverno, Up Helly Aa, che è l’avvenimento principale dell’anno. Gli uomini (molti chiamati Magnus) si fanno crescere barbe da guerrieri, le donne preparano i costumi con i bambini. La vita tranquilla di un arcipelago sperduto nel petrolio. Ma se qualche agenzia turistica basca organizza altri tour indipendentisti dalla Catalogna alla Scozia, gli shetlander sono pronti ad aggiungersi sulla mappa. Michele Farina © RIPRODUZIONE RISERVATA ✒ La Catalogna si lancia alla rincorsa di ANDREA NICASTRO I l leader spagnolo Mariano Rajoy è stato cristallino: gli indipendentismi sono «siluri contro lo spirito europeo, perché l’Europa è fatta per integrare Stati, non per frammentarli». «Chi intraprende questo processo non si aspetti aiuti per rientrare in Europa». «Faremo di tutto per rendere la cosa difficile». Oggi all’una, in una conferenza stampa convocata prima di conoscere i risultati scozzesi, Artur Mas dirà cose ben diverse. In fondo, al capo del governo catalano non importa come sia andata ad Edimburgo. Conta il referendum in sé. «Se hanno votato gli scozzesi, perché non dovremmo farlo anche noi catalani? Siamo forse cittadini di serie B della democratica Europa?». Le posizioni tra Madrid e Barcellona sembrano inconciliabili. Il 13 dicembre 2013 la Catalogna annunciò il proprio referendum per staccarsi dalla Spagna. La data fu fissata strategicamente al 9 novembre dopo il voto scozzese. «È illegale, non si farà» tuonò Rajoy. Da allora il conto alla rovescia è proseguito con i due leader ad aspettare immobili. Si sono incontrati appena due volte e praticamente senza guardarsi. Ora le lancette accelerano. Stamane il Parlament catalano approverà con la sua schiacciante maggioranza separatista una Legge per le consultazioni popolari. Legge alla mano, Mas potrà varare subito il decreto per il voto del 9 novembre o temporeggiare sino a martedì quando Rajoy partirà per la Cina. Qualsiasi tatticismo non fermerà i ricorsi di Madrid e la bocciatura del Tribunale Costituzionale dove il fronte antisecessionista è ferreo. Insomma, i prossimi giorni confermeranno quel che già si sa: Barcellona vuole il diritto all’autodeterminazione, Madrid non intende concederla. Quindi? C’è chi invoca la disobbedienza civile: urne in piazza e che venga pure l’esercito spagnolo a bruciarle per la vergogna della democrazia iberica. Altri, come lo stesso Artur Mas, pensano a elezioni regionali con partiti pro o contro l’indipendenza. Ma poi che farà il vincitore separatista? Forse i due leader hanno interesse a mantenere la questione aperta fino alle rispettive rielezioni pensando di guadagnare voti dal clima di scontro. Non sarebbe la prima volta, però, che ambizioni personali trascinano dei popoli alla rovina. © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 italia: 51575551575557 Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 5 La squadra Il governo Le scelte 5 6 7 8 10 9 4 2 L’intervista L’ex ministro 12 13 11 3 14 15 16 1 Al tavolo La riunione a Roma della segreteria pd: 1. Stefania Covello, 42 anni, delega al Mezzogiorno; 2. Sabrina Capozzolo, 27, politiche agricole; 3. Lorenza Bonaccorsi, 46, cultura e turismo; 4. il segretario Matteo Renzi, 39; 5. Valentina Paris, 33, enti locali; 6. Andrea De Maria, 47, formazione; 7. Ernesto Carbone, 40, Pa e Made in Italy; 8. Debora Serracchiani, 43, vicesegretaria, delega alle infrastrutture; 9. Emanuele Fiano, 51, rifor- me; 10. Francesco Bonifazi, 38, tesoriere; 11. Chiara Braga, 35, ambiente; 12. Filippo Taddei, 38, economia; 13. Francesca Puglisi, 45, scuola; 14. Micaela Campana, 36, welfare; 15. Alessia Rotta, 39, comunicazione; 16. Enzo Amendola, 40, esteri. Non compaiono nella foto: Lorenzo Guerini, 47, vicesegretario, delega all’organizzazione; David Ermini, 54, alla giustizia e Giorgio Tonini, 55, al federalismo (foto dal sito del Pd/Cagelli) C’è un primo sì al Senato sul Jobs act Ma la sinistra pd spacca il partito Bindi e Bersani: niente deleghe in bianco. Orfini chiede correzioni ROMA — «È ora di finirla ma di avere un testo definitivo con la caricatura dei Flintstones, sarebbe un errore». E Roberto che girano sulle ruote di pietra Speranza, leader dell’area riforsventolando la bandiera della mista: «Lo sciopero? Parlarne mi Cgil...». Gianni Cuperlo ruba pare prematuro. Studieremo e un’immagine al celebre cartone troveremo un compromesso». ambientato nell’età della pietra Per gli ex ds l’articolo 18 è una per marcare la distanza da Renzi: questione politica di vita o di «Nel Pd non c’è una componen- morte. E non solo per loro, visto te che innova e un’altra che grida lo stato d’animo della cattolica “Wilma, dammi la clava!”, non è Rosy Bindi: «Per essere di sinicosì... L’innovazione siamo stra non c’è bisogno di essere noi». Il «noi» scandito dall’ex comunisti...Quando ero nella presidente del partito rivela Margherita andai alla manifequanto profonda sia la spaccatu- stazione di Cofferati, quella dei ra sull’articolo 18. «Niente dele- tre milioni di persone. E certo ghe in bianco» è il messaggio non cambio idea adesso, che soche Bersani ha spedito all’indi- no nel Pd». Non voterà la riforrizzo di Palazzo Chigi, denun- ma? «Voglio essere chiara. Sul ciando le «intenzioni surreali» diritto al reintegro non si danno del governo e chiedendo chiari- deleghe in bianco al governo». menti: «Si descrive un’Italia co- La ex presidente si prepara a salme vista da Marte. E poi in tutta dare i suoi dubbi con quelli delEuropa esiste la reintegra, an- l’opposizione bersaniana e dalecorché non obbligatoria...». E adesso, tra coloro che si smarcano, c’è an- Il paragone che il presidente Matteo Orfini, il quale condivide i titoli del Jobs act e non lo svolgimento: «Servono correzioni importanti al testo». Per non dire di Stefano Fassina, il più duro contro il governo che vuole superare la norma simbolo dello Statuto dei lavoratori: «È una linea inaccettabile, opposta al programma del Pd e di Renzi. Peggiorerà le condizioni I Flintstones dei lavoratori e aggraPer Gianni Cuperlo, verà la recessione». AnMatteo Renzi descrive che Alfredo D’Attorre, la minoranza pd come I preoccupato perché «il Flintstones, cartone quadro si sta sfilacciananimato ambientato do», ritiene «insosteniall’età della pietra bile una delega in bianIl cartone co al governo che conNoto in Italia anche senta di fare tutto e il come Gli Antenati, la suo contrario». serie di Hanna e L’ala sinistra e riforBarbera, in onda negli mista del Pd non vuole Usa dal 1960, narra le votare con la destra su storie di Fred e Wilma una questione cruciale, Flintstones e Barney e non vuole cancellare la Betty Rubble. Oltre a possibilità di reintegrautilizzare dinosauri e re i lavoratori licenziati animali, preistorici e no e si appresta a salire come elettrodomestici, i sulle barricate. Il dipersonaggi si muovono lemma è, scendere in con un’auto con le ruote piazza o no? I sindacati di pietra, a cui ha fatto si mobilitano e l’idea di riferimento ieri Cuperlo una fronda che possa aderire a scioperi e manifestazioni preoccupa il Nazareno. Orfini frena: «Cosa farò se la Cgil scenderà in piazza? Vedrò al tg come è andata la manifestazione. Annunciare scioperi pri- A Roma Il premier Matteo Renzi cammina con Filippo Taddei dopo la segreteria del Pd che si è svolta nella sede del Nazareno (Benvegnù-Guaitoli) In commissione Via libera dalla commissione Lavoro del Senato anche con i voti dem alla delega sul lavoro: martedì in Aula miana: «Io sono per il superamento del bicameralismo, ma per rafforzare il Parlamento e non per renderlo subalterno al premier». La commissione del Senato ha approvato la delega lavoro e gli otto «dem» si sono espressi a favore, ma Erica D’Adda ha chiesto di essere sostituita per non votare no. La fronda si allarga. Fassina, Civati, Damiano e i senatori già «dissidenti» vicini a Chiti si vedranno all’inizio della settimana. E ieri mattina, quando Luigi Zanda ha riunito il gruppo, l’aria era elettrica. Walter Tocci: «Ci fate fare incontri interlocutori e intanto andate avanti come caterpillar». L’ex viceministro Cecilia Guerra: «Noi la delega la vogliamo, ma così è troppo aperta. Non si può dare il messaggio che il rilancio del mercato del lavoro passi per una riduzione dei diritti. Io sono contraria». Il Pd non può arrivare spaccato di fronte al testo definitivo del governo. La mediazione va trovata prima, a costo di litigare per ore nella direzione che Renzi ha convocato ad hoc per il 29 settembre. Si cerca un accordo, che scongiuri una frattura. E se Debora Serracchiani avverte che «la linea non la decide Fassina» e che il Pd andrà «fino in fondo», Lorenzo Guerini si dice certo che si troverà una soluzione condivisa. Monica Guerzoni © RIPRODUZIONE RISERVATA Fornero: è solo un regalo a Ncd Così non creano posti di lavoro ROMA — «Fui trattata abbastanza male dal Pd quando feci la riforma del mercato del lavoro. E per me oggi sarebbe facile dire “avete quel che vi meritate”, ma il punto non è questo. Piuttosto mi chiedo se l’abolizione dell’articolo 18 sia davvero quel che serve». Elsa Fornero, che da ministro del Lavoro del governo Monti ebbe il coraggio di intaccare il tabù dell’articolo 18, risponde al telefono da Bruxelles, dove ha partecipato a un convegno sull’occupazione promosso dal commissario uscente László Andor. Non serve abolire il diritto al reintegro nei licenziamenti senza giusta causa? «Guardi, nel convegno sono emerse due cose. La prima è che le riforme del mercato del lavoro da sole non creano occupazione. Devono essere collegate a politiche macroeconomiche. L’Europa ha già fatto molto sul lato dell’offerta, ma non abbastanza su quello della domanda. La seconda è che non possiamo essere schizofrenici». In che senso? «Che da una parte ci lamentiamo della precarietà e dall’altra liberalizziamo sempre più i contratti, che quando va bene si tramuta in flessibilità, quando va male in libertà per i datori di lavoro di fare quello che vogliono. E in un periodo di grave crisi questi non privilegiano certo la stabilizzazione dell’occupazione e il capitale umano». Forse l’accelerazione di Renzi risponde alle pressioni internazionali, dalla Bce alla Commissione europea. «Non credo proprio. Ho parlato con i vertici dell’Ocse e, semmai, sono sconcertati che si torni a discutere di articolo 18, già riformato solo due anni fa. Si sarebbe dovuto seguire un metodo diverso: valutare i risultati di quella riforma e vedere se essa andava corretta. Misurare quanti sono stati i licenziamenti, quanti i reintegri decisi dal giudice e quanti gli indennizzi e soprattutto quante controversie sono state risolte con la conciliazione. Questo non è stato fatto, rafforzando l’immagine di un Paese che cambia in continuazione le norme senza che si capisca perché. L’incertezza aumenta e questo non spingerà gli investitori esteri a venire in Italia». E allora perché Renzi avrebbe deciso di accelerare? «Per risolvere un Gli obiettivi conflitto nella magMi chiedo gioranza, accogliendo la richiesta del se davvero centrodestra, serva abolire Nuovo che ne fa una vittoria l’articolo 18 di bandiera. Non è un buon presupposto per la riforma». Molti però sostengono che la sua non abbia funzionato. «Ripeto, verifichiamo. La mia riforma arrivò in un momento sbagliato, di acuta crisi economica. Ma aveva molta sensibilità sociale. Cercava di rendere meno precario l’ingresso al lavoro e un po’ meno rigida l’uscita, perché le due cose stanno insieme. Però, se non c’è domanda di lavoro, l’unico modo per crearla è ridurre in maniera significativa le tasse sul lavoro. Ma su questa, che è la vera cosa importante, non abbiamo ancora capito come farà il governo». Il contratto a tutele crescenti le piace? «Sulla carta è interessante, ma bisognerà vedere bene i contenuti. Se la tutela crescente si risolve in un po’ più di indennizzo in cambio della libertà di licenziare, allora non è che sia un gran tutela. Il diritto al reintegro resterà solo sui licenziamenti discriminatori, ma è molto difficile per il lavoratore provare questa fattispecie». Le nuove regole si applicheranno ai nuovi assunti. «Appunto. Invece di eliminare la divaricazione tra vecchi e giovani ne creiamo una nuova. Lo stesso errore del 1995 con la riforma delle pensioni». ❜❜ Enrico Marro © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Primo Piano Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Il governo Le scelte Fmi: risparmi difficili senza toccare le pensioni ROMA — La spending review non otterrà i risultati sperati senza ricomprendere nei tagli anche le pensioni. A dirlo è il Fondo monetario internazionale, che ieri ha rivisto al ribasso la stima del prodotto interno lordo 2014 per l’Italia, dopo i dati di Standard & Poor’s e dell’Ocse, anch’essi negativi. Secondo il Fmi, la ricchezza prodotta sarà in calo dello 0,1%. L’ennesima flessione dopo le frenate dell’ultimo biennio (-2,4% nel 2012 e -1,9% nel 2013). Nella precedente previsione di luglio il Fondo monetario stimava il Pil in crescita dello 0,3%. «I rischi restano ancorati al ribasso», sentenziano gli economisti del Fondo, ricordando, tra l’altro, fattori come le «tensioni geopolitiche, la possibilità di una stagnazione e una bassa inflazione». Gli analisti di Washington si aspettano un segnale di ripresa per il 2015, con il Pil in aumento dell’1,1%. Un tasso di crescita destinato a mantenersi costante fino al 2019. Un quadro poco rassicurante nell’immediato, sebbene il Fondo esprima un giudizio positivo sui progetti di riforma messi in cantiere dal premier Matteo Renzi. La legge elettorale, per esempio, è un contributo al sostegno e all’attuazione delle riforme. Bene anche l’intervento sulla giustizia e sul lavoro. Le note dolenti arrivano invece sulla spesa pubblica. Risparmi significativi ci saranno D’ARCO Il Fondo all’Italia: bene su Jobs act e giustizia, riforme urgenti. Tagliate le stime sulla crescita Le stime di crescita per il 2014 PIL In % nel I trimestre Fondo monetario Ocse Banca d’Italia -0,1% +0,7 +0,5 +0,3 +0,2 nel II trimestre -0,1 luglio ora -0,2% -0,4 maggio ora gennaio ora Fonte: Istat solo se si interviene anche sulla «grande spesa pensionistica. La spesa per le pensioni italiana — osservano — è la più alta d’Europa, pari a circa il 30% del totale». È appena il caso di ricordare che il piano del commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, che proprio dal Fondo viene e al Fmi sta per tornare, suggeriva al governo diversi tagli alla spesa previdenziale e assistenziale (pensioni d’oro, assegni di accompagnamento, pensioni d’invalidità, reversibilità) che però Renzi ha deciso di scartare perché impopolari. A preoccupare il Fondo è anche il tasso di disoccupazione: alla fine dell’anno sarà ai massimi dal dopoguerra, toccando il 12,6%. Secondo il dossier dedicato all’Italia, nel 2017 la disoccupazione sarà ancora al 10,5%. A questo si aggiunga che l’istituto si attende per quest’anno un debito al 136,4% del Pil, con un deficit che ondeggerà vicino alla soglia del 3,0%. Spiegando che l’Italia deve «muoversi rapidamente sulle riforme», l’istituto di Washington guidato da Christine Lagarde valuta positivamente l’idea di modificare le regole del Ripresa Gli economisti di Washington si aspettano un aumento del Pil nel 2015 pari all’1,1% Giustizia Il Fondo monetario esprime parere positivo sulla riforma elettorale e su quella della giustizia mercato del lavoro, introducendo un «singolo contratto. Ciò porrebbe i lavoratori in una situazione più equa — spiega l’analisi — incentivando i datori di lavoro ad investire nel proprio staff». Il giudizio favorevole cade nelle ore del via libera al Jobs act, da parte della commissione lavoro al Senato. Il governo proprio ieri ha, infatti, registrato il primo passo in avanti nell’iter del disegno di legge delega sulla riforma del lavoro. Il voto della commissione segna un punto a favore del superamento dell’articolo 18, grazie all’approvazione dell’emendamento dell’esecutivo, che introduce il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti (in pratica la possibilità di licenziare anche senza giusta causa, riconoscendo al lavoratore un indennizzo in base all’anzianità acquisita). La delega sul lavoro approderà tra martedì e mercoledì nell’emiciclo del Senato. Una volta in aula il provvedimento dovrebbe passare senza particolari difficoltà. Le insidie maggiori, stante l’opposizione crescente del mondo sindacale e delle minoranze del Pd, si annidano in commissione Lavoro alla Camera. Renzi, peraltro, ha già minacciato di ricorrere alla decretazione d’urgenza in caso di ritardi. Andrea Ducci © RIPRODUZIONE RISERVATA Le regole sui licenziamenti Com’erano Come saranno Articolo 18 dello Statuto reintegrazione possibile Licenziamento illegittimo? Lavoratore indennizzato L’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori è stato riformato due anni fa con la legge Fornero. Il diritto al reintegro nel posto di lavoro resta per i licenziamenti discriminatori mentre è stato limitato nelle altre fattispecie Secondo l’emendamento del governo al disegno di legge delega sul lavoro, l’articolo 18 dovrebbe subire modifiche coi decreti attuativi. Il diritto al reintegro potrebbe essere abolito per i nuovi assunti Il reintegro sarà limitato a soli 5 casi Si torna in azienda solo se discriminati La legge 92 del 2012 prevede il reintegro solo in 5 fattispecie di licenziamento: discriminatorio; orale; disciplinare se il fatto non sussiste o non è previsto dai contratti; in caso di malattia; economico se c’è insussistenza delle motivazioni Tutti gli assunti con il nuovo contratto a tutele progressive potrebbero essere licenziati liberamente nei primi tre anni e dopo conserverebbero il diritto al reintegro solo in caso di licenziamento discriminatorio Come funziona l’indennizzo per chi viene licenziato Indennizzo legato all’anzianità di servizio Nei licenziamenti disciplinari ed economici non infondati il giudice dispone un indennizzo a favore del licenziato variabile tra 12 e 24 mensilità in base all’anzianità di servizio e ad altre condizioni I dettagli verranno definiti con i decreti attuativi. Ma l’ipotesi prevalente è che i neoassunti, in caso di licenziamento senza giusta causa, riceveranno un indennizzo in relazione agli anni di lavoro svolto Vale per le aziende con più di 15 dipendenti Vale per tutti i contratti a tutele crescenti Anche l’articolo 18 riformato nel 2012 continua ad applicarsi solo a quelle aziende che occupano più di 15 dipendenti. Nel settore privato si tratta di circa 6,5 milioni di lavoratori Coi decreti attuativi dovrebbe saltare anche la distinzione tra aziende con più o meno di 15 dipendenti. L’indennizzo al posto del reintegro si applicherà a tutti i contratti a tutele crescenti ✒ La «pulizia» nel territorio dell’Iva e quei 72 sconti fiscali in un triennio di MARIO SENSINI I n vista della prossima legge di Stabilità «il governo sta valutando, oltre alla revisione delle detrazioni, deduzioni e agevolazioni fiscali, anche la struttura delle aliquote agevolate dell’Iva» del 4 e del 10%. La possibilità di un nuovo intervento sulla tassa di consumo è stata avanzata ieri in Parlamento dal sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, quando solo due giorni fa il ministro Pier Carlo Padoan, in televisione a Porta a Porta, rispondendo ad una precisa domanda sull’Iva di Bruno Vespa, aveva detto che il governo «non ha intenzione di aumentare le tasse». Nella maggioranza il Nuovo Centrodestra, e Forza Italia, all’opposizione, sono subito scattate all’offensiva, come le associazioni dei consumatori. Da quanto pare di capire, tuttavia, il governo non starebbe ipotizzando il semplice aumento delle aliquote Iva agevolate, ma la possibilità di una loro revisione e semplificazione, garantendo una sostanziale parità di gettito rispetto ad oggi. Il governo, piuttosto, sembra propenso a intervenire per sfoltire e, in questo caso, tagliare, la sterminata messe di regimi agevolati concessi a varie categorie di imprese per il pagamento dell’imposta sul valore aggiunto, che per inciso denota un indice di evasione molto elevato, sicuramente tra i più alti d’Europa, e che secondo alcune stime raggiungerebbe addirittura il 25%. La “pulizia” nel territorio dell’Iva dovrebbe essere uno dei capitoli fondamentali della revisione di tutte le cosiddette “tax expenditures”, e cioè l’interminabile elenco di detrazioni, deduzioni, sconti e benefici fiscali esistenti nell’ordinamento, che sono più di 700 e costano circa 250 miliardi l’anno. Zanetti ha confermato che l’operazione, di cui si parla dal 2011, quando l’allora ministro Giulio Tremonti ne avviò la ricognizione, è allo studio. «Non ci sono ancora posizioni definite, ma si sta valutando. La questione fondamentale — ha detto Zanetti — è che le detrazioni che possono dare il maggior apporto sono anche quelle più sensibili». Ovvero, quelle politicamente più costose. Gran parte delle detrazioni Irpef riguarda infatti il lavoro, le pensioni, i familiari a carico, la casa, le spese per la salute. Tutti ambiti molto difficili da aggredire, il che limita notevolmente la portata dell’operazione. Nel frattempo, da quando si è cominciato a parlare della loro razionalizzazione, gli “sconti” fiscali hanno continuato ad affastellarsi. Dal luglio del 2011 al giugno del 2014, ne sono stati varati altri 72, di vario genere, con una spesa di 16 miliardi di euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 italia: 51575551575557 7 8 italia: 51575551575557 Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 9 Bruxelles Il lavoro Il caso Gli interventi per i giovani E Barroso rimette in agenda la conferenza a Milano sull’occupazione DAL NOSTRO INVIATO I diplomatici Un piano contro gli euroscettici Summit degli ambasciatori Ue L’incontro dei 28 rappresentanti nella sede del Corriere MILANO — Abituati a ritrovarsi per le loro riunioni nei palazzi Ue, ieri gli ambasciatori dei 28 Paesi europei giunti da Bruxelles a Milano hanno trovato una sede nuova per discutere: la «sala Montanelli», nella redazione del «Corriere della Sera» a Milano, Italia, Paese presidente di turno dell’Unione. Tema quasi obbligato, il futuro dell’Europa e dell’integrazione comunitaria. Ma in una giornata che certo scontata non era: il referendum in corso sull’indipendenza della Scozia, quello catalano già preannunciato per novembre, le remote isole Shetland con i loro giacimenti marini che a loro volta meditano l’indipendenza dalla Scozia (notizia riportata in prima pagina dal «Wall Street Journal»), e perfino una petizione sul Web con la quale migliaia di isolani chiedono che la Sardegna diventi il ventisettesimo cantone della Svizzera. È come se tutta l’Europa sia percorsa da forze centrifughe, fiancheggiate anche dalla marea euroscettica alle ultime elezioni. E che torni a cercare faticosamente una sua identità. O qualcosa di più profondo ancora. «L’Europa ha bisogno di un sogno, e di un’anima», ha rimarcato il direttore del Corriere Ferruccio de Bortoli, mettendo in guardia contro la tentazione del «pensare piccolo», cioè del rinchiudersi ciascuno nel proprio cortile nazionale: infatti questa non potrebbe mai essere, ha aggiunto de Bortoli, la risposta alle sfide della globalizzazione, dell’attuale crisi economica, o della marea crescente dell’immigrazione. Per l’ambasciatore Stefano Sannino, rappresentante permanente dell’Italia presso la Ue, «sembra che l’Ue che noi stiamo cercando di plasmare non sia abba- Le forze centrifughe Il referendum in Scozia, quello previsto in Catalogna: l’assedio delle istanze indipendentiste Gli impegni italiani Sannino: dirigere gli sforzi per stimolare la crescita e assicurare la sicurezza stanza soddisfacente per i suoi cittadini. Oggi, come presidente di turno dell’Unione, l’Italia ha la responsabilità di dirigere gli sforzi per stimolare la crescita, assicurare la sicurezza, e prevenire abusi contro le 4 libertà fondamentali: il libero movimento delle persone, delle merci, dei servizi e del capitale». Mark Rogers, il rappresentante britannico, ha sottolineato quante sfide spesso difficili, oltre che meriti obiettivi, abbia rappresentato l’integrazione europea per il suo popolo: «Negli ultimi 10 anni il Regno Unito ha goduto di molti vantaggi dall’immigrazione, a livello macroeconomico. Ma questo non significa che non vi siano stati problemi a livello microeconomico. Una parte dei nostri cittadini sente di essere perdente, che la globalizzazione o il mercato comune hanno rubato loro qualcosa. E questo li fa sentire alienati sia dalle politiche nazionali che dal progetto europeo». In tutti i Paesi c’è poi un altro tipo di allarme, ha sottolineato Franco Venturini, editorialista del Corriere: «L’Europa sta sottovalutando il pericolo dell’euroscetticismo, causato non solo dalla crisi del- la disoccupazione e immigrazione ma anche dall’esaurimento di un disegno europeo, dalla mancanza di visione che accentua le crisi di identità nazionale in assenza di un’identità europea». Ma il quadro d’insieme resta molto variegato, tutto composto di luci e di ombre: «L’interdipendenza fra gli Stati europei aumenta costantemente — ha detto il rappresentante del Portogallo Domingos Teixeira de Abreu Fezas — e tuttavia siamo di fronte a segni di crescente frammentazione. Non è facile per gli europei accettare una più profonda interdipendenza». E c’è anche una sorta di convitato di pietra, fuori dal nostro continente, ma vicinissimo alle nostre vicende: difficilmente troveremo una chiave stabile di una politica europea, ha detto l’ambasciatore ed editorialista del Corriere Sergio Romano, «finché non chiariremo il nostro rapporto con gli Stati Uniti». Una cosa è certa: crisi o no, durante i prossimi anni non ci sarà davvero il tempo di annoiarsi, nell’Unione Europea e dintorni. Luigi Offeddu [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Ecco l’elenco degli ambasciatori ieri al Corriere Walter Grahammer (Austria), Dimiter Tzantchev (Bulgaria), Mato Skrabalo (Croazia), Kornelios Korneliou (Cipro), Martin Povejsil (Repubblica Ceca), Jeppe TranholmMikkelsen (Danimarca), Matti Maasikas (Estonia), Pilvi-Sisko Vierros-Villeneuve (Finlandia), Pierre Sellal (Francia), Reinhard Silberberg (Germania), Alexandra Papadopolou (Grecia), Peter Imre Gyorkos (Ungheria), Declan Kelleher (Irlanda), Stefano Sannino (Italia), Ilze Juhansone (Lettonia), Raimundas Karoblis (Lituania), Christian Frederic Braun (Lussemburgo), Marlene Bonnici (Malta), Pieter De Gooijer (Olanda), Domingos Teixeira de Abreu Fezas (Portogallo), Mihnealoan Motoc (Romania), Ivan Korkoc (Slovacchia), Alfonso Maria Dastis Quecedo (Spagna), Anders Ahnlid (Svezia), Mark Ivan Rogers (Regno Unito), Henrik Hololei (Commissione), Hubert Jean Yves (Servizi legali), Jean-Pierre Cloos (Consiglio) BRUXELLES — Da Palazzo Chigi è arrivato l’annuncio che il vertice a Milano dei 28 capi di Stato e di governo dell’Ue sull’occupazione è stato ripristinato e fissato per l’8 ottobre prossimo. Negli ultimi giorni una girandola di conferme e di smentite sulla sua attuazione ha provocato un pasticcio politicodiplomatico, che ha offuscato il semestre di presidenza italiana dell’Ue in corso fino a dicembre prossimo. A complicare la già imbarazzante situazione ha contribuito un intervento della Commissione europea, che ha definito «cancellato» l’evento gestito dal premier Matteo Renzi, dal ministro degli Esteri Federica Mogherini e dal sottosegretario per le Politiche comunitarie Sandro Gozi, in collaborazione con i ministri dell’Economia e del Lavoro Pier Carlo Padoan e Giuliano Poletti. Poche ore dopo la danese Pia Ahrenkilde, portavoce del presidente dell’istituzione di Bruxelles, il portoghese Josè Manuel Barroso, ha dovuto fare retromarcia definendo il summit nella vecchia Fiera di Milano come «ripristinato». In serata Palazzo Chigi ha confermato che l’incontro sul lavoro, ottenuto da Renzi al Consiglio Ue del 30 agosto scorso con l’appoggio presidente francese Francois Hollande, è tornato a esistere. Commissione Ue J. Barroso Mercoledì scorso il sottosegretario agli Esteri Agenda Benedetto Della Vedova e il portavoce del governo Bocciata il 30 agosto francese Stephane Le Foll la richiesta di allargare avevano annunciato che il l’agenda dell’incontro vertice voluto da Renzi e a crescita e investimenti Hollande era rinviato senza una data precisa. Le Foll, indicando problemi di «calendario» affollato, aveva escluso che si trattasse di «una disfatta» in Europa dei leader di Roma e Parigi. Ma a Bruxelles è circolato informalmente che Italia e Francia, favorevoli a politiche europee con investimenti pubblici per la crescita e l’occupazione, sarebbero state boicottate dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e da altri leader di Paesi del Nord, intenzionati a imporre rigore finanziario nei conti pubblici agli Stati del Sud con difficoltà nel rispettare i vincoli di bilancio. La presidenza italiana dell’Ue ha messo tra le sue priorità proprio rilanciare le misure espansive superando la stagione di quelle di austerità. Padoan, come presidente di turno dell’Ecofin, avrebbe dovuto annunciare piani di investimenti nell’incontro dei ministri finanziari di sabato scorso a Milano. Il summit sull’occupazione all’inizio di ottobre avrebbe poi consentito il passo successivo soprattutto per l’occupazione giovanile. Il ministro dell’Economia, nell’incontro con i colleghi degli altri 27 Paesi Ue, ha però ottenuto solo parole. Renzi ha così deciso lo slittamento o la cancellazione per evitare il rischio di fallimento. Anche perché la richiesta di allargare l’agenda alla crescita e agli investimenti era già stata bocciata da Merkel il 30 agosto scorso. Poi a Palazzo Chigi, davanti al clamore sul pasticcio organizzativo e al rischio di offuscare con il doppio flop di Ecofin e summit l’immagine della presidenza italiana dell’Ue, ci hanno ripensato. E hanno lanciato il salvataggio in extremis del vertice a Milano sul lavoro: spiazzando Della Vedova, l’Eliseo e la Commissione. Ivo Caizzi © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 Primo Piano Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Parlamento Le nomine bloccate Franchi tiratori e assenti Consulta, è ancora stallo Il patto con Sel non basta Mancano all’appello alcuni senatori a vita Gli scenari Ma il ticket va avanti L’accordo allargato è l’ultima possibilità ROMA — In un angolo del Transatlantico di Montecitorio, a metà mattinata, il conciliabolo tra Roberto Speranza, Lorenzo Guerini e Donato Bruno fa capire che l’operazione Corte costituzionale va avanti nonostante gli insuccessi collezionati finora. Rappresentano i vertici di un triangolo che racchiude il problema e la possibile soluzione: Speranza, presidente dei deputati del Pd, è espressione del gruppo maggioritario in Parlamento, che però ha mostrato di non votare in maniera compatta per le ragioni più diverse; Guerini, vicesegretario dello stesso partito, deve garantire che il leader-premier Renzi tenga fede all’impegno di non cambiare candidati; Bruno è il prescelto da Forza Italia per appoggiare Luciano Violante, e condurre in porto il doppio ingresso alla Consulta. Tutti e tre sanno, a quell’ora, che anche il tredicesimo scrutinio andrà a vuoto. Ma aspettano di conoscere i numeri, per decidere se proseguire sulla stessa strada e puntare sul quattordicesimo. Dopo la proposta avanzata dai democratici ai vendoliani di Sinistra ecologia e Libertà (e da Forza Italia ai leghisti) di entrare nel patto, bisogna verificare se la dichiarata disponibilità si traduce in voti concreti. Senza pretendere di arrivare subito al risultato finale, ma per leggere le tendenze. E capire se davvero, a sinistra, i 31 parlamentari di Sel scriveranno il nome di Violante sulle loro schede, e una quota dei democratici quello di Paola Balducci per il Consiglio superiore della magistratura, entrata in gioco dopo che i grillini sono stati estromessi dalla partita per l’indisponibilità a votare i nomi indicati dagli altri partiti per la Consulta. L’esito dello spoglio arriva durante la pausa pranzo, e viene interpretato come uno stimolo ad andare avanti. O comunque a non L’indirizzo far crollare subito il castello di L’esito del voto di ieri carte. Perché i candidati alla Corte è stato letto come un hanno invertito la tendenza al ribasso delle ultime due votazioni, invito a procedere e ricominciano a crescere. sulla stessa strada Violante arriva a 542 voti, 24 in più rispetto al giorno precedente e a soli 28 dal traguardo dei 570; anche Bruno cresce. Seppure di L’ipotesi sole 16 preferenze, toccando Dietro le quinte resta quota 527. Vuol dire che qualcosa s’è mosso: Sel mostra di l’ipotesi di un nome rispondere all’appello votando alternativo a Violante: Violante (non Bruno, ma Barbera o Ceccanti l’avevano annunciato) e dentro il Pd la fronda non s’è allargata. Le preferenze per l’avvocata Balducci al Csm dimostrano che un centinaio di democratici si sono dichiarati disponibili a sostenerla in cambio dell’appoggio di Sel all’ex presidente della Camera. Sull’altro fronte le cifre autorizzano a pensare movimenti analoghi tra Lega e Forza Italia, anche se non è stato individuato il candidato leghista (o comunque gradito al Carroccio) che dovrebbe rimpiazzarne uno di Forza Italia. Il senatore veneto Zanettin ha aumentato i voti, ma non abbastanza. «Con la Lega il discorso è un po’ più ampio, riguarda anche la legge elettorale e altre questioni», spiegano coloro che dentro Forza Italia stanno conducendo la trattativa. Come a dire che serve più tempo, e l’intervento diretto di Silvio Berlusconi. Dunque la tredicesima «fumata nera» non porta con sé — al momento — un ricambio di candidati. La tendenza viene considerata positiva, e si tenta di sbloccare la situazione attraverso un patto con Sel e Lega che comprenda sia la Corte costituzionale che il Csm. Accogliendo così l’invito di Napolitano a raggiungere quelle «convergenze» tra forze di maggioranza e opposizione imposte dal quorum elevato fissato dalla Costituzione. Ma resta da vedere se prima della votazione fissata per martedì, o subito dopo qualora andasse a vuoto anche quella, Matteo Renzi non decida di buttare tutto all’aria proponendo un nome alternativo a Violante (si parla sempre di Augusto Barbera e Stefano Ceccanti, per la sua parte politica). Senza avere però alcuna certezza di successo, vista la probabile ribellione di una parte consistente dei gruppi parlamentari. Soprattutto al primo voto. Di qui l’idea di soprassedere al blitz almeno fino a martedì, tranne imprevisti ripensamenti dovuti ad altre considerazioni. Giovanni Bianconi © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — L’ intesa con Sel non è bastata, ora servono anche i 36 voti della Lega per tentare di risolvere il caos delle votazioni a vuoto sui due giudici della Consulta e sui due «laici» del Csm ancora mancanti all’appello. Per la Corte c’è stata la tredicesima fumata nera: conquistano posizioni preziose Luciano Violante (542 voti) e Donato Bruno (527) ma il traguardo (570 voti, i 3/5 degli aventi diritto) è ancora lontano. Per il premier Matteo Renzi, che ha parlato prima della fumata nera, «ha ragione il presidente della Repubblica sul fatto che si debba fare veloce... e credo che il Parlamento riuscirà a chiudere con una soluzione di alto livello». E una bacchettata ai parlamentari è arrivata dall’ex presidente della Consulta Giuseppe Tesauro: «Un’istituzione come la Corte merita ben altro trattamento...». Ai piani alti di Pd e FI, dopo aver incassato un accordo con Sel che chiede l’ingresso Paola Balducci al Csm, tutti sperano nel soccorso verde della Lega. E martedì alle 12, sempre con il ticket ViolanteBruno, va in scena la prova definitiva perché, se si rivelasse ininfluente anche l’accordo stretto a sinistra con Sel e a destra con il Carroccio, per ora non esiste un «piano B». Al partitone delle larghe intese (maggioranza di governo più Forza Italia) continuano a mancare un centinaio di voti e ora, oltre ai franchi tiratori (una settantina), iniziano a pesare anche le as- Il baciamano Il senatore di Forza Italia Niccolò Ghedini, 54 anni, saluta con il baciamano Anna Finocchiaro, 59, del Pd (Ansa) L’ex premier Enrico Letta, 48 anni, durante la votazione (Ansa) In Aula Donato Bruno, 65 anni, a sinistra, e Vito Crimi, 42, del M5S senze. Tra le altre quelle di alcuni senatori a vita che non amano le trasferte alla Camera; a parte Carlo Azeglio Ciampi che ha problemi di salute, ieri nella lista degli assenti ingiustificati non figuravano l’ex premier Mario Monti e l’architetto Renzo Piano, ma erano ben stampigliati i nomi del fisico Carlo Rubbia e della biologa molecolare Elena Cattaneo: «La senatrice — spiegano dalla sua segreteria — ha votato quattro volte nelle ultime sei votazioni e quando è a Roma si reca sempre alla Camera per la chiama». Ma martedì la senatrice a vita ci sarà per il quattordicesimo scrutinio? «Martedì potrebbe esserci...». Oltre i franchi tiratori e le assenze (Popolari, Fratelli d’Italia, Scelta civica e Forza Italia erano, in proporzione, i gruppi meno presenti ieri) pesano anche gli errori e la superficialità: Violante ha ot- tenuto 18 voti per il Csm che, sommati a quelli buoni per la Consulta, lo avrebbero fatto volare a quota 560 (dieci voti dal traguardo). Stesso discorso per Bruno: 544 voti con le 17 schede sbagliate. Stallo infine anche per le due caselle mancanti al Csm. L’altro fronte Impasse anche per le due caselle mancanti del Csm, crescono i voti per l’azzurro Zanettin Pierantonio Zanettin, il nuovo candidato di FI, passa da 449 a 470 voti (ancora insufficienti per il quorum dei 3/5 dei votanti) mentre la new entry Paola Balducci ottiene 148 voti: una trentina di Sel e, come «acconto», 110 del Pd. D.Mart. © RIPRODUZIONE RISERVATA Retroscena I voti leghisti martedì potrebbero sbloccare il caso. L’idea di riprendere le cene del lunedì con i lumbard Berlusconi tratta il sì decisivo del Carroccio L’incontro con Calderoli. E ai suoi rivela: porto Salvini a Milan-Juve e lo convinco ROMA — «A convincere la Lega ci penso io. Vediamo se già sabato riesco ad andare allo stadio con Matteo Salvini...». Il percorso è accidentato, con ostacoli disseminati lungo tutto il percorso che accompagnerà gli abitanti del «Palazzo» alla giornata di martedì, quando è in calendario la prossima votazione sui giudici della Consulta. Ma se il tentativo che Silvio Berlusconi ha L’obiettivo Il leader avverte: «Resterò alla guida di Forza Italia a lungo e ricostruirò una coalizione di centrodestra classico» promesso a Matteo Renzi va in porto, allora Luciano Violante e Donato Bruno potrebbero essere i primi giudici della storia della Consulta a ottenere un’elezione virtuale durante una partita di calcio. Che, nella fattispecie, è MilanJuventus in programma domani a San Siro. A dispetto delle ricostruzioni, secondo cui durante il vertice Renzi-Berlusconi si sarebbe parlato solo di legge elettorale, ieri l’altro il premier e l’ex Cavaliere avrebbero affrontato anche l’impasse parlamentare sui giudici costituzionali. Entrambi sono poco appassionati ai nomi. Ed entrambi, soprattutto Renzi, vogliono a tutti i costi lasciarsi alle spalle «lo stallo». In quella sede, poi, ci sarebbe stata una specie di divisione dei compiti. Col leader pd che si sarebbe fatto carico di convincere i vendoliani di Sel e Berlusconi che, sul fronte centrodestra, avrebbe promesso di convincere la Lega. La prima parte del piano, quella affidata a Renzi, è stata messa in pratica già ieri. Anche se i voti di Sel non sono stati sufficienti a provocare la fumata bianca. Il compito affidato a Berlusconi, invece, ha tempi più lunghi. Quando esce dall’incontro di Palazzo Chigi, e siamo a mercoledì sera, l’ex premier arriva a Palazzo Grazioli e, poco prima dell’incontro coi sindacati di polizia, annuncia ai suoi: «Domani (ieri, ndr) vedrò Calderoli. Dopodiché sabato proverò a portare con me Salvini allo stadio». Ieri mattina va in scena il primo incontro. «Siamo stati esclusi dal confronto. Anzi, voi di Forza Italia e Renzi, per essere più precisi, ci avete esclusi dal dialogo», lamentano i componenti della delegazione leghista, capitanata da Roberto Calderoli. Berlusconi, a quel punto, sfodera il più rassicurante dei sorrisi e, rispettando alla lettera il suo canovaccio politico dell’ultimo ventennio, dà ragione all’interlocutore. «Su questo non posso darvi torto. Ma sapete, molte votazioni sono state convocate all’ultimo, c’è stato poco tempo per coinvolgere tutti...», argomenta di fronte ai leghisti. Che l’incontro sia andato bene lo dimostrano due dettagli. Il primo è la riconferma del ticket Violante-Bruno, sancita sia dal capogruppo democratico Speranza sia dal suo omologo forzista Renato Brunetta. Il secondo è la frase sui rapporti col Carroccio che Berlusconi lascia trapelare qualche 35 parlamentari. La pattuglia degli eletti della Lega Nord in Parlamento potrebbe essere importante per risolvere l’ormai logorata vicenda dell’elezione dei componenti di Consulta e Csm. Il Carroccio dispone infatti di 20 deputati e di 15 eletti a Palazzo Madama ora più tardi: «Ora riprenderò l’usanza delle cene del lunedì con la Lega. Finora non c’è stata una cena con Salvini perché Bossi era geloso... ». L’impresa è ancora lontana. C’è da confermare l’appuntamento allo stadio con Salvini e, nel caso, c’è ancora da strappargli il «sì» su Violante e Bruno. Riuscisse nel «filotto», Berlusconi riuscirebbe in quello che è il suo vero intento. Quello di mostrarsi come «colui» che ha sbloccato l’impasse parlamentare. In palio, c’è una significativa risalita nella gerarchia istituzionale che l’ex Cavaliere — dopo il patto del Nazareno, l’assoluzione al processo Ruby e il voto sulla riforma del Senato — ha ripreso a scalare. Piani B? Spunteranno se anche martedì ci sarà una fumata sera. Berlusconi, intanto, rassicura anche il partito. Commissaria di fatto i club, inglobandoli ai circoli tradizionali, promuove una campagna di tesseramento, garantisce congressi comunali e provinciali per l’inizio dell’anno, parla ai coordinatori regionali di una «sorpresa che non vi posso annunciare». Una, di sorpresa, l’ha però anticipata: «Ho intenzione di rimanere presidente di Forza Italia ancora a lungo e di ricostruire una coalizione di centrodestra classico». Primarie e successioni, per ora, rimangono fuori dai radar. Tommaso Labate © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 Primo Piano 11 italia: 51575551575557 Giustizia Le scelte Autoriciclaggio, allarme per la riforma Ipotesi di un nuovo testo Pd-Forza Italia Potrebbe essere rivista la prima versione in discussione alla Camera Secondo gli azzurri così si punisce una persona due volte per lo stesso reato MILANO — L’allarme scatta lungo l’asse RomaMilano e parla di una manovra congiunta Partito democratico-Forza Italia per riscrivere la norma sull’autoriciclaggio preceduta da uno stop del relativo iter legislativo alla Camera. Una riscrittura che, si dice, ne snaturerebbe il senso attuale per farlo approdare più vicino alle posizioni del partito di Silvio Berlusconi. Nessuna conferma, solo smentite da parte degli esponenti dei due partiti, ma qualche se- Le priorità Il pm Greco nei giorni scorsi aveva chiesto: serve più un decreto su ferie o autoriciclaggio? Il disegno di legge L’autoriciclaggio anche nel ddl voluto dal governo per la riforma del falso in bilancio gnale che della cosa si sta parlando emerge da alcune fonti che vogliono mantenere l’anonimato. L’esame della questione è ora in corso da parte della Commissione finanze della Camera dei deputati dove si sta discutendo di autoriciclaggio e «Voluntary disclosure». Il testo arriva da lontano. Parte da quello varato dalla commissione di studio incaricata dall’allora presidente del Consiglio dei ministri Enrico Letta e guidata dal procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco, uno dei massimi esperti in Italia sulla materia. Ma quel testo è stato ampiamente rimaneggiato e modificato. L’introduzione dell’autoriciclagio dovrà servire, se e quando sarà varato, a colpire coloro che reinvestono i soldi che hanno incassato commettendo un reato. Per esempio, l’imprenditore che accumula capitali in nero senza fare fatture e quindi senza dichiarare al fisco gli incassi, e poi investe il gruzzolo in un’altra attività, oltre che delle violazioni fiscali, potrà essere accusato anche di autoriciclaggio. Due reati, pena complessiva maggiore. Fino ad oggi questo non è possibile, non solo perché il reato di autoriciclaggio non esiste, ma perché la legge punisce solo il reato presupposto, mentre di riciclaggio può essere accusato solo chi, non partecipando al primo reato che è servito a costituire la somma illecita, fa da intermediario e si occupa di reinvestire i proventi gli vengono affidati. I più tenaci oppositori di questa formulazione dell’autoriciclaggio sono proprio gli uomini di Forza Italia i quali sottolineano che, così come è stato concepito, il progetto che giace alla Camera rischia di colpire con straordinaria potenza e due volte lo stesso soggetto. I fautori, invece, ritengono che solo così sarà possibile, per esempio, far rientrare di corsa i capitali fatti fuggire illecitamente dall’Italia per essere investiti all’estero. Chi li ha esportati, temendo Il reato Chi compie un illecito Il premier presenta e investe i proventi i punti della riforma L’introduzione del reato di autoriciclaggio serve a colpire chi reinveste i soldi che ha incassato commettendo un reato. Di riciclaggio, invece, può essere accusato soltanto chi, non partecipando al primo reato che ha prodotto la somma, si occupa di reinvestire i proventi Il 30 giugno Renzi ha presentato, con il Guardasigilli Orlando, i 12 punti su cui si basa la riforma della giustizia. Tra questi l’introduzione del reato di autoriciclaggio: con interventi «tra i più significativi dell’intera riforma, oltre che maggiormente innovativi» Le perplessità delle toghe Sulla riforma della giustizia penale è stato duro il commento delle toghe, con l’Associazione nazionale magistrati che teme possibili «condizionamenti» al ribasso, su pressione di Ncd e FI, anche sull’autoriciclaggio, oltre che su falso in bilancio e prescrizione una sanzione pesantissima in patria, potrebbe ritenere più ragionevole farli tornare indietro pagando una sanzione attraverso, appunto, la «Voluntary disclosure», una sorta di autodenuncia che metterebbe al riparo da guai con la magistratura. Con la crisi, ha detto di recente il ministro della giustizia Orlando, «aumenta l’infiltrazione dei capitali illeciti e l’utilizzazione opaca dei bilanci». Ed è questo il motivo per cui, l’autoriciclaggio è stato inserito anche in un disegno di legge ordinario che dovrebbe rinvigorire, dopo le modifiche volute durante i governi Berlusconi, il falso in bilancio prevedendo pene maggiori per le società quotate in Borsa e permettendo la possibilità di procedere con le intercettazioni, anche per quelle che non sono quotate. Dietro i fondi neri accumulati, spesso all’estero, grazie al falso in bilancio, si nascon- dono le tangenti che alimentano la corruzione, uno dei mali endemici dell’Italia. «È più importante per lo Stato italiano fare un decreto legge sull’ autoriciclaggio e sul falso in bilancio oppure ridurre le ferie dei magistrati?» aveva chiesto con sarcasmo l’aggiunto Francesco Greco parlando lunedì a Milano in un convegno su giustizia e lavoro organizzato dalla Fiom e che tra i relatori ha avuto proprio il ministro Orlando. Le voci danno emissari di Pd e di Fi impegnati a trovare una quadratura per chiudere un accordo che snaturerebbe, si dice, la norma all’esame della Commissione finanze. C’è chi fa i nomi di un ministro, per il centrosinistra, e di un personaggio molto vicino a Silvio Berlusconi, per il centrodestra. Ma arrivano solo smentite. Giuseppe Guastella [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Le primarie via web Dopo le polemiche e le accuse, una giornata di voti. Ieri gli attivisti Cinque Stelle di Emilia Romagna e Calabria sono stati chiamati a esprimere la loro preferenza — sempre via blog di Beppe Grillo — per il candidato governatore pentastellato, in vista delle Regionali in programma in autunno. Nove ore di votazioni per le selezioni: una lunga attesa — tra i militanti — prima di conoscere l’esito e i nomi dei papabili governatori. Già oggi potrebbero essere diffusi i risultati. A far discutere la base però è anche la kermesse prevista al Circo Massimo dal 10 al 12 ottobre: per partecipare gli eletti del Movimento dovranno donare 100 euro. La richiesta è arrivata nei giorni La polemica scorsi dallo staff di Beppe Grillo e ha già provocato i primi malumori: «Per L’attacco sul blog: «Cavaliere un’efficiente organizzazione e gestione degli spazi, ti chiediamo di lui? È un’offesa darci conferma al più presto e agli italiani» contemporaneamente effettuare una donazione di almeno 100 euro per confermare la prenotazione», si legge nella lettera. Intanto il leader del Movimento è tornato ad attaccare con un post Silvio Berlusconi. «Ma che Cav del c... I giornalisti continuano a fare riferimento al noto pregiudicato con il titolo onorifico di Cavaliere. È un’offesa agli italiani. In cosa consiste il fatto di essere Cavaliere?». Grillo ha chiesto di revocare il titolo all’ex premier. Dure le repliche da Forza Italia. Su tutti il capogruppo Renato Brunetta: «È indecente e intollerabile». E ancora: «Basta così, ha superato la misura. Risponderemo colpo su colpo». © RIPRODUZIONE RISERVATA TEL 02 38 598 000 Cinque Stelle al voto online per Calabria ed Emilia E Grillo sfida il leader di FI 12 Primo Piano Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Riforme Le scelte «In calendario fra una settimana» La legge elettorale allunga il passo Boschi sale al Quirinale. Finocchiaro: al Senato pronti a partire Ma la minoranza pd annuncia battaglia. Malumori tra gli azzurri La Nota di Massimo Franco La spinta ora c’è Ma sembra più una mossa tattica L ’accelerazione è reale, e figlia dell’ultimo vertice tra il premier Matteo Renzi e il capo di FI, Silvio Berlusconi. Eppure sta avvenendo in una cornice di confusione e di incertezza che fa apparire la spinta per la riforma elettorale non una svolta ma una mossa tattica. Sarà messa nel calendario dei lavori parlamentari la prossima settimana, ha annunciato la presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Anna Finocchiaro. Lo stesso Berlusconi, però, ieri ha spiegato ai coordinatori regionali del partito di avere preso tempo, perché un accordo non c’è: rivedrà Renzi verso fine mese. Gli ostacoli sono quelli di sempre. In primo luogo di merito, perché così com’è il cosiddetto Italicum non piace né a un pezzo di Pd né di FI; e terrorizza il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano e le altre forze minori. La minoranza che fa capo a Pierluigi Bersani è tornata a piantare paletti alternativi a quelli di Renzi: sulla soglia di sbarramento per entrare in ParlaLa decisione è mento, sul modo stata presa di formare le liste e in una cornice anche sulle «quote» di donne da indi indecisione serire per legge. e di incertezza In più, la riforma riguarderebbe solo la Camera dei deputati, mentre è ancora in discussione la riforma del Senato. E questo acuisce le perplessità. A prevalere su ogni altra, tuttavia, è una preoccupazione politica: che Renzi, e magari lo stesso Berlusconi, vogliano un nuovo sistema di voto per anticipare le elezioni al 2015, nonostante le assicurazioni sul 2018 come traguardo. Il fatto che alcuni esponenti del Pd chiedano una riforma operativa solo dopo i «mille giorni» di governo indicati da Palazzo Chigi, rispecchia questa inquietudine di fondo: una riserva condivisa da Alfano, che teme di essere schiacciato dalla tenaglia Pd-FI. I fedelissimi del presidente del Consiglio replicano a queste obiezioni avvertendo che la strategia della resistenza non funzionerà, come non ha avuto successo al Senato. E Renzi può sventolare come titolo di merito il «via libera» del Fondo monetario internazionale (Fmi), per il quale un nuovo sistema elettorale «aiuta il sostegno e l’attuazione delle riforme». Il problema è che il riconoscimento è inserito, insieme ad altri, in un rapporto tuttora pessimistico sull’economia italiana. Le previsioni del Fmi sono che il debito crescerà ancora nel 2014, salendo al 136,4 per cento rispetto al Prodotto interno lordo, per poi calare nel 2015. È uno sfondo buio, che si salda con le tensioni nella maggioranza sull’elezione dei giudici della Corte costituzionale e del Csm, fallita per l’ennesima volta. E dà fiato a quanti, nella minoranza del Pd e nel centrodestra, chiedono di privilegiare misure come la riforma del mercato del lavoro, l’aggressione al debito pubblico e provvedimenti tesi a ridurre il carico delle tasse e a cambiare la Pubblica amministrazione. Con problemi così gravi intorno, la legge elettorale rischia di apparire un falso obiettivo: a meno che l’obiettivo finale non sia quello di portare comunque l’Italia alle urne, non potendo dar seguito alle promesse. ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Prima la visita di Maria Elena Boschi al Quirinale, durante la quale il ministro per le Riforme ha aggiornato il presidente della Repubblica della nuova accelerazione sull’Italicum. Poi l’annuncio di Anna Finocchiaro, che la settimana prossima riunirà l’ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali del Senato per «incardinare la discussione sulla legge elettorale». I primi effetti dell’incontro di ieri l’altro tra Renzi e Berlusconi si vedono subito. Tempo poche ore dal fischio finale del summit di Palazzo Chigi e già le forze politiche iniziano a fare i conti col ritorno in agenda della riforma elettorale che, nei desiderata del premier, andrebbe approvata entro Natale. Anche se il leader di Forza Italia, durante la riunione coi coordinatori regionali del partito, mostra tatticamente un po’ di prudenza. «L’incontro con Renzi» scandisce l’ex premier, «è andato benissimo. Ci hanno fatto alcune proposte di modifica sulle quali risponderemo già lunedì». Le modifiche più importanti, ovviamente, riguardano le soglie di sbarramento per i partiti I sindacati «Dandini al posto dei Gr Rai» «Viale Mazzini sopprime edizioni del Giornale radio per affidare l’informazione a programmi di intrattenimento». È l’accusa del comitato di redazione del Giornale radio Rai. Oltre alla scomparsa dei Gr da alcune fasce orarie, nello stesso spazio fino a pochi giorni fa occupato dal Gr 2, Serena Dandini ha «affrontato temi di carattere economico e commentato l’intervento del capo del governo in Parlamento, con un esperto e un giornalista della carta stampata». I giornalisti hanno chiesto un incontro urgente con l’azienda alla presenza dell’Usigrai. minori. E quel 5 per cento ipotizzato come soglia di ingresso per le forze politiche non coalizzate, tanto per dirne una, a Forza Italia non piace troppo. Per il semplice motivo che in quella soglia, che i forzisti ritengono «troppo bassa», potrebbe rientrare il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano, su cui invece l’ex Cavaliere punta per la ricostruzione di una coalizione di «centrodestra classico». Ma la trattativa è già in fase avanzata. Perché lo stesso Berlusconi, parlando coi leader locali di Forza Italia, non s’è limitato semplicemente a dire che «l’incontro con Renzi è andato benissimo». Ma ha anche aggiunto di aver avuto «l’assicurazione», da parte ovviamente di Renzi, «che non si andrà alle elezioni anticipate». Anche perché, ha sempre spiegato l’ex premier ai suoi, «a Matteo approvare una legge elettorale serve soprattutto per spaventare i malpancisti del suo partito. A lui interessa però finire la legislatura o arrivare quantomeno ai mille giorni». Dentro il Pd ci sono già le prime scosse di assestamento. Mercoledì sera, nelle aule della Montecitorio Maria Elena Boschi in commissione Affari costituzionali tra Ivan Scalfarotto, a sinistra, e Francesco Paolo Sisto, a destra commissione Affari costituzionali di Montecitorio, è andato in scena — alla presenza di Pier Luigi Bersani e Gianni Cuperlo — un vertice per fare il punto sulle modifiche all’Italicum su cui la minoranza del partito è pronta a tornare a insistere. E cioè sulle soglie, sulle liste bloccate e sulla parità di genere. Oltre che sulla necessità di far viaggiare insieme legge elettorale e riforma del Senato. È il «lodo Lauricella», quello teoriz- zato da chi sostiene che una legge elettorale per la sola Camera non possa essere approvata prima dell’abolizione del Senato elettivo. Ed è anche il segno che la nuova battaglia sull’Italicum, stavolta a Palazzo Madama, sarà trasversale a entrambi gli schieramenti. Anche l’area che dentro FI fa capo a Fitto, infatti, potrebbe combatterla. Soprattutto sul ritorno delle preferenze. T. L. © RIPRODUZIONE RISERVATA Dopo la chiusura dell’«Unità» Il quotidiano «Europa» è in liquidazione A meno di due mesi dalla chiusura dell’Unità, la storica testata della sinistra italiana, rischia di arrivare alla fine della sua corsa anche l’altro quotidiano di area dem. La testata Europa ha infatti annunciato la prossima sospensione delle pubblicazioni per «liquidazione volontaria con i conti in ordine e in pieno equilibrio patrimoniale». Così il presidente della società Edizioni Dlm Europa, Enzo Bianco, e il suo vice Arnaldo Sciarelli: «Speriamo che la storia continui. Ci sono le condizioni aziendali e strategiche perché questo possa avvenire». Dura la redazione, che in un comunicato dal titolo «Ora azienda e Pd ci dicano la verità» definiscono la notizia «irricevibile tanto più perché non motivata da urgenze finanziarie». Il segretario della Fnsi Franco Siddi osserva che «la liquidazione di un giornale non è la stessa cosa di un qualsiasi atto liberatorio per allontanare un possibile problema a venire». © RIPRODUZIONE RISERVATA Il ministro Stefania Giannini «L’inglese di Renzi? Da sei meno» In inglese, Matteo Renzi se la cava... appena appena: «Con raccomandazione». O, almeno, è questo il giudizio di un’insegnante molto particolare come il ministro alla Pubblica istruzione, Stefania Giannini: «Se devo fare la professoressa — ha detto la responsabile della scuola italiana —, allora io giudico Renzi come uno scolaro, e per il suo inglese gli do un sei meno. Diciamo che sarebbe promosso con molta raccomandazione..». Così il ministro ha risposto alla domanda dei conduttori di Un giorno da pecora su Radio 2 Rai. La glottologa toscana, già rettore dell’Università per stranieri di Perugia, in radio ha annunciato che lo studio della lingua inglese nei prossimi anni sarà rafforzato anche nella scuola dell’obbligo: «Dal primo settembre 2015 introdurremo lo studio dell’inglese dalla prima elementare». © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 Il testo 191 i giorni trascorsi dal via libera della Camera alla legge elettorale. I deputati hanno approvato il 12 marzo l’Italicum, testo nato dal patto del Nazareno tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi del 18 gennaio di quest’anno Primo Piano 13 italia: 51575551575557 L’incontro Mercoledì a Palazzo Chigi Matteo Renzi ha incontrato Silvio Berlusconi. Il premier vuole accelerare l’iter della legge elettorale; il leader di FI ha chiesto garanzie sulla durata della legislatura: niente voto anticipato. L’esame del testo in Senato dovrebbe cominciare la prossima settimana Le modifiche Il testo subirà modifiche rispetto a quanto approvato dalla Camera. Sarà rivista la soglia per accedere al premio di maggioranza: innalzata fino al 40%; se nessuno la raggiunge si va al ballottaggio. Ritocchi subiranno anche le soglie di sbarramento: dovrebbe essere abbassata al 4% la soglia per i partiti che si alleano; c’è la richiesta di portare al 5% (ora è all’8%) quella per le formazioni non coalizzate Il retroscena Le modifiche ora al vaglio di Berlusconi L’offerta del premier: soglia unica al 5% e premio alle liste anziché alle coalizioni ROMA — «Il colloquio è andato bene ma devo dare una risposta definitiva a Renzi lunedì»: lo ha spiegato Silvio Berlusconi ai fedelissimi che gli chiedevano come fosse andato l’incontro dell’altro giorno a Palazzo Chigi. E quella dell’ex Cavaliere sarà una risposta che potrà determinare una svolta per la legge elettorale e imprimere veramente un’accelerazione a questo provvedimento che, comunque, verrà incardinato in commissione Affari costituzionali del Senato la prossima settimana. Già, perché durante il tira e molla sulle soglie, le percentuali e i quorum il presidente del Consiglio ha calato la sua carta: il premio di maggioranza potrebbe andare non alla coalizione ma alla lista. Questo potrebbe risolvere tutti i problemi che ci sono stati finora sugli sbarramenti da mettere alle forze politiche che si presenteranno alle elezioni. Se infatti Berlusconi accettasse questa opzione cadrebbe tutto il discorso sullo sbarramento al 4 per cento per i partiti che si alleano e all’8 per quelli che invece vogliono andare da soli. A quel punto, ovviamente, vi sarebbe una soglia unica per tutti, dal momento che non vi sarebbero più coalizioni. Una soglia del 5 per cento, per l’esattezza. È un’ipotesi, questa, che non dispiace affatto al leader di Forza Italia, il quale va dicendo in giro da giorni: «Basta alleanze, questo espe- rimento lo abbiamo già fatto e non è andato bene». È un’opzione che mette Angelino Alfano e il Nuovo centrodestra di fronte a un bivio: tentare l’avventura con le altre forze del centro, correndo anche il rischio di non raggiungere quella soglia, oppure tornare a casa, da Berlusconi. È un’opzione che favorisce il Partito democratico nei suoi rapporti di forza con Sel. Difficilmente infatti Sinistra ecologia e libertà sarebbe in grado di raggiungere il 5 per cento da sola. Se passasse uno schema simile il movimento di Nichi Vendola sarebbe costretto a percorrere la strada che è stata già indicata da alcuni suoi esponenti di spicco come Giuliano Pisapia. Non è un caso infatti che il sindaco di Milano si stia spendendo per arrivare a un matrimonio tra Sel e il Partito democratico. E per Renzi sarebbe un modo per non ripetere le esperienze dell’Unione e dell’Ulivo, con i loro strascichi negativi: l’alto tasso di litigiosità in- Le opzioni La soluzione costringerebbe Sel a confluire nel Pd. Il Movimento 5 Stelle, che non corre in coalizione, sarebbe invece avvantaggiato terna, i veti incrociati. Del resto, il presidente del Consiglio lo ha sempre detto: «Le forze politiche minori devono essere rappresentate in Parlamento ma non possono più avere potere di veto». E, indubbiamente, Sel inglobata nel Pd, quel potere non lo avrebbe più. Ma c’è un terzo soggetto che trarrebbe vantaggio da una soluzione di questo tipo: il Movimento 5 Stelle. Finora, infatti, la debolezza dei grillini è sempre stata quella di essere una forza che non riesce ad aggregare attorno a sé altri soggetti politici e a dare quindi vita a una coalizione. Con un sistema siffatto, in cui il premio di maggioranza non andrebbe più a un’alleanza di partiti ma a una lista, il Movimento 5 Stelle avrebbe delle chances in più nelle elezioni politiche. E questo è un particolare di non poco conto. Perché se è scontato che i grillini non potrebbero mai siglare un’intesa con il Partito democratico e con Forza Italia sulla riforma della legge elettorale, è altrettanto scontato che, al di là delle dichiarazioni polemiche e delle accuse contro il «famigerato» patto del Nazareno, i pentastellati non alzerebbero le barricate al Senato per bloccare un ddl di questo tipo. Farebbero opposizione sì, ma nessun ostruzionismo duro e puro come per la riforma del Senato. E ciò consentirebbe a Renzi di portare a casa la riforma della legge elettorale in tempi relativamente brevi. Certo, tutto è rinviato a lunedì, giorno in cui il patto dovrebbe chiudersi definitivamente. Ma Matteo Renzi appare abbastanza ottimista, tant’è vero che con i suoi non ha avuto dubbi nel confermare l’esito positivo dell’incontro con l’ex Cavaliere: «Con Berlusconi è andata bene». Assai meno entusiasti gli esponenti della minoranza del Pd, che con il bersaniano D’Attorre frenano sui tempi della riforma: «Che bisogno c’è di accelerare?». Altrettanto sospettosi gli alleati del Nuovo centrodestra che con Fabrizio Cicchitto chiedono di vederci chiaro su questo accordo in cui finora non sono stati coinvolti. Maria Teresa Meli © RIPRODUZIONE RISERVATA Preferred Supplier to The 2014 European Ryder Cup Team 14 italia: 51575551575557 Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 Primo Piano 15 italia: 51575551575557 Giustizia Il caso «Bancarotta». Indagato il padre di Renzi Inchiesta a Genova. Verifiche su 500 mila euro di prestito dalla banca di Pontassieve La cessione alla moglie di un ramo d’azienda: dentro, anche la liquidazione del figlio La vendita del 2010 L’ambulante di scampoli diventato proprietario GENOVA — Un venditore ambulante di settantacinque anni, che partecipava alle fiere nel Basso Piemonte e nella Riviera ligure con la sua bancarella di «mercerie, chincaglierie, scampoli e tessuti», Gianfranco Massone, è la persona cui nel 2010 Tiziano Renzi ha ceduto la società Chil Spot ormai ridotta a una scatola vuota e destinata al fallimento. Una cessione che ha sollevato dei dubbi da parte dei pubblici ministeri genovesi, così come la nomina — seguita da lì a poco — dello stesso Massone come amministratore in una cooperativa fiorentina. Che il venditore ambulante originario di Borghetto d’Orba e residente a Varazze sia anche un abile amministratore da richiamare in altre Regioni può essere solo un caso. Massone è indagato insieme con Tiziano Renzi in base agli articoli 213 e 223 della legge fallimentare, gli articoli relativi alla bancarotta fraudolenta che recitano come l’imprenditore che abbia «distratto, occultato, dissoluto, distrutto o dissipato in tutto in parte i suoi beni» per danneggiare i creditori è punito con la reclusione da tre a dieci anni. Il terzo indagato — ma potrebbero seguirne altri — è Antonello Gabelli, ultimo amministratore unico della Chil Spot che ha mestamente assistito il 19 aprile del 2013, come recita il verbale, all’ultimo atto del sequestro dei beni della Chil Spot ad Alessandria, ultima sede della società. Ha consegnato all’incaricato del curatore fallimentare otto palmari Motorola, quattro telefoni da tavolo e un cellulare, una stampante Zebra e poco altro. Avvisato che se avesse occultato altri beni di qualunque natura rischiava grosso, Gabelli ha dichiarato «che nessun altro bene esiste oltre quelli già inventariati». E con quel magro bottino il curatore ha chiuso il verbale. Erika Dellacasa © RIPRODUZIONE RISERVATA DAL NOSTRO INVIATO GENOVA — La cifra è bassa. Troppo bassa, anche per un affare di famiglia. Con contratto stipulato a Figline Valdarno il 10 ottobre 2010, l’amministratore unico della Chil Post srl Tiziano Renzi cede alla società Chil Promozioni srl nella persona del suo presidente Laura Bovoli «il ramo d’azienda avente ad oggetto servizi di marketing nel settore editoriale». Il prezzo concordato tra le parti è di 3.878,67 euro, «pagato prima e al di fuori del presente atto». Nell’autunno del 2013 il curatore fallimentare della Chil Post segnala al tribunale di Genova l’incongruità di quella compravendita. L’indagine che porta all’accusa di bancarotta fraudolenta nei confronti del padre dell’attuale presidente del Consiglio nasce dalla cessione a condizioni giudicate eccessivamente vantaggiose dell’unica branca ormai produttiva della sua azienda alla società di famiglia, presieduta appunto da Laura Bovoli, sua moglie, nonché madre di Matteo Renzi. Anche le date hanno una loro importanza. Il dieci novembre del 2010, un mese dopo la firma di quel contratto, Tiziano Renzi vende le rimanenti quote della società a un imprenditore piemontese che in passato si occupava di «commercio ambulante, vendita al minuto di mercerie, chincaglierie, tessuti». A quel punto, la Chil Post è ormai una scatola vuota destinata a una veloce eutanasia. Tutto comincia con il reclamo del titolare di una lavanderia, dettaglio in linea con il seguito di una storia minima, non certo di grande finanza, che sarebbe passata inosservata non fosse per il cognome illustre, indagato da sei mesi, emerso oggi tramite la notifica dell’avviso di proroga delle indagini sul suo conto. Nel 2005 la filiale genovese della Chil Post lascia gli uffici di via Fieschi, de- stinati a riprendere l’aspetto originario di lavanderia e noleggio biancheria. Il proprietario dei muri denuncia il pessimo stato nel quale sono lasciati i locali, il mancato pagamento di tre mesi d’affitto, per un totale di 8.000 euro, e la mancata restituzione delle pareti di plastica che delimitano gli open space. La lunga diatriba si conclude con la condanna di Chil srl al risarcimento di undicimila euro più altri 8.000 per l’appropriazione di materiale altrui. Quella causa fa da apripista alla pattuglia dei creditori. Ma di Chil Post, che da tempo aveva stabilito la sua sede legale a Genova, non resta nulla, solo debiti. Lo stato passivo viene calcolato in un milione e 125.000 euro, dovuti a diciannove creditori. Tiziano Renzi aveva fondato l’azienda nell’ottobre del 1993. Gli obiettivi erano di largo respiro, spaziavano dall’ideazione e organizzazione di materiali per l’attività di comunicazione e pubblicità al commercio di prodotti alimentari freschi o surgelati fino all’acquisto di autovetture, furgoni e veicoli finalizzati al noleggio, con o senza conducente. Dal 1999 al 2004 venne intestata a Matteo Renzi e a una delle sue sorelle. Il 17 ottobre 2003, a quel tempo era segretario provinciale della Margherita: le quote tornarono al padre e alla madre Laura, mentre il futuro premier fu inquadrato come dirigente, in aspettativa dal giorno seguente l’elezione a presidente della provincia di Firenze, avvenuta il 13 giugno 2004. A farla breve, l’accusa che viene rivolta a Tiziano Renzi è di avere ceduto a se stesso l’unico ramo fruttifero di una società ormai in disarmo, lasciandosi alle spalle una specie di bad company piena di debiti da pagare dopo aver vissuto a credito La vicenda L’accusa Tiziano Renzi, padre del premier, è tra gli indagati nell’inchiesta della Procura di Genova sulla bancarotta fraudolenta della Chil Post, società di distribuzione di giornali con sede nel capoluogo ligure. L’azienda, dichiarata fallita un anno fa, è appartenuta alla famiglia Renzi ma è stata venduta nel 2010 Il contratto Tra le carte dell’inchiesta, anche il contratto di cessione di un ramo dell’azienda (indicata come servizi di marketing nel settore editoriale) da parte di Tiziano Renzi alla moglie Laura Bovoli per 3.878,67 euro. Come si evince dalla situazione patrimoniale (foto) relativa all’ottobre 2010, Bovoli acquisisce anche il tfr del personale, anche di Matteo Renzi, quantificato in oltre 28 mila euro. La Chil Srl è stata intestata al premier (per il 40%) tra il 1999 e il 2004 Tiziano Renzi, 62 anni, ha deciso di dimettersi da segretario del Pd di Rignano sull’Arno (Ansa) per almeno gli ultimi tre anni della sua travagliata esistenza. Nel 2011 la Chil Promozioni srl che nel bilancio approvato il 30 aprile 2010, l’ultimo prima dell’acquisizione dei «servizi di marketing editoriale» del parente povero genovese, dichiara un fatturato di due milioni 773 mila euro, infatti si trasforma in Eventi 6 srl, l’azienda di famiglia da quattro milioni di euro, presieduta da Laura Bovoli, con quote ripartite tra lei e le sue due figlie. L’atto di cessione di azienda tra marito e moglie mostra come la società acquirente in realtà si faccia carico di una parte dei debiti accumulati dal venditore. La fetta ril e va t a d a l l a Chil Promozioni srl ammonta a 214 mila 907 euro e alla voce trattamento di fine rapporto personale inserisce 28 mila 326,91 euro dovuti a Matteo Renzi, che figura tra i dipendenti della C Chill Post passati nella futura Eventi 6 srl, società dalla quale il presidente del Consiglio si dimette nel 2013. Gli altri creditori aspettano, senza troppo sperare. Nell’elenco figura Equitalia, titolare di una cartella da 14.957 euro, e soprattutto la Banca di credito cooperativo di Pontassieve, il paese adottivo di Matteo Renzi, che aveva affidato all’ormai defunta Chil Post srl la bellezza di mezzo milione di euro, 496.717,95 euro, a essere precisi. L’unico grande numero in una vicenda forse piccola che contiene però dettagli in grado di causare imbarazzo per interposta persona. Marco Imarisio © RIPRODUZIONE RISERVATA Il personaggio E il premier dice ai suoi: su papà non c’è nessun complotto «Non ho parlato con Matteo La tempistica? Non mi permetto» FIRENZE — Dicono di lui che può arrivare persino a sopportare i bersaniani, ma le parolacce quelle no, non le tollera proprio, Tiziano Renzi, il babbo di Matteo, uomo di chiesa, voce solista del coro della Pieve di San Leolino, organista ufficiale della parrocchia, tutte le domeniche, quando dice messa don Emanuel, fiorentino del Madagascar. Anche se adesso Tiziano, al telefono, sono le tre del pomeriggio, bofonchia qualcosa di oscuro al vivavoce, mentre guida, sulle strade di Rignano sull’Arno, la sua Rignano, nel giorno del temporale che arriva da Genova, l’inchiesta che lo vede indagato per bancarotta fraudolenta. E si capisce benissimo che il toscanaccio che è in lui vorrebbe esplodere, ma la vecchia scuola Dc, eppoi margheritina, gioca bene il suo ruolo e allora ecco come Tiziano si censura e risponde pronto, d’improvviso serafico: «No, per favore, non chiedetemi adesso della tempistica di quest’inchiesta, ci mancherebbe, non credo proprio di potermi permettere. Anzi vi dico che non sono preoccupato e infatti non ho ancora nemmeno nominato l’avvocato. E mi sto proprio stupendo, anzi, da come sono sereno, conoscendo il mio carattere». Carattere sanguigno, l’uomo è umorale, prese a ceffoni metaforici s’intende, lo scorso maggio, il cantante Piero Pelù che provò a scherzare chiamandolo «il grande capo della massoneria toscana». Tiziano gli rispose direttamente — e duramente — su Facebook, perché un’altra sua dote è che sa stare al passo con la modernità ed ama i social network (anche se poi s’è cancellato). Piero Pelù, pochi giorni dopo, fece marcia indietro. Renzi senior ha lo spessore e l’aspetto del patriarca, con la sua barba bianca curata, difende i suoi cari dai malintenzionati e infatti tutti lo conoscono in paese, guardando con rispetto verso la casa gialla in cima al poggio, che poi sarebbe il quartier generale dei Renzi. A proposito, si è sentito per caso con suo figlio premier? «No che non l’ho sentito: quando i figli son grandi, sono autonomi. E si spera anche i padri, perciò…», scherza, e finalmente un po’ si rilassa. Fonti rignanesi, però, dicono che la scorsa settimana Tiziano era a Roma, ufficialmente in gita con la parrocchia e chissà magari una puntatina a Palazzo Chigi l’avrà fatta. Renzi, intanto, avrebbe dettato la linea ai suoi: non c’è nessun complotto, massima serenità sull’in- chiesta. Di sicuro, quando a Tiziano è arrivata la notizia di essere iscritto sul registro degli indagati, martedì, ci ha pensato due giorni e infine ha deciso. Ha preso carta e penna e scritto una nota per i giornali, che poi sono stati per anni il ramo d’azienda più illustre della sua società, la Chil, oggi finita sott’inchiesta: «Alla veneranda età di 63 anni e dopo 45 anni di attività professionale ricevo per la prima volta nella mia vita un avviso di garanzia — ecco le sue parole vergate per l’occasione —. I fatti si riferiscono al fal- limento nel novembre 2013 di un’azienda che io ho venduto nell’ottobre 2010. Sono certo perciò che le indagini faranno chiarezza ed esprimo il mio rispetto, non formale, per la magistratura inquirente. Ma nel dubbio, per evitare facili strumentalizzazioni, ho rassegnato le dimissioni da segretario del circolo del Pd di Rignano sull’Arno». Tiziano si è dimesso, ecco la novità, lascia per sempre la storica sezione di Rignano. Non vuole che attraverso di lui si faccia male a suo figlio premier, del resto anche a febbraio scorso quando Matteo arrivò a Palazzo Chigi e lui era a Miami in vacanza con la moglie, Laura, sempre su Facebook scelse il profilo basso: «Sono contrario a qualsiasi festeggiamento, non siamo mica a Giochi senza frontiere…», scrisse, salutando poi i suoi quasi 2 mila amici del social network con un «Augh!» da vecchio capo indiano. I post Molti gli interventi di Tiziano Renzi su Facebook in questi mesi in cui il figlio Matteo è premier. Proprio in un post a marzo precisava: «Vi devo svelare un segreto, non lo vedo quasi mai e quando stiamo insieme abbiamo concordato che parliamo solo di cose familiari» Da segretario, la sua ultima iniziativa fece discutere: a giugno propose addirittura il raddoppio del bonus degli 80 euro concessi dal figlio agl’italiani. Altri 80 euro — con la supposta copertura dell’Anci — per i rignanesi bravi con la raccolta differenziata della carta. Una delle sue «tizianate», come le chiamano qui. Di lui si ricordano infine la mitica copertina di Chi, 10 ottobre 2012, sempre in coppia con Matteo sotto lo slogan «il nostro sogno un’Italia nuova» e poi i numeri della sua nuova azienda oggi, 2 milioni di euro di fatturato all’anno, con la distribuzione in Toscana delle Pagine Gialle e dei volantini di Esselunga e Conad (non le Coop rosse, gli facciamo notare, ma lui non risponde). Anche Matteo, ricordano oggi i rignanesi buontemponi, quando vinse da Mike Bongiorno alla Ruota della Fortuna 43 milioni di lire in gettoni d’oro, partecipò al rilancio dell’azienda con quasi tutta la vincita, tenendo per sé giusto 2 milioni di lire per comprarsi il primo Mac portatile. L’aneddotica insomma è vasta, Tiziano Renzi però non ha più voglia di continuare a parlare al telefono, «ricordatevi che sono un indagato, non posso parlare con voi della stampa». Clic. Buonanotte. Padre e figlio sono tifosissimi della Fiorentina, anche questo è noto. Ma alla fine del giorno più lungo, nessuno li ha visti al Franchi per Fiorentina-Guingamp di Europa League. La Viola, per una volta, può aspettare. Claudio Bozza Fabrizio Caccia © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 italia: 51575551575557 Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 17 italia: 51575551575557 Esteri In manette L’arresto di una donna ieri, a Sydney, in Australia L’allarme La più vasta operazione antiterrorismo solo possibile, ma verosimile. Secondo i dati forniti dal governo ci sono almeno 60 australiani nell’Isis e in altri gruppi terroristici in Medio Oriente che possono contare su oltre un centinaio di sostenitori nel Paese. A partire da luglio il governo ha annunciato misure severe per fermarli: investimenti aggiuntivi per oltre 600 milioni di dollari, controlli più rigidi negli aeroporti, nuove leggi antiterrorismo che danno più potere all’intelligence nella raccolta dati. Le autorità sottolineano come si tratti di una battaglia all’estremismo e non alla folta comunità musulmana — quasi mezzo milione di persone, in gran parte Australia sotto choc «Volevano decapitare le persone in strada» Sventato complotto ispirato dall’Isis BRISBANE — Erano circa 800 gli agenti della polizia e dei servizi segreti che ieri mattina, in Australia, hanno fatto irruzione in diverse abitazioni a Sydney e a Brisbane in quella che è stata definita la più vasta operazione antiterrorismo nella storia del Paese. Quindici persone sono state arrestate, tra cui il ventiduenne Omarjan Azari, accusato di cospirazione con l’obiettivo di preparare un attacco terroristico. Il primo ministro liberale Tony Abbott è intervenuto dal- l’estremo nord del Paese. «Un australiano che sembra abbia un ruolo importante nello Stato Islamico ha esortato i suoi sostenitori in Australia a portare avanti degli omicidi dimostrativi», ha spiegato riferendosi al 33enne Mohammad Ali Baryalei. Buttafuori, aspirante attore, ma specialmente leader carismatico di un movimento di preghiera di giovani australiani, Baryalei si è unito ai combattimenti in Iraq e Siria ed è oggi considerato il responsabile dell’arruolamento di almeno metà ✒ L'analisi E L’OSTAGGIO IN VIDEO DIVENTA «PORTAVOCE» di GUIDO OLIMPIO WASHINGTON — La propaganda dell’Isis è dinamica. Uno specchio di quello che il movimento fa sul campo di battaglia. Così arriva un nuovo video dove non c’è alcun sacrificio umano. L’ostaggio, il giornalista inglese John Cantlie, è usato come portavoce. Manipolato per attaccare Gran Bretagna e Usa in quella che dovrebbe essere una serie di messaggi sul web. Il filmato è «pulito». Sfondo nero, un tavolo, il prigioniero con la tuta arancione. Parla per tre minuti fissando una videocamera e, probabilmente, leggendo un cartello preparato dai rapitori. «Penserete che vi parlo perché sono prigioniero: è vero, il mio destino è nelle mani dello Stato Islamico, non ho nulla da perdere. Forse vivrò, forse morirò», afferma Cantlie. Quindi attacca: «Dopo le due disastrose operazioni in Iraq e Afghanistan, perché i nostri governi vogliono essere coinvolti in un altro conflitto? Vi spiegherò perché altri ostaggi europei sono stati liberati, visto che i loro governi hanno deciso di trattare, mentre Usa e Gran Bretagna li lasciano a loro stessi». L’ostaggio esorta:«Seguitemi e sarete sorpresi da quello che apprenderete...Possiamo cambiare le cose ma solo se voi, il popolo, deciderete di agire ora». L’operazione mediatica dell’Isis è evidente. Dimostra di poter risparmiare la vita all’ostaggio e lo utilizza per i suoi scopi. Punta ad alimentare la polemica sul Freelance John Cantlie, 43 anni, in un’immagine tratta dal video diffuso online. Giornalista freelance britannico, Cantlie è stato rapito insieme all’americano James Foley, poi ucciso trattare o meno con il movimento. Lancia la sua campagna di controinformazione. Spera nella pressione dell’opinione pubblica occidentale sui governi. Tiene viva la tensione, con le apparizioni che diventano una sorta di serie tv. Risponde, per ora, agli appelli alla clemenza lanciati da molti religiosi musulmani. Lo schema ricorda quello attuato da Saddam con i famosi scudi umani e in seguito dalle fazioni estremiste irachene dopo il 2003. L’idea è sempre quella: dividere il nemico. Al centro della manovra Cantlie, vittima e mezzo. Freelance, 43 anni, era stato sequestrato una prima volta nell’estate del 2012 da un gruppo islamista composto da molti stranieri, compresa una decina di britannici. Riacquistata la libertà, è tornato in Siria. Nel novembre di quell’anno è stato rapito insieme all’americano James Foley, in seguito ucciso. Indagini condotte dall’antiterrorismo avevano portato all’arresto di un medico inglese, Shajul Islam, sospettato di aver fatto parte del commando. Accuse poi non confermate. Ma di recente la polizia ha indicato che il fratello di Shajul, Razul, potrebbe essere uno degli aguzzini di Foley e Sotloff. Sul piano militare due fatti significativi. Un raid aereo americano ha colpito un campo d’addestramento dell’Isis provocando molte vittime tra i militanti. Nel nord della Siria, invece, i jihadisti hanno attaccato i villaggi curdi al confine con la Turchia. Duri scontri e sospetti che i turchi abbiano favorito l’offensiva. In soccorso dei peshmerga della fazione YPG si sono mossi i curdi del Pkk. © RIPRODUZIONE RISERVATA dei suoi connazionali attivi nel gruppo jihadista. Qualche giorno prima dei raid avrebbe sentito Azari al telefono e i due avrebbero parlato di rapire e decapitare una o più persone, scelte a caso. Le vittime avrebbero dovuto essere avvolte nella bandiera dello Stato Islamico e l’attacco avrebbe dovuto essere filmato. I militanti in Medio Oriente avrebbero così potuto diffondere il video come hanno fatto nell’ultimo mese con quelli delle decapitazioni di un operatore umanitario britannico e di 800 due giornalisti americani. «La maggioranza delle persone a cui mirava questa operazione sono australiani nati e cresciuti qui», ha commentato il vice commissario della polizia federale, Andrew Colvin. «Alcuni di loro hanno connessioni con il Medio Oriente e con l’Afghanistan, ma non voglio dare troppa enfasi a questo elemento». Proprio ieri è partito per gli Emirati parte del contingente australiano di 600 militari e 8 aerei da combattimento che sosterrà, su richiesta americana, la lotta allo Stato Islamico in Iraq. Eppure oggi a far davvero paura all’Australia sono alcuni dei suoi stessi cittadini, tanto che il Paese ha aumentato la settimana scorsa il livello di allerta terrorismo da medio a alto, indicando che un attacco sul territorio non è più Agenti della polizia e dell’intelligence: arrestate 15 persone a Sydney e Brisbane giovani — ma si avverte una crescente tensione. Ieri sera circa 400 persone sono scese in piazza a Sydney per protestare contro i raid: «Smettetela di terrorizzare i musulmani». Roberta Giaconi © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 italia: 51575551575557 Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 Esteri 19 italia: 51575551575557 ✒ Il rito Ieri ha tenuto la sua quarta grande conferenza stampa all’Eliseo Se Putin minaccia di occupare in 2 giorni mezza Europa dell’Est di FABRIZIO DRAGOSEI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Non c’è Hollande senza anafora. Il capo di Stato francese adora questa figura retorica, che consiste nel ripetere una parola o un’espressione all’inizio di ogni frase, per sottolinearne l’importanza e conferire ritmo e solennità al discorso. Ieri, in modo molto significativo, il mantra del presidente più impopolare della V Repubblica è stato: «Mica facile». L’anafora più famosa di Hollande finora era quel «Moi président de la République...» ripetuto per 15 volte davanti a Nicolas Sarkozy nel duello televisivo del 2 maggio 2012, quando lo sfidante socialista zittì il presidente in carica per oltre tre minuti, spiegando a lui — e a milioni di telespettatori — che cosa avrebbe fatto da capo dello Stato. Sarkozy venne colto di sorpresa, Hollande prese coraggio mentre inanellava la sua formula, e quattro giorni dopo — anche grazie a quell’audace mettersi da solo in testa la corona di monarca repubblicano — Hollande vinse il secondo turno delle elezioni e divenne presidente. Ieri Hollande ha tenuto la sua quarta grande conferenza stampa all’Eliseo, sorta di rito repubblicano che per sua volontà si tiene due volte l’anno, e di nuovo ecco il ricorso all’anafora. Ma quante cose sono successe nel frattempo, quanto popolarità è andata perduta (oggi è al 13%), quanti disoccupati in più ci sono in Francia (mezzo milione in due anni). I tempi sono cambiati in peggio, e pure l’anafora per forza di cose è meno superba e più sofferente: «Pas facile». «Mica facile, quando si è stati eletti da persone spesso umili, spiegare che bisogna prima di tutto distribuire aiuti alle imprese... Ma io l’ho fatto. Mica facile rimettere le tasse sulle ore di straordinario, mica facile fare la riforma della spesa pubblica, ma l’ho fatto. Mica facile chiedere ai francesi altre tasse, ma mi sono assunto quel compito. Mica facile fare le riforme del mercato del lavoro, mica facile fare la scelta dell’innovazione e della ricerca... Lo abbiamo fatto. Mica facile fare la riforma territoriale eppure sì, ho fatto tutte queste riforme». Chi si immaginava un Hollande distrutto dal catastrofico rientro dalle vacanze, piegato dai pessimi risultati economici, dalla fronda dell’ala sinistra socialista e dal libro della ex compagna che assassina scientificamente la sua figura pubblica, sottostimava le sue doti di grande incassatore. I sondaggi sono imbarazzanti? Il partito potrebbe non soste- A Eliseo Il presidente francese Hollande (a destra) ieri durante la conferenza stampa. Seduti vicino a lui i suoi ministri (Reuters) Hollande va al contrattacco «Mica facile» fare il presidente Il nuovo mantra del leader di fronte ai giornalisti Coincidenze Clima di imbarazzo È la seconda volta quest’anno che il presidente francese François Hollande si trova a dare una conferenza stampa in un clima di imbarazzo per rivelazioni che lo riguardano Il caso Gayet Lo scorso 14 gennaio, Hollande si è presentato di fronte a 600 giornalisti in un incontro organizzato, nelle intenzioni, per parlare di come rilanciare l’economia della Francia. Ma il settimanale Closer, pubblicando pochi giorni prima le foto e le rivelazioni sulla relazione clandestina tra il presidente francese e l’attrice Julie Gayet, scompagina tutti i programmi. Un Hollande furente è costretto a rispondere che si tratta «di una questione privata» Il libro di Valerie Ieri, di nuovo, la conferenza stampa di Hollande, all’indomani della fiducia al governo Valls, è alterata dalla pubblicazione delle memorie dell’ex première dame Valérie Trierweiler, «Grazie per questo momento», colmo di particolari imbarazzanti nerlo alle prossime elezioni del 2017? Hollande fa di necessità virtù, e chiarisce: «Io non sono un candidato, io sono il presidente». Un presidente così in difficoltà da perdere l’orizzonte di un’improbabile rielezione, e allora pronto a giocarsi il tutto per tutto, a vestire i panni dell’uomo di Stato che non bada all’impopolarità, preoccupandosi piuttosto di cambiare il Paese. Hollande ieri si è mostrato fe- rito, ma tutt’altro che abbattuto. Ha riconosciuto i meriti di Berlino che grazie alle riforme del cancelliere Schröder (cominciate nel 2003) oggi domina in Europa, ma «non potete chiedere alla Francia di fare in cinque anni quel che la Germania ha fatto in 10». Ha ammesso il ritardo nell’ottenere risultati, ma ha ribadito «farò tutto, tutto il possibile» perché arrivino. Hollande ha giurato che andrà fino in nche questa volta il Cremlino ha smentito tutto, senza nemmeno entrare nei dettagli: «Sono balle». Nulla di vero quindi nella vanteria attribuita a Vladimir Putin: «Se volessi, le forze russe potrebbero arrivare nel giro di due giorni anche a Riga, Vilnius, Tallin, Varsavia e Bucarest». E’ chiaro però che le uscite attribuite al presidente russo nelle sue conversazioni con i leader europei o con quelli ucraini non sono rassicuranti. L’ultima affermazione «inquietante» è di terza mano. Sarebbe stata fatta da Putin al presidente ucraino Petro Poroshenko, poi da questi sarebbe stata riferita a Manuel Barroso, presidente uscente della Commissione europea. E sarebbe finita in un rapporto della diplomazia comunitaria passato al quotidiano tedesco Suddeutsche Zeitung. Lo stesso Barroso aveva riferito nei giorni scorsi un’altra affermazione di Putin: «Se avessi voluto avrei potuto prendere Kiev in due settimane». In questo primo caso si è trattato di una frase riportata «fuori dal contesto», come ha ammesso alla fine una fonte dell’Unione Europea. Certo, Putin non ha minacciato direttamente l’Ucraina. Magari ha risposto a velate accuse di Barroso smentendo la sua intenzione di scatenare una guerra per conquistare tutta l’Ucraina. E in questo contesto, chissà, potrebbe aver risposto con foga qualcosa come «Ma figuriamoci, se avessi voluto…». Rimane il fatto che la cosa è assai poco rassicurante. fondo, che non si dimetterà e — forse — è riuscito a voltare pagina spuntando le armi ai suoi detrattori: «Voi pensate di essere duri nei miei confronti. Ma non lo sarete mai tanto quanto lo sono io con me stesso». Un presidente che ha voluto mostrarsi più vulnerabile del solito, cocciuto come sempre. Stefano Montefiori @Stef_Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA Insieme Putin e Poroshenko ai colloqui di Minsk lo scorso agosto Anche perché tutti sanno che se la Russia decidesse veramente di usare le sue armate, sarebbe assai difficile contrastarla. In quanto all’Ucraina, alla Nato non hanno molti dubbi, come ha chiarito recentemente il Comandante delle forze alleate Philip Breedlove: per una eventuale invasione, il Cremlino «dispone di tutte le risorse militari; e una operazione simile raggiungerebbe i suoi obiettivi entro tre/cinque giorni». Anche per quanto riguarda il resto d’Europa la situazione militare non è affatto allegra. L’istrionico leader liberaldemocratico Vladimir Zhirinovsky ha detto che i tre Paesi baltici e la Polonia «verrebbero spazzati via». Diversi analisti americani non la pensano molto diversamente: all’Est la Nato è debole e la Russia ha migliorato enormemente le sue capacità dopo la guerra con la Georgia del 2008. L’ex vicecomandante supremo dell’Alleanza Atlantica Richard Shirreff è stato ancora più chiaro: «La Nato avrebbe grosse difficoltà a mettere sul terreno rapidamente una divisione (20 mila uomini), perché in Europa occidentale abbiamo assistito a uno smantellamento delle capacità militari». Gli ucraini sono particolarmente preoccupati, come ha detto ieri a Washington Poroshenko che ha chiesto armi a Barack Obama. «Non bastano visori notturni e coperte ai soldati male equipaggiati i quali sono l’unica cosa che si frappone fra la coesistenza pacifica e l’incubo di una ricaduta nel secolo scorso». Sul terreno effettivamente ci sono tanti russi, come ha ammesso anche un comandante ribelle, Aleksandr Khodakovskij: «Non centinaia, ma molti di più; interi battaglioni». Solo che non sarebbero stati mandati dal governo di Mosca: «Tutti volontari o in licenza». @Drag6 © RIPRODUZIONE RISERVATA Chiesa anglicana La denuncia di Amnesty L’arcivescovo di Canterbury «Dio esiste? A volte dubito» Nigeria, addetto alle torture nelle stazioni della polizia «Come leader della più numerosa comunità anglicana del mondo non dovrei dire certe cose». A parlare così è Justin Welby, arcivescovo di Canterbury, massima autorità della Chiesa anglicana, dopo la regina. La riflessione «incriminata» riguarda i dubbi del religioso «sull’esistenza di Dio». Welby rispondeva a un’intervista pubblica davanti a centinaia di fedeli nella cattedrale di Bristol. «Ci sono dei momenti — ha detto — in cui pensi: c’è un Dio? E dov’è Dio?». Domande che arrivano, ha continuato l’arcivescovo «quando accadono delle ingiustizie invece di prevenire le ingiustizie stesse. L’altro giorno stavo pregando mentre correvo e ho finito per dire a Dio: ma non sarebbe ora che Tu facessi qualcosa, se ci sei?». Poi Welby ha anche spiegato che il dubbio è una cosa accettabile per un cristiano. Molti media britannici hanno giudicato l’uscita dell’arcivescovo di Canterbury «coraggiosa, aperta e illuminante». Picchiati, stuprati, fucilati negli arti. Vittime anche i bambini. Un uso sistematico della tortura da parte di polizia ed esercito per estorcere denaro o costringere a confessare. È quello che succede nelle stazioni di polizia e nelle carceri della Nigeria. La denuncia arriva da Amnesty International. Nel dossier intitolato «Benvenuti tra le fiamme dell’inferno» sono state raccolte testimonianze dove vengono descritte le modalità delle torture: estrazione di unghie, soffocamenti, scariche elettriche e violenze sessuali. In molte stazioni di polizia c’è addirittura un «addetto alle torture». Le vittime, inoltre, non possono avere contatti con il mondo esterno, con i familiari e gli avvocati. Del resto, sottolinea Amnesty, in Nigeria il reato di tortura non è neanche contemplato dal Codice. Un ragazzo di 12 anni, arrestato nello Stato di Yobe, è stato picchiato, cosparso di alcool, obbligato a pulire il vomito e calpestato. 20 italia: 51575551575557 Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 italia: 51575551575557 21 22 italia: 51575551575557 Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 23 italia: 51575551575557 Cronache Santa Sede L’appello ai nuovi pastori. «Siate ottimisti, la vostra vocazione non è quella di essere guardiani di una massa fallita» Il Papa ai vescovi: basta scontri, energie sprecate Il discorso in vista del Sinodo sulla famiglia. «Non cedete alla tentazione delle cordate» CITTÀ DEL VATICANO — «Pur custodendo gelosamente la passione per la verità, non sprecate energie per contrapporsi e scontrarsi ma per costruire e amare». Francesco parla ai nuovi vescovi nominati quest’anno, ma si rivolge all’intero episcopato. Un discorso «importante e programmatico», scrive l’Osservatore Romano di oggi nell’editoriale del direttore Giovanni Maria Vian: facendo notare, non a caso, che si avvicina quel «Sinodo» che in greco, hodós e syn, significa «cammino insieme». E davvero le parole del Papa suonano come una raccomandazione urgente ai pastori, nel senso della Chiesa aperta e «in usci- ta» voluta da Bergoglio. Il Papa chiede ai vescovi di avere «il coraggio di rimuovere le incrostazioni» che «hanno coperto la bellezza e il vigore dei vostri antenati pellegrini e missionari», di non lasciarsi «assopire o conformare con il lamento nostalgico di un passato fecondo ma ormai tramontato». Andare avanti, senza paura di varcare nuove frontiere: «Dialogate con rispetto con le grandi tradizioni nelle quali siete immersi, senza paura di perdervi e senza bisogno di difendere le vostre frontiere, perché l’identità della Chiesa è definita dall’amore di Cristo che non conosce frontiera». Guai a chiudersi per paura in un «fortino», scandisce: «Non siate vescovi spenti o pessimisti, che, poggiati solo su se stessi e quindi arresi all’oscurità del mondo o rassegnati all’apparente sconfitta del bene, ormai invano gridano che il fortino è assalito. La vostra vocazione non è di essere guardiani di una massa fallita, ma custodi dell’Evangelii gaudium», quella «Gioia del Vangelo» che fa da titolo all’esortazione apostolica uscita l’anno scorso come un programma del pontificato. In vista del Sinodo sulla famiglia, che affronterà anche le situazioni «difficili» — divorziati risposati, coppie di fatto, famiglie allargate e così via —, Francesco — che ieri sera ha pregato a Santa Maria Maggiore in vista del prossimo viaggio in Albania — dice una cosa notevole: «Vi prego di non lasciarvi illudere dalla tentazione di cambiare il popolo. Amate il popolo che Dio vi ha dato, anche quando loro avranno “commesso grandi peccati”, senza stancarvi di “salire dal Signore” per ottenere perdono e un nuovo inizio. Anche al prezzo di Il coraggio di aprire le frontiere «Abbiate il coraggio di rimuovere le incrostazioni, dialogate con le grandi tradizioni senza paura di perdervi né bisogno di difendere le vostre frontiere» veder cancellate tante vostre false immagini del volto divino o le fantasie che avete alimentato circa il modo di suscitare la sua comunione con Dio». La vicinanza con il popolo è fondamentale: «Ogni riforma autentica della Chiesa comincia dalla presenza. Non siate vescovi a scadenza fissata, che hanno bisogno di cambiare sempre indirizzo». Ci vuole «accoglienza per tutti senza discriminazione». E la libertà di chi ascolta la voce dello Spirito: «Per favore, non cadete nella tentazione di sacrificare la vostra libertà circondandovi di corti, cordate o cori di consenso». Gian Guido Vecchi © RIPRODUZIONE RISERVATA Il prefetto dell’Economia Il retroscena Müller stupefatto: il mio testo è uscito oltre un anno fa CITTÀ DEL VATICANO — Non vuole alimentare polemiche, anzi è un po’ sconcertato. «Dicono che mi voglio contrapporre, ma io non voglio contrappormi a nessuno!». Il cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto dell’ex Sant’Uffizio, non si capacita di ciò che sta accadendo. Lo ha ripetuto alle persone più vicine: «Quel testo è uscito più di un anno fa, lo pubblicò pure l’Osservatore Romano!». Del resto, in Vaticano c’è una certa irritazione per una «operazione editoriale» che ha presentato un testo precedente come una «risposta» alla relazione introduttiva di Walter Kasper al Sinodo sulla famiglia. Tutto è nato con la pubblicazione del libro «Matrimonio e comunione nella Chiesa cattolica» che riunisce gli scritti di cinque cardinali contrari alle aperture di Kasper, la possibilità che i divorziati e risposati siano riammessi alla Comunione. Il libro, già preparato negli Usa dalla Ignatius Press (Remaining in the Truth of Christ, «Rimanere nella Verità di Cristo»), è stato tradotto in italiano da Cantagalli. Tra gli autori, quello più in vista è ovviamente il prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede. Solo che il testo del Sopra, papa Francesco in una delle sue uscite pubbliche in piazza San Pietro. A destra, il cardinale prefetto australiano George Pell, da pochi mesi «ministro dell’Economia» della Santa Sede (foto di Alfredo Falcone/LaPresse, Angelo Carconi/Ansa) Il caso Dopo il libro dei cinque porporati un altro scritto contesta le tesi di Kasper Il cardinale scelto da Francesco frena rispetto alle aperture «I divorziati? Questione minore» Pell, capo delle finanze vaticane. «La Chiesa non capitoli» «Secondo alcuni il compito primario della Chiesa è fornire una scialuppa di salvataggio ai naufraghi del divorzio... Ma dove devono dirigersi queste scialuppe di salvataggio? Verso gli scogli, verso le paludi o verso un porto sicuro, che si può raggiungere soltanto con difficoltà?». Zattere sì, ma che assicurino la salvezza. Dopo i cardinali Gerhard Ludwig Müller, Raymond Leo Burke, Walter Brandmüller, Carlo Caffarra, Velasio De Paolis e Angelo Scola, anche Pell si schiera contro quelle soluzioni pragmatiche e misericordiose («zattere» appunto), secondo la prassi della chiesa ortodossa, che un altro cardinale, Walter Kasper, vorrebbe che fossero lanciate verso i cattolici divorziati risposati al prossimo Sinodo di ottobre sulla famiglia. Stiamo parlando di George Pell, cioè un componente del cosiddetto C9, il Consiglio dei cardinali scelti da Francesco per aiutarlo nel governo della Chiesa, e prefetto della segreteria per l’Economia, cioè il nuovo «zar» delle finanze vaticane (dove ha messo sotto- sopra lo Ior). Quindi si tratta di un uomo di fiducia del Pontefice e non di un esponente della vecchia guardia della Curia. Anche questa volta la posizione dell’ex arcivescovo di Sydney è affidata a un testo, la prefazione di un libro di due studiosi (Juan José Pérez-Soba e Stephan M. Kampowski, Il vangelo della famiglia nel dibattito sinodale, edito Cantagalli) che già nel sottotitolo si pone «oltre la proposta del Cardinal Kasper». Secondo Pell, «la tradizione cristiana e cattolica del matrimonio monogamico indissolubile» va difesa con un dibattito rigoroso ed informato, innanzitutto circoscrivendo il fenomeno alla sua reale portata». Per il porporato La scialuppa di salvataggio «Dovremmo dare una scialuppa ai naufraghi del divorzio. Ma per dirigerli verso gli scogli e le paludi o verso un porto sicuro?» australiano, la questione dei divorziati risposati è infatti del tutto «secondaria», non fosse altro per l’esiguità del numero delle persone coinvolte («purtroppo il numero dei cattolici divorziati e risposati che ritengono di dover essere ammessi alla Comunione è molto ridotto»). Essa quindi finisce per impegnare un dibattito interno alla Chiesa convogliandovi energie che forse potrebbero essere meglio impiegate. Afferma infatti Pell, con il suo stile diretto e per niente felpato e curiale: «Le comunità sane non investono gran parte delle loro energie in questioni secondarie». Allora perché tutto questo dibattito? Secondo il porporato australiano la questione è ormai diventata «un simbolo», «una posta in palio nello scontro fra ciò che resta del cristianesimo in Europa e un neopaganesimo aggressivo». E aggiunge: «Tutti gli avversari del cristianesimo vorrebbero che la Chiesa capitolasse su questo punto». Poi arriva al punto centrale: «...è fuor di dubbio che la crisi del matrimonio rispecchi la crisi della fede e della pratica reli- Il volume In uscita Uscirà il 1° ottobre, quattro giorni prima dell’inizio del Sinodo, il libro «Il vangelo della famiglia nel dibattito sinodale. Oltre la proposta del Cardinal Kasper» (ed. Cantagalli, 240 pagine, 16 euro) Gli autori Il testo è stato scritto da Juan José Pérez-Soba e Stephan M. Kampowski L’intervento La prefazione è stata curata dal cardinale George Pell, attuale «ministro dell’Economia» del Vaticano giosa», ma — si chiede Pell — « quale è la gallina e qual è l’uovo?». Mentre «la misericordia è diversa da gran parte delle forme di tolleranza», che pure «è uno degli aspetti più encomiabili delle nostre società pluralistiche». «Una barriera insormontabile, per chi invoca una nuova disciplina dottrinale e pastorale per l’accesso alla Santa Comunione» è, inoltre, una tradizione ininterrotta: cioè «la quasi completa unanimità su questo punto di cui la storia cattolica dà prova da duemila anni». Una tale «severità» — afferma infine il cardinale — «era la norma» anche nei primi secoli del Cristianesimo, cioè «in un’epoca in cui la Chiesa accresceva il numero dei suoi seguaci malgrado le persecuzioni». Come dimostra uno studio per la prima volta tradotto in italiano del gesuita Henri Crouzel (Divorziati «risposati», la prassi della Chiesa primitiva). Pell si lancia infine in un parallelismo tra calo delle nascite e decremento della fede. «Oltre all’intuizione, ormai confermata, che una fede infiacchita significhi meno figli, penso sia altamente probabile che la decisione di non avere figli, o di averne pochissimi, produca essa stessa un grave indebolimento della fede. L’un fenomeno influisce sull’altro». Da uomo pratico, il porporato teme in ogni caso che tutto questo dibattito possa portare a una «delusione ostile» dell’opinione pubblica. In «modo pacato e calmo», bisogna subito «parlar chiaro», evitando che si ripeta quanto avvenne con l’enciclica Humanae vitae quando ci si renderà conto che «un cambiamento sostanziale della dottrina e della pastorale è impossibile». M.Antonietta Calabrò [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA cardinale Müller è lo stesso che il quotidiano della Santa Sede pubblicò il 23 ottobre 2013, quattro mesi prima che Kasper — su richiesta di Francesco — facesse la sua relazione ai cardinali (20 febbraio 2014). Ma non basta: il saggio uscito sull’Osservatore, si spiega, era a sua volta la traduzione di un testo uscito in Germania, sul quotidiano cattolico Tagespost, il 15 giugno 2013. Un testo che ricostruiva nella storia la dottrina sull’indissolubilità del matrimonio e le ragioni del no ai sacramenti, tesi più volte affermata dal cardinale, alludendo peraltro ad una possibile soluzione, ovvero il riconoscimento della nullità delle nozze: vista la «mentalità contemporanea», i matrimoni «sono probabilmente più spesso invalidi ai nostri giorni di quanto non lo fossero in passato». L’Osservatore, in vista del Sinodo annunciato, scrisse che lo pubblicava «per approfondire con serenità il tema». Il cardinale ne aveva parlato prima a Francesco: il prefetto dell’ex Sant’Uffizio non esce con due pagine sul giornale vaticano senza che il Papa lo sappia. Più tardi l’Osservatore pubblicò anche un saggio di Kasper. Ora quel libro esce quindici giorni prima del Sinodo, «il momento non è felice». Le persone vicine a Müller spiegano che il cardinale aveva semplicemente risposto di sì alla pubblicazione del suo vecchio testo, senza poi occuparsi del libro. E ora Oltretevere si vuole abbassare i toni: anche per timore che ci sia chi «soffia sul fuoco» per ostacolare Francesco e il Sinodo. G. G. V. © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 italia: 51575551575557 Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 Cronache 25 italia: 51575551575557 147 Milano Sala difende la decisione: «Non è un compromesso, è stata una riflessione di convenienza» Il numero dei partecipanti (tra Paesi e organizzazioni) che prenderanno parte a Expo 2015 a Milano 21 Milioni La stima dei visitatori (di cui il 30% stranieri) che dovrebbero arrivare per l’Esposizione Expo e le dimissioni a metà Acerbo resta al Padiglione Italia Il manager indagato lascia solo il posto di subcommissario ❜❜ Giuseppe Sala Non conosciamo ancora le accuse, un avviso di garanzia non è sufficiente per chiedergli un passo indietro ❜❜ Raffaele Cantone Voglio ricordare che per il Padiglione Italia non ci sono appalti in corso, se si esclude l’Albero della vita MILANO — «Non si tratta di un compromesso», assicura il commissario unico di Expo, Giuseppe Sala. Ma gli assomiglia molto. La società ha chiesto ieri all’ingegner Antonio Acerbo, che ha ricevuto un avviso di garanzia con l’accusa di corruzione per l’appalto sulle Vie d’Acqua, di dimettersi dall’incarico di subcommissario delegato. Resterà però operativo come «responsabile unico di procedimento» per il Padiglione Italia, incarico che sta ricoprendo da un anno. «È stata una riflessione di convenienza più che d’obbligo», ribadisce Sala al termine del vertice avuto ieri con il commissario del Padiglione Italia Diana Bracco e il presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone. La società pare fare quadrato intorno al manager: «Non sappiamo ancora di che cosa sia accusato — osserva Sala — e comunque un avviso di garanzia non è sufficiente per obbligarmi a chiedere un passo indietro a un mio collaboratore». Cantone si chiama fuori: «Si tratta di valutazioni discrezionali che può fare solo la società Expo e le loro scelte interne non possono essere certo valutate dal presidente di Anac. Sempre che non si riverberino sulla legittimità di atti». Non è un caso che Cantone faccia l’inciso: «Voglio ricordare che per il Padiglione Italia non ci sono appalti in corso, se si fa eccezione per l’Albero della Vita, visto che su Palazzo Italia e cardo siamo in fase attuativa. Per questo ritengo che, allo stato, non ci siano particolari pro- blemi». Aggiunge poi, il capo dell’Anticorruzione, che «al momento non risultano elementi probatori che possano portare a un commissariamento dell’appalto per le Vie d’Acqua». Compromesso o meno, questa soluzione (che Cantone definirà poi «interlocutoria» e che anche Sala potrebbe modificare «nel caso in cui la Procura facesse emergere elementi più gravi e circostanziati») mette almeno per il momento in sicurezza il Padiglione Italia,che è sicuramente lo spazio più importante dell’esposizione e che sarà, come in ogni Expo, il più visitato. Acerbo è punto di riferimento unico di tutta la squadra e di tutto il progetto e opinione condivisa è che senza di lui l’operazione sarebbe stata a rischio. E mentre Sala ricorda a chi lo incalza che «la mia scomoda poltrona rimane a disposizione di chi mi dovesse chiedere di alzarmi, io resto perché rispondo a chi mi chiede di restare», in casa centrosinistra la spaccatura comincia a La politica Imbarazzo a sinistra: Pisapia e altri consiglieri avevano chiesto un passo indietro In Procura farsi sentire. Già all’indomani della notizia dell’avviso di garanzia, il sindaco Giuliano Pisapia aveva preso tutti in contropiede chiedendo ad Acerbo il passo indietro. Ieri, poi, il presidente della commissione Antimafia e il presidente della commissione Expo, entrambi pd, hanno contestato la soluzione trovata: «Siamo consapevoli del momento estremamente delicato e confuso. Siamo altrettanto convinti che si debba tutelare l’immagine di Expo nel mondo, e non capiamo come ciò sia possibile nel momento in cui Antonio Acerbo mantenga un incarico così delicato e di grande responsabilità politica ed esecutiva». Rincara la dose il presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo: «Ma se una persona non è giudicata affidabile come subcommissario per le Vie d’acqua, perché dovrebbe esserlo per il Padiglione Italia?». Elisabetta Soglio © RIPRODUZIONE RISERVATA E i pm lo interrogano sull’amianto alla Scala MILANO — La Procura chiama Antonio Acerbo, e lui risponde alla convocazione ieri pomeriggio nei corridoi del quarto piano nello stesso momento in cui in un’altra ala il presidente dell’Autorità anticorruzione Cantone va dal procuratore Bruti Liberati a fare il punto su Expo proprio dopo la messa sotto indagine del vice del commissario Expo Giuseppe Sala: ma l’interrogatorio a cui Acerbo si sottopone non è come indagato nell’inchiesta Expo dei pm Antonio D’Alessio e Claudio Gittardi, bensì come testimone in un fascicolo del pm Maurizio Ascione su 7 morti di amianto alla Scala di Milano. Possibile? Possibile sì, a riprova che le coincidenze pazzesche possono davvero verificarsi se a innescarle è una casuale sovrapposizione tra due contemporanee iniziative di differenti pm riguardo la stessa persona. All’alba di mercoledì, infatti, Acerbo riceve in casa i finanziePalazzo di Giustizia ri mandati a perquisirlo dai pm dell’indagine Expo per corruNello stesso zione. Ma in seguito si presenmomento tano pure i poliziotti che il giorno prima il pm dell’amianto il procuratore aveva incaricato di recapitare Bruti Liberati una citazione come «persona era a colloquio informata sui fatti»: solo una coincidenza, è andato a spiegacon Cantone re ieri ad Acerbo il capo del pool reati ambientali Cerrato a inizio interrogatorio. La deposizione di Acerbo — dal 1998 a lungo direttore tecnico dei lavori del Comune di Milano — è quindi proseguita davanti al pm Ascione esclusivamente nel fascicolo contro ignoti che ipotizza omicidio colposo per la morte per mesotelioma negli anni scorsi di una cantante, una musicista, un addetto all’antincendio e quattro attrezzisti del Teatro, bonificato in teoria dall’amianto nel 1992. Una particolarità ha del resto segnato ieri anche la prima udienza del primo dei processi della galassia Expo, quello agli avvocati imputati di turbativa d’asta e truffa nel conferimento di incarichi legali da Ilspa (società della Regione diretta all’epoca da Antonio Rognoni, che ha già patteggiato). Qui i difensori hanno eccepito che la Procura (con il pm d’udienza Paola Pirotta, D’Alessio e l’aggiunto Alfredo Robledo) abbia tardivamente depositato la lista testi l’8 settembre, dimenticando di considerare l’effetto della sospensione feriale estiva dall’1 agosto al 15 settembre: sicché i 7 giorni di obbligatorio anticipo rispetto alla prima udienza di ieri 18 settembre sarebbero scaduti non quando la Procura ha depositato la lista testi l’8 settembre, ma già il 27 luglio. Il Tribunale si è riservato di decidere il 7 ottobre. Il governo Renzi, con decreto in vigore dal 13 settembre, ha nel frattempo ridotto i termini feriali dall’1 al 31 agosto: a nuove regole vigenti, la lista delle prove dei pm sarebbe stata salva. Luigi Ferrarella [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA La Cassazione La svista della ministra Giannini «Thyssen, non ci fu dolo Le pene non aumentino» «Elementari, inglese dal 2015» Ma la riforma c’è già da 11 anni TORINO — Nel nuovo processo d’appello per il caso Thyssen le