Non di solo pane

Non di
solo
PANE
Sussidio di preghiera per la famiglia
Domenica 22 Febbraio 2015
I Settimana di Quaresima
Bisognosi di restauro
Anno XV - n°
698
Offerta della giornata
“Pregare,
forse il
discorso
più urgente”
Sussidio
di preghiera
per la famiglia
Sito di Non di Solo Pane:
www.latracciameditazioni.it
Febbraio 2015
Offerta quotidiana
Cuore divino di Gesù,
io ti offro per mezzo
del Cuore Immacolato di Maria,
Madre della Chiesa,
in unione al Sacrificio eucaristico,
le preghiere, le azioni,
le gioie e le sofferenze
di questo giorno,
in riparazione dei peccati,
per la salvezza di tutti gli uomini,
nella grazia dello Spirito Santo,
a gloria del divin Padre.
Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornagiornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le
parole, le azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il Cuore del tuo Figlio Gesù Cristo che
continua ad offrirsi a te nell’Eucaristia per la
salvezza del mondo. Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi
affinché io possa essere testimone del tuo amo-
re. Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il
Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i
fedeli in questo mese
Intenzione del Santo Padre
• Perché i carcerati, in particolare i giovani, abbiano
la possibilità di ricostruire una vita dignitosa.
Intenzione missionaria
• Perché i coniugi che si sono separati trovino
accoglienza e sostegno nella comunità cristiana.
Intenzione dei vescovi
• Perché gli operatori del sistema sanitario
uniscano la competenza professionale
al rispetto di ogni persona.
Intenzione del Vescovo di Brescia
Mons. Luciano Monari
Perché i credenti crescano nella fede, nella speranza e
nell'amore e siano veri testimoni di Cristo nel mondo.
Non di solo pane - Numero 698 - Tempo di Quaresima - pagina 2
I Domenica di Quaresima
Nessuno può attraversare il mare di questo secolo,
se non è portato dalla Croce di Cristo...
Domenica
22
Febbraio
I Settimana
del Salterio
non abbandoni la Croce e la Croce lo porterà.
Il santo del Giorno: Cattedra di San Pietro Apostolo
Il 22 febbraio per il calendario della Chiesa
cattolica rappresenta il
giorno della festa della
Cattedra di San Pietro.
Si tratta della ricorrenza
in cui viene messa in
modo particolare al
centro la memoria della
peculiare missione affidata da Gesù a Pietro.
In realtà la storia ci ha
tramandato l'esistenza
di due cattedre dell'A-
postolo: prima del suo
viaggio e del suo martirio a Roma, la sede del
magistero di Pietro fu
infatti identificata in
Antiochia. E la liturgia
celebrava questi due
momenti con due date
diverse: il 18 gennaio
(Roma) e il 22 febbraio
(Antiochia). La riforma
del calendario le ha unificate nell'unica festa di
oggi. Essa - viene spie-
Brano Evangelico: Mc 1, 12-15: convertitevi e
gato nel Messale Romano - "con il simbolo
della cattedra pone in
rilievo la missione di
maestro e di pastore
conferita da Cristo a
Pietro, da lui costituito,
nella sua persona e in
quella dei successori,
principio e fondamento
visibile dell'unità della
Chiesa".
credete nel Vangelo.
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le
bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio
è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Contemplo: No, non è rimasta fredda la terra: Tu sei rimasto
con noi. Che sarebbe del nostro vivere se i tabernacoli non ti
portassero? Tu hai sposato una volta l'umanità e le sei rimasto
fedele. Ti adoriamo, Signore, in tutti i tabernacoli del mondo.
Sì! Quelli sono con noi, per noi. Non sono lontani come le stelle del cielo, che pur ci hai donato. Dovunque possiamo incontrarti: re delle stelle e di tutto il creato! Grazie, Signore, di
questo dono smisurato. Il Cielo s'è rovesciato sulla terra. (Chiara
Lubich)
Non di solo pane - Numero 698 - pagina 3
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Meditazioni
quaresimali del
Beato Paolo VI
Invito alla lotta
Pagina curata da Cristina e Tiziana
La prima domenica di
Quaresima è dominata
dalla scena evangelica del
combattimento di Gesù
contro l'Avversario; a significare che tutte le volte che noi vorremo incamminarci sulla via della nostra salvezza vi sarà una
lotta da sostenere.
L'immagine della cattedrale svanisce, e si presenta
quella del deserto. L'area
appunto della costruzione.
Deserto: cioè donde si comincia.
Deserto: cioè silenzio e digiuno. Si comincia così.
L'attività più redditizia, o
almeno fo ndament ale,
nell'economia della salute
non è data dalle così dette
virtù attive (meglio sarebbe
dire: esteriori), ma da queste che piegano sull'anima
stessa le energie di cui essa
è capace; il bene, prima di
cercarlo e compierlo di fuo-
ri, bisogna cercarlo e compierlo in noi. E il deserto allora si trasforma in un campo di lotta.
E non dico con metafora; una lotta, vera lotta.
Qui siamo ad uno dei punti
più importanti della vita spirituale (e perciò siamo anche ad una delle date più so­
lenni della liturgia).
