Sommario Rassegna Stampa

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la Stampa
04/12/2014
SCUOLE OCCUPATE, RIVOLTA CONTRO IL SOTTOSEGRETARIO
(F.Amabile)
2
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Italia Oggi
04/12/2014
FARAONE PLAUDE ALLE OCCUPAZIONI (D.Cacopardo)
4
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il Tempo
04/12/2014
SOLDI IN CAMBIO D'ESAMI AD ARCHITETTURA
5
Edscuola.it
04/12/2014
IL FUTURO SI PROGRAMMA FRA I BANCHI
6
23
Il Gazzettino - Ed. Padova
04/12/2014
SCUOLE D'ECCELLENZA NEI MESTIERI D'ARTE
8
5
il Manifesto
04/12/2014
DIPLOMATI INCERTI SUL FUTURO IN UNA SCUOLA DI CLASSE
9
Ilsole24ore.com
04/12/2014
PERDITE DI ORIENTAMENTO SCOLASTICO
10
7
La Repubblica - Ed. Bari
04/12/2014
DALL'INQUINAMENTO ALL'AEROSPAZIO I CINQUANTA PROGETTI
DEL POLITECNICO
12
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L'Arena
04/12/2014
CONFERMATO DAL MINISTERO:NEI NUOVI LICEI IL NUMERO DEGLI
ISCRITTI HA SUPERATO IL 50%
13
OrizzonteScuola.it
04/12/2014
EDILIZIA SCOLASTICA, FONDI ASSEGNATI ANCHE NEL 2015
14
OrizzonteScuola.it
04/12/2014
SOSTEGNO. ANIEF: NECESSARI ALTRI 40MILA INSEGNANTI
15
Scuola24.Ilsole24ore.com
04/12/2014
LA PROGRAMMAZIONE ARRIVA IN CLASSE: AL VIA IL PROGETTO DI
ALFABETIZZAZIONE DIGITALE PER LA SCUOLA
17
Scuola24.Ilsole24ore.com
04/12/2014
L'ALLARME DI ALMADIPLOMA: IL 46% DEI DIPLOMATI SI PENTE
DELLA SCELTA DELLE SUPERIORI
19
Scuola24.Ilsole24ore.com
04/12/2014
PER CRESCERE SERVONO AUTOVALUTAZIONE E ORIENTAMENTO,
NON GRADUATORIE
21
Tecnicadellascuola.it
04/12/2014
IL DIPLOMA MAGISTRALE E' ABILITANTE: CENTINAIA DI PRECARI
ACCEDONO ALLE GAE
23
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04/12/2014
PRECARIATO E RICERCA, LETTERA APERTA DELL'ADI
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Rubrica
Scenario politico
31
Corriere della Sera
04/12/2014
NUOVA LETTERA DEI RETTORI: TEMPI E MODI CERTI SUL TEST DI
MEDICINA
28
42
la Stampa
04/12/2014
Int. a M.Gilli: "TORINO E' GIA' IN GRADO DI ATTRARRE I
TALENTI" (L.Tortello)
29
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il Sole 24 Ore
04/12/2014
IN SCUOLA MEDIA STAT VIRTUS
31
30
il Sole 24 Ore
04/12/2014
PERDITE DI ORIENTAMENTO SCOLASTICO (C.Tucci)
32
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SINDACATI AL MINISTRO: "SCUOLA SENZA TIMONE"
33
Rubrica
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Lavoro
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Il futuro si programma fra i banchi
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« Lanciata la sfida del coding nelle scuole
Giannini: l’insegnante di sostegno non è delegato a esclusione »
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da La Tecnica della Scuola
Il futuro si programma fra i banchi
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Redazione
Sono 1.176 le classi, 448 gli insegnanti e oltre 22.000 gli studenti che hanno già sperimentato il coding
(programmazione informatica) a scuola grazie al progetto triennale Programma il Futuro, nato dalla
collaborazione fra il MIUR e il CINI. Partendo da un’esperienza di successo avviata negli USA che ha visto, nel
2013, la partecipazione di circa 40 milioni di studenti e insegnanti di tutto il mondo, l’Italia si colloca oggi fra i
primi Paesi a sperimentare l’introduzione strutturale nelle scuole dei concetti di base dell’informatica attraverso
la programmazione. L’iniziativa Programma il Futuro si inserisce fra gli obiettivi del documento del governo “La
Buona Scuola” che punta a fare della scuola una leva di innovazione e sviluppo e a fornire ai ragazzi gli
strumenti che faranno di loro i veri protagonisti dell’era digitale.
“Se il Novecento è stato il secolo dell’alfabetizzazione di massa, quello attuale è il secolo dell’alfabetizzazione
digitale: è necessario che i ragazzi si convertano dall’essere semplici consumatori di tecnologia a persone in
grado di applicare il pensiero logico per capire, controllare, sviluppare contenuti e metodi per risolvere i
problemi e cogliere le opportunità che la società è già oggi in grado di offrire”, sottolinea il Ministro
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini. “I numeri della sperimentazione del coding ci
dicono che c’è un interesse da parte dei nostri ragazzi e dei nostri insegnanti per questo tipo di sfide –
continua il Ministro – siamo felici di offrire loro un Progetto che risponde a un’esigenza di cambiamento e
innovazione che nasce in primo luogo proprio fra i banchi”.
