AVVISO PUBBLICO OGGETTO: Comune di Ispica (Rg

AVVISO PUBBLICO
(art. 13, comma 1, del D.Lgs. n.152/2006)
OGGETTO: Comune di Ispica (Rg). Rielaborazione Parziale della Revisione del Piano
Regolatore Generale. Procedura di Valutazione Ambientale Strategica ai
sensi dell’art. 13, comma 1, del D.Lgs. n.152/2006 e s.m.i.. Avvio fase di
consultazione del Rapporto Preliminare.
IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
rende noto che il Comune di Ispica, in adempimento al D.Lgs. 152/2006 “Norme in
materia ambientale” e s.m.i. ha avviato la procedura di Valutazione Ambientale
Strategica (VAS) relativamente al Piano in oggetto.
Nell’ambito di tale procedura sono stati individuati:
• il Comune di Ispica (RG), quale Autorità Procedente;
• l’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente, Dipartimento Territorio
e Ambiente, Servizio 1 V.A.S.-V.I.A., quale Autorità Competente.
La fase di consultazione al predetto Rapporto preliminare è di 30 giorni dal 01/08/2014
al 30/08/2014. I soggetti competenti in materia ambientale, che hanno ricevuto apposita
comunicazione, possono far pervenire le proprie osservazioni entro 30 giorni dalla data
di comunicazione ai seguenti indirizzi:
• Autorità Procedente Comune di Ispica, Ufficio Assetto Territoriale Urbanistica,
Via Andreoli, 2 - 97014 Ispica (Rg), e-mail:
• Autorità Competente Dipartimento Regionale dell’Ambiente, Servizio 1 V.A.S.
– V.I.A., Via Ugo la Malfa n. 169 – 90146 Palermo, e-mail:
[email protected];
Il presente avviso è pubblicato:
• all’Albo comunale di Ispica;
• sul sito internet dell’Autorità Procedente: www.comune.ispica.rg.it
• sul sito internet dell’Autorità Competente: www.artasicilia.eu, link SIVVI,
procedure VAS (immettere nella casella di testo “cerca” e nome del Comune).
IL FUNZIONARIO DIRIGENTE
Responsabile del Procedimento
F.to: Arch. Salvatore GUARNIERI
Comune di Ispica
(Provincia di Ragusa)
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
(ai sensi del D.Lgs. n.152 del 3 Aprile 2006 e s.m.i. art. 13, comma 1; del D.Lgs. n. 4 del 16 Gennaio 2008 e del “Modello
metodologico procedurale della valutazione ambientale strategica di piani e programmi”, DGR n. 200 del 10/6/2009, Allegato A).
Rielaborazione parziale della revisione del P.R.G.
PIANO REGOLATORE GENERALE
Regione Siciliana
Rapporto ambientale preliminare
Relazione
RAP
Settembre 2013
Professionista incaricato: Arch. PhD Maria Chiara Tomasino
Autorità procedente: Comune di Ispica (Rg)
Comune di Ispica (Rg) – Rielaborazione parziale della revisione del P.R.G.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (V.A.S.)
Rapporto Ambientale Preliminare
Settembre
2013
INDICE
Premessa ……………………………………………………………………….…… Pag. 3
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7
Introduzione ……………………………………………………………..…
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10
1. Quadro di riferimento teorico, disciplinare e operativo ……………..
1.1 Riferimenti normativi e linee guida in merito alla V.A.S. e alla V.inc.A………
1.1.1 Normativa comunitaria …………………………………………………………………..
1.1.2 Normativa statale ………………………………………………………………………..
1.1.3 Normativa regionale ……………………………………………………………………
1.2 Percorso metodologico e processo partecipativo della VAS ……………………
1.3 Cronoprogramma …………………………………………………………….…..
2. Quadro conoscitivo ambientale ………………………………………..
2.1 Inquadramento territoriale ……………………………………..…………….....
2.2 Fauna, flora e biodiversità ……………………………………………….………
2.3 Aria e fattori climatici …………………………………………………………….
2.3.1 Qualità dell’aria: riferimenti normativi …………………………………………
2.4 Acqua ………………………………………………………………………………
2.4.1 Quadro normativo ……………………………………………………………………...…
2.4.2 Acque superficiali …………………………………………………………………………
2.4.3 Acque sotterranee ……………………………………………………………………….
2.4.4 Acque marine-costiere…………………………………………………………..………..
2.4.5 Acque di transizione……………………………………………………………………..
2.5 Suolo ………………………………………………………………………………
2.5.1 Geologia …………………………………………………………………………………
2.5.2 Assetto idrogeologico …………………………………………………………………...
2.5.3 Aree a rischio desertificazione e incendi …………………………………………….
2.6 Popolazione e salute umana …………………………………………………........
2.6.1 Inquinamento acustico ……………………………………………………….….……...
2.6.2 Salute ……………………………………………………………………………..………
2.7 Energia ………………………………………………………………………....….
2.8 Rifiuti …………………………………………………………………………….…
2.9 Mobilità e trasporti …………………………………………………………..…....
2.10 Paesaggio, patrimonio culturale, architettonico e archeologico ………...……
2.10.1 Il patrimonio culturale, architettonico e archeologico ………………...………
3. Studio di incidenza …………………………………...…………………
4. Il progetto di Piano Regolatore Generale …………………………......
4.1 Obiettivi del Piano Regolatore …………………………………………………...
4.2 Tutela e valorizzazione dei beni architettonici, archeologici e ambientali ……
4.3 Inquadramento strategico per sistemi territoriali ……………………………...
4.3.1 Il sistema integrato dei parchi e degli ambiti naturalistici (z.o.t. Fp)…….………..
4.3.2 Il sistema agricolo-ambientale (z.o.t. E)……………………………………………….
4.3.3 Il sistema delle attività produttive (z.o.t. D)…………………………………………...
4.3.4 Il sistema delle attività turistiche (z.o.t. Ft)…………………………………………….
4.3.5 Il sistema delle attrezzature e dei servizi pubblici (z.o.t. F)…………………………
4.3.6 Il sistema residenziale (z.o.t. A-B-C)……………………………….…………………...
4.3.7 Il sistema della mobilità …………………………………………………………………
4.4 Previsioni urbanistiche nel settore commerciale (PUSC) ………………...……..
4.5 Modifiche al P.R.G. con Del. C.C. 28.04.2011, n.27 di adozione …….……….
5. Obiettivi di sostenibilità ambientale …………………………………...
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (V.A.S.)
Rapporto Ambientale Preliminare
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6. Valutazione degli impatti e misure di mitigazione ……………………
7. Misure per il monitoraggio ………………………………………..……
8. Indice del Rapporto Ambientale (RA)…………………………………
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82
Lista degli acronimi ………………………………………………..………
Allegati:
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83
· Valutazione di Incidenza Ambientale
· Questionario di consultazione
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (V.A.S.)
Rapporto Ambientale Preliminare
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Premessa
Il presente lavoro, riguardante la stesura del Rapporto Ambientale Preliminare (RAP), ex art. 13
comma 1 del D.Lgs. n.152 del 3 Aprile 2006 e s.m.i. (D.Lgs. n.4 del 16 Gennaio 2008),del processo
di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) del Piano Regolatore Generale (Rielaborazione
parziale della Revisione) del Comune di Ispica, è stato redatto dall’Arch. Maria Chiara Tomasino
che ha ricevuto incarico con Provvedimento Sindacale n.39 del 14.05.2013.
Il RAP è finalizzato a definire la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere
nel, successivo, Rapporto Ambientale e ad individuare i soggetti competenti per la consultazione
preventiva.
Per il P.R.G. di Ispica non è stata effettuata la verifica di assoggettabilità in quanto l’Autorità
procedente (Comune di Ispica), consapevole che il Piano Regolatore Generale rientra nella
tipologia di piani e programmi prevista dal D.Lgs. 152/2006 e s.m.i e dal “Modello metodologico
procedurale della valutazione ambientale strategica di piani e programmi" (DGR n. 200 del
10/6/2009, Allegato A), ha avviato direttamente il processo di VAS.
Il risultato principale della VAS consiste nell’elaborazione del Rapporto Ambientale, tuttavia, lo
schema procedurale prevede una fase preliminare, scoping, che consiste nello svolgimento di
considerazioni preliminari necessarie a stabilire la portata e le necessità conoscitive del piano.
Tali considerazioni preliminari servono per organizzare e inquadrare gli elementi fondamentali del
Piano e hanno l’obiettivo di porre in evidenza il contesto, gli ambiti di analisi, le interrelazioni, gli
attori, gli elementi critici, i rischi e le opportunità del Piano stesso.
Le condizioni minime dell’attività di scoping sono richiamate dall’art. 5, comma 4 della Direttiva,
laddove si prevede che “Le Autorità di cui all’art. 6, paragrafo 3 devono essere consultate al
momento della decisione sulla portata delle informazioni da includere nel rapporto ambientale e
sul loro livello di dettaglio”.
Il presente Rapporto Ambientale Preliminare, pertanto, è stato redatto al fine di consultare le
autorità competenti in materia ambientale circa la portata e il livello di dettaglio delle analisi
ambientali da sviluppare ulteriormente nel Rapporto Ambientale. Nell’ intento di facilitare le
indicazioni delle autorità sui contenuti del presente documento è stato redatto un questionarioguida per la stesura dei contributi.
Inoltre, poiché il territorio di Ispica è interessato dalla presenza di Siti Natura 2000 in particolare
n.3 siti di interesse comunitario (SIC) e una zona a protezione speciale (ZPS):
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·
SIC ITA080005 Isola dei Porri
·
SIC ITA080009 Cava d’Ispica
·
SIC ITA090003 Pantani della Sicilia Sud-Orientale
·
ZPS ITA090029 Pantani della Sicilia Sud-orientale, Morghella di Marzamemi, di Punta
Pilieri e Vendicari
il PRG è soggetto anche a Valutazione di Incidenza Ambientale, già adottata con Delibera di C.C.
n. 27 del 28.04.2011. Gli elementi della Valutazione di Incidenza sono pertanto, inglobati nella più
ampia procedura di VAS.
Il Comune aveva avviato la Revisione del P.R.G. affidandone l’incarico all’U.T.C.. Le Direttive
Generali erano state approvate con Delibera Consiliare n. 43 del 01.06.1993 e lo Schema di
Massima approvato con Delibera Consiliare n. 169 del 29.12.1994. Il progetto di Revisione del
P.R.G., dopo aver acquisito il parere dell’Ufficio del Genio Civile prot. 14004 del 10.07.1997, era
stato adottato con atto consiliare n. 45 del 02.04.1998.
Con successive delibere consiliari n. 70 del 29.09.1998 e n. 73 del 12.07.1999 si era provveduto
alla adozione delle Prescrizioni Esecutive relative alle aree “P.I.P.” e alle aree “C.1”.
Il Consiglio Regionale dell’Urbanistica con voto n. 307 dello 07.09.2000 ha espresso il parere che
la Revisione del P.R.G. del Comune di Ispica dovesse essere sottoposta a rielaborazione parziale,
in conformità alla proposta della DRU n. 46 del 31.05.2000.
Dal voto del C.R.U. è emerso l’obbligo di adeguare la Revisione del P.R.G., in sede di
rielaborazione parziale, con un nuovo studio geologico conforme ai dettami della Circolare n. 2222
del 31.01.1995 e un nuovo studio agricolo forestale adeguato alla L. 13/1999 e ai criteri al DPR
28.02.2000 e succ. mod. e int.. Inoltre il voto del C.R.U. ha restituito, non condividendole, sia le
Prescrizioni Esecutive relative alle aree P.I.P. per la loro ubicazione che le PP.EE. relative alle
zone “C.1” ritenute non dimensionate rispetto all’andamento demografico.
Il nuovo studio geologico è stato redatto e consegnato in data 31.07.2002 con prot. 19096; il nuovo
studio agricolo è stato redatto e consegnato in data 17.05.2001 con prot. 9910.
Successivamente con D.A. n. 224 del 20.05.2002 è stato nominato Commissario ad acta l’Ing.
Pietro Alfredo Scaffidi Abbate che, a seguito di reiterazione dei provvedimenti di nomina, ha infine
provveduto ad approvare con sua determinazione n. 1 del 14.01.2003 la perimetrazioni delle aree
da sottoporre a PP.EE. per il Centro Storico e le zone P.I.P..
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In data 31.07.2006 con provvedimento di Determinazione n. 51 è stato conferito incarico al Prof.
G. Gangemi per la Rielaborazione parziale della Revisione del P.R.G. e del Regolamento Edilizio
in adeguamento al voto C.R.U. n. 307/2000. Allo stesso professionista è stato affidato l’incarico
per Previsioni urbanistiche del settore commerciale e per la redazione dello Studio di incidenza
ambientale con Provvedimento del Sindaco n° 21 del 21.04.2008.
Per quanto concerne le PP.EE., per gli effetti dell’art. 102 della sopravvenuta L.R. 17 Aprile 2003,
n. 4, fermo restando le determinazioni commissariali in ordine alla perimetrazione delle aree P.I.P.
e del centro storico l’Amministrazione ha manifestato la volontà di provvedere successivamente
alla adozione degli elaborati di Rielaborazione, anche per valutare con maggiore compiutezza le
necessità dei fabbisogni decennali alla luce degli adeguamenti urbanistici principali.
La Rielaborazione parziale della Revisione del P.R.G. di Ispica ha assunto a base dell’intero
progetto, con funzione di Direttive Generali, il voto C.R.U. n. 307/2000.
Risulta utile evidenziare che il P.R.G., in ossequio a precedenti normative di matrice ambientale
vigenti nella Regione Siciliana, è stato sottoposto “ex ante” ed “in itinere” a verifiche che
derivano dall’obbligo della compatibilità delle previsioni con gli aspetti floristico-vegetazionali
(Studio Agricolo Forestale), geomorfologici ed idrogeologici (Studi Geologici e P.A.I.), aspetti
legati al patrimonio culturale e paesaggistico (P.T.P. della Provincia di Ragusa), nonché di aspetti
più strettamente naturalistici ed ambientali legati ad aree quali Riserve, S.I.C./Z.P.S. (Redazione
Studio di Incidenza Ambientale), la documentazione elencata risulta parte integrante del presente
RAP.
Allo stato odierno la situazione giuridico-amministrativa del procedimento urbanistico del P.R.G. è
quella di essere stato adottato con Delibera di C.C. n. 27 del 28 Aprile 2011, ma di non avere
completato la fase di pubblicazione in attesa di determinazioni regionali sul procedimento di VAS.
Per quanto sopra, e considerato:
·
che il sovrapporsi delle sopravvenute norme ambientali nei percorsi di pianificazione
consente un maggior livello di coinvolgimento e di partecipazione del pubblico nei processi
decisionali, rappresentando da questo punto di vista un valore aggiunto per la redazione
dei piani;
·
che il P.R.G. in atto di formazione è stato informato e conformato, nel suo lungo percorso,
a principi ambientali derivanti dall’obbligo di dotarsi di strumenti propedeutici alla
formazione quali lo Studio Agricolo Forestale, , lo Studio Geologico, la Valutazione di
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (V.A.S.)
Rapporto Ambientale Preliminare
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Incidenza Ambientale, nonché la compatibilità con la strumentazione regionale e
provinciale quali il P.A.I. e il P.T.P.;
·
che, ai sensi e per gli effetti del combinato disposto dell’art. 5, comma 1, lett. e) e
dell’art.11, comma 5, del D.lgs n. 152/06 e ss.mm.ii., nulla esclude che il procedimento
V.A.S. venga avviato anche con riferimento ai piani già adottati, in quanto fase
preparatoria ed anteriore alla approvazione, al fine di coniugare gli effetti giuridici
frattanto prodotti dall’avvenuta adozione del P.R.G., fermo restando il principio della
generale irretroattività delle norme sopravvenute e la immodificabilità delle situazioni
giuridiche nel frattempo consolidatesi senza valutarne il dolo;
·
che è maturata la consapevolezza, in questa Amministrazione, dell’obbligo di procedere
alla sottoposizione alle procedure V.A.S. del piano come adottato (ma ancora non
pubblicato) prima della trasmissione dello stesso al competente Dipartimento Regionale
Urbanistica dell’Assessorato Territorio ed Ambiente.
Si è redatto il presente RAP quale “analisi preliminare dei potenziali effetti del piano” (art. 13,
comma 1) unitamente al questionario di consultazione (art. 13, comma 2) al fine di concordare con
il competente Dipartimento Regionale Ambiente dell’Assessorato Territorio ed Ambiente i tempi di
conclusione della fase di consultazione.
Fatta questa premessa, si illustrano, di seguito, tutti i contenuti richiesti dalla normativa vigente in
materia di Valutazione Ambientale Strategica, ed in particolare le informazioni significative circa
le caratteristiche della Rielaborazione parziale della Revisione del Comune di Ispica e le
caratteristiche degli impatti e delle aree che possono esserne interessate.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (V.A.S.)
Rapporto Ambientale Preliminare
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Introduzione
In adempienza del D.L.vo 152/2006, recante “Norme in materia ambientale”, così come modificato
dal D.L.vo 4/2008, recante “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D.L.vo n. 152 del 3
aprile 2006, recante Norme in materia ambientale”, il Comune di Ispica (Rg) è chiamato a
corredare il Piano Regolatore Generale (di seguito“Piano”), della specifica Valutazione
Ambientale Strategica (di seguito “procedura di VAS”).
I “soggetti” interessati nella “procedura di VAS” sono i seguenti:
Autorità
Competente
(AC)1
Autorità
Procedente
(AP)2
Struttura competente
Assessorato Regionale
del Territorio e
dell’Ambiente,
Dipartimento Territorio
e Ambiente, Servizio 1
VAS-VIA
Comune di Ispica
Indirizzo
Posta elettronica
Via Ugo La Malfa
169,
90146 Palermo
C.so Umberto, 82
97014 Ispica (Rg)
Sito web
http://sivvi.artasicilia.eu/sivvi/faces/jsp/public/n
avigatore.jsp?p=artic
olo12&detail=wait
[email protected]
guarnieri.salvatore@comu
ne.ispica.rg.it
In questa fase sono interessati i Soggetti Competenti in Materia Ambientale (SCMA)3, il cui elenco,
individuato dall’Autorità Procedente e concordato con l’Autorità Competente, si riporta di seguito:
N. Soggetti competenti in materia ambientale (SCMA)
Livello regionale
1
2
3
4
5
6
1
Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente – Dipartimento Regionale dell’Ambiente
· Servizio 3 – Assetto del territorio e difesa del suolo
· Servizio 4 – Protezione patrimonio naturale
· Servizio 5 – Demanio marittimo
· Servizio 7 – Pareri ambientali
Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente – Dipartimento Regionale Urbanistica
Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente – Comando del Corpo Forestale della Regione
Siciliana
Assessorato Regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità:
· Dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti
· Dipartimento regionale dell’energia
Assessorato Regionale delle infrastrutture e della mobilità – Dipartimento delle infrastrutture, della
mobilità e dei trasporti
Assessorato Regionale delle risorse agricole e alimentari,
· Dipartimento degli interventi strutturali per l’agricoltura
Autorità Competente(AC) – la pubblica amministrazione cui compete l’adozione del provvedimento di verifica di
assoggettabilità, l’elaborazione del parere motivato, nel caso di valutazione di piani e programmi, e l’adozione dei provvedimenti
conclusivi in materia di VIA nel caso di progetti (art. 5, lettera p).
2
Autorità Procedente (AP) – la pubblica amministrazione che elabora il piano, programma soggetto alle disposizioni del presente
decreto, ovvero nel caso in cui il soggetto che predispone il piano, programma sia un diverso soggetto pubblico o privato, la pubblica
amministrazione che recepisce, adotta o approva il piano, programma (art. 5, lettera q).
3
Soggetti Competenti in Materia Ambientale (SCMA): le pubbliche amministrazioni e gli enti pubblici che, per le loro specifiche
competenze o responsabilità in campo ambientale, possono essere interessate agli impatti sull’ambiente dovuti all’attuazione dei
piani, programmi o progetti.
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8
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· Dipartimento degli interventi infrastrutturali per l’agricoltura
· Dipartimento Azienda regionale foreste demaniali
Assessorato Regionale della Salute, Dipartimento regionale per le attività sanitarie e Osservatorio
epidemiologico
Assessorato Regionale delle Attività Produttive – Dipartimento delle Attività Produttive
Assessorato regionale del turismo, dello sport e delle spettacolo, Dipartimento regionale del
turismo, dello sport e delle spettacolo
Livello provinciale
10
11
12
13
14
15
16
17
18
Provincia Regionale di Ragusa
Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Dipartimento regionale dei Beni
Culturali e dell’Identità Siciliana. Strutture periferiche di Ragusa:
· Servizio della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali
· Servizio per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Naturali e Naturalistici
· Servizio per i Beni Archeologici
Servizio regionale di Protezione Civile per la Provincia di Ragusa
Servizio Ufficio del Genio Civile di Ragusa
Azienda Unità Sanitaria Locale di Ragusa
Consorzio di bonifica n. 8 di Ragusa
Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente – Ragusa
Ufficio Provinciale della Protezione civile
ARPA Sicilia – Dipartimento provinciale
Livello comunale
19
20
21
22
23
Comune di Noto (Sr)
Comune di Pachino (Sr)
Comune di Rosolini (Sr)
Comune di Modica (Rg)
Comune di Pozzallo (Rg)
Il presente documento, che si configura quale “Rapporto Ambientale Preliminare” ha lo scopo di
individuare le necessarie conoscenze circa la situazione ambientale ex ante del contesto territoriale
interessato dal PRG e rappresenta la base di partenza su cui impostare la successiva fase di
valutazione, con cui si andranno a definire gli effetti derivanti dall’approvazione e attuazione del
Piano stesso.
In questa fase, infatti, l’Autorità Procedente entra in consultazione, sin di momenti preliminari
dell’attività di elaborazione del Piano, con l’Autorità Competente (Assessorato Regionale Territorio
e Ambiente, Dip. Territorio e Ambiente, Servizio 2 VAS-VIA) e gli altri Soggetti Competenti in
Materia Ambientale, al fine di definire la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da
includere nel successivo Rapporto Ambientale.
Ai fini di una corretta applicazione della procedura VAS, bisogna evidenziare che le fasi della
medesima procedura e quelle previste per la redazione del PRG debbano necessariamente integrarsi
e svolgersi insieme, fin dai primi momenti di avvio del processo.
Pertanto si propone che:
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Rapporto Ambientale Preliminare
·
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l’adozione da parte del Consiglio comunale del PRG ai sensi dell’art. 3 della L.R. 71/78
avvenga dopo le fasi relative agli artt. 13, 14 e 15 del D.Lgs. 152 del 03.04.2006 e s.m.i.
(rapporto ambientale preliminare, svolgimento delle consultazioni, rapporto ambientale
definitivo);
·
le deduzioni del Consiglio Comunale sulle osservazioni e opposizioni al PRG da parte dei
cittadini ai sensi dell’art. 3 della L.R. 71/78 vengano deliberate dopo la pubblicazione del
Rapporto Ambientale e del P.R.G. adottato.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (V.A.S.)
Rapporto Ambientale Preliminare
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1. Quadro di riferimento teorico, disciplinare e operativo
Ormai da diversi anni molti organismi internazionali come l’UNESCO, l’EU, ecc, ritengono
doveroso raccomandare un diverso atteggiamento da parte dei governi centrali e locali nelle
politiche di sviluppo. Non esiste documento, atto o rapporto che non faccia riferimento alla
necessità di rendere compatibili con l’ambiente le diverse azioni umane.
Il cammino percorso dalla cultura della sostenibilità, iniziato a partire dal 1972 con il Rapporto del
MIT di Boston, intitolato I limiti dello sviluppo, esploso dopo un ventennio con la Conferenza di
Rio de Janeiro nel 1992, ha messo in evidenza come non sia più possibile prescindere da tematiche
così importanti da rivelarsi vitali per il futuro dell’intero pianeta, e come sia fondamentale
indirizzare le azioni umane verso uno sviluppo sostenibile.
Tuttavia i principi della sostenibilità per potersi attuare concretamente necessitano di un
approfondimento ti tipo teorico, metodologico e applicativo. Infatti la sostenibilità non può limitarsi
ad essere un concetto olistico con generiche dichiarazioni di principio; essa deve essere interpretata
attraverso valutazioni di tipo quantitativo, le sole capaci di consentire confronti tra periodi storici
diversi e quindi di simulare scenari pianificatori anche alternativi tra loro.
La Valutazione Ambientale Strategica, detta VAS, prevista a livello europeo, recepita a livello
nazionale e regolamentata a livello regionale, riguarda i programmi e i piani sul territorio e deve
garantire che siano presi in considerazione gli effetti sull’ambiente derivanti dall’attuazione dei
piani.
Introdotta dalla Direttiva 2001/42/CEE, la VAS è definita come un “processo sistematico inteso a
valutare le conseguenze sul piano ambientale delle azioni proposte, politiche, piani o iniziative,
nell’ambito di programmi, ai fini di garantire che tali conseguenze siano incluse a tutti gli effetti e
affrontate in modo adeguato fin dalle prime fasi del processo decisionale, sullo stesso piano delle
considerazioni di ordine economico e sociale”.
La Valutazione Ambientale Strategica, come emerge dalle Linee guida elaborate dal Ministero
dell’Ambiente (1999), non corrisponde ad un unico atto di valutazione, ma consiste in un processo
di conoscenza e valutazione che ha il compito di accompagnare l’intero sviluppo di un Piano. Per
questa può essere ricondotta a tre diversi momenti rispetto agli strumenti di pianificazione:
·
una prima fase, definita ex ante, ovvero a monte della redazione del piano, per potere fornire
le linee guida e i criteri per lo sviluppo futuro, rappresentata dall’attività di scoping ovvero
definizione e i contenuti del Rapporto Ambientale;
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una seconda fase, definita in itinere, ovvero contestuale alla redazione del piano,
divenendone parte integrante, corrispondente all’attività di monitoraggio degli impatti
significativi sull’ambiente derivante dall’attuazione del Piano;
·
una terza fase, definita ex post, ovvero a valle dell’iter pianificatorio, come verifica a
posteriori della sostenibilità del piano.
Tale valutazione per diventare uno strumento di efficace aiuto al miglioramento del piano, necessita
l’utilizzo di metodologie applicative semplici affinché possa essere di uso comune.
Va detto inoltre che la VAS non può rappresentare la decisione, che è demandata comunque agli
organi politici e alla popolazione, bensì aiuto alla decisione. La sua elaborazione può consentire di
elaborare anche scenari alternativi, di trasformazione del territorio, elevando così il livello di
conoscenza e responsabilizzazione del decisore pubblico e della popolazione.
Il suo ruolo è quello di assicurare che l’attività antropica sia compatibile con i principi dello
sviluppo sostenibile e, in tal senso, rispetti la capacità rigenerativa degli ecosistemi e delle risorse,
la salvaguardia della biodiversità e consenta un’equa distribuzione dei vantaggi connessi all’attività
economica.
Così come stabilito dall’art. 10, comma 3, del D.Lgs. n. 152/2006, la VAS comprende pure le
procedure relative alla Valutazione di incidenza ambientale (V.Inc.A.) disciplinate dall’art. 5 del
D.P.R. n.357/1997.
A tal fine è necessario che il Rapporto Ambientale contenga gli elementi di cui all’allegato G dello
stesso D.P.R. n. 357/97.
La valutazione ambientale dell’Autorità Competente dovrà estendersi pertanto anche alle finalità di
conservazione proprie della valutazione di incidenza.
1.1 Riferimenti normativi in materia di VAS
1.1.1 Normativa comunitaria
La norma di riferimento a livello comunitario per la Valutazione Ambientale Strategica è la
Direttiva della CE 2001/42 del Parlamento Europeo e del Consigli del 27 Giugno 2001 che
riguarda la valutazione degli effetti ambientali di determinati piani e programmi e segna la
definitiva acquisizione della dimensione ambientale come elemento di cui tener conto in tutti i
campi dell’agire umano. La Direttiva risponde alle indicazioni della convenzione internazionale
firmata ad Aarhus nel 1998, fondata sul diritto all’informazione, sul diritto alla partecipazione alle
decisioni e sull’accesso alla giustizia.