condanne inflitte agli imputati dovranno essere ridefinite, ma «non potranno aumentare». Lo dicono le motivazioni della sentenza con cui la Cassazione ad aprile ha disposto un nuovo processo di secondo grado per il rogo che nel 2007 uccise sette operai. Ai 6 imputati erano state inflitte pene comprese fra 10 e 7 anni. «Dalla data della presente sentenza, il decorso del tempo è irrilevante ai fini della prescrizione», sottolineano poi i supremi giudici, confermando «la responsabilità di tutti gli imputati» per rimozione volontaria di cautele contro gli incidenti, omicidio colposo e incendio. Il pm aveva contestato all’ad Harald Espenhahn l’omicidio volontario con la formula del dolo eventuale. In primo grado aveva ottenuto ragione, in appello no. La Cassazione ha confermato la bocciatura e ha anche indicato i limiti che devono circoscrivere il «dolo eventuale», che non è solo l’«accettazione del rischio» che succeda qualcosa. Serve «un’indagine penetrante» nella sfera mentale dell’imputato: operazione da condurre con «purezza intellettuale», senza pregiudizi né «interpretazioni precostituite». Il giudice, dicono gli ermellini, dev’essere «immune dalla tentazione di farsi protagonista di scelte politico-criminali che non gli competono». M. Bar. «L’inglese? Lo introdurremo alle elementari dal settembre 2015». Così il ministro Stefania Giannini durante la trasmissione di Rai Radio2 «Un giorno da pecora» annuncia una riforma che c’è già. Da undici anni. Messa sotto pressione dai conduttori che le chiedono del topless e dell’inglese di Renzi, il ministro inciampa sui programmi scolastici. «Ma l’inglese non si insegna già?», le chiedono. E lei: è sperimentale. E invece è stato introdotto come materia obbligatoria, un’ora in prima elementare, due in seconda e tre negli altri anni, dalla legge 53 del 2003. Le sperimentazioni risalgono al periodo che parte dalla fine degli anni Settanta. Altro è la qualità dell’inglese insegnato, che nel tempo è stata fonte di scontri tra sindacati e ministero. Inizialmente gli insegnanti dovevano essere specializzati soltanto nell’inglese, dopo i tagli attuati con la riforma Gelmini si è stabilito che anche i docenti comuni, ma abilitati, potevano insegnare inglese e altre materie insieme. Nel piano «la buona scuola» è stato annunciato un rafforzamento della «competenza» in inglese, mentre il ministro Carrozza aveva varato un piano per introdurlo già dalla materna per l’apprendimento dei primi rudimenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA 26 italia: 51575551575557 Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 Cronache 27 italia: 51575551575557 # La storia Laura Roveri, veronese, lo scorso aprile era stata ridotta in fin di vita con quindici fendenti Guinea Ebola, massacrati a colpi di machete operatori sanitari e tre giornalisti Avevano viaggiato fino a un remoto villaggio della Guinea Equatoriale, non lontano dal confine con la Liberia, per spiegare alle popolazioni locali come difendersi da Ebola, come affrontare la malattia che sta diffondendosi sempre più nell’Africa Occidentale. In otto sono stati uccisi senza pietà, a colpi di pietra e machete. È finita così, nel sangue e nella morte, la spedizione di un team di operatori sanitari e giornalisti incaricati di «educare» alla prevenzione contadini e residenti della aree rurali. I corpi sono stati ritrovati nel villaggio di Wome, tre avevano la gola squarciata. La notizia è stata resa nota dal portavoce del governo della Guinea, Albert Damantang Camara. L’assalto ha causato anche 21 feriti. Molti in Guinea — afferma una fonte della polizia — pensano che il virus Ebola sia un’«invenzione dei bianchi» per uccidere i neri. Che la squadra fosse composta di operatori africani — dottori e reporter — non ha fatto grande differenza. Anche perché la sfiducia nelle autorità è altissima. E l’opinione condivisa da queste popolazioni che vivono di pastorizia e magri raccolti non conosce le sfumature della medicina moderna: per Violenza cieca Laura Roveri in due immagini scattate prima e dopo la brutale aggressione subita da parte dell’ex fidanzato. L’uomo l’aveva selvaggiamente accoltellata e ridotta in fin di vita Accoltellata dall’ex fidanzato: «Lui è a casa, io giro sotto scorta» tura e sei a casa. Buongiorno Italietta...» è il tagliente messaggio con cui la ragazza ha raccontato la sua rabbia sul web. E subito sono fioccati i messaggi di sostegno. Non solo, però: «C’è anche chi, tra i conoscenti del mio ex, mi ha accusata di puntare ai soldi di lui: nulla di più falso, io non cerco denaro ma giustizia. Deve pagare per ciò che mi ha fatto, e dove si può pagare per un tentato omicidio se non in galera? È in carcere che deve stare l’uomo che ha cercato di ammazzarmi, non a casa accudito dai genitori a dieci minuti da me». Da lunedì Laura ha appena La vittima denuncia su Facebook: offesa contro tutte le donne Minacce Gli sms inviati a Laura dal suo ex solo a me ma a tutte le donne. Ci dicono di denunciare gli uomini violenti e si fanno le campagne contro il femminicidio. A cosa servono prevenzione e sensibilizzazione, se poi il trattamento giudiziario che spetta a un omicida mancato è un soggiorno a casa con mamma e papà?». Arrestato il 12 aprile e tuttora indagato per tentato omicidio aggravato dalla premeditazione, il commercialista veronese di 42 anni Sganzerla è rimasto in carcere fino al 7 giugno, quando ha ottenuto i domiciliari in una clinica per «compiere un percorso terapeutico e rieducativo». È rimasto nella struttura fino a martedì scorso, quando il gip di Vicenza Dario Morsiani con l’assenso del pm gli ha concesso i domiciliari presso i genitori a Cerea, comune veronese a una decina di minuti di strada da dove (a Nogara) risiede invece Laura. «E io adesso ho paura, temo che possa venire a cercarmi. Per me è un incubo da cui speravo di uscire e che invece ricomincia da zero. È come se mi stessero accoltellando di nuovo». Un’indignazione urlata anche su Facebook: «Volete liberarvi della vostra ex? Nessun problema, oggi grazie ai nostri pm tre mesi di villeggia- Epidemia Per l’Onu è una crisi umanitaria loro una diagnosi di malattia equivale a una condanna a morte. Meglio non sapere nulla. Terribile il racconto di una giornalista, l’unica scampata al linciaggio. La donna ha raccontato di come è riuscita a nascondersi mentre gli abitanti del villaggio davano la caccia ai suoi compagni di viaggio. Fino a oggi, sono oltre 2.600 le vittime accertate di Ebola. Il virus, tuttavia, potrebbe arrivare a infettare ventimila persone, secondo i dati dell’Oms, prima di cominciare a regredire. L’atteggiamento degli abitanti dei villaggi e delle città dei Paesi colpiti dall’epidemia non aiuta certo gli operatori dell’Organizzazione mondiale della sanità. Lo scorso mese erano scoppiati violenti scontri, sempre in Guinea, quando un team di medici che stavano disinfettando un mercato era stato accusato di «spargere apposta il virus». E ieri il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato all’unanimità una risoluzione nella quale definisce l’epidemia di Ebola in Africa Occidentale «una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionali». Nel documento, adottato con 130 Paesi come co-sponsor, il Consiglio Onu invita tutti i Paesi a fornire esperti sanitari, ospedali da campo e forniture mediche per combattere la rapida diffusione del virus. La risoluzione è stata approvata nel corso di una riunione di emergenza. Certo senza la consapevolezza delle popolazioni locali sull’urgenza di cure e disinfezioni, anche l’Onu non potrà fare molto. Rabbia «Raccomandano a noi donne di denunciare gli episodi di violenza, ma se i risultati sono questi...» ricominciato a lavorare come insegnante di pilates e yoga: «Stavo tentando di riprovare a vivere come prima, ma dopo questa doccia fredda dei domiciliari sono ripiombata nel buio». A mollare, però, questa 25enne non ci pensa: «Ho già iniziato a parlare nelle scuole, sto scrivendo un libro, mi hanno chiesto di tenere conferenze sul tema del femminicidio. Non mi fermerò, andrò avanti con la mia battaglia per me ma soprattutto per le altre donne. E ai magistrati vorrei dire: pensateci bene, pensateci meglio, pensate alle donne a voi vicine prima di assumere provvedimenti del genere...» Immigrati Il giuramento dei nuovi americani Sono diventati nuovi cittadini statunitensi gli 80 giovani migranti che ieri hanno giurato fedeltà «alla bandiera» e «alla Repubblica» a Los Angeles, in California (nella foto Reuters). Nel 2013 le persone diventate americane sono state 779.929. P. Sa. Laura Tedesco © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Sudoku Difficile Giochi e pronostici Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 1 9 5 8 4 6 5 9 7 2 1 4 6 Puzzles by Pappocom VERONA — «Cinque mesi fa con quindici coltellate il mio fidanzato ha cercato di ammazzarmi con premeditazione e io ho rischiato la vita, da tre giorni è già a casa in pantofole con i suoi genitori e a me invece hanno dato la scorta per proteggermi da lui visto che abitiamo a soli 13 chilometri di distanza. Se questa è la nostra giustizia, allora in Italia la giustizia non esiste». Quella di Laura Roveri è la voce rabbiosa e indignata di una bellissima ragazza veronese di 25 anni che ha ancora il volto e il corpo segnati dalle cicatrici. Ma dalla notte del 12 aprile scorso, quando il suo ex compagno Enrico Sganzerla l’ha ferocemente aggredita con quei fendenti in una discoteca di Vicenza, Laura porta ancora i segni non solo sulla pelle ma anche nell’anima, nel cuore e nei ricordi: «La verità è che io non sono e non potrò mai più essere la stessa persona di prima. Ho rischiato la vita due volte, quando mi ha accoltellato e quando, alcuni giorni dopo, hanno dovuto operarmi d’urgenza per un aneurisma. Ai giudici, però, evidentemente non è bastato per punirlo. E siccome mi sono salvata, a soli cinque mesi di distanza da quando ha cercato di uccidermi gli hanno già concesso i domiciliari nella casa dei suoi genitori. Questo è un insulto non 9 5 7 8 4 2 7 3 9 2 1 7 3 Altri giochi su www.corriere.it LA SOLUZIONE DI IERI 4 3 7 6 8 1 5 9 2 9 8 1 2 5 4 3 6 7 6 5 2 7 3 9 1 4 8 7 9 3 5 6 8 2 1 4 1 2 6 4 9 7 8 5 3 5 4 8 1 2 3 6 7 9 3 6 9 8 4 5 7 2 1 8 7 5 9 1 2 4 3 6 2 1 4 3 7 6 9 8 5 10eLotto I numeri vincenti Lotto Estrazioni di giovedì 18 settembre BARI CAGLIARI FIRENZE GENOVA MILANO NAPOLI PALERMO ROMA TORINO VENEZIA NAZIONALE 1 87 85 59 37 17 37 81 26 18 14 17 78 53 81 9 45 66 39 52 89 41 67 29 68 14 53 20 73 65 49 21 27 68 47 52 53 80 1 1 55 37 90 83 61 11 16 38 90 82 61 34 19 79 22 1 9 17 18 26 29 37 39 45 52 53 59 66 67 68 78 81 85 87 89 Superenalotto 1 Numero Oro Combinazione vincente 11 19 37 41 62 77 4 Numero Jolly 45 Numero SuperStar Jackpot indicativo prossimo concorso: 28.000.000,00 Ai 6: - Ai 5 stella: 27.141,00 Ai 5+: 280.203,02 Ai 4 stella: Ai 3 stella: 1.522,00 Ai 5: 16.165,56 Ai 2 stella: 100,00 Ai 4: 271,41 Agli 1 stella: 10,00 Ai 3: 15,22 Agli 0 stella: 5,00 www.corriere.it/giochiepronostici 28 italia: 51575551575557 Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 Cronache 29 italia: 51575551575557 Bologna Recepita la sentenza Usa su una cittadina italiana In Francia I giudici dicono sì all’adozione per i single: la legge non la esclude Campeggio inondato: cinque morti A Lamalou-les-Bains, nella Francia del Sud, detriti e carcasse di auto ostruiscono gli archi di un ponte sul fiume Bitoulet (Afp). Nei pressi del villaggio un campeggio è stato inondato da un ruscello in piena. Cinque persone sono state trascinate dalla furia dell’acqua e sono morte. Ad Arnac, nell’Aveyron, una donna di 76 anni è annegata dopo essere caduta da un ponte. Riconosciuto in automatico un caso dall’estero La vicenda Il decreto sull’efficacia dell’adozione Il tribunale dei minorenni dell’Emilia Romagna, con decreto dell’aprile 2013 (ma reso noto solo ieri), ha riconosciuto l’efficacia anche in Italia di un’adozione da parte di una single autorizzata negli Stati Uniti da un tribunale americano Le osservazioni del collegio Nel decreto il collegio del tribunale che ha sede a Bologna — ultima città di residenza della donna — osserva come «non possa configurarsi contrasto tra il cosiddetto ordine pubblico italiano e il riconoscimento di effetti legittimanti all’adozione di una persona non coniugata» Le leggi italiane e la vita della bimba Il collegio ricorda le leggi italiane sull’adozione, ma precisa che nel caso specifico la conclusione «rappresenta un indubbio vantaggio nell’interesse della minore, tenuto conto della maggiore stabilità e pregnanza che l’adozione legittimante viene ad avere rispetto a quella non legittimante» Via libera all’adozione per una donna single: lo ha stabilito il Tribunale dei minori di Bologna. Il decreto, che risale allo scorso anno ma è stato reso noto solo ieri dal sito dell’associazione «Articolo 29», riguarda il riconoscimento dell’adozione di una bambina effettuata nel 2011 da un’italiana negli Stati Uniti. In Italia l’adozione piena, cosiddetta «legittimante», è permessa soltanto alle coppie sposate da almeno tre anni e la decisione dei giudici bolognesi, anche se riguarda esclusivamente un legame già riconosciuto all’estero, costituisce un precedente pesante. «È un importante riconoscimento che apre possibilità di nuove soluzioni interpretative rispetto all’adozione, sia dei single che delle coppie non sposate — commenta l’avvocata che ha seguito la vicenda, Grazia Cesaro, presidente della Camera minorile di Milano e responsabile del settore internazionale Unione nazionale camere minorili —. In particolare la novità di questa sentenza è il riconoscimento automatico dell’adozione piena effettuata all’estero da una persona single». Cosa ben diversa, però, dall’aprire le adozioni estere ai single residenti in Italia. Il decreto del Tribunale dei minorenni riguarda infatti il caso di una donna italiana che vive da tempo negli Stati Uniti, dove nell’aprile di tre anni fa ha adottato una bambina in base alla legge americana, che è molto più permissiva di quella italiana. La signora, assistita dall’avvocata Grazia Cesaro in collaborazione con l’avvocata Elena Merlini, ha poi chiesto al Tribunale dei minorenni di Bologna, la sua ultima città di residenza in Italia, di riconoscere la piccola come sua figlia a tutti gli effetti. La legge italiana prevede per i single solo l’«adozione in casi particolari», quella cioè che riconosce un legame affettivo già saldo tra l’adulto e il minore, o per bambini che altrimenti verrebbero difficilmente adottati. Questo tipo di adozione è però molto limitata: fa mantenere al bambino il suo cognome (a cui viene aggiunto quello del genitore adottivo), non gli permette di acquisire legami di parentela con il resto della famiglia dell’adottante, e— soprattutto — è revocabile in qualsiasi momento. I giudici di Bologna hanno invece riconosciuto alla single un’adozione «legittimante», che la rende cioè a tutti gli effetti la madre della bam- La Cassazione Stupro, dovrà essere rifatto il processo a padre Fedele COSENZA — Il giudizio definitivo sulla vicenda processuale che ha coinvolto padre Fedele Bisceglia è rimandato. La Corte di Cassazione ha annullato la condanna inflittagli in secondo grado dai giudici di Catanzaro per le violenze carnali commesse su una suora. La Suprema Corte, dopo nove ore di camera di consiglio, ha deciso che per il missionario, fondatore dell’Oasi francescana a Cosenza — una struttura per poveri e emarginati — bisognerà rifare il processo d’appello. A ottobre i giudici di secondo grado avevano condannato a nove anni e tre mesi il missionario e a sei anni e tre mesi Antonello Gaudio, il suo segretario. Anche per quest’ultimo la Cassazione ha deciso per il rinvio a una nuova In Appello Corte. «Dall’annullamento della Il missionario era stato sentenza ne consegue un dato inconfutabile: la condanna era condannato in Appello illegittima e non rispettosa per abusi su una suora delle norme del codice e costituzionali», ha detto Eugenio Bisceglia, difensore di padre Fedele. «Non ho esultato — ha commentato il religioso —, sono contento a metà e non lo sarò del tutto sin quando la suora non si convertirà». L’unica richiesta che il frate vorrebbe fosse accolta è quella di poter nuovamente dire messa. Nel 2008, infatti, è stato sospeso a divinis. Ai processi ha sempre gridato al complotto. «Qualcuno voleva impossessarsi della mia struttura». Il francescano con la passione del calcio — è un ultrà del Cosenza — era stato arrestato il 23 gennaio del 2006 dalla polizia che aveva indagato sulle denunce di stupro fatte da suor Tania Alesci, una religiosa messinese di 40 anni che svolgeva il proprio mandato all’Oasi francescana gestita appunto da padre Fedele. Carlo Macrì [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA STAND n. C12 © RIPRODUZIONE RISERVATA bina, stabilendo che costituisce «un indubbio vantaggio per il minore» e che «non possa configurarsi contrasto tra il cosiddetto ordine pubblico italiano e il riconoscimento di effetti legittimanti all’adozione di una persona non coniugata». Nel decreto i magistrati hanno comunque rimarcato come «nel nostro sistema legale l’adozione da parte di una cop- pia di persone coniugate rappresenti l’ipotesi prettamente preferita» e questo perché è interesse del minore, «ogni volta che ciò sia possibile», di «instaurare e mantenere uno stabile rapporto con una doppia figura parentale — che abbia quindi sia un padre, sia una madre». I giudici però rilevano anche che per quanto preferibile, non è l’unica forma possibi- le: «Ciò non esclude che, come purtroppo può avvenire anche nel corso di normali sviluppi della vita, si possa riconoscere in casi particolari la possibilità di creare un legame adottivo con una sola figura genitoriale». E quindi concludono che «l’adozione di una sola persona non è preferita dalla legge, ma non è certo esclusa». «Nella loro decisione — so- stiene l’avvocata Cesaro — c’è la presa d’atto che la famiglia monogenitoriale è ormai una realtà anche italiana: è un importante riconoscimento di una nuova struttura familiare. E dà una linea di indirizzo molto chiara che il legislatore dovrà seguire». Elena Tebano @elenatebano © RIPRODUZIONE RISERVATA 30 italia: 51575551575557 Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 Cronache 31 italia: 51575551575557 Salute Coltivazioni in un centro militare a Firenze. A ottobre il protocollo Entro un anno in farmacia la cannabis terapeutica Via alla produzione italiana La sostanza Gli effetti Secondo alcuni studi i cannabinoidi possono inibire il dolore fisico e la sua percezione a livello mentale agendo attraverso i recettori dei neuroni CB1 e CB2 Entro il 2015 Secondo il documento firmato ieri dai ministri della Salute e della Difesa i primi prodotti a base di cannabis dovrebbero arrivare entro il 2015 (nella foto Reuters una confezione di cannabis terapeutica in una farmacia olandese) messo la distribuzione gratuita. Abruzzo, Marche, Piemonte, Sicilia e Emilia Romagna (pochi giorni fa) hanno deliberato senza tuttavia che fossero attivate, dopo gli annunci, le procedure per rendere disponibile la terapia. Dopo il via alla produzione nazionale il ministero appronterà entro ottobre un protocollo da far approvare al Consiglio Superiore di Sanità da poco rinnovato, ai vertici due donne, Roberta Siliquini e Eleonora Porcu. Poi la coltivazione nei campi militari. Il principio attivo sarà preparato e distribuito da farmacie territoriali e ospedaliere. Tempi, entro il 2015. Il sistema prevede piena tracciabilità per il controllo del consumo e dei destinatari. Finora la materia prima è stata importata dall’estero a costi più alti. «L’Italia sarà autosufficiente — dice Lorenzin —. Distinguiamo, però. La droga fa male, un giovane su quattro fuma cannabis, siamo preoccupati. L’uso di sostanze per terapie è ben diverso. Noi ragioniamo in termini sanitari. Altro punto da chiarire. Questo non è assolutamente il primo passo per permettere l’auto-coltivazione da parte dei malati. Sono con- Come può essere somministrata Vaporizzazione, combustione, farmaci Terapia del dolore Controllo del dolore cronico neuropatico associato a sclerosi multipla Antinausea nei pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia USO TERAPEUTICO DEL PRINCIPIO ATTIVO DELLA CANNABIS IL PROTOCOLLO TRA MINISTERO DELLA SALUTE E DELLA DIFESA Per produrre cannabis terapeutica il THC Infiammazioni CCura del glaucoma Il prodotto sarà coltivato nello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze Il principio attivo verrà distribuito alle farmacie territoriali e ospedaliere Firmato l’accordo: gratuita su prescrizione ROMA — La parola cannabis evoca fantasmi. È legata agli spinelli, al rischio che costituisca l’anticamera di droghe pesanti. Bisognerà mettere da parte questo pregiudizio e, una volta tanto, pensare positivamente al più antico degli stupefacenti, usato già in epoca neolitica per le sue proprietà miorilassanti, analgesiche e sedative. Apre nuove prospettive di cura l’accordo firmato dai ministri Beatrice Lorenzin (Salute) e Roberta Pinotti (Difesa) per la prima produzione nazionale di sostanze e preparazioni di origine vegetale. La piantina verrà coltivata nei terreni dell’Istituto militare chimico farmaceutico, a Firenze, per estrarne il principio attivo da trasformare poi in preparazioni galeniche impiegate in pazienti con dolore neuropatico centrale. La terapia sarà gratuita, prescritta dai medici quando gli altri farmaci non funzionano. La stima è di 500-900 mila malati in Italia. I cannabinoidi hanno avuto il via libera per l’impiego farmaceutico nel 2007. Da allora però non sono entrati realmente nei prontuari regionali, passaggio che avrebbe per- Analgesico, miorilassante, euforizzante Artrite reumatoide Tra Traumi cere cerebrali/ictus La struttura molecolare del THC La sostanza sarà gratuita Controllo di alcune spasticità croniche 500 mila I pazienti con dolori che non rispondono ad altre terapie Stimolazione dell’a dell’appetito nei malati di Aids 80-100 kg Il fabbisogno annuale di cannabis terapeutica 250-300 Il costo mensile individuale della terapia Fonte: ministero della Salute traria a provvedimenti naif». Per Annarosa Racca, presidente dell’associazione Federfarma, è una bella novità: «Siamo pronti a lavorare». Il consumo di oppioidi per la cura del dolore da noi è ancora basso nonostante il pro- Il paziente avrà bisogno della prescrizione medica gresso di fatturato. I medici prescrivono poco e permane una certa resistenza culturale, alimentata anche dalla politica. Wiliam Raffaeli, presidente della Fondazione Isal per la ricerca sul dolore (il 27 settembre al via le giornate per sensi- 15 80 Euro Il costo al grammo sostenuto attualmente dalle Regioni italiane per importare dall’estero la sostanza a fini terapeutici. Con il nuovo protocollo la cannabis costerà la metà e sarà inserita nel ticket sanitario regionale Il numero dei dipendenti impiegati nella struttura militare di Firenze (compresi due periti agrari) che saranno coinvolti nella produzione del principio attivo della cannabis per uso terapeutico L’autocoltivazione resta vietata La norma Dal 2007 è prescrivibile per legge. Marche, Abruzzo, Sicilia, Emilia Romagna, Piemonte hanno deliberato di inserirla nel prontuario terapeutico (ma non è mai stato disponibile realmente) bilizzare i cittadini), non ammaina la bandiera: «C’è ancora molto da fare. C’è ancora molta inappropriatezza nel combattere il dolore cronico. Il 50% delle spese sono per gli antinfiammatori, una minima parte per gli oppiacei, come la morfina». E sulla cannabis aggiunge: «Ben venga. Io la prescrivo, ma le famiglie se la sono pagata da sé. È un farmaco di cui bisogna sfruttare le potenzialità anche se non esistono prove schiaccianti per la sua efficacia. Molti malati ne traggono benefici ed è questo che conta». Margherita De Bac [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 italia: 51575551575557 Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 Il viaggio Cronache 33 italia: 51575551575557 La ricercatrice austriaca che ha condotto lo stormo di 14 uccelli: «Ho imparato a comunicare con loro» GROSSETO — A oltre duemila metri d’altezza i venti e le correnti ascensionali sembrano impazzire, spingono verso le montagne, fanno paura. Lo strampalato parapendio a motore sobbalza, la grande elica perde colpi, il «paracadute» giallo e blu oscilla inquieto come le ali di un’aquila ferita. Ed è allora che Corinna decide di cercare rifugio nello sguardo di Ambra alla quale sta insegnando a migrare. «Lei mi ha parlato. Mi ha detto di stare tranquilla, “è questa la buona strada, non temere” — racconta Corinna — ed allora la meraviglia ha cancellato la paura e il viaggio è diventato più straordinario di prima». Corinna Esterer, 25 anni, è una biologa e ricercatrice austriaca. Ambra, sei mesi, è una femmina di Ibis eremita. Insieme sono migrate da Salisburgo alla laguna di Orbetello, un volo durato undici giorni in compagnia di una seconda ricercatrice, Gabriela Schmalstieg, e di altri tredici Ibis. Uccelli dall’aspetto mitologico, estinti in Europa e risorti, come fenici, grazie all’amore del Waldrapp Team, il gruppo di ricercatori austriaci promotore del progetto «Reason for Hope» e del Parco Natura viva di Bussolengo, sul lago di Garda, dove gli animali nascono per poi essere reintrodotti nella natura: il passo più importante è proprio quello di insegnare loro il senso dell’orientamento e le rotte delle migrazioni. Corinna e Gabriela La specie sono due delle mamme umane degli ibis, quelle che hanno insegnato loro l’arte di volare per mille chilometri verso la laguna calda e tranquilla di Orbetello, nell’oasi protetta del Wwf. L’ibis eremita «Ma prima abbiamo È un uccello dovuto conquistare la pelecaniforme loro fiducia — ricorda della famiglia Corinna — e non è stadei Treschiornitidi: to facile. Mesi durante i la specie è in forte quali ci siamo occupati pericolo di estinzione totalmente di loro. Abbiamo cercato d’essere La popolazione noi stesse ibis, d’entraSi stima che nel re nel loro mondo semondo esistano 550 greto, di parlare il loro esemplari selvatici, idioma misterioso». poche colonie Un meta-linguaggio in Marocco e Siria. che Corinna ha impaIn Europa ci sono rato sul campo, metcolonie semiselva tendosi alla testa dello tiche o in cattività stormo durante cento per un totale di un voli preparatori al grande viaggio verso la migliaio di esemplari Maremma. «Ambra mi ha veramente parlato mentre sfioravamo le Alpi seguendo il Tagliamento — continua la ricercatrice —. Con gli occhi, con il movimento del becco, con il battito delle ali. E così hanno fatto Toni, Vito, Anna e tutti gli altri. Grazie al loro comportamento e al movimento del corpo capisci come si sentono, persino a che cosa pensano. Percepisci se sono stanchi, oppure se hanno ancora voglia di volare. Se sono felici sfrecciano alti, se sono esausti iniziano a planare verso il basso. Poi c’è il gioco». Sostiene Corinna che a volte il volo diventa ludico. Giocano gli ibis, tra loro e con gli umani. Danzano tagliando il vento, cadono in picchiata, risalgono una, dieci, cento volte, si avvicinano alle due ragazze e con le ali le accarezzano. «Sopra Venezia — ricorda Corinna — lo spettacolo è stato grandioso, un film, con gli ibis e la Laguna protagonisti». Anche la paura è stata compagna di viaggio. «Vento fortissimo, turbolenze, la prima tappa è stata un incubo. Temevamo di perdere i nostri “pulcini” che venivano risucchiati verso il basso da un gorgo invisibile. Poi mi hanno parlato e allora ho capito che ce l’avremmo fatta». Ai comandi Corinna Esterer, 25 anni, la ricercatrice austriaca che ha guidato gli ibis (Foto Waldrapp Team) Corinna, la ragazza che guida gli ibis «Così li ho portati fino in Maremma» In parapendio li aiuta a migrare Nati in cattività, sono privi del senso dell’orientamento Quando gli ibis sono arrivati sopra la laguna di Orbetello, le «mamme umane volanti» si sono commosse. «Li abbiamo guardati tutti e quattordici planare — ricorda Corinna —. Individui, unici, con personalità diverse, linguaggi differenti. Mai avrei pensato di poter imparare da animali selvatici volando con loro». Un altro stormo di venti esemplari sta per partire dal campo di addestramento di Salisbur- go verso Orbetello. «Stavolta però gli uccelli dovranno cavarsela da soli: gli adulti guideranno i giovani, e noi non saremo alla testa dello stormo», spiega Corinna. Che poi ha quasi un sussulto da mamma preoccupata: «Vi prego bracconieri, stavolta non sparate». Marco Gasperetti [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Lo studio Nel mondo ci sono 2.325 miliardari (quasi tutti sposati) Una parte della famiglia reale inglese parteciperà, nei prossimi giorni, in una struttura turistica di Fasano (Brindisi), al matrimonio di Charlie Gilkes, ex fiamma di Pippa Middleton, sorella di Kate, e Anneke von Trotha Taylor. I Cambridge e il principe Harry sono stati invitati alle nozze e al ricevimento tra Torre Maizza, una struttura di lusso di Savelletri e la vicina Torre Coccaro, di proprietà della stessa famiglia. Per l’occasione — secondo quanto riporta Vanity Fair - William e Kate, in attesa del loro secondo figlio, starebbero programmando di lasciare il primogenito George con i genitori di Kate. Con loro, nel viaggio in Italia, dovrebbe esserci anche Pippa. Sono sempre di più i miliardari (in dollari) nel mondo: 2.325 nel 2014, ben 155 in più rispetto all’anno scorso (+7 per cento). È quanto emerge da uno studio condotto da Wealth-X e Ubs Billionaires Census. Il miliardario-tipo è uomo (nel 90 per cento dei casi), con un’età media di 63 anni. I paperoni maschi, che sono sette volte di più delle donne, nella stragrande maggioranza dei casi sono inoltre sposati (l’89 per cento). Solo un 6 per cento è divorziato, il 3 per cento single e il 2 per cento vedovo. Percentuali che cambiano per le donne: solo il 62 per cento delle miliardarie è sposata, il 10 per cento divorziata, il 4 per cento single e il 21 per cento vedova. L’Europa è la «patria» degli straricchi: sono 775 quelli che vivono nel Vecchio Continente. Gli Stati Uniti sono secondi con 609 miliardari, di cui 57 creati nell’ultimo anno, e sono il motore di crescita del numero di miliardari complessivi. Ma l’Asia galoppa a e rappresenta il 30 per cento dell’aumento netto della fortuna dei miliardari, pari complessivamente a 7.300 miliardi di dollari, il 12 per cento sul 2013 e una cifra pari alla capitalizzazione di mercato di tutte le società del Dow Jones. Il miliardario «tipo» vale infatti 3,1 miliardi di dollari. Il numero dei miliardari creati in Asia quest’anno è 52 e 33 vivono in Cina. La maggior parte ha costruito la propria fortuna con l’immobiliare e i conglomerati industriali, a fronte dell’11 per cento che si è arricchito con la finanza. In totale i paperoni cinesi sono 190, quelli indiani 100 e quelli di Hong Kong 82. «I progressi dell’Asia come potenza economica sono già iniziati — afferma lo studio di Wealth-X e Ubs Billionaires Census —. La performance dei miliardari mostra la forza di questa ripresa e le numerose opportunità che offre per l’accumulo di ricchezza». Il 35% della ricchezza complessiva, infine, è concentrata in 20 grandi città, prime tra tutte New York, Mosca e Hong Kong, con Londra che si piazza al quarto posto. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Brindisi Matrimonio in Puglia: invitati William e Kate 34 italia: 51575551575557 REPLAY STORE Piazza Gae Aulenti NEW OPENING 10 OTTOBRE Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 italia: 51575551575557 35 36 italia: 51575551575557 Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 37 italia: 51575551575557 Tempiliberi Viaggi Benessere Food Moda Meritocrazia Fonte: Federico Capeci Stipendio, fama e prosperità futura? Per la generazione 2.0, nella scelta del luogo di lavoro conta più di tutto la meritocrazia I 2 fattori più importanti meritocrazia prospettive di carriera I 2 fattori meno importanti stipendio società famosa Design Tecnologia 77 27 84 33 Famiglia Vita dietro il palco Dodici anni fa si sono incontrati, un anno fa l’ha sposato. Per lui ha lasciato casa e lavoro. Ma ha trovato tanto Barbara Ligabue di PASQUALE ELIA «Ho conosciuto Luciano da terapista. Non ero una sua fan ma capii subito che era l’uomo della mia vita» A nche per lei, come per suo marito, L’amore conta. Solo che lui, Luciano Ligabue, lo dice attraverso le canzoni. Lei invece, Barbara Pozzo, affida alle pagine di un libro quello che studia da trent’anni: le correlazioni tra corpo e anima. Ma la sua non è un’indagine fatta a tavolino, bensì qualcosa che ha sviluppato sul campo, quando faceva la terapista, specializzata in medicina manuale, e si interessava di riabilitazione. «Ho avuto in cura centinaia di persone che si sono rivolte a me per problemi e dolori fisici. Ogni volta mi sono ritrovata ad ascoltare la voce dei loro corpi che durante il trattamento raccontavano la loro storia» spiega Barbara, che da pochi giorni ha pubblicato il suo primo libro, La vita che sei - 24 meditazioni sulla gioia (edito da Bur Varia) che in meno di una settimana è già alla seconda edizione. Ventiquattro capitoli in tutto, «come i ventiquattro rintocchi dei campanili di una volta che invitavano a fermarci per tornare presenti a noi stessi». Promemoria per il benessere Quali sono le ragioni di un risultato di vendite quasi inaspettato? «Sicuramente c’è la curiosità di leggere cosa ha da dire sulla gioia la moglie di Ligabue» ragiona con onestà Barbara, cui non dispiace per nulla presentarsi come la signora Ligabue da quando un anno fa si è sposata con l’autore di Certe notti: «Non ne faccio un vanto, ma mi fa piacere. Ultimamente uso spesso il cognome di mio marito, anche perché credo nella sacralità del matrimonio». Stabilito con schiettezza che con un biglietto da visita così si può contare su qualche privilegio, con altrettanta franchezza la signora Ligabue pensa che ci sia anche un altro motivo nell’exploit di La vita che sei: «In un periodo storico dove tante cose vanno in pezzi, un libro che ti spinge a credere nell’amore, nella possibilità di trovare un equilibrio psico-fisico, nella necessità di non cedere mai alla tentazione di farti sovrastare dai pensieri negativi, beh penso che tutto questo possa far venir voglia alla gente di sfogliare quelle pagine». Come se fosse semplice imboccare, non la strada, ma almeno il viottolo del benessere... «E infatti non lo è. Però è facile, l’importante è essere presenti a se stessi. Ma attenzione: non ho scritto un manuale su come raggiungere la felicità e non ho la pretesa di insegnare chissà cosa. Se proprio devo definire il libro, direi che è un promemoria per ricordarsi che vale la pena ascoltarsi». Passato Luciano Ligabue agli inizi della sua carriera. Il rocker è nato a Correggio il 13 marzo del 1960. Ha pubblicato il suo primo album («Ligabue») nel 1990; l’ultimo, «Mondovisione», lo scorso anno Presente Barbara e Luciano Ligabue in una foto inedita che li ritrae in un momento privato. I due si sono sposati a Correggio il 7 settembre dello scorso anno Galeotto fu il massaggio Memoria, ricordi: ma le va di raccontare come ha conosciuto Luciano? «Prima di incontrarlo non ero una sua fan». Ma poi evidentemente lo è diventata... «Un giorno mi chiamarono perché il suo terapista non stava bene. Mi presentai lì, ma non avevo alcuna aspettativa, anche perché non ero stata mai nemmeno ad un suo concerto. Sì, conoscevo qualche suo brano, ma erano quelli che ascoltavo in giro». Lo scenario è di 12 anni fa, periodo dell’album Fuori come va?: e a lei come andò? «Che appena gli appoggiai le mani addosso sentii una grande emozione. E capii che lui era l’uomo della mia vita, il grande amore che stavo aspettando». E la reazione del Liga? «All’inizio non mi ha riconosciuto, non ha avvertito quel sussulto dell’anima che ho provato io». E l’incontro tra Barbara e Luciano poteva finire lì. Ma, come scrive nel libro la signora Pozzo-Ligabue, «siamo semplicemente in viaggio per trovare chi e cosa si combina con noi», ed evidentemente il destino aveva deciso che i due dovevano continuare quel viaggio insieme. «Infatti così è stato, perché poi anche lui ha compreso quelle emozioni che non riusciva a decodificare. Io, d’altronde, ero avvantaggiata perché sapevo cosa mi stavano comunicando le mie mani. Lui non aveva i miei stessi strumenti e perciò ha faticato un po’ di più prima di decifrare quei segnali». Barbara parla al passato, non perché non abbia più quel potere nelle mani, ma perché da quando ha iniziato a vivere con il cantante che fa ballare sul mondo migliaia e migliaia di persone ha deciso di abbandonare la sua professione di terapista. «Sarebbe stato un po’ complicato svolgere la mia attività continuando a frequentare Luciano: la gestione tra vita pubblica e privata sarebbe stata alquanto difficile». Ed è ben nota la voglia di assoluta riservatezza della famiglia Ligabue. «Però non ho alcun rimpianto per la mia scelta. Adesso l’unico paziente che ho è mio marito». Comunque, con tutti gli altri che ha salutato (e in generale con le persone che credono nel suo metodo riabilitativo) ha mantenuto un dialogo: nel 2011 ha fondato www.somebliss.com, sito attraverso il quale intrattiene con i suoi lettori un dialogo quotidiano sui temi del benessere fisico e mentale e del raggiungimento dell’armonia interiore. Lei ci è riuscita, soprattutto quando ha fatto le valigie e si è trasferita a casa di Luciano, a Correggio. Dopo aver vissuto prima a Biella (dove è nata), successivamente a Milano e poi a Parigi. Dai rintocchi delle campane al rock’n’roll? «Non è stato molto traumatico. Certo, all’inizio mi sono trovata un po’ disorientata, ma grazie alla vita normale che conduceva, e che conduce Luciano, tutto è risultato più semplice del previsto. In più mi ha aiutata molto la Cuore Barbara Pozzo è nata a Biella nel 1965 ed è terapista della riabilitazione, specializzata in medicina manuale. La sua pagina Facebook, «Somebliss», sfiora i 18.000 follower, con una media di oltre 150 condivisioni per singolo post. «La vita che sei - 24 meditazioni sulla gioia» è il suo primo libro (Bur Varia, pp. 200, € 9,90). Un libro che l’autrice invita a leggere con calma e non tutto d’un fiato, «perché solo fermandoci possiamo ricordarci chi siamo» (Foto Jarno Iotti) ❜❜ Sussulti All’inizio lui non mi ha riconosciuto, non ha avvertito quel sussulto dell’anima che ho provato io ❜❜ Felicità Il mio libro non è un manuale su come raggiungere la felicità. È un promemoria per ascoltarsi ❜❜ Riconoscenza Il brano “L’amore conta” è dedicato alla sua ex. Mi fa piacere che dentro ci sia un senso di riconoscenza gravidanza: mi ha dato un grande equilibrio». Barbara era incinta di Linda, che oggi ha 10 anni. E il rapporto che ha la bimba con Lenny, l’altro figlio di Luciano avuto dal precedente matrimonio? «Linda adora il fratello». Canzoni e dediche Leggendo il libro e ascoltando i brani del Liga, sembra che i due si debbano scambiare i diritti d’autore. Nello scorrere una pagina del primo capitolo è come risentire le parole di Il giorno di dolore che uno ha; il capitolo 4 appare come l’estensione della canzone Siamo chi siamo. «Abbiamo uno scambio così profondo che alla fine ci influenziamo a vicenda». Perché Luciano, racconta Barbara, «si è aperto a quella spiritualità che all’inizio della storia diceva di non avere». E invece Giorno per giorno, il rocker che urla contro il cielo si è innamorato sempre più di questa donna dallo sguardo dolce ma determinato, alla quale ha dedicato anche due canzoni, Ci sei sempre stata e Tu sei lei. «Quando me le ha fatte sentire per prima volta, mi ha detto: “Queste sono per te”». Ma un pezzo lo ha scritto pure ripensando alla storia con la sua ex moglie Donatella... «Lo so, ma L’amore conta parla di gratitudine. Ecco, se ascoltando il brano non avessi avvertito quel senso di riconoscenza, ci sarei rimasta male». Difficile incrinare la serenità della signora Ligabue: per lei «la felicità è l’amore quando arriva». E l’ha provata. Mentre «la gioia è l’amore che dura». E sta continuando a provarla. © RIPRODUZIONE RISERVATA 38 Tempi liberi Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Viaggi sostenibili Nel cuore dell’Africa Come (e perché) organizzare una «missione» nel cuore selvaggio dell’Africa, in un parco diviso fra tre Paesi. Che, tra vulcani, miniere di diamanti e foreste, nasconde il segreto del nostro passato Brasile A San Paolo l’invasione creativa nell’ex ospedale Secondo l’artista brasiliano Henrique Oliveira merita un viaggio in Brasile l’evento che fino al 12 ottobre vede 100 artisti esporre i loro lavori nei padiglioni e nei giardini dell’ex ospedale italoamericano Umberto Primo, conosciuto come l’ospedale Matarazzo di San Paolo. «Vedrete una San Paolo che non esiste più — spiega —. Matarazzo è un microcosmo all’interno di una grande metropoli. «A creative invasion», l’invasione creativa dei 100 artisti, si propone di ridare energia all’ex ospedale abbandonato che rappresenta un’importante opera storico-architettonica della città più grande del Brasile. Il complesso fu costruito nel cuore della città grazie all’impegno di un gruppo di immigrati con a capo Francesco Matarazzo, che a inizio Novecento si propose di realizzare un modello di assistenza sociale per le famiglie italiane residenti a San Paolo. L’ospedale crebbe, realizzò accordi col sistema di assistenza pubblica e arrivò a essere un punto di riferimento per l’assistenza nella città. Tuttavia, una grave crisi amministrativa e finanziaria nella seconda metà degli anni 80 ne provocò la chiusura (nel 1993). Ora il gruppo di artisti — 50 brasiliani e 50 provenienti da altri Paesi — espongono le loro opere allo scopo di reinfondere energia allo straordinario complesso prima della ristrutturazione, che sarà curata dal gruppo Allard. La struttura sarà infatti trasformata nella Cidade Matarazzo, uno spazio culturale comune «che avrà la vivacità di una piazza, dove cittadini e turisti potranno vivere da vicino gli esempi più potenti della creatività brasiliana. È un sito fantastico, pieno di storie e ricordi». © RIPRODUZIONE RISERVATA «S ono ancora vivi, anche se molto vecchi, tre dei gorilla che studiò Dian Fossey all’inizio degli anni Ottanta, prima di essere assassinata. Continuare a fare ricerche su di loro è uno degli aspetti più emozionanti del mio lavoro». La studiosa Veronica Vecellio, unica italiana a lavorare nell’unità oper a t i v a i n R w a n d a d e l « D i a n Fo s s e y F u n d International», è una ricercatrice che ha coniugato scienza e passione nel suo quotidiano a tremila metri di quota. La sua giornata a Karisoke, nel cuore del Parco dei vulcani in Rwanda, comincia all’alba. Le nebbie si alzano lentamente dalla foresta pluviale rivelando il profilo di un’area protetta unica in tutta l’Africa. Qui i colleghi di Veronica, i ranger e anche i visitatori seguono i ritmi della natura e soprattutto quelli degli specialissimi residenti della fitta vegetazione, i gorilla di montagna, creature studiate per la prima volta dalla primatologa americana Dian Fossey, seppellita qui a pochi passi da Digit, il gorilla silverback (schiena d’argento, segno distintivo del maschio adulto) che studiò per anni fino a rivelare sorprendenti aspetti (primo fra tutti l’organizzazione di gruppo) dei gorilla. Oggi il viaggio nel Massiccio dei Virunga richiede diversi scali aerei e un trekking abbastanza impegnativo ma è alla portata dei moltissimi visitatori che ogni anno raggiungono Karisoke e poi la foresta pluviale, unico luogo al mondo dove vivono i grandi erbivori. Ogni famiglia di primati ha un nome (Susa, Sabinyo, Amahoro, Kwitonda) e proprio il gruppo Susa fu quello studiato a lungo dalla scienziata americana; ne fa ancora parte Poppy, nato nel 1976, che continua ad avere contatti con i turisti. Amahoro e Sabinyo sono famiglie che hanno frequenti contatti con i turisti per il carattere pacifico dei suoi componenti. Non sorprende che il carisma della Fossey, allieva dell’etologo Louis Leakey, continui a ispirare nuove generazioni di ricercatori e ad attirare qui oltre 20 mila visitatori all’anno. È italiana l’erede della Fossey «Fra guerre civili, bracconieri e distruzione della foresta per i disboscamenti i gorilla hanno rischiato più volte l’estinzione nell’ultimo secolo», dice la studiosa romana: «Dian ha avuto l’enorme merito di far conoscere al mondo questi pericoli letali». Uno degli aspetti più interessanti della ricerca, per l’erede scientifica della Fossey, sono le singole personalità dei gorilla: «Sono strutturati con gerarchie e società rigide, il fenomeno straordinario è osservare come a ogni carattere — estroverso, introverso, dominante, umile — corrisponda un ruolo funzionale nel gruppo; dopo tanti anni continuo a meravigliarmi della loro sensibilità sociale». Oggi la ricercatrice ha la responsabilità del più grande database mondiale sulla specie dopo aver lavorato per la «Società zoologica di Londra» e per altri progetti di tutela dei primati nella Repubblica Centroafricana. Dentro i Virunga Il pianeta dei gorilla All’alba, a Karisoke, per incontrare i nostri «veri» genitori. E l’italiana che li protegge. Come faceva Dian Gli 880 esemplari fra Rwanda e Uganda Il massiccio dei Virunga (in territorio rwandese) ospita 480 degli 880 gorilla di montagna del mondo in un minuscolo ecosistema di 400 chilometri quadrati all'ombra di cinque vulcani. Gli altri 400 vivono nella Bwindi Impenetrable Forest in Uganda. «Questa divisione forzata» dice la Vecellio «nel corso dei prossimi decenni e secoli di evoluzione farà sì che i gorilla di montagna si divide- Tendenze Tre ruote, veloce ed «eco»: le città si visitano con il risciò S popola il risciò nelle città d’arte italiane. Roma, Bari, Torino, Bologna e ora Milano, che si prepara a Expo, aprono i centri storici al velocipede a tre ruote. Ecologico, divertente, circola sulle piste ciclabili, nei parchi, nelle zone a traffico limitato. I moderni risciò, con «cappottina» antipioggia, sono nati a Berlino, nel 2004, da un’idea della società Veloform. Nella capitale tedesca ne circolano 120 e trasportano 350 mila persone ogni anno. In breve, la passione del risciò ha contagiato 150 metropoli nel mondo. Oggi li trovi a Madrid e a New York, a Tokio e a Copenaghen. Fanno servizio trasporto in un’area ristretta, nel solo centro storico. Hanno la pedalata assistita, grazie a un minuscolo motorino elettrico attivato da una potente pe- dalata, per affrontare una salita o trasportare un turista extralarge. Contenuti i costi. A Berlino, per esempio, si pagano 3 euro per il primo chilometro percorso, 1,5 a km per i successivi, in alternativa al tour: 40/50 euro per un’ora. In compenso sono occasione di lavoro, per molti. A Roma ad acquistarli è stato il ministero di Grazia e giustizia che li ha affidati a una cooperativa di ex detenuti in un progetto di reinserimento nel mondo del lavoro. Curioso che gli stessi si debbano definire «abusivi autorizzati», perché il Codice della strada stenta a recepire la formula «servizio turistico di piazza» per i tricicli, che vorrebbe dire equipararli alle carrozze trainate dai cavalli, e allo stesso tempo li esclude dal servizio taxi. Ogni campanile, dunque, L’arte di pedalare A destra uno dei risciò che stanno conquistando le città d’arte italiane, dopo aver avuto un grande successo all’estero. Totalmente ecologici, sono un mezzo di locomozione economico s’attrezza come può, per rimanere a galla nella giungla burocratica. A Firenze i risciò sono autorizzati da una sperimentazione e parificati a «pubblico intrattenimento» come fossero mimi, a Bologna possono circolare solo nel fine settimana, a Milano, come racconta Gianluigi Barone, che ha portato in Italia il primo risciò (ribattezzato ri-show) nel 2007, «oggi si circola se c’è uno sponsor che si accolla i costi, chi pedala non può chiedere soldi ma prendere una mancia e dunque i risciò spopolano in occasione di eventi. Per Expo, contiamo però su una sperimentazione. I risciò si muoveranno su due percorsi, un tour turistico e uno dedicato allo shopping». Chi pedala garantisce che il guadagno è assicurato. A fare la differenza sono «la simpatia e la conoscenza delle lingue, più ne sai più pedali». Molta strada è stata fatta dal primo risciò. Una delle teorie sull’origine del mezzo ne attribuisce l’invenzione addirittura al padre missionario Scobie, che dovendo trasportare la moglie invalida per le strade di Yokohama, nel 1869 s’affidò al fabbro americano Albert Tolman. Paola D’Amico © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 Tempi liberi 39 italia: 51575551575557 ILLUSTRAZIONE DI ANTONIO MONTEVERDI In pratica ranno in due specie diverse per effetto dell'adattamento». La catena dei Virunga è divisa fra Rwanda, Repubblica democratica del Congo e Uganda, ma è la sede di Karisoke (oggi nella località di Musanze) a essere epicentro e simbolo del lavoro quotidiano per la protezione dei gorilla. Qui ha la sua sede operativa il «Dian Fossey Fund International» (con sede principale ad Atlanta, negli Stati Uniti, dove viene coordinato il management) impegnato in un'attività integrata per la tutela dei gorilla: il Fund organizza corsi di formazione per gli studenti che vivono nel distretto, sviluppa la ricerca e cura l'habitat dei primati, oltre ad aggiornare con corsi ad hoc il personale sul territorio. Novant’anni di storia per il parco Il parco fu tracciato per la prima volta nel 1925, una piccola area fra Karisimbi, Visoke e Mikeno Novantotto per cento Umani e gorilla di montagna condividono il 98% del Dna: secondo l’ultimo censimento nel Parco dei vulcani ci sarebbero circa un migliaio di primati, divisi in famiglie intesa già allora a protezione della delicata vita dei gorilla dal flagello infinito dei bracconieri. Nel 1929 i confini furono allargati al Rwanda e all’allora Congo Belga per formare l’Albert National Park. Dopo l’indipendenza del Congo il parco fu diviso in due con il Rwanda (che divenne indipendente nel ‘62) e seguirono purtroppo migliaia di disboscamenti. Nel 1967 Dian Fossey creò il suo primo centro di ricerca fra Karisimbi e Visoke e cominciò ad attirare l’attenzione internazionale della stampa (e prima ancora del «National Geographic» che inviò qui il fotografo Bob Campbell con cui nacque un’intensa relazione) sul pericolo di estinzione dei gorilla. Un animale spesso stereotipato come violento e che ritrovò la sua «riabilitazione» nelle parole dello studioso George Beals Shallers, oggi 82enne e primo a studiarli sul campo, che così descrisse i primati: «Chi incontra lo sguardo di un gorilla — intelligente e vulnerabile — non può restare indifferente perché la distanza fra noi e loro svanisce; impariamo che quella creatura vive ancora dentro di noi». L’avventura professionale di Dian Dal suo assassinio nel 1985, le ricerche della Fossey sono state le linee guida per la Fondazione a lei intitolata. La studiosa arrivò qui nel settembre del 1967 per piantare due piccole tende che furono la prima base operativa. La sua vita fu portata sul grande schermo da Sigourney Weaver (ancora oggi testimonial del DF Fund) con il film «Gorilla Amy in Congo La gorilla femmina Amy è uno dei personaggi creati dallo scrittore Michael Crichton per il suo romanzo «Congo» del 1980, storia di una spedizione alla ricerca della leggendaria città di Zinj dove sono nascosti i diamanti blu. Oltre agli attori Laura Linney e Tim Curry, protagonista della trasposizione per il cinema del 1995 (il film venne diretto da Frank Marshall) è la gorilla femmina Amy che comunica a gesti con gli umani e dispone di un programma che le permette di «parlare» con un sistema digitale. Il successo sia del romanzo sia del film resero familiare al grande pubblico la foresta congolese e il lavoro dei primatologi. Quando andare I migliori periodi per un trekking nei Virunga sono la breve stagione secca da metà dicembre a febbraio e quella da giugno a settembre. Il volo Servono Kigali, la capitale del Rwanda, le principali compagnie aeree europee e africane: Klm, Turkish Airlines, Ethiopian Airlines, Brussels, Air France con uno o due scali intermedi. Biglietto a/r da 605 euro. Lodge nei parchi Volcanoessafari.com gestisce quattro lodge all'interno di altrettanti parchi fra Rwanda e Uganda come base per la visita ai gorilla. Visto Visto d’ingresso: necessario anche per turismo, ha validità 30 giorni (il passaporto italiano deve avere validità residua di sei mesi). Consolato onorario del Rwanda in Italia (tel. 06 32.65.00.95). Visti online: www.migration.gov.rw Il Blog Da ieri il sito del Dian Fossey Fund ha attivato il nuovo blog (gorillafund.org/gorilla_blog) per scrivere commenti e scambiare informazioni sui trekking in Rwanda. nella nebbia» di Michael Apted, ispirato a suo volta all'autobiografia della ricercatrice di San Francisco, che divenne un bestseller nei primi anni 80. Venne assassinata nella sua casa-laboratorio il 26 dicembre 1985 in un omicidio che non ha mai trovato un colpevole ma evidentemente legato all'attività contro i bracconieri che conduceva con ispezioni del parco settimanali dopo essere stata testimone diretta delle atrocità commesse sui gorilla e sulla ferocia delle trappole dei cacciatori di frodo. Molti anni dopo, nel 2012, una notizia da Karisoke ha fatto il giro del mondo: due giovani gorilla erano riusciti a riconoscere e smantellare diverse trappole, un comportamento mai osservato prima dagli etologi. Il trekking più emozionante del mondo Le visite al Parco dei vulcani (www.rwandatourism.com) continuano regolarmente da 15 anni e si svolgono in assoluta sicurezza, sempre accompagnati dai ranger del parco. In questo caso la parola ecoturismo è assolutamente pertinente perché l’habitat dei gorilla si visita solo a piedi. I trekking per incontrare i grandi primati prose-guono ininterrotti dal 1999 quando l'area fu resaa sicura dopo la guerra civile rwandese e il genoci-dio di Tutsi e Hutu moderati da parte delle miliziee hutu nell’aprile 1994 (800 mila morti, secondo le stime ufficiali ruandesi). In seguito, gli scontri fra ribelli e militari durante i continui conflitti in Congo trasformarono anche l'habitat dei gorilla in campo di battaglia. Senza turismo (e quindi senza la principale fonte di reddito per i parchi) i gorilla rischierebbero di perdere qualsiasi tipo di tutela ed è per questo che il permesso per un trekking ha l’impegnativo costo di 750 dollari e viene rilasciato dal RDB Tourism nella capitale Kigali (www.rdb.rw in inglese) ma può essere anche prenotato via mail ([email protected]) evitando così di pagare commissioni alle agenzie turistiche. Nel cuore della foresta Il trekking comincia alle sette del mattino (solo 80 visitatori al giorno possono accedere ai sentieri nella foresta) all'ingresso del Parco nazionale dei vulcani dove c’è la «classifica» dei visitatori divisi per nazionalità: 10 mila americani e a seguire canadesi e inglesi. Si comincia il trekking in piccoli gruppi di 8 persone che, guidati da un ranger, tentano di incontrare una delle dieci famiglie nelle zone meno remote del parco. Si va dalle due alle sei ore di trekking per incontrare un gruppo di gorilla. Il trekking non va intrapreso in caso di febbre o altre malattie infettive per l’altissima vulnerabilità dei primati alle malattie umane. L’incontro con i gorilla avviene in un'area incontaminata, fra gli imponenti profili dei monti Bisoke e Karisimbi, in una zona dominata dalla foresta pluviale e da grandi estensioni di bamboo, altro habitat predi- Amore Qui sopra la zoologa statunitense Dian Fossey (1932-1985), che dedicò la sua vita allo studio e alla protezione dei gorilla: fu uccisa nel parco dai bracconieri le dai primati. Il Parco nazioletto n nale Virunga (www.virung ga.org, in inglese) comprende in invece il territorio protetto nella R Repubblica democratica del C Congo e, dominato dal massiccio d Rwenzori, ospita altre specie del d gorilla, quelli «Grauer» delle di p pianure orientali e, nella zona del vu vulcano Mikeno, i gorilla di monta tagna. Nel distretto di Musanze k (dove ha sede il karisoke Center) si può pernottare al Gorilla Nest Lodge (www.gorillanestlodge.com, tel. 00250.783.004.914; 190/290 dollari per notte) ai piedi del vulcano Virunga. Come contribuire a proteggere i primati Oltre al Dian Fossey Fund (gorillafund.org), altre organizzazioni si occupano dei gorilla e hanno programmi in diversi Paesi africani. Il Wwf (www.wwf.it) dal 1997 promuove un progetto nella zona del Dzanga-Sangha (nel sud della Repubblica Centrafricana, territorio dei pigmei Baaka, che qui lavorano come guide) dove vivono i gorilla di pianura, «cugini» dei primati rwandesi. Anche l’African Wildlife Foundation promuove un programma di protezione dei primati (www.awf.org) e convoglia donazioni da tutto il mondo verso le attività nelle zone protette che comprendono anche i parchi del Bwindi Impenetrable National Park, Mgahinga Gorilla National Park e il Virunga National Park. Battezzare i gorilla Nello scorso luglio, il Parco dei vulcani ha ospitato per la decima volta la cerimonia