In un prossimo futuro nessun lavoro potrà più prescindere dalla cultura digitale – afferma Elio Catania
presidente di Confindustria Digitale, la federazione delle imprese di Ict che è partner strategico del progetto –
Già oggi nel nostro Paese vi sono oltre 20 mila posti di lavoro vacanti nel settore Ict per alti skills digitali e si
prevede si possa arrivare a oltre 170mila nel 2020. Al contempo è in crescita anche la richiesta di figure con
competenze informatiche in tutti gli altri settori economici, con circa 800mila nuovi posti di lavoro previsti per il
2020. Programmailfuturo rappresenta dunque un primo passo fondamentale per trasformare la scuola italiana
in una fucina di competenze in grado di accompagnare l’innovazione digitale e rispondere in modo efficace alle
nuove esigenze del mercato del lavoro”.
Enrico Nardelli e Giorgio Ventre, coordinatori del progetto per conto del CINI, aggiungono “Per essere
adeguatamente preparato a qualunque lavoro vorrà fare da grande, a uno studente è ormai indispensabile una
comprensione dei concetti di base dell’informatica. Esattamente com’è accaduto nel secolo passato per la
matematica, la fisica, la biologia e la chimica.”
Ma come funziona Programma il Futuro? MIUR e CINI hanno reso disponibili alle scuole una serie di lezioni,
interattive e non, che ogni istituzione scolastica può utilizzare, senza particolari requisiti o abilità tecniche,
compatibilmente con le proprie esigenze e la propria organizzazione didattica. Informazioni e lezioni sono
accessibili sul sito http://programmailfuturo.it, appositamente realizzato per accompagnare e supportare i
docenti in questa iniziativa. Il progetto è partito ufficialmente lo scorso 23 settembre con una circolare inviata a
tutte le scuole di ogni ordine e grado.
In concomitanza con la settimana europea del codice dall’11 al 17 ottobre 2014 è stata realizzata una prima
sperimentazione che ha prodotto i seguenti risultati:
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RASSEGNE
L’allarme di AlmaDiploma: il 46% dei
diplomati si pente della scelta delle superiori
da Il Sole 24 Ore
La programmazione arriva in classe: al via il
progetto di alfabetizzazione digitale per la
scuola
da Il Sole 24 Ore
Edilizia scolastica, l’assegnazione dei fondi
proseguirà anche nel 2015
da Il Sole 24 Ore
La supplenza e le vacanze di Natale
da La Tecnica della Scuola
Licenziare i docenti incapaci
da La Tecnica della Scuola
Giannini: l’insegnante di sostegno non è
delegato a esclusione
045688
Il Miur – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – in collaborazione con il CINI – Consorzio
Interuniversitario Nazionale per l’Informatica, ha lanciato per l’anno scolastico 2014/2015 l’iniziativa
Programma il Futuro fornendo alle scuole una serie di strumenti semplici, divertenti e facilmente accessibili per
formare gli studenti ai concetti di base dell’informatica e del pensiero computazionale. Si tratta di uno dei primi
passi de #labuonascuola.
da La Tecnica della Scuola
Eccellente è stata la valutazione da parte di insegnanti e studenti
Il 98% degli insegnanti ha valutato il progetto utile o molto utile
Si parla di noi
Il futuro si programma fra i banchi
da La Tecnica della Scuola
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22.464 studenti hanno partecipato
16.166 studenti hanno completato almeno un’ora di programmazione
Lanciata la sfida del coding nelle scuole
da tuttoscuola.com
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EDSCUOLA.IT (WEB)
04-12-2014
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L’87% degli studenti sono stati interessati o molto interessati
Il 79% degli insegnanti ha dichiarato che le aspettative sono state soddisfatte
2/2
Almadiploma, 46% diplomati ‘pentito’ della
scelta fatta a 14 anni
Insegnanti e studenti raccontano attraverso i social la loro esperienza di coding twittando con l’hashtag
#programmailfuturo e inviando sulla pagina Facebook dedicata le loro foto e i loro video.
Il prossimo appuntamento in calendario è per la settimana 8-14 dicembre 2014, in cui è prevista una
partecipazione di oltre 8.000 classi e 155.000 studenti. Le attività dell’anno scolastico 2014-15
proseguiranno successivamente, con una premiazione finale nel mese di Maggio 2015.
Un’appropriata educazione al “pensiero computazionale”, che vada al di là dell’iniziale alfabetizzazione
digitale, è essenziale affinché le nuove generazioni siano in grado di affrontare la società del futuro non da
consumatori passivi ed ignari di tecnologie e servizi, ma da soggetti consapevoli di tutti gli aspetti in gioco e
come attori attivamente partecipi del loro sviluppo. In ogni scuola sono i docenti a guidare le classi
nell’iniziativa.
da tuttoscuola.com
Ricerca, Genova 4-5 dicembre, Sicurezza dei
sistemi di trasporto
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Rassegna Stampa
Questo progetto triennale, basato su Code.org, si avvale della collaborazione strategica, attraverso accordi
quadro, di associazioni nazionali di categoria, quali Confindustria Digitale e IAB Italia (Internet Advertising
Bureau Italia). Prende parte al progetto un gruppo di Aziende ed Enti particolarmente sensibili alla crescita
culturale e allo sviluppo della Società Italiana.
Il progetto è supportato da un innovativo partenariato pubblico-privato che permette ai partner la
partecipazione con contribuzioni di differente natura e con un diverso livello di sostegno. Le Aziende ed Enti
che hanno sinora aderito, tutti sensibili alla crescita culturale e allo sviluppo della Società Italiana, sono:
Telecom Italia; Engineering, Microsoft Italia; De Agostini Scuola, Intel; Andinf, Cisco, Facebook, Fondazione IBM
Italia, SeeWeb. Ulteriori aziende italiane e internazionali stanno definendo il livello del loro intervento.
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lancio ufficiale del progetto
"Programma il Futuro"
Fare coding, che passione!
