MARTEDÌ 30 SETTEMBRE 2014 www.corriere.it Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Via Campania 59/C - Tel. 06 688281 Partite Iva LE INUTILI IPOCRISIE SULLE TASSE Già 80 operazioni Su Style Arriva l’occhio bionico Un clic e la vista ritorna Ecco i giovani che cambiano le nostre case di Anna Meldolesi a pagina 23 Oggi a 1,90 euro con il Corriere Duro scontro nel Pd sul lavoro Renzi vince a larga maggioranza ● GIANNELLI Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano 9 771120 498008 40 9 3 0> La vera posta in gioco oltre la resa dei conti di Aldo Cazzullo N on è vero che la riforma dell’articolo 18 sia una questione ideologica che non riguarda quasi nessuno. È una grande questione politica, che può cambiare la vita sociale, la mentalità, la cultura economica del Paese. Proprio per questo, a parte qualche eccezione, il modo in cui la direzione del Pd ha affrontato ieri il tema è apparso un po’ asfittico e autoreferenziale. continua a pagina 6 Tesauro accusa: brutto spettacolo in Parlamento, si delegittimano le istituzioni indipendenti di Sergio Rizzo Sfida a Pechino La protesta in piazza I l presidente della Corte costituzionale Giuseppe Tesauro, in un’intervista al Corriere, critica lo stallo che da oltre 3 mesi blocca l’elezione di due giudici della Consulta: «Uno spettacolo che si riverbera sull’immagine della Corte». E sulla fecondazione eterologa: «Era in ballo un diritto decisivo». a pagina 11 GETTY IMAGES / ANTHONY KWAN ARCELORMITTAL A Hong Kong la rivoluzione dei ragazzi con l’ombrello di Guido Santevecchi L a chiamano già la Rivoluzione degli Ombrelli. Quegli ombrelli che i ragazzi in piazza a Hong Kong per chiedere democrazia al governo cinese usano per difendersi dagli spray urticanti usati dalla polizia per disperderli. Da due giorni la città è paralizzata: la linea dura delle forze dell’ordine non sta pagando. E la Cina comincia a innervosirsi: intima agli Usa di non interferire e parla di «cospiratori angloamericani». a pagina 15 Reati fiscali: inchiesta sugli indiani dell’Ilva di Luigi Ferrarella I l gruppo franco-indiano ArcelorMittal, che si è candidato per l’acquisto dell’Ilva di Taranto con il gruppo Marcegaglia, è sotto indagine per una evasione fiscale di 129 milioni di euro, 31 dei quali ha scelto — pur respingendo gli addebiti — di pagare al Fisco a titolo di transazione. a pagina 19 Una legge in California contro la violenza: serve un consenso cosciente e volontario a pagina 24 È «Basta scorribande sulla Consulta» Sesso nei campus? Solo se il sì è sì egole e paletti per separare il sesso disordinato dallo stupro. Succede in California, dove il governatore Brown ha firmato la prima legge statale che obbliga colleges e università a investigare sul serio sui casi di violenza sessuale. È già nota come legge dello «yes means yes»: un sì è un sì, e deve venire da una persona in condizioni di pronunciarlo. Non è stupro solo se c’è «un deciso, cosciente e volontario consenso» al rapporto sessuale. UN DIBATTITO AUTOREFERENZIALE L’intervista Il presidente della Corte costituzionale: sono cattolico, ma la fecondazione eterologa è una libertà incoercibile continua a pagina 29 R di Maria Teresa Meli ancora scontro nel Pd sulla riforma del lavoro, ma Renzi esce dalla Direzione con l’80 per cento dei voti e spacca la minoranza. La relazione del leader sorprende l’ala sinistra per i toni smussati e le mezze aperture (reintegro per i licenziamenti disciplinari oltre che discriminatori, due miliardi per gli ammortizzatori sociali e riapertura del confronto con i sindacati) ma viene duramente bocciata da D’Alema («Meno slogan, meno spot») e Bersani: «Davvero vogliamo raccontare che non ci sono gli occupati perché c’è l’articolo 18?». Alla fine, 130 sì al segretariopremier, 20 no e 11 astensioni. alle pagine 2 e 3 Guerzoni, Ippolito F di Maria Laura Rodotà ANNO 139 - N. 231 Servizio Clienti - Tel. 02 63797510 mail: [email protected] FONDATO NEL 1876 di Dario Di Vico ino ad ora il governo non ha inserito nell’agenda delle sue priorità il lavoro autonomo e le partite Iva. Quando si è trattato di aumentare il reddito disponibile sono state privilegiate le fasce mediobasse del lavoro dipendente e il Jobs act ha come riferimento un laburismo tutto sommato tradizionale, anche se declinato in chiave di flexsecurity. Il tutto è stato gestito con lo strumento della legge delega che si sta rivelando un contenitore ipocrita: inizialmente appare utile per allargare lo spettro dell’azione di riforma senza generare conflitti, ma nel prosieguo mostra tutti i suoi limiti. Accumula contraddizioni e non è in grado di scioglierle se non con un atto d’imperio finale. Qualcosa del genere rischia di accadere anche con la delega fiscale, lo strumento «largo» con il quale il governo pensa di riprendere a dialogare con gli autonomi. In linea di principio non si può che essere d’accordo con questo riallineamento di attenzioni perché il lavoro indipendente è destinato a crescere ed è la strada che prendono molti giovani in cerca di prima occupazione, di fatto costretti a «inventarsi» il proprio lavoro. Ma il famoso diavolo continua a nascondersi nei dettagli. Vale la pena ricordare come l’apertura di nuove partite Iva resta sempre sostenuta, al ritmo di 40-50 mila al mese e la percentuale di quelle che mascherano un rapporto di lavoro dipendente si può stimare attorno al 15-20%. Non di più, come pure lasciano pensare i sindacati confederali che ne hanno fatto — come nel caso della Cisl — un punto focale di propaganda e comunicazione. In Italia (con “Style Magazine”) EURO 1,90 ● ECONOMIA& SOCIETÀ DA GENNAIO BOLLETTE PIÙ CARE UNA PARTE DEL TFR CRISI IN UCRAINA IN BUSTA PAGA GAS SU DEL 5,4% di R. Querzé e M. Sensini di Andrea Ducci D V al prossimo gennaio una parte del Tfr (Trattamento di fine rapporto, la liquidazione) entrerà nella busta paga, purché si trovino compensazioni adeguate per le imprese. entuno euro. Sarà l’aumento medio sulle bollette di luce e gas degli italiani nel quarto trimestre 2014, pari al 5,4%. Il motivo? La crisi tra Russia e Ucraina. a pagina 9 a pagina 31 Martedì 30 Settembre 2014 Corriere della Sera 2 Primo piano Il lavoro Il discorso Il premier e segretario del Pd Matteo Renzi, 39 anni, ieri durante il suo intervento alla direzione del partito: «O crediamo nella politica, e la politica decide, oppure ci affideremo al predominio della tecnocrazia. Saranno gli altri a dirci che fare, dall’Europa agli editoriali» (Photomasi) Citazioni ● Fred Flintstones , del cartoon «Gli Antenati» (The Flintstones) di Hanna-Barbera ● Margaret Thatcher (1925-2013), primo ministro del Regno Unito dal 1979 al 1990 ● Ieri Renzi ha detto: «È vero che chi non la pensa come la segreteria non è un Flintstones, come dice Cuperlo. Ma è anche vero che chi la pensa come la segreteria non è Margaret Thatcher» In direzione gli attacchi di D’Alema. E Bersani: no al metodo Boffo Il segretario non cede, aperture sul Jobs act. Alla fine i no sono solo 20 Scintille nel Pd. Ma Renzi ha l’80% Sul filo già esile della trattativa, il coltello affilato di D’Alema. Dal palchetto della direzione l’ex premier ha spiazzato la minoranza e, sia pure «ammirato dal fascino oratorio del segretario», ha provato a gelare i tentativi di conciliazione: «L’impianto di governo è destinato a produrre scarsissimi effetti e questo comincia a essere percepito dalla parte più qualificata dell’opinione pubblica». E mentre il renziano Marcucci sferzava su Twitter («cabaret»), D’Alema affonda- ROMA va la lama. Criticava le «affermazioni prive di fondamento» di Renzi e suggeriva «meno slogan, meno spot» e una più meditata azione di governo. Le aperture E dire che la relazione di Renzi aveva sorpreso l’ala sinistra per i toni smussati e le caute aperture: possibilità di reintegro per i licenziamenti disciplinari (oltre che discriminatori), 2 miliardi per gli ammortizzatori sociali e riapertura della sala Verde di Pa- ❞ Non ho paura e non lascio ad altri l’esclusiva della parola sinistra lazzo Chigi — a mo’ di sfida — per concertare con i sindacati. «È un passo avanti», chiosava a caldo Damiano. E un bersaniano: «Se lo mette nero su bianco potremmo astenerci...». È finita come da pronostici. Renzi ha incassato il via libera con l’80% dei voti sull’ordine del giorno che accoglie alcune modifiche alla delega del lavoro: 130 sì («turchi» di Orfini compresi), 11 astenuti e 20 contrari. La minoranza si è spaccata. Gli intransigenti come D’Alema, Bersani, Cuperlo, Civati, D’Attorre, Fassina, Damiano, Boccia, Miotto hanno ribadito il loro no, Speranza e altri dialoganti hanno scelto l’astensione. Il voto «bulgaro» che Fassina aveva previsto, insomma. Il finale di partita è rinviato al Senato, dove qualche spezzone di minoranza potrebbe cercare la rivincita. «Per me stella polare è il Parlamento — ammonisce Renzi — e lì mi piace pensare che si voti tutti insieme». Sguardi di minoranza Pier Luigi Bersani Ha attaccato sulla libertà di critica: «Siamo sull’orlo del baratro non per l’articolo 18 ma per il metodo Boffo. Uno deve dir la sua senza che gli venga tolta la dignità» La trattativa Massimo D’Alema Dura critica sull’articolo 18: «Non si racconta che sta lì da 44 anni perché ci sono un po’ di persone che sanno che non vero. Matteo, pensa anche a chi le cose le sa» La riforma del lavoro Il premier aveva esortato il partito a votare un documento «per superare alcuni tabù». L’articolo 18? «Mediazioni e compromessi non se ne fanno a tutti i costi». L’attacco ai «poteri aristocratici» e l’elenco orgoglioso delle riforme in cantiere per scacciare il fantasma dell’«annuncite». Nei piani di Renzi, quello del mercato del lavoro è solo un tassello di un disegno più ampio, che include il potenziamento del welfare. Per convincere i suoi a votare la delega il segretario-premier contesta che abolire l’articolo 18 sia incostituzionale e sfida i sindacati: «Il lavoro non si crea difendendo le regole di 44 anni fa. Io non ho paura di cambiare e non lascio ad altri l’esclusiva della parola sinistra. Mentre noi restavamo attaccati al totem ideologico il mondo cambiava con velocità impressionante». Alla Camusso, che lo ha accostato alla Lady di fer- ro: «Chi non la pensa come la segreteria non appartiene ai Flintstones , chi la pensa come la segreteria non è un emulo della Thatcher». E all’ex capo dell’esecutivo, in sede di replica: «A me è capitato di governare quando non c’è crescita, il presidente D’Alema ha avuto una fortuna opposta». E ancora: «Definire questo governo privo di profondità e solidità, tutto slogan e annunci, va contro la realtà. C’è un disegno unitario». Il finale è un colpo alla sinistra, cui Renzi ricorda cosa sia per lui il Pd: «La memoria senza speranza è nostalgia, polvere, muffa». Giuseppe Civati Intervento centrato sull’immagine di Renzi: «In tv ho visto un premier che diceva cose di destra, con toni un po’ di disprezzo verso alcune forme di associazione sindacale» Gianni Cuperlo Ha contestato la riforma del lavoro: «L’articolo 18 non è un capriccio ideologico di una sinistra ferma alla Polaroid mentre siamo al digitale. Eliminarlo rischia di essere incostituzionale» I mediatori Guerini e Serracchiani hanno trattato per scongiurare una rottura preludio di scissione. Per spingere Renzi a mettere ai voti un documento potabile per la minoranza, Cuperlo ha cambiato di colpo passo. Ha detto che l’articolo 18 «non è un capriccio della sinistra ferma alla Polaroid», che toglierlo per i neo-assunti è incostituzionale e che Renzi è sì il leader, ma non il «dominus» del Pd: «Non ci sono nemici del governo e volatili notturni, ma opinioni». Poi D’Alema va allo scontro frontale, Civati rincara la tesi della svolta a destra, addossa a Renzi la responsabilità di una «tensione insopportabile» e medita l’addio: «Potrebbe essere la mia ultima direzione». Ma ecco Bersani, che smonta le «idee stravaganti» di Renzi sul lavoro e porta la tensione oltre la sottile linea rossa: «Noi sull’orlo del baratro non ci andiamo per l’articolo 18, ci andiamo per il metodo Boffo». Un modo hard per chiedere «dignità» e libertà di parola. Renzi, che trova nell’ironia il registro per esprimere solidarietà a Bersani: «Mai usato il metodo Boffo, al massimo un metodo buffo...». Monica Guerzoni © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 30 Settembre 2014 Il retroscena di Maria Teresa Meli ROMA «Li ho spianati»: al termine della riunione della direzione, Matteo Renzi è su di giri. La sua frase si riferisce a Massimo D’Alema e Pier Luigi Bersani. È riuscito a staccare una buona parte della minoranza dalla «vecchia guardia». Non solo, è convinto che «ogni volta che Bersani e D’Alema si mettono insieme mi fanno un grande favore e un bello spot». «Massimo, in fondo — confida ai collaboratori — con tutto quel rancore ci sta dando una mano. Ve l’avevo detto che era ancora incavolato nero per la storia della nomina europea». Il premier-segretario ha fatto una piccola concessione all’ala più moderata della minoranza (il licenziamento disciplinare da definire) che ha contribuito a dividere il fronte dei suoi oppositori. Operazione a cui ha contribuito un incontro conviviale ieri tra i vicesegretari Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani, il capogruppo Roberto Speranza e il presidente del partito Matteo Orfini. Bersani e D’Alema masticano amaro per le defezioni e, ostentatamente, mentre il segretario parla guardano i loro iPad. Versione normale quella del primo, un nuovissimo mini il tablet dell’ex ministro degli Esteri che, ogni tanto, interrompe la lettura per fare commenti sprezzanti che, poi, ripeterà sul palco. Ovviamente, non applaudono. Ma il presidente del Consiglio non sembra troppo preoccupato per le reazioni dei due, anzi. C’è solo una cosa che gli dà fastidio, come confida ad alcuni compagni di partito: «La strumentalizzazione di un tema importante come quello del lavoro per prendersi una rivincita. Siccome non sono riusciti loro a fare dei cambiamenti non vogliono che li faccia io. Però vedo che anche nella minoran- 3 «La vecchia guardia è spianata» Così il leader spacca i dissidenti za c’è tanta gente che capisce che bisogna tutelare i giovani e i lavoratori e non l’ideologia dell’articolo 18». Ma c’è anche un’altra operazione che ieri Matteo Renzi ha fatto. Non riguarda il partito, bensì i sindacati. Invitandoli per la prima volta dopo mesi a un incontro a Palazzo Chigi proprio nel giorno in cui si è sancita la divisione tra la Cgil da una parte e la Cisl e la Uil dall’altra, spingerà ancora di più Susanna Camusso sulla strada dell’isolamento, mettendola in difficoltà, e tenterà nello stesso tempo di recuperare il rapporto con il leader della Fiom Maurizio Landini. Certo, la partita non è finita. Ora si sposta al Senato, dove i numeri sono ben diversi da quelli della direzione. Lì i parlamentari sono quelli scelti da Luce accesa La Sala Verde al terzo piano di Palazzo Chigi. Renzi: «Sono disponibile a riaprirla per i sindacati» (Ansa) Il quotidiano britannico FT: «Sul lavoro una battaglia storica» «Battaglia storica». Così, citando un commento del capogruppo di FI Renato Brunetta, il Financial Times inquadra lo scontro sul lavoro nel Pd tra Matteo Renzi da una parte e la sinistra del partito e i sindacati dall’altra. «Se prevarrà o meno — scrive il quotidiano britannico — è considerato un test per la sua credibilità sia in Italia sia all’estero». L’articolo del Financial Times ricorda gli «avvertimenti» che sono arrivati a Renzi negli ultimi giorni, a cominciare da quello del segretario della Cgil Camusso «che ha minacciato lo sciopero generale». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Il deputato della minoranza D’Attorre «Da Matteo un passo avanti Ha sentito il gelo degli elettori» ROMA Duro e puro, onorevole Alfredo ❞ Niente scissione Civati resterà con noi, la scissione non esiste D’Attorre? «Il segretario ha fatto un passo avanti, sia nei toni che su alcuni punti. Ma è ancora insufficiente e ho votato no. Rimane un dissenso, perché non c’è chiarezza sul concetto di reintegro». Renzi ha aperto, ha dato una chance al lavoratore licenziato per discriminazione o per motivi disciplinari. «Il punto è che bisogna ridefinire i casi in cui c’è il reintegro, tra i quali deve esserci anche il licenziamento economico privo di fondamento». Perché D’Alema e Bersani sono entrati a gamba tesa nel dibattito? «Hanno risposto a toni e argomenti del tutto fuori luogo che ci sono stati nei giorni scorsi. Se però stiamo al merito, riconosco qualche apertura rispetto all’atteggiamento che Renzi ha tenuto anche l’altra sera in tv da Fazio. Resta il sospetto che sia stata una mossa tattica per superare il voto della direzione». Renzi aveva i numeri... «Sì, ma voleva evitare la spaccatura politica del Pd». Al Senato cercherete la rivincita? Bersani nelle elezioni del 2013. «Le decisioni si devono rispettare, come facevo io quando ero in minoranza», dice Renzi. E comunque non è la prima volta che il segretario-premier forza la mano e ottiene risultati, anche se pure stavolta ha seguito i consigli di Napolitano che lo ha invitato a smussare asperità e contrasti. «La musica è cambiata», continua a dire il premier. Che vorrebbe togliere una volta per tutte al suo partito quella che definisce «la coperta di Linus» del passato ideologico della sinistra. Insomma, non vorrebbe più sentire Massimo D’Alema pronunciare la parola padrone quando si parla di un «imprenditore che si spacca la schiena per aprire l’azienda» e che magari «deve mandare a casa dieci persone non perché è cattivo» ma perché è costretto e «sta allo Stato farsene carico». Quello che stupisce Renzi (e stupisce anche i suoi) è che proprio nello stesso momento ci sia una parte dell’establishment e della minoranza del Pd che «vogliono farmi fuori». Il presidente del Consiglio ha già detto di credere alle coincidenze. Però si è anche convinto che questo «gruppo non unito» ce l’abbia con lui perché fa le cose «senza chiedere il permesso». Insomma, senza farsi condizionare. Ma su questo il premier non cambierà idea: «Non scenderò a patti con quella parte di establishment che si sente spodestata e rivuole il potere per condizionare la politica. Sia chiaro: o noi o loro». E sia chiara anche un’altra cosa, fa sapere a fine giornata il presidente del Consiglio: «Non è finita qui». Nelle intenzioni dell’inquilino di Palazzo Chigi la «rivoluzione soft» (ma si può definirla ancora veramente tale?) continua. «È presto per parlare di quello che accadrà in Aula. Credo che Renzi si sia reso conto che la linea dell’abolizione totale dell’articolo 18 non reggeva in termini di consenso, anche rispetto all’elettorato del Pd». Pensa che ad ammorbidire la sua posizione sia stato il timore di dover accettare i voti di Berlusconi? «Da come ho imparato a conoscerlo, la valutazione da cui Renzi parte è sempre l’accoglimento che le sue scelte troveranno nell’opinione pubblica. Ha sentito il gelo del nostro elettorato». Il gelo? Non starà esagerando? «Nel nostro elettorato nessuno capisce il nesso tra l’estensione delle tutele per i non garantiti e la sottrazione delle tutele a chi le ha». Due miliardi per gli ammortizzatori sociali bastano? «No, soprattutto se sono sostitutivi e non aggiuntivi rispetto alla cassa integrazione in deroga». Civati lascia il Pd? «Macché, farà ancora molte direzioni con noi. La scissione non esiste». M.Gu. © RIPRODUZIONE RISERVATA 130 i voti a favore della relazione del segretario Matteo Renzi alla direzione del Partito democratico. Venti i contrari e 11 gli astenuti. I componenti dell’assemblea sono circa 200 44 minuti è la durata del discorso che Matteo Renzi ha tenuto di fronte alla direzione del partito. Dopo gli interventi, il leader ha ripreso la parola per le conclusioni e per rispondere ad alcune delle osservazioni ● Le strategie LONDRA CHIEDE RIFORME IL PREMIER SI SOTTOPONE ALL’ESAME DELLA CITY di Luigi Ippolito L a scadenza è ravvicinata: entro l’autunno Matteo Renzi dovrà condurre in porto le riforme, in primo luogo quella del lavoro. Altrimenti c’è il rischio che l’Italia torni a ballare sui mercati finanziari. Il messaggio arriva da Londra, alla vigilia della visita del premier italiano nella capitale britannica, prevista per giovedì. Lì Renzi vedrà il suo collega David Cameron, ma soprattutto farà il giro delle «chiese» del capitalismo anglosassone, incluse le redazioni del Financial Times e dell’Economist. E a cena si intratterrà col Lord Mayor, ovvero il sindaco della City, diretta espressione della comunità finanziaria sul Tamigi. «Il vostro premier viene a ritirare la pagella», chiosa l’ambasciatore a Roma Christopher Prentice. Tra un calice di prosecco e un trancio di halibut alla griglia nel giardino della residenza diplomatica, il monito britannico arriva distinto, sia pure filtrato dal linguaggio felpato di un diplomatico consumato. Renzi è atteso alla prova dei fatti, perché se i mercati finora sono rimasti tranquilli, la bonaccia non è destinata a durare. Sia chiaro, il capitale di fiducia internazionale del premier non è esaurito. Anzi. Si coglie una linea di continuità con gli sforzi di Monti e Letta, mentre si riconosce all’attuale inquilino di Palazzo Chigi una inedita determinazione. E Londra è pronta a fare da sponda, perché le riforme in Europa sono un interesse anche britannico. Solo con un’Europa più aperta al mercato Cameron riuscirà a «vendere» alla sua opinione pubblica la permanenza del Regno Unito all’interno dell’Unione. E solo un’Europa più competitiva nel suo insieme potrà reggere le sfide dell’economia globale. «Renzi resta una voce forte in Europa», commenta l’ambasciatore. Ma il tempo stringe. © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 30 Settembre 2014 Corriere della Sera WWW.VALENTINO.COM 4 Corriere della Sera Martedì 30 Settembre 2014 5 Primo piano Il lavoro Dietro le quinte di Marzio Breda «Rinnovarci, metterci al passo con i tempi e con le sfide della competizione mondiale». Ecco l’imperativo che Giorgio Napolitano ha indicato una settimana fa. Aggiungendo che, «per farcela» davvero, «non possiamo più restare prigionieri di conservatorismi, corporativismi e ingiustizie». Un appello che è stato letto non solo come un sostegno alla «rivoluzione sistematica» promessa da Matteo Renzi, ma come un invito alle parti in gioco (tutte, dai sindacati alla minoranza del Pd, da tempo in subbuglio) a superare le contrapposizioni nell’interesse del Paese. Contrapposizioni che, nel caso della riforma del lavoro, e dell’articolo 18 in particolare, sono divenute laceranti. Tanto da materializzare il pericolo di pesantissimi contraccolpi sul governo e perfino di una crisi. «Presidente, io non faccio nessun passo indietro... anzi, va-do a-van-ti», pare che abbia sillabato il premier al capo dello Stato ieri mattina, durante un lungo faccia a faccia al Quirinale. Avanti, dunque, e su questo Napolitano è d’accordo, se si considera come da anni chiede che siano tolti di mezzo gli ostacoli per una ripartenza dell’Italia. Ma avanti come? Facendo «la faccia feroce» e chiudendo la porta a ogni dialogo e a ogni possibilità di mediazione (certo, non al ribasso)? Avanti a costo di spaccare un partito che ha appena ottenuto il 40,8 per cento dei voti alle elezioni? E di far magari passare il Jobs act in Parlamento con il sostegno determinante di Forza Italia? È su questi interrogativi «di metodo» (e, chissà, forse anche con qualche appunto «di merito») che il presidente ha incalzato Renzi. Insomma: imprimere una svolta al Paese è certo coerente con le riflessioni che Napolitano svolge in pubblico da parecchio tempo. Ma non può piacergli che un tentativo così delicato e importante sia condotto con una continua rincorsa di sfide, utilizzando toni esasperati e sprezzanti, rinfocolando le polemiche e, di fatto, umiliando gli antagonisti. Perché la posta in gioco è troppo alta per essere sciupata soltanto da qualche scatto di temperamento. Insomma: gli obiettivi del ROMA ● L’analisi Marzo 2012 I segretari generali dei tre sindacati confederali, da sinistra, Raffaele Bonanni della Cisl (che ha annunciato le dimissioni), Luigi Angeletti della Uil e Susanna Camusso della Cgil, al corteo unitario nazionale dei lavoratori edili a Roma il 3 marzo di due anni fa. Oggi i tre sono divisi Per i sindacati la chance negoziato Ma al tavolo arriveranno divisi di Enrico Marro «M La spinta del Colle E qualche consiglio anche sul metodo Il premier al Quirinale, priorità alle riforme La vicenda ● Il 22 settembre il capo dello Stato, durante la cerimonia al Colle per l’inizio dell’anno scolastico, ha sollecitato le riforme: basta conservatorismi. E ancora: politiche nuove e coraggiose per la crescita e l’occupazione ● Ieri mattina Napolitano ha incontrato il premier al Quirinale: oltre a fare il punto sullo stato dei lavori in Parlamento, Renzi ha anche riferito della partecipazione all’Assemblea generale Onu Quirinale — si sa — restano la stabilità del quadro politico e l’urgenza delle riforme per modernizzare il Paese cancellando «conservatorismi» e arroccamenti. E su questa necessità di «superare situazioni ormai insostenibili, che le politiche del passato non hanno mai risol- to», l’asse con Palazzo Chigi è saldo. Tuttavia, pur apprezzando il coraggio, la determinazione e l’ansia di procedere in velocità del premier, è chiaro che il capo dello Stato teme che lo scenario si offuschi e che ogni sforzo si esaurisca nell’eterna trappola dei veti incrociati. C’è troppa carne al fuoco — e ancora troppa diffidenza verso di noi nelle Cancellerie europee— per sciupare l’occasione che abbiamo davanti. Lo dimostra la scaletta degli appuntamenti parlamentari che Napolitano si è fatto illustrare da Renzi (per il resto sul colloquio è calato un impenetrabile velo di riserbo e si può ragionarci sopra solo per supposizioni). Si va dalla riforma elettorale a quella della Pubblica amministrazione; dalla legge di Stabilità al secondo passaggio in Aula della riforma del Senato. Un paio di congestionatissimi mesi, che richiedono concretezza, dialogo e, conoscendo il carattere del presidente della Repubblica, anche nervi saldi. © RIPRODUZIONE RISERVATA 5,7 milioni gli iscritti alla Cgil nel 2013 (5.686.210), con un calo dello 0,5% rispetto all’anno precedente. I pensionati sono 3 milioni, più degli attivi (2,7 milioni) 4,4 milioni i tesserati alla Cisl nel 2013 (4.372.280), con un calo dell’1,6% rispetto al 2012 (-70 mila). I pensionati sono 2.006.515 2,2 milioni gli iscritti della Uil (2.216.443) nel 2013: sono 10 mila in meno rispetto all’anno precedente. I pensionati che hanno la tessera del sindacato sono 582.147 i sembra che Renzi voglia tornare all’Ottocento, quando l’imprenditore poteva decidere vita e morte del lavoratore», ha detto a caldo Maurizio Landini, in tv a Piazzapulita. Eppure il leader della Fiom, arrabbiato per l’intenzione del premier di togliere del tutto il diritto al reintegro sui licenziamenti economici, incassa la promessa di Renzi su un punto che sta a cuore ai metalmeccanici Cgil: la legge sulla rappresentanza sindacale. Che se ci fosse stata, ha sempre sostenuto la Fiom, gli accordi di Pomigliano tra Fiat, Cisl e Uil non si sarebbero potuti fare. La legge sulla rappresentanza è uno dei tre punti sui quali il premier ha detto di voler sfidare il sindacato, prefigurando un incontro nella sala verde di Palazzo Chigi, teatro in passato di tante trattative governoparti sociali. Per Renzi sarebbe il primo incontro. Le altre due sfide toccano la «contrattazione di secondo livello», pare di capire la prevalenza del contratto aziendale su quello nazionale, e il «salario minimo». Su due di queste tre sfide il sindacato è stato sempre diviso. La legge sulla rappresentanza è un cavallo di battaglia della Cgil, mentre Cisl e Uil si sono storicamente opposte. Al contrario, il contratto aziendale è una priorità per la Cisl mentre la Cgil resta ancorata alla centralità del contratto nazionale. Forse solo sul «salario minimo» le tre confederazioni hanno una posizione simile, tendenzialmente contraria perché temono che il salario di base per legge toglierebbe loro potere contrattuale. Divisi i tre sindacati sono anche sulla cancellazione dell’articolo 18. Si può fare per la Cisl in cambio del taglio dei contratti precari. Contraria la Cgil. Renzi può pure riaprire la sala verde, ma l’accordo è lontano. © RIPRODUZIONE RISERVATA Genova, il voto per la città metropolitana Taranto, il voto per la nuova Provincia Doria e la lista Pd-Sel-FI: iter civile, nessun imbarazzo A sorpresa vincono gli azzurri Emiliano finisce sotto accusa «Nessun imbarazzo, è stato un percorso molto civile». Il sindaco di Genova Marco Doria, che dal 1° gennaio guiderà la città metropolitana, non trova nulla di strano nella lista Pd, Forza Italia, Sel e una parte di Ncd, che ha ottenuto 13 dei 18 seggi del nuovo organismo. Sostenuto da Sel quando vinse nel 2011, dell’intesa con il centrodestra dice: «Volevamo dare l’idea che è necessario rimboccarsi le maniche». Se fosse stato per il sindaco nel listone avrebbe dovuto esserci anche il M5S: «Mi sono battuto, ma loro si sono tirati fuori». E le passioni politiche che hanno fatto la storia della città? «Nulla vieta che ci si divida un domani». M. Reb. Caos e accuse nel centrosinistra sulle elezioni per la Provincia di Taranto. Ha vinto, a sorpresa, il sindaco di Massafra Martino Tamburrano di Forza Italia. Battuto il candidato del Pd che sulla carta avrebbe dovuto avere la maggioranza dei consensi. Nel mirino è finito il segretario regionale pd Michele Emiliano accusato di aver fatto accordi «sottobanco» con gli azzurri. L’ex sindaco di Bari, che è in lizza alle primarie per la Regione, ha ricordato di «essersi esposto personalmente contro ogni accordo con Forza Italia in Puglia» e ha invitato i dissidenti a dimettersi dal partito. Sel intanto attacca: «Esiste ancora il centrosinistra a Taranto?» © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 30 Settembre 2014 Corriere della Sera 6 # Primo piano Il lavoro In Senato la maggioranza è appesa a 7 voti La conta sul Jobs act e la carta del soccorso azzurro. Il sistema del canguro per ridurre i 689 emendamenti La vera resa dei conti, se ci sarà, comincia mercoledì, quando il Jobs act approderà nell’aula del Senato. Mentre ieri, durante la direzione, il barometro dello scontro segnava picchi altissimi, erano in molti alle prese con il pallottoliere (magari, qualche renziano, con strumenti più moderni, tipo Excel). Perché il futuro del Jobs act — ma anche e soprattutto del governo e del premier Matteo Renzi — è tutto in un pugno di numeri: quei sette voti di scarto, che potrebbero venire a mancare per via dei dissidenti del Pd. Scomporre il puzzle del Partito democratico non è facile. Perché la geografia è complessa: risale a un’epoca pre renziana, ma ha visto riallineamenti, piccoli movimenti tellurici che hanno allontanato e avvicinato le faglie dall’epicentro. I renziani «puri» (quelli della prima ora) sono scesi a 12 (Isabella De Monte è andata in Europa). Se a questi si aggiungono gli esponenti di AreaDem (Dario Franceschini), si arriva a una quarantina. Nella maggioranza vengono normalmente conteggiati anche i cinque «Giovani Turchi» (vicini a Matteo Orfini e Andrea Orlando). E con qualche maldipancia dovrebbero comunque votare a favore del Jobs act. Ci sono poi quelli che vengono indicati come lettiani (anche se Enrico ROMA Le tappe ● Il disegno di legge delega che contiene le misure del Jobs act è stato approvato dalla commissione Lavoro del Senato. La settimana scorsa è cominciato l’esame in Aula ● Giovedì è previsto che cominci in Aula il voto sugli emendamenti: ne sono stati presentati 689 (sette dalla minoranza pd). Il governo punta al primo sì dell’Aula al Jobs act entro l’8 ottobre Le forze in Aula La maggioranza che a Palazzo Madama sostiene il governo guidato da Matteo Renzi 161 La soglia Ex M5S Ncd 32 Scelta civica FI Gal Sel 59 12 7 7 13 Lega 15 Per l’Italia 10 M5S 40 Autonomie 11 Altri** 5 I voti per Renzi senza i dissidenti del Pd che hanno firmato gli emendamenti sull’articolo 18 161 I dissidenti pd La soglia 38 Lega Altri** FI 5 Ncd 15 59 32 M5S Gal 40 Scelta civica 12 7 Ex M5S Per l’Italia 13 10 Sel 7 Autonomie 11 Pd Pd (108)* (70)* 109 71 320 320 Totale MAGGIORANZA 168 Totale MAGGIORANZA 130 *Il presidente, Pietro Grasso del Pd, per prassi si astiene **Includono 4 senatori a vita: il quinto, Mario Monti, è nel gruppo di Sc Corriere della Sera Letta ha sciolto la sua corrente): sono tre. Sul fronte opposto, ci sono i duri e puri che dovrebbero votare no, senza se e senza ma. Tra questi si possono annoverare Corradino Mineo, Walter Tocci e Maria Grazia Ricchiuti. Il quarto è Felice Casson, tra i senatori più critici: qualche voce maligna lo dà verso un riallineamento, che sarebbe favori- to anche dalla prospettiva di avere il via libera del partito per diventare sindaco di Venezia. Poi c’è l’ampia pattuglia dei bersaniani e dei cuperliani: una quarantina di senatori. Qui bisogna puntare gli occhi sulla componente chiamata Area Riformista, nella quale c’è un nucleo di irriducibili, guidato da Alfredo D’Attorre, deputato. È un’area poco omoge- 40 i senatori di area bersaniana e cuperliana nea e lancia segnali contraddittori. Vannino Chiti, per esempio, potrebbe aver gradito i messaggi lanciati dal segretario: tra questi la nuova legge sulla contrattazione e la riapertura del tavolo verde per la concertazione. Ma al di là degli schieramenti ufficiali, bisognerà vedere cosa accadrà nel percorso del Jobs act. Perché sono stati presentati 689 emendamenti: meno dei 7.000 della riforma costituzionale, ma quanto basta per rischiare di far tornare in auge il discusso meccanismo del «canguro». Alla fine ne resteranno sui 300 e su molti si ballerà. A parte le prevedibili proteste di Cinque Stelle, è possibile che i malumori democratici si riversino a macchia di leopardo sugli emendamenti. Ed è altrettanto possibile che qualche senatore di Forza Italia arrivi in aiuto di Renzi. È il famoso «soccorso azzurro». Porrebbe un problema politico se arrivasse sul voto finale, ha ammesso lo stesso Renzi. Ma non è escluso affatto che qualche «aiutino» arrivi sui singoli emendamenti. Alessandro Trocino © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso I fratelli Craxi questa volta uniti contro il premier «filo Berlinguer» Per mettere d’accordo i fratelli Craxi, figli del leader socialista scomparso, ci voleva Renzi. Da sempre divisi sulle scelte politiche, Stefania e Bobo hanno entrambi stroncato le dichiarazioni del premier che, sollecitato da Fabio Fazio, ha detto di stare con Berlinguer, la sinistra «dell’opportunità», più che con Craxi, la sinistra «dell’opportunismo». Per Stefania, «Renzi fa sfoggio ancora una volta della sua ignoranza ed incoerenza, rivelando il suo background cattocomunista». Mentre per Bobo, Berlinguer «guidava un Pci in piena Guerra fredda, l’altro è uno dei fondatori del Pse» a cui Renzi ha aderito. © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Il commento La vera posta in gioco nel partito oltre la resa dei conti SEGUE DALLA PRIMA Certo, era una riunione di partito. E Renzi, abituato a usare queste circostanze per parlare ai cittadini in streaming più che ai presenti, stavolta ha badato a ricompattare i suoi. Il premier ha cercato di aprire alla minoranza interna. Ha esteso la sfera del reintegro rispetto a quanto era trapelato. Ha rilanciato un vecchio cavallo di battaglia del centrosinistra Anni 90, il Tfr in busta paga. Ha parlato di salario minimo e di risorse per ammortizzatori sociali e scuola. Soprattutto, si è detto disponibile a ricevere CgilCisl-Uil a Palazzo Chigi, come finora non aveva mai fatto. Non a caso, più della sua relazione è stata contestata la sua intervista della sera prima a Fabio Fazio; e al di là della stizza di D’Alema, cui non si è accodato neppure l’ex portavoce Orfini, si intravede un compromesso interno, in attesa magari di un nuovo scontro in Senato. Ma la vera questione non è ammorbidire i contrasti interni a un partito; è portare il Paese a cogliere le opportunità che la riforma del mercato del lavoro porta con sé, accanto ai prezzi da pagare, che pure ci sono. Superare l’articolo 18, nella versione dello Statuto dei lavoratori e in quella uscita da una faticosa mediazione due anni fa, implica un’assunzione di responsabilità da parte di tutti. Dei lavoratori, cui si chiede di rinunciare a una tutela magari antistorica ma di sicuro comoda. Dello Stato, che oggi non forma e non ricolloca chi il lavoro l’ha perso o non l’ha mai avuto. E anche degli imprenditori, che talora si sono adeguati a uno scambio al ribasso, garantito dai sindacati, tra bassa produttività e bassi salari; ti chiedo poco e ti do poco. Il governo, oltre a convincere l’ala sinistra, apparsa animata pure da risentimenti personali, dovrebbe ambire soprattutto a guidare questo cambiamento. Quel che non può certo riuscire a una persona sola, può arrivare dallo sforzo comune dei produttori e delle parti sociali, ieri rimesse in gioco (si vedrà se sul serio o per tattica): far imboccare al Paese la strada della meritocrazia e della competitività. Costruire un consenso nella società e suscitarne le energie è compito più complesso che mediare con i giovani turchi e rintuzzare la vecchia guardia, e molto più difficile che ricorrere alla retorica delle «trame dei club e dei salotti»: un espediente che fa parte di quei riti della vecchia politica che Renzi vorrebbe superare. Aldo Cazzullo © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 30 Settembre 2014 7 Martedì 30 Settembre 2014 Corriere della Sera 8 La riforma Il lavoro Licenziamenti, precari, assunzioni Le linee guida della delega e i nodi da sciogliere con i decreti Jobs act, cosa cambia (davvero) ROMA Una mediazione interna al partito, e un passo indietro rispetto alle intenzioni. La mossa di Matteo Renzi ridurrebbe parecchio il peso della modifica all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori da inserire nel Jobs act. Si tratta di un disegno di legge delega, che dovrà essere approvato da Camera e Senato e poi essere attuato con una serie di decreti legislativi e quindi le incertezze sono ancora molte. Ieri però Renzi ha fornito un dettaglio su come vuole cambiare la disciplina dei licenziamenti. Di fatto l’unica differenza rispetto ad oggi sarebbe l’eliminazione del reintegro nel posto di lavoro da parte del giudice per i licenziamenti economici che sono manifestamente infondati. Tolti i licenziamenti discriminatori, vietati dai principi costituzionali, la riforma del governo Monti ha modificato i licenziamenti disciplinari e quelli economici. Sui primi, conseguenza di un comportamento del dipendente, il giudice può sanzionare l’azienda con un risarcimento fino a 24 mensilità ma anche con il reintegro, se il fatto non sussiste o se il lavora- L’iter ● Il disegno di legge delega sul lavoro («Jobs act»), è approdato in Senato per la discussione il 23 settembre, dopo l’approvazione della commissione Lavoro. Alla fine di questa settimana o all’inizio della prossima è previsto il voto sugli emendamenti. Dopodiché tornerà alla Camera IL CONFRONTO La disoccupazione in Italia 42,9% Dati in % il tasso di disoccupazione tra i giovani in Italia Spagna ITALIA 24,5 25 13,0 Francia Germania 20 12,8 12,6 12,6 12,6 12,6 12,6 12,5 15 12,6 12,4 12,3 12,4 10,3 10 4,9 5 12,2 0 12,0 gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio luglio Fonte: Istat, Eurostat tore poteva essere «punito» dall’azienda in un altro modo. Renzi ha detto ieri di non voler modificare nemmeno questo punto. Restano i licenziamenti economici, quelli decisi ad esempio quando una nuova tecnica o le vendite in calo spingono l’azienda a ridurre gli addet- Corriere della Sera Il blog Sulla «Nuvola del lavoro» storie (di riscatto) di giovani under 35 ti. In questo caso, secondo le regole attuali, il giudice può condannare l’azienda a pagare al lavoratore fino a 24 mensilità mentre il reintegro è possibile solo quando i motivi economici sono «manifestamente infondati». Secondo la mediazione di Renzi il Jobs act eliminerebbe il reintegro solo in quest’ultima ipotesi. Le aziende in difficoltà potrebbero «pagare» per mandar via il lavoratore senza rischiare il reintegro. Con un’incognita però. Davanti al giudice, il lavoratore potrebbe sempre dimostrare che si è trattato di un licenziamento se non di- scriminatorio almeno disciplinare e tentare così la strada del reintegro. Proprio per questo la stessa ipotesi era stata presa in considerazione due anni fa dal governo Monti. E poi scartata. Lorenzo Salvia @lorenzosalvia © RIPRODUZIONE RISERVATA Contratti Ammortizzatori Fino a tre anni di prova prima dell’assunzione Ai disoccupati sussidi legati ai contributi Al posto dei diversi tipi di contratto oggi possibili il Jobs act prevede l’introduzione del contratto a «tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio». Cosa vuol dire? Nel disegno di legge delega viene indicato solo il principio, e la formula è compatibile con due soluzioni molto diverse fra loro. La prima prevede un lungo periodo di prova, che può durare da tre a sei anni a seconda delle ipotesi, durante il quale il licenziamento è sempre possibile per poi passare ad un periodo di stabilità secondo le regole dell’articolo 18 come verrà riscritto. La seconda ipotesi, sostenuta da Ncd, consente invece il licenziamento sempre ma con un indennizzo crescente con l’anzianità di servizio. Il nuovo contatto sarebbe utilizzabile solo per le nuove assunzioni. 3 1 Nella riforma si prevede una riscrittura anche delle regole per gli ammortizzatori sociali, gli interventi messi in campo dallo Stato per aiutare chi perde il posto di lavoro. L’obiettivo è rendere più stringenti i requisiti di accesso ed estendere la rete di sicurezza a circa 12 milioni di lavoratori. Un po’ come avviene oggi con la pensione, anche il sussidio di disoccupazione diventerebbe proporzionale all’anzianità contributiva. Nella legge di Stabilità ci dovrebbe essere uno stanziamento di 1,5 miliardi di euro. Una somma con ogni probabilità insufficiente per un intervento del genere che però potrebbe essere finanziato in parte dagli stessi lavoratori, con un aumento dei contributi, oppure con un finanziamento successivo nel corso dell’anno, come avviene già oggi per la cassa integrazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Licenziamenti Organizzazione Indennizzo o rientro La scelta del giudice Il cambio di mansioni e i controlli a distanza 2 4 L’articolo 18 dello statuto dei lavoratori regola i licenziamenti per le aziende che hanno più di 15 dipendenti. L’ultima modifica è di due anni fa, targata governo Monti. Il licenziamento discriminatorio, per motivi politici o religiosi, è nullo. Questa tipologia non è stata toccata dalla riforma del governo Monti e in realtà non può essere materia di trattativa, perché vietato dai principi della Costituzione. Il licenziamento disciplinare, motivato dal comportamento del lavoratore, può portare al reintegro nel posto se così stabilito dal giudice. Quello economico, che riguarda l’attività produttiva o l’organizzazione del lavoro, può portare ad un indennizzo fino ad un massimo di 24 mensilità ma può scattare anche il reintegro se il giudice accerta che la motivazione economica era manifestamente infondata. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il Jobs act apre la strada al cosiddetto demansionamento, cioè all’assegnazione al lavoratore di compiti di livello più basso rispetto a quelli svolti in precedenza. Anche in questo caso il ddl delega resta sulla linee generali parlando solo di revisione della disciplina delle mansioni, e di cambi che devono avvenire nell’interesse del lavoratore. Ma per i sindacati il campanello d’allarme è già suonato. Il Jobs act potenzia anche i voucher, i buoni lavoro per le prestazioni occasionali, suggerendo l’eliminazione del tetto di 5 mila euro l’anno a lavoratore previsto finora. E anche il telelavoro, con una revisione della disciplina dei controlli a distanza che apre alle nuove tecnologie per la sorveglianza dei dipendenti, a patto che sia tutelata la dignità e la riservatezza. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 30 Settembre 2014 9 La ministra tedesca del Lavoro, Andrea Nahles «Il reintegro? Da noi è una possibilità Ma solo pochi casi arrivano dal giudice» di Francesco Di Frischia ROMA In Germania «l’articolo 18 non esiste e il 90% dei contenziosi si risolve con un patteggiamento. Solo nel 10% dei casi si arriva davanti al giudice. In pratica da noi il reintegro è una possibilità». Andrea Nahles (foto a fianco), 44 anni, ministra del Lavoro del governo Merkel, risponde così a chi le domanda se le leggi teutoniche prevedano una norma che permette il reintegro dal licenziamento. Durante un seminario con il collega Giuliano Poletti per portare avanti il confronto su politiche del lavoro, «formazione duale» e transizione scuola-occupazione, Nahles ricorda che nel 2004 la situazione del suo Paese era pesante «con 5 milioni di disoccupati». Allora «abbiamo elaborato un patto di collaborazione tra Stato, Land (Regioni, ndr), imprenditori e sindacati — fa notare — puntando sulla lotta al lavoro nero e sulla formazione certificata». E facendo eco alle parole di Poletti, il ministro tedesco dopo avere lodato «l’impegno riformatore del governo italiano che sono sicura permetterà di raggiungere grandi obiettivi», ribadisce: «I giovani devono percepire l’Europa come qualcosa di positivo e noi dobbiamo usare bene i fondi che Bruxelles ha già messo a disposizione per la formazione». © RIPRODUZIONE RISERVATA La simulazione Tfr Piano da gennaio 2015 Con il «sì» di Abi e imprese La conferma del bonus Irpef di 80 euro, ma anche una nuova riduzione del costo del lavoro per le imprese, per circa 2 miliardi, probabilmente con un taglio dei contributi, il finanziamento dei nuovi ammortizzatori sociali per un miliardo e mezzo. Oltre ai fondi aggiuntivi per l’istruzione, un altro miliardo, e a un po’ di respiro per i Comuni, con un leggero allentamento del Patto di Stabilità soprattutto per il finanziamento delle opere pubbliche. E allo spostamento, dal prossimo gennaio, di una parte del Tfr nella busta paga, purché si trovino compensazioni adeguate per le imprese. Oggi in Consiglio dei ministri arriva la Nota di aggiornamento delle previsioni economiche e, dunque, del nuovo quadro della finanza pubblica, che potrebbe vedere il debito in calo quest’anno, ma la manovra di bilancio per il 2015, che arriverà nel giro di un paio ROMA La vicenda ● Il premier Matteo Renzi ha spiegato che l’ipotesi di inserire il Tfr (trattamento di fine rapporto) nella busta paga del lavoratore, oggi allo studio, partirebbe da gennaio 2015, a seguito di un protocollo firmato da Abi e imprese ● Il bonus Irpef da 80 euro sarà stabilizzato anche per il prossimo anno per i redditi che hanno un imponibile inferiore ai 25 mila euro all’anno. La misura sarà strutturale per alimentare la domanda interna ● Ipotesi di un’ulteriore riduzione del costo del lavoro per un gettito complessivo di 2 miliardi di euro. Al quale va aggiunto il finanziamento di circa 1,5 miliardi per i nuovi ammortizzatori sociali intendere anche ieri il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, critico per giunta sui meccanismi europei di sorveglianza sui conti pubblici, che presentano anche «difficoltà statistiche». Secondo le nuove previsioni, il pil del 2014 si ridurrebbe del- lo 0,3-0,4%, mentre per il 2015 si tornerebbe ad una crescita, comunque modesta. Il deficit pubblico sarebbe al 2,8-2,9% quest’anno, ed appena al di sotto nel 2015, mentre il «close to balance» si raggiungerebbe nel 2016 ed il pareggio l’anno successivo. Dai nuovi dati, pe- In busta paga 55 euro in più con 1.500 euro rò, potrebbe emergere una novità importante. Anche per effetto della rivalutazione del pil, il rapporto con il debito pubblico potrebbe scendere già nel 2014, per la prima volta dopo tantissimi anni. Mario Sensini © RIPRODUZIONE RISERVATA MILANO Dal primo gennaio 55 euro in più in busta paga per chi guadagna 1.500 euro lordi al mese. Questa la posta messa sul piatto dal premier Matteo Renzi. Attenzione: si tratta di soldi che sono già dei lavoratori. Parliamo della liquidazione maturata ogni anno. Risorse che il dipendente mette materialmente in tasca solo quando esce dall’azienda. Almeno così è andata finora. Perché il governo — come ha ribadito il premier nella Direzione pd — lavora perché il Tfr possa essere inserito nelle buste paga attraverso un protocollo tra Abi, Confindustria e governo già dal primo gennaio 2015. La stima del vantaggio che il lavoratore medio potrebbe avere in busta ogni mese (i 55 euro) viene da Alberto Brambilla, esperto di previdenza e sottosegretario al Welfare dal 2001 al 2005. Sua la riforma della previdenza integrativa (legge 252/2005). «Così affossiamo il sistema dei fondi pensione che già in Italia non è decollato come in altri Paesi», è la prima obiezione di Brambilla. Ma l’ostacolo sarebbe anche un altro: «Oggi ogni anno gli italiani maturano Tfr La previdenza complementare Le adesioni 6.203.763 116.443 Il ministro Padoan: combinazione molto preoccupante di bassa crescita e alta disoccupazione Dicembre 2013 Fonte: Covip di settimane, è già delineata. Sarà una manovra lorda di circa 20 miliardi di euro, che saranno recuperati attraverso i tagli della spesa, solo una minima parte dei quali verrebbe destinata alla riduzione del deficit. Il “menù” è quello delineato dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ieri alla direzione del Pd, dalla conferma del bonus «per undici milioni di contribuenti» alle novità in materia di Trattamento di fine rapporto. Per finanziare la manovra il governo non infrangerà il tetto del deficit del 3%, «che affonda le sue radici in un mondo diverso rispetto ad oggi, ma sappiamo che il danno reputazionale che l’Italia avrebbe nel non rispettare quel vincolo sarebbe più grave dei vantaggi che potremmo avere a superarlo» ha detto Renzi. L’Italia dovrebbe puntare ad un allungamento dei tempi del pareggio di bilancio, come ha lasciato Le risorse (in milioni di euro) 6.386.118 6.299.102 121.490 118.979 Giugno Marzo 2014 d’Arco per un valore di circa 25 miliardi. Di questi, 5,2 vanno ai fondi pensione. Altri 6 all’Inps. Circa 14 si fermano nelle casse delle piccole imprese — fa il punto Brambilla —. Se il premier vuole dare subito il 50% del Tfr ai lavoratori, allora si creerà un buco da 3 miliardi l’anno nelle casse dell’Inps che andrà coperto». Ma le prime avversarie sono le imprese. «Se l’intenzione è far chiudere decine di migliaia di piccole aziende che stanno resistendo stremate alla crisi siamo di fronte alla misura perfetta», è l’ironia amara di Giorgio Merletti, presidente di Rete imprese Italia e Confartigianato. L’argomento trova voci attente anche nella maggioranza. «Il Tfr in busta paga? Una misura da studiare bene perché rischia di mettere in difficoltà le nostre piccole e medie imprese», osserva l’economista e senatore pd Carlo Dell’Aringa. Per finire, c’è una questione legata alla previdenza. Sollevata da Brambilla ma anche da Maurizio Del Conte, giuslavorista della Bocconi di Milano: «Il Tfr serve a fornire una sicurezza in più al lavoratore che esce dall’azienda. Dare i soldi subito vuol dire smettere di guardare al futuro». Una voce positiva si leva invece da Italia Unica: «Apprezziamo che la nostra proposta trovi ora accoglienza dal premier — ha detto ieri Corrado Passera — seppure con troppi chiaroscuri». Rita Querzé rquerze © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 30 Settembre 2014 Corriere della Sera 10 Politica Csm, il giorno di Legnini Nuovo stallo per la Consulta Dietro le quinte Le correnti alla battaglia dei banchi Come il primo giorno di scuola, oggi alla seduta inaugurale del plenum del Csm, i 16 «togati» vorrebbero correre a sedersi nei banchi dell’aula «Bachelet» divisi per corrente: come un tempo, quando intorno al grande tavolo circolare, Magistratura democratica presidiava compatta un settore, Unicost un altro, Magistratura indipendente un altro ancora. Quattro anni fa la «direttiva Vietti» (ancora valida) impose «banchi separati» ai gruppi, anche per dare all’esterno una plastica rappresentazione della lotta contro le correnti. Ma oggi arriverà la richiesta dei «togati» di tornare all’antica consuetudine. (Dino Martirano) © RIPRODUZIONE RISERVATA Tessera radicale per D’Alfonso, snobbato dai dem Il partito radicale nonviolento transnazionale transpartito ha un nuovo iscritto: il presidente dell’Abruzzo, Luciano D’Alfonso ( foto). È il sesto pd a prendere la doppia tessera. D’Alfonso si è iscritto a Pescina, a un convegno su Ignazio Silone e Benedetto Croce. Eppure i rapporti con il Pd non sono mai stati così freddi: dopo il benservito di Bersani, è sceso il gelo. L’unico invito a una festa dell’Unità è arrivato da Cosenza, dalla deputata Enza Bruno Bossio. Ma D’Alfonso, grande ammiratore di Pannella, anche lui abruzzese, sta pensando di affidare a Rita Bernardini il ruolo di garante dei diritti dei detenuti in Abruzzo. (Alessandro Trocino) Falso in bilancio, affondo di Grasso. E l’Anm attacca il premier Chi è ● Giovanni Legnini, 54 anni, sottosegretario all’Economia, il 10 settembre è stato eletto consigliere laico del Csm con 524 voti (su 489 richiesti) ROMA Oggi al Consiglio superiore della magistratura — alla presenza del capo dello Stato, che, in qualità di presidente del Csm, esprimerà il suo voto — si apre un nuovo ciclo che partirà, salvo sorprese dell’ultimissimo minuto, con l’annunciata elezione dell’ex sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini (Pd) alla carica di vicepresidente. In Parlamento, invece, si profila l’ennesima fumata nera sull’elezione dei due giudici della Corte costituzionale: i candidati sono ancora Luciano Violante e Donato Bruno anche se, ora, Pd e FI potrebbero dare l’ordine di votare scheda bianca per schivare il rischio concreto che i voti ottenuti dal ticket Violante-Bruno siano sempre più lontani dal quorum previsto: 570 voti, i due terzi del plenum. L’ennesimo nulla di fatto per la Corte, così come il voto per la vicepresidenza del Csm, cade in un momento di grande tensione tra la magistratura associata e il governo. Tanto che l’Anm (il sindacato delle toghe), dopo aver ascoltato l’intervista del premier a Fabio Fazio su RaiTre, ha sparato una vera bordata: «Con vivo rammarico, rileviamo che il presidente del Consiglio ha ripetuto affermazioni che riguardano l’azione dell’Anm e il concreto funzionamento degli uffici giudiziari Il governatore di Bankitalia Visco e il modello di mercato Il mercato che si autoregola? Ne siamo ancora lontani. Lo ha detto in un convegno alla Luiss in occasione della presentazione del libro di Riccardo Viale Methodological Cognitivism, il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco: «Il sistema finanziario internazionale è ancora lontano da un modello ideale». Tra i «tanti fattori» della crisi, politiche basate su modelli superati: «Molte delle nostre azioni non sono spiegabili con la razionalità standard ma serve qualcosa di più». Insomma: «La crisi ha mostrato che siamo distanti da un modello dove il mercato è efficiente e si aggiusta continuamente». © RIPRODUZIONE RISERVATA italiani che non corrispondono alla realtà dei fatti». Le materie del contendere riguardano gli stipendi degli alti magistrati della Cassazione («Mai dichiarato che il tetto a 240 mila euro sia un attentato alla libertà o all’indipendenza della magistratura, chi dice il contrario è invitato a dimostrarlo») e la riduzione della chiusura estiva dei tribunali con relativa contrazione delle ferie dei magistrati («Gli uffici giudiziari non chiudono mai»). Dunque, per l’Anm la sfida a Renzi è ormai lanciata. La candidatura di Legnini alla vicepresidenza del Csm è stata lanciata ufficialmente davanti a tutti i togati da Giuseppe Fanfani (Pd), anche lui eletto nella squadra dei laici del consiglio, che ha praticamente lanciato l’assist al suo compagno di partito sgombrando definitivamente il campo dalle voci di una sua «scesa in campo» per il vertice di Palazzo dei Marescialli. I 16 togati, che stamattina dovranno scegliere il vicepresidente insieme agli otto consiglieri eletti dal Parlamento, hanno i numeri per cambiare le carte in tavola all’ultimo minuto ma ieri sera nel corso di una riunione dei laici non sono uscite altre candidature. Tantomeno quella dell’ex ministro Renato Balduzzi (Scelta civica). Sul fronte legislativo, la voce solitaria del presidente del Senato Pietro Grasso riaccende i riflettori su falso in bilancio e autoriciclaggio, fermi in commissione: «Sono interventi indifferibili...». Poi, riferendosi al ddl che porta la sua firma: «Mi chiedo quali interessi blocchino la mia legge anticorruzione». Dino Martirano © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Il caso L’inno rap di Fedez nel Circo a 5 Stelle di Andrea Laffranchi © RIPRODUZIONE RISERVATA La Lega di Salvini e il sogno dei 100 mila «La gabbia europea sta crollando». L’entusiasmo di Matteo Salvini per il successo di Madame Le Pen è comprensibile. E così, anche la nuova Lega da lui costruita, meno indipendentista e più antieuropeista, rafforzerà il suo autunno «verde». Il 18 ottobre, Salvini ha fatto sapere di voler portare a Milano 100 mila persone. Per il mese successivo, si pensa a un «no scontrino day». Fino ad oggi, sondaggi ed elezioni gli hanno dato ragione. Obiettivo prenatalizio: trattare da pari a pari con Silvio Berlusconi. Tagliando l’erba sotto ai piedi al Ncd, nemico antropologico. (Marco Cremonesi) © RIPRODUZIONE RISERVATA L a sinistra perde pezzi. Almeno nel mondo della canzone. Il cantautorato ha storicamente appoggiato, tranne poche eccezioni, la sinistra. Il rap ha cambiato gli equilibri della scena musicale. Nelle classifiche, ma anche nella politica. L’inno della manifestazione 5 Stelle del Circo Massimo sarà firmato da Fedez, il rapper (anomalo) del momento, quello che vende più di tutti e che è giudice di «X Factor». «Non sono partito» (non sarà sull’album «Pop-hoolista» che esce oggi) racconta di un’Italia «repubblica non vedente», invita Napolitano a testimoniare o farsi da parte e ricorda la morte di Falcone. Dice lui: «Non sposo in pieno Grillo, ma è l’alternativa più valida. Renzi non è credibile. Disse che non sarebbe andato al governo senza elezioni...». © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 30 Settembre 2014 L’intervista di Sergio Rizzo POLITICA 11 «Sui giudici della Corte costituzionale il Parlamento dà cattivo spettacolo» Il presidente Tesauro: così c’è il rischio di invischiare anche il Quirinale La Corte di giustizia europea. Poi l’Antitrust, per sette anni. Quindi altri nove alla Corte costituzionale che lascerà il 9 novembre, domenica: giusto una settimana prima del settantaduesimo compleanno. Ne ha viste abbastanza, il presidente della Consulta Giuseppe Tesauro, per non essere scandalizzato dalla durata di quella che chiama «la riflessione». Tre mesi e mezzo per non riuscire ad eleggere due giudici costituzionali. Alla faccia della riflessione. «Vogliono riflettere molto? Benissimo. Ma si poteva fare anche con discrezione. Lo spettacolo che stanno dando in Parlamento si riverbera in modo molto negativo sull’immagine della Corte, come se fosse diventata terreno per scorribande politiche. Con il rischio di invischiare anche il presidente della Repubblica, che dovrà a sua volta nominare due di noi». Spettacolo indecente, ma quante volte l’abbiamo visto? «Non in un momento come questo. La Corte è diventata oggetto di una retorica anti-istituzionale. Vittima di una cattiva e ingiusta considerazione, che va dai nostri compensi alle decisioni stesse della Consulta». La sentenza con cui avete decretato l’incostituzionalità dei tagli agli stipendi dei magistrati ha certo contribuito. «Lo so. Ma lì c’era in ballo il principio dell’eguaglianza tributaria. Se volevano aumentare il prelievo sulle retribuzioni più elevate dovevano farlo per tutti e non solo per i giudici». Ma perché mai il taglio della paga potrebbe compromettere l’indipendenza dei magistrati, com’è stato argomentato? «La costituzione americana prescrive l’intangibilità delle retribuzioni dei giudici della Corte suprema durante il loro incarico. Un organo che fa da contrappeso al governo va tutelato proprio rispetto al potere politico. Anche se comprendo che da noi questo dogma possa venire guardato male. Ci sono magistrati che fanno dell’indipendenza la sorella dell’irresponsabilità, vero. Resta il fatto che l’indipendenza è fondamentale». Come si concilia l’indipendenza con la provenienza politica di alcuni giudici? «Abbiamo avuto grandi giudici e grandi presidenti che erano stati politici. Ricordo per esempio Mauro Ferri. Il contributo di chi ha avuto esperienza in politica spesso è addirittura determinante». Berlusconi arrivò ad accusare la Consulta di essere egemonizzata dalla sinistra. «La verità è che il mondo politico soffre il ruolo della Corte, con- Chi è ● Con 7 voti favorevoli e 6 contrari Giuseppe Tesauro, 71 anni, è stato eletto presidente della Corte costituzionale il 30 luglio scorso. Nel 2005 era stato nominato giudice costituzionale ● Esperto di diritto comunitario, nel 1997 è diventato Presidente dell’Antitrust, carica che ha ricoperto fino al 2005. Ha insegnato a Napoli, Catania, Messina e infine a Roma cepita per limitarne il potere e correggerne le intemperanze. E del resto i partiti tendono sempre a delegittimare qualunque istituzione indipendente. L’ho provato all’Antitrust». La sua busta paga? «Il nostro stipendio è rapportato a quello dei magistrati, in misura leggermente superiore. Pur non avendo l’obbligo di farlo, ci siamo adeguati alla logica dei tetti. Guadagno 12 mila e dispari netti al mese. Certo, se si considera la situazione del Paese siamo dei privilegiati. Ma, deve credermi, ci sono decisioni per cui non dormiamo la notte. Non si trascuri la funzione importantissima che ha la Consulta nel Paese. Se il tasso di civiltà giuridica è cresciuto, si deve alle decisioni della Corte. Pensiamo alle questioni dei diritti fondamentali come la sentenza sulle unioni delle persone dello stesso sesso, a cui abbiamo riconosciuto integralmente i diritti». Poi però il Parlamento non ha mai fatto la legge. «Ma il principio è stato affermato. Come sulla fecondazione eterologa. La legge 40 l’ha vietata, ma senza un fondamento giuridico costituzionale. Qui c’è in ballo il diritto decisivo a creare una famiglia con dei figli, riconosciuto con le adozioni e la fecondazione omologa: perché non dovrebbe esserlo anche con l’eterologa? L’abbiamo definita una libertà incoercibile, utilizzando la formula dell’“autodeterminazione” e non ❞ I tempi Vogliono riflettere molto per eleggere i due giudici? Benissimo, ma si poteva fare anche con discrezione. Così invece è dannoso I diritti fondamentali Il tasso di civiltà giuridica è cresciuto grazie alla Corte e alle decisioni su diritti fondamentali Ci sono scelte che non fanno dormire Legge 40 ed eterologa L’eterologa? L’abbiamo definita una libertà incoercibile, utilizzando la formula dell’autodeterminazione: c’è il diritto ad avere figli del “diritto”, come avrei preferito. Parlare di diritto urtava suscettibilità interne ed esterne. Senza contare che avrebbe portato al coinvolgimento immediato del Servizio sanitario nazionale». Lei è cattolico? «Lo sono. Faccio anche la comunione, sebbene non tutte le Giurista Giuseppe Tesauro, lascerà la Corte costituzionale il 9 novembre domeniche. Ma sono pure un giudice della Consulta. E mi dica che senso costituzionale c’è in un divieto del genere. È costituzionale una norma che spinge ad andare all’estero a spendere una fortuna per avere un figlio proprio? In tutta Europa la fondazione eterologa era vietata solo in Italia, Turchia e Lituania». Purtroppo non siamo avvezzi a guardare quello che succede in Europa. «Noi cerchiamo di farlo, come dimostrano le sentenze con le quali abbiamo recepito importanti decisioni della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo, per esempio sulla revisione dei processi non equi, e della Corte di giustizia di Lussemburgo. Il rapporto con le Corti internazionali è importantissimo, perché il prezzo che l’Italia paga per non osservare le direttive comunitarie è enorme». Talvolta si ha l’idea che la cosa non ci riguardi. «Sull’Europa abbiamo investito troppo poco, al contrario di altri. Pensi a Paesi come la Spagna, il Portogallo, l’Irlanda, che si sono modernizzati grazie ai fondi di coesione. Loro stabiliscono ciò di cui hanno bisogno e si presentano con progetti seri e realizzabili. Noi invece andiamo con la mano aperta: dateci i soldi, poi si vedrà come utilizzarli. È un atteggiamento culturale generale che riguarda soprattutto il Sud, e lo dico da meridionale». Sotto accusa per il cattivo uso dei fondi europei ci sono le Regioni, pilastri di un apparato istituzionale sempre più confuso e inefficiente. «Posso dire che sul riparto delle competenze fra Stato e Regioni la Corte ha disperatamente cercato di trovare un equilibrio. L’ambiente, per esempio, è senza confini: e deve toccare allo Stato centrale. Idem la concorrenza». Il suo punto di vista sulla riforma di Matteo Renzi? «Ci sono cose buone e altre che possono essere migliorate. È una riforma che necessita di una sedimentazione maggiore. Il titolo V del 2001 fu fatto in una nottata e abbiamo visto il risultato. La logica del “purché si faccia” non può funzionare: l’articolazione delle competenze è questione troppo delicata». C’è chi dice che anziché le Province si dovevano abolire le Regioni. «Nell’idea dei costituenti c’erano anche le Regioni, ma non tante così. Una rivisitazione profonda delle autonomie locali è necessaria. Ma seria e meditata. Non fatta in fretta e furia sull’onda degli scandali di questo o quel consiglio regionale». © RIPRODUZIONE RISERVATA Alla radio Università Biancofiore choc: trans contronatura I rettori del Sud: certezza sui fondi Dichiarazioni choc della deputata di Forza Italia Michaela Biancofiore ieri alla trasmissione di Radio24 La Zanzara. Tema: trans e Gay Pride. «Un transessuale è uomo o donna? Oggettivamente è contronatura». E ancora: «Non si va a spasso per strada col “gingillo” o la “gingilla” di fuori. Ma non lo proibirei, sono una liberale». «Assicurare al sistema universitario certezza di risorse»: è la richiesta principale (in un documento di sette punti) fatta a Bari dai rettori degli atenei del Sud al sottosegretario all’Istruzione, Angela D’Onghia. I rettori ammettono che ci sono pochi soldi, ma chiedono risorse per «assolvere ai compiti istituzionali». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 30 Settembre 2014 Corriere della Sera 12 Scegli il Libretto Smart. Una forma di risparmio evoluta che viene incontro a ogni tua esigenza. Ti aspettiamo all’Ufficio Postale. • Possibilità di accreditare bonifici SEPA nazionali dal tuo conto corrente bancario • Carta elettronica gratuita per prelevare nel circuito Postamat • Servizi informativi e dispositivi online gratuiti • Garantito dallo Stato italiano Messaggio Pubblicitario con finalità promozionale. Tasso premiale applicato nell’anno 2014 in caso di adesione al Libretto Smart a partire dal 24 giugno: il conseguimento del Tasso premiale è subordinato al soddisfacimento delle seguenti condizioni: 1) attivazione della Carta Libretto entro il 31 dicembre 2014 2) mantenimento del Libretto Nominativo Smart e della Carta attivi fino al 31 dicembre 2014 incluso 3) mantenimento fino al 31 dicembre 2014 di un saldo superiore o uguale al 90% del saldo iniziale. Per conoscere la definizione del saldo iniziale è necessario consultare il Foglio Informativo. Per le informazioni sulle condizioni economiche e contrattuali dei Libretti di Risparmio Postale Smart consulta il relativo Foglio Informativo disponibile presso gli Uffici Postali e su www.poste.it e www.cassaddpp.it. Per maggiori informazioni rivolgiti al personale dell’Ufficio Postale. I Libretti di Risparmio Postale sono emessi da Cassa depositi e prestiti S.p.A. e collocati da Poste Italiane S.p.A. - Società con Socio Unico - Patrimonio BancoPosta. Corriere della Sera Martedì 30 Settembre 2014 POLITICA A Monte Mario La cena di autofinanziamento 13 Il ministro Lupi (Ncd) «Scouting su di noi? Silvio pensi piuttosto a rinforzare il Milan» «Se i voti di Forza Italia si dimostreranno decisivi per la riforma del lavoro, questo sarà per responsabilità del Pd». Berlusconi punta a entrare in maggioranza? «Bastava che l’anno scorso seguisse quello che gli dicevamo. E cioè di anteporre l’interesse del Paese al pur legittimo interesse di partito. Oggi gli resta solo il tentativo disperato, che non gli riesce, di indebolire Ncd. Che resta decisivo». Fa scouting tra i vostri, Berlusconi? «Da milanista gli suggerirei di lasciar perdere i nostri senatori e di concentrarsi sulla prossima campagna acquisti di gennaio dei rossoneri». Maurizio Lupi, ministro dei Trasporti, entra a piedi uniti nella guerra fredda tra berlusconiani e alfaniani. Ma parla anche di Renzi. «Vedo che adesso dice che la questione “articolo 18” è la discriminante per distinguere gli innovatori dai conservatori. E sono contento perché...». Perché? «Perché quest’estate, quando noi di Ncd sollevammo il tema, Renzi disse che erano chiacchiere ferragostane. E invece...». Forza Italia vuole infilarsi tra voi e Renzi? Berlusconi punta a essere decisivo? «I segnali che arrivano da Forza Italia sono quelli di un partito che pare vittima di un’implosione. Da una parte a parole invocano il bene comune e la ricomposizione dei moderati, dall’altra lanciano invettive e si lacerano al loro interno. Nonostante questo, noi ci proviamo ancora a costruire un’alleanza innovativa». A cominciare dalle Regionali? «Certo. In ogni caso, noi abbiamo già dimostrato di far parte degli innovatori. Abbiamo tenuto in piedi la legislatura, sollevato il tema dell’articolo 18... Berlusconi, che non vuole ammettere l’errore dell’uscita dal governo, punta a essere centrale. Dico io, più centrale di com’era l’anno scorso, quando stava al governo, non può». T. Lab. ROMA Quella foto a tavola con Francesca e Noemi Ecco una delle immagini della cena di autofinanziamento di Forza Italia che si è tenuta mercoledì scorso alla Casina di Macchia Madama, a Monte Mario. Silvio Berlusconi è arrivato accompagnato da Francesca Pascale, al suo tavolo (nella foto di Dagospia) tanti giovani militanti tra cui, seduta accanto alla fidanzata dell’ex premier, Noemi Letizia, sposata con Vittorio Romano, attuale responsabile delle politiche di promozione e sviluppo dei Club Forza Silvio . © RIPRODUZIONE RISERVATA Berlusconi chiede cautela ai suoi: l’opposizione sia «intelligente» Il compleanno e le telefonate di auguri: lunga chiacchierata con Putin Giurano che la sua giornata è stata «tutta dedicata al compleanno», a spegnere le 78 candeline, a rispondere alle telefonate d’auguri — c’è chi come l’ncd Maurizio Sacconi glieli ha fatti via Twitter —, a conversare con i «tanti leader stranieri» che lo hanno chiamato per salutarlo (e fra questi Putin, con il quale si è intrattenuto a lungo al telefono), a rilassarsi insieme ai figli, alla compagna Francesca Pascale, ai ROMA L’offerta Resta intatta l’offerta di collaborazione al governo sulla riforma del lavoro collaboratori più stretti. Il discorso di Renzi, lo sviluppo del dibattito nella caldissima, a tratti drammatica direzione Pd, Silvio Berlusconi non l’avrebbe nemmeno sentito. Almeno in diretta. Perché, come è ovvio, a relazionarlo su quello che stava succedendo sono stati in tanti, ognuno con i suoi accenti e la sua analisi. Quella di Berlusconi per il momento è improntata alla massima cautela. Aveva capito da giorni l’ex premier che si sta consumando nel Pd uno scontro vero, dall’esito ancora «imprevedibile». E aveva chiaro che «Renzi oggi è in difficoltà, l’accerchiamento c’è». Per questo l'ex Cavaliere non vuole scoprirsi più di tanto: la nostra — insiste — deve essere un’opposizione «intelligente», dura su quello che «non ci piace», aperta su quello che «va nella direzione delle tesi che abbiamo sempre sostenuto». E dunque, resta intatta l’offerta di collaborazione al governo sulla riforma del lavoro, se sarà «quella che Renzi va delineando in queste ore». Ma ancora molto è da capire, e scoprirsi oggi non sarebbe saggio, se è vero che Berlusconi non esclude nemmeno che la crisi nel Pd possa alla fine portare al voto anticipato. Un voto che troverebbe impreparati gli azzurri, ancora alle prese con alleanze difficili: ieri l'ex Cava- liere ha sentito Maroni, favorevole a un’intesa, Gasparri e Fitto in un dibattito hanno convenuto con Tosi che «si deve stare assieme», c’è anche chi racconta di una telefonata con Alfano. Ma sulle alleanze, come sul partito, tutto pare sospeso in attesa di capire cosa accadrà nel Pd. Su Twitter Giovanni Toti evita addirittura di commentare la partita dell’articolo 18: «Ricetta Renzi: propositi vaghi, retorica quanto basta, tfr in busta paga. Nulla di nuovo e qualche guaio in più per le imprese. Speriamo bene», è il suo messaggio. Renato Brunetta fa invece un’analisi complessiva della situazione: «Le cose che dice Renzi sono musica per le mie orecchie: però lui su queste posizioni non ha la maggioranza nei gruppi parlamentari, che sono stati eletti su un’altra base programmatica e che legittimamente hanno altre posizioni». Per questo «Renzi sta cercando su tutto — non solo sul lavoro ma anche su giustizia, Pubblica amministrazione, scuola, fisco — di prendere tempo senza portare i provvedimenti divisivi in Parlamento, e insieme guadagnare consenso, facendo credere all’opinio- Il timore Il leader non esclude che la crisi nel Pd porti al voto, ma gli azzurri sarebbero impreparati ne pubblica che queste riforme le sta davvero facendo». Un piano che potrebbe pure essere coronato da successo se non fosse che «la crisi avanza e si fa sempre più drammatica: i mercati, l’Europa gli chiederanno conto presto di cosa sta facendo, e a quel punto dovrà scegliere se spaccare il suo partito e accogliere i nostri voti, con le conseguenze che ne derivano, o non farlo. E anche questo avrebbe conseguenze...». Attendere dunque, senza fare mosse false. La linea del Piave in FI resta questa. Paola Di Caro © RIPRODUZIONE RISERVATA 70 i deputati di Forza Italia. Il gruppo di Ncd ne conta 27, dopo l’elezione di Antonio Leone al Csm 16,8 la percentuale è il risultato di Forza Italia alle Europee di maggio. Ncd ha ottenuto il 4,4% © RIPRODUZIONE RISERVATA Chi è ● Maurizio Lupi, 54 anni, nato a Milano, è ministro delle Infrastrutture e Trasporti del governo Renzi. Ha ricoperto lo stesso incarico anche nel precedente governo Letta. Esponente del Nuovo centrodestra, è stato parlamentare di Forza Italia e Pdl oltre che vicepresidente della Camera dal 2008 al 2013 Martedì 30 Settembre 2014 Corriere della Sera 14 Esteri Diplomazie La decisione La Spagna blocca il referendum catalano di Massimo Gaggi di Andrea Nicastro Chi ha sbagliato? Lo scontro Obama-007 Nella sfida separatista catalana i pezzi sono tutti sulla scacchiera. Allo stallo. Con la prossima mossa qualcuno inizierà a perdere. E’ partita Barcellona convocando un referendum consultivo sull’indipendenza per il 9 novembre. Ha risposto ieri Madrid ottenendo dalla Corte costituzionale lo stop della consulta. All’unanimità. Barcellona dice «democrazia è diritto di voto» e la Corte è «politicizzata». Madrid replica «democrazia è uguaglianza davanti alla Legge». Per il premier spagnolo Rajoy c’è «tempo per raddrizzare la corsa». Chissà se ci crede. «A bbiamo ripetuto lo stesso errore commesso oltre 40 anni fa in Vietnam: allora prendemmo sottogamba Viet Cong e nordvietnamiti e riponemmo troppa fiducia nell’esercito di Saigon. Stavolta abbiamo sottostimato l’Isis e non ci siamo accorti che nel nord del Paese l’esercito iracheno andava verso il collasso». Questa franca autocritica è venuta pochi giorni fa dal direttore dell’intelligence federale James Clapper, durante una conversazione con l’editorialista del Washington Post David Ignatius. Ed è proprio a queste parole che ha fatto riferimento Barack Obama nell’intervista domenicale alla trasmissione «60 minutes» della Cbs: a Steve Kroft che gli chiedeva se fosse stato colto di sorpresa dalla fulminea offensiva del «Califfato» in Siria e in Iraq, il presidente americano ha risposto ammettendo che, sì, la sorpresa c’è stata. E se l’è presa coi suoi servizi segreti che si sono fatti cogliere con la guardia bassa: «Lo stesso capo della National Intelligence Usa ha riconosciuto di aver sottostimato quello stava accadendo in Siria». Ma davvero la Casa Bianca era all’oscuro di tutto? E fino a quando? Le parole di Obama hanno lasciato il segno e ieri sui siti politici, dal Daily Beast a Drudge Report, è stato tutto un fiorire di dichiarazioni (anonime) di dirigenti (o ex) del Pentagono e dei servizi di spionaggio, quasi sempre dello stesso tenore: «Alla Casa Bianca non leggono i rapporti dell’intelligence, è quasi un anno che scriviamo che l’Isis stava acquisendo grandi capacità operative». Di più: le stesse fonti sottolineano che nei mesi di gennaio e febbraio, nelle audizioni annuali davanti alle Commissioni intelligence della Camera e del Senato, il generale Michael Flynn, allora direttore della Defense Intelligence Agency, avvertì che l’Isis avrebbe fatto ampie conquiste territoriali entro la fine dell’anno. Del resto nella sua intervista anche Clapper, pur ammettendo la sottovalutazione, aveva detto che i servizi l’allarme l’avevano lanciato. Così il bulldozer repubblicano John McCain può lanciare l’ennesimo attacco: «Era chiaro che stavamo correndo verso un disastro ferroviario. E la Casa Bianca è rimasta a guardare». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA «Passati dall’Italia 48 militanti Isis» Alfano: allerta elevatissima nel Paese sede della cristianità che sostiene i raid in Siria E annuncia un decreto con misure speciali per sorvegliare i soggetti a rischio terrorismo ROMA — La minaccia è generica, ma il ministro dell’Interno Angelino Alfano ribadisce la necessità di tenere la sorveglianza antiterrorismo a livello «elevatissimo» perché l’Italia «è la sede della cristianità e perché ha fatto delle scelte importanti in Parlamento». Il riferimento è alla decisione di inviare armi ai peshmerga e soprat- tutto di affiancare la coalizione internazionale nei bombardamenti in Iraq e in Siria. Un’esposizione che naturalmente aumenta il rischio di diventare bersaglio di un attentato, anche tenendo conto che ieri sono cominciati i primi raid britannici in Siria e la ritorsione verso tutti gli «alleati» può colpire ovunque. 2,5 milioni di dollari il contributo italiano in armi e aiuti umanitari alla coalizione anti Isis a guida Usa Dunque si intensificano i controlli e le misure di prevenzione. Secondo le verifiche compiute dai poliziotti dell’Antiterrorismo e dai carabinieri del Ros, negli ultimi anni dal nostro Paese sono passati quarantotto foreign fighters, stranieri tornati nei loro Stati d’origine e poi arruolati dai jihadisti. Il timore degli analisti è che i proclami trasmessi attraverso le televisioni e la rete Internet vengano «recepiti come indicazione operativa». Ecco perché l’ufficio legislativo del Viminale sta mettendo a punto alcune misure legislative per avere, spiega Alfano, «uno stretto controllo di polizia sui soggetti che possono essere considerati a rischio, quanti cioè possono recarsi in territori di guerra», ma anche una norma per «colmare quella lacuna del nostro codice che impedisce di punire chi voglia andare a combattere senza essere il recrutatore». Il testo prevede che possa essere sottoposto a «sorveglianza speciale», proprio come avviene per i reati di mafia, pure chi agisce da solo e non soltanto chi è inserito in un’organizzazione. In questo modo si cercherà di snellire la procedura in modo che non ci sia la necessità di dimostrare il collegamento con una vera e propria «cellula» fondamentalista. L’idea è quella di procedere per decreto e su questo sono già stati avviati contatti con il Quirinale che più volte ha ribadito la necessità di utilizzare un simile provvedimento nei casi di vera necessità e urgenza. In materia di terrorismo sembra possibile che si apra uno spiraglio, proprio perché l’Italia si è politicamente schierata contro l’Isis e questo fa salire il livello di rischio. Altrimenti si presenterà un emendamento a uno dei disegni di legge già all’esame del Parlamento. Alfano chiederà comunque all’intero governo di procedere perché «siamo parte di quella grande Al fronte Oltre a Delnevo, morto ad Aleppo, altri due italiani hanno sposato la causa islamica comunità che è sotto attacco da parte di un’organizzazione criminale che ha ambizioni, soldi e uomini che nessuno ha mai avuto». Nell’elenco degli stranieri passati per il nostro Paese e poi andati a combattere ci sono maghrebini, balcanici, qualche asiatico. Oltre al genovese Giuliano Delnevo, morto nella zona di Aleppo in Siria, altri due italiani hanno sposato la causa islamica. Ed è sul contesto in cui si sono mossi che si concentrano le nuove verifiche, consapevoli che la «rete» internazionale può fornire appoggio logistico a chi avesse intenzione di tornare per colpire, proprio come è accaduto in Belgio con l’attentato al museo ebraico del maggio scorso. Fiorenza Sarzanini [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Cambio ai vertici dopo 13 anni Afghanistan, Ghani nuovo presidente Il nuovo presidente dell’Afghanistan Ashraf Ghani Ahmadzai si è insediato ieri nel palazzo che per 13 anni ha ospitato Hamid Karzai. E’ stato il primo trasferimento di poteri dopo la cacciata dei talebani da Kabul in seguito all’intervento guidato dagli Usa nel 2001. La cerimonia è avvenuta dopo sei mesi di tensioni e accuse di frode elettorale fra lo stesso capo dello Stato ed il rivale Abdullah Abdullah, con cui alla fine ha raggiunto un accordo per un governo di unità nazionale. Dopo l’insediamento, è prevista oggi la firma dell’Accordo bilaterale per la sicurezza fra Afghanistan e Stati Uniti, che permette la permanenza, dopo il ritiro previsto a fine 2014, di un contingente di 10.000 truppe Usa con compiti di formazione e assistenza dei militari e della polizia locali. Non sarà Ghani a firmarlo ma un suo delegato, insieme all’ambasciatore Usa uscente, James Cunningham. Corriere della Sera Martedì 30 Settembre 2014 ESTERI 15 La Cina avverte gli Usa: non interferite Pechino accusa i «cospiratori angloamericani». Nella madrepatria censurate le notizie sulle proteste DAL NOSTRO INVIATO «Dimissioni, dimissioni». Le decine di migliaia di cittadini di Hong Kong che nella notte hanno invaso il centro chiedono il ritiro del Chief Executive CY Leung, il proconsole di Pechino. La reazione della Cina è per ora fatta di censura su tutte le notizie che arrivano dal «territorio ad amministrazione speciale» e accuse ai «cospiratori internazionali». Il Quotidiano del Popolo scrive che la sollevazione di Hong Kong è istigata da radicali che hanno ricevuto sostegno e istruzioni da «forze anticinesi» negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. «Una banda di individui inHONG KONG fatuati dalla democrazia occidentale, i cui cuori appartengono ai colonialisti». Il vecchio gioco della congiura dall’esterno. I giornali filocinesi di Hong Kong hanno scritto che Joshua Wong, il diciassettenne eroe del movimento studentesco, è stato coltivato dal consolato americano con l’offerta di una borsa di studio e di viaggi. Il Ta Kung Pao, quotidiano comunista dell’ex colonia britannica, titola «La mano nera», prospettando trame straniere destabilizzanti. Il suo direttore si chiama Jia Xi Ping, un quarantenne dinamico che ci ha spiegato le ragioni di Pechino: Hong Kong è tornata alla Cina 16 anni fa, è parte della Repubblica popolare; ora «La mano nera» Il quotidiano comunista «Ta Kung Pao» prospetta trame straniere destabilizzanti qualcuno pensa che le elezioni a suffragio universale concesse per il 2017 debbano svolgersi come se Hong Kong fosse una nazione indipendente, ma non è così; bisogna seguire le leggi cinesi. Il direttore sembra un galantuomo con la sua fede. Però non si capisce perché la gente di Hong Kong non possa avere voce sulla selezione dei candidati, perché questi debbano essere «patriottici e amare la Cina», come ha dettato Pechino. La gente della città ha denunciato la farsa e il potere cinese finge di credere che dietro ci sia la mano nera degli angloamericani. G. Sant. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il reportage di Guido Santevecchi I volti DAL NOSTRO INVIATO Quando scende la notte, alla curva della sopraelevata, a Cotton Tree Drive, i ragazzi rimettono le mantelline di cellophane, gli occhialoni, le mascherine. E cominciano ad allineare gli ombrelli aperti davanti alla barricata che blocca la strada e decine di altri incroci nel centro di Hong Kong. La città è paralizzata per il secondo giorno di seguito dalla protesta contro la legge elettorale disegnata da Pechino per rendere una farsa il voto a suffragio universale promesso per il 2017. Quegli ombrelli, usati per proteggersi dagli spray urticanti della polizia, sono diventati il simbolo del movimento democratico. La stanno già chiamando la Rivoluzione degli ombrelli. Max, un ragazzo alto e magro, 22 anni, mi passa una mascherina: «Meglio metterla, domenica ci hanno attaccato proprio a quest’ora, con il buio». Max studia al Politecnico, accanto a lui una ragazzina, lui le dà una carezza sui capelli. «Ci siamo trovati proprio in mezzo ai lacrimogeni, è stato un attimo, non si riusciva a respirare, una cosa davvero brutta». Il secondo giorno della rivolta di Hong Kong è cominciato alle 6.30 con l’alzabandiera della Repubblica Popolare a Admiralty, nome ereditato dall’ammiragliato coloniale britannico. I ragazzi rimasti per tutta la notte dopo la battaglia di domenica hanno fischiato e fatto gestacci. Poi hanno riso, perché nella fretta gli addetti hanno issato lo stendardo rosso al contrario, con la corona di stelle rivolta verso il basso. Segno di insicurezza. Un altro segnale di ansia, forse il più importante finora, è la cancellazione dei grandi fuochi d’artificio previsti in città per domani, Primo ottobre, il giorno della festa nazionale cinese. Il comando di polizia ha anche deciso di ritirare i suoi uomini in tenuta antisommossa: fino a notte non si sono visti i loro elmetti integrali in giro. Solo poliziotti in camicia e berretto. Forse le autorità di Hong Kong, nonostante la durezza di Pechino che ha dichiarato ogni assembramento nel territorio illegale e da reprimere e i manifestanti estremisti, si sono rese conto che la linea dura non ha pagato. Anzi. Ieri il numero dei ragazzi in strada è cresciuto di molto: decine e decine di migliaia, rumorosi e ordinati. In Cina la gente non lo sa, perché è calata la censura e anche i social network come Instagram sono stati bloccati per cancellare le immagini della rivolta. HONG KONG Alcuni dei ragazzi intervistati dal Corriere nelle strade di Hong Kong. Dall’alto: uno studente, un informatico (entrambi hanno preferito restare anonimi), la ventitreenne Chung Lin, e un gruppo di giovani volontari che lavorano per tenere pulita la città In piazza Manifestanti davanti alla sede del governo di Hong Kong, nel secondo giorno di proteste per la democrazia. La rivolta è stata definita «la rivoluzione degli ombrelli» (Epa) LA SFIDA DI HONG KONG Ombrelli, libri, libertà I ragazzi della rivoluzione È un fiume grosso e nero quello che abbiamo visto nel centro di Hong Kong. La superstrada Harcourt Road che taglia il centro è occupata per tre o quattro chilometri dai ragazzi in maglietta nera, nastro giallo appuntato sul petto o legato al polso. Solo qui saranno diecimila, si fa fatica a risalirlo. Di fatto la city è pedonalizzata, per forza. Chiusa Queensway, irraggiungibili in auto Central, Admiralty, Causeway Bay, blocchi anche dall’altra parte della baia, a Kowloon. I ragazzi dei licei e delle università hanno facce pulite. Offrono mascherine, ombrelli, carta igienica, acqua, frutta, merendine. Ci sono centri di distribuzione del materiale utile a sostenere l’assedio. Circolano anche bustine di cerotti antifebbre, perché qui è estate, ci sono più di 30 gradi appiccicosi. Le strade sono rimaste pulite perché i giovani si sono organizzati e fanno la raccolta dei rifiuti, con metodo, differenziata tra bottiglie di plastica, cartacce, cellophane. Chan Ho Wun, 18 anni, orecchino a pipistrello, grida al megafono. Che cosa? «Passo i messaggi che arrivano dal fondo dello schieramento». Domenica notte gli anziani di Occupy Central vi hanno chiesto di andare a casa, perché siete ancora qui? «L’altra notte era 2017 L’anno delle prime elezioni «a suffragio universale» a Hong Kong. Ma Pechino ha poi imposto limiti sui candidati per controllare il voto 100 mila I manifestanti scesi in piazza ieri a Hong Kong per la democrazia. Una delle più grandi proteste di massa nella regione giusto ritirarci, si era fatto troppo pericoloso, ma oggi è giusto essere tornati in tanti». Cheng Lili ha 13 anni, va alle medie. «Ieri non c’ero, sono venuta oggi perché hanno picchiato i compagni, non possiamo lasciarli soli». Hai boicottato la scuola? «No. È chiusa, è impossibile arrivarci con i mezzi». Accanto c’è una signora. «Sono la mamma». E lei porta sua figlia piccola qui? «Deve imparare ad essere una brava cittadina, consapevole dei suoi diritti». Un’altra donna seduta sul guardrail urla: «Abbasso il Partito comunista, banda di oppressori». Spieghiamo a uno studente: il governo non cederà. «Non è detto, e comunque vogliamo che la Cina e il mondo sappiano che vogliamo la democrazia». In un posto di raccolta dei rifiuti c’è Chung Lin, 23 anni, lau- reata. Con i guanti bianchi divide il cartone dalla plastica. «Ero in piazza domenica. Certo che ho avuto paura quando hanno cominciato a tirare i lacrimogeni. Sono scappata, ma ora siamo di più, abbiamo la forza del popolo». Ed è finita a fare la netturbina. «Sono volontaria, puliamo per preservare la nostra città». Matthew ha 17 anni e sotto il braccio un mazzo di parapioggia-paraspray al pepe. Sapete che la chiamano Rivoluzione degli ombrelli? Vi piace la sigla? «Non lo sapevo, ma forse va bene, se la usano i giornali». E la parola rivoluzione vi spaventa? «No. Ed è solo l’inizio». Il reparto vivandiere. Wong, una diciottenne in carne, offre merendine e succhi di frutta. Chi vi ha dato tutta questa roba? «Qualcuno ricco, ma nessuno ci usa, abbiamo coscienza di quel- La storia su «Corriere.it» Nato, cresciuto e fuggito dal lager di Kim Shin Dong-hyuk è l’unico prigioniero nato e cresciuto in un lager nord coreano, riuscito a scappare dopo 23 anni di internamento. La sua storia nel web reportage di Federica Seneghini sul sito del Corriere. lo che facciamo». Hai avuto paura? «Ci sono stati diversi feriti l’altra notte, non è giusto, eravamo disarmati e la polizia ci ha attaccato», scoppia a piangere. All’angolo ci sono «i cattivi», i poliziotti. Il n° di matricola 25188: «Siamo stati in strada venti ore in due giorni, siamo stanchi». Al capopattuglia, il n° 51611, chiediamo se si rende conto che sono ragazzi come loro quelli che hanno inseguito per le strade: «Signore, io non faccio politica, mi hanno ordinato di mantenere pace e ordine e lo faccio, senza cattiveria». Cala la sera. Seduto a terra un universitario legge una dispensa di contabilità. Poco più in là due bambine con la divisa bianca e fascia rosa del college Ho Lap. In fronte si sono appiccicate due pezzette rinfrescanti. Non siete troppo piccole? «Non ci fotografate, a casa non lo sanno». Dietro la barricata, nella postazione di Cotton Tree Drive, un gruppetto di ragazze più grandi. Ombrellini pronti. «Vedete i lampeggianti della polizia dietro la curva? Forse ora arrivano. Ieri per cinque minuti quando hanno tirato i lacrimogeni non si poteva respirare». Si sentono le sirene. Meglio mettere la mascherina che ci ha passato Max. @guidosant © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 Martedì 30 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 30 Settembre 2014 Regno Unito di Fabio Cavalera DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Le dimissioni del viceministro Brooks Newmark, nel bel mezzo del congresso che chiama a raccolta i conservatori in quel di Birmingham, sono un bel problema per David Cameron. Non tanto per la vicenda in sé che è un peccatuccio di carne rimasto insoddisfatto: il suddetto, responsabile delle «politiche per la società civile» è caduto nella trappola del tabloid Mirror. Una giornalista gli ha scritto un messaggio invitandolo a un incontro galante, lui le ha risposto spedendole una sua foto in pantaloni di pigiama e dandole appuntamento per una nottata di fuoco. Sciocco, superficiale, arrapato. La donna era una cronista e lo ha svergognato. Tutto qui (anche se il viceministro è sposato e ha figli). Il problema vero è che con Brooks Newmark fanno 8: otto viceministri che per scandali e gaffe hanno mollato dal 2010 il governo. Se aggiungiamo i ministri veri e propri il numero passa a 11. E se allarghiamo a sottosegretari e consiglieri di Downing Street, arriviamo vicini ai 30. Zitto zitto, David Cameron ha superato alla grande, in LONDRA ESTERI 17 Gaffe, arresti e scandali a luci rosse Quanti guai per il governo Cameron Pendolare Stratega Indiscreto ● Il cancelliere dello scacchiere George Osborne, conservatore, si fa notare per l’abitudine di acquistare biglietti del treno di seconda classe. Poi però si fa ospitare in prima ● Il giornalista Andy Coulson, chiamato da Cameron a dirigere la comunicazione del partito tory e di Downing Street, ora è in carcere per lo scandalo di spionaggio del giornale «News of the World» ● Tante le gaffe del premier David Cameron: di recente ha svelato una confidenza della regina; nel 2012, ospite al David Letterman Show, non ha saputo tradurre in inglese «Magna Charta» di favorire le commesse militari alla società di un suo collaboratore, e Chris Huhne (altro libdem) punito (un anno di carcere) per avere ostacolato la giustizia. Una sciocchezza iniziale (una multa per eccesso di velocità scaricata sulla moglie), tra- sformata in caso nazionale (il ministro che ha ripetutamente detto il falso alla polizia). Nel diario di Downing Street ci sono pagine comiche e pagine vergognose. E’ comico il sottosegretario all’immigrazione Mark Harper che aveva lanciato la campagna «go home» (andate a casa) ma di nascosto aveva in casa una signora, immigrata clandestina, che faceva le pulizie. E’ comico il banchiere e consigliere di Cameron, Peter Cruddas (alla testa dei finanziatori tory), che chiedeva 250 mi- la sterline da versare nella casse del partito per organizzare cene private o partite di tennis di generosi ammiratori con lo stesso David Cameron. Ed è comico il cancelliere dello scacchiere George Osborne che compra il biglietto di seconda classe in tre- no ma va a scrocco in