Kwita Izina (www.rdb.rw/kwitizina), il battesimo dei piccoli di gorilla (diciotto) che si sono aggiunti agli 880 esemplari censiti. Da non dimenticare prima del viaggio: con i nostri amici gorilla di montagna condividiamo il 98 per cento del nostro Dna. Fabrizio Guglielmini © RIPRODUZIONE RISERVATA La proposta di Caterina Ruggi d’Aragona Rifugi di gusto: così il Trentino allunga la stagione Ora che i colori vivi dell’estate iniziano a lasciare spazio a quelli caldi dell’autunno, perché perdersi i piaceri della montagna? A prolungare la stagione in quota fino alla prima settimana di ottobre è l’offerta «I Rifugi del gusto»: 45 strutture aperte dal Brenta alle Dolomiti di Fassa e alle Pale di San Martino che, dal 20 settembre al 5 ottobre, propongono menu a 20 euro (primo, secondo, dolce, caffè e un sorso di Trentino Grappa). E, oltre alle escursioni con guida alpina (pranzo al sacco, cena e pernottamento inclusi al costo di 49 euro), otto diverse attività tematiche. Si può scegliere tra l’ascolto di fiabe e leggende (ad esempio al rifugio Baita Cuz in Val di Fassa si può ascoltare la narrazione della Leggenda di Re Laurino) e le testimonianze sulla Grande guerra. Chi preferisce lo sport può cimentarsi nell’arrampicata ai rifugi del Gruppo di Brenta Tosa «Tommaso Pedrotti», Val d’Ambiéz «Silvio Agostini» e Grostè «Giorgio Graffer», oppure nell’orienteering a Malga Kraun sul Monte di Mezzocorona, Potzmauer sui monti di Cembra, Carlettini in Val Campelle nel Lagorai. Gli appassionati di cucina possono imparare a fare i canederli nei rifugi Lago di Nambino sopra Campiglio, Caltena in Primiero e Capanna Passo Valles al confine fra Trentino e Bellunese; lo strudel di mele al rifugio Monte Baldo e al Montanara sopra Molveno; gli strangolapreti nei rifugi Alpenrose sopra San Lorenzo in Banale, Fonteghi in Primiero e Des Alpes sul Col Rodella in Val di Fassa. E i più curiosi? Troveranno il rifugio più adatto a studiare l’astronomia e i ghiacciai (www.visittrentino.it/irifugidel gusto). © RIPRODUZIONE RISERVATA 40 Tempi liberi Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Viaggi le destinazioni Medio raggio Tutto quello che si può fare per inseguire il sole entro due ore d’aereo A Bergamo Turismo 2.0: il futuro raccontato in 120 eventi Come prenoteremo e come organizzeremo i nostri viaggi quando (a breve) entrerà in campo Facebook? Se ne parlerà venerdì 26 settembre alla fiera del turismo a Bergamo che quest’anno esploderà in 120 eventi dedicati ai temi caldi del settore. Dalle evoluzioni del turismo digitale alle professioni del futuro, da laboratori per colmare i gap formativi a una Investors’ Arena per le start up. Tra i momenti più innovativi la Travel Hackathon, gara di sviluppo di app che agevolino i turisti di domani. E l’annuncio di un sistema che monitorerà le destinazioni per i diversamente abili. Porte aperte al pubblico con la sezione dedicata ai viaggi di nozze (sabato 27, ore 10-16: se non sarete accompagnati dal vostro agente di fiducia ne troverete uno in fiera). Programma sul sito: www.nofrills-expo.com © RIPRODUZIONE RISERVATA L’isola che c’è Il mare a ottobre S arebbe la stagione ideale per immergersi tra i colori del foliage e nel calore della vendemmia. Ma da qualche parte, non troppo lontana, l’estate prosegue ancora: bastano due ore di volo, qualcuna in più di nave, per trovare spiagge attrezzate e hotel aperti. Ecco dove. Patmos È una delle isole più remote della Grecia, ma la bellezza del luogo vale il viaggio. Sofisticata e mistica (qui Giovanni Evangelista avrebbe scritto l’Apocalisse e un santuario celebra questa credenza), l’isola del Dodecaneso è un ritrovo di habitué che da anni navigano di notte l’Egeo per raggiungerla. Ci sono vari modi per arrivare a Patmos: si può volare a Kos o a Samos (Ryanair da 130 a/r), e poi, con il blue-dolphin imbarcarsi per l’isola, ma questa soluzione costringe a un pernottamento in due isole non proprio memorabili. Il consiglio è di volare su Atene e qui, imbarcarsi all’una di notte con il traghetto veloce Blue Star: all’alba si sbarca a Patmos, nel porto di Skala, proprio difronte al bar Arion, punto di incontro per le colazioni di metà mattina. Nei tavoli di legno vengono ser- Spiagge, ristoranti all’aperto, hotel di ogni tipo: ecco dove l’estate continua. Dall’isola di Patmos ai chiringuiti sempre aperti di Formentera. E in Italia vale la pena di «tornare» a Capri vite uova al bacon, spremute d’arancia e «freddo espresso», un caffè al ghiaccio: la wi-fi gratuita (l’isola non è sempre «coperta») è un punto in più per il bar, frequentato anche all’ora dell’aperitivo. Dormire a Patmos è facile e in questa stagione economico: dieci giorni in doppia ad ottobre al Patmos Aktis Suite e Spa, l’unico 5 stelle dell’isola, costano 610 euro. Affacciato sulla baia di Grikos, una delle più belle dell’isola, offre agli ospiti una taverna con i ta- voli sulla sabbia dove assaggiare cibo greco rivisitato. Con una passeggiata di pochi minuti si raggiunge il ristorante Flisvos, indirizzo rustico per romantiche cene in terrazza a base di saganaky (feta fritta come una mozzarella in carrozza), polpette di polipo e capretto al forno. I gruppetti di case in calce bianca di Grikos, con lampi di azzurro alle finestre, spesso nascondono indirizzi segreti: è il caso di Dimitri Kavouras, che affitta le sue straordinarie camere a prezzi modesti (0030.694.64.75.015, [email protected]). Chiedete quella con vista sulla baia o la piccionaia, con travi a vista e tende di pizzo: se il gruppo è grande si può affittare anche tutto il complesso. Da qui è raggiungibile a piedi la spiaggia più bella, quella ghiaiosa di Petra, spazzata spesso dal meltemi e «apparecchiata» con pochi ombrelloni in paglia. Meritano una visita anche le spiagge di «Psilly Amos», «Vaghia» o le «Gemelle», due baie identiche e vicine tra loro chiamate così dagli habitué italiani. Quasi in ogni spiaggia si as- ❜❜ Piedi in acqua A Patmos l’hotel a cinque stelle al costo di una pensione. Con spiaggia privata e taverna greca in riva al mare ❜❜ L’altra Ibiza Gli stabilimenti balneari sono aperti ma è il momento giusto per scoprire la campagna. Le trattorie hippie e le passeggiate saggiano i piatti tipici: al Lido «Dolphins» l’insalata greca è servita insieme all’Ouzo, mentre la spiaggia sabbiosa di Cambos è amata dai ragazzini dell’isola per la torta al cioccolato del bar. La mondanità è nascosta ma vivacissima, tutta concentrata nella «Chora», patrimonio Unesco, dove possiede una casa anche il principe Carlo. Qui si cena da «Vagheli», poi ci si ferma per un drink al bar Phalama. Lo shopping è da «Citria», nelle viuzze del villaggio di Skala, che vende abbigliamento creato da stilisti ateniesi d’avanguardia. Dedicate almeno un giorno alla visita al Santuario dell’Apocalisse: se volete ripetere l’esperienza mistica spingetevi fino al santuario di Apollou a picco sul mare, dove i monaci lavano i piatti all’aperto e tengono anche un toro. Formentera e Ibiza L’isola degli hippie è una piccola comunità che sopravvive anche all’inverno, con hotel, fincas e chiringuiti aperti tutto l’anno. A San Francesc, paese imbiancato dell’entroterra, il boutique hotel Es Mares rimane sempre aperto. Le tariffe, piuttosto alte d’estate, a ottobre si dimezzano: dieci giorni a ottobre costano 1.600 euro, inclusi l’accesso alla spa e la colazione (una delle migliori dell’isola) servita nel giar- 2 Le ore massime di volo per raggiungere il mare «vicino» dove ancora è estate Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 Tempi liberi 41 italia: 51575551575557 straordinari spaghetti al pomodoro. Di ritorno da Formentera, concedete due giorni alla Ibiza di ottobre, più viva che mai per le feste di chiusura dei suoi leggendari club. Nella città vecchia, Dalt Vila, l’hotel Navila tiene aperto tutto l’anno: Pepita, la proprietaria, ha arredato le stanze che profumano di cannella con vecchi corredi ibizenchi. Questo è il momento migliore per immergersi nella magica campagna dell’isola: l’agriturismo Atzaro (il nome è dedicato alle margherite selvatiche che crescono nei prati intorno) è un indirizzo dove rigenerarsi con i trattamenti della spa e le passeggiate lungo i sentieri di campagna. A pochi chilometri, in direzione Saint Joan, c’è un indirizzo sfuggito al turismo di massa: Balafia è una trattoria immersa in un giardino dove si cena fino a notte tarda con un menu fisso a base di pomodori in insalata e grigliate(25 euro, chiuso il lunedì). Sempre a Saint Joan, in molti vi consiglieranno La Paloma: Daniela,la proprietaria, si fa ancora ❜❜ Effetto Angelina La notorietà di Gozo dopo la vacanza di Brad e Angelina. Il fascino delle farmhouse e il mare formato famiglia chiamare con il suo nome hippie, Prasuna. Una piccola scatola dei sogni, con cibo mediterraneo, arredi dal sapore provenzale e una Madonna avvolta di gelsomini dipinta dall’artista argentino Demo Grillo. Capri Dopo la «febbre» estiva l’isola è nel suo momento migliore: tutto è ancora aperto ma senza la ressa di agosto. È l’occasione giusta per regalarsi un weekend a metà prezzo: il Capri Palace di Anacapri, l’hotel-galleria di Anacapri (qui è di casa Beyoncé) fino a metà ottobre propone il pacchetto di tre notti «Palace Gourmet». La colazione abbondantissima è inclusa nel prezzo (ordinate un fuori lista, il «filoscio» un’omelette campana fatta con la mozzarella avanzata), così come le tre ore di cucina mediterranea con lo chef del Ristorante due stelle Michelin L’Olivo e il pranzo al ristorante una stella Michelin Il Riccio, proprio sopra la Grotta Azzurra, che è anche un noto beach club. Tra le novità da provare nell’isola c’è il menu kosher inaugurato al Tiberio Palace: fino al 19 ottobre, data di chiusura dell’hotel, nella terrazza con vista si può ordinare il Caesar Tonic Pepper, drink simbolo dell’hotel rimesso a nuovo dall’architetto Giampiero Panepinto. Fino al 5 ottobre l’isola fa spazio all’arte: The Island of art è il progetto che, tra sculture, installazioni audio e video ha coinvolto 40 artisti in un percorso espositivo che si snoda dalla Certosa di San Giacomo al belvedere di Tragara. Lo shopping patinato della piazzetta si alterna a quello ricercato delle viuzze: dopo la cena da Aurora, ristorante con pochi e ambitissimi tavoli con vista sullo struscio, vale una sosta l’atelier delle sorelle Grazie e Marica Vozza con gioielli artigianali venduti anche da Bergorf Goodman e la boutique Farella, con sciarpone in cachemire e abiti in mussola. Per trovare qualche occasione a buon mercato, sotto il campanile della piazzetta c’è Marconi: un outlet che concede a tutti il piacere di un acquisto in piazzetta. Gozo La sorella minore di Malta, la supera per fascino e autenticità: l’isola di Gozo è la vera fuga a un passo da casa (voli diretti Milano-Malta con Ryanair). Dopo che Angelina Jolie e Brad Pitt sono stati avvistati nell’isola, il Daily Telegraph l’ha celebrata per il fascino delle cattedrali e dei piccoli villaggi. La traversata da Malta dura poco meno di mezz’ora, meta ideale per un weekend di coppia o una vacanza in famiglia, con spiagge come San Blas Bay e Ramla Bay particolarmente adatte ai più piccoli. A Gozo è tradizione dormire nelle farmhouse (gozofarmhouses.com), vecchi cascinali dell’isola con travi a vista, archi, pozzi, cortili ombreggiati e arredi antichi. I prezzi sono contenuti (da 600 euro a settimana), ma per chi preferisce l’hotel uno dei migliori è il Ta’Cenc & Spa, lo stesso dei Brangelina: da prenotare in anticipo, il primo weekend libero è quello del 18 ottobre. Michela Proietti procorr Milano Una casa per albergo Ventitré suite (con cucina) Gli arredi Giorgio Armani casa e atmosfera minimal, in pieno centro a Milano: le San Pietro all’Orto 6 Luxury Suite sono 23 nuovi appartamenti pensati con i servizi di un vero e proprio hotel a 5 stelle. Progettate per offrire un’atmosfera di casa alle persone che spesso viaggiano per lavoro, coniugano la praticità di un appartamento (con tanto di cucina) allo spirito edonista anni Ottanta. La «diplomatic suite» sarà presentata lunedì prossimo a Milano (www.allegroitalia.it). © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA ia e r -lin te on et o li gi ig ag t/b om e.i tto i ie sa gl r Bi .ce w w w Lunedì 22 settembre Mercoledì 24 settembre Ore 10.45 Ingresso Piazza Costituzione Ore 10.00 Galleria dell’Architettura Taglio del nastro L’architettura di Javier Corvalán * Con Javier Corvalán, Francesco Dal Co Ore 11.00 Europauditorium Palazzo dei Congressi 22 - 26 SETTEMBRE 2014 Made in Italy tra riforme, innovazione e competizione globale Ore 11.30 CER-SEA Arena Pad.33 Best showroom award 2014 Con Maria Elena Boschi, Giorgio Squinzi, Vittorio Borelli, Monica Maggioni Ore 12.30 Galleria dell’Architettura Ore 15.00 Galleria dell’Architettura Progettazione e posa della piastrellatura * Ceramic futures: from poetry to science fiction – V2 * Con Giorgio Timellini, Filippo Lancellotti Con Stefano Mirti, Marco Lampugnani, Egidio Lomi, Anna Bernagozzi, Martín Azúa Ore 14.00 Sala Concerto Centro Servizi Blocco D Fit for the future. Training for distributors and tile setters Ore 15.00 CER-SEA Arena Pad. 33 La balneazione: racconto per immagini. Dal 1750 ad oggi Con Vittorio Borelli, Jacques Vinet, Michael Zink, Paolo Colombo, Silvio Boschian, Gerhard Reiter Con Alessandro Sistri, Antonio Farnè Ore 15.00 Galleria dell’Architettura Ore 18.30 Forum: giovani architetti italiani all’estero * Conferenza Stampa Internazionale Ceramics of Italy Con Fulvio Irace, Simona Malvezzi, Nadir Bonaccorso, Sergio Nava Con Emilio Mussini, Roberto Luongo, Luciano Vecchi, Francesco Dal Co, Armando Cafiero Ore 16.00 CER-SEA Arena Pad. 33 Dal Prodotto al Progetto - Oggetti e ambienti per il benessere** Ore 20.00 In collaborazione con AIPI Serata Cersaie Su invito Ore 17.30 CER-SEA Arena Pad. 33 ADI Ceramics Design Award @ Cersaie 2014** Martedì 23 settembre In collaborazione con ADI Ore 10.00 Galleria dell’Architettura Giovedì 25 settembre The place of sound * Con Higini Arau, Lorenzo Palmeri, Saturnino Ore 10.00 Galleria dell’Architettura Toyo Ito incontra la stampa Ore 11.00 CER-SEA Arena Pad.33 Con Toyo Ito, Francesco Dal Co Inaugurazione mostra CER-SEA Ore 11.00 Europauditorium Palazzo dei Congressi Ore 11.30 Sala Ouverture Centro Servizi Blocco D Toyo Ito Lectio Magistralis * Ho.Re.Ca Design: Innovazioni italiane per il mondo dei locali pubblici Con Toyo Ito, Francesco Dal Co Con Anna Kolomiyets Ore 15.00 Galleria dell’Architettura WELLfare Persone e progetti per lo sviluppo * Ore 15.00 Galleria dell’Architettura Con Paolo Portoghesi, Marco Franchini, Paola Matino L’architettura di Carme Pinós * Con Carme Pinós, Fulvio Irace Ore 17.00 Il linguaggio della ceramica dino di agrumi. Un’alternativa, a pochi passi dal porto, è l’Hostal Savina, ma solo fino al 12 ottobre (data di chiusura): le stanze sono affacciate su una spiaggetta privata. Quasi impossibile da prenotare in estate (i clienti riprenotano di anno in anno), il Gecko Beach Club adesso offre qualche stanza libera: la tenacia è ripagata dal rumore del mare e da un beach club particolarmente adatto alle famiglie. Attenzione però: le stanze sono minuscole, chiedete sempre quelle più ariose al piano terra. Un’ottima soluzione per le famiglie è affittare una casa: una villa con quattro posti letto costa 100 euro al giorno (info +34 971328834). La vita dei chiringuiti si prolunga da Lucky e Amor y Odio che rimangono aperti tutto l’anno, ma per immergersi nell’atmosfera dei figli dei fiori bisogna fare tappa nella spiaggia di Es Arenals: il Piratabus, aperto negli anni Settanta dall’hippie Pascual è un indirizzo sicuro per mohiti e birre gelate davanti a un tramonto pop accompagnato dalle note di Andrea Bocelli. L’aperitivo è il rito di tutta l’isola: al Tiburon, chiringuito ad alta densità di personaggi noti, il tuffo in mare del sole è accompagnato da un applauso. A parte i pochi locali sparsi per Es Pujols, la vita notturna si anima nei ristoranti. I migliori sono a San Francesc: Canapepa serve tutto l’anno, in un cortiletto di agrumi, ceviche di pesce e zuppe fredde al pomodoro. Fino al 29 settembre tiene aperto anche JuanyAndrea, il famoso ristorante sulla spiaggia di Illetas che vale la pena provare una volta nella vita (il menu non è a buon mercato) per la sua paella di aragosta e gli Ore 17.00 Galleria dell’Architettura maggiori informazioni su Nieto Sobejano Arquitectos * www.cersaie.it Con Fuensanta Nieto, Enrique Sobejano, Francesco Dal Co Con Paolo Di Nardo Venerdì 26 settembre Ore 10.00 Europauditorium Palazzo dei Congressi Riccardo Blumer, Lezione alla Rovescia * ** Richiesti Crediti Formativi Professionali (CFP) al CNAPPC ** Il convegno prevede 3 Crediti Formativi per i soci AIPI e ADI il programma è suscettibile di variazioni Con Riccardo Blumer, Fulvio Irace Ore 15.00 Galleria Architettura Cerimonia di premiazione ORTIPERTUTTI - Concorso di progettazione per un’ agricoltura urbana Le mostre 2014 Pad. 33 MAST (Bologna, via Speranza 42) CER-SEA italian style beach concept Nieto Sobejano Arquitectos Dal 22 al 26 settembre 9.00-19.00 Galleria architettura - gall. 21/22 La ceramica e il progetto Beautiful ideas Ceramic futures Dal 22 al 26 settembre 9.00-19.00 Dal 24 settembre al 25 ottobre Da martedì a domenica 10.00 - 19.00 42 Tempi liberi Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Sapori & amori Cibi «cult» Tutte le regole che bisogna dimenticare La ricetta Vado a cena con me Mangiare da soli, istruzioni per l’uso Oltreoceano I piatti di Benedetta alla conquista dell’America Doppia uscita in libreria per Benedetta Parodi che, per la prima volta, sbarca tra gli scaffali d’Oltreoceano. Ieri è uscito negli Stati Uniti per Rizzoli Everyday cooking from Italy, le migliori ricette per far conoscere ai buongustai americani i migliori piatti della tradizione italiana. Per l’occasione, Benedetta è stata ospite mercoledì del programma tv The Better Show. Ieri mattina tappa a The Good Day, in onda su Fox Ny, per cucinare le tagliatelle ai carciofi. Infine, ieri sera, presentazione ufficiale del libro nei locali di Eataly sulla Quinta strada. Con lei il «boss delle torte», il pasticcere italoamericano Buddy Valastro. E per chi volesse cimentarsi nella preparazione delle tagliatelle ai carciofi, ecco la ricetta. Tagliate tre carciofi, passateli nell’acqua acidulata, scolateli, tagliateli in spicchi, infarinateli e friggeteli in olio di semi. Cuocete 150 grammi di tagliatelle. Intanto mescolate in un tegame 100 ml di panna e 2 tuorli con il parmigiano e fate addensare a fuoco moderato. Scolate e aggiungetela pasta nel tegame. Infine, condite con un poco di pepe e i carciofi croccanti. In Italia, invece, due giorni fa è uscito l’ultimo ricettario di Benedetta Parodi, Molto bene, sempre per Rizzoli. Il libro raccoglie oltre 200 ricette tra pasta, snack, polpette, piatti unici, frittate, torte e molto altro. La formula è sempre la stessa: piatti perfetti per chi ha poco tempo ma non vuole rinunciare alla qualità. Ma, dalle ricette alle celebrazioni, le novità in libreria continuano. In occasione dei 50 anni della crema alla nocciola, Giunti ha appena distribuito l’edizione rinnovata di Passione Nutella e Pane e Nutella di Clara Vada Padovani. Mentre è in preparazione, per Rizzoli, l’edizione inglese di Mondo Nutella di Gigi Padovani. I. Fan. © RIPRODUZIONE RISERVATA L a scatoletta di tonno. Il pancarrè con la maionese. O, al massimo, l’uovo fritto. La cena del single si porta dietro una mestizia atavica. Mangiare da soli si considera da sempre, a torto o a ragione, qualcosa di riprovevole. Quasi da nascondere. Perché, sembra chiedersi il nostro super io, sei qui a tavola e non hai un altro commensale? Cosa c’è di sbagliato in te? E comunque: non penserai mica di cucinare davvero solo per te stesso? Un’eresia. La più bella risposta data a questo ragionamento è arrivata dalla scrittrice M.F.K.Fisher, in un suo saggio del 1948 dal titolo «A is for dining alone» («A sta per mangiare da soli»), dove confessa candidamente perché siano pochissime le persone con le quali ama condividere il cibo. Almeno in assenza di quel Lui o di quella Lei che «può sederti accanto in una silenziosa sintonia durante la quale condividere il cibo che amate». Ecco, proprio da questo reverenziale amore per il cibo nasce il desiderio della Fisher, ma anche di altre scrittrici come Elisabeth Robins Pennell, di evitare condivisioni azzardate e preferire, piuttosto, la solitudine anche a tavola. Vissuta non come ripiego ma come scelta di stare «con la persona che stimo di più in quel momento: me stessa». Su questa falsariga il food magazine hipster Kinfolk ha lanciato da qualche mese una rubrica fissa dal titolo geniale: Single servings. La scrive Nils Bernstein, mentre le ricette sono della vulcanica food writer messicana Maria Del Mar Sacasa. Un inno alla singletudine culinaria: «Perché se sei solo non è un buon motivo per scongelarti un toast o mangiare una tristissima insalata fredda». Il messaggio è l’opposto: impara a cucinarti una cena coi fiocchi, anche di tre portate. Esattamente quello che faresti se avessi degli ospiti. Ed esattamente quello che faceva Lucullo, il grande gastronomo dell’Impero romano: «È proprio quando io sono da solo che presto più attenzione alla cena. Ogni volta io ricordo a me stesso che Lucullo cena con Lucullo». La scelta dei cibi deve partire dal principio che nulla è troppo stravagante o stressante se cucinato per una sola persona: sei ostriche da pulire sono un attimo, 24 un lavoro... E anche alcuni piatti, come il risotto o gli spaghetti alla carbonara, sono migliori quando vengono realizzati in porzioni singole. La Tarte Tatin, chi l’ha detto che non Ostriche & mignonette No a scatolette di tonno e pancarrè. Apparecchiate, mettete in tavola pane buono e burro. E ricordate che risotto o spaghetti alla carbonara sono migliori se realizzati in monoporzione Il libro M. F. K. Fisher tesse l’elogio del «single serving», pasto da single, nel suo libro «Alphabet for gourmets», in fase di traduzione per l’Italia. Ma anche in «Biografia sentimentale dell’ostrica» (Neri Pozza) molti passaggi sono dedicati al gusto dei pasti «in solitaria» e al piacere di assaporare cibi preziosi. Come le ostriche, appunto. O i dolci francesi. può essere fatta per una sola persona? Basta farsi furbi. Usare pirofile monoporzione e tararsi sulle dosi giuste. Insomma, se amate sperimentare in cucina, il momento giusto è quando preparate qualcosa per voi stessi. Nessuna salsa bernese o soufflé potrà spaventarvi: tanto il risultato lo vedrete solo voi. È proprio come diceva Julia Child: la paura di sbagliare deve rimanere fuori dalla vostra cucina. Che resta il santuario privato dove magari prepararvi uno di quei piatti che gli altri non amano. Per M.F.K. Fisher, ad esempio, la sella di capriolo. Ma per cambiare mentalità bisogna bandire alcuni concetti tipo: consuma la colazione a cena, supercondisci la tua insalata, mangia per primo il dessert. Per chi compra invece cibo già pronto, ecco altri piccoli consigli: scegliere sempre pasti che possono essere riscaldati nel forno, possibilmente con il loro piatto da portata. Usare ricette per ispirarsi ma senza vincoli eccessivi. Comprare nei farmer’s market per aumentare la creatività. Per il resto, niente limiti: vuoi due dessert? Nessuno te lo impedisce. Ma quando arriva l’ora di cena, apparecchia con la migliore tovaglia, i tuoi piatti preferiti, qualche fiore (necessario per creare atmosfera), pane bellissimo e buonissimo accompagnato dal miglior burro. E metti su la musica perfetta: mariachi, anni 60, pop francese... Servi a te stesso almeno tre portate. Mangia lentamente. E anche Lucullo, ricorda Nils Bernstein, ti suggerirebbe di spegnere il telefono. © RIPRODUZIONE RISERVATA Racconti di cucina di Angela Frenda Le montanare, pizzette con pomodoro fresco e basilico È l’ultima cosa che ho fatto con mia nonna Olga. Era sera. Il giorno dopo lei sarebbe ripartita per Roma. Mi disse: prendiamo la farina, facciamo le pizzelle. In realtà ero stanca, non ne avevo voglia. Lei mi guardò e mi disse: dai, imparale. Che poi quando non ci sarò più chi te le spiegherà? Le facemmo insieme, a quattro mani. Io provavo a imitare i suoi gesti (che restano inimitabili). La frittura no, quella era il suo regno in solitaria. A me il compito di condirle con la salsa al pomodoro freschissima e profumata di basilico. E poi cospargerle di pecorino o parmigiano. Non ricordo se ne arrivò poco meno della metà a tavola. Sia io sia mio fratello che i miei cugini saccheggiammo il vassoio che piano piano tentava di riempirsi. Il giorno successivo Angela Frenda @angelafrenda Foto: Alice Gao © RIPRODUZIONE RISERVATA Gli ingredienti e una fase della preparazione delle montanare con salsa di pomodoro e basilico (Foto Claudia Ferri) nonna ripartì e dopo due giorni è scomparsa. Da allora questo è il suo piatto. Quello che più me la ricorda. E quello che oggi vorrei fare con voi per la nuova videoricetta di Racconti di cucina. Si tratta di un classico (antichissimo) dello street food partenopeo. Nel film L’Oro di Napoli Sophia Loren pizzaiola ne fa di fantastiche. Si mangiano caldissime. E vanno bene anche per una cena all’in piedi, visto che poggiate su un tovagliolo si riescono a mangiare molto facilmente. Basta solo fare attenzione a non sporcarsi. Ingredienti. Per la pasta: 500 gr di farina, 250 gr di acqua, 1 cubetto di lievito di birra, 1 cucchiaino di zucchero, sale, 5 cucchiai di olio evo. Olio di arachidi per friggere. Per il condimento: 300 gr di sugo di pomodoro, 100 gr di parmigiano, 100 gr di pecorino, basilico, sale, pepe nero, olio evo Preparazione: impastare tutti gli ingredienti a mano ottenendo una palla soda ed elastica, coprire e lasciar lievitare l’impasto in luogo tiepido fino al raddoppio (circa un paio di ore). Ricavare delle palline grandi come un mandarino, stenderle con il mattarello in una foglia sottile. Friggere le pizzelle in olio bollente scolandole quando vengono a galla e asciugandole su carta da fritti. Sistemarle su un vassoio e condirle con una cucchiaiata di sugo di pomodoro, una foglia di basilico, sale, pepe e una spolverata di pecorino. Servire subito. @angelafrenda © RIPRODUZIONE RISERVATA cucina.corriere.it Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 INGREDIENTI Tempi liberi 43 italia: 51575551575557 PREPARAZIONE per 1 persona ½ dozzina di ostriche, sgusciate e lasciate in metà guscio 1 scalogno di media grandezza, tritato molto finemente 1 Disporre le ostriche su un piatto, anche su alghe fresche, se lo si desidera 2 ¼ di tazza (60 ml) di aceto di Champagne Pepe nero appena macinato In una piccola ciotola, unire lo scalogno, aceto e pepe e lasciar riposare per circa 10 minuti. Servire questa salsa mignonette al fianco delle ostriche 3 Per fare una mignonette più verde, aggiungere 1 cucchiaio di prezzemolo a foglia liscia tritato molto finemente e sostituire l'aceto di Champagne con aceto di vino rosso Maria DEL MAR SACASA nata in Nicaragua, ma cresciuta tra Messico e Italia, è una food stylist ed editor. Il suo blog si chiama Cookin’and Shootin Shootin’. È autrice del libro «Winters cocktails» per Random House . In uscita, «Summers cocktails» CORRIERE DELLA SER SERA Da Israele Le marmore fritte dei coraggiosi pescatori di Jaffa di DAVIDE FRATTINI M ohammed Jarbua pesca da solo, ogni mattina anche quando gli altri non escono. Lancia la rete dalla piccola barca (hasaka in arabo) e comincia il girotondo nell’acqua del mare davanti a Jaffa. Avvolge i pesci in un gioco faticoso che ha cominciato quand’era bambino e non smette ora che di anni invece ne ha quasi sessanta (non rivela o non conosce la data di nascita). I pescatori di Jaffa sono per la maggior parte arabi, le leggi che regolano il loro lavoro sono ancora quelle del 1937, quando queste terre erano sotto il mandato britannico. Mohammed vive come un senzatetto se non fosse che un tetto ce l’ha: dorme in una piccola stanza nei magazzini del porto dove a mano ripara le reti di tutti. All’alba la rete aggroviglia soprattutto marmore, le striature ancora lucide quando vengono tirate sulla barca. Mohammed spiega che il modo migliore di cucinarle è fritte, un’infarinata e olio d’oliva bollente. Parla e pesca, pesca e parla: anche quando esce senza ospiti, le sue labbra non si fermano mai, il dialogo silenzioso di chi è abituato da sempre a stare solo. Gil Sassover, 41 anni, ha dedicato un libro fotografico ai pescatori di Jaffa: Il nostro mare: pesca e pesci da mangiare. Scrittore e produttore di film — tra cui Lebanon, Leone d’oro a Venezia — Sassover è nato ad Haifa, il grande porto nel nord d’Israele. Da allora in poi non ha mai smesso di frequentare i pescatori. Il suo vicino a Jaffa è Saado Zeinab, famiglia che va in mare a pesca da sette generazioni. L’ebreo e l’arabo sono diventati amici nelle tante albe in cui uno lasciava casa per andare a pescare e l’altro tornava dalle notti nei bar di Tel Aviv. Da quattro anni Saado lavora alla nuova barca. A mano, un pezzo alla volta, usando il martello ricurvo, l’unica eredità che gli è stata lasciata dal nonno. © RIPRODUZIONE RISERVATA Gil Sassover, scrittore e produttore. Sotto, Saado: da anni lavora alla nuova barca Cucina.Corriere.it di Isabella Fantigrossi «Una ricetta per la vita» Inviateci le vostre Un ricordo d’infanzia, un sapore di casa, magari arrangiato con gli avanzi del giorno prima, oppure quello associato a un momento particolare. Chi non ha il proprio piatto preferito? O la propria ricetta per la vita? In occasione de «Il tempo delle donne», l’evento organizzato dal Corriere e da Io donna (26-28 settembre) per discutere di lavoro, affetti e cura degli altri, anche La Cucina del Corriere si mobilita. E lo fa con un’iniziativa, «Una ricetta per la vita», pensata insieme a Women for Expo e rivolta a tutti i lettori che vogliono raccontare un esempio di buona pratica alimentare per combattere gli sprechi o mandare un pensiero rivolto al futuro su cibo e nutrimento, il tema di Expo 2015. Inviateci, dunque, le vostre ricette, fino al 30 giugno dell’anno prossimo: il piatto della vostra occasione speciale, quello cucinato di domenica sera per svuotare il frigo, quello tipico della vostra vacanza o il sapore del vostro paese. Ogni settimana le ricette inviate saranno valutate dalla redazione de La Cucina e la migliore sarà pubblicata sul Corriere della Sera. Al termine dell’iniziativa, le tre migliori selezionate riceveranno un premio Staub, una cocotte ovale nera, due petit wok rosso ciliegia o una cocotte rotonda con cestello per la cottura al vapore. Per partecipare a «Una ricetta per la vita», è necessario registrarsi a Corriere.it e poi inserire ricetta, categoria, ingredienti, numero di persone, preparazione e un pensiero personale. Tutte le informazioni si trovano sul sito cucina.corriere.it/inviaricetta-per-la-vita. © RIPRODUZIONE RISERVATA Mohammed Jarbua pesca da solo al mattino 44 italia: 51575551575557 Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 Tempi liberi 45 italia: 51575551575557 Sapori & amori Nel bicchiere Dalla giuria del Biwa di Gardini e Grignaffini le bottiglie imperdibili dell’anno di LUCIANO FERRARO F acile essere padri orgogliosi dell’Amarone, la creatura che lo ha reso famoso nel mondo. Meno scontato con il Valpolicella, l’avo umile. Ma Romano Dal Forno lo protegge come uno scrigno che contiene il suo passato contadino. Perché, come il protagonista del romanzo di Marco Missiroli, la sua guida è «il senso dell’elefante, la devozione verso tutti i figli». Questo senso di accudimento ora riceve un tributo speciale: il suo Valpolicella (il Monte Lodoletta 2008) è stato giudicato il miglior vino d’Italia. La scelta è della giuria del Biwa, Best italian wine adwards, la classifica delle 50 bottiglie imperdibili dell’anno, un evento creato dal sommelier Luca Gardini e dal critico gastronomico Andrea Grignaffini. «Dopo tre giorni di degustazioni — dice Gardini —, nella parte alta della classifica le differenze dei voti sono state di pochi decimali tra l’Oreno 2011 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 I migliori cinquanta d’Italia L’evento Il successo del Valpolicella (Monte Lodoletta 2008) di Dal Forno: la rivincita del fratello minore dell’Amarone Isola della Scala Alla fiera del riso si celebra la varietà Igp Sette Ponti di Antonio Moretti, il Furore Fiorduva 2012 di Marisa Cuomo e il Barolo Cannubi Boschis 2010 di Luciano Sandrone, rispettivamente secondo, terzo e quarto classificato. Ci ha sorpreso la scalata al nono posto di Luca D’Attoma con il Duemani 2011». Dal Forno ha staccato tutti, con tre punti in più sul gruppetto inseguitore. Il vignaiolo veronese ha impreziosito il Valpolicella doc, che in passato era ritenuto un vino da pizzeria. Anche se contiene le stesse uve dell’Amarone (Corvina, Rondinella e altre) e anche se esiste la categoria Superiore, con un minimo di un anno di affinamento. La produzione totale di Valpolicella è in calo: nel 2013 meno di 20 milioni di bottiglie l’anno, più che dimezzata rispetto ai 41 milioni del 2005. Eppure questo vino vibrante di ciliegia avrebbe molte carte da giocare. A partire dal nome, lo stesso della denominazione, un bel vantaggio. Piaceva a Ernest Hemingway, «cordiale come un fratello con cui si va d’accordo», nelle parole del colonnello Cantwell, in “Di là dal fiume e tra gli alberi”. Molti produttori lo hanno trascurato. Dal Forno ha avuto Valpolicella Superiore Monte Lodoletta 2008 Romano Dal Forno (Veneto) Oreno 2011 Sette Ponti (Toscana) Costa D'Amalfi Furore Fiorduva 2012 Marisa Cuomo (Campania) Barolo Cannubi Boschis Luciano Sandrone 2010 Luciano Sandrone (Piemonte) Turriga 2010 Argiolas (Sardegna) Bolgheri Sassicaia 2011 Tenuta San Guido (Toscana) Brunello di Montalcino Cerretalto 2008 Casanova dei Neri (Toscana) Trebbiano D'Abruzzo 2010 Valentini (Abruzzo) Costa Toscana IGT Cabernet Franc 2011 Duemani (Toscana) Barolo Santo Stefano di Perno 2009 Giuseppe Mascarello e Figlio (Piemonte) Brunello di Montalcino Riserva 2006 Capanna (Toscana) Barolo Lazzarito 2010 Vietti (Piemonte) Barbaresco Currà 2010 Sottimano (Piemonte) Piantonaia 2011 Podere Poggio Scalette (Toscana) Roero Riserva Renesio 2009 Malvirà (Piemonte) Brunello Di Montalcino Riserva 2006 Gorelli Le Potazzine (Toscana) Faro 2009 Palari (Sicilia) Redigaffi 2011 Tua Rita (Toscana) Vecchio Samperi Ventennale sa Marco De Bartoli (Sicilia) Langhe Riesling Herzu 2012 Ettore Germano (Piemonte) Toscana IGT Il Pareto 2010 Tenuta di Nozzole (Toscana) Barolo Ornato 2010 Pio Cesare (Piemonte) Boca 2010 Le Piane (Piemonte) Barolo Sorì Ginestra 2010 Conterno Fantino (Piemonte) Barolo Monvigliero 2010 Fratelli Alessandria (Piemonte) una piccola grande idea: trasferire nel Valpolicella la sapienza tecnica usata per l’Amarone. Una storia che inizia 31 anni fa. «Nel 1983 ero un ragazzo di 26 anni — racconta il vignaiolo — con il mito di Giuseppe Quintarelli, già all’epoca una celebrità non solo in Valpolicella. Avevo provato a fare un po’ di vino in Val d’Illasi e andai a trovarlo. Temevo di trovare un uomo burbero e schivo. Invece il Bepi mi sorrise subito, scendendo in cantina con le ciabatte. Parlava a bassa voce, anch’io rispondevo sussurrando, pensavo non si volesse disturbare il vino. Invece aveva solo un po’ di mal di gola: rise della mia timidezza». Quali consigli si poteva dare ad un futuro vignaiolo che veniva dalla Val d’Illasi, zona lontana da quella classica, più pregiata? «Quintarelli disse che nella mia terra veniva bene solo il mais — ricorda Dal Forno —, ma poi ho capito che non conosceva questa zona, parlava del fondo valle, non della collina dove siamo noi. Lui sedeva sul trono della zona classica, guardava dall’alto. Mi nutrivo delle sue parole, presi il suo scetticismo come una sfida. Mi aprì gli occhi, spiegando il suo credo vinicolo, qualità e rispetto per la terra». Sette anni dopo il ragazzo si indebita «con incoscienza giovanile» per costruire la nuova cantina (poi ampliata nel 2001) «perché ormai era impossibile e dannoso tenere le bottiglie a casa. Vedevo Quintarelli come la tradizione che può sconfinare nella staticità. Ho trovato la mia strada, cercando nuove tecnologie e avvicinandomi alla viticoltura francese». Nel 2001 arriva l’intuizione del Valpolicella: «Sperimentiamo la tecnica dell’appassimento delle uve, come si fa con l’Amarone, 40-50 giorni. Rischioso, perché richiede vendemmia tardiva e maggiore selezione delle uve, e si è più esposti al maltempo. Questo Valpolicella dal costo superiore piace. L’anno dopo si abbatte su di noi una vendemmia molto difficile, tanta pioggia, quasi come que- Modelli Il vignaiolo vincitore: tutto cominciò nel 1983, quando andai a trovare il mio mito, Giuseppe Quintarelli 3 i giorni di degustazione della giuria del Biwa 250 le etichette assaggiate e votate «alla cieca» st’anno. Il Valpolicella si salva, stupisce la sua naturale freschezza unita alla complessità generata dall’appassimento. Non siamo più tornati indietro». Anno dopo anno, Dal Forno ha conquistato visibilità mondiale. «Nel passato — spiega — qui si è badato troppo alla quantità, con le viti che crescevano a pergola. L’appassimento delle uve è stato talvolta usato per nascondere la qualità inferiore. Ho cercato di cambiare tutto, abbiamo creato un sistema all’avanguardia di ventilazione per l’appassimento e una rete informatica che controlla la vinificazione. Produciamo solo tre vini, l’Amarone, il Valpolicella Superiore doc (70% Corvina e Corvina grossa, 20% Rondinella, 5% Croatina, 5% Oseleta e tre anni in barriques) e il Vigna Seré, il Recioto, l’antenato trascurato della Valpolicella che dovrebbe essere portato in gloria». Ora nei 25 ettari produce 50-60 mila bottiglie l’anno, rinunciando alle annate storte, come questa 2014, per l’Amarone. E annuncia: «Nel 2014 ci stiamo concentrando sul Valpolicella». Amato come un figlio. (divini.corriere.it) © RIPRODUZIONE RISERVATA Masseto 2011 Tenuta dell'Ornellaia (Toscana) Sfusat 5 STELLE 2010 Nino Negri (Lombardia) Taurasi Riserva Et Bianca 2008 Mastroberardino (Campania) Moscato d'Asti Vigna Vecchia 2008 Ca' D'Gal (Piemonte) Ghemme 2007 Torraccia del Piantavigna (Piemonte) Primitivo di Gioia del Colle Vigneto Montevella 2011 Polvanera (Puglia) Barolo Parafada 2010 Palladino (Piemonte) Barolo Bussia 2009 Barale (Piemonte) Paleo Rosso 2010 Le Macchiole (Toscana) Bolgheri Superiore Grattamacco 2011 Grattamacco (Toscana) Franciacorta Brut Riserva AMC 2005 Ca' del Bosco (Lombardia) Il Pollenza 2011 Conte Brachetti Peretti (Marche) Barolo Ciabot Mentin 2010 Domenico Clerico (Piemonte) Barolo Vigna Colonello 2009 Bussia Soprana (Piemonte) Barolo Bricco Pernice 2009 Cogno Elvio (Piemonte) Gattinara Molsino 2006 Nervi (Piemonte) Grumello Buon Consiglio Riserva 2005 Arpepe (Lombardia) Lupicaia 2009 Castello del Terriccio (Toscana) Brental Gewurtraminer 2013 Cortaccia (Alto Adige) Alto Adige Terminum Gewurztraminer 2012 Tramin (Alto Adige) Barolo Bussia 2010 Prunotto (Piemonte) Barolo Monvigliero Riserva 2006 Castello di Verduno (Piemonte) Il Caberlot 2010 Podere il Carnasciale (Toscana) Brunello di Montalcino Riserva 2008 Biondi Santi (Toscana) Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva Villa Bucci 2009 Villa Bucci (Marche) 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 CORRIERE DELLA SERA La classifica È la celebrazione del riso italiano. Isola della Scala è un piccolo comune in provincia di Verona, ma un grande protagonista della nostra tavola. Perché è qui, e nelle zone limitrofe, che si coltiva il Vialone Nano Veronese Igp, il primo in Europa e unico in Italia a ottenere l’Indicazione Geografica Protetta nel luglio del 1996. Così è qui, con La Fiera del Riso, che anche quest’anno, dal 17 settembre fino al 12 ottobre, continua la tradizione delle feste che si tenevano nelle campagne della Pianura padana alla fine del periodo del raccolto. Solo che oggi, a differenza di un tempo quando la festa popolare riguardava i contadini del luogo, sono circa 500 mila i visitatori attesi nel più grande evento nazionale dedicato al risotto. Il Riso Vialone Nano Veronese Igp viene coltivato nelle limpide acque di risorgiva della pianura veronese, in 24 Comuni, e arriva al consumatore dopo un processo di lavorazione molto semplice. I chicchi di riso grezzo (risone) vengono privati degli involucri esterni e poi sbiancati per sfregamento. È indubbio che oggi la lavorazione si avvale delle moderne tecnologie: una vera perla dei risi da risotto. La filiera dalla risaia al piatto è cortissima. Piccole aziende coltivano, pilano, confezionano, cucinano e vendono riso e risotto. L’evento si tiene in parte all’interno di una struttura moderna in legno e vetro, il Palariso (un open space di 4.800 metri quadrati inaugurato nel 2011 ), così denominata perché dall’alto ricorda appunto un chicco di riso. In Fiera, giunta alla 48ª edizione ( www.fieradelriso.it) non si trovano solo risotti, ma anche pizze e dolci con farina di riso, arancini, paella. Con l’aggiunta di una lunga serie di eventi e concorsi gastronomici, musica e mostre, in una grande kermesse. Il momento clou per AIS Veneto sarà senz’altro domenica, quando si terrà il IV concorso gastronomico «Risotto del sommelier». Nella Fiera il riso viene servito in circa 100 diverse ricette. Il risotto all’Isolana è in assoluto quella più richiesta. La ricetta rappresenta una tradizione talmente importante che nel 1985 l’allora sindaco del Comune di Isola della Scala la rese ufficiale con una delibera. Massimo Spampani © RIPRODUZIONE RISERVATA 46 Tempi liberi Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Moda Le sfilate Per l’estate 2015 Gli Anni Settanta di Max Mara e Costume National. Emporio, tocchi di pvc per far brillare la sera. La Barbie icona pop di Moschino Just Cavalli Ragazze hippy e romantiche Q ual è la nuova donna di Miuccia Prada? Questa è una domanda da non fare mai. La signora non ha identikit femminei («Le donne sono diverse, come i loro stati d’animo), ma ha idee chiare su quale può essere il suo ultimo concetto di eleganza: la citazione di certe preziosità antiche, come i tessuti broccati rifatti oggi artigianalmente e messi a contrasto con la voluta rudezza del cotone, della garza, del cuoio naturale. Un’eleganza esaltata dunque dai contrasti. E non fa niente se il concetto d’antichità (l’ultima passione della stilista, che infatti inaugurerà la sua nuova Fondazione con una mostra importante d’arte antica) sia soltanto un’idea, un’astrazione: è il nuovo mix fantasioso a forgiare il carattere delle nuove creazioni di Prada. Creazioni che scorrono come flash senza tempo in un ambiente pure senza tempo (realizzato dai creativi di Amo), forse un deserto ma di sabbia lilla (a significare come la natura sia ormai ai confini della realtà) su donne magnetiche. «Sologonne» a sottolineare che di eleganza femminile si tratta: a ruota o a tubo, abiti sbracciati e accollatissimi, quasi austeri. L’alfabeto dei capi è semplice: camicie e bluse essenziali, cabane pa- Dsquared2 Volumi Costume National e colori nel segno dell’arte Tagli e intarsi Moschino Ritorna Barbie in fucsia e oro Blugirl Stivaletti e pizzo: la romantica diventa rock Ports1961 Gonne corte a pannelli da guerriera Solo gonne (di broccato) Prada, eleganza senza tempo La stilista: calzettoni, orli sfrangiati, niente scollature Orchidea, nuovo simbolo di Fendi strani, qualche giacca, borse archiviate e rivitalizzate. Sandali a tacco importante e calzettoni lavorati. Colori scuri, per lo più (nero, marrone) e poi caldi (giallo, cuoio) o sbagliati (rosso, azzurro). Impunture e intarsi e tagli al vivo e sfilacciature giocano il risiko del confronto, giustappunto. Nessun riferimento temporale da Prada, che è una gran bella cosa. Stessa nota sulla Emporio Armani dove lo stilista punta su tante sfumature del blu, che è per questo più democratico del nero, ma poi affida a sperimentazioni di stile e materia gli abiti. Le gonne arricciate, le bermuda «eleganti» con la banda, le rifiniture in pvc quando di plastica non è addirittura l’abito corolla per la sera, le giacche e le bluse in un’infinita variante di semplicità contemporanea. Dinamicità sottolineata anche dalla scarpa «sporty», che non è un sandalo e non è una sneaker. E spettacolare e moderna anche la sfilata di Fendi dove Karl Lagerfeld e Silvia Venturini stanno facendo un lavoro di sperimentazione e artigianalità e portabilità unico. La pelle protagonista senza esclusioni, nappa e camoscio: pantaloni, gonne, bluse, gilet, caban, tshirt, mini abiti, bomber, jeans. Ricamata, intagliata, laserata, doppiata. Il nuovo simbolo che ricorre, l’orchidea, che è ovunque e poi la Très Baguette (con il logo che scompare) e la Peekaboo anche in formato mignon. La scenografia è il Palazzo delle Civiltà di Roma, da gennaio la nuova sede. La sorpresona da Max Mara è Ian Griffiths, da anni direttore creativo, ma solo ora nel back stage, al posto di Laura Lusuardi che è la storica fashion director e che di solito accoglie i giornalisti. Racconta lui cosi l’ispirazione: Angelica Houston nella campagna del 1971, e Dominique Sanda nel «Giardino dei Finzi Contini». Ecco allora gli anni Settanta (negli stivali, nei cappelli, nei fiori rivisti in digital) e i Trenta (nelle lunghezze) e i riferimenti (i profili dei completi tennis). L’alcantara come nuovo tessuto al posto del camoscio per trench e blouson, gonne di georgette plissé o di cotone matellassé, morbide anche se a tubo o gonfie sui fianchi. Spolverini e caban minimali ma profilati. Stivali estivi in canvas. È un po’ polverosa nel suo coté bourgois e più convincente nel tocco sport. Think Pink (Pensa rosa) da Moschino, dove Jeremy Scott porta la donna più famosa di Los Angeles, Barbie, icona pop positiva, e la vita diventa un gioco in fucsia e oro e nero. Una gag ad effetto via l’altra di quelle che fanno e faranno impazzire la rete. C’è Barbie che nuota, pattina, va scuola, si pettina, va in a in palestra, esce con le amiche e fa tutto quello che da cinquant’anni riesce a fare sorridendo. Tute e gonnelle, tailleur di spugna e canotte, abiti tutù e da ballo, tubini «distratti» con cucito il bikini, fiocchi esagerati. Gli abiti del sogno di Barbie sono già in vendita online. Il capitolo Anni Settanta ricorre. Ennio Capasa non ha mai nascosto l’innamoramento per il periodo, perché così ricco di spunti e musica e icone. Così nella sua Costume National a tinta cioccolato ecco i festival e il rock&roll, naturalmente, e poi Marianne Faithfull e Anita Pallanberg, la libertà e la spregiudicatezza. In collezione: tagli e volumi sono senza diktat, dunque asimmetrie inusuali, sovrapposizioni, silhouette inaspettate. La couture di quel decennio per gli abiti foulard; dal dna Costume le frange e dal mondo hight tech il pizzo di chiffon doppiato gommapiuma. Ritorno imperante del camoscio. Immancabile il gilet persino nel nuovo tailleur. Suona il rock anche la ragazza Blugirl, tipetto da festival Coachella e Glastonbury: stiva- Sul Canale moda del Corriere E-commerce, uomini che non provano niente Fidarsi troppo dello specchio La cosa da (non) fare È il paradosso dell’e-commerce: l’uomo clicca, la donna restituisce. L’effetto del testosterone sugli acquisti online: i maschi individuano l’oggetto del desiderio e lo acquistano a scatola chiusa. Le donne riflettono, comprano, provano e spesso restituiscono. Di Massimo Sideri Non guardatevi tanto allo specchio! È la lezione di Sir John Richardson, 90 anni e fama di più grande biografo di Picasso: il suo stile particolarissimo che contrappone l’esagerazione al rigore quasi prussiano è talmente egocentrico da non dover chiedere conferme a sé. Né al suo specchio. Di Stefano Bucci Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 Tempi liberi 47 italia: 51575551575557 Giorgio Armani «La famiglia resta Ma dopo di me ci vuole un vero leader» Max Mara Fiori Fendi Cara Delevigne indossa e stivali Anni 70 il miniabito con l’orchidea «Io Donna» E per quest’autunno? Ottanta pagine di speciale prêt-à-porter su Io donna, in edicola domani con il Corriere. Le migliori proposte per l’autunno-inverno nelle foto di Bruno Ripoche. Stravince la pelle, per camicie, giacche e pantaloni. Tagli a trapezio per gli abiti, restano inossidabili i tailleur maschili, resiste l’animalier. E tanta maglia. Poi cappe in cipria e soprabiti avvolgenti e ritorno dello shearling. Colore vincente il bordeaux. Ai piedi stivali, stivaletti, scarpe con fibbia e tacco basso. Prada Un’eleganza esaltata dai contrasti. Citazioni alle preziosità antiche. Tessuti broccati rifatti artigianalmente e accostati alla rudezza del cotone, della garza, del cuoio naturale letti, short di pizzo colorato, camicie mimetiche dove sbocciano le rose, prendisole di cotone e immancabile zainetto a fiori. Roberto Cavalli volentieri racconta di essere stato a Ibiza per trovare l’ispirazione per la sua Just («Volevo capire cosa piace ai giovani») ma stoppa chiunque gli parli delle voci sulla vendita ai russi («Se sarà e quando lo dirà chi si occupa di queste cose, io faccio moda»). In passerella quini le sue «freedom e love»: hippy romantiche ma anche un po’ borghesi con il vezzo perbene di annodare il foulard al collo e poi la libertà di gilet, mini, abiti svolazzanti, gonne lunghe e maglioni corti. Da Ports ecco Artemide, la dea della caccia, una guerriera su plateau 14 centimetri, in piccoli short con le grandi tasche, mini plissè; bomber di pelle; top crop; abiti corazza di pitone e chiffon; trench di canvas e seta; robe manteau anche a gilet che è la nuova giacche. Da Dsquared c’è invece il loft dell’artista pop e la donna è la sua creatura scultura pin up che veste volumi e geometrie. La couture al servizio di sport e ironia: bomber e gonnellone, jeans over con il filo di ferro che lo gonfia e t-shirt, micro camicia bianca e hot panta, super shopping e felpa ricamata. Paola Pollo © RIPRODUZIONE RISERVATA www.corriere.it/moda «Siete rimasti fermi agli Anni 70 Perché non copiate Renzi?» Moda al Met e al Covent Garden E ora apriamo la Scala «Non riesco a capire perché gli stilisti in Italia continuino a riproporre gli Anni 70. Avete il primo ministro Renzi così dinamico. Lui, nel 1970 non era nato, è del ‘75. Anche in passerella vorremmo vedere qualcosa di nuovo e più dinamico». Suzy Menkes critica il rigurgito vintage degli italiani. Sulla stessa linea Il New York Times, nel reportage di Gucci, e Silvia Venturini Fendi. Il servizio di Maria Teresa Veneziani A New York la Metropolitan Opera ha ospitato una pièce scritta da Spike Jonze per Opening Ceremony. A Londra, Julien Macdonald ha sfilato alla Royal Opera House (foto). I teatri d’opera si aprono alla moda (con intelligenza). Due voci dell’eleganza che a Milano non si sono mai incontrate. Perché non mettere l’omaggio reciproco nel carnet dell’Expo? Sul Canale l’editoriale di Giangiacomo Schiavi N on si sa mai la trama d’un dopo sfilata di Armani. Esaurito il discorso-collezione può essere che lo stilista rimbrotti il premier in maniche di camicia. O che parli del suo passato di giovanotto in smagliante Porsche blue. Oggi il salto risulta però più brusco: si passa dal suo innamoramento per il bluette alle carte notarili, intese come programmazione del futuro aziendale-patrimoniale. «Chiaro che nell’asse ereditario — spiega — ci sono diversi miei familiari e alcune persone che mi sono state vicine in questi anni. Questo gruppo è grande ma ha un’impronta familiare anche se non so se dopo di me resterà così: per sedere su questa poltrona bisogna essere veri leader e un leader può anche sbagliare ma quando prende decisioni definitive nessuno le mette in discussione». Tutto da stabilire dunque se fra i papabili ci sia un erede con il famoso ma non facile quid, giusto per ricordare un altro tipo di battuta e mai avvenuta eredità politica. Il pretesto del discorso sul futuro, viene dall’ultima suggestiva voce finanziaria imprenditoriale che vorrebbe il gruppo Armani confluire in un polo del lusso dove ci sarebbe nientemeno che la Ferrari. E già qualcuno s’immagina lo stilista a Maranello in tuta rosso Cavallino. «Carina questa, ma non ho avuto contatti con Ferrari e Fiat, né ho sentito Elkann e Marchionne. Quando si faranno vivi li ascolterò: so che la mia situazione incuriosisce perché è piuttosto unica sul mercato. Incuriosisce perfino me, soprattutto perché non ho le idee chiare. Se li ho sentiti in pas- sato? Che importa? Tanto ora è cambiato tutto». Di certo proposte per mollare tutto il suo impero in cambio d’una cifra esagerata ne ha avute. «Negli ultimi 15 anni m’hanno cercato in molti, da Parigi come dal Qatar, ed è bello sentirsi dire “le diamo quello che vuole”. Questa mia entrata in qualche polo del lusso dove fra l’altro spesso s’infila qualcuno che non ne avrebbe diritto, è una vecchia storia. Però eccomi qui senza rimpianti». Successione Lo stilista, dopo la sfilata della sua Emporio giocata sulle sfumature del bluette, foto a destra, ha parlato dei progetti per il futuro dell’azienda Tanto più che nel 2015 sarà festa grande per i 40 dell’azienda e per un bilancio 2014 che dovrebbe segnare un più 6%. E i malumori sul calendario delle sfilate? «Hanno sbagliato a metterlo insieme. Troppi grandi nomi concentrati per risparmiare sui giorni». Polemica eterna: che si possa risolvere con un sorteggio come per i mondiali di calcio? Gian Luigi Paracchini © RIPRODUZIONE RISERVATA 48 Tempi liberi Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Tecnologie provate Nuove frontiere Condividere tutto e non possedere nulla: ritratto della «team generation». Che preferisce il gruppo Generosi e vincenti Il videogioco social da fare tutti insieme Da Seattle Amazon si rinnova: 2 Kindle e 3 Fire in arrivo A cavallo tra il lancio dell’iPhone 6, in vendita da oggi nei primi 9 Paesi selezionati da Apple, e quello imminente dei nuovi iPad, Amazon ha piazzato un intero «parco macchine» rinnovato dei suoi device mobili. Il colosso dell’e-commerce ieri ha presentato i nuovi modelli di e-reader, gli insuperabili Kindle, e quelli dei propri tablet, i Fire. Nel totale dei cinque nuovi modelli presentati, due reader e tre tavolette (da 6,7 e 8,9 pollici), la parte del leone è sicuramente giocata da Kindle Voyager, vera ammiraglia per gli appassionati di inchiostro elettronico: schermo da 6,4” e una risoluzione da 1.440x1.080 pixel (per 300 ppi). Arriverà a novembre a un prezzo non indifferente: negli Usa siamo a 200 dollari. F. Cel. © RIPRODUZIONE RISERVATA «L o sport di squadra è diverso da quello individuale, ti dà qualcosa in più: vincere insieme è ancora più bello». Parola di Federica Pellegrini, la campionessa di nuoto che di vittorie, da sola e in gruppo, ne ha conquistate parecchie. Le ultime due medaglie d’oro, agli Europei di Berlino, se l’è guadagnate in una gara da sola (i 200 stile libero) e in una di gruppo (la staffetta 4x200). Ma se le si fa notare che il primo posto nella staffetta è arrivato grazie alla sua rimonta, lei scrolla le spalle: «Senza l’impegno delle tre ragazze prima di me non saremmo arrivate da nessuna parte». L’impegno di tutti per arrivare primi al traguardo è anche il concetto alla base di Driveclub, il primo videogame «social» di racing sviluppato per Playstation 4 e del quale la nuotatrice è testimonial. A Driveclub, disponibile sul mercato dall’8 ottobre, se si vuole vincere bisogna entrare a far parte di un team e mettere lo spirito di gruppo al primo posto. Al punto da accettare di farsi superare da un compagno di squadra per aiutarlo a ottenere un punteggio migliore e alzare così il risultato complessivo. «La sfida per i giocatori sarà proprio quella di trovare l’equilibrio tra i propri bisogni e le esigenze del team», conferma il game director di Evolution Studios Paul Rustchynsky durante la presentazione del L’obiettivo: creare una squadra e, se serve ad arrivare primi, mandare avanti il compagno di «corsa»: è nato Driveclub. Perché l’unione fa la forza? Lo spiega Federica Pellegrini videogioco a Milano. Insomma, scegliere di mettere da parte il protagonismo per lasciar spazio a ciò che è meglio per tutto il gruppo. Difficile? Non per i giovani di oggi che, complice la crisi, hanno imparato che sempre più spesso è l’unione che fa la forza. Secondo uno studio commissionato da Playstation e realizzato da Doxa su un campione di 500 italiani tra i 14 ed i 34 anni, solo il 32% degli intervistati crede ancora nel mito del self made man e pensa che sia meglio provare a farcela da soli. Ancora più bassa (4%) la percentuale di quelli che considerano il lavoro di gruppo un freno per le potenzialità del singolo. Al contrario, 6 giovani su 10 dichiarano di far parte (o di aver fatto parte di recente) di una squadra o di un team. L’elemento di aggregazione più forte è lo sport per il 71% degli intervistati, poi il sociale (scelto dal 25% del campione), la musica e la cultura (a pari merito con una percentuale del 7% ciascuna). Gli analisti l’hanno ribattezzata «team generation» e Federica Pellegrini, 26 anni appena compiuti, ci rientra in pieno e non solo per questioni anagrafiche. «Quando sei in vasca