Inchiesta Crisi economica & salute: chi rinuncia alle cure? Politica Comunali Foggia, la carica “rosa” delle 332 Attualità Fecondazione eterologa, quale protocollo? Moda cerimonia: Irresistibile tocco British Per la foto in copertina si ringrazia: RAMAR Piazza Padre Pio, 1 - Foggia 2 m a g g i o duemilaquattordici sommario ditoriale di MARIA GRAZIA FRISALDI C’è sempre un’aria strana, in città, nel periodo della campagna elettorale. E non ci riferiamo ai manifesti affissi (spesso malamente) su ogni tipo di supporto - sia esso dedicato o meno - né al proliferare di comitati e sedi elettorali ad ogni angolo di strada (ma Foggia non era una città in crisi?). Sono settimane ormai che la osservo criticamente, la città: è come se Foggia fosse risucchiata in una dimensione che non le appartiene, una realtà ovattata e incerta tra l’oggi e il domani possibile, in bilico tra slanci di entusiasmo e progettualità che - il dubbio è legittimo, da elettrice prima che da giornalista non possono andare a braccetto con l’attuale situazione infrastrutturale ed economica della città.Incertezza, incertezza, incertezza, insomma: non è un caso, forse, se anche la primavera tentenna a mostrarsi in città. Per chi sfoglierà questo giornale, sarà l’ultima settimana utile prima della chiamata alle urne, appuntamento decisivo per il futuro della città. Questo lo ribadiamo. Motivo per il quale, come nei numeri passati, abbiamo deciso di dedicare ampio spazio alla scena elettorale nella pagina dedicata all’Approfondimento Politico. Da una parte troverete un’ampia panoramica sui candidati e le loro progettualità, su curiosità e piccoli veleni raccolti sul fronte elettorale; dall’altra troverete invece le richieste della città - in particolar modo quelle dell’associazione Caos Calmo - avanzate, tramite volantini e manifesti, al futuro primo cittadino di Foggia. L’appuntamento elettorale ormai alle porte, però, non ci distrae da quanto registrato nella nostra città. Non è passato inosservato, ad esempio, il grande successo riscosso dalla mostra Federica e le sue marachelle, allestimento ospitato nei locali de La Magna Capitana. Un successo che ha spinto 6Donna ad intervistare, per la prima volta, la protagonista di un fumetto - nostro Personaggio del Mese - ovvero la Federica immaginata e disegnata da Umberto Romaniello, illustratore e vignettista satirico foggiano. A seguire, nella pagina di Attualità abbiamo riportato le principali novità che attengono al mondo accademico e scientifico annunciate, a Foggia, dal Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ospite dell’inaugurazione del 15° anno accademico dell’ateneo dauno. Ancora, abbiamo ascoltato Fabrizio Cerusico, uno dei guru della fecondazione assistita in materia di fecondazione eterologa. Crisi economica & Salute è invece il binomio sul quale - purtroppo - si regge la nostra Inchiesta, nella quale abbiamo cercato di capire chi è costretto a rinunciare a curarsi e perché. A seguire tante rubriche in materia di Salute e Benessere, Moda e Mondo Bimbi. Insomma, come sempre, abbiamo provato a confezionare per voi un numero ricco di spunti di riflessione per leggere insieme la città e i suoi cambiamenti. Buona lettura! 4 Personaggio del mese • Federica e le “marachelle di carta” 5 Attualità • L’on. Stefania Giannini a Foggia: “Ecco come cambierà l’Università” • Fecondazione eterologa: intervista al dott. Fabrizio Cerusico 6 Inchiesta • Crisi economica & Salute: i foggiani rinunciano alle cure • Esami e liste d’attesa: a lavoro sul fronte tempo 8 Politica • Comunali Foggia: la carica “rosa” delle 332 • Lettera-appello di Caos Calmo: “L’orgoglio di essere foggiani” 11 Moda • Stile Cerimonia: il cappello, tocco British 12 Heroides • Tempo di diete, da orso a fusto: la metamorfosi 16 Lui&lei • Sexting e Sex-Selfie, tra inganno e seduzione 17 Rubriche • Nasce “Via le mani dagli occhi”, a sostegno delle vittime di abusi • Rubriche 23 Cultura & Spettacolo • Anteprima 6Donna: in viaggio per Nullastopoli, il musical • Enfant Prodige: il rapporto tra curiosità e intelligenza m a g g i o duemilaquattordici 3 Nuove tendenze... dona le emozioni di uno scatto Il regalo più prezioso: i tuoi momenti più belli ensate a tutte quelle foto che non avete scattato e per le quali oggi vi pentite amaramente: il vostro pancione che cresce, le espressioni di vostro figlio appena nato, i suoi primi passi oppure la vostra famiglia felice su una spiaggia. Che prezzo dareste a queste foto? Impossibile quantificarlo, perché il valore di alcune immagini è inestimabile. E questo accade perché la fotografia è in grado di evocare ricordi come nient’altro, e di mantenerli vivi nella nostra memoria, per sempre. P Se è vero che una fotografia ha il potere di farci commuovere, emozionare o sorridere, di far rivivere un passato, allora un regalo veramente prezioso - e che diverrà sempre più importante con il passare degli anni - è una sessione fotografica personalizzata per immortalare i momenti più importanti della propria vita. quasi) dell’evento vi è un professionista del settore in grado di catturare luce su pellicola - i momenti che nessuno vorrebbe mai perdere o dimenticare. “La sessione fotografica - spiega Elsa Photography professionista del settore - sarà un’esperienza unica, coinvolgente ed estremamente rilassata”. Regalarsi o regalare una sessione fotografica non significa solo acquistare uno o più scatti belli, da mettere in cornice, ma investire su una emozione che durerà per sempre. Il luogo delle sessioni fotografiche Compresi i primi istanti. Tutto ciò è possibile se ad essere testimone invisibile (o viene concordato con il cliente, in base alle sue necessità e al valore dato ad ogni luogo. Un capitolo a parte riguarda le sessioni “Newborn” ovvero quelle dedicate ai nuovi nati. “In questo caso - spiega Elsa - la location ideale è nel calore della propria abitazione, dove il neonato riconoscerà suoni e profumi che lo renderanno sereno e ben disposto ad essere ritratto”. “Fotografare i neonati è estremamente faticoso, ma garantisce soddisfazioni enormi”, continua. “Un servizio fotografico ‘Newborn’, nonostante sia tra i più impegnativi, esprime un’emozione immensa, condensando nella perfezione delle piccole proporzioni, una dolcezza infinita ed inoltre si pone come valida alternativa ai tradizionali regali di nascita”. info: 3209744950 [email protected] Specializzata in Newborn Photography, Bambini, Battesimi, Comunioni Un punto di riferimento per la comunità femminile foggiana “Iside”: cura della donna, a tutte le età Un Centro di Arte Ostetrica, dalla nascita alla menopausa: tanti servizi innovativi, centralino h24 e assistenza continua D alla vita intrauterina alla menopausa: l’esistenza di ogni donna è scandita da precise fasi fisiologiche. Sapere come viverle è il segreto della serenità femminile, poter contare su un sostegno competente è un privilegio. Da maggio 2014 la professionalità di quattro giovani ostetriche sarà al servizio della comunità femminile foggiana. Laureate in Ostetricia all’Università degli Studi di Foggia, Selenia Accettulli, Valentina Gallo, Vanessa Magistro e Viviana Lobuono si ritrovano, dopo aver vissuto esperienze lavorative e formative diverse, per fondare l’associazione culturale - Centro di Arte Ostetrica “Iside”, nella mitologia egizia, Iside è la dea protettrice della Femminilità, della Maternità e della Sessualità. L’obiettivo primario è quello di far conoscere sul territorio dauno il vero ruolo della figura professionale, non più relegata nell’ambito ospedaliero al solo momento della nascita. L’ostetrica infatti è preparata per prendersi cura in modo autonomo e responsabile del benessere psicofisico della donna in ogni fase della sua vita. Nome evocativo, posizione strategica e servizi innovativi rispetto a quelli offerti dagli enti pubblici locali: con questi presupposti il Centro di Arte Ostetrica Iside mira a diventare un punto di riferimento cittadino per la donna e la famiglia. Proprio come la dea egizia veglia sulla donna, anche il Centro fa la sua parte: è dotato di un centralino attivo 24 ore su 24. Le ostetriche forniscono sostegno anche a domicilio. Il Corso di accompagnamento alla nascita è strutturato in modo innovativo grazie alla formazione moderna e all’aggiornamento professionale delle dottoresse. Le socie potranno scegliere un percorso su misura, da sole o in compagnia. In questo caso il corso può svolgersi anche nel fine settimana per favorire l’accompagnatore. Le future mam- me gradiranno il Massaggio Prenatale effettuato sul pancione per un momento di puro relax, intensificato dalle emozioni di percepire il proprio bambino. Mantenersi in forma durante la gravidanza non è facile: le gestanti potranno scegliere tra movimento in gravidanza con programma specifico per trimestre e il Corso di Acquaticità in Gravidanza per praticare attività fisica senza avvertire il peso del pancione. Al momento della nascita le ostetriche effettuano anche la coppia e alla famiglia. Indecisa sullo svezzamento del tuo bambino? Anche questa è una competenza ostetrica, quindi meglio avvalersi di una professionista. Dopo la nascita è importante ritagliarsi nuovamente dei momenti per sé: si svolgono Corsi di Yoga in compagnia del proprio bambino da 0 a 3 anni. Per una serena vita di coppia e per una forma intima soddisfacente dopo il parto è indicato il Corso di rieducazione del piano perineale. Si svolgeranno incontri a tema, approfondimenti sulla contraccezione per le giovani donne nonché corsi mirati per la donna in menopausa, affinché su ogni fase della vita femminile vegli sempre la professionalità di Iside. OPEN DAY Sostegno e Assistenza Rientro a Casa per le prime cure neonatali, promozione, protezione e sostegno all’allattamento, sostegno al- CALL CENTER 24H Associazione Culturale Via Giovanni Gentile n° 322 Foggia - Tel: 320-8062593 [email protected] - www.isidecentrostetrico.it SABATO 17 MAGGIO Visita al centro e presentazione dei servizi 4 m a g g i o duemilaquattordici personaggio 6Donna intervista la protagonista del fumetto di Umberto Romaniello Federica e le sue “marachelle di carta” La sua piccola morale: “Se voi grandi riusciste a guardare il mondo con gli occhi di un bimbo vi accorgereste di quante fesserie fate…” C apelli ricci neri, occhi grandi e spalancati sul mondo e una irresistibile vena impertinente. Lei è Federica, la piccola star del fumetto “Federica e le sue marachelle” e, di fatto, è nata due volte: come figlia reale-musa ispiratrice e come protagonista delle marachelle di carta narrate nelle strip di Umberto Romaniello, illustratore e vignettista satirico foggiano. Federica è una bimba di cinque anni, vezzosa quanto basta e dalla curiosità disarmante. Appartiene ai piccoli ma ragiona da grande: insomma, una pulce con la tosse, anche se Romaniello preferisce descriverla, più semplicemente, come una bimba vivace, fonte inesauribile di avventure. Pur di conoscerla meglio, 6Donna intervista per la prima volta un fumetto… Federica sei soddisfatta di come ti ha immaginata il tuo creatore? Tutto sommato sì: ho sempre dei vestitini bellissimi e parecchio fashion. Certo avrei voluto anch’io delle scarpette col tacco come quelle di mia madre, ma dopo l’ultimo ruzzolone credo che me le possa proprio scordare. Incidente che - pa- re - sia capitato anche alla Federica in carne e ossa, una simpatica bimba che penso debba somigliarmi davvero tanto, almeno in quanto a sbucciature di ginocchia. Sei diventata l’emblema di quello sguardo pulito sul mondo, tipico dei bambini. Non credi che Romaniello ti abbia caricato di un fardello troppo grande per la tua età? Boh!? Non so se si tratta di un “coso”, un “fardello”, come dici tu. Io dico sempre la mia, poi se in que- sto ci leggete qualcosa di buono non l’ho fatto apposta. Se voi grandi riusciste a guardare il mondo con gli occhi di un bimbo vi accorgereste di quante fesserie fate. In realtà, non credo siate poi tanto maturi! In molti ti hanno associata alla Mafalda di Quino. Cosa ne pensi di questo parallelo? Così mi fai arrossire… sono assai lusingata di questo paragone. Sono sicura che io e Mafalda saremmo diventate amiche per la pelle e magari avremmo costituito persino un sindacato autonomo per la salvaguardia del futuro dei bimbi del mondo. Penso che di questa cosa sia parecchio orgoglioso anche il mio creatore, ma non dirgli che te l’ho detta io… Mafalda ha 50 anni suonati e la stessa frangetta di sempre. E Federica? Diventerà mai grande? Sicuramente no. Ho la fortuna di essere un fumetto e la giovinezza è prevista da contratto. Dove e come sarà possibile continuare a seguire le tue avventure? Al momento ci sono diverse cose che bollono in pentola. Di sicuro sarà possibile continuare a leggermi in rete sul mio blog (http://lemarachelledifederica.blogspot.it/) e su Buduàr (www.buduar.it), un simpaticissimo mensile di umorismo su cui fanno passerella tanti grandi autori. Quali sono i progetti per il futuro di Federica e del suo creatore? Sto valutando diverse proposte. La mostra realizzata in Biblioteca ha avuto davvero un grandissimo successo e c’è una collaborazione con Emergency nazionale di cui sono davvero fiera. Tutto questo in attesa della realizzazione di una prima raccolta di strip su cui però sto già lavorando. Insomma, è tutto molto in progress e la cosa mi diverte tanto. Non ho fretta. m.g.f. UMBERTO ROMANIELLO Illustratore e vignettista satirico foggiano, classe 1974, con tanti capelli bianchi. Cresciuto a pane e SuperGulp, disegna fin da quando era piccino ma le prime vere caricature ha cominciato a farle sui muri del cortile dove giocava con i compagnucci di quartiere. E’ possibile trovare le sue vignette ormai dappertutto: dagli autogrill ad alcune testate nazionali. Collabora ed ha collaborato in passato con diversi quotidiani nazionali e riviste umoristiche. Tra i tanti: il Riso degli Angeli (Corriere della Sera), Inserto Satirico, Mamma! di Kanjano, Biani e Gubitosa, Buduàr di Dino Aloi e Alessandro Prevosto, il Blog di Sabina Guzzanti, Liberazione, il Fatto Quotidiano (Misfatto), il Vernacoliere, Pubblico (Yanez) e Repubblica Bari, oltre a numerosi altri siti satirici sparsi per la rete ed alcune testate locali. Foto: Michele Sepalone Il futuro di Foggia passa dall’Arte Nicoletta Ingelido, candidata al Consiglio Comunale Nella lista “Il Pane e le Rose” con Augusto Marasco nvertire la rotta, guardare la città con occhi e prospettive