Non di solo PANE Sussidio di preghiera per la famiglia Domenica 22 Febbraio 2015 I Settimana di Quaresima Bisognosi di restauro Anno XV - n° 698 Offerta della giornata “Pregare, forse il discorso più urgente” Sussidio di preghiera per la famiglia Sito di Non di Solo Pane: www.latracciameditazioni.it Febbraio 2015 Offerta quotidiana Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere, le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno, in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre. Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornagiornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il Cuore del tuo Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te nell’Eucaristia per la salvezza del mondo. Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io possa essere testimone del tuo amo- re. Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese Intenzione del Santo Padre • Perché i carcerati, in particolare i giovani, abbiano la possibilità di ricostruire una vita dignitosa. Intenzione missionaria • Perché i coniugi che si sono separati trovino accoglienza e sostegno nella comunità cristiana. Intenzione dei vescovi • Perché gli operatori del sistema sanitario uniscano la competenza professionale al rispetto di ogni persona. Intenzione del Vescovo di Brescia Mons. Luciano Monari Perché i credenti crescano nella fede, nella speranza e nell'amore e siano veri testimoni di Cristo nel mondo. Non di solo pane - Numero 698 - Tempo di Quaresima - pagina 2 I Domenica di Quaresima Nessuno può attraversare il mare di questo secolo, se non è portato dalla Croce di Cristo... Domenica 22 Febbraio I Settimana del Salterio non abbandoni la Croce e la Croce lo porterà. Il santo del Giorno: Cattedra di San Pietro Apostolo Il 22 febbraio per il calendario della Chiesa cattolica rappresenta il giorno della festa della Cattedra di San Pietro. Si tratta della ricorrenza in cui viene messa in modo particolare al centro la memoria della peculiare missione affidata da Gesù a Pietro. In realtà la storia ci ha tramandato l'esistenza di due cattedre dell'A- postolo: prima del suo viaggio e del suo martirio a Roma, la sede del magistero di Pietro fu infatti identificata in Antiochia. E la liturgia celebrava questi due momenti con due date diverse: il 18 gennaio (Roma) e il 22 febbraio (Antiochia). La riforma del calendario le ha unificate nell'unica festa di oggi. Essa - viene spie- Brano Evangelico: Mc 1, 12-15: convertitevi e gato nel Messale Romano - "con il simbolo della cattedra pone in rilievo la missione di maestro e di pastore conferita da Cristo a Pietro, da lui costituito, nella sua persona e in quella dei successori, principio e fondamento visibile dell'unità della Chiesa". credete nel Vangelo. In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Contemplo: No, non è rimasta fredda la terra: Tu sei rimasto con noi. Che sarebbe del nostro vivere se i tabernacoli non ti portassero? Tu hai sposato una volta l'umanità e le sei rimasto fedele. Ti adoriamo, Signore, in tutti i tabernacoli del mondo. Sì! Quelli sono con noi, per noi. Non sono lontani come le stelle del cielo, che pur ci hai donato. Dovunque possiamo incontrarti: re delle stelle e di tutto il creato! Grazie, Signore, di questo dono smisurato. Il Cielo s'è rovesciato sulla terra. (Chiara Lubich) Non di solo pane - Numero 698 - pagina 3 G l i a p p r o f o n di m e n ti di N o n di s o l o p a n e Meditazioni quaresimali del Beato Paolo VI Invito alla lotta Pagina curata da Cristina e Tiziana La prima domenica di Quaresima è dominata dalla scena evangelica del combattimento di Gesù contro l'Avversario; a significare che tutte le volte che noi vorremo incamminarci sulla via della nostra salvezza vi sarà una lotta da sostenere. L'immagine della cattedrale svanisce, e si presenta quella del deserto. L'area appunto della costruzione. Deserto: cioè donde si comincia. Deserto: cioè silenzio e digiuno. Si comincia così. L'attività più redditizia, o almeno fo ndament ale, nell'economia della salute non è data dalle così dette virtù attive (meglio sarebbe dire: esteriori), ma da queste che piegano sull'anima stessa le energie di cui essa è capace; il bene, prima di cercarlo e compierlo di fuo- ri, bisogna cercarlo e compierlo in noi. E il deserto allora si trasforma in un campo di lotta. E non dico con metafora; una lotta, vera lotta. Qui siamo ad uno dei punti più importanti della vita spirituale (e perciò siamo anche ad una delle date più so lenni della liturgia). Noi che abbiamo nelle vene, oltre che la viltà d'Adamo, il dolce tossico del naturalismo contemporaneo, non sappiamo persuaderci