sei da solo ma la preparazione, dagli allenamenti ai ritiri, la si fa al- l’interno di una squadra. Così finisci a condividere tanto con il gruppo, dagli orari alle abitudini, e i tuoi compagni diventano anche compagni di vita», sorride la campionessa durante la presentazione di Driveclub. Accanto a lei il suo partner (di vasca prima, di vita poi) Filippo Magnini, 32 anni, conferma: «Non penso che il gruppo vada considerato un freno per le potenzialità di chi lo compone: ci sono personalità diverse ed è questo il bello». Lo sport di squadra la fa da padrone anche fra i giovani della «team generation»: il 68% degli intervistati nel sondaggio Doxa preferisce le attività agonistiche dove ognuno contribuisce al successo e solo il 24% predilige invece gli sport dove una persona vince o perde con le sue sole forze. Pellegrini fa parte di questa piccola percentuale, ma sottolinea che «per me non è una fatica gareggiare in solitaria, anzi è una responsabilità che mi piace assumermi». L’analisi Doxa va oltre il lavoro e lo sport e fotografa una generazione che, dovendo fronteggiare anni di crisi economica, ha imparato a confrontarsi con un mercato diverso e a sfruttare le possibilità offerte dalla condivisione. La share economy, cioè l’abitudine a condividere qualcosa che già si possiede con altri (a pagamento o meno), piace sempre di più: il 76% degli intervistati si dichiara favorevole e la considera l’unico modo per permettersi di fare cose altrimenti proibitive per i Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 La «team-generation» (Fonte: ricerca Doxa commissionata da Playstation in occasione della presentazione di Driveclub su un campione di 500 giovani italiani) Chi sono Il lavoro 76% 14-34 anni Tempi liberi 49 italia: 51575551575557 61% Si dichiara Fa parte favorevole (o ha fatto alla share-economy, parte di recente) unico modo di una squadra per permettersi o di un team cose proibitive Lo sport 63% Preferisce lavorare in team Le vacanze 68% Preferisce quello di squadra 47% Le concepisce come momento da condividere con molte persone Vita Digitale di Federico Cella Corriere della Sera / Mirco Tangherlini Da soli è meglio 4% Vede nel lavoro di gruppo un freno per le potenzialità del singolo 13% Pensa sia meglio usare cose, beni e servizi di proprietà 32% Pensa che per avere successo bisogna provare a farcela da soli costi. Solo il 13%, invece, pensa che sarebbe sempre meglio che uno usasse oggetti, beni e servizi di proprietà. In questo anche la Pellegrini è tradizionalista: «Sono molto gelosa di casa mia, non aderirei a siti come Airbnb», il portale di affitto di alloggi a casa di privati. Anche Magnini scuote la testa, ma l’idea della condivisione di spazi casalinghi gli piace: «Quando eravamo ragazzini e ci spostavamo per le gare spesso eravamo ospiti di altre famiglie, era un sistema utile e piacevole». Anche le vacanze per i giovani sono diventate sempre di più un’attività da condividere: il 47% del campione analizzato dalla Doxa le considera un momento da vivere insieme ad altre persone e un’occasione per conoscerne di nuove. La pensa così anche la nuotatrice: «Sono appena tornata dalle vacanze a Formentera con un gruppo di sei persone». Con tantissime di più, oltre 300 mila tra i suoi «seguaci» di Twitter e Instagram, condivide scatti e pensieri della vita di tutti i giorni. Annunci compresi, come la scelta di chiudere la collaborazione con l’allenatore francese Philippe Lucas e di affidarsi al 32enne Matteo Giunta, confermata negli scorsi giorni tramite Twitter. «Mi piacciono i social, sono un bel modo per condividere e parlare con i miei fan. L’immediatezza non mi spaventa, anche se può essere fraintesa», spiega la Pellegrini. L’ennesimo episodio avverrà di lì a poco: dopo aver dichiarato che avrebbe lasciato Magnini se si fosse dopato, la nuotatrice si è trovata a difendersi dall’accusa di essersi scagliata contro la pattinatrice Carolina Kostner per la sua presunta copertura dell’ex fidanzato, il marciatore sotto accusa per doping Alex Schwazer. «Per me è tolleranza zero, noi ci facciamo un sedere così dalla mattina alla sera per mantenere lo sport pulito», ha sottolineato la Pellegrini. È l’altra faccia dello spirito di squadra: quando il singolo fa di testa sua finisce per rimetterci tutto il gruppo. Greta Scalunich © RIPRODUZIONE RISERVATA Palinsesto addio: lo streaming supera la tv ti alle aziende, che vogliono fare spionaggio industriale senza sporcarsi le mani. La soluzione a questo problema l’abbiamo chiesta a Stefano Zanero, presidente e fondatore di Secure Network, società italiana leader nella sicurezza informatica. «È importante compartimentare le informazioni. L’azienda dev’essere come una nave: se si crea una falla, l’acqua non deve invadere gli altri comparti, dunque il dipendente deve accedere solo ai dati relativi alla propria mansione». Chi sono i vostri clienti? «Non posso fare nomi ma abbiamo lavorato con quattro delle cinque più importanti banche italiane». E quante di queste hanno richiesto una consulenza contro l’ingegneria sociale? «Nessuna». In un piccolo punto percentuale si nasconde una grande rivoluzione in atto nelle nostre abitudini. Il numero di italiani che accede ai video in modalità streaming per la prima volta ha superato quello degli affezionati alla tv tradizionale: si tratta di un 80% contro il 79%, con le due realtà che si sovrappongono. Ma il dato, raccontato dal ConsumerLab di Ericsson ieri a Milano, è di quelli importanti. Così, mentre in termini assoluti di consumo la televisione si conferma regina del tempo libero — con 15 ore di media settimanale contro le 8 per video «consumati» su computer e le 6 per quelli su smartphone e tablet —, gli streamer guadagnano consensi per 7 punti sul 2013, mentre i traditionals ne perdono ben 11. Il lungo addio ai palinsesti televisivi, secondo i dati della multinazionale svedese, è dunque arrivato a un punto di svolta. A vincere infatti è la formula on demand, e se i dati italiani sono fondamentalmente in linea con quelli mondiali, il sorpasso vero e proprio è una caratteristica solo di alcuni Paesi. Complici del cambiamento è il numero e la qualità sempre maggiori dei servizi di streaming, che negli anni hanno avuto la forza di combattere con armi intelligenti il peer-to-peer. E a giocare un ruolo chiave sono senz’altro le cosiddette serie tv, vero fenomeno di questi anni. Per spiegare la forza della «serialità», e il cambiamento delle abitudini di fruizione degli schermi, c’è il dato del 43% degli intervistati che vorrebbero tutti gli episodi di un’intera stagione di una serie, per esempio la presidenziale «House of cards», subito disponibili all’inizio della stessa. Per poter personalizzare al massimo la fruizione del contenuto. Abitudini di consumo «televisivo» che cambiano radicalmente anche in un altro capitolo della ricerca di Ericcson. Uno schermo, infatti, pare non basti più. Non siamo ancora alla maggioranza, ma poco ci manca: il 44% degli italiani intervistati, mentre guarda la tv utilizza anche smartphone e tablet per approfondire i contenuti che sta guardando, mentre il 29% ne discute sui social network in tempo reale. Si chiama «social tv». Mentre è forse più vicina alla frenesia l’abitudine di quel 24% che, mentre è davanti alla televisione, guarda un altro programma sul proprio device mobile. Stefano Silvestri @VitaDigitale © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Gli elementi di aggregazione 71% sport 25% sociale 7% musica 7% cultura Sicurezza Un esempio: come recuperare i dati del conto corrente di un marito scappato di casa. E svuotarlo Hacker? Sono più pericolosi gli «ingegneri sociali» Sanno fare le domande giuste alle persone giuste: così riescono a violare le frontiere informatiche D imenticate gli hacker e le loro stregonerie informatiche perché c’è un anello molto più debole nella catena della sicurezza digitale: non i computer ma gli uomini che li usano. Ed è su di essi che agiscono gli ingegneri sociali, persone abili nei rapporti umani, brillanti, simpatiche, con le quali vien voglia d’instaurare un rapporto di fiducia. E che riescono così a carpire dati apparentemente irrilevanti dai bassifondi delle gerarchie aziendali, scambiando ogni informazione con quella successiva, fino a sferrare l’attacco finale. Ne parlava già Kevin Mitnick nel profetico «L’arte dell’inganno» (Feltrinelli), che mette subito le cose in chiaro: se pensiamo di non aver mai avuto a che fare con gli ingegneri sociali, è perché non ce ne siamo accorti. E gli esempi nel suo libro non mancano, come quello della moglie che vuole sapere dove il marito (che chiameremo il sig. Rossi) abbia depositato i suoi soldi dopo essere scappato di casa. Un hacker proverebbe a violare il sistema bancario, a un ingegnere sociale bastano tre telefonate. Nella prima chiama una banca qualsiasi e chiede il termine esatto con cui gli istituti di credito si informano sulla clientela presso la Centrale rischi («sa, sono uno scrittore, vorrei usare i termini giusti»). Appurato che in gergo si dice «chiedere la CRIF», telefona a un’altra banca spacciandosi per un dipendente della Centrale rischi che sta conducendo un’indagine. Tra le varie domande civetta, è celata quella più importante: «Per chiamare la centrale, che numero verde le hanno dato?». Nella terza telefonata l’ingegnere sociale chiama la Centrale rischi al numero appena ottenuto, fingendosi l’impiegato di una banca: «Il sig. Rossi vorrebbe aprire un conto presso il mio istituto e avrei bisogno di conoscerne la CRIF». La risposta è che è una persona con cospicue disponibilità, segue la lista dei suoi conti corrente. E il gioco è fatto. Gli ingegneri sociali sono allora la «versione 2.0» dei truffatori? Non per Kevin Mitnick: «Chi frega i soldi alla gente è un truffatore. L’ingegnere sociale usa l’inganno e la persuasione contro le imprese, a scapito delle loro informazioni riservate». I committenti? Dai priva- Truffe e no La nuova «figura» descritta nel libro «L’arte dell’inganno» di Kevin Mitnick, che precisa: ma non sono truffatori 50 Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Economia `V `ii ÀÃi /- > ÃiÌÌ>> >L *ÀÞÃ> /Ì ` -Ì>Ì > ÃiÌÌ>> >Ì ` iÜ 9À >}}À>Ì >i Ài Óä°ää /Ì /- Ì« ä{ä£ÉäÓÉ£x {]Óxä¯ £ä£]{x Ì« Èä£É££ÉÓÈ Ç]Óxä¯ £{Ç]{n £]Î Ì« £ä£xÉä{É£x Î]äää¯ £ä£]xx Ì« £££xÉäÉÓÈ Î]£ää¯ ££n]än £]ÎÈ Ì« £££xÉä{É£È Î]Çxä¯ £äx]Σ Ì« äÎä£ÉänÉÎ{ x]äää¯ £Óx]ää Ó]Çx Ì« äÈ£xÉäÉ£Ç Ó]£ää¯ £äÈ]Î{ Ì« £Î£xÉäÉ£n £]Çää¯ £äÈ]Óx Ì« ää£ÉäÎÉÓä {]Óxä¯ ££x]Ó ä]Ó£ ä]ÇÎ Ì« äxä£ÉäÓÉÎÇ {]äää¯ £ä]{Ó Ì« äÇä£ÉänÉÎ x]äää¯ £ÓÎ]ä VÌ äÇä£É£ÓÉ£{ ä]{Óä¯ £ää]£Ó Ó]{ Î]äÓ ä]ä{ Ì« ££ä£ÉäÉÓ£ {]Çxä¯ ££]ä Ì« ££ä£ÉäÎÉÓÓ x]äää¯ £Ó£]x Ì« £Îä£ÉäÎÉÓ{ {]xää¯ ££n]xn £]£È £]Σ £]nä VÌ änä£ÉäÉ£x ä]ÓÓä¯ £ää]Óä VÌ ää£ÉäÇÉ£È ä]Îää¯ £ää]Ó{ VÌ £££xÉä{É£n ä]ÇÓȯ £ä£]Çx ä]£Ç ä]ÓÈ ä]xÎ £ iÕÀ £]ÓnÇÓ `>À ä]È{¯ Ó£°£Ón]ÇÓ ä]än¯ e `À> È°n£]Ó ä]xǯ e /- Ì° - >Ài ÓÓ°ÎÎn]n ä]äǯ e À>VvÀÌi °Çn]£Î £]{£¯ e /- Ì°-Ì>À £n°ÓÈÈ]{n ä]äx¯ e *>À} >V{ä® {°{È{]Çä ä]Çx¯ e £ iÕÀ ä]ÇnnÎ ÃÌiÀi ä]Èȯ Ü ià £Ç°Ó{n]än ä]xί e } } Ó{°£Èn]ÇÓ ä]nx¯ £ iÕÀ £]ÓänÈ vÀ° ÃÛ° >Ã`>µ {°xn]äÓ ä]x¯ e / i® £È°äÈÇ]xÇ £]£Î¯ e £ iÕÀ ]£Ón VÀ°ÃÛi° ä]Çȯ -E* xää Ó°ää]ÇÎ ä]{£¯ e >`À` £ä°£]ää ä]Çǯ e £ iÕÀ £]{£x `°V>° ä]{£¯ £ iÕÀ £{ä]££ää Þi ä]Çȯ e ä]£Ó¯ i`° /Ì i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° £nä iÌÌ ¯ I prestiti per imprese e famiglie Sotto le attese l’importo della prima operazione. I tedeschi non chiedono nulla La lente L’EFFETTO SPREAD E I 10 MILIARDI RISPARMIATI DAL TESORO S i sgonfiano le esigenze di finanziamento del Tesoro. Quest’anno, rispetto ai 470 miliardi di emissioni programmate, se ne sono già risparmiate per 10 miliardi, emettendo con sistematicità titoli con un prezzo sopra la pari, sfruttando il calo dello spread e dei tassi che, di per sé, farà risparmiare quest’anno 5 miliardi di spesa pubblica. Il “funding” del 2014, tuttavia, potrebbe scendere ancora, perché nonostante le risorse messe a disposizione dall’esecutivo, il rimborso dei debiti arretrati della pubblica amministrazione alle imprese resta un po’ inferiore alle attese. Non è escluso che il margine guadagnato sul 2014 possa essere sfruttato entro fine anno per riacquistare titoli in scadenza nel 2015, ed alleggerire gli impegni del 2015, che presentano anche volumi di rinnovi molto elevati (266 miliardi). «Potremmo limare ancora un po’ il profilo delle scadenze», ha detto il direttore del Tesoro, Maria Cannata. A fine ottobre, intanto, arriva una nuova emissione di Btp Italia indicizzati all’inflazione. Per evitare che gli investitori istituzionali facciano “il pieno”, come nelle altre occasioni, questa volta verrà introdotto un tetto alle loro sottoscrizioni. Favorendo così la clientela “retail”. M. Sen. © RIPRODUZIONE RISERVATA A italiani e spagnoli metà dei fondi Bce Assegnati 82,6 miliardi all’asta Tltro. Alle nostre banche 23 miliardi MILANO — La prima asta dei prestiti «Tltro» — cioè l’assegnazione di liquidità a basso costo dalla Bce alle banche per stimolare i finanziamenti all’economia reale — si è fermata a quota 82,6 miliardi di euro, meno delle stime del mercato di circa 150 miliardi. Gli istituti dei Paesi più in difficoltà come Italia e Spagna hanno fatto la parte del leone: gli italiani hanno preso 23 miliardi, pari al 28% del totale, quelli spagnoli circa 15 miliardi (17,8%). Unicredit ha ricevuto 7,75 miliardi, Intesa Sanpaolo 4, Mps 3, Bper 2, Iccrea 2,24 (per conto di 190 Bcc), Banco Popolare 1, Creval 1, Cre- dem 735 milioni, Carige 700, Mediobanca 570, Pop Sondrio 350. In Spagna Banco Sabadell ha preso 3,6 miliardi. In totale hanno aderito 255 banche su 382 aventi diritto. Il programma ha coinvolto in misura minore gli istituti dei Paesi più forti dell’eurozona: in Francia ha aderito SocGen, in Olanda Ing e Abn Amro. I mercati Reazioni limitate sui bond: resta l’attesa di interventi più radicali Sono varie le interpretazioni sul perché sia stata limitata rispetto alle attese l’adesione all’asta, la prima delle due fissate per il 2014 (la seconda è l’11 dicembre) per massimi 400 miliardi. In totale sono previsti otto finanziamenti a tasso agevolato (lo 0,15% fisso per quattro anni) che si ripeterà fino a giugno 2016, che potrebbero far erogare alla Bce fino a mille miliardi. Per gli analisti della banca tedesca NordLb il dato «dimostra che la Bce non fa passi avanti con la sua strategia. Il problema potrebbe peggiorare se anche il previsto acquisto di titoli Abs e Fausta Chiesa covered bond non potesse avere luogo nei volumi desiderati. Sono aumentate, quindi, le probabilità che la Bce debba varare un vero “quantitative easing”», cioè un riacquisto diretto di titoli (soprattutto di Stato) da parte dell’Eurotower, una misura cui proprio la Germania è contraria. Il programma completo di stimolo monetario all’economia deciso dal presidente della Bce, Mario Draghi, prevede di espandere il bilancio della banca centrale da 2 a 3 mila miliardi. Altre letture invece suggeriscono «cautela» nel giudicare negativamente l’asta, come ha fatto il membro del comitato esecutivo della Bce, Peter Praet. Innanzitutto molte banche sfrutteranno l’asta di dicembre, come Intesa (prenderà 9 miliardi) Mps (altri 3 a dicembre), Banco Popolare o Ubi. Non a caso il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha detto di attendersi 37 miliardi ma entro dicembre. Ieri avrebbero giocato nella scelta delle banche aspetti organizzativi — le domande andavano presentate entro il 28 agosto quando ancora i tassi non erano stati tagliati — e la volontà di attendere i risultati dell’esame della Bce (asset quality review e stress test) per decidere la politica di funding per i mesi a venire sulla base della certificazione del proprio stato di salute. C’è anche interesse a sfruttare fino a dicembre le aste settimanali e a tre mesi della Bce, anch’esse a tasso vicino allo zero. Per Praet dunque «un giudizio complessivo sulle misure per fornire liquidità al sistema potrà essere dato soltanto quando verrà implementato tutto il pacchetto» deciso dalla Bce. [email protected] Fabrizio Massaro Le banche italiane e i prestiti della Bce Chi ha sottoscritto la prima tranche di finanziamenti «Tltro» AMMONTARE in miliardi di euro BANCA Unicredit Intesa Sanpaolo Mps Iccrea Banca* Bper Banco Popolare Creval Credem Carige Mediobanca 23 7,75 miliardi di euro totale Italia 4 3 2,24 2 1 1 0,735 0,700 0,578 82,6 miliardi di euro totale assegnato dalla Bce nell’eurozona *per conto delle Bcc Fonte: Bce, banche D’ARCO Il direttivo Con la Lituania nell’euro 4 Paesi a turno potranno solo partecipare A Francoforte parte la rotazione Visco non vota a marzo e agosto A partire dal primo gennaio 2015 entra in funzione il voto a rotazione nel Consiglio direttivo della Banca centrale europea. E da ieri si conosce l’ordine dei Paesi che saranno via via esclusi. I primi governatori o presidenti delle banche centrali nazionali a non votare nel gennaio 2015 saranno quelli di Spagna, Estonia, Irlanda e Grecia. I Paesi sono stati decisi attraverso un sorteggio, avvenuto alla presenza di tutti i rappresentanti del Consiglio direttivo con il governatore lituano come osservatore. L’anno prossimo con l’ingresso della Lituania, diciannovesimo Paese, nell’area euro, salirà a 25 il numero dei membri con diritto di voto, ma soltanto 21 voteranno. I sei del Comitato esecutivo (in cui siedono il presidente Mario Draghi e il suo vice Vitor Constancio e altri quattro membri scelti fra personalità di riconosciuta levatura ed esperienza professionale nel settore monetario o bancario) non sono soggetti a rotazione. I restanti diciannove, invece, sì. Questi ultimi sono stati divisi — sulla base del peso delle rispettive economie — in due gruppi, in modo da ridurre la potenziale influenza delle economie più piccole a favore dei Paesi più grandi. Nel primo rientrano Germania, Francia, Italia, Spagna e Paesi Bassi, nel Gennaio 2015 Il voto a rotazione nel Consiglio direttivo della Bce comincia il primo gennaio 2015 Jens Weidmann (a sinistra) e Luis María Linde secondo tutti gli altri quattordici. A partire dall’inizio del 2015, ogni mese un membro del primo gruppo e tre del secondo gruppo potranno partecipare ai vertici ma senza possibilità di voto. Nel primo gruppo l’astensione dura un mese, nel secondo il diritto di voto è sospeso per tre mesi. Il presidente della Banca d’Italia Ignazio Visco non avrà diritto di voto nel marzo e nell’agosto dell’anno prossimo, così come nel gennaio, giugno e novembre del 2016. Visco non voterà il 5 marzo 2015, quando è prevista una riunione di politica monetaria a Cipro, uno dei due appuntamenti previsti ogni anno fuori da Francoforte. In agosto non sono previsti incontri di politica monetaria. Il calendario delle riunioni per il 2016 è ancora da definire. Il sistema a rotazione farà sì che i mercati finanziari tenderanno, d’ora in poi, a concentrare l’attenzione sulle riunioni di politica monetaria in cui saranno assenti i governatori più influenti, come il capo della Bundesbank Jens Weidmann. Per la Germania la sospensione del voto scatterà in maggio e ottobre, e in marzo e agosto del 2016. Il nuovo sistema è stato approvato nel 2003 dal Consiglio europeo per garantire un efficace funzionamento del Consiglio direttivo nel momento in cui i Paesi membri fossero diventati più di 18. Anche la Federal Reserve ha un sistema di rotazione, che però è annuale e non mensile. © RIPRODUZIONE RISERVATA Katherine Pancol MUCHACHAS PREZZO SPECIALE 10€ ROMANZO BOMPIANI +ÕÌ° ,i`° ivv° £nä iÌÌ ¯ IN LIBRERIA E IN EBOOK DALL’AUTRICE DI GLI OCCHI GIALLI DEI COCCODRILLI IL PRIMO ROMANZO DI UNA NUOVA TRILOGIA “ L a f e l i c i t à è a v e r e g l i o c c h i s pa l a n c a t i e c e r c a r l a da ppe r t u t t o . E l e i h a de c i s o di e s s e r e f e l i c e . ” @libribompiani LibriBompiani www.bompiani.eu © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 Economia 51 italia: 51575551575557 Via allo sblocco delle tratte da Linate chiesto da Etihad La protesta dei concorrenti ROMA — È attesa per lunedì prossimo la firma del decreto che cambierà le regole dei voli a Linate, innovando il provvedimento Bersani che fu emanato ormai nel 2001, dopo una lunga stagione di polemiche. Quell’atto stabilì che su Linate possono volare solo compagnie comunitarie, con aerei medio-piccoli e soltanto verso destinazioni comunitarie. Inoltre il numero di frequenze giornaliere è stabilito dal numero di passeggeri annui. Il minimo per poter effettuare un volo al giorno sono 350 mila passeggeri annui. Limitazione che di fatto ha portato le compagnie a volare solo sulle capitali, che tradizionalmente attirano più viaggiatori. Il decreto che questa volta recherà la firma del ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, non modificherà la capacità di Linate (resteranno 18 movimenti l’ora) ma consentirà alle Il decreto A sinistra il ministro Maurizio Lupi, in alto il ceo di Etihad James Hogan compagnie operanti oggi su Linate (l’80% dei voli sono Alitalia) di volare sempre su destinazioni comunitarie ma anche diverse dalle capitali. Il cambiamento è stato sollecitato dalla compagnia emiratina Etihad che sta acquistando il 49% della nuova Alitalia per poter operare voli soprattutto su destinazioni tedesche diverse da Berlino, verso i propri hub, convertendo molti degli attuali voli Milano-Roma, svuotati dalla concorrenza dell’Alta velocità ferroviaria. Ma la decisione del ministero ha provocato già le proteste delle compagnie straniere operanti a Linate che hanno scritto all’Enac (ente aviazione civile) lamentando di non essere state interpellate circa i cambiamenti, come richiederebbe la procedura. A novembre le compagnie operanti su Linate si riuniranno per decidere il nuovo assetto dei voli che sarà applicato da maggio 2015, ed è proprio da quella data che dovrebbe applicarsi il nuovo decreto su Linate. L’accelerazione impressa da Lupi al provvedimento sarebbe spiegata con la richiesta pressante del ceo di Etihad, James Hogan, di dare subito corso al decreto come condizione per firmare definitivamente l’accordo con Alitalia. © RIPRODUZIONE RISERVATA Riassetto Nel progetto di incorporazione anche i terreni di Iniziativa Fiorano Trasporti Duello sull’Alta velocità Il vertice Marcello Messori, 64 anni, presidente di Ferrovie dello Stato. Docente di economia alla Luiss di Roma Ferrari mette ordine in casa Il marchio torna alla holding I prodotti con il Cavallino generano 50 milioni di utili Fs contrattacca sulla rete «Via il servizio pubblico» Regole, l’affondo di Ntv ROMA — Una riunione è fissata per la prossima settimana al ministero dell’Economia. Si parlerà della privatizzazione delle Ferrovie, i cui vertici sono stati convocati per fare il punto anche con il ministero dei Trasporti. L’obiettivo che al Mef lasciano trapelare sarebbe quello di realizzare un risultato nella seconda parte del 2015. Ma a Piazza della Croce Rossa sembrano considerare questa una ipotesi ottimistica. Il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, preme «per iniziare ad affrontare un planning» ma precisa che «non si privatizza domani, evidentemente». Un piano in effetti ancora non c’è, mentre è in corso una ricognizione generale degli asset che andrebbero valorizzati. Ieri il presidente di Ferrovie, Marcello L’Authority Messori, ha svelato che Il garante fa pressing «una separazione sullo scorporo, ma non societaria tra i servizi interverrà direttamente pubblici e quelli di mercato» è tra le ipotesi Nuove misure a breve allo studio, in alternativa allo scorporo della rete di Rfi da Fs. «Sarebbe sufficiente — ha aggiunto — disegnare gare efficienti per i servizi pubblici e affidare alla concorrenza le attività più propriamente di mercato». Ipotesi per ora, chiariscono in Ferrovie, davvero niente di più. La concorrenza intanto si prepara al match: «Non vogliamo e non accettiamo regali, pretendiamo il rispetto delle regole. Se c’è qualcuno che non vuole la concorrenza lo dica» ha incalzato il presidente di Ntv, la compagnia privata dell’Alta velocità, Antonello Perricone. Dalla compagnia insomma non viene una richiesta di scorporo della rete, ma di regolazione del mercato. «Non è normale — ha spiegato Perricone per fare un esempio — chiedere a Ntv di versare i costi altissimi del pedaggio. Siamo in attesa di decisioni, qualcuno ci dovrà spiegare perché non debbano avere valore retroattivo». A ottobre ci saranno le prime risposte nelle misure che adotterà l’Authority dei Trasporti, che però ha già chiarito che non assumerà «provvedimenti espliciti sullo scorporo della rete». A. Bac. © RIPRODUZIONE RISERVATA Prodotti per celiaci Antonella Baccaro Riassetto societario in casa Ferrari con al centro un asset fondamentale e di grande valore: il marchio. C’è un progetto, già operativo, di ritorno al passato (molto recente) sulla gestione e valorizzazione del brand. La casa automobilistica ha infatti deliberato la fusione nella holding di «Ferrari Brand spa», oltre che di Iniziativa Fiorano. Ferrari Brand era stata appena creata proprio per scorporare il marchio, per la precisione quello che fino all’anno scorso era identificato come «Divisione Brand». Cioè il ramo d’azienda riferito a tutte le attività di sviluppo, produzione e distribuzione di prodotti non automotive a marchio Ferrari. Un professionista aveva stimato le attività, al netto del valore di avviamento, in 15,2 milioni. Un valore contabile molto conservativo esclusivamente funzionale a un’operazione infragruppo. Del resto i numeri di questa area di business sono, di per sé, da grande azienda: il volume d’affari è nell’ordine dei 90 milioni con margini elevatissimi, intorno ai 50 milioni di utile. Il brand Ferrari è considerato il più influente (“powerful” ) al mondo, secondo la classifica di Brand Finance, precedendo CocaCola e Google, anche se per valore (4 miliardi di dollari secondo stime della stessa Brand Finance) si piazza in 350ª posizione. La manovra di dare una veste societaria alla Divisione Brand era stata avviata in un consiglio Ferrari dell’8 novembre 2013. Obiet- Il parco tematico Visitatori all’interno del parco tematico «Ferrari World» di Abu Dhabi negli Emirati Arabi tivo, spiegava il presidente Luca Cordero di Montezemolo, «la valorizzazione, mediante trasferimento in autonomo soggetto giuridico, della licenza di sfruttamento del marchio Ferrari e delle attività di concessione in sub-licenza, inclusa la sub-licenza per il parco tematico Ferrari World Abu Dhabi e nuove iniziative analoghe», oltre allo «sviluppo, distribuzione e vendita di prodotti non automotive a marchio Ferrari», sia in franchising che direttamente o tramite ecommerce. Un passaggio molto delicato perché un asset fondamentale «usciva» formalmente dalla Mario Gerevini © RIPRODUZIONE RISERVATA Maranello Il marchio di Maranello è il più influente del mondo secondo «Brand Finance» Cassa depositi e prestiti AVVISO holding pur restando nel recinto del gruppo. Ne erano ovviamente consapevoli in quel cda, come è chiaro dalla verbalizzazione: «Si registra come l’accordo da parte del Consiglio di trasferire le attività di brand ad un nuovo soggetto legale dipenda dal fatto che il consiglio di amministrazione Ferrari stesso mantenga, attraverso idonea contrattualistica e costante monitoraggio, un invariato presidio sulle attività relative al brand Ferrari». L’ok è di novembre e con decorrenza operativa 1 gennaio 2014 il ramo d’azienda viene girato a L’accordo Pasta Rummo si allea con Andriani Mps, via Turchi e Demartini per i nuovi soci Una joint venture per la pasta senza glutine. In Italia i celiaci sono 600 mila: una platea di consumatori a cui le aziende hanno cominciato a rivolgersi con prodotti specifici. Come il gruppo Rummo (100 milioni di euro di fatturato) e il gruppo Andriani (40 milioni di fatturato) che hanno ufficializzato ieri una joint venture per la costituzione di una nuova società a Novara per la pasta senza glutine. La Dietetic Ra sarà partecipata da entrambe le aziende al 50%. Il vicepresidente di Mps (nella foto la sede senese di piazza Salimbeni) Marco Turchi e il consigliere Paola Demartini hanno rassegnato le loro dimissioni dal board. Questo atto ufficiale fa seguito alla disponibilità alle dimissioni espressa nel board dell’11 settembre, per consentire il rispetto del patto di sindacato sottoscritto dalla fondazione Mps con Btg Pactual e Fintech Advisory che prevede l’ingresso nel board dei rappresentanti dei nuovi soci. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Ferrari Brand. L’operazione si inseriva anche nel piano di crescita dei negozi Ferrari gestiti direttamente dal Cavallino. Creare una società apposita era funzionale, poi, allo sviluppo di sistemi e processi informatici in grado di dialogare con il resto dell’azienda. Ora, a distanza di pochi mesi, il ritorno all’ovile del ramo d’azienda. Il motivo, si sente dire a Maranello, è che il lavoro di integrazione di processi e sistemi informatici è stato ben più efficace e rapido del previsto tanto da indurre Ferrari a eliminare il doppione e quindi incorporare Ferrari Brand. E con l’occasione Maranello si è portata dentro anche un’altra società, Iniziativa Fiorano, fonte di inutili spese amministrative, proprietaria di un terreno edificabile a Fiorano Modenese del valore a bilancio di quasi 5 milioni. Cassa depositi e prestiti società per azioni Via Goito, 4 00185 Roma Capitale sociale euro 3.500.000.000,00 i.v. Iscritta presso CCIAA di Roma al n. REA 1053767 C.F. e iscrizione al registro delle imprese di Roma 80199230584 Partita IVA 07756511007 www.cassaddpp.it CASSA DEPOSITI e PRESTITI spa BUONI FRUTTIFERI POSTALI (BFP) BFP INDICIZZATI ALL’INFLAZIONE ITALIANA INDICE ISTAT FOI ex-TABACCHI Luglio 2014: 107,30 Per conoscere il Coefficiente di Indicizzazione e i Coefficienti Complessivi di Rimborso Lordi e Netti per ciascuna serie di Buoni è possibile consultare il sito Internet di Cassa depositi e prestiti www.cassaddpp.it BFP INDICIZZATI A SCADENZA, BFPPremia e BFPEuropa “Serie 16G, 30M, X05, X17; P01, P13, P25, P37, P49; P59 E P60 di Ottobre 2013, P67 di Agosto 2014” MEDIA INDICE EURO STOXX 50: 3245,992 La media è pari alla media aritmetica dei valori ufficiali di chiusura dell'Indice Euro Stoxx 50 rilevati nei giorni 8, 9, 10, 11 e 12 Settembre 2014. Maggiori informazioni sul meccanismo di indicizzazione e sugli eventuali premi sono disponibili presso tutti gli uffici postali e sul sito Internet di Cassa depositi e prestiti www.cassaddpp.it I Buoni serie 16G (ottobre 2009) riconoscono alla scadenza un premio aggiuntivo pari a circa il 13,04% lordo I Buoni serie P49 (ottobre 2011) riconoscono al termine del terzo anno un premio aggiuntivo del 3,50% lordo I Buoni serie P37 (ottobre 2010) riconoscono al termine del quarto anno un premio aggiuntivo del 3,00% lordo I Buoni serie P25 (ottobre 2009) riconoscono al termine del quinto anno un premio aggiuntivo del 4,50% lordo I Buoni serie P13 (ottobre 2008) riconoscono al termine del sesto anno un premio aggiuntivo del 6,50% lordo I Buoni serie P01 (ottobre 2007) riconoscono al termine del settimo anno un premio aggiuntivo del 7,00% lordo MINISTERO DELLA DIFESA MINISTERO DELLA DIFESA SEGRETARIATO GENERALE DELLA DIFESA E DIREZIONE NAZIONALE DEGLI ARMAMENTI Direzione degli Armamenti Navali V.D.A. - 11a Divisione 2^ Sezione “Procedure Negoziate” AVVISI SUI RISULTATI DELLE PROCEDURE DI AFFIDAMENTO - art. 65 del D.Lgs 163/06 T 1437 - Fasc. 13/07/0049 - CIG - 569894997 1.1) Amministrazione aggiudicatrice: Ministero della Difesa Direzione degli Armamenti Navali Piazzale della Marina 3 - 00196 Roma Tel. 0636804559 - e-mail [email protected]; 2.1.4) Oggetto dell’appalto: fornitura di n. 6 accumulatori d’aria compressa per tubi di lancio B515 - CPV 44615000-4. 4.1) Tipo di procedura: Procedura negoziata senza pubblicazione di un bando di gara, considerato che la Ditta Wass S.p.A., avendo progettato e fornito gli apparati cui appartengono le dotazioni di rispetto da acquisire, è l’unica a poter eseguire l’impresa con il grado di perfezione tecnica richiesta e che, pertanto, risulta esperibile, ai sensi dell’art. 57, comma 2 lettera b, del D. Lgs. 12/04/2006 n. 163, il ricorso alla procedura negoziata; 5.1) Data di aggiudicazione: 08/09/2014; 5.3) Società aggiudicataria: Ditta Wass S.p.A. con sede legale in Roma (cap 00195) codice fiscale 03064480100; 5.4) Importo totale dell’appalto: euro 239.915,64; 6.8) Data di invio: 10/09/2014. IL CAPO DELLA 11a DIVISIONE (Dirigente Dott.ssa Giorgia Felli) SEGRETARIATO GENERALE DELLA DIFESA E DIREZIONE NAZIONALE DEGLI ARMAMENTI Direzione degli Armamenti Navali V.D.A. - 11a Divisione 2^ Sezione “Procedure Negoziate” AVVISI SUI RISULTATI DELLE PROCEDURE DI AFFIDAMENTO art. 65 del D.Lgs. 163/06 T 1438 - Fasc. 14/10/0122 - CIG - 58238687E7 1.1) Amministrazione aggiudicatrice: Ministero della Difesa Direzione degli Armamenti Navali Piazzale della Marina 3 - 00196 Roma Tel. 0636804559 - e-mail [email protected]; 2.1.4) Oggetto dell’appalto: fornitura di amplificatori radio veicolari per il Gruppo Operativo Incursori - CPV 32522000-8; 4.1) Tipo di procedura: Procedura negoziata senza pubblicazione di un bando di gara, considerato che la Ditta Thales Italia S.p.A., avendo progettato e fornito gli apparati da acquisire ed essendo l’unica a detenere la documentazione di progetto e la struttura di supporto necessaria alla costruzione dei succitati apparati, è l’unica a poter realizzare l’attività con il grado di perfezione tecnica richiesta e che, pertanto, risulta esperibile, ai sensi dell’art. 57, comma 2 lettera b, del D.Lgs. 12/04/2006 n. 163, il ricorso alla procedura negoziata; 5.1) Data di aggiudicazione: 08/09/2014; 5.3) Società aggiudicataria: Ditta Thales Italia S.p.A. con sede legale in Sesto Fiorentino (cap 50019) codice fiscale 05712031003; 5.4) Importo totale dell’appalto: Euro 264.632,49; 6.8) Data di invio: 09/09/2014. IL CAPO DELLA 11a DIVISIONE (Dirigente Dott.ssa Giorgia Felli) Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02 2584 6665/6256 - Fax 02 2588 6114 Via Campania, 59 - 00187 Roma Tel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12 Via Villari, 50 - 70122 Bari Tel. 080 5760 111 - Fax 080 5760 126 52 Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 www.piccoliannunci.rcs.it [email protected] RAGIONIERE 58enne, esperienza trentennale co-ge, clienti, fornitori, Iva, agenti, Enasarco, intrastat, 770, bilancio di verifica, offresi. Disponibilità immediata. Tel: 02.89.30.37.67 Cell: 338.60.39.240 oppure nei giorni feriali presso l’agenzia: RESPONSABILE amministrazione laureata Bocconi, ventennale esperienza contabilità, bilancio, gestione finanziaria, recupero crediti, controllo gestione e rischi aziendali offresi Milano o hinterland. 347.06.68.513 Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). ASSISTENTE alla poltrona ottimo curriculum, cerca lavoro part/full-time. Tel. 338.91.34.547 ASSISTENTE direzione, acquisti, vendite e logistica, amministrazione, lingue, pc e sistemi aziendali. Tel. 331.34.78.539 ASSISTENTE segretaria diplomata, pluriesperienza, inglese e tedesco, cerca impiego full-time o part-time, tel. 348.60.92.068. 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AcomeA SGR - numero di tel. 800.89.39.89 [email protected] 17/09 EUR 18,133 AcomeA America (A1) 17/09 EUR 18,778 AcomeA America (A2) 17/09 EUR 4,582 AcomeA Asia Pacifico (A1) 17/09 EUR 4,729 AcomeA Asia Pacifico (A2) 17/09 14,714 AcomeA Breve Termine (A1) EUR 17/09 EUR 14,889 AcomeA Breve Termine (A2) 17/09 EUR 4,710 AcomeA ETF Attivo (A1) 17/09 EUR 4,839 AcomeA ETF Attivo (A2) 17/09 EUR 17,339 AcomeA Eurobbligazionario (A1) 17/09 EUR 17,561 AcomeA Eurobbligazionario (A2) 17/09 EUR 13,376 AcomeA Europa (A1) 17/09 EUR 13,769 AcomeA Europa (A2) 17/09 EUR 11,905 AcomeA Globale (A1) 17/09 EUR 12,405 AcomeA Globale (A2) 17/09 EUR 19,996 AcomeA Italia (A1) 17/09 EUR 20,604 AcomeA Italia (A2) 17/09 EUR 8,939 AcomeA Liquidità (A1) 17/09 EUR 8,940 AcomeA Liquidità (A2) 17/09 EUR 7,042 AcomeA Paesi Emergenti (A1) 17/09 EUR 7,266 AcomeA Paesi Emergenti (A2) 17/09 4,016 AcomeA Patrimonio Aggressivo (A1) EUR 4,151 AcomeA Patrimonia Aggressivo (A2) 17/09 EUR 5,354 AcomeA Patrimonio Dinamico (A1) 17/09 EUR 5,477 AcomeA Patrimonio Dinamico (A2) 17/09 EUR 6,342 AcomeA Patrimonio Prudente (A1) 17/09 EUR 6,495 AcomeA Patrimonio Prudente (A2) 17/09 EUR 17/09 EUR 22,258 AcomeA Performance (A1) 17/09 EUR 22,627 AcomeA Performance (A2) Invictus Global Bond Fd Invictus Macro Fd Sol Invictus Absolute Return 16/09 EUR 17/09 EUR 11/09 EUR 108,280 82,372 103,267 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 26,600 7,172 6,930 7,039 6,801 12,869 11,250 11,273 12,356 12,374 11,280 12,059 12,074 10,441 10,441 17,716 6,339 8,984 9,086 6,489 13,630 13,566 18,052 7,407 10,286 29,980 AZ FUND MANAGEMENT SA - tel.00352 2663811 AZ F. Active Selection ACC AZ F. Active Selection DIS AZ F. Active Strategy AZ F. Alpha Man. Credit AZ F. Alpha Man. Equity AZ F. Alpha Man. Them. AZ F. American Trend AZ F. Asia Absolute AZ F. Asset Plus AZ F. Asset Power AZ F. Asset Timing AZ F. Best Bond 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 5,410 5,410 5,084 5,468 5,109 3,725 3,485 4,832 5,565 5,497 5,006 5,398 DIRIGENTE scolastico pensionato settembre 2012 esperienza quarantennale esaminerebbe offerte lavoro coordinatore istituti paritari disposto viaggiare. 340.57.62.532 PENSIONATO 68enne automunito, ex agente di commercio, conoscenza inglese, Excel, Word, offresi come receptionist, custode, fattorino, autista, aiuto lavori ufficio. 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Cat Bond DIS AZ F. CGM Opport Corp Bd AZ F. CGM Opport European AZ F. CGM Opport Global AZ F. CGM Opport Gov Bd AZ F. Commodity Trading AZ F. Conservative AZ F. Core Brands ACC AZ F. Core Brands DIS AZ F. Corporate Premium ACC AZ F. Corporate Premium DIS AZ F. Dividend Premium ACC AZ F. Dividend Premium DIS AZ F. Emer. Mkt Asia AZ F. Emer. Mkt Europe AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. AZ F. European Dynamic ACC AZ F. European Dynamic DIS AZ F. European Trend AZ F. Formula 1 Absolute ACC AZ F. Formula 1 Absolute DIS AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS AZ F. Formula Target 2014 AZ F. Formula Target 2015 ACC AZ F. Formula Target 2015 DIS AZ F. Formula 1 Conserv. AZ F. Global Curr&Rates ACC AZ F. Global Curr&Rates DIS AZ F. Global Sukuk ACC AZ F. Global Sukuk DIS AZ F. Hybrid Bonds ACC AZ F. Hybrid Bonds DIS AZ F. Income ACC AZ F. Income DIS AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS AZ F. Institutional Target ACC AZ F. Institutional Target DIS AZ F. Italian Trend ACC AZ F. Italian Trend DIS AZ F. Lira Plus ACC AZ F. Lira Plus DIS AZ F. Macro Dynamic AZ F. Opportunities AZ F. Pacific Trend AZ F. Patriot ACC AZ F. Patriot DIS AZ F. Qbond AZ F. Qinternational AZ F. QProtection AZ F. Qtrend AZ F. Renminbi Opport AZ F. Reserve Short Term AZ F. Short Term Gl High Yield ACC AZ F. Short Term Gl High Yield DIS AZ F. Solidity ACC AZ F. Solidity DIS AZ F. Strategic Trend AZ F. Top Rating ACC AZ F. Top Rating DIS AZ F. Trend AZ F. US Income 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 15/09 15/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 29/08 29/08 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR Quota/od. Quota/pre. 5,681 5,087 5,225 6,037 5,488 5,517 5,207 5,229 5,144 5,690 5,215 5,912 5,519 5,374 5,273 5,020 5,020 5,332 5,294 6,144 6,664 6,479 5,661 4,012 6,618 5,634 5,631 5,729 5,389 5,813 5,091 6,426 3,279 5,380 5,223 5,222 3,381 5,368 5,357 5,598 5,524 4,829 6,169 5,613 4,998 4,492 4,197 5,273 5,132 5,387 5,224 6,386 5,856 4,732 4,396 5,584 5,546 3,498 3,496 4,960 4,777 6,192 5,022 4,426 6,977 6,410 5,340 5,251 5,373 5,119 5,324 6,306 5,106 4,977 6,175 5,723 6,041 5,153 5,153 6,592 5,701 5,685 5,090 5,235 6,038 5,489 5,520 5,209 5,231 5,146 5,693 5,217 5,915 5,521 5,374 5,273 5,023 5,023 5,317 5,280 6,147 6,690 6,491 5,662 3,978 6,618 5,642 5,640 5,730 5,390 5,821 5,098 6,486 3,270 5,313 5,234 5,232 3,393 5,383 5,372 5,597 5,523 4,832 6,166 5,611 5,001 4,492 4,197 5,272 5,131 5,396 5,233 6,387 5,857 4,731 4,396 5,588 5,549 3,526 3,525 4,955 4,771 6,190 5,053 4,434 6,981 6,415 5,335 5,239 5,372 5,132 5,319 6,307 5,111 4,982 6,177 5,725 6,038 5,151 5,151 6,592 5,703 Nome Data Valuta Active European Equity B Active Liquid Bond A Active Liquid Bond B Multiman. Bal. A Multiman. Bal. M Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M Multiman.Target Alpha A SB Bond B SB Equity B SB Flexible B per promuovere tutto ciò che ti rende Speciale! DB Platinum Agriculture Euro R1C A Comm Euro R1C A Currency Returns Plus R1C DB Platinum IV Croci Euro R1C B Croci Japan R1C B Croci US R1C B Paulson Global R1C E Sovereign Plus R1C A Systematic Alpha R1C A Fondi Unit Linked Quota/od. Quota/pre. Nome EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 1340,272 1240,698 1197,915 119,625 119,428 79,182 82,488 104,694 1082,423 1187,412 1033,851 1339,029 1240,620 1197,851 119,691 119,492 78,658 81,933 104,611 1082,580 1185,328 1033,639 16/09 EUR 17/09 EUR 17/09 EUR 54,700 101,320 930,390 54,770 101,630 929,290 121,110 9033,970 175,870 5574,580 106,520 10587,010 120,740 9052,770 175,720 5703,210 106,510 10630,920 Euro Corp. Bond A-Dis M Euro Short Term Bond A European Bond A-Dis Glob. Bond A-Dis Glob. Equity Income A Glob. Equity Income A-Dis Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M Glob. Structured Equity A-Dis Glob. Targeted Ret. A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Greater China Eq. A India Equity E Japanese Eq. Advantage A Pan European Eq. A Pan European Eq. A-Dis Pan European Eq. Inc. A-Dis Pan European High Inc A Pan European High Inc A-Dis Pan European Struct. Eq. A Pan European Struct. Eq. A-Dis Renminbi Fix. Inc. A Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis US Equity A EH US High Yield Bond A US High Yield Bond A-Dis M US Value Equity A US Value Equity A-Dis 17/09 17/09 17/09 16/09 16/09 10/09 10/09 10/09 16/09 16/09 16/09 17/09 17/09 17/09 10/09 17/09 10/09 Flex Equity 100 Global Equity Maximum Progress Quality 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 ABSOLUTE RETURN EUROPA BOND-A BOND-B EQUITY- I PRINCIPAL FINANCE 1 12/09 31/07 31/07 31/07 30/06 EUR JPY USD EUR EUR EUR 11,004 5,814 5,422 6,691 7,324 EUR EUR EUR EUR EUR Kairos Multi-Str. A Kairos Multi-Str. B Kairos Multi-Str. I Kairos Multi-Str. P Kairos Income Kairos Selection Data Valuta 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it 17/09 EUR Dividendo Arancio 17/09 EUR Convertibile Arancio 17/09 EUR Cedola Arancio 17/09 EUR Borsa Protetta Agosto 17/09 EUR Borsa Protetta Febbraio 17/09 EUR Borsa Protetta Maggio 17/09 EUR Borsa Protetta Novembre 17/09 EUR Inflazione Più Arancio 17/09 EUR Mattone Arancio 17/09 EUR Profilo Dinamico Arancio 17/09 EUR Profilo Equilibrato Arancio 17/09 EUR Profilo Moderato Arancio 17/09 EUR Top Italia Arancio 52,990 62,270 59,590 62,740 61,260 63,910 61,540 57,810 45,990 66,970 64,420 60,050 49,610 52,900 62,170 59,540 62,770 61,260 63,890 61,600 57,670 45,610 67,050 64,480 60,070 48,860 EUR EUR EUR USD USD USD USD USD EUR EUR EUR USD EUR JPY EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR USD USD USD USD RI KIS - America A-USD KIS - America P KIS - America X KIS - Bond A-USD KIS - Bond D KIS - Bond P KIS - Bond Plus A Dist KIS - Bond Plus D KIS - Bond Plus P KIS - Dynamic A-USD KIS - Dynamic D KIS - Dynamic P KIS - Emerging Mkts A KIS - Emerging Mkts D KIS - Europa D KIS - Europa P KIS - Europa X KIS - Global Bond P KIS - Income D KIS - Income P KIS - Italia P KIS - Italia X KIS - Key KIS - Key X KIS - Multi-Str. UCITS A USD KIS - Multi-Str. UCITS D KIS - Multi-Str. UCITS P KIS - Multi-Str. UCITS X KIS - Selection D KIS - Selection P KIS - Selection X KIS - Sm. Cap D KIS - Sm. Cap P KIS - Target 2014 X Quota/pre. 12,822 11,037 5,796 5,733 61,130 15,220 11,503 43,670 10,532 13,059 11,851 48,620 35,020 3206,000 18,080 16,320 11,910 19,130 13,770 14,780 14,050 10,814 10,126 14,390 11,740 10,463 33,350 31,890 12,831 11,034 5,791 5,726 60,580 15,080 11,506 43,400 10,516 13,065 11,857 48,370 34,830 3222,000 17,800 16,070 11,770 19,100 13,740 14,640 13,920 10,803 10,125 14,310 11,752 10,474 33,200 31,740 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 17/09 17/09 17/09 16/09 16/09 16/09 16/09 16/09 17/09 17/09 17/09 16/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 16/09 16/09 16/09 16/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 USD EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 284,550 200,060 201,580 173,940 124,340 128,780 127,270 132,120 134,460 174,810 121,600 123,960 130,910 128,910 125,690 128,290 128,960 103,880 103,640 107,260 134,290 133,380 137,530 140,550 154,640 113,550 116,580 117,550 123,590 125,850 125,700 98,460 103,420 100,270 Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - [email protected] 17/09 USD 1524,267 1523,478 Active Dollar Bond A 17/09 EUR 1670,457 1669,815 Active Emerging Credit A 17/09 EUR 1605,761 1605,161 Active Emerging Credit B 17/09 EUR 1459,104 1458,704 Active European Credit A 17/09 EUR 1395,482 1395,117 Active European Credit B 17/09 EUR 1418,087 1416,751 Active European Equity A Asia Balanced A Asia Balanced A-Dis Asia Consumer Demand A Asia Consumer Demand A-Dis Asia Infrastructure A Asian Bond A-Dis M Balanced-Risk Allocation A Em. Loc. Cur. Debt A Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M Em. Mkt Corp Bd A Euro Corp. Bond A 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 USD USD USD USD USD USD EUR USD USD USD EUR 25,580 16,440 14,700 14,300 14,750 10,336 15,120 14,834 9,293 12,680 16,985 25,500 16,380 14,610 14,220 14,690 10,341 15,090 14,783 9,261 12,684 16,998 ASIAN OPP CAP RET EUR ADWISE L/S CAP RET EUR FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR HIGH GROWTH CAP RET EUR ITALY CAP RET A EUR SELECTED BOND DIS RET EUR SELECTED BOND CAP RET EUR VALUE OPP CAP RET EUR 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 13,063 109,599 115,670 117,618 24,898 5,777 120,933 9248,955 PADRONA autorevolissima 899.842.411. Viziosa 899.842.473. Euro 1,30min/ivato. VM18. Futura Madama31 Torino. 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Int. A 12/09 EUR 105,420 105,740 NM Q7 Globalflex A 12/09 EUR 122,140 122,560 NM Total Return Flexible A 17/09 EUR 105,660 105,540 NM VolActive A 17/09 EUR 106,440 106,320 NM VolActive I Nome Data Valuta PS - Fixed Inc Absolute Return A PS - Global Dynamic Opp A PS - Global Dynamic Opp B PS - Inter. Equity Quant A PS - Inter. Equity Quant B PS - Liquidity A PS - Liquidity B PS - Opportunistic Growth A PS - Opportunistic Growth B PS - Prestige A PS - Quintessenza A PS - Quintessenza B PS - Target A PS - Target B PS - Target C PS - Titan Aggressive A PS - Total Return A PS - Total Return B PS - Valeur Income A PS - Value A PS - Value B PS - Value C 283,340 199,230 200,730 174,220 124,410 128,840 127,180 132,030 134,360 174,920 121,670 124,040 131,960 129,960 124,890 127,470 128,140 103,920 103,650 107,260 133,770 132,960 137,470 140,490 154,620 113,610 116,640 117,600 123,460 125,720 125,590 98,030 102,970 100,280 13,055 109,573 115,437 116,444 24,832 5,771 120,821 9248,206 AUGUSTUM EQUITY EUROPE I AUGUSTUM G.A.M.E.S. A AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 17/09 EUR 17/09 EUR 17/09 EUR 110,740 114,930 153,220 110,470 114,940 153,190 Numero verde 800 124811 [email protected] 17/09 EUR 7,099 Nextam Bilanciato 17/09 EUR 7,687 Nextam Obblig. Misto 17/09 EUR 6,289 BInver International A 17/09 EUR 5,782 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 17/09 EUR 5,918 CITIC Securities China Fd A 17/09 EUR 5,416 Fidela A 17/09 EUR 5,759 Income A 17/09 EUR 7,515 International Equity A 17/09 EUR 6,833 Italian Selection A 17/09 EUR 5,339 Liquidity A 17/09 EUR 5,242 Multimanager American Eq.A 17/09 EUR 4,873 Multimanager Asia Pacific Eq.A 17/09 EUR 4,630 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 17/09 EUR 4,577 Multimanager European Eq.A 17/09 EUR 5,303 Strategic A 17/09 EUR 6,283 Usa Value Fund A 17/09 EUR 5,561 Ver Capital Credit Fd A Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com [email protected] 17/09 EUR 114,860 PS - Absolute Return A 17/09 EUR 121,300 PS - Absolute Return B 17/09 EUR 110,570 PS - Algo Flex A 17/09 EUR 105,790 PS - Algo Flex B 17/09 EUR 86,760 PS - BeFlexible A 17/09 USD 85,290 PS - BeFlexible C 16/09 EUR 102,610 PS - Best Global Managers A 16/09 EUR 106,690 PS - Best Global Managers B 17/09 EUR 111,450 PS - Best Gl Managers Flex Eq A 17/09 EUR 164,450 PS - Bond Opportunities A 17/09 EUR 122,760 PS - Bond Opportunities B 17/09 USD 102,470 PS - Bond Opportunities C 16/09 EUR 123,790 PS - EOS A 17/09 EUR 94,490 PS - Equilibrium A 7,073 7,673 6,275 5,767 5,948 5,417 5,755 7,506 6,760 5,339 5,229 4,858 4,600 4,580 5,292 6,287 5,558 114,890 121,340 110,510 105,740 86,820 85,350 102,610 106,680 111,690 164,540 122,820 102,520 123,090 94,470 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 16/09 16/09 03/06 16/09 16/09 16/09 16/09 17/09 17/09 17/09 16/09 16/09 16/09 EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD Quota/od. Quota/pre. 99,170 101,930 102,470 116,370 118,960 125,330 100,530 98,340 104,140 100,750 104,130 107,170 108,490 108,630 104,610 109,590 102,560 96,430 112,520 106,900 109,260 104,570 99,270 101,590 102,160 116,040 118,620 125,340 100,540 98,580 104,390 101,340 104,460 106,870 108,990 109,130 105,070 110,650 102,690 96,550 112,550 107,740 110,110 105,350 www.pegasocapitalsicav.com 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 17/09 Strategic Bond Inst. C Strategic Bond Inst. C hdg Strategic Bond Retail C Strategic Bond Retail C hdg Strategic Trend Inst. C Strategic Trend Retail C 881868,830 576066,607 594784,667 541259,625 6,816 10,434 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it Invesco Funds SAN BABILA elegante centro italiano, personale qualificato, ambiente raffinato, massaggi ayurvedici. 02.39.68.00.71 Rubriche in abbinata facoltativa: n. 4: Corriere della Sera € 4,42; Gazzetta dello Sport € 1,67; abbinata € 5,00. n. 16: Corriere della Sera € 1,67; Gazzetta dello Sport € 0,83; abbinata € 2,08. n. 22: Corriere della Sera € 4,08; Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 4,67. n. 23: Corriere della Sera € 4,08; Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 5,00. Quota/od. 