diverse, valorizzare e promuovere il bello della città. Insomma, l’arte, la storia e la cultura come viatico per un’altra Foggia-possibile; l’arte a servizio della città. Ne è fermamente convinta Nicoletta Ingelido, architetto specializzata in Restauro dei Monumenti e docente di Arte e Immagine e candidata al Consiglio comunale di Foggia nella lista “Il Pane e le Rose” con il candidato sindaco Augusto Marasco. Quarantadue anni, coniugata con tre figli è membro del Centro Ricerche di Storia Religiosa in Puglia, ha pubblicato saggi scientifici sull’architettura locale e ha partecipato a convegni e seminari come relatrice negli atenei di Bari e Foggia. Dal 2009 al 2013, ha rivestito la carica di Consigliere nell’Ordine degli Architetti ed è membro uscente della Consulta comunale per la Parità e le Pari Opportunità del Comune di Foggia. Architetto Ingelido, cosa la spinge a scendere in campo? L’amore per la mia città e la guida forte e sicura di Augusto Marasco come Sindaco. Il suo invito è stato per me un impegno nei confronti della città, per dare continuità ad un lavoro iniziato già in se- I no all’Ordine degli Architetti: Foggia deve valorizzare sé stessa, a partire dal Centro Storico, attraverso le professionalità di quei giovani che non l’hanno abbandonata; Foggia deve fare impresa con la cultura, con l’arte, con il teatro e con la green economy. L’arte può essere la carta vincente per la nostra città? Ovviamente. L’arte è “Pane e Rose”, esattamente come il nome della nostra lista: pane perché con l’arte si lavora e rose perché l’arte apporta bellezza e quindi benessere. Quando si parla di bellezza di una città si intende tutto ciò che concerne la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico-architettonico a partire dalla conoscenza delle proprie origini. Questa esperienza, però, deve partire dalla scuola, attraverso il riconoscimento dei luoghisimbolo come elemento della propria identità. Foggia città d’arte? Fare arte non significa solo saper disegnare o saper dipingere. Fare arte significa rilanciare un’economia che parte dall’arte e che affronta anche il disagio sociale giovanile attraverso la motivazione e la gratificazione di “sapere e saper fare”. Insomma, l’arte a servizio della città. m a g g i o duemilaquattordici attualità 5 Il ministro dell’Istruzione, a Foggia, per il 15° anno accademico dell’ateneo dauno Tra rigore finanziario e autorevolezza Giannini: “Cambieremo l’Università” Disoccupazione, time to job e numero chiuso i principali temi affrontati Un “ateneo adolescente”, che ha bisogno di trovare la sua “dimensione e messa in prospettiva, lontano da logiche sperequative tra nord e sud”. Così il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini ha ‘disegnato’ l’ateneo dauno, intervenendo alla cerimonia inaugurale del 15° anno accademico dell’Università di Foggia. A tre lustri dalla conquistata autonomia, ottenuta nel 1999, con la firma dall’allora ministro, Ortensio Zecchino, l’Università di Foggia segna una tappa importante per la sua breve storia: nonostante il periodo storico non florido, infatti, il rettore Maurizio Ricci (alla sua prima con l’ermellino) ha illustrato i risultati, più che ragguardevoli, raggiunti dall’ateneo dauno, tra aspirazioni legittime e rigore finanziario: dalla ricerca alle immatricolazioni (che contrariamente al trend nazionale negativo registrano un+3%), dall’internazionalizzazione all’offerta post-laurea. Puntualissima, chiara e concisa, il ministro Giannini ha parlato del futuro del sistema universitario, con particolare riguardo al comparto Puglia e sud Italia. Sobria e rigorosa nel suo tubino crema, l’onorevole ha voluto, però, affron- ETEROLOGA On. Stefania Giannini tare questo tema con “concretezza spicciola”, illustrando “orientamenti e linee guida tracciati nei 68 giorni dall’inizio dell’esercizio di questo Governo”. “Dobbiamo essere consapevoli del ruolo insostituibile delle infrastrutture educative per arginare la crisi in atto e per creare condizioni di sviluppo. Parlo di categorie qualitative che sono ben altra cosa rispetto alla crescita”, precisa. “Di questa consapevolezza deve esse- re ‘portatore sano’ questo Governo, che ha scelto la scuola e l’università come fulcro della sua agenda politica”. La lotta alla disoccupazione è il primo obiettivo da centrare, aspetto che investe direttamente l’università e la comunità scientifica. “E’ nostro compito far sì che l’iscrizione all’università torni ad essere una ambizione alta delle famiglie italiane”, spiega. “Il calo delle immatricolazioni non è un mero dato statistico ma è un indicatore sociale di cui dobbiamo farci carico. E’ il sintomo evidente della progressiva mancanza di fiducia nel valore reale del titolo di studio”. I numeri, d’altro canto, non sono incoraggianti: secondo l’Istat, la disoccupazione giovanile nel 2013 ha toccato il 40%, con picchi allarmanti al sud Italia, spingendosi fino al 54% per la disoccupazione femminile. “Questi dati tratteggia- no una situazione da dopoguerra spiega il ministro - ed effettivamente una guerra è in corso e va combattuta con azioni politiche concrete”. Sono due, allora, le direttrici sulle quali impostare il lavoro: innanzitutto potenziando alcuni capitoli specifici quali i dottorati di ricerca industriali, l’orientamento lavorativo e la formazione professionale per le high skills. Misure che vanno però inquadrate in una dimensione europea: “Annunciamo una disponibilità di 14milioni di posti di lavoro in Area Euro, dove in 9 paesi dell’Unione si richiedono professionalità altamente specializzate”, spiega. I fondi disponibili anche per tali azioni ammontano, ad oggi, ad 1miliardo e 640 milioni “pochi - puntualizza - rispetto ai 5miliardi stanziati appena 5 anni fa”. Per quanto attiene alla lotta all’inattività giovanile, invece, è necessario partire dal “grado di consapevolezza nelle scelte di studio. Un dato finora trascurato, infatti, è quello relativo all’abbandono e alla dispersione universitaria e alla mobilità interna tra i vari Dipartimenti. Tutti parametri che vanno ad incidere sul ‘time to job’, ancora molto, troppo alto”. Sul numero chiuso per l’accesso alle facoltà di area medica, in particolare, il ministro da una parte promuove la politica della ‘formazione controllata’ di medici, dall’altra boccia il meccanismo del test d’ingresso. “Non sono 60 domande a risposta multipla lo strumento atto a misurare le capacità dei candidati. Credo di più nella cosiddetta modalità francese: un primo anno aperto a tutti con una selezione rigorosissima in corso”. Una sorta di selezione naturale in itinere, insomma. “Credo sia un meccanismo giusto, meritocratico e altamente selettivo, con i candidati misurati nel corso di un anno e non in un’ora o poco più”. Maria Grazia Frisaldi A Foggia uno dei guru della fecondazione assistita: “Vengo in pace” Cerusico pronto alla disobbedienza civile La fila delle coppie si allunga, ma è presto perché i ginecologi cantino vittoria. Le cicogne dovranno aspettare. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha cancellato il divieto di fecondazione eterologa, il governo potrebbe vincolare la tecnica a linee guida meno clementi della Consulta. Fabrizio Cerusico, medico specialista in Ginecologia ed Ostetricia e professore universitario alla Sapienza di Roma, è pronto alla disobbedienza civile. “Se mi dovrò far radiare dall’albo lo farò per aver aiutato una coppia ad avere una gravidanza. Mi incatenerò di fronte ad un tribunale con mille carrozzine e mille famiglie felici. È la donna che deve decidere di non avere un figlio, non lo Stato. La legge 40 è decaduta, quindi se volessi utilizzare una tecnica eterologa potrei farlo, ma per non indispettire i nostri legislatori aspettiamo l’uscita sulla Gazzetta Ufficiale”. Volto noto al grande pubblico per le sue apparizioni nei salotti televisivi, Cerusico è il genero del pioniere della fecondazione assistita, Severino Antinori, col quale ha lavorato per anni, prima della scissione. Il suo gruppo è rimasto nella sede storica. Insieme alla moglie Monica, anche lei ginecologa, è responsabile dell’attività clinica del Caduti i divieti della legge 40, i ginecologi attendono le linee guida centro R.A.P.R.U.I. di Roma ancora a conduzione familiare. Nel team, c’è la foggiana Silvia Valletta, biologo embriologo. Lei lo ha convinto a sbarcare in Puglia, sebbene fosse corteggiato da altre regioni d’Italia, in primis Lombardia e Calabria. A Foggia si effettuano solo le visite, per sottoporsi ai trattamenti di fecondazione assistita bisognerà comunque spostarsi a Roma. “Non è che venga la scienza. Porto tutta l’esperienza di un gruppo che ha venticinque anni e che in questo momento ha una percentuale di gravidanze del 44%, età media 38 anni. Faccio circa 800 visite l’anno e un 20% arriva dalla Puglia. C’è un tasso di infertilità abbastanza elevato”. Viene in pace e sventola bandiera bianca: non intende creare Dr.Fabrizio Cerusico problemi ai colleghi e qualcuno lo ha pure incontrato, per instaurare un rapporto di collaborazione. Si autodefinisce un uomo di scienza all’antica - è contrario alla clonazione, tanto per iniziare - e un ginecologo femminista. In mezz’ora nomina Dio più di un uomo di Chiesa, e ammette di essere profondamente innamorato di Cristo a modo suo. Stabilisce immediatamente un rapporto empatico ed è persuasivo. Difficile stabilire in che misura sia laico, e quanto ci sappia fare, anche a indorare la pillola di un miracolo della vita che un prezzo ce l’ha. “Fate i figli prima di 40 anni, dopo i 40 anni pregate”, questo pare dica alle donne. “Sarà Dio a darvi un figlio se lo vorrà”. Non un figlio a tutti i costi, ma con l’aiuto della scienza sì. L’eterologa, che prevede il ricorso ad un donatore esterno, fornisce maggiori probabilità di successo e le donne, piuttosto che recitare rosari, vanno all’estero, sottoponendosi a stressanti e costosi viaggi della speranza. Cerusico definisce la legge 40 del 2004, di matrice marcatamente cattolica, una legge col burqa, contro le donne. “Il Governo non ha preso bene la decisione della Consulta. Potrebbero inserire delle restrizioni sulle donatrici dall’estero, o sulla donazione tra sorelle. Una paziente che fa un prelievo di ovuli potrà donarli? Potrebbe tenerli da parte e conservarli, perché non deve rifare la terapia: sarà un grande li- mite. Prima del 2004 era molto più facile perché non c’era la conservazione degli ovuli. Le pazienti oggi fanno la fecondazione assistita da 35 anni in poi e un ovulo di una donna di 38 anni non sarà mai come quello di una donatrice di 30 anni che viene dall’estero”. Per etica si autocensura, il paziente non è un codice a barre: “Trattiamo solamente fino a 50 anni i pazienti di eterologa, oltre non visito nemmeno. Ho avuto spesso richieste tra sorelle mai accettate. L’infertilità non è business, è la richiesta di un paziente per un diritto della vita. Una visita ginecologica la paghi 150 euro, la fecondazione assistita costa da 3 a 6 mila euro. Le coppie fanno degli investimenti. Anche se vanno in ospedale e fanno un ticket, che poi non sono a basso costo ma superano anche i mille euro, aspettano quel test di gravidanza come carcerati. Si sottopongono a richiesta di mutui, vendono case, terreni”. Da Bari arriva il più alto numero di richieste: “Se vedete tanti gemellari pensate a me”. Non esclude di stabilirsi qui: “Mi auguro di aprire una struttura a Foggia o nei dintorni, un giorno. Da qui a qualche anno, perché no, potremmo aprire un centro di fecondazione assistita”. Mariangela Mariani 6 m a g g i o duemilaquattordici inchiesta Quando curare una banale influenza incrina il già precario bilancio familiare Crisi? Un muro tra medici e pazienti Gli assistiti cedono il passo dinanzi alla spesa del ticket aggiuntivo sulla ricetta Onorati: “Situazione delicata: noi della medicina generale lo sappiamo bene” La crisi non morde più. Ma questa non è una affermazione di segno positivo. Non morde più perché nulla è rimasto da addentare nell’ormai scarno paniere di servizi e prestazioni che non hanno ancora conosciuto l’azione di forbici e cesoie. E quando ad essere tagliate sono le voci relative alle spese mediche il fenomeno non può più rimanere costretto nell’intimo dramma delle mura domestiche, ma deve - necessariamente - assumere una dimensione generale, collettiva. Purtroppo, quando anche una banale influenza rischia di incrinaSolo pochi giorni fa, una ottantina circa tra medici e odontoiatri hanno giurato. Si sono impegnati pubblicamente, nella sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Foggia, a rispettare il codice di deontologia medica. “Un rito importante, simbolico, che segna idealmente il passaggio da dottore a medico, concetti profondamente diversi”, spiega il presidente dell’ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Foggia, Salvatore Onorati (nel tondo). Mai come in questo periodo, infatti, alle capacità umane prima che tecniche e professionali, un medico deve necessariamente accompagnare la sensibilità per immedesimarsi nel vissuto di ogni paziente, comprenderne le problematiche e individuare insieme le strategie di intervento possibili. Con coscienza, anche dal punto di vista economico. Ed è bene che questo aspetto i me- La sede di Via V. Acquaviva IN PRIMA LINEA re un già precario bilancio economico familiare, anche i capitoli “salute” e “cura di sé” finiscono nel calderone del superfluo. Come una banderuola al vento, la salute di molti (o meglio troppi) deve cedere il passo dinanzi a rate di prestiti e mutui stipulati in precedenza, scadenze di tasse e balzelli prima sconosciuti e incognite di sorta. Una situazione che accomuna tutta la Penisola, ma che mostra cicatrici più profonde al Sud, specie nelle famiglie giovani, principali vittime della perdurante congiun- tura economica e ferite dalla piaga del precariato. Per dirla con dei numeri (e quindi fuor di retorica), per comprendere la portata del fenomeno basterebbe pensare che le “Sentinelle della Salute” del Codacons hanno stimato - in collaborazione con Agi-Agenzia Giornalistica Italia - che nel 2012 almeno l’11% dei cittadini ha rinunciato alle cure mediche, il 23% a quelle odontoiatriche con preoccupanti risvolti sulla propria salute. Una situazione che non si discosta poi tanto dalla situazione patita anche a Foggia e provincia. I neo iscritti all’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Foggia - Foto: L. Zichella