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Già nelle premesse della Direttiva, vengono definiti il ruolo e gli obiettivi della valutazione
ambientale: “la valutazione ambientale costituisce un importante strumento per l’integrazione delle
considerazioni di carattere ambientale nell’elaborazione e nell’adozione di taluni piani e
programmi che possono avere effetti significativi sull’ambiente negli Stati membri, in quanto
garantisce che gli effetti dell’attuazione dei piani e dei programmi in questione siano presi in
considerazione durante la loro elaborazione e prima della loro adozione” (premesse, punto 4).
Troviamo inoltre, sempre nelle considerazioni introduttive, la enunciazione riguardante il
coinvolgimento dei cittadini: “Allo scopo di contribuire ad una maggiore trasparenza dell’iter
decisionale nonché allo scopo di garantire la completezza e l’affidabilità delle informazioni su cui
poggia la valutazione, occorre stabilire che le autorità responsabili per l’ambiente ed il pubblico
siano consultate durante la valutazione dei piani e dei programmi e che vengano fissate scadenze
adeguate per consentire un lasso di tempo sufficiente per le consultazioni, compresa la
formulazione di pareri”(premesse, punto 15).
Tra gli elementi cardine posti come introduzione, infine, il presupposto che la valutazione
ambientale avvenga “prima” dell’adozione di piani e programmi e che venga condotta mediante il
confronto con i cittadini: “Il rapporto ambientale e i pareri espressi dalle autorità interessate e dal
pubblico…. dovrebbero essere presi in considerazione durante la preparazione del piano o del
programma e prima della sua adozione o prima di avviarne l’iter legislativo” (premesse, punto 17).
Lo sviluppo sostenibile, dunque, viene assunto come obiettivo, da parte della Comunità Europea,
fin dall’art. 1 della Direttiva 2001/42: art.1 – “La presente direttiva ha l’obiettivo di garantire un
elevato livello di protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni
ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo
sviluppo sostenibile”.
Conseguentemente a quanto esposto nelle considerazioni introduttive, l’art.2 riguarda la pubblicità e
la partecipazione dei cittadini e delle loro associazioni al processo valutativo e l’art. 4 richiama la
necessità che il momento di valutazione avvenga precedentemente (ex ante) all’approvazione di
piani e programmi.
L’art. 5 della Direttiva europea prevede la valutazione degli effetti ambientali di un
piano/programma e, contestualmente, la valutazione di possibili alternative: “rapporto ambientale
in cui siano individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l’attuazione del piano o del
programma potrebbe avere sull’ambiente nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi
e dell’ambito territoriale del piano o del programma. L’allegato I riporta le informazioni da fornire
a tale scopo”.
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Al fine di assicurare il pieno coinvolgimento e l’adeguata informazione anche ai cittadini “non
tecnici”, viene prevista anche la redazione di una versione sintetica del rapporto ambientale, che
deve rendere conto dei motivi che portano il decisore politico verso una determinata scelta:
“dichiarazione di sintesi in cui si illustra in che modo le considerazioni ambientali sono state
integrate nel piano o programma e come si è tenuto conto, ai sensi dell’articolo 8, del rapporto
ambientale redatto ai sensi dell’articolo 5, dei pareri espressi ai sensi dell’articolo 6 e dei risultati
delle consultazioni avviate ai sensi dell’articolo 7, nonché le ragioni per le quali è stato scelto il
piano o il programma adottato, alla luce delle alternative possibili che erano state individuate”
(art. 9.1).
La Direttiva 2001/42 rimanda agli allegati 1 e 2 per dettagliare quelli che dovranno essere i
contenuti del rapporto ambientale e della conseguente valutazione degli effetti originati dal
piano/programma.
Direttiva 2001/42 CE – Allegato I
Le informazioni da fornire ai sensi dell’art. 5, paragrafo 1, fatto salvo l’art. 5, paragrafi 2 e 3, sono:
a) illustrazione di contenuti , degli obiettivi principali del piano e del rapporto con altri pertinenti piani o programmi;
b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l’attuazione del piano o del programma;
c) caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate;
d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di
particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE;
e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano o al
programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale;
f) possibili effetti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la
fauna, il suolo, l’acqua, l’aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il
paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori;
g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi
sull’ambiente dell’attuazione del piano o del programma;
h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le
eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o mancanza di know-how) nella raccolta delle informazioni richieste;
i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio di cui all’articolo 10;
j) sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti.
Direttiva 2001/42 CE – Allegato II
Criteri per la determinazione dei possibili effetti significativi di cui all’articolo 3, paragrafo 5
1. Caratteristiche del piano o del programma, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi:
· in quale misura il piano o il programma stabilisce un quadro di riferimento per progetti ed altre attività, o per quanto riguarda
l’ubicazione, la natura, le dimensioni e le condizioni operative o attraverso la ripartizione delle risorse,
· in quale misura il piano o il programma influenza altri piani o programmi, inclusi quelli gerarchicamente ordinati,
· la pertinenza del piano o del programma per l’integrazione delle considerazioni ambientali, in particolare al fine di promuovere lo
sviluppo sostenibile,
· problemi ambientali pertinenti al piano o al programma,
· la rilevanza del piano o del programma per l’attuazione della normativa comunitaria nel settore dell’ambiente (ad es. piani e
programmi connessi alla gestione dei rifiuti o alla protezione delle acque).
2. Caratteristiche degli effetti e delle aree che possono essere interessate, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi:
· probabilità, durata, frequenza e reversibilità degli effetti,
· carattere cumulativo degli effetti,
· natura transfrontaliera degli effetti,
· rischi per la salute umana o per l’ambiente (ad es. in caso di incidenti),
· entità ed estensione nello spazio degli effetti (area geografica e popolazione potenzialmente interessate),
· valore e vulnerabilità dell’area che potrebbe essere interessata a causa:
· delle speciali caratteristiche naturali o del patrimonio culturale,
· del superamento dei livelli di qualità ambientale o dei valori limite,
· dell’utilizzo intensivo del suolo,
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effetti su aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale, comunitario o internazionale.
1.1.2 Normativa statale
L’Italia recepisce la Direttiva europea 2001/42/CE con il Decreto Legislativo 3 Aprile 2006 n.
152, recante “Norme in materia ambientale” pubblicato sulla GURI n.88 del 14.04.2006,
Supplemento Ordinario, n.96 e successivamente con il correttivo unificato il D.Lgs. n.4/2008
entrato in vigore il 13 Gennaio 2008 recante “Ulteriori disposizioni correttive e integrative del
D.Lgs. n.152 del 3 aprile 2006, recante Norme in materia ambientale”, pubblicato sulla GURI n. 24
del 29.01.2008.
I punti chiave del processo di VAS introdotte dal D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. comprendono: lo
svolgimento di una verifica di assoggettabilità, l’elaborazione del rapporto ambientale, lo
svolgimento delle consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e gli esiti delle
consultazioni, la decisione, l’informazione sulla decisione e il monitoraggio. La fase di
monitoraggio prevista dal D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. ha la funzione di “assicurare il controllo sugli
impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione dei piani e dei programmi approvati e
la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati” per mezzo di un sistema di
indicatori.
Con Decreto Legislativo n.128 del 29.06 2010 “Modifiche e integrazioni al decreto legislativo 3
aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell’art. 1 della legge 18 giugno
2009 n.69”, pubblicato su GURI n.186 dell’11.08.2010,Supplemento Ordinario n. 184, entrato in
vigore il 26 Agosto 2010 viene modificata la parte prima, seconda e quinta del Codice Ambiente.
La Vas è promossa dalla Pubblica Amministrazione e mira a garantire lo sviluppo sostenibile
includendo nei processi decisionali i possibili effetti sull’ambiente. Sono sottoposti a questa
procedura i piani per la valutazione della qualità dell’aria o inerenti al settore energetico,
industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti, della pianificazione territoriale e della
destinazione dei suoli. La fase di valutazione termina con un provvedimento motivato senza il quale
l’opera non può essere ultimata.
1.1.3 Normativa regionale
In Sicilia la procedura VAS viene recepita con Decreto Assessoriale dell’Assessorato Regionale
Territorio e Ambiente ( A.R.T.A.) n.748 del 7 Luglio 2004, pubblicato sulla GURS n. 30 del 16
Luglio 2004, che introduce il giudizio di “compatibilità ambientale”, sottoponendo i piani e i
programmi al procedimento amministrativo che prevede la valutazione del rapporto ambientale da
parte dell’amministrazione regionale competente.
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Con successivo Decreto Assessoriale A.R.T.A. n.22 del 24 Gennaio 2005, pubblicato si GURS
n.7 del 18 Febbraio 2005, vengono precisati e modificati alcuni contenuti del precedente decreto,
evidenziando “l’obbligo di introdurre immediatamente i procedimenti di valutazione ambientale
esclusivamente nella formazione dei piani e programmi il cui primo atto preparatorio formale sia
successivo alla data 21. Luglio 2004……”. Nel decreto viene precisato che rimangono esclusi
dall’obbligo della VAS i piani e programmi di competenza comunale sino alla specificazione di una
apposita regolamentazione statale e/o regionale in merito ai contenuti e procedimenti di VAS.
Con la L.R. 14 Maggio 2009, n.6, all’art. 59 (GURS n.22, Parte I, del 20 Maggio 2009) la Regione
approva le “Disposizioni in materia di valutazione ambientale strategica” che prevedono la
definizione di un regolamento sull’applicazione della VAS.
Con Deliberazione n. 200 della Giunta di Governo Regionale del 10.06.2009 è stato approvato,
ai sensi dell’art.59, comma 1 della L.R. n.6/2009, il “Modello metodologico procedurale della
valutazione ambientale strategica (VAS) di piani e programmi nella regione siciliana” con cui
vengono definite le modalità secondo le quali deve essere attuato il percorso di valutazione
ambientale, nella consapevolezza di una ormai irrinunciabile integrazione tra processo di piano e
processo di valutazione ambientale, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile. Vengono così
definiti i nuovi casi di esclusione dei piani e programmi dalla procedura VAS, un primo elenco dei
Soggetti Competenti in Materia Ambientale e viene introdotta la Conferenza di valutazione con lo
scopo di semplificare le procedure amministrative e giungere a rapide decisioni. La L.R. 29.1.2009,
n. 13, Interventi finanziari urgenti per l’anno 2009 e disposizioni per l’occupazione. Autorizzazione
per l’esercizio provvisorio per l’anno 2010 all’art. 13 “Norme in materia di valutazione ambientale
strategica” sostituisce il comma 3 dell’art. 59 della L.R. 14 Maggio 2009, n.6 in questo modo: Con
Circ. D.G n. 52120 del 5 Agosto 2011 “Caso EU Pilot 1654/10/ENVI: possibili non conformità
del quadro normativo della Regione Siciliana con la Direttiva 2001/42/CE - Conseguenti indirizzi
applicativi delle disposizioni contenute nell'articolo 59 della legge regionale 14 maggio 2009, n.6 ”
viene chiarito che a far data dal 13 Febbraio 2009 le norme contenute nel nuovo Testo Unico
dell’Ambiente entrano di diritto negli ordinamenti delle Regioni Italiane. Recita la Circolare che i
piani regolatori generali, già adottati e privi di procedura di VAS, non verranno approvati e
verranno restituiti ai Comuni per la loro riadozione, previa acquisizione della procedura VAS.
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NORMATIVA COMUNITARIA
· Direttiva della CE 2001/42 del Parlamento Europeo e del Consigli del 27 Giugno 2001 concernente la
valutazione degli effetti ambientali di determinati piani e programmi;
NNORMATIVA STATALE
· Decreto Legislativo 3 Aprile 2006 n. 152, recante “Norme in materia ambientale” pubblicato sulla
GURI n.88 del 14.04.2006, Supplemento Ordinario, n.96;
· Titolo II del Decreto Legislativo 3 Aprile 2006 n. 152 – 31 Luglio 2007 (Decreto legge n.300 del
28.12.2006, convertito con Legge del 26 febbraio 2007, n.178), pubblicato sulla GURI n.48 del
26.02.2007, Supplemento Ordinario;
· D.Lgs. n.4/2008 entrato in vigore il 13 Gennaio 2008 recante “Ulteriori disposizioni correttive e
integrative del D.Lgs. n.152 del 3 aprile 2006, recante Norme in materia ambientale”, pubblicato sulla
GURI n. 24 del 29.01.2008, Supplemento Ordinario
· Decreto Legislativo n.128 del 29.06 2010 “Modifiche e integrazioni al decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell’art. 1 della legge 18 giugno 2009
n.69”, pubblicato su GURI n.186 dell’11.08.2010,Supplemento Ordinario n. 184;
NORMATIVA REGIONALE
· Decreto Assessoriale dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente ( A.R.T.A.) n.748 del 7
Luglio 2004, pubblicato sulla GURS n. 26 del 18 Giugno 2004;
· Decreto Assessoriale A.R.T.A. n.22 del 24 Gennaio 2005, pubblicato sulla GURS n.7 del 18 Febbraio
2005;
· Art. 59, L.R. 14 Maggio 2009, n.6, pubblicato sulla GURS n.22, Parte I, del 20 Maggio 2009;
· Deliberazione n. 200 della Giunta di Governo Regionale del 10.06.2009 che approva, ai sensi
dell’art.59, comma 1 della L.R. n.6/2009, il “Modello metodologico procedurale della valutazione
ambientale strategica (VAS) di piani e programmi nella regione siciliana”.
· Art. 13, L.R. 29.1.2009, n. 13, Norme in materia di valutazione ambientale strategica, pubblicata su
GURS n. 61 del 31 Dicembre 2009.
· Circ. D.G n. 52120 del 5 Agosto 2011 “Caso EU Pilot 1654/10/ENVI: possibili non conformità del
quadro normativo della Regione Siciliana con la Direttiva 2001/42/CE - Conseguenti indirizzi
applicativi delle disposizioni contenute nell'articolo 59 della legge regionale 14 maggio 2009, n.6.”
Schema di sintesi dei riferimenti normativi in materia di VAS
1.2 Percorso metodologico e processo partecipativo della VAS
La procedura di VAS si colloca fra gli strumenti di governo atti a garantire, oltre ad una effettiva
compatibilità ambientale degli strumenti di pianificazione, anche la strutturazione della
concertazione all’interno dell’iter decisionale già nelle fasi dell’elaborazione dei piani.
La scelta operata dall’Amministrazione di Ispica di affidare ad un professionista esterno rispetto
all’estensore del Piano la redazione del Rapporto Ambientale, risponde alla logica di evitare la
sovrapposizione fra i ruoli di pianificazione e di valutazione ambientale della pianificazione,
qualificando l’iter progettuale.
Il carattere fortemente innovativo della normativa in materia di pianificazione urbanistica si
concretizza anche nell’attribuzione di fondamentale importanza alla concertazione nelle fasi di
formazione degli strumenti di governo del territorio.
Il percorso metodologico della VAS è costituito da quattro fasi:
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Fase 1 - Orientamento e impostazione (Analisi descrittiva) - La prima fase costituisce la parte
della caratterizzazione ambientale preliminare, ovvero il momento in cui avviene il primo approccio
alla realtà ambientale oggetto della pianificazione territoriale, che deve restituire una fotografia
sufficientemente chiara del territorio.
Ad una tradizionale indagine del territorio basata sulla descrizione dei diversi aspetti che
caratterizzano il territorio, viene affiancata l’analisi condotta destrutturando il territorio nelle
diverse componenti ritenute strategiche dal punto di vista della sostenibilità, ovvero quelle
componenti che rappresentano il territorio in termini di risorse (aria, acqua, suolo, paesaggio).
In questa fase dovrà essere redatto lo schema operativo previsto per la VAS e la mappatura del
pubblico e dei soggetti competenti in materia ambientale da coinvolgere nel processo. Nonché la
predisposizione di un documento di analisi preliminare sullo stato dell’ambiente o meglio sugli
aspetti ambientali che potrebbero subire impatti negativi a seguito dell’attuazione del piano, sia di
quegli aspetti ambientali del territorio che potrebbero invece migliorare. Si tratta del Documento
conoscitivo che ha la funzione di fornire ha la funzione di fornire ai decisori politici e al pubblico
una esaustiva descrizione dello stato dell’ambiente attuale, ricavata da strumenti programmatori
sovra-ordinati rispetto alla scala comunale, dagli studi specialistici del Comune oggetto di analisi,
dalle fonti di dati e dalle banche dati ragionevolmente disponibili e accessibili. Con l’obiettivo di
rendere quanto più possibile accessibili le informazioni, dovrà caratterizzarsi per l’adozione di un
linguaggio il più possibile non tecnico e fare ampio ricorso a tavole tematiche, grafici e tabelle con
cui sintetizzare le informazioni.
Dopo tale fase sarà avviata la concertazione con i soggetti attivi del territorio.
Fase 2: Elaborazione e redazione - Elaborazione e redazione del Rapporto Ambientale e della
Sintesi non tecnica. In questa fase si dovranno svolgere le seguenti attività: definizione della portata
delle informazioni da includere nel rapporto Ambientale; analisi di coerenza esterna, stima degli
effetti ambientali attesi: costruzione e selezione degli indicatori ritenuti più idonei a rappresentare la
situazione locale e funzionali al monitoraggio degli effetti del piano; individuare eventuali
alternative di piano attraverso l’analisi ambientale di dettaglio, la definizione degli obiettivi
specifici del piano e l’individuazione delle azioni e delle misure necessarie a raggiungerli; analisi di
coerenza interna delle relazioni tra obiettivi e linee di azione del piano attraverso il sistema degli
indicatori che le rappresentano.
In particolare gli indicatori saranno orientati ad informare in merito alle trasformazioni riguardanti:
·
il consumo di suolo, ovvero l’estensione e l’intensità di urbanizzazione;
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la qualità ed il consumo di risorse idriche ed energetiche ed il conseguente carico antropico
esercitato attraverso la produzione di reflui ed RSU;
·
la rete ecologica e la biodiversità, espresse dal sistema di aree verdi urbane e di formazioni
seminaturali extra-urbane;
·
la qualità dell’ambiente atmosferico ed acustico;
·
la fruibilità del territorio, attraverso aree ricreative e di socializzazione ed una mobilità
sostenibile.
L’ultimo parte del Rapporto Ambientale, così come previsto dalla procedura VAS, viene riservata a
un elaborato di sintesi, la Sintesi non tecnica in grado di evidenziare i risultati dell’analisi e della
valutazione, anche in funzione della più larga partecipazione del pubblico alle scelte di
pianificazione.
Fase 3: Consultazione, adozione e approvazione - La consultazione con il pubblico avviene con la
diffusione del Piano, del Rapporto Ambientale e della Sintesi non tecnica facendo ricorso alla
pubblicazione all’Albo pretorio dei Comuni, delle Province e sulla G.U.R.S. E’ possibile anche
usufruire di tavoli interistituzionali, inchieste, interviste, forum on line, etc. Mentre la concertazione
con i soggetti competenti in materia ambientale si esplica tramite conferenze di servizi, tavoli
tecnici e pareri espressi su documenti cartacei. Segue poi la valutazione istituzionale del Piano.
Fase 4: Attuazione, gestione e monitoraggio - L’attuazione e gestione del Piano viene controllata
con il monitoraggio, mediante l’implementazione di un set di indicatori definiti nella fase di
elaborazione e redazione.
Come emerge dalla Direttiva CE 2001/42, la Valutazione Ambientale Strategica si pone,
innanzitutto, come metodo che accompagna le fasi di definizione e approvazione di un piano o di un
programma, finalizzato a garantire la partecipazione del pubblico all’iter decisionale. Per consentire
un percorso trasparente, oltre che partecipato, inoltre, la Pubblica Amministrazione (o autorità
procedente che dir si voglia), è chiamata a esplicitare fin dall’inizio quali obiettivi intende
perseguire e definire come intenda perseguirli e come intende misurarne (o monitorare) il grado di
conseguimento.
Sulla base delle definizioni dettate dall’art. 5 del D.Lgs. n.152/2002 e s.m.i. si intende per Autorità
procedente (AP) la Pubblica Amministrazione che intende elaborare un Piano o Programma,ovvero
quella che recepisce, adotta o approva il piano o progetto, per Autorità competente (AC) la
Pubblica Amministrazione cui compete l’adozione del provvedimento di verifica di assoggettabilità
e l’elaborazione del parere motivato; come soggetti competenti in materi ambientale, le pubbliche
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amministrazioni e gli enti pubblici che, per le loro specifiche competenze o responsabilità in campo
ambientale, vengono coinvolte nella procedura di VAS potendo essere interessate agli impatti
sull’ambiente dovuti all’attuazione dei piani o programmi (Sovrintendenza, Genio Civile, Provincia,
etc.).
Il Piano Regolatore Generale di Ispica pertanto, seguirà l’iter normativo dettato dagli articoli da
13 a 18 del Decreto D.L.vo n. 152 del 3/4/2006 e s.m.i, il quale prevede le seguenti fasi:
• l’elaborazione del rapporto ambientale (art. 13);
• lo svolgimento di consultazioni (art. 14);
• la valutazione del rapporto ambientale e gli esiti delle consultazioni (art. 15);
• la decisione (art. 16);
• l’informazione sulla decisione (art 17);
• il monitoraggio (art. 18).
e quello definito dal Modello metodologico procedurale della valutazione ambientale strategica
(VAS) di piani e programmi (DGR n. 200 del 10/6/2009, Allegato A).
Per il caso in questione non è stata effettuata la verifica di assoggettabilità in quanto l’Autorità
Procedente, consapevole che il progetto di Piano Regolatore Generale rientra nella tipologia di
piani e programmi prevista dall’art. 6, comma 2, dello stesso Decreto, ha avviato direttamente il
processo di VAS dall’art. 13.
Per i profili connessi alla partecipazione al procedimento amministrativo, va sottolineato che le
modalità di informazione del pubblico devono sempre dare specifica evidenza della integrazione
procedurale con la Valutazione di Incidenza Ambientale (V.Inc.A.).
1.3 Cronoprogramma
Conseguentemente a quanto sopra, in via generale, il percorso logico e organizzativo per giungere
all’approvazione del Piano Regolatore Generale potrà essere articolato secondo le fasi riportate
nella tabella successiva.Dal crono programma che segue, emerge come il momento partecipativo
contemplato nei due processi - di Piano e di Valutazione - abbia avvio nello stesso momento logico
e procedurale e veda coinvolti i medesimi attori, in modo da dare vita a un percorso di approvazione
che garantisca appieno la partecipazione e vede la VAS svilupparsi coerentemente in modo
parallelo, per tutta la durata dell’iter amministrativo. Nel caso di Ispica, la procedura di V.A.S. si
innesta e fa riferimento al progetto di P.R.G. già adottato.
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Fase del Piano
FASE I
ORIENTAMENTO
PARTECIPAZIONE E
CONFRONTO
Processo di Piano
Processo di VAS
Presentazione del
Quadro conoscitivo/Rapporto
Documento programmatico
Ambientale Preliminare
dell’Amministrazione
(RAP) (scoping)
(Direttive)
· Trasmissione del Rapporto Ambientale Preliminare (RAP)
all’autorità competente (Regione)
· Pubblicazione sui siti web dell’AP e dell’AC del RAP e del
questionario di consultazione e trasmissione ai soggetti
competenti in materia ambientale;
· Acquisizione del parere dei soggetti competenti che deve
essere reso entro 30 giorni all’AP e all’AC;
· Definizione della portata e del livello di dettaglio delle
informazioni da includere nel RA.
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Tempi
VAS
Tempi
Piano
60
giorni
90
giorni
Redazione dello Schema di
massima
60 giorni
FASE III
ADOZIONE
PARTECIPAZIONE E
CONFRONTO
FASE IV
APPROVAZIONE
ATTUAZIONE E
MONITORAGGIO
· Redazione del progetto di
Piano
· Rapporto Ambientale,
Valutazione di incidenza e
Sintesi non tecnica
· Adozione del Consiglio Comunale del Piano, del Rapporto
Ambientale e della Sintesi non tecnica e deposito presso la
Segreteria Comunale per 30 giorni
· Adozione del Consiglio Comunale del Piano, munito del
Rapporto Ambientale e della Sintesi non tecnica.
· Avviso su GURS e pubblicazione tramite deposito presso la
Segreteria Comunale per 30 giorni (20+10) per il PRG +
altri 30 giorni per la VAS
· Trasmissione della documentazione (PRG, RA, e Sintesi
non tecnica) all’AC e ai soggetti competenti in materia
ambientale.
· L’AC e l’AP mettono a disposizione del pubblico gli
elaborati del piano e il RA tramite il deposito nei propri
uffici e la pubblicazione su proprio sito web.
· Attività istruttoria e emissione da parte dell’AC del Parere
motivato
· L’AP provvede ove necessario alle revisioni integrative del
Piano prima dalla presentazione per l’approvazione, alla
luce del parere motivato
· Il Piano, il RA, il Parere motivato, la documentazione
acquisita nell’ambito della consultazione, la Dichiarazione
di sintesi, vengono trasmessi al CRU
· Approvazione del Piano
· Pubblicazione su GURS
· Attuazione e gestione del Piano
· Monitoraggio
· Rapporti e valutazione periodica
60
giorni
dopo la
conseg
na del
piano
90 giorni
Entro 20 giorni+10 è
possibile presentare
osservazioni al piano
30 giorni
REDAZIONE DEL
PIANO
Entro 60 giorni si possono
presentare osservazioni al
RA
FASE II
Approvazione dello Schema di massima
Max 90 giorni
a partire dalla
fine della
consultazione
Attività continua
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2. Quadro conoscitivo ambientale
Il presente capitolo ha il compito di descrivere il quadro conoscitivo del contesto ambientale di
riferimento su cui interverrà il Piano.
Di seguito si riporta una sintesi del citato contesto ambientale in riferimento al “Piano”, strutturato
per le tematiche fauna, flora, biodiversità, popolazione, salute umana, aria, fattori climatici, acqua,
suolo, paesaggio, patrimonio culturale architettonico e archeologico e beni materiali, come disposto
dall’Allegato VI, lettera f, del D.L.vo 152/2006 e s.m.i. (D.L.vo 4/2008), (con l’interrelazione dei
suddetti fattori: energia, rifiuti, mobilità e trasporti, ambiente urbano) ed approfondito per quelle
direttamente interessate dall’attuazione del “Piano”.
A partire dai dati reperiti attraverso banche dati regionali, provinciali e locali esistenti, sarà
definito il quadro conoscitivo dello stato di fatto del territorio, finalizzato a descrivere il quadro
delle componenti ambientali ed antropiche coinvolte nelle scelte di Piano.
Gli obiettivi sono:
1. fornire un quadro sullo stato dell’ambiente nel territorio di Ispica che sia utilizzabile a
comprendere quale effetto producono le trasformazioni previste dal progetto di PRG;
2. evidenziare le principali criticità relativamente ad ogni componente ambientale nello stato
in cui si trova (ante trasformazione).
2.1 Inquadramento territoriale
Il territorio del Comune di Ispica ricade nella Provincia di Ragusa, ha una estensione di 11.352
ettari e confina, lungo il suo sviluppo, con i Comuni di Modica e Pozzallo della Provincia di
Ragusa, con i Comuni di Pachino, Noto e Rosolini della Provincia di Siracusa e a Sud con il Mare
Mediterraneo. Il centro abitato sorge su una collina posta a 170 mt s.l.m. e distante circa 5
chilometri dalla costa.