Noi che abbiamo nelle vene,
oltre che la viltà d'Adamo, il
dolce tossico del naturalismo
contemporaneo, non sappiamo persuaderci che la bontà
è forza, è milizia, è rischio;
e perciò l'amorfismo morale
che tutto ritiene lecito, la
pigrizia borghese che sogna
carriere facili e poltrone comode, sono due posizioni inconciliabili non solo con il
viver cristiano, ma anche
con un qualsiasi vivere spirituale.
Non di solo pane - Numero 698 - Tempo di Quaresima - pagina 4
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Preghiamo la Parola
Contemplatio di don Luciano Vitton Mea
Era proprio necessario che Gesù fosse sospinto dallo
Spirito nel deserto per essere tentato? Perché incontrare faccia a faccia il Male, subire il suo fascino, essere
tentato da Satana in persona? Calpestare le sabbie roventi, sedere nel silenzio dove il soffio del vento porta
gli echi di arcane paure?
Penso di si, era necessario.
È la logica dell’Incarnazione che fa percorre al Dio
mendicante le orme di Mosè e del suo popolo; non è la
sua forza che vaga nel deserto, ma la sua povertà, la
legge della stalla di Betlemme e della bottega del carpentiere. Mi piace questa povertà perché è la mia povertà, sono gli abiti della fatica quotidiana che mi fanno percepire Dio come fratello, un uomo tra gli uomini.
Lo incontri dovunque: tra i vagiti di un neonato, sporco
di trucioli odorosi di resina, ai crocicchi delle strade,
seduto sulla scalinata del tempio, nei deserti
dell’umana solitudine. Ovunque la povertà si fa tunica,
Dio ne porta una tutta di un pezzo, senza cuciture.
Gesù, la Chiesa, tua sposa,
apre il suo cuore al tuo
mistero: nell'ascoltar
la tua parola prenda
da te un volto nuovo,
che ben rifletta il
tuo splendore.
Gesù, offerto per noi,
mostra il cammino:
ti seguiremo;
lungo la via del sacrificio
la libertà, che tu ci
doni segno sarà
che sei con noi.
Gesù, speranza dell'uomo,
venga il tuo Giorno:
noi l’attendiamo nel desiderio
dell’incontro che ci sarà,
a chi ha fede tu, nel mistero,
già mostri il tuo volto.
Satana lo tenta, con lucidità, seguendo una logica che
tutti saremmo pronti a sottoscrivere: “Perché vivi come
un uomo tu che sei Dio? Perché non esibisci la tua Onnipotenza, Tu che hai ai tuoi ordini una schiera di Angeli?” Il Male teme la povertà, a maggior ragione un Dio
povero: ecco perché cerca vanamente di dissuaderlo.
Così tra le dune del deserto la povertà della natura umana di Gesù sfiora la finitudine di ogni uomo, la tentazione, cioè, di diventare come dei; Gesù sconfigge
questa logica, perché la sua forza, quella che sconfiggerà ogni male, è quella di diventare “l’uomo dei dolori” il servo sofferente che redime i peccati del mondo.
don Luciano
Non di solo pane - Numero 698 - Tempo di Quaresima - pagina 5
Amen
I Settimana di Quaresima
Levitico 19,1-2.11-18: Siate santi, perché io sono
santo. Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo
fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo,
così non ti caricherai di un peccato per lui.
Lunedì
23
Febbraio
I Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: San Policarpo Vescovo
Nato a Smirne nell'anno
69 «fu dagli Apostoli
stessi posto vescovo per
l'Asia nella Chiesa di
Smirne». Così scrive di
lui Ireneo, suo discepolo
e vescovo di Lione in
Gallia. Policarpo viene
messo a capo dei cristiani
del luogo verso il 100.
Nel 107 è testimone del
passaggio per Smirne di
Ignazio, vescovo di Antiochia, che va sotto scor-
ta a Roma dove subirà
il martirio. Policarpo lo
ospita e più tardi Ignazio gli scriverà una lettera divenuta poi famosa. Nel 154 Policarpo
va a Roma per discutere
con papa Aniceto sulla
data della Pasqua. Dopo
il suo ritorno a Smirne
scoppia una persecuzione. L'anziano vescovo
(ha 86 anni) viene portato nello stadio, perché
il governatore romano
Quadrato lo condanni.
Policarpo rifiuta di
difendersi davanti al
governatore, che vuole
risparmiarlo, e alla
folla,
dichiarandosi
cristiano. Verrà ucciso
con la spada. Sono
circa le due del pomeriggio del 23 febbraio
155.
Brano Evangelico: Mt 25, 31-46 Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella
sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le
pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re
dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in
eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame
e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi
avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete
venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto
affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando
mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei
fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Contemplo: Noi tocchiamo effettivamente il corpo di Cristo nei poveri. È il Cristo affamato che nutriamo in essi, il Cristo nudo che rive­
stiamo di indumenti, il Cristo senza tetto che ospitiamo. L'ora santa
passata in adorazione davanti all'eucaristia è incompleta se non ci
conduce al servizio e all'amore dei poveri. Per Gesù la fratellanza e
l'adorazione sono due facce dell'unico tessuto divino che si chiama carità. (Madre Teresa di Calcutta)
Non di solo pane - Numero 698 - pagina 6
meditazione
Il sigillo divino
Preghiamo la Parola
Meditazione di don Luciano Vitton Mea
La scena del giudizio universale non è una parabola o un discorso come tanti altri. Si tratta invece di una visione, di una finestra che si spalanca sull’ultimo giorno. Gesù verrà, con tutti i
suoi angeli per porre il sigillo finale sulla vita
degli uomini. In realtà non si tratta di un giudizio vero e proprio ma di una presa d’atto, di
una consequenziale e coerente conferma di ciò
che si è scelto nella vita terrena. Più che le parole di Gesù saranno le singole coscienze a porsi
alla destra o alla sinistra, tra le pecore o i capri. Il Figlio dell’Uomo ratificherà ciò che
l’uomo ha scelto e fatto nella sua vita terrena.