dici neo-iscritti lo sappiano subito. C’è un nuovo muro di gomma, oggi, tra medico e paziente. E si chiama crisi economica. Contro quel muro, infatti, troppo spesso rimbalzano le prescrizioni di cure, esami e farmaci specifici ed i consigli di medici poco empatici. “Negli ultimi anni, a causa della crisi, molto è cambiato”, spiega Onorati. “Per fare un esempio concreto, noi della medicina generale - ovvero i medici di famiglia quelli che rappresentano il front-office rispetto alle prima esigenza di salute del cittadino - stiamo verificando come sempre più giovani e giovani-vecchi (ovvero le categorie più colpite dalla crisi in atto, ndr) abbiano serie difficoltà ad accedere alle prestazioni ambulatoriali. Il motivo è semplice: perché c’è un ticket aggiuntivo sulla ricetta, pari a 10 euro, e molti non possono sostenere nemmeno quella spesa”. E si tratta di difficoltà oggettive perché nessuno ha interesse a risparmiare (e rischiare) sulla propria pelle. In questo modo, senza gli esami specifici richiesti, chiudere una diagnosi o approfondire un sospetto diagnostico diventa difficile, se non impossibile. “Questo è un vulnus alla salute perché è evidente che se si arriva tardi alla diagnosi ci sarà un impatto più forte sia sul fronte economico (più sono le cure, maggiori saranno le spese da sostenere), sia sul piano della salute personale perché un conto è intervenire grazie alla diagnosi precoce, un altro è intervenire a malattia già conclamata, qualunque essa sia”. Un tassello importante, emblema della situazione corrente: “è evidente che qualcosa non sta funzionando - ribatte Onorati - e c’è più di qualcosa che andrebbe rivisto. La politica ha l’obbligo di rivedere tutto il capitolo della Sanità, calibrandolo sulla scorta dello scenario attuale: credo, ad esempio, che una rivisitazione della questione-ticket andrebbe fatta”. Possibile deriva della situazione così tracciata è, ad esempio, quella delle cure-fai-te, a causa di un nu- mero sempre maggiore di persone che - immaginando la medicina come un numero indefinito di sintomi sparsi da riconoscere - crede di potersi curare da solo, prendendo informazioni nel multiforme calderone del web. “Il rischio è reale: se i pazienti hanno difficoltà ad accedere ad un certo percorso, cercano di tamponare informandosi su internet e recuperando un possibile farmaco da banco (possibilmente il più economico). Ma correndo gravi rischi per la propria salute”, tuona Onorati. “Bisogna trovare soluzioni concrete: e questo è compito della politica, che si interessa di tutt’altro e lascia che queste questioni scorrano rovinosamente verso un mare ignoto”. Allora il richiamo è all’informazione e alla comunicazione, il primo strumento immateriale a disposizione dei medici, di recente o vecchio corso. “Non mi riferisco alla comunicazione tra il singolo medico e del singolo paziente, perché quella c’è e funziona abbastanza. Quella che non funziona è l’informazione collettiva, quella che circola nella comunità e genera miti, falsi simboli e eroi di paglia provocando, ad esempio, quanto accaduto attorno al caso Stamina”. Maria Grazia Frisaldi Dal centro di Via Imperiale, l’analisi del dottor Stefano Tartaglia Farmacisti, al fronte in camice bianco Nella logica degli schieramenti, la crisi economica la vivono dall’altra parte della barricata. Ma la combattono in prima linea al fianco di quanti subiscono la pressione di questa congiuntura negativa. Dall’altra parte del bancone, stretti nel loro camice bianco, i farmacisti osservano, ascoltano, consigliano; monitorano quotidianamente come cambia l’approccio alla cura di sé e, per questo, rappresentano un osservatorio privilegiato per analizzare, in materia, le conseguenze della crisi economica. Ne abbiamo parlato con il dottor Stefano Tartaglia, titolare della Farmacia Tartaglia di via Imperiale. Dottor Tartaglia, in che modo la crisi economica ha modificato l’approccio alle pratiche di cura? La crisi si sente: ha azzerato la classe media, ovvero quella che fino a poco tempo fa trainava il mercato dell’extra farmaco e che oggi Azzerata la classe media che trainava l’extra farmaco Oggi si risparmia su tutto, in primis sulla prevenzione non riesce nemmeno a garantirsi la normale opera di prevenzione e cura di sé. In questi anni, poi, abbiamo notato un aumento della vendita di farmaci generici, mutuabili, a basso costo. Diciamo che c’è una maggiore informazione e consapevolezza nel cliente che prima acquistava prodotti in modo più disinvolto, sulla fiducia. Consapevolezza in che senso? I clienti arrivano già preparati in materia di prodotti generici, nobrand e farmaci da banco. Conoscono a menadito i prodotti presenti nello spazio delle offerte (che ormai è proposto anche per il canale del parafarmaco e della cosmetica) e mentre prima si affidavano ciecamente al marchio, adesso sono più attenti al rapporto qualità-prezzo, laddove per qualità si intende efficacia. Ha parlato di offerte. Come quelle del supermercato... Il canale sta soffrendo molto la crisi. Il titolare della farmacia, quindi, deve tamponare queste difficoltà cercando di alimentare l’extra farmaco e far conoscere alla platea quei prodotti di qualità e alta valenza che periodicamente sono in promozione. Prima non erano nemmeno immaginabili gli sconti in farmacia. Oggi, invece, si accompagnano a iniziative e campagne promozionali. Esistono prodotti che non conoscono la crisi? Sono i prodotti dei malati cro- nici che, ovviamente, sono dispensati dal Sistema Sanitario Nazionale. Per il resto non c’è un prodotto che si salva: oggi si cerca di risparmiare anche sui prodotti per la prima infanzia e sul core-business della medicina alternativa (dall’omeopatia alla fitoterapia). Anche lì si nota uno calo delle vendite: si preferisce agire sul sintomo piuttosto che sulla prevenzione. Purtroppo, quest’ultima non è riconosciuta dal SSN come mutuabile. Eppure se non mi curo e mi ammalo graverò maggiormente sul sistema sanitario con costi sociali a carico della collettività. Quali sono le ripercussioni sulla figura del farmacista? In un certo senso, ne abbiamo Dr. Stefano Tartaglia beneficiato. Essendo un canale orientato su ditte dall’alta valenza scientifica ma senza marchi di richiamo, la nostra figura diventa un punto di riferimento per assistenza e consulenza. Ecco, diciamo che l’unico aspetto che non conosce crisi - per fortuna - è l’aspetto consulenziale richiesto al farmacista. Ma quello è gratuito. m.g.f. m a g g i o duemilaquattordici inchiesta IL PUNTO 7 Abbattimento delle liste d’attesa, soddisfacente il primo bilancio Visite by night, i primi cinque mesi L'obiettivo è arrivare a 60 giorni di attesa, come da norma Nei presidi dell’Asl Fg, però, ancora criticità per la senologia Scatta l'ora ics del piano di abbattimento delle liste d'attesa, la rivoluzione promossa dalla Regione Puglia e partita dalla Asl di Foggia. Dopo cinque mesi suona il gong della prima fase sperimentale e, alla scadenza, parte l'operazione verità per verificare quanto abbiano funzionato le prestazioni sanitarie notturne nei tre presidi ospedalieri di San Severo, Cerignola e Manfredonia, gestiti dall'Asl Fg. Per smaltire le prenotazioni, da gennaio, negli ambulatori della provincia hanno lavorato letteralmente giorno e notte, con le Tac e gli altri macchinari per le prestazioni diagnostiche accesi fino a mezzanotte e fino alle venti il sabato e la domenica. I pazienti sono stati chiamati rigorosamente in ordine di anzianità di prenotazione. L'obiettivo è arrivare a soli 60 giorni di attesa dalla prescrizione, quanto prevede la normativa, per una serie di prestazioni ambulatoriali e per gli esami diagnostici. "Fatta salva qualche piccolissima eccezione, abbiamo anche anticipato i tempi - annuncia Attilio Manfrini, Direttore generale della ASL di Foggia -. Abbiamo già mandato una reportistica mensile a Bari e ci apprestiamo a inviare quella di maggio. Fino ad apri- Mensile di attualità e informazione. Registrazione presso il Tribunale di Foggia n° 2/2002 del 26/09/2002 Editore Publicentro Servizi Pubblicitari s.r.l. Direttore Responsabile Maria Grazia Frisaldi Direzione commerciale Angela Dalicco In redazione Dalila Campanile Irma Mecca Mariangela Mariani Simona Donatelli Rubriche dott.ssa Maria Nobili dott.ssa Tiziana Celeste dott.ssa Valentina La Riccia dott.ssa Giovanna Bruno dott.ssa Rosangela Loriso dott.ssa Giovanna Bruno dott.ssa Vera Eleonora dott.ssa Anna Lepore Redazione Foggia Via Tressanti, I trav. (vill. Artig.) Tel. 0881.56.33.95 - Fax 0881.56.33.19 e-mail [email protected] Sito internet www.6donna.com Impaginazione e stampa Publicentro Graphic La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite. Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia le, quasi su tutti i fronti abbiamo radicalmente abbattuto le liste d'attesa: siamo ritornati entro i 60 giorni, con l'eccezione della radiologia di Cerignola, ma per un motivo tecnico, in quanto la Regione ha inteso limitare la possibilità di effettuare que- Franco Persiano, CGIL ste prestazioni aggiuntive soltanto ai medici con rapporto di esclusività. Nella cardiologia di Cerignola spiega Manfrini - quasi tutti i medici non sono in rapporto esclusivo. Fino a marzo eravamo scesi al di sotto dei 60 giorni, poi ho posto un quesito a Bari per sapere se potevo coinvolgere anche i medici non in rapporto di esclusività vista la straordinarietà dell'intervento, mi è stato risposto negativamente e abbiamo dovuto applicare le linee guida regionali, quindi purtroppo si è allungata la fila”. E poi c'è la senologia, “ma lì sono diversi i fattori che concorrono. I tempi però si sono accorciati perché per esempio dai 398 giorni di Cerignola siamo a 247, a Manfredonia si sono ridotti molto di più però sia- mo sempre al di sopra dei 60 giorni. Lì esiste anche il problema della fidelizzazione, nel senso che molte donne chiedono di effettuare l'esame mammografico ma hanno il loro senologo di riferimento. Oltre al problema della scarsità di senologi, ormai endemico, non se ne trovano. Altra circostanza, che interessa probabilmente poco dal punto di vista mediatico, si verifica quando le prestazioni senologiche sono LEA, livelli essenziali di assistenza, e cioè nella fascia di donne tra i 40 e i 60 anni: siamo perfettamente in regola, però c'è tutta una fascia sotto i 40 e sopra i 60 anni che non è Lea che chiede di effettuare l'esame. Si dovrebbe rispondere che non rientrano nei Lea, però non mi sembra una risposta corretta né giusta, e dunque concorrono ad aumentare le liste d'attesa. Nella sostanza - conclude il direttore generale dell'Asl di Foggia - per le donne che si rivolgono a noi per fare gli esami mammografici e senologici abbiamo ancora dei ritardi e siamo oltre i 120, 130 giorni". Gli Ospedali Riuniti di Foggia non rientrano tra i presidi della Asl, in quanto azienda ospedaliera autonoma, ma anche lì stanno facendo gli straordinari, in linea con le disposizioni della Regione. Nel nosocomio della città capoluogo si riscontrano le criticità maggiori, ILLUSIONI DALL’EST soprattutto per le mammografie. La Cgil, solo nel mese di febbraio, in una tavola rotonda, aveva denunciato attese di 32 mesi. A maggio, per una risonanza non urgente bisognava ancora aspettare fino a giugno 2015, salvo venire richiamati per anticipare la prenotazione. L'azienda sanitaria e i direttori ospedalieri continueranno ad avere il fiato sul collo del Sindacato Pensionati, lo Spi Cgil di Foggia, che peraltro chiede un piano di prenotazione unica in tutta la provincia. "Nei prossimi giorni cominceremo a chiamare per verificare se veramente queste liste di attesa si sono accorciate o allungate - annuncia il segretario generale Franco Persiano A fine marzo, in effetti, rispetto ai primi di febbraio, c'era stato un leggero miglioramento. Non soltanto a noi ma a tutti i cittadini risultava che le analisi e alcune prestazioni venivano fatte fino alle otto di sera, questo è certo. Anche se in quello stesso momento si andava al Cup per fare Attilio Manfrini, ASL Foggia la prenotazione e c'era sempre da aspettare mesi. Resta il problema delle mammografie e non ci convince la motivazione fornita nel nostro convegno dal direttore generale, che attribuiva la colpa all'assenza di un senologo. Lui si era reso disponibile anche ad un confronto continuo. E faremo nuovi rilevamenti in tutti gli ospedali e presidi. Qualora dovessimo riscontrare delle incongruenze faremo un incontro con lui alla luce del sole per denunciare tutto". Le liste di attesa chilometriche generano la cosiddetta mobilità extraregionale: per una prestazione specialista, a causa dei tempi biblici, si finisce per mettersi in treno o in macchina e andare a farsi visitare in un'altra regione, soprattutto in Molise, portando con sé anche soldi che la sanità pugliese non incasserà. Ad avere la peggio sono gli anziani. "Non pagano il ticket però se non hanno un parente, un figlio che può spostarsi, rinunciano anche alle prestazioni - conclude Persiano - Molto spesso gli anziani o aspettano mesi e mesi oppure rinunciano, e questa è la cosa più grave per noi". L’analisi di Orazio Schiavone, dentista Il dentista? Oggi fa tremare i grandi Salute orale: tagliate le voci ‘prevenzione’ e ‘cura’ Chi si è rivolto ai centri low-cost esteri si è già pentito La parola “dentista” non fa tremare solo i bambini. Anzi. Oggi più che mai, spaventa maggiormente i grandi, che sapranno pur sopportare i lancinanti dolori causati da carie, gengiviti e pulputi varie, ma non sempre sono in grado di reggere il peso della parcella. Una tendenza che è aumentata in modo esponenziale in periodi di vacche magre, ovvero quando un portafogli scarno scoraggia chi deve prenotare anche una visita di controllo. Ne abbiamo parlato con Orazio Schiavone, dentista e da oltre 20 anni dedito alla cura della salute orale, con centri attivi a Pescara e Foggia. Parliamo di salute orale: in che modo la crisi economica ha influito sulle buone pratiche di prevenzione e cura? La crisi ha influito anche sull’odontoiatria. Il periodo più nero è stato tra il 2012 e il 2013, quando anche studi ultra-ventennali sono sta- ti costretti a chiudere. In questo periodo ho curato pazienti al limite, persone che hanno tirato avanti fino a che hanno potuto. Il problema è che tra questi ci sono anche alcuni adolescenti. Qual è la fascia sociale che ha subito maggiormente il peso di questa congiuntura negativa? Sicuramente gli