che la bontà è forza, è milizia, è rischio; e perciò l'amorfismo morale che tutto ritiene lecito, la pigrizia borghese che sogna carriere facili e poltrone comode, sono due posizioni inconciliabili non solo con il viver cristiano, ma anche con un qualsiasi vivere spirituale. Non di solo pane - Numero 698 - Tempo di Quaresima - pagina 4 G l i a p p r o f o n di m e n ti di N o n di s o l o p a n e Preghiamo la Parola Contemplatio di don Luciano Vitton Mea Era proprio necessario che Gesù fosse sospinto dallo Spirito nel deserto per essere tentato? Perché incontrare faccia a faccia il Male, subire il suo fascino, essere tentato da Satana in persona? Calpestare le sabbie roventi, sedere nel silenzio dove il soffio del vento porta gli echi di arcane paure? Penso di si, era necessario. È la logica dell’Incarnazione che fa percorre al Dio mendicante le orme di Mosè e del suo popolo; non è la sua forza che vaga nel deserto, ma la sua povertà, la legge della stalla di Betlemme e della bottega del carpentiere. Mi piace questa povertà perché è la mia povertà, sono gli abiti della fatica quotidiana che mi fanno percepire Dio come fratello, un uomo tra gli uomini. Lo incontri dovunque: tra i vagiti di un neonato, sporco di trucioli odorosi di resina, ai crocicchi delle strade, seduto sulla scalinata del tempio, nei deserti dell’umana solitudine. Ovunque la povertà si fa tunica, Dio ne porta una tutta di un pezzo, senza cuciture. Gesù, la Chiesa, tua sposa, apre il suo cuore al tuo mistero: nell'ascoltar la tua parola prenda da te un volto nuovo, che ben rifletta il tuo splendore. Gesù, offerto per noi, mostra il cammino: ti seguiremo; lungo la via del sacrificio la libertà, che tu ci doni segno sarà che sei con noi. Gesù, speranza dell'uomo, venga il tuo Giorno: noi l’attendiamo nel desiderio dell’incontro che ci sarà, a chi ha fede tu, nel mistero, già mostri il tuo volto. Satana lo tenta, con lucidità, seguendo una logica che tutti saremmo pronti a sottoscrivere: “Perché vivi come un uomo tu che sei Dio? Perché non esibisci la tua Onnipotenza, Tu che hai ai tuoi ordini una schiera di Angeli?” Il Male teme la povertà, a maggior ragione un Dio povero: ecco perché cerca vanamente di dissuaderlo. Così tra le dune del deserto la povertà della natura umana di Gesù sfiora la finitudine di ogni uomo, la tentazione, cioè, di diventare come dei; Gesù sconfigge questa logica, perché la sua forza, quella che sconfiggerà ogni male, è quella di diventare “l’uomo dei dolori” il servo sofferente che redime i peccati del mondo. don Luciano Non di solo pane - Numero 698 - Tempo di Quaresima - pagina 5 Amen I Settimana di Quaresima Levitico 19,1-2.11-18: Siate santi, perché io sono santo. Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai di un peccato per lui. Lunedì 23 Febbraio I Settimana del Salterio Il Santo del giorno: San Policarpo Vescovo Nato a Smirne nell'anno 69 «fu dagli Apostoli stessi posto vescovo per l'Asia nella Chiesa di Smirne». Così scrive di lui Ireneo, suo discepolo e vescovo di Lione in Gallia. Policarpo viene messo a capo dei cristiani del luogo verso il 100. Nel 107 è testimone del passaggio per Smirne di Ignazio, vescovo di Antiochia, che va sotto scor- ta a Roma dove subirà il martirio. Policarpo lo ospita e più tardi Ignazio gli scriverà una lettera divenuta poi famosa. Nel 154 Policarpo va a Roma per discutere con papa Aniceto sulla data della Pasqua. Dopo il suo ritorno a Smirne scoppia una persecuzione. L'anziano vescovo (ha 86 anni) viene portato nello stadio, perché il governatore romano Quadrato lo condanni. Policarpo rifiuta di difendersi davanti al governatore, che vuole risparmiarlo, e alla folla, dichiarandosi cristiano. Verrà ucciso con la spada. Sono circa le due del pomeriggio del 23 febbraio 155. Brano Evangelico: Mt 25, 31-46 Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Contemplo: Noi tocchiamo effettivamente il corpo di Cristo nei poveri. È il Cristo affamato che nutriamo in essi, il Cristo nudo che rive stiamo di indumenti, il Cristo senza tetto che ospitiamo. L'ora santa passata in adorazione davanti all'eucaristia è incompleta se non ci conduce al servizio e all'amore dei poveri. Per Gesù la fratellanza e l'adorazione sono due facce dell'unico tessuto divino che si chiama carità. (Madre Teresa di Calcutta) Non di solo pane - Numero 698 - pagina 6 meditazione Il sigillo divino Preghiamo la Parola Meditazione di don Luciano Vitton Mea La scena del giudizio universale non è una parabola o un discorso come tanti altri. Si tratta invece di una visione, di una finestra che si spalanca sull’ultimo giorno. Gesù verrà, con tutti i suoi