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EMILIA di GIACOMO FERRARI Paralizzate dall’attesa per il referendum sull’indipendenza della Scozia, le Borse europee hanno vissuto una seduta volatile, ma nel complesso positiva, scommettendo sul successo dei no. Soltanto Piazza Affari è terminata in sostanziale parità (+0,08%), risentendo del nuovo taglio delle stime sul Pil italiano ad opera questa volta del Fmi. È migliorato invece lo spread (sceso a 134 punti base) nel giorno in cui la Bce ha effettuato la prima operazione di rifinanziamento delle banche. Sul listino italiano a correre di più è stata StM (+2,96%) dopo le rassicurazioni del management sul raggiungimento degli obiettivi nel terzo trimestre dell’anno. Fra le blue-chips hanno inoltre realizzato buone performance Autogrill (+2,39%), Bpm (+2,22%), Atlantia (+1,43%) e Finmeccanica (+1,24%). Digital Bros (+7,9%) è stata invece la migliore del segmento Star, mentre in assoluto spicca l’exploit di Class Editori (+10,32%). Maglia nera infine per Popolare dell’Emilia Romagna (-3,53%) su voci di una possibile incorporazione della controllata Banco di Sardegna. Seguono Cnh Industrial (-2,31%) e Monte Paschi (-2,04%). © RIPRODUZIONE RISERVATA ÀÃ> Ì>>> i /Ì /i° Sussurri & Grida Poste in Borsa dal 2015, regole da cambiare (a. bac.) La privatizzazione di Poste Italiane è prevista per l’inizio del prossimo anno. Lo ha dichiarato ieri, a margine di un evento a Milano, Fabrizio Pagani, responsabile della segreteria tecnica del ministero dell’Economia. «L’Italia sta cercando di privatizzare alcune delle più grandi società del Paese, come Poste e Ferrovie Italiane. La privatizzazione di Poste non avverrà quest’anno in quanto abbiamo alcune questioni regolatorie da risolvere, ma è prevista all’inizio del prossimo anno» ha spiegato. Il riferimento è al contratto di programma e alla convenzione con Cassa depositi e prestiti, quest’ultima però in dirittura d’arrivo. Pagani ha aggiunto che il governo sta lavorando sulla vendita di asset nei settori utility e real estate. «Ci sono utility, specie nel settore del gas e dell’elettricità, che sono piuttosto interessanti per gli investitori» ha concluso il capo della segreteria tecnica del ministero dell’Economia. La proposta dell’Abi per la proroga dei contratti e il «ni» dei sindacati bancari (ri. que.) Al tavolo con il sindacato Abi propone una seconda proroga del contratto di categoria al 28 febbraio 2015 (l’accordo è in scadenza il 30 settembre). Le sigle del settore rispondono con un «ni». Sì alla proroga ma a condizione che l’aumento a regime del vecchio contratto (170 euro) passi da elemento distinto della retribuzione alla i /Ì /i° *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® © RIPRODUZIONE RISERVATA À>` 6>}} °°°°°°°°°°°°°°°°°6® ä]ÈΣ £]äÓ ³Èx]Ç ä]nÈä Ón]Ó *iÀÀi °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*,® ÎxÎ]È I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® £]äÓä £]Ó ³£n]Èä ä]nÈä £]{xx ÎÇä]{ *iÀÀi £ÓÜ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°7*,£Ó® p p p p p p -i Ó{ "Ài °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-Ó{® ä]Ç{Ç ³ä]£Î ³ÓÓ]{n ä]ÈäÎ £]Î{ä ÎÓ]È *v>À> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°* ® Î]ÎÓä ä]Îä ³Ó]ÈÈ Î]äÈä x]ÎÎä £ää]£ Ó]Σ Σ]ÎÎ ä]Îää ä]È{n £]Î £]Îä ÓÈ]£xä Î]ÓÓä £äÎ{]n *µÕ>`À °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*+® £]ÇÇä ä]äÈ £]ǣΠÓ]Îxn nn]x p p p p x]ÇÇ £ä]£ä £Ó]Îä xxÎ]Ç >v *ÀiÃÌÌ¿ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° *® ä]{£ VµÕi *Ì>L °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° *® £]£ää Î]È Ài`° ÀÌ}> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ,® p VÃ}> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° -® £]Ónä ³ä]£È ³Ó£]ä £]{Î £]äxä £]ÎÇx ]xx £{]äää *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® nÎnÓ] Ç£]Ç ä]Ç{ /i° p VÌi ÀÕ« I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° "® £Ç]xää ³ä]££ £Ó]ÎÇ £Î]n£ä ÓÎ]£Èä ä]ÎÈ ³{x]xä i /Ì ä]xÇ£ È]äxx p ä]nx£ ä]ÇÎÇ *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® n]nää Ó]Σ Óx]£x ä]{£ ³ä]{Î ££]ÓÇ }ii -iÌ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° "® ä]{È /i° p È]£Îä v`i °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° "® Ó]nÇ £]£n ³Óä]nÇ i /Ì ä]{ÈÓ `ÕÃÌÀ>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® Óxxx]ä Ó£În]Ó ä]{ (d. pol.) Ruggero Magnoni è stato confermato nel board della Compagnie financière Richemont. L’assemblea ha rinnovato il suo mandato per un anno nella cabina di regia del gruppo svizzero del lusso dove siede da otto anni. L’adunanza dei soci a Ginevra non è stata quest’anno un evento di routine per uno tra i più grandi gruppi mondiali delle griffe, con un portafoglio marchi tra i quali spiccano nomi come Cartier e Montblanc che contribuiscono agli oltre 10 miliardi di franchi di fatturato. L’appuntamento infatti ha segnato il ritorno al vertice del fon- p Îä£]Î £]äÓ ä]ÇxÎ ³ä]Èä ³£ä]Èä ä]n£Ó © RIPRODUZIONE RISERVATA Richemont, Magnoni resta in consiglio datore Johann Rupert: 64 anni, origini sudafricane e un business con radici forti in Europa. L’imprenditore ha infatti assunto la presidenza del gruppo fin qui guidato da Yves André Istel, nominato tra i vice presidenti. «Quando i tempi diventano difficili gli imprenditori tornano al comando dei loro gruppi», spiegano al quartier generale sul lago Lemano. La conglomerata del lusso sta infatti soffrendo di un calo di vendite soprattutto in Asia, continente che aveva sempre trainato i suoi conti. La fotografia è nei conti presentati due giorni fa a Ginevra che indicano una crescita del 4% dei ricavi ad agosto, contro il +6% atteso e soprattutto contro le crescite ancora attorno al 10% dei gruppi concorrenti. Ne soffre anche il titolo in Borsa, che in una sola seduta ha lasciato sul tappeto il 3,7%. Si vendono meno orologi di marca soprattutto in Cina, dove la contraffazione è ancora elevata. Così i brand Piaget e Van Cleef & Arpels mostrano un po’ di affanno. Un rallentamento che si fa sentire in quanto i due marchi raccolgono circa la metà del fatturato proprio nella Greater China mentre gli Stati Uniti valgono il 15%. Così Rupert è tornato al timone, dopo un anno sabbatico, e adesso conta su Magnoni, l’ex banchiere di Lehman, esperto di beni di lusso e con buona visibilità sui mercati chiave. Il punto di partenza sarà riprendere in mano le redini della strategia in Medio Oriente e nella stessa Europa dove le vendite sono salite del 6% e soprattutto negli Usa che hanno dato la spinta con un +12%. Il focus sarà anche sul rilancio di Cartier. +ÕÌ>â `ÀiÌÌ> ÃÕ Ìiiv\ Û> +1"/ Ã}> ÌÌ] >` iÃi«\ +1"/ > ÕiÀ {nÓÓ{Ó° ÃÌ ä]x ÕÀ «iÀ -- ÀViÛÕÌ° v ÃÕ ÜÜÜ°VÀÀiÀi°ÌÉiV> *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® Vi>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® £ä]äÓä parte stabile della busta paga. «Tutto ciò è già scritto nero su bianco nel contratto appena scaduto, non possiamo aprire un negoziato se non si rispettano nemmeno le regole definite in precedenza», mette un paletto Antonio Megale, a capo della Fisac Cgil. «No ad altri sei mesi a costo zero per le banche — rincara Lando Maria Sileoni — senza un’intesa su questo punto siamo pronti a valutare mobilitazioni. E anche lo sciopero». Sulla stessa linea la Uilca guidata da Massimo Masi («I lavoratori hanno rispettato gli impegni del contratto, l’Abi no») e la Fiba Cisl: «Non accettiamo lo scambio salario occupazione», ha detto il segretario generale Giulio Romani. Il 24 settembre è in calendario un nuovo confronto. Nonostante tutto, non mancano i margini per trovare un’intesa. © RIPRODUZIONE RISERVATA Ç]x ££]Óää °-° ,> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-,® Ó °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°Ó® Economia/Mercati Finanziari 53 italia: 51575551575557 p p > I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® Ón]£Îä ³£]xx à °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-® ä]ÈäÎ ³ä]n{ ³Îä]£n ä]Înä ä]{ÈÎ ä]Çä ÓäÎ] ]Îä ££]ÓÈä £ÓÎÇ]ä ä]Ç£ä ä]äÇ ³ÎÇ]ÓÎ p *Ài E ° °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°* ® ££]Çxä ³ä]x£ £]ÈÇ ä]xä{ ä]n£Î ÎÎ] Ç]Ç Ài`° > °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® Ç]äää ä]Ó£ ³Ó£]ää x]ÈÈä Ç]Çnä ÓÎÎä]ä `iÃÌ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® £ä]nÎä *Ài E ° ÀV °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°* *® £ä]ÈÇä ³ä]x ³££]ÇÎ n]nää £ä]Îä £Ó£]n Ài`° 6>ÌiiÃi °°°°°°°°°°°°°°°°° 6® ä]än £]Óx Ó]Îä ä]Çä{ £]Óä £ä£{]È `ÕÃÌÀ> i ° °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® ä]xn{ ³Î]£n £Ó]£n ä]{x£ £]äÓä £Î]{ *}À° -°>ÕÃÌ I°°°°°°°°°°°°°°°°°*-® Ç]£{x ³ä]Çä ³£Ç]È£ x]ää n]ÎÇx i`ià I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® ä]äÓn ³£]{x Îä]Óx ä]äÓ{ ä]äxÇ Îä]{ Àië 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offerte di lavoro dal mondo della finanza alla grande distribuzione Le società e i profili più gettonati LE OFFERTE DI IMPIEGO, LE AZIENDE, GLI STAGE E LE BORSE DI STUDIO Credito Le proposte di Credit Suisse, Unicredit, Albertini Syz, Adecco, Ubi La classifica All’estero opportunità nell’hi-tech Le occasioni della settimana 20 Private banker esperti cercati da Credit Suisse Esselunga 100 ricerche Il mercato del lavoro internazionale è caratterizzato da due dinamiche: una che accomuna tutte le nazioni, l’altra invece specifica delle diverse realtà. Lo sostiene Giancarlo Pozzoli, international director di Wyser, la società di ricerca e selezione di profili di middle management di Gi Group: «In generale in questo periodo si cercano — e spesso non si trovano — professionisti dell’information technology, dell’oil & gas e della salute e benessere e a queste esigenze trasversali se ne affiancano altre locali tipiche dei diversi sistemi Paese». Fra queste, secondo i dati sviluppati da Wyser, svetta l’esigenza di business controller soprattutto in Brasile, Cina e Russia, nazioni dalla fiscalità complessa. La domanda di digital manager è forte principalmente in Cina, che si propone di essere il secondo Paese più digitalizzato al mondo dopo l’India, ma anche in Spagna e in Russia. Le opportunità di carriera per i professionisti dell’information techno- I profili più ricercati I Paesi Brics cercano business controller. Forte domanda di digital manager in Cina. Molto pagati gli ingegneri in Brasile logy arrivano con una intensità particolare dall’est europa, in particolare dalla Bulgaria, Romania e Polonia in virtù del boom del business IT in questi Paesi. Non si arresta la richiesta di lean manufacturing manager e di ingegneri in generale nei Paesi ad alto tasso di crescita industriale. È il caso di Cina, Spagna, Polonia, Romania e Brasile. Emblematico il fatto che in quest’ultimo Paese lo Stato garantisca un salario minimo agli ingegneri neolaureati molto consistente (6000 reals/mese, retribuzione che operai e impiegati non raggiungeranno forse mai) per evitare la fuga di cervelli. Buone ormai da qualche anno le prospettive economiche e di carriera per gli export manager, in Francia, Italia e Russia. In Cina e in Spagna «va forte» anche l’energy manager: a Pechino è richiesto dalle aziende che per risolvere il problema del grave inquinamento cercano professionisti per razionalizzare fonti, processi e costi di utilizzo; nel caso spagnolo in risposta a una legge del 2011 che obbliga le aziende pubbliche ad averne uno in struttura. Luisa Adani © RIPRODUZIONE RISERVATA 100 Esselunga cerca un centinaio di persone. Per i negozi si cercano allievi per la carriera direttiva, per responsabili, alla pianificazione e alla macelleria, alla vigilanza, sommelier e cassiere (questi per il periodo natalizio). Per la sede: conduttore di impianto, assistente logistica operativa, responsabile cash management, call center. Candidature entro il 2 ottobre. Professionisti che Unicredit Private Banking vuole reclutare 6 Antal Posti come private banker per Banca Albertini Syz in Emilia 65 ingegneri La società di ricerca internazionale Antal International Italy seleziona 65 ingegneri per Italia ed estero principalmente per profili di key account manager, responsabili tecnici, engineering manager, production manager, sales manager settore rail, proposal engineer, technical sales engineer acciaio, progettisti elettromeccanici senior, direttori logistica. Contratti a tempo indeterminato da 40.000 euro lordi. Le banche cercano 150 supergestori Ubi Banca Mancano figure di private banker per i patrimoni più elevati Se il sistema bancario italiano attraversa un periodo difficile, con redditività in calo e alti costi strutturali, l’industria del risparmio gestito se la passa benissimo e, in particolare, le reti di promozione finanziaria. Ci sono ristrutturazioni profonde, normativa più rigida è vero, ma il mondo dei private banker scoppia di salute. Ma chi è questo speciale relationship manager del settore creditizio? «Sicuramente un commerciale, con profonda conoscenza dei mercati finanziari, che fornisce ai clienti facoltosi supporto personalizzato per la gestione patrimoniale», riassume Marco Mazzoni, alla guida dello Studio Magstat, specializzato in consulenza e ricerca di personale nel settore bancario. Alcuni banker si formano nel retail, sono stati direttori di filiale o addetti ai titoli, altri nell’asset management (portfolio manager o direttore investimenti), altri ancora nel corporate finance. Non mancano poi ex consulenti aziendali e revisori, ma qualunque sia il retroterra culturale è indispensabile conoscere alla perfezione finanza, prodotti e magari materie complementari, come l’ottimizzazione fiscale, la consulenza in opere d’arte, in materia di successioni ere- ditarie e nel settore immobiliare. Sul fronte impiego, fra i player con un piano di reclutamento attivo citiamo Credit Suisse (20 opening con expertise), UniCredit Private Banking (100 persone nell’arco di un programma quinquennale di espansione), Banca Albertini Syz & C. (6 vacancy in Emilia). E proprio il recruiting sta stimolando positivamente il segmen- Vela & networking La regata degli Mba (i.co.) Il 26 e 28 settembre si svolgerà a Santa Margherita la «Rolex MBA’s Conference&Regatta 2014», regata degli Mba di tutto il mondo, organizzata dal Sailing club di Sda Bocconi con Yacht club italiano e la partnership di Rolex. Vela, networking e confronto per tre giorni per 400 tra studenti Mba & alunni da 21 business school tra cui Harvard, Mit, Ceibs (Cina), Esade, London Business School, Insead, Wharton e Hec. to, favorendo la mobilità del personale sia fra le banche classiche», sia verso le reti di promotori (Monster.it pubblica mediamente ogni mese circa 250 annunci, mentre Adecco ne ha al momento attivi una quindicina). I private banker si spostano dunque sia per incontrare maggiore autonomia operativa sia per condizioni economiche più favorevoli, visto che la crisi ha limato i benefit. Così spesso approdano alle divisioni «wealth», che man mano vengono create dai principali istituti per allettare i «paperoni», con offerte sempre più articolate. In ogni caso, il professionista dovrà esibire, in sede di colloquio, i soft-skill che gli consentiranno una volta assunto di ampliare il proprio network e muoversi con disinvoltura in ambienti elitari. «Infine, oltre alle capacità relazionali, alle competenze tecniche e al continuo aggiornamento», spiega Alessandro Alessandrini, Branch manager di Ubi Banca Private Investment, che ha 20 posizioni aperte su Roma, «i nostri uomini devono avere un notevole spessore morale, perché le persone vengono prima dei portafogli». Donatella Giampietro Gli interessati sono pregati di inviare dettagliato Curriculum Vitae a mezzo fax al 0522/731600, oppure per e-mail [email protected], autorizzando espressamente il trattamento dei dati in conformità alla Legge 196/2003 sulla privacy, oppure presentare domanda di assunzione recandosi presso: SPAL AUTOMOTIVE SRL, Via per Carpi, 26/B 42015 Correggio (RE). 25 apprendisti Il Cefriel — il centro di ricerca per l’innovazione del Politecnico di Milano — ha organizzato il master in Analitycs and business destinato a 25 neolaureati in ingegneria, informatica e in materie scientifiche di 29 anni al massimo, che saranno assunti con un contratto di apprendistato di alta formazione e ricerca da Enel Energia, Amnet, Lutech, Capgemini, ICT Consulting, iProspect, Fluid-oTech, Altea. Inviare il cv a Cefriel. con provata esperienza di vendita maturata preferibilmente nel settore per la provincia di: TORINO Requisiti: Il nostro candidato/a ideale dovrà aver maturato una significativa esperienza (almeno tre anni) in area commerciale; ha ottime capacità relazionali, dinamismo, un forte orientamento al risultato, predisposizione a lavorare per obiettivi, ottima capacità di problem solving. Cosa offriamo: • Regolare contratto Enasarco • Significativo portafoglio clienti • Provvigioni ai più alti livelli di mercato • Interessanti premi legati ai risultati ottenuti • Lista di potenziali clienti nella zona affidata • Piano formativo continuativo in azienda e sul campo • Rapida ascesa professionale ed economica e concrete possibilità di carriera. Gli interessati sono pregati di inviare dettagliato CV a [email protected], autorizzando l’azienda al trattamento dei dati personali secondo il D.Lgs 196/03 Se sei interessato ad avviare un rapporto di collaborazione, invia la Tua candidatura mediante il sito www.bppsviluppo.it nella sezione “Collabora con noi”. Sarai contattato al più presto per un colloquio e per avviare la fase di selezione. Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Inserito all’interno della Direzione Ingegneria di Prodotto avrà il compito di assicurare la realizzazione degli obiettivi di sviluppo nuovi prodotti dal punto di vista della componentistica elettromeccanica e lo svolgimento dei programmi nei tempi e nei costi definiti dal budget. Sarà chiamato a proporre soluzioni progettuali anche innovative in relazione alle specifiche di prodotto. Il candidato, in possesso di laurea ad indirizzo meccanico, ha interesse per lo studio di problemi tecnici unitamente ad una capacità di coordinare tutte le attività di sviluppo prodotto, dalla definizione del concept alla progettazione, allo sviluppo de prototipi e alla definizione della distinta. Ha maturato esperienza, in analoga posizione, per quanto concerne l’organizzazione dei team di progettazione. È, preferibilmente, esperto nell’uso del Cad PRO/E Wildfire 4 o Creo. Costituisce titolo preferenziale la conoscenza della lingua Inglese. Sede di lavoro: Correggio (RE). Cefriel AGENTE SENIOR AGENTI IN ATTIVITÀ FINANZIARIA RESPONSABILE PROGETTAZIONE MECCANICA UBI Banca ha aperte 8 ricerche di personale. Si tratta di sei stage dalle buone possibilità di conferma nelle aree: modelli e processi del credito, applicazioni commerciali, processi e governance, progetti speciali e di due assunzioni rivolte a un web and mobile designer (a Bergamo) e a uno specialista di segnalazioni di vigilanza con competenze sui temi Corep e Finrep (a Milano). azienda leader sul territorio nazionale nel settore delle forniture di prodotti e servizi per l’ufficio RICERCA per la distribuzione dei prodotti di finanziamento linea privati, per i quali la Banca vanta importanti quote di mercato abbinate ad un processo commerciale e operativo assai distintivo e all'avanguardia. Banca Popolare Pugliese offre l’inserimento in Rete con il conferimento di un mandato di Agenzia. Offre all’Agente l’accesso ad un sistema di servizi ed opportunità, con compensi provvigionali altamente competitivi e una costante valorizzazione delle competenze professionali, avvalendosi della solida esperienza e specializzazione di una Banca del territorio da sempre orientata ai bisogni delle famiglie con spirito innovativo. L’Agente potrà beneficiare di un programma di formazione ed addestramento e potrà costantemente contare su un servizio di back office e di assistenza Agenti dedicato e specializzato. AZIENDA LEADER NEL SETTORE AUTOMOTIVE PER IL POTENZIAMENTO DELLA PROPRIA STRUTTURA, RICERCA: 8 stage e assunzioni © RIPRODUZIONE RISERVATA Sei dinamico e determinato, hai buone capacità relazionali e buona conoscenza del territorio, hai una pregressa esperienza nel settore del credito? Entra a far parte dell’ambizioso progetto di sviluppo commerciale di Banca Popolare Pugliese! Banca Popolare Pugliese ricerca www.trovolavoro.it Tutte le inserzioni relative ad offerte o ricerche di lavoro debbono intendersi riferite a personale sia maschile che femminile, essendo vietata ai sensi dell’art. 1 della Legge 9/12/1977 n. 903, qualsiasi discriminazione fondata sul sesso per quanto riguarda l’accesso al lavoro, indipendentemente dalle modalità di assunzione e qualunque sia il settore o il ramo di attività e in osservanza alla legge sulla privacy (L. 196/03) Banche e ingegneria Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. PMI ricerca un RESPONSABILE al quale affidare lo sviluppo e la direzione di un progetto nel settore turistico, in cui l’esperienza specifica del candidato nel campo, sarà titolo preferenziale, ma non è indispensabile. Il manager ricercato dovrà avere esperienza di almeno cinque anni maturata come direttore generale. La sede di lavoro è Palermo ed il trattamento economico sarà commisurato all’esperienza professionale del candidato. I candidati in possesso dei requisiti richiesti possono inoltrare la propria candidatura a: [email protected] Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Per la sede di San Giuliano Milanese si ricerca una/un RAGIONIERE/LAUREATO IN DISCIPLINE AMMINISTRATIVE con almeno dieci anni di esperienza amministrativa aziendale a livello operativo non limitata alla semplice contabilità. Si richiede flessibilità e disponibilità nelle mansioni e negli orari, rigore nell’esecuzione, capacità di relazionarsi, automunito. Inviare cv a: [email protected] Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. 56 Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 PALERMO Un riconoscimento nato a Palermo nel 1984, il premio Rosa d’oro, creato su suggerimento di Jorge Luis Borges e dedicato a personalità che hanno arricchito con la loro attività il patrimonio culturale, artistico e letterario dell’umanità. Con una particolarità, e cioè che tocca al premiato dell’ultima edizione indicare il nome del vincitore della successiva, con un ideale passaggio del testimone. Il premio Rosa d’oro di quest’anno, alla XI edizione, va all’editore, saggista e Il premio «Rosa d’oro» a Roberto Calasso dalle mani di Bob Wilson scrittore Roberto Calasso (foto Giorgio Magister), indicato quale vincitore dal regista Robert Wilson, che aveva a sua volta ricevuto il riconoscimento nella precedente edizione. Nell’albo d’oro della «Rosa» figurano (oltre allo stesso Wilson) personalità come David Hockney, Yves Saint Laurent, Eduardo Chillida, Peter Stein, Giulio Einaudi, Pierre Boulez, Henri Cartier-Bresson e J.L. Borges, che ha dato il nome al Premio. La cerimonia di conferimento si svolgerà a Cultura Palermo, nel Palazzo dei Normanni, il 22 settembre, durante una serata alla quale parteciperanno tra gli altri anche Maria Kodama Borges, vedova dello scrittore e presidente della Fundación Internacional Jorge Luis Borges, i registi Roberto Andò e Giuseppe Tornatore, Pierre Bergé, presidente della Fondation Bergé , Malcolm Einaudi, presidente della Fondazione Einaudi, l’architetto Madison Cox e lo scrittore Frederick Vreeland. Ilaria Ciseri direttrice del Bargello La storica dell’arte Ilaria Ciseri è la nuova direttrice del Museo nazionale del Bargello di Firenze. Succede a Beatrice Paolozzi Strozzi di cui la Ciseri è stata vicedirettrice sin dal 2010. Nata a Firenze e laureata in Storia dello spettacolo, è stata funzionario storico dell’arte presso la Soprintendenza per il patrimonio artistico storico del Veneto. Dialoghi Incontro con Bernardo Valli di cui escono da Mondadori gli articoli scritti dal 1956 ai nostri giorni Vive nell’istante la verità della storia: la scommessa del cronista è coglierla Dal Vietnam al Medio Oriente, viaggi e avventure tra despoti e rivoluzioni di CLAUDIO MAGRIS L’autore L a verità — ha scritto Mark Twain — è più bizzarra della finzione. La grande Storia, con le sue epopee le sue speranze i suoi orrori, e la piccola storia dei singoli individui, con le loro appassionate, comiche, dolorose vicissitudini, sono un imprevedibile e inesauribile poema epico. Narrare non è solo inventare, ma anche — e più bizzarramente — afferrare momenti e destini personali e collettivi, fluttuanti e spesso travolti e sommersi nel fiume violento degli eventi e dell’oblio. In quel melmoso e spesso insanguinato mare di sargassi che è la Storia, la penna del vero scrittore arpiona volti e pezzi di una realtà viva e palpitante come un animale ferito. L’immagine dell’arpione l’ha usata tempo fa Bernardo Valli a proposito di Alberto Cavallari, ma vale pienamente anche per lui, straordinario e geniale vagabondo tra le bufere del mondo, maestro fra i più alti di giornalismo che diventa vero scrittore senza indulgere a velleità letterarie, ma affidandosi alla propria capacità di cogliere, di capire (o di testimoniare la difficoltà di capire) e di rappresentare nelle varie sfumature e con icastica evidenza la realtà fuggitiva e spesso terribile della Storia e delle storie. Valli ha l’artiglio del vero scrittore, che scava nella realtà, come quando — ma è solo un esempio — descrive il volto dell’originale gesuita che lo ha iniziato all’avventura e al richiamo delle lontananze, volto che pareva «fatto nel cuoio screpolato». Il libro — a cura di Franco Contorbia, cui si deve un intenso e acuminato saggio finale — raccoglie articoli scritti in quasi sessant’anni per i più importanti quotidiani. Viaggi nei crateri spesso infuocati dei vulcani del mondo — dal Vietnam al Congo, dalla Cambogia alla Jugoslavia o all’ex Jugoslavia, da Parigi a Praga, dall’Iraq alla Siria, dalla Cina all’Iran all’Afghanistan e a tanti altri luoghi del globo. Viaggi nel cuore dei problemi e degli eventi, dalla mafia a Mani pulite; incontri con sconosciuti o con mitici protagonisti epocali, indagati nel loro percorso politico e nei tratti e nelle pieghe del loro volto. Ne nasce una specie di romanzo del mondo, che potrebbe continuare senza fine come quest’ultimo o come le lasse dei cantari epici recitati nelle piazze e nelle fiere medioevali. La forza del libro consiste anche in una simbiosi di profonda cultura nel senso forte del termine, documentazione rigorosa e sanguigno piglio narrativo. «Il libro — gli chiedo — s’intitola La verità del momento. Cosa intendi con questo termine?». Valli — L’espressione spiega il mio mestiere artigianale. Non faccio armadi o seggiole ma articoli: e come i primi possono finire a volte in un museo, cosi gli articoli possono sopravvivere al giornale. Ma non esprimono la «verità assoluta», di cui hanno l’esclusiva la scienza esatta e la grande creazione artistica e letteraria, nonostante o proprio per l’immaginazione. Nel tragitto cronaca-memoria-storia, la verità cambia più volte ad ogni tappa, schiava del tempo. Dell’avvenimento di cui è testimone, il giornalista coglie soltanto un momento. Quella è la sua verità. Come Fabrizio a Waterloo. Ma tu cosa intendi per verità nel suo rapporto col tempo? Il libro di Bernardo Valli, «La verità del momento. Reportages 1956-2014», a cura di Franco Contorbia, è edito da Mondadori (pp. 1.052, 35), disponibile in ebook. Palazzo di Saddam Hussein, Bagdad, Iraq, 2003 (Foto Franco Pagetti) Magris — Credo che esistano alcuni valori non negoziabili, che nessuna situazione può rendere relativi: l’aria del tempo può far capire come e perché sia avvenuta la Shoah, ma non può giustificarla. Ma questa verità anche assoluta la viviamo nel tempo bruciato ed effimero della nostra vita. Per capire veramente la Storia occorre ritornare ogni volta a tutto quel groviglio di passioni, sofferenze che hanno concorso a formarla, magari sconfitte e dimenticate ma mai completamente superate dai risultati finali. Dobbiamo misurarci ogni volta di nuovo anche con quella verità del momento scomparsa o sbagliata, ma che è stata viva e dunque in un Nato a Parma nel 1930, Bernardo Valli è un inviato speciale esperto di politica internazionale. Ha iniziato al «Giorno» nel 1956, poi ha lavorato per il «Corriere della Sera» e per «la Repubblica». Ha vinto il Premio Saint Vincent. La svolta In passato aveva criticato l’uso «strumentale» di Auschwitz Martin Walser: la Shoah è inespiabile dal nostro corrispondente PAOLO LEPRI BERLINO — È nei fatti un’autocritica, compiuta da un uomo che nella sua lunga vita ha spesso cambiato idea ma non ha mai ammesso di aver sbagliato. Sarà anche per questo che non passerà inosservata. Martin Walser (nella foto), 87 anni, il grande scrittore che aveva fatto discutere la Germania intera, parlando, nel 1998, di Auschwitz come «clava morale» e della memoria dell’Olocausto come «un esercizio che non dovrebbe essere obbligatorio», è giunto oggi a conclusioni differenti e ha rovesciato il suo pensiero come si può fare con una medaglia in una mano. A suo giudizio, «le dimensioni della colpa dei tedeschi nei confronti degli ebrei sono difficilmente immaginabili ed è grottesco parlare di espiazione». Si tratta di un debito perenne, assoluto e incondizionato. E non si può far niente, o quasi, per limitarlo. Parole forti, contenute in un saggio dedicato all’opera di uno dei più grandi interpreti della letteratura yiddish, Sholem Yankev Abramovich, che sta per arrivare nelle librerie tedesche e che «Die Welt» anticiperà domani. L’omaggio a uno dei fondatori della moderna letteratura ebraica è però lo spunto per una riflessione più ampia sul marchio indelebile della responsabilità tedesca nella Shoah. Quello che è stato compiuto non si potrà mai dimenticare, sostiene Walser, e domina la percezione del mondo e della storia. Sono passati sedici anni da quel giorno in cui l’autore di Un cavallo in fuga, ricevendo nella Paulskirche di Francoforte un riconoscimento tra i più prestigiosi come il Friedenspreis, aveva esordito dicendo: «Tremo per quello che sto per dire». Fu effettivamente un discorso controcorrente, in cui Walser stigmatizzava «l’esibizione permanente della vergogna», utile a suo parere per essere «strumentalizzata», e definiva Auschwitz un mezzo di intimidazione e una minaccia. Nel mirino anche il progetto del memoriale dell’Olocausto che sarebbe sorto a Berlino, giudicato «un incubo grande come un campo di calcio». La reazione dell’allora leader della comunità ebraica tedesca, Ignatz Bubis, che accusò lo scrittore di essere «un incendiario degli animi», fu molto dura. Ne nacque un dibattito ampio, che coinvolse non solo gli intellettuali ma un’intera nazione desiderosa di riflettere sul rapporto tra la ricerca di normalità del presente e la terribile eredità del passato. Di questo sicuramente Walser non si è mai pentito. © RIPRODUZIONE RISERVATA certo senso rimane viva. Come scrive Joseph Roth: «Il tempo mi ha dato ragione, il che non significa che allora io avessi ragione». Quando hai letto il mio libro Alfabeti, mi hai rimproverato di non aver parlato, in quei saggi sui libri della mia vita, dei Tre moschettieri. Avevi ragione, ma ti ho risposto che non ne avevo parlato per lo stesso motivo per il quale secondo Borges uno scrittore arabo del deserto non nomina il cammello, proprio perché è talmente parte della sua esistenza che non gli sembra necessario menzionarlo. Ti ho anche detto che da Dumas ho imparato a riconoscere i mascalzoni… Sì, le nostre letture fondanti sono comuni, dal Salgari dell’infanzia-adolescenza a Stevenson, Dumas, Conrad, Kipling, Melville, anche Ettore Fieramosca, che ho letto a nove anni in vacanza al Lido di Venezia… con la differenza che tu la fuga e l’avventura le hai vissute, le hai cercate e trovate nei luoghi più sperduti della terra. In questo tuo splendido libro si avverte, sia quando ne parli esplicitamente sia quando ti tuffi nel mondo, l’avventura, la disponibilità a lasciar tutto e a partire in ogni momento per chissà dove, l’apertura all’inatteso, anche quando c’è ragione di temerlo. Contorbia, nel suo incisivo saggio, ti definisce «un avventuriero disciplinato» — anch’io credo che l’avventura, la fuga abbiano bisogno di rigore e di disciplina, così come i pirati e i corsari delle avventure di mare devono conoscere con precisione l’arte della vela e l’uso del sestante, altrimenti il fascino dell’avventura è retorica sentimentale. Valli — La curiosità spinge all’avventura: e il cronista, cacciatore di informazioni, grandi o piccole, serie o futili, è per definizione curioso. L’aspetto avventuroso del mestiere è però in gran parte svanito. Il reporter può essere un Bel-Ami, un avventuriero nella versione meno nobile del termine, ma se subisce il candido fascino dell’imprevisto, è spesso frustrato. Il mondo sempre più piccolo e invaso da turisti ha banalizzato il viaggio. Nel nuovo grande spazio, l’informatica, si muovono milioni di bloggisti. Tutti virtuali cronisti. Per distinguersi e sopravvivere il reporter deve essere sempre più «disciplinato», deve conoscere l’arte del computer, come i corsari quella della vela, ma soprattutto imporsi il rigore per non naufragare nell’oceano di informazioni. Magris — Il tuo libro mostra come l’avventuriero possa essere contemporaneamente e forse necessariamente il cittadino politicamente impegnato, il lucido, attento e colto difensore della libertà e della democrazia. Il tuo libro è anche un mosaico di mezzo secolo di storia mondiale, dalla decolonizzazione alla caduta dell’impero sovietico e alle vicende tumultuose dei Paesi e nei momenti più diversi. In molti tuoi scritti c’è un’appassionata, simpatetica partecipazione alle lotte rivoluzionarie di liberazione (Cuba, Vietnam, Algeria) unita a un’autocritica — che riguarda non solo te, ma molti di noi — per non aver saputo spesso vedere in tempo il potenziale autoritario di quei movimenti di liberazione… Valli — Il reporter è portato a esaltare il ribelle che si batte contro i potenti. Pensa di rado a quel che farà il ribelle una volta al potere. Ho commesso per questo tanti errori. È il rischio implicito alla verità del momento. Non sempre si sa distinguere il fanatismo o misurare il livello culturale, civile di un movimento politico o di guerriglia. Il passato e il presente vanno guardati con ponderatezza. Ma i momenti migliori sono quelli della passione. Il rispetto dei fatti e l’equilibrio tra fatti e commento restano alla base del giornalismo, ma questo non significa una rinuncia all’impegno. Cioè a te stesso. A quello che sei. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 Terza Pagina 57 italia: 51575551575557 Estetica Dorfles riflette sull’«Ombra della sera», la statuetta che più influenzò l’artista svizzero Elzeviro Il nuovo saggio di Maurizio Ferraris L’ENIGMA NIETZSCHE ABITA NEL FUTURO di ARMANDO TORNO C on il titolo Volontà di potenza si è cercato di definire l’ultima opera, della quale sono rimasti frammenti, di Friedrich Nietzsche. È d’obbligo in tal caso utilizzare termini dubitativi, ché ci sono almeno cinque sistemazioni tra loro diverse del possibile libro. Non le elencheremo, aggiungiamo soltanto che l’edizione critica, curata da Colli e Montinari e tradotta da Adelphi, scelse di pubblicare per la prima volta quanto di Nietzsche era rimasto di quel superbo progetto. In ordine cronologico. Lacerti, appunti, schemi di lettura, frasi lasciate tronche, tutto. Senonché tale scelta andava a scontrarsi con la più nota edizione della Volontà di potenza, ovvero quella curata da Elisabeth Förster-Nietzsche e Peter Gast nel 1906 (tradotta in italia- ❜❜ Nel suo pensiero si percepiscono in filigrana le grandi tragedie del Novecento no nel 1927), che si presentava con 1.067 paragrafi. Su di essa pendeva l’accusa di arbitrarietà; o meglio: ricostruzione con censure irrispettosa del pensiero del filosofo, assemblata con malafede. Comunque, lo stesso Nietzsche aveva indirizzato all’amico e compositore Gast uno dei suoi ultimi biglietti. Era ormai immerso nella follia, si firmò «Il Crocifisso». Nel 1992 presso Bompiani, Maurizio Ferraris e Pietro Kobau ripubblicarono la Volontà di potenza nell’edizione curata dalla sorella e dall’amico, sottolineando che è quella autentica dell’opera, che non venne contraffatta, che ha seguito le indicazioni del filosofo. Ferraris, inoltre, offrì una spiegazione di questa scelta nel saggio La questione dei testi, contenuto in Guida a Nietzsche (Laterza 1998). Le reazioni non si fecero attendere, ma codesto discorso lo abbiamo cominciato non per offrire un inventario delle controversie bensì per segnalare un libro dello stesso Ferraris di notevole interesse: Spettri di Nietzsche (Guanda, Giacometti tra gli Etruschi e noi Un contemporaneo a proprio agio di fronte all’antichità di GILLO DORFLES pp. 272, 18). Un lavoro che ripercorre la vita del pensatore senza adeguarsi alla cronologia, ma enucleandone grandi momenti, creando delle stazioni di riflessione che vanno dalla Torino della follia alla Sils Maria della Volontà di potenza, dall’universitaria Basilea alla Silvaplana dell’Eterno ritorno. Un itinerario ricco di stimoli e pensieri. Una Volontà di potenza applicata alla biografia. Parte dalla lapide posta sulla casa di via Carlo Alberto 6 a Torino, dove finì la «vita cosciente» di Nietzsche, in cui ora c’è lo studio del commercialista dello stesso Ferraris. Il quale, oltre ad essere brillante e non scontato, ha il vantaggio di pagare le tasse «nella stanza di Zarathustra». Il libro è godibilissimo anche per i non addetti ai lavori, comunque offre una quarantina di pagine di riferimenti bibliografici per chi desiderasse approfondire. Ma non è soltanto la vita o il personaggio di Nietzsche che queste pagine trattano: in esse, per utilizzare una locuzione del sottotitolo, si vedono in filigrana, o direttamente, le anticipazioni delle «catastrofi del Novecento». Quel filosofo impazzito nei giorni del Natale 1889 aveva capito quanto sarebbe successo, anche se i suoi libri allora non trovavano un pubblico e sovente finivano al macero. Ferraris, dopo aver proposto un tema di riflessione, immette Nietzsche nel futuro (a volte parte dal passato remoto, come con Platone) e trae conclusioni decisamente interessanti. Se il capitolo «Rapallo, 20 gennaio 1883» può intitolarlo Nuovo cinema Zarathustra, è altresì vero che dal Tigullio egli vi porta, tra suggestioni darwiniane o tra le pagine dell’esemplare dei Saggi di Emerson (dove si notano alcune sottolineature), entro suggestioni cinematografiche (non manca Al di là del bene e del male della Cavani) o dinanzi agli «spettri di Hitler». Nietzsche, in altri termini, si comprende macinando il futuro. Morale della storia: questo libro di Ferraris offre un metodo per capire meglio quell’enigma che chiamiamo Nietzsche. Un filosofo che si contraddice, che non propone un sistema, che non crede quello che noi crediamo di lui. Da maneggiare con cura. Senza troppa filologia, per favore. sta nella culla dell’infante con lo scopo di farlo crescere rapidamente, non sarebbe facile giustificarne l’anomalia dimensionale; mentre in questo modo cade ogni stupore per l’insolita sagoma dell’opera d’arte. Si dirà che se questo vale per dei capolavori datati, non vale invece per le sculture di Giacometti mentre è certo che l’autore dei nostri giorni può «permettersi» quello che gli autori del passato non si concedevano. Del resto, non si dimentichi, per quanto appartiene alle «ombre della sera», di considerarne il valore magico simbolico come è appunto quello di agire sulla crescita dell’infante. Il problema più squisitamente critico che si presenta tanto a chi conosce bene le «ombre della sera» quanto a chi per la prima volta le in- B asterebbe una brevissima sosta a Volterra — una delle cittadine medievali meglio conservate della Toscana etrusca — per permetterci di recuperare le fila del discorso (che non sarà mai cancellato) riguardo alle ovviamente famose statuine allungate definite ormai popolarmente «ombre della sera»; che sono state più volte alla base di una disputa, non solo sulla loro esteticità, ma sul fatto che le loro sagome, così anomale rispetto alle misure convenzionali, abbiano potuto influenzare il grande scultore italosvizzero Alberto Giacometti nella sua ben nota opera bronzea L’homme qui marche, spesso estremamente allungata rispetto alla normale dimensionalità umana. La disputa, che ormai si trascina da quasi mezzo secolo, e che ha dato filo da torcere a numerosi studiosi, è favorevole a considerare spontaneo il rapporto istituito tra le «ombre» e l’opera di Giacometti; la quale per altro ancora una volta ripropone il quesito sulla effettiva valenza del singolo «gusto» nella valutazione di un’opera d’arte contemporanea o antica che sia. Naturalmente il giudizio circa le «ombre della sera» sarà sempre favorevole ad accettare quel tipo di operazione che si avvicina al nostro tempo, proprio per la discrepanza dall’epoca della sua produzione. Eppure, di fronte a capolavori «antichi», non si potrà certo sollevare un problema del «gusto». Nel caso tuttavia delle «ombre della sera» si tratta di un’opera di cui non va dimenticato l’aspetto simbolico e magico che la informa. Se non fosse noto che la statuetta allungata era po- Da sinistra: reperto etrusco di «Portatore d’acqua», Museo Guarnacci, Volterra; Alberto Giacometti, L’homme qui marche II, bronzo, 1960, collezione privata (© Fondation Giacometti Paris ) contra, è soprattutto il carattere generalizzato delle stesse: come appaiono dal punto di vista estetico queste figurine allungate! Si dirà che possono far pensare a un’opera surrealista; ma è ovvio che basta la loro tessitura e costruzione plastica a denunciarne la provenienza antica. E allora l’inquietudine che la loro anomalia dimensionale provoca fa sì che si tenda a non considerarla come positiva, ma come un errore dell’artista. Al contrario, credo che la nostra «fede» nella autenticità di qualsiasi opera d’arte del passato escluda ogni dubbio. Anche contro qualsiasi argomentazione razionale del nostro giudizio. Analogamente la giustificazione «simbolica» attribuibile alle «ombre della sera» e la «non giustificazione» (da parte di un incompetente) per quanto riguarda l’opera di Giacometti, evidenzia il fatto che ai nostri giorni tutto è permesso nel settore estetico, mentre non lo era (per fortuna) nel caso dell’antica Etruria. Ancora una volta siamo portati ad accettare ogni «sbaglio» ossia ogni anomalia, quando si tratta di un’opera certamente autentica. Non solo, ma di accettarla senza nessun disagio; mentre dinanzi a una statua di Giacometti, proveremo un leggero dubbio per la sua originalità dimensionale. Ho sistemato una «mia» Ombra della sera — da poco conquistata — accanto ad altre sculture di artisti contemporanei: nessun contrasto a parte la «patina» del vetusto bronzetto; che forse significa come le insolite dimensionalità di un’opera d’arte davvero autentica non possono mai suscitare disagio o proteste del «buon gusto» vigente. © RIPRODUZIONE RISERVATA Satira Comico e crudele il primo romanzo dello svedese Lars Berge C’è un ninja nascosto in magazzino alla ditta Helm Tech di GIULIA BORGESE D entro un enorme edificio a venti minuti da Stoccolma ci sono gli uffici della Helm Tech, una fabbrica di caschi per ciclisti. In uno dei tanti box convivono tre impiegati che dovrebbero essere «creativi», addetti cioè a inventare nuove pubblicità capaci di far lievitare le vendite. Dei tre la sola che lavora è una ragazza un po’ ubriacona che si chiama Pukka e ha un bellissimo sedere. Degli altri due, uno spende il suo tempo, e i soldi dell’azienda, a fare telefonate più che bollenti a un numero erotico, mentre il terzo, Jens Jensen, studia tutte le maniere possibili per non fare niente. La noia della sua vita ordinata, banale e sempre uguale, aggettivi che si riferiscono anche alla sua compagna, lo spinge a inventare finalmente qualcosa: il modo migliore per scomparire. Tanto più che lo minaccia © RIPRODUZIONE RISERVATA in esclusiva assoluta il Sottomarino Meccanico un’arma segreta e diabolica un’inattesa promozione che, forse, lo costringerebbe a lavorare per davvero. Si compra dunque una tuta elastica nera, un passamontagna che lascia visibili soltanto gli occhi, una lampada frontale, un sacco a pelo e una piccola tenda. Una cartolina con due renne sullo sfondo di una montagna inaccessibile, spedita ai suoi colleghi con la scritta «A mai più rivederci», sarà determinante per raggiungere il suo scopo. In verità il nascondiglio che sceglie è una stanza del suo stesso ufficio, un magazzino, in cui nessuno entra mai. Ci arriva strisciando dentro i tubi dell’aria condizionata. E così, travestito da uno di quei guerrieri giapponesi tutti neri che si chiamano Ninja, comincia la sua vita che comprende anche il boicottaggio della Helm Tech, messo in pratica notte dopo notte quando scende negli uffici per nutrirsi e per bere alle macchinette distributrici. Il bello è che né i colleghi né i direttori si accorgono della sua assenza… Si tratta dunque di una satira, a momenti quasi crudele, a momenti comica («Riderete da matti!», dice forse con un po’ troppa enfasi la scritta di copertina) delle nevrosi da ufficio e del mito della produttività. È questo il primo romanzo di Lars Berge, giornalista e film maker che nella foto ha un volto così accigliato da far credere che l’idea di sparire sia nata nella sua testa prima ancora che in quella del suo personaggio. Il quale comunque vive una serie di avventure stratosferiche, guidato da uno strano tizio che sembra Batman in miniatura e che ha fondato la società segreta degli scomparsi. E pare che lassù in Svezia siano davvero tanti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il romanzo: Lars Berge, «Ninja in ufficio», traduzione di Margherita Podestà Heir, Bompiani, pagine 314, 18 58 Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Eventi UNA MOSTRA A GENOVA L’appuntamento Da domani a Palazzo Ducale con alcuni inediti L’esposizione I quadri più celebri della coppia e 80 fotografie Messico & amore Le tele di Frida Kahlo e Diego Rivera Una lunga storia di estasi e dolore F rida Kahlo l’artista star, tra Messico e Hollywood. Frida con le sopracciglia ad «ala di gabbiano» e gli occhi neri, come quelli di Salma Hayek che la interpreta nel film biopic di Julie Taymour (2002). Frida e i ritratti che urlano dolore e strazio bestiale, le collane di spine al posto di perle e oro, incorniciata da belve e fiori carnivori... Basta il suo nome a rendere imperdibile una mostra. L’ultima, a Roma, alle Scuderie del Quirinale, ha messo in coda, tra marzo e agosto, oltre 330 mila visitatori. E chissà quanti ne farà adesso che riapre a Genova, identica per quanto riguarda gli apparati Kahlo, ma con l’aggiunta di un consistente corpus di tele e disegni di Diego Rivera, il grande pittore, nonché marito di Frida (si sposarono nel 1929, divorziarono nel 1939 e si risposarono nel 1940). Perché non si può comprendere Lei se non si fanno i conti con Lui, il complice, la parte mancante, l’altra metà della mela. È questo il fil rouge di «Frida Kahlo. Diego Rivera», la mostra che apre domani a Palazzo Ducale, curata da Helga PrignitzPoda, a cui si devono, oltre a uno strepitoso accrochage dei celebri murales sugli edifici pubblici del Messico, ai ritratti della figlia Ruth e della devota collezionista Natasha Gelman, molto glamour in abito bianco e calle, anche due dei taccuini (inediti) realizzati da Rivera durante il suo grand tour in Italia nel 1920. Con la curatrice collaborano la pronipote di Frida, Cristina, che, col nipote di Diego, Juan Coronel Rivera (figlio di Ruth, nata dal matrimonio di Rivera con Lupe Marin, e del pittore Rafael Coronel Arroyo), ha redatto la parte fotografica. Sono circa 80 scatti di fotografi, amici di Frida e Diego (22 e 43 anni quando si conoscono): Nickolas Muray, Manuel e Lola Alvarez Bravo, Florence Arquin e Leo Matiz. «Non ho conosciuto Frida, che è scomparsa a 47 anni nel 1954, ma da bambina ho abitato nella “Casa Azul” costruita da suo padre Guillermo. La loro era una famiglia di donne “brave” (in spagnolo significa forti, valenti). La bisnonna Cristina era una provocatrice. Teneva un piccolo revolver infilato nella scollatura. Una volta intervenne a difendere Diego, partì un colpo. Frida era allegra, raccontava barzellette. E poi, aveva una maniera speciale di parlare, inventava giochi di parole che mescolavano messicano e caratteri cirillici», racconta Cristina, che è nata nel 1960 da Antonio Pinedo Kahlo, e dunque è pronipote di nonna Cristina, la sorella preferita di Frida, ma anche la causa (nel 1935) di una feroce sbandata di Diego. Frida la prese malissimo, tentò il suicidio. Premonitore del dramma, un dipinto, Il sogno o Autoritratto in sogno, del ‘32: si vede l’effigie di Diego aleggiare sopra Frida che giace addormentata, nuda, sul letto. Dalla sua testa fuoriescono filamenti di pensieri amorosi che avviluppano l’immagine dell’uomo, in un abbraccio d’amore e morte. Il loro rapporto Diego Rivera (1886-1957), pittore e muralista messicano (sopra, in un ritratto della Kahlo del 1937), conobbe la giovane Frida (1907-1954) nel 1922 e la sposò sette anni dopo. Una vita fatta di passione ma anche di continui reciproci tradimenti (lei — in alto il suo «Autoritratto con collana» del 1933 — ebbe amanti di entrambi i sessi, tra cui Trotsky, André Breton e Tina Modotti). Le nozze terminarono con il divorzio nel 1939. Ma poi seguì un nuovo matrimonio appena l’anno dopo. Dopo la morte di Frida, Rivera si risposò con Emma Hurtado Una coppia divisa fra estasi e dolore. Nell’Autoritratto come Tehuana (o Diego nei miei pensieri), del ‘43, gli occhi magnetici, i capelli raccolti con nastri di seta bianca, c’è ancora Diego, disegnato come uno demone osceno, dentro la sua fronte squarciata. Lui la tradiva senza risparmio. Oltre alla sorella, ci furono collezioniste e attrici famose, come la francese Paulette Goddard e la messicana Maria Felix. Frida si vendicava concedendosi a uomini e donne, compresa la bellissima Modotti, la fotografa italiana arrivata in Messico con Edward Weston. Con gli anni i due amanti troveranno una sorta di alleanza. I giorni dell’ira perderanno la loro carica esplosiva, l’amore battagliero diventerà una tenace «amistad» (amicizia). «Ho sempre dipinto la mia realtà. Non i miei sogni», risponde al padre del Surrealismo André Breton, rimasto tanto colpito dai suoi ritratti (in particolare dal suo autoritratto per Trotzky, il rivoluzionario russo assassinato in Messico nel 1940) da considerarla «una surrealista creatasi con le proprie mani». Ma lei si considerava un’artista senza etichette. Era nata a Coyoacán il 6 luglio del 1907, ma si era tanto appassionata alle barricate messicane contro la dittatura di Victoriano Huerta, da sostenere di aver visto la luce nel 1910, l’anno della rivoluzione. Figlia di un tedesco, Wilhelm Kahlo, fotografo immigrato in Messico dalla Germania, e di Matilda, meticcia messicana. Due genitori sempre in pena per la loro bambina. Destinata a una vita di sofferenze, culminate nel tremendo incidente che, a 18 anni, aggrava i problemi cronici da spina bifida, scambiata per poliomielite: l’autobus su cui viaggiava col fidanzatino Alejandro Gómez Arias, leader del gruppo di studenti rivoluzionari Los Cachuchas, si scontrò con un tram e un corrimano le trapassò un’anca. I postumi di quell’incidente la obbligheranno a sottoporsi a 30 interventi chirurgici. Inchiodata a un letto, il corpo bloccato nel busto, Frida comincia a dipingersi riflessa in uno specchio. Fa autoritratti, ex voto, retablo, dove si fondono sensualità, masochismo, disperazione e passione. Uno scenario che si ripete ossessivo in tutti i suoi quadri. La pittura fu la sua terapia. Melisa Garzonio © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intesa Frida Kahlo e Diego Rivera, ritratti a Tizapán (Messico) nel 1937 dal fotografo di origini ungheresi Nickolas Muray. Noto per i suoi ritratti alle celebrità, per un certo periodo fu anche amante della pittrice La pronipote Cristina e la presenza alla rassegna dei discendenti Riunione di due famiglie: «Insieme dopo 38 anni» F rida e Diego: un rapporto complicato. «Ma quale rapporto d’amore non lo è? In realtà si amarono alla follia». Capelli color ebano, occhi neri, le sopracciglia folte come quelle della celebre «zia», Cristina Kahlo Alcalá, (foto accanto) figlia di Antonio e pronipote di Frida, è a Genova per la mostra-evento. Con lei sono arrivati, dalla Spagna e dal Messico, la sorella Marian, il fratello Juillermo, il marito Daniele De Laborde e il loro figlio Rodrigo. «È bello ritrovarsi. Non succedeva da 38 anni, da quando, nel 1986, io e Juan Rafael Coronel Rivera, nipote di Diego, decidemmo di fondare insieme la Fotogaleria Kahlo-Coronel. Un’idea pionieristica, era la prima galleria privata del Paese specializzata in fotografi messicani e stranieri attivi a Città del Messico». La famiglia di Diego sarà rappresentata a Genova dalla figlia Guadalupe Rivera e dal nipote Diego Lopez Rivera. (Mel. Ga.) Lo scenario Tra il 1920 e il 1940 il Messico riorganizzò Stato e cultura popolare Quel caldo ventennio di arte e politica tra rivoluzione e sogni dipinti sui muri di ROCCO COTRONEO D alle utopie rivoluzionarie alla nascita del Messico moderno, il periodo che vede l’esplosione del movimento rappresentato da Diego Rivera e Frida Kahlo è un esempio della frequente coincidenza nella Storia tra fermento politico e artistico. Se i muralistas e gli altri grandi intellettuali dell’epoca siano stati figli sinceri del loro tempo, o appena astutamente cooptati dal potere, è un dibattito che si trascina fino ai giorni nostri: restano però le straordinarie produzioni di quel ventennio, tra il 1920 e il 1940. Mentre il mondo vive il confronto tra totalitarismi e democrazia che culminerà nella guerra, il Messico cerca una sua strada. Influenzata certo dai grandi eventi, ma autonoma. In politica e nell’arte. La Rivoluzione messicana scoppiata nel 1910 era stato un periodo confuso di rivolte militari, contadine e indigene; assassini politici, ingerenze dall’estero, parole d’ordine disparate contro il postcolonialismo e l’eredità controriformista della Conquista. La ricostruzione dello Stato L’esule più famoso Trotsky, in fuga dallo stalinismo, fu accolto da Rivera e Kahlo nella Casa Azul di Cocoyan. Quando andò a vivere altrove fu ucciso da un sicario inizia con la presidenza di Alvaro Obregón (1920-1924). È un generale, come lo saranno altri presidenti del secolo, l’esercito è con lui, ma riesce ad isolare i vari caudillos locali sorti con la rivoluzione e dedicarsi alla politica, l’economia e l’istruzione. Il ministero di «Educacion Publica» affidato nel 1921 a José Vasconcelos è una svolta. Oltre alla campagna massiccia di alfabetizzazione — l’idea che i maestri rurali diventino i nuovi missionari nelle campagne — viene riorganizzata la scuola su una base di orgoglio nazionale ed esaltazione della cultura popolare messicana, meticcia e separata dai modelli stranieri. Quando chiama Rivera a collaborare con i suoi progetti, Vasconcelos crede all’idea dell’arte Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 Eventi 59 italia: 51575551575557 La guida Il Palazzo Ducale di Genova ospita da domani all’8 febbraio Frida Kahlo e Diego Rivera, mostra promossa da Carispezia ed Enel (catalogo Skira) dedicata alla vita e all’opera dei due artisti messicani (sono presenti 80 fotografie e 130 quadri). Info: tel. 010/9280010, www.fridakahlogenova.it Gli eventi collaterali Molte le occasioni per approfondire i temi della mostra, come il ciclo «Il mondo di Frida Kahlo e Diego Rivera» (4 incontri tra il 20/10 e il 13/1) o «Frida Kahlo e Diego Rivera: un volto, un segno», incontro con la grafologa Maria Teresa Morasso (17/11), entrambi nella Sala del Minor Consiglio. Al cinema Misticismo e panteismo A sinistra, «L’amoroso abbraccio dell’universo, la terra (Messico), io, Diego e il signor Xolotl» di Frida Kahlo (1949); sopra, «Dia de los muertos» opera di Diego Rivera del 1944: questa scena è ambientata tra il primo e il 2 novembre, Giorno dei morti, una festività che invita al raccoglimento ma che è, secondo Diego, anche piena di spensieratezza Sivori, dal 23/9 al 21/10, il ciclo «Frida e il cinema messicano» («Frida», «Frida naturaleza viva», «La gabbia dorata», «La zona» e «Post tenebras lux» i titoli), mentre per il teatro vanno in scena «Viva la vida!» (Teatro Cargo, 12/12), «FRIDAfferrata alla vita» (28/12) e «Frida. Euforia di una vita!» (17/1), entrambi a Palazzo Ducale. Scarica l’«app» Eventi Informazione, approfondimenti, gallery fotografiche e la mappa degli appuntamenti più importanti in Italia. È disponibile sull’App Store di Apple la nuova applicazione culturale del «Corriere della Sera Eventi». È gratis per 7 giorni. Simbologia e partecipazione Sopra, di Frida Kahlo «Autoritratto al confine fra il Messico e gli Stati Uniti d’America» (1932) e, accanto, un particolare del mural «Ballata della rivoluzione proletaria» di Diego Rivera. Rivera dipinse Frida Kahlo nelle vesti di una militante comunista che distribuisce armi agli insorti nella sezione «Insurrezione» della serie di murales intitolata «Ballata della rivoluzione proletaria» La vita segreta La sua produzione è spesso ridotta a diario intimo. Invece le servì per trasfigurare le contraddizioni Il mito creato con una maschera ambigua Frida usò passioni e malanni anche per costruire un personaggio da rotocalco di FRANCESCA BONAZZOLI «N on dal volto si conosce l’uomo, ma dalla maschera», scriveva Karen Blixen in una delle più affascinanti storie da lei inventate, «Diluvio a Norderney». Una lezione che Frida Kahlo, come ogni grande artista, conosceva bene. Lungi dal mettersi a nudo, nei suoi oltre 55 ritratti, quasi un terzo di tutta la sua opera, ci ha mostrato la maschera di Frida, personaggio da lei accuratamente recitato in una pièce che, ad un certo punto della carriera, ha previsto una parte anche per i rotocalchi, moltiplicatori di notizie sulla strana coppia che Frida formava con il celebre pittore muralista Diego Rivera. Nel tentativo di interpretare in chiave biografica i suoi quadri, sono state scritte migliaia di pagine e naturalmente la lettura psicoanalitica, o pseudo tale, ha avuto la parte maggiore. Eppure, se Frida non fosse stata sempre vol u t a m e n te a m b i g u a , n o n avremmo esegesi così discordanti, addirittura in contrasto l’una con l’altra, al punto da apparire alla fine come ridicoli esercizi di non senso. A spiazzare i chiosatori pro- Una sofferenza ostentata A sinistra, Frida Kahlo mentre dipinge «La mia famiglia» nel 1950, quando le sue condizioni si erano aggravate. Sopra, «Frida e l’aborto», sua litografia del 1932 Ambivalenza Dal matrimonio all’aborto si mostrava come vittima ma in realtà prendeva decisioni controcorrente pubblica come pilastro dell’educazione. Iniziano dunque i murales sugli edifici, con libertà totale agli artisti. Molti di loro restano rivoluzionari e comunisti — mentre il Messico di quegli anni è piuttosto un impasto di fessionisti è soprattutto il fatto che pochi artisti, prima di Frida, hanno dipinto il corpo femminile al di fuori del consueto ruolo di modella e ancor meno sono quelli che l’hanno utilizzato per descrivere temi come l’aborto, operazioni chirurgiche o, persino, la nascita dell’artista stessa. La francese Louise Bourgeois, in America, stava facendo qualcosa di simile; ma mentre lei lavorava sulle ferite della psiche, la Kahlo guerra civile spagnola, ed è proprio il suo rapporto personale con Diego Rivera a permettere che il Messico accolga in esilio anche Lev Trotsky, in fuga dallo stalinismo. L’artista lo ospita nella Casa Azul di Coyoacán, dove vive con Frida Kahlo, riesce a aveva abbondante materiale per affrontare i traumi del corpo, il quale le si presentava come un continuo ostacolo. A sei anni fu colpita dalla poliomelite che la costrinse a letto per nove mesi e le lasciò una zoppìa che le valse il soprannome di «Frida gamba di legno» da parte dei compagni di classe. A diciotto anni l’autobus su cui stava viaggiando venne investito da un tram e nella collisione un corrimano le tra- garantirgli una certa protezione. Fino a quando il pensatore russo non andrà vivere in un’altra casa della città e finirà vittima di un sicario stalinista, che lo uccide a picconate nel 1940. È assai distante il Messico di que- fisse la schiena procurandole danni permanenti. Nel 1930 i medici le consigliarono di abortire per non compromettere le già fragili ossa del bacino. Seguirono altri due aborti, un’operazione al piede destro, sette interventi alla spina dorsale con convalescenze che le procuravano «vomito costante e dolori cronici», dolorose infezioni e una cancrena alla gamba, amputata nel 1953. Infine una pol- gli anni dalle convinzioni trotskiste di Rivera, o da quelle più filosovietiche della Kahlo. Lo Stato si va riorganizzando su un blocco di potere tra militari, politici, agrari e sindacati che ha creato una curiosa comunanza tra ideali rivoluzionari e poteri monite la portò alla morte nel 1954. Ma Frida era troppo intelligente, troppo manipolatrice e troppo artista per pensare di fare dei suoi quadri un semplice diario, una specie di irrazionale sfogatoio. Al contrario, le immagini le servivano per trasfigurare, sublimare, raccontare. In una parola imbrogliare. Prendiamo per esempio «Ospedale Henry Ford», che ha per tema l’aborto. Tutto, e il suo contrario, è stato detto sui simboli che compaiono nel quadro e sul desiderio frustrato di maternità. La verità è che Frida, nello stesso tempo, nel diario scriveva quanto fosse infastidita e stanca di sopportare nausee e disturbi della gravidanza e quando i medici le prescrissero il riposo assoluto, lei decise invece di prendere lezioni di guida. La stessa ambivalenza che manifestava verso il matrimonio: da una parte rappresentava se stessa come la moglie devota nell’autoritratto con il marito cui lascia tenere in mano una tavolozza riservando per sé l’aspetto di fragile mogliettina. Dall’altra non rinunciò mai ai suoi incontri bisessuali, al fumo, all’alcool, alle droghe, al parlare osceno, lasciandosi insomma andare a comportamenti tutt’altro che da che si autoperpetuano. È nato l’ibrido Pri, il Partito rivoluzionario istituzionale, che resterà al governo per 70 anni senza quasi opposizione, dove il presidente nomina il suo successore e il voto popolare è quasi una formalità. La «dittatura perfetta» co- Felice contaminazione L’arrivo di circa 40 mila rifugiati repubblicani della guerra civile spagnola accese la vita culturale di Città del Messico populismo e corporativismo forse più vicino al fascismo europeo — ma la scintilla tra politica pubblica e arte sociale scocca ugualmente. L’altro grande presidente dell’epoca, Lazaro Cárdenas (1934-1940), è più a sinistra, legato ai movimenti sociali e sindacali: le missioni culturali proseguono e il legame con gli artisti si rafforza. Cárdenas apre le porte a 40.000 rifugiati repubblicani della Asilo politico L’arrivo in Messico dei coniugi Trotsky nel gennaio ’37. Da sinistra la moglie di Leon Trotsky, Natalia, Frida Kahlo, Leon Trotsky e Max Schachtman, capo del comitato comunista americano; a sinistra un particolare del murale di Diego Rivera che raffigura Trotsky con Marx e Engels (1935) moglie borghese. Non fu mai una sottomessa, sebbene pretendesse di giocare la parte della povera moglie tradita dal marito macho le cui avventure erotiche erano ben documentate dai rotocalchi. Sebbene nei dipinti costruisse di sé un’immagine di donna dei dolori, molti amici dell’artista sostengono che Frida lacerava le ferite e aggravava le conseguenze delle operazioni per manipolare sadicamente l’attenzione del marito e per amplificare la leggenda del suo personaggio. Fin dall’adolescenza la Kahlo manifestò nella vita privata il rifiuto delle norme convenzionali che riguardavano il La sua salute Secondo gli amici, lacerava