Il territori è caratterizzato dalla presenza di tre diverse situazioni morfologiche: una prima zona
posta a Nord e Nord-Ovest dell’abitato con morfologia tabulare, a tratti aspra, interrotta da marcate
e profonde incisioni torrentizie (Cava d’Ispica, Cava Salvia, etc,) incassate nei terreni crbonatici
dell’altopiano Ibleo; una seconda zona posta a Sud-Est dell’abitato, con morfologia collinare, a
tratti ondulata e blanda, caratterizzata dall’affioramento delle marne della F.ne Tellaro e dei depositi
Plio-Pleistocenico; una terza costituita dalla fascia costiera che presenta una morfologia
pianeggiante in corrispondenza dei depositi palustri e delle sabbie costiere.
2.2 Fauna, flora, biodiversità
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Il Comune di Ispica è interessato dalla presenza di n.4 Siti Natura 2000: il SIC ITA080005 Isola
dei Porri, il SIC ITA080009 Cava d’Ispica, il SIC ITA090003 Pantani della Sicilia SudOrientale e la ZPS ITA090029 Pantani della Sicilia Sud-orientale, Morghella di Marzamemi,
di Punta Pilieri e Vendicari.
Il primo sito interessa il solo Comune di e ricopre una superficie complessiva di 1.08 Ha. E’
costituito da tre scogli completamente spogli di vegetazione arborea ed arbustiva, ma con piante
erbacee tra le quali l’Allium ampeloprasum, il “porro”, da cui prende nome. Il secondo ricade nei
territori di Modica, Ispica e Rosolini e si estende per una superficie di 881 ettari. Il Sito di
Importanza Comunitaria (SIC) definito ITA090003 – Pantani della Sicilia Sud-orientale, ricade nei
territori di Noto, Ispica , Pachino, Porto Palo di Capo Passero e si estende per una superficie di 1577
ettari. L’area comprende i Pantani Longarini, Cuba, Baronello, Ponterio. Si tratta di una delle zone
umide più importanti d’Europa per l’avifauna associata ed inserita dunque nella Convenzione di
Ramsar per la protezione delle zone umide. Il Sito di Importanza Comunitaria (SIC) definito
ITA090029 - Pantani della Sicilia Sud-orientale, Morghella di Marzamemi, di Punta Pilieri e
Vendicari, ricade nei territori di Noto, Ispica, Pachino, Porto Palo di Capo Passero Passero e si
estende per una superficie di 3.432,31 ettari. Si tratta di una fascia costiera caratterizzata da
un’alternarsi di cordoni dunali e affioramenti rocciosi, rappresentati da calcari miocenici, calcareniti
e marne.
Inoltre il territorio comunale è interessato dalla presenza del Parco Naturalistico Archeologico di
Cava d’Ispica. Il Parco è stato istituito con D.A. n.6263 del 11.07.2001 ai sensi dell’art. 20, comma
1, della L.R. n.20/2000 e pubblicato sulla GURS n. 46/2001. Esso interessa i territori di Modica,
Ispica e Rosolini.
Il Parco è inserito in un contesto naturalistico di rilevante importanza costituito da una gola, lunga
circa
13
Km,
scavata
dalle
acque
fluviali
in
un
costone
di
roccia
calcarea.
Sono presenti tracce di insediamenti umani risalenti all'età del bronzo (XX-XXV a.C.) e a quella del
bronzo finale e del ferro (X-V sec. a.C.). Di rilevante interesse è l'insieme di catacombe della
Larderia costituito da tre vaste gallerie contenenti circa 700 tombe (IV-V sec. d.C.) e il complesso
rupestre detto della "Forza" situato nel lato sud della cava su un isolato sperone calcareo del
miocene inferiore.
Gli aspetti che riguardano la biodiversità sono meglio descritti nell’allegato relativo alla
Valutazione di Incidenza Ambientale adottata insieme al P.R.G. con Delibera di C.C. n. 27 del
28.04.2011.
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2.3 Aria e fattori climatici
Tra gli elementi fisici che caratterizzano un territorio, il clima rappresenta uno dei fattori più
importanti. Esso infatti interviene in tutti i processi evolutivi sia del suolo (pedogenesi), sia nella
formazione degli equilibri biologici (CLIMAX), sia nella possibilità di attecchimento, produzione e
redditività di ogni attività agricola.
Il territorio in esame, in una classificazione climatologica locale, appartiene
al tipo
termomediterraneo inferiore rappresentato dalle due varianti ombroclimatiche secca (Ispica:
temperatura media annua 16-18 °C; indice di termicità 449-400; indice ombrotermico 2,0-3,0) e
semiarida (Cozzo Spadaro: temperatura media annua: 16-18 °C; indice di termicità 449-400; indice
ombrotermico 0,9-2,0).
La temperatura media annua registrata ad Ispica è di 17,6°C e le precipitazioni medie annue sono di
468 mm distribuite in 48 giorni piovosi ; a Cozzo Spadaro la temperatura media annua è di 18,2 °C
e le precipitazioni sono di 381 mm distribuite in 49 giorni. Il periodo di aridità dura circa sei mesi,
da aprile a settembre.
Per l’analisi delle condizioni pluviometriche si è fatto riferimento ai dati registrati dalle due stazioni
pluviometriche ricadenti nel territorio in esame ovvero quella di Cozzo Spadaro e quella di Ispica.
I caratteri pluviometrici delineano un clima temperato-mediterraneo, caratterizzato da precipitazioni
concentrate nel periodo autunnale-invernale e quasi assenti in quello estivo.
2.3.1 Qualità dell’aria: riferimenti normativi
La qualità dell’aria è disciplinata per la prima volta con la Legge del 13 Luglio 1966 n. 615, che
regolamenta le maggiori fonti di inquinamento allo scopo di limitare i danni alla salute arrecati da
fumi, gas, polveri o esalazioni.
Con il D.P.C.M. 28 Marzo 1983 vengono fissati i limiti massimi di accettabilità delle
concentrazioni e delle esposizioni relative agli inquinanti nell’ambiente esterno. Tali standard sono
stati parzialmente modificati dal D.P.R. 203/88 che recepisce le principali direttive comunitarie in
materia di qualità dell’aria (direttiva CEE nn.80/779, 82/884, 84/360 e 85/203)
Come definito all’art. 2 del DPR 203/88, per inquinamento atmosferico si intende “ogni
modificazione della normale composizione o stato fisico dell’aria atmosferica, dovuta alla presenza
nella stessa di una o più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da alterare le normali
condizioni ambientali e di salubrità dell’aria; da costituire pericolo ovvero pregiudizio diretto o
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indiretto per la salute dell’uomo; da compromettere le attività ricreative e gli altri usi legittimi
dell’ambiente; alterare le risorse biologiche e gli ecosistemi ed i beni materiali pubblici e privati”.
L’art. 1 del D. Lgs. 4 Agosto 1999 n. 351 definisce altresì inquinante “qualsiasi sostanza immessa
direttamente o indirettamente dall’uomo nell’aria ambiente che può avere effetti dannosi sulla
salute umana o per l’ambiente nel suo complesso”. In generale è possibile definire inquinamento
atmosferico l’accumulo nell’aria di sostanze in concentrazioni tali da provocare danni temporanei o
permanenti a popolazione, flora, fauna e beni materiali.
E’ importante distinguere le emissioni dalle concentrazioni di sostanze inquinanti:
· emissione: quantità di sostanza inquinante introdotta in atmosfera in un determinato arco di
tempo;
· concentrazione: quantità di sostanza inquinante presente in atmosfera per unità di volume
(utilizzata per esprimere valori di qualità dell’aria).
Con il D.lgs. 4 agosto 1999, n.351 “Attuazione della direttiva 96/62/CE, del Consiglio, del 27
settembre 1996, in materia di valutazione e di gestione della qualità dell’aria”, è stata recepita
nella normativa nazionale la Direttiva 96/62/CE sulla qualità dell’aria, che definisce il quadro
complessivo sull’inquinamento atmosferico e sulla valutazione e gestione della qualità dell’aria.
Questo Decreto prevede che le Regioni compiano regolarmente una valutazione della qualità
dell’aria ambiente su tutto il territorio regionale, classificandolo in:
· zone non inquinate, dove non si rilevano superamenti dei valori limite per nessun inquinante;
· zone inquinate, dove si verifica, per almeno un inquinante, il superamento di un valore limite
entro un margine di tolleranza fissato;
· zone particolarmente inquinate, dove si supera anche il margine di tolleranza.
Gli inquinanti sono classificabili in primari e secondari.
I primi, tra i quali il monossido di carbonio, il monossido di azoto, il biossido di zolfo, gli
idrocarburi volatili, vengono immessi in atmosfera direttamente dalle sorgenti emissive; i secondi
sono generati in seguito a reazioni fotochimiche degli inquinanti primari tra loro o con costituenti di
base dell’atmosfera.
Fanno parte di questi ultimi il biossido di azoto, l’ozono ed una serie di composti che si formano in
seguito a complesse reazioni fra gli ossidi di azoto ed i composti organici volatili, in presenza di
irraggiamento solare (PAN).
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Di notevole importanza, ai fini delle concentrazioni degli inquinanti in atmosfera, sono le
condizioni meteo climatiche.
Ad esempio la pioggia può dilavare gli inquinanti, il vento disperderli, mentre l’inversione termica
determina un aumento delle concentrazioni in atmosfera.
Per le zone inquinate, le Regioni devono predisporre, tenendo conto dell’inventario delle emissioni
presenti sul territorio, un piano di azione e programmi di miglioramento della qualità dell’aria. Per
le aree "pulite", affinché restino tali anche in futuro, le regioni devono predisporre, sempre facendo
riferimento all’inventario emissioni, un piano per il mantenimento della qualità dell’aria ai livelli
ottimali.
In attuazione del D.Lgs. 4 Agosto 1999, n.351 è stato emanato il D.M. 1 Ottobre 2002, n.261, che
definisce le modalità di valutazione preliminare della qualità dell’aria ed i criteri per la stesura dei
programmi di miglioramento e di mantenimento della stessa. In particolare, all’art.4 vengono
individuati, quale principale strumento conoscitivo per la redazione dei programmi di
miglioramento, gli inventari delle sorgenti di emissione.
L’emanazione del DM 1 ottobre 2002, n.261 ha comportato l’introduzione dei nuovi valori limite
per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, polveri sottili (PM10), il piombo, il
benzene ed il monossido di carbonio, nonché l’introduzione delle date entro cui tali valori devono
essere raggiunti.
Per quanto concerne l’ozono, nell’anno 2004 si è avuto il recepimento della direttiva comunitaria
2002/3/CE, con la pubblicazione del D. Lgs. 21/5/04 n. 183. Sono stati stabiliti i valori bersaglio,
da conseguirsi a partire dall’anno 2010, i valori obiettivo a lungo termine nonché le soglie di
informazione e di allarme. Il 15 settembre 2010 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 216 il
D.Lgs. 13 agosto 2010, n. 155, recante "Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità
dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa" che tenuto conto delle norme precedenti
unifica in un solo provvedimento la disciplina in questione.
In Sicilia con D. A. A.R.T.A. n. 176/GAB del 9 Agosto 2007 è stato approvato il Piano regionale di
Coordinamento per la Tutela della qualità dell’aria. Il Decreto fornisce indirizzi per la
predisposizione degli strumenti attuativi (piani di azioni e programmi) tenendo conto della necessità
di collaborazione tra i diversi livelli istituzionali.
Con D.A. A.R.T.A. n. 94 del 24 Luglio 2008 sono stati approvati l’Inventario regionale delle
emissioni in aria ambiente e la valutazione della qualità dell’aria e zonizzazione del territorio.
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In Sicilia sulla base della precedente normativa sono state individuate 9 zone (1 di mantenimento e
8 di risanamento) identificate da specifici codici che vanno da IT1900 a IT1909.
Il monitoraggio della qualità dell’aria, finalizzato a garantire un adeguato livello di protezione della
salute umana e degli ecosistemi, si effettua attraverso una rete di misura. Essa consiste in un sistema
di stazioni di misurazione fisse (cabine di monitoraggio), il cui numero deve garantire una
sufficiente copertura dei dati su tutto il territorio.
Classificazione del territorio ai fini del mantenimento e risanamento della qualità dell’aria per ossidi di zolfo, ossidi di azoto,
particelle sospese con diametro inferiore ai 10 micron, monossido di carbonio e benzene ( D.A. 24 luglio 2008, n.94).
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nuova zonizzazione ai sensi del D.A. n. 97/GAB del 25/06/2012
La rete di misura, secondo l’art.1 del decreto legislativo n°155\2010, deve essere soggetta alla
gestione e al controllo pubblico da parte della Regione, delle province Autonome o, su delega,
dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA). Al fine di garantire l’omogeneità
e l’affidabilità delle misurazioni, delle tecniche di valutazione e dei risultati ottenuti su tutto il
territorio, tale rete dovrebbe avere un gestore unico.
In Sicilia, la qualità dell'aria, viene controllata tramite un sistema di centraline di rilevamento
regionale composto da reti pubbliche gestite da vari Enti (ARPA Sicilia, Comune di Palermo,
Comune di Catania, Provincia di Agrigento, Provincia di Caltanissetta, Provincia di Messina,
Provincia di Siracusa)e da reti private
Ai fini di un’adeguata e corretta valutazione e gestione della qualità dell’aria la Regione Sicilia,
sulla base del decreto legislativo 155 del 2010, ha provveduto alla zonizzazione del territorio
Regionale in zone e agglomerati. La zona è, in generale, una parte del territorio regionale
delimitata; l’agglomerato invece è una zona avente una popolazione superiore a 250.000 abitanti
oppure una popolazione inferiore a 250.000 abitanti e una densità di popolazione per km2 superiore
a 3.000 abitanti. Esso è costituito da un’area urbana o da un insieme di aree urbane che distano tra
loro non più di qualche chilometro oppure da un’area urbana principale e dall’insieme delle aree
urbane minori che dipendono da quella principale.
L’ARPA Sicilia su mandato dell’Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente, ha redatto, sulla
base della zonizzazione presentata dallo Stesso al Ministero dell’Ambiente e secondo i canoni
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dettati dal D. Lgs n. 155/10, un Piano regionale di rilevamento della Qualità dell’Aria (Rete
Regionale), da sottoporre, come è stato fatto per la zonizzazione, al Ministero dell’Ambiente.
Il Comune di Ispica ricade in zona di mantenimento ma non risultano sul territorio centraline
fisse e nemmeno la presenza di laboratori mobili così come riportato nell’Annuario dei dati
ambientali 2011 dell’Arpa Sicilia, Agenzia regionale istituzionalmente proposta al
monitoraggio e al controllo ambientale.
2.4 Acqua
2.4.1 Quadro normativo
Le Direttive comunitarie che si occupano di acqua sono:
·
Direttiva 75/440/CEE – Acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile.
·
Direttive 76/464/CEE, 82/176/CEE, 83/513/CEE, 84/156/CEE, 84/491/CEE, 88/347/CEE,
90/415/CEE – Inquinamento provocato da scarichi industriali di sostanze pericolose nelle
acque.
·
Direttiva 78/659/CEE – Qualità delle acque dolci che richiedono protezione o
miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci.
·
Direttiva 79/923/CEE – Requisiti di qualità delle acque destinate alla molluschicoltura.
·
Direttiva 76/160/CEE – Acque di balneazione.
·
Direttive 91/271/CEE e 98/15/CEE – Trattamento acque reflue urbane.
·
Direttiva 2000/60/CE – Istituzione di un quadro per l’azione comunitaria in materia di
acque.
A livello nazionale il Decreto Legislativo 11 maggio 1999, n. 152 "Disposizioni sulla tutela delle
acque dall’inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle
acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque
dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole", integrato dalle disposizioni
correttive di cui al Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 258, e da altre specifiche norme di
attuazione (in particolare D.M. 29 dicembre 2003, n. 391, e D.M. 6 novembre 2003 n. 367),
definisce la disciplina generale per la tutela delle acque superficiali, marine e sotterranee.
Nella Regione Sicilia inoltre si fa riferimento anche alla Legge regionale n. 27 del 15/05/86
“Disciplina degli scarichi delle pubbliche fognature e degli scarichi degli insediamenti civili che
non recapitano nelle pubbliche fognature e modifiche alla legge regionale 18 giugno 1977, n. 39 e
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successive modificazioni ed integrazioni”, integrata dalle previsioni di cui al D. Lgs. 152/99. E alla
Circolare dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente n. 19906 del 04/04/02.
Con l’emanazione del D.Lgs 152/06 Norme in materia ambientale l’Italia ha formalmente recepisce
la Direttiva Europea 2000/60/CE (WFD) Water Framework Directive che istituisce un quadro per
l’azione comunitaria in materia di acque. Il D.Lgs. 152/06 è attualmente oggetto di
revisione/integrazione, in particolare la parte relativa agli allegati tecnici, per ovviare alle lacune
relative alla definizione degli strumenti attuativi.
Il Decreto Legislativo 3 Aprile, n.152/2006 ha introdotto nel quadro normativo nazionale importanti
innovazioni in tema di monitoraggio e classificazione delle acque superficiali. Il nuovo decreto ha
ripreso sostanzialmente le indicazioni e le strategie individuate nel precedente D.Lgs. 152/99 (ora
abrogato), riscrivendo la sezione relativa alla classificazione dei corpi idrici e gli obiettivi di qualità
ambientale.
Il D.Lgs. 152/2006 impone prioritariamente l’aggiornamento del patrimonio conoscitivo relativo
allo stato delle risorse idriche, finalizzato, attraverso il monitoraggio della qualità delle risorse e
della loro quantità, alla caratterizzazione delle risorse stesse, nonché alla individuazione di quei
corpi idrici che necessitano di particolari interventi volti allo loro tutela ovvero al loro recupero
qualitativo, ove possibile.
Gli obiettivi perseguiti dal decreto sono la prevenzione dall’inquinamento e il risanamento dei
corpi idrici inquinati, l’uso sostenibile e durevole delle risorse idriche, il mantenimento dell naturale
capacità che hanno i corpi idrici di auto depurarsi e di sostenere ampie e diversificate comunità
animali e vegetali.
Il D.M. Ambiente 16 giugno 2008, n. 131 , Criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici Attuazione articolo 75, D.Lgs. 152/2006”, contiene i criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi
idrici (tipizzazione, individuazione dei corpi idrici, analisi delle pressioni) per la modifica delle
norme tecniche del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
In base allo stesso D.M. Ambiente 16 giugno 2008, n. 131 “ le Regioni, sentite le Autorità di
Bacino, identificano, nell'ambito del territorio di propria competenza, le acque superficiali
appartenenti alle diverse categorie di fiume, lago, acqua marino-costiera e acqua di transizione,
definendone i tipi sulla base dei criteri tecnici di cui all'allegato 1, sezione A; individuano i corpi
idrici sulla base dei criteri riportati nell'allegato 1, sezione B per ciascuna classe di tipo, tenendo
conto dell'analisi delle pressioni e degli impatti effettuata secondo la metodologia di cui allo stesso
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allegato, sezione C; infine, sottopongono la tipizzazione e l'individuazione dei corpi idrici alla
revisione in funzione di elementi imprevisti o sopravvenuti.
Per la redazione del Rapporto Ambientale Preliminare, si è fatto uso delle conoscenze acquisite dal
Piano di tutela delle Acque della Sicilia (PTA), redatto da SOGESID spa nel Dicembre 2007, dal
Piano di Gestione del Distretto Idrografico della Sicilia, approvato nel 2010 dalla Regione siciliana
e delle informazioni derivanti dall’annuario dei dati ambientali di ARPA Sicilia.
2.4.2 Acque superficiali
Nel territorio ispicese non ci sono fiumi ma torrenti il cui deflusso è limitato a brevi periodi del
semestre ottobre-marzo. Scorrono nelle Cave e hanno origine nell’altopiano sovrastante dove hanno
eroso profondamente i terreni calcarei, mentre nella parte bassa hanno depositato i materiali
trasportati, formando le attuali pianure alluvionali.
Il più importante tra essi è il Torrente Cava d’Ispica che nasce dal Colle Santa Margherita (m 445)
e sfocia nel Mediterraneo presso Torre Pozzallo. Le altre incisioni torrentizie sono: Torrente
Salvia, Torrente Bufali e Torrente Favara.
Il Piano di gestione del distretto idrografico della Sicilia (Marzo 2010) suddivide la Sicilia in 7
zone omogenee in funzione delle caratteristiche litologiche e climatologiche. La suddivisione in
zone omogenee ai fini della e tipizzazione rappresenta un elemento fondamentale in quanto solo
nell’ipotisi di omogeneità è accettabile l’estrapolazione di elementi rilevati in stazioni strumentate
ai bacini non
strumentati che, per l’appunto, devono contenere le medesime caratteristiche
idrologiche, litologiche ed idrogeologiche.
La tipizzazione consiste nella definizione dei diversi tipi per ciascuna categoria di acque
superficiali, secondo una metodologia comune, basata su alcune caratteristiche naturali,
geomorfologiche, idrodinamiche e chimico-fisiche.
La regionalizzazione dell’informazione idrologica a scala di bacino rappresenta uno degli aspetti
tecnico-scientifici di maggiore interesse, in quanto, a fronte dello studio di
metodologie di
approccio al problema, vi è un’indubbia utilità pratica dei risultati nella fase di gestione della
risorsa idrica, soprattutto in presenza di situazioni di criticità per usi plurimi e/o carenza di risorsa.
Il territorio di Ispica ricade in area omogenea n. 6. L’area è compresa tra i bacini dei Fiumi
Gela e i bacini minori tra Capo Passero e Tellaro, con sbocco nella costa meridionale della
Sicilia. I principali corsi d’acqua sono rappresentati dai fiumi Gela, Acate, Ippari ed Irminio. Si
sottolinea che mentre le zone di monte, alimentate dalle sorgenti degli Iblei, risultano perenni, nelle
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zone medio-basse dei bacini la circolazione idrica avviene per lo più in sottosuolo, in cui le acque si
infiltrano per l’elevata permeabilità, e la maggior parte di essa non viene restituita in alveo.
La Sicilia suddivisa in zone omogenee. Fonte: Piano di gestione del distretto idrogeologico della Sicilia, Relazione generale,
Marzo, 2010.
2.4.3 Acque sotterranee
Ai sensi della Direttiva 2000/60/CE per acque sotterranee si intendono tutte le acque che si trovano
sotto la superficie del suolo nella zona di saturazione e a contatto diretto con il suolo o il sottosuolo.
Col termine “corpo idrico sotterraneo” si intende una struttura idrogeologica, costituita da uno o più
acquiferi, talora con comportamento autonomo, o in comunicazione idraulica con altre idrostrutture
contigue, con cui possono realizzare scambi idrici.
Il territorio di Ispica ricade nel bacino idrogeologico Monti Iblei con codice identificativo
R19IB. All’interno del bacino ci sono 6 corpi idrici sotterranei significativi.
Bacini idrogeologici e corpi idrici sotterranei significativi della Sicilia
Denominazione del
bacino idrogeologico
Monti Iblei
Codice del bacino
idrogeologico
R19IB
Denominazione del corpo
idrico sotterraneo
Siracusano nordorientale
Lentinese
Brolo
Ragusano
Siracusano meridionale
Piana di AugustaPriolo
Piana di Vittoria
Codice del corpo
idrico sotterraneo
R19IBCS01
R19IBCS02
R19PECS03
R19IBCS03
R19IBCS04
R19IBCS05
R19IBCS06
Significativo
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Fonte: ARPA, Piano di gestione del distretto idrogeologico della Sicilia, Relazione generale, Marzo 2010
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Carta dei bacini idrogeologici significativi (Fonte: Piano di gestione del distretto idrogeologico della Sicilia, Relazione generale,
Marzo, 2010)
Il rilevamento della qualità del corpo idrico sotterraneo è fondato in linea generale sulla
determinazione dei parametri di base macrodescrittori riportati nella tabella 19 del D.Lgs. n. 285 del
18/08/2000. Tale classificazione costituisce la base per la definizione e programmazione degli
interventi di tutela dei corpi idrici dall’inquinamento e dallo sfruttamento.
Nella tabella che segue si riporta lo stato chimico, lo stato quantitativo, la tipologia dello stato
ambientale e lo stato ambientale dei corpi idrici significativi ricadenti nel Bacino idrogeologico
Monti Peloritani di cui Pace del Mela fa parte.
Stato chimico, stato quantitativo, tipologia dello stato ambientale e stato ambientale di tutti i corpi
idrici sotterranei significativi.
Bacino
idrogeologico
Monti Iblei
Corpo idrico
Lentinese
Piana di Augusta-Priolo
Piana di Vittoria
Ragusano
Siracusano meridionale
Siracusano nord-orientale
Stato
Chimico
2
4
4
2
2
2
Stato
quantitativo
B
C
C
B
B
B
Tipologia dello stato
ambientale
2B
4C
4C
2B
2B
2B
Stato
ambientale
buono
scadente
scadente
buono
buono
buono
Fonte: Piano di Gestione del Distretto Idrografico della Sicilia, Rapporto Ambientale, Marzo 2010.
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2.4.4 Acque marine-costiere
Ai sensi della Direttiva 2000/60/CE per acque costiere si intendono le acque superficiali situate
all’interno rispetto a una retta immaginaria distante, in ogni suo punto, un miglio nautico sul lato
esterno dal punto più vicino della linea di base che serve da riferimento per definire il limite delle
acque territoriali e che si estendono eventualmente fino al limite esterno delle acque di transizione.
Ispica ricade nel tratto marino costiero n. 17 da Punta Religione a Capo Passero identificato
col codice R1AC016 nel Bacino Minore (BM) Scicli-Capo Passero
2.4.5 Acque di transizione
In particolare nel territorio comunale di Ispica (Rg), e Pachino (Sr), la particolare morfologia ad
anse di una porzione del tratto costiero, ha permesso il ristagnare delle acque marine nelle
depressioni ed il formarsi di alcuni “Pantani”.
Le acque dei Pantani derivano in parte dall’apporto meteorico, in parte dall’apporto di acqua marina
ed in parte dalla falda freatica superficiale contenuta nelle marne calcaree e nei calcari marnosi del
Pliocene inferiore – medio. In alcune porzioni dell’entroterra costiero, oltre i pantani sono presenti
fondi palustri bonificati, attraversati da canali di drenaggio caratterizzati da una intensa attività
agricola.
I principali pantani del territorio di Ispica sono: Pantano Longarini, Pantano Bruno, Pantano
Gariffi, Pantano Arezzi, Pantano Secco.
2.5 Suolo
Acqua e suolo sono elementi in completa simbiosi, l'acqua percorre il suolo per scivolamento, lo
attraversa per filtrazione e da esso viene trattenuta ed arginata. Se da un lato, il suolo, ovvero la sua
composizione geomorfologica ed anche il suo utilizzo a fini antropici, determina modificazioni
sulla quantità delle acque e sulla distribuzione delle stesse (bacini idrografici), dall'altro è uno dei
principali “modellanti” della superficie del suolo, è causa di frane e di fenomeni erosivi, ed è
pertanto in questo caso vista anche come fattore di pressione sul suolo (rischio idrogeologico).
2.5.1 Geologia
La geologia del territorio è stata sviluppata nell’allegato relativo allo Studio di incidenza
Ambientale.
2.5.2 Assetto idrogeologico
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Il vincolo idrogeologico nasce dal R.D. n. 3267 del 30/12/1923 che, al Titolo I, Capo I, Sezione I,
disciplina il tema del “Vincolo per scopi idrogeologici”.
Il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico P.A.I., strumento di pianificazione, di prevenzione e di
gestione delle problematiche territoriali riguardanti la difesa del suolo, individua le seguenti
classificazioni:
CLASSI DI RISCHIO
·
R4 - Rischio molto elevato: quando sono possibili la perdita di vite umane o lesioni gravi
alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture ed al patrimonio ambientale, la
distruzione delle attività socioeconomiche;
·
R3 – Rischio elevato: quando sono possibili problemi per l̓incolumità delle persone, danni
funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi,
l̓interruzione della funzionalità delle attività socioeconomiche e danni rilevanti al
patrimonio ambientale;
·
R2 – Rischio medio: quando sono possibili danni minori agli edifici, alle infrastrutture ed al
patrimonio ambientale che non pregiudicano l̓incolumità delle persone, l̓agibilità degli
edifici e la funzionalità delle attività economiche;
·
R1 – Rischio moderato: Quando i danni sociali, economici ed al patrimonio ambientale sono
marginali.