angeli per porre il sigillo finale sulla vita degli uomini. In realtà non si tratta di un giudizio vero e proprio ma di una presa d’atto, di una consequenziale e coerente conferma di ciò che si è scelto nella vita terrena. Più che le parole di Gesù saranno le singole coscienze a porsi alla destra o alla sinistra, tra le pecore o i capri. Il Figlio dell’Uomo ratificherà ciò che l’uomo ha scelto e fatto nella sua vita terrena. E’ una visione che rivela ciò che in parte era nascosto, è un’amplificazione di ciò che già si poteva intuire nel libro del Levitico: il nostro Dio si nasconde dietro il volto del povero, dell’infimo, del miserrimo e del meschino. Il vento della coorte celeste farà svanire i fumi dell’incenso, cadranno in rovina i titoli e la vanità della gloria umana: rimarrà solo la nostra nudità, l’odore nauseabondo delle piaghe purulenti delle piccole o grandi cattiverie, le pustole incancrenite del male commesso. Se nella vita avremo avuto pietà e compassione, se avremo usato misericordia verso le umane infermità, Gesù ci toccherà, ci ridarà una carne nuova, ci rivestirà con una candida veste. Ma se saremo stati spietati, se non avremo usato misericordia, se avremo puntato il dito contro l’altrui debolezza rimarremo ricoperti di pustole, le nostre e quelle dei fratelli che abbiamo denigrato, e ci incammineremo mestamente verso il tetro luogo dove per sempre tacerà la dolce voce del divino perdono. (don Luciano) O Signore, in questo tempo di quaresima tu ci chiami al pentimento e alla conversione ci inviti a pregare di più e ad ascoltare la tua parola. Tu ci chiedi di rinunciare a qualche spesa superflua per aiutare i nostri fratelli che sono nel bisogno. Concedi a noi di rispondere con generosità al tuo appello, di purificare le anime nostre col sacramento del perdono e della gioia per prepararci degnamente alla Pasqua. Amen Agisci Oggi leggerò la vita del santo di cui porto il nome o di un santo a me particolarmente caro, per chiedere il suo aiuto a vivere la mia santità nel quotidiano. In particolare invocherò Maria santissima. Non di solo pane - Numero 698 - Tempo di Quaresima - pagina 7 I Settimana di Quaresima Isaia 55,10-11: Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, così la mia parola non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata. Martedì 24 Febbraio I Settimana del Salterio Il Santo del giorno: Beata Giuseppa Naval Girbès Nasce l'11 dicembre 1820 ad Algemesí (Valencia, Spagna) primogenita di sei figli. Frequenta la scuola di una vicina di casa, dove oltre che leggere e scrivere, impara i lavori femminili, specie il ricamo in seta ed oro. Nel 1833 muore la madre e Josefa, deve lasciare la scuola e badare alla casa e ai fratelli. Ma la sua vita non è dedicata solo alla famiglia, frequenta la parrocchia e si affida alla guida spirituale del parroco don Gaspare Silvestre; a 18 anni fa voto di castità. A 30 anni con la guida del parroco comincia a radunare nella sua casa le amiche, per riunioni di lettura e formazione spirituale. Poi trasforma la casa in un vero e proprio laboratorio, Brano Evangelico: Mt 6, 7-15 Padre Nostro…. dove insegna gratuitamente il ricamo. Le interessa soprattutto la formazione morale e spirituale delle giovani, servendosi del laboratorio. La sua guida porta molte ragazze a scegliere la vita consacrata. Muore dopo lunga malattia nel 1893. È beata dal 1988. In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Contemplo: Nella Santa Comunione ci si accorge che il tuo a- more è personale, per ciascuno. Ti dai tutto ad ognuno. E così il tuo esempio fa cadere l'illusione, che spesso può prendere quando crediamo di servirti, organizzando grandi opere, e ti trascuriamo in coloro che ci passano accanto momento per momento, come fossero estranei alla nostra vita in comunione con Te. (Chiara Lubich) Non di solo pane - Numero 698 - pagina 8 meditazione Pregando Preghiamo la Parola Meditazione di Fiorella Elmetti Che immagine abbiamo di Dio? Qui Gesù ci dice che Dio è Padre e vuole entrare in una relazione figliale con noi.. Perciò sottolinea: "Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate". Allora, perché pregare se Dio già conosce i nostri bisogni? Proprio per entrare sempre più in relazione con lui, per aiutare noi stessi a conoscerlo Ed a conoscerci, a fidarci di lui, ad imparare cosa gli è gradito. In una sua catechesi il Vescovo Luciano Monari afferma: "Il Dio al quale ci rivolgiamo, chi è? È un Dio indifferente, nei confronti dell'uomo? O magari un Dio ostile, invidioso della grandezza dell'uomo? È un Dio di potenza o di misericordia? O tutte e due insieme? È un Dio giudice o è un Dio