statali e le famiglie monoreddito. Proprio per andare incontro a queste esigenze sono sorti numerosi centri low-cost dell’odontoiatria, sia in Italia che all’estero, soprattutto nei paesi dell’Est Europa. Un’opportunità o un problema? Ci sono centri low cost che ad un prezzo medio-basso offrono una qualità accettabile. E centri che a prezzi bassi offrono una qualità assolutamente scadente, se non pericolosa. Chiariamoci: perché le cure odontoiatriche sono così costose? Perché abbinano ad una conclamata professionalità l’alta qualità dei prodotti. Se un impianto da 2000 euro viene offerto a 800 euro lo scarto deve avvenire necessariamente sul fronte della qualità dei materiali che verranno impiantati nella nostra bocca. Ci sono impianti economici che provengono dalla Cina, ma di cui non si conosce compiutamente la composizione dei metalli. Una roulette russa… Ho visto persone rifare impianti da zero. I rischi sono tanti: rigetti, infiammazioni, infezioni, problemi occlusali e articolari con gravi ripercussioni sul fronte posturale. Le conseguenze sono tantissime e con la salute non si scherza. E non è uno slogan. Quindi lo spettro del turismo dentale c’è. Evidentemente sì, visto che arrivano davvero tanti pazienti che cercano di rimediare ai danni fatti nei centri della Romania, ad esempio. Orazio Schiavone Chi sono le vittime del turismo dentale? Sono pazienti di età compresa tra i 45 e i 65 anni. Tutta gente che richiede impianti di protesi. E’ il classico specchietto per le allodole che attira quanti non hanno grossi mezzi economici e che sono poi costretti a spendere il doppio. Anche se devono sostenere altre spese: viaggio, soggiorno… No, perché esistono pacchetti completi, comprensivi di intervento, viaggio e soggiorno. Spesso sono pacchetti organizzati dalle stesse agenzie turistiche. Sono polemico, ma immagini cosa vuol dire: la salute in mano alle agenzie turistiche. m.g.f. m a g g i o duemilaquattordici 8 C olpo d’occhio non indifferente dei nomi al femminile nelle liste per le elezioni amministrative del 25 maggio, quando si voterà anche per il rinnovo del Parlamento Europeo. Se nel 2009 i movimenti e i partiti non andavano oltre le 14 donne (e allora c’erano 40 candidati a lista), oggi le superano di gran lunga. Merito della legge n.215 del 2012 che ha stabilito nuove norme per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali. Nella composizione delle liste nessuno dei due sessi poteva essere rappresentato oltre i due terzi. A Foggia per la prima volta si va ai seggi con la doppia preferenza: l’elettore può esprimere fino a due voti per candidati al Consiglio della stessa lista e di genere diverso, un uomo e una donna, pena l’annullamento della seconda preferenza. Sono 332 le donne candidate al Consiglio Comunale di Foggia su 786 concorrenti per 32 posti, otto poltrone in meno rispetto alla passata consiliatura, la sforbiciata inflitta dal governo Monti. Molte di loro hanno disdegnato gli abbinamenti, il ticket con un uomo. Trasversalmente, i due sessi più che la coppia hanno cercato il poker, e strada facendo hanno scoperto le carte. C’è una sola donna in corsa per la poltrona di primo cittadino, cinque anni fa ne erano due. Alla sfilza di aspiranti sindaci, rimescolati per ben due volte prima di posizionarli sulla scheda dopo la riammissione di una lista da parte del Tar, i foggiani erano abituati. Nessuno scandalo: nel 2009 erano dieci. MANIFESTI SELVAGGI A fare semmai più scalpore sono le affissioni abusive, prontamente segnalate e “marchiate a fuoco”. Solo 50 i candidati che si sono rivolti all’ufficio affissioni dell’Aipa - ma ci sono anche i concessionari privati - L’APPELLO a cura di Mariangela Mariani politica Campagna elettorale con pochi veleni, tanti chilometri e big della politica Comunali, 332 donne vogliono diventare consigliere Spopola in Rete Santino Chicozza, campi da golf per valorizzare le buche fino al 26 aprile, data ultima per le affissioni fuori dagli spazi assegnati dal Comune, ovvero le plance. Non l’hanno passata liscia nei comitati che non hanno rispettato la normativa che vieta le vetrofanie e i manifesti affissi fuori o sui vetri, regole che appaiono anche un po’ anacronistiche: la Digos li ha battuti a tappeto, sono volate le sanzioni, quelle minime da 103 euro, elevate anche dalla polizia municipale. IL CLIMA E I TEMI Veleni pochi, chilometri macinati tanti, sentimento e cuore a intermittenza e big della politica a bizzeffe. Campagna elettorale low profile di Giuseppe Martorana, il candidato del Nuovo Ordine Nazionale, l’estrema destra, che guadagna il primo posto nella scheda elettorale. Vuole rivoluzionare il sistema di governo della città e propone l’adozione di una moneta locale. Domenico Fiano, che da un “filo d’acqua” ha generato un’Onda di Popolo, si accontenta di mandare tutti a casa. Con la sua lista civica, ricusata due volte e poi ammessa con una sentenza del Tar, intende spodestare i partiti perché il vero cambiamento può partire solo dalla gente. Leonardo Di Gioia, che vuole scrivere Un’altra storia per Foggia, ha convinto i suoi a lasciare a casa le bandiere di partito pur di avere una coalizione completamente civica. Si offre per un governo d’emergenza, si concentra sui conti del Comune e non gli interessano le prove muscolari. Il candidato del centrodestra Franco Landella rivendica con orgoglio la propria coerenza, si mischia continuamente tra la gente col suo esercito democratico di liberazione - aveva definito così i suoi consiglieri - e indossa la sciarpetta del Foggia. Si confronta con i cittadini, non con gli avversari. Gianfranco Piemontese, la Foggia a sinistra, col suo inconfondibile papillon, al primo comizio parla di legalità e trasparenza. Pochi giorni prima aveva curato e allestito una mostra su Luigi Pinto, morto nella strage di Brescia. Non perde occasione per parlare di cultura. Lucia Lambresa, con la sua lista civica 50 e 50 (perfetta parità di genere), si presenta con un pronome personale, “io”, e il nome di battesimo. Agli elettori chiede fiducia. Mette i consensi nel salvadanaio, e vuole la rivincita. Che questa volta siano gli altri ad apparentarsi con lei. Il candidato del centrosinistra Augusto Marasco ha degli obiettivi misurabili, a cominciare dal rifacimento di 40 chilometri di strade. Vuole prendere il treno dei fondi comunitari, da intercettare assolutamente. Segni particolari: la puntualità svizzera. Vincenzo Rizzi non si scompone quando Foggia scompare dalla lista dei comuni col simbolo del mo- vimento 5 stelle sul Blog di Beppe Grillo e tira dritto. Piazzati con un gazebo nell’isola pedonale, ogni fine settimana i grillini tranquillizzano i cittadini: il M5S c’è. Luigi Miranda ha trascinato la sua lista in un viaggio nei luoghi simbolo della città, dal Teatro Giordano al Gino Lisa. Il suo tour lo entusiasma. Ha sondato le periferie e ha stretto la mano a residenti e commercianti impegnandosi a non farli rimanere cittadini di serie B. L’OUTSIDER Non sarà il più suffragato, ma rischia di prendere qualche voto di protesta (nullo) Santino Chicozza, il non-candidato sindaco di Foggia sotto lo slogan “E po’ s penz”. Al secolo Giuseppe Gaeta, la sua parodia ha già conquistato la Rete. Paga in lire, vuole portare il mare a Foggia (già sentita), propone di valorizzare le buche stradali con campi da golf e non si accontenta della B, vuole il Foggia in Champions League. Chi vincerà? Anche in questo caso, la risposta ce l’ha Santino Chicozza. Lettera aperta ai candidati sindaco stampata su volantini e manifesti “Ridateci l’orgoglio di essere foggiani” Al semaforo ha suscitato la curiosità degli automobilisti: lungo le strade tappezzate di manifesti elettorali, sui tabelloni sei metri per tre, è spuntata una lettera appello ai candidati sindaci. Incipit: "noi foggiani siamo stanchi", gridato, a giudicare dai tre punti esclamativi. Dieci righe rivolte ai nove contendenti della corsa al Palazzo ai quali si chiede di passare dagli slogan ai fatti, di non cedere alle lusinghe del potere ma di lavorare con dedizione e amore per una città in cui le attività chiudono e i giovani vanno via. Firmato Caos Calmo. È un'associazione al femminile nata nel 2012 per sensibilizzare i cittadini ad un maggiore senso civico, in certi casi per risvegliarlo, ed oggi conta oltre venti donne. Parlano a nome dei foggiani che hanno perso fiducia nella classe politica, ma si rivolgono pure ai loro concittadini affinché esprimano un voto consapevole. "È un'iniziativa senza precedenti - spiega Flavia Rizzi, presidente di Caos Calmo - cittadini che si autotassano per un'operazione del genere appoggiandosi alla nostra associazione che non ha alle spalle alcuno sponsor politico né tantome- Dalle parole ai fatti: l’iniziativa di Caos Calmo Le donne di Caos Calmo no economico. In passato c'era sempre un retropensiero". Le istanze della gente le avevano raccolte prima di Natale, sotto un gazebo per due giorni, sui biglietti anonimi imbucati in un'urna dai passanti nell'isola pedonale. "Certe frasi dobbiamo essere noi cittadini a dirle, non il politico con un motto. Se da parte nostra è legittimo riassumere tutto in un manifesto, perché noi le abbiamo lette quelle lettere, mi domando invece come faccia la richiesta di un cittadino a diventare parte di uno slogan elettorale". Le donne di Caos Calmo invitano gli aspiranti amministratori a concentrarsi sui problemi reali della città e da buone madri di famiglia adottano la metafora della busta della spesa. "La dispensa può essere anche piena, va bene la spesa set- timanale, i grandi propositi ci possono stare, però tutti i giorni si comprano pane e latte. Non abbiamo ancora ascoltato nessuno dei nove fornire delle risposte immediate. Dove possiamo notare le differenze? Perché a sentirli parlare sembrano tutti uguali. Il pane e il latte - Flavia Rizzi chiarisce cosa intenda l'associazione - è liberare il viale della stazione, dare fiducia ai commercianti, è convocare un tavolo di concertazione con i proprietari dei locali di viale XXIV maggio per tutti i faldoni di attività che i giovani vorrebbero aprire a Foggia. Rilanciare quella zona potrebbe voler dire spiegare al proprietario che non può chiedere 5mila euro di affitto solo perché è un locale al centro, se quel centro è degradato". Tra i generi di prima necessità c'è anche il rilancio del centro storico, la presa in carico degli extracomunitari da parte del Comune, maggiori controlli e più vigili per strada. L'Associazione Caos Calmo, a dicembre, ha presentato al Comune di Foggia un progetto per la riqualificazione di Piazza Puglia: ha proposto di smantellarla e metterci uno skatepark. Oggi resta in cima alle sue priorità. "Noi insistiamo su Piazza Puglia perché il nostro è un progetto alternativo: tolgo i giardini per realizzare una struttura che i nostri figli possono utilizzare. All'inizio, c'è stato un buon interesse da parte dell'amministrazione comunale che si è arenato nel momento in cui le primarie non l'hanno preferita. Al termine della consiliatura, questa amministrazione poteva concludere le sue funzioni lasciando qualcosa di diverso alla città". La cosiddetta società civile finisce per non volere la società civile al governo. “Persone normalissime candidate a consigliere che preparazione hanno, che conoscenza hanno dell'amministrazione? C'è un bacino di voti che andrà disperso. Tanti volti nuovi probabilmente servono a distogliere l'attenzione dalle solite facce . Nel mucchio, nella smania di novità, non ci rendiamo conto che quelle stesse facce ci sono sempre". m a g g i o duemilaquattordici 9 10 m a g g i oo duemilaquattordici duemilaquattordici A 25 km da Foggia , nella rigogliosa campagna Dauna della tradizionale cittadina di Cerignola, lontano dai frastuoni , sorge la tenuta Villa Demetra. Una struttura immersa in un meraviglioso parco di 30.000 mq, la magica scenografia naturale che renderà ogni cerimonia indimenticabile. Nel parco di Villa Demetra è possibile gustare aperitivi deliziosi e ottimi buffet, celebrare matrimoni con rito civile o con rito religioso ed anche è realizzare un ricevimento completamente all’esterno. Villa Demetra riesce a creare magiche atmosfere sospese nel tempo che prendono vita in due distinte sale dalla diversa personalità. La Sala Demetra, struttura in grado di garantire ampia comodità anche ai matrimoni più numerosi, grazie ad una ricettività capace di accogliere oltre 300 ospiti. L’ampiezza della sala non pregiudica la sensazione di sentirsi in un luogo intimo e familiare. Una maestosa capriata in legno che sovrasta la grande sala contribuisce a determinare quella suggestione calda e ricercata, sottolineata dalla luce di preziosi lampadari che enfatizzano i toni dorati di quadri, mobili, specchi e candelieri i cui riflessi si sposano in un connubio perfetto con l’argenteria che adorna ogni tavola. La Sala Storica è arredata con toni pastello tendaggi dalle sfumature tenui e delicate, pavimentazioni in cotto spagnolo e maioliche dipinte a mano. Il gioco di colori dall’affascinante candore che fonde arredamenti e allestimenti, rende ancor più indimenticabile ogni ricevimento, avvolgendolo in una luce da sogno che farà sentire sia gli sposi che ogni ospite, coccolati nel massimo relax. SS 16 N.18 - 71042 - CERIGNOLA (FOGGIA) - TEL. 0885.418988 WWW.VILLADEMETRA.IT moda m a g g i o duemilaquattordici a cura di Dalila Campanile STILE ARISTOCRATICO Tocco British: 11 Come si indossa Il cappello da cerimonia si può indossare la mattina, nel tardo pomeriggio e durante il rinfresco all’aperto. In queste occasioni sono adatti colori sgargianti e soprattutto il modello a tesa larga. Il copricapo va invece tolto a tavola e bandito la sera; l’unica eccezione può essere fatta per un cappello più piccolo che fa parte dell’acconciatura. Un copricapo particolare acquista più valore con il capello raccolto, anche se le ultime tendenze non disdegnano il capello liscio per far spiccare i dettagli del copricapo indossato. Si ricordi che l’abbinamento cappello elegante accompagnato da uno chignon fa molto donna adulta aristocratica. La veletta invece non si indossa mai la mattina e si porta sempre di lato. il cappello da cerimonia I consigli per non sbagliare Accessorio esibito prevalentemente dalla nobiltà inglese o dai vip agli eventi mondani, il cappello da cerimonia torna alla ribalta come must-have per completare in modo sofisticato il proprio abbigliamento. Come si