prima. Ma è vergognoso il capitolo sullo spionaggio dei tabloid Murdoch che è entrato come un missile nelle stanze di Downing Street. Andy Coulson, ex direttore di News of the World, chiamato da Cameron alla direzione della comunicazione dei tory e di Downing Street, era stato uno «cervelli» dello scandalo e del successivo tentativo di insabbiamento. I sospetti gli giravano attorno da tempo quando Cameron decise di assumerlo. Adesso Coulson è in carcere. Vittima sacrificale del perverso rapporto stampa-politica (la sua amica Rebekah Brooks l’ha scampata per il rotto della cuffia). In confronto alle porcherie di Andy Coulson e compagnia, che intercettavano telefoni e posta delle loro ignare vittime, sono uno scherzo le 5.800 sterline di rimborsi che Maria Miller, sottosegretaria alla Cultura e alle pari opportunità, avrebbe intascato in barba ai regolamenti. Inezia che le è comunque costata la poltrona. Quanto meno, nel Regno Unito, chi sgarra paga. E senza tante discussioni. Basta un sospetto e si cambia professione. Fatto sta che 30 uomini e donne di go- Record Sono una trentina i ministri, collaboratori e sottosegretari costretti alle dimissioni dal 2010 Scoop L’ultimo a lasciare è stato il viceministro Brooks Newmark, preso in trappola da un tabloid questa classifica speciale di marachelle e di «mariuoli», il tanto vituperato predecessore laburista Gordon Brown. E per l’immagine non è che sia il massimo. Turn over o sliding doors che hanno mille motivazioni e mille storie di contorno: spese parlamentari folli, interessi privati prevalenti sull’interesse pubblico, spionaggio dei tabloid, oltre naturalmente a qualche dissenso serio (solo un paio), come quello esternato dalla baronessa Warsi sulla linea di Downing Street verso i Paesi musulmani e dall’europeista tory Kenneth Clarke infastidito dal crescente livore anti Ue del suo leader. Una catena di scivoloni, brutti e meno brutti, cominciata quattro anni fa, 17 giorni dopo la formazione del governo quando il «segretario» del Tesoro, il deputato dei Comuni David Laws (un alleato liberaldemocratico) incaricato della spending review, se ne scappò in fretta perché lo pizzicarono per uno sforamento di 40 mila sterline sui rimborsi generosamente concessi a Westminster. Un assaggino di ciò che sarebbe accaduto ai suoi colleghi di esecutivo: Liam Fox, il ministro della Difesa che nei suoi viaggi di lavoro all’estero si occupava verno «dimissionati» dal 2010 non sono pochi. Poi agli scandali si aggiungono le gaffe che sono una specialità dello stesso Cameron. L’ultima sulla regina è nota: ha svelato che Elisabetta «ha fatto le fusa» apprendendo della vittoria del no scozzese (i colloqui con la sovrana sono segreti). Ma come dimenticare gli altri? Come la gaffe al David Letterman Show: richiesto di tradurre dal latino all’inglese «Magna Carta» (Great Charter) non ne fu in grado (lui laureato in storia e filosofia a Oxford). O sempre in terra americana quando definì il suo Paese, il Regno Unito, «junior partner degli Stati Uniti» nella Seconda guerra mondiale, dimenticando la grande battaglia d’Inghilterra e irritando i veterani. O lo sbandamento sulle sue preferenze canore. Qual è il migliore concorrente della storia di X Factor? «Will Young, me lo ha detto mia figlia». Will Yong ha vinto nel 2002. Sua figlia è nata nel 2004. Bugia innocente. Scandali e gaffe per David Cameron. Ma, occorre sottolinearlo, per i britannici resta il politico con la popolarità più alta. Durerà? @fcavalera © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 30 Settembre 2014 Corriere della Sera 18 Cronache Ospedale israelitico, truffe allo Stato Roma, rimborsi gonfiati in ortopedia e oncologia: una biopsia costava fino a dieci volte di più I pm acquisiscono le cartelle cliniche, perquisita la Regione. Mastrapasqua è indagato per falso Per raddrizzare l’alluce valgo di un inconsapevole paziente, i vertici dell’ospedale israelitico si sarebbero fatti liquidare dal servizio sanitario 4 mila 629 euro anziché i 2 mila 759 effettivamente previsti. Allo stesso modo, modificando il codice di prestazione di una biopsia, avrebbero ottenuto 1.459 euro di rimborso invece dei 238 solitamente previsti. Una biopsia mammaria, infine, sarebbe costata alle casse del Lazio 1.331 euro anziché i 151 normalmente spettanti. Dal secondo capitolo sui rimborsi gonfiati all’ospedale israelitico, guidato da Antonio Mastrapasqua, affiora l’ipotesi di una truffa ben più consistente dell’altra (Odontoiatria) che, a gennaio, aveva portato a polemiche sulla molteplicità di incarichi del manager e alle sue dimissioni dall’Inps. Le prime stime parlano di 17 milioni di euro drenati dalle (disastrate) casse regionali. Sotto osservazione sono finite la diagnostica, l’ortopedia, la laringoiatria e l’assistenza domiciliare ai malati terminali di tumore. Mastrapasqua è indagato per falso. A maggio scorso, sapendo che era in corso un’ispezione «finalizzata alla conferma dell’autorizzazione e dell’accreditamento» avrebbe disposto l’alterazione dello «stato dei luoghi, la desti- ROMA L’inchiesta ● Sono dieci gli indagati nell’inchiesta su una presunta maxitruffa ai danni del sistema sanitario per rimborsi gonfiati all’ospedale israelitico di Roma ● Tra gli indagati c’è anche Antonio Mastrapasqua, ex numero uno dell’Inps e direttore generale dell’ospedale, al quale i pm contestano solo l’ipotesi di reato di falso nazione degli ambienti e delle attività sanitarie svolte». Iscritti sul registro per truffa e falso invece il direttore sanitario Giovanni Spinelli, il vice direttore amministrativo Tiziana D’Ago- stini, Mirella Urso, Daria Roscani, Antonio Cannistrà, Batia Popel, Stefano Burini, Domenico Gallà, Stefano Zuccaro e il primario ortopedico Elvira Cave. I pm Corrado Fasanelli e Ma- ria Cristina Palaia con l’aggiunto Francesco Caporale hanno disposto perquisizioni alla Regione e all’ospedale. I carabinieri del Nas, guidati dal capitano Dario Praturlon, hanno acquisito Piacenza Carabiniere morto nell’inseguimento di Alessio Ribaudo Un carabiniere è morto. Il suo capopattuglia è in prognosi riservata. Stavano inseguendo, ieri mattina, un’Audi sospetta a Castel San Giovanni, nel Piacentino, quando la loro «gazzella» ha tamponato violentemente un Tir fermo sul lato sinistro della strada, parcheggiato contromano. A perdere la vita è stato il guidatore: l’appuntato Luca Di Pietra, 39 anni, lascia una moglie e due figli. Da pochi giorni era al Nucleo radiomobile di Piacenza. Al suo fianco c’era l’appuntato scelto Massimo Banci, 46 anni, che è ricoverato in gravi condizioni al «San Raffaele» di Milano. © RIPRODUZIONE RISERVATA «cartelle cliniche riconducibili a prestazioni di core biopsy a mammella e tiroide; documentazione relativa alle prestazioni di assistenza domiciliare integrata e assistenza domiciliare oncologica». Portati via pc e chiavette usb con «documentazione attinente a incontri, riunioni, missive e note» del management. Mastrapasqua da maggio è entrato nel Cda dell’ex Lottomatica (Gtech spa). Ieri il difensore Domenico Aiello ha replicato: «I fatti contestati rien- La soffiata A maggio, secondo gli inquirenti, il manager aveva saputo in anticipo di un’ispezione trano tipicamente nelle responsabilità del personale sanitario non del manager». E mentre per il capitolo relativo a Odontoiatria la Procura pensa all’archiviazione, c’è un’altra indagine che lo coinvolge. Quella sulla cessione di immobili Inps per la quale il procuratore generale ha avocato l’inchiesta nei confronti di Mastrapasqua, Marco Tronchetti Provera, Alfredo Romeo e altri indagati. Ilaria Sacchettoni © RIPRODUZIONE RISERVATA Auto sul bar, il 22enne andava a 140 È accusato di omicidio volontario DIRITTI AUDIOVISIVI La Lega Nazionale Professionisti Serie A comunica l’avvio della procedura di commercializzazione del Pacchetto Unico in forma esclusiva comprensivo di tutti i diritti Audiovisivi del Campionato di Serie A da disputarsi nelle stagioni sportive 2015/2016 - 2016/2017 - 2017/2018. La Lega Nazionale Professionisti Serie A comunica che sono disponibili le descrizioni dei diritti in epigrafe e le condizioni alle quali saranno accettate offerte dai soggetti interessati alla loro acquisizione. La richiesta dei documenti descrittivi dei singoli diritti in §epigrafe per i soggetti interessati alla loro acquisizione, dei requisiti e delle condizioni generali minime per le offerte può essere fatta alla Lega Nazionale Professionisti Serie A - Milano, Via Rosellini n. 4 - tel. 02/69910303-4, fax 02/69010091. Ogni singolo documento è comunque disponibile sul sito Internet della Lega Serie A: www.legaseriea.it. Le offerte per l’acquisto dovranno essere presentate alla LNPA entro e non oltre le ore 12.00 CET di mercoledì 15 ottobre 2014. Il padre in ospedale con il figlio che guidava non sapeva che l’altro era morto Fratelli A sinistra, Gianni Paciello il ventiduenne che domenica pomeriggio, ubriaco al volante, ha perso il controllo dell’auto e ha ucciso quattro ragazzi: tra questi, il fratello Luigi (a destra) di 15 anni (Photo Masi) DAL NOSTRO INVIATO SASSANO (Salerno) — Non è stata una tragica fatalità ma l’inevitabile epilogo di una condotta criminale. Non hanno dubbi gli inquirenti che indagano sulla tragedia avvenuta domenica pomeriggio davanti al bar New Club 2000 di Sassano, dove una Bmw è piombata contro le vetrine del locale uccidendo quattro ragazzi, tra i quali il fratello quattordicenne di quello che era alla guida dell’auto. Perciò l’altra notte, quando i carabinieri del Reparto operativo di Salerno hanno consegnato alla Procura di Lagonegro la prima sintetica informativa contenente i rilievi tecnici appena eseguiti, è scattato nei confronti di Giovanni Paciello, 22 anni, il responsabile della sciagura, l’arresto per omicidio volontario plurimo. Un’accusa pesantissima, analoga a quella che recentemente è costata una condanna a 21 anni e quattro mesi di reclusione a un albanese che circa tre anni fa guidando ubriaco e contromano sulla A 26 provocò la morte di quattro persone. Il ministro dei Trasporti Lupi ha parlato di «omicidio stradale» che potrebbe essere introdotto in casi drammatici, appunto, come quelli di ubriachi coscienti di essere tali che si mettono alla guida. Paciello aveva in corpo una quantità di alcol ben oltre i limiti consentiti. Ma è nella ricostruzione della dinamica dei fatti la vera spiegazione alla scelta del pm. Una ricostruzione resa possibile soprattutto dalle due telecamere poste lungo il percorso fatto dalla Bmw prima di schiantarsi. Una telecamera è proprio al centro della rotonda dove Paciello ha perso il controllo, l’altra si trova 270 metri prima, lungo il rettilineo da cui proveniva l’auto. Per percorrere quei 270 metri, la Bmw ha impiegato 6 secondi Come un proiettile La vettura non ha neanche tentato di fare la curva, si è impennata sul bordo della rotonda appena. Anzi, anche meno, perché i 6 secondi sono il tempo che passa tra l’immagine dell’auto ripresa dalla prima telecamera e la scena immortalata dalla seconda. Che è una scena surreale: l’auto non è più inquadrata sulla strada, ma la si vede in volo mentre oltrepassa l’aiuola al centro della rotonda e va a travolgere i quattro ragazzi. Per fare tutto questo in soli 6 secondi, i carabinieri sostengono che doveva viaggiare a 137 chilometri orari. E a quella velocità Paciello non poteva in alcun modo tenere il controllo dell’auto per passare intorno alla rotonda. Infatti l’auto è andata dritta, si è impennata toccando il cordolo che delimita l’aiuola ed è partita come un proiettile verso il bar di fronte. Il padre di Giovanni Paciello, Franco, è stato tra i primi a raggiungere la rotonda. Ma quando è arrivato si è accorto soltanto che quella era l’auto di suo figlio e che suo figlio era ferito. Non ha guardato che cosa Giovanni aveva fatto, non si è reso conto — o non se ne è preoccupato — che c’erano quattro morti e quindi non ha badato nemmeno a chi c’era tra quei quattro morti. Ha pensato solo ad accompagnare Giovanni in ospedale. Tre ore più tardi gli hanno telefonato e gli hanno detto di tornare indietro. A terra davanti a quel bar c’era anche Luigi, l’altro suo figlio. Fulvio Bufi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 30 Settembre 2014 CRONACHE Mittal sotto inchiesta per evasione paga 31 milioni al Fisco Costa Concordia Su Facebook L’accusa dei pm di Milano. La multinazionale vuole l’Ilva MILANO Il conglomerato francoindiano ArcelorMittal, primo produttore al mondo di acciaio, candidatosi in queste settimane all’acquisto dell’Ilva di Taranto in tandem con il gruppo Marcegaglia, è sotto indagine in Italia per una evasione fiscale quantificata in 129 milioni di euro, 31 dei quali ha scelto — pur respingendo gli addebiti — di pagare al Fisco italiano a titolo di transazione. Il procuratore aggiunto di Milano, Francesco Greco, ha infatti notificato un «avviso di conclusione delle indagini e deposito degli atti» ai vertici della lussemburghese ArcelorMittal Flat Carbon Europe Sa e della sua divisione italiana, contestando loro l’articolo 5 del decreto legislativo 74/2000: cioè il reato di «omessa dichiarazione» che con la reclusione da uno a tre anni punisce chi, al fine di evadere le imposte sui redditi o sull’Iva, non presenta le relative dichiarazioni annuali. L’accusa poggia su una premessa fondamentale che la difesa nega: e cioè che la ArcelorMittal del Lussemburgo (sede principale del gruppo che impiega 320 mila persone, fattura 58 miliardi di dollari ed è quotata in 6 Borse internazionali) tra il 2006 e il 2010 avesse una «sta- La società Il colosso dell’acciaio in oltre 60 Paesi ArcelorMittal è il colosso industriale mondiale nel settore dell’acciaio (93,6 milioni di tonnellate nel 2012) e minerario. È nato nel 2006 dalla fusione di Arcelor e Mittal Steel Company, tra le più grandi aziende del settore. È presente in più di 60 Paesi e ha partecipazioni in altre 20 nazioni. Per Fortune è la 91esima società più grande al mondo Il magnate indiano da 16 miliardi Lakshmi Niwas Mittal, indiano di 64 anni, è il presidente e amministratore delegato di ArcelorMittal. Possiede anche il 35% delle azioni del Queens Park Rangers F.C., squadra di calcio che milita nella Premier League, il campionato inglese. Secondo la rivista Forbes ha un patrimonio personale di circa 16 miliardi di dollari. Per il matrimonio della figlia ha sborsato 66 milioni bile organizzazione in Italia», dove dunque avrebbe commesso reato nel non presentare le dichiarazioni a fini Ires. ArcelorMittal, invece, invocando anche la prima verifica fiscale che non aveva eccepito questo profilo, argomenta che all’epoca operava in Italia alla luce del sole attraverso una società controllata che forniva solo servizi di marketing e amministrazione senza essere coinvolta nella stipula dei contratti, farina esclusivamente della casa madre lussemburghese. Il contenzioso è vissuto di complicati aspetti valutativi e controverse interpretazioni dei vari trattati internazionali: basti dire che la stessa Agenzia delle Entrate ha lasciato presto cadere la mega-ipotesi di Iva sottratta (quasi un miliardo di euro) che una iniziale lettura della Guardia di Finanza aveva proposto. Alla fine la Procura ha individuato in 400 milioni di euro l’asserito imponibile sul quale tra il 2006 e il 2010 ArcelorMittal si è vista accusare di non aver pagato 129 milioni di tasse. E qui la strategia del colosso dell’acciaio si è sdoppiata. Nel penale ha ritenuto di potersela giocare, e ha ingaggiato gli avvocati Fabio Cagnola e Ermenegildo Costabile per cercare di dimostrare l’asso- 19 luta infondatezza delle accuse. Ma in sede fiscale ha optato per un bilanciamento tra le chance e i rischi di un lungo contenzioso tributario, e ha scelto un accordo con l’Erario negoziato dai fiscalisti dello studio Maisto: così, pur rimarcando che non debba essere intesa come riconoscimento di alcuna responsabilità, ArcelorMittal ha perfezionato una transazione con il Fisco versando 25,7 milioni di euro di imposte per il periodo in questione, lievitati con interessi e sanzioni a 31,6 milioni. Sul fronte del salvataggio dell’Ilva, intanto, in base al decreto La difesa L’azienda respinge le accuse: «In Italia mai avuto una stabile organizzazione» L’ultimatum di Domnica a Schettino «Dì la verità su quella notte» «Ti do sei giorni per dire la verità su quello che è successo dopo aver dato l’annuncio di abbandono della nave». Sembra una minaccia quella postata su Facebook il 24 settembre da Domnica Cemortan, la 27enne moldava che era in plancia con Francesco Schettino la notte del naufragio della Concordia. © RIPRODUZIONE RISERVATA legge n.61 appositamente varato nel 2013 il commissario straordinario Piero Gnudi ha chiesto alla magistratura milanese (che in una indagine per evasione fiscale a carico dello scomparso Emilio Riva, del fratello Adriano, e dei loro professionisti Franco Pozzi e Emilio Ettore Gnech tiene in sequestro 1,2 miliardi di euro) il trasferimento di questi soldi all’Ilva, finalizzato a tranquillizzare futuri acquirenti e banche finanziatrici circa la disponibilità dei fondi (1,8 miliardi) per la bonifica ambientale. Il gip Fabrizio D’Arcangelo, vista la vaghezza della norma che tace sul contraddittorio tra le parti, le ha comunque convocate in camera di consiglio per il 17 ottobre, con Ubs Zurigo e Banca Aletti che hanno in deposito i soldi dell’eredità Riva alla quale i figli risultano aver rinunciato. Luigi Ferrarella [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 Martedì 30 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 30 Settembre 2014 La storia di Giusi Fasano CRONACHE «Al Papa racconto mio fratello annegato per raggiungermi» Adal da Bergoglio con altri parenti dei 367 morti di un anno fa a Lampedusa Adal parla e piange. «Che senso ha? C’è qualcuno che sa spiegarmelo?» chiede. «Io ho la cittadinanza svedese e l’avevo già quando mio fratello Abraham mi disse che voleva imbarcarsi per Lampedusa da clandestino. L’ho scongiurato di non farlo. Quando ho capito che avrebbe provato comunque gli ho spedito i soldi per pagare gli scafisti... Mi chiedo perché, perché per venire da me non ha potuto fare un viaggio regolare e dignitoso?». Abraham aveva 23 anni, è morto la notte del 3 ottobre dell’anno scorso con altri 367 naufraghi, eritrei come lui, davanti alle coste dell’isola di Lampedusa. Domani Adal arriverà a Roma con una quarantina, fra sopravvissuti e parenti delle vittime, che papa Francesco accoglierà in Vaticano per un incontro. «Abbiamo scritto tutti assieme una lettera che consegneremo al Santo Padre» annuncia lui. E ne cita a memoria un passaggio: «Santo Padre, le chiediamo di levare ancora la sua voce affinché nessuno sia più costretto a lasciare la propria terra e i propri cari obbligato a rischiare la vita per raggiungere l’Europa, la pace e la serenità. Per andare incontro al sogno di una vita normale». È una supplica perché Francesco provi, con la sua voce, a fermare le stragi nel Mediterraneo: «Sua Santità, per favore, faccia tutto ciò che può per aiu- Vittima ● Abraham, 23 anni, eritreo, è una delle 367 vittime del naufragio al largo di Lampedusa il 3 ottobre 2013 ● Da gennaio sono morti nel Mediterraneo 3.072 immigrati (fonte Organizzazione internazionale per le migrazioni): oggi l’Europa è la destinazione più pericolosa per immigrati irregolari tarci a fermare questo massacro. Ci aiuti a ridare dignità ai nostri morti». Nella lettera anche la preghiera perché si avveri un sogno a portata di mano: «Che la data della strage diventi giorno simbolo dell’accoglienza e del ricordo, per tutti i popoli del mondo», per dirla con Tareke Brane, presidente del «Comitato 3 ottobre». Chi non ce la fa, spesso finisce seppellito in una bara senza nome. Adal lo dice e non può fare a meno di pensare a suo fratello, che lui stesso ha «quasi» identificato. La bara 140 oppure la 120: forse la 140, perché il ragazzo lì dentro aveva in tasca una Bibbia come quella di Abraham e un anello che assomigliava al suo. «Santo Padre — la voce di Adal riprende a recitare un passo della lettera — alla mia gente piacerebbe che venisse il giorno in cui i nomi dei morti fossero pronunciati una volta ancora, ma per rimpiazzare i numeri, finalmente». Almeno su questo fronte la soluzione sembra individuata: è pronto un protocollo per identificare i naufraghi attraverso il Dna. Le operazioni di confronto genetico cominceranno da 26 dei parenti che il Comitato porterà, appunto, a Roma da papa Francesco e poi a Lampedusa, per le celebrazioni dell’anniversario. Un anno fa Adal, 36 anni, da cinque cittadino svedese, fu il Il Pontefice ai gendarmi vaticani 21 primo dei familiari ad arrivare sull’isola, il primo a entrare nell’hangar-cimitero dove i cadaveri chiusi nei sacchi si accumulavano a decine. E fu il primo a sfogliare l’album della morte alla ricerca disperata di suo fratello. Ha una sorella ancora in Eritrea che voleva venire a portare un fiore nel punto in cui è morto Abraham ma gliel’hanno negato. Motivo: non c’è certezza che rispetti la data del rientro. «Nessuno vorrebbe tornare nelle braccia della dittatura» ripetevano i sopravvissuti sul molo, l’anno scorso. Gli uomini, in Eritrea, sono obbligati ad arruolarsi fra i sedici e i cinquant’anni. Se non lo fanno o, peggio, se ❞ La lettera Sua Santità, per favore, faccia tutto ciò che può per aiutarci a fermare questo massacro «Attenti alla bomba della zizzania» di Gian Guido Vecchi Di là dagli allarmi terroristici, ci sono «bombe» più insidiose di quelle che potrebbero arrivare in Vaticano dall’esterno, e sono quelle «pericolosissime» che stanno dentro: bisogna guardarsi dalla «zizzania delle chiacchiere» che esplodono distruggendo le vite degli altri e anche «la vita della Chiesa», dal Diavolo che divide. L’omelia di Francesco nella messa per la Gendarmeria vaticana — pubblicata oggi dall’Osservatore — suona a una settimana dal Sinodo come un monito contro chi cerca di dividere la Chiesa. Del resto, la parola «diavolo» deriva dal greco «diaballo», che significa dividere. «Benché alcuni dicano che il diavolo è un’idea, io questa idea voglio averla lontana da me», ha sorriso ironico il Papa (nella foto il Papa domenica scorsa in Piazza San Pietro). © RIPRODUZIONE RISERVATA provano a fuggire diventano traditori. Come Adal, che nove anni fa tentò di arrivare a Lampedusa. Lo fermarono a Malta e lo rispedirono indietro. Sopportò il carcere e la tortura. E un giorno, fra mille mamme che aspettavano di vedere il proprio figlio fuori da una caserma dove trasferivano i prigionieri, lui scorse sua madre. Alzò il braccio per salutarla, glielo spezzarono. Era il 2005, l’ultima volta che la vide prima di ricevere la lettera della salvezza: veniva dalla Svezia, diceva che Stoccolma aveva accolto la sua richiesta di asilo. @GiusiFasano © RIPRODUZIONE RISERVATA gruppoeuromobil.com HOMESOFTHOME Platz divano e Troy poltrona design R&S Désirée. Dabliu tavolini e appendiabito design Setsu & Shinobu Ito. 100% Made in Italy 22 Martedì 30 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 30 Settembre 2014 CRONACHE «Un clic e ho ricominciato a vedere» 23 Dopo la tragedia Case, traffico Fran Fulton era diventata del tutto cieca circa dieci anni fa. Le hanno installato un occhio bionico e giovani in moto «Quando lo hanno acceso, il mio cuore batteva così forte che mi sono portata la mano al petto» tra i vulcanelli di Caltanissetta La protesi La telecamera sugli occhiali riprende le immagini, che vengono rielaborate da un computer. I dati vengono poi trasmessi dall’antenna wireless degli occhiali a quella impiantata sull’occhio. Da lì un microchip li trasferisce all’occhio, aggirando le cellule non funzionanti, che li comunica al cervello Camera Occhiali Chip elettronico 2 4 5 1 Computer 3 Antenna Antenna Elettrodo Fonte: Second Sight Corriere della Sera di Anna Meldolesi Nel mondo ci sono 285 milioni di persone con handicap visivi, i ciechi sono 39 milioni. Fran Fulton era una di loro. La retinite pigmentosa aveva spento pian piano il suo sguardo, fino a lasciarla al buio dieci anni fa. Da qualche settimana però questa sessantaseienne americana ha ricominciato a vedere grazie a un occhio bionico. Lo stesso miracolo si è avverato per un’altra ottantina di persone, operate negli ultimi 3 anni fra Europa e Stati Uniti. La novità è che questi pazienti hanno iniziato a raccontare le loro emozioni, mentre i ricercatori esplorano nuove strade per curare la cecità. «Quando mi hanno acceso, per così dire, sono rimasta senza fiato. Ho dovuto mettermi una mano sul petto, pensavo scoppiasse», ha raccontato 80 I pazienti che negli Stati Uniti e in Europa fanno uso della protesi Argus II 100 Mila le persone che negli Stati Uniti soffrono di retinite pigmentosa 15 Mila circa le persone che soffrono di retinite pigmentosa nel nostro Paese 129 Mila le persone completamente cieche in Italia secondo i dati dell’Inps Con la famiglia Fran Fulton, 66 anni (al centro) con i familiari. Soffriva di retinite pigmentosa, causata dalla degenerazione delle cellule della retina che catturano le immagini Fran alla Bbc. L’operazione per impiantare il sistema, che si chiama Argus II ed è realizzato dalla società californiana Second Sight, è semplice. Qualche ora in sala operatoria per inserire gli elettrodi in corrispondenza della retina compromessa, poi a casa in giornata. Dopo una settimana l’occhio bionico viene attivato e il paziente impara a usarlo. Deve indossare un paio di occhiali, su cui è montata una videocamera simile a quella dei nostri smartphone. L’immagine viene trasmessa a un computer tascabile, che può essere tarato dal paziente per lu- SUDOKU DIABOLICO 6 7 8 4 1 7 9 4 3 8 9 9 8 7 6 3 8 1 6 1 2 4 6 3 5 Altri giochi su www.corriere.it Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 LA SOLUZIONE DI IERI 8 1 3 9 7 4 6 5 2 7 6 9 1 2 5 3 8 4 5 4 2 6 3 8 9 1 7 6 5 4 7 1 3 2 9 8 1 9 7 2 8 6 5 4 3 2 3 8 5 4 9 1 7 6 9 8 1 3 6 7 4 2 5 4 2 6 8 5 1 7 3 9 3 7 5 4 9 2 8 6 1 minosità e contrasto. I segnali vengono inviati wireless al ricevitore e quindi a un chip che stimola la parte ancora sana della retina. Il risultato è un’immagine in bianco e nero a bassa risoluzione, l’equivalente di 60 pixel, e il cervello deve abituarsi a interpretarla con la riabilitazione visiva. Non ci vuole molto, comunque, per cominciare a intravedere la forma delle cose e distinguere il chiaro dallo scuro. Fran, che lavora per difendere i diritti dei disabili, è riuscita a prendere l’ascensore dell’ufficio senza usare il bastone. Sfruttando il bagliore della maglia di un amico che la precedeva è stata in grado di uscire da sola da un ristorante. Se scorge una macchia per strada non sa dire di cosa si tratti, ma riesce a evitare l’ostacolo. Non potrà mai leggere né vedere i lineamenti delle persone, ma si immagina già a giocare con i nipoti. Loro che si nascondono nella stanza e le dicono «trovami!». Lei che li riconosce dall’altezza e indovina «sei qui!». Le fa eco Roger Pontz, che la stessa malattia ha reso cieco a 40 anni di età. «So quando mio nipote corre per casa. So quando una persona mi viene di fronte. So quando mia moglie ha una maglia chiara e dei pantaloni scuri o viceversa. Sono piccole cose, ogni giorno diverse», ha raccontato l’uomo, operato nel gennaio 2014 dopo un blackout di 15 anni. Lisa Kulik usa l’occhio bionico dal 2013, dopo 30 anni di penombra. All’inizio con la protesi retinica poteva vedere solo i forti con- I racconti dei pazienti Roger Pontz: «Ora so quando mia moglie ha una maglia chiara e i pantaloni scuri» trasti, come il bordo del marciapiede. Ora distingue la bistecca nel piatto, ma non i chicchi di riso. Nel frattempo i ricercatori hanno fatto progressi con il software dell’occhio bionico e vorrebbero impiantare il dispositivo in pazienti affetti da un’altra patologia, la degenerazione maculare legata all’invecchiamento. Non otterranno mai la visione perfetta, e il rimedio potrebbe non funzionare per sempre, ma ogni pixel in più si tradurrà in un beneficio per i pazienti, sul piano dell’indipendenza e della vita relazionale. Ulteriori speranze arrivano per altre tipologie di non vedenti da altri settori della ricerca, come ha riferito Nature. In passato la terapia genica ha dimostrato di poter curare le persone affette dall’amaurosi congenita di Leber come Tami Morehouse (44 anni) e Corey Haas (8 anni), rispettivamente la più vecchia e il più giovane della sperimentazione condotta nel 2009 usando anche fondi Telethon. Tami ora può vedere gli occhi di sua figlia e i colori del tramonto, mentre Corey va in bici e gioca a softball. Anche le cellule staminali embrionali potrebbero essere utili per alcune forme di perdita della vista, ricorda Nature. La prima sperimentazione dell’americana Advanced Cell Technology è partita nel 2011 e i risultati sono attesi per i prossimi mesi. @annameldolesi © RIPRODUZIONE RISERVATA CALTANISSETTA La drammatica notizia dei due bimbi morti perché investiti e sepolti sabato dall’esplosione dei vulcanelli di Aragona ha fatto il giro del mondo, ma non sembra essere arrivata a Caltanissetta dove esiste un’area con gli stessi mulinelli fangosi, le cosiddette «macalube», una campagna con le case tutt’intorno, le strade trafficate a venti metri, senza una transenna, un cartello che sconsigli l’accesso. Proprio il contrario di quanto affermato ieri dalla giunta regionale presieduta da Rosario Crocetta che ad Aragona ha revocato l’affidamento della riserva a Legambiente assicurando di controllare adesso direttamente tutti i siti analoghi con l’intervento del Corpo forestale. Nulla di tutto questo è accaduto a Caltanissetta, in contrada Santa Barbara, dove i ragazzi arrivano in moto per lo slalom fra gli sbuffi di un paesaggio lunare con i crateri impastati di creta e metano. Una collina formatasi quattro anni per una esplosione analoga a quella avvenuta sabato ad Aragona dove, restituiti i corpi dei due bimbi ai genitori affranti, oggi pomeriggio si volgeranno i funerali, mentre la Procura di Agrigento indaga per omicidio colposo. F. C. © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 Martedì 30 Settembre 2014 Corriere della Sera CRONACHE Il caso di Maria Laura Rodotà Una legge sul sesso nei campus «Solo se il sì è davvero un sì» In California dopo gli episodi di violenza: consenso cosciente e volontario Chiunque sia «ubriaco/a, sotto l’effetto di droghe, svenuto/a o addormentato/a non è in grado di dare il suo consenso». Sembrerebbe scontato. Sembrerebbe una norma essenziale, per proteggere ragazze (e qualche ragazzo) appena maggiorenni, che vivono fuori casa per la prima volta, che per le prime volte partecipano a feste ad alto contenuto alcolico — e altro — con semisconosciuti. Ma non è stato facile approvarla. È successo ieri a Sacramento: il governatore della California Jerry Brown ha firmato la prima legge statale che obbliga colleges e università a investigare seriamente sui casi di violenza sessuale. Che fissa delle regole e dei paletti, per tentare di separare il sesso disordinato dallo stupro. Sembra una storia tutta americana, roba che si vede nei telefilm tipo Law and Order (CSI nei casi peggiori). È una questione che riguarda anche gli europei; anche noi, ora che anche i ragazzi italiani bevono come spugne nel weekend. Per dire. Per questo, le attiviste antiviolenza nei campus ieri hanno festeggiato. Quella appena approvata, proposta dal democratico di Los Angeles Kevin de Leon (i repubblicani non hanno osato votare contro) è nota come la legge dello «yes means yes». Un sì è un sì, e deve venire da una persona in condizioni di pronunciarlo. Dire sì, essere felici di dire sì, poterlo dire, è una bella cosa. È «un deciso, cosciente e volontario consenso». Si è protagoniste/i della propria vita, non vittime. Finora, lo slogan era più vittimistico e soprattutto più difficile da provare, dopo: «No means no». No vuol dire no, ma poi chissà, come da peggiori cliché della cultura maschile. Invece, ora, no, anzi sì. Le studentesse californiane (e un tot di studenti) potranno accusare di violenza chi diventa attivo/a quando loro non sono coscienti. Il che vuol dire: giovanotti sociopatici ma anche «frat boys» di buona famiglia, Venezia Le nozze di George Clooney e Amal Alamuddin Il ritorno a casa da marito e moglie di Elvira Serra quelli ricchi sportivi e popolari dei club studenteschi che organizzano festone modello (insuperato) Animal House. Che in genere la fanno franca, perché i ragazzi sono ragazzi, ovunque. Ora, professori e amministratori verranno aggiornati su come trattare i casi di sospetta violenza. La rettora in capo delle università pubbliche della California (tra le quali Berkeley e la UCLA) Janet Napolitano (ex segretario per la Sicurezza nazionale con Barack Obama) ha già annunciato la La protesta Emma Sulkowicz gira la Columbia University con un materasso per ricordare il suo stupro Lui ha risposto in inglese, «yes»; lei in italiano, «sì». George Clooney, in grigio Giorgio Armani, e Amal Alamuddin, in pantaloni e blusa crema Stella McCartney, sono diventati marito e moglie anche per la legge italiana. Il rito si è compiuto davanti al solito Walter Veltroni, nella Sala degli Stucchi di Ca’ Farsetti. Testimone di lui Sandrone, lo scafista (buono) di sempre Alessandro Greco. Un gatto nero ha accolto la coppia fuori dal Comune, gli sposi sono poi partiti per Londra. Good Night, and Good Luck; buonanotte e buona fortuna. © RIPRODUZIONE RISERVATA creazione di un’authority indipendente per indagare sui molti casi. Altri stati americani, ora, si muoveranno. E si parlerà ancora di più dei casi controversi più recenti. Come «John Doe», lo studente dell’Occidental College espulso per cattiva condotta sessuale che ha fatto ricorso obiettando «eravamo ubriachi tutti e due» (possibile). Ed Emma Sulkowicz, la studentessa della Columbia University che gira per il campus portando un materasso, e dichiara che lo porterà finché il suo stupratore non verrà cacciato (e ha lanciato un movimento di portatrici di materassi; e quella che è stata definita «una nuova forma di rivoluzione sessuale nei campus»; e forse qualcuno ne prende atto, adesso). © RIPRODUZIONE RISERVATA IL DISCOUNT ALIMENTARE SOTTO CASA Pollo quarto posteriore Italia 0 Pollo a busto Italia all’etto (€ 2,90 al Kg) 0 Petto di pollo intero Italia all’etto (€ 2,90 al Kg) .29 0.59 .29 all’etto (€ 5,90 al Kg) Braciole di coppa suino Italia 0 all’etto (€ 5,90 al Kg) .59 Macinato misto 60% bovino / 40% suino Italia 0 all’etto (€ 5,90 al Kg) .59 Fesa di tacchino a fette Italia 0 all’etto (€ 8,40 al Kg) .84 Fettine scelte bovino adulto Italia 1 all’etto (€ 11,90 al Kg) .19 www.insmercato.it La Freschezza al Miglior Prezzo Corriere della Sera Martedì 30 Settembre 2014 CRONACHE Il pianeta dei social network GLI ISCRITTI La piattaforma più usata in ogni Paese (utenti attivi mensili – dati in milioni) Facebook QZone VKontakte Odnoklassniki Facenama 25 1.320 Facebook 645 QZone Europa Sina Weibo 503* Russia Google+ 300 LinkedIn 300* Twitter 271 Uzbekistan Canada Usa Giappone Cina Brasile Nuova Zelanda Iran India Cile Argentina Sudafrica Australia Tencent Weibo 220 VKontakte 210* Odnoklassniki 205 Instagram 200 *Utenti registrati Fondatore Paul Budnitz, vive tra il Vermont e New York Fonti: Vincenzo Cosenza – vincos.it, Alexa.com, Statista.com Corriere della Sera Niente pubblicità e ingresso su invito Ello, il social politicamente corretto Un codice etico per gli utenti: non venderemo i vostri dati. In 35 mila all’ora chiedono di iscriversi Paul Budnitz ama definirsi un «imprenditore seriale». Il 47enne californiano ha inventato una dozzina di aziende, tra cui la compagnia di giocattoli d’arte Kidrobot e il marchio di biciclette di lusso Budnitz Bicycles. La sua ultima impresa, creata grazie a un investimento di 435 mila dollari del venture capital FreshTracks Capital, si chiama Ello e si propone come il social network che risolverà finalmente le contraddizioni morali di chi lo ha preceduto, Facebook in testa. Racconta il New Yorker che Budnitz fosse molto a disagio nella sua vita social, vittima — come tutti — di continui annunci pubblicitari e furti di dati personali. Invece di lamentarsi, l’imprenditore ha invitato a cena i suoi amici più creativi spin- non vendere i dati personali. Una promessa che sembra piacere a molti se consideriamo che la piattaforma, ancora in versione beta e a ingresso su invito, riceve circa 35 mila richieste all’ora ed è oggetto di discussione sui siti concorrenti. A giocare a favore di Ello è proprio la nascente consapevolezza dei cittadini digitali, stufi dell’atteggiamento invadente e aggressivo di Mark Zuckerberg. Anche perché, al di là del design elegante e della semplice grafica, il social network di innovativo per il momento ha solo l’anima: ha mutuato da Twitter la funzione della chiocciola e la possibilità di seguire gli aggiornamenti di chi non ti segue, dividendo però le persone (senza che gli interessati lo sappiano) tra «amici» e «rumore»; da Facebook la lunghezza dei post e da Pinterest l’attenzione alle immagini. La funzione di ricerca è Lavori in corso La funzione di ricerca è ancora difettosa e il tasto «invio» non sempre funziona L’identità È consentito l’utilizzo dei nomi di fantasia Il motto è: «Tu non sei un prodotto» difettosa, così come la scrittura dei post (il tasto «invio» non sempre risponde). Per sapere «chi c’è su Ello» è meglio utilizzare i motori di ricerca di Facebook e Twitter, piuttosto che indagare sul social network. Non esistono «like» né favoriti e non è presente uno strumento per bloccare gli utenti molesti, ma c’è la possibilità di sapere quante persone hanno visto il tuo post. I contenuti e le attività degli iscritti sono per ora visibili a tutti, contraddizione che rende Ello nemico della protezione della privacy che proclama. Tutto questo non deve sorprendere: come ha scritto Jess Zimmerman sul Guardian, Ello è «un referendum su quanto siamo disillusi rispetto alle opzioni che abbiamo» nella nostra vita digitale. La metafora più bella è arrivata da David Banks sul blog Cyborgology: « Non dobbiamo aspettarci da Ello più di quanto ci aspettiamo da una bicicletta di lusso», ha scritto lo studioso con riferimento al brand di Budnitz. Una bici di lusso non è antitetica al capitalismo ma, come tutte le bici, inquina meno delle automobili e aiuta chi la possiede a tenersi in forma. Non sarà dunque l’alternativa a Facebook, ma Ello fa credere che, prima o poi, un’alternativa arriverà. Perché gli utenti la chiedono. Serena Danna @serena_danna © RIPRODUZIONE RISERVATA gendoli a progettare un nuovo social media. Creato nel gennaio del 2014, per i primi mesi di vita Ello ha funzionato come una piattaforma per amici appassionati di design e riservatezza, attirando solo le attenzioni delle comunità tech americane e di qualche europeo del settore amante della privacy. La svolta è arrivata con la «rivolta» contro Facebook della comunità Lgbt di San Francisco. Il social network, che impone ai membri di iscriversi utilizzando la reale identità, aveva sospeso gli account di alcune drag queen che non usavano il loro nome vero. Cosa c’è di meglio per rendere spettacolare la protesta di migrare su un social network che consente l’utilizzo di nomi di fantasia e saluta i nuovi iscritti con la frase «Tu non sei un prodotto»? È così che Ello si è trasformato nell’ultima speranza di chi crede che esista un’alternativa al mondo digitale guidato da Facebook e Google. Su questa utopia fanno leva esplicitamente i fondatori, autori di un manifesto che promette agli utenti di tenere lontana la pubblicità e Il manifesto ● «Semplice, bello e libero»: è il motto di Ello, nuovo social network senza pubblicità, ancora nella fase di rodaggio e finora si accede soltanto su invito ● È stato fondato da 7 persone: Paul Budnitz, due graphic designer (Todd Berger e Lucian Föhr) e quattro creativi informatici (Gabe Varela, Matthew Kitt, Jay Zeschin e Justin Gitlin) con Intel Inside® Più di quanto immagini Brillante schermo HD IPS: uno spettacolo per i tuoi occhi Intel Inside® Cattura ogni istante Il compagno ideale Prestazioni eccellenti: potenza Quad Core, batteria estesa.* Fotocamera posteriore da 5MP e anteriore da 2MP per scatti vibranti e ottimi selfie. Sottile e leggero: con soli 295g e 9 ore di autonomia ti accompagnerà ovunque. SCAR SC ARIC AR ICAA AS IC ASUS US PL PLUS US SUBITO PER TE CORRIERE DELLA SERA incluso per 2 mesi Maggiori informazioni sull’iniziativa al sito www.asusplus.it/app2014/ *La durata della batteria varia in funzione dell’uso. La durata è misurata con riproduzione video 720p, luminosità 100 nits, Wi-Fi/3G attivi. GAZZETTA GOLD incluso per 2 mesi ● In home page Ello mostra un manifesto: «Ogni post che condividi, ogni amico che hai, ogni link che leggi viene tracciato, registrato e poi convertito in dati, che i pubblicitari usano per mostrarti annunci adatti a te. In questo modo diventi un prodotto, e noi crediamo che esista un modo migliore» ● «Crediamo nell’audacia, nella bellezza, semplicità e trasparenza — continua il documento —, nel fatto che le persone che creano le cose e quelle che le usano debbano andare d’accordo e collaborare» 26 Martedì 30 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 30 Settembre 2014 27 Moda Le sfilate di Parigi Pantaloni-guaina e corsetti Givenchy, la donna notturna Stili Nero, cioccolato, cuoio: Tisci prosegue la strada del gotico Il Modernismo di Valli, gli abiti a coste di Stella McCartney DALLA NOSTRA INVIATA PARIGI Una gladiatrice in cuoio e tricot, una Giovanna d’Arco in pantaloni-guaina a vita alta, una dominatrice in corsetti tirolesi strizzatissimi e scollatissimi, una biker con lunghi choppergilet di pelle: la donna Givenchy di Riccardo Tisci è di nuovo la più sexy (e cattiva) del reame. Lo stilista italiano abbandona felpe e scarpe da ginnastica e riprende la sua strada fatta di gotico, rock e fetish. Stivaloni-stiletto di pelle sopra al ginocchio il leit motiv di tutta la collezione. E poi le immagini cui sopra in co- Contrasti Un’estetica «forte» che attrae sempre più stilisti. Puglisi sceglie il colore per Ungaro Givenchy I pantaloni aderenti con la vita alta indossati con gli stivali lori per lo più scuri (nero, cioccolato, cuoio) salvo qualche carne o bianco, materiali ricercatissimi (pizzo, chiffon stampato, tagli in pelle e ricami in similpelle, graffette in ferro e pietre semi-preziose) e lavorazioni alta moda. Potrebbe anche non convincere gli animi troppo romantici o troppo sportivi o troppo per bene ma sicuramente è un’estetica precisa da molti follower del genere e non solo. Un messaggio attorno a un tipo di donna «notturna» che accattiva molto gli stilisti delle ultimi generazione, più vicino a un ideale «maledetto» se lasciato nel contesto di una sfilata. Ma ogni pezzo proposto da Tisci è un piccolo capolavoro di artigianato. La sfida, forse, è farlo proprio e alla luce del sole. Un po’ come Stella McCartney, giustappunto, che propone una moda che è tutto quello che Givenchy non è. Da sana ragazza tutta casa, palestra, lavoro e amici. Sandali flat fatti di nodi di ecopelle (l’inglese è contraria all’uso di pelle e pellicce e di tutti i materiali che non sono eco- Roger Vivier Sandali più affusolati E il tacco è in due versioni DALLA NOSTRA INVIATA Sandali e décolleté sempre più affusolati. Questa la tendenza per la prossima estate. Un gioco da a ragazzi per la griffe Roger Vivier. Bruno Frisoni, lo stilista che da anni è alla direzione creativa della maison, si è sbizzarrito nel inventarsi un sandalo sexy, molto sexy, per il PARIGI giorno per la linea «Pelegrim», presentato ieri, con tutta la collezione, alla Maison de l’Amérique Latino, splendido complesso del 1700, ora centro culturale e diplomatico. La nuova decollete è decorata con l’iconica fibbia che Frisoni ha disegnato sul davanti come impatto e poi piccola a chiudere dietro il cinturino sulla caviglia. Per accentuare la tridimensionalità è realizzata in combinazioni di opaco e brillante. Il tacco ha due versioni: da 8,5 centimetri e 10. Poi la borsa Miss Viv, creata nel 2009 per Carla Bruni ma in continua evoluzione: l’ultima versione è rettangolare, ha il manico a tracolla corto e largo, e la classica fibbia rivestita di pelle ton sur ton. Pa. Po © RIPRODUZIONE RISERVATA compatibili) e poi gonnellone e pantaloni alla marinara con la sahariana di lino infilata dentro, abiti di maglia in filati bio a coste (il primo amore di Stella) scivolati o di twill di cotone a taglio grembiale. Il denim in alternativa per bluse over size o camicioni. La sera (meno convincente) è tutta un patchwork di stampe di fiori per sottovesti leggerissime. Non c’è per la prima volta papà Paul, ma solo la sorella Mary. Giambattista Valli a questo giro si è invece tolto la maglietta dell’uomo dei fiori (l’abito della fresca signora Clooney è stata solo la ciliegina) per esplorare un mondo per lui nuovo quello di certi disegni industriali degli Anni Sessanta e Settanta con interventi di modernismo in certe stampe e orli e intarsi. Ecco tuniche lunghe come grattacieli, su pantaloni a zampa interrotti da linee orizzontali o corti abiti tutti un petalo o una frangia di pelle o gonne geometriche dalla linea ad A indossate con topcrop. Bianco, nero, carne e tocchi di blu elettrico e marrone. È un Valli meno romantico nelle forme, e questo piace. Da Elie Saab è l’arcobaleno. Colore e colore come energia Dettagli ● Nuovo cobranding Kway e L’Eclaireur: giacca Le Vrai Claude 3.0, in limited edition Canale moda Tutte le sfilate e in più notizie, personaggi e tendenze sul Canale moda del «Corriere» corriere.it/ moda ● Colore In alto Stella McCartney, sotto Ungaro assoluta e indispensabile. Dai lunghi scivolati di chiffon sfumati come certe albe o certi sere d’estate ai corti in pizzi di cotone laserati: verde acqua, arancione, turchese e giallo. Gli anni Settanta, come impostazione e un ritorno al Mediterraneo, quello che bagna Beirut, città di origine dello stilista, ma anche Amalfi, località amata tanto quanto. Per la prima volta anche i sandali bassi e la nuova a borsa che è una clutch organica. Sceglie il colore anche Fausto Pugliesi per la sua collezione numero quattro per Ungaro. Ci tiene a precisare subito lo stilista delle collaborazioni «felici» con la stylist di Hollywood Arianna Phillips e il cappellaio di Londra Steven John. Così si spiegano l’appeal Wonder Woman e l’eccentricità british. Un po’ donna francese (la gonnellona di seta a fiori con la camicia ampia di vichy), un po’ donna italiana (il pantalone maschile con la giacca corta), un po’ diva (i lunghi di raso con tanto di mantella e strascico) , un po’ regina Elisabetta (le sottane sino a terra con la blusa abbottonata). Paola Pollo © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Da sera Qui sotto un modello di Elie Saab Giambattista Valli Bianco e nero Martedì 30 Settembre 2014 Corriere della Sera 28 ● La guerra al terrorismo Il vantaggio di un’alleanza militare tra Occidente e Paesi arabi rischia di essere vanificato se lo scontro si sposta sul terreno del proselitismo e sulla paura quotidiana dell’attentato imprevedibile ANALISI & COMMENTI di Luca Mastrantonio Siffredi e gli urologi Le ironie collaterali di un marketing da spot televisivo S cegliere il pornoattore Rocco Siffredi per accendere i riflettori su un congresso medico è una mossa efficace sul piano del marketing (e dell’intrattenimento dei partecipanti). Lascia più di un dubbio, invece, su quello scientifico. Ci sono effetti collaterali che un medico, come i 1500 andrologi e urologi riunitisi domenica scorsa a Firenze per «Pianeta uomo», non può ignorare. Anche perché loro si occupano di malattie, problemi e disfunzioni che riguardano la sfera sessuale di milioni di italiani dopo molti anni di studio e tirocinio, mentre il curriculum di Rocco Siffredi, per sua stessa ammissione, riguarda un’«esperienza di vita sul campo». La pornografia, ovviamente. Ma i rapporti di questa con l’andrologia e l’urologia non sono chiarissimi. Tanto più perché in Italia la pornografia non è studiata seriamente come merita, come in America, dove ci sono riviste accademiche sulle implicazioni sessuali, sociali e culturali del porno; no, da noi, piuttosto, tutto si pornograficizza, nel senso triviale: politiche machiste, come il celodurismo alla Bossi, e un giustizialismo ginecologico, alla «MicroMega». E le controindicazioni di Siffredi? Innanzitutto, comunicative: lo show di un superdotato, a un congresso sui problemi sessuali maschili, genera poco scientifici e troppo facili doppi sensi: tipo quelli usati negli spot che girò per una marca di patatine (afrodisiache?). E ancora: vista l’enfasi posta da Siffredi sugli altrui stati di ansia, il rischio è aumentare più che alleviare l’insicurezza dell’italiano medio, mandandolo, oltre che dall’urologo o andrologo, anche in analisi. E poi, a svaligiare la farmacia. Al convegno si è parlato delle pasticche che aiutano l’erezione, stigmatizzando più l’abuso tra i giovani che l’uso tra i senior. Ma dei rischi di queste pillole giustamente devono parlare i medici, più che un pornoattore: coinvolto, in questo caso, quasi come uno sciamano, dai poteri taumaturgici. @criticalmastra © RIPRODUZIONE RISERVATA Su Corriere.it Puoi condividere sui social network le analisi dei nostri editorialisti e commentatori: le trovi su www.corriere.it riminali fanatici, assassini feroci. Tutto si può dire dei guerriglieri dell’Isis, fuorché siano anche stupidi. Eppure le loro azioni barbare hanno innescato conseguenze politiche e militari apparentemente contrarie ai loro obiettivi e in qualche misura auspicabili per l’Occidente e per i Paesi arabi e musulmani. La comune minaccia rafforza i legami fra Stati Uniti ed Europa, riduce le tensioni con la Russia, apre margini di dialogo con l’Iran, legittima dopo anni di repressione/ibernazione il nazionalismo curdo, obbliga i Paesi arabi a uscire da colpevoli complicità con il terrorismo e i gruppi radicali, rompe canali di finanziamenti e doppi giochi, avvia la stabilizzazione dell’Iraq, prospetta relazioni meno tese fra sciiti e sunniti. In questa variegata convergenza d’interessi, si è inserito anche il traballante regime siriano, che spera così di allontanare la propria caduta e la dissoluzione del Paese, magari tornando a rappresentare un argine all’estremismo religioso: una dittatura, ma laica. Dunque, votati alla sconfitta, data l’evidente sproporzione delle forze in campo? Dunque anche stupidi? La domanda è ovviamente paradossale. Qual è allora il vero obiettivo? Siamo di fronte a un progetto di lunga durata che mira ad ampliare il solco fra società occidentali e mondo arabo musulmano e a devastare dall’interno entrambi, invelenendo rapporti commerciali, relazioni personali, scambi culturali e strumentalizzando il fattore religioso. La disumanità delle azioni provoca una condanna unanime nell’immediato, ma alimenta un capillare scontro di culture, religioni e civilizzazione. È un progetto basato su una ricomposizione territoriale e «istituzionalizzata» del terrorismo — sovranazionale ed estesa alla galassia di cellule, aree geografiche e milizie volontarie provenienti dall’Europa. L’inferiorità militare conta poco, se la guerra si svolge anche sul terreno del proselitismo, della propagazione dell’odio, sulla paura quotidiana dell’attentato imprevedibile, sull’inquietudine di milioni di cittadini occidentali che prendono ogni giorno la metropolitana. L’attacco è al cuore dei nostri Paesi e delle nostre città, dove però vivono anche decine di milioni di musulmani. Lo scontro diventa ad armi pari, se la comunicazione globale è a disposizione di tutti e la rete favorisce l’amplificazione del messaggio terroristico. Siamo costretti a combattere una guerra mondiale, come ha detto papa Francesco, legittimando la necessità di non restare inermi spettatori di orrori e violenze. Ma più precisamente, dopo gli interventi in Afghanistan e Iraq, abbiamo cominciato la terza guerra al terrorismo di matrice islamica e antioccidentale. Rispetto alle prime due, con una più forte legittimità politica, in quanto anche Paesi arabi fanno parte dell’alleanza occidentale. Ma ogni intervento militare provoca danni collaterali. Anche i guerriglieri hanno mogli e figli. La contabilità delle vittime innescherà odio, senso di appartenenza, desiderio di vendetta. Provocando la reazione dell’Occidente, sembra così raggiunto il primo obiettivo di essere riconosciuti come unico e terribile nemico che tenterà di attirare alla «causa» finanziamenti, volontari, armi. Inoltre, l’orrore delle esecuzioni innesca nelle nostre società un profondo rigetto per tutto ciò che evoca l’islam, con evidenti rischi di derive xenofobe e razziste. C’è una terribile miscela di sentimenti contrapposti verso quanti sbarcano sulle nostre coste: solidarietà perché arrivano, inquietudine per «da dove» arrivano. È un dato di fatto che migliaia di guerriglieri sono giovani partiti dalle nostre città, cresciuti nelle periferie di seconda e terza immigrazione dove la propaganda fanatica è pane quotidiano. È un dato di fatto che la proliferazione dell’estremismo è anche un portato della crisi in cui sono precipitati i popoli del Maghreb, dopo l’il- BEPPE GIACOBBE C ● Il corsivo del giorno ISIS, CONTRO L’ODIO LE ARMI NON BASTANO di Massimo Nava lusione delle «primavere», della spallata a regimi e dittature cui non è seguita una politica del Mediterraneo basata sulla cooperazione e lo sviluppo. Gli orrori dell’Isis obbligano quindi le società occidentali a una forte presa di coscienza sull’insieme dei rapporti con il mondo arabo/ musulmano. Senza chiusure, ma senza sconti. Occorrono strategie ben più profonde e globali di un intervento militare che potrebbe portare a una facile vittoria sul campo, ma inutile se non verranno estirpati i germi che hanno creato il mostro. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 30 Settembre 2014 EUROPA PERCHÉ BATTERE I PUGNI ? L’ITALIA SEGUA BERLINO SULLA VIA DELLE RIFORME di Lorenzo Bini Smaghi Strategie Indicare nella egemonia tedesca la causa dei nostri mali è un errore: torneremo protagonisti se riusciremo a modificare mercato del lavoro, relazioni industriali e Fisco C aro direttore, nel suo editoriale sul Corriere di ieri lunedì 29 settembre («Alla Germania va detto questo»), Ernesto Galli della Loggia sostiene che l’Italia dovrebbe smettere di chiedere concessioni all’Europa, e piuttosto rimettere in discussione l’intera costruzione comunitaria, anche «con qualche credibile minaccia di ritorsione». Il motivo è che questa Europa è oramai preda dell’egemonia tedesca e che all’Italia, e agli altri Paesi, non rimane che chinare la testa. L’autore non specifica quali ritorsioni l’Italia potrebbe minacciare in modo credibile, dimenticandosi peraltro la fine che ha fatto chi ha provato a seguire questa via qualche anno fa. Inoltre, a meno di credere che l’Italia possa da sola cambiare l’equilibrio dei poteri in Europa, dovrebbe creare alleanze con altri. Ciò che non capisce chi guarda alle questioni europee solo attraverso il filtro italiano è che nessun altro Paese è disposto a seguire l’Italia sulla via dello scontro. Il motivo è che la costruzione europea, e gli importanti passi avanti che si devono ancora compiere, richiedono fiducia reciproca e non minacce. Inoltre, c’è la diffusa consapevolezza in Europa che l’egemonia tedesca non sia colpa né della Germania, né dei due suoi leader — Gerhard Schröder e Angela Merkel — che negli ultimi dieci anni hanno trasformato il «malato d’Europa» in una delle economie più competitive al mondo, ma semmai del- l’incapacità di altri Paesi membri di fare le riforme e di stare al passo delle sfide globali. Il problema dell’Europa oggi non è la forza della Germania ma la debolezza di altri, in particolare della Francia e dell’Italia, che nel corso degli anni hanno perso competitività e non riescono a crescere. Non è un caso che chi ha minacciato in passato di «andare a Bruxelles a battere il pugno sul tavolo» è poi tornato a casa con la coda tra le gambe. Le vicende recenti mostrano peraltro che, ancor prima della Germania e dei suoi presunti «satelliti», le tesi cosiddette «rigoriste» — prima le riforme e poi la flessibilità — sono difese oggi principalmente dalla Spagna, dal Portogallo e dall’Irlanda, che in seguito ai programmi di risanamento e alle riforme concordate con la Troika stanno cominciando a vedere i frutti dei loro sacrifici, con una ripresa economica più forte del previsto e disoccupazione in calo. Inoltre, chi conosce un po’ di storia europea e segue le vicende d’Oltralpe sa bene che la Francia non salderà mai una alleanza con l’Italia che possa in qualsiasi modo indebolire l’asse di cooperazione tradizionale con la Germania, sulla quale si è finora basata l’integrazione europea. Pertanto, la strada delle minacce e delle ritorsioni suggerita da Galli della Loggia non farebbe dunque altro che isolare il nostro Paese, come avvenne nel 1996 quando il primo ministro spagnolo José Maria Aznar rimandò al mittente la proposta dell’allora presidente del Consiglio Romano Prodi di creare una alleanza mediterranea per rinviare l’euro. Ma l’aspetto più preoccupante è che dando la colpa di tutti i mali all’Europa, e alla presunta egemonia tedesca, non si fa altro che deviare l’attenzione degli italiani dal vero problema del nostro Paese: l’immobilismo. Se l’Italia riuscirà a fare le riforme che la Germania ha fatto dieci anni fa, in particolare per quel che riguarda il mercato del lavoro, il sistema delle relazioni industriali, la tassazione, eccetera, si trasformerà anch’essa rapidamente da malato a protagonista d’Europa, in grado di cambiarla. Una Europa migliore è possibile solo con una Italia migliore. Visiting Scholar a Harvard e all’Istituto Affari Internazionali già membro del Board della Banca centrale europea © RIPRODUZIONE RISERVATA ●I 29 TASSE E PARTITE IVA QUELLE INUTILI IPOCRISIE COMMENTI DAL MONDO Il successo? Questione di stile (personale) ● ❞ Come veste la donna di successo del XXI secolo? Come le pare. Se il «casual look» ha segnato per l’uomo un passaggio culturale, sancendo l’emancipazione da divise d’ordinanza e grisaglie obbligatorie, ora anche le signore possono concedersi una sana evasione da codici d’eleganza troppo rigidi. Segno di sicurezza nella gestione di un’autorità riconosciuta. Per The Times, storico quotidiano di Londra diretto da John Witherow, siamo di fronte a una sana svolta liberatoria. A patto di non scambiare il «casual» con la trascuratezza. I feriti del Borussia Un segnale di debolezza? una volta il ● ❞ C’era Borussia Dortmund. Sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung Michael Horeni fa il punto su un inizio stagione sottotono per il club che esprime alla perfezione lo spirito del calcio tedesco: il primato del lavoro di squadra e della paziente costruzione quotidiana sulle virtù dei singoli. Con l’altra squadra leader della Bundesliga, il Bayern Monaco, il Borussia è già inciampato in una lunga serie di infortuni che rivela una debolezza psicologica preoccupante. Un segnale per il Paese? «Al “campionato dei feriti” un augurio: pronta guarigione». Debito italiano, il quadro clinico non è disperato situazione è grave ● ❞ La ma non seria. È la tesi dell’analista finanziario Juan Ignacio Crespo, che in una lettera al Financial Times esamina il sistema italiano contraddicendo la diagnosi di Wolfgang Münchau sulla «brutale dinamica deflazionistica per la quale la caduta del livello dei prezzi alza il valore effettivo del debito pubblico». Secondo Crespo il problema non è il valore reale dell’euro (usato per pagare il debito) ma il sostegno alla crescita complessiva. «Occorre fare di più. A cominciare dall’acquisto di bond da parte della Bce». a cura di Maria Serena Natale SEGUE DALLA PRIMA l guaio maggiore, caso mai, è che molte di queste nuove partite Iva chiudono la loro attività dopo qualche mese, come si può dedurre dalla dinamica delle cancellazioni che rimane sempre molto elevata (80 a 100 nel rapporto con le nuove iscrizioni) e da una rotazione molto frequente in alcune attività economiche giudicate a bassa barriera d’ingresso, segnatamente la ristorazione nei grandi centri urbani. Detto questo, l’ipotesi di provvedimento che il ministero dell’Economia e finanze ha in gestazione per le mini-imprese (un milione di contribuenti) e che dovrebbe approdare nella delega fiscale appare, nelle intenzioni, ambiziosa perché punta a semplificare drasticamente le procedure, a limare la pressione fiscale e a introdurre nuovi criteri di equità tra i contribuenti di diverse fasce di ricavi. Tre obiettivi in uno, non facili da raggiungere in contemporanea perché da una parte il gettito che proviene da queste attività non può calare di brutto e nello stesso tempo bisogna dare un segnale di riduzione delle tasse. Come se non bastasse occorre affrontare anche alcune contraddizioni che si sono prodotte nel tempo come quella che, proprio a causa del regime forfettario, fa sì che le nuove imprese non siano incentivate a crescere per il rischio di dover pagare a caro prezzo (fiscale) le commesse aggiuntive conquistate. È giusto, quindi, affrontare le strozzature erariali e normative che oggi penalizzano le piccolissime imprese, ma non va sottovalutato il rischio che il messaggio possa non arrivare chiaro e limpido. Il governo, dunque, si occupi degli autonomi e delle partite Iva ma stia attento allo sperimentalismo fiscale. Le cavie potrebbero non gradire. Dario Di Vico © RIPRODUZIONE RISERVATA GLI AIUTI DI STATO «ILLECITI» LA NUOVA ARMA DI BRUXELLES I l prodotto più redditizio di Apple non è lo smartphone o il tablet e non richiede software e applicazioni: potremmo chiamarlo «i-tax» ed è l’elusione fiscale miliardaria che — secondo le accuse dell’Unione Europea, riportate dal Financial Times e respinte dal responsabile finanziario dell’azienda, l’italiano Luca Maestri — la casa di Cupertino ha realizzato con il beneplacito del governo irlandese. Così oggi, a Bruxelles, Apple corre il rischio di vedersi imporre l’obbligo di un inedito risarcimento miliardario. Dopo le burrascose audizioni del Senato americano, da cui era emersa l’accusa che la società trasferisse profitti per miliardi di dollari dagli Usa alle consociate estere, la Commissione europea ha infatti deciso di avviare un’inchiesta in profondità sui possibili accordi sottobanco tra Apple e il governo d’Irlanda, dove la società paga un’aliquota fiscale del 2 per cento, e che si configurerebbero come aiuti di Stato illeciti. Indagini su accordi simili riguardano, sempre secondo il quotidiano finanziario, anche altre multinazionali e altri Paesi: Starbucks e Olanda, Fiat Finance and Trade (braccio finanziario del gruppo automobilistico) e Lussemburgo. Nei prossimi giorni, Bruxelles dovrebbe dare informazioni più precise sull’inchiesta in corso. Fin d’ora però si capisce che la vicenda potrebbe andare ben al di là della vicenda di Apple, di altre aziende e perfino di singoli Paesi. Anche se formalmente la Commissione europea non ha poteri sui livelli di tassazione stabiliti dagli Stati membri, l’inchiesta segna una svolta profonda nella condotta di Bruxelles. Il fatto stesso che si usi, come elemento di attacco, l’illegittimità degli aiuti di Stato, è una novità che può avere ripercussioni importanti e oggi ancora difficili da stimare. Edoardo Segantini © RIPRODUZIONE RISERVATA LA GIORNATA (INFINITA) DEGLI SCRUTATORI MILANESI A Milano e in altri 133 Comuni della provincia, domenica si è votato per costituire il primo parlamentino della Città metropolitana. E per scrutinare duemila schede (hanno votato tutti i sindaci e i consiglieri comunali dei 134 centri) sono state necessarie ore di lavoro, tanto che l’elenco dei 24 eletti è arrivato soltanto nel tardo pomeriggio di ieri, portandosi appresso uno strascico di polemiche e l’annuncio di un ricorso da parte del partito di Renzi. Se fosse successo alle politiche o alle amministrative, il Paese sarebbe rimasto paralizzato per settimane. Tutta colpa — dicono — del «voto ponderale», un sistema studiato per le elezioni di secondo livello (quelle in cui sono chiamati alle urne non gli elettori, ma gli eletti) in base al quale il voto del consigliere comunale di una grande città «pesa» più di quello del consigliere o del sindaco di un Co- mune più piccolo. Questa differenza fa sì che la fase di calcolo dei «pesi» e dei resti, sulla base del metodo D’Hondt utilizzato per sistemi proporzionali, sia naturalmente destinata, verrebbe da dire geneticamente destinata, a finire nel caos. In effetti, e non era difficile prevederlo, così è stato. Oltre ai ritardi di cui sopra e alle polemiche sul sistema scelto dall’ufficio elettorale della Provincia, accusato di penalizzare i piccoli Comuni, alla fine è arrivato anche il preannuncio di ricorso da parte del Pd, che comunque si porta a casa 14 dei 24 seggi disponibili (6 Forza Italia più Ncd, 2 Lega, 2 ai laici). Gli eletti hanno insomma dato agli elettori una prova lampante di quanto sia inutile parlare di riforme elettorali in questo Paese. Alla fine, l’asino casca sempre negli stessi punti. Magari in modo diverso, più raffinato. Ma casca. Ugo Savoia @ugosavoia Martedì 30 Settembre 2014 Corriere della Sera 30 AVVISO AL PUBBLICO ENAC - ENTE NAZIONALE PER L’AVIAZIONE CIVILE COMUNICAZIONE DI AVVIO DELLA PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE ENAC, Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, con sede legale in Roma, Viale Castro Pretorio 118 comunica di aver presentato in data 30.09.2014 al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ai sensi dell’art.23 del D.Lgs.152/2006 e s.m.i., istanza per l’avvio del procedura di Valutazione di Impatto Ambientale del progetto denominato “Aeroporto Internazionale di Venezia Tessera - Master Plan”, compreso tra quelli elencati nell’Allegato II alla Parte Seconda del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., al punto 10 “Opere relative a […] aeroporti con piste di atterraggio superiori a 1.500 metri di lunghezza”. Il progetto è localizzato in Regione Veneto, Provincia di Venezia, Comuni di Venezia Marcon e Quarto d’Altino ed in sintesi prevede l’ampliamento dell’aerostazione passeggeri esistente, l’ampliamento dei piazzali aeromobili, la riqualifica ed adeguamento normativo delle infrastrutture di volo attuali, il potenziamento delle aree a parcheggio esistenti, opere impiantistiche e alcuni manufatti edilizi adibiti a funzioni di servizio e di supporto alle attività aeroportuali. Ai sensi dell’art.10, comma 3 del D.Lgs.152/2006 e s.m.i. il procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale comprende la valutazione di incidenza di cui all’articolo 5 del D.P.R. 357/1997 e s.m.i. in quanto il progetto interferisce potenzialmente con le aree della Rete Natura 2000 SIC “Laguna superiore di Venezia” (IT3250031) e ZPS “Laguna di Venezia” (IT3250046) Il progetto, lo Studio di impatto ambientale (comprensivo dello Studio di incidenza), e la Sintesi non tecnica, sono depositati per la pubblica consultazione presso: • Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Direzione Generale per le valutazioni ambientali, Via Cristoforo Colombo, 44 - 00147 Roma; • Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee, Via di San Michele, 22 - 00153 Roma; • Regione del Veneto - Settore V.I.A., Calle Priuli, Cannaregio, 99, 30121 Venezia (VE) • Provincia di Venezia - Settore Politiche Ambientali, Via Forte Marghera 191, 30173 Mestre VE • Comune di Venezia - Direzione Ambiente e Politiche giovanili - Ufficio V.I.A., V.A.S. e A.I.A., Campo Manin, San Marco 4023, 30123 Venezia • Comune di Quarto d’Altino, Piazza S. Michele, 48, 30020 Quarto d’Altino • Comune di Marcon - Settore Ambiente, Via Vittorio Veneto, 20, 30020 Marcon (VE) La documentazione depositata è consultabile sul sito web del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare all’indirizzo www.va.minambiente.it. Ai sensi dell’art.24 comma 4 del D.Lgs.152/2006 e s.m.i. entro il termine di 60 (sessanta) giorni dalla data di pubblicazione del presente avviso, chiunque abbia interesse può prendere visione del progetto e del relativo studio ambientale, presentare in forma scritta proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi, indirizzandoli al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare; l’invio delle osservazioni può essere effettuato anche mediante posta elettronica certificata al seguente i ndirizzo: [email protected]. Il Direttore Centrale Infrastrutture Aeroporti e Spazio Aereo Dott. Roberto Vergari ESTRATTO BANDO DI ASTA PUBBLICA UNITA’ IMMOBILIARI RESIDENZIALI LIBERE O OCCUPATE DI PROPRIETA’ DELL’INAIL LE ASTE SI SVOLGERANNO A PARTIRE 4/11/2014 CON MODALITA’ TELEMATICA ATTRAVERSO LA RETE ASTE NOTARILI DEL CONSIGLO NAZIONALE DEL NOTARIATO L’I.N.A.I.L. offre all’asta la piena proprietà di unità immobiliari residenziali libere o occupate facenti parte del programma di dismissione degli immobili ai sensi: dell’art. 6 del D.lgs. 104/1996; dell’art. 3 del D.L. 351/2001 convertito L. 410/2001; dell’art. 43 bis del D.L. 207/2008 modificato dalla L. 14/2009; del decreto del M.E.F. del 21/11/2002 sulle modalità di vendita del patrimonio immobiliare trasferito alla SCIP; della rinnovata convenzione con il Consiglio Nazionale del Notariato del 09/02/2011 per la gestione delle procedure d’asta e la vendita degli immobili con l’utilizzo di una procedura telematica via Web; della Determina di disinvestimento assunta del Presidente dell’I.N.A.I.L. n. 175 del 24/07/2013. Termine ultimo per la presentazione delle offerte: 03/11/2014 ore 17,00 Le Aste sono effettuate per singoli Lotti, comprensivi di eventuali pertinenze e accessori il cui elenco, completo di documentazione (planimetrie, foto, ecc.), nonché l’elenco dei Notai, presso i quali è possibile depositare le offerte e il Bando d’Asta integrale con il Disciplinare d’Asta e i suoi Allegati (fac-simile Modelli di partecipazione), che regolano le modalità di partecipazione e di svolgimento dell’Asta, sono disponibili sui siti internet www.notariato.it oppure www.inail.it o potranno essere richiesti alle Direzioni Regionali dell’I.N.A.I.L. o presso i Notai Banditori incaricati del lotto. Il prezzo base d’asta per le Aste Residuali è da intendersi ridotto del 10% rispetto al prezzo base d’asta indicato per le Aste Principali. Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi ai Notai Banditori o in alternativa a: “Servizio Aste” (tel. 06/36769552/3 e-mail: [email protected]). ELEA SPA IN AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA INVITO A PRESENTARE UN’OFFERTA VINCOLANTE PER L’ACQUISTO DEL COMPLESSO AZIENDALE In esecuzione del programma di cessione del complesso aziendale, approvato dal Ministero dello Sviluppo Economico e facendo seguito agli inviti a manifestare interesse pubblicati a mezzo stampa in data 18 settembre 2013 e 12 aprile 2014, si invita a presentare un’offerta irrevocabile di acquisto del ramo di azienda (comprensivo del marchio “Elea”), di proprietà di Elea spa (“ELEA”), con il subentro nei rapporti contrattuali in corso, ai sensi dell’art. 4, quater D.L. 347/2003. La composizione del ramo di azienda oggetto di cessione è meglio descritta nel Programma di Cessione e nei relativi allegati, depositati nella cancelleria del Tribunale di Roma. Le modalità e le condizioni per la presentazione dell’offerta vincolante sono indicate nel “Regolamento per la procedura competitiva di cessione del complesso aziendale di proprietà di ELEA” (“Regolamento”) (paragrafo 6 e successivi) predisposto dai Commissari e pubblicato nel sito www.elea.it. In relazione al prezzo di offerta, come specificato nel paragrafo 8 del Regolamento, si segnala che non è previsto un prezzo minimo di offerta e che, pertanto, saranno prese in considerazione tutte le offerte ricevute. Tutti i documenti rilevanti ai fini della presentazione dell’offerta vincolante sono disponibili nella data room virtuale, alla quale si potrà accedere previa richiesta scritta inviata a mezzo posta elettronica certificata all’indirizzo [email protected]. Si specifica che nella data room virtuale è anche disponibile la perizia di valutazione di ELEA aggiornata e asseverata, in data 6 agosto 2014, rispetto alla precedente dell’ottobre 2013, alla luce degli accadimenti intercorsi nel corso dell’anno 2014. La presentazione dell’offerta vincolante, così come disciplinata nel Regolamento, dovrà avvenire mediante consegna della stessa presso lo studio del Notaio Dott. Vincenzo Tavassi in Roma, via Emanuele Gianturco n. 5, entro le ore 12:00 del giorno 31 ottobre 2014. TRIBUNALE DI ROMA Richiesta di dichiarazione di morte presunta Il Tribunale di Roma con decreto del 17.9.2014 ordina le pubblicazioni per la richiesta di morte presunta di Graziani Andrea nato a Roma il 25.1.1904 con ultima residenza in Roma alla via Borgo Vittorio n. 43 scomparso dal 1970 con l’invito previsto dall’art. 727 c.p.c. di inserire per estratto il detto decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica e sui giornali il Corriere della Sera e La Repubblica. Roma, 18.9.2014 Avv. Maria Cerulo TRIBUNALE DI MILANO CONCORDATO PREVENTIVO N. 124/2014 Il Tribunale di Milano Sezione Fallimenti con decreto in data 10.7.14 dep. 1.8.14 ha dichiarato aperta la procedura di concordato preventivo dell’impresa: HI LIT SRL IN LIQ.NE CON SEDE IN MILANO VIA SAN MICHELE DEL CARSO 18. Il Tribunale ha delegato alla procedura la dott.ssa SIMONETTA BRUNO; ha nominato commissario giudiziale il dott. VINCENZO MASCIELLO VIA BOCCACCIO 7 MILANO. Ha fissato la data del 19.11.14 alle ore 13.15 per l’adunanza dei creditori presso l’aula B, piano I, lato Via San Barnaba del Palazzo di Giustizia di Milano. M0014891 AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA INTEGRATA DI VERONA ESTRATTI BANDI DI GARA L’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona indice le seguenti gare, nella forma della procedura aperta: Gara n.38/2014: Fornitura di sistemi completi per la raccolta di cellule staminali periferiche, plasmaexchage, eritroexchange per il Dipartimento Interaziendale di Medicina Trasfusionale - DIMT-. Importo triennale a base d’asta pari ad €294.462,00 oltre IVA (oneri per DUVRI pari a zero) al netto dell’eventuale rinnovo biennale - CIG.59131852A1. Gara n.39/2014: Fornitura di un Sistema completo automatizzato per la Tipizzazione molecolare HLA - con tecnologia “Luminex” con strumentazione a noleggio per il Dipartimento Interaziendale di Medicina Trasfusionale - DIMT -. Importo triennale a base d’asta pari ad €701.790,00 oltre IVA (oneri per DUVRI pari a zero) al netto dell’eventuale rinnovo biennale- CIG591274250D. Le offerte dovranno pervenire entro il termine perentorio delle ore 12.00 del giorno 18 NOVEMBRE 2014. I documenti di gara sono disponibili sul portale Internet Aziendale, all’indirizzo www.ospedaleuniverona.it alla voce Formazione e Lavoro/ bandi di gara e contratti/ Bandi di gara/Servizio Provveditorato/Gare Europee. IL DIRETTORE GENERALE (Dott. Sandro Caffi) COMANDO UNITA’ MOBILI E SPECIALIZZATE CARABINIERI “PALIDORO” Servizio Amministrativo - Gestione Finanziaria Viale Tor di Quinto n. 119 - 00191 Roma Tel. e Fax 06-80983613 AVVISO DI GARA Il giorno 18 novembre 2014, presso il Comando UU.MM.SS. Carabinieri “Palidoro”, sito in Roma, Viale di Tor di Quinto n. 119, sarà esperita una procedura ristretta accelerata per l’anno 2015 di una fornitura di generi destinati all’alimentazione dei cavalli e di generi da lettiera e da giacitura per il Reggimento CC a Cavallo di Roma per l’importo di € 472.165,83 IVA esclusa, come dettagliato nel bando di gara pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, foglio delle inserzioni, nr. 112 del 1 ottobre 2014. Copia del bando di gara è visionabile nell’area tematica “Le gare d’appalto” del sito www.carabinieri.it, ovvero presso il Servizio Amministrativo - Ufficio Gestione Finanziaria del Comando UU. MM. SS. Carabinieri “Palidoro”, sito in Roma, Viale di Tor di Quinto n. 119. Le domande di partecipazione, corredate della documentazione prevista nel bando, dovranno pervenire entro le ore 11,00 del giorno 22 ottobre 2014. Ulteriori informazioni potranno essere richieste all’utenza telefonica 0680983613, dal lunedì al venerdì ovvero all’indirizzo di posta elettronica [email protected]. IL CAPO DEL SERVIZIO AMMINISTRATIVO (Ten. Col. amm. Marcello GIANNUZZI) AVVISO D’ASTA Trans-Atlantica S.p.A. in Liquidazione Coatta Amministrativa Riviera di Chiaia, 9 - Napoli E’ fissata per il giorno 21 novembre 2014 alle ore 09.00 con prosieguo presso lo studio del Notaio Benedetto Giusti sito in Via Cavallerizza a Chiaia, 60 - 80121 Napoli l’asta per la vendita al maggiore offerente dei seguenti beni immobili e mobili; Intero piano nobile del fabbricato sito in Napoli alla Riviera di Chiaia 9 composto di 18 vani oltre accessori e soppalchi, balconi e terrazza, nonché scala monumentale con relativo androne, il tutto per una superficie complessiva di circa mq. 1.225,00. n. 3 locali cantinati del fabbricato di cui al punto 1). n. 3 lampadari di cristallo pregiati. n. 6 specchiere dorate ad oro zecchino. n. 2 camini in marmo pregiati. Prezzo base Euro 4.253.000,00 oltre IVA ed imposte di trasferimento come per legge. Aumenti di Euro 300.000,00 in Euro 300.000,00. Cauzione:10% del prezzo base. Deposito in conto spese: 5% del prezzo base. Offerte in busta presso lo studio del Notaio Benedetto Giusti (dal lunedì al venerdì ore 09.00/13.00 e 16.00/19.00) entro le ore 12.00 del giorno 17 novembre 2014. L’asta si riferisce ai beni immobili e mobili di cui ai punti 1-5 sopra, nello stato di fatto e di diritto in cui trovansi. Certificazione energetica: Classe G gl. Per le modalità di vendita e per le più dettagliate condizioni di partecipazione all’asta si formula rinvio al testo del bando di gara. Per la consultazione del bando di gara e per ulteriori informazioni al riguardo rivolgersi agli uffici della Trans-Atlantica in l.c.a. n. tel. 081/7612143 - 7612167 dal lunedì al venerdì ore 9.00/13.00. L’immobile può essere visionato, anche previo appuntamento, dal lunedì al venerdì dalle ore 09.00 alle ore 13.00. Notizie sull’immobile in vendita sono disponibili anche sul sito www.ivass.it. IL COMMISSARIO LIQUIDATORE - Prof. Avv. Antonio Blandini TRIBUNALE DI MILANO Fall. 286/2009: Tribunale di Milano Fallimento cede pro soluto, previa eventuale gara informale, credito IVA di € 1.642.090,00. La vendita avverrà il giorno 23 ottobre 2014 ad ore 17,00 al prezzo base di € 886.877,40. Le richieste di partecipazione dovranno pervenire al curatore Fallimentare entro il giorno e l’ora fissati per l’asta. Per maggiori informazioni: tel. 0276006788 - fax: 0276009118 e-mail: [email protected]. M0015212 COMUNE DI PALERMO Ufficio Contratti - Esito di Gara Si comunica che con D.D. n. 56 dello 08.09.2014 dell’Ufficio Contratti è stata dichiarata l’efficacia dell’aggiudicazione definitiva disposta con D.D. n. 970 dello 09.07.2014 del Servizio Economato ed Approvvigionamenti relativamente alla Procedura aperta per la fornitura mediante somministrazione triennale, di omogeneizzati, dietetici e articoli sanitari, per gli asili nido comunali CIG. 5524283E88, importo dell’appalto € 221.311,47# oltre IVA, gara del giorno 02.04.2014, alla ditta GS VITALE srl di Palermo, con il ribasso offerto del 3,00%. Ditte partecipanti n. 2, ammesse n. 2. Info sul sito www.comune.palermo.it ed Albo Pretorio. Data invio alla GUCE 11.09.2014. IL VICE SEGRETARIO GENERALE (Dott. Giuseppe Sacco) Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano ARBITRO BANCARIO FINANZIARIO Conafi Prestitò S.p.A. non ha adempiuto a tutto quanto stabilito nella decisione dell'Arbitro Bancario Finanziario n. 5918 del 20.11.2013 assunta dal Collegio di Roma. La presente pubblicazione è effettuata a cura e spese della Conafi Prestitò S.p.A., secondo quanto previsto dalle disposizioni sull'Arbitro Bancario Finanziario. Il testo delle decisioni dell'ABF è consultabile sul sito www.arbitrobancariofinanziario.it, ove è altresì pubblicata la notizia degli inadempimenti. Via Rizzoli, 8 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 Fax 02 2588 6114 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 Fax 081 49 777 12 Via Campania, 59 00187 Roma Tel. 06 6882 8650 Fax 06 6882 8682 Via Villari, 50 70122 Bari Tel. 080 5760 111 Fax 080 5760 126 Corriere della Sera Martedì 30 Settembre 2014 Economia bXk bkk ÂÅk @Î b "kÞ ; @~~Â@Î @k Âk Õæ±ææ 1/ ! Õæ±zÕÊ`¤¤ ¤`Õ° Þ kÅ ¤É±æ|p`Ê æ`Ðp° "@Åb@¶ |±zææ`Êæ æ`ÕÊ° /G, zææ ¤±Éz`p¤ æ`ÐÊ° bÂ@ ʱÊ|Ê`Êæ æ`æ|° Â@XxÂÎk ±|ÕÕ`¤ æ`ɤ° ,@Â~® @X|æ¯ |±Ðzp`æÉ æ`pа !@bÂb ¤æ±ÊpÊ`ææ ¤`zÕ° 1®"k¯ ¤Ê±Ð¤æ`Ê| æ`zæ° e @N ¤ k× ¤ k× ¤ k× ¤ k× ¤`ÕÉæ¤ ¤Ðp`Éææ æ`ÉpÕÉ ¤`Õæɤ b@ æ`Õ|° àk æ`æÕ° e ÅÎkÂk æ`Õz° e x± Åݱ ݱ 1Î b /Î@Î 1Πά ¤|¤zˤÕË¤Ê kb± -×α .kb± kxx± Õæ kÎÎ ° ¤`zææ° ¤æÕ`¤z æ`ÐРά ¤|æ¤Ëæpˤ ¤`zææ° ¤æ¤`¤ æ`¤ ά pæ¤Ë¤¤ËÕ z`Õzæ° ¤ÕÊ`Ð Õ`|Ê Î¬ ¤Ðæ¤ËæË|| |`Ézæ° ¤¤`ɤ Ð`¤z La Lente 31 Mercati Spread in risalita, Goldman scommette sul dollaro Lo spread Btp/Bund è salito ancora ieri arrivando a quota 144 punti base, nel giorno in cui il Tesoro ha piazzato 8,4 miliardi di Btp, con un tasso ai nuovi minimi per il titolo a 5 anni (all’1,06%) e in lieve rialzo per quello a 10 anni (al 2,45% da 2,39%). Lo scenario nel quale inserire i movimenti dello spread è — secondo Goldman Sachs — quello di politiche A ppena sciolta la Centrale Italiana, per adeguarsi alle richieste dell’Antitrust,Coop Italia si allea con le cooperative francesi di E.Leclerc e i belgi di Delhaize entrando nella più grande cooperativa europea: Coopernic. E’ il primo passo nel processo di internazionalizzazione del gruppo guidato da Marco Pedroni, leader di mercato in Italia nella grande distribuzione, seppur con una quota del 18%. Il settore, storicamente troppo polverizzato per produrre un campione nazionale in grado di competere con i colossi distributivi come Wal-Mart, Tesco e Carrefour, si apre oltre-frontiera. Possibili economie di scala e ricadute positive per la filiera alimentare tricolore. © RIPRODUZIONE RISERVATA F. Mas. © RIPRODUZIONE RISERVATA «Multinazionali, poche tasse» L’indagine Ue da Apple a Fiat L’istruttoria di Bruxelles: regimi fiscali di favore in Europa violano le regole sugli aiuti di Stato. Per ora niente multe. Anche Starbucks nel mirino DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Le tasse delle multinazionali BRUXELLES Oggi la Commissione Le imposte sugli utili Europea diffonderà nuovi dettagli sull’inchiesta che da giugno coinvolge alcune delle più grandi imprese del mondo - come Apple, o Fiat - sospettate di «migrazioni» da un Paese all’altro per evadere le tasse. Un rapporto formale descriverà i motivi da cui è partita l’indagine, e forse qualcosa di più: non ci sono pe- Negli Usa I Paesi e l’Antitrust L’Authority indaga sulle norme di Irlanda, Lussemburgo e Olanda rò da attendersi, dicono i meglio informati, sviluppi clamorosi perché il lavoro di scavo potrebbe durare ancora per molti mesi. Il sospetto di fondo è, per esempio, che un Paese notoriamente non severissimo con gli non disponibile 19% Yahoo 54,2% ● L’indagine di Bruxelles, su presunte “migrazioni” delle multinazionali da un Paese a un altro per pagare meno tasse, è partita a giugno. Oggi i primi risultati evasori come l’Olanda abbia offerto un trattamento fiscale di favore al colosso Usa Starbucks, e che più o meno lo stesso sia accaduto fra il granducato del Lussemburgo e Fiat Finance & Trade. E la stessa ombra si stenderebbe sulle autorità finanziarie dell’Irlanda, nei loro rapporti con società americane. Le imprese finite sotto il microscopio hanno sempre sostenuto di aver operato nell’ambito delle leggi nazionali e delle normative Ue. La battaglia legale è appena all’inizio. Anzi, negli ambienti An- Totale 26,2% 15,7% 31,8% 45,5% 24,2% d’Arco Fonte: report sulla tassazione dell’Economia digitale (Commissione Ue) La vicenda I contributi Sul sito del «Corriere della Sera» tutti gli aggiornamenti sull’indagine della Commissione europea titrust si dà quasi per sicura una estensione anche ad altri Paesi come il Belgio. Per i segugi del Commissario Ue alla Concorrenza, però, il punto giuridico vero non sta neppure nell’ipotesi di evasione in sé. Ma nel fatto che, grazie alle agevolazioni concesse ad alcuni, verrebbero infrante le norme Ue che proibiscono gli aiuti illegittimi di Stato, e garantiscono il funzionamento del libero mercato. Cioè uno dei pilastri fondanti dell’Ue. Luigi Offeddu © RIPRODUZIONE RISERVATA Bollette Effetto Russia, corre il prezzo del gas Aumento del 5,4%, conto da 19 euro ROMA — Le bollette della luce e del gas aumentano. Per una famiglia tipo, nel quarto trimestre di quest’anno, l’energia elettrica e il riscaldamento costeranno in media 21 euro in più. A pesare sui bilanci familiari sarà il rincaro del gas dovuto ai rialzi stagionali della materia prima e alla crisi tra Russia e Ucraina. Questi fattori, come comunicato dall’Autorità dell’energia, contribuiranno a un aumento del 5,4% della bolletta del gas (circa 19 euro per una famiglia tipo). Un rincaro in parte mitigato dalla riforma, che dal 2013 ha agganciato i prezzi italiani a quelli europei. Tanto che l’Autorità, presieduta da Guido Bortoni, specifica che, malgrado la crescita delle Guido Bortoni presiede l’Autorità per l’energia elettrica e il gas dal febbraio 2011. In precedenza, era capo dipartimento Energia del ministero dello Sviluppo tariffe dell’ultimo trimestre, nel 2014 la famiglia tipo risparmierà circa 84 euro rispetto ai complessivi 1.257 euro pagati per la bolletta dello scorso anno. Il conto finale del 2014 sarà, insomma, di 1.173 euro. Resta che in una fase di flessione dei prezzi al consumo i costi dei beni energetici vanno A © RIPRODUZIONE RISERVATA non disponibile 37,2% Facebook di Isidoro Trovato © RIPRODUZIONE RISERVATA 8,6% 1,6% Amazon Fatturazione elettronica, il ministero in tilt in controtendenza, segnando un aumento delle tariffe. Vale ricordare che nel mese di agosto l’Istat ha indicato una dinamica tendenziale dei prezzi in calo dello 0,1% rispetto all’agosto del 2013. Non a caso, le associazioni dei consumatori hanno gioco facile nel condannare il caro bolletta. «Si tratta di una pessima notizia per le famiglie italiane e potrebbe avere conseguenze negative, deprimendo ulteriormente i consumi», spiega il Codacons. «E’ cosa gravissima. In una situazione in cui il potere di acquisto delle famiglie è ridotto ai minimi termini tale aumento influirà direttamente sui consumi», attaccano Adusbef e Federconsumatori. In dettaglio, i nuovi prezzi di riferimento del gas e dell’energia elettrica saranno, rispettivamente, 0,82 euro al metro cubo e 0,19 euro per Kilowattora. Andrea Ducci 3,7% 26,4% Google ● Il commento volte neanche il fine giustifica i mezzi. Era sicuramente lodevole l’obiettivo con cui, lo scorso 6 giugno, è stato introdotto l’obbligo della fatturazione elettronica nei confronti della Pubblica amministrazione: semplificare i passaggi, renderli trasparenti e velocizzare i pagamenti. Insomma chi vuol farsi pagare dalla Pa non può più presentare la fattura di carta. Il punto è che i dati, aggiornati ad agosto, dicono che solo un fattura elettronica su cinque è arrivata a buon fine. Vero è che negli ultimi mesi la situazione è migliorata, ma provate a chiedere a un qualsiasi commercialista un parere sulla questione, fuggirà con le mani tra i capelli. La fatturazione elettronica infatti è una procedura complessa ai limiti del bizantino e costosa. Ma non basta. Perché l’ulteriore beffa è rappresentata dal caos esploso al Ministero della Giustizia dove l’innovazione è stata bloccata e il dicastero ha presentato una mozione al Senato in cui chiede una deroga sui tempi per adeguare i software. Effettivamente il ministero di via Arenula è quello che deve gestire la mole più corposa di fatturazioni elettroniche ma era impensabile che potesse collassare sotto il peso delle richieste. Il risultato è che attualmente chiunque lavori con quel dicastero (avvocati, periti, fornitori) vede congelati i suoi pagamenti. La Giustizia non paga (direbbe qualcuno). Non si sa quando ricomincerà a farlo. E stavolta il (buon) fine davvero non giustifica i mezzi. Fuori dagli Usa 61% Apple di Fabio Savelli Coop si allea con E. Leclerc e Delhaize e va all’estero divergenti tra Fed e Bce sui tassi di interesse, che porteranno entro il 2017 alla parità tra dollaro ed euro. «Il rapporto scenderà a 1,29, 1,25 e 1,20 rispettivamente tra 3, 6 e 12 mesi», e poi a 1,15, 1,05 e 1 entro la fine del 2015, del 2016 e del 2017». 32 Martedì 30 Settembre 2014 Corriere della Sera ECONOMIA Dopo l’uscita del fondatore Gross Pimco, fuga da 10 miliardi Il crac Aig Concorrenza Greenberg porta gli Usa in tribunale Antitrust, maxi-multa ai medici L’improvvisa uscita di scena del co-fondatore, Bill Gross, dal colosso dei fondi Pimco, ha provocato da venerdì scorso la fuoriuscita di 10 miliardi di dollari di capitali su 2 mila totali affidati. Lo ha scritto il «Wall Street Journal», ipotizzando altre possibili deflussi. Per portare la calma tra gli investitori il ceo, Douglas Hodge, ha confermato che molti manager hanno ribadito fiducia nella società. (f.ch.) Si è aperto ieri il processo contro lo Stato americano chiesto dall’ex amministratore delegato di Aig per il salvataggio della compagnia di assicurazione. Maurice Greenberg (foto) ritiene che il governo abbia costretto il board ad accettare il salvataggio, a danno degli azionisti. Se Greenberg vincesse, il governo potrebbe pagare fino a 40 miliardi di dollari. © RIPRODUZIONE RISERVATA Young ● Alexandra Young, 46 anni, dal 2011 guida la direzione risorse umane di Mediobanca Sichel ● Gianluca Sichel, classe 1968, è amministratore delegato di Compass e Chebanca!. È nel gruppo Mediobanca dal 2008 (f.ch.) Multa da 831mila euro per la Federazione nazionale dei medici da parte dell’Antitrust, a causa delle «disposizioni idonee a ostacolare ingiustificatamente l’attività pubblicitaria degli iscritti e che costituiscono illeciti restrizioni della concorrenza». La sanzione arriva a seguito dell’istruttoria aperta un anno fa per la segnalazione di Groupon. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Bolloré più forte in Mediobanca Il socio bretone al 7,5% schiera la figlia Marie. Per i manager debuttano Sichel e Young MILANO Vincent Bolloré rafforza la presa in Mediobanca, ritoccando al 7,48% la sua partecipazione di secondo socio alle spalle di Unicredit e candidando sua figlia Marie, 26 anni, la minore di tre fratelli maschi, nella lista del consiglio a 18 approvato ieri all’unanimità dal patto degli azionisti e all’esame dell’assemblea il 28 ottobre. La lista che porterà per la prima volta una donna al vertice: Maurizia Angelo Comneno, indicata da Unicredit alla vicepresidenza. Secondo gli accordi presi a suo tempo, la quota in capo a Bollore, influente uomo d’affari di origine bretone con interessi che vanno dalle telecomunicazioni, ai media, all’auto, potrà salire a fino all’8%. Oltre alla figlia Marie - che prende il posto di un’altra donna, l’ex ministro francese Anne-Marie Idrac - il socio d’Oltralpe conferma una delle due vicepresidenze che resta a Marco Tronchetti Provera e rinnova il mandato a Vanessa Labérenne, top manager nel gruppo di famiglia e a Tarak Ben Ammar, imprenditore e produttore cinematografico tunisino naturalizzato francese, già socio di Silvio Berlusconi in Mediaset. Il titolo in Borsa ieri -2,58% 6,595 euro 7,95 7,18 6,39 5,61 Set Ott Dic 2013 Gen Feb Mar Apr Mag 2014 Giu Lug Ago Set d’Arco Fininvest presenta Maurizio Costa, ex amministratore delegato di Mondadori, oggi presidente della Fieg, la Federazione degli editori, mentre il candida- to di Mediolanum è Maurizio Carfagna. Resta in ogni caso l’accelerazione sulle quote di genere la principale novità della nuova Mediobanca più internazionale, in vista del potenziamento della sede di Londra dove l’amministratore delegato Alberto Nagel e la sua squadra lavoreranno per più giorni alla settimana. Le donne presentate dal patto sono cinque su 18. La sesta che porta la rappresentanza femminile al 30%, cioè ai livelli indicati dalla legge, sarà con tutta probabilità scelta dai fondi, la minoranza alla quale spetta un posto in consiglio. Oltre a Comneno, Unicredit conferma gli incarichi ad Alessandro Decio ed Elisabetta Magistretti. Quanto ai manager, resta in consiglio il direttore generale Francesco Saverio Vinci, mentre Maurizio Cereda e Massimo Di Carlo lasciano il posto a Gianluca Sichel, amministratore delegato di Chebanca e Compass e Alexandra Young, capo delle risorse umane, entrambi classe 1968. È questo l’ultimo triennio per i dirigenti interni che dal 2017 dovranno lasciare a favore degli indipendenti come indicato dalla Banca d’Italia. E se la chiamata di Young segnala la centralità del ruolo nella banca, quella di Sichel, l’uomo del retail, si spiega con la progressione dei ricavi di questa divisione che raggiungono ormai il 50% del totale di gruppo. La continuità con il passato, in Piazzetta Cuccia, è assicurata dalla figura di Angelo Casò, storico consigliere e oggi anche presidente del patto. Restano Alberto Pecci e Gilberto Benetton ma esce Carlo Pesenti. L’ apprezzato Eric Strutz non viene confermato. Si chiude la stagione in Piazzetta Cuccia per Dieter Rampl. Paola Pica [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Etihad I 1.800 esuberi Alitalia e la campagna acquisti per hostess e chef ROMA Sul matrimonio AlitaliaEtihad, in attesa del parere dell’Authority Ue, a fronte di circa 1.800 esuberi tra i dipendenti della compagnia nazionale, si aggira un fantasma: in questi giorni infatti la società emiratina ha lanciato una poderosa campagna di reclutamento per assumere «personale di volo a livello globale», recita il titolo dell’iniziativa. Ieri si è svolto il primo affollato incontro promosso nella Capitale, ma gli arabi cercano braccia pure in Giappone, Tunisia, Germania e Marocco, «tutti Paesi strategicamente molto importanti per il nostro business», sottolineano da Abu Dhabi. Che Etihad conti molto in Italia su giovani desiderosi di un lavoro in quota nel pluripremiato team di cabina (4 mila dipendenti di 115 nazionalità solo in questo settore ndr) lo testimoniano gli altri sette appuntamenti organizzati dal 2 al 15 ottobre a Napoli, Bari, Milano, Catania, Firenze, Bologna e Venezia. E altre cinque date, sempre a ottobre, sono state stabilite per selezionare personale di volo direttamente a Abu Dhabi. Il progetto porterà a assumere nei prossimi mesi un numero al momento sconosciuto di hostess, steward, oltre a manager esperti di ristorazione e «inflight chef», i cuochi della first class. E gli esuberi di Alitalia? «Le selezioni sono aperte a tutti — rispondono dall’entourage di Etihad —. Quindi anche ai lavoratori di Alitalia che presentino i requisiti richiesti». E comun- que «una cosa è Etihad e una cosa è Alitalia», precisano gli uomini di James Hogan, il ceo della compagnia araba che a agosto ha siglato un accordo per l’acquisto del 49% delle azioni della società tricolore. Nell’intesa, però, deve ancora essere definito con precisione che fine faranno circa 1.800 dipendenti di Alitalia di ogni qualifica: gli esuberi in estate erano stati stimati in oltre 2.200, ma al momento ci sono stati oltre 400 lavoratori che hanno deciso volontariamente di dimettersi (beneficiando di Al vertice James Hogan, presidente e amministratore delegato della compagnia aerea Etihad dal settembre 2006 un bonus di 10 mila euro ciascuno). La campagna di Etihad viene vista con un po’ di preoccupazione dai sindacati che comunque sono consapevoli che una parte del personale Alitalia non sia in possesso dei requisiti indicati nel bando (come ad esempio l’esperienza e la professionalità nel settore «food and beverage» che in Alitalia viene appaltato all’esterno). Resta il fatto che, di questi tempi, una assunzione a Etihad sia per tanti giovani molto più che un sogno, specie se la retribuzione è «esentasse, altamente competitiva e con numerosi benefit». Francesco Di Frischia © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 30 Settembre 2014 ECONOMIA Addio popolare Banca Etruria società per azioni Trasporti Unicredit Arcese minaccia 120 licenziamenti BlackRock torna sopra il 5% Sono stati avviati da parte della presidenza di Banca Etruria gli approfondimenti necessari per avviare la trasformazione in spa dell’istituto. L’obiettivo è arrivare alla «compiuta definizione dell’operazione che dovrà condurre alla trasformazione della banca in società per azioni con contestuale ingresso nella compagine sociale di un partner bancario di controllo». Lavoratori in sciopero da ieri sera al gruppo Arcese, una delle grandi realtà del trasporto e della logistica con 550 milioni di ricavi. L’azienda ha annunciato di chiudere i centri di Rivalta (Torino), Corbetta (Milano) e Rovereto, licenziando 120 dei 180 autisti. Cinque anni fa erano 730 i trasportatori che oggi lamentano il continuo ricorso ad appalti esterni per tagliare i costi. Intervista di Massimo Sideri BlackRock continua ad oscillare attorno alla soglia del 5% in Unicredit. Il colosso Usa della gestione di fondi aveva comunicato appena il 23 settembre la discesa al 4,999% dal 5,24% ma il giorno successivo è tornato al di sopra della soglia rilevante, al 5,003%. Nonostante la risalita nel capitale, il gruppo resta dietro il fondo sovrano di Abu Dhabi, Aabar, che ha il 5,081%. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA «Il piano Vodafone per l’Italia, investimenti per 3,6 miliardi» Bisio: il consumo dati cresce del 50% all’anno. A Milano un’offerta a 300 mega «Il settore delle telecomunicazioni mobili in Italia sta andando verso il bipolarismo: attraverso gli investimenti sulla rete 4G Vodafone ha già coperto oltre il 70% del territorio nazionale e Telecom Italia è all’incirca allo stesso livello. Dall’altre parte ci sono gli altri due player (Wind e 3Italia, Ndr) che hanno livelli di copertura molto inferiori ai nostri. Se invece parliamo di rete fissa la società della rete tra 12 mesi avrà perso le sue potenzialità e non si farà più». Aldo Bisio, 54 anni, dallo scorso gennaio è seduto sui 3,6 miliardi che il «piano molla» di Vodafone ha previsto per l’Italia. Ma insieme ai miliardi c’è anche un mercato maturo reso ancora più incerto dalla guerra dei prezzi tra gli operatori che hanno ulteriormente eroso i margini già decrescenti della telefonia. La guerra dei prezzi sul mobile alla fine è stata una strategia di breve respiro di cui vi state pentendo tutti, se ne uscirà mai? «È vero: negli ultimi diciotto mesi il solo linguaggio dell’industria è stato il prezzo, ma ora non c’è più la battaglia dell’estate del 2013, perché tutti gli operatori hanno capito che non c’era un grande beneficio nel perseguire questa politica. Il fenomeno è quasi sparito anche se in realtà continua sottotraccia sotto forma di una guerriglia con volumi importanti giocata su operazione di tele-selling per strapparsi continuamente i clienti a prezzi ancora inferiori all’estate del 2013». Cos’è cambiato allora? «Da un bel po’ di mesi non parliamo più di prezzo ma di servizi. Il 4G sta creando un mercato pre- 3,6 miliardi di euro il piano di investimenti di Vodafone per l’Italia 1,7 megabyte di consumo mensile per l’uso dello standard 4G ❞ 1,3 miliardi di euro l’investimento di Vodafone per licenze d’uso della banda ultra larga La guerra dei prezzi Negli ultimi 18 mesi l’unico linguaggio dell’industria è stato il prezzo mium. Le nostre reti sono piene di dati per più del 90%. E il consumo di dati cresce del 50% all’anno con delle aspettative su questi livelli per i prossimi 4-5 anni». Dunque sta diventando una guerra a due, voi e Telecom. Ma l’investimento per le licenze è costato 1,3 miliardi e servirà altrettanto per l’infrastruttura. Quando andrà a break even il 4G? Per il 3G ci sono voluti anni. «Abbiamo visto che il 4g stimola la domanda, moltiplicando per due e mezzo i dati. Mediamente si passa dai 750 mega di consumo al mese del 3G a 1,7 mega al mese. Ma sono investimenti Aldo Bisio, 54 anni, amministratore delegato di Vodafone Italia dal gennaio di quest’anno Ex numero uno del gruppo Ariston Thermo che hanno ritorni pluriennali, anche se il business case è positivo ed è la selezione della specie». E il baco sul 4G che rende talvolta muti gli apparecchi alle telefonate in entrata? «Lo stiamo risolvendo e inoltre dobbiamo considerare che abbiamo già fatto dei test con il voice over Lte (con la voce che passerà da Internet, ndr) che permetterà di passare all’high definition voice». Lei è seduto su 3,6 miliardi che sono una cifra molto importante, ma per utilizzarla prima della fine dei due anni dovrà forse fare delle acquisizioni. Da ❞ L’ipotesi di un’alleanza Al momento non vedo le condizioni per un’operazione su Fastweb © RIPRODUZIONE RISERVATA anni si parla di contatti con Fastweb… «Noi siamo pienamente in linea sugli investimenti sulle reti – in alcune città come Milano partiremo in ottobre con un’offerta a 300 mega, la prima in Italia - e quella cifra servirà per la crescita organica. Ma al momento non vedo le condizioni per fare l’operazione su Fastweb». Dunque state diventando sempre di più un operatore anche di rete fissa. Ma questo non rende sempre meno probabile la nascita della società della rete di cui si parla da anni? «Il risultato delle azioni nostre, di Telecom e di Fastweb farà sì che ci saranno tre reti in fibra sovrapposte su 7 milioni e mezzo di famiglie e il resto dell’Italia, non tutta, che viaggia con i 20 megabit dell’Adsl. Gli investimenti e gli scavi, una volta fatti, non li possiamo spostare. Dunque penso di sì: tra dodici mesi la società della rete avrà perso gran parte delle potenzialità, tra 20 mesi tutta». Altri fronti di diversificazione? Nei mesi scorsi il gruppo ha lanciato un’Opa in Italia. «Infatti. Con l’acquisizione di Cobra l’Italia sta diventando in Vodafone il centro di competenze mondiale per i servizi di telematica. L’azienda si trova su un segmento, quello machine to machine, in fortissima crescita. Ci aspettiamo risultati economici importanti». © RIPRODUZIONE RISERVATA La nuova classifica Audipress «Corriere» al primo posto tra i grandi quotidiani Oltre 2,55 milioni di lettori La «Gazzetta dello Sport» si conferma il quotidiano più letto, ma il primo tra i quotidiani generalisti è il «Corriere della Sera», seguito dalla «Repubblica». È il vertice dell’ultima rilevazione Audipress sui quotidiani più letti in Italia. La classifica considera per la prima volta l’insieme delle copie cartacee e digitali, quindi anche lo sfoglio su strumenti informatici come i tablet: la rilevazione «a tutto campo» assegna al «Corriere» il primato tra i quotidiani generalisti. La «Gazzetta» ha 3.623.000 lettori medi giornalieri, il «Corriere» 2.554.000 e la «Repubblica» 2.523.000. Seguono il «Corriere dello Sport Stadio» con 1.529.000 lettori medi giornalieri, la «Stampa» a quota 1.408.000, il «Resto del Carlino» a 1.253.000, il «Messaggero» a 1.149.000, il «Sole 24 Ore» a 932 mila, «Tuttosport» a 928 mila e — a chiudere i primi dieci posti dei quotidiani a pagamento — «il Mattino» con 731 mila lettori. L’innovazione nel modello di raccolta dei dati — specifica la stessa Audipress — non rende in alcun modo comparabili i risultati dell’ultima edizione (la «2014/I-II») con quelli delle precedenti rilevazioni. I dati « 2014/I-II» sono il risultato di 50.676 interviste personali realizzate lungo un calendario di 35 settimane, dal 16 settembre 2013 al 6 luglio 2014, su un campione di italiani dai 14 anni di età in su. In base alle rilevazioni, i letMILANO tori delle versioni cartacee o digitali dei quotidiani sono 19.351.000, di cui 18.764.000 della sola carta. Sul fronte dei settimanali sono 4 le testate che superano quota 2 milioni di lettori, sempre considerando tanto le copie cartacee quanto quelle digitali: «Sorrisi e Canzoni Tv» (2.999.000), «Chi» (2.807.000), «Dipiù» (2.299.000) e «Oggi» (2.217.000). Mentre la classifica dei mensili è guidata da «Focus» (4.985.000 copie), Verona 8 ottobre 2014 - ore 10.00 Centro Congressi Veronafiere - Auditorium Verdi Efficienza energetica Make in Italy SALUTI INTRODUTTIVI Ettore Riello, Presidente di Veronafiere EFFICIENZA ENERGETICA E CLIMATE CHANGE - L’AGENDA 2015-2030 Presiede i lavori: Federico Testa, Commissario ENEA, Direttore del Dipartimento di Economia delle Imprese dell’Università di Verona, Presidente del Comitato scientifico di Smart Energy Expo e del Verona Efficiency Summit Coordina: Agnese Cecchini, Direttore Editoriale Gruppo Italia Energia/Quotidiano Energia LI Yong, Direttore Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (UNIDO) Maria van der Hoeven, Direttore Esecutivo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Claudia Canevari, Vice Direttore dell’Unità per l’Efficienza Energetica, Direzione Generale Energia, Commissione Europea Francesco Amoruso, Presidente dell’Assemblea parlamentare del Mediterraneo Contributi speciali: Collegamento con la base ENEA - Unità Tecnica Antartide Yang Hongwei, Direttore del centro sull’efficienza energetica dell’Energy Research Institute, Pechino Fabrizio Masia, Direttore EMG, presenta il sondaggio “Gli italiani e l’efficienza energetica” LE POLITICHE PER L’EFFICIENZA: LE SFIDE NAZIONALI Enrico Morando, Viceministro dell’Economia e delle Finanze Massimo Mucchetti, Presidente della Commissione Industria del Senato, Partito Democratico Gianni Pietro Girotto, Membro della Commissione Industria del Senato, Movimento 5 Stelle Stefano Saglia, Responsabile PMI, Nuovo Centrodestra 19,3 ne discutono: Stefano Agnoli, Vice Caporedattore Economia, Corriere della Sera Maurizio Melis, Radio 24, Sole 24 Ore Luca Pagni, Vice Caposervizio Economia, Repubblica milioni, i lettori medi giornalieri delle versioni cartacee e digitali di tutti i quotidiani , di cui 18,7 milioni per la sola carta Highlight Green Build European&Med Gianni Silvestrini, Presidente Green Building Council Italia EFFICIENZA MADE IN ITALY: LE SFIDE PER L’INNOVAZIONE, LA RICERCA, LA REGOLAZIONE tavola rotonda con: «Quattroruote» (3.119.000) e «Al Volante» (2.127.000). Tornando ai quotidiani, la «hit parade» delle prime dieci posizioni è seguita dalla «Nazione» (700 mila copie cartacee e digitali), il «Giornale» (550 mila), la «Gazzetta del Mezzogiorno» e il «Gazzettino» (a pari merito a quota 527 mila) e il «Tirreno» (493 mila). Per quanto riguarda i dati della «free press», i quotidiani non a pagamento, «Metro» conquista 847 mila lettori medi giornalieri e «Leggo» 724 mila. Giovanni Stringa © RIPRODUZIONE RISERVATA Tullio Fanelli, ENEA e membro del Comitato scientifico di Smart Energy Expo e Verona Efficiency Summit Guido Bortoni, Presidente dell’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e i Servizi Idrici I Vertici di A2A, ACOTEL, BNL GRUPPO BNP PARIBAS, CLOROS, EDISON, ENEL CONCLUSIONI 17.00 Claudio De Vincenti, Viceministro per lo Sviluppo Economico è un evento di: #Ves14 Verona 8-10 ottobre 2014 sponsored by con il patrocinio di: 33 in collaborazione con: organizzato da: Martedì 30 Settembre 2014 Corriere della Sera 34 ITALIANO 40enne presenza perfetto inglese, maturità scientifica offresi come portiere d'albergo, anche part-time. [email protected] SRILANKESE Sesto San Giovanni, pluriennale esperienza gastronomo offresi hotel, bar, ristoranti. Anche cuoco/ aiuto cuoco, eventualmente casa privata. 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Cap P KIS - Target 2014 X 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 25/09 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 127,740 103,740 103,600 107,220 133,300 132,610 136,320 139,330 154,300 113,270 116,300 117,310 123,080 125,360 125,320 96,300 101,180 100,260 26/09 26/09 26/09 24/09 24/09 24/09 24/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 53,130 62,460 59,820 62,750 61,280 63,870 61,610 57,990 45,780 66,760 64,380 60,160 49,030 52,820 62,310 59,870 62,740 61,260 63,910 61,540 57,970 45,200 67,170 64,630 60,240 48,130 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it Invesco Funds Asia Balanced A Asia Balanced A-Dis Asia Consumer Demand A Asia Consumer Demand A-Dis Asia Infrastructure A Asian Bond A-Dis M Balanced-Risk Allocation A Em. Loc. Cur. Debt A Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M Em. Mkt Corp Bd A Euro Corp. Bond A Euro Corp. Bond A-Dis M Euro Short Term Bond A European Bond A-Dis Glob. Bond A-Dis Glob. Equity Income A Glob. Equity Income A-Dis Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M Glob. Structured Equity A-Dis Glob. Targeted Ret. A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Greater China Eq. A India Equity E Japanese Eq. Advantage A Pan European Eq. A Pan European Eq. A-Dis Pan European Eq. Inc. A-Dis Pan European High Inc A Pan European High Inc A-Dis Pan European Struct. Eq. A Pan European Struct. Eq. A-Dis Renminbi Fix. Inc. A Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis US Equity A EH US High Yield Bond A US High Yield Bond A-Dis M US Value Equity A US Value Equity A-Dis 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 USD USD USD USD USD USD EUR USD USD USD EUR EUR EUR EUR USD USD USD USD USD EUR EUR EUR USD EUR JPY EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR USD USD USD USD 25,140 16,150 14,380 14,000 14,360 10,342 15,040 14,621 9,159 12,635 17,014 12,844 11,033 5,844 5,727 60,140 14,970 11,543 42,900 10,518 13,096 11,884 47,140 35,450 3292,000 17,980 16,230 11,910 19,120 13,760 14,750 14,030 10,816 10,297 14,130 11,661 10,393 32,650 31,220 128,930 103,860 103,600 107,220 133,910 133,090 136,760 139,780 154,580 113,490 116,530 117,510 123,000 125,280 125,250 96,670 101,560 100,260 ASIAN OPP CAP RET EUR ADWISE L/S CAP RET EUR FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR HIGH GROWTH CAP RET EUR ITALY CAP RET A EUR SELECTED BOND DIS RET EUR SELECTED BOND CAP RET EUR VALUE OPP CAP RET EUR 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 13,259 109,125 115,753 116,344 24,814 5,747 120,312 9226,945 13,278 108,898 115,838 115,158 24,765 5,757 120,519 9233,892 26/09 26/09 26/09 EUR EUR EUR 109,780 113,510 151,370 Tel: 02 77718.1 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 10,951 5,827 5,417 6,693 7,333 EUR EUR EUR EUR EUR 873974,630 570591,037 589705,032 536171,250 6,815 10,382 280,080 196,920 198,440 174,390 124,630 129,100 127,610 132,450 134,820 175,390 121,990 124,370 129,550 127,540 124,500 127,110 E FUORISTRADA, qualsiasi cilindrata con passaggio di proprietà e pagamento immediato. 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Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com [email protected] 26/09 114,860 PS - Absolute Return A EUR 26/09 121,320 PS - Absolute Return B EUR 26/09 110,220 PS - Algo Flex A EUR 26/09 105,480 PS - Algo Flex B EUR 26/09 86,770 PS - BeFlexible A EUR 26/09 85,310 PS - BeFlexible C USD 23/09 102,640 PS - Best Global Managers A EUR 23/09 106,740 PS - Best Global Managers B EUR 26/09 111,460 PS - Best Gl Managers Flex Eq A EUR 26/09 164,460 PS - Bond Opportunities A EUR 26/09 122,770 PS - Bond Opportunities B EUR 26/09 102,480 PS - Bond Opportunities C USD 23/09 123,010 PS - EOS A EUR 26/09 93,990 PS - Equilibrium A EUR 26/09 99,070 PS - Fixed Inc Absolute Return A EUR 26/09 101,120 PS - Global Dynamic Opp A EUR 26/09 101,750 PS - Global Dynamic Opp B EUR 26/09 116,080 PS - Inter. Equity Quant A EUR 26/09 118,680 PS - Inter. Equity Quant B EUR 26/09 125,320 PS - Liquidity A EUR 26/09 100,540 PS - Liquidity B USD 26/09 98,080 PS - Opportunistic Growth A EUR 26/09 103,890 PS - Opportunistic Growth B EUR 23/09 99,570 PS - Prestige A EUR 23/09 104,050 PS - Quintessenza A EUR 23/09 108,720 PS - Target A EUR 23/09 108,870 PS - Target B EUR 23/09 104,860 PS - Target C USD 23/09 109,400 PS - Titan Aggressive A EUR 26/09 102,580 PS - Total Return A EUR 26/09 96,470 PS - Total Return B EUR 26/09 112,780 PS - Valeur Income A EUR 23/09 107,210 PS - Value A EUR 23/09 109,580 PS - Value B EUR 23/09 104,920 PS - Value C USD 115,030 121,490 110,630 105,870 86,750 85,280 102,610 106,690 111,170 164,520 122,810 102,530 123,790 93,950 99,090 101,620 102,210 117,230 119,850 125,330 100,550 98,170 103,990 100,750 104,130 108,490 108,630 104,610 109,590 102,420 96,320 112,800 106,900 109,260 104,570 www.multistarssicav.com [email protected] T. +41 (0)91 640 37 80 26/09 103,110 103,280 Orazio Conservative A EUR 26/09 103,720 103,980 Sparta Agressive A EUR 26/09 162,580 161,030 EUR 25,240 WM Biotech A 16,210 WM Biotech I 26/09 1660,690 1644,830 EUR 14,430 14,040 14,460 10,335 15,030 14,710 9,215 12,659 17,011 www.newmillenniumsicav.com 12,841 11,041 Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 5,844 26/09 192,080 192,400 EUR 5,728 NM Augustum Corp Bd A 60,780 NM Augustum High Qual Bd A 26/09 146,440 146,490 EUR 15,130 NM Balanced World Cons A 26/09 138,320 138,140 EUR 11,538 NM Euro Bonds Short Term A 26/09 139,430 139,460 EUR 43,360 NM Euro Equities A 26/09 48,410 48,240 EUR 10,527 NM Global Equities EUR hdg A 26/09 74,440 73,900 EUR 13,088 NM Inflation Linked Bond Europe A 26/09 106,490 106,540 EUR 11,877 NM Italian Diversified Bond A 26/09 111,840 112,110 EUR 47,720 26/09 114,470 114,750 EUR 35,160 NM Italian Diversified Bond I 26/09 137,610 137,660 EUR 3308,000 NM Large Europe Corp A 26/09 105,750 105,970 EUR 18,170 NM Market Timing A 26/09 106,930 107,150 EUR 16,400 NM Market Timing I 26/09 60,320 60,420 EUR 12,030 NM Q7 Active Eq. Int. A 19,170 NM Q7 Globalflex A 26/09 105,260 105,110 EUR 13,800 NM Total Return Flexible A 26/09 122,200 122,520 EUR 14,870 NM VolActive A 26/09 104,820 104,870 EUR 14,140 NM VolActive I 26/09 105,620 105,670 EUR 10,801 10,299 14,290 11,718 10,443 33,210 31,750 AUGUSTUM EQUITY EUROPE I AUGUSTUM G.A.M.E.S. A AUGUSTUM G.A.M.E.S. I www.kairospartners.com 53,570 98,050 Kairos Multi-Str. A 31/07 EUR 925,980 Kairos Multi-Str. B 31/07 EUR 31/07 Kairos Multi-Str. I EUR 120,060 Kairos Multi-Str. P 31/07 EUR 9308,610 Kairos Income 26/09 EUR 171,040 Kairos Selection 26/09 EUR 5574,580 KAIROS INTERNATIONAL SICAV 106,500 KIS - America A-USD 25/09 USD 10514,980 KIS - America P 25/09 EUR 25/09 KIS - America X EUR 25/09 KIS - Bond A-USD USD 25/09 KIS - Bond D EUR 25/09 KIS - Bond P EUR 25/09 KIS - Bond Plus A Dist EUR 25/09 KIS - Bond Plus D EUR 25/09 KIS - Bond Plus P EUR 25/09 KIS - Dynamic A-USD USD 25/09 KIS - Dynamic D EUR 25/09 KIS - Dynamic P EUR 25/09 KIS - Emerging Mkts A EUR 25/09 KIS - Emerging Mkts D EUR 25/09 KIS - Europa D EUR 25/09 KIS - Europa P EUR Acquistiamo • AUTOMOBILI Quota/pre. 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Grower D 26/09 5,890 EUR 200,990 CITIC Securities China Fd A 174,310 Fidela A 26/09 5,399 EUR 124,570 Income A 26/09 5,746 EUR 129,040 International Equity A 26/09 7,556 EUR 127,420 Italian Selection A 26/09 6,697 EUR 132,260 Liquidity A 26/09 5,336 EUR 134,620 26/09 5,240 American Eq.A EUR 175,020 Multimanager 26/09 4,836 EUR 121,730 Multimanager Asia Pacific Eq.A 26/09 4,544 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A EUR 124,100 26/09 4,528 EUR 130,640 Multimanager European Eq.A 26/09 5,284 EUR 128,630 Strategic A 26/09 6,263 EUR 125,670 Usa Value Fund A 128,300 Ver Capital Credit Fd A 26/09 5,531 EUR www.pegasocapitalsicav.com 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 26/09 Strategic Bond Inst. C Strategic Bond Inst. C hdg Strategic Bond Retail C Strategic Bond Retail C hdg Strategic Trend Inst. C Strategic Trend Retail C EUR USD EUR USD EUR EUR 107,390 107,540 105,800 105,930 102,390 100,090 107,440 107,600 105,850 105,980 102,310 100,010 www.sorgentegroup.com Fondo Donatello-Michelangelo Due Fondo Donatello-Tulipano Fondo Donatello-Margherita Fondo Donatello-David Fondo Tiziano Comparto Venere Caravaggio di Sorgente SGR 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 EUR 51470,165 52927,939 EUR 46691,916 47475,755 EUR 27926,454 27116,197 EUR 58259,864 57863,932 EUR 468728,464 477314,036 2451,889 2506,583 EUR www.vitruviussicav.com 26/09 95,530 95,860 Asian Equity B EUR 26/09 134,180 134,650 109,350 Asian Equity B USD 26/09 441,750 440,540 USD 113,190 Emerg Mkts Equity 26/09 431,580 430,390 EUR 150,930 Emerg Mkts Equity Hdg 26/09 277,510 277,010 European Equity EUR 26/09 342,490 341,870 European Equity B USD 26/09 111,400 111,670 Greater China Equity B EUR 26/09 158,490 158,860 Greater China Equity B USD 26/09 77,780 76,840 Growth Opportunities USD 26/09 85,160 84,150 Growth Opportunities Hdg EUR 26/09 138,910 139,610 Japanese Equity JPY 26/09 137,760 138,460 Japanese Equity B USD 26/09 180,490 181,400 Japanese Equity Hdg EUR 26/09 134,740 134,720 Swiss Equity CHF 26/09 102,370 102,350 Swiss Equity Hdg EUR 26/09 174,950 173,690 US Equity USD 26/09 192,610 191,240 US Equity Hdg EUR 7,054 7,692 6,027 5,787 5,972 5,411 5,750 7,507 Tel 0332 251411 6,667 www.ottoapiu.it 5,336 5,244 8a+ Eiger 26/09 6,174 6,143 EUR 4,847 8a+ Gran Paradiso 26/09 5,228 5,220 EUR 4,557 8a+ Latemar 26/09 5,852 5,845 EUR 19/09 EUR 789148,799 800569,758 4,556 8a+ Matterhorn 5,267 6,206 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 1335381B www.kneip.com 5,543 Corriere della Sera Martedì 30 Settembre 2014 ECONOMIA/MERCATI FINANZIARI ● Piazza Affari 35 Sussurri & Grida Sfida tra Blackstone e Kkr per la Petrovalves di Varese di Giacomo Ferrari (d.pol.) È corposa la short list di candidati alla Petrolvalves che da Varese è cresciuta fino a 230 milioni di ricavi nel settore delle valvole per il settore petrolifero. Sono otto i candidati selezionati dall’advisor Banca Profilo che affianca la società controllata dalla famiglia Candiani che due anni fa aveva venduto il 20% della società alla Sator di Matteo Arpe ed è rimasta con il 40%, più la famiglia Lualdi, socia con il 20%. La schiera dei pretendenti include quattro gruppo industriali, tutti colossi Usa della meccanica e dei fluidi per l’ oil&gas. In prima fila c’è General Electric che da tempo scalda i muscoli per acquisire Petrolvalves che, con 80 milioni di margine operativo e 200 di cassa (non ha quindi debiti), viene valutato oltre un miliardo. Seguono la conglomerata Emerson con 27 miliardi di dollari di ricavi, il gruppo della meccanica nei fluidi Imi e la Pentair. Poi c’è il blocco degli investitori finanziari tra cui i fondi Blackstone, First Reserve e Kkr. Infine spunta il family office della famiglia Thyssen. Per loro si è aperta la fase della due diligence e a novembre dovranno presentarsi con un’offerta vincolante che convinca tutti. Lusso giù con Ferragamo e Tod’s Scivolano Mps e UnipolSai L e tensioni a Hong Kong hanno condizionato le Borse europee e, nella fase iniziale, anche Wall Street. Gli indici, tuttavia, hanno recuperato in chiusura, senza riuscire a tornare in parità. A Piazza Affari il Ftse-Mib (-1,29%) ha segnato il calo peggiore in Europa. Giù il settore del lusso, con Ferragamo (-3,43%) e Tod’s (2,42%), oltre ai finanziari, da Popolare Milano (-2,81%), a Unipolsai (-2,59%) da Mediobanca (-2,58%) a Monte Paschi (2,52%). In recupero invece World Duty Free (+1,12%), Atlantia (+0,79%), Campari (+0,53%) e Prysmian (+0,35%) i cui vertici hanno confermato i target 2014. Nel segmento Star bene Gefran (+8,45%) e, nel resto del listino, Retelit (+12,38%). © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA $./ 1" "k 1Î 1k± Lloyds, via i manager dello scandalo Libor (f.ch) Dopo le dimissioni di alcuni top banker (per esempio quelli di Barclays), cominciano a cadere altre teste negli staff delle banche coinvolte nei numerosi scandali che hanno scosso la City. Lloyds Banking Group ha licenziato otto dipendenti per la vicenda della manipolazione del tasso Libor (London Interbank Offered Rate). Lo ha riferito lo stesso gruppo bancario, precisando che la misura è stata adottata a seguito dell’accordo raggiunto con le authority di Regno Unito e Usa. Il tasso interbancario, utilizzato come riferimento per il mercato dei derivati e che si riflette anche sul costo dei prestiti a famiglie e imprese, è stato manipolato tra il 2006 e il 2009. Lloyds, che è posseduta per il 24,9% dal governo britannico, ha fatto sapere che a questi otto dipendenti licenziati saranno cancellati bonus di risultato per circa 3 milioni di sterline. E l’istituto ha intenzione di rivedere l’intera policy sui bonus. L’amministratore delegato Antonio Horta-Osorio (nella foto), nominato nel 2011 e 8@± .x± ® °¯ æ`|| Õ`¤æ æ`¤æ ´¤`zÕ ¤`ÊÕ ´æ`ÐÐ ´Ð`æp Õ`ɤ ´¤`ææ r æ`Ф ¤`ÉÊ æ`¤| ¤`zz ´æ`Õp r ´æ`¤¤ ¤`ÉÕ ´æ`É ¤`ÕÊ æ`æ ´æ`¤Ð ¤`Õ æ`¤É ¤`|Ê æ`Õæ Õ`Ðz ¤`zÕ Õ`æ r æ`|z æ`ɤ ´¤`Ð| æ`|p Õ`Ф ¤`|æ ´æ`æÊ æ`|Ê Õ`p¤ r ¤`|É r æ`Êz Ð`Õp r æ`ÕÉ ´¤`æ Õ`pÉ r æ`pz æ`|| ¤`É r r ¤`É ´¤`Ð ¤`|p r æ`æp ¤`¤¤ ´æ`Ðæ æ`¤æ æ`|Ê æ`|¤ ¤`æp r ´Õ`¤ ¤`æz ´æ`zÐ ´æ`|| ´æ`Ðz Õ`Ðæ ¤`æÕ ¤`æz ¤`ÉÉ æ`p r r ´¤`¤Ð æ`ÕÉ Ð`p ¤`¤Õ |`Õ¤ ¤`ÊÉ Õ`¤¤ r ¤`pÕ r Õ`Õæ ¤`pÐ r Õ`¤Õ Ð`| Õ`zÕ ´æ`Ð ¤`æ¤ ´æ`ÉÐ ´æ`|æ ¤`| ´¤`Ðz ´æ`ÉÊ r æ`pp Ð`¤Ð Õ`¤| ´¤`Õp 8@± ! æÕËæ¤ËÕæ¤| ® °¯ ®kׯ æ`zÊ æ`|Ê É`z æ`ÉÐÉ ´¤z`|| É`z ¤`Êp ¤Ð`p¤æ ´||`p| æ`É| ´¤É`¤| ¤`æzæ ´Ð`¤z `zz ÐÉ`Õz æ`æÕ| ´¤ÕÊ`Õz æ`Éæ¤ r r Ð`p Õ`ppÊ z`Ð| æ`|Éæ ´É`ÐÉ Ð`Ê r Ð`Éææ ´ÕÊ`ÊÊ Ê`zÕz r r ´æ`z¤ ¤`Éæp Õ¤`ÉÕ Ê`æææ ´¤Ê`|Ê ¤Ê`Ð¤æ ´Õ`Õ z`É|æ Ê`Ép ¤æ`¤Õæ Õ`ÊÊ ¤|`zæ ´Ð`pÊ ¤É`¤Ðæ p`Ép z`zpæ É`Ép ¤`Õææ ´¤É`zz ¤¤`zÉæ Ð`Õz z`æÊz ¤`zÐ Ð`æÊ ´p`Ð| p`ÉÕ r r z`æ Õ`¤ææ ´¤Éæ`ÕÐ æ`pÕÐ ´Ðæ`É| ¤æ`¤ææ |Ð`ÊÕ æ`¤æ| ´Õ|`|Ê æ`æ¤ ´¤Ê`Õz æ`Ð¤É ´¤¤`ÉÊ Ð`æp ´ÕÉ`¤Ê æ`z¤æ ´zÊ`z| æ`Ðp| r r ´Ê`ÉÐ æ`¤ ´Õæ`¤ Õ`¤| ´Õæ`ÕÕ Õ`æÐp ´¤Ê`z¤ Ê`Õ|z ´¤Õ`|Ê `zÐæ ´pz`z¤ æ`Õz ´æ`|É æ`ÐpÉ ´¤|`p æ`|Éz ´Õz`z ¤`|p ´¤ÐÕ`pÐ æ`ÕÕ| ´¤Õ`z æ`|z ´|Ê`p¤ z`¤Ðæ Õæ`É| æ`Õæ r r ´É`pÊ Õ`pÉæ ¤É`|Õ Õp`æææ ¤¤`¤p æ`ÉÐp r r ´Õ`Õ| ¤p`ppæ ´ÐÊ`Õ æ`æÉÊ ÐÊ`pp ¤z`pÕæ Õæ`ÊÉ ¤æ`Ð|æ `| Ê`|Ðæ É`Ðæ Ð`pzæ Ê`Ép z`Õz ´Õ`pÉ ¤`ÐpÊ ´¤|`ÊÉ ¤`z ¤`Õ| æ`ÉÕ Ê`Êæ z`ʤz ´ÕÉ`É ¤`ÉÊæ Ðz`æ ¤`Ð Ðæ`ÕÕ ¤Ð`zpæ ´ÐÕ`Êz ¤`ÐÐÉ ´¤z`Éz p`Êææ ´¤Õ`Õ| |`¤ÊÕ ´É|`ÐÊ ¤`ÉÕÊ ´Êæ`zÊ æ`¤p| r |`|zæ ´¤`pÕ æ`æÐÉ ´Õ`É æ`ÕÐæ p` æ`ÕÉæ ¤`¤Ð æ`Õ| ´É`¤Ê æ`¤ÉÉ Õ|`ÉÐ z`Ðz Õæ`ÕÐ æ`||Õ r r ÐÊ`Õ¤ æ`Ðææ r r ´¤¤`|¤ z`ÊÊæ É`|Ê æ`Éæ| r r ´¤Ê`æÐ ¤`Фæ Ðz`ÐÊ æ`|¤z Õz`ÕÕ æ`æÉz ¤¤`ÕÕ Ð`æÕp ´Ð`¤z ¤`ÕÐæ ¤É`æz Õæ`ææ z`ÉÕ ¤|`Éæ æ`¤p É`Éææ ´ÐÕ`Õ| ¤¤`pÊæ ´¤É`Ðz ¤`ÕæÉ ´¤p`¤¤ ¤`¤pæ ¤Ê`ÕÕ Õp`Êpæ ´|z`Éæ Õ`¤pæ ÐÐ`æp Õ`zÉÕ ´ÕÐ`ææ ÐÐ`|zæ !@ß ®kׯ æ`pz¤ ¤`æÕ ¤¤`Õææ ÕÐ`¤Êæ ¤`|Ð ¤`ÐÉz ¤|`æææ æ`æzÉ ¤`pÕÉ r Ð`zp æ`Êpz |`pæ |`zp p`pÊæ r Õ`ÐÕÊ p`Ðpæ Õ¤`Фæ É`ÊÉz ¤Õ`zæ ¤É`ÐÐæ Õz`p|p p`Ê|æ Õz`¤¤æ ¤Ê`Ðzæ p`ÉÊÕ |`|Êz ¤z`Épæ r Õ`z|Ê Ð`pÉæ ¤z¤`æææ æ`ÕÉ| ¤`| æ`z Ð`Êæ ¤`æ|æ æ`ÉÕÉ r æ`|ÉÊ Ð`Ðp Ð`¤z| É`pæ ¤¤`Épæ æ`Ê|Õ æ`Êz| æ`ÊÉÕ Õ`ÕÐÊ æ`Ðæ æ`p|z `zz æ`|zæ r |`¤Ðæ Ðp`pæ æ`Ð| r Õ`ÊÊæ æ`¤|É ÕÊ`Õzæ ¤z`¤zæ p`æzæ z`Ðææ É`ÉÕæ ¤`ÊÉæ Ð`æææ ¤`Ð|p Ê`|Õæ Õ`ÉÉ Ð`ÐÐÕ ¤`Êpæ Ð`¤¤æ ¤Õ`Õ|æ É`||æ z`Ðz æ`Ðp¤ z`æææ æ`æʤ æ`Фæ æ`|¤z ¤`ÕÕæ æ`|¤| p`pææ æ`zɤ r æ`Ê|p r É`Épæ ¤`Õæ r Õ`æ|p æ`ÉÐ| æ`¤Õp |`Õææ ¤`pææ ÕÊ`pÐæ ¤p`æÉæ ¤æ`æææ ¤É`æææ ¤`zÕ ¤`zæ Ðz`Êæ Ð`pæÕ |`Êæ ||`æææ @¬Î@ä ® b kׯ ÕÉæ`Ê Õ|Õp` ÕæÐp`¤ Êz`É Ð`Ê Õ`| ¤Õ¤`æ ÕÉ`| ¤z`Ê r ¤Ð` |Ð`æ Ép`z ¤ÐæÐ`Õ ¤ÉÊz`z r |Õæ`p zp`| ¤zp¤|`| ¤Êææ`p Ðp`Ð ÊÉ`Õ ÕpÉz`Õ Êz`¤ Õ|Õ`Ê É`¤ Õææ`æ ¤zФ`Ð |æÉz`Ð r ¤Ð|`æ Ð`p r ¤æÊÐ`z Ð`Õ ¤Êp`p z|Ð`Ð ¤|æ`| ÕÉzæ`Ê r ÕÕ` Ðæ`Õ ÐÕ`Ê r ÉÐ`Ê Êz` p|`Ð ¤æz`Ð ¤É`Ð Ð`æ ¤`¤ Õ¤` ¤æ`p r pÕ`p ¤ÊÐ`Ð Ðæ`Ê r ¤ÉÐ`Ê p|`É ¤¤ÕÊ`| ¤ÉÐÕ`| ÕÊÐ`¤ Ðp`Ê |Ðz`Õ ¤p`Õ ÕÉp` ¤Õp`| ÐÕp`Ê ÕÐ`| Õ`æ É|Õ`| r ¤É`É ÉzÕ` Õ`p Õ|`¤ zÐ`Ð ¤¤`æ ÕÐ`p |`z ÉÕ`æ ¤æÐ`Ð p|¤¤`æ ÐÕæ`| r ¤É` r Õ¤zÐ`p zÉ`¤ r z¤`É ¤ÉÊ`É r zæ`Ð ¤æ|`Ð p|æ`æ ʤÊ`æ |p|`¤ ÕÐÕz`p |Ðp`Ð ÕÕ|`¤ ¤Ê|æ`¤ |z` |`¤ ¤¤ÉÐ`| "k 1Î 1k± bŠ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®".¯ !/±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!/¯ ±± K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ X@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ @ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ k ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ k Âkk ,Þ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,9¯ kÂÝα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"8¯ ~kkÂ~ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ Â~±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Â~à @¬Î@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ Â~à @¬Î@ ¤ÊÞ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9 ¤Ê¯ ŬÂkÎ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.1¯ ×kbű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3¯ ×ÂÎkX K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ ß±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®:$¯ ߬ÂÝ@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®:,.¯ @X .kkÞ@NkÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ kÂÂ@~@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ @Î ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ b@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kÂ@ !@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ X@Îk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® 1¯ kX@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kXX@X@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®" ¯ "! ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"!¯ ×Åß ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3¯ @NkÎÎ ,±/± ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ @Å ,×Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯ kxÂ@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kkÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kß±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ Â׬¬ bα ÁŬÂkÅű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ÎkX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ kÂ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Â@b 8@~~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8¯ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ /k Õ| $Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/Õ|¯ @ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!/¯ bkÅÎ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ b×ÅÎÂ@ k ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ Îk Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Îk Â׬ ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Îk¬׬ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ ÎkÅ@ /@¬@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯ ÎkÅ@ /@¬@ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,.¯ ÝkÅÎ k /Ý׬¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ÂXk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. ¯ Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Å@~ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Å@~ ä /Ý׬¬ K±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ 1 9; K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®19¯ Î@Xkkα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ Î@N@Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!¯ Î@N@Âk ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!.¯ 8/ Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ 8/ Â׬ ¤Ê Þ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®98/¯ ×ÝkÎ×Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®38¯ ±.±kÂ~à±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ kß@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®":¯ @ Â@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ @b .kä K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ @ä ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ ×ßÎÎX@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3:¯ ÝkÎ×Âk Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8"¯ ! 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K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!..¯ !kb@XÎkX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®! ¯ ,Âkää .x± ®kׯ æ`pÐ æ`ÕÕz ÕÕ`||æ ¤`Êææ æ`ÉÊæ |`¤ÕÊ ¤`Ê |`æp Ð`Êææ ¤p`|Éæ `Éææ æ`¤æÊ æ`æ¤| Ê`ÐÕæ ¤`ææ ¤`ÉÉz Ðæ`ÐÉæ æ`ÉÐp ¤`æÉÊ Õ¤`Êzæ É`¤æ Ð`¤ææ Ê`æpæ æ`ÊÊæ |`¤pp É`zÐz æ`Ê|Ê Õ`ææp ¤`¤pæ |`ÐzÊ Ð`pzæ ¤Ê`Õpæ Õ`Êpæ ¤`æÐz ¤p`Êæ Õ`æÕæ æ`zz æ`ÉæÕ æ`Éææ ÕÊ`æææ æ`zzæ ¤æ`Ê|æ æ`z|| æ`Ðp| æ`ÊæÉ `pÕæ Õ`Ðpæ Õ`ææ æ`z|É ¤`¤Ð æ`pp ¤`ÉÉæ ¤`|Õz ¤`zÐæ z`æzz Õz`Õææ ¤z`zæ p`Êææ æ`ÐÐæ æ`ÕÕ æ`pÐÕ ¤`|¤p z`Êpæ ¤`æz æ`zzÊ |æ`æpæ æ`ÉÊæ ¤`ÕÐ æ`æz ¤Õ`Õææ ¤`æÉp 8@± .x± ® °¯ æ`æÊ æ`¤p æ`zp r r ¤`zÐ æ`p æ`æz æ`Ð æ`|Ð r Ð`¤æ ¤¤`z ¤`Õz ´æ`Õæ ¤`Ð ¤`ÊÕ ´æ`Êp ´Õ`É Ð`|Ð ¤`Êp ´æ`¤ Ð`ÕÊ Õ`ÕÕ ¤`æ æ`ÊÊ æ`ÕÐ r ´æ`Êp ´æ`Êæ ´p`|z ¤`Ê ´¤`zÕ æ`|p æ`|p æ`| Õ`Éæ |`zz æ`ɤ ´¤`Õ æ`æ æ`¤ ´Õ`¤Ê æ`Êz Õ`¤p ´æ`Õæ ¤`p ¤`æ| Ð`¤ ¤`æÐ ¤`¤æ r ´æ`Ðz æ`¤ ¤`æp ´æ`|p ´¤`æ r z`ÊÊ æ`Ф Ð`pÕ ´æ`pz æ`É æ`ÐÊ æ`ÐÊ ¤`Ðz ¤`ÐÊ Õ`¤| æ`Õ¤ ´æ`¤Ê r 8@± ! æÕËæ¤ËÕæ¤| ® °¯ ®kׯ p`Êæ æ`pÉz ÕÊ`pÊ æ`¤Êæ ´|æ`pÉ ¤z`ɤæ z`ÕÉ ¤`zpÉ É`Êz æ`É¤É ´Ð¤`Êz Ð`¤Ð| ´p`¤p ¤`pФ ´ÕÉ`Ðz 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±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ Õ`¤æÊ ,kÂÂk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`ɤæ ,kÂÂk ¤ÕÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9,.¤Õ¯ r ,x@Â@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,"¯ Ð`¤|æ ,¶×@b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,-¯ ¤`É¤Ê ,Âk G ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®, ¯ ¤æ`pÉæ ,Âk G ± ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®, ,¯ ¤æ`¤Êæ ,~± /±@×ÅÎ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,/¯ Ê`pÉæ ,~Â@xX bÎÂ@k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,$¯ æ`ÕÉ ,Âkű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,./¯ æ`ÐÊz ,Âk×b@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`ÕÉæ ,Â@ b×ÅÎÂk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ ¤z`¤ææ ,ÂàÅ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.;¯ ¤|`Ðpæ . .± k !kbX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.!¯ æ`ÕÉ .@ÎÎ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.1¯ Õ`ÊÕæ . / !kb@~Â׬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. /¯ ¤`æÉ .kXÂb@Î K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. ¯ ¤Ð`æÕæ .k¬à K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.;¯ ʤ`|ææ .kÎkα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ æ`ÉÐÊ .Å@@kα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®."¯ æ`¤| .ÅÅÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.$/¯ ¤`|¤¤ / /@N@x /±¬±@± K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ¤Ð`zÕæ /@kÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Ê`|zæ /@kÅ ÂX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ z`|Éæ /@x Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ¤¤`æÉæ /@¬k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!¯ ¤Ê`Ðæ /@¬k ÂŬ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!.¯ r /@ ¬Âk~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Õ`pÕ /@ ¬Âk~ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ ¤¤`ÉÊæ /@Â@Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/./¯ æ`ɤ /@α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ ¤Ð`æææ /@Ýk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/8¯ ¤Ð`æzæ /XÂkk /kÂÝXk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ r /k@Î ,±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ æ`ææ¤ /k@Î , ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ ¤`ÕÕæ /kÂÝä Î@@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ |`Ðzæ /kÂÝä Î@@ ¤z Þ@ K ±±±±±±±±±±±®9/.¤z¯ æ`|æÕ /kÅ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ ¤Õ`ÐÕæ //±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ p`ÐÉz /ÎkÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ æ`æpÊ /@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/"¯ ¤`ÊÕp /@ @Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ |`ÐÊ| /~kx K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ Õ`pÕ / ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ Ê`|ææ / ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/."¯ ¤`Ðz /¬@Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯ r /¬@Xk Þ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9/,¯ r /Îkx@k K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ æ`Õ /Îkx@k ÂŬ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1.¯ r /1!XÂkkXα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1!¯ Ê`ææz 1 1@N× ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1,¯ Õ`ÐÉÊ 1@N× ¤ÐÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®91,¤z¯ æ`zÕz 1/±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`|z 1kkX 1 ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®11¯ æ`¤æ 1kkX 1 !kb@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!¯ ¤`ÕæÕ 1kkX 1 !kb@ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!.¯ æ`ÊÉz 1kkX 1 ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®11.¯ æ`ÉæÉ 1k@ÂÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1"¯ ¤É`zæ 1kÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1."¯ Ð`ÐÕ 1kÂkÂ~@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1.¯ ¤`Êp 1kÅkX K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`Êæ 1ÅX@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`æ| 1ÅX@ ¤|Þ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®91/¤|¯ æ`æææ 1bÁű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1$¯ Ép`zææ 1ÂkÝ ±b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ z`Éææ 1:1 kÅ×Î K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1:1¯ p`æÉz 3 3 @X@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3¯ Ê`ÐÉz 3XÂkbα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3 ¯ Ê`ææ 3XÂkbÎ ÂŬ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3 .¯ É`ææ 3¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3"¯ Ð`¤p 3¬ ¬Âݱ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3",¯ Ð`Êææ 3¬/@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/¯ Õ`ÕÊæ 3¬/@ ÂŬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/.¯ ÕÐæ`æææ 3¬/@ ÂŬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/.¯ Õ`ÕÊæ 8 8@Å@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ ¤Ð`æ 8@ b×ÅÎÂ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8"¯ ¤`ÐÉÉ 8@ @ݱ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8¯ z`Ð|æ 8ÎÎÂ@ Åű K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ `Ê|æ 9 9Âb ×Îà Âkk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9¯ p`æ ; ;ß K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®;$$:¯ ¤É`pææ > >~@~ 8kΠK±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>8¯ z`|Êz >×XX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>3 ¯ æ`æz >×XX ¤| Þ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9>3 ¤|¯ æ`ææ¤ >×XX ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>3 .¯ æ`¤p¤ 8@± .x± ® °¯ æ`ÉÐ Õ`zp ¤`z ¤`æp r ´¤`æÉ |`ÉÕ ¤`Ê æ`ÐÊ Õ`æ¤ ¤`ÐÕ Õ`¤z Õ`zÕ Õ`Êæ ´¤`ÊÐ ´æ`æÉ ´¤`pÉ r r ´æ`pÊ æ`Ðp ´æ`Õ| r ´æ`Õ æ`| r ¤`p¤ æ`ÕÐ æ`Õp ¤`¤É ¤`É æ`ÐÊ Õ`|¤ Ð`p| ¤`Ф ´æ`Ðz |`|¤ r ¤`É ´¤`æ r ´¤Õ`Ðp æ`¤Ð ´Ð`ÕÕ ´æ`pÕ æ`Ê æ`¤p ¤`Õz æ`ÊÉ r ¤`¤Ð r æ`Éz Õ`ÕÊ ´æ`Ðp r ´É`Ê z`|Ð ¤`ÊÉ r ´æ`æp ´¤`Õ¤ æ`zp ´æ`| æ`æz |`ÐÊ ¤`ʤ ´¤`ÐÊ r r |`Õ r ´æ`æp æ`z Ð`ÉÊ ¤`ææ Õ`ÕÊ r ´`pz ¤`|Ê ¤`¤æ æ`|¤ æ`ɤ ´¤`|É æ`Õæ r Õ`|Õ æ`Ðz æ`pÊ ¤`ÊÕ ¤`Ð ¤`Õz Õ`ÉÐ ¤`Ê Õ`z Õ`æ| Õ`ÐÐ æ`|Ð r r æ`ÉÉ ´¤`¤Õ æ`ÉÐ ´æ`Õp ¤`p r r 8@×Î@ @ 椤æ¤| ° ¤|±¤æ±¤| ¤|±¤¤±¤| ¤Õ±¤Õ±¤| ¤|±æ¤±¤z ¤Ð±æÕ±¤z ¤Ð±æб¤z ¤Ð || ÉÕ ¤æz ¤Ðz ¤ÊÐ *À° iÌÌ ,i`° ` `¤ `Õ `pæ `ÐÉ æ`æ `¤É æ`¤¤ Il governo sonda le Casse per un fondo Pmi (f. sav.) La Cassa degli avvocati si dice già pronta a partecipare. Il progetto del governo di attivare un fondo da 3-5 miliardi con la partecipazione della Cdp per rilanciare l’economia attraverso investimenti che coinvolgano le piccole e medie imprese sembra prendere quota. L’obiettivo sarebbe quello di poter contare su risorse fresche da destinare alle Pmi per investimenti mirati e certificati dal ministero dell’Economia dirottando una parte dell’immenso patrimonio delle Casse previdenziali private che è di circa 60 miliardi. Il governo, in cambio, starebbe studiando alleggerimenti fiscali. Le Casse sono infatti sottoposte ad una tassazione del 20%. Decisamente alta rispetto al range europeo. © RIPRODUZIONE RISERVATA 8@± ! æÕËæ¤ËÕæ¤| ® °¯ ®kׯ ¤Ð`¤¤ Õ`pææ ´|`zÕ z`¤z ¤¤`zp z`Õ¤æ ´ÊÕ`zÐ æ`æÉÉ r r ¤æ`Ép ¤`|pz Õ|`Õz ¤`¤|æ ÐÕ`Ê æ`|æ Ðæ`ɤ ¤¤`¤zæ |Õ`¤Õ æ`pæz ´Õ|æ`pz æ`zæÕ ÕÐ`zp æ`ÕÉÊ p`ÕÉ ¤`ææz Õp`zÉ æ`æÐÕ ´Õ¤`¤¤ |`æ¤æ ´Ê`æ Õ`ÉÕÊ ´Ðz`p Ð`|Ê| r r r r ¤`|z æ`ÐÊÕ ´¤`ÐÉ ¤`ÕÕ¤ ´¤`Õ¤ Õ`|Êæ ´¤`ÊÐ ¤`|¤Ê ¤Õ`|É Õ`¤ææ ´ÐÉ`ÕÐ æ`zæ| r r Õ`¤ Ð`æÊæ |`ÊÉ ¤`ɤР¤Õ`pÐ ¤æ`pÉæ ´Ê`Ð p`pææ ´¤Ð`æ z`ææ z`|Ê æ`ÕÊÕ ÐÊ`Ðæ æ`ÐÊz z`p æ`ÕÉæ ´Ê¤`|¤ `Õzæ ÕÕ`ÉÐ ¤|`ææ ´¤æ`ÉÐ æ`ÕÊ| ´¤`|Õ Õ`¤| ¤|`Ê ¤`æÊ ´ÕÊ`æ| ¤æ`ÐÐæ ´|`Ép |`||æ ´ÐÕ`pp æ`|pz Õ`ÉÕ æ`¤|É ´Ê`¤É ¤`ÕÉp ´z`Ðp ¤¤`ÕÉæ É`pÊ Ê`ÕÊz ¤p`ÉÕ z`|Éæ ÐÉ`É| ¤¤`æÉæ ´Ê`¤z ¤z`|Ðæ r r Ðp`¤Ð Õ`pÐ| Ê`Ê ¤æ`Õzæ |`p æ`ÉpÊ ´Õæ`ÕÊ ¤æ`pææ ´z`ÊÉ ¤¤`pÉæ r r ÕÕ`ÕÕ æ`ææ¤ ´ÐÕ`ʤ æ`|pæ ´Ê`ÊÕ Ð`pÕ ´Ê|`æp æ`ÕÐz ´Ð`ÊÕ ¤¤`Ðpæ ´¤z`zÕ É`Õ¤z Õæ`|Ê æ`æpz ´¤`É ¤`Ðz ´É`¤ Ð`É| Ðæ`Õ Õ`Éææ ´¤¤`Êæ z`ÊÐæ `zp ¤`pÊp r r r r ¤É`É æ`Õ r r ´|`p z`|Éæ ´z`z¤ Õ`¤É| ´Õ`ÊÐ æ`ÐÕÕ ´¤`æ| æ`|ÊÉ ´Õp`ÐÉ æ`Éæ Õ`pæ ¤`¤Êæ ´Õzz`|z æ`¤É¤ ´Õz`ÕÉ æ`zÊ| ´¤|`¤¤ ¤|`pææ ´p`É| Ð`zÊæ ÕÕ`pp 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Xk@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ `zÉæ XÎk Â׬ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® $¯ ¤Ê`æ|æ X¶×k ,Î@N ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ,¯ ¤`æz XÅ~@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® /¯ ¤`ÕÐæ bk¬±Âkäk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤Ð`|ææ kbkÅ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`æÕz kxxk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤`p¤æ £ .kkÞ@NkÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ r k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®."¯ Ð`Õ¤æ NkÎkÅű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ æ`|Éæ ¬x ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!,¯ |`ÐÉæ @ b~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"!¯ |`ÐÐæ Å@b /ÎÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1/¯ p`p|æ Âk@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ r ÅX¬@Ýk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/ ¯ ¤`Éæ ÅÎ@b K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ Ê`æææ Î@Î@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ ¤`Õ|æ ×Î~±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Ê`ÕÊæ ×ÎÅÎÂ@b@ 1!±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ ¤æ`ÉÕæ ×ÎÅÎÂ@bk !k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®31!¯ ¤z`Ðpæ ä×α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>!¯ ¤`zæ G /¬k@kÂÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ z`Õæ @X@ kkÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ Õæ`æ @X@ xÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤z`æææ @X@ ,¬± @ .±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ Ê`æÕz @X@ ,¬± /b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,/$¯ Ð`Ðpæ @X ,¬@Âk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ ¤¤`ÕÐæ @X ,¬@Âk Þ¤æ ±±±±±±±±±±±±±±±®9,¤æ¯ r @ÅXkα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ Õ`Õææ @ÅÎ~±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Õ`ÕÕ| ÎkX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤z¤`æææ X@ @Â~k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® .¯ æ`¤æ| X@ @Â~k  ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ..¯ ¤`ÕÕÊ X@ @Î K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`|Êz X@ ÎkÂN@Âk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ Ð`|Ép X@ ,¬±ÎÂ×Â@ k @ä K±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ æ`Ê| X@ ,¬±!@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,!¯ æ`ÊÕ| X@ ,¬±/¬kα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,$¯ r X@ ,Âx ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.$¯ æ`Ð|Õ X kÅÂ@ä@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Õ`ÊÊæ X kÅÂ@ä@ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Õ`|zæ X /@Î@bk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/"1¯ É`z¤z X /@Âbk~@ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.,¯ ¤¤`¤ææ kk 1k@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ æ`|pz k~k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`|Õp k /Î@N ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"/¯ æ`zzÐ kÅÎ 3 ± ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ ¤`pÉæ @kÎÎ b×ÅÎÂk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`zÕÕ @X@@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® !¯ æ`zÊÐ kÅÅk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ É`zæ kÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`Ðææ k @Âα ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ r ä K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>¯ Ð`¤pÕ ±kÂÂ@Âkű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Õ`Õææ Â~ÅkÅ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ æ`É Â~ÅkÅ@ ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$.¯ r ÂkN K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ ÕÊ`Õ¤æ ÂÅX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ æ`¤æÉ Â×k ×Xk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ ¤Ê`zÉæ ×ää 3Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>3¯ ¤æ`|ææ ×ää 3Xk ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>3.¯ Ê`|Ðæ @b Î K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ |`ÐÕæ @ ± K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ z`zææ @kxx ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ ¤`|Éæ @Î@~Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® 1¯ Õ`ÐÐæ @Î@~Âk b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ ¤`æÐÉ @¬@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ,.¯ z`ÊÊz @¬k Ýk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ Õ`Õæ @ÂÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ..¯ Õ`æææ @ÎÎX@ Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® //¯ ¤Ð`zpæ k 1kÂ@¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® 1 ¯ ¤`zæ kNÂk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® !¯ ¤æ`|ææ kkΠK±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® !¯ |`ÉÉæ kα @ÎÎk 1 K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® 1¯ Ð`æÕæ kÂ@± .XXkÎÎ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. ¯ æ`Õp kÂÝkb±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® .8¯ |`ppæ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ æ`æ|z ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ æ`ÕÊÕ XXk@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ æ`ÕÉ| ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® .¯ æ`Õ| @ÅÅ bα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ æ`Ðzz " b×ÅÎÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® "¯ Ê`¤Êz xbk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® $¯ æ`||Õ ~kk /kα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® $¯ r @x ,ÂkÅÎÎÁ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ",¯ æ`Ðp Âkb± ÂÎ~@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® .¯ r Âkb± @±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ Ê`||z Âkb± 8@ÎkkÅk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® 8¯ æ`pÊæ ÂkŬ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® .¯ r Ŭ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® /,¯ ¤`zÕæ ÁX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ æ`|¤z ÁX ¤Ê Þ@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9/¤Ê¯ æ`æÉÉ @b@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Ð`æz| @@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!"