amico? Dall'immagine che noi ci facciamo di Dio, dipende il tipo di rapporto che stabiliamo con lui. E noi cosa siamo davanti a Dio? Dobbiamo pensare di non essere niente? Che la creatura umana è zero davanti a Dio? O dobbiamo pensare di essere partner di Dio? come persone che possano parlare e ascoltare? Qual è l'atteggiamento giusto? l'ubbidienza, la paura, l'amore? Quali di questi atteggiamenti? "Insegnaci a pregare", rivolto a Gesù, vuole indicare questo: i discepoli sono convinti che Gesù sappia qualche cosa del mistero di Dio; qualche cosa che gli altri non conoscono, che lui solo è in grado di insegnare. È come quella domanda che Filippo rivolge a Gesù, durante l'ultima Cena: "Mostraci il Padre"; facci vedere la sua faccia, il suo volto; vogliamo comprendere quali sono i suoi sentimenti, i suoi atteggiamenti nei confronti di noi. O come quando Pietro dice: "Tu, Signore, hai parole di vita eterna"; tu solo sei in grado di rivelare il Mistero di Dio. Allora, "Signore insegnaci a pregare"...". Capito il messaggio? So di non essere degno del banchetto che hai preparato: e chi può dire di essersi meritato un posto alla tua tavola? So di esser stato raccolto ai crocicchi delle strade: mi hai mandato a cercare assieme alla folla dei poveri, dei peccatori e degli emarginati. So bene di non essere presentabile al tuo cospetto: con il mio passato, con la mia sporcizia, con la mia infedeltà: non sono certo un invitato attraente. Ma tu mi chiedi solamente di lasciarmi Trasformare dal tuo amore, dalla tua misericordia e di indossare la veste nuziale che mi è stata preparata. Rifiutarla significa non accogliere il Tuo invito, il Tuo dono, la Tua benevolenza, il regalo che con tanta gioia per me hai preparato. Amen Agisci Nelle difficoltà della giornata, nelle preoccupazioni, nelle incomprensioni, nei dubbi… guarderò a Gesù per ritrovare la pace e la gioia, nonostante tutto. Non di solo pane - Numero 698 - Tempo di Quaresima - pagina 9 G l i a p p r o f o n di m e n ti di N o n di s o l o p a n e Meditazioni quaresimali del Beato Paolo VI Dopo il restauro Pagina curata da Cristina e Tiziana Se la decisione di combattere per conquistare una vera vita spirituale è stata presa, secondo l'invito della prima domenica di Quaresima, noi abbiamo cominciato a restaurare in noi la forma umana. Questo passaggio della vita spirituale e dell'anno liturgico va assai bene marcato per comprendere poi in seguito la filosofia del cristianesimo. Restaurato l'uomo, scopro l'immagine di Dio. Come un'opera d'arte, contaminata dagli arbitri di infedeli ritocchi, o guasta dall'abuso del tempo e del- la polvere, ripulita con cura e ricondotta, con sacrificio spietato, ma logico, di tutte le apocrife aggiunte, al primitivo disegno dell'artista originario, mi dice il pensiero di quest'artista, e il vero valore, l'autentico significato, la genuina bellezza dell'opera di lui; così l'uomo, purificato dal coraggioso restauro della penitenza e restaurato secondo il concetto esatto che deve informarlo, mi svela la sua faccia, quale Dio la pensò e la volle nel giorno in cui creando l'uomo pose fine alla sua opera creatrice: la faccia dell'uomo appare sof- Non di solo pane - Numero 698 - pagina 10 fusa d'un'arcana e ineffabile bellezza. Bellezza talmente splendida e viva da doversi dire non sua, ma in lui riflessa, come luce di sole in limpida acqua. Bellezza di Dio. S'era pur detto che questo mondo della preghiera liturgica nasconde ricchissime cose. Ma chi pensa d'incontrare così grande e gaudiosa sorpresa alla seconda tappa del doloroso cammino quaresimale? Eppure è così. D'un lampo, la Bellezza increata ci sfolgora davanti, figurata da volto umano. Avevamo detto che questo secondo periodo liturgico riguarda l'azione trasformatrice di Dio. E d'improvviso la forma filiale a cui tende questa trasformazione ci è palesata, per confortare il cammino ancora lungo e difficile che ci resta da compiere. Sì, noi vedremo tra poco, nella Passione, la deformazione dell'Umanità in Cristo sofferente: Vermis sum et non homo [«sono un verme e non un uomo», Sal21, 7]. E affinché a tanta tentazione non ceda la nostra sicurezza, ci è preventivamente dato il miraggio finale e definitivo del viver nostro, quale la croce lo plasmerà. I Settimana di Quaresima Mercoledì 25 Febbraio Giona andò a Ninive secondo la parola del Signore, cominciò a percorrere la città e predicava: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta». I cittadini credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli. Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti, e si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece. I Settimana del Salterio Il Santo del giorno: San Luigi Versiglia Il vescovo Luigi Versiglia, salesiano, è uno dei 120 martiri della Cina canonizzati da Giovanni Paolo II il 1° ottobre 2000. Nato nel 1873 a Oliva Gessi, in provincia di Pavia, conobbe personalmente don Bosco. Ordinato sacerdote nel 1895, fu per dieci anni maestro dei novizi nella Casa salesiana di Genzano. Fin da giovanissimo portava nel cuore il desiderio di parti- re missionario. Così nel 1906 fu scelto come capogruppo dei primi missionari salesiani in partenza per la Cina. Visse il suo apostolato prima a Macao e poi nella regione del Kwangtung, nel Sud della Cina, dove fondò la missione di Shiu Chow di cui nel 1920 divenne vicario apostolico e primo vescovo. Mentre la Cina spro- fondava sempre più nella guerra civile, verso la fine del gennaio 1930 si mise in viaggio assieme al giovane confratello don Callisto Caravario (anche lui nel gruppo dei 120 martiri) per raggiungere i cristiani della piccola missione di LinChow. Furono uccisi insieme da un gruppo di banditi il 25 febbraio 1930. Brano Evangelico: Lc 11, 29-32 Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». Contemplo: Davvero la bellezza spirituale che traspare dal volto di chi vive l'eucaristia fa intravvedere il «tesoro» nascosto nell'intimo del cuore e attira Cristo. È la bellezza dei santi, di coloro che diventano icone vive di Cristo e ne fanno percepire il fascino e la presenza salvifica. (Anna Maria Cànopi) Non di solo pane - Numero 698 - Tempo di Quaresima - pagina 11 meditazione L’unico segno e la sua Parola Preghiamo la Parola A cura di don Luciano Sembra che un tema importante di questa prima settimana di Quaresima sia avere dei punti di riferimento per non smarrirsi in quel cammino nel deserto che è la vita. Ci sono già stati dati dei segnali: Gesù, i poveri, la preghiera. Ma la gente chiede altri segni: quali? Il bisogno è fuorviante: pare che quanto più il cuore si indurisce tanto più si vuole che qualcuno ne forzi, per così dire, la porta. Tattica sbagliata, condannata alla sterili tà. Anzi, proprio il bisogno di segno è già un indicatore allarmante perché suggerisce che non si è disposti più di tanto a cambiare. E questo è un primo avvertimento. La risposta di Gesù alla richiesta, invece, è disarmante: non c'è altro segno Non abbiamo ali così forti da raggiungerti nelle altezze, Signore! Siamo terra e terra possiamo offrirti, terra scavata, il più profondamente possibile, il più onestamente possibile, per offrirti la verità della nostra storia. Ti incontreremo, ci verrai incontro nel profondo, Signore, l'unico luogo dove il nostro cammino di conversione può procedere in verità, con il coraggio che viene dalle piccole scelte quotidiane, fatte in coerenza con la tua parola. che la sua Parola. È al suo confronto che si misu- Kyrie eleison! ra la nostra capacità di cambiare, la possibilità della nostra conversione. Lo fu nel caso di Giona e di Salomone. Ma non è senza significato che l'accoglienza sia stata positiva da parte di "gente di fuori". Agisci E questo è un secondo avvertimento: l'abitudine alla parola ci rende sordi, così come l'alluvione di parole ci rende insensibili alla Parola che ha bisogno di silenzio per essere protetta e risuonare in modo significativo, così da essere essa stessa "segno'; appunto. Oggi chiedo a Maria di aiutarmi a credere veramente in Dio e nella sua Parola, per testimoniarlo con la mia vita e le mie scelte. Non di solo pane - Numero 698 - Tempo di Quaresima - pagina 12 I Settimana di Quaresima La regina Ester si prostrò a terra e disse: «Tu sei benedetto, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe. Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso all'infuori di te, o Signore, perché un grande pericolo mi sovrasta. Quanto a noi, liberaci dalla mano dei nostri nemici, volgi il nostro lutto in gioia e le nostre sofferenze in salvezza». Giovedì 26 Febbraio I Settimana del Salterio Il Santo del giorno: San Porfirio di Gaza È un santo che ha legato il suo nome alla città di Gaza, luogo tormentato e al centro delle cronache in questi ultimi anni ma per il cristianesimo anche culla di un'importante filone monastico nei primi secoli. Porfirio era nato intorno al 347 in un'agiata famiglia di Tessalonica. A 31 anni decise di abbracciare la vita monastica e ritirarsi nel deserto di Scete in Egitto. Da qui, cinque anni più tardi, raggiunse pellegrino Gerusalemme, dove distribuì tutti i suoi beni ai poveri. Rimasto molto colpito dal suo comportamento, il vescovo di Gerusalemme, Giovanni, nel 392 lo ordinò sacerdote a 45 anni, affi- dandogli la custodia delle reliquie della