Allegato 2 PAI e protocolli - "Sebastiano Grandis" Borgo San

ALLEGATO 2 – PAI E PROTOCOLLO ACCOGLIENZA ALUNNI
STRANIERI
PIANO ANNUALE DELL’INCLUSIVITA’
Parte I – analisi dei punti di forza e di criticità
N°
N°
N°
SCUOLA
SCUOLA SECONDARIA
INFANZIA PRIMARIA DI PRIMO
GRADO
A. Rilevazione dei BES presenti:
1. disabilità certificate (Legge 104/92 art. 3, commi 1
e 3)
minorati vista
minorati udito
Psicofisici
2. disturbi evolutivi specifici
DSA
ADHD/DOP
Borderline cognitivo
Altro
3. svantaggio (indicare il disagio prevalente)
Socio-economico
Linguistico-culturale
Disagio comportamentale/relazionale
Altro
Totali
% su popolazione scolastica
N° PEI redatti dai GLHO
N° di PDP redatti dai Consigli di classe in presenza di
certificazione sanitaria
N° di PDP redatti dai Consigli di classe in assenza di
certificazione sanitaria
B. Risorse professionali specifiche
Insegnanti di sostegno
AEC
3
14
3
14
30
18
1
4
7
26
6
10
14
3
38
11%
3
20
2
4
70
12%
14
27
14
Prevalentemente utilizzate in…
Attività individualizzate e di
piccolo gruppo
Attività laboratoriali integrate
(classi aperte, laboratori protetti,
ecc.)
Attività individualizzate e di
piccolo gruppo
15
1
14
43
35
5
3
11
10
1
69
19%
15
38
9
Sì / No
Sì
Sì
Sì
(SC.SECONDARIA)
SI (solo
individualizz.)
SC. PRIMARIA
Assistenti alla comunicazione
Funzioni strumentali / coordinamento
Referenti di Istituto (disabilità, DSA, BES)
Attività laboratoriali integrate
(classi aperte, laboratori protetti,
ecc.)
Attività individualizzate e di
piccolo gruppo
Attività laboratoriali integrate
(classi aperte, laboratori protetti,
ecc.)
SI (SCUOLA
SEC.)
SI (SCUOLA
SEC)
SI
Sì
Sì
Psicopedagogisti e affini esterni/interni
Sì (servizio
NPI Asl)
SI (fs)
Docenti tutor/mentor
Altro:
Altro:
C. Coinvolgimento docenti curricolari
Coordinatori di classe e simili
Docenti con specifica formazione
Attraverso…
Partecipazione a GLI
Rapporti con famiglie
Tutoraggio alunni
Progetti didattico-educativi a
prevalente tematica inclusiva
Altro:
Partecipazione a GLI
Rapporti con famiglie
Tutoraggio alunni
Progetti didattico-educativi a
prevalente tematica inclusiva
Altro:
Partecipazione a GLI
Sì / No
Sì (saltuaria)
Sì
Sì
Sì
Sì
Sì
Sì
Sì
Sì
Rapporti con famiglie
Tutoraggio alunni
Progetti didattico-educativi a
prevalente tematica inclusiva
Altro:
Sì
NO
D. Coinvolgimento personale Assistenza alunni disabili
Progetti di inclusione / laboratori integrati
ATA
Sì
NO
Altri docenti
E. Coinvolgimento famiglie
F. Rapporti con servizi
sociosanitari territoriali e
istituzioni deputate alla
sicurezza. Rapporti con
CTS / CTI
G. Rapporti con privato
sociale e volontariato
H. Formazione docenti
Sì
Altro: SEGRETERIA DIDATTICA
Sì
Informazione /formazione su genitorialità e
psicopedagogia dell’età evolutiva
Sì
Coinvolgimento in progetti di inclusione
Coinvolgimento in attività di promozione
della comunità educante
Altro:
Accordi di programma / protocolli di intesa
formalizzati sulla disabilità
Accordi di programma / protocolli di intesa
formalizzati su disagio e simili
Procedure condivise di intervento sulla
disabilità
Procedure condivise di intervento su
disagio e simili
Progetti territoriali integrati
Progetti integrati a livello di singola scuola
Rapporti con CTS / CTI
Altro:
Progetti territoriali integrati
Progetti integrati a livello di singola scuola
Progetti a livello di reti di scuole
Strategie e metodologie educativodidattiche / gestione della classe
Didattica speciale e progetti educativodidattici a prevalente tematica inclusiva
Sì
NO
SI
SI
Sì
Sì
Sì
Sì
Sì
NO
Sì
NO
Sì
Sì
Didattica interculturale / italiano L2
Psicologia e psicopatologia dell’età
evolutiva (compresi DSA, ADHD, ecc.)