¯ ¤`ÕÉp @k ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ Õæ`ÊÐæ @k ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®".¯ ¤z`¤Êæ @Î@~X K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ p`Õpz kÁ~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤z`Ézæ k@ @¬Î@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤`|ʤ kX@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ ¤`zææ @Å K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Õ`ÐÐæ ~Î@ ÂÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Ð`ÕÕæ @ Â׬ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ Õ`Êzæ !1 K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ |¤`Ðæ ±$±1± quindi successivamente al periodo in cui è stata effettuata la manipolazione, ha sottolineato che la banca è impegnata a impedire che comportamenti come questi si ripetano in futuro. !kÎk @×Âkk $Â Õ ÅkÎ k@ kÎÎkÂ@ /ÎkÂ@ ®Ý±X¯ Õ¤É`| Õ|æ`æz /ÎkÂ@ ®±X¯ Õ¤`æÊ Õ|z`¤| /ÎkÂ@ ®¬ÅαÉ|¯ Õ¤`æÊ Õ|z`¤| Â×~kÂÂ@b Õ`æ ¤±æ¤Õ`æÉ !@Âk~ Î@@ ¤ÉÐ`¤| ¤É`p¤ !@Âk~ /Ýääk ¤ÉÕ`p ¤Ð`ÉÐ !@Âk~ Â@XkÅk¤É¤`z¤ ¤¤`ÕÊ $ !@ ®×ÂË~±¯ Ф`Õ¤ Ф`¤Ê $ bÂ@ ®×ÅbËX@¯¤±Õ¤É`Éz ¤±Õ¤`zæ Â~kÎ !@ ®×ÂË~±¯ r |ÊÉ`Ê ,@Î !@ ®×ÂË~±¯ r Ð|`Ép ,@@b !@ ®×ÂË~±¯ r Õæ`Ð Õ ÅkÎ ×ÂN !@ÎÎ /kÂ@ ,k± ¤ ÅkÎα ¤ kÅk Õ kÅ Ð kÅ | kÅ z kÅ 1±ÐÊæ æ`ææ æ`ææÉ æ`æ|Ð æ`æpÐ 1@ÅÅ ÐÊz æ`ææ æ`ææÉ æ`æ|| æ`æp| ,k± 1±ÐÊæ Ê kÅ æ`¤p| É kÅ p kÅ kÅ æ`ÕzÐ ¤æ kÅ ¤¤ kÅ ¤Õ kÅ æ`ÐÐ ÐÊz æ`¤pÉ æ`ÕzÉ æ`Ð|| -VÌ ÌiÀÛ Î@@ ä]äx ×Â¤É ä]äx @@b@ ä]Ç @@ÂX@ ä @b@ ä]äx Â@X@ ä]äx æ`æz æ`æz ¤ æ æ`æz æ`æz -VÌ ÌiÀÛ kÂ@@ @¬¬k ±± 3/ /Ýkä@ ä]äx ä]Î ä]Óx ä]Óx æ`æz æ`¤ æ`z æ`Õz æ`Õz $./ /1. 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± ± ± ± ± ± ± ± ± ± z`|¤ @ä ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤Õp`zæ @àk ~± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤æ`ææ kkÂÅbÂx ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÊÊ`ÕÐ Þ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± pz`Õ¤ kÂäN@ ~ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤¤`ÉÐ k×ÎÅXk @ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÕÉ`| k×ÎÅXk ,Åα ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± Õz`ÕÐ k×ÎÅXk 1kk ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤¤`¤ Î ×xÎ@Å@ ~± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤Õ`z¤ ×~ ÅÅ ~ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± `zz !kΠ~ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÕÊ`¤z /kkÅ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± Ð`|Õ 8ÅÞ@~k ~ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤Ê|`æ ,. ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± Õæ  ¶×bk ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± z`ÕÊ ÅÎ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÕÉ`ææ ß@ / ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤`|Ð ¬ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± zÕ`æp @¬ k ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± zÊ`ÕÉ @ÂÂkx× ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± Õ|`ÐÕ @Å ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± 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Requisiti: Diploma di Perito Meccanico; esperienza professionale di 3-5 anni nel ruolo presso aziende produttive del settore metalmeccanico; costituirà titolo preferenziale la conoscenza della normativa ISO9001. Sede di lavoro: Provincia di Varese Inviare CV digitando il codice 6379 nel campo “cosa?” del motore di ricerca sulla homepage di Trovolavoro.it Inviare CV digitando il codice 6373 nel campo “cosa?” del motore di ricerca sulla homepage di Trovolavoro.it Ambiti principali di responsabilità: scoring di valutazione del portafoglio clienti, valutazione dei risultati dal punto di vista commerciale e presentazione in collaborazione con il team di vendita; analisi di processo e di dati; coordinamento dello sviluppo del software nell'area dei processi di produzione. Requisiti: Diploma di laurea; ottima conoscenza di SQL; ottima conoscenza del tedesco, inglese e italiano; passione per l'elaborazione e l'analisi di grandi quantità di dati; conoscenza dei metodi statistici. Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell’art. 13 D.lgs. 196/03. Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell’art. 13 D.lgs. 196/03. Martedì 30 Settembre 2014 Corriere della Sera Trovolavoro ricerca per una realtà italiana con oltre 60 Milioni di fatturato e specializzata nella distribuzione di componentistica, nell’ottica del potenziamento della propria struttura, un: CREDIT MANAGER I principali compiti sono: definire e controllare le linee di fido alla clientela; gestire e monitorare il credito di un portafoglio di 3.500/ 4.000 clienti; implementare strategie e azioni per il recupero crediti; tenere i rapporti con gli studi legali della Società per le pratiche in contenzioso. Requisiti: quisiti: il candidato/a è laureato preferibilmente in discipline economiche ed ha maturato una esperienza decennale nella stessa mansione in primarie aziende organizzate e dotate di moderni sistemi informatici. provincia di Monza-Brianza Sede di lavoro: lavoro: provincia Inviare CV digitando il codice 6380 nel campo “cosa?” del motore di ricerca sulla homepage di Trovolavoro.it Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Trovolavoro ricerca per uno dei più importanti protagonisti del mercato automotive, per il potenziamento della propria rete commerciale, un: SALES SPECIALIST PLT Trovolavoro ricerca per una Società appartenente ad un primario Gruppo Industriale italiano operante nel settore chimico, un: Trovolavoro ricerca per un’importante realtà aziendale che si occupa di sviluppo commerciale, marketing e finanziario amministrativo, la persona che ricoprirà il ruolo di: NEOLAUREATO IN CHIMICA AMMINISTRATORE DELEGATO Il candidato sarà responsabile, per la propria area geografica di competenza, della promozione e della vendita dei prodotti aziendali costituiti da specialità chimiche e/o di chimica fine destinati a vari settori industriali. Requisiti: Diploma di Laurea specialistica in Chimica o Chimica Industriale; solida padronanza della lingua inglese; preferenziale esperienza lavorativa, anche breve, in ruoli commerciali. Reale disponibilità a frequenti trasferte sui mercati esteri. Le condizioni di inserimento - con contratto di lavoro subordinato - saranno correlate al livello di professionalità maturata. Avrà la responsabilità di guidare l’intero gruppo al raggiungimento degli obiettivi condivisi con il Consiglio di Amministrazione, coordinando, indirizzando, motivando e coinvolgendo le persone. Chiamato al raggiungimento degli obiettivi finanziari e di business, fornirà analisi puntuali sull'andamento aziendale e supporterà le decisioni di politica aziendale attraverso dati e reporting. Il candidato è un Manager con una laurea in Discipline Economico - Scientifiche, e possibilmente un MBA, che abbia maturato una significativa esperienza in analoga posizione con un’estrazione finanziaria presso aziende strutturate e con un volume di affari di almeno 20 milioni di Euro. Sede di lavoro: provincia di Monza e Brianza La sede di lavoro è in Umbria. Inviare CV digitando il codice 6374 nel campo “cosa?” del motore di ricerca sulla homepage di Trovolavoro.it Inviare CV digitando il codice 6376 nel campo “cosa?” del motore di ricerca sulla homepage di Trovolavoro.it Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell’art. 13 D.lgs. 196/03. Trovolavoro ricerca per un’affermata multinazionale che produce e commercializza, tra le sue famiglie di prodotti, sistemi di automazione che consentono una gestione automatizzata del magazzino e delle scorte nelle farmacie e negli ospedali, un: TECNICO ASSISTENZA IMPIANTI - Settore automazione – Il candidato sarà il punto di riferimento per l’assistenza tecnica sugli impianti per la propria area di competenza. Seguirà l’installazione e il collaudo presso i clienti; la gestione della manutenzione ordinaria e straordinaria. Requisiti: Diploma Tecnico; precedente esperienza di almeno 3 anni nel campo dell’assistenza tecnica nel settore dell’automazione industriale; conoscenza di sistemi di controllo PLC; ottima conoscenza della lingua inglese. È previsto un iniziale percorso di formazione tecnica sugli impianti in Germania presso il sito produttivo dell’azienda. Sede di lavoro: home office Torino con area di competenza Piemonte e Liguria Si richiede inoltre disponibilità a trasferte sull’intero territorio nazionale per brevi periodi. Inviare CV digitando il codice 6377 nel campo “cosa?” del motore di ricerca sulla homepage di Trovolavoro.it Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell’art. 13 D.lgs. 196/03. Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell’art. 13 D.lgs. 196/03. Trovolavoro, on behalf of an Italian subsidiary of the multinational Company leader in the design and manufacturing of Rotary Gear Pumps, Melt Filtration Systems and Polymer Pelletizing Systems, is looking for a: TECHNICAL SERVICE BUSINESS SPECIALIST Job Responsibilities: work in close contact with Customers to proactively support them in an efficient handling of our equipments; visiting Customers; responsibility to supervise, prepare and submit quotation to Customers for spare parts for pumps, screenchangers & pelletizing lines and rotor; to provide a fast support to Customer in case of mechanical / electrical failure with interventions at Customer’s site. Job Requirements: High school degree, technical / mechanical oriented; basic knowledge of Electric / Electronics; Fluency in English; experience in reading and understanding mechanical drawings and part lists is requested; experience in operating in an international team. Availability to travel, mainly on national but not only, up to 50% of the time. Location: Rozzano Inviare CV digitando il codice 6375 nel campo “cosa?” del motore di ricerca sulla homepage di Trovolavoro.it Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell’art. 13 D.lgs. 196/03. Prov Province ince di Bergamo Bergamo,, Br Brescia, escia, Mantova e Cr Cremona emona Il candidato avrà la piena responsabilità, per il proprio territorio di riferimento, della gestione e dello sviluppo del business dei pneumatici dedicati al mondo Vettura e Trasporto Leggero rappresentato dai principali dealer di mercato: Car Dealer e Retail (gommisti). Requisiti: Diploma di Laurea; esperienza di almeno 2 anni in ruoli commerciali e di vendita, preferibilmente nel settore automotive o similari. Preferibile il domicilio nelle province di: Bergamo e Brescia. Area ea di competenza: Province Province di Bergamo Bergamo,, Br Brescia, escia, Mantova e Cr Cremona emona Ar Inviare CV digitando il codice 6378 nel campo “cosa?” del motore di ricerca sulla homepage di Trovolavoro.it Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Corriere della Sera Martedì 30 Settembre 2014 ECONOMIA 37 Trovolavoro Oltre 850 offerte nel mattone Le occasioni della settimana Duecento opportunità Le ricerche di Tecnocasa, Gabetti e Toscano per agenti, consulenti e mediatori tra turismo, credito e alta tecnologia Nonostante sia un momento ancora difficile a livello economico, il settore immobiliare resiste e non mancano le opportunità di lavoro. Tra i gruppi che stanno crescendo c’è per esempio Tecnocasa che entro la fine del 2014 prevede di aprire 108 agenzie in franchising su tutto il territorio nazionale, per ognuna delle quali saranno necessari 4 collaboratori. I nuovi punti vendita saranno suddivisi nei diversi brand Tecnocasa, Tecnocasa per l’Impresa, Tecnorete, Tecnorete immobili per l’impresa per l’intermediazione immobiliare. È infatti previsto anche un piano di sviluppo della rete industriale e commerciale. Il franchising immobiliare può essere inoltre un’opportunità per chi intende avviare il proprio progetto imprenditoriale e ha già avuto esperienza come agente. Ma quali le caratteristiche dei profili che verranno arruolati nei prossimi mesi? «Siamo alla ricerca di giovani collaboratori neodiplomati da far crescere nel nostro gruppo e che abbiano la capacità di instaurare buone relazioni, abbiano doti commerciali e voglia di avviare un’attività imprendito- Oreste Pasquali, fondatore e presidente del gruppo Tecnocasa, che entro l’anno prevede di aprire 108 agenzie in franchising riale», spiega Luigi Sada, amministratore delegato di Tecnocasa franchising (www.tecnocasa.it; lavora con noi). Da segnalare, sempre a proposito di inserimento di nuove leve in azienda, che il gruppo è inoltre partner del tour universitario #NonCiFermaNessuno (partito lo scorso 25 settembre con il testimonial Luca Abete, inviato di «Striscia la notizia»), nel corso del quale sta incontrando gli studenti dei principali atenei d’Italia per offrire opportunità di lavoro concrete. Un’altra grande realtà del set- Da gennaio Un master nelle ferrovie Il gruppo FS seleziona giovani ingegneri neolaureati per l’accesso al master di II livello in Ingegneria delle infrastrutture e dei sistemi ferroviari. L’impegno del master è a tempo pieno, per 7 mesi da gennaio 2015. Previste borse di studio. Domanda di ammissione su web.uniroma1.it/masteriisf/ tore che ha progetti di espansione e che incrementerà il suo personale è Gabetti. In particolare per «Gabetti condominio», il nuovo servizio del gruppo dedicato alla gestione dei condomini, la società ha intenzione di allargare la sua squadra con un centinaio di affiliati che avranno a loro volta bisogno di tre collaboratori per ogni agenzia. Un progetto con il quale intende offrire un ventaglio di possibilità che spaziano dal risparmio energetico alla manutenzione programmata e preventiva alle ristrutturazione, fino ai servizi assicurativi, ambientali e tecnici ([email protected]). La ricerca è estesa sia a giovani neodiplomati sia a candidati con esperienza. Mentre tra le posizioni aperte da Toscano vi sono un centinaio di stage per consulenti immobiliari, una ventina per agenti immobiliari esperti in tutta Italia, 30 per mediatori creditizi, 4 per agenti assicurativi a Roma, una segretaria a Roma, due architetti esperti a Roma (www.gruppotoscano.it; lavora con noi). Irene Consigliere Cambi di poltrona L’84% degli italiani: meglio la formazione di un aumento Nierling sale in Porsche Consulting Giuliani Thompson in Kairos ILLUSTRAZIONE DI XAVIER POIRET obiettivo a breve — enfatizza l’amministratore delegato di Kelly services Stefano Giorgetti — ma i dipendenti mirano giustamente a crescere professionalmente». Tutta questa tensione positiva verso la carriera futura rinunciando al progresso immediato, tuttavia, ha un risvolto meno virtuoso se si tiene conto che solo circa uno su sette lavoratori italiani (il 15%) è convinto di avere la possibilità di un avanzamento di carriera nell’azienda per cui lavora attualmente. Di nuovo un primato rispetto al resto del mondo, dove la media degli ottimisti è di uno su cinque, ma questa volta un record che segnala la maggior sfiducia dei nostri lavoratori verso le prospettive attuali e che quindi fa propendere verso © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Il sondaggio I lavoratori italiani sono lungimiranti. Preferiscono una formazione che fornisca nuove competenze per proiettarli verso una posizione migliore nel mercato del lavoro, piuttosto che una promozione immediata (con retribuzione più alta) che rischia di esaurire le prospettive di carriera. Lo afferma la multinazionale delle risorse umane Kelly Services che ha interpellato 231 mila persone (4 mila in Italia) di 31 Paesi e ne ha concluso che, in questo saper essere “imprenditori di se stessi”, gli italiani primeggiano. Il baratto promozione-formazione, infatti, convince l’84% dei lavoratori nostrani, contro una media del 57% per gli altri salariati del resto del mondo. «La promozione a spese delle competenze può soddisfare un Giorgio Ferrari, presidente del gruppo Credem Disneyland Paris — 70 giovani Il 5 ottobre a Roma si terranno i colloqui per selezionare 70 ragazzi che interpreteranno in costume, presso il parco di attrazione Disneyland Paris a Marne La Vallée, i personaggi. I candidati devono essere madrelingua italiani, conoscere molto bene o il francese o l’inglese e saper ballare. Il contratto offerto è a tempo determinato (durata minima 4 mesi) e la retribuzione lorda mensile è di 1490 euro. Info: [email protected] . Tenaris — 30 laureati Tenaris ha in corso fra le 10 e le 15 ricerche rivolte a neolaureati in ingegneria che, nell’ambito del Global trainee program, saranno assunti con un contratto di apprendistato di 30 mesi (formazione in aula e on the job a cui aggiungere un mese di formazione presso il Tenaris Campus in Argentina, un’ esperienza sui turni e rotazioni su almeno 2 funzioni diverse). L’azienda propone però anche 15 stage rivolti a laureati di diverse preparazioni. Credem — 100 assunzioni La banca Credem desidera inserire 100 diplomati e laureati di massimo 30 anni che abbiano sviluppato un percorso di studi in ambito economico, bancario, giuridico, scientifico e nella comunicazione e nel marketing. L’inserimento prevede, dopo un iniziale inserimento come operatore di sportello, un percorso in ambito commerciale che potrebbe condurre a ruoli di coordinamento in rete oppure all’interno degli uffici di direzione centrale. a cura di Luisa Adani una domanda di formazione con la speranza di migliorare la propria posizione. «Per questo — aggiunge Giorgetti — lo sviluppo delle competenze deve diventare una priorità per le aziende che vogliono migliorare l’impegno e la produttività dei dipendenti». Peccato però che in questa direzione i segnali positivi siano scarsi. Infatti, a fronte di un 35% di intervistati che in Italia dichiara di aver usufruito delle opportunità formative offerte dall’azienda, solo una sparuta minoranza del 4% di italiani (contro una media globale del 29%) ritie- ne che siano state adeguate. La conseguenza è che il 52% dei lavoratori italiani, per avere più chance in futuro, ha dovuto autofinanziare la propria formazione. Ancora più preoccupante è che, di questi temi, in azienda se ne parli poco. Solo il 36% dei lavoratori italiani ha discusso il tema dell’avanzamento di carriera con il proprio datore di lavoro, a fronte di percentuali invece significative in Paesi come Cina (61%), Russia (57%) e Germania (56%). Enzo Riboni Nella foto in alto Luigia Giuliani Thompson. Sotto Leopoldo Montanari Leopoldo Montanari, 51 anni, ha assunto il ruolo di amministratore delegato di Arriva Italia, società di servizi di trasporto passeggeri e logistica. Vanta esperienze in LeM e Reply. Roberto Busso, 49 anni, è il nuovo amministratore delegato di Gabetti Property Solutions. Ha maturato esperienze in Reag. Andrea Corbino, 47 anni, ha ricevuto gli incarichi di casualty underwriting manager e deputy general manager della branch italiana di Qbe Insurance. Ha lavorato in Rsa Global Specialty Lines, Swiss Re, Ge Insurance, Eni e Allianz. Josef Nierling, 42 anni, è stato nominato amministratore delegato di Porsche Consulting. Vanta esperienze in Fraunhofer Institute e Bosch. Luigia Giuliani Thompson, 50 anni, è stata chiamata da Kairos, gruppo di private banking, come responsabile ufficio legale. Ha maturato esperienze in Carim, Royal Bank of Scotland, Bipop Carire e Calyon Zoran Radumilo, 47 anni, croato, è diventato innovation sales director di Sap Italia, filiale della multinazionale del software. Vanta esperienze in Cisco e Telecom. a cura di Felice Fava [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Tutte le inserzioni relative ad offerte o ricerche di lavoro debbono intendersi riferite a personale sia maschile che femminile, essendo vietata ai sensi dell’art. 1 della Legge 9/12/1977 n. 903, qualsiasi discriminazione fondata sul sesso per quanto riguarda l’accesso al lavoro, indipendentemente dalle modalità di assunzione e qualunque sia il settore o il ramo di attività e in osservanza alla legge sulla privacy (L. 196/03) Veneto Banca, primario Gruppo Bancario a livello nazionale, per potenziamento propria struttura IT, RICERCA PROGRAMMATORI ALESSANDRO PROTO CERCA: STAGISTI Proto Group, società leader nella consulenza aziendale e real-estate, cerca per i propri uffici di Milano Formazione interna. Chiediamo ambizione, audacia, anticonformismo. Astenersi chi non ritiene di avere i requisiti richiesti inviare CV a [email protected] Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. AZIENDA LEADER NEL SETTORE AUTOMOTIVE PER IL POTENZIAMENTO DELLA PROPRIA STRUTTURA, RICERCA RESPONSABILE REPARTO PRODUTTIVO Inserito all’interno della Direzione Operations il candidato avrà la responsabilità di tutte le attività connesse alla produzione, con lo scopo primario di realizzarla nelle quantità e qualità e nei tempi stabiliti, nel rispetto dei programmi definiti. Avrà la responsabilità di organizzare, gestire e motivare personale di produzione impiegato su tre turni di lavoro, nonché l’obbligo di garantire efficienza ed efficacia della produzione nel rispetto dei parametri quali-quantitativi. Il candidato ideale, in possesso di Laurea in Ingegneria deve aver maturato una pluriennale esperienza in aziende produttive altamente automatizzate, in analoga posizione. Sono indispensabili buone doti relazionali, forte orientamento all’innovazione, leadership e capacità organizzativa. Il ruolo prevede la responsabilità del reparto di produzione motori. Dovrà, inoltre, concorrere alla definizione delle soluzioni tecnologiche più idonee per promuovere la qualità e l’efficienza delle linee di produzione elettroniche, ad esempio secondo le norme IPC e standards automotive. È preferibile la conoscenza della lingua inglese. Sede di lavoro: Correggio (RE). Gli interessati sono pregati di inviare dettagliato Curriculum Vitae a mezzo fax al 0522/731600, oppure per e-mail [email protected], autorizzando espressamente il trattamento dei dati in conformità alla Legge 196/2003 sulla privacy, oppure presentare domanda di assunzione recandosi presso: SPAL AUTOMOTIVE SRL, Via per Carpi, 26/B 42015 Correggio (RE). Laurea in Informatica e/o simili; Candidati con esperienza, o neo laureati; Buone competenze tecniche sui principali linguaggi di programmazione; Ottima capacità di team working. Retribuzione e inquadramento saranno commisurati al livello di esperienza maturato. Sede di lavoro: Montebelluna (TV). Inviare cv a [email protected] www.trovolavoro.it Trovolavoro ricerca per un’affermata società di consulenza strategica ed organizzativa europea, presente sul mercato italiano da 40 anni, per il potenziamento della filiale di Milano, un: ANALISTA D’IMPRESA La risorsa, a diretto riporto del Direttore Generale, si occuperà, presso le sedi di PMI appartenenti a differenti settori merceologici, di progetti di analisi e valutazione economico/finanziario ed organizzativo/gestionale finalizzati a proporre soluzioni e progetti di miglioramento alle aziende. Requisiti: consolidata esperienza professionale di almeno 10 anni in ruoli manageriali; competenze in ambito organizzativo, gestionale, risorse umane, economico, finanziario, marketing e commerciale. Automunito, disponibile a trasferte settimanali in tutta Italia. Inquadramento con contratto di somministrazione seguito da contratto a tempo indeterminato strutturato con una retribuzione fissa ed un importante compenso variabile commisurato ai risultati raggiunti. Sede di lavoro: Milano, con disponibilità a trasferte settimanali su tutta Italia. Inviare c.v. digitando il codice 6369 nel campo “cosa” sulla homepage di Trovolavoro.it. Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Lo Studio Pagliacci, sito in Milano dal 1950, riunisce sotto un unico Logo, Dottori e Ragionieri Commercialisti, Consulenti del Lavoro, Liberi Professionisti, Legali e Società di Servizi che offrono alla Clientela una assistenza a 360° per la gestione ed organizzazione della attività economica, gestionale ed imprenditoriale. Esprinet, leader nella distribuzione “business-to-business” di informatica ed elettronica di consumo in Italia e Spagna, è alla ricerca di un/una: Lo Studio Pagliacci è alla ricerca di PRATICANTI - ADDETTI IN AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE Per appuntamenti telefonare a Studio Pagliacci tel. 02.43810301 o scrivere alla e-mail [email protected] Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. WEB DEVELOPER La persona inserita avrà l’obiettivo di sviluppare, in team o in autonomia, i processi in ambiente web, seguendo i diversi progetti in ambito e-commerce o relativi ad applicazioni interne; È richiesta buona esperienza di programmazione in ambito Microsoft (Linguaggio C# e programmazione ad oggetti in generale, ASP.NET MVC/ WebForms, Linq ed EntityFramework Code First), esperienza nella progettazione e sviluppo di siti web, buona conoscenza di linguaggi client-side (jQuery/AngularJS) ed esperienza di programmazione Transact-SQL. Sede di lavoro Vimercate (MB). I candidati in possesso dei requisiti richiesti possono inoltrare la propria candidatura a: [email protected] Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Martedì 30 Settembre 2014 Corriere della Sera 38 Cultura & Spettacoli Verso il Nobel Murakami favorito per il terzo anno Il giovedì del Premio Nobel per la Letteratura si avvicina (la stampa svedese è incerta tra le date del 2 ottobre e del 9, la data sarà comunicata dall’Accademia soltanto poco prima) e le previsioni sul massimo riconoscimento letterario si scatenano, come pure le scommesse. Il giapponese Haruki Murakami (foto) per il terzo anno consecutivo è il favorito (è dato 5 a 1), seguito a breve distacco dallo scrittore africano Ngugi wa Thiong’o (6/1). Per le società di scommesse entrano nei pronostici, pur meno favoriti, anche l’algerina Assia Djebar, l’ucraina Svetlana Aleksijevitj e il norvegese Jon Fosse, oltre al poeta Adonis e a Milan Kundera, e al candidato di lunga data Philip Roth. Tra gli italiani compaiono i nomi di Umberto Eco e Dacia Maraini. (c. br.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Dopo la scoperta dell’America circa 12 milioni di neri vennero trasportati dall’Africa oltre l’Atlantico. Le imbarcazioni destinate a quel traffico furono il cardine sul quale ruotava la prima forma di globalizzazione economica di Paolo Mieli I l 25 agosto del 1775, quando i marinai di Liverpool avevano appena finito di attrezzare la nave «Derby» in preparazione di un viaggio alla volta dell’Angola (per trasportare schiavi dalla costa africana alla Giamaica), il comandante, Lucas Mann, annunciò che avrebbe ridotto la paga mensile da trenta a venti scellini. Tanto, disse, «di manodopera ce n’è quanta ne voglio». Per reazione i marinai sciolsero il cordame e lo lasciarono sul ponte in un ammasso aggrovigliato. L’armatore, Thomas Yates, chiamò le guardie che arrestarono nove ribelli e un giudice li condannò all’istante. A questo punto sul molo si radunò una folla decisa a liberare i «fratelli marinai». Ci riuscirono. Di lì ebbe origine una nuova forma di protesta, che presto si sarebbe trasformata in una vera e propria insurrezione. Liberati i loro compagni, i marinai si dedicarono a disattrezzare le navi dell’intero porto. Si diressero poi al quartier generale dei mercanti per avanzare la richiesta che si tornasse alla paga di sempre. Dal Mercantile Exchange furono esplosi dei colpi e alcuni lavoratori del mare restarono uccisi sul selciato. I loro «fratelli» risposero colpendo l’edificio con proiettili dei cannoni presi dalle navi. Non solo. I rivoltosi marciarono compatti dietro George Oliver che portava il bloody flag, la bandiera rossa che nel codice dei pirati annunciava la loro intenzione di non chiedere né dare quartiere: sarebbe stata, la loro, una battaglia all’ultimo sangue. Liverpool ammutolì terrorizzata. La rivolta durò una settimana, finché fu domata dal reggimento di lord Penbroke che, dopo aver marciato una notte intera da Manchester sotto la pioggia, si presentò in una città stremata, riuscendo in poche ore ad aver ragione dei ribelli. Nacque in quei giorni quello che oggi chiamiamo sciopero e che in inglese prende il nome (strike) proprio dall’azione compiuta dai marinai di «abbattere» le vele delle navi. Non tutte le navi, però. Solo quelle impegnate nel commercio di schiavi. A questo genere di imbarcazioni è dedicato il libro La nave negriera di Marcus Rediker, in uscita dal Mulino. Su quei velieri per quattro secoli circa — dalla fine del XV alla seconda metà del XIX — viaggiarono da una parte all’altra dell’Atlantico, in quello che venne definito il «passaggio di mezzo», 12 milioni di neri deportati, due terzi dei quali tra il 1700 e il 1808. Con una quantità impressionante di morti: un milione e mezzo. Ai quali se ne deve aggiungere un numero ancora più imponente (un milione e 800 mila) di deceduti nel corso del viaggio che li aveva trasportati dalle zone interne dell’Africa a quelle costiere. Più 750 mila trapassati durante il primo anno di lavoro nel Nuovo Mondo. Per un totale di oltre quattro milioni. Una mostruosità che ha IL LABORATORIO NAVE NEGRIERA STRUMENTO DELLA TRATTA DEGLI SCHIAVI MA ANCHE INCUBATRICE DELLA MODERNITÀ Testimone Olaudah Equiano (1745-1797) nacque nei pressi del fiume Niger. Da bambino venne ridotto in schiavitù e trasportato in America, dove però a 21 anni riuscì ad acquistare la libertà. Più tardi si trasferì in Gran Bretagna e scrisse una autobiografia di successo nella quale narrava la terribile esperienza della tratta fin qui offuscato il ruolo che ebbe la protagonista di questo libro, la nave, che pure è stata un elemento fondamentale del passaggio alla modernità. La nave negriera, rileva Rediker, «è stata un argomento trascurato nella letteratura storica sul traffico atlantico di schiavi». Sono state condotte «eccellenti ricerche sull’origine, sulla distribuzione nel tempo, sui volumi, sui flussi e sui profitti della tratta degli schiavi, ma non esistono studi sufficientemente ampi sulla nave che aveva reso possibile un commercio destinato a trasformare il mondo: non esistono analisi dei meccanismi della più grande migrazione forzata della storia, che sotto molti aspetti fu il punto chiave di un’intera fase della globalizzazione; non esistono studi sullo strumento che spianò la strada alla “rivoluzione commerciale” dell’Europa, alla creazione delle sue piantagioni e dei suoi imperi globali, allo sviluppo del suo capitalismo e per finire alla sua industrializzazione». In breve, «la nave negriera e le relazioni sociali al suo interno hanno dato forma al mondo moderno» ed è giunto il momento di renderne conto. Quel vascello, scrive Rediker, «è un fantasma che naviga ai margini della coscienza moderna». Esso fu «uno dei cardini su cui ruotava il sistema atlantico di capitale e lavoro che si stava rapidamente affermando e che coinvolgeva lavoratori liberi, non liberi e in condizioni intermedie, nelle società capitalistiche come in quelle non capitalistiche, in più continenti». Compito del marinaio era trasformare il prigioniero africano in un bene vendibile. E la nave fu il luogo dove questo processo si compiva. I primi ad accorgersi di quale portento fosse quel mezzo di locomozione sui mari furono i futuri schiavi, che, dopo essere stati catturati da altri neri con delle razzie all’interno del loro continente, venivano trasportati sulla costa in viaggi che duravano mesi. Al termine dei quali, avevano la visione sorprendente di quella che molti di Il saggio di Rediker Un microcosmo in cui regnavano la violenza e la sopraffazione Esce in libreria dopodomani, giovedì 2 ottobre, il saggio dello storico americano Marcus Rediker La nave negriera (traduzione di Francesco Francis, Il Mulino, pagine 464, 36), che analizza a fondo il microcosmo costituito dalle imbarcazioni che trasportavano gli schiavi neri dall’Africa alle Americhe. Docente di Storia atlantica all’Università di Pittsburgh, Rediker ha pubblicato diversi volumi tradotti nel nostro Paese, tra cui Canaglie di tutto il mondo unitevi. L’epoca d’oro della pirateria (Elèuthera, 2005) e La ribellione dell’Amistad (Feltrinelli, 2013). Sul tema specifico del traffico di esseri umani attraverso l’Oceano Atlantico, Il Mulino ha pubblicato negli scorsi anni il libro di Olivier PétréGrenouilleau La tratta degli schiavi (2010) e quello di Lisa Lindsay Il commercio degli schiavi (2011). loro definivano «casa con le ali». L’esploratore Mungo Park riferisce nel 1797 che i «prigionieri rimanevano strabiliati alla vista delle navi»: si chiedevano quale fosse «la maniera per collegare insieme le tavole che componevano lo scafo e di tappare le connessure per non fare entrare l’acqua»; erano affascinati «dalla funzione degli alberi, delle vele, delle sartie», si meravigliavano che «fosse possibile far muovere un oggetto così grande con la sola forza del vento». E ancor più si stupivano che, come per magia, quei giganti riuscissero all’improvviso a fermarsi. Olaudah Equiano, lo schiavo che nel 1789 scrisse un’autobiografia destinata a diventare il libro di riferimento di tutti gli abolizionisti, racconta che ritenne fossero gli spiriti a far arrestare la nave. Tanto più che gli schiavi venivano rinchiusi nel ponte inferiore in modo da impedir loro di vedere come l’imbarcazione veniva manovrata, così da scoraggiare tentazioni di ammutinamento. N ell’introduzione al suo libro Principles of Naval Architecture (1784), Thomas Gordon fa un’affermazione radicale: «Poiché indiscutibilmente la nave è la più nobile e fra le più utili macchine mai inventate, ogni tentativo di migliorarla va guardato come ad un’impresa di grande importanza e merita la considerazione dell’umanità tutta». L’origine della nave negriera in quanto «macchina capace di trasformare il mondo», risale alla fine del Cinquecento, allorché i portoghesi intrapresero i loro viaggi verso le coste occidentali dell’Africa. L’importanza specifica della nave negriera, secondo Rediker, fu poi legata a un’altra fondamentale istituzione collegata allo schiavismo: la piantagione. Una forma di organizzazione economica che ebbe inizio nel Mediterraneo durante il Medioevo, si diffuse nelle isole dell’Atlantico orientale per emergere infine, nel corso del Seicento, in una forma nuova e rivoluzionaria nel Nuovo Mondo, specie in Brasile, nei Caraibi e nell’America set- Hans Kelsen Daniel J. Siegel Religione secolare Mappe per la mente Contro l’interpretazione della scienza e della politica moderne come “nuove religioni” Guida alla neurobiologia interpersonale Antonio Alberto Semi David Le Breton Psicoanalisi della vita quotidiana Esperienze del dolore L’umanità è in pericolo? Fra distruzione e rinascita Corriere della Sera Martedì 30 Settembre 2014 CULTURA Val di Taro Il premio «La Quara» sul tema del viaggio Il Premio letterario «La Quara» è stato di recente istituito da un gruppo di appassionati lettori di Borgo Val di Taro (Parma),centro medievale un tempo sotto le Signorie dei Malaspina, Landi, Fieschi e Farnese. Nato sulla scia del «Premio Pen Club», che sino al 2011 si è tenuto nella vicina Compiano, il nuovo premio è finalizzato alla individuazione e alla valorizzazione di scrittori emergenti. Tema della prima edizione del concorso è stata «Il viaggio», reale o fantastico (a fianco illustrato da Fabio Sironi), che ha svolto un ruolo significativo nell’esperienza di vita propria o altrui, narrato attraverso short story, ovvero racconti brevi, incisivi, profondi, significativi come tratti rapidi di un pittore sulla tela. L’adesione al concorso è stata notevole: oltre duecento i racconti pervenuti al comitato esaminatore, che ha selezionato i finalisti. Le loro opere verranno pubblicate in un unico volume per la serata finale. Il vincitore del Premio «La Quara» sarà proclamato dalla giuria, composta dai giornalisti Antonio Ferrari del «Corriere della Sera», presidente; Luigi Alfieri, della «Gazzetta di Parma»; Luca Ponzi della Rai e dagli scrittori Guido Conti 39 e Martina Dei Cas. La cerimonia di premiazione si tiene sabato 4 ottobre (inizio alle 15.30), all’auditorium «Mosconi» a Borgo Val di Taro e si conclude con l’intervento dello scrittore spezzino Marco Buticchi che parlerà del suo ultimo romanzo, La stella di pietra. Luciano Micconi © RIPRODUZIONE RISERVATA altro perché il comandante aveva un incentivo economico per nutrirli e mantenerli in vita nel passaggio di mezzo». Anche la vita del comandante, però, non era tutta rose e fiori, esposta com’era ad avversità, violenze, ammutinamenti. Fu fatto un calcolo, tra gli anni 1801 e 1807, che un comandante su sette moriva durante il viaggio e questo significava che i mercanti dovevano predisporre una catena di comando con uno o a volte due ufficiali pronti a subentrargli: «La stessa fragilità del potere a bordo della nave può aver contribuito ad accrescerne la spietatezza». P tentrionale. La nave e le piantagioni fecero compiere all’economia un salto definitivo nella modernità. In che senso? La nave negriera era «una poderosa macchina per la navigazione», ma era anche di più: «qualcosa di unico nel suo genere». Era infatti «una factory nonché una prigione», e in questa combinazione risiedevano «la sua genialità e il suo orrore». La nave era «una fabbrica, uno stabilimento produttivo in senso moderno; il veliero oceanico era un classico luogo di lavoro, dove mercanti capitalisti ammassavano e confinavano un gran numero di lavoratori poveri e si servivano di capisquadra (comandanti e ufficiali) per organizzare, o meglio sincronizzare, le varie mansioni». Fu il mercante e lobbista Malachy Postlethwayt a teorizzare nel 1745 il «commercio triangolare», secondo cui le navi dovevano partire da porti europei con un carico di manufatti industriali alla volta dell’Africa occidentale, dove li avrebbero scambiati con un carico di schiavi, per poi proseguire per le Americhe dove questi ultimi sarebbero stati scambiati con merci come zucchero, tabacco o riso da trasportare ai porti di partenza. Nel corso di quel viaggio uomini e donne africani erano stati trasformati in merce. L’ingresso «nello sconvolgente, terrificante mondo della nave negriera», scrive Rediker, «rappresentò per i neri catturati una traumatica transizione dal controllo africano a quello europeo». L’unica via di fuga da questa «fabbrica» era il suicidio, compiuto con il lasciarsi cadere in acqua. Una pratica molto diffusa. I comandanti negrieri «si servivano coscientemente degli squali per generare terrore durante il viaggio: contavano infatti su quel terrore, durante le lunghe soste sulla costa africana nel tempo occorrente a completare il “carico umano”, per prevenire sia le diserzioni dei marinai sia le fughe di schiavi». Tutto appariva magico e spaventoso durante il tragitto dall’Africa all’America. Narra Equiano che, quando le onde cominciavano a Il mercato «Il mercato degli schiavi sulla costa africana», un dipinto dell’artista francese François Auguste Biard (1798-1882). Il commercio degli schiavi si sviluppò a partire dalla fine del XV secolo e raggiunse la sua massima intensità nel Settecento. La tratta venne posta al bando nella prima metà del XIX secolo. Quanto alla schiavitù dei neri, l’ultimo Paese americano ad abolirla fu il Brasile nel 1888 sollevarsi, lui e i suoi compagni di viaggio pensavano che fossero segno dell’ira del dio dei mari, al quale si aspettavano di essere sacrificati. Lo stesso accadeva quando vedevano le orche, che scambiavano per «spiriti dei mari». E quando il cibo cominciò a scarseggiare, ritennero più che probabile essere dati in pasto all’equipaggio. Anzi, pensarono che per questo fine erano stati ammassati a bordo. Un secondo momento di grande paura dei neri era all’arrivo, dove, riferiscono le loro testimonianze, al cospetto degli acquirenti, «pensavamo che saremmo stati mangiati da quegli uomini orribili, perché così li vedevamo». Talché dovevano essere fatti salire a bordo «alcuni vecchi schiavi da terra per calmarci». M a il destino dei marinai non era molto migliore di quello degli africani. Per trasportare milioni di schiavi, si dovettero arruolare equipaggi per un totale di almeno 350 mila uomini, il 30 per cento dei quali era composto da ufficiali o lavoratori specializzati che ricevevano particolari incentivi e quindi tornavano ad arruolarsi più spesso dei marinai comuni. Ma ce n’erano poi altri 200 mila e più che si facevano ingaggiare a condizioni di lavoro durissime, paghe modeste, cibo scadente e altissimo rischio di mortalità («per incidenti, abuso di disciplina, rivolte di schiavi o malattie»). Essi venivano descritti dai contemporanei come «rifiuti umani, feccia della nazione». Con le buone o con le cattive «si attiravano a bordo uomini di tutti i tipi… alcuni, ubriachi o indebitati, erano stati costretti a scambiare la prigione della terraferma con una galleggiante». Ecco, appunto, anche per i marinai quel genere d’imbarcazione era una «prigione galleggiante». Appena la nave era distante dalle coste europee, talché nessuno avrebbe potuto scendere, si trasformava in un «inferno sui mari». E qualcuno come James Field Stanfield nel 1788 pensava che in un certo senso «gli schiavi stessero meglio dell’equipaggio, se non ❞ I prigionieri Gli africani rinchiusi nella stiva erano in preda al terrore: temevano di essere mangiati o sacrificati al dio del mare per placare le tempeste L’equipaggio Anche le condizioni dei marinai erano molto difficili in quelle che possiamo considerare delle vere e proprie «prigioni galleggianti» La specializzazione I cantieri di Liverpool cominciarono a costruire bastimenti più grandi, dotati di prese d’aria, per rendere meno atroce la situazione a bordo aradossalmente l’odio per i trafficanti di schiavi (e con esso la battaglia abolizionista) iniziò da un uomo che era stato al loro servizio. Bartholomew Roberts, un giovane gallese, si era imbarcato come secondo di bordo sulla «Princess», una nave negriera in partenza da Londra per la Sierra Leone. Nel giugno del 1719 la «Princess» fu catturata da una banda di pirati il cui comandante, Howell Davis, propose a Roberts di unirsi alla «fratellanza». Roberts accettò, si trasformò in «Bart il Nero» e ben presto divenne il corsaro più famoso della sua epoca: era a capo di una flotta di navi e di molte centinaia di uomini, che catturarono più di 400 mercantili in un periodo di tre anni. Le sue caratteristiche erano quella di passeggiare sul ponte vestito da dandy (gilet damascato, una piuma sul cappello e uno stuzzicadenti d’oro in bocca) e quella di odiare i modi brutali dei comandanti delle navi negriere. Al punto che «lui e la sua ciurma usavano celebrare una sorta di cruento rituale, che chiamavano “dispensazione di giustizia”, consistente nel somministrare una micidiale quantità di frustate ai comandanti accusati dai marinai di comportamenti violenti nei confronti dei neri». Roberts terrorizzò le coste africane, gettando nel panico i mercanti locali. A seguito delle sue imprese, le cose cominciarono a cambiare. La nave negriera ebbe un’evoluzione dettata in un primo tempo da esigenze economiche e in un secondo anche da pressioni degli ambienti abolizionisti. Inizialmente i bastimenti usati per la tratta, ricorda Rediker, non venivano costruiti specificamente per quel tipo di commercio: per tutto il periodo 1700-1808 il traffico di schiavi fu praticato da natanti di tutti i tipi e di tutte le stazze. Dopo il 1750, però, cominciò ad apparire un nuovo genere di nave negriera, specie nei cantieri navali di Liverpool, più grande e dotata di caratteristiche particolari: prese d’aria, fondo rivestito di rame, più spazio fra i ponti. La nave negriera «era una delle più importanti tecnologie del tempo». Il disegno delle navi prodotte a Liverpool subì altre modifiche verso il 1790, come risultato delle pressioni esercitate dal movimento abolizionista e dell’approvazione da parte del Parlamento inglese di una riforma volta a migliorare il trattamento e le condizioni sanitarie di marinai e schiavi. Il Parlamento inglese abolirà la tratta degli schiavi nel 1807 (ma lo schiavismo resterà in vigore fino al 1833). E quella fattispecie di modernità venuta alla luce su quelle navi o a ridosso di esse — con un impasto di accumulazione impetuosa, ribellioni, tensioni interrazziali, insurrezioni violente — lasciò i mari per tornare definitivamente sulla terraferma. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Roth, Naipaul, Pamuk: contro Amazon anche Wylie e i suoi autori Il più importante agente letterario del mondo attacca le pratiche monopolistiche della società di Jeff Bezos dal nostro inviato Massimo Gaggi NEW YORK Nella battaglia di mol- tissimi scrittori contro Amazon, che nel duello senza esclusione di colpi col gruppo Hachette sta travolgendo parecchi autori, creando una potenziale minaccia per tutti, adesso scende in campo anche la «corazzata» Wylie. Fin qui l’offensiva è stata sostenuta dal gruppo Authors United, messo insieme dallo scrittore Douglas Preston (intervistato dal «Corriere» il 9 agosto scorso): una coalizione poderosa di 900 nomi, tra i quali grandi firme come Paul Auster, Ste- phen King, John Grisham e Donna Tartt. Ma mancavano all’appello non pochi «mostri sacri». Per settimane la legione degli scrittori ha bombardato Amazon, accusandola, anche con lettere aperte pubblicate in intere pagine pubblicitarie dei grandi quotidiani, di discriminare gli autori che le sono ostili usando l’enorme potere che le deriva dal distribuire la metà dei libri venduti in America. Poi, visto che la società di Jeff Bezos incassava in silenzio, è partita la «fase due»: gli scrittori si sono rivolti direttamente ai membri del consiglio d’amministrazione di Amazon — banchieri, manager di altre industrie, campioni della fi- lantropia come l’ex capo della fondazione di Bill Gates — chiedendo loro di non restare più in silenzio davanti al «bullismo» della loro società. Ora ha rotto gli indugi anche il più importante agente letterario del mondo. Andrew Wylie si è convinto che quella di Authors United è una battaglia giusta e ha chiesto ai suoi autori di schierarsi contro Amazon. Trecento lo hanno già fatto: tra gli altri, grandi nomi come Philip Roth, Salman Rushdie, Milan Kundera, V.S. Naipaul e Orhan Pamuk. Wylie si è preso il suo tempo, ma ora attacca con un linguaggio quasi apocalittico: «È chiaro Protagonista Nato nel 1947, Andrew Wylie ha fondato a New York nel 1980 la sua potente e controversa agenzia letteraria (foto Javier Carbajal) a me e agli autori che rappresento» ha dichiarato al «New York Times» da Parigi, «che quello che Amazon sta facendo è molto dannoso per l’industria editoriale e per gli interessi degli autori. Se non fermiamo Amazon, assisteremo alla fine della cultura letteraria in America». Amazon continua a non rispondere agli attacchi, ma ha sempre cercato di contemperare l’interesse degli autori, ai quali fornisce un canale di distribuzione ormai insostituibile, con quello dei lettori, ai quali gli e-book devono essere offerti a un prezzo di 9,99 dollari. Ma, quando Hachette si è ribellata al diktat, sono partite le rappresaglie del gigante di Seattle. Gli autori parlano di censura e ricatti ai danni dei ribelli, i cui libri a volte vengono recapitati ai clienti dopo tre settimane anziché in 24 ore. Gli esempi sono molti. Opere il cui successo viene promosso o depresso utilizzando in modo strumentale l’arma dello sconto o avvertendo il cliente che l’opera richiesta non potrà essere consegnata per settimane. Fin qui Bezos non ha mollato. Vedremo se le cose cambieranno ora che sul ring sono saliti anche i «pezzi da 90» della letteratura anglosassone. © RIPRODUZIONE RISERVATA 40 Martedì 30 Settembre 2014 Corriere della Sera CULTURA Le iniziative del Corriere / Le poesie di Alda Merini L’opera dell’autrice è inscindibilmente intrecciata con le drammatiche vicende personali Il manicomio, le passioni e una scrittura irrefrenabile che parla di cuore e fede Anticipiamo un ampio stralcio della prefazione di Aldo Nove al primo volume della collana di Aldo Nove E ccoci qui, ancora una volta, a scrivere di poesia. Dei suoi esiti più alti e imprevedibili, della sua squassante (quando è poesia vera) anomalia. Del suo ininterrotto scandalo, che raramente accade e, quando accade, lascia il segno e sfugge a ogni inte r p re t a z i o n e s o m m a r i a . Perché la poesia, quando è tale, è viva, e della vita mantiene tutta l’illuminante fragilità; la delicata, insidiosa e irriducibile magia. Quella di Alda Merini è stata una figura unica nel panorama della poesia italiana. Non solo perché ha trasceso — cosa più unica che rara — il ristretto campo degli addetti ai lavori per approdare al successo mediatico, ma perché continua a rinnovarsi in un territorio limite in cui il suo mito continua a cedere il passo alla potenza della sua opera e viceversa. In Alda Merini la poesia insegue il mito, che insegue la poesia. Entrambi rimangono, crescono con il tempo. Alda è stata una persona incredibilmente generosa. La sua profonda e tormentata religiosità, corroborata in ogni verso da un’attiva melanconia che si faceva presto ironia e poi sarcasmo, e ancora pentimento e rinascita, in una dialettica interiore straziante e vivacissima, a tratti insostenibile e sempre meravigliosa, l’ha resa un dono in atto. O meglio un incessante sacrificio (nel senso di rendersi sacro) del suo laboratorio umano e linguistico. L’archivio dei suoi testi è un tesoro ancora ricco di perle come anche di bigiotteria di non eccelso valore (Alda scriveva sempre, incontrollatamente, per salvarsi la vita e per perderla ritrovandola), e per un lavoro filologico serio sulla sua opera ci vorranno decenni, e forse non se ne verrà mai a capo. Il mistero Merini, in fondo, coincide con il mistero della vita, con la generosità, talvolta disarmante talvolta perfida, con cui Alda l’ha elargita a tutti. Vuoto d’amore è una perfetta testimonianza della sua esuberante vena lirica, espressa negli anni in cui, terminato il ventennale silenzio ospedaliero, la sua attività editoriale riprendeva a pieno regime, ancora ferita, profondamente ferita da un passato (storico, amoroso, letterario, clinico) che l’aveva ormai segnata per sempre, laddove «sempre», è la stessa Merini a dircelo, significa, senza tregua, faustianamente, «adesso». Una continua rigenerazione in cui amori presenti, passati e futuri, reali e immaginari, si incontrano nella pratica della scrittura, tra visitazioni angeliche e corridoi d’ospedale, prepotenze messianiche e baci rubati. La sua sapienziale confusione classificatoria, eco di una più alta disposizione dell’anima, fragile e sciamanica, ma certo altra, certo diversa, ci immerge in una vita che è stupore Ancora un mattino senza colore un mattino inesausto pieno come una mela cotogna, come il melograno di Dio, un mattino che odori di felci e di galoppare nei boschi, ma non ci saranno né felci né cavalli prorompenti in luce, questo dolce mattino porterà in fronte il sigillo delle mie decadenze… Testo tratto da «Vuoto d’amore» primo volume della collana del «Corriere della Sera» L’amorosa Alda Merini Da oggi in edicola Una biblioteca in sedici volumi dedicata alle sue liriche POESIA, UMANITÀ E SOFFERENZA DI UN MITO LETTERARIO IN GRAN PARTE ANCORA DA CAPIRE e sofferenza, e al contempo incredibilmente erudita quanto priva di ogni volontà di fare di ciò un vanto o un camuffamento. Alda non si sentiva una poetessa laureata, e la precisione dei suoi riferimenti biblici e classici scorre nel flusso della sua vita in un giardino in cui gli spazi aperti del Parnaso e quelli chiusi, chiusissimi del manicomio, si confondono nell’urgenza di un amore che manca per troppa fedeltà. Fedeltà a un ideale materno e concreto, animale e pronto a spiccare il volo verso il più umano dei paradisi, quello di una gioia che non si dà quasi mai, o solo a strappi, con rabbia, già soverchiato dalla memoria della sua fragilità, come un fantasma che pure c’è. Era pazza d’amore, Alda Merini, inadatta alla finzione di un ordine, psichico o sociale che fosse, che ha sempre rifiutato per amore. E l’amore, allora, si fa vuoto perché contenitore senza fondo, perché il limite non è nel repertorio umano di Alda Merini, madre sposa e bambina, sacerdotessa e prostituta, amante e moglie e sorella e figlia, ma sempre, poi, sola, di una solitudine universale e abbagliante, incapace di scendere a ogni forma di compromesso che non fosse quello altissimo dell’amore, nell’annientamento innamorato dell’io che Margherita Pore- Fragile Era ferita da un passato storico, clinico, che l’aveva segnata per sempre te, secoli prima, identificava con la più alta esperienza umana. Come avatar della mitologia hindu, le entità (amanti, amici, poeti, semplici conoscenti magari solo per un momento significativi nella sua storia) a cui le poesie di Vuoto d’amore sono quasi sempre dedicate cambiano in fieri, verso su verso, forma e contenuto, e si trasfigurano in divinità nel labilissimo confine tra preghiera e allucinazione in cui si muove la mistica: tutta di pelle, di carne quella di Alda, tra un treno perso e «il nero puzzo delle cose infami» (Toeletta). Così, qui Alda comincia spesso a cantare un’amicizia e scivola in un inno d’abbandono assoluto a Dio e viceversa, tra i Navigli e il Sinai ininterrottamente si muove, percorrendo decenni di vuoto d’amore. © RIPRODUZIONE RISERVATA Nell’immagine grande in alto: una poesia tratta dalla raccolta Vuoto d’amore di Alda Merini. Nella foto qui sopra: la copertina del primo volume della collana del «Corriere della Sera», che comincia appunto con Vuoto d’amore Curata da Nicola Crocetti, tra i più attenti editori di poesia che hanno amato e pubblicato le opere dell’autrice, e con prefazioni inedite di poeti, critici e studiosi, prende il via oggi in edicola la collana «Alda Merini»: il primo volume propone la raccolta Vuoto d’amore, con la prefazione inedita del poeta e scrittore Aldo Nove, che in parte anticipiamo in queste pagine (proprio da questo primo volume è tratto anche il testo poetico pubblicato nella foto in alto). La nuova iniziativa editoriale del «Corriere della Sera» comprende sedici uscite settimanali (ciascun volume al prezzo di 6,90 più il costo del quotidiano) e offre una ricca biblioteca delle principali e più rappresentative raccolte poetiche della Merini. La prossima settimana, il 7 ottobre, sarà in edicola il volume La presenza di Orfeo 1953-1962, con una prefazione inedita della poetessa Vivian Lamarque; seguiranno testi noti e meno noti, come le Ballate non pagate o le liriche di Francesco. Cantico di una creatura, il Magnificat e La clinica dell’abbandono. Il tutto con le prefazioni di firme come Daniele Piccini, Silvio Raffo, Paolo Di Stefano, Cristina Taglietti. (Ida Bozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA Piano dell’opera 1 2 3 4 5 6 7 8 Oggi 7 ottobre La presenza di Orfeo 1953-1962 14 ottobre La Terra Santa e altre poesie 21 ottobre Ballate non pagate 28 ottobre L’anima innamorata 4 novembre Superba è la notte 11 novembre Come polvere o vento 18 novembre Corpo d’amore. Un incontro con Gesù Vuoto d’amore Corriere della Sera Martedì 30 Settembre 2014 CULTURA Fra Trakl e Campana E una precocità che disarmò Pasolini ● Il commento Ora leggiamola liberandola dall’icona che diventò di Cristina Taglietti N Nei suoi versi tutto appare in luce ma ogni cosa avviene per vie sotterranee di Roberto Galaverni Antenati L a forza poetica di Alda Merini non si è nutrita di una particolare idea di poesia, ma, se si può dire, della poesia stessa. Ogni volta che la sua arte si è organizzata più o meno provvisoriamente in una poetica — abbia questa preso il nome via via di Passione, Verità, Amore o Vita —, si avverte nei suoi versi la presenza di un diaframma esterno, di qualcosa di sovrapposto e di sviante rispetto al suo fuoco espressivo più vivo e più vero. Viceversa, la scintilla originaria della sua poesia è un fatto completamente intrinseco all’evento poetico, una reazione creativa profondissima, istintiva, primordiale. Qualcosa, dunque, che viene molto prima di qualsiasi strutturazione ideologica o dei punti di riferimento culturali e letterari; qualcosa di più arcaico, di più immediato, anche di più selvaggio. Nella poesia della Merini conta più di tutto, se non addirittura soltanto, il contatto fulmineo eppure totale che si stabilisce tra il poeta e il mistero della parola quale sonda privilegiata, forse unica, di quell’altro grande mistero che è la nostra esistenza, nella sua alternanza di luce e di buio, di esaltazione e deperimento, di gioia e dolore. Quanto più la Merini procede da dentro, affidandosi esclusivamente a questa relazione fondamentale che finisce per stabilire una sorta di sinonimia tra la poesia, la voce del poeta e il corpo della lingua, tanto più l’efficacia del suo verso, quella sua musica incantatoria e insieme febbrile, sempre e comunque memore di baratri e di paure sotto la compiuta, elegante realizzazione della frase poetica, appare in ogni caso assicurata. «Le più belle poesie / si scrivono sopra le pietre / coi ginocchi piegati / e le menti aguzze dal mistero. / Le più belle poesie si scrivono / davanti a un altare vuoto, / accerchiati da agenti / della divina follia». I suoi componimenti migliori, le sequenze di versi più riuscite, gli attacchi più incisivi, perfino il singolo verso indubitabile, sembrano scritti nel buio, a occhi chiusi, da qualcuno che sa già tutto, tutto l’essenziale, almeno, perché tutto ha attraversato; qualcuno che di conseguenza non ha più 9 25 novembre Magnificat. Un incontro con Maria In una recensione alla poetica di Alda Merini, Pier Paolo Pasolini propose tra i possibili antecedenti i poeti Dino Campana (foto in alto) e Georg Trakl (foto sotto). La poetessa Merini è nata a Milano nel 1931 (morirà nel 2009). Sposata poco più che ventenne, trascorrerà la giovinezza in un ospedale psichiatrico, il Paolo Pini di Milano, fuori dal quale la sua scrittura, instancabile, rievocherà spesso le sofferenze del ricovero 10 2 dicembre Clinica dell’abbandono bisogno di vedere o di comprendere, ma soltanto di sentire le parole, meglio ancora, di ricevere la grazia della parola esatta, la parola giusta e incontrovertibile. La sola poetica della Merini, l’unica possibile, è dunque una poetica della poesia, anzi, della Poesia; cioè un confidente, pieno affidamento al mistero stesso della creazione poetica, a quel crogiolo elementare in cui non esistono le mezze misure, i compromessi, i chiaroscuri delle strade di tutti i giorni, ma soltanto l’intensità e la piena esposizione reciproca degli estremi: l’amore e la furia, la preghiera e l’invettiva, il tutto e il niente, la pienezza e il vuoto, la vertigine e lo sprofondamento, la lucidità e la follia, la gioia e la mortificazione. La sua parola s’arroventa e insieme acquista tanta più fermezza e perentorietà, quanto più, alla lettera, si forma a ridosso di questa ardua e inospitale terra di nessuno. Questa terra per lei, invece, così familiare, così congeniale. Anche quando strada facendo la sua poesia sembrerà rasserenarsi un poco, il suo discorso poetico farsi meno ostile e meno letterario, la Merini rimarrà sempre e comunque fedele al suo sacerdozio con la poesia e all’assunto orfico, mistico e magico della sua vocazione. Primordiale I suoi testi sembrano venire da una reazione creativa profondissima, arcaica e selvaggia La presenza di Orfeo s’intitola non a caso il suo primo libro, pubblicato nel 1953 (la Merini, nata a Milano nel 1931, aveva poco più di vent’anni: un’autentica sposa bambina, dunque). Ma il mito di Orfeo, del viaggio sacrificale nel lato oscuro della realtà per cantare comunque la vita, rimarrà sempre il suo; ma non come qualcosa d’esterno e di teorizzabile, quanto come una necessità, una vocazione, appunto, che coincide con tutto quanto il proprio essere e che bisogna comunque saper portare e sopportare. Recensendo proprio il libro d’esordio della Merini, Pier Paolo Pasolini aveva espresso questo stesso concetto con un’intuizione o, come chiamarla diversamente?, con una premonizione che col senno di 11 9 dicembre La carne degli angeli 41 poi lascia sbalorditi. Dopo aver proposto Campana, Rilke, George o Trakl come possibili antecedenti di questa poesia, Pasolini aggiungeva infatti che in realtà «di fonti per la bambina Merini non si può certo parlare: di fronte alla spiegazione di questa precocità, di questa mostruosa intuizione di una influenza letteraria perfettamente congeniale, ci dichiariamo disarmati». Nella poesia della Merini tutto sembrerebbe in luce ed evidenza, eppure tutto avviene fin dall’inizio per vie sotterranee, intuitive, freschissime e insieme arcaiche. Tutto si rovescia, o si confonde. Quello che sembra cultura si rivela natura, la letteratura diventa corpo, le idee coincidono con i filamenti più sottili e incandescenti della psiche, la parola trapassa nella 12 16 dicembre Poema della Croce voce. Basti pensare alla virtù che a mio vedere più distingue questa poesia, ossia all’impossibilità di distinguere nei suoi versi più belli la lingua comune dalla lingua letteraria, le parole basiche dell’italiano dai versi letti fin dai libri di scuola, la voce di una donna che ci sta semplicemente parlando della sua vita dalla voce di un poeta nella piena padronanza del proprio mestiere. «Mi sono innamorata / delle mie stesse ali d’angelo, / delle mie nari che succhiano la notte, / mi sono innamorata di me / e dei miei tormenti. / [...] Come sei nudo, amore, / nudo e senza difesa: / io sono la vera cetra / che ti colpisce nel petto / e ti dà larga resa». Proprio come voleva Pasolini, non resta davvero che arrendersi. 13 23 dicembre Nel cerchio di un pensiero © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 30 dicembre Cantico dei Vangeli Le due immagini che ritraggono Alda Merini in queste pagine sono firmate da Giuliano Grittini (1951), artista e fotografo della poetessa. Alla Merini ha dedicato molti scatti, interpretazioni poetiche ed elaborazioni artistiche. Sulla figura della poetessa, Grittini ha anche realizzato il libro Colpe di immagini (Rizzoli, 2007) 15 6 gennaio Francesco. Canto di una creatura el 2008 al Festivaletteratura di Mantova, raccontò una barzelletta: «Telefonata dal manicomio: mamma, oggi mi fanno i raggi, se mi fanno anche le ruote vengo a casa in bici». Spiegò anche di conoscere a memoria il Fantozzi di Paolo Villaggio perché «in manicomio era l’unico libro che c’era». Era uno degli ultimi Alda Merini Show, quegli incontri in cui era capace di mescolare ironia, dolcezza, provocazione, saggezza, fumando una sigaretta dopo l’altra con le unghie laccate di un rosso spesso sbrecciato. Show che addomesticavano il pubblico che alla fine prendeva d’assalto il palco in cerca di un contatto diretto, una stretta di mano, una firma sul libro, una parola di incoraggiamento, una battuta. Tutti stregati da quei lampi di verità capaci di squarciare la recita divertita della poetessa dei Navigli, diventata una celebrità da quando Maurizio Costanzo l’aveva portata sul palco del teatro Parioli. Fare la primadonna le piaceva e la divertiva, le bastava lasciare libera la sua naturale presenza scenica. «Anche la poesia merita i suoi /applausi»: sembrano versi scritti per un mondo che l’ha amata ma anche commercializzata, sfruttata, trasformata in un’icona pop, in un’intrattenitrice da salotto televisivo (anche se, sempre su quel palco mantovano, disse: «Non vado certo dalla De Filippi a raccontare la mia prima volta. O la seconda o la terza»). Per sempre cristallizzata nella maschera del poeta folle, della «pazza della porta accanto», dell’oracolo geniale che dice la verità, che sia su un palcoscenico, in un ospedale psichiatrico o in una casa fatiscente, con i posacenere sempre pieni e il muro della camera da letto a fare da agenda telefonica. Nessuno può negare il suo talento, anche nella dissipazione che le fece scrivere versi con furia incontrollata. La morte, il primo novembre 2009, con i funerali di Stato in Duomo (in rappresentanza del governo c’erano Mariastella Gelmini e Umberto Bossi) e un posto al famedio, l’avrebbe consacrata definitivamente. Ora, a quasi un lustro dalla scomparsa, forse è arrivato il momento di liberare Alda Merini dal suo personaggio per ascoltare soltanto i versi. © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 13 gennaio Padre mio 42 Martedì 30 Settembre 2014 Corriere della Sera SPETTACOLI Il regolamento Il Festival dei ritorni. Carlo Conti ha presentato ieri il regolamento di Sanremo 2015. Nella gara tornano le eliminazioni che saranno quattro nella penultima serata: «Un po’ di pepe ci sta bene», ha detto il conduttore. La formula recupera una sola canzone per ciascuno dei 16 artisti e per le Nuove Proposte introduce un torneo ad eliminazione con sfide dirette. Ora comincia la selezione dei brani: «Nessuna preclusione verso chi viene dal passato. E un occhio di riguardo per chi è proiettato verso il futuro: terremo conto dei protagonisti dei talent Conti: «Eliminazioni per mettere pepe nella gara di Sanremo» che riempiono la programmazione radiofonica attuale», ha spiegato Conti. Cambia il metodo con cui sarà scelto il vincitore: un mix fra i voti di giuria demoscopia (30%), giuria di esperti (30%) e televoto (40%). Il conduttore pensa anche al ritorno delle vallette: «Delle presenze femminili compenserebbero il fatto che io sia bruttino». Sarà un Festival al risparmio. Ha confermato Giancarlo Leone, direttore di Rai1: «Costerà almeno 1 milione e 500 mila euro in meno, che è quanto risparmiamo dalla nuova convenzione col Comune di Sanremo». Il film del Mereghetti Festival del cinema A Roma Gere, Costner e tre italiani in concorso ROMA Dopo nove anni, C he cosa ci rende più soli? Le fobie e i dolori della vita che spingono a rinchiuderci in noi stessi o l’anonimato e la disumanizzazione delle città che finiscono per impedire ogni comunicazione interpersonale? Medianeras – Innamorarsi a Buenos Aires dell’argentino Gustavo Taretto si interroga su questi temi con la leggerezza della commedia e lo stile del film d’autore raccontando la storia di due single che vivono praticamente uno di fronte all’altra ma non si conoscono. Lui è Martin (Javier Drolas), fobico in via di guarigione, incollato al suo computer con cui si guadagna da vivere (crea siti web per professionisti, a cominciare da quello del suo analista) e ancora timoroso del mondo esterno. Lei è Mariana (Pilar López de Ayala), architetto che campa allestendo vetrine, ancora segnata dall’ultima, disastrosa storia d’amore. Entrambi passano la maggior parte del tempo nei loro appartamenti — un monolocale per lui, due stanze per lei — rifugio e prigione insieme dentro una città affollata e spersonalizzante. Perché il terzo protagonista del film è proprio la capitale argentina, il suo sviluppo urbanistico spropositato («una citta sovrappopolata in un paese sottopopolato»), le sue ambizioni architettoniche, le pareti a specchio e i muri scrostati, i mega-appartamenti per la borghesia ricca e potente e i minilocali dove si fa fatica a muoversi e ci sente inquilini di passaggio. Una città strana, con storie strane come quella del grattacielo costruito apposta per impedire, come vendetta, la vista sul verde a un palazzo i cui proprietari avevano rifiutato di concedere la figlia in matrimonio a chi sarebbe diventato un palazzinaro. Una città — come dice ancora il film — dove «l’irregolarità estetica diventa confusione etica». Ed è in Sguardo Pilar López de Ayala, 36 anni, sul set MEDIANERAS l’identità del Festival del Cinema di Roma (16-25 ottobre) è un foglio bianco, si continua a parlare di festa o festival. «È un problema terminologico che va risolto», dice il direttore Marco Müller il cui mandato scade a dicembre. Alla presentazione si parla solo di politica, dei finanziamenti precari («la certezza è arrivata solo a metà giugno»), non una parola sui temi dei 16 film in concorso. Due anime single e l’amore tra i misteri di Buenos Aires di Paolo Mereghetti Il regista ● Gustavo Taretto (nella foto) è nato il 5 dicembre 1965 a Buenos Aires, Argentina ● Regista e sceneggiatore, Taretto ha diretto «Medianeras», il suo primo film, e «Las insoladas» (2014) questo continuo rimpallo tra la città e i suoi abitanti che Taretto conduce il suo gioco sentimentale, seguendo ora l’uno ora l’altra nei tentativi di sopravvivere alle proprie paure esistenziali e cercare un conforto amoroso. Lui s’imbarca in un’avventura con una dog sitter fin troppo sensibile ai guaiti dei suoi cani, lei prima fugge dall’appuntamento con un «collega di vetrine» per cadere poi nella rete di un «nuotatore compulsivo» incontrato in piscina. Anche se tutti e due finiscono immancabilmente per ritrovarsi da soli a interrogarsi sulla loro solitudine… Ci vorrà una «ribellione urbanistica» (aprire una finestra abusiva nelle «medianeras», le pareti laterali cieche dei condomini) e una citazione cinematografica (la visione della scena finale di Manhattan, do- ve Muriel Hemingway spiega a Woody Allen che «bisogna aver fiducia nelle persone», costringendolo al suo primo sorriso) perché qualcosa cambi davvero nel destino dei protagonisti. E se un finale di speranza è praticamente obbligato, non altrettanto è il modo con cui il regista — esordiente nel lungometraggio dopo alcuni corti ● Le stelle Martin e Mariana vivono in edifici opposti sulla stessa strada ma non si conoscono: ciò che li separa li farà incontrare da evitare interessante da non perdere capolavoro — conduce per mano lo spettatore, preoccupato soprattutto di trovare uno stile adatto a coniugare la voglia di commedia e lo sguardo da urbanista antropologo. Soluzione che Taretto trova in uno stile classico e piano, come di chi osserva la realtà da un postazione nascosta (un metaforico buco nel muro?) che si apre all’improvviso su scorci en plein air, dove si mescolano le passioni architettoniche di Mariana, le ossessioni abitative di Martin e il gusto visivo del regista, che se da una parte guarda a Woody Allen come maestro di ironia e di «complicazioni sentimentali» dall’altro sembra preoccupato di nascondere il suo passato pubblicitario con un rigore autoriale molto «europeo». Trovando alla fine una strada personale e interessante. © RIPRODUZIONE RISERVATA ❞ Lui crea siti web, lei è un architetto Sono vicini di casa, ma non si conoscono La capitale argentina, così strana e affollata, è il vero terzo protagonista della storia Si torna alla vocazione popolare, tanto che non c’è una giuria ma il verdetto è nelle mani degli spettatori, si apre e si chiude nel segno della commedia, da Soap Opera di Genovesi a Ficarra e Picone. Molto Sudamerica, tre gli italiani in gara: Biagio di Scimeca, La foresta di ghiaccio (nella foto) di Claudio Noce con Emir Kusturica e Ksenia Rappoport, I milionari di Alessandro Piva. Tra le curiosità: Richard Gere barbone in Time out of Mind; Shier Gongmin di Xu Ang, remake cinese di La parola ai giurati; gli incontri di Mario Sesti con Kevin Costner nel film Black and White, e con Clive Owen chirurgo tossicodipendente a New York nella serie The Knick di Soderbergh attesa su Sky. Probabile madrina Nicoletta Romanoff. V. Ca. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 30 Settembre 2014 Il ritorno Ritmi soul e funky: l’energia di Prince in due nuovi album SPETTACOLI Le stranezze di Prince. Il cantautore americano pubblica oggi due album contemporaneamente. «Art Official Age» (nella foto la copertina) è il titolo del nuovo disco solista dell’artista, arriva a 5 anni dall’ultimo lavoro, mentre «Plectrumelectrum» esce a firma 3rdEyeGirl, una nuova band che vede Prince affiancato dalle tre ragazze che suonano con lui dal vivo, Donna Grantis alla chitarra, Hannah Ford Welton alla batteria e Ida Nielsen al basso. L’album solista è una miscela di soul, R&B e funk con una scrittura spesso sperimentale; quello con la band è una miscela più diretta di funk-rock con brani che erano stati eseguiti dal vivo nell’ultima serie di concerti. Da oggi su Rai Storia Le biografie degli «Italiani» da Spadolini a Iotti La vita, le idee, la visione politica, la capacità di immaginare un mondo diverso sono il filo conduttore della prima serie di sette puntate di «Italiani», dedicata ai grandi personaggi che hanno dato lustro alla vita politica, sociale e culturale del Paese, da Giovanni Spadolini a Nilde Iotti, da Guglielmo Marconi a Paolo VI. Tutti i martedì, a partire da oggi, alle 21.30 su Rai Storia (canale 54 del digitale terrestre), Paolo Mieli conduce i telespettatori lungo un percorso di conoscenza nella vita di questi Italiani attraverso interviste a familiari e studiosi, immagini e sequenze di repertorio delle Teche Rai. Nessuno vuole sostituire Muti Paura degli scioperi all’Opera di Roma: potrebbe saltare l’«Aida» inaugurale Escluse le ipotesi Renzetti, Noseda, Pappano. A rischio anche «Le nozze di Figaro» Il podio è vuoto. Dopo l’addio di Riccardo Muti, non si trova il direttore per l’Aida del 27 novembre: rischia di essere cancellata l’inaugurazione dell’Opera di Roma. I contratti con i cantanti sono firmati, tutti di fama internazionale, da Krassimira Stoyanova, splendida protagonista nel Cavaliere della rosa a Salisburgo, a Aleksandrs Antonenko, fedelissimo di Muti. Ma nessun direttore vuole prendere la patata bollente di sostituire Muti (era previsto anche per Le nozze di Figaro). E nessuno vuole cominciare le prove sapendo già che lo spettacolo potrebbe andare incontro all’ennesimo sciopero della minoranza dei dipendenti di Cgil e Fials. Hanno in pugno l’orchestra, sono contrari al piano di risanamento, passaggio obbligato per avere dal ministero 20 milioni (dopo i 5 già ricevuti), indispensabili dopo la scoperta del «buco» di 28 milioni 800 mila euro. Per il titolo inaugurale c’era l’ipotesi del navigato Donato Renzetti, ingaggiato per la ripresa di Ai- ROMA Il caso ● In una lettera datata 15 settembre Riccardo Muti (foto) ha comunicato al sovrintendente Fuortes di non voler condurre «Aida» e «Figaro» per la prossima stagione ● «Decisione irrevocabile» per Muti, causata dai conflitti sindacali 43 ma di serenità indispensabile al teatro e provocato gravi danni di immagine e economici». Riconoscono che «si rischia una figuraccia planetaria». La priorità è riscrivere le regole con i sindacati, evitare lo sciopero come ricatto. Tutto rinviato al cda di giovedì, ogni decisione è possibile, il sindaco pensa alla chiusura come un’opportunità, un’idea che sta allargandosi. Il sindaco aveva spiazzato i suoi interlocutori auspicando una donna sul podio. Tra i tre nomi indicati, non mette la collaboratrice di Muti passata a dirigere (la romana Speranza Scappucci), ma quello dell’americana Marin Alsop che però fa solo repertorio sinfonico. Argomento scivoloso che si presta ad accu- Il vertice Incontro tra Marino, Franceschini, Fuortes e Zingaretti. «Serenità compromessa» da a primavera. Ma è impegnato altrove. E il direttore Gianandrea Noseda nega «categoricamente» che possa mettere piede a Roma. Qualcuno ha messo in mezzo Antonio Pappano, forse perché il 27 febbraio dirigerà l’Aida con Kaufmann, la Harteros e la «sua» Orchestra di Santa Cecilia. Ma si esclude un suo impegno all’Opera, per tre ragioni: il buon gusto, la tournée in Cina e Giappone con l’Accademia, il Tristano e Isotta a Londra alternato alle prove di Andrea Chénier. L’apertura a rischio trapela dal vertice tra il ministro Dario Franceschini, il sindaco Ignazio Marino, il presidente della Regione Nicola Zingaretti e il sovrintendente Carlo Fuortes. Si limitano a una dichiarazione congiunta: «Quanto è accaduto è la conseguenza di episodi che hanno compromesso il cli- Manon Una scena della «Manon Lescaut» diretta da Muti lo scorso febbraio se di maschilismo; Fuortes ha replicato con sofferta diplomazia. Si può buttare giù l’ultimo baluardo del dominio maschile, purché ci sia un talento all’altezza di una prima di stagione. Valerio Cappelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 30 Settembre 2014 Corriere della Sera 44 Eventi La guida Quei dipinti antichi da vedere attraverso la «realtà aumentata» Fino all’8 febbraio 2015, a Palazzo Barberini, la sede principale della Galleria nazionale d’arte antica, la mostra Da Guercino a Caravaggio, Sir Denis Mahon e l’arte italiana del XVII secolo, promossa dalla Società Beni Culturali. Il progetto, a cura di Mina Gregori, è realizzato con la collaborazione del Trustee della Fondazione Mahon e grazie alla Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Roma. Gregori è affiancata da Anna Coliva, direttrice della Galleria Borghese, e da Sergei Androsov, direttore del Dipartimento dell’arte europea occidentale dell’Hermitage Museum. Il percorso presenta circa 50 capolavori: alcuni sono della collezione di sir Mahon, altri sono dell’Hermitage Museum e da varie raccolte pubbliche. Per la prima volta in uno spazio museale italiano, inoltre, la mostra si può vedere con i Google Glass, speciali occhiali che permettono di accedere a una serie di informazioni aggiuntive sull’opera e sull’artista. Catalogo: L’Erma di Bretschneider. Info: www.daguercinoacaravaggio.it La mostra A Roma cinquanta opere da Guercino a Caravaggio omaggiano la memoria del grande storico dell’arte inglese che dedicò la sua vita all’arte del XVII secolo. Lasciando ai musei un tesoro inestimabile di Edoardo Sassi C ome si addice a una superstar, la tela andrà via prima della fine della mostra prevista per l’8 febbraio prossimo: c’è dunque tempo, ma solo fino al 7 dicembre, per ammirare uno dei grandi capolavori di Caravaggio, il celeberrimo Suonatore di liuto che il Museo dell’Hermitage di San Pietroburgo ha prestato per questa esposizione appena inaugurata nei saloni al piano terra di Palazzo Barberini, una delle tre sedi romane, la principale, della Galleria nazionale d’arte antica. Titolo della rassegna, Da Guercino a Caravaggio. Ma è forse il sottotitolo a dire qualcosa di più di questa raffinata antologica che mette insieme una cinquantina di opere assai pregevoli: Sir Denis Mahon e l’Arte Italiana del XVII secolo. Si tratta infatti di un’operazione che intende omaggiare la memoria del grande storico dell’arte inglese, straordinaria figura di studioso e collezionista scomparso ultracentenario (era nato a Londra nel 1910) il 24 aprile 2011. «Questa è la sua mostra», hanno più volte ripetuto i curatori (Anna Coliva, Mina Gregori, Sergey Androsov) e gli organizzatori, la Società Beni Culturali di Roberto Celli, in sede di presentazione. Sua nel senso che lo stesso Sir Denis l’aveva desiderata, voluta e iniziata a progettare per festeggiare il suo centesimo compleanno. Una mostra con un’impaginazione diversa ma in parte già ospitata all’Hermitage, e che ora giunge a Roma (in ambienti dove Mahon era di casa) forte anche di una decina di prestiti eccezionali messi a disposizione proprio dal museo russo. Tra le altre opere in arrivo da San Pietroburgo, La giovinezza LE SCOPERTE DEL «SIR» COSÌ DENIS MAHON RIVALUTÒ IL SEICENTO ITALIANO. E SVELÒ UN AUTENTICO MERISI della vergine di Guido Reni, Tempo, Venere, Marte e Cupido di Guido Reni, due oli di Nicolas Poussin — Battaglia tra gli Israeliti e gli Amaleciti e Venere, Fauno e Putti — e l’Assunzione di Maria Maddalena in cielo di Domenichino. E basta aggiungere a questi i nomi dei Carracci — Annibale, Ludovico, Antonio, anche loro presenti nell’allestimento — per capire quanto questa dedica a Denis Mahon vada oltre le ragioni di un omaggio. In mostra ci sono infatti i suoi autori, quelli studiati e I prestiti Nell’esposizione, anche opere provenienti dall’Hermitage e da altre raccolte pubbliche amati durante oltre settant’anni di ricerche, nuove attribuzioni e straordinarie scoperte che contribuirono in buona parte alla «riscossa» della (fino ad allora) sottostimata pittura barocca, italiana soprattutto, ma anche europea. Tra i quadri tanto amati dal grande storico dell’arte («una semplicità di questo tipo — ebbe a scrivere di questa opera — non si può facilmente ritrovare più avanti nel periodo giovanile dell’artista») c’è ad esempio la deliziosa Madonna con Bambino detta Madonna del passero, raffinato olio del Guercino prestato dalla Pinacoteca nazionale di Bologna. Il quadro, che rappresenta Maria mentre fa giocare Gesù con un passerotto tenuto al guinzaglio da un sottile filo di seta, è uno dei pezzi del lasci- © RIPRODUZIONE RISERVATA Il collezionista che comprava Reni e Carracci per pochi euro Dandy Sir Denis Mahon (Londra, 19102011) ritratto da Lucy Anne Dickens alla National Gallery di Londra. Alle sue spalle, la Sibilla Cumana del Guercino Lo studioso raccolse 76 capolavori (disprezzati dai critici) di Lauretta Colonnelli S ir Denis Mahon ebbe tre grandi passioni: la pittura barocca, la buona tavola, l’opera lirica. E tre grandi regali dal Destino: nascere ricco, la capacità di riconoscere un artista al primo sguardo, il buonumore. Conservò passioni e regali fino agli ultimi giorni della vita, durata cento anni e cinque mesi. Quando morì, il 24 aprile 2011, lasciò ai musei di mezza Europa una collezione di 76 capolavori, da Guercino a Caravaggio, da Guido Reni a Domenichino. E una mole di studi che già nella prima metà del Novecento avevano cominciato a rivoluzionare la critica d’arte anglosassone, convinta da John Ruskin a disprezzare tutto quello che era venuto dopo il Rinascimento e a considerare il Barocco «spazzatura» e i Carracci «scorie di Tiziano». Fu tuttavia grazie a questo disprezzo che Mahon poté raccogliere in poco tempo una collezione così importante. E per una manciata di spiccioli. Il primo Guercino, La benedizione di Giacobbe, lo comprò a Parigi nel 1932 per 120 sterline. Il se- Sguardi A destra l’olio di Guercino «La Sibilla Persica», 1647, che si trova ai Musei Capitolini di Roma. Sotto, «Giuditta e Oloferne» di Caravaggio da vedere con i Google Glass (Foto: Benvegnù/ Guaitoli) condo Guercino, Elia nutrito dai corvi, proveniente da casa Barberini, lo scovò in un solaio e lo prese nel 1934 per 200 sterline. Nel 1945 si aggiudicò da Sotheby’s, per 80 sterline (130 euro di oggi), il Ratto d’Europa, che Guido Reni aveva dipinto per Wladislaw IV re di Polonia. Dovette battere la concorrenza di un corniciaio, Wiggins, che era interessato solo alla cornice Regence e non sapeva che farsene del dipinto, tutto nero perché mai ripulito. Mahon l’aveva riconosciuto senza alcun dubbio. Aveva allenato l’occhio, fin da bambino, a fianco del padre che gestiva la banca d’affari di famiglia, ma trovava il tempo per visitare musei e chiese e giocare con il piccolo Denis al gioco dell’attribuzione. Bisognava identificare un pittore da lontano e Denis ci riusciva quasi sempre. In seguito furono determinanti, Enfant prodige Da piccolo si allenava a riconoscere da lontano gli autori dei dipinti. Morto a 100 anni nel 2011, parlava italiano, amava la tavola e l’opera lirica to dello stesso Mahon, il quale com’è noto cedette, in parte in vita e poi per testamento, la sua importante collezione personale a istituzioni diverse, tra le quali proprio il museo bolognese cui andarono alcune pregevoli opere della Scuola Emiliana del Seicento divenute così di proprietà dello Stato italiano. Dunque Mahon studioso, Mahon collezionista, Mahon mecenate e perché no, anche Mahon personaggio, l’elegante dandy in perenne doppiopetto e panciotto, con l’aria vispissima anche dopo i 90 anni (e lo si evince anche nei video allestiti nelle sale): la mostra non tralascia alcun aspetto dell’uomo e del percorso dei suoi studi. Non poteva dunque mancare il Mahon grande caravaggista. Organizzatori e curatori hanno provato a ottenere in prestito dai Musei Capitolini il San Giovannino del Merisi, ottenendo però un diniego dal Comune di Roma; fu proprio Denis a scoprire per primo negli anni Cinquanta che questo quadro era in realtà l’originale, e non la copia, di mano del Ribera, conservata sempre a Roma nella Galleria Doria Pamphili ma fino ad allora considerata autografa. Una mancata concessione comunque compensata dalle non poche tele di Caravaggio. Di Merisi, oltre al magnifico Suonatore di San Pietroburgo sono infatti presenti tre prestiti «Roma su Roma» (Giuditta e Oloferne dello stesso Palazzo Barberini, Bacchino malato e San Girolamo della Galleria Borghese) più altri due quadri: Il Cavadenti della Galleria Palatina di Firenze e l’assai discusso, quanto ad autografia, San Francesco in meditazione (Museo civico di Cremona), che Mahon nel 1951 volle riconoscere come opera di mano del lombardo, un’attribuzione cui seguiranno (e seguono ancora) pareri concordi e discordi. nella sua formazione, gli studi con Kenneth Clark, direttore all’Ashmolean Museum di Oxford, e con Nikolas Pevsner che suggerì a Mahon di avviare uno studio su Guercino. Fu così che nel 1934 Mahon intraprese il suo primo viaggio a Cento e restò folgorato dall’arte del pittore cresciuto tre secoli prima all’ombra del ducato di Ferrara. Da allora in poi i viaggi alla ricerca degli artisti italiani si susseguirono senza sosta. Comprava quadri che poi sarebbero stati rivalutati dai suoi stessi studi. Nel 1964 aveva già le 76 opere della collezione. Non aveva speso, in totale, più di cinquantamila sterline. A quel punto i prezzi presero a salire vertiginosamente. Lui decise di rinunciare agli acquisti. Ma non alla ricerca di capolavori misconosciuti. È famosa la sua incursione nell’ufficio del sindaco di Roma, verso la fine degli anni Cinquanta, dove scovò sopra la porta l’originale del San Giovanni Battista di Caravaggio. O le sue arrampicate, ormai ultranovantenne, sui ponteggi alti trenta metri durante i restauri di Sant’Andrea della Valle. Un assistente lo seguiva con una seggiolina e a ogni ripiano lo faceva riposare. Sempre elegante, con gli stessi gessati di Savile Row che indossava da giovane, le camicie col colletto alto e i gemelli d’oro. I direttori dei musei lo vedevano apparire ogni volta che allestivano una mostra sul Barocco. Arrivava annunciato dal suono metallico delle scarpe con i tacchi rinforzati da una mezzaluna di ferro. Camminava lungo i saloni a passi lenti ma decisi, appoggiandosi appena al bastone da passeggio e dispensando consigli ai curatori in un italiano scorrevole in cui si riconosceva tuttavia l’accento di Eton. Alle tredici in punto salutava tutti e andava a mangiare. Se fosse ancora vivo anche stavolta avrebbe chiesto, come faceva ogni autunno in un ristorante romano vicino al Pantheon, funghi porcini alla griglia con olio toscano. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 30 Settembre 2014 EVENTI Pinacoteca Scarica l’«app» Eventi Tra i dipinti esposti, da sinistra, «La battaglia di Giosué» contro gli «Amaleciti» di Nicolas Poussin (1625); «La Samaritana al pozzo» di Annibale Carracci (1594) e, a destra, «Il cavadenti» di Caravaggio (1610) Eventi 45 Informazione, approfondimenti, gallery fotografiche e la mappa degli appuntamenti più importanti in Italia. È disponibile sull’App Store di Apple la nuova applicazione culturale del «Corriere della Sera Eventi». È gratis per 7 giorni. ● Il commento Quel Giotto è di Giotto? Attribuzioni e tormenti di Carlo Bertelli P raticamente nessuno dei grandi capolavori della cui paternità ci sentiamo sicuri è sfuggito al vaglio dell’attribuzione. Gli affreschi con le storie di san Francesco ad Assisi non sono firmate e la loro paternità, almeno l’intera loro paternità, è ancora materia di discussione. Il Maestro d’Isacco, sempre ad Assisi, è Giotto o non è Giotto? Il Polittico di Gand, uno dei massimi capolavori della pittura fiamminga, è firmato da Herbert e Jan van Eyck, ma che cosa vi abbia dipinto Herbert e che cosa Jan è ancora dibattuto. «Lei conosce Herbert?», chiedeva con ironia ai colleghi uno storico dell’arte fiamminga nel secolo scorso. Talvolta un’attribuzione è come un lampo nella notte. Il ritratto di Innocenzo X di Velázquez fu scoperto e attribuito dallo storico tedesco Carl Justi. Nel 1900, sempre Justi pubblicò un’importante monografia su Michelangelo, che aprì una nuova stagione michelangiolesca. Seguì nel 1911 quella di Karl Frey, cui si aggiunse subito dopo quella di Henry Thode. Frey aveva attribuito a Michelangelo 250 disegni, Thode 500. Frederick Hartt, nella monografia del 1970, ne riconobbe 460, mentre Charles de Tolnay, il direttore della Casa di Michelangelo a Firenze, nel 1960 ne attribuì 250, numero che, nel 1975, in un nuovo studio, salì a oltre 630. Per Alexander Perrig, in un libro pubblicato nel 1991 (Michelangelo’s Drawings, The Science of Attribution), i disegni autentici di Michelangelo si riducono a una cinquantina. La statistica ci dà un’idea del tormento che è l’attribuzione, delle sue oscillazioni e delle sue incertezze. Dopo una improvvisa attribuzione, passano anni prima che la comunità degli addetti raggiunga il consenso, che è il solo tribunale della verità, in mancanza di altre prove. Un grande conoscitore, Robert Oertel, ha scritto: «Se un documento non conferma quello che vedono i miei occhi, il documento è sbagliato». Può non essere sbagliato il documento, mentre può essere scorretto il modo in cui lo storico lo collega ad una data opera d’arte. Persino opere firmate possono non essere della mano che le ha firmate. Per esempio, non tutti sono sicuri che il trittico firmato da Giotto nella Pinacoteca di Bologna sia opera sua, anche se di certo è autentico e se ne conosce la storia. © RIPRODUZIONE RISERVATA Lo stile Barocco, da peste del gusto a esperanto del consenso L’arte emozionale di un secolo servì alla Chiesa cattolica per arrivare nel nuovo mondo di Francesca Bonazzoli B ollato fin dal 1740 come «peste del gusto» — da quando, cioè, venne usato per la prima volta in Italia da Francesco Milizia — l’aggettivo barocco porta ancora oggi con sé un’ambiguità semantica: più che per indicare uno stile, lo si usa come sinonimo di ridondante, decorativo, eccessivo, adatto a tutti i secoli, dal «barocco pergameneo» dell’arte ellenistica al neo-barocco della fine del Novecento. Tale confusione, a ben vedere, ha la sua legittimità: la definizione di barocco è stata infatti applicata a posteriori a una tendenza del gusto che non nasceva come una precisa rivoluzione formale. I grandi interpreti del Barocco, come Bernini o Pietro da Cortona, non hanno mai pensato di rinnegare i canoni rinascimentali: la loro non è stata una ribellione contro quel mondo del quale, anzi, si sentivano eredi e continuatori. Nessuno di loro si metteva in antitesi con Raffaello o Michelangelo. Prendiamo per esempio «La Madonna dei pellegrini» di Caravaggio: non c’è niente di anticlassico in quella meravigliosa figura femminile. Nulla che non possa stare alla pari con una Galatea di Raffaello. La riconoscibilità di una nota cortigiana nella figura di Maria non ha nulla che contraddica i canoni delle proporzioni rinascimentali e nell’Adorazione dei Magi degli Uffizi Leonardo aveva dipinto ceffi molto meno raccomandabili dei pellegrini caravaggeschi con i piedi sporchi inginocchiati davanti a Maria. La novità di Caravaggio stava nella luce teatrale, in quel modo di dipingere Maria che usciva dall’ombra come un’apparizione che inganna i sensi. Possiamo dunque definire Caravaggio barocco come Pietro da Cortona che dall’estrema acutezza realistica e sensoriale delle immagini è arrivato a creare uno spazio immaginifico, che non conosce confini fra vero e illusione? Dalla fine del Cinquecento e per tutta la prima metà del Seicento, il Barocco tiene insieme esperienze molto diverse tra loro: da Caravaggio a Rubens, da Domenichino a Poussin con protagonisti, come Guido Reni o il Guercino, Velázquez o Vermeer, che attraversano tutte le scuole, dal caravaggismo al classicismo. C’era chi calcava di più il pedale Mitologia «Atalanta e Ippomene» (1620-1625) di Guido Reni del sentimento e chi quello della razionalità: «È un pittore che lavora di là», diceva Bernini di Poussin portandosi la mano alla fronte. Si può forse allora dire che ciò che legittima la definizione di Barocco per un secolo come il Seicento che è stato fra i più ricchi di scuole, sia una nuova concezione del mondo costruita dalla Chiesa cattolica. Dopo la riforma di Lutero, da corte rinascimentale quale era stata al tempo di Raffaello e Michelangelo, la Chiesa si era dovuta trasformare in una nuova colossale macchina del consenso, una chiesa popolare che riuscisse a far arrivare la sua voce fino nel nuovo mondo, in competizione con i nuovi evangelizzatori. La propaganda di questo inedito cattolicesimo popolare fu affidata ai gesuiti, ai filippini e al barocco, una corrente del gusto che, da Roma dove nacque, si estese all’intera Europa e all’America centrale e meridionale declinandosi nei diversi dialetti regionali come una meravigliosa arte della persuasione. L’esperanto di questa lingua era il rapporto emozionale che le immagini dovevano instaurare con lo spettatore, l’effetto scenografico, l’eloquenza teatrale dei gesti o delle espressioni, la fusione di tutte le arti per concorrere a tali risultati, dalla pittura all’architettura. Fu dunque solo la successiva reazione neoclassica a fare del Barocco una categoria formale nella storia degli stili. Sotto le parole d’ordine dei nuovi maîtres dell’arte francesi — «ordre, calme, clarté» — tutto il Seicento venne quindi liquidato come artificioso, decorativo, frivolo, bizzarro. Fu così che l’Ottocento cancellò i Caravaggio o i Guercino della prima fase e la Francia si contentò di razziare i Domenichino o i Reni. Proprio quelli che a noi, oggi, paiono i più teatralmente barocchi. © RIPRODUZIONE RISERVATA 46 Martedì 30 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 30 Settembre 2014 47 ● Risponde Sergio Romano ● Il Piccolo fratello CHE COSA È LA CEI NELLA POLITICA ITALIANA di Paolo Di Stefano Errare è umano (ma non sui giornali) LETTERE AL CORRIERE 25 LUGLIO 1943 Paese allo sbando Caro Romano, come posso avere un quadro più completo dell’Italia dopo il 25 luglio 1943? Matilde Corvi, Udine Se vuole saperne di più può leggere un eccellente studio di Elena Aga Rossi, pubblicato dalle edizioni del Mulino nel 1993. S’intitola, purtroppo, «Una nazione allo sbando». @ [email protected] www.corriere.it [email protected] CRISI ECONOMICA Colpe dei sindacati Se i sindacati avessero messo lo stesso impegno dimostrato su lotte spesso di solo principio, per chiedere una vera lotta all’evasione fiscale, oggi l’Italia sarebbe in condizioni migliori e gli occupati sarebbero milioni in più. Cenzo Vargiu, Cagliari TFR IN BUSTA PAGA Scelta volontaria Nel bailamme delle soluzioni per rilanciare l’economia, spunta l’ipotesi di inserire parte del Tfr in busta paga. Se l’idea avrà seguito, spero sia su base volontaria: deve cioè essere il lavoratore a decidere dove i suoi soldi devono finire. Arturo Carlo Jemolo, cattolico liberale, che spesso vedevo pregare in ginocchio nella chiesa romana di Cristo Re, auspicava una “libera Chiesa in un libero Stato”. Che cosa direbbe oggi delle critiche mosse da esponenti della Conferenza Episcopale Italiana alla politica del presidente del Consiglio. E lei che ne pensa? Ettore Visca [email protected] Le lettere firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579 P La tua opinione su sonar.corriere.it Massimo D’Alema: Matteo Renzi sbaglia, sull’articolo 18 la mediazione è possibile. Condividete? SUL WEB Risposte alle 19 di ieri RIFORME / 2 Non c’è solo l’articolo 18 Sì In questi giorni si continua a parlare dell’articolo 18; ma che fine hanno fatto le proposte per eliminare il Senato, la riduzione del numero dei deputati e la riforma della legge elettorale? In Italia si espongono delle idee, ma poi tutto si «impantana» fidando che gli italiani abbiano la memoria corta! Cristina Corallo, Milano 41% Giorgio Mazzola [email protected] 59% RIFORME / 1 Situazione caotica No Chi ha capito che fine faranno le Province dove si voterà in questi giorni? E qualcosa del nuovo Senato? Le proposte sono così caotiche da risultare incomprensibili. Non era più semplice abolire le Province e il Senato? E che dire poi delle Città metropolitane che, a detta del sindaco di Milano, sono a rischio, perché nascono senza fondi e senza competenze? Mariangela Cecchini, Roma Caro Visca, enso che la Chiesa non abbia mai smesso di intervenire nella politica italiana, ora per proclamare i suoi principi «non negoziabili», ora per difendere e tutelare gli strumenti del suo radicamento nel territorio nazionale. Sono cambiati, se mai, i metodi e lo stile. Durante il fascismo e dopo il Concordato, il Papa riservava a se stesso gli interventi maggiori, ma lasciava il trantran quotidiano a un folto numero di messaggeri e mediatori, laici o sacerdoti, che erano in grado di rappresentare gli interessi della Chiesa nelle anticamere delle istituzioni nazionali. Dopo la guerra e sino all’inizio degli anni Novanta, la Chiesa poté contare sulla Democrazia cristiana, ma dovette constatare in alcune circostanze (divorzio, aborto) che la Dc, se voleva conservare il potere, non poteva piegarsi interamente ai diktat della Santa Sede. La situazione è cambiata dopo la scomparsa del partito cattolico. La Chiesa ha perso il suo attendente e scudiero nel cuore delle istituzioni, La domanda di oggi Il bon ton scolastico secondo il premier turco Erdogan: niente piercing, tatuaggi, trucco e capelli colorati, berretti. Siete d’accordo? VULCANELLI Quei bimbi uccisi Quando accade una tragedia nessuno vuole mai assumersi le responsabilità. Nel caso dei bambini uccisi dai vulcanelli, le autorità siciliane si sono dichiarate estranee e non ma può contare da allora su un numero considerevole di parlamentari cattolici presenti in quasi tutte le formazioni politiche. Non è tutto. La elezione di papi stranieri ha reso il vertice della Chiesa molto meno italiano di quanto fosse stato in passato. Il pontefice è sempre vescovo di Roma, ma gli affari della penisola sono gestiti ormai prevalentemente dalla Conferenza episcopale italiana. Abbiamo assistito così, con il passare del tempo, alla nascita di una terza Camera italiana, accanto a Montecitorio e a Palazzo Madama. È composta da più di 300 vescovi (circa 120 nella Conferenza episcopale francese, circa 100 in quella spagnola), è finanziata dallo Stato grazie all’8 per mille, è spalleggiata da una larga rete di quotidiani, settimanali, stazioni radiofoniche e siti Internet. È andata progressivamente allargando l’area dei suoi pronunciamenti e si è attribuita il diritto d’intervenire con giudizi e prediche in tutte le vicende politiche e sociali dell’Italia. Rappresenta un pericolo per la sovranità dello Stato? Tutto dipende dalla reazione degli italiani e delle loro pubbliche istituzioni. Uno Stato liberale non può impedire ai suoi vescovi di esprimersi su tutto. Ma non è tenuto a trattarli come altrettanti oracoli. Come quelli delle altre grandi lobby nazionali, dalla Confindustria alla Cgil, gli interventi della Cei sono utili al dibattito nazionale, ma le responsabilità, in ultima analisi, sono degli uomini e delle donne che sono stati eletti dai loro cittadini. © RIPRODUZIONE RISERVATA competenti a vigilare e la Regione ha fatto sapere che l’area è gestita da una associazione a cui, per contropartita, viene erogato un contributo. Può un contributo sollevare un’Amministrazione dai compiti istituzionali? Raffaele Spada, Brindisi PAGAMENTO TASI Calcoli faticosi Ho passato il pomeriggio di domenica leggendo su internet le delibere e calcolando la rendita per la Tasi. Ho così avuto l’occasione di conoscere i linguaggi catastali: mappali, particelle e sub hanno assunto la dignità operativa dando finalmente un senso a delle gelide sigle. Mi sembra comunque ingiusto che si debba fare così tanta fatica per adempiere al proprio dovere. Spero che almeno un pizzico di vergogna aleggi nell’animo di chi ha voluto tutto ciò. Aldo Bovi [email protected] RYDER CUP DI GOLF Vittoria dell’Europa Il successo dell’Europa nella Ryder Cup di golf dimostra ampiamente, qualora c’è ne fosse stato bisogno, come presentarsi nelle competizioni sportive, Olimpiadi in primis, sotto un’unica bandiera, quella europea, sarebbe un ottimo inizio per creare un’identità europea. Poi, è chiaro, bisognerà creare un Esercito, una Giustizia e un Fisco europei. Importante è cominciare! Pierluigi Ziliotto, Verona D irebbe Totò mostrando il petto: «Mi vuoi ammazza’? Tie’, ammazzami». Un mio articolo, uscito venerdì scorso, conteneva un errore ortografico imperdonabile: «un’altro» con l’apostrofo. Non so come sia potuto capitare, ma è successo. Per di più, quasi per nemesi o perché un diavoletto ci ha messo la coda, quell’erroraccio si trovava in un articolo che parlava della lingua italiana, degli svarioni grammaticali veri o presunti, degli strafalcioni di grandi scrittori come Dante, Boccaccio, Leopardi. Per cui qualche lettore benevolo o malevolo ha pensato che in un accesso di megalomania avessi messo volutamente l’apostrofo, ma posso assicurare che non c’era nulla di intenzionale: è sfuggito e basta. Sono arrivate molte mail a me, al caporedattore Cultura, al direttore, a Sergio Romano, in cui si deprecava giustamente l’inciampo. Ho ricevuto anche un sms da un collega in pensione che non sento mai, ma che per l’occasione ha voluto farsi vivo: «capisco la tolleranza per chi scrive vadi, ma che tu scriva un altro con l’apostrofo mi pare troppo». Così, ho deciso di dedicare al fattaccio il «Piccolo fratello» di questa settimana, non per fustigarmi ma per scusarmi e anche per aggiungere qualche considerazione confortante che si può ricavare dall’apostrofo incongruo. 