Progetto 'Programma il
Futuro'
Questo articolo é stato scritto in giovedì 4 dicembre 2014, 06:46 ed é archiviato sotto Stampa. Puoi seguire lo sviluppo della
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Argomenti: Scuola e Università | Gabriele Toccafondi |
Maria Chiara Carrozza | Carmela Palumbo
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Maria Chiara Carrozza aveva capito il problema richiamando l’importanza
dell’orientamento, a partire dalla terza media. Ma un po’ le resistenze e le difficoltà
organizzative nelle scuole, e le poche risorse investite (1,6 milioni per il 2013 e 5 per il 2014
- pari a circa 100 euro a istituto) stanno frenando il cambio di passo, invece sempre più
urgente e necessario, nelle attività “a supporto” delle scelte dei ragazzi all’uscita dal primo
ciclo di istruzione.
I numeri continuano a parlare chiaro: il 46% dei diplomati è “pentito” dell’indirizzo di scuola
superiore frequentato. Addirittura il 27% (ben un alunno su quattro) ha dichiarato
praticamente di aver sbagliato tutto (sia istituto, sia indirizzo di studio).
Certo, il salto da una scuola media a indirizzo unico a scuole superiori con più percorsi «non
aiuta a verificare gli interessi e le attitudini dei giovani», ha ricordato Giorgio Allulli, esperto
di sistemi formativi. Per questo negli istituti si deve fare di più. In Francia, per esempio, la
scuola media ha un primo biennio comune e un secondo biennio con delle differenziazioni.
Ma c’è anche un problema di scelte «compiute troppo precocemente», quando cioè i
condizionamenti familiari e della rete di amicizie sono ancora rilevanti.
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Perdite di orientamento scolastico
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Buzzi, l'affare
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pasticcio
di Roberto D'Alimonte
L’orientamento resta un nodo cruciale anche per l’università «visto oggi solo il 30% dei
19enni accede agli studi universitari», ha sottolineato il direttore di AlmaLaurea, Andrea
Cammelli.
È chiaro che «serve un cambio di passo - ha risposto il sottosegretario Gabriele Toccafondi
-. L’orientamento va fatto e bene sia verso gli atenei sia verso il lavoro. E’ necessario un
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di Claudio Gatti
Tutto su Commenti & Inchieste? Mi piace
045688
E così l’annuale indagine sul Profilo dei diplomati 2014, effettuata su un campione di circa
40mila ragazzi usciti dalla scorsa maturità, presentato ieri da AlmaDiploma, al ministero
dell’Istruzione, è tornata a mettere in evidenza luci e ombre del nostro sistema scolastico.
Undici diplomati su 100 ripeterebbero indirizzo di studio e scuola; 7 su 100 sceglierebbero
invece un diverso corso dell’istituto fequentato. Il 41% cambierebbe principalmente per
studiare materie diverse; il 22% per compiere studi che preparino meglio al mondo del
lavoro. Su quest’ultimo aspetto si evidenzia un marcato cambio di passo: poco più di un
diplomato su due (52%) ha svolto esperienze di alternanza scuola-lavoro, dandone un
giudizio più che positivo (nel 91% dei casi). Il 32% degli intervistati ha compiuto periodo di
studi all’estero; ed è sempre più apprezzato lo studio delle lingue e dell’informatica.
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04-12-2014
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Foglio
percorso integrato anche con gli enti locali, e alle superiori bisogna partire già al quarto
anno». Nelle scuole medie invece «è importante lavorare molto con i docenti e le famiglie
per illustrare in modo esauriente i percorsi delle superiori e soprattutto il valore formativo
di tutti i corsi - ha detto il dg per gli Ordinamenti scolastici e la valutazione del Miur,
Carmela Palumbo -. Un orientamento fatto come si deve sarà un elemento di qualità
nell’autovalutazione degli istituti. E quindi è opportuno valorizzare questa attività sempre
più strategica».
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in Senato - Il Sole 24 ORE
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Home » Edilizia scolastica, fondi assegnati anche nel 2015
Edilizia scolastica, fondi assegnati anche nel 2015
di Giulia Boffa
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MIUR - Edilizia scolastica, vanno avanti le procedure di assegnazione dei fondi della prima
tranche di stanziamenti (150 milioni) del cosiddetto ‘Decreto del fare’. Gli Uffici del
Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca sono infatti impegnati nel
monitoraggio dei lavori e hanno proceduto all’impegno dei fondi per 452 interventi su un
totale di 662 e al progressivo pagamento degli stessi sulla base di 3 elenchi (il primo di 200
interventi, il secondo di 102, il terzo di 150).
In particolare, per i primi due elenchi (302 interventi) è avvenuta la registrazione
dell’impegno e si è proceduto a predisporre i relativi ordini di pagamento per un importo
totale di 44,6 milioni di euro. Per quanto riguarda il terzo elenco è in corso la
predisposizione del decreto di impegno dei fondi per ulteriori 45 milioni di euro. Per tutti
questi interventi il trasferimento delle risorse agli Enti Locali avverrà in tempo utile per
consentire i pagamenti nel rispetto dei termini previsti dal Decreto del Fare. Per gli altri 210
interventi residui, per i quali la documentazione fornita al MIUR è risultata incompleta o per
i quali gli enti proprietari hanno dichiarato che i lavori non termineranno entro il termine di
legge del 31.12.2014, il Ministero si è attivato per consentire i relativi pagamenti anche nel
2015.
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Home » Sostegno. Anief: necessari altri 40mila insegnanti
Sostegno. Anief: necessari altri 40mila insegnanti
di redazione
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Docenti di sostegno, non c’è vera “svolta” senza
incremento dell’organico di 40mila docenti. L’Anief
replica alle dichiarazioni del Ministro.