sceglie Il copricapo elegante è un accessorio vistoso: è buona norma orientarsi su modelli discreti, evitando cappelli che si sviluppano eccessivamente in altezza. Il cappello sta bene a tutti i visi e si può indossare anche con gli occhiali. Non deve essere dello stesso colore dell’abito. Il materiale invece è una discriminante importante: per la bella stagione via libera alla rafia, alla seta e alla paglia Sinamay. L’idea in più è quella di coordinare la decorazione del cappello con il tema della cerimonia: un grande fiocco, fiori, piume e così via. Il cappello però deve restare comunque in armonia con il proprio abito. Come si abbina con gli altri accessori libera quindi e bon ton: via il st o are un n co eglie di sfoggi o si sposa tt apo elegante cchio. Se si sc fe ic no ef pr gi n co al U il o i. o tt or lit so Di so gli access iti appena de o ab st : il ad re lo l e el a ne it pp brietà col ca alla tinta un sto richiede so hanno un filo conduttore gu lio on eg m bu , il ti lo re i ti ultim il cappel olto disc gioe però se ques ecchini devono essere m en ch ti ut ot cl si a a to ci er rius Gli or via lib e e così via. può brillare: colore, un fior tibili. La borsetta invece rcet se appena pe . ttagli preziosi de n co o llo ie 12 m a g g i o duemilaquattordici HEROIDES Lettere di quotidiana (in)sofferenza Da orso a Fusto Il metabolismo degli uomini:una macchina da guerra Fedra a Ippolito Maniglie dell’amore. Pancetta. Accumuli adiposi in ogni angolo del corpo. Questi sono i terribili inestetismi contro i quali sia uomini che donne imbracciano le armi prima della famigerata ‘prova costume’. Ma vi siete mai trovate a parlare con un uomo di alimentazione, allenamento o dieta? Partiamo dal principio. Per noi la ‘prova costume’ è uno stress assurdo e l’unica parola d’ordine è dieta! Unica, sola, strettissima: dieta! Tra un gambo di sedano, una carota e le crisi d’astinenza da carboidrati, passiamo le nostre giornate a combattere contro i chili, i cuscinetti e chi ne ha più ne metta. E allo sclero da digiuno aggiungiamo anche la fatica dell’allenamento. Va bene tutto: zumba, pilates, gag, walking e sommerse in una miriade di corsi dai nomi improponibili, la nostra unica motivazione è il pensiero di un bikini su un corpo che, fino a quel momento, non è il nostro. Le più fortunate, soprattutto economicamente, a tutto questo aggiungono le sedute di massaggi, pressoterapia oppure fanno un salto dirette dal chirurgo per un’aspiratina di grasso qui e li. Per i maschietti - e non si sa per quale oscuro mistero - è tutto molto molto più semplice. Innanzitutto non partono dall’anno prima per essere pronti ad indossare il loro slippino da mare, loro si riducono agli ultimi due, massimo tre mesi. E già qui possiamo ridurre di un buon 50% il livello di esaurimento nervoso. Secondo punto, per loro la parola ‘Dieta’ non esiste! Avete capito bene: per loro insalatone, frullati e pinzimoni non compaiono neanche nel gergo di tutti i giorni. Il loro esempio di regime alimentare è una forchettata in meno di tutto, oppure, un bicchiere in meno di birra e stop! E purtroppo, dobbiamo ammetterlo, in loro i risultati si vedono sempre. Ultimo punto per loro fondamentale è l’attività fisica. Con soli dieci addominali, qualche giorno di corsetta blanda e due gocce di sudore il loro corpo è capace di tramutarsi da quello dell‘omino Michelin, composto da camere d’aria di pneumatici, a quello scultoreo, asciutto e con tutte le fasce muscolari al posto giusto di un dio greco. Qualcuno mi sveli il trucco del loro metabolismo, che da ghiro invernale ad un tratto si sveglia e parte in battaglia contro i chili di troppo. Insomma, ci siamo noi che per sembrare più belle e in forma, soprattutto agli occhi di un ipotetico principe azzurro, ci priviamo di tutto quello che adoriamo mangiare, e poi ci sono loro che hanno la pappa quasi sempre pronta, e che se proprio non vogliono o non riescono a diventare il Brad Pitt dei poveri si consolano con frasi del tipo “uomo di panza, uomo di sostanza”. Le fortune, insomma, sempre agli altri. m a g g i o duemilaquattordici 13 14 m a g g i oo duemilaquattordici duemilaquattordici m a g g i o duemilaquattordici Nuovo Daikin emura Scopri il nuovo condizionatore Emura Daikin omaggia la regina della casa Ritira la Smartbox con il trattamento bellezza in regalo Si avvicina l’estate, è tempo di pensare alla climatizzazione. Installare un impianto di condizionamento dell’aria può essere una soluzione per refrigerarsi comodamente a casa propria. Coniugare benessere e armonia degli spazi domestici? Da oggi è possibile grazie alla nuova gamma Daikin Emura. Da aprile 2014 sono disponibili presso il rivenditore autorizzato – Colder Sud a Foggia – i climatizzatori Emura, unità a parete caratterizzate da tecnologia intelligente e design essenziale. Si tratta di modelli unici in grado di garantire prestazioni innovative come efficienza ai massimi livelli (fino a serie A +++), funzionamento silenzioso e flusso d’aria 3D. La nuova gamma Daikin Emura inoltre si gestisce online: asseconda la tua voglia di aria condizionata azionandola direttamente dal tuo tablet, pc e smarthphone. Profilo aerodinamico, design discreto e raffinato, colori che variano dal grigio antracite al classico bianco assoluto opaco: i climatizzatori Emura sono un vero e proprio elemento di arredo che non passa mai di moda. Così il climatizzatore non viene più percepito come un apparecchio estraneo bensì come un oggetto di design in grado di integrasi con l’ambiente circostante. L’estetica del climatizzatore è un aspetto su cui si esprime la donna di casa, o meglio, la regina della casa. DAIKIN REGALA ISTANTI DI BELLEZZA È dedicata proprio alla donna l’iniziativa Daikin secondo cui, ogni potenziale cliente che si recherà in un negozio Daikin Aerotech per una consulenza o un preventivo, potrà ritirare una Smartbox offerta dall’azienda leader mondiale nel settore della climatizzazione. Il cofanetto benessere in regalo dedicato alle donne , consiste in una seduta trucco omaggio che avrà luogo in un centro estetico convenzionato con l’iniziativa nella città di Foggia. ENTRA NEI NEGOZI DAIKIN AEROTECH, ricevi in regalo una Smartbox Daikin dedicata alla regina della casa. COLDER SUD FOGGIA • VIA M. Natola, 29 - Tel. 0881 61 03 10 [email protected] 15 16 m a g g i o duemilaquattordici lui&lei Lo definiscono il flirt dei tempi moderni: ma a che prezzo? PSICOSESSUOLOGA Sexting e Sex-Selfie, tra inganno e seduzione Un modo per “solleticare” la fantasia e rompere la routine di coppia Tutte le conseguenze di un eccitante gioco segreto (ma non troppo) A ttualmente vi è una crescente curiosità circa la nuova frontiera del sesso virtuale - il sexting - ed un maggior approfondimento circa le sue modalità ed i suoi pericoli lo reputo necessario. Si tratta di un fenomeno che nasce recentemente in America tra adolescenti. La parola “sexting” è un neologismo che scaturisce dall’incontro delle due parole “sex” (sesso) e “texting” (mandare messaggi) e consiste nell’invio dal pc e soprattutto dal cellulare, di immagini di nudo (parziale o totale) spesso hard, accompagnate da testi a stampo erotico. In pratica è la nuova moda di fotografarsi nudi e/o in atteggiamenti provocanti (sex selfie) ed inviare le immagini al proprio partner, amante, amico tramite email o sms. E’ un fenomeno in grande crescita in Italia, diffuso tra gli adulti e ancor di più tra gli adolescenti. Si stima che 1 adolescente su 4 abbia ricevuto messaggi o video a sfondo sessuale da amici (38,6% dei casi), dal proprio ragazzo/a (27,1%), da conoscenti (9,9%), ma in alta percentuale anche da estranei (22,7% dei casi). Mentre, a fronte di un solo rapporto sessuale consumato al mese con il proprio partner, gli adulti italiani si dedicano al sexting fra le 7 e le 10 volte a settimana (dati Global Sex Survey 2014, condotto dal portale di incontri extraconiugali AshleyMadison.com sulla base di 74mila iscritti da 26 Paesi del mondo). Il sexting (definito flirt dei tempi moderni) ha il vantaggio della immediatezza e della praticità, permette di non avere imbarazzi vista la distanza e “solletica” la fantasia di chi invia la foto (immaginare l’effetto che fa) e l’eccitazione di chi la riceve. Il tuo shop on line VUOI DIVENTARE UNA CONSULENTE “TUPPERSEX”? Per info: 0692958312 op. 3925632168 email: [email protected] - www.sexangel.it 30 minuti contro i segni del tempo! Silhouette Soft IL NUOVO TRATTAMENTO PER IL RINGIOVANIMENTO DEL VOLTO in esclusiva presso COS’È SILHOUETTE SOFT ? è il nuovo trattamento dal doppio effetto di sollevamento dei tessuti e rigenerazione del collagene. Il materiale di cui sono costituiti i fili invisibili Silhouette Soft, è completamente bioassorbibile ed è utilizzato da anni nell’ambito medico. COME FUNZIONA? Un solo trattamento due risultati: • Azione di sollevamento della pelle : i risultati sono immediatamente visibili grazie al modellamento dell’area infatti il viso riacquista le sue proporzioni originarie insieme ad un aspetto giovane e riposato. • Azione di rigenerazione per un risultato graduale e duraturo: grazie al graduale riassorbimento del materiale delle suture di Silhouette Soft il collagene viene ripristinato per dare maggiore definizione dei lineamenti, mantenendo l’effetto volume nel tempo. COME SI REALIZZA? Le suture Silhouette Soft sono inserite sottocute grazie ai micro-aghi di cui sono dotate. Il trattamento si esegue in anestesia locale ed ha una durata di circa 30 minuti. Prima Dopo 1 mese Prima Dopo 4 mesi QUALI AREE POSSONO ESSERE TRATTATE? • Mandibola • Guance e area malare • Collo • Sopracciglio Gli adolescenti lo fanno per farsi accettare dal gruppo, per testare la loro capacità di seduzione, per compiacere un fidanzatino o un amico, per condividere morbosamente i propri vissuti sessuali. Gli adulti, invece, per rompere la propria routine sessuale ed avere nuovi stimoli, per “tradire senza farlo davvero”, per giocare col proprio partner ed avere una maggiore complicità. Il punto è: e dopo? La DI MARIAPIA CONOSCITORE Per i vostri quesiti: [email protected] Tel. 0881.563326 conseguenza immediata di tale “eccitante gioco segreto” è che quella foto inviata può finire ovunque senza che se ne abbia più il controllo. Sono numerosi i casi di cyberbullismo e vendette di “ex rabbiosi” online che hanno procurato pesanti conseguenze psicologiche ai protagonisti delle foto. Il punto è che il confine tra il desiderio e l’attuazione del desiderio sta scomparendo, così come la capacità di arginare l’invadenza delle nuove tecnologie, quindi giocare al “gioco della seduzione del nuovo millennio” nella cura della propria intimità diviene sempre più difficile. m a g g i o duemilaquattordici 17 Nuova realtà a Foggia ispirata al romanzo di Francesco Gitto Nasce “Via le mani dagli occhi” Q Una associazione di professionisti volontari a sostegno delle vittime di abusi e violenze uando Francesco Gitto, sull’onda di una forte spinta emotiva, ha scritto il romanzo psicologico ‘Via le mani dagli occhi’ probabilmente non immaginava che da quel libro edito dalla Bastogi sarebbe nata, poco dopo, una omonima associazione di volontariato in favore delle vittime di abusi, violenze e maltrattamenti. Un’associazione di professionisti tutti rappresentanti dei vari enti o volontari in grado di offrire il neistituzioni attori nella partita contro cessario sostegno psicologico, lela violenza tout-court: dal presigale, sociale, sanitario ed educatidente dell’Ordine degli Avvocati di vo attraverso quattro momenti imFoggia, Antonio Ciarambino, al portanti e imprescindibili: formaconsigliere dell’Ordine degli psicozione, informazione, sensibilizza“Via le mani dagli occhi”, la presentazione. Il tavolo dei relatori logi della Regione Puglia, Antonio zione, ascolto. Il romanzo ‘Via le mani dagli oc- in crescita come bullismo, mob- persone a loro vicine) trovino il co- rante gli incontri con le scolaresche Calamo Specchia; dal dirigente delchi’ è stato quindi un punto di ini- bing, cyber-bullismo e adescamen- raggio di riconoscere, vedere, com- abbiamo avvertito la mancanza di la squadra mobile di Foggia, Giubattere”. Per questo, l’obiettivo una realtà che si occupasse non tan- seppe Annicchiarico, a Laura Silzio e un momento di contatto. E’ sta- to online. to, infatti, il pretesto per incontrare Un’associazione tenta- principe del gruppo è quello di to dell’assistenza (per questo c’è la vestris, dirigente e responsabile denumerosissime scolaresche di Fog- colare, che abbraccia nu- contrastare le varie forme di vio- rete dei servizi territoriali: Asl, cen- gli Ospedali Riuniti di Foggia. Quegia e provincia ed avviare un pro- merosi ambiti e che si ri- lenza attraverso la sensibilizzazio- tri antiviolenza, consultori), quanto st’ultima, in particolare, ha annune la formazione permanente dei della prevenzione”, spiega Panes- ciato che l’azienda sanitaria ha accesso di sensibilizzazione sul tema volge a chiunque sia vitti- ne genitori, insegnanti e operatori di sa. “Se lo conosci lo eviti, recitava colto l’invito di riservare, all’interno che fosse reale, concreto e diretto, ed è stato anche il vertice nel qua- ma di maltrattamenti: don- settore in materia di abusi, maltrat- uno spot di qualche anno fa: bene del pronto soccorso cittadino, un luole sono confluiti numerosi profes- ne, uomini, omosessuali, tamenti, reati sessuali, devianze e questa è anche la mission di ‘Via le go protetto per accogliere le vittime sionisti impegnati in vario modo sul- minori, migranti e anziani. criminalità giovanile. “Proprio du- mani dagli occhi’, grazie ad incon- di violenza. “Spero che tutte le donne postri di taglio formativo per imparare “Una Stanza Rosa dove i volo stesso argomento. Esattamente a conoscere e riconoscere le insidie lontari dell’associazione - spiega come è accaduto tra l’avvocato e sano essere forti come la mia Valee le minacce di una violenza sempre potranno assistere in modo completo scrittore Francesco Gitto (presi- ria, la ragazzina violata protagonista del mio romanzo”, spiega Gitto. più prepotente, che miete vittime su le vittime di tutte le violenze, sodente dell’associazio“Un nome di fantasia per più canali”. stenendo anche quel processo di ne) e la psicologa founa storia reale e terribiA salutare ufficialmente l’asso- umanizzazione degli ospedali nel rense, Ines Panessa. le, purtroppo comune a ciazione, costituitasi ufficialmente il quale