ELEMENTI A RISCHIO
·
E1: Case sparse, impianti sportivi e ricreativi, cimiteri, insediamenti agricoli a bassa
tecnologia, insediamenti zootecnici;
·
E2: Reti e infrastrutture tecnologiche di secondaria importanza e/o a servizio di ambiti
territoriali ristretti (acquedotti, fognature, reti elettriche, telefoniche, depuratori, etc.),
viabilità secondaria strade provinciali e comunali che non rappresentino vie di fuga),
insediamenti agricoli ad alta tecnologia, aree naturali protette, aree sottoposte a vincolo ai
sensi del D.Lgs. 490/99464;
·
E3: Nuclei abitati, ferrovie, viabilità primaria e vie di fuga, aree di protezione civile (attesa,
ricovero e ammassamento), reti e infrastrutture tecnologiche di primaria importanza (reti
elettriche, gasdotti, discariche, etc.), beni culturali, architettonici e archeologici sottoposti a
4
Il D.Lgs. 490/99 “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, a norma dell'art.
1 della legge 8 ottobre 1997, n. 352” citato nel Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico è stato abrogato dal
D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio
2002, n. 137” (e s.m.i.).
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vincolo ai sensi del D.Lgs. 490/9947, insediamenti industriali ed artigianali, impianti D.P.R.
175/88;
·
E4: Centri abitati, edifici pubblici di rilevante importanza (es. scuole, chiese, ospedali, etc.).
CLASSI DI PERICOLOSITA̓
·
P0 – Pericolosità bassa;
·
P1 - Pericolosità moderata;
·
P2 - Pericolosità media;
·
P3 – Pericolosità elevata;
·
P4 – Pericolosità molto elevata.
In particolare il Piano distingue tra pericolosità geomorfologica e pericolosità idraulica:
Pericolosità geomorfologica: è riferita a fenomeni di dissesto in atto e non riguarda quindi la
pericolosità di aree non interessate da dissesto (propensione al dissesto);
Pericolosità idraulica: è correlata con la probabilità annua di superamento di una portata di
riferimento (portata di piena), valutata in funzione di uno specifico tempo di ritorno (numero di anni
in cui la portata di piena viene eguagliata o superata in media una sola volta). La pericolosità
idraulica è quindi correlata all’inverso del tempo di ritorno di una portata di piena e, se disponibile,
al relativo tirante idrico. L’area di pericolosità idraulica è rappresentata dall’area di inondazione,
relativa al tempo di ritorno di una portata di piena, conseguente all’esondazione di un corso d’acqua
naturale o artificiale.
Con Decreto presidenziale del 20 Settembre 2006, è stato approvato il Piano Stralcio di Bacino per
l'Assetto Idrogeologico della Sicilia, che si configura come un piano di settore il cui asse portante e
obiettivo strutturale è la individuazione delle aree a rischio idrogeologico (sia geomorfologico che
idraulico) e la connessa disciplina normativa, prescrittiva e programmatica, al fine di garantire un
adeguato livello di sicurezza del territorio e degli elementi presenti sul territorio e soprattutto delle
popolazioni, in relazione ai fenomeni franosi e a quelli idraulici.
Il Piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico (P.A.I.) inquadra il territorio comunale di
Ispica nell’Area territoriale tra il Torrente di Modica e Capo Passero, identificata col codice
084, avente una superficie totale di circa 362,24 Km.
L’Area territoriale tra il Torrente di Modica e Capo Passero è localizzata nella porzione Sudorientale del versante meridionale della Sicilia. Ha una forma allungata in direzione Nord Ovest –
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Sud Est da C.da Sant’Angelo in territorio comunale di Modica sino alla costa mediterranea, nei
pressi dell’abitato di Capo Passero.
Numero
084
Tra Torrente di Modica e Capo Passero
Ragusa, Siracusa
meridionale
Mare Mediterraneo
18,52 km
massima
465 m. s.l.m. (Case Trebalate-Modica)
minima
0 m s.l.m.
media
200 m. s.l.m.
dell’area 362,4 km
Area Intermedia
Province
Versante
Recapito del corso d’acqua
Lunghezza dell’asta principale
Altitudine
Superficie
totale
territoriale
Serbatoi ricadenti nel bacino
Utilizzazione prevalente del suolo
Territori comunali
Centri abitati
Nessuno
Mosaici colturali, legnose agrarie miste, seminativo arborato,
seminativo semplice.
Provincia di Ragusa: Ispica, Modica, Pozzallo, Scicli.
Provincia di Siracusa: Noto, Pachino, Portopalo di Capo Passero,
Rosolini.
Provincia di Ragusa: Ispica, Pozzallo.
Provincia di Siracusa: Portopalo di Capo Passero.
Dal punto di vista amministrativo, l’Area territoriale compresa tra il Torrente di Modica e
Capo Passero, comprende i territori di due Province ed un totale di otto territori comunali di cui tre
centri abitati ricadenti parzialmente o totalmente all’interno dell’are territoriale.
In particolare nei territori di Ispica e Pachino la particolare conformazione ad anse di una porzione
del tratto costiero, ha permesso il ristagnare delle acque marine nelle depressioni, formando i
cosiddetti “pantani”.
I principali pantani che interessano il Comune di Ispica sono: Pantano Longarini, Pantano Bruno,
Pantano Gariffi, Pantano Arezzi e Pantano Secco.
Il territorio del Comune di Ispica ricade per intero all’interno dell’Area territoriale 084.
I dissesti presenti nel territorio comunale sono essenzialmente ascrivibili a crollo, frana
complessa ed erosione accelerata. Le aree che presentano problemi di stabilità legati a fenomeni
di crollo e/o ribaltamento coinvolgono gli ammassi rocciosi con distacco di massi di varie
dimensioni e/o formazione di ammassi detritici o porzioni di roccia metastabili. Le aree interessate
da processi di erosione accelerata sono ascrivibili alla presenza di un reticolato di tipo meandri
forme, che determina lo scalzamento al piede dei liotopi presenti lungo le vallate. Per quanto
riguarda i dissesti presenti lungo la linea di costa, dovuti essenzialmente a processi di erosione
costiera e/o eolica il PAI fa riferimento ad approfondimenti in sede di PAI costiero.
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I dissesti censiti dal P.A.I. nel Comune di Ispica sono i seguenti:
CODICE
084-7IS-001
084-7IS-002
084-7IS-003
084-7IS-004
084-7IS-005
084-7IS-006
084-7IS-007
084-7IS-008
084-7IS-009
084-7IS-010
084-7IS-011
084-7IS-012
084-7IS-013
084-7IS-014
084-7IS-015
084-7IS-016
084-7IS-017
084-7IS-018
084-7IS-019
084-7IS-020
084-7IS-021
084-7IS-022
084-7IS-023
084-7IS-024
084-7IS-025
084-7IS-026
084-7IS-027
084-7IS-028
084-7IS-029
084-7IS-030
084-7IS-031
LOCALITA’
TIPO DI MOVIMENTO
C.da Crocifia
Casa Scorsone Zucchero
C.da Crocifia
C.da Scorsone
C.da Scorsone
C.da Crocifia
C.da Scorsone
C.da Crocifia
C.da Crocifia
C.da Scorsone
C.da Scorsone
Casa Gerratana
Cava coda di Lupo
Casa Salvia
Casa Salvia
Cava d’Ispica
Cava d’Ispica
S.M. della Cava
Cava d’Ispica
Parco Forza
C.da Cozza Ciriga
Case Dimartino
Punta Ciriga
C.da Gorgo Salato
C.da Pantano Bruno
C.da Pantano Bruno
C.da Porto Ulisse
C.da Scala Ricotta
C.da Palazzelli
Versante Est abitato di Ispica
Parco della Forza
Crollo
Crollo
Crollo
Crollo
Crollo
Crollo
Dissesti per erosione accelerata
Crollo
Crollo
Crollo
Dissesti per erosione accelerata
Crollo
Crollo
Dissesti per erosione accelerata
Dissesti per erosione accelerata
Crollo
Crollo
Crollo
Crollo
Crollo
Dissesti per erosione accelerata
Dissesti per erosione accelerata
Dissesti per erosione accelerata
Dissesti per erosione accelerata
Dissesti per erosione accelerata
Dissesti per erosione accelerata
Dissesti per erosione accelerata
Crollo
Crollo
Crollo
Crollo
STATO DELLA
FRANA
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
Stabilizzata nat. o art.
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
Fonte: Regione Siciliana, Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico, Relazione, 2006.
Numero e superficie dei dissesti nel Comune di Ispica distinti per tipologia e stato di attività
Tipologia
Crollo/ribaltamento
Dissesti dovuti ad
erosione accelerata
TOTALE
ATTIVI
INATTIVI
QUIESCENTI
STABILIZZATI
TOTALE
N.
Area (Ha)
N.
Area (Ha)
N.
Area (Ha)
N.
Area (Ha)
N.
20
26,29
0
0,00
0
0,00
0
0,00
20
Area
(Ha)
26,29
10
10,95
0
0,00
0
0,00
1
0,91
11
11,86
30
37,24
0
0,00
0
0,00
1
0,91
31
38,15
Fonte: Regione Siciliana, Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico, Relazione, 2006.
Tra i dissesti censiti n. 2 ricadono in area urbana e sono ascrivibili a fenomeni di crollo e/o
ribaltamento.
Nel territorio del Comune di Ispica, nell’ambito dei 31 dissesti censiti, il PAI individua quattro
classi di pericolosità. In particolare:
· n. 20 aree ricadono nella classe a pericolosità molto elevata (P4) per una superf. complessiva di
103,44 Ha;
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· n. 3 aree ricadono nella classe a pericolosità media (P2) per una superf. complessiva di 8,04 Ha;
· n. 7 aree ricadono nella classe a pericolosità moderata (P1) per una superficie complessiva di
2,91 Ha;
· n. 1 area ricade nella classe a pericolosità bassa (P0), avente superficie pari a 0,90 Ha.
In relazione alla determinazione delle classi di rischio il P.A.I. individua n.52 aree a rischio di cui:
·
·
·
·
n. 5 aree a rischio moderato (R1) per una superficie complessiva di 0,25 Ha;
n. 4 aree a rischio medio (R2) per una superficie complessiva di 0,04 Ha;
n. 24 aree a rischio elevato (R3) per una superficie complessiva di 1,68 Ha;
n. 19 aree a rischio molto elevato (R4) per una superficie complessiva di 2,33 Ha.
Nelle aree a rischio R1 ricadono i seguenti elementi vulnerabili: case sparse, vie di comunicazione
secondarie; nelle aree a rischio R2 ricade l’elemento case sparse; nelle aree a rischio R3 ricadono:
case sparse, acquedotti e vie di comunicazione secondarie; nelle aree a rischio R4 ricadono:
gasdotti, elettrodotti, beni storici/architettonici, centro abitato, strade statali.
In sintesi la situazione a Ispica è la seguente:
Elenco dei dissesti geomorfologici e relativo grado di pericolosità e rischio nel Comune di Ispica
Codice
dissesto
084-7IS-001
Località
Crollo
Stato di
attività
Attiva
Pericolosità
(P)
P4
Elementi a
rischio
----
Rischio
(R)
----
Crollo
Attiva
P4
Case sparse
R3
Crollo
Crollo
Crollo
Crollo
Dissesti per erosione
accelerata
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
P4
P4
P4
P4
---Case sparse
-------
---R3
-------
Attiva
P2
----
----
Tipologia
084-7IS-003
084-7IS-004
084-7IS-005
084-7IS-006
C.da Crocifia
Casa Scorsone
Zucchero
C.da Crocifia
C.da Scorsone
C.da Scorsone
C.da Crocifia
084-7IS-007
C.da Scorsone
084-7IS-008
C.da Crocifia
Crollo
Attiva
P4
084-7IS-009
084-7IS-010
C.da Crocifia
C.da Scorsone
Attiva
Attiva
084-7IS-011
C.da Scorsone
084-7IS-012
Casa Gerratana
Cava coda di
Lupo
Crollo
Crollo
Dissesti per erosione
accelerata
Crollo
Crollo
084-7IS-002
084-7IS-013
084-7IS-014
Casa Salvia
084-7IS-015
Casa Salvia
084-7IS-016
084-7IS-017
084-7IS-018
084-7IS-019
084-7IS-020
Cava d’Ispica
Cava d’Ispica
S.M. della Cava
Cava d’Ispica
Parco Forza
084-7IS-021
C.da Cozza Ciriga
084-7IS-022
Case Dimartino
084-7IS-023
Punta Ciriga
084-7IS-024
084-7IS-025
084-7IS-026
C.da Gorgo
Salato
C.da Pantano
Bruno
C.da Pantano
Dissesti per erosione
accelerata
Dissesti per erosione
accelerata
Crollo
Crollo
Crollo
Crollo
Crollo
Dissesti per erosione
accelerata
Dissesti per erosione
accelerata
Dissesti per erosione
accelerata
Dissesti per erosione
accelerata
Dissesti per erosione
accelerata
Dissesti per erosione
P4
P4
Gasdotti,
elettrodotti
Acquedotti
----
R3
----
Attiva
P2
----
----
Attiva
P4
----
----
Attiva
P4
----
----
Attiva
P1
----
----
Attiva
P1
----
----
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
Attiva
P4
P4
P4
P4
P4
------R4
-------
Attiva
P1
------Beni storici/arch.
------Vie di comunic.
secondarie
Attiva
P1
----
----
Stabilizzata
nat. o art.
P0
----
----
Attiva
P1
Case sparse
R1
Attiva
P1
----
----
Attiva
P1
Case sparse, vie di
R1
R4
R1
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Bruno
084-7IS-027
C.da Porto Ulisse
084-7IS-028
C.da Dcala
Ricotta
accelerata
Dissesti per erosione
accelerata
Crollo
Settembre
2013
comunic. Sec.
Attiva
P2
Case sparse
R2
Attiva
P4
----
----
084-7IS-029
C.da Palazzelli
Crollo
Attiva
P4
084-7IS-030
Versante Est
abitato di Ispica
Crollo
Attiva
P4
084-7IS-031
Parco della Forza
Crollo
Attiva
P4
Centro abitato,
strade statali, beni
storici/arch., case
sparse, vie di
comunic
secondarie
Centro abitato,
strade statali, beni
storici/arch., case
sparse, vie di
comunic
secondarie
Case sparse, vie di
comunic.
secondarie
R4-R3
R4-R3
R3
Fonte: Regione Siciliana, Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico, Relazione, 2006.
Per quanto riguarda il rischio idraulico il Comune di Ispica individua n. 2 zone critiche in caso di
eventi di pioggia intensi: il Torrente Favara, a Sud-Est del centro abitato, con problemi di
deflusso, segnalato dal PAI come “sito di attenzione” con codice 084-E06 e la zona di Marina
Marza in cui si verifica un cattivo drenaggio delle acque meteoriche causato dall’eliminazione e
modificazione del reticolo idrografico. Tale zona è quella a ridossi della costa sabbiosa di Santa
Maria del Focallo che è stata urbanizzata negli ultimi decenni con l’edificazione di villette per la
villeggiatura estiva senza che sia stata realizzata un’adeguata rete fognaria per la raccolta
e
l’allontanamento delle acque bianche.
Inoltre la cementificazione ha talvolta modificato o addirittura eliminato parti di fossi di raccolta
che drenavano l’area. Infatti l’area risulta facilmente allagabile e per questo motivo il PAI la indica
come sito di attenzione” con codice 084-E05. In merito a quest’ultima criticità, il Piano comunale
di protezione civile per il rischio idrogeologico-Aggiornamento di Ispica, è stato integrato con la
previsione dello Scenario di Evento per il rischio allagamento causato dalle piogge, prevedendo
una serie di interventi atti a mitigarne gli effetti ed assicurare l’incolumità dei cittadini e la
salvaguardia dei beni.
Comune di Ispica
QUADRO DI SINTESI SULLO STATO DEL DISSESTO
Superficie
Superficie
ricadente
Numero dei
Indice di
in
nell’Area
dissesti
franosità
dissesto
Territ.
N.
31
Ad (Ha)
38,15
A (Ha)
11.3812,81
If = Ad/A x 100 [%]
0,34
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PERICOLOSITA’GEOMORFOLOGICA
P3
P2
P1
P0
P4
N.
20
N.
AP3
[Ha]
N.
AP2
[Ha]
N.
AP1
[Ha]
N.
AP0
[Ha]
N.
AP
[Ha]
103,
44
0
0,00
3
8,04
7
2,91
1
0,90
31
115,
29
RISCHIO GEOMORFOLOGICO
R3
R2
R1
N.
AR4
[Ha]
N.
19
2,33
24
N.
Aatt
[Ha]
N.
2
659,94
-
1,68
N.
AR2
[Ha]
4
0,04
Totale
N.
AR1
[Ha]
N.
AR
[Ha]
5
0,25
52
4,30
Totale
AP3
[Ha]
N.
AP2
[Ha]
N.
AP1
[Ha]
N.
A [Ha]
-
-
-
-
-
-
-
RISCHIO IDRAULICO
R3
R2
R1
R4
AR4
[Ha]
-
AR3
[Ha]
PERICOLOSITA’ IDRAULICA
P3
P2
P1
Siti di
Attenzione
N.
Totale
AP4
[Ha]
R4
COMUNE di Ispica
Settembre
2013
-
N.
AR3
[Ha]
-
-
N.
AR2
[Ha]
-
-
N.
Totale
AR1
[Ha]
-
-
N.
AR
[Ha]
-
-
Fonte: Regione Siciliana, Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico, Relazione, 2006.
Con Determinazione sindacale n. 63 del 1.07.2012 viene adottato l’Aggiornamento del Piano
Comunale di Protezione Civile per il Rischio Idrogeologico, redatto dall’Ufficio di Protezione
Civile del Comune di Ispica.
L’Aggiornamento del Piano Comunale di Protezione Civile per il Rischio Idrogeologico, oltre a
riportare i 31 dissesti individuati dal PAI, individua un’area a rischio frana di crollo per erosione
alla periferia del centro urbano, conosciuta come piazzale di Cava Mortella. Si tratta di una
vecchia discarica di materiale inerte proveniente dalle demolizioni di vecchi fabbricati. L’area
prospiciente Cava Mortella, di dimensioni considerevoli, è compresa tra via Etna, via Socrate via
Alcantara, via dei Platani. Nel corso degli anni il fronte del terrapieno è arretrato di parecchio a
causa dei crolli dovuti all’effetto erosivo delle acque meteoriche che provengono dai quartieri alti
della zona e che attraverso le strade si riversano in forma torrentizia sul terrapieno proseguendo la
loro corsa e trasportando detriti nel letto di Cava Ispica, in particolare, lungo il percorso turistico
realizzato con il “Progetto di Recupero Ambientale e Fruitivo dell’Area Archeologica di Cava
Ispica”.
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Piano di protezione Civile, Rischio idrogeologico, Geomorfologico, Tav. 04.1 – Nuovi dissesti-Cava Mortella, scala
1.2000.
Il Piano di protezione civile- rischio idrogeologico, suggerisce un intervento ingegneristico di
contenimento di contenimento del materiale di inerti che trascinato dalle acque meteoriche. La
quantificazione economica di massima stimata per la mitigazione del rischio a frana crollo del
piazzale di Cava Mortella ammonta ad €. 2.900.000,00 circa.
Altri dissesti lungo la linea di costa sono dovuti essenzialmente a processi di erosione costiera e/o
eolica, attribuiti a fenomenologie di erosione accelerata.
Ai fini di una corretta individuazione delle aree soggette al fenomeno dell’erosione costiera, il
P.A.I. ha suddiviso l’intera costa siciliana in unità ben definite, per ognuna delle quali è stata
effettuata una analisi dello stato morfologico di fatto e la perimetrazione delle zone a rischio di
erosione. L’Unità fisiografica costiera, intesa come “cella di sedimenti”, risulta essere quel tratto di
costa ove il mantenimento dei sedimenti può considerarsi limitato alla cella stessa e non esistono
scambi significativi con altre celle adiecenti.
Tutte le coste siciliane sono state suddivise in 21 Unità Fisiografiche costiere, il territorio di Ispica
ricade nell’Unità fisiografica costiera di Isola delle Correnti-Punta Braccetto (Unità fisiografica
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7) insieme ai Comuni di S. Croce Camerina, Ragusa, Scicli, Modica e Pozzallo della Provincia di
Ragusa e i Comuni di Pachino e Porto Palo di Capo Passero della Provincia di Siracusa.
L’Unità fisiografica si estende da Punta Braccetto ad Ovest sino all’Isola delle Correnti ad Est, per
una lunghezza totale di circa 77,51 Km.
Nel territorio di Ispica la costa è bassa e sabbiosa sino a Punta Ciriga ed anche in questo tratto di
litorale, conosciuto come la spiaggia di S. Mari del Focallo, in posizione retrostante è presente un
esteso cordone dunale. Tra Punta Ciriga e Punta Castellazzo la costa è di tipo rocciosa con alte
falesie calcarenitiche intervallate da piccole calette di spiaggia fine sabbiosa. A partire dalla località
Porto Ulisse la costa ridiventa di tipo bassa e sabbiosa fino
Punta Le Grotticelle. Quasi
all’estremità di questo tratto di costa detto dell’Ambra si passa dal territorio comunale di Ispica a
quello di Pachino nella Provincia di Siracusa.
In generale il tratto di litorale interessato dall’Unità fisiografica 7 comprende 8 Comuni, di cui uno
(Pozzallo) rivierasco mentre gli altri si trovano nell’entroterra e presentano frazioni e centri abitati
costieri. Esso presenta 31,165 Km. di coste rocciose alte basse, 44,165 Km. di coste basse sabbiose,
o,34 Km. di coste basse ciottolose ed infine 1,845 Km. di aree portuali. In termini percentuali le
coste basse sabbiose sono pari a circa il 56,98%, le coste basse ciottolose rappresentano lo 0,44%
del totale, mentre le coste alte rocciose sono pari al 40,20% e le aree portuali sono pari a circa il
4,18 dell’intera costa.Il PAI per ogni Comune ricadente nell’Unità fisiografica ha individuato quei
tratti di arenile in cui l’erosione risulta in atto con arretramenti significativi (fissati in almeno 5
metri) e descrive lo stato di pericolosità e rischio in essi esistente. All’interno di un’area pericolosa
possono esserci diverse classi di rischio a secondo della magnitudo e degli elementi a rischio
presenti.
COMUNE
lungh.
(m)
soggette
ad
erosione
soggette
a crolli
N.
Lungh.
(m.)
N.
Lungh.
(m.)
N.
Lungh.
(m.)
N.
Lungh.
(m.)
N.
Lungh.
(m.)
N.
Lungh.
(m.)
Ispica
12.693
10
5
4
3.274
11
6.571
0
0
0
0
0
0
15
9.845
COMUN
E
QUADRO DI SINTESI DELLA PERICOLOSITA’ E DEL RISCHIO DI COSTE (ALTE E BASSE) PER
COMUNE NELL’UNITA’ FISIOGRAFICA 7
TOTALE
N.
P4
P3
P2
P1
P0
Pericolosità
spiagge
Tot.
N. aree
Tot.
lungh.
(m)
N.
spiagge
soggette
ad
erosione
N. aree
soggette
a crolli
N.
Lungh.
(m.)
N.
Lungh.
(m.)
N.
Lungh.
(m.)
N.
Lungh.
(m.)
N.
Lungh.
(m.)
Ispica
12.693
10
5
8
7.329
7
2.516
0
0
0
0
15
9.845
R4
R3
R2
R1
%
erosione
77,56
TOTALE Rischio
%
erosione
77,56
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2.5.3 Aree a rischio desertificazione e incendi
I suoli regionali sono caratterizzati da una più o meno accentuata vulnerabilità ai principali processi
di degrado rappresentati da: erosione, diminuzione della sostanza organica, salinizzazione,
compattazione e contaminazione locale e diffusa che in ambiente mediterraneo favoriscono la
desertificazione dei suoli.
La desertificazione è definita nella Convenzione delle Nazioni Unite come il “degrado delle terre
nelle aree aride, semi-aride e sub-umide secche, conseguente all’azione di vari fattori, incluse le
variazioni climatiche e le attività umane”.
Si tratta di un processo che porta alla riduzione o perdita della produttività biologica ed economica
della terra, dovuta sia a cause naturali che antropiche (fenomeni di urbanizzazione e di abbandono
del territorio, pratiche agricole non idonee, uso irrazionale delle risorse idriche, sovrapascolo, ecc.).
La Regione Siciliana nel 2002 ha pubblicato, nell’ambito del progetto Interreg IIC MEDOCC Rete
Lab, una “Metodologia per la redazione di una carta in scala 1:250.000 delle aree vulnerabili al
rischio di desertificazione in Sicilia” e successivamente, ha adottato, con D.D.G. n. 908 del 24
luglio 2003 del Dipartimento Territorio ed Ambiente, la “Carta della Vulnerabilità al rischio di
desertificazione in Sicilia”. Inoltre è stata realizzata la “Carta delle aree vulnerabili alla
desertificazione in Sicilia”, redatta dall’A.R.T.A. e pubblicata nel 2008. Il Comune di Ispica è stato
classificato con un grado di vulnerabilità alla desertificazione tra medio basso e medio alto.
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La Regione siciliana con Decreto 11 Aprile 2011 approva la Carta della sensibilità alla
desertificazione in Sicilia che individua le aree con crescente sensibilità alla desertificazione. Le
aree potenziali sono quelle aree soggette ad un significativo cambiamento climatico; se una
particolare utilizzazione del suolo è praticata con criteri gestionali non corretti si potranno creare
seri problemi, per
esempio lo scorrimento dei pesticidi lungo le pendici e deposito a valle dei principi attivi nocivi alla
vegetazione. Si tratta per lo più di aree marginali abbandonate non gestite in modo appropriato. Le
aree fragili sono aree dove qualsiasi cambiamento del delicato equilibrio dei fattori naturali o delle
attività umane molto probabilmente porterà alla desertificazione. Per esempio, l’impatto del
previsto cambiamento climatico causato dall’effetto serra probabilmente determinerà una riduzione
del potenziale biologico causata dalla siccità, provocando la perdita della copertura vegetale in
molte aree, che saranno soggette ad una maggiore erosione, e diventeranno aree critiche. Le aree
critiche sono aree già altamente degradate a causa del cattivo uso del terreno, che presenta una
minaccia all’ambiente delle aree circostanti. Per esempio, aree molto erose soggette ad un alto
deflusso e perdita di sedimenti.
Il territorio di Ispica è interessato da aree già altamente degradate, caratterizzate da ingenti
perdite di suolo dovute alla cattiva gestione del suolo.
Carta della sensibilità alla desertificazione della Regione Siciliana, scala 1:250.000. Palermo 2011.
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2.6 Popolazione e salute umana
Secondo il censimento ISTAT del 2011 la popolazione di Ispica ammonta a 15.122 di cui 7.549
maschi e 7.573 femmine.
Comune
1951
13.260
ISPICA
Comune
ISPICA
Super.
terr. in
Kmq
113,52
1961
13.206
1951
1961
116,80
116,33
Popolazione residente (ab)
1971
1981
1991
12.056
14.240
14.629
Densità territoriale (ab/Kmq)
1971
1981
1991
106,20
125,40
128,86
2001
14.457
2011
15.122
2001
2011
127,35
133,21
Si rileva che al 1991 la popolazione legale del Comune ammontava a 14.629 abitanti con una
densità territoriale di circa 129 abitanti per kmq, determinata da un diminuzione della popolazione
nel periodo 1951-71 e un successivo incremento della stessa nel periodo 1971-81 dovuto a un
consistente rientro di emigranti. Nel successivo decennio 1981-91 la popolazione ha mantenuto un
più moderato ritmo incrementale di circa +2.73% mentre una sostanziale stabilità è rilevabile nel
decennio 1991-01 in cui gli abitanti si mantengono intorno ai 14.500. Nel 2011 la popolazione
anagrafica ammonta a 15.122 abitanti con una densità territoriale che sfiora i 133 abitanti per kmq.