Secondo il Ministro dell’Istruzione, Stefania
Giannini, sul tema della disabilità a scuola l'Italia è
“a un punto di svolta'', ma occorre perfezionare “la
situazione legislativa, come la revisione della
certificazione, la regolamentazione dell'assistente
all'autonomia, il tentativo di conciliare l'enorme contenzioso sulle insegnanti di sostegno e
la formazione del personale”.
Inoltre, ha affermato sempre il Ministro a Palazzo Chigi in occasione della 'Giornata
internazionale delle persone con disabilità", ci sono 229mila bambini disabili a fronte di
117mila insegnanti di sostegno: “una proporzione virtuosa - ha sottolineato Giannini - ma
non basta”.
L’Anief prende atto del forte interesse dell’amministrazione scolastica per gli alunni che
necessitano di supporto e assistenza didattica, ma ne contempo ricorda al titolare del Miur
che si potrà parlare di punto di svolta per il sostegno agli alunni disabili solo dopo aver
realmente adeguato il numero di docenti specializzati al fabbisogno crescente nelle aule
scolastiche italiane. Il numero di insegnanti di sostegno è infatti oggi inadeguato, e lo sarà
ancora di più nei prossimi anni: nel 2016 gli alunni con handicap iscritti alla scuola pubblica
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diventeranno 260mila.
Si parla di noi
Pag. 15
04-12-2014
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2/2
Foglio
Considerando che ad oggi risultano come organico di diritto soltanto 80mila posti di
sostegno, con la previsione di incrementarli l’anno prossimo non oltre i 90mila, come
previsto dalla Legge 128/2013 che ha preso come riferimento la realtà scolastica di sei anni
prima e non l’attuale, per riuscire a rispettare il rapporto uno a due tra docenti e studenti
disabili serve un incremento sostanzioso: di 35mila posti oggi e di 40mila tra due anni.
L’adeguamento, ricordiamo, è stato ribadito dalla sentenza n. 80/2010 della Corte
Costituzionale, che ha annullato i commi 413 e 414 dell’art. 2 della Legge 244/2007, in base
a cui l'organico dei docenti di sostegno va tarato con l’obiettivo primo di garantire il
rapporto uno a due tra docenti specializzati e alunni disabili certificati.
Il giovane sindacato ha ribadito la strada maestra per migliorare la didattica speciale nelle
nostre scuole anche nelle scorse settimane, attraverso una modifica alla Legge di Stabilità
(3.39), presentata su richiesta di Anief-Confedir: l’emendamento è stato cassato dalla
Commissione Bilancio della Camera, ma verrà comunque ripresentato al Senato.
ARGOMENTI
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Dirigenti scolastici
Formazione docenti
graduatorie
“Approvare tale emendamento – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario
ad esaurimento graduatorie di istituto immissioni
organizzativo Confedir – rappresenterebbe la vera svolta per gli alunni disabili, oggi
in ruolo lettere
costretti troppo spesso a vedersi cambiato il loro docente di sostegno, anche più volte nella
fase iniziale dell’anno, proprio a causa della mancata esistenza di una pianta organica
adeguata”.
“Il nostro emendamento, con la richiesta di 40mila posti in più – continua Pacifico –,
intende sanare questo gap. Se però non si approva l’incremento si andrà verso il fallimento
della Legge 244/2007. La timidezza del Miur nell’affrontare la questione, inoltre, si conferma
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dal contingente ridotto di posti autorizzati per l’avvio dei nuovi corsi di sostegno: a fronte
di numeri considerevoli e crescenti di alunni disabili, viene da chiedersi come mai siano stati
concesse solo circa 6.500 unità di personale specializzato. Peraltro escludendo
TFA -
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illegittimamente alcune categorie di docenti abilitati, come tutti gli idonei vincitori del
concorso a cattedra. Pertanto, a fronte di tutte queste carenze e limitazioni – conclude il
presidente Anief- la via maestra per far valere i diritti di alunni e docenti rimane quella del
Orizzonte Scuola
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tribunale”.
Orizzonte Scuola piace a 161.299 persone.
Per tutti gli operatori della Scuola che dovessero riscontrare realtà di ore negate o non
richieste - ma comunque spettanti in base alla normativa vigente e alle indicazioni delle
commissioni mediche – è sempre attivo il servizio “Sostegno: non un'ora di meno!”:
consulenti legali possono garantire l'immediata attivazione, con ricorsi d’urgenza gratuiti, di
nuovi posti di sostegno in organico e il recupero delle ore negate agli alunni con disabilità
grave riconosciuta ai sensi dell'art. 3, comma 3 della Legge 104/92. Per informazioni
Plug-in sociale di Facebook
maggiori scrivere a [email protected]
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4 dicembre, 2014 - 07:40 - Categoria: Sostegno - Handicap Altre news
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La programmazione arriva in classe: al via il
progetto di alfabetizzazione digitale per la
scuola
di P.Sol.
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Scuola
Coding
Piccoli mattoncini di comandi si spostano e si incastrano come una costruzione di Lego
e indicano la strada che l’icona alla Angry Bird deve seguire per uscire dal labirinto.
Semplice e intuitivo: il bambino deve individuare i movimenti che il personaggio deve
fare per sbrogliarsi, capire i singoli comandi da dare e metterli in ordine uno dopo l’altro.
È così che si inizia a costruire un videogame e si impara a programmare giocando: è uno
dei livelli più elementari di quello che va sotto l’etichetta di “coding”, l’alfabetizzazione
informatica attraverso il gioco che fa il suo ingresso in grande stile nella scuola italiana
con il programma triennale “Programma il futuro”.