le ferite per manipolare sadicamente l’attenzione del marito sesso femminile, e tuttavia pubblicamente mantenne un basso profilo: di fatto anche lei era un macho messicano, ma lasciò questo ruolo pubblico al marito. Frida non era una fredda calcolatrice. Era un’artista che, come tutti coloro che possono fregiarsi di questo titolo, sapeva controllare il proprio linguaggio dando una forma alle proprie nevrosi. Fu questo che alla fine le consentì di trionfare nella considerazione dei posteri mentre la pittura retorica del marito si andava sgonfiando. © RIPRODUZIONE RISERVATA me definì il Messico lo scrittore Mario Vargas Llosa. Ma lo sguardo sull’artista pubblico, nazionale e popolare, resiste. Gli intellettuali appoggiano senza riserve le nazionalizzazioni in economia, le opere pubbliche, la riforma agraria, il confronto aspro con gli Stati Uniti. L’arrivo degli esiliati spagnoli, molti di loro artisti e professori, fa diventare Città del Messico una delle metropoli dalla vita culturale più frizzante del mondo. Il potere politico è pragmatico e avvolgente, reprime in modo selettivo: seda le rivolte dei campesinos delle province a schioppettate, ma la libertà intellettuale nelle città è totale. Il muralismo di Rivera ne è l’esempio migliore: è pittura ufficiale, «oficialista», come si definisce nel mondo latino la prossimità all’esecutivo di governo, è propagandistica e coincide con il progetto di nazione voluto dal potere, smussa le differenze e permette l’incorporazione anche delle idee più radicali, rendendole innocue sul piano politico. © RIPRODUZIONE RISERVATA 60 Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Corriere della Sera SMS Idee&opinioni Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile INCHIESTE SEGUE DALLA PRIMA Certo, molti analisti considerano che la data decisiva sarà quella dell’11 dicembre, nella quale si realizzerà il secondo round di questa operazione e soprattutto sarà già concluso l’esame sulla solidità banche, i cosiddetti stress test. Una valutazione che servirà a capire quali gruppi avranno bisogno di aumenti di capitale e quali no (si dice che almeno due gruppi italiani dovranno tornare sul mercato per chiedere fondi). Eppure questa spiegazione non basta. Si potrebbe pensare che le banche non abbiano chiesto le risorse perché in realtà la liquidità di cui dispongono è sufficiente. E allora perché questa situazioni di stretta creditizia? Nei mesi scorsi lo scontro tra banche e imprese non è stato morbido: da un lato le aziende hanno accusato gli istituti di credito di non erogare abbastanza finanziamenti, dall’altro le banche accusano le aziende di chiedere soprattutto mezzi finanziari per ristrutturare i loro vecchi debiti (spesso di scarsa qualità) invece di domandare prestiti per nuove iniziative e investimenti. E forse il dato di ieri dice anche questo: tra banche e imprese si dev’essere rotto qualcosa anche nel meccanismo di dialogo. Una specie di corto circuito nel quale, come si dice, il «cavallo non beve» pur avendo molta sete. Una situazione che ha del paradossale soprattutto se le istituzioni, in questo caso la Bce, hanno ormai messo in campo molte delle loro possibilità. Con la doppia riduzione dei tassi d’interesse e l’annuncio di essere pronta a comprare anche i cosiddetti Abs (asset backed securities), una sorta di titoli di debito che fanno capo direttamente alle aziende. Dopo quello che è accaduto ieri forse serve un altro passo: banche e imprese, a livello europeo, dovrebbero cominciare a capirsi di più. Nicola Saldutti © RIPRODUZIONE RISERVATA LA MODERNITÀ DELLE NUOVE PARTITE IVA MA IL LEGISLATORE SE NE DIMENTICA ✒ Senza voler minimamente sottovalutare le novità contenute nel Jobs act e le discontinuità che mette in moto va detto che ancora una volta il lavoro autonomo è rimasto fuori dalla porta. Culturalmente il legislatore resta sempre ancorato alla vecchia diarchia del Novecento imperniata sul rapporto imprenditori-dipendenti, la società moderna invece non sta ferma e cammina assai più velocemente. Le ristrutturazioni industriali legate alla Grande Crisi hanno portato ad esternalizzare molti servizi, le filiere si sono allungate e le relazioni di fornitura ampliate. Professioni, come quella dei giornalisti, che una volta erano totalmente strutturate nel rapporto di dipendenza vedono ormai una crescita esponenziale dei freelance. Il tutto avviene tra mille difficoltà legate alla stasi del mercato interno, alla contrazione dei compensi e anche al ritardo dei pagamenti laddove il committente è la pubblica amministrazione. Aggiungo che il trend in direzione del lavoro autonomo lo si riscontra ormai anche nella ricerca della prima occupazione: si può stimare che un giovane su quattro inve- ce di mettersi in fila nei centri per l’impiego il lavoro se lo inventa o nei settori più tradizionali (commercio e ristorazione) oppure dando vita alle start up innovative. L’apertura di nuove partite Iva va avanti, nonostante tutto, al ritmo di 40-50 mila al mese. Insomma il lavoro autonomo non è un residuo storico che un giorno o l’altro verrà spazzato via ma diventa una delle forme della modernità perché socializza il rischio e la responsabilizzazione in un’epoca in cui Pantalone non paga più. Ed è lampante che si tratta di un mercato del lavoro irregolare dove il coinvolgimento individuale non è minimamente paragonabile alle tutele presenti e future. Anzi si riscontra la beffa di contribuzioni previdenziali più alte rispetto ai dipendenti con una scarsissima probabilità di avere, al termine della carriera, pensioni dignitose. Allora quando la politica tira in ballo la sacrosanta esigenza di rimodernare lo Statuto dei lavoratori non può cadere vittima di una clamorosa amnesia e dimenticare gli indipendenti. Dario Di Vico © RIPRODUZIONE RISERVATA LA DEMOCRAZIA SPIEGATA NELLE SCUOLE IN CINA È SOLO UN GIOCO PER BAMBINI ✒ Come si dice democrazia in un Paese dove la democrazia non esiste? In cinese suona minzhu, che significa letteralmente «autonomia del popolo». A Hong Kong una buona parte della popolazione sta inseguendo questo sogno democratico e si sta scontrando con Pechino, che si dice pronta a concedere elezioni a suffragio universale per il chief executive, il sindaco-governatore (caso unico nelle grandi città della Repubblica popolare), ma affidando la designazione dei «due o tre» candidati a un comitato ristretto di seguaci del partito comunista. Una finzione. Ora però a Hangzhou, nella provincia orientale dello Zhejiang, una scuola elementare ha organizzato un’elezione tra i bambini di una seconda. I quaranta scolari hanno potuto scegliere tra di loro i rappresentanti, in piena libertà: tutti candidati. Così sono stati eletti il capoclasse, il sovrintendente alla merenda, quello addetto a controllare che alla fine delle lezioni le luci siano spente, quello alla pulizia delle scodelle del latte, quello che deve custodire i dolcetti, anche uno sceriffo responsabile del buon comportamento. Alla fine tutti sono stati eletti, tutti hanno avuto una ca- rica assegnata democraticamente. La scuola elementare Cahie N°1, istituto pilota molto quotato, è stata tanto orgogliosa dell’iniziativa da aver invitato una giornalista del Financial Times ad assistere. Un modo giocoso per insegnare ai piccoli la virtù della responsabilità e la competizione leale, ha spiegato la maestra senza citare la parola minzhu. Ma l’inviata del giornale inglese ha voluto chiedere comunque ai bambini se sapessero di aver partecipato a una prova di «democrazia». Risposta disarmante da parte del neocapoclasse: mai sentito quella parola. Un altro scolaretto ha detto che quel termine strano forse significa «bambino cattivo». La maestra, un po’ preoccupata, è intervenuta dicendo che ogni cinese che abbia compiuto 18 anni ha il diritto e il dovere di votare ed è giusto che lo impari fin da piccolo. Peccato che nessun funzionario a livello nazionale sia eletto a suffragio universale. Pensa a tutto il partito comunista con il sistema del «centralismo democratico» teorizzato da Lenin e ancora in vigore a Pechino. Guido Santevecchi @guidosant © RIPRODUZIONE RISERVATA Salvare l’Expo dal gorgo dei veleni La giustizia garantisca tempi brevi di GIANGIACOMO SCHIAVI L e dimissioni da subcommissario di Antonio Acerbo, responsabile dei lavori del Padiglione Italia, non dissolvono le ombre sui cantieri dell’Expo. Restano sul piatto le accuse di corruzione e turbativa d’asta e rimane l’avvertimento della Procura milanese che indaga su appalti e tangenti: potrebbe non essere finita qui. È difficile orientarsi tra avvisi di garanzia e aspettative di ripresa, ingaggi milionari e inviti alla sobrietà distillati dai testimonial dell’evento. Si naviga a vista, senza Vie d’acqua e con il fiato sul collo per i ritardi. L’Expo si avvicina, ma la magistratura sconsiglia eccessi di entusiasmo: quando il peggio sembra alle spalle, si ricomincia. Adesso è a rischio il Padiglione Italia, la vetrina del Paese, e il suo costosissimo Albero della vita, un sogno technicolor da dieci milioni di euro, due dei quali pagati al progettista. Più che di sogni, Milano in questi giorni avrebbe bisogno di pulizia, morale e materiale. E di una certezza: poter lavorare in condizioni di legalità e sicurezza. Possibile che non si possa stendere una rete di sicurezza attorno ad Expo dopo l’arrivo del commissario anticorruzione Raffaele Cantone, isolando le mele marce e le mafiosità? L’evento internazionale del maggio 2015 sul quale ci si interroga da mesi, per la portata del tema (la fame nel mondo), il protocollo sul cibo (che dovrebbe dettare le nuove regole della sostenibilità) e le ricadute sul turismo e l’economia (con milioni di visitatori e un indotto per le imprese), è diventato un appendino sul quale si è appoggiato di tutto: desideri, ambizioni, velleità, entusiasmi, speranze e purtroppo anche molte delusioni. Da un mese all’altro si passa dalle iperboli di politici e ministri («Milano e l’Expo saranno il traino per la ripresa») alla contabilità negativa dei pessimisti («Questo evento porterà più svantaggi che vantaggi»). La doccia fredda di mercoledì ha lasciato il segno. Le aspettative di Milano e la voglia di rilanciare con l’Expo l’Italia migliore sono tornate nel cassetto. C’è aria da resa dei conti nei palazzi della politica e nella stessa magistratura. Il Comune di Milano si chiede come tutelare l’immagine di Expo e quella dell’Italia, dividendosi tra garantismo e linea dura nei confronti CHIARA DATTOLA LE BANCHE E IL CREDITO DELLA BCE UN ERRORE NON ACCETTARE QUELL’AIUTO degli indagati. La Procura è in fibrillazione: nello stesso giorno manda i finanzieri a requisire le carte sulle Vie d’acqua contestando al supermanager il reato di corruzione e poi la polizia a notificargli un invito a comparire per antiche vicende relative al restauro della Scala. Siamo un po’ disorientati e l’unica cosa che viene da dire è che se ne deve uscire presto per non finire un’altra volta nel gorgo dei veleni e dei sospetti, dopo gli anni buttati nell’avviamento, con il tempo perso negli appalti irregolari, gli arresti per tangenti e l’affidamento del cantiere a una macchina da soldi come Infrastrutture lombarde. L’Expo, per quel che ancora rappresenta, nonostante i tagli e il ridimensionamento, è ❜❜ Servirà ancora maggiore trasparenza sugli ultimi appalti per allontanare gli appetiti di mafia e ‘ndrangheta un’impresa che deve andare avanti e Milano deve impegnarsi per arrivare al traguardo bene e per tempo. Abbiamo scritto altre volte che il terreno accidentato non deve compromettere la riuscita di un evento che rappresenta, nelle condizioni difficili del Paese, una positività da incoraggiare. I 140 Paesi partecipanti, gli oltre cinque milioni di biglietti già venduti, il fascino di un tema che parla del futuro, le ricadute sul dopo, con l’ipotesi appena annunciata dall’amministratore delegato, Beppe Sala, di realizzare sui terreni dell’esposizione un Centro nazionale meteorologico per la prevenzione dei rischi legati all’acqua, sono una garanzia sulla quale vale la pena scommettere. Occorrerà ancora più trasparenza negli ultimi appalti, la garanzia di poter procedere con il cantiere nella legalità, tenendo lontano mafia e ‘ndrangheta, e la convinzione di lavorare per il bene comune. Per questo vale la pena tornare sul tema della pulizia, caro alla Milano perbene, espresso in queste ore dal tweet solitario di un lettore: «Servono più netturbini nella nostra Milano. Costano meno dei canali e delle Vie d’acqua». E tengono lontano lo sporco dalla città. © RIPRODUZIONE RISERVATA RIFORMA DEL LAVORO Articolo 18, un copione sempre identico di MARIA TERESA MELI I l primo ad aspettarsi (e, forse, anche se non lo confesserebbe mai, ad augurarsi) una reazione del genere era il presidente del Consiglio. Il 22 luglio scorso, nel pieno dello scontro con un pezzo del Partito democratico sulla riforma del Senato, a chi tra i suoi lo invitava ad abbassare l’asticella e a trattare rispondeva con queste parole: «Se io medio adesso su questo punto, poi come faccio a non mediare sull’articolo 18?». Segno che l’inquilino di Palazzo Chigi sapeva che si sarebbe giunti lì dove si è giunti. A lambire il tabù dei tabù della sinistra e a provocare la controffensiva di una parte del Pd. Si è già detto e scritto che nella narrazione renziana non deve mai mancare l’avversario. Le riforme per dimostrarsi tali hanno bisogno di oppositori, altrimenti significa che non smuovono nulla. La vicenda del Jobs act non fa eccezione. C’è Pier Luigi Bersani che vuole sbarrare il passo al provvedimento. Quale miglior testimonial della riforma del precedente segretario che, per dirla con Massimo D’Alema, nelle elezioni politiche del 2013 non è riuscito a «segnare un gol a porta vuota»? E c’è anche un pezzo della minoranza appena acquisita, rappresentata dal presidente del partito Matteo Orfini, che suggerisce delle modifiche al provvedimento. Anche lui può giocare la sua parte nella commedia renziana, perché magari ci sarà bisogno di aggiustare il tiro cammin facendo. È già successo. Con l’Italicum e persino con la riforma del Senato su cui, pure, lo scontro è stato asperrimo. Nel frattempo, il presidente del Consiglio può con tranquillità recitare il suo copione e, dopo questa alzata di scudi, ripetere con maggior vigore, senza tema di essere smentito, che «sull’articolo 18 il governo andrà avanti con ancora maggiore determinazione». Già, è un copione sempre identico a se stesso quello scritto per il Jobs act, ed è una recita quella che Renzi sta facendo allestire ai suoi avversari interni. Ma è una realtà quello che sta per accadere sull’articolo 18. E non succede per le ultime vicissitudini tra l’Italia e l’Europa, bensì per una decisione assunta dal premier mesi prima, come dimostrano quelle sue parole del luglio scorso. Del resto, lo sapevano tutti. Il presidente del Consiglio, ovviamente, che non ha mai ❜❜ Anche in questo caso si potrebbe ricorrere al voto di fiducia, che consentirà al Pd, in nome del bene supremo, di restare unito fatto mistero di voler «rivoluzionare anche il mercato del lavoro». E i suoi avversari che da un paio di mesi lo attendevano al varco. L’unica vera sorpresa è, ancora una volta, il metodo. Nessuno credeva che il segretario Renzi avrebbe visto il «diavolo» Berlusconi nella sede del Pd a Largo del Nazareno. Invece il leader di Forza Italia ha varcato quel portone (anche se dall’ingresso posteriore). Nessuno, nemmeno i suoi detrattori più incalliti, immaginava che il premier potesse veramente modificare lo Statuto dei Lavoratori per decreto. Invece Renzi ha dimostrato che non ha problema alcuno a procedere per questa via: «Non hanno capito quanto sia determinato». Perciò, alla fine, si tornerà al consolidato copione: il Partito democratico si dividerà (anzi, per amor di cronaca, c’è da dire che si sta già dividendo), litigherà, si spaccherà. E gli altri faranno da comprimari. Gli alleati del Nuovo centrodestra che si vedranno scippata la battaglia sull’articolo 18. L’opposizione di Forza Italia che dovrà decidere se votare «sì» o astenersi senza che nessuno gli chieda un atteggiamento di favore, perché — non è escluso — anche su questo provvedimento potrebbe esserci un voto di fiducia che permetterà al Pd, in nome del bene supremo del governo, di restare unito. Per dividersi la prossima volta, naturalmente. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 61 italia: 51575551575557 Lettere al Corriere LA RELIGIONE IN POLITICA E LE CONTRADDIZIONI ARABE Risponde Sergio Romano Il Sole24 Ore pone una domanda alla Amministrazione Usa: «Per spegnere l’incendio (in Medio Oriente), vi rivolgete ai piromani, come Arabia Saudita e Qatar, dai quali continuano a partire ingenti risorse per alcuni gruppi terroristici? Può anche essere una tattica giusta, basta non rivestirla di richiami alla morale a alla democrazia». Riesce a ripescare dalla sua memoria storica casi analoghi? Carmen Bellavista carmenbellavista@ outlook.com Cara Signora, ella storia c’è di tutto e non sarebbe difficile trovare qualche precedente, ma preferisco rispon- N PRESENTI IN ITALIA Tedeschi e svizzeri Caro Romano, leggendo le statistiche sugli immigrati ho scoperto che i romeni sono il gruppo più numeroso (un milione) e sono rimasto sorpreso della presenza di 220.000 tedeschi e 210.000 svizzeri. Che cosa fanno? Virgilio Avato [email protected] Germania e Italia sono le due maggiori potenze industriali del continente con un interscambio pari a 103,1 miliardi di euro. La Svizzera importa merci dall’Italia per una somma di poco inferiore ai 23 miliardi di euro ed esporta per più di 11. Non è sorprendente che ciascuno dei due Paesi abbia in Italia una importante comunità. GIUDICI DELLA CONSULTA Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 dere alla sua domanda cercando di spiegare perché nella grande crisi medioorientale questi matrimoni di comodo fra Stati alquanto diversi siano più frequenti che altrove. I maggiori protagonisti, benché uniti in linea di principio da una stessa fede religiosa, perseguono nella realtà obiettivi nazionali spesso contrastanti. L’Arabia Saudita è uno Stato teocratico fondato su una missione terrena (la custodia dei luoghi santi) e la rappresentanza di una particolare versione dell’Islam, il wahhabismo, dal nome di Aba AlWahhab, un riformatore sunnita che morì alla fine del Settecento. Per lo Stato sunnita dei Saud, quindi, l’Iran è uno Stato scismatico e un potenziale nemico. Il Regno ha cercato di impedire i negoziati nucleari avviati dagli Stati Uniti dopo l’elezione di un nuovo presidente iraniano e, in qualche circostanza, ha avuto verso Barack Obama un atteggiamento fortemente polemico. Ma non è meno ostile e aggressivo quando trova sulla sua strada un movimento sunnita che potrebbe insidiare il suo primato religioso. Il maggiore avversario in questo campo è la Fratellanza musulmana, fondata al Cairo nel 1928. Quando nel luglio del 2013 il generale Al Sisi ha organizzato al Cairo per imporre i propri candidati? Teresiana Eliodeni [email protected] PARLAMENTARI Rilevare le presenze Per risolvere il problema dell’assenteismo dei parlamentari basterebbe, ritengo, installare all’ingresso delle Camere il rilevamento elettronico delle presenze. Ricordo che i parlamentari rappresentano gli elettori e quindi sono tenuti anche loro a guadagnarsi onestamente la retribuzione che ricevono. Mario Bocci, Milano ALCOL E SCONTRI DI ROMA di Roma. Oltre alle gravi litigiosità sorte tra tifosi a seguito di slogan incivili, si ritiene che anche l’alcol abbia giocato un ruolo nefasto. Non si era concordato, a suo tempo, di evitare le vendite di prodotti alcolici nel corso di serate sportive maggiormente a rischio ? Carlo Radollovich [email protected] VULCANO Isola senza banca Nell’isola di Vulcano l’unico sportello bancario è stato chiuso. Perché non c’è più questo servizio non solo per i turisti ma anche per gli Divieto di vendita Si sono susseguiti duri scontri tra ultrà all’Olimpico isolani? Altra «ciliegina sulla torta»: alla stazione di Milazzo non c’è niente e prendere il treno alle 23.47 non è affatto piacevole... MILANO Maggiore equità Quando il governo intende aumentare una tassa, invoca il senso di equità e la necessità di riallineamento della tassazione a quella dei principali Paesi europei. Lo ha fatto con il prelievo sui proventi finanziari e ora minaccia di farlo con l’imposta di successione. Per equità, dovrebbe procedere anche al riallineamento verso il basso: i casi non mancano. Impasse inquietante Tredici tentativi non sono bastati per eleggere due giudici della Consulta. La ragione: i partiti non hanno trovato un accordo. Come credere all’indipendenza della Corte, quando i partiti lottano fino all’ultimo sangue La tua opinione su sonar.corriere.it Confesercenti: la liberalizzazione delle aperture e degli orari non porta alla crescita del settore. Condividete? Paola Balestroni [email protected] SUL WEB Risposte alle 19 di ieri La domanda di oggi Sì Secondo il Fondo monetario internazionale in Italia risparmi difficili senza toccare le pensioni. Giusto? 25 No 75 di Massimo Gaggi costola della Fratellanza musulmana. Questa linea sembra essere condivisa dagli Emirati Arabi Uniti e spiega perché le loro forze aeree abbiano recentemente partecipato con quelle dell’Egitto al lancio di missili contro i gruppi militari ispirati dalla Fratellanza in Cirenaica. Questi episodi dimostrano quanto sia poco realistico rappresentare l’Islam come una minaccia globale per l’Occidente democratico e la civiltà cristiana. Anche nel mondo musulmano, come negli Stati europei dopo la Riforma di Lutero, la religione diventa rapidamente strumento di ambizioni politiche e gli interessi politici finiscono per prevalere sui valori della fede. MISURE DEL GOVERNO E-mail: [email protected] oppure: www.corriere.it oppure: [email protected] Visti da lontano un colpo di Stato militare contro il leader della Fratellanza Mohamed Morsi, eletto alla presidenza della Repubblica egiziana un anno prima, l’Arabia Saudita non ha esitato a sostenere i militari. Abbiamo assistito così alla paradossale alleanza tra uno Stato teocratico e un regime che non esita ad arrestare e processare i militanti di una delle maggiori organizzazioni musulmane. Di questa convergenza fra interessi egiziani e sauditi abbiamo avuto conferma anche durante l’ultima guerra di Gaza. Tutti i Paesi arabi avrebbero dovuto sostenere Gaza contro Israele, ma l’Egitto e l’Arabia Saudita non avevano alcuna intenzione di favorire Hamas, una organizzazione che il Cairo considera una Franco Mecozzi [email protected] @ © RIPRODUZIONE RISERVATA Moda o fashion? Sorpresa: ora la Cina dà una mano a Obama V ladimir Putin che, a giorni alterni, minaccia: se solo volessi, in pochi giorni potrei arrivare non solo a Kiev, ma anche nelle capitali baltiche e a Varsavia. Come dire che la legalità internazionale non gli interessa e che non teme l’impatto delle sanzioni economiche. E poi l’emergenza Isis in Medio Oriente che mette in rilievo gli errori commessi da Washington sia quando ha invaso l’Iraq rovesciando Saddam Hussein, sia con la decisione di Obama di ritirare completamente le truppe dal Paese e di non intervenire a sostegno dei ribelli «moderati» in Siria. Sono tempi difficili per il presidente americano, costretto di nuovo a indossare controvoglia i panni di capo delle forze armate. A bruciare è soprattutto il fatto che la filosofia di fondo di Obama — la convinzione che tensioni e ragioni di conflitto indietreggino davanti alle opportunità offerte dalla cooperazione economica — fin qui non ha trovato grandi conferme nei fatti: Iraq e Afghanistan sono a pezzi nonostante il fiume di denaro speso dagli americani per la ricostruzione, mentre Putin ostenta indifferenza per i danni economici che sta infliggendo a un’economia russa già in recessione e ora sottoposta a sanzioni sempre più dure. Ma qui una buona notizia, per Obama, sembra arrivare dal fronte che forse temeva di più. Quello del quale si parla meno ma che forse ha il peso strategico maggiore nell’atteggiamento prudente della Casa Bianca che teme di trovarsi a battersi su tre fronti: Europa dell’Est, Medio Oriente e Mar della Cina. Nelle scorse settimane gli strateghi di Washington hanno temuto Putin punta sul Pechino potesse approfittare nazionalismo, Xi che dell’accavallarsi della crisi Ucraina e Jinping guarda ai di quella dell’Isis per sfidare gli Stati sul controllo delle isole risultati economici Uniti Senkaku, occupate dal Giappone due anni fa ma rivendicate anche dalla Cina. E il rischio è sempre lì: navi e pescherecci cinesi continuano a entrare di tanto in tanto in tratti di mare rivendicati come acque territoriali di Tokio, l’ostilità dell’opinione pubblica giapponese nei confronti della Cina continua a crescere. E Pechino avanza rivendicazioni marittime anche nei confronti di altri Paesi, dal Vietnam alle Filippine. Ma da Xi Jinping non sono venuti colpi di mano e, anzi, dicono gli analisti, la tensione sta calando: gli sconfinamenti negli ultimi mesi sono diminuiti, una piattaforma petrolifera che era stata portata in acque rivendicate dal Vietnam è stata ritirata. E a Pechino la propaganda nazionalista ha subito un netto ridimensionamento. È possibile che il presidente cinese stia allentando la pressione semplicemente per non compromettere le prospettive del vertice economico dell’area Asia-Pacifico che verrà ospitato proprio da lui a Pechino a novembre e al quale parteciperà anche il premier giapponese Abe (oltre allo stesso Obama). Ma la sensazione è che, mentre Putin va in guerra perché, con l’economia a pezzi, pensa che solo il nazionalismo può salvarlo, Xi punta sullo sviluppo economico e quindi fa scelte più responsabili (ieri era a Delhi a discutere di cooperazione economico con gli indiani, altri nemici secolari). Se così fosse, chi considera totalmente fallimentare la strategia di Obama forse dovrebbe, almeno in parte, ricredersi. ❜❜ A Milano, tempio mondiale della moda, è sparita la moda, soppiantata dalla fashion: fashion week, fashion night, fashion day, tutto è fashion. Anche la nomenclatura legata alla moda è espressa in inglese, a volte in francese, ma mai in italiano. È indispensabile, oppure è una moda (in italiano)? Mariangela Bonvicini Milano DISCRIMINAZIONI Uomini dimenticati Le università di Trieste e di Udine hanno sottoscritto un impegno per introdurre nuove definizioni relative alle professioni e incarichi esercitati da donne, al fine di adottare un linguaggio non discriminatorio. Ma la discriminazione esiste anche nei riguardi del genere maschile: un uomo guardia medica o guardia giurata lo chiameremo guardio medico e guardio giurato? Adelchi Benetti [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Interventi & Repliche La fiction sul commissario Montalbano Ma perché la Regione Sicilia dovrebbe dare, quasi come una risposta a sorta di ricatto morale, 800 mila euro per non fare trasferire in Puglia la realizzazione della ricca fiction voluta dalla Rai sul commissario Montalbano (Corriere di ieri)? Ma quanto ha guadagnato in tutti questi anni la Regione dai proventi della fiction peraltro in un momento di grande sofferenza per la Sicilia? Se la Regione deve continuare a finanziare tale fiction perché la stessa non pretende di essere inserita come socia finanziatrice di tale serie televisiva e dunque guadagnare anch’essa i proventi di tale produzione? Mi dispiace che sia proprio Camilleri a schierarsi contro la Sicilia o meglio a favore della produzione, quando grazie al paesaggio siciliano, unico al mondo, dove sono ambientati i libri dello stesso autore, tale fiction è diventata famosa e più che ricca. Ma chi pagherà ai siciliani i diritti allo sfruttamento del paesaggio e delle bellezze culturali millenarie della Sicilia? O qualcuno ancora pensa che essa sia una colonia da sfruttare? Alfio Lisi, Catania Tassa sui rifiuti: tariffe misteriose È arrivata la Tari, la tassa comunale sui rifiuti, ma sono arrivati anche i «contestaTari», quelli, cioè, che vogliono vederci chiaro in questo balzello lievitato con gli anni. Grande, ma inutile lo sforzo dei Comuni di spiegare quanto e come bisogna pagare. Peccato che nessuno dica perché pagare tanto. Ci dicano, ad esempio, quanto costa davvero la raccolta dei rifiuti e soprattutto perché costa tanto e sempre più negli anni. E perché va coperta con aumenti della tariffa e non con riduzione delle spese. Non sappiamo, ad esempio nulla di quanto ci costa la differenziata, cioè quanto intascano i riciclatori dopo che portiamo ai centri di raccolta la nostra plastica e altro. Siamo, come cittadini, ridotti a ufficiali pagatori e se c’è un utile non ne partecipiamo. E ci tocca pure subire la noiosa retorica finto ecologista per cui «chi inquina di più paga di più». I «contratti di servizio» e i bilanci delle municipalizzate sono tenuti nascosti © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI FONDATO NEL 1876 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger CONDIRETTORE Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli [email protected] - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. 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Fr. 3,00; (con Sette Fr. 3,50), (quando pubblicato con Style Magazine Fr. 3,50);Cipro € 2,20; Croazia Hrk 17; CZ Czk. 64; Francia € 2,20; Germania € 2,20; Grecia € 2,50; Irlanda € 2,20; Lux € 2,20; Malta € 2,20; Monaco P. € 2,20; Olanda € 2,20; Portogallo/Isole € 2,50; SK Slov. € 2,20; Slovenia € 2,20; Spagna/Isole € 2,50; come segreti militari. Non sarà che con la scusa della monnezza i Comuni coprono altre necessità di bilancio? Tante domande che molti si pongono, ma alle quali non viene data risposta. Troppo facile spendere quando comunque c’è chi poi copre i buchi! settembre). A mio parere, occorre ribaltare il punto di vista: non c’è lavoro e le aziende sono minuscole anche perché esistono leggi (tra cui l’articolo 18) che rendono la vita impossibile alle aziende e, quindi, ai lavoratori. Marco Pozzi, Monza (MB) Mimmo De Lucia, Bari Lavoro che manca e aziende piccole Sul Corriere del 16 settembre, un lettore ha scritto che la riforma del lavoro è inutile perché è il lavoro che manca! Un altro ha affermato che abolire l’articolo 18 è parimenti inutile perché tanto le aziende italiane sono di piccole dimensioni e quindi non cambierebbe nulla (Corriere, 17 Senso civico degli stranieri Con riferimento alla lettera pubblicata ieri sulla educazione civica degli stranieri che cita come esempio i graffiti, faccio presente che a Parigi 11 squadre apposite puliscono ogni anno 300.000 metri quadri di scritte e che nei giardini davanti al Louvre bivaccano centinaia di persone. Lionello Leoni, [email protected] EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • RCS Produzioni Padova S.p.A. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. Centro stampa 09034 Elmas (Ca) - Via Omodeo, 5 - Tel. 070-60.131 • BEA printing sprl 16 rue du Bosquet - 1400 Nivelles - Belgium • Speedimpex USA, Inc. 38-38 9th Street Long Island City - NY 11101 - USA • CTC Coslada Avenida de Alemania, 12 - 28820 Coslada (Madrid) Spagna • La Nación Bouchard 557 - 1106 Buenos Aires - Argentina • Miller Distributor Limited Miller House, Airport Way, Tarxien Road – Luqa LQA 1814 - Malta • Hellenic Distribution Agency (CY) Ltd 208 Ioanni Kranidioti Avenue, Latsia - 1300 Nicosia - Cyprus • FPS Fernost Presse Service Co. Ltd 44/10 Soi Sukhumvit, 62 Sukhumvit Road, Bang Chark, Phrakhanong - Bangkok 10260 - Thailandia na + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20. In Campania, Puglia, Matera e prov., non acquistabili separati: lun. Corsera + CorrierEconomia del CorMez. € 0,93 + € 0,47; m/m/g/d Corsera + CorMez. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Veneto, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorVen. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Trentino Alto Adige, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. A Bologna e prov. non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorBo € 0,62 + € 0,78; ven. Corsera + Sette + CorBo € 0,62 + € 0,50 + € 0,78; sab. Corsera + Io Donna + CorBo € 0,62 + € 0,50 + € 0,78. A Firenze e prov. non acquistabili separati: l/m/m/g/d Corsera + CorFi € 0,62 + € 0,78; ven. Corsera + Sette + CorFi € 0,62 + € 0,50 + € 0,78; sab. Corsera + Io Donna + CorFi € 0,62 + € 0,50 + € 0,78. PREZZI: *Non acquistabili separati, il venerdì Corriere della Sera + Sette € 1,90 (Corriere € 1,40 + Sette € 0,50); il sabato Corriere della Sera + IoDonna € 1,90 (Corriere € 1,40 + IoDonna € 0,50). A Como e prov., non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + Cor. Como € 1,20 + € 0,20; ven. Corsera + Sette + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20; sab. Corsera + IoDon- La tiratura di giovedì 18 settembre è stata di 393.606 copie ISSN 1120-4982 - Certificato ADS n. 7682 del 18-12-2013 Hong Kong HK$ 45; Thailandia THB 190; UK Lg. 1,80; Ungheria Huf. 700; U.S.A. USD 5,00. 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Viaggio nel tempo” € 8,80; con “Tiziano Terzani” € 10,80; con “I capolavori dell’Arte” € 7,80; con “Ufo Robot” € 11,89; con “James Bond collection” € 11,89; con “Scrivi Vecchioni, scrivi canzoni” € 11,89;con “English Express” € 12,89 62 Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Spettacoli In uscita «Così vicini» Donà, un disco sugli eccessi della comunicazione Cristina Donà torna con un nuovo album, «Così vicini», a tre anni dall’ultimo lavoro. «Il titolo racchiude il tema del disco: non so cosa ci lascerà l’euforia comunicativa di questi tempi; sento il bisogno di tornare a modalità antiche che prevedano sguardi e contatti», dice la cantautrice. L’intervista La diva country firma il cd «1989»: allora tutto sembrava possibile, devo molto a Madonna e a Annie Lennox Debutto in studio Il primo album sarà mondiale: suor Cristina diventa «sister» LONDRA — «Ciao, sono Taylor». Si presenta come se fosse possibile non sapere a chi appartengono quegli occhi azzurri da daino, quelle lunghissime gambe magre che spuntano da una minigonna striminzita o la voce frizzante e calda che nel 2013 le ha fatto guadagnare 60 milioni di dollari. Taylor Swift, 24 anni, ha il senno e l’astuzia di una veterana. Scrive canzoni da quando era bambina, a scuola veniva presa in giro perché diversa (altissima e sempre pronta a cantare a squarciagola), a 14 anni le è stato offerto il primo contratto discografico, che ha rifiutato perché non le dava l’opportunità di scrivere e cantare le sue canzoni. Risultato: a meno di un quarto di secolo ha finito il suo quinto album. I suoi fan sono un’entità ben definita che ha un nome, gli Swifties. Bella, ricca e famosa, ma ha un dispiacere. Un boyfriend? «Impossibile. Troppa attenzione da parte dei media. Nessuno resiste più di qualche settimana». Lei scrive i suoi testi basandosi su sue esperienze. Ci sono argomenti di cui non scriverebbe mai? «Le cose di cui non scrivo sono argomenti che non mi interessano. Non ho una voglia pazza di scrivere una canzone politica. Cerco di essere veritiera e onesta con le mie emozioni e allo stesso tempo di creare una canzone che parli anche agli altri». Il single, «Shake off», è un inno all’importanza di non prestare troppa attenzione alle critiche altrui. È stato difficile per lei imparare a non curarsi troppo di ciò che dicono di lei? «Molto difficile. Ci sono commenti continui sulla mia vita, su chi frequento, su cosa dico, su cosa indosso. Quando a 12 anni ti chiudi in camera a scrivere canzoni, non sai che se continui, vai avanti e riesci a ottenere quello che vuoi, ogni tua mossa verrà messa in discussione da gente che non hai mai incontrato. Ma non volevo che questa canzone parlasse solo di gente famosa: succede a tutti noi che qualcuno ci critichi. Per me oggi è più facile non pren- Suor Cristina diventa Sister Cristina. È in arrivo l’album di Cristina Scuccia, la religiosa che ha vinto l’ultima edizione di «The Voice». Su Facebook e sul sito ufficiale sistercristina.com sono apparse le prime immagini della suora al lavoro in uno studio di registrazione. Pochi secondi in cui la si vede in velo e tonaca arrivare davanti al microfono, infilarsi le cuffie e cantare. Nella mani ha un foglio. Si tratta dello spartito di «No One», il brano di Alicia Keys con cui ha convinto i coach del talent show. E quello che l’ha fatta conoscere in tutto il mondo: il video della sua blind audition, il provino con i giudici girati di spalle, su Rai2 ha avuto quasi 60 milioni di visualizzazioni su YouTube. Selfie da 7 Grammy Al centro, nella foto grande, Taylor Swift tra le fan. Sopra, durante uno spettacolo. La cantante americana, 7 Grammy, è nata a Wyomissing (in Pennsylvania) il 13 dicembre 1989 La svolta pop di Taylor Swift: scopro l’ottimismo degli anni 80 «I fidanzati? Fuggono tutti, su di me c’è troppa attenzione» dermela troppo. Sono orgogliosa della mia musica, ho un pubblico che mi vuole bene, sono in grado di stare attenta a cosa dico. In generale ci sono più aspetti positivi che negativi, non sceglierei un’altra vita». Lei è «un incubo vestito da sogno», come dice la canzone «Blank Space»? «Ah! È una canzone che ho scritto un po’ per scherzo. I media hanno costruito un’immagine di me in cui non mi rispecchio, soprattutto riguardo alle mie relazioni sentimentali. Mi dipingono come una mangiatrice di uomini un po’ squilibrata che poi si vendica scrivendo canzoni. Mi sono divertita a scrivere un testo che prende in giro questa creatura fittizia, anche se ci sono versi in cui credo profondamente, come “ai ragazzi l’amore piace solo quando è tortura”. L’amore, in fondo, interessa agli uomini, i ragazzi vogliono solo giocare». Si considera una femminista? «Sono per l’uguaglianza in tutto e per tutto. Nessuno chiede a Bruno Mars perché non si spoglia. A noi donne sì. Pensiamo un attimo a quello che la società si aspetta dalle donne». Dal country al pop. Si può parlare ❜❜ Eclettica Mi piace cambiare, riconosco un mio disco da un taglio di capelli o dagli abiti che indosso di un cambio di direzione? «Per me ogni album è diverso. Cambio al punto che guardando le fotografie posso dire a che disco stavo lavorando dal taglio di capelli o dagli abiti che indosso. Questo lavoro è molto diverso, più acustico. E credo che cambiare sia essenziale. Non voglio rimanere sempre uguale. È importante continuare a stupire i miei fan e me stessa. Ma non a scioccarli, attenzione: quando turbi il tuo pubblico perdi un po’ della sua fiducia». È un modo di conquistare il mercato europeo? «Comunicare con i fan, ovunque essi siano, è il dono più bello di questo mestiere, ma non credo che si possa scrivere una canzone, tantomeno un album, pensando a un mercato». L’album si intitola «1989», l’anno in cui è nata. Perché? «Mi è sempre sembrato un periodo molto ottimista, in cui tutto era possibile, un momento in cui potevi scegliere chi volevi amare, chi volevi essere, cosa volevi dire, e che ha prodotto canzoni che sono ancora le mie preferite. Come “Like a prayer” di Madonna, “She drives me crazy” dei Fine young cannibals. Annie Lennox, Peter Gabriel, Sinead O’Connor: quest’album deve molto a questi artisti». Ha un idolo? «Carly Simon. Generalmente cerco di non incontrare i miei idoli, spesso sono una delusione: chiusi, stanchi, negativi, privi di rispetto per la musica di oggi. Carly no. È aperta e si fida degli altri. Spero di essere così anch’io» Paola De Carolis Un’altra inquadratura mostra il foglio pasticciato e pieno di appunti su come interpretare i passaggi della canzone e sul modo corretto di pronunciare alcune parole. Suor Cristina sorride e balla, ma la sua voce non si sente. La colonna sonora è un passaggio strumentale del brano. In chiusura del video un «coming soon», ovvero prossimamente in arrivo. La 25enne siciliana, dopo aver rinnovato i voti quest’estate, ha quindi ottenuto tutti i via libera dal suo ordine religioso per poter intraprendere la carriera artistica. E il passaggio da «suor» a «sister» conferma che il progetto di Universal Italia ha ambizioni internazionali. A. Laf. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA La commedia Un avvocato e un innocente in galera in «La buca» di Ciprì. «Stile grottesco, come ai tempi del sodalizio con Maresco» «Castellitto-Papaleo, coppia da film come Lemmon-Matthau» ROMA — «Riporto la realtà dentro al mio immaginario fatto di fiaba e di cinema». Daniele Ciprì si prepara all’uscita della sua seconda prova da regista, La buca (nelle sale in 200 copie dal 25 settembre), scritto con Massimo Gaudioso, Alessandra Acciai e Miriam Rizzo. Un’operetta immorale con al centro un triangolo: Oscar (Sergio Castellitto) un avvocato alla perenne ricerca di modi e clienti per arricchirsi ingannando la legge, Armando (Rocco Papaleo), un innocente che dopo 25 anni passati in galera non ha imparato a portare rancore, e Internazionale (nella realtà si chiama Sioux, figlio e nipote d’arte), un bastardino molto peloso che si assume il ruolo del Squinternati Rocco Papaleo (a sinistra), 56 anni, e Sergio Castellitto, 61, in una scena di «La buca», diretto da Daniele Ciprì destino che li fa incontrare. C’è anche un quarto personaggio, la tenera barista Carmen (Valeria Bruni Tedeschi), ma sono prima di tutto le dinamiche di coppia di Castellitto & Papaleo ad aver stimolato l’immaginario del regista. «Volevo creare una coppia d’attori alla Jack Lemmon e Walter Matthau, Gassman e Mastroianni». Rivendica la nostalgia come scelta artistica Ciprì («Sono poco entusiasta del presente») e la sottolinea con ripetuti ed espliciti riferimenti («non citazioni, piuttosto evocazioni») agli autori preferiti, Risi e Monicelli, Billy Wilder e Mel Brooks, Lubitsch e Frank Capra, Fellini e Edwards. Quelli che hanno contribuito a plasmare il suo immaginario. «Non sono mai stato realista neanche ai tempi del sodalizio con Maresco. Continuo a voler raccontare qualcosa che esiste ma in un contesto grottesco e surreale. Il mio Armando esce dal carcere e si trova ai confini della realtà, ai confini del mondo». Un’astrazione anche temporale. Un «non luogo» che ha trovato a Cinecittà, in quel che resta della celebre via del set di Gangs of New York di Scorse- A Londra Chailly premiato nel nome di Brahms Il maestro Riccardo Chailly (61 anni) ha ricevuto il premio «Recording of the year» durante il Gramophone Classical Music Award 2014 a Londra svoltosi nei giorni scorsi. Chailly, prossimo direttore musicale del Teatro alla Scala di Milano, ha ricevuto il riconoscimento per la sua incisione delle Sinfonie di Brahms con l’orchestra del Gewandhaus di Lipsia, lavoro già vincitore del premio per la migliore incisione orchestrale. se. Ma anche gli scorci di periferia che appaiono nel film sembrano una ricostruzione. «È sempre stato così per me. Quando Wim Wenders venne a Palermo mi chiese di dargli consigli sui luoghi della città. Gli spiegai che non potevo farlo, ho sempre trasformato, deformato la realtà». La buca, prodotto da Malìa e Raicinema e distribuito da Lucky Red è il suo secondo film da regista, il quindicesimo da direttore della fotografia (solo quest’anno ha lavorato per La trattativa di Sabina Guzzanti, La vita oscena di De Maria e L’ultimo vampiro di Bellocchio). Lo ha girato in pellicola. «Il digitale ha distrutto il nostro immaginario. Al cinema da spettatore non viaggio più, siamo ritornati al 3D solo per fare soldi. Diciamo che ho fatto un film in vinile». Stefania Ulivi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 Spettacoli 63 italia: 51575551575557 Prix Italia Martedì a Torino l’anteprima di «Questo nostro amore 70» Marcorè: basta imitazioni preferisco fare l’attore «Il livello dei varietà comici è basso, si salva Crozza» DAL NOSTRO INVIATO La manifestazione Rai Una gara per 230 opere: viaggio nel futuro della tv DAL NOSTRO INVIATO TORINO — «La domanda che guida ogni anno il Prix Italia da 66 anni è: come servirsi dei nuovi strumenti per innovare i vecchi, per potenziare la nostra capacità di creare, esprimerci, comunicare? Il Prix Italia è l’intersezione tra radio, tv e web, tra tecnologia e creatività. Quest’anno poi sarà ancora più forte la dimensione internazionale della manifestazione». Nelle parole del segretario generale Paolo Morawski c’è la sintesi di questa edizione dell’appuntamento annuale che la Rai organizza per «dialogare» e confrontarsi sul campo della qualità dell’offerta con gli altri operatori della tv, della radio e del web d’Europa e del mondo. Tanti ospiti (tra gli altri Gabriele Salvatores, Renzo Arbore, la cantante israeliana Noa...), molti dibattiti (50 le aziende che si confronteranno, 90 i relatori), altrettante mostre (come «La Rai racconta l’Italia» che la presidente Anna Maria Tarantola inaugura domani), un concorso con 230 opere in gara. Sul tema dell’innovazione Torino da domani fino al 26 settembre diventa luogo di scambio e riflessione per capire dove sta andando il sistema delle telecomunicazioni, quale sarà l’impatto della tecnologia sull’evoluzione dei contenuti, come i broadcaster si devono muovere per diventare media company. R. Fra. © RIPRODUZIONE RISERVATA TORINO — Sempre più attore, sempre meno imitatore. Lasciato Maurizio Gasparri languire nel circo della politica, Neri Marcorè da qualche tempo ha imboccato la strada della recitazione: «È stata una scelta voluta, non intendevo lasciarmi trascinare dai flutti, ma indicare io la rotta. Al cinema, a teatro e in tv cerco ruoli che mi diano la possibilità di svariare. Dopo 20 anni ho deciso di rinunciare alle imitazioni per smuovere un po’ le acque». Scelta voluta ma anche imposta dall’assenza di spazi comici adeguati: «Non si concepiscono più progetti di respiro, si naviga a vista, negli ultimi anni il livello dei varietà comici, fatta eccezione per Crozza, è piuttosto discutibile e dimenticabile». Ora l’attore si è immerso con baffi vintage e sguardo sornione da gatto in un paesaggio fatto di auto squadrate con ammortizzatori inesistenti, di camicie con improbabili colletti, di immancabili pantaloni a zampa d’elefante, di toni del marrone in tutte le sue varietà. È il ritratto degli anni 70 lasciando stare le zone grigie (gli anni di Piombo). «Questo nostro amore 70» è la fiction che riprende il discorso dove lo aveva concluso «Questo nostro amore»: prima il finire degli anni 60, Progetti Valsecchi: oltre a «Il bosco» una fiction su papa Francesco Segreti da thriller al femminile E in arrivo c’è la serie su Yara ROMA — Tanta mafia raccontata in vari modi, ma anche un film su papa Bergoglio, un thriller al femminile e una miniserie dedicata al «caso Gambirasio». La Taodue scende in campo con un nutrito pacchetto di progetti per Canale 5. A cominciare da quello che il produttore Valsecchi definisce «uno degli eventi internazionali del 2015» e cioè «Call me Francesco», che con la regia di Daniele Luchetti sarà interamente girato in Argentina e interpretato da Rodrigo De La Serna (l’attore de «I diari della motocicletta») molto somigliante al Papa da giovane. Si ripercorre l’avventura umana e spirituale, dalla vocazione agli anni della formazione, dalla dura esperienza della dittatura alla missione pastorale tra i più poveri, prima di salire al soglio pontificio. Ammette il regista: «Non sono un credente, ma Bergoglio ha conquistato il mio cuore: un uomo che è riuscito a emozionarci e anche a farci venire qualche dubbio. Sono stato a Buenos Aires dove ho conosciuto persone coinvolte nella sua vita. Ho capito le ragioni per cui è diventato prete: la sua Chiesa è sempre stata dalla parte dei poveri, un fatto tutt’altro che banale in un Paese, l’Argentina, dove spesso la Chiesa è stata invece collusa con il potere». Il film, destinato prima al grande schermo (prossima primavera) e poi come miniserie alla tv, dovrà comunque vedersela con altri progetti legati alla figura del pontefice che si stanno attivando ovunque, tanto che Valsecchi si concede una battuta: «Ormai papa Francesco si occupa di film e fiction dalle 7 alle 8 del mattino... Ha chiamato anche me!». «Ignoto 1» si intitola la miniserie in due puntate sulla morte della piccola Yara, «ma non è la storia dell’omicidio, bensì di un’indagine, su quell’omicidio, mai fatta in Italia — spiega Fio- renza Sarzanini, inviata del Corriere della Sera e consulente della sceneggiatura —. Di solito gli investigatori partono dall’identikit del possibile assassino. Qui sono partiti da una macchia di sangue, dall’identificazione di un Dna che ha poi coinvolto una serie di persone che non c’entravano nulla, ma le cui vite sono state travolte da scomode verità rivelate, come quella di un uomo (Massimo Bossetti, ndr) che scopre di non essere figlio di colui che credeva fosse suo padre». Giovanni Veronesi approda per la prima volta alla tv con «Once upon a time the mafia», girata in inglese e pensata anche per le reti Usa, saga amSet Giulia Michelini con Sartoretti in «Il bosco» bientata nella New York anni 20-30. «Raccontiamo le origini della mafia in America e i guai che Gli altri titoli abbiamo combinato oltreoceano con la nostra immigrazioCall me Francesco ne». Ancora mafia con «BuDedicato al pontefice, scetta», il primo grande pentiinterpretato da Rodrigo De La to in una fiction firmata da Serna, per la regia di Daniele Claudio Fava; «I Corleonesi» su Luchetti Totò Riina; e «Romanzo siciliaOnce upon a time the mafia no» con Fabrizio Bentivoglio. Girata dal regista Giovanni Thriller al femminile è infine Veronesi, la fiction racconta le «Il bosco» con Giulia Micheliorigini della mafia in America ni, in 4 puntate: la storia di una Buscetta giovane psicologa che torna Nella serie scritta da Claudio nel suo paese, dove scoprirà il Fava, Pierfrancesco Favino vero motivo per cui fu abbaninterpreta il boss che svelò i donata dalla madre. segreti di Cosa Nostra Emilia Costantini © RIPRODUZIONE RISERVATA Baffi vintage Neri Marcorè (48 anni) con Anna Valle (39) e le loro figlie nella fiction «Questo nostro amore 70»: da sinistra, Karen Ciaurro, Aurora Ruffino e la piccola Noemi Abbrescia ora gli albori dei 70. Una coproduzione Rai Fiction e Paypermoon, sei episodi in onda su Rai1 da novembre — presentazione ufficiale al Prix Italia martedì prossimo —, al centro della serie le storie di due famiglie: i Costa Ferraris (i concubini Neri Marcorè e Anna Valle) e gli Stra- no (Nicola Rignanese e Manuela Ventura, emigrati al Nord): un racconto a più voci di due famiglie e delle loro vite (amore, lavoro, figli) sullo sfondo dei cambiamenti delle mode, della musica e dei costumi (la legge sul divorzio). In questa seconda serie emergeranno soprattutto i In Puglia Piero Pelù sul set con Erri De Luca Piero Pelù reciterà in «Tu non c’eri», scritto da Erri De Luca con la regia di Cosimo Damiano Damato. In questi giorni il rocker posta su Facebook selfie dal set in Puglia: uno col regista, uno con Brenno Placido e ieri quello con lo scrittore. Questo il commento: «Erri De Luca, incontrarlo, parlarci, collaborare e scalare la roccia insieme a lui sospesi nel vuoto... la realtà può viaggiare molto più dell’immaginazione!». tormenti dei figli, soluzione narrativa sempre più diffusa per intercettare un pubblico più largo possibile. «Sono storie che ci riguardano direttamente o indirettamente — spiega Marcorè —, ci sono tanti elementi in cui ci si può ritrovare. Il ‘68 ha sconvolto le abitudini, ha cambiato il rapporto tra genitori e figli». Insomma, la difficoltà di comunicazione all’interno del nucleo familiare è una costante senza tempo. Quando si guarda al passato la trappola è mitizzarlo: «Il rischio c’è, basta solo pensare al terrorismo per togliere quell’aura mitica a cui spesso si indulge pensando agli anni 70. Nella serie quest’aspetto non viene considerato, un po’ perché siamo proprio agli inizi del decennio ma soprattutto perché si racconta una storia più privata che pubblica». La sua immagine di quegli anni? «Il 1972, avevo sei anni e i miei genitori presero entrambi la patente in età già adulta per comprarsi una 128. E poi ricordo le lunghe estati in cui si aveva il tempo di annoiarsi. Quello che ci manca oggi è proprio un tempo più lento». A proposito di percorsi artistici, comici come Bisio e Littizzetto saranno giudici a «Italia’s Got Talent». Lui è felice che non l’abbiano preso in considerazione: «Rispetto la scelta di amici come Claudio e Luciana, ma mi sentirei molto a disagio. Un conto è giudicare dal divano di casa, un altro davanti al pubblico televisivo. Ora però ce l’ho io una domanda. Mi dice che cosa è “Italia’s Got Talent?”». Renato Franco © RIPRODUZIONE RISERVATA 64 Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Sport Thohir eletto membro della Fiba Nella vita di Erick Thohir non c’è soltanto il calcio, ma anche il basket. Già nel Cda della Federbasket indonesiana e della Federazione pallacanestro del Sudest asiatico, il presidente dell’Inter è stato eletto membro del Comitato Centrale della Fiba, la Federazione internazionale di basket. «Sono grato della fiducia che mi è stata data e sono orgoglioso di essere stato scelto come il primo rappresentante dell’Indonesia nel board della Fiba. Spero di poter svolgere un buon lavoro per quest’organizzazione», il pensiero di Thohir. Il presidente nerazzurro entra nel board assieme a una leggenda del basket, il serbo Vlade Divac, già presidente del Comitato Olimpico nazionale. Il presidente della Fiba è il neo eletto Horacio Muratore. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista Alla vigilia della sfida con i bianconeri, l’ad fa il punto sulla crescita della squadra «Berlusconi è un motivatore: la sua vicinanza fa volare» MILANO — Dalla finestra del nuovo ufficio vede il quartiere del Portello che cresce: c’è qualche cantiere ancora in costruzione e qualche novità che già funziona. Un po’ come il Milan di Inzaghi. Adriano Galliani guida la crescita della nuova creatura, attesa domani dall’esame Juve, con la tensione consueta, ma anche con un buonumore di fondo. «Milano, e il Milan, stanno tornando». È il momento di rivelare tutta la verità sulla sua passione giovanile per la Juventus. «È finita presto, da ragazzino. La mia squadra del cuore è sempre stata il Monza. I monzesi non si sentono milanesi, quindi in molti per contrapposizione tifano Juve. È un fatto che trae origine dalla storia: Monza è l’unica città della diocesi di Milano che segue il rito romano e non ambrosiano. È stata capitale dei longobardi, ha ospitato il re, era democristiana quando la periferia di Ottimista Adriano Galliani, 70 anni, è fiducioso sulla stagione del Milan, iniziata con due vittorie su Lazio e Parma. Nella foto sopra è tra Barbara Berlusconi, 30 anni, e Filippo Inzaghi, 41 (Ansa) Galliani Milano era rossa, insomma ha sempre difeso un’identità non milanese». Ma ora lei si sente milanese. «Sì. Milanese e milanista. Vivo a Milano da 28 anni». Qual è lo stato di salute della città? «In questi 28 anni l’ho vista peggiorare, ma ora mi sembra in crescita: ha il più bel progetto immobiliare d’Europa, parlo di Porta Nuova, una nuova Fiera e l’Expo metterà il timbro su questa ripresa». E a livello calcistico? «Anche. Il Milan viene da un campionato negativo, dopo un primo, un secondo e un terzo posto. E con Allegri in Champions ha sempre superato i gironi. Certo, le scorse sere ho sofferto molto a vedere le partite di Coppa senza il Milan». Nel 2016 la finale sarà a San Siro. Uno stimolo in più? «È ovvio che uno spera di esserci, ma intanto è un successo per la città. Avremo uno stadio bellissimo, collegato con la metropolitana: si avvicinerà ai migliori d’Europa». La scorsa stagione che cosa non ha funzionato? «È come con le crisi economiche: tutti sono bravi a spiegarle dopo, nessuno ti dice prima che andrà in un certo modo. Ora è inutile parlarne, il passato non ha rimedio». Con Seedorf finirete in tribunale? «Seedorf non ha fatto, a oggi, alcuna richiesta danni». Domani incontra un pezzo del passato: Massimiliano Allegri. Come ha saputo che sarebbe andato alla Juve? «Me l’ha comunicato lui. Ci siamo incrociati mentre partiva per Torino. L’avevo incontrato il weekend precedente e l’avevo rimproverato perché non era andato alla Lazio del mio amico Lotito. E fino a due giorni prima, tutti pensavano che Allegri sarebbe andato in Nazionale e Conte sarebbe rimasto alla Juve: la vita è imprevedibile». E in questi giorni l’ha sentito? «Sì, gli ho fatto l’in bocca al lupo per «Milano sta tornando E anche il Milan» «Inzaghi assomiglia a Conte In politica lontani dalla Juve C’è molta più sintonia con l’Inter» l’esordio in Champions e poi ci siamo risentiti per motivi organizzativi, non abbiamo parlato di Milan-Juve». Le farà uno strano effetto vederlo sulla panchina della Juve? «Dopo aver visto Leonardo su quella dell’Inter mi sono ‘mitridatizzato’. Sono pronto a tutto». Quanto è stato vicino Antonio Conte al Milan? «Diciamo che un po’ di corteggiamento c’è stato. Conte è un grandissimo Ai coordinatori di Forza Italia L’entusiasmo del presidente «Vinceremo lo scudetto» MILANO — (m. col.) Silvio Berlusconi non si pone limiti. Dopo le prime due vittorie in campionato del Milan, con Lazio e Parma, a poche ore dalla sfida con i nemici della Juve, l’ex Cavaliere ai coordinatori regionali di Forza Italia si lascia andare a uno sfogo entusiastico. «Con Inzaghi — ha spiegato il presidente dei rossoneri — c’è stata la svolta. Ora vinceremo lo scudetto». La ritrovata passione del numero uno di via Aldo Rossi, che oggi sarà a Milanello per la quinta visita consecutiva dall’inizio della stagione, è anche frutto dell’opera di convincimento della figlia Barbara. Che, quest’estate ha invitato il papà a mostrare, come ai bei tempi, interesse e partecipazione per il club di cui è il primo tifoso. Solo la rinnovata attenzione del proprietario verso il Milan poteva generare a cascata una maggior adesione al progetto da parte di tutti i giocatori che ora hanno senso di appartenenza. Berlusconi, già a San Siro nella prima di campionato con la Lazio, è annunciato in tribuna anche domani sera. Non solo. Ha promesso che, nei limiti del possibile, per tutta la stagione farà sentire il suo sostegno dalla tribuna. Di certo attraverso colloqui telefonici pressoché quotidiani non solo con Filippo Inzaghi e Adriano Galliani, ma anche con Barbara vuole essere informato su ogni avvenimento del club. © RIPRODUZIONE RISERVATA allenatore. E secondo me Inzaghi gli assomiglia molto». Incontrare Allegri, con cui non è in grandi rapporti, sarà un’extra motivazione per Inzaghi? «Inzaghi è motivato sempre, non ha bisogno di extra». Questo Milan sembra avere già l’impronta del suo allenatore. «Abbiamo preso giocatori adatti alle idee di Inzaghi. C’è una sintonia totale, tra me, lui e il presidente Berlusconi». E i rapporti con Barbara? «Non ha più senso parlarne, c’è una divisione di compiti che funziona». Come nasce il feeling speciale tra Inzaghi e il presidente? «C’è sempre stato. È una cosa epidermica. Prima della finale di Atene, Berlusconi chiamò Inzaghi e gli predisse che avrebbe segnato due gol. In quella vigilia Pippo non stava in piedi. L’avevo anche detto a Ancelotti: ‘Ma non è meglio far giocare Gilardino?’