Progetti di formazione su specifiche
disabilità (autismo, ADHD, Dis. Intellettive,
sensoriali…)
Altro:
0
1
Sintesi dei punti di forza e di criticità rilevati*:
Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo
Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento
degli insegnanti
Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive;
Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola
Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola,
*
in rapporto ai diversi servizi esistenti;
Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare
*
alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative;
Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi
*
formativi inclusivi;
Valorizzazione delle risorse esistenti
Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la
realizzazione dei progetti di inclusione
Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel
sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo
inserimento lavorativo.
Altro:
Altro:
SI
Sì
Sì
2
*
3
4
*
*
*
*
*
*
* = 0: per niente 1: poco 2: abbastanza 3: molto 4 moltissimo
Adattato dagli indicatori UNESCO per la valutazione del grado di inclusività dei sistemi scolastici
Parte II – Obiettivi di incremento dell’inclusività proposti per il
prossimo anno
Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo (chi fa cosa, livelli
di responsabilità nelle pratiche di intervento, ecc.)
Dirigente Scolastico: dirige tutta l’attività, condivide con i docenti la predisposizione della
documentazione, prende visione dei PEI e dei PDP e lo firma.
Gruppo GLI: raccoglie e documenta gli interventi educativi e didattici relativi ai BES, propone e
coordina le attività di aggiornamento, coordina le attività e i progetti tra i tre ordini di scuola
anche in accordo con la componente genitori (da definire)
Referenti BES PER OGNI ORDINE DI SCUOLA: nei propri settori svolgono competenze di
tipo organizzativo, consultivo e progettuale.
Funzione strumentale BES: coordina e dirige le attività di integrazione per alunni con bisogni
educativi speciali.
Docenti per le attività di sostegno: apportano competenze più specifiche per la gestione del
disagio e per l’integrazione degli alunni con BES nelle classi.
Coordinatore di classe: mantiene i rapporti con le famiglie, si fa carico della compilazione
condivisa del PDP e delle strategie da adottare per la relativa attuazione.
Docenti sono responsabili dell’elaborazione e dell’attuazione del PDP e della scelta della didattica
personalizzata per gli alunni che ne hanno necessità.
Mediatori culturali facilitano l’integrazione linguistica e culturale.
Segreteria didattica: acquisisce la diagnosi (redatta da psicologi e neuropsichiatri dell’ASL), la
protocolla e la inserisce nel fascicolo personale dell’alunno; ne dà informazione ai docenti che si
attivano per la predisposizione del PDP; collabora con gli insegnanti nella gestione dei documenti
e della pratiche relative all’area alunni con BES.
Collaboratori
scolastici: in alcune circostanze, offrono assistenza di base agli alunni
diversamente abili.
Assistenti all’autonomia e alla comunicazione : sostengono l’autonomia dello studente
disabile e la comunicazione con le persone che interagiscono con lui nell’ambiente scolastico.
Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli
insegnanti
La scuola ha previsto due percorsi di formazione interni per la scuola dell’infanzia e la scuola
primaria, oltre all’attività di counseling e supporto della FS e dei referenti H e DSA . I corsi
previsti, coordinati dalla dott. Re del servizio di Neuropsichiatria Infantile di Cuneo, sono i
seguenti:
L’ARTE DELLA FOTOGRAFIA: dall’osservazione della realtà alla descrizione del
comportamento (scuola dell’infanzia)
GIOCOLEGGENDO POTENZIA-MENTI (scuola primaria)
È previsto inoltre, nel secondo quadrimestre, l’intervento di una psicologa che proporrà, in
accordo con il Comune, una serie di serate rivolte ai genitori sulle relazioni e sul dialogo
interculturale.
La Dirigente Scolastica favorisce la partecipazione alle attività di formazione proposte dall’A.S.L. e
dal Centro Territoriale di Supporto.
Vi saranno inoltre attività di auto-formazione, gestite da FS e referenti, con particolare riferimento
alle indicazioni normative della DGR 16, alla predisposizione dei PEI in formato ICF, alle
metodologie inclusive e funzionali alla didattica.
Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive;
Gli insegnanti, previo accordo con la famiglia, predispongono per tutti gli alunni con BISOGNI
EDUCATIVI SPECIALI un PDP o un PEI, nel quale ogni docente illustra quali obiettivi formativi
intende raggiungere e specifica quali metodologie, spazi, tempi e strumenti si propone di mettere
in atto.
All’interno del PDP e del PEI vengono stabilite le misure compensative e dispensative che è
necessario adottare e le modalità di valutazione sulla base di obiettivi didattici e formativi
personalizzati.
L’oggetto della valutazione non è solo la prova finale, ma tutto il processo di apprendimento che
tiene conto dei percorsi e dei progressi compiuti dall’alunno, in rapporto alle sue capacità e
potenzialità. Per maggiore chiarezza, sono stati predisposti tre modelli basati sul modello
regionale:
- PDP per alunni con certificazione DSA
- PDP per alunni BES certificati (non DSA)
- PDP per alunni BES stranieri
Dal corrente a.s. nella redazione del PEI verrà utilizzato il modello ICF per gli alunni per i quali la
diagnosi è già presentata in ICF dalla NPI; per gli altri si utilizzerà il modello di PEI degli anni
passati. Una parte dei PEI redatti secondo il vecchio modello verrà rivista a partire dalla
valutazione intermedia.
Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola
ASPETTI ORGANIZZATIVI
Nella Scuola Primaria, sulla base di progetti elaborati ad inizio anno, si usano le ore residuate
per gestire alunni con BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI e per creare dei percorsi personalizzati in
piccolo gruppo per il consolidamento e il recupero negli apprendimenti comunicativi-espressivi ,
logico-matematici e metodo di studio, anche a classi aperte.
Qualora vi sia la possibilità, sia nella scuola dell’infanzia che nella scuola primaria, si utilizzano le
ore di contemporaneità con l’insegnante di religione cattolica per attività di approfondimento e
recupero con gli alunni stranieri. Analogamente, nella scuola secondaria di I grado le ore di
alternativa IRC vengono utilizzate per attività di recupero/alfabetizzazione in piccolo gruppo; si
prevedono altresì attività di classi aperte per gruppi di livello in lingua italiana, matematica e
lingua straniera.
METODI E STRATEGIE DIDATTICHE A CARATTERE INCLUSIVO:
-
didattica metacognitiva;
didattica per laboratori;
uso di mappe e schemi;
uso delle tecnologie informatiche (LIM, LABORATORIO DI COMPUTER);
lavori di gruppo;
tutoraggio tra pari
PROGETTI A CARATTERE INCLUSIVO
Progetto FASCE DEBOLI SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA DI I GRADO
Il Progetto si rivolge a tutti gli alunni che presentano difficoltà di apprendimento associate a
situazioni di disagio socio-affettivo. Il Progetto intende condurre l’alunno a migliorare l’autostima
personale e l’accettazione di sé.