Un’anticipazione si è avuta a metà ottobre quando, in occasione della settimana europea
del coding, 22mila studenti guidati da quasi 500 insegnati si sono registrati per avviare il
percorso di programmazione informatica secondo il sistema nato dalla collaborazione
tra il ministero dell’Istruzione e il Consorzio interuniversitario nazionale per
l’informatica (Cini). Settimana prossima sarà la volta dell’appuntamento globale
dell’Hour of code, per il quale è prevista una partecipazione di 155mila studenti e oltre
8mila classi.
È questa l’occasione per lanciare il programma congiunto Miur-Cini (nato ufficialmente
a fine settembre), partito dall’esperienza di successo avviata da Code.org negli Stati Uniti
e che si è allargata coinvolgendo l’anno scorso circa 40 milioni di studenti e insegnanti
in tutto il mondo. Ora l’Italia è uno dei primi paesi a sperimentare l’introduzione
strutturale nelle scuole dell’insegnamento della programmazione.
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«I numeri della sperimentazione del coding - afferma il ministro dell’Istruzione Stefania
Giannini - ci dicono che c’è un interesse da parte dei nostri ragazzi e degli insegnanti per
questo tipo di sfide». Non si tratta, d’altra parte, della pura e semplice “informatica”,
sottolinea il ministro, ma dell’introduzione a un pensiero computazionale per
sviluppare le competenze logiche per affrontare e risolvere problemi in modo creativo ed
efficiente: «I ragazzi devono convertirsi dall’essere semplici consumatori di tecnologia a
persone in grado di applicare il pensiero logico per capire, controllare, sviluppare
contenuti e metodi per risolvere i problemi e cogliere le opportunità che la nuova società
digitale offre».
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Il progetto “Programma il futuro” mette a disposizione delle scuole una serie di lezioni,
interattive e non, che ogni scuola può utilizzare liberamente, senza particolari requisiti
o abilità tecniche, attraverso un sito appositamente realizzato per accompagnare e
supportare i docenti. L’idea di base è che siano questi ultimi, attraverso la sollecitazione
del Miur così come dei partner aziendali - a partire da Telecom Italia seguita da attori
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tecnologici come Microsoft, Intel ed Engineering insieme a un unico produttore di
contenuti come DeAgostini Scuola - per spingere i ragazzi a impegnarsi in questa nuova
attività didattica che si svolge giocando.
Si tratta di competenze indispensabili per i ragazzi impegnati ad affrontare le sfide della
nuova era digitale: «In un prossimo futuro nessun lavoro digitale potrà prescindere
dalla cultura digitale - sostiene Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale, che ha
appoggiato in breve tempo il progetto diventandone partner strategico -: già oggi in
Italia ci sono oltre 20mila posti di lavoro vacanti nel settore Ict per alti skills digitali e si
prevede di arrivare a 170mila nel 2020. Ma allo stesso tempo è in forte crescita la
richiesta di profili con competenze informatiche in tutti gli altri settori economici, con
circa 800mila nuovi posti di lavoro previsti per il 2020».
Nell’ambito del progetto il Miur prevede di raccogliere risorse per 15 milioni di euro
l’anno per il triennio per l’infrastruttura Wifi delle scuole - non per la connessione a
banda larga che esula dalle competenze del ministero - cui si potrebbero aggiungere 90
milioni per la laboratorietà ad ampio spettro, sulla base di progettualità che provengano
direttamente dalle scuole e non siano imposte dall’alto.
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L’allarme di AlmaDiploma: il 46% dei
diplomati si pente della scelta delle superiori
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orientamento
scuola
media
superiori
di Claudio Tucci
Maria Chiara Carrozza aveva capito il problema
richiamando l’importanza dell’orientamento, a partire
dalla terza media. Ma un po’ le resistenze e le difficoltà
organizzative nelle scuole, un po’ le poche risorse
investite (1,6 milioni per il 2013 e 5 per il 2014 - pari a circa
100 euro a istituto) stanno invece frenando il cambio di
passo, sempre più urgente e necessario, nelle attività “a
supporto” delle scelte dei ragazzi all’uscita dal primo ciclo
di istruzione.
Il rapporto
I numeri continuano a parlare chiaro: il 46% dei diplomati è “pentito” dell’indirizzo di
scuola superiore frequentato. Addirittura il 27% (ben un alunno su quattro) ha
dichiarato praticamente di aver sbagliato tutto (sia istituto, sia indirizzo di studio). Certo,
il salto da una scuola media a indirizzo unico a scuole superiori con più percorsi «non
aiuta a verificare gli interessi e le attitudini dei giovani», ha ricordato Giorgio Allulli,
esperto di sistemi formativi. Per questo negli istituti si deve fare di più. In Francia, per
esempio, la scuola media ha un primo biennio comune e un secondo biennio con delle
differenziazioni. Ma c’è anche un problema di scelte «compiute troppo precocemente»,
quando cioè i condizionamenti familiari e della rete di amicizie sono ancora rilevanti. E
così l’annuale indagine sul Profilo dei diplomati 2014, effettuata su un campione di circa
40mila ragazzi usciti dalla scorsa maturità, presentato ieri da AlmaDiploma, al ministero
dell’Istruzione, è tornata a mettere in evidenza luci e ombre del nostro sistema
scolastico.
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Molto apprezzati gli stage
Undici diplomati su 100 ripeterebbero indirizzo di studio e scuola; 7 su 100
sceglierebbero invece un diverso corso dell’istituto fequentato. Il 41% cambierebbe
principalmente per studiare materie diverse; il 22% per compiere studi che preparino
meglio al mondo del lavoro. Su quest’ultimo aspetto si evidenzia un marcato cambio di
passo: poco più di un diplomato su due (52%) ha svolto esperienze di alternanza scuolalavoro, dandone un giudizio più che positivo (nel 91% dei casi). Il 32% degli intervistati
ha compiuto periodo di studi all’estero; ed è sempre più apprezzato lo studio delle lingue
e dell’informatica.
