COI Cittadini Migranti - Arci Servizio Civile

Allegato B)
SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI GIOVANI IN
SERVIZIO CIVILE REGIONALE IN TOSCANA
ENTE
1) Ente proponente il progetto:
ARCI SERVIZIO CIVILE TOSCANA
Indirizzo: Piazza dei Ciompi, 11 - 50157, Firenze
Recapito Telefonico (sede operativa di Empoli): 0571/82718
E-Mail: [email protected]
Sede Locale/ Associazione Socia a cui far pervenire la domanda:
Denominazione: ARCI Comitato Regionale Toscano
Indirizzo della sede: Piazza dei Ciompi 11 50122 firenze
Recapito telefonico: 055262971
E mail: [email protected]
Responsabile della sede: Panesi Mariachiara
2) Codice regionale: RT 1C00007
2bis) Responsabile del progetto:
(Questa figura non è compatibile con quella di coordinatore di progetti di
cui al punto 2 ter né con quella di operatore di progetto di cui al successivo punto
16)
i. NOME E COGNOME: Mengozzi Gianluca
ii. DATA DI NASCITA: 9 aprile 1967
iii. CODICE FISCALE: MNGGLC67D09E625M
iv. INDIRIZZO MAIL: [email protected]
v. TELEFONO: 055262971
vi. CURRICULUM VITAE E COPIA DOCUMENTO IDENTITA' E
CODICE FISCALE DA ALLEGARE ALLA SCHEDA PROGETTO
2 ter) Coordinatore di progetti (da individuare tra quelli indicati in sede di
adeguamento/iscrizione all'albo degli enti di servizio civile regionale):
vii. NOME E COGNOME:Sara Bandecchi
CARATTERISTICHE PROGETTO
3) Titolo del progetto:
C.O.I. Cittadini Migranti - Consulenza Orientamento Informazione,
legale lavorativa e alloggiativa.
4) Settore di intervento del progetto:
Allegato B)
Valorizzazione dell'integrazione, dell'interculturalità e della multiculturalità
4bis) Codice identificativo dell'area di intervento:
AREA GEN
5) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il
progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori
misurabili:
Il progetto “C.O.I. Cittadini Migranti” si realizzerà in 6 diverse sedi di
attuazione: i Comitati Provinciali ARCI di Prato, Valdera, Cecina, Siena e
Arezzo e il Comitato regionale ARCI Toscana.
Il settore prescelto è quello della valorizzazione dell'integrazione,
dell'interculturalità e della multiculturalità, nell'area di intervento relativa ai
progetti SPRAR, Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati gestiti da
ARCI Toscana nei diversi territori interessati e alle attività e servizi attuati in favore
dei cittadini stranieri.
Obiettivo generale del progetto è implementare la rete dei servizi esistenti nel
territorio rispetto ai cittadini migranti, in modo da migliorare la possibilità della loro
integrazione nella comunità che li ospita, oltre che promuovere nella cittadinanza
tutta, e soprattutto nelle giovani generazioni, una cultura dell'accoglienza, dello
scambio e dell'integrazione con i cittadini provenienti i da paesi stranieri.
5.1 Breve descrizione della situazione di contesto territoriale e di area di intervento
con relativi indicatori rispetto alla situazione di partenza:
Contesto territoriale e settoriale
Il progetto intende operare nei territori in cui operano le 6 sedi di attuazione del
progetto: i Comitati Provinciali ARCI di Prato, Valdera, Cecina, Siena e
Arezzo e il Comitato regionale ARCI Toscana.
L’area di intervento prescelta dal progetto rientra nell’ambito di uno dei settori
operativi più rilevanti dele sedi di attuazione, cioè quello dei servizi e delle attività
rivolti alla tutela e promozione dei diritti dei migranti. Il progetto prevede attività di
implementazione della rete di servizi esistenti in favore dei cittadini immigrati che
risiedono nel nostro territorio: accoglienza, supporto linguistico, legale, ricerca di
lavoro e accesso ai servizi territoriali e anche attività di promozione della cultura
dell'accoglienza nei confronti dei cittadini immigrati, alla conoscenza e allo scambio
tra diverse culture, all'eliminazione del pregiudizio.
Attraverso il progetto si vuole intervenire per migliorare i percorsi di integrazione
dei cittadini stranieri nei territori coinvolti, andando a migliorare la rete dei servizi
territoriali dedicati alla popolazione immigrata, incidendo anche nei processi
culturali della comunità di accoglienza e fornendo agli stranieri strumenti più
adeguati per la loro integrazione nella comunità locale.
Allegato B)
Le iniziative attivate andranno ad incidere positivamente nel sistema dei servizi a
rete del territorio in favore dei cittadini stranieri, migliorando così la possibilità
della loro concreta integrazione. Le iniziative realizzate contribuiranno anche a
favorire la crescita di una cultura dell'accoglienza, della conoscenza e dello scambio
reciproci tra cittadini italiani e cittadini stranieri,
attraverso iniziative di
promozione dell'integrazione e dell'intercultura.
Come emerge dai dati elencati al punto successivo, la forte incidenza della
popolazione straniera sul totale della popolazione residente complessiva,
rappresenta sicuramente il dato più importante da cui partire per programmare
interventi di miglioramento dei servizi e delle attività in favore della popolazione
immigrata, da parte sia delle amministrazioni pubbliche che dei soggetti del terzo
settore e del privato sociale.
Il fenomeno dell'immigrazione, che rappresenta ormai un dato consolidato, mette
di fronte a nuove sfide, sia dal punto di vista culturale, che dal punto di vista
dell'organizzazione di servizi in grado di rispondere a bisogni diversificati. È
necessario sia promuovere, attraverso lo scambio culturale e la conoscenza tra le
diverse culture, una diffusa cultura dell'accoglienza e della solidarietà, sia
migliorare adeguandoli i servizi esistenti in favore dei cittadini stranieri, rendendoli
in grado di rispondere a bisogni emergenti e necessità anche emergenziali di prima
accoglienza, supporto linguistico, sostegno nell'accesso ai servizi.
Attraverso questa azione integrata, sarà possibile migliorare la qualità della vita dei
cittadini stranieri, il loro grado di integrazione e la coesione generale della
comunità locale.
Le attività proposte vogliono integrarsi in un sistema sinergico tra pubblico e
privato sociale, e tra realtà del terzo settore, in particolare collaborando con le
realtà associative promosse da cittadini stranieri, prezioso strumento di mediazione
culturale e di scambio interculturale.
La possibilità di strutturare un percorso di accompagnamento concreto e completo,
di azioni di orientamento, informazione e consulenza, diviene fondamentale per
sostenere il sistema globale dell'accoglienza e dei servizi in favore dei cittadini
stranieri che arrivano nel nostro Paese.
Dati settoriali(I dati che seguono sono tratti dal Dossier Caritas/Migrantes 2014)
In questi ultimi anni sono sempre più evidenti i processi di globalizzazione
dell'economia e della società che hanno aumentato il divario tra il nord e il sud del
mondo, portando all'esasperazione intere popolazioni, con la conseguenza
inevitabile di movimenti di cittadini verso anche il nostro Paese.
ARCI Toscana e i Comitati sede di attuazione del presente progetto, sono da
sempre in prima linea nell'azione concreta volta a dare risposte nel campo
dell'accoglienza dei cittadini stranieri, attraverso centri di accoglienza, sportelli di
ascolto, coooperazione allo sviluppo.
Oltre 232 milioni di persone – più del 3% della popolazione mondiale – hanno
lasciato il proprio paese nel 2012 per vivere in un’altra nazione, mentre nel 2000
erano
175
milioni.
L’Europa e l’Asia – con oltre 70 milioni di migranti ciascuno – sono i continenti che
ospitano
il
maggior numero di migranti, pari a circa i due terzi del totale mondiale entrambi.
La crisi economica mondiale, che continua a colpire duramente molti paesi europei,
ha segnato la chiusura di una fase di straordinaria crescita dell’immigrazione –
Allegato B)
avvenuta soprattutto nella parte meridionale del continente – e, con ogni
probabilità,
si
avvia
a
diventare
un
punto
di
svolta
importante nella storia del fenomeno.
All’inizio del 2013 risiedevano in Italia 59.685.227 persone, di cui 4.387.721
(7,4%) di cittadinanza straniera. La popolazione straniera residente è aumentata di
oltre 334 mila unità (+8,2% rispetto all’anno precedente). L'incremento registrato
negli anni è dovuto principalmente all'apporto alla natalità dato dalle donne
straniere.
Relativamente alle provenienze, l’immagine che si ottiene all’inizio del 2013 è
simile a quella degli ultimi anni quando, tra gli stranieri, i cittadini romeni sono la
principale collettività immigrata con un numero che si avvicina al milione di
residenti pari al 21% del totale. Gli altri cittadini comunitari, invece, hanno
percentuali molto più basse che non superano il 2,4% della Polonia. Quindi, in
Italia ogni 10 cittadini stranieri residenti circa 3 sono comunitari.
Per quanto riguarda i cittadini non comunitari, invece, al 1 gennaio del 2013 sono
risultati 3.764.236, di cui il 49,3% donne e il 24,1% minori. Sopra le 450 mila
presenze si trova prima l’Albania e, a breve distanza, il Marocco. Seguono altre
storiche collettività di stranieri che, nell’ordine, sono quella cinese, l’ucraina, la
filippina e la moldava. Le prime cinque nazionalità rappresentano oltre il 50% del
totale dei cittadini stranieri in Italia.
La distribuzione regionale conferma un dato ormai storico, che vede il 61,8% degli
immigrati nel Nord, il 24,2% nel Centro e il 14% nel Sud e nelle Isole. La
Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di presenze (23,4%),
seguita dal Veneto (11,1%), dall’Emilia Romagna (11,1%) e dal Lazio (10,9%). La
provincia con il numero maggiore è, invece, quella di Roma che con l’8,7% supera
quella di Milano (8,2%) e di Torino (4,5%). Il 35,8% del totale della popolazione
straniera residente si concentra nei capoluoghi di provincia, soprattutto al Centro
dove la percentuale sale al 43,9%. Con il 14,7%, la provincia di Prato ha la
percentuale di incidenza più elevata sul totale della popolazione, immigrata e
italiana.
Dal 2011 al 2012 si è registrata una leggera ripresa dei matrimoni in cui uno o
entrambi gli sposi è di origine straniera (pari a 30.724 nozze): sono state celebrate
oltre 5 mila unioni in più rispetto all’anno precedente pari a circa il 15% del totale
dei matrimoni officiati in Italia (207.138).
Generalmente, i matrimoni misti riguardano in larga misura coppie in cui la sposa o
lo sposo provengono da un paese a forte pressione migratoria. Gli uomini italiani
che nel 2012 hanno sposato una cittadina straniera hanno, nel 17,4% dei casi, una
moglie di nazionalità romena, nel 10,9% ucraina e nel 7,2% brasiliana. Le donne
italiane che hanno sposato un cittadino straniero, invece, hanno scelto più spesso
uomini provenienti dal Marocco (15%) e dall’Albania (7,8%).
Anche i nati da entrambi i genitori stranieri sono aumentati nel 2012 raggiungendo
quasi le 80 mila unità (il 15% del totale delle nascite in Italia). Se poi a questi si
aggiungono i figli nati da coppie miste si arriva a poco più di 107 mila nati da
almeno un genitore straniero (il 20,1% del totale delle nascite in Italia nel 2012).
Al primo posto per nazionalità delle madri straniere per numero di figli messi al
mondo vi sono le madri romene (19.415 nati nel 2012), seguite dalle madri
marocchine (12.829), dalle albanesi (9.843) e dalle cinesi (5.593).
Le famiglie dei migranti si sono ritrovate a fronteggiare la crisi in posizioni di
evidente svantaggio. Il rischio di povertà interessa circa la metà di questo universo
(quindi un’incidenza più che doppia rispetto alla situazione delle famiglie italiane),
Allegato B)
con tratti particolarmente gravi per alcune comunità. Il reddito mediano delle
famiglie immigrate è solo il 56% di quello degli italiani. Tutti gli indicatori di
deprivazione materiale, inoltre, riportano una forte penalizzazione della
componente straniera che, ad esempio, risulta incapace di pagare con puntualità
affitti e bollette praticamente in un quarto dei casi (rispettivamente contro il 10,5%
e l’8,3% degli italiani). Più di un terzo dei nuclei composti da soli stranieri è
interessato da fenomeni di deprivazione. In particolare occorre segnalare una più
grave problematica legata ai profili abitativi, che per i migranti presenta acute
criticità in misura tre volte superiore al dato corrispondente delle famiglie italiane.
Un’analisi attenta ai profili territoriali consente di apprezzare che gli stranieri
residenti nel Mezzogiorno sono più poveri e deprivati di quelli del Centro-Nord, ma
che in compenso nelle aree meridionali è più contenuta la distanza tra le condizioni
del disagio proprie dei migranti e quelle, invece, dei nativi.
In un simile scenario non possono che destare preoccupazione gli ultimi esiti delle
questioni legate al mondo del lavoro. Con riferimento ai differenziali dell’impatto
della disoccupazione, è opportuno sottolineare la diversa struttura dei ruoli
familiari: tra gli italiani, infatti, il fenomeno colpisce soprattutto le classi più giovani
e quindi i figli che restano nei nuclei di origine, mentre nelle famiglie straniere la
persona priva di lavoro o a rischio crescente di disoccupazione è tipicamente il
genitore/capofamiglia.
Se gli effetti della crisi non si manifestano chiaramente sul numero di presenze dei
cittadini stranieri in Italia, è invece evidente come la recessione economica stia
colpendo la componente immigrata dando vita ad un paradosso: nonostante
continuino ad aumentare gli occupati (seppure in misura inferiore rispetto al
passato), crescono contemporaneamente anche i disoccupati e gli inattivi (più che
nel passato).
E se nel settore dell’industria e delle costruzioni si registra una contrazione della
domanda di lavoro riservata ai lavoratori stranieri, in altri ambiti, come i servizi alla
persona, l’occupazione continua a crescere. La distribuzione territoriale segue
l’andamento già registrato per i residenti ovvero una maggiore presenza di
lavoratori stranieri nel Nord del Paese con quasi il 60% degli occupati stranieri,
seguito dal Centro con circa il 27%, dal Sud e dalle Isole (poco più del 13%).
Con riferimento ai settori di inserimento, la presenza di lavoratori stranieri sul
totale dei lavoratori in Italia è particolarmente rilevante nelle costruzioni (18%), in
agricoltura (13%), nei servizi (10,4%), nell’industria in senso stretto (9,2%) e nel
commercio (6,2%).