crediamo molto”. Esito finale di un pertante, troppe donne. Per 10 marzo 2014, c’erano in tanti, Angela Dalicco corso avviato con sucquesto si è resa necessacesso nelle scuole, ria la costituzione di quequindi, l’associazione L’associazione ‘Via le mani dagli occhi’ può essere contatsta associazione e mai il chiama a raccolta nutata recandosi nella sede di via Montegrappa, 134 a Foggia, opnome fu più appropriato. merosi professionisti pure scrivendo all’indirizzo email vialemanidagliocchi@hot‘Via le mani dagli occhi’ - psicologi, avvocati, mail.com. Per essere sempre aggiornati sulle iniziative promosse è una esortazione affinpedagogisti - per tedal gruppo è possibile consultare il blog dell’associazione alché le vittime di tante nere sempre alta l’atFrancesco Gitto violenze quotidiane (e le l’indirizzo http://vialemanidagliocchi-associazione.blogspot.it. Ines Panessa tenzione su fenomeni L a nostra storia comincia nel novembre 2011 quando con il nuovo consiglio direttivo dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Foggia, si costituì la Commissione per il Volontariato. Io fui subito entusiasta e onorata di esserne la coordinatrice, mi guardai intorno e tra tanti colleghi impegnati nel volontariato, il mio cuore mi dettò le persone da coinvolgere e soprattutto le Associazioni a cui mi sentivo più vicina per finalità. Iniziammo così un percorso con intenti comuni, ma separato negli eventi da organizzare, con l’ADMO, l’AIL, la FASNE e l’AISM ed io con la mia associazione: l’AIDO. Gli eventi sono stati diversi per ciascuna associazione, ognuno per le proprie peculiarità: l’ADMO e l’AIL per la donazione del midollo osseo e per la lotta alle leucemie e mielomi, la FASNE per l’assistenza ai bambini prematuri, l’AISM per la lotta alle malattie neurodegenerative e l’AIDO per diffondere la cultura della donazione degli organi a scopo di trapianto terapeutico. Quest’anno, es- Un convegno per ripercorrere la storia CHIRURGO PEDIATRICO DI MARIA NOBILI La vita? Un dono prezioso La testimonianza di impegno della dott.ssa Maria Nobili, chirurga pediatrica e presidentessa dell’AIDO Foggia sendo giunti alla fine del mandato, abbiamo pensato di mettere in comune le nostre esperienze, ed offrire alla cittadinanza un momento di riflessione sul nostro operato, attraverso il convegno “La Vita è un dono”. Il titolo era molto ambizioso ma ci è sembrato che racchiudesse tutto in nostro percorso: in fondo, le nostre associazioni e la nostra attività di medici ci porta a confrontarci continuamente con la malattia, la disabilità, la vita e la morte. Molte volte siamo costretti a prendere decisioni importanti in un lasso di tempo breve che pone dei dubbi etici (ne vale la pena? Che vita è o sarà?). Poi la risposta vien fuori quasi spontanea (La vita è un dono, appunto) e ce la mettiamo tutta per far sì che sia degna di essere vissuta. Sì, perché la vita è comunque un dono, dal momento del concepimento fino alla sua stessa fine, che può iniziare prematuramente con un basso peso alla nascita, continuare percorrendo vie tortuose, incontrare una malattia più o meno invalidante, risultare una sfida vincente o avere un epilogo doloroso. E alla fine può essere ridata ad altre persone che senza un dono non potrebbero vivere. Il convegno è iniziato con la relazione del dott.Giuseppe Popolo della FASNE che ha parlato della sua esperienza di neonatologo che quotidianamente conduce la sua battaglia per garantire una dignitosa sopravvivenza ai neonati prematuri e la degna sepoltura ai feti abortiti. A seguire, l’intervento della dott.ssa Nella Santoro dell’ADMO che ha commosso tutti gli intervenuti presentando il filmato della storia di un malato di leucemia morto in attesa di trapianto di midollo osseo. Il dott. Michele Carella, ematologo dell’AIL, invece, ha presentato una relazione dettagliata sui pazienti affetti dalle varie forme di leucemia e della sua esperienza di trapianti di midollo, e la dott.ssa AnnaRita Papa, psicoterapeuta dell’AISM, ha approfondito il concetto di malattia, la sua accettazione e le sue sfaccettature, declamando anche i versi di una poe- Per i vostri quesiti: [email protected] Tel. 0881.563326 sia inedita, scritta da un malato di Sclerosi multipla, che ringraziava per il dono della vita. In conclusione, il mio intervento, in qualità di presidentessa AIDO. La mia relazione ha dimostrato come la vita può essere donata nuovamente con un gesto di solidarietà: la donazione degli organi dopo la morte, una vera e propria rinascita. Ho fatto una breve storia dei trapianti dimostrando che la donazione di organi, tessuti e cellule è trasversale a tutto, non conosce etnie, religioni e sesso. Al convegno hanno partecipato anche due donatori che hanno parlato della loro esperienza di donazione, una si è conclusa con esito positivo, l’altra con esito negativo. Dalle relazioni e dal dibattito si è giunti ad un concetto comune: la vita per difficile che sia vale la pena di essere vissuta, perché mettersi in gioco e provarci è una chance che ci viene offerta. 18 m a g g i o duemilaquattordici in poche parole “Educare” senza urlare Urlare contro i bambini equivale a picchiarli. E’ questo il risultato di una ricerca condotta dalla University of Pittsburgh in dieci scuole medie, nell’arco di due anni: le “sgridate” producono insicurezza, risentimento e portano i bambini a scegliere proprio i comportamenti che i genitori vorrebbero evitare. Gli abusi verbali hanno sui bambini lo stesso effetto di quelli fisici. In altre parole, come riportato sul portale de La Stampa, le sgridate fanno male quanto le sculacciate. Nello stesso tempo era in corso anche uno studio sulle punizioni fisiche, che ha permesso di comparare i dati. Gli stessi autori sono rimasti sorpresi, nel notare i molti punti di contatto. La ricerca definisce gli abusi verbali (come urla, insulti e tutti gli usi della voce fatti a scopo disciplinare) e il risultato è che questi non risolvono i problemi comportamentali, ma al contrario li aggravano. I bambini che li subiscono sviluppano, infatti, i sintomi della depressione, e spesso in reazione assumono atteggiamenti vandalici, antisociali e aggressivi. In altre parole, tutti i comportamenti che sono comuni anche alle reazioni dei piccoli che vengono sottoposti a punizioni e abusi fisici. Il calore che poi i genitori possono offrire ai figli per recuperare non basta a limitare i danni. Una volta subito, l’abuso non si dimentica, e in genere i risultati negativi si vedono soprattutto quando il bambino cresce e diventa adolescente. “Da questi risultati - ha spiegato Ming-Te Wang, assistente professore di psicologia alla School of Education della University of Pittsburgh - si capisce che gli effetti delle disciplina verbale sono molto simili a quelli della disciplina fisica. Gli effetti di lungo termine diventano visibili soprattutto negli adolescenti sottoposti a questo trattamento. Anche se poi sostieni il tuo bambino, il risultato è comunque negativo”. Naturalmente i figli devono essere guidati e, quando non ascoltano i genitori, vanno richiamati. Il consiglio degli autori dello studio, però, è quello di usare un approccio diverso: “Bisogna comunicare con i bambini mettendosi sullo stesso piano, spiegando loro in maniera razionale le preoccupazioni dei genitori e i loro motivi”. Irma Mecca Da maggio a giugno, il mese della prevenzione DENTISTA DI VALENTINA LA RICCIA Prevenire il carcinoma orale E’ la neoplasia più frequente del distretto testa-collo Il 17 maggio in molte piazze italiane, vi è l’annuale appuntamento con i volontari dell’Oral cancer day, una giornata promossa dall’ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani) per la prevenzione del carcinoma orale. Dal 19 maggio al 19 giugno, invece, gli odontoiatri aderenti all’iniziativa si metteranno gratuitamente a disposizione dei pazienti che desiderano sottoporsi ad una visita di controllo. Il cancro orale è la neoplasia maligna più frequente del distretto testa-collo. Eppure, basta solo un semplice esame clinico odontoiatrico per avere un sospetto diagnostico: sottoporsi a visite periodiche potrebbe ridurre considerevolmente la percentuale di cancro diagnosticato in stadio avanzato. Pensate che se il carcinoma viene scoperto in fase iniziale, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è prossima al 94%, ma se scoperto tardivamente scende al 5% appena. Esso si riscontra più frequentemente fra gli uomini di età compresa tra i 50 ed i 70 anni, anche se ultimamente sta crescendo il numero di pazienti al di sotto dei 45 anni e di sesso femminile a causa dell’adozione precoce e diffusa di abitudini di vita dannose, che fanno parte dei fattori di rischio del carcinoma orale. Essi sono: cattiva igiene orale, uso di tabacco, abuso di alcool, esposizione a radiazioni UV, carenza di ferro ed antiossidanti nella dieta, traumi cronici a carico delle mucose orali, infezioni da HPV o Candida, lesioni o condizioni precancerose. Se associati fra loro (ad esempio alcool unito al fumo) questi fattori aumentano notevolmente la possibilità di ammalarsi. Il cancro orale si manifesta più frequentemente a carico delle cellule di rivestimento della lingua, del pavimento orale (la mucosa su cui poggia la lingua) e dei pilastri palatini, ma possono essere colpite tutte le mucose del cavo orale. La neoplasia può diffondersi localmente o causare metastasi a distanza. Il dolore non è necessariamente presente. Devono insospettirvi: un’ulcera orale che non guarisce da più di due settimane, una ferita chirurgica che non guarisce da più di quindici giorni, un cambiamento del normale colo- re delle mucose, la comparsa di un nodulo o di un’escrescenza molle bianca o rossa, denti che vacillano in modo progressivamente ingravescente, gengive gonfie o sanguinanti, un’asimmetria del volto che non trova altre cause possibili, alterazioni della normale sensibilità nervosa. Prevenirlo si può. Come? Innanzitutto allontanate dalla vostra vita tutti i possibili fattori di rischio. Inoltre, se siete portatori di protesi e doveste avvertire fastidi o un’improvvisa perdita di stabilità della stessa, contattate l’odontoiatra, recatevi dal dentista periodicamente per una visita di controllo e infine osservate la vostra bocca. Ecco alcune indicazioni utili per imparare a svolgere un’accurata auto-osservazione: davanti ad uno specchio, aiutandovi con le dita per spostare i tessuti e per palparli, osservate le labbra esternamente ed internamente. Passate poi alla mucosa che riveste internamente la guancia. Poi controllate il palato, le gengive e passate infine al pavimento orale palpando quest’ultimo con le dita delle La sfida: genitori e figli in cucina, insieme Per i vostri quesiti: [email protected] Tel. 0881.563326 due mani (un dito internamente e l’altro sulla cute). Le mucose normalmente hanno un colore roseo, sono prive di ulcerazioni, di noduli, di vegetazioni o di macchie bianche o rosse, sono lisce al tatto e di consistenza molle. Qualsiasi cambiamento di colore o di consistenza deve essere sottoposto all’attenzione del vostro dentista. In riferimento all’articolo “Tutte le figure dell’odontoiatra”, nel quale si definiva l’igienista dentale come Operatore sanitario in possesso del diploma di laurea triennale facendo riferimento al decreto ministeriale n.669 del 1994, Domenico Pignataro, presidente regionale della Associazione Igienisti Dentali Italiani precisa che “quel decreto è stato superato, con il Decreto Ministeriale 15 marzo 1999, n. 137. Da quel momento in poi l’igienista dentale per essere tale, deve conseguire una Laurea di primo livello (triennale) e di fatto diventa da operatore sanitario a professionista sanitario. La differenza non è solo di forma, in quanto il professionista a differenza dell’operatore può svolgere la professione anche in forma autonoma”. ESPERTA IN NUTRIZIONE DI GIOVANNA BRUNO Alimentazione sana? E’ ai fornelli Insegnare ai bambini i capisaldi di una dieta corretta: un “gioco” che unisce, condividendo pentole e tegami L’educazione alimentare pone le basi per un corretto regime dietetico, indispensabile all’organismo per il mantenimento dello stato di salute e di benessere. Le regole di una buona educazione alimentare dovrebbero essere seguite da tutti, sin dall’infanzia. Paradossalmente, nei paesi industrializzati, una buona fetta di popolazione, soprattutto infantile e adolescenziale, registra un apporto insufficiente di alcuni nutrienti indispensabili, poiché si ha la tendenza a mangiare troppo e male. Se opportunamente coinvolti, anche i più piccoli possono partecipare con gli adulti nella preparazione di ricette semplici e gustose e trasformarsi in piccoli chef. Coinvolgere i nostri figli alla preparazione dei pasti sarà all’inizio un po’ faticoso ma, con il tempo, i bambini si divertiranno a spezzettare, mescolare e assaggiare, ed impareranno a fare misurazioni, coordinare i vari passaggi e, non ultimo, miglioreranno la loro capacità di concentrazione e di memoria. Inoltre, mangiare piatti da loro stessi preparati gratificherà l’autostima e il palato e, soprattutto - cosa a cui tengo particolarmente - educherà ogni bambino al valore fon- damentale del cibo nella vita di ogni giorno. Inizieranno, in questo modo, a gustare ogni singolo cibo preparato, farà conoscere loro ingredienti sempre nuovi, servirà ad ogni bambino a rispettare gli orari di pranzi, merende o cene. Imparare a mangiare e a far da mangiare rappresenta per noi il miglior inizio di vita felice. Ogni giorno, se pensate, ci ritroviamo con i nostri figli a casa: in cucina, e poi a tavola, ci stringiamo in un’intimità profonda nella quale comunichiamo, condividiamo, impariamo. Spento il computer, spenta la televisione scopriamo e apprezziamo il valore unico di questi momenti di comunione che nascono attorno ai fornelli, e attorno ad una cucina sana e genuina che in qualche modo ci rappresenta. Vi assicuro: anche per le mamme più impegnate o “negate” avvicinare i loro bimbi sarà semplicissimo. Inoltre, in questo modo promuove- remo la cultura della corretta alimentazione: educheremo i bambini alla conoscenza del cibo (dalla produzione al momento del pasto) e noi stessi faremo scelte più sane anche durante la spesa. Oggi si finisce sempre per cucinare la solita pasta, mentre dovremmo proporre altri cibi, come cereali integrali, farro, kamut, orzo, polenta, riso integrale oltre che tanto pesce, verdura, frutta e del buon olio