Santa Croce. Tre anni dopo, alla morte del vescovo Eneo, fu chiamato a succedergli a Gaza, dove guidò per 25 anni questa piccola comunità. Morì il 26 febbraio 420. Brano Evangelico: Mt 7, 7-12: Chiedete e vi sarà dato. In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti». Contemplo: Quando Dio ti trova pronto, gli è indispensabile a- gire e spandersi in te così come, in un'aria chiara e pura, il sole è costretto a spargere la sua luce e non può farne a meno. Sarebbe una sorta di mancanza da parte di Dio se non lo facesse, quando ti trova totalmente vuoto e spoglio. (Meister Eckhart) Non di solo pane - Numero 698 - pagina 13 meditazione Col cuore in movimento Preghiamo la Parola Meditazione di Elmetti Fiorella Chiedere, cercare, bussare non sono verbi messi lì per caso da Gesù, ma richiamano me e voi a non stare fermi come statue, a metterci sempre in gioco con passione. Col cuore in movimento, se anche non si può con le gambe. Etty Hillesum, morta nel campo di concentramento ad Auschwitz, così ha scritto nel suo diario tanto ricco di umanità e al tempo stesso di spiritualità: "Esistono persone che all’ultimo momento si preoccupano di mettere in salvo aspira polveri, forchette e cucchiai d’argento, invece di salvare te, mio Dio. E altre persone, che sono oramai ridotte a semplici ricettacoli di innumerevoli paure e amarezze, vogliono a tutti i costi salvare il proprio corpo. Dicono: non mi prenderanno. Dimenticano che non si può essere nelle grinfie di nessuno se si è nelle tue braccia... Usa e impiega bene ogni minuto di questa giornata e rendila fruttuosa, fanne un’altra salda pietra su cui possa ancora reggersi il nostro povero e angoscioso futuro. Il gelsomino dietro casa è completamente sciupato dalla pioggia e dalle tempeste di questi ultimi giorni, i suoi fiori bianchi galleggiano qua e là sulle pozzanghere scure e melmose che si sono formate sul tetto basso del garage. Ma da qualche parte dentro di me esso continua a fiorire indisturbato, esuberante e tenero come sempre e spande il suo profumo tutt’intorno alla tua casa, mio Dio. Vedi come ti tratto bene. Non ti porto soltanto le mie lacrime e le mie paure, ma ti porto persino in questa domenica mattina grigia e tempestosa, un gelsomino profumato. Ti porterò tutti i fiori che incontro sul mio cammino e sono veramente tanti. Voglio che tu stia bene con me. E tanto per fare un esempio: se io mi ritrovassi richiusa in una cella stretta e vedessi passare una nuvola davanti alla piccola inferriata, allora ti porterei quella nuvola, mio Dio, sempre che ne abbia ancora la forza". Col cuore in movimento dall'abisso della tragedia si può risorgere. Ester, sorella e compagna, in questo cammino quaresimale, insegnaci a cercare rifugio presso il Signore, mantenendo chiara la coscienza della nostra piccolezza e insieme osando e rischiando per restare solidali con la sorte di chi è più Indifeso e povero di noi. Aiutaci a lasciar cadere tutte le maschere che appannano e falsificano la qualità della nostra relazione con il Signore e con i fratelli e ad affinare la qualità delle scelte che il cuore ci detta. Kyrie eleison! Agisci Oggi, con la certezza che il Signore accorre sempre in mio aiuto, mi appoggio sul cuore di Gesù e resto tranquillo. Non di solo pane - Numero 698 - Tempo di Quaresima - pagina 14 G l i a p p r o f o n di m e n ti I frutti della carità Pagina curata da Cristina e Tiziana La Quaresima: tempo di carità. Carissimi, è vero che per esercitare il bene della carità ogni tempo è appropriato. Questi giorni tuttavia lo sono in modo speciale. Quanti desiderano di arrivare alla Pasqua del Signore con la santità dell'anima e del corpo si sforzino al massimo di acqui stare quella virtù nella quale sono incluse tutte le altre in sommo grado, e dalla quale è coperta la moltitudine dei peccati. Dobbiamo prepararci a celebrare il mistero più alto di tutti, il mistero del sangue di Gesù Cristo che ha cancellato le nostre iniquità, facciamolo con i sacrifici della misericordia. Ciò che la bontà divina ha elargito a noi, diamolo anche noi a coloro che ci hanno offeso. La nostra generosità sia più larga verso i poveri e i sofferenti perché siano rese grazie a Dio dalle voci di molti. Il nutrimento di chi ha bisogno sia sostenuto dai nostri digiuni. Al Signore infatti nessun'altra devozione dei fedeli piace più di quella rivolta ai suoi poveri, e dove trova una misericordia premurosa là riconosce il segno della sua bontà. di N o n di s o l o p a n e "Chi spezza il pane lo fa crescere, chi lo distribuisce lo moltiplica" Non si abbia timore, in queste donazioni, di diminuire i propri beni, perché la benevolenza