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Il nodo orientamento
L’orientamento resta un nodo cruciale anche per l’università «visto oggi solo il 30% dei
19enni accede agli studi universitari», ha sottolineato il direttore di AlmaLaurea, Andrea
Cammelli. È chiaro che «serve un cambio di passo - ha risposto il sottosegretario
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Gabriele Toccafondi -. L’orientamento va fatto e bene sia verso gli atenei sia verso il
lavoro. È necessario un percorso integrato anche con gli enti locali, e alle superiori
bisogna partire già al quarto anno». Nelle scuole medie invece «è importante lavorare
molto con i docenti e le famiglie per illustrare in modo esauriente i percorsi delle
superiori e soprattutto il valore formativo di tutti i corsi - ha detto il dg per gli
Ordinamenti scolastici e la valutazione del Miur, Carmela Palumbo -. Un orientamento
fatto come si deve sarà un elemento di qualità nell’autovalutazione degli istituti. E
quindi è opportuno valorizzare questa attività sempre più strategica».
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Studente
Diploma
Orientamento
Per crescere servono autovalutazione e
orientamento, non graduatorie
di Andrea Cammelli*
Il Profilo dei diplomati 2014 rappresenta una risposta concreta e tempestiva a due nodi
cruciali, oggi al centro del dibattito sul sistema scolastico italiano: da un lato, la necessità
di una diffusa e condivisa cultura dell’autovalutazione all’interno del mondo della scuola
e, dall’altro, l’opportunità di offrire agli studenti un orientamento più mirato alle proprie
esigenze individuali.
Elementi distintivi
Autovalutazione e orientamento sono quindi gli elementi distintivi di questo XII
Rapporto, basato prima di tutto sulla convinzione che un Paese come il nostro debba
dotarsi degli strumenti necessari per evitare di dissipare un bene prezioso come il
proprio capitale umano. Un’urgenza per il Paese, come evidenzia la recente direttiva
triennale in merito alla valutazione del sistema scolastico firmata dal ministro
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e inserita nel Rapporto “La Buona Scuola”
che individua tra le sue priorità strategiche la progressiva introduzione – nelle
istituzioni scolastiche – di un processo di valutazione finalizzato a: 1. miglioramento
della qualità dell’offerta formativa; 2. riduzione della dispersione scolastica (e, più in
generale, dei casi di insuccesso); 3. riduzione delle differenze tra scuole e tra aree
geografiche nei livelli di apprendimento degli studenti; 4. rafforzamento delle
competenze di base degli studenti, valorizzazione degli esiti occupazionali e formativi
post-diploma. Tutto questo anche nell’ottica di consentire un virtuoso confronto
internazionale.
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Il ruolo di AlmaDiploma
In questo contesto, diventa centrale il ruolo svolto da AlmaDiploma, l’associazione di
scuole nata nel 2000 – sul modello del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea e da
esso sostenuta – che, attraverso il XII Rapporto sul Profilo dei diplomati 2014, realizza il
suo primo intento: quello di contribuire, mediante la documentazione raccolta, alla
diffusione della cultura dell’autovalutazione per determinare un miglioramento della
scuola nel suo complesso e consentire, attraverso la lettura attenta dei dati, a dirigenti
scolastici e docenti di disporre di informazioni affidabili e continuative a supporto delle
decisioni che sono chiamati a prendere in merito al sistema scuola. Decisioni che
coinvolgono anche famiglie e studenti, il mondo dell’impresa – pubblica e privata – e i
policy makers.
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Il confronto
Il Rapporto, che offre la possibilità di operare utili confronti tra i diversi indirizzi di
studio e di approfondire numerosi aspetti - quali il background familiare, le
performance di studio, le differenze di genere - si distacca completamente dalla logica
delle graduatorie, spesso fuorvianti e dannose, basate su aridi punteggi che non hanno
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altro compito se non quello di mettere in competizione, senza alcun beneficio, gli
istituti, senza dare conto di un intero percorso, del contesto socio-culturale e del valore
aggiunto costituito dall’istruzione.
I dati di AlmaDiploma, che indagano caratteristiche di studio, giudizi e prospettive di
circa 40mila diplomati, rappresentano invece uno strumento prezioso, messo a
disposizione di chi ha il compito di “deliberare” per far funzionare meglio la propria
scuola e, più in generale, l’intero sistema formativo, ma anche per chi ha il diritto di
poter scegliere il proprio futuro. È il primo, fondamentale, passaggio, «conoscere per
deliberare», come ricordava Luigi Einaudi.
Per un orientamento efficace
Il secondo obiettivo, al quale AlmaDiploma ha dedicato negli ultimi anni un impegno
crescente, grazie a un percorso ad hoc è AlmaOrièntati, che offre ai giovani diplomandi
non solo informazioni sul post-diploma, ma anche la possibilità di confrontarsi con le
proprie potenzialità e le proprie aspirazioni. Un orientamento tanto più necessario se si
tiene conto che ancora oggi solo il 30 per cento dei 19enni accede agli studi universitari
(anche per l’assenza di una seria politica di diritto allo studio); 82 immatricolati su cento
provengono da famiglie i cui genitori non hanno esperienza di studi universitari e 15
immatricolati su cento (che vengono da famiglie meno favorite), abbandonano nel corso
del primo anno di università.