E’ una visione che rivela ciò che in parte era
nascosto, è un’amplificazione di ciò che già si
poteva intuire nel libro del Levitico: il nostro
Dio si nasconde dietro il volto del povero,
dell’infimo, del miserrimo e del meschino. Il
vento della coorte celeste farà svanire i fumi
dell’incenso, cadranno in rovina i titoli e la vanità della gloria umana: rimarrà solo la nostra
nudità, l’odore nauseabondo delle piaghe purulenti delle piccole o grandi cattiverie, le pustole incancrenite del male commesso. Se nella
vita avremo avuto pietà e compassione, se avremo usato misericordia verso le umane infermità, Gesù ci toccherà, ci ridarà una carne nuova, ci rivestirà con una candida veste. Ma se
saremo stati spietati, se non avremo usato misericordia, se avremo puntato il dito contro
l’altrui debolezza rimarremo ricoperti di pustole, le nostre e quelle dei fratelli che abbiamo
denigrato, e ci incammineremo mestamente
verso il tetro luogo dove per sempre tacerà la
dolce voce del divino perdono. (don Luciano)
O Signore,
in questo tempo di quaresima
tu ci chiami al pentimento
e alla conversione
ci inviti a pregare di più
e ad ascoltare la tua parola.
Tu ci chiedi
di rinunciare a qualche
spesa superflua
per aiutare i nostri fratelli
che sono nel bisogno.
Concedi a noi
di rispondere con generosità
al tuo appello,
di purificare le anime nostre
col sacramento del perdono
e della gioia
per prepararci degnamente
alla Pasqua.
Amen
Agisci
Oggi leggerò la vita
del santo di cui porto il nome o di un
santo a me particolarmente caro, per chiedere il
suo aiuto a vivere la mia santità
nel quotidiano. In particolare invocherò Maria santissima.
Non di solo pane - Numero 698 - Tempo di Quaresima - pagina 7
I Settimana di Quaresima
Isaia 55,10-11: Come la pioggia e la neve scendono dal
cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
così la mia parola non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto
ciò per cui l'ho mandata.
Martedì
24
Febbraio
I Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: Beata Giuseppa Naval Girbès
Nasce l'11 dicembre
1820 ad Algemesí
(Valencia, Spagna)
primogenita di sei figli. Frequenta la scuola di una vicina di casa, dove oltre che leggere e scrivere, impara
i lavori femminili,
specie il ricamo in
seta ed oro. Nel 1833
muore la madre e Josefa, deve lasciare la
scuola e badare alla
casa e ai fratelli. Ma la
sua vita non è dedicata
solo alla famiglia, frequenta la parrocchia e
si affida alla guida spirituale del parroco don
Gaspare Silvestre; a 18
anni fa voto di castità.
A 30 anni con la guida
del parroco comincia a
radunare nella sua casa
le amiche, per riunioni
di lettura e formazione
spirituale. Poi trasforma la casa in un vero e
proprio laboratorio,
Brano Evangelico: Mt 6, 7-15
Padre Nostro….
dove insegna gratuitamente il ricamo. Le
interessa soprattutto la
formazione morale e
spirituale delle giovani, servendosi del laboratorio. La sua guida
porta molte ragazze a
scegliere la vita consacrata. Muore dopo lunga malattia nel 1893. È
beata dal 1988.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole
come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate
dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima
ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli
perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre
vostro perdonerà le vostre colpe».
Contemplo: Nella Santa Comunione ci si accorge che il tuo a-
more è personale, per ciascuno. Ti dai tutto ad ognuno. E così
il tuo esempio fa cadere l'illusione, che spesso può prendere
quando crediamo di servirti, organizzando grandi opere, e ti
trascuriamo in coloro che ci passano accanto momento per momento, come fossero estranei alla nostra vita in comunione con
Te. (Chiara Lubich)
Non di solo pane - Numero 698 - pagina 8
meditazione
Pregando
Preghiamo la Parola
Meditazione di Fiorella Elmetti
Che immagine abbiamo di Dio? Qui Gesù ci dice
che Dio è Padre e vuole entrare in una relazione figliale con noi.. Perciò sottolinea:
"Pregando, non sprecate parole come i pagani:
essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre
vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate". Allora, perché pregare se Dio già conosce i nostri bisogni? Proprio
per entrare sempre più in relazione con lui, per
aiutare noi stessi a conoscerlo Ed a conoscerci,
a fidarci di lui, ad imparare cosa gli è gradito.
In una sua catechesi il Vescovo Luciano Monari
afferma: "Il Dio al quale ci rivolgiamo, chi è? È
un Dio indifferente, nei confronti dell'uomo? O
magari un Dio ostile, invidioso della grandezza
dell'uomo? È un Dio di potenza o di misericordia? O tutte e due insieme? È un Dio giudice o è
un Dio amico? Dall'immagine che noi ci facciamo di Dio, dipende il tipo di rapporto che stabiliamo con lui. E noi cosa siamo davanti a Dio?