Il quadro delle reali condizioni abitative degli immigrati sfugge alle rilevazioni
statistiche: si consideri la componente irregolare della popolazione immigrata
presente in Italia che vive in alloggi che per le loro caratteristiche non possono
essere classificati come abitazioni (ad esempio: caravan, container, baracche,
garage, soffitte e cantine). Ciò vale anche per gli immigrati regolari che, con le
normative introdotte dalla Bossi-Fini, possono trovarsi in situazioni di irregolarità,
innanzitutto a causa della perdita del posto di lavoro. È una condizione di
vulnerabilità che comporta il rischio di rimanere senza alloggio e senza appoggio di
reti amicali/parentali. Ed è una condizione tipica del lavoro in agricoltura
soprattutto nelle regioni meridionali d’Italia, che costringe gli immigrati a vivere in
alloggi di fortuna (occupazioni abusive, baracche), o a non avere fissa dimora.
Le abitazioni delle famiglie con stranieri presentano, rispetto a quelle italiane,
maggiori problemi di sovraffollamento, dovute alle convivenze nella stessa
abitazione di parenti, amici e connazionali che permettono di ridurre le spese per
l’affitto, oltre ovviamente alla possibilità di sostegno reciproco.
Allegato B)
A questo si associa la scarsa qualità dell’abitazione rispetto alle famiglie italiane.
Da quanto detto consegue che la maggior parte degli immigrati vive in affitto, da
solo o con parenti (50,4%). È importante anche il dato relativo all’affitto condiviso
con altri o presso il datore di lavoro (26,2%), come nel caso delle donne che
lavorano presso le famiglie e i lavoratori in agricoltura. I dati relativi all’affitto
indipendente (50,4%) e quelli relativi alla proprietà della casa (11,8%), mostrano
un’immigrazione in qualche modo “privilegiata”, in quanto è il portato di un certo
successo nel processo d’inserimento
sociale.
Nel 2012 sono state 65.383 le acquisizioni di cittadinanza italiana. Le acquisizioni
di cittadinanza nel 2012 hanno avuto un incremento di oltre il 16% rispetto
all’anno precedente. Disaggregando i dati per nazionalità emerge che i più
numerosi sono i marocchini con il 21,5% delle acquisizioni, seguiti dalla comunità
albanese (16,3%), dagli egiziani (4,7%) e dai tunisini (4,1%). Dal punto di vista
della distribuzione sul territorio nazionale, le acquisizioni di cittadinanza riguardano
principalmente il Nord-Est e il Nord-Ovest, mentre il Sud e le Isole, dove peraltro
prevalgono le acquisizioni per matrimonio, hanno numeri molto contenuti.
In Italia i minori “stranieri” godono del diritto all’istruzione con le stesse modalità
previste per i figli di cittadini italiani e possono iscriversi, ma con riserva, anche in
caso di mancata presentazione della documentazione anagrafica o di
documentazione irregolare o incompleta.
La presenza degli alunni “stranieri” nelle scuole italiane nell’anno scolastico
2012/2013 è di 786.630 unità, ovvero 30.691 in più rispetto all’anno precedente.
Una tendenza ormai consolidata è la crescente presenza di alunni con cittadinanza
straniera che sono nati in Italia ovvero bambini e ragazzi che in molti casi non
hanno mai visitato il paese di cui hanno la cittadinanza: costituiscono ormai quasi il
50% del totale. Questo significa che un alunno su due è straniero solo sulla carta.
È la scuola primaria ad accogliere il numero più alto di alunni “stranieri” (poco più
di 276 mila) ma è nella scuola secondaria di secondo grado che si registrano le
questioni più critiche a cominciare proprio da una scelta di indirizzi
prevalentemente orientata verso la formazione tecnica e professionale e solo
relativamente verso i licei, in particolare l’indirizzo scientifico. Il 38,2% del totale
degli alunni “stranieri” che frequenta la scuola italiana si trova in una situazione di
ritardo scolastico.
Al crescere dell’età aumenta il disagio scolastico. Se i bambini “stranieri” della
scuola primaria in condizione di ritardo sono il 16,3%, la percentuale sale al 44,1%
nella scuola secondaria di primo grado e arriva al 67,1% nella scuola secondaria di
secondo grado (percentuale che non raggiunge il 24% per i coetanei italiani).
In Toscana la popolazione straniera residente si attesta oltre le 350 mila presenze
diversamente distribuite con Firenze, Prato, Pisa e Arezzo che esercitano una forte
funzione attrattiva.
Tra le nazionalità numericamente più rilevanti vi sono la romena, l’albanese e la
cinese che, insieme, rappresentano circa il 60% dei residenti stranieri in Toscana.
Residenti stranieri (2013 – fonte Dossier Caritas/Migrantes 2014):
Territorio
Numero complessivo
percentuale
Italia
4.387.721
7,4%
Toscana
350.761
9,5%
Provincia Firenze
109.721
11,1%
Provincia Prato
36.596
14,7%
Allegato B)
Provincia
Provincia
Provincia
Provincia
Provincia
Provincia
Provincia
Provincia
Arezzo
Pisa
Siena
Lucca
Pistoia
Livorno
Grosseto
Massa Carrara
35.772
34.985
27.762
26859
24590
23.253
18794
12429
10,4%
8,5%
10,4%
6,90%
8,50%
6,9%
8,50%
6,20%
Romania e Cina sono le prime due nazionalità degli occupati nati all’estero residenti
in Toscana, (circa 252 mila) seguite da Albania e Marocco. Circa le rimesse inviate
all’estero dalla Toscana, la Cina è il primo paese con oltre mezzo miliardo di euro
inviati nel 2012. Gli alunni di cittadinanza non italiana presenti nelle scuole toscane
sono 62.449 di cui il 33,8% nelle primarie.
Passeremo ora ad analizzare più nel dettaglio i dati settoriali relativi ai territori in
cui si realizzerà il progetto proposto.
Provincia di Firenze
Secondo il report “Migranti, le cifre 2013” , pubblicato dall’assessorato al welfare
della Provincia di Firenze, più di 11 fiorentini su 100 sono stranieri.
Nonostante la crisi complessiva che il nostro paese sta attraversando, la presenza
straniera a Firenze e nella provincia nel suo insieme, aumenta, seppure in maniera
molto più rallentata, rispetto agli anni precedenti.
Il trend in diminuzione dei permessi di soggiorno per motivi di lavoro si conferma
anche a Firenze.
I residenti stranieri nel Comune di Firenze sono 57.841 pari al 15,9% della
popolazione totale. Si evidenzia un incremento di residenti stranieri iscritti
all’anagrafe pari a 4.553 persone.
I dati sui residenti elaborati per paese di provenienza mostrano che i comunitari
rappresentano il 23% del totale degli stranieri, stabilizzandosi rispetto agli anni
precedenti. Per quanto riguarda le comunità straniere extra UE presenti sul
territorio, al primo posto si confermano i peruviani (10,6%) seguiti da albanesi
(10%), filippini (8,4%) e cinesi (8,2%). Tra i comunitari la prima nazionalità per
presenze è quella rumena (14,9%).
Dalle elaborazioni dei dati forniti dalla Questura di Firenze emerge che la totalità
dei titoli di soggiorno rilasciati al 31/12/2012 risultano essere 83.315 (42.413
femmine e 40.902 maschi). Il dato comprende anche i minori inseriti sul permesso
di soggiorno dei genitori. Le nazionalità maggiormente rappresentate sono, in
ordine: Cina (19,7%), Albania (18,1%), Perù (7,9%), Marocco (7,3%) e Filippine
(6,9%).
Per quanto riguarda i motivi di soggiorno, è sempre il lavoro, sia subordinato che
autonomo, quello maggioritario con il 59,2% sul totale, pari a 49.362 permessi di
soggiorno rilasciati al 31/12/2012. Percentualmente però i rilasci di permessi di
soggiorno per lavoro diminuiscono rispetto all’anno precedente, in linea con il dato
nazionale dimostrando quanto la crisi economica ed occupazionale colpisca
fortemente anche gli stranieri. Il permesso di soggiorno per motivi di famiglia è, in
ordine di grandezza, il secondo titolo rilasciato. Sono infatti 25.446 i permessi
rilasciati al 31/12/2012, pari al 30,5% del totale. Percentualmente il dato non si
discosta da quello dell’anno precedente (31%) ma la persistenza elevata di questo
tipo di permesso dimostra la forte incidenza della crisi. Per fare un esempio
concreto, un coniuge che perda il lavoro può temporaneamente “appoggiarsi”
all’altro (se in possesso dei requisiti di reddito e di alloggio adeguato) in attesa di
Allegato B)
tempi migliori, quando un nuovo lavoro potrà svincolarlo da questo tipo di
permesso.
l totale degli iscritti all’Azienda Sanitaria di Firenze è di 813.982, di cui 87.575 non
italiani (10,8%). Prosegue il trend in aumento per i cittadini comunitari e per i non
comunitari (dall’8% del 2011 al 10,8% attuale). I primi tre gruppi nazionali che
rilevano maggiori iscrizioni al Servizio Sanitario Nazionale, in linea con gli anni
precedenti, sono quello rumeno con il 15,7% (nel 2011 era il 17%), quello
albanese con il 14,5% (era 15,7%) e quello peruviano con il 7,3% (era 7,5%). Per
quanto riguarda i tesserini S.t.p. (Stranieri temporaneamente presenti, viene
rilasciato al cittadino straniero non comunitario presente sul territorio non in regola
con le norme sull’immigrazione e permette l’accesso alle principali prestazioni
sanitarie) sono passati dai 1.545 del 2011 agli attuali 1.372.
Ciò anche considerando che la Regione Toscana ha mantenuto la possibilità sia per
i rumeni che per i bulgari (che con 488 tesserini S.t.p. rilasciati nel 2012,
rappresentano il gruppo più numeroso ottenendo una percentuale di quasi il 32%
sul totale) di richiederlo (in deroga alle norme previste per i cittadini comunitari di
tutti gli altri Stati membri).
Passando all’Azienda ospedaliera di Careggi, nel 2012 i ricoveri sono stati 56.765,
206 in più rispetto all’anno precedente. Di questi 5.147 (1.922 in più rispetto
all’anno precedente) hanno riguardato cittadini di nazionalità non italiana, il 9,2%
rispetto al totale. Le nazionalità più rappresentate, ed appaiate nei dati, sono
quella rumena (914 con il 17,8% del totale dei non italiani ricoverati) e quella
albanese, seguite da quella cinese (con 579 ricoveri). L’incidenza dei ricoveri di
stranieri sul totale dei ricoveri in regime di Day Hospital, è risultata pari al 6,9%
(1.242 su 17.950). I gruppi nazionali più rappresentati sono stati quello rumeno
(18,3%), quello albanese (16,6%) e quello cinese (10,1%).
Provincia di Prato
Nella provincia di Prato si contano 36.596 stranieri residenti, con un incremento di
3.430 unità rispetto all’anno precedente (+10,3%).
L’84,9% degli stranieri è residente nel comune capoluogo (31.277 unità), il 5,6%
nel comune di Montemurlo (2.068), il 6,1% nei comuni medicei (Carmignano
1.110 e Poggio a Caiano 1.131) ed il restante 3,4% nei comuni della Val di
Bisenzio
(Vaiano 575, Vernio 478 e Cantagallo 195).
La percentuale di stranieri sul totale della popolazione residente nella provincia di
Prato (248.477 unità) è pari al 14,7%. Prato è la prima provincia italiana come
percentuale di stranieri sul totale dei residenti, seguita da Piacenza, brescia,
Mantova, Reggio Emilia e Modena.
Il 96,5% degli stranieri residenti risultano provenienti dai cosiddetti Paesi a Forte
Pressione Migratoria (PFPM), mentre gli stranieri provenienti dai Paesi a Sviluppo
Avanzato (PSA) costituiscono il 3,5%. I cittadini asiatici, provenienti dalla Cina,
ma anche da Pakistan, Bangladesh, Filippine e da altri Paesi del subcontinente
indiano, costituiscono la metà (il 50,2%) degli iscritti in anagrafe.
Gli europei, con 11.707 unità, rappresentano il 34,6% del totale dei residenti
stranieri; i cittadini di Paesi non comunitari (Albania, Ucraina, ex-Jugoslavia)
ammontano a 7.128 unità, mentre i cittadini dei Paesi UE sono 4.579 (in
maggioranza rumeni). Il 12,3% degli stranieri residenti (3.983 unità) è invece
rappresentato da cittadini africani, provenienti principalmente dall’Africa
settentrionale (soprattutto dal Marocco) e dall’Africa occidentale (Nigeria). I
cittadini provenienti dal continente americano (in maggioranza dal Sud America ed
in particolare da Perù e brasile) costituiscono infine il 2,8% del totale degli stranieri
Allegato B)
(960 unità). Complessivamente nel territorio pratese sono ben 118 le nazionalità
rappresentate. La comunità cinese costituisce il 40% degli stranieri residenti.
La popolazione straniera residente nella provincia di Prato si caratterizza per
una leggera prevalenza della componente femminile (50,1% vs. 49,9%).
A Prato si contano in proporzione più bambini e giovani che nelle altre province
toscane: la classe di età compresa tra 0 e 14 anni (nella quale gli stranieri
rappresentano ben il 22,5%) costituisce il 14,1% della popolazione totale, contro
una media toscana del 12,7%. Allo stesso modo la percentuale di persone con 65
anni o più è nettamente la più bassa tra tutte le province toscane (20,3%, a fronte
di un valore medio regionale del 23,3%).
Ormai da diversi anni, il tasso di sviluppo complessivo delle imprese iscritte alla
Camera di Commercio di Prato sarebbe ampiamente negativo senza l’apporto
degli imprenditori stranieri. Oltre la metà delle nuove iscrizioni avvenute nel
corso del 2011/2012 è riconducibile a stranieri (il 52,3%), e circa il 40%
a imprenditori cinesi (1.396 unità, pari al 39,7%). La percentuale di questi ultimi
raggiunge valori particolarmente elevati nel comparto manifatturiero (l’85,4%
delle nuove attività sono state avviate da cinesi, il 99,4% nelle confezioni ed il
55,9% nel tessile) e nei settori della ristorazione (37,8%) e del commercio (28%).
Nelle scuole delle provincia di Prato uno studente su cinque è di cittadinanza non
italiana: alla fine dell’a.s. 2011/12 risultavano infatti 7.174 alunni di cittadinanza
non italiana, pari al 20,1% dell’intera popolazione scolastica (35.768 alunni), con
un incremento rispetto all’anno precedente pari a 176 unità (+2,5%).
Secondo gli ultimi dati diffusi dal MIuR (2012), ampio è il superamento sia
dell’incidenza media nazionale (8,4%) che di quella regionale (12,0%). Prato è
la prima provincia italiana come percentuale di stranieri sul totale degli studenti.
Guardando alla distribuzione degli alunni di cittadinanza non italiana per ordine
di scolarità (dati fine a.s. 2011/12), la maggior parte frequenta la scuola primaria
(38,8%, 2.780 unità); segue la scuola secondaria di primo grado con il 23,7%
(1.697 unità), quindi la scuola dell’infanzia (20%, 1.434 unità) e la scuola
secondaria di secondo grado (17,6%, 1.263 unità).