Nella scuola primaria, compatibilmente con le risorse a disposizione, si utilizzeranno attività
musicali-espressive, mentre nella scuola secondaria di I grado si privilegeranno le attività di classi
aperte e di recupero pomeridiano (V. Progetto recupero)
Progetto RECUPERO/ALFABETIZZAZIONE/POTENZIAMENTO SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO
GRADO
Il Progetto coinvolge gli alunni in difficoltà, gli alunni stranieri, così come intende dare opportunità
di approfondimento alle eccellenze. Rientra a pieno titolo nel più ampio programma di recupero
delle fasce deboli e nell’integrazione degli alunni stranieri già intrapresa nei precedenti anni
scolastici. Si realizza mediante l’attivazione di classi aperte nel primo quadrimestre (classi
seconde), di classi aperte classi prime e terze (nel secondo quadrimestre) e nell’attivazione, da
parte dei docenti disponibili, di ore di sportello per il recupero delle materie di italiano e
matematica nei mesi di aprile-maggio.
Progetto ORIENTAMENTO E DISPERSIONE SCOLASTICA comprende le attività afferenti l’ambito
dell’orientamento; è prevista inoltre l’adesione al progetto “Formazione e laboratori integrati –
300h” che consente - in collaborazione con le la Scuola Tecnica “San Carlo” di Boves – agli alunni
pluriripetenti di svolgere parte del percorso scolastico in attività di laboratorio e di poter sostenere
l’esame finale di licenza media in modo diversificato.
Il nostro Istituto accoglie insegnanti volontari in pensione che offrono il proprio contributo per la
gestione in classe del disagio linguistico dei bambini stranieri. Dallo scorso anno scolastico è attivo
un “Progetto doposcuola” per gli alunni del TP; vi è inoltre collaborazione di associazioni di
volontariato sul territorio che gestiscono un’attività pomeridiana (mercoledì pom.) di doposcuola e
l’intervento dell’educativa di strada gestita dal Consorzio socio-assistenziale per attività in piccolo
gruppo in favore di alunni disagiati, seguiti dai servizi, della scuola secondaria di I grado. Sono
inoltre presenti figure di educatori che svolgono servizio a domicilio per alcuni casi seguiti dai
servizi sociali..
Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola, in
rapporto ai diversi servizi esistenti
A.S.L.
−
−
-
Su richiesta dei genitori degli alunni con disabilità, con problemi di sviluppo, globali e
specifici, comportamentali, emozionali, effettua le valutazioni e l’eventuale presa in carico;
redige, sulla base della valutazione, certificazioni cliniche ed elabora i profili di
funzionamento previsti entro i tempi consentiti;
fornisce, nei limiti consentiti e con le modalità concordate, corsi di aggiornamento e la
consulenza ai docenti degli alunni.
C.T.S.
- Fornisce strumentazioni tecnologiche e indicazioni nell’uso delle tecnologie per
l’integrazione;
- organizza corsi di formazione e aggiornamento.
COMUNE DI BORGO SAN DALMAZZO dà sostegno alla scuola fornendo:
- assistenti all’autonomia ed alla comunicazione;
- contributi economici per progetti specifici.
Assiste economicamente le famiglie che rientrano nelle “fasce deboli”.
IL SERVIZIO SOCIALE:
−
Ricevuta la segnalazione da parte della scuola, incontra la famiglia e attiva tutti gli
strumenti a sostegno del bambino e dei genitori in sinergia con la scuola. Con la
collaborazione del Comune e di una cooperativa, il servizio socio-assistenziale partecipa al
progetto Link che prevede l’organizzazione di incontri strutturati gestiti da educatori e
rivolti ad alunni stranieri per lo svolgimento dei compiti.
ASSOCIAZIONE ARCA PER MEDIATORI LINGUISTICI
L'associazione Arca (centro migranti di Cuneo) predispone dei progetti per alunni stranieri di
recente immigrazione che prevedono l'intervento dei mediatori nelle classi sia per le situazioni di
emergenza linguistica sia per l’attivazione di laboratori a carattere interculturale.