Dobbiamo pensare di non essere niente? Che la
creatura umana è zero davanti a Dio? O dobbiamo pensare di essere partner di Dio? come persone che possano parlare e ascoltare? Qual è
l'atteggiamento giusto? l'ubbidienza, la paura,
l'amore? Quali di questi atteggiamenti?
"Insegnaci a pregare", rivolto a Gesù, vuole indicare questo: i discepoli sono convinti che Gesù
sappia qualche cosa del mistero di Dio; qualche
cosa che gli altri non conoscono, che lui solo è
in grado di insegnare. È come quella domanda
che Filippo rivolge a Gesù, durante l'ultima Cena: "Mostraci il Padre"; facci vedere la sua faccia, il suo volto; vogliamo comprendere quali
sono i suoi sentimenti, i suoi atteggiamenti nei
confronti di noi. O come quando Pietro dice:
"Tu, Signore, hai parole di vita eterna"; tu solo
sei in grado di rivelare il Mistero di Dio. Allora,
"Signore insegnaci a pregare"...". Capito il messaggio?
So di non essere degno
del banchetto che hai preparato:
e chi può dire di essersi meritato
un posto alla tua tavola?
So di esser stato raccolto
ai crocicchi delle strade:
mi hai mandato a cercare
assieme alla folla dei poveri,
dei peccatori e degli emarginati.
So bene di non essere
presentabile al tuo cospetto:
con il mio passato, con la mia
sporcizia, con la mia infedeltà:
non sono certo un invitato
attraente. Ma tu mi chiedi
solamente di lasciarmi
Trasformare dal tuo amore,
dalla tua misericordia
e di indossare
la veste nuziale
che mi è stata preparata.
Rifiutarla significa
non accogliere il Tuo invito,
il Tuo dono, la Tua benevolenza,
il regalo che con tanta gioia
per me hai preparato.
Amen
Agisci
Nelle difficoltà della
giornata, nelle preoccupazioni, nelle incomprensioni,
nei
dubbi… guarderò a Gesù per
ritrovare la pace e la gioia, nonostante tutto.
Non di solo pane - Numero 698 - Tempo di Quaresima - pagina 9
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Meditazioni
quaresimali del
Beato Paolo VI
Dopo il restauro
Pagina curata da Cristina e Tiziana
Se la decisione di combattere
per conquistare una vera vita
spirituale è stata presa, secondo l'invito della prima domenica di Quaresima, noi abbiamo
cominciato a restaurare in noi
la forma umana.
Questo passaggio della vita
spirituale e dell'anno liturgico
va assai bene marcato per
comprendere poi in seguito la
filosofia del cristianesimo.
Restaurato l'uomo, scopro l'immagine di Dio. Come un'opera
d'arte, contaminata dagli arbitri di infedeli ritocchi, o guasta dall'abuso del tempo e del-
la polvere, ripulita con cura e
ricondotta, con sacrificio spietato, ma logico, di tutte le apocrife aggiunte, al primitivo disegno
dell'artista originario, mi dice il
pensiero di quest'artista, e il
vero valore, l'autentico significato, la genuina bellezza dell'opera di lui; così l'uomo, purificato dal coraggioso restauro della
penitenza e restaurato secondo
il concetto esatto che deve informarlo, mi svela la sua faccia,
quale Dio la pensò e la volle nel
giorno in cui creando l'uomo pose fine alla sua opera creatrice:
la faccia dell'uomo appare sof-
Non di solo pane - Numero 698 - pagina 10
fusa d'un'arcana e ineffabile bellezza. Bellezza talmente splendida e viva da doversi dire non sua,
ma in lui riflessa, come luce di
sole in limpida acqua. Bellezza di
Dio. S'era pur detto che questo
mondo della preghiera liturgica
nasconde ricchissime cose. Ma
chi pensa d'incontrare così grande e gaudiosa sorpresa alla seconda tappa del doloroso cammino quaresimale?
Eppure è così. D'un lampo, la Bellezza increata ci sfolgora davanti, figurata da volto umano. Avevamo detto che questo secondo
periodo liturgico riguarda l'azione
trasformatrice di Dio. E d'improvviso la forma filiale a cui tende
questa trasformazione ci è palesata, per confortare il cammino
ancora lungo e difficile che ci
resta da compiere. Sì, noi vedremo tra poco, nella Passione, la
deformazione dell'Umanità in
Cristo sofferente: Vermis sum et
non homo [«sono un verme e non
un uomo», Sal21, 7]. E affinché a
tanta tentazione non ceda la nostra sicurezza, ci è preventivamente dato il miraggio finale e
definitivo del viver nostro, quale
la croce lo plasmerà.
I Settimana di Quaresima
Mercoledì
25
Febbraio
Giona andò a Ninive secondo la parola del Signore, cominciò a percorrere la città e predicava: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà
distrutta». I cittadini credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli. Dio vide le loro opere, che cioè si erano
convertiti, e si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare
loro e non lo fece.
I Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: San Luigi Versiglia
Il vescovo Luigi Versiglia, salesiano, è uno dei
120 martiri della Cina
canonizzati da Giovanni
Paolo II il 1° ottobre
2000. Nato nel 1873 a
Oliva Gessi, in provincia
di Pavia, conobbe personalmente don Bosco. Ordinato sacerdote nel 1895,
fu per dieci anni maestro
dei novizi nella Casa salesiana di Genzano. Fin da
giovanissimo portava nel
cuore il desiderio di parti-
re missionario. Così
nel 1906 fu scelto come capogruppo dei
primi missionari salesiani in partenza per la
Cina. Visse il suo apostolato prima a Macao
e poi nella regione del
Kwangtung, nel Sud
della Cina, dove fondò
la missione di Shiu
Chow di cui nel 1920
divenne vicario apostolico e primo vescovo.
Mentre la Cina spro-
fondava sempre più nella
guerra civile, verso la
fine del gennaio 1930 si
mise in viaggio assieme
al giovane confratello
don Callisto Caravario
(anche lui nel gruppo dei
120 martiri) per raggiungere i cristiani della piccola missione di LinChow. Furono uccisi
insieme da un gruppo di
banditi il 25 febbraio
1930.
Brano Evangelico: Lc 11, 29-32
Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché,
come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio
dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare
la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro
questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di
Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Contemplo: Davvero la bellezza spirituale che traspare dal volto di
chi vive l'eucaristia fa intravvedere il «tesoro» nascosto nell'intimo
del cuore e attira Cristo. È la bellezza dei santi, di coloro che diventano icone vive di Cristo e ne fanno percepire il fascino e la presenza salvifica. (Anna Maria Cànopi)
Non di solo pane - Numero 698 - Tempo di Quaresima - pagina 11
meditazione
L’unico segno e la sua Parola
Preghiamo la Parola
A cura di don Luciano
Sembra che un tema importante di questa prima
settimana di Quaresima sia avere dei punti di riferimento per non smarrirsi in quel cammino nel
deserto che è la vita. Ci sono già stati dati dei
segnali: Gesù, i poveri, la preghiera. Ma la gente
chiede altri segni: quali? Il bisogno è fuorviante:
pare che quanto più il cuore si indurisce tanto più
si vuole che qualcuno ne forzi, per così dire, la
porta. Tattica sbagliata, condannata alla sterili­
tà. Anzi, proprio il bisogno di segno è già un indicatore allarmante perché suggerisce che non si è
disposti più di tanto a cambiare. E questo è un
primo avvertimento. La risposta di Gesù alla richiesta, invece, è disarmante: non c'è altro segno
Non abbiamo ali così forti
da raggiungerti nelle altezze,
Signore! Siamo terra
e terra possiamo offrirti,
terra scavata,
il più profondamente possibile,
il più onestamente possibile,
per offrirti la verità
della nostra storia.
Ti incontreremo,
ci verrai incontro nel profondo,
Signore, l'unico luogo
dove il nostro cammino
di conversione
può procedere in verità,
con il coraggio che viene
dalle piccole scelte quotidiane,
fatte in coerenza
con la tua parola.
che la sua Parola. È al suo confron­to che si misu-
Kyrie eleison!
ra la nostra capacità di cambiare, la pos­sibilità
della nostra conversione. Lo fu nel caso di Giona
e di Salomone. Ma non è senza significato che
l'acco­glienza sia stata positiva da parte di "gente
di fuori".
Agisci
E questo è un secondo avvertimento: l'abitudine
alla parola ci rende sordi, così come l'alluvione di
parole ci rende insensibili alla Parola che ha bisogno di silenzio per essere protetta e risuonare in
modo significativo, così da essere essa stessa
"segno'; appunto.
Oggi chiedo a Maria
di aiutarmi a credere
veramente in Dio e nella sua Parola, per testimoniarlo con la mia
vita e le mie scelte.
Non di solo pane - Numero 698 - Tempo di Quaresima - pagina 12
I Settimana di Quaresima
La regina Ester si prostrò a terra e disse: «Tu sei benedetto, Dio di
Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe. Vieni in aiuto a me che sono
sola e non ho altro soccorso all'infuori di te, o Signore, perché un
grande pericolo mi sovrasta. Quanto a noi, liberaci dalla mano dei
nostri nemici, volgi il nostro lutto in gioia e le nostre sofferenze in
salvezza».
Giovedì
26
Febbraio
I Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: San Porfirio di Gaza
È un santo che ha legato il suo nome alla città
di Gaza, luogo tormentato e al centro delle
cronache in questi ultimi anni ma per il cristianesimo anche culla
di un'importante filone
monastico nei primi
secoli. Porfirio era nato
intorno al 347 in un'agiata famiglia di Tessalonica. A 31 anni decise
di abbracciare la vita
monastica e ritirarsi
nel deserto di Scete in
Egitto. Da qui, cinque
anni più tardi, raggiunse pellegrino Gerusalemme, dove distribuì tutti i suoi beni
ai poveri. Rimasto
molto colpito dal suo
comportamento, il
vescovo di Gerusalemme, Giovanni, nel
392 lo ordinò sacerdote a 45 anni, affi-
dandogli la custodia
delle reliquie della
Santa Croce. Tre anni
dopo, alla morte del
vescovo Eneo, fu
chiamato a succedergli a Gaza, dove guidò per 25 anni questa
piccola comunità.
Morì il 26 febbraio
420.