Il 44,7% di alunni stranieri a Prato interrompono precocemente gli studi.
Nella provincia di Prato, i dati risaltano però la specifica problematica costituita
dagli alunni di cittadinanza cinese: quasi due ragazzi su tre (il 63%) fuoriescono
infatti dai percorsi scolastici/formativi, contro il 34,6% degli alunni stranieri di altre
nazionalità.
Nel corso del 2012 nell’Asl 4 di Prato i ricoveri da parte di stranieri, comprendendo
sia residenti che soggiornanti, sono stati 9.114 , pari al 24,5% di tutti i ricoveri. I
ricoveri di residenti stranieri sono stati 3.180 (pari al 9,0% dei ricoveri dei
residenti); 3.258 ricoveri hanno invece riguardato stranieri residenti in un’altra Asl
toscana, 2.084 stranieri residenti all’estero e 592 stranieri temporaneamente
presenti (Società della Salute dell’Area Pratese, 2012).
Gli accessi al Pronto Soccorso dell’Asl di Prato sono stati 84.801, in costante
aumento rispetto agli anni precedenti.
Gli stranieri che hanno fatto ricorso al servizio sono stati 18.825, pari al 22,2%
degli accessi totali. I cinesi rappresentano il 35,6% degli stranieri che si sono
presentati al Pronto Soccorso, gli albanesi il 18,4% ed i marocchini il 9,5%.
Provincia di Arezzo
I residenti stranieri in provincia di Arezzo costituiscono l’11,3% della popolazione
totale, valore al di sopra dell’incidenza media regionale.
La popolazione straniera residente in provincia di Arezzo al 1° gennaio 2013 è di
39.480 unità ed è accresciuta in un anno di oltre 1.770 persone (+4,7%),
Allegato B)
continuando, anche se con ritmi meno elevati, il trend di crescita evidenziato
nell’ultimo decennio.
Il tasso di crescita da un anno all’altro è sempre positivo, ma con un andamento
non lineare nel tempo dovuto ad eventi esterni come le sanatorie e le
regolarizzazioni decise dal Governo (+ 26,9% del 2003 effetto della grande
regolarizzazione dell’anno precedente) o ai cambiamenti del panorama geopolitico
come l’allargamento dell’Unione Europea a Romania e Bulgaria (+ 21,8% del
2007).
Nel corso del 2011 (ultimo dato disponibile), 350 cittadini stranieri hanno acquisito
la cittadinanza italiana (questo dato, stabile dal 2008 sopra le 300 unità, comporta
ovviamente una diminuzione della popolazione straniera residente). Tra i nuovi
cittadini italiani sono più numerose le donne, poiché i matrimoni misti, che
rappresentano una modalità molto frequente di acquisizione della cittadinanza, si
celebrano prevalentemente fra donne straniere e uomini italiani. Si conferma anche
in provincia di Arezzo la crescente femminilizzazione della popolazione
migrante. Nel nostro territorio gli uomini e le donne straniere rappresentano
rispettivamente il 47,4% e il 52,4% e, dal confronto con l’anno precedente si
evince un incremento della componente femminile di 0,2 punti percentuali.
In Provincia di Arezzo sono rappresentate ben 128 nazionalità. I cittadini dei primi
cinque Paesi in ordine decrescente di numerosità (Romania, Albania, Marocco,
Bangladesh, india), tuttavia, rappresentano da soli il 66,2% (26.146 individui) del
totale degli stranieri residenti; limitando l’analisi ai primi due Paesi, Romania e
Albania, si supera comunque il 50% (sono 14.000 i rumeni presenti e circa 6.000
gli albanesi).
Per quanto riguarda le nazioni extra-europee, più di 7.000 persone (il 18,5% di
tutti gli stranieri residenti), sono cittadini asiatici, principalmente del Subcontinente
Indiano, in primo luogo dell’India e del Pakistan; è interessante sottolineare il dato
superiore alla media fatto registrare dalla popolazione cinese (+16,0%), che con
incrementi molto decisi negli ultimi anni, è arrivata a sfiorare le 1.000 unità. I
cittadini africani, con meno di 4.000 unità, rappresentano il 9,8% del totale. Infine,
il 4,3% degli stranieri è cittadino di nazioni dell’America, soprattutto della
Repubblica Dominicana.
Dall’esame della struttura per età degli stranieri residenti, emerge come detto
una popolazione molto giovane: quasi un cittadino residente straniero su due ha un
età compresa tra i 18 ed i 39 anni (46,7%); oltre uno su cinque è minorenne
(21,3%). Per il resto si registra una significativa percentuale di adulti di età
compresa tra i 40 ed i 64 anni, 29,2%, mentre la percentuale degli ultra 65enni è
relativamente modesta, appena il 2,9% (la popolazione complessiva al 1° gennaio
2011 è invece così composta: il 15,3% nella classe dei minorenni; il 26,0% nella
classe dei 18-39enni; il 35,8% nella classe dei 40-64enni; il 22,9% 65enni e più).
Rapportando la popolazione straniera al complesso della popolazione residente
secondo le varie classi di età, risulta ovviamente che nelle classi più giovani si
riscontra una percentuale più elevata: a fronte di una media generale dell’11,3%,
si registra un’incidenza del 15,5% tra i minorenni e del 19,9% per gli individui di
età compresa tra i 18 ed i 39 anni. Di converso, per gli adulti di età compresa tra i
40 e i 64 anni l’incidenza è soltanto del 9,1%, mentre per gli anziani è assai più
modesta e pari all’1,4%. Questi dati indicano un processo di maturazione
demografica, quindi una stabilizzazione del fenomeno che negli anni ha visto
mutare progetti migratori a breve termine in progetti a lungo termine o definitivi.
Allegato B)
Gli stranieri residenti ad Arezzo si distribuiscono sul territorio in maniera molto
disomogenea, anche in relazione alla cittadinanza di appartenenza. Considerando
la popolazione straniera nel suo complesso, la maggior parte si concentra nelle
aree più popolose del territorio provinciale e, più precisamente, nelle zone Aretina
(39,4%) e, in misura inferiore, nel Valdarno (24,0%).
Anche l’incidenza percentuale della popolazione immigrata varia molto tra le cinque
zone socio-sanitarie: si passa dal 13% del Casentino, che si conferma ormai da
alcuni anni come l’area dove è più alta la concentrazione di stranieri rispetto alla
popolazione totale, al Valdarno, dove gli immigrati rappresentano il 9,9%, mentre
nella zona Aretina, sono l’11,7% della popolazione (appena sopra il livello medio
provinciale).
Per quanto riguarda la composizione delle famiglie degli immigrati in
provincia di Arezzo, un primo aspetto che emerge è la continua crescita delle
famiglie caratterizzate dalle presenza di stranieri: nello specifico sono 14.267
(+652 rispetto all'anno precedente) le famiglie con capofamiglia straniero iscritte
nelle anagrafi della popolazione residente e 17.114 quelle al cui interno è presente
almeno uno straniero (non necessariamente capofamiglia).
Rileviamo inoltre che quasi il 21% delle 2.976 nascite in provincia di Arezzo sono
figli e figlie dei migranti, che secondo la legislazione in vigore sono considerati
stranieri. Rispetto allo scorso anno osserviamo un aumento di circa un punto della
percentuale dei nati stranieri sul totale delle nascite, infatti mentre il numero
assoluto delle nascite in provincia è rimasto praticamente invariato, quelle di
neonati stranieri è aumentato del 7%.
Analizzando il dato relativo alle seconde generazioni (di seguito anche “G2”), che
per le specifiche caratteristiche delle banche dati a nostra disposizione, fa
riferimento ai soli nati in Italia da genitori stranieri, si evidenzia che in provincia di
Arezzo sono 5.243 i cittadini residenti di seconda generazione, il 13,5% del totale
degli stranieri presenti (sono aumentati di mezzo punto percentuale rispetto
all'anno precedente, in termini assoluti si è avuto un incremento di 406 unità). I
dati ci mostrano l’aumento costante delle G2 che in soli tre anni sono cresciute di
oltre 1.400 persone, una realtà molto giovane e recente, come lo è del resto la
tradizione migratoria nella nostra provincia. Il 51% delle seconde generazioni ha
un’età compresa tra 0 e 4 anni, il 31,7% tra 5 e 9 anni.
Per quanto riguarda la provenienza delle G2, il 23,5% è rumeno, il 21,7% è
albanese e il 9% marocchino. Nelle cinque zone socio sanitarie l’incidenza delle G2
è piuttosto omogenea con percentuali che oscillano tra il valore minimo della
Valdichiana (12,4%) e quello massimo del Casentino (14,3%).
La rilevata consistenza del fenomeno G2 nel nostro territorio e per particolari
nazionalità rappresenta un importante indicatore del processo di integrazione dei
migranti, poiché l’avere dei figli nati “qua” incide sulla stabilità del progetto
migratorio. Tale indicazione è ancora più significativa se andiamo a indagare sul
luogo di nascita delle G2 presenti nel territorio aretino, infatti oltre l’81% sono nati
in provincia di Arezzo (e quindi hanno vissuto sempre in questo territorio), mentre
il 6,8% sono nati in un’altra provincia toscana e il restante 11,4% al di fuori della
Toscana.
Per quanto riguarda i percorsi scolastici degli allievi di origine immigrata, gli
alunni stranieri in provincia di Arezzo sono il 13,7%, in termini assoluti 6.292 sul
totale della popolazione scolastica pari a 45.789 alunni. E, negli ultimi dieci anni, la
presenza di alunni stranieri è più che raddoppiata.
Con il trascorrere del tempo si assiste ad un progressivo aumento della presenza
negli ordini superiori, dove si assiste al fenomeno della cosiddetta canalizzazione o
Allegato B)
segregazione formativa degli allievi stranieri negli indirizzi maggiormente finalizzati
all’inserimento nel mondo del lavoro e alla professionalizzazione: vistosa
concentrazione di alunni di origine immigrata negli istituti professionali (37,3%) e
tecnici (37%) mentre le iscrizioni nei licei in particolare in quello classico scendono
al 15,8%. Diametralmente opposta si presenta la situazione per gli alunni
autoctoni, i quali studiano per il 40% al classico e solo nel 14,8% nell’istruzione
professionale.
La plurietnicità delle nazionalità presenti tra i banchi di scuola nella nostra
provincia è oramai un fenomeno consolidato. Nell’anno scolastico in corso sono 87
le nazionalità di provenienza degli alunni/e stranieri. Analizzando le provenienze
per macro-aree notiamo che gli studenti stranieri maggiormente rappresentati
provengono principalmente dai Paesi dell’Unione Europea (sono il 34,7% del
totale), seguono i Paesi Europei non appartenenti all’Unione Europea (con il
30,9%).
Nella provincia di Arezzo quattro alunni stranieri su dieci sono in una situazione di
ritardo (di uno o più anni); mentre tra gli alunni italiani uno su dieci. Gli alunni
stranieri iscritti ad una classe inferiore rispetto a quella corrispondente all’età
anagrafica (ritardo di 1 anno) sono il 27,5%, mentre quelli con due o più anni di
ritardo raggiungono il 12,7%. Nel tempo si rileva che la situazione di regolarità sta
piano piano migliorando, grazie anche al maggior peso dei “nati qui”: nell’anno
scolastico in considerazione il 40,2% degli studenti stranieri ha uno o più anni di
ritardo mentre nel 2009/2010 era del 40,9% e del 42,8% nel 2008/09.
Gli alunni con cittadinanza non italiana in ritardo sono il 18,1% nella scuola
primaria, il 44,0% nella secondaria di primo grado e il 68,4% nella scuola
secondaria di secondo grado.
Per quanto riguarda l’aspetto socio-sanitario, dai dati forniti dalla ASL8 di Arezzo
sulla salute dei migranti, si rileva un eccesso di ricorsi all’Interruzione Volontaria di
Gravidanza, una più forte incidenza negli stranieri di patologie quali il diabete e la
prematurità alla nascita, l’abuso del servizio di Pronto Soccorso per malattie lievi, il
numero elevato di ricoveri per i traumatismi e malattie dell’apparato digerente e
respiratorio.
Questi dati evidenziano, da una parte, un utilizzo improprio dei servizi sanitari,
dall’altra, condizioni di vita, abitative, alimentari, di lavoro, molto peggiori di quelle
degli italiani.
La bassa qualità della vita dei migranti è segnalata anche dai servizi sociali del
Comune di Arezzo che attraverso 1515 contributi erogati (contributi economici
mensili e straordinari, per utenze, affitto, spese varie, L.104, attività estive per
minori, affidamenti familiari, sussidi per stranieri, inserimenti socioterapeutici),
hanno sostenuto, nell’anno 2012, le famiglie più vulnerabili di migranti residenti sul
territorio.
Provincia di Pisa
In provincia di Pisa gli stranieri residenti sono 34.985. La zona con la più alta
percentuale di stranieri è il Valdarno Inferiore (9,9%), seguito dall'Alta Valdicecina
(7,9%), da Bassa Valdicecina ed Area Pisana (7,8%) e dalla Valdera (7,7%).
Il comune con la più alta percentuale di cittadini stranieri è Santa Croce (18%),
quello con la più bassa Orciano (4,2%), mentre a Pisa la percentuale si attesta
all'11%. Quella albanese continua ad essere la nazionalità più rappresentata a
livello provinciale (24,4%), seguita dalla rumena (14,6%) e dalla marocchina
Allegato B)
(10,4%). La percentuale più alta di donne straniere si registra nella Bassa
Valdicecina (55,8%).
Emergono i tratti di una popolazione molto giovane: circa l’80% degli stranieri si
collocano nella fascia in età attiva (15-64 anni). Soltanto il 2,6% ha un età
superiore a 65 anni, il 17,4% ha meno di 15 anni.
I minori stranieri (0-17 anni) sono 5.444 20,1% della popolazione. Per quello che
concerne le nazionalità al primo posto ci sono gli alunni di nazionalità albanese
(circa il 34% del totale alunni stranieri), seguiti dai marocchini (14,2%), i rumeni
(circa il 9%), i macedoni e i filippini (entrambi intorno al 5%) e i cinesi (2,5%).
L’analisi dei motivi del soggiorno consente di comprendere quali sono le tendenze
dell’immigrazione in un determinato territorio, se si tratta cioè di un’immigrazione
temporanea o se sta sempre più assumendo le caratteristiche di una migrazione
definitiva.
In una prima fase infatti i flussi migratori si caratterizzano per una prevalenza dei
motivi legati al lavoro. Successivamente cresce la componente dei ricongiungimenti
familiari, segno di una progressiva stabilizzazione dei nuovi nuclei.
Provincia di Siena
Sono 27.762 i residenti stranieri in Provincia di Siena, di cui il 54% sono donne.
Le famiglie con capofamiglia straniero sono 12.444. Il 18% del totale dei bambini
nati (418) sono nati da genitori stranieri nel 2012.