ALTRI
-
ENTI E ASSOCIAZIONI :
Parco Alpi Marittime e Parco Fluviale di Cuneo;
Biblioteche comunali (Cuneo e Borgo San Dalmazzo);
Associazioni culturali presenti sul territorio (Pedodalmazia);
Associazioni sportive locali per l’incentivo dello sport anche attraverso percorsi scolastici;
Ente artigiani Borgo San Dalmazzo.
Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni
che riguardano l’organizzazione delle attività educative
Quando l’insegnante sospetta un Disturbo Specifico dell’Apprendimento, contatta la famiglia per
discutere la situazione ed esplicitare le attività mirate per il recupero e il potenziamento che
intende mettere in atto. Se, dopo l’intervento, non si riscontra un miglioramento, il docente
compila la “Scheda di collaborazione scuola-famiglia descrittiva delle abilità scolastiche”, nella
quale si evidenziano, attraverso un’osservazione precisa, le difficoltà persistenti.
La scheda viene condivisa e consegnata alla famiglia che si occupa di portarla all’ASL, dove
un’èquipe multidisciplinare costituita da psicologo, logopedista e neuropsicomotricista provvederà
ad una valutazione diagnostica delle abilità e competenze del bambino attraverso specifici test.
Qualora vengano confermate le difficoltà dello studente, lo specialista rilascia una certificazione
che viene presentata alla segreteria della scuola.
Nel caso in cui l’insegnante individui un serio problema cognitivo o un disturbo del linguaggio o
del comportamento, dopo averne parlato con la famiglia, invita i genitori a rivolgersi all’ASL, con
l’impegnativa del pediatra,
per una valutazione specialistica.
In presenza di una certificazione redatta da specialisti o di una temporanea difficoltà di
apprendimento, gli insegnanti, in collaborazione con la famiglia, redigono il Piano Didattico
Personalizzato (PDP) o il PEI, che verrà successivamente monitorato per verificarne l’efficacia.
A casa, la famiglia supporta l’alunno nel suo processo di apprendimento tramite gli stessi
strumenti didattici mirati usati a scuola.
Viene richiesta la collaborazione della famiglia per favorire l'autostima, ponendo attenzione alle
conseguenze psicologiche del problema ed alle dinamiche emotive correlate.
La famiglia mantiene i contatti più ravvicinati con gli insegnanti ed effettua valutazioni cliniche
periodiche e comunque nei vari passaggi scolastici.
Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi
inclusivi;
Nei tre ordini di scuola si adottano pratiche e metodologie didattiche aventi carattere inclusivo:
- lavori di gruppo/ a coppie…
esperienze di apprendimento- cooperativo;
percorsi didattici su diversi- livelli di difficoltà;
uso della LIM;- uso del laboratorio di informatica;
- uso di schemi/mappe per la comprensione e la memorizzazione delle conoscenze;
- tutoring;
- didattica multisensoriale: uso di più canali percettivi (visivo, uditivo, tattile, cinestesico) per
favorire l’apprendimento;
- didattica meta cognitiva.
Alcuni dei progetti descritti precedentemente, seppure con sfumature diverse a seconda dell’età
dei bambini, sono comuni a più ordini di scuola.
Il gruppo di lavoro sulla continuità dedica particolare attenzione al percorso dell’alunno con BES
nei diversi ordini di scuola.
Valorizzazione delle risorse esistenti
Gruppo di lavoro per la continuità
coordina le attività tra i tre ordini di scuola dedicando
passaggio.
particolare attenzione agli anni di
Gruppo GLI
Raccoglie e documenta gli interventi educativi-didattici relativi ai B.E.S., propone e coordina le
attività di aggiornamento, coordina le attività e i progetti tra i tre ordini di scuola.
Funzione strumentale alunni BES
Si occupa dell’integrazione degli alunni stranieri e in situazione di disagio, coordina e collabora con
i referenti H e DSA dei tre ordini di scuola
Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei
progetti di inclusione
Si auspica un potenziamento delle risorse umane per la realizzazione di percorsi didattici
personalizzati, anche in funzione dei numerosi casi di BES presenti nel nostro Istituto.