stessa è già un gran bene, né può mancare lo spazio alla generosità, dove Cristo sfama ed è sfamato. In tutte queste opere interviene quella mano, che spezzando il pane fa crescere e distribuendo agli altri lo moltiplica. Colui che fa l'elemosina la faccia con gioia. Sia certo che avrà il massimo guadagno, quando avrà tenuto per sé il minimo, come dice il beato apostolo Paolo: "Colui che amministra il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, somministrerà e moltiplicherà anche la vostra semente, e farà crescere i frutti della vostra giustizia" (2Cor 9,10), in Cristo Gesù nostro Signore, che vive e regna con il Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen». Non di solo pane - Numero 698 - Tempo di Quaresima - pagina 15 San Leone Magno I Settimana di Quaresima Coraggio! Gesù è con voi: la sua forza é vostra, la sua pazienza é vostra, la sua carità è vostra; Venerdì 27 Febbraio dunque con le virtù di Gesù I Settimana del Salterio a tutto riuscirete di certo. Il Santo del giorno: San Gabriele dell’Addolorata Francesco Possenti nacque ad Assisi nel 1838. Perse la madre a quattro anni. Seguì il padre, governatore dello Stato pontificio, e i fratelli nei frequenti spostamenti. Si stabilirono, poi, a Spoleto, dove Francesco frequentò i Fratelli delle scuole cristiane e i Gesuiti. A 18 anni entrò nel noviziato dei Passionisti a Morrovalle (Macerata), prendendo il nome di Gabriele dell'Addolorata. Morì nel 1862, 24enne, a Isola del Gran Sasso, avendo ricevuto solo gli ordini minori. È lì venerato, nel santuario che porta il suo nome, meta di pellegrinaggi, soprattutto giovanili. È santo dal 1920, copatrono dell'Azione cattolica e patrono dell'Abruzzo. Etimologia: Gabriele (come Gabrio e Gabriella) = uomo di Dio, dall'assiro o forza, fortezza. Brano Evangelico: Mc 5, 20-26 : sarà destinato al fuoco della Geènna. In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!». Contemplo: Impariamo a scoprire Gesù nel volto degli altri, nella loro voce, nelle loro richieste. E anche imparare a soffrire in un abbraccio con Gesù crocifisso quando subiamo aggressioni ingiuste o ingratitudini, senza stancarci mai di scegliere la fraternità. Lì sta la vera guarigione. (Evangelii gaudium) Non di solo pane - Numero 698 - pagina 16 Meditiamo la Parola Preghiamo la Parola Uno sguardo di benevolenza A cura di don Carlo Moro La preghiera, lo si è visto, ha inevitabili ricadute sul comportamento. La liturgia di oggi vi ritorna, e in modo chiarissimo. Non è concesso, infatti, presentare a Dio i nostri doni se il rapporto con il fratello è rovinato. Nello specifico sono indicati due atteggiamenti non corretti: l'insulto e il rifiuto di riconciliarsi, magari facendo appello a un terzo, un giudice, o una guardia, che non è necessariamente la persona meglio indicata a risolvere un contrasto. L'implicito è che i rapporti tra noi necessitano di uno sguardo di benevolenza e non di ostilità o anche di semplice indifferenza; nel caso poi in cui la relazione si fosse guastata, si deve porre in atto una ricerca di intesa che chiama primariamente in causa le persone coinvolte. Per quali ragioni? Il fuoco della Geenna è quello che brucia la spazzatura: l'insulto è dunque sterile ciarpame che non può avere altro destino se non la distruzione. Infine, un avvocato potrà anche risolvere una controversia, ma non tocca a lui guarire un cuore che cova l'odio o il risentimento. È chiaro, ora, perché il giudizio finale non prevede un esame sul culto: sono le opere che provano la sincerità e la genuinità della nostra preghiera. La tua parola è forte, Signore, e ci mette in crisi: «Va' prima!». Prima di tutto, prima di sostare davanti all'altare, prima che si presentino offerte raccolte con devozione e donate con amore, prima che sia l'altro a fare il primo passo, prima di tutto, vi sia il movimento del nostro cuore che ricompone la lacerazione, che agisce perdono, che ricrea l'armonia perduta. Guidaci tu, Kyrie eleison! Agisci Ci rendiamo conto di quanto male possiamo fare con le nostre parole e i nostri atteggiamenti? Oggi cercherò di usare particolare delicatezza nei confronti degli altri. Non di solo pane - Numero 698 - Tempo di Quaresima - pagina 17 I Settimana di Quaresima La bellezza non è nel viso. La bellezza è nella luce nel cuore. Sabato 28 Febbraio I Settimana del Salterio Il Santo del giorno: San Ciriaco Maria Sancha y Hervas Nacque a Quintana del Pidio il 18 giugno 1833. Dopo il 1862 fu a Cuba, dove il 5 agosto 1869 fondò le Congregazione della Suore della Carità. Nel 1873 fu incarcerato perché si oppose alla nomina di Pedro Llorente Miguel ad arcivescovo di Santiago di