Da quest’ultimo Rapporto viene tra l’altro confermato che, se tornassero ai tempi
dell’iscrizione alla scuola superiore, 46 su cento cambierebbero l’indirizzo di studio e/o
la scuola, mentre 54 diplomati su cento ripeterebbero lo stesso corso. Probabilmente,
un’organizzazione scolastica superiore basata su un primo biennio comune a tutti gli
indirizzi di studio e il posticipo della vera e propria scelta a 16 anni consentirebbe al
giovane di compiere una valutazione più matura e consapevole. Proprio per tutti questi
elementi, il modello AlmaDiploma-AlmaOrièntati è sempre più condiviso dalle
istituzioni scolastiche di numerose regioni: Puglia, Lazio, Liguria, Emilia Romagna,
Toscana, Sicilia, Campania e Lombardia, e ad oggi rende disponibili complessivamente
300 mila curricula di neodiplomati e diplomati con decennale esperienza per favorire il
loro ingresso nel mondo del lavoro.
*Fondatore e direttore del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea
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Precari
Il diploma magistrale è abilitante:
centinaia di precari accedono alle GaE
Redazione Giovedì, 04 Dicembre 2014
Abilitazione Precariato
Assunzioni
Graduatorie ad esaurimento
Supplenze MIUR
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Stato.
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Ormai è assodato: il diploma magistrale conseguito fino al 2002 è a tutti
gli effetti abilitante. Centinaia di docenti abilitati all’insegnamento per la
scuola dell’infanzia e primaria in virtù del possesso del diploma
magistrale, conseguito entro l’a.s. 2001/2002 ed abilitati all’insegnamento
in seguito alla frequenza dei tirocini formativi (Tfa) e dei percorsi abilitanti
speciali (Pas), potranno accedere finalmente alle graduatorie ad
esaurimento.
La VI sezione del Consiglio di Stato ha infatti accolto, il 2 dicembre, i ricorsi
in appello proposti dagli avvocati Dino Caudullo e Concetto Ferrarotto
avverso le ordinanze con cui il Tar Lazio aveva respinto la richiesta
cautelare.
In particolare, dopo il parere del Consiglio di Stato dell’11/9/2013, che ne
aveva riconosciuto il valore abilitante, migliaia di diplomati in possesso di
detto titolo avendolo conseguito prima dell’a.s. 2001/2002 speravano in
una apertura straordinaria delle graduatorie ad esaurimento, dopo che,
per anni, erano state loro precluse e le migliaia di docenti cui il Ministero
aveva consentito di acquisire l’abilitazione all’insegnamento tramite i Tfa
ed i Pas per la modica spesa di circa tre mila euro ciascuno per la
frequenza dei corsi.
Il Ministero dell’Istruzione con il recente decreto di aggiornamento delle
graduatorie aveva però negato loro la possibilità di richiedere
l’inserimento in graduatoria.
Il Tar Lazio con ordinanze dello scorso mese di luglio, aveva respinto i
ricorsi proposti dai docenti precari, ritenendo infondate le loro pretese
volte ad ottenere l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento.
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Sentenze Diploma magistrale
La VI sezione del Consiglio di Stato ha infatti accolto il 2 dicembre
i ricorsi in appello proposti dagli avvocati Dino Caudullo e
Concetto Ferrarotto avverso le ordinanze con cui il Tar Lazio
aveva respinto la richiesta cautelare: i Giudici di Palazzo Spada ne
ha disposto l'ammissione con riserva nelle graduatorie provinciali
ad esaurimento, ordinando altresì al Tar di fissare in tempi
ristretti l’udienza di merito.
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raggiungi il
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Il Consiglio di Stato con ordinanze depositata il 3 dicembre, ha però
accolto l’appello proposto dagli avvocati Caudullo e Ferrarotto, rilevando
nel merito che le argomentazioni svolte nei ricorsi evidenziano profili di
fondatezza e, tenuto conto della prevalenza, tra i contrapposti interessi, di
quello facente capo agli stessi appellanti, ne ha disposto l'ammissione con
riserva nelle graduatorie provinciali ad esaurimento, ordinando altresì al
Tar di fissare in tempi ristretti l’udienza di merito.
I Giudici di Palazzo Spada nelle ordinanze in questione, lungi dal limitarsi
a valutare solo l’aspetto dell’urgenza, si sono sbilanciati nel ritenere
fondate nel merito le doglianze avanzate dai ricorrenti, mettendo quindi
un tassello importante in questa battaglia legale.
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alunno?
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approvate dalla Camera
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Precariato e ricerca, lettera aperta dell'ADI
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Precariato e ricerca, lettera aperta dell'ADI
04 Dicembre 2014 01:55. in Italia
Roma - Dopo le risposte di Eugenio Mazzarella (già
"Onorevole"), del MIUR e della Senatrice a vita Elena
Cattaneo, anche l'ADI interviene con autorevolezza sul
dibattito sollevato negli scorsi giorni dalla lettera aperta del
"cervello esodato" Cosimo Lacava, che si rivolgeva al
Presidente Napolitano per denunciare lo spreco dei
ricercatori italiani e i rischi del precariato che potrebbero scaturire dalle
norme della legge di stabilità.
Pubblichiamo di seguito per intero il testo dell'intervento dell'ADI
(Associazione Dottorandi e dottori di ricerca italiani), che prende la forma di
una lettera aperta ai membri della Commissione Istruzione del Senato della
Repubblica.
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amici sono schierati al vostro fianco e
l’amore, chissà? Partecipare ad un
evento mondano sarà un’occasione
irripetibile per allargare il giro di
conoscenze
Con Mercurio amico, il livello di
concentrazione sarà altissimo: nulla e
nessuno potrà distrarvi!