Sarebbe inoltre importante che la scuola avesse più fondi per:
- docenti in organico da utilizzare in modo funzionale per attività di piccolo gruppo, laboratori e
classi aperte
-potenziare, modernizzare e gestire al meglio i laboratori di informatica e fornire assistenza
tecnica e manutenzione;
-dotare ogni classe di un PC;
- installare altre LIM;
- acquistare sussidi e materiali didattici ( software, cd, libri….)
Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema
scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento
lavorativo.
L’ obiettivo che si pone il nostro Istituto è quello di seguire l'alunno con BES nei diversi ordini di
scuola con particolare riguardo al raccordo e alla continuità educativa nei passaggi da un grado di
scuola all'altra; si sta attuando inoltre un percorso condiviso per l’applicazione delle Indicazioni
Nazionali per il curricolo verticale.
Protocollo di accoglienza alunni stranieri
Destinatari:
gli allievi stranieri e le famiglie di appartenenza inseriti all’inizio del percorso di studi o in corso
d’anno.
Obiettivi:
a) Attenuare il disagio del bambino straniero al momento dell’ingresso in un nuovo sistema
scolastico
b) Sostenere l’apprendimento della lingua italiana a livello basico ed avanzato per fornire una
pari opportunità di istruzione anche agli alunni stranieri
c) Creare un clima di fiducia e collaborazione con i genitori degli alunni stranieri
d) Creare una “rete di informazioni” tra famiglia, scuola ed Enti sul territorio per conoscere le
reali situazioni di vita del bambino ed aiutare la sua integrazione
Finalità:
Offrire una pari opportunità reale di istruzione agli alunni stranieri, soprattutto attraverso il
sostegno linguistico
- Aiutare l’integrazione del bambino all’interno della scuola e sul territorio
L’ambito di intervento, che il progetto intende coprire, come si evince dalle finalità, rientra nell’
“Area dell’integrazione e delle pari opportunità”, che viene suddivisa in 4 sezioni:
• Accoglienza del bambino straniero nuovo arrivato
• Attività di sostegno per l’apprendimento della lingua italiana L2 a livello basico ed avanzato
(lingua per comunicare / lingua per studiare)
• Attività di comunicazione con i genitori degli alunni stranieri
• Relazioni con Enti, cooperative, associazioni, operanti sul territorio, e con rappresentanti
degli altri gradi di scuola (infanzia e primaria secondaria di primo e secondo grado)
-
Risultati attesi:
Le azioni ed i prodotti concreti conseguenti alle sezioni di intervento, sono i seguenti:
• Il bambino manifesta un certo grado di serenità, dopo le attività di accoglienza; conosce le
prime semplici parole e frasi in italiano e le usa per orientarsi nel contesto corretto.
• Il bambino comprende, comunica, legge, scrive e rielabora frasi e testi in lingua italiana,
dai più semplici e legati all’esperienza quotidiana (sostegno linguistico di base: lingua per
comunicare) ai più complessi, anche al di là del contesto esperienziale più vicino e con
riferimento alle singole discipline (sostegno linguistico avanzato: lingua per studiare).
• I genitori degli alunni stranieri partecipano alla vita della scuola, intervenendo alle riunioni,
ai colloqui, alle varie attività e collaborano per il buon rendimento scolastico del bambino e
rispettano le regole scolastiche; espongono le eventuali problematiche nell’apposito
Sportello S.O.S. (dicembre, marzo, maggio).