401 stranieri hanno preso la cittadinanza italiana nel 2012
5.901 sono i minorenni (22% degli stranieri, 17% dei minori) e il 40% dei minori
stranieri è nato in Italia.
Nel territorio provinciale 19,1 milioni di euro ogni anno vengono inviati nel paese
d’origine. Sono 3.059 gli imprenditori stranieri registrati, la maggior parte dei quali
nel settore delle costruzioni: (1.137 – 17,4%).
Le 10 cittadinanze più numerose sono:
Romania 6.268
Albania 5.720
Kosovo 1.432
Marocco 1.240
Serbia 1.175
Ucraina 1.117
Polonia 1.041
Tunisia 980
Bulgaria 911
Senegal 907
I 10 comuni con più stranieri sono:
Siena 4.243
Poggibonsi 3.084
Colle Val d'Elsa 2.373
Chiusi 1.264
Sinalunga 1.251
Montepulciano 1.244
Monteroni d'Arbia 1.238
Sovicille 1.325
Castelnuovo Berardenga 883
Chianciano Terme 860
Allegato B)
Provincia di Livorno
In Provincia di Livorno risiedono 23253 cittadini stranieri.
L’universo dell’immigrazione costituisce un universo eterogeneo e articolato, assai
differenziato al proprio interno, situazione che introduce elementi di complessità
anche in fase di intervento sociale, la cui analisi, peraltro, consente una lettura più
completa anche dei dati che attraversano la totalità della popolazione.
Vi sono alcune nazionalità in cui è evidente che il progetto migratorio si fonda
esclusivamente sul lavoro (Senegal, Filippine, Marocco) andando anche a coprire
fasce di lavoro (agricoltura, servizi, edilizia) meno richieste ed appetibili per la
popolazione residente.
Si riscontra sul territorio una maggior presenza femminile di immigrati rispetto a
quella maschile, con dati che oscillano intorno al 55% di donne (rispetto al 45% di
uomini), ma che per alcune nazionalità di provenienza vede una percentuali molto
superiore (Ucraina, Moldova, Polonia, Filippine). Il dato della maggiore presenza
femminile, particolarmente accentuata per alcune nazionalità, ci dà l’indicazione di
un forte utilizzo della manodopera immigrata sul fronte dei servizi e della cura della
popolazione residente anziana (fenomeno delle cosiddette badanti).
L’inclusione dell’immigrato passa prioritariamente dall’inclusione lavorativa:
ottenere e mantenere un lavoro è condizione essenziale per una autonomia
economica che è il primo passo per un soggiorno duraturo e stabile dell’immigrato
sul territorio, che in un secondo momento può essere raggiunto dalla famiglia ed
integrarsi pienamente nella società.
Sotto questo aspetto la situazione nella Provincia sembra essere favorevole
all’avvio di percorsi di inclusione; dall’analisi dei permessi di soggiorno rilasciati
dalla Questura di Livorno appare che i motivi prevalenti per i quali si immigra in
Provincia di Livorno sono legati ad opportunità di lavoro di tipo subordinato (43%
del totale dei permessi rilasciati) e motivi familiari (35% del totale dei permessi
rilasciati); queste due motivazioni rappresentano circa il 75% del totale dei
permessi di soggiorno rilasciati dalla Questura.
I minorenni stranieri rappresentano una media del 17% circa su base provinciale
del totale degli stranieri, con valori pressoché analoghi tra le zone seppur con una
leggera differenza della Zona Elba dove i minorenni rappresentano il 12% del
totale degli stranieri.
I servizi e le attività oggetto degli interventi previsti dal progetto
Le sedi di attuazione del progetto realizzano, nel settore di intervento prescelto,
attività e servizi rivolti a cittadini stranieri richiedenti asilo e rifugiati.
Le attività realizzate si configurano come una pluralità di servizi di accoglienza,
integrazione e tutela, fortemente legati ai servizi del territorio di riferimento.
L’erogazione di tali servizi è funzionale alla costruzione di percorsi individualizzati
di cui i beneficiari sono protagonisti, finalizzati alla (ri)acquisizione della loro
autonomia.
Dal punto di vista materiale, si prevede l’accoglienza dei beneficiari in
appartamenti di piccole o medie dimensioni, l’erogazione mensile di buoni spesa,
prodotti alimentari e pocket money per le spese personali, la fornitura periodica di
vestiti, biancheria per la casa, prodotti per l’igiene personale e per la pulizia della
casa.
Nella fase iniziale di accoglienza si prevede un forte supporto da parte dell’equipe
per l’accompagnamento all’insediamento alloggiativo, l’orientamento ai servizi e
alla conoscenza del territorio, l’inserimento in corsi di lingua italiana L2.
Allegato B)
Ad ogni beneficiario viene garantito l’accesso ai servizi del territorio per quanto
riguarda l’assistenza sanitaria, l’inserimento scolastico dei minori, i corsi di
educazione per gli adulti.
Particolare attenzione è data al rafforzamento e all’ampliamento della rete
territoriale al fine di aumentare le opportunità, sia in termini di servizi che di
occasioni socializzanti, come attività sportive, ricreative, culturali e di volontariato
sociale. L’inserimento dei beneficiari nel tessuto sociale è facilitato ulteriormente
attraverso la loro partecipazione attiva a eventi di sensibilizzazione e di animazione
socio-culturale sui territori coinvolti.
È presente inoltre un supporto per la formazione e riqualificazione professionale dei
beneficiari in termini di valorizzazione/certificazione di competenze pregresse,
nonché per l’acquisizione di competenze nuove. I beneficiari sono sostenuti nei
percorsi di inserimento lavorativo e abitativo. Si garantiscono la tutela legale
(informazione sulla normativa, orientamento per l’espletamento delle pratiche
amministrative, sostegno nella procedura di richiesta di protezione internazionale),
nonché un supporto psico-sociale. È previsto anche un servizio di mediazione
linguistica e culturale che riguarda tutte le tipologie di servizi.
Gli attori coinvolti nella gestione del progetto si costituiscono in un’équipe
multidisciplinare qualificata, competente e strutturata, in grado di rispondere alle
esigenze dei beneficiari, alle necessità gestionali delle strutture di accoglienza
favorendo la relazione tra operatività, i territori e i contesti di accoglienza. L’equipe
garantisce una gestione funzionale della banca dati aggiornandola in tempo reale.
Questa la distribuzione degli ospiti richiedenti asilo e rifugiati nelle sedi di
attuazione:
Sede di attuazione
ARCI Prato
ARCI Arezzo
ARCI Valdera
ARCI Siena
ARCI Lucca
ARCI Cecina
Numero ospiti
50
25
25
15
29
18
La sede di attuazione ARCI Comitato regionale Toscana, oltre ad occuparsi del
coordinamento generale delle attività strutturate sopra descritte, attua anche altri
interventi in favore dei cittadini stranieri:
− la gestione di uno Sportello gratuito di orientamento ai servizi territoriali
(casa, lavoro, servizi sociali e sanitari, servizi scolastici) e consulenza legale
rivolto ai migranti. Lo sportello, aperto per 6 ore settimanali) viene gestito
del tutto da personale volontario competente e formato in materia anche
giuridica e riesce a soddisfare circa 100 utenti mensili, con servizi sia di
front-office, sia di accompagnamento assistito degli utenti ai servizi
territoriali. Secondo gli operatori che gestiscono lo sportello, l'utenza
potenziale potrebbe essere almeno il doppio, considerando soprattutto le
fasce più deboli della popolazione migrante (donne, neo-arrivati, malati, con
minori a carico...).
− Attività di sostegno alle categorie vulnerabili di migranti, al fine di integrare i
servizi territoriali nella presa in carico delle categorie vulnerabili di migranti
e rapporti con Questura e Prefettura (target group: richiedenti asilo e titolari
di protezione internazionale, migranti con disagio psichico, famiglie
pluriproblematiche di migranti, migranti con grave disagio economico,
Allegato B)
−
−
−
−
stranieri temporaneamente soggiornanti sul territorio e privi di titolo di
soggiorno, migranti con problematiche sanitarie complesse, donne straniere
sole o con figli, minori e famigliari ricongiunti allo straniero soggiornante in
Italia, minori stranieri non accompagnati,stranieri con varie criticità legate al
proprio orientamento sessuale)
Attività di formazione nell’ambito giuridico in materia di diritto
dell’Immigrazione e diritto di asilo e attività di formazione nell’ambito
dell’insegnamento dell’italiano
Doposcuola rivolti ai minori italiani e stranieri
Scuola di Italiano per stranieri
Attività ricreative finalizzate allo scambio interculturale
Bisogni rilevati
Dall’analisi dei dati territoriali e settoriali, effettuata dai soggetti attuatori del
progetto anche sulla base delle esperienze maturate nella gestione delle attività e
servizi rivolti a cittadini stranieri descritte, emerge che, sebbene il territorio sia
caratterizzato da una rete di attori (pubblici e privati) in grado di lavorare in
sinergia e strutturare una rete di servizi e attività abbastanza importante, la
domanda di servizi specifici per cittadini stranieri supera di gran lunga
l'offerta presente nel territorio.
Questa valutazione è supportata dai dati in possesso degli operatori territoriali .
Quindi prima di tutto emerge che una parte dei cittadini stranieri non possono
essere accolti presso gli sportelli di orientamento, accoglienza e guida ai servizi,
per mancanza di operatori.
Si consideri poi che i servizi territoriali presenti, si limitano spesso a dare
informazioni e a orientare gli stranieri, a quali spetta poi il compito di
gestire in autonomia le pratiche e gli adempimenti necessari per una completa
integrazione nella comunità (percorsi sanitari, giuridici, scolastici, di accesso ai
servizi sociali...). Per molti questo è un ostacolo rilevante, per difficoltà
linguistiche, culturali, di mobilità.
Un aspetto rilevante dei bisogni rilevati riguarda quindi, secondo la nostra
indagine, la necessità per molti cittadini stranieri, di un servizio di
prossimità e relazione nel concreto accesso ai servizi: accompagnamento
presso gli uffici sanitari, sociali, scolastici, giuridici..., in modo da poter
concretamente godere dei propri diritti di cittadinanza, al di là delle barriere di
lingua, cultura, mobilità. Questo bisogno è da noi interpretato fuori da ogni logica
assistenzialistica e paternalistica, ma con la convinzione, basata sull'esperienza,
per cui non sempre gli stessi servizi risultano efficaci in presenza di difficoltà
oggettive di esercizio dei diritti di cittadinanza.
L'implementazione, qualitativa (con maggiore diversificazione tra diversi
livelli) e quantitativa (con la possibilità di accogliere un numero maggiore
di allievi) dei corsi di lingua italiana per stranieri rientra sicuramente
nell'elenco dei bisogni rilevati, dato che l'ostacolo della mancanza di conoscenza
della lingua della comunità ospitante, genera spesso la difficoltà di esercitare
concretamente i propri diritti di cittadinanza e di integrarsi compiutamente.
Inoltre rileviamo il bisogno di implementare la gamma delle iniziative
interculturali, di conoscenza e scambio culturale tra la comunità ospitante e le
comunità immigrate del nostro territorio. Se possiamo dire che non ci sono, nel
nostro territorio, fenomeni preoccupanti di razzismo e xenofobia, è pur vero che
Allegato B)
molte comunità straniere, o parti di esse, rimangono completamente isolate
dal contesto sociale e relazionale della comunità ospitante, con manifestazioni
anche di disagio e rischio di esclusione sociale. Crediamo che l'impegno nella
realizzazione di attività di formazione, scambio culturale, testimonianza e
approfondimento, possano positivamente incidere nella coesione generale della
comunità aretina, nonché ridurre la distanza tra autoctoni e stranieri.
Data l'analisi del contesto territoriale e settoriale di riferimento, si
descrivono gli indicatori:
INDICATORI MISURABILI
− n. interventi di orientamento e accompagnamento ai servizi territoriali effettuati
su base mensile
− n. allievi delle scuole di italiano per stranieri e qualità dell'offerta didattica
− n. di iniziative interculturali realizzate nel territorio
5.2 Criticità e/o bisogni relativi agli indicatori riportati al 5.1
CRITICITA’/BISOGNI
INDICATORI MISURABILI
Target: cittadini stranieri dimoranti
nei territori oggetto di intervento− n.
interventi
di
orientamento
e
Rischio
di
incapacità
linguistica,
accompagnamento ai servizi territoriali
difficoltà di concreto accesso ai
effettuati su base mensile
servizi
territoriali;
rischio
di
− n. allievi delle scuole di italiano per
emarginazione ed esclusione sociale
stranieri
− n. di iniziative interculturali realizzate nel
territorio
5.3 Individuazione dei destinatari ed i beneficiari del progetto:
5.3.1 destinatari diretti (soggetti o beni pubblici/collettivi favoriti dalla
realizzazione del progetto, che costituiscono il target del progetto)
Sono destinatari diretti degli interventi del progetto:
-133 cittadini stranieri, destinatari degli interventi di accoglienza, orientamento,
informazione per richiedenti asilo e rifugiati attraverso l'implementazione
qualitativa e quantitativa delle attività gestite nelle sedi di attuazione del progetto
-circa 450 cittadini stranieri destinatari dei corsi di lingua italiana
-la cittadinanza tutta, destinataria delle attività di animazione interculturale da
realizzarsi nel territorio.
5.3.2 beneficiari indiretti (soggetti favoriti dall’impatto del progetto sulla
realtà territoriale/area di intervento)
- Verranno positivamente influenzati dalle attività e dai risultati del progetto,
beneficiando della sua attuazione, tutti i cittadini residenti nel territorio della
provincia di Arezzo, che vedranno ridurre fenomeni di marginalità ed esclusione
sociale e migliorare il livello di coesione sociale e impegno civico attraverso una
migliore integrazione dei cittadini stranieri
- Anche le istituzioni pubbliche e private, che si occupano di servizi e attività in
favore dei cittadini stranieri, saranno beneficiate dall'impiego dei volontari in
Allegato B)
servizio civile, che permetteranno di implementare la rete dei servizi territoriali
offerti.
- Tra i beneficiari indiretti delle attività previste dal progetto, ci sono anche i 6
volontari in servizio civile, che attraverso lo svolgimento delle attività
progettuali miglioreranno i legami con il proprio territorio, si arricchiranno di una
crescita personale attraverso una formazione ad una cittadinanza attiva e
acquisiranno nuove professionalità e competenze. I giovani daranno supporto alle
attività svolte dai soggetti attuatori e saranno quindi educati ad un maggior senso
di appartenenza politico-sociale attraverso la prossimità con cittadini di altre
culture e nazionalità.
6) Obiettivi del progetto:
Il progetto “C.O.I. Cittadini Migranti” si realizzerà in 6 diverse sedi di
attuazione: i Comitati Provinciali ARCI di Firenze, Prato, Valdera, Cecina,
Siena e Arezzo e sarà coordinato dal Comitato regionale ARCI Toscana.