Approfittate del periodo per risolvere
alcune questioni lavorative ma anche
per studiare a tavolino nuove
strategie: programmate
scrupolosamente la vostra attività,
preordinate gli interventi che la vostra
professione richede
Si accumulano impegni e disguidi di
Zodiac Area Riservata
Nome utente
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Unical, nuova
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Stuprata nell'androne del palazzo
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Gentile Senatrice, gentile Senatore,in queste settimane, dottorandi,
assegnisti e precari della ricerca accademica in Italia hanno manifestato la
loro netta contrarietà ad alcuni provvedimenti contenuti nel Disegno di legge
di Stabilità 2015 che, a breve, sarà discusso in Senato.L’ADI – Associazione
Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani, ha promosso nelle scorse settimane
una vasta mobilitazione in opposizione ai nuovi tagli al Fondo di
Finanziamento Ordinario, all’incentivazione del finanziamento premiale e
all’allentamento del vincolo di reclutamento di un ricercatore a tempo
determinato (RTD) di tipo “b” per ogni nuovo professore ordinario. La stampa
ha dato ampio risalto al nostro disagio (veda qui, qui e qui).Questo Ddl
prevede tagli di 34 milioni di euro per il 2015 e di 32 milioni di euro all’anno a
partire dal 2016. Le ricordo che l’FFO ha già subito una riduzione del 20% in
termini reali dal 2008 a oggi (veda il documento del Consiglio Universitario
Nazionale, Le emergenze del sistema, 2013).D’altro canto, riteniamo
inaccettabile che, in un contesto di persistente sottrazione di risorse ordinarie
ai danni del sistema accademico nazionale, si continuino a incentivare
meccanismi di finanziamento premiale. Non si può negare, infatti, che la
promozione di politiche di premialità sganciate dalla disponibilità di
stanziamenti aggiuntivi, lungi dal perseguire il condivisibile obiettivo
dell’innalzamento medio complessivo della qualità dell’Università italiana, si
risolva nell’esatto contrario: il feroce smantellamento del sistema accademico.
In queste condizioni, premialità non significa merito. A farne le spese saranno
le fasce più deboli della ricerca, in primo luogo assegnisti e ricercatori a
tempo determinato. Queste figure si apprestano a pagare a caro prezzo un
altro grave provvedimento contenuto nel Ddl Stabilità: l’allentamento del
vincolo tra il reclutamento di un docente ordinario e quello di un ricercatore a
tempo determinato (RTD) di tipo “b”. La prospettiva di inserire in questo
vincolo anche gli RTD di tipo “a” – privi di tenure track, meno costosi, meno
garantiti rispetto al tipo “b” – si tradurrebbe giocoforza nell’incentivo a una
devastante precarizzazione dei giovani ricercatori, resi privi di sbocchi,
ricattabili, sostituibili.Se da una parte autorevoli interventi, come quello della
senatrice a vita Elena Cattaneo, hanno in queste ore sostenuto le nostre tesi,
dall’altra non possiamo sottrarci a un sentimento di rammarico e di profonda
indignazione per le argomentazioni con cui la Conferenza dei Rettori e il
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca hanno inteso
promuovere e difendere simili provvedimenti.Rispondendo alla lettera di
denuncia di un giovane ricercatore italiano in Inghilterra, il Miur si attarda in
un grigio e burocratico decalogo di provvedimenti dall’impatto irrisorio nel
contrasto alla cosiddetta “fuga di cervelli”.In cambio, il Ministero ignora le
grandi questioni della politica accademica, come quella che vede l’Italia tra gli
ultimi paesi dell’area Ocse per investimenti in Ricerca. Interviene a difesa
dell’allentamento del vincolo RTDb-Ordinari, eludendo sfacciatamente la
questione centrale posta dalla mobilitazione dei dottorandi e dei ricercatori in
queste settimane: quella dell’aumento dei livelli di precarietà che ne
deriverebbero; si riferisce ai “forti limiti attuali al turn over” come se si
trattasse di un dato immodificabile sottratto alle sue scelte; rinuncia alla
prospettiva di ridisegnare, semplificandola, la giungla delle figure pre-ruolo,
nonostante da mesi il Consiglio Universitario Nazionale abbia sollecitato
attraverso documenti ufficiali questa prospettiva.Altri commentatori arrivano
persino a negare l’esistenza stessa di una platea di ricercatori pronta
all’ingresso nei ruoli di RTDb. Costoro ignorano apertamente che nei prossimi
anni il 96,6% degli assegnisti sarà espulso dal sistema accademico a causa
del basso livello di reclutamento di ricercatori (su questo e su altri aspetti può
confrontare le proiezioni della IV Indagine ADI). Così come ignorano che il
prossimo anno arriverà a scadenza la prima consistente coorte di RTDa,
quella del 2012: proprio mentre questo sta per accadere il Ddl apre un
gravissimo vulnus al reclutamento degli step successivi con l’allentamento del
vincolo RTDb-Ordinari.In queste argomentazioni crediamo di cogliere tutti i
segnali delle difficoltà in cui da tempo si dibatte larga parte della classe
dirigente del sistema accademico nazionale, incapace di opporsi al disegno di
fondo perseguito in questi anni: il drastico ridimensionamento dell’Università e
della Ricerca in Italia.Da troppi anni questo settore è rimasto ostaggio di una
mentalità da sensale, con il risultato che ci si accontenta ormai di fare cattiva
politica con le briciole.Per questo motivo come ADI – Associazione Dottorandi
04-12-2014
Pagina
Data
UNINEWS24.IT (WEB)
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e Dottori di Ricerca Italiani, ci rivolgiamo alla Vostra autorevolezza. Vi
chiediamo di segnare un punto di svolta, a partire dall’emendamento di
questo Disegno di legge, per gettare le basi future di un più ampio processo
di consapevole e organica riforma delle politiche di reclutamento accademico
in Italia.
Specializzazioni area
medica, Miur: il
concorso sarà
telematico
ADI – Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani – 3 dicembre
2014
Se la laurea alla
Bocconi non serve
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Giurisprudenza: dal
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