• Tra i tre gradi di scuola (infanzia, primaria e secondaria di 1°grado) si crea una rete di
informazioni su problemi comuni, progetti, attività ed iniziative in atto o da promuovere, su
particolari casi di bambini in entrata o in uscita e si stabiliscono eventuali forme di
collaborazione. Le varie agenzie operanti con gli stranieri sul territorio di pertinenza
forniscono alla scuola informazioni sull’andamento dei flussi migratori e sulle reali
condizioni di vita dei bambini, utili per meglio comprenderli e aiutarne l’integrazione nel
sistema scolastico; la scuola offre informazioni a tali agenzie sui bambini e sulle loro
necessità o sulle necessità delle loro famiglie (che possono essere state rilevate durante le
attività didattiche o i colloqui) per favorirne l’integrazione nel territorio.
Le attività previste vengono presentate in base alle varie sezioni individuate all’interno
dell’area di riferimento.
Accoglienza del bambino neo-arrivato:
2.1Prima fase: raccolta di dati biografici e sulla scolarità pregressa dell’alunno (una-due ore di
colloquio tra genitori e facilitatore – analisi della scheda sociolinguistica compilata con il
supporto del Centro Migranti), eventualmente anche con l’aiuto di un mediatore linguistico.
Contestualmente la Segreteria si incaricherà della richiesta dei documenti necessari per
l’iscrizione, anche utilizzando una modulistica plurilingue (v. modulistica USR Piemonte)
2.1Seconda fase: verifica della padronanza dei prerequisiti per l’inserimento nella classe
adeguata (insegnante facilitatore con la collaborazione dei docenti dell’interclasse
corrispondente all’età anagrafica del bambino o seguendo le indicazioni deliberate durante
il Collegio Docenti), insegnamento delle prime parole e frasi utili per l’orientamento nel
contesto scolastico e conoscenza del nuovo ambiente (due – tre giorni per due – tre ore)
2.1Terza fase: valutazione da parte dei docenti incaricati delle abilità raggiunte dal bambino,
espressione del parere del Dirigente ed inserimento definitivo in una data classe (circa
un’ora) con delibera dell’Interclasse o del Consiglio di Classe, possibilmente corrispondente
all’età anagrafica del bambino ed in proporzione alle competenze linguistiche possedute(su
delega del Collegio Docenti). I docenti della classe vengono coinvolti nell’analisi della
scheda sociolinguistica dell’alunno, con particolare riferimento alla situazione famigliare
attuale, alla lingua d’origine e al sistema scolastico di provenienza dell’alunno
(eventualmente con l’aiuto di un mediatore culturale che insista sugli aspetti linguistici che
possono essere potenzialmente problematici, in modo da indirizzare il più possibile gli
interventi).
2.1Quarta fase: i docenti di classe compilano il piano didattico personalizzato (PDP) per l’anno
scolastico in corso e lo condividono con la famiglia
Sostegno linguistico:
2.1Per gli alunni di nuovo arrivo o di arrivo recente si prevede un l’intervento di un mediatore
culturale per un massimo di dieci ore da richiedere con apposito modulo al Centro Migranti
all’interno del Progetto specifico di collaborazione
2.1Per gli alunni stranieri che ne abbiano necessità si ipotizzano interventi di sostegno in base
alle risorse disponibili dell’istituto, utilizzando le ore di compresenza (per la scuola
primaria), le ore di alternativa all’IRC per la scuola primaria, tempo pieno e per la scuola
sec. di I grado. Eventuali progetti per il reperimento di fondi a favore degli alunni stranieri
verranno valutati in corso d’anno.
Le modalità per svolgere tali attività saranno: sostegno linguistico individuale e in piccolo
gruppo, attraverso conversazioni, racconti personali, espressione di sentimenti ed
emozioni, schede, piccoli testi, giochi, drammatizzazioni, letture figurate, semplificazione o
facilitazione dei testi di studio, rafforzamento dei concetti base delle varie discipline, visione
di filmati, costruzione di cartelloni, glossari e alfabetieri, registrazioni sonore della
pronuncia e sua correzione (insegnanti di classe, docente incaricato).