Il settore prescelto è quello della valorizzazione dell'integrazione,
dell'interculturalità e della multiculturalità, nell'area di intervento relativa ai
progetti SPRAR, Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati gestiti da
ARCI Toscana nei diversi territori interessati e alle attività e servizi attuati in favore
dei cittadini stranieri.
Obiettivo generale del progetto è implementare la rete dei servizi esistenti
nel territorio rispetto ai cittadini migranti, in modo da migliorare la
possibilità della loro integrazione nella comunità che li ospita, oltre che
promuovere nella cittadinanza tutta, e soprattutto nelle giovani generazioni, una
cultura dell'accoglienza, dello scambio e dell'integrazione con i cittadini provenienti
i da paesi stranieri.
Data la descrizione del contesto territoriale e settoriale e l'analisi dei bisogni
emersa, si descrive l'obiettivo specifico del progetto con i relativi indicatori di
risultato. Gli indicatori numerici descrivono l'unità di misura per la valutazione dei
risultati ottenuti. Gli indicatori di risultato indicano l'obiettivo concreto che
prevediamo di raggiungere attraverso l'impiego dei 6 volontari in servizio civile.
CRITICITA’/BISOGNI OBIETTIVI
INDICATORI
Target: cittadini
stranieri dimoranti
nei territori oggetto
di intervento- Rischio
di incapacità
linguistica, difficoltà
di concreto accesso ai
servizi territoriali;
rischio di
emarginazione ed
- n. interventi di
200
orientamento e
accompagnamento
ai servizi
territoriali
effettuati su base
mensile
- n. allievi delle
250
scuole di italiano
per stranieri
Implementare
qualitativamente
e
quantitativament
e i servizi e le
attività offerte
dai soggetti
attuatori nei
confronti dei
cittadini stranieri
ex
ANTE
Indicat
ori
di
risultat
o
350
400
Allegato B)
esclusione sociale
inseriti in progetti - n. di iniziative
di accoglienza e
interculturali
orientamento
realizzate nel
territorio
15
25
Risultati attesi:
− generale miglioramento del livello di integrazione dei cittadini stranieri
presenti nel territorio
− generale aumento della coesione sociale e della solidarietà reciproca nella
società civile del territorio
− migliorata integrazione tra i servizi pubblici e privati rivolti ai cittadini
stranieri
Obiettivi rivolti ai volontari:
Obiettivi rivolti ai volontari sono:
- formazione ai valori dell’impegno civico, della pace e della nonviolenza dando
attuazione alle linee guida della formazione generale al servizio civile
- apprendimento delle finalità, delle modalità e degli strumenti del lavoro di gruppo
finalizzato alla acquisizione di capacità pratiche e di lettura della realtà, capacità
necessarie alla realizzazione delle attività del progetto e successivamente
all’inserimento attivo nel mondo del lavoro, a cominciare dai soggetti no profit;
- fornire ai partecipanti strumenti idonei all’interpretazione dei fenomeni socioculturali al fine di costruire percorsi di cittadinanza attiva e responsabile;
− crescita individuale dei partecipanti con lo sviluppo di autostima e di capacità
di confronto, attraverso l’integrazione e l’interazione con la realtà
territoriale.
Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
Ideazione del progetto
La fase di ideazione del progetto ha preso avvio con una preliminare riunione di
èquipe tra il Presidente di Arci Servizio Civile Toscana e gli OP del progetto,
referenti delle attività rivolte ai cittadini stranieri dei Comitati ARCI sedi di
attuazione del progetto. In questo primo incontro è stato individuato il settore di
intrvento del progetto, dato che quest'area di intervento risponde agli obiettivi di
mission dei soggetti attuatori e che si rilevano bisogni ancora insoddisfatti.
Successivamente lo staff tecnico ha individuato le risorse umane da impiegare nel
progetto a sostegno delle attività e dei volontari in servizio civile, ed ha avviato la
fase di analisi dei bisogni, avvalendosi degli operatori del settore immigrazione.
A questa prima fase hanno fatto seguito più incontri tra gli OP e il progettista di
Arci Servizio Civile (incontri diretti, scambio di informazioni e dati via mail), in cui
sono emersi gli obiettivi specifici di cambiamento, gli indicatori di valutazione da
utilizzare per il monitoraggio delle attività, le attività specifiche da realizzare per il
raggiungimento degli obiettivi prefissati, il numero dei volontari da impiegare nel
progetto.
Una volta messa a fuoco la struttura generale del progetto, sono seguiti scambi di
informazioni per individuare le risorse tecniche e strumentali necessarie per la
realizzazione delle attività e le competenze e le conoscenze da trasmettere ai
volontari.
Allegato B)
Il progettista ha poi redatto il progetto, sottoposto poi all’approvazione finale del
soggetto attuatore.
Azioni specifiche del Progetto
Obiettivo: Implementare qualitativamente e quantitativamente i servizi e le
attività offerte dai soggetti attuatori nei confronti dei cittadini stranieri
inseriti in progetti di accoglienza e orientamento
Piano di attuazione 1:
− Organizzazione e pubblicizzazione delle attività di sportello di orientamento e
consulenza
−
realizzazione attività di sportello per migranti
− monitoraggio e verifica dell’andamento delle attività
Azione 1.1.1 – Organizzazione e pubblicizzazione delle attività di sportello
Attività 1.1.1.1 – L’attività consiste nella programmazione delle azioni
proprie dello
sportello e che saranno successivamente descritte. Sarà
formata ed organizzata l’equipe
costituita da volontari ed operatori e sara’
assegnato ad ognuno il proprio compito da svolgere nell’ambito delle diversificate
attivita’ dello sportello.
Sarà inoltre realizzato un opuscolo informativo relativo alle attivita’ dello
sportello sia dal
punto di vista grafico che dei contenuti e tradotto nelle seguenti
lingue: Inglese,
Francese , Arabo, Urdu e Bengalese
Attività 1.1.1.2 – Una volta pianificata la programmazione delle iniziative e
realizzato
l’opuscolo informativo, sarà svolta sul territorio una campagna di
promozione /
informazione
per facilitare l’affluenza di utenti. La
campagna sarà realizzata attraverso la diffusione sul
territorio
di
opuscoli
informativi, pubblicazione di comunicati
stampa sui quotidiani locali ed
interventi presso radio e tv private.
Azione 1.1.2 – realizzazione attività di sportello per migranti
Attività 1.1.2.1 – programmazione dell'orario di apertura dello sportello, in
considerazione
delle risorse umane disponibili: operatori volontari dei
Comitati
ARCI e volontari in servizio
civile
Attività 1.1.2.2. - I volontari e gli operatori dello sportello si occuperanno
di accogliere
gli utenti ed analizzare la loro posizione in merito al permesso di
soggiorno:
- richiesta primo permesso
- rinnovo
- ricongiungimento familiare
Sarà indicato loro l’iter e la documentazione necessaria per ottenere il
permesso.
Raccolta la documentazione gli utenti saranno accolti una seconda volta per
la verifica
dei
documenti e per essere indirizzati presso gli uffici competenti
per la
presentazione delle
istanze.
Se necessario, in particolari circostanze, gli utenti saranno accompagnati da
operatori e volontari presso gli uffici di competenza (Questura, Prefettura,
Comuni).
Questa procedura viene di solito seguita per gli utenti che hanno una scarsa
conoscenza della lingua italiana e che quindi potrebbero avere difficoltà nel
comprendere le
procedure.
Allegato B)
Attività 1.1.2.3 - Accompagnamento e/o orientamento ai servizi di
assistenza sanitaria
per gli immigrati. I volontari e gli operatori dello sportello
daranno informazioni in merito ai servizi sanitari erogati a favore degli immigrati
in base alla loro
posizione di permesso di soggiorno.
Gli stessi in caso di difficoltà di accesso ai suddetti servizi, saranno
accompagnati dagli
operatori e dai volontari per il disbrigo delle pratiche di
cui necessitano.
Attività 1.1.2.4 - Orientamento e/o Accompagnamento presso istituti
scolastici : I
volontari e gli operatori dello sportello daranno informazioni ai
cittadini immigrati in merito alle
procedure di iscrizione presso le scuole
statali. Gli stessi in caso di
difficoltà di accesso ai suddetti servizi, saranno
accompagnati dagli operatori e dai
volontari per il disbrigo delle pratiche di cui
necessitano. Tutte le attivita’ rivolte all’accompagnamento dell’utenza per il
disbrigo di pratiche saranno svolte sia
durante
gli orari di apertura dello
sportello, che al di fuori di essi, a seconda delle
esigenze
dell'utenza e degli
orari degli uffici preposti alla
pratica
Azione 1.1.3 - monitoraggio e verifica dell’andamento delle attività
Attività 1.1.3.1 – progettazione e realizzazione degli strumenti di
monitoraggio: schede
individuali per ogni
utente,
compilate
dagli
operatori e dai volontari in SC, in cui annotare la frequenza di utilizzo del servizio
e le eventuali problematiche sorte in itinere, in modo da migliorare la qualità del
servizio offerto.
Attività 1.1.3.2 – riunioni mensili di equipe per l'analisi degli strumenti di
monitoraggio
e la riprogrammazione delle attività in base alle eventuali
problematiche sorte. Gli incontri di valutazione, a cui partecipano gli operatori di
ARCI Arezzo, i volontari in
servizio civile e gli OP, prendono in esame la
frequenza di utilizzo del servizio (per
riprogrammare eventualmente orari e
calendario) e le schede individuali degli
utenti,
per
poter
eventualmente
riprogrammare le attività svolte
in base a
criticità
emerse.
Piano di attuazione 2:
− Organizzazione e promozione delle attività delle scuole di italiano per
stranieri
− raccolta adesioni, calendarizzazione attività della scuola di italiano e
definizione dei turni del personale a disposizione (volontari Comitati ARCI e
volontari in servizio civile)
−
realizzazione corsi di lingua italiana per stranieri
− monitoraggio e verifica dell’andamento delle attività
Azione 1.2.1 - Organizzazione e promozione delle attività
Attività 1.2.1.1 - L’attività consiste nella programmazione delle azioni
successivamente descritte. Sarà formata ed organizzata l’equipe costituita da
volontari ed operatori e sara’ assegnato ad ognuno il proprio compito da svolgere
nell’ambito delle diversificate attivita’
da svolgere. Sarà inoltre realizzato un
opuscolo informativo relativo alle
attivita’ di lingua italiana ed informatica sia
dal punto di vista grafico che dei
contenuti e tradotto nelle
seguenti
lingue : Inglese, Urdu, Francese , Arabo e Bengalese.
Attività 1.2.1.2 - L’individuazione degli utenti interessati alla partecipazione
alle attività successivamente descritte sarà svolta attraverso una campagna di
informazione svolta
dall’Associazione sede di attuazione del progetto:
Allegato B)
•
•
•
Diffusione di opuscoli informativi presso luoghi di aggregazione formali ed
informali (Associazioni, Enti, Luoghi di ritrovo,altro)
pubblicazione di comunicati stampa sui quotidiani locali
interventi presso radio e tv private
- Aggiornamento sito internet
Azione 1.2.2 – raccolta adesioni, calendarizzazione attività della scuola di italiano
e definizione dei turni del personale a disposizione (volontari Comitati ARCI e
volontari in servizio civile)
Attività 1.2.2.1 - Successivamente alla fase di promozione l’associazione
presso la
propria
sede si occuperà di raccogliere le adesioni dei
partecipanti, suddividerli in
base al livello di conoscenza di lingua italiana,
organizzare le classi e programmare l'orario di apertura della scuola anche in
base alle esigenze degli allievi.
Attività 1.2.2.2 – Viene quindi predisposto un calendario di presenze del
personale che
si occuperà della gestione delle classi: ogni volontario in servizio
civile affiancherà uno o più insegnanti volontari della scuola di italiano.
Azione 1.2.3 - realizzazione corsi di lingua italiana per stranieri
Attività 1.2.3.1 – Predisposizione materiale didattico: Per la realizzazione
delle suddette
attività sarà predisposto e fornito agli immigrati il seguente
materiale didattico :
- n° 180 dispense di grammatica
− n° 2 libri di lettura per ogni utente
− n° 1 vocabolario di lingua italiana per ogni utente
Attività 1.2.3.2 – svolgimento dei corsi: Durante la fase di accoglienza gli
operatori ed i
volontari testeranno il livello di conoscenza della lingua
italiana dell’utente proponendogli la frequenza ai corsi di alfabetizzazione
e/o lingua italiana tenuti dall’Associazione ed offerti in
modo gratuito.
In caso di adesione da parte dell’utente gli operatori lo inseriranno in uno dei
gruppi di
studio a seconda del livello di conoscenza della lingua italiana.
Corsi organizzati:
- Prima alfabetizzazione e accenni alla grammatica generale
- Approfondimento grammaticale con letture di civiltà e cultura
Non viene previsto un numero minimo o massimo di utenti per gruppo di
studio.
Azione 1.2.4 - monitoraggio e verifica dell’andamento delle attività
Attività 1.2.4.1 - predisposizione schede personali per ogni allievo della
scuola di
italiano,
per monitorare la frequenza di utilizzo del servizio, il
gradimento e il
livello di
miglioramento ottenuto.
I volontari compileranno quotidianamente le
schede per monitorare la
frequenza di
utilizzo del servizio. Gli operatori volontari si occuperanno
della valutazione della qualità percepita del servizio e del livello di
avanzamento degli utenti nella conoscenza della lingua italiana.
Attività 1.2.4.2 – riunioni mensili di equipe per la valutazione degli
strumenti per il
monitoraggio e la riprogrammazione eventuale delle attività.
Questi incontri vedranno la presenza di tutte le figure coinvolte nella
realizzazione
dell'obiettivo in oggetto: OP, volontari in servizio civile,
insegnanti volontari delle scuole di italiano. Oggetto della valutazione
saranno sia le schede di monitoraggio della frequenza
di
utilizzo
del
servizio, per poter eventualmente riprogrammare orari e calendario, sia le
Allegato B)
schede di valutazione della qualità percepita del servizio e dell'avanzamento
nella conoscenza della lingua italiana, per una più efficace programmazione
delle attività.
Piano di attuazione 3:
− Organizzazione e promozione delle attività
− Realizzazione dei percorsi didattici nelle scuole
− Organizzazione e realizzazione cene multietniche
− Organizzazione e realizzazione rassegne musicali
− organizzazione e realizzazione seminari di approfondimento
Azione 1.3.1 – Organizzazione e promozione delle attività (fase propedeutica alle
azioni successivamente descritte)
Attività 1.3.1.1 -L’attività consiste nella programmazione delle azioni
successivamente descritte. Sarà formata ed organizzata l’equipe costituita da
volontari ed operatori e sara’ assegnato ad ognuno il proprio compito da svolgere
nell’ambito delle diversificate attivita’
da svolgere
Sarà inoltre realizzato un opuscolo informativo relativo alle attivita’ di lingua
italiana ed informatica sia dal punto di vista grafico che dei contenuti e tradotto
nelle seguenti
lingue :
Inglese,Urdu, Francese , Arabo e Bengalese
Attività 1.3.1.2 - L’individuazione degli utenti interessati alla partecipazione
alle attività successivamente descritte sarà svolta attraverso una campagna di
informazione svolta
dalle sedi di attuazione del progetto.