Il carico demografico è fattore di pressione per i consumi di risorse idropotabili, ad una maggiore
presenza di popolazione coincide un maggiore prelievo, qualunque pianificazione deve
necessariamente “garantire” una fornitura di risorsa “sufficiente” al soddisfacimento dei bisogni
della popolazione.
Allo stesso tempo, oltre che in quantità “sufficienti”, la qualità delle acque ad “uso civile” deve
essere tale da garantire la salute della popolazione e deve soddisfare gli standard qualitativi previsti
dalla norma.
La qualità e la quantità delle acque da utilizzare e smaltire, dipende in modo determinante dal tipo
di utilizzo, in particolare, l’acqua per uso civile può essere distinta in funzione dell’uso, in: uso
domestico, uso pubblico, piccolo uso produttivo, grande uso produttivo e uso antincendio.
Dall’altra parte, la popolazione, costituisce il determinante per l’inquinamento di origine civile, che
deriva dallo scarico dei liquami di fogna contenenti alte quantità di sostanze organiche e di saponi
che si riversano generalmente nei corsi d’acqua superficiali, raggiungendo a volte anche le falde
acquifere, dunque il sottosuolo. Tale tipo di inquinamento è usualmente prodotto dagli scarichi delle
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città incluse le acque di scolo domestiche, con una buona dose di sostanze organiche biodegradabili
e agenti patogeni o da qualsiasi altro comportamento che contamini l’acqua, poi riversata con o
senza trattamento di depurazione nei fiumi o direttamente a mare. I reflui urbani possono contenere
anche prodotti chimici di vario genere provenienti da lavorazioni artigianali, commerciali e
industriali, come detersivi e solventi che spesso contaminano le falde acquifere sotterranee.
Sotto il profilo demografico, il nuovo P.R.G. di Ispica prevede nel ventennio una popolazione
residente di 17.019 abitanti e un popolazione fluttuante di 11.700 abitanti, per un numero
complessivo di 28.719 abitanti, a fonte di una popolazione complessiva al 2001 di 23.047
abitanti.
2.6.1. Inquinamento acustico
La Legge quadro 447/95, affronta per la prima volta in Italia, in modo sistematico - dopo una prima
fase avviata con il DPCM 1.3.1991 - il tema dell’inquinamento acustico, a lungo sottovalutato, forse
anche a causa della natura dei suoi effetti, meno evidenti e non permanenti rispetto a quelli
provocati da altre forme di inquinamento ambientale, ma che pure colpiscono gran parte della
popolazione residente in ambito urbano.
La stessa Legge Quadro 447/95 ha esplicitamente incluso tra le competenze assegnate alle Regioni
quella di stabilire i criteri in base ai quali i Comuni effettuano la classificazione acustica del
territorio. Essa caratterizza e descrive le sorgenti sonore in fisse e mobili, al contrario del il DPCM
1 Marzo1991, e inserisce nel gruppo sorgenti fisse oltre agli impianti tecnici degli edifici anche le
infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali, marittime, artigianali, commerciali e agricole, i
parcheggi, le aree adibite a movimentazioni merci, i depositi di mezzi di trasporto di persone e di
merci, le aree adibite ad attività sportive e ricreative, ampliando il concetto di sorgente fissa che
poteva dare adito a diverse interpretazioni, con risultati differenti in tema di valutazione
dell’inquinamento acustico.
La Legge quadro sull’inquinamento acustico del 26 Ottobre 1995, n. 447 e il Decreto del Presidente
del Consiglio dei Ministri dell’1Marzo 1991, fissano i limiti massimi di esposizione al rumore negli
ambienti abitativi e nell’ambiente esterno.
Le classi di destinazione d’uso del territorio e i relativi valori di qualità e attenzione sono quelle di
cui all’art. 1 del DPCM 14.11.97 “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore”.
Le classi di destinazione sono 6:
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CLASSE I – aree particolarmente protette; CLASSE II – aree prevalentemente residenziali;
CLASSE III – aree di tipo misto; CLASSE IV – aree di intensa attività umana; CLASSE V – aree
prevalentemente industriali; CLASSE VI – aree esclusivamente industriali.
L’individuazione delle classi va fatto in funzione di diversi fattori, quali la densità di popolazione,
la presenza di attività commerciali e uffici, la presenza di attività artigianali o di piccole industrie, il
volume ed eventualmente la tipologia del traffico veicolare, l’esistenza di servizi e attrezzature.
Con la Direttiva Europea 002/49/CE, la Commissione Europea definisce mappa acustica strategica,
una mappa finalizzata alla determinazione dell’esposizione globale al rumore in una certa zona a
causa di varie sorgenti di rumore ovvero alla definizione di previsioni generali per tale zona.
Definisce inoltre i piani di azione, ovvero piani destinati a gestire i problemi di inquinamento
acustico e i relativi effetti, compresa, se necessario, la sua riduzione.
Il Decreto Legislativo 19 Agosto 2005, n.194 “Attuazione della Direttiva 2002/49/CE relativa alla
determinazione e alla gestione del rumore ambientale” definisce le competenze e le procedure per:
1. l’elaborazione della mappatura acustica e delle mappe acustiche strategiche;
2. l’elaborazione e l’adozione di piani di azione volti a evitare e a ridurre il rumore ambientale,
in particolare quando i livelli di esposizione possono avere effetti nocivi per la salute umana,
nonché ad evitare aumenti del rumore nelle zone silenziose;
3. assicurare l’informazione e la partecipazione del pubblico in merito al rumore ambientale e ai
relativi effetti.
Nel 2007 l’ARTA Sicilia, sulla base di un accordo di programma sottoscritto con ARPA Sicilia, ha
emanato le linee guida per la classificazione in zone acustiche del territorio dei Comuni che
stabiliscono i criteri e le procedure per consentire ai Comuni la individuazione e la classificazione
delle differenti zone acustiche del territorio.
Il Comune di Ispica non è dotato di zonizzazione acustica del territorio comunale.
2.6.2 Salute
Gli atlanti di mortalità e dei ricoveri ospedalieri sono strumenti che hanno trovato una particolare
diffusione negli ultimi tempi anche perché forniscono informazioni aggiuntive sulla distribuzione
delle patologie nel territorio ed, indirettamente, sul funzionamento del Servizio Sanitario.
Sebbene di recente istituzione, il Registro Nominativo delle Cause di Morte (ReNCaM), consente
già da qualche anno il monitoraggio della mortalità per causa in Sicilia. Questa nuova fonte
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informativa permette di evidenziare in maniera più tempestiva eventuali eccessi di mortalità nella
popolazione e di condurre studi di valutazione di esito delle prestazioni sanitarie.
Il Dipartimento per le Attività Sanitarie ed Osservatorio Epidemiologico ha elaborato, per la prima
volta nella Regione, un atlante di mortalità che ha valorizzato le informazioni contenute nel registro
informatizzato siciliano di mortalità anche attraverso la capacità di raccolta, elaborazione ed utilizzo
dei dati. La nuova piattaforma informativa si è andata progressivamente sviluppando già a partire
dal 2004, anno di istituzione del ReNCaM siciliano. La pubblicazione 2004-2011 aggiorna,
l’Atlante Sanitario della Sicilia mantenendo inalterati, rispetto alle precedenti edizioni, i livelli di
disaggregazione spaziale degli indicatori di decesso.
Il Comune di Ispica fa parte dell’Azienda Sanitaria Territoriale ASP 7 Ragusa, Distretto Sanitario
di Modica, che comprende 4 Comuni: Ispica, Modica, Pozzallo e Scicli.
Atlante Sanitario della Sicilia, Registro Nominativo delle Cause di Morte (ReNCaM) della Sicilia 2004-2011, Ambiti
Territoriali delle Aziende Sanitarie territoriali della Sicilia e dei rispettivi distretti.
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Di seguito si riportano i dati sulla mortalità derivanti dall’Atlante Sanitario della Sicilia, Registro
Nominativo delle Cause di Morte (ReNCaM) della Sicilia 2004-2011, pubblicato ad Aprile 2012,
distinti per le principali categorie diagnostiche e riferiti al Distretto di Modica, di cui Ispica fa parte.
Mortalità e andamento temporale dei tassi standardizzati diretti (2004-2011) nel Distretto Sanitario
di Modica.
Azienda Sanitaria
di Ragusa Distretto di Modica
Malattie infettive e
parassitarie
Tubercolosi
Epatite virale
Tumori maligni
T.M. della laringe
T.M. della trachea,
bronchi e polmoni
T.M. dello stomaco
T.M. del colon
T.M. del colon e del
retto
T.M. del retto,
giunzione retto
sigmoidea ed ano
T.M. del fegato
T.M. del pancreas
Melanoma
T.M. della mammella
T.M. dell’utero
T.M. del collo
dell’utero
T.M. dell’ovaio
T.M. della prostata
T.M. della vescica
T.M. del rene
T.M. dell’encefalo ed
altre parti del sistema
nervoso
T.M. dell’encefalo
T.M. della tiroide
Linfomi non Hodgkin
Linfomi di Hodgkin
Mieloma multiplo e
tumori
immunoproliferativi
Leucemia
Tumori benigni, in situ,
incerti e non specificati
Malattie gh. endocrine,
nutrizionali,
metaboliche e disturbi
immunitari
Diabete mellito
uomo
Numero
medio
annuale
donna
Tasso standardizzato x100.000
per periodo di calendario
2004-2005
20062008
20092011
3
1,8
5,6
2,5
0
1
144
2
0,00
0,4
189,5
2,3
0,00
2,5
178,1
1,1
33
47,2
9
16
Numero
medio
annuale
Tasso standardizzato x100.000
per periodo di calendario
20042005
20062008
20092011
4
2,7
3,6
5,7
0,00
0,3
182,9
3,4
0,00
1
104
0
0,00
0,7
101,1
0,00
0,00
0,6
114,6
0,3
0,00
1,7
102,1
0,3
46,0
41,6
7
6,0
6,6
6,8
9,0
19,1
9,4
16,6
11,6
22,6
5
12
6,7
11,4
5,1
11,3
4,5
10,6
19
22,8
22,0
27,3
15
12,8
15,1
12,8
3
3,7
4,4
4,7
3
1,4
3,8
2,2
11
8
2
22,7
10,5
4,7
8,7
9,4
2,7
12,2
12,1
1,8
8
8
1
22
8
10,9
8,4
0,0
19,6
4,1
8,7
7,7
1,0
30,3
9,2
3,6
5,1
1,0
28,1
9,0
1
1,0
0,2
1,3
7
7,1
8,6
6,9
16
10
3
15,0
12,5
3,2
17,5
12,6
2,9
18,2
9,3
5,0
1
2
0,9
1,8
0,8
1,9
1,6
1,7
5
5,7
8,1
7,6
4
4,3
4,2
4,9
4
1
4
1
2,8
1,1
4,9
0,8
6,9
0,0
7,5
1,9
6,6
0,9
3,2
1,0
2
1
2
1
2,0
1,7
2,5
0,0
1,6
0,8
4,5
0,7
3,8
0,0
0,6
1,0
3
3,1
3,4
4,5
3
3,8
1,6
2,2
7
8,5
9,2
8,3
4
5,0
2,4
3,8
3
8,8
2,0
3,2
4
4,9
5,3
1,9
26
33,4
35,2
24,7
37
28,4
32,1
26,7
22
24,3
29,0
21,3
34
26,5
29,3
22,9
Pagina 49 di 86
Comune di Ispica (Rg) – Rielaborazione parziale della revisione del P.R.G.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (V.A.S.)
Rapporto Ambientale Preliminare
Malattie del sangue e
degli organi
emopoietici
Disturbi psichici
Malattie del sistema
nervoso ed organi dei
sensi
Morbo di Parkinson
Sclerosi laterale
amiotrofica
Malattie del sistema
circolatorio
Malattie ischemiche del
cuore
Infarto miocardico
acuto
Disturbi circolatori
dell’encefalo
Emorragia celebrale
Malattie dell’apparato
respiratorio
Malattie polmonari
croniche ostruttive
Asma
Malattie dell’apparato
digerente
Cirrosi e malattie
croniche del fegato
Malattie dell’apparato
genitourinario
Insufficienza renale
cronica
Complicazioni del
gravidanza, del parto e
del puerperio
Malattie della pelle e
tessuto sottocutaneo
Malattie del sistema
osteomuscolare e del
connettivo
Malformazioni
congenite, condizioni
morbose perinatali
Sintomi, segni e stati
morbosi ma definiti
Cause esterne dei
traumatismi ed
avvelenamenti
Accidenti stradali da
veicoli e motore e da
trasporto
Cadute ed altri
infortuni
Suicidio
Malattie alcoolcorrelate
Malattie fumo-correlate
Settembre
2013
2
2,5
2,9
2,0
3
3,6
2,3
1,6
6
5,1
11,3
5,4
14
6,6
13,7
8,0
10
9,0
17,1
8,9
11
6,2
13,4
9,0
3
1,2
5,2
2,0
2
1,1
2,4
1,4
1
1,7
1,4
0,5
1
0,6
1,2
0,5
212
242,1
238,8
242,2
248
195,3
169,8
165,6
57
77,1
68,5
62,3
42
40,7
34,1
23,1
32
42,2
40,3
38,4
18
20,0
16,6
9,3
72
74,2
77,7
84,6
102
77,3
67,0
69,9
8
9,1
10,3
9,7
7
12,8
5,7
3,4
41
49,9
47,1
43,0
28
19,8
20,8
20,4
23
25,2
30,4
19,5
10
6,4
9,1
4,7
1
0,8
0,5
1,1
1
2,0
1,1
0,2
20
25,2
29,0
27,4
15
17,0
9,0
15,2
10
9,0
16,1
16,0
6
7,9
4,2
7,8
15
14,9
19,3
16,3
17
11,5
13,4
12,3
11
12,4
14,8
10,1
11
7,4
11,1
7,7
0
0,0
0,0
0,0
0
0,7
0,3
0,0
1
0,6
0,8
0,8
1
1,7
0,3
0,3
2
3,3
0,8
1,4
3
5,3
6,2
5,8
3
8,5
8,2
5,1
11
11,8
9,6
18,4
13
7,9
8,2
11,3
27
38,4
41,5
37,4
17
11,2
20,2
15,1
9
17,4
14,5
13,5
3
5,4
3,6
3,6
9
7,0
14,7
9,4
11
4,1
10,4
7,3
7
13,5
7,9
11,3
2
1,7
4,4
2,6
51
68,3
69,8
77,3
36
26,9
32,6
33,6
133
175,9
168,1
149,5
63
57,3
55,0
39,7
Fonte: Regione Siciliana, Assessorato alla Sanità, Dipartimento Osservatorio Epidemologico, Atlante Sanitario della Sicilia 20042011, Palermo, Aprile, 2012
Pagina 50 di 86
Comune di Ispica (Rg) – Rielaborazione parziale della revisione del P.R.G.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (V.A.S.)
Rapporto Ambientale Preliminare
Settembre
2013
L’Atlante Sanitario della Sicilia, Analisi della morbosità per causa di ricovero ospedaliero del
livello socioeconomico, pubblicato a Settembre 2010, prende in considerazione l’andamento e la
distribuzione della morbosità per patologia misurata attraverso il ricorso alle strutture ospedaliere
nel periodo 2003-2008.
A tale scopo, come fonte dei dati sanitari, è stata utilizzata la scheda di dimissione ospedaliera
(SDO). Tale strumento offre caratteristiche di esaustività e copertura della popolazione di
riferimento, oltre che di semplicità e rapidità di utilizzo, per cui sono sempre più frequenti
esperienze di lettura in chiave epidemiologica, ossia di sorveglianza e monitoraggio dello stato di
salute.
L’analisi della morbosità rilevata attraverso l’uso di indicatori di ricovero ospedaliero in Sicilia
contribuisce alla definizione dei profili di salute in sede locale ed alla introduzione di interventi
sanitari sia in un’ottica di prevenzione che di assistenza e nell’allocazione delle risorse.
Dimissioni e andamento temporale dei tassi standardizzati diretti nel Distretto Sanitario di Modica
(2003-2008).
uomo
donna
Azienda Sanitaria di
Tasso
std R.O. x 1.000 per
Tasso
std
R.O.
x
1.000
Numero
Numero
Ragusa - Distretto di
medio
medio
periodo di calendario
per periodo di calendario
annuale
annuale
Modica
Malattie infettive
AIDS
Tumori maligni
Tumori dello stomaco
Tumori del colon del retto
Tumori del fegato
Tumori della trachea, dei
bronchi e dei polmoni
Tumori della mammella
Tumori dell’utero
Tumori della prostata
Tumori della vescica
Tumori maligni del tessuto
linfatico e ematopoietico
Malattie endocrine,
metaboliche, immunitarie
Diabete di tipo II
Malattie del sangue e organi
emopietici
Disturbi psichici
Abuso e dipendenza da
sostanze stupefacenti
Malattie del sistema nervoso
Malattie di Alzheimer
Morbo di Parkinson
Malattie del sistema
circolatorio
di R.O.
03-04
05-06
07-08
di R.O.
03-04
05-06
07-08
154
2
494
14
53
20
3,8
0,1
7,9
0,2
0,6
0,4
3,2
0,0
7,5
0,1
0,9
0,3
2,3
0,0
6,3
0,2
0,8
0,1
128
1
429
12
43
15
3,1
0,0
6,3
0,2
0,5
0,2
2,9
0,0
5,2
0,1
0,5
0,2
1,6
0,0
6,3
0,2
0,6
0,2
58
1,0
0,8
0,7
10
0,2
0,1
0,1
60
83
1,1
1,2
0,8
1,0
0,6
1,1
77
32
7
1,2
0,5
0,1
1,0
0,3
0,1
1,2
0,5
0,2
38
0,7
0,8
0,5
31
0,5
0,4
0,5
146
2,3
2,5
2,4
240
3,9
3,5
3,3
55
1,9
1,8
1,2
56
1,7
1,5
0,8
60
1,1
0,9
1,0
73
1,2
0,9
0,8
216
4,1
3,7
3,4
229
4,2
4,0
3,0
5
0,1
0,1
0,1
1
0,0
0,0
0,0
300
9
5
6,0
0,3
0,1
5,9
0,2
0,2
3,9
0,3
0,1
316
14
6
6,0
0,4
0,2
6,0
0,2
0,1
3,8
0,2
0,1
1511
24,3
22,3
19,0
1156
14,5
13,5
11,2
Pagina 51 di 86
Comune di Ispica (Rg) – Rielaborazione parziale della revisione del P.R.G.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (V.A.S.)
Rapporto Ambientale Preliminare
Settembre
2013
Sindrome coronaria acuta
299
8,7
11,2
7,9
144
2,9
4,2
2,7
Scompenso cardiaco
222
6,7
5,7
4,7
197
4,3
3,8
3,1
Eventi cerebrovascolari acuti
102
1,7
1,3
1,1
110
1,3
1,0
0,7
Malattie dell’apparato
865
17,6
16,1
12,3
563
10,6
10,4
8,2
respiratorio
Infezioni acute basse vie
304
5,2
4,8
4,0
181
2,8
2,8
2,4
respiratorie
BPCO
187
3,1
2,5
2,0
76
1,0
0,8
0,6
Malattie dell’apparato
931
16,8
16,9
13,3
878
14,6
14,4
11,3
digerente
Malattie infiammatorie
43
0,7
0,8
0,8
44
0,9
0,8
0,5
croniche intestinali
Cirrosi
46
2,1
1,7
0,9
25
0,8
0,8
0,4
Ulcera peptica gastrica e
29
0,5
0,4
0,3
22
0,4
0,2
0,2
duodenale
Malattie dell’apparato genito597
10,2
9,2
8,1
516
9,0
7,2
6,7
urinario
Insufficienza renale
122
2,0
1,8
1,2
115
1,5
1,3
0,9
Complicazioni della
1457
26,8
25,4
24,1
gravidanza
Malattie della cute e del
79
1,6
1,5
1,1
74
1,5
1,5
0,8
tessuto sottocutaneo
Malattie del sistema
osteomuscolare e del
439
8,8
8,9
4,8
455
8,2
7,5
4,6
connettivo
Malformazioni congenite
82
2,2
1,7
1,6
62
1,5
1,5
1,1
Condizioni morbose perinatali
110
3,4
2,9
2,5
88
3,0
2,3
2,2
Traumatismi e avvelenamenti
1134
26,0
22,7
12,7
789
15,3
12,5
7,7
Traumatismi
1036
24,4
20,9
11,2
696
13,9
11,0
6,4
Ricoveri LEA
1619
34,5
33,1
18,2
1548
30,9
28,0
16,4
Fonte: Regione Siciliana, Assessorato alla Sanità, Dipartimento Osservatorio Epidemologico, Atlante Sanitario della
Sicilia, Analisi della morbosità per causa di ricovero ospedaliero del livello socioeconomico, Palermo, Settembre,
2010.
Lo studio integrato della mortalità e l’analisi dei ricoveri ospedalieri fornisce comunque un nuovo
elemento di riferimento sia per la programmazione sanitaria utile ai decisori politici, sia ai cittadini
e rappresenta un importante elemento che può evidenziare problematiche specifiche di sostenibilità
ambientale nel governo del territorio.
2.7 Energia
Il settore energetico ha assunto negli ultimi decenni una rilevanza sempre maggiore nell’ambito
delle politiche internazionali e, in particolare, in quelle occidentali, producendo profondi impatti sul
cambiamento climatico del pianeta e sull’inquinamento dell’aria a livello regionale. Dai diversi
studi emerge come il settore dell’energia abbia un peso preponderante nell’emissione di gas serra in
atmosfera. Tali effetti derivano sia dalle attività correlate alla produzione e ai processi di
trasformazione dell’energia, sia dalla destinazione dell’energia verso gli utilizzi, cioè dal consumo
finale di servizi energetici.
Pagina 52 di 86
Comune di Ispica (Rg) – Rielaborazione parziale della revisione del P.R.G.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (V.A.S.)
Rapporto Ambientale Preliminare
Settembre
2013
D’altro canto il settore energetico è considerato di rilevanza strategica per lo sviluppo di ogni
nazione, e la quasi totale dipendenza dai combustibili fossili pone il sistema degli
approvvigionamenti quale elemento fondamentale degli equilibri politici mondiali.
Le recenti politiche internazionali, inerenti la produzione energetica e l’uso delle risorse connesse,
sono di conseguenza orientate verso due macro obiettivi:
·
il primo è quello di giungere alla riduzione effettiva, in tempi e quantità definite, delle
emissioni in atmosfera di gas serra derivanti dalla combustione delle fonti energetiche così
come stabilito dal Protocollo di Kyoto e dal burder sharing;
·
il secondo riguarda la promozione delle fonti rinnovabili e l’uso razionale dell’energia,
accelerando la transizione verso l’utilizzo di combustibili a minor impatto ambientale.
La Regione Sicilia, ha recepito i dettami delle direttive CE e della normativa nazionale approvando
con Delibera di Giunta Regionale n°1 del 3 Febbraio 2009 e successivo decreto di emanazione il
Piano Energetico Ambientale della Regione Siciliana (PEARS).
Dai dati statistici sull’energia elettrica in Italia aggiornati a dicembre 2008 condotti dalla società
TERNA emerge che in Sicilia la produzione lorda di energia elettrica in GWh è pari a 24.478,
mentre la produzione totale netta è di 23.559 cioè è diminuita rispetto ai dati del 2007.
Per quanto riguarda la produzione lorda di energia idroelettrica 3.739 GWh ovvero + 64,1 rispetto
al Dicembre 2007, mentre la produzione di energia da fonte termoelettrica è diminuita rispetto al
2007 con una produzione di 19.758 (- 16,7 rispetto al 2007). Con riferimento alla fonte eolica la
produzione lorda è di 536 GWh, si registra un notevole incremento + 15,5 rispetto al 2007.
A Ottobre 2010 sono state presentate dalla Provincia di Ragusa le Linee guida per la redazione del
Piano – Programma Energetico Provinciale. Il Piano dovrà definire una strategia articolata in
obiettivi ed azioni progettuali.
Inoltre il Comune di Ispica con Delibera di Giunta Comunale n. 135 del 28.08.2013 ha aderito
all’iniziativa della Comunità Europea per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica –
Patto dei Sindaci (insieme ai Comuni di Scicli e Pozzallo).
2.8 Rifiuti
La Direttiva 2008/98/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008, relativa ai
rifiuti e che abroga alcune direttive (7/439/CEE, 91/689/CEE e 2006/12/CE) stabilisce un quadro
giuridico per il trattamento dei rifiuti all'interno della Comunità. Essa mira a proteggere l’ambiente
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Comune di Ispica (Rg) – Rielaborazione parziale della revisione del P.R.G.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (V.A.S.)
Rapporto Ambientale Preliminare
Settembre
2013
e la salute umana attraverso la prevenzione degli effetti nefasti della produzione e della gestione dei
rifiuti.
Per proteggere maggiormente l'ambiente, gli Stati membri devono adottare delle misure per il
trattamento dei loro rifiuti conformemente alla seguente gerarchia, che si applica per ordine di
priorità: prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero di altro tipo (per esempio il
recupero di energia), smaltimento. Gli Stati membri possono attuare misure legislative per
rafforzare questa gerarchia nel trattamento dei rifiuti. Tuttavia, essi devono garantire che la gestione
dei rifiuti non metta a rischio la salute umana e non comprometta l'ambiente.
Negli ultimi anni sono intervenute nel settore della gestione dei rifiuti numerose novità legislative,
sia a livello europeo che nazionale.
La normativa, sia nazionale che comunitaria, riconferma la necessità di raccogliere, elaborare e
divulgare i dati relativi ai rifiuti prodotti, recuperati e smaltiti per programmare, verificare ed
aggiornare le azioni e gli interventi in attuazione delle strategie di prevenzione e riciclo dei rifiuti.
Il Catasto dei rifiuti, istituito dall'articolo 3 del decreto legge 9 settembre 1988, n. 397, convertito
dalla legge n. 475 del 9 novembre 1988, e rivisitato con decreto del 2 maggio 2006 ai sensi
dell'articolo 189 del D. Lgs.152, costituisce uno strumento basilare di monitoraggio e di controllo
del ciclo dei rifiuti e di restituzione dei dati acquisiti e delle elaborazioni prodotte. Il Catasto
assicura un quadro conoscitivo, sia complessivo che di dettaglio, delle quantità e delle
caratteristiche qualitative dei rifiuti prodotti, recuperati e smaltiti annualmente sul territorio
nazionale.
La discarica in esercizio riportata nel Catasto dei rifiuti della Sicilia a Febbraio 2010 per la
Provincia di Ragusa è quella di C.da Cava dei Modicani che serve i Comuni di Ragusa, Giarratana,
Chiaramonte, Ispica e Scicli. La discarica in esercizio è realizzata in adiacenza della discarica
esaurita nel 2008 e l’Ente gestore era l’ATO Ragusa Ambiente spa. Il Catasto dei rifiuti della
Sicilia del 2010 riporta che è in corso di realizzazione la rete di captazione del biogas. Inoltre
presso la discarica esiste un impianto di compostaggio con capacità di 15.000 t anno collaudato ma
non avviato.
L’ATO Ragusa Ambiente spa comprendeva 12 Comuni della Provincia di Ragusa; Acate,
Chiaramonte Gulfi, Comiso, Giarratana, Ispica, Modica, Monterosso Almo, Ragusa, S.Croce
Camerina, Scicli e Vittoria e da Maggio 2010 è stata posta in liquidazione a seguito della L.R.
n.9/2010 che prevede la costituzione delle nuove Società di Regolamentazione Rifiuti (S.R.R.)
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Comune di Ispica (Rg) – Rielaborazione parziale della revisione del P.R.G.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (V.A.S.)