Valutazione:
La normativa vigente sugli alunni con cittadinanza non italiana non fornisce indicazioni
specifiche a proposito della valutazione degli stessi. L’art. 4 del DPR n. 275/1999, relativo
all’autonomia didattica delle istituzioni scolastiche, assegna alle stesse la responsabilità di
individuare le modalità e i criteri di valutazione degli alunni. L’ art 45 del DPR n. 349 /1999
attribuisce al collegio dei docenti il compito di definire, in relazione al livello di competenza
degli alunni stranieri, il necessario adattamento dei programmi di insegnamento. E tale
adattamento è possibile anche per quanto riguarda la valutazione: l’art.3 della Legge 53/03
affida ai docenti la valutazione dei periodi didattici ai fini del passaggio al periodo successivo.
La valutazione per ogni singola disciplina e quella finale di ammissione alla classe
successiva sarà coerente con quanto delineato nel PDP e terrà conto :
·
·
·
·
·
·
·
·
·
DEL PDP E DEGLI OBIETTIVI DISCIPLINARI INDICATI E RAGGIUNTI
DELLE ATTIVITÀ INTEGRATIVE SEGUITE DALL’ALUNNO (se presenti)
DELLA MOTIVAZIONE
DELL’ IMPEGNO
DEI PROGRESSI IN ITALIANO L2
DEI PROGRESSI NELLE DISCIPLINE
DELLE POTENZIALITA’ DELL’ALUNNO
DELLE COMPETENZE ACQUISITE
DELLA PREVISIONE DI SVILUPPO LINGUISTICO
Sul documento di valutazione, in base al PDP, verrà scelta la dicitura più idonea tra le
seguenti:
1. “la valutazione non viene espressa in quanto l’alunno è stato inserito il…..e non conosce la
lingua italiana”;
2. “ La valutazione espressa si riferisce al percorso personale di apprendimento in quanto
l’alunno si trova nella prima fase di alfabetizzazione della lingua italiana ”;
3. La valutazione espressa si riferisce al percorso personale di apprendimento in quanto
l’alunno si trova ancora nella fase di apprendimento della lingua italiana ”;
4. La valutazione espressa si riferisce al percorso personale di apprendimento in quanto
l’alunno si trova nella fase di apprendimento della lingua italiana dello studio”.
Strumenti ed attività di comunicazione con i genitori:
2.1Colloqui individuali con i genitori, sia all’interno dei normali colloqui periodici delle classi, sia
per esigenze particolari ogni volta che ci sia la necessità (insegnanti di classe, facilitatore
con eventuale collaborazione del mediatore linguistico).
2.1Inviti alla partecipazione alle varie attività scolastiche, alla collaborazione per il buon
andamento scolastico dei figli ed al rispetto delle regole scolastiche
2.1Invito alla partecipazione a corsi di italiano per i familiari degli allievi stranieri
2.1Invio dei genitori verso gli enti sul territorio, qualora portatori di necessità, di cui la scuola
non può farsi carico (all’interno dei colloqui). Presentazione del progetto e del sistema
scolastico italiano ai genitori neo-arrivati (docente incaricato, anche con l’aiuto eventuale di
un mediatore linguistico, 1 – 2 ore) ed offerta di aiuto nella compilazione di moduli di varia
natura (per gite, assicurazione, ecc.).
2.1invito al fornire un modello linguistico corretto nel tempo extra scolastico, italiano se i
genitori lo conoscono bene, lingua d’origine nel caso non sia conosciuto l’italiano ad un
livello accettabile
2.1Colloquio individuale tra genitore e docente funzione strumentale nello Sportello S.O.S. per
analizzare eventuali problematiche emerse nell’ambito scolastico.
Viene, inoltre, riconosciuta la necessità di effettuare percorsi di educazione interculturale;
pertanto sia le classi che hanno al loro interno uno o più bambini stranieri, sia quelle che non
ne hanno, valuteranno la possibilità di creare o proseguire tali tipi di percorsi, anche con il
supporto del docente incaricato. (es percorsi proposti dalla Cooperativa L’ARCA in accordo con
il centro Mingranti, dalla LVIA…).