•
•
•
Diffusione di opuscoli informativi presso luoghi di aggregazione formali ed
informali (Associazioni, Enti, Luoghi di ritrovo,altro)
pubblicazione di comunicati stampa sui quotidiani locali
interventi presso radio e tv private
- Aggiornamento sito internet
Azione1.3.2 - Realizzazione dei percorsi didattici nelle scuole
Attività 1.3.2.1- contatto con i docenti e gli esperti esterni che condurranno
gli incontri con i giovani per concordare il calendario delle docenze e
dettagliare la struttura dei singoli incontri, tenendo conto delle diverse
aspettative e richieste delle singole classi.
Attività 1.3.2.2 – Predisposizione del materiale didattico, concordato con i
docenti e gli esperti esterni
Attività 1.3.2.3 – realizzazione degli incontri didattici: riguarderanno
attività interculturali, testimonianze e storie personali di immigrazioni,
laboratori
sul
pregiudizio,
approfondimenti
della
legislazione
sull'immigrazione. Durante la fase di realizzazione dei percorsi il conduttore
sarà l’attivatore dei processi di promozione, partecipazione sociale e di
sviluppo dei processi posti come obiettivi: il suo sarà un ruolo centrale
perché proporrà, stimolerà, organizzerà e gestirà attività di animazione e di
approfondimento. Saranno utilizzate tecniche e metodi di animazione attivi,
capaci di accentuare l’attenzione dei destinatari e che facilitano
l’apprendimento: la capacità di coinvolgere i ragazzi, infatti, è assolutamente
necessaria per stimolare un nuovo modello positivo di comportamento.
Accanto quindi a momenti più frontali, di ascolto, di “ingresso”
nell’argomento, di “assaggio”, l’intervento prevede l’utilizzo di tecniche
come il brainstorming, il lavoro in gruppi, il role playing, la discussione
aperta, il questionario e la simulazione. Si tratta di una metodologia che si
basa sull’esperienza concreta, che adotta linguaggi comprensibili da tutti e
Allegato B)
che incide più in profondità.
Azione 1.3.3– Organizzazione e realizzazione cene multietniche
Attività 1.3.3.1 – Promozione delle iniziative attraverso contatti con i canali
mediatici
del
territorio (tv locali e quotidiani), somministrazione degli inviti ai
cittadini
immigrati in particolar modo quelli appartenenti a comunita’ costituite
sul territorio,
somministrazione degli inviti alle associazioni dei territori
coinvolti
Attività 1.3.3.2 - Saranno organizzate cene multietniche presso le basi
associative dei
Comitati ARCI coinvolti, secondo la seguente scaletta:
Presentazione e scopo della giornata.
Presentazione dei piatti tipici preparati per ogni incontro
Descrizione del Paese di origine dei piatti tipici e situazione socio-economica e
culturale
Presentazione dei cittadini immigrati che hanno collaborato alla realizzazione della
giornata
Azione 1.3.4 – Organizzazione e realizzazione rassegne musicali
Attività 1.3.4.1 - Promozione delle iniziative attraverso contatti con i canali
mediatici del
territorio (tv locali e quotidiani), somministrazione degli inviti ai
cittadini immigrati in
particolar modo quelli appartenenti a comunita’ costituite
sul territorio,
Azione 1.3.5 – organizzazione e realizzazione seminari di approfondimento
Attività 1.3.5.1 - Promozione delle iniziative attraverso contatti con i canali
mediatici
del
territorio (tv locali e quotidiani), somministrazione degli inviti ai
cittadini
immigrati in particolar modo quelli appartenenti a comunita’ costituite
sul territorio,
Attività 1.3.5.2 – realizzazione di incontri seminariali, dibattiti culturali, con
il
coinvolgimento anche delle pubbliche amministrazioni, sul tema dei diritti di
cittadinanza,
del loro concreto esercizio da parte dei cittadini stranieri,
della programmazione territoriale
delle attività e servizi rivolti ai migranti. Ci
avvarremo anche della presenza di testimonianze personali e di esperti del
settore.
Azioni di supporto al Progetto:
Le azioni di supporto al progetto prevederanno 4 Fasi specifiche, in particolare:
Fase 1 - Accoglienza e formazione
Ai volontari, una volta entrati in servizio, verranno presentate gli ambiti e le sedi
nelle quali opereranno, lo staff con il quale si relazioneranno (fase dell’accoglienza
e della socializzazione del progetto tra i diversi soggetti coinvolti); inoltre vorrà
fornita la formazione generale, in modo tale da poter cominciare ad operare
coerentemente secondo i principi del servizio civile nazionale.
Fase 2 - Attività
Una volta inseriti, i volontari svolgeranno le attività seguendo un piano di lavoro
concordato durante gli incontri con le Equipe messe a disposizione dal soggetto
attuatore. Va da se che questo verrà stabilito anche coinvolgendo gli stessi
volontari secondo anche le loro competenze, attitudini e progettualità personali.
Fase 3 - FORMAZIONE SPECIFICA
Allegato B)
La formazione specifica, avrà due momenti, pre e post inserimento. L’obiettivo
della formazione è quello di sensibilizzare e formare i volontari alle attività previste
dal presente progetto declinando i suoi contenuti nella realtà operativa reale in cui
saranno impiegati.
Essa darà gli strumenti adatti per gestire le attività di promozione sociale e di
sensibilizzazione sulle problematiche relative alla condizione degli anziani, dei
disabili e dei minori, fornendo anche il know how necessario per gestire al meglio il
rapporto con gli utenti.
Nel corso della formazione saranno date anche informazioni di tipo teorico sul ruolo
delle strutture, pubbliche e private presenti sul territorio, e sulle reti di
collaborazione in cui sono interessate. Alcuni incontri formativi avranno la scopo di
arricchire e dal punto di vista motivazionale i volontari.
Fase 4 - VERIFICA E MONITORAGGIO
Per valutare il percorso effettuato e per sondare la motivazione e lo stato dei
volontari, sono previsti dei momenti di verifica sia iniziale che in itinere, che finali.
La verifica si avvarrà della somministrazione di test relativi alle aspettative sul
servizio (test d’ingresso) e al grado di soddisfacimento delle aspettative (test
intermedio e finale).
Verranno altresì somministrati questionari con lo scopo di misurare le competenze
acquisite nel corso del servizio civile.
Ai volontari verrà, inoltre, chiesto, attraverso relazioni trimestrali, i punti di forza e
i punti di debolezza e specifiche richieste per migliorare lo svolgimento del servizio.
7) Definizione sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo le modalità di
impiego delle risorse umane con particolare riferimento al ruolo dei giovani in
servizio civile:
7.1 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività
previste, specificando se volontari o dipendenti a qualunque titolo dell’ente (non
prendere in considerazione giovani in servizio civile regionale).
Professionalità
Referente
attività
rivolte
ai
cittadini
stranieri dei Comitati
ARCI coinvolti
Esperti legali
Insegnanti volontari
Mediatori linguisticoculturali (francese,
inglese, arabo, urdu,
Numero/tipo
logia
OP- seguirà specificamente le attività dei volontari 6 – dipendenti
curando l’inserimento in servizio, la conoscenza
degli obiettivi del progetto, la verifica degli
indicatori per il raggiungimento degli obiettivi
prefissati.
Affiancheranno i volontari e il gruppo di lavoro 3 – volontari
nella gestione dello sportello informativo per
migranti, soprattutto per quanto riguarda la parte
relativa alle pratiche legali
Affiancheranno OP e i volontari nell'organizzazione 15 – volontari
dei corsi di lingua italiana per stranieri, curando la
programmazione didattica e la gestione dei gruppi
di allievi
Si occuperanno della traduzione del materiale 15 – volontari
informativo e dell'affiancamento, a seconda
dell'esigenza, degli operatori dello sportello di
Ruolo nell’attività
Allegato B)
bengalese, indi,
albanese, filippino,
romeno, spagnolo)
Avvocato esperto di
diritto
dell'immigrazione
Operatori volontari
sportello immigrati
Psicologo
Responsabile
comunicazione
orientamento
stranieri
e
della
scuola
di
italiano
per
Affiancheranno i volontari e il gruppo di lavoro
nella gestione dello sportello informativo per
migranti, soprattutto per quanto riguarda la parte
relativa alle pratiche legali
Coordineranno, insieme agli OP e ai responsabili
del settore immigrazione, le attività dello sportello
informativo per migranti
Affiancheranno il gruppo di lavoro, a seconda delle
esigenze, per la risoluzione di particolari difficoltà
degli utenti stranieri.
Coordinerà
le
fasi
di
promozione
e
pubblicizzazione delle attività previste (comunicati
stampa, aggiornamento sito internet, uscite su
media locali...)
3 – volontari
12 – volontari
3 – volontari
6 – volontari
7.2 Ruolo ed attività previste per i giovani in servizio civile nell’ambito del progetto.
Le attività dei volontari si svolgeranno ordinariamente su 5 giorni settimanali,
tranne casi eccezionali legati a particolari iniziative interculturali che potrebbero
svolgersi anche nel fine settimana.
In relazione alle azioni descritte nel precedente punto i volontari saranno impegnati
nelle seguenti attività con il ruolo descritto:
Allegato B)
Azioni Attivita’ Ruolo
1.1.1 1.1.1.1
Partecipazione all'equipe di programmazione delle attività
1.1.1.2
Supporto alla redazione dei contenuti degli opuscoli informativi.
Diffusione di opuscoli informativi presso luoghi di aggregazione formali
ed informali individuati (Associazioni, Enti, Luoghi di ritrovo,altro)
Redazione e trasmissione comunicati stampa presso quotidiani locali
1.1.2
1.1.2.1
Partecipazione all'equipe di programmazione delle attività
1.1.2.2
Apertura pratica dell’utente, raccolta dati, accompagnamento presso i
servizi richiesti, intermediazione tra l’Ente che gestisce i servizi e
l’utente.
1.1.2.3
Apertura pratica dell’utente, raccolta dati, accompagnamento presso i
servizi richiesti, intermediazione tra l’Ente che gestisce i servizi e
l’utente.
1.1.2.4
Apertura pratica dell’utente, raccolta dati, accompagnamento presso i
servizi richiesti, intermediazione tra l’Ente che gestisce i servizi e
l’utente.
1.1.3
1.1.3.1
Collaborazione
alla
predisposizione
delle
schede
individuali,
compilazione quotidiana delle schede utenti e gestione archivio dati
1.1.3.2
Partecipazione alle riunioni di valutazione, con ruoli anche propositivi. I
volontari saranno responsabili anche dell'aggiornamento delle schede
personali degli utenti, in formato cartaceo e digitale. I volontari si
occuperanno anche di tenere i verbali delle sedute e di gestione
dell'agenda delle stesse.
1.2.1
1.2.1.1
Partecipazione all'equipe di programmazione delle attività
1.2.1.2
Supporto alla redazione dei contenuti degli opuscoli informativi.
Diffusione di opuscoli informativi presso luoghi di aggregazione formali
ed informali individuati (Associazioni, Enti, Luoghi di ritrovo,altro)
Redazione e trasmissione comunicati stampa presso quotidiani locali
1.2.2
1.2.2.1
raccogliere le adesioni dei partecipanti, suddividerli per livello di
conoscenza di lingua italiana
1.2.2.2
Partecipazione all'equipe di programmazione delle attività
1.2.3
1.2.3.1
Predisposizione materiali didattici (dispense, suddivisione testi...)
1.2.3.2
Supporto all’attività didattica, Affiancamento degli utenti per
l’apprendimento degli argomenti trattati dai docenti , somministrazione
di test di verifica dell’apprendimento.
1.2.4
1.2.4.1
Collaborazione
alla
predisposizione
delle
schede
individuali,
compilazione quotidiana delle schede utenti e gestione archivio dati
1.2.4.2
Partecipazione alle riunioni di valutazione, con ruoli anche propositivi. I
volontari saranno responsabili anche dell'aggiornamento delle schede
personali degli utenti, in formato cartaceo e digitale. I volontari si
occuperanno anche di tenere i verbali delle sedute e di gestione
dell'agenda delle stesse.
1.3.1
1.3.1.1
Partecipazione all'equipe di programmazione delle attività
1.3.1.2
Supporto alla redazione dei contenuti degli opuscoli informativi.
Diffusione di opuscoli informativi presso luoghi di aggregazione formali
ed informali individuati (Associazioni, Enti, Luoghi di ritrovo,altro)
Redazione e trasmissione comunicati stampa presso quotidiani locali
1.3.2
1.3.2.1
Collaborazione alla presa di contatto con i docenti, calendario degli
incontri, segreteria organizzativa
1.3.2.2
Predisposizione materiali didattici
1.3.2.3
Supporto d'aula, tutoraggio, affiancamento degli operatori, segreteria
organizzativa
Allegato B)
1.3.3
1.3.3.1
1.3.3.2
1.3.4
1.3.4.1
1.3.4.2
1.3.5
1.3.5.1
1.3.5.2
Supporto alla redazione dei contenuti degli opuscoli informativi.
Diffusione di opuscoli informativi presso luoghi di aggregazione formali
ed informali individuati (Associazioni, Enti, Luoghi di ritrovo,altro)
Redazione e trasmissione comunicati stampa presso quotidiani locali
Presentazione e scopo della giornata. Presentazione dei piatti tipici
preparati per ogni incontro.
Supporto alla redazione dei contenuti degli opuscoli informativi.
Diffusione di opuscoli informativi presso luoghi di aggregazione formali
ed informali individuati (Associazioni, Enti, Luoghi di ritrovo,altro)
Redazione e trasmissione comunicati stampa presso quotidiani locali
Presentazione dei componenti dei gruppi musicali. Presentazione del
paese di origine dei musicisti dal punto di vista storico e culturale.
Supporto logistico
Supporto alla redazione dei contenuti degli opuscoli informativi.