Cuba da parte del governo repubblicano spagnolo, senza il consenso della Santa Sede. Il 28 gennaio 1876 fu eletto vescovo titolare di Areopoli e ausiliare di Toledo. Fu consa- crato il 12 febbraio successivo dal cardinale Juan de la Cruz Ignacio Moreno y Maisonave. Fu trasferito alla sede di Ávila il 27 marzo 1882; il 10 giugno 1886 fu nominato vescovo di Madrid e Alcalá de Henares. L'11 luglio 1892 fu promosso alla sede metropolitana di Valencia. Papa Leone XIII lo elevò al rango di cardinale nel concistoro del 18 maggio 1894. Il 2 dicembre dell'anno successivo ricevette il titolo di San Pietro in Montorio. Il 24 marzo 1898 divenne arcivescovo di Toledo e primate di Spagna, nonché patriarca delle Indie Occidentali. Partecipò al conclave del 1903, che elesse papa Pio X. Morì il 28 febbraio 1909 all'età di 75 anni. Nonostante la brillante carriera ecclesiastica, visse e morì in povertà. Il 18 ottobre 2009 è stato beatificato. Brano Evangelico: Mt 5, 43-48: Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Contemplo: Oltre all'amore verticale per Dio, nell'eucaristia è anche generato l'amore orizzontale, che urge alla missione verso il mondo. Così troviamo nella comunità cristiana primitiva, riunita per lo spezzare il pane e aperta a gesti concreti di condivisione. (Giuseppe Dossetti) Non di solo pane - Numero 698 - pagina 18 Meditiamo la Parola Preghiamo la Parola Il Vangelo è una novità Meditazione di Fiorella Elmetti "...Ma io vi dico: Amate i vostri nemici"...come si fa? È già tanto sopportare che amare sembra davvero impossibile". Amare richiede perdonare, uscire da se stessi, prediligere il servizio e la gratuità anche nei confronti di chi simpatico non è. A questo riguardo, Papa Francesco ha affermato: “E’ proprio dare se stesso, dare il cuore, proprio a quelli che ci vogliono male, che ci fanno male, ai nemici. E questa è la novità del Vangelo. Gesù ci mostra, infatti, che non è un merito se amiamo quelli che ci amano, perché quello lo fanno anche i peccatori. I cristiani sono invece chiamati ad amare i loro nemici: “Fate del bene e prestate senza sperare nulla. Senza interesse e la vostra ricompensa sarà grande”. Certo, il Vangelo è una novità. Una novità difficile da portare avanti. Ma è andare dietro a Gesù”: “‘Padre, io … io non me la sento di fare così! ‘Ma, se non te la senti, è un problema tuo, ma il cammino cristiano è questo!’. Questo è il cammino che Gesù ci insegna. ‘E cosa devo sperare?’. Andate sulla strada di Gesù, che è la misericordia; siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso. Soltanto con un cuore misericordioso potremo fare tutto quello che il Signore ci consiglia. Fino alla fine. La vita cristiana non è una vita autoreferenziale; è una vita che esce da se stessa per darsi agli altri. E’ un dono, è amore, e l’amore non torna su se stesso, non è egoista: si dà. Gesù, ci chiede di essere misericordiosi e di non giudicare. Tante volte sembra che noi siamo stati nominati giudici degli altri: chiacchierando, sparlando … giudichiamo tutti. E invece il Signore ci dice: “Non giudicate e non sarete giudicati. Non condannate e non sarete condannati”. E alla fine chiede di perdonare e così saremo perdonati. Tutti i giorni lo diciamo nel Padre Nostro: ‘Perdonaci come noi perdoniamo’. Se io non perdono, come posso chiedere al Padre: ‘Mi perdoni?’”. Amare, quindi, è fare una cosa nuova. Signore, la nostra fede è come cenere, tiepida e inconsistente! La nostra speranza è come cenere: leggera e portata dal vento. Il nostro sguardo è come la cenere: grigio e spento. Le nostre mani sono come la cenere: quanta polvere! La nostra comunità è come la cenere: quanta dispersione! Signore Dio nostro, ti ringraziamo perché nel cammino di quaranta giorni, il soffio del tuo Spirito accende di nuovo il suo fuoco che cova sotto le nostre ceneri. Amen Agisci Riesco ad amare chi mi ha fatto del male, chi è contro di me? Oggi chiedo allo Spirito Santo di riempirmi del suo amore per riuscire ad amare come ha fatto Gesù. Non di solo pane - Numero 698 - Tempo di Quaresima - pagina 19 Sussidio di preghiera per la famiglia Coordinatrice Fiorella Elmetti Redazione don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini, don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti Anno XV- n. 698 Domenica 22 Febbraio 2015 Chiuso il 17 Febbraio 2015 Numero copie 1400 333/3390059 don Luciano Grafica e stampa don Luciano Vitton Mea Ideato da don Luciano Vitton Mea Per la tua vita spirituale visita il Vi troverai: Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo Ti aspetto ogni giorno su: http://www.latracciameditazioni.it/
© Copyright 2024 Paperzz