Rapporto Ambientale Preliminare
Settembre
2013
Dal 1 Maggio dl 2008 al 26 Aprile del 2010 il conferimento dei rifiuti solidi urbani di Ispica è stato
trasferito presso la discarica di Cava dei Modicani in territorio di Ragusa. A causa di indisponibilità
di quest’ultimo, dal 27 Aprile 2010 Ispica ha portato i propri rifiuti presso la discarica di Mazzarà
Sant’Andrea in Provincia di Messina con un notevole aumento dei costi gestionali del servizio. Dal
25 Ottobre 2010 conferisce a Motta Sant’Anastasia in Provincia di Catania con un considerevole
onere economico da sopportare.
2.9 Mobilità e trasporti
L’asse principale per la mobilità e i trasporti di scala regionale/nazionale è oggi costituito dalla
recente autostrada Siracusa-Gela in esercizio sino a Rosolini. E’ in corso di realizzazione il tratto
che attraversa il territorio di Ispica, il cui tracciato è segnato nelle previsioni del P.R.G.
Lungo la direttrice per Modica l’arteria principale di comunicazione è la SS. 115; lungo la
direttrice per Pozzallo l’arteria principale di comunicazione è la SP. 46; Pozzallo è raggiungibile
anche attraverso la SP. 67 Pozzallo – Marza –Pachino; questa, in direzione Pachino, riveste
un’importanza prevalente per l’insediamento stagionale di S.M. del Focallo e M. Marza. Lungo la
direttrice per S. Maria del Focallo - M. Marza, le arterie principali di comunicazioni sono: la ex
S.R. 40 ed ex SP. 50 Favara Bufali Marza; Lungo la direttrice per Pachino l’arteria principale di
comunicazione è la SP. 49. Lungo la direttrice per Rosolini, l’arteria principale è la SS.115. A
fianco di questa, corre la linea ferroviaria a binario unico Caltanissetta Xirbi - Gela - Siracusa.
La viabilità minore è costituita dalla rete viaria comunale del territorio e dalla viabilità interna al
centro abitato.
Il progetto di P.R.G. prevede inoltre il recupero delle aree demaniali delle trazzere di cui al R.D.
30.12.1923 n. 3244. Esse devono essere recuperate per l'uso pubblico e conservate nei loro tracciati,
rilevabili dalla cartografia storica e da quella catastale, previo accertamento dell'U.T.C. e verifica
dell'Ufficio Tecnico Speciale per le Trazzere di Sicilia in ordine alla effettiva consistenza.
La nuova utilizzazione delle trazzere demaniali, definite con progetti unitari per tratti omogenei,
dovrà comprendere la eventuale viabilità veicolare e pedonale, nonché eventuali piste ciclabili, aree
sistemate a verde e sistemi di recinzione e di separazione dalle proprietà private latitanti.
2.10 Paesaggio
La necessità di preservare, insieme alle memorie e alle testimonianze del passato, anche le più
importanti componenti a valenza ambientale e paesistica, è fatto consolidato nella normativa
nazionale. A testimonianza della consolidata importanza attribuita al paesaggio dall’intera
Pagina 55 di 86
Comune di Ispica (Rg) – Rielaborazione parziale della revisione del P.R.G.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (V.A.S.)
Rapporto Ambientale Preliminare
Settembre
2013
Comunità Europea, il 19 Luglio 2000 il Comitato dei Ministri della Cultura e dell’Ambiente ha
adottato la Convenzione Europea del Paesaggio, che si applica all’intero territorio degli Stati
firmatari ed ha l’obiettivo di promuovere l’adozione di politiche di salvaguardia, di gestione e di
pianificazione dei paesaggi e di organizzare la cooperazione europea nelle politiche di settore.
La Convenzione Europea del Paesaggio, firmata a Firenze il 20 ottobre 2000, ratificata con la
Legge n.14 del 9 gennaio 2006, definisce Paesaggio una determinata parte di territorio, così come è
percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle
loro interrelazioni.
La prima importante manifestazione legislativa nel nostro Paese, in tema di tutela dei beni
paesistici, è rappresentata dalla Legge 29 giugno 1939 n. 1497, “Protezione delle bellezze naturali”,
e la Legge 8 agosto 1985 n. 431 (Legge Galasso), “Conversione in Legge con modificazioni del
Decreto Legge 27 giugno 1985, n. 312, recante disposizioni urgenti per la tutela delle zone di
particolare interesse ambientale”, sono state compendiate al Titolo II del Decreto Legislativo 29
ottobre 1999 n. 490 “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e
ambientali, a norma dell’articolo 1 della Legge 8 ottobre, n. 352”.
Il testo unico D.Lgs 490/1999 ingloba interamente la Legge 1497/1939 all’articolo 139, “Beni
soggetti a tutela”:
· Sono soggetti alle disposizioni di questo Titolo in ragione del loro notevole interesse pubblico:
a) le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale o di singolarità geologica;
b) le ville, i giardini e i parchi, non tutelati a norma delle disposizioni del Titolo 1, che si distinguono per la loro
non comune bellezza;
c) i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale;
d) le bellezze panoramiche considerate come quadri e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al
pubblico dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze.
Il D.Lgs. 490/1999 riprende inoltre la Legge Galasso all'articolo 146, “Beni tutelati per legge”:
· Sono comunque sottoposti alle disposizioni di questo Titolo in ragione del loro interesse paesaggistico:
a) i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia anche per i terreni
elevati sul mare;
b) i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche
per i territori elevati sui laghi;
c) i fiumi, i torrenti ed i corsi d’acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle
acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piede
degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna;
d) le montagne per la parte eccedente 1.600 metri sul livello del mare per la catena alpina e 1.200 metri sul livello
del mare per la catena appenninica e per le isole;
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e) i ghiacciai e i circhi glaciali;
f) i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonche’ i territori di protezione esterna dei parchi;
g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorchè percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di
rimboschimento;
h) le aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici;
i) le zone umide incluse nell’elenco previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 13 marzo 1976, n. 448;
j) i vulcani;
k) le zone di interesse archeologico.
Il percorso legislativo si conclude con l’approvazione del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n.
42: Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n.
137. Con questa legge le Regioni approvano i Piani Paesaggistici (P.T.P.R.) con specifica
considerazione dei valori paesaggistici, concernenti l’intero territorio regionale. La legge individua i
beni paesaggistici ed in particolare negli articoli 136 (“Immobili ed aree di notevole interesse
pubblico”) e 142 (“Aree tutelate per legge”) fa riferimento rispettivamente alle “Bellezze individue”
e ai “Beni tutelati per legge” individuati dal precedente D.Lgs 490/1999.
Il Piano Territoriale Paesistico Regionale (P.T.P.R.) contribuisce alla programmazione regionale, in
quanto costituisce il quadro di orientamento, sotto il profilo paesistico, delle politiche che hanno
rilevanza territoriale. Esso tratta i temi relativi alla specificità paesistiche del territorio, alle sue
articolazioni interne e definisce le strategie utili a conseguire gli obiettivi di tutela. Il Piano
definisce le trasformazioni compatibili con i valori paesaggistici, le azioni di recupero e
riqualificazione degli immobili e delle aree sottoposti a tutela, nonché gli interventi di
valorizzazione del paesaggio.
A scala provinciale sono invece i Piani Territoriali Provinciali (P.T.P.) a dare indicazioni in tema di
paesaggio e natura, in stretto raccordo con gli strumenti regionali.
E’ possibile pertanto concludere osservando che gli strumenti finalizzati alla tutela paesistica sono
riconducibili a tre livelli:
· normativa nazionale, per le tipologie di beni considerati oggetto di tutela paesistica a partire dalle
leggi 1497/39 e 431/85, fino al recente D.Lgs. 42/004;
· strumenti e normativa regionale (P.T.P.R.);
· strumenti provinciali (P.T.P.).
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Articolazione del paesaggio regionale in Ambiti.
Le Linee guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale della Sicilia, approvate con D.A. n.
6080 del 21/05/1999, identificano 18 ambiti territoriali, Ispica ricade nell’Ambito 17 – Area dei
rilievi e del tavolato Ibleo. I piani paesaggistici redatti e approvati sino all’anno 2009, ai sensi
dell’art. 5 della legge 29 giugno 1939, n. 1497, e dell’art. 1 bis della legge 8 agosto 1985, n.431 e
del D.Lgs. n. 41/2004, dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, sono
cinque ed interessano sostanzialmente le Isole minori ad eccezione delle Isole Pelagie e l’Ambito
1. I piani in corso di approvazione sono 4 e riguardano i seguenti ambiti territoriali: 6, 7, 9, 10, 11,
15, 16,17.
Piani Territoriali Paesistici approvati
Provincia
Comuni
interessati
ISOLA DI USTICA
PA
Ustica
ISOLA DI PANTELLERIA
TP
Pantelleria
ARCIPELAGO DELLE
EOLIE
ME
ARCIPELAGO
DELLE EGADI
TP
Piano Territoriale Paesistico
AMBITO
REGIONALE 1
TP
Santa Maria Salina,
Leni, Malfa,
Favignana,
Levanzo
Marettimo, Isola di
Formica
Buseto Palizzolo,
Castellammare del
Golfo, Custonaci,
Erice, San Vito Lo
Capo e Valderice
Anno e Decreto
approvazione
1997 (D.A. del 28.05.1997, GURS n.30
del 21.06.1997)
1997 (D.A. n.8102 del 12.12.1997,
GURS n.30 del 21.06.1997)
2001 (D.A. n.5180 del 23.02.2001,
GURS n.11 del 16.03.2001)
2013 (D.A. n.del 23.01.2013, S.O. n.1
alla GURS (p.I) n.11 del 01.03.2013)
2010 (D.A. n.2286 del 20.09.2010,
S.O. GURS (p.I) n.46 del 22.10.2010)
Piani Territoriali Paesistici adottati
Piano Territoriale
Paesistico
AMBITI
Provincia
Comuni interessati
Provvedimento
amministrativo
CL
Acquaviva Platani, Bompensiere, Butera,
D.D.G. n.8471 del 4.12.2009
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REGIONALI 6-7-1011-15
Caltanissetta, Campofranco, Delia, Gela,
Marianopoli, Mazzarino, Milena, Montedoro,
Mussomeli, Niscemi, Resuttano, Riesi, San
Cataldo, Santa Caterina Villarmosa,
Serradifalco, Sommatino, Sutera, Vallelunga
Pratameno e Villalba
Alì, Alì Terme, Antillo, Barcellona Pozzo di
Gotto, Basicò, Brolo, Casalvecchio Siculo,
Castelmola, Castroreale, Condrò, Falcone,
Ficarra, Fiumedinisi, Fondachelli Fantina,
Forza d'Agrò, Francavilla di Sicilia, Furci
Siculo, Furnari, Gaggi, Gallodoro, Giardini
Naxos, Gioiosa Marea, Graniti, Gualtieri
Sicaminò, Itala, Letojanni, Librizzi, Limina,
Mandanici, Mazzarà Sant'Andrea, Merì,
Messina, Milazzo, Monforte San Giorgio,
Mongiuffi Melia, Montagnareale, Montalbano
Elicona, Motta Camastra, Nizza di Sicilia,
Novara di Sicilia, Oliveri, Pace del Mela,
Pagliara, Patti, Piraino, Roccafiorita,
Roccalumera, Roccavaldina, Rodì Milici,
Rometta, San Filippo del Mela, San Pier
Niceto, San Piero Patti, Sant'Alessio Siculo,
Sant'Angelo di Brolo,
Santa Lucia del Mela, Santa Teresa di Riva,
Saponara, Savoca, Scaletta Zanclea,
Spadafora, Taormina, Terme Vigliatore,
Torregrotta, Tripi, Valdina, Venetico,
Villafranca Tirrena
Acate, Chiaramonte Gulfi, Comiso,
Giarratana, Ispica, Modica, Monterosso
Almo, Pozzallo, Ragusa, Santa Croce
Camerina, Scicli e Vittoria
Augusta, Avola, Buccheri, Buscemi,
Canicattini Bagni, Carlentini, Cassaro, Ferla,
Floridia, Francofonte, Melilli, Noto, Pachino,
Palazzolo Acreide, Portopalo Di Capo Pass.,
Priolo Gargallo, Rosolini, Siracusa, Solarino,
Sortino
AMBITO
REGIONALE 9
ME
AMBITI
REGIONALI 1516-17
RG
AMBITO
REGIONALE 14-17
SR
Settembre
2013
D.D.G. n.8470 del 4.12.2009
D.D.G. n.1767 del
10.08.2010
Piani Territoriali Paesistici redatti
Piano Territoriale
Paesistico
Provincia
Comuni interessati
AMBITO REGIONALE 2
AG
AMBITI REGIONALI 3
AG
AMBITO REGIONALE
10
AG
AMBITI REGIONALI 11
AG
Menfi
Montevago, Sambuca Di Sicilia, Santa Margherita
Belice
Agrigento, Alessandria Della Rocca, Aragona,
Bivona, Burgio, Calamonaci, Caltabellotta,
Camastra, Cammarata, Cattolica Eraclea,
Cianciana, Comitini, Favara, Grotte, Joppolo
Giancaxio, Campobello Di Licata, Canicatti',
Casteltermini, Castrofilippo, Montallegro, Naro,
Palma Di Montechiaro, Lucca Sicula,
Ravanusa, Realmonte, Ribera, Porto Empedocle,
Racalmuto, Raffadali, San Biagio Platani, San
Giovanni Gemini, Santa Elisabetta, Sant'angelo
Muxaro, Santo Stefano Quisquina, Sciacca,
Siculiana, Villafranca Sicula
Licata
Previsione anno
di
adozione
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E 15
ARCIPELAGO PELAGIE
AMBITO REGIONALE 8
AMBITO REGIONALE
11
AMBITO REGIONALE
12
AMBITO REGIONALE
13
AMBITO REGIONALE
14
AMBITO REGIONALE
16
AG
CT
CT
CT
CT
CT
CT
AMBITO REGIONALE
17
CT
AMBITO REGIONALE
11
EN
AMBITI REGIONALI 81214
EN
AMBITO REGIONALE 8
ME
AMBITO REGIONALE 4
PA
AMBITI REGIONALI 3 E
5
PA
Settembre
2013
Lampedusa
Bronte, Maniace, Randazzo
Caltagirone, Mineo, Mirabella Imbaccari, S. Cono,
S. Michele Di Ganzaria
Bronte, Castel Di Iudica, Mineo, Paternò,
Raddusa, Ramacca, Randazzo
Aci Bonaccorsi, Aci Castello, Aci Catena, Aci S.
Antonio, Acireale, Adrano, Belpasso, Biancavilla,
Bronte, Calatabiano, Camporotondo Etneo,
Castiglione, Catania, Fiumefreddo, Giarre,
Gravina Di Catania,
Linguaglossa, Maletto, Maniace, Mascali,
Mascalucia, Milo, Misterbianco, Motta S.
Anastasia, Nicolosi, Paternò, Pedara, Piedimonte
Etneo, Ragalna, Randazzo,
Riposto, S. Agata Li Battiati, S. Giovanni La
Punta, S. Gregorio Di Catania, S. Pietro Clarenza,
Santa Maria Di Licodia, Santa Venerina,
Sant'alfio, Trecastagni, Tremestieri Etneo,
Valverde, Viagrande, Zafferana Etnea
Belpasso, Catania, Mineo, Misterbianco, Motta S.
Anastasia, Palagonia, Paternò, Ramacca
Caltagirone, Grammichele, Licodia Eubea,
Mazzarrone, Mineo
Caltagirone, Grammichele, Licodia Eubea,
Militello In Val Di Ct, Mineo, Palagonia, Scordia,
Vizzini
Barrafranca, Piazza Armerina, Pietraperzia
Agira, Aidone, Assoro, Calascibetta, Catenanuova,
Centuripe, Cerami, Enna, Gagliano Castelferrato,
Leonforte, Nicosia, Nissoria, Piazza Armerina,
Regalbuto, Sperlinga, Troina, Valguarnera,
Villarosa
Acquedolci, Alcara Li Fusi, Capizzi, Capo
D'orlando, Capri Leone, Caronia, Castel Di Lucio,
Castell'umberto, Cesaro', Floresta, Frazzano',
Galati Mamertino, Longi, Malvagna, Militello
Rosmarino, Mirto, Mistretta, Moio Alcantara,
Motta D'affermo, Naso, Pettineo, Raccuja,
Reitano, Roccella Valdemone, San Fratello, San
Marco
D'alunzio, San Salvatore Di Fitalia, San Teodoro,
Santa Domenica Vittoria, Sant'agata Di Militello,
Santo Stefano Di Camastra, Sinagra, Torrenova,
Tortorici,
Tusa, Ucria
Altofonte, Bagheria, Baucina, Belmonte
Mezzagno, Bolognetta, Caccamo, Capaci, Carini,
Casteldaccia, Cefala' Diana, Cinisi, Ficarazzi,
Giardinello, Isola Delle Femmine, Marineo,
Misilmeri, Monreale, Montelepre, Palermo, Piana
Degli Albanesi, Santa Cristina Gela, Santa Flavia,
Termini Imerese, Terrasini, Torretta, Trabia,
Ventimiglia Di Sicilia, Villabate, Villafrati
Balestrate, Bisacquino, Borgetto, Campofelice Di
Fitalia, Campofiorito, Camporeale, Castronuovo
Di Sicilia,
Chiusa Sclàfani, Contessa Entellina, Corleone,
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AMBITO REGIONALE 6
PA
AMBITI REGIONALI 7 E
10
PA
AMBITO REGIONALE 2
TP
AMBITO REGIONALE 3
TP
Settembre
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Giuliana, Godrano, Mezzojuso, Monreale, Palazzo
Adriano, Partinico, Prizzi, Roccamena, S. Biagio,
S. Cipirrello, S. Giuseppe Jato, Trappeto
Alia, Aliminusa, Caccamo, Caltavuturo,
Campofelice Di Fitalia, Castellana Sicula,
Castronuovo Di Sicilia, Cerda, Ciminna, Corleone,
Lercara Friddi, Mezzojuso,
Montemaggiore Belsito, Palazzo Adriano, Petralia
Sottana, Polizzi Generosa, Prizzi, Roccapalumba,
Sciara, Sclafani Bagni, Termini Imerese,
Valledolmo, Vicari
Alimena, Blufi, Bompietro, Campofelice Di
Roccella, Castelbuono, Castellana Sicula, Cefalu’,
Collesano, Gangi, Geraci Siculo, Gratteri, Isnello,
Lascari, Palazzo Adriano, Petralia Soprana,
Petralia Sottana, Polizzi
Generosa, Pollina, Scillato
Campobello Di Mazara, Castelvetrano, Erice,
Marsala, Mazara Del Vallo, Paceco, Salemi, Santa
Ninfa, Trapani, Partanna, Petrosino
Alcamo, Buseto Palizzolo, Calatafimi,
Castellammare Del Golfo, Castelvetrano, Erice,
Gibellina, Marsala, Mazara Del Vallo, Paceco,
Salemi, Santa Ninfa, Trapani, Partanna,
Poggioreale, Salaparuta, Vita
2.10.1 Il Patrimonio culturale, architettonico e archeologico
Il patrimonio culturale, che comprende i beni culturali ed i beni paesaggistici, rappresenta senza
dubbio il più importante carattere identitario della Regione Siciliana.
Il territorio regionale, infatti, è ricco di valori naturalistici di grande rilevanza paesaggistica e di
testimonianze archeologiche, architettoniche, storico-artistiche e storico-testimoniali di livello
nazionale ed internazionale che hanno anche ricevuto il riconoscimento di patrimonio dell’umanità
Il governo e la tutela di tale patrimonio, a livello regionale, è di competenza del Piano Territoriale
Paesistico Regionale che ha il compito di “dotare la Regione Siciliana di uno strumento volto a
definire opportune strategie mirate alla tutela attiva ed alla valorizzazione del patrimonio naturale
e culturale dell’Isola”.
Il Comune di Ispica ricade nel Piano Paesaggistico Ambiti 15-16-17 adottato con D.D.G. n.1767
del 10.08.2010. Esso riporta nella tavola dei beni paesaggistici i seguenti vincoli per il territorio
ispicese:
·
D.lgs. 42/2004 e s.m.i., art.134, lett. a):
- Immobili ed aree di notevole interesse pubblico sottoposte a vincolo paesaggistico ex
art. 136, D.lgs. 42/2004 e s.m.i.
·
D.lgs. 42/2004 e s.m.i., art.134, lett. b) - aree di cui all'art.142:
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·
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- Territori costieri compresi in una fascia di 300 m. dalla linea di battigia
- Territori contermini ai laghi compresi in una fascia di 300 m. dalla linea di battigia
- Fiumi, torrenti e corsi d'acqua e relative sponde per una fascia di 150 m.
- Aree protette (Riserve regionali)
- Territori ricoperti da foreste e da boschi o sottoposti a vincolo di rimboschimento
- Aree e siti di interesse archeologico
D.lgs. 42/2004 e s.m.i., art.134, lett. c):
- Ulteriori immobili ed aree sottoposti dal Piano a specifica disciplina di salvaguardia
e utilizzazione ex art. 143 - lett.d), D.lgs. 42/2004 e s.m.i.
In particolare per le aree archeologiche vincolate ai sensi della L.1089/39:
Cava d’Ispica
San Marco
Punta Castellazzo
Porto Ulisse
Poggio Gallarazzo
Fontanazze
Valle di alto interesse paesistico e di diffuso
interesse archeologico per la presenza (anche
isolata) i fenomeni abitativi rupestri e bizantini
Catacomba cristiana del IV sec. d.c.
Insediamento e necropoli tardo-romana (IV sec.
d.C.) e bizantina (V-VI-VII sec. d.C.), strutture
portuali sommerse relative all’insediamento
tardo-romano
Insediamento preistorico. Antica età dle bronzofacies castellicciana (XIX-XIV sec. a.C.)
D.A. n.6263 del 11.07.2001
D.A. n.2042 del 09.10.1984
D.A. n.308 del 22.01.1985
D.A. n.5636 del 16.04.1994
Per le aree di interesse archeologico (P.T.P.R. come recepite nel P.T.P.)
Albero dei Sospiri
Cava Martella
Isola dei Porri
Ispica-Convento
Liutana
Parco della Forza
Scalaricotta
Necropoli arcaica (VI sec. a.C.)
Insediamento rupestre di eà tardo-bizantina (V-VI sec. d.C.) e medievale (XII sec.
d.C.)
Necropoli bizantina (V sec. d.C)
Insediamento rupestre di età tardo-bizantina e medievale
Insediamento rupestre di età tardo-bizantina e medievale
Insediamento preistorico e protostorico; tracce di ceramica di età greco arcaica
Insediamento e necropoli preistorica
In particolare il Parco archeologico di Cava d’Ispica è stato istituito con D.A. n.6263 del
11.07.2001 ai sensi dell’art. 20, comma 1, della L.R. n.20/2000 e pubblicato sulla GURS n.
46/2001. Esso interessa i territori di Modica, Ispica e Rosolini. Il Parco è inserito in un contesto
naturalistico di rilevante importanza costituito da una gola, lunga circa 13 Km, scavata dalle acque
fluviali in un costone di roccia calcarea. Sono presenti tracce di insediamenti umani risalenti all'età
del bronzo (XX-XXV a.C.) e a quella del bronzo finale e del ferro (X-V sec. a.C.). Di rilevante
interesse è l'insieme di catacombe della Larderia costituito da tre vaste gallerie contenenti circa 700
tombe (IV-V sec. d.C.) e il complesso rupestre detto della "Forza" situato nel lato sud della cava su
un isolato sperone calcareo del miocene inferiore.
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Di particolare interesse paesaggistico è il vecchio bosco di S. Maria del Focallo, che si estende
sulle pendici orientali di Monte Lauro su una superficie di 115 ha circa ricoperta da un bosco misto
(pini, cipressi, roverella e castagno).
3 Studio di incidenza
All’interno del territorio comunale di Ispica sono stati individuati 3 siti di interesse comunitario
(SIC) e una zona a protezione speciale (ZPS):
·
SIC ITA080005 Isola dei Porri
·
SIC ITA080009 Cava d’Ispica
·
SIC ITA090003 Pantani della Sicilia Sud-Orientale • ZPS ITA090029 Pantani della Sicilia
Sud-orientale, Morghella di Marzamemi, di Punta Pilieri e Vendicari.
Gli aspetti relativi alla valutazione delle eventuali interferenze degli interventi previsti con le
componenti ambientali, al fine di salvaguardare l’integrità ecologica dei siti Natura 2000 sono
descritti nell’allegato relativo allo Studio di Incidenza Ambientale già adottato con Delibera di
C.C. n. 27 del 28.04.2011 .
In tale elaborato sono descritti i Siti Natura 2000 relativamente agli habitat e alle specie presenti e
sono valutate le incidenze degli impatti generati dalle previsioni del progetto di P.R.G..
In particolare la fase di screening, non ha evidenziato elementi oggettivi di sussistenza circa
l’introduzione di impatti significativi sul sistema di Rete Natura 2000. La pianificazione territoriale
proposta tende a “ricucire” i rapporti tra territorio urbanizzato e non, con evidenti effetti positivi
sulla qualità degli interventi proposti che sono comunque caratterizzati da una responsabile
attenzione relativamente al contenimento dei processi di antropizzazione del territorio. Il Piano
inoltre, individua le azioni finalizzate all’aumento del grado di fruibilità del patrimonio naturale e
naturalistico nel rispetto delle finalità di salvaguardia e tutela dello stesso.
Pertanto, non sussistono condizioni di incongruenza fra il regime urbanistico proposto e la
conservazione degli habitat della Rete Natura 2000.
4. Il progetto del Piano Regolatore Generale
Nel presente capitolo si riporta l’illustrazione dei contenuti della lett. a) dell’Allegato VI del D.Lgs.
152/06 e s.m.i. pertinenti alla proposta di Piano, che, nello specifico, riguarda:
• l’illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali della proposta di Piano;
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• il rapporto con altri pertinenti piani o programmi .
Il Piano Regolatore Generale costituisce lo strumento centrale della pianificazione urbanistica.
Le recenti modifiche delle leggi nazionali sugli espropri inducono anche nel territorio della Regione
siciliana la scadenza degli effetti giuridici dei vincoli sui beni immobili predeterminati e subordinati
all’esproprio entro il tempo di 5 anni.
Con la decorrenza quinquennale del regime vincolistico è stata messa in discussione e resa
obbligatoria la revisione degli strumenti urbanistici che, prima, ponevano quest’obbligo nel
decennio.
Con il progetto del Piano Regolatore Generale è stato chiarito dall’Assessorato Regionale Territorio
e Ambiente che ritorna in pristino la competenza del Consiglio comunale a fornire, con apposito
atto deliberativo, le Direttive Generali già previste dalla L.R. 15/91.
Se gli obiettivi generali della VAS sono diretti alla soluzione degli impatti e allo sfruttamento
sostenibile dei valori ambientali nel PRG rintracciabili, gli obiettivi del PRG vanno da quelli
strettamente urbanistico-territoriali a quelli socio-economici e sono orientati prevalentemente a
migliorare le condizioni di vita dei cittadini attraverso la riqualificazione ambientale dell’intero
territorio comunale e dei territori comunali confinanti.
4.1 Obiettivi del Piano
Il progetto di PRG individua come obiettivi specifici:
·
la tutela delle risorse ambientali e naturali, attraverso modalità di fruizione compatibili;
·
la valorizzazione del patrimonio storico, archeologico e architettonico attraverso la
tutela, il recupero e il riuso dei manufatti nel contesto urbano e nel contesto territoriale;
·
l’uso qualificato del territorio rurale non urbanizzato, con specifico riferimento alla
tutela del paesaggio agrario ed ai limiti di sfruttamento per un uso produttivo;
·
l’individuazione di alcune condizioni di base per la promozione di attività artigianali e
commerciali qualificate e compatibili con la valorizzazione delle risorse territoriali, anche
con specifico riferimento alle risorse agricolo-alimentari e zootecniche di tradizionale
radicamento locale;
·
il potenziamento delle attività turistiche, nell’urbano con incentivi volumetrici, nella fascia
costiera con grandi aree a destinazione specifica e nel territorio rurale con previsioni di
agriturismo, turismo rurale e turismo verde;
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la ridefinizione del sistema della mobilità con il recupero dei tracciati esistenti, il
potenziamento della rete viaria principale, il recepimento del tracciato autostradale in corso
di attuazione con annessa area di servizio e il potenziamento del sistema ferroviario a
tracciato pressappoco parallelo a quello autostradale;
·
realizzazione di un’area intermodale di servizio allo scambio dei sistemi di trasporto
(gommato, viario, ferroviario e di connessione alla portualità di Pozzallo);
·
il contenimento dei processi di crescita edilizia soprattutto nella fascia costiera,
eccessivamente sovraccarica di insediamenti abitativi a carattere stagionale.