Brano Evangelico: Mt 7, 7-12: Chiedete e vi sarà dato.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiedete e vi sarà dato;
cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che
gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà
una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai
vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a
quelli che gliele chiedono! Tutto quanto volete che gli uomini facciano
a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».
Contemplo: Quando Dio ti trova pronto, gli è indispensabile a-
gire e spandersi in te così come, in un'aria chiara e pura, il sole
è costretto a spargere la sua luce e non può farne a meno. Sarebbe una sorta di mancanza da parte di Dio se non lo facesse,
quando ti trova totalmente vuoto e spoglio. (Meister Eckhart)
Non di solo pane - Numero 698 - pagina 13
meditazione
Col cuore in movimento
Preghiamo la Parola
Meditazione di Elmetti Fiorella
Chiedere, cercare, bussare non sono verbi messi
lì per caso da Gesù, ma richiamano me e voi a
non stare fermi come statue, a metterci sempre
in gioco con passione. Col cuore in movimento, se
anche non si può con le gambe. Etty Hillesum,
morta nel campo di concentramento ad Auschwitz, così ha scritto nel suo diario tanto ricco
di umanità e al tempo stesso di spiritualità:
"Esistono persone che all’ultimo momento si preoccupano di mettere in salvo aspira polveri, forchette e cucchiai d’argento, invece di salvare te,
mio Dio. E altre persone, che sono oramai ridotte
a semplici ricettacoli di innumerevoli paure e amarezze, vogliono a tutti i costi salvare il proprio
corpo. Dicono: non mi prenderanno. Dimenticano
che non si può essere nelle grinfie di nessuno se si
è nelle tue braccia... Usa e impiega bene ogni minuto di questa giornata e rendila fruttuosa, fanne
un’altra salda pietra su cui possa ancora reggersi
il nostro povero e angoscioso futuro. Il gelsomino
dietro casa è completamente sciupato dalla pioggia e dalle tempeste di questi ultimi giorni, i suoi
fiori bianchi galleggiano qua e là sulle pozzanghere scure e melmose che si sono formate sul tetto
basso del garage. Ma da qualche parte dentro di
me esso continua a fiorire indisturbato, esuberante e tenero come sempre e spande il suo profumo
tutt’intorno alla tua casa, mio Dio. Vedi come ti
tratto bene. Non ti porto soltanto le mie lacrime
e le mie paure, ma ti porto persino in questa domenica mattina grigia e tempestosa, un gelsomino profumato. Ti porterò tutti i fiori che incontro
sul mio cammino e sono veramente tanti. Voglio
che tu stia bene con me. E tanto per fare un esempio: se io mi ritrovassi richiusa in una cella
stretta e vedessi passare una nuvola davanti alla
piccola inferriata, allora ti porterei quella nuvola, mio Dio, sempre che ne abbia ancora la forza". Col cuore in movimento dall'abisso della tragedia si può risorgere.
Ester, sorella e compagna,
in questo cammino quaresimale,
insegnaci a cercare rifugio
presso il Signore,
mantenendo chiara
la coscienza
della nostra piccolezza
e insieme osando e rischiando
per restare solidali
con la sorte di chi è più
Indifeso e povero di noi.
Aiutaci a lasciar cadere
tutte le maschere
che appannano e falsificano la
qualità della nostra relazione
con il Signore e con
i fratelli e ad affinare
la qualità delle scelte
che il cuore ci detta.
Kyrie eleison!
Agisci
Oggi, con la certezza che il Signore accorre sempre in mio
aiuto, mi appoggio sul cuore di
Gesù e resto tranquillo.
Non di solo pane - Numero 698 - Tempo di Quaresima - pagina 14
G l i
a p p r o f o n di m e n ti
I frutti della carità
Pagina curata da Cristina e Tiziana
La Quaresima: tempo di carità.
Carissimi, è vero che per
esercitare il bene della carità ogni tempo è appropriato.
Questi giorni tuttavia lo sono
in modo speciale. Quanti desiderano di arrivare alla Pasqua del Signore con la santità dell'anima e del corpo si
sforzino al massimo di acqui­
stare quella virtù nella quale
sono incluse tutte le altre in
sommo grado, e dalla quale
è coperta la moltitudine dei
peccati. Dobbiamo prepararci a celebrare il mistero più
alto di tutti, il mistero del
sangue di Gesù Cristo che ha
cancellato le nostre iniquità,
facciamolo con i sacrifici della
misericordia. Ciò che la bontà
divina ha elargito a noi, diamolo anche noi a coloro che ci
hanno offeso. La nostra generosità sia più larga verso i poveri e i sofferenti perché siano
rese grazie a Dio dalle voci di
molti. Il nutrimento di chi ha
bisogno sia sostenuto dai nostri digiuni. Al Signore infatti
nessun'altra devozione dei fedeli piace più di quella rivolta
ai suoi poveri, e dove trova
una misericordia premurosa là
riconosce il segno della sua
bontà.
di
N o n
di
s o l o
p a n e
"Chi spezza il pane lo fa crescere, chi lo distribuisce lo
moltiplica"
Non si abbia timore, in
queste donazioni, di diminuire i
propri beni, perché la benevolenza stessa è già un gran bene, né può mancare lo spazio
alla generosità, dove Cristo
sfama ed è sfamato. In tutte
queste opere interviene quella
mano, che spezzando il pane fa
crescere e distribuendo agli
altri lo moltiplica. Colui che fa
l'elemosina la faccia con gioia.