Diffusione di opuscoli informativi presso luoghi di aggregazione formali
ed informali individuati (Associazioni, Enti, Luoghi di ritrovo,altro)
Redazione e trasmissione comunicati stampa presso quotidiani locali
Supporto logistico-organizzativo, presentazione delle iniziative,
partecipazione al dibattito
Infine i volontari selezionati per questo progetto parteciperanno attivamente alla
presa di coscienza delle competenze che acquisiscono nei campi di cittadinanza
attiva e di lavoro di gruppo, finalizzato a realizzare gli obiettivi attraverso
specifiche attività individuali e collettive. In particolare questa loro partecipazione è
funzionale alla realizzazione dell’obiettivo indicato, sezione “obiettivi dei volontari”
che viene qui riportato:
- formazione ai valori dell’impegno civico, della pace e della nonviolenza dando
attuazione alle linee guida della formazione generale al SC
- apprendimento delle modalità e degli strumenti del lavoro di gruppo finalizzato
alla acquisizione di capacità pratiche e di lettura della realtà, capacità necessarie
alla realizzazione delle attività del progetto e successivamente all’inserimento
attivo nel mondo del lavoro;
- partecipazione alle attività di promozione e sensibilizzazione al servizio civile
nazionale di cui al successivo box
Azioni e/o attività trasversali
• Partecipazione agli incontri di programmazione degli orari di servizio e di
distribuzione dei ruoli dei volontari.
• Partecipazione alle azioni di pubblicizzazione dei singoli interventi, diffusione
di materiale informativo sulle attività programmate, aggiornamento della
pagina dedicata ai servizi e alle attività interculturali dell'associazione
• partecipazione a seminari, conferenze sui temi dell'assistenza ai cittadini
stranieri e delle attività interculturali
• Partecipazione a conferenza stampa iniziale di presentazione del progetto
• partecipazione a conferenza stampa finale di restituzione dei risultati del
progetto
8) Numero dei giovani da impiegare nel progetto(min. 2, max. 10): 6
9) Eventuale numero ulteriore di soggetti da impiegare (non superiore al 50% di
quelli indicati al precedente punto 8) che l'ente intende autonomamente finanziare,
Allegato B)
impegandosi ad anticipare alla regione le somme necessarie per l'intera copertura
delle relative spese prima dell'avvio dei giovani in servizio:
0
10) numero posti con vitto: 0
11) Numero posti senza vitto: 6
12) Numero ore di servizio settimanali dei giovani (minimo 25, massimo 30):30
13) Giorni di servizio a settimana dei giovani (minimo 4, massimo 6) : 5
14) Eventuali particolari obblighi dei giovani durante il periodo di servizio:
 Per il raggiungimento degli obiettivi previsti dal progetto ai volontari
potrà essere chiesto di spostarsi nel territorio circostante la sede di
attuazione.
 La formazione, sia generale che specifica, potrà essere svolta nel
giorno di Sabato.
 Alcune azioni del progetto potranno essere svolte anche di Domenica
o in giorni festivi.
 Si chiede ai volontari di utilizzare come strumento principale di
comunicazione con la sede di riferimento la casella di posta elettronica
debitamente comunicata.
 I giorni di permesso vengono concordati da ciascun volontario con
l’OP e collocati preferibilmente nei periodi di sospensione delle attività
previsti dal piano di lavoro del servizio stesso.
15) Sede/i di attuazione del progetto (1):
N. Sede di attuazione del progetto
1
2
3
4
5
6
Arci Comitato Regionale
Toscano
ARCI NUOVA ASSOCIAZIONE
COMITATO PROVINCIALE DI
PRATO
ARCI COMITATO DELLA
VALDERA
ARCI COMITATO PROVINCIALE
SENESE
ARCI BASSA VAL DI CECINA
ARCI AREZZO
Comune
Indirizzo (compresa eventuale partizione interna)
N. giovani per sede
(2)
Firenze
Piazza dei Ciompi 11 50122 Firenze
1
Prato
Via Roma 276 59100 Prato
1
Pontedera
Via G. Carducci 8 56025 Pontedera (PI)
1
Siena
Piazza Maestri del Lavoro 27 53100 Siena
1
Cecina
AREZZO
Piazza Libertà 14 57023 Cecina (LI)
VIA GARIBALDI 135, 52100 AREZZO
1
1
(1) le sedi devono essere individuate esclusivamente fra quelle indicate in sede di iscrizione/adeguamento all'albo degli enti di
servizio civile regionale, riportando la stessa denominazione e indirizzo (compresa l'eventuale ripartizione interna, es. scala,
piano, palazzina, ecc) indicate sulla procedura informatica SCR.
(2) il numero complessivo di giovani di questa colonna deve coincidere con il numero indicato al precedente punto 8)
16) Nominativo operatore di progetto per singola sede (almeno uno per sede):
i. NOME E COGNOME, Francesco Giannoni
ii. DATA DI NASCITA: 15 ottobre 1951
iii. CODICE FISCALE:GNNFNC51R15D612F
iv. INDIRIZZO MAIL: francesco.giannoniarci.it
v. TELEFONO: 05526297231
vi. CURRICULUM con copia di un documento di identità e codice fiscale
leggibili (da allegare alla scheda di progetto)
vii. SEDE PROGETTO ALLA QUALE VIENE ASSEGNATO (da scegliere
fra uno di quelle indicate al precedente punto 15):
Sede di attuazione del
progetto
Comune
Indirizzo
Arci Comitato Regionale
Toscano
Firenze
Piazza dei Ciompi 11 50122 Firenze
viii.HA SVOLTO IL CORSO DI AGGIORNAMENTO E/O FORMAZIONE
PROGRAMMATO DALLA REGIONE TOSCANA (O, SI IMPEGNA A FARLO ENTRO
L'ANNO IN CUI SI REALIZZA IL PROGETTO):
- corso ______________ svolto in data ________________ sede del corso
__________________
oppure
- si impegna a svolgerlo entro l'anno: SI
16) Nominativo operatore di progetto per singola sede (almeno uno per sede):
i. NOME E COGNOME, Maggi Sabrina
ii. DATA DI NASCITA:29 maggio 1971
iii. CODICE FISCALE:MGGSRN71E69D612A
iv. INDIRIZZO MAIL: [email protected]
v. TELEFONO: 3468434649
vi. CURRICULUM con copia di un documento di identità e codice fiscale
leggibili (da allegare alla scheda di progetto)
vii. SEDE PROGETTO ALLA QUALE VIENE ASSEGNATO (da scegliere
fra uno di quelle indicate al precedente punto 15):
Sede di attuazione del
progetto
Comune
Indirizzo
ARCI NUOVA
ASSOCIAZIONE
COMITATO PROVINCIALE
DI PRATO
Prato
Via Roma 276 59100 Prato
viii.HA SVOLTO IL CORSO DI AGGIORNAMENTO E/O FORMAZIONE
PROGRAMMATO DALLA REGIONE TOSCANA (O, SI IMPEGNA A FARLO ENTRO
L'ANNO IN CUI SI REALIZZA IL PROGETTO):
- corso ______________ svolto in data ________________ sede del corso
__________________
oppure
- si impegna a svolgerlo entro l'anno: SI
16) Nominativo operatore di progetto per singola sede (almeno uno per sede):
i. NOME E COGNOME: Leonardo Menciassi
ii. DATA DI NASCITA:17/101980
iii. CODICE FISCALE:MNCLRD80R17G843J
iv. INDIRIZZO MAIL:[email protected]
v. TELEFONO:0587 57467
vi. CURRICULUM con copia di un documento di identità e codice fiscale
leggibili (da allegare alla scheda di progetto)
vii. SEDE PROGETTO ALLA QUALE VIENE ASSEGNATO (da scegliere
fra uno di quelle indicate al precedente punto 15):
Sede di attuazione del
progetto
Comune
Indirizzo
Arci Comitato della
Valdera
Pontedera
Via Carducci 8 56025 Pontedera (PI)
viii.HA SVOLTO IL CORSO DI AGGIORNAMENTO E/O FORMAZIONE
PROGRAMMATO DALLA REGIONE TOSCANA (O, SI IMPEGNA A FARLO ENTRO
L'ANNO IN CUI SI REALIZZA IL PROGETTO):
- corso ______________ svolto in data ________________ sede del corso
__________________
oppure
- si impegna a svolgerlo entro l'anno: SI
16) Nominativo operatore di progetto per singola sede (almeno uno per sede):
i. NOME E COGNOME, Catia Fagioli
ii. DATA DI NASCITA:14 maggio 1968
iii. CODICE FISCALE:FGLCTA68E54C847X
iv. INDIRIZZO MAIL: [email protected]
v. TELEFONO:3391176506
vi. CURRICULUM con copia di un documento di identità e codice fiscale
leggibili (da allegare alla scheda di progetto)
vii. SEDE PROGETTO ALLA QUALE VIENE ASSEGNATO (da scegliere
fra uno di quelle indicate al precedente punto 15):
Sede di attuazione del
progetto
Comune
Indirizzo
ARCI COMITATO
PROVINCIALE SENESE
Siena
Piazza Maestri del Lavoro 27 53100 Siena
viii.HA SVOLTO IL CORSO DI AGGIORNAMENTO E/O FORMAZIONE
PROGRAMMATO DALLA REGIONE TOSCANA (O, SI IMPEGNA A FARLO ENTRO
L'ANNO IN CUI SI REALIZZA IL PROGETTO):
- corso ______________ svolto in data ________________ sede del corso
__________________
oppure
- si impegna a svolgerlo entro l'anno:
SI
16) Nominativo operatore di progetto per singola sede (almeno uno per sede):
i. NOME E COGNOME, Caterina Vangelisti
ii. DATA DI NASCITA: 16 luglio 1979
iii. CODICE FISCALE:VNGCRN79L56C415G
iv. INDIRIZZO MAIL: [email protected]
v. TELEFONO:3470469683
vi. CURRICULUM con copia di un documento di identità e codice fiscale
leggibili (da allegare alla scheda di progetto)
vii. SEDE PROGETTO ALLA QUALE VIENE ASSEGNATO (da scegliere
fra uno di quelle indicate al precedente punto 15):
Sede di attuazione del
progetto
Comune
Indirizzo
ARCI BASSA VAL DI
CECINA
Cecina
p.za Libertà 14 57023 - Cecina - LI
viii.HA SVOLTO IL CORSO DI AGGIORNAMENTO E/O FORMAZIONE
PROGRAMMATO DALLA REGIONE TOSCANA (O, SI IMPEGNA A FARLO ENTRO
L'ANNO IN CUI SI REALIZZA IL PROGETTO):
- corso ______________ svolto in data ________________ sede del corso
__________________
oppure
- si impegna a svolgerlo entro l'anno: SI
Nominativo operatore di progetto per singola sede (almeno uno per sede):
i. NOME E COGNOME: Eleonora Benassi
ii. DATA DI NASCITA: 06/11/1982
iii. CODICE FISCALE: BNSLNR82S46A390M
iv. INDIRIZZO MAIL:[email protected]
v. TELEFONO: 0575/295376
vi. CURRICULUM con copia di un documento di identità e codice fiscale
leggibili (da allegare alla scheda di progetto)
vii. SEDE PROGETTO ALLA QUALE VIENE ASSEGNATO (da scegliere
fra uno di quelle indicate al precedente punto 15):
Sede di attuazione del
progetto
Arci Arezzo
Comune
Arezzo
Indirizzo
Via Garibaldi 135
52100 - Arezzo - AR
viii.HA SVOLTO IL CORSO DI AGGIORNAMENTO E/O FORMAZIONE
PROGRAMMATO DALLA REGIONE TOSCANA (O, SI IMPEGNA A FARLO ENTRO
L'ANNO IN CUI SI REALIZZA IL PROGETTO):
- corso ______________ svolto in data ________________ sede del corso
__________________
oppure
- si impegna a svolgerlo entro l'anno: SI
17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile regionale:
Complessivamente, i/le volontari/e partecipanti al progetto, all'interno del
monte ore annuo, saranno direttamente coinvolti nelle attività di
promozione e sensibilizzazione del Servizio Civile per un minimo di 25 ore.
Le ore previste per la promozione e la sensibilizzazione del Servizio Civile
riguarderanno le seguenti azioni:
 Programmazione di un minimo di 3 incontri di 3 ore cadauno, durante i
quali i volontari potranno fornire informazioni sul Servizio Civile, grazie
alle conoscenze acquisite durante la formazione generale.
 Un giorno al mese, nei 6 mesi centrali del progetto, presso la sede di
attuazione o presso altre sedi accreditate di Arci Servizio Civile Toscana, i
volontari saranno direttamente coinvolti nell’attività degli sportelli
informativi sul servizio civile, propri delle nostre sedi Arci Servizio Civile,
che da anni forniscono informazioni e promuovono il servizio civile nel
territorio, per complessive 16 ore.
Le azioni sopra descritte tenderanno a collegare il progetto stesso alla
comunità locale dove i volontari prestano servizio, portando alla luce
(tramite la loro testimonianza diretta) le positive ricadute del progetto nel
contesto in cui esso interviene.
I giovani in servizio svolgeranno quindi un'azione informativa, di
promozione e sensibilizzazione sul territorio che ha diversi focus:
 informazione sulle opportunità di servizio civile (da effettuare ex ante,
precipuamente nel periodo di vigenza del bando tramite le sotto indicate
modalità di comunicazione sociale)
 sensibilizzazione alla pratica del servizio civile (effettuata in itinere, con
i succitati interventi presso i “luoghi aggregativi” e coinvolgendo in modo
attivo i giovani tramite le associazioni suddette)
 diffusione dei risultati del progetto (da effettuare ex post, anche grazie
alla partecipazione dei giovani in servizio civile alle attività promozionali
dell’associazione)
I canali attraverso i quali tali azioni verranno pubblicizzate e promosse
saranno:
 organi di stampa locali
 emittenti radiofoniche, emittenti televisive e web-radio presenti nel
territorio di riferimento della sede di Arci Servizio Civile
 siti internet e social network
Promozione diretta e comunicazione esterna della sede locale di Arci
Servizio Civile:
 il testo del progetto e le modalità di partecipazione verranno pubblicati
sul sito internet www.arciserviziociviletoscana.it per l’intera durata del
bando.
Verrà diffuso materiale informativo preso le sedi di attuazione di Arci
Servizio Civile interessate, con particolare attenzione agli sportelli
informativi che le nostre sedi di assegnazione organizzano nel proprio
territorio.
La sede di attuazione di Arci Servizio Civile Toscana curerà la possibile
diffusione del progetto sui media locali, regionali e nazionali presenti nel
proprio territorio, oltre che sul proprio sito www.arciserviziociviletoscana.it
18) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dei risultati di progetto:
Arci Servizio Civile Toscana somministrerà un questionario ai volontari, entro il sesto e
il dodicesimo mese di servizio, la cui impostazione sarà volta a valutare l’andamento
delle attività che i volontari anno svolto fino a quel momento.
In particolare il questionario verificherà:
• L’effettuazione e la qualità della formazione generale
• L’effettuazione e la qualità delle formazione specifica
• Il grado di riconoscimento delle figure di riferimento del progetto e il supporto
fornito
• La soddisfazione delle aspettative
• Il raggiungimento degli obiettivi dati
• Lo svolgimento di attività in linea con il progetto
• Il grado di conoscenza dell’associazione.
Il monitoraggio prevede anche la somministrazione di un questionario entro il sesto
mese per gli operatori di progetto, al fine di valutare l’andamento del progetto.