1. A oltre cent’anni dalla sua nascita, la gloriosa terza pagina (è quella dov’è apparso lo sciagurato apostrofo) per nostra fortuna non ha perso il suo smalto: ha lettori numerosi e attentissimi fino alla spietatezza, i quali non si lasciano sfuggire nulla e non ammettono sviste; 2. Il sottotitolo dei messaggi era: nel web si faccia quel che si vuole, ma sul giornale la lingua italiana è sacra: scherza coi fanti ma lascia stare i santi; 3. I giornali sono mediamente scritti bene, come sostiene il linguista Luca Serianni in Leggere scrivere argomentare: se non fosse così, vista la sensibilità dimostrata dai lettori per un apostrofo, ci troveremmo sommersi di mail di rimprovero, il che per fortuna non accade. Dunque, 4., ha ragione un altro linguista, Giuseppe Antonelli, nel saggio intitolato ironicamente Comunque anche Leopardi diceva parolacce, quando dice: «Nonostante tutte le cose che si leggono e si sentono, nonostante i fantasmi dell’itangliano e dell’essemmessiano, nonostante il paventato avvento del facilese o all’opposto del difficilese, la nostra lingua gode oggi di ottima salute. Anzi, per certi versi non è mai stata così in forma». Detto ciò, caro lettore: «Mi vuoi ammazza’? Tie’, ammazzami». © RIPRODUZIONE RISERVATA INTERVENTI E REPLICHE Concessionarie autostradali e investimenti L’articolo di Sergio Rizzo «La lobby delle società autostradali trova lo svincolo per saltare le gare» (Corriere, 28 settembre) merita qualche puntualizzazione. L’Aiscat (Associazione italiana Società concessionarie e Trafori) e il suo presidente non hanno bisogno di lasciare «impronte digitali», ma agiscono e si esprimono, quando chiamati, nelle sedi proprie, attraverso atti e documenti ufficiali discussi e deliberati dagli Organi dell’Associazione. Per tale ragione sarebbe bastato consultare la Relazione che abbiamo depositato la scorsa settimana in occasione dell’Audizione sul Provvedimento del Governo cosiddetto «Sblocca Italia» presso la Commissione Ambiente e Lavori Pubblici della © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI FONDATO NEL 1876 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger CONDIRETTORE AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli CONSIGLIERI Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri Nidasio Camera, per non incorrere in evidenti imprecisioni e per conoscere il reale stato delle cose. Aiscat ha preso atto dell’iniziativa del Governo di notificare alla Commissione europea tre progetti di servizi di interesse economico generale aventi la finalità di consentire la realizzazione di investimenti sulle tratte autostradali, nell’ambito delle reti Europee Ten-T, che rendano competitivo il Paese, incentivando la crescita e aumentando l’occupazione, senza aggravi per la finanza pubblica. Questa iniziativa è vista in modo positivo perché manifesta un apprezzamento per il comparto autostradale, primo investitore privato del Paese, e per il ruolo che esso svolge. Le società concessionarie, quali imprenditori privati operanti sul mercato, si Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli [email protected] - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 Tel. 02-62821 DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306 PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. 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Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • RCS Produzioni Padova S.p.A. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. Centro stampa 09034 Elmas (Ca) - Via Omodeo, 5 - Tel. 070-60.131 • BEA printing sprl 16 rue du Bosquet - 1400 Nivelles - Belgium • Speedimpex USA, Inc. 38-38 9th Street Long Island City - NY 11101 - USA • CTC Coslada Avenida de Alemania, 12 - 28820 Coslada (Madrid) - Spagna • La Nación Bouchard 557 - 1106 Buenos Aires - Argentina • Miller Distributor Limited Miller House, Airport Way, Tarxien Road – Luqa LQA 1814 Malta • Hellenic Distribution Agency (CY) Ltd 208 Ioanni Kranidioti Avenue, Latsia 1300 Nicosia - Cyprus • FPS Fernost Presse Service Co. 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Viaggio nel tempo” € 8,80; con “Tiziano Terzani” € 10,80; con “I capolavori dell’Arte” € 7,80; con “Ufo Robot” € 11,89; con “James Bond collection” € 11,89; con “Scrivi Vecchioni, scrivi canzoni” € 11,89;con “English Express” € 12,89 Martedì 30 Settembre 2014 Corriere della Sera 48 Sport Verso l’Atletico La Juve recupera Pirlo per sbancare Madrid Confermato Ogbonna Una volta, a parte i comunicati ufficiali, sui siti dei club si davano solo notizie, adesso si legge anche tra le righe, si detta la linea politica. Da Juventus.com: «La settimana che porterà la Juventus ad affrontare Atletico e Roma non può essere ancora definita decisiva, ma è fuori discussione che le due sfide siano affascinanti. I bianconeri, però, ora sono concentrati sulla Champions». Caceres non ha ripreso come si sperava e dovrebbe quindi essere confermato Ogbonna. Buono invece il recupero di Pirlo (foto) che potrebbe essere convocato per la Champions. Intanto Marchisio e Chiellini battezzano il dopo-Conte. Il centrocampista: «Allegri mi dà fiducia, ed è molto importante. Mi piace il ruolo di vice Pirlo, ma mi considero comunque una mezzala». Conferma il difensore: «Con Allegri si è creato subito feeling. L’addio di Conte? Eravamo consapevoli che il rapporto con la Juve non sarebbe durato per sempre». Tratto comune: Madama vuole sbancare Madrid. r. per. © RIPRODUZIONE RISERVATA Champions League Gruppo A Domani, ore 20.45 Malmoe-Olympiacos (Sky Calcio 6) Atletico Madrid-JUVENTUS (Canale 5) Classifica JUVENTUS e Olympiacos 3; Atletico Madrid e Malmoe 0 Gruppo B Domani, ore 20.45 Basilea-Liverpool (Sky Calcio 4) Ludogorets-Real Madrid (Sky Sport 3, Sky Calcio 3) Classifica Liverpool e Real Madrid 3; Basilea e Ludogorets 0 Gruppo C Domani, ore 18 Zenit S. Pietroburgo-Monaco (Sky Sport 1, Sky Sport Plus, Sky Calcio 1) Domani, ore 20.45 Bayer Leverkusen-Benfica (Sky Calcio 5) Classifica Monaco e Zenit S. Pietroburgo 3; Bayer Leverkusen e Benfica 0 Gruppo D Domani, ore 20.45 Arsenal-Galatasaray (Sky Sport 1, Sky Calcio 1) Anderlecht-Borussia Dortmund (Sky Sport Plus, Sky Calcio 2) Classifica Borussia Dortmund 3; Galatasaray e Anderlecht 1; Arsenal 0 Gruppo E Oggi, ore 18 Cska Mosca-Bayern Monaco (Sky Sport 1, Sky Sport Plus, Sky Calcio 1) Oggi, ore 20.45 Manchester City-ROMA (Sky Sport 1, Sky Sport Plus, Sky Calcio 1) Classifica ROMA e Bayern Monaco 3; Manchester City e Cska Mosca 0 Gruppo F Oggi, ore 20.45 Psg-Barcellona (Sky Sport 3, Sky Calcio 2) Apoel Nicosia-Ajax (Sky Calcio 5) Classifica Barcellona 3; Ajax e Psg 1; Apoel Nicosia 0 Gruppo G Oggi, ore 20.45 Sporting Lisbona-Chelsea (Sky Calcio 3) Schalke-Maribor (Sky Calcio 4) Classifica Chelsea, Schalke, Maribor e Sporting Lisbona 1 Gruppo H Oggi, ore 20.45 Shakhtar Donetsk-Porto (Sky Calcio 6) Bate Borisov-Athletic Bilbao (Sky Calcio 7) Classifica Porto 3; Athletic Bilbao e Shakhtar Donetsk 1; Bate Borisov 0 Concentrati I giocatori della Roma si allenano all’Etihad Stadium di Manchester, alla vigilia della gara con il City (Epa) La sfida I giallorossi a Manchester per cancellare un passato di sconfitte Il City non può perdere, Garcia: «Pressione? Loro stanno molto peggio di noi» L’occasione della Roma DAL NOSTRO INVIATO Rudi Garcia, usando con astuzia il ranking Uefa, dice che la Roma, nel girone di ferro con i campioni d’Inghilterra, di Germania e di Russia, non doveva essere nemmeno il terzo incomodo, «perché noi eravamo in quarta fascia». Però, visto che la prima partita contro il Cska Mosca è finita 5-1 e che il Manchester City ha perso all’ultimo minuto contro il Bayern Monaco, nemmeno lui può evitare di dire che la Roma è davanti a una grande occasione e che «la pressione è sicuramente più pesante per il City che per noi». I numeri «inglesi» della Roma sono raccapriccianti. Diciotto trasferte nelle Coppe europee e una sola vittoria, per altro inutile per il passaggio del turno: 1-0 a Liverpool, con gol di Guigou, nella Coppa Uefa 2001. In Champions, in 15 sfide agli in- MANCHESTER 7 gol subiti dalla Roma contro lo United il 10 aprile 2007 0 gol segnati da Francesco Totti nella patria del calcio Manchester, ore 20.45 Manchester City Roma 4-2-3-1 4-3-3 1 Hart 26 De Sanctis 5 Zabaleta 13 Maicon 4 Kompany 44 Manolas 20 Mangala 2 Yanga Mbiwa 11 Kolarov 3 A. Cole 25 Fernandinho 4 Nainggolan 42 Yaya Touré 20 S. Keita 15 Pjanic 7 Milner 16 Aguero 27 Gervinho 21 Silva 10 Totti 24 Florenzi 10 Dzeko Arbitro: KUIPERS (Olanda) Tv: ore 20.45 Sky Sport 1, Sky Sport Plus, Sky Calcio 1 Ultimo col Castilla, a rischio squalifica: Zizou non sembra fatto per la panchina Ultimo. Con cinque sconfitte in sei partite e la prossima sfida da giocare in casa della prima in classifica, un posticino poco accogliente nei Paesi Baschi, chiamato Barakaldo. Com’è faticosa la vita da allenatore di Zinedine Zidane: il cappellino nero ogni settimana è un po’ più schiacciato, a nascondere l’espressione smarrita di questo apprendista fuori tempo massimo. All’età in cui il suo ex compagno Antonio Conte era arrivato alla Juventus (42 anni) e in cui Pep Guardiola è passato al Bayern Monaco, Zizou ha cominciato la sua carrieMADRID Giovedì, ore 19 Slovan Bratislava-NAPOLI (Premium Calcio) Dinamo Minsk-FIORENTINA (Premium Calcio 1) Giovedì, ore 21.05 TORINO-Copenaghen (Italia 1, Premium Calcio) INTER-Qarabag (Premium Calcio 1) vittoria della Roma in Inghilterra in 18 trasferte provino non è andato come Garcia sperava. C’è ancora una possibilità di vederlo in campo, ma Skorupski è più che in allarme. E sarebbe un debutto di fuoco per il giovane portiere polacco. «Il City è una squadra che fa possesso palla, ma sa anche velocizzare l’azione — ha detto Garcia —. Sono sicuro, però, L’allenatore Zidane è già finito nel pallone DAL NOSTRO INVIATO Europa League 1 glesi, sono arrivate 3 vittorie (solo all’Olimpico), 4 pareggi (uno solo fuori casa, 1-1 con l’Arsenal nel 2003) e 8 sconfitte. I giallorossi hanno segnato in Inghilterra solo 2 gol: uno di Cassano, proprio nel pareggio con l’Arsenal, e uno tristissimo di De Rossi nell’1-7 a Old Trafford del 10 aprile 2007, contro lo United. Totti, che ha fatto gol praticamente ovunque, non ha mai segnato nella patria del football. Dati che a Rudi Garcia non interessano. Fin dal primo giorno di Roma ha martellato su un concetto: il passato e il futuro non esistono, c’è solo il presente. Il problema, semmai, è che il presente parla di una lunga lista di infortunati (Balzaretti, Strootman, De Rossi, Castan, Astori, Uçan e Borriello) a cui rischia di aggiungersi anche Morgan De Sanctis che, contro il Verona, si è sentito «tirare» il muscolo della coscia destra. Ieri ha provato all’Etihad Stadium, ma il ra dal Castilla, la seconda squadra del Real Madrid nella Segunda Division B, la terza serie del calcio spagnolo. Il campione francese si è staccato da Ancelotti, di cui era il vice, con l’obiettivo di riportare in alto il Castilla, per consentire ai giocatori del vivaio di misurarsi con un campionato più utile alla causa e soprattutto stare al passo con la Masia del Barcellona. Invece, nonostante per vincere in terza serie la sua squadra abbia speso più di 12 club della Liga, Zidane non dà segni di miglioramento, certificando la crisi della Fabrica madridista: il Madrid C, la terza squadra dei blancos, è quartultimo, nel Disperato Zinedine Zidane (Afp) punto più basso di sempre e domenica alcuni suoi giocatori sarebbero pure stati apostrofati dall’arbitro («Vi credete dei fenomeni...»). Anche i più giovani, che l’anno scorso hanno vinto la loro Champions, stavolta non ingranano e sono settimi. Il fatto che il presidente Florentino Perez abbia espresso l’intenzione di dare una sforbiciata al vivaio, troppo popoloso e improduttivo, potrebbe aver mandato ulteriormente in crisi un sistema in cui tutti sono in discussione. Quel che è certo è che Zidane, sconfitto da piccole realtà come Amorebieta e Fuenlabrada (nello stadio intitolato al milanista Fernando Torres), che durante la gara arriverà anche il nostro momento. Dobbiamo essere bravi a sfruttarlo». Il tecnico francese ha detto più volte che il salto di qualità definitivo verrà quando la squadra avrà alzato la sua media realizzativa. Contro il Cska Mosca gli attaccanti sono stati perfetti, in altre occasioni più spreconi. Contro il City, che ha recuperato Jovetic (ma andrà in panchina), non c’è spazio per errori. In attacco il tridente più probabile è quello con Florenzi, Totti e Gervinho, ma anche Iturbe ieri sera si è allenato con il gruppo. Se non ci fosse la Juventus, domenica prossima, si potrebbe fare un pensiero al velocissimo ex veronese. Così è più probabile che Garcia lo porti in panchina. È vero che esiste solo il presente, ma la sfida che può assegnare un pezzo di scudetto non è poi così lontana. Luca Valdiserri © RIPRODUZIONE RISERVATA ma anche dalle squadre B di Atletico Madrid, Athletic Bilbao e Getafe, sta facendo una figuraccia: il Castilla ha vinto solo contro il Valderas, segna poco (5 gol), subisce troppo (10 reti), è una frana sui calci piazzati, ha perso cinque giocatori per infortunio e non ha nulla nel suo modo di stare in campo che possa far pensare alla mano di un tecnico dalla carriera tanto importante come calciatore. A complicare tutto c’è anche il caso legato alla licenza di Zidane, che formalmente è allenatore in seconda perché non ha ancora il patentino Uefa: l’associazione allenatori ha denunciato il Castilla e il francese, che rischia da uno a sei mesi di squalifica. A questo punto, considerato che l’esonero non sembra previsto, uno stop forzato potrebbe anche essere una liberazione. Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 30 Settembre 2014 Serie A 5a giornata 0-3 1-1 1-1 0-1 1-4 0-4 2-0 0-1 1-1 4-2 ATALANTA-JUVENTUS CESENA-MILAN CHIEVO-EMPOLI GENOA-SAMPDORIA INTER-CAGLIARI PALERMO-LAZIO ROMA-VERONA SASSUOLO-NAPOLI TORINO-FIORENTINA UDINESE-PARMA SPORT Paura passata Accordo Lega di A-Sportradar Vale Rossi recupera: «Mi sento già al 100%.» Formazione ai giocatori contro le frodi Classifica JUVENTUS ROMA UDINESE SAMPDORIA INTER MILAN VERONA NAPOLI LAZIO FIORENTINA 15 15 12 11 8 8 8 7 6 6 5 5 5 4 4 4 3 3 3 3 GENOA TORINO CESENA CAGLIARI CHIEVO ATALANTA PALERMO EMPOLI PARMA SASSUOLO Dopo la caduta di Aragon, Valentino Rossi non vede l’ora di rimettersi in pista. «Sto bene ed è la cosa più importante. Non ho riportato danni a parte un mal di testa stanotte, ma ora mi sento al 100%. È un vero peccato perché le modifiche fatte prima della gara stavano funzionando, la moto era a posto, avevo recuperato contatto coi primi e sono certo avrei potuto fare una bella gara». Rossi ha parlato anche della caduta: «Purtroppo ho messo le ruote sull’erba artificiale come è successo a Iannone. La pista era ancora bagnata per la pioggia del mattino e non c’è stato niente da fare». La Lega di serie A e la società Sportradar (che monitora i flussi di scommesse) hanno lanciato il progetto «Per l’integrità del gioco» che vuole combattere le frodi sportive. Presenti Juan Jesus e Riccardo Montolivo. Il progetto prevede una serie di attività di formazione per spiegare i rischi legati al match-fixing. Ieri hanno cominciato i ragazzi delle giovanili di Milan e Inter: durante gli incontri vengono illustrati casi reali e, anche con l’aiuto di filmati, si cerca di riconoscere i «segnali» di un tentativo di frode. SERIE B — Posticipo 6ª giornata: Virtus Lanciano-Bari 1-1. Battuto il Parma Poker Lazio Squalificato Giovanni Malagò, 55 anni, non potrà fare il presidente dell’Aniene per 16 mesi: non premierà quindi la «sua» Federica Pellegrini al Sette Colli (Inside) Di Natale ok Djordjevic Udinese spettacolo terza forza Palermo k.o. UDINE La faccia bella del calcio di provincia. Udinese e Parma si sfidano a viso aperto, illuminate da Di Natale e Cassano. A vincere è la squadra di casa, che si conferma a sorpresa terza forza del campionato, trascinata dall’ennesima doppietta del suo capitano (197 gol in A, -8 da Baggio), anche se la magia decisiva arriva dal piede che non ti aspetti: quello di Thomas Heurtaux, professione difensore, che s’inventa il gol del 3-2 con una rovesciata volante da fenomeno. Vola l’Udinese della coppia Strama-Stankovic, Donadoni si ritrova ultimo nella serata che per un tempo mostra un Parma bello e convincente, anche se troppo fragile dietro. Cassano inventa e trova una sponda ideale nei 18 anni di Josè Mauri, il baby italo-argentino che manda avanti il Parma e procura il rigore del 2 pari dopo l’1-2 con cui Di Natale aveva regalato il primo vantaggio a un’Udinese più concreta che bella. Il primo tempo è uno spot del calcio, con occasioni a raffica (per il Parma) e Karnezis protagonista, nel secondo l’Udinese mostra che non è solo contropiede e preme dall’inizio, pesca il jolly con Heurtaux e si difende senza troppi affanni fino al 4-2 di Thereau che chiude i giochi. Riccardo De Toma Si sblocca Filip Djordjevic e la Lazio rinasce a Palermo: 0-4 al Barbera. Tripletta per la punta serba arrivata in biancoceleste in estate dal Nantes: in chiusura di primo tempo corregge facilmente l’assist perfetto di Candreva; mentre nel secondo riesce a battere Sorrentino con due prodezze da dentro l’area di rigore, prima (al 30’) mettendo a sedere il marcatore diretto e poi (al 38’) segnando di sinistro da posizione impossibile. Poi arriva anche il gol di Parolo in pieno recupero a ribadire il risultato, forse troppo pesante per il Palermo di Iachini, nel quale spicca solo la coppia Vasquez-Dybala, che deve ancora rimandare l’appuntamento con la prima vittoria. Per la Lazio, invece, è una liberazione, prima di ieri sera le trasferte avevano portato a Pioli buone notizie sul piano del gioco ma zero punti e la zona rossa in classifica. E infatti la sua la panchina cominciava a surriscaldarsi, tanto che già aveva preso a girare il nome del solito Reja. Fantasmi scacciati, almeno per ora: i 3 punti riposizionano la Lazio a centroclassifica, mentre il Palermo resta in coda e con il tecnico virtualmente in bilico più per il pregresso di Zamparini che per demeriti. a.arz. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Udinese Parma 4 2 Marcatori: Mauri 22’, Di Natale 29’ e 45’, Cassano (rig) 48’ p.t.; Heurtaux 13’, Thereau 39’ s.t. UDINESE (4-2-3-1): Karnezis 7,5; Widmer 6, Heurtaux 7, Danilo 6, Piris 6; Allan 6,5, Guilherme 5,5 (Pasquale s.v. 42’ s.t.) ; Badu 6,5, Thereau 6,5, Kone 6 (Domizzi 6 21’ s.t.); Di Natale 7,5 (Muriel 6,5 26’ s.t.). All.: Stramaccioni 6,5 49 Palermo Lazio 0 4 Marcatori: Djordjevic 45’ p.t.; Djordjevic 30’ e 38’, Parolo 48’ s.t. PALERMO (3-4-1-2): Sorrentino 5,5; Andelkovic 6, Terzi 6, Feddal 5; Morganella 6, Barreto 6 (Quaison 6 38’ s.t.), Rigoni 6, Lazaar 5,5 (Emerson 6 11’ s.t.); Vazquez 6,5; Dybala 6 (Makienok 6 31’ s.t.), Belotti 5,5. All.: Iachini 5,5 PARMA (4-3-3): Mirante 6,5; Mendes 6 (Santacroce 5 1’ s.t.), Lucarelli 5, Felipe 6, Gobbi 6,5; Acquah 6, Jorquera 6 (Galloppa 5,5 21’ s.t.), Mauri 7; Coda 6, Cassano 7, De Ceglie 5 (Belfodil 5 1’ s.t.). All.: Donadoni 6,5 LAZIO (4-2-3-1): Marchetti 6,5; Cavanda 6, De Vrij 6, Cana 5, Braafheid 6 (Ciani 6 32’ s.t.); Parolo 6, Onazi 6; Candreva 6,5 (Felipe Anderson 6 12’ s.t.), Mauri 6,5 (Ledesma s.v. 37’ s.t.), Lulic 6; Djordjevic 8. All.: Pioli 6,5 Arbitro: Calvarese 6 Espulso: Acquah 32’ s.t. Ammoniti: Kone, Widmer Recuperi: 3’ più 3’ Arbitro: Di Bello 5 Ammoniti: Parolo, Mauri, Cana, Marchetti, Vasquez Recuperi: 2’ più 4’ Faida Coni-Federnuoto Malagò sospeso 16 mesi «Trionfo dell’illogicità» La sentenza riguarda il ruolo da presidente club Aniene Giovanni Malagò è il primo presidente del Coni squalificato durante il suo mandato. La spiacevole vicenda — da qualunque lato la si guardi — rappresenta un’altra stazione dolorosa della faida tra Giovanni Malagò e Paolo Barelli, nemici dai tempi di Roma 2009. Le faide hanno sempre un fatto personale alla base. Ieri un punto, anzi 16 come i mesi di squalifica inflitti al rivale, per il presidente della Federnuoto. Malagò è stato infatti punito dalla Disciplinare come presidente del club Aniene in base all’art. 12 del Regolamento di Giustizia, all’art. 6 Diritti e Obblighi del Soggetti Federali, n. 4, lett. a) dello Statuto FIN articolo 6 degli art. 2 e 7 del Codice di comportamento sportivo del Coni. Sono norme che tutelano lealtà sportiva e i diritti di persone o organismi in caso di giudizi lesivi. Malagò era stato deferito perché, nella Giunta Coni del 4 marzo, sosteneva che la Fin aveva presentato le stesse fatture per i lavori delle piscine del Foro Italico sia al ministero sia a Coni Servizi. Il Coni aveva presentato la denuncia a inizio febbraio. In effetti chiamarla doppia fattura- zione è almeno inesatto perché le fatture sono state presentate a Coni Servizi, mentre il ministero ha versato un contributo senza chiedere documentazione. Dura la reazione di Malagò: «È il La saga continua Vince il nemico Barelli, ma è pronto il ricorso ● Il commento Se decide la giustizia «familiare» di Daniele Dallera U na sentenza che non ha un briciolo di buon senso. Proprio come le parole di Giovanni Malagò (un po’ se l’è cercata) quando accusò la Federnuoto, e quindi il suo presidente Paolo Barelli, di «doppie fatturazioni». Accuse, sospetti che vanno provati, non buttati lì, anche se la Procura di Roma sta ancora indagando perché il gip vuole vederci chiaro. Ed è arrivata la vendetta del nemico personale di Giovanni Malagò, che dà la dimensione della faida, dove la giustizia annega in quest’acqua inquinata da risentimenti e colpi bassi. A infliggere 16 mesi di squalifica è stato Adriano Sansonetti, presidente della Disciplinare. Il ricorso che Malagò presenterà sarà esaminato da Pier Salvatore Maruccio: tenetevi forte, è il cognato di Sansonetti. Bene questa giustizia da ballatoio familiare è inaccettabile (come un’eventuale sostituzione in corsa): è peggiore di qualsiasi «doppia fatturazione». Inutile invocare la pace, stile Aldo Biscardi al suo indimenticabile Processo, ma un ritorno al buon senso e alla decenza è ancora possibile. © RIPRODUZIONE RISERVATA trionfo dell’illogicità. Mi è stato attribuito un fatto inesistente e per questo sono stato condannato. La decisione conferma ancora una volta che è stato necessario riformare il codice della giustizia sportiva (...). E non a caso su 75 componenti, l’unico voto contrario è stato del presidente della Federnuoto». Un presidente federale che di faide se ne intende ha commentato: ne resterà soltanto uno. Parallelamente allo scontro in ambito sportivo va avanti quello penale. Il pm aveva chiesto l’archiviazione, respinta dal gip che ha chiesto un supplemento d’indagine anche basandosi sul ricorso di Coni Servizi. E meno male che all’inizio si diceva che era «un atto dovuto». Tutto potrebbe finire o continuare entro il 20 dicembre. E ora? Malagò non può fare il presidente dell’Aniene nuoto per 16 mesi: non può premiare Federica Pellegrini al Sette Colli o firmare documenti. Farà ricorso alla Commissione d’appello federale e, eventualmente, al Collegio di garanzia del Coni, a una sezione diversa da quella (numero 5, consultiva) che ha già espresso il parere su cui si basava la difesa: quello che il presidente Coni dice in Giunta nell’esercizio delle sue funzioni non può essere perseguito. Se ci si arriverà sarà la sezione 2 a occuparsi del caso, ma è curioso che una parte della Cassazione abbia assolto Malagò in anticipo sul giudizio di primo grado. Infine, volendo e potendo (ci vogliono 15 mila franchi svizzeri) c’è anche il Tas. Al di là delle stranezze e delle ragioni dell’uno o dell’altro, non ci stanchiamo di dire che forse, tutto questo, si poteva evitare. Roberto Perrone © RIPRODUZIONE RISERVATA UNA MARCIA IN PIÙ ALLE TUE DIFESE? 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Per fortuna dei nerazzurri tutti, lo stadio era deserto e questo ha contribuito a evitare di raccogliere altri fischi, dopo quelli di domenica, che hanno ribadito il feeling inesistente fra il pubblico, alcuni giocatori e soprattutto Walter Mazzarri. Il rapporto fra tifosi e allenatore non è mai decollato e in molti si chiedono se sia davvero l’allenatore giusto per l’Inter. Il suo curriculum, l’esperienza maturata in tanti anni di battaglia e i traguardi raggiunti non lasciano dubbi sulle sue qualità e su quelle del suo staff, ma resta da capire se le idee di Mazzarri siano in linea con il momento storico di questa Inter, che con lui non è mai riuscita a vincere tre partite di fila (in assoluto non succede da ottobrenovembre 2012). Per tutto l’anno scorso si è andati avanti con l’alibi del traumatico passaggio di proprietà fra Moratti e Thohir da aggiungere alla presenza ingombrante degli argentini, simbolo del triplete. Moratti ha lasciato da dieci mesi e non si fa quasi più vedere; tre argentini su quattro non giocano più nemmeno in Italia; Zanetti è una presenza persino troppo Colpevole Walter Mazzarri (Ramella) 5 le reti subite dall’Inter in 5 partite di campionato. Quattro contro il Cagliari 53 gli anni che Mazzarri compie domani, alla vigilia della gara col Qarabag discreta, ma la sintesi è che l’Inter ha cinque punti in meno di un anno fa, nonostante un calendario più semplice. M a z z a r r i h a p a r l a to d i «squadra cotta» (chissà in che condizioni sarà alla pausa di novembre); si è preso tutte le colpe; ha spiegato ieri a Itv Italia di aver parlato «con i giocatori e sanno benissimo quello che penso. Giovedì in Europa League bisogna fare una gara diversa e anche a Firenze domenica, servirà una grande partita per far capire che contro il Cagliari si è trattato di un incidente di percorso». Ma continua a restare misterioso il motivo per il quale l’Inter corre a ritmi che definire blandi è già esagerato. Quando l’avversario cambia marcia, i nerazzurri soffrono. È stato così con Torino, Palermo, Atalanta (nella parte centrale della ripresa) e Cagliari. Mancando le gambe (e/o la testa, nel senso di applicazione), nessuno si muove senza palla, non c’è pressione costante in fase offensiva, il pressing è sporadico, aumentano le sofferenze in fase difensiva. L’Inter di queste prime cinque giornate non può arrivare in alto; però non manca il tempo per migliorare, anche se la squadra è meno forte di quanto sembri. Sempreché ci siano anche le condizioni per farlo. Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA 51 Perplesso Filippo Inzaghi, 41 anni. Dopo le due vittorie di fila di inizio stagione, contro Lazio e Parma, ha racimolato soltanto 2 punti in 3 gare. Sconfitta con la Juve e 2 pari a Empoli e Cesena (Ansa) Dove sono i giocatori? di Roberto De Ponti Ventiquattr’ore dopo l’umiliante sconfitta con il Cagliari, i giocatori dell’Inter si sono presentati a San Siro per la foto ufficiale. Ad attenderli due panchine con le loro posizioni indicate da foglietti con il cognome di ogni calciatore. In effetti, nella foto, non c’è differenza con la partita di domenica: i giocatori dell’Inter continuano a non vedersi. © RIPRODUZIONE RISERVATA MILANO Dopo i due pareggi con le neopromosse Empoli e Cesena, il Milan in cerca d’identità è pronto a un passo indietro: Pippo Inzaghi ancora non ha preso l’ultima decisione in vista dell’ennesima sfida da vincere con il Chievo (sabato sera a San Siro), ma sembra intenzionato a rimandare a tempi migliori il modulo tutto offensivo (4-2-4 o 4-4-1-1), per tornare al «vecchio» 4-3-3, quello più collaudato, quello che crede gli garantisca un maggior equilibrio. Evidentemente, anche se il manifesto programmatico dell’allenatore del Milan è «divertire i nostri tifosi», Inzaghi ha deciso che questa squadra fa fatica a reggere quattro giocatori in fase offensiva per 90’ (quella col Cesena è stata anche la prima partita disputata alle 15, con il caldo, e il Milan ha avuto un evidente calo fisico). Quel che è certo, è che le scelte sono e saranno dolorose: nel tridente d’attacco, infatti, Inzaghi vede bene Ménez falso nove anche perché con il francese in quella posizione ha ottenuto le vittorie con Lazio e Parma. Ma così resta fuori uno come Fernando Torres, magari poco brillante domenica scorsa, soprattutto rispetto alla serata di Empoli, ma pur sempre un acquisto «ingombrante» da tenere in panchina. Con l’altro sistema di gioco, invece, l’escluso sembra essere El Shaarawy, a vantaggio di Bonaventura. Il ragazzo con la cresta merita un’osservazione a parte: sembrava uno dei punti fermi del nuovo Milan, pronto a tornare caposaldo anche della Nazionale di Conte e invece, dopo l’uscita per crampi contro la Juve, è rimasto in panchina per due gare di fila (a Cesena forse sarebbe entrato nel finale non fosse stato espulso Zapata). Inzaghi ha solo parole dolci per Stephan, che però sarà un altro caso da gestire con delicatezza. La fortuna (per tutti) è che l’allenatore rossonero vuole un Milan camaleontico, in grado di cambiare interpreti (e anche modulo) in corsa: l’obiettivo è infatti quello di adeguarsi agli avversari e di inserire sempre forze fresche in attacco. Tutto ciò però funziona se dietro si azzerano gli errori individuali: queste prime cinque partite insegnano che se il Milan va sotto poi non vince più. Arianna Ravelli © RIPRODUZIONE RISERVATA 52 Martedì 30 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 30 Settembre 2014 Gianluigi, Barbara, Giovanna, Luca, Marianna e Valeria partecipano al dolore di Andrea e della sua famiglia per la perdita della mamma Ileana Corradi 53 Gianmario ed Elena Crescentino sono vicini con tutto il loro affetto ad Aldo con Niki, Lorenzo e Chiara e partecipano commossi al suo dolore per la perdita del papà Gli amici del Gruppo editoriale Mauri Spagnol sono vicini alla famiglia per la perdita del Renzo Sacchi uomo di cultura dalla curiosità insaziabile e grande studioso. - Milano, 30 settembre 2014. - Segrate, 29 settembre 2014. Il consiglio di amministrazione e tutti i collaboratori di Queriot Srl sono vicini a Cinzia Cavigioli in questo triste momento per la scomparsa della sorella Prof. Vittorio Dan Segre Matilde Cavigioli - Milano, 29 settembre 2014. Rosanna Mani è affettuosamente vicina ad Andrea e ai suoi cari per la perdita delladorata mamma - Milano, 29 settembre 2014. Il Presidente ed i soci del network KPMG esprimono sentite condoglianze allAvvocato Aldo Sacchi e ai suoi familiari per la scomparsa del caro papà Ileana Corradi - Segrate, 29 settembre 2014. Prof. Renzo Sacchi Il direttore Aldo Vitali e le redazioni di Tv Sorrisi e Canzoni, Telepiù e di Il Mio Papa partecipano al dolore di Andrea Carbone per la scomparsa della cara mamma - Milano, 29 settembre 2014. I dipendenti di Nimax S.p.A. esprimono allIngegner Nicola Montanari e famiglia il loro commosso cordoglio per la perdita del Luciano Acquarone ricorda un vero grande alpinista e porgono le loro più sentite condoglianze. - Bologna, 29 settembre 2014. Aldo abbraccia con affetto il caro amico Andrea per la scomparsa della mamma Giuliano De Palma Il Dipartimento di Scienze Biochimiche "Alessandro Rossi Fanelli" dellUniversità di Roma "Sapienza" partecipa al dolore della famiglia Bossa per la scomparsa della Ileana Corradi - Segrate, 29 settembre 2014. Ileana Corradi Giambattista Punzi Prof.ssa Donatella Barra Andrea e Alessandro. - Seregno, 30 settembre 2014. papà - Bergamo, 29 settembre 2014. Michele Biotti con tutti i colleghi dello Studio Associato dottor Giorgio Traccanella è affettuosamente vicino agli amici Gianluca e Cristina ed ai loro famigliari nel ricordo del caro - Milano, 29 settembre 2014. Partecipano al lutto: Fausto, Franca e Carlo Biotti. Franco Santini Wilma Doni Partecipiamo commossi al dolore di Giorgia e Gaia e dei loro familiari per la scomparsa dellamato papà Franco.- Famiglia Aretino. - Milano, 29 settembre 2014. Vittorio e Marina Gregotti ricordano con amicizia ed affetto 30 settembre 1965 - 30 settembre 2014 Antonio Caputi Hai sempre precorso i tempi.- Seguiamo le tue orme.- Olga Maria Grazia Adriana Alfredo. - Roma, 30 settembre 2014. - Milano, 30 settembre 2014. 30 settembre 2005 - 30 settembre 2014 La sua famiglia ricorda con immutato amore e rimpianto Gionata Hanania Anne Marie Boetti Il Consiglio di Amministrazione, i Sindaci, i Dirigenti e i dipendenti tutti partecipano al dolore della famiglia per la perdita del Gianfranco Ciana OdB milanista - Milano, 30 settembre 2014. Gli amici di Jci Capital sono vicini a Giovanni e a tutta la famiglia per la scomparsa della cara mamma Partecipa al lutto: Livio Damini lamico davventura. Gianfranco Ciana 30 settembre 2003 - 30 settembre 2014 La famiglia, con chi gli ha voluto bene, ricorda Armando Peluchetti di 83 anni.- I funerali si svolgeranno martedì 30 settembre alle ore 14.30 presso la parrocchia di Triante in via Vittorio Veneto a Monza.- I figli Domenico ed Elena lo ricordano con grandissimo affetto come ottimo padre, persona di specchiata onestà ed esempio di umana rettitudine. - Monza, 30 settembre 2014. Ciao Franco ti vogliamo bene.- Le tue figlie Giorgia e Gaia, tuo fratello Mario unitamente alle loro famiglie ti salutano con amore. - Milano, 29 settembre 2014. Gianfranco Tatiana Tassinari raggio di sole, angelo tra gli angeli, così ti vede in cielo "la tua zietta".- Ariella. - Milano, 30 settembre 2014. Ha lasciato i suoi cari Ciao Emanuele ed Augusta con Paolo, Stefania ed Edoardo partecipano commossi per la perdita del caro Volare come farfalla, danzare come libellula, cantare come usignolo.- Adorata I funerali si svolgeranno il giorno martedì 30 settembre alle ore 14.45 presso la chiesa di Santa Maria Incoronata, corso Garibaldi 116.- Non fiori ma opere di bene.- Un particolare ringraziamento a Halyna, sua affezionata badante. - Milano, 28 settembre 2014. guida sicura ed esempio di professionalità e umanità, e si stringono affettuosamente al marito Francesco Bossa, alle figlie Cristina e Cecilia, e alla famiglia. - Roma, 29 settembre 2014. Gianfranco Ciana ci ha lasciato in tanto dolore e con tanto amore il 28 settembre 2014.- Lucia e Lorenzo. - Milano, 28 settembre 2014. Commendatore Gli allievi del Dipartimento di Scienze Biochimiche dellUniversità Sapienza partecipano la perdita della Siamo vicini con affetto a Cristina per la scomparsa del caro Giorgio Federico Naddei Alfredo con Nuccia, Viviana con Gianni, i nipoti Chiara con Fabrizio, Christian, Giovanni e Marco, annunciano la perdita del caro Professore Emerito di Biochimica, già Direttore del dipartimento, scienziata di grande valore e collega amatissima. - Roma, 29 settembre 2014. - Milano, 29 settembre 2014. Pia Scavia - Milano, 29 settembre 2014. Partecipa al lutto: Marilene Bähr. Prof.ssa Donatella Barra Paolo Salvaderi, i dirigenti e tutti i colleghi di Mediamond e Mondadori Pubblicità, sono vicini a Andrea Carbone per la dolorosa scomparsa della cara mamma Loredana Floriani, unita alla famiglia e agli amici della Fondazione Floriani e dellAssociazione Amici della Fondazione Floriani Onlus, è vicina a Paola e Luciano e ricorda con grande affetto il compagno di tante ore in montagna. - Cantù, 29 settembre 2014. Partecipa al lutto: Riccardo Sonino. - Segrate, 29 settembre 2014. Dott. Fioravante Montanari Giuliano De Palma Renzo Sacchi Ileana Corradi Partecipano al lutto: Stefano e Cristina Mauri. Renzo Guidieri. Cecilia Perucci. Stefano Res. Luisa Azzolini. - Milano, 30 settembre 2014. - Milano, 29 settembre 2014. LE “CARTE” DEL CORRIERE Dott. Dante Poretti Partecipano al lutto: Ernesto e Clelia. Illva Saronno Holding. - Saronno, 29 settembre 2014. Lorenzo Menicanti, Barbara, Adriano e Claudia, sono vicini a Deda, Livia e Marco per la scomparsa del SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE La famiglia Reina con Angelo, Augusto, Fausta, Luciana, Memi, Tiziana, i nipoti: Alberto, Domenico, Diego, Riccardo, Costanza, Ludovica e Giada è vicina a Marina, Benedetta e Paolo per la scomparsa del caro Professor Ugo Ruberti grande chirurgo e uomo eccezionale. - Milano, 29 settembre 2014. ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Dante Poretti Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: [email protected] - Saronno, 29 settembre 2014. Marino, le figlie Maria Vittoria e Marina ed i generi Paolo ed Eugenio annunciano limprovvisa scomparsa di Alessandra, Nicoletta ed Edoardo si stringono a Chicco con grande affetto nel ricordo dellamatissimo zio Paola Ventura in Ravanelli - Milano, 29 settembre 2014. TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: Corriere della Sera Lo Studio legale Bird&Bird partecipa con profondo cordoglio al lutto che ha colpito Salvatore per la scomparsa del papà Ti ricorderemo sempre con affetto cara nonna Paola Bruno Lamarca Maria Paola, Federica, Matteo, Andreano, Margherita, Carlotta, Simone. - Milano, 29 settembre 2014. fondazionecorriere.it Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 300,00 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 in libreria e Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 Il Consiglio di Amministrazione, Dirigenti, personale e collaboratori di Edizioni LInformatore Agrario sono partecipi del lutto che ha colpito il proprio Amministratore Delegato dottore Giuseppe Reali per la morte del padre sig.ra Renata Anguissola Meriggi Gazzetta dello Sport PER PAROLA: - Milano, 29 settembre 2014. I condomini e lAmministratore del condominio piazzale di Porta Lodovica n. 4, Milano, partecipano al dolore della famiglia per la scomparsa della a cura di Maria Giuseppina Muzzarelli SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ avv. Bruno Lamarca I funerali si terranno mercoledì 1 ottobre alle ore 10 presso la chiesa di Camporicco Cassina de Pecchi. - Milano, 29 settembre 2014. Amalia Moretti Foggia Le ricette di vita del dottor Amal e di Petronilla (1929-1947) RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 - e-mail: [email protected] Antonio Reali on-line su oli.it libreriarizz L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito - Milano, 29 settembre 2014. - Milano, 29 settembre 2014. *0" && 3!3 3 ) 2>) 2>) 28! 3 3 2+ 2+) 2>3 0'*(6 && +72 + 8 + + ) +)+7 +! + ! +)>2 +)> + ! 90 $ 2>! 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E soprattutto, chissà se Franca Leosini, autrice e narratrice del programma, avrebbe mai immaginato di diventare un personaggio di culto per un fan club di spettatori in preda alla doppia lettura (quelli che amano la raffinatezza del cattivo gusto; la sensibilità camp gode delle cose, non le giudica). .¤ L’uscita di Luciano Onder è stato un duro colpo: lui era l’incarnazione di «Medicina 33» e ispirava tanta fiducia. Per fortuna ci è rimasto Michele Mirabella (foto) che ormai da anni si occupa di salute, benessere, medicina. Lo fa con il garbo che lo contraddistingue e soprattutto si avvale sempre della presenza di luminari in studio. Se dunque siete a casa malati, se siete ipocondriaci, se davvero soffrite di questa o quella patologia, ascoltate Mirabella. Oggi si parla di calcoli renali con il dottor Gaboardi direttore Urologia dell’Ospedale Sacco di Milano; e di cellulite che colpisce praticamente tutte le donne del pianeta. Elisir Rai3, ore 11 CHE TEMPO CHE FA Fabio Fazio Politica contro politica, vince Matteo Renzi (da Fazio). Riparte «Che tempo che fa» su Rai3: per Fazio 3.243.000 spettatori, 12,8% di share LA GABBIA Gian Luigi Paragone Politica contro politica, perde Antonio Razzi (da Paragone). Per la «Gabbia» di Gianluigi Paragone 424.000 spettatori, 2,2% di share .Õ Ê±ææ 3.$"9/± ÎÎ×@ÎF ʱ¤æ .3"$± ÎÎ×@ÎF ʱÐæ 1 ¤± ,.8/$" /3 81 // 8. 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Inutile dire che Leosini ci è andata a nozze, sfrucugliando nella loro storia .1| ɱææ 1. 3$"$."$ 1± ÎÎ×@ÎF ɱÐæ 1. 3$"$."$ .$"± ÎÎ×@ÎF p±ææ $.± ÎÎ×@ÎF ¤æ±ææ ! !" .1.± Îα ¤¤±ææ /.± ÎÎ×@ÎF ¤¤±¤æ 1 Ð !"31± !1$ б ¤Õ±ææ 1 б ¤Õ±Õz 1Ð 3$. 1± ÎÎ×@ÎF ¤Õ±|z ," -3$1"$± Îα ¤Ð±¤æ 1!,$ /1$.± Îα ¤|±ææ 1 . 1 . !1$± ¤|±Õæ 1 б !1$ б ¤|±zæ 1. ,>> .± Îα ¤|±zz 1 Ð ±±/± ¤z±ææ 1.. "$/1. Õ± 1kkx ¤z±|z /,11"$ $± X± ¤Ê±|æ $± X×kÎ ¤±ææ 1 б ¤±Ðæ 1 . 1 . !1$± Õæ±ææ $± ÎÎ×@ÎF Õ汤z / $"$/ 31± .k@Îà Õæ±Ðz 3" ,$/1$ /$± /@¬ Õ¤±æz .)± ÎÎ×@ÎF± b×Xk !@ÅÅ @± "k ¬Â~Â@@_ @bb@Î >×XX@ ,ÂkÅbkÎk Õ|±ææ 1 Ð " "$11± 汤æ 1 .$"± !1$ б ¤±æz . ,.!"1$ 1$."± ¤±¤z >11 Ð $/$ " !$8!"1$± ÎÎ×@ÎF ʱææ ʱzæ ɱÕæ p±¤z ±|æ ¤æ±|z ¤¤±Ðæ ¤Õ±ææ ¤Ð±ææ ¤|±ææ ¤z±Ðæ ¤Ê±Ðz ¤p±zz ¤±Ðz Õæ±Ðæ Õ¤±¤z ÕбÕz ÕбÐæ "z 1 | "1 "9/± >$..$± 1kkx 3"1.± 1kkx 3$. .± 1kkÝk@ .".± 1kkx . 11 ¿1"± ÎÎ×@ÎF 1 | 1$."± "k ¬Â~Â@@_ !kÎk±Î 1 18 " $./± 1kkx /"$. 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Tutto in un modulare continuo di toni, in un incessante passaggio dal ruolo di poliziotta buona a quello di poliziotta cattiva: «Del Monaco è Del Monaco, ma lei non è certo una trovatella raccattata per le strade del mondo!»; «Diciamocelo, il suo obiettivo era quello di abbordare uno dei fratelli Del Monaco?». Un lento crescendo fino al definitivo: «È stato allora che lo ha colpito come fosse un bersaglio senz’anima?». Non è solo l’assassino a rigirare il coltello nella piaga. b@¿ Â@ä b Âk@ ×k` k@ÂÎ o bÂkÎÎ b@ ± /xÎkà` X ± !ÂÂk` ± ¬k kkÎÎ k ,± kÎÎ@à± /à k@ @à ".$ $, 3 ¬äÎÎ k Å× X¬@~ ÂNÎ ÎkÎ@ b ÅX¬ÂÂk XÅ@ X Å@ bkΠ¿k¬bk@ Xk @ X¬Î ¿ÎkÂ@ ¬¬@äk± /à k@ !@ß !"3 ¿!$. Õ ,1$ /3 //8 @¬Î b×k Å׿ÎÂŬkäk b ± 8kÂkÅ k b bk¿@Âk b×Â@Îk ÅkXb k± .± /X@@ÂX k !± k×XX± /à k@ ,@ÅÅ Õ¤±¤æ !$"$ .13. 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