Sia certo che avrà il massimo
guadagno, quando avrà tenuto
per sé il minimo, come dice il
beato apostolo Paolo: "Colui
che amministra il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, somministrerà e moltiplicherà anche la vostra semente, e farà crescere i frutti della
vostra giustizia" (2Cor 9,10), in
Cristo Gesù nostro Signore, che
vive e regna con il Padre e lo
Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen».
Non di solo pane - Numero 698 - Tempo di Quaresima - pagina 15
San Leone Magno
I Settimana di Quaresima
Coraggio! Gesù è con voi: la sua forza é vostra,
la sua pazienza é vostra, la sua carità è vostra;
Venerdì
27
Febbraio
dunque con le virtù di Gesù
I Settimana
del Salterio
a tutto riuscirete di certo.
Il Santo del giorno: San Gabriele dell’Addolorata
Francesco Possenti
nacque ad Assisi nel
1838. Perse la madre
a quattro anni. Seguì
il padre, governatore
dello Stato pontificio,
e i fratelli nei frequenti spostamenti.
Si stabilirono, poi, a
Spoleto, dove Francesco frequentò i
Fratelli delle scuole
cristiane e i Gesuiti.
A 18 anni entrò nel
noviziato dei Passionisti a Morrovalle
(Macerata), prendendo il nome di Gabriele dell'Addolorata.
Morì nel 1862,
24enne, a Isola del
Gran Sasso, avendo
ricevuto solo gli ordini minori. È lì venerato, nel santuario che
porta il suo nome,
meta di pellegrinaggi,
soprattutto giovanili.
È santo dal 1920, copatrono dell'Azione
cattolica e patrono
dell'Abruzzo.
Etimologia: Gabriele
(come Gabrio e Gabriella) = uomo di
Dio, dall'assiro o forza, fortezza.
Brano Evangelico: Mc 5, 20-26 : sarà destinato
al fuoco della Geènna.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà
quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso
che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà
essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere
sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della
Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’
prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti
presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché
l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato
fino all’ultimo spicciolo!».
Contemplo: Impariamo a scoprire Gesù nel volto degli altri,
nella loro voce, nelle loro richieste. E anche imparare a soffrire
in un abbraccio con Gesù crocifisso quando subiamo aggressioni
ingiuste o ingratitudini, senza stancarci mai di scegliere la fraternità. Lì sta la vera guarigione. (Evangelii gaudium)
Non di solo pane - Numero 698 - pagina 16
Meditiamo la Parola
Preghiamo la Parola
Uno sguardo di benevolenza
A cura di don Carlo Moro
La preghiera, lo si è visto, ha inevitabili ricadute
sul comportamento. La liturgia di oggi vi ritorna,
e in modo chiarissimo. Non è concesso, infatti,
presentare a Dio i nostri doni se il rapporto con
il fratello è rovinato. Nello specifico sono indicati due atteggiamenti non corretti: l'insulto e il
rifiuto di riconciliarsi, magari facendo appello a
un terzo, un giudice, o una guardia, che non è
necessariamente la persona meglio indicata a
risolvere un contrasto.
L'implicito è che i rapporti tra noi necessitano di
uno sguardo di benevolenza e non di ostilità o
anche di semplice indifferenza; nel caso poi in
cui la relazione si fosse guastata, si deve porre
in atto una ricerca di intesa che chiama primariamente in causa le persone coinvolte. Per quali
ragioni?
Il fuoco della Geenna è quello che brucia la
spazzatura: l'insulto è dunque sterile ciarpame
che non può avere altro destino se non la distruzione.
Infine, un avvocato potrà anche risolvere una
controversia, ma non tocca a lui guarire un cuore che cova l'odio o il risentimento.
È chiaro, ora, perché il giudizio finale non prevede un esame sul culto: sono le opere che provano la sincerità e la genuinità della nostra preghiera.
La tua parola è forte, Signore,
e ci mette in crisi:
«Va' prima!». Prima di tutto,
prima di sostare
davanti all'altare,
prima che si presentino
offerte raccolte con devozione
e donate con amore,
prima che sia l'altro a fare
il primo passo, prima di tutto,
vi sia il movimento
del nostro cuore
che ricompone la lacerazione,
che agisce perdono,
che ricrea l'armonia perduta.
Guidaci tu, Kyrie eleison!
Agisci
Ci rendiamo conto di
quanto male possiamo fare con le nostre
parole e i nostri atteggiamenti?
Oggi cercherò di usare particolare
delicatezza nei confronti degli altri.
Non di solo pane - Numero 698 - Tempo di Quaresima - pagina 17
I Settimana di Quaresima
La bellezza non è nel viso.
La bellezza è nella luce nel cuore.
Sabato
28
Febbraio
I Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: San Ciriaco Maria Sancha y Hervas
Nacque a Quintana del
Pidio il 18 giugno 1833.