4.2 Tutela e valorizzazione dei beni architettonici, archeologici e ambientali
Nelle aree di interesse archeologico, tutte le attività di trasformazione del territorio, ivi compresi i
movimenti di terra, sono sottoposte ad apposita autorizzazione (nulla-osta) da parte della
Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali. È altresì esclusa qualunque attività edificatoria a
fini abitativi.
Nelle aree a rischio archeologico, tutte le attività di trasformazione del territorio, ivi compresi i
movimenti di terra connessi alle attività agricole, sono sottoposte ad apposita autorizzazione (nullaosta) da parte della Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali, tendente ad accertare la
sterilità archeologica delle aree di intervento.
Nelle aree di interesse ambientale di cui alla L. 8 agosto 1985 n. 431 e s.m.i., il P.R.G. recepisce i
vincoli per la tutela dei fiumi, dei corsi d'acqua, dei torrenti e dei boschi. Nelle aree ricadenti
all'interno delle fasce di rispetto individuate, le attività di trasformazione del territorio sono
sottoposte ad apposita autorizzazione (nulla-osta) da parte della Soprintendenza per i Beni Culturali
ed Ambientali.
Le zone entro i 200 metri lineari circostanti ai boschi e alla fasce boscate sono sottoposte alla
tutela di cui alla L.R. 12 giugno 1976 n. 78 come modificata dalla L.R. 16/1996 e ss.mm.ii..
Nelle aree ricadenti entro i 200 m. dai boschi “naturali” non è consentita l’edificazione.
Nell’ambito delle aree incluse nel perimetro di vincolo idrogeologico valgono le norme di cui al
R.D. 3267/23 e al relativo Regolamento.
Nelle aree naturalistiche di protezione speciale si applicano le norme in materia di tutela
dell’ambiente dettate nel “Regolamento recante attuazione della direttiva n. 92/43/CE relativa alla
conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche”, di
cui al D.P.R. 08.09.1997 n. 357, come integrato e modificato dal D.P.R. 12.03.2003 n.120.
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4.3 Inquadramento strategico per sistemi territoriali
L’inquadramento strategico delle scelte urbanistiche del Piano risulta coerentemente articolato per
sistemi in maniera tale da evidenziare il complesso delle relazioni di contesto territoriale. I sistemi
sono aggregati in due grandi classi: sistemi naturalistico-ambientali e sistemi territoriali urbanizzati.
I sistemi naturalistico-ambientali individuati sono i seguenti:
·
Il sistema integrato dei parchi territoriali e degli ambiti naturalistici (zona omogenea
territoriale “Fp”) suddiviso in 7 parchi e 2 ambiti naturalistici;
·
Il sistema agricolo-ambientale (zona omogenea territoriale “E”) , suddiviso in 6 sottozone.
I sistemi territoriali urbanizzati sono i seguenti:
·
Il sistema della attività produttive (zona omogenea territoriale “D”), suddiviso in 3
sottozone;
·
Il sistema delle attività turistiche (zona omogenea territoriale “Ft”), suddiviso in 4 sottozone
·
Il sistema delle attrezzature e dei servizi pubblici (zona omogenea territoriale “F”);
·
Il sistema residenziale articolato in 3 zone omogenee e 10 sottozone ( “A.1, A.2, B.1, B.2,
B.3, B.4, C.1, C.2.1, C.2.2, C.3, ”)
·
Il sistema della mobilità con le sue attrezzature e aree di servizio (“Ftra”).
4.3.1 Il sistema integrato dei parchi e degli ambiti naturalistici (z.o.t. Fp)
Il sistema comprende il Parco di Cava d’Ispica (Fp.1), esteso Ha 1.110,00 circa, comprende l’area
del Parco naturalistico archeologico di Cava d’Ispica, istituito con Decreto Assessoriale n. 6263
dell’ 11.07.2001 ai sensi dell’art. 20, I comma, della L.R. n. 20/2000 e pubblicato sulla GURS n.
46/2001. L’area del Parco comprende inoltre parzialmente le aree individuate e definite con D.A. 26
Luglio 2000, di “cospicuo carattere di bellezza naturale e di singolarità geologica”, ai sensi
dell’art. 139 del T.U. D.lgs n. 490 del 29.10.1999. Comprende inoltre il Sito di Interesse
Comunitario (SIC - codice ITA080009) denominato“Cava d’Ispica”.
L’ambito del “Parco di Cava d’Ispica” è finalizzato a garantire l'equilibrio fra la tutela
dell'ambiente naturale, la salvaguardia e la valorizzazione degli aspetti paesistici, storici e
archeologici dell'area, nonché la realizzazione degli interventi destinati alla migliore fruizione
sociale.
Nell’ambito del Parco le previsioni del P.R.G. si attuano a mezzo di apposito Piano del Parco
Territoriale, con caratteristiche di Piano Particolareggiato esecutivo, che dovrà definire le specifiche
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destinazioni d'uso delle aree, le tipologie di intervento pubblico e/o privato, alla stregua di progetto
di massima di OO.PP. e le relative previsioni finanziarie.
Il Parco di Cava Salvia (Fp.2), esteso Ha 272,00 circa, comprende le aree a Sud del centro urbano
di C.da Palazzelli e quelle prossime al Torrente Salvia per tutto il suo corso sino alla Strada
Provinciale n. 86 Zappulla-Scorrione-Ispica. Resta compresa nel perimetro del Parco l’esistente
cava in esercizio sino alla fine del periodo di coltivazione.
L’ambito del “Parco di Cava Salvia” è finalizzato a garantire l'equilibrio fra la tutela dell'ambiente
naturale, la salvaguardia e la valorizzazione degli aspetti paesistici, storici e archeologici dell'area,
nonché la realizzazione degli interventi destinati alla migliore fruizione sociale.
Nell’ambito del Parco le previsioni del P.R.G. si attuano a mezzo di apposito Piano del Parco
Territoriale, con caratteristiche di Piano Particolareggiato esecutivo, che dovrà definire le specifiche
destinazioni d'uso delle aree, le tipologie di intervento pubblico e/o privato, alla stregua di progetto
di massima di OO.PP. e le relative previsioni finanziarie.
Il Parco dei Torrenti Salvia e Favara e delle Catacombe di San Marco (Fp.3), esteso Ha 188,00
circa, comprende le aree prossime al Torrente Salvia tra la Strada Provinciale n. 86 ZappullaScorrione-Ispica e la sua confluenza nel Torrente Favara, le aree prossime al Torrente Favara tra la
strada statale 115 e la sua foce. Resta incluso nel perimetro del Parco il sito archeologico delle
Catacombe di S. Marco, le quali, risalenti al IV sec. d.C., costituiscono uno tra i cimiteri ipogei
cristiani più importanti dell’intera area iblea.
L’ambito del “Parco dei Torrenti Salvia e Favara e delle Catacombe di San Marco è finalizzato a
garantire l'equilibrio fra la tutela dell'ambiente naturale, la salvaguardia e la valorizzazione degli
aspetti paesistici, storici e archeologici dell'area, nonché la realizzazione degli interventi destinati
alla migliore fruizione sociale.
Il Parco del Maccone Bianco (Fp.4), esteso Ha 172,00 circa, comprende l’area boscata
dell’omonima contrada e la relativa fascia di rispetto.
L’ambito del “Parco del Maccone Bianco” è finalizzato a garantire l'equilibrio fra la tutela
dell'ambiente naturale, la salvaguardia e la valorizzazione degli aspetti paesistici e storici dell'area,
nonché la realizzazione degli interventi destinati alla migliore fruizione sociale.
Il Parco dei Pantani e di Punta Castellazzo (Fp.5), esteso Ha 415,00 circa, comprende l’area posta
a Sud-Est del territorio comunale confinante con il Comune di Pachino (Sr) e prospiciente il mare
nel tratto di costacompreso tra Punta Giriga e il Pantano Longarini. Restano compresi nel perimetro
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del Parco, oltre al Pantano Longarini, anche il Pantano Bruno e i Pantani di C.da Gorgo Salato.
Sono infine contenuti nella medesima perimetrazione di Parco, il Sito di Interesse Comunitario (SIC
- codice ITA090003) denominato “Pantani della Sicilia Sud-Orientale”, e la Zona di Protezione
Speciale (ZPS – codice ITA090029) denominata anch’essa “Pantani della Sicilia Sud-Orientale”.
E’ infine parte del medesimo Parco, l’Isola dei Porri posta a circa 2 chilometri dalla costa e
caratterizzata dalla presenza di una necropoli bizantina (V sec. D.C.). L’ambito del “Parco dei
Pantani e di Punta Castellazzo” è finalizzato a garantire l'equilibrio fra la tutela dell'ambiente
naturale, la salvaguardia e la valorizzazione degli aspetti paesistici, storici e archeologici dell'area,
nonché la realizzazione degli interventi destinati alla migliore fruizione sociale.
La contiguità del Parco con il territorio comunale di Pachino (Sr) impone una progettazione
coordinata tra i due Comuni interessati e le rispettive Amministrazioni Provinciali. Pertanto, il
Comune potrà procedere alla definizione di appositi accordi di programma e relativi protocolli
d’intesa con le altre Amministrazioni (Comune di Pachino, Provincia Regionale di Siracusa e
Provincia Regionale di Ragusa) relativamente alla redazione di idoneo Piano del Parco a valenza
sovracomunale e interprovinciale.
Il Parco archeologico di Poggio Gallerazzo (Fp.6), esteso Ha 4,00 circa, comprende l’area,
ricadente nella omonima contrada , e costituisce un interessante sito archeologico caratterizzato da
un insediamento preistorico di Antica età del bronzo-facies castellucciana (XIX-VI sec. a.C.).
Nell’ambito del Parco le previsioni del P.R.G. si attuano a mezzo di apposito Piano del Parco
Territoriale, con caratteristiche di Piano Particolareggiato esecutivo, che dovrà definire le specifiche
destinazioni d'uso delle aree, le tipologie di intervento pubblico e/o privato, alla stregua di progetto
di massima di OO.PP. e le relative previsioni finanziarie.
Il Parco di Cava Scardina (Fp.7), esteso Ha 178,00 circa, comprende l’area, ricadente nel territorio
Comunale d’Ispica, individuata e definita con D.A. 26 Luglio 2000, di “cospicuo carattere di
bellezza naturale e di singolarità geologica”, ai sensi dell’art. 139 del T.U. D.lgs n. 490 del
29.10.1999.
L’ambito del “Parco di Cava Scardina” è finalizzato a garantire l'equilibrio fra la tutela
dell'ambiente naturale, la salvaguardia e la valorizzazione degli aspetti paesistici, storici e
archeologici dell'area, nonché la realizzazione degli interventi destinati alla migliore fruizione
sociale.
La contiguità del Parco con il territorio comunale di Rosolini (Sr) impone una progettazione
coordinata tra i due Comuni interessati e le rispettive Amministrazioni Provinciali. Pertanto, il
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Comune potrà procedere alla definizione di appositi accordi di programma e relativi protocolli
d’intesa con le altre Amministrazioni (Comune di Pachino, Provincia Regionale di Siracusa e
Provincia Regionale di Ragusa) relativamente alla redazione di idoneo Piano del Parco a valenza
sovracomunale e interprovinciale.
Appartengono al sistema integrato della zona Fp i seguenti ambiti naturalistici:
·
l’ambito naturalistico costiero di ricostituzione del paesaggio dunale, esteso Ha 39,50,
presenta un rilevante interesse per le caratteristiche naturalistiche, geomorfologiche e fisiche
supersiti a seguito dell’antropizzazione della fascia costiera.
·
l’ambito naturalistico ripariale si estende lungo il corso dei torrenti, delle fiumare, dei
canali e dei corsi d’acqua in genere, comprendendo le aree che costituiscono oggetto di
specifica tutela dell’ambiente delle ripe, anche al fine di non provocare o accentuare
fenomeni di instabilità dei versanti e dell’ecosistema ripariale. L’ambito naturalistico
ripariale non costituisce zona omogenea territoriale, bensì mera fascia di rispetto ad
andamento parallelo alle sponde da entrambi i lati di metri 20,00 (venti), anche se non
rappresentata graficamente ne visualizzata ne P.R.G..
4.3.2 Il sistema agricolo-ambientale (z.o.t. E)
L’uso di parti di territorio non urbanizzato viene individuato dal PRG in maniera articolata e con
destinazioni diversificate in una logica di relazioni funzionali, di “sistema” per l’appunto, in cui
ciascuna parte viene a svolgere un ruolo qualificato in rapporto agli altri sistemi di cui costituisce il
tessuto connettivo.
Il sistema agicolo-ambientale pertanto si articola in sottozone in ragione delle qualità di funzioni
che ciascuna di esse svolge in rapporto al sistema integrato dei parchi e al sistema della residenza.
La zona “E.1” riguarda le aree del territorio comunale prevalentemente interessate dalle attività
agricole e/o connesse all'agricoltura.
La zona “E.2” definisce aree agricole come zone di rispetto e tutela di architetture rurali di
interesse storico-architettonico e/o etno-antropologico, nonché giardini e/o aree di pertinenza di
beni individuati nel P.R.G. come di interesse storico-architettonico.
La zona “E.3” comprende le aree agricole degli ambiti naturalistici e di zone paesaggisticamente
significative.
La zona “E.4” comprende aree agricole di margine urbano e costituisce un filtro di rispetto e di
pausa fra le aree urbane e la campagna.
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La zona “E.5” comprende le aree a verde di rispetto e mascheramento degli impianti tecnologici.
Le zone “E.6” comprendono aree agricole e zone che hanno diversa destinazione d’uso, sia
pubblica che privata, interessate da fenomeni di instabilità dei pendii e da dissesto idrogeologico,
come individuate nello Studio geologico del P.R.G. e dal Piano straordinario per l’assetto
idrogeologico (P.A.I.) di cui al Decreto A.R.T.A. del 04.07.2000 e sue modifiche e integrazioni, di
cui al DPRS del 20.09.2006 relative al “Piano stralcio di Bacino per l’assetto idrogeologico
dell’area intermedia tra Torrente Modica e Capo Passero, n. 084”.
Le zone “E.c” comprendono le aree destinate ad usi agricoli, che presentano un forte frazionamento
proprietario e ampia presenza di edilizia abitativa non permanente, fermo restando il loro carattere
agricolo. Sono destinate ad attività agricole, per lo più a conduzione familiare e/o per diporto e
residenza periodica-stagionale, anche per agriturismo o turismo rurale.
4.3.3 Il sistema delle attività produttive (z.o.t. D)
La zona “D.1.1” comprende le aree impegnate da attività di tipo industriale esistenti nel territorio.
La zona “D.1.2”, in C.da Madonnuzza, comprende aree destinate a stoccaggio, trattamento e
demolizione di rottami materiali ferrosi e non ferrosi provenienti prevalentemente dalla
rottamazione di autoveicoli a motore.
La zona “D.1.3” comprende aree destinate a deposito, costipazione, stoccaggio, trattamento e riuso,
smaltimento e mascheramento di sfabbricidi e rifiuti solidi inerti, da utilizzare per il riempimento di
cave dismesse in funzione di adeguato progetto di recupero naturalisticoambientale.
La zona “D.1.4” comprende le aree di cava esistente e regolarmente autorizzate all’attività
estrattiva.
Le zone “D.2.1” comprendono le aree per attività artigianali esistenti e di completamento.
Le zone “D.2.2” comprendono le aree per l’artigianato non molesto di progetto sottoposte a PP.EE.
Le zone “D.2.3” sono destinate a insediamenti produttivi, commerciali e del terziario misti a
residenza.
Le zone “D.3” sono destinate ad attività commerciali di vicinato o di media struttura di vendita,
esistenti, di completamento o di nuova previsione, nonché ad attività di servizio e di supporto
complementari al turismo.
Le zone “D.3.2” sono destinate ad attività commerciali di vicinato e media struttura di vendita.
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La sottozona “D.3.3”, estesa Ha 16,43, è destinata a parco commerciale, così come definito all’art.
4 dell’allegato 1 del D.P.R.S. dell’11.07.2000. Il parco commerciale dovrà essere specialmente
dedicato alle attività di vendita al dettaglio integrate da attività paracommerciali, ricreative e del
tempo libero e da altri servizi complementari quali modeste strutture ricettive alberghiere connesse.
Il parco commerciale dovrà comprendere più strutture medie e/o grandi; dovrà inoltre configurarsi
come complesso organico quanto a fruibilità per gli utenti e dotata di servizi esterni comuni (quali
parcheggi, percorsi pedonali, parchi gioco e simili), ma costituita da più unità edilizie autonome
realizzate o da realizzarsi anche in tempi diversi. Il parco commerciale previsto dal P.R.G., avendo
una superficie territoriale superiore a 5 ettari, rientra nella definizione di parco commerciale di
livello superiore di cui all’art. 4 dell’allegato 1 del D.P.R.S. dell’11.07.2000.
4.3.4 Il sistema delle attività turistiche (z.o.t. Ft)
La zona “Ft.1” per attrezzature e insediamenti turistico - ricettivi comprende le aree già adibite a
tale destinazione e le previsioni di nuove.
Nella zona “Ft.2” sono ammesse le attività turistiche e le strutture ricettive dirette alla produzione
di servizi per l'ospitalità di cui all'art. 3 della L.R. 6 aprile 1996 n. 27 limitatamente a complessi
ricettivi all’aria aperta, quali campeggi, aree attrezzate per la sosta di caravans e roulottes, ecc.
La zona “Ft.3”, ancorché non individuata nel P.R.G., ammette le destinazioni d'uso relative ad
attività e servizi complementari alle attività turistiche, ad esclusione della ricettività così come
definita ai precedenti articoli 65 e 66, quali attrezzature ed impianti ricreativi all’aperto, chioschi,
aree attrezzate per il ristoro, lo svago e il tempo libero, servizi igienici e di pronto soccorso, nonché
aree attrezzate a terminal della eventuale sentieristica equestre, ivi compresi locali per la sosta e il
ricovero di cavalli, di mountain bikes, di cicli e di attrezzatura da trekking, ecc.
La zona “Ft.4” ammette le attività e le strutture volte alla fruizione del mare e alla balneazione,
limitatamente alle attività previste dalla L.R. n. 15/2005.
4.3.5 Il sistema delle attrezzature e dei servizi pubblici (z.o.t. F)
Le zone “F” di cui all'art. 2 del D.I. 1444/68, previste nel P.R.G. e destinate ad attrezzature
ed impianti di interesse generale, sono le seguenti:
Spazi pubblici o riservati ad attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi (art. 3 D.I.
1444/68):
Fi – aree per l’istruzione dell’obbligo (asili nido, scuole materne, scuole elementari e scuole
medie dell’obbligo);
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Fic - aree per attrezzature di interesse comune
Fr attrezzature religiose;
Fc attrezzature culturali;
Fs attrezzature sociali, assistenziali e sanitarie;
Fa attrezzature amministrative e pubblici servizi, ecc.;
Fcom attrezzature per il commercio (mercato di quartiere e piazza-mercato);
Fv - aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport
P - aree per parcheggi pubblici
Spazi pubblici o riservati ad attività collettive e verde pubblico (art. 4, comma 5, D.I. 1444/68)
Fig - attrezzature di interesse generale
Fis – attrezzature per l’istruzione superiore all’obbligo
Par – parchi urbani:
Par.1 parco urbano del teatro e attrezzato per gli spettacoli itineranti
Par.2 parco urbano Bruno di Belmonte (villa comunale)
Par.3 parco urbano ludico – città dei bambini
Altri spazi pubblici riservati ad attività collettive previste nel P.R.G.
Fgen – attrezzature di interesse generale
Fspo impianti sportivi e polisportivi di livello agonistico (stadio, etc.)
Fkar kartodromo
Fcros crossdormo
Fcan canile intercomunale, rifugio animali, cimitero animali di affetto e compagnia
Fri poli specialistici di ricerca
Fri.1 polo scolastico
Fri.2 polo per l’assistenza e di servizio della zootecnia
Fri.3 polo dei servizi amministrativi e direzionali
Fa attrezzature amministrative e per l’ordine pubblico
Zone speciali
Ftec attrezzature tecnologiche
Fcem aree cimiteriali.
In particolare, mentre le aree vincolate ai sensi dell’art. 3 del D.I. n.1444/68 sono destinate alle
funzioni previste dagli standard tradizionali, le zone “Fig” sono destinate ad attrezzature pubbliche
di interesse generale. Tra di esse:
- le zone “Fis” sono destinate all’istruzione superiore all’obbligo;
- la zona “Par. 1” è destinata a parco urbano del teatro e attrezzato per gli spettacoli itineranti
- la zona “Par. 2” è destinata alla realizzazione del “Parco urbano Bruno Belmonte”.
- la zona “Par. 3” è destinata alla realizzazione del “Parco ludico – città dei bambini”
Tra le zone “Fgen”, destinate ad attrezzature di interesse generale da attuarsi a mezzo di progetto
unitario esteso all’intera area e già sopra elencate, si evidenziano di particolare rilevanza:
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1. Polo per gli impianti sportivi e polisportivi di livello agonistico urbano e/o
sovracomunale (Fspo)
2. Polo scolastico (Fri.1), esteso Ha 4,40, è individuato dal P.R.G., con apposita simbologia
grafica, in un’area in località Madonna delle Grazie.
3. Polo per la ricerca e lo sviluppo della zootecnia (Fri.2) in C.da Case Modica Palermo,
rappresenta il polo in cui concentrare le esperienze nel settore specialistico e sperimentale
della zootecnia e una diffusa presenza di operatori del settore.
4. Polo dei servizi amministrativi e direzionali (Fri.3) individuato dal P.R.G., con apposita
simbologia grafica, su un’area che si sviluppa lungo la Strada Provinciale n. 46 IspicaPozzallo.
4.3.6 Il sistema residenziale (z.o.t. A-B-C)
Il sistema residenziale è destinato prevalentemente alla residenza e alle attrezzature urbane,
pubbliche e di interesse comune e generale, individuate nelle tavole del P.R.G. ed è suddiviso in:
“A.1” zona del centro storico urbano;
“A.2” zona di recupero dei beni isolati: bagli, casali, masserie, piccoli nuclei rurali;
“B.1” zona del tessuto urbano esistente e di completamento;
“B.2” zona dell’edilizia residenziale pubblica (ERP), agevolata, sovvenzionata o convenzionata,
esistente e di completamento;
“B.3” zona di residenza stagionale costiera;
“B.4” zona di residenza prevalentemente stagionale satura;
“C.1” zona di espansione residenziale urbana esistente o in corso di attuazione;
“C.2.1” zona per l’edilizia residenziale pubblica (ERP), agevolata, sovvenzionata o convenzionata,
in corso di attuazione;
“C.2.2” zona per l’edilizia residenziale pubblica (ERP), agevolata, sovvenzionata o convenzionata,
di progetto;
“C.3” zona di residenza stagionale costiera di progetto.
Da tali zone sono esclusi: industrie, laboratori artigianali con macchinari che producano odori,
emissioni o rumori molesti, macelli, stalle, scuderie, porcilaie, pollai e ogni altra attività che risulti
in contrasto con il carattere prevalentemente residenziale della zona.
Nella zona del centro storico “A1” costituita dal nucleo storico dell’abitato, il cui impianto
morfologico, tipologico e di tessuto urbano, e la stessa qualità formale dei manufatti edilizi vanno
preservati, sono ammessi interventi finalizzati alla conservazione, al recupero, al restauro, al
consolidamento, alla riqualificazione ed alla valorizzazione del tessuto storico e dei manufatti
esistenti, con esclusione di ulteriori alterazioni del tessuto e dell’aspetto tecnologico-formale delle
superfici esterne dei manufatti.
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La zona “A.2” comprende nuclei sparsi, agglomerati rurali, ville, bagli, casali, masserie, fattorie,
case rurali, mulini e manufatti rurali specialistici e/o produttivi di particolare valenza ed interesse
storico-architettonico, tipologico e/o etno-antropologico, nonché elementi architettonici isolati
diffusi su tutto il territorio comunale.
La zona “B.1” comprende il tessuto urbano esistente e di completamento del centro urbano.
La zona “B.2” comprende le aree interessate da edilizia residenziale pubblica, agevolata,
sovvenzionata e convenzionata esistente e di completamento.
La zona “B.3” comprende aree della fascia costiera costituite da edilizia stagionale.
La zona “C.1” comprende le aree di espansione edilizia nel centro urbano esistente o in corso di
realizzazione.
La zona “C.2.1” comprende le aree per l’edilizia residenziale pubblica (ERP) agevolata,
sovvenzionata o convenzionata, in corso di attuazione.
La zona “C.2.2” comprende le nuove aree destinate ad edilizia residenziale pubblica agevolata,
sovvenzionata o convenzionata da attuare per mezzo di Piani di Zona (PEEP) ai sensi della L.
167/62 e s.m.i. e/o di “Programmi Costruttivi”, ciascuno esteso all’intera area come individuata nel
P.R.G.
La zona “C.4” comprende le aree di edilizia stagionale costiera con tipologia “a case isolate”.
4.3.7 Il sistema della mobilità
Le aree destinate alla viabilità comprendono:
a) le strade e i nodi stradali;
b) piste ciclabili;
c) accessi pedonali al mare;
d) senti eristica;
e) aree delle trazzere demaniali;
f) verde di arredo stradale.
Le aree per le attrezzature e i servizi dei trasporti sono:
1. area intermodale (autoporto/interporto);
2. stazione, armamenti e servizi connessi;
3. autostazione/terminal bus;
4. ciclostazion-terminal ciclopiste;
5. aree di servizio e distribuzione carburanti.
Le aree dei tracciati della “sentieristica” sono finalizzati alla promozione del turismo
escursionistico ed alla più ampia fruizione sociale delle risorse ambientali, culturali e paesaggistiche
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del territorio. Essi pertanto hanno valore di pubblica utilità. La realizzazione, il ripristino, la
sistemazione ed il riattamento dei tracciati sono subordinati all’esproprio per i tratti ricadenti in
proprietà privata.
4.4 Previsioni urbanistiche del settore commerciale (PUSC) in attuazione della
L.R. 22.12.99 n.28 e del D.P.R.S. 4 Luglio 2000.
La particolare evenienza che vede per il Comune di Ispica la contemporanea redazione del P.R.G. e
delle “previsioni urbanistiche riferite al settore commerciale”, consente finalmente un controllo
coordinato ed integrato all’interno dello strumento pianificatore comunale, degli aspetti legati al
commercio. Il poter pianificare il territorio comunale con una attenzione specifica alle
problematiche relative alla rete distributiva commerciale consente infatti, una migliore verifica di
taluni fenomeni altrimenti non controllabili.
La Rielaborazione della Revisione del P.R.G., già nella sua articolazione progettuale e normativa di
carattere generale affronta il tema del commercio, collegandolo ai parametri relativi agli interventi
edificatori, siano essi privati che pubblici, creando di fatto la “base urbanistica” per la successiva
elaborazione di settore. Gli elaborati relativi alle “previsioni urbanistiche riferite al settore
commerciale” infatti, non prescindono dalle previsioni del nuovo strumento urbanistico, ma
rappresentano un approfondimento di settore relativamente agli aspetti commerciali. Ciò consente
una migliore verifica delle dinamiche che il mercato produrrà nel territorio, garantendo in ogni caso
la congruità rispetto alle scelte strategiche tracciate nel nuovo P.R.G..