extravergine di oliva. Iniziate sin da oggi e vi assicuro che vi divertirete, tanto, tutti insieme. Un momento molto importante per tutti noi, ma soprattutto per i nostri bambini, è la colazione. Tra i principi dell’educazione alimentare, infatti, non può mancare essendo Per i vostri quesiti: [email protected] Tel. 0881.563326 è il pasto più importante della giornata. Di notte l’organismo è costretto ad un lungo digiuno: dopo 10 ore, per soddisfare la produzione di glucosio il metabolismo non attinge più glicogeno dal fegato, ma dalle proteine del muscolo. L’organismo si trova in una condizione-limite delle riserve. Per cui una colazione regolare è di assoluta necessità. Una buona colazione deve fornire circa il 15 o 20% dell’apporto calorico della giornata e secondo le regole per una buona educazione alimentare è un buon modo per mantenere il controllo del peso. Per i bambini vale lo stesso principio. Un piccolo esempio di come una ricetta può diventare un momento unico da trascorrere con i propri bambini. La ricetta: Tortine alla vaniglia Mescolare con una forchetta o con una frusta 9 cucchiai di farina 00, 9 cucchiai di zucchero e 9 cucchiai di olio di semi. A questo composto, aggiungere 3 uova, vaniglia e una bustina di lievito per dolci. Mescolare nuovamente e versare il composto ottenuto negli stampini da muffin. Infornare a 180°C per circa 20 minuti. Decorare le tortine con zucchero a velo e farcirle a piacere con marmellata, frutta fresca o cioccolato. Questa è una ricetta a misura di bambino, bella, buona e sana da servire a merenda o a colazione insieme a un buon bicchiere di latte o yogurt. m a g g i o duemilaquattordici Un piccolo promemoria pedagogico PEDAGOGISTA Il ruolo del “divertimento” nella crescita del bambino Il racconto delle fiabe, pratica ormai in disuso. Una miniera sorprendente, risorsa di ilarità e svago Esiste una formula per una crescita felice? Forse sì, e prevede una serie di spunti su cui i genitori possono riflettere. Incominciamo dal “ridere insieme”. I bambini crescono meglio in un clima disteso e giocoso. Le relazioni interpersonali che si intrecciano fin dalle prime fasi della vita, danno l’impronta a tutte le successive e segnano il cammino evolutivo che ciascuno percorrerà nella vita. Infatti, nel contesto relazionale familiare e scolastico, il bambino scopre e riconosce il mondo esterno, seleziona gli aspetti significativi, fa esperienze di apprendimento, acquisisce strumenti di comunicazione e di linguaggio e, al tempo stesso, sviluppa il senso del Sé, la propria sicurezza emotiva. Le esperienze di divertimento autentiche, come il gioco, e la loro condivisione con gli adulti, aiutano il bambino a sviluppare personalità gioiose e ottimiste. Come afferma il filosofo Henri Bergson “il riso, per quanto schietto lo si creda, cela sempre un pensiero nascosto di intesa, quasi di complicità con altre persone che ridono, reali o immaginarie che siano”. I bambini sono in grado di cogliere l’aspetto divertente delle cose e di assumere consapevolmente atteggiamenti che suscitano ilarità. Essi sono inoltre in grado di distingue- re l’autenticità del divertimento e di cogliere tutte le sfumature ironiche che gli adulti sanno loro proporre. La peculiarità di una situazione divertente sta nell’incongruenza, nel contrasto tra ciò che è normale e ciò che accade, spesso in modo inatteso e repentino. La risata è il risultato di abilità che si acquisiscono nei primi mesi di vita, ma è fondamentale che tale esperienza venga vissuta in contesti allargati e che vi sia rispondenza nelle persone con le quali si entra in relazione. Ridere e far ridere rientra a pieno titolo nel processo di socializzazione, dove è possibile vivere l’esperienza fondamentale di esprimere se stessi riconoscendo gli altri. Gioco e divertimento sono gli elementi fondamentali di una crescita armoniosa; a maggior ragione le esperienze gioiose possono contribuire a rendere più leggero un periodo di malattia o di “ospedalizzazione”, una parentesi di vita che Sindrome da congestione pelvica: i sintomi DI VERA ELEONORA Per i vostri quesiti: [email protected] Tel. 0881.563326 distacca il bambino dai vissuti quotidiani e dalle sue relazioni. In famiglia, tuttavia, si preferisce sempre più utilizzare il tempo libero con i giochi virtuali. Per sette famiglie su dieci, infatti, una partita al giorno è diventata un passatempo irrinunciabile e il 40% dei genitori ritiene che i videogames siano lo strumento ideale per condividere divertimento, creare complicità e rinsaldare la relazione con i figli. Lettura e racconto di fiabe, pratiche ormai in disuso nelle famiglie, rimangono sorprendenti risorse di ilarità e svago, indicano una strada per ritornare a una genitorialità efficace: esse racchiudono elementi utili per tracciare sentieri di narrazione personale, familiare e collettiva. I personaggi delle fiabe e dei racconti sono le figure “animatrici” vicine ai bambini e agli adulti di ogni età, capaci di riavvicinare le generazioni, di evocare emozioni e risate autentiche; una occasione per iniziare insieme un viaggio tra immaginario e realtà, ma soprattutto per ritrovare un contatto significativo tra genitori e figli, arricchito da una giusta dose di complicità, indispensabile per rendere più fluide le dinamiche familiari. GINECOLOGA DI TIZIANA CELESTE Il varicocele pelvico femminile Determina la formazioni di varici vulvari e colpisce oltre 250mila donne in Italia Le algie pelviche sono la causa più comune di consulenza ginecologica. Finora un terzo dei casi non presentava una causa riconoscibile e pertanto l’origine del disturbo si attribuiva all’apparato gastroenterico. Nell’ultimo periodo sta emergendo una nuova consapevolezza: grazie ai ripetuti riscontri intraoperatori della presenza di plessi venosi dilatati, presenti alla periferia di utero e ovaie, una patologia finora poco indagata e riconducibile a queste crisi di dolore acuto al basso ventre. Si tratta di varicocele pelvico, che provoca la cosiddetta Sindrome da Congestione Pelvica (SCP) che, oltre al forte dolore al basso ventre, determina la formazioni di varici vulvari, perineali e degli arti inferiori. Anche se il varicocele è un disturbo di cui soffrono più di frequente gli uomini, si calcola che la sua “variante” femminile colpisce circa 250 mila donne in tutta Italia, con 10 mila nuovi casi all’anno. Nella totalità dei casi, il varicocele è associato a forti dolori pelvici, intermittenti o continui, che possono aumentare di intensità in concomi- tanza del ciclo mestruale, dei rapporti sessuali e stando in piedi a lungo. La sintomatologia del varicocele pelvico è per lo più legata alla causa che lo provoca (anomalia di posizione dell’utero, fibromi uterini, cisti ovariche, flogosi utero-annessiale). Soprattutto la retroversoflessione causa l’angolatura dei tronchi venosi, ostacolando il circolo refluo e quindi favorisce lo stabilirsi di varicosità nei plessi uterini ed ovarici. I fatti infiammatori favoriscono la comparsa del varicocele pelvico per i fenomeni congestizi, con susseguente compressione e stiramento dei vasi. Quando si tratta di cause costituzionali il varicocele pelvico si associa, di solito, ad emorroidi, a varici vulvari, e varici a livello degli arti inferiori. In circa il 40% dei casi è presente dispareunia (difficoltà ad avere normali rapporti sessuali), nel 15% si manifesta dismenorrea (dolori durante il ciclo mestruale) e nel 60% si riscontrano varici della parte inferiore della vagina, della vulva e/o degli arti inferiori. Si tratta in Per i vostri quesiti: [email protected] Tel. 0881.563326 quest’ultimo caso di varicosità definite “atipiche”, prendendo origine da plessi venosi emorroidari, del perineo (zona anatomica comprendente ano e genitali esterni), delle grandi labbra o della regione inguinocrurale. Frequentemente le donne presentano questo disturbo abbinato a varici delle gambe, con decorso “atipico”, perché tendono a distribuirsi alle cosce in territori diversi da quelli della ben più frequente insufficienza ostiale della Safena. Nei casi in cui il varicocele è l’espressione di atonia vascolare, si osservano dolori gravativi al basso ventre, alterazioni del flusso mestruale, perdite leucorroiche e leuxoxantorroiche dai genitali e crisi dolorose pelviche acute in rapporto talora con la fase premestruale o con la fase ovulatoria o con strapazzi fisici. A questi sintomi principali si aggiungono spesso dolori coccigei, dolori sacro-lombari e frequenti disturbi della minzione. È caratteristico un aumento dei dolori gravativi e del senso di peso dopo qualche tempo che la paziente ha iniziato la deambulazione; si attenuano invece quando la paziente rimane a letto. Il varicocele viene generalmente diagnosticato attraverso un Ecocolordoppler pelvico e transvaginale, che confermerà la dilatazione e l’incontinenza delle vene ovariche e uterine. La terapia del varicocele pelvico consiste nella rimozione della causa che l’ha provocato. In passato, la cura prevedeva una legatura chirurgica delle vene attraverso un’incisione addominale. Attualmente, invece, si procede con un’iniezione sclerosante, praticata sotto controllo radiologico, per chiudere le vene dilatate attorno all’ovaio ed eliminare il dolore. Il varicocele pelvico isolato non costituisce quasi mai un’indicazione ad un trattamento chirurgico, si giunge all’intervento per un’altra ragione. Se non si evidenzia una causa palese, saranno di una certa utilità le cure generali ricostituenti e la terapia vasoprotettiva antiflogistica e termale. 19 in poche parole Allergie: determinanti dalla nascita Attraverso il parto naturale le mamme regalano al proprio figlio un vero e proprio “corredo” immunitario, una dote di batteri buoni che riduce il rischio di allergopatie. Questi batteri buoni colonizzano l’intestino del neonato e lo difendono da virus e batteri per tutta la vita. Ecco perché i bambini che nascono con il cesareo sono più esposti al rischio di diventare allergici. E’, in breve, quanto riportato sul sito di salute24: “Al momento della nascita - spiega Vito Leonardo Miniello, docente di Pediatria e Nutrizione Pediatrica presso l’Università di Bari - la mamma ha in serbo per il suo cucciolo preziosi regali quali la vita, il latte materno ed il passaggio dei suoi batteri intestinali e vaginali che andranno a colonizzare l’intestino sterile del neonato, permettendogli di costruire un proprio microbiota intestinale”. Il microbiota intestinale è “un vero e proprio organo batterico con funzioni protettive di difesa nei confronti di batteri patogeni, metaboliche, per la produzione di vitamine e sostanze a valore energetico, e immunitarie”, continua l’esperto che fa parte del Direttivo della Sipps, la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale. Un microbiota intestinale ricco e variegato è “in grado di addestrare il sistema immunitario a riconoscere antigeni utili, contrastare quelli pericolosi come i batteri patogeni e soprattutto a non essere “irascibile”, producendo in modo inappropriato sostanze pro-infiammatorie, responsabili di innescare malattie allergiche e autoimmunitarie”, tra le quali diabete di tipo 1, colite ulcerosa e la malattia di Crohn. Il passaggio di consegne avviene in maniera ideale con il parto naturale. Eppure in Italia è ancora eccessivamente alta la quota di neonati che nascono con il parto cesareo: il 38% la media nazionale, con punte del 62% in Campania. “La modalità del parto ed il tipo di latte assunto risultano determinanti per la colonizzazione batterica post-natale - ricorda Miniello - e la composizione del microbiota intestinale attuale e futuro”. Quando la cicogna arriva con il bisturi qualche soluzione c’è. Recenti evidenze scientifiche indicano che specifici ceppi probiotici, come i bifidobatteri e i lattobacilli, somministrati al lattante sin dai primi giorni di vita sono in grado di mutuare in parte la mancata dote batterica materna. Irma Mecca 20 m a g g i o duemilaquattordici in poche parole S.O.S AFTE e lesioni della bocca Stress, anemia, morbo celiaco possono causare piccole ulcere che possono essere anche molto dolorose. Compaiono a tutte le età, con una predilezione per le donne tra i 10 e i 20 anni. Comprendere perché e quando possono manifestarsi queste fastidiose lesioni del cavo orale che provocano difficoltà anche nel parlare e mangiare, specie se multiple e ricorrenti - è il primo, vero metodo per prevenire fastidi e dolori. “Le cause delle afte non sono del tutto chiare, ma si pensa che alla base della loro formazione ci sia un meccanismo immunologico”, spiega dalle colonne del Corriere della Sera Michele Giuliani, professore aggregato di Patologia e medicina orale all’Università Cattolica di Roma. “Quel che è ormai chiaro è che possono essere scatenate da molti fattori, fra cui stress, traumatismi (anche da apparecchi ortodontici), carenze nutrizionali, malattie intestinali infiammatorie (come morbo di Crohn e colite ulcerosa), allergie e intolleranze alimentari (come la celiachia). C’è anche una componente ereditaria”. In media un’afta impiega circa una settimana a regredire e anche questo aiuta a distinguerla da altre lesioni orali potenzialmente pericolose, come il carcinoma orale, che può talvolta manifestarsi inizialmente come una piccola ulcera. Secondo il dottor Giuliani quando un’ulcera rimane nello stesso punto per più di un paio di settimane, va sempre fatta controllare da uno specialista. Inoltre, se l’afta è unica e occasionale si può utilizzare uno dei tanti prodotti da banco disponibili, che riducono il bruciore e favoriscono una più rapida guarigione e comprendono in genere anestetici, cortisone a basse dosi, estratti di alcune piante e altre sostanze. Ma se le afte sono più numerose o molto dolorose e tendono a ripresentarsi periodicamente, oppure se sono di grandi dimensioni e presenti da tempo, è meglio consultare il dentista o il medico di famiglia e magari fare qualche accertamento. Una volta stabilita la causa - per esempio un’anemia da carenza di ferro o la malattia celiaca - bisogna intervenire su quella e vedere se il problema si risolve o comunque si attenua. In fase acuta meglio limitare il consumo di alcolici ed eliminare le sigarette, che possono aumentare l’infiammazione ed evitare di mangiare cibi troppo acidi o piccanti, troppo caldi o troppo freddi. Sul piano della prevenzione non si può fare molto, ma una dieta equilibrata ricca di frutta e verdura aiuta, così come avere una buona igiene orale. Irma Mecca Vademecum dal Garante della Concorrenza MOVIMENTO CONSUMATORI Pubblicità senza promesse Cosmetici, acquisti sinceri I cosmetici sono importanti prodotti di consumo quotidiano e svolgono un ruolo fondamentale nella vita di ognuno di noi. Oltre ai cosmetici tradizionali, quali i trucchi e i profumi, rientrano in questo vastissimo settore anche i prodotti per l’igiene personale, shampoo, saponi e articoli per la cura dei denti. Trattasi di un settore in continua evoluzione tecnologica e scientifica. I produttori di cosmetici, infatti, devono migliorare costantemente i prodotti, al fine di rimanere all’avanguardia in un mercato estremamente competitivo, in cui i consumatori si aspettano una scelta più vasta e un’efficacia sempre maggiore. Per questo motivo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha stilato un vademecum che tuteli e garantisca i consumatori da pericolose comunicazioni commerciali scorrette sui prodotti cosmetici. In primo luogo, il cosmetico non è un farmaco pertanto la natura cosmetica del prodotto deve risultare chiaramente: un cosmetico non può essere assimilato o comparato - esplicitamente o indirettamente - ad un farmaco o ad interventi di chirurgia estetica. Al prodotto cosmetico non possono es- Per i vostri quesiti: [email protected] Tel. 0881.563326 Non vanno attribuite proprietà curative o terapeutiche: informazioni veritiere e trasparenti, supportate da test sere attribuite - direttamente, indirettamente o in modo ambiguo proprietà curative o terapeutiche capaci di intervenire in maniera risolutiva e definitiva sulle cause degli inestetismi. La promessa di risultati specifici e puntuali - riferiti in termini assoluti o percentuali, con indicazione di tempi serrati o/e con corredo di immagini particolarmente suggestive deve basarsi su un veritiero e mirato supporto scientifico e su sperimentazioni adeguate. L’efficacia di un componente non supporta, né dimostra da sola e di per sé l’efficacia del prodotto. Se espressamente richiamati in pubblicità, i test clinici devono essere pertinenti e direttamente correlati con l’efficacia attribuita al prodotto; nel messaggio dedicato, compatibilmente allo spazio disponibile, devono essere specificati la metodologia, le misurazioni ed i parametri utilizzati. Ne consegue che, gli studi scientifici richiamati in pubblicità a sostegno dei vanti prestazionali del cosmetico devono essere adeguatamente accessibili - in versione integrale o in esaustiva sintesi Poche norme per difendersi dall’Anisakis Pesce crudo, buono ma pericoloso La nostra Regione è ricca di molteplici tradizioni e usanze, ma soprattutto di arte nella cucina. Ultimamente, però, è in aumento la “moda” di assaporare presso baracchini all’aperto diversi frutti di mare o pesci crudi, con gravi rischi legati alla possibile contaminazione e all’igiene (spesso carente). Inoltre, può essere messa in discussione ed inoltre la consumazione di minime o grandi quantità viene fatta indiscriminatamente da parte di tutti: grandi e piccini. MITILI E PESCE CRUDO: In genere, ma non sempre, la cottura consente di abbattere gran parte dei rischi legati al consumo di pesce contaminato, mangiare pesce crudo può esporre alla possibilità di intossicazioni e infezioni causate da batteri patogeni oppure ad infezioni da parte di parassiti. Il pesce crudo può essere contaminato da diversi microrganismi, come vibrioni, listeria, escherichia coli o salmonelle che provocano infezioni o tossinfezioni. Si tratta in genere di intossicazioni con diverso grado di gravità, che possono diventare ancora più pericolose nel caso di bambini, anziani e donne gravide. Il rischio maggiore per chi consuma pesce crudo si chiama Anisakis (il parassita e le sue larve muoiono se DI ROSANGELA LORISO Si trova in molti pesci tra cui tonno, salmone e sgombro Tra i sintomi dolori addominali, sangue nelle feci e febbre sottoposti a 60º di temperatura, oppure dopo 96 ore a -15º C, 60 ore a – 20ºC, 12 ore a -30ºC, 9 ore a -40ºC). Oggi è estremamente diffuso e si trova in molti pesci tra cui tonno, salmone, sardina, acciuga, merluzzo, pesce spada, calamari, nasello e sgombro. Simile a un vermicello filiforme, visibile anche a occhio nudo, resta immobile all’interno del tubo gastroenterico del pesce fino a quando non riesce a trovare via libera verso le parti muscolari dove vi si insinua in attesa del passaggio all’interno di mammiferi che si cibano del pesce parassitato. Alcune ricerche hanno dimo- strato che la maggior parte di casi positivi da contaminazione di Anisakis si riscontra nel prodotto che ha sostato per un certo periodo di tempo dal momento della pescata a quello dell’eviscerazione. Quando l’uomo mangia pes c e contaminato crudo, n o n completamente cotto o in salamoia, le larve in alcuni casi possono non morire ed impiantarsi sulla parete dell’apparato gastrointestinale, dallo stomaco fino al colon. Per difendersi dai succhi gastrici, attaccano le mucose con grande capacità perforante, determinando esplicativa - magari attraverso rinvio alle pagine web dedicate del sito internet aziendale. Non può essere vantato in pubblicità, neppure se presentato insieme a locuzioni quali “fino a…”, il valore massimo risultante dalle sperimentazioni – tanto più se raggiunto in uno solo o in pochissimi casi - in quanto non esemplificativo dell’efficacia generale riconducibile al cosmetico. Infine, l’innovatività del cosmetico deve essere riconosciuta da studi aventi riconosciuta autorevolezza scientifica, così come il brevetto può vantarsi solo ove sia già stata rilasciata la concessione; non basta aver presentato semplicemente la domanda. Queste le poche ma importanti accortezza da seguire per evitare di incorrere in messaggi e/o informazioni commerciali scorrette, spesso causa di brucianti delusioni e di aspettative tradite. MEDICO CAV DI ANNA LEPORE Per i vostri quesiti: [email protected] Tel. 0881.563326 una parassitosi acuta o cronica. L’Anisakis non può essere trasmesso tra gli esseri umani. SINTOMI: Tra i sintomi dell’anisakidosi ricordiamo: dolore addominale, nausea, vomito, distensione addominale, diarrea, sangue e muco nelle feci e febbre. Nei casi più gravi il paziente accusa intenso dolore addominale, molto simile a quello dell’appendicite acuta, accompagnato da una sensazione di nausea. I sintomi possono manifestarsi da un’ora a due settimane dopo l’ingestione di pesce (o molluschi crudi o poco cotti). Di solito, nei pazienti colpiti, viene rinvenuto un solo parassita. PERICOLI: Nei casi più gravi si può intervenire chirurgicamente. La rimozione chirurgica dell’Anisakis dalla sede in cui è allocato è l’unico metodo sicuro per alleviare il dolore e per eliminare la causa del disturbo, perché in generale non è consigliabile attendere che il parassita muoia. CURA E TERAPIA: La terapia dell’anisakidosi consiste generalmente nella rimozione del parassita dall’organismo, mediante endoscopia o intervento chirurgico. In alcuni casi invece l’infezione guarisce ricorrendo unicamente alla terapia sintomatica, mentre in altri casi, al contrario, può provocare ostruzione intestinale per la quale può essere necessario l’intervento. m a g g i o duemilaquattordici 21 22 m a g g i o duemilaquattordici m a g g i o duemilaquattordici ANTEPRIMA 6DONNA Dietro le quinte con Virginia Barrett 23 IL LIBRO In viaggio verso Nullastopoli La donna che non fu brigante Debutta a Foggia il musical tratto dalla fiaba edita da Herald che vede recitare insieme talenti diversabili e guest star nazionali Michele Gemma U n viaggio sospeso tra sogno e realtà, tra fiaba e satira politica. Il segno rosso sulla cartina indica la meta possibile, ‘La fantasiosissima Nullastopoli’, progetto musicale tratto dall’omonima fiaba di Virginia Barrett, attrice e musicista di origini foggiane, e pubblicata dalla Herald Editore. E’ proprio in quel Virginia Barrett luogo che il linguaggio simbolico della favola incontra quello del musical e si prepara a debuttare a Foggia, il prossimo 30 maggio. Sul palco, dietro le quinte e nei camerini del Teatro del Fuoco fervono i preparativi. Si scalpita in vico Cutino per le ultime prove dei costumi, i cambi di scenografia e le prove di canto e ballo: tutto deve essere perfetto per l’unica data in programma a Foggia, prima di una tournée che toccherà, per ora, Calabria, Lazio e Toscana. “Abbiamo scelto di debuttare a Foggia perché è qui che questo progetto è nato, al termine di un laboratorio di Teatro Musicale per gli alunni di una scuola elementare”, spiega Virgina Barrett in veste di autrice e regista. Tante le idee, sollecitazioni e ispirazioni venute fuori da quell’esperienza, tutte convogliate nella fiaba edita da Herald e che, nel volgere di pochi mesi, si è trasformata in una commedia musicale arricchendosi delle melodie originali del M° Alessio Boni. “L’obiettivo principale è quello di creare occasioni di integrazione sociale e culturale”, spiega. “Stiamo, infatti, lavorando alla costituzione di una compagnia teatrale stabile mista, qui a Foggia, che veda lavorare fianco a fianco artisti normodotati e diversamente abili”, impegnati in progetti culturali che sappiano fondere e valorizzare i talenti e le peculiarità di ognuno. Non si tratta solo di passione, ma di una progettualità che, a lungo termine, potrà creare anche occasioni di lavoro, incanalandosi nel solco tracciato da iniziative similari e già speri- L’intelligenza si manifesta con la curiosità Enfant Prodige Genitori alle prese con figli superdotati? I consigli valorizzare talenti e attitudini Secondo l’OMS, 2 bambini su 100 possiedono delle capacità intellettive superiori alla media: si tratta di piccoli “superdotati”, da non confondere però con il genio di Mozart o Picasso, che dimostrarono talenti straordinari sin dalla tener età. I genitori devono ricordare che ogni bambino apprende in maniera individuale durante la crescita e che il talento nascosto può svilupparsi grazie agli stimoli presenti nell’ambiente in cui vive. A partire dai 3 sino agli 8 anni un bambino superdotato manifesta degli atteggiamenti particolari che i genitori sono tenuti a notare, al fine di sviluppare al meglio le sue potenzialità. I segnali. Il primo segnale di un’intelligenza precoce è la curiosità: un bambino superdotato pone molte domande, è un acuto osservatore e si sofferma sui dettagli. Quando svolge un’attività si sente coinvolto fisicamente ed emotivamente: di solito ottiene risultati più che soddisfacenti in ogni disciplina in cui si cimenta anche solo per la prima volta. Possiede una buona memoria e ama imparare: queste qualità sono sicuramente alla base di discreti risultati scolastici. Un piccolo superdotato si lascia trasportare dalla fantasia, predilige giochi come il disegno e le costruzioni mentre per quanto riguarda la compagnia, tende a prefe- rire quella degli adulti. E’ in grado di farsi delle idee proprie che non esiterà a manifestare. E’ affascinato da quello che non conosce e si impegna per risolvere problemi e quesiti. Il ruolo dei genitori. Se vostro figlio ottiene risultati eccellenti a scuola, nello sport o in qualsiasi altra disciplina, non caricatelo di aspettative: se le prestazioni dovrebbero ridursi il bambino si sentirà infelice e frustrato. I più piccoli devono sentirsi liberi di assecondare le inclinazioni naturali senza condizionamenti. E’ bene rispondere ad ogni domanda: si tratta di un segnale importante che i bimbi percepiscono come stimolo per continuare ad osservare il mondo che circonda loro. Vi rendono partecipi di sogni e fantasie? Non riportate mai un bambino alla realtà in modo brusco: potrebbe perdere l’abitudine di fare uso dell’immaginazione. I baby alunni poi devono essere liberi anche nella scelta del metodo di apprendimento da usare, senza ricevere imposizioni. L’errore più grande è quello di fare paragoni con gli altri bambini: il superdotato infatti potrebbe sperimentare sensazioni ambivalenti come quelle di essere il migliore o essere il diverso, entrambe non proficue per la serenità del bambino, che deve restare sempre al primo posto. Dalila Campanile mentate con successo in altre parti d’Italia. ‘La fantasiosissima Nullastopoli’ è una storia universale: ognuno ha un compito determinante nella comunità di riferimento e ognuno, con la propria energia e talento, può contribuire al cambiamento. Per raccontare questa avventura Virginia Barrett ha cucito le coreografie al copione teatrale e lo ha poi puntellato con gli interventi di cori ed ensamble musicali e con la partecipazione di ospiti d’eccezione. “Si tratta di talenti intercettati nel corso di questi ultimi due anni nel Foggiano e in giro per l’Italia”, spiega Barrett che con l’aiuto regista Jasmine Colangelo, Maria Elena Mastrangelo e i tutor dei giovani artisti diversamente abili - una trentina nel complesso - ha effettuato una accurata selezione per l’affidamento dei vari ruoli. Tanti gli ospiti che calcheranno il palco foggiano (dal rapper Cesare ‘Joker’ Cernigliaro a Linda Galeotti, campionessa mondiale di ballo su sedia a rotelle, solo per citarne alcuni) e una sola certezza: “Sarà la festa dei talenti”. Un racconto che restituisce il senso della storia e dei legami con la propria terra; una storia avvincente perché profondamente umana e pervasa dal respiro di rivalsa, di aspettativa di cambiamento. Stiamo parlando di “Piccola donna del Gargano: Maria Michela la donna che non fu brigante”, prima fatica letteraria firmata dal giornalista Michele Gemma. Un volume che, alla sua presentazione ufficiale, ha incassato il sostegno della Conferenza delle Donne del Partito Democratico, diventando il mezzo per un viaggio storico dalla questione meridionale a quella che la Conferenza stessa definisce “Questione Maschile”. Il volume, edito da Andrea Pacilli, vede protagonista una donna giovane legatissima alla sua terra e pronta a combattere contro il potere maschile negl’anni dell’Unità d’Italia. La sua terra è quel Gargano consumato da omicidi e soprusi di ogni genere, quell’Italia che passa dai Borboni alla monarchia sabauda. Una occupazione che, di fatto, estremizzerà ancor di più la condizione della donna. Una condizione dalla quale è difficile ribellarsi, fino a quando non ci sono altre donne che decidono di affrontare insieme il proprio destino, cambiandolo. 24 m a g g i o duemilaquattordici
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