Dopo il 1862 fu a Cuba,
dove il 5 agosto 1869 fondò le Congregazione della
Suore della Carità. Nel
1873 fu incarcerato perché
si oppose alla nomina di
Pedro Llorente Miguel ad
arcivescovo di Santiago di
Cuba da parte del governo
repubblicano spagnolo,
senza il consenso della
Santa Sede. Il 28 gennaio
1876 fu eletto vescovo
titolare di Areopoli e ausiliare di Toledo. Fu consa-
crato il 12 febbraio successivo dal cardinale Juan
de la Cruz Ignacio Moreno y Maisonave. Fu trasferito alla sede di Ávila
il 27 marzo 1882; il 10
giugno 1886 fu nominato
vescovo di Madrid e Alcalá de Henares. L'11
luglio 1892 fu promosso
alla sede metropolitana di
Valencia. Papa Leone
XIII lo elevò al rango di
cardinale nel concistoro
del 18 maggio 1894. Il 2
dicembre dell'anno successivo ricevette il titolo
di San Pietro in Montorio. Il 24 marzo 1898
divenne arcivescovo di
Toledo e primate di Spagna, nonché patriarca
delle Indie Occidentali.
Partecipò al conclave del
1903, che elesse papa Pio
X. Morì il 28 febbraio
1909 all'età di 75 anni.
Nonostante la brillante
carriera ecclesiastica,
visse e morì in povertà. Il
18 ottobre 2009 è stato
beatificato.
Brano Evangelico: Mt 5, 43-48: Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico:
amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo
sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete?
Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i
pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro
celeste».
Contemplo: Oltre all'amore verticale per Dio, nell'eucaristia è
anche generato l'amore orizzontale, che urge alla missione
verso il mondo. Così troviamo nella comunità cristiana primitiva, riunita per lo spezzare il pane e aperta a gesti concreti di
condivisione. (Giuseppe Dossetti)
Non di solo pane - Numero 698 - pagina 18
Meditiamo la Parola
Preghiamo la Parola
Il Vangelo è una novità
Meditazione di Fiorella Elmetti
"...Ma io vi dico: Amate i vostri nemici"...come si
fa? È già tanto sopportare che amare sembra
davvero impossibile". Amare richiede perdonare,
uscire da se stessi, prediligere il servizio e la
gratuità anche nei confronti di chi simpatico non
è. A questo riguardo, Papa Francesco ha affermato: “E’ proprio dare se stesso, dare il cuore,
proprio a quelli che ci vogliono male, che ci fanno male, ai nemici. E questa è la novità del Vangelo. Gesù ci mostra, infatti, che non è un merito se amiamo quelli che ci amano, perché quello
lo fanno anche i peccatori. I cristiani sono invece
chiamati ad amare i loro nemici: “Fate del bene
e prestate senza sperare nulla. Senza interesse e
la vostra ricompensa sarà grande”. Certo, il Vangelo è una novità. Una novità difficile da portare
avanti. Ma è andare dietro a Gesù”: “‘Padre, io
… io non me la sento di fare così! ‘Ma, se non te
la senti, è un problema tuo, ma il cammino cristiano è questo!’. Questo è il cammino che Gesù
ci insegna. ‘E cosa devo sperare?’. Andate sulla
strada di Gesù, che è la misericordia; siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso.
Soltanto con un cuore misericordioso potremo
fare tutto quello che il Signore ci consiglia. Fino
alla fine. La vita cristiana non è una vita autoreferenziale; è una vita che esce da se stessa per
darsi agli altri. E’ un dono, è amore, e l’amore
non torna su se stesso, non è egoista: si dà. Gesù, ci chiede di essere misericordiosi e di non
giudicare. Tante volte sembra che noi siamo stati nominati giudici degli altri: chiacchierando,
sparlando … giudichiamo tutti. E invece il Signore ci dice: “Non giudicate e non sarete giudicati.
Non condannate e non sarete condannati”. E alla
fine chiede di perdonare e così saremo perdonati. Tutti i giorni lo diciamo nel Padre Nostro:
‘Perdonaci come noi perdoniamo’. Se io non perdono, come posso chiedere al Padre: ‘Mi perdoni?’”. Amare, quindi, è fare una cosa nuova.
Signore, la nostra fede
è come cenere,
tiepida e inconsistente!
La nostra speranza
è come cenere:
leggera e portata dal vento.
Il nostro sguardo
è come la cenere:
grigio e spento.
Le nostre mani
sono come la cenere:
quanta polvere!
La nostra comunità
è come la cenere:
quanta dispersione!
Signore Dio nostro,
ti ringraziamo
perché nel cammino
di quaranta giorni,
il soffio del tuo Spirito
accende di nuovo il suo fuoco
che cova sotto le nostre ceneri.
Amen
Agisci
Riesco ad amare chi
mi ha fatto del male,
chi è contro di me?
Oggi chiedo allo Spirito Santo di riempirmi
del suo amore per riuscire ad amare come ha fatto Gesù.
Non di solo pane - Numero 698 - Tempo di Quaresima - pagina 19
Sussidio di preghiera per la famiglia
Coordinatrice
Fiorella Elmetti
Redazione
don Luciano Vitton Mea,
don Carlo Moro, don Fabio Marini,
don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti,
Tiziana Guerini e Cristina Sabatti
Anno XV- n. 698
Domenica 22 Febbraio 2015
Chiuso il 17 Febbraio 2015
Numero copie 1400
333/3390059
don Luciano
Grafica e stampa
don Luciano Vitton Mea
Ideato da
don Luciano Vitton Mea
Per la tua vita spirituale visita il
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I Santi del Giorno
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I racconti di un pellegrino russo
L’Imitazione di Cristo
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