Le previsioni commerciali sono essenzialmente riferite a due direttrici operative: la prima è
rappresentata dalla gestione degli esercizi commerciali nella loro singolarità con riferimento agli
standard in termini di superfici di vendita e di parcheggio pertinenziale, la seconda e più importante,
è costituita dal necessario controllo complessivo dei processi di aggregazione e programmazione
riferiti ad ambiti significativi della città.
Particolare attenzione è stata posta al centro storico, individuando precise modalità circa
l’attivazione di processi di riqualificazione del contesto urbano consolidato anche in termini di
servizi e attrezzature. Per l’ambito storico della città, determinato nel nuovo P.R.G. ai sensi della
Circ. D.R.U. 3/2000, è prevista una serie di possibilità tese al potenziamento del commercio di
vicinato anche attraverso l’integrazione e/o concentrazione in forme di aree commerciali integrate.
Il contestuale potenziamento dei servizi culturali, artigianali, di ritrovo e svago e la valorizzazione
del commercio su aree pubbliche attraverso il recupero dei mercati di quartiere potrà produrre un
effetto polarizzante ed un aumento in termini generali della qualità del contesto urbano.
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4.5 Modifiche apportate al P.R.G. con la delibera n°27 del 28 Aprile 2011 di
adozione.
Modifiche apportate
1
2
3
4
A.1 - Zona del centro storico urbano (Tav. P.2).
La Zona A.1, individuata e riportata nella tavola "P2" degli
elaborati di Piano allegati alla proposta di deliberazione in
oggetto ricalca il perimetro dell'area sottoposta a vincolo
paesaggistico con Decreto del 28 dicembre 1999.
Si ritiene che tale scelta sia eccessiva. Si propone che la Zona
"A" coincida con il centro storico di Ispica (così come
rappresentato nella planimetria che si allega (l), individuato
dalla Soprintendenza BB.CC.AA. di Ragusa nella redazione del
Piano Paesaggistico della Provincia di Ragusa adottato con
D.A. n. 1767 dell' agosto 2010. E' bene precisare che gli edifici
e/o prospetti, non ricadenti all'interno della perimetrazione
anzidetta, ritenuti di valore storico architettonico e/o interesse
etno-antropologico, sono stati catalogati e classificati, zona
puntuale A2, dal progettista, e riportati nella tavola A.2c (Carta dei beni culturali e ambientali del territorio urbano)
allegata alla proposta di piano in discussione. Preso atto che
gran parte dei 127 edifici catalogati ricadono all'interno
dell'area sottoposta a tutela paesaggistica come individuata con
D.A. del 28 dicembre 1999, si ritiene che la classificazione
puntuale "A2" e la tutela paesaggistica ne garantiscono, la
necessaria tutela e l'organicità dell'impianto urbano in cui sono
ubicati.
B.1 - zona del tessuto urbano esistente e di completamento
(tav. P2)
a) Parte delle aree destinate a parcheggi e a verde
pubblico sono state collocate in lotti edificabili (zona B
del vigente P.R.G.), alcuni dei quali già edificati, e
comunque di modeste dimensioni per essere destinati a
parcheggi ad uso pubblico. Si ritiene la proposta non
condivisibile. Si propone che le aree a parcheggio e verde
pubblico, ricadenti all'interno di lotti edificabili in zona Bl
previste nella proposta di deliberazione siano eliminate.
b) Strada di collegamento tra la Via Papa Giovanni XXIII
e la via Sulla (Tav.P2). Si ritiene la proposta non
condivisibile Si propone che la strada di collegamento tra
la Via Papa Giovanni XXIII e la via Sulla, di cui alla
proposta di deliberazione in oggetto sia rivalutata, dopo il
recepimento della edificazione già avvenuta, ed
eventualmente eliminata.
Fascia costiera (Tav. P3)
a) Si propone di verificare ed eventualmente modificare il
tracciato della strada a monte e parallela all'attuale
litoranea, prevista nella proposta di deliberazione;
b) le strade esistenti di avvicinamento alla fascia costiera
4dovranno essere valorizzate, in sede di prescrizioni
esecutive (revisione dei P.P.) al fine di rimarcare le due
aree urbanizzate, coincidenti grosso modo con piani
particolareggiati "Rio Favara" e "Marina Marza".
Il sistema integrato dei parchi e degli ambiti naturalistici
(Tav. P1)
L'emendamento all'art. 38 delle N.T.A. del P.R.G. proposto
dall'U.T.C. come formulato nella proposta di delibera per il
Consiglio Comunale e dall'emendamento del progettista, va
Riportata la perimetrazione del
centro storico urbano trasmessa
dalla Soprintendenza ai BB.CC. e
AA. di Ragusa. Le aree residue
sono state classificate come Zona
B.1
Tutti i parcheggi sono interessati
da Concessioni edilizie e pertanto
sono stati classificati come zona
B.1 alla stregua di diritti acquisiti e
sovente di edificazioni realizzate.
La strada di collegamento tra la via
Papa Giovanni XXIII e la via Sulla
è stata eliminata per le medesime
ragioni.
È stato modificato il tracciato
della strada in oggetto per
salvaguardare le aree soggette a P.
di L., da Concessioni edilizie e
provvedimenti SUAP.
Le strade di avvicinamento
saranno eventualmente soggette a
modifiche in sede di redazione
delle PP.EE.
Sono state riportate le modifiche
richieste.
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esteso all'art. 39 - Fp. 2 -Parco di Cava Salvia; all'art. 40 Fp.3
- Parco dei torrenti Salvia e Favara e delle Catacombe di S.
Marco; all'art. 41 - Fp.4 - Parco del Maccone Bianco; all'art.
42 - Fp.5 - Parco dei Pantani e di Punta Castellazzo; all'art. 43
- Fp.6 Parco archeologico di Poggio gallarazzo; all'art. 44 Fp.7 - Parco di cava Scardina.
L'ultimo periodo dell'emendamento "Tutti gli interventi
consentiti sono subordinati al parere preventivo della
Soprintendenza per BB.CC.AA." va eliminato perché di fatto
molte delle aree comprese nei Parchi suddetti sono già oggetto
di vincoli specifici che ne regolamentano l'utilizzo, e quindi
sembra non opportuno gravare di incombenze "ingiustificate"
anche eventuali aree limitrofe ricomprese nella perimetrazione
delle aree da destinare a parco.
5
Norme Tecniche di attuazione
all'art. 38, comma 9, viene cassata la frase "essendo le relative
aree subordinate all'esproprio."
all'art. 39, comma 8, viene cassata la frase "essendo le relative
aree subordinate all'esproprio."
all'art. 40, comma 8, viene cassata la frase "essendo le relative
aree subordinate all'esproprio."
all'art. 41, comma 8, viene cassata la frase "essendo le relative
aree subordinate all'esproprio."
all'art. 42, comma 9, viene cassata la frase "essendo le relative
aree subordinate all'esproprio."
all'art. 43, comma 7, viene cassata la frase "essendo le relative
aree subordinate all'esproprio."
all'art. 44, comma 9, viene cassata la frase "essendo le relative
aree subordinate all'esproprio."
all'art. 67, comma 1, viene cassata la frase "ancorché non
individuata nel P.R.G";
all'art. 65 , comma 3, viene cassata la parola " a torre";
Recepita
all'art. 65, viene inserito il seguente comma 3/bis " E' consentita
la tipologia a torre limitatamente a strutture alberghiere di rango
nazionale/internazionale, ove la tipologia a torre ne caratterizza
l'appartenenza";
All'art. 68, la rubrica viene sostituita con la seguente: "Ft.4 - zona
attrezzata per la diretta fruizione del mare"
All'art. 72, comma 3, viene cassata la frase "non prefigurando
l'intervento una variante urbanistica", si aggiunge "trattandosi di
vincolo corformativo"
All'art. 99, comma 8, dopo "paese-albergo" si aggiunge "albergo
diffuso"
All'art. 100, comma 10, le parole "artt. 30 e 96" vengono sostituite
con "artt. 31 e 99"
All'art. 101, il comma 7 viene sostituito dal seguente, "La
desinazione d'uso a Paese Albergo e/o Albergo Diffuso è
finalizzata a consentire su iniziativa privata la realizzazione di
servizi di ospitalità turistico-ricettiva e/o di soggiorno scientifico
connesso ad attività di studio e di ricerca. La tipologia di paese
albergo, albergo diffuso, prevede anche il recupero e la
rifunzionalizzazione di vani (camere) all’interno delle unità
edilizie esistenti capaci di due posti letto atti alla ricezione
turistica, con ingresso reso indipendente, preferibilmente su strada
e servizio igienico sanitario annesso a ciascuna camera con
eventuale angolo cottura. L’attività di paese-albergo, albergo
diffuso, può essere soggetta a forme di contributo pubblico a
fondo perduto da parte del Comune, della Provincia Regionale e/o
dalla Regione.
Recepita
Recepita
Recepita
Recepita
Recepita
Recepita
Recepita
Recepita
Recepita
Recepita
Recepita
Recepita
Recepita
Recepita
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6
7
8
All'art. 103, comma 2, la parola "art. 106" viene sostituita con
"art. 102"
All'art. 105, comma 2, la parola "art. 101" viene sostituita con
"art. 104"
All'art. 109, si sostituisce il riferimento alla zona "C.4", con il
riferimento alla zona "C.3"
Regolamento edilizio
Si propone:
1) All'art. 58, comma 2, lett. a) sostituire la frase tra parentesi
"salvo i casi di restauro e di ristrutturazione" con la seguente
"salvo i casi di restauro, di ristrutturazione e di cambio di
destinazione d'uso, limitatamente alla zona A".
2) All'art. 99, viene aggiunto, alla fine, il seguente comma "8.
la durata della concessione per gli impianti disciplinati dal
presente articolo è fissata in dieci anni e potrà essere
prorogata di uguale periodo, previa verifica del permanere
delle condizioni di rilascio. Gli impianti esistenti, già
autorizzati, dovranno adeguarsi alle nuove norme entro un
anno dall'entrata in vigore del presente Regolamento".
3) all'art.113, la frase "entro il termine di 1 (uno) anno dalla
entrata in vigore del presente Regolamento" viene sostituita
con la seguente "in occasione di interventi di ristrutturazione
edilizia e/o di rinnovo di autorizzazione".
4) All'art. 125 si aggiunge, alla fine il seguente comma: "2. in
caso di contrasto fra il Regolamento edilizio e le Norme
tecniche di Attuazione, prevalgono le disposizione delle
Norme Tecniche di Attuazione".
emendamento Prot. n. 12697/C_e366 del 27/04/2011, presentato
dai Consiglieri Rustico e Solarino che recita: " I sottoscritti
Consiglieri Comunali, del gruppo Libertà e Buon Governo, in
riferimento alla delibera di cui all'oggetto, propongono il seguente
emendamento: "Si propone di inserire correttamente l'area
interessate dalla lottizzazione EX AIU S4".
da n. 7 Consiglieri Comunali che recita: " I sottoscritti Consiglieri
Comunali, vista la proposta di deliberazione di cui all'oggetto,
propongono il seguente emendamento tecnico:
Si chiede
1) di integrare al punto 2 letto a dell'emendamento del24/03/2011,
il seguente periodo, dopo ... siano eliminate, previa verifica degli
standard complessivi.
2) di adeguare il regolamento edilizio, nella parte riguardante la
formazione della Commissione edilizia, e la tempistica di
Istruttoria delle pratiche edilizie alla Legge della regione Sicilia
entrata in vigore il 26/04/2011.
3) di aggiungere la destinazione d'uso "albergo diffuso" agli artt.
104-B.3 -"Zona di residenza stagionale costiera" e 10S-B.4 "Zona di residenza prevalente stagionale satura".
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Recepita
Recepita
Recepita
Recepita
Recepita
Recepita
Recepita
5. Obiettivi di sostenibilità ambientale
Nel presente capitolo si riporta l’illustrazione dei contenuti della lett. e) dell’Allegato VI del D.Lgs.
152/06 e s.m.i. pertinenti alla proposta di Piano, che, nello specifico, riguarda gli obiettivi di
protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti
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al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti
obiettivi e di ogni considerazione ambientale.
Per l’individuazione degli obiettivi di sostenibilità ambientale si è fatto riferimento a quelli già
individuati ed approvati per gli altri Piani e Programmi regionali di riferimento già sottoposti a
procedura VAS con esito finale positivo, e pertinenti al “Piano” in questione.
Nella tabella sottostante si riporta, per singolo tema ambientale, il principale quadro di riferimento
normativo, programmatico e pianificatorio da cui scaturiscono i relativi obiettivi di sostenibilità
ambientale.
Temi
ambientali
Fauna, flora,
biodiversità e
paesaggio
Ambiente
urbano,
patrimonio
culturale,
architettonico e
archeologico
Suolo
Acqua
Quadro di riferimento normativo,
programmatico e pianificatorio
Obiettivi di protezione
ambientale
· COM (2006), Arrestare la perdita di biodiversità entro
il 2010 e oltre – Sostenere i servizi ecosistemici per il
benessere umano;
· Direttiva 1992/43/CEE, Conservazione degli habitat
naturali e seminaturali e della flora e della fauna Tutelare e valorizzare il
selvatiche (Direttiva Habitat);
patrimonio ambientale e la
· Direttiva 1979/409/CEE, Conservazione degli uccelli biodiversità
selvatici (Direttiva Uccelli);
· Convenzione europea del Paesaggio (2002);
· Progetto Integrato Regionale Rete Ecologica (PIR)
· Piano Territoriale Paesaggistico, Ambito 17.
· Piano Territoriale Paesaggistico;
· COM/2005/0718, Strategia tematica sull’ambiente
urbano.
· Convenzione europea del Paesaggio;
· Piano Territoriale Paesaggistico, Ambito 17.
· COM (2006) 232, Proposta di direttiva quadro per la
protezione del suolo;
· COM(2005) 670, Strategia tematica per l’uso
sostenibile delle risorse naturali;
· COM (2006) 231, Strategia tematica per la protezione
del suolo;
· Piano Straordinario per l’Assetto Idrogeologico
(P.A.I.).
· Direttiva 2007/60/CE, Valutazione e gestione dei
rischi di alluvioni;
· Direttiva 2006/118/CE del 12/12/2006, sulla
protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e
dal deterioramento;
· Decisione 2001/2455/CE, relativa all’istituzione di un
elenco di sostanze prioritarie in materia di acque e che
modifica la direttiva 2000/60/CE;
· Direttiva 2000/60/CE del 2371072000, che istituisce
un quadro per l’azione comunitaria in materia di
acque;
Migliorare la qualità della
vita dei cittadini e tutelare e
valorizzare il patrimonio
culturale
Prevenire e ridurre i rischi
idrogeologici e
l’inquinamento del suolo e
del sottosuolo
Raggiungere un buono stato
delle acque superficiali e
sotterranee
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Aria e fattori
climatici
Popolazione e
salute
umana
Energia
Rifiuti
· Direttiva 96/61/CE sulla prevenzione e la riduzione
integrante dell’inquinamento;
· Direttiva 91/676/CE inerente la protezione delle acque
dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da
fonti agricole;
· Direttiva 91/626/CE, inerente le misure per ridurre gli
impatti delle fonti di inquinamento puntuale e diffuso
delle acque;
· Direttiva 917271/CE, inerente il trattamento delle
acque reflue urbane;
· Direttiva 80/778/CEE sulle acque destinate al
consumo umano (mod. dalla Dir. 98/83/CE);
· D.Lgs. n.30 del 16/03/2009, recante “Attuazione della
direttiva 2006/118/CE, relativa alla protezione delle
acque
sotterranee
dall’inquinamento e
dal
deterioramento”;
· D.Lgs. 152/2006, recante “Norme in materia
ambientale” e s.m.i.;
· Piano di gestione del distretto idrografico della Sicilia;
· Piano di tutela delle acque in Sicilia.
· Direttiva 2008/50/CE, Qualità dell’aria ambiente e per
un’aria più pulita in Europa;
· COM (2008) 30, Due volte per il 2020, l’opportunità
del cambiamento climatico per l’Europa;
· Piano regionale di coordinamento per la tutela della
qualità dell’aria ambiente.
· Direttiva 2004/35/CE, Responsabilità ambientale in
materia di prevenzione e riparazione del danno
ambientale;
· COM (2003) 338 sulla strategia europea per
l’Ambiente e la salute;
· Programma d'azione comunitario a favore della
protezione civile (2000Ǧ06)
· Piano sanitario regionale 2000Ǧ2002 e Atto di indirizzo
per la politica sanitaria del triennio 2007/2009 e per
l’aggiornamento del piano sanitario regionale;
· Linee guida per la classificazione in zone acustiche del
territorio dei Comuni.
· COM (2008) 781, Secondo riesame strategico della
politica energetica, Piano d’azione dell’UE per la
sicurezza e la solidarietà nel settore energetico;
· COM (2007) 1, Una politica energetica per l’Europa;
· Libro verde sull’efficienza energetica (2005);
· Piano Energetico Ambientale Regionale Sicilia
(PEARS).
· Direttiva 2008/1/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio del 15 gennaio 2008, sulla prevenzione e la
riduzione integrante dell’inquinamento;
· Direttiva 2006/12/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio del 5 Aprile 2006, relativa ai rifiuti;
· COM(2005) 666, Portare avanti l’utilizzo sostenibile
delle risorse - Una strategia tematica sulla
prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti;
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Ridurre le emissioni di gas
inquinanti e climalteranti
Proteggere la popolazione e il
territorio dai fattori di rischio
Promuovere politiche
energetiche sostenibili
Ridurre la produzione di
rifiuti e la loro pericolosità
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Mobilità e
trasporti
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· Direttiva 1999/31/CE del Consiglio del 26 Aprile
1999, relativa alle discariche di rifiuti;
· Piano di gestione dei rifiuti in Sicilia.
· Comunicazione della Commissione – Programma di
azione europeo per la sicurezza stradale – Dimezzare il
Promuovere modalità di
numero di vittime della strada nell’Unione europea
trasporto sostenibili
entro il 2010: una responsabilità condivisa;
· Piano regionale dei trasporti e della mobilità (2002).
Tali obiettivi di sostenibilità ambientale permettono di indirizzare gli interventi del “Piano” in
chiave ambientale e verificare, attraverso le misure per il monitoraggio, il loro raggiungimento.
6 Valutazione degli impatti e misure di mitigazione
In sede di RA definitivo saranno valutati i possibili impatti significativi che l’attuazione della
proposta di Piano potrebbe generare sull’ambiente redigendo una matrice di valutazione qualitativa
degli impatti significativi delle azioni della proposta di Piano, dalla quale si evincerà:
·
la tipologia dell’impatto: (1) diretto, (2) secondario, (+) positivo, (-) negativo, (S) sinergico;
·
la durata dell’impatto: (L) impatto a lungo termine; (M) impatto a medio termine; (B)
impatto a breve termine;
·
la reversibilità dell’impatto: (P) permanente, (T) temporaneo.
Sempre in sede di RA definitivo sarà proposto l’inserimento di eventuali misure atte a ridurre,
impedire o mitigare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi
sull'ambiente dell'attuazione del Piano.
7. Misure per il monitoraggio
L’Autorità procedente, in fase di redazione del Rapporto Ambientale, redigerà un piano di
monitoraggio ambientale (di seguito PMA) ai sensi delle disposizioni dell’art. 18 del D.Lgs.
152/2006 e s.m.i., che abbia i seguenti obiettivi:
- il controllo degli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione del “Piano”;
- la verifica del raggiungimento degli obiettivi di protezione ambientale prefissati;
- l’individuazione tempestiva degli impatti negativi imprevisti e le opportune misure
correttive da adottare.
Per il raggiungimento di tali obiettivi il PMA individuerà i soggetti a cui affidare ruoli e
responsabilità e la sussistenza delle risorse economiche necessarie per la realizzazione e gestione
del monitoraggio. Si anticipa che il futuro PMA sarà strutturato avvalendosi dell’Agenzia
Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA Sicilia).
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Il PMA, inoltre, darà adeguata informazione sulle modalità di svolgimento del monitoraggio, dei
risultati e delle eventuali misure correttive da adottare attraverso un rapporto di monitoraggio
ambientale (RMA) che sarà pubblicato sui siti web dell’Autorità Competente, dell’Autorità
Procedente e dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA Sicilia). Le
informazioni raccolte attraverso il monitoraggio saranno tenute in conto nel caso di eventuali
modifiche al “Piano” e comunque sempre incluse nel quadro conoscitivo dei successivi atti di
pianificazione o programmazione.
8. Indice del Rapporto Ambientale (RA)
Di seguito si riporta la proposta di indice del Rapporto Ambientale, coerentemente alle disposizioni
dell’Allegato VI del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., suscettibile di modifiche in seguito alle risultanze
della fase di consultazione.
Introduzione
Capitolo 1. Il processo di VAS
Capitolo 2. Il processo della proposta di Piano
Capitolo 3. Il quadro ambientale
Capitolo 4. Gli obiettivi di protezione ambientale
Capitolo 5 La valutazione degli impatti significativi
Capitolo 6 Le misure per il monitoraggio ambientale
Allegato 1: Sintesi non tecnica
Allegato 2: Questionario di consultazione
Il sopra citato indice potrebbe subire variazioni.
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Elenco degli acronimi
Acronimo
AC
AP
APAT
ARPA
ARTA
ASPIM
ATO
CE o COM
CIPE
CSU
DIRETTIVA 2001/42/CE
D.Lgs.
DPR
GURI
GURS
IBA
ISPRA (ex APAT)
ISTAT
LR
NTA
PAI
PL
PMA
PAR FAS 2007-2013
PO FESR Sicilia 2007-2013
PRG
PSR
PTP
PTPR
PUSC
RA
RMA
RAP
RE
RFI
RP
RSA
RSU
SAF
SCMA
SIC
SIN
SWOT
VAS
VINCA
ZPS
Definizione
Autorità competente
Autorità procedente
Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici
Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente
Assessorato regionale Territorio e Ambiente
Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea
Ambito Territoriale Ottimale
Commissione Europea
Comitato Interministeriale programmazione Economica
Centro Storico Urbano
Direttiva 2001/42/CE concernente la valutazione degli effetti di determinati
piani e programmi sull’ambiente
Decreto legislativo
Decreto del Presidente della Repubblica
Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana
Important bird areas
Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale
Istituto Centrale di Statistica
Legge Regionale
Norme Tecniche di Attuazione
Piano Straordinario per l’Assetto Idrogeologico
Paesaggio Locale
Piano di monitoraggio ambientale
Programma Attuativo Regionale Fondo Aree Sottoutilizzate 2007-2013
Programma operativo fondo europeo per lo sviluppo regionale 2007-2013
Piano Regolatore Generale
Programma di sviluppo rurale Sicilia 2007-2013
Piano Territoriale Provinciale
Piano Territoriale Paesistico Regionale
Previsioni urbanistiche nel settore commerciale
Rapporto Ambientale
Rapporto di monitoraggio ambientale
Rapporto Ambientale Preliminare
Regolamento Edilizio
Rete Ferroviaria Italiana
Rapporto Preliminare
Relazione sullo stato dell’ambiente in Sicilia
Rifiuti Solidi Urbani
Studio Agricolo Forestale
Soggetti competenti in materia ambientale
Siti di Importanza Comunitaria
Siti d’importanza nazionale
Strenghts, weaknesses, opportunities e threats
Valutazione Ambientale Strategica
Valutazione di incidenza ambientale
Zone di protezione speciale Direttiva CEE 79/409
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3,$125(*2/$725(*(1(5$/(
5LHODERUD]LRQHSDU]LDOHGHOODUHYLVLRQHGHO35*
Regione Siciliana
&RPXQHGL,VSLFD
(Provincia di Ragusa)
9$/87$=,21($0%,(17$/(675$7(*,&$
(ai sensi del D.Lgs. n.152 del 3 Aprile 2006 e s.m.i. art. 13, comma 1; del D.Lgs. n. 4 del 16 Gennaio 2008 e del “Modello
metodologico procedurale della valutazione ambientale strategica di piani e programmi”, DGR n. 200 del 10/6/2009, Allegato A).
5DSSRUWRDPELHQWDOHSUHOLPLQDUH
Questionario di consultazione
5$34G&
Settembre 2013
Professionista incaricato: Arch. PhD Maria Chiara Tomasino
Autorità procedente: Comune di Ispica (Rg)
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5DSSRUWR$PELHQWDOH3UHOLPLQDUH
Settembre
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48(67,21$5,2*8,'$3(5/$67(685$'(,&2175,%87,'$3$57(
'(,62**(77,&203(7(17,,10$7(5,$$0%,(17$/(
Il presente questionario ha lo scopo di guidare la stesura delle considerazioni e delle eventuali
proposte di integrazioni da parte dei soggetti competenti in materia ambientale consultati.
Poiché è necessario che la prima consultazione indirizzi ad una stesura partecipata e condivisa,
definendo adeguatamente la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel
rapporto ambientale, si ritiene utile fornire indicazioni sugli aspetti rilevanti per i quali è opportuno
ricevere contributi e/o integrazioni puntuali.
In ogni caso, la consultazione può esplicitare tutti gli altri aspetti ritenuti rilevanti purché coerenti e
pertinenti ai contenuti del piano e le procedure previste dalle normative vigenti.
Nel caso di proposte di integrazioni o di segnalazione di ulteriori dati ed informazioni, si invita a
fornire in allegato quelli disponibili o segnalare le fonti per una più agevole utilizzazione.
Infine, gli obiettivi ambientali, i riferimenti normativi e delle politiche e strategie ambientali,
devono essere considerati in coerenza con il piano e verificati quindi nel contesto di riferimento al
pari delle proposte che si ritiene utile formulare.
48(67,21$5,2',&2168/7$=,21(
'$7,'(/62**(772
COGNOME
NOME
ENTE DI APPARTENENZA
POSIZIONE
SEDE
TEL/FAX
E-MAIL
DATA
6L
1R
1. Ai sensi della normativa vigente, il documento riporta un elenco di soggetti individuati
quali autorità con competenze ambientali; tali soggetti sono individuati come referenti
per la consultazione del presente documento e del rapporto ambientale nella stesura
definitiva.
Ritenete che i soggetti individuati siano coerenti con quanto previsto dalla normativa ed in relazione ai
contenuti ambientali delineati per il Piano?
Ritenete esaustivo l’elenco delle autorità e dei soggetti da consultare?
Nel caso in cui non siano esaustivi, quali altri soggetti suggerite di inserire?
Note:
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Comune di Ispica (Rg) – Rielaborazione parziale della revisione del P.R.G.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (V.A.S.)
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Settembre
2013
6L
1R
2.. La descrizione del contesto ambientale è finalizzata a far emergere aspetti rilevanti dello
stato dell’ambiente e pertinenti al Piano in oggetto.
Ritenete esaustiva la descrizione del contesto ambientale dell’area interessata dal Piano?
Individuare se necessario, altri aspetti ambientali da considerare nel successivo Rapporto Ambientale.
Note:
6L
1R
3. Il documento riporta il quadro normativo e programmatico di riferimento
(internazionale, nazionale e regionale) per la definizione degli obiettivi ambientali.
Ritenete che l’elenco dei riferimenti normativi e programmatici sia esaustivo?
Nel caso in cui si disponga di ulteriori riferimenti utili alla definizione del quadro degli obiettivi di
sostenibilità, si invita a fornire le integrazioni ritenute necessarie.
Note:
6L
1R
4. Il documento riporta i dati e le basi informative utili per l’analisi del contesto
ambientale.
Ai fini della procedura di VAS, ritenete utile segnalare eventuali ulteriori disponibilità di banche dati
e/o informazioni?
Ritenete che il R.A.P. sia esaustivo e coerente per la valutazione e la successiva fase di monitoraggio
dell’attuazione del piano/programma?
Note:
Ulteriori indicazioni ed eventuali suggerimenti/proposte:
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