. E Carlo: ‘Ha ragione, ma magari domani segna’». Quanto sta incidendo sui risultati la vicinanza di Berlusconi alla squadra? «Nessuno più di me conosce la capacità di motivare gli uomini di Silvio Berlusconi. Ricordo l’effetto che, 35 anni fa, quando l’ho conosciuto, mi facevano gli incontri con lui: uscivo da Arcore e volavo. Immagino che ai giocatori stia succedendo lo stesso». Torniamo alla Juve: siete avversarie anche su tutti i temi politici, dai diritti tv al presidente di Lega al presidente federale. «Con la Juve di Giraudo avevamo vi- ❜❜ Massimiliano Allegri Lui alla Juve, chi l’avrebbe detto? L’avevo rimproverato di non essere andato alla Lazio ❜❜ Claudio Lotito È il dirigente sportivo che lavora di più. Non fa i suoi interessi, ma quelli della Lega di A sioni di politica calcistica condivise. Attualmente le cose sono cambiate e, a differenza di un tempo, ci sono molti più punti in comune con l’Inter». Tra i temi di scontro c’è la figura di Lotito. «Lotito è il dirigente sportivo italiano che lavora più di tutti. Non sta facendo i propri interessi, ma quelli della stragrande maggioranza dei club di A. Il calcio italiano è accusato di immobilismo, poi se uno cerca di fare le riforme viene visto con sospetto». Però dà l’impressione di fare la badante a Tavecchio. «Tavecchio vive di luce propria perché è un ottimo dirigente. Quanto a Lotito è normale che il rappresentante della Lega di A si impegni attivamente in Federazione». Si possono ridurre gli stranieri in rosa? «Sono favorevole ad adottare le regole Uefa, cioè rose con 25 giocatori, 4 italiani e 4 provenienti dal proprio settore giovanile, con qualche adattamento». Perché ha ceduto Balotelli? «Ho capito che il suo desiderio era di andarsene. Se crescerà diventerà un grandissimo giocatore. Il suo gol col Liverpool mi ha fatto molto piacere». È vero che il Milan ha detto basta ai bad boys e vuole solo bravi ragazzi? «Diciamo che questo tipo di attenzione è un po’ cresciuta». Il gol di tacco di Ménez ha rivalutato la famosa politica dei parametri zero. «Gli acquisti non vanno valutati per il costo, ma per il rendimento. È molto più difficile strappare alla concorrenza giocatori in scadenza. L’appeal del Milan aiuta, ma occorrono conoscenza del mondo degli agenti e relazioni con i club. Per esempio: Ménez e Alex erano a fine contratto, ma Diego Lopez e Torres erano ancora legati a Real e Chelsea. Li abbiamo acquistati a zero solo grazie a rapporti personali». Monica Colombo Arianna Ravelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 Sport 65 italia: 51575551575557 Europa League: i gironi delle italiane Gruppo B Bruges-TORINO Copenaghen-Hjk Helsinki Classifica: Copenaghen 3; TORINO e Bruges 1; Hjk Helsinki 0 0-0 2-0 Gruppo F Qarabag-St. Etienne Dnipro-INTER Classifica: INTER 3; St. Etienne e Qarabag 1; Dnipro 0 0-0 0-1 Gruppo I Young Boys-Slovan Bratislava NAPOLI-Sparta Praga Classifica: Young Boys e NAPOLI 3; Sparta Praga e Slovan Bratislava 0 5-0 3-1 Gruppo K Paok Salonicco-Dinamo Minsk 6-1 FIORENTINA-Guingamp 3-0 Classifica: Paok Salonicco e FIORENTINA 3; Guingamp e Dinamo Minsk 0 Battuto il Dnipro La rete vincente di D’Ambrosio nella ripresa, ai nerazzurri negato un rigore Inter, tre punti di concretezza Squadra solida e ordinata, poco lo spettacolo. Bene la ripresa DAL NOSTRO INVIATO KIEV — Un tempo per capire e un tempo per colpire. L’Inter ha celebrato il ritorno in Europa League, dopo un anno di penitenza, lontano dalle coppe, battendo il Dnipro, con un gol di D’Ambrosio a metà ripresa nell’immenso stadio Olimpico di Kiev, dove la squadra d Dnipropetrovsk è costretta a giocare per motivi di sicurezza, legati alla guerra nel Dombass. I club ucraini in passato avevano creato non pochi problemi a Mazzarri (con la Samp e con il Napoli); questa volta invece la pratica è stata assolta in modo ordinato, non un grande spettacolo, ma una prova di solidità e di maturità, quinta partita su cinque senza subire gol. Non è un caso che il migliore in campo sia stato Vidic, perché ha dato forza alla difesa e alla squadra tutta e da questa base è partita la crescita collettiva, che non si spiega soltanto con l’ingresso di un secondo attaccante (Osvaldo) o con l’uomo in più nella seconda parte della ripresa. L’Inter avrebbe meritato il rigore per il mani in area di Mazuch sul cross di D’Ambrosio, alla fine di un primo tempo, nel quale i nerazzurri (in bianco) si sono accontentati di gestire la partita, con l’obiettivo di non correre rischi, in attesa del momento propizio per colpire. Dopo venti secondi, era stato Konoplyanka ad impegnare Handanovic e questo deve aver indotto gli interisti a muoversi con prudenza, a ritmi bassi. Così la squadra si è allungata, finendo per cercare improbabili collegamenti fra le linee, con Icardi in completo isolamento, cercato soltanto con avventurosi lanci di sessanta metri, mai precisi (in tutto cinque palloni toccati in Dnipro Inter 0 1 Marcatore: D’Ambrosio 26’ s.t. DNIPRO (4-2-3-1): Boyko 7; Federsky 6, Mazuch 5, Douglas 5, Strinic 6; Kankava 5, Rotan 5; Bruno Gaman 6, Kravchenko 5 (Shakhov s.v. 22’ s.t., Luchkevych s.v. 29’ s.t.), Konoplyanka 6; Zozulya 5,5 (Kalinic s.v. 34’ s.t.). All.: Markevych 5,5 INTER (3-5-2): Handanovic 6; Campagnaro 6,5, Vidic 7, Juan Jesus 6; D’Ambrosio 7, Kuzmanovic 6 (Osvaldo 6 17’ s.t.), M’Vila 5,5, Hernanes 6 (Jonathan s.v. 31’ s.t.), Dodò 6; Guarin 6,5; Icardi 5,5. All.: Mazzarri 6,5 Arbitro: Zwayer (Germania) 5 Espulso: Rotan 24’ s.t. Ammoniti: Zozulya, Kuzmanovic, Strinic, Rotan Recuperi: 2’ più 3’ FIRENZE — Mario Gomez segna ma è in fuorigioco, così tocca a Manuel Vargas rompere l’incantesimo dopo 214 minuti di passione e segnare il primo gol della stagione viola con un colpo di testa da centravanti consumato. La stella Cuadrado mette il risultato al sicuro a metà ripresa con un secco diagonale dopo un bel lancio di Pizarro e il talentino Bernardeschi chiude il conto tre minuti prima del novantesimo. L’esordio della Fiorentina in Europa League scorre via liscio, ma non tutti i problemi sono risolti. La manovra solo a tratti è fluida e Gomez, ancora una volta, non è pervenuto: lento e impacciato, in crisi, anche se può contare sull’appoggio dei tifosi. a.b. © RIPRODUZIONE RISERVATA D’Ambrosio: «Il mio gol più importante» Mazzarri: «Abbiamo costruito molto» DAL NOSTRO INVIATO KIEV — Esordio con vittoria per l’Inter in coppa; esordio europeo con gol per Danilo D’Ambrosio: «È la rete più importante della mia carriera; ci avevo già provato all’inizio della ripresa, ma il portiere era stato bravissimo. Volevamo dimostrare che la vittoria sul Sassuolo non era stata casuale e ce l’abbiamo fatta. Questa è una vittoria importante, ma adesso dobbiamo pensare al Palermo». Ci pensa anche Mazzarri, che dovrà valutare l’eventuale recupero di Kovacic, ma anche lui non ha nascosto piena soddisfazione: «Già nel primo tempo la squadra aveva creato i presupposti per vincere; c’era una punizione dal limite su Guarin; c’era un rigore netto. Nella ripresa abbiamo trovato maggiore scioltezza. La scelta di mandare in campo Osvaldo è nata anche dalla volontà di cercare con forza il successo. La squadra ha dimostrato di essere solida; ha rischiato pochissimo e ha costruito parecchio. L’importante è che tutti si facciano trovare pronti, perché la stagione è lunga e ci sarà spazio per tutti». f.mo. © RIPRODUZIONE RISERVATA 47’). L’assenza di Kovacic, in tribuna per un colpo al polpaccio rimediato martedì in allenamento (la speranza è di recuperarlo per domenica sera a Palermo), ha tolto geometrie: M’Vila centrale per Medel (squalificato) ha molto faticato; Hernanes, dopo una discreta partenza, si è un po’ spento; Guarin, che ha giocato con la fascia di capitano, ha faticato molto da seconda punta; Kuzmanovic è apparso il più propositivo (ha avuto anche una mezza occasione di testa), ma si è fatto ammonire e questo ne ha frenato l’azione, in un primo tempo molto spezzettato (forte pressing degli ucraini), dove anche il Dnipro non ha regalato emozioni, pronto ad attaccare, ma con giudizio, Napoli, positivi segnali anticrisi DAL NOSTRO INVIATO Napoli Sparta Praga 3 1 Marcatori: Husbauer 14’, Higuain (rig.) 23’ p.t.; Mertens 5’ e 36’ s.t. NAPOLI (4-2-3-1): Rafael 6; Henrique 5,5, Albiol 5,5, Koulibaly 6, Britos 6; Gargano 6, Inler 6; Callejon 6 (David Lopez s.v. 39’ s.t.), Hamsik 6,5 (Zuniga s.v. 37’ s.t.), Mertens 7,5; Higuain 7 (Michu s.v. 25’ s.t.). All.: Benitez 6 nei 90’, che di solito porta anche quella di risultati. L’altro passo, va da sé, sarà risolvere i soliti imbarazzi difensivi. A beneficiarne ieri è stato Husbauer, che al 14’ ha illuso lo Sparta con un gol dal limite sugli sviluppi di un corner generato da sviste varie. Considerate le premesse e la buona disposizione tattica dei cechi, qui si poteva sbracare. Invece gli azzurri in 9’ SPARTA PRAGA (4-1-4-1): Bicik 6; Kaderabek 5, Kovac 5,5, Brabec 5,5, Nhamoinesu 5,5; Marecek 6; Dockal 5 (Konaté s.v. 30’ s.t.), Husbauer 6,5 (Bednar s.v. 33’ s,t,), Matejovsky 6, Krejci 5; Lafata 5 (Schick s.v. 40’ s.t.). All.: Lavicka 5,5 Arbitro: Blom (Olanda) 6 Ammoniti: Nhamoinesu, Mertens, Bednar Recuperi: 0’ più 4’ 3 0 Fiorentina Guingamp L’esultanza Danilo D’Ambrosio festeggiato dai suoi compagni di squadra dopo il gol (Action Images) Il dopopartita Scatenato Il primo gol di Dries Mertens, 27 anni, che ha ribaltato il risultato a favore del Napoli (Liverani) Fiorentina ok con Vargas e Cuadrado preoccupato soprattutto di non andare sotto. L’Inter è migliorata alla distanza, con un significativo cambio di passo da parte di molti giocatori (Campagnaro e D’Ambrosio che hanno cominciato a giocare in scioltezza) e già nella prima parte della ripresa ha costruito due nitide occasioni da gol (la seconda doppia) fra il 5’ e l’11. Sulla prima, Guarin ha colpito di testa, ma invece di schiacciare il pallone lo ha mandato alto; sulla seconda, prima D’Ambrosio (percussione), poi Icardi hanno costretto il portiere Boyko a due super-parate. Il Dnipro ha cercato il vantaggio (tiro di Konoplyanka vicino al palo), provando a sfruttare i maggiori spazi a disposizione, finché Mazzarri ha mandato in campo un secondo attaccante: fuori Kuzmanovic e spazio a Osvaldo, per provare a vincere e dare più sbocchi alla fase offensiva. L’Inter si è trovata anche con l’uomo in più, per l’espulsione di Rotan (doppio giallo, forse eccessivo il secon- Vidic brillante Quinta partita su cinque senza subire gol: Vidic il migliore Riscossa Sparta Praga in vantaggio, poi rigore di Higuain e doppietta di Mertens NAPOLI — Rafa Benitez ha ragione quando dice che non si può pretendere di chiudere il primo tempo 5-0 perché le partite durano 90’, ci vuole calma e gesso, eccetera eccetera. Se però il Napoli evitasse di prendere gol a ogni partita (ormai siamo a 7 subiti in 5 gare) forse la sua vita sarebbe più semplice. Comunque sia, gli azzurri stavolta riemergono bene dallo svantaggio, stendono 3-1 lo Sparta Praga e si prendono con merito i primi tre punti di Europa League. In un San Paolo semivuoto, ma con Aurelio De Laurentiis presente, è un piccolo, importante segnale anticrisi, così come lo sono stati la capacità di reazione dopo lo 0-1, il risveglio di Mertens e Hamsik, brandelli di buon gioco e gli applausi dei pochi convenuti, evidentemente disposti a perdonare l’onta di Champions in presenza di buona volontà. Il prossimo passo, a partire da domenica a Udine, è ovviamente la continuità di rendimento Ritorno al gol Marcatori: Vargas 34’ p.t.; Cuadrado 22’, Bernardeschi 42’ s.t.. do, ma troppi i falli durante il match) e ha capito che era arrivato il momento di osare e ha rotto l’equilibrio con un gol (di punta) di D’Ambrosio (assist di Guarin) sull’errore di Mazuch (26’). E sulla spinta del gol e della superiorità numerica, l’Inter avrebbe anche potuto raddoppiare, ma sia Icardi sia Osvaldo sono stati fermati per fuorigioco su due chiamate dubbie. E alla fine l’Inter ha ottenuto tre punti che, visto anche il pareggio fra gli azeri del Qarabag e il St. Etienne, le altre due squadre del girone F, è già un risultato importante per la classifica e per una squadra che vuole andare avanti in Europa. FIORENTINA (4-3-3): Tatarusanu 6,5; Tomovic 5,5, Savic 6 (Richards 6 12’ s.t.), Basanta 6, Pasqual 6; Kurtic 6,5, Pizarro 7, Borja Valero 5,5 (Badelj 6 1’ s.t.); Cuadrado 7 (Bernardeschi 6,5 26’ s.t.), Gomez 5, Vargas 7. All.: Montella 6,5 GUINGAMP (4-4-2): Samassa 6; Sankoh 5, Kerbrat 6, Angoua 5, Leveque 5; Beauvue 6, Diallo 4, Mathis 5,5, Pied 5 (Giresse 5 17’ s.t.); Marveaux 5 (Yatabaré 5 8’ s.t.), Mandanne 6 (Douniama s.v. 26’ s.t.). All.: Gourvennec 5 Arbitro: Lechner (Austria) 5 Espulsi: Diallo 38’ p.t. Ammoniti: Marveaux, Kurtic, Basanta, Beauvue Recuperi: 2’ più 2’ Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA Il pareggio Poche le occasioni per i granata hanno pareggiato con Higuain su rigore (fallo di mano di Nhamoinesu). Il Pipita ha rimediato così all’errore col Chievo, ma la cosa più bella è stata l’azione da cui è nato tutto, con una combinazione rapidissima HiguainHamsik e la traversa del capitano, finalmente vivo e coinvolto. Insieme a loro è salito di tono Mertens, mentre Callejon al 33’ ha colpito la seconda traversa del tempo con un bel destro al volo. In generale il Napoli pareva in controllo ma ogni volta che, raramente, lo Sparta avanzava, si avvertiva nell’aria uno strano senso di paura, come se la difesa fosse sul punto di combinarne un’altra. Meglio dunque attaccare, che, come si sa, è il miglior modo per difendere. E chi meglio di Higuain sa farlo? Così a inizio ripresa il Pipita sulla destra ha portato Krejci in visita guidata per il San Paolo e ha crossato basso dove Mertens ha colpito da punta pura. Senza più problemi, con lo Sparta stanco, Mertens ha fatto il bis in chiusura con una grande azione personale. Applausi, sorrisi, vittoria. Proprio quello che serviva. Alessandro Pasini © RIPRODUZIONE RISERVATA Gillet torna dalla squalifica e salva il Torino a Bruges Bruges Torino 0 0 BRUGES (4-3-3): Ryan 6; Meunier 6, Duarte 6,5, Mechele 5,5, Bolingoli-Mbombo 6 (De Bock s.v. 35’ s.t.); Fernando 5 (Vormer 5,5 21’ s.t.), Simons 6, F.Silva 5; Gedoz 6,5, Vazquez 6 (Storm 6 21’ s.t.), Izquierdo 5. All.: Preud’homme 5,5 TORINO (3-5-2): Gillet 7; Maksimovic 6, Jansson 6,5, Gaston Silva 5,5; Darmian 6,5, Benassi 5,5 (El Kaddouri 5,5 20’ s.t.), Gazzi 6, Sanchez Mino 6,5 (Nocerino s.v. 39’ s.t.), Molinaro 5,5; Amauri 5, Quagliarella 6 (Martinez 6 14’ s.t.). All.: Ventura 6 Arbitro: Ozkahya (Turchia) 6 Ammoniti: Meunier, El Kaddouri, Molinaro Recuperi: 1’ più 3’ Inizia con un buon pareggio il cammino del Torino in Europa League. Il risultato porta la firma di Jean Francois Gillet: il portiere, al rientro dopo 13 mesi di squalifica per il calcioscommesse, blinda la porta granata con due grandi parate sui colpi di testa prima di Duarte e nel finale di Storm e consente ai granata di conquistare il primo punto nel girone B. «Ho fatto il massimo per tornare ad alto livello — festeggia Gillet —. Molti di noi erano all’esordio in Europa e abbiamo risposto alla grande». Infatti, anche con il profondo turnover proposto da Ventura (inedito il trio difensivo MaksimovicJansson-Gabriel Silva), il Toro si è dimostrato solido e meglio organizzato. L’unico neo la poca pericolosità offensiva: soltanto Sanchez Mino, in diagonale, ha sfiorato il gol in avvio di ripresa. f.bon. © RIPRODUZIONE RISERVATA 66 italia: 51575551575557 Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 Sport 67 italia: 51575551575557 Incidenti La decisione Roma, festa rovinata dai teppisti Il fastidio Uefa su Euro 2020 ROMA — Doveva essere il giorno della celebrazione della città del bel calcio, dopo il 5-1 al Cska Mosca. E invece Roma, per colpa di pochi che usano il calcio per fare la guerra, è di nuovo descritta come la città dei coltelli. I gol di Gervinho, le volate di Iturbe (salterà Roma-Cagliari), il calcio senza età di Totti, le scelte tattiche di Garcia, la difesa che ha già dimenticato Benatia (ma Astori è out un mese per una distrazione al ginocchio destro): erano tantissimi i temi calcistici da approfondire per una squadra che la proprietà americana sta portando a grandi livelli. E invece è ancora la cronaca nera a togliere spazio a quella sportiva. Il bilancio del giorno dopo la prima di Champions League è questo: otto tifosi arrestati, un romanista e sette russi; quattro poliziotti e tredici steward feriti (il più grave con la frattura della mandibola). La Questura si difende dicendo che la tifoseria del Cska, imbottita di Champions 2016, finale a Milano Si torna a San Siro 15 anni dopo ultrà nazionalisti di estrema destra, non è stata in alcun modo accompagnata e «gestita» da forze dell’ordine russe, come invece dovrebbe avvenire negli eventi calcistici internazionali. Ma la polemica è aperta, tanto più ripensando alla notte della finale di Coppa Italia. Per fortuna migliorano le condizioni dei due tifosi, un russo e un polacco, che sono stati trasportati in ospedale mercoledì notte. La Uefa non ha ancora aperto un’inchiesta, in attesa dei rapporti dei delegati presenti allo stadio. Non è escluso, però, che Roma perda l’organizzazione italiana dell’Europeo «itinerante» del 2020. © RIPRODUZIONE RISERVATA Ora è ufficiale: la finale della Champions League del 2016 si giocherà a San Siro per la quarta volta nella storia. Lo ha deciso, ieri a Nyon, il comitato esecutivo dell’Uefa: l’ultima volta era stato nel 2001. In quell’occasione al Meazza aveva vinto il Bayern Monaco. I tedeschi avevano sconfitto, soltanto ai calci di rigore, il Valencia. Sarà fondamentale arrivare preparati all’appuntamento del maggio 2016, che arriverà subito dopo l’Expo del 2015 (1° maggio-31 ottobre) ed è quindi un’occasione da non lasciarsi sfuggire. Così nei prossimi due anni il Comune, assieme a Milan e Inter, investirà altri 20 milioni di euro (altri 20 sono stati già spesi nei due anni precedenti, proprio per ottenere la finale del 2016) per la riqualificazione di San Siro. Un investimento importante per il completamento dei bagni, del settore stampa, degli sky box e la risagomatura del primo anello arancio. Dei quattro precedenti, soltanto in un’occasione a San Siro ha vinto una squadra milanese. Nel 1965 l’Inter aveva conquistato l’allora Coppa dei Campioni (oggi Champions League) vincendo 10 contro il Benfica (27 maggio, rete di Jair al 42’ del primo tempo). Nel 1970 al Meazza aveva vinto il Feyenoord (6 maggio, 2-1 al Celtic Glasgow dopo i tempi supplementari) e nel 2001 il Bayern Monaco sul Valencia (23 maggio). La finale di Europa League del 2016, invece, si disputerà a Basilea, in Svizzera. A Trondheim, in Norvegia, si giocherà la Supercoppa Europea. F1 Il ferrarista sospeso tra tentazioni e nuovo contratto Fotofinish Alonso anti mercato «Le voci sul mio conto create per avvelenare» Serie B Oggi Spezia-Entella e Carpi-Trapani Anticipi 4ª giornata: CarpiTrapani (ore 19, Premium Calcio e Sky Calcio 3) e il derby Spezia-Entella (ore 21, Premium Calcio e Sky Sport 1). Classifica: Perugia 9 p.; Ternana e Trapani 7; Carpi, Lanciano, Livorno e Latina 5; Cittadella, Bologna, Bari, Frosinone, Spezia, Avellino e Modena 4; Varese (-1), Pro Vercelli e Brescia 3; Pescara 2; Catania, Vicenza, Crotone ed Entella 1. «So che Marchionne mi è vicino» DAL NOSTRO INVIATO SINGAPORE — Fra Maranello e i grattacieli di Marina Bay ci sono più di 10 mila chilometri e 23 anni di storia. A una settimana dall’addio di Luca di Montezemolo, che comunque resterà in carica fino a metà ottobre, la Ferrari dell’era Marchionne sembra una di quelle vecchie navi che navigano cariche di ricordi ed emozioni verso nuovi porti. La stagione dei saluti, dei divorzi, delle batoste in pista ha lasciato il segno: prima Stefano Domenicali, poi il capo dei motori Luca Marmorini, infine il presidente, l’uomo che ha rimesso in marcia il Cavallino. Qualcuno scommette che non finirà qui: Fernando Alonso, stanco delle delusioni e confuso dalle troppe incognite, sarebbe il prossimo a preparare i bagagli. Lo spagnolo a lungo corteggiato dalla Honda che tornerà l’anno prossimo in coppia con la McLaren, è stato accostato recentemente alla Red Bull in un fantascambio che porterebbe Sebastian Vettel sul suo sedile. Solo chiacchiere, smentisce lo spagnolo. Stizzito e nervoso se la prende con le «voci inventate che danneggiano la squadra e l’immagine della Ferrari. Sono più di tredici mesi che dichiaro le mie intenzioni». E cioè, chiudere la carriera in rosso. Non ci sta a passare per un mercenario della F1, ma soprattutto vuole essere padrone del suo destino. È convinto di essere il più forte in giro, ha chiesto un robusto ritocco all’ingaggio per prolungare oltre il Così a Singapore I numeri del Gp Lunghezza circuito: 5.073 m Record in prova: Vettel (Ger) Red Bull, 1’42’’841 (2013) Record in gara: Vettel (Ger) Red Bull, 1’48’’574 (2013) Record distanza: Vettel (Ger) Red Bull, 1.59’13’’132 (2013) Il programma Così oggi ore 12-13.30: prove libere 1 ore 15.30-17: prove libere 2 Tv: SkySportF1, RaiSport1 Così domani ore 12-13: prove libere 3 Tv: SkySportF1, RaiSport1 ore 15: qualifiche Tv: Raidue, SkySportF1 Così domenica ore 14: Gp di Singapore Tv: Raiuno, SkySportF1 2016, ma soprattutto vuole garanzie per tornare a vincere. Eppure quella firma che fino a poche settimane prima del terremoto al vertice sembrava una formalità, manca ancora. Con buona probabilità le trattative si sbloccheranno con la successione alla presidenza, dicono che Marchionne stimi parecchio Alonso. I due si sono incontrati a Maranello nei giorni più caldi, hanno parlato. Fernando ripercorre cinque mesi intensi pieni di cambiamenti e saluta Montezemolo, «un grande leader che ha fatto vivere periodi felici alla Ferrari». Ma dimostra subito di avere una certa confidenza con il grande capo di Fiat-Chrysler e futuro presidente della Ferrari. Lo chiama per nome come fanno solo certi suoi stretti collaboratori negli Usa: «Con Sergio ho costruito un ottimo rapporto in questi anni: quando è venuto alle gare a Maradona «Io senza droga? Di un altro pianeta» Notturno Monza, a Austin e qualche volta in Canada ha sempre mostrato tutto il suo appoggio e impegno verso di noi. A Maranello mi ha detto le stesse cose, che è pronto per la sfida». Sfida già partita: affermati specialisti, guidati da Franco Russo, presidente onorario dell’Aims, 18 Olimpiadi all’attivo, fra estive e invernali, da sempre sostenitore di quella «sfida della qualità» indispensabile a garantire salute negli atleti, e nei pazienti, integrità e prestazioni. I lavori cominciano alle 8.45 con le introduzioni di Franco Russo, Leandro Palomba, presidente dell’Aims, e Maurizio Casasco, presidente della Federazione Medico Sportiva Italiana e un saluto di Antonio Spataro, direttore dell’Istituto Scienze e Medicina dello Sport di Roma. Marchionne, pur in perenne movimento fra Torino e Detroit, segue ogni giorno gli sviluppi del lavoro della Scuderia. È Marco Mattiacci a informarlo attraverso una serie di report quotidiani. Al team principal romano spettano poi altri compiti più «politici»: sedersi ai tavoli che contano e allearsi con gli altri «perdenti», la Red Bull per esempio, per provare a cambiare quei regolamenti che bloccano lo sviluppo delle power unit a stagione in corso. Sapendo di poter contare sulla forza del settimo gruppo automobilistico mondiale che il 13 ottobre sbarcherà a Wall Street. Una partita che si decide ben oltre la pista illuminata a giorno nell’umida notte di Singapore. Un match decisivo per il futuro Ferrari ma non solo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Daniele Sparisci Fernando Alonso cammina per i paddock del circuito di Singapore (Reuters) La salute degli atleti Prevenzione nello sport tra integrità e riabilitazione © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — L’attività dei grandi campioni dello sport è sempre più legata alla difesa della loro integrità fisica e, quando serve, dopo un infortunio, alla riconquista della funzionalità. Metodi e sistemi riabilitativi dello sport vengono poi utilizzati anche nella cura delle patologie di origine non sportiva, e dunque a tutti. Ecco perché ha grande rilevanza il convegno che domani si svolge al centro di Preparazione Olimpica dell’Acqua Acetosa a Roma a cura dell’Aims, l’Associazione Italiana Massaggiatori Sportivi. Il tema è significativo «Sport e prevenzione» ed è prevista la partecipazione di alcuni fra i più © RIPRODUZIONE RISERVATA «Sai che giocatore sarei stato se non mi fossi drogato? Un giocatore di un altro pianeta», ha confessato Diego Armando Maradona. «Sapevo che con la mia tecnica me li sarei mangiati, quando la palla era tra i miei piedi, gli altri potevano solo agitarsi. Ho 53 anni, ma in realtà è come se ne avessi 78 perché la mia vita non è stata normale. Al Mondiale? Ho sperato nell’Argentina». Tennis Coppa Davis, l’Italia sfiderà il Kazakistan Nel primo turno del gruppo mondiale della Coppa Davis, in programma dal 6 all’8 marzo 2015, l’Italia affronterà il Kazakistan. Sorteggio benevolo a Dubai: evitate avversarie più temibili come Repubblica Ceca, Svizzera, Serbia e Australia. Ma il c.t. Barazzutti invita alla prudenza: «In casa è una buona squadra. Sarà una trasferta dura: giocheremo sul veloce indoor». Ciclismo Il c.t. Cassani in Spagna (28 settembre) con Nibali, Aru e Visconti leader Caso Schwazer Un giallo la presenza della Kostner oggi in Procura Pozzato bocciato, Italia tutta coraggio Carolina rischia nuovi guai (p.tom.) Non ci resta che la sana incoscienza per lasciare un segno al Mondiale di ciclismo, a Ponferrada il 28 settembre. Non è molto, ma è comunque qualcosa: la prima Italia del c.t. Davide Cassani non ha un corridore, per forma atletica e caratteristiche, che può fare davvero la differenza sul tracciato spagnolo. Allora l’idea è quella di puntare tutto sulla squadra, dandole un’identità ben precisa, un piano semplice, senza ambiguità: si gioca all’attacco con tanti passisti scalatori, o la va o la spacca, su un circuito con ben 4 mila metri di dislivello ma allo stesso tempo veloce, che sembra perfetto per Una certezza c’è: Carolina Kostner (foto) sarà deferita al Tna sia per complicità sia per aver omesso di denunciare (punti 2.8 e 3.3 del Codice Wada) l’ex fidanzato Alex Schwazer, oro di Pechino nei 50 km di marcia già squalificato 3 anni e mezzo per doping. Contano i verbali, le dichiarazioni rese il 9 ottobre 2013 alla magistratura ordinaria di Bolzano, anche se al Coni sono in possesso di nuovi documenti. E questo al netto della convocazione di stamani della Procura Antidoping presso il Coni, ecco l’incertezza. Perché non è dato sapere se oggi la Kostner darà buca pur di non interrompere le Record dell’ora in Svizzera Primato Jens Voigt a 43 anni ha stabilito il nuovo record dell’ora. Il corridore tedesco ha percorso 51,115 km (Ap) finisseur come Valverde, Gerrans o velocisti resistenti come Degenkolb e Kristoff. Dopo la Tre Valli Varesine di ieri Cassani ha bocciato Pozzato, terzo dietro allo svizzero Albasini e Colbrelli, che al Mondiale ci andrà: assieme ad Aru, Bennati, Damiano Caruso, Giampaolo Caruso, De Marchi, Formolo, Nibali, Quinziato, Visconti e Zardini. Una squadra giovane, con Nibali non al 100 %, Visconti e Colbrelli soluzioni veloci. Un gruppo che farà sua la lezione del grande Alfredo Martini: rendere «la corsa dura», muoversi da Squadra e arrivare al traguardo senza troppi rimpianti. © RIPRODUZIONE RISERVATA prove generali di «Opera on Ice», lo show nell’Arena di Verona tra domani e domenica. Ieri sera la pattinatrice aveva deciso di non presentarsi oggi alle 13: la mattina ha pure inviato una richiesta formale di rinvio ottenendo però solo un anticipo alle 10.30. E un chiaro avvertimento. «Qualora l’interessata non dovesse presentarsi verrà redatto verbale di audizione negativa — la nota dell’Upa (Ufficio della Procura Antidoping) —. In tal caso si procederà a riconvocare la stessa per una seconda ed ultima audizione». Non rispondere alla convocazione «urgente» del Procuratore Maiello significherebbe ratificare anche il «mancato atteggiamento collaborativo» da parte della Kostner. Guai su guai. a.arz. © RIPRODUZIONE RISERVATA 68 italia: 51575551575557 Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 Dopo una lunga vita dedicata interamente e con grandi sacrifici alla famiglia ed al lavoro, è mancato Non è più Francesco Carraro Lo annuncia la moglie Chiara con le adorate nipoti Nina e Barbara e Renata Alessandri.- I funerali si terranno presso la chiesa parrocchiale di Campodarsego venerdì 19 settembre alle ore 15.30 con partenza dalla casa di famiglia in via Caltana. - Campodarsego, 19 settembre 2014. Gianni, Roberto, Maria, Alessandro, Claudio, Andrea, Cristiana, Danilo e tutto lo staff della Direzione Comunicazione di BMW Italia sono vicini a Patrizia in questo momento di grande dolore per la scomparsa della sua mamma Francesco Bordiga circondato dallaffetto della sua Cesarina, da Elisabetta, Carlo, Pietro ed Elena, e dei famigliari ed amici numerosi, che gli hanno voluto bene e che lo ricordano tutti con grande affetto.- I funerali si terranno venerdì 19 settembre alle ore 14.45 a Milano, presso la parrocchia di Santa Maria di Lourdes in via Lomazzo. - Milano, 17 settembre 2014. Clara, Bianca, Mario con Elsa, Antonio con Luciana piangono per la scomparsa del fratello Francesco Loredana Bossi - Milano, 18 settembre 2014. LAssociazione Vittime della 180 piange la tragica scomparsa della cara Giulia Meregalli Partecipano al lutto: Rosanna Giovanardi Partengo. Marcello Giovanardi e la sua famiglia. Mariolina ed Angelo Lasia. che torna per sempre a Campodarsego, il luogo della famiglia.- Un abbraccio a Chiara per lamore che gli ha dato. - Campodarsego, 19 settembre 2014. e, insieme a lei, ricorda i venti psicotici, vittime, in questa tragica estate, della indifferenza e della insipienza umana. - Milano, 18 settembre 2014. Pietro ed Elena abbracciano forte la nonna Cesi nel ricordo del I nipoti Giovanni, Marcello, Enrico con Silvia, Liliana con Giorgio, Silvia con Roberto, Tomaso con Orietta, Massimiliano con Monica, Davide, Barbara con Nicola, Valentina, si stringono a Chiara per la scomparsa di Luisa e Pepe Scotti con Stefania e Roberta sono vicini a Franca e ai figli nel rimpianto di nonno Cecco Giorgio Griziotti che ha lasciato loro, fino allultimo, un grande insegnamento di vita e di valori autentici, dei quali è stato esempio. - Milano, 17 settembre 2014. zio Francesco - Campodarsego, 19 settembre 2014. - Milano, 18 settembre 2014. Michele Malusà con Francesca, Luca e Ricky ricorda sempre con gratitudine, per quanto fatto e dato nel corso degli anni, la cara e amata I nipoti Alberto, Renzo, Fulvio, Luigi, Graziella con famiglie sono vicini alla zia Cesarina e a Elisabetta per la scomparsa del caro Enrico Carraro Presidente del Consiglio di Amministrazione con Alexander Bossard Amministratore Delegato, lintero Consiglio di Amministrazione, il Collegio Sindacale, i dirigenti e tutte le persone del Gruppo Carraro, saluta Daniela Pallotta Malusà zio Francesco In sua memoria, in occasione del secondo anniversario dalla sua scomparsa, verranno celebrate due messe: il 21 settembre alle ore 18.30 a Milano nella chiesa di SantAlessandro, piazza SantAlessandro; il 27 settembre alle ore 9 a Carloforte nella chiesa della Madonna dello Schiavo, via XX Settembre. - Milano, 19 settembre 2014. - Montirone, 18 settembre 2014. Francesco Carraro Vittorio e Linda partecipano affettuosamente al dolore di Elisabetta e Carlo e della famiglia tutta per la perdita del signor consigliere di amministrazione da sempre a fianco della nostra azienda. - Campodarsego, 19 settembre 2014. Francesco Bordiga - Genova, 18 settembre 2014. I Dirigenti del Gruppo Carraro sono vicini alla signora Chiara e alla famiglia Carraro per la scomparsa di I colleghi e i collaboratori dello Studio Legale Giovanardi - Fattori si uniscono al cordoglio della famiglia per la scomparsa di Francesco "Con lieve cuore, con lievi mani la vita prendere, la vita lasciare". Edoardo Maria Maggi Francesco Bordiga - Campodarsego, 19 settembre 2014. ingegnere e partecipano con affetto al dolore di Carlo e della moglie Elisabetta. - Milano, 18 settembre 2014. Giangaleazzo e Osanna si stringono con affetto a Chiara per la scomparsa dellamico Francesco Carraro ci ha lasciato, lieve.- Irmgard "Bube" e Anna Maria lo ricordano nel trigesimo a quanti lo hanno conosciuto e apprezzato. - Milano, 19 settembre 2014. LUnione Femminile Nazionale è vicina alla sua consigliera Elisabetta per la perdita del suo caro papà - Milano, 18 settembre 2014. Mariolina e Bianca abbracciano con grande affetto Chiara e partecipano commosse al dolore della famiglia per la scomparsa di 19 settembre 1947 - 19 settembre 2014 Francesco Bordiga Marcello Lang - Milano, 18 settembre 2014. Francesco Sei sempre con me.- Puppy. - Milano, 19 settembre 2014. Giovanna e Hossam con gli amatissimi nipotini sono vicini alla zia Ray ricordando con affetto il caro zio - Milano, 18 settembre 2014. Massimo Di Carlo e Gabriella Belli si stringono con affetto a Chiara nel dolore per la scomparsa dellindimenticabile Commendatore 1968 - 2014 Dott. Giorgio Targa Francesco Carraro Lina Pasquino Ravazzoli Il Signore lo accolga nella sua luce e nella sua gioia.- I funerali si terranno presso la parrocchia SS. Patroni dItalia, via Arzaga, sabato 20 settembre ore 11. - Milano, 18 settembre 2014. amante della cultura, delle cose belle e raffinato collezionista darte. - Verona, 19 settembre 2014. I famigliari ti ricordano con affetto e rimpianto immutati. - Casteggio, 19 settembre 2014. Stefano e Bruna Fortunato rivolgono il loro pensiero commosso al ricordo del Sono vicino a Chiara in questo momento di dolore per la scomparsa del vecchio caro amico 69 italia: 51575551575557 RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano dottore Giorgio Targa SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE di cui rammentano le grandi doti umane e spirituali. - Gorgonzola, 18 settembre 2014. Il Presidente, il Direttore e i collaboratori tutti della Fondazione Musei Civici di Venezia sono vicini con particolare affetto a Chiara nel triste momento della perdita del marito Maria e Giorgio Silva, nel ricordo di una luminosa giornata a vela sul lago di Garda con Giorgio Francesco Carraro e Leonardo, sono vicini al dolore di Raimonda con affetto. - Varese, 18 settembre 2014. fine cultore delle arti e straordinario ispiratore e promotore della vita culturale veneziana degli ultimi decenni. - Venezia, 18 settembre 2014. ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: [email protected] Ruggiero Cafari Panico e Luca Caretta con affetto ricordano lamico Gianfelice Rocca, Ivan Colombo, Luciano Ravera, Paola Boromei, Patrizia Meroni esprimono al Professor Alberto Mantovani e ai suoi familiari le più sentite condoglianze per la perdita della cara sorella Giorgio Targa - Milano, 18 settembre 2014. SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ Luigi Biscozzi e Carlo Garavaglia partecipano al lutto di Raimonda per la perdita del Giovanna Mantovani dott. Giorgio Targa - Rozzano, 18 settembre 2014. TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: caro amico di tanti anni.- Un forte abbraccio. - Milano, 18 settembre 2014. Il Consiglio di Amministrazione di Humanitas University è vicino al Professor Alberto Mantovani per la perdita della cara sorella Corriere della Sera Raffaele Caldarone, Roberto Lazzarone e Massimo Giaconia partecipano commossi al dolore della famiglia per la perdita di Giovanna Mantovani - Rozzano, 18 settembre 2014. PER PAROLA: Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 540,00 Giorgio Targa Partecipano al lutto: Piero Melodia. Giorgio Ferrari. Marco Montorsi. Gazzetta dello Sport con cui hanno condiviso molti anni della loro attività professionale e lo ricorderanno sempre con grande affetto. - Milano, 18 settembre 2014. Arrivederci Cristina e Roberto con infinito affetto ricordano lamica di sempre Roberta Cavalleri - Milano, 18 settembre 2014. Luisa, Andrea, Paola e Anna sono vicini a Gianpiero, Simone e Lele nel tuo ricordo. - Legnano, 18 settembre 2014. I condomini tutti e lAmministratore del condominio di via Compagnoni 34 Milano partecipano al dolore della famiglia per la scomparsa della Giuseppe, Giuseppina e Giovanni addolorati si stringono ad Anna in un affettuoso abbraccio nel ricordo del caro Wanda Giudice sig.ra Wanda Giudice Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito fondazionecorriere.it Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 - e-mail: [email protected] Giovanni Telecco - Milano, 18 settembre 2014. PER PAROLA: Design A+G Francesco Albert Totah. - Milano, 18 settembre 2014. - Milano, 19 settembre 2014. Il Tempo Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile 58 , 5 5 > ,*>* 4,> ,*8! 5! ,*>5 5 9 ,*,! 4>! ,*9 4>5 ,*9* 5 9 ,*,5 5 5 ,*,* 5 4 ,*,* -&2( -".2 (.2 &:" "$&( (-"&( ($(& &(6 "-&: &(& -5" 77)=%+) '' +3) $ +""% <22 2""%:)7 7(-+2'% -+33%%'% ):%2"% ':)"+ ' +37 3:% 377+2% 377)72%+)'%. +33%%'% 72+( (2%). ""% 7(-+2'% %3+'7% )$ ' +2+<37 +()% 3:' 2%:'% )=% %:'% (%'% +("). (-+ -%; 3+'""%7+ 3:' 237+ '' 2"%+)% )$ 3 /:'$ ): -+72 2 ':+"+ +3%+)'% -%+"" +'%. :)& ):+<% 7(-+2'% 3:'' 2$ (27& +27 -""%+2()7+ 3:'' 2"). ,+5"$ %*(..( -" *($" 2&:-( $"-" +37 +2%)+ )+< +'+") +( (-+33+ . 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Al centro della narrazione la parabola del campione, dalle umili origini degli esordi al successo mondiale seguiti dal declino e dalla lenta, successiva, risalita. Tra i servizi, un reportage a Erbil. Nei campi profughi improvvisati, la vita ai tempi dell’Isis, mentre si intensifica l’offensiva dei raid americani per stroncare la nuova minaccia terroristica. Le voci dei cristiani d’Iraq, uomini e donne, di chi ha dovuto abbandonare tutto ed è riuscito a scampare alla violenza dei miliziani (foto) che chiedono a tutte le minoranze etniche e religiose la conversione all’Islam o il pagamento della jeziah, la nuova tassa del Califfato. Ma chi sono i seguaci del Califfo nel cuore dell’Europa? Maradona di Kusturica Rai5, ore 21.15 TV7 Rai1, ore 23.45 ,>Ó À>°Ì ,>Î À>°Ì ,iÌi{ >>ix Ì>>£ >Ç /Û À>°Ì i`>ÃiÌ°ÌÉÀiÌi{ i`>ÃiÌ°ÌÉV>>ix i`>ÃiÌ°ÌÉÌ>>£ >Ç°Ì ÌÛ°Ì È°{x 1 "// ° ÌÌÕ>ÌD° i «À}À>>\ /ii}À>iÆ /} £ Ç°ää] n°ää] n°Îä] °ää®Æ /} £ >à ® £ä°xä , *9,° ÌÌÕ>ÌD ££°£ä " / //° ÌÌÕ>ÌD £Ó°ää *,"6 1" "° 6>ÀiÌD £Î°Îä /", ° £{°ää / £ " "° ÌÌÕ>ÌD £{°äx " "*" /° 6>ÀiÌD £{°{ä /",/" " ," ¶ 6,//" ° ÌÌÕ>ÌD £È°ää 6/ ,//° ÌÌÕ>ÌD £È°Îä / £° £n°xä ½,/° +Õâ Óä°ää /", ° Óä°Îä , /1"° 6>ÀiÌD° `ÕVi >Û Ã> -, Ó£°£x / +1 -"7° 6>ÀiÌD° `ÕVi >À Ì° i «À}À>>\ /}£ Èä ÃiV` Óΰ{x /6Ç° ÌÌÕ>ÌD ä°xä /£ "//° £°Óä /*" ° £°Óx /"," ° ÌÌÕ>ÌD °Óx *-" *,"° /iiv /" Ó° £ä°£ä /Ó - -//° ÌÌÕ>ÌD ££°ää // 6"-/,° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / Ó ", "° £Î°Îä /Ó / *,° ÌÌÕ>ÌD £Î°xä / Ó -] 6,° ÌÌÕ>ÌD £{°ää //" //"° ÌÌÕ>ÌD £È°£x -/° /iiv £Ç°ää -1*,8 /6° 6>ÀiÌD £Ç°{x , *, /"° £Ç°xx / Ó - °°-° /" Ó° £n°ää , *9,° ÌÌÕ>ÌD £n°äx , / -*",/° £n°Óä / Ó° £n°xä ° °°-° " -° /iiv £°{ä ° °°-° /iiv Óä°Îä / Ó Óä°Îä° £ä°ää 6,-" // /,,",° -ÌÀV] ,i} 1Ì] £xn®° ,i}> ` ,>« / >ð À }>À`i £Ó°ää / ΰ £Ó°Óx - ", 7-/ ° /iiv £Î°£ä /*" -/",° ÌÌÕ>ÌD £{°ää / ," ° £{°Óä / ΰ £{°xä /, *<< ,° ÌÌÕ>ÌD £x°ää , *9,° ÌÌÕ>ÌD £x°äx /,, "-/, Ó° /iiv £x°xä / /° i`>] 1-] Óäää®° ,i}> ` -Ìi« i Ài>Àð ÕÃ>V £Ç°{ä " < Óä£{° VÕiÌ>À £°ää / ΰ £°Îä / ," ° °{ä , ,° /iiv £ä°{x , // ½/ ° ÌÌÕ>ÌD ££°Îä / { /", ° £Ó°ää / /6 ",-° /iiv £Î°ää - ", "° /iiv £{°ää " -*",/" ",1° ÌÌÕ>ÌD £x°Îä , " /6 -* ° 6>ÀiÌD £x°xx " ,° À>>ÌV] À>V>ÉÌ>>] £Èä®° ,i}> ` 6ÌÌÀ i -V>° -« > Ài] iÀ> ÀÜ £n°xä /*, / {° £n°xx / { /", ° i «À}À>>\ iÌi°Ì £°Îx /*-/ ½",° ->« "«iÀ> n°{x // " +1° ÌÌÕ>ÌD ££°ää ",1° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / x° i «À}À>>\ iÌi°Ì £Î°{ä 1/1° ->« "«iÀ> £{°£x /"6/, ° ->« "«iÀ> £{°{x 1" " ° /> Ã Ü £È°£x -,/"° /iiÛi> £Ç°ää *"," +1° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi >ÀL>À> ½1Àð i «À}À>>\ /}x ÕÌ £n°{x 6 / 1 /,"t +Õâ° `ÕVi iÀÀÞ -VÌÌ° i «À}À>>\ /} x ÌV«>âi £°xx / x *, * ° ÌÌÕ>ÌD Óä°ää / x° n°Óx / "-,° /iiv £ä°Óx *,-" " /,-/° /iiv £Ó°Óx -/1" *,/"° i «À}À>>\ iÌi°Ì £Î°äx -*",/ -/° £{°äx -*-" ° >ÀÌ £{°Îx 1/1,° >ÀÌ £{°xx Ó ," ,-° -iÀi £x°{x /",9 ° -iÀi £È°Îx 1 ° /iiv° <>V >ÀÞ iÛ] 9Ûi -ÌÀ> ÛÃ] `> >`Ü £n°£x "6 1-° -iÀi -/1" *,/" / *<" ° £n°Îä -/1" *,/"° i «À}À>>\ iÌi°Ì £°Óä °-°° 7 9",° /iiv° >ÀÞ -Ãi] >Ài Û>ââ °{x " ,° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi /â>> *>i> ££°ää ½, /,° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÞÀÌ> iÀ £Î°Îä / Ç° £{°ää / Ç ," ° ÌÌÕ>ÌD £{°{ä -/, - , - "° /iiv° >À >`i] V >i Õ}>à £Ç°{ä "--," ",,° /iiv° *iÀÀi `Þ] ÀÕ >`iÀ] Ìi> Õ>` £°{ä "6 +1, /° /> à ܰ `ÕVi Û> Àà Óä°ää / Ç° Óä°Îä ° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀV iÌ>> £È°xä £È /° 6>ÀiÌD £Ç°xä / " Ó° 6>ÀiÌD £n°xä / , ,- *-"° 6>ÀiÌD £°xä /½- 1* "** " /," /*"° 6>ÀiÌD Óä°£x £È /° 6>ÀiÌD Ó£°£ä * <" "° i`>] iÀ>>É1-] Óää{®° ,i}> ` ,>Üà >Àà > / ÕÀLiÀ° i -ÌiÀ Óΰää , 1"1- --\ 6, , "/-° 6>ÀiÌD Ó£°ää " \®° -iÀi° ,j> ÃÃj] >À À>Ûi] Õi j>À` Ó£°£ä , -° /iiv ÓÓ°{x 1 , / " Ó° /iiv° À`] i 6}i] ,>V ii iviÛÀi Óä°ää "° ÌÌÕ>ÌD Óä°£ä " ,/° /iiv Óä°Îx 1 *"-/" -"° ->« Ó£°äx / 79 ° À>>ÌV] 1-] Óä£Ó®° ,i}> ` *iÌiÀ 7iÀ° À>}à ÕVÕÀ Óä°Îä -,/"° /iiÛi>° i}> À>V> Ì>iÀ] iÝ >`i> Ó£°£x +1,/" ,"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi >Õ} Õââ ä°Óä -- ,/ {° ÌÌÕ>ÌD Óä°{ä **,-- -*, /° 6>ÀiÌD° `ÕVi À}> *>>Ã] 6ÌÌÀ ÀÕÌÌ Ó£°£ä *, *° /iiv° Ãi À>`] iÝ â>iÃ] L> LÕ Ó£°£ä / -/ -*° -iÀi° ÀV >i] , > ÌÀ>] `> >`Ü Óΰäx ° 6>ÀiÌD ä°xä -*",/ -/° £°£x -/1" *,/" ", /° £°Îä /"* " ° +Õâ° `ÕVi ÀV *>« Ó£°£ä **° À>>ÌV] 1-] £Î®° ,i}> ` >Ì > ii° / >Ã] iâi 7>à }Ì ÓΰÓx ,9½- /"9° /iiv° *>ÌÀV i«ÃiÞ] >Ì iÀi i} Ó°£x -"//"6" ° ÌÌÕ>ÌD Ó°Îä ,7 6-" *,6/° VÕiÌ Î°ää -* -"* ", ° VÕiÌ>À ÓΰÎx / Ó° i «À}À>>\ /} Ó *ÕÌ ` ÛÃÌ> Óΰxä , -*",/° i`>] Ì>>] Ó䣣®° ÓΰÓx / ," ° ÓΰÎä / Î "// -//° ä°äx - -" " ½, , "° ÌÌÕ>ÌD° ä°Óx -"7,-° À>>ÌV] À>V>É1-] £x®° ,i}> ` *>Õ 6iÀ iÛi° â>LiÌ iÀiÞ Î°äx 6111 / / ° i`>] Ì>>] £nÓ®° ,i}> ` >À 6>â> ä°Óä / Ç / -° ä°xä "6 +1, /° /> à ܰ £°£ä ° ÌÌÕ>ÌD ,>x ,> -ÌÀ> ä°£x < *" - 1° ,ÕLÀV> ëÀÌÛ> ä°{ä /x "//° i «À}À>>\ ,>ÃÃi}> ÃÌ>«> ii>Þ /6 £n°ää /9° /iiv £n°xx 9 /° £°ää -7/ / ,/ Ó° /iiv Óä°ää / "7° ÕÃV>i Óä°Îä ", *-1° ÕÃV>i Óä°{x 1", ,"° 6>ÀiÌD Ó£°£x ,"" ° 6>ÀiÌD Ó£°Îä *- -/ Ó° VÕ,i>ÌÞ ÓÓ°ää " " "° VÕiÌ>À Óΰää ,/9 -89 " 9° /iiv Ó{°ää /9° /iiv 2 -/$/ ?$! $/!2 "*1/ Film e programmi Farrell evade dal gulag siberiano Conti ospita Nazzaro e Insegno ,>{ 1940. Il soldato Janusz viene condannato per spionaggio ai lavori forzati in Siberia. Lì organizza un piano per evadere insieme al criminale Valka (Colin Farrell, foto) e ad altri prigionieri. The way back Rai3, ore 21.05 Tra i vip trasformati in star della musica dal varietà condotto da Carlo Conti (foto), Pino Insegno (Louis Armstrong), Gianni Nazzaro (Charles Aznavour), Luca Barbareschi (Julio Iglesias). Tale e quale show Rai1, ore 21.15 Nuzzi e Viero ripartono da Yara Le bombe tedesche incendiano Londra Dagli ultimi aggiornamenti sul giallo di Brembate e sul delitto di Garlasco parte la nuova puntata del programma condotto da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero. Quarto grado Rete4, ore 21.15 Il documentario racconta la notte del 29 dicembre 1940, quando i tedeschi misero a ferro e fuoco la capitale britannica sganciando 11.520 bombe incendiarie. Il blitz aereo su Londra Rai Storia, ore 21.30 À>°Ì À>°Ì £{°ää -/,/ / /-° -iÀi £{°{x " /", 7"° -iÀi £x°Îx " /, ° -iÀi £È°Óä 6/ -,/ 1 / , , ° -iÀi £Ç°äx " " , ° -iÀi £Ç°xä , 7- ", "° £Ç°xx ," ""° -iÀi £n°{ä / "-/ 7",° -iÀi £°Óx , *9,° ÌÌÕ>ÌD £°Îx " /", 7"° -iÀi Óä°Óx -/,/ / /-° -iÀi Ó£°£ä - / ° ÀÀÀ®° ,i}> ` ÀÃÌ« i >ð Óΰ£x 7" , ° ÌÌÕ>ÌD ÓΰÎx / ",° ÀÀÀ®° ,i}> ` 9>V > >] i> ,V iÀ° £°äx **1 / /" ° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£x ," 9 1-/1, ° VÕiÌ>À®° ,i}> ` À ÕÃÌÕÀV>° ÓÓ°xx - ,"1 - ,"1 ° ÀÌiÌÀ>}} Óΰäx 6 //, -"7° /> Ã Ü Óä°Óx ", " -/",° VÕiÌ Óä°{x /*" -/",° VÕiÌ Ó£°Îä /< ," -1 " ,° VÕiÌ ÓÓ°Îä /*, ," 6° VÕiÌ ÓÓ°Îx ," 6° VÕiÌ ,> ,> *ÀiÕÀ>°Ì Ûi £n°Óx /"*<"° /iiÛi> £°£ä , *9,° ÌÌÕ>ÌD £°Óä /,, "-/,° /iiÛi> Óä°£x 1 " ° -iÀi Ó£°£x -*<</° ÃiÀi Óΰää ," /" -/° 6>ÀiÌD À>°Ì À>°Ì £Ç°Óx , *9,° ÌÌÕ>ÌD £Ç°Îx / "1° £°{ä ½"," " "° Ó£°Óä *,-" - 1 , ° Óΰää / 6" *, -,° ,> Õ« À>°Ì ,i> /i Ài>ÌiÌÛ°Ì >Ãà /Û >Ý >Ç` `>Ý°Ì V>ÃÃ°Ì >Ç°Ì £n°Óä 1* , Óä£ÎÉÓä£{° ÌÌÕ>ÌD £n°{x /1//" ,/"° /iiv £°Îx 6"//° /iiv Óä°Óx 6 /","1-° /iiv Ó£°£x 7 8 1° >ÀÌ Ó£°{ä ,<< -1 --"° >ÀÌ ÓÓ°äx 1 1 * ° >ÀÌ Óä°£ä -/ " 19° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä " /\ " ", "° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°£ä "/ 1"° ÌÌÕ>ÌD ä°äx // -/,"-° ÌÌÕ>ÌD £{°ää -/,//" *"<° -iÀi £È°ää / ", "° ÌÌÕ>ÌD £È°Îä / -*",/° ÌÌÕ>ÌD £Ç°ää *,"/"° ÌÌÕ>ÌD £Ç°xä " " ° -iÀi £°{ä 7E",,° /iiv Óä°{ä -," ° -iÀi ÓÓ°{ä " - "° ÌÌÕ>ÌD £°ää /", /-",° ÌÌÕ>ÌD £°Îä " ,° VÕiÌ>À Óä°Óä " *1 ° VÕiÌ>À Ó£°£ä -7",-\ *- /" , *iÃV> ÓÓ°ää ,6, " -/,*iÃV> £n°xx / Ç° £°ää 1" ° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä , /, ° ÓÓ°xä / ,° "< -"7° 6>ÀiÌD Óΰxä " 1 ½//, ° £°{x "6 -° ÌÌÕ>ÌD ,> 99 Àà i >x /Û Óäää À>°Ì £°äx - ½",-"° >ÀÌ £°Îä -" *, *-- 9,£ - 9 -"* / ,-/ 9, £ *-° >ÀÌ £°xä ,/" " < " ","° >ÀÌ Óä°£ä *** *° >ÀÌ Àði`>ÃiÌ°Ì £x°£ä 1 ," *, 66, 1 *, ",,° £Ç°Óx 1, 9,° £°£Î <<,° /iiv Óä°äÈ <<,° /iiv Ó£°ää */,"/° ÓΰxÈ ½1/" "// /" 7" *° ViÌÛ°Ì i`>ÃiÌ°Ì £°{x , 1" /8-° VÕiÌ>À Óä°£x , ° 6>ÀiÌD Óä°{x , ° 6>ÀiÌD Ó£°£ä -/, -* ° 6>ÀiÌD Óΰ£x , 1"° 6>ÀiÌD £°Óx "--* ,° /iiv Óä°£x ,"9 * -° /iiv Ó£°££ -9 9 7/ 6 "° i «À}À>>\ /} Æ iÌi°Ì ÓΰÓx 1" " ° /> Ã Ü ÌÛÓäää°Ì £n°Îä / Óäää° £°ää ½-*//", ,, ° -iÀi £°xx -/", "1,-° ÌÌÕ>ÌD Óä°ää ,"-," "1,- ,/° ,i}i Óä°Îä / /° Ó£°ää - "6 "/"° 21 settembre Premio Federico Tesio 28 settembre Premio Vittorio di Capua 12 ottobre Gran Criterium 19 ottobre Gran Premio del Jockey Club 15 novembre Premio Giulio Berlingieri DAL 6 SETTEMBRE TUTTI I MERCOLEDÌ, SABATO E DOMENICA Ippodromo del Galoppo di San Siro I P.le dello Sport, 16 I Milano Orario apertura ore 12.00 I Inizio corse ore 14.30 call center 0583.266222 www.ippodromomilano.it Corriere della Sera Venerdì 19 Settembre 2014 71 italia: 51575551575557 Pay Tv Film e programmi Vacanza low cost per Zalone e famiglia Checco (Checco Zalone, foto) deve mantenere fede a una promessa e portare il figlio al mare. Ma si è appena licenziato e la moglie ha perso il posto di lavoro. Così pensa a una vacanza low cost... Sole a catinelle Premium Cinema, ore 21.15 Rebecca Hall cameriera a Las Vegas -Þ i> -«ÀÌ £n°xä - , <",," ° «Ã ÀiÃVi > ÌÀ>ÃvÀ>Ài L>`Ì ° >`iÀ>Ã Õ «iÀviÌÌ Ã«>`>VV\ <ÀÀ° -Þ i> Ìà £°äx " " ÃÌÕ`à ` ÃVi *iÌiÀ Ì ° 7>à ® «>ÀÌi «iÀ }\ > Ìiâi ` ÀiVÕ«iÀ>Ài }À> V i «>À> V } Õ° -Þ i> >Ý /1// "* ½", 1> ÃÌÃÌ> iÜÞÀiÃi ,° 7Ì iÀë®] «À> ` ÀëÃ>ÀÃ] `iÛi iÌÌiÀi À`i ÃÕ «>ÃÃ>Ì >L>>° -Þ i> *>Ãà £°£ä *,<<" ,/ iÜ 9À] vi > Îä° 1> V«>}> Ìi>ÌÀ>i m `iVÃ> > «ÀÌ>Ài ÃVi> Õ Ã«iÌÌ>V ViÃÕÀ>Ì `> }ÛiÀ «iÀV m ÀÌiÕÌ VÕÃÌ>° -Þ i> ÕÌ £°£x 6" 1Ì> «iV> `ÀiÌÌ> `> 6ÌÌÀ i -V>] V -« > Ài i ,V >À` ÕÀÌ° -Þ i> >ÃÃVà £°Óx 1" *," iÃVi `> V>ÀViÀi `« Ón > i >` >ÌÌi`iÀ V½m ÃÕ ÛiVV >V V V i «iÀ¢ > V«Ì ` ÕVV`iÀ° -Þ i> £ £°Îä " /*" V>` V > >VV > `i Ìi« `i «>`Ài ÛiÌÀi] à ÀÌÀÛ> V>Ì>«ÕÌ>Ì i ` `i `Ã>ÕÀt -Þ i> >Þ Ó£°ää /1 /5 ÀVV *>Õ >À` à iÌÌi ÃÕi ÌÀ>VVi `i «>`Ài] ÃV«>Àà i -> >À> VÀVÃÌ>âi ÃÌiÀÃi° ° 7>Þi i -° Ài° -Þ i> >ÃÃVà ½,/," >` Õââ>V> m Õ >ÀLÌÀ VÀÀÕÌÌLi i ÌÕÌÌ `½Õ «iââ] v µÕ>` VÌÀ> > }À>ÃÌ> > ð -Þ i> ÕÌ -*/ " " >V] Õ ÃV«>âj Ì Ìi}iÌi] v> «>ÀÌi ` Õ «À}À>> ÃViÌvV ÃÕ «À>Ì `i> *ÕiL 1ÛiÀÃÌÞ° i`> `iV`i ` À>`>Ài >V `>> >`Ài] V i ÛÛi i> ÀÃiÀÛ> >ÌÕÀ>i ` ->° *ÕÀÌÀ«« «ÀviÃÃÀi ÕÀi «ÀÛÛÃ>iÌi°°° -Þ i> >Þ , , *,"6 -6 1 ViVV ë>À> ÌÀ> > v> ÕVV`i` VµÕi «iÀÃi° ÀiëÃ>Li ÃiLÀ> iÃÃiÀi >ià >ÀÀ > ½Õ à «ÀviÃÃ> ViÌi°°° -Þ i> >Ý *,- // Vi] v>À>VÃÌ> }Û>i i Li>] m Ã}i `> Óä >° ÛiVi ` ViÀV>Ài µÕ>VÕ] «ÀiviÀÃVi ÀvÕ}>Àà i v ` 7`Þ i° -Þ i> *>Ãà ӣ°£ä 1 ,<< - 6- iÌ >ÃV> «>iÃi «iÀ ÌÀ>ÃviÀÀà > >à 6i}>Ã] `Ûi ÌÀÛ> Õ >ÛÀ Vi >ÃÃÃÌiÌi ` Õ `i «Ù }ÀÃà ÃViÌÌÌÀ `½>ââ>À`° -Þ i> £ -iÀi /Û ÌÀ>ÌÌiiÌ ,>}>ââ VÕiÌ>À £x°{ä £Ç°Óx £n°Óä £°äx £°{ä Óä°ää Óä°Îä Ó£°ää £È°{ä /"1, ÃiÞ >i £Ç°xä -/, 1-/, -Þ 1 £n°Óx 1 " "<, " Ý vi £n°Îx 1 " "<, " Ý vi £n°{x , ½- "/ / / -Þ 1 £°£ä 1,, /",/ £°Îx , ½- "/ / / -Þ 1 Óä°Óä -/9 /" ," -Þ 1 Óä°Îä ,,--" -"7 Vi`i Ó£°ää *," / ,1 79 -/,- Î Ý vi - 1" Ó£°£ä -/9 /" ," -Þ 1 Ó£°Îä - 1" Ó£°xx +1//," /," / Ý vi £n°£x *"" 89 Ó £n°xx 7 8 1 i`à £°Îä ," "" " +1-/ -,7"" i`à * - E , Ó Óä°ää /" E ,,9 /- iÀ>} 8 -/ >ÀÌ iÌÜÀ Óä°äx "9 // - , i`à Óä°Îx /" i`à Óä°{x /" Ó Óä°xä 9 // *" 9\ ½ < iÀ>} Óä°xx /" i`à ӣ°äx 1"6 66 /1, */, * i`à ӣ°£ä 1,/ /" Ó Ó£°£x 9 // *" 9\ ½ < iÀ>} £È°£x , ½"," ÃVÛiÀÞ >i £Ç°Óä 1 /," " -* " -* / £n°£ä /"* , ÃVÛiÀÞ >i £°Óä /"* ÃVÛiÀÞ -ViVi Óä°ää , +1//," ,1"/ ÃVÛiÀÞ >i , ÃÌÀÞ >i Óä°£x "-/,1<" ÃVÛiÀÞ -ViVi Ó£°ää -/ ½ "1 ÃVÛiÀÞ >i -/", // ÃÌÀÞ >i /5 1- >Ì> i}À>« V Ó£°£ä , " , ÃVÛiÀÞ -ViVi £È°äÈ 1 *, ° /iiv 9 £È°ÓÓ -1*, /1,° /iiv /" £È°Îx , /° *ÀiÕ i> £È°x{ // //,-° 9 £Ç°ää " *"° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £Ç°£{ "6,/ ,-° /iiv /" £Ç°Ó / ° /iiv " £Ç°xä +1 "° - Ü " £Ç°x / /"",,"7 *"*° /iiv /" £n°Îä " 1-° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £n°Î£ /,"9° *ÀiÕ i> £n°Îx 6 /," /"° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £n°{Î / 6*, ,-° /iiv 9 £n°{n -1*, /1,° /iiv /" £°ÎÎ " /, ° /iiv 9 £°ÎÇ £°ÎÇ Óä°ÓÓ Óä°Óx Óä°ÓÈ ÓÓ°Óx ÓÓ°{ä ÓÓ°{x ÓÓ°xä ÓÓ°xx ,* -* /1//" 1 ViiLÀi «iÀÃ>}} `i Û`i}>i `i «>ÃÃ>Ì m ÃÌ>V `i ÃÕ ÀÕ i ÛÕi `ÃÌÀ>Ài > ÌÕÌÌ i ÃÕi µÕ>ÌD ` iÀi LÕ° -Þ i> Ìà - - ", «iÀviÌÌ j>}i v>>Ài ` >À i 6iÀV> Ûii ÃÌÀ>ÛÌ µÕ>` i ÃV«Ài ` iÃÃiÀi VÌ> -Þ i> *>Ãà 1 1"6" " *, 7/ 9 ,"7 7 ÌiÞ] Õ> À>}>ââ> Ûâ>Ì> i >LÌÕ>Ì> > } >}] `iÛi À`iÃ>Ài > ÃÕ> ÛÌ>° >ÌV> «iÀ¢ >` >`>ÌÌ>Àà >> ÕÛ> Ài>ÌD° -Þ i> >Þ - " 7 9", v ` ° -VÀÃiÃi ÃÕ iÜ 9À `ÕÀ>Ìi > ÃiV`> iÌD `i 88 ÃiV] V ° >«À i ° >ÞiÜÃ] > ÀViÛÕÌ `iV V>``>ÌÕÀi° -Þ i> ÕÌ " "/ -"<" -1 -iV` V>«Ì `ii >ÛÛiÌÕÀi ` L i}}à i> ÃÕ> VÀÃ> «iÀ Ã>Û>Ài Ài} «iÀ`ÕÌ ` ÀiLÀ° Ãii > Õ] >`>v i / À° -Þ i> £ ½1"" "½/i m iÀÛ>Ìià ÃVÌÌi iÌÀi -° Ài V>Ì> `««>Ì> }iÃi® i V>â ` ÕVi>° > Õ Ã«iÌÌ>V ` À>`Ü>Þ° -Þ i> >ÃÃVà " / -"/9 1 iÀ «ÀviÃÃÃÌ> ÛiÃÌ}> «iÀ VÌ `i> >v> ÃÕ Õ> À>«> ivviÌÌÕ>Ì> `> ÌÀi À>}>ââ `ÕÀ>Ìi Õ> «>ÀÌÌ> ` «iÀ° -Þ i> Ìà °ää -" ,\ +1 <" " Ó - ,>-«ÀÌ £ "\ - - ä{ 1 >«Ã i>}Õi -Þ -«ÀÌ £ ££°ää 1/""-"\ /,<" /1, " >«>Ì ÕÀ«i -«ii`Ü>Þ ÕÀëÀÌ "\ ", / " -iÀi -Þ -«ÀÌ £ ££°Îä "\ * 1,"* /"1, 7>ià "«i° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ Ó £Ó°ää "\ *" 6" -iÀi -Þ -«ÀÌ £ £{°ää -/" " - \ +1 -ÕiÀ À>` *ÀÝ° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £È°ää "\ * 1,"* /"1, 7>ià "«i° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ Ó £n°£x -" ,\ +1 <" " Ó - ,>-«ÀÌ £ £n°Îä "\ ," - "- 1 >«Ã i>}Õi -Þ -«ÀÌ £ £°ää 1/""-"\ +1,/" /1, " >«>Ì ÕÀ«i -«ii`Ü>Þ° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ Óä°xx -" ,\ +1 <" " £ - ,>-«ÀÌ £ Ó£°ää "\ -*< / -iÀi ° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ £ 7,-/ \ 77 "-/ - "7 t -Þ -«ÀÌ Ó Una spogliarellista di lap dance (Rebecca Hall, foto) si trasferisce a Las Vegas per fare la cameriera. Assunta come assistente da uno dei più grossi giocatori d’azzardo, se ne innamora ma... Una ragazza a Las Vegas Sky Cinema 1, ore 21.10 Ralph «il cattivo» stanco del suo ruolo Ralph (nell’immagine) è il cattivo nel videogioco Felix Aggiustatutto. Stanco del ruolo che interpreta da 30 anni decide di dimostrare a tutti che «fare» il cattivo non significa necessariamente esserlo. Ralph Spaccatutto Sky Cinema Hits, ore 21.10 Ó£°Óx Ó£°xä Ó£°xx ÓÓ°Óä ÓÓ°{x ,"* 6 Ý vi -*-" Ý 7 , Ý /1//" ,/" ÃiÞ >i -*-" Ý /1 , Vi`i / /",9 Ý 6 ÃiÞ >i - Ý Ài 1, "/ Ý 1" ",/1 ,t ÃiÞ >i / /",9 Ý - Ý Ài 6"// ÃiÞ >i / /",9 Ý / , Ý Ài "7 / 9"1, "/, Ý Il castello del killer terrorizza i turisti i`>ÃiÌ *ÀiÕ Nel 1893, a Chicago, il serial killer H.H. Holmes aveva costruito un hotel progettato per uccidere. Oggi, gli spiriti delle sue vittime vagano in questi luoghi terrorizzando i turisti... La storia maledetta - «Il castello del male» History Channel, ore 21 °Îä -,"1- "" /° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £ä°{Î " -/° - Ü " ££°{È 1 ° /iiv " £Ó°{Ç , *, ° /iiv 9 £Î°xÇ -1*, /1,° /iiv /" £{°{ "6,/ ,-° /iiv /" £x°x£ ,° "1- 6-" ° /iiv " "6,/ ,-° /iiv /" 1 ° /iiv " " /, ° /iiv 9 1 ° /iiv " / /"",,"7 *"*° /iiv /" Óä°Îä "7 1/° /iiv -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Óä°{x " * ",/"° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> A fil di rete di Aldo Grasso La cultura in differita premia solo la noia N on ci sono più i Campielli di una volta! Sabato 13 settembre, al Gran Teatro La Fenice di Venezia, si è svolta la premiazione del Premio Campiello, vinto da Giorgio Fontana con il romanzo Morte di un uomo felice (Sellerio). Quattro giorni dopo, alle 23.20, La7 ha trasmesso in differita la cerimonia. Ma che senso ha? Almeno, una volta, la Rai la trasmetteva in diretta, con quel pizzico di suspense che conservano ancora queste stanche liturgie. L’altra sera era come vedere i filmini dell’estate, Vincitori e vinti con i padroni di casa che cercano di cacciar via la noia con spiFrancesco ritosaggini da ombrellone. Totti A La7, dopo il parrucchino di Il calcio Sandro Mayer, hanno scoperto internazionala cultura? Dopo il carnevale di le batte la Miss Italia bisognava trasmettefiction spagnola. re la quaresima del premio letChampions League terario? Più semplicemente i in prima serata su due presentatori, Geppi CucciaCanale5, con Roma ri e Neri Marcorè, appartengono contro CSKA Mosca: alla scuderia di Beppe Caschetper la squadra di to che, in questo momento, è il Totti e compagni vero padrone del palinsesto. 4.959.000 spettatori, Pur apprezzando Cucciari e e uno share del 19,1% Marcorè, è giusto rilevare come i due non siano portati per quePaula sto tipo di presentazioni: non Echevarria facevano ridere e avevano diLa fiction menticato a casa il brio. A tratti, romantica specie nelle interviste, sembrasuperata dal va una cerimonia funebre. Il calcio internazionale. pubblico in sala non capiva le Consueta prima serata battute e il gelo calava fra gli in fiction per Rai1, stucchi dorati del teatro. L’unicon la serie spagnola co momento divertente è stato «Velvet» (con Paula quando Roberto Zuccato, presiEchevarria e Natalia dente del Campiello e di ConMillan): gli spettatori findustria Veneto, è stato intersono 3.288.000, per rogato sul concetto di cultura: uno share del 12,9% «La funzione che ha la cultura è quella di stimolare… Una buona dose di cultura può aiutare…». Cultura, basta la parola! In realtà, il colpevole va cercato anche fra gli autori che hanno fornito ai due presentatori (i soli veri lettori della manifestazione) una quantità industriale di banalità. Forse, prima di tutto, Caschetto dovrebbe preoccuparsi di procurare qualche fonico e qualche microfono a Floris. La cultura viene dopo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv Ó£°£x -" / ° *ÀiÕ i> Ó£°£x -1*, /1,° /iiv /" Ó£°£x *,//9 // ,-° /iiv 9 Ó£°£x " 1-° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Ó£°ÓÈ / ",6,° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓÓ°ä£ -1*, /1,° /iiv /" ÓÓ°äÎ / ", -° /iiv 9 ÓÓ°{ ÓÓ°x{ ÓÓ°x{ ÓΰÎä ÓΰÎn Óΰ{n Óΰxx ä°Óä , ° /iiv /" +1- ° *ÀiÕ i> *½ /1 ° /iiv 9 /-/" - 66 ," 6-° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> , ° /iiv /" 9 8 -/9° - Ü 9 / *,-° /iiv 9 ,° "1- 6-" ° /iiv " 72 italia: 51575551575557 Venerdì 19 Settembre 2014 Corriere della Sera
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