Dall’elaborazione dei risultati di tali questionari l’associazione potrà individuare i propri
punti di forza e di debolezza, verificare il funzionamento e l’efficacia del progetto dal
punto di vista dei due soggetti principali che attuano il progetto.
19) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli
richiesti dalla legge regionale 25 luglio 2006, n. 35:
I candidati dovranno predisporre il proprio Curriculum Vitae in formato europeo,
evidenziando in esso eventuali esperienze pregresse nel settore del progetto.
Si richiede il possesso della patente B.
20) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive utilizzate per l'acquisto di beni o servizi
destinati ai giovani in servizio:
•
Personale specifico coinvolto nel progetto e non attinente
all’accreditamento
€
1500,00
•
•
•
•
Utenze dedicate
€
3000,00
Materiali informativi
€
2500,00
Formazione -Docenti
€
2000,00
Formazione -Materiali:
€
2082,00
Dettaglio:
€ 90,00 - Kit contenente supporto usb e CD con i materiali
informativi e le dispense della
formazione generale e specifica;
€ 192,00 - Vitto durante le giornate di formazione generale e
specifica;
€ 600,00 - Partecipazione e rilascio attestato di frequenza Corso
sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, prevenzione e rischi nello
svolgimento delle attività specifiche previste dal progetto.
€ 600,00 - Partecipazione e rilascio attestato di frequenza Corso
primo soccorso D.P.R 388/03.
€ 600,00 - Partecipazione e rilascio attestato di frequenza Corso
antincendio D.M. 10/03/98 (rischio basso).
•
•
•
Spese viaggio
€
2000,00
Materiale di consumo finalizzati al progetto
€
Altro
TOTALE
2500,00
€ 15.582,00
21) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:
RISORSA
Stanze uso ufficio:per le attività di mappatura dei bisogni,
incontri con gli utenti, verifica e riprogrammazione delle
attività –
Telefoni, fax:6 telefoni, 6 fax (per il contatto con l'utenza, lo
scambio di dati e relazioni con gli attori della rete dei servizi
territoriali: insegnanti, volontari, operatori sociali) –
Computer, posta elettronica, software di grafica:per il
contatto con l'utenza, lo scambio di dati e relazioni con gli
attori della rete dei servizi territoriali, l'aggiornamento del
sito, la redazione grafica del materiale informativo e
didattico
Impianto audio per concerti
Fotocopiatrice:
materiale di consumo (materiale didattico, supporti
audiovisivi) –
Fotocamera e videocamera digitale,
Videoproiettore e schermo
N.
6
Totale 12
6
1
6
6
6
CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI
22) Competenze e professionalità acquisibili dai giovani durante l’espletamento del
servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae:
I giovani che, al termine dei 12 mesi di Servizio Civile, avranno svolto le
ore previste dal monte ore indicato nel progetto e partecipato alla
formazione, riceveranno una certificazione delle competenze acquisite
durante l'espletamento del servizio relative a:
-associazionismo di promozione sociale
-cittadinanza attiva e partecipazione
Arci Servizio Civile Toscana, ente proponente il progetto, riconosce tale
attestazione di competenze all'interno delle proprie sedi di attuazione.
Inoltre saranno riconosciute tali competenze dalle associazioni regionali e
territoriali: Arci, Arciragazzi, Legambiente e Uisp.
I giovani che, al termine dei 12 mesi di Servizio Civile, avranno svolto le
ore di formazione previste nel progetto riceveranno una certificazione,
valida ai fini del c.v., attestante la partecipazione ai seguenti corsi:
- Corso sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, prevenzione e rischi nello
svolgimento delle attività specifiche previste dal progetto.
- Corso primo soccorso.
- Corso antincendio (rischio basso).
Formazione generale dei giovani
23) Sede di realizzazione:
La formazione generale dei volontari viene effettuata direttamente da Arci
Servizio Civile Toscana, presso la propria sede in Firenze; qualora ce ne
fosse necessità presso sedi limitrofe.
24) Modalità di attuazione:
In proprio presso l’ente con formatori dello staff di Arci Servizio Civile con
esperienza pluriennale dichiarata all’atto dell’accreditamento all’Albo
Nazionale degli Enti di SCN.
25) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
I corsi di formazione tenuti dalla nostra associazione prevedono:
lezioni frontali, letture, proiezione video e schede informative;
 formazione a distanza
 dinamiche non formali:
 incontri interattivi con coinvolgimento diretto dei partecipanti, training,
giochi di ruolo, di cooperazione e di simulazione, giochi di conoscenza e di
valutazione.
La metodologia didattica utilizzata è sempre finalizzata al coinvolgimento
attivo dei partecipanti attraverso l’utilizzazione di tecniche di simulazione
comportamentale
26) Contenuti della formazione:
La formazione dei volontari ha come obiettivi il raggiungimento delle finalità
di cui all’art. 2 della legge regionale 35/2006 la formazione civica, sociale
culturale e professionale dei volontari. Essa intende fornire ai partecipanti
strumenti idonei all’ interpretazione dei fenomeni storici e sociali al fine di
costruire percorsi di cittadinanza attiva e responsabile.
Attraverso i corsi di formazione si intende altresì fornire ai volontari
competenze operative di gestione di attività in ambito no-profit.
I contenuti della formazione generale prevedono:
Identità e finalità del Servizio Civile Nazionale e Regionale
 la storia dell’obiezione di coscienza;
 dal servizio civile alternativo al servizio militare al Servizio Civile
Nazionale;
 il Servizio Civile Regionale
Servizio Civile e formazione dei giovani
 partecipazione sociale e educazione alla cittadinanza attiva e solidale.
 i diritti di cittadinanza;
 mediazione e gestione nonviolenta dei conflitti;
 la nonviolenza e l’educazione alla pace.
La solidarietà e le forme di cittadinanza
•
il Servizio Civile, il terzo settore e la sussidiarietà;
•
il volontariato e l’associazionismo;
•
democrazia possibile e partecipata;
•
disagio e diversità;
•
meccanismi di marginalizzazione e identità attribuite.
La protezione civile
• prevenzione, conoscenza e difesa del territorio.
L.R. 35/2006: le normative di attuazione
•
normativa vigente;
•
diritti e doveri del volontario e dell’ente accreditato;
•
presentazione dell’ente accreditato;
•
lavoro per progetti.
Identità del gruppo

le relazioni di gruppo e nel gruppo;

la comunicazione violenta e la comunicazione ecologica;

la cooperazione nei gruppi.
La rete di Arci Servizio Civile
 Le finalità e il modello organizzativo di Arci Servizio Civile.
Ai fini della rendicontazione verranno tenute 32 ore di formazione
attraverso metodologie frontali e dinamiche non formali e ulteriori 10 ore
attraverso visite guidate nei luoghi toscani particolarmente significativi per i
valori su cui si fonda il Servizio Civile.
27) Durata (espressa in ore):
La durata complessiva della formazione generale è di 42 ore.
Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei giovani
28) Sede di realizzazione:
ARCI Firenze, Piazza dei Ciompi 11, Firenze
29) Modalità di attuazione:
I corsi di formazione tenuti dalla nostra associazione prevedono:
lezioni frontali, letture, proiezione video e schede informative;
 formazione a distanza
 dinamiche non formali:
 incontri interattivi con coinvolgimento diretto dei partecipanti, training,
giochi di ruolo, di cooperazione e di simulazione, giochi di conoscenza e di
valutazione.
La metodologia didattica utilizzata è sempre finalizzata al coinvolgimento
attivo dei partecipanti attraverso l’utilizzazione di tecniche di simulazione
comportamentale
30) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
Per conseguire gli obiettivi formativi verranno privilegiate le metodologie
didattiche attive che favoriscano la partecipazione dei giovani, basate sul
presupposto che l'apprendimento effettivo sia soprattutto apprendimento
dall'esperienza.
Le metodologie utilizzate saranno:
• Lezione partecipata – consente di trasmettere elementi conoscitivi e
di omogeneizzare le disparità di conoscenze teoriche;
• Lezione frontale – finalizzata alla trasmissione diretta delle
informazione di base;
• Il lavoro di gruppo – permette di suddividere il gruppo in sottogruppi,
di operare in autonomia su aspetti che prevedono la partecipazione
attiva dei partecipanti, permette lo scambio delle reciproche
conoscenze ed esperienze, fa crescere l’autostima e la
consapevolezza delle proprie capacità, stimola e crea lo “spirito di
gruppo”
31)Contenuti della formazione:
Modulo 1
Argomento principale: Il progetto di servizio civile volontario
Obiettivi formativi: Conoscere in modo dettagliato le attività; conoscere
le figure professionali impiegate nelle attività ed il ruolo delle stesse.
Durata: 5 ore
Temi da trattare:
− L'idea progettuale: ideazione, rete di collaborazioni, obiettivi generali
e specifici, risultati attesi.
− La sede di attuazione: competenze, modalità di intervento nel
territorio, personale di riferimento.
− Andamento del servizio;
− Obiettivi e attività del progetto;
− Competenze acquisite;
− Il sistema formativo;
Modulo 2 :
Argomento principale:Il quadro settoriale e territoriale
Obiettivi formativi: Questo modulo formativo intende fornire ai volontari
un quadro esaustivo del contesto settoriale di riferimento del progetto e
guidarli nell'individuazione dei bisogni espressi dal territorio nel settore di
riferimento.
Durata: 10 ore
Temi da trattare:
− Il fenomeno dell'immigrazione in Toscana e nei territori interessati
dalle attività del progetto: la presenza straniera, la composizione
sociale, la composizione per classi di età, il lavoro degli stranieri
− l'inserimento scolastico dei minori stranieri: analisi degli indicatori di
insuccesso scolastico
− Punti di forza e punti di debolezza del contesto territoriale e
settoriale
Modulo 3 :
Argomento principale: La normativa e il quadro legislativo di riferimento.
Obiettivi formativi: Questo modulo formativo intende fornire ai volontari
un quadro esaustivo del settore di intervento attraverso lo studio del delle
normative, nazionali e internazionali, sull'immigrazione. Questo bagaglio di
conoscenze specifiche sarà necessario per mettere in grado i volontari di
affiancare gli operatori nella gestione delle pratiche dello sportello
immigrati, in modo da poter fornire risposte adeguate agli utenti stranieri.
Durata: 10 ore
Temi da trattare:
− Il quadro legislativo del settore: Normativa europea e italiana in
materia di asilo e diritti di cittadinanza a confronto
− Normativa relativa a ingresso e soggiorno, espulsioni, famiglia,
lavoro degli stranieri in Italia
Modulo 4
Argomento principale: Stranieri e territorio – l'attività dei Comitati ARCI
nel settore dell'immigrazione
Obiettivi formativi: questo modulo formativo intende fornire ai volontari
un quadro sui servizi territoriali a rete (pubblici e del privato sociale) rivolti
agli stranieri. Intende anche presentare la mission e gli obiettivi a breve
termine del soggetto attuatore del progetto nel settore specifico
dell'immigrazione, in modo da consapevolizzare i volontari sugli obiettivi da
raggiungere, i valori di mission e i risultati attesi.
Durata: 5 ore
Temi da trattare:
− Il quadro dei servizi territoriali rivolti agli stranieri: servizi sociali,
sanitari, scolastici, del lavoro.
− Il ruolo del terzo settore nel settore dell'immigrazione: servizi ed
attività.
− Le attività e i servizi dei Comitati ARCI coinvolti in favore degli
immigrati
− la mission settoriale: valori, identità, vision
Modulo 5 :
Argomento principale: Corsi di alfabetizzazione per stranieri.
Obiettivi formativi:questo modulo formativo, specifico per le attività di
organizzazione di corsi di lingua italiana per stranieri, intende fornire ai
volontari conoscenze settoriali relative alla organizzazione didattica di corsi
di alfabetizzazione, dalla composizione del gruppo-classe agli strumenti
didattici utilizzati. Questo modulo formativo sarà necessario per mettere in
grado i volontari di affiancare gli insegnanti volontari nelle scuole di italiano
per stranieri.
Durata: 10 ore
Temi da trattare:
− Gli studenti e la programmazione didattica
− I bisogni, la realtà, gli obiettivi: l’analisi della situazione di partenza
− Quali temi inserire nella programmazione?
− La ricezione orale e scritta: comprensione generale e analitica
− La produzione scritta guidata: il ricorrente problema della
grammatica
− Creazione di percorsi per affrontare nozioni morfosintattiche
− La produzione orale: i testi per la lettura semplificata
− La produzione scritta – testi e documenti
− L’utilizzo dei media nella didattica
Inoltre si prevede un Modulo formativo Sicurezza di 24 ore comprendente:
- 8 ore Corso sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, prevenzione e rischi nello
svolgimento delle attività specifiche previste dal progetto.
- 12 ore Corso primo soccorso D.P.R 388/03 (base).
- 4 ore Corso antincendio D.M. 10/03/98 (rischio basso).
32) Durata (espressa in ore):
64 ore
Altri elementi
33) Presenza di almeno una delle altre figure previste per la gestione del servizio civile
regionale (diversa dall'Operatore di Progetto) che nell'ultimo anno abbia frequentato il
corso di formazione o/e/o aggiornamento programmato dalla Regione Toscana (o si
impegni a parteciparvi entro l'anno in cui si realizza il progetto):
Nome e cognome: INNOCENTI BEATRICE Ruolo RESPONSABILE DEL SERVIZIO CIVILE
corso
frequentato
_______________
data
del
corso
__________
sede
_______________________
oppure
J
si impegna a svolgerlo entro l'anno:
SI x ;
NO
34)
Impegno a far partecipare i giovani aderenti al progetto alla formazione
aggiuntiva programmata dalla regione Toscana:
SI x ; NO
35)
Attestazione che all'interno del medesimo bando sono stati presentati
progetti per un numero complessivo di posti inferiori al 50% di quelli richiedibili in
base alla categoria
di appartenenza:
SI
;
NO x
n° progetti presentati: ______ n° posti richiesti complessivamente: _________
36)
Impegno a far partecipare i giovani aderenti al progetto ad almeno due
manifestazioni, eventi o attività di carattere regionale inserite nel sistema delle
politiche giovanili della regione Toscana:
SI
x ; NO
37)
Coprogettazione tra i seguenti enti (è necessario allegare
sottoscritto dagli enti per la coprogettazione, da cui risulti l'ente capofila):
Denominazione ente Codice RT
Categoria d'iscrizione all'albo
SCR
l'accordo
Ente pubblico o
privato
Il sottoscritto BANDECCHI SARA nata a PONTEDERA il 18/05/1980 in qualità di
responsabile legale dell'ente ARCI SERVIZIO CIVILE TOSCANA dichiara che l'ente che
rappresenta è in possesso di tutti i requisiti previsti per l'iscrizione all'albo degli enti
di servizio civile regionale (art. 5 comma 1 legge regionale n. 35 del 25/07/2006).
Data